La fine del regno di Sedecia (Textos y estudios Cardenal Cisneros) (Italian and Ancient Greek Edition) 8400086945, 9788400086947

Uno de los aspectos más desconocidos del famoso viaje americano de Alexander von Humboldt es el de su paso por España, s

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Italian, Ancient Greek Pages 258 [254] Year 2008

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INDICE
INTRODUZIONE ALL‟ANALISI DEL TESTO
I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA
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La fine del regno di Sedecia (Textos y estudios Cardenal Cisneros) (Italian and Ancient Greek Edition)
 8400086945, 9788400086947

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Emma Abate • LA FINE DEL REGNO DI SEDECIA

Emma ABATE

LA FINE DEL REGNO DI SEDECIA

ISBN: 978-84-00-08694-7

CONSEJO SUPERIOR DE INVESTIGACIONES CIENTÍFICAS

LA FINE DEL REGNO DI SEDECIA

LA FINE DEL REGNO DI SEDECIA

TEXTOS Y ESTUDIOS «CARDENAL CISNEROS» DE LA BIBLIA POLÍGLOTA MATRITENSE (TECC) (Colección fundada por Federico PÉREZ CASTRO) COMITÉ EDITORIAL

Directora: M.ª Victoria SPOTTORNO DÍAZ-CARO (CSIC. Madrid) Secretaria: Elvira MARTÍN CONTRERAS (CSIC. Madrid) Emilia FERNÁNDEZ TEJERO (CSIC. Madrid) Natalio FERNÁNDEZ MARCOS (CSIC. Madrid) Emiliano MARTÍNEZ BOROBIO (CSIC. Madrid) José Ramón BUSTO SAIZ (Universidad Pontificia Comillas. Madrid) Ángeles NAVARRO PEIRO (Universidad Complutense. Madrid) Luis VEGAS MONTANER (Universidad Complutense. Madrid) José Manuel CAÑAS REÍLLO (CSIC. Madrid) Guadalupe SEIJAS DE LOS RÍOS-ZARZOSA (Universidad Complutense. Madrid) CONSEJO ASESOR

Cécile DOGNIEZ (CNRS-Université Paris IV-Sorbonne) Carmel MCCARTHY (University College. Dublin) Daniel S. MYNATT (Anderson University. South Carolina) María Teresa ORTEGA MONASTERIO (CSIC. Madrid) Alison SALVESEN (Oriental Institute. Oxford) Willem F. SMELIK (University College. London)

76

LA FINE DEL REGNO DI SEDECIA

PER

Emma ABATE

CONSEJO SUPERIOR DE INVESTIGACIONES CIENTÍFICAS MADRID, 2008

INDICE PREMESSA.............................................................................................

9

ABBREVIAZIONI E SEGNI.........................................................................

15

PRIMA PARTE I - INTRODUZIONE ALL’ANALISI DEL TESTO....................................................

19

II - STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXXB 2RE 24:18-25:30............................

49

III - ANALISI DELLE VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:1825:30..............................................................................................

59

IV - STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXX* DI GEREMIA 52..............................

83

V - ANALISI DELLE VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI GEREMIA 52.........

93

VI - STUDIO DELLE VARIANTI DI TM 2RE 24:18-25:30 // GEREMIA 52................... APPENDICE: VARIANTI ORTOGRAFICHE E FONETICHE...............................

107

VII - LO STRATO PRELUCIANEO................................................................... A. CORRISPONDENZA CON LXX* GEREMIA 52........................................... B. CORRISPONDENZA CON LE TESTIMONIANZE PRELUCIANEE....................... APPENDICE: ONOMASTICA E TOPOGRAFIA..............................................

121 121 131 138

VIII - LE STRATIFICAZIONI DEL TESTO..........................................................

145

115

SECONDA PARTE IX - I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA.......................................

161

X - I PASSI PARALLELI COME RACCONTO...........................................................

207

CONCLUSIONI........................................................................................

219

BIBLIOGRAFIA........................................................................................

223

PREMESSA In questa ricerca sono indagati, sia dal punto di vista critico-testuale, sia da quello storico-letterario, i passi paralleli 2Re 24:18-25:30 e Ger 52, che trattano della vicenda del regno di Sedecia durante l‟assedio di Gerusalemme del 587-586 a.C. Attraverso lo studio dei testimoni disponibili delle tradizioni ebraica e greca si metteranno in luce le caratteristiche delle edizioni e delle recensioni attraverso le quali questo testo è stato trasmesso e si tenterà di definire le stratificazioni e l‟origine delle varianti testuali e di ricostruirne lo sviluppo diacronico. Questo tipo di analisi consente di toccare questioni divenute di particolare interesse negli studi filologici veterotestamentari grazie al reperimento dei manoscritti di Qumran, che comprendono le più antiche attestazioni del testo biblico disponibili (III-II sec. a.C.)1. Sebbene dei passi in esame non ci siano testimonianze ebraiche provenienti da Qumran, nondimeno questo lavoro non prescinde da alcuni indirizzi metodologici scaturiti da tale scoperta. I documenti qumranici hanno confermato l‟importanza dei LXX nella critica testuale biblica, poiché confortano in molti casi le varianti del testo greco, mostrandone la dipendenza da una Vorlage distinta e verosimilmente anteriore al testo consonantico soggiacente al TM: in particolare le indagini sui frammenti ebraici di Samuele2 e Geremia 3 rinvenuti nella grotta 4 hanno mostrato l‟affinità del materiale qumranico alla forma testuale dei LXX e la coesistenza di differenti tipi testuali precedenti la fissazione del canone ebraico e la standardizzazione del testo consonantico 4.

1

Per una sintesi delle questioni di carattere storico-religioso e di critica filologica sollevate dalle scoperte qumraniche cfr. F. García Martínez, J.C. Trebolle Barrera, Gli 2 F.M. Cross, D.W. Parry, R.J. Saley, E. Ulrich, Qumran Cave 4. XII: 1-2 Samuel, DJD XVII, Oxford 2005: cfr. cap. I, par. 1; per una bibliografia degli studi condotti sui testi qumranici di Sam cfr. E.D. Herbert, Reconstructing Biblical Dead Sea Scrolls: a New Method Applied to the Reconstruction of 4QSama, Leiden 1997, con la recensione di A. Catastini comparsa in Henoch 23 (2001), pp. 116-120. 3 Per le indagini sul testo di Geremia cfr. cap. I, parr. 4-5. 4 Per lo status quaestionis sull‟argomento cfr. cap. I, parr. 1.1, 1.2, e 5.

10

PREMESSA

Gli studi sul rotolo greco dei Dodici Profeti 5 hanno consentito a D. Barthélemy di individuare un‟attività di recensione sui LXX, la cosiddetta revisione kaivge, anteriore a quella origeniana e da collocare intorno al I sec. d.C.: Barthélemy, come vedremo, ne ha descritto le principali caratteristiche e ha identificato lo stesso intervento recensionale sul testo di Samuele-Re e su altri testimoni del corpus biblico; questo ha permesso di raggruppare i manoscritti che presentano varianti testuali dovute all‟attività di revisione e di riconoscerne il carattere tardo. Le testimonianze qumraniche, corrispondenti in più casi a varianti peculiari dei manoscritti del gruppo antiocheno da sempre ritenuti portatori della recensione lucianea, hanno rinnovato le indagini sul protoluciano6, ovvero lo strato più antico del testo sul quale fu eseguita la recensione: la presenza di lezioni affini a quelle lucianee in Flavio Giuseppe 7, nella Vetus Latina8 e nella Peshitta9 – fonti anteriori al Luciano storico (IV d.C.) – aveva già messo in luce il valore della tradizione antiochena nella critica testuale per la ricostruzione dei LXX originari 10. Nella nostra indagine saranno privilegiati pertanto l‟esame della tradizione dei LXX e lo studio delle recensioni kaivge e lucianea: il materiale proveniente dalla tradizione manoscritta greca è quello più antico a disposizione e il riconoscimento di varianti dovute a differenti iniziative di correzione del testo biblico potrebbe consentire il recupero di lezioni originarie. Per quanto riguarda il testo ebraico saranno considerate le testimonianze alternative al textus receptus desumibili dalla tradizione manoscritta medievale ebraica, poiché potrebbero conservare lezioni precedenti la normalizzazione masoretica e vicine alla Vorlage dei LXX11. Nella seconda parte12 si prenderà in esame la narrazione di 2Re 24:1825:30 // Ger 52 come fonte storiografica per gli eventi del 587-586 a.C.13: le 5

D. Barthélemy, “Redécouverte d‟un chaînon manquant de l‟histoire de la LXX”, RB 60 (1953), pp. 18-29; Id., Les Devanciers d‟Aquila, Leiden 1963. 6 Cfr. cap. I, parr. 1.2, 1.3 e 2. 7 Cap. I, par. 2.3. 8 Cap. I, par. 2.2. 9 Cap. I, par. 2.1. 10 Cfr. cap. I, parr. 1.2, 1.3 e 2; per una sintesi sull‟argomento cfr. N. Fernández Marcos, “The Lucianic Text in the Books of Kingdoms: from Lagarde to the Textual Pluralism”, in A. Pietersma, C. Cox (eds.), De Septuaginta. Studies in Honour of John William Wevers on his Sixty-fifth Birthday, Toronto - Brandon 1984, pp. 161-174; A. Catastini, “Testo Antiocheno e Vetus Latina: su alcune pubblicazioni recenti”, Henoch 19 (1997), pp. 81-93. 11 Cap. I, parr. 3, 6. 12 Cap. IX.

PREMESSA

11

notizie riportate saranno valutate in relazione alle informazioni ricavate da altri testi della letteratura ebraica antica14 e dalle fonti archeologiche babilonesi15 del VI sec. a.C. In quanto epilogo sia di 2Re che di Geremia i passi paralleli devono essere considerati in rapporto al dibattito sulla datazione dei libri storici 16 da un lato, e sui collegamenti del testo geremiano con la storiografia di Samuele-Re17 dall‟altro. I diversi orientamenti della critica hanno messo in discussione o difeso l‟antichità dei libri storici18 vagliandone l‟attendibilità storiografica o, al contrario, sottolineando la priorità degli aspetti leggendari e degli interessi propagandistici e dottrinali degli autori; saranno esaminate conseguentemente le posizioni della letteratura critica circa la composizione del libro di Geremia per approfondire questioni quali: - la redazione deuteronomistica di Geremia19; - la temperie culturale e ideologica cui risale questo testo 20; - la collocazione originaria di Ger 52 come finale del libro di Geremia21. I risultati conseguiti dall‟analisi filologica saranno quindi confrontati con gli esiti dell‟analisi storico-letteraria22: dalle conclusioni dello studio critico di 13

Cap. IX, par. 2. Cfr. J.A. Soggin, Storia d‟Israele. Dalle origini a Bar Kochbà, Brescia 1984, pp. 53-74, 371-379; P. Sacchi, Storia del Secondo Tempio. Israele tra VI sec. a.C. e I sec. d.C., Torino 1994, pp. 23-27; M. Liverani, Oltre la Bibbia. Storia antica d‟Israele, Roma - Bari 2003, pp. 211-213. 14 Ger 21; 27; 32; 34; 38; Ez 12; 2Cr 36:11-22; 1Esd 1:44-55; gli apocrifi di Geremia e Baruch; il X libro delle Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe: per il commento e la bibliografia relativa a questi testi cfr. cap. IX, par. 2. 15 E.F. Weidner, “Jojachin, König von Juda, in babylonischen Keilinschrifttexten”, in Mélanges syriens offerts à Monsieur René Doussaud, vol. II, Paris 1939, pp. 923-925; D.J. Wiseman, Chronicles of Caldaean Kings in the British Museum, London 1956; A. Malamat, “The Last Kings of Judah and the Fall of Jerusalem”, IEJ 18 (1968), pp. 138156; J.B. Pritchard, Ancient Near Eastern Texts Relating to the Old Testament, Princeton 1969; R.H. Sack, Am/l Marduk 562-560 B.C. A Study Based on Cuneiform, Old Testament, Greek, Latin and Rabbinical Sources, Neukirchen - Vluyn 1972; A.K. Grayson, Assyrian and Babylonian Chronicles, Locust Valley 1975; D.J. Wiseman, Nebuchadrezzar and Babylon, London 1985; O. Lipschitts, “Nebuchadrezzar‟s Policy in „Hattu-Land‟ and the Fate of the Kingdom of Judah”, UF 30 (1998), pp. 467-487; Liverani, Oltre la Bibbia, pp. 203-220. 16 Cap. IX, par. 3. 17 Cap. IX, par. 4. 18 Per le diverse posizioni degli studiosi e la bibliografia relativa cfr. cap. IX, par. 3. 19 Cap. IX, par. 4. 20 Cap. IX, parr. 4, 5. 21 Cap. IX, par. 5. 22 Cap. IX, parr. 6, 7a, b, c.

12

PREMESSA

2Re 24:18-25:30 // Ger 52 e dal confronto con le profezie geremiane (secondo TM e LXX) si rileveranno le varianti sostanziali che segnalino una trasformazione del testo di matrice ideologica e dottrinale. Il contenuto dei passi paralleli sarà messo in rapporto comparativo con le sezioni in prosa del corpus geremiano che anticipano la narrazione di eventi quali la cattura e la condanna di Sedecia23, il sacco del tempio24 e l‟esilio degli abitanti25. In questo modo si faranno emergere i contenuti più antichi del testo separandoli da quelli più direttamente riconducibili a sviluppi ideologici conseguenti l‟ascesa del sacerdozio levitico nel giudaismo del Secondo Tempio. Nella parte conclusiva si proporrà una lettura delle strutture del racconto e un‟interpretazione del ruolo narrativo rivestito dai protagonisti 26. La narrazione della caduta di Gerusalemme si può confrontare con testi della letteratura biblica che presentano lo stesso schema narrativo: in particolare Gdc 16 e 1Sam 11 presentano una sequenza narratologica affine a quella di 2Re 24:18-25:30 // Ger 52 e i protagonisti svolgono, nell‟ambito dei diversi racconti, funzioni correlate al medesimo contesto simbolico 27. Le unità narrative saranno definite come azioni rituali che rievocano le fasi di cerimonie inaugurali e la struttura di miti di fondazione (presenti in forme diverse tanto nella tradizione ebraica, quanto in tradizioni del patrimonio liturgico e leggendario vicino-orientale) che prevedono l‟espulsione di farmakoiv per la purificazione e la rigenerazione di un sistema sociale minacciato da una crisi disgregante28. In questa prospettiva il collasso della società ebraica pre-esilica (di cui si narra nei passi paralleli) rappresentato con la deportazione della classe dirigente e con la condanna del re Sedecia, sarà interpretato come preludio, attraverso il sacrificio del sovrano, della riabilitazione della stirpe davidica e della ristrutturazione dell‟ebraismo in età esilica e post-esilica29. Sono lieta di poter qui ringraziare il professor Alessandro Catastini che mi ha proposto questo tema di ricerca e che ha seguito le diverse fasi della sua elaborazione. Vorrei ringraziare poi in maniera particolare il professor Natalio Fernández Marcos, che mi ha accolto nell‟Instituto de Filología del Consejo 23

Cfr. Ger 21:7, 32:5, 34:5, 38:17-18 e 2Re 24:19-20 // Ger 52:2-3 e 2Re 25:4-7 // Ger 52:7-11. 24 Cfr. Ger 27:19-22 e 2Re 25:13-17 // Ger 52:17-23. 25 Cfr. Ger 34:19-20 e 2Re 25:11-12 // Ger 52:15-16 e 2Re 25:19-21 // Ger 52:25-27. 26 Cap. IX, parr. 9, 10, 11. 27 Cap. IX, par. 9. 28 Cap. IX, parr. 10, 11. 29 Cap. IX, parr. 11, 12.

PREMESSA

13

Superior de Investigaciones Científicas per alcuni mesi consentendomi di lavorare con lui e di confrontarmi con la sua esperienza nell‟indagine sulle recensioni bibliche e nel campo degli studi filologici sul testo dei LXX. Sono molto grata al professor Pierluigi Borbone, membro della commissione per il mio esame finale di dottorato, per i preziosi suggerimenti. I miei ringraziamenti vanno inoltre alla professoressa Eleonora Tagliaferro, che ha contribuito alla mia preparazione nel campo degli studi giudeo-ellenistici con gentilezza e disponibilità e si è interessata al mio lavoro incoraggiandomi a proseguire nella ricerca, al professor Alberto Camplani, che è stato mio professore di siriaco: ho approfittato dei suoi consigli nella preparazione dell‟indagine sulla Peshitta, al professor Franco D‟Agostino, che ho consultato per alcuni approfondimenti storico-archeologici. Tutta la mia gratitudine e la stima vanno infine alla professoressa María Victoria Spottorno che ha seguito il mio lavoro nel periodo trascorso a Madrid e che ha deciso con grande benevolenza di accogliere i risultati della mia ricerca in questa prestigiosa collana. Questo libro è per Giovanna e Alberto e poi anche per Giuseppe.

ABBREVIAZIONI E SEGNI

Si riporta una lista delle abbreviazioni e delle sigle più utilizzate. acc. Alep aor. BHS C cap. / capp. cfr. dat. DJD Dtr f. gen. impf. ind. Ios K LXXB L*

La*

LXX LXX* marg. m.

accusativo codice di Aleppo aoristo Biblia Hebraica Stuttgartensia codice di Cairo capitolo / capitoli confrontare dativo Discoveries in the Judean Desert Storia deuteronomistica femminile genitivo imperfetto indicativo Flavio Giuseppe, Antichità Giudaiche secondo l‟edizione di B. Niese (cfr. bibliografia) B. Kennicott, Vetus Testamentum... cum variis lectionibus (cfr. bibliografia) testo dei LXX secondo il codice Vaticano testo antiocheno della versione greca dei Settanta di Sam-Re secondo l‟edizione critica di N. Fernández Marcos e J. R. Busto Saiz (cfr. bibliografia) Vetus Latina di Ger 52:12-33 secondo l‟edizione critica provvisoria di P. M. Bogaert, “Les trois formes de Jérémie 52 (TM, LXX et VL)” (cfr. bibliografia) versione greca dei Settanta versione originaria dei LXX di Geremia secondo l‟edizione critica di J. Ziegler (cfr. bibliografia) margine maschile

16 ms(s). n. nom. nt. om. par(r). pass. Pesh pl. pf. pr. pres. pt. R sg. TB TM v(v). var(r). vdH „ + = // : ], ] ì

ò

ABBREVIAZIONI E SEGNI

manoscritto (manoscritti) nota nominativo neutro omittit, omittunt paragrafo (paragrafi) passivo Peshitta plurale perfetto praemittit, praemittunt presente participio De Rossi, Variae Lectiones (cfr. bibliografia) singolare testo ebraico secondo la tradizione babilonese testo masoretico, indica convenzionalmente il codice di S. Pietroburgo riprodotto nella BHS (cfr. bibliografia) versetto (versetti) variante (varianti) testo dell‟Antico Testamento secondo l‟edizione di van der Hoogt (cfr. bibliografia) Qere aggiunta uguale a parallelo a separa la tradizione delle diverse varianti separano dalla variantistica delle diverse tradizioni asterisco esaplare obelo esaplare

Le abbreviazioni delle riviste corrispondono a quelle del periodico Old Testament Abstracts (Washington, DC). Le sigle dei libri biblici seguono le abbreviazioni della Bibbia di Gerusalemme.

PRIMA PARTE

CAPITOLO I INTRODUZIONE ALL‟ANALISI DEL TESTO

“Chi traduce troppo letteralmente è un falsario, chi aggiunge qualcosa un blasfemo” Rabbi Judah Ben Ilai (attrib.) 1. LO STATUS QUAESTIONIS SUL TESTO GRECO DI SAM-RE 1.1 La revisione kaivge Secondo la suddivisione del corpus di Sam-Re LXX operata da H. St. J. Thackeray nel 190730, il testo di 2Re 24:18-25:30 appartiene alla sezione gd del codice Vaticano31. Thackeray sostenne che le differenti rese di termini ed espressioni ebraiche nei LXX di Sam-Re fossero dovute all‟opera di traduttori diversi; il testo greco secondo il codice Vaticano fu così diviso in cinque sezioni: a (1Sam) bb (2Sam 1:11 - 11:1) bg (2Sam 11:2 - 1Re 2:11) gg (1Re 2:12 - 21:43) gd (1Re 22:1 - 2Re 25:30) Le sezioni bg e gd sarebbero state opera di uno stesso traduttore, che avrebbe prodotto una versione più aderente all‟ebraico. Nel 196332 Barthélemy incluse tra le testimonianze evidenti della recensione kaivge proprio le sezioni bg e gd di Sam-Re, mostrando come le divergenze stilistiche tra le sezioni del codice Vaticano fossero da attribuire ad una revisione del testo greco e non all‟attività di traduttori diversi. Secondo Barthélemy, il rabbinato palestinese del I secolo d.C. impose la correzione,

30

H.St.J. Thackeray, “The Greek Translators of the Four Books of Kings”, JTS 8 (1907), pp. 262-278. 31 Il testo del codice Vaticano, in onciale del IV sec. d.C., era considerato il più vicino alla versione originaria dei LXX di Sam-Re: cfr. N. Fernández Marcos, Introducción a las versiones griegas de la Biblia, Madrid 1998, pp. 107, 203. 32 Cfr. Barthélemy, Devanciers, pp. 31-88 e 91-143.

20

INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

sulla base dei principi ermeneutici di Rabbi Hillel 33, di interi settori dei LXX34 per rendere il testo greco più aderente all‟originale ebraico sia nella forma che nei contenuti. Le caratteristiche editoriali della scuola palestinese possono essere così riassunte secondo i criteri esposti da Barthélemy35 per distinguere dall‟originale greco il materiale sottoposto alla revisione: - maggiore aderenza alla sintassi semitica; - traslitterazione frequente di termini ebraici; - corrispondenza nella disposizione delle parole tra testo greco e testo ebraico; - aggiunta di materiale presente nel testo ebraico e non attestato nei LXX (e viceversa); - eliminazione del presente storico nella resa dell‟imperfetto ebraico preceduto dal inversivo (la negazione di esistenza considerata atemporale è sempre tradotta da oujk e[stin). - uso di termini particolari di traduzione: kaivge = ajnhvr = ejgwv eijmi = ejpavnwqen = sthlovw per le radici kerativnh = monovzwno" = kuvrio" tw'n dunavmewn = iJscurov" = e[nanti o e[nantion = dia; tou'to per / e e[neken tou'to per / 33

Rabbi Hillel visse tra la fine del I sec. a.C. e la prima metà del I sec. d.C.; i principi ermeneutici della sua scuola sono riportati in Sifrà, intr. 1:7; Abot de Rabbi Nathan 37, 55; Tosefta, Sanhedrin 7s. 34 Cfr. K.G. O‟Connell, The Theodotionic Revision of the Book of Exodus, Harvard 1972; W.R. Bodine, The Greek Text of Judges: Recensional Development, Chico CA 1980; Id., “Kaige and Other Recensional Developments in the Greek Text of Judges”, BIOSCS 13 (1980), pp. 45-57; J.R. Busto Saiz, “El texto teodociónico de Daniel y la traducción de Símaco”, Sefarad 40 (1980), pp. 41-55; O. Munnich, “La Septante des Psaumes et le groupe kaige”, VT 33 (1983), pp. 75-89; Id., “Contribution à l‟étude de la première révision de la Septante”, ANRW II 20.1 (1987), pp. 190-220; L. Greenspoon, “Recensions, Revisions, Rabbinics: Dominique Barthélemy and Early Developments in the Greek Tradition”, Textus 15 (1990), pp. 153-167; T. McLay, “Kaige and Septuagint Research”, Textus 19 (1998), pp. 127-139. 35 Nei capitoli II e III di Devanciers.

LO STATUS QUAESTIONIS SUL TESTO GRECO DI SAM-RE

21

eij" to;n aijw'na = sunavgw = cwmaeivm = skotiva = e gnovfo" = e[xodo" = e oJdov" = Successivamente, nuovi criteri di riconoscimento delle rese peculiari del gruppo kaivge furono isolati da J. D. Shenkel36, M. S. Smith37, J. A. Grindel38 e E. Tov39. Shenkel osservò nelle sezioni bg e gd di Sam-Re, rispetto alle sezioni non-kaivge, la preferenza: a) di ejn ojfqalmoi'" rispetto a ejnwvpion per tradurre ; b) di diwvkw rispetto a katadiwvkw per tradurre ; c) di a[rcwn th'" dunavmew" rispetto a ajrcistravthgo" per ; d) del tema sof- rispetto a fron- per rendere la radice ebraica ; e) di kwfeuvw e del sinonimo siwpavw per ; f) di ejn e[tei . . . e[tei per tradurre ... e di ejn tw'' e[tei tw'' per nelle formule introduttive regali; g) di ajnomiva rispetto a ajdikiva per tradurre ; h) di tacuvnw rispetto a speuvdw per ; i) di ejn gavstri e[cw / lambavnw rispetto a sullambavnw per ; j) della forma negativa di qevlw rispetto a quella di bouleuvw per . Smith ha segnalato l‟uso da parte dei revisori di fotivzw per tradurre ; Grindel ha indicato il carattere recensionale di nivko" per la resa di ; Tov ha confermato l‟impiego diffuso della traslitterazione in sostituzione del termine greco di traduzione. Indagini più recenti hanno corretto parzialmente i risultati conseguiti da Barthélemy40, poiché l‟analisi completa dei mss. sottoposti all‟intervento recensionale ha messo in evidenza come le caratteristiche di traduzione del gruppo kaivge siano riscontrabili anche in testi anteriori all‟attività della scuola hillelita: il rotolo di Na9al Žever dei Dodici Profeti è stato datato a seguito dell‟ultimo esame paleografico al I sec. a.C.41, e la versione dei LXX dei Salmi 36

J.D. Shenkel, Chronology and Recensional Development in the Greek Text of Kings, Cambridge (Mass.) 1968. 37 M.S. Smith, “Another Criterion for the kaivge Recension”, Bib 48 (1967), pp. 443445. 38 J.A. Grindel, “Another Characteristic of the kaige Recension”, CBQ 31 (1969), pp. 499-513. 39 E. Tov, “Transliterations of Hebrew Words in the Greek Versions of the O.T. A Further Characteristic of the kaige-Th Revision?”, Textus 8 (1972), pp. 78-92. 40 Munnich, “Contribution”, pp. 190-220. 41 Greenspoon, “Recensions, Revisions, Rabbinics”, pp. 153-167.

22

INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

sembrerebbe presentare ab origine tratti comuni a quelli dei testi revisionati nel I sec. d.C.42; inoltre, all‟interno del materiale attribuito ai revisori, sono stati rilevati criteri di correzione diversi da quelli adottati in Sam-Re e nei profeti minori43. Allo stato attuale degli studi suelencati la revisione kaivge, piuttosto che essere considerata un‟operazione sistematica di correzione dei LXX risalente al I sec. d.C., viene considerata una tendenza del rabbinato palestinese, a partire dal I sec. a.C., ad adeguare il testo greco alla Vorlage ebraica corrente. I manoscritti qumranici hanno mostrato la presenza, forse la coesistenza, di differenti forme testuali ebraiche precedenti la standardizzazione del testo consonantico e la canonizzazione masoretica. In merito alla revisione kaivge, è opportuno precisare come le scuole rabbiniche correggessero il testo greco secondo una Vorlage che si stava approssimando alla forma finale masoretica, diversa da quella originaria dei LXX e per questo definita protomasoretica44. 1.2 La questione lucianea I primi a riconoscere l‟importanza della tradizione lucianea nella critica testuale per la ricostruzione dell‟originale greco furono J. Wellhausen 45 e P. de Lagarde46; A. Mez, nella monografia su Flavio Giuseppe 47, ravvisò nei libri VVII delle Antichità Giudaiche, pertinenti 1Samuele, alcune peculiarità testuali che precorrevano la recensione attribuita a Luciano vescovo d‟Antiochia del IV sec. d.C.48 e che da quel momento sarebbero state definite “prelucianee”.

42

Munnich, “La Septante des Psaumes”, pp. 75-89. Greenspoon, “Recensions, Revisions, Rabbinics”, pp. 153-167; Fernández Marcos, Introducción, pp. 160-162. 44 Cfr. M. Harl, G. Dorival, O. Munnich, La Bible grecque des Septante. Du judaïsme hellénistique au christianisme ancien, Paris 1988, pp. 188-192. 45 J. Wellhausen, Der Text der Bücher Samuelis, Göttingen 1871, pp. 3-10 e 221-224. 46 P. de Lagarde, Librorum Veteris Testamenti Canonicorum Pars Prior Graece, Göttingen 1883, pp. V e XIII-XIV. 47 A. Mez, Die Bibel des Josephus untersucht für Buch V-VII der Archäologie, Basel 1895. 48 Notizie sul Luciano storico si ricavano da Eusebio, Hist. Ec. 7, 29-32; Girolamo, Vir. ill. 77; Teodoreto, Hist. eccl. 1, 4, 36; l‟esistenza della recensione è attestata in: Girolamo, praef. Vulg. par.; Id., epist. 106, 2; Id., Praef. Vulg. evang.; PG 28, 436B; Suda, s. v.; cfr. R. Devreesse, Introduction à l‟étude des manuscripts grecs, Paris 1954, p. 119; B.M. Metzger, “The Lucianic Recension of the Greek Bible”, in Id., Chapters in the History of New Testament Textual Criticism, Leiden 1963, pp. 1-41; B. Altaner, 43

LO STATUS QUAESTIONIS SUL TESTO GRECO DI SAM-RE

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Lagarde per primo tentò di isolare le varianti lucianee nell‟edizione da Genesi a Esther49 e fu seguito in questo tipo di ricerca dall‟allievo A. Rahlfs50. Nelle Septuaginta-Studien Rahlfs, pur riconoscendo l‟affinità di alcune variazioni testuali dei manoscritti antiocheni dei Re con lezioni presenti in Flavio Giuseppe e nella Vetus Latina, limitava la portata e il valore dello strato prelucianeo: il testo dei codici lucianei 51 boc2e2 veniva valutato sostanzialmente secondario e tardo rispetto a quello conservato nel codice Vaticano (considerato fino a quel momento il più vicino ai LXX originari). Questa prospettiva fu rovesciata da Barthèlemy che propose boc2e2 come gli unici testimoni “de la Septante ancienne, plus ou moins abâtardie et corrompue”52, poiché non sottoposti alla revisione kaivge. Quindi i manoscritti lucianei non sarebbero stati portatori di un testo recensito nel IV sec. d.C., ma il testo antiocheno doveva essere ritenuto il più vicino alla versione originaria dei LXX. I contributi di altri studiosi – che ricordiamo di seguito – indussero Barthèlemy a ridimensionare la portata di queste affermazioni. F. M. Cross53 in seguito all‟analisi di 4QSama, che soprattutto nella sezione bg conteneva numerose lezioni protolucianee, segnalò la presenza in boc2e2 di due strati recensionali: il più antico testimoniava una revisione di Sam A. Stuiber, Patrologie. Leben, Schriften und Lehre der Kirchenväter, Freiburg - Basel Wien 1966, p. 214. 49 Lagarde, Librorum Veteris Testamenti. 50 A. Rahlfs, Septuaginta-Studien III: Lucians Rezension der Königsbüchern, Göttingen 1911. 51 A.E. Brooke, N. McLean, H.St.J. Thackeray, The Old Testament in Greek according to the Codex Vaticanus Supplemented from other Uncial Manuscripts, with a Critical Apparatus Containing the Variants of the Chief Ancient Authorities for the Text of the Septuagint, Vol. II, Part I. I and II Samuel, Cambridge 1927, pp. V-VI: b = b1 + b: b1 (19) = Rome, Chigi, R. VI. 38; b (108) = Rome, Vat., Gr. 330; o (82) = Paris, Bibl. Nat., Coislin 3; c2 (127) = Moscow, Syn. Libr., Gr. 31; e2 (93) = London, Brit. Mus., Royal I D. II. Cfr. anche N. Fernández Marcos, J.R. Busto Saiz, El texto antioqueno de la Biblia Griega I, 1-2 Samuel, Madrid 1989, pp. XV-XXIV; Id., El texto antioqueno de la Biblia Griega II, 1-2 Reyes, Madrid 1992, pp. XVII-XXVIII. 52 Barthélemy, Devanciers, p. 127. 53 F.M. Cross, “The History of the Biblical Text in the Light of Discoveries in the Judean Desert”, HTR 57 (1964), pp. 281-299; Id., “The Contribution of the Qumran Discoveries to the Study of the Biblical Text”, IEJ 16 (1966), pp. 81-95; Id. “The Evolution of a Theory of Local Texts”, in R.A. Kraft (ed.), 1972 ProcIOSCS, Missoula (Mont.) 1972, pp. 108-126. Questi contributi sono stati ristampati in F.M. Cross, S. Talmon (eds.), Qumran and the History of the Biblical Text, Cambridge (Mass.) 1975, pp. 108-126, 177-195, 278-292.

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INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

LXX secondo la Vorlage conservata nel manoscritto ebraico qumranico, mentre il secondo strato corrispondeva alla recensione lucianea. Le ricerche di Cross hanno consentito poi di individuare la presenza nel testo antiocheno di più livelli recensionali e di scoprire le corrispondenze con 4QSama, mostrando tuttavia il loro limite quando viene affermata, a conferma della teoria crossiana dei local texts54, la dipendenza dello strato prelucianeo dalla Vorlage palestinese del manoscritto qumranico. Il testo qumranico diverge ulteriormente dal presunto strato prelucianeo rivelando un pluralismo ed una fluidità testuale ebraica più complessa di quella ipotizzata da Cross 55. S. P. Brock56 condusse il primo studio sistematico sul testo lucianeo di 1Samuele: ne mostrò il carattere recensionale, separò il materiale lucianeo da quello esaplare per estrapolare le caratteristiche stilistiche della recensione antiochena e segnalò l‟affinità testuale con le citazioni dei padri antiocheni contemporanei al Luciano storico. Il confronto con fonti anteriori – le testimonianze qumraniche, le Antichità di Flavio Giuseppe, la Peshitta57, la Vetus Latina e la tradizione patristica più antica – confermò la presenza di varianti prelucianee, dovute ad una precoce attività di revisione sul testo biblico oppure risalenti alla traduzione originaria. E. Tov58 non ha riconosciuto la presenza in boc2e2 di uno strato recensionale antecedente quello lucianeo: le corrispondenze testuali riscontrate tra le diverse fonti prelucianee e il testo antiocheno permetterebbero invece di risalire direttamente a lezioni dei LXX originari, la cosiddetta Old Greek. B. A. Taylor59, al contrario, esclude in boc2e2 la presenza di lezioni risalenti all‟Old Greek e conferisce alle varianti dei mss. in questione un carattere esclusivamente recensionale. N. Fernández Marcos60 si è mosso sulla scia delle posizioni di Brock: pur considerando boc2e2 quali testimoni dei LXX come erano letti ad Antiochia 54

Secondo la teoria di Cross l‟esistenza di tre famiglie testuali originarie spiegherebbe la pluralità di forme del testo biblico ritrovate a Qumran: la prima proveniente dall‟Egitto da cui dipenderebbero i LXX, la seconda palestinese di tipo espansionista alla base del TM, e la terza babilonese con testo breve. 55 Cfr. Fernández Marcos, “The Lucianic Text”, pp. 161-174. 56 S.P. Brock, The Recensions of the Septuagint Versions of 1Sam, Torino 1996 (si tratta della pubblicazione della dissertazione oxoniense discussa dall‟autore nel 1966). 57 Secondo Brock tuttavia non si deve escludere che la recensione antiochena possa essere stata influenzata dalla Peshitta, piuttosto che far risalire le varianti comuni alla Vorlage più antica; cfr. The Recensions, pp. 204-210. 58 E. Tov, “Lucian and proto-Lucian. Toward a New Solution of the Problem”, RB 79 (1972), pp. 101-113. 59 B.A. Taylor, The Lucianic Manuscripts of I Reigns. Vol. 1: Majority Text. Vol. 2: Analysis, Atlanta (Ge) 1992-1993.

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all‟epoca del Luciano storico, li ritiene altresí portatori di un sostrato recensionale più antico (da attribuire probabilmente all‟intervento della comunità giudaica antiochena del I sec. d.C.61) e di lezioni che potrebbero risalire all‟Old Greek. L‟attuale ricerca sulla tradizione antiochena opera secondo il metodo proposto da Brock per separare il materiale lucianeo da quello prelucianeo. In questo senso sono da segnalare i contributi di J. C. Trebolle Barrera 62 e A. Catastini63. 1.3 Caratteristiche della recensione antiochena Gli elementi recensionali del testo antiocheno, registrati nelle Septuaginta Studien 3 di Rahlfs, nella monografia di Brock su 1Samuele e in alcuni contributi e saggi di Fernández Marcos 64 possono essere così riassunti: 1) Preferenza delle forme lessicali e grammaticali attiche in sostituzione di quelle ellenistiche o semitizzanti (ad es. la sostituzione dell‟aoristo in -a con l‟aoristo tematico o con il perfetto e la sostituzione dell‟aoristo passivo di givnesqai con il medio). 2) Impiego abbondante della determinazione, preferenza per le forme composte dei verbi, frequente variazione dei sinonimi. 3) Riorganizzazione dell‟ordine della frase ed eliminazione di semitismi sintattici.

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Per fare riferimento solo ad alcuni dei numerosi contributi sull‟argomento, cfr. N. Fernández Marcos, “Literary and Editorial Features of the Antiochian Text in Kings”, IOSCS 6 (1987), pp. 287-304; Id. “Some Reflections on the Antiochian Text of the Septuagint”, in D. Fraenkel, U. Quast e J.W. Wevers (eds.), Studien zur Septuaginta – Robert Hanhart zu Ehren, Göttingen 1990, pp. 219-230; Id., Scribes and Translators. Septuagint and Old Latin in the Books of Kings, Leiden 1994. 61 N. Fernández Marcos, “El protoluciánico ¿revisión griega de los judíos de Antioquía?”, Bib 64 (1983), pp. 423-427. 62 J.C. Trebolle Barrera, Salomón y Jeroboán. Historia de la recensión y redacción de 1Reyes 2 - 12, 24, Valencia 1980; Id., Jehú y Joás. Texto y composición literaria de 2 Reyes 9-11, Valencia 1984; Id., “Historia y crítica del texto del libro de los Reyes”, in V. Collado Bertomeu, V. Vilar Hueso (eds.), El Simposio Bíblico Español (Córdoba 1985), Madrid 1987, pp. 143-158; Id., “The Text-Critical Use of the Septuagint in the Books of Kings”, IOSCS 7 (1989), pp. 285-299. 63 A. Catastini, Isaia ed Ezechia. Studio di storia della tradizione di II Re 18 - 20 // Is. 36 - 39, Roma 1989. 64 Cfr. Fernández Marcos, “Literary and Editorial Features”, pp. 287-304 e Id., Scribes and Translators, pp. 33-37.

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INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

4) Sostituzione delle forme pronominali con i nomi corrispondenti e aggiunta di soggetti sottintesi. 5) Aggiunta di brevi frasi per rendere più chiaro il testo ed esplicitazione di parti della narrazione implicite sia nei LXX che in TM 65. 6) Presenza di doppioni lessicali (conflations). Nel testo antiocheno possono confluire lezioni che risalgono a differenti tradizioni testuali: si tratta di termini revisionati, glosse esplicative o interpretazioni diverse di una radice ebraica (generati da una differente vocalizzazione o per la trasposizione di consonanti dell‟ebraico) assorbite nel corso della trasmissione accanto alla lezione originaria. 7) Assimilazione di materiale esaplare. È evidente la natura eterogenea e multiforme della recensione antiochena in cui trovano espressione esigenze stilistiche e intenti per favorire la fruizione del testo: per quanto riguarda il punto 1 si osserva l‟adesione del recensore alla corrente atticizzante; ai punti 2, 3 le correzioni sono finalizzate a migliorare il testo sul piano dello stile e della forma, ai punti 4, 5 a renderlo più comprensibile probabilmente in vista della lettura pubblica durante le funzioni liturgiche. Queste tendenze potrebbero aver avuto origine in momenti diversi dello sviluppo testuale ed essere maturate pienamente con l‟attività recensionale dei padri antiocheni nel IV sec. d.C.66. Secondo Fernández Marcos67 il testo antiocheno si sarebbe separato dal ramo maggioritario dei LXX in un‟epoca molto antica per rispondere alle esigenze liturgiche della fiorente comunità giudaica d‟Antiochia del I sec. d.C., molto zelante sul piano pastorale ed aperta all‟influsso culturale greco. Questo spiegherebbe, per boc2e2, sia la conservazione di lezioni originarie perdute nel resto della tradizione, o risalenti a una precoce attività di revisione (che rendesse il testo adatto alla lettura sinagogale di una comunità prevalentemente grecofona), sia la presenza di materiale recensionale esaplare (cfr. i punti 6-7).

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Cfr. 2Sam 11:21, 15:36, 1Re 1:50, 2Re 4:26, 6:29, 9:27, 10:25. N. Fernández Marcos, J.R. Busto Saiz, Theodoreti Cyrensis Quaestiones in Reges et Paralipomena, Madrid 1984; Id., El texto antioqueno. 1-2 Samuel, pp. XXXIX-XLV. 67 Fernández Marcos, “El protoluciánico”, pp. 423-427. 66

I TESTIMONI PRELUCIANEI

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2. I TESTIMONI PRELUCIANEI 2.1 La Peshitta La traduzione dell‟Antico Testamento in siriaco, secondo un‟opinione abbastanza diffusa nella critica, risale al II sec. d.C.68. Le citazioni bibliche di Afraate (IV sec. d.C.)69, che presuppongono la conoscenza della versione standardizzata della Peshitta, costituiscono il terminus ante quem di questa traduzione mentre il terminus post quem si può ricondurre al periodo di composizione dei LXX70 (III-I sec. a.C.); tuttavia il fattore determinante per stabilire la datazione della versione siriaca è la sua aderenza al TM. Per questo, la dipendenza della Peshitta da una Vorlage prossima ma ancora non corrispondente in tutto alla masoretica fa propendere per una datazione che si aggira intorno al II sec. d.C.71. Questa prossimità al testo ebraico piuttosto che ai LXX solleva la questione, che interessa la presente ricerca 72, della legittimità di servirsi del testo siriaco come testimone prelucianeo. A questa domanda non è stata data una risposta univoca ed è pertanto opportuno richiamare alcuni punti di riferimento che aiutino a chiarire la questione: 68

Cfr. P.B. Dirksen, La Peshitta dell‟Antico Testamento, Leiden 1993, pp. 23-36; M.P. Weitzman, The Syriac Version of the Old Testament: an Introduction, Cambridge 1999, pp. 248-258; G. Greenberg, Translation Technique in the Peshitta to Jeremiah, Leiden 2002, pp. 4-6. 69 R.J. Owens, The Genesis and Exodus Citations of Aphrahat the Persian Sage, Leiden 1983; Id., “Aphrahat as a Witness to the Early Syriac Text of Leviticus”, in P.B. Dirksen, M.J. Mulder (eds.), The Peshitta: Its Early Text and History: Papers Read at the Peshitta Symposium Held at Leiden 30-31 August 1985, Leiden 1988, pp. 1-48. 70 Nella Peshitta talvolta è visibile la dipendenza dai LXX o dalla Vorlage dei LXX piuttosto che da TM: J.A. Lund, The Influence of the Septuagint on the Peshitta: A Reevaluation of Criteria in Light of Comparative Study of the Versions In Genesis and Psalms, Jerusalem 1988; M.P. Weitzman, “Peshitta, Septuagint and Targum”, in R. Lavenant (ed.), VI Symposium Syriacum 1992, Roma 1994, pp. 51-60; Id., The Syriac Version of the Old Testament, pp. 68-83; H.M. Szpek, “On the Influence of the Septuagint on the Peshitta”, CBQ 60 (1998), pp. 251-266. 71 M.P. Weitzman, “From Judaism to Christianity: the Syriac Version of the Hebrew Bible”, in J.M. Lieu et al. (eds.), The Jews among Pagans and Christians in the Roman Empire, London-New York 1992, pp. 147-173; Dirksen, La Peshitta, pp. 103-115. 72 In questa sede non verrà considerata l‟ipotesi dell‟origine della Peshitta da un targum aramaico, ipotesi inoltre confutata dalla critica: cfr. Dirksen, La Peshitta, pp. 37-51, 74-75; Weitzman, “Peshitta, Septuagint and Targum”, pp. 60-83; C.E. Morrison, The Character of the Syriac Version of the First Book of Samuel, Leiden 2001, pp. 1-3, 134-144, 148; Greenberg, Translation Technique, pp. 17-18.

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INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

- la Peshitta si basa su una Vorlage ebraica vicina ma non identica al TM; - alcune varianti corrispondono a lezioni dei LXX; - una parte di queste varianti risulta corrispondente alla tradizione lucianea. In merito agli accordi del testo siriaco con i LXX si distinguono diverse interpretazioni73: 1) una comune tecnica di traduzione o la dipendenza da una tradizione ermeneutica comune (ad esempio i contatti con la tradizione esegetica targumica); 2) l‟influenza dei LXX sulla Peshitta: in tal caso il traduttore (o i traduttori) si sarebbe servito del testo greco al momento della versione, o i copisti in fase di trasmissione avrebbero revisionato il testo sulla base dei LXX, considerati più autorevoli dalla tradizione cristiana orientale; 3) accordi accidentali; 4) dipendenza da una stessa Vorlage. L‟ipotesi del punto 2 risulta poco fondata a causa della scarsa compatibilità tra le due versioni nella maggior parte dei casi. Non è facile spiegare perché solo in poche occorrenze la Peshitta avrebbe attinto dai LXX e perché il traduttore siriaco non avrebbe fatto ricorso alle varianti greche proprio in quelle occasioni in cui sarebbe stato più logico, ovvero nei passi ebraici difficili o oscuri. Per quanto riguarda i punti 1 e 3, le indagini più recenti mostrano come la maggior parte degli accordi con i LXX siano motivate da esigenze comuni, tali da poter essersi sviluppate in maniera indipendente in ciascuna delle due imprese di traduzione: si tratta di varianti di natura poligenetica, assorbite dalle due tradizioni testuali in maniera autonoma nel corso della trasmissione. Il punto 4 è quello che maggiormente interessa la critica testuale perché, sebbene la dipendenza da una Vorlage comune a quella dei LXX si possa ammettere solo in poche occasioni di varianti sostanziali (non interpretabili altrimenti), in tali occasioni verrebbe documentata una fase nello sviluppo del testo biblico che precede quella masoretica. È sulla base di queste considerazioni che il testo della Peshitta acquista rilievo come testimone prelucianeo. Questi accordi sostanziali con la tradizione greca, pur non numerosi, sono tuttavia significativi perché potrebbero riflettere varianti della tradizione biblica più antica. Così le corrispondenze con i testimoni lucianei risultano di estremo interesse in considerazione della particolare posizione di questo ramo della tradizione dei LXX come portatore 73

P.G. Borbone, “La Peshitta: studi, testi, strumenti”, Henoch 11 (1989), pp. 339-362; Dirksen, La Peshitta, pp. 52-73; Weitzman, “Peshitta, Septuagint and Targum”, pp. 5160; Id., The Syriac Version, pp. 68-83; Szpek, “On the Influence”, pp. 251-266; Greenberg, Translation Technique, pp. 5-20.

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di lezioni risalenti alla Old Greek74. Nondimeno sarà opportuno tenere presenti le conclusioni del lavoro di Brock 75, secondo cui è altrettanto verosimile che Luciano (o un altro recensore antiocheno) abbia attinto occasionalmente dalla Peshitta, piuttosto che far risalire le varianti comuni ad una stessa Vorlage. Ancora non è stata realizzata un‟edizione completa della Peshitta, ma è in via di preparazione e viene progressivamente ampliata un‟edizione scientifica dei singoli libri da parte dell‟Istituto della Peshitta di Leiden76. Tale edizione è fondata sul codice Ambrosiano del VII sec. d.C. (7a1) emendato sulla base dei mss. 8a1 e 9a1. Nel 1976 è stato pubblicato il volume contenente i libri dei Re77 (cui si farà ricorso più avanti) mentre non è stata ancora completata l‟edizione del testo di Geremia, per il quale occorre servirsi direttamente dell‟edizione fotolitografica del codice Ambrosiano curata da A. M. Ceriani78. L‟indagine svolta sul testo siriaco di Geremia da parte di Greenberg79, preparatoria dell‟edizione Leidense, ha mostrato la sostanziale uniformità stilistica e ideologica di questa versione con quella di 1-2Re, favorendo l‟ipotesi di un unico traduttore o di un‟unica scuola di traduttori per questi libri che sarebbero stati concepiti come un testo da leggere e studiare unitariamente. 2.2 La Vetus Latina Una traduzione dell‟Antico Testamento in latino, la Vetus Latina, cominciò a circolare nelle comunità cristiane delle province romane occidentali a partire dal II sec. d.C., come testimoniano le citazioni bibliche conservate nella letteratura patristica latina di questo periodo80. 74

Cfr. par. 1.2. Brock, The Recensions, pp. 204-210. 76 Borbone, “La Peshitta: studi”, pp. 339-362; P.B. Dirksen, “Some Remarks in Connection with the Peshitta of Kings”, in A.S. van der Woude (ed.), New Avenues in the Study of the Old Testament, Leiden 1989, pp. 22-28; Id., An Annotated Bibliography of the Peshitta of the Old Testament, Leiden 1989. 77 H. Gottblied, E. Hammershaib, The Old Testament in Syriac According to the Peshitta Version, Edited on behalf of the International Organization of the Study of the Old Testament: the Books of King, Leiden 1976. 78 A.M. Ceriani (a cura di), Translatio Syro Peshitto Veteris Testamenti ex codice Ambrosiano sec. fere VI photolitografice edito, Milano 1876-1883. 79 Greenberg, Translation Technique, p. 4. 80 Cfr. B. Fischer, Beiträge zur Geschichte der Lateinischen Bibeltexte, Freiburg 1986; G. Dorival et al., “Versions anciennes de la Bible”, in Dictionnaire Encyclopédique de la Bible, Turnhout 1987, pp. 1302-1325; B. Kedar, “The Latin Translations”, in M.J. Mulder e H. Sysling (eds.), Mikra. Text, Translation, Reading and Interpretation of the 75

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Restano ipotetici il periodo esatto, il luogo di composizione e la completezza e organicità di quest‟opera che potrebbe non aver mai avuto un carattere unitario, ma essere sempre stata composta di versioni autonome e indipendenti, risalenti a tempi e luoghi distinti 81. I testi tramandati presentano tuttavia, al di là delle divergenze, un‟identità stilistica e linguistica che induce a considerare la Vetus Latina frutto di un progetto compositivo comune82, seppure di questa rimangano testimonianze solo frammentarie, di provenienza variabile; la sua trasmissione sia stata resa complicata per la successiva affermazione della Vulgata (IV sec. d.C.), che ne determinò l‟abbandono 83. Le caratteristiche testuali più diffuse tra i diversi testimoni della Vetus Latina sono84: - l‟aderenza al testo biblico dei LXX piuttosto che all‟ebraico; - il letteralismo della traduzione; - la presenza di lezioni singolari divergenti dalla tradizione greca; - la penetrazione di elementi volgari nel latino classico della traduzione. Alcune di queste caratteristiche sono chiaramente in contraddizione fra loro e sono state spiegate in maniera diversa da parte degli studiosi. Che la Hebrew Bible in Ancient Judaism and Early Christianity, Philadelphia 1988, pp. 299300; Fernández Marcos, Busto Saiz, El texto antioqueno. 1-2 Samuel, pp. LXI-LXXI; Id., El texto antioqueno. 1-2 Reyes, pp. LI-LIX; A. Moreno Hernandez, Las glosas marginales de Vetus Latina en las Biblias Vulgatas Españolas. 1-2 Reyes, Madrid 1992, p. 18 n. 7; H.J. Frede, Kirchenschriftsteller. Verzeichnis der Sigel, Freiburg 1995. 81 E. Ulrich, “Characteristics and Limitations of the Old Latin Translation of the Septuagint”, in N. Fernández Marcos (ed.), La Septuaginta en la investigación contemporánea, Madrid 1985, pp. 67-80; Kedar, “The Latin Translations”. 82 Questa affinità tra le versioni latine potrebbe essere il risultato di una composizione unitaria originaria o di una revisione-unione delle diverse versioni in un momento successivo: recenti studi indicano come più attendibile la prima ipotesi, cfr. Kedar, “The Latin Translations”, pp. 300-302. 83 La tradizione della Vulgata continuò a tramandare lezioni della Vetus Latina nelle glosse marginali, cfr. J. Schildenberger, Die altlateinischen Texte des ProverbienBuches. Erster Teil: Die alte afrikanische Textgestalt, Beuron 1941; R. Weber, Les anciennes versions latines du deuxième livre des Paralipomènes, Roma 1945; T. Ayuso Marazuela, La Vetus Latina Hispana. 2: El Octateuco, Madrid 1967; C. Morano Rodríguez, Glosas Marginales de Vetus Latina en las Biblias Vulgatas españolas. 1-2 Samuel, Madrid 1989; Moreno Hernandez, Las glosas marginales. 1-2 Reyes. Per i libri di Sapienza, Siracide, Baruch, Maccabei, per i quali Girolamo non disponeva del testo ebraico, nella Vulgata si mantenne la traduzione della Vetus Latina. 84 S.P. Brock, “Aspects of Translation Technique in Antiquity”, Greek, Roman, Byzantine Studies 20 (1979), pp. 69-87; O. García De La Fuente, Introducción al latín bíblico y cristiano, Madrid 1990; in generale, Fernández Marcos, Scribes and Translators, pp. 41-87; Ulrich, “Characteristics and Limitations”, pp. 69-70.

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Vetus Latina sia una traduzione del testo dei LXX è ammesso ormai in maniera sostanzialmente unanime sebbene episodicamente, sulla base di sporadici accordi con il testo ebraico, ne sia stata sostenuta la dipendenza diretta da una Vorlage ebraica85. Le difficoltà insorgono piuttosto al momento di definire il grado di dipendenza dai LXX e il periodo nello sviluppo della tradizione greca cui si debba far risalire la traduzione o le traduzioni latine. Le varianti testuali latine, anziché costituire una deviazione rispetto ai LXX, potrebbero riflettere uno stadio perduto nello sviluppo del testo greco, in considerazione di una resa generalmente letterale del testo greco da parte della Vetus Latina e della stratificazione della tradizione greca, che comprende diverse mani recensionali sviluppate in maniera diacronica e sincronica86. Gli accordi riconosciuti tra le varianti della Vetus Latina e i testimoni lucianei di Samuele-Re, cui abbiamo accennato, hanno contribuito ad isolare lezioni prelucianee risalenti a una fase testuale anteriore a quella del codice Vaticano. Questi contatti, ravvisati anche negli studi più antichi sulla Vetus Latina di Samuele-Re, hanno ricevuto una prima interpretazione sistematica con le indagini di Rahlfs87 e L. Dieu88. Costoro esclusero l‟esistenza di un testo greco perduto che fosse servito di base alla recensione lucianea e alla versione latina, confutando le ipotesi di A. M. Ceriani, J. Wellhausen, S. R. Driver, C. F. Burney, che avevano giustificato in questo modo la presenza nel testo latino prelucianeo di lezioni affini a quelle lucianee89. Le evidenti convergenze tra le varianti lucianee e quelle della versione latina sarebbero risultate piuttosto, secondo Rahlfs e Dieu, da una revisione tarda del testo latino sulla base della recensione greca del IV sec. d.C. Il carattere prelucianeo di queste varianti venne sostenuto negli studi sul protoluciano e soprattutto da B. Fischer90. Questi, comparando il testo latino con i testimoni greci e con le citazioni dei padri latini del II sec., ha riconosciuto negli accordi della Vetus Latina con boc2e2 le lezioni più antiche della tradizione latina, laddove gli accordi della Vetus Latina con il resto dei LXX (contro boc2e2) tramanderebbero uno stadio del testo tardo e secondario. 85

Cfr. B. Kedar, “The Latin Translations”, pp. 308-310. Cfr. parr. 1.1, 1.2; J.C. Trebolle Barrera, “From the „Old Latin‟ through the „Old Greek‟ to the „Old Hebrew‟ (2 Kings 10, 23-25)”, Textus 11 (1984), pp. 17-36. 87 Rahlfs, Septuaginta-Studien 3, pp. 138-161. 88 L. Dieu, “Retouches Lucianiques sur quelques textes de la vieille version latine”, RB 16 (1919), pp. 372-403. 89 Cfr. A.M. Ceriani, Monumenta Sacra et Profana II, Milano 1863; J. Wellhausen, Der Text der Bücher Samuelis, Göttingen 1871, pp. 221-224; S.R. Driver, Notes on the Hebrew Text of the Books of Samuel, Oxford 1890, pp. LXXVI-LXXX. 90 Cfr. B. Fischer, “Lukian-Lesarten in der Vetus Latina der vier Königsbucher”, Studia Anselmiana 27-28 (1951), pp. 169-177. 86

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Nelle conclusioni di Fischer la traduzione latina originaria si sarebbe basata su una Vorlage prelucianea vicina a quella impiegata da Luciano, ed avrebbe incorporato progressivamente, in fase di trasmissione, materiali recensionali distinti. Questa chiave interpretativa dovrebbe chiarire gli accordi con la recensione kaivge, individuati anche da Trebolle Barrera 91, accordi prodotti dall‟assimilazione diacronica da parte della Vetus Latina di elementi tratti dalle recensioni greche. Risultati analoghi sono stati conseguiti da C. Morano 92 e A. Moreno Hernandez93 che, attraverso l‟esame delle glosse marginali della Vetus Latina nella Vulgata Spagnola di Samuele-Re, hanno riconosciuto in alcuni casi la Vetus Latina quale portatrice di lezioni prelucianee. Non disponiamo di testimonianze della Vetus Latina di 2Re 24:18-25:30, mentre è conservato il testo latino del parallelo Ger 52, cui si farà riferimento nel corso dell‟indagine. Dei frammenti latini di Geremia (così come di quelli di Esdra e di Daniele) si è occupato P. M. Bogaert 94. Questi si è spinto a considerare la Vetus Latina di Ger 52, che si presenta abbreviata rispetto alla forma conservata in LXX*95 (e seguita senza soluzione di continuità da Baruch 1-1:5), l‟unico testimone superstite della forma originaria di questo passo. Da quanto detto fin qui risulta chiara l‟importanza della Vetus Latina per la ricostruzione dei LXX originali, sebbene Fernández Marcos ricordi i limiti dell‟uso con queste finalità di un corpus di versioni che fino a questo momento non sono state sottoposte a loro volta ad un‟analisi critica sistematica96: le varianti latine, se in alcune occasioni nascondono la discendenza da una

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J.C. Trebolle Barrera, “Textos kaige en la Vetus Latina de Reyes (2Re 10, 25-28)”, RB 89 (1982), pp. 198-209. 92 Cfr. Morano Rodriguez, Glosas marginales. 1-2 Sam, pp. LII-LIV. 93 Cfr. Moreno Hernandez, Las glosas marginales. 1-2 Reyes, pp. 407-420. 94 P.M. Bogaert, “Les trois formes de Jérémie 52 (MT, LXX et VL) ”, in G. J. Norton, S. Pisano (eds.), Tradition of the Text: Studies offered to Dominique Barthélemy in Celebration of his 70th Birthday, Freiburg - Göttingen 1991, pp. 1-17; Id., “La vetus latina de Jérémie: texte très court, témoin de la plus ancienne Septante et d‟une forme plus ancienne de l‟hébreu (Jer 39-52), in A. Schenker, The Earliest Text of the Hebrew Bible. The Relationship between the Masoretic Text and the Hebrew Base of the Septuagint Reconsidered, Leiden 2003, pp. 51-82. 95 Come è noto, il testo di LXX* è notevolmente ridotto rispetto a TM Ger, cfr. par. 5. 96 Sono state pubblicate fino a questo momento presso il Vetus Latina Institut de Beuron le edizioni critiche di Genesi (B. Fischer, Genesis. Vetus Latina, Friburg 19511954), Sapienza (W. Thiele, Sapientia Salomonis. Vetus Latina II/1, Friburg 19771985), Siracide (W. Thiele, Sirach. Vetus Latina II/2, Friburg 1987-1989), Isaia (Gryson, Isaias. Vetus Latina 12, Friburg 1987-1989).

I TESTIMONI PRELUCIANEI

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Vorlage perduta, più spesso sono dovute alla libera interpretazione dei traduttori o a casi di corruzione testuale 97. 2.3 Flavio Giuseppe Le Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe (seconda metà del I sec. d.C.) narrano la storia del popolo ebraico sulla traccia del racconto biblico. Lungi dal costituire una semplice parafrasi dell‟Antico Testamento in greco, le Antichità si presentano come un‟opera che rinnova la storiografia ellenistica, congiungendo il metodo degli storici classici alla tradizione giudaica dei targumin e dei pesharim98. L‟impegno letterario è unito ad altri intenti secondo modelli storiografici quali Erodoto, Tucidide e Senofonte e nondimeno il materiale narrativo corrisponde pressoché interamente alla tradizione biblica 99. Nel primo libro delle Antichità (par. 10-12) lo storico cita come fonte autorevole i LXX, dichiarando di restare fedele nel corso della narrazione ai dati del testo biblico, sul modello dei traduttori della Bibbia greca 100. Pertanto, nonostante le diverse finalità letterarie impediscano un confronto puntuale con le testimonianze bibliche, le Antichità rappresentano un canale di accesso privilegiato alle fonti veterotestamentarie che furono a disposizione di Flavio Giuseppe, a motivo della sostanziale fedeltà ai contenuti biblici e per le scelte lessicali che talora potrebbero rispecchiare varianti antiche non canonizzate dalle tradizioni ebraica e greca. Secondo Brock101 e L. H. Feldman102, Flavio Giuseppe, di famiglia sacerdotale, cresciuto ed educato nelle scuole rabbiniche della Gerusalemme ellenizzata del I sec. d.C.103, non privilegia nella sua opera un‟unica fonte 97

Fernández Marcos, Scribes and Translators, pp. 82-87. Cfr. C. Begg, Josephus‟ Account of the Early Divided Monarchy (AJ 8, 212-420): Rewriting the Bible, Leuven 1993, pp. 1-6, 270-286; J.E. Bowley, “Josephus‟s Use of Greek Sources for Biblical History”, in J.C. Reeves, J. Kampen (eds.), Pursuing the Text: Studies in Honor of Ben Zion Wacholder on the Occasion of his Seventieth Birthday, Sheffield 1994, pp. 202-215; L.H. Feldman, Josephus‟s Interpretation of the Bible, Los Angeles - London 1998, pp. 3-73; Id., Studies in Josephus Rewritten Bible, Leiden 1998, pp. 539-570. 99 Feldman, Josephus‟s Interpretation, pp. 132-162, 171-179; Begg, Josephus‟ Account, pp. 1-6, 270-286; Id., Josephus‟ Story of the Later Monarchy (AJ 9, 1-10, 185), Leuven 2000, pp. 535-597, 623-625. 100 Feldman, Josephus‟s Interpretation, pp. 14-27, 37-46. 101 Brock, The Recensions, pp. 210-216. 102 Feldman, Josephus‟s Interpretation, pp. 3-73. 103 H.St.J. Thackeray, Josephus, the Man and the Historian, New York 1929; S.J.D. Cohen, Josephus in Galilee and Rome. His Vita and Development as a Historian, Lei98

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INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

biblica, ma rielabora il patrimonio culturale a sua disposizione ricorrendo di volta in volta sia alla tradizione dei LXX che alle fonti ebraiche. A partire dagli studi condotti da Mez104 su 1Samuele, i capitoli delle Antichità corrispondenti al testo di Samuele-Re sono stati posti al centro delle indagini sul protoluciano per gli accordi riscontrati con i testimoni lucianei, e considerati successivamente (in seguito alle scoperte di Barthélemy) portatori di lezioni prelucianee risalenti ad una versione dei LXX ancora non revisionata dal gruppo kaivge105. Di fronte a simili conclusioni la critica si è mostrata tuttavia scettica fin dai tempi di Mez. A. Rahlfs 106 e G. Moore107, pur riconoscendo le affinità con le varianti lucianee, contestarono i risultati della trattazione di Mez, che non illustrava i casi (pur presenti) in cui le Antichità si trovano in accordo con il testo ebraico o con i LXX maggioritari piuttosto che con Luciano; P. Kahle108 imputò la vicinanza di Giuseppe al testo lucianeo all‟attività di copisti tardi; Thackeray109 ammise la dipendenza delle Antichità da un testo greco simile a quello di base della recensione lucianea, ma sostenne anche l‟uso da parte di Flavio Giuseppe di un testo semitico. Le analisi più recenti di M. V. Spottorno110 e C. Begg111 tendono a confermare l‟impiego preferenziale da parte di Flavio Giuseppe di un testo greco prelucianeo per la parafrasi di Samuele-Re; Begg, per spiegare gli accordi meno numerosi con TM e le fonti targumiche, ipotizza inoltre la dipendenza sporadica da un testo ebraico protomasoretico e dai targumin. La questione dell‟impiego o meno di fonti semitiche non è però risolta: da una parte G. E. Howard 112 ed E. Tov113 sostengono l‟utilizzo di fonti esclusivamente greche (secondo Howard gli accordi delle Antichità con le den 1979; L.H. Feldman, Josephus and Modern Scholarship (1937-1980), Berlin 1984, pp. 420-670. 104 Mez, Die Bibel des Josephus. 105 Cfr. par. 1.2; Brock, The Recensions, pp. 210-216. 106 Rahlfs, Septuaginta-Studien 3, pp. 83-111. 107 G. Moore, “The Antiochian Recension of the Septuagint”, AJSL 29 (1912-13), pp. 37-62. 108 P. Kahle, The Cairo Genizah, London 1947, pp. 233-234. 109 Thackeray, Josephus. The Man, pp. 85-86. 110 M.V. Spottorno, “Some Remarks on Josephus‟ Biblical Text for 1-2Kgs”, in C.E. Cox (ed.), VI Congress of the International Organization for Septuagint and Cognate Studies, Jerusalem 1986, pp. 277-285; Id., “Flavio Josefo. Técnicas de adaptación del texto bíblico”, Sefarad 52 (1992), pp. 227-234. 111 Begg, Josephus‟ Story, pp. 625-626. 112 G.E. Howard, “Kaige Readings in Josephus”, Textus 8 (1973), pp. 45-54. 113 E. Tov, “The Textual Affiliations of 4QSama”, JSOT 14 (1979), pp. 37-53.

I TESTIMONI EBRAICI DI RE E GEREMIA

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fonti ebraiche deriverebbero dall‟impiego di un testo sottoposto alla revisione ebraizzante kaivge alternato ai LXX prelucianei), dall‟altra Feldman 114, attraverso un esame complessivo delle Antichità in cui si mostra il ricorso continuo a fonti ebraiche e greche, esclude la possibilità che Flavio Giuseppe nella sezione dedicata alle vicende monarchiche si avvalga della sola fonte greca. Per quanto riguarda la redazione dei capitoli corrispondenti al libro di Geremia, P. Piovanelli115 ha mostrato come Flavio Giuseppe si sia servito della forma testuale lunga di questo libro, piuttosto che del testo breve tramandato dai LXX: il racconto delle vicende del profeta riportato nelle Antichità non dipenderebbe dalla Vorlage masoretica o protomasoretica, bensì dalla versione aramaica conservata nel Targum Jonathan. 3. I TESTIMONI EBRAICI DI RE E GEREMIA La perdita tra i sec. I-II d.C. di un centro liturgico indusse il giudaismo palestinese a realizzare nella tradizione religiosa e culturale un forte elemento di coesione. Divenne allora urgente per le autorità religiose limitare per quanto possibile la mancanza di uniformità del testo biblico, promuovendo una forma canonica e immutabile: il testo masoretico116. A partire dal II sec. d.C. nella tradizione biblica ebraica, fino a quel momento piuttosto fluida, si favorì la trasmissione di un tipo testuale che progressivamente riuscì a imporsi, senza tuttavia eliminare del tutto gli altri filoni, di cui si continuarono a tramandare lezioni e varianti 117. Testimonianze 114

Feldman, Josephus‟s Interpretation, pp. 3-162. P. Piovanelli, “Le Texte de Jérémie utilisé par Flavius Josèphe dans le Xe livre des Antiquités Judaïques”, Henoch 14 (1992), pp. 11-33. 116 Cfr. F. Pérez Castro, El Códice de Profetas de El Cairo, Prefacio, Madrid 1979, pp. 10-11: “El triunfo de un tipo textual erigido en norma oficial por el judaísmo (…) no se produjo de una manera tajante en un momento dado, sino sólo al cabo de un período de lucha bastante largo de ese texto normativo con las otras corrientes textuales. Esto es lo que significan aquellas disposiciones contenidas todavía en el Talmud según las cuales era preciso eliminar a toda costa los manuscritos bíblicos que no hubieran sido corregidos con arreglo al texto autorizado, modelo y oficial”. 117 È possibile verificare sia come le versioni di Aquila, Simmaco e Gerolamo, che pure si basano sul testo canonico, ne divergano occasionalmente, sia come la tradizione ebraica fino all‟invenzione della stampa tramandi sporadicamente variazioni connesse con la tradizione greca, samaritana o qumranica; cfr. Pérez Castro, Prefacio, pp. 5-15; P.R. Davies, Scribes and School: the Canonization of the Hebrew Scriptures, Louisville K.Y. 1998, pp. 169-184; B. Chiesa, “La filologia della Bibbia ebraica: 115

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INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

delle tradizioni parallele alla masoretica sono conservate nelle raccolte di varianti medievali delle collazioni di Kennicott e De Rossi (K-R) o nelle varianti delle tradizioni palestinese118 e babilonese119. Le lezioni di K-R divergenti dal textus receptus furono considerate fino ad epoca recente come sviluppi posteriori alla tradizione masoretica e rivalutate da una parte della critica, in virtù delle numerose corrispondenze con le varianti dei LXX, solo in seguito alla scoperta dei testimoni qumranici. Tuttavia, negli studi su Samuele-Re di J. W. Wevers120, che precedettero i risultati del confronto con il materiale qumranico, era già stato osservato come le corrispondenze di K-R con il testo greco dovessero risalire con maggiore probabilità alla Vorlage o ad una Vorlage premasoretica, poiché sarebbe difficilmente ipotizzabile una revisione della Bibbia ebraica sulla base dei LXX canonizzati dalla tradizione cristiana. Nonostante l‟evidenza di questi dati, le indagini di M. H. GoshenGottstein121 sulla tradizione biblica ebraica fanno risalire tutti i mss. medievali al textus receptus e, piuttosto che riconoscere la sopravvivenza di lezioni afferenti ad uno strato della tradizione precedente, considerano le varianti corruzioni del testo o deviazioni tarde rispetto al TM. Le fonti disponibili per il testo ebraico di Re e Geremia seguono in maniera prevalente la tradizione masoretica e corrispondono alle testimonianze dei codici medievali più autorevoli e completi. Questi riflettono il sistema di puntazione della scuola tiberiense122 e sono alla base delle edizioni attuali della Bibbia ebraica: - il codice di S. Pietroburgo 123 (XI sec. d.C.) viene riprodotto nella Biblia Hebraica Stuttgartensia (BHS)124;

passato, presente, futuro”, in I nuovi orizzonti della filologia. Ecdotica, critica testuale, editoria scientifica e mezzi informatici elettronici (Roma 27-29 maggio 1998). «Atti dei Convegni Lincei, 151», Roma 1999, pp. 59-84; E. Tov, Textual Criticism of the Hebrew Bible. Second Revised Edition, Minneapolis 2001, pp. 27-36. 118 B. Chiesa, L‟Antico Testamento ebraico secondo la tradizione palestinese, Torino 1978. 119 G. Miletto, L'Antico Testamento ebraico nella tradizione babilonese. I frammenti della Genizah, Torino 1991. 120 J.W. Wevers, “A Study of the Hebrew Variants in the Books of Kings”, ZAW 61 (1945-1948), pp. 42-76. 121 M.H. Goshen-Gottstein, “Hebrew Biblical Manuscripts. Their History and Their Place in the HUBP Edition”, Bib 48 (1967), pp. 243-290. 122 Cfr. Tov, Textual Criticism, pp. 39-49. 123 È il codice B 19A della Biblioteca Nazionale Saltykov - Ščedrin di S. Pietroburgo. 124 K. Elliger, W. Rudolph (ed.), Biblia Hebraica Stuttgartensia, Stuttgart 1969.

I TESTIMONI EBRAICI DI RE E GEREMIA

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- sul codice di Aleppo (X sec. d.C.) si basa l‟edizione di The Hebrew University Bible Project125; - del codice dei Profeti del Cairo (IX sec.) il Consejo Superior de Investigaciones Científicas di Madrid ha curato l‟editio princeps126. Questi manoscritti presentano una forma testuale molto simile risalendo tutti e tre alla tradizione benasheriana (IX-X sec.)127, che nella pluralità dei sistemi di puntazione fu quella che in definitiva si impose nel giudaismo (sebbene fino al XIV sec. continuarono ad essere copiati codici che da questa si discostavano128), i primi due sono i più antichi a conservare interamente il testo biblico ebraico. 125

Sono a tutt‟oggi apparsi i volumi: M.H. Goshen-Gottstein (ed.), The Book of Isaiah, Jerusalem 1995; C. Rabin, S. Talmon, E. Tov (eds.), The Book of Jeremiah, Jerusalem 1997. 126 F. Pérez Castro, C. Muñoz Abad, E. Fernández Tejero, M.T. Ortega Monasterio, M.J. Azcárraga Servert, E. Carrero Rodríguez, L. Girón Blanc, El códice de Profetas de El Cair, Tomo VII: Profetas Menores, Madrid 1979; F. Pérez Castro, C. Muñoz Abad, E. Fernández Tejero, M.T. Ortega Monasterio, E. Carrero Rodríguez, El códice de Profetas de El Cairo, Tomo I: Josué-Jueces, Madrid 1980; F. Pérez Castro, C. Muñoz Abad, E. Fernández Tejero, M.T. Ortega Monasterio, M.J. Azcárraga Servert, E. Carrero Rodríguez, El códice de Profetas de El Cairo, Tomo II: Samuel, Madrid 1983; Tomo III: Reyes, Madrid 1984; F. Pérez Castro, C. Muñoz Abad, E. Fernández Tejero, M.T. Ortega Monasterio, M.J. Azcárraga Servert, El códice de Profetas de El Cairo, Tomo IV: Isaías, Madrid 1986; Tomo V: Jeremías, Madrid 1987; Tomo VI: Ezequiel, Madrid 1988; Tomo VIII: Índice alfabético de sus masoras, Madrid 1992. 127 Il codice di S. Pietroburgo, sulla base delle informazioni contenute nel colophon, non venne vocalizzato direttamente da un Ben Asher, ma fu copiato da codici benasheriani; i colofoni dei codici del Cairo e di Aleppo informano rispettivamente che il primo venne vocalizzato direttamente da Moshe Ben Asher, il secondo da Aharon Ben Asher. Per le diverse posizioni della critica relative all‟autenticità di queste informazioni cfr.: J.L. Teicher, “The Ben Asher Bible Manuscripts”, JJS 2 (1950-51), pp. 17-25; F. Pérez Castro, “Corregido y Correcto. El ms. B19a de Leningrado frente al ms. or. 4445 y al Códice de Profetas de El Cairo”, Sefarad 15 (1955), pp. 3-30; M.H. Goshen-Gottstein, “The Autenticity of the Aleppo Codex”, Textus 1 (1960), pp. 18-58; A. Dotan, “Was the Aleppo Codex Actually Vocalized by Aharon Ben Asher?”, Tarbiz 34, 2 (1965), pp. 136-155; Pérez Castro, El códice de profetas de El Cairo. Praefacio, pp. 19-20. A proposito dell‟opera di puntazione della scuola di Aharon Ben Asher cfr. I. Ben Zvi, “The Codex of Ben Asher”, Textus 1 (1960), pp. 1-16; D.S. Loewinger, “The Aleppo Codex and the Ben Asher Tradition”, ibid., pp. 60-111; L. Lipshütz, “Mishael Ben Uzziel‟s Treaties on the Differencies between Ben Asher and Ben Naftali”, Textus 2 (1962), pp. 1-58; Id., “Kitab al-Khilaf. The Book of the Hillufim”, Textus 4 (1964), pp. 1-28. 128 Pérez Castro, El códice de profetas de El Cairo. Praefacio, pp. 19-20.

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INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

È stata già segnalata la carenza di testimoni qumranici per i passi paralleli in esame, mentre per quanto riguarda le testimonianze provenienti dalla tradizione palestinese e babilonese vengono registrate scarse variazioni rispetto a TM129. 4. LA TRADUZIONE DI GEREMIA LXX La versione greca del libro di Geremia non è omogenea, ma si presenta divisa dal punto di vista stilistico in due parti, Ger 1-28 e Ger 29-52, che si distinguono per la scelta lessicale e la differente resa di termini ed espressioni ebraiche. P. F. Frankl130 già nel 1872 aveva ipotizzato che fossero più di uno i traduttori di Geremia LXX, ma il primo studio sistematico in proposito fu svolto da Thackeray131 nel 1903. Questi concluse che la diversa resa di vocaboli ebraici nelle sezioni di Geremia LXX fosse il risultato dell‟opera di due traduttori: a per Ger 1-28 e b per Ger 29-51; un terzo traduttore g si sarebbe occupato della versione di Ger 52, considerata ulteriormente distinguibile da a e b per la tecnica di traduzione132. Secondo Thackeray le caratteristiche per cui la traduzione di a e b corrispondono e sono distinguibili dal resto dei LXX per una particolare resa possono essere spiegate in modi diversi: 1) b cerca di imitare lo stile di a; 2) i due traduttori si sono confrontati anche se non in maniera sistematica; 3) nel corso della trasmissione i copisti sono intervenuti sul testo per renderlo più uniforme. Molti studiosi133 condivisero la tesi di Thackeray del “traduttore multiplo”134 e la estesero anche ad altri libri del corpus dei LXX135.

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Cfr. Miletto, La tradizione babilonese, p. 116. I codici palestinesi non presentano varianti rispetto a TM (cfr. Chiesa, La tradizione palestinese). 130 P.F. Frankl, “Studien über die Septuaginta und Peshitto zu Jeremia”, MGWJ 21 (1872), pp. 448-449. 131 H.St.J. Thackeray, “The Greek Translators of Jeremiah”, JTS 4 (1903), pp. 245-266. 132 Solo in questo capitolo viene impiegata la forma attica fulavttw (v. 52:24 nel ms. B e v. 52:31 nel ms. A) e l‟ebraico è tradotto da stolhv piuttosto che, come nel resto di Ger LXX, da ijmavtion (v. 52:33). 133 Cfr. L. Köhler, “Beobachtungen am hebräischen und griechishen Text von Jeremia Kap 1-9”, ZAW 29 (1909), pp. 1-39; W.W. Graf von Baudissin, Kyrios als Gottesname im Judentum und seine Stelle in der Religionsgeschichte, I, Giessen 1929, p. 191.

LA TRADUZIONE DI GEREMIA LXX

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Sebbene fosse sostanzialmente d‟accordo con questa teoria, in una breve nota della Einleitung136 dell‟edizione gottingense, J. Ziegler 137 segnalò l‟importanza di valutare le affinità di traduzione tra le sezioni di Geremia con lo stesso scrupolo con cui erano state analizzate le divergenze tra i traduttori a e b, poiché le spiegazioni fornite da Thackeray per motivare le corrispondenze tra le due sezioni del libro sarebbero state troppo fragili. E. Tov138 trasse spunto dal suggerimento di Ziegler e per primo (relativamente ai LXX di Geremia) formulò una teoria che confutava l‟ipotesi del doppio traduttore: le affinità stilistiche tra le due parti sarebbero troppo numerose e distintive di un‟unica versione per poter essere giustificate con l‟imitazione da parte di un traduttore (b) dello stile dell‟altro (a) o con la correzione sistematica di una sola parte del testo da parte dei copisti. Tov ipotizzò piuttosto una traduzione originariamente unitaria del libro (Old Greek) e spiegò le divergenze tra le sezioni con il successivo intervento di un revisore. Inizialmente questa revisione avrebbe riguardato tutto il libro, ma se ne sarebbe conservata solamente una parte, i capp. 29-52 (come solo una parte si sarebbe conservata dell‟Old Greek –i cap 1-28), per un incidente meccanico di trasmissione: l‟archetipo da cui dipendevano tutti i manoscritti di Geremia LXX tràditi sarebbe stato copiato da un rotolo contenente l‟Old Greek di Ger 1-28 e trasmesso erroneamente insieme ad un rotolo che conservava la revisione dei capp. 29-52. Per quanto concerne le peculiarità stilistiche del testo revisionato, queste per la resa più aderente all‟ebraico sarebbero paragonabili alle scelte recensionali kaivge ed esaplari, sebbene la revisione di Ger LXX sia da considerarsi più antica e meno matura sul piano ermeneutico della kaivge, di cui viene ignorata la coerenza e la sistematicità nella resa dei vocaboli ebraici. Secondo la teoria di Tov infine, la traduzione più antica di Geremia sarebbe stata eseguita dallo stesso autore delle versioni di Ezechiele, dei Profeti Minori e di Baruch (LXX Ger 1-28 è considerata affine stilisticamente alla presunta Old Greek di questi libri), mentre una mano recensionale identica a quella intervenuta su Ger 29-52 viene ravvisata sulla prima parte del libro di Baruch (fino a Bar 3:8). 134

Cfr. E. Tov, The Septuagint Traslation of Jeremiah and Baruch: a Discussion of an Early Revision of the LXX of Jeremiah 29-52 and Baruch 1:1-3:8, Missoula (Mont.) 1976, p. 4. 135 Thackeray elaborò tesi simili per Ezechiele e Sam-Re LXX: “The Greek Translators of Ezekiel”, JTS 4 (1903), pp 398-411 e “The Greek Translators of the Four Books of Kings”, JTS 8 (1907), pp. 262-278. 136 Cfr. J. Ziegler, Vetus Testamentum Graecum Auctoritate Academiae Litterarum Gottingensis editum. XV. Jeremias, Baruch, Threni, Epistula Jeremiae, Göttingen 1976, p. 128 n.1. 137 Cfr. anche J. Ziegler, Beiträge zur Ieremias-Septuaginta, Göttingen 1958. 138 Tov, The Septuagint Traslation, pp. 1-14, 157-170.

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INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

Le teorie di Tov e di Thackeray, entrambe basate su un‟analisi stilistica delle sezioni di Geremia LXX e sul confronto con le altre versioni dei libri profetici, non sono tuttavia ulteriormente verificabili (come invece è avvenuto per le ipotesi sulla revisione kaivge e sul testo prelucianeo), poiché non sono disponibili testimonianze di Ger 29-52 LXX appartenenti ad una tradizione più antica di quella conservata che mostrino il carattere recensionale o l‟esistenza di due diverse traduzioni del testo tràdito139. 5. LE FORME TESTUALI DI GEREMIA LXX E TM I tratti distintivi della tradizione di Geremia LXX consistono nella maggiore brevità e nella differente disposizione testuale rispetto al TM (che riguarda soprattutto la collocazione delle profezie contro le nazioni straniere, poste al cap. 25 nei LXX e alla fine del libro in TM) 140. Prima della scoperta dei manoscritti di Qumran furono elaborate diverse teorie141 per motivare queste differenze e spiegare la relazione tra la forma testuale greca e l‟ebraica. J. G. Eichorn142 sviluppò la cosiddetta ipotesi “editoriale”, secondo la quale lo stesso Geremia avrebbe messo in circolazione due copie differenti del suo racconto: un‟edizione più breve, elaborata nel periodo della sua permanenza in Egitto, sarebbe alla base della versione greca dei LXX, ed un‟altra, destinata agli esiliati di Babilonia e inviata successivamente in Palestina, costituirebbe il fondamento testuale della redazione masoretica. La teoria “dell‟abbreviazione” di Geremia LXX rispetto alla forma originale testimoniata dal testo masoretico fu sostenuta da M. G. L. Spohn, K. H. Graf, J. Wichelhaus, C. von Orelli 143: il traduttore greco avrebbe abbreviato il testo eliminando le frequenti ripetizioni e rielaborando più sinteticamente il materiale a disposizione. 139

Per la critica alla teoria di Tov cfr. S. Soderlund, The Greek Text of Jeremiah: a Revised Hypothesis, Sheffield 1985, pp. 153-192. 140 Cfr. W. McKane, A Critical and Exegetical Commentary on Jeremiah, vol. I Edinburgh 1986, vol. II, Edinburgh 1996, pp. XV-XXXI, CLXXII-CLXXIV; R. P. Carroll, Jeremiah. A Commentary, London 1986, pp. 50-55. 141 Cfr. J.G. Janzen, Studies in the Text of Jeremiah, Cambridge (Mass.) 1973, pp. 2-7; Soderlund, A Revised Hypothesis, pp. 11-13. 142 J.G. Eichorn, Einleitung in das Alte Testament, IV, Göttingen 1824, pp. 170-222. 143 M.G.L. Spohn, Ieremias Vates e Versione Iudaeorum Alexandrinorum, Lipsiae 1794-1824; J. Wichelhaus, De Ieremiae versionis graecae alexandrinae indole atque auctoritate particula, Halis 1846, pp. 43-44; K.H. Graf, Der Prophet Jeremiah, Leipzig 1862, pp. XL-LVII; C. von Orelli, Der Prophet Jeremiah, Beck 1905, pp. 14-16.

LE FORME TESTUALI DI GEREMIA LXX E TM

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F. C. Movers, A. Scholz, G. C. Workman, A. W. Streane 144 si schierarono in favore dell‟originalità della Vorlage riflessa nella versione greca: le aggiunte presenti nel testo masoretico sarebbero motivate con l‟espansione di questa tradizione testuale nel corso della trasmissione a causa di interpolazioni e per l‟assorbimento di glosse e di doppioni testuali. Una posizione intermedia tra le teorie dell‟abbreviazione e dell‟espansione fu mantenuta da P. Volz, F. Giesebrecht, F. Hitzig, B. Duhm, e in tempi più recenti da W. Rudolph e J. Bright 145. Questi riconobbero la tendenza sia dei LXX ad abbreviare che del TM ad espandersi, per cui ciascuna variante doveva essere valutata criticamente e materiale originario poteva essere conservato in entrambe le tradizioni. Alcuni dei frammenti ebraici reperiti a Qumran, 4QJerb,d,e (II sec. a.C.), hanno mostrato l‟originalità della Vorlage greca confortando le caratteristiche dei LXX sia per quanto riguarda la disposizione del testo che per l‟estensione; nondimeno i frammenti 4QJera,c (II sec. a.C.) e 2QJer (I sec. d.C.) sono testimoni di un testo più vicino a quello masoretico. I documenti rinvenuti nella grotta 4 sono stati esaminati e sottoposti ad un‟analisi comparativa da J. G. Janzen146 e Tov147: entrambi riconoscono la maggiore antichità del testo breve di Geremia, base della Vorlage dei LXX, e considerano la forma testuale più vicina alla masoretica una riedizione ampliata del testo breve. Tov ha descritto le principali caratteristiche della redazione lunga facendo una distinzione tra: a) “aspetti editoriali” come la riorganizzazione testuale, l‟aggiunta di oracoli e di particolari biografici, le ripetizioni e le variazioni di contenuto di alcune sezioni;

144

F.C. Movers, De utriusque recensionis vaticiniorum Ieremiae: graecae alexandrinae et hebraicae masorethicae indole et origine commentatio critica, Hamburgi 1838; A. Scholz, Commentar zum Buche des Propheten Jeremias, Würzburg 1880, pp. XXVI-XXXIII; A.W. Streane, The Double Text of Jeremiah, Cambridge 1896, pp. XXXV, XLIV-XLVIII. 145 F. Hitzig, Der Prophet Jeremia, Leipzig 1866, pp. XII-XVII; B. Duhm, Das Buch Jeremia, Tübingen 1901, pp. XX-XXII; F. Giesebrecht, Das Buch Jeremia und die Klagelieder Jeremia, Göttingen 1907, pp. XXV-XL; P. Volz, Studien zum Text des Jeremia, Leipzig 1920, pp. IX-XX; J. Bright, Jeremiah, New York 1965, pp. CXXIICXXIV; W. Rudolph, Jeremia, Tübingen 1968, pp. XXII-XXIII. 146 Janzen, Studies. 147 E. Tov, “Some Aspects of the Textual and Literary History of the Book of Jeremiah”, in P.-M. Bogaert (ed.), Le livre de Jérémie. Le prophète et son milieu, les oracles et leur transmission, Leuven 1981, pp. 145-167.

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INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

b) “aspetti esegetici” ovvero l‟aggiunta di dettagli per rendere più chiaro il testo come nomi propri, glosse esplicative di carattere geografico e temporale o ripetizioni di formule e titoli che qualificano il personaggio di cui si narra. S. Soderlund in uno studio del 1985148, ha rimesso in discussione parte delle conclusioni di Janzen e Tov sostenendo che i LXX dipenderebbero sì dalla Vorlage qumranica più breve, ma ne abbrevierebbero ulteriormente il testo. La tesi di Soderlund, che in un certo senso ha riproposto in versione aggiornata la posizione intermedia tra l‟ipotesi espansionista e la teoria dell‟abbreviazione, è stata a sua volta respinta da Janzen in un articolo del 1989149. Le indagini di P.-M Bogaert150, B. Gosse151, A. Auld152, Y. Goldman153, J. Lust154, A. Shenker155 e P. Piovanelli156, a sostegno della anteriorità della 148

Soderlund, A Revised Hypothesis, pp. 193-248. J.G. Janzen, “A Critique of Sven Soderlund‟s The Greek Text of Jeremiah. A Revised Hypothesis”, BIOSCS 22 (1989), pp. 16-47. 150 Cfr. P.-M. Bogaert, “De Baruch à Jérémie. Les deux rédactions conservées du livre de Jérémie”, in Id. (ed.), Le livre de Jérémie. Le prophète et son milieu, les oracles et leur transmission, Leuven 1981, pp. 168-173; Id., “Relecture et déplacement de l‟oracle contre les Philistins. Pour une datation de la rédaction longue (TM) du livre de Jérémie”, in La vie de la parole. De l‟Ancien au Nouveau Testament. Études d‟exégèse et d‟herméneutique bibliques offertes a Pierre Grelot, Paris 1987, pp. 139-150; Id.,“Les trois formes de Jérémie 52”, pp. 1-17; Id., “Le livre de Jérémie en perspective: le deux rédactions antiques selon le travaux en cours”, RB 101 (1994), pp. 363-406. 151 B. Gosse, “Trois étapes de la rédaction du livre de Jérémie. La venue du mahleur contre ce lieu (Jérusalem), puis contre toute chair (Juda et les nations) et enfin de nouveau contre ce lieu, mais identifié cette fois à Babylone”, ZAW 111 (1999), pp. 508529. Cfr anche B. Gosse, “Les écrits de Jérémie, la réalisation du malheur voulu par Jahvé et le pardon du péché dans le livre de Jérémie”, EstBib 55 (1997), pp. 53-72; Id., “The Masoretic Redaction of Jeremiah: an Explanation”, JSOT 77 (1998), pp. 75-80; Id., “Études bibliques et préséance des textes: les rédaction du livre de Jérémie, le germe de David, Za 6 et Is 28-32 et l‟influence de Ez 24-33 dans l‟inclusion de Gn-2R entre la porte de l‟Éden et celle de Jérusalem”, Transeu 26 (2003), pp. 87-104. 152 A.G. Auld, “Prophets and Prophecy in Jeremiah and Kings”, ZAW 96 (1984), pp. 66-82. 153 Y. Goldman, Prophétie et royauté au retour de l‟exil. Les origines littéraires de la forme massorétique du livre de Jérémie, Fribourg-Göttingen 1992, pp. 48s; Id., “Juda et son roi au milieu des nations. La dernière rédaction du livre de Jérémie”, in A.H.W. Curtis, T. Römer (eds.), The Book of Jeremiah and its Reception, Leuven 1997, pp. 151-182. 154 J. Lust, “Messianism and the Greek Version of Jeremiah”, in C. Cox (ed.) VII Congress of IOSCS, Leuven 1989, pp. 87-122; Id., “The Diverse Text Forms of Jeremiah and History Writing with Jer. 33 as a Textcase”, JNWSL 20 (1994), pp. 31-48. 149

LE FORME TESTUALI DI GEREMIA LXX E TM

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Vorlage dei LXX rispetto al TM, hanno sviluppato ipotesi differenti sulla datazione157 e sul contesto politico-religioso in cui venne realizzata la riorganizzazione del libro di Geremia nella forma masoretica. Secondo Bogaert, nel testo più antico il ruolo narrativo di Geremia era distinto dalla persona dell‟autore del libro omonimo, che sarebbe stato piuttosto Baruch (il cui compito venne fortemente ridimensionato in TM e limitato a quello di uno scriba che opera sotto la dettatura del profeta). L‟esigenza di fare di Geremia il profeta-autore del suo libro avrebbe portato alla rielaborazione protomasoretica del testo e all‟eliminazione dal canone ebraico dell‟appendice baruchiana, originariamente parte integrante del libro di Geremia158. Secondo Gosse, TM Geremia (composto in epoca maccabaica) costituirebbe una reinterpretazione delle parole di condanna di Geremia contro Gerusalemme in chiave salvifica: nella nuova redazione il pessimismo dell‟edizione più antica venne mitigato attraverso l‟amplificazione delle prospettive messianiche e il trasferimento delle minacce di distruzione da Gerusalemme contro Babilonia e il suo re; in questa direzione si muoverebbero le modifiche al TM vòlte a ridimensionare le accuse che erano precedentemente rivolte contro Israele e a enfatizzarne l‟elezione a popolo santo159. Lo sviluppo delle indagini sulle tradizioni testuali di Geremia e Re ha permesso il riconoscimento dell‟originalità della forma testuale dei LXX e dell‟importanza del testo greco nella filologia biblica, sebbene in alcuni orientamenti di ricerca più conservatori si continui a considerare la tradizione masoretica come il principale veicolo della Hebraica Veritas. Questo approccio

155

A. Shenker, “La rédaction longue du livre de Jérémie doit-elle être datée au temps des premiers Hasmonéens?”, ETL 70 (1994), pp. 281-293. 156 P. Piovanelli, “La condamnation de la diaspora égyptienne dans le livre de Jérémie (Jr A 50, 8-51, 30 / Jr B 43, 8-44, 30)”, Transeu 9 (1995), pp. 35-49. 157 Una forma testuale vicina a TM si sarebbe diffusa a partire dal VI sec. a.C. secondo Goldman (“Juda et son roi”) e R.C. Steiner (“The Two Sons of Neriah and the two Editions of Jeremiah in the Light of Two Atbesh Code-Words for Babylon”, VT 46 (1996), pp. 74-84), dal V-IV sec. a.C., secondo Janzen (Studies, pp. 134-135), dal III sec. a.C., secondo Bogaert (“Relecture et déplacement”) e Lust (“The Diverse Text Forms”), dal II sec. a.C. secondo Piovanelli (“La condamnation de la diaspora égyptienne”) e Shenker (“La rédaction longue du livre de Jérémie”). 158 In “Les trois formes de Jérémie 52”, pp. 1-17, già citato al par. 2.2, Bogaert mostra come alcuni codici della Vetus Latina tramandino senza soluzione di continuità Baruch 1-1:5 di seguito a Ger 52, in una forma abbreviata che viene considerata testimonianza della Vorlage più antica di questi passi. 159 Gosse, “Trois étapes”, pp. 508-529.

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INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

metodologico si può segnalare nella Critique textuelle curata da Barthélemy160, che si configura come analisi comparativa e valutativa delle variazioni testuali presenti nelle maggiori tradizioni veterotestamentarie (i LXX, il TM, la Peshitta, il Targum ecc.) che nella maggior parte dei casi conferisce alle lezioni testimoniate dal TM un ruolo privilegiato per la ricostruzione dell‟originale ebraico 161. Per quanto riguarda il libro di Geremia, A. Rofé, G. Fischer, A. Van der Kooij, B. Becking162 continuano a sostenere l‟originalità della forma testuale masoretica rispetto ai LXX. 6. IL METODO E GLI STRUMENTI DI LAVORO L‟analisi di 2Re 24:18-25:30 // Ger 52 sarà articolata in fasi, secondo il metodo proposto da Brock163 e sull‟esempio del lavoro di Catastini sulla tradizione di 2Re 18-20 // Is 36-39164. La trattazione a partire dal Capitolo II seguirà l‟ordine esposto di seguito. - Capitolo II. Le varianti testuali del codice Vaticano e di TM 2Re 24:18-25:30 saranno esaminate e confrontate con le varianti della tradizione ebraica alternativa a TM; con questo procedimento descriveremo le caratteristiche delle tradizioni testuali greca ed ebraica e verificheremo eventuali lezioni greche dipendenti da una Vorlage distinta da TM. 160

D. Barthélemy (ed.), Critique textuelle de l‟Ancien Testament. 1: Josué, Juges, Ruth, Samuel, Rois, Chroniques, Esdras, Néhémie, Ester, Fribourg (Suisse) - Göttingen 1982; Id., Critique textuelle de l‟Ancien Testament. 2: Isaïe, Jérémie, Lamentations, Fribourg (Suisse) - Göttingen 1986. 161 Per una critica dell‟approccio metodologico della Critique textuelle cfr.: B. Chiesa, “Il testo dell‟Antico Testamento ebraico”, Henoch 6 (1984), pp. 314-346; P.G. Borbone, “La critica del testo e l‟Antico Testamento ebraico: a proposito di un libro recente”, RSLR 30 (1984), pp. 251-274; Id., “Riflessioni sulla critica del testo dell‟Antico Testamento ebraico”, Henoch 8 (1986), pp. 281-309; Id., “Res Bibliographicae: un tentativo «di critica della critica» testuale dell‟Antico Testamento”, Bib 69 (1988), pp. 422-429; Catastini, “Testo Antiocheno e Vetus Latina”, pp. 81-93. 162 A. Rofé, “The Arrangement of the Book of Jeremiah”, ZAW 101 (1989), pp. 390398; G. Fischer, “Jer 25 und die Fremdvölkersprüche zwischen hebräischen und griechischen Text”, Bib 72 (1991), pp. 479-499; Id., Das Trostbüchlein. Text, Komposition und Theologie von Jer 30-31, Stuttgart 1993; A. Van der Kooij, “Jeremiah 27:515: How do MT and LXX relate to each other?”, JNSL 20 (1994), pp. 59-78; B. Becking, “Jeremiah‟s Book of Consolation: a Textual Comparison. Notes in the Masoretic Text and the Old Greek Versions of Jeremiah XXX-XXXI”, VT 44 (1994), pp. 145169. 163 Brock, The Recensions. 164 Catastini, Isaia ed Ezechia, pp. 15-35.

IL METODO E GLI STRUMENTI DI LAVORO

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- Capitolo III. Le varianti del codice Vaticano e di boc2e2 di 2Re 24:18-25:30 saranno confrontate per descrivere le caratteristiche delle recensioni kaivge e lucianea; si valuteranno le corrispondenze dei due testi greci con le tradizioni ebraica ed esaplare e con la Peshitta (quale testimone prelucianeo), con il proposito di riconoscere e isolare lezioni prelucianee o dipendenti da una Vorlage diversa da TM. Le lezioni confluite nel gruppo delle “varianti lessicali” riceveranno un‟ulteriore verifica: saranno confrontate con le modalità di traduzione impiegate per la resa di termini ebraici equivalenti nelle sezioni kaivge e non-kaivge del codice Vaticano; l‟eventuale diffusione delle rese di boc2e2 nelle sezioni non-kaivge dovrebbe permettere l‟identificazione di lezioni precedenti l‟attività recensionale o risalenti alla Old Greek165. - Capitolo IV. Saranno esaminate le differenze editoriali di LXX e TM Ger 52 e descritte le caratteristiche dei due testi. - Capitolo V. Il testo lucianeo di Ger 52 sarà confrontato con i testimoni della tradizione greca ed ebraica e con la Peshitta; quindi, si valuterà la possibilità di reperimento di lezioni prelucianee anche in questo ramo della tradizione testuale. - Capitolo VI. Esamineremo la tradizione ebraica di 2Re 24:18-25:30 e Ger 52 per stabilire le caratteristiche e le differenze dei due testi. - Capitolo VII. Saranno prese in esame le lezioni comuni della tradizione greca e verificati gli accordi con testimoni prelucianei, quali la Peshitta dei passi paralleli, la sezione corrispondente delle Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe e la Vetus Latina di Ger 52, per un ulteriore isolamento e controllo delle lezioni prelucianee rintracciate. - Capitolo VIII. Sulla base dei risultati conseguiti, definiremo lo sviluppo della stratificazione del testo di 2Re 24:18-25:30 // Ger 52. Per quanto riguarda LXX 2Re 24:18-25:30 indicheremo d‟ora in poi con “LXXB” il testo del codice Vaticano (IV sec. d.C.) secondo l‟edizione diplomatica di Cambridge166, di cui seguiremo la terminologia descrittiva anche in riferimento agli altri testimoni greci suddivisi nei seguenti gruppi: - Biv Aeth = restanti testimoni della recensione kaivge; - boc2e2 = mss. del gruppo antiocheno o lucianeo; 165

Cfr. Catastini, Isaia ed Ezechia, pp. 208-218. A.E. Brooke, N. McLean, H.St.J. Thackeray, The Old Testament in Greek according to the Codex Vaticanus Supplemented from other Uncial Manuscripts, with a Critical Apparatus Containing the Variants of the Chief Ancient Authorities for the Text of the Septuagint, Vol II: the Later Historical Book. Part II: I and II Kings, Cambridge 1930, pp. 385-389. 166

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INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

- Axy Arm Syh = testimoni esaplari; - Ndefghjmnpqstwz = gruppo maggioritario. Le varianti esaplari, che attestano lo sviluppo della tradizione greca secondo la recensione origeniana del IV sec. d.C., saranno analizzate in caso di corrispondenza con boc2e2 per separare all‟interno della tradizione lucianea lo strato più recente da eventuali varianti prelucianee. Le lezioni di Arm, dove si verifichi la corrispondenza con Axy o Syh, saranno considerate come varianti esaplari; nei casi in cui la corrispondenza si stabilisca soltanto con boc 2e2, Arm conserva, con maggire probabilità, il testo della versione armena precedente l‟influsso esaplare (= Arm I) e dipendente da un testo greco affine a quello antiocheno prelucianeo 167. Le varianti del testo antiocheno saranno esaminate in considerazione dell‟edizione critica di Fernández Marcos e Busto Saiz 168 e, nel caso in cui i testimoni del gruppo boc2e2 non presentino divergenze, saranno indicate complessivamente con la sigla “L*”. La sigla “Chr”, propria dell‟edizione critica del testo antiocheno, fa riferimento alle citazioni bibliche di Giovanni Crisostomo. Per indicare il testo originale greco (II sec. a.C.) di Geremia, secondo l‟edizione critica di Gottinga169, sarà usata la sigla “LXX*” e gli altri testimoni saranno segnalati con le sigle e la numerazione presenti nell‟apparato gottingense. La recensione lucianea di Geremia è quindi rappresentata dalle sigle: - L = 22-36-48-51-96-231-311-763; - l = 62-198-407-449; - L‟= L + l. - La sigla O (= 88 + Syh) indica la recensione esaplare. L‟edizione di riferimento per il testo ebraico di 2Re 24:18-25:30 // Ger 52 è quella della BHS = TM, ma di seguito verranno indicate le variazioni presenti in K-R e nel testo curato da van der Hoogt170 (vdH), base testuale delle

167

C.E. Cox, Hexaplaric Materials Preserved in the Armenian Version, Atlanta 1986; Fernández Marcos, Busto Saiz, El texto antioqueno. 1-2 Sam, pp. LXXI-LXXIX. 168 Fernández Marcos, Busto Saiz, El texto antioqueno. 1-2 Reyes, pp. 157-161. 169 Ziegler, Vetus Testamentum Graecum. XV, pp. 443-450. 170 E. van der Hoogt, Biblia Hebraica, secundum ultimam editionem Jos. Athiae, a Johanne Leusden Denno recognitam, recensita atque ad Masoram, et correctiones Bombergi, Stephani, Plantini, Aliorumque Editiones, exquisite adornata variisque notis illustrata ab Everardo van der Hoogt, Amstelaedami et Ultrajecti 1705.

IL METODO E GLI STRUMENTI DI LAVORO

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collazioni kennicottiana e derossiana, nei codici Alepensis171 (Alep) e Cairensis172 (C) e nella tradizione babilonese (TB)173. Per indicare i testimoni prelucianei saranno usate inoltre le seguenti abbreviazioni: - La*, la Vetus Latina di Ger 52:12-33, secondo il testo critico di Bogaert 174; - Ios, le Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe, secondo l‟edizione di B. Niese175; - Pesh, la Peshitta dei passi paralleli, secondo l‟edizione leidense per 2Re 24: 18-25:30, secondo il Codex Ambrosianus176 per Ger 52. Le varianti saranno classificate secondo le seguenti categorie 177: - Varianti morfologiche (comprendenti le differenze grammaticali connesse all‟uso della determinazione, all‟impiego di particelle e preposizioni, all‟uso di forme pronominali, di m., f., nt., sg. e pl., e alle altre modifiche nella flessione nominale o verbale). - Varianti lessicali, ossia le differenze sinonimiche che, nel confronto tra testimoni di una medesima lingua178, comprenderanno l‟uso di traslitterazioni dall‟ebraico in luogo della traduzione, di verbi sinonimi e di forme composte del verbo, di sostantivi sinonimi e di espressioni diverse con significato affine. - Varianti di estensione. - Varianti di contenuto. - Trasposizioni. - Varianti ortografiche e fonologiche (in appendice al cap. VI saranno riportate quelle registrate dal confronto tra TM 2Re 24:18-25:30 e TM Ger 52; in appendice al cap. VII sarà riportato e commentato l‟elenco delle trascrizioni

171

Cfr. l‟edizione fotografica di M.H. Goshen-Gottstein, The Aleppo Codex, Jerusalem 1976 e per quanto riguarda il solo testo di Geremia, Rabin, Talmon, Tov, The Book of Jeremiah. 172 Pérez Castro, Reyes, pp. 312-319; Id., Jeremías, pp. 267-274. 173 Cfr. Miletto, La tradizione babilonese, p. 116. 174 Bogaert, “Le trois formes de Jérémie 52”, pp. 8-9. 175 B. Niese, Flavii Josephi Opera edidit et apparatu critico instruxit Benedictus Niese, vol. I-VII, Berlin 1887-1895, pp. 352-381. 176 Ceriani, Translatio Syro Peshitto, Tomus 1, pp. 355-356. 177 Per la suddivisione tipologica delle varianti mi sono basata con alcune modifiche su Catastini, Isaia ed Ezechia, pp. 37, 83, 108 ecc. Cfr. anche E. Tov, The Text-Critical Use of the Septuagint in Biblical Research. Revised and Enlarged Second Edition, Jerusalem 1997, pp. 123-170. 178 Saranno registrate in cap. III, nel confronto tra LXXB e L* 2Re 24:18-25, e in cap. VI, nel confronto tra TM 2Re 24:18-25 e TM Ger 52.

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INTRODUZIONE ALL'ANALISI DEL TESTO

di nomi personali e topografici desumibili dall‟esame di LXX B, L*, Pesh 2Re 24:18-25:30, LXX*, La*, Pesh Ger 52 e Ios). In questa analisi viene tralasciato lo studio delle tradizioni di 2Re 25:2227 e Ger 52:27-30 – poiché non vi si verifica la corrispondenza in parallelo – e di Ger 39:1-10: quest'ultimo brano, parallelo a Ger 52:4-16 e 2Re 25:1-12, è considerato tardo da gran parte della letteratura critica ad esso relativa 179 e non viene riportato integralmente nella traduzione greca più antica180 dove ricorre trasposto al cap. 46181.

179

Cfr. J.A. Montgomery, H.S. Gehman, A Critical and Exegetical Commentary on the Books of Kings, Edinburgh 1951, p. 559; Ziegler, Vetus Testamentum Graecum. XV, p. 411; Barthélemy (ed.), Critique textuelle. 1, pp. 423-424; McKane, Commentary on Jeremiah, pp. 990-991; Bogaert, “La vetus latina de Jérémie”, pp. 51-82. 180 Ziegler, Vetus Testamentum Graecum. XV., p. 411. 181 I vv. 46:1-2 sono marcati con l‟asterisco, il v. 46:3 non è parallelo a Ger 52 e i vv. 46:4-10 sono omessi dai più antichi testimoni dei LXX.

CAPITOLO II STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXXB 2RE 24:18-25:30

Sono riportate di seguito le varianti di LXXB 2Re 24:18-25:30 al TM e le corrispondenze con le varianti della tradizione ebraica, al fine di definire le caratteristiche del testo greco e individuare i casi in cui esso dipenda da una Vorlage differente dalla masoretica. Per l‟esame della tradizione greca, oltre alle lezioni del codice Vaticano (LXXB) saranno riportate, nel caso in cui corrispondano a TM contro LXXB, le varianti dei restanti testimoni della recensione kaivge (Biv Aeth), le varianti della recensione esaplare (Axy Arm Syh), le varianti lucianee (L*). Le varianti della tradizione lucianea, oggetto di uno studio a parte nel cap. III, saranno qui considerate per stabilire la percentuale di accordi con TM o con LXX B contro TM. 1. VARIANTI MORFOLOGICHE 2Re 24:20a 24:20b 25:1a

25:1b 25:1c 25:3a 25:3b 25:3c

ejpi; jIerousalhvm ] ejn jIerousalhvm b ajpevrriyen ] K 1, 93, 149, 150, 155, 172, 225, 277 marg, forte 70, 102; R 3, 21, 226, 512, 545, 716, primo 1, 22, 211 = TM Ger 52:4 ejn tw' e[tei tw'/ ejnavtw/ ] ejn tw/' ejnnavtw/ e[tei L* d Chr : en tw enatw etei bc2 kai; pa'sa hJ duvnami" aujtou' ] K 70; R 20, 704 kai; wj/kodovmhsen ] kai; periw/kodovmhsen L* ejnavth/ h\san ] h\n L* Chr Arm a[rtoi ] a[rto" L* Chr Arm

50 25:4a

STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXXB 2RE 24:18-25:30

] nuktov"

K 30, 252 = TM Ger 52:7

25:4b tw'n teicevwn ] tw'n duvo teicw'n L* : om. duo e2 25:4c 25:4d

au{th h{ = A Syh ] om. au{th L* Arm : om. h{ N rell ] om. K 99 : K 150 tou' khvpou

25:4e jArabav ] ejpi; dusmav" L* : epi dusmai" c2 25:5a 25:5b

ejdivwxen ] katedivwxe L* Chr ] K 150 tw'n Caldaivwn

25:5c 25:6

25:7a 25:7b

diespavrh ] diespavrhsan L* Arm Aeth ] K 1, 85, 89, 94, 100, 145, 150, 168, 175, 198, 225, 226, 288, 602, nunc 201; R 2, 21, 226, 249, 304, 346, 440, 554, 604, 667, 716, 827, primo 1, 187, 596, nunc 20, 191, 305, 319, 579, 704, exter. 38, 39, 57, nunc 1 = TM Ger 52:9 kai; ejlavlhsen ] TM Ger 52:10 e[sfaxen ] e[sfaxe L* Chr Aeth ejn pevdai"

25:7c kai; h[gagen = A d Arm ] kai; ajphvgagen aujtovn L* Chr : kai hgagen auton N rell Aeth Syh : kai hgagon auton x : aphgagon auton o 25:7d 25:8a

eij" Babulw'na

eJbdovmh/ ] K 1, 89 : K 150 aujtov" ] ou|to" L* 25:11a ] om. K 4 tov 1o 25:11b ] TM Ger 52:15 pro;" basileva ] tw/' basilei' L* 25:8b

VARIANTI MORFOLOGICHE

25:12

51

] TM Ger 52:16 kai; ajpo; tw'n ptwcw'n ] kai; tw'n penhtw'n L* 25:13a ] K 1, 3, 23, 30, 93, 112, 178, 182, primo 99, 240; R 174, 191, 596, 701, primo 765, nunc 305, 545 ejn oi[kw/ 1o 25:13b ] K 150, 187, 225 oiJ Caldai'oi 25:14 e[laben ] e[labon L* gj Arm Aeth Syh Chr 25:16a stuvlou" ] kai; tw'n stuvlwn L* Chr 25:16b tou' calkou' pavntwn tw'n skeuw'n 25:17a phvcewn 25:17b kai; to; cwqavr ] kai; ta; ejpiqevmaqa L* 25:17c ] K 257 to; calkou'n ] ta; calka' L* : om. tav bo 25:17d ] K 1, 4, 21, 89, 93, 112, 113, 115, 150, 155, 174, 175, 176, 187, 195, 240, 246, 249, 250, 251, 270, 659 „ , primo 30 = TM Ger 52:22 : K 70, 180, 182, primo 178 phvcewn 25:18 ] K 1, 30, 85, 150, 154, 175, 180, 201, 225, primo 21, nunc 224 = TM Ger 52:24 th'" deuterwvsew" ] to;n deuvteron L* Arm Syh(mg) Chr 25:19a ] om. K 70, 89 : K 150 : TM Ger 52:25 o}" h\n ejpistavth" ] to;n kaqestavmenon L* 25:19b tw'n ajndrw'n tw'n polemistw'n = v Arm ] ejpi; tou;" a[ndra" tou;" polemistav" L* : epi tou" andra" polemounta" Chr : epi twn andrwn twn polemistwn AN rell Syh 25:19c to;n grammateva tou' a[rconto" ] kai; to;n Safa;n to;n ajrcistravthgon kai; to;n grammateva tou' a[rconto" L* 25:19d tou' laou' = Aijnxy ] ajpo; tou' laou' L* rell Syh

STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXXB 2RE 24:18-25:30

52 25:20

25:27a

] K 85, 89, 93, 96, 154, 158, 180, 195, 226, 257, 260, 271 A, 300; R 20, 174, 187, 191, 196, 226, 440, 545, 554, 663, 701, 715, primo 211, 667, 765 = TM Ger 52:26 pro;" to;n basileva ejbdovmh/ kai; eijkavdi

25:27b tou' basilevw" ] om. tou' L* A N rell 25:27c fulakh'" aujtou' ] om. aujtou' L* Aeth 25:28

tw'n qrovnwn

Le varianti nello schema sono classificabili secondo la tipologia che segue: a) Uso della determinazione - aggiunta dell‟articolo in TM→ 2Re 25:4a, 4e, 16a; - aggiunta dell‟articolo in LXXB→ 2Re 25:1a, 4d, 5b, 13b, 17b, 17c, 18, 19c, 27b. - Confronto di TM e LXXB con le varianti delle tradizioni ebraica e lucianea Le corrispondenze con la tradizione ebraica manoscritta di 2Re e con TM Ger 52 in 7 occorrenze riconducono a una Vorlage differente da TM 2Re: 2Re 25:1a → LXXB = K-R, TM Ger 52:4; 2Re 25:4a, 18 → LXXB = K-R, TM Ger 52:7, 24; 2Re 25:5b, 13b, 17c → LXXB = K; 2Re 25:11b → LXXB = TM Ger 52:15; 2Re 25:4a, 4d, 5b, 13b, 17c182 → LXXB = L*; 2Re 25:27b → TM = L*. b) Impiego di particelle e preposizioni 2Re LXXB TM ejpiv 24:20a 25:3a --25:4d --eij" 25:7d --25:8a --182

LXXB = L*-bo.

VARIANTI MORFOLOGICHE

25:11a --prov" 25:11b ejn 25:13a --25:19b --25:19d --prov" 25:20 25:27a --- Confronto con le varianti delle tradizioni ebraica e lucianea 2Re 25:4d, 11a → LXXB = K; 2Re 25:11b → LXXB = TM Ger 52:15; 2Re 25:13a → LXXB = K-R; 2Re 25:20 → LXXB = K-R, TM Ger 52:26. 2Re 24:20a183, 25:4d, 7d, 11a, 13a, 20 → LXXB = L*; 2Re 25:19b, 19d → TM = L*. c) Uso e forme del pronome 2Re LXXB TM 24:20b --25:1b --au{th h{ 25:4c 25:7c --aujtov" 25:8b 25:16b --o}" h\n 25:19a aujtou' 25:27c --- Confronto con le varianti delle tradizioni ebraica e lucianea 2Re 25:8b → LXXB = K; 2Re 25:19a → LXXB = TM Ger 52:25; 2Re 24:20b, 25:1b, 16b → LXXB = L*; 2Re 25:4c, 7c, 27c → TM = L*. d) Variazione di numero 2Re LXXB 25:3c pl. 25:4b pl. 25:7b pl. 183

LXXB = L*-b.

TM sg. du. du.

53

STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXXB 2RE 24:18-25:30

54

25:12 pl. sg. 25:17a pl. sg. 25:17d pl. sg. 25:28 pl. sg. - Confronto con le varianti delle tradizioni ebraica e lucianea 2Re 25:12 → LXXB = TM Ger 52:16; 2Re 25:17d → LXXB = K, TM Ger 52:22; 2Re 25:7b, 12, 17a, 17d, 28 → LXXB = L*; 2Re 25:3c, 4b184 → TM = L*. e) Modifiche nella flessione verbale 2Re LXXB TM o 25:1c 3 sg. 3o pl. 25:3b 3o pl. 3o sg. o 25:5a 3 sg. 3o pl. 25:5c 3o sg. 3o pl. 25:6 3o sg. 3o pl. 25:7a 3o sg. 3o pl. 25:14 3o sg. 3o pl. In 6 occorrenze le variazioni sono determinate dalla presenza di un diverso soggetto verbale → 2Re 25:1c, 5a, 5c, 6, 7a, 14. - Confronto con le varianti delle tradizioni ebraica e lucianea 2Re 25:1c → LXXB = K-R; 2Re 25:6 → LXXB = K-R, TM Ger 52:9; 2Re 25:7a → LXXB = TM Ger 52:10; 2Re 25:1c, 5a, 6, 7a → LXXB = L*; 2Re 25:3b, 5c, 14 → TM = L*.

184

TM = L*-e2.

TESTO PIÙ ESTESO IN TM E IN LXXB

55

2. TESTO PIÙ ESTESO IN TM 2Re 24:18 25:1

25:8 25:9a 25:9b

25:10

--- ] ejk Lobennav L* ejn tw'/ mhni; tw'/ dekavtw/ ] + tessareskaidekath tou meno" A : + en (+ th Chr) dekath tou meno" xy Arm Chr tw'/ 3o ] th'" basileiva" L* Aeth oi\kon ] oi\kon mevgan L* xy ejnevprhsen 2o ] + oJ ajrcimavgeiro" L* (sub ì c2) : o arcimaghro" o esthkw" enwpion tou basilew" e2 : + en puri A Arm Syh oJ ajrcimavgeiro" ] kai; to; tei'co" jIerousalhvm kaqei'len hJ duvnami" tw'n caldaivwn kuklovqen L* (tot vers sub ì c2) ix : o arcimageiro" + kai to teico" Ierousalhm kukloqen kaqespasen dunami" caldaiwn N omn. : kai to teico" Ierousalhm kuklw kaqelusan pasa euporeia caldaiwn + o arcimageiro" A

25:15

ta;" crusa'" kai; ta;" ajrgura'" - Confronto con le varianti delle tradizioni ebraica e lucianea Non si registrano variazioni nella tradizione ebraica di 2Re; 2Re 25:1, 15 → LXXB = L*; 2Re 24:18, 25:8, 9a → TM = L*. 3. TESTO PIÙ ESTESO IN LXXB 2Re 25:4

]

K 30, 252 : K 180, 250, R 663, primo 380 : K 201 (mg.); R primo 21 : K 93, 168, primo, ut videtur, 171 : R 20 = TM Ger 52:7 ejxh'lqon nuktov" ] ejxh'lqen ... nuktov" L* Chr : hlqon nukto" v

STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXXB 2RE 24:18-25:30

56 25:27

] K 154, 250; R nunc 668 = TM Ger 52:31 kai; ejxhvgagen aujto;n ejx oi[kou fulakh'" - Confronto con le varianti delle tradizioni ebraica e lucianea 2Re 25:4 → LXXB = K; 2Re 25:27 → LXXB = K-R, TM Ger; 2Re 25:27 → LXXB = L*. Non si verificano corrispondenze del tipo TM = L*.

4. CONTENUTO 2Re 25:8

] TM Ger 52:12 eJstw;" ejnwvpion ] oJ eJsthkw;" ejnwvpion L*

25:11 185

25:12

25:14 25:18

tou' sthrivgmato" ] tou' laou' L* tabeivn ] gewrgouv" L* : ghbein Axy (txt) N rell. ] TM Ger 52:19 kai; ta;" fiavla" uiJo;n ] to;n iJereva L* Arm Syh(mg) Chr

25:30

ejx oi[kou - Confronto con le varianti delle tradizioni ebraica e lucianea 2Re 25:8, 14 → LXXB = TM Ger 52:11, 19; 2Re 25:8, 14 → LXXB = L*; 2Re 25:18 → TM = L*.

5. TRASPOSIZIONI 2Re 25:27

185

eJbdovmh/ kai; eijkavdi

tabein: in origine probabilmente ghbein come Axy (txt) N rell, è una traslitterazione del Qere piuttosto che del Kethib .

CONTENUTO - TRASPOSIZIONI - COMMENTO

57

6. COMMENTO Le varianti di LXXB rispetto a TM sono in numero di 62: la sezione più cospicua, 46 casi, comprende la serie delle varianti morfologiche; le varianti di estensione e di contenuto comprendono rispettivamente 9 e 6 casi e compare un solo caso di trasposizione. Il testo ebraico viene reso secondo LXX B in maniera letterale: le divergenze maggiori sono di carattere grammaticale e sintattico, mentre non sono presenti differenze testuali sostanziali, anche se occorre notare l‟omissione quasi integrale di 2Re 25:10 LXXB (sull‟attacco alle mura di Gerusalemme da parte dell‟esercito babilonese) 186. Si segnala la tendenza della tradizione ebraica a fornire maggiori dettagli geografici e cronologici (par. 2: 2Re 24:18, 25:1) e a enfatizzare il discorso con espressioni rafforzative carenti nel testo greco (par. 2: 2Re 25:8, 9a, 9b, 15). In 29 casi LXXB corrisponde a L* contro TM; in 15 casi risulta la corrispondenza di TM e L* contro LXXB (negli altri casi L* segue una tradizione autonoma che sarà studiata in un confronto dettagliato con LXX B nel capitolo che seguirà). In 23 casi si registrano corrispondenze di LXXB con varianti della tradizione manoscritta ebraica alternativa alla masoretica e/o del parallelo TM Ger 52; queste risultano in 16 casi del tipo LXXB = L*: la tradizione dei LXX è pertanto complessivamente aderente a strutture grammaticali semitiche anche quando non traduce secondo TM.

186

Cfr. par. 2.

CAPITOLO III ANALISI DELLE VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

Sono riportate di seguito le varianti di LXXB e L* 2Re 24:18-25:30187 al fine di descrivere le caratteristiche testuali di ciascuna tradizione recensionale e localizzare eventuali lezioni di L* prelucianee 188 (le varianti di L* sono riportate di seguito alle lezioni di LXXB; dopo L* sono riportate le lezioni degli altri testimoni della recensione kaivge = Biv Aeth e della recensione esaplare = Axy Arm Syh). A questo scopo saranno individuati i casi in cui LXX B o L* corrispondano a varianti della tradizione ebraica o a varianti di Pesh distinte da TM (la variantistica della tradizione ebraica e le lezioni corrispondenti di Pesh sono riportate di seguito alle varianti di LXX); nella sezione delle varianti lessicali sarà verificata la diffusione delle modalità di traduzione di LXX B e L* nelle sezioni kaivge e non-kaivge di Samuele-Re189. 1. VARIANTI MORFOLOGICHE 2Re 25:1

kai; ejgenhvqh ] kai; ejgevneto L* A rell

25:2

--ejn perioch'/ ] eij" sunochvn L* Syh

25:3a

h\san ] h\n L* Arm

25:3b

a[rtoi ] a[rto" L* Arm

187

Cfr. cap. I, parr. 1.2, 2.1, 3, 6. Cfr. cap. I, parr. 1.1, 1.2, 1.3. 189 Cfr. cap. I, parr. 1.1, 6. 188

60 25:4a

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

ejxh'lqon ] ejxh'lqen L* : hlqon nukto" v --- ] K 93, 168, primo, ut videtur, 171 :

R 20

25:4b

au{th h{ = A Syh ] h{ L* Arm : om. h{ rell

25:4c

kai; ejporeuvqh = A Arm Syh ] kai; ejporeuvqhsan L* rell ] K 85, 150, 175, 601; primo R 22 = TM Ger 52:7

25:4d

JArabav ] ejpi; dusmav" L* : epi dusmai" c2

25:5a

hJ duvnami" ] duvnami" L*

25:5b

ejn ajrabwvq ] kata; dusmav" L* : en rabwq A x Arm

25:5c

diespavrh ] diespavrhsan L* Arm Aeth

25:5d

ejpavnwqen aujtou' ] ajpo; ejpavnwqen aujtou' L*

25:6

pro;" basileva ] pro;" to;n basileva L* rell ] K 145

25:7

kai; h[gagen = A Arm ] kai; ajphvgagen aujtovn L* : kai hgagen auton rell Aeth Syh : kai hgagon auton x

25:8a

aujtov" ] ou|to" L* ] K 1, 89 :

25:8b

K 150

basilei' ] basilevw" L* Aeth

VARIANTI MORFOLOGICHE

25:8c

eJstw;" ejnwvpion ] oJ eJsthkw;" ejnwvpion L* ]

25:8d

basilevw" ] tou' basilevw" L*

25:9

kai; pa'n ] kai; pavnta L* A omn

25:11

pro;" basileva ] tw/' basilei' L* ] TM Ger 52:15

61

25:12a kai; ajpo; tw'n ptwcw'n ] kai; tw'n penhtw'n L* 25:12b uJpevlipen ] uJpeleivpeto L* : epelipen y : upeleipen A rell 25:12c kai; eij" tabeivn ] kai; gewrgouv" L* y(mg) Arm : kai ei" tabhn v : kai ei" ghbein Axy(txt) 25:14a leitourgou'sin ] ejleitouvrgoun L* 25:14b e[laben ] e[labon L* Arm Aeth Syh 25:15

kai; ta;" ajrgura'" ] kai; ajrgura'" L*

25:16a --- ] kaiv L* v Arm ----25:16b stuvlou" ] tw'n stuvlwn L* : tou" stulou" v Arm 25:16c duvo ] tw'n duvo L*

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

62

25:16d hJ qavlassa ] kai; th'" qalavssh" L* : thn qalassan A rell 25:16e kai; ta; mecwnwvq ] kai; tw'n bavsewn L* : kai ta" mecwnwq rell 25:16f

a} ] w|n L* : a" rell -

25:16g tw'/ oi[kw/ ] ejn oi[kw/ L* Arm ] K 114 25:17a u{yo" ] to; u{yo" L* vxy

25:17b kai; to; cwqavr ] kai; ta; ejpiqevmaqa L*

25:17c to; calkou'n ] ta; calka' L* 25:17d ejpi; tou' cwqa;r kuvklw/ ] kuvklw/ tou' ejpiqevmato" L* : epi tw cwqar kuklw vxy 25:18

iJereva = Ai ] to;n iJereva L* rell

25:19a tw'n ajndrw'n tw'n polemistw'n = v Arm] ejpi; tou;" a[ndra" tou;" polemistav" L* : epi twn andrwn twn polemistwn A rell Syh 25:19b tou' laou' = Aixy ] ajpo; tou' laou' L* rell Syh 25:21

ejpavnwqen ] ajpov L* i Arm Aeth

VARIANTI MORFOLOGICHE

63

25:27a kai; ejgenhvqh ] kai; ejgevneto L* --25:27b tou' Iwakeivm = A ixy ] jIwakeivn L* : Iwakeim rell 25:27c tou' basilevw" = i ] basilevw" L* A rell 25:27d fulakh'" aujtou' ] fulakh'" L* Aeth 25:28

ejpavnwqen ] ejpavnw L*

25:30a lovgon ] eij" lovgon L* --25:30b ejn th'/ hJmevra ] ejn hJmevra L*

La variantistica esaminata viene suddivisa secondo una tipologia analoga a quella del capitolo precedente: a) Uso della determinazione - aggiunta dell‟articolo in L* → 2Re 25:6, 8c, 8d, 11, 16b, 16c, 17a, 18; - aggiunta dell‟articolo in LXXB → 2Re 25:5a, 15, 16f, 27b, 27c, 30b. - Confronto con TM e con le tradizioni ebraica ed esaplare 2Re 25:6, 8d, 16b, 17a, 18 → LXXB = TM; 2Re 25:11 → LXXB = TM Ger 52:15; 2Re 25:5a, 11, 15, 27b, 27c, 30b → L* = TM; 2Re 25:6 → L*= K; 2Re 25:17a, 27c → L* = varianti esaplari. b) Impiego di particelle e preposizioni e variazioni nella flessione nominale 2Re LXXB L* 25:2 ejn + dat. eij" + acc. ejpiv 25:4d --ejn katav 25:5b ej p av n wqen ajpo; ejpavnwqen 25:5d

64

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

25:8b dat. gen. 25:11 prov" + acc. dat. ajpov 25:12a --eij" 25:12c --kaiv 25:16a --25:16b acc. gen. kaiv 25:16d --25:16d acc. gen. 25:16e acc. gen. 25:16f acc. gen. ejn 25:16g --ej p iv 25:17d --25:19a gen. ejpiv + acc. ajpov 25:19b --ej p av n wqen ajpov 25:21 ejpavnwqen ejpavnw 25:28 - Confronto con TM e con le tradizioni ebraica ed esaplare 2Re 25:2, 4d, 5b, 12a, 12c, 16a, 16c, 16f, 17d → LXXB = TM; 2Re 25:19a, 19b → L* = TM; 2Re 25:11 → LXXB = TM Ger 52:15; 2Re 25:16f → L* = K; 2Re 25:2, 19b → L* = varianti esaplari. - Confronto con la Peshitta 2Re 25:16c → L* = Pesh. c) Uso e forme del pronome 2Re LXXB L* au{th h{ h{ 25:4b aujtovn 25:7 --aujtov" ou|to" 25:8a aujtou' 25:27d --- Confronto con TM e con le tradizioni ebraica ed esaplare 2Re 25:27b → LXXB = TM; 2Re 25:4b, 25:7 → L* = TM; 2Re 25:8a → LXXB e L* corrispondono a differenti varianti K. d) Variazione di genere 2Re LXXB 25:9 nt. L* = varianti esaplari.

L* m.

VARIANTI MORFOLOGICHE

e) Variazione di numero 2Re LXXB L* 25:3b pl. sg. 25:4d sg. pl. 25:17b sg. pl. 25:17c sg. pl. - Confronto con TM e con le tradizioni ebraica ed esaplare. 2Re 25:4d, 17b, 17c → LXXB = TM; 2Re 25:3b → L* = TM. f) Modifiche nella flessione verbale 2Re LXXB L* 25:1 aor. pas. aor. med. o 25:3a 3 pl. 3o sg. o 25:4a 3 pl. 3o sg. 25:4c 3o sg. 3o pl. o 25:5c 3 sg. 3o pl. 25:8c pt. aor. pt. pf. 25:12b aor. impf. med. 25:14a pres. impf. o 25:14b 3 sg. 3o pl. 25:27a aor. pas. aor. med. - Confronto con TM e con la tradizione ebraica e esaplare 2Re 25:4c → LXXB = TM; 2Re 25:3a, 5c, 14b → L* = TM; 2Re 25:4a → LXXB = K; 2Re 25:4c → L* = K-R, TM Ger 52:7; 2Re 25:1, 14b → L* = varianti esaplari. - Confronto con la Peshitta 2Re 25:4a, 5c → LXXB Pesh; 2Re 25:4c → L* Pesh.

65

66

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

2. VARIANTI LESSICALI 2Re 24:18

ejniautou' ] e[tou" L*: eniautwn xy: etwn A

25:1a

kai; parenevbalen ] kai; periekavqisen L*: kai parenebalon Syh

25:1b

kai; wj/kodovmhsen ] kai; periw/kodovmhsen L*: kai wkodomhsan Syh

25:1c

perivteico" ] tei'co" L*

25:4a

tou' polevmou ] oiJ polemivstai L*

25:4b

ejpi; th;n povlin kuvklw/ ] ejkuvkloun th;n povlin L*

25:4c

jArabav ] dusmav" L*

25:5a

ejdivwxen ] katedivwxe L*

25:5b

ajrabwvq ] dusmav" L* : rabwq A x Arm

25:6

h[gagon ] ajphvgagon L*

25:7a

kat jojfqalmou;" aujtou' ] ejnwvpion aujtou' L* Arm Aeth

25:7b

kai; h[gagen = A Arm ] kai; ajphvgagen L* Chr: kai hgagon x: aphgagon o

VARIANTI LESSICALI

67

( ) 25:11a ejnpeptwkovta" ] proskecwrhkovta" L* 25:11b kai; to; loipovn ] kai; to; katavloipon L* 25:11c meth'ren ] metw/vkise L* 25:12a ptwcw'n ] penhtw'n L* 25:12b kai; eij" tabeivn ] kai; gewrgouv" L* Arm: kai ei" ghbein Axy (txt) 25:13a tou;" mecwnwvq ] ta;" bavsei" L* 25:13b sunevtriyan ] sunevkoyan L*

25:13c h\ran ] e[labon L*

25:14

ta; ijameivn ] ta;" kreavgra" L*: imatia Ay(mg)

25:16

kai; ta; mecwnwvq ] kai; tw'n bavsewn L*

25:17a kai; to; cwqavr ] kai; ta; ejpiqevmaqa L*

25:17b tou' cwqavr ] tou' ejpiqevmato" L*

68

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

25:17c sacakarqaiv ] kai; divktuon kai; rJoaiv L*: sabaca kai roai A xy rell Arm Syh

25:17d tou' cwqavr] tou' ejpiqevmato" L* 25:17e gabacav ] divktuon L*: sabaca A: sabak x: sabacak y 25:18

--th'" deuterwvsew" ] to;n deuvteron L* Arm ] K 1, 30, 85, 150, 154, 175, 180, 201, 225, primo 21, nunc 224 = TM Ger 52:24

25:19

o}" h\n ejpistavth" ] to;n kaqestavmenon L*

25:21

kai; e[paisen ] kai; ejpavtaxen L*

25:27

th'" ajpoikiva" ] th'" ajpoikesiva" L*

25:28

e[dwken ] e[qhke L* Arm

Le varianti confluite in questo gruppo sono suddivise nelle categorie che seguono: - Trascrizioni di parole ebraiche 2Re LXXB L* jArabav dusmav" 25:4c aj r abwv q dusmav" 25:5b tabeivn gewrgouv" 25:12b mecwnwvq bavsei" 25:13a ij a meiv n kreavgra" 25:14 mecwnwvq bavsewn 25:16 cwqavr ejpiqevmaqa 25:17a cwqavr ejpiqevmaqo" 25:17b sacakarqaiv divktuon kai; rJoaiv 25:17c

VARIANTI LESSICALI

25:17d 25:17e

cwqavr gabacav

69

ejpiqevmaqo" divktuon

In 2Re 25:12b, 17c e 17e, le lezioni corrotte di LXX B sono sanabili ricorrendo alle traslitterazioni riportate nei testimoni esaplari: tabeivn > ghbein sacakarqaiv > sabaca kai roai gabacav > sabaca. - Verifica dell‟incidenza delle rese di LXX B ed L* nelle sezioni kaivge (bg, gd) e non (a, bb, gg) 2Re 25:4c, 5b → la radice è resa da jArabav in 2Re 14:25 (gd), da ajrabwvq in 2Sam 15:28, 17:16 (bg), da dusmhv, in 2Sam 2:29, 2Sam 4:17 (bb). 2Re 25:12b → in LXXB non ci sono altre occorrenze di ghbein o gewrgov" per tradurre ( )190. 2Re 25:13a, 16 → mecwnwvq è usato per rendere in 1Re 7:27, 28, 30, 32, 34, 35, 37, 38, 39, 42, 43 (gg), 2Re 16:17 (gd); bavsi" non compare in LXXB con questo significato. 2Re 25:14 → ijameivn non occorre altrove in LXXB; kreavgra occorre in 1Sam 2:13, 14 come traduzione di piuttosto che di . 2Re 25:17a, 17b, 17d → cwqavr è un hapax in Sam-Re LXXB; ejpiqevma è impiegato come traduttore di in 1Re 7:16, 17, 18, 19, 20 (gg). 2Re 25:17c, 17e → gabacav / sabaca non occorre altrove in LXXB; divktuon traduce in 1Re 7:17, 41, 42 (gg), 2Re 1:2 (gd). a) Le traslitterazioni in sostituzione del termine greco di traduzione sono state segnalate tra le caratteristiche della revisione kaivge191: in LXXB 2Re 24:18-25:30 si registrano in misura prevalente trascrizioni di termini topografici o specialistici dell‟arredamento sacro; b) le traslitterazioni di LXXB sono sostituite da regolari traduzioni greche in L*; c) le rese dusmhv, ejpiqevma, divktuon di L*, corrispondenti alle traduzioni delle sezioni non-kaivge di LXXB Sam-Re conservano con maggiore probabilità la lezione originaria; d) la riduzione consistente di trascrizioni del tipo indicato in a) nelle sezioni non-kaivge potrebbe essere indicativa del fatto che con la revisione si

190 191

Cfr. cap. II, par. 4. Cap. I, par. 1.1.

70

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

intendeva ripristinare la peculiarità e l‟intraducibilità di termini ebraici inerenti l‟ambito cultuale e liturgico192. - Verbi sinonimi e uso dei verbi composti 2Re LXXB parenevbalen 25:1a wj/kodovmhsen 25:1b ejdivwxen 25:5a h[gagon 25:6 h[gagen 25:7b loipovn 25:11b meth'ren 25:11c sunevtriyan 25:13b h\ran 25:13c e[paisen 25:21 e[dwken 25:28

L* periekavqisen periw/kodovmhsen katedivwxe ajphvgagon ajphvgagen katavloipon metw/vkise sunevkoyan e[labon ejpavtaxen e[qhke

- Verifica dell‟incidenza delle rese di LXX B ed L* nelle sezioni kaivge (bg, gd) e non (a, bb, gg) 2Re 25:1a → parembavllw traduce la radice in 1Sam 4:1, 11:1, 13:5, 16, 17:1, 2, 26:3, 5, 28:4, 29:1 (a), 2Sam 11:11, 12:28, 17:26, 23:13, 24:5 (bg), 1Re 21:27, 29 (gg), 2Re 6:8 (gg); perikaqivzw non occorre in nessun caso in LXXB Sam-Re (è usato per tradurre in Giosuè e Giudici mentre nei Re traduce regolarmente o ). 2Re 25:1b → oijkodomevw traduce la radice in 1Sam 2:35, 7:17, 14:35 (a), 2Sam 5:9, 11, 7:5, 7, 13, 27 (bb), 24:21, 25 (bg), 1Re 3:1, 2, 4:34, 5:3, 5, 6:1, 2, 3, 7, 9, 10, 12, 14, 15, 16, 6:36, 7:1, 2, 12, 8:1, 16, 17, 18, 19, 20, 27, 43, 44, 48, 65, 9:1, 3, 9, 10, 10:4, 22, 11:7, 27, 38, 12:25, 14:23, 15:17, 21, 22, 16:24, 32, 34, 18:32, 34 (gg), 22:39, 2Re 14:22, 15:35, 16:11, 18, 17:9, 21:3, 4, 5, 23:13 (gd); non risultano occorrenze di perioikodomevw in LXXB Sam-Re. 2Re 25:5a → in a, bb, gg, la resa comune per è katadiwvkw, cfr. 1Sam 7:11, 17:52, 23:25, 23:28, 24:15, 25:29, 26:18, 26:20, 30:8, 30:10, 30:22, 2Sam 2:19, 2:24, 2:28, 1Re 21(20):20; diwvkw traduce solo in 1Sam 30:9 (a). In bg, gd si assiste a un‟inversione di tendenza e per tradurre è usato esclusivamente diwvkw, cfr. 2Sam 192

Cfr. Tov, “Transliterations”, pp. 82-87: credo che sarebbe opportuno inserire gli arredi del tempio nella categoria di traslitterazioni che comprende i “termini tecnici” piuttosto che in quella dei “termini sconosciuti”.

VARIANTI LESSICALI

71

18:16, 20:7, 20:10, 20:13, 21:5, 22:38, 24:13 (bg), 2Re 5:21, 9:27, 25:5 (gd). 2Re 25:6 → a[gw traduce in 1Sam 19:15 (a); la resa ajpavgw non occorre in nessun caso con questo significato (traduce in 1Sam 6:7, in 1Sam 23:5, 30:20, 30:22, in 1Re 1:38, 2Re 6:19, 17:27, 24:15, in 2Re 11:4). 2Re 25:7b → a[gw è presente come traduttore di in 1Sam 15:20 (a), 2Sam 3:13 (bb), 14:10, 14:23 (bg), 1Re 3:1 (gg), 2Re 17:24 (gd); ajpavgw risulta solo in 2Re 11:4 (gd). 2Re 25:11b → è frequentemente tradotto da to; loipovn, cfr. 1Re 11:41, 14:29, 15:7, 23, 31, 16:5, 14, 20, 28 (gg), 22:39, 46, 2Re 1:18, 8:23, 10:34, 12:19, 13:8, 12, 14:18, 28, 15:6, 11, 15, 21, 26, 36, 16:19, 20:20, 21:17, 25, 23:28, 24:5 (gd); to; katavloipon occorre con lo stesso significato in 1Sam 13:2 (a), 2Sam 10:10 (bb), 12:28 (bg), 1Re 12:23, 21:30 (gg). 2Re 25:13b → la radice viene tradotta da suntrivbw in 1Sam 4:18 (a), 1Re 13:28, 16:28, 19:11 (gg), 22:49, 2Re 11:18, 18:4 (gd), in nessun caso da sugkovptw (che piuttosto rende termini come o ). 2Re 25:13c → risultano numerose attestazioni sia di lambavnw che di ai[rw come traduttori di senza differenze tra le sezioni kaivge e non. 2Re 25:21 → patavssw è il termine più usato per tradurre , cfr. 1Sam 2:14, 4:8, 5:9, 6:19, 7:11, 13:3, 14:14, 31, 48, 15:3, 7, 17:9, 35, 49, 18:7, 11, 27, 19:5, 8, 10, 21:9, 11, 22:19, 23:2, 5, 24:6, 26:8, 29:5, 30:1, 17 (a), 2Sam 1:15, 2:22, 31, 3:27, 5:25, 8:1, 2, 3, 5, 9, 10, 13, 10:18 (bb), 11:21, 12:9, 13:28, 30, 15:14, 17:2, 18:11, 15, 21:2, 12, 16, 17, 18, 19, 21, 23:10, 12, 20, 21, 24:10 (bg), 1Re 15:20, 27, 16:7, 10, 12, 21:20, 21, 29, 35, 36, 37 (gg), 22:24, 34, 2Re 2:8, 14, 3:19, 23, 24, 25, 6:18, 21, 22, 8:21, 28, 29, 9:24, 27, 10:9, 11, 17, 25, 32, 12:20, 21, 13:17, 18, 19, 25, 14:5, 6, 7, 10, 15:10, 14, 16, 25, 30, 18:8, 19:35, 37, 21:24 (gd). paivw, meno diffuso, è comunque presente sia nelle sezioni revisionate che non, cfr. 1Sam 13:4 (a), 2Sam 6:7 (bb), 14:6, 7, 20:10 (bg), 1Re 16:16 (gg), 2Re 9:15 (gd). 2Re 25:28 → divdwmi è il verbo regolarmente usato per tradurre ; tivqhmi è presente con questo significato in 2Sam 11:16, 1Re 7:39 (in Sam-Re LXXB tivqhmi traduce generalmente ).

72

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

a) Si può verificare l‟uso preferenziale delle forme composte del verbo in L* come caratteristico della recensione lucianea 193; b) in 2Re 25:5a diwvkw è stato incluso tra le caratteristiche del gruppo kaivge, mentre katadiwvkw di L*, più diffuso nelle sezioni non-kaivge, deve considerarsi prelucianeo; c) per varianti di L* come perikaqivzw (2Re 25:1a), ajpavgw (2Re 25:6), sugkovptw (2Re 25:13b), scarsamente rappresentate in LXX B Sam-Re, non è da escludere la dipendenza da una Vorlage differente da quella di LXXB 2Re 24:18-25:30. - Sostantivi sinonimi 2Re 24:18 25:1c 25:12a 25:27

LXXB ejniautou' perivteico" ptwcw'n ajpoikiva"

L* e[tou" tei'co" penhtw'n ajpoikesiva"

- Verifica dell‟incidenza delle rese di LXX B ed L* nelle sezioni kaivge (bg, gd) e non (a, bb, gg) 2Re 24:18 → e[to" rende il sostantivo in 1Sam 4:15, 18, 7:2, 29:3 (a), 2Sam 2:10, 11, 4:4, 5:4, 5 (bb), 13:38, 14:28, 15:7, 19:32, 34, 35, 21:1, 24:13, 1Re 2:11 (bg), 12, 3:1, 5:18, 6:1, 7:1, 8:1, 9:10, 10:22, 11:42, 12:24, 14:20, 21, 15:1, 2, 8, 10, 25, 28, 33, 16:6, 8, 10, 15, 23, 28, 29, 17:1 (gg), 22:1, 41, 42, 52, 2Re 1:18, 3:1, 8:1, 2, 3, 16, 17, 25, 26, 9:29, 10:36, 11:3, 4, 21, 12:1, 6, 13:1, 10, 14:1, 2, 17, 21, 23, 15:1, 2, 8, 13, 17, 23, 27, 30, 32, 33, 16:1, 2, 17:1, 5, 6, 18:1, 2, 9, 10, 13, 19:29, 20:6, 21:1, 19, 22:1, 3, 23:23, 31, 36, 24:1, 8, 12 (gd); ejniautov" rende il sostantivo in 1Sam 1:7, 7:16 (a), 2Sam 11:1 (bb), 21:1 (bg), 1Re 3:1, 4:7, 5:11, 6:1, 8:59, 10:14, 25, 12:24, 14:21, 25, 15:9, 16:28, 18:1, 21:22, 26 (gg), 22:2, 2Re 8:26, 13:20, 17:4 18:9, 10, 19:29 (gd). 2Re 25:1c → perivteico" è hapax nei LXX, mentre tei'co", piuttosto che , traduce generalmente . 2Re 25:12a → pevnh" occorre come traduzione di in 1Sam 2:8 (a), ptwcov" in 2Re 24:14 (gd). 193

Cfr. cap. I, par. 1.3.

VARIANTI LESSICALI

- Espressioni diverse con significato affine 2Re LXXB tou' polevmou 25:4a ejpi; th;n povlin kuvklw/ 25:4b kat jojfqalmouv" 25:7a ejnpeptwkovta" 25:11a th'" deuterwvsew" 25:18 o}" h\n ejpistavth" 25:19

73

L* oiJ polemivstai ejkuvkloun th;n povlin ejnwvpion proskecwrhkovta" to;n deuvteron to;n kaqestavmenon

- Verifica dell‟incidenza delle rese di LXX B ed L* nelle sezioni kaivge (bg, gd) e non (a, bb, gg) 2Re 25:4a → polemivsth" occorre in 1Sam 13:15, 16:18, 17:33, 30:22 (a), 2Sam 17:8 (bg), 1Re 10:22 (gg); tou' polevmou compare con lo stesso significato in 1Sam 13:22 (a), 2Sam 11:18, 19, 18:22, 1Re 2:5 (bg), 21:39 (gg). 2Re 25:7a → kat jojfqalmouv" è usato per tradurre in 2Sam 12:11, 13:5, 8, 16:22 (bg); ejnwvpion non occorre con questo significato in nessun caso. 2Re 25:11a → ejmpivptw traduce la radice in 1Sam 29:3 (a), 2Sam 24:14 (bg), 2Re 7:4 (gd); proscwrevw non occorre con questo significato in nessun caso. 2Re 25:18 → deuvtero" traduce in 1Sam 8:2, 17:3, 23:17 (a), 2Sam 3:3 (bb); deutevrwsi" occorre in 2Re 23:4 (gd) 2Re 25:19 → o}" h\n ejpistavth" non occorre altrove con questo significato; kaqivsthmi traduce la radice in 1Sam 29:4 (a), 1Re 11:28 (gg), 2Re 7:17, 22:5 (gd). a) 2Re 25:7a, 19 → le rese di L*, rispetto a quelle di LXXB, sono meno aderenti al testo ebraico; b) la costruzione aggettivale di L* 2Re 25:4a, 18 per la resa dello stato costrutto è riscontrabile nelle sezioni non-kaivge di LXXB (in LXXB 2Re 25:4, 18 è tradotto con il nesso nom.-gen.194); c) le varianti di LXXB 2Re 25:4a, 7a sono incluse tra i termini caratteristici della revisione kaivge195.

194

Cfr. J.C. Trebolle Barrera, “Crítica recensional aplicada a LXX IV Reges 25,18s”, EstBib 36 (1977), pp. 91-94. 195 Cap. I, par. 1.1.

74

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

3. TESTO PIÙ ESTESO IN LXXB 2Re 25:11a kai; to; perisso;n tou' laou' leifqe;n tou' laou' L* Aeth

to; kataleifqevn ] kai; to; kata-

25:11b oi} ejnevpeson ] om. L* : oi enepesan Ai ] om. K 150 25:17

ejp jaujtou' ] om. L*

- Confronto con TM e con la tradizione ebraica ed esaplare 2Re 25:11b → L* = K; Si verificano in ogni caso le corrispondenze LXX B = TM. 4. TESTO PIÙ ESTESO IN L* 2Re 24:18a --- ] h\n L* --24:18b --- ] ejk Lobennav L* : apo Lomna A 24:19 24:20 25:4a 25:4b

--- ] Sedekiva" L* ------- ] ejpoivhse ------- ] oJ basileuv" L* ----th'" ajna; mevson ] th'" ajnavbasew" ajna; mevson L* : thn ana meson A

TESTO PIÙ ESTESO IN LXXB E IN L*

75

25:4c

tw'n teicevwn ] tw'n duvo teicw'n L*

25:6 25:8

---] basileu;" Babulw'no" L* ----tw'/ Naboucodonosovr ] th'" basileiva" Naboucodonosovr L* Aeth

25:9a

oi\kon ] oi\kon mevgan L* xy

25:9b

ejnevprhsen 2o ] + oJ ajrcimavgeiro" L* (sub ì c2): eneprhsen en puri A Arm Syh

25:10

oJ ajrcimavgeiro" ] kai; to; tei'co" jIerousalhvm kaqei'len hJ duvnami" tw'n caldaivwn kuklovqen L* (tot vers sub ì c2): o arcimageiro" + kai to teico" Ierousalhm kukloqen kaqespasen dunami" caldaiwn omn: kai to teico" Ierousalhm kuklw kaqelusan pasa euporeia caldaiwn + o arcimageiro" A

25:12

kai; ajpo; tw'n ptwcw'n ] kai; tw'n penhtw'n tou' laou' L* ] R primo 704

25:13

--- ] ajphvnegkan L* ---

25:16

--- ] w|n e[labe Nabouzarda;n oJ ajrcimavgeiro" L* ----25:17a kai; to; u{yo" tou' cwqa;r triw'n phvcewn ] triw'n phvcewn to; u{yo" tou' ejpiqevmato" tou' eJnov" L*

76

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

25:17b ejpi; tw'/ gabacav ] epivqema kai; divktuon kai; rJoai; eJkatovn L* : epi tw sabaca A Arm Syh: epi tw sabak kuklw x : epi tw sabacak kuklw y : pr. kai roai rell 25:19

--kai; to;n grammateva tou' a[rconto" th'" dunavmew" ] kai; to;n Safa;n to;n ajrcistravthgon kai; to;n grammateva tou' a[rconto" th'" dunavmew" L* : kai ton grammatea ton arconta th" dunamew" x Arm

- Confronto con TM e con le tradizioni ebraica ed esaplare 2Re 24:18a, 19, 20, 25:4a, 4b, 6, 12, 13, 16, 17a, 17b, 19 → LXXB = TM; 2Re 25:4c, 8, 9a → L* = TM; 2Re 25:12 → L* = R; 2Re 25:9 → L* = varianti esaplari. - Confronto con la Peshitta 2Re 24:18a, 25:13 → L* = Pesh; 2Re 25:8 → LXXB =Pesh. 5. CONTENUTO 2Re 25:1

basileiva" aujtou' ] basileiva" Sedekivou L*

25:2

ejn perioch'/ ] eij" sunochvn L* Syh

25:6

met jaujtou' ] meta; Sedekivou L*

25:7

Sedekivou ] aujtou' L* Aeth

25:8

eJbdovmh/ ] ejnnavth/ L* ] R 440, 704, primo exter. 1

CONTENUTO - TRASPOSIZIONI - COMMENTO

77

25:11

tou' sthrivgmato" ] tou' laou' L*

25:18

Sofonivan uiJo;n th'" deuterwvsew"] Sofonivan to;n iJereva to;n deuvteron L* Arm Syh(mg)

- Confronto con TM e con le tradizioni ebraica ed esaplare 2Re 25:1, 6, 7, 8 → LXXB = TM; 2Re 25:18 → L* = TM196; 2Re 25:8 → L* = R; 2Re 25:2 → L* = varianti esaplari. - Confronto con la Peshitta 2Re 25:8 → L* = Pesh. 6. TRASPOSIZIONI 2Re 25:1

ejn tw' e[tei tw'/ ejnavtw ] ejn tw' ejnnavtw/ e[tei L*

25:2

tou' basilevw" Sedekivou ] Sedekivou tou' basilevw" L* Arm

196

Cfr. R.F. Person, “II Kings 24,18 - 25,30 and Jeremiah 52: a Text-Critical Case Study in the Redaction History of the Deuteronomistic History”, ZAW 105 (1993), pp. 174-205. Secondo Person la lezione originaria di LXX sarebbe Sofonivan uiJo;n th'" deuterwvsew" come in LXXB: il testo ebraico di base della traduzione sarebbe stato (simile a Ger 21:1; 29:25; 37:3) piuttosto che ; il successivo tentativo di normalizzazione del testo secondo la Vorlage protomasoretica avrebbe determinato la correzione della resa originaria di LXX Maavseia in th'" deuterwvsew". Consideriamo originaria, piuttosto, la lezione di L* Sofonivan to;n iJereva to;n deuvteron: la lezione uiJovn di LXXB potrebbe derivare da una corruzione del testo verificatasi in fase di trasmissione. Nella riscrittura del testo in onciale le 2 sillabe finali di ÇOFONIAN potrebbero essere state copiate due volte di seguito dall‟amanuense per dittografia, (ÇOFO)NIAN NIAN; dalla successiva correzione del secondo NIAN sarebbe scaturita la lezione UION. TON IEREA, attestato in L* al posto di UION, sarebbe caduto in LXXB per il fenomeno inverso: nel testo originario, come in L* e in TM 2Re 25:18, comparivano infatti due sacerdoti, TON IEREA TON PRWTON e TON IEREA TON B DEUTERON, il secondo TON IEREA sarebbe caduto nella trasmissione di LXX per aplografia. Cfr. anche Trebolle Barrera, “Crítica recensional”, pp. 91-94.

78

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

25:4

kai; pavnte" oiJ a[ndre" ] kai; ... oJ basileu;" kai; pavnte" oiJ a[ndre" L*

25:7

kai; tou;" uiJouv" ] kai; ... tou;" uiJouv" L* Aeth

25:16

hJ qavlassa hJ miva kai; ta; mecwnwvq ] kai; tw'n bavsewn kai; th'" qalavssh" L* : kai thn qalassan mian kai ta" mecwnwq rell

25:17a kai; to; u{yo" tou' cwqa;r triw'n phvcewn ] triw'n phvcewn to; u{yo" tou' ejpiqevmato" tou' eJnov" L*

25:17b ejpi; tou' cwqa;r kuvklw/ ] kuvklw/ tou' ejpiqevmato" L*

25:30

eJstiatoreiva dia; pantov" ] dia; panto;" eJstiatoriva L*

- Confronto con il TM e con le tradizioni ebraica ed esaplare Risulta in ogni caso l‟equivalenza LXXB = TM contro L*.

7. COMMENTO Le 121 varianti sono state suddivise in gruppi per facilitare il riconoscimento delle peculiarità recensionali di LXX B ed L*. Sono state registrate in maggiore misura varianti morfologiche – 53 casi –, lessicali – 32 casi –, e di estensione – 21 casi –; in numero minore trasposizioni – 8 casi –, e varianti di contenuto – 7 casi. Le varianti sono state considerate anche sulla base della corrispondenza con la variantistica della tradizione ebraica: in 46 casi LXXB corrisponde a TM contro L*; in 18 casi L* corrisponde a TM contro LXXB; in 4 casi LXXB corrisponde a K-R o a TM Ger 52 contro L*; in 7 casi L* corrisponde a K-R o a TM Ger 52 contro LXXB. Si registrano inoltre 8

CONTENUTO - TRASPOSIZIONI - COMMENTO

79

varianti della tradizione greca equivalenti a lezioni di Pesh contro TM: in 3 casi si verifica la corrispondenza di LXXB con Pesh, in 5 casi di L* con Pesh. LXXB 2Re 24:18-25:30 si conferma quale testimone della revisione kaivge per l‟aderenza della traduzione a TM 197, per l‟uso delle trascrizioni di parole ebraiche (par. 2) e per l‟impiego di termini peculiari come: - ejpavnwqen198 per tradurre – i codici lucianei adottano generalmente ajpov o 199 ejpavnw (par. 1: 2Re 25:5d , 21, 28); - diwvkw per tradurre la radice (par. 2: 2Re 25:5a); - a[rcwn th'" dunavmew" per tradurre (par. 4: 2Re 25:19). Le corrispondenze con lezioni di K-R e Pesh (verificabili al par. 1 e nel precedente capitolo) mostrano la dipendenza di LXX B da una Vorlage protomasoretica ancora non pienamente sviluppata. 200 Occorre inoltre segnalare 3 casi di corruzione del testo di LXX B sanabili ricorrendo alla resa dei testimoni esaplari (par. 2: 2Re 25:12b, 17c, 17e). Le varianti di L* 2Re 24:18-25:30, in linea con la recensione atticizzante del IV secolo d.C., sono di natura stilistica e modificano il testo sul piano formale, sintattico e grammaticale piuttosto che narrativo. Non sono presenti varianti sostanziali oltre all‟integrazione del v. 2Re 25:10201 (omesso in LXXB), che in L* viene riportato in una forma che si distingue sia da TM che dalla tradizione esaplare (per l‟assenza della resa di e di e per la 202 forma kaqei'len al sg. – cfr. par. 4) . Le variazioni più diffuse in L* comprendono l‟aggiunta dell‟articolo, la sostituzione dell‟aoristo passivo di givnesqai con il medio (par. 1: 2Re 25:1, 27a)203, la sostituzione del verbo composto in luogo del semplice (par. 2) e i casi di trasposizione (par. 6)204. Per quanto riguarda le varianti di contenuto ed estensione, queste sono rappresentate soprattutto da esplicitazioni di soggetti, 197

Cfr. cap. II, par. 6. Cfr. cap. I, par 1.1. 199 In questo caso L* ha assorbito entrambe le varianti e la lezione più antica ajpov risulta giustapposta a quella recensionale; cfr. cap. I, par. 1.3. 200 Cfr. cap. II, par. 6. 201 Cap. II, par. 2. 202 Cfr. anche Montgomery, Gehman, Books of Kings, p. 562; J. Gray, I & II Kings. A Commentary, Philadelphia 1964, p. 766. 203 Cfr. cap. I, par. 1.3. 204 L‟inversione della sintassi del periodo (2Re 25:4, 7) o di parole unite da un legame logico o grammaticale (2Re 25:1, 2, 16, 17a, 17b, 30) è stata annoverata tra le caratteristiche della recensione lucianea; cfr. cap. I, par. 1.3. 198

80

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI 2RE 24:18-25:30

predicati (par. 4: 2Re 24:18a, 19, 20, 25:4a, 6, 8, 9b, 13, 16, par. 5: 2Re 25:1, 6), riferimenti geografici (par. 4: 2Re 24:18b) e dall‟aggiunta in L* di particolari descrittivi sottintesi in LXXB (par. 4: 2Re 25:4b, 4c, 9a, 17a, 17b)205. In alcuni casi in L* si sovrappongono lezioni provenienti da tradizioni diverse206: - par. 4: 2Re 25:12 → la Vorlage cui risale L* corrisponde alla lezione di R ; - par. 4: 2Re 25:19 → la lezione to;n grammateva tou' a[rconto" th'" dunavmew" di LXXB si sovrappone a kai; to;n Safa;n to;n ajrcistravthgon207. Si può osservare in 9 casi la corrispondenza di lezioni di L* con varianti esaplari208 (non sono annoverati i casi in cui L* sia in accordo soltanto con Arm, che in tali occorrenze potrebbe attestare lezioni della versione armena preesaplare, ossia Arm I209, precedente l‟influsso esaplare e dipendente da un testo affine a quello prelucianeo 210). Le corrispondenze di L* con la tradizione ebraica sono meno numerose di quelle registrate in LXXB, tuttavia è più alto il numero di corrispondenze con la tradizione alternativa a TM, reperibili, oltre che tra le varianti morfologiche, anche tra le varianti di contenuto (par. 5: 2Re 25:8) ed estensione (par. 3: 2Re 25:11b, par. 4: 2Re 25:12). 205

Cfr. Fernández Marcos, “Literary and Editorial Features”, pp. 287-304 e Id., Scribes and Translators, pp. 33-37. 206 In questo caso; cfr. cap. I, par. 1.3. 207 Cfr. anche Montgomery, Gehman, Books of Kings, p. 569; Trebolle Barrera, “Crítica recensional”, pp. 91-94, propone la seguente esegesi: la recensione lucianea giustappone il testo originale dei LXX, che considera to;n Safa;n to;n ajrcistravthgon, e la lettura del passo secondo la revisione kaivge, to;n grammateva tou' a[rconto" th'" dunavmew", equivalente a LXXB. Il testo ebraico riporta : per l‟assenza di articolo dinanzi a ( ) , la resa to;n ajrcistravthgon (confortata anche da ton arconta th" dunamew" di x Arm) viene considerata più vicina all‟originale rispetto a tou' a[rconto" th'" dunavmew". Allo stesso modo anche la traduzione to;n Safavn viene preferita a to;n grammateva: si sarebbe corrotto da un originario , in considerazione del carattere conservativo di L* nella resa dei nomi e del fatto che anche nella Vulgata, che traduce “Sopher principem exercitus”, viene tramandato un nome personale al principio della frase. Sulla base di questi dati viene ricostruito il testo ; cfr. anche 2Re 22:9 e 2Re 22:12. 208 Cfr. cap. I, par. 1.3. 209 Cfr. cap. I, par. 6. 210 Cfr. par. 1: 2Re 25:3a, 3b, 4b, 5c, 12c, 16a, 16g, 21; par. 2: 2Re 25:7a, 12b, 18, 28; par. 6: 2Re 25:2.

CONTENUTO - TRASPOSIZIONI - COMMENTO

81

La verifica della maggiore diffusione di alcune modalità di traduzione di L* nelle sezioni non-kaivge di LXXB Samuele-Re (par. 2), ha permesso da un lato l‟ulteriore riconoscimento in LXXB delle lezioni determinate dall‟attività di revisione sulla sezione gd, dall‟altro ha confermato la presenza nel testo di L* di lezioni prelucianee che potrebbero essere originarie dei LXX 211.

211

Cfr. cap. I, parr. 1.1-1.3.

CAPITOLO IV STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXX* DI GEREMIA 52

Sono riportate di seguito le varianti di LXX* e della tradizione ebraica di Ger 52 al fine rilevare le caratteristiche delle due forme testuali 212. 1. VARIANTI MORFOLOGICHE Ger 52:4a 52:4b 52:4c 52:4d 52:5 52:7a 52:7b 52:7c 52:7d 52:8a 52:8b 52:8c 52:9 52:11a 212

ejn mhniv ] om. K 158 kai; pa'sa hJ duvnami" aujtou' aujthvn aujthvn eij" sunochvn kata; th;n oJdovn th'" puvlh" kai; oiJ Caldai'oi eij" Araba kai; katedivwxen ] K 126 tw'n Caldaivwn ejn tw'/ pevran ] TM 2Re 25:6 meta; krivsew" ejn pevdai"

Per le caratteristiche editoriali di Geremia TM e LXX cfr. cap. I, parr. 4-5; Tov, “Some Aspects”, pp. 145-167.

84 52:11b 52:11c 52:11d 52:12a 52:12b 52:12c

STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXX* DI GEREMIA 52

eij" oijkivan mulw'no" h|" ajpevqanen kai; ejn mhniv dekavth/

eij" Ierousalhm 52:13 ] K 180, 187, 602 marg.= TM 2Re 25:9 megavlhn 52:14a ] K 154, 258 tei'co" 52:14b kaqei'len 52:14c tw'n Caldaivwn 52:17a ] K 150, 154, 258, forte 1, R 596, nunc 380. o ejn oi[kw/ kurivou 1 52:17b ] K 150, 182, forte 113 oiJ Caldai'oi 52:19 kai; ta; saffwq 52:20a ] K 198 : K 114 kai; oiJ stu'loi 52:20b ] K 89, 145, 180, 198, 201, primo 113 kai; hJ qavlassa 52:20c kai; oiJ movscoi 52:21 ] K 182 phvcwn 52:23a e}x 52:23b kai; h\san pa'sai aiJ rJovai 52:24a to;n iJereva 52:24b to;n iJereva 52:25a ajndrw'n

VARIANTI MORFOLOGICHE

52:25b 52:31a 52:31b 52:31c 52:32a 52:32b 52:33a 52:33b 52:34a 52:34b 52:34c 52:34d

85

tw'n dunavmewn w|/ ejbasivleuse tou' Iwakim ejx oijkiva" h|" ejfulavsseto ejpavnw tw'n qrovnwn ] TM 2Re 25:28 tw'n basilevwn th;n stolhvn a}" e[zhsen kai; hJ suvntaxi" ] K 30, 72, 182, primo 201 tou' basilevw" eij" hJmevran h|" ajpevqanen

Tipologia riassuntiva delle varianti morfologiche: a) Uso della determinazione - aggiunta dell‟articolo in LXX* → Ger 52:4b, 7a, 7b, 7c, 8b, 8c, 14c, 17b, 24a, 24b, 31b, 32a, 32b, 33, 34a, 34b; - aggiunta dell‟articolo in TM → Ger 52:4a, 5, 7d, 11a, 11c, 12a, 13. - Confronto con le varianti delle tradizioni ebraica Ger 52:8b, 17b, 34b → LXX* = K; Ger 52:13 → LXX* = K, TM 2Re 25:9; Ger 52:32b → LXX* = TM 2Re 25:28. b) Impiego di particelle e preposizioni Ger LXX* TM 52:4c --52:4d --eij" 52:5 katav 52:7a --eij " 52:7d ---

86

STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXX* DI GEREMIA 52

metav 52:9 --eij" 52:11b 52:12b --eij" 52:12c ejn 52:17a kaiv 52:20a --kaiv 52:20b --52:23a --kaiv 52:23b --52:25a --ejpavnw 52:32a eij" 52:34c - Confronto con le varianti della tradizione ebraica Ger 52:17a → LXX* = K-R; Ger 52:20a, 20b → LXX* = K. c) Uso e forme del pronome Ger LXX* TM 52:4b --52:34a --52:34b --- Confronto con le varianti della tradizione ebraica Ger 52:4b → LXX* = K. d) Variazione di genere Ger LXX* 52:19 f.

TM m.

e) Variazione di numero Ger LXX* 52:8c sg. 52:9 sg. 52:11a pl. 52:11c sg. 52:14a sg. 52:20c pl. 52:21 pl. 52:25b pl. 52:32a pl.

TM pl. pl. du. pl. pl. sg. sg. sg. sg.

TESTO PIÙ ESTESO IN TM E IN LXX

87

- Confronto con le varianti della tradizione ebraica Ger 52:14a, 21 → LXX* = K; Ger 52:9 → LXX* = 2Re 25:6. f) Modifiche nella flessione verbale Ger LXX* TM o 52:8a 3 sg. 3o pl. 52:14b 3o sg. 3o pl. g) Sostituzione di costruzioni nominali con costruzioni verbali Ger LXX* TM 2Re LXXB w|/ ejbasivleuse th'" basileiv52:31a 25:27 a" aujtou' ejx oijkiva" h|" ejx oi[kou fu52:31c 25:27 ejfulavsseto lakh'" a}" e[zhsen th'" zwh'" auj52:33b 25:29 tou' h|" ajpevqanen 52:34d Le frasi nominali del testo ebraico sono rese da LXX* attraverso proposizioni relative; si può osservare nel parallelo LXX B la maggiore aderenza al testo ebraico. Non si registrano variazioni nella tradizione ebraica. 2. TESTO PIÙ ESTESO IN TM Ger 52:2

---

52:3 --52:6

] om. TM 2Re 25:3 ---

52:7

] om.

K1

ejxh'lqon 52:9

] om. Deblaqa

52:12

tou' mhnov"

TM 2Re 25:6

STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXX* DI GEREMIA 52

88 52:14 52:15

52:16 52:17 52:18a 52:18b 52:19 52:20 52:24a 52:24b 52:25a 52:25b 52:27a 52:27b 52:34a 52:34b

] om. hJ duvnami"

K 30

] om. K 84 = TM 2Re 25:11 --] om. TM 2Re 25:12 oJ ajrcimavgeiro" ] om. K 2, 101, 180, 195 = TM 2Re 25:13 to;n calko;n aujtw'n --ejn aujtoi'" --tou' calkou' aujtw'n to;n iJereva kai; to;n iJereva kaiv 1o grammateva ----kai; hJ suvntaxi" aujtw'/ ejdivdeto dia; pantov"

e{w" hJmevra" h|" ajpevqanen - Confronto con le varianti della tradizione ebraica Ger 52:14 → LXX* = K; Ger 52:6, 9, 16 → LXX* = TM 2Re 25:3, 6, 12; Ger 52:17 → LXX* = K, TM 2Re 25:13; Ger 52:15 → om. K, TM 2Re 25:11.

CONTENUTO - TRASPOSIZIONI - COMMENTO

89

3. TESTO PIÙ ESTESO IN LXX* Ger 52:7

ajna; mevson tou' teivcou" kai; tou' proteicivsmato"

52:22a 52:22b 52:23a 52:23b

to; mh'ko" uJperochv ojktw; rJovai tw'/ phvcei toi'" dwvdeka phvcesi e}n mevro" kai; h\san pa'sai aiJ rJovai

4. CONTENUTO Ger 52:1213 52:5

eij" sunochvn ] K 182 = TM 2Re 25:5 aujtovn

52:8a 52:8b

ejn tw'/ pevran

52:8c

oiJ pai'de" aujtou'

52:13

th'" povlew"

52:16

kai; tou;" kataloivpou" tou' laou'

52:18

kai; th;n stefavnhn

52:20 214

52:21a 213

o[nto" eijkostou'

uJpokavtw th'" qalavssh" triavkonta pevnte

Il genitivo assoluto compare altrove in LXX* come resa dell‟infinito (cfr. Ger 33:8, 35:9, 36:2, 43:23, 48:7, 49:18) o del participio (cfr. Ger 19:3 e 23:27). 214 triavkonta pevnte è l‟altezza delle colonne del tempio secondo 2Cr 3:15.

STUDIO DELLE VARIANTI DI TM E LXX* DI GEREMIA 52

90 52:21b 52:31

kuvklw/ ejn th'/ tetravdi kai; eijkavdi

- Confronto con le varianti della tradizione ebraica Ger 52:8a → LXX* = K, TM 2Re 25:5. 5. TRASPOSIZIONI Ger 52:18-19

… kai; th;n stefavnhn … kai; kuavqo"

52:21

daktuvlwn tessavrwn ... kai; pevnte phvcwn to; mh'ko" uJperochv 52:33 ] K 96 dia; panto;" kata; provswpon aujtou' Il testo greco riporta il catalogo degli arredi del tempio di Ger 52:18-19 in un ordine differente da TM; le corrispondenze lessicali tra i testi ebraico e greco sono le seguenti: > kai; ta;" kreavgra" > kai; ta; masmarwq > kai; ta;" fiavla". - Confronto con le varianti della tradizione ebraica Ger 52:33 → LXX* = K. 52:22

6. COMMENTO Dal confronto tra LXX* e TM Ger 52 risultano 59 varianti morfologiche, 27 varianti di estensione, 12 varianti di contenuto, 4 trasposizioni per un totale di 101 occorrenze registrate. La tradizione ebraica risulta abbastanza aderente alla tradizione masoretica, tuttavia in 14 casi è stata registrata la corrispondenza di LXX* con varianti ebraiche alternative a TM e in 8 casi con il parallelo TM 2Re 24:18-25:30. Le varianti morfologiche denotano un impiego più abbondante della determinazione nel testo greco, un diverso utilizzo di particelle e preposizioni,

CONTENUTO - TRASPOSIZIONI - COMMENTO

91

una diversa distribuzione di desinenze singolari e plurali nei sostantivi corrispondenti di LXX* e TM (par. 1). Le varianti di contenuto e estensione riguardano soprattutto l‟aggiunta in TM215 di espressioni che rendano il testo più esplicito, come riferimenti temporali (par. 2: Ger 52:6, 12), indicazioni di luoghi (par. 2: Ger 52:9, 25a, par. 4: Ger 52:13), nomi propri (par. 2: Ger 52:16, 24a, 24b, par. 4: Ger 52:8a), titoli (par. 2: Ger 52:25b), verbi (par. 2: Ger 52:7, 18b, 27a), espressioni ridondanti (par. 2: Ger 52:14, 17, 20, 34a, 34b). Sono presenti anche variazioni di carattere narrativo: LXX* non attesta la condanna morale di Sedecia (par. 2: Ger 52:2-3216), la fuga di Sedecia e dei suoi uomini da Gerusalemme (par. 2: Ger 52:7), la deportazione dei ceti poveri e dei disertori (par. 2: Ger 52:15), l‟omicidio dei capi (par. 2: Ger 52:27a) e l‟esilio a Babilonia di tutto il popolo di Giuda (par. 2: Ger 52:27b). In corrispondenza del catalogo degli arredi del tempio, LXX* riporta un testo abbreviato e in molti casi differente da quello di TM (par. 2: Ger 52:18a, 19, par. 3: Ger 52:22a, 22b, 23a, par. 4: Ger 52:18, 20, 21a, 21b, par. 5: Ger 52:18-19, 21, 22).

215

Cfr. Tov, “Some Aspects”, pp.145-167. Cfr. Bogaert, “Les trois formes de Jérémie 52”, pp. 1-17; McKane, Commentary on Jeremiah, p. 1360. 216

CAPITOLO V ANALISI DELLE VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI GEREMIA 52

Sono riportate di seguito le varianti di L, l e L‟ rispetto a LXX* Ger 52, al fine di definire le caratteristiche della recensione lucianea 217 e di isolare eventuali varianti prelucianee218; a tale scopo saranno individuati i casi di corrispondenza di L, l e L‟ sia con TM e con la recensione esaplare (O), sia con Pesh (se varia rispetto a TM) e La*219. 1. VARIANTI MORFOLOGICHE Ger 52:1a

217

52:1b

o[nto" ] hn L‟ Arm --Sedekivou ] Sedekia" L‟ Arm

52:4a

periecaravkwsan ] periecarakwsen L‟-62

52:4b

periw/kodovmhsan ] periwkodomhsen L‟-62 Arm

52:5

tw'/ basilei' Sedekiva ] tou basilew" Sedekiou L‟

52:6

ejn th'/ ejnavth/ ] om. en th L

La variantistica della tradizione lucianea è desunta dall‟apparato dell‟edizione critica di Gottinga. I testimoni antiocheni sono raggruppati sotto le sigle: L = 22-36-48-51-96-231-311-763; l = 62-198-407-449; L‟= L + l. 218 Cfr. cap. I, par. 6. 219 La* attesta Ger 52:12-33.

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI GEREMIA 52

94 52:7a

th;n oJdo;n ... o{ ] thn odon ... h L-51 ... ...

52:7b

eij" Araba ] ei" thn Araba L‟ Chr

52:8

kai; katevlabon ] kai; katelabe(n) L

52:9

basileva 2o ] pr. ton L-311

52:11

basileu;" Babulw'no" ] pr. o l O

52:12

ejn mhniv ] en tw mhni L‟O

mensis 52:20a kai; oiJ stu'loi ] kai...twn stulwn L : kai twn stulwn l Chr --52:20b duvo ] twn duo L‟ --52:20c kai; hJ qavlassa ] kai th" qalassh" L‟ --52:20d miva ] th" mia" L‟ --52:20e kai; oiJ movscoi ] kai twn moscwn L‟ ---

VARIANTI MORFOLOGICHE E LESSICALI

52:20f dwvdeka ] twn dwdeka L‟ --52:20g calkoi' ] twn calkwn L‟ --52:20h uJpokavtw ] twn upokatw L‟ --52:20i a{ ] wn L‟ Chr

52:21

--kai; oiJ stu'loi ] kai twn stulwn L‟

52:22

--kai; kata tau'ta ] kai kata ta auta L‟ O Arm

--52:23a e}n mevro" ] mero" to en L‟ ----52:23b aiJ rJovai 2o ] om. ai L

52:26

--basileva ] pr. ton L O

52:31

regem tou' Iwakim ] om. tou L‟ O Ioachim

95

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI GEREMIA 52

96 52:33

e[zhsen ] ezh L‟ O vitae suae

Le varianti nello schema sono classificabili secondo la tipologia che segue: a) Uso della determinazione - aggiunta dell‟articolo in L‟ → Ger 52:7b, 12, 20b, 20d, 20f, 20g, 20h, 23a; - aggiunta dell‟articolo in L → Ger 52:9220, 26; - aggiunta dell‟articolo in l → Ger 52:11; - aggiunta dell‟articolo in LXX* → Ger 52:6, 23b, 31. - Confronto con TM e con la tradizione esaplare Ger 52:9, 11, 20b, 20d, 20f, 20g, 23b → LXX* = TM; Ger 52:12, 31 → L‟= O; Ger 52:26 → L = O; Ger 52:11 → l = O; Ger 52:7b, 12, 31 → L‟ = TM; Ger 52:6 → L = TM. b) Impiego di particelle e preposizioni e variazioni nella flessione nominale Ger LXX* L‟, L, l 52:1b gen. nom. 52:5 dat. gen. ejn 52:6 --52:20a nom. gen. 52:20b nom. gen. 52:20c nom. gen. 52:20d nom. gen. 52:20e nom. gen. 52:20f nom. gen. 52:20g nom. gen. 52:20h nom. gen. 52:20i nom. gen. 52:21 nom. gen. 220

L-311.

VARIANTI MORFOLOGICHE E LESSICALI

97

Ger 52:20 → la sintassi del v. si presenta interamente ristrutturata in L‟ con una diversa dipendenza delle parti del discorso (cfr. // L* 2Re 25:16)221. - Confronto con TM e con la tradizione esaplare Ger 52:6 → LXX* = TM. c) Uso e forme del pronome Ger LXX* L‟ tau' t a ta auta 52:22 - Confronto con TM e con la tradizione esaplare L‟ = O = TM. d) Variazione di genere222 Ger LXX* 52:7a nt.

L223 f.

e) Modifiche nella flessione verbale Ger LXX* L‟, L, l 52:1a pt. impf. o 52:4a 3 pl. 3o sg.224 52:4b 3o pl. 3o sg.225 52:8 3o pl. 3o sg. 52:33 aor. I aor. II - Confronto con TM e con la tradizione esaplare Ger 52:4a, 4b, 8 → LXX* = TM; Ger 52:4b, 33 → L‟ = O.

221

Cap. III, par. 1. L declina il relativo h secondo il genere di th;n oJdovn; non è chiaro se in LXX* il neutro o faccia riferimento all‟insieme th;n oJdo;n th'" puvlh" ajna; mevson tou' teivcou" kai; tou' proteicivsmato", o al solo tou' proteicivsmato". 223 -51 L . 224 L‟ -62. 225 L‟ -62. 222

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI GEREMIA 52

98

2. VARIANTI LESSICALI Ger 52:1226 eijkostou' ] eikosi L‟ Arm

52:24

to;n deutereuvonta ] ton deuteron O L‟

2:34

secundum hJ suvntaxi"] h tagh O L‟ Arm

panem - Confronto con la tradizione esaplare Ger 52:24, 34 → L‟ = O.

3. TESTO PIÙ ESTESO IN LXX* Ger 52:11 basileu;" Babulw'no" ] om. L-311

52:19 a} h\n crusa' crusa' kai; a} h\n ajrgura' ajrgura' ] om. crusa 2o et argura 2o L (Et omne aes) argentum et aurum 52:22 kai; pevnte phvcwn to; mh'ko" uJperoch; tou' geivsou" eJnov" ] kai uperoch tou geisou" tou eno" pente phc(e)wn ( + to mhko" L ) L‟ O Arm 226

Eikosi costituisce una normalizzazione del testo; eijkostou' è l‟unico caso in LXX* in cui un numero ebraico viene tradotto da un ordinale piuttosto che con il cardinale corrispondente: Ger 1:3, 25:1, 3, 26:2, 28:59, 35:1, 39:1, 43:1, 9, 46:1, 2, 48:1, 51:31, 52:4, 31. Cfr. J. Smith, “Jeremiah 52: Thackeray and Beyond”, BIOSCS 35 (2002), p. 61.

TESTO PIÙ ESTESO IN LXX E L‟

99

--- Confronto con la tradizione ebraica e esaplare Ger 52:11, 19 → LXX* = TM; Ger 52:22 → L‟= O; Ger 52:22 → L‟= TM. - Confronto con la Peshitta e la Vetus Latina Ger 52:19 → L‟ = Pesh; Ger 52:19 → L‟ = La*.

4. TESTO PIÙ ESTESO IN L‟ Ger 52:2

--- ] kai epoihse(n) to ponhron en ofqalmoi" (enwpion pro en ofqalmoi" L) kuriou on tropon epoihsen Iwak(e)im L‟ ìO

52:3

--- ] oti epi ton qumon kuriou hn (egeneto L‟) kata (om. O) Ierousalhm kai Iouda ew" ou aperriyen autou" ek proswpou autou kai apesth Sedekia" tou basilew" Babulonw" O L‟ Arm

52:4

tetrapovvdoi" ] + liqoi" L‟ O

52:6

ejn th'/ ejnavth tou' mhnov" ] pr. en mhni tw tetartw L‟ O Arm

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI GEREMIA 52

100 52:7

ejxh'lqon ] efugon kai exhlqon ek th" polew" L‟O Arm

52:8a

aujtovn ] ton basilea Sedekian L‟ O ( sub ò Syh) Arm

52:8b

ejn tw'/ pevran Iericwv ] + en th erhmw L‟

52:9a

to;n basileva] + Sedekian L‟

52:9b

Deblaqa] + ei" ghn Aimaq L‟O Arm

52:9c

ejlavlhsen ] + basileu" babulwno" L‟

52:12

---] outo" (+ o L‟) eniauto" enneakaidekato" tou Naboucodonosor basilew" babulwno" L‟ ìO Arm

--52:15a --- ] apo de twn penhtwn tou laou kai to leimma tou laou kai (om. kai to l. tou laou kai O ) tou" kataleifqenta" en th polei kai tou" empiptonta" (+ kai L‟-449 ) tou" empeptwkota" pro" basilea babulwno" L‟ ìO Arm : + apo de twn penhtwn th" gh" 198

--52:15b --- ] kai to leimma tou plhqo" apwkise(n) Nabouzardan oJ ajrcimavgeiro" L‟

---

TESTO PIÙ ESTESO IN LXX E L‟

52:16

52:17

101

oJ ajrcimavgeiro" ] pr. Nabouzardan L‟O Arm : + kai apo twn penhtwn th" gh" katel(e)ipe(n) Nabouzardan o arcimageiro" ì O Arm princeps cocorum to;n calko;n aujtw'n ] pr. panta L‟ ìO Arm : ton calkon kuriou autwn 22

omne aes 52:18a kai; th;n stefavnhn ] pr. kai tou" podisthra" kai tou" analhpthra" L‟ ìO Arm + kai tou" lhbeta" L‟ Chr --52:18b ejn aujtoi'" ] + elabon kai ta qumiathria kai ta spondeia L‟ Chr --52:20a kai; oiJ stu'loi ] kai ton calkon twn stulwn twn L : kai twn stulwn twn l Chr --52:20b tou' calkou' aujtw'n ] tou calkou pantwn twn skeuwn toutwn L‟ ì O Arm --52:24a tovn 1o ] + Saraia L‟ O Arm --52:24b tovn 3o] + Sofonia L‟ O Arm --52:25a kaiv 1o ] + ek th" polew" elaben L‟ in civitate

102

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI GEREMIA 52

52:25b grammateva ] grammatea ton arconta L‟ ìO Arm scriba 52:27a --- ] kai eqanatwsen autou" L‟ ìO Arm

et interfecit eos 52:27b --- ] kai apokisqh iouda" apo (om. apo O) epanwqen th" gh" autou L‟ ìQmg

52:31

--e[laben ] + kai (om. l Syhmg ) ekeiren L‟ Syhmg

elevavit 52:34a hJ suvntaxi" aujtw'/ ejdivdeto dia; pantov" ] h tagh autou tagh dia panto" edideto autw L‟ O Arm … et manducabat panem semper (Ger 52:33b) 52:34b --- ] + pasa" ta" hmera" th" zwh" autou L‟ ìO Arm

omnibus diebus vitae suae - Confronto con la tradizione ebraica e esaplare Ger 52:9a, 9c → LXX* = TM; Ger 52:2, 3, 4, 6, 7, 8a, 9b, 12, 15a, 17, 20b, 24a, 24b, 25b, 27a, 27b, 34a, 34b → L‟ = O; Ger 52:2, 3, 6, 7, 9b, 12, 15a, 17, 24a, 24b, 25a, 25b, 27a, 27b, 34a, 34b → L‟ = TM. - Confronto con la Peshitta e la Vetus Latina Ger 52:15b → L‟ = Pesh; Ger 52:12, 15a, 15b, 16, 24a, 24b, 25b → LXX* = La*; Ger 52:27a, 34b → L‟ = La*.

CONTENUTO - TRASPOSIZIONI - COMMENTO

103

5. CONTENUTO Ger 52:4

th'" basileiva" aujtou' ] th" basileia" Sedekiou L‟

52:9

aujtw'/ ] tw Sedekia L‟

52:16a kai; tou;" kataloivpou" ] apo de twn penhtwn L ‟ et residuum 52:16b tou' laou' ] th" gh" L ‟ populi 52:24a iJereva to;n prw'ton ] arcierea ton prwton L‟-407 summum sacerdotem 52:24b th;n oJdovn ] ton oudon L‟ viae - Confronto con la tradizione ebraica Ger 52:4, 9 → LXX* = TM; Ger 52:16a, 16b, 24b → L‟ = TM. - Confronto con la Peshitta e la Vetus Latina Ger 52:16b → LXX* = Pesh; Ger 52:16a, 16b, 24b → LXX* = La*; Ger 52:24a → L‟ (ajrciereva)= La* (summum sacerdotem). 6. TRASPOSIZIONI Ger 52:1

o[nto" eijkostou' kai; eJno;" e[tou" ] eikosi kai eno" etou" hn L‟ Arm

VARIANTI DELLA TRADIZIONE LUCIANEA DI GEREMIA 52

104 52:9

aujtw'/ meta; krivsew"] meta krisew" tw Sedekia L‟

52:21 daktuvlwn tessavrwn ] tessarwn daktulwn L‟O Arm --52:22 kai; pevnte phvcwn to; mh'ko" uJperoch; tou' geivsou" eJnov" ] kai uperoch tou geisou" tou eno" pente phc(e)wn ( + to mhko" L ) L‟ O Arm --52:23 e}n mevro"] mero" to en L‟ --52:34 aujtw'/ ejdivdeto dia; pantov" ] dia panto" edideto autw L‟ O Arm … --- Confronto con le varianti della tradizione ebraica e esaplare Ger 52:9 → LXX* = TM; Ger 52:17, 21, 22, 34 → L‟= O ; Ger 52:17, 21, 22, 34 → L‟= TM. 7. COMMENTO Sono stati registrati 34 casi di varianti morfologiche, 3 casi di varianti lessicali, 31 casi di varianti di estensione, 6 casi di varianti di contenuto, 6 casi di trasposizione, per un totale di 80 occorrenze registrate. Si evidenziano come caratteristiche della tradizione lucianea il più abbondante impiego della determinazione, una diversa organizzazione dei rapporti di subordinazione tra le parti del discorso, alcune modifiche nella flessione verbale e la tendenza a riorganizzare la sintassi del discorso per migliorarlo da un punto di vista formale. Il testo dei codici lucianei risulta più esteso di LXX* per l‟aggiunta di nomi personali (par. 4: Ger 52:8a, 9a, 16, 24a, 24b, par. 5: Ger 52:4, 9), soggetti sottintesi (par. 4: Ger 52:9c), indicazioni geografiche (par. 4: Ger 52:8b, 9b, 25a) e temporali (par. 4: Ger 52:6, 12), di espressioni ridondanti che

CONTENUTO - TRASPOSIZIONI - COMMENTO

105

rendano il testo più esplicito (par. 4: Ger 52:4, 17). Nei codici lucianei vengono inoltre riportate alcune varianti narrative di TM227, non attestate in LXX*: i vv. relativi alla condanna morale di Sedecia (par. 4: Ger 52:2-3), il passo sulla fuga di Sedecia e dei suoi uomini (par. 4: Ger 52:7), il passo sulla deportazione dei ceti poveri (par. 4: Ger 52:15a), alcuni particolari del catalogo degli arredi del tempio (par. 4: Ger 52:18a, 18b, 20a), il passo sull‟omicidio dei notabili (par. 4: Ger 52:27a) e sull‟esilio di tutto il popolo a Babilonia (par. 4: Ger 52:27b). Al v. Ger 52:24 (par. 5), il testo lucianeo riporta in sovrapposizione due sinonimi ajrciereva e iJereva to;n prw'ton, contratti per aplografia in ajrciereva to;n prw'ton.228 Queste varianti corrispondono in 32 casi alla tradizione esaplare, e in 29 casi alla tradizione masoretica (LXX* Ger 52 corrisponde a TM in 18 casi): si può osservare dunque la tendenza della tradizione lucianea ad adeguare il testo greco di Geremia alla forma testuale ebraica circolante nel IV sec. d.C. Sono state reperite anche varianti in accordo con i testimoni prelucianei: LXX* Ger 52 in 1 caso corrisponde a Pesh e in 10 casi corrisponde a La*; la tradizione lucianea in 2 casi corrisponde a Pesh e in 4 casi corrisponde a La*.

227 228

Cfr. cap. IV, par. 6. Cfr. cap. I, par. 1.3.

CAPITOLO VI STUDIO DELLE VARIANTI DI TM 2RE 24:18-25:30 // GEREMIA 52

Sono riportate di seguito le varianti della tradizione ebraica di 2Re 24:1825-30 // Ger 52 al fine di verificare le caratteristiche testuali dei passi paralleli. Lo schema prevede il confronto tra i due TM e l‟esame delle rispettive tradizioni medievali. 1. VARIANTI MORFOLOGICHE 2Re

Ger

24:20

52:3

25:1a

25:1b 25:4a 25:4b 25:5

] K 1, 93, 149, 52:4a 150, 155, 172, 225, 277 marg, forte 70, 102; R 3, 21, 226, 512, 545, 716, primo 1, 22, 211 52:4b 52:7a ] K 30, 252 ] K 85, 150, 175, 52:7b 601; primo R 22 ] K 4, 21, 23, 30, 52:8 93, 96, 99, 102, 128, 150, 154, 155, 158, 168, 175, 176, 180, 227, 228, 249, 250, 251, 271 A, primo 1, 70, forte 139

] K 1, 23, 30, 72, 89, 91, 93, 96, 101, 116, 126, 150, 154, 158, 168, 182, 187, 224, 226, 227, 228, 253, 258, 260, 264, forte 141, primo 420; R 4, 26, 174, 211, 305, 388, 440, 545, 715, 789, 815, primo 2, 20, 24, 579, nunc 210, 554, 663, ext. 1, 103 : K 252

108 25:6a

25:6b 25:7a 25:7b

25:8 25:9 25:10

VARIANTI DI TM 2RE 24:18-25:30 // GEREMIA 52

] K 1, 85, 89, 52:9a 94, 100, 145, 150, 168, 175, 198, 225, 226, 288, 602, nunc 201; R 2, 21, 226, 249, 304, 346, 440, 554, 604, 667, 716, 827, primo 1, 187, 596, nunc 20, 191, 305, 319, 579, 704, exter. 38, 39, 57, nunc 1 ] K 93, 96, 52:9b 174, 246, 249, primo1; R 380, primo 20, 211, 226 52:10a ] K 23, 70, 85, 52:11 128, 145, 150, 154, 175, 187, 198, 201, 224, 225, 226, 246, 249, 250, 253, 257, 260, 282, 283, 300, primo 113, nunc 180; R 4, 20, 22, 174, 191, 249, 346, 380, 413, 440, 545, 576, 579, 604, 663, 688, 701, 715, 737, primo 211, 305, 596, 667, 765, 789, nunc 554, exter. 38, 39, 57 52:12 ] K 30, 93, 154; 52:13 nunc 21; primo 154 ] K 4, 52:14 21, 23, 30, 82, 85, 93, 102, 145, 154, 155, 160, 168, 176, 187, 201, 246, 249, 250, 251, 253, 257, 260, 270, 271 A, 283 A, 300, 601, nunc 1, 224, 252; R 2, 20, 21, 174, 191, 226, 380, 440, 663, 716,

]

K 30

] ]

K 269 K 180, 187, 602

marg. ] om.

K 30

VARIANTI MORFOLOGICHE E LESSICALI

25:11 25:12 25:13

25:16a 25:16b 25:17a

25:17b

25:18 25:19a 25:19b 25:19c 25:20

789, 827, primo 210, 211, 341, 667, 704, exter. 1, 37, 38, 57, primo 58 ] K 96, 112, 52:15 114, 225 52:16 ] K 1, 3, 23, 30, 93, 52:17 112, 178, 182, primo 99, 240; R 174, 191, 596, 701, primo 765, nunc 305, 545 : K 252 52:20a ] K 21, 30, 182 52:20b 1o] K 21, 260, 264 : 52:21a K 182

] 297 :

K 116, primo K 96 K 1, 96, 115, 150,

] 182 ] K 150, 154, 258, forte 1; R 596, nunc 380.

]

vdH ] K 116: K 4, 72, 89, 149, 158, 178, 182 ] primo K 201 : K 30, 93, 116, 150, 154, 180, 210, 252, 253, 260, 271 A, 659 „ , primo 4, 91, 126, 158, 182, 201, forte 178, nunc 3

2o ] K 1, 4, 21, 89, 52:22 93, 112, 113, 115, 150, 155, 174, 175, 176, 187, 195, 240, 246, 249, 250, 251, 270, 659 „ , primo 30 : K 70, 180, 182, primo 178 ] K 1, 30, 85, 52:24 ] 150, 154, 175, 180, 201, 225, primo 21, nunc 224 ] om. K 70, 89 : 52:25a ] 178 K 150 ] om. K 30 : K 52:25b 96, 158 52:25c 2o ] K 85, 89, 52:26 93, 96, 154, 158, 180, 195, 226, 257, 260, 271 A, 300; R 20, 174, 187, 191,

109

]

K 30 K 101, forte

TB

VARIANTI DI TM 2RE 24:18-25:30 // GEREMIA 52

110

196, 226, 440, 545, 554, 663, 701, 715, primo 211, 667, 765: K 182 25:27 25:28a 25:28b 25:28c 25:30

]

K 145 ]

K 102

52:31 52:32a 52:32b

]

K 96

52:32c 52:34

]

K 30, 72, 182, primo

201 a) Uso della determinazione - aggiunta dell‟articolo in 2Re → 25:4a, 11, 16a, 19b, 28c, 30; - aggiunta dell‟articolo in Ger → 52:4a, 13, 24, 31. - Confronto con le varianti della tradizione ebraica 2Re 25:9, 11, 18, 27, 30 → TM 2Re = K Ger; 2Re 25:16a → TM 2Re = vdH Ger; Ger 52:7a, 13, 15, 20a, 24, 25b, 32c → TM Ger = K 2Re. b) Impiego di particelle e preposizioni 2Re Ger 24:20 52:3 --25:7a --52:10a 25:8 --52:11 25:10 --52:14 25:11 52:15 25:13 --52:17 25:19c 52:25c 25:20 52:26 25:28a 52:32a 25:28b --52:32b - Confronto con le varianti della tradizione ebraica 2Re 24:20 → TM 2Re = K-R Ger; 2Re 25:8, 10, 11 → TM 2Re = K Ger; 2Re 25:20 → TM 2Re = TB Ger; Ger 52:11, 14, 26 → TM Ger = K-R 2Re; Ger 52:32b → TM Ger = K 2Re.

VARIANTI MORFOLOGICHE E LESSICALI

c) Uso e forme del pronome 2Re Ger 25:16b --52:20b 25:19a 52:25a - Confronto con le varianti della tradizione ebraica 2Re 25:16b, 19a → TM 2Re = K Ger; Ger 52:25a → in K 2Re 25:19a la lezione TM Ger.

si sovrappone a

d) Modifiche nella flessione nominale e variazione di numero 2Re Ger 25:1a s. cs 52:4a s. ass. 25:5 sg. 52:8 pl. 25:6b sg. 52:9b pl. 25:12 sg. 52:16 pl. 25:17a s. cs 52:21a s. ass. 25:17b sg. 52:22 pl. - Confronto con le varianti della tradizione ebraica 2Re 25:12, 17a → TM 2Re = K Ger; Ger 52:4a, 9b → TM Ger = K-R 2Re; Ger 52:8, 21a, 22 → TM Ger = K 2Re. e) Modifiche nella flessione verbale 2Re Ger o 25:1b 3 sg. 52:4b 3o pl. o 25:4b 3 sg. 52:7b 3o pl. 25:6a 3o pl. 52:9a 3o sg. 25:7a 3o pl. 52:10a 3o sg. - Confronto con le varianti della tradizione ebraica 2Re 25:6a → TM 2Re = K Ger; Ger 52:7b, 9a → TM Ger = K-R 2Re.

111

di

112

VARIANTI DI TM 2RE 24:18-25:30 // GEREMIA 52

2. VARIANTI LESSICALI 2Re 25:27

Ger 52:31

3. TESTO PIÙ ESTESO IN TM GER 52 2Re 25:3 25:4

Ger --52:6 ] K 180, 52:7 250; R 663, primo 380 : K 201 mg.; R primo 211 : K 93, 168, primo, ut videtur, 171 : R 20 25:6 --52:9 25:7a 52:10a 25:7b --52:10b 25:7c --52:11a 25:7d --52:11b 25:10 ] K 52:14 174 25:11 --52:15 25:12 --52:16 25:13 ] K 52:17 182 25:14 --52:18 25:15a --52:19a 25:15b --52:19b 25:16a --25:16b --25:17a ---

52:20a 52:20b 52:21a

] om. K 84 ] om. 180, 195

K 2, 101,

TESTO PIÙ ESTESO IN TM GER 52

25:17b ---

52:21b

25:17c --25:17d --25:17e ---

52:22a 52:22b 52:23a

113

25:17f 25:27

52:23b ---] K 154, 250; R 52:31 nunc 668 25:30a 52:34a 25:30b --52:34b

] om. K 1

- Confronto tra le varianti delle tradizione ebraica 2Re 25:13 // Ger 52:17 → varianti incrociate; 2Re 25:11, 30b → TM 2Re = K Ger; Ger 52:14, 31 → TM Ger = K 2Re.

4. CONTENUTO 2Re 25:5

Ger K 114 : 52:8

]

25:8b 25:11

K 182 :

] R 440, 704, 52:12a primo exter. 1 52:12b 52:15

]

K 150, 158, nunc

] ]

K 126 K 145

224 25:17 25:19 25:27

]

K 172

K

249

K 224 25:8a

]

52:22 52:25 52:31

- Confronto con le varianti delle tradizione ebraica 2Re 25:5 // Ger 52:8 → varianti incrociate; 2Re 25:11, 19, 31 → TM 2Re = K Ger.

114

VARIANTI DI TM 2RE 24:18-25:30 // GEREMIA 52

5. TRASPOSIZIONI 2Re 25:7 25:29

]

Ger 52:10 52:33

]

K

96 K 70 - Confronto tra le varianti delle tradizione ebraica 2Re 25:29 → TM 2Re = K Ger.

6. COMMENTO Sono state rilevate 32 varianti morfologiche, 1 variante lessicale, 25 varianti di estensione, 7 varianti di contenuto e 2 trasposizioni, per un totale di 67 occorrenze. In 24 casi la lezione di 2Re trova corrispondenza nella tradizione ebraica di Ger 52 alternativa a TM; il fenomeno inverso si verifica in 22 casi. L‟interscambio di lezioni in parallelo fra le varianti della tradizione medievale è probabilmente il risultato di una reciproca contaminazione tra i codici, verificabile soprattutto nei casi di varianti incrociate in cui ciascuna delle due tradizioni conserva la variante del parallelo (cfr. par. 1: 2Re 25:6a // Ger 52:9a, 2Re 25:9 // Ger 52:13, 2Re 25:10 // Ger 52:14, 2Re 25:17a // Ger 52:21a, 2Re 25:18 // Ger 52:24). TM Ger 52 riporta particolari testuali, assenti nel parallelo, che rendono il testo più esplicito (soggetti e predicati, cfr. par. 3: Ger 52:10a, 11a, 11b, 14, 16, 20b, 31, 34a, 34b; indicazioni di carattere geografico e cronologico, cfr. par. 3 Ger 52:6, 9), una descrizione più dettagliata degli arredi del tempio (par. 3: Ger 52:18, 19a, 19b, 20a, 21a, 21b, 22a, 22b, 23a) e aggiunte di carattere narrativo (sulla fuga notturna di Sedecia e dei suoi uomini, cfr. par. 3: Ger 52:7; sull‟assassinio di tutti i capi, cfr. par. 3: Ger 52:10b; sulla reclusione a vita di Sedecia, cfr. par. 3: Ger 52:11b; sulla deportazione dei ceti poveri, cfr. par. 3: Ger 52:15). I passi paralleli presentano inoltre divergenze nelle indicazioni cronologiche e numeriche (par. 4: 2Re 25:8a // Ger 52:12a, 2Re 25:17 // Ger 52:22, 2Re 25:19 // Ger 52:25, 2Re 25:27 // Ger 52:31) e nell‟interscambio del pronome con il sostantivo corrispondente in parallelo (par. 4: 2Re 25:5 // Ger 52:8).

CONTENUTO - TRASPOSIZIONI - COMMENTO

115

Al v. 2Re 25:4 (par. 3), il testo di 2Re è sanabile ricorrendo alla lezione di K 2Re (corrispondente a ejxh'lqon di LXXB) piuttosto che a TM Ger 52:7229. In 2Re 25:8b // Ger 52:12b (par. 4), TM Ger corrisponde alla lezione di LXX 2Re230.

APPENDICE VARIANTI ORTOGRAFICHE E FONETICHE 2Re 24:20

] K 112, 113, 175, 226, 253

25:1a

]

Ger 52:3

K 1, 89, 52:4a

94

25:1b

229

] K 2, 4, 52:4b 82, 85, 99, 101, 112, 128, 150, 154, 172, 175, 182, 240, 263 primo 113

] K 2, 23, 32, 72, 82, 89, 91, 93, 96, 116, 126, 128, 141, 150, 158, 160, 168, 182, 195, 224, 249, 252, 253, 260, 283, 288, 601 ] K 3, 4, 24, 30, 67, 72, 84, 89, 93, 96, 102, 112, 113, 115, 126, 128, 144, 150, 154, 158, 168, 178, 180, 182, 187, 195, 224, 227, 253, 254, 258, 260, 264, 269, 270, 271 A, 286, 290, primo 141, 252 : K 101, 116 : K 4, 94, 99, 252 ] K 116, 128, primo 91

Cap. II, par. 3; Cfr. Montgomery, Gehman, Books of Kings, pp. 561, 567; M. Cogan, H. Tadmor, II Kings. A New Translation with Introduction and Commentary, Garden City (NY) 1988, p. 317; Barthélemy, Critique textuelle. 2, p. 859. 230 Cfr. cap. II, par. 4.

VARIANTI DI TM 2RE 24:18-25:30 // GEREMIA 52

116 25:5a

25:5b

25:8

25:10

25:14a

25:14b 25:17a

25:17b

] K 1, 3, 23, 30, 52:8a 72, 82, 89, 93, 94, 96, 99, 112, 115, 128, 150, 154, 158, 174, 175, 187, 195, 201, 224, 225, 226, 227, 228, 240, 249, 253, 257, 260, 264, 282; primo130. ] K 102, 172, 52:8b 176

] K 1, 2, 52:12 82, 85, 99, 101, 112, 128, 150, 154, 175, 182, 263, forte 130 ] K 112, 174, 52:14 176, 253, 257, 260, 282, 283, 284, 286; forte 82 : K 99, 175, 252 52:18° ] K 187 : vdH

]

K 115 52:18b 52:21

] K 70, 149, 52:22a 240 : K 99, 115, 174, 182, 246, 253

]

K2

] K 2, 3, 4, 72, 89, 91, 93, 96, 99, 102, 112, 115, 116, 126, 150, 154, 158, 168, 172, 178, 182, 187, 195, 224, 252, 258, 260, 264, 269, 271, 664, primo 23, 30, 94, 141, forte 23, 82 ] K 116

] K 154, 258 : 4, 84, 96, 112, 150, 264 : vdH

K

] K3: K 250 : K 2, 4, 72, 84, 96, 99, 101, 112, 116, 126, 149, 150, 155, 172, 173, 178, 195, 198, 224, 249, 252, 253, 260, 264, 664, primo 82, 94, 139, 141 : K 23, 154 ] K 1, 4, 23, 30, 72, 84, 89, 91, 93, 96, 99, 101, 112, 113, 114, 115, 116, 126, 150, 154, 158, 172, 173, 175, 176, 178, 182, 224, 252, 253, 258, 260, 271 A, 290, primo 2, 82, 94, 141 ] K 1, 2, 23, 30, 72, 82, 84, 91, 93, 94, 96, 99, 101, 102, 114, 116, 126, 141,

APPENDICE : VARIANTI ORTOGRAFICHE E FONETICHE

25:17c

] K 70, 114, 115, 130, 174, 176, 240

25:18 25:20a

] K 150, 154, 52:24 158, 174, 175, 176, 182, 225 52:26a

25:20b

52:26b

25:21a 25:21b

]

52:22b

52:27a K 112, 154, 175 52:27b

25:27a

52:31a

25:27b

52:31b

117

150, 154, 155, 172, 175, 176, 195, 210, 252, 254, 258, 260, 271, 279, 283, 284, 286 : K 4, 158 ] K 1, 2, 3, 23, 30, 72, 82, 84, 89, 91, 93, 94, 96, 99, 101, 102, 114, 116, 126, 141, 149, 154, 155, 168, 172, 178, 182, 195, 224, 242, 253, 258, 260, 269, 271, 279, 280, 283, 286, primo 113

] K 1, 23, 30, 72, 82, 91, 93, 94, 96, 99, 102, 116, 141, 154, 158, 173, 182, 195, 253, 258, 260, 271, 279, 280, 283, 286, 659 ] K 1, 3, 23, 30, 82, 89, 91, 93, 94, 113, 116, 126, 141, 150, 154, 178, 182, 253, 258, 260, 271, 279, 283, 284, 286 ] K 1, 3, 4, 30, 72, 89, 93, 94, 113, 116, 141, 150, 154, 158, 168, 178, 182, 195, 224, 253, 258, 260, 269, 271, 283 ] K 1, 2, 3, 4, 72, 84, 89, 91, 93, 96, 101, 102, 112, 114, 116, 126, 139, 141, 150, 154, 158, 168, 172, 173, 175, 178, 182, 187, 195, 198, 210, 224, 226, 230, 251, 252, 258, 260, 264, 269, 279, 283, 284, 286, 301, 659, 664, primo 30, 82 ] K 4, 72, 89, 158, 168, 187, 198, 201, 210, 253, 258, 260, 650 B, 691 : K 30, 93, 116, 145, 154, 252,

VARIANTI DI TM 2RE 24:18-25:30 // GEREMIA 52

118

25:29a

]

K 664

52:33a

25:29b

]

K 155

52:33b

25:30

]

vdH

52:34

270, 271 A, 301, 659 „ , primo 3, 91, 126, 150, 182: K 96 ] K 93, 150, 180, 182 ] K 1, 2, 3, 23, 30, 72, 84, 89, 91, 93, 94, 99, 112, 113, 115, 116, 126, 150, 154, 158, 175, 178, 182, 195, 198, 201, 224, 226, 227, 249, 258, 260, 264, 271, 659, 664, 691, primo 82, 128, 139, 155, 252 ] K 99, 102, 269

Si può osservare la predominanza della scriptio plena in TM Ger 52, della scriptio defectiva di 2Re 24:18-25:30: scriptio defectiva scriptio plena 2Re 24:20 Ger 52:3 Ger 52:4a 2Re 25:1a 2Re 25:1b Ger 52:4b 2Re 25:5a Ger 52:8a 2Re 25:8 Ger 52:12 Ger 52:8b 2Re 25:5b 2Re 25:14a Ger 52:18a 2Re 25:14b Ger 52:18b Ger 52:21 2Re 25:17a 2Re 25:17b Ger 52:22a 2Re 25:17c Ger 52:22b 2Re 25:20a Ger 52:26a 2Re 25:20b Ger 52:26b 2Re 25:21a Ger 52:27a 2Re 25:21b Ger 52:27b 2Re 25:10 // Ger 52:14 con e 2Re 25:14a // Ger 52:18a con attestano una resa grafica mista. - Confronto tra le varianti delle tradizione ebraica 2Re 25:14a, 17a, 20a, 20b, 27a, 27b → TM 2Re = K Ger; Ger 52:18b, 24 → TM Ger = K 2Re.

APPENDICE : VARIANTI ORTOGRAFICHE E FONETICHE

119

Varianti incrociate → 2Re 24:20 // Ger 52:3, 2Re 25:1a // Ger 52:4a, 2Re 25:5a // Ger 52:8a, 2Re 25:5b // Ger 52:8b, 2Re 25:10 // 52:14, 2Re 25:17b // Ger 52:22a, 2Re 25:17c // Ger 52:22b, 2Re 25:21b // Ger 52:27b, 2Re 25:29a // Ger 52:33a, 2Re 25:29b // Ger 52:33b, 2Re 25:30 // Ger 52:34.

CAPITOLO VII LO STRATO PRELUCIANEO

Proponiamo adesso un approfondimento della ricerca sullo strato prelucianeo nella tradizione di LXX 2Re 24:18-25:30 // LXX Ger 52. Si prenderanno in esame: A. Le varianti di traduzione di LXXB e L* 2Re 24:18-25:30 corrispondenti al parallelo LXX* Ger 52 e alle lezioni lucianee di Ger 52 nei casi in cui siano distinte da O231. B. Le corrispondenze delle varianti di LXX 2Re 24:18-25:30232 e Ger 233 52 – distinte dalla tradizione esaplare – con la Peshitta, la Vetus Latina di Ger 52:12-33 e le Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe234. A. CORRISPONDENZA CON LXX* GEREMIA 52

1. VARIANTI MORFOLOGICHE 2Re

Ger

24:18 Sedekiva"

52:1

25:1

kai; ejgenhvqh ] kai; ejgevneto 52:4 L*

Sedekivou ] Sedekia" L‟ Arm kai; ejgevneto

25:2a ejn perioch'/ ] eij" sunochvn 52:5a eij" sunochvn L*

231

Gli accordi tra i due rami della tradizione greca, che, per la distanza nella forma (LXX 2Re e LXX Geremia sono opera di traduttori diversi) e in parte nei contenuti (cfr. cap. VIII, par. 4), si sono scarsamente influenzati a vicenda durante la trasmissione, potrebbero risalire a una Vorlage comune antecedente tale ramificazione del testo. 232 LXXB e L*. 233 LXX* e L‟, L, l. 234 Cfr. cap. I, par. 2.

LO STRATO PRELUCIANEO

122 25:2b

tou' basilevw" Sedekivou ] 52:5b Sedekivou tou' basilevw" L*

tw'/ basilei' Sedekiva ] tou basilew" Sedekiou L‟

25:3

h\san a[rtoi ] h\n a[rto" L* 52:6

h\san a[rtoi

25:4a

ejxh'lqon ] ejxh'lqen L* --au{th h{ ] h{ L*

52:7a

ejxh'lqon

52:7b

o{ ] h L-51

25:4b 25:4c

kai; ejporeuvqh ] kai; ejpo- 52:7c reuvqhsan L*

kai; ejporeuvqhsan

25:5a

hJ duvnami" 1o ] duvnami" L*

52:8a

hJ duvnami"

25:5b

diespavrh ] diespavrhsan L*

52:8b

diespavrhsan

25:5c

ejpavnwqen ] ajpo; ejpavnwqen 52:8c L*

ajpov

25:6

pro;" basileva ] pro;" to;n 52:9 basileva L*

pro;" basileva ] pro" ton basilea L-311

25:7

kai; h[gagen ] ajphvgagen 52:11 aujtovn L*

kai; h[gagen aujtovn

25:8a

eJstwv" ] oJ eJsthkwv" L*

eJsthkwv"

25:8b

basilevw" Babulw'no" ] tou' 52:12b basilevw" Babulw'no" L*

52:12a

basilevw" Babulw'no"

25:12b kai; eij" tabeivn ] kai; ge- 52:16b wrgouv" L*

kai; eij" gewrgouv"

25:14

leitourgou'sin ] ejleitouvr- 52:18 goun L*

ejleitouvrgoun

25:16a

--- ] kaiv 1o ---

kaiv ---

52:20a

CORRISPONDENZA CON LXX* GEREMIA 52

123

25:16b stuvlou" ] tw'n stuvlwn L*

52:20b

oiJ stu'loi ] twn stulwn L‟ Chr

25:16c duvo ] tw'n duvo L*

52:20c

duvo ] twn duo L‟

25:16d --- ] kaiv 3o 52:20d --25:16e hJ qavlassa ] th'" qa- 52:20e lavssh" L*

kaiv --hJ qavlassa lassh" L‟

25:16f a} ejpoivhsen ] w|n ejpoivh- 52:20f sen L*

a} ejpoivhsen ] wn epoihsen L‟ Chr

25:17a u{yo" ] to; u{yo" L*

u{yo"

52:21a

] th"

25:17b to; calkou'n ] ta; calka' 52:22a L*

calkou'n

25:17c ejpi; tou' cwqavr ] tou' 52:22b ejpiqevmato" L*

ejpi; tou' geivsou"

25:18

iJereva ] to;n iJereva L*

to;n iJereva

25:19

tw'n ajndrw'n tw'n pole- 52:25 mistw'n ] ejpi; tou;" a[ndra" tou;" polemistav" L*

52:24

ajndrw'n tw'n polemistw'n

25:27a kai; ejgenhvqh ] kai; ejgev- 52:31a neto L*

kai; ejgevneto

25:27b jIwakei;m tou' basilevw" ] 52:31b jIwakei;n basilevw" L*

Iwakim basilevw"

25:28

ejpavnw

ejpavnwqen ] ejpavnw L*

52:32

qa-

Le varianti nello schema sono classificabili secondo la tipologia che segue: a) Uso della determinazione - aggiunta dell‟articolo in LXXB 2Re 25:5a = LXX* Ger 52:8a; - aggiunta dell‟articolo in LXXB 2Re 25:27b; - aggiunta dell‟articolo in L* 2Re 25:6 = L Ger 52:9;

LO STRATO PRELUCIANEO

124

- aggiunta dell‟articolo in L* 2Re 25:16b = L‟ Ger 52:20b; - aggiunta dell‟articolo in L* 2Re 25:8a, 8b, 17a; - aggiunta dell‟articolo in L* 2Re 25:16a, 18 = LXX* Ger 52:20a, 24. b) Impiego di particelle e preposizioni e variazioni nella flessione nominale 2Re LXXB L* Ger LXX* L‟, L, l235 24:18 gen. nom. 52:1 nom. ejn eij" eij" 25:2a 52:5a 25:2b gen. gen. 52:5b dat. gen. ej p av n wqen aj p ov 25:5c ajpov + ejpanw- 52:8c qen kaiv kaiv 5:16a --52:20a 25:16b acc. gen. 52:20b nom. gen. 25:16c nom. gen. 52:20c nom. gen. kaiv kaiv 25:16d --52:20d 25:16e nom. gen. 52:20e nom. gen. 25:16f nom. gen. 52:20f nom. gen. ejpiv ejpiv 25:17c --52:22b ejpavnwqen ejpavnw ejpavnw 25:28 52:32 c) Uso e forme del pronome 2Re LXXB L* au{ t h h{ h{ 25:4b aujtovn 25:7 ---

Ger 52:7b 52:11

LXX* o{ aujtovn

L‟, L, l h{

d) Variazione di numero 2Re LXXB 25:3 pl. 25:17b sg.

L* sg. pl.

Ger 52:6 52:22

LXX* pl. sg.

e) Morfologia del verbo 2Re LXXB 25:1 aor. I 25:3 3o pl. 25:4a 3o pl. 25:4c 3o sg. 25:5b 3o sg.

L* aor. II 3o sg. 3o sg. 3o pl. 3o pl.

Ger 52:4 52:6 52:7a 52:7c 52:8b

LXX* aor. II 3o pl. 3o pl. 3o pl. 3o pl.

235

La colonna di L‟, L , l Ger viene completata solo nel caso di variazioni rispetto a LXX*.

CORRISPONDENZA CON LXX* GEREMIA 52

25:8a 25:14 25:27a

pt. aor. pres. aor. I

pt. pf. impf. aor. II

52:12a 52:18 52:31a

125 pt. pf. impf. aor. II

2. VARIANTI LESSICALI236

236

2Re

Ger

24:18a ei[kosi

52:1a

eijkostou' Arm

24:18b ejniautou' ] e[tou"

52:1b

e[tou"

] eikosi

L‟

25:1

kai; wj/kodovmhsen ] kai; 52:4 periw/kodovmhsen L*

kai; periw/kodovmhsan

25:4a

kai; pavnte" oiJ a[ndre" 52:7a tou' polevmou] kai; pavnte" oiJ a[ndre" oiJ polemivstai L*

kai; pavnte" oiJ a[ndre" oiJ polemivstai

25:4b

th;n jArabav ] th;n ejpi; 52:7b dusmav" L*

eij" Araba

25:5

ejdivwxen ] katedivwxe L* 52:8

katedivwxe

25:6

kai; h[gagon ] kai; ajphvga- 52:9 gon L*

kai; h[gagon

25:7a

kat jojfqalmou;" aujtou' ] 52:10 ejnwvpion aujtou' L*

kat jojfqalmou;" aujtou'

25:7b

kai; h[gagen ] kai; ajphvga- 52:11 gen L*

kai; h[gagen

25:12

tabeivn ] gewrgouv" L*

gewrgouv"

Cfr. cap. III, par. 2.

52:16

126

LO STRATO PRELUCIANEO

25:13a ta;" mecwnwvq ] ta;" bav- 52:17a ta;" bavsei" sei" L* 25:13b sunevtriyan ] sunevkoyan 52:17b sunevtriyan L* 25:13c kai; h\ran ] kai; e[labon 52:17c kai; e[labon L* 25:19

o}" h\n ejpistavth" ] to;n 52:25 kaqestavmenon L*

o}" h\n ejpistavth"

25:21

kai; e[paisen ] kai; ejpav- 52:27 taxen L*

kai; ejpavtaxen

25:28

kai; e[dwken ] kai; e[qhke 52:32 L*

kai; e[dwke

Le occorrenze registrate sono state suddivise secondo la seguente tipologia: - Trascrizioni di parole ebraiche 2Re LXXB L* Ger LXX* jArabav dusmav" Araba237 25:4b 52:7b tabeivn gewrgouv" gewrgouv" 25:12 52:16 bavsei" 25:13a mecwnwvq 52:17a bavsei" - Verbi composti e sinonimi 2Re LXXB L* wj k / odov m hsen periw/kodovmhsen 25:1b katedivwxe 25:5 ejdivwxen h[ g agon ajphvgagon 25:6 ajphvgagen 25:7b h[gagen 237

Ger 52:4b 52:8 52:9 52:11

LXX* periw/kodovmhsan katedivwxe h[gagon h[gagen

In LXX* Ger 52 sono presenti altri due casi di trascrizioni – ta; masmarwq e ta; saffwq – al v. 52:19, che insieme a Araba potrebbero essere stati inseriti nel testo dalla recensione ebraizzante che interesserebbe i capp. 29-52 di LXX Ger; cfr. Tov, The Septuagint Translation, pp. 1-14.

CORRISPONDENZA CON LXX* GEREMIA 52

25:13b 25:13c 25:21 25:28

sunevtriyan h\ran e[paisen e[dwken

- Sostantivi sinonimi 2Re LXXB 24:18a ei[kosi 24:18b ejniautou'

sunevkoyan e[labon ejpavtaxen e[qhke

L* ei[kosi e[tou"

52:17b 52:17c 52:27 52:32

127

sunevtriyan e[labon ejpavtaxen e[dwke

Ger LXX* 52:1a eijkostou' 52:1b e[tou"

- Espressioni diverse con significato affine 2Re LXXB L* oiJ polemivstai 25:4a tou' polevmou 25:7a kat jojfqalmouv" ejnwvpion 25:19 o}" h\n ejpitavth" to;n kaqestavmenon

Ger 52:7a 52:10 52:25

L‟, L, l 238 eikosi

LXX* oiJ polemivstai kat jojfqalmouv" o}" h\n ejpistavth"

3. ESTENSIONE TESTUALE: LXXB 2RE 24:18-25:30 = LXX* GER 52 2Re

Ger

25:4

th'" ajna; mevson ] th'" ajna- 52:7 bavsew" ajnavmeson L*

ajna; mevson

25:6

kai; ejlavlhsen ] kai; ejlav- 52:9 lhsen basileu;" Babulw'no" L*

kai; ejlavlhsen

25:16a hJ qavlassa hJ miva ] th'" 52:20a hJ qavlassa miva qalavssh" 25:16b Kurivou ] + w|n e[labe Na- 52:20b kurivou bouzarda;n oJ ajrcimavgeiro" L* 25:17

238

to; calkou'n ] ta; calka' 52:22 tw'n stu-lwn L*

calkou'n

La colonna di L‟, L, l Ger viene completata solo nel caso in cui sussistano variazioni rispetto a LXX*.

128 25:19

LO STRATO PRELUCIANEO

kai; to;n grammateva ] kai; 52:25 to;n Safa;n... kai; to;n grammateva L*

kai; to;n grammateva

4. ESTENSIONE TESTUALE: L* 2RE 24:18-25:30 = LXX* GER 52 2Re 24:18 ---] ejk Lobennav L* 25:9

Ger 52:1

ejk Lobena

kai; pa'n oi\kon ] kai; pavn- 52:12 kai; pa'san oijkivan megavlhn ta oi\kon mevgan L*

25:13 kai; h\ran to;n calko;n auj- 52:17 kai; e]labon to;n calko;n aujtw'n kai; ajphvnegkan tw'n ] kai; e]labon to;n calko;n aujtw'n kai; ajphvnegkan L* 25:16 Salwmwvn ] oJ basileuv" So- 52:20 oJ basileu;" Salwmwn lwmwvn L* 25:17 tou' cwqavr ] tou' ejpiqevma- 52:22 tou' geivsou" tou' eJnov" to" tou' eJnov" L*

5. CONTENUTO DIVERSO: LXXB 2RE 24:18-25:30 = LXX* GER 52 2Re 25:1

Ger th'" basileiva" aujtou' ] 52:4 th'" basileiva" Sedekivou L*

25:6

meta; aujtou' ] meta; Sede- 52:9 kivou L*

th'" basileiva" aujtou' ] th" basileia" Sede-kiou L‟ aujtw'/ ] tw Sedekia L‟

CORRISPONDENZA CON LXX* GEREMIA 52

25:7

129

kai; tou;" uiJou;" Sedekivou ] 52:10 kai; tou;" uiJou;" Sedekivou tou;" uiJou;" aujtou' L*

6. CONTENUTO DIVERSO: L* 2RE 24:18-25:30 = LXX* GER 52 2Re 24:18

uiJov"] uiJo;"...h\n L*

Ger 52:1

o[nto"] hn L‟

25:2

ejn perioch'/ ] eij" sunochvn 52:5 L*

eij" sunochvn

25:6

jIerdeblavqan ] eij" Debla- 52:9 qav L*

eij" Deblaqa

25:12

th'" gh'" ] tou' laou' th'" 52:16 tou' laou' gh'" L*

25:17

sacakarqaiv ] kai; divktuon 52:22 kai; divktuon kai; rJovai kai; rJoaiv L*

25:18

uiJovn ] to;n iJereva L*

52:24 to;n iJereva

7. TRASPOSIZIONI: LXXB 2RE 24:18-25:30 = LXX* GER 52 2Re 25:1

Ger ejn tw'/ e[tei tw'/ ejnavtw ] ejn 52:4 tw'/ ejnnavtw/ e[tei L*

25:2

tou' basilevw" Sedekivou ] 52:5 Sedekivou tou' basilevw" L*

tw'/ basilei' Sedekia/

25:4

kai; pavnte" oiJ a[ndre" tou' 52:7 polevmou ejxh'lqon ] kai; ejxhlqen oJ basileu;" kai; pavn-te" oiJ a[ndre" oiJ polemistaiv L*

kai; pavnte" oiJ a[ndre" oiJ polemistai; ejxh'lqon

ejn tw'/ e[tei tw'/ ejnavtw

LO STRATO PRELUCIANEO

130

25:17 ejpi; tou' cwqa;r kuvklw/ ] 52:22 kuvklw/ tou' ejpiqevmato" L*

ejpi; tou' geivsou" kuvklw/

La disposizione di frasi e parole in LXXB e LXX* corrisponde a quella di TM. 8. TRASPOSIZIONI: L* 2RE 24:18-25:30 = LXX* GER 52 2Re

Ger

25:7

kai; tou;" uiJou;" Sedekivou 52:10 kai; e[sfaxe ... tou;" uiJou;" Sedekivou e[sfaxen ] kai; e[sfaxe tou;" uiJou;" aujtou' L* ...

9. COMMENTO Gli accordi di LXXB 2Re 24:18-25:30 con LXX* Ger 52 contro le varianti lucianee sono stati rilevati in 14 casi tra le varianti morfologiche, in 7 casi tra le varianti lessicali, in 6 casi tra le varianti di estensione, in 3 casi tra le varianti di contenuto e in 4 casi tra le trasposizioni, per un numero complessivo di 34 occorrenze. Questi accordi sono riscontrabili in misura superiore nei casi in cui L* riporti lezioni peculiari della recensione antiochena che in tal modo si possono ulteriormente isolare: come il maggiore uso dell‟articolo, le modifiche nella flessione dei nomi (par. 1), il maggiore utilizzo dei verbi composti (par. 2)239, l‟aggiunta o la sostituzione di sinonimi, lo scambio di nomi propri e di pronomi (par. 5), l‟aggiunta di espressioni che rendano il testo più esplicito (par. 3) e le trasposizioni (par. 7). Ai parr. 1 e 5 si verificano alcune corrispondenze tra i testimoni paralleli della recensione lucianea 240. Gli accordi di L* 2Re 24:18-25:30 con LXX* Ger 52, contro LXXB 2Re 24:18-25:30, sono stati rilevati in 15 casi tra le varianti morfologiche, in 8 casi

239

Cfr. tuttavia la corrispondenza di L* 2Re 25:1b, 5 con LXX* Ger 52:4b, 8. Par. 1: 2Re 25:4b, 6, 16b, 16c, 16e, 16f // Ger 52:7b, 9, 20b, 20c, 20e, 20f; par. 5: 2Re 25:1, 6 // Ger 52:4, 9. 240

CORRISPONDENZA CON LE TESTIMONIANZE PRELUCIANEE

131

tra le varianti lessicali, in 5 casi tra le varianti di estensione, in 4 casi tra le varianti di contenuto e in 1 caso tra le trasposizioni, inoltre in 3 casi L* riporta entrambe le lezioni di LXXB e LXX* giustapposte241, per un numero complessivo di 36 occorrenze. Questa verifica consente di isolare ulteriormente in LXXB alcune caratteristiche della recensione kaivge, come le trascrizioni242 e l‟uso di ejpavnwqen243 e di diwvkw244, e di sanare il testo di LXXB nei casi di corruzione testuale245. LXX* corrisponde a L* anche in alcuni casi in cui la resa di L* sia peculiare della recensione lucianea, come per l‟impiego dell‟aoristo secondo di givnesqai in luogo dell‟aoristo passivo 246. In alcuni casi gli accordi di L* con LXX* sono riconducibili a una Vorlage distinta sia da TM e LXXB 2Re 24:18-25:30 che da TM Ger 52247.

B. CORRISPONDENZA CON LE TESTIMONIANZE PRELUCIANEE

1. CORRISPONDENZA CON LA TRADIZIONE SIRIACA Sono riportate di seguito le corrispondenze di LXX con la Peshitta 248 individuate ai capp. II e IV e confrontate in parallelo.

241

Par. 1: L* 2Re 25:5c attesta entrambe le preposizioni ajpov + ejpavnwqen giustapposte. La traduzione originaria deve considerarsi ajpov, corrispondente a LXX* Ger 52:8c; ejpavnwqen, variante caratteristica della recensione kaivge, potrebbe essere stata assorbita da L* nel corso della trasmissione. Par. 6: L* 2Re 24:18 riporta sia la lezione uiJov", corrispondente a TM, LXXB 2Re 24:18 e TM Ger 52:1, che la resa con il verbo ei\nai, secondo LXX Ger 52:1; L* 2Re 25:12 riporta la lezione th'" gh'", secondo TM, LXXB 2Re 25:12, TM Ger 52:16, e tou' laou', secondo LXX*. Cfr. anche cap. I, par. 1.3, cap. III, par. 4, cap. IV, par. 4. 242 Par. 2: 2Re 25:12 // Ger 52:16, 2Re 25:13a // Ger 52:17a. Cfr. anche cap. III, par. 2, 7. 243 Par. 1: 2Re 25:5c, 28. Cfr. cap. III, par. 1. 244 Par. 2: 2Re 25:5. Cfr. cap. I, par. 1.1, cap. III, par. 2. 245 Par. 6: 2Re 25:6, 17, 18 // Ger 52:9, 22, 24→ la corrispondenza di L* con il parallelo LXX* permette di sanare le corruzioni di LXXB. 246 Cfr. par. 1: 2Re 25:1, 27a // Ger 52:4, 31a. 247 Cfr. par. 6: 2Re 25:2 // Ger 52:5; 2Re 25:12 // Ger 52:15. 248 I passi paralleli nella Peshitta non presentano tra loro molte divergenze (è stato ipotizzato un unico traduttore per i libri di Re e di Geremia) e la Vorlage da cui dipendono nella maggior parte dei casi corrisponde a quella di TM. Cfr. cap. I, par. 2.1.

LO STRATO PRELUCIANEO

132 2Re

Ger

24:18 ---] h\n L* ---

52:1

o[nto"] hn L‟ ---

25:4

kai; ejporeuvqh = A Arm 52:7 Syh ] kai; ejporeuvqhsan L* N rell ] K 85, 150, 175, 601, primo R 22

kai; ejporeuvqhsan

25:5

diespavrh ] diespavrhsan 52:8 L* Arm Aeth

diespavrhsan

25:8a eJbdovmh/ ] ejnnavth/ L* 52:12a dekavth/ ] R 440, 704, primo exter. 1 25:8b tw'/ Naboucodonosovr ] 52:12b --th'" basileiva" Naboucodonosovr L* Aeth 25:12 th'" gh'"] tou' laou' th'" 52:16 gh'"

]

tou' laou' ] th" gh" L ‟

R primo

704 25:13 eij" Babulw'na ] kai; ajphv- 52:17 negkan eij" Babulw'na L*

kai; ajphvnegkan bulw'na

eij"

Ba-

25:15 ta;" crusa'" kai; ta;" ajr- 52:19 gura'"] ta;" crusa'" kai; ajrgura'" L*

a} h\n crusa' crusa' kai; a} h\n ajrgura' ajrgura' ] om. crusa 2o et argura 2o L198-407

CORRISPONDENZA CON LE TESTIMONIANZE PRELUCIANEE

133

2. CORRISPONDENZA CON LA VETUS LATINA DI GER 52:12-33 Sono riportate di seguito le varianti di La* rispetto a LXX* corrispondenti alla tradizione lucianea di Ger 52:12-33 e a LXXB e L* 2Re 25:8-29. 2Re 25:10

Ger --- ] kai; to; tei'co" jIerou- 52:14 salhvm L*

25:15

ta;" crusa'" kai; ta;" ajr- 52:19 gura'"

25:18

to;n Saraivan (+ to;n L*) 52:24 iJereva to;n prw'ton

25:21

kai; e[paisen (ejpavtaxen 52:27 L*) aujtou;" ... kai; ejqanavtwsen aujtouv" ...

kai; pa'n tei'co" jIerousalhvm Et murum Hierusalem

a} h\n crusa' crusa' kai; a} h\n ajrgura' ajrgura' argentum et aurum

to;n iJereva to;n prw'ton ] ton Saraian ton arcierea ton prwton L‟ Summum sacerdotem

kai; ejpavtaxen aujtouv" ] kai epataxen autou" ... kai eqanatwsen autou" L‟ ... Et interfecit eos

25:27a th'" ajpoikiva" tou' jIwa- 52:31a ajpoikisqevnto" tou' Iwakim basilevw" Iouda kei;m basilevw" jIouvda ] th'" ajpoikesiva" jIwakeivn basilevw" jIouvda L*

25:27b u{ywsen ... th;n kefalhvn ...

transmigrationis Ioachim regis Iudae

52:31b e[laben ... th;n kefalhvn ... eleuauit caput eius

25:27c ejx oi[kou fulakh'" aujtou' 52:31c ejx oijkiva" h|" ejfulavsseto ] om. aujtou' L* 25:29a ta; iJmavtia

de carcere

52:33a th;n stolhvn uestimenta

25:29b pavsa" ta;" hJmevra" th'" 52:33b pavsa" ta;" zwh'" aujtou' e[zhsen

hJmevra"

omnibus diebus vitae suae

a}"

134

LO STRATO PRELUCIANEO

3. CORRISPONDENZA CON LE ANTICHITÀ GIUDAICHE DI FLAVIO GIUSEPPE Nelle Antichità il testo di 2Re 24:18-25:30 // Ger 52 viene rielaborato liberamente e ampliato con modificazioni che coinvolgono il lessico, l‟ordine e il contenuto della narrazione, non è stato realizzato pertanto un confronto puntuale di Ios con i testimoni in esame. Di seguito riportiamo le corrispondenze con le varianti della tradizione greca 249. 2Re Ger uiJ o " ; ei[ k osi kai; eJ n o; " ej n i24:18 52:1 autou' Sedekiva" ] uiJo;" ei[kosi kai; eJno;" e[tou" h\n Sedekiva" L*

o[nto" eijkostou' kai; eJno;" e[tou" Sedekivou ] eikosi kai eno" etou" hn Sedekia" L‟

Ios 10.103 Sacciva" d∆ h\n ejtw'n me;n ei[kosi kai; eJnov" 25:1a kai; ejgenhvqh ejn tw'/ e[tei 52:4a kai; ejgevneto ejn tw'/ e[tei tw'/ ejnavtw th'" basileiva" tw'/ ejnavtw/ th'" basileiva" aujtou' aujtou' ] kai; ejgenevto ejn tw'/ ejnnavtw/ e[tei th'" basileiva" Sedekivou L* Ios 10.116a “Etei d∆ ejnavtw/ th'" Saccivou basileiva" 25:1b ejn tw'/ mhni; tw'/ dekavtw/ ] 52:4b ejn mhni; tw'/ dekavtw/ dekavth/ tou' mhnov" ejn tw'/ mhni; tw'/ dekavtw/ L* Ios 10.116b kai; hJmevra/ dekavth/ tou' dekavtou mhnov" 25:1c kai; parenevbalen ejp j aujth;n 52:4c kai; periecaravkwsan aujth;n kai; wj/kodovmhsen ejp j aujkai; periw/kodovmhsan aujthvn thvn ] kai; periekavqisen ejp j aujth;n kai; periw/kodovmhsen ejp j aujth;n L* Ios 10.131a oijkodomhvsa" cwmavtwn ajp∆ aujtw'n ajnei'rge

249

Cfr. cap. I, par. 2.3.

CORRISPONDENZA CON LE TESTIMONIANZE PRELUCIANEE

135

25:1d perivteico" kuvklw/ ] tei'co" 52:4d tetrapovvdoi" kuvklw/ kuvklw/ L* Ios 10.131b tou;" toi'" teivcesin ejfestw'ta" 25:5a kai; ejdivwxen hJ duvnami" 52:8a kai; katedivwxen hJ duvnami" tw'n Caldaivwn ojpivsw tou' tw'n Caldaivwn ojpivsw tou' basilevw" basilevw"] kai; katedivwxe duvnami" tw'n Caldaivwn ojpivsw tou' basilevw" L* Ios 10.137a w{rmhsan diwvkein aujtovn 25:5b kai; katevlabon ejn ajrabw;q 52:8b kai; katevlabon aujto;n ejn jIereicwv ] kai; katevlabon tw'/ pevran jIericwv ] + en aujto;n kata; dusmav" jIeth erhmw L‟ ricwv L* Ios 10.137b katalabovnte" dia; th'" ejrhvmou ... de; oujk a[pwqen ÔIericou'nto" 25:5c diespavrh ejpavnwqen aujtou' 52:8c diespavrhsan ajp j aujtou' ] diespavrhsan ajpo; ejpavnwqen aujtou' L* Ios 10.137c katalipovnte" aujto;n diespavrhsan a[llo" ajllacou' 25:6

h[gagon aujto;n pro;" ba- 52:9 sileva Babulw'no" ] kai; ajphvgagon aujto;n pro;" to;n basileva Babulw'no" L*

h[gagon aujto;n pro;" basileva Babulw'no"

Ios 10.138 h[gagon pro;" to;n basileva kai; e[dhsen ... h[gagen 52:11 kai; e[dhsen ... h[gagen aujto;n basileu;" Babulw'no" eij" Babulw'na ] kai; eij" Babulw'na e[dhsen ... ajphvgagen aujto;n eij" Babulw'na L* ... ... ... Ios 10.141 dhvsa" h[gagen eij" Babulw'na 25:7

136

LO STRATO PRELUCIANEO

25:18 to;n Saraivan (to;n L*) iJe- 52:24 to;n iJereva to;n prw'ton ] reva to;n prw'ton ton Saraian arcierea ton prwton L‟ Ios 10.149a to;n ajrciereva Sebai'on 25:19 kai; pevnte a[ndra" tw'n 52:25 kai; eJpta; a[ndra" ojnomasoJrwvntwn to; provswpon tou;" ejn proswvpw/ tou' tou' basilevw" basilevw" Ios 10.149b kai; tou;" fivlou" tou' Saccivou eJptav

4. COMMENTO - Gli accordi di LXX 2Re 24:18-25:30 // Ger 52 con Pesh confortano l‟ipotesi della dipendenza sporadica della traduzione siriaca dai LXX 250. Sono state registrate corrispondenze di Pesh con tutti i testimoni greci: Pesh 2Re 24:18 = Pesh Ger 52:1 corrisponde alla tradizione lucianea di 2Re e Geremia (l‟aggiunta della copula potrebbe avere valore esegetico); Pesh 2Re 25:4 = Pesh Ger 52:7 corrisponde a L* 2Re 25:4 e a Ger (TM e LXX) 52:7251; Pesh 2Re 25:5 = Pesh Ger 52:8 corrisponde a LXXB 2Re 25:5; Pesh 2Re 25:8a corrisponde a L* 2Re 25:8a; Pesh 2Re 25:8b = Pesh Ger 52:12b corrisponde a LXXB 2Re 25:8b (per l‟omissione della resa di ); Pesh Ger 52:16 corrisponde a LXX* Ger 52:16 (in parallelo L* 2Re 25:12 riporta la stessa variante giustapposta alla lezione comune a TM); Pesh 2Re 25:13 = Pesh Ger 52:17 corrisponde a L* 2Re 25:13 e a LXX* Ger 52:17; Pesh 2Re 25:15 = Ger 52:19 abbrevia il testo in accordo con LXX 2Re 25:15 e con la tradizione lucianea di Ger 52:19. Alcuni di questi accordi sono riconducibili all‟impiego da parte del traduttore siriaco di una Vorlage ebraica distinta da TM e comune a una parte della tradizione greca252: 2Re 25:8a→ Pesh, L* = R; 250

Cfr. cap. I, par. 2. Cfr. cap. III, par. 1. 252 Cfr. cap. I, par. 2. 251

CORRISPONDENZA CON LE TESTIMONIANZE PRELUCIANEE

137

Ger 52:16→ Pesh, LXX*= R 2Re 25:12 (relativamente a 25:12 (relativamente a tou' laou').

) e L* 2Re

- La Vetus Latina di Ger 52:12-33 attinge sporadicamente dal parallelo greco: La* Ger 52:14 (non rende ) è in accordo con L* 2Re 25:10; La* Ger 52:19 (non rende la ripetizione di e ) è in accordo con LXX 2Re 25:15; La* Ger 52:24 (non riporta il nome del sommo sacerdote) è in accordo con LXX* Ger 52:24 (la resa summum sacerdotem corrisponde a ton arcierea di L‟, piuttosto che a to;n iJereva to;n prw'ton degli altri testimoni greci); La* Ger 52:27 è in accordo con kai; ejqanavtwsen aujtouv" di L‟ Ger 52:27 (= TM) e con LXX 2Re 25:21; La* Ger 52:31a, 31b, 33a, 33b sono in accordo con TM Ger 52:31a, 31b, 33a, 33b e con 2Re (TM e LXX) 25:27a, 27b, 29a, 29b. Gli accordi di La*, rispettivamente con L* e L‟, potrebbero ricondursi allo strato prelucianeo del testo greco. - Flavio Giuseppe attinge liberamente da tradizioni diverse di 2Re 24:1825:30 // Ger 52253: in Ios 10.103, e[to" e ei[kosi corrispondono alle varianti della tradizione lucianea di 2Re 24:18 // Ger 52:1; in Ios 10.116a, th'" Saccivou basileiva" corrisponde a th'" basileiva" Sedekivou di L* 2Re 25:1a; in Ios 10.116b, dekavth/ tou' dekavtou mhnov" corrisponde alla tradizione ebraica di 2Re 25:1b // Ger 52:4b e a LXX*; in Ios 10.131a, oijkodomei'n corrisponde alla resa secondo LXXB 2Re 25:1c; in Ios 10.131b, teivcesin corrisponde alla variante lessicale di L* 2Re 25:1d; in Ios 10.137a, diwvkein corrisponde alla resa secondo LXXB 2Re 25:5a; in Ios 10.137b, dia; th'" ejrhvmou corrisponde a en th erhmw di L‟ Ger 52:8b; in Ios 10.137c, diespavrhsan corrisponde alla variante della tradizione ebraica di 2Re 25:5d // Ger 52:8c, a L* 2Re 25:5d e a LXX* Ger 52:8c; in Ios 10.138, h[gagon corrisponde a LXXB 2Re 25:6 e a LXX* Ger 52:9; 253

Gli accordi di una fonte del I sec. d.C. come Ios con le varianti della tradizione lucianea del IV sec. d.C. sono particolarmente significativi per il riconoscimento di lezioni prelucianee.

LO STRATO PRELUCIANEO

138

in Ios 10.141, h[gagen corrisponde a LXXB 2Re 25:7, LXX* Ger 52:11; in Ios 10.149a, ajrciereva corrisponde alla variante di L‟ Ger 52:24; in Ios 10.149b, eJpta corrisponde a TM e LXX* Ger 52:25.

APPENDICE ONOMASTICA E TOPOGRAFIA Sono riportate di seguito le trascrizioni di nomi personali e topografici rilevati tra i testimoni in esame di 2Re 24:18-25:30 // Ger 52, con l‟indicazione delle rispettive occorrenze: le voci in greco, siriaco e latino seguono i termini ebraici corrispondenti in TM elencati in ordine alfabetico. TM 2Re 25:27; Ger 52:31; Eujeialmarwdevk LXXB 2Re 25:27; Eujila;d Marwdavc L* 2Re 25:27; Oulaimaradac LXX* Ger 52:31; Oulamadarac L‟ Ger 52:31; Pesh 2Re 25:27, Ger 52:31; Helmirodach La* Ger 52:31; jAbilmaqadavco" Ios 10.229. TM 2Re 24:20, 25:1, 6, 7, 8 (bis), 11, 13, 20, 21, 27, 28, TM Ger 52:3, 4, 9, 10, 11 (bis), 12 (bis), 15, 17, 27, 31, 32, 34; Babulw'no" LXX 2Re 24:20, 25:1, 6, 8 (bis), 11, 20, 21, 27; LXX* Ger 52:4, 9, 10, 11, 12, 27, 31, 34, L‟ Ger 52:3, 15; Babulw'na LXX 2Re 25:7, 13, LXX* Ger 52:11, 17, Ios 10.141, 150; Babulw'ni LXX 2Re 25:28, LXX* Ger 52:32; Pesh 2Re 24:20, 25:1, 6, 7 (bis), 8 (bis), 11 (bis), 13, 20, 21, 27, 28, 30, Pesh Ger 52:3, 4, 9, 10, 11 (bis), 12 (bis), 15, 17, 27, 31, 32, 34; Babyloniae La* Ger 52:12; Babylonis La* Ger 52:27; Babylonia (abl) La* Ger 52:32; Babulwnivan Ios 10.145. TM 2Re 24:18, Ger 52:1; Mitavt LXXB 2Re 24:18;

APPENDICE : ONOMASTICA E TOPOGRAFIA

139

jAmitavl L* 2Re 24:18, LXX* Ger 52:1254; Pesh 2Re 24:18, Ger 52:1. TM 2Re 25:21, Ger 52:9, 27; AiJmavq LXX 2Re 25:21255, L‟ Ger 52:9, L 52:27; Emaq LXX* Ger 52:27; Pesh 2Re 25:21, Ger 52:9, 27; Emath La* Ger 52:27. TM 2Re 24:20, 25:21, 27 (bis), Ger 52:3, 10, 27, 31 (bis); jIouvda/ LXX 2Re 24:20, L‟ Ger 52:3; jIouvda" LXX 2Re 25:21, L‟ Ger 52:27; jIouvda (indecl.) LXX* Ger 52:10, 31256; Pesh 2Re 24:20, 25:21, 27 (bis), Ger 52:3, 10, 27, 31 (bis); Iudae La* Ger 52:31. TM 2Re 25:27 (bis), Ger 52:31; TM Ger 52:31; jIwakeivm LXXB 2Re 25:27 (bis); jIwakeivn L* 2Re 25:27 (bis)257; jIwakivm LXX* Ger 52:31. Pesh 2Re 25:27 (bis), Ger 52:31; Ioachim La* Ger 52:31; jIeconivan Ios 10.229. TM 2Re 24:19, Ger 52:2; 254

La lezione di LXXB è corrotta e non è attestata altrove nei LXX; L* e LXX* corrispondono alla resa di LXX 2Re 23:31 e 2Cr 36:2. 255 Nelle altre sezioni del codice Vaticano di Sam-Re viene reso con JHmavq in 2Sam 8:9 (bb), 1Re 8:65 (gg), con AiJmavq in 2Re 14:25, 17:24, 18:34, con JEmmavq in 2Re 14:28, con JEmavq in 2Re 17:30, con Mavq in 2Re 19:13, con JEmavt in 2Re 23:33 (gd). La variante più diffusa nelle sezioni sottoposte alla revisione kaivge è AiJmavq; le sezioni non-kaivge traducono sempre con JHmavq. Cfr. Catastini, Isaia ed Ezechia, p. 210. 256 Secondo Brock, The Recensions, p. 332, la forma indeclinabile jIouvda("), la più diffusa nella sezione a del codice Vaticano (Sam 11:8, 15:14, 17:52, 18:16, 23:23, 25:5, 30:16, 26), è quella originaria dei LXX. 257 La - si può traslitterare in greco anche con m come in jIwakeivm di LXXB 2Re 24:6, 8, 12, 15, 27. L* trascrive in ogni caso jIwakeivn.

140

LO STRATO PRELUCIANEO

jIwakeivm LXXB 2Re 24:19, L‟ Ger 52:2258; jIwakeivn L* 2Re 24:19; Pesh 2Re 24:19, Ger 52:2. TM 2Re 24:18, 20, 25:1, 8, 9, 10, Ger 52:1, 3, 4, 12, 13, 14, 29; jIerousalhvm LXX 2Re 24:18, 20, 25:1, 8, 9, L* 2Re 25:10, LXX* Ger 52:1, 4, 12, 14, L‟ Ger 52:3, 13, 29; Pesh 2Re 24:18, 20, 25:1, 8, 9, 10, Ger 52:1, 3, 4, 12, 13, 14, 29; Hierusalem La* Ger 52:12, 14, 17-23; ÔIerosovluma Ios 10.116, 144, 149. TM 2Re 25:5, Ger 52:8; jIereicwv LXXB c2 2Re 25:5; jIericwv L* 2Re 25:5, LXX* Ger 52:8; Pesh 2Re 25:5, Ger 52:8; JIericou'nto" (gen.) Ios 10.137. TM 2Re 24:18, Ger 52:1; jIeremivou (gen.) LXX 2Re 24:18, LXX* Ger 52:1; Pesh 2Re 24:18, Ger 52:1. TM 2Re 25:4, 5, 10, 13, Ger 52:7, 8, 14, 17; Caldaivoi LXX 2Re 25:4, LXX* Ger 52:7; Caldaivwn LXX 2Re 25:5, 13, L* 2Re 25:10, LXX* Ger 52:8, 14, 17; Pesh 2Re 25:4, 5, 10, 13, Ger 52:7, 8, 14, 17; Chaldaeorum La* Ger 52:14. TM 2Re 24:18, Ger 52:1; Lobennav L*2Re 24:18259, L‟-51 Ger 52:1; Lobenav LXX* Ger 52:1. Pesh 2Re 24:18, Ger 52:1. TM 2Re 25:8, 11, 20, Ger 52:12, 15, 16, 26; Nabouzardavn LXX 25:8, 11, 20, LXX* Ger 52:12, 26, L‟ Ger 52:16; 258 259

In L* 2Re 23:34, 35, 36; 24:1, 5, viene reso con jIwakeivm. In 2Re 23:31 viene reso da LXXB con lemnav, L* mantiene la forma lobennav.

APPENDICE : ONOMASTICA E TOPOGRAFIA

141

Pesh 2Re 25:8, 11, 20, Ger 52:12, 15, 16, 26; Nabuzardan La* Ger 52:12, 15, 26; Nabouzardavnhn Ios 10.144; Nabouzardavnh" Ios 10.155, 159. TM 2Re 25:1, 8; TM Ger 52:4, 12; Naboucodonosovr LXX 2Re 25:1, 8, LXX* Ger 52:4, L‟ Ger 52:12; Pesh 2Re 25:1, 8, Ger 52:4, 12; Naboucodonosovrou Ios 10.146260. TM 2Re 24:18, 20, 25:2, 7 (bis); Ger 52:1, 3, 5, 8, 9, 10, 11; Sedekiva" LXX 2Re 24:18, 20; Sedekivou LXX 2Re 25:2, 7 (bis), L* 2Re 25:1, 6, LXX* Ger 52:1, 10, L‟ Ger 52:5; Sedekiva/ LXX* Ger 52:5; Pesh 2Re 24:18, 20, 25:2, 3, 7 (bis); Ger 52:1, 3, 5, 8, 9, 10, 11; Sacciva" Ios 10.103, 136; Saccivou Ios 10.116, 135, 140, 141, 145, 146, 149; Sacciva/ Ios 10.137; Saccivan Ios 10.140, 150261. TM 2Re 25:18; TM Ger 52:24; Sofonivan LXXB 2Re 25:18, L‟ Ger 52:24; Safanivan L* 2Re 25:18; Pesh 2Re 25:18, Ger 52:24; Sefenian Ios 10.149. TM 2Re 25:21, Ger 52:27; 260

La traduzione greca e siriaca di Nabuccodonosor dipende dalla forma di TM 2Re. La lezione di TM Ger è più vicina all‟originale nabu-kudurri-usur ed è probabilmente la più antica. La variante di TM 2Re è più diffusa nell‟intero corpus biblico ed è il risultato della dissimilazione della prima che diventa ; la lezione di TM Ger compare altrove in TM di Geremia e di Ezechiele. Tra i testimoni greci il nome viene declinato solo in Ios. 261 Secondo Piovanelli, “Le Texte de Jérémie”, p. 31, la resa di Flavio Giuseppe dipende da , equivalente aramaico di .

LO STRATO PRELUCIANEO

142

TM 2Re 25:6, 20, Ger 52:9, 10; jIerdeblavqan LXXB 2Re 25:6; Deblaqav L* 2Re 25:6, 21, LXX 2Re 25:20, LXX* Ger 52:9, 10, 27; JReblavqa LXXB 2Re 25:21262; Pesh 2Re 25:6, 20, Ger 52:9, 10; Deblatha La* Ger 52:27; Salavbaqa Ios 10.150; ∆Aribaqa' Ios 10.150. TM 2Re 25:16, Ger 52:20; Salwmwvn LXXB 2Re 25:16, LXX* Ger 52:20; Solwmwvn L* 2Re 25:16, Ios 10.145; Salwmon L Ger 52:20; Pesh 2Re 25:16, Ger 52:20. TM 2Re 25:18, Ger 52:24; Saraivan LXX 2Re 25:18; Saraiva (indecl.) L‟Ger 52:24, Ios 10.150263; Pesh 2Re 25:18, Ger 52:24; Sebai'on Ios 10.149. COMMENTO La trascrizione di nomi propri in greco si basa su un sistema di corrispondenze fisse non sempre legate alla pronuncia; così = zero; = b; = g; = d; ecc., ma = c; = t; = n; = m; = q264. Nella restituzione della pronuncia ritenuta originaria o di quella corrente all‟epoca della traduzione o delle differenti revisioni, questa prassi non è sempre rispettata: così per la trascrizione di , la versione originaria di LXX probabilmente riportava Deblaqav come in LXX* Ger 52:9, 10, 27, in L* 2Re 25:6, 20, 21 e in LXXB 2Re 25:20; in LXXB 2Re 25:21 si riporta la trascrizione fonetica Reblavqa, più aderente a TM secondo la revisione kaivge. I nomi traslitterati sono spesso indeclinabili nei LXX ( jIerousalhvm, jIereicwv, jIwakeivm, Nabouzardavn, Naboucodonosovr), anche se quelli usati più 262

In 2Re 23:33 viene reso da LXXB con jAblaav, L* mantiene la forma Deblaqav. 263 La resa di L‟ Ger 52:24 e Ios 10.150 è indeclinabile e corrisponde alle varianti esaplari di O Ger 52:24 e Ax 2Re 25:18. 264 Per il sistema completo di regole fisse di trascrizione cfr. Brock, The Recensions, pp. 313-314.

APPENDICE : ONOMASTICA E TOPOGRAFIA

143

di frequente presentano il suffisso di qualche caso o la declinazione completa: viene reso al dat. jIouvda/ (LXX 2Re 24:20, L‟ Ger 52:3), al nom. jIouvda" (LXXB 2Re 25:21, L‟ Ger 52:27), al gen. Iudae (La* Ger 52:31), ma jIouvda (LXX* Ger 52:10, 31) è indeclinabile; viene reso con la declinazione Sedekiva" (LXX 2Re 24:18, 20), Sedekivou (LXX 2Re 25:2, 7 (bis), L* 2Re 25:1, 6, LXX* Ger 52:1, 10, L‟ Ger 52:5), Sedekiva/ (LXX* Ger 52:5) ecc. In Ios la desinenza dei casi viene aggiunta anche in nomi che nei LXX si presentano come indeclinabili: jIeconivan (Ios 10.229), Nabouzardavnhn (Ios 10.144), Nabouzardavnh" (Ios 10.155, 159), Naboucodonosovrou (Ios 10.146). I nomi e sono resi con i termini correnti in greco Babulwvn e Caldaivoi e si declinano regolarmente: Babulw'no" (LXX 2Re 24:20, 25:1, 6, 8 (bis), 11, 20, 21, 27, LXX* Ger 52:4, 9, 10, 11, 12, 27, 31, 34, L‟ Ger 52:3, 15), Babulw'na (LXX 2Re 25:7, 13, LXX* Ger 52:11, 17, Ios 10.141, 150; Babulw'ni (LXX 2Re 25:28, LXX* Ger 52:32); Caldaivoi (LXX 2Re 25:4, LXX* Ger 52:7), Caldaivwn (LXX 2Re 25:5, 13, 24, 26, L* 2Re 25:10; LXX* Ger 52:8, 14, 17), Chaldaeorum (La* Ger 52:14). Ios traduce quasi sempre secondo i LXX, in un caso però (Ios 10.145) rende secondo la traduzione latina Babilonia (corrispondente a La*). L‟onomastica in Pesh è nella maggior parte dei casi aderente alla forma ebraica di TM, in 2 casi la forma siriaca è in più vicina alla resa dei LXX: e . Il testo di LXXB presenta in due casi – Mitavt (2Re 24:18) e jIerdeblavqan (2Re 25:6) – corruzioni testuali, sanabili ricorrendo alle lezioni corrispondenti – jAmitavl – di L* 2Re 24:18 e LXX* Ger 52:1, e – Deblaqav – di L* 2Re 25:6 e LXX* Ger 52:9; la sovrapposizione di r e d in jIerdeblavqan potrebbe dipendere dalla fusione delle lezioni JReblavqa e Deblaqav.

CAPITOLO VIII LE STRATIFICAZIONI DEL TESTO

1. I TESTIMONI Nei capitoli precedenti sono stati presi in esame i testimoni più antichi dei passi paralleli 2Re 24:18-25:30 e Ger 52 e sono state definite da un lato le caratteristiche recensionali e editoriali di ciascuna tradizione, dall‟altro gli elementi comuni indizio di una Vorlage precedente l‟attuale ramificazione del testo. Le testimonianze ebraiche risalgono prevalentemente alla tradizione della scuola tiberiense, rappresentata dal testo masoretico conservato nei codici di S. Pietroburgo (XI sec.)265, di Aleppo (X sec.)266, del Cairo (IX)267 e nelle varianti dei manoscritti della tradizione medievale collazionati da Kennicott e De Rossi (K-R); sono state consultate inoltre le varianti delle tradizioni palestinese 268 e babilonese (TB)269. L‟edizione cui si è fatto riferimento è quella della BHS (= TM) che riproduce il codice di S. Pietroburgo, tuttavia sono state segnalate di volta in volta le varianti degli altri testimoni ebraici (in caso di corrispondenza con la tradizione del brano parallelo o con varianti dei LXX). Per la tradizione greca di 2Re 24:18-25:30 sono stati analizzati il testo del codice Vaticano (IV sec. d.C.) secondo l‟edizione diplomatica di Cambridge270 (LXXB) – che attesta la revisione kaivge del I sec. d.C. – e il testo della recensione lucianea (IV sec. d.C.) secondo l‟edizione critica di Madrid 271 (L*), portatore di uno strato prelucianeo non sottoposto alla revisione kaivge272. Sulla base dell‟apparato dell‟edizione cantabrigense sono state verificate le varianti dei codici lucianei (boc2e2) rispetto a L* e le corrispondenze di L* con i testimoni della recensione esaplare del IV sec. d.C. (Axy Arm 273 Syh). 265

Cfr. Elliger, Rudolph (ed.), Biblia Hebraica Stuttgartensia. Su cui si basa l‟edizione di The Hebrew University Bible Project. 267 Pérez Castro, Reyes, pp. 312-319; Id., Jeremías, pp. 267-274. Cfr. cap. I, parr. 3, 6. 268 In Chiesa, La tradizione palestinese, non sono riscontrabili divergenze rispetto a TM. 269 In Miletto, La tradizione babilonese, p. 116, è stata registrata una variante rispetto a TM; cfr. cap. VI, par. 1. 270 Brooke, McLean, Thackeray, The Old Testament in Greek. Vol. II: I and Kings, pp. 385-389. 271 Fernández Marcos, Busto Saiz, El texto antioqueno. 1-2 Reyes, pp. 157-161. 272 Cfr. cap. I, par 1.2-3. 273 Per le caratteristiche di Arm cfr. cap. I, par. 6 e cap. III, par. 7. 266

146

LE STRATIFICAZIONI DEL TESTO

Per la tradizione greca di Ger 52, l‟edizione critica di Gottinga274 (LXX*), che ricostruisce il testo originale di Geremia LXX risalente al II sec. a.C., è il testimone più antico disponibile; sulla base dell‟apparato critico gottingense sono state esaminate le varianti della recensione lucianea di Ger 52 (IV d.C.) e le corrispondenze di questa tradizione con la tradizione esaplare (O)275. Sono stati verificati infine gli accordi dei testimoni greci con le testimonianze prelucianee276: la Peshitta di 2Re 24:18-25:30, sulla base dell‟edizione leidense, e di Ger 52, secondo l‟edizione fotolitografica del codice Ambrosiano 277; la Vetus Latina di Ger 52:12-33, secondo l‟edizione critica provvisoria curata da Bogaert 278; il X libro delle Antichità Giudaiche di Flavio Giuseppe, secondo l‟edizione di Niese279. 2. LA TRADIZIONE DI 2RE 24:18 - 25:30 La tradizione di 2Re 24:18-25:30 è quella col minor numero di varianti sostanziali tra TM e LXX. LXXB rispecchia una forma testuale protomasoretica circolante nel I sec. d.C., prossima ma ancora non equivalente a TM e di cui permangono tracce nelle lezioni corrispondenti di K-R. Le varianti rilevate dal confronto di LXXB con TM 2Re 24:18-25:30 (cfr. cap. II) rappresentano il gruppo più esiguo tra quelle registrate: si segnalano soprattutto variazioni di carattere morfologico e scarse variazioni di contenuto ed estensione, che non comportano modifiche sul piano narrativo se si eccettua l‟omissione in LXX B del v. 2Re 25:10, in cui si narra della distruzione delle mura di Gerusalemme da parte dell‟esercito babilonese. La recensione lucianea (L*: IV sec. d.C.), da un lato incorpora un maggior numero di divergenze rispetto a TM, anche in questo caso non sostanziali, dall‟altro integra la lacuna di LXX B riportando una traduzione di 2Re 25:10 distinta in parte da TM e dalla recensione esaplare280. Nel confronto tra L* e LXXB sono state rilevate variazioni di contenuto in numero limitato, mentre prevalgono quelle di natura morfologica, lessicale e di estensione. Sulla base dei criteri di riconoscimento delle caratteristiche delle 274

Ziegler, Vetus Testamentum Graecum. XV, pp. 443-450. Cfr. cap. I, par. 6. Cfr. cap. I, par. 6. 276 Cfr. cap. I, parr. 1.2-3, 2.1, 2.2, 2.3. 277 Gottblied, Hammershaib, The Old Testament in Syriac, pp. 156-160; Ceriani, Translatio Syro Peshitto. 278 Bogaert, “Les trois formes de Jérémie 52”, pp. 6-9. 279 Cfr. cap. I, parr. 2.1, 2.2, 2.3, 6. 280 Cap. III, par. 4. 275

LA TRADIZIONE DI 2RE 24:18-25:30

147

recensioni kaivge e lucianea (segnalati nel cap. I), è stato operato un primo riconoscimento in LXXB e in L* di lezioni presumibilmente non originarie dei LXX (II sec a.C.), ma risalenti nel primo caso alla recensione del I sec. d.C., nel secondo alla recensione del IV sec. d.C. In LXXB, tra le lezioni già annoverate tra le caratteristiche della recensione kaivge, sono state individuate le seguenti rese: 281 - 2Re 25:5d, 21 → ejpavnwqen per tradurre ; 282 - 2Re 25:5a → diwvkw per tradurre la radice ; 283 - 2Re 25:19 → a[rcwn th'" dunavmew" per tradurre ; 284 - le trascrizioni . In questi casi la traduzione più antica di LXX è con maggiore probabilità quella conservata in L*, anche se talvolta questo testo incorpora più tradizioni di una stessa parola ebraica e la lezione originaria si trova sovrapposta alla lezione revisionata285. Nella tecnica di traduzione di L* si possono segnalare alcuni accorgimenti stilistici caratterizzanti la recensione lucianea: l‟uso più abbondante dell‟articolo, la sostituzione dell‟aoristo passivo di givnesqai con il medio286, l‟uso preferenziale dei verbi composti287, alcune modifiche di ordine grammaticale e della sequenza sintattica di parole o frasi288, l‟inserimento di soggetti, predicati e riferimenti geografici che rendono il testo più esplicito (e che probabilmente nei LXX originari erano sottintesi come in LXX B)289. L* corrisponde in poche occasioni a Axy Syh, mentre l‟accordo con Arm, più frequente, conforta spesso (contro gli altri testimoni esaplari) varianti peculiari del testo antiocheno. La tradizione lucianea pertanto, sebbene l‟affinità con varianti esaplari caratterizzi questa recensione, si presenta nel caso di 2Re 24:18-25:30 piuttosto indipendente dall‟influsso della recensione origeniana 290. Il confronto delle varianti lessicali di LXXB e L* con le corrispettive modalità di traduzione diffuse nelle sezioni kaivge e non-kaivge del codice Vaticano ha costituito un ulteriore strumento di riconoscimento nella tradizione lucianea di varianti precedenti le cure recensionali 291, poiché, nei casi di 281

Cap. III, par. 1. Cap. III, par. 2. 283 Cap. III, par. 4. 284 Cap. III, par. 2. 285 Cap. III, par. 1: 2Re 25:5d; par. 4: 2Re 25:19. 286 Cap. III, par. 1. 287 Cap. III, par. 2. 288 Cap. III, par. 6. 289 Cap. III, parr. 3, 4, 5. 290 Cap. III, par. 7. 291 Cap. III, par. 2. 282

148

LE STRATIFICAZIONI DEL TESTO

corrispondenza con le rese più comuni delle sezioni non-kaivge, ha permesso di individuare lezioni peculiari di L* in una fase pre-kaivge e prelucianea della trasmissione del testo. Riportiamo di seguito i casi di corrispondenza di L* con le rese delle sezioni non-kaivge: - 2Re 25:5a → katadiwvkw292 traduce la radice ; 293 - 2Re 25:12a → pevnh" traduce ; - 2Re 25:18 → deuvtero"294 traduce ; - 2Re 25:4c, 5b → dusmhv295 traduce ; 296 - 2Re 25:17a, 17b, 17d → ejpiqevma traduce ; - 2Re 25:17c, 17e → divktuon297 traduce . Si può notare come, in luogo di queste traduzioni, in LXX B e nelle sezioni bg e gd siano attestate alcune lezioni già riconosciute come proprie della revisione kaivge: diwvkw per tradurre e le trascrizioni jArabav, sabaca/gabaca, cwqavr, per , e ; in tali occasioni le varianti di L* si confermano risalenti allo strato prelucianeo del testo o alla traduzione greca originaria. Sono stati rilevati gli accordi di LXXB e L* con tradizioni alternative al textus receptus, (come K-R e Pesh di 2Re 24:18-25:30, LXX*, Pesh e La* di Ger 52, e Ios); attraverso questo tipo di analisi è possibile verificare la dipendenza di alcune varianti da una Vorlage alternativa o precedente sia TM 2Re 24:18-25:30 che il parallelo TM Ger 52. Il testo di L* presenta il maggior numero di accordi che rimandano a una Vorlage non masoretica: - 2Re 25:6 → to;n basileva298 corrisponde a attestato in K; - 2Re 25:8a → ou|to"299 corrisponde a attestato in K; - 2Re 25:16g → ejn oi[kw/300 corrisponde a attestato in K; - 2Re 25:12 → kai; tw'n penhtw'n tou' laou'301 corrisponde a attestato in R e in parte a tou' laou' di LXX* Ger 52:16/ di 292

Cap. III, par. 2. Cap. III, par. 2. 294 Cap. III, par. 2. 295 Cap. III, par. 2. 296 Cap. III, par. 2. 297 Cap. III, par. 2. 298 Cap. III, par. 1. 299 Cap. III, par. 1. 300 Cap. III, par. 1. 301 Cap. III, par. 4; cap. VII A, par. 6; VII B, par. 1. 293

LA TRADIZIONE DI 2RE 24:18-25:30

149

Pesh Ger 52:16 (L* e R in questo caso probabilmente sovrappongono la lezione masoretica alla lezione non masoretica ); 302 - 2Re 25:13 → ajphvnegkan corrisponde a di Pesh (2Re-Ger) e a LXX* Ger 52:17; - 2Re 25:8 → ejnnavth/303 corrisponde a

di R e

di Pesh;

304

- 2Re 25:16a, 16d → kaiv (1° e 3°) corrisponde a LXX* Ger 52:20a, 20d; - 2Re 25:2 → eij" sunochvn305 corrisponde a LXX* Ger 52:5; - 2Re 25:18 → to;n iJereva306 corrisponde a LXX* Ger 52:24; - 2Re 25:10 → kai; to; tei'co" Ierousalhvm307 corrisponde a et murum Hierusalem di La* Ger 52:14. LXXB, più aderente a TM, corrisponde a testimonianze non masoretiche nelle seguenti occorrenze: - 2Re 25:4 → ejxh'lqon308 corrisponde a di K e a LXX* Ger 52:7; in B questo caso l‟accordo di LXX , K 2Re e LXX* rende possibile il risanamento della corruttela di TM 2Re 25:4, carente del verbo, con l‟integrazione della lezione . 309 - 2Re 25:8a → aujtov" corrisponde a di K; - 2Re 25:5 → diespavrh310 corrisponde a di Pesh (2Re-Ger); 311 -2Re 25:8b → tw'/ Naboucodonosovr corrisponde a di Pesh (2Re-Ger); - 2Re 25:5a → hJ duvnami" 1°312 corrisponde a LXX* Ger 52:8a. Gli accordi di L* con testimoni greci quali LXX* e Ios forniscono un ulteriore criterio per valutare la diffusione delle varianti di L* precedentemente la recensione del IV sec. d.C.: 302

Cap. VII A, par. 4; cap. VII B, par. 1. Cap. III, par. 5; cap. VII B, par. 1 (2Re 25:8a). 304 Cap. VII A, par. 1 305 Cap. VII A, parr. 1 (2Re 25:2a // Ger 52:5a), 6. 306 Cap. VII A, par. 1. 307 Cap. VII B, par. 2. 308 Cap. II, par. 3; cap. III, par. 1 (2Re 25:4a); cap. VII A, par. 1 (2Re 25:4a). 309 Cap. III, par. 1. 310 Cap. VII B, par. 1. 311 Cap. VII B, par. 1. 312 Cap. VII A, par. 1. 303

150

LE STRATIFICAZIONI DEL TESTO

- 2Re 25:1, 27a → kai; ejgevneto313 corrisponde a LXX* Ger 52:4, 31a; - 2Re 25:5c → ajpo; ejpavnwqen314 riporta in sovrapposizione la lezione originale ajpov, corrispondente a LXX* Ger 52:8c, e la lezione ejpavnwqen della revisione kaivge; - 2Re 25:8a → eJsthkwv"315 corrisponde a LXX* Ger 52:12a; - 2Re 25:14 → ejleitouvrgoun316 corrisponde a LXX* Ger 52:18; - 2Re 25:28 → ejpavnw317 corrisponde a LXX* Ger 52:32; - 2Re 24:18 → e[to"318 corrisponde a LXX* Ger 52:1, Ios 10.103; - 2Re 25:1 → periw/kodomevw319 corrisponde a LXX* Ger 52:4; - 2Re 25:4a → oiJ polemivstai320 corrisponde a LXX* Ger 52:7a; - 2Re 25:5 → katedivwxe321 corrisponde a LXX* Ger 52:8; - 2Re 25:12 → gewrgouv"322 corrisponde a LXX* Ger 52:16; - 2Re 25:13a → ta;" bavsei"323 corrisponde a LXX* Ger 52:17a; - 2Re 25:21 → kai; ejpavtaxen324 corrisponde a LXX* Ger 52:27; - 2Re 25:1d → tei'co"325 corrisponde a Ios 10.131b. In alcuni casi di corruzione testuale di LXXB, l‟accordo di L* 2Re con LXX* Ger consente di sanare il testo e recuperare la traduzione originaria di LXX 2Re: - LXXB 2Re 25:6 → jIerdeblavqan] eij" Deblaqav L* 2Re 25:6 // LXX* Ger 52:9; - LXXB 2Re 25:17 → sacakarqaiv] kai; divktuon kai; rJoaiv L* 2Re 25:17 // LXX* Ger 52:22; - LXXB 2Re 25:18 → uiJovn] to;n iJereva L* 2Re 25:18 // LXX* Ger 52:24326. 313

Cap. VII A, par. 1. Cap. VII A, par. 1. 315 Cap. VII A, par. 1. 316 Cap. VII A, par. 1. 317 Cap. VII A, par. 1. 318 Cap. VII A, par. 2 (2Re 24:18b // Ger 52:1b); cap. VII B, par. 3. 319 Cap. VII A, par. 2. 320 Cap. VII A, par. 2. 321 Cap. VII A, par. 2. 322 Cap. VII A, par. 2. 323 Cap. VII A, par. 2. 324 Cap. VII A, par. 2. 325 Cap. VII B, par. 3. 326 Cap. VII A, par. 6. 314

LA TRADIZIONE DI 2RE 24:18-25:30

151

Gli accordi di LXXB 2Re con LXX* e Ios consentono d‟altro canto di isolare in L* alcune variazioni già riconosciute tra le caratteristiche della recensione lucianea: - l‟aggiunta dell‟articolo in L* 2Re 25:6, 8a, 8b, 17a ma non in LXXB 2Re 25:6, 8a, 8b, 17a e LXX* Ger 52:9, 12a, 12b, 21327; - la ristrutturazione morfologica di L* 2Re 25:16 (a, b, c, d, e, f) rispetto a LXXB 2Re 25:16 (a, b, c, d, e, f) e LXX* Ger 52:20 (a, b, c, d, e, f)328; - l‟uso preferenziale in L* 2Re 25:1, 6, 7b dei composti verbali rispetto a LXXB 2Re 25:1, 6, 7b, LXX* Ger 52:9, 11329 e Ios 10.131a, 138, 141330; - l‟aggiunta in L* 2Re 25:6, 16b, 17, 19 di sostantivi o predicati sottintesi in LXXB 2Re 25:6, 16b, 17, 19331 e LXX* Ger 52:9, 20b, 22, 25332; - lo scambio di nomi personali e pronomi in L* 2Re 25:1, 6, 7 rispetto a LXXB 2Re 25:1, 6, 7 e LXX* Ger 52:4, 9, 10333; - le trasposizioni in L* 2Re 25:1, 2, 4, 17 rispetto a LXXB 2Re 25:1, 2, 4, 17 e LXX* Ger 52:4, 5, 7, 22334. Le corrispondenze di LXXB 2Re con Ios rivestono tuttavia minore interesse (degli accordi di Ios con L*) rispetto alla loro possibilità di essere riconducibili allo strato più antico di LXX 2Re 24:18-25:30, poiché la revisione kaivge, già attiva nel I sec. d.C. (all‟epoca di Flavio Giuseppe), potrebbe aver costituito una delle fonti delle Antichità335: si può osservare come in 2Re 25:5a // Ger 52:8a Ios 10.137a riporti diwvkein, corrispondente alla resa di secondo la recensione kaivge336.

327

Cap. VII A, par. 1. Cap. VII A, par. 1. 329 Cap. VII A, par. 2. 330 Cap. VII B, par. 3. 331 Per il commento a questo v. cfr. cap. III, par. 4. 332 Cap. VII A, par. 3. 333 Cap. VII A, par. 5. 334 Cap. VII A, par. 7. 335 Cap. I, par. 2.3; cap. VII B, par. 3. 336 Cap. VII B, par. 3. 328

152

LE STRATIFICAZIONI DEL TESTO

3. LA TRADIZIONE DI GER 52 La tradizione geremiana si presenta, rispetto a 2Re, meno uniforme sul piano del contenuto e dell‟estensione testuale, con considerevoli variazioni narrative sia tra il testo ebraico e i LXX sia all‟interno della medesima tradizione greca337: LXX* Ger 52 rispecchia la forma testuale breve del II sec. a.C., i testimoni ebraici rispecchiano la forma testuale lunga protomasoretica e masoretica, sulla base della quale operarono le recensioni esaplare e lucianea (come dimostra l‟aderenza di queste a TM338), e che dunque raggiunse un assetto pressoché definitivo nel periodo antecedente il IV sec. d.C. Il confronto tra LXX* e TM ha prodotto il numero più alto di varianti sostanziali. In LXX* non vengono riportati: - i vv. 52:2-3 (l‟accusa morale contro Sedecia); - la parte del v. 52:7 relativa alla fuga di Sedecia e dei suoi uomini dalla città; - il v. 52:15 (la deportazione dei ceti poveri e dei disertori); - parte dei vv. 52:18-19 (LXX* attesta un catalogo più breve degli arredi del tempio saccheggiati dai Babilonesi); - la parte del v. 52:27 riguardante l‟uccisione dei notabili di Giuda e la deportazione di tutto il popolo ebraico a Babilonia. Il testo di LXX* si distingue anche per la carenza di una serie di riferimenti temporali e topografici, di nomi propri, titoli, pronomi, sinonimi e verbi che rendono il testo di TM e dei testimoni della forma lunga più esplicito339. In alcune occasioni (tra le varianti di contenuto e estensione) si registra la corrispondenza di LXX* con la tradizione ebraica alternativa a TM Ger 52: - Ger 52:6 → ] om. LXX*, TM 2Re 25:3; - Ger 52:9 → ] om. LXX*, TM 2Re 25:6; - Ger 52:14 → ] om. LXX*, K; - Ger 52:15 → ] om. LXX*, TM 2Re 25:11; - Ger 52:16 → ] om. LXX*, TM 2Re 25:12; - Ger 52:17 → ] om. LXX*, K, TM 2Re 25:13340; - Ger 52:8a → aujtovn di LXX* corrisponde a di K e TM 2Re 25:5341.

337

Cap. I, par. 5. Cfr. cap. V. 339 Cap. IV, par. 2. 340 Cap. IV, par. 2. 341 Cap. IV, par. 4. 338

LA TRADIZIONE DI GER 52

153

I testimoni lucianei di Ger 52 integrano quasi in ogni caso il testo greco secondo TM Ger 52 o secondo i codici esaplari adeguando i LXX alla forma testuale lunga di Geremia342: quanto all‟assorbimento di materiale esaplare dunque, la recensione lucianea di Ger 52 si comporta in maniera antitetica rispetto alla recensione lucianea di 2Re 24:18-25:30 (che risulta pressoché immune dall‟influsso della recensione origeniana)343. Per quanto riguarda l‟aggiunta di nomi propri (Ger 52:9a344), di soggetti sottintesi (Ger 52:9c345), di particolari narrativi (Ger 52:18a, 18b, 20a, 31346) e per la sostituzione di pronomi con nomi corrispondenti (Ger 52:4, 9347), le modifiche dei testimoni lucianei di Ger 52 sono, però, peculiari di questa tradizione recensionale; in 2 casi si verifica inoltre l‟accumulo nel testo di L‟ di lezioni provenienti da fonti diverse nel corso della trasmissione: - Ger 52:8b → erhmo" di L‟ è in accordo con Ios 10.137b348; - Ger 52:24 → ton arcierea di L‟ è in accordo con La*, Ios 10.149a349. La tradizione lucianea di Ger 52, come L* 2Re 24:18-25:30, può considerarsi dunque una potenziale portatrice di varianti prelucianee. Per quanto riguarda le varianti di carattere morfologico, LXX* attesta, rispetto a TM, un più abbondante impiego della determinazione, modifiche nell‟utilizzo di particelle e preposizioni e una diversa distribuzione di desinenze singolari e plurali. Tra le lezioni di questo tipo si rileva un numero di accordi più cospicuo (di quelli verificati per le varianti di contenuto e estensione) con la tradizione extra-masoretica: - Ger 52:4b → ] om. LXX*, K; - Ger 52:8b → tw'n Caldaivwn corrisponde a di K; - Ger 52:9 → krivsew" corrisponde a di TM 2Re 25:6; - Ger 52:13 → megavlhn corrisponde a di K e TM 2Re 25:9; - Ger 52:14a → tei'co" corrisponde a di K; - Ger 52:17a → ejn oi[kw corrisponde a di K-R; - Ger 52:17b → oiJ Caldai'oi corrisponde a di K; - Ger 52:20a → kai; oiJ stu'loi corrisponde a di K;

342

Cap. V, par. 3-4-5. Par. 2. 344 Cap. V, par. 4. 345 Cap. V, par. 4. 346 Cap. V, par. 4. 347 Cap. V, par. 5. 348 Cap. VII B, par. 3. 349 Cap. VII B, parr. 2, 3. 343

154

LE STRATIFICAZIONI DEL TESTO

- Ger 52:20b → kai; hJ qavlassa corrisponde a - Ger 52:21 → phvcwn corrisponde a di K; - Ger 52:32b → tw'n basilevwn corrisponde a - Ger 52:34b → tou' basilevw" corrisponde a

di K; di TM 2Re 25:28; di K350.

Nella tradizione lucianea le varianti morfologiche aderiscono in misura minore (rispetto a quelle di contenuto e di estensione) alla tradizione esaplare e masoretica e spiccano gli elementi recensionali comuni a L* 2Re 24:18-25:30 (l‟aggiunta di articoli, le modifiche nella flessione verbale e nominale, la tendenza a riorganizzare i rapporti di subordinazione tra le parti del discorso per migliorare il testo dal punto di vista stilistico)351. 4. CONFRONTO DI 2RE 24:18-25:30 E GER 52 La tradizione di 2Re 24:18-25:30 risulta più stabile e conservativa dal punto di vista della configurazione testuale rispetto a quanto osservabile nella tradizione di Ger 52, biforcata nelle Vorlagen breve e lunga. Sotto questo profilo, dal confronto tra i due TM paralleli, emergono ulteriori informazioni funzionali allo scopo di stabilire uno sviluppo testuale delle narrazioni sulla caduta di Gerusalemme; è considerevole infatti l‟apporto di varianti sostanziali in TM Ger 52 rispetto a TM 2Re 24:18-25:30. La tradizione ebraica di Geremia conserva la forma testuale più estesa fra quelle in esame352. Rispetto a TM 2Re 24:18-25:30, TM Ger 52 incorpora elementi che rendono il testo più esplicito: in Ger 52:6, 9, 10a, 11a, 14, 16, 17, 20b, 22a, 23b, 31, 34a, 34b sono aggiunti nomi propri, titoli, predicati, dettagli cronologici e topografici, espressioni ridondanti; in Ger 52:7, 10b, 11b, 15, 18, 19a, 19b, 20a, 21a, 21b, 22b, 23a si segnalano varianti narrative (Ger 52:7, la fuga notturna di Sedecia e dei suoi uomini; Ger 52:10b, l‟assassinio dei capi; Ger 52:11b, la reclusione di Sedecia; Ger 52:15, la deportazione dei ceti poveri; Ger 52:18, 19a, 19b, 20a, 21a, 21b, 22b, 23a, la descrizione più dettagliata degli arredi sacri nell‟ambito dell‟episodio del saccheggio del tempio)353. In alcuni di questi casi TM 2Re 24:18-25:30 concorda con K o LXX* Ger 52; ai casi segnalati nel precedente paragrafo (TM 2Re 25:3, 6, 11, 12, 13 = LXX* Ger 52:6, 9, 15, 16, 17) si può aggiungere: 350

Cap. IV, par.1. Cap. V, par. 1; cap. VII A, par. 1. 352 Cap. VI, par. 3. 353 Cap. VI, par. 3. 351

CONFRONTO DI 2RE 24:18-25:30 E GER 52

- TM 2Re 25:4 → il versetto è da sanare con l‟integrazione di corrispondente a LXX* Ger 52:7; - TM 2Re 25:30b → in accordo con K Ger 52:34b non riporta 354 .

155 ,

Gli accordi di TM 2Re 24:18-25:30 con LXX* consentono di distinguere le varianti di TM Ger 52 che si possono far risalire ad uno sviluppo peculiare di questo testo, da quelle da ricondurre ad uno sviluppo interno della tradizione geremiana, caratterizzate dalla omogeneità di TM e LXX*. La corrispondenza di TM Ger 52 con LXX* contro TM 2Re 24:18-25:30 risulta nei seguenti casi: Ger 52:10b, 11a, 14, 18, 19a, 19b, 20a, 20b, 21a, 21b, 22a, 23a, 23b, 31, 34a, 34b. Gran parte di questi accordi sono stati individuati nella sezione narrativa in cui viene riportato il catalogo degli arredi del tempio: TM 2Re 24:18-25:30 riporta un catalogo più breve degli arredi, rispetto a TM Ger 52, poiché non attesta le lezioni equivalenti a LXX* – come TM Ger 52:18 ( ), 19a ( ), 19b ( ), 20a ( ), 20b ( ), 21a ( ), 21b ( ), 22a ( ), 22b ( ), 23a ( 355 ) . Nell‟ambito del confronto tra TM e LXX* di Ger 52 (cap. IV par. 2), si può rilevare il fenomeno inverso: rispetto a TM, LXX* riporta un catalogo abbreviato degli arredi non attestando le varianti di TM 2Re 24:18-25:30 – come (TM Ger 52:18a = 2Re 25:14) e (TM Ger 52:19 = TM 2Re 25:15). La tradizione del catalogo degli arredi del tempio è pertanto divisa in due rami più antichi, quello comune ai testimoni di 2Re e quello di LXX*: TM Ger 52 si configura come espansione tarda del testo in cui confluiscono le varianti di entrambi i rami della tradizione356. La tendenza all‟espansione di TM Ger 52 incorporando le varianti di 2Re 24:18-25:30 e LXX* Ger 52 si può osservare anche nella formazione di TM Ger 52:20 ( ) in cui si sovrappongono la lezione di TM 2Re 25:16 ( ) e quella di LXX* Ger 52:20 (tou' calkou' aujtw'n)357. La stessa tendenza opera nella formazione di TM Ger 52:34b358 che 354

Cap. VI, par. 3. Cfr. cap. VI, par. 3. 356 Cap. IV, par. 2; cap. VI, par. 3. 357 Cap. IV, par. 2. 358 Cap. IV, par. 2; cap. VI, par. 3. 355

156

LE STRATIFICAZIONI DEL TESTO

riporta sia la lezione , corrispondente a LXX*, sia corrispondente a TM 2Re 25:30b.

,

La corrispondenza di TM Ger 52 con la tradizione ebraica alternativa a TM 2Re 24:18-25:30 risulta in 4 casi: - TM Ger 52:7 → corrispondenza parziale con varianti di K-R 2Re 25:4; - TM Ger 52:14 → è in accordo con K 2Re 25:10; - TM Ger 52:17 → è in accordo con K 2Re 25:13; - TM Ger 52:31 → è in accordo con K, LXX 2Re 25:27359. Per quanto riguarda le varianti morfologiche e di contenuto (nel confronto tra TM 2Re 24:18-25:30 e TM Ger 52) la diffusione del fenomeno delle varianti incrociate nella tradizione ebraica è sintomatica di una contaminazione reciproca tra i codici della tradizione medievale che complica la valorizzazione di una lezione rispetto a un‟altra 360. Dal confronto con la tradizione greca si rilevano i dati che seguono: 361 - TM 2Re 25:6b → corrisponde a LXX* Ger 52:9362; 363 - TM 2Re 25:9 → corrisponde a LXX* Ger 52:13364; 365 - TM 2Re 25:28c → corrisponde a LXX* Ger 52:32b366; - TM 2Re 25:5 → 367 corrisponde a LXX* Ger 52:8a368; 369 - TM Ger 52:7a → corrisponde a LXX 2Re 25:4a370; 371 - TM Ger 52:9a → corrisponde a LXX 2Re 25:6372 373 - TM Ger 52:10 → corrisponde a LXX 2Re 25:7a374;

359

Cap. VI, par. 3. Cap. VI, parr. 1, 3. 361 Cap. VI, par. 1. 362 Cap. IV, par. 1. 363 Cap. VI, par. 1. 364 Cap. IV, par. 1. 365 Cap. VI, par. 1. 366 Cap. IV, par. 1. 367 Cap. VI, par. 4. 368 Cap. IV, par. 4. 369 Cap. VI, par. 1. 370 Cap. II, par. 1. 371 Cap. VI, par. 1. 372 Cap. II, par. 1. 373 Cap. VI, par. 1. 374 Cap. II, par. 1. 360

CONCLUSIONI

- TM Ger 52:15 → - TM Ger 52:16 → - TM Ger 52:22 → - TM Ger 52:24 → - TM Ger 52:25a → - TM Ger 52:26 → - TM Ger 52:12b →

157

375

corrisponde a LXXB 2Re 25:11b376; 377 corrisponde a LXX 2Re 25:12378; 379 corrisponde a LXX 2Re 25:17d380; 381 corrisponde a LXX 2Re 25:18382; 383 corrisponde a LXXB 2Re 25:19a384; 385 corrisponde a LXX 2Re 25:20386; 387 corrisponde a LXX 2Re 25:8388.

Risulta abbastanza chiaramente che la tradizione di Ger 52, disomogenea rispetto alla tradizione di 2Re 24:18-25:30 per quello che concerne l‟estensione testuale, è più conservativa nell‟ambito delle varianti morfologiche e riporta in diverse occasioni la lezione che potrebbe risalire alla forma originaria del testo.

5. CONCLUSIONI - LXX* Ger 52 rappresenta nella tradizione di 2Re 24:18-25:30 // Ger 52 lo strato testuale più antico ricostruibile (II sec. a.C.): da un lato presenta varianti non reperibili negli altri testimoni (come l‟omissione integrale di Ger 52:2-3, 15 ecc.), la cui origine nella Vorlage più antica di 2Re è ipotizzabile per via congetturale ma non sulla base del confronto con la tradizione; dall‟altro riporta lezioni comuni a TM Ger 52, e quindi caratteristici della tradizione geremiana, ma probabilmente non risalenti allo stadio più antico di 2Re 24:1825:30 (come le varianti di Ger 52:18-23). - La tradizione di 2Re 24:18-25:30 (TM, LXXB, L*) non presenta variazioni sostanziali, a parte l‟omissione in LXX B di 2Re 25:10, e le varianti 375

Cap. VI, par. 1. Cap. II, par. 1. 377 Cap. VI, par. 1. 378 Cap. II, par. 1. 379 Cap. VI, par. 1. 380 Cap. II, par. 1. 381 Cap. VI, par. 1. 382 Cap. II, par. 1. 383 Cap. VI, par. 1. 384 Cap. II, par. 1. 385 Cap. VI, par. 1. 386 Cap. II, par. 1. 387 Cap. VI, par. 4. 388 Cap. II, par. 4. 376

158

LE STRATIFICAZIONI DEL TESTO

rilevate sono soprattutto di carattere morfologico e lessicale (nel confronto tra LXXB e L*). - LXXB riporta il testo greco di 2Re 24:18-25:30, che, sottoposto alla revisione kaivge, aderisce alla Vorlage protomasoretica del I d.C; nei casi di accordo con la tradizione ebraica alternativa a TM o con LXX*, LXX B riporta lezioni che potrebbero risalire allo strato più antico del testo. - L* riporta il testo greco di 2Re 24:18-25:30 secondo la recensione lucianea del IV sec. d.C. ma in cui è stato rilevato (sulla base degli accordi con la tradizione ebraica alternativa a TM, con i testimoni prelucianei e con le modalità di traduzione delle sezioni non-kaivge) uno strato prelucianeo che potrebbe risalire alla Vorlage originaria. - TM Ger 52 riporta la forma testuale più sviluppata e tarda caratterizzata soprattutto da una maggiore estensione del testo: alcune aggiunte testuali non sono reperibili in altri rami della tradizione e sono peculiari di TM Ger 52 (cfr. TM Ger 52:7, 15 ecc.), altre sono caratteristiche della tradizione geremiana o attestano la sovrapposizione di lezioni di 2Re a lezioni proprie della tradizione geremiana (cfr. TM Ger 18-23). Gli accordi con le varianti morfologiche di LXX 2Re 24:18-25:30 mostrano come a volte TM Ger 52 preservi lezioni più antiche di quelle testimoniate in TM 2Re 24:18-25:30.

SECONDA PARTE

CAPITOLO IX I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

1. GLI EVENTI Durante il diciottesimo anno del suo regno, il re babilonese Nabuccodonosor389 mosse con l‟esercito contro Gerusalemme, capitale del regno di Giuda ribellatasi all‟egemonia di Babilonia, e la cinse d‟assedio 390. Non era la prima volta che Gerusalemme subiva l‟aggressione babilonese: la città era stata assediata anche durante l‟ottavo anno di regno di Nabuccodonosor, nel 598 a.C., a pochi mesi dall‟incoronazione di Ioiachin al trono di Giuda (2Re 24:8-16). Allora l‟attacco alla città si era concluso in tempi brevi per la resa immediata di Ioiachin, consegnatosi insieme ai suoi familiari ai Babilonesi; la classe dirigente giudaica era stata deportata a Babilonia con Ioiachin, mentre i tesori del tempio e della reggia di Gerusalemme furono in parte depredati. Negli anni che seguirono, Giuda mantenne una formale autonomia rispetto a Babilonia, e al posto di Ioiachin divenne re Mattania, cui Nabuccodonosor impose, per sancirne la condizione di vassallaggio, il nuovo nome di Sedecia 391. Questo stato di cose tuttavia non durò a lungo e quando, nel 587 a.C., Sedecia tentò di affrancarsi dalla sudditanza nei confronti di Nabuccodonosor, Gerusalemme venne circondata nuovamente dagli eserciti babilonesi. Il secondo assedio fu lungo e la città venne sottoposta a una dura prova, finché, stremata dalla fame e dalla peste, cadde392. Quando ormai la capitolazione di Gerusalemme si avvicinava, Sedecia e il suo esercito uscirono di notte dalla città dirigendosi, inseguiti dalle truppe babilonesi, verso la depressione dell‟Araba, dove il re ebreo venne catturato e condotto in catene a Babilonia. Processato al cospetto di Nabuccodonosor, Sedecia fu punito duramente per il suo tradimento: venne condannato ad assistere all‟uccisione dei suoi figli, a loro volta

389

Si tratta di Nabbucodonosor II (ebr. Nebûkadre‟NNar o Nebûkadne‟NNar, bab. Nabûkudurri-uNur) che regnò tra il 605 e il 562 a.C. 390 Malamat, “The Last Kings of Judah”, pp. 138-156; Wiseman, Nebuchadrezzar and Babylon, pp. 1-41; Lipschitts, “Nebuchadrezzar‟s Policy”, pp. 467-487; Liverani, Oltre la Bibbia, pp. 203-220; I. Epha‟al, “Nebuchadrezzar the Warrior: Remarks on his Military Achievements”, IEJ 53 (2003), pp. 178-191. 391 Cfr. 2Re 24:17. Anche Ioiachim, predecessore di Ioiachin, aveva mutato il nome originario Eliakim, in segno di sottomissione all‟autorità del faraone Necao: cfr. 2Re 23:34. 392 2Re 25:1-4 // Ger 52:4-7.

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caduti nelle mani dei Babilonesi, e a subire l‟espianto degli occhi 393 prima di essere imprigionato per il resto dei suoi giorni 394. Nel frattempo l‟esercito babilonese fece irruzione in Gerusalemme e saccheggiò e diede alle fiamme il tempio e la reggia 395. Una parte della popolazione venne deportata a Babilonia, soprattutto notabili, sacerdoti e ceti benestanti, mentre le classi sociali più umili furono lasciate a lavorare i campi e le vigne396. Giuda perse definitivamente la sua indipendenza e fu posta direttamente sotto il controllo babilonese. Nonostante questo epilogo, le sorti della monarchia ebraica in esilio non si erano compiute. Ioiachin, trascorsi trentasette anni dalla deportazione, fu liberato da Avil Marduk 397 (erede di Nabuccodonosor) dal luogo in cui era tenuto recluso e gli furono restituiti gli onori regali; venne inoltre ammesso alla mensa del Gran Re di Babilonia in una posizione di privilegio rispetto ai re delle altre nazioni sottomesse all‟impero398. 2. LE FONTI LETTERARIE E ARCHEOLOGICHE Altri testi della letteratura biblica ed extrabiblica riferiscono gli eventi del 587 a.C., oppure presentano la loro ambientazione all‟epoca della caduta di Gerusalemme. Dal capitolo 21 al 38 di Geremia399 le minacce rivolte dal profeta contro il re e la città diventano vieppiù esplicite, con richiami diretti al cap. 52: Ger 21:4. Così disse Yahweh: (…) ecco, faccio tornare indietro le armi di battaglia che sono nelle vostre mani, con le quali combattete il re di Babilonia e i Caldei che vi assediano fuori dalle mura, e le radunerò in mezzo a questa città. (…) 7. (…) darò Sedecia re di Giuda, i suoi ministri e il popolo, quanti sono scampati in questa città dalla peste, dalla spada e dalla fame, nelle mani di Nabuccodonosor, re di Babilonia, nelle mani dei loro nemici e nelle mani di coloro che minacciano la loro vita. Egli li trafiggerà con la spada; non avrà pietà di loro, né compassione né misericordia. 8. E a questo popolo dirai: (…) ecco, vi metto davanti la via della vita e la via della morte. 9. Chi rimane in questa città morirà di spada di fame e di peste; 393

2Re 25:4-7 // Ger 52:7-11. Questa notizia è riportata in Ger 52:11, ma non in 2Re 25: secondo TM (Ger 52) Sedecia venne relegato in una prigione, secondo LXX* in un mulino (come Sansone, cfr. Gdc 16:21). 395 2Re 25:9, 13-17 // Ger 52:13, 17-23. 396 2Re 25:12 // Ger 52:16. 397 Sack, Am/l Marduk; Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 23-35. 398 2Re 25:27-30 // Ger 52:31-34. 399 Cfr. Malamat, “The Last Kings of Judah”, p. 152. 394

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chi si reca fuori e si arrende ai Caldei che vi assediano, vivrà e gli sarà concessa la sua vita come bottino. 10. Poiché ho posto il mio volto contro questa città per il suo male e non per il suo bene. (…) Essa sarà messa nelle mani del re di Babilonia e la farà bruciare nel fuoco. Ger 27:19. Poiché così disse Yahweh: (…) riguardo alle colonne, al mare, alle basi e al resto degli arredi rimasti in questa città 20. che non prese Nabuccodonosor durante la deportazione di Yoiachin (…) 22. (…) saranno portati a Babilonia e là resteranno fino al giorno in cui li giudicherò (…). Ger 32:3. (…) così disse Yahweh: ecco, consegno questa città nelle mani del re di Babilonia ed egli la prenderà; 4. Sedecia re di Giuda non sfuggirà dalle mani dei Caldei, poiché sarà dato nelle mani del re di Babilonia e la sua bocca parlerà con la bocca di quello e i suoi occhi guarderanno gli occhi di quello (…). Ger 34:2. (…) Così disse Yahweh: ecco, consegno questa città nelle mani del re di Babilonia e la farà bruciare nel fuoco (…). 19. I capi di Giuda, i capi di Gerusalemme, gli eunuchi, i sacerdoti e tutto il popolo della terra i quali passarono in mezzo al vitello 20. li darò nelle mani dei loro nemici e e nelle mani di coloro che minacciano la loro vita (…). Ger 38:17. E disse Geremia a Sedecia: così disse Yahweh: (…) se esci e vai incontro ai capi del re di Babilonia, vivrai e questa città non sarà data alle fiamme e tu e la tua casa vivrete; 18. se invece non esci e vai incontro ai capi del re di Babilonia, questa città sarà data in mano ai Caldei e la faranno bruciare nel fuoco e tu non sfuggirai alle loro mani400.

Rispetto a 2Re 24:18-25:30 // Ger 52, in 2Cronache401 e in 1Esdra402 la sconfitta del regno di Giuda viene esposta in una versione meno dettagliata: in 2Cr 36:12-16 // 1 Esd 1:45-49 il comportamento di Sedecia e del popolo ebraico viene descritto ampliando lo spazio riservato all‟interpretazione moralistica dei fatti e dei personaggi, cosicché l‟infedeltà e la ribellione degli uomini e il rifiuto delle possibilità di redenzione offerte da Yahweh si polarizzano al punto da rendere l‟ira divina contro il popolo ebraico irrimediabile. 2Cr 36:12. (Sedecia) fece il male agli occhi di Yahweh, suo dio. Non si umiliò davanti a Geremia profeta di Yahweh. 13. Si ribellò anche al re Nabuccodonosor che gli aveva fatto giurare fedeltà in nome degli dei. Egli indurì la sua cervice e s‟impose fermamente di non far ritorno a Yahweh dio d‟Israele. 400

Le traduzioni del TM sono basate sull‟edizione della BHS. 2Cr 36:11-21. 402 1Esd 1:44-55. 401

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14. Anche tutti i capi, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro azioni infedeli, secondo tutti gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio di Yahweh (…). 16. Essi continuarono a farsi beffa dei messaggeri di Dio e a disprezzare le sue parole e a dileggiare i suoi profeti fino a quando l‟ira di Yahweh si levò contro il suo popolo al punto da non esserci più rimedio.

Il libro di Ezechiele403 fornisce un‟esegesi del destino di Gerusalemme in chiave simbolica e teleologica404. Al cap. 12 Yahweh si rivolge al profeta e prefigura la deportazione di Sedecia e del popolo ebraico: Ez 12:3: Tu figlio dell‟uomo, preparati il bagaglio da esule e andrai in esilio di giorno, davanti ai loro occhi; andrai in esilio dal luogo dove stai verso un altro luogo davanti ai loro occhi: forse vedranno che sono una stirpe di ribelli. 4. Porterai fuori il tuo bagaglio, come il bagaglio di un esule (…); uscirai al tramonto (…). 5. Dinanzi ai loro occhi apri una breccia nel muro ed esci di lì. 6. Dinanzi ai loro occhi solleverai il bagaglio sulle spalle, uscirai nell‟oscurità, ti coprirai la faccia e non vedrai il paese, perché io ho fatto di te un simbolo per la casa d‟Israele (…). 11. Dirò: Io sono il vostro simbolo, come ho fatto io, sarà fatto loro; andranno in esilio in schiavitù. 12. Il principe che è in mezzo a loro, solleverà (il bagaglio) sulle spalle nell‟oscurità e uscirà, apriranno una breccia nel muro per farlo uscire e coprirà il suo volto perché non veda con gli occhi il paese. 13. Ma io tenderò la mia rete su di lui e sarà catturato nella mia tela: lo porterò a Babilonia, nella terra dei Caldei, ma non la vedrà e là morirà. 14. E tutti coloro che sono intorno a lui di soccorso e tutte le sue truppe, li disperderò ad ogni vento e sguainerò dietro di loro la spada.

I Paralipomeni di Geremia e la Storia della cattività babilonese405 descrivono i giorni della rovina del regno di Giuda attraverso un racconto edificante e allegorico; la vicenda della conquista babilonese viene narrata con 403

Cfr. anche Ez 4, 17 e 30-33. Il profeta si rivolge alla comunità degli esiliati del 598 a.C.; le visioni e le teofanie profetiche, sono ambientate a Babilonia a partire dal quinto anno della deportazione di Ioiachin; cfr. Ez 1, 4, 5, 7, 11, 12, ecc. 405 Per la datazione e il commento di questi testi cfr. L. Vegas Montaner, Paralipómenos de Jereíias, in A. Díez Macho (ed.), Apócrifos del Antiguo Testamento Tomo II, Madrid 1983, pp. 355-386; P. Piovanelli (a cura di), Paralipomeni di Geremia (Quarto libro di Baruc) e Storia della cattività babilonese (Apocrifo copto di Geremia), in P. Sacchi (ed.), Apocrifi dell‟Antico Testamento, 3, Brescia 1999, pp. 236-333; G. Garbini, Il ritorno dall‟esilio babilonese, Brescia 2001, pp. 221-225. 404

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l‟inserimento di elementi leggendari assenti nella tradizione biblica: l‟assalto di Gerusalemme da parte dei nemici è preceduto dall‟aggressione notturna delle schiere angeliche inviate da Yahweh, che aprono le porte all‟esercito di Nabuccodonosor; Geremia prova ad intercedere (senza successo) per il suo popolo presso Yahweh e riceve l‟ordine di mettere in salvo gli arredi e le chiavi del tempio (che vengono così risparmiati dal saccheggio e dalla distruzione) e di porsi alla guida dei deportati nell‟esilio a Babilonia. I protagonisti sono gli stessi del testo biblico, ma si modificano i toni nella rappresentazione dei personaggi di cui vengono enfatizzate le gesta eroiche e i prodigi (come nel caso di Geremia), le sofferenze fisiche e morali (come per il popolo ebraico), o le nefandezze (così per Sedecia e Nabuccodonosor). Le fonti bibliche canoniche e apocrife relative al 587-586 a.C., ma soprattutto i testi di Geremia, 2Re ed Ezechiele, vengono ripresi e rielaborati da Flavio Giuseppe406 (Ant. Iud. X407) per fornire ai suoi contemporanei un‟interpretazione storiografica della sconfitta e dell‟esilio del VI sec. a.C. e un ritratto dei personaggi maggiormente coinvolti nelle vicende politiche e religiose dell‟ epoca408. Il tema della caduta di Gerusalemme compare ancora in opere redatte intorno al 70 d.C., dove la rovina della città e del tempio nel 587-586 a.C. è rievocata in funzione di metafora della distruzione del Secondo Tempio. In II, III Baruc e IV Ezra 409 (appartenenti alla tradizione apocalittica) i protagonisti si lamentano per la sorte di Gerusalemme distrutta dai Babilonesi, ma la contingenza storica costituisce solo il punto di partenza dei loro viaggi oltremondani, delle progressive ascensioni e delle rivelazioni celesti, grazie ai quali potranno emanciparsi dal dolore terreno che li affligge e entrare in contatto diretto con gli angeli e la divinità. Questi testi attingono complessivamente alle fonti della tradizione religiosa; le vicende del popolo ebraico sono presentate in una dimensione teologica, ora funzionali alla propaganda di un messaggio dottrinale e di una visione teocentrica e teocratica della storia, ora inserite in un contesto apologetico e agiografico, dove fanno da spunto per la meditazione moralistica sulla condizione umana. 406

Su Flavio Giuseppe cfr. capp. I, par. 2.3 e VII, par. 3. Niese, Flavii Iosephi Opera, pp. 352-381. 408 C. Begg, “Josephus‟ Zedekiah”, ETL 65 (1989), pp. 89-100; Id., Josephus‟ Story, pp. 523-597; Bowley, “Josephus‟s Use of Greek Sources”, pp. 202-215; Feldman, Josephus‟s Interpretation, pp. 3-162. 409 Cfr. P. Bettiolo (a cura di), Apocalisse siriaca di Baruc, in P. Sacchi (ed.), Apocrifi dell‟Antico Testamento. Vol. 2, Torino 1989, pp. 145-182; M. Frasson, III Baruc. Apocalisse greca di Baruc, in Sacchi (ed.), Apocrifi dell‟Antico Testamento. Vol. 2, pp. 183-233; P. Marrassini, Quarto libro di Esdra, in Sacchi (ed.), Apocrifi dell‟Antico Testamento. Vol. 2, pp. 235-377. 407

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Le fonti più antiche registrate sono quelle bibliche, di cui non si possiedono comunque testimonianze materiali anteriori al III-II sec. a.C.410, mentre non sono disponibili attestazioni ebraiche coeve ai fatti narrati o alternative alla letteratura religiosa, che possano comprovare l‟attendibilità storica di 2Re 24:18-25:30411. La documentazione archeologica babilonese fornisce un soccorso parziale a queste lacune con testimonianze risalenti al VI sec. a.C.: dall‟analisi delle cronache babilonesi412 si ottengono informazioni a proposito di un assedio imposto a Gerusalemme nel settimo anno di Nabuccodonosor e concluso con la deportazione del re di questa città a Babilonia 413; nei testi amministrativi babilonesi414 si conservano elenchi di razioni alimentari destinate ai re deportati dalle

410

Cfr. Premessa e cap. I. Cfr. anche G. Garbini, Storia e ideologia dell‟Israele antico, Brescia 1986, pp. 32-81; Davies, Scribes and School, pp. 152s.; R.P. Carroll, “Jewgreek Greekjew: the Hebrew Bible is All Greek to me. Reflections on the Problematics of Dating the Origins of the Bible in Relation to Contemporary Discussion of Biblical Historiography”, in L.L. Grabbe (ed.), Did Moses Speak Attic? Jewish Historiography and Scripture in the Hellenistic Period, Sheffield 2001, pp. 91-106. 411 La documentazione archeologica reperita a Lachish e Arad probabilmente contemporanea agli anni delle invasioni babilonesi non conserva informazioni esplicite sulla situazione Gerosolimitana del 587-586 a.C. Cfr. W.F. Albright, “A Supplement to Jeremiah: The Lachish Ostraca”, BASOR 61 (1936), pp. 10-16; A.F. Rainey, “The Fate of Lachish during the Campaigns of Sennacherib and Nebuchadrezzar”, in Y. Aharoni (ed.), Investigations at Lachish, Tel Aviv 1975, pp. 47-60. Secondo Wiseman, Nebuchadrezzar and Babylon, p. 37: “Archeological support for the destruction of Jerusalem at this time is difficult to trace because of subsequent rebuilding”; secondo K. Kenyon, Jerusalem, London 1967, e Liverani, Oltre la Bibbia, p. 213, le condizioni del territorio attesterebbero comunque la distruzione delle case nella parte orientale della città dovuta all‟irruzione del 586 a.C.; cfr. anche N. Avigad, Bullae and Seals from a Post-exilic Judean Archive, Jerusalem 1976; Id., Hebrew Bullae from the Time of Jeremiah, Jerusalem 1976; Y. Shiloh, “A Group of Hebrew Bullae from the City of David”, IEJ 36 (1986), pp. 16-38. 412 Wiseman, Chronicles of Caldaean Kings, pp. 73; Id., Nebuchadrezzar and Babylon, pp. 32-34; Lipschitts, “Nebuchadrezzar‟s Policy”, pp. 467-487; Grayson, Assyrian and Babylonian Chronicles, pp. 102; A. Barucq, A. Caquot, J.M. Durand, A. Lemaire, E. Masson, Scritti dell‟Antico Vicino Oriente e fonti bibliche, Roma 1988; Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 27-34. 413 Cfr. Grayson, Assyrian and Babylonian Chronicles, p. 102: “11 The seventh year: In the month Kislev the king of Akkad mustered his army and marched to Hattu. 12 He encamped against the city of Judah and on the second day of the month Adar he captured the city (and) seized (its) king†. 13 A king of his own choice he appointed in the city (and) taking the vast tribute he brought it into Babylon”. 414 Weidner, “Jojachin, König von Juda”, pp. 923-925; Pritchard, Ancient Near Eastern Texts, p. 308.

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regioni conquistate, tra cui compare anche la Giudea con le razioni stabilite per il re Ioiachin, i suoi figli e i suoi ministri 415. Questi riferimenti avvalorano quanto contenuto in 2Re 24:10-17 in relazione ai fatti del 598-97 a.C. La storicità del primo assedio di Gerusalemme riceve così una conferma e si acquisiscono notizie sul trattamento riservato al sovrano ebreo durante l‟esilio, compatibili con 2Re 25:27-30 // Ger 52:31-34 in cui si narra della riabilitazione regale di Ioiachin e della sua ammissione alla mensa del re babilonese. Anche nelle fonti babilonesi Ioiachin, circondato da un piccolo seguito di funzionari e cortigiani, avrebbe mantenuto il titolo regale e goduto di privilegi alimentari416. Inoltre, secondo il sistema governativo mesopotamico, i sovrani esiliati dalle varie regioni conquistate, entravano a far parte in qualità di re vassalli di Babilonia dell‟assemblea dei “Grandi del paese di Accad”, il collegio esecutivo babilonese per l‟amministrazione dei territori annessi all‟impero. È dunque possibile che anche Ioiachin avesse recuperato con il tempo il controllo politico del territorio giudaico, all‟interno dell‟organo amministrativo imperiale 417. Per quanto riguarda il secondo assedio di Gerusalemme all‟epoca di Sedecia (ovvero il contenuto dei passi paralleli fino ai vv. 2Re 25:21 // Ger 52:27), non si dispone di informazioni analoghe per i fatti esposti nel testo biblico. Per di più in Ezechiele si stabilisce come periodo iniziale delle visioni profetiche “…l‟anno V 415

Cfr. J.B. Pritchard, The Ancient Near East. An Anthology of Texts and Pictures, Princeton 1958, p. 205: (text Babylon 28122, obverse 29-33) … t[o] Ia-‟-ú-kin, king... to the qîpYtu-house of… …for Shalamiamu, the… …for 126 men from Tyre… …for Zabiria, the Ly[dian]… (text Babylon 28178, obverse ii 38-40) 10 (sila of oil) to…[Ia]-‟-kin, king of Ia […] 2 1/2 sila (oil) to […so]ns of the king of Judah (Ia-a-8udu) 4 sila to 8 men from Judah (amel Ia-a-8uda-a-a) (text Babylon 28186, reverse ii 13-18) 1 1/2 sila (oil) for 3 carpenters from Arvad, 1/2 sila each 111/2 sila for 8 ditto from Byblos, 1 sila each… 3 1/2 sila for 7 ditto, Greeks, 1/2 sila each 1/2 sila to Nabû-êtir the carpenter 10 (sila) to Ya-ku- ú-ki-nu, the son of the king of Iaku-du (i.e.) Judah 2 1/2 sila for the 5 sons of the king of Judah (Ia-ku-du) through Qana‟a […] 416 Cfr. I. Eph‟al, “On the Political and Social Organization of the Jews in Babylonian Exile”, ZDMG S. 5 (1983), pp. 106-112; Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 27-34. 417 Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 32-33.

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della deportazione del re Ioiachin” 418, ponendo la questione se questi e non Sedecia fosse considerato il sovrano legittimo degli ebrei, avendo mantenuto il titolo di re di Giuda anche dopo la deportazione 419. La mancanza di testimonianze babilonesi o ebraiche contemporanee al regno di Sedecia e alla seconda deportazione del popolo ebraico420, impone una certa cautela nell‟assumere i dati del testo biblico come fonte storiografica. 3. LA DATAZIONE E GLI AUTORI DI SAMUELE-2RE Dal punto di vista letterario, i libri storici dell'Antico Testamento hanno determinato non poche difficoltà per la definizione del loro periodo di composizione e per la diversa valutazione della figura degli autori-redattori e delle fonti di cui si sarebbero serviti. Il contenuto dei passi paralleli è considerato, a partire dagli studi svolti da M. Noth421, la conclusione non solo di 2Re e di Geremia ma l‟epilogo della cosiddetta storia deuteronomistica (Dtr). Nella formulazione di Noth la redazione originale di quest‟opera avrebbe avuto come prologo i capp. 1-4 del Deuteronomio e avrebbe compreso interamente i libri di Giudici e Re e parte dei libri di Giosuè e Samuele. Lo storico-redattore vissuto negli anni dell‟esilio babilonese intese spiegare in una chiave teologica le cause della fine del regno di Giuda e le vicende drammatiche cui avrebbe personalmente assistito. La storia ebraica venne allora narrata, riutilizzando fonti storiografiche precedenti, dalle origini dell‟ insediamento in Palestina, fino alla caduta dei sovrani di discendenza davidica; la catastrofe dell‟esilio, stabilita dalla giustizia divina, fu la conclusione inevitabile di una storia segnata dall‟idolatria e dall‟apostasia, dai tradimenti e dalle trasgressioni continue del patto con Yahweh da parte del popolo, dei capi, dei re.

418

Cfr. Ez 1:2. Cfr. Wiseman, Nebuchadrezzar and Babylon, p. 82; Garbini, Storia e ideologia, pp. 7879; P. Sacchi, “Re vassalli o governatori? Una discussione”, Henoch 23 (2001), pp. 147152; Id., Storia del Secondo Tempio, pp. 27-29. 420 Per i dati numerici biblici sulle deportazioni del 598 a.C. e 587-586 a.C. cfr. 2Re 24:1416 e Ger 52:28-30. 421 Cfr. M. Noth, The Deuteronomistic History, Sheffield 1981 (tit. or.: Überlieferungsgeschichtliche Studien, Tübingen 19572), in particolare pp. 12, 74, 98; Id., Geschichte Israels, Göttingen 1954. Nello stesso periodo A. Jepsen, la cui monografia Die Quellen des Königsbuches venne pubblicata più tardi nel 1956 ad Halle, aveva raggiunto posizioni analoghe a quelle di Noth. 419

LA DATAZIONE E GLI AUTORI DI SAM-2RE

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L‟ipotesi di M. Noth, respinta da G. Von Rad422 e G. Fohrer423 e lasciata in sospeso da O. Eissfeldt 424, è stata accolta da autori come Th. C. Vriezen e A. S. van der Woude425, L. Perlitt426, J. A. Soggin427 e altri428 o, parzialmente modificata, ha costituito il punto di partenza di alcuni orientamenti critici: R. Smend429 considera Dtr composta nel periodo immediatamente successivo alla caduta di Gerusalemme in tre fasi redazionali: DtrH (storico), DtrP (sacerdotale), DtrN (nomista); F. M. Cross430 distingue tre orientamenti redazionali (sempre DtrH, DtrP, DtrN) con posizioni ideologiche distinte, sviluppatesi a partire dall‟età giosiana fino al primo periodo post-esilico. 422

G. von Rad, “Die deuteronomistische Geschichtstheologie in der Königsbüchern”, FRLANT N.S. 40, pp. 52-64; Id., Old Testament Theology. Vol. 1. The Theology of Israel‟s Historical Traditions, New York 1962, pp. 334-347 (tit. or.: Theologie des Alten Testaments, München 1957). 423 G. Fohrer, Einleitung in das Alte Testament, Heidelberg 1965, pp. 210-212. 424 O. Eissfeldt, The Old Testament: an Introduction, Oxford 1966, pp. 245-248 (tit. or.: Einleitung in das Alte Testament, Tübingen 1964). 425 Th.C. Vriezen, A.S. van der Woude, De literatuur van Oud-Israël, Wassenaar 1973, pp. 78, 131, 196-197. 426 L. Perlitt, Bundestheologie im Alten Testament, Neuchirken 1969, pp. 7-128. 427 J.A. Soggin, “Deuteronomistische Geschichtsschreibung während des Exils”, in F. Christ (hrsg.), Oikonomia. Festschrift O. Cullmann, Hamburg 1967, pp. 11-17; Id. Introduzione all‟Antico Testamento, Brescia 1987, pp. 210-216. 428 Cfr. H.W. Wolff, “Das Kerygma des deuteronomistischen Geschichtswerkes”, ZAW 73 (1961), pp. 171-187; J.M. Schmidt, “Vergegenwärtigung und Überlieferung”, Ev Theol 30 (1970), pp. 169-200; H. Weippert, “Das deuteronomistische Geschichtswerk”, ThR 50 (1985), pp. 213-249; B. Peckham, The Composition of the Deuteronomistic History, Atlanta 1985, pp. 3, 7-39, 73; T. Römer, “Israël et son histoirie d‟après l‟historiographie deutéronomiste”, ETR 61 (1986), pp. 1-19; S. L. McKenzie, The Trouble with Kings: the Composition of the Books of Kings in the Deuteronomistic History, Leiden 1991, pp. 19, 147-150. 429 Cfr. R. Smend, “Das Gesetz und die Völker: Ein Beitrag zur deuteronomistische Redactiongeshichte”, in H.W. Wolff (Hg.), Probleme biblischer Theologie: Festschrift G. Von Rad, München 1971, pp. 494-509. Cfr. anche T. Veijola, Die ewige Dynastie, Helsinki 1975, pp. 127-142 e Das Königtum in der Beurteilung der deuteronomistischen Historiographie, Helsinki 1977, pp. 115-122; W. Dietrich, “David in Überlieferung und Geschichte”, VuF 22 (1977), pp. 44-64. 430 F.M. Cross, “The Themes of the Book of Kings and the Structure of the Deuteronomistic History”, in Id. (ed.), Canaanite Myth and Hebrew Epic: Essays in the History of the Religion of Israel, Cambridge 1973, pp. 274-289; cfr. anche R.D. Nelson, The Double Redaction of the Deuteronomistic History, Sheffield 1981, p. 69; R.E. Friedman, “From Egypt to Egypt: Dtr1 and Dtr2”, in B. Halpern and J. D. Levenson (eds.), Traditions in Transformation: Turning Points in Biblical Faith, Winona Lake (IN) 1980, pp. 167-192;

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

H. D. Hoffmann431 è incline a datare Dtr tra la fine dell‟età esilica e i primi anni del periodo post-esilico e considera la riforma di Giosia il modello politico, retrodatato all‟età monarchica e concepito durante l‟esilio, della riforma che si intendeva realizzare in Israele con il ritorno. J. Van Seters432 conferisce maggiore autonomia creativa allo storico deuteronomista, presentato come autore (piuttosto che come collettore e redattore di tradizioni e materiali a lui precedenti) da paragonare agli storici coevi del mondo greco, e in particolare ad Erodoto. Secondo Van Seters l‟artefice di Dtr non solo provvide alla rielaborazione delle fonti storiche e letterarie a sua disposizione, ma ricostruì il passato d‟Israele in una maniera originale rispetto alla storiografia del V.O. antico (rivolta prevalentemente alla celebrazione delle gesta del re o alla registrazione annalistica di guerre e successioni regali 433), assegnando il ruolo di protagonista storico all‟intero popolo ebraico e intrecciando alla narrazione vicende tradizionali e racconti inediti. Queste caratteristiche, insieme alla struttura narrativa divisa per lovgoi434 e all‟andamento paratattico della prosa, avvicinano lo storico di Dtr alla tecnica storiografica erodotea: lo storico greco e lo storico ebreo avrebbero condiviso il merito di aver creato un nuovo tipo di racconto storiografico, in cui leggende ed episodi storici vengono collegati in un progetto di ricostruzione e interpretazione del passato di un popolo. P. Sacchi435 ipotizza la rielaborazione del patrimonio culturale ebraico fino al 586 a.C. da parte di un unico autore (R1)436, vissuto a Babilonia negli anni dell‟esilio, che avrebbe connesso la storia di Israele con la storia dell‟umanità e Id., The Exile and Biblical Narrative: the Formation of the Deuteronomistic and Priestly Works, Chico CA 1981, pp. 1-43; A.D. Mayes, The Story of Israel between Settlement and Exile, London 1983, pp. 133-139; M.A. O‟Brien, The Deuteronomistic History Hypothesis: a Reassessment, Freiburg 1989, p. 3. 431 H.D. Hoffmann, Reform und Reformen: Untersuchungen zu einem Grundthema der deuteronomistischen Geschichtsschreibung, Zürich 1980, pp. 116-203. 432 J. Van Seters, In Search of History. Historiography in the Ancient World and the Origins of Biblical History, New Haven 1983, pp. 354-362. 433 Cfr. R.C. Dentan, The Idea of History in the Ancient Near East, New Haven - London 1955, pp. 3-33, 45-73; A.K. Grayson, Babylonian Historical-Literary Texts, Toronto Buffalo, 1975 pp. 6-9, 24-27, 41-46; Id., “Histories and Historians of the Ancient Near East: Assyria and Babylonia”, Orientalia 49 (1980), pp. 140-194; H.A. Hoffner Jr., “Histories and Historians of the Ancient Near East: the Hittites”, Orientalia 49 (1980), pp. 283332; J. Van Seters, “Histories and Historians of the Ancient Near East: the Israelites”, Orientalia 50 (1981), pp. 137-185. 434 Cfr. Van Seters, In Search of History, pp. 32-40, 354-362. 435 Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 61-73. 436 A proposito del concetto di autore per la storia Dtr, cfr. anche P. Sacchi, “The Pentateuch, the Deuteronomist and Spinoza”, Henoch 20 (1998), pp. 291-303.

LA DATAZIONE E GLI AUTORI DI SAM-2RE

171

intrapreso la narrazione a partire dal racconto della creazione del mondo e dell‟uomo. Quest‟opera intessuta di miti, leggende e fonti storiche avrebbe compreso anche i testi dell‟attuale Pentateuco 437. Questi studiosi, mantenendo posizioni distinte circa le fasi di composizione e sulla questione dell‟autore, considerano l‟impianto della cosiddetta storia deuteronomistica completato tra il periodo esilico e i primi anni del ritorno da Babilonia. Le fonti e la memoria storica che sono alla base della narrazione sono considerate attendibili quanto più gli eventi raccontati sono vicini al presumibile periodo di elaborazione dell‟opera, sebbene le finalità ideologiche e teologiche degli autori di Dtr si riconoscano predominanti sull‟interesse storiografico. Tali argomentazioni sono state messe in discussione in misura crescente nel corso del dibattito sulla datazione dei libri storici sviluppato negli ultimi venti anni, dibattito nel quale si sono manifestate posizioni fortemente critiche, anche in merito all‟antichità di testi considerati generalmente fonti storiche non contestabili438. Di questi testi sono state illustrate le incongruenze e sono stati mostrati l‟inconsistenza storica dei protagonisti e il carattere letterario o mitico delle narrazioni. Nel segnalare l‟influenza della cultura greca nella elaborazione della storia ebraica, sono state riprese alcune posizioni di Van Seters sulle analogie di Dtr con le Storie erodotee e si è posticipata la composizione dei libri storici in età tardo-persiana o ellenistica, riconoscendo un notevole divario temporale e ideologico tra l‟epoca in cui operarono gli autori biblici e il periodo di ambientazione delle vicende. J. W. Wesselius439 considera Gen-2Re un racconto organico (“The Primary History”) scritto in un periodo che oscilla tra il 430 e il 350 a. C. e costruito sul modello delle storie erodotee. L‟autore avrebbe desunto dalle Storie, oltre alla struttura in forma genealogica, anche la caratterizzazione dei personaggi e l‟espediente narrativo di presentare alcune vicende in forme alternative e parallele di uno stesso racconto.

437

Secondo Van Seters il Pentateuco deve considerarsi invece opera di un autore distinto, lo Yahwista: cfr. J. Van Seters, Prologue to History: the Yahwist as Historian in Genesis, Luisville (KY) 1992 e Id., The Life of Moses: The Yahwist as Historian in ExodusNumbers, Kampen 1994. 438 Soggin, Miller e Hayes fanno cominciare le loro storie d‟Israele con l‟età monarchica secondo le informazioni sulle successioni reali, le guerre e le riforme religiose contenute nel testo biblico. Cfr. Soggin, Storia d‟Israele, pp. 53-74; J.M. Miller, J.H. Hayes, A History of Ancient Israel and Judah, Philadelphia 1986, pp. 78-79, 120. Per una critica di queste opere cfr. Garbini, Storia e ideologia, p. 25. 439 J.W. Wesselius, The Origin of the History of Israel. Herodotus‟s Histories as Blueprint for the First Books of the Bible, Sheffield 2002, pp. 161-163.

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

F. A. J. Nielsen440 osserva come la storia deuteronomistica non abbia paralleli nella storiografia vicino-orientale preerodotea per l‟inquadramento centrato sulle vicende di un‟intera nazione (piuttosto che focalizzato esclusivamente sulle azioni dei re), nel concepire la storia come processo organico di cause e conseguenze che riflettono l‟imperscrutabile volontà divina e nella rappresentazione tragica dei personaggi che, non riuscendo ad aderire alle leggi dello sviluppo storico, commettono violazioni irrimediabili. Nielsen, escludendo che Erodoto possa essere stato influenzato dalle storie bibliche (anche in considerazione del fatto che nel resoconto delle vicende siro-palestinesi non compaiono riferimenti alla storia israelitica), risolve ritardando la datazione di Gen-2Re all‟età ellenistica, quando maggiori divennero i contatti tra le culture greca ed ebraica. T. L. Thompson441, P. R. Davies442, N. P. Lemche443, G. Garbini444, R. P. Carroll445 hanno espresso il massimo scetticismo sull‟impiego del testo biblico come fonte storiografica, mettendo in luce le incongruenze e l‟anacronismo delle concezioni espresse nei libri storici. È stato osservato come i risultati delle ricerche archeologiche e le ricostruzioni su basi scientifiche delle condizioni economicosociali delle società vicino-orientali antiche contraddicano in molte occasioni le informazioni ricavabili dalla Bibbia446. Il ruolo politico conferito agli stati ebraici nel testo biblico, gli interventi militari e diplomatici nei confronti dei popoli vicini e l‟estensione territoriale dell‟Israele salomonico risultano incompatibili con la situazione politica dell‟area cananaica del periodo in cui vengono ambientate le vicende447. La condizione di subordinazione in cui sono presentati i sovrani

440

F.A.J. Nielsen, The Tragedy in History. Herodotus and the Deuteronomistic History, Sheffield 1997, pp. 107, 124, 161-164. 441 T.L. Thompson, Early History of the Israelite People. From the Written and Archaeological Sources, Leiden 1992, pp. 407-423; Id., The Mythic Past. Biblical Archaeology and the Myth of Israel, London 1999, pp. 8-99. 442 Davies, In Search of Ancient Israel, pp. 30-46, 64-71; Id., “Whose History? Whose Israel? Whose Bible? Biblical Histories, Ancient and Modern”, in L.L. Grabbe (ed.), Can a History of Israel Be Written?, Sheffield 1997, pp. 104-123. 443 N.P. Lemche, The Israelites in History and Tradition, Luisville KY 1998. 444 Garbini, Storia e ideologia, pp. 15-41. 445 Carroll, “Jewgreek Greekjew”, pp. 91-106. 446 Cfr. anche I. Finkelstein, The Archaeology of Israelite Settlement, Jerusalem 1988; M. Liverani, “Nuovi sviluppi nello studio della storia dell‟Israele biblico”, Biblica 80 (1999), pp. 488-505; I. Finkelstein, N.A. Siberman, The Bible Unearthed: Archeology‟s New Vision of Ancient Israel and the Origin of its Sacred Texts, New York 2001. 447 Garbini, Storia e ideologia, pp. 42-57; Davies, In Search of Ancient Israel, pp. 64-71.

LA DATAZIONE E GLI AUTORI DI SAM-2RE

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rispetto al potere sacerdotale e profetico 448, la diffusione del monoteismo449, la disposizione antimonarchica degli autori biblici, sono giudicati anacronistici non solo rispetto al contesto religioso e culturale israelitico in epoca pre-esilica, ma anche nell‟ipotesi di una composizione esilica di questi testi intesi come deposito delle tradizioni storiche e religiose “nazionali”. La modalità in cui viene costruito e riletto il passato d‟Israele rivela una distanza temporale notevole degli autori e indica piuttosto il tentativo di retrodatare (in età monarchica e pre-monarchica) le origini religiose e le istanze ideologiche di un‟altra epoca storica, quella cominciata con il ritorno dall‟esilio. I libri storici costruirebbero quindi il mito di fondazione della società ebraica dominata dal potere sacerdotale e, sebbene proiettino le origini di istituzioni, credenze e tradizioni in un passato remoto, non sarebbero stati composti prima dell‟epoca d‟oro di questa classe dirigente, tra l‟età persiana e il periodo ellenistico450. R. Albertz451, H. M. Barstad452, B. Becking453 contrappongono a queste valutazioni un approccio più tradizionale. Albertz situa il periodo di elaborazione di Dtr tra la scarcerazione di Ioiachin e la morte di Zorobabele, mentre ammette per il Pentateuco la composizione in epoca persiana. Secondo Barstad e Becking i testi biblici, composti a partire da fonti storiche precedenti il momento della loro elaborazione, raggiunsero la forma finale a seguito di un lungo processo editoriale, che si sarebbe concluso comunque prima della propagazione della cultura greca nel Mediterraneo. Dunque nei libri storici sarebbero rispecchiate le concezioni di una civiltà antico-orientale ancora non entrata in contatto con il mondo e la cultura greca, soprattutto in base alle seguenti considerazioni: 448

Garbini, Storia e ideologia, pp. 99-110; A. Catastini, “Deuteronomismo: lettura della storia ad opera di profeti”, in G.L. Prato (a cura di), La profezia apologetica di epoca persiana ed ellenistica. La manipolazione divinatoria del passato a giustificazione del presente. Atti del X Convegno di Studi Veterotestamentari (Rocca di Papa, 8-10 settembre 1997), Ricerche Storico-Bibliche 11/1 (1999), pp. 43-57. 449 Garbini, Storia e ideologia, pp. 81-97; Davies, In Search of Ancient Israel, pp. 67-71. 450 Thompson, Early History, pp. 346-391; Davies, In Search of Ancient Israel, pp. 84-97; Lemche, The Israelites in History and Tradition, pp. 86-88. 451 R. Albertz, A History of Israelite Religion in the Old Testament Period, London 1994; Id., “An End to the Confusion? Why the Old Testament Cannot Be a Hellenistic Book”, in Grabbe (ed.), Did Moses Speak Attic?, pp. 30-45. 452 H.M. Barstad, “Deuteronomist, Persians, Greeks, and the Dating of the Israelite Tradition”, in Grabbe (ed.), Did Moses Speak Attic?, pp. 47-76; Id. “The Strange Fear of the Bible: Some Reflections on the „Bibliophobia‟ in Recent Ancient Israelite Historiography”, in L.L. Grabbe (ed.), Leading Captivity Captive: The Exile as History and Ideology, Sheffield 1998, pp. 120-127. 453 B. Becking, “The Hellenistic Period and Ancient Israel: Three Preliminary Statements”, in Grabbe (ed.), Did Moses Speak Attic?, pp. 78-89.

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

a) le differenze stilistiche e ideologiche rispetto a testi sui quali è maggiormente visibile l‟influenza della filosofia e della letteratura greca come Qohelet, I Enoch o Daniele, oppure anti-ellenistici come Cronache o Siracide; b) le corrispondenze linguistiche che sono state riscontrate con l‟ebraico degli ostraka di Arad e Lachish o delle bullae di Avigad, databili al VI sec. a.C., piuttosto che con la lingua del Siracide o dei manoscritti del Mar Morto454; c) le testimonianze di autori come Ecateo di Abdera, Demetrio e Artapano la cui conoscenza parziale delle storie conservate in Esodo, Levitico, Numeri, Re dimostrerebbe la maggiore antichità di questi libri rispetto al periodo ellenistico 455. 4. LA REDAZIONE DEUTERONOMISTICA DI GEREMIA Gli studi di B. Duhm456 e S. Mowinckel457 inaugurarono le indagini sulle affinità stilistiche e dottrinali delle parti narrative di Geremia con lo stile e il pensiero dei libri storici. Gli oracoli in poesia, corredati di una breve sezione biografica attribuita a Baruch, vennero assunti come nucleo originario del libro e prodotto dell‟ispirazione profetica. I discorsi in prosa, le profezie di salvezza e gli oracoli contro le nazioni, che costituiscono complessivamente oltre la metà dell‟opera, vennero invece considerati dipendenti da una o più redazioni successive, che si erano sovrapposte al messaggio geremiano alterandone lo spirito e l‟imme454

In una tradizione letteraria, tuttavia, dialetti, stili e linguaggi diversi potrebbero essere impiegati anche in maniera indipendente dal periodo storico o dall‟uso locale (a tale proposito è sufficiente fare riferimento all‟uso non localistico, ma legato al genere letterario di dialetti come il dorico, l‟attico o lo ionico nella letteratura greca): cfr. Davies, In Search of Ancient Israel, pp. 97-101. 455 Due studi di A. Catastini, “Le testimonianze di Manetone e la „Storia di Giuseppe‟ (Genesi 37-50)”, Henoch 17 (1995), pp. 279-300, e “Ancora sulla datazione della Storia di Giuseppe”, Henoch 20 (1998), pp. 208-224, e uno di P.R. Davies, “Judeans in Egypt: Hebrew and Greek Stories”, in Grabbe (ed.), Did Moses Speak Attic?, pp. 108-127, mostrano la difficoltà di definire la maggiore antichità delle storie ebraiche ambientate in Egitto (conservate in Esodo e in Genesi) rispetto alle versioni analoghe del racconto citate da Ecateo o da Manetone. Queste infatti contengono elementi che non discendono dalle fonti bibliche, ma che risalgono in definitiva a tradizioni egiziane differenti e indipendenti. Dunque non è da escludere l‟ipotesi che le culture rivali ebraica ed egiziana abbiano sviluppato parallelamente, nel corso della lunga interazione, dalla fondazione delle prime colonie ebraiche in Egitto fino all‟età tolemaica, ciascuna il proprio racconto degli “ebrei in Egitto”. 456 B. Duhm, Das Buch Jeremia, Tübingen 1901, pp. XII-XVI. 457 S. Mowinckel, Zur Komposition des Buches Jeremiah, Oslo 1914, pp. 20-60.

LA REDAZIONE DEUTERONOMISTICA DI GEREMIA

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diatezza. Duhm considerò questi testi dei supplementi editoriali, aggiunti progressivamente al libro di Geremia dall‟età persiana fino al II sec. a.C.458, mentre Mowinckel li isolò in quelle che chiamò fonti C e D (di epoca post-esilica) considerando solo le sezioni in prosa confluite in C compatibili con la dizione e il pensiero dei libri storici459. G. Hölscher attribuì ad un redattore vissuto in epoca persiana l‟unione delle due Vorlagen più antiche del testo geremiano (contenenti la prima (I) i discorsi e gli oracoli profetici e parte della biografia, la seconda (He) “il libro di Baruch”) e il completamento del libro con l‟inserimento di nuovi racconti sulla vita di Geremia. In quello stesso periodo sarebbero stati aggiunti i discorsi in prosa, considerati da Hölscher vicini ai libri storici per lo stile e il linguaggio, ma in cui si rifletterebbero piuttosto concezioni aderenti all‟ideologia sacerdotale di Ezechiele460. W. Rudolph, pur confermando la presenza in Geremia di una fonte C deuteronomistica, ridusse la consistenza delle parti in prosa ad essa attribuite, e ne retrodatò la formazione agli anni dell‟esilio461. J. Ph. Hyatt462 approfondì il confronto tra Dtr e la fonte deuteronomistica di Geremia (chiamata D), riconoscendo espressioni caratteristiche della fraseologia e del pensiero di Dtr anche in parti del testo profetico che fino a quel momento non erano state attribuite a questa fonte. Un editore della scuola deuteronomistica, vissuto intorno al 550 a.C., sarebbe intervenuto sul testo non solo integrandolo con nuovo materiale, ma anche rielaborando sulla base della propria visione teologica le parti poetiche e le fonti più antiche del libro. Secondo questa ipotesi, quella deuteronomistica non doveva essere considerata esclusivamente una fonte sovrappostasi alle altre, ma la prima edizione complessiva dell‟opera, in cui le stratificazioni più antiche non sono sempre isolabili sul piano ideologico dalle più recenti. J. Janssen463 e E. W. Nicholson464 collegarono i discorsi in prosa alla produzione liturgica e omiletica delle prime sinagoghe durante gli anni dell‟esilio. Per Janssen la tradizione geremiana venne rielaborata in Giuda dopo il 586 a.C. dagli 458

Duhm, Jeremia, pp. X-XX. Mowinckel, Komposition, pp. 33-40, 48-60. 460 G. Hölscher, Die Propheten: Untersuchungen zur Religionsgeschichte Israels, Leipzig 1914, pp. 379-381. 461 W. Rudolph, Jeremia, Tübingen 1947, pp. XV-XX. 462 J.Ph. Hyatt, “The Deuteronomic Edition of Jeremiah”, in R.C. Beatty, J.Ph. Hyatt, M.K. Spears (eds.), Vanderbilt Studies in the Humanities, Nashville 1951, pp. 71-95. 463 J. Janssen, Juda in der Exilszeit. Ein Beitrag zur Frage der Entstehung des Judentums, Göttingen 1956, pp. 20-22, 105-108. 464 E.W. Nicholson, Preaching to the Exiles. A Study of the Prose Tradition in the Book of Jeremiah, Oxford 1971, pp. 127-137. 459

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

autori della scuola deuteronomistica, per dare una risposta dottrinale alla comunità degli autoctoni rimasti. Per Nicholson l‟uditorio sinagogale era composto invece dai membri della comunità in esilio a Babilonia; in questo contesto i passi geremiani più antichi sarebbero stati riletti sulla base delle nuove istanze didattiche e dottrinarie degli esiliati e la tradizione venne così arricchita di commenti e di nuovi inserti oracolari. A Babilonia la sorte degli esiliati veniva interpretata in una prospettiva salvifica e il materiale che si aggiungeva al libro di Geremia comprendeva pertanto, insieme alle sezioni biografiche in prosa, gli oracoli di salvezza. Le conclusioni di Nicholson riprendono una tesi sviluppata alcuni anni prima da S. Hermann, che faceva risalire all‟elaborazione di circoli deuteronomistici sia i discorsi in prosa, sia il “libro della consolazione” dei capitoli 30-33465. L‟ipotesi di Hyatt, relativa a una revisione complessiva di Geremia da parte della scuola deuteronomistica, venne riformulata da W. Thiel, che condusse un‟analisi sistematica sulle caratteristiche lessicali e linguistiche dell‟edizione deuteronomistica, sull‟impiego in essa di formule ed espressioni stereotipate e sugli interessi dottrinali e ideologici di questa redazione, la cui estensione avrebbe raggiunto i capp. 1-45 del corpus geremiano 466. In contrasto con queste posizioni si sono espressi Albright467, Eissfeldt468 e J. Bright469 che attribuiscono la somiglianza stilistica della prosa di Geremia a Dtr alle caratteristiche espressive della retorica ebraica diffusa tra il VII e il VI sec. a.C.; viene pertanto esclusa ogni parentela editoriale tra questi testi: i redattori sia di Geremia che di Dtr avrebbero attinto gli elementi comuni da uno stesso repertorio di tradizioni lessicali e stilistiche. Anche H. Weippert 470 e W. L. Holladay471 escludono l‟intervento di circoli deuteronomistici sul testo geremiano; secondo Weippert, una versione del libro non molto distante per dimensioni da quella definitiva sarebbe stata elaborata da Geremia stesso, che si servì, per la composizione delle parti non poetiche, della Kunstprosa in uso in Israele nel VIIVI sec. a.C.; secondo Holladay le parti in prosa costituirebbero delle espansioni a 465

S. Hermann, Die prophetischen Heilserwartungen im Alten Testament, Stuttgart 1965, pp. 180-190. 466 W. Thiel, Die deuteronomistische Redaktion von Jeremiah 1-25, Neukirchen - Vluyn 1973; Id., Die deuteronomistische Redaktion von Jeremiah 26-45, Neukirchen - Vluyn 1981, pp. 93-115. 467 Albright, “A Supplement of Jeremiah: the Lachisch Ostraca”, BASOR 61 (1936), pp. 10-16; Id., “A Reexamination of the Lachisch Letters”, BASOR 73 (1939), pp. 16-21. 468 Eissfeldt, The Old Testament: an Introduction, pp. 15-33. 469 J. Bright, “The Date of the Prose Sermons of Jeremiah”, JBL 70 (1951), pp. 15-35. 470 H. Weippert, Die Prosareden des Jeremiahbuches, Berlin 1973. 471 W.L. Holladay, “Prototype and Copies: a New Approach to the Poetry-Prose Problem in the Book of Jeremiah”, JBL 79 (1960), pp. 351-367.

LA REDAZIONE DEUTERONOMISTICA DI GEREMIA

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carattere biografico o esegetico di mano baruchiana, in cui sarebbero stati ripresi e riadattati lo stile e le formulazioni degli oracoli del profeta stesso. K. F. Pohlmann472 posticipa la composizione delle parti in prosa al V-IV sec. a.C. attribuendole ad una redazione che, sul piano formale, fa riferimento allo stile deuteronomistico, ma che, per la tendenza segregazionista di alcuni passi e l‟atteggiamento favorevole alla diaspora babilonese, deve considerarsi contemporanea alle Cronache. Nonostante queste divergenze, i contatti tra Geremia e i libri storici vengono riconosciuti nella maggior parte dei lavori critici (sia in quelli complessivi sul testo geremiano, sia in quelli inerenti a sezioni distinte del corpus profetico): rispetto a Samuele-Re sono state individuate corrispondenze lessicali, contenutistiche, ideologiche e dottrinali, non solo nei discorsi in prosa, ma anche negli oracoli poetici e nei testi tradizionalmente attribuiti a Baruch, e la tesi di un‟edizione di Geremia ispirata al pensiero dei libri storici continua ad essere la più diffusa. Per quanto riguarda il periodo di elaborazione, si può più verosimilmente aderire all‟ipotesi di R. P. Carroll 473, secondo cui questa edizione venne realizzata (non diversamente da quanto veniva stabilito per i libri storici) non prima dell‟epoca persiana. Così le tendenze spiccatamente favorevoli alla diaspora babilonese di alcuni passi non rifletterebbero le aspettative della comunità degli esiliati a Babilonia, quanto piuttosto il punto di vista e le istanze dei “ritornati” da Babilonia474, che consideravano se stessi l‟unico “resto” 475 d‟Israele e aspiravano all‟ egemonia politica e religiosa in Giuda. Sulla base di questa interpretazione si pongono in discussione l‟autenticità delle informazioni biografiche contenute nel libro e la consistenza storica dei personaggi, in primo luogo di Geremia e Baruch. Il testo geremiano, anziché permettere la ricostruzione della vita del profeta omonimo, viene valutato da Carroll alla stregua di un prodotto letterario, che consente uno sguardo privilegiato sulla cultura religiosa dominante nel giudaismo post-esilico; lo scriba Baruch, portavoce del messaggio profetico, viene considerato in questa prospettiva non un personaggio reale, ma una metafora della funzione degli autori-redattori, che intendevano imporsi come interpreti della tradizione profetica. 472

K.F. Pohlmann, Studien zum Jeremiahbuch. Ein Beitrag zur Frage nach der Entstehung des Jeremiabuches, Göttingen 1978. 473 R.P. Carroll, “Arguing about Jeremiah: Recent Studies and the Nature of a Prophetic Book”, SVT 43 (1991), pp. 222-235. 474 Cfr. R.P. Carroll, “Textual Strategies and Ideology in the Second Temple Period”, in P.R. Davies (ed.), Second Temple Studies 1: Persian Period, Sheffield 1991, pp. 108-124; cfr. anche J. Blenkinsopp, “Temple and Society in Achaemenid Judah”, in Davies (ed.), Second Temple Studies 1, pp. 22-53. 475 Cfr. Liverani, Oltre la Bibbia, pp. 242-244.

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

Il libro di Geremia nella sua veste “deuteronomistica” rappresenta tuttavia solo uno stadio intermedio della lunga vicenda redazionale di quest‟opera, al cui interno viene generalmente riconosciuto un nucleo che rimonterebbe ad una predicazione coeva agli anni della crisi del regno di Giuda (VI sec. a.C.) e che continuò la sua evoluzione nel corso della storia giudaica fino al II sec. a.C. Secondo W. McKane476 questo nucleo più antico, che potrebbe anche non risalire ad un autore storico di nome Geremia, era formato da un corpus ridotto di oracoli e si sarebbe arricchito progressivamente di nuovi inserti poetici e narrativi, inglobando materiale di epoche storiche diverse, fino a raggiungere la forma finale in età ellenistica. Di questo percorso rimangono tracce consistenti nella complessa stratificazione del testo e nelle caratteristiche tipologiche dei due libri di Geremia pervenuti fino a noi: la Vorlage breve tramandata da 4QJerb,d,e e dai LXX e quella lunga testimoniata in 2QJer, 4QJera,c e canonizzata nel TM 477. 5. GEREMIA 52 La relazione redazionale esistente tra Geremia e 2Re viene amplificata dalla lunga epanadiplosi conclusiva con la quale si è voluto stabilire per questi libri un identico epilogo. Questo epilogo viene considerato dalla letteratura critica un‟appendice in Geremia, desunta dai libri storici e aggiunta dalla scuola deuteronomistica, per mostrare la realizzazione nella storia del popolo ebraico delle profezie geremiane478. Tuttavia la dialettica intertestuale esistente tra Geremia e 2Re induce a una riconsiderazione del capitolo 52 come testo organico all‟elaborazione di Geremia, piuttosto che come supplemento editoriale. Come si è precedentemente notato479, episodi narrati in Ger 52 (= 2Re 24:18-25-30) sono anticipati in maniera

476

McKane, Commentary on Jeremiah, pp. L-LXII. Cfr. cap. I, par. 5. 478 Cfr. J. Bright, Jeremiah. A New Transaltion with Introduction and Commentary, New York 1985, pp. 370: “Perhaps the editor felt that an account of the fall of Jerusalem (…) would fournish a fitting conclusion to the book because it would history itself to give its silent witness to the truth of the prophetic word…”; Carroll, Jeremiah, p. 858: “The effect of concluding Jeremiah with an appendix from II Kings forms a closure with the Deuteronomistic history and reflects the editorial history of the book of Jeremiah. The editors may have wished to conclude their work with an appendix emphasizing the fall of Jerusalem as the vindication of the work of the prophet Jeremiah and the confirmation of his vision of the overturned pot signalling the Northern invasion (Jer. 1:14-16)”. 479 Par. 2. 477

GEREMIA 52

179

puntuale in alcune sezioni in prosa a partire dal capitolo 21 480. Secondo Mc Kane481queste sezioni in prosa si sarebbero sviluppate come espansioni esegetiche di un racconto biografico “preesistente”, di cui restano solo frammenti e che sarebbe stato assorbito dalla narrativa prodotta successivamente nel “rolling Corpus”482 geremiano. Per parte nostra, riteniamo che sia piuttosto una parte di questi discorsi 483 a essere stata generata come espansione della narrazione sulla caduta di Gerusalemme, al fine di commentare e rileggere, alla luce della agiografia geremiana, il capitolo conclusivo di 2Re; in questo modo la ricostruzione storica fornita da 2Re 24:18-25:30 (= Ger 52) viene legittimata e amplificata sul piano dottrinale attraverso le profezie attribuite a un personaggio coevo ai fatti narrati. È verosimile così che solo in seguito alla composizione dei libri storici venisse realizzata un‟edizione del libro di Geremia e che una raccolta “canonica”484 di oracoli provvedesse a consacrarne il carisma profetico, anche se non si può escludere che un corpus di profezie, assegnate dalla tradizione a questo profeta e confluite nell‟opera al momento della sua compilazione, godesse già di una certa diffusione. Potrebbe essere questa la ragione per cui la figura di Geremia è assente in 2Re 24-25 e in Ger 52485; dopo la redazione dei libri storici, il messaggio dei profeti tradizionali, ritratti come inviati di Yahweh nei momenti più drammatici della storia ebraica, fu rivisto, o costruito ex novo, sulla base dell‟orientamento religioso delle fazioni sociali allora dominanti. Si trattava del sacerdozio e dell‟aristocrazia degli ebrei ritornati che dopo il declino (probabilmente non

480

Questi passi sono generalmente inseriti tra le parti attribuite all‟edizione deuteronomistica: cfr. Thiel, Jeremiah 26-45. 481 McKane, Commentary on Jeremiah, pp. CXXXIV-CLXXIV. 482 McKane, Commentary on Jeremiah, pp. L-LXII. 483 Cfr. parr. 2, 6. 484 Cfr. R.P. Carroll, “Prophecy and Society”, in R.E. Clements, The World of Ancient Israel: Sociological, Antropological and Political Perspectives, Cambridge 1989, pp. 203225. 485 Per il dibattito su questo argomento cfr. C. Begg, “A Bible Mystery: the Absence of Jeremiah in Deuteronomistic History”, IBS 7 (1985), pp. 139-164; T. Römer, “La conversion du prophète Jérémie à la théologie deutéronomiste: Quelques enquêtes sur le problème d‟une rédaction deutéronomiste du livre de Jérémie”, in A.H.W. Curtis, T. Römer, The Book of Jeremiah and its Reception, Leuven 1997, pp. 44-49.

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

percepito ancora come definitivo486) dell‟autorità regale487, soverchiarono il partito dei “rimasti” e si imposero alla guida del paese. L‟ispirazione “filobabilonese” di Geremia, si è osservato, si deve porre in relazione con questa situazione politica e culturale: è alla luce della conflittualità scatenatasi in epoca post-esilica e in difesa dell‟ideologia religiosa divenuta prevalente con il successo politico degli ex-esiliati, che furono interpretati la caduta di Gerusalemme e la deportazione a Babilonia. Gli eventi descritti in 2Re 24-25 rappresentarono dunque lo sfondo narrativo in cui venne inscritta la vicenda geremiana; così i testi biografici, ambientati nel periodo dell‟assedio, divennero propulsori del messaggio di critica nei confronti della società pre-esilica, di cui Yahweh aveva reso urgente la riforma radicale: nei dialoghi tra Geremia e Sedecia488 furono ritratti l‟incertezza morale e l‟indecisione politica degli ultimi re di Giuda, incapaci di gestire il potere in maniera autonoma e la cui azione avrebbe dovuto essere sempre subordinata alla consultazione profetica (ovvero all‟autorità religiosa) per risultare efficace e stornare la vendetta divina489; attraverso la rappresentazione delle iniquità del clero e delle persecuzioni rivolte dai notabili di Giuda contro Geremia vennero inoltre illustrati i comportamenti che Yahweh aveva biasimato nella condanna di un‟intera classe dirigente. A questi esempi si contrapponevano il coraggio e la fermezza spirituale del profeta e di un “resto”490 d‟Israele (quello esiliato a Babilonia), presentati come modello morale e religioso cui aderire e adeguarsi per non incorrere nella punizione divina, che aveva e avrebbe potuto di nuovo colpire Gerusalemme. Per verificare la nostra ipotesi, nel paragrafo che segue prenderemo in esame i discorsi in prosa491 che costituiscono a nostro parere un‟espansione esegetica del capitolo 52: l‟analisi delle differenze di contenuto tra LXX* e TM sarà funzionale a ricostruire lo sviluppo ideologico del libro di Geremia in relazione alle indagini sui passi paralleli.

486

Cfr. F. Bianchi, “Zorobabele re di Giuda”, Henoch 13 (1991), pp. 113-150; Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 89, 158. 487 Cfr. Bianchi, “Zorobabele re di Giuda”, pp. 113-150; Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 34-44, 89-104. 488 Ger 21, 32, 34, 37, 38. 489 Garbini, Storia e ideologia, pp. 99-110; Catastini, “Deuteronomismo”, pp. 43-57. 490 Cfr. Liverani, Oltre la Bibbia, pp. 242-244. 491 Citati in par. 2.

DISCORSI CHE ANNUNCIANO GLI EVENTI DEL 587-586 A.C.

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6. CARATTERISTICHE DEI DISCORSI IN PROSA CHE ANNUNCIANO GLI EVENTI DEL 587-586 A.C. Ger 21:4-10 LXX* 4 tavde levgei kuvrio" jIdou; ejgw; metastrevfw ta; o{pla tav polemikav ejn oi|" uJmei'" polemei'te ejn aujtoi'" pro;" tou;" caldaivou" tou;" sugkekleikovta" uJma'" e[xwqen tou' teivcou" eij" to; mevson th'" povlew" tauvth" 5 kai; polemhvsw ejgwv uJma'" ejn ceiri; ejktetamevnh/ kai; ejn bracivoni krataiw/' meta; qumou' kai; ojrgh'" megavlh" 6 kai; patavxw pavnta" tou;" katoikou'nta" ejn th'/ povlei tauvth/ tou;" ajnqrwvpou" kai; ta; kthvnh ejn qanavtw/ megavlw/ kai; ajpoqanou'ntai 7 kai; meta; tau'ta levgei kuvrio" dwvsw ton Sedekivan basileva Iouda kai; tou;" pai'da" aujtou' kai; to;n lao;n to;n kataleifqevnta ejn th'/ povlei tauvth/ ajpo; tou' qanavtou kai; ajpo; tou' limou' kai; ajpo; th'" macaivra" eij" cei'ra" ejcqrw'n aujtw'n tw'n zhtouvntwn ta;" yuca;" aujtw'n kai; katakovyousin aujtou;" ejn stovmati macaivra": ouj feivsomai ejp j aujtoi'" kai; ouj mh; oijktirhvsw aujtouv". 8 kai; pro;" to;n lao;n tou'ton ejrei'" ta;de legei kuvrio" jIdou; ejgw; devdwka pro; proswvpou uJmw'n th;n oJdovn th'" zwh'" kai; th;n oJdovn tou' qanavtou: 9 oJ kaqhvmeno" ejn th'/ povlei tauvth/ ajpoqanei'tai ejn macaivra/ kai; ejn limw/' kai; oJ ejkporeuovmeno" proscwrh'sai pro;" tou;" caldaivou" tou;" sugkekleikovta" uJma" zhvsetai kai; e[stai hJ yuch; aujtou' eij" sku'la kai; zhvsetai.

TM

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

10 diovti ejsthvrika to; provswpovn mou ejpi; th;n povlin tauvthn eij" kaka; kai; oujk eij" ajgaqa;: eij" cei'ra" basilevw" babulw'no" paradoqhvsei kai; katakauvsei aujthvn ejn puriv.

In questo brano sono anticipati e riassunti complessivamente gli eventi del 587-586 a.C.492: - L‟assedio di Gerusalemme e la prefigurazione dell‟irruzione dei Babilonesi nella città – Ger 21:4 – rimandano a 2Re 25:1-2 // Ger 52:4-5 e a 2Re 25:4 // Ger 52:7. Il testo masoretico (Ger 21:4) riporta in aggiunta a LXX* un epiteto di Yahweh ( ), alcune espressioni ridondanti ( e ) e informa (in contrasto con 2Re 25:7 // Ger 52:11) della partecipazione diretta di Nabuccodonosor ( ) all‟assedio. - La morte degli abitanti per una calamità provocata dall‟ira divina – Ger 21:5-6 – prefigura la carestia di 2Re 25:3 // Ger 52:6. La grandezza dell‟ira divina (v. 21:5) in LXX* viene rappresentata dalla coppia di sinonimi qumou' kai; ojrgh'", in TM dalla sequenza di tre sinonimi , che ne amplificano la dismisura. Alla carestia di 2Re 25:3 // Ger 52:6, TM Ger 21:6 sostituisce il flagello di una “grande peste” ( ), mentre in LXX* il riferimento alla “grande morte” (qanavtw/ megavlw/) è più generico. - La condanna di Sedecia, dei suoi ministri e di quanti fossero rimasti a Gerusalemme – Ger 21:7 – rimanda al contenuto di 2Re 25:3-7 // Ger 52:6-11 e a 2Re 25:18-21 // Ger 52:24-27. Alle piaghe della guerra e della carestia, si aggiunge nuovamente in TM il flagello della peste ( ), reso in LXX* con il più generico qavnato" (meno in contraddizione con 2Re 25:3 // Ger 52:6); Nabuccodonosor viene presentato esplicitamente in TM come strumento della volontà divina ( ). La minaccia divina ( ... ) viene resa in LXX* con la coppia di sinonimi ouj feivsomai ... ouj mh; oijktirhvsw e anche in questo caso (come in Ger 21:5) TM ne mette in risalto la veemenza attraverso una sequenza di tre sinonimi. - L‟annuncio di una differente sorte per chi si fosse arreso ai Babilonesi – Ger 21:9 – rimanda a 2Re 25:11 // Ger 52:15 e 2Re 25:18-21 // Ger 52:24-27. Il testo di LXX* ejn macaivra/ kai; ejn limw/' aderisce maggiormente ai passi paralleli (cfr. 2Re 25:3 // Ger 52:6) rispetto a TM che riporta nuovamente la sequenza

492

Secondo McKane (cfr. Commentary on Jeremiah, p. 491): “It is a reasonable assumption that the intention of the final editor of 21:1-10 was to represent a sequence of events having a rough correspondence with those indicated by chapter 52:4-16”.

DISCORSI CHE ANNUNCIANO GLI EVENTI DEL 587-586 A.C.

183

493

. Poco oltre, TM ( ) allude ai “disertori” di 2Re 25:11 // Ger 52:15 ( )494; LXX* rende (disertare) con proscwrevw prov" (“arrendersi a, sottomettersi”), ovvero con la traduzione presente in L* 2Re 25:11, piuttosto che con ejmpivptw prov" come in LXXB 2Re 25:11495. - La profezia sul destino della città di essere data alle fiamme – Ger 21:10 – prefigura 2Re 25:9 // Ger 52:13. In TM si aggiunge la formula oracolare . Ger 27:19-22 TM = 34:16-18 LXX* LXX* 16 o{ti ou{tw" levgei kuvrio" kai; tw'n ejpiloivpwn skeuw'n

TM

17 w|n oujk e[labe basileu;" babulw'no" o{te ajpw/vkise to;n jIeconivan ejx Ierousalhm

18 eij" babulw'na eijseleuvsetai levgei kuvrio"

La profezia relativa al sacco del tempio annuncia gli eventi di 2Re 25:13-17 // Ger 52:17-22. Al v. 27:19 (= 34:16 LXX*) TM riporta in aggiunta a LXX* un epiteto di Yahweh ( ), una descrizione più analitica degli arredi del tempio portati a 493

La triade occorre anche altrove in TM Ger (cfr. 14:12; 21:7, 9; 24:10; 27:8, 13; 29:17, 18; 32:24, 36; 34:17; 38:2; 42:17, 22; 44:13), tra questi non viene reso nei vv. corrispondenti di LXX Ger in altri 4 casi: 21:9; 27:8 = LXX 34:6; 32:24 = LXX 39:24; 38:2 = LXX 45:2). Secondo Janzen (Studies, pp. 118, 149) in questi casi non era presente nel testo della Vorlage di LXX; secondo McKane (Commentary on Jeremiah, pp. 505-506) il riferimento alla peste è stato aggiunto in TM per creare un rovesciamento narrativo rispetto a 2Re 19:35 // Is 37:36, in cui è il nemico ad essere colpito dal flagello della peste e non gli abitanti di Gerusalemme. 494 L‟intero v. 52:15 viene omesso da LXX*, cfr. cap. IV, par. 2. 495 Cap. III, par. 2. Poco oltre, LXX* ripete kai; zhvsetai.

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

Babilonia ( ) e un riferimento a Gerusalemme ( ). Al v. 27:20 (= 34:17 LXX*) TM aggiunge nomi propri ( , ), titoli ( ), un riferimento geografico ( ) e la deportazione di tutti i notabili a Babilonia con Ioiachin ( ). In LXX* mancano i vv. corrispondenti a TM Ger 27:21- (e in parte) 22, in cui si predice il futuro ritorno degli arredi a Gerusalemme grazie all‟intervento di Yahweh ( ... ): questa profezia, non coerente rispetto alle minacce contenute nei vv. precedenti e al discorso contro i falsi profeti 496, dovrebbe considerarsi un‟espansione della Vorlage più antica sulla base di Esd 1:7-11, 6:5 e Dn 5:2-3497; il testo greco, in cui non viene prefigurato il ritorno degli arredi e che si riferisce ad essi in maniera generica (tw'n ejpiloivpwn skeuw'n), sarebbe in tal caso più vicino alla forma originale del testo. Ger 32:1-5 TM = 39:1-5 LXX* LXX* 1 JO lovgo" oJ genovmeno" para; kurivou pro;" Ieremivan ejn tw'/' ejniautw/' tw/' dekavtw/ tw'/' basilei' Sedekiva/ ou|to" ejniauto;" ojktwkaidevkato" tw'/' Naboucodonosor basilei' babulw'no"

TM

2 kai; duvnami" basilevw" babulw'no" ejcaravkwosen ejpi; Ierousalehm kai; Ieremia" ejfulavsseto ejn aujlh'/ th'" fulakh'" h{ ejstin ejn oi]kw/ tou' basilevw" 3 ejn h/| katevkleisen aujtovn oJ basileu;" Sedekiva" levgwn Dia; tiv su; profhteuvei" levgwn Ou{tw" ei\pe kuvrio" jIdou; ejgw; di;dwmi th;n povlin tauvthn ejn cersi; basilevw" babulw'no" kai; lhvmyetai aujthvn 4 kai; Sedekiva" ouj mh; swqh/' ejk ceiro;" tw'n Caldaivwn o{ti paradovsei paradoqh/vsetai eij" cei'ra" basilevw" babulw'no" kai; lalhvsei stovma aujtou' pro;" stovma aujtou' kai; ojfqalmoi; aujtou' tou;" ojfqalmou;" aujtou' o[yontai 496

Ger 27:9-16. Janzen, Studies, p. 47; E. Tov, “Exegetical Notes on the Hebrew Vorlage of Jeremiah 27(34)”, ZAW 91 (1979), pp. 73-93; Bogaert, “La vetus latina de Jérémie”, pp. 61-64. 497

DISCORSI CHE ANNUNCIANO GLI EVENTI DEL 587-586 A.C.

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5 kai; eijseleuvsetai Sedekiva" eij" babulw'na kai; ejkei' kaqiei'tai

La profezia relativa al processo di Sedecia anticipa gli eventi di 2Re 25:6-7 // Ger 52:9-11 ed è ambientata nel decimo anno di regno di Sedecia, durante l‟assedio di Gerusalemme (cominciato nel nono anno – in 2Re 25:1 // Ger 52:4 – e conclusosi nell‟undicesimo anno – in 2Re 25:2-3 // Ger 52:5-6). Al v. 32:4 (= 39:4 LXX*), TM riporta in aggiunta a LXX* . Poco oltre l‟espressione (in LXX* kai; lalhvsei stovma autou' pro;" stovma aujtou' kai; ojfqalmoi; aujtou' tou;" ojfqalmou;" aujtou' o[yontai) allude con effetto, attraverso l‟uso insistito di e , ai termini usati in 2Re 25:6 // Ger 52:9 e 2Re 25:7 // Ger 52:10 per indicare il processo di Sedecia (dibattuto al cospetto di Nabuccodonosor) – –, la sua condanna ad assistere all‟uccisione dei suoi figli – – e a subire l‟accecamento – . Al v. 32:5 (= 39:5 LXX*) in TM (in aggiunta a LXX*) si annuncia la futura “visita” di Yahweh a Sedecia durante l‟esilio a Babilonia e la disfatta di chiunque si fosse opposto ai Caldei ( )498. Non è chiaro se la visita di Yahweh corrisponda a un esito positivo o negativo della vicenda di Sedecia; l‟uso di potrebbe essere evocativo di quanto si verifica in TM Ger 52:11: Sedecia, condotto a Babilonia, viene gettato in prigione, nella , fino al giorno della sua morte499. Del resto in Geremia entrambe le radici e , piuttosto che rivestire il significato di “visita / visitare”, sono impiegate in misura preminente in riferimento al giudizio di condanna di Yahweh; il “tempo del giudizio” divino è inoltre indicato frequentemente (cfr. Ger 6:15, 500 8:12, 10:15, 46:21, 49:8, 50:27, 31, 51:18) con , la cui pronuncia richiama notevolmente quella di . Ger 34:1-5 TM = 41:1-5 LXX* LXX* 1 JO lovgo" oJ genovmeno" pro;" jIeremivan para; kurivou kai; Nabouco498

TM

Janzen, Studies, p. 104; C. Begg, “Yahweh‟s „Visitation‟ of Zedekiah (Jer 32:5)”, ETL 63 (1987), pp. 113-117, considerano questa parte una glossa inserita dai masoreti (come in TM Ger 27:22 la visita di Yahweh che preludeva al ritorno degli arredi). 499 Secondo LXX* Ger 52:11 Sedecia una volta a Babilonia viene tenuto recluso nella “casa del mulino” per il resto dei suoi giorni, mentre in 2Re 25:7 il racconto su Sedecia si conclude con l‟arrivo del re in catene a Babilonia. 500 Cfr. G.J. Botterweck, H. Ringgren, Theologiches Wörterbuch zum Alten Testament, VI, Stuttgart - Berlin - Köln 1989, coll. 707-723.

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

donosor basilei' babulw'no" kai; pa'n to; stratovpedon ajutou' kai; pa'sa hJ gh' ajrch'" aujtou' ejpolevmoun ejpi; Ierousalhm kai; ejpi; pavsa" ta;" po;lei" Iouda levgwn 2 Ou{tw" ei\pe kuvrio" Bavdison pro;" Sedekivan basileva Iouda kai; ejrei'" aujtw/' Ou{tw" ei\pe kuvrio" paradovsei paradoqhvsetai hJ povli" au{th eij" cei'ra" basilevw" babulw'no" kai; sullhvmyetai aujth;n kai; kauvsei aujth;n ejn puriv 3 kai; su; ouj mh; swqh/'" ejk ceiro;" aujtou' kai; sullhvmyei sullhmfqhvsh/ kai; eij" cei'ra" aujtou' doqhvsh/ kai; ojfqalmoiv sou tou;" ojfqalmou;" aujtou' o[yontai kai; eij" babulw'na eijseleuvsh/ 4 ajlla; a[kouson lo;gon kurivou Sedekiva basileu' Iouda Ou{tw" levgei kuvrio" 5 ejn eijrhvnh/ ajpoqanh/' kai; wJ" e[klausan tou;" patevra" sou tou;" basileuvsanta" provterovn sou klauvsontai kai; se; [W adwn kovyontai se: o{ti lovgon ejlavlhsa ei\pe kuvrio"

La profezia relativa all‟incendio di Gerusalemme e al processo di Sedecia anticipa gli eventi di 2Re 25:9 // Ger 52:13 e di 2Re 25:6-7 // Ger 52:9-11 e (anche in questo caso) è ambientata durante l‟assedio di Gerusalemme. Al v. 34:2 (= 41:2 LXX*) TM riporta in aggiunta (a LXX*) l‟epiteto di Yahweh ( ). Secondo TM è Yahweh a consegnare Gerusalemme direttamente nelle mani del nemico ( ), mentre in LXX* il riferimento alla divinità è meno diretto: la città “sarà data” (paradovsei paradoqhvsetai) nelle mani di Nabuccodonosor. Poco oltre, LXX* aggiunge il verbo (sullhvmyetai) in riferimento alla presa di Gerusalemme. In TM Ger 34:3 per indicare la cattura di Sedecia è impiegato il verbo , il cui uso in relazione a Sedecia rimanda a 2Re 25:6 // Ger 52:9. Il processo di Sedecia da parte di Nabuccodonosor viene prefigurato in TM con gli stessi termini di Ger 32:4 ma invertendo l‟ordine della frase ( ... ); in LXX* la citazione è abbreviata (kai; ojfqalmoiv sou tou;" ojfqalmou;" aujtou' o[yontai).

DISCORSI CHE ANNUNCIANO GLI EVENTI DEL 587-586 A.C.

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Al v. 34:4 (= 41:4 LXX*) in TM si riportano ulteriori dettagli sul futuro di Sedecia, destinato a non morire di morte violenta ( ). Al v. 34:5 (41:5 LXX*) si annunciano una morte pacifica e rituali funebri regali per Sedecia: l‟adempimento di questa promessa non trova riscontro in 2Re 24:18-25:30 // Ger 52 e capovolge quanto prefigurato in Ger 21:7. Ger 34:19-22 TM = 41:19-22 LXX* LXX* 19 tou;" a[rconta" Iouda kai; tou;" dunavsta" kai; tou;" iJerei'" kai; to;n laovn

TM

20 kai; dwvsw aujtou;" toi'" ejcqroi'" aujtw'n kai; e[stai ta; qnhsimai'a aujtw'n brw'si" toi'" peteinoi'" tou' oujranou' kai; toi'" qhrioi'" th'" gh'" 21 kai; ton Sedekivan basileva th'" jIoudaiva" kai; tou;" a[rconta" aujtw'n dwvsw eij" cei'ra" ejcqrw'n aujtw'n kai; duvnami" basilevw" babulw'no" toi'" ajpotrevcousin ajpæ aujtw'n 22 jIdou; ejgw; suntavssw fhsi; kuvrio" kai; ejpistrevfw aujtou;" eij" th;n gh'n tauvthn kai; polemhvsousin ejp j aujth;n kai; katakauvsousin aujth;n ejn puri; kai; ta;" povlei" Iouda kai; dwvsw aujta;" ejrhvmou" ajpo; katoikouvntwn

La profezia relativa al destino della classe dirigente e del popolo ebraico – Ger 34:19-20 (= 41:19-20 LXX*) – fa riferimento a quanto si verifica in 2Re 25:11-12 // Ger 52:15-16 e 2Re 25:18-21 // Ger 52:24-27. In TM Ger 34 vengono deportati “i capi di Giuda e di Gerusalemme”, in LXX* Ger 41 “i capi di Giuda e i potenti”; TM aggiunge la categoria degli eunuchi ( ) e specifica che “tutto il popolo” che strinse il patto di alleanza con Yahweh ( ) sarebbe stato consegnato nelle mani nemiche; LXX* riporta un più generico to;n laovn. Al v. 34:20 (= 41:20 LXX*), per indicare la cattura da parte dei nemici del popolo ebraico, TM aggiunge l‟espressione sinonimica che enfatizza il significato di (toi'" ejcqroi'" aujtw'n in LXX*); la stessa aggiunta si verifica in TM al successivo v. 34:21. La profezia relativa all‟inseguimento di Sedecia – Ger 34:21 (= 41:21 LXX*) – rimanda a 2Re 25:5-6 // Ger 52:8-9.

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

La profezia relativa al destino di Gerusalemme – Ger 34:22 (= 41:22 LXX*) – prefigura l‟assedio di 2Re 25:1-2 // Ger 52:4-5, l‟irruzione babilonese di 2Re 25:8-9 // Ger 52:12-13, la deportazione a Babilonia, di 2Re 25:11 // Ger 52:15 e 2Re 25:18-21 // Ger 52:24-27. In LXX* si preannuncia l‟aggressione Babilonese “contro questa terra” (eij" th;n gh'n tauvthn), in TM “contro questa città” ( )501. In TM la profezia della presa di Gerusalemme è più esplicita per l‟aggiunta di alla sequenza di azioni rivolte dai Babilonesi contro la città. Ger 38:17-18 TM = 45:17-18 LXX* LXX* 17 kai; ei\pen aujtw/' jIeremiva" Ou{tw" ei\pe kuvrio" jEa;n ejxelqw;n ejxevlqh/" pro;" hJgemovna" basilevw" babulw'no" zhvsetai hJ yuchv sou kai; hJ povli" au{th ouj mh; kataskauqh/' ejn puri; kai; zhvsh/ suv kai; hJ oijkiva sou

TM

18 kai; ejan mh; ejxevlqh/" doqhvsetai hJ povli" au{th eij" cei'ra" tw'n caldaivwn kai; kauvsousin aujth;n ejn puri; kai; su; ouj mhv swqh'/"

La profezia sull‟eventuale salvezza di Sedecia, nel caso in cui fosse uscito da Gerusalemme per arrendersi ai nemici, si può confrontare con Ger 21:8-10 (in cui una profezia analoga è rivolta a tutto il popolo) e con 2Re 25:4-6 // Ger 52:7-9 (in cui si narra dell‟allontanamento di Sedecia da Gerusalemme e della sua cattura da parte dell‟esercito babilonese) 502. L‟uso insistito di / ejxelqei'n stabilisce un ulteriore collegamento con 2Re 25:4 // Ger 52:7, in cui la vicenda di Sedecia viene introdotta proprio da questo verbo 503. Al v. 38:17 (= 45:17 LXX*), TM riporta in aggiunta il nome del re ( ) e un epiteto di Yahweh ( ). Al v. 38:18 (= 45:18 LXX*) in TM si rendono esplicite alcune espressioni sottintese in LXX* ( , ). Le profezie geremiane ambientate durante l‟assedio di Gerusalemme 504 da un lato anticipano puntualmente gli eventi narrati nei passi paralleli, dall‟altro

501

Cfr. Gosse, “Trois étapes”, pp. 508-529. Cfr. E. Abate, “Sedecia e l‟assedio di Gerusalemme: funzioni mitiche e rituali di un racconto biblico”, RSO 77 (2003), pp. 9-22. 503 Cfr. capp. VI, par. 3 e VIII. 504 Cfr. Ger TM e LXX* Ger 21:4, TM 32:1-2 = LXX* Ger 39:1-2, TM 34:1 = LXX* Ger 41:1. 502

LA CONDANNA MORALE DI SEDECIA

189

attraverso i dialoghi del re Sedecia con Geremia ne espandono il contenuto con elementi agiografici, minacce e visioni salvifiche. I testi di TM e LXX* (profetici) presentano alcune divergenze testuali, analoghe a quelle incontrate nel confronto tra TM e LXX* di Ger 52505; sul piano stilistico, TM comprende dettagli di carattere geografico e temporale, nomi propri e titoli, espressioni ridondanti e sinonimi assenti in LXX*; sul piano dei contenuti, tra LXX* e TM si riscontrano variazioni sostanziali a proposito dei seguenti argomenti: a la condanna morale di Sedecia; b. il sacco del tempio; c. l‟esilio degli abitanti. L‟instabilità testuale a proposito di a., b., c. non riguarda esclusivamente i passi geremiani ma, come risulta dall‟esame dei passi paralleli, è stata riscontrata anche nel confronto con 2Re 24:18-25:30506. La sovrapposizione di redazioni distinte sul piano ideologico è all‟origine di questo fenomeno, di cui ricostruiremo lo sviluppo. 7A. LA CONDANNA MORALE DI SEDECIA Sulla base dell‟analisi critica di 2Re 24:18-25:30 // Ger 52 si possono isolare le peculiarità testuali dei diversi testimoni in relazione alla figura di Sedecia: 1) LXX* Ger 52:2-3 non riporta la formula di condanna morale 507 contro Sedecia attestata in TM Ger 52:2-3 e 2Re (TM e LXX) 24:19-20508; 2) In TM Ger 52:7 si definisce la fuoriuscita notturna del re e dell‟esercito ebraico da Gerusalemme come fuga. Per quanto riguarda gli altri testimoni, i LXX (2Re e Ger) rendono solamente il verbo ejxelqei'n, senza dare una connotazione moralistica all‟azione di allontanamento di Sedecia; TM 2Re 25:4 presenta una 509 corruzione testuale rilevata dalla lacuna del verbo e sanabile con ; 3) in 2Re 25:7 la narrazione su Sedecia si conclude con l‟arrivo a Babilonia; la tradizione geremiana (Ger 52:11) fornisce ulteriori informazioni sulla sua reclusione permanente: TM Ger 52:11

505

(…)

Cfr. cap. IV, par. 6. Cfr. cap. VI, par. 6. 507 Si tratta della formulazione stereotipata che introduce sia in 1-2Re che in 2Cronache l‟ascesa al trono dei sovrani invisi a Yahweh. 508 Per le variazioni di L* cfr. cap. III. 509 Cfr. cap. VI, par. 3 e cap. VIII (per le variazioni di L* cfr. cap. III). 506

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

LXX* Ger 52:11 (…) kai; e[dhsen aujto;n ejn pevdai" kai; h[ga-gen aujto;n basileu;" Babulw'no" eij" Babulw'na kai; e[dwken aujto;n eij" oijkivan mulw'no" e{w" hJmevra" h|" ajpevqanen.

La testimonianza più sfavorevole a Sedecia è quella di TM Ger 52, in cui il re viene ritratto come trasgressore delle leggi divine e umane (cfr. 1) e come fuggiasco (cfr. 2), destinato a scontare la condanna per il resto dei suoi giorni (cfr. 3); meno avverso a Sedecia è invece LXX* Ger 52 (cfr. 1 e 2), mentre la tradizione dei Re ora corrisponde a TM Ger 52 (cfr. 1), ora a LXX* Ger 52 (cfr. 2) e in un caso riporta la forma del testo più breve (cfr. 3). Le informazioni rilevate sul conto di Sedecia sulla base degli oracoli (secondo TM e LXX*) si possono così riassumere: a) In Ger 21:7 e Ger 38:17-18 (= LXX* Ger 45:17-18) Sedecia viene condannato (e gli vengono negati il perdono e la pietà di Yahweh). b) TM Ger 32:5 riporta un giudizio di condanna contro Sedecia, che manca in LXX* (Ger 39:5). c) In Ger 34:5 (= LXX* Ger 41:5) è riportata la profezia della morte pacifica per Sedecia, cui saranno destinati lamentazioni e rituali funerari regali. Si prefigura in ogni caso la deportazione di Sedecia a Babilonia, ma in a) e in c) non viene esclusa una possibilità di salvezza per il re, anche se realizzabile solamente al momento della sua morte. Non compare negli oracoli una condanna analoga a quella di 2Re 19-20 // TM Ger 52:1-2, sebbene TM Ger 32:5 (in cui si preannuncia il futuro giudizio da parte di Yahweh) attesti una tradizione più ostile a Sedecia rispetto a quella di LXX* Ger 39:5 (cfr. b). In 2Re e Geremia, dunque, coesistono testimonianze ideologicamente contrapposte sul conto di Sedecia (di riscatto o di condanna) anche all‟interno di una medesima tradizione testuale (sebbene si possa notare come solo in TM Ger 52, e TM Ger 32:5510 si prospetti per il re un destino radicalmente avverso). In Geremia, Sedecia non porta le vesti di un monarca malvagio o di un peccatore (come i predecessori Manasse e Ioiachim 511), al contrario nei dialoghi con Geremia512 viene ritratto come personaggio in contrasto con forze superiori che si oppongono alla sua volontà 513. Sedecia è sensibile al messaggio di Geremia514 e si propone in più occasioni di ascoltarne il consiglio, ma per quanto 510

Nel caso in cui si renda la radice Cfr. 2Re 21, 24:3-4, Ger 22:13-19. 512 Ger 21, 27, 34, 37, 38. 513 Cfr. Ger 38. 514 Cfr. Ger 37:3, 17-21. 511

con il significato di “condannare” o “giudicare”.

LA CONDANNA MORALE DI SEDECIA

191

si adoperi per far scarcerare il profeta e salvarlo dai capi del popolo, non riesce ad aderire fino in fondo al disegno divino, ostacolato dalla debolezza del suo carattere e da una limitata possibilità di agire (condizionata dalla complessa situazione politico-sociale ereditata dai suoi predecessori e dall‟incombere della giustizia di Yahweh)515. Anche in 2Re 25:7 (// Ger 52:11) Sedecia viene presentato piuttosto come personaggio tragico516 che come eroe negativo 517: LXXB 7 kai; tou;" uiJou;" Sedekivou e[sfaxen kat j ojfqalmou;" aujtou' kai; tou;" ojfqalmou;" Sedekivou ejxetuvflwsen kai; e[dhsen aujto;n ejn pevdai"

TM

È verosimile che la tradizione più antica di Geremia e 2Re, in virtù delle prove e delle enormi sofferenze imposte a Sedecia da Yahweh, intendesse la sua deportazione come una condanna temporanea, preludio della sua riabilitazione in punto di morte (come profetizzato in TM Ger 34:5 e LXX* Ger 41:5). Questo orientamento ermeneutico rispecchia l‟atteggiamento ambivalente nei confronti della dinastia davidica di parte della cultura ebraica dopo il ritorno da Babilonia 518 (riflessa in Samuele-Re e in Geremia), in cui la condanna della monarchia preesilica non veniva intesa come rinnegamento da parte di Yahweh del patto di alleanza con David. Il passaggio attraverso la sofferenza e l‟umiliazione dell‟esilio venivano interpretati piuttosto come il superamento di una prova richiesta dalla divinità ed erano il presupposto del ritorno (auspicato) di una monarchia mondata delle sue colpe e dei suoi peccati.

515

Cfr. anche A. Laato, Josiah and David Redivivus. The Historical Josiah and the Messianic Expectations of Exilic and Postexilic Times, Stockholm 1992, pp. 100-103; H.J. Stipp, “Zedekiah in the Book of Jeremiah: on the Formation of a Biblical Character”, CBQ 58 (1996), pp. 627-648. 516 A proposito di figure tragiche in Sam-Re cfr. Nielsen, The Tragedy in History. 517 2Re 25:7: “Furono uccisi alla presenza di Sedecia i suoi figli e a lui Nabuccodonosor fece cavare gli occhi, l‟incatenò e lo condusse a Babilonia”. 518 Cfr. G.E. Gerbrandt, Kingship According to the Deuteronomistic History, Atlanta 1986; A. Laato, The Servant of Yahweh and Cyrus. A Reinterpretation of the Exilic Messianic Programme in Isaiah 40-55, Stockholm 1992, pp. 231-237, 281-283; T.L. Thompson, “The Messiah Epiteth in the Hebrew Bible”, SJOT 15 (2001), pp. 57-82.

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

La figura regale descritta in Is 53 è coerente con questa rappresentazione del re-messia, che si diffuse a partire dal giudaismo di epoca persiana 519: Is 53:8. Fu preso con la forza e sottoposto a giudizio, chi si prostrerà per la sua generazione? Perché è stato reciso dalla terra dei vivi, per la colpa del mio popolo fu colpito. 9. La sua sepoltura fu posta tra gli empi, fu con il ricco nella sua morte, sebbene non fece violenza e non ci fu inganno nella sua bocca. 10. A Yahweh piacque investirlo di sofferenze, e se porrà se stesso come vittima espiatoria avrà una discendenza e si allungheranno i suoi giorni, e per mezzo di lui si realizzerà la volontà di Yahweh. 11. Dall‟oppressione vedrà la sua vita e si sazierà della sua conoscenza, e il mio servo giusto ( ) giustificherà ( ) molti e solleverà le loro colpe. 12. Per questo gli darò in premio le moltitudini, farà bottino dei potenti, poiché spogliò se stesso per immolarsi, fu annoverato tra gli empi, sollevò il peccato di molti e si interpose ai trasgressori.

I lineamenti del servo sofferente sono stati variamente identificati con quelli di Giosia, Ioiachin, Ciro, Zorobabele 520; anche Sedecia, a partire dal nome (“Yah è la mia giustizia” – ) e da quanto visto sin ora, è fornito di requisiti compatibili con una prospettiva di catarsi della figura regale attraverso la sofferenza. Che ci sia stato un momento in cui il nome di Sedecia fosse connesso alle aspettative messianiche e di rinascita della monarchia è testimoniato dalla profezia di Ger 23:5-6: LXX* 5 jIdou; hJmevrai e[rcontai, levgei kuvrio", kai; ajnasthvsw tw'/ Dauid ajnatolh;n dikaivan, kai; basileuvsei basileu;" kai; sunhvsei kai; poihvsei krivma kai; dikaiosuvnhn ejpi; th'" gh'".

519

TM

Cfr. anche Zc 9, 12, Sal 89:39-46. Cfr. Laato, The Servant of Yahweh and Cyrus, pp. 130-155, 222-223; Id., A Star is Rising: the Historical Development of the Old Testament Royal Ideology and the Rise of the Jewish Messianic Expectations, Atlanta 1997, pp. 173-185; M. Goulder, “Behold my Servant Jehoiachin”, VT 52 (2002), pp. 175-190; J.H. Walton, “The Imagery of the Substitute King Ritual in Isaiah‟s Fourth Servant Song”, JBL 122 (2003), pp. 734-743. 520

LA CONDANNA MORALE DI SEDECIA

193

6 ejn tai'" hJmevrai" aujtou' swqhvsetai Iouda", kai; Israhl kataskhnwvsei, pepoiqwv", kai; tou'to to; o[noma, o} kalevsei aujtovn kuvrio" Iwsedek.

È stato osservato521 come solo il testo greco si possa riferire direttamente a Sedecia: a differenza di Iwsedek522, non deve considerarsi un nome personale, poiché la radice è seguita dal suffisso di I pers. pl. , che non viene utilizzato generalmente nella Bibbia per designare un soggetto singolo. Anche in Is 7:14 il termine messianico IMMA-NU-EL ha un significato simbolico collettivo e nomi costruiti in maniera analoga, ovvero preceduti o seguiti dal nome divino , compaiono altrove nei profeti in riferimento al “popolo”, alla “città” o a “Gerusalemme”523. Una redazione più tarda di quella conservata nella Vorlage greca intese occultare nel testo i riferimenti alle prerogative messianiche della stirpe davidica, per trasferirle sulla collettività del popolo ebraico 524. In TM Ger 33:14-18 (assente in LXX*) viene riscritta ex novo la profezia di Ger 23 e completata di nuovi elementi che permettono di identificare il momento storico in cui questa revisione del testo ebbe luogo:

I tempi messianici sono allontanati in un futuro escatologico ( ), in cui Giuda e Gerusalemme (e non Giuda e Israele come in Ger 23:6) sarebbero stati salvati, non solo per l‟avvento di un davidide giusto sul trono di 521

J. Lust, “Messianism and the Greek Version of Jeremiah”, in C. Cox (ed.), VII Congress of IOSCS, Leuven 1989, pp. 87-122. 522 Compaiono altri casi nella Bibbia in cui uno stesso personaggio viene designato in maniera differente premettendo o posticipando il teoforo “IA” o “EL”; ad es. “Eli-am” di 2Sam 11:3 viene chiamato “Ami-el” in 1Cr 3:5; “Jeho-ahaz” di 2Cr 21:17 e 25:23 diventa “Ahaz-iah” in 2Cr 22:1 e 2Re 8:25 e 29. 523 Cfr. ad es. Ger 3:17, Ez 48:35 ove Gerusalemme viene chiamata rispettivamente “Trono di Yahweh” e “Yahweh è qui”. 524 Cfr. B. Gosse, “La Nouvelle Alliance et les promesses d‟avenir se référant a David dans les livres de Jérémie, Ézéchiel et Isaïe”, VT 41 (1991), pp. 419-428; Lust, “The Diverse Text Forms”, pp. 31-48; J.D. Macchi, “Les doublets dans le livre de Jérémie”, in Curtis, Römer, The Book of Jeremiah and its Reception, pp. 119-150.

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

Giuda, ma grazie alla giustificazione e alla consacrazione davidica del popolo ebraico e all‟esaltazione delle funzioni dei sacerdoti e dei leviti. Questo è l‟unico caso in Geremia in cui compaiono riferimenti al gruppo levitico e anche in Samuele-Re questo settore del sacerdozio ebraico viene scarsamente citato 525; una parziale revisione delle tradizioni sulla vicenda di Sedecia in Geremia e in 2Re potrebbe risalire dunque al periodo successivo all‟affermazione del sacerdozio levitico sulla scena politica e culturale 526: tra il IV e il II sec. a.C. (durante il “secondo periodo sadocita” 527) i leviti accrebbero notevolmente il proprio potere, fino a essere equiparati per le funzioni liturgiche e rituali ai sacerdoti sadociti528. In contrapposizione alla visione più elitaria dei sadociti, i leviti si imponevano come rappresentanti dell‟insieme del popolo ebraico e come simbolo della sua consacrazione collettiva dinanzi a Yahweh 529. Probabilmente in questa temperie ideologica venne contrastata la tradizionale associazione del messianismo con la regalità530 (da intendersi come attesa di un discendente storico della dinastia davidica) e fu conseguentemente intrapresa una revisione dei testi, per occultare le caratteristiche che avvicinavano gli ultimi davididi delle storie bibliche (e quindi in primo luogo Sedecia e Ioiachin) alla figura del messia sofferente.

525

Cfr. 1Sam 6:15, 2Sam 15:24, 1Re 8:4, 12:31. Cfr. R. De Vaux, Les institutions de l‟Ancien Testament. Vol. II, Jerusalem 1957, pp. 213-232; D.L. Petersen, Late Israelite Prophecy: Studies in Deuteroprophetic Literature and in Chronicles, Missoula (Mont.) 1977, pp. 55-64; M. Smith, Palestinian Parties and Politics that Shaped the Old Testament, London 1971, pp. 163-192; H.V. Van Rooy, “Prophet and Society in the Persian People according to Chronicles”, in T. Eskenazi, H. Richards (eds.), Second Temple Studies II, Sheffields 1994, pp. 165-179; R. Nurmela, The Levites. Their Emergence as a Second-Class Priesthood, Atlanta 1998, pp. 144-168; Garbini, Il ritorno dall‟esilio Babilonese, pp. 174-191; Liverani, Oltre la Bibbia, pp. 374377. 527 Cfr. Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 135-198. 528 Cfr. De Vaux, Les institutions, pp. 213-232, 253-261; C. Begg, “The Classical Prophets in the Chronistic History”, BZ 32 (1988), pp. 100-107; Van Rooy, “Prophet and Society”, p. 170; Garbini, Il ritorno dall‟esilio Babilonese, pp. 174-191. 529 Garbini, Storia e ideologia, pp. 208-235; Id., Il ritorno dall‟esilio Babilonese, pp. 174191. 530 Cfr. Petersen, Late Israelite Prophecy, p. 56; L.L. Grabbe, Priests, Prophets, Diviners, Sages. A Socio-Historical Study of Religious Specialists in Ancient Israel, Valley Forge PA 1995, pp. 28-29; Laato, A Star is Rising, pp. 230-235; Nurmela, The Levites, pp. 166168; Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 144-148, 156-160 e 360-363. 526

LA CONDANNA MORALE DI SEDECIA

195

In Cronache e 1Esdra, testi della tradizione filo-levitica531, viene pronunciata la sentenza più severa contro Sedecia, colpevole di aver violato le leggi umane e quelle divine: 2Cronache 36:12-13532 LXX 12 kai; ejpoivhsen to; ponhro;n ejnwvpion Kurivou qeou' aujtou', oujk ejnetravph ajpo; proswvpou jIeremivou tou' profhvtou kai; ejk stovmato" kurivou,

TM

13 ejn tw'/ ta; pro;" to;n basileva Naboucodonoso;r ajqeth'sai a} w{rkisen aujto;n kata; tou' qeou', kai; ejsklhvru-nen to;n travchlon aujtou' kai; th;n kardivan aujtou' kativscusen tou' mh; ejpistrevyai pro;" kuvrion qeo;n jIsrahvl. 1Esdra 1533: 45 kai; ejpoivhsen to; ponhro;n ejnwvpion kurivou kai; oujk ejnetravph ajpo; tw'n rJhqevntwn lovgwn uJpo; jIeremivou tou' profhvtou ejk stovmato" tou' kurivou 46 kai; oJrkisqei;" ajpo; tou' basilevw" Naboucodonoso;r tw'/ ojnovmati tou' kurivou ejpiorkhvsa" ajpevsth kai; sklhruvna" aujtou' to;n travchlon kai; th;n kardivan parevbh ta; novmima kurivou qeou' jIsrahvl.

In 2Cronache e in 1Esdra non si scrive oltre sul conto del re 534: non vengono menzionati l‟inseguimento e la cattura di Sedecia da parte dei Babilonesi, la sua condanna ad essere accecato e ad assistere all‟uccisione dei propri figli, ovvero quegli elementi che lo caratterizzavano (in 2Re 25 // Ger 52) con i tratti del messia sofferente. Inoltre, la parabola della monarchia ebraica pre-esilica si conclude senza prospettive di redenzione anche per l‟assenza delle notizie relative 531

Cfr. De Vaux, Les Institutions, pp. 253-261; Petersen, Late Israelite Prophecy, pp. 5564; T.C. Eskenazi, “The Chronicler and the Comparison of 1Esdras”, CBQ 1986, pp. 263280; Garbini, Storia e ideologia, pp. 208-235; Id., Il ritorno dall‟esilio babilonese, pp. 192-204; Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 144-148 e 156-160. 532 Il testo greco è quello dell‟edizione curata da Brooke, McLean, Thackeray, The Old Testament in Greek according to the Codex Vaticanus Supplemented from other Uncial Manuscripts, with a Critical Apparatus Containing the Variants of the Chief Ancient Authorities for the Text of the Septuagint, Vol. III: I and II Chronicles, Cambridge 1932. 533 Il testo è quello dell‟edizione critica curata da R. Hanhart, Esdrae Liber I, Göttingen 1974. 534 In LXX 2Cr 36:17 contro di lui si afferma in aggiunta che, a causa delle sue azioni, non venne risparmiato (… kai; oujk ejfeivsato Sedekivou) dall‟ira inesorabile di Yahweh e dalla spada del re di Babilonia (come non furono risparmiati i giovani, le vergini, gli anziani).

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

alla scarcerazione di Ioiachin, del quale non viene riferito più nulla successivamente al resoconto della deportazione del 598-97 a.C. Se i vv. conclusivi di 2Re e di Geremia stabilivano la sopravvivenza dell‟istituzione regale nel periodo dell‟esilio, in 2Cr e in 1Esd l‟investitura messianica della stirpe davidica è data per estinta, a livello non solo morale (per le colpe di Sedecia) ma anche dinastico (per la scomparsa di Ioiachin). Le concezioni della corrente tradizionalista non scomparvero, ma continuarono a svilupparsi e a rinnovarsi nella letteratura di movimenti alternativi al giudaismo istituzionale535 (nei testi, ad es., delle correnti apocalittica ed essenica in cui l‟ideologia del messianismo assunse le forme più complesse nella duplice attesa di un messia regale e di un messia sacerdotale 536). Tra i testi qumranici sono stati rinvenuti i frammenti di un‟Apoteosi di Sedecia (4Q470), in cui si descrive il patto di alleanza di questo personaggio, da intendersi come figura escatologica, con l‟arcangelo Michele per l‟adempimento di tutta la Torah 537: 4Q470 Fr. 1

1 […] … […] 2 […] Michele […] 3 [… appari]rà quel giorno Sedecia al pa[tt]o 4 […] … per mettere in pratica e per far mettere in pratica tutta la legge 5 [… in] quel tempo dirà Michele a Sedecia: 6 […] stipulerò [un patto] con [te] di fronte all‟assemblea 7 [… per fa]re e […]538

535

Sulla contrapposizione tra l‟ideologia levitica e il pensiero apocalittico cfr. R.P. Carroll, When Prophecy Failed: Reactions and Responses to Failure in Old Testament Prophetic Traditions, London 1979, pp. 181-183, 204-213; Van Rooy, “Prophet and Society”, pp. 165-179. 536 J.H. Charlesworth, “The Concept of the Messiah in the Pseudoepigrapha”, ANRW II / 19.1, Berlin - New York 1979, pp. 188-218; Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 363378; García Martínez, Trebolle Barrera, Gli uomini di Qumran, pp. 286-300. 537 Per la datazione e il commento di questo testo cfr. E. Larson, “4Q470 and the Angelic Rehabilitation of King Zedekiah”, DSD 1 (1994), pp. 210-228; Larson, L.H. Schiffman, J. Strugnell, “470 4Qtext Mentioning Zedekiah” in M. Broshi et al. (eds.), Qumran Cave 4 XIV, Oxford 1995, pp. 235-244. 538 La traduzione è ripresa da F. García Martínez (a cura di), Testi di Qumran. Traduzione italiana dai testi originali con note di Corrado Martone, Brescia 1996 (tit. or.: Textos de Qumrán, Madrid4 1993).

LA CONDANNA MORALE DI SEDECIA

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Anche presso ambienti meno eterodossi, entrambe le tradizioni riferite a Sedecia (di condanna radicale o favorevole alla sua riabilitazione) continuarono ad esercitare la loro influenza Flavio Giuseppe, nella rappresentazione di Sacciva" 539 in Ant. X, 103 (...tw'n de; dikaivwn kai; tou' devonto" uJperovpth"), sembra attingere da fonti in contrasto con quelle di Ant. X, 120, dove sono indicate come qualità personali del sovrano proprio quelle virtù che si contrappongono ai difetti segnalati precedentemente ( JO de; basileu;" aujto;" me;n uJpo; crhstovthto" kai; dikaiosuvnh). Nelle Antichità inoltre, il giudizio contro Sedecia non è mai assoluto; anche se sono dichiarate in più occasioni le sue responsabilità personali (determinanti la catastrofe che si abbattè sulla città), gli errori del suo governo vengono ora imputati alla pressione esercitata su di lui dalla fazione dei notabili corrotti, ora ricondotti al fraintendimento degli oracoli: questi risultarono agli occhi di Sedecia non fededegni e pronunciati da falsi profeti (che predicevano la salvezza di Giuda e Gerusalemme), o enigmatici e contraddittori, come quelli pronunciati da Geremia ed Ezechiele (che prefiguravano entrambi la deportazione a Babilonia, il primo affermando che il re avrebbe visto la città, il secondo che non l‟avrebbe mai potuta vedere)540. Nella descrizione dello storico ebreo, la vicenda di Sedecia si conclude positivamente secondo la promessa di TM Ger 34:5 e LXX* Ger 41:5: nonostante la lunga prigionia, Sedecia sarebbe morto in pace e avrebbe ricevuto una sepoltura degna del suo status: Ant. X, 154 Paragenovmeno" d j eij" Babulw'na oJ Basileu;" Sacciva" me;n ei\cen a[cri" ou| kai; ejteleuvthsen ejn eiJrekth/', qavya" d j aujto;n basilikw'" ta; skeuvh ta; ejk tou' JIerosoluvmwn sulhqevnta naou' ajnevqhke toi'" ijdivoi" qeoi'" (...)

La letteratura rabbinica in alcuni casi abbracciò le tradizioni rappresentate dal testo di Ger 34 e da Flavio Giuseppe: nel trattato Mo„ed Qa Uan 28b541 del Talmud Babilonese, per Sedecia vengono celebrati funerali regali, come ricompensa della liberazione di Geremia dalla cisterna; in Seder „Olam Rabbah 28542 Sedecia e Ioiachin, dopo la morte, sono compianti e vengono loro destinati onori e offerte, poiché a loro era toccato espiare per i mali delle generazioni passate e presenti; in ‟Abot de Rabbi Natan 43:15543 Sedecia viene presentato in una luce positiva, poiché compreso insieme ad Abramo, Gedeone, Davide, tra gli unici quattro personaggi biblici destinati a morire in pace di vecchiaia e a ricevere offerte e lamentazioni funerarie.

539

Cfr. Piovanelli, “Le Texte de Jérémie”, pp. 11-33. Ger 32:4-5, 34:3-4; Ez 12:13. 541 I. Epstein (ed.), The Soncino Talmud, New York 1973. 542 B. Ratner (ed.), Seder Olam Rabba, Wilna 1897. 543 S. Schechter (hrsg), Aboth de Rabbi Natan, Hildesheim-New York 1979. 540

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

7B. IL SACCO DEL TEMPIO Fra i testimoni dei passi paralleli sono state riscontrate notevoli divergenze in corrispondenza del catalogo degli arredi liturgici rimossi dai Babilonesi: - TM e LXX 2Re 25:13-17544 sono pressoché equivalenti, con un catalogo notevolmente ridotto rispetto a TM Ger 52:17-23 545; - il testo di TM Ger 52:17-23 è il più esteso e in alcuni casi ripetitivo ( , e sono ripetuti al v. 18 e al v. 19), in esso confluiscono la tradizione di 2Re e in parte le varianti di LXX*546. La tradizione più antica cui è stato possibile risalire è suddivisa quindi nei due rami rappresentati dalle differenti Vorlagen di 2Re e di LXX*, assimilate successivamente da TM Ger 52547. Secondo Bogaert548 nel testo originale di Geremia i riferimenti agli arredi del tempio sarebbero stati del tutto assenti, come attestato nella Vetus Latina di Ger 52549 (che narra della presa di Gerusalemme senza riferimenti al sacco del tempio). In effetti nel libro di Geremia è piuttosto scarso l‟interesse per l‟oggettistica o la pratica cultuale in genere, e gli arredi vengono citati altrove soltanto al cap. 27 e (senza elencarli) nella profezia di Anania al cap. 28. Per quanto riguarda l‟oracolo di Ger 27 (34) (esaminato al par. 7), secondo Janzen550, Tov551 e Bogaert552 la forma testuale più vicina a quella originaria è da considerarsi quella di LXX* Ger 34, che non riporta l‟elenco degli arredi e non annuncia il loro futuro recupero, mentre in TM viene tramandata una tradizione espansionista più tarda. Si può quindi ipotizzare che anche nella forma testuale più antica di Ger 52 si facesse riferimento agli arredi in maniera generica, piuttosto che con un catalogo dettagliato; a questo punto valuteremo se è opportuno estendere il ragionamento a 2Re 25:13-17 e considerare il catalogo degli arredi non originario nel testo dei passi paralleli. 544

Cfr. cap. II, par. 2. Cfr. cap. VI, par. 3. 546 Il testo di LXX* Ger 52 in due casi traduce secondo una Vorlage distinta dal TM (al v. 18 aggiunge th;n stefavnhn e al v. 22 ojktw; rJovai tw'/ phvcei toi'" dwvdeka phvcesin). Cfr. cap. IV, par. 3; cap. VIII, par. 4. 547 Cfr. cap. VIII, par. 4. 548 Cfr. Bogaert, “Les trois formes de Jérémie 52”, pp. 1-17; Id., “La vetus latina de Jérémie”, pp. 51-82. 549 La* Ger 52:17-23: Et omne aes argentum et aurum et omnem suppellectilem ciuitatis Hierusalem quiquid fuit… 550 Janzen, Studies, p. 104. 551 Tov, “Exegetical Notes”, pp. 73-93. 552 Bogaert, “La vetus latina de Jérémie”, pp. 61-82. 545

IL SACCO DEL TEMPIO

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Nella tradizione di Samuele-Re ulteriori riferimenti agli arredi liturgici compaiono in 1Re 7:15-50 e (brevemente) in 2Re 12:14, 16:8-17. In 1Re 7 (il racconto della costruzione del tempio salomonico) viene attestata una descrizione accurata degli arredi forgiati per il tempio dal fabbro Chiram. È stato mostrato come la forma testuale più antica di questo passo sia probabilmente quella in parallelo di 2Cr 3-4, mentre 1Re 7 rappresenti una versione accresciuta del testo originario 553. La descrizione del servizio liturgico è argomento privilegiato in Cronache ed è quindi probabile che il catalogo degli arredi in 2Cr 3-4 risalga alla composizione originaria di questo libro; in 1Re 7, invece, in considerazione del ruolo marginale che in Samuele-Re occupano i riferimenti alle funzioni liturgiche, il catalogo degli arredi potrebbe essere stato inserito da una redazione successiva, sulla base dell‟ideologia sacerdotale levitica che rese il testo di 1Re speculare e arricchito di ulteriori particolari rispetto al testo di Cronache. Nei testi di tradizione levitica554 del resto, le vicende del popolo ebraico sono costantemente associate al destino degli arredi: - in Es 25:29-40, 27:3-4, 38:3-17 a Mosè vengono date istruzioni circa gli utensili e gli arredi da porre sull‟altare e nella “dimora” di Yahweh, corrispondenti agli arredi del tempio elencati in 1Re 7 e 2Re 25:13-17 // Ger 52:17-23; - in Nm 4 compare la descrizione degli arredi e della loro funzione nel servizio liturgico dei leviti, come se venisse tramandata sin dai tempi mosaici; - in 1 e 2 Esdra è nuovamente presente un inventario degli arredi, questa volta in occasione della loro restituzione alla comunità giudaica cui è stato concesso il rientro a Gerusalemme da parte di Ciro555. La consacrazione lungo l‟intera storia ebraica degli strumenti con cui il clan levitico si era posto al servizio di Yahweh favorì la reinterpretazione filo-levitica del passato d‟Israele: con l‟immagine della perennità degli arredi si sostituiva alla garanzia di continuità dell‟istituzione monarchica (che in Samuele-Re veniva assicurata dal patto dinastico con Davide e ribadita dalla riabilitazione finale di Ioiachin) la garanzia dell‟immutabilità delle funzioni dei leviti. Si dimostrava in questo modo la permanenza al potere del gruppo levitico (senza soluzione di continuità tra l‟epoca pre-esilica e l‟età persiana, senza interruzione da Mosè a 553

Cfr. A.G. Auld, Kings without Privilege. David and Moses in the Story of the Bible‟s Kings, Edinburgh 1994, pp. 22-25. 554 Nei libri profetici si parla poco del tempio e in termini vaghi e simbolici, cfr. R.P. Carroll, “So What Do We Know about the Temple? The Temple in the Prophets”, in T.C. Eskenazi, K.H. Richards, Second Temple Studies 2. Temple Community in the Persian Period, Sheffield 1994, pp. 34-51. 555 Cfr. 1Esd 2:9-14; 2Esd 1:7-11.

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Esdra556) il cui servizio e la cui autorevolezza avevano oltrepassato indenni la fine del regime monarchico e assicuravano la sopravvivenza della cultura e della civiltà ebraica, nonostante l‟esilio e la dispersione tra gli altri popoli. È dunque verosimile che in questo contesto la storia sacra d‟Israele, in special modo eventi cruciali come il racconto della costruzione del tempio (1Re 7) e il racconto della caduta di Gerusalemme (2Re 25), subissero una parziale revisione, per essere conformati all‟ideologia corrente nel secondo sadocitismo 557, che esaltava la centralità liturgica del santuario di Gerusalemme e le funzioni cultuali in esso svolte dai sacerdoti e soprattutto dai leviti. 7C. L‟ESILIO DEGLI ABITANTI 2Re 25:21 // Ger 52:27: …e Giuda venne deportato dalla sua terra. Secondo J. A. Montgomery558, J. Gray559, M. Cogan560, il testo di 2Re si sarebbe concluso originariamente al v. 21, con il trasferimento di tutto il popolo ebraico a Babilonia. Il racconto dell‟esilio del popolo ebraico ripreso in 2Cronache e in 1Esdra riporta la stessa notizia con un‟ulteriore precisazione: quanti sfuggirono alla spada dell‟esercito babilonese, furono condotti tutti a Babilonia dove rimasero in schiavitù (a scontare la punizione inflitta da Yahweh) fino al compimento dei settant‟anni profetizzati da Geremia. 2Cronache 36:20-21 LXX561 20 kai; ajpwv/kisen tou;" kataloivpou" eij" Babulw'na kai; h\san aujtw'/ kai; toi'" uiJoi'" aujtou' eij" douvlou" e{w" basileiva" Mhvdwn,

556

TM

Del resto in Cronache i leviti vengono rivestiti di funzioni che in Sam-Re erano peculiari dei soli profeti: cfr. 1Cr 25:1-6; 26:28; 2Cr 20:13-23. 557 Cfr. Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 142-148. 558 Montgomery, Gehman, Books of Kings, p. 564. 559 Gray, I and II Kings, p. 769. 560 Cogan, Tadmor, II Kings, p. 324. 561 Il testo è quello dell‟edizione di Brooke, McLean, Thackeray, The Old Testament in Greek. Vol. III: I and II Chronicles.

L‟ESILIO DEGLI ABITANTI

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21 tou' plhrwqh'nai lovgon Kurivou dia; stovmato" Ieremiou, e{w" tou' prosdevxasqai th;n gh'n ta; savbbata aujth'" sabbativsai pavsa" ta;" hJmevra" th'" ejrhmwvsew" aujth'" ejsabbavtisen eij" sumplhvrwsin ejtw'n eJbdomhvkonta. 1Esdra 1562: 53 (...) kai; tou;" ejpiloivpou" ajphvgagen meta; rJomfaiva" eij" Babulw'na. 54 kai; h\san pai'de" aujtw'/ kai; toi'" uiJoi'" aujtou' mevcri tou' basileu'sai Pevrsa" eij" ajnaplhvrwsin tou' rJhvmato" tou' kurivou ejn stovmati jIeremivou. 55 {Ew" tou' eujdokh'sai th;n gh'n ta; savbbata aujth'" pav nta to;n crovnon th'" ejrhmwvsew" aujth'" sabbatiei' eij" sumplhvrwsin ejtw'n eJbdomhvkonta.

L‟immagine della deportazione integrale di Giuda e della terra lasciata desolata563 durante l‟esilio babilonese costituisce l‟adempimento della situazione paradigmatica descritta in Lv 26:32-44, che stabilisce le conseguenze dell‟infrazione del patto di alleanza con Yahweh: Levitico 26:32. Io stesso devasterò il paese e ne saranno atterriti i vostri nemici che l‟abiteranno. 33. E vi disperderò tra i popoli e sguainerò la spada dietro di voi e la vostra terra sarà desolata e le vostre città saranno deserte. 34. Allora il paese sconterà i suoi sabati per tutti i giorni in cui resterà desolata e voi sarete nel paese dei vostri nemici, allora la terra si riposerà e sconterà i suoi sabati. (…) 43. E il paese sarà abbandonato da loro e sconterà i suoi sabati nel periodo di desolazione lontano da loro, ed essi sconteranno la loro colpa per aver disprezzato le mie leggi ed aver aborrito i miei comandamenti.

L‟interpretazione dell‟esilio babilonese come periodo di catarsi per l‟intera società ebraica rispecchia l‟ideologia del Cronista e di Esdra, ma non di Geremia e 2Re, dove la situazione sociale descritta per il periodo dell‟esilio si rivela più stratificata e complessa; non furono tutti sterminati o deportati, ma le classi sociali furono coinvolte dall‟irruzione babilonese a diversi livelli. Dopo l‟ingresso dei Babilonesi a Gerusalemme, i membri della classe dirigente e dei ceti sociali più umili subirono un trattamento differenziato: secondo 2Re 25:11-12 // Ger 52:15-16 e 2Re 25:19-21 // Ger 52:25-27 i contadini e i poveri furono risparmiati e rimasero in Giuda a lavorare i campi e le vigne; i notabili, i sacerdoti, i capi militari e parte

562

Il testo è quello dell‟edizione critica curata da Hanhart, Esdrae Liber I. Cfr. R.P. Carroll, “The Myth of the Empty Land”, Semeia 39 (1992), pp. 79-93; Barstad, The Myth of the Empty Land, Oslo 1996. 563

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

degli abitanti della città furono invece uccisi o condotti a Babilonia, dove già risiedeva la corte deportata insieme a Ioiachin nel 598 a.C.564. Le incongruenze testuali rilevate tra le varianti dei passi paralleli si devono probabilmente al successivo tentativo di rendere compatibile la narrazione con l‟orientamento ideologico del Cronista. Il testo di LXX* Ger 52 è quello più coerente sul piano narrativo e più distante dall‟interpretazione di 2Cr e 1Esd: da un lato non viene riportato il versetto corrispondente a 2Re 25:11 // Ger 52:15 (2Re 25:11, informa circa la deportazione di “coloro che rimasero nella città”, dei “disertori” e della “moltitudine”, TM Ger 52:15, circa la deportazione dei “poveri”, dei “disertori” e degli “artigiani”, in contraddizione con il seguente v. 2Re 25:12 // Ger 52:16, sull‟assegnazione delle terre e delle vigne ai ceti sociali più umili); dall‟altro è assente il secondo emistichio di Ger 52:27565 in cui si annuncia la deportazione a Babilonia del popolo di Giuda. Una situazione testuale analoga è stata verificata per la profezia di Ger 34 (= LXX* Ger 41)566: anche in questo caso l‟annuncio dell‟esilio di tutto il popolo, riportato in TM Ger 34:19-20, viene omesso nei vv. corrispondenti di LXX* Ger 41. Durante il primo secolo della dominazione persiana (il “primo sadocitismo” – 520-400 circa a.C.567), in Giuda prevalsero le istanze egemoni dei successori dell‟aristocrazia e del sacerdozio deportati con Ioiachin e con Sedecia. Nell‟ideologia di questo gruppo, l‟esilio fu considerato come periodo di castigo stabilito da Yahweh per la monarchia e per l‟élite deportata, in vista della riabilitazione di questa classe dirigente e del recupero (con il rimpatrio da Babilonia) delle postazioni di potere da parte dei suoi discendenti diretti. In 2Re e Geremia (la cui prima stesura risale con maggiore probabilità a quest‟epoca568) pertanto, non viene contemplata la sopravvivenza in Giuda di altri notabili o sacerdoti durante l‟esilio o, se ammessa per breve periodo, il comportamento di queste fronde viene criticato e giudicato indegno da Yahweh: in Geremia 40-42 e in TM 2Re 25:22-23 il gruppo superstite di notabili decide dopo

564

La tradizione di 2Re si presenta piuttosto coesa sul piano dei contenuti – cfr. cap. VIII, par. 2 – pertanto per l‟analisi delle varianti cfr. soprattutto i capp. IV e VI. 565 Cfr. 2Re 25:21 // TM Ger 52:27. 566 Cfr. par. 7. 567 Cfr. Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 89-104. 568 “It is in the intellectual world of the Persian reconstruction that we first find a context for the formation of a comprehensive great tradition reflected in the prophetic books and the collection of prose narrative from Genesis-2 Kings (…)”: Thompson, Early History, p. 391.

LA RIABILITAZIONE DI IOIACHIN

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l‟assassinio di Godolia di emigrare in Egitto, contro la volontà di Yahweh e gli ammonimenti di Geremia569. Si intese così stabilire con chiarezza che quanti erano stati (prima dell‟esilio) in diritto di accedere a incarichi di potere furono trasferiti a Babilonia. Il popolo dei “rimasti” (la maggioranza, e non certamente tutti appartenenti agli strati sociali più umili) risultava così composto solo di contadini e di “poveri della terra” 570: la riduzione ad un rango subalterno di ogni gruppo sociale residente in Giuda durante l‟esilio, rispondeva al tentativo di spoliazione dei diritti dei discendenti dei “rimasti” (contro i quali era in atto o si era concluso da poco un duro scontro politico571) a ricoprire qualsiasi incarico politico o religioso. In Cronache e 1Esdra, come si è osservato, si riflettono istanze ormai diverse, i contrasti tra le fazioni avversarie del VI-V sec. a.C. appartengono al passato, e il periodo dell‟esilio viene re-interpretato, non più in vista del riscatto della monarchia e di una parte della classe dirigente, ma come allegoria della purificazione e del rinnovamento dell‟intera società ebraica. 8. LA RIABILITAZIONE DI IOIACHIN La narrazione dell‟assassinio del governatore Godolia – 2Re 25:22-26 – e della liberazione di Ioiachin – 2Re 25:27-30 // Ger 52:31-34 – non sono generalmente accolte come parte integrante del racconto originario di 2Re e vengono collocate in appendice ai commentari 572. Secondo questa interpretazione, i primi redattori-autori di Samuele-Re sono considerati gli interpreti di una catastrofe vissuta personalmente, i quali negli anni dell‟esilio raccontarono la storia del popolo ebraico fino al momento della deportazione; una redazione più tarda, esilica o post-esilica, avrebbe aggiornato il testo con il resoconto delle ultime

569

Cfr. F. Bianchi, “Godolia contro Ismaele. La lotta per il potere politico in Giudea all‟inizio della dominazione Neobabilonese, Ger 40-41 e 2Re 25, 22-26”, RB 53 (2005), pp. 257-275. 570 Cfr. De Vaux, Les institutions, pp. 111-113. 571 Cfr. Sacchi, Storia del Secondo Tempio, p. 42. 572 Montgomery chiosa l‟episodio della scarcerazione di Ioiachin: “as a supplementary, but annalistically true statement, it gives an auspicious conclusion for the future with the note of „the lifting up of the head‟ of the exiled king…” (Montgomery, Gehman, Books of Kings, p. 559); Gray pone 2Re 25:22-26 e 25:27-39 rispettivamente in Appendix I e Appendix II della sua edizione di 2Re (Gray, I and II Kings, p. 769-770); nelle note di commento di Cogan e Tadmor riguardo a 2Re 25:27-30, si chiarisce: “…is an addition by an exilic writer acquainted with the event” e più avanti: “…this passage appears non integral to the book of Kings…” (Cogan, Tadmor, II Kings, pp. 324-325).

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I PASSI PARALLELI COME FONTE STORIOGRAFICA

vicende relative alla sorte del sovrano a Babilonia e concluso la narrazione con una notazione meno pessimistica. Cross e i fautori dell‟ipotesi di una duplice (o triplice) redazione di Dtr573 attribuiscono alla prima stesura della storia, collocata in età giosiana, una funzione positiva e promozionale della riforma religiosa che questo sovrano intendeva introdurre. In questa prospettiva, la conclusione originaria di 2Re dovrebbe essere anticipata al cap. 23:25: Come lui (Giosia) non era vissuto un re prima di lui, che si fosse convertito a Yahweh con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima e con tutta la sua forza, secondo tutta la legge di Mosè; dopo di lui non ne sorse un altro simile.

Il secondo redattore di Dtr, vissuto al tempo della deportazione, avrebbe provveduto a modificare i toni ottimistici del testo più antico, aggiungendo, oltre alle vicende degli ultimi monarchi pre-esilici, anche quei passi che nei capitoli precedenti precorrono gli esiti catastrofici del destino di Giuda 574: in questo caso il secondo deuteronomista avrebbe stabilito come conclusione della sua narrazione il v. 2Re 25:21, mentre i vv. 25:22-30 sarebbero opera di una terza mano. È verosimile che in un momento successivo alla composizione di 2Re e Geremia un‟ulteriore redazione di 2Re abbia inteso perfezionare il testo con le informazioni supplementari inserite in 2Re 25:22-26: il racconto relativo alla sorte del governatore Godolia non trova corrispondenza nel parallelo Ger 52 (TM e LXX) ed è presumibilmente una riduzione di Ger 40-43, in cui la narrazione si sviluppa in forma più estesa e con scarse variazioni tra le edizioni greca ed ebraica575. L‟espunzione del passo sulla riabilitazione finale di Ioiachin (2Re 25:27-30 // Ger 52:31-34) è meno condivisibile, attestato senza divergenze sostanziali da tutti i membri della tradizione, viene generalmente espunto per ragioni stilistiche e contenutistiche576: le motivazioni stilistiche riguardano la presunta carenza di espressioni “tipiche dello stile deuteronomistico” nei quattro versetti conclusivi dell‟opera; l‟incongruenza sul piano ideologico sarebbe costituita dall‟inatteso “lieto fine” in contrasto con il piano di vendetta messo in atto da Yahweh nei confronti del popolo ebraico.

573

Cfr. par. 3. Come 1Re 5:4, 9:1-9, 11:9-13, 2Re 17:19, 20:17-18, 21:11-15, 22:15-20. 575 Cfr. Montgomery, Gehman, Books of Kings, p. 559; Bianchi, “Godolia contro Ismaele”, pp. 257-275. 576 Cfr. Montgomery, Gehman, Books of Kings, p. 559; Gray, I and II Kings, pp. 769s; nelle note di commento di Cogan e Tadmor, II Kings, pp. 324s. 574

LA RIABILITAZIONE DI IOIACHIN

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Da quanto osservato fin ora, è proprio sul piano ideologico che non è giustificabile l‟eliminazione dei vv. 25:27-30 dalla redazione originale. L‟ammissione di Ioiachin alla mensa del re babilonese riflette istanze compatibili non solo con i capp. 24-25 ma con l‟impianto dottrinale dei Re e di Geremia577: gli ultimi monarchi pre-esilici, puniti giustamente per le colpe commesse, non furono condannati all‟estinzione della loro dinastia, ma la scarcerazione di Ioiachin preludeva da una parte alla ristrutturazione della società ebraica in età post-esilica, dall‟altra prefigurava la restaurazione politica dello stato ebraico nella struttura governativa imperiale persiana. I discendenti di Ioiachin poterono così riproporsi sulla scena politica, come fece Zorobabele, in una società governata da un sistema diarchico in cui la gestione del potere veniva condivisa tra l‟aristocrazia e il sacerdozio, stretti in un rapporto di sudditanza e di vassallaggio rispetto all‟imperatore persiano 578.

577 578

Cfr. parr. 7a, 7c. Cfr. Sacchi, Storia del Secondo Tempio, pp. 89-92.

CAPITOLO X I PASSI PARALLELI COME RACCONTO

1. LA STRUTTURA NARRATIVA Dal punto di vista della composizione, nel capitolo finale di 2Re viene adottata una linea narrativa nella quale l‟episodio della riabilitazione di Ioiachin (2Re 25:27-30) costituisce un elemento coerente con la macrostruttura del testo. Due storie bibliche in particolare condividono con i passi paralleli in esame la struttura e le funzioni narrative: il racconto del tradimento e della morte di Sansone e quello dell‟incoronazione di Saul 579. In Gdc 16:4-21 Sansone è sedotto e ingannato da Dalila, cui ha rivelato come il segreto della sua forza risiedesse nella chioma intonsa da nazireo divisa in sette trecce. Durante il sonno, a tradimento, Sansone subisce la rasatura del capo e così, privato della sua forza, viene catturato dai Filistei i quali lo sottopongono a sevizie e umiliazioni: Gdc 16:21: Lo presero i Filistei e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con due catene di rame. Egli fu posto a girare la macina nella prigione.

La prigionia di Sansone non dura a lungo; presto infatti i capelli cominciano a ricrescere e alla prima occasione egli consuma la sua vendetta facendo strage dei Filistei: condotto fuori dalla prigione durante una festa in onore di Dagon, scuote e fa crollare le colonne della casa, che collassa e lo seppellisce tra le macerie con “i capi e tutto il popolo che vi era dentro”. 579

Per interpretazioni in chiave comparativista di Gdc 16, cfr. G.F. Moore, A Critical and Exegetical Commentary on Judges, Edinburgh 1895, pp. 364-365; T.H Gaster, Myth, Legend and Custom in the Old Testament, New York 1969, pp. 433-443; A.S. Palmer, The Samson Saga and its Place in Comparative Religion, New York 1977, pp. 159-190; O. Margalith, “Samson‟s Foxes”, VT 35 (1985), pp. 224-229; Id., “Samson‟s Magic Locks”, VT 36 (1986), pp. 225-234; Id., “More Samson‟s Legends”, VT 36 (1986), pp. 397-405; S. Niditch, “Samson as a Culture Hero, Trickster and Bandit: the Empowerment of the Weak”, CBQ 52 (1990), pp. 608-624; P.E. Bynum, “Samson as a Biblical fh;r ojreskw/'o"”, in S. Niditch (ed.), Text and Tradition, Atlanta 1990, pp. 57-73; per 1Sam 11, cfr. C. Grottanelli, Sette storie bibliche, Brescia 1998, pp. 167-205; C. Grottanelli, “The Enemy King is a Monster: a Biblical Equation”, SSR 3 (1979), pp. 27-36; A. Catastini, “4QSama: II. Nahash il „Serpente‟”, Henoch 10 (1988), pp. 17-49; Abate, “Sedecia e l‟assedio di Gerusalemme”, pp. 9-22.

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I PASSI PARALLELI COME RACCONTO

I vv. 16:30-31 concludono: Gdc 16:30. (…) i morti che egli causò con la sua morte furono più numerosi di quanti ne aveva uccisi in vita. 31. I suoi fratelli e tutta la casa di suo padre scesero e lo sollevarono e risalirono e lo seppellirono tra Zorea e Estaol nella tomba di Manaoch suo padre (…).

In 1Sam 11 si narra dell‟assedio imposto dal re Ammonita Na9ash alla città israelitica di Iabesh Galaad. Pur di evitare lo scontro diretto, la popolazione della città si rende disposta ad accettare la sottomissione, ma l‟offerta viene accolta da Na9ash con una minaccia: 1Sam 11:2. (…) “A questa condizione mi alleerò con voi, cavando a tutti voi l‟occhio destro e ponendolo come segno dell‟umiliazione di tutto Israele.

La comparsa sulla scena di Saul, che si pone alla guida di un esercito di uomini reclutati dal territorio di Israele e Giuda, storna il pericolo in maniera provvidenziale e Saul ottiene la vittoria sugli Ammoniti. In seguito a questo successo militare si celebra l‟incoronazione di Saul a primo re d‟Israele: 1Sam 11:14. Samuele disse al popolo: “Venite, andiamo a Galgala: là inaugureremo il regno”. 15. Tutto il popolo si recò a Galgala e là stabilirono Saul come re davanti a Yahweh a Galgala; là offrirono sacrifici di comunione davanti Yahweh e là fecero grande festa a Saul e a tutti gli uomini d‟Israele 580.

In un frammento del manoscritto qumranico 4QSama, omesso dalle tradizioni canoniche del testo biblico ma da considerare parte integrante del testo originario 581, la storia viene raccontata con una variante: l‟assedio di Iabesh Galaad era stato preceduto dalla vittoria conseguita da Na9ash sulle tribù israelitiche di Ruben e Gad, che aveva avuto come conseguenza l‟espianto dell‟occhio destro per tutti i Gaditi e i Rubeniti. Si ripete dunque il motivo dell‟accecamento: quella che nella tradizione breve del racconto incombeva come una minaccia irrealizzata, nella versione integrale viene immediatamente attuata e, come nella storia di Sansone, si pone quale condizione del riscatto finale dei protagonisti 582. 580

Le traduzioni di questo paragrafo sono basate sul testo della BHS. Cfr. F.M. Cross, “New Directions in Dead Sea Scrolls Research. II: Original Biblical Text Reconstructed from Newly Founds Fragments”, Bible Review 1 (1985), pp. 26-35; Catastini, “4QSama: II. Nahash il „Serpente‟”, pp. 17-49. 582 In studi precedenti, le sequenze narrative di Gdc 16 e 1Sam 11 sono state messe in relazione alla struttura di miti di fondazione o restaurazione del cosmo che narrano la sconfitta di un “mostro primordiale-caotico” da parte di una divinità ordinatrice-celeste. Palmer (The Samson Saga, pp. 159-190) confronta Gdc 16 con il mito egizio dello scontro tra Horus e Seth, Catastini (“4QSama: II. Nahash il „Serpente‟”, pp. 17-49) confronta 1Sam 11 con il mito ittita dello scontro tra il Dio Uragano e il mostro Illuyankas: l‟instaurazione 581

LA STRUTTURA NARRATIVA

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Nel racconto delle ultime vicende della monarchia ebraica si dispiega una struttura narrativa analoga. In 2Re 25:7 viene introdotto il motivo dello smembramento con l‟accecamento del protagonista: 2Re 25:7: Tagliarono la gola ai figli di Sedecia dinanzi ai suoi occhi e cavarono gli occhi di Sedecia, l‟incatenarono con due catene di rame e lo condussero a Babilonia583.

cui segue, in 2Re 25:27, la riqualificazione conclusiva dei personaggi, in questo caso il monarca di Giuda in esilio: 2Re 25:27. (…) Evil Merodach re di Babilonia (…) sollevò la testa di Ioiachin re di Giuda e lo fece uscire dalla prigione. 28. Gli conferì dei privilegi, e pose il suo seggio al di sopra dei seggi dei re che si trovavano con lui a Babilonia. 29. Gli fece cambiare le vesti della sua prigionia e mangiò sempre alla sua mensa per tutto il resto della sua vita. 30. e la sua quota di risorse alimentari gli fu concessa sempre dal re di giorno in giorno tutti i giorni in cui visse 584.

Si può osservare un ulteriore elemento che accomuna questi testi: il riscatto finale dei protagonisti non riguarda direttamente il personaggio che ha subito la mutilazione all‟inizio del racconto, quanto piuttosto i suoi discendenti prossimi. In Gdc Sansone è destinato a morire, mentre sono i suoi familiari che godranno della sconfitta dei Filistei e, con il recupero del corpo di Sansone, potranno celebrare il rituale funerario tradizionale; in 1Samuele, poiché l‟integrità fisica delle stirpi di Ruben e Gad è stata comunque compromessa585, sono piuttosto gli abitanti di Iabesh Galaad e il resto degli Israeliti che trarranno i vantaggi maggiori dall‟ inaugurazione della monarchia in Israele. Così in 2Re Sedecia viene accecato e i suoi figli assassinati, ma il nipote Ioiachin sarà liberato e reintegrato come monarca legittimo del regno di Giuda, seppure in esilio. dell‟ordine cosmico si realizza in entrambi i miti con il recupero dell‟integrità fisica da parte della divinità ordinatrice che in un primo momento aveva subito lo smembramento e l‟accecamento a opera del “mostro”; cfr. anche Abate, “Sedecia e l‟assedio di Gerusalemme”, pp. 19-22. 583 Per le varianti dei testimoni della tradizione cfr. capp. II, III, IV, VII. 584 Il trattamento ricevuto da Ioiachin si pone in maniera antitetica rispetto all‟umiliazione di Sedecia: il capo di Ioiachin viene risollevato ( , 2Re 25:27), a Sedecia vengono cavati gli occhi e ai suoi figli viene tagliata la gola (2Re 25:7); il re di Babilonia si rivolge a Ioiachin per conferirgli dei beni ( , 2Re 25:28), a Sedecia per processarlo ( ). Per le varianti dei testimoni della tradizione cfr. capp. II, III, IV, VII. 585 Probabilmente per questa ragione dall‟episodio venne espunta la parte iniziale, in cui si narrava della disfatta di Ruben e Gad. Infatti la tradizione dell‟accecamento di tutti i rubeniti e i gaditi avrebbe impedito ai discendenti di due tribù israelitiche di aspirare al sacerdozio, cui non erano ammessi soggetti giudicati impuri a causa di menomazioni o malformazioni fisiche personali o dei propri antenati. Cfr. Catastini, “4QSama: II. Nahash il „Serpente‟”, pp. 17-49.

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I PASSI PARALLELI COME RACCONTO

2. CAPRI ESPIATORI Le cerimonie inaugurali che nelle società antiche prevedevano il sacrificio o l‟allontanamento di un farmakov"586 si svolgevano con l‟auspicio di conseguire un risultato analogo a quello osservato nell‟epilogo dei racconti presi in esame. Il rituale aveva luogo in forme differenti, con ricorrenza annuale, per celebrare un nuovo corso stagionale e politico, o in periodi di particolare emergenza, per scongiurare una catastrofe naturale, una pestilenza o una guerra (fase a). In queste occasioni era designata al sacrificio una vittima, umana o animale, che attraverso l‟investitura diveniva sacra e resa idonea pertanto a catalizzare i mali che minacciavano l‟ordine naturale e sociale (fase b). L‟uccisione o l‟espulsione della vittima purificava la comunità dagli spiriti negativi e dalle impurità che si erano accumulate durante l‟anno o per cause accidentali non previste (fase c), 586

Cfr. J.G. Frazer, Il ramo d‟oro, Torino 1965, vol. II: pp. 411- 454; vol. III: pp. 866-906 (tit. or.: The Golden Bough, London 1911-1915); per il rituale ebraico cfr. T.H. Gaster, Festivals of the Jewish Year, New York 1953, pp. 153s; R. De Vaux, Les sacrifices de l‟Ancien Testament, Paris 1964, pp. 86-100; J. Milgrom, Leviticus 1-16. A New Translation with Introduction and Commentary, New York 1991, pp. 1009-1084; D.P. Wright, “Day of Atonement”, in Anchor Bible Dictionary, vol. 2, New York 1992, pp. 72-76; G. Deiana, Il giorno dell‟Espiazione. Il Kippur nella tradizione biblica, Bologna 1994; I. Zatelli, “The Origin of the Biblical Scapegoat Ritual: the Evidence of two Eblaite Texts”, VT 48 (1998), pp. 254-263; per il rituale in Ionia e Attica cfr. L. Deubner, Attische Feste, Berlin 1932, pp. 181-188; J.P. Vernant, P. Vidal-Naquet, Mito e tragedia nell‟antica Grecia, Torino 1976, pp. 88-120 (tit. or.: Mythe et tragédie en Grèce Ancienne, Paris 1972); W. Burkert, Mito e rituale in Grecia. Struttura e storia, Bari 1987, pp. 99-101 (tit. or.: Structure and History in Greek Mythology and Ritual, Berkley-Los Angeles-London 1979); per il rituale babilonese cfr. J. Bottéro, “Le substitut royal et son sort en Mésopotamie ancienne”, Akkadica 9 (1978), pp. 2-24; G. Pettinato, La scrittura celeste. La nascita dell‟Astrologia in Mesopotamia, Milano 1998, pp. 319-325; Id., Angeli e demoni a Babilonia. Magia e mito nelle antiche civiltà mesopotamiche, Milano 2001, pp. 234-238; per il rituale ugaritico cfr. M. Dietrich, O. Loretz, “Beschriftete Lungen- und Lebermodelle aus Ugarit”, Ugaritica 6 (1969), pp. 165-179; K. Aartun, “Eine weitere Parallele aus Ugarit zur kultischen Praxis in Israels Religion”, Bibliotheca Orientalis 33 (1976), pp. 285-289; Id., “Studien zum Gesetz über den grossen Versöhnungstag Lv 16 mit Varianten: Ein ritualgeschichtlicher Beitrag”, Studia Theologica 34 (1980), pp. 73-109; J. M. De Tarragon, Le culte à Ugarit, Paris 1980, p. 41; B. Janowski, Sühne als Heilsgeschehen: Studien zur Sühnetheologie der Priesterschrift und der Wurzel KPR im Alten Orient und im Alten Testament, Neukirchen 1982, pp. 214-215; O. Loretz, Lebershau, Sündenbock, Asasel in Ugarit und Israel, Soest 1985, pp. 35-49; per il rituale ittita cfr. D.P. Wright, The Disposal of Impurity: Elimination Rites in the Bible and in Hittite and Mesopotamian Literature, Atlanta 1987.

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propiziando il regolare svolgimento del ciclo stagionale o celebrando l‟instaurazione di un nuovo ordine politico-sociale (fase d). Nelle celebrazioni più antiche la vittima era selezionata sulla base del suo potere magico. La scelta cadeva in misura preferenziale sul re 587, o sul capo tribù, la cui natura era considerata intrinsecamente sacra e ambivalente per il ruolo che ricopriva e per gli effetti opposti che scaturivano dal suo potere: egli gestiva le relazioni con il mondo soprannaturale ed era dunque responsabile tanto della sopravvivenza materiale quanto della decadenza del suo popolo; da lui dipendevano il successo o il fallimento dell‟organizzazione sociale e politica della comunità, dei rapporti economici e delle guerre con i popoli vicini. Il sacrificio di un re, o di un capo al culmine della prestanza fisica e “spirituale”, era una garanzia per il successo del rito. L‟energia vitale ancora intatta della vittima aveva il potere di attirare con efficacia gli elementi negativi che minacciavano la comunità e di rimuoverli con la sua morte; la forza dello spirito del morto veniva inoltre trasferita, incorrotta, al suo successore. Il nuovo corso stagionale o il nuovo regno veniva inaugurato in questo modo in uno stato di purità assoluta della società rinnovata e con il potenziamento delle energie magiche dei suoi capi. Nel corso del tempo questi cerimoniali acquisirono, tuttavia, modalità sempre meno cruente attraverso l‟elezione soltanto simbolica del re, o di un suo sostituto, come vittime sacrificali. I rituali d‟espiazione conosciuti, che si svolgevano presso Ebrei588, Babilonesi589, Ittiti590, a Ugarit591, o in Ionia e in

587

Cfr. Frazer, Il ramo d‟oro, vol. II, pp. 411-454; H. Frankfort, Kingship and the Gods. A Study of Ancient Near Eastern Religion as the Integration of Society and Nature, Chicago 1948, pp. 3, 12; R. Money-Kyrle, Il significato del sacrificio, Torino 1994, pp. 84-90 (tit. or.: The Meaning of Sacrifice, London 1930). 588 Lv 16:7-22; cfr. Gaster, Festivals of the Jewish Year, pp. 153s; De Vaux, Les sacrifices de l‟Ancien Testament, pp. 86-100; Milgrom, Leviticus 1-16, pp. 1009-1084; Wright, “Day of Atonement”, pp. 72-76; Deiana, Il giorno dell‟Espiazione; Zatelli, “The Origin of the Biblical Scapegoat Ritual”, pp. 254-263. 589 Bottéro, “Le substitut royal et son sort en Mésopotamie ancienne”, pp. 2-24; Pettinato, La scrittura celeste, pp. 319-325; Id., Angeli e demoni a Babilonia, pp. 234-238. 590 Wright, The Disposal of Impurity, pp. 57-60. 591 Dietrich, Loretz, “Beschriftete Lungen- und Lebermodelle aus Ugarit”, pp. 165-179; Aartun, “Eine weitere Parallele aus Ugarit zur kultischen Praxis in Israels Religion”, pp. 285-289; Id., “Studien zum Gesetz über den grossen Versöhnungstag Lv 16 mit Varianten”, pp. 73-109; De Tarragon, Le culte à Ugarit, p. 41; Janowski, Sühne als Heilsgeschehen, pp. 214-215; Loretz, Lebershau, Sündenbock, Asasel in Ugarit und Israel, pp. 35-49.

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I PASSI PARALLELI COME RACCONTO

Attica592, non contemplavano quasi mai l‟omicidio rituale del sovrano. A Babilonia in occasione delle festività che celebravano il nuovo anno, il re riconfermava il proprio potere purificando la città da tutti i mali attraverso un rituale espiatorio che prevedeva la sua umiliazione e il suo schiaffeggiamento. Ad Atene ogni anno durante la festa delle Targelie, due farmakoiv, selezionati tra criminali condannati alla pena di morte o tra persone con gravi malformazioni fisiche, venivano espulsi dalla città carichi dei peccati del popolo. Nei giorni che precedevano il sacrificio, i farmakoiv consacrati venivano trattati con onori “regali”, poiché attraverso l‟investitura acquisivano il potere e lo status di vittima che il rito comportava593. Presso gli Ebrei, il cerimoniale dello Yom Kippur (secondo Lv 16) prescriveva la consacrazione e l‟investitura di due vittime animali: il capro espiatorio e il capro emissario. Il primo capro veniva ucciso dal sommo sacerdote sull‟altare di Yahweh, per purificare con il suo sangue la comunità, il secondo capro veniva espulso e inviato carico dei peccati del popolo ad Azazel nel deserto 594. Le condizioni cruente originarie del rituale espiatorio vengono rievocate in alcuni racconti mitici. Gli eroi del mito sono dotati di caratteristiche ambivalenti congenite (e non, o non solo, scaturite dalla funzione sacerdotale e politica come nel caso dei re)595, che conferiscono loro la capacità sia di polarizzare elementi negativi dell‟universo fisico e soprannaturale, sia di creare benessere liberando la società da queste minacce. I loro destini, segnati da un potere benefico ma 592

Deubner, Attische Feste, pp. 181-188; Vernant, Vidal-Naquet, Mito e tragedia, pp. 88120; Burkert, Mito e rituale in Grecia, pp. 99-123. 593 Vernant, Vidal-Naquet, Mito e tragedia, pp. 88-120; Burkert, Mito e rituale in Grecia, pp. 99-101. 594 Cfr. Lv 16:7-22. 595 Secondo M. Eliade – Storia delle credenze e delle idee religiose, Firenze 1979, p. 314 (tit. or.: Histoire des idées et de croyances religieuse, Paris 1978) – alcuni tratti tipologici contraddistinguono gli eroi: “Essi si distinguono per la loro forza e bellezza ma anche per certi aspetti mostruosi (corporatura gigantesca) – Eracle, Achille, Oreste, Pelope – ma anche molto inferiore alla media), sono teriomorfi (ad esempio Licaone, il “lupo”), oppure sono suscettibili di metamorfosizzarsi in animali. Sono androgini (Cecrope), o cambiano sesso (Tiresia), oppure si travestono da donne (Eracle). Inoltre, gli eroi sono caratterizzati da numerose anomalie (acefalia o policefalia; Eracle è provvisto di tre file di denti); sono soprattutto zoppi, orbi o ciechi. Molte volte gli eroi cadono in preda alla follia (Oreste, Bellerofonte e anche l‟eccezionale Eracle quando massacra i figli che Megara gli aveva dato). Quanto al loro comportamento sessuale esso è eccessivo o aberrante: Eracle feconda in una notte le cinquanta figlie di Tespio; Teseo è famoso per i numerosi stupri (Elena, Arianna ecc.). Achille rapisce Stratonice. Gli eroi commettono incesto con le loro figlie o le loro madri e massacrano per invidia, per ira o, molto spesso, senza alcuna ragione; ammazzano anche il padre, la madre o i parenti”; cfr. A. Brelich, Gli eroi greci. Un problema storico-religioso, Roma 1958, pp. 225-283; C. Catenacci, Il tiranno e l‟eroe. Per un‟archeologia del potere nella Grecia antica, Milano 1996, pp. 12, 156.

CAPRI ESPIATORI

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potenzialmente distruttivo sono stati spesso equiparati alla sorte della vittima espiatoria596. In questo senso è paradigmatica dell‟ambiguità connaturata al farmakov" la natura di Edipo597. Il contesto in cui si sviluppa il racconto edipico598 è quello della crisi iniziale, in cui dapprima un mostro (la Sfinge), poi una piaga sociale (la peste) rischiano di interrompere il regolare svolgimento dei fenomeni naturali e umani (fase a). Edipo, in virtù della sua abilità ermeneutica, in un primo momento ottiene la vittoria sulla Sfinge (che gli consente di ottenere il trono di Tebe), successivamente conduce le indagini per scoprire il colpevole della propagazione della peste nella città (fase b). Soltanto in seguito alla consapevolezza della propria colpa, attraverso l‟accecamento e l‟allontanamento dalla società che Edipo si autoimpone (fase c), verranno garantiti l‟eliminazione dei fattori disgreganti e il recupero dell‟equilibrio naturale e sociale (fase d)599. I racconti biblici esaminati ripetono la sequenza del rito espiatorio secondo la forma ancestrale che assume nella mitologia: i personaggi non sono eroi positivi, ma sono connotati dalla tradizione ebraica come personaggi contraddittori600; la vittima designata torna ad essere un re, come nel caso di Sedecia, o un 596

Cfr. Vernant, Vidal-Naquet, Mito e tragedia, pp. 88-120; R. Girard, Il capro espiatorio, Milano 19992, pp. 45-77, 125-152 (tit. or.: Le bouc émissaire, Paris 1982). 597 Il re di Tebe si presenta contemporaneamente come straniero e originario delle città sulla quale regna, come risolutore di enigmi ma incapace di interpretare il proprio destino, garante di giustizia e parricida incestuoso, dotato di bellezza e di vigore fisico, ma zoppo per antonomasia, liberatore dalla Sfinge e dalla peste e causa diretta della diffusione della malattia. Per l‟interpretazione della figura di Edipo come farmakov" cfr. Vernant, VidalNaquet, Mito e tragedia, pp. 88-120; Vernant, L‟universo gli dei gli uomini, Torino 2000, pp. 159-178 (tit. or.: L‟Univers, les Dieux, les Hommes. Récits grecs des origines, Paris 1999); R. Girard, La violenza e il sacro, Milano 1980, pp. 97-122 (tit. or.: La violence et le sacré, Paris 1972); Burkert, Mito e rituale in Grecia, pp. 105-113. 598 Per le fonti, cfr. Paulys Real-Encyclopädie der classischen Altertums Wissenschaft, neue Bearbeitung, Suppl. VII, Stuttgart 1940, coll. 769-786; per un prospetto sintetico delle varianti del mito cfr. K. Kerényi, Gli Dei e gli Eroi della Grecia. II. Gli Eroi, Milano 1963, pp. 92-105 (tit. or.: Die Heroen der Griechen, Zürich 1958). 599 Cfr. Vernant, Vidal-Naquet, Mito e tragedia, pp. 88-120; Idd., Mythe et tragédie deux, Paris 1986, pp. 198-199. 600 Sansone nasce miracolosamente da una donna sterile e viene dedicato a Yahweh attraverso il nazireato (Gdc 13); diviene schiavo di forti passioni sessuali che lo conducono a infrangere gli obblighi di purità imposti dalla sua condizione (Gdc 14-15) e, infine, a privarlo (anche se temporaneamente) della sua forza (Gdc 16): tuttavia non viene meno alla sua funzione salvifica, avverando con la sua morte la parola del messaggero divino che lo aveva destinato a “cominciare a liberare Israele dalle mani dei Filistei” (Gdc 13:5). Ruben e Gad sono tra i figli concessi a Giacobbe dall‟alleanza con Yahweh, per moltiplicare la sua discendenza e per abitare la terra d‟Israele (Gen 29-30). Ruben tuttavia

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I PASSI PARALLELI COME RACCONTO

capo tribù, come il giudice Sansone; in 1Sam 11 sono indirettamente gli stessi patriarchi eponimi di queste tribù ad essere coinvolti nel rituale sacrificale in considerazione del fatto che la mutilazione viene imposta a tutti i Rubeniti e a tutti i Gaditi. La successione delle scene nei racconti è la medesima identificata nei rituali vicino-orientali e nella storia di Edipo: a) Viene rappresentata una situazione di pericolo per il popolo ebraico, determinato dalla guerra con un nemico esterno (gli Ammoniti, i Filistei o i Babilonesi), che mette a repentaglio l‟intera comunità e i suoi capi. b) Entrano in scena dei personaggi (Sansone, Sedecia e le tribù di Ruben e Gad) che hanno caratteristiche tali da poter attirare su loro stessi un male destinato altrimenti a tutto il popolo. c) I loro corpi vengono sottoposti a mutilazione – l‟accecamento – il cui effetto è quello di limitare o evitare i danni che uno smembramento analogo produrrebbe sul resto della collettività. d) Al loro sacrificio segue l‟inaugurazione dell‟ordine e della pace sociale. La partenza e il sacrificio del farmakov" preludono al trasferimento dei poteri del sacrificato sulla società rigenerata. In questa struttura (d) non è accessorio: il momento della crisi iniziale è stato fronteggiato attraverso l‟immolazione di una vittima espiatoria; la soluzione della crisi e il recupero dell‟armonia collettiva sono la conseguenza naturale (e benefica) di questo sacrificio. 3. EDIPO E SEDECIA L‟approfondimento dei motivi narrativi che accomunano il racconto su Sedecia al racconto su Edipo consente una decodifica di ulteriori significati presenti in 2Re 24:18-25:30 // Ger 52 e una più completa identificazione di Sedecia con i tratti ambivalenti del farmakov". L‟esilio cui sono condannati sia Edipo che Sedecia è in entrambi i casi prestabilito dalla volontà divina a causa dei misfatti commessi dai loro predeces-

viene presto condannato da Giacobbe, per l‟unione illecita con Bila, concubina del padre (Gen 35:22), unione che lo priva dei diritti che gli spettavano come primogenito: (Gen 49:3-4) “Ruben, tu sei il mio primogenito, il mio vigore e la primizia della mia virilità, esuberante in fierezza ed esuberante in forza! Bollente come l‟acqua, tu non avrai preminenza, perché hai invaso il talamo di tuo padre e hai violato il mio giaciglio su cui eri salito”. I figli di Giacobbe, spinti dall‟invidia, sono poi coinvolti nel complotto contro il fratello più giovane, Giuseppe, gettato nella cisterna e poi venduto ai mercanti Madianiti che lo conducono in Egitto (Gen 37). Per quanto riguarda Sedecia cfr. par. 7a.

EDIPO E SEDECIA

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sori (Labdaco e Laio nel caso di Edipo601, Manasse e Ioiaqim nel caso di Sedecia602). Gli oracoli consultati dai due re non vengono correttamente interpretati e piuttosto che favorire il riscatto dei protagonisti li spingono verso una sorte sfavorevole603. Così la consultazione dell‟Oracolo di Delfi con l‟annuncio enigmatico del patricidio e dell‟incesto, non solo non concede a Edipo un‟opportunità di salvezza, ma lo indirizza fatalmente verso il destino da cui tentava di fuggire: in seguito al verdetto della Pizia, Edipo sceglie di separarsi definitivamente da quelli che reputava i suoi genitori e di spingersi alla volta di Tebe604. Sedecia, dal canto suo 605, si rivolge più volte all‟oracolo di Yahweh, ma i responsi pronunciati da Geremia sul destino del re sono difficili da decifrare e vengono formulati in maniera contraddittoria e ossimorica (in Ger 32:4 con l‟uso allusivo di e sono prefigurati il processo di Sedecia e la sua condanna a subire l‟accecamento 606; in Ger 34:5 si garantiscono al re una morte pacifica e rituali funerari regali; in Ger 38:17-18 viene promessa al re la salvezza a condizione di lasciare Gerusalemme durante l‟assedio e andare incontro ai nemici)607. Il destino di Edipo e Sedecia non è comunque modificabile poiché già racchiuso e celato nel significato dei rispettivi nomi608. Il nome Oijdivpou" – “l‟uomo dal piede gonfio” (da oijdevw e pouv") – secondo l‟interpretazione tradizionale dimostrerebbe l‟avversione divina verso Edipo sin dalla nascita609 (sebbene la perifrasi possa aver costituito in origine un‟allusione metaforica alla sessualità smodata dell‟eroe incestuoso 610). Secondo J. P. Vernant, nel nome di Oijdivpou" viene suggerito tuttavia un ulteriore significato connesso alla sapienza di Edipo quale risolutore di enigmi connessi al “piede” (da oi\da e pouv"): colui che ha svelato l‟indovinello della Sfinge permettendo di liberare 601

Cfr. Kerényi, Gli Eroi, pp. 90-92. Cfr. 2Re 23:34, 24:19. 603 Sull‟importanza della funzione oracolare in riferimento al farmakov" cfr. Burkert, Mito e rituale in Grecia, pp. 99-101; Catenacci, Il tiranno e l‟eroe, p. 40. 604 Edipo Re 787s. Cfr. Kerényi, Gli Eroi, p. 97. 605 Cfr. le profezie geremiane riportate al par. 2 e analizzate al parr. 6 e 7a. 606 Cfr. par. 6. 607 Cfr. parr. 6 e 7a e Abate, “Sedecia e l‟assedio di Gerusalemme”, pp. 9-15. 608 Sulla funzione dei nomina omina cfr. Brelich, Gli eroi greci, pp. 287-289; Vernant, Vidal-Naquet, Mito e tragedia, pp. 100-101; Catenacci, Il tiranno e l‟eroe, pp. 35-36, 110. 609 Cfr. Kerényi, Gli Eroi, p. 96; Vernant, Vidal-Naquet, Mito e tragedia, pp. 100-101; Id., Mythe et tragédie deux, pp. 47-59. 610 Brelich, Gli eroi greci, pp. 287-289; Kerényi, Gli Eroi, p. 96; Catenacci, Il tiranno e l‟eroe, pp. 247-249. 602

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I PASSI PARALLELI COME RACCONTO

Tebe, ha poi risolto l‟enigma della propria zoppia611 venendo a conoscenza dell‟ avveramento del proprio destino612. Il significato del nome Sedecia, , “Yah è la mia giustizia”, è stato collegato al senso di giustizia del re Sedecia, dono di Yahweh auspicabile per ogni nuovo sovrano (Flavio Giuseppe descrive Sedecia come “ JO de; basileu;" aujto;" me;n uJpo; crhstovthto" kai; dikaiosuvnh” 613; nel trattato Shabbat 149a Sedecia viene definito ). Ma Sedecia è stato interpretato614 anche come nomenomen, in cui viene prefigurata l‟incombenza della giustizia divina che si sarebbe presto abbattuta contro Gerusalemme. Il riferimento alla giustizia in Sedecia, alla sapienza in Edipo è evocativo della funzione regale espletata da questi personaggi; giustizia e sapienza sono le virtù politiche per eccellenza, considerate indispensabili al carisma e all‟autorità di un capo615. La loro rappresentazione si pone in correlazione all‟attività conoscitiva e critica esercitata dall‟organo della vista. L‟occhio, considerato sede della conoscenza e della sapienza magica, della facoltà di discernere tra il Bene e il Male (quindi di amministrare il diritto e la legge), è nelle culture vicinorientali il simbolo caratteristico della divinità suprema, nell‟ebraismo della trascendenza e del potere di Yahweh616. In relazione a questa simbologia l‟accecamento può essere interpretato come atto sacrificale sostitutivo dell‟uccisione della vittima, di cui viene decretata la morte politica; così nel caso di Edipo e Sedecia l‟accecamento si configura come metafora dell‟esautoramento della regalità a causa del fallimento nell‟esercizio delle virtù che ne costituivano il fondamento. Con la morte, il capro espiatorio perde le sue caratteristiche contraddittorie e ottiene una riqualificazione positiva da parte della società che ne aveva stabilito l‟espulsione. Nei racconti di Edipo e Sedecia la mutilazione costringe alla 611

Edipo scoprendo di essere stato abbandonato dai propri genitori scopre anche la ragione della propria zoppia conseguenza dell‟usanza di trafiggere i piedi dei bambini esposti. 612 Cfr. Vernant, Vidal-Naquet, Mito e tragedia, pp. 100-101. 613 Cfr. Ant X, 154. 614 Cfr. Pesikta Rabbati 15:7, 26:3-129b; M. Friedman, Pesikta Rabbati, Vienna 1980. 615 Cfr. T.L.J. Mafico, “Justice”, in Anchor Bible Dictionary, vol. 3, New York 1992, pp. 1127-1129; R.E. Murphy, “Wisdom in the OT”, in Anchor Bible Dictionary, vol. 6, New York 1992, pp. 920-931; K.W. Whitelam, “King, Kingship”, in Anchor Bible Dictionary, vol. 4, New York 1992, pp. 40-48; J. Liver, “King, Kingship”, in Encyclopaedia Judaica, vol. 10, Jerusalem 1971, coll. 1011-1020; B. Virgilio, Lancia, diadema e porpora. Il re e la regalità ellenistica, Pisa 20032, pp. 17-30. 616 Cfr. G. Durand, Le strutture antropologiche dell‟immaginario, Bari 1983, pp. 86-88, 148-151 (tit. or.: Les structures anthropologiques de l‟Imaginaire, Paris 1963); J.H. Tigay, “Blindness”, in Encyclopaedia Judaica, vol. 4, Jerusalem 1971, coll. 1088-1090; Eliade (ed.), The Encyclopedia of Religion, London 1987, p. 236.

EDIPO E SEDECIA

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sopravvivenza questi personaggi, cui s‟impone però l‟esclusione dal consesso umano e civile di appartenenza 617, con il necessario differimento della loro riabilitazione e reinterpretazione benefica (che può verificarsi solo con la morte fisica) ad un momento lontano dal contesto sacrificale. Così entrambi moriranno di vecchiaia: da una parte la morte di Edipo nei pressi di Atene 618 viene connessa con la fondazione mitica di questa città (di cui Edipo diventa nume tutelare) 619, dall‟altra la morte di Sedecia, prefigurata dalla promessa geremiana di funerali regali e celebrata nell‟apoteosi qumranica, si deve collegare all‟auspicata rifondazione messianica della monarchia ebraica nel giudaismo post-esilico.

617

Cfr. Kerényi, Gli Eroi, pp. 88-104; 2Re 25:7 // Ger 52:11. Cfr. Edipo a Colono, 92ss. 619 Kerényi, Gli Eroi, pp. 88-104; Mythe et tragédie deux, pp. 198-199. 618

CONCLUSIONI I brani paralleli 2Re 24:18-25:30 e Geremia 52, con cui termina la narrazione della cosiddetta storiografia deuteronomistica, sono generalmente considerati in sede storiografica fonti attendibili per la ricostruzione della parabola conclusiva della monarchia ebraica pre-esilica620. In questa prospettiva le informazioni desumibili da questi testi sono state confrontate, insieme a altre testimonianze della letteratura ebraica antica relative alla caduta di Gerusalemme del 587-586 a.C., con la documentazione epigrafica babilonese del VI sec. a.C.621: quest‟ultima risulta in accordo con le narrazioni bibliche nel confermare da un lato la presenza della dominazione babilonese sul territorio ebraico a partire dall‟esilio del re Ioiachin (nel 598 a.C.), dall‟altro la deportazione di Ioiachin e di una parte della classe dirigente a Babilonia; non sono invece fornite notizie relative all‟ascesa al trono e alla deposizione del successore di Ioiachin, Sedecia (nei testi amministrativi babilonesi si continua a fare riferimento a Ioiachin come re di Giuda anche successivamente al 598 a.C.). Sulla base di questi dati e di Ez 1:2 (in cui gli anni vengono contati a partire dalla deportazione del re di Giuda Ioiachin), si è messa in discussione la storicità del conferimento a Sedecia del potere regale tra il 598 e il 586 a.C. e si è posta la questione dell‟ininterrotto mantenimento, in quello stesso periodo, del titolo di re di Giuda da parte di Ioiachin, nonostante l‟esilio a Babilonia 622. Quanto sostenuto da una parte della letteratura critica contemporanea a proposito delle narrazioni conservate nei libri storici, ovvero come nella ricostruzione del passato d‟Israele la componente di propaganda ideologica e dottrinale e l‟interpretazione teologica siano predominanti sull‟interesse storiografico, si può affermare anche per il racconto di 2Re 24:18-25:30 // Ger 52 sulla caduta di Gerusalemme623. Le implicazioni religiose sottese al testo, piuttosto che ricostruire la crisi dell‟istituzione monarchica della società pre-esilica, sono riconducibili all‟assetto socio-culturale post-esilico, caratterizzato da istanze di rinnovamento politico e spirituale imposte dal gruppo dei “ritornati” da Babilonia e dall‟ambiente sacerdotale624.

620

Cfr. parr. 2, 3. Cfr. par. 2. 622 Cfr. par. 2. 623 Cfr. par. 3. 624 Cfr. parr. 3, 5. 621

220

CONCLUSIONI

Si è proceduto pertanto a recuperare la dimensione letteraria dell‟epilogo di 2Re e di Geremia tentando di restituire il racconto al suo contesto simbolico tradizionale. È stato mostrato come il racconto della fine del regno di Sedecia, nella sua forma originaria, non si concludesse con la deportazione integrale del popolo ebraico a Babilonia625, ma con l‟immagine della liberazione di Ioiachin, preludio della riabilitazione della stirpe davidica e della ristrutturazione della società ebraica in epoca esilica e post-esilica. La configurazione narrativa rievoca la sequenza rituale delle cerimonie inaugurali e dei miti di fondazione (presenti in diverse forme nelle varie culture vicino-orientali) in cui viene rappresentata la purificazione e la liberazione della società dai mali che la minacciano attraverso l‟allontanamento di un farmakov"626. Nell‟epilogo di 2Re e Geremia, come in Gdc 16:4-31 (la vicenda di Sansone), in 1Sam 11 (il racconto dell‟inaugurazione del regno di Saul) e nel mito di Edipo, la situazione di crisi che sconvolge l‟ordine sociale viene fronteggiata (come anche nelle forme più arcaiche del cerimoniale espiatorio) attraverso l‟immolazione del re. L‟atto sacrificale, che si espleta con l‟allontanamento della vittima dalla comunità e con il suo accecamento (a rappresentare la perdita dell‟autorità regale simboleggiata dall‟organo della vista), consente di stornare il pericolo incombente dal resto della comunità e di trasferire il potere del re o del capo sui suoi discendenti prossimi, che tornano così a governare nell‟ordine ristabilito. La narrazione più antica di 2Re 24:18-25:30 e Geremia 52 venne elaborata presumibilmente nei primi anni della dominazione persiana (e negli anni del fallito tentativo di restaurazione monarchica a opera di Zorobabele), in un momento in cui era ancora auspicabile la reintegrazione al potere dei successori di Ioiachin. In questo contesto il periodo dell‟esilio venne interpretato come condizione non solo di condanna, ma di espiazione imposta da Yahweh ai monarchi discendenti di Davide e all‟aristocrazia dei deportati (che con il ritorno da Babilonia poterono recuperare il potere e il prestigio politico). Il duplice messaggio di condanna e redenzione della monarchia e l‟esaltazione della funzione dell‟élite dei deportati sono componenti fondamentali anche nella profezia geremiana e verosimilmente le parti in prosa del libro di Geremia (tra cui i dialoghi tra il profeta e il re Sedecia) si svilupparono successivamente alla composizione di 2Re 24:18-25:30 (l‟attuale capitolo 52 di Geremia) al fine di commentarlo e amplificarne i contenuti dottrinali 627. L‟ideologia più tarda e filo-levitica del secondo sadocitismo introdusse, nella forma di una revisione della tradizione di 2Re e Geremia, le aggiunte 625

Cfr. par. 8. Cfr. par. 10. 627 Cfr. par. 5. 626

CONCLUSIONI

221

narrative che stabilivano il coinvolgimento nell‟esilio dell‟intera società ebraica 628, i dettagli sulla colpa e l‟abiezione morale di Sedecia629 e la descrizione accurata degli arredi del tempio saccheggiati dai Babilonesi 630. Con queste variazioni si posero fortemente in discussione le prerogative messianiche di Sedecia e dei suoi discendenti e si stabilì la nuova centralità del popolo ebraico e del tempio di Gerusalemme nella storia giudaica. Questa rilettura della vicenda della caduta di Gerusalemme si realizzò compiutamente nella versione del racconto riportata in 2Cr 36:11-23 e in 1Esd 1:44-55. Qui il ruolo di Sedecia e di Ioiachin viene fortemente ridimensionato omettendo quei particolari che in 2Re e Geremia caratterizzano i due re con i tratti del messia sofferente (le pene inflitte a Sedecia e la riabilitazione finale di Ioiachin dopo la lunga prigionia)631. L‟esilio venne reinterpretato così sulla base dell‟orientamento teologico del sacerdozio levitico (che tra il IV-II sec. a.C. si impose come rappresentante e guida religiosa del popolo ebraico) come fase di catarsi dell‟intera società ebraica632: fu l‟annuncio della costruzione del nuovo tempio a segnarne il compimento, e non più l‟emancipazione del re messianico e della sua corte 633.

628

Cfr. par. 7c. Cfr. par. 7a. 630 Cfr. par. 7b. 631 Cfr. par. 7a. 632 Cfr. par.7c. 633 Cfr. 2Cr 36:23, 1Esd 2:3. 629

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TEXTOS Y ESTUDIOS «CARDENAL CISNEROS»

1.

AYUSO MARAZUELA, Teófilo: La Vetus Latina Hispana. Origen, dependencia, derivaciones, valor e influjo universal. I: Prolegómenos. Introducción general, estudio y análisis de las fuentes. Madrid 1953, 598 págs.

2.

PÉREZ CASTRO, F.: Séfer Abiša: edición del fragmento antiguo del rollo sagrado del Pentateuco hebreo samaritano de Nablus. Estudio, transcripción, aparato crítico y facsímiles. Madrid 1959, LIV + 114 págs., 24 facsímiles. Agotado

3.

CANTERA ORTIZ DE URBINA, Jesús: El comentario de Habacuc de Qumran. Madrid-Barcelona 1960, 46 págs.

4.

DÍAZ ESTEBAN, Fernando: Sefer Oklah w-Oklah. Colección de listas de palabras destinadas a conservar la integridad del texto hebreo de la Biblia entre los judíos de la Edad Media. Madrid 1975, XCVI + 334 págs., 36 láms.

5.

AYUSO MARAZUELA, Teófilo: La Vetus Latina Hispana. V: el Salterio. Introducción general y edición crítica: *Introducción general y edición crítica de los elementos extrabíblicos. * *Edición crítica del Salterio (salmos 1-75). * * *Ídem (salmos 76-151) e Índices. Madrid 1962, 1.168 págs. en 3 vols.

6.

AYUSO MARAZUELA, Teófilo: La Vetus Latina Hispana. II: el Octateuco. Introducción general y edición crítica. Madrid 1967, 336 págs.

7.

DÍEZ MACHO, Alejandro: Neophyti 1, Targum palestinense Ms de la Biblioteca Vaticana. Tomo I: Génesis. Edición príncipe, introducción general y versión castellana. Traducciones francesa por R. LE DÉAUT e inglesa por Martin MCNAMARA y Michael MAHER. Madrid-Barcelona 1968, 138* + 644 págs.

8.

DÍEZ MACHO, Alejandro: Neophyti 1, Targum palestinense Ms de la Biblioteca Vaticana. Tomo II: Éxodo. Edición príncipe, introducción y versión castellana. Traducciones francesa por R.

LE

DÉAUT e inglesa por Martin MCNAMARA y Michael MAHER. Lugares paralelos... por Etan LEVINE.

9.

Madrid-Barcelona 1970, 80* + 580 págs.

DÍEZ MACHO, Alejandro: Neophyti 1, Targum palestinense Ms de la Biblioteca Vaticana. Tomo III: Levítico. Edición príncipe, introducción y versión catellana. Traducciones francesa por R. LE

DÉAUT e inglesa por Martin MCNAMARA y Michael MAHER. Lugares paralelos... por Etan

LEVINE. El Memra de Yahweh... por Domingo MUÑOZ. Madrid-Barcelona 1971, 84* + 518 págs. 10. DÍEZ MACHO, Alejandro: Neophyti 1, Targum palestinense Ms de la Biblioteca Vaticana. Tomo IV: Números. Edición príncipe, introducción y versión castellana. Traducciones francesa por R.

TEXTOS Y ESTUDIOS «CARDENAL CISNEROS» LE

DÉAUT e inglesa por Martin MCNAMARA y Michael MAHER. Lugares paralelos... por Etan

LEVINE. Madrid 1974, 102* + 710 págs. 11. DÍEZ MACHO, Alejandro: Neophyti 1, Targum palestinense Ms de la Biblioteca Vaticana. Tomo V: Deuteronomio. Edición príncipe, introducción y versión castellana. Traducciones francesa por R.

LE

DÉAUT e inglesa por Martin MCNAMARA y Michael MAHER. Lugares paralelos... por

Etan LEVINE. Madrid 1978, 150* + 632 págs. 12. FERNÁNDEZ MARCOS, N. y A. SÁENZ-BADILLOS: Anotaciones críticas al texto griego del Génesis y estudio de sus grupos textuales. Madrid-Barcelona 1972, 128 págs. 13. NAVARRO PEIRO, Ángeles: Biblia babilónica: Proverbios. Edición crítica según manuscritos hebreos de puntuación babilónica. Madrid 1976, XII + 162 págs. 14. FERNÁNDEZ TEJERO, Emilia: La tradición textual española de la Biblia hebrea: el manuscrito 118-Z-42 (M1) de la Biblioteca de la Universidad Complutense de Madrid. Madrid 1976, LVIII + 634 págs. Agotado 15. GIRÓN BLANC, Luis Fernando: Pentateuco hebreo-samaritano: Génesis. Edición crítica sobre la base de manuscritos inéditos. Madrid 1976, XII + 396 págs. Agotado 16. NAVARRO PEIRO, Ángeles y Federico PÉREZ CASTRO: Biblia babilónica: Profetas menores. Edición crítica según manuscritos hebreos de puntuación babilónica. Madrid 1977, XVII + 106 págs. Agotado 17. FERNÁNDEZ MARCOS, N. y A. SÁENZ-BADILLOS: Theodoreti Cyrensis Quaestiones in Octateuchum. Edición crítica. Madrid 1979, LXIV + 346 págs. 18. ORTEGA MONASTERIO, María Teresa: Estudio masorético interno de un manuscrito hebreo bíblico español: códice n1 2 de la Biblioteca de la Universidad Complutense de Madrid. Madrid 1977, XXVI + 242 págs. Agotado 19. PERAL TORRES, Antonio: Comentario al Génesis de san Efrén. Traducción española del siríaco. Madrid 1978, IV + 206 págs. Agotado 20. PÉREZ CASTRO, F.: El códice de Profetas de El Cairo. Tomo VII: Profetas Menores. Edición de su texto y masoras dirigida por--- y realizada por: C. MUÑOZ ABAD, E. FERNÁNDEZ TEJERO, M. T. ORTEGA MONASTERIO, M. J. AZCÁRRAGA SERVERT, E. CARRERO RODRÍGUEZ y L. GIRÓN BLANC. Madrid 1979, 186 págs. [Contiene además, en fascículo aparte:] Prefacio. 32 págs. 20. DÍEZ MACHO, Alejandro, con la colaboración de E. MARTÍNEZ BOROBIO, P. ESTELRICH y M. PÉREZ FERNÁNDEZ: Neophyti 1, Targum palestinense Ms de la Biblioteca Vaticana. Tomo VI: Apéndices. Madrid 1979. 212 págs. 21. DÍEZ MACHO, Alejandro: El Targum: Introducción a las traducciones aramaicas de la Biblia. Barcelona 1972, 120 págs. Agotado. Madrid 1979 y 1982. 22. BUSTO SAIZ, José Ramón: La traducción de Símaco en el libro de los Salmos. Madrid 1978, XXVI + 756 págs. Reimpresión: Madrid 1985.

TEXTOS Y ESTUDIOS «CARDENAL CISNEROS»

23. FERNÁNDEZ MARCOS, Natalio: Introducción a las versiones griegas de la Biblia. Madrid 1979, XIV + 350 págs. Nueva edición n1 64. 24. FERNÁNDEZ TEJERO, Emilia: Texto hebreo bíblico de Sefarad en el Min at Šay de Y. S. de Norzi. Madrid 1979, XXIV + 162 págs. 25. ORTEGA MONASTERIO, María Teresa: Texto hebreo bíblico de Sefarad en el Ôr Tôrah de Mna9em de Lonzano. Madrid 1980, LX + 246 págs. 26. PÉREZ CASTRO, F.: El códice de Profetas de El Cairo. Tomo I: Josué-Jueces. Edición de su texto y masoras dirigida por--- y realizada por: C. MUÑOZ ABAD, E. FERNÁNDEZ TEJERO, M. T. ORTEGA MONASTERIO y E. CARRERO RODRÍGUEZ. Madrid 1980, 230 págs. 27. ALBA CECILIA, Amparo: Biblia babilónica: Ezequiel. Edición crítica según manuscritos hebreos de puntuación babilónica. Madrid 1980, XVIII + 132 págs. Agotado 28. ALBA CECILIA, Amparo: Biblia babilónica: Isaías. Edición crítica según manuscritos hebreos de puntuación babilónica. Madrid 1980, XVI + 82 págs. Agotado 29. VEGAS MONTANER, Luis: Biblia del Mar Muerto: Profetas Menores. Edición crítica según manuscritos hebreos procedentes del Mar Muerto. Madrid 1980, XXXIV + 112 págs. Agotado 30. PÉREZ CASTRO, F.: El códice de Profetas de El Cairo. Tomo II: Samuel. Edición de su texto y masoras dirigida por--- y realizada por: C. MUÑOZ ABAD, E. FERNÁNDEZ TEJERO, M. T. ORTEGA MONASTERIO, M. J. AZCÁRRAGA SERVERT y E. CARRERO RODRÍGUEZ. Madrid 1983, 308 págs. 31. PÉREZ CASTRO, F.: El códice de Profetas de El Cairo. Tomo III: Reyes. Edición de su texto y masoras dirigida por--- y realizada por: C. MUÑOZ ABAD, E. FERNÁNDEZ TEJERO, M. T. ORTEGA MONASTERIO, M. J. AZCÁRRAGA SERVERT y E. CARRERO RODRÍGUEZ. Madrid 1984, 320 págs. 32. FERNÁNDEZ MARCOS, Natalio y José Ramón BUSTO SAIZ: Theodoreti Cyrensis Quaestiones in Reges et Paralipomena. Editio critica. Madrid 1984, LXVI + 330 págs. 33. FERNÁNDEZ TEJERO, Emilia: Estudios masoréticos (V Congreso de la IOMS). Dedicados a Harry M. Orlinsky. Editados por--- Madrid 1983, 250 págs. 34. FERNÁNDEZ MARCOS, Natalio: La Septuaginta en la investigación contemporánea. (V Congreso de la IOSCS). Editado por--- Madrid 1985, 288 págs. 35. ARANDA PÉREZ, Gonzalo: El Evangelio de san Mateo en copto sahídico. Texto de M 569, estudio preliminar y aparato crítico. Madrid 1984, 296 págs. 36. PÉREZ CASTRO, F.: El códice de Profetas de El Cairo. Tomo IV: Isaías. Edición de su texto y masoras dirigida por--- y realizada por: C. MUÑOZ ABAD, E. FERNÁNDEZ TEJERO, M. T. ORTEGA MONASTERIO y M. J. AZCÁRRAGA SERVERT. Madrid 1986, 228 págs. 37. PÉREZ CASTRO, F.: El códice de Profetas de El Cairo. Tomo V: Jeremías. Edición de su texto y masoras dirigida por--- y realizada por: C. MUÑOZ ABAD, E. FERNÁNDEZ TEJERO, M. T. ORTEGA MONASTERIO y M. J. AZCÁRRAGA SERVERT. Madrid 1987, 274 págs.

TEXTOS Y ESTUDIOS «CARDENAL CISNEROS»

38. MARTÍNEZ BOROBIO, Emiliano: Targum Jonatán de los Profetas Primeros en tradición babilónica. Vol. II: I-II Samuel. Madrid 1987, 388 págs. 39. REVELL, E. J.: Nesiga (Retraction of Word Stress) in Tiberian Hebrew. Madrid 1987, 156 págs. 40. AZCÁRRAGA SERVERT, M. J. de: Min at Šay de Y. S. de Norzi: Profetas Menores. Traducción y anotación crítica. Madrid 1987, LXVIII + 260 págs. 41. ALBA CECILIA, Amparo: Biblia babilónica: Jeremías. Edición crítica según manuscritos hebreos de puntuación babilónica. Madrid 1987, XXII + 164 págs. 42. DÍEZ MACHO, Alejandro, con la colaboración de Ángeles NAVARRO PEIRO: Biblia babilónica: fragmentos de Salmos, Job y Proverbios (Ms. 508A del Seminario Teológico Judío de Nueva York). Madrid 1987, LXXIV + 106 págs. 43. RIBERA FLORIT, Josep: Targum Jonatán de los Profetas Posteriores en tradición babilónica: Isaías. Madrid 1987, 320 págs. 44. PÉREZ CASTRO, F.: El códice de Profetas de El Cairo. Tomo VI: Ezequiel. Edición de su texto y masoras dirigida por--- y realizada por: C. MUÑOZ ABAD, E. FERNÁNDEZ TEJERO, M. T. ORTEGA MONASTERIO y M. J. AZCÁRRAGA SERVERT. Madrid 1988, 236 págs. 45. ARANDA PÉREZ, Gonzalo: El Evangelio de san Marcos en copto sahídico. Texto de M 569 y aparato crítico. Madrid 1988, 150 págs. 46. MARTÍNEZ BOROBIO, Emiliano: Targum Jonatán de los Profetas Primeros en tradición babilónica. Vol. I: Josué-Jueces. Madrid 1989, 360 págs. 47. TREBOLLE BARRERA, Julio: Centena in libros Samuelis et Regum. Variantes textuales y composición literaria en los libros de Samuel y Reyes. Madrid 1989, 236 págs. 48. MORANO RODRÍGUEZ, Ciriaca: Glosas marginales de Vetus Latina en las Biblias vulgatas españolas: 1-2 Samuel. Madrid 1989, LXXXIV + 62 págs. 49. MORENO HERNÁNDEZ, Antonio: Las glosas marginales de Vetus Latina en las Biblias vulgatas españolas: 1-2 Reyes. Madrid 1992, 464 págs. 50. FERNÁNDEZ MARCOS, Natalio y José Ramón BUSTO SAIZ, con la colaboración de M. V. SPOTTORNO DÍAZ-CARO

y S. P. COWE: El texto antioqueno de la Biblia griega. I: 1-2 Samuel. Madrid

1989, XC + 174 págs. 51. PÉREZ CASTRO, F.: El códice de Profetas de El Cairo. Edición de su texto y masoras dirigida por--- y realizada por: C. MUÑOZ ABAD, E. FERNÁNDEZ TEJERO, M. T. ORTEGA MONASTERIO y M. J. AZCÁRRAGA SERVERT. Tomo VIII: Índice alfabético de sus masoras. Madrid 1992, 320 págs. 52. RIBERA FLORIT, Josep: Targum Jonatán de los Profetas Posteriores en tradición babilónica: Jeremías. Madrid 1992, 304 págs.

TEXTOS Y ESTUDIOS «CARDENAL CISNEROS»

53. FERNÁNDEZ MARCOS, Natalio y José Ramón BUSTO SAIZ, con la colaboración de M. V. SPOTTORNO DÍAZ-CARO

y S. P. COWE: El texto antioqueno de la Biblia griega. II: 1-2 Reyes. Madrid

1992, 240 págs. 54. AZCÁRRAGA SERVERT, M. J. de: Min at Šay de Y. S. de Norzi: Isaías. Traducción y anotación crítica. Madrid 1993, XIV + 170 págs. 55. FERNÁNDEZ TEJERO, Emilia y María Teresa ORTEGA MONASTERIO: Estudios masoréticos (X Congreso de la IOMS). En memoria de Harry M. Orlinsky. Editados por--- Madrid 1993, 160 págs. 56. GÓMEZ ARANDA, Mariano: El comentario de Abraham ibn Ezra al libro del Eclesiastés. Introducción, traducción y edición crítica. Madrid 1994, CXXII + 220 + 128 * págs. 57. OGNIBENI, Bruno: La seconda parte del Sefer Oklah w1-Oklah. Edizione del ms. Halle, Universitätsbibliothek Y b 41 10, ff. 68-124. Madrid-Fribourg 1995, LIV + 562 págs. 58. FERNÁNDEZ TEJERO, Emilia: La masora magna del códice de Profetas de El Cairo. Transcripción alfabético-analítica. Madrid 1995, 338 págs. 59. ORTEGA MONASTERIO, María Teresa: La masora parva del códice de Profetas de El Cairo. Casos lêt. Madrid 1995, 224 págs. 60. FERNÁNDEZ MARCOS, Natalio y José Ramón BUSTO SAIZ, con la colaboración de M. V. SPOTTORNO

DÍAZ-CARO y S. P. COWE: El texto antioqueno de la Biblia griega. III: 1-2 Crónicas.

Madrid 1996, LXVI + 166 págs. 61. AZCÁRRAGA SERVERT, María Josefa: La masora parva del códice de Profetas de El Cairo. Índice analítico. Madrid 1997, XVI + 712 págs. 62. RIBERA FLORIT, Josep: Targum Jonatán de los Profetas Posteriores en tradición babilónica: Ezequiel. Madrid 1997, 254 págs. 63. MARTÍNEZ BOROBIO, Emiliano: Targum Jonatán de los Profetas Primeros en tradición babilónica. Vol. III: I-II Reyes. Madrid 1998, 418 págs. 64. FERNÁNDEZ MARCOS, Natalio: Introducción a las versiones griegas de la Biblia. 20 edición revisada y aumentada. Madrid 1998, 416 págs. 65. CAÑAS REÍLLO, José Manuel: Glosas marginales de Vetus latina en las Biblias vulgatas españolas: 1-2 Macabeos. Madrid 2000, 328 págs. 66. AZCÁRRAGA SERVERT, María Josefa: Las masoras del libro de Números. Códice M1 de la Universidad Complutense de Madrid. Madrid 2001, 274 págs. 67. ORTEGA MONASTERIO, María Teresa: Las masoras del libro de Éxodo. Códice M1 de la Universidad Complutense de Madrid. Madrid 2002, 240 págs. 68. SEIJAS DE LOS RIOS, María Guadalupe: Las masoras del libro de Deuteronomio. Códice M1 de la Universidad Complutense de Madrid. Madrid 2002, 228 págs.

TEXTOS Y ESTUDIOS «CARDENAL CISNEROS»

69.

DEL

BARCO DEL BARCO, Francisco Javier: Profecía y sintaxis. El uso de las formas verbales en

los Profetas Menores preexílicos. Madrid 2003, XIV + 270 págs. 70. GONZÁLEZ SALINERO, Raúl: Biblia y polémica antijudía en Jerónimo. Madrid 2003, 304 págs. 71. TOLONI, Giancarlo: L=originale del libro di Tobia. Studio filologico-linguistico. Madrid 2004, XXVIII + 194 págs. 72. MARTÍN CONTRERAS, Elvira: Apéndices masoréticos. Códice M1 de la Universidad Complutense de Madrid. Madrid 2004, XX + 196 págs. 73. FERNÁNDEZ TEJERO, Emilia: Las masoras del libro de Génesis. Códice M1 de la Universidad Complutense de Madrid. Madrid 2004, XXVI + 462 págs. 74. AZCÁRRAGA SERVERT, María Josefa de: Las masoras del libro de Levítico. Códice M1 de la Universidad Complutense de Madrid. Madrid 2004, XX + 274 págs. 75. FERNÁNDEZ MARCOS, Natalio, Mª Victoria SPOTTORNO DÍAZ-CARO y José Manuel CAÑAS REÍLLO:

Índice griego-hebreo del texto antioqueno en los libros históricos. Volumen I: Índice ge-

neral. Madrid 2005, XL + 626 págs. Volumen II: Índice de nombres propios. Madrid 2005, XX + 220 págs. 76. ABATE, Emma: La fine del regno di Sedecia. Madrid 2007, 254 págs.

Pedidos: Departamento de Publicaciones del CSIC Vitruvio, 8 28006 Madrid (España) Teléfonos: 34 91 5629633 - 34 91 5612833 FAX: 34 91 5629634 [email protected] Librería Científica Medinaceli (CSIC) Duque de Medinaceli, 6 28014 Madrid (España) Teléfono: 34 91 4295684 – 34 91 4290626 [email protected]

Correspondencia científica: Directora de la colección: M.a Victoria SPOTTORNO DÍAZ-CARO Secretaria de la colección: Elvira MARTÍN CONTRERAS c/ Albasanz 26-28 28037 Madrid (España) Teléfono: 34 916 022 300 FAX: 34 913 045 710

Emma Abate • LA FINE DEL REGNO DI SEDECIA

Emma ABATE

LA FINE DEL REGNO DI SEDECIA

ISBN: 978-84-00-08694-7

CONSEJO SUPERIOR DE INVESTIGACIONES CIENTÍFICAS