Re. Introduzione, traduzione e commento 9788892219120

Testo ebraico a fronte. Secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la redazione definitiva di Re, ad

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Re. Introduzione, traduzione e commento
 9788892219120

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PAOLO MERLO, dottore di ricerca in Teologia e in Vicino Oriente antico, è docente di Antico Te­ stamento presso la facoltà di Teologia della Pon­ tificia Università Lateranense di Roma e insegna Storia dell'Antico Testamento al Pontificio Istitu­ to Biblico. Presso l'editore Carocci ha curato il manuale L'Antico Testamento. Introduzione storico­ letteraria (2008) e ha pubblicato il volume La religione dell'antico Israele (2009). Con le Edizioni San Paolo, oltre ad aver collaborato alla stesura delle note sui Libri storici per La Bibbia: Via Verità e Vita, ha pubblicato Breve storia di Israele e Giuda. Dal Xlii sec. a.C. al li sec. d.C. (20 l O) e, assieme a Marco Settembrini, il manuale Il Senso della Sto­ ria. Introduzione ai Ubri storici

(20 14).

Copertina: Progetto grafico di Angelo Zenzalari

NUOVA VERSIONE DELLA BIBBIA DAI TESTI ANTICHI

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Presentazione \l 0\.-\ YEHSIO\E DEU .A BIBIU.\ DAl TESTI A:\ T(( :111

I

a Nuova versione della Bibbia dai testi antichi si pone sulla scia di una Serie inaugurata dall'editore amar____J gine dei lavori conciliari (la Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali}, il cui primo volume fu pubblicato nel 1967. La nuova Serie ne riprende, almeno in parte, gli obiettivi, arricchendoli alla luce della ricerca e della sensibilità contemporanee. I volumi vogliono offrire anzitutto la possibilità di leggere le Scritture in una versione italiana che assicuri la fedeltà alla lingua originale, senza tuttavia rinunciare a una buona qualità letteraria. La compresenza di questi due aspetti dovrebbe da un lato rendere conto dell'andamento del testo e, dall'altro, soddisfare le esigenze del lettore contemporaneo. L'aspetto più innovativo, che balza subito agli occhi, è la scelta di pubblicare non solo la versione italiana, ma anche il testo ebraico, aramaico o greco a fronte. Tale scelta cerca di venire incontro all'interesse, sempre più diffuso e ampio, per una conoscenza approfondita delle Scritture che comporta, necessariamente, anche la possibilità di accostarsi più direttamente a esse. Il commento al testo si svolge su due livelli. Un primo livello, dedicato alle note filologico-testuali-lessicografiche, offre informazioni e spiegazioni che riguardap.o le varianti presenti nei diversi manoscritti antichi, l'uso e il significato dei termini, i casi in cui sono possibili diverse traduzioni, le ragioni che spingono a preferirne una e altre questioni analoghe. Un secondo livello, dedicato al commento esegeticoteologico, presenta le unità letterarie nella loro articolazione, evidenziandone gli aspetti teologici e mettendo in rilievo, là dove pare opportuno, il nesso tra Antico e Nuovo Testamento, rispettandone lo statuto dialogico. Particolare cura è dedicata all'introduzione dei singoli libri, dove vengono illustrati l'importanza e la posizione dell'opera

PRESENTAZIONE

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nel canone, la struttura e gli aspetti letterari, le linee teologiche fondamentali, le questioni inerenti alla composizione e, infine, la storia della sua trasmissione. Un approfondimento, posto in appendice, affronta la presenza del libro biblico nel ciclo dell'anno liturgico e nella vita del popolo di Dio; ciò permette di comprendere il testo non solo nella sua collocazione "originaria", ma anche nella dinamica interpretativa costituita dalla prassi ecclesiale, di cui la celebrazione liturgica costituisce l'ambito privilegiato. I direttori della Serie Massimo Grilli Giacomo Perego · Filippo Serafini

Annotazioni di carattere tecnico M 0\,\ \'EHSIO\E DEl L\ BIBBL\ DAl TESTI A:\TICIII

Il testo in lingua antica Il testo ebraico stampato in questo volume è quello della Biblia Hebraica Stuttgartensia (BHS), quinta edizione. Le correzioni alla lettura di alcuni termini, indicate dai masoreti (qerè l ketib), sono segnalate da parentesi quadre, con il seguente ordine: nel testo compare la forma "mista" che si trova nel manoscritto, nelle parentesi si ha prima la forma presupposta dalle consonanti scritte (ketìb) e poi quella suggerita per la lettura dai masoreti (qerè). Per le parti greche il testo è quello della Septuaginta, curato da A. Rahlfs nell'edizione rivista da R. Hanhart (2006). La traduzione italiana Quando l'autore ha ritenuto di doversi discostare in modo significativo dal testo stampato a fronte, sono stati adottati i seguenti accorgimenti: - i segni • • indicano che si adotta una lezione differente da quella riportata in ebraico, ma presente in altri manoscritti o versioni, o comunque ritenuta probabile; le parentesi tonde indicano l'aggiunta di vocaboli che appaiono necessari in italiano per esplicitare il senso della frase ebraica. Per i nomi propri si è cercato di avere una resa che non si allontanasse troppo dall'originale ebraico o greco, tenendo però conto dei casi in cui un certo uso italiano può considerarsi diffuso e abbastanza affermato. I testi paralleli Se presenti, vengono indicati nelle note i paralleli al passo commentato con il simbolo l l; i passi che invece hanno vicinanza di contenuto o di tema, ma non sono classificabili come veri e propri paralleli, sono indicati come testi affini, con il simbolo+. La traslitterazione La traslitterazione dei termini ebraici e greci è stata fatta con criteri adottati in ambito accademico e quindi non con riferi-

ANNOTAZIONI

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mento alla pronuncia del vocabolo, ma all'equivalenza formale fra caratteri ebraici o greci e caratteri latini.

L'approfondimento liturgico Redatto sempre da Matteo Ferrari, monaco di Camaldoli, rimanda aì testi biblici come proposti nei Lezionari italiani, quindi nella versione CEI del2008.

RE Introduzione, traduzione e commento

a cura di Paolo Merlo

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SAN PAOLO

Per il testo ebraico: Bib/ia H ebraica Stuttgartensia, edited by Karl Elliger and Wilhelm Rudolph, Fifth Revised Edìtion, edited by Adrian Schenker, !i:! 1977 and 1997 Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart. Used by permission.

© EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2020 Piazza Soncino, 5-20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edìzionìsanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ISBN 978-88-922-1912-0

INTRODUZIONE

TITOLO E POSIZIONE NEL CANONE

Il titolo «Re» corrisponde più o meno al contenuto offerto dal libro: le vicende dei re d'Israele e Giuda, dalle vicende finali della vita di David fino alla conquista babilonese di Gerusalemme. In origine i libri dei Re non erano divisi, ma costituivano un'opera unitaria. La suddivisione dell'opera in due libri distinti, avvenuta già n eli' antichità, fu compiuta dai traduttori o scribi greci, ed è quindi piuttosto artificiale. Questi, alla luce anche della continuità narrativa con i libri di Samuele, divisero il libro in due parti che denominarono rispettivamente «Terzo e Quarto (libro) dei Regni», in prosecuzione di 1-2 Samuele, da loro denominati «Primo e Secondo (libro) dei Regni». I manoscritti di Qumran e gli antichi codici medievali in lingua ebraica, diversamente, attestano che per molti secoli i rotoli ebraici avessero trasmesso uniti 1-2 Re, al pari di 1-2 Samuele. Dopo il XV-XVI secolo d.C., però, la suddivisione presente nelle Bibbie greche e latine venne a imporsi anche nella tradizione ebraica. Nel canone ebraico, 1-2 Re sono posti alla fine di quel gruppo di libri denominati «profeti anteriori» (Giosuè, Giudici, 1-2 Samuele, 1-2 Re); essi appartengono pertanto alla seconda sezione del canone delle Scritture ebraiche, quella dei «profeti». Nel canone ebraico, infatti, il libro successivo a 1-2 Re è quello di Isaia, il primo dei «profeti posteriori». Questa prospettiva canonica ebraica inquadra i profeti anteriori, gruppo di cui fanno parte 1-2 Re, come redatti da una mano profetica. La tradizione ebraica, infatti, attribuisce la re-

INTRODUZIONE

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dazione di 1-2 Re a Geremia (TalmudBabilonese,Baba batra 15a), il quale non intendeva certo scrivere una storia dei re d'Israele di tipo evenemenziale, quanto piuttosto mostrare l'agire divino che ha accompagnato il corso degli avvenimenti di Israele e Giuda durante l'epoca monarchica. Non è quindi una casualità che all'interno di questi libri un grande rilievo sia riservato alle azioni e alle parole di molti profeti. Tra le tante figure profetiche che affollano 1-2 Re spiccano quelle di Elia e di Eliseo. Diversamente, nel canone delle Bibbie greche e latine, 1-2 Re appartengono al gruppo dei «libri storici» e sono seguiti pertanto da 1-2 Cronache, Esdra, Neemia, e così via. È indubbio che questa diversa organizzazione canonica offra anche una differente prospettiva interpretativa, dando maggiore rilievo alle narrazioni di carattere storico.

ASPETTILETTERAJU Articolazione deli' opera Si è già detto che, in origine, 1-2 Re costituivano un unico rotolo strettamente correlato a quello di Samuele. Dal punto di vista del contenuto, pertanto, essi da una parte si saldano con le narrazioni precedenti, dall'altra non presentano una divisione netta tra l e 2 Re. 1-2 Re può essere suddiviso in tre parti principali: la storia del regno durante Salomone, dalle vicende della sua ascesa al trono fino alla sua morte (l Re 1-11); la storia parallela dei regni d'Israele e Giuda fino alla fine del regno d'Israele nel721 a.C. (l Re 12-2 Re 17); la storia del regno di Giuda successiva alla caduta di Samaria sino alla sua fine e all'esilio babilonese (2 Re 18-25). Ognuna di queste parti principali può essere suddivisa in sezioni di minore ampiezza avendo i libri dei Re accolto alloro interno svariati materiali provenienti da fonti e tradizioni narrative diverse. L'architettura finale dell'opera risulta quindi complessa e variegata. Tenendo presente la precedente suddivisione generale in tre parti, si può fornire la seguente articolazione dell'opera, alquanto semplificata.

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INTRODUZIONE

I primi due capitoli narrano gli intrighi di corte che portarono Salomone sul trono di Davi d con l'aiuto del profeta N atan e della madre Bat-Sheba. Le successive vicende del regno di Salomone sono suddivisibili in due momenti distinti: uno positivo, dove egli è presentato nella sua immensa saggezza, e dove ampio spazio viene dedicato al racconto della costruzione e dedicazione del tempio, e al ricco splendore che caratterizzava il regno (l Re 3-10); e uno negativo con la presentazione della decadenza del regno a causa dell'idolatria (l Re 11). In conseguenza a tali peccati, si avviò la divisione dell'ideale originario regno unito con lo scisma religioso e politico operato dalle tribù settentrionali (Israele), le quali decisero di eleggere Yorob'am come primo re d'Israele (l Re 12-14). Da questo punto in poi, la storia parallela dei due regni (fino a 2 Re 17) è narrata seguendo uno sviluppo cronologico quasi sincronico, passando dalle vicende di un regno all'altro. Per ogni re viene redatta una cornice con brevi informazioni storiche e un generico giudizio teologico secondo i principi della teologia deuteronomistica. Questa lunga sezione dei libri dei Re contiene al suo interno numerosi blocchi narrativi che, interrompendo l 'uniforme procedere degli eventi, si dilungano a descrivere le vicende in merito ad alcuni determinati personaggi o singoli momenti storici. Esempi di tutto ciò sono le tradizioni sul profeta Elia (l Re 17-19 e 21; 2 Re 1-2), quelle su Eliseo (2 Re 4-8), oppure quelle su altri profeti (come Michea figlio di Yimla) o su particolari conflitti bellici (l Re 20 e 22; 2 Re 3). La terza e ultima parte, quella della storia del regno di Giuda fino all'esilio babilonese (2 Re 18-25), si sofferma in modo particolare sui due re giusti e sulle loro riforme religiose: I:Iizqiyya (2 Re 18-20; si veda il racconto parallelo in Is 36-39) e Yoshiyya (2 Re 22-23), separati dai due re malvagi Manasse e Amon (2 Re 21). Gli ultimi due capitoli (2 Re 24-25) contengono il resoconto sugli ultimi anni del regno di Giuda. Le cornici redazionali Come si è detto, per ogni re viene redatta una cornice, costituita da un sommario introduttivo e uno conclusivo posti rispettivamen-

INTRODUZIONE

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te uno all'inizio e uno alla fine del resoconto sugli avvenimenti del regno. La struttura e le espressioni utilizzate in queste comici sono stereotipate, avendo solo piccole varianti tra un re e l'altro. Un esempio essenziale di tale cornice redazionale si può leggere in 2 Re 13,10-13, in riferimento al re Yoash d'Israele, dato che il sommario iniziale e quello conclusivo sono posti, eccezionalmente, uno di seguito all'altro. In linea generale e senza tener conto di alcune variazioni, il sommario introduttivo fornisce le seguenti informazioni: la formula d'inizio regno con l'indicazione cronologica redatta secondo un sincronismo tra i due regni, il nome del nuovo sovrano con il patronimico, l'età del sovrano (per i re di Giuda), la durata del regno e, infine, solo per i re di Giuda, il nome della madre. A queste informazioni segue il giudizio teologico che può risultare positivo («fece ciò che è retto ... »), oppure negativo («fece ciò che è male ... ») e che può contenere numerose variazioni ed eventuali ampliamenti in virtù delle azioni compiute dal sovrano. Il sommario conclusivo si apre con il riferimento, di solito in forma di domanda retorica, ad altri avvenimenti contenuti nelle Cronache dei re d'Israele o in quelle dei re di Giuda (opere a noi ignote), e si chiude con la notizia della morte e della sepoltura del re. Scorrendo il libro, è facile accorgersi come a tutti i sovrani d'Israele sia attribuita la tendenza a compiere «ciò che è male» agli occhi di YHWH; diversamente, alcuni sovrani di Giuda sono stati in grado di compiere «ciò che è retto» agli occhi di YHWH. La prospettiva dell'insieme risulta quindi chiaramente giudaita, essendo la permanenza o meno dell'originario >. L'espressione idiomatica esprime l'essere sempre pronto alle richieste del sovrano, come un cortigiano (cosi anche in 10,8; 17,1). Ne abbia cura (npb i""";:u:n)- Alla lettera: «e sia per lui un'attendente». 'r.a forma maschile del titolo (1?0) ricorre in Is 22,15 per designare un ufficiale di palazzo. Difficilmente esso può essere correlato allo sa/cnu accadico, perché quest'ultimo indica un alto ufficiale; in questo

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passo il senso è quello di «avere familiarità con il re» e le sue cose private. Sul suo grembo - Modificando, con le antiche versioni, l'ebraico '9F'O, «tuo grembo» per adeguare il linguaggio allo stile di corte. 1,3 Shunammita (n•rp~'Wtl)- Proveniente da Shunem, villaggio nel territorio di lssakar (Gs 19,18), ca. lO km a sud di Nazaret. 1,4 Non ebbe rapporti con lei (r1V1~ t6) Alla lettera: «non la conobbe»; l'espressione ebraica sottintende il significato sessuale,

e avvenente (v. 3), che potesse fargli riottenere vigore tramite il contatto con la sua giovane vitalità, secondo una concezione medico-magica tipica di quel tempo. Sebbene alcl.IDÌ esegeti, sulla base di Qo 4, 11 e dell'opinione di Giuseppe Flavio (Antichità giudaiche 7,14,3 § 343-344), abbiano pensato che si trattasse solo di un rimedio medico contro il freddo, è più probabile che Abishag sia stata introdotta a corte quale concubina del re, altrimenti non si giustificherebbe la futura reazione di Salomone contro Adoniyya in 2,22. n tentativo però non ha successo, perché David non riusci ad avere rapporti con lei (v. 4). A questo punto, più che medica, la questione diviene di natura politica, poiché un re senza il suo naturale vigore non può governare efficacemente il suo regno. 1,5-10 La cospirazione di Adoniyya In contrasto con la passività di David, viene ora descritta l'attività di Adoniyya, quarto figlio di David (2Sam 3,4), che, dopo la morte dei suoi fratelli maggiori, era divenuto il pretendente al trono. La figura e le azioni di Adoniyya si accordano con i tratti tipici del «primogenito infedele)), un motivo narrativo noto sia nella Bibbia (cfr. le vicende di Abshalom in 2Sam 15, 1-12), sia in alcuni

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l RE 1,8

re, mio signore, si riscaldi». 3Cercarono allora una giovane bella per tutto il territorio di Israele, trovarono Abishag la Shunammita e la condussero al re. 4La giovanetta era bellissima. Ella si prese cura del re e lo servì, ma il re non ebbe rapporti con lei. sOra Adoniyya figlio di l.fagghit si comportava superbamente, pensando: ~-Z,~ :JY.!~ N~i;11 '1Q~ 'if]'?~ 1~:t i1ft~·':p 1tJN7 ':f~1Q~ Ni~'?t ~~~l "T?~iJ-Ol:) CV} "1#1'? 'l\''JÌV i1ji) 14 :~i1,'i~ :'lf:J~·rn~ 'J;:tN;~~

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1,9 I suoi fratelli, figli del re - L'espressione indica gli appartenenti alla linea dinastica per parentela, da distinguere dai semplici ,,~~ «suoi fratelli>>, cioè i suoi parenti in generale.

1,15 Bat-Sheba (ll:;~tn~) - Si noti l'inusuale vocalizzaziorie. del codice di Leningrado (L) (il cui testo viene qui riprodotto), mentre il codice di Aleppo (A) ha 11~~-n~.

fazioni, una pro e una contro Adoniyya, ritengo sia più ragionevole non procedere a descrivere un tale scenario, poiché il racconto biblico non ha interessi propriamente storici, ma intende valutare, narrativamente, le nefaste conseguenze del comportamento superbo di Adoniyya. 1,11-14 Il piano di Natan e Bat-Sheba Nella scena irrompe il profeta Natan che si rivolge a Bat-Sheba, madre di Salomone. Il profeta Natan ha già ottenuto un importante ruolo nelle narrazioni di 2 Samuele, essendo stato colui che aveva pronunciato l'oracolo sulla discendenza di David (2Sam 7,12) e colui che, inviato da YHWH, aveva chiarito che il neonato Salomone sarebbe stato «l'amato di YHWH» (2Sam 12,24-25; tale è il significato del nome Yedidyah). Natan, con scaltrezza, fa notare a Bat-Sheba il pericolo che ella avrebbe corso nel caso in cui il figlio di un'altra moglie di David, J:Iagghit, fosse divenuto re; egli prospetta cosi un suo contro-piano, citando un presunto precedente giuramento di David di cui, in verità, non si sa nulla. Rivalità tra le varie mogli del re in merito al successore al trono sono ben note in tutto il Vicino Oriente antico, ma qui l'interesse è anche religioso oltre che

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l RE 1,15

9Adoniyya

compi tn1 sacrificio di pecore, buoi e vitelli grassi presso la pietra Zol;lelet, che è vicina alla fonte di Roghel; egli convocò tutti i suoi fratelli, figli del re, e tutti gli uomini di Giuda al servizio del re. 1'Ma non invitò il profeta Natan, né Benaya, né i prodi, e neppure suo fratello Salomone. 11 Allora Natan disse a Bat-Sheba, madre di Salomone: «Non hai sentito che Adoniyya, figlio di I:Iagghit, è divenuto re all'insaputa di David, nostro signore? 12Ebbene, lascia che ti consigli, in modo che tu possa salvarti la vita assieme a quella di tuo figlio Salomone; 13 Va', presentati al re David e digli: "O re mio signore, non hai forse giurato alla tua serva: 'Tuo figlio Salomone regnerà dopo di me e proprio lui siederà sul mio trono'? Perché dunque è divenuto re Adoniyya?" 14Ecco, mentre tu starai ancora li a parlare al re, io entrerò dopo di te e confermerò le tue parole». 15 Bat-Sheba andò dunque nella camera (da letto) del re; il re era infatti molto vecchio e Abishag la Shunammita lo serviva. Il re era infatti molto vecchio ... lo serviva (17,~iJ-nt:t M1~1? .. ·lP.~ 17~iJl) -Non è chiaro se la frase circostanziale con il participio M1~1? descriva una situazione gene-

rale, richiamando alla mente del lettore la situazione di David, oppure intenda dire che Abishag era in quel momento presente alla scena come testimone.

politico. Natan, profeta di YHWH, consapevole che Salomone è l'amato di YHWH (2Sam 12,24-25) si attiva per favorire quella che lui ritiene essere la realizzazione del volere divino nella storia (cfr. anche vv. 36-37). Perciò egli si sente in dovere di spingere Bat-Sheba e, per suo tramite, David ad agire secondo i piani divini. Le azioni di Natan e Bat-Sheba si compiono quindi su due livelli, quello concreto e quello teologico; ma la loro piena comprensione avviene sul piano teologico piuttosto che su quello storico. 1,15-27 L 'esecuzione del piano Il racconto si dilunga nel descrivere l'attività di Natan e Bat-Sheba presso il re David, mentre Salomone, il futuro re, non risulta attivo. Natan e Bat-Sheba non si fanno scrupoli a ricorrere all'inganno pur di delegittimare Adoniyya, similmente a quanto Rebecca fece per favorire il figlio minore Giacobbe su Esaù (Gen 27). La questione etica passa comunque in secondo piano rispetto al disegno divino di eleggere Salomone. La richiesta di Bat-Sheba (1,15-21). Non è chiaro se l'udienza di Bat-Sheba presso il re si sia svolta a quattr'occhi, oppure con Abishag come testimone, anche se l'ipotesi di un colloquio privato è molto probabile (cfr. nota al v. 15).

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l RE 1,16

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1,16 S'inginocchiò e si prostrò- L'uso di questi due verbi appaiati è frequente nelle espressioni di riverenza (cfr., p. es., Es 12,27; Nm 22,31; 1Sam 24,9; l Re 1,31). 1,18 E tu - Modificando, con le versioni antiche, il secondo i1n.l1, «e ora», in i1MIC, (forse un errore di udi~). 'per una confusi~~~ inversa, cfr. v. 20. 1,19 Ma non ha invitato il tuo servo Salo-

mone (Kli? K"" '9'1~ ;,c',tpC,1) - È omesso dalla recensione antiochena della Settanta, forse perché si tratta di un'aggiunta sulla base di 1,9-10. Tale tradizione testuale inserisce però la frase; KIÙ El OL«Ì tOÙ KUpLOU IJOU toù j3cwLM>. 17Ella rispose: «Mio signore, tu hai giurato alla tua serva, per il Signore tuo Dio, così: "Tuo figlio Salomone regnerà dopo di me e proprio lui siederà sul mio trono". 18 0ra invece Adoniyya è divenuto re e ·tu,, o re mio signore, nemmeno lo sai. 19Egli ha immolato buoi, vitelli grassi e pecore in gran quantità, ha invitato tutti i figli del re, il sacerdote Ebyatar e Yoab capo dell'esercito, ma non ha invitato il tuo servo Salomone. 20 ' Ora', o re mio signore, gli occhi di tutto Israele sono su di te, perché annunzi loro chi sarà l'erede al trono del re mio signore. 21 Altrimenti succederà che, quando il re mio signore giacerà con i suoi padri, io e mio figlio Salomone saremo considerati colpevoli». 22 0ra, mentre lei ancora stava parlando al re, giunse il profeta Natan. 23 Fu quindi annunciato al re: «Il profeta Natan è qui». Questi entrò al cospetto del re e gli si prostrò innanzi con la faccia a terra. 24Natan disse: «0 re mio signore, hai forse decretato tu: "Adoniyya regnerà dopo di me e lui siederà sul mio trono"? 16

1,20 Ora- ll codice di Leningrado (L) ha «e tu», seguito dalla Settanta e dalla Peshitta; altri manoscritti ebraici, Targum e Vulgata leggono :"TJ;\~Ì• «e ora>}. Chi sarà l 'erede al trono- Alla lettera: «chi siederà sul trono ... dopo di lui». 1,21 Altrimenti succederà (n::;q)- Dando alla congiunzione , valore avversativo. Quando ... giacerà con i suoi padri- Eu1'1~1·

femismo per ) a seconda del tono con cui si pronuncia (cfr. anche l Re 21,7).

Tel Dan: il dio «Hadad mi ha fatto re»), ovvero a una straordinaria capacità nel governare e giudicare con giustizia il popolo (cfr. l'iscrizione del re Kulamuwa KAI 24, un sovrano di Sam'al vissuto alla fine del IX sec. a.C.). Entrambe queste motivazioni saranno presenti nel re Salomone, scelto dal profeta Natan, a cui il Signore concederà somma sapienza (c. 3). L 'arrivo di Natan (I ,22-27). Come pianificato, Natan giunge a corte e riferisce a David, più o meno, quanto era già stato detto da Bat-Sheba, descrivendo gli oppositori di Salomone in termini smisurati e citando non solo alcuni

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l RE 1,25

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i1';!1~iJ-;~ '~~ ilf?;~-n~ bl:)=t~1iJ1 c~'tr~ ').il~-n~ b~~~ ~ryi? :tiry~-;~ 1,27 Per volere di (n~~)- Il sintagma ebraico 1~ +n~ esprime lo strumento o l'origine dacuiprovieneunacosa(lSam 16,14; l Re 12,24; 2 Re 3,11). Al tuo servo - Con il qerè i':) =t-P, seguito da Settanta, Targum, Vulgata e attestato in alcuni manoscritti ebraici. Il ketìb ha '9' 1=t-P, 'i?-fT:ll ì1Ìi1~ nnrtW C't:J1;;l\p1 C'77n~ ?~~? l'p~ cr.n in~ ,W~ 0'~1.ii'iJ-?:t11i1:~1~ VP-~~141 i1!ìil'iJ-?ii? 1?11~ ,9N~l ,~iWiJ ?ip-n~ ~~i" VP-~~1 N~ ttJ!lm ,tl~=il~-1~ tn1i' i1}.i:ll ,~1'? 1:1Ji~ 2 :n~in 11 :,W:JT-1 :Jitn i1T-1N ?"n ·v- t.z.hN "~::l N:h. ~i1~l1N ,ON ' a... - .

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1,34 Ungeranno (n~)- La forma verbale si trova al singolare, ma la coordinazione ammette che siano entrambi, Zadoq e Natan, i soggetti del verbo ungere (cfr. v. 45), anche se nel v. 39 si menziona solo Zadoq. Per l'u-

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so del verbo al singolare con una pluralità

di soggetti uniti da,, cfr. v. 38 (altri esempi, p. es., in Gen 33,7; Nm 12,1). '7.-v~w~ il~n-o~1 il~1~ iJ:11P.WO ;~7-N7 C,7tn:t7 iiJ~,i;1~ o~ ;,t);~ N:l~1J1~T~iJ ;P-~ ~iiÌ:1 11 1 iltJC,Vi 1?~iJ n7t.p~153 :n~l i:t-N~91J :;t;J'~? 17 ;,t,;C,t.p i?-1rJN~1 ilf?''V? 1?~7 ~npt.p~1 A

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•!• 1,42 Testo affine: 2Sam 18,27 1,43 Affatto ~~)-D senso del temrine ebraico è discusso. Se si avvicina a t,~ il senso è negativo («nm>, «affatto», cfr. Gen 17,19); in alternativa, può essere I.Ul'esclamazione ( -Il verbo m~ pie/ «ordinare» è qui usato; come in Gen 49,29 e 2 Re 20,1, nel senso di «esprimere le ultime volontà>). 2,2 Per la via di ogni essere umano - Alla lettera: «nella via di ognuno della teTra)>; si tratta di un eufemismo per indicare la morte; stessa espressione in Os 23,14. Comportati da uomo(~~'? ç1"~1)- Sembre-

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rebbe essere questo il senso dell'espressione: cfr. l Sam 4,9. La recensione antiochena delElç liv6pet l\uvc4LEwc; la Settanta esplicita («sii un uomo forte))), mentre il Targum ha wuthey ligbar diibeyl bifiyn («sii un uomo che teme i peccati>)). 2,3 Dovunque tu andrai (C~ :"1~~1;1 ,~-':l:l:l)­ «Laddove ti volgerai>). Un'espressione (cfr. Pr 17 ,8) che potrebbe alludere non solo allo spazio, ma forse anche ai progetti materiali («su qualsiasi cosa porrai l'attenzione>)).

eon

2,1-11 La fine del regno di David

Al racconto in merito alle vicende del regno di Salomone viene anteposta una pericope sulla conclusione del regno di David La presente unità narrativa (vv. 1-11) si stacca dal precedente capitolo trattando altri argomenti con lo stile tipico dei discorsi di addio (vv. 1-9), nei quali un personaggio famoso vicino alla propria morte ammonisce e istruisce chi rimane in vita (p. es., Gen 49,29-32; Gs 23). Al discorso di addio di David segue il sommario finale del regno, alquanto atipico rispetto ai consueti sommari conclusivi (vv. l O-Il). Alcuni commentatori uniscono il v. 12 al sommario finale di Davide, ma per il suo chiaro focus su Salomone è forse meglio unirlo alla sezione successiva. Questa suddivisione è supportata dalla recensione antiochena della Settanta. 2,1-9 Testamento di David La frase di transizione (v. la), che allude all'imminente morte di David, serve

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l RE2,5

2

Quando i giorni di David volgevano al termine, egli istruì suo figlio Salomone così: 2«Io me ne sto andando per la via di ogni essere umano, tu quindi sii forte e comportati da uomo. 30sserva le istruzioni di YHWH, tuo Dio, seguendo le sue vie, rispettando i suoi precetti, i suoi comandi, i suoi decreti e le sue prescrizioni, come sta scritto nella Legge di Mosè, così che tu abbia successo in tutto ciò che intraprenderai e dovunque tu andrai, 4così che YHWH adempia la promessa che mi aveva fatto: "Se i tuoi discendenti saranno scrupolosi nella loro condotta, comportandosi fedelmente davanti a me, con tutto il loro animo e con tutto se stessi - egli promise - non ti verrà a mancare (mai) un discendente sul trono d'Israele". 'Inoltre, tu sai quello che mi ha fatto Yoab, figlio di Zeruya, ciò che egli fece ai due capi delle truppe d'Israele- Abner, figlio di Ner, e Amasa, figlio di Yeter- come li uccise, imputando in tempo di pace il sangue di guerra, versando sangue di guerra sulla cintura che aveva ai fianchi e sui sandali che aveva ai piedi. 1

2,4 Saranno scrnpo/osi ... fedelmente davcmti a me (~;li. -~~7 ~il? \l~:)- Alla lettera: «osser-

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veranno la loro via, camminando davanti a me con fedeltà», dove il sostantivo ~~:t '?. ~'Qi' '?·i11p~ 1W~1 '~~ 11.1 k~:;l-;1J [\~~'Wi~l l '~':;J.'1Pi•1] ~~'~'Wi~l '~j'~O ,~ ;,~;'+' 'if?~iJ h?.t.r'~l25 :~i1:tr~ n9~' ci'iJ '?. 1~1 1W~~ n~# :nQ:l if,·v~~~1VJ:i;,;·t~ ~i1.';1:jl i1.t;l~ nlg W'~ 'f. i'Ì1p-;1J 'ifi hh~P, 'if?~iJ 19t$ 16:;,;:~ 1~::ttt?~26 '~t$ 1).1 ~~"'7 h;;,; 'tr~ Tiì~·ntt J;tNit't'f. 'T'fl)'~~ N? i1fiJ c;•~~ 1~::ttt·ntt hb;~ uru;127 :'=~)t$ i1!1JJ;liT1v.!~ ;~f J;1'~1JJ;li:1 '?.1 '7.1J n'#-;1J 1#1 1W~ i1Ìi1; 1~1-ntt k7Q7 i1li1'Ì HJ:;, ni;ry~ : ii?w::l. l



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2,24 Per la vita di YHWH (i1~.,~""'1J) -Formula di giuramento. Discendenza- Il termine ebraico n~~ («casa») è spesso usato per «casato>>, «discendenza>> (cfr. 2Sam 7, 11.16). Sebbene il figlio Re~ob'am non sia ancora nato, probabilmente qui va inteso cosi. 2,26 Meriteristi di morire(,.,~ M19 ~·a:t)­ Alla lettera: (o ttw 'iJÌ"~.l ,':J:ttrn~ 'J>rtw? NJi?~l 'iJÌ$iJ n?'P~l42 ::1~!1 n~ o]w~,,~ 'V.ttW 'iJ?v ~t;lN~ Oi~:jl ,oN7 ~:jl 1P,~l illil'~ 'Tf'~l:'~~iJ Ni?O ,.,7~ ,9N'l ,~1D :ti'? "7-~ ,9NJ;ll n~ttt;l niQ '?. V'JJ::l 121: il~*l il~~ ~~?m -,wN m'-l~il-nN, mil" n.u:tw nN r-1,ow N; .url0~ 43 :"r-1.uow il~1v-;f n~ ~l;'Ì; iln~ 'J>rtw·;~ 'iJÌ$iJ ,9N•144 :'Tf'i~ 'D''-~ 'ITt;l~1-n~ illil7 :t'V!v1 '?.~ 1n? ç'W~ ,~~ ~~;t? v1; ,W~ illJ,; 't-.~7 Ti~~ il~.~: 1Ì1 N!P,:;l1 'iJ~1f. ilft?V;) 'iJÌ~iJ145 :'TfWN,~ ntt!l trv~~~1 N~~1 vi;iry;-Tf. ~il!~~-n~ 'iJÌ$D ,~7146 :otz;v-1~ :ilb?vJ-1'3 illi:Jl il:J;O~il, .,:;l

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2,40 Shim 'i vi andò ('.\1f?W "Ù"J)- Alcune traduzioni rendono: «Shim'i tornò», ma il senso del primo verbo è «andare» (cfr. l'aggiunta esplicativa della recensione antiochena V; lE'pouoa.À.TJIJ., «via da Gerusalemme»). Il testo sottolinea che Shim'i, andando via da Gerusalemme, disobbedi al comando del re. 2,42 Va bene, ho capito ('1;1~~ ,~1ij :li~)­ :li~ è la formula di assenso (Dt l, 14).

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3

Il nome Shim'i richiama la radice di '!;l.V9~ (.lll:lul), :t~ 'if?~iJ 'if7~14 n~i~ i1~1~ TiV:t~=ils :N~;;tiJ Tl#T~iJ

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:'ifi•tt:;~~ il~ ;~\P O"~?~ ,QN~l il'r,ÌiJ oi]Q~ ilt;i',~-',~ to dopo 5,14 (cfr. nota a quel versetto). Tutto il testo della sezione 4,20-5,14 appare nella Settanta in un ordine diverso rispetto a quello del testo ebraico

ed è ritenuto da molti autori originario. 3,2 Tunavia (p"J)-Allalettera: «solo (che)»; l'espressione pare una ripresa del versetto successivo dove, con il medesimo pj, si

tipica del Deuteronomista. Inoltre, molti dei resoconti presenti in questi capitoli non trovano alcuna verifica storica nelle fonti extra-bibliche coeve, avvicinandosi piuttosto a modelli narrativi ben noti nel Vicino Oriente («novelle di palazzo»). In conclusione, la maggioranza degli esegeti attuali ritiene impossibile ricostruire con precisione una storia del regno di Salomone precedente alla redazione deuteronomistica. Nonostante l'inevitabile presenza di rielaborazioni delle narrazioni sul regno di Salomone, la forma finale di questa sezione del libro segue una struttura ben articolata. Dopo l'introduzione al regno (3,1-3), segue il racconto del sogno presso Ghib'on (3,4-15), preludio teologico che espone fin dall'inizio quella che sarà la caratteristica principale del regno: la sapienza. Successivamente le narrazioni si raccoglieranno attorno a tre nuclei tematici principali: la sapienza del re (3,16--5,14), le numerose opere di edificazione (5,15-9,25) con al centro l'ampia descrizione della costruzione e della dedicazione del tempio di Gerusalemme, la descrizione della ricchezza e della fama straordinaria del regno (9,26--10,29). Giunto al culmine dello splendore, il capitolo 11 espone l'aspetto negativo del regno che, secondo una logica teologica di tipo retributivo, sarà la causa della sua futura rovina.

3,1-3 Introduzione I primi versetti, riprendendo alcune notizie presenti nei capitoli successivi (6,17,8; 9,15; 11,1.8), introducono il regno di Salomone in modo solenne; allo stesso tempo però pongono le basi per le future critiche al comportamento del sovrano che porteranno, secondo la logica delle benedizioni e maledizioni di Dt 28 (cosi

63

l RE3,5

dove rimase finché non terminò di costruire il proprio palazzo, il tempio di YHWH e le mura di cinta di Gerusalemme. 2ll popolo, tuttavia, era solito compiere sacrifici sulle alture, poiché in quel tempo non era ancora stato costruito un tempio per il nome di YHWH. 3Salomone amava YHWH comportandosi secondo le disposizioni di suo padre David; tuttavia egli sacrificava e bruciava incenso sulle alture. 11 re andò a Ghib'on per offrirvi sacrifici, perché lì c'era la più grande altura; Salomone offrì mille olocausti su quell'altare. sA Ghib'on YHWH apparve di notte in sogno a Salomone. Dio disse: «Chiedi pure, cosa vuoi che io ti conceda?».

4

menzionano i sacrifici sulle alture. Per questo il versetto è considerato un'espansione secondaria. Era solito compiere sacrifici (C'11~!'?)- L'u-

so del participio evidenzia il ripetersi dell'azione (cfr. l Re 22,44). Alture (n~c~)- Cfr. nota a l Re 12,32. //3,4-15 Testo parallelo: 2Cr 1,3-12

già Ne 13,26), alla fine del suo regno (l Re 11,1-13). Alcune espressioni- come quella sul culto presso le alture (p. es., l Re 15,14; 2 Re 12,4) o sull'amore verso YHWH (Dt 11,22; 30,16)- sono tipiche dello stile deuteronomistico e confermano la natura redazionale dell'introduzione (cfr. anche la nota al v. 2). Riguardo alla notizia del matrimonio di Salomone con una figlia di un anonimo Faraone, c'è da dire che essa appare molto dubbia dal punto di vista storico. Infatti, nonostante tale notizia ricorra più volte nel testo biblico e nonostante essa possa apparire un normale caso di matrimonio politico interdinastico, vi sono ragioni per ritenere che si tratti solo di un dato letterario. Questo, non solo per l'assenza del nome del Faraone, e per la mancanza di qualsiasi altra testimonianza extra-biblica, ma soprattutto perché è del tutto inverosimile che il re d'Egitto potesse concedere una sua figlia - con tutte le connesse implicazioni politiche e le eventuali future rivendicazioni dinastiche- al sovrano di un piccolo regno come quello di Giuda. A tal riguardo la risposta del faraone Amenophi III a una simile proposta compiuta dal re di Babilonia è istruttiva: «Da sempre, una figlia del re d'Egitto non è mai stata data a nessunm> (EA 4,6-7).

3,4-15 n sogno a Ghib'on Il racconto del sogno di Salomone a Ghib 'on è stato spesso interpretato come un racconto di propaganda regale, teso a fornire legittimazione divina all'ascesa al trono di Salomone descritta in precedenza. Come supporto a tale interpretazione si sono spesso citati alcuni testi extra-biblici dove la divinità appare in sogno per nominare il re. Ma l'episodio del sogno a Ghib'on utilizza varie espressioni tipiche del Deuteronomista (cfr. vv. 8.12b.l4) e serve più come introduzione al tema

l RE3,6

64

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3,20 La tua serva dormiva (l"!~W; '9t:'l?l$1) L'inciso esplicativo, omesso dalla Settanta, è probabilmente una glossa. 3,21 Ma egli- L'espressione ebraica nm1 (alla lettera: ::> 'ii'121 :C'l11l::l C'YU-n1::1~ Ui" ,117 lP~ 1W~ ci~iJ h1n; 'lf~1f. 19Ni1 ,~'? n~i.p~l nft'?tJ? iiJ?~V?-~~ b1'r:t n;~l22 :iltiJ :l'Jv cv.v-~~ c;r;t t# -~:;,-nN h'ivUN 'lN '?N nn~u>-1t.Z>N nN "T-lUOlV 1fJN~ til:t?iJ·t~ ~,ì" '1:tP.~3 :o"Vii,:t '~P.;ll c'n~ "~P.~ ;~~o 'Ì~ n~tJ?J:l-,~~ cip~;:~-,~ b:~ ni"J=i11 o~'W~ ,~~f n~= nn~ '3t!ln-nN n'ivun hnN1 Ni»n nnN1 eu> C'T-lY.9l1 '~P.l 0'].1~ '~P. no'?tJ?7 ypj ci-1'r:t '~;12-4 :'l:J'~ co~ 1~ ~'?~ b'ìi.p~ Ol'D7 TÒ~ 'ho?tJ?~ 25 :i~~ry-~f C''{!i1=i1 i1t;1?tJ? m~-n~ n'rtf t9W ,~ C'1'P~1 in'"J7 n?~~ b"'Pr:t ,W~:Y i1~?tJ?7 hrt~r:t lP~ i1Jil'l26 :il~~=il il}.~ O'J"r:t7 n''J=il ~Dì~~l ii~'V? r~~ b1"D r# et;~ '1::1~1 ;7-,~o:r :Cil'llV C"t;?tJ? O$iJ "1);1 ;~1~-;f~ 09 ilt;1?tJ? 'if'?~iJ ;~~127 ni!l'7o W,n~ o"~7~ n1wP. n~il:t7 cn7V?~l28 :u>'~ ~7~ :0~;::1-~~ O'J"tT~l i~''J~ O'W"!IJ C~ ~tJ? ti.1:t7;1 ~~;;t~ u>"!f1 l"" l

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:i1~1'7 n~f-iJ 1~!1 '~n~-?1J i1f??~ "17rt7 5,31-32- La Settanta traspone il v. 31 e l'inizio del v. 32 dopo 6,1. 5,31 Edificio (n;~)- Il termine può indicare sia il tempio (cfr. Vulgata templi, cosi anche la versione CEI), sia il palazzo

reale. La menzione delle «grandi pietre, pietre scelte» richiama 7, l 0-11 e la costruzione del palazzo, piuttosto che quella del tempio. +:o 5,31 Testo affine: l Re 7,9-11

si incentrano sul lavoro obbligatorio, i vv. 29-30 sui lavoratori del regno, i vv. 31-32 concludono il passo, raccogliendo le precedenti affermazioni sul tema del lavoro e preparando nel contempo il passaggio ai capitoli successivi. Le asserzioni dei vv. 27-28 sui servizi di corvée non si accordano con il v. 23, dove I:;Iirom afferma che solo i suoi servi avrebbero lavorato nel Libano, né con 9,15.20-22, dove si afferma che Salomone destinò ai lavori forzati solo gli stranieri. Alcuni commentatori cercano di risolvere il secondo problema dando al termine mas il senso di corvée temporanea (cfr. nota), ma l'insieme del brano non consente di ottenere una descrizione storica precisa. La quantità inverosimile di lavoratori, uniti all'ideale espressione n-',v ,, _, :J.nt i1~3l1 C'W "i~'O!l~ niibn1 •.•

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6,11 ' · - La parte finale del versetto (r:t:;;~~ij-':l~1 ::ll;tt il~~,,:;!~~~~~) ).

(cfr. il totale di sessanta cubiti: v. 2). Non è chiaro se la minore altezza di dieci cubiti del sacrario rispetto al tempio indichi la presenza di uno spazio vuoto sopra di esso, oppure se si deve supporre un'elevazione del sacrario rispetto al livello del pavimento. Il tutto, compreso l'altare, è detto essere stato rivestito d'oro (vv. 21-22), probabilmente per porre in risalto l'eccezionalità e la purezza dell'edificio. I vv. 23-28 descrivono i cherubini posti all'interno del sacrario. Ne vengono offerte le misure, con le ali che riempivano il sacrario toccandosi al centro, ma non si accenna alla loro figura, né alla loro funzione. Da paralleli fenici e assiri, tali figure dovrebbero essere immaginate come dei tori o leoni alati con

89

l RE 6,33

'davanti al sacrario e lo rivesti d'oro. 22Rivesti d'oro tutta la sala per completare l'intero tempio·'. 23Nel sacrario fece due cherubini di legno d'ulivo, ciascuno alto dieci cubiti. 24L'ala di un cherubino era di cinque cubiti e di cinque cubiti era anche l'altra ala del cherubino; c'erano dieci cubiti da una estremità all'altra delle ali. 25Anche l'altro cherubino era dieci cubiti; i due cherubini erano della medesima misura e della medesima forma. 26L' altezza di un cherubino era di dieci cubiti, e similmente anche il secondo cherubino. 27Collocò i cherubini nella parte più interna del tempio; le ali dei cherubini erano distese in modo che l'ala di uno toccasse una parete, e l'ala dell'altro cherubino toccasse l'altra parete, mentre le rispettive ali (rivolte) verso il centro della sala si toccavano l'un l'altra. 28Rivesti d'oro anche i cherubini. 29'futfintorno alle pareti del tempio, sia all'interno che all'esterno, intagliò figure in rilievo di cherubini, palmette e boccioli di fiori; 30ricopri d'oro il pavimento del tempio, sia all'interno che all'esterno. 31 Fornì la porta del sacrario di battenti di legno d'ulivo; il profilo degli stipiti era pentagonale. 32Riguardo ai due battenti di legno d'ulivo, egli vi scolpì figure di cherubini, palmette e boccioli di fiori, (li) rivesti d'oro martellando l'oro sui cherubini e le palmette. 33Anche per la porta della navata fece stipiti in legno d'ulivo, a forma quadrangolare,

21 •

6,31 Battenti (n~n,"'T)- L'ebraico distingue tra noç' la «p~rt-a» intesa come apertura d'ingresso (o la struttura generica), e n~':), «battente», la parte mobile di legno cl:ie. serve a chiuderla (cfr. Gen 19,6). Il profilo degli stipiti era pentagonale - Il senso di ':~ è dubbio (cfr. Ez 40,9); si è reso n·~o (alla lettera hl Wih ;,;rv>"N ,,.lN, .,t;.r:l!Jl il\!)~0 'iT?~o-;~ kì:1:1 nt.pf:!~~ n~N7~-;f nìipP,'l nv-ro·n~1 h~~.lT;liJ :i.r:l:lN;o-;;:,-nN wv-, nt.);w I"T•z

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Il 7,23-26 Testo parallelo: 2Cr 4,2-5 7,23 Mare (C')- Si tratta di un bacile cultuale, cosi chiàmato per la sua enorme grandezza (Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche 8,3,5 § 79). E trenta cubiti la sua circonferenza - Alla lettera: ((e una cordicella di trenta cubiti le girava intomm>; cfr. l Re 7,15 e relativa nota. 7,24 Co/oquìntidi (C'.l,li?Jil) - Cfr. nota a l Re 6,18.

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Per dieci cubiti (il~~ t,~~)- Questa misura appare in contrasto con i trenta cubiti di circonferenza del v. 23. Altri traduttori (p. es., la versione CEI) hanno «dieci per cubito», anche se in questo caso il numero «dieci» avrebbe dovuto avere la forma il}~!!, in accordo con il maschile C';lj?~. «coloqUintidi». 7,25-26- La Settanta, seguita da alcuni traduttori, inverte l'ordine dei due versetti. 7,28 Telai (1'1"1~1;)~) -Termine spesso reso con ~~)S :;r~.o:p ild!:J~;no 36 :;u1;1o il"m.tOO'I il"rtr hl!:J1;1i1 v>N1 '?m il"ffrt ht*ir?u nz:tWI c- • ur~9:P n"Jbi:\1 n~~ ~rtf [~l?Q 1;:r'~l?r;nJ V'~t?01 :J.fi?., np~ iT;!Q ir!Jtt p~o n"q!:J~iJ 1\pPv n~ il~ nN!il37 ::r;9 n~ 1~i11~' ni C"lÌrlN nv>tu n'h11.:J m\vlJ \Zn.M 38 :;uif.r.h inN 1\vlJ? nnNil i'U'i.:J1;1ir?l' 1nN 1'f'~ inNil mil h1;1N3 ~N iriNil T

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:"")b'? n~t:t~ i1!117 ""~ ilf??\p "f?t#7 C'J'D ilW\' ,W~ [;fp~o 1;iJNQ] 7,33 Struttura (;,W~) - Alla lettera: «opeIll)>, «lavorazione»;. qui il termine indica il modo, il disegno dell'opera (Nm 8,4; 2 Re 16,10). Assi, cerchioni, raggi e mozzi Cry"'1~ c;;rp~)-

(Cry"~1 CJ;l~

Tutti e quattro i termini

ebraici che specificano le parti delle ruote sono alquanto incerti nel loro preciso significato. Il 7,38 Testo parallelo: 2Cr 4,6 //7,39 Testo parallelo: 2Cr 4,10 //7,40-50 Testo parallelo: 2Cr 4,11-18 7,40 Recipienti- Sulla base di 4QRe (4Q54 ),

di questi supporti bronzei con ruote, ma, alla luce del fatto che sono destinati a sostenere ciascuno un grosso bacile, la loro funzione era probabilmente quella di carrelli monumentali impiegati per le abluzioni rituali. Unica difficoltà avverso tale uso pratico è la loro grandezza di circa due metri per lato che, se realistica, renderebbe arduo lo spostamento di tali supporti in bronzo. Vari sono stati i tentativi di ricostruire l'aspetto di questi supporti; molti autori ritengono che il piccolo carrello cultuale di bronzo ritrovato a Cipro presso Lamaka possa essere

99 33

l RE 7,45

La struttura delle ruote era come la struttura delle ruote di un

carro; i loro assi, cerchioni, raggi e mozzi, tutto era di metallo fuso. 34Quattro sporgenze erano sui quattro angoli di ciascun supporto; il supporto (era tutt'uno) con le sue sporgenze. 35Jn cima al supporto v'era (un bordo) alto mezzo cubito che girava attorno; in cima al supporto vi erano (anche) manici e bordi (sporgenti) da esso. 36Sulle superfici dei suoi manici e sui suoi telai scolpì cherubini, leoni o palmette, secondo lo spazio di ciascun orlo, e spirali attorno. 31Jn questo modo fece i dieci supporti: un'unica fusione, identica misura e identica forma per tutti quanti. 38Fece poi dieci bacili di bronzo, ognuno poteva contenere quaranta bat e ognuno era di quattro cubiti; un bacile per ognuno dei dieci supporti. 39Collocò cinque supporti sul lato destro del tempio e cinque sul lato sinistro; poi collocò il Mare sul lato destro del tempio, a oriente, rivolto verso meridione. 40I:Iirom fece i· recipienti', le palette e le coppe (per l'aspersione). I:Iirom terminò così ogni lavoro che aveva intrapreso per il re Salomone riguardo al tempio di YHWH: 41 le due colonne, i globi dei capitelli che erano sopra le colonne, le due griglie per coprire i due globi dei capitelli che erano sopra le colonne, 42le quattrocento melagrane per le due griglie, due file di melagrane per ciascuna griglia, per coprire i due globi dei capitelli sormontanti le colonne, 43 i dieci supporti e i dieci bacili sui supporti, 44il Mare, uno solo, e i dodici buoi sottostanti il Mare, 45 i recipienti, le palette e le coppe. Tutti· questi' utensili che I:Iirom aveva fatto al re Salomone per il tempio di YHWH erano di bronzo lucido. del successivo v. 45, di 2Cr 4,11, della Settanta .ì.kl3rJtaç e della Vulgata lebetas, si legge un originale n~,·o, «recipienti)), invece di n~,~~ dal significato simile («pentole», «conche>>; cfr. lSam 2,14). Coppe (n~i'l~l?)- Servivano per raccogliere

il sangue e aspergere (secondo il senso della radice p,T) l'altare (p. es., Es 29,16). 7,45 Questi- Seguendo il qerè i'1'p~;;t. Bronzo lucido (~lbl? n~h~) - Si tratta di bronzo lucidato, ben levigato e privo di imperfezioni.

avvicinato a quanto qui descritto. I decori figurativi con leoni, buoi e cherubini (v. 29), ovvero palmette (v. 36), fanno parte del consueto patrimonio iconografico dell'epoca. Riepilogo degli arredi bronzei (7,40-47). Dopo aver ricordato l'artigiano artefice degli arredi del tempio (v. 40) segue un breve riepilogo delle informazioni sulle colonne (vv. 41-42) assieme a una cospicua lista di suppellettili cultuali in bronzo (vv. 43-45), con la menzione della località adatta per dotarsi dei molteplici forni

100

l RE 7,46

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7,46 Nel suolo argilloso (i'T'il1~;:t il~Q~)fl termine rt~~Q ricorre SOlO qui in tutta la Bibbia; il parailelo 2Cr 4,17 ha ':;!~il. «nello spessore del suolo)). Vista la difficoltà testuale, si è seguita la resa della Vulgata (in

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argillosa te"a; mentre la Settanta presenta ÈV t4) 1TiiXEL t~ yftç, ) tenendo presente che le fornaci per la fusione del bronzo erano buche rivestite d'argilla scavate nel suolo.

atti a compiere le numerose fusioni di metallo (v. 46). Il v. 47 conclude l'elenco dei manufatti di bronzo evidenziando la smisurata quantità di bronzo occorsa. Alcuni commentatori ritengono che la presente lista di arredi derivi da un'originale lista d'inventario templare, ma tale ipotesi non possiede alcun riscontro e rimane pertanto non verifìcabile. Gli arredi d'oro (7,48-50). Alla fine del capitolo sono elencati gli arredi d'oro destinati a essere usati all'interno dell'aula del tempio. L'altare d'oro qui menzionato probabilmente deve essere inteso come riferimento all'altare ligneo rivestito d'oro per l'incenso di Es 30,1-3, mentre la mensa d'oro è un riferimento a quanto prescritto in Es 25,23-24. Le altre suppellettili trovano riscontro nella lista degli oggetti depredati dal tempio in Ger 52,19, ampliata con quanto richiesto in Es 25,31-40. L'attenzione a coniugare l'opera di Salomone con le prescrizioni della legislazione potrebbe essere un ulteriore indizio della tardività di questo testo. Conclusione (7,51). Il v. 51 è l'annotazione redazionale in merito al completamento di ogni progetto, seguita dal riferimento al bottino che David avrebbe dedicato al Signore dopo le sue vittorie contro i popoli vicini (2Sam 8,10b-12).

101

l RE 8,1

11 re (li) fece fondere nei pressi del Giordano, nel suolo •argilloso' tra Sukkot e Zartan. 47 Salomone sistemò tutti gli utensili - essendo una quantità grandissima- senza poter calcolare il peso del bronzo. 48 Salomone fece tutti gli arredi del tempio di YHWH: l'altare d'oro, la mensa d'oro su cui si ponevano i pani della presenza, 49i cinque candelabri a destra e i cinque a sinistra di fronte al sacrario, d'oro puro, i fiori, le lampade e gli smoccolatoi d'oro, 50 le scodelle, i coltelli, le coppe, i mortai e i bracieri d'oro puro, i cardini per i battenti del tempio interno - cioè per il Santo dei Santi- e per i battenti del tempio- cioè della navata- in oro. 51 (Così) fu terminato tutto il lavoro che il re Salomone aveva fatto per il tempio di YHWH. Salomone fece allora portare i (doni) consacrati da suo padre David: l'argento, l'oro e gli utensili (e li) depositò nei tesori del tempio di YHWH. 1Salomone allora riunì gli anziani d'Israele, tutti i capi di tribù, i principi delle stitpi degli Israeliti presso il re Salomone in 46

8

7,48 Pani della presenza (c·~~tT CIJ~) - Si riferisce a un rito settimanale non sacrificale

(Lv 24,5-9). //7,51 Testo parallelo: 2Cr 5,1 Il 8,1-9 Testo parallelo: 2Cr 5,2-10

8,1-5- In questi versetti la Settanta, ma non 4QRe (4Q54), presenta un testo più breve di quello ebraico. All'inizio del paragrafo, tuttavia, la Settanta premette una lunga glossa riprendendo materiali da 9, l (l KCÙ ÉyÉVEtO ÉV

8,1-66 La dedicazione del tempio La descrizione dell'inaugurazione del tempio è composta di varie unità comprendenti diverse azioni rituali: il trasferimento dell'arca (vv. 1-13 ), le parole di benedizione (vv. 14-21.54-61) che incorniciano la preghiera del re Salomone (vv. 22-53), e l'esecuzione di sacrifici al tenDine delle preghiere (vv. 62-66). L'insieme della narrazione non è però unitario, cosi che diversi commentatori hanno tentato di rintracciare materiale pre-esilico (p. es., i testi dove si evince un ruolo sacerdotale esercitato dal sovrano), rielaborato da redattori deuteronomistici. In tempi recenti però si è evidenziata una cosi stretta vicinanza dell'insieme con il linguaggio del Deuteronomista e del Sacerdotale che appare più opportuno considerare il capitolo come una composizione molto tarda, posteriore a entrambe le tradizioni, essendo onnai quasi impossibile rintracciare in modo preciso eventuali materiali più antichi, a parte forse i vv. 12-13. Trasferimento dell'arca (8,1-13). La prima parte del capitolo descrive il trasferimento dell'arca all'interno del santuario, segno della presa di possesso del tempio da parte della divinità. L' «allora)) ( 'iiz) iniziale non è una vera indicazione cronologica; è solo un'annotazione redazionale per introdurre la narrazione.

l RE 8,2

102

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Salomone tratta del compimento delle promesse davidiche (vv. 15.20) e dell'esistenza dell'alleanza che YHWH aveva conclusa sull'Oreb (v. 21;, cfr. v. 9), alleanza ricordata qui dall'arca che, secondo la tradizione deuteronomistica, doveva appunto contenere le due tavole mosaiche (Dt 10,1-5). Secondo questa benedizione, la costruzione del tempio non è più semplice prerogativa del sovrano (v. 17), ma è l'espressione della volontà di YHWH di instaurare con il suo popolo un rapporto di vicinanza e alleanza. Preghiera di Salomone (8,22-53). La lunga preghiera di Salomone, preceduta dalle parole di benedizione, può essere suddivisa in varie parti. Nella prima Salomone, davanti all'altare di YHWH e agendo come primo sacerdote dell'assemblea d'Israele (v. 22),

107

l RE 8,27

YHWH ha dunque mantenuto la promessa che.aveva pronunciato, io infatti sono succeduto a David, mio padre, e siedo sul trono d'Israele, come aveva promesso YHWH, e ho costruito il tempio al nome di YHWH, Dio d'Israele; 21 lì ho stabilito un luogo per l'arca nella quale c'è l'alleanza che YHWH stipulò con i nostri padri quando li fece uscire dalla terra d'Egitto». 22Poi Salomone si mise in piedi davanti all'altare di YHWH, di fronte a tutta l'assemblea d'Israele e, stendendo le mani verso il cielo, 23 disse: «0 YHWH, Dio d'Israele, non c'è alcun dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra; tu mantieni l'alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che si comportano di fronte a te con sincerità di cuore. 24Tu hai mantenuto nei riguardi del tuo servo David, mio padre, quanto gli avevi promesso; (ciò che) avevi promesso con la bocca hai adempiuto con la mano - come appare oggi -. 25 Cosi ora, YHWH, Dio d'Israele, mantieni nei riguardi del tuo servo David, mio padre, quanto gli avevi promesso dicendo: ''Non ti verrà a mancare un discendente (che stia) alla mia presenza e sieda sul trono d'Israele, se solo i tuoi figli saranno scrupolosi nella loro condotta, comportandosi di fronte a me come tu, di fronte a me, ti sei comportato". 260ra ·yHWH',Dio d'Israele, si adempia dunque la tua parola che hai pronunciato al tuo servo David, mio padre. 27Ma davvero Dio può abitare . con gli uomini' sulla terra? Ecco i cieli, perfino i cieli altissimi non ti possono contenere, tanto meno questo tempio che io ho costruito.

20

scritti ebraici, la Settanta, la Siriaca e la Vulgata. 8,27 Con gli uomini- Inserendo l' espressione presente nella Settanta ijletà &vepwnwv) e nel Targum (b•gow b•ney '•na.M ');cfr. 2Cr

6,18. Tutto il versetto sembra una glossa. Cieli altissimi (c·~~::r -~~) -Alla lettera: «cieli dei cieli»; la ripetizione del medesimo sostantivo esprime il superlativo. •:0 8,27 Testi affini: Is 66, l; At 7,49

proclama l'incomparabilità di YHWH tra tutti gli dèi (v. 23; cfr. Dt 4,39) e la sua fedeltà nel mantenere le promesse (v. 24) come fondamento per il futmo agire divino (vv. 2526). Nel fondare la stabilità della promessa nel v. 25 Salomone inserisce una rilevante variazione rispetto a 2Sam 7: mentre in 2Sam 7,13-16la promessa divina in merito alla dinastia appare eterna, ancorché passibile di pwrizione umana, qui la promessa è condizionata a una condotta scrupolosamente fedele da parte dei discendenti di David I vv. 27-30 costituiscono il centro teologico della preghiera: il tempio non può essere considerato la vera dimora terrena di YHWH - come invece è per la teologia Sacerdotale, per esempio, in Es 25,8- poiché Dio trascende ogni realtà umana (v. 27); il tempio, però, può servire come punto di riferimento

108

l RE 8,28

-;tt l?tt~ 'D'~ il).li~ it:J~r:ur'tt1 ~1~ n~~t:l-;tt l!'~-9~28 hi'i;1729 :oi~iJ 'Tf"~-97 ;~~1;1~ rlil.P i't.f~ il~~t;liJ-;tt1 h~1iJ .t;~ì~~ ,Y.?~ oiprf;J-;tt oi~l il?;i htiJ n7~iJ-;tt ninJ::~~ 'Tf~".P -;tt ~1;w '7.~1;17 iY.?~ il~~t;liJ-;tt 1?~';>7 ow "'?.';> il,j':J~ ,w~ ,~,~~ ;rp.p, ~1:t.P IV-T:lt:l-;tt z!ll:'Q~ 30 :iltiJ oii?TfiJ -;~ ~t;liltP Oii?l;)-;tt V~~T:l il.t;l~f il!,iJ Oii?TfiJ-;tt ~77~1;1~ -Nt.Vl1 ~;,lr!; W"N N""' 11Ì>N hN31 :nn;o, nvou>1 O"ÒWil l iltJ~l 32 :il~.iJ l17f-~ :ft'}~T'?. .,~~7 ilÌ~ N~~ ;~;~'07 il?.~ i; np? vtM l?"VliJ7 'Tf'1~P.-n~ U'?~~ i;I"W\'1 07~~iJ V9';>T:1 !f'P.P ~~~0~33 :i.t;li?1~f i? n.t:;~ì i'"~~ i'"'J~iJ7~ i~N,~ i:Pì1 1' "C

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8,31 Gli si impone (~::l"M~n- Il manoscritto di Leningrado (L) ha M~~. «richiedere», «prestare»; altri hanno te\il con il senso di «alzare su», cioè «obbligare a>~. Non è chiaro chi sia il soggetto del verbo M~l: o il soggetto cambia, poiché qualcun aitro

impone il giuramento al peccatore (cosi la versione CEI che rende al passivo), oppure rimane lo stesso intendendovi che il peccatore non ha altra possibilità di dimostrare la sua innocenza che tramite un giuramento. Giuramento esecratorlo (l'l~)- Alla lettera:

per coloro che rivolgono la preghiera a YHWH, poiché YHWH rivolgerà la sua attenzione verso le preghiere compiute nel «luogo» dove si trova il «nome» divino (p. es., Dt 12,5). La teologia del «nome» di YHWH, come sinonimo della sua presenza effettiva nel tempio e presso il suo popolo, è tipica del tardo pensiero deuteronomistico. Le sette situazioni che seguono (vv. 31-51) sono esemplificative della totalità delle situazioni di necessità in cui si può trovare il fedele o il popolo nella sua interezza; in tutti questi casi, se si viene a pregare nel tempio, o se pregando ci

109

l RE 8,36

Tu, quindi, volgiti alla preghiera e alla supplica del tuo servo, o YHWH, mio Dio, per ascoltare il grido e la preghiera che il tuo servo oggi compie davanti a te! 29Che i tuoi occhi siano attenti notte e giorno verso questo tempio, verso il luogo di cui hai detto "Lì sarà il mio nome", e tu possa ascoltare la preghiera che il tuo servo innalza da questo luogo. 30Ascolta, dunque, la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo; tu ascolta dal cielo, luogo della tua dimora, ascolta e perdona. 31 Se qualcuno pecca contro il suo prossimo e gli si impone un giuramento esecratorio per sottoporlo a maledizione, egli venga a giurare davanti al tuo altare in questo tempio, 32allora tu ascoltalo in cielo e intervieni compiendo giustizia per i tuoi servi, dichiarando colpevole il malvagio, facendogli ricadere sul capo la sua colpa, e dichiarando giusto l'innocente, ripagando lo secondo la sua giusta (condotta). 33Quando il tuo popolo Israele subirà una sconfitta di fronte a un nemico, avendo essi peccato contro di te, ma poi si converte a te, lodando il tuo nome, pregandoti e supplicandoti in questo tempio, 34-tu ascolta nel cielo, perdona il peccato del tuo popolo Israele e fallo tornare nella terra che hai dato ai loro padri. 35Quando si chiuderà il cielo e non ci sarà pioggia perché hanno peccato contro di te, se ti pregheranno in questo luogo, lodando il tuo nome, e si convertiranno dal loro peccato perché tu li hai umiliati, 36tu ascolta nel cielo, perdona il peccato dei tuoi servi e del tuo popolo Israele -tu infatti insegni loro la via corretta nella quale devono procedere - e manda la pioggia sulla tua terra che hai concesso in eredità al tuo popolo.

28

«maledizione»; è il giuramento contenente una maledizione in caso di affermazione menzognera a cui il sospettato si deve sottomettere. 8,36 Eredità (:-t7n~)- È la terra ricevuta dagli Israeliti da pàrte di Dio. Essa non può

essere alienata (l Re 21,3) perché è la «terra possesso di YHWID> (Gs 22,19) consegnata al suo popolo; per questo è importante rendere alla lettera «tua terra» (1lF"'1~). senza omettere il pronome riferito a YHWH, come purtroppo fanno molte versioni.

si rivolge nella direzione della «città» e del «tempio» scelto da Dio (v. 44), Dio ascolterà la supplica dalla sua dimora celeste. In questa sezione della preghiera salomonica, vi sono varie allusioni a situazioni descritte nel patto di Dt 28, e il tempio sembra trasformarsi da santuario, in cui erano eseguiti i sacrifici alla presenza di YHWH, a semplice luogo di preghiera. Questa lunga sezione della preghiera di Salomone è spesso considerata un'unità composita, contenente un nucleo deuteronomistico più antico costituito dai vv. 31-40 (dove è assente la menzione del «nome») a cui sarebbero stati aggiunti i

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l RE 8,37

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8,37 Costringerà- Consideriamo~ forma del

verbo i~. «costringere», piuttosto che del verbo i~, è qui da intendersi come sineddoche, pars pro toto, per «città>>. Si è deciso di seguire il testo greco Èv IJ.Lq, «in una» (che presuppone l'ebraico,':'~~).

piuttosto che l'ebraico n.~~. «nella terra». 8,38 Di tutto il tuo popolo Israele - Manca nella Settanta. La frase è considerata una glossa poiché contrasta con il tono generico e universale dei vv. 38-39. 8,41-41 Se viene da una te"a lontana ... del tuo braccio teso - Questa porzione di testo, omesso dal codice Vaticano (B) e dalla re-

vv. 41-51 in epoca post-esilica (cfr. il riferimento alle deportazioni nei vv. 46-47). Nonostante la probabile natura composita del brano, tutto l'insieme delle parole di

111

l RE 8,47

Quando nella terra ci sarà carestia o ci sarà peste, carbonchio o ruggine, presenza di locuste o bruchi; quando il nemico lo costringerà ·in una' delle sue porte, o (vi sarà) una qualsiasi piaga o infermità, 38quahmque preghiera o supplica che compirà un qualsiasi individuo di tutto il tuo popolo Israele- perché chiunque conosce l'afflizione del proprio cuore - e stenda le mani verso questo tempio, 39tu ascolta nel cielo, luogo della tua dimora, perdona e agisci rendendo a ciascuno secondo la sua condotta, tu che conosci il suo cuore -tu solo infatti conosci l'intimo di ogni persona- 40cosi che ti temano tutti i giorni della loro vita sulla terra che tu desti ai nostri padri. 41 Anche verso lo straniero, che non è del tuo popolo Israele, se viene da una terra lontana a causa del tuo nome - 42perché si sentirà parlare del tuo grande nome, della tua mano potente e del tuo braccio teso -, se egli viene a pregare verso questo tempio, 43tu ascolta nel cielo, luogo della tua dimora, e concedi tutto quanto lo straniero avrà implorato a te, affinché tutti i popoli della terra (ri)conoscano il tuo nome e ti temano come (fa) il tuo popolo Israele, e sappiano che il tuo nome è stato proclamato su questo tempio che io ho costruito. 44Quando il tuo popolo andrà in guerra contro un suo nemico, in qualsiasi strada tu l'avrai inviato, e pregherà YHWH nella direzione della città che tu hai scelto e (verso) il tempio che io ho costruito al tuo nome, 4SW ascolta nel cielo la loro preghiera e la loro supplica, e rendi loro giustizia. 46Quando peccheranno contro di te -poiché non c'è nessuno che non pecchi- e tu sarai adirato contro di loro, li consegnerai a un nemico e i loro conquistatori li deporteranno verso una terra ostile, lontana o vicina, 47se nella terra in cui samnno deportati riprenderanno coscienza, si convertiranno e ti supplicheranno nella terra della loro prigionia, dicendo: "Abbiamo peccato, abbiamo commesso iniquità, ci siamo pervertiti", 37

censione antiochena della Settanta, è in tutta probabilità un'aggiunta fondata sulla teologia del . 540ra Salomone, appena ebbe finito di rivolgere a YHWH ogni preghiera e questa supplica, si alzò da davanti all'altare di YHWH, dove si era inginocchiato con le palme tese verso il cielo, 55 si mise in piedi e benedisse tutta l'assemblea d'Israele ad alta voce: 56«Benedetto YHWH che ha donato tranquillità al suo popolo Israele secondo la sua parola; non è venuta meno neppure una delle promesse di bene che aveva pronunciato per mezzo di Mosè, suo servo. 5'YHWH, nostro Dio, sia con noi come è stato con i nostri progenitori; non ci abbandoni e non ci respinga;

48

ricorre solo qui in 1-2 Re. In 1-2 Cronache la «tranquillità» del popolo silega indissolubilmente con il tempio di Gerusalemme, «dimora della tranquillità>> (l Cr 22,8-9; 28,2; cfr. anche 2Cr 6,41). Esso richiama anche la teologia del libro di Giosuè (Gs 1,13-15) dove YHWH concede «tranquillità>> operan-

do vittorie potenti e concedendo la terra al popolo (cfr., anche, Dt 12,9-10). Per questo Salomone, come Giosuè, può affermare che > di YHWH (cfr. Gs 23,14). Sul significato teologico della radice n,) cfr. anche nota a l Re 5,18.

tematico con l'inaugurazione del tempio ed è assente nel passo parallelo di 2Cr6. Essa, ricordando l'adempimento delle promesse fatte a Mosè (v. 56), implora la presenza di Dio presso il popolo (v. 57). Il prosieguo della benedizione contiene anche elementi esortativi all'obbedienza e alla corretta relazione con YHWH. Secondo le parole di Salomone, la vicinanza di Dio con il suo popolo non è assicurata

114

l RE 8,58

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//9,1-9 Testo parallelo: 2Cr 7,11-22 9,3 Rivolto a me N~'? i1~J,~IJ'!0) -La Settanta aggiunge (lc'iou, solo recensione antiochena) nurol TJKU OOL KU'tiÌ miouv -.~v npooEux~v aou, «(ecco) io ho agito secondo tutta la tua preghiera» accettata

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come lezione originale da molti autori (cfr. anche 2Cr 7,15-16; e similmente in l Re 3,12). 9,8 Un mucchio di rovine- ll testo ebraico ha ~7;J, «altissimo», ((eccelso)); tale lezione, priva di senso, è confennata dalla Settanta e, mo-

9,1-9 Seconda apparizione di Dio a Salomone Il v. l è la nota cronologica introduttiva che separa la presente unità da quanto

precede (cfr. similmente v. 10). L'insieme del testo contiene espliciti riferimenti al precedente capitolo e appare una rielaborazione della precedente apparizione divina a Salomone (3,4-15) contenente però una teologia tipica del tardo Deuteronomista. Dopo la notizia introduttiva (v. 2), il brano si connette in modo esplicito al precedente capitolo presentandosi cosi come la risposta divina alla «preghiera» e alla «supplica» di Salomone (v. 3a; cfr. 8,28.38.45.49.54). Contrariamente a 3,4-15 non vi è dialogo tra Salomone e YHWH, ma solo un discorso divino. Le affermazioni divine si adeguano alla teologia già espressa nel capitolo 8: il tempio è visto come la

117

l RE9,8

9

Quando Salomone ebbe terminato di costruire il tempio di YHWH, il palazzo reale e tutto quanto gli piacque eseguire, 2YHWH apparve una seconda volta a Salomone, come gli era apparso a Ghib'on. 3YHWH gli disse: «Ho ascoltato la preghiera e la supplica che tu hai rivolto a me, ho consacrato questo tempio che tu hai costruito per stabilirvi il mio nome per sempre; i miei occhi e il mio cuore saranno lì (presenti) ogni momento. 4Quanto a te, se ti comporterai davanti a me come si è comportato David tuo padre, con cuore integro e con rettitudine, agendo secondo tutto quanto ti ho comandato, osservando i miei statuti e le mie norme, 5allora io stabilirò per sempre il tuo trono regale su Israele, come avevo promesso a David tuo padre dicendo: ''Non ti verrà (mai) a mancare un discendente dal trono d'Israele". 6Ma se voi e i vostri discendenti vi allontanerete, distogliendovi da me, e non osserverete i miei comandi e gli statuti che vi avevo dato, se andrete a venerare altri dèi prostrandovi davanti a essi, 7allora io eliminerò Israele dalla faccia della terra che diedi loro, rigetterò dal mio cospetto il tempio che ho consacrato al mio nome, cosi Israele diventerà la favola e lo zimbello tra tutti i popoli. 8Questo tempio diverrà r un mucchio di rovine.; chiunque vi passerà vicino sarà sgomento e fischierà, e (quando) domanderanno: "Perché YHWH ha trattato così questo paese e questo tempio?", 1

dificata,da2Cr7,21 (checorreggeiltempoal passato «che era eccelso>>). La Siriaca legge bryb («desolato>>), mentre il Targum tramanda una lezione doppia dahwiih 'ila y yehey biirfib («che emeccelso, diverrà una devastazione») la quale ci permette di supporre un origina-

le l"l7, «mucchio di rovine» (cfr. Mi 3,12). Fischierà ~"'1~1)- Espressione che esprime lo sbigottimento e, forse, anche un atto per scongiurare la distruzione (cfr. la medesima espressione in Ger 18,16; 19,8; 49,17; 50,13; Sof2,15).

sacra dimora per il > &~.-:p).

notizia di tale scambio tra proprietà mobiliari e territorio è spesso considerata storicamente attendibile dai commentatori, ma il fatto che le città cedute da Salomone siano collocate nella «Galilea» pone grandi difficoltà storiche, poiché non si ha alcuna attestazione dell'esistenza di un cosi esteso regno di Giuda nel X secolo a.C. ed è inverosimile che il dominio territoriale di Salomone potesse giungere fin lassù. Inoltre, anche l'estensione del regno fenicio di Tiro fino alla Galilea appare improbabile per quest'epoca storica. Una possibile alternativa è quella di ritenere che ·una ben più tarda tradizione popolare sull'etimologia del nome Kabul (cfr. nota), una città da collocare forse nel territorio a sud di Akko (Gs 19,27), sia stata qui secondariamente associata al v. 11 con lo scopo di creare l'illusione di uno scambio vantaggioso per il re Salomone. Stessa illusoria finalità possiede la postilla redazionale (v. 14) in merito all'improbabile enorme pagamento di centoventi talenti d'oro da parte di I:Iirom (cfr. anche 10,10); essa è stata redatta per dare l'impressione che la cessione fosse avvenuta a fronte di una somma ingente. Ancor più artificioso appare il parallelo 2Cr 8,2 nel quale si afferma che fu l:Iirom a dare le città a Salomone. I lavori coatti per le edificazioni di Salomone (9,15-23). Il brano sull'istituzione del lavoro forzato è composito e presenta due temi, uno inserito nell'altro. In mezzo alle notizie sulle corvée, istituite da Salomone verso le popolazioni straniere

120

l RE9,15

hil=?-7 n~?lp 'l?~ v 1niP.v-.,W~ ot!l;:~•~ì i1Ì1 15 i~n-nN, c;u>~i' noin nN, Nì~~i1-nN, Ìn'::l-nN, i11i1' -n~ ,~tr,l n?~ 0~,~~-,7~ i1V""};l 16 :i! rn~1 i1~~-ntt1 hJr:t•, .lii1 i'V::l :Ju>•n 'lVJ:!)i1-nN, WN::l n!lii,v!l, 1t.i n";;rn~1 i!4-n~ hb?lp T:t~l 17 :nf??lp n~~ ìJ;1=;~7 c'n~W i#ì~~ [i~l~ l i9J;I] i~.ç-n~1 n!?P.~-n~~.n 18 :tir;tT;llJ nh h~1 ntJ;lp? ~~v iW~ hil:Pt?~O ':W-;i' n~1 19 :n~f. PWO iYJ~ ;,;);lp i'~!J 1n~1 c'V!l~tJ 'J~ n~1 :J~1v 'J~ n'~-n~ J

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9,15--25 - La Settanta omette questi versetti, anche se presenta una loro parziale traduzione in altri posti: in 10,22a-c (10,23-25) rende l'ebraico dei vv. 15.17b-19.20-22; in 5,14d {4,32) rende il v. 16; in 2,35i.46d; rende alcune parti dei vv. 17 .18.23.24; alla fine di 9,9 rende la prima parte del v. 24. Alcuni commentatori considerano più antica la posizione dei vv. 10,22a-c della Settanta rispetto all'attuale testo ebraico, in quanto i vv. 1525 del testo ebraico interrompono il discorso

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sulle relazioni economiche con I;Iirom (vv. 10-14.26-28) e sarebbero la confluenza di diversi racconti: l'istituzione della corvée e i progettidicostruzionenelregno.Alcontrario, altri studiosi considerano la più logica concatenazione degli eventi compiuta dalla Settanta come lectiofacilior (cfr. nota al v. 10). 9,15 Resoconto -È questo il senso che probabilmente ha qui il termine ebraico .,:::1"'1, come nella simile formulazione dell'isèdzione ebraica del tunnel di Shiloal) wzh hyh

(vv. 15a.20-23) ancora residenti sul suolo d'Israele (v. 20), sono state inglobate informazioni concernenti le opere di edificazione compiute da Salomone a Gerusalemme e in varie città del suo dominio (vv. lSb-19). La lista delle edificazioni è però interrotta dal v. 16, subito dopo la menzione di Ghezer, con una annotazione che intende giustificare come quest'antica e importante città cananea potesse essere dominio di Salomone. La struttura del passo è quindi, per cosi dire, doppiamente concentrica, avendo all'esterno le notizie sulle corvée (vv. 15a.20-23), all'interno la lista riassuntiva sulle edificazioni (vv. 15b-19), con al centro l'annotazione su Ghezer (v. 16), essendo le prime parole del v. 17 una ripresa ( JViederaufnahme; cfr.

121

l RE 9,22

è il resoconto sulla corvée che il re Salomone istitui per costruire il tempio di YHWH, la sua reggia, il Millo e le mura di Gerusalemme; I:Iazor, Meghiddo e Ghezer- 16il faraone, re d'Egitto, aveva infatti assalito e conquistato Ghezer dandola alle fiamme; aveva ucciso i Cananei che abitavano nella città e poi l'aveva data in dote a sua figlia, la moglie di Salomone 17 Salomone ricostrui Ghezer, Bet-I:Ioron inferiore, 18Ba'alat, Tamar nel deserto della regione (di Giuda), 19 e tutte le città di deposito che appartenevano a Salomone, le città per i carri e quelle per i cavalli, e quanto desiderò edificare in Gerusalemme, nel Libano e in ogni territorio del suo dominio. 20Tutta la popolazione rimasta degli Amorriti, degli Hittiti, dei Perizziti, degli I:Iivviti e dei Yebusiti, i quali non erano Israeliti, 21 cioè i loro discendenti che erano rimasti nel paese dopo di loro (e) che gli Israeliti non erano riusciti a votare allo sterminio, Salomone li arruolò nei lavori forzati, cosi come è ancora oggi. 22Ma degli Israeliti Salomone non fece schiavo nessuno; essi infatti (divennero) soldati, suoi dipendenti, suoi ufficiali, suoi scudieri, comandanti dei suoi carri e suoi cavalieri. 15 Questo

dbr hnqbh «e questo è il resoconto della perforazione ... » (KAI 189,1). 9,18 Tamar (i~M) - Con il ketìb, mentre il qerè (con 2Cr 8,4 e Vulgata) ha Tadmor, cioè Palmira, nel deserto siriano. Tamar dovrebbe invece situarsi nel deserto di Giuda (per f}.tt con il senso di «Giuda>>, cfr. 4, 19). ·' 9,19 Città di deposito (nì~=ll~l?iJ '!.~)-Per il significato di questa espressione (cfr. anche Es 1,11), sulla base di 2Cr 32,28 che parla di -?~ 'tTT;lD'( ~~ l'~':' 1tt>~ 'if~Ì~ ~'ry;~ i1)!1;

:i1i7.1'1~ '-'~~Q niiJ?P.7 'if7'97 ";t?'~;l c?v7 ;~1V?7·n~ i1)!1; Il 10,1-lS Testo parallelo: 2Cr 9,1-24 10,1 Saba (IC~~)- Nome della tribù e dell'omonimo regno sito nel territorio dell'attuale Yemen. Dovuta al nome di YHWH (mM"' C~) - Sintatticamente goffo, è in tutta probabilità una glossa.

(+ 10,1 Testo affine: Mt 12,42 10,1 Mente (l!!~~7) - Cfr. note a l Re 3,9;

5,9.

n:

10,5 Rimase sbalordita (11~, ,ili l!!~ il-M',) -Alla lettera: (v. 5b) appare un inserimento successivo da parte di un redattore interessato a magnificare anche il tempio e YHWH, Dio di Salomone (cfr. anche v. 9). I vv. 6-8 contengono la lode pronunciata dalla regina al cospetto di Salomone in merito alla sua insuperabile sapienza. L'elogio viene poi ampliato, forse da un successivo redattore, con l'inserimento del v. 9, un versetto altamente teologico, che ritiene necessario attribuire l'ascesa di un così saggio sovrano sul trono d'Israele all'amore che YHWH nutre per il suo popolo e nel contempo indica come scopo finale della regalità l'esercizio del diritto (mispof) e della giustizia (.fdoqa), concordemente alla teologia regale che vedeva il re come esecutore della giustizia divina presso il popolo (Sal 72,1-2; 99,1-4).

126

l RE 10,10

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10,11 Di conifere (c·~~7~) - Il significato del termine è incerto. Esso ricorre, con l'errata trasposizione di due lettere, anche in 2Cr 2,7 dove indica un tipo di legno libanese. Spesso è stato reso con legno di 11,13 Testo affine: 11,32-33 11,14 Awersario (l~)- ll termine ebraico indica un nemico, un avversario (lSam 29,4; l Re 5,18) o un accusatore (Sall09,6); solo nei

approfittando di una generica annotazione sull'apostasia di Salomone durante la sua vecchiaia (v. 4) che comportò l'accendersi dell'ira divina (v. 9), un successivo redattore compose il brano per descrivere come Salomone «fece ciò che è male agli occhi di YHWH» (v. 6; riutilizzando un'espressione tipica di 1-2 Re) e come egli trasgredì i comandi della Legge, venerando altri dèi (cfr. Dt 7,4; 13,7-9), costruendo luoghi di culto fuori Gerusalemme (cfr. Dt 12,1-7) e sposando donne straniere (cfr. Dt 7,3). Tutte queste azioni commesse da Salomone si oppongono ad alcuni punti cardinali della teologia deuteronomistica e non è pertanto sorprendente che essi abbiano causato l'ingenerarsi dell'ira divina. I vv. 9-10 descrivono la collera divina, con l'utilizzo di un linguaggio alquanto formulare, come reazione ai peccati di Salomone. L'accendersi dell'ira divina è la necessaria premessa per il successivo annuncio di giudizio (vv. 11-13) che proclama la sanzione divina. I vv. 11-13 sono redatti secondo il genere letterario dell'oracolo di giudizio profetico: iniziano con l'accusa a mo' di protasi («poiché ... », ebraico ya 'an 'aser), ampliata da due piccole ulteriori frasi, a cui segue la dichiarazione di giudizio a mo' di apodosi («strapperò via ... ») in v. llb. La punizione divina annunciata nel v. llb viene poi mitigata dai vv. 12-13,

135

l RE 11,14

9YHWH

si adirò cosi contro Salomone, perché il suo cuore si era allontanato da YHWH, dio d'Israele, che gli era apparso due volte 10e gli aveva comandato, a tal riguardo, di non seguire altri dèi; ma egli non osservò quanto (gli) aveva comandato YHWH. 11 YHWH disse allora a Salomone: «Poiché questo è stato il tuo atteggiamento, e non hai osservato la mia alleanza, né i comandi che ti avevo dato, strapperò via il regno da te per darlo a uno dei tuoi servi, 12tuttavia non lo farò durante la tua vita, in considerazione di David tuo padre, ma lo strapperò dalla mano di tuo figlio. 13 Soltanto, non gli strapperò tutto il regno, darò una tribù a tuo figlio, in considerazione di David mio servo e in considerazione di Gerusalemme che ho scelto». 14YHWH suscitò contro Salomone un avversario, l'edomita testi più tardi esso divenne il nome (Satana) di una figura celeste (lCr 21,1; Gb 1,6; Zc 3,1). L 'edomita Hadad (•~"''l.$ ;;t ,i;:)) - Hadad, nome del dio della tempesta siriano, è solo l'elemento divino di un nome di persona che solitamente era composto (cfr., p. es., Hadad'ezer al v. 23). La Settanta legge 'A&p

(cfr. inoltre nota a 11,23-25). Alcuni commentatori modificano in ·~~i1 ,,;,, «Hadad l'arameo», ipotizzando ~~ ~onfusione tra , e 1; questo sia perché Hadad è un usuale teoforo dei nomi di persona aramei, sia perché l'autonomia di Edom appare per la prima volta in 2 Re 8,20.

compiendo in questo modo un'allusione agli avvenimenti narrati successivamente nel libro (12,1-24). 11,14-40 Gli avversari di Salomone Le narrazioni sugli avversari di Salomone sono state per lungo tempo considerate testimonianze affidabili degli avvenimenti storici del tempo. Negli ultimi decenni però, sia basandosi su motivazioni archeologiche (cfr. commento ai vv. 17-20), sia grazie ad alcuni studi letterari, si preferisce considerare questa sezione come una narrazione teologica che espone la dottrina deuteronomistica della retribuzione; i tre avversari di Salomone- Hadad, Rezon e Yorob'am- sono pertanto gli strumenti della giusta punizione divina conseguente all'apostasia di Salomone (vv. 11-13). Come correttamente notato da molti commentatori, la menzione del regno di David (vv. 14.21) e il riferimento a «tutta la vita di Salomone}) (v. 25), non consentono di ambientare le storie di Hadad e Rezon durante la vecchiaia di Salomone (v. 4). I due episodi appaiono cosi un'inserzione nella trama narrativa principale che concerneva il tema della perdita del regno, annunciata nei vv. 1113 e che troverà continuazione diretta nella storia di Yorob'am che, come terzo oppositore, può considerarsi il punto di arrivo dell'insieme narrativo.

136

l RE 11,15

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11,15 Era occupato con (~ ... nT';;t:;l) - Cfr. Vulgata cum enim esset David in Idumea. Molti esegeti (cosi la versione CEI) preferiscono invece seguire la resa della Settanta (Év 1:Q i:ço~L, «durante la distruzione», presupponendo un originale rr~~ oppure n"'lliJ~. cfr. 2Sam 8,13) e della Peshitta (•, e considerare l'intero

E a eliminare

11,14-22 Hadad l'edomita YHWH «suscitò contro Salomone un avversario (siitiin)» (cfr. anche v. 23): questo è il tema centrale della narrazione, costruita su alcuni temi noti anche in altri racconti biblici che intendono illustrare la punizione divina verso Salomone. L'interesse teologico del racconto è segnalato fin da subito dal verbo «far sorgere»; «suscitare» (qum hifil) con soggetto YHWH; tale verbo, infatti, è solitamente impiegato per indicare una persona scelta da Dio per portare a termine un incarico (Gdc 2,16; 3,9.15; l Re 14,14; Ger 23,4; Am 2,11). Le vicende narrate sono pertanto interpretate come manifestazione dell'agire divino nella storia. I vv. 14-16 forniscono alcune informazioni di contesto, riprendendo notizie da 2Sam 8,13-14 (cfr. Sal 60,2). Hadad, il cui nome è decisamente anomalo

137

l RE 11,20

Hadad, che era della stirpe regale di Edom. 15 0ra, quando David era occupato con Edom, mentre Yoab, capo dell'esercito, era andato a seppellire gli uccisi e a eliminare tutti i maschi di Edom- 16Yoab infatti era rimasto li per sei mesi, con tutto Israele, finché non ebbe sterminato ogni maschio in Edom 17Hadad riuscì a fuggire in Egitto con alcuni degli Edomiti che erano a servizio di suo padre - Hadad era allora (ancora) un ragazzo-. 18 Allora essi erano partiti da Midyan ed erano andati a Paran; avevano preso con sé uomini di Paran ed erano giunti in Egitto dal faraone, re d'Egitto, che gli aveva dato alloggio, gli aveva assegnato alimenti e gli aveva concesso un territorio. 19Hadad aveva trovato un così gran favore agli occhi del faraone che questi gli aveva dato in moglie la sorella della propria moglie, la sorella di Tal;tpnes, la regina. 20La sorella di Tal;tpnes gli aveva partorito un figlio, Ghenubat. Tal;tpnes lo aveva svezzato nel palazzo del faraone e Ghenubat era rimasto alla corte del faraone, tra i figli del faraone. v. 16 una glossa giustificatrice dell'agire di David. 11,19 Tabpnes (O'Hli!J:I) - Sebbene possa sembrare un nome proprio, il termine è la trasposizione in ebraico dell'egiziano tJ-b(mt}-PJ-nsw «moglie del re». Regina (ill':;l~)- Il vocabolo (l Re 15,13; 2 Re 5,3) indica sia la >. Al)iyya vuole assicurarsi che nessuno ascolti prima di rivelare a Yorob'am il volere divino (cfr. similmente lSam 9,27). 11,30 Che indossava (,'".lJ L'ebrai"., ,lélt)... ,

co: «che era su di lui>> rimane, strettamente inteso, incerto: è il mantello di Al)iyya o di Yorob'am? 11,31 Io strappo (lli,l')- L'uso del tempo presente è preferibile per rendere il participio ebraico. ll senso è che YHWH sta già attuando la sua decisione. Salomone (i"'b~~) - In ebraico è presente un gioco di parole, ·perché il nome del sovrano richiama il mantello (i"'l?~~) strappato nel v. 30. 11,32 Una sola tribù (,r:'~:;t tQ~~::r)- La Settanta ha «due scettri» (il termine ebraico tQ~tp può significare sia «scettro» che «tribù»)

Per

i vv. 27-28 riportano alcuni dettagli sulla persona di Yorob'am e il suo ruolo nel regno. L'insieme di questi versetti introduttivi sembra però incompleto, poiché non fornisce alcun elemento concreto in merito alle motivazioni che avrebbero portato alla ribellione di Yorob'am: il tentativo di spiegare la rivolta di Yorob'am con l'uso sfrenato delle cotvée da parte di Salomone per la costruzione del Millo è speculativa e si fonda piuttosto su quanto si dirà in 12,4, in un altro contesto letterario. La profezia di Abiyya (11,29-39). Il racconto dell'azione simbolica di Al;liyya, e del suo oracolo (esplicativo), interrompe quanto precede; segno linguistico di tale inserzione è l'espressione formulare iniziale «in quel tempo». Alcuni autori ritengono che il passo sia stato redatto sulla base di alcune brevi notizie tradizionali, pre-deuteronomistiche, che riportavano un antico oracolo di salvezza regale

141

l RE 11,33

egli si ribellò contro il re. 27Questo è il motivo per cui si ribellò contro il re: Salomone costruiva il Millo e chiudeva la breccia della città di David, suo padre. 28Yorob'am era un uomo capace e Salomone, visto come il giovane svolgeva il suo compito, lo nominò responsabile di tutti i lavori forzati del casato di Giuseppe. 29In quel tempo, mentre Yorob'am era uscito da Gerusalemme, il profeta Al).iyya di Shiloh lo incontrò per strada ·e lo prese in disparte fuori dalla strada·; questi era avvolto in un mantello nuovo; erano loro due soli, in campagna. 30Al).iyya afferrò il mantello nuovo che indossava e lo strappò in dodici pezzi, 31 quindi disse a Yorob'am: «Prenditene dieci pezzi, poiché così dice YHWH, dio d'Israele: "Ecco, io strappo il regno dalla mano di Salomone e darò a te dieci tribù. 32A lui rimarrà una sola tribù, in considerazione del mio servo David e di Gerusalemme, la città che ho scelto fra tutte le tribù d'Israele. 33Questo perché mi hanno abbandonato e hanno adorato Ashtarte, dea dei Sidonii, Kemosh, dio di Moab, concordare con v. 30b (cfr. anche 12,20.23 dove si aggiunge Beniamino). 11,33 Mi hanno abbandonato e hanno adorato ... e non hanno seguito- L'ebraico ha i verbi al plurale, mentre Settanta e Peshitta hanno i verbi al singolare, come richiede il contesto e il suffisso pronominale alla fine del v. ,.:l~, ~ ;~ b~"7.P, 0"9-J:'iJ 1,:;1~ il~l)l 11 :";t~ "}.J;l'f~ il~ "~'(~ C;j"':?~ 1#1!;1 C~J;l~ 1~~~ "5~1 CViW~ O~J;l~ 1?-~ "~~ C~'p~-;+.? tt"ç?iN "t-~1 ,;,_f Ci~~ C~iliJT;~ C~i)-;:t1 CP,:;t1~ (Ni:l!l / ì:l:J] i:l!1 12 :C"f.1i?l)~ ll),~ 13 :"v.>"~iJ Ci~~ ~~ ~~~t.p 1~N7. ~?~iJ 1;rf 1W~~ 'Y.>"~iJ 1#1~1 14 :m~l}; ,W~ C"t.i?.'TiJ n~P,-n~ ~!~l il'/?i? c~;;-n~ 'if?~iJ -;+.? ~"ç?k 't-~1 c~'p~-n~ 1"~=?0 ~:;l~ ,~N? b"!tr,iJ n~P,~ c;j"7.~ •t ..

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13,2 Sta per nascere (,'?,~) L'uso del participio passivo ha lo scopo di rendere la formulazione profetica come imminente

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(cfr. similmente Gdc 13,8: «il nascituro»).

Si b111eeranno t-lll'1;1:)- ll plurale ha qui valore impersonale. La Settanta (K«~L),la Vulgata e

TI v. 33a segna un ulteriore distacco di Yorob'am dalla tradizione di Gerusalemme: egli sposta la data di una festa, quella delle Capanne, «di sua iniziativa». Il contrasto tra i due futuri re d'Israele e Giuda nel rispettivo comportamento diviene sempre più ampio: mentre in precedenza Rel).ob'am- di fronte al comando divino di non partire (in ebraico il verbo 'ii/ii) per combattere e di tornare (sub) alla propria casa (12,24)- si mostra obbediente, Yorob'am si comporta in modo opposto, salendo ('ii/Q) autonomamente sull'altare (12,33) e non convertendosi (sub) dalla propria condotta malvagia (13,33).

lZ,JJb-13,32 Yorob 'am, l 'uomo di Dio da Giuda e il profeta di Bet-e/ Strettamente collegato a quanto precede e circondato dalla sezione sulle innovazioni religiose compiute da Yorob'am (12,31-33a e 13,33-34), il racconto di 12,33b-13,32 pone diversi problemi al lettore. Si tratta di un'unità il cui intento e carattere letterario sono stati variamente interpretati. Per alcuni esegeti si tratterebbe di un leggenda profetico-didattica incentrata sul tema del discernimento della vera (o falsa) profezia; per altri il tema centrale sarebbe l'obbedienza dovuta alla parola di Dio o l'inevitabile compimento della vera profezia a cui il fedele deve sempre attenersi; per altri ancora si tratterebbe

155

l RE 13,5

Così il giorno quindici dell'ottavo mese, il mese che si era scelto di sua iniziativa per istituire una festa per gli Israeliti, salì sull'altare che aveva eretto in Bet-el. Egli era (appena) salito sull'altare per offrire incenso, 13 1quand'ecco un uomo di Dio, per ordine di YHWH, giunse da Giuda a Bet-el proprio mentre Yorob'am era in piedi presso l'altare per offrire incenso. 2Allora egli, per ordine di YHWH, gridò verso l'altare cosi: ç N]1 c;~-ill:)~.tl N]1 CIJ? ~NlTN7 :7~:rn'#-;~ n:;t N;;t ,W~ 'ini~ :JYtN71 itJ~ 11Jf. 17~1 10 ilWP.~D-;f-n~ ;7-,~Q' ;j~ Ni:t:1 '~'""'~f. :1~ trn 1o~ N'~l 11 i:::l1 iWN b'i:l1il-nN 7N-n':l:::l cì'il'"' l C'iÌ;Nil·W'N htvv·iwN r• : ' 'il1:!D ilr'~ CÒ':;l~ bv?~ i#1;l12 :00':;1~? 0~1~Q;~ 'ITÌ9D·7~ .l'o" '

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13,11/ suoi figli andarono (~~1- tt~:l~l)- Con le antiche versioni si è letto al plurale (mentre il testo ebraico è al singolare), concordando con quanto segue.

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13,12 Gli indicarono - Il testo ebraico ha una forma qa/ ~tt"1~1. «videro»; tale forma, grammaticalmente, non può essere resa con «avevano visto» (come invece

Dio (v. 4), sarà sanata dal profeta di Giuda, a seguito della supplica che il sovrano gli rivolge (v. 6). L'offerta di ospitalità e di beni compiuta da Yorob'am all'uomo di Dio (v. 7), viene rifiutata con sdegno (vv. 8-9), probabilmente perché l'uomo di Dio interpreta detta offerta come un tentativo di ricompensa o corruzione, cosa aspramente criticata in Mi 3,5.11. La prima parte del racconto si chiude con l'avvio del profeta verso una strada diversa rispetto a quella dell'andata (v. l 0). n profeta si è comportato come doveva e, a questo punto del racconto, tutto sembm svolgersi secondo i piani divini. D racconto giunge cosi a una sua prima- ma solo provvisoria- conclusione. L'insieme degli elementi di questa prima parte possono facilmente essere ricapitolati all'interno della tematica in merito al vero profeta. Attraverso una serie di allusioni ai criteri di discernimento della vem profezia, il lettore è portato a riconoscere neli 'uomo di Dio proveniente da Giuda il vero e autentico profeta di

157

l RE 13,15

ll re si rivolse allora all'uomo di Dio dicendo: "N n?:u-nN N':llil Nlb•,29 n?_!r~o :i1:ti?71 ,~t?? t~tiJ N'?,.$iJ 1"1:'~;~ N:l:l ~ii~"W' ijili? '?Q~ ';:t;l31 :'1)~ 'i;;t ,.,~l} ~1~t?!l i"Jili?f it:J7~-n~ 1W~ 1~~~ '~N O!:Jì:;li?i ~J:liOf 1t.)N'] Ì"1f.-?~ "'lrtN!l'ìnk :'tJb~~-n~ m"~D 1"J!lb~~ ?~~ if. 11;ti? O"ij?~;:t W'~ .,W~ n~T~iJ-;~ iiJil~ 1~1:;1 N1i? ,W~ ,~1iJ il~;;t; il~;:t '~ 32 :tiìJtW "'JlJf .,W~ niOf.iJ "!:Jf.-?f '?~1 ?~-n'~f •• l • -

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13,26-17 Così YHWHl'haconsegnato ... glielo ... ;ryn;~rtm)-QuestaporzioneditestoèomessadallaSettantaeappare un'aggiunta secondaria a scopo esplicativo e per enfatizzare il compimento della profezia. sellarono(,~

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13,19 Il vecchio profeta giunse in città tt•;~;:t , •.1,7 • .,~ K~~l)- Riordinando il testo ebraico (alla lettera: >. Ed essi glielo sellarono. 28Egli andò e trovò il cadavere che giaceva sulla strada; l'asino e il leone stavano accanto al cadavere, il leone non aveva mangiato il corpo, né aveva sbranato l'asino. 2911 profeta allora sollevò il cadavere dell'uomo di Dio, lo adagiò sull'asino e lo portò indietro; 'il vecchio profeta giunse in città· per fame un lamento e seppellir!o. 30Depose quindi il cadavere nel proprio sepolcro e si fece il lamento su di lui: «Ohimè, fratello mio!». 31 Dopo averlo sepolto, disse ai propri figli: «Quando morirò, mi seppellirete nel sepolcro in cui è sepolto l'uomo di Dio; accanto alle sue ossa deporrete le mie ossa, 32perché certamente si avvererà la parola che egli ha proclamato, per ordine di YHWH, contro l'altare di Bet-ele contro tutti i santuari delle alture che sono nelle città di Samaria».

25

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ò npolj>~t11c; («e il profeta lo riportò indietro alla città))) che sostituisce però tt:l~j («giunse») con ÉnÉcrtpeljtev IXÙt6v, «lo riportò indietrm), e omette li?.tiJ, «vecchio».

13,31 Le mie ossa ('J;lb~~)- La Settanta aggÌl.mge la frase LVII crw6wcn tà 6crtli ~ou ~t!Ì twv ootwv IXÙtoiì, «perché si salvino le mie ossa per mezzo delle sue ossa>) offrendo la spiegazione dell'ordine impartito.

in Dt 18,21-22; paradossalmente, la narrazione sembra voler confondere il lettore in modo deliberato attraverso l'intreccio degli avvenimenti, lasciando all'uditore - che in ultima analisi è il lettore odierno - il compito di tale discernimento. D'altra parte, però il narratore non si esime dal proclamare una verità: la parola divina troverà comunque modo di compiersi (v. 32), perché ha forza in se stessa, indipendentemente dalla fedeltà del profeta. Non è da escludere, comunque, che in questa narrazione siano presenti anche altri intenti narrativi come quello di redigere un'eziologia concernente un antico monumento fimerario (2 Re 23, 17), o una sottile polemica giudaita «contro l'altare di Bet-el e contro tutti i santuari delle alture che sono nelle città di SanlariiD> (v. 32), dove lo stesso vecchio profeta di Bet-el è alla fine costretto a testimoniare contro il proprio re e il proprio culto.

162

l RE 13,33

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limita, in 3Regni 12,24g-n, a riportare la malattia del figlio di Yorob'am, l'invio della moglie dal profeta, e l'oracolo di Al;tiyya in merito alla morte del figlio malato e l'annientamento dei discendenti di Yorob'am (cfr. nota a 12,24). Secondo al-

13,33-34 Giudizio su Yorob 'am

Il giudizio deuteronomista sulla condotta di Yorob'am riprende quanto già espresso in 12,30-31. La polemica contro i sacerdoti delle alture ordinati da Yorob'am (v. 33; cfr. 12,31) costituisce cosi una cornice nella quale è stata posta la lunga narrazione sull'uomo di Dio di Giuda e il profeta di Bet-e} (12,33b-13,32) e suggerisce che essa sia da leggere anche all'interno di tale tematica. La polemica contro il peccato del regno di Samaria, cioè il «casato di Yorob'am» (v. 34), come causa principale della propria distruzione è un motivo che sarà spesso ripetuto nel prosieguo del libro (14,16; 15,29; 16,19; 2 Re 17,22-23). 14,1-18 La moglie di Yorob 'am e l'oracolo di Abiyya La formula iniziale «in quel tempo», una connessione senza valore temporale preciso, apre la scena al secondo intervento delprofetaAQiyya verso Yorob'am (vv. 1-18). Alcuni indicatori grammaticali permettono di suddividere il racconto in tre unità: quella introduttiva con l'ambientazione e l'invio della moglie di Yorob'am (vv. 1-4a), quella centrale con il dialogo tra AQiyya e la donna (vv. 4b-16), e quella conclusiva (vv. 17-

163

l RE 14,4

Dopo questo fatto Yorob'am non si convertì dalla sua cattiva condotta e continuò a costituire, (prendendoli) dal semplice popolo, i sacerdoti delle alture; ordinava sacerdote chiunque lo desiderasse e quegli diventava sacerdote delle alture. 340ra questa condotta costituì il peccato del casato di Yorob'am, per la sua cancellazione e distruzione dalla faccia della terra. 1In quel tempo Abiyya, figlio di Yorob'am, si ammalò. 2Yorob'am disse a sua moglie: «Su, va' a travestirti perché non si sappia che tu sei la moglie di Yorob'am e recati a Shiloh. Là c'è il profeta Al)iyya, colui che mi annunciò ·che io avrei regnato' su questo popolo. 3Prendi con te dieci pani, focacce, un vaso di miele e va' da lui; egli ti dirà che cosa accadrà al ragazzo». 4La moglie di Yorob'am fece così: partì, andò a Shiloh ed entrò nella casa di Al)iyya. Ora Al)iyya non poteva più vedere, perché i suoi occhi erano rattrappiti dalla vecchiaia, 33

14

cuni commentatori la versione più breve della Settanta sarebbe quella più vicina al presunto racconto originale, successivamente rielaborato da redattori della scuola deuteronomistica, anche con l'inserimento dei vv. 7-11.14-16 che non tro-

vano corrispondenza in 3Regni 12,24g-n. 14,2 Che io avrei regnato Cl'?'?'?) - Vocalizzando l'ebraico come verbo ('i~~',), concordemente alle antiche traduzioni (Targum, Peshitta e Vulgata), invece che il goffo «al (rango di) re».

18). Probabilmente l'intera pericope, opera di un redattore della scuola deuteronomistica (cfr. nota), è da intendere come una denuncia contro la discendenza di Yorob 'am. I vv. l-4a costituiscono l'avvio della narrazione-tipo «consultazione di un profeta». Dopo la formula redazionale «in quel tempo», il racconto inizia con una tra le più usuali situazioni critiche: l'improvvisa malattia del figlio del re (v. l). Rivolgersi a un profeta per conoscere il volere divino in caso di malattia (p. es., 2 Re 1,2; 5,1-3; 8,7-15; 20,1), o in altre situazioni critiche quali una guerra o un assedio, era prassi comune a quel tempo. I vv. 2-4a aggiungono elementi (il travestimento della donna, la necessità di recarsi a Shiloh e il nome del profeta) che permettono all'autore di rendere più reale la sua narrazione. Alcuni di questi elementi, quali il non andare di persona dal profeta, il travestimento della moglie -motivo non necessario, a stretto rigore di logica, poiché Al;liyya era ormai cieco (v. 4b), ma ben noto in altri passi biblici simili (lSam 28,8)- tendono a screditare il comportamento di Yorob'am, giudicato ormai empio (13,33). I vv. 4b-16 sono il nucleo centrale della narrazione; in essi si inscena l'incontro

164

l RE 14,5

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(v. 7), a cui segue l'accusa, introdotta dalla congiunzione ya 'an ( (Ez 23,35 e Ne 9,26). 14,10 Ogni maschio (,'i?~ 1'r:l~~) -Alla lettera: «colui che urina contro un murm}, indicando la mascolinità. L'espressione sembra avere senso dispregiativo ed è sempre usata

in contesto di sterminio (lSam 25,22; l Re 16,11; 21,21; 2 Re 9,8). Imprigionato o libero (:m~: ,~::.V) - Questa locuzione ebraica, con evidente assonanza delle vocali a e u, è molto discussa nel suo significato; solitamente è intesa come una coppia di termini polari per indicare un insieme (cfr. anche l Re 21,21; 2 Re 9,8). -:- 14,10 Testo affine: 21,21 //14,11 Testo parallelo:l6,4; 21,24

necessaria al successivo giudizio di condanna, è redatta in prima persona singolare, come se parlasse YHWH stesso. Egli rammenta il proprio benevolo operato (vv. 7-8a) e lo contrappone al colpevole comportamento di Yorob'am (vv. 8b-9) che non è riuscito a osservare i comandamenti (v. 8b; cfr. 11 ,38), fabbricandosi «altri dèi» e immagini fuse degli idoli (v. 9). In conseguenza di ciò, YHWH pronuncia il giudizio di condanna (v. l 0), introdotto dalla congiunzione lakèn, «pertanto», nel quale si annuncia la completa distruzione della dinastia di Yorob'am e l'umiliante impossibilità da parte del corpo del re defunto di ricevere sepoltura (sulle parole di tale maledizione cfr. anche Dt 28,26; l Re 16,4; 21,24; Ez 29,5; Sal 79,2).

166

l RE 14,12

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ebraica utilizzata a questo punto della narrazionesi configura come una frase al-

Il secondo momento dell'oracolo (vv. 12-13) si riconnette alla storia del figlio malato: Al;Uyya ingiunge alla moglie di Yorob'am di tornare a casa, annunciandole la repentina morte del figlio (vv. 12-13), unico della stirpe di Yorob'am a ricevere degna sepoltura. Il terzo momento dell'oracolo (vv. 14-16) amplia l'orizzonte storico dapprima prospettando l'arrivo di un re, Ba'sha, che eliminerà la dinastia di Yorob'am (l Re 15,29-30), poi annunciando il futuro esilio di tutto il popolo al di là dell'Eufrate a causa dei suoi peccati. La prospettiva teologica della punizione come conseguenza della colpa di tutto il popolo che fece i ~ b~ i'?~-n~ o~ury of!l:t~ 1~~ 1W~ '?!:>~ irik ~~1i?;1 i1li17 ~~.'lì~ V'Jv ;,:p;,; wl}.~122 nt:um~

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//14,21-24 Testo parallelo: 2Cr 12,13-14 14,22 Giuda (1'"11~i'l') - La Settanta, conformemente allo standard delle formule introduttive, ha P$«1-! (cfr. anche 2Cr 12,14), ma è lectio facilior. Esasperarono (,M~~~1) - Il senso del verbo ebraico è «provocare ira e gelosia>> quando le prerogative divine o coniugali non sono rispettate (Nm 5,14; Dt 32,21). 14,23 Alture ... pali sacri (c~ ...rmf)- Su questi tenninicfr.notea l Re 12,32e2Re 17,10.

14,24 Prostituti sacri (U:!i')- Il termine, qui singolare collettivo, è reso «prostituti sacri» sulla base del contesto di Dt 23,18-19, ma è bene rimarcare che non vi sono chiare testimonianze in merito all'esistenza ditale attività. Il senso esatto del termine, che dovrebbe fare riferimento alla prostituzione (Gen 38,21), ci sfugge. //14,25-28 Testo parallelo: 2Cr 12,2.9-11 14,25 Shishaq (?~~)-Il nome del Faraone (in egiziano !Jnq o s.fq) è diversamente voca-

14,21-31 REJ;{OB'AM, RE DI GIUDA Il repentino cambiamento di stile rispetto al racconto precedente segnala l'inizio di una nuova sezione narrativa. I vv. 21-24 sono il sommario deuteronomistico preposto al resoconto di ogni sovrano d'Israele e Giuda (anche se la notizia della successione era stata anticipata in 11,43). Da un punto di vista formale, tutti gli elementi che solitamente costituiscono la cornice redazionale introduttiva (cfr. Introduzione) sono qui presenti, tranne l'iniziale nota sincronica rispetto al re d'Israele che- ovviamente- in questo caso non può essere data. Il giudizio teologico negativo sul comportamento di Rebob'am (vv. 22-24) è qui peculiare perché attribuisce a Giuda, piuttosto che al sovrano (cfr. nota al v. 22), la responsabilità del peccato. L'utilizzo di espressioni stereotipate nel delineare le colpe commesse dal popolo non permette di considerare tali descrizioni come un resoconto dell'effettiva pratica religiosa del tempo. Esse sono piuttosto delle espressioni generiche che intendono affermare come tutto il popolo non rispettava quelle

169

l RE 14,27

Rel,10b'am, figlio di Salomone, regnò in Giuda. Egli aveva quarantuno anni quando divenne re e regnò diciassette anni a Gerusalemme, la città che YHWH aveva scelto fra tutte le tribù d'Israele per porvi il suo nome. Sua madre si chiamava Na'ama, l' ammotùta. 22Giuda fece ciò che è male agli occhi di YHWH e lo esasperarono più di quanto non avessero fatto i loro predecessori, con i peccati da loro commessi. 23Anch'essi si costruirono alture, stele e pali sacri su ogni alto colle e sotto ogni albero rigoglioso. 24Nel paese c'erano anche i prostituti sacri. Essi imitarono tutti gli abomitù delle naziotù che YHWH aveva scacciato di fronte agli Israeliti. 25Nell'anno quinto del re Rel;lob'am, Shishaq, re d'Egitto, sali contro Gerusalemme. 26Prese i tesori del tempio di YHWH e i tesori del palazzo reale; portò via tutto e prese anche gli scudi d'oro fatti da Salomone. 2711 re Rel;lob'am, alloro posto, fece degli scudi di bronzo e li affidò in custodia 21

lizzato nelle fonti antiche. Qui il ketlb vocalizza SùSaq, mentre il qerè e 11,40 leggono Sfsaq. La Settanta ha qui l:ouoaK~~. ma in Manetone si trova l:Eawyx~c;. Nelle iscrizioni neoassire di Assurbanipal è noto il nome di persona su-si-in-qu che orienta verso una vocalizzazione So!enq. 14,26 Portò via tutto (ni?7 t,~lj-n~l- P?m~ di questa frase la Settanta aggiunge: KIX~ -ra oopa-ra "tiÌ XPOOii lì ~~v ~IXU~O ÈK XHPÒc; -cwv na(ùwv Aopaaçap j3aa~.ì.Éwc; l:ouj3a Kat

ELO~Vf:YK~V au-riÌ El c; lEpOUOIXÀflll («e le lan-

ce d'oro che David aveva preso dalla mano dei servi diAdadezer, re di Suba, e che aveva portato a Gerusalemme») con riferimento a 2Sam 8,7 secondo la lettura della Settanta e di 4QSamuele• (4QSam• o 4Q51). Alcuni ritengono originale la lezione della Settanta; essa sarebbe stata omessa dal testo ebraico perché pare contraddire 2 Re 11, l O. 14,27 In custodia (,~-t,~) -Alla lettera: «in mano».

regole che, in epoca successiva, saranno sentite come normative per la vita religiosa. I vv. 25-28 riferiscono di un'invasione della Giudea compiuta del faraone Shishaq (sul nome cfr. però nota) e delle conseguenze che essa ebbe su Gerusalemme. Anche il parallelo 2Cr 12, 1-12 preserva la notizia di tale invasione, nonostante quest'ultimo testo accresca deliberatamente la grandezza dell'esercito egiziano inserendo il tutto in un contesto teologico di punizione per l'infedeltà di Rel;l.ob'am. Una campagna militare contro i popoli della costa levantina è attestata in un'iscrizione monwnentale del faraone Shishaq I (ca. 945-924) proveniente dai rilievi del complesso templare di Karnak, ma essa non conferma l'attacco contro Gerusalemme. L'iscrizione del Faraone, chiaramente celebrativa, adotta uno stile tradizionale e nomina i consueti nemici dell'Egitto. La lista delle terre vinte dal Faraone conteneva in origine centosettantacinque toponimi, dei quali solo centoventisette sono ora leggibili; nella seconda sezione della lista si menzionano luoghi della costa filistea, dei dintorni di Meghiddo, delle zone settentrionali d'Israele e di Ghil'ad; nella terza sezione sono invece nominati toponimi del Neghev. Secondo questa fonte, anche ammettendo

170

l RE 14,28

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Il 14,29-31 Testo parallelo: 2Cr 12,15-16 Il 14,30 Testo parallelo: l Re 15,6 14,31 Sua madre ... l'ammonita- Questa informazione, omessa dalla Settanta e dalla Peshitta, è di solito considerata un

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duplicato (cfr. v. 21) fuori posto. //15,1-2.7 Testo parallelo: 2Cr 13,1-3 15,1 Abiyyam (C! :;li$)- In 2Cr 13, l il nome è Abiyya (l"l":;ll$). cioè «mio padre (è) Yah», con il teoforo YHWH. Diversamente

una precisa verità storica sotto il linguaggio celebrativo dell'iscrizione, l'attacco egiziano sembra essersi mosso lungo la costa filistea, procedendo poi per le valli d'Israele (Meghiddo, Izre'el) e la Transgiordania settentrionale e tornando indietro per il Neghev, senza toccare Giuda. Anche il frammento di stele di Shishaq rinvenuto a Meghiddo conferma la momentanea autorità del Faraone su tale città israelitica, ma non dimostra l'esecuzione di una campagna militare contro Giuda. npresunto saccheggio di Gerusalemme e la conseguente sostituzione degli scudi cerimoniali d'oro salomonici (l O, 16-17) da parte di Rel;tob' am con scudi di minor valore appare, quindi, come un'indiretta critica all'immagine del re di Giuda. I vv. 29-31 sono il sommario conclusivo redazionale sul regno di Rel;lob' am. Oltre agli usuali elementi dei sommari conclusivi, l'unica annotazione specifica è quella in merito al perdurare di conflitti tra Giuda e Israele (v. 30). Considerando che la fine del X secolo a.C. vede in più parti della Siria-Palestina la genesi di formazioni politiche di tipo monarchico, è probabile che tale notizia ricordi le lotte per determinare i confini tra i nascenti regni di Giuda e d'Israele, ma non v'è sicurezza in proposito.

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l RE 15,4

ai capi delle guardie che sorvegliavano la porta della reggia. Cosi ogni volta che il re si recava nel tempio di YHWH, le guardie li prendevano, poi li riportavano nel locale delle guardie. 29Le altre azioni di Rel:10b' am e tutto ciò che fece, non sono forse registrate nel libro delle Cronache dei re di Giuda? 3°Ci fu guerra fra Re~ob'am e Yorob'am tutti quegli anni. 31 Poi Re~ob'am si addormentò con i suoi padri e fu sepolto con i suoi padri nella città di David. Sua madre si chiamava Na'ama, l'ammonita. Suo figlio Abiyyam regnò dopo di lui. 28

15

Nell'anno diciottesimo del re Yorob'am, figlio di Nebat, Abiyyam divenne re su Giuda. Egli regnò tre anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Ma'aka, figlia di Abishalom. 3Egli imitò tutti i peccati che suo padre aveva commesso prima di lui; il suo cuore non fu integro con YHWH, suo Dio, come il cuore di David, suo progenitore. 4Tuttavia, in considerazione di David, YHWH suo Dio gli concesse una lampada in Gerusalemme, facendo sorgere suo figlio dopo di lui e lasciando sussistere Gerusalemme, 1

Abiyyam dovrebbe significare «mio padre (è) Yam», dove Yam è il nome del dio del mare, ben noto nei testi mitologici ugaritici. 15,:Z Ma 'alca figlia di Abisha/om (il~~~

c,';,~·:;~~-n~) - In 2Cr 13,2 il nome della madre è'Mikaya figlia di Uriel. Cfr. inoltre nota a 15,10. 15,4 Lampada(.,'~)- Cfr. nota a l Re 11,36. •:• 5,4 Testi affini: 11,36; 2 Re 8,19; 2Cr21,7

15,1-8 ABIYYAM, RE DI GIUDA L'iniziale sommario redazionale al regno di Abiyyam (vv. 1-2) presenta una serie di problemi riguardo ai nomi (cfr. note). Infatti sia il re che sua madre hanno nomi diversi rispetto al parallelo 2Cr 13,1-2 («Abiyya» e «Micaya, figlia di Uriel» ). Anche in merito a suo nonno Abishalom le cose non sono chiare, poiché in questo testo egli non sembra essere il noto figlio di David (2Sam 14,27), nonostante 2Cr 11,20 affermi che Rel;t.ob'am aveva sposato Ma 'aka figlia di Abshalom. Alcuni hanno cosi ipotizzato, sulla base della testimonianza di Giuseppe Flavio (Antichità giudaiche 8, 10,2 § 249) e del successivo v. 10, che Ma'aka fosse da intendere come la nipote e non la figlia di tale Abshalom, ma non v'è alcuna certezza in proposito. Il giudizio teologico sul re (vv. 3-5) è negativo, anche se il testo non menziona specifiche opere idolatriche. I vv. 4-5 espongono invece il tema della sussistenza della dinastia davidica utilizzando l'espressione ricorrente del permanere di un nfr, cioè una «lampada» o una «discendenza» (cfr. nota a 11,36), in virtù della fedeltà accordata a David. L'aggiunta, di probabile natura

172

l RE 15,5

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//15,23-24 Testo parallelo: 2Cr 16,11-14 15,28 Dopo di lui (,·~~IJ) -È omesso dal codice Vaticano (B), mentre la recensione antiochena della Settanta ha h\ 1:Òv Iapcx11.l..

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(«SU Israele»). Entrambe le lezioni, «dopo di luh> e «SU Israele», appaiono secondarie. 15,30 Per le provocazioni con cui aveva irritato {O'~=? ::t,~ 'iO~~~)- Espressione tipica

Il sommario conclusivo (vv. 23-24), oltre alle consuete espressioni di rinvio alle fonti utilizzate e alle informazioni in merito alla successione al trono, annota la malattia ai piedi del re. Tale malattia, benché non affermato chiaramente, può essere intesa come punizione divina verso il sovrano (cfr. anche l'introduttivo raq del v. 23 N ;u, CV.l1' n'.l:::l ni'il; ,.,"l, .J"'

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15,32- Il versetto, ripetizione del v. 16, è omesso dalla Settanta. Può trattarsi di una glossa tardiva, oppure della tipica «ripresa» del redattore che la Settanta avrebbe omesso per ragioni di stile. 16.2 Capo- Gli annunci profetici contenu-

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n brano si chiude con il consueto richiamo ad altre fonti, a noi sconosciute (v. 31 ); rilevante l'omissione delle notizie relative alla sepoltura del re e alla successione al trono, dovuta probabilmente alla precedente storia della congiura che ha reso superflue tali notizie. 15,33-16,7 BA'SHA, RE D'ISRAELE Dopo aver anticipato alcuni avvenimenti relativi a Ba 'sha nel resoconto del re Asa di Giuda (vv. 15-22), il regno è introdotto dall'usuale compendio introduttivo (vv. 3334). In questi versetti, oltre al giudizio negativo sul comportamento del re, si ricorda Tuza quale città della residenza reale (15,21). Secondo i dati biblici, la città di Tirza

179

l RE 16,7

Le altre azioni di Nadab, e tutto ciò che fece, non sono forse registrate nel libro delle Cronache dei re d'Israele? 32Ci fu guerra fraAsa e Ba'sha, re d'Israele, per tutta la loro vita.

31

Nel terzo anno diAsa, re di Giuda, Ba'sha, figlio diAJ;riyya, divenne re su tutto Israele a Tirza, per ventiquattro anni. 34Egli fece ciò che è male agli occhi di YHWH, seguendo il comportamento di Yorob'am e il peccato che questi aveva fatto commettere a Israele. 16 1La parola di YHWH fu rivolta a Yehu, figlio di I:Ianani, contro Ba'sha: 2«Dal momento che io ti ho innalzato dalla polvere e ti ho costituito capo sul mio popolo Israele, ma tu ti sei comportato come Yorob'am e hai fatto peccare il mio popolo Israele provocandomi con i loro peccati; 3allora io spazzerò via Ba'sha e la sua casa, e renderò la tua casa come la casa di Yorob'am, figlio di Nebat. 4Quelli (della famiglia) di Ba'sha che moriranno in città saranno mangiati dai cani, mentre chi morirà in campagna sarà mangiato dagli uccelli del cielo». 5Le altre azioni di Ba'sha, ciò che fece e la sua potenza, non sono forse registrate nel libro delle Cronache dei re d'Israele? 6Ba'sha si addormentò coi suoi padri e fu sepolto a Tirza e suo figlio Ela divenne re dopo di lui. 7Ebbene, per mezzo del profeta Yehu figlio di I:Inani, la parola di YHWH fu rivolta a Ba'sha e alla sua casa, sia per tutto il male che egli aveva compiuto agli occhi di YHWH, irritandolo con le sue azioni e divenendo così come la casa di Yorob'am, sia perché egli aveva colpito quest'ultima.

33

che il sovrano aveva verso Dio che lo aveva «elevatm> al trono come suo luogotenente presso il popolo. + 16,4 Testi affini: l Re 14,11; 21,24 16,7 Sia ... sia>.

rimase la residenza dei re d'Israele anche durante i regni di Eia (16,8-9), Zimri (16, 15) e l'inizio del regno di Omri (16,23), fin quando quest'ultimo scelse Samaria come capitale. I primi quattro versetti del capitolo 16 contengono l'oracolo di condanna pronunciato dal profeta Yehu. L'oracolo è redatto con espressioni deuteronomistiche che ricordano da vicino la fraseologia presente nell'oracolo di AJ:riyya contro Yorob 'am in 14,7 .l 0-11.16. Anche l'esplicito riferimento al casato di Yorob'am nel v. 3b conferma nel lettore il parallelo tra Ba'sha e Yorob'am. I vv. 5-6 sono il sommario conclusivo con il consueto riferimento stereotipato alle Cronache dei re, a noi ignote, e le notizie in merito alla morte del re e alla successione al trono. n v. 7 espande il sommario conclusivo con un nuovo riferimento alla precedente profezia di Yehu. n giudizio in

180

l RE 16,8

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- È la traduzione letterale della carica attribuita ad Arsa. Il titolo è impiegato nella Bibbia prevalentemente in due sezioni: nel racconto di Giuseppe in Genesi (Gen 39,4; 41,40; 43,16; 44,1), oppure nei libri dei Re (l Re 4,6; 16,9; 18,3; 2 Re 10,5; 18,18.37)

e in quei passi che da essi dipendono. Nei passi dei libri dei Re il titolo indica un alto ufficiale amministrativo della casa reale. Il titolo ricorre anche in un'epigrafe funebre rinvenuta a Silwan, nella valle di Kedron a Gerusalemme (KAI 191B; VII sec. a.C.), e su impressioni sigillari, come la cretula rin-

merito a questa ripetizione è incerto. Se infatti è vero che l'espediente della ripetizione di norma serve all'autore per porre enfasi sul testo, l'iniziale W"gam («ebbene» o ) si riferisce qui alla lealtà di culto e comportamento verso la divinità (cfr. Dt 13,5 e nota a l Re 11,5).

religioso). In tutta probabilità essa è stata redatta con l'intenzione di collegare la narrazione sull'incontro tra Elia e Al;l.ab con quella del sacrificio presso il Carmelo. La natura redazionale di questo collegamento tra le due narrazioni, in origine distinte, trova conferma nel fatto che Al;lab scompare immediatamente dalla scena, mentre il seguito del racconto si concentrerà sul confronto con i profeti di Ba'al, avendo il popolo come astante e testimone. Non è certo che l'originaria tradizione narrativa del confronto tra Elia e i profeti di Ba' al sia da ambientare presso il monte Carmelo, poiché il nome di questo monte ricorre solo nell'introduzione redazionale (v. 20). In ogni caso l'ambientazione sul Carmelo appare del tutto adeguata, poiché esso si trova in territorio fenicio, cioè nella patria del culto al dio Ba'al. Preparazione per la sfida (18,21-24). Elia pone subito sul tappeto la questione essenziale al popolo: non si può tenere il piede in due staffe adorando sia Ba'al sia Y HWH; ci si deve decidere, tributando il culto verso una sola divinità (v. 21; cfr. nota). Questo è l'oggetto del confronto: chi è il vero Dio? YHWH oppure Ba' al? La risposta si avrà, in modo solenne, alla fine del racconto, con la professione di fede del v. 39. Il v. 22, forse un'annotazione redazionale, intende sottolineare la sproporzione tra Elia- unico profeta fedele di Y HWH- e i quattrocentocinquanta profeti di Ba' al;

l RE 18,23

202

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18,24 Voi poi invocherete (CtJM']'~)- Grammaticalmente il soggetto non pùo essere che «il popolo», anche se forse si può immaginare che, narrativamente, Elia si rivolga ora ai soli profeti (cfr. v. 25). 18,26 Che era stato dato a loro - La frase sembra in contrasto con la proposta del v. 23; la Settanta (forse proprio per questo) omette, mentre la versione CEI interpreta «che spettava loro».

Saltellavano attorno all'altare (~no.ç~1 l"!~~~;:t-':l.\.1} - Il verbo (il medesimo ciel v.

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21, ma alla forma pie/) dovrebbe indicare un movìmento (rituale) saltellante da una parte all'altra. Avevano eretto - Correggendo, con la Settanta, la Siriaca e alcuni manoscritti della Vulgata, il singolare n~l7 nel plurale ,11:117. In alternativa si deve daré àlla forma singÒlare del testo ebraico un valore impersonale. 18,27 Più forte (':l~,r':lip~)- L'ebraico non possiede una forma speeifica per il grado comparativo, né simili forme avverbiali; per questo esso utilizza talvolta forme ag-

tale sproporzione servirà per rendere ancora più impressionante la vittoria di YHWH. La sfida, prontamente accolta, dovrà dimostrerà chi è «il Dio» (ha'e/ohim) che , perché questi sarà l'unico vero Dio, l'altro non lo sarà. n verbo «rispondere» costituisce cosi un termine centrale e unificante per l'insieme del racconto; esso è infàtti usato dapprima in riferimento al popolo silente (v. 21 ), poi in riferimento all'altrettanto taciturno dio Ba'al (vv. 24.26), infine nella vittoriosa preghiera di Elia (v. 37). l/fallimento dei profeti di Ba 'al (18,25-29). Il secondo momento dell'episodio descrive il totale fallimento dei profeti di Ba'al: contro ogni aspettativa, il dio Ba'al rimane impotente. Tutti i tentativi operati dai suoi profeti non riescono a far ) Dio (ha 'elohim), cioè l'unico vero Dio. Ouan;to avviene dopo, con la risposta di YHWH (vv. 37-38) non è la dichiara-

206

l RE 18,39

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:ì1'7N;nr. ":J?.l ~~~~ ~f-1~ ?i-J~ C~~ 'i)~ 11~11 C'~ \11i?t;'1i) 18,39 YHWH, lui è Dio! (C';:i"My M,l"' 1"1~1"1~) -Il pronome tt,I"T («egli», «lui») non è superfluo, ma enfatico; pronunciata con la corretta intonazione, l'espressione risponde alla questione posta da Elia al v. 21. 18,42 Elia invece sali (I"I'[,V ~I"T~t,tt1) - Il contrasto tra le due azioni di Elia e ~ab

è espresso con l'inversione dell'ordine soggetto-verbo (cfr. anche 5,25: «... mentre Salomone diede»). 18,43 «Tornaci sette volte» (C'~V~ l7~~ :l~) -Possibile è anche la resa «Elia disse: 1'Tornaci!" sette volte». Alla fine del versetto la Settanta aggiunge l'affermazione di compi-

zione che YHWH è il dio capace di donare la pioggia- il tema della siccità non è presente in questo episodio- ma la conferma che YHWH è l'unico vero Dio. La duplice solenne confessione di fede del popolo «YHWH lui (solo) è Dio» (v. 39; cfr. 8,60) è la conclusione alla questione posta da Elia all'inizio dell'episodio (cfr. v. 21) e rappresenta cosi il punto finale e apice dell'intera pericope. L'insieme dei vv. 21-39 è quindi un ampio racconto didattico sulla ricostituzione del corretto rapporto tra i fedeli e YHWH. Esso, richiamando quanto avvenuto presso il monte Sinay a opera di Mosè (Es 24, 1-12; 32, 19-35), arunmcia che Elia è il nuovo Mosè capace di ricostituire il rapporto di alleanza tra Israele (le dodici pietre) e YHWH, a seguito della distruzione gli adoratori di altre divinità (cfr. il vitello d'oro in Es 32,26-28). Conclusione (18,40). Il versetto, di chiaro sapore redazionale, appare come una seconda conclusione dell'episodio contenente l'ordine di Elia al popolo di distruggere i fedeli di Ba'al. Esso appartiene alla cornice che ingloba la narrazione del sacrificio di Elia (vv. 19-20.40). 18,41-46 L 'arrivo della pioggia L'ultima parte del capitolo riprende il tema della siccità affrontato nell'incontro tra AJ.tab ed Elia nella prima parte del capitolo e interrotta dali' episodio del sacrificio sul Carmelo. Alcuni interventi redazionali - quali, per esempio, la

207

l RE 18,45

Veduto (ciò), tutto il popolo si chinò con la faccia (a terra) e disse: «YHWH, lui è Dio! YHWH, lui è Dio». 40Elia disse loro: «Afferrate i profeti di Ba'al; non ne scappi uno!». Ed essi li afferrarono. Elia li fece allora scendere al torrente Qishon, dove li scannò. 41 Elia disse adAl;lab: «Va', su, mangia e bevi, perché c'è un rwnore di pioggia scrosciante». 42Al;lab andò a mangiare e bere. Elia invece sali sulla cima del Carmelo; si accucciò a terra ponendo il suo volto tra le ginocchia. 43Poi disse al suo servo: «Su, va' a guardare in direzione del mare». Egli andò, guardò e disse: >) può avere la funzione di connettere logicamente due frasi; inoltre, seguita da un verbo al participio, di solito

esprime il futuro prossimo (p. es., in !Sam 2,31). Alla luce di tutto ciò, si può ritenere che qui stia ancora parlando Y HWH (cfr. la Settanta: lòoù napEÀ.Eoona ~ Kup ~oç. «ecco, YHWH passerà>>). In alternativa, la frase deve essere staccata dal discorso di Elia e intesa come pro lessi di quanto accadrà («Ed ecco, YHWH passò», cfr. la versione CEI).

appare piuttosto un espediente per aprire il dialogo, in quanto Dio sa bene che Elia si trova presso l'Oreb, avendocelo inviato per tramite del suo angelo (vv. 7-8: mal'ak, rt~-t~ N~i}~ h~1 16 :cj~-;~ 'i(7'G7 ;~!trn~

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20,6 Ebbene (C~ ·~) - Dall'espressione ebraica che di solito introduce una proposizione eccettuativa negativa: «se non (lo farai), allora ... », se ne è qui derivato un senso di forte necessità (cfr. anche 2 Re 5,20; Ger 51,14; Mie 6,8). Ritieni prezioso ('9't.P. "1t;r;t~) -Cosi l' ebraico che, alla lettera ha: «è prezioso ai tuoi occhi», mentre la Settanta, Peshitta e Vulgata

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hanno «prezioso ai loro occhi». I commentatori si dividono su quale sia la lezione migliore; l'ebraico appare però lectio difficilior (cfr. commento). 20,7 Del paese ([:1~1;1)- Omesso dalla Settanta; sembra una glossa. Vedete bene (~")~ ~er~'l)- Cfr. nota al v. 22. Costui va in cerca di guai (~~~'? Mt. i1,Vl) Alla lettera: «questi è un cercatore di male»;

segnerai», assente nella prima ambasciata (v. 5). La depredazione avverrebbe, secondo le parole del testo ebraico (cfr. nota), verso ciò che sarà prezioso agli occhi di Al;lab. Tale lezione costituisce un'affermazione ancora più maliziosa di quella prospettata dalle versioni antiche («prezioso ai loro occhi))) perché alluderebbe al bene più prezioso secondo il re d'Israele stesso, cioè le sue mogli (cfr. Ez 24,16-18), i figli (cfr. Os 9, 16) e gli oggetti più sacri (cfr. Is 64, l 0). Un simile saccheggio appare ingiusto al re A}J.ab, poiché egli, non essendosi ribellato, non merita alcuna punizione da parte del re nemico. Tutto sembra cosi essere solo un pretesto per attaccare battaglia (vv. 7-8) e Al;lab, col supporto del

219

l RE20,12

Ma i messaggeri tornarono di nuovo e dissero: «Cosi dice BenHadad: "Avevo mandato a dirti: 'Mi consegnerai il tuo argento, il tuo oro, le tue donne e i tuoi figli'. 6Ebbene, domani a quest'ora manderò da te i miei ufficiali che perquisiranno la tua casa e le case dei tuoi cortigiani; essi prenderanno tutto ciò che ritieni prezioso e lo porteranno via"». 7Allora il re d'Israele convocò tutti gli anziani del paese e disse: «Vedete bene come costui va in cerca di guai. Infatti mi ha mandato a chiedere le mie donne e i miei figli, il mio argento e il mio oro e io non gli ho opposto rifiuto». 8Tutti gli anziani e tutto il popolo gli risposero: «Non obbedire e non acconsentire». 9Allora egli disse ai messaggeri di Ben-Hadad: «Dite al re, mio signore: "Farò tutto quanto hai reclamato inizialmente al tuo servo, ma quest'altra richiesta non posso soddisfarla"». I messaggeri andarono a riferire la risposta. 10Allora Ben-Hadad gli mandò a dire: «Gli dèi mi facciano questo e anche di peggio, se la polvere di Samaria basterà per riempire il pugno di tutte le truppe che sono al mio seguito». 11 Rispose il re d'Israele: «Ditegli: "Chi cinge la spada non si vanti come chi la depone"». 12Nell'udire questa risposta, egli, che stava bevendo assieme ai re sotto le tende ordinò ai suoi ufficiali: «Schieratevi!». Ed essi si schierarono contro la città. 5

il verbo ha qui una sfumatura volitiva come in Nm 35,23 e Sal 71,13. 10,11 - n proverbio citato da Al;lab mette in guardia il re arameo, che sta solo iniziando la battaglia, di non vantarsi come se l'avesse già vinta. 10,11 Che stava bevendo ... sotto le tende (N~i11 ntll~~ ... i11)~) - La frase, che anticipa inutilmente il v. 16, è probabil-

mente una glossa. Il termine ebraico ni:ll~ («tende») può essere inteso come toponimo, traducendo «presso Sukkob>, città alla foce dello Yabboq, nella valle del Giordano. Tale resa ritorna nella Settantaalv.16. 10,13 Te la metto in pugno (1,1~~ iJ~J) -Alla lettera: «la pongo nella tua mano»; cfr. nota a22,6.

suo popolo, rifiuta di cedere alle richieste di Ben-Hadad (v. 9). Da un punto di vista narrativo, si deve osservare come i due sovrani siano tratteggiati in modo assai diverso: Al;tab è corretto, si consulta saggiamente con i suoi consiglieri anziani, ha l'appoggio del popolo; Ben-Hadad, al contrario, appare arrogante e confida solo nella sua forza. L'ultimo scambio di messaggi tra i due sovrani (vv. 10-11) amplifica tale impressione, visto che Ben-Hadad minaccia di eseguire la distruzione totale di Samaria, mentre A}.lab, saggiamente, replica con un proverbio. La prima scena della pericope si chiude con il comando di attaccare Samaria (v. 12).

220

l RE20,13

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20,14 Distretti - Il termine m·,~ «distretto», «provincia» (oltre alle q~ttro volte che ricorre nel presente capitolo: vv. 14.15.17.19) è noto nei testi di epoca persiana o ellenistica (Esd 2, l; Ne l ,3; Lam l, l; Ez 19,8; Dn 8,2; e ventisei volte nel libro di Ester). T

20,16 Sotto le tende (n~:oo;~)- La Settanta ha EotD; cfr. nota al v. 12. 20,19 Usciti, dunque OM~~ :-t7~1) - Si può intendere questa inusuale costruzione come la ripresa del v. 17. La Settanta (tranne la recensione antiochena) ha KIXL 1-Lfl É/;EÀBchwauv, «che non escano», come se

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Il racconto della battaglia (20,13-21). La seconda parte della pericope si apre

con il dialogo traAQab e un profeta (vv. 13-14) che, come si diceva, potrebbe essere un ampliamento secondario. Questo giudizio letterario si fonda sia su osservazioni lessico grafiche (cfr. nota a «distretti», v. 14), sia stilistiche. I vv. 13-14 infatti impiegano alcune formulazioni tipiche della tarda letteratura profetica, come per esempio l'asserzione di riconoscimento «cosi saprai che io sono YHWH>>, peculiare del libro di Ezechiele. Nell'insieme, i vv. 13-14 appaiono come l'annuncio di salvezza concesso al re da un profeta a seguito di una consultazione oracolare precedente alla battaglia (cfr. anche 22,6); le domande poste da Al;tab al profeta, infatti, non devono essere intese come segno di scetticismo da parte del re, perché sono per-

221

l RE 20,21

0ra un profeta s'avvicinò ad Al}.ab, re d 'Israele, e gli disse: «Cosi dice YHWH: "Vedi tutta questa moltitudine immensa? Ebbene, oggi io te la metto in pugno e cosi saprai che io sono YHWH"». 14 • Al}.ab, domandò: «Per mezzo di chi?». Quegli rispose: «Cosi dice YHWH: "Per mezzo dei giovani al servizio dei capi dei distretti"». Domandò ancora: «Chi attaccherà battaglia?». Rispose: «Tu!». 15Allora passò in rassegna i giovani dei capi dei distretti: erano duecentotrentadue. Poi passò in rassegna tutta la truppa, tutti gli Israeliti: erano settemila. 16Fecero una sortita a mezzogiorno, mentre Ben-Hadad stava bevendo fino ali' ebbrezza sotto le tende insieme con i trentadue re suoi alleati. 1'Uscirono prima i giovani al servizio dei capi dei distretti. Ben-Hadad mandò a vedere e gli fu riferito: «Alcuni uomini sono usciti da Samaria». 18Egli disse: «Sia che siano usciti in pace, sia che siano usciti per combattere, catturateli vivi». 19Usciti dunque dalla città i giovani al servizio dei capi dei distretti, e l'esercito dietro di loro, 20ognuno abbatté il suo avversario. Così gli Aramei fuggirono e gli Israeliti li inseguirono; Ben-Hadad, re di Aram, fuggì via a cavallo ·assieme ad' alcuni cavalieri. 21 11 re d'Israele attaccò e colpi cavalli e carri, infliggendo ad Aram una grande sconfitta. 13

il discorso del re Ben-Hadad continuasse (leggendo probabilmente';,~, «non», al posto di il~~ «essi»). 20,20 cavallo assieme ad alcuni cavalieri (C'I!l1~1 o,o-1;,~) - La sintassi è goffa. Si è aggiunto «assieme a>> come suggerito dalla Vulgata (in equo cum equitibus) e dal

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Targum ('al susiiwiin w" 'imhon trén zog pàriilin, «Su cavalli e su due cavalieri con luh>). 20,21 Colpi ('1~1)- La Settanta ha eJ..upEv, «catturò)), lezione da alcuni ritenuta più logica, ma, proprio per questo, da considerare lectio facilior.

fettamente in linea con l 'usuale procedimento oracolare del tempo (Gdc 20, 18.23). La narrazione prosegue con la descrizione della battaglia, dapprima con le operazioni preliminari (v. 15), poi con una prima irruzione concorde con la parola profetica (vv. 16-19a); infine con la descrizione della vittoria sugli Aramei (vv. 19b-21). La descrizione della prima uscita (vv. 16-19a) è compiuta tramite una complessa strategia letteraria che, cambiando versante in continuazione, permette di seguire gli avvenimenti in modo parallelo sia dalla parte d'Israele che dalla parte degli Aramei. Anche in questa seconda parte della narrazione, il re arameo è descritto con tratti negativi, facendo riferimento alla sua smodata voglia di gozzovigliare, un tema usuale nelle narrazioni di corte (l Re 16,9).

222

l RE 20,22

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20,22 Considera bene (i'l~l~ 17"!1)- I verbi «sappi e vedi» sono qui intesi come endiadi (p. es., 1Sam 12,17; 24,12; 25,17; 2 Re 5,7).

Al volgere dell'anno (i'l~'lj n:;~'DJ;t~)- A primavera, quando finiva l'anno e cominciava quello nuovo, i re davano inizio alle

20,22-34 La battaglia presso Afeq La seconda battaglia tra i due eserciti si combatterà presso Afeq. Vari siti in Israele portano nomi identificabili con Afeq, ma l'identificazione della Afeq biblica rimane incerta. Molti commentatori propongono di collocare questa Afeq nelle vicinanze dell'odierno Fiq, sulle alture del Golan a oriente del lago di Tiberiade; tale proposta, però, non solo non ha trovato conferma archeologica per l'assenza di resti di età del Ferro (rinvenuti invece nei vicini Tel Soreq, oppure Tel Ein Gev), ma nemmeno si attiene al testo biblico che vorrebbe una battaglia in pianura (v. 23). Tenendo presente la possibilità che l'insieme del racconto sia una tarda composizione di carattere didattico, allora il nome Afeq potrebbe essere stato usato qui solo perché già noto all'autore come luogo di grandi battaglie (lSam 4,1; 29,1). Anche in questa seconda parte del capitolo, l'interesse della narrazione si concentra maggiormente sulle vicende complementari al combattimento, piuttosto che sulla descrizione della battaglia. Il racconto, come il precedente, si apre con

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l RE20,28

Allora il profeta si avvicinò al re d'Israele e gli disse: «Su, fatti forza e considera bene quello che dovrai fare, perché al volgere dell'anno il re di Aram ti assalirà ancora». 23 0ra i servi del re di Aram gli dissero: «l loro dèi sono divinità dei monti, per questo hanno avuto la meglio su di noi; ma se combatteremo contro di loro in pianura, certamente saremo superiori a loro. 24Questo è ciò che devi fare: rimuovi i re dai loro rispettivi posti e sostituiscili con dei governatori; 25poi recluta un esercito come quello che hai perso, altrettanti cavalli e altrettanti carri, dopodiché ·li affronteremo, in pianura cosi che certamente saremo superiori a loro». Egli ascoltò il loro consiglio e agi di conseguenza. 26L'anno successivo, Ben-Hadad passò in rassegna gli Aramei e andò ad Afeq per scontrarsi con gli Israeliti. 2'7Nel frattempo gli lsraeliti, ispezionati e approvvigionati, mossero loro incontro; gli Israeliti si accamparono di fronte a loro, erano come due greggi di capre, mentre gli Aramei riempivano il territorio. 28 L'uomo di Dio si avvicinò al re d'Israele e gli disse: «Così dice YHWH: "Poiché gli Aramei hanno detto: YHWH è un dio dei monti e non un dio delle valli, allora io ti metterò in pugno tutta questa moltitudine immensa, cosi saprete che io sono YHWH"».

22

loro campagne militari che si protraevano fino ali' estate. lO,lS Li affronteremo - ll testo CJ;'l~t( i190~~1

(«combatteremo loro») è emendato, con la Peshitta, il Targum e alcuni manoscritti in «combatteremo contro di loro (Cl;'~)».

un'introduzione dove «il profeta» comunica una previsione al re (v. 22). Segue, improvvisamente, un dialogo tra il re di Aram con i suoi consiglieri (vv. 23-25) nel quale essi espongono alcune considerazioni che, fondandosi sull'ideologia religiosa del tempo che attribuiva agli dèi patroni del popolo la responsabilità della vittoria, intendevano scagionare il re arameo dalla sua responsabilità: il dio d'Israele è un dio dei monti; inoltre, i sovrani alleati non sono affidabili quanto eventuali funzionari comandati direttamente dal re. Come previsto, l'anno successivo si compiono i preparativi per la battaglia (vv. 26-27) che diventano l'occasione per rimarcare la grande disparità di forze nel campo: mentre gli Israeliti erano pochi come due greggi di capre, l'esercito arameo riempiva tutta la piana (v. 27). Questa disparità di forze serve all'autore per rimarcare l'aspetto miracoloso della vittoria d'Israele e, di conseguenza, per glorificare la potenza di YHWH. L'oracolo di vittoria che segue (v. 28), che richiama quasi alla lettera il v. 13, si chiude infatti con l'affermazione teologica che tutti riconosceranno la potenza di YHWH. La battaglia, occorsa nel «settimo» giorno

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l RE 20,29

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20,30 Nella stanza più nascosta (,"1çt=!l - La stessa espressione «camera nella camera» si ritrova in l Re 22,25 e in 2 Re 9,2 dove è chiaro il senso. La traduzione «(correndo) di stanza in stanziD> (cfr. la versione CEI), si deve a Flavio Giuseppe (Antichità

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giudaiche 8,15 ,4 § 41 0), ma non sembra essere corretta. 20,33 A coglierlo- n manoscritto di Leningrado (L), qui riprodotto, ha ~~~r,l~ ~~7f;T~1 ma tutte le versioni antiche e vari manoscritti ebraici della tradizione occidentale sono con-

(momento climatico della narrazione), è descritta molto brevemente (v. 29), mentre 1' enormità del numero dei combattenti morti («centomila») conferma il carattere leggendario del testo. La fuga presso Afeq dei superstiti e la rovinosa caduta delle mura su di loro (v. 30) ricordano quanto accaduto esemplarmente a Gerico (Gs 6). Nell'insieme, il racconto di tale miracolosa vittoria dimostra che YHWH è il vero Signore e come la sua potenza sia in grado di innalzare il debole sopra il più forte. La scena di negoziazione (vv. 31-34) è costruita in modo simile ai vv. 1-12. Grande rilevanza assume qui la parola ebraica l)esed (v. 31 ), tradotta con «clementi», e riferita ai re d'Israele; questo termine porta con sé non solo l'aspetto della

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l RE 20,34

Per sette giorni rimasero accampati gli uni di fronte agli altri; al settimo giorno si ingaggiò la battaglia e gli Israeliti uccisero in un sol giorno centomila fanti di Aram. 301 superstiti fuggirono ad Afeq, dentro la città, ma le mura caddero sui ventisettemila superstiti. Anche Ben-Hadad fuggì ed entrò in città nella stanza più nascosta. 31 1 suoi servi gli dissero: «Ecco, abbiamo sentito che i re della casa d'Israele sono re clementi; indossiamo quindi sacchi ai fianchi, mettiamoci corde sulla testa e andiamo incontro al re d'Israele: forse ti risparmierà la vita». 32 Si cinsero cosi sacchi ai fianchi e corde sulla testa, si presentarono al re d'Israele e dissero: «Il tuo servo Ben-Hadad dice: "Risparmia, ti prego, la mia vita"». Quegli rispose: «È ancora vivo? Egli è mio fratello». 33 Gli uomini lo interpretarono come buon segno e si affrettarono a. coglierlo' dicendo: «Ben-Hadad è tuo fratello». Quegli aggiunse: «Andate a prenderlo». Ben-Hadad gli andò incontro ed egli lo fece salire sul suo carro. 34(Ben-Hadad) gli disse: «Restituirò le città che mio padre prese a tuo padre e tu potrai stabilire empori a Damasco come mio padre ne aveva a Samaria». «Ed io - (disse Al;lab) - sulla base di questo patto ti lascerò libero» e, concludendo con lui il patto, lo lasciò andare. 29

cordi nell'unire la :"1 del secondo termine al verbo precedente, come suffisso pronominale riferito alla risposta del re d'Israele («egli è mio fratello») interpretata come segno divino {~3~~ ~~~7~1. «e lo colsero da lui»). n senso del verbo ebraico, che ricorre solo qui nella

Bibbia, è derivato dalle antiche versioni (per avere un 'idea su come intendere «cogliere un segno divino» cfr. lSam 14,8-10). 20,34 Sulla base di- Intendendo la preposizione :l come be t pretii, cioè Al;lab concede la libertà in contraccambio delle città.

bontà, ma anche quello della fedeltà. L'affermazione dei cortigiani allude quindi non solo alla clemenza dei re d'Israele, ma anche alla loro fedeltà (cfr. però vv. 35-43). Nel dialogo (v. 32) i messaggeri aramei parlano di Ben-Hadad come del «tuo servo», attestando cosi la piena sottomissione di Ben-Hadad verso Al;tab, ma Al;tab, sorprendentemente, risponde chiamandolo «fratello», che nel linguaggio diplomatico del tempo attestava pari dignità politica. I servi di Ben-Hadad, comprendendo tale allusione, si affrettano a stabilire un patto che ristabilisse pari dignità tra i due. Tale patto, però, non essendo stato suggerito dal profeta, risponde alle sole intenzioni del re e sarà giudicato una prevaricazione delle prerogative divine (cfr. vv. 35-43).

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l RE20,35

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21,1 Re di Samaria (1~,'?izl"1'?.~)- Raro titolo (ricorre solo due volte nella Bibbia ebraica: 2 Re 1,3) del re d'Israele (cfr. v. 18). L'entità politica regionale «Samaria» sorse solo dopo la caduta del regno

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11,10 Mascalzoni &.v~~~-·;.~ c·~~~)- Alla lettera ~;?Q r~ c't.'f t.V?'f ~=t~1 1 2 'il?~r'~ i1"J~i1~-'il7~ CJ~~i1~ "11..~ n''P.'7~t~ i1f.~~ 'v~12 1~7~ ntt1 u~r'~ C~l:'!~iJ l'Ì:t~r;~ ?~1~~-'i[7,~ 19N~13 :;~,~~

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nudi» (cfr. 2Sam 15,30), Vulgata demisso capite («a testa bassa»; cosi la versione CEn. La Settanta omette e aggiunge Év ti) ~1-!Épq ~ hcit~EII NetJ3ou9!l~ tòv Ie,p!lTJÀLtTJII, «nel giorno in cui uccise Nabot l'izre'elita».

una descrizione stereotipata del regno di Al;lab dal punto di vista religioso in stile deuteronomistico, comprendendo un giudizio teologico negativo dalle consuete espressioni iperboliche. I vv. 27-29 costituiscono un'appendice che richiama la teologia del pentimento tipica delle Cronache (2Cr 7,14; 12,12; 32,26); questi versetti intendono correggere la precedente profezia (si noti l'iniziale «quando Al;lab udl tali parole>> che si riferisce invero alla condanna dei vv. 21-22, non ai successivi vv. 23-26) con un nuovo pronunciamento divino (v. 29). Grazie alla . 1

21,29 Sua casa (~n·~)-Cfr. nota a l Re 2,24. Da mantenere, nonostante sia omesso dalla Settanta. Il 22,2-JS Testo parallelo: 2Cr 18,2-34 22,2 Andò (.,,,~.l) - Alla lettera: «scese»; forse perché Gerusalemme era considera-

ta, idealmente, il punto più alto d'Israele. 22,4 /o sono come ... come i tuoi( ... ·~'~:l:l 1"\?~0:p) - Epressione idiomatica che atreima l'alleanza e la collaborazione tra i due re; cfr. anche 2 Re 3,7. + 22,4 Testo affine: 2 Re 3,7

22,1-38 LA SCONFITIA DI AJ;IAB CONTRO ARAM Collegandosi al capitolo 20, il testo narra una battaglia tra una coalizione israeliticogiudaica e il re di Aram. n racconto, come già si diceva in merito al capitolo 20, pone enonni difficoltà dal punto di vista storico, e anche qui il re di Damasco (e spesso anche quello di Israele) non è chiamato per nome. nracconto rielabora forse materiali e temi letterari tradizionali secondo la peculiare teologia storica del Deuteronornista, che vede Giuda e Israele come un popolo unitario e considera come profeta di YHWH colui che, anche di fronte a molti falsi profeti, riesce a interpretare il corso degli avvenimenti (cfr. similmente la figura di Geremia). Solo il successivo sommario conclusivo dei vv. 39-40 è probabilmente portatore di antiche infonnazioni annalistiche. 22,1-28 Preliminari per la battaglia: le consultazioni pro/etiche Introduzione narrativa (22,1-4). L'inizio del capitolo si collega alla situazione politica descritta in 20,34 (cfr. la Settanta che pone i due capitoli uno di seguito all'altro), e la menzione dei tre anni di tranquillità lascia intendere al lettore che qualcosa presto accadrà. Gli Aramei occupano infatti la regione transgiordanica di Ghil'ad (una zona spesso contesa tra i regni d'Israele e di Damasco: 2 Re 8,28; 9, 14), ma essendo tale occupazione in contrasto con il trattato stipulato in 20,34, il re d'Israele chiede- e ottieneche il re di Giuda si allei con lui per combattere contro gli Aramei (v. 4; cfr. 2 Re 3,7).

236

l RE22,5

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«la parola di YHWH». La Settanta' o~ette «la parola»; trattandosi di una consultazione oracolare, è ovvio che il compiemento oggetto sia YHwH (cfr. anche l Sam 23,2; 2 Re 8,8; 22,13). L'ampliamento con «la parola di)) è probabilmente un'espansione per rendere l'espressione più

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adeguata alla tarda teologia profetica. ll,6 YHWH-llmanoscritto diLeningrado (L) ha·~. «Signore)), ma altri, nonché il Targum. hanno il nome divino ml'l". Forse l'eliminazione di ml'l" deriva dalla volontà di nonattribuireaYHWHleparolediquestifalsiprofeti. Consegnerà ìn mano al re ('1~f?ij ,~1 11::1:1) -Formula tipica degli oracoli di salvezza

Prima consultazione profetica (22,5-8). L'azione del racconto, fin qui molto veloce, si arresta con una lunga e articolata scena di consultazione profetica. Consultare il volere divino prima di intraprendere una battaglia era allora prassi usuale e serviva per verificare se l'attacco (o la ritirata) fosse concorde con il volere divino (1Sam23,2; 2 Re 3,11).1ti questo caso, quindi, Yoshafatè descritto come re fedele e religiosamente osservante, mentre il re d'Israele appare superbo, noncurante del volere divino. L'interrogazione (v. 6) è enunciata in fonna binaria, cioè con risposta divina positiva o negativa, secondo lo schema tipico delle consultazioni oracolari (lSam 23,2), cosi come anche la richiesta di una confenna dell'oracolo (v. 7) non è procedura sconosciuta nel Vicino Oriente antico. A questo proposito è interessante citare la descrizione della consultazione oracolare compiuta dalla

237

l RE 22,12

Aggiunse però Yoshafat al re d'Israele: «Per favore, consulta oggi stesso YHWH>>. 6Allora il re d'Israele convocò i profeti, circa quattrocento persone, e domandò loro: >, quanto piuttosto nel senso più ampio

di «in quel tempo>> (Gen 4,26; Gs 10,33). 22,52 Due anni (C~N~)- Poiché si contava anche l'anno di accesso al trono, il periodo di regno di Yoshafat fini durante il secondo anno di regno (2 Re 3,1), durando forse anche meno di un odierno anno solare.

seguita è quella di intendere il piccolo regno di Giuda come momentaneamente assoggettato al regno d'Israele (cfr. anche commento a 2 Re 8,16-18). l RE 22,52 - 2 RE 1,18 AI;IAzYA n'IsRAELE n primo libro dei Re si chiude con il sommario introduttivo al regno di A1;utzya d'Israele. L'unità narrativa in merito al regno di Al;tazya continuerà però fino a 2 Re l, 18 dove sarà chiusa con il consueto sommario conclusivo. La divisione tra l e 2 Re, come è noto, è del tutto artificiale, essendo dovuta originariamente ai traduttori greci, e interrompe l'organizzazione del materiale narrativo che pare alquanto chiara: una narrazione profetica ambientata all'epoca del regno di Al)azya e che vede il confronto tra il re e il profeta Elia (2 Re 1,1-17a) è posta al centro tra il sommario introduttivo (l Re 22,52-54) e il sommario conclusivo (2 Re 1,17b-18) del regno. 22,52-54 Introduzione al regno di Abazya Il presente sommario introduttivo segue lo schema dei sommari riferiti ai sovrani d'Israele, fornendo le consuete notizie cronologiche del regno. Il giudizio etico negativo su questo re ricalca quelli relativi alla discendenza di Omri; solo vi

246

l RE 22,53

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=ti1i?~ 'P'~ :l~=fT ?~;~ W'i:? o"~7~ bl)~ ?~1~~ Il 1,1 Testo parallelo: 2 Re 3,5 1,2 A consultare (~tD'i!) -In questo contesto, («cercare») possiede il senso il verbo tecnico di compiere una consultazione oracolare (l Re 22, 7). Ba'al-Zebub (:l~::11-,P~)- Questo nome del dio Ba'al (alla lettera «Ba'al delle mosche»; cfr. Is 7,18 e Settanta BatxÀ 11u'"uxv) è una intenzionale modificazione spregiativa dell 'appel-

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lativo zbl b 'l 011 «principe, Ba'al della terra (infera)», ben documentato nei testi mitologici di Ugarit (KTU 1.3.!,3-4; l.5.VI,l0; 1.6.ill,2-3.9; ecc.) e che troverà ancora eco nelle narrazioni evangeliche (Mt l 0,25; 12,24 ecc.), dove Beelzebul è indicato quale principe dei demoni. L'esistenza del culto al dio Ba'al presso Eqron pare confermata da un'iscrizione dedicatoria su una giara ivi ritrovata

si aggiunge una particolare propensione verso il culto del dio fenicio Ba 'al, dovuta forse alla presupposta influenza negativa di sua madre, cioè Izebel. l Re 1,1-17a Elia e A~a Incorniciate dai due sommari redazionali in l Re 22,52 e 2 Re l, 17b-18, sono qui raccolte alcune tradizioni ambientate all'epoca di AJ.tazya, anche se, da un punto di vista letterario, forse potrebbero meglio essere considerate tradizioni narrative appartenenti ai racconti su Elia. Ribellione di Moab (l, l). 2 Re inizia con un'annotazione storica sulla ribellione di Moab. Tale annotazione non si relaziona con quanto segue, ma troverà invece esatta ripetizione nel più idoneo racconto del capitolo 3 (cfr. 3,5). Confronto di Abazya con Elia, e morte del re (l ,2-17a). Collegandosi probabilmente all'affermazione di l Re 22,54, secondo cui.AQazya «adorò Ba'al e si prostrò davanti a lui», i vv. 2-17a presentano una narrazione profetica che chiarisce come YHwH sia superiore a qualsiasi Ba'al, non solo quello fenicio, ma anche quello venerato presso la città filistea di Eqron. Questa narrazione, da correlare al precedente ciclo di Elia, probabilmente è stata redatta con

247

2 RE 1,3

Egli fece ciò che è male agli occhi di YHWH, seguendo il comportamento di suo padre e quello di sua madre, e la condotta di Yorob'am, figlio di Nebat, che aveva indotto a peccare Israele. 54Egli adorò Ba'al e si prostrò davanti a lui, irritando YHWH, Dio d'Israele, proprio come aveva fatto suo padre. 1Dopo la morte di Al).ab, Moab si ribellò contro Israele. 2Al).azya cadde dal parapetto della sua camera superiore in Samaria e si ferl. Allora inviò dei messaggeri istruendoli: «Andate a consultare Ba'al-Zebub, dio di Eqron, per sapere se ·mi' riprenderò da questa mia infermità». 3Ma l'angelo di YHWH disse a Elia, il tisbita: «Su, va' incontro ai messaggeri del re di Samaria e di' loro: "È forse perché non c'è un dio in Israele che voi andate a consultare Ba'al-Zebub, dio di Eqron? 53

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e che legge: lb '/ w/pdy ... Nìy C't;t;lQtl ')ip "5tp·n~tt 1) ~il:?~-?~tt hlil; 'if~7~ ,~1~1 15 :;y'~.'~f. 'W~J 1i?-'T:l 1~1;1 16 :'if?'#i.:l-?~tt i~iN 11.~1 Ci?!J ,,a,t;l N'J"T;l·?~ ilÌiN ;~~:P. Nu>'"\1? b':;l~7~ z;t':'~~-,w~ r~~ ili il; 19~-il~ ,,7~ ;'1~1=il wn7 ;~,'P~f. o'iJ;~-r'~ '7.f.t;li:J 't;, i?~ 'r.J?~ ~~:JT :n~l;)I;l n;~-,~ i1?~t;l 1'JlTN7 o;. l;I'7.);'-,W~ il~~iJ l:;;l"f 17 ~ii•?N 1::1':J-1WN -z l i11il" 1:J1:::l no', 1?~ "~'o/iil;·t~ OJii1"7 o~6tp nt-tp=il ,,~':'~ b1iil~ 'if71;)~1 ili-W 1W~ ~ii~TD~ ' ;1:;t1 ,~:..1 18 :y~ i7 i1;~rN7 "?. iiJm; :?N1W" ''::ho? O'O"il '1:J":J 1.!lo-?v O'.:l~n:J il~i1-Ni?n T"

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1,13 Il quale sali - Omettendo, con la Vulgata, il ridondante '1!1''?~tr C'l!l~t;tl-'1~, «il ter.ro comandante dei cinquanta», per ragioni stilisti che. Abbi pietà ('J't~;'l ... 1i?'N- Alla lettera: ». Eliseo, riferendosi a Dt 21,17 dove si prescrive che il primogenito riceva dell'eredità, chiede di divenire l'erede spirituale di Elia.

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) 2,11 Testo affine: Sir 48,9.12 2,11 Carro d'Israele e suoi cavalieri- La Settanta {1.111Tet!c;) e la Vulgata (auriga) hanno il secondo tennine al singolare «suo cocchiere», intendendovi un appellativo dato a Elia. L'espressione sembra richiamare il

alle considerazioni degli altri profeti (vv. 2-3; 4-5; 6), rimanendo pervicacemente al fianco di Elia durante tutto il viaggio. ll viaggio riprende per tre volte, finché i profeti giungono al Giordano. Qui l'affennazione «si fermarono» permette di intuire che il racconto è arrivato a un punto di svolta; cosi il lettore, al pari dei cinquanta profeti, sì ferma a osservare da lontano quanto sta per accadere a Elia ed Eliseo (v. 7). Il v. 8 costituisce pertanto l'avvenimento centrale verso cui si orienta lo sguardo, ora incuriosito, del lettore: Elia con il suo mantello divide le acque del Giordano e i due lo traversano. Questo passaggio del Giordano ricorda da vicino sia il miracolo compiuto al tempo di Giosuè (Gs 3), sia il passaggio del mar Rosso da parte di Israele guidato da Mosè (Es 14,21-22). Questa miracolosa traversata non porta però verso una nuova terra. Serve invece a impedire che i cinquanta profeti assistano agli avvenimenti centrali del racconto: il dialogo tra Elia ed Eliseo e la dipartita di Elia. Alla domanda di Elia (v. 9), Eliseo richiede una duplice parte del suo spirito. Tale richiesta si comprende solo alla luce della legge sull'eredità, secondo cui una parte

255

2 RE 2,14

Anche cinquanta persone del gruppo dei profeti andarono, e si fermarono dali' altro lato, a distanza, mentre i due erano fermi presso il Giordano. 8Elia prese il suo mantello, l'arrotolò e percosse le acque, che si divisero di qua e di là, cosi loro due passarono sull'asciutto. 9Appena (lo) ebbero attraversato, Elia disse a Eliseo: «Chiedi che cosa posso fare per te prima che io sia portato via da te». Eliseo rispose: «Che due terzi del tuo spirito siano (concessi) a me». 10Egli aggiunse: «Tu hai chiesto una cosa difficile. Se mi vedrai quando sarò portato via da te, ti sarà concesso, altrimenti non lo sarà». ''Ora, mentre essi continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco si frapposero tra loro due, ed Elia sali al cielo in un turbine. 12Mentre stava guardando, Eliseo gridava: «Padre mio, padre mio! Carro d'Israele e suoi cavalieri!», poi non lo vide più. Allora afferrò le proprie vesti e le strappò in due pezzi. 13 Raccolse il mantello di Elia che gli era caduto di dosso, tornò indietro e si fermò sulla riva del Giordano. 14Prese il mantello che era caduto a Elia e colpi le acque dicendo: «Dov'è YHWH, il Dio di Elia?». Anche lui dunque colpì le acque, e queste si divisero di qua e di là, cosi Eliseo (le) attraversò.

7

carro celeste e i cavalli di fuoco appena visti. •:•2,12 Testo affine: 13,14 2,14 Anche lui (»(~;,-~~) - L'espressione ebraica è inusuale e sintatticamente goffa. Essa è stata interpretata in vario modo dalle antiche versioni e dai moderni commenta-

tori. Alcuni la uniscono a quanto precede: «Dov'è YHWH ... proprio lui» (talvolta modificando l'ebraico in M,El~, «Dov'è mai YHWH ... ))), altri invece uniscono a quanto segue «anche lui colpì», poiché l'azione era già stata compiuta da Elia al v. 8.

doppia del patrimonio (Dt 21,17) verrà data al primogenito. A Eliseo, pertanto, non interessa tanto la quantità (due terzi) di spirito, ma chiede a Elia che gli sia concesso lo speciale privilegio di divenire il suo primogenito (cosi già lbn Ezra). Nell'enigmatica risposta (v. l 0), Elia riconosce che tale privilegio può essere concesso solo da Dio stesso, il quale manifesterà il suo favore verso Eliseo nel caso in cui gli concederà di assistere alla sua dipartita. L'ascesa di Elia al cielo nel turbine (v. 11) termina il racconto su Elia dando compimento a quanto già anticipato nel v. la, ma lascia aperta la questione in merito a Eliseo. Ecco quindi che l'insistenza con cui l'autore, nel v. 12 («mentre stava guardando»), rimarca come Eliseo riusci davvero a osservare tutto quanto accadde, ci conferma che Dio ha risposto positivamente alla condizione citata da Elia nel v. 10. Quanto accade nei successivi versetti (vv. 13-15) serve quindi a confermare pubblicamente che Eliseo è davvero il successore di Elia. Nel v. 13, l'autore riprende il motivo del mantello, un tema di successione già impiegato l Re 19,19-21, mentre nel v. 14 fa compiere a Eliseo il medesimo portento compiuto da Elia. Anche in

256

2 RE2,1S

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2,16 Uomini vigorosi ~~-·~:j~)- «Figli della potellZil)>; la costruzione 1; +sostantivo indica l'individuo che appartiene a una classe o a un gruppo non solo di tipo sociale (cfr.

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nota a l Re 20,35), ma anche in generale coloro che possiedono una determinata qualità o caratteristica (cfr. nota a 6,32). SoffiodiYHWH(~~I!Ii}-L'espressione,spes-

questo caso il miracolo non è un segno di salvezza, ma serve a dimostrare che Eliseo è divenuto davvero il degno successore di Elia. L'affermazione dei profeti di Gerico: «Lo spirito di Elia si è posato su Eliseo» (v. 15), unita alloro gesto di prostrazione possiede pertanto il tono di solenne conclusione dell'episodio nel quale anche tutti gli altri profeti riconoscono Eliseo quale autorevole successore di Elia. I vv. 16-18 sembrano cosi essere un'aggiunta, sia perché appaiono inutili al tema principale della narrazione, giungendo dopo la solenne conclusione del v. 15, sia perché il dubbio manifestato dai profeti di Gerico in merito all'avvenuta ascensione di Elia contraddice la loro stessa affermazione del v. 15 nella quale riconoscevano l'avvenuta successione in Eliseo. Tale aggiunta da una parte tende a rigettare le eventuali resistenze di coloro che non volevano credere ali' ascensione di Elia, dali' altra assume un carattere didascalico, rimproverando la poca fede dei discepoli di Eliseo. Conferma dell'autorità di Eliseo (2,19-25). Benché non appaiano strettamente

257

2 RE2,23

1 profeti di Gerico (che erano) dali' altro lato lo videro ed esclamarono: >. 9Così il re d'Israele, il re di Giuda e il re di Edom partirono e aggirarono (il mar Morto) per sette giorni.

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3,11 Che versava l'acqua sulle mani di Elia (~rl!~~ ''T-" !l C'l;~ 1'~~-,~)- L'espressi~ne, qui tradotta alla lettera, non ha paralleli in altri passi biblici. Dovrebbe significare: «che era a servizio di Elia>>. •!+ 3,11 Testo affine: l Re 22,7 3,13 Che ho io a che fare con te?- Alla lettera: «Che c'è a me e a te?>>. Per ta-

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le espressione, cfr. la nota a l Re 17,18. 3,14Allacuipre.senza io sto(,.,~~·~,~) -L'espressione significa: «di ·cui ·io son·o servo>>; cfr. l Re 1,2 e 17,1. 3,15 La mano (1~) - Alcuni manoscritti ebraici e il Targum hanno 11~,, «lo spirito». 3,16 MD/te fosse (c•~ C':;J.i) - La ripetizione del plmale (alla lettera: «fosse, fosse») serve,

tamento religioso dei due re alleati: il re d'Israele, perduta ogni speranza, si mette a criticare YHWH (v. 10), mentre il re di Giuda preferisce rivolgersi a YHWH consultando un suo profeta (v. 11; cfr. l Re 22, 7) per affidarsi alla sua parola. Ecco cosi che Eliseo riconosce la pietà di Yoshafat, contrapponendola all'empietà dei genitori del re d'Israele (vv. 13-14). Eliseo, entrato in estasi al suono della musica (cfr. similmente lSam 10,5-6), pronuncia un oracolo che serve a rimarcare la potenza divina di YHWH, poiché l'acqua riempirà i corsi

263

2RE 3,20

Venendo a mancare l'acqua per l'esercito e per le bestie alloro seguito, 10il re d'Israele disse: «Ahimè! YHWH ha convocato questi tre re per metterli in mano a Moab». 11 Yoshafat domandò: «Non c'è qui un profeta di YHWH per mezzo del quale possiamo consultare YHWH?». Rispose uno dei servi del re d'Israele: «C'è qui Eliseo, figlio di Shafat, che versava l'acqua sulle mani di Elia». 12Disse Yoshafat: «La parola di YHWH è con lui>>. Così il re d'Israele, Yoshafat e il re di Edom scesero da lui. 13Eliseo disse al re d'Israele: «Che ho io (a che fare) con te? Va' dai profeti di tuo padre e di tua madre»; ma il re d'Israele rispose: «No, perché YHWH ha convocato questi tre re per metterli in mano a Moab». 14Eliseo replicò: «Per la vita di YHWH degli eserciti, alla cui presenza io sto, se non fosse per il rispetto che ho di Yoshafat, re di Giuda, non ti darei retta, né ti rivolgerei uno sguardo. 15Conducete dunque (qui) da me un suonatore di lira>>. Mentre il suonatore suonava, la mano di YHWH fu sopra di lui; 16egli allora disse: «Così dice YHWH: "Scavate molte fosse in questo wadi", 17poiché cosi dice YHWH: ''Non vedrete vento, né vedrete pioggia, ma quest'alveo si riempirà d'acqua: berrete così voi, le vostre ·truppe' e il vostro bestiame". 18E questo è un'inezia per YHWH, (dato che) egli consegnerà Moab nelle vostre mani. 1'1Voi colpirete tutte le città fortificate e tutte le principali città, abbatterete ogni albero buono, ostruirete tutte le sorgenti d'acqua e rovinerete ogni campo fertile (coprendolo) di sassi». 20ll mattino (seguente), all'ora dell'oblazione, ecco fluire l'acqua dalla direzione di Edom così che il paese ne fu pieno. amo' di iperbole, per intensificare l'immagine. Wadi Oppure: «torrente»; il tennine indica qui propriamente un corso d'acqua temporaneo con alveo spesso asciutto, tipico delle zone aride. Le fosse, riempiendosi d'acqua, avrebbero frenato l'eventuale scorrere del flusso costituendo delle cisterne. 3,17 Vostre truppe- Modificando c~·~17~·

&r::q)-

«vostre proprietà», sulla base della recensione antiochena della Settanta (mxpe~An:L, «accampamenti») e del parallelo v. 9 (C:;?'~IJ~). 3,19 E tutte le principali città - Omesso dalla Settanta, è solitamente considerato una glossa. Albero buono (:l~ fl!)- Probabilmente si riferisce agli alberi «da frutta»; lo stesso al v. 25.

d'acqua del deserto anche in assenza di vento e di pioggia (w. 16-17). La potenza divina svelata negli straordinari eventi naturali sarà anche garanzia del futuro agire salvifico divino negli awenimenti della storia: YHWH concederà la vittoria su Moab (w. 18-19). Il racconto profetico termina repentinamente, ed Eliseo scompare dalla scena. L'anomala vittoria su Moab (3,20-27). Il v. 20 riprende la narrazione della guerra con l'annotazione cronologica «il mattino», probabilmente da intendere

264

2RE3,2l

oryin7 o'~7'PiJ ~?\'-'f. ~V'?Vi !:l~;o-?~121 :o~~;:t·n~ n~;:t :?~~~;:t·?~ ~1'?~1 ii?J:'Ql h·:,iQ i}.h ?~t;l ~P~~l o~ -n~ 1~At;l ::J.~io ~Nì~l O~!?;:t·?~ ii!Jì! W9~iJ1 iP,:l~ ~O'f-~~122 ~:>-1 O':J?~il binlr.- :lini! iiT 01 hoN•123 :01:> 0'~1N-s O'~il • . .?NiW' iiJno-?N "N!l'124 :::J.NiO ??t,#, iiT-lln mvi-TlN W'N l ;:,~·;:1~1] ;:,~-~::1~1 Or.J'~~t;l ~o~~1 ::J.~io·n~ ~f~1 ;~1'P~ mi?-!1 il:ti\1 ili?.?tt·?~1 ~o'itJ~ O''J\'Of 5 :::J.~io·n~ nifiJ1 [;:,~-~~~l l •""

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nendo, anche sulla base della Settanta (Kctt dai;À.9ov ElanopEu6~EVOL, «ed entrarono avvicinandosi»), un ebraico C:t ~~~~1. al posto dell'oscuro Testo Masoretico

come il mattino seguente ai sette giorni di marcia (cfr. v. 9a). L'acqua proveniente da Edom non sembra essere connessa con la profezia di Eliseo, ma pare piuttosto collegabile al v. 8 tramite l'assonanza tra il nome Edom e il loro colore 1:;>\P] ':;l~~lf-;f :'l:)'~lJ N7,~iJ1 n?~v ory+,liJ-;f 'P- T;li?~1 ':f~j:r1JJ:;t~ ':fJP,~ h?ìiJ N'iJ1 v'i~ C'W~~ on v~~.~ 1P-:;t~ i1'jP,~ nT!iJ ,~t?T:\1 if.t~9. ~7615 ~9=r'~ 19l-tr;tl o'?~iJ nl't]J?:;ll"iJ~l6 [:ni?~io 1ni?~Q] :nj?,rb iot:lt;~r :t9~iJ 141P.~ ~ ''?~ 1W r~ v'7~ 19N' ''?~ ~iV '7~ i1~'~iJ '~~w~-n~ '~7W'lt9WiJ-n~ ' J:;>T;J ~~7 19tot'1 o'tl'~v w'~7 ~~JJl :1Qil~ ~t;'lç ['ij'~j=t~ l ,~,J~] ':;>~j=f !;1~1 ['if:.~~ l'~~~~] trP!QJJl n?i11 nyt~ b~1 oj~w-;~ VW'?~ ,~P.~l oi'iJ '~~8 4,1 Gruppo dei profeti (c·~·~v""~-~) - Cfr. nota a l Re 20,35 e 2 Re 2,3. 4,3 I tuoi vicini - La forma del pronome di seconda persona femminile singolare, qui e

nei vv. 7.16.23, si deve leggere con il qerè (T~;,I~), oppure si deve pensare a una forma anomala o dialettale influenzata dalla terminazione -y dell'aramaico.

4,1-7 Eliseo e l'olio della vedova Privo di qualsiasi formula introduttiva, il capitolo si apre con una breve leggenda profetica, tipica della tradizione su Eliseo. Queste brevi narrazioni (2, 19-22; 4,3841.42-44; 6,1-7) seguono tutte una simile struttura che, per sommi capi, può essere cosi schernatizzata: di fronte a una situazione di crisi o necessità, che appare senza speranza, viene indirettamente chiesto aiuto a Eliseo (la richiesta d'aiuto non è esplicita, poiché il richiedente si limita a descrivere lo stato di necessità) cosi che l'uomo di Dio possa intervenire compiendo un miracolo di risanamento. La presente storia ricorda da vicino quella di Elia in l Re 17,8-16 (cfr. commento a quel brano), ma sembra essere quest'ultima a dipendere dalla più breve, e originaria, tradizione di Eliseo. La scena, priva di connotazioni storico-geografiche precise, presenta la vedova di uno dei profeti vicini a Eliseo che espone all'uomo di Dio la sua grave situazione economica, senza chiedergli nulla (v. 1). Eliseo rivolge alla donna una domanda all'apparenza insensata («Che cosa hai in casa?>>), ma che si rivelerà preparatoria all'esecuzione del prodigio che dovrà rimanere nascosto agli occhi della gente (v. 4). Sia durante l'esecuzione del prodigio (vv. 5-6), sia quando la vedova si presenta nuovamente a Eliseo (v. 7), il racconto si disinteressa dell'eventuale reazione della donna, riservando l'attenzione piuttosto al comando di

267

2RE4,8

4

'Una donna, la moglie di uno del gruppo dei profeti, gridò a Eliseo: ~N-1U r .. il~~,N1 nilhNil nnN1 w,~-N7 oi4iJ ì'7~ [n~ih f;1~ l ~n~1lh 'f:l~] ~n;>!?,M 'T;l~ ll~'lri '1

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mentre il testo ebraico ha c•H"ac;, 'D'K, «uomo di Dio». · " 5,16 Alla cui presenza io sto- Cfr. nota a l Re 1,2 e 17,1. 5,17 Se è no (K""l)- Protasi ellittica del verbo riferita a quanto accaduto nel versetto precedente. 5,18 Rimmon > (ebraico, ~a 'aq; cfr. 4, 1.40; 6,5) a Eliseo la propria sventura. I vv. 1-4 descrivono la scena preparatoria al miracolo e, nel contempo, espongono un gustoso quadro paradigmatico sulle relazioni che dovrebbero stabilirsi tra il maestro e i suoi discepoli: rilevante è infatti l'atteggiamento di rispetto e obbedienza manifestato da questi ultimi verso Eliseo («!asciaci andare»; «degnati di venire») e la premurosa condiscendenza del maestro alle esigenze dei suoi discepoli («andate»; «Verrò»). La breve descrizione del miracolo dell'affioramento della testa dell'ascia nei vv. 5-7 -che ricorda da lontano quello narrato da Esopo nella favola O taglia/egna ed Ermes (la n. 253 dell'edizione di E. Chambry)- pone nuovamente in rilievo le caratteristiche

285

2RE6,8

dato che la lebbra di Na'aman si attaccherà a te e alla tua discendenza per sempre?». Quegli uscì dalla sua presenza lebbroso, (bianco) come la neve. 111 gruppo dei profeti disse a Eliseo: >).

296

2 RE 7,11

i17~7 'if?~iJ Ci(:112 :i19'~~ 'if?~iJ n'# ~T'~~1 C'"JP,~iJ N'Ji?~1 11 ~V1' lT

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il testo tra parentesi, assente nelle versioni antiche, è probabilmente una dittografia. 7,14 Uomini a cavallo - Con la Settanta hLIJcitaç tmrwv («cavalieri a cavallo»), supponendo l'ebraico C'l;l~t:l -~~., al posto

Nei vv. 11-14 la narrazione, continuando con il suo tono ironico, ci trasporta nel palazzo del re d'Israele dove il sovrano, scioccamente sospettoso verso la notizia che gli giunge, cerca di capire cosa fare. Egli, similmente a quanto avevano fatto gli Aramei sentendo i rumori, si lancia in prudenti, ma fallaci, speculazioni («Vi spiegherò io ... >>) che dimostrano quanto inaspettata fosse giunta la salvezza divina. I consiglieri del re, anche loro increduli, suggeriscono una ricognizione, dalle modalità fatalistiche simili a quelle presenti nel ragionamento dei lebbrosi al v. 4. La ricognizione, invece, ha esito positivo e la notizia viene comunicata al re, mentre in città i prezzi bassi e l'abbondanza di mercanzie sono la dimostra-

297

2 RE 7,18

I guardiani allora gridarono e fecero giungere la notizia all'interno fino al palazzo reale. 1211 re si alzò nella notte e disse ai suoi cortigiani: «Vì spiegherò io quello che ci hanno preparato gli Aramei: sapendo che siamo affamati, sono usciti dali' accampamento per nascondersi in campagna, pensando: "Appena usciranno dalla città, li prenderemo vivi e poi entreremo in città"». 13Uno dei cortigiani rispose allora cosi: «Si prendano cinque dei cavalli superstiti che sono ancora qui - al massimo sarà di loro come di tutta la moltitudine d'Israele." che è morta- e mandiamo(li) a vedere». 14Presero così due uomini a cavallo" e il re li inviò sulle tracce dell'esercito arameo, ingiungendo: N1-?~ tli?~1

1~~iJ 1~~iJ "if?.~14 :il#IJ.t;l N71 i1J;lt;'~1 n?JiJ ~T;IO~~ ?~1'P~ 1:1.1 10N~1 O':J:r.z;; '?'lÌil '1W n3m N:l11l5 :1l'?.il nb1 N'::Ui1 c-• JT T

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9,2 Camera appartata (.,"l'H .,.V;t)- Cfr. nota a l Re 20,30. 9,3 Su Israele ~~nl!'~-',~)- Molti mano-

9,1-10,36 YEHU, RE n'IsRAELE I capitoli 9-10 sono un'ampia descrizione della rivolta di Yehu contro l'ultimo re della dinastia degli Omridi. Tale narrazione è inserita da una parte nel contesto storico della guerra tra Israele e il regno di Damasco durante il governo del forte }:lazael (cfr. commento a 8,28-29), dall'altra parte è artificialmente posta in relazione con il cosiddetto «ciclo di Eliseo» tramite l'iniziale menzione del profeta. L'indole artificiosa di quest'ultima ambientazione letteraria risulta sia dal fatto che il «profeta Eliseo» (9,1) non sarà più menzionato nei successivi due capitoli, sia dall'inusuale titolo di «profeta» a lui attribuito in 9,1 che si oppone al suo consueto appellativo di «uomo di Dio» (p. es., 2 Re 4,16-27; 5,7-20; 7,17-19; 8,1-11). Questi capitoli non devono pertanto essere inseriti nel ciclo di Eliseo, poiché la menzione del famoso profeta in 9,1 proviene, in tutta probabilità, dalla mano di un redattore interessato a dare maggiore rilievo al ruolo profetico di Eliseo piuttosto che all'attività di riforma religiosa di Yehu (cfr. anche 9,36-37). In entrambi questi capitoli, inoltre, le azioni di Yehu appaiono guidate da motivazioni religiose, mentre le probabili cause politiche di tale usurpazione sono completamente ignorate: Yehu è qui presentato come fedele esecutore della parola profetica, annientatore del culto a Ba'al e coraggioso difensore dello yahwismo.

309

2RE9,6

9

Il profeta Eliseo convocò uno del gruppo dei profeti e gli disse: «Cingiti i fianchi, prendi con te questo vasetto d'olio e va' a Ramot di Ghil'ad. 2Giunto là, cerca Yehu, figlio di Yoshafat, figlio di Nimshi. Entrato (lì), lo farai alzare tra i suoi colleghi e lo condurrai in una camera appartata. 3Prenderai il vasetto dell'olio e ne verserai sulla sua testa dicendo: "Cosi dice YHWH: Io ti ungo re . su. Israele". Aprirai quindi la porta e fuggirai via senza indugio». 4Cosi il giovane, discepolo del profeta, andò a Ramot di Ghil'ad. 5Quando giunse i capi dell'esercito stavano seduti assieme; egli disse: «Ho un messaggio per te, comandante». Yehu domandò: «Per chi di noi?». Rispose: «Per te, comandante». 6Cosi Yehu si alzò ed entrò in casa; allora (il giovane) gli versò l'olio sulla testa dicendogli: «Così dice YHWH, Dio d'Israele: "Io ti ungo re sul' popolo di YHWH, su. Israele. 1

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scritti ebraici leggono &,ll invece che &,N. (cfr. v. 12). Similmente le antiche versioni. + 9,3 Testo affine: lSarn 10,1

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9,6 Sul popolo ... su Israele- Rendendo, &,N., «VersO», come t,Jl, '~v·n~ opl!'!; illil; 19~ il~ 1~N7. ~7.~ 1~~ hNt:t1 nN!~ 19Niil UÌ ;-t1:;1 v>"~ \ni?~l ~'io~;~13 :?~1V?~-;~ 'ir.?'G? '!r'~T;lWJt ~1JtN•l ,~;w~ \Vi?J;1~l ni?P.~O o·u·?~ l"t'T:1.1J m"W!l AT

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9,7 Colpirai (i'tl;1'!;ll':l1)- La Settanta legge usato per rendere la forma hiftl di m:>, «sterminare», in accordo con la promessa di l Re 21,21 dove si trova lo stesso verbo greco. Tale lettura è un tentativo di armonizzare i due testi per meglio

É~oÀE9pEuauç

ottenere lo schema teologico promessa l compimento. 9,8 Ogni maschio (,'i?~ 1'1;1~)- Cfr. nota a l Re 14,10. Imprigionato o libero (:mlJ1 ,~~lJ1) Espressione che probabilmente è da inten-

Dopo l'unzione e prima della precipitosa fuga (v. lOb), nei vv. 7-lOa l'anonimo profeta pronuncia un oracolo non previsto dal comando di Eliseo. In questo oracolo egli annuncia la punizione di Al;lab e Izebel utilizzando una terminologia deuteronomistica già nota in altri passi di questo libro (l Re 14,10-11; 21,21-23). Proprio per l'assenza di riferimenti a tale oracolo sia nel precedente comando di Eliseo al v. 3, sia nel successivo resoconto di Yehu al v. 12, questi versetti sono di solito considerati una postilla redazionale inserita nel racconto originario. Tale aggiunta, anticipando in forma di oracolo di condanna alcuni eventi futuri già noti al redattore, pone in grande rilievo l'autorità della parola divina e il ruolo svolto dai profeti, considerati «servi» di YHWH (cfr. anche v. 36b). Di conseguenza, la fine del v. l Ob («Quindi aprila porta e fuggi») probabilmente in origine si trovava collegata direttamente al v. 6, essendone il compimento esatto dell'ultima azione comandata al profeta da Eliseo nel v. 3.

311

2 RE 9,14

Tu colpirai la casa di ~ab, tuo signore, così io vendicherò il sangue dei miei servi, i profeti, e il sangue di tutti i servi di YHWH, sparso dalla mano di Izebel. 8Perirà tutta la casa di ~ab e io eliminerò ogni maschio che appartiene ad ~ab, imprigionato o libero, in Israele. 9Renderò la casa di ~ab come la casa di Yorob'am, figlio di Nebat, e come la casa di Ba'sha, figlio di ~iyya. 101 cani divoreranno Izebel nel campo di lzre'el e nessuno la seppellirà». Quindi aprì la porta e fuggì. 11 Quando Yehu usci (ritornando) dagli ufficiali del suo signore, essi gli domand' arono': «Tutto bene? Perché quell'invasato è venuto da te?». Rispose loro: «Voi conoscete l'uomo e i suoi sproloqui». 12Essi replicarono: «Non è vero! Suvvia, raccontaci (la verità)». Allora egli disse: . 16Yehu sali su un carro e si diresse a Izre'el, perché Yoram giaceva li sofferente, e Al)azya, re di Giuda, era sceso a visitarlo. 17La sentinella che stava sulla torre di Izre'el vide la schiera di Yehu che avanzava e gridò: «Vedo una schiera». Yoram rispose: «Prendi un cavaliere e mandalo loro incontro perché chieda se va tutto bene». 18Un cavaliere gli andò incontro e disse: «Il re domanda: "Va tutto bene?"». Yehu rispose: «Che t'importa se va tutto bene, unisciti a me!». La sentinella riferì.: «Il messaggero li ha raggiunti, ma non è tornato indietro». 19Così (il re) inviò un secondo cavaliere che, giunto da essi, disse: «Il re domanda: "Va tutto bene?"». Yehu rispose: «Che t'importa se va tutto bene, unisciti a me!». 20La sentinella riferì.: «Li ha raggiunti, ma non è tornato indietro. Il (modo di) guidare il carro è come quello di Yehu, figlio di Nimshi, che guida come un pazzo». 21 Yoram ordinò: «.Attaccate, (i cavalli)!» .• Attaccarono, (i cavalli) al suo carro. Allora Yoram, re d'Israele, e Al;lazya, re di Giuda, uscirono ciascuno sul proprio carro per andare incontro a Yehu; essi lo trovarono nel campo di Nabot l'izre'elita. 15

era un prode e uomo potente», che alcuni ritengono sia la collocazione originale, ma erroneamente anticipata dal Testo Masoretico al v. 15. 9,18 Unisciti a me ('10~-,~ :lO)- L'espressione ebraica ha il senso di «passare dall'altra parte al seguito di qualcuno».

9,21 Attaccare i cavalli! Attaccarono i cavalli - Con la recensione antiochena della Settanta ((E~«TE 'tèt &p~'t« K«l ~(Euç«v) e la Peshitta, mentre l'ebraico (1~~.1 10~) e il codice Vaticano (B) hanno le dùe foilne verbali al singolare. 119,21 Testo parallelo: 2Cr 22,7-8

di Giuda, incontro a Yehu, ormai vicino e riconosciuto dal suo modo di condurre il carro. Il racconto degli avvenimenti è costruito con fine senso letterario e, con il ripetuto invio di messi uno dopo l'altro, riesce a creare una crescente attesa nel lettore, preparando nel contempo l'ambientazione per il successivo incontro tra i personaggi (cfr. lSam 19,19-24; 2 Re 1,9-14). Per questo motivo esso può ben essere considerato una narrazione di carattere folcloristico, piuttosto che storico. I due re decidono di muoversi incontro a Yehu, ma ognuno con il proprio carro (v. 21). Questa separazione di mezzi darà l'opportunità al narratore di differenziare l'infausto destino dei due sovrani, riservando maggiore rispetto ad Abazya di Giuda (cfr. v. 28). L'incontro avviene presso la vigna di Nabot, luogo in cui, secondo un'altra tradizione, Elia avrebbe pronunciato un oracolo di sventura contro la discendenza di Al;lab (l Re 21,19.29).

314

2 RE 9,22

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9,12 Finché ... continua- Dando a ,-l? un senso durativo (come in Gdc 3,26). Numerose (0'~1~)- L'aggettivo si riferisce

a entrambi i sostantivi c·~m. rostituzioni», e C'F;l~~. «magie» (la versione CEI lo riferisce solò a quest'ultimo). Prostituzioni (c·~~1)- ll tennine deve essere inteso come metafora per indicare, in modo spregiativo, l'idolatria (Es 34,16; Dt 31,16).

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9,25 Nel campo, proprietà di Nabot - Alla

lettera: «nell'appezzamento del campo diNabob>. Forse si può anche tradurre «nel campo di Nabot, in (aperta) campagna>>. Per l'uso della medesima endiadi cfr. Gen 33,19; Gs 24,32; 2Sam 23,11; Rut 2,3. Mi ricordo infatti che io e te (~l ·~ ,;:,!) -L'ebraico ha il verbo all'imperativo: «'ricorda: io e te>>, ma le versioni presuppongono un

Nel dialogo tra Yoram e Yehu (v. 22) quest'ultimo giustificherà la sua cruenta azione con il perdurare del culto verso Ba'al (cfr. nota sul termine «prostituzioni») e delle pratiche magiche, giudicate idolatriche e tipiche dei popoli stranieri (Na 3,4). Nonostante il narratore voglia far sembrare tali pratiche cultuali come estranee a Israele, esse, in verità, non furono prerogativa esclusiva degli altri popoli; le centinaia di amuleti e figurine apotropaiche ritrovate in Israele e Giuda in contesti domestici e funerari sono una chiara prova che esse continuarono ad essere praticate dagli Israeliti durante tutta l'epoca monarchica. Dopo aver ucciso il re Yoram (v. 24), Yehu si premura di giustificare il suo atto di cospirazione adducendo una sua preventiva consapevolezza di un oracolo pronunciato contro il figlio di Al;tab (vv. 25-26). La profezia qui citata da Yehu non corrisponde però a quella di l Re21,19-24. Secondo l Re 21, infatti, la «vigna>> di Nabot si trovava vicino al palazzo di Samaria, mentre qui il «campo» di Nabot è

315

2 RE 9,28

Quando Yoram vide Yehu lo salutò: «Tutto bene, Yehu?». Ma quegli rispose: «Come può (andare) tutto bene finché Izebel, tua· madre, continua le sue numerose prostituzioni e magie?». 23 Allora Yoram si volse indietro e fuggì, dicendo ad Al}.azya: «Tradimento, Al}.azya!». 24Ma Yehu, impugnato l'arco, colpì Yoram tra le spalle, così che la freccia gli trapassò il cuore ed egli si accasciò sul carro. 25 (Yehu) disse al suo scudiero Bidqar: > o un «alto ufficiale» (2 Re 18,17; 24,12). Nel presente passo, tali «eunuchi» sono probabilmente la scorta della regina, essendo la loro effeminatezza garanzia di integrità per Izebel (cfr. i «guardiani»

Il v. 29, un lacunoso sommario conclusivo in stile deuteronomista, contraddice l'indicazione temporale di 8,25 ed è forse un tentativo di concordare le informazioni di 8,25-26 con quanto appena narrato in merito alla contemporanea uccisione dei re Yoram e Abazya. 9,30-37 Uccisione di Izebel La narrazione si muove ora da Yible'am al palazzo di lzebel dove risiede la regina madre che, «avendolo saputo», si prepara all'incontro con Yehu (v. 20). Nonostante alcuni ritengano che il farsi bella della regina sia interpretabile come un tentativo di sedurre Yehu (cfr. Ger 4,30; Ez 23,40-41 ), il suo sprezzante saluto milita contro tale interpretazione. Izebel infatti, chiamandolo con il nome di un altro comandante usurpatore (v. 31 ), augura a Yehu di andare incontro al medesimo

317

2 RE 9,37

ai suoi avi, nella città di David. 29Al;tazya era divenuto re di Giuda nell'anno undicesimo di Yoram, figlio di Al;tab. 3oyehu arrivò a Izre'el. Izebel, avendolo saputo, si truccò gli occhi con stibio, si acconciò i capelli e si affacciò alla finestra. 31 Quando Yehu entrò dalla porta, ella disse: «Come va, Zimri, assassino del proprio signore?». 32Yehu alzò la testa verso la finestra e domandò: «Chi sta con me? Chi?». Due o tre eunuchi si sporsero fuori verso di lui, 33 allora egli disse: «Gettatela giÙ>>. Cosi la gettarono giù: il suo sangue schizzò sul muro e verso dei cavalli che la •calpestarono,. 34Egli dunque entrò, mangiò e bevve; poi ordinò: «Prendetevi cura di quella maledetta e seppellitela, perché era una figlia di re». 35Andarono per seppellirla, ma di lei non trovarono che il cranio, i piedi e le palme delle mani. 36Tomati, lo riferirono a Yehu, che disse: «È proprio la parola di YHWH che aveva pronunciato per mezzo del suo servo Elia il tisbita: ''Nel campo di Izre'el i cani divoreranno la carne di Izebel, 37 e il cadavere di Izebel sarà come letame sparso sulla campagna, nel campo di Izre'el, cosi che non si potrà più dire: questa è Izebel"». delle concubine del re in Est 2,3 e 2, 14-15). 9,33 Gettatela giù - Con il qerè iJ~I!l~~ al posto del ketìb ~i'Tt@'?W («gettatelo giù»). La calpestarono- L'ebraico ha il singolare i'Til?'?ì~1 («e la calpestò»), ma quasi tutte le versioni rendono al plurale, riferendosi ai cavalli. Si può intendere che Yehu vi passò sopra con i suoi cavalli. 9,34 Prendetevi cura (NP,i?~)- Con questo

imperativo Yehu non ordina semplicemente di «sistemare» un affare ingombrante; qui il verbo ,pll, visto il prosieguo della frase, dovrebbe essere correlato con una specifica funzione funeraria. Questa osservazione potrebbe connettere tale verbo con il piiqidu accadico, termine con il quale si indica • 1 'WN1 ~N'~iJ 1~N7. i?·i~!l ~~7~iJ N~!l8 : n7N~nr. l'i~ -,'J 1lJV}iJ no~ C'J~~ '~~ c~N m'W 19N'l17gt~·'~il C'i?.1~ C*i;I-C,f-C,tl 19N~l i~~!! N1l~l 1j?,!l~ 't'~l9 :1i?,!iliJ -c,f-ntt i1f.i'J '9.~ ~njì~ttl ~~,~-c,'J 't:lìYli? '~~ n~i'J Cr:J~ 1.l':f-1WN i13nN hli1' 1:110 c,_g., N?\:;, NiilN ~V':f 10 :n;N i':f:JV i'::l 1i':f 1v>N nN nibv i11i1'1 :r.NnN n'l-C,v i11i1' Z

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), che lascia presumere un ebraico C,nno~ o C,nn~~. 10,23 Verificate bene (~•q~ ~~~)-I due verbi formano un'endiadi; alla lettera: «perlustrate e vedete». 10,25 Gendarmi e scudieri (c~C,~tT1 c·~·v~!) - I termini ebraici sono di difficile compren-

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sione. C'~l da «correre)), sembra designare la scorta di guardia (2 Re 11,4) al servizio del re (l Sam 22, 17); su c·~~~ cfr. nota a 2 Re 7,2. Lasciarono (~::1~~~1) -Alla lettera: «gettaronm> (senza oggetto); il senso però non sembra quello di «gettare via» i corpi, quanto di «!asciarli li» senza sepoltura (l Re 13,25). Cella - Il testo ebraico ,,l!, «città>), come

si riempie e con le istruzioni date da Yehu ai suoi aiutanti (vv. 22-25); nei vv. 23-25 la non perfetta coerenza nello svolgimento delle azioni è il possibile segno che il testo abbia subito alcune rielaborazioni. In ogni caso, giunti al v. 25 il narratore chiarisce che gli aiutanti di Yehu si trovano all'esterno della sala in cui si svolgeva il sacrificio e che, entrando, essi uccisero tutti i partecipanti all'assemblea. L'episodio si conclude con un'appendice (vv. 25b-27) nella quale si descrivono le azioni compiute per annientare le istallazioni cultuali di Ba'al. Tale appendice è spesso giudicata come redazionale, essendo il suo linguaggio simile alle riforme di Yoshiyya, re di Giuda, descritte in 23,8.12-14. La menzione della «latrina», inoltre, richiama deliberatamente la sorte del corpo di Izebel (9,37).

325

2 RE 10,29

(Yehu) disse all'incaricato delle yesti «Tira fuori i paramenti per tutti gli adoratori di Ba'ah>. Quello tirò fuori le vesti per loro. 23 Allora Yehu, (con) Yonadab figlio di Recab, entrò nel tempio di Ba'al e disse agli adoratori di Ba'al: «Verificate bene che non ci sia qui con voi nessun adoratore di YHWH, ma soltanto adoratori di Ba'al». 24Entrarono quindi per compiere sacrifici e olocausti. Yehu però aveva disposto all'esterno ottanta uomini (ai quali) aveva detto: «Chiunque si lascerà scappare uno solo degli uomini che io consegno nelle vostre mani (perderà) la sua vita in cambio di quella». 25 Quando ebbe finito di compiere l'olocausto, Yehu disse ai gendarmi e agli scudieri: «Entrate e colpiteli, nessuno sfugga!». I gendarmi e gli scudieri li trafissero a fil di spada e (li) lasciarono (lì). Proseguirono poi fino alla ·cella, del tempio di Ba'al, 26portarono fuori 'la stele, del tempio di Ba'al e la bruciarono; 27distrussero la stele di Ba'al, poi demolirono il tempio di Ba'al e lo trasformarono in latrina fino a oggi. 28 Così Yehu estirpò Ba'al da Israele; 29tuttavia Yehu non si allontanò dai peccati che Yorob'am, figlio di Nebat, aveva fatto commettere a Israele: i vitelli d'oro che erano a Bet-el e a Dan. 22

pure le versioni antiche, non si adatta al contesto. I commentatori seguono pertanto tre ipotesi: o eliminano ,.~ considerandolo dittografia di ,~ (così la recensione antiochena della Settanta), o modificano il testo intendendovi, dal contesto, la cella, il sacrario (,":;l"!) del tempio, oppure danno a,.~ il senso d( «torrione)) del tempio, significato però mai attestato nell'ebraico. 10,26 La stele (ni::l~~-n~)- Pur essendo il

termine ebraico qui plurale, segue un pronome singolare (i;'T~&l"')t;l~'l. «e la bruciarono»). Il contesto, cosi come la Settanta con t~v ot~À.TJV e la Vulgata con statuam, suggeriscono il singolare (cfr. anche il versetto successivo). 10,29 Bete/ ~~~t-n•~)- Il codice di Leningrado (L), il cui testo è qui riprodotto, presenta l'aplografia della preposizione :l prima del toponimo "~~t-n·~.

10,28-36 Sommario sul regno di Yehu Terminati i racconti sugli eccidi operati da Yehu, troviamo ora l'epilogo sul suo regno. Questo epilogo non ha carattere unitario, contenendo dapprima un composito giudizio teologico sul suo regno (vv. 28-31 ), poi una breve notizia storica (vv. 32-33), infine il consueto sommario conclusivo deuteronomistico di fine regno (vv. 34-36). Il giudizio teologico complessivo su Yehu non è unitario, in quanto, all'interno di una duplice valutazione complessivamente positiva (vv. 28 e 30), è inserita la critica del v. 29, da considerarsi in tutta probabilità una glossa, come indica l'impiego del tardo termine maschile ber' «peccato» (esso ricorre solo due volte in 1-2 Re) al posto del più comune femminile /:laf!iit

326

2 RE 10,30

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n9. '?.

dice la morte di Eliseo sarebbe avvenuta durante il regno di Yehu e non durante il regno di Yoash (13,14). Ponendo qui la morte di Eliseo, il codice palinsesto di Vienna (VL 115) risolve due problemi: la vita straordinariamente lunga di Eliseo e l'infedeltà di Yehu che inizierebbe solo dopo la morte del profeta; proprio per

Yehu è l'unico dei diciannove sovrani del regno d'Israele a ricevere una valutazione positiva dal redattore deuteronomistico (v. 30), mentre tutti gli altri- a parte Ela e Shallwn che non ricevono alcuna valutazione- sono giudicati negativamente. Tale giudizio positivo viene però offuscato dai vv. 31 e 29 che formano una specie di inclusione negativa attorno al v. 30. Quest'insieme positivo e negativo pennette al redattore di fornire una giustificazione teologica sia del perdurare della dinastia di Yehu (v. 30; cfr. 15, 12), sia della successiva breve notizia storica (vv. 32-33) in merito alle sconfitte subite da Yehu da parte dell'arameo l;lazael e alla conseguente riduzione del territorio d'Israele. Queste ultime notizie sono state messe in relazione con i segni di distruzione archeologicamente osservabili in alcuni siti limitrofi alla regione di Ghil 'ad, come, per esempio, gli strati IX di I;Iazor, VA-NB di Meghiddo e IIB di Tell Tanaach. Poiché la città di l;lazor sembra acquisire in questo periodo alcuni tratti della cultma materiale aramea, si può supporre che la sovranità d'Israele nella Samaria settentrionale sia andata riducendosi durante l'epoca di

327

2 RE 11,1

YHWH disse a Yehu: , in senso avverbiale: «in alternanza». 11,7 Per il re (1~'?0""~)- Le guardie per il

re sono poste presso il tempio perché li era nascosto Yoash (v. 3), mentre Atalya risiedeva al palazzo reale (v. 5). 11,8 Seguendo/o in ogni suo movimento (~nM~~ 1M~~~) - Alla lettera: «durante il suo uscire e i1 suo entrare>>. 11,10 Le /ance (rrmtt)- Leggendo al plurale con la Settanta (toùç oupO!Jiicnru;) e altre versioni antiche (cfr. anche 2Cr 23,9: C'J:''mtt). 11,12 Protocollo - L'ebraico m,;~ indica un documento contrattuale scritto all'atto

passa immediatamente all'atteso giorno di sabato riportando la rapida esecuzione delle istruzioni (v. 9): i comandanti vengono equipaggiati con armi regali (v. 10) e si dispongono tutt'attorno al tempio (v. 11). La sequenza raggiunge il suo apice con la descrizione del rituale di incoronazione (v. 12), dove il nuovo re, protetto da tutti i comandanti, riceve il «diadema» e il «protocollo» dalle mani del sacerdote Yoyada; seguono l'unzione e l'acclamazione del popolo similmente a quanto successe per Salomone (l Re 1,39). L'attore principale di tutta la narrazione è il sacerdote Yoyada, la sua autorità si impone su quella del futuro re Yoash che, al contrario, sembra rimanere passivo di fronte agli eventi. Il tema del racconto,

331

2 RE 11,14

6un terzo alla porta di Sur, e un terzo alla porta dietro i gemianni; farete la guardia al palazzo alternandovi. 'Mentre altri due gruppi di voi, tutti quelli che lasciano (il servizio) sabato monteranno di guardia al tempio di YHWH, per il re. 8Circonderete il re tutt'intorno, ciascuno con l'arma in pugno, e chi vorrà penetrare nello schieramento, sarà ucciso. Starete con il re seguendolo in ogni suo movimento. 91 comandanti delle centurie eseguirono tutto esattamente come aveva ordinato il sacerdote Yoyada. Ognuno prese i suoi uomini, quelli che entravano (in servizio) sabato e quelli che lasciavano (il servizio) sabato, e si recarono dal sacerdote Yoyada. 1011 sacerdote diede ai comandanti delle centurie le 'lance, e gli scudi del re David, che erano nel tempio di YHWH. 111 gendarmi, ognuno con la propria arma in pugno, si collocarono dali' angolo meridionale del tempio fino all'angolo settentrionale presso l'altare e il tempio, per circondare il re. 12Poi Yoyada fece uscire il principe regale e gli consegnò il diadema e il protocollo, lo proclamarono quindi re e lo unsero; batterono le mani e gridarono: «Viva il re!». 13 Quando udi il clamore dei gendarmi (e) della gente, Atalya si recò dal popolo nel tempio di YHWH, 14guardò (attorno) e vide il re in piedi presso la colonna, secondo la consuetudine, con i comandanti e i trombettieri dell'incoronazione che la Bibbia associa alle nonne divine (cfr. l Re 2,3, nonché Dt 17, 18); appare anche nel contesto della conclusione del patto sul Sinay (Es 25,16; 40,20). Il termine ha un suo parallelo nell'antico aramaico 'dy, «trattato» (cfr. il Trattato di Sefire KAI 222 dell'Vlll sec. a.C.) e nell'accadico adé che, in epoca neoassira, indica il «giuramento (di lealtà)» verso il re (SAA2, n. 8).

Lo proclamarono quindi re e lo unsero (~1"1r:t~~·1 ~nk ~;:,'?~~1) -Nella Settanta i ver-

bi sono al singolare, avendo cioè come soggetto il solo Yoyada (1e1Ù ÉjXx (cfr. Gen 34,21) · •!• 11,14.17 Testo affine: 2 Re 23,3

dal culto verso Ba'al distruggendone il tempio, gli arredi sacri e uccidendone l'idolatrico sacerdote. Solo dopo che la necessaria legittimità dinastica e la piena integrità religiosa del popolo (cfr. la richiesta al v. 17) è stata ristabilita, Yoash può finalmente uscire dal tempio- il suo puro luogo di rifugio- e insediarsi nel palazzo regale (v. 19). Il patto stipulato nel v. 17 riprende la teologia deuteronomistica su Israele quale «popolo di Dio» (cfr. Dt 7,6; 14,2), ma inserisce anche il re accanto al popolo come terzo partecipante al patto. Questa peculiarità di un'alleanza con due partecipanti umani (il re e il popolo) probabilmente serve ad associare il re, qui non presente, al popolo nell'opera di purificazione religiosa (cfr., a ruoli invertiti, Giosia e il popolo in 23,3). L'intero capitolo trova così conclusione con il sommario finale sulla ritrovata tranquillità del regno (v. 20).

334

2RE 12,1

v~w-n~'P=ll2 :i:;>?t?;t w~iil~ o'~'P v~v.tT~ 1 12 OÌlP~1'=ll 'if~9 itJt,p O'~f1~1 W~iil~ 'if~9 N~il~7

'l'.U::l 1W-il WNiil' w.u•13 :V.lWn 1N::l0 il'.l~ iON OW1 niQfD i''J4 :tp!:lD V'J!iil~ m1iil 1W~ 1'g:·Z,~ il~,~ :ni~f~ O'j'?i?~~ O't;:I~I'? OP.i? 1W ~,~r~6 N~~'-,W~ O'Wti?.D ~9~ ;:, O'~Q!:liJ·Z,~ W*iil~ 19N,5 ~9~-Z,~ trW ni~!?~ ~9# W'~ ,~;p ~9# hlil~-n'~ bv7 U)i?~6 :illil~ l1'f.l N'~i?7 W'~·:~.? Z,P- h?P.~ 1Y{~ "~7 n~~D i'1irn~ ~vro; ot.q i1~~ n~P. W'~ o'~O~iJ ila'P w?'P1 o'1~ n~'P=ll 'tl~f =i'1~ ow N~~~-,,~ :n~~D i'1#-n~ O'~Q!:lD ~i?it:t-N7 W~iil~ 'if?t}? 19N~l 0'~Q~71JD!:lD VJ~iil'7 w*iil; 'if?$iJ N1ir.l8 ilJ!I~1l1~f.,D i'1t.rn~ O'i?.TD't O;;Jt~ ~~1~ o;)7.~ }.. ••

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:~il~f;ll;ll1~~D i'1~7-'~ 0~'1~~ l1~P. ~ç~-~Mi?l;l-;~ //12,1-17 Testo parallelo: 2Cr 24,1-16 11,3 Essendo stato istruito (~i'Tl'i'T ,~~) -L'ebraico,~~ non sembra avere qui un valore causale (cosi la versione CEI «perché»), ma piuttosto relativo (alla

lettera: «che Yoyada lo aveva istruito»). 12,5 Offerte sacre in denaro (C'~1~::t '19.;!?) - Alla lettera: «il denaro delle cose sacre». Denaro stabilito per ciascuno (~!:t ,~'Wl:)'?.~)

12,1-22 YOASH DI GIUDA Yoash di Giuda è uno dei pochi re di Giuda a ricevere un giudizio teologico positivo, nonostante le riserve presenti nel v. 4 in merito alla pennanenza del culto popolare presso le «alture». Delimitato dai consueti sommari introduttivo (vv. 1-4) e conclusivo (vv. 20-22), il capitolo presenta due eventi principali occorsi durante il regno di Yoash, uno positivo e uno negativo, in perfetto accordo con il giudizio positivo, ma sfinnato negativamente, espresso nel sommario introduttivo. nprimo evento (vv. 5-17), sul quale si concentra maggiormente l'attenzione del narratore, è dato dai lavori di ricostruzione del tempio che, in un certo modo, anticipano quelli che opererà Yoshiyya in 2 Re 22-23. n secondo evento (vv. 18-19) è una breve notizia sull'invasione di l;Iazael che costringerà il re Yoash al pagamento di una grossa somma per mantenere salvo il regno. 12,1-4/ntroduzione al regno I vv. 1-4 contengono il sommario introduttivo deuteronomistico con le consuete informazioni dinastiche, il sincronismo con il re d'Israele e il giudizio etico sul sovrano. Le informazioni concernenti il precedente sovrano di Giuda, in questo caso

335

12

2 RE 12,8

Yoash aveva sette anni quando iniziò a regnare. Divenne re nell'anno settimo di Yehu e regnò quarant'anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Zibya (ed) era di Beersheba. 3Per tutta la sua vita Yoash fece ciò che è retto agli occhi di YHWH, essendo stato istruito dal sacerdote Yoyada. 4Tuttavia non scomparvero le alture; il popolo continuava a sacrificare e offrire profumi sulle alture. SVoash disse ai sacerdoti: «Thtte le offerte sacre in denaro che vengono portate al tempio di YHWH- il denaro stabilito per ciascuno, il denaro per il riscatto delle persone (e) tutto il denaro che ciascuno avrà desiderio di portare al tempio di YHWH- 6che siano i sacerdoti a prenderlo, ognuno dal proprio commesso; essi potranno così riparare le parti danneggiate del tempio, ovunque vi sia un danno». 7Tuttavia, nell'anno ventitreesimo del re Yoash, i sacerdoti non avevano ancora riparato i danni del tempio. 8Il re Yoash convocò così il sacerdote Yoyada assieme agli altri sacerdoti e disse loro: ~v 'W1t:~7 m~'~i~1

i1)/i; n'i-l [c"'Ji?~@iJ 1 c'"Ti?~iJJ ~P.~1 b.,~~ ni~i?'?1l~~v '~~h?~ 0''11~71 13 :i1~i; n';;t O'WVv ~i!iJ-~~ N~-,W~ ~~7~ n;..,;-n'~ P1~-n~ P~IJ7 :1*.r;u~

hiPlTQ ni1'?!'? ~ç~ ni~t;) nìn; "'f.l ni.p~ N? "r~ 14 :i1RTt:~7 :n~,;-n'~ N~m;:t ~t?.#iJ-lQ ~ç~r'7=?~ :1m '7.:P-~f ni1~~n :i1~i; n';rn~ t:r~PTD1 ~itlf;'l~ i1?.N?7?iJ 'it.!V7-'f. 15 12,11 Scriba (,çb) - Su questo titolo cfr. nota a l Re 4,3.

•:• ll,ll Testo affine: 22,5-6 11,14 Per il tempio di YHWH

(iiV'I~ n•~)

intenzioni del sovrano e pone in grande rilievo la sorprendente inerzia dei sacerdoti. Il racconto biblico, pur dando rilievo a tale colpevole inerzia, non ne offre alcuna motivazione, cosi che le varie spiegazioni avanzate da alcuni commentatori (incapacità dei sacerdoti, negligenza, deliberata opposizione, furti ecc.) non sono altro che mere speculazioni. Ecco allora che il re stesso procede a una nuova disposizione che riceve il consenso immediato dei sacerdoti (v. 9). Nel loro insieme, le disposizioni di Yoash presentano il re quale devoto patrono del culto ufficiale a YHWH, alla maniera di quanto era stato in precedenza Salomone e di quanto lo sarà poi Yoshiyya (2 Re 22,3-7). Non è inutile ricordare che la descrizione del sovrano quale costruttore di templi e patrono del culto divino è in perfetta consonanza con l'ideologia regale del tempo: molti sovrani vicino-orientali, nelle loro iscrizioni, si vantavano di avere edificato o restaurato i templi, considerando tali opere di edificazione come un loro precipuo dovere religioso. I vv. l 0-13 descrivono come i sacerdoti raccogliessero le offerte portate al tempio e le deponessero in un forziere vicino all'altare. Lo svuotamento del forziere era compiuto dal sommo sacerdote, coadiuvato dal delegato del re. Questi dettagli

337

2 RE 12,15

1 sacerdoti acconsentirono a non ricevere più denaro dal popolo e a non restaurare i danni del tempio. 10Allora il sacerdote Yoyada prese una cassa e vi fece un buco nel coperchio; poi la collocò a fianco ali' altare, alla destra quando si entra nel tempio di YHWH, e i sacerdoti, i custodi dell'ingresso, vi ponevano tutto il denaro portato al tempio di YHWH. llQuando questi vedevano che nella cassa c'era molto denaro, allora uno scriba del re e il sommo sacerdote venivano a raccogliere e contare il denaro trovato nel tempio di YHWH. 12Consegnavano così il denaro contato agli ispettori degli addetti ai lavori del tempio di YHWH. Questi lo distribuivano ai falegnami, ai costruttori che lavoravano nel tempio di YHWH, 13 ai muratori, ai tagliapietre, e per l'acquisto di legname e pietre squadrate per riparare i danni del tempio di YHWH e di tutto quanto fosse necessario per restaurare il tempio. 14Comunque, con il denaro portato nel tempio di YHWH, non si fecero per il tempio di YHWH né coppe d'argento, coltelli, vasi per aspergere, trombe, né alcun utensile d'oro o d'argento; 15 esso era invece consegnato a coloro che eseguivano il lavoro che con esso restauravano il tempio di YHWH. 9

- Questo testo, che è stato omesso dalla tradizione antiochena della Settanta, può

probabilmente anche essere considerato una glossa.

presentano alcune peculiarità degne di nota: benché il forziere fosse posto a fianco dell'altare, pare che i fedeli non fossero obbligati ad avvicinarsi a tale luogo sacro, poiché i sacerdoti potevano raccogliere le offerte presso l'entrata per poi portarle, essi stessi, al forziere; il titolo «sommo sacerdote» (hak/When haggiidol) è un'espressione rara nel libro dei Re (2 Re 22,4.8; 23,4) ed è in tutta probabilità un anacronismo, essendo tale denominazione esclusiva di testi chiaramente postesilici. Secondo questa nuova procedura, in ogni caso, ai sacerdoti era tolta ogni autonomia nello spendere le offerte raccolte. La regolamentazione qui disposta trova esatta corrispondenza nell'uso in vigore durante il regno di Yoshiyya (2 Re 22,3-5), ma vi sono diverse opinioni in merito alla connessione tra i due brani. Alcuni ritengono che tali regolamentazioni rispecchino la realtà dei due regni; altri pensano che l'origine della norma sia da far risalire al regno di Yoshiyya mentre qui si avrebbe solo una retroproiezione; altri infine, sulla base delle espressioni «sommo sacerdote» e «offerte sacre in denaro», ritengono che entrambi i brani siano di redazione post-esilica. I vv. 14-15 aggiungono altri dettagli che indirettamente fanno pensare che i sacerdoti, in precedenza, avessero speso troppo per utensili d'oro e d'argento.

338

2 RE 12,16

n.p? et·?~ ~\?~tt·n~ ~~.t;t~ ,W~ tJ'W~~ì)-n~ ~:t~JJ~ N71 16 niN~IJ ~\??,1 b~~ ~\?t 7 :tJ"P.V op i1~~~~ '?. i1?.N7rptt "WV7 :~'i1' tJ'li1!:)? i1,i1' n'!l N:J.~' N? ,.,~~;~!D. nW.':l n:Jf7~~ nr?~ ory?,1 n1~ "T?~ ;~!Q ii?P.~ t!$ 18 tJ'WlW.tt-?f n~ i1l~i1~-"T?~ W!$ii1~ n~~1 19 :otz~~,~-?~ ni7P.7 -n~1 h1~i1~ 'i?~ ,,~!:!.~ ~ii~TJJ~l b1ii1'1 '0~~;;,~ ~W'Ji?iT1W~ '1f?gtt n'~~ ;,~,~-n'~ nij~kf. N~f?~iJ :J.~ttt·?f n~1 ,'Vlia :otz~~,~ ?P-Q ?~~ n1~ '1f?~ ;~!Q7 n7~~1 1!Jo-?v tJ':l~n:J tJi1-Ni?i1 i'IWV 1WN-?:J, WNi' '1:11 1n',20 b~1 1Wi2-~1~i?~1 ,''J:tP. m~121 : i1'Jm~ '?.7~7 tl'9!iJ '')=i11 -~~ ,*!ii1'1 n~çv/·r~ 1;tfi'122 :NlQ 1')i"iJ N~~ n'# u;~;.,-n~ '1f7'?~1 1].1 ,,~~ ,,U!l~-ol:' il)k ~'1~i?~1 n6~1 ~i1~0 Ì'1:tP. l1P-W :,'f:lnr-1 il:J. i1'~0N l

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12,18 Si mise in marcia (n~~~) - Dopo fat la forma yiqtol può indicare \m passato. il verbo n':i.11 (((salire>>) in contesto militare

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ha spesso il senso di «assalire»; «muovere guerra» (p. es., Is 7,1). Sidisposea(T'~C~-L'espressione,allalet-

Anche l'annotazione sull'onestà dei lavoratori (v. 16) pare un'indiretta critica alla precedente organizzazione amministrativa e, nel contempo, è una sintetica esortazione all'onestà valida per il lettore di ogni tempo. Il v. 17 -un'annotazione di tipo disgiuntivo- intende mostrare come il nuovo sistema amministrativo non sconvolgesse il sostentamento dei sacerdoti, perché quest'ultimo dipendeva da altre specifiche tipologie di sacrifici. Si deve comunque notare che tale annotazione appare anacronistica nel contesto storico del regno di Yoash, in quanto entrambe le tipologie di sacrificio qui citate («di riparazione», ebraico 'iiSam, ed «espiatoriO>), ebraico bafliH) sono immolazioni tipiche dell'età post-esilica, trovandosi menzionate quasi esclusivamente nei libri del Levitico, dei Numeri e in Ezechiele. 12,18-19 Le invasioni di /fazael Questi versetti riportano alcune notizie sugli attacchi di I;Iazael contro Gat e Gerusalemme. La generica particella introduttiva temporale 'iiz, «in quel tempo», non offre alcuna precisa indicazione cronologica (cfr. nota a 14,8). Per questo motivo non è corretto datare questo attacco al ventitreesimo anno di regno citato nel v. 7. La storicità dell'attacco arameo a Gat, città filistea della Shefela, è stata difesa archeologicamente con due motivazioni: per la presenza di un lungo fossato, interpretato come segno dell'assedio, attorno a Tell e~-$afi (identificata con Gat), e per la presenza di un livello di distruzione databile tra la fine del IX e l'inizio

339

2 RE 12,22

Non si facevano (nemmeno) riscontri alle persone nelle cui mani si consegnava il denaro da dare agli esecutori dei lavori perché agivano con onestà. 17ll denaro (offerto) per il (sacrificio di) riparazione e il (sacrificio) espiatorio non era portato al tempio di YHWH; esso apparteneva ai sacerdoti. 18In quel tempo, I:Iazael, re di Aram, si mise in marcia per combattere contro Gat e la conquistò. Poi I:Iazael si dispose a marciare contro Gerusalemme. 19Allora Yoash, re di Giuda, prese tutti gli oggetti consacrati da lui stesso e quelli consacrati dai suoi antenati Yoshafat, Yoram e Al;lazya, re di Giuda, insieme con tutto l'oro trovato nei tesori del tempio di YHWH e del palazzo reale, e inviò (il tutto) a I:Iazael, re di Aram, che si ritirò da Gerusalemme. 20Le altre azioni di Yoash e tutto ciò che fece non sono forse registrate nel libro delle Cronache dei re di Giuda? 21 1 suoi ufficiali si sollevarono e organizzarono una congiura; essi colpirono Yoash a Bet-Millo, (al)la discesa verso Silla. 221 suoi ufficiali Yozabad, figlio di Shim'at, e Yozabad, figlio di Shomer lo colpirono ed egli morì. Fu sepolto con i suoi antenati nella città di David. Suo figlio Amazya divenne re dopo di lui. 16

tera: «pose il suo volto (verso)», denota l'intenzione di intraprendere un'azione (Ger 42,17). 12,21 Alla discesa verso Si/la (~~t;i ,!_~•;:t)-

Una forma alquanto anomala dal significato incerto, essendo il toponimo Silla ignoto. •:0 12,18-ll Testo affine: 2Cr 24,23-27

dell'VIII secolo a.C. Recentemente però, la suddetta interpretazione del fossato è stata messa in dubbio da Ussishkin, cosi che oggi appare difficile sia escludere, sia confermare la storicità delle notizie bibliche. Anche la notizia del pagamento di un tributo da parte di Yoash per allontanare l'assedio arameo non trova alcuna conferma archeologica. In ogni caso, lo stile breve e annalistico di questi versetti e l'indubbia potenza del re I:Iazael militano a favore della storicità di tali notizie. Oltre alloro eventuale significato storico, i vv. 18-19 devono essere compresi anche nella loro funzione teologica all'interno della prospettiva storiografica deuteronomistica. La menzione del tributo pagato da Yoash a spese del tesoro del tempio (cfr. similmenteAsa in l Re 15,15.18,Al;taz in 2 Re 16,8, e I:Iizqiyya in 18,15) serve anche a controbilanciare la precedente descrizione positiva del re che si prende cura del tempio. Il tutto in accordo con il precedente giudizio teologico su Yoash che era stato positivo, ma sfumato con l'affermazione che egli non fece scomparire le alture.

12,20-22 Sommario conclusivo I vv. 20-22 sono il sommario conclusivo deuteronomistico contenente, oltre alle usuali informazioni cronachistiche, anche una breve notizia sulla cospirazione contro Yoash e la sua uccisione da parte di alcuni ufficiali. I dettagli e le motivazioni di tale cospirazione non sono fomiti dal testo. La vicinanza tra le notizie della razzia del tesoro nel tempio (v. 19) e quella della fine violenta del re potrebbe far

2 RE 13,1

340

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13

ti'i'?;;f ;~,;p~-;~ N~ry~-t~ t~~i;,; 'if;if i1:J~i1; o~:t1! nN~TJ ,Jj~ 'iT~l illil; '?-'~f V') Ot.v~.~2 :ila~ i1J1p~ ;,N,; ~~-,TJ!l3 :il$'#~ ,P.-N? ?t.n~-ntt N'9.0iJ•W~ -o;rt~ -?:p ?~!trt~ 1:rrn~ 1;:t~ o;~-'if7.~ ?~!Q l 1.~ o5.t;~~ ~ ?~11p7f h~1 '?. nin; Ì'7~ VP-~~1 il,N,; "})l-n~ t1Jt:tin; ?J;J;l4 :O'Q~iJ ;~1~7 il)p; lÒ~l5 :01~ 'if7.~ o.pk l'P'?-'~ ?~11p~ l'TJ~-n~ ?ion:!l tli1"?i1N::J. ?N,t.v"-'l:l ~:1W 11 1 tl,N-1" nnr-10 ~Nlr"1 l1'WÌO '\?QiJ] "9-0iJ-,W~ o~:t1!-n'~ n1NlpTJP ~,~-N7 'if~6 :oit.p7v) 't :ti!f?Wf ii'J'?Jt iliW~O b~1 'iT~O rt~ ?~1;p~-n~ [N'lf.Dv l :l::l'i ;,,t.v.u, c'W1s c'Vion-e N':!l oli tnNii1..; ,.,Nu>i1 'N? -a• J

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···"tt:n

p licare fino a placare}>, esprime l 'ingraziarsi il favore divino (p. es., Es 32,11; l Re 13,6; Ger 26,19; Zc 7,2; Mll,9; Salll9,58). 13,5 Loro dimore (Cl'l'"l'IM)- Alla lettera: «loro tende». . . ·· " ' + 13,5 Testo affine: Ode 3,9 13,6 Aveva fatto commettere - Si è scelto di seguire il qerè M'~Ov· avendo il ketib

supporre che, secondo la teologia dell'autore, i due eventi dovessero essere posti in relazione l'uno con l'altro, essendo la morte violenta del re la giusta punizione per il precedente. La morte violenta del re, quale punizione divina verso un sovrano giudicato giusto ma che non tolse le «alture» (v. 4), svolge una funzione teologica avvicinabile alla malattia diAsa in l Re 15,23, o a quella diAzarya in 2 Re 15,5.

13,1-9 Yo~ D'IsRAELE L'ascesa di Yoal}az avviene in un periodo di forte declino per il regno d'Israele. Durante i precedenti due decenni, il forte ijazael di Damasco - stante anche la perdurante assenza degli Assiri in Siria - aveva conquistato vasti territori in Transgiordania (10,32-33) e fors'anche nelle regioni costiere e più meridionali (12,18-19). Solo dopo la morte di 'ijazael (ca. 805 a.C.), grazie anche alle campagne operate dal sovrano assiro Adad-nirari m in Siria nell'805-802 e nel 796 a.C., il quadro politico cambierà, con Damasco indebolito dagli attacchi assiri, e Israele che riprende autonomia (cfr. anche v. 25).

341

13

2 RE 13,7

Nell'anno ventitreesimo di Yoash, figlio di Al).azya, re di Giuda, Yoal;laz, figlio di Yehu, divenne re su Israele a Samaria. (Egli regnò) diciassette anni. 2Fece ciò che è male agli occhi di YHWH, prosegui il peccato che Yorob'am, figlio di Nebàt, aveva fatto commettere a Israele e non se ne allontanò. 3Si accese quindi l'ira di YHWH contro Israele, e li consegnò in mano a I;Iazael, re di Aram, e in mano a Ben-Hadad, figlio di I;Iazael, per tutto quel tempo. 4Ma Yoal;laz supplicò YHWH, e YHwH lo ascoltò, perché aveva visto l'oppressione che il re di Aram infliggeva a Israele. 5YHWH concesse a Israele un salvatore, così che riuscirono a liberarsi dal potere di Aram; gli lsraeliti risiedettero così nelle loro dimore (pacificamente) come prima. 6Ma non si allontanarono dai peccati che la casa di Yorob'am aveva fatto commettere a Israele, ma· proseguirono' in (tutto) ciò; perfino l'ashera rimase in piedi a Samaria. 7Così a Yoal;laz non fu lasciata altra forza se non cinquanta cavalieri, dieci carri e diecimila fanti, perché li aveva distrutti il re di Aram, e li aveva ridotti come polvere da calpestare. 1

aplografia della M finale poiché segue n~. Proseguirono in tutto ciò (1'?;;t è! f)- n verl:io l'?i:'· singolare, è inteso al plurale essendo parallelo al precedente ~,9, «si allontanarono» (cosi anche le antiche versioni); si potrebbe pensare a un'omissione della lettera , finale, o a un particolare uso scribale, in quanto ne segue immediatamente un'altra

(cfr. similmente in 13,21 ). ì1:ll è invece mantenuto al singolare con riferiÌnento all'insieme della frase precedente «in (tutto) ciò» (simile uso di è!:ll in Gen 24,14 e l Re 13,11). 13,7- Dopo là fine del v. 7, la recensione antiochena della Settanta pone il testo del v. 23; questa trasposizione è ritenuta originale da alcuni commentatori. ·

I vv. 1-2 sono l'introduzione deuteronomistica: forniscono i dati cronologici del regno ed esprimono un giudizio teologicamente negativo sul re. I vv. 3-7 non sembrano essere una composizione unitaria, essendo i vv. 4-6 in tutta probabilità un'aggiunta esplicativa inserita secondariamente nel resoconto dell'oppressione aramea. Essi infatti appaiono come un'artificiosa motivazione teologica per la mancata distruzione del regno (cfr. similmente 13,23 e 14,2627). Nel v. 5 si menziona un «salvatore» (ebraico, mosia') concesso da YHWH a Israele che avrebbe compiuto la liberazione del regno dal giogo arameo. Alcuni commentatori, ritenendola una figura storica, hanno proposto varie identificazioni: Eliseo, Adad-nirari III, il successore Yoash, o altri ancora, ma la probabile secondarietà dei vv. 4-6, dovrebbe far dubitare del carattere storico di questo personaggio. Meglio quindi vedervi un personaggio ideale, del tutto simile ai «salvatori» inviati da Dio nel libro dei Giudici (Gdc 3,9.15) per liberare Israele dall'oppressione degli avversari.

2 RE 13,8

342

O':lm:;) oii-Ni?il-a in1~:u~ iiWV 1u>N-?::l1 tnNiil' '1::t':J 1n~1 8 ,,~~~-ol:) tJ:~~ii;l; :::1#~~19 :?~1~ ''i?'G"? O"t?.:tt ' J-?-'1 ,~p-?~ :1'~t;l.t:l i1~ u>~i" 'if'?'?~l Tiìf?W~ ~il'J.~i?~ ~ '

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13,11 In essi (l't:;!) -L'ebraico ha il pronome singolare, forse riferito al comportamento, o forse uno dei rari casi in cui il suffisso singolare si riferisce a un sostantivo femminile plurale (cfr. nota a 2 Re 17 ,22).



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//13,12-13 Testo parallelo: 2 Re 14,15-16 13,12-13 - La recensione antiochena della Settanta pone questi versetti dopo il v. 25, nella posizione che narrativamente appare più logica, omettendo di conseguenza il testo

I vv. 8-9 sono il sommario conclusivo deuteronomistico. In esso, oltre alle consuete informazioni sulla sepoltura, si fa menzione della N i1u>b"-n1in 1!JO::l .l~n::l::l n'Oil Nt, C'::l~il '::l ni:J.N·t,p ~nO~'·Nt, b'.l.l~ b'.l.~rt,lJ ni.lN ~lÌO~'·Nt, 1t)Nt, T

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(da ::l,ll, il «dare» o «prendere in pegno»), ricorre solamente qui e nel parallelo 2Cr 25,24. Le versioni antiche hanno avuto difficoltà a com-

n~::l"!.~J:I.

prenderlo. Nella presente locuzione l'uso di 1~ («figlio di + sostantivo») serve per indicare la condizione, la natura o anche la qualità di una persona che appartiene al gruppo determinato dal sostantivo (cfr., p.

caso, l'insieme del brano, in particolar modo l'apologo del cardo che vorrebbe paragonarsi al cedro (cfr. un apologo affine in Gdc 9,8-15), enfatizza la perdurante superiorità di Israele su Giuda durante il regno di Amazya. Non è inutile rimarcare come, in questa narrazione, il re d'Israele venga tratteggiato come sovrano accorto e autorevole, mentre Amazya di Giuda è descritto come un irresponsabile spavaldo, contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettato da un sovrano che «fece ciò che è retto agli occhi di YHWH» (v. 3). Per questo motivo, come già si diceva più sopra, molti commentatori ritengono questa narrazione di origine israelitica. I vv. 14-16 sono il sommario conclusivo di Yoash d'Israele (cfr. 13,12-13). In tutta probabilità questa dovrebbe essere la sua collocazione originaria, in quanto esso è collegato ai precedenti versetti. I vv. 18-21, collegati al precedente sommario tramite l'annotazione cronologica redazionale del v. 17, sono il sommario finale relativo al regno di Amazya di Giuda. All'interno del sommario è presente la notizia di una congiura ordita contro il re, ma la genericità dell'informazione, unita alla costruzione impersonale

351

2 RE 14,22

quindi tutto r oro e l'argento e tutti gli oggetti che si trovavano nel tempio di Y HWH e nei tesori del palazzo reale assieme agli ostaggi; poi fece ritorno a Samaria. 15Le altre azioni di Yoash, ciò che fece, la sua potenza e (la guerra) che combatté contro Amazya, re di Giuda, non sono forse registrate nel libro delle Cronache dei re d'Israele? 16Yoash si addormentò con i suoi padri e fu sepolto a Samaria con i re d'Israele. Suo figlio Yorob'am divenne re dopo di lui. 17Amazya, figlio di Yoash, re di Giuda, visse quindici anni dopo la morte di Yoash, figlio di Yoal;laz, re d'Israele. 18Le altre azioni di Amazya non sono forse registrate nel libro delle Cronache dei re di Giuda? 19Contro di lui fu ordita una congiura in Gerusalemme, allora egli fuggi a Lakish, ma essi lo fecero inseguire fino a Lakish, dove lo uccisero. 20Lo caricarono su cavalli e lo seppellirono in Gerusalemme con i suoi avi, nella città di Davi d. 21 Allora tutto il popolo di Giuda prese Azarya, che aveva sedici anni, e lo proclamarono re dopo suo padre Amazya. 22 Fu lui a ricostruire Elat, restituendola a Giuda, dopo che il re si era addormentato con i suoi avi. 14-prese

es., Is 57,3: i!pll -~.:.l, , cioè «maghi»). //14,15-16 Testo parallelo: 2 Re 13,12-13 //14,17-20 Testo parallelo: 2Cr 25,25-28 //14,21-22 Testo parallelo: 2Cr 26,1-2

14,22 Fu lui a ricostruire (i!~~ l't~i!)- il soggetto del verbo (M~i'1 «egli») è in posizione enfatica, ma è di dubbia identificazione; cfr. commento. Sull'ampio spettro di significati del verbo i'Tl:l cfr. nota a l Re 12,25.

senza soggetto esplicito, avvalora la supposizione che tale notizia non abbia valore storico, ma esemplare, cercando di avvicinare il destino di Amazya a quello del padre Yoash. Dopo il sommario conclusivo, quindi fuori dalla cornice deuteronomistica, il v. 22 ricorda la ricostruzione di Elat nel golfo di Aqaba. Tale breve notizia solleva molti problemi interpretativi: a chi si riferisce l'iniziale enfatico «lui», autore della ricostruzione? Chi è il «re» che si addormentò con i suoi avi? La maggioranza dei commentatori ritengono siaAzarya l'autore della ricostruzione, identificando il re che «si addormentò con i suoi avi» con l'appena defunto Amazya. Ma l' espressione «addormentarsi con i suoi avi» non si addice ad Amazya (morto assassinato: v. 19) perché essa indica una morte pacifica. Un'altra possibilità per conservare l 'ipotesi che sia Azarya l'autore della ricostruzione di Elat è quella di identificare il «re» qui citato con Yoash d'Israele (il cui sommario conclusivo ricorre nei vv. 14-16) in quanto lui ampliò il suo territorio (13,25), «si addormentò con i suoi avi» ( 14, 16) e si impose su Gerusalemme (14, 11-14) impedendogli probabilmente ogni commercio con il sud.

352

2 RE 14,23

n:r~n; 1~n~ w~i'·t~ ~n.~~Q~7 n~~ i1)'t'~rwQo h~'J?~23 np~1 c'~~1~ tiil;)~~ ;~1'P:-,7~ w~i'·r~. c~~~ 179

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14,1.5Da Lebo-Qamat (n'?o tc~::l~Q)- Il toponimo, che ricorre undici volte nella Bibbia, è identificato con Labweh (in assiro: Laba'u) nella Beqa' settentrionale, in Libano; esso indica il teorico confine settentrionale

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della terra promessa (Nm 13,21; 34,8; Ez 47,20) e d'Israele (l Re 8,65; Am 6,14). La prima parola del toponimo (K~::l~) è stata interpretata anche come l'unione di C, + K~::l, «l'ingresso di» (cosi la versione CEI).

14,23-29 YoROB'AM n n'ISRAELE Durante il suo lungo regno, Yorob'am II poté approfittare sia della crisi interna nessun sovrano assira (dopo le sconfitte di Damasco da parte di Adad-nirari assiro riusci a giungere in Palestina fino al745 a.C.) sia della riduzione del potere di Damasco, tradizionale nemico d'Israele. Solo sette versetti sono dedicati al re Yorob'am II (uno dei sovrani più longevi e importanti d'Israele) ed essi contengono notizie prevalentemente di tipo redazionale e stereotipate. Il resoconto su tale re appare pertanto del tutto inadeguato a descrivere gli avvenimenti occorsi in Israele durante questo lungo regno. Basandosi sulle immagini di prosperità descritte nel libro di Amos (Am 5, 11; 6,4.13) e sulla ricchezza delle testimonianze archeologiche presso Samaria riferibili a questo periodo storico, si ritiene che il regno di Yorob'am II sia stato un periodo di grande autonomia e prosperità per il regno d'Israele. Il sommario introduttivo (vv. 23-24) contiene alcune gravi difficoltà cronologiche (cfr. commento a 14,1; 15,1.8) abitualmente risolte ipotizzando che i quarantuno anni di regno includano gli anni di (ipotetiche) correggenze di Yorob'am e diAzarya. Il v. 25 consiste di due parti. La prima parte del versetto afferma l'allargamento del regno d'Israele fino a raggiungere i confini ideali del regno (cfr. l Re 8,65). Questo ampliamento ideale del regno è stato talvolta interpretato

m

353

2 RE 14,27

Nell'anno quindicesimo di Amazya, figlio di Yoash, re di Giuda, Yorob'am, figlio di Yoash, re d'Israele, divenne re a Samaria. (Egli regnò) quarantuno anni. 24Fece ciò che è male agli occhi di Y HWH, non si allontanò da tutti i peccati che Yorob'am, figlio di Nebat, aveva fatto commettere a Israele. 25 Egli ripristinò il territorio d'Israele da Lebo-I:Iamat fino al mare dell'Araba, secondo la parola di YHWH, dio d'Israele, che aveva pronunciato per mezzo del suo servo, il profeta Giona figlio di Amittay, da Gat-I:Iefer; 26poiché YHWH aveva visto (che) l'afflizione d'Israele era molto ·amara,: non c'era più né imprigionato né libero, né chi aiutasse Israele. 27Ma YHWH non aveva deciso di cancellare il nome di Israele da sotto il cielo e li liberò per mezzo di Yorob'am, figlio di Yoash.

23

14,26 Molto amara - La vocalizzazione dell'ebraico ,kf? i"'l1b non offre alcun senso, mentre le versioni antiche sono concordi nell'intendere il primo tennine come ,~ij, «amara». Sulla base della Settanta mKpètv

a). Né imprigionato né libero -Espressione con termini polari a indicare totalità (cfr. nota a 1 Re 14,10).

come un tentativo di motivare la lunga durata del suo regno, ma più spesso è giudicato come testimonianza di un effettivo momento di grande prosperità per il regno di Israele che, riuscito ad affrancarsi dali' egemonia di Damasco, si riprese i territori in precedenza perduti in Transgiordania (Am 6,14). L'espansione del regno d'Israele verso il golfo di Aqaba è inoltre stata posta in relazione con le scoperte archeologiche ed epigrafiche di Kuntillet 'Ajrud, un sito nel Neghev occupato durante un breve periodo all'inizio dell'VIII secolo a.C., che testimonierebbe l'esistenza del commercio verso meridione operato da mercanti del regno d'Israele. L'esistenza di tale commercio sarebbe dimostrata sia dalla presenza di ceramica di provenienza settentrionale nel sito, sia anche da alcune brevi iscrizioni che menzionano ((YHWH di Samaria)) (HCIBP, 315-329). La seconda parte del v. 25 è il tentativo di spiegare tali successi come il compimento di una profezia pronunciata da Giona, un personaggio di cui non sappiamo nulla, eccetto l'attribuzione alla sua figura dell'omonimo libro biblico. I vv. 26-27, dal linguaggio tipicamente deuteronomistico, sono l'elaborazione teologica di quanto era stato espresso nel v. 25 (cfr. similmente 13,4-6). Tale riflessione teologica (cfr. Dt 26,7) non ha nulla di storico ma serve a lodare l'amore di Dio verso Israele e a magnificare la sua potenza contro le altre nazioni.

354

2 RE 14,28

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, «d'isolamento» (cosi la versione CEI). Il confronto con alcuni testi mediobabilonesi daAlalalJ (XV sec. a.C.), dove in alcune liste amministrative di «villaggi» si nominano le «case dei bupsm> (termine indicante una persona «semi-libera>>), potrebbe suggerire che il re sia stato trasferito in uno specifico luogo, fuori dal palazzo (cfr. AlT, nn. 186,2; 187,3 ecc.). Sovrintendente del palazzo (n~;;:r-t,p)- Forma abbreviata di un titolo amministrativo; cfr. nota a l Re 16,9.

di un regno che, stando al v. 2, durò ben cinquantadue anni. Come già osservato in precedenza (14, 1.23), il sincronismo tra i re di Giuda e Israele pone gravi difficoltà cronologiche. Sorprende comunque l'assenza di informazioni sugli avvenimenti occorsi durante il lungo regno di Azarya (cfr. però 14,22); il v. 5, infatti, si limita ad affermare che Azarya fu colpito da una malattia della pelle e che suo figlio Yotam lo affiancò nell'opera di governo. In ogni caso, considerando la congiuntura internazionale e la lunga durata del contemporaneo regno di Yorob'am II d'Israele, è possibile supporre che anche Giuda abbia vissuto un lungo periodo di tranquillità e benessere.

356

2 RE 15,6

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parola deve considerarsi un aramaismo, rendendo: «davanti a(l) popolo» (cosi il Targum).

Diversamente, 2Cr 26 presenta un ampio resoconto delle attività di questo sovrano, dividendo il suo lungo regno in due momenti: una prima fase positiva (26,5-15), una successiva fase negativa (26,16-21). n racconto di 2Cr 26, più che derivare da fonti storiche sconosciute ali' autore di 2 Re, sembra però una composizione teologica che intende dare spiegazione al fatto, altrimenti ingiustifìcabile, che un re longevo e giusto fosse colpito da una ripugnante malattia, intesa come punizione divina. 15,8-12 ZAccARIA o'lsRAEu. Il sincronismo con i re di Giuda del v. 8 non si accorda con alcuni dei dati fomiti in precedenza. Se si mantiene infatti che Yorob'am II sali al trono nel quindicesimo anno del re di Giuda Amazya (il cui regno durò ventinove anni: 2 Re 14,2), e avrebbe regnato quarantuno anni (14,23), allora l'ascesa al trono di Zaccaria avrebbe dovuto essere posta durante il ventisettesimo anno del re di Giuda Azarya (Azarya regnò per cinquantadue anni: 15,2). Diversamente, se manteniamo l'indicazione di 15, l (il re di Giuda Azarya sali al trono nel ventisettesimo anno di Yorob'am II), allora l'ascesa al trono di Zaccaria andrebbe

357

2RE 15,13

Le altre azioni di Azarya e tutto ciò che fece, non sono forse registrate nel libro delle Cronache dei re di Giuda? 7Azarya si addormentò con i suoi padri e lo seppellirono con i suoi avi nella città di David. Suo figlio Yotam divenne re dopo di lui. 6

8Nell'anno trentottesimo di Azarya, re di Giuda, Zaccaria, figlio di Yorob'am, divenne re su Israele a Samaria. (Egli regnò) sei mesi. 9Fece ciò che è male agli occhi di YHWH, come avevano fatto i suoi predecessori, non si allontanò dai peccati che Yorob'am, figlio di Nebat, aveva fatto commettere a Israele. 10 Shallum, figlio di Yabesh, congiurò contro di lui, lo sconfisse •a Yible'am ',lo uccise e regnò dopo di lui. 11 Le altre azioni di Zaccaria sono registrate nel libro delle Cronache dei re d'Israele. 12 Questo fu (secondo) la parola di YHWH che era stata annunciata a Yehu: «Quattro generazioni di tuoi figli siederanno sul trono di Israele». E così avvenne. Shallum, figlio di Yabesh, divenne re nell'anno trentanovesimo di Uziya, re di Giuda; egli regnò un mese in Samaria. 13

•!• 15,12 Testo affine: 2 Re 10,30 15,13 Un mese (C'~:-n1~.) -Alla lettera: s on-Ni?;, r· ....... -: :1't'T;l~ i~:t n,~t;li?!? 1'71?~1 1"f.J!:l~-o~ Ot;JJ'? r·

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15,25 Scudiero (W'~W) -Cfr. nota a 2 Re 7 ,2. Fortezza (1~"1~)- èfr. nota a l Re 16,18. PressoArgob eArye (i'1~)~;;t-n~1 :ll1~-n~) -n testo ebraico è sintatticamente goffo. La

Settanta e il Targum intendono questi nomi come antroponimi, vedendovi degli aiutanti nella congiura («insieme ad Argob ... »). Alcuni commentatori ritengono siano dei

Gli annali di Tiglat-pileser m (745/4-727 a.C.) documentano due serie di campagne contro l'Occidente. La prima serie ebbe luogo a partire dal suo terzo anno di regno (743) fino al 738, anno in cui il sovrano assiro si rivolse contro la Media e Urartu. È difficile stabilire con precisione quando avvenne l'assoggettamento d'Israele, poiché gli annali del sovrano assiro, purtroppo frammentari, concentrano in singole narrazioni avvenimenti occorsi in tempi diversi. In ogni caso, le iscrizioni di Tiglat-pileser mricordano due volte il pagamento di un tributo da parte di !iJ iV~.~l34 :pi1y·n~ N't,>~i; itb~ c~1 c~~i":;l 'lf~'t C~i;l 1iV 1i~ :ti77Vi;~

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15,29 Al tempo di ('l;':;l)- Alla lettera: >), ipotizzando un errore di copia tra due lettere simili (, e ,). Questa correzione è compiuta sulla base di 2Cr 28,17 e sull'impossibilità di Aram di raggiungere la meridionale Elat. Una volta che la lezione «Aram» entrò nel testo, il nome di Rezin può essere stato aggiunto come glossa esplicativa. Nonostante l'informazione del v. 6 sia irragionevole sul piano

v. 6, da molti ritenuto secondario, ripetendo una nuova generica indicazione temporale («in quel tempo»), conferma l'indeterminatezza cronologica del racconto. Secondo i vv. 5-8 (cfr. anche Is 7,1-2), i re di Aram e d'Israele assediarono Gerusalemme finché il re Abaz di Giuda, vistosi perduto, chiese aiuto al sovrano assiro dichiarandosi suo vassallo e versandogli, nel contempo, un tributo esorbitante. Le fonti assire ci aiutano a comprendere il contesto politico internazionale di questi avvenimenti, ma non offrono alcun dettaglio in merito alla crisi occorsa tra Damasco, Israele e Giuda. Nessuna fonte assira riporta infatti l'appello di Al;laz, mentre solo un'iscrizione riferisce di un tributo pagato da «(Ieho) Mtaz di Giuda» al re Tiglat-pileser (RINAP l, n. 47, rev. 11). Le circostanze storiche degli avvenimenti narrati non sono chiaramente esplicitate, ma possono essere integrate con altre fonti. Per esempio, il v. 5 non dice quale sia stato il motivo che provocò l'attacco congiunto di Aram e Israele contro Giuda; dato però che un'iscrizione annalistica di Tiglat-pileser III (RINAP l, n. 20) presenta Resin a capo di una coalizione anti-assira, si è soliti supporre che

367

2 RE 16,9

Gerusalemme; assediarono A}J.az, ma non riuscirono a prevalere. quel tempo Rezin, re di Aram recuperò E lat ad Aram ed espulse i Giudei da Elat. Gli Edomiti entrarono in Elat e vi si stabilirono fino a oggi. 7 A}J.az inviò dei messaggeri a Tiglatpileser, re d'Assiria (con tale) messaggio: «lo sono tuo servo e tuo figlio. Vieni a salvarmi dalla mano del re di Aram e dalla mano del re d'Israele, che sono insorti contro di me». 8Al)az prese quindi l'argento e l'oro che si trovavano nel tempio di YHWH e nei tesori del palazzo reale e (li) inviò in dono al re di Assiria. 911 re d'Assiria diede ascolto alla sua richiesta, assalì quindi Damasco e la conquistò; deportò la sua (popolazione) a Qir e mise a morte Rezin.

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storico, il testo probabilmente va ritenuto cosi com'è, in quanto esso è coerente con il v. 5 che descrive l'attacco di Aram. Se si emenda «Aram» con «Edom», si deve anche togliere Rezin rendendo cosi: « ,.,i1t b'':;ll$70 n~1.p ~w~ ~w~ ~,Pìnf ~~~~-'lf7~ N~rt~14

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i1l-1"~ U'~~V N? ,W~ c~i:l~ f]11Jf b~·w·n~ ~lPi?~l ~VP,~ 17,9 Commisero azioni (C'i~"! !!M~)- L'espressione è unica nella Bibbia ebraica e la sua traduzione dipende dal contesto. ll verbo KDn è stato talvolta correlato con i11ln «coprire» (cfr. Settanta ft,l41tkoavto, «coprirono») e reso con «agire (o "dire") in segreto». Dal contesto è meglio riferire il termine C'j~';l ad «azioni» (cfr. similmente Gen 20,10; lSam 2,23; l Re 15,15) commesse da Israele, piuttosto che a «parole)) (cosi invece la versione CEI). 17,10 Pali sacri {C'i~~)- Il termine i11~~

può indicare sia il nome proprio della divinità femminile . La Settanta ha 'tWV npo>; un'accusa tipica di Geremia (Ger7,26; 17,23; 19,15) e di altri passi biblici (Dt 10,16; Ne 9,16-17).

La redazione composita di questo brano non deve però sminuire l'omogeneità teologica dell'insieme con l'accusa per il popolo di aver abbandonato i coman· damenti di YHWH nonostante le opere di salvezza da lui compiute. Tali opere di salvezza sono richiamate sia all'inizio del brano («li aveva fatti uscire dalla terra d'Egitto»: v. 7), sia all'inizio della seconda unità (v. 13), dove si ricorda che YHWH aveva sempre inviato i suoi profeti. Costoro appaiono come inviati divini che richiamano il popolo all'osservanza dei «comandamenti», delle «norme» e della «legge», secondo una teologia che si ritrova in alcune tarde sezioni del Deuteronomio (Dt 6,17-18; 18,18-19; 28,15; 30,16-17). Quest'ideale di profeta, inteso come esortatore alla conversione, non si accorda con le figure profetiche presenti in 1-2 Re, ma si addice piuttosto a personaggi quali Geremia o Ezechiele.

376

2 RE 17,15

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17,15 Nullità divenendo così un nienteGioco di parole basato sulla ripetizione della medesima radice C,:ll"1 dapprima come sostantivo ( «soffio>>, per indicare

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le divinità degli stranieri), poi come verbo («divenire vani>>, «divenire nullità>>). 17,21 Si era ... separato (11'11?)- ll verbo è qui inteso (con il Targum e la Peshitta) come

Anche il v. 15, con l'uso del verbo «rigettare>> (ebraico, ma'as), si collega agli insegnamenti dei grandi profeti (Ez 20,23-26) e alla teologia retributiva di tipo sacerdotale (Lv 26,14-33). All'interno dell'accusa rivolta contro Israele si trova anche un'esplicita condanna di Giuda (v. 19). Spesso questo versetto è stato considerato un'aggiunta; in verità è tutto il brano che, indirettamente, sembra rivolgersi contro il comportamento di Giuda. Le allusioni a Giuda sono infatti numerose: i vv. 8-11 richiamano da vicino i peccati di Rel}.ob'am ricordati in l Re 14,23-24, mentre la lista dei

377

2RE 17,23

rigettarono i suoi statuti e la sua alleanza che aveva stipulato con i loro progenitori e le ammonizioni che aveva loro impartito; seguirono le nullità, divenendo (cosi) un niente, imitando (il comportamento del)le genti che li circondavano, benché YHWH avesse comandato loro di non imitarle. 16Abbandonarono tutti i comandamenti di YHWH, loro Dio, si fecero un'immagine (idolatrica) fusa dei due vitelli, fecero una ashera e si prostrarono a tutta la milizia del cielo e servirono Ba'al; 17 fecero passare i loro figli e le loro figlie per il fuoco, praticarono la divinazione e trassero presagi; si abbandonarono a fare ciò che è male agli occhi di YHWH cosi da irritarlo. 18Allora YHWH si adirò molto contro Israele e lo cacciò dalla sua presenza; non rimase che la sola tribù di Giuda. 1'1Nemmeno Giuda però osservò i comandamenti di YHWH, loro Dio, ma seguirono le usanze praticate da Israele. 20Allora YHWH rigettò tutta la discendenza di Israele, li umiliò e li consegnò in mano a saccheggiatori, finché (non) li cacciò via dalla sua presenza. 21 Israele si era infatti separato dalla casa di David, ed essi avevano proclamato re Yorob'am figlio di Nebat, poi Yorob'am aveva trascinato Israele via da YHWH e gli aveva fatto commettere un grande peccato. 22 Gli Israeliti agirono secondo tutti i peccati che Yorob'am aveva commesso e non se ne allontanarono, 23 finché YHWH (non) allontanò Israele dalla sua presenza, come aveva annunciato per mezzo di tutti i suoi servi, i profeti; così Israele fu deportato dalla sua terra in Assiria, fino a oggi. 15

riflessivo, avendo Israele come soggetto; in alternativa, può intendersi an' attivo «aveva strappato», avendo Dio come soggetto sottinteso (l Re 11,11; 14,8; cosi la versione CEI).

17;1.2 Non se ne allontanarono (i1m ~"19-N")­

n suffisso singolare (alla lettera: «da esso») m-

ramente può accordarsi anche a un precedente plurale (n'lM~D Crt:lt.V h7nn::t 'ii',25 :il'ilJ::t '17')7 ~iQN 11 l26 :cof. c"~ìh ~~i;l~l n1 4 1~~rn~ bvf. ;,;..,; ~n: N] TiiQUì 'Jltf. ~Winl ìi?~iJ iW~ c~iliJ ·"'"loN; 'l.nw~ 0'9'~9 b$01 ni;1~iTn~ c;rn~1 n~v 'p?~ "~'P~-n~ ,~127 :f1~;:t 'p?~ "~~~-n~ C'Jh; C;!'~ 1W~~ C~iN cr.r7~0 iV}~ O'~Q~iJQ ,n~ h~~ ~:J'7.h iF.lN? i~t»~-.,7~ N:l!f 8 :n~v 'r,j?~ "~'J?~-n~ ci;1 C\1? ~:l~J~1 ~~7~1 c~~ il'io ~0;~ ?~-n'~f. :1W,~1 Tiirt\f~ ~?~;:t ,W~ C'~Q!:liJQ ,D~ 1m'~~ ,,n;~ 'i~ 'i~ c'i.PV ~~i;l~129 :;,~,;-n~ u;tT! '1'~ c~k Ci1 iWN Cfl'iV::t 'Ìl C'J"lTJVii1 ~lvlJ iWN MÌÒ::til M':l::t n~:l-'tt.Z)JN, ni.b ni::>o-nN ~\VlJ ?:l:1 't.V.lN,30 :ct.V C':l'W' ~~'t C',P;:t131 :N~,~~-n~ ~~w ngo 'W~~, ,~.,rn~ ~'Plt '17~11~7 t.V~f. bij'Jf.·n~ C'P.ìl.v C")1;l1?iJ1 i'U1lTM~1 tp~ (:C~ll~f? '\j?~ / C"!~f? i=i?~] :0:-J;ll? p?~ 'if7~~P,! -

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18,5 Testo affine: 23,25 +:. 18,7 Testo affine: 1Sam 18,14

I vv. 5-6 lodano il re perché egli «confidò» (ebraico, biita/:1) nel Signore e «rimase attaccato» a lui rispettando perfettamente quanto richiesto da Dt 10,20; 11,22; 13,5 (cfr. anche Gs 22,5). Il testo rimarca due insegnamenti teologici molto rilevanti: la necessità di «confidare» nel Signore (tema che sarà ripreso anche nelle successive narrazioni: 18,20-22; 19, l O) e la necessità di osservare la Legge per poter ottenere pieno successo nelle proprie imprese (Gs 1,7-8; Sall,3). I vv. 7-8 riportano alcune vicende di politica internazionale: I:Iizqiyya si sarebbe ribellato agli Assiri e avrebbe esteso il suo potere nel territorio filisteo. Queste vicende sono presentate come prova del favore divino concesso al pio l:lizqiyya e intendono veicolare l'immagine di un regno pieno di successo. Da un punto di vista storico, tali successi dovrebbero essere collocati negli anni precedenti la campagna di Sanl;lerib contro Giuda (cfr. v. 13), quando probabilmente I:Iizqiyya legò a sé e fortificò alcune piazzeforti in territorio filisteo approfittando della debolezza filistea dovuta alle campagne assire di Sargon II. A questo proposito è rilevante l'iscrizione annalistica di Sanl;lerib RINAP

385

2 RE 18,12

Egli confidò (solo) in YHWH, Dio d'Israele; dopo di lui non vi fu alcuno come lui tra tutti i re di Giuda, né vi fu tra coloro che lo precedettero. 6Rimase attaccato a YHWH, non si allontanò da lui, ma osservò i comandamenti che YHWH aveva dato a Mosè. 7YHWH fu con lui; ebbe successo in tutto ciò che intraprese. Si ribellò al re d'Assiria e non fu (più) suo servo. 8Sconfisse i Filistei fino a Gaza con i suoi territori, dalla torre di guardia alla città fortificata. 9Nel quarto anno del re I:Iizqiyya- cioè il settimo anno di Osea, figlio di Eia, re d'Israele- Shalmaneser, re d'Assiria, marciò contro Samaria, l'assediò 10e la conquistò dopo tre anni. Nell'anno sesto di I:Iizqiyya, cioè l'anno nono di Osea, re d'Israele, Samaria fu presa. 11 Il re d'Assiria deportò gli Israeliti in Assiria 'insediandoli' a I:Iala}J., presso il.I:Iabor, fiume di Gozan, e le città della Media. 12Ciò (avvenne) perché non avevano ascoltato la voce di YHWH, loro Dio, e avevano trasgredito la sua alleanza, cioè tutto ciò che aveva ordinato Mosè, servo di YHWH; essi non avevano obbedito e non (lo) avevano messo in pratica. 5

//18,9-11 Testo parallelo: 17,5-6 18,11 Insediandoli- Ipotizzando un originale cm~ (da M1l) con le versioni antiche (il codice Vaticano [B] ~lh]Kev «collocò»; la recen-

sione antiochena e9Eto «collocò»; il Targum «li fece abitare») e, similmente, 2 Re 17,6 (Ct'it :l~!); mentre il Testo Masoretico ha qui cn.~~J. «e li condusse>>. W" 'afriynawn,

3/2, n. 140 che ricorda come, durante una precedente sommossa antiassira, il fedele vassallo Padì, re di Eqron, fu inviato prigioniero a Gerusalemme (rev. linee 6-7), successivamente, però, Sanl;l.erib, nella sua campagna del 701 a.C., dapprima riusci a domare la rivolta a Eqron, poi, rivolgendosi contro Giuda, riusci a ricondurre il suo fedele Padi sul trono dì Eqron (rev. linea 12) concedendogli il potere su numerose città sottratte a l;lizqiyya (rev. linee 16-18). A dimostrazione del precedente, ma solo momentaneo, allargamento del dominio dì Giuda in territorio filisteo sono spesso citate le numerose giare con stampiglio in ebraico /m/k, «appartenente al re», rinvenute negli scavi archeologici a Timna, Eqron e Gat. 18,9-12 La presa di Samaria I vv. 9-11 ripetono grosso modo quanto già affermato in 17,5-6; il v. 12 è invece la consueta annotazione didascalica in stile deuteronomistico che riassume quanto già espresso in 17,7-18. A differenza del capitolo 17, in questo passo la presa di Samaria è descritta da una prospettiva giudaita, evitando cioè di ripetere quanto occorso al re d 'Israele. Per le questioni storiche si veda il commento a 17,5-6.

2 RE 18,13

386

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Il 18,13 Testo parallelo: Is 36,1 18,13 Sanberib (::l'")r::qQ)- n nome accadico del sovrano, Sin-abM-erfba «(il dio) Sin ha rimpiazzato i fratellh>, potrebbe far riferimento a precedenti fratelli morti prima della sua nascita. 18,14 Ho trasgredito ('t:\M~M) - Il verbo ebraico unisce qui un senso religioso («peccare») a quello politico («sbagliare»); le al-

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leanze politiche avevano a quel tempo anche valore religioso. Ritirati - ll verbo ::lW1 ). 18,29 Mio potere - Con molti manoscritti ebraici e della Settanta, assieme ad altre ver-

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sioni antiche, che hanno invece che n•c (alla lettera: «dalla sua miùio))). 18,31 Fate un accordo con me- L'uso di i"'"m, «benedizione)), in questa espressione (il Targum ha '"biydU 'imiy ~liimii', «fate pace con ffiC))) sembra alludere anche alla consegna di un «donO)) o ) che è spesso minacciata di seccare [Is 40,6-8], essendo il «vento d'oriente)) particolarmente secco [Gen 41,6.23.27]) e poi si è seguito l QIsaia• [lQis•] c•.,p 'lllr;, (

~-'i\'?9. :J'")t::JtQ :J'P!1 Tn! VP-~136

~i1~D rl'1f. l J ·.~~~1W1 'if?$11~1. ,,~;~ 'iflt?~ l n';l i1ÌDJJ~Q

:l'J:Jr:t.JJ ;~f trJJ-,Q~ 'if?'lJ~l ":n~ n~ ~'?7'lJ~ i1~n1 :11ò~ 19,31 Unresto,deìsoprawissuti(rt';'~ rr~ -Entrambi questi termini in riferimento agli scampati di Giuda sono rilevanti in testi post-esi!ici: p. es., Ger40,11.15; Esd9,8.14-15; Ne 1,2. 19,33 È giunto - Leggendo tq (cfr. le versioni antiche e Is 37,34), invece di tc!:l• («giungerà))). T

Il 19,35-37 Testi paralleli: 2Cr 32,21-22; Is 37,36-38 •!+ 19,35 Testo affine: Sir 48,21 19.37 Nisrok (1-,t?n - Il nome non corrisponde ad alcuna divinità assira, forse una deformazione di Nusku, dio della luce e del fuoco, oppure della città di Nimrud, il cui

promessa divina viene concesso senza essere richiesto; Isaia proclama il ripristino delle coltivazioni dopo la devastazione assira, e il rifiorire di Wl oi Isaia disse: «Andate a prendere una schiacciata di fichi». La presero e l'applicarono sopra lo sfogo e (il re) guarì. I!J:Iizqiyya chiese a Isaia: «Qual è il segno che YHWH sta per guarirmi, e che tra tre giorni potrò recarmi al tempio di Y HWH?». 20,4 Cortile- Con il qerè (,~":1), vari manoscritti ebraici e le versioni antiche; il

ketib ha ,'li il, «la città». Il 20,7-8 Testo parallelo: Is 38,21-22

chiamandolo «capo» (ebraico, niigfd) del popolo, un epiteto tipico di David (l Sam 25,30; 2Sam 7,8); poi nomina YHWH come «Dio di tuo padre David>) (v. 5). L'insieme del passo appare cosi una specie di leggenda didattica con la quale si intende esaltare la figura di l:Iizqiyya e, nel contempo, rimarcare l'insegnamento che Dio viene in soccorso a tutti coloro che lo invocano con cuore sincero (cfr. Sal145,18). È infatti evidente il netto contrasto tra il primo annuncio di Isaia: «Tu morirai e non sopravviverah> (v. 1), e il successivo cambiamento d'opinione: «Ecco io ti guarisco ... )> (v. 5) che svela quanto il Signore si lasci placare dalla preghiera del re. Oltre alla guarigione del re, nel v. 6 YHWH promette la liberazione della città, cosa non richiesta da I:Iizqiyya. Tale aggiunta probabilmente è servita per inserire il racconto della guarigione di I:Iizqiyya nel più ampio contesto letterario dei capitoli 18-20; il collegamento con il capitolo precedente viene inoltre rafforzato ripetendo, sempre nel v. 6, la motivazione già offerta in 19,34: «per riguardo verso di me e verso David, mio servo». Nel v. 7la promessa divina di guarigione si realizza, anche se il gesto taumaturgico di Isaia oscura l'«iO>) divino che nel v. 5 aveva promesso di guarire il re. I vv. 8-ll, talvolta considerati una più tarda espansione basati su Is 38,7-8, ci riportano indietro, con una specie di sguardo retrospettivo, a prima della guarigione

404

2RE20,9

illil; iiW~ .,~ illil; n~~ hiN~ ;?-n! ~ii!J:>W; i9N~l9 "19N*l 10 :ni?P.~ ii.p,p, ::1~~-c~ ni;P.9 ilp,P, '?~m 'ifÌ~ i;:!1 iW~ n"rJh~ ;]iiJ ::1;~; .,~ N? ni?P.~ ii.p,P, nil(~7 '*-7 ;i?.~ ;n~i?Tt:l~ ;~;:~-n~ ::1~.~1 il_!.i~-;~ N":t~iJ m"'w; N'Ji?~l 11 :ni?P.~ ii.p,p, :ni;uo ii»V n'lihN-z tnN ni,V03 ii"Ti' 11Ì>N ni;u~:zi -z • •: -z ... c i11J~~~ C"")~ t? ;;;f·n~ n~~-T# n~7~ UNi~ n7~ N'~iJ nv.f c~1~1··~il:i?Tt:1 Nco"?P. v~vr,1n :lii~?Tt:l n11!'?. vr!l~ '?. ~i1~?Tt:1-;~ C'~~f;:~·n~l :l~tiJ·n~1 ~ç~;:~-n~ [in!:!~ 1 Mn:JJ] il.tiJ~ ""#-;f-n~ -N? 1'tt,'i;~9 N~tt~ ,w~-~ n~1 1'7~ "'?. n~1 :lÌ\Ì>iJ T9W 1n~1 N:l!l14 :ir;f?W'?9-;~:;n iz:t'~~ ~ii!J?Tt:l Ct$1~rN7 ,~~ ,~, il)') 0''!11~~ l ~11?~ il~ 1'7~ 19N*l ~i'\~?Tt:l T?~iJ-;~ N"~iJ ~i!,"P,W; :;~fQ ~N# ili?.in1 'f'1~~ ~il~i?Tt:l 19N~l ;ry~ ~N!f~ b~tQ~ il?~~ i~10·n~

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Il 20,9-11 Testo parallelo: Is 38,7-8 20.9 È avanzata (1~~)- Mantenendo il testo ebraico ritenendolo /ectio diffici/ior. Molti commentatori antichi e moderni (cosi anche Vulgata e la versione CEI) considerano la il iniziale interrogativa e rendono «Vuoi che avanzi. .. ?»; tale lettura, più consona al contesto, presuppone però la modifica in 1'?~;:J.

Trani (n~':l~l;l)- Il termine, alla lettera «gradini», dovrebbe riferirsi ai gradini che portano al piano superiore (cfr. v. 11 e «camera superiore diAI)az>> in 23,12); altri commentatori pensano ai segni per misurare l'ombra di una meridiana (cosi la versione CEI). 20,11 Era scesa (iTT)~) - Il versetto contiene difficoltà grammaticali, con reduplicazioni e

del re. La richiesta di un segno è un motivo letterario ricorrente nella Bibbia (p. es., Es 4,1-8; Gdc 6,17; Is 7,11-14) che serve a confermare la veridicità dell'annuncio divino. n profeta si dimostra cosi vero collaboratore di Dio. 20,12-19 La delegazione di Babilonia Il presente brano, parallelo a Is 39,1-8, viene connesso con la scena precedente tramite l'espressione redazionale «in quel tempo» e grazie alla menzione - anch'essa redazionale - della malattia di I:Iizqiyya. Il brano però non si inserisce affatto nel contesto dell'attacco assiro; inoltre il re l:lizqiyya assume tratti del tutto diversi rispetto ai precedenti capitoli: egli non è più descritto come re devoto e i suoi rapporti con il profeta Isaia risultano invero conflittuali. Il re di Babilonia qui menzionato è il caldeo Merodak-Baladan (Marduk-aplaiddina II). Secondo una Cronaca babilonese (Glassner, n. 16, col. 1:29-11:22) egli sali sul trono di Babilonia alla morte di Salmanassar V, nel 721, e vi rimase fino al 71 O,

405

2 RE 20,14

9Isaia

rispose: «Questo sarà per te il segno da parte di YHWH (per assicurarti) che YHWH realizzerà la promessa che ti ha fatto: l'ombra è avanzata (già) di dieci tratti, può forse retrocedere di dieci tratti?». 10I;Iizqiyya rispose: «È facile per l'ombra avanzare di dieci tratti, non altrettanto è tornare indietro di dieci tratti». 11 Allora il profeta Isaia invocò YHWH che fece tornare indietro l'ombra che era scesa sulla scala di Al}.az già di dieci tratti. 12In quel tempo Merodak-Baladan, figlio di Baladan, re di Babilonia, avendo saputo che I;lizqiyya era stato malato, inviò messaggi e un dono a I;lizqiyya. 13I;Iizqiyya se ne ·rallegrò, e mostrò agli (inviati) tutta la stanza del tesoro, l'argento, l'oro, i profumi, l'olio pregiato, il suo arsenale e tutto ciò che si trovava nei suoi magazzini. Non vi fu cosa, nel suo palazzo e in tutto il suo regno, che I:Iizqiyya non avesse mostrato loro. 14Allora il profeta Isaia si recò dal re I:Iizqiyya e gli chiese: «Che cosa hanno detto quegli uomini e da dove sono venuti?». I;lizqiyya rispose: «Essi sono venuti da un paese lontano, da Babilonia». la forma verbale ;,.,,, femminile, mentre "~. «ombra>>, è maschil~:'Alcuni autori inseris~ no «l'ombra del sole che era sceso», essendo ~~.«sole», femminile in ebraico (Is 38,8). Sèala (n~"~Q) -Alla lettera: «gradini»; cfr. nota al v. 9. //20,12-19 Testo parallelo: Is 39,1-8 20,12 Merodak-Baladan (11~7~ l11C,~) -

Modificando la prima lettera in l:l con le versioni antiche e Is 39,1; si tratta di Mardukapla-iddina II, re di Babilonia nel721-710 e poi, per nove mesi, nel 703. 20,13 Rallegrò -Leggendo nQ~1 con alcuni manoscritti ebraici, le versioni antiche e Is 39,2. Il codice di Leningado (L) ha l1Q\!l•1 («ascoltò»). ·

quando, spodestato da Sargon II, fuggi in Elam; successivamente, dopo la morte di quest'ultimo, riprese il trono babilonese per nove mesi nel 704-703 a.C., venendo definitivamente sconfitto da Sai1Qerib che era da poco asceso al trono (cfr. commento a 18, 13-16). Secondo alcuni autori, il passo biblico ricorderebbe i contatti intercorsi tra il sovrano babilonese e ijizqiyya negli anni precedenti la campagna assira contro Giuda del 701 a.C., ma di tali contatti, a dire il vero, non si ha alcuna notizia nelle fonti mesopotamiche e non possono quindi essere avvalorati sul piano storico. Molti commentatori ipotizzano come verosimile che gli inviati di Merodak-Baladan abbiano proposto a ijizqiyya un'alleanza contro l'Assiria, ma di tale alleanza non v'è menzione nel testo e il gesto di mostrare le proprie ricchezze a un altro, più che alla stipula di un'alleanza, potrebbe alludere a una richiesta di sottomissione da parte di un potere dominante (cfr. l Re 9,12; 20,3). Proprio quest'ultima è esattamente la prospettiva che emerge dalla risposta di Isaia. n profeta infatti intravede nel gesto di I;Iizqiyya una criptica prefigurazione del futuro esilio di Giuda in Babilonia

2 RE 20,15

406

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20,18 Saranno usciti da te ('9~7;l ~l't~')L'espressione indica la generazione fisica

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del discendente (Gen 15,4). 20,19 La risposta di l;lizqiyya è ambi-

(vv. 16-18). I fatti prefigurati nella profezia di Isaia (forse ex eventu) appaiono come una specie di contrappasso rispetto a quanto accaduto nel v. 13 e sono in linea con quanto accadrà durante la prima deportazione di Giuda a Babilonia (cfr. 24, 13-15) e non con quanto avvenne durante la seconda invasione di Gerusalemme. La punizione si concentra infatti sulla casa regnante e i beni del palazzo, e non accenna alla distruzione di Gerusalemme. La reazione di I:Iizqiyya (v. 19) è duplice. Mentre dapprima, nella sua risposta a Isaia, il re approva il decreto divino e si dimostra obbediente al volere di YHWH, nella seconda parte del suo ragionamento egli appare egoista, poiché si concentra solo su ciò che accadrà durante la sua vita, lasciando l'onere del pentimento e dell'eventuale richiesta di intercessione ai futuri sovrani. Come apparirà evidente nel prossimo capitolo, questo stridente cambio di comportamento in I:Iizqiyya apre la strada all'avvento di sovrani ingiusti sul trono di David.

407

2 RE 20,21

Quegli domandò: «Che cosa hanno visto del palazzo?)) . .ijizqiyya rispose: «Hanno visto tutto quello che c'è nel mio palazzo reale; non c'è stata alcuna cosa nei miei magazzini che io non abbia mostrato loro)). 16Allora Isaia disse a .ijizqiyya: «Ascolta la parola di YHWH: 17"Ecco, stanno per giungere tempi (in cui) tutto ciò che c'è nel tuo palazzo, e ciò che i tuoi predecessori hanno accumulato fino a oggi, sarà portato a Babilonia; non ne resterà nulla- dice YHWH -. 18Alcuni dei tuoi discendenti, che saranno usciti da te e che tu avrai generato, saranno presi e diverranno eunuchi nel palazzo del re di Babilonia"». 19I;Iizqiyya rispose a Isaia: «Giusta è la parola di YHWH che tu hai pronunziato)). Pensava infatti: «Perché no? Almeno vi sarà pace e sicurezza durante la mia vita)). 20Le altre azioni di I;lizqiyya, tutta la sua potenza e come egli costruì la piscina e il canale per condurre l'acqua in città, non sono forse registrate nel libro delle Cronache dei re di Giuda? 21 J:Iizqiyya si addormentò con i suoi padri, e suo figlio Manasse regnò dopo di lui. 15

gua; da una parte appare egoista (cfr. Is 39,8), dall'altra sembra accogliere umil-

mente il giudizio divino (cfr. 2Cr 32,26). •:• 20,20 Testi affini: 2Cr 32,30; Sir 48,17

20,20-21 Sommario conclusivo Tra le notizie riportate nel sommario conclusivo, particolare rilievo assume la menzione della piscina e del canale che servi ad approvvigionare l'interno della città di Gerusalemme con grande quantità di acqua. Questa notizia (cfr. anche 2Cr 32,30; Sir 48, 17) è stata posta in relazione con l 'iscrizione rinvenuta nel 1880 vicino all'uscita di quella grande galleria che, scavata nella roccia, serviva a collegare la sorgente d'acqua di Gihon con l'interno di Gerusalemme. L'iscrizione (KAI 189}, databile paleografìcamente intorno al700 a.C., narra il completamento della galleria, pur non citando mai per nome il re I:Iizqiyya. La maggioranza degli studiosi ritiene che tale galleria sia stata costruita a scopo preventivo per assicurare sufficiente acqua sorgiva alla città durante l'attacco assiro di Sanl;terib; altri invece ritengono si tratti solo di un'opera civile eseguita per portare l'acqua verso i nuovi quartieri occidentali della città cresciuti per il grande afflusso di famiglie scampate agli attacchi assiri e d'immigrati dal regno d'Israele.

408

2 RE 21,1

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O'}.Vl~l.li~ i1'P~1lZ>D~1l}..iV1 u>~~ Ìl:jl-n~ 1'?.-V.016 :i1li1; //ll,l-9 Testo parallelo: 2Cr 33,1-9 ll,l Abomini (n~~n)- Con tale termine si denotano le trasgressioni e le pratiche idolatriche incompatibili con la venerazione di YHWH e che causano una punizione divina (Dt 7,25-26; 18,9-12; Ger 7,10; Esd 9,14). l1,3 Ashera (:"11~~)- Sul termine cfr. nota a 2 Re l 7, l O. La Settanta e la Vulgata leggono al plurale (cfr. 2Cr 33,3), ma alla luce di l Re 16,32 sembra più opportuno mantenere il singolare e ritenere il plurale

come correzione con intenzioni spregiative. La schiera del cielo (c;Q~tl N~~) - Sono i pianeti e gli astri intesi come divinità; cfr. 23,5 e la proibizione in Dt 4,19. l1,4 Inoltre costruì (:"1~~~) - L'uso del qatal con copula, invece del più usuale wayyiqtol, sembra avere solo l'intento di congiungere due parti della narrazione (cfr. anche vv. 6 e 16). l1,6 Suo figlio (~l~)- La Settanta e il parallelo 2Cr 33,6 hanno il plurale «suoi figli», probabilmente si tratta di una variante

21,1-18 MANASSE

n resoconto biblico S\Ù lungo regno di Manasse dedica poche parole agli avvenimenti politici, mentre ampio spazio è riservato alle problematiche etiche e religiose, con colorite descrizioni dei crimini e delle azioni peccaminose conunesse dal re. Questo resoconto, redatto evidentemente secondo una peculiare prospettiva teologica, raffigura Manasse come il peggiore sovrano della storia di Giuda. Rimanendo in una prospettiva più propriamente storica, è doveroso ricordare che Manasse è citato in alCWle iscrizioni assire (RINAP 4 n. l V 55 e n. 5 VI,7') dove si menziona il suo invio di materiale da costruzione a .Esarlladdon (680-669 a.C.); inoltre Manasse è ricordato per l'aiuto fornito, assieme ad altri re vassalli, al re assiroAssurbanipal (668-631 a.C.) in occasione della campagna contro l'Egitto (RINAP 5/1, Ashurbanipal n. 6, Prisma C II,27'). Dal punto di vista archeologico, all'epoca del suo regno, si può osservare una discreta crescita demografica e una florida attività di edificazione in tutto il regno di Giuda. 21,1-9 Introduzione e giudizio teologico Il v. l costituisce l'introduzione al regno di Manasse con le usuali indicazioni cronologiche.

409

21

2 RE 21,6

Manasse aveva dodici anni quando divenne re e regnò cinquantacinque anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava I:Iefsiba 2Egli fece ciò che è male agli occhi di YHWH, secondo gli abomini delle nazioni che YHWH aveva scacciato di fronte agli Israeliti. 3Egli ricostruì le alture che suo padre I:Iizqiyya aveva distrutto; eresse altari a Ba'al, fece una ashera, come aveva fatto ~ab, re d'Israele; si prostrò davanti a tutta la schiera del cielo e li adorò; 4inoltre costruì degli altari nel tempio di YHWH riguardo al quale YHWH aveva detto: «In Gerusalemme porrò il mio nome». 5Costrui altari a tutta la schiera del cielo nei due cortili del tempio di YHWH. 6Fece passare suo figlio per il fuoco, compì (riti di) presagio e divinazione, si servi di negromanzia e indovini; facendo continuamente il male agli occhi di YHWH, 1

spregiativa (cfr. nota a 2 Re 17 ,l O; 21,3). Negromanzia e indovini (C'~Ì7"!'1 ::l~M) - I due termini ricorrono spesso' accoppiati nella Bibbia (p. es., Lv 19,31; 20,6; Dt 18,11; lSam 28,3.9; 2 Re 23,24); la loro attinenza con la pratica divinatoria tramite i defunti si evince da Dt 18,11; lSam 28,3-25; Is 8,19. Il preciso significato di :l1M è però discusso; il codice Alessandrino (A) della Settanta ha 8EÀ11't'~v, «colui che vuole» (il codice Vaticano [B)] ha qui una grafia erro-

nea del medesimo termine), ma la recensione antiochena (testimone in questa sezione di un testo precedente la cosiddetta recensione kaige) rende :l~ con È=yycwtp 4J,ueoc;, «ventriloquo». Alcuni antecedenti vicino-orientali del termine (apu in neoassiro, e ap in ugaritico: KTU 1.16.1:3) orientano invece verso un senso generico di «fossa», «buca» nella terra, da intendere come istallazione specifica impiegata per consultare gli spiriti degli antenati defunti.

Come di consueto, all'introduzione segue il giudizio teologico sull'operato del re (v. 2) che, in questo caso, viene dapprima ampliato e motivato dall'elencazione di specifiche azioni sacrileghe del re (vv. 3-8), poi ripetuto una seconda volta in forma conclusiva (v. 9). L'accusa di aver compiuto «ciò che è male agli occhi di YHWH» accomuna Manasse sia aglì empi re d'Israele, sia ai re di Giuda Yoram eAI;Iazya (cfr. 2 Re 8,18.27), unici sovrani di Giuda ad aver avuto stretti rapporti con la casa regnante d'Israele. In seguito, anche gli ultimi sovrani di Giuda, eccetto Yoshiyya, riceveranno il medesimo giudizio negativo, ma questi ultimi saranno associati non agli «abomini» (cfr. nota) delle nazioni, ma solamente al comportamento dei loro predecessori; Manasse quindi è l'iniziatore di una serie di sovrani malvagi che giungerà fino alla fine del regno di Giuda. Nei vv. 3-8 si elencano gli «abomini» commessi da Manasse, cioè una serie di azioni di culto contrarie alle norme prescritte (vv. 3-5), e una serie di comportamenti personali inaccettabili eticamente (vv. 6-7); Manasse giungerà a comportarsi perfino peggio dell'empio re Al;lab, collocando un'immagine

410

2 RE21,7

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Provocar/o (o·~~iJ) - Integrando, con il parallelo 2Cr 33,6 e le versioni antiche, il suffisso pronominale ,_ caduto forse per aplografia con il seguente,.

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11,8 I piedi degli lsraeliti vadano errando ~~n~: '='~7 ,,~;:t7)- Alla lettera si potrebbe rendere con: «che vada errando il piede d'Israele». L'espressione allude all'imma-

(pese!) della divinità femminile, in precedenza realizzata, all'interno del tempio di Gerusalemme, luogo della santa dimora divina (vv. 7-8). I comportamenti riprovevoli di Manasse (vv. 6-7) sono presentati con un certo crescendo di gravità. Mentre l'accusa di aver fatto passare il proprio figlio per il fuoco, già annoverata tra le azioni del re Ab.az (2 Re 16,3), potrebbe anche essere un'accusa dal frasario stereotipato, Manasse è l'unico re ad essere accusato di praticare riti di divinazione e di interrogare gli antenati defunti (cfr. nota) contravvenendo cosi a Dt 18,10-11. L'insieme di tali azioni e comportamenti, oltre ad essere un male (v. 6a), diviene una vera e propria provocazione dì YHWH. Questa espressione («provocare>>, in ebraico kii 'as hifil) da una parte sottolinea come tali comportamenti siano meritevoli della severa punizione divina (p. es., Dt 4,25-26; Gdc 2,12-14; Ger 25,5-7), dall'altra rende Manasse degno di ricevere la punizione inflitta al regno d'Israele. Il verbo «provocare» infatti era già stato impiegato in 17,17 per riassumere il comportamento d'Israele che meritò di essere scacciato dalla sua terra. È pertanto molto probabile che l'autore biblico intendesse qui operare un accostamento tra il comportamento di Manasse e quello dei re d'Israele, in modo speciale quello del re AJ,lab (l Re 16,33). L'istallazione dell'immagine di Ashera nel tempio (v. 7)

411

2RE21,11

fino a provocar.lo •. 7Collocò l'immagine di Ashera, che aveva fatto realizzare, nel tempio riguardo al quale YHWH aveva detto a David e a suo figlio Salomone: «In questo tempio, e in Gerusalemme che ho scelto fra tutte le tribù d'Israele, io porrò il mio nome per sempre, 8e non permetterò che i piedi degli Israeliti vadano errando fuori dal territorio che io diedi ai loro padri, purché essi siano attenti a mettere in pratica tutto quello che ho comandato loro, cioè secondo tutta la Legge che il mio servo Mosè ha loro prescritto». 9Ma essi non obbedirono, e Manasse li sviò, facendoli comportare peggio di quelle nazioni che YHWH aveva sterminato davanti agli Israeliti. 10Allorn YHWH annunciò per mezzo dei suoi servi, i profeti: 11 no i:l? n!l? il!:l tJ?w~,.,-nN :illil' 'l'lJ::l V1il nìi.vlJ? N\?n ,u;N inN\!>n, ilÙJlJ ,u;N-?.:>1 hWlO .,,:l'l ,n~V 7 1'

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21,12 Rimbomberà in entrambi gli orecchi di chiunque l 'udrà (,·~~~ 'f.:\~ il~]~T:1 i"! VI?~-',~) - L'espressione, letta con tl qerè, ricorre anche in ISam 3,11; Ger 19,3 e indica lo stordimento di fronte all'eccezionalità dell'evento. 21,13 Cordicella ... livella (n'?~~r,l .. Jj?)Strumenti di misura e costruzione (l Re 7,3; Is 28,17). Il secondo termine, una forma,nominale dalla radice 'P~. «pesare», «pagare»,

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dovrebbe indicare qui una livella o, meno probabilmente, un filo a piombo. Lavato e poi rovesciato (1ç:·q :"'çt'?) -La vocalizzazione masoretica delle due forme verbali (qatal secondo il Testo Masoretico) è spesso modificata in 1~:;q :"!h'?, considerandoli infiniti assoluti in senso avverbiale. 11 14 Il resto della mia eredità- Il termine '!}$~:);, «mia eredità» si riferisce al popolo

Date queste premesse, era del tutto prevedibile che il conseguente giudizio divino (vv. 12-13) annunciasse la distruzione del regno cosi com'era avvenuto per Samaria. La metafora della corda e della livella non è del tutto chiara: alcuni ritengono si riferisca al fatto che Gerusalemme verrà misurata per saggiame la condizione (cfr. Is 28, 17), ed eventualmente essere punita come Samaria se non dovesse superare la prova; altri pensano alla corda e la livella come strumenti per misurare tutto ciò che sarà abbattuto (Is 34,11; Ger 31,39). La metafora del piatto probabilmente indica che Gerusalemme sarà ripulita cosi come si pulisce un piatto dopo averci mangiato sopra, rovesciando via tutto lo sporco. L'accostamento tra l'azione di rovesciare e demolire (entrambe espresse con il verbo ebraico hiipak) è ben noto nella Bibbia (cfr. Gen 19,29; Dt29,22;Ag2,22). In conclusione, l'oracolo annuncia che Giuda subirà la medesima sorte d'Israele, poiché il popolo di Giuda si è comportato in modo simile a quanto fece Israele (vv. 14-15; cfr. 17,7-20). Il v. 16, in tutta probabilità un'aggiunta, inizia con un «inoltre» (w~:g. ~?~

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:tiTTi? Z,or?~ O')~P,-n~ 'lf'7~01 O~Q Fl' 'lf?@iJ 23,8 Sacerdoti (c•m~) -Al contrario del v. 5 (cfr. nota), qui cl si riferisce a sacerdoti diYHWH. Alture delle porte (C'"'!t'~lJ n~t) - Cosi il testo ebraico (cfr. comunque la nota a l Re 12,32) riferendosi probabilmente a luoghi di culto presso le porte cittadine. Alcuni esegeti modificano in C,'liWn no:.~, «altura dei satim> (cosi la versi~ne CEI)-riferendosi al culto proibito menzionato in Lv 17,7. 13,10 Tofet ... Mo/ok (l~ ... n~;:t)- ll termine n~ allude qui al luogo dove sarebbero

stati compiuti sacrifici di infanti, considerati abominevoli, in onore a una divinità straniera (Ger 7,31-32). Poiché il termine mlk (che in lingua fenicia-punica designa un tipo di sacrificio votivo) ricorre in molte iscrizioni puniche su stele poste nelle necropoli dove sono stati trovati resti di infanti, si sono collegati i due termini intendendo cosi con~ una peculiare necropoli votiva per infanti. L8 vocal.izzazione masoretica di entrambi i termini è spregiativa (cfr. nota a Milkom in l Re 11,7). Valle di Ben-Hinnom (c3::q~ ·~)-Con il qerè

presente nel libro del Deuteronomio (vv. 8-10; cfr. Dt 12,2-7.13-14). Successivamente Yoshiyya demolisce una serie di altari e oggetti sacri dedicati al Sole e ad altre divinità costruiti dai precedenti re di Giuda o d'Israele (Abaz, Manasse, Salomone e poi Yorob'am) e che erano stati impiegati per il culto presso il tempio o presso gli «alti luoghi» (vv. 11-15). All'interno di questo paragrafo sono evidenti alcune tensioni sintattiche, ripetizioni, irregolarità stilisticbe e narrative che banno fatto ipotizzare l'esistenza di una complessa elaborazione compiuta da redattori della scuola deuteronomistica su un presunto antico catalogo di provvedimenti molto più corto. Come già accennato sopra, le opinioni degli studiosi su questo punto divergono sia in merito alla precisa determinazione del presunto catalogo originario delle azioni di riforma, sia in merito alla sua antichità.

427

2 RE23,12

F ece giungere (a Gerusalemme) tutti i sacerdoti dalle città di Giuda, profanò le alture dove i sacerdoti bruciavano profumi, da Gheba a Beersheba; demolì le alture delle porte, (quelle) che erano ali' entrata della porta di Giosuè, governatore della città, alla sinistra di chi (entra) per la porta della città. 91 sacerdoti delle alture non potevano più officiare presso l'altare di YHWH in Gerusalemme, potevano però mangiare i pani azzimi in mezzo ai loro fratelli. 10Rese inoltre impuro il tofet che era nella valle di Ben-Hinnom, cosi che nessuno potesse (più) far passare il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco in onore di Molok. 11 Rimosse i cavalli che i re di Giuda avevano dedicato al Sole all'ingresso del tempio di YHWH, presso la stanza del cortigiano Netanmelek che era nei portici, e bruciò nel fuoco i carri del Sole. 1211 re demolì gli altari che erano sulla terrazza della camera superiore di A1,laz, edificati dal re di Giuda, e gli altari che Manasse aveva costruito nei due cortili del tempio di YHWH, "li trasportò, via da li e ne gettò la polvere nel torrente di Qidron. 8

(anche Ger 7,31). ll nome Cl;:t""(ì?,) ·~.con allusione alle profezie di Ger 7,32; 19,6-7, darà origine, attraverso l'aramaico, alla y€evva: (Geenna) evangelica come luogo del castigo eterno (cfr. Mt 5,22; Mc 9,43; Le 12,5). 23,11 Cortigiano (0'")~)- Alla lettera: «eunuco»; cfr. nota a 2 Re 9,32. Portici (c•,nç)- Il termine ebraico, che qui indica un annesso del tempio, è considerato un prestito dal persiano (fra-bar >) alla forma hiftl ~;1!1 (cfr. Settanta Elo~v~:yt ;~1V?7-'il?~ iltt?tJi il~\' 1tp~ :l~!iJ '7:p-;:rn~ f~i?711Ì~iJ n'?-;~-nN1 c;W11.r-;~-nN il;li11 14 :il1il' 1::11 1WN~ iiÌil' ;:l"il::l il?,i.l b';l7~ [n"'!Y?P. l i11~] ii1~P. ;~DiJ 'J.i:a~-;f 1n~1 c'iifiJ :nl$v-cJ; nn n~n 1~'Ji~ N7 1}.t;'~iJ1 u>'Jt:Jv-;:t1

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:il?~~ c?~11'~ il~iJ 'i["?.iil n~v ['7.~ l '?n~] "71~ h~1 24,8 Yoyakin (l':;l'~11~)- ll nome di questo re (dal significato'«YHWH stabilisca») è conosciuto con diverse ortografie: in una forma più corta (l' :;l~~·: Ez 1,1), con l'inversione dell'elemento verbale (~n:~~; o i1~~~·: Ger 24,1; 28,4; 29,2), oppure, sempre di

quest'ultima, in forma abbreviata (~il•l;:,: Ger 22,24; 37,1). "' 24,10 Assalirono - Leggendo, con il qerè 1'~· al plurale. La Settanta legge al singolare (come illcetìb) lasciando come soggetto Nebukadnezzar.

24,8-17 YOYAKIN Dopo il sommario introduttivo (v. 8) e il giudizio teologico negativo (v. 9), il racconto degli avvenimenti concernenti il breve regno di Yoyakin inizia con l'ambientazione storica: l'assedio di Gerusalemme da parte dei Babilonesi (v. lO) causato dalla ribellione di Yoyaqim (cfr. commento a 24,1). È probabile che Yoyaqim fosse morto durante tale assedio (597 a.C.) operato inizialmente, forse, da truppe ausiliarie (v. 11) che precedevano l'esercito del re babilonese. Secondo il v. 12 (cfr. nota) il primo, e unico, atto intrapreso da Yoyakin fu quello di arrendersi immediatamente al re di Babilonia assieme a tutta la corte. Nebukadnezzar, di fronte a tale resa, decise di risparmiare la vita al re giudeo e di non operare il saccheggio della città. Egli comunque rimosse Yoyakin dal trono, lo fece prigioniero e lo deportò in Babilonia assieme a parte della classe dirigente (vv. 12.14-15). Secondo i vv. 13-14, purnon operando la distruzione di Gerusalemme, Nebukadnezzar ne prese il pieno possesso depredando i beni del palazzo e del tempio (v. 13); inoltre

439

2 RE 24,15

Yoyakin aveva diciotto anni quando divenne re e regnò tre mesi a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Nel}.ushta, figlia di Elnatan, da Gerusalemme. 9Egli fece ciò che è male agli occhi di YHWH, proprio come aveva fatto suo padre. 10In quel tempo gli ufficiali di Nebukadnezzar, re di Babilonia, •assalirono' Gerusalemme, e la città fu posta sotto assedio. 11 Nebukadnezzar, re di Babilonia, giunse presso la città mentre i suoi ufficiali la stavano (ancora) assediando, 12allora Yoyakin, re di Giuda, assieme a sua madre, i suoi ministri, i suoi comandanti e i suoi cortigiani, usci incontro al re di Babilonia. Il re di Babilonia lo fece prigioniero nell'anno ottavo del suo regno. 13Portò via di là tutti i tesori del tempio di YHWH e i tesori del palazzo reale; smantellò tutti gli oggetti d'oro che Salomone, re d'Israele, aveva realizzato nel tempio di YHWH, secondo quanto YHWH gli aveva detto. 14Deportò tutta Gerusalemme: tutti i comandanti, tutti i guerrieri valorosi - cioè diecimila esuli tutti gli artigiani e i fabbri; non rimase che la popolazione più povera del paese. 15Egli deportò Yoyakin a Babilonia; egli condusse in esilio da Gerusalemme a Babilonia (anche) la madre del re, le mogli del re, i cortigiani e i dignitari del paese; 8

24,12 Usci incontro ~l! ... M~·.n- Cosi alla lettera. Poiché il contesto suggerisce che Yoyakin stia qui compiendo un gesto di resa e non di offesa, molti seguono la lezione di alcuni manoscritti ebraici, greci, del Targum e la Vulgata che hanno la preposizione L;,~

invece di L;,.p, L'espressione M~·+ L;,~e infatti è talvolta impiegata nel senso di «arrendersi a», «consegnarsi a» (2 Re 18,31; Ger 38,2). 24,13 Smantellò (Y!~~~n- Alla lettera: «frantumò»; per depredare il materiale prezioso applicato sui vari manufatti.

egli avrebbe deportato tutta la popolazione attiva, i maggiorenti del regno assieme ai soldati e agli artigiani (v. 14). Questi versetti, dal tono alquanto eccessivo (si noti la ripetizione enfatica della parola «tutto» e l'iperbolica attribuzione degli arredi templari niente meno che a Salomone stesso) e dal contenuto che riprende altri passi biblici, sono spesso considerati un'aggiunta che intende presentare la terra di Giuda come completamente svuotata, essendovi rimasta solo la gente più misera e insignificante. Più realistici appaiono i vv. 15-16 che ricordano la deportazione a Babilonia del re, della corte, e parte dei maggiorenti del regno assieme ai maestri artigiani (cfr. anche Ger 27)0). L'entità limitata di tale deportazione si concilia anche con l'orientamento babilonese di lasciare in Giuda un governo ancora funzionante sotto Zidqiyya. In ogni caso, l'insieme del racconto si accorda bene con la Cronaca babilonese (Glassner, n. 24, rev.ll. 12-13) dove si ricorda come Nebukadnezzar, nel suo settimo anno di regno, nel secondo giorno del mese di Adar (marzo 597 a.C.), prese la città di Gerusalemme, ne catturò il re, vi installò un nuovo sovrano di sua scelta e vi raccolse Wl ingente tributo.

440

2 RE 24,16

;5iJ ~7,~ ,~t?~iJ1 W'Jt:~v1 0'~7~ nP-=tW ~6iJ 'W1~-;f h~1 16 -';f7,g 'if!z't~l 17 :i17;f. i1iiJ ;~f.-17,g 0~':;1~1 i19t:!7~ 'Y.!V O'"Ji~ :~i1!i?ì~ i~~-n~ :J~!l ''Dt;l~ i[r ;,;~~~~-n~ ;;;Jf. ~~ t?rt i1W h-1~ nn~1 i~9=ll ~i!J'?l~ ~ nn~1 tl'Ì'WT~ 18

V'Jv ~19 =~=t~~ ~i1!trl~ ~oo/~QD.] 'P-'on ;~~ oY.n o~':;l i1ttv i1ii1; t'j~.P 1~ 20 :O'~~;,; i1fP.~W~ ~:P i1JJ-,; ~-lWf =~ n~=il ~~Jm "tJrn ''t.~ 'P-P. ouN i:;>~;:n.p iTr~~ 24,18-25,11 - La presente sezione ricorre quasi identica anche in Ger 52,1-27. Le differenze tra le due versioni, dal punto di vista testuale, pare possano derivare anche dali' esistenza di una più antica fonte comune. La Settanta di Ger 52 presenta un testo più corto rispetto al testo ebraico. Recenti studi sul testo di Geremia hanno mostrato come, in linea generale, il testo ebraico di

Geremia sia una successiva espansione di un più antico testo breve documentato nella Settanta. Data però la grande difformità della Settanta di Ger 52 rispetto al testo ebraico, non tutti gli studiosi concordano con la tesi che in Ger 52 la forma breve presente nella Settanta documenti la forma più antica della tradizione testuale. Si può quindi pensare che un'antica tradizione

Non è superfluo qui ricordare come il profeta Ezechiele pare essere stato uno di questi deportati nei pressi di Nippur (Ez l, l). Inoltre, da alcune tavolette babilonesi con razioni alimentari e da 2 Re 25,27 è possibile dedurre che Yoyakin continuò ad essere considerato re di Giuda, pur vivendo prigioniero in esilio a Babilonia. Dopo aver imprigionato Yoyakin, Nebukadnezzar insediò sul trono di Giuda un sovrano di sua scelta: Mattanya, a cui cambiò il nome in Zidqiyya (v. 17), con un atto di potere del tutto simile a quello in precedenza compiuto dal Faraone (23,34). n resoconto sul breve regno di Yoyakin non termina con la notizia della sua morte e l 'usuale sommario conclusivo. Questo orizzonte aperto riveste un grande significato, perché, come si è detto sopra, il re Yoyak:in continuerà a vivere anche durante l'esilio (25,27-30). 24,1S-25,21 ZIDQIYYA E LA FINE DEL REGNO DI GWDA Gli undici anni di regno di Zidqiyya non dovettero essere facili; egli, costretto alla sottomissione verso il re babilonese, doveva governare le diverse opinioni presenti tra la comunità giudaica (cfr. Ger 28). Le vicende politiche di questi anni, purtroppo, sono completamente ignorate dall'autore di 2 Re; inoltre, dato che l'unica Cronaca babilonese che documenta questo periodo si interrompe nel 594 a.C. e le fonti egiziane sono deficitarie per il faraone Apries (ca. 589-570 a.C.; chiamato I:Iofra in Ger 44,30), si è costretti a ricorrere ai hbri di Geremia ed Ezechiele per conoscere meglio il contesto internazionale del regno di Zidqiyya. Brevemente, dopo aver

441

2 RE 24,20

inoltre tutti i guerrieri - (in numero di) settemila - gli artigiani e i fabbri- (in numero di) mille- tutti quelli validi alla guerra, il re di Babilonia li condusse in esilio a Babilonia. 17Il re di Babilonia proclamò re, come successore (di Yoyakin), suo zio Mattanya, cambiandogli il nome in Zidqiyya. 16

Zidqiyya aveva ventuno anni quando divenne re e regnò undici anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava I:Iamutal, figlia di Geremia, da Libna. 19Egli fece ciò che è male agli occhi di YHWH, proprio come aveva fatto Yoyaqim. 20Infatti, a causa dell'ira di YHWH successero in Gerusalemme e in Giuda (cose tali) che egli li scacciò dalla sua presenza. Così Zidqiyya si ribellò al re di Babilonia. 18

abbia dato origine - in modi diversi - alla versione dei Settanta di Ger 52,1-27 e al testo di 2 Re 24,18-25,21, mentre il testo ebraico di Ger 52 dovrebbe rappresentare una più tarda edizione. La versione greca di 2 Re 24,18-25,21 non rappresenta invece un'edizione diversa da quella del testo ebraico, anche se talvolta può aver preservato lezioni più antiche.

//24,18-20 Testi paralleli: 2Cr 36,11-12; Ger 52,1-3 24,19-20 - Sono omessi dalla Settanta di Geremia. Pur rappresentando probabilmente un'aggiunta all'antico testo breve (cfr. nota precedente), essi devono essere mantenuti nel testo di 1-2 Re in quanto costituiscono la tipica valutazione del Deuteronomista.

stabilito il suo potere sulla Siria-Palestina, Nebukadnezzar si dedicò ai molteplici problemi sorti in altre regioni del suo impero. Un viaggio del faraone Psarnmetico n alla città fenicia di Biblo nel591 a.C. fu salutato come una spedizione militare e questo, in tutta probabilità, spinse alcuni regni disposti lungo la costa mediterranea a insorgere contro il dominio babilonese confidando nella forza dell'Egitto (cfr. Ger 37,1-11; Ez 17,15; e forse KAI 193). Ma Psammetico mori nel589, e il successivo faraone Apries pare non abbia avuto modo di opporsi al ritorno di Nebukadnezzar. Tutti questi avvenimenti non sono riportati nel resoconto sul regno di Zidqiyya di 2 Re il quale, dopo il consueto sommario introduttivo (24,18,20), passa immediatamente a trattare gli avvenimenti finali, iniziando con la presa di Gerusalemme (25,1-7) e le tragiche spoliazioni che ne seguirono a opera dei Babilonesi (25,817), fino all'uccisione dei capi di Giuda e alla deportazione finale (25,18-21). 24,18-20 Sommario introduttivo Il sommario introduttivo offre le consuete informazioni sull'età, la durata e gli ascendenti di Zidqiyya, sovrano insediato sul trono di Giuda per mano di Nebukadnezzar. Alcuni esegeti hanno ipotizzato che Zidqiyya fosse solamente un reggente, essendo ancora vivo il re esiliato Yoyakin, ma è difficile sostenere tale ipotesi, perché esso è solitamente qualificato ~ o~ljbh;:t it:~N Uif,'~l 'if?$i:l 1!J~ 0"1lp~-r,.,1J ~!?11~15 :i1~1P.v "if1J 'if?$;:t·n~ ~W~l;l~ t :1'Ì't~ 1~~~ ;;.,o-t,:t1 it;;t1~ ni:tl.P~ :Of}~~ i(;l~ 11~1~ i1l;t~=il'l r,~f. 'if?~-r,~ il)N 17P.~l

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Il 25,1-21 Testo parallelo: Ger 52,4-27 (• 25,1-12 Testo affine: Ger 39,1-10 25,1 Il dieci del mese (!zT1h~ ,;q,V~)- Omesso dalla Settanta e dall'affine Ger 39,1, probabilmente è un'aggiunta. Egli costrui - Con la Settanta ~006j.IT'Ia«=v piuttosto che il collettivo plurale ~l~~J. «costruironO>>. n testo ebraico pare abbia voluto esprimere in modo più chiaro il senso collettivo delle azioni dei Babilonesi usando il plurale (cfr. anche note ai vv. 4, 6 e 7) che, per questo, appare lectio facilior.

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25,17 'Ire(~- Mantenendo il testo ebraico come lectio dìffici!ior. Molti esegeti (cosi la versione CEI) modificano in «cinque» sulla base del parallelo Oer 52,22 che concorda con l Re 7,16; quest'ultima lezione è però da rite-

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nere lectio faci/iorproprio perché concordata con l Re 7,16, come dimostra l'inserzione anche di «uno~~ (~~)davanti a «capitello»). • · -L'ebraico aggiunge~?~~ («con la sua griglia») che manca nel parallelo Ger 52,22 e

cazionì che richiamano, e mparte riprendono, l Re 7. ntrasferimento di persone e di beni templari a Babilonia si discosta dalla precedente immagine di distruzione con il fuoco, cercando di far risaltare come le cose principali e preziose, benché deportate come bottino (cfr. v. 21b), siano sopravvissute alla distruzione. 25,18-21a Uccisione dei maggiorenti a Rib/a

Il capo delle guardie Nabuzaradan procedette poi all'uccisione di coloro che, in tutta probabilità, avevano condiviso la cospirazione contro Babilonia. Dapprima i sacerdoti più rappresentativi, successivamente alcuni alti membri tra gli ufficiali di corte e militari. 25,21b Esito .finale La frase che chiude la descrizione del saccheggio di Gerusalemme è breve e richiama 17,23b. Manca del tutto il giudizio su quanto avvenuto, né vi è traccia

447

2 RE 25,21

!1 peso del bronzo di tutti questi oggetti - due colonne, un Mare e i supporti che aveva fatto Salomone per il tempio di YHwH- non era (calcolabile). 17L'altezza di una colonna era di diciotto cubiti e su di essa vi era un capitello di bronzo; l'altezza del capitello era di tre cubiti e tutt'intorno al capitello c'era una griglia (con) melagrane; tutto era di bronzo. Identica a questa era (anche) la seconda colonna" '. 1811 capo delle guardie fece prigioniero Seraya, sacerdote capo, e Sofonia, il sacerdote in seconda, insieme ai tre custodi dell'ingresso. 19Dalla città egli catturò un cortigiano, che era l'ispettore dei soldati, e cinque uomini fra (coloro) ammessi alla presenza del re, i quali furono trovati nella città, lo scriba del comandante dell'esercito, che arruolava il popolo del paese, e sessanta uomini del popolo del paese che furono trovati nella città. 2D'Nebuzaradan, il capo delle guardie, li prese e li condusse dal re di Babilonia, a Ribla. 21 !1 re di Babilonia li fece abbattere mettendo(li) a morte a Ribla, nel paese di I;Iamat. Cosi Giuda fu deportato dalla sua terra. 16

che pare una glossa derivata da l Re 17, 17. D parallelo Ger 52,22 al suo posto ha «e le sue melagrane)) più un'altra lunga glossa al v. 23. 25,18 Seraya ... Sofonia (~:"T~~ç~ ... :"!~l~)- I nomi dei sacerdoti, assenti nella Settanta di

Ger 52,24 sono stati probabilmente inseriti in un secondo momento dali' autore di 2 Re (cfr. nota a 24,18-25,21). 25,19 Scriba (,çb)- Su questo titolo cfr. nota a l Re 4,3.

di spiegazione teologica, come invece si era trovata in riferimento alla caduta di Samaria in 17,7-23. D'ora in poi il vero resto di Giuda pare risiedere a Babilonia. Secondo alcuni autori, l'originale finale del libro sarebbe da porre qui, essendo i versetti successivi aggilmti in un secondo tempo, ma è difficile avvalorare con sicurezza tale ipotesi. Tornando alla questione storica, l'immagine di una completa deportazione di Giuda non sembra però cot:rispondere adeguatamente alla realtà. Dalle risultanze archeologiche, cosi come da quanto narrato in altre parti della Bibbia, non è infatti possibile sostenere che tutto il regno di Giuda fu devastato, né che tutta la sua popolazione fu esiliata. L'archeologia conferma l'esistenza di distruzioni in Gerusalemme e nella Giudea occidentale, mentre la regione di Beniamino pare sia stata risparmiata (v. 23).

448

2 RE25,22

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>. Difficile specificare esattamente quale carica amministrativa svolgesse Ghedalya. Mizpa (i1~JF~) - Viene identificata di solito con Tell en-Na~beh, situata a circa 11

25,22-26 GHEDALYA PREPOSTO su GIUDA A differenza delle grandi deportazioni assire, i Babilonesi erano soliti deportare solo una parte della popolazione dai territori da loro conquistati. Essi decisero di porre a capo del paese Ghedalya, il cui padre, AJ;liqam, e il nonno, Shafan, avevano avuto ruoli elevati nell'amministrazione del re Yoshiyya (22,3.12-14) e potrebbero essere stati favorevoli al governo babilonese (Ger 26,24). L'eminente posizione di Ghedalya tra i funzionari di Giuda durante il regno di Zidqiyya potrebbe trovare conferma in una coeva bulla trovata a Lakish che legge «(appartenente) a Ghedalya, sovrintendente del palazzo» (cfr. nota a l Re 16,9). L'esatto ruolo amministrativo esercitato da Ghedalya sulla Giudea (egli è spesso qualificato come «governatore>)) non è del tutto chiaro. Alla luce di Ger 40,10 pare che egli fosse stato incaricato di agire da intermediario tra il governo babilonese e la popolazione giudaica. L'amministrazione si insediò a Mizpa di Beniamino, una città che ha connessioni con le tradizioni sull'elezione a re di Saul (lSam l O, 17), e in un territorio che, secondo le risultanze archeologiche provenienti da Tell en-N~beh (identificato con Mizpa), non sembra aver patito distruzioni da parte dei Babilonesi.

2 RE25,26

449

Quanto al popolo rimasto nel paese di Giuda, quello lasciato da Nebukadnezzar, re di Babilonia, gli fu preposto Ghedalya, figlio di Al;liqam, figlio di Shafan. 23 Quando tutti i comandanti delle truppe e ·i loro, uomini seppero che il re di Babilonia aveva posto a capo Ghedalya, essi si recarono da Ghedalya a Mizpa; erano Ismaele figlio di Netanya, Yol)_anan figlio di Qareal)_, Seraya figlio di Tanl.mmet il Netofatita, e Yaazanya figlio del Ma'akatita, assieme ai loro uomini. 24Ghedalya garantì a loro e ai loro uomini: «Non abbiate timore di servire, i Caldei; rimanete nel paese e servite il re di Babilonia: vi troverete bene». 25 Ma nel settimo mese Ismaele, figlio di Netanya, figlio di Elishama, di stirpe regale, giunse assieme a dieci uomini, e costoro colpirono a morte Ghedalya (e anche) i Giudei e i Caldei che si trovavano con lui a Mizpa. 26Allora tutto il popolo, dal più piccolo al più grande, e i comandanti delle truppe partirono per andare in Egitto, poiché avevano paura dei Caldei. 22

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km a nord di Gerusalemme, in Beniamino. 25,24 Garanti (.11~~·1)- Alla lettera: «giu-

rò», da interpretare nel senso che diede formale assicurazione di immunità all'esercito che, in precedenza, si era opposto ai Babilonesi.

Di servire - Con la Vulgata (servire) e il parallelo Ger 40,9 (,1:::1~t,;), al posto dell'oscuro ''1:;l~t,; («dei servi)>) del testo ebraico. La Setta.ilta ha mipoòov («l'irruzione») che suppone l'ebraico "l~~~Il 25,25 Testo parallelo: Ger 41,1-2

Le vicende concernenti Ghedalya, qui brevemente riassunte, sono narrate più diffusamente in Ger 40,7--41,18. Ghedalya cercò di organizzare la vita e le attività economiche del «popolo rimasto nel paese di Giuda» (vv. 22.24), soprattutto nelle zone non toccate dalle distruzioni babilonesi, dove si trasferirono anche famiglie provenienti da Gerusalemme (v. 23 ). A Mizpa e nei suoi dintorni pare si radunasse varia popolazione giudaica, assieme a Babilonesi (v. 25b), mentre Gerusalemme rimase spopolata. Il governo di Ghedalya durò però poco, perché egli fu ucciso da persone non disposte a collaborare con i Babilonesi (v. 25). Il risultato, secondo il testo, fu lo svuotamento di Giuda, perché tutti «dal più piccolo al più grande» fuggirono in Egitto (v. 26). Tale affermazione è però storicamente parziale, come quella del v. 21 b. Come nel v. 21 b lo svuotamento di Giuda serviva per dimostrare che l 'unico resto di Giuda era da cercare a Babilonia, similmente questo versetto intende mostrare come i pochi rimasti in Giuda disobbedirono al profeta Geremia (Ger 42,10-22; 43,5-7), confermando la loro indegnità. In ogni caso, l'archeologia prova che la regione continuò ad essere abitata, soprattutto nel territorio di Beniamino; di conseguenza, soltanto un ristretto gruppo di giudei dovette fuggire in Egitto.

450

2 RE25,27

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//25,27-30 Testo parallelo: Ger 52,31-34 25,27 Evil-Merodak (11'11? ""!1$)- Si tratta di Amel-Marduk (> e i suoi figli, essendo questi in tutta probabilità trattenuti come ostaggi di alto rango presso la corte. Il titolo regale mantenuto da Yoyakin in esilio potrebbe aver alimentato alcune speranze dinastiche nel gruppo dei giudei esiliati; tali speranze, comunque, non trovarono poi compimento.

I LIBRI DEI RE NELL'ODIERNA LITURGIA

I Libri dei Re nel Lezionario liturgico vengono utilizzati nella prospettiva di un unico libro, soprattutto nella lettura semicontinua del ciclo feriale, proprio così come si presenta nel canone ebraico delle Scritture. Nel ciclo festivo entrambi i libri vengono letti unicamente nelle domeniche del Tempo Ordinario. La lettura di 1-2Re nelle domeniche Dal momento che nel Lezionario domenicale il filo conduttore è dato dalla lettura semicontinua del Vangelo, in questo nostro approfondimento preferiamo seguire la narrazione di l-2Re. Nella XVll domenica del Tempo Ordinario (A) la prima lettura riporta alcuni versetti della preghiera di Salomone all'inizio del suo regno (IRe 3,5.7-12). n brano evangelico (Mt 13,44-52) riporta le parabole del tesoro, della perla preziosa e della rete gettata nel mare, con i versetti conclusivi al discorso in parabole (Mt 13,51-52). La seconda lettura (Rm 8,28-30) invita i credenti a essere conformi all'immagine del Figlio. Se Salomone è lodato per aver chiesto il dono della sapienza e di un cuore capace di ascoltare, nella pagina del Vangelo, la sapienza viene esercitata dai protagonisti delle parabole: l'uomo che trova il tesoro, il mercante di perle, il pescatore. Lo stesso «scriba divenuto discepolo del regno dei cieli» (Mt 13,52) è un'icona della sapienza: il suo tesoro sono le Scritture da cui è possibile trarre «cose nuove e cose antiche». Salomone e lo scriba divengono così modelli del credente che ascolta e scopre il tesoro delle Scritture. Il secondo brano tratto da IRe ricorre nella IX domenica del Tempo Ordinario (C). La prima lettura (l Re 8,41-43) riprende la

IL TESTO DEI LffiRI DEI RE NELL'ODIERNA LITURGIA

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preghiera di Salomone in occasione della dedicazione del Tempio (IRe 5,15-9,9). Nel brano evangelico viene riportata la guarigione del figlio del centurione (Le 7,1-1 0). Esso è preceduto dai primi versetti della Lettera ai Galati (1,1-2.6-10) nei quali l'Apostolo richiama la fedeltà al Vangelo. Funge da nesso il tema dello straniero. Come Salomone chiede al Signore di ascoltare la preghiera dello straniero che