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Italian Pages 3360 [3357] Year 2017
CLASSICI DELLA LETTERATURA EUROPEA Collana diretta da
NUCCIO ORDINE
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TUTTE LE OPERE di William Shakespeare Volume terzo
I drammi storici
Coordinamento generale di Franco Marenco Testi inglesi a cura di John Jowett, William Montgomery e Gary Taylor Traduzioni, note introduttive e note ai testi di Daniele Borgogni, Rossella Ciocca, Claudia Corti, Paolo Dilonardo, Giuliana Ferreccio, Carmen Gallo, Franco Marenco, Valentina Poggi, Carla Pomarè, Michele Stanco, Edoardo Zuccato
BOMPIANI
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William Shakespeare, The Complete Works, Second Edition was originally published in English in 2005. This bilingual edition is published by arrangement with Oxford University Press. William Shakespeare: The Complete Works, Second Edition. Author: William Shakespeare; Editors: Stanley Wells, Gary Taylor, John Jowett and William Montgomery © Oxford University Press 1986, 2005
ISBN 978-88-587-7715-2 Redazione Luca Mazzardis Realizzazione editoriale a cura di NetPhilo, Milano www.giunti.it www.bompiani.eu © 2017 Giunti Editore S.p.A. / Bompiani Via Bolognese 165, 50139 Firenze - Italia Piazza Virgilio 4, 20123 Milano - Italia
Prima edizione novembre: 2017 Prima edizione digitale novembre 2017 Bompiani è un marchio di proprietà di Giunti Editore S.p.A.
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SOMMARIO Piano dell’opera Premessa di Franco Marenco Introduzione di Franco Marenco
IX XI XXIII
Tutte le opere di William Shakespeare Volume III. I drammi storici
The First Part of the Contention of the Two Famous Houses of York and Lancaster (2 Henry VI) / La prima parte della contesa tra le due famose casate di York e Lancaster (2 Enrico VI) Testo inglese a cura di William Montgomery Nota introduttiva e note di Daniele Borgogni, traduzione di Daniele Borgogni e Valentina Poggi
3
The True Tragedy of Richard Duke of York and the Good King Henry VI (3 Henry VI) / La vera tragedia di Riccardo duca di York e del buon re Enrico VI (3 Enrico VI) Testo inglese a cura di William Montgomery Nota introduttiva, traduzione e note di Daniele Borgogni
287
The First Part of Henry VI / Enrico VI, prima parte (1 Enrico VI) Testo inglese a cura di Gary Taylor Nota introduttiva e note di Daniele Borgogni, traduzione di Daniele Borgogni e Valentina Poggi
551
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TUTTE LE OPERE DI WILLIAM SHAKESPEARE
The Tragedy of King Richard III / La tragedia di re Riccardo III Testo inglese a cura di Gary Taylor Nota introduttiva, traduzione e note di Carla Pomarè
787
The Reign of King Edward III / Il regno di re Edoardo III Testo inglese a cura di William Montgomery Nota introduttiva, traduzione e note di Michele Stanco
1119
The Tragedy of King Richard II / La tragedia di re Riccardo II Testo inglese a cura di John Jowett Nota introduttiva, traduzione e note di Claudia Corti
1341
The Life and Death of King John / Vita e morte di re Giovanni Testo inglese a cura di John Jowett Nota introduttiva, traduzione e note di Rossella Ciocca
1577
The History of Henry IV (The First Part) / La storia di Enrico IV (prima parte) Testo inglese a cura di John Jowett Nota introduttiva, traduzione e note di Paolo Dilonardo
1791
The Second Part of Henry IV / La seconda parte di Enrico IV Testo inglese a cura di John Jowett Nota introduttiva, traduzione e note di Giuliana Ferreccio
2041
The Life of Henry V / La vita di Enrico V Testo inglese a cura di Gary Taylor Nota introduttiva, traduzione e note di Franco Marenco
2311
The Book of Sir Thomas More / Il libro di sir Tommaso Moro Testo inglese a cura di John Jowett Nota introduttiva, traduzione e note di Edoardo Zuccato
2573
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TUTTE LE OPERE DI WILLIAM SHAKESPEARE
All Is True (Henry VIII) / Tutto è vero (Enrico VIII) Testo inglese a cura di William Montgomery Nota introduttiva, traduzione e note di Carmen Gallo
2823
Note
3073
Indice dei nomi citati nelle introduzioni e nelle note
3265
Indice dei nomi citati nei drammi storici
3285
Profili biografici dei curatori
3289
Indice del volume
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WILLIAM SHAKESPEARE TUTTE LE OPERE secondo l’edizione Oxford
PIANO DELL’OPERA I volumi sono divisi per generi, che nei testi originali sono spesso mescolati, ma restano empiricamente utili. All’interno di ciascun volume le opere sono disposte secondo l’ordine di composizione – anche per quanto riguarda i drammi storici, la cui disposizione non segue una linea dinastica, ma il ben più interessante sviluppo dell’arte shakespeariana. VOLUME I: LE TRAGEDIE Tito Andronico (1592); Romeo e Giulietta (1595); Giulio Cesare (1599); Amleto (1600-1601); Otello (1603-1604); La Storia di Re Lear (1605-1606); Macbeth (1606); Antonio e Cleopatra (1606); Timone d’Atene (1606); Coriolano (1608); La Tragedia di Re Lear (1610). VOLUME II: LE COMMEDIE I due gentiluomini di Verona (1589-1591); La bisbetica domata (15901591); La commedia degli errori (1594); Pene d’amor perdute (1594-1595); Sogno di una notte di mezza estate (1595); Le allegre comari di Windsor (1597-1598); Molto rumore per nulla (1598-1599); Come vi piace (15991600); La dodicesima notte (1601); I due nobili congiunti (1613). VOLUME III: I DRAMMI STORICI La contesa tra le due famose casate di York e Lancaster (2 Enrico VI) (15901591); La vera tragedia di Riccardo duca di York e del buon re Enrico VI (3 Enrico VI) (1591); 1 Enrico VI (1592); La tragedia del re Riccardo III (1592-1593); Il regno di Edoardo III (1592-1593); La tragedia del re RiccarIX
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TUTTE LE OPERE DI WILLIAM SHAKESPEARE
do II (1595); Vita e morte di re Giovanni (1596); La storia di Enrico IV, prima parte (1596-1597); Enrico IV, seconda parte (1597-1598); La vita di Enrico V (1598-1599); Il libro di Tommaso Moro (1603-1604); Tutto è vero (Enrico VIII) (1613). VOLUME IV: POEMI, SONETTI, TRAGICOMMEDIE E DRAMMI ROMANZESCHI POEMI E SONETTI
Venere e Adone (1592-1593); Lucrezia violata (1593-1594); Sonetti (15931603); Il pellegrino appassionato e Poesie occasionali (1593-1616); La fenice e la tortora (1601); Lamento di un’innamorata (1603-1604). TRAGICOMMEDIE
Il mercante di Venezia (1596-1597); Troilo e Cressida (1600-1601); Misura per misura (1604); Tutto è bene ciò che finisce bene (1606-1607). DRAMMI ROMANZESCHI
Pericle, Principe di Tiro (1607); Il racconto d’inverno (1609-1610); La tempesta (1610-1611); Cimbelino (1610-1611).
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Premessa di Franco Marenco “Shakespeare”, perenne novità
William Shakespeare è un grande esploratore di alternative radicali: essere/non essere (Amleto), amare/odiare (Giulietta), uccidere/risparmiare (Macbeth), combattere/fuggire (Falstaff), condannare/perdonare (Prospero), ecc. ecc. Che sia tragedia o commedia, ogni dramma presenta una scelta fra possibilità opposte, e la storia del teatro dimostra come il pubblico di ogni latitudine abbia partecipato lungo i secoli a queste scelte, intestandole senza riserve al Bardo. Eppure, alle alternative così formulate, la storia ne ha aggiunta un’altra, quasi una ripicca nei confronti dell’autore stesso: Shakespeare/non Shakespeare? È la questione della authorship, cioè della paternità delle opere che vanno comunemente sotto il suo nome: quarantaquattro drammi, due poemetti, un canzoniere di centocinquantaquattro sonetti, poesie occasionali… Ci si chiede: è possibile che un uomo solo abbia prodotto un lavoro così copioso e così eccellente, e che quest’uomo fosse un provinciale senza studi universitari, presto aggregato a una compagnia di attori, gente modesta comunemente collocata sui gradini bassi della scala sociale, e invisa ai praticanti di generi letterari più prestigiosi? Chi altri può celarsi sotto quel nome portentoso, contribuendo a stabilirlo tanto saldamente negli annali della drammaturgia e della poesia universali? Le ipotesi si sono sprecate, coinvolgendo soprattutto figure della cultura “alta” del tempo: aristocratici, filosofi, letterati a vario titolo, persino drammaturghi dotati di un curriculum più appetibile. In tanti si sono arrampicati sugli specchi di supposizioni che hanno lasciato fredda l’opinione qualificata – degli attori, dei lettori di professione, degli editori –, o appena intiepidito quella di rari neofiti fra i quali Sigmund Freud. XI
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PREMESSA
È vero che anche le più continue e intense ricerche sulla vita dell’autore si sono smarrite per la scarsità di notizie reperibili, che si riducono quasi allo zero proprio in connessione con il teatro: del cittadino William Shakespeare sopravvivono il testamento olografo e qualche firma, ma di un teatrante con quella calligrafia sono reperibili a tutt’oggi soltanto tre pagine aggiunte a un manoscritto a più mani all’epoca rimasto inedito, il Libro di Tommaso Moro, drammatizzazione della vita e della morte dell’autore di Utopia, che viene assegnato al 1603-1604 (e che leggiamo nel presente volume). Certo il nome “Shakespeare” appariva sporadicamente sui registri teatrali e nelle polemiche fra i colleghi, circondato ora da astio ora da ammirazione, ma alla sua morte venne ricordato in sordina, forse con qualche ironia, e con enfasi minore di quella riservata al ricordo del principale attore della sua compagnia. Insomma, una realtà autoriale che è tanto definire impalpabile, di fronte a una produzione che è poco definire monumentale: da ciò tanti dubbi e proposte di identificazione strampalate. Questa non è però che una parte della storia, perché una cosa è cercare le tracce di una vita, e una cosa diversa è interrogare dei testi tramandati sotto il nome di chi quella vita ha vissuto. Anche i testi, insomma, possono avere una loro esistenza oltre il soggetto che li ha creati, e la rivendicano. Si prenda il caso di Pericle, principe di Tiro, un grande successo del 1608, pubblicato in-quarto e ristampato nel 1609, poi nel 1611 e nel 1619 – un record di popolarità per quegli anni, tale da attirare a teatro l’ambasciatore veneto Giorgio Giustinian in qualità di anfitrione dell’ambasciatore francese e del segretario del duca di Firenze, nel corso della trattativa per comporre la “guerra dell’interdetto” fra la Serenissima e il Papato. Attribuiscono il testo a Shakespeare sia quei primi fascicoli a stampa, sia i successivi studi del suo stile, che all’inizio del Seicento presentava caratteristiche molto individuali, eccentriche rispetto ai contemporanei. La vicenda però si complica con l’esclusione del Pericle dall’editio princeps di tutta l’opera drammaturgica, l’in-folio del 1623, atto di omaggio e commemorazione voluto da due componenti dell’antica compagnia dell’autore, scomparso sette anni prima. I motivi di tale omissione non sono chiari, ma deve aver pesato il fatto che quello è uno dei sette drammi del canone assegnabili a un lavoro in collaborazione, e che il probabile co-autore era uno scrittore dilettante, tal George Wilkins, malfamato come oste violento e tenutario di un bordello: a lui gli studiosi assegnano ora i primi due atti del dramma. XII
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“SHAKESPEARE”, PERENNE NOVITÀ
La sottrazione di una parte del Pericle alla sovranità totalizzante di “Shakespeare” può disorientare il lettore della nostra epoca, se è ancora abituato alla prospettiva romantica dell’autore demiurgo, espressione unica di una individualità e di una creatività inconfondibile, che allontana da sé, come opaca e inessenziale, la cultura circostante; ma si tratta invece di un esempio del tutto tipico della routine drammaturgica del tempo. Fra gli autori del teatro inglese cinque e secentesco era normale la pratica dello scambio, del prestito e della derivazione, e numerosissime sono le opere scritte in collaborazione. “Shakespeare” non fa eccezione, e per questo lo scriviamo fra virgolette: sotto quell’etichetta si può a volte intravedere il contributo di un’intera compagnia, se non di colleghi affermati come Thomas Middleton o John Fletcher, o di semplici pennaioli come il succitato Wilkins. Diventa così lecito e anzi necessario indagare quali capacità, quali tradizioni, quali stili e idioletti e vezzi siano confluiti in ogni testo a “Shakespeare” intitolato, e accertarne l’origine: solo dopo un siffatto esercizio possiamo concludere l’indagine, come riusciamo a fare nella maggior parte dei casi, riconoscendo l’esistenza di un corpus unitario al centro e sfrangiato ai bordi; non un mondo a sé e in sé conchiuso, ma certamente segnato da una personalità dominante, che interveniva autorevolmente e ripetutamente su copioni e abbozzi e brogliacci che la sua compagnia metteva in scena, e che non è arbitrario recitare oggi come suoi. Forse “an absolute Johannes factotum” come lo vedeva l’invidioso Robert Greene, ma anche un sommo “artigiano” in un mondo di “artigiani” del teatro come oggi lo definisce Gary Taylor, insomma un capocomico attento alle qualità dei suoi attori, al gusto dei suoi spettatori, e curioso delle loro multiformi culture, cui adattava via via i suoi capolavori, non disdegnando e anzi ricercando l’aiuto occasionale di qualche “artigiano” suo concorrente. Arriviamo così a due considerazioni non marginali: la prima riguarda quanto valore fosse allora comparativamente riconosciuto ai due modi di comunicazione propri del teatro: da una parte lo spettacolo rivolto al pubblico, e dall’altra la lettura di un testo, che può essere collettiva ma diventa vieppiù personale e appartata nel processo di individualizzazione che proprio nel Seicento si andava compiendo. La recita sulla scena e il testo a stampa si configuravano come obiettivi paralleli ma separati nella fruizione: il movimento, la vivacità, le contagiose emozioni della rappresentazione contro l’introversione necessaria all’approfondimento XIII
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PREMESSA
di ciò che era solo scritto. È un confronto che continua nel nostro tempo, ma a parti invertite: nel Cinquecento a trasmettere e riprodurre – anzi, plagiare! – interi testi teatrali bastava la memoria addestrata di uno o due spettatori, mentre per noi quella riproduzione – o chissà, quel plagio – una volta stampati rappresentano il testo originario, un libro adesso comunque insidiato dallo strumento informatico. Oggi non si ritiene più vero quanto molti hanno sostenuto, che Shakespeare fosse indifferente all’edizione dei suoi drammi; resta indiscutibile però che la loro messinscena e ricezione nell’immediato costituisse la sua preoccupazione prevalente. Quell’instancabile produzione rappresentava un esperimento continuo, e tutto il valore dell’esperimento stava nell’accoglienza che esso otteneva dalla platea, dal mondo composito e, per usare un termine moderno, interclassista che affollava gli anfiteatri da poco convertiti dai combattimenti di animali alla rappresentazione di vicende umane. Il valore primario stava insomma nell’irripetibile momento della finzione, della mimesi scenica, piuttosto che nelle pagine che ne fissavano i dialoghi, chissà quanto fedelmente. Nello hic et nunc splendido ed effimero dello spettacolo si concentravano le ideazioni e le energie di autori, attori, musici, scenografi, costumisti ecc., insomma di un’impresa collettiva; e collettiva, anche se presentata con un unico titolo e sotto un unico nome, rimaneva la loro realizzazione, oggi recuperabile nella sua complessità solo grazie a un impegno di professionisti altrettanto organici. Da ciò dipende una seconda considerazione essenziale, che mette in luce una tendenza critica maturata negli ultimi decenni: lo spostamento della ricerca dalla figura centrale dell’autore al contesto in cui operava. Entrano allora nel conto non solo il suo mondo intellettuale, non solo le vicende politiche e civili che pesavano sulle sue scelte, non solo le maglie più o meno strette della censura in cui “Shakespeare” poteva incappare, non solo i rapporti interni alla triade scrittore-compositore-editore, ma anche il modo particolare di intendere la proprietà delle opere, nonché l’affidamento all’indispensabile protezione dei magnati del regno, la composizione sociale del pubblico, le sue abitudini e predilezioni, la sua partecipazione all’evento teatrale: su questa materia si è prodigato e si sta prodigando un numero sempre più vasto di studiosi e di scuole di pensiero. Con non trascurabili conseguenze sui criteri di raccolta e di edizione dell’opera complessiva: l’immagine di “Shakespeare” come unica e irriducibile individualità estetica era stata fissata nel tardo Settecento XIV
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“SHAKESPEARE”, PERENNE NOVITÀ
da curatori come Edmond Malone, su principi di verificabilità storica e stilistica, e particolarmente su un teorico “dialogo” fra il drammaturgo e il poeta dei Sonetti. Ma da allora in poi, pur restando nel cono d’ombra di questa decisiva impresa, i dubbi e le dispute sull’integrità di singoli passi e più in generale sulle attribuzioni si sono moltiplicati esponenzialmente, fino al completo capovolgimento delle prospettive iniziali occorso negli ultimi decenni. Da vate unico e sublime dell’Uomo universale, da fonte privilegiata di inappellabile saggezza, “Shakespeare” diventava fenomeno legato a una cultura e una storia molto diverse dalle nostre, ed esplorabili solo distanziandosi il più possibile dalle concezioni moderne della soggettività e della produzione letteraria, e quindi dal modo per noi tradizionale di leggerle e commentarle. Si avanzavano tesi come quella della “instabilità originaria” e della “fecondità erratica” (Margreta De Grazia) dei testi della prima modernità, segnati come sono, e senza scampo, da incontrollabili variazioni nell’ortografia dei manoscritti e nella composizione delle bozze di stampa, dal ricorrere di brani di dubbia autenticità, oltre che da problemi di collocazione temporale e di genere. Contribuiva a questo processo l’affacciarsi di nuovissimi principi teorici anche concepiti in campi del tutto separati, come il certificato di “morte dell’autore” memorabilmente pronunciato nei tardi anni ’60 del Novecento (Roland Barthes), e venuto in auge negli anni successivi: un concetto che ha moltiplicato gli strumenti ed annesso nuovi ambiti alla ricerca, per sottrarla a quello che appariva come l’abbraccio soffocante e ripetitivo dell’analisi testuale, ed inaugurare così quell’indagine intonata “alla libera circolazione, alla libera manipolazione, alla libera composizione, decomposizione, e ricomposizione” dei testi (Michel Foucault). È innegabile che un programma del genere avrebbe potuto mettere in crisi ogni impegno di ricerca sulla base esclusiva di dati certi e storicamente verificabili; in realtà, però, nulla – neppure l’impatto destabilizzante della provocazione postmoderna – è riuscito a increspare la superficie autosufficiente e apparentemente tranquilla di quella che non esitiamo a chiamare l’industria shakespeariana, e soprattutto il suo impianto filologico. La minaccia dello sconvolgimento epocale fu scongiurata confermando tutte le premesse e tendenze metodologiche ed editoriali che erano maturate attraverso il tempo. Ancor oggi nelle sei o sette autorevoli edizioni di fattura inglese o americana che continuamente rinnovano il mercato è difficile trovarne due che siano in accordo sulla corretta riproXV
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PREMESSA
duzione e interpretazione di innumerevoli parole e di interi brani, per non dire sull’assegnazione di qualche testo minore; e sempre numerosi rimangono gli studi che si accumulano sull’argomento. La stessa nostra edizione, iniziata con il volume delle Tragedie nel 2014 ma messa in cantiere almeno una decina d’anni prima, riproduce e traduce quella della Oxford University Press pubblicata nel 1986-87, e riveduta nel 2005, curata da Stanley Wells, Gary Taylor, John Jowett e William Montgomery con criteri molto innovativi. Il volume del 2005 conta 1344 pagine stampate in corpo minimo e in doppia colonna, cui è aggiunto un volume di Textual Companion, o “Guida ai testi” con particolare riferimento alle attribuzioni, di 671 pagine in colonne doppie e triple, con il commento ai passi oscuri e con le varianti da tutte le edizioni coeve sopravvissute; l’edizione italiana tende a selezionare le varianti pertinenti all’accertamento del significato e alla traduzione. Valgano alcuni esempi di innovazione più appariscenti, che i nostri volumi documentano: innanzitutto la ricostruzione dei testi non in base alla prima stampa (quando reperibile), ma in base a come si suppone fossero recitati all’esordio sulla scena; poi, la loro disposizione secondo una argomentata e precisa cronologia, utile anche a risolvere alcuni problemi di interpretazione; inoltre, dell’Amleto appaiono in appendice alcuni importanti discorsi che fanno di solito corpo unico col testo, ma che vennero probabilmente aggiunti dall’autore dopo le prime rappresentazioni; del Re Lear vengono pubblicate due versioni, la Storia e la Tragedia, apparse rispettivamente nel 1608 e nel 1623, l’una con la prima concezione del dramma, l’altra con la sua revisione sostanziale (esiste poi una terza versione, che rappresenta la fusione delle due principali, e che sulle scene ottenne una fortuna spuria fino ai giorni nostri: l’edizione americana della Norton, coordinata da Stephen Greenblatt, di 3420 pagine, pubblicata nel 1997, e anch’essa basata sulla Oxford, stampa insieme le tre versioni, escludendo altri titoli); ancora, nella prima parte dell’Enrico IV il grande personaggio comico poi conosciuto come Sir John Falstaff porta il nome originario di Sir John Oldcastle, col quale esordì sulle scene prima che un discendente dell’Oldcastle martire lollardo intervenisse, addirittura con l’autorità del lord ciambellano, a impedire ogni confusione; e ancora, si evidenziano le collaborazioni di George Peele nel Tito Andronico (1592: nel volume I della nostra edizione); la presenza di altri drammaturghi non accertati nell’Edoardo III (1592-93: in questo volume, III); di Henry Chettle, XVI
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“SHAKESPEARE”, PERENNE NOVITÀ
Thomas Heywood e Thomas Dekker nel Tommaso Moro (1603-04: III); di Thomas Middleton in Misura per misura (1603-04, adattato nel 1621: IV), in Timone d’Atene (1606: I) e in Macbeth (1606, adattato nel 1616: I); di George Wilkins nel Pericle (1607, testo ricostruito: IV); chiudono la serie i drammi scritti in dichiarata collaborazione con John Fletcher: Tutto è vero o Enrico VIII (1613: III), Due nobili congiunti (1613: II). Arriviamo così all’ultima impresa in fatto di fi lologia shakespeariana, prevista in quattro poderosi volumi e non ancora portata a termine nel momento in cui il presente scritto viene licenziato (metà 2017). Essa rimane sotto l’egida oxfordiana col titolo di The New Oxford Shakespeare, ed è compiuta da più studiosi sotto la direzione di Gary Taylor, John Jowett, Terri Bourus e Gabriel Egan, attivi in varie università d’America, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda, senza dimenticare il contributo di un italiano, Giuliano Pascucci, e di una russa, Marina Tarlinskaja; compongono questa nuova edizione un volume con tutta l’opera in versione moderna, due volumi di testi primari presentati con “la punteggiatura, le ambiguità e le incoerenze, le varianti, le correzioni e la storia editoriale” degli originali, al fine di “accertare come Shakespeare prese forma nel suo tempo, e come prende forma oggi”; infine, l’Authorship Companion (ora meglio traducibile come “guida alle attribuzioni”) con “le idee, le testimonianze, i metodi che animano l’impresa, con particolare riguardo ai problemi delle collaborazioni”. Quest’ultimo testo conferma alcune delle novità che già si erano affacciate in edizioni precedenti e soprattutto nella prima oxfordiana, però le rafforza non, come prima, attraverso intuizioni o ipotesi induttive, ma con l’aiuto di quella che appare oggi come una nuova scienza di natura informatica, la stilistica computazionale. Il suo funzionamento viene spiegato bene nel presente volume da Daniele Borgogni, che si è trovato alle prese con la difficile attribuzione dei tre drammi dedicati al regno di Enrico VI (1590-92) e in particolare del primo, tradizionalmente, ma con molte tergiversazioni e perplessità, assegnato a Shakespeare. Di Borgogni riportiamo qui alcuni brani, che sintetizzano il problema e la sua storia: Per quanto riguarda l’attribuzione del testo, fin dalle prime edizioni critiche settecentesche gli studiosi hanno avanzato l’ipotesi che la trilogia enriciana fosse frutto di una collaborazione, e nel corso degli anni sono stati proposti i nomi di Robert Greene, Thomas Kyd, Thomas Nashe, George Peele e Christopher XVII
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Marlowe come possibili coautori. Fino a tempi molto recenti, la questione della collaborazione è sempre rimasta controversa, generalmente accettata ma in ultima analisi non verificabile e dunque sostanzialmente irrisolvibile. Il recente perfezionamento di programmi informatici ad hoc ha, però, dato un formidabile impulso alla stilistica computazionale: questo ha permesso agli studiosi di utilizzare una quantità di dati prima impensabile e ha aperto nuove possibilità di effettuare studi statistici più accurati e significativi. Lo studio coordinato da Craig e Kinney (2009), in particolare, ha introdotto nuovi metodi di indagine rivoluzionando il dibattito sull’attribuzione dei vari drammi: partendo da testi di sicura attribuzione, gli studiosi hanno creato un corpus di termini lessicali e grammaticali o di collocazioni caratteristiche dei vari drammaturghi elisabettiani, che è stato poi utilizzato per effettuare un confronto statistico con i testi (o con le parti di testo) di dubbia attribuzione. In questo modo, è possibile effettuare un computo preciso delle differenze nell’uso delle parole più comuni, di quelle meno comuni e di quelle più caratteristiche di ogni drammaturgo […].
Pur con le riserve imposte dalla constatazione che il processo di attribuzione su base statistica si basa pur sempre su semplificazioni e generalizzazioni, come riconoscono gli stessi studiosi che hanno svolto questo tipo di studio, i risultati ottenuti fi nora […] confermano sostanzialmente la validità delle varianti adottate nell’edizione Oxford e discusse nell’Oxford Textual Companion, ma soprattutto convalidano l’idea che 1 Enrico VI sia stato scritto solo in parte da Shakespeare. Già nel 1995, Gary Taylor aveva attribuito l’atto I a Thomas Nashe, gli atti III e V ad altri due drammaturghi non identificati e solo II, 4 e IV, 2-7 a Shakespeare. Brian Vickers (2008), a sua volta, ha attirato l’attenzione sulla ricorrenza di passi paralleli o simili nei testi di Kyd e ha sostenuto che quest’ultimo avrebbe collaborato con Nashe alla prima stesura del dramma che poi sarebbe stato rivisto da Shakespeare. I risultati della stilistica computazionale non suffragano né smentiscono queste ipotesi, ma dimostrerebbero un significativo intervento di Christopher Marlowe, tanto che nella nuova edizione Oxford (2016) il suo nome compare come coautore del testo, insieme a quello di Thomas Nashe e a quello di un altro drammaturgo ancora non identificato con sicurezza: Nashe avrebbe composto l’intero atto I, mentre Marlowe avrebbe scritto V, 4-5 e le scene negli atti II-V che hanno per protagonista la Pulzella (effettivamente il suo linguaggio, le sue umili origini, i suoi dubbi rapporti con la magia nera ricordano le caratteristiche tipiche di XVIII
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alcuni celebri eroi marloviani). Shakespeare sarebbe intervenuto solo in seguito, aggiungendo le scene II, 4, IV, 2 e parti di IV, 3-5 e, probabilmente, rivedendo e adattando l’intero testo intorno al 1594-95.
A questi risultati delle indagini nella fase iniziale di “Shakespeare” (1587-1595), vanno ora aggiunti quelli della fase finale, fra l’altro in Tutto è bene ciò che finisce bene (1605-1606, adattato fra il 1616 e il 1622: IV), in cui viene oggi rilevato l’intervento di Thomas Middleton. Ma non solo: anche in drammi a lungo attribuiti ad altri si rintraccia ora la mano del Bardo, come in Arden of Faversham (1588), ritenuto di autore sconosciuto fino a che gli studi moderni e l’edizione Oxford non l’hanno inserito nel canone in collaborazione con un anonimo, escludendo Thomas Kyd e Christopher Marlowe; o come in The Spanish Tragedy (1599), comunemente ritenuto opera di Thomas Kyd ma apparso in seguito (1602) con aggiunte attribuite a Shakespeare; o ancora in Sejanus His Fall (1603) di Ben Jonson, alla cui prima stesura Shakespeare può aver partecipato; si aggiungano numerose poesie minori che saranno identificate nel nostro volume finale. Di tali ipotesi e precisazioni un’edizione moderna deve necessariamente dar conto, e così fa la nostra, in costante raffronto con le novità editoriali via via pubblicate. Shakespeare ci ha lasciato tanti pensieri saggi, sui quali è bello riflettere. Uno di questi è che “Il mondo intero è un palcoscenico / sul quale uomini e donne sono semplici attori. / Ognuno ha le sue entrate e le sue uscite / e nel tempo che gli è dato interpreta molte parti…” (Come vi piace, II, 7, 139-142). Ottima idea, di un mondo a metaforica disposizione, osservabile da una mente sovrana come la sua. Eppure, qualcosa oggi sfugge a quel pur variegato quadro: una volta esauriti gli uomini e le donne, gli autori e gli attori, i re e i buffoni, gli spettatori e i lettori, altre comparse si sono fatte vive nel corso tempo, e anche loro sono entrate e uscite, non sempre attese, non sempre a proposito: sono i critici, siamo noi che ci affanniamo ad attribuire patenti di autenticità a chi non se ne curava, a sistemare una materia indomabile, e che, pur con tutta la migliore volontà di rinnovamento, ci ritroviamo in mano i vecchi copioni magari un po’ rabberciati, tirati a nuovo, ma sempre e comunque loro, comunque splendidi. FRANCO MARENCO
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PREMESSA
R IFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ESSENZIALI (I volumi collettivi contengono saggi importanti non citati singolarmente) R. BARTHES, “La mort de l’auteur”, Mantéia, 5, 1968, pp. 12-17; J. BATE, J. L. LEVENSON, D. MEHL (cur.), Shakespeare and the Twentieth Century. The Selected Proceedings of the International Shakespeare Association World Congress, Newark, DE, University of Delaware Press, 1998; J. BATE e E. R ASMUSSEN (cur.), Shakespeare and Others. Collaborative Plays, New York, Palgrave Macmillan, 2013; G. BORNSTEIN e R. G. WILLIAMS (cur.), Palimpsest. Textual Theory and the Humanities, Ann Arbor, MI, University of Michigan Press, 1993; B. BOYD (cur.), Words That Count. Essays on Early Modern Authorship in Honor of MacDonald P. Jackson, Newark, DE, University of Delaware Press, 2004; D. CARNEGIE e G. TAYLOR (cur.), The Quest for Cardenio: Shakespeare, Fletcher, Cervantes, and the Lost Play, Oxford, Oxford U. P., 2012; T. CARTELLI, Marlowe, Shakespeare, and the Economy of Theatrical Experience, Philadelphia, PH, University of Pennsylvania Press, 1991; R. COLOMBO e D. GUARDAMAGNA (cur.), On Authorship, Memoria di Shakespeare, 8, 2012; H. CRAIG e A. F. KINNEY (cur.), Shakespeare, Computers, and the Mystery of Authorship, Cambridge, Cambridge U. P., 2009; M. DEEGAN e M. WILLARD (cur.), Collaborative Research in the Digital Humanities. A Volume in Honour of Harold Short, Farnham, Ashgate, 2012; M. DE GRAZIA, Shakespeare Verbatim. The Reproduction of Authenticity and the 1790 Apparatus, Oxford, Oxford U. P., 1991; W. E. Y. ELLIOTT e R. J. VALENZA, “A Touchstone for the Bard”, Computers and the Humanities, 25, 1991, pp. 199-209; ID., “Two Tough Nuts to Crack: did Shakespeare write the ‘Shakespeare’ Portions of Sir Thomas More and Edward III?”, Literary and Linguistic Computing, 25, 2010, pp. 67-83 e 165-177; M. FOUCAULT, “Quest-ce qu’un auteur?, Bulletin de la Société de Philosophie, 64, 1969, pp. 73-104; T. H. HOWARD-HILL (cur.), Shakespeare and Sir Thomas More. Essays on the Play and its Shakespearean Interest, Cambridge, Cambridge U. P., 1989; M. P. JACKSON, Studies in Attribution. Middleton and Shakespeare, Salzburg, Salzburg Institut für Anglistik und Americanistik, 1979; ID., “Determining Authorship: A New Technique”, Research Opportunities in Renaissance Drama, 41, 2002, pp. 1-14; ID., Defining Shakespeare: Pericles as Test Case, Oxford, Oxford University Press, 2003; ID., “Is ‘Hand D’ of Sir Thomas More Shakespeare’s? Thomas Bayes and the Elliott-Valenza XX
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“SHAKESPEARE”, PERENNE NOVITÀ
Authorship Tests”, Early Modern Literary Studies, 12, 3, 2007; J. JOWETT (cur.), Sir Thomas More, Arden Shakespeare, London, Methuen, 2011; A. F. KINNEY (cur.), The Oxford Handbook of Shakespeare, Oxford, Oxford U. P., 2012; J. KNAPP, ‘What is a Co-Author?’, Representations, 89, 2005, pp. 1-29; H. LOVE, Attributing Authorship: An Introduction, Cambridge, Cambridge U. P., 2002; J. MASTEN, Textual Intercourse: Collaboration, Authorship, and Sexualities in Renaissance Drama, Cambridge, Cambridge U. P., 1997; G. MELCHIORI, “The Book of Sir Thomas More. A Chronology of Revision”, Shakespeare Quarterly, 37, 1986, pp. 291-308; ID., Shakespeare’s Garter Plays. Edward III to Merry Wives of Windsor, Newark, DE, University of Delaware Press, 1994; G. MELCHIORI (cur.), King Edward III, Cambridge, Cambridge U. P., 1998; T. MERRIAM, “Tamburlain Stalks in Henry VI”, Computers and the Humanities, 30, 1996, pp. 267-80; G. H. METZ (cur.), Sources of Four Plays Ascribed to Shakespeare, Columbia, MO, University of Missouri Press, 1989; B. A. MOWAT e P. WERSTINE (cur.), Pericles, New Folger Library Shakespeare, New York, Washington Square Press, 2005; M. P. OAKES e MENG JI (cur.), Quantitative Methods in Corpus-Based Translation Studies, Amsterdam, John Benjamins, 2012; L. C. ORLIN, Private Matters and Public Culture in Post-Reformation England, Ithaca, NY, Cornell U. P., 1994; D. C. PAYNE (cur.), Revisiting Shakespeare’s ‘Lost’ Play, Cardenio and Double Falsehood in the Eighteenth Century, London, Palgrave, 2016; C. PERRY, The Making of Jacobean Culture. James I and the Renegotiation of Elizabethan Literary Practice, Cambridge, Cambridge U. P., 1997; A. ROKISON, Shakespearean Verse Speaking, Cambridge, Cambridge U. P., 2009; M. ROSE, Authors and Owners. The Invention of Copyright, Cambridge, MA, Harvard U. P., 1993; E. SAMS, The Real Shakespeare. Retrieving the Early Years, 15641594, New Haven, CT, Yale U. P., 1995; T. C. SHOONE-JONGEN, Shakespeare’s Companies. William Shakespeare’s Early Career and the Acting Companies, Farham, Ashgate, 2008; M. TARLINSKAJA, Shakespeare and the Versification of English Drama, 1561-1642, Farnham, Ashgate, 2014; G. TAYLOR (cur.), Henry V, Oxford, Oxford U. P., 1982; G. TAYLOR e M. WARREN (cur.), The Division of the Kingdoms. Shakespeare’s Two Versions of King Lear, Oxford, Oxford U. P., 1983; G. TAYLOR e J. JOWETT (cur.), Shakespeare Reshaped 1606-1623, Oxford, Oxford U. P., 1993; G. TAYLOR, “Shakespeare and Others. The Authorship of Henry VI, Part One”, Medieval and Renaissance Drama in England, 7, 1995, pp. 145-205; G. TAYLOR XXI
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PREMESSA
e T. BOURUS (cur.), The Creation and Re-Creation of Cardenio. Performing Shakespeare, Transforming Cervantes, New York, Palgrave Macmillan, 2013; G. TAYLOR, “Why did Shakespeare Collaborate?” Shakespeare Survey, 67, 2014, pp. 1-17; ID., “Fake Shakespeare”, Journal of Early Modern Studies, 5, 2016, pp. 353-79; B. VAN ES, Shakespeare in Company, Oxford, Oxford U. P., 2013; B. VICKERS, “Counterfeiting” Shakespeare: Evidence, Authorship, and John Ford’s Funerall Elegye, Cambridge, Cambridge U. P., 2002; ID., Shakespeare, Co-Author: A Historical Study of Five Collaborative Plays, Oxford, Oxford U. P., 2002; ID., “Shakespeare and Authorship Studies in the Twenty-First Century”, Shakespeare Quarterly, 62, 2011, pp. 106-42; ID., “The Two Authors of Edward III”, Shakespeare Survey, 67, 2014, pp. pp. 102-18; ID., The One King Lear, Cambridge, MA, Harvard U. P., 2016; P. WERSTINE, Early Modern Playhouse Manuscripts and the Editing of Shakespeare, Cambridge, Cambridge U. P., 2013.
Le edizioni Oxford S. WELLS, G. TAYLOR, J. JOWETT, W. MONTGOMERY (cur.), The Oxford Shakespeare. The Complete Works, A Textual Introduction e A Textual Companion, Clarendon Press, Oxford 1986-87, 20052; G. TAYLOR, J. JOWETT, T. BOURUS, G. EGAN (cur.), The New Oxford Shakespeare. Modern Critical Edition, Critical Reference Edition, Authorship Companion, 4 voll., Oxford U. P., 2016-17.
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Introduzione di Franco Marenco “Storia”, “poesia”, “teatro”
For God’s sake let us sit upon the ground And tell sad stories of the death of kings. (Riccardo II, III, 2, 155-156)
“A Dio piacendo sediamoci qui sulla nuda terra, a raccontare tristi storie della morte dei re”. Difficile trovare una sintesi migliore di quanto Shakespeare sta facendo nei suoi drammi storici. Quei due versi, pronunciati quando si avverte improvvisamente l’incalzare di un atroce destino, richiamano la formula di un’antica cerimonia rituale, che comprende: 1) l’invocazione alla divinità perché ispiri la poesia; 2) l’invito agli astanti perché prendano posto, come spettatori di uno spettacolo; 3) il triste racconto della “morte dei re”, presente in tutti quei drammi tranne nell’ultimo, che però la evoca nel finale (ci sarà più tardi l’Enrico VIII, con caratteristiche diverse). Poesia, teatro, storia: tre fattori che possono sembrarci ovvi da tenere insieme, ma che a quel tempo ovvi non erano, o lo erano solo precariamente. Questa la problematica in cui nasceva un genere ancora incerto e in fieri quando il Bardo lo affrontò, portandolo a maturazione grazie alla sua portentosa creatività. I rapporti fra storia e poesia non sono, né mai sono stati, scontati: da sempre la teoria letteraria si interroga su tale snodo teorico, almeno fin da quando Aristotele decretava che “la poesia è qualcosa di più filosofico e più elevato della storia: la poesia tende piuttosto a rappresentare l’universale, la storia il particolare” (Poetica, 1451 b; IV sec. a. C.). Prendeva corpo così il confronto fra due paradigmi poi variamente definiti attraverso il tempo – “realtà e invenzione, storia e narrazione, assentimento storico e assentimento poetico” … – nei più celebri trattati e dialoghi di retorica, poetica ed estetica fino ai giorni nostri, e in varia veste – classica, neoclassica, romantica, realista, storicista, neostoricista, modernista, postmodernista ecc. – con favori altalenanti riservati all’uno o all’altro XXIII
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INTRODUZIONE
corno del problema, salvo che al tempo della loro distratta coesistenza nel grande romanzo storico del Sette-Ottocento. Si partiva delle domande più ingenue, come: può essere la storia avvicinata agli altri generi di letteratura? Oppure, si può sottomettere l’evento, l’unico spoglio oggetto della ricerca storica, alle risorse della retorica e delle strategie espressive che lo manipolano, che lo alterano e ne compromettono la pristina univocità – e, Dio non voglia, lo falsificano? E, d’altra parte, come possono i nudi fatti non diventare la prigione del particolare e dell’eccentrico, se non in connessione col generale che solo con la letteratura può farsi comprendere, e offrire ammaestramento? Dopo la contesa di medievale memoria fra filosofia e retorica, “storia” e “poesia” erano tornate ad affrontarsi nel Rinascimento, al traino dei teorici classici. Ecco due esempi cinquecenteschi che esprimono due punti di vista opposti: per Jacques Amyot, eccellente traduttore di Plutarco in francese, “[la storia] possiede maggiore peso e gravità delle invenzioni e composizioni poetiche, in quanto non si serve che della nuda verità [la nue vérité], mentre la poesia generalmente arricchisce le cose esaltandole al di sopra del loro merito, perché il suo principale scopo è quello di procurare diletto” (Préface, Les vies parallèles de Plutarque, 1559; trad. inglese sir Thomas North, 1579 ecc.); per sir Philip Sidney, al contrario, “anche gli storici (benché abbiano la verità incisa sulla fronte, e le loro labbra pronuncino cose accadute) hanno volentieri derivato dai poeti la loro forma, e persino la loro sostanza”; di fronte al poeta, alto sul piedistallo di una conoscenza superiore, lo storico riceve dall’autore dell’Arcadia inglese una buona dose di sarcasmo, oberato com’è “da ponderosi tomi rosi dai topi, la cui autorità riposa generalmente su altre storie, il più notevole fondamento delle quali è il sentito dire. Lo storico si dà da fare per mettere d’accordo autori che restano in disaccordo, e per estrarre il vero dal fazioso; lui è più informato su cose di mille anni fa che sul presente, ed esperto di come va il mondo più che di come lui riesca a tallonarlo col suo ingegno…” (An Apology for Poetry, ca. 1583, pubbl. 1595). William Shakespeare, lo sappiamo, non aveva tempo da dedicare alla teoria: per risolvere i dilemmi posti da filosofi, retori, storici e poeti soprattutto del continente gli bastava un po’ dell’esercizio in cui era maestro, il metateatro – la riflessione del teatro sul teatro –. Non era una rivendicazione da poco affidare alla finzione teatrale, come fa Amleto, il compito di rivelare la verità sul “marcio” in Danimarca; o convertiXXIV
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“STORIA”, “POESIA”, “TEATRO”
re, come fanno Bottom e i suoi compari nel Sogno di una notte di mezza estate, la leggenda tragica di Piramo e Tisbe in una farsa realistica: in quei momenti, in modo serio o in modo faceto, l’illusione scenica diventa il proprio opposto teorico, un irripetibile, talvolta sconvolgente motore di realtà. Il superamento del contrasto non avveniva in astratto ma per via pragmatica, sulla scorta delle arti dell’espressione e della persuasione, e in particolare dell’oratoria: riconoscendo al bravo storico la dignità dell’artista, Cicerone e i suoi epigoni rinascimentali gli assegnavano il compito di offrire, oltre alla concretezza dei fatti raccontati, anche l’efficacia persuasiva del modo di raccontarli: Videtisne, quantum munus sit oratoris historia? (De oratore II, xv, 62; 55-54 a. C.). Si era sulla strada già millenaria delle lunghe perorazioni messe in bocca ai personaggi tragici da Eschilo a Euripide, da Seneca a Giraldi Cinzio, da Robert Garnier a Christopher Marlowe e a Shakespeare. Non si dimentichi che il genere storico fu fra i primissimi esperimenti dei due grandi tragediografi inglesi. La soluzione che doveva apparire naturale a quegli autori scaturiva infatti dalle condizioni materiali del loro improvvisato mestiere, sospinto da tangibili esigenze commerciali, e da queste regolato, insieme ad una eccentrica censura governativa: nell’eloquenza stava il cuore dello spettacolo, e quanto induceva le folle a gremire i loro folti parterre. Vi si coltivava una mimesi assiduamente rivolta a mediare fra autore e fruitore, cioè ad adattarsi alle esigenze e agli umori di un pubblico non solo socialmente eterogeneo e culturalmente sfaccettato, ma anche imperiosamente partecipe, e avido di una materia, la storia nazionale, che altri generi molto trascuravano; un pubblico, dunque, che gli stessi princìpi della retorica invitavano a ricercare, a rispettare, a convincere. E la mediazione non partiva da presupposti dotti ma da tradizioni profondamente autoctone e ibride, comprensive di inesauribili componenti culturali – di cultura “bassa” come di cultura “alta” – oggi non sempre decifrabili: dalle pratiche educative alla diffusione anche orale del romanzo, dalla lettura delle Scritture agli usi proverbiali del popolino, dalle dottrine confessionali alle leggende e alle dicerie sul passato delle quattro frazioni di nazionalità – inglese, gallese, scozzese, irlandese – non ancora amalgamate in un unico stato, né in un’unica lingua. Un coacervo questo che molto dispiaceva a teorici neoclassici e italianizzanti come Sidney, che guardavano al teatro contemporaneo con sommo sospetto per la sua indiscriminata condiscendenza nei confronti di platee grossolane, in perenne visibilio XXV
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INTRODUZIONE
per l’eclettismo e la dismisura, morale e linguistica, di “drammi privi di decenza e discrezione” (An Apology, cit.). Ma non era negli eleganti teatri di corte a Mantova o a Vicenza, a Madrid o Parigi, ma in arene fino allora adibite ai combattimenti di animali che gli autori elisabettiani gettavano i loro succulenti bocconi di poesia estemporanea, magari presentando in scena attori e orsi a sere alterne, come accadeva ancora a Seicento inoltrato alla Hope, volta a volta arena o teatro, ma sempre sede di spettacoli dove si versava sangue, vero o finto che fosse. Vi prendeva posto un pubblico non erudito ma curioso delle straordinarie possibilità e versatilità della lingua, che diventava la chiave di volta del genere teatrale così come andava maturando agli inizi della modernità. Quello era, aggiornato, l’obiettivo dell’esortazione ciceroniana, il protagonista dell’empatia che per gli attori valeva la vita, e talvolta l’agiatezza: era l’animo di ogni singolo individuo di una comunità curiosa di miti e fatti del passato, e sollecita al consenso, che solo la tumultuosa “realtà alternativa” della scena, di quell’irripetibile scena dell’ultimo Cinquecento, riusciva a raggiungere. Al suo richiamo gli autori rispondevano con la polifonia dei discorsi, con la polisemia dei testi, con gli intrecci multipli, con la mescolanza dei generi, con l’instabilità dei ruoli di autore e spettatore. Talmente radicato era il fenomeno della teatralità, da contagiare altre forme di letteratura, e persino la stessa storiografia: il popolarissimo e influente martirologio del primo protestantesimo, gli Acts and Monuments (o Book of Martyrs: 1563 ecc.) di John Foxe, già nella seconda edizione organizzava l’episodio di un incontro fra la regina Maria (cattolica) e la sua sorellastra principessa Elisabetta (protestante) in forma dialogica, separando sulla pagina le battute dell’una e dell’altra (la sticomitìa della retorica). Sul piano formale, l’evoluzione del dramma storico di Shakespeare si caratterizza come passaggio dalla disarticolata prosa delle cronache a una struttura compiutamente poetico-drammaturgica. Per capire quanto tutto ciò chiamasse in causa il processo e la qualità della ricezione esaminiamo il Coro dell’atto quinto dell’Enrico V (1599), l’ultimo della serie che si era aperta un decennio prima con le tre – molto raffazzonate – parti dell’Enrico VI (l’ordine di composizione di questi drammi non era quello della successione cronologica dei regni): Consentano, coloro che non hanno letto la storia, che io li ispiri; e coloro che l’hanno letta accettino la mia umile preghiera, di tollerare la manipolazione del XXVI
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“STORIA”, “POESIA”, “TEATRO”
tempo, delle cifre, e del corso degli avvenimenti, che non possono essere qui presentati secondo l’esorbitante autenticità della vita (Coro V, 1-6).
Nel passo non c’è apologia dell’invenzione poetica, né indifferenza per “le tristi storie dei re”; c’è invece urgenza di rinsaldare il dialogo con una mentalità diffusa ed esigente, attratta dalla “storia” comunque la si voglia definire, e dall’inventività linguistica; c’è la necessaria “manipolazione” del tempo e di tutto quanto appartiene all’ambito del genere cronachistico, ovvero a quelle compilazioni anche grevi, intrattabili, che l’autore aveva sottomano per desumerne gli avvenimenti salienti; e c’è soprattutto their huge and proper life, “l’esorbitante autenticità della vita”, il tumultuoso materiale che rischiava di compromettere un impianto drammaturgico a lungo maturato (non a caso, siamo all’ultimo scampolo della serie dei drammi storici); c’è la realtà della ferocia umana da tenere a freno, c’è la vita documentata in pagine che molto dovevano cedere alla libera riscrittura di chi le stava divulgando, storico sì ma soprattutto poeta. E drammaturgo. Il terzo elemento della triade cerimoniale creata dai versi del nostro inizio, il “teatro”, veniva così a comporre in un unico dettato i due altri elementi del problematico incontro fra palcoscenico e platea, la caotica “storia” da raccontare e la multiforme “poesia” che l’avrebbe raccontata. Shakespeare stava ritagliando per i suoi testi una profonda fetta nel corpo massiccio degli annali della nazione, pesanti e indocili tomi di migliaia di pagine e fatti accumulati cronologicamente, anno dopo anno, privi di nervature e scansioni che anticipassero un qualche criterio di organizzazione moderna. Egli era ben consapevole di quanto diversa dalla realtà presente in quelle pagine sarebbe stata la sua riduzione per la scena, la sbrigativa sintesi, il lavoro di divulgazione, e le impressioni, le illazioni, e meglio ancora lo spirito che vi avrebbe aggiunto. La differenza era sostanziale, ed era compito del teatro di superarla – senza riuscirci del tutto, stando ai poco avveduti giudizi di Goethe e poi di coloro, fra cui i new critics di metà Novecento, che sosterranno come il Bardo “appartenga di necessità agli annali della poesia, comparendo solo per accidente in quelli del teatro” (Shakespeare und kein Ende, 1813-1815); giudizi poi fatti a pezzi dall’evidenza dei fatti. Riprendiamo allora le importanti esortazioni del Coro, in apertura dell’Enrico V: XXVII
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INTRODUZIONE
… Perdonate, signori, le meschine, inadeguate menti che hanno osato rappresentare su questo indegno tavolato un tanto nobile argomento. Potrà mai la nostra arena contenere gli sconfi nati campi di Francia, potremo mai affollare questo O di legno con gli elmi che scossero l’aria di Azincourt? Abbiate pazienza, se in numero limitato e in spazi ristretti pretendiamo di riprodurre milioni, e lasciate che noi, nullità di fronte a questo grande resoconto, si faccia appello alla vostra fantasia. Immaginate che la cinta di queste mura racchiuda ora due possenti monarchie che un periglioso stretto nell’oceano divide su due fronti, in altezzoso confronto. Integrate con i vostri pensieri le nostre lacune: di un uomo fatene mille, e immaginate un potente esercito. Pensate, quando parliamo di cavalli, di vederli piantare i loro robusti zoccoli sul cedevole terreno: ora sono i vostri pensieri che devono equipaggiare i nostri re, trasportarli di qui, e di là, scavalcando interi periodi di storia e condensando gli eventi di molti anni in un volgere di clessidra (Coro I, 8-31).
Perdonate… pazientate… immaginate… pensate… in una parola, partecipate: non vengono interpellate la mente e la fantasia dell’autore, anzi degli autori, o della compagnia che si accinge a recitare, ma la mente e la fantasia degli spettatori che assistono allo spettacolo: a loro viene richiesto il lavoro maggiore, la virtù cogente che superi lo scompenso fra il misero “O” di legno – la forma del Globe – e gli sconfinati campi di Francia, fra le corone di latta che gli attori indossano e la nobiltà cui aspirano i loro discorsi; la sollecitazione investe una virtù collettiva, che dia un senso “universale” al “particolare” di eventi accaduti secoli prima. Il valore di quelle “storie” dipende in gran parte da una ricezione attiva e duttile, eccitata dall’avventura della parola, che sarà condizione indispensabile per l’intero canone shakespeariano. Va quindi ribadita l’importanza dei Cori dell’Enrico V, serialmente rivolti come sono a colmare la distanza fra scena e platea: a ridosso della battaglia decisiva per il re e per l’Inghilterra – non solo del primo Quattrocento – il Coro dice ancora: Voli dunque la nostra scena alla battaglia, dove – oh, vogliate perdonare – molto verremo meno alla fama di Azincourt, maldestramente maneggiando in ridicoli tafferugli quattro o cinque miserrime armi ammaccate. Nondimeno, voi rimanete seduti, da bravi spettatori che risalgono alla verità dei fatti sulla traccia della pallida nostra imitazione (Coro IV, 48-53). XXVIII
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“STORIA”, “POESIA”, “TEATRO”
Si ripete una volta di più il richiamo allo spettatore perché, una volta preso posto, sostituisca la sua invenzione alle insufficienze della scena, perché si faccia, lui, poeta; e rinnovi così quell’unione cerimoniale fra storia, poesia e teatro, quella magia che finalmente soddisfi le attese di tutti. C’è un aneddoto settecentesco che ci conferma quanto questo ambizioso programma si sarebbe realizzato nell’opera shakespeariana attraverso il tempo: un fisico e scrittore tedesco, Georg Christoph Lichtenberg, famoso per i suoi aforismi, intorno al 1785 assiste a Londra alla recita dell’Amleto col grande attore David Garrick, e al soliloquio “essere o non essere” annota: “Gran parte del pubblico non solo lo sa a memoria come il Padrenostro, ma anche, vorrei dire, lo ascolta come una preghiera […], con un sentimento di festoso decoro, cosa inconcepibile per chi non conosce l’Inghilterra. Su questa isola Shakespeare non è famoso, bensì sacro” (Briefe aus England, 1778, in Vermischte Schriften, III, Goettingen 1801, p. 291). Forme di storia Shakespeare, abbiamo detto, ha creato il dramma storico elisabettiano, dando una efficace, dinamica struttura drammaturgica a una vasta congerie di citazioni, derivazioni ed echi che occupava gli sparsi e deludenti assaggi del genere apparsi sulle scene prima che lui – più del frammentario Marlowe – arrivasse a unificare la materia con un gesto risolutore. Ma abbiamo anche avvertito come quello non fosse un processo facile né rapido, malgrado la straordinaria capacità di concentrazione dell’autore; il problema era, come dice il conte di Salisbury nel Re Giovanni a proposito della situazione politica di tre secoli prima, to set a form upon that indigest […] left so shapeless and so rude, “dare forma a quel coacervo rimasto così informe e grezzo” (V, 7, 26). Anche le “storie” più compatte come Riccardo III, Riccardo II e Enrico V tradiscono una qualità sperimentale che scomparirà solo nelle grandi tragedie; e proprio come anticipazioni delle tragedie esse vengono spesso considerate. Del resto, con il titolo di Tragedy e True Tragedy alcune vennero pubblicate, mentre quelle a cui noi pensiamo solo come a tragedie, il Lear fra tutte, in prima edizione portavano il titolo di History. La convergenza dei due generi che ora distinguiamo era il precoce prodotto di un terzo, cioè della poesia gnomica: dalla metà del Cinquecento era in circolazione The Mirror of Magistrates, una raccolta di exempla XXIX
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INTRODUZIONE
– vite, o meglio morti violente da cui trarre insegnamenti morali – di celebri personaggi, scritte in versi da vari autori fra cui William Baldwin, un testo che si richiamava esplicitamente alla tradizione del De casibus virorum illustrium di Boccaccio e del Fall of Princes di John Lydgate. Le confessioni allo “specchio” richiamato dal titolo mettevano in guardia contro i vizi della sete di potere, e contro le ferali conseguenze patite da chi ne era stato travolto: la struttura di ogni composizione era quella della tragedia. Una più cruda forma di mimesi storica, rivolta non a “magistrati” ma al popolino, era quella che possiamo definire, con termine moderno, “arte di strada” – una strada che si allargava spesso al sagrato della chiesa, alla casa del mercante, al castello nobiliare, al cortile della locanda –. In questo spazio comune si svolgevano le processioni con carri allegorici e tableaux vivants organizzati in occasione di festività religiose e civili, che mettevano in scena lunghe sfilate di monarchi talvolta dotate di brevi testi e cartigli che ne descrivevano le gesta, da ammirare o vituperare secondo lo spirito della festa. Più propriamente religiosi erano i “misteri” (mystery plays) ripresi dalla Bibbia e dalla storia sacra; mentre si avvicinavano di più a un teatro laico e moderno le “moralità” (morality plays) che trattavano eventi e figure civili attraverso le allegorie dei Vizi e delle Virtù, della Vita e della Morte, del Peccato e della Redenzione. Questi precedenti culturali erano diffusi e popolari oltre ogni percezione possibile per l’osservatore moderno, e certamente noti e apprezzati dal giovane Shakespeare, ma nel discorso sulle fonti a stampa devono lasciare il passo ai ponderosi tomi delle cronache di emanazione governativa, e anche alle raccolte di notizie come quelle di Robert Fabyan (1516) e Richard Grafton (1563, 1569), spesso contrastate per la loro ispirazione non ortodossa, quando un’ortodossia dettata dall’alto appariva di giorno in giorno temibilmente mutevole. La storia, o meglio la cronaca evenemenziale, venne concepita come un potente strumento di legittimazione dalla dinastia Tudor (1485-1603), che dimostrò così la propria modernità in fatto di comunicazione. La prima opera della serie venne commissionata dal fondatore della dinastia, Enrico VII, dopo aver strappato la corona a Riccardo III. L’autore era un prelato e umanista importato dall’Italia, precisamente da Urbino: Polidoro Virgili (1470-1555) scrisse la Historia anglica dal 1505 al 1533, in latino e in ben ventisei volumi pubblicati a Basilea nel 1534, cui altri si agXXX
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“STORIA”, “POESIA”, “TEATRO”
giunsero nell’edizione del 1555. Nella sua meticolosa raccolta di materiali, l’umanista si trovò di fronte alla congerie di miti e leggende che il medioevo, soprattutto negli scritti di Geoffrey of Monmouth, aveva accumulato sulle origini della civiltà britannica, fra cui la fondazione di Londra da parte del troiano Bruto, della Scozia da parte di Scota figlia di un faraone egiziano, e il regno di Artù come baluardo della civiltà romana contro la barbarie. Nei confronti di queste tradizioni Virgili si mantenne cauto per non dire scettico, ciò che gli valse l’ostilità, fin dentro l’Ottocento, dei colleghi inglesi affezionati alla mitologia nazionale. Molti degli aneddoti da lui raccolti ricompaiono nelle storie successive, come The History of King Richard III (1512-1519, pubbl. 1557) di Tommaso Moro, un caso a sé per il talento letterario con cui è scritta, ma anche per il forte pregiudizio nei confronti del protagonista, fi no a imprimere sulla figura di Riccardo il marchio indelebile che gli resterà fino ai giorni nostri, complice Shakespeare, come infame corruttore e macellaio di mezzo mondo, prima di essere sconfitto e ucciso dal virtuoso Enrico VII. L’omaggio di Moro al padre del suo re, Enrico VIII, verrà dimenticato nell’aspro confronto fra cancelliere e monarca, quando quest’ultimo volle separare la chiesa inglese da quella cattolica romana, stroncando sul patibolo la resistenza di Moro. Shakespeare e altri risarciranno il martire con un dramma-documentario che qui riproduciamo, e che solo il Novecento vedrà rappresentato. Fra le cronache maggiori due vanno senz’altro ricordate, per il diverso atteggiamento storiografico e per l’influenza sui drammi shakespeariani: The Union of the Two Noble and Illustre Families of Lancastre and Yorke di Edward Hall (1548 e 1550) e The Chronicles of England, Scotland and Ireland di Raphael Holinshed (1577 e 1587: la seconda è l’edizione seguita da Shakespeare). Per molti versi gli eventi riportati sono gli stessi, ma Hall è più diffuso e sentenzioso rispetto al contenuto e pragmatico Holinshed. Il titolo di Hall è rivelatore dello schema provvidenziale che domina la sua cronaca: la vittoria di Enrico Tudor su Riccardo III, e la sua “unione” con una York, avevano messo fine alla “Guerra delle due rose”, e iniziato un periodo di relativa stabilità che sarebbe continuato sotto i suoi successori fino ad Elisabetta: era l’occasione per un’interpretazione altamente ideologizzata, in cui la successione degli eventi era frutto della predestinazione divina – a suo modo, l’inizio di una “grande narrazione”, poi specialità della storiografia puritana e dei primi coXXXI
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lonizzatori inglesi dell’America, in cerca di forti motivazioni ideali per sollecitare svogliati finanziatori. La relativa economia di Holinshed era invece preferibile per chi avesse meno schemi da osservare, e più fatti da raccontare. Gli stili dei due cronisti sono talmente singolari da meritare due brevi citazioni, che il lettore potrà mettere a confronto con le versioni drammaturgiche. La prima riguarda l’episodio dell’uccisione di Clarence nel Riccardo III, I, 4. Hall lo descrive così: Vuoi per volontà della regina [Elizabeth Woodville] o dei nobili del suo sangue, che molto detestavano il casato del re [Edoardo IV, uno York] – come capita comunemente, non per malevolenza ma per natura, le donne odiano coloro che i loro mariti amano – vuoi per la forte aspirazione del duca [Riccardo di Gloucester, poi re] alla corona, Clarence venne accusato di ignobile tradimento, e alla fine, colpevole o innocente, venne arrestato dal Parlamento e condannato a morte, e annegato in gran fretta in una botte di vino malvasia nella Torre di Londra.
Hall racconta il fatto con serafica sospensione del giudizio e svagato antifemminismo, Shakespeare ci costruisce invece un caso di machiavellica premeditazione, che gli serve a caratterizzare la figura di uno spudorato, autocompiacente e autoassolvente criminale. Tutt’altro registro quello coltivato da Holinshed, che si pone come un pittore o un regista molto attento ai colori che assume il suo spettacolo. Ecco la descrizione della sfida fra Bolingbroke e Mowbray ricreata nel Riccardo II, I, 3: Quel giorno il duca di Aumerle in qualità di alto conestabile, e il duca di Surrey in qualità di cerimoniere, si schierarono armati di tutto punto, e quando venne il momento entrarono in lizza con una grande compagnia di uomini vestiti di seta zendale con ricchi e curiosi ricami d’argento, ognuno dotato di un’asta appuntita per tenere ordine nel campo. Nell’ora designata giunse alla barriera il duca di Hereford su un cavallo bianco bardato di velluto verde e blu, con sontuose borchie di cigni e antilopi di pregevole arte orafa, anch’egli armato di tutto punto. Il conestabile e il cerimoniere vennero alla barriera e gli chiesero chi fosse, e lui rispose: sono Enrico di Lancaster duca di Hereford, e vengo a provare le mie ragioni contro Thomas Mowbray duca di Norfolk, sleale traditore di Dio, del re, del regno, e di me. XXXII
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Sentiamo in queste righe parole che riappaiono tali e quali nella scena a teatro; le ultime, soprattutto, diventano i vv. 39-40. Holinshed richiama fedelmente l’ostentazione di fasto e ricchezza che i tornei comunicavano: lo sfoggio di tessuti e corredi lussuosi era parte di quelle sfide, non solo per quanto riguardava il valore e la prestanza dei contendenti, ma anche per gli abiti degli uomini e le bardature dei cavalli. Shakespeare non aveva modo di usare il pennello di Holinshed, ma non gli fu da meno nell’accendere una tesissima atmosfera cerimoniale, prologo quanto mai adatto al colpo di scena che sarebbe seguito. Il trattamento che il drammaturgo riserva alle cronache di cui si serve è a dir poco dispotico, a cominciare dalla compressione dei tempi e delle caratteristiche dei personaggi. Per non citare che pochi casi: in 1 Enrico VI il duca di Borgogna abbandona gli inglesi e segue Carlo VII su istigazione di Giovanna d’Arco, quando questa era è già morta da quattro anni; in 1 Enrico IV non solo i due primi anni del regno sono condensati in uno, facendo una cosa sola di rivolte e battaglie combattute fra il 1400 e il 1403, ma anche la morte del “giovane” Hotspur avviene in un duello con il principe Hal (il futuro Enrico V), che mai ebbe luogo: in effetti, Hotspur era di quattro anni più anziano del padre di Hal, Enrico IV; nel Riccardo III il perfido re trova una oppositrice valorosa nella regina Margaret, una Lancaster, quando questa era già morta in esilio. Lo sbrigativo “dispotismo” shakespeariano nei confronti delle fonti può anche assumere toni ironici, come in un dialogo nell’Enrico V, quando il gallese Fluellen e l’inglese Gower si interrogano sul luogo di nascita del re. Fluellen, in una lingua molto eccentrica, lo colloca giustamente a Monmouth in Galles, e cerca un parallelo nell’antichità, che nobiliti quell’origine marginale. Lo trova nella Macedonia di Alessandro magno, ed esibisce due prove: la prima, che sia in Galles sia in Macedonia scorre un fiume ricco di salmoni; la seconda, che i due condottieri si equivalgono negli accessi di collera, “con tutta quella birra e quella rabbia”… (IV, 7, 11-37). La parodia qui non riguarda soltanto la caratterizzazione dei personaggi, ma anche e soprattutto il metodo stesso con cui procedevano i cronisti cinquecenteschi alla vigilia di quella che F. Smith Fussner chiamerà The Historical Revolution (1973), cioè il debutto degli inglesi nella storiografia moderna, a rimorchio degli storici europei, italiani in testa. Quello di Fluellen, e in generale dei cronisti, era lo schema tipologico con il quale innumerevoli generazioni avevano interpretato le Scritture, XXXIII
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e che trovava i propri insegnamenti non comparando il prima e il dopo, ma la figura A con la figura B, Enrico V con Alessandro magno, come se il tempo fra l‘uno e l’altro non fosse passato. Non possiamo dire che Shakespeare inaugurasse un metodo storiografico nuovo, ma che strada facendo scoprisse le debolezze di quello vecchio sì, lo possiamo dire. Un genere “politico” Grande popolarità, quella della scena inglese all’inizio dell’evo moderno: popolarità itinerante, presto istituzionalizzata da compagnie che si esibivano a pagamento nelle arene londinesi – fi no a raggiungere, con le compagnie maggiori, i fasti della recitazione a corte sotto il patronato dei potenti del regno, pronti a sfruttarne il largo consenso ai fi ni della loro politica personale –. Inevitabilmente, questo teatro diventava oggetto di censura da parte dell’autorità costituita, che aveva ragione di temerne i rapporti con gruppi di potere diversi da quello centrale, e quindi le deviazioni eterodosse, se non addirittura dissacratorie. Molteplici furono le proibizioni che colpirono gli spettacoli, e per le più varie ragioni sia contingenti come le epidemie, sia di principio come l’iconoclastìa del radicalismo religioso che prese piede con la Riforma protestante, e si accentuò col puritanesimo; una volta giunti al potere dopo la guerra civile vinta contro il re e la sua corte, i puritani avrebbero chiuso tutti i teatri (1642). Eppure, anche in questi movimenti ci fu chi compose testi drammatici dov’è evidente la propaganda politico-religiosa: per esempio John Bale, prima vescovo cattolico poi polemista protestante, scrisse alcune moralities e il primo dramma storico inglese, Kynge Johan (1539) che celebra Giovanni Senzaterra non per quanto viene ricordato oggi, cioè la concessione della Magna Carta (1215), ma come campione delle libertà inglesi contro la tirannia del Papa di Roma, con abbondanza di personaggi allegorici come “vedova Inghilterra”, “sedizione”, “ordine civile”, “ricchezze private” ecc. In opere come questa era dunque ancora attivo il modello della “moralità”, la cui persistenza è attestata nel teatro elisabettiano, per esempio nella Tragedia spagnola (tardi anni ’80 del Cinquecento) di Thomas Kyd (?), che annovera il personaggio di “vendetta”, e nell’Edoardo II (1591 ca.) di Christopher Marlowe, dove villaneggia Lightborn, versione anglicizzata di “Lucifero”. Lo stesso principale malvagio di Shakespeare, Riccardo III (1593), in un raro momento di metateatrale onestà si defi nisce “come il tipico Vizio del palXXXIV
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coscenico, messer Malvagio, che dà un doppio significato a ogni parola” (III, 1, 82-83). Il dramma storico elisabettiano conobbe la sua grande stagione nell’ultimo ventennio del Cinquecento, ovvero negli anni di più acuta rivalità con le potenze cattoliche del continente, quando molto si rafforzò la consapevolezza che fossero in gioco i destini della nazione. I francesi erano troppo interessati alla Scozia, e gli spagnoli troppo gelosi dei ricchi tesori americani, perché gli inglesi accettassero la propria emarginazione sullo scacchiere europeo. Pur mai ufficialmente dichiarata, la guerra contro gli antichi alleati spagnoli deflagrò in vari scontri periferici, e raggiunse il suo culmine nella clamorosa vittoria su quella che veniva pomposamente defi nita Invencible Armada, mandata da Filippo II a invadere l’Inghilterra per convertirla (1588). Non diversamente da quanto sarebbe successo negli anni quaranta del Novecento, con altri nemici alle porte (fu con l’Enrico V che Laurence Olivier, maggiore interprete shakespeariano del secolo scorso, fece la sua professione di patriottismo nel 1944), il teatro risentì di quella minaccia, e dell’orgoglio di averla evitata. Il rigido controllo al quale venivano sottoposti gli spettacoli rendeva impensabile una rappresentazione di avvenimenti contemporanei, ma a questi ci si avvicinava grazie a un meccanismo mentale cui tutti erano abituati, e che possiamo chiamare di anacronismo simbolico: agli eventi del presente si alludeva attraverso paragonabili eventi del passato. A questo serviva la storia a teatro: come già nell’opera di Bale, la lotta antipapale di Giovanni Senzaterra poteva essere evocata – con non poca esagerazione – per sostenere la ben più notevole rottura con Roma operata da Enrico VIII. Un anonimo Troublesome Reign of King John, prodotto alla fi ne degli anni ottanta, è ritenuto un modello per il dramma shakespeariano dedicato a quel re (1596). Altri testi anonimi, tutti degli anni ottanta, anticiparono per più di un verso sia Enrico VI (1591) che Riccardo III (1593), Riccardo II (1595), e Enrico V (1599). Non si contano le sovrapposizioni di titoli e argomenti storici fra la compagnia di Shakespeare – prima “Uomini del lord ciambellano”, poi dal 1603 “Uomini del re” – e altre compagnie come gli “Uomini della regina” o gli “Uomini del conte di Pembroke”: per questi ultimi scriveva Christopher Marlowe, che lasciò nell’Edoardo II (1591 ca.) il temerario ritratto di un re debole circondato da cortigiani infidi, cui rispose il Riccardo II shakespeariano. XXXV
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Una costante degli spettacoli desunti della storia era dunque lo spirito patriottico, efficace strumento di livellamento fra i problemi e gli atti delle dinastie medievali e quelli della casa regnante per tutto il Cinquecento, i Tudor. Benché molti si prodigassero in questo senso, in tutta la cultura elisabettiana non esiste un elogio dell’Inghilterra che regga il confronto con l’ispirata glorificazione che nel Riccardo II Shakespeare mette in bocca a Gaunt morente, per una volta rinunciando ad ogni anacronismo, cioè rispettando lo spirito religioso del Trecento: Questo eccelso trono di re, quest’isola con lo scettro in mano, questa terra maestosa, sede di Marte, questo nuovo Eden, un mezzo Paradiso, questa fortezza che la natura ha costruito per sé, per difendersi dalle infezioni straniere e i disastri delle guerre, questa felice progenie di genti, questo piccolo universo, pietra preziosa incastonata in un mare argenteo, che le serve da muraglia o fossato inespugnabile contro l’ostilità di paesi meno fortunati; questo sito benedetto, questa terra, questo reame, la nostra Inghilterra, nutrice e fertile grembo di grandi sovrani, temuti per valore ancestrale e famosi di nascita, rinomati per gesta di cavalieri cristiani fino al Santo Sepolcro, contro i tenaci ebrei, per il riscatto del mondo, e il figlio di Maria Santissima… (II, 1, 40-56)
Nell’azione drammatica, però, il panegirico di Gaunt viene pronunciato come condanna dell’inettitudine di re Riccardo, e profezia della sua rovina, messa in atto dai suoi stessi seguaci: un esempio di regicidio non poteva non apparire allusivo al problema che rimase endemico lungo tutto il regno di Elisabetta, fatta segno a numerose ribellioni e attentati, soprattutto dopo la scomunica infl ittale da papa Pio V nel 1570. E proprio citando quel dramma shakespeariano la regina si dimostrò consapevole del pericolo che correva: nei ricordi di William Lambarde, alto funzionario statale, durante un colloquio la sovrana lo apostrofò così: “Riccardo II sono io, non lo capite?”. Un simile parallelo era velatamente suggerito tra l’altro da un libro sulla storia del regno di Enrico IV (il Bolingbroke che aveva spodestato Riccardo II) pubblicato nel 1598 da John Hayward e dedicato a Robert Devereux conte di Essex, un favorito della regina, molto popolare per certe imprese militari: l’incauto storico venne immediatamente arrestato, e venne addirittura proibita la stampa dei libri di storia. L’incidente la dice lunga sull’aria che si doveva respirare negli ambienti governativi negli ultimi anni del regno, soprattutto XXXVI
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quando un’Elisabetta ormai quasi settantenne dovette fronteggiare nel 1601 l’insurrezione guidata proprio da Essex, caduto in disgrazia dopo l’insuccesso di una sua campagna contro i ribelli irlandesi. Se non parte del complotto, Shakespeare e la sua compagnia erano certamente debitori del mecenatismo del conte, come si ricava dall’imprudentissimo encomio che ne auspica il ritorno dall’Irlanda da “Cesare conquistatore”, inserito all’ultimo momento nel quinto coro dell’Enrico V (V, 0, 3034), e poi tolto precipitosamente dalle edizioni a stampa, reintrodotto solo nel Seicento inoltrato, e forse mai recitato fino al Settecento. Si aggiunga che il compito di dare il segnale della rivolta fu affidato a una recita del Riccardo II. A Essex venne tagliata la testa – la sua relazione con la regina ricostruita romanticamente e maliziosamente fino ai nostri giorni da uno strascico di opere in prosa, in musica (da Mercadante, Donizetti, ecc.) e per lo schermo – mentre i teatranti cui spettava quel fatidico incarico vennero convocati dal Consiglio della corona, che funzionava da onnipotente organo di polizia e di giudizio penale. Non sappiamo come si siano difesi, ma che in qualche modo ci siano riusciti si arguisce dalla loro presenza a corte per recitare una commedia la sera precedente l’esecuzione del loro protettore. È lecito immaginare che la loro popolarità risultasse utile in questo frangente, e che assumessero l’impegno di non avere più nulla a che fare con gli arcana imperii: un proposito che altri della professione devono aver manifestato con altrettanta convinzione ma con minore successo, se un notevole esponente dell’arte come Ben Jonson continuò in quegli anni a entrare e uscire di prigione, fi nché non mostrò di aver messo la testa a posto – e con essa la religione, abiurando una conversione al cattolicesimo, e tornando in braccio alla fede anglicana. Esplorato più a fondo, il “caso” Essex segnala la presenza di un pervasivo sostrato di cultura politica molto avanzata, in contatto con pensatori continentali come Machiavelli, Guicciardini – e Tacito attraverso loro – Giusto Lipsio e Montaigne; la cui influenza affiora sporadicamente negli autori del teatro, pur se questi erano indotti a dissimularla, se non a reprimerla del tutto. Così, la loro più o meno segreta adesione a questo o quel principio di filosofia politica – come, per esempio, il repubblicanesimo – si manifesta oggi per noi con i colori dell’intrigo di corte, e il possibile coinvolgimento in esso era una fonte di perdurante apprensione per impresari e attori. Dopo le prime rappresentazioni delle due parti XXXVII
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dell’Enrico IV (1597-1598) Shakespeare era incappato nelle maglie della censura non per aver messo in scena atti sospetti o sconvenienti, ma per aver dato il nome di una ragguardevole figura storica, sir John Oldcastle, a un personaggio pingue, faceto, mentitore e codardo, già comparso come tale, col soprannome di Jockey, in un dramma anonimo degli anni ’80. Oldcastle era un antico seguace della setta eretica di John Wycliff, e capo di una rivolta contro Enrico V, ragione per cui finì i suoi giorni sul rogo, essendo poi riabilitato nel Cinquecento come antesignano del protestantesimo; ciò che più contava, era avo del potente sir William Brooke, divenuto lord cancelliere nel 1596. Tutto questo spiega la fretta con cui venne ribattezzato come sir John Falstaff, peraltro anche quel nome – Falstolf – preso di peso dalle cronache del regno di Enrico VI, conservandogli però tutta intera la vis comica dell’Oldcastle che aveva sostituito. Una traccia della mutazione rimane piuttosto incongruamente nel testo di 2 Enrico IV, dove l’Epilogo promette che Falstaff tornerà in scena, mentre “Oldcastle è morto da martire, e questo non è lui” (v. 30). La promessa di fare ancora di Falstaff un personaggio storico non venne mantenuta, ma il suo grande successo di pubblico gli garantì una commedia tutta per sé, Le allegre comari di Windsor (1597). Il declino del genere storico fin qui esaminato – secondo il modello del “medievale per moderno” – coincise con la svolta del nuovo secolo, e con una politica meno inquieta e bellicosa nei confronti dei vecchi rivali in Europa, e presto in America. Elisabetta morì nel 1603 e le successe Giacomo I (VI di Scozia), voglioso di un riavvicinamento alla Spagna. Alla fine del Cinquecento Shakespeare, pur mandando in scena l’ultimo dei suoi re medievali, l’Enrico V, stava leggendo le Vite parallele di Plutarco nella splendida traduzione (dal francese) di sir Thomas North (1587), e componendo un primo dramma della storia romana, il Giulio Cesare (1599); ancora da North avrebbe tratto grandi tragedie come Antonio e Cleopatra, Timone d’Atene e Coriolano (1606-1608). Altre tragedie e tragicommedie della gremita scena giacomiana avrebbero avuto come sfondo paesi immaginari, o le tenebrose Italie e Spagne sempre disponibili per un po’ di crimini sensazionali. Poche invece le visite al passato nazionale: il dramma storico elisabettiano, quello che il Bardo aveva contribuito più di ogni altro a perfezionare, era diventato inattuale. Più tardi, intorno al 1604, Shakespeare scrisse poco più di una scena per il Tommaso Moro, tardo risarcimento ideale per una vittima eccellente del XXXVIII
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dispotismo di Enrico VIII – che ebbe comunque un dramma sulla sua figura, scritto nel 1613 in collaborazione con John Fletcher. Ormai la fine della dinastia dei Tudor e il nuovo regime degli Stuart lasciavano libero il campo a esplorazioni un tempo impensabili, e il “teatro” ne approfittò riprendendo e concludendo il tema con il quale abbiamo aperto queste pagine: si avventurò cioè nella riflessione sul rapporto tra i fatti (la “storia”) e il racconto (l’arte, la “letteratura”), di cui è spia un titolo supremamente ironico, Tutto è vero, o Enrico VIII – ovviamente ribaltabile nel proprio contrario, “tutto è falso, anche l’antica adulazione dei regnanti” – perché (lo spiega bene Carmen Gallo in questa edizione) “tutto” è invaso dal discorso politico che livella e degrada una realtà sempre ricercata, sempre invocata ma sempre sfuggente, doppia, nascosta dall’incessante manipolazione da parte del potere. Il binomio storia-racconto giunge così a dissolversi nella constatazione che la verità raggiungibile nel dominio della storia mai avrebbe coinciso con la verità raggiunta nel dominio di quel particolare racconto che è lo spettacolo teatrale. I linguaggi della Storia I drammi storici non presentano un linguaggio consolidato e riconoscibile come tale: innanzitutto perché sono testi sperimentali, tappe di avvicinamento a una forma matura – con alcune folgoranti anticipazioni – in cui diversi ingredienti retorici mantengono una loro distintiva fisionomia; poi perché unicità e stabilità del linguaggio sono estranee al disegno drammaturgico, anzi vengono programmaticamente messe in discussione da un lessico in costante ampliamento e revisione, da una ortografia per nulla stabile, da una morfologia anch’essa sottoposta a infrazioni e improvvisazioni, da una prosodia spesso irregolare, da pronunce irrecuperabili, oltre che da idioletti fra cui l’eccentrico-farsesco del Carnevale (Falstaff), vari dialetti e gerghi usati comicamente, parodie di questo o quell’autore contemporaneo, con gustosi confronti fra “inglese”, “francese” e “latino” che molto devono avere incuriosito, e più ancora divertito, gli spettatori. Se le commedie offrono nel loro complesso una “grande festa del linguaggio” (Pene d’amor perdute, V, 1, 36), nelle “storie” la festa è ai suoi inizi, come eccezionale esca per gli amanti dell’esuberanza verbale. Il successo di questo teatro si regge su una doppia esposizione, del pubblico all’inventiva dell’autore, e dell’autore alla meraviglia e all’incitamento del pubblico – tutto molto estemporaneo e XXXIX
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a suo modo imperfetto, dunque, ma proprio per questo resistente alla prova del tempo. Il problema del disordine in cui versavano la pronuncia, la grafia e la prosodia dell’inglese di fronte alle più normalizzate lingue continentali era all’ordine del giorno per i lessicografi e pedagoghi del tempo. Il più influente fra loro, Richard Mulcaster, si chiedeva come i suoi conterranei potessero aspirare all’eccellenza letteraria, e lo faceva in termini cui il tempo presterà un’inconsapevole lungimiranza: Forse che gli uomini di lettere inglesi, se a tal fine si impegnassero, non sarebbero in grado di attirare, per sostanza e per metodo, studenti stranieri vogliosi di accrescere il loro sapere, proprio come la nostra terra è ricercata dai mercanti stranieri per accrescere le loro ricchezze?
La risposta, continua Mulcaster, stava nella regolarizzazione della lingua e in un intenso tirocinio retorico: Se pensiamo all’esercizio su cui potevano contare i romani e gli ateniesi nelle loro spaziose piazze, nessun inglese privo di tale educazione potrebbe diventare un Cicerone o un Demostene, però si avvicinerebbe molto a loro, nei modi invalsi nella nostra società e con l’eloquenza che in essa prospera; e certamente così farebbe se si applicasse a raffi nare la propria lingua. Ne sono capaci le nostre menti, le nostre passioni sanno prendere vita, nessuno ci lega la lingua, e quanto a impegno ci sappiamo fare. L’eloquenza stessa non è cosa limitata alla lingua, né a una terra particolare: a misurarne la qualità è il mondo intero, a farne esperienza è l’orecchio del saggio; per possederla non ci vuole uno stato potente, ma un popolo intelligente (The Peroration, in The Elementarie, 1582).
Anche le isole britanniche hanno conosciuto una loro specifica “questione della lingua” relativa al rapporto fra l’idioma centrale – l’inglese “del re” – e gli idiomi periferici allora praticati, questione sulla quale Mulcaster raccomandava una certa tolleranza, contro la tendenza dei molti che volevano centralizzare, sopprimendo attivamente ogni resistenza ed eccentricità, come sarebbe avvenuto sul continente, soprattutto in Francia. Un simile dibattito getta luce sui primi esperimenti shakespeariani: come scriveva Frank Kermode, nelle tre parti dell’Enrico VI, e ancora più nel XL
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Riccardo III, ricorrono brani di oratoria ed espedienti retorici di modello classico, che nei drammi più tardi “non sarebbero più immaginabili” (Shakespeare’s Language, 2000). Oratori formidabili, certo ridondanti per il gusto moderno, sono i personaggi della regina Margherita, della duchessa di York, e lo stesso duca di Gloucester, poi re Riccardo III. Fin dal suo esordio quest’ultimo illustra l’infinita adattabilità dell’eloquenza a un uditorio da avvincere e convincere – e in fondo da ingannare, non senza far leva su un certo imparaticcio di scuola: RICCARDO DI GLOUCESTER
Come oratore farò meglio di Nestore, le mie menzogne saranno più astute di quelle di Ulisse e, novello Sinone, ridurrò in mio potere un’altra Troia. Io posso aggiungere colori al camaleonte, mutarmi in Proteo per avvantaggiarmi, e insegnare il delitto al sanguinario Machiavelli. Posso far questo, e non procurarmi una corona? (3 Enrico VI, III, 2, 188-194).
Quella che chiamiamo “prima tetralogia” (1590-1593) dimostra un notevole affastellamento di episodi e motivi presenti nelle fonti cronachistiche, che si diradano e ricompongono con l’affinarsi della mano dell’autore: l’ultimo dei quattro drammi, appunto il Riccardo III, gode infatti di un’organizzazione e concentrazione più efficace, anche grazie a una guida stilistica apparentemente semplice ma in realtà sagace come quella di Tommaso Moro, autore di una maligna biografia di quel re. La cosiddetta “seconda tetralogia” (1595-1599), insieme al più particolare Re Giovanni (1596), approda a risultati indimenticabili per l’abbinamento fra un nuovo, sensazionale senso della poesia dell’introspezione (sono coevi Riccardo II e Romeo e Giulietta) e il senso prosaico, oscuro e incontrollabile della festa. Dal primo prende avvio la figura di Riccardo II, dal secondo scaturisce l’iperbolica personalità di Falstaff. Quanto a Riccardo, basterà l’avvio della meditazione sulla sua breve carriera di vittima di se stesso e dell’instabile, infido suo mondo. Il re è ormai prigioniero, e presago di una morte imminente: Ho pensato e ripensato come confrontare con il mondo questa prigione dove vivo; ma siccome il mondo è popoloso, e qui ci sono solo io, non ci riesco. Eppure devo farcela! Voglio provare che il cervello è la femmina dell’anima, essendo XLI
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l’anima il maschio, e che questi due generano una moltitudine di pensieri che si riproducono all’infinito. E proprio questi pensieri popolano il mio piccolo mondo con mille caratteri, vari come gli esseri del mondo esterno. E nessun pensiero è contento di sé. […] È così che da solo recito la parte di molti personaggi, ma nessuno è contento di sé. Ora sono un re, ma i tradimenti mi spingono a desiderare di essere un mendicante e lo divento davvero, ora la devastante povertà mi induce a pensare che stavo meglio quando ero re, e allora eccomi di nuovo re; poi però penso di venire spodestato da Bolingbroke, e subito mi sento una nullità. Ma chiunque io sia, né io, né nessun altro che sia solo un uomo, in nulla troverà soddisfazione fi nché non si sentirà pago di essere un nulla (Riccardo II, V, 5, 1-41).
Il lamento di Riccardo è rivolto alle mutevoli apparenze del mondo ed ai propri altrettanto mutevoli pensieri, ma implica altresì il linguaggio del lamento stesso, anch’esso “scontento di sé” perché, labile e evanescente, non riesce a far presa sul corpo della realtà, a tenerla ferma dinanzi alla mente. Come molti hanno osservato, il personaggio espone qui una nostalgia del linguaggio assoluto, o come dice James Calderwood “sacramentale e ontologico” (Metadrama in Shakespeare’s Henriad, 1979), che per tutto il dramma è stata la sua cifra e la sua difesa contro la volubilità della storia, contro la sua stessa compromissoria cedevolezza nel contrastarla. Il bisogno di specchiarsi che Riccardo manifesta più volte è appunto il risvolto scenico di una esistenziale ansia di riconoscimento, di una progressiva perdita di concretezza e di riscontri nel mondo. Teneva in vita questo re l’illusione dell’identità fra il proprio nome e il proprio ufficio, fra la parola che designa e la cosa designata, fra il corpo naturale del sovrano e il suo corpo mistico – una nozione tutta medievale, che qui svanisce aprendo le porte alla modernità. E con la caduta di un’autorità così concepita, si sfalda anche l’ordinato universo disegnato dalla sua parola: come denuncia un altro passo del suo lungo ripiegamento interiore, “le Scritture contraddicono le Scritture”, o come vogliono altre edizioni e altri interpreti, “la fede contraddice la fede”, o “la parola contraddice la parola” (V, 5, 13-14): si rinnova così il caos dei significanti successivo alla Caduta di Adamo, l’immersione dell’Uomo nel vortice di una Storia che gli è nemica, che lo sconvolge e che lui non sa controllare. Falstaff invece accetta e sfrutta quella caduta, ci si trova pienamente a suo agio e ci gioca all’infinito, con tutte le risorse possibili e in primo XLII
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luogo svincolando il linguaggio dalle costrizioni dell’uso comune, talvolta addirittura della logica, e rompendo ogni codice riconosciuto. La sua regola è sregolatezza, la sua libertà è liberazione da ogni possibile limite e valore morale, la sua eversione tocca l’ordine linguistico prima ancora dell’ordine sociale. Ciò comporta che a Falstaff siano concessi momenti memorabili per acume ribellistico, per capovolgimento delle più canoniche virtù, per ironia dissacratoria, che trovano rivali solo in Gargantua e Pantagruele: PRINCIPE ENRICO SIR JOHN
Be’, una morte a Dio la devi comunque. Esce A tempo debito, però. Mi rincrescerebbe ripagarlo prima del dovuto. Che bisogno ho di mostrarmi così sollecito con chi non mi cerca? Be’, non importa; l’onore m’incalza. Sì, ma che succede se in battaglia l’onore mi incalza tanto da mandarmi a gambe levate? Che succede? Può l’onore aggiustare una gamba? O un braccio? No. O scacciare il dolore di una ferita? No. L’onore non sa nulla di chirurgia, allora? No. Cos’è l’onore? Una parola. E cosa c’è in questa parola “onore”? Cos’è mai questo onore? Aria. Un bell’acquisto! Chi lo possiede? Chi è morto mercoledì. E ne avverte la presenza? No. Lo sente? No. È impercettibile, allora? Sì, per i morti. Ma non sa vivere con i vivi? No. Perché? Perché la calunnia non lo permetterebbe. Perciò io non so che farmene. L’onore è solo uno stendardo da funerale. E qui finisce il mio catechismo (1 Enrico IV, V, 1, 126-139).
Anche Falstaff incontra la fine dell’illuso, ma la sua illusione sta all’opposto di quella di Riccardo, perché è tutta e soltanto materiale, è l’illusione del gaudente e crapulone, del vile bugiardo, all’occasione anche lestofante. La Storia si incarica di vanificarla, ma con un’intensità inferiore rispetto a quella che riserva a un re: sono due mondi che vanno in frantumi, ma l’uno sovrasta l’altro, l’uno è benedetto dal Signore e l’altro soltanto da una compagnia di scapestrati e buontemponi. In Riccardo parla la concezione medievale per cui lui è la sua funzione e le sue insoXLIII
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stituibili prerogative, e la sua fine non è fine di un uomo incoronato ma fine di un ruolo e di un compito indivisibile e inderogabile, assegnato dal Cielo – che come tale verrà considerato ancora dai suoi successori, persino dall’usurpatore Enrico IV e da suo figlio Enrico V, che prima di combattere ad Azincourt si rivolgerà a Dio chiedendo perdono per quell’atto sacrilego: “Non oggi, oh Signore, oh non ricordare oggi la colpa che mio padre commise impossessandosi della corona!” (Enrico V, IV, 1, 289-291). Falstaff invece è tutto un mondo, ma un mondo minore cui sfugge un’autorità sempre vanamente sognata, ma alla quale il dramma, spettacolo pubblico, deve alla fine inchinarsi. Falstaff è figura del rivoluzionario moderno, che il potere compiace e lusinga per un po’ per poi disfarsene lasciandolo a se stesso, perché se la sbrighi lui con i suoi consunti seguaci. È un personaggio comico, come tale idolatrato dal pubblico elisabettiano, ma la sua comicità non è fine a se stessa; essa comporta un sempre rinnovato attacco alle tre forme di potere più evidenti nel momento storico, quello politico proprio di uno stato in via di centralizzazione, quello patriarcale che imperava nelle famiglie (vedi Le allegre comari), quello di una lingua in via di normalizzazione. La voce crepuscolare di Riccardo è destinata a esaurirsi con la sua concezione della sovranità, la voce rauca di Falstaff resiste anche al proposito dell’autore di sotterrare, come vedremo, il personaggio: la sua parlata sconnessa sopravvive nell’anima popolare, nell’ombra della propria anarchia. Dunque, la messinscena del linguaggio non si vale soltanto dei grandi protagonisti: il loro è un mondo ampio, socialmente aperto, che brulica di comparse cui viene affidato non solo il compito vitale di definire per contrasto la ristretta cerchia dei nobili, ma anche il privilegio di interloquire direttamente con il pubblico, e quindi di ricercarne e adottarne i modi e le espressioni anche più singolari, sempre osservando il principio-cardine di quel consolidato andirivieni, il riso. Lo stuolo di vassalli che circonda Falstaff era indispensabile a richiamare le platee: a quel vitale rapporto provvedevano i codici e sottocodici praticati sulla scena, e masticati entusiasticamente dagli spettatori. Linguaggi che dovevano risuonare gustosi e pieni di energia, mossi da quell’eloquenza domestica cui Mulcaster già negli anni ottanta guardava come base perché l’inglese si misurasse da pari a pari con le lingue continentali. Davvero troppo perbenista suona perciò la giustificazione che il conte di Warwick offre al re Enrico IV per le frequentazioni ribalde di suo figlio, il principe Hal: XLIV
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Il principe non fa che studiare i suoi compagni come un linguaggio sconosciuto, nel quale, per padroneggiarlo, è necessario che la parola più scabrosa sia cercata e fatta propria: ma una volta posseduta, vostra altezza lo sa, quella diventa inutile se non per averla conosciuta e ripudiata; così, quando i tempi saranno maturi, il principe scaccerà, con i termini volgari, anche i suoi seguaci (2 Enrico IV, IV, 3, 69-75).
Ma il principe scaccia gli impresentabili seguaci quando la frittata è fatta: non importa che lui ricordi o ripudi i loro “termini volgari”, perché a conservarli ci pensa il testo, e per innumerevoli repliche. Quella assegnata a Warwick è una sconcertante, brillante trovata, senza dubbio da recitare con tono pedantesco e piatto, di bolso conformismo; è una molto calibrata sottolineatura della complessità della storia, dal punto di vista comunicativo non meno che da quello strutturale. Perché Warwick si illude, e vuole illudere il re (che però non si illude), nel trascurare la forza trascinante e radicata che possiede il registro della volgarità; ma non illude il pubblico, anzi lo incalza con la presa d’atto che quel registro scandaloso fa parte del suo patrimonio più intimo e ricreativo, e lo induce a una più intensa partecipazione, confermando, insieme a tutte le sue aspirazioni alla civiltà, anche e soprattutto il loro rovescio, la loro momentanea revoca. In uno scambio esilarante, quando il lord presidente della corte di giustizia, massima espressione dell’ordinamento civile, dice a Falstaff “Ogni capello bianco che avete in capo dovrebbe darvi un portamento dignitoso!” lui risponde (nella nostra traduzione necessariamente approssimativa) “O meglio da goloso, goloso, goloso!” (2 Enrico IV, I, 2, 161-163). Il primo a portare in scena quel maestoso sovversivo fu il grande clown William “Will” Kempe, socio preminente della Compagnia del lord ciambellano, insieme a Shakespeare e al primo attore Richard Burbage. La sua maestria nell’aderire al ruolo e alle peculiarità della parlata che lo rendeva celebre indusse “l’umile autore” a promettere che “sir John” sarebbe tornato sul palcoscenico in un dramma successivo (2 Enrico IV, Epilogo, 26-27). Sir John ci tornò, ma in una commedia sfornata a tamburo battente e già ricordata, mentre scomparve del tutto dai drammi storici, perché Kempe lasciò la compagnia a metà del 1599, per ragioni che restano ignote. E tale era l’identificazione fra le novità della parte e la personalità dell’attore, che il suo allontanamento provocò la “morte” del XLV
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personaggio: nell’Enrico V Falstaff “muore” infatti, ma solo per sentito dire, senza comparire in scena. A Kempe sarebbe subentrato un attore più elegante e sofisticato, Robert Armin, che sarà il clown inseparabile da Lear, e il cinico gioviale di Come vi piace e della Dodicesima notte, tutte strepitose occasioni per i giochi di parole. Fra le risorse dei drammi storici ci sono naturalmente la poesia e la prosa, con la prima assolutamente prevalente agli inizi, e la seconda gradualmente emergente per la comparsa di un più nutrito numero di personaggi, specialmente di basso rango. È il regno stilistico di Falstaff, dotato delle acrobazie e malizie verbali già commentate. In un’edizione come la nostra, che per le ragioni accennate nel corso del lavoro traduce tutti i testi in prosa, non ci soffermiamo sul problema del perché Falstaff e il ribelle Jack Cade parlino in prosa, e un re come Riccardo II parli in versi – e quali versi! – ma non possiamo evitare un riferimento alla coscienza che di tale problema i testi esibiscono. Di qualche interesse appare il seguente scambio fra due personaggi nobili e di primo piano, Hotspur e il gallese Glyndwr: ˆ ˆ GLYNDWR
HOTSPUR
Parlo l’inglese bene quanto voi, signore, poiché sono cresciuto alla corte d’Inghilterra dove, seppur giovanissimo, ho composto in inglese, e musicato per l’arpa, molte squisite canzoni che hanno impreziosito e adornato tale lingua – una dote di cui in voi non s’è mai vista traccia. Per la Madonna, me ne rallegro di tutto cuore! Preferirei essere un gattino e fare “miao”, piuttosto che uno di quei versaioli che smerciano ballate. Preferirei sentire un candeliere di bronzo che gira sul tornio o una ruota asciutta che stride sul suo asse, perché quei suoni non mi farebbero allegare i denti quanto certi sdilinquimenti della poesia. Assomigliano al passo stentato di un ronzino strascicante (1 Enrico IV, III, 1, 118-131).
Si profila qui la tensione fra lingua centrale e lingua periferica, una veicolo delle arti e l’altra ancora primitiva, che complica i registri del dramma. E si palesa altresì l’ostilità di un rinomato condottiero, Hotspur, verXLVI
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so un’idea di poesia che doveva circolare fra il pubblico, come esercizio languido e vano – anche se il testo assegna comunque al rude soldato dei versi molto efficaci –. Sono elementi che acquistano forte rilievo verso la fine della sequenza storica, grazie a una scena sempre più popolata, ed al prezioso contorno di personaggi che da Falstaff ereditano la marginalità e quindi la comicità, e ancora più la mordacità (poi elevate all’ennesima potenza nel Tersite di Troilo e Cressida). Fa parte della loro maniera l’aggressività verbale che esibisce l’anonimo “ragazzo”, già paggio di Falstaff, nei confronti di un vecchio membro di quella combriccola, Pistol: Non ho mai udito una voce così tonante uscire da un cuore così vuoto. Ma è pur vero il detto: “il recipiente vuoto è quello che fa più rumore”. Bardolph e Nim avevano dieci volte più valore di questo diavolo sbraitante da vecchia commedia, che tutti possono tagliargli le unghie con un temperino di legno… (Enrico V, IV, 4, 63-67).
In ben tre drammi storici successivi questi e altri personaggi dell’entourage falstaffiano, come Poins e Peto, rinnovano lo spettacolo di bassa camaraderie e di codardia giocosa che era propria degli zani della commedia dell’arte, con tutte le loro improvvisazioni e deragliamenti dialettali. Ma non bastavano a soddisfare le attese: poi verranno i fantastici calembour dei clown delle commedie, ma prima ancora ecco arrivare, nell’ultimo dei drammi storici, tre capitani dalle regioni sentite come parti insicure del regno, cioè dal Galles (Fluellen), dalla Scozia (Jamy) e dall’Irlanda (MacMorris), ciascuno con la sua pronuncia dialettale che il testo trascrive in forma parodica – e che noi non possiamo che tradurre inventando tre fonetiche buffe, senza presumere di divertire i lettori di oggi come si devono essere divertiti gli spettatori di allora (un parallelo possibile ma inarrivabile: la commedia neorealista italiana del Novecento). Un esempio molto citato sono le battute assegnate a Fluellen nel lamentare il massacro dei ragazzi lasciati a custodire le vettovaglie nelle retrovie inglesi durante la battaglia di Azincourt: “Kill the poys and the luggage!” (Enrico V, IV, 7, 1): poys e non boys, e via di questo passo. Una disperazione, la sua, certo genuina ma anche comicamente ingenua, per quella pronuncia che confonde i fonemi labiali /b/ con /p/, e per l’accostamento dei “ragazzi” col “bagaglio”. Questo il modo mai semplice e anzi piuttosto complicato di una tipica ironia; e questo il modo in cui si conserva la XLVII
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memoria di Falstaff in uno scambio fra Fluellen e l’inglese Gower, resa con irregolarità di pronuncia che qui inventiamo ad hoc: FLUELLEN
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FLUELLEN
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[…] Se fate attenzione alla fita di Alessandro, la fita di Harry di Monmouth ci cade a pennello: ci sono corrispondenze in tutte le cose. Alessandro, lo sa Dio e lo sapete foi, con tutte le sue rabbie e fotte e pizze e bronci e lune e sgradimenti e sdegni, e anche essendo un po’ suonato di testa con tutta quella pirra e quella rabbia, date retta, ha ammazzato Clito, il suo migliore amico. Il nostro re non è come lui in questo. Non ha mai ammazzato nessuno dei suoi amici, lui. […] Parlo solo di corrispondenze e paragoni. Come Alessandro ammazzò il suo amico Clito, essendo in cimbali con birra a fiumi, così anche Harry Monmouth, essendo sobrio di testa e moderato di giudizio, licenziò il cavaliere grassone tutto infagottato – che era pieno di sminchionate e frizzi e lazzi e pirponate e peffe – ho dimenticato il suo nome. Sir John Falstaff. (IV, 7, 30-49)
A queste parole gli spettatori di allora possono aver sorriso – o riso di gusto, come succedeva per le “birbonate e beffe” di Falstaff – ma troppo intrisa di vita vissuta e sofferta, forse troppo colta e concettosa, per loro come per noi, è la comicità che vi prevale. Non comici ma profondamente realisti sono altri personaggi minori, i “soldati inglesi”, gli unici in tutta l’opera shakespeariana a meritare di essere citati per nome: John Bates, Alexander Court, Michael Williams: al loro re che li interroga in incognito essi danno una lezione di concretezza e stabilità morale, riconducendo il linguaggio nell’alveo di un’umanità che non vuole abbandonare il rapporto con le istituzioni: “Se la causa non è giusta, il re avrà un conto ben salato da saldare”… (IV, 1, 133-134). L’Enrico V conclude la serie dei drammi storici con una deflagrazione di discorsi eterogenei, un’affermazione di quella che Michail Bachtin ha definito “eteroglossia”, il principio per cui ogni lingua è stratificata non solo in dialetti ma anche XLVIII
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in usi linguistici propri di particolari comunità, professioni, gruppi sociali, sette, fazioni ecc., forze centrifughe rispetto all’ideale di una lingua unitaria (La parola nel romanzo, 1934 e 1979). Nel nostro dramma, gli strati linguistici rappresentati dai personaggi che abbiamo appena individuato – compreso il francese di una principessa un po’ civetta e di un malcapitato fante – non mancano di fornire un costante commento, un sottocodice non in linea con l’ideologia che dominava le cronache, e che consisteva nell’esaltazione patriottica delle imprese del re. La cosa disorienta molti lettori moderni, abituati all’idea dell’unitarietà dei testi. Ma questi non tengono sufficientemente conto dell’eccezionale forza e vitalità del principio di diversificazione e frammentazione, strutturale e linguistica, che la storia si porta dietro, e di cui in questi drammi Falstaff, creatura più di ogni altro storica, è la massima incarnazione. Il facondo e spropositato sir John poteva essere cacciato dalle assi del palcoscenico, ma tornava sempre nello spirito della confusione, dello squilibrio e della baldoria che il pubblico ricercava, al di là delle coerenze ideologiche che l’autore poteva condividere, o più o meno segretamente rifiutare.
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“STORIA”, “POESIA”, “TEATRO”
Sulla lingua M. BACHTIN, “La parola nel romanzo” (1934), in Estetica e romanzo, Torino, Einaudi, 1979; P. BOITANI, Il Vangelo secondo Shakespeare, Bologna, il Mulino, 2009; J. L. CALDERWOOD, Metadrama in Shakespeare’s Henriad. Richard II to Henry V, Berkeley-Los Angeles, California U. P., 1979; D. CAVANAGH, Language and Politics in the Sixteenth-Century History Play, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2003; D. CAVANAGH, S. HAMPTON-R EEVES, S. LONGSTAFFE, Shakespeare’s Histories and Counter Histories, Manchester-New York, Manchester U. P., 2006; K. ELAM, Shakespeare’s Universe of Discourse. Language-Games in the Comedies, Cambridge, Cambridge U. P., 1984; ID. (cur.), La grande festa del linguaggio. Shakespeare e la lingua inglese, Bologna, il Mulino, 1986; ID., Semiotica del teatro, Bologna, il Mulino, 1988; W. EMPSON, Seven Types of Ambiguity, London, Chatto & Windus, 1930; B. I. EVANS, The Language of Shakespeare’s Plays, London, Methuen, 1952; S. K. FISCHER, “Value and Metaphor in the Lancastrian Tetralogy”, in E. SMITH (cur.), Shakespeare’s Histories, 2004, cit.; F. KERMODE, Shakespeare’s Language, London, Penguin, 2000; R. MCDONALD, Shakespeare and the Arts of Language, Oxford, Oxford U. P., 2001; P. PARKER, Shakespeare and the Popular Voice, Oxford, Blackwell, 1989; ID., Shakespeare from the Margins. Language, Culture, Context, Chicago-London, Chicago U. P., 1996; A. PATTERSON, “Foul, His Wife, the Mayor, and Foul’s Mare: the Power of Anecdote in Tudor Historiography”, in D. R. KELLY E D. H. SACKS, The Historical Imagination, 1997, cit.; A. STREETE (cur.), Early Modern Drama and the Bible. Contexts and Readings, 1570-1625, Basingstoke-New York, Palgrave Macmillan, 2012.
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Tutte le opere di William Shakespeare III I drammi storici
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The First Part of the Contention of the Two Famous Houses of York and Lancaster (2 Henry VI) La prima parte della contesa tra le due famose casate di York e Lancaster (2 Enrico VI) Testo inglese a cura di WILLIAM MONTGOMERY Nota introduttiva e note di DANIELE BORGOGNI Traduzione di DANIELE BORGOGNI e VALENTINA POGGI
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Nota introduttiva
Uno dei primi drammi composti da Shakespeare, La prima parte della contesa tra le due famose casate di York e Lancaster (o 2 Enrico VI come sarà indicata qui per brevità e consuetudine) rappresenta, insieme al successivo 3 Enrico VI, cui è saldato senza soluzione di continuità, una tappa importante nell’elaborazione di un nuovo genere, quello delle Histories, come sono definite nel Catalogue del Folio, che non solo si imporrà nel teatro elisabettiano diventando subito un “classico”, ma porterà alla creazione di testi capitali nel canone shakespeariano come Riccardo III o Enrico V. In effetti l’opera ebbe un buon successo di pubblico, grazie anche al fatto che, nell’immaginario nazionale, era ancora forte l’impressione per la vittoria sull’Armada spagnola del 1588 e proprio a cavallo degli anni novanta il sentimento antifrancese era molto forte, visto che l’Inghilterra era impegnata militarmente in Francia a sostegno degli ugonotti di Enrico di Navarra. Mettere in scena un dramma storico ambientato all’epoca della Guerra dei Cent’Anni rispondeva dunque al crescente interesse del pubblico per le vicende storiche passate e presenti ma, sfruttando il mai sopito sentimento patriottico inglese, era anche una carta vincente dal punto di vista economico. Il dramma abbraccia circa un decennio, dal matrimonio del giovane re Enrico VI con Margherita d’Angiò alla prima battaglia di Saint Albans (1455), obbligando, dunque, a una non facile organizzazione del materiale storico per adattarlo alle strutture drammatiche. Ma questa necessaria sintesi, talvolta troppo ardita, talvolta non ben riuscita, è solo un aspetto superficiale di un testo che presenta una notevole complessità. In effetti, più delle altre due parti, 2 Enrico VI ha una natura polifonica, con uno 5
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spropositato numero di personaggi e filoni narrativi molto diversi che si avvicendano in modo serrato. Eppure, nonostante questa ricchezza di spunti e temi, il dramma mantiene la sua leggibilità, sia come testo in sé, sia come narrazione di eventi storici relativamente recenti e importanti per il contesto storico-politico dell’epoca. A differenza delle altre due parti, 2 Enrico VI non è scandito da battaglie ma si concentra sulle loro cause (o conseguenze): i nobili appaiono impegnati a tessere cospirazioni l’uno contro l’altro e a perseguire le loro ambizioni personali, mentre l’universo femminile (decisamente agonistico nei confronti di quello maschile) e quello popolare (in rivolta contro le istituzioni) sortiscono effetti altrettanto esiziali. Tra di loro si staglia la figura dell’eponimo (e anonimo) Enrico VI, assolutamente inadatto a portare il peso e le responsabilità della corona, ma nel corso del dramma emerge prepotentemente anche un’altra storia, quella della gente comune, con il suo universo variegato di artigiani, maghi, postulanti, imbroglioni. Il testo dà spazio alle loro istanze, alle loro sofferenze, alle angherie da loro subite, che trovano poi inusitato e violento sfogo nella rivolta popolare di Cade, che assumerà i contorni inquietanti di un sovvertimento universale il cui inevitabile esito sarà l’inizio della guerra civile. Come il successivo 3 Enrico VI, dunque, il testo presenta alcune aperture fondamentali relative a problematiche centrali nella prima modernità inglese, dall’interrogarsi sulla storia, il suo significato e il suo uso, al mostrare l’intrinseca corruzione di una classe nobiliare sempre meno all’altezza del suo ruolo, fino all’esplorazione di esplosive problematiche storico-sociali, cui si accompagna la percezione degli abissi di un linguaggio infido e manipolabile per scopi perversi. Eppure, nonostante ciò, il dramma riesce sempre a sorprendere con la sua varietà, che include persino squarci di intensità emotiva messi in bocca a personaggi “negativi”, come la duchessa di Gloucester (II, 4) o il duca di Suffolk e la regina Margherita (III, 2), il cui penoso congedo sembra già anticipare quelli di una Giulietta o di una Innogene. Data e trasmissione del testo 2 Enrico VI è unanimemente ritenuto uno dei primi testi scritti da Shakespeare, sicuramente composto prima di 3 Enrico VI, con ogni probabilità nel 1590 o nei primi mesi del 1591. Tuttavia, per quanto riguarda l’attribuzione dell’opera, fin dalle prime edizioni critiche settecentesche gli stu6
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diosi hanno avanzato l’ipotesi che la trilogia enriciana fosse frutto di una collaborazione e nel corso dei anni sono stati proposti i nomi di Robert Greene, Thomas Kyd, Thomas Nashe, George Peele e Christopher Marlowe come possibili coautori. Fino a tempi molto recenti, tale questione è sempre rimasta controversa, generalmente accettata ma in ultima analisi non verificabile e dunque sostanzialmente irrisolvibile. Il recente perfezionamento di programmi informatici ad hoc ha, però, dato un formidabile impulso alla stilistica computazionale: questo ha permesso agli studiosi di utilizzare una quantità di dati impensabile fino a pochi anni fa e ha aperto nuove possibilità di effettuare studi statistici più accurati e significativi. Lo studio coordinato da Craig e Kinney (2009), in particolare, ha introdotto nuovi metodi di indagine rivoluzionando il dibattito sull’attribuzione dei vari drammi: partendo da testi di sicura attribuzione, gli studiosi hanno creato un corpus di termini lessicali e grammaticali o di collocazioni caratteristiche dei vari drammaturghi elisabettiani, che è stato poi utilizzato per effettuare un confronto statistico con i testi (o con le parti di testo) di dubbia attribuzione. In questo modo, è stato possibile effettuare un computo preciso delle differenze nell’uso delle parole più comuni, di quelle meno comuni e di quelle più caratteristiche di ogni drammaturgo. Naturalmente, le risultanze di tali dati devono essere contestualizzate all’interno di un quadro culturale magmatico, in cui il genere del dramma storico era al suo stato embrionale e influenze, imitazioni, parodie, allusioni, plagi, commistione di materiali, registri e stili erano fenomeni assai comuni. Inoltre, il processo di attribuzione su base statistica si basa pur sempre su semplificazioni e generalizzazioni, come riconoscono gli stessi studiosi che hanno svolto questo tipo di studio: in alcuni casi, il corpus di testi utilizzabile in quanto di sicura attribuzione è molto ridotto (per esempio nel caso di Kyd) e quindi potenzialmente poco indicativo; inoltre, si deve accettare che le varie parti di un dramma siano state scritte individualmente da uno scrittore alla volta e non in gruppo, oppure si deve dare per certo che le revisioni successive (magari da parte di un altro scrittore: già nella sua edizione della trilogia del 1952, John Dover Wilson riteneva che Shakespeare avesse rivisto un testo originariamente scritto da un altro drammaturgo), non abbiano alterato lo stile dell’originale; infine, vi è il problema della possibile corruzione nel processo di trasmissione e trascrizione del testo, un aspetto particolarmente delicato nel caso della trilogia enriciana. 7
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Pur con queste riserve, e in attesa di ulteriori studi e conferme, i risultati ottenuti finora sono molto incoraggianti e hanno effettivamente permesso di arrivare a una definizione abbastanza cogente dello stile di ogni drammaturgo. Essi confermano sostanzialmente la validità delle varianti adottate nell’edizione Oxford e discusse nell’Oxford Textual Companion, ma soprattutto convalidano l’idea che 2 Enrico VI sia stato scritto solo in parte da Shakespeare: in particolare, sembrerebbe molto probabile un cospicuo intervento di Christopher Marlowe, tanto che nella nuova edizione Oxford (2016) il suo nome compare come coautore del testo (e non è esclusa la possibilità che vi sia anche un altro collaboratore ancora non identificato). A Shakespeare sono sicuramente attribuite le scene incentrate sugli intrighi a corte dell’atto III e la revisione generale del testo per l’allestimento del dramma da parte dei Chamberlain’s Men (intorno al 1594-95), mentre Marlowe sarebbe l’autore delle scene che presentano la ribellione di Jack Cade nell’atto IV: effettivamente il linguaggio al tempo stesso comico e violento di Cade, la sua efferatezza e carica trasgressiva ricordano molto da vicino le tipiche caratteristiche del Tamburlaine marloviano, anch’egli personaggio di umili natali che aspira al potere supremo. Per quanto riguarda il titolo, l’opera è comunemente indicata come 2 Enrico VI o Enrico VI, parte seconda, seguendo l’indicazione del Folio che presenta i tre drammi di Enrico VI articolandoli intorno alla figura del monarca. Al contrario, l’edizione Oxford propone il titolo che è ritenuto essere quello con cui l’opera era effettivamente conosciuta in epoca elisabettiana. 2 Enrico VI, infatti, è giunto in due versioni, quella del testo in-quarto del 1594 (Q1) e quella del in-folio del 1623 (F), ma la trasmissione del testo costituisce una delle croci della fi lologia shakespeariana insieme al successivo 3 Enrico VI. Per una più completa discussione di questo problema si rimanda al Textual Companion. Stando allo Stationers’ Register, il 12 marzo 1594 fu depositato un copione da parte di Thomas Millington con il titolo the firste pte of the Contention of the twoo famous houses of york and Lancaster wth the deathe of the good Duke Humfrey and the banishment and deathe of the duke of Suff ’ and the tragicall ende of the prowd Cardinall of winchester, wth the notable rebellion of Iack Cade and the duke of yorkes firste clayme vnto the Crowne. L’anno successivo, lo stesso Millington commissionò al tipografo Peter Short una nuova versione, The True Tragedie of Richard Duke of Yorke, and the death of good King Henrie the Sixt, with the whole 8
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contention betweene the two Houses Lancaster and Yorke. La successiva versione in-quarto, Q2 (1600), stampata sempre per conto di Millington, sostanzialmente riproduceva Q1. Il 19 aprile 1602, lo Stationers’ Register riporta l’informazione che l’editore Thomas Pavier aveva acquistato i diritti di pubblicazione su alcuni testi di Millington, tra cui The first and second parte of Henry the vj / ij bookes. Gli studiosi concordano nel ritenere che quest’ultimo titolo includesse in realtà 2 Enrico VI e 3 Enrico VI, mentre la Thirde parte of Henry ye sixt, registrata nel 1623 per l’inclusione nel Folio, si riferirebbe al testo della trilogia scritto e pubblicato per ultimo, cioè 1 Enrico VI. Nel 1619, lo stesso Thomas Pavier si associò a un altro editore, William Jaggard, per pubblicare le opere di Shakespeare, morto da tre anni ma ormai acclamato drammaturgo. Essi riuscirono ad assicurarsi i diritti di una decina di testi, tra cui alcuni addirittura non di Shakespeare o basati su edizioni piratesche molto scorrette, ma poterono includere quelli di cui Pavier era legalmente titolare già da tempo, tra cui The first part of the Contention of the two famous Houses of Yorke and Lancaster, with the death of the good Duke Humfrey e The second Part. Containing the Tragedie of Richard Duke of Yorke and the good King Henrie the Sixt, che per la prima volta venivano pubblicati insieme come opere di Shakespeare in un unico volume in-quarto con il titolo The Whole Contention betweene the two Famous Houses, Lancaster and Yorke. With the Tragicall ends of the good Duke Humfrey, Richard Duke of Yorke, and King Henrie the Sixt. Diuided into two Parts: And newly corrected and enlarged. Da un punto di vista filologico, tuttavia, il testo della first part of the Contention (Q3) era ancora una volta basato su Q1 e dunque, come il precedente Q2, non ha autorità filologica indipendente. Nel 1623, infine, venne pubblicato The second Part of Henry the Sixt, with the death of the Good Duke HUMFREY (F), testo di circa un terzo più lungo di quello del 1594. Esso, però, non dà l’impressione di essere scritto in una forma definitiva o finale, ma sembra piuttosto una versione basata sulle bozze dell’autore: tra le incongruenze più evidenti vi sono le didascalie incoerenti, vaghe o scorrette; quella che è ritenuta una versione autoriale eliminata ma non cancellata dal testo (V, 1, 109); l’errata indicazione dei nomi (Humfrey è indicato variamente come Duke Humfrey, Gloster o Protector; in III, 2 la regina Margherita è ripetutamente indicata con il nome di Elinor o Elianor; alcuni seguaci di Jack Cade in IV, 2 sono 9
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indicati con i nomi propri degli attori, Bevis e John Holland, invece dei personaggi da loro interpretati). Inoltre, F rivela in più punti una singolare coincidenza con passi o scene di Q3, il che lascia pensare che, nel preparare l’edizione del 1623, i curatori abbiano utilizzato il testo del 1619 per integrare lacune o passi non decifrabili nel manoscritto in loro possesso. Gli studiosi settecenteschi ipotizzavano che Q1 non fosse di Shakespeare o che fosse una sorta di prima stesura di F o il testo fonte su cui era basato F, ma Peter Alexander (1929) ha dimostrato che alcuni passi incongruenti (e molti echi da altri drammi, shakespeariani e non) non potevano essere attribuiti a un compositore o a un trascrittore, ma erano da imputarsi a errori di memoria o a interpolazioni, per cui Q1 doveva essere non una trascrizione dell’originale ma solo una versione riportata a memoria di quell’originale. Tuttavia, i curatori dell’edizione Oxford ritengono che la brevità di Q1 non sia dovuta solo a delle lacune nella memoria nella trasmissione del testo e seguono l’opinione secondo la quale Q1 riporterebbe in realtà una versione tagliata e forse anche deliberatamente rivista del testo che sarebbe poi stato utilizzato in F. F sarebbe, quindi, un testo basato su una bozza annotata, rivista e forse addirittura censurata in vista di una rappresentazione (o di una nuova registrazione da parte della compagnia teatrale di Shakespeare) intorno al 1599, mentre Q1 e i successivi testi in-quarto sarebbero la ricostruzione mnemonica di una rappresentazione, quindi una versione tagliata e rivista basata sul copione usato per la messa in scena. Per questa ragione l’edizione Oxford utilizza F come testo di controllo, ma segue Q1 nelle didascalie, in cinque casi nei quali appare evidente una ripresa dei testi in-quarto e in tutte quelle occorrenze ritenute revisioni autoriali successive in vista della messa in scena (cfr. Aggiunte al testo). La tradizionale suddivisione in scene e atti, non presente in Q1 né in F ma invalsa a partire dal XVIII secolo, viene regolarmente seguita nell’edizione Oxford, con alcune eccezioni: quella che nella maggior parte delle edizioni moderne è indicata come IV, 8 è qui unita senza soluzione di continuità alla scena precedente, dopo IV, 7, 155, provocando la conseguente rinumerazione delle due scene successive dell’atto IV. Nell’atto V, invece, vengono aggiunte due scene nei punti in cui il palcoscenico resta verosimilmente vuoto: così lo scontro tra Riccardo e Somerset è inserito come scena a sé dopo V, 1 e la fuga di Enrico in un’altra come V, 4, prima della scena finale. 10
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Fonti Tutta la trilogia si basa sostanzialmente sui fatti narrati nelle imponenti cronache degli storici Tudor, The Union of the Two Noble and Illustre Families of Lancastre and Yorke (1548 e 1550) di Edward Hall e le Chronicles of England, Scotland and Ireland di Raphael Holinshed (1577, in quattro volumi poi arricchiti nell’edizione del 1587 con contributi di altri autori). Tali fonti storiche sono seguite con grande libertà, talvolta mescolate con interpolazioni e notevoli compressioni temporali e/o geografiche funzionali alla messa in scena degli eventi. Sia Hall sia Holinshed, del resto, avevano spesso attinto alla Anglicae Historiae Libri XXVI (1534, ulteriormente arricchita nel 1555) dell’umanista italiano Polidoro Virgili. La maggior parte delle edizioni moderne, come quella di A. S. Cairncross (Arden, 1957) o quella di Roger Warren (Oxford, 2003), riportano in appendice i passi di Hall e Holinshed utilizzati (o modificati) nel dramma. Altri materiali o spunti provengono da altre opere di carattere storico, come The New Chronicles of England and France (1516) di Robert Fabyan; le Cronache del francese Jean Froissart (tradotte in inglese da John Bourchier, lord Berners, 1523-25); A Mirror for Magistrates, celebre raccolta di exempla in versi scritti da più autori (pubblicata per la prima volta nel 1559 ma ampliata dalle successive edizioni); gli Acts and Monuments di John Foxe (pubblicato nel 1563 e ristampato più volte con integrazioni) per il falso miracolo di II, 1; A Chronicle at Large di Richard Grafton (1569); le Chronicles of England di John Stow (1580), cui verosimilmente si ispira l’incontro tra Gloucester e la moglie in II, 4. Il dramma anonimo The Life and Death of Jack Straw (1593) potrebbe aver ispirato alcuni episodi della ribellione di Jack Cade nell’atto IV. Vicenda Il marchese di Suffolk torna dalla Francia con Margherita d’Angiò, in seguito al matrimonio da lei contratto per procura con il re Enrico VI. Il duca di Gloucester, protettore del regno, legge i termini dell’accordo nuziale concluso da Suffolk, ma si interrompe sconvolto quando apprende che esso prevede la cessione dei ducati francesi di Maine e Angiò al padre di Margherita. Rimasto con gli altri nobili, Gloucester li ammonisce paventando le nefaste conseguenze che l’accordo matrimoniale sortirà per l’Inghilterra. Il cardinal Beaufort contraddice l’opinione di Gloucester e, dopo che questi è uscito, rivela i suoi piani per sbarazzarsi del 11
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protettore, coinvolgendo anche la regina e Suffolk. Rimasto solo in scena, York rivela a sua volta la propria ambizione di ottenere la corona, cui ritiene di avere legittimo diritto (I, 1). A casa di Gloucester, la duchessa sua moglie lo istiga ad aspirare alla corona ma viene aspramente redarguita. Poi si accorda con il prete John Hume perché il mago Bolingbroke e la strega Jordan compiano un rito magico. Hume però è al servizio di Beaufort e Suffolk, e organizza l’evento allo scopo di screditare la duchessa e far cadere Gloucester (I, 2). Davanti al palazzo reale si accalcano alcuni popolani allo scopo di ottenere giustizia da parte del protettore del regno. Tra le varie richieste, un apprendista denuncia l’armaiolo per cui lavora, il quale avrebbe affermato che il duca di York è il legittimo sovrano. Suffolk ordina di arrestare l’uomo e il suo padrone per chiarire la vicenda. Margherita, intanto, si lamenta con Suffolk del re, debole e intento alle pratiche religiose, e Suffolk le rivela il complotto che ha organizzato per rovinare la duchessa e il duca di Gloucester. Entrato in scena, il re stabilisce che la verità sulle testimonianze dell’apprendista e dell’armaiolo sarà appurata con un “giudizio di Dio” (I, 3). Nella casa di Gloucester, in presenza della duchessa, viene evocato lo spirito infernale Asnath, che compare rispondendo in modo ambiguo alle domande che gli vengono poste riguardanti il destino del re, di Suffolk e del duca di Somerset. Irrompono nella casa il duca di York e altri che arrestano tutti i presenti (I, 4). Durante una battuta di caccia a Saint Albans si acuiscono i contrasti che dividono Gloucester dalla regina, da Suffolk e soprattutto da Beaufort, che lo sfida a duello. Giunge intanto un rumoroso corteo di cittadini che inneggiano per un miracolo appena avvenuto in città, ma Gloucester smaschera ben presto il finto miracolato. Arriva anche la notizia dell’arresto delle persone coinvolte nel rito magico, tra cui la duchessa di Gloucester; il marito ne resta sconvolto (II, 1). Il duca di York invita a cena Salisbury e Warwick ricostruendo le vicende genealogiche della dinastia dei Plantageneto per dimostrare la propria legittima rivendicazione della corona rispetto ai Lancaster. I due nobili, convinti, promettono il loro sostegno a York (II, 2). Il re condanna a morte tutte le persone coinvolte nel rito magico; la duchessa sarà pubblicamente umiliata e poi esiliata. Gloucester è costretto dalla regina a rinunciare al proprio ruolo di protettore. Entrano poi l’armaiolo e l’apprendista per il duello: l’armaiolo ubriaco viene sconfitto dall’apprendista e in punto di morte confessa di essere colpevole (II, 3). Per le strade di Londra viene 12
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fatta sfilare con disonore la duchessa di Gloucester, che ammonisce il marito perché stia in guardia contro i suoi molti nemici (II, 4). A Bury St. Edmunds, dove è stato convocato il Parlamento, la regina Margherita, insieme a Suffolk, Beaufort, York e Buckingham muovono false accuse contro Gloucester, che viene arrestato anche se re Enrico è convinto che riuscirà a scagionarsi. Rimasti soli, i nobili che hanno ordito il complotto decidono di uccidere Gloucester per evitare che il favore popolare e di re Enrico portino alla sua liberazione. Un corriere informa, intanto, di una ribellione scoppiata in Irlanda e si decide di inviare il duca di York con delle truppe per soffocarla. Rimasto solo, York rivela nuovamente la propria ambizione di ottenere la corona. Mentre sarà in Irlanda a combattere i ribelli, egli organizzerà una sedizione a partire dal Kent ricorrendo a un popolano, Jack Cade (III, 2). Due sicari assoldati da Suffolk uccidono Gloucester nel suo letto e poi fuggono. Entra la corte e viene comunicato a tutti che Gloucester è stato trovato morto nel suo letto. Enrico sviene e ripresosi accusa velatamente Suffolk, difeso dalla regina Margherita. Warwick esamina il cadavere, dimostra che la sua morte non è stata naturale e ne attribuisce la responsabilità in primo luogo a Suffolk e Beaufort. Quest’ultimo esce sconvolto. Suffolk sfida a duello Warwick mentre il popolo in subbuglio chiede a gran voce la sua testa. Enrico decide allora di bandire Suffolk, ritenendolo ormai un pericolo per il regno. Rimasti soli, Suffolk e Margherita affranti si accommiatano, mentre un messaggero informa che Beaufort è in preda alla follia e ormai in fin di vita (III, 2). Re Enrico, accompagnato da Warwick e Salisbury, va al capezzale del cardinale Beaufort, che vaneggia credendo di vedere lo spettro di Gloucester e poi muore (III, 3). La scena si sposta in mare, dove una nave pirata cattura il vascello sul quale si trova Suffolk. Quest’ultimo viene concesso come bottino per un eventuale riscatto a un pirata il cui nome evoca in Suffolk la profezia secondo la quale egli sarebbe morto in mare. Suffolk dimostra di essere un nobile e chiede con insolenza di essere liberato, ma il pirata lo uccide (IV, 1). Nel Kent è insorto un gruppo di ribelli guidati da Jack Cade, che si proclama erede dei Mortimer e rivendica la corona. I ribelli uccidono uno scrivano, reo di saper leggere e scrivere, e rifiutano di arrendersi al re come intimato loro da Lord Stafford e suo fratello (IV, 2). Durante lo scontro che segue gli Stafford vengono uccisi e i ribelli marciano verso Londra (IV, 3). Nel palazzo reale, l’inconsolabile regina Margherita piange la morte di Suf13
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folk, mentre a Enrico viene chiesto di prendere delle misure contro i ribelli che sono giunti a Southwark. Il re decide di ritirarsi al castello di Kenilworth (IV, 4). Vengono date disposizioni per la difesa della Torre di Londra (IV, 5), mentre Jack Cade si prepara ad affrontare il piccolo esercito di truppe regolari che è stato allestito per sopprimere la rivolta (IV, 6). I ribelli sono ancora una volta vittoriosi e si danno a saccheggi e violenze. Entrano Buckingham e Clifford che invitano i ribelli ad arrendersi, abbandonare Cade e ottenere il perdono del re. I ribelli, titubanti, decidono infine di lasciare Cade, che fugge (IV, 7). Buckingham giunge al castello di Kenilworth con i ribelli che chiedono e ottengono il perdono del re. Un messaggero porta la notizia che il duca di York è tornato dall’Irlanda con un possente esercito e minaccia di attaccare se Somerset non sarà dichiarato traditore. Il re decide allora di mandare quest’ultimo nella Torre ma senza imprigionarlo veramente, finché York non abbia congedato il suo esercito (IV, 8). Jack Cade, sfinito per la fame e l’inseguimento di cui è stato vittima, entra illegalmente nella tenuta di un piccolo possidente del Kent, Alexander Iden. Scoperto, prova a combattere con il proprietario ma viene ucciso (IV, 9). Alla presenza del re giunge Iden che presenta la testa di Cade e ottiene una ricompensa e il titolo di cavaliere. Arriva poi il duca di York che, vedendo Somerset non imprigionato, si adira e rivela apertamente la propria inimicizia nei confronti del re, che dichiara incapace e illegittimo. Il conflitto è ormai inevitabile tra York e i suoi figli, sostenuti da Salisbury e Warwick, e il re, sostenuto, tra gli altri, dai due Clifford (V, 1). Durante i combattimenti della prima battaglia di Saint Albans, Riccardo, figlio del duca di York, uccide Somerset in circostanze che confermano la profezia dello spirito all’inizio del dramma (V, 2). York e Clifford combattono e quest’ultimo viene ucciso. Il figlio, vistolo morto, giura odio e vendetta (V, 3). Data l’imminente sconfitta, la regina Margherita e il giovane Clifford spingono il re a mettersi in salvo nella speranza di poter riorganizzare l’esercito (V, 4). York celebra la vittoria lodando il valore dei figli e del suo alleato Salisbury e, insieme a Warwick, decide di inseguire i nemici per non dare loro tregua (V, 5). Problematica e prospettiva critica Tradizionalmente considerati testi patriottici per celebrare la dinastia Tudor, scritti da uno Shakespeare fondamentalmente conservatore e auto14
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investitosi di una missione didascalica per denunciare i mali della guerra civile, i drammi storici sono stati oggetto di rinnovato interesse nel XX secolo, in particolare da quegli studiosi che li hanno letti in chiave liberalnazionale investendoli di una coerente funzione morale e intellettuale. Partendo dall’idea che nel periodo elisabettiano prevalesse la fiducia nell’ordine naturale, questo tipo di critica storicista nasceva dalla disperata ricerca di un modello di stabilità in un periodo storico in cui essa sembrava irrimediabilmente compromessa. Così, gli studi di E. M. W. Tillyard (1944), L. B. Campbell (1947) o A. S. Cairncross (1957) proponevano un’interpretazione delle histories come una categoria immaginativa coerente, una sorta di sequenza epica provvidenzialistica basata su un modello tripartito (violazione dell’ordine-caos-restauro dell’ordine) che intratteneva, celebrava i grandi del passato e forniva una lezione morale per il presente. Non a caso Tillyard considerava le tre parti dell’Enrico VI come un tutt’uno, a sua volta legato al successivo Riccardo III e all’altra “tetralogia” per formare una sequenza sapientemente creata per inserire l’assurdità e incomprensibilità della guerra civile all’interno di un quadro “cosmico” di corrispondenze gerarchiche universali tra il linguaggio letterario, la rappresentazione scenica e il pensiero ortodosso. Se il tentativo storicista era in fondo quello di concentrarsi su alcuni personaggi e momenti emblematici e usare la storia come exemplum per il presente, l’indisciplina del testo e la sua libertà nell’uso delle fonti rivelano la volontà di offrire allo spettatore-lettore una visione della storia più articolata, caratterizzata da ambizioni, vendette e passioni i cui effetti esiziali investono tutta la società, a cominciare dalle classi inferiori. Non a caso Paola Pugliatti (1996) vede in Shakespeare uno storico maturo, ed è indubbiamente possibile cercare di ricostruire le intenzioni del drammaturgo proprio laddove egli si distacca dalle fonti, o le integra in modo autonomo aggiungendo situazioni e personaggi. In effetti, la creazione di drammi storici da parte di Shakespeare riflette anche la volontà di contribuire a un genere ancora in via di definizione e che suscitava un crescente interesse nella società dell’epoca. Episodi come l’evocazione dello spirito in I, 4, il finto miracolo in II, 1, la rivolta popolare nell’atto IV potevano essere storicamente inaccurati (o addirittura mai avvenuti), ma avevano la capacità di imprimersi fortemente nelle menti degli spettatori e spiegare in modo molto più efficace motivazioni, dinamiche, implicazioni dell’agire umano presentandosi come 15
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fatti storici a tutti gli effetti. L’adattamento e stravolgimento delle fonti, la compattazione o l’ellissi degli eventi, l’inserimento di episodi inventati ma plausibili, la varietà dei modi di riferirsi al passato, ora in modo cronachistico ora in modo romanzesco (come ha evidenziato Dominique Goy-Blanquet, 2003), lasciano insomma intravedere un testo che rivendica non solo la libertà di organizzare i materiali storici per una maggiore efficacia scenica, ma anche la propria capacità di interpretare una realtà sempre più complessa attraverso i mezzi che gli erano propri. Non a caso molti studi hanno messo in luce l’estrema complessità della storia elisabettiana, tanto che Graham Holderness (1992) ha parlato di un “mito” Lancaster e di un “mito” York che vengono sviluppati in parallelo al più ufficiale “mito” Tudor e che rendono assai più articolata la visione della storia presentata nel dramma. Barbara Hodgdon (1991) ha addirittura ipotizzato che le differenze tra il sanguigno testo della Contention (Q) e la versione più moderata inserita nel Folio riflettano ripensamenti ideologici da parte dell’autore o dovuti a opportunità politiche. L’analisi storica è dunque condotta su più piani e registri diversi, mescolando fin dall’inizio ironia e senso dell’inevitabile tragedia incombente, in cui, come ha suggerito Phyllis Rackin (1990), la cancellazione del passato e delle conquiste territoriali di Enrico V minano la base stessa della legittimità del potere regale. Tragicamente ironica è la figura che più incarna l’idea di continuità col passato, quella del duca di Gloucester, politico navigato in grado di valutare gli scenari internazionali ma incapace di rendersi conto della cospirazione tramata ai suoi danni, che finisce per soccombere per mano di coloro che della storia fanno un uso più spregiudicato (III, 1). Eppure anche per il cardinale Beaufort, o per il duca di Suffolk e per la regina Margherita, la convinzione di poter controllare gli eventi e guidare la storia a piacimento si dimostrerà tragicamente errata, dando l’avvio a una lotta senza quartiere e senza vincitori. In questo universo politico, tuttavia, non paga neppure la disposizione opposta, quella della debolezza e dell’ingenuità incarnata da re Enrico. Inadatto al comando e incapace di prevenire o punire il tradimento, egli è convinto che la giustizia trionferà (come nel caso dell’ordalia di II, 3, ma soprattutto, e con tragiche conseguenze, nel caso delle accuse mosse al duca di Gloucester, accettate quasi con rassegnazione in III, 1). Le sue parole e le sue azioni sono sempre caratterizzate da una forte componente idealistica che rende più evidente il contrasto con il machiavel16
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lico mondo del potere: gli echi evangelici che spesso inframmezzano i suoi discorsi stridono rispetto a quelli degli altri personaggi (esemplari al proposito le parole del cardinale in I, 1, 182 e segg.), così come l’entusiasmo con cui Enrico accoglie la notizia del presunto miracolo (e la conclusione dell’episodio enfatizza icasticamente la diversità d’indole e la lontananza spirituale fra il re e Margherita, II, 1, 154-5). Enrico, insomma, mantiene il proprio ruolo di monarca che viene però progressivamente svuotato di significato e simbolicamente usurpato da vari personaggi. Il duca di York reclama esplicitamente la corona, ma di fatto ognuno si arroga il diritto di esercitare il potere, dal duca di Gloucester che amministra la giustizia a Suffolk che tratta i sottoposti con insolenza, da Margherita che guiderà l’esercito a Somerset e Clifford che dichiarano in arresto i loro nemici nel nome del re, fino ai capovolgimenti parodici della monarchia incarnati nell’atto IV dai pirati e soprattutto da Jack Cade. Il re non all’altezza della propria responsabilità di governo viene insomma ripetutamente esautorato anche simbolicamente e, come dimostrerà anche il successivo 3 Enrico VI, il suo ruolo istituzionale si trasforma di fatto in un ruolo teatrale, interpretabile con maggiore o minore successo da attori diversi. Alla perdita di ruolo del re corrisponde anche la perdita delle sue prerogative maschili: fin dalla sua prima apparizione nelle strade londinesi (I, 3), Margherita viene mostrata come donna volitiva e mascolina tanto quanto il marito appare debole e rinunciatario. Infedele e spregiudicata, ella presenta caratteristiche da Amazzone esibite in tutta la loro ambivalenza, come già Marilyn French (1981) sottolineava. Anche il duca di Gloucester, come Enrico, appare succube della moglie che, pur contraddistinta dalla sua inclinazione verso le scienze occulte, è spinta dall’ambizione personale e dall’impazienza nei confronti dell’inerzia del marito. Pur presentate come acerrime nemiche (in questo il dramma propone uno dei tanti anacronismi, visto che Margherita arrivò in Inghilterra solo quattro anni dopo la caduta della duchessa), le due donne costrette a vivere in un universo prettamente maschile sono funzionali a mettere in luce i legami che accomunano il disordine a livello politico e a livello di genere sessuale, come hanno sostenuto Jean Howard e Phyllis Rackin (1997), contribuendo con le loro scelte personali alla rovina dei loro mariti e dello stato. Il senso di generale disordine e di perdita di autorità evocato in 2 Enrico VI è sempre stato sottolineato dai critici: il classico studio di R. S. Ber17
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man (1962) si concentrava, per esempio, sulla distruzione delle relazioni tra padri e figli, re e sudditi in concomitanza con la debolezza della monarchia. In effetti, rispetto alla prima e alla terza parte, assai più limitate sono le scene di battaglia, mentre uno spazio maggiore occupano le dinamiche politiche che portano alla progressiva frantumazione dello stato. L’iniziale appello di Gloucester ai nobili perché si ricompattino nel ricordo delle vittorie ottenute sul suolo francese resta inascoltato e, a livello scenico, perfettamente reso dal fatto che, uno dopo l’altro, gli aristocratici abbandonano la scena, ormai intenti a perseguire le proprie finalità individuali. Esemplare, anche se tragicamente ironico, il fatto che il senso di unità nazionale sia avvertito proprio da quei popolani in rivolta che apparentemente sembrano metterlo a repentaglio (IV, 7). Non stupisce che, in questo quadro, anche i giuramenti di fedeltà al sovrano diventino vuote parole, affiliazioni temporanee e sempre revocabili, perfino in un nobile “all’antica” come Salisbury (V, 1). I nobili vengono mostrati nei loro aspetti più feroci e arroganti, ma anche in momenti di inaspettata debolezza: Gloucester ribadisce la superiorità della giustizia che ha amministrato nella sua veste di protettore del regno ma deve assistere impotente all’umiliazione della moglie, sottovalutandone gli avvertimenti (II, 4); York aspira al trono ma è quanto mai vulnerabile a causa della denuncia di un umile apprendista (I, 3 e II, 3); il cardinale Beaufort, novello Caifa che freddamente ritiene vantaggioso che Gloucester muoia a vantaggio di tutti (III, 1, 235) e ne commenta cinicamente la morte (III, 2, 31), muore orribilmente ossessionato dal rimorso; Suffolk viene sempre mostrato nella sua arroganza ma è spaventato dai pirati e la sua immodestia lo spinge a paragonarsi a Cicerone, Cesare, Pompeo proprio quando il testo ne mostra la morte ingloriosa (IV, 1); la regina Margherita, sempre decisa e sicura di sé, vaga per il palcoscenico con la testa di Suffolk mozzata in mano (IV, 4). Al contrario, i personaggi secondari, si rivelano molto più legati al senso dell’onore: Whitmore, pur essendo un pirata, non accetta il riscatto da Suffolk e, come un gentiluomo, si sente vincolato al codice d’onore per cui deve vendicare la perdita del proprio occhio (IV, 1). Questo però non introduce alcuna dinamica consolatoria o positiva, né alcun premio o promozione sociale per i “virtuosi”: Pietro, l’apprendista che denuncia il padrone, riesce a sopravvivere al “giudizio di Dio” solo perché l’avversario è ubriaco (I, 3). L’unico che trae un beneficio è Alexander Iden, il pic18
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colo proprietario del Kent che uccide Jack Cade (IV, 9), ma la sua azione non ha nulla di meritorio: il duello tra i due è impari a causa del digiuno che ha indebolito Cade ma, soprattutto, non ha alcuna motivazione civica (la volontà di proteggere la società da un pericoloso fuorilegge), solo la tutela della proprietà privata. Anche la legge e la giustizia, insomma, sono aleatorie o al servizio degli interessi personali. In una tale congiuntura, in cui valori, gerarchie, senso del bene comune si disintegrano, la rivolta guidata da Jack Cade non fa che ratificare in maniera eclatante un tracollo sociale ormai imminente. La portata di questa ribellione, tuttavia, è assai più ampia e, non a caso, su di essa si sono concentrate le attenzioni di numerosi studiosi. Secondo Annabel Patterson (1989) essa affonda le sue radici nella tradizione culturale di proteste popolari a Londra durante l’epoca elisabettiana, che Shakespeare avrebbe “mascherato” in chiave storica facendo riferimento alle rivolte del 1450 nel Kent ma anche alla rivolta dei contadini del 1381. Thomas Cartelli (2003) e Chris Fitter (2012) hanno addirittura interpretato le vicende dell’atto IV come rappresentazione di un vero e proprio conflitto di classe incentrato sulla resistenza delle classi inferiori (i pirati, i ribelli) agli abusi delle classi più elevate, attribuendo quindi a Shakespeare delle posizioni politiche radicali che già Michael Hattaway (1988) aveva evidenziato. Indubbiamente, l’entrata in scena di Cade ha un effetto dirompente a tutti i livelli, producendo una carnevalizzazione del potere e delle gerarchie, di fatto decostruendo quelle stesse categorie sulle quali il dramma riflette in modo problematico: se le discendenze familiari acquistano un’importanza sempre più grande nel plasmare le sorti dei singoli e i destini della nazione, Cade ne dimostra la fatuità creandosi il proprio lignaggio e semplicemente autoinvestendosi cavaliere (IV, 2), il tutto senza sottrarsi all’ironia dei suoi seguaci. E se i nobili sono impegnati a tessere segretamente i loro complotti ai danni di un avversario o dell’altro, Cade proclama apertamente le proprie leggi con lo stesso arbitrio e lo stesso disinteresse per le conseguenze future che il dramma ha mostrato essere ormai assurti a regola universale. Nel mondo alla rovescia vagheggiato da Cade si mangia e beve sregolatamente, vige la comunanza dei beni (IV, 2, 65-70) e sono abolite le distinzioni di ceto (IV, 2, 183), ma anch’esso ha i suoi lati oscuri. Già la descrizione del duca di York (che paragona Cade a “un porcospino irto 19
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di aculei”, a “un ballerino di moresca” e a un “demonio”, III, 1) ne sottolinea la componente bestiale e demoniaca che sarà confermata dalle sue azioni successive, fatte di cieco oscurantismo (l’uccisione dello scrivano di Chatham solo perché istruito in IV, 2), violenza gratuita (il soldato ucciso solo perché chiama Cade con il suo nome in IV, 6), ratificazione del sopruso (il macellaio violenta la moglie del sergente ma è quest’ultimo a essere punito in IV, 7), atroce crudeltà (l’omicidio di lord Saye e del cognato, le cui teste mozzate vengono macabramente sbeffeggiate e fatte baciare per le strade in IV, 7). Il fatto che i ribelli si abbandonino a tali eccessi incontrollabili ha indotto alcuni studiosi a leggere in chiave negativa la loro rappresentazione scenica, vedendovi le difficoltà di rappresentare le insurrezioni popolari nella loro instabilità ideologica (Greenblatt, 1983), la inevitabile riproposizione dei pregiudizi aristocratici verso le classi inferiori (Rackin, 1990), addirittura la volontà di Shakespeare di rompere il tradizionale legame del teatro con le sue radici popolari (Helgerson, 1992). A ciò si deve aggiungere il fatto che quella guidata da Cade non è l’autentica rivolta di un popolo che si solleva per legittimi motivi, ma il frutto eterodiretto dell’ennesima macchinazione politica di un nobile, aspetto che rende la vicenda e la sua interpretazione assai più ambigua dal punto di vista ideologico. Al di là del dibattito per decidere se l’autore di queste scene fosse populista o antipopulista, protocomunista o reazionario, resta comunque la forza sovversiva della commistione tragicomica che caratterizza l’atto IV: le esigenze materiali dei popolani non sono così distanti da quelle dei nobili; le loro fantasie di potere non differiscono da quelle di chi si arroga qualsiasi diritto; la dissacrante e farsesca appropriazione della regalità di Cade ha la medesima qualità della piccata rivendicazione dinastica del duca di York; la folla, nella sua eterogeneità e incostanza, riflette l’inaffidabilità dei ceti sociali superiori. La rivolta guidata da Cade ha anche evidenti ripercussioni epistemologiche, rafforzando quella instabilità dei segni che fin dall’inizio appare incontrollabile: i segnali divini che Enrico crede di discernere nel presunto miracolo sono falsi (II, 1), così come l’esito dell’ordalia tra l’armaiolo e il suo aiutante ha ben poco a che vedere con il giudizio di Dio (II, 3). Neppure l’esperto duca di Gloucester sa decifrare le macchinazioni dei suoi nemici, nonostante siano prevedibili e lui stesso sia messo in guardia dalla moglie (II, 4). Questa generale precarietà investe, naturalmente, il 20
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linguaggio a ogni livello. Il dramma si apre all’insegna della più alta formalità, che appare ben presto in tutta la sua vacuità e fragilità, mentre il prestigio che, come ha notato Roger Chartier (2006), viene attribuito alla voce rispetto alle norme scritte, mette in discussione l’idea stessa di autorità etica, politica, giuridica: non a caso Cade afferma che “La mia bocca sarà il Parlamento d’Inghilterra” (IV, 7). La prosa usata dai personaggi del popolo (un linguaggio basso e concreto da festa popolare, come messo in luce da François Laroque, 1991) rafforza la presenza della vena comica che fa da contraltare alla prassi dell’insulto e dello screditamento dell’avversario che domina nei colloqui dei nobili. In entrambi i casi, però, al linguaggio è sempre più preclusa la possibilità di essere usato come strumento affidabile di indagine del mondo. La menzogna impera (come nel presunto sogno fatto dal cardinale in III, 2, 31), le Scritture citate così spesso da Enrico non veicolano più verità indiscutibili, la verità trapela solo in modo indiretto e ambiguo sotto forma di profezia nel sibillino messaggio dello spirito demoniaco (I, 4). La fortuna sulle scene e sullo schermo In base alle testimonianze dirette e indirette, sembra che il dramma abbia riscosso un notevole successo di pubblico, come confermato anche dagli stessi testi shakespeariani, sebbene si tratti chiaramente di un giudizio di parte: il frontespizio di Q3 (1619) ricorda che l’opera fu “in più occasioni messa in scena dai servitori dell’onorevolissimo conte di Pembroke”, e anche il Coro finale di Enrico V allude alle vicende del regno di Enrico VI che “molte volte il nostro palco ha messo in scena.” (Epilogo, v. 13). Poco si sa delle messe in scena successive, anche perché nei secoli la trilogia di Enrico VI è stata quasi sempre allestita come spettacolo unico nel quale venivano fatte confluire alcune parti scelte dei tre drammi: ancora nel 2016 la serie televisiva The Hollow Crown prodotta dalla BBC ha unito parti di 2 Enrico VI e 3 Enrico VI. Si ha notizia di una messa in scena del dramma nella sua interezza al teatro della corte di Weimar (Germania) nel 1864, mentre in Gran Bretagna solo nel 1906 le tre opere furono presentate come rappresentazioni a sé (pur con alcuni tagli, data la loro lunghezza) nell’ambito della “Settimana dei re” proposta da Frank Benson allo Shakespeare Memorial Theatre di Straford-uponAvon. Dovette passare un’altra cinquantina d’anni prima che i drammi 21
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fossero di nuovo presentati come parte integrante dell’intera trilogia al Birmingham Repertory Theatre da Barry Jackson e Douglas Beale (1953). Particolarmente importanti sono stati anche gli allestimenti del Royal Shakespeare Theatre – The Wars of the Roses, diretto da Peter Hall e John Barton nel 1963 con David Warner (Enrico VI) e Peggy Ashcroft (regina Margherita) e Henry VI (1977) diretto da Terry Hands con Alan Howard e Helen Mirren come protagonisti – che insieme a Il gioco dei potenti, allestito al Piccolo di Milano da Giorgio Strehler nel 1965, hanno riportato d’attualità la trilogia e hanno favorito un suo regolare inserimento nel cartellone delle stagioni teatrali successive. Alla fine del XX secolo, le rappresentazioni sono spesso state inserite in veri e propri cicli (come The Plantagenets del 1988 diretto da Adrian Noble o This England del 2000-2001 diretta da Michael Boyd entrambe per il Royal Shakespeare Theatre). L’opera è stata messa in scena molte volte anche con eccessi di attualizzazione: emblematica The Wars of the Roses di Michael Bogdanov per l’English Shakespeare Company (1987), di cui esiste anche una versione videoregistrata nello stesso anno. Per una panoramica più completa si rimanda al volume di Robert Shaughnessy (1994) e a quello di Stuart Hampton-Reeves e Carol Chillington Rutter (2006). L’edizione tascabile Oxford curata da Roger Warren (2001) offre un dettagliato resoconto delle rappresentazioni moderne, riportando anche nelle note di commento riferimenti alle varie messe in scena. Le trasposizioni per lo schermo prodotte dalla BBC non sono state molto numerose e, come le rappresentazioni teatrali, inseriscono i singoli drammi nel più ampio contesto della Guerra delle Rose o della dinastia Plantageneto. An Age of Kings di Michael Hayes (1960) adatta gli otto drammi storici shakespeariani, che coprono gli anni 1399-1485, presentandoli in una serie di quindici episodi, mentre The Wars of the Roses di Michael Bakenwell (1965) è la versione televisiva dell’omonimo adattamento di Peter Hall e John Barton, girata sullo stesso palcoscenico con i medesimi costumi degli spettacoli dal vivo. La immaginosa e spettacolare versione televisiva realizzata nell’ambito del progetto BBC Television Shakespeare è stata diretta da Jane Howell (1983). DANIELE BORGOGNI
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THE FIRST PART OF THE CONTENTION OF THE TWO FAMOUS HOUSES OF YORK AND LANCASTER (2 HENRY VI) THE PERSONS OF THE PLAY Of the King’s Party KING HENRY VI QUEEN MARGARET William de la Pole, Marquis, later Duke, of SUFFOLK, the Queen’s lover Duke Humphrey of GLOUCESTER, the Lord Protector, the King’s uncle Dame Eleanor Cobham, the DUCHESS of Gloucester CARDINAL BEAUFORT, Bishop of Winchester, Gloucester’s uncle and the King’s great-uncle Duke of BUCKINGHAM Duke of SOMERSET Old Lord CLIFFORD YOUNG CLIFFORD, his son Of the Duke of York’s Party Duke of YORK EDWARD, Earl of March his sons Crookback RICHARD Earl of SALISBURY Earl of WARWICK, his son
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The petitions and the combat Two or three PETITIONERS Thomas HORNER, an armourer PETER Thump, his man Three NEIGHBOURS, who drink to Horner Three PRENTICES, who drink to Peter
Eleanor’s penance Gloucester’s SERVANTS Two SHERIFFS of London Sir John STANLEY HERALD The murder of Gloucester Two MURDERERS COMMONS The murder of Suffolk CAPTAIN of a ship MASTER of that ship The Master’s MATE Walter WHITMORE Two GENTLEMEN The Cade Rebellion Jack CADE, a Kentishman suborned by the Duke of York Dick the BUTCHER Smith the WEAVER Cade’s followers A Sawyer JOHN REBELS Emmanuel, the CLERK of Chatham Sir Humphrey STAFFORD Those who STAFFORD’S BROTHER die at the Lord SAYE rebels’ hands Lord SCALES Matthew Gough A SERGEANT Three or four CITIZENS of London Alexander IDEN, an esquire of Kent, who kills Cade
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LA PRIMA PARTE DELLA CONTESA TRA LE DUE FAMOSE CASATE DI YORK E LANCASTER (2 ENRICO VI) PERSONAGGI Sostenitori del re
La punizione di Eleonora
RE ENRICO VI REGINA MARGHERITA William de la Pole, marchese, poi duca di SUFFOLK, amante della regina Duca Humphrey di GLOUCESTER, lord protettore, zio del re Madama Eleonora Cobham, DUCHESSA di Gloucester CARDINAL BEAUFORT, vescovo di Winchester, zio di Gloucester e prozio del re Duca di BUCKINGHAM Duca di SOMERSET Il vecchio lord CLIFFORD Il GIOVANE CLIFFORD, suo figlio Sostenitori del duca di York Duca di YORK EDOARDO, conte di March suoi figli RICCARDO il gobbo Conte di SALISBURY Conte di WARWICK, suo figlio
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I postulanti e il duello Due o tre POSTULANTI Thomas HORNER, un armaiolo PIETRO Botta, suo dipendente Tre VICINI che brindano a Horner Tre APPRENDISTI che brindano a Pietro
SERVI di Gloucester Due SCERIFFI di Londra Sir John STANLEY ARALDO L’assassinio di Gloucester Due SICARI CITTADINI L’assassinio di Suffolk CAPITANO di una nave COMANDANTE della nave SECONDO del comandante Walter WHITMORE Due GENTILUOMINI La ribellione di Cade Jack CADE, uomo del Kent, subornato dal duca di York Dick il MACELLAIO Smith il TESSITORE seguaci Un taglialegna di Cade JOHN Alcuni RIBELLI Emanuele, lo SCRIVANO di Chatham Sir Humphrey STAFFORD uccisi FRATELLO di STAFFORD dai Lord SAYE ribelli Lord SCALES Matthew Gough Un SERGENTE Tre o quattro CITTADINI di Londra Alexander IDEN, possidente del Kent che uccide Cade
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The conjuration
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Sir John HUME priests John SOUTHWELL Margery Jordan, a WITCH Roger BOLINGBROKE, a conjurer ASNATH, a spirit
Others VAUX, a messenger A POST MESSENGERS A SOLDIER Attendants, guards, servants, soldiers, falconers
The false miracle Simon SIMPCOX SIMPCOX’S WIFE The MAYOR of Saint Albans Aldermen of Saint Albans A BEADLE of Saint Albans Townsmen of Saint Albans
SIGLE Il testo di riferimento di 2 Enrico VI è quello dell’in-folio del 1623 (F), ma in diversi casi l’edizione Oxford opta per il testo del 1594 (Q1). Si segnalano qui di seguito le varianti principali che interessano la traduzione, trascurando le irrilevanti modifiche presenti nelle successive ristampe, ciò che può ritenersi errore evidente o svista di composizione, nonché le varie didascalie di regia (più volte rivedute) e le indicazioni di carattere puramente esplicativo inserite nell’edizione Oxford. Le varianti di maggiore interesse dal punto di vista interpretativo sono segnalate nelle note di commento. Il Textual Companion riporta anche le varianti di Q rigettate e l’elenco completo delle didascalie contenute in F.
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L’evocazione demoniaca
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Sir John HUME preti John SOUTHWELL Margery Jordan, una STREGA Roger BOLINGBROKE, un mago ASNATH, uno spirito
Altri VAUX, messaggero Un CORRIERE MESSAGGERI Un SOLDATO Persone del seguito, guardie, servi, soldati, falconieri
Il finto miracolo Simon SIMPCOX MOGLIE DI SIMPCOX Il SINDACO di Saint Albans I consiglieri di Saint Albans Un UFFICIALE di Saint Albans Cittadini di Saint Albans
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
1.1
Flourish of trumpets, then hautboys. Enter, at one door, King Henry and Humphrey Duke of Gloucester, the Duke of Somerset, the Duke of Buckingham, Cardinal Beaufort, [and others]. Enter, at the other door, the Duke of York, and the Marquis of Suffolk, and Queen Margaret, and the Earls of Salisbury and Warwick
SUFFOLK (kneeling before King Henry)
As by your high imperial majesty I had in charge at my depart for France, As Procurator to your excellence, To marry Princess Margaret for your grace, So, in the famous ancient city Tours, In presence of the Kings of France and Sicil, The Dukes of Orléans, Calaber, Bretagne, and Alençon, Seven earls, twelve barons, and twenty reverend bishops,1 I have performed my task and was espoused, And humbly now upon my bended knee, In sight of England and her lordly peers, Deliver up my title in the Queen To your most gracious hands, that are the substance Of that great shadow I did represent — The happiest gift that ever marquis gave, The fairest queen that ever king received.
5
10
15
KING HENRY
Suffolk, arise. Welcome, Queen Margaret. I can express no kinder sign of love Than this kind kiss. He kisses her O Lord that lends me life, Lend me a heart replete with thankfulness!
20
8. Twenty reverend bishops: then the reverend bishops (Q1 e Q2) = e poi i reverendi vescovi. 30
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
I, 1
Squilli di trombe, poi di oboe. Entrano, da una parte, re Enrico e Humphrey duca di Gloucester, il duca di Somerset, il duca di Buckingham, il cardinal Beaufort, [e altri]; dall’altra, il duca di York e il marchese di Suffolk, la regina Margherita, e i conti di Salisbury e Warwick1
SUFFOLK 2 (inchinandosi davanti a re Enrico)
Per l’incarico ricevuto dalla vostra imperiale maestà quando partii per la Francia, in qualità di procuratore di vostra eccellenza, di sposare a vostra grazia la principessa Margherita, così, nell’antica e famosa città di Tours, alla presenza dei re di Francia e di Sicilia, dei duchi d’Orléans, Calabria, Bretagna e Alençon, di sette conti, dodici baroni, e venti reverendi vescovi, ho adempiuto al mio incarico nuziale, e ora umilmente, in ginocchio, dinanzi all’Inghilterra e ai suoi nobili pari, rassegno i miei diritti sulla regina nelle eccellentissime mani di voi, sostanza della grande ombra che ho rappresentato – il più felice dono che mai marchese offrì, la più bella regina che mai sovrano accolse3. RE ENRICO4
Alzati, Suffolk. Benvenuta, regina Margherita. Non posso esprimere il mio amore in modo più affettuoso che con questo affettuoso bacio. La bacia O Dio che mi doni la vita, donami un cuore pieno di riconoscenza!
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
For thou hast given me in this beauteous face A world of earthly blessings to my soul, If sympathy of love unite our thoughts. QUEEN MARGARET
Th’excess of love I bear unto your grace Forbids me to be lavish of my tongue2 Lest I should speak more than beseems a woman. Let this suffice: my bliss is in your liking, And naught can make poor Margaret miserable Unless the frown of mighty England’s King.
25
KING HENRY
Her sight did ravish, but her grace in speech, Her words yclad with wisdom’s majesty, Makes me from wond’ring fall to weeping joys, Such is the fullness of my heart’s content. Lords, with one cheerful voice, welcome my love. LORDS (kneeling) Long live Queen Margaret, England’s happiness. QUEEN MARGARET We thank you all.
30
35
Flourish. [They all rise] SUFFOLK (to Gloucester)
My Lord Protector, so it please your grace, Here are the articles of contracted peace Between our sovereign and the French King Charles, For eighteen months concluded by consent. GLOUCESTER (reads) Imprimis: it is agreed between the French King Charles and William de la Pole, Marquis of Suffolk, ambassador for Henry, King of England, that the said Henry shall espouse the Lady Margaret, daughter unto René, King of Naples, Sicilia, and3 Jerusalem, and crown her Queen of England, ere the thirtieth of May next ensuing.
40
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25. Lavish of my tongue: non in F. 45. René: Reigner (F), Raynard (Q1). 32
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
Perché in questo bel viso tu hai dato all’anima mia un mondo di benedizioni terrene, se un reciproco amore unirà i nostri pensieri. REGINA MARGHERITA 5
L’eccesso d’amore che porto a vostra grazia mi vieta d’esser prodiga con la lingua, per non parlare più di quanto a donna si convenga. Dico solo questo: la mia felicità sta nel piacere a voi e nulla può rendere infelice la povera Margherita salvo la disapprovazione del potente re d’Inghilterra6. RE ENRICO
La sua vista mi ha rapito, ma la grazia del suo parlare, le parole ammantate di regale saggezza, mi fanno passare dalla meraviglia alle lacrime di gioia, tanto il mio cuore è ricolmo di gaudio. Voi nobili, accogliete il mio amore con unanime lieto saluto. NOBILI (inginocchiandosi) Viva la regina Margherita, gioia dell’Inghilterra. REGINA MARGHERITA
Vi ringraziamo tutti. Squilli di trombe [Tutti si rialzano] SUFFOLK (a Gloucester)
Lord protettore, con permesso di vostra grazia, ecco gli articoli della pace conclusa fra il nostro sovrano e Carlo re di Francia, convalidati da entrambi per diciotto mesi. GLOUCESTER7 (legge) In primis: si conviene tra Carlo re di Francia e William de la Pole, marchese di Suffolk, ambasciatore d’Enrico re d’Inghilterra, che il detto Enrico sposerà donna Margherita, figlia di René, re di Napoli, Sicilia, e Gerusalemme, e l’incoronerà regina d’Inghilterra, prima del trenta maggio prossimo venturo.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
Item: it is further agreed between them that the duchy of Anjou and the county of Maine shall be4 released and delivered to the King her fa —
50
[Gloucester lets the paper fall] KING HENRY
Uncle, how now? Pardon me, gracious lord. Some sudden qualm hath struck me at the heart And dimmed mine eyes that I can read no further. KING HENRY (to Cardinal Beaufort) Uncle of Winchester, I pray read on. CARDINAL BEAUFORT (reads) Item: it is further agreed between them that the duchy of Anjou and the county of Maine shall be released and delivered to the King her father, and she sent over of the King of England’s own proper cost and charges, without dowry. GLOUCESTER
54
KING HENRY
They please us well. (To Suffolk) Lord Marquis, kneel down.
60
Suffolk kneels We here create thee first Duke of Suffolk, And gird thee with the sword. Suffolk rises Cousin of York, We here discharge your grace from being regent I’th’ parts of France till term of eighteen months Be full expired. Thanks uncle Winchester, Gloucester, York, and Buckingham, Somerset, Salisbury, and Warwick. We thank you all for this great favour done In entertainment to my princely Queen. Come, let us in, and with all speed provide To see her coronation be performed.
65
70
49. Duchy of Anjou and the county of: Duches of Anioy and of (Q1); Dutchesse of Aniou and (F) = ducati di Angiò e di. 34
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
Item: si conviene inoltre fra loro che il ducato di Angiò e la contea del Maine verranno ceduti e consegnati al re suo pa… [Gloucester lascia cadere la carta] RE ENRICO
Che succede, zio? GLOUCESTER
Perdonate, regale signore, un improvviso spasmo mi ha colpito al cuore e oscurato gli occhi; non posso leggere oltre. RE ENRICO (al cardinal Beaufort) Zio di Winchester, leggete voi, prego. CARDINAL BEAUFORT8 (legge) Item: si conviene inoltre fra loro che il ducato di Angiò e la contea del Maine verranno ceduti e consegnati al re suo padre, e che le spese del viaggio di lei siano totalmente a carico del re d’Inghilterra, senza dote. RE ENRICO
Ne siamo soddisfatti. (A Suffolk) Marchese, inginocchiati. Suffolk s’inginocchia Noi ti creiamo primo duca di Suffolk e ti cingiamo la spada. Suffolk si rialza Cugino9 di York, esoneriamo vostra grazia dalla reggenza nei territori francesi fino al compiersi di diciotto mesi. Grazie zio di Winchester, Gloucester, York e Buckingham, Somerset, Salisbury e Warwick. Vi ringraziamo tutti del grande favore che ci avete fatto nell’accogliere la mia nobilissima regina. Orsù, rientriamo, e si provveda quanto prima a celebrare la sua incoronazione.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
Exeunt King Henry, Queen Margaret, and Suffolk. [Gloucester stays] all the rest GLOUCESTER
Brave peers of England, pillars of the state, To you Duke Humphrey must unload his grief, Your grief, the common grief of all the land. What — did my brother Henry spend his youth, His valour, coin, and people in the wars? Did he so often lodge in open field In winter’s cold and summer’s parching heat To conquer France, his true inheritance? And did my brother Bedford toil his wits To keep by policy what Henry got? Have you yourselves, Somerset, Buckingham, Brave York, Salisbury, and victorious Warwick, Received deep scars in France and Normandy? Or hath mine uncle Beaufort and myself, With all the learned Council of the realm, Studied so long, sat in the Council House Early and late, debating to and fro, How France and Frenchmen might be kept in awe, And had his highness in his infancy Crownèd in Paris in despite of foes? And shall these labours and these honours die? Shall Henry’s conquest, Bedford’s vigilance, Your deeds of war, and all our counsel die? O peers of England, shameful is this league, Fatal this marriage, cancelling your fame, Blotting your names from books of memory, Razing the characters of your renown, Defacing monuments of conquered France, Undoing all, as all had never been!
75
80
85
90
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100
CARDINAL BEAUFORT
Nephew, what means this passionate discourse, This peroration with such circumstance? For France, ’tis ours; and we will keep it still.
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
Escono re Enrico, la regina Margherita, e Suffolk. [Gloucester trattiene] tutti gli altri GLOUCESTER
Nobili pari d’Inghilterra, colonne dello stato, con voi il duca Humphrey deve sfogare il suo dolore, il dolore vostro, il dolore di tutto il paese. Ma come – mio fratello Enrico non ha speso la sua gioventù, il suo valore, denaro e sudditi nelle guerre? Non ha spesso dormito all’addiaccio, nel freddo inverno e nella calda arsura dell’estate per conquistare la Francia, sua legittima eredità?10 E mio fratello Bedford non ha posto tutto il suo ingegno nel mantenere con abilità politica11 ciò che Enrico ha conquistato? E anche voi, Somerset, Buckingham, valoroso York, Salisbury, e vittorioso Warwick, non avete riportato profonde cicatrici da Francia e Normandia? E mio zio Beaufort e io stesso, con tutti i saggi consiglieri del regno, non abbiamo discusso a lungo, sedendo in consiglio mattina e sera, per valutare attentamente come tenere sotto controllo la Francia e i francesi, e non abbiamo fatto incoronare a Parigi il giovane re a dispetto dei suoi nemici? E queste fatiche e questi onori devono andare in fumo? Le conquiste di Enrico, la vigilanza di Bedford, le vostre gesta in guerra e i nostri dibattiti, tutto in fumo? O pari d’Inghilterra, vergognosa è questa alleanza, fatale questo matrimonio che annienta la vostra fama, elimina i vostri nomi dal libro della memoria, cancella gli scritti che vi celebrano, deturpa i monumenti della Francia conquistata, disfa tutto come se non fosse mai avvenuto! CARDINAL BEAUFORT
Nipote, che significa questo discorso accalorato, questa arringa così circostanziata? Quanto alla Francia, è nostra e ce la terremo ancora.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
GLOUCESTER
Ay, uncle, we will keep it if we can — But now it is impossible we should. Suffolk, the new-made duke that rules the roast,55 Hath given the duchy of Anjou and Maine Unto the poor King René, whose large style Agrees not with the leanness of his purse.
105
SALISBURY
Now by the death of Him that died for all, These counties were the keys of Normandy — But wherefore weeps Warwick, my valiant son?
110
WARWICK
For grief that they are past recovery. For were there hope to conquer them again My sword should shed hot blood, mine eyes no tears. Anjou and Maine? Myself did win them both! Those provinces these arms of mine did conquer — And are the cities that I got with wounds Delivered up again with peaceful words? Mort Dieu!
116
120
YORK
For Suffolk’s duke, may he be suffocate, That dims the honour of this warlike isle! France should have torn and rent my very heart Before I would have yielded to this league. I never read but England’s kings have had Large sums of gold and dowries with their wives — And our King Henry gives away his own, To match with her that brings no vantages.
125
106. Roast: rost (F) con significato identico. 38
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
GLOUCESTER
Sì, zio, ce la terremo se potremo – ma è cosa ormai impossibile. Suffolk, il novello duca che fa da gallo nel pollaio, ha dato il ducato d’Angiò e del Maine a René, un re meschino i cui titoli grandiosi12 mal si accordano con le sue magre finanze. SALISBURY13
Ah, per la morte di Colui che morì per noi tutti, queste contee erano le chiavi della Normandia – ma perché piangi, Warwick, mio valoroso figliolo? WARWICK14
Per il dolore che siano ormai irrecuperabili. Ci fosse speranza di riconquistarle, la mia spada spargerebbe ancora sangue caldo e i miei occhi nessuna lacrima. Angiò e Maine? Le ho conquistate entrambe proprio io!15 Queste mie braccia sottomisero quelle provincie – e le città che ho vinto al prezzo delle mie ferite ora vengono cedute con parole di pace? Mort Dieu! YORK16
Quanto al duca di Suffolk, possa strozzarsi, lui che offusca l’onore di quest’isola guerriera! Il re di Francia avrebbe dovuto spezzarmi e sbranarmi il cuore prima di farmi acconsentire a questa alleanza. Non si è mai sentito che i re d’Inghilterra non ricevessero doti e oro a palate con le mogli. E il nostro re Enrico sperpera il suo denaro per accoppiarsi con una che non gli porta alcun vantaggio.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
GLOUCESTER
A proper jest, and never heard before, That Suffolk should demand a whole fifteenth For costs and charges in transporting her! She should have stayed in France and starved in France Before —
130
CARDINAL BEAUFORT
My lord of Gloucester, now ye grow too hot! It was the pleasure of my lord the King.
135
GLOUCESTER
My lord of Winchester, I know your mind. ’Tis not my speeches that you do mislike, But ’tis my presence that doth trouble ye. Rancour will out. Proud prelate, in thy face I see thy fury. If I longer stay We shall begin our ancient bickerings — But I’ll be gone, and give thee leave to speak.6 Lordings, farewell, and say when I am gone, I prophesied France will be lost ere long.
140
Exit
CARDINAL BEAUFORT
So, there goes our Protector in a rage. ’Tis known to you he is mine enemy; Nay more, an enemy unto you all, And no great friend, I fear me, to the King. Consider, lords, he is the next of blood And heir apparent to the English crown. Had Henry got an empire by his marriage, And all the wealthy kingdoms of the west, There’s reason he should be displeased at it. Look to it, lords — let not his smoothing words Bewitch your hearts. Be wise and circumspect. What though the common people favour him, Calling him ‘Humphrey, the good Duke of Gloucester’,
145
150
155
142. But … speak: non in F, probabilmente a causa di una svista nella composizione. 40
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
GLOUCESTER
Un’autentica, inaudita presa in giro, che Suffolk pretenda un quindicesimo17 come rimborso per averla portata qua! Sarebbe dovuta restare in Francia e morir di fame in Francia, prima che… CARDINAL BEAUFORT
Signore di Gloucester, vi riscaldate troppo! È stato il re nostro signore a volerlo. GLOUCESTER
Signore di Winchester, lo so cosa avete in mente. Non è quel che dico che vi dispiace, è la mia presenza che vi disturba. Il rancore viene fuori. Prelato superbo, l’ira vi si legge in volto. Se resto ancora qui, cominceremo a litigare come sempre – ma me ne andrò e vi lascerò parlare. Addio, miei signori, e quando sarò uscito dite che io l’ho predetto: presto avremo perso la Francia. Esce CARDINAL BEAUFORT
Ecco, il nostro protettore se ne va tutto infuriato. Sapete tutti che è mio nemico; anzi, ancor più, nemico di voi tutti, e neanche tanto amico del re, temo. Pensateci, signori, è il primo in linea di successione ed erede al trono a tutti gli effetti. Anche se il matrimonio avesse fruttato al re un impero e tutti i ricchi regni dell’occidente18, probabilmente al duca sarebbe spiaciuto lo stesso. Attenti, signori – non lasciatevi irretire dalle sue parole suadenti. Siate saggi e accorti. Cosa importa se il popolo lo guarda con favore, lo chiama “Humphrey, il buon duca di Gloucester”, lo applaude e gli grida a gran voce “Gesù vi conservi, eccellenza reale!” insieme a “Dio protegga il buon duca Humphrey!” Temo, signori, che malgrado tutta quest’apparenza allettante, si rivelerà un protettore pericoloso.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
Clapping their hands and crying with loud voice ‘Jesu maintain your royal excellence!’ With ‘God preserve the good Duke Humphrey!’ I fear me, lords, for all this flattering gloss, He will be found a dangerous Protector.
160
BUCKINGHAM
Why should he then protect our sovereign, He being of age to govern of himself? Cousin of Somerset, join you with me, And all together, with the Duke of Suffolk, We’ll quickly hoist Duke Humphrey from his seat.
165
CARDINAL BEAUFORT
This weighty business will not brook delay — I’ll to the Duke of Suffolk presently.
Exit
SOMERSET
Cousin of Buckingham, though Humphrey’s pride And greatness of his place be grief to us, Yet let us watch the haughty Cardinal; His insolence is more intolerable Than all the princes in the land beside. If Gloucester be displaced, he’ll be Protector.
170
175
BUCKINGHAM
Or thou or I, Somerset, will be Protector, Despite Duke Humphrey or the Cardinal. Exeunt Buckingham and Somerset SALISBURY
Pride went before, ambition follows him. While these do labour for their own preferment, Behoves it us to labour for the realm. I never saw but Humphrey Duke of Gloucester Did bear him like a noble gentleman. Oft have I seen the haughty Cardinal, More like a soldier than a man o’th’ church, As stout and proud as he were lord of all, Swear like a ruffian, and demean himself Unlike the ruler of a commonweal.
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
BUCKINGHAM19
Perché mai dovrebbe proteggere il sovrano, che ha l’età per proteggersi da sé? Cugino Somerset, unitevi a me e tutti insieme, con il duca di Suffolk, faremo rapidamente cadere Gloucester dal suo seggio. CARDINAL BEAUFORT
È una faccenda rilevante che non ammette indugi – vado subito dal duca di Suffolk. Esce SOMERSET20
Cugino Buckingham, anche se la superbia di Gloucester e la sua alta carica ci irritano, guardiamoci però dall’arroganza del cardinale; la sua insolenza è più insopportabile di tutti i nobili del paese messi insieme. Se toglie di mezzo Gloucester, il protettore sarà lui. BUCKINGHAM
O tu o io, Somerset, saremo il protettore, a dispetto del duca Humphrey o del cardinale. Escono Buckingham e Somerset SALISBURY
La superbia è uscita per prima, l’ambizione la segue21. Mentre questi si affannano per far carriera a noi tocca affannarci per il regno. Non ho mai ho visto Humphrey duca di Gloucester comportarsi altrimenti che da nobile gentiluomo. Spesso ho veduto l’altezzoso cardinale, più simile a un soldato che a un uomo di chiesa, fiero e superbo quasi fosse il padrone di tutto, imprecare come un delinquente e comportarsi in modo indegno di un uomo di stato.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
Warwick, my son, the comfort of my age, Thy deeds, thy plainness, and thy housekeeping Hath won thee greatest favour of the commons, Excepting none but good Duke Humphrey. And, brother York, thy acts in Ireland, In bringing them to civil discipline, Thy late exploits done in the heart of France, When thou wert Regent for our sovereign, Have made thee feared and honoured of the people. The reverence of mine age and Neville’s name Is of no little force if I command.7 Join we together for the public good, In what we can to bridle and suppress The pride of Suffolk and the Cardinal With Somerset’s and Buckingham’s ambition; And, as we may, cherish Duke Humphrey’s deeds While they do tend the profit of the land.
190
195
200
WARWICK
So God help Warwick, as he loves the land, And common profit of his country!
205
YORK
And so says York, (aside) for he hath greatest cause. SALISBURY
Then let’s away, and look unto the main. WARWICK
Unto the main? O, father, Maine is lost! That Maine which by main force Warwick did win, And would have kept so long as breath did last! Main chance, father, you meant — but I meant Maine, Which I will win from France or else be slain.
211
Exeunt Warwick and Salisbury, leaving only York
197-198. The … command: non in F. 44
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
Warwick, figlio mio, consolazione della mia vecchiaia, grazie alle tue gesta, alla tua schiettezza e alla tua ospitalità sei secondo soltanto al buon duca Humphrey nel favore della gente. E tu, cognato di York, ciò che hai fatto in Irlanda per indurre gli abitanti all’ordine civile22 e i tuoi recenti successi nel cuore della Francia, quando eri reggente del nostro sovrano, ti hanno fatto temere e onorare dal popolo. La mia età veneranda e il nome dei Neville danno molta autorità alle mie parole. Uniamoci insieme per il bene comune, in ciò che possiamo fare per frenare e sopprimere la superbia di Suffolk e del cardinale e l’ambizione di Somerset e Buckingham. E sosteniamo per quanto possibile le azioni di Gloucester, finché promuovono il bene del paese. WARWICK
Così Dio aiuti Warwick, come egli ha a cuore il suo paese e il bene di tutti i suoi abitanti. YORK
E lo stesso dice York, (a parte) che più di tutti ne ha motivo. SALISBURY
Allora andiamo, pensiamo almeno alle cose importanti. WARWICK
Almeno? Oh, padre, il Maine è perduto! Quel Maine che la mano23 di Warwick ha conquistato e avrebbe mantenuto finché aveva fiato in corpo! Intendevate, padre, occuparci almeno delle cose importanti – ma io intendevo Maine, che strapperò alla Francia a costo di farmi uccidere. Escono Warwick e Salisbury, lasciando solo York
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
YORK
Anjou and Maine are given to the French,8 Paris is lost, the state of Normandy Stands on a tickle point now they are gone; Suffolk concluded on the articles, The peers agreed, and Henry was well pleased To change two dukedoms for a duke’s fair daughter. I cannot blame them all — what is’t to them? ’Tis thine they give away and not their own! Pirates may make cheap pennyworths of their pillage, And purchase friends, and give to courtesans, Still revelling like lords till all be gone, Whileas the seely owner of the goods Weeps over them, and wrings his hapless hands, And shakes his head, and, trembling, stands aloof, While all is shared and all is borne away, Ready to starve and dare not touch his own. So York must sit and fret and bite his tongue, While his own lands are bargained for and sold. Methinks the realms of England, France, and Ireland Bear that proportion to my flesh and blood As did the fatal brand Althaea burnt Unto the prince’s heart of Calydon. Anjou and Maine both given unto the French! Cold news for me — for I had hope of France, Even as I have of fertile England’s soil. A day will come when York shall claim his own, And therefore I will take the Nevilles’ parts, And make a show of love to proud Duke Humphrey, And, when I spy advantage, claim the crown, For that’s the golden mark I seek to hit.
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230
235
240
214-59 Anjou … down: con ogni probabilità i vv. 236-59 in F derivano da una contaminazione con Q3, mentre i vv. 214-35 non sono presenti in Q1, il che significa secondo i curatori dell’edizione Oxford che erano assenti nell’allestimento su cui sarebbe basato Q1. 46
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
YORK
Angiò e Maine ceduti ai francesi; Parigi perduta; andati quelli, anche la Normandia è a rischio; Suffolk ha deciso gli articoli, i pari hanno detto sì ed Enrico è tutto contento di aver barattato due ducati con la bella figlia di un duca. Non posso biasimarli – che gliene importa a loro? È il tuo che danno via, mica il loro! I pirati scambiano il bottino per cianfrusaglie da quattro soldi, si comprano amici, fanno regali alle puttane e se la spassano da gran signori finché non hanno sperperato tutto, mentre il misero padrone di quei beni ci piange sopra, si torce le mani impotenti, scuote il capo e sta a guardare tremando, mentre quelli si spartiscono tutto e se lo portano via, sul punto di morire di fame, e non osa toccare ciò che gli appartiene. Così York è costretto a rodersi mordendosi la lingua, mentre altri contrattano e vendono le sue terre. Mi pare che i regni d’Inghilterra, Francia e Irlanda, siano per la mia carne e il mio sangue ciò che per il cuore del principe di Calidone era il tizzone fatale bruciato da Altea24. Angiò e Maine ceduti ai francesi! Brutte nuove per me – perché io speravo nella Francia, come spero nel suolo della fertile Inghilterra. Verrà il giorno in cui York reclamerà il suo e per questo mi metterò dalla parte dei Neville e fingerò di amare il superbo duca Humphrey e quando ne vedrò l’opportunità reclamerò la corona, perché quello è l’aureo bersaglio cui miro.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 2
Nor shall proud Lancaster usurp my right, Nor hold the sceptre in his childish fist, Nor wear the diadem upon his head Whose church-like humours fits not for a crown. Then, York, be still a while till time do serve. Watch thou, and wake when others be asleep, To pry into the secrets of the state — Till Henry, surfeit in the joys of love9 With his new bride and England’s dear-bought queen, And Humphrey with the peers be fall’n at jars. Then will I raise aloft the milk-white rose, With whose sweet smell the air shall be perfumed, And in my standard bear the arms of York, To grapple with the house of Lancaster; And force perforce I’ll make him yield the crown, Whose bookish rule hath pulled fair England down.
245
250
255
Exit
1.2
Enter Duke Humphrey of Gloucester and his wife Eleanor, the Duchess
DUCHESS
Why droops my lord, like over-ripened corn Hanging the head at Ceres’ plenteous load? Why doth the great Duke Humphrey knit his brows, As frowning at the favours of the world? Why are thine eyes fixed to the sullen earth, Gazing on that which seems to dim thy sight? What seest thou there? King Henry’s diadem, Enchased with all the honours of the world? If so, gaze on, and grovel on thy face Until thy head be circled with the same. Put forth thy hand, reach at the glorious gold. What, is’t too short? I’ll lengthen it with mine;
5
10
251. Surfeit in the: surfetting (F, Q1) = saziandosi. 48
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 2
E il superbo Lancaster non usurperà il mio diritto e non terrà lo scettro nel suo pugno puerile e non indosserà il diadema su quella testa che il suo pio temperamento rende inadatta alla corona. Perciò, York, resta in silenzio finché non verrà il momento. Vigila e veglia mentre gli altri dormono e spia i segreti dello stato – finché Enrico non sia sazio delle gioie d’amore con la sua novella sposa e regina costata cara all’Inghilterra, e Humphrey non si scontri con i pari. Allora leverò alta la rosa bianco latte25, del cui dolce profumo si inebrierà l’aria, e posto sul vessillo lo stemma di York attaccherò la casata dei Lancaster, e a ogni costo costringerò a cedermi la corona colui che, con la sua pedanteria nel governare, ha fatto crollare la bella Inghilterra. Esce I, 2
Entrano il duca di Gloucester e la duchessa Eleonora, sua moglie26
DUCHESSA 27
Perché il mio signore abbassa la testa come il grano troppo maturo che piega la spiga per l’abbondante carico di Cerere?28 Perché il grande duca Humphrey aggrotta la fronte, come sdegnando le attrattive del mondo? Perché tieni fissi gli occhi sulla scura terra a osservare ciò che sembra appannarti la vista? Cosa ci vedi? Il diadema di re Enrico, ingemmato di tutti gli onori del mondo? In tal caso continua a fissarlo e striscia con la faccia a terra, finché esso non ti cingerà la testa. Allunga la mano, tocca l’oro splendente. Come, è troppo corta? L’allungherò con la mia; e quando insieme
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 2
And having both together heaved it up, We’ll both together lift our heads to heaven And never more abase our sight so low As to vouchsafe one glance unto the ground.
15
GLOUCESTER
O Nell, sweet Nell, if thou dost love thy lord, Banish the canker of ambitious thoughts! And may that hour when I imagine ill10 Against my king and nephew, virtuous Henry, Be my last breathing in this mortal world! My troublous dream this night doth make me sad.
20
DUCHESS
What dreamed my lord? Tell me and I’ll requite it With sweet rehearsal of my morning’s dream. GLOUCESTER
Methought this staff, mine office-badge in court, Was broke in twain — by whom I have forgot, But, as I think, it was by th’ Cardinal — And on the pieces of the broken wand Were placed the heads of Edmund, Duke of Somerset, And William de la Pole, first Duke of Suffolk. This was my dream — what it doth bode, God knows.
25
30
DUCHESS
Tut, this was nothing but an argument That he that breaks a stick of Gloucester’s grove Shall lose his head for his presumption. But list to me, my Humphrey, my sweet duke: Methought I sat in seat of majesty In the cathedral church of Westminster, And in that chair where kings and queens are crowned, Where Henry and Dame Margaret kneeled to me, And on my head did set the diadem.
35
40
GLOUCESTER
Nay, Eleanor, then must I chide outright. 19. Hour: thought (F) = pensiero. 50
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 2
l’avremo alzato, insieme solleveremo gli occhi al cielo, senza mai più abbassarli tanto da degnare la terra di uno sguardo. GLOUCESTER
O Nora, dolce Nora, se ami il tuo signore scaccia la piaga dei pensieri ambiziosi! L’ora in cui nutrirò cattivi pensieri contro il mio re e nipote, il virtuoso Enrico, sia quella del mio ultimo respiro in questo mondo mortale! È il brutto sogno di questa notte che mi rattrista. DUCHESSA
Cosa ha sognato il mio signore? Ditemelo, e in cambio vi narrerò il dolce sogno che ho fatto stamattina 29. GLOUCESTER
Mi pareva che questo bastone, simbolo del mio ufficio a corte, fosse spezzato in due – non ricordo più da chi, ma credo fosse stato il cardinale – e che sulle parti spezzate del bastone fossero confitte le teste di Edmund, duca di Somerset, e William de la Pole, primo duca di Suffolk. Questo era il mio sogno – presagio di che cosa, lo sa solo Dio. DUCHESSA
Via, era solo la prova che chi spezza un ramo nel bosco di Gloucester perderà la testa per la sua presunzione. Invece ascoltate me, mio Humphrey, mio dolce duca: a me pareva di sedere in trono nella cattedrale di Westminster, su quel seggio in cui vengono incoronati re e regine, e lì Enrico e madama Margherita s’inginocchiavano davanti a me e mi ponevano il diadema in testa. GLOUCESTER
No, Eleonora, allora devo sgridarti sul serio. Donna presuntuo-
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 2
Presumptuous dame! Ill-nurtured Eleanor! Art thou not second woman in the realm, And the Protector’s wife beloved of him? Hast thou not worldly pleasure at command Above the reach or compass of thy thought? And wilt thou still be hammering treachery To tumble down thy husband and thyself From top of honour to disgrace’s feet? Away from me, and let me hear no more!
45
50
DUCHESS
What, what, my lord? Are you so choleric With Eleanor for telling but her dream? Next time I’ll keep my dreams unto myself And not be checked. GLOUCESTER
Nay, be not angry; I am pleased again.
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Enter a Messenger MESSENGER
My Lord Protector, ’tis his highness’ pleasure You do prepare to ride unto Saint Albans, Whereas the King and Queen do mean to hawk. GLOUCESTER
I go. Come, Nell, thou wilt ride with us? DUCHESS
Yes, my good lord, I’ll follow presently.
60
Exeunt Gloucester and the Messenger Follow I must; I cannot go before While Gloucester bears this base and humble mind. Were I a man, a duke, and next of blood, I would remove these tedious stumbling blocks And smooth my way upon their headless necks. And, being a woman, I will not be slack To play my part in fortune’s pageant. (Calling within) Where are you there? Sir John! Nay, fear not man. We are alone. Here’s none but thee and I.
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 2
sa! Insolente Eleonora! Non sei forse la seconda dama del regno, l’amata moglie del protettore? Non hai a disposizione più piaceri mondani di quanti tu stessa ne possa godere o immaginare? E continui a progettare tradimenti per far precipitare tuo marito e te stessa dai più alti onori all’infamia? Via da me, non farti più sentire! DUCHESSA
Ma come, mio signore? Vi arrabbiate tanto con Eleonora solo perché ha descritto il suo sogno? La prossima volta i miei sogni li terrò per me e nessuno mi rimprovererà. GLOUCESTER
Su, non arrabbiarti; mi è già passata. Entra un messaggero MESSAGGERO
Lord protettore, sua maestà desidera che vi prepariate a seguirlo a cavallo a Saint Albans, dove il re e la regina intendono cacciare col falcone. GLOUCESTER
Vado. Allora, Nora, vieni a cavallo con me? DUCHESSA
Sì, mio buon signore. Vi seguirò tra un momento. Escono Gloucester e il messaggero Devo per forza stare indietro, e non davanti, finché Gloucester è d’animo così umile e meschino. Fossi uomo, e duca, e primo in linea di successione, toglierei di mezzo queste odiose pietre d’inciampo e mi spianerei la via sui loro colli mozzati. E, poiché sono donna, non mi farò pregare per recitare la mia parte nella parata della fortuna30. (Chiamando dentro) Ehi voi, dove siete? Sir John! Su, niente paura. Siamo soli. Solo tu e io.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 2
Enter Sir John Hume HUME
Jesus preserve your royal majesty.
70
DUCHESS
What sayst thou? ‘Majesty’? I am but ‘grace’. HUME
But by the grace of God and Hume’s advice Your grace’s title shall be multiplied. DUCHESS
What sayst thou, man? Hast thou as yet conferred With Margery Jordan, the cunning witch of Eye,11 With Roger Bolingbroke, the conjuror? And will they undertake to do me good?
75
HUME
This they have promisèd: to show your highness A spirit raised from depth of underground That shall make answer to such questions As by your Grace shall be propounded him.
80
DUCHESS
It is enough. I’ll think upon the questions. When from Saint Albans we do make return, We’ll see these things effected to the full. Here, Hume (giving him money), take this reward. Make merry, man, With thy confederates in this weighty cause.
85 Exit
HUME
Hume must make merry with the Duchess’ gold; Marry, and shall. But how now, Sir John Hume? Seal up your lips, and give no words but mum; The business asketh silent secrecy. Dame Eleanor gives gold to bring the witch. Gold cannot come amiss were she a devil.
90
75. Of Eye: non in F; of Ely = di Ely (Q1 e Q2); of Rye = di Rye (Q3). I curatori dell’edizione Oxford ritengono che Q mantenga una corrotta versione di un dettaglio storico aggiunto al testo durante la preparazione del testo per il suggeritore. 54
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 2
Entra sir John Hume HUME
31
Gesù conservi la vostra regale maestà32. DUCHESSA
Che dici tu? “Maestà”? Il mio titolo è soltanto “grazia”. HUME
Ma con la grazia di Dio e i miei consigli il titolo di vostra grazia diventerà più abbondante33. DUCHESSA
Che dici? Hai forse già parlato con Margery Jordan, la scaltra strega di Eye, e con il mago Roger Bolingbroke? Sono disposti a usare i loro poteri a mio vantaggio? HUME
Hanno promesso questo: di mostrare a vostra altezza uno spirito evocato dal fondo della terra, il quale risponderà alle domande che vostra grazia vorrà fargli. DUCHESSA
Mi basta. Penserò alle domande. Una volta rientrati da Saint Albans faremo il tutto. Ecco, Hume (dandogli del denaro), questo è il tuo compenso per far baldoria con chi ti è socio in questa grande causa. Esce HUME
Hume deve far baldoria con l’oro della duchessa; accidenti se lo farà. E ora, sir John Hume? Bocca chiusa e acqua in bocca; l’affare va tenuto ben segreto. Madama Eleonora paga perché le porti la strega. L’oro è sempre gradito, venisse anche dal diavolo. Però c’è
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
Yet have I gold flies from another coast — I dare not say from the rich Cardinal And from the great and new-made Duke of Suffolk, Yet I do find it so; for, to be plain, They, knowing Dame Eleanor’s aspiring humour, Have hired me to undermine the Duchess, And buzz these conjurations in her brain. They say ‘A crafty knave does need no broker’, Yet am I Suffolk and the Cardinal’s broker. Hume, if you take not heed you shall go near To call them both a pair of crafty knaves. Well, so it stands; and thus, I fear, at last Hume’s knavery will be the Duchess’ wrack, And her attainture will be Humphrey’s fall. Sort how it will, I shall have gold for all.
95
100
105 Exit
1.3
Enter Peter, the armourer’s man, with two or three other Petitioners
FIRST PETITIONER My masters, let’s stand close. My Lord
Protector will come this way by and by and then we may deliver our supplications in the quill. SECOND PETITIONER Marry, the Lord protect him, for he’s a good man, Jesu bless him.
5
Enter the Duke of Suffolk and Queen Margaret [FIRST PETITIONER] Here a comes, methinks, and the Queen
with him. I’ll be the first, sure. He goes to meet Suffolk and the Queen SECOND PETITIONER Come back, fool — this is the Duke of
Suffolk and not my Lord Protector. SUFFOLK (to the First Petitioner) How now, fellow — wouldst anything with me? FIRST PETITIONER I pray, my lord, pardon me — I took ye for my Lord Protector.
10
56
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
dell’oro che mi arriva da un’altra parte – non oso dire dal ricco cardinale e dal grande e novello duca di Suffolk, però così è; infatti, per dirla tutta, conoscendo la natura ambiziosa di madama Eleonora, mi hanno assunto per far compromettere la duchessa suggerendole di provare questi incantesimi. Si dice che “a un furfante astuto non servono mediatori”, ma io faccio da mediatore per Suffolk e al cardinale. Hume, se non stai attento, ti ci vorrà poco a chiamarli tutti due furfanti astuti. Beh, così stanno le cose, e temo proprio che alla fine la furfanteria di Hume sarà la rovina della duchessa e la sua condanna segnerà la caduta di Humphrey. Qualunque sia l’esito, ci guadagnerò un bel po’. Esce I, 3
Entra Pietro, un dipendente dell’armaiolo, con altri due o tre postulanti 34
PRIMO POSTULANTE
Avanti, signori, aspettiamo qui. Il lord protettore passerà qui tra poco e allora gli potremo presentare le nostre suppliche tutti insieme35. SECONDO POSTULANTE
Accidenti, che Dio lo protegga, perché è un brav’uomo; Gesù lo benedica. Entrano il duca di Suffolk e la regina Margherita [PRIMO POSTULANTE]
Eccolo, credo stia arrivando, e con lui la regina. Io sarò il primo, garantito. Va incontro a Suffolk e alla regina SECONDO POSTULANTE
Torna indietro, stupido – questo è il duca di Suffolk, non il lord protettore. SUFFOLK (al primo postulante) Ebbene, pezzente – vuoi qualcosa da me? PRIMO POSTULANTE
Mio signore, vi prego di perdonarmi – vi avevo preso per il lord protettore. 57
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
QUEEN MARGARET [seeing his supplication, she reads] ‘To my
Lord Protector’ — are your supplications to his lordship? Let me see them.
15
[She takes First Petitioner’s supplication] What is thine? FIRST PETITIONER Mine is, an’t please your grace, against
John Goodman, my lord Cardinal’s man, for keeping my house and lands and wife and all from me. SUFFOLK Thy wife too? That’s some wrong indeed. [To the Second Petitioner] What’s yours?
21
He takes the supplication What’s here? (Reads) ‘Against the Duke of Suffolk for enclosing the commons of Melford’! [To the Second Petitioner] How now, Sir Knave? SECOND PETITIONER Alas, sir, I am but a poor petitioner of our whole township. PETER [offering his petition] Against my master, Thomas Horner, for saying that the Duke of York was rightful heir to the crown. QUEEN MARGARET What sayst thou? Did the Duke of York say he was rightful heir to the crown? PETER That my master was? No, forsooth, my master said12 that he was and that the King was an usurer. QUEEN MARGARET An usurper thou wouldst say. PETER Ay, forsooth — an usurper. SUFFOLK (calling within) Who is there?
26
31
35
Enter a servant Take this fellow in and send for his master with a pursuivant presently. (To Peter) We’ll hear more of your matter before the King. Exit the servant with Peter
32. Master: mistresse (F) = amante, unanimemente ritenuto un errore del compositore. 58
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
REGINA MARGHERITA [vedendo la sua richiesta, legge l’intestazione]
“Al lord protettore” – presentate suppliche a sua signoria? Fatemele vedere. [Prende la supplica del primo postulante] Qual è la tua? PRIMO POSTULANTE
La mia, piaccia a vostra grazia, è contro John Goodman, il servo del cardinale, che mi ha rubato la casa e le terre e la moglie e tutto. SUFFOLK
Anche tua moglie? È un torto grave davvero. [Al secondo postulante] La tua qual è? Prende la supplica Cos’è questo? (Legge) “Contro il duca di Suffolk perché ha recintato i prati pubblici di Melford”!36 [Al secondo postulante] Come osi, signor furfante? SECONDO POSTULANTE
Ahimè, signore, non sono che un povero postulante che rappresenta tutta la cittadinanza. PIETRO [offrendo la sua petizione] Contro il mio padrone, Thomas Horner, perché ha detto che il duca di York era il legittimo erede alla corona37. REGINA MARGHERITA
Cosa dici? Il duca di York ha detto che lui era il legittimo erede della corona? PIETRO
Che lo era il mio padrone? No di certo, è stato il mio padrone a dire che lo era lui e che il re era un usuraio. REGINA MARGHERITA
Vorrai dire usurpatore. PIETRO
Sì, certo – usurpatore. SUFFOLK (chiamando dentro) Chi è là?
Entra un servo Arresta quest’uomo e va’ subito a chiamare il suo padrone con un ufficiale. (A Pietro) Di questo ne riparleremo davanti al re. Esce il servo con Pietro 59
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
QUEEN MARGARET (to the Petitioners)
And as for you that love to be protected Under the wings of our Protector’s grace, Begin your suits anew and sue to him.
40
[She] tears the supplication Away, base cullions! Suffolk, let them go. ALL PETITIONERS Come, let’s be gone. Exeunt Petitioners QUEEN MARGARET
My lord of Suffolk, say, is this the guise? Is this the fashions in the court of England? Is this the government of Britain’s isle, And this the royalty of Albion’s king? What, shall King Henry be a pupil still Under the surly Gloucester’s governance? Am I a queen in title and in style, And must be made a subject to a duke? I tell thee, Pole, when in the city Tours Thou rann’st a-tilt in honour of my love And stol’st away the ladies’ hearts of France, I thought King Henry had resembled thee In courage, courtship, and proportion. But all his mind is bent to holiness, To number Ave-Maries on his beads. His champions are the prophets and apostles, His weapons holy saws of sacred writ, His study is his tilt-yard, and his loves Are brazen images of canonizèd saints. I would the college of the cardinals Would choose him Pope, and carry him to Rome, And set the triple crown upon his head — That were a state fit for his holiness.
45
50
55
60
65
SUFFOLK
Madam, be patient — as I was cause Your highness came to England, so will I In England work your grace’s full content.
70
60
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19/10/2017 18:24:49
2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
REGINA MARGHERITA
E quanto a voi che amate farvi proteggere dalle ali di sua grazia il nostro protettore, rifate le vostre suppliche da capo e supplicate lui. Straccia la supplica Via, miserabili! Suffolk, cacciateli. TUTTI I POSTULANTI
Su, su, andiamocene. Escono i postulanti REGINA MARGHERITA
Dunque così vanno le cose, mio signore di Suffolk? Usa così alla corte d’Inghilterra? È questo il governo dell’isola britannica, questa l’autorità del re di Albione? E re Enrico deve fare ancora da pupillo sotto la tutela dell’arrogante Gloucester? Sono regina per diritto e titolo e devo obbedire a un duca? Senti, Pole, quando nella città di Tours hai combattuto nel torneo per celebrare il mio amore, rubando il cuore alle dame di Francia, ho creduto che re Enrico ti somigliasse per coraggio, cortesia e aspetto fisico38. Ma lui non pensa ad altro che alla santità e a sgranare avemarie sul rosario. I suoi eroi sono i profeti e gli apostoli, le sue armi pie frasi della Bibbia, la sua arena da torneo è lo studio e i suoi amori effigi in bronzo di santi canonizzati. Oh, se il collegio dei cardinali lo scegliesse per papa e lo portasse a Roma e gli mettesse in testa il triregno – quello sarebbe il posto giusto per la sua santità! SUFFOLK
Abbiate pazienza, signora – come ho fatto sì che vostra altezza venisse in Inghilterra, così farò sì che in Inghilterra vostra grazia rimanga pienamente soddisfatta.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
QUEEN MARGARET
Beside the haught Protector have we Beaufort The imperious churchman, Somerset, Buckingham, And grumbling York; and not the least of these But can do more in England than the King. SUFFOLK
And he of these that can do most of all Cannot do more in England than the Nevilles: Salisbury and Warwick are no simple peers.
75
QUEEN MARGARET
Not all these lords do vex me half so much As that proud dame, the Lord Protector’s wife. She sweeps it through the court with troops of ladies More like an empress than Duke Humphrey’s wife. Strangers in court do take her for the queen. She bears a duke’s revenues on her back, And in her heart she scorns our poverty. Shall I not live to be avenged on her? Contemptuous base-born callet as she is, She vaunted ’mongst her minions t’other day The very train of her worst-wearing gown Was better worth than all my father’s lands, Till Suffolk gave two dukedoms for his daughter.
81
85
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SUFFOLK
Madam, myself have limed a bush for her, And placed a choir of such enticing birds That she will light to listen to their lays, And never mount to trouble you again. So let her rest; and, madam, list to me, For I am bold to counsel you in this: Although we fancy not the Cardinal, Yet must we join with him and with the lords Till we have brought Duke Humphrey in disgrace. As for the Duke of York, this late complaint Will make but little for his benefit. So one by one we’ll weed them all at last, And you yourself shall steer the happy helm.
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
REGINA MARGHERITA
Oltre all’altero protettore ci sono quel tirannico prelato di Beaufort, Somerset, Buckingham, e l’insoddisfatto York; e il meno importante tra loro è più potente del re in Inghilterra. SUFFOLK
E il più importante di tutti loro non è più potente in Inghilterra dei Neville: Salisbury e Warwick non sono dei semplici39 pari. REGINA MARGHERITA
Tutti questi messi insieme non mi esasperano neanche la metà di quella donna superba, la moglie del lord protettore. Si pavoneggia in mezzo alla corte seguita da un codazzo di dame, più simile a un’imperatrice che alla moglie del duca Humphrey. Gli stranieri la scambiano per la regina. Ha indosso abiti che valgono le rendite di un ducato e in cuor suo disprezza la nostra povertà. E non dovrei pensare a vendicarmi di lei? Quell’insolente puttana venuta su dal nulla l’altro giorno si vantava con quelli del suo seguito che il solo strascico del suo abito meno ricco valeva più di tutte le terre di mio padre, prima che Suffolk gli desse due ducati per sua figlia. SUFFOLK
Signora, io stesso le ho impaniato un cespuglio e creato un tale coro di finti uccellini che scenderà ad ascoltarne i canti e non riuscirà più a risalire per disturbarvi40. Perciò non ci pensate; e ascoltatemi, signora, in questo oso darvi un consiglio: sebbene non ci piaccia il cardinale, dobbiamo però appoggiare lui e gli altri nobili finché non avremo fatto cadere in disgrazia il duca Humphrey. Quanto al duca di York, la petizione appena inoltrata non gli sarà certo di gran vantaggio. Così, uno per volta, alla fine li estirperemo tutti e voi prenderete felicemente il timone.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
Sound a sennet, [Enter King Henry with the Duke of York and the Duke of Somerset on either side of him whispering with him. Also enter Duke Humphrey of Gloucester, Dame Eleanor the Duchess of Gloucester, the Duke of Buckingham, the Earls of Salisbury and Warwick, and Cardinal Beaufort Bishop of Winchester] KING HENRY
For my part, noble lords, I care not which: Or Somerset or York, all’s one to me.
105
YORK
If York have ill demeaned himself in France Then let him be denied the regentship. SOMERSET
If Somerset be unworthy of the place, Let York be regent — I will yield to him. WARWICK
Whether your grace be worthy, yea or no, Dispute not that: York is the worthier.
110
CARDINAL BEAUFORT
Ambitious Warwick, let thy betters speak. WARWICK
The Cardinal’s not my better in the field. BUCKINGHAM
All in this presence are thy betters, Warwick. WARWICK
Warwick may live to be the best of all.
115
SALISBURY
Peace, son; (to Buckingham) and show some reason, Buckingham, Why Somerset should be preferred in this. QUEEN MARGARET
Because the King, forsooth, will have it so. GLOUCESTER
Madam, the King is old enough himself To give his censure. These are no women’s matters.
64
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
Squilli di tromba. [Entra re Enrico tra il duca di York e il duca di Somerset che bisbigliano con lui. Entrano anche il duca di Gloucester, Eleonora duchessa di Gloucester, il duca di Buckingham, i conti di Salisbury e di Warwick, e il cardinal Beaufort vescovo di Winchester] RE ENRICO
A me, nobili pari, non importa quale: Somerset o York per me fa lo stesso. YORK
Se in Francia York non ha agito bene, allora gli si neghi la reggenza. SOMERSET
Se Somerset è indegno della carica, sia reggente York – gli cederò il posto. WARWICK
Vostra grazia, non chiedetevi se siete degno o no: York è più degno. CARDINAL BEAUFORT
Ambizioso Warwick, lascia parlare chi è migliore di te. WARWICK
Sul campo di battaglia il cardinale non è migliore di me. BUCKINGHAM
Qui41 tutti sono migliori di te, Warwick. WARWICK
Warwick può vivere fino a essere il migliore di tutti. SALISBURY
Taci, figliolo; (a Buckingham) e tu, Buckingham, spiega perché in questo caso si dovrebbe preferire Somerset. REGINA MARGHERITA
Perché lo vuole il re, perbacco. GLOUCESTER
Signora, il re ha l’età per giudicare. Non sono cose da donne, queste.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
QUEEN MARGARET
If he be old enough, what needs your grace To be Protector of his excellence?
121
GLOUCESTER
Madam, I am Protector of the realm, And at his pleasure will resign my place. SUFFOLK
Resign it then, and leave thine insolence. Since thou wert king — as who is king but thou? — The commonwealth hath daily run to wrack, The Dauphin hath prevailed beyond the seas, And all the peers and nobles of the realm Have been as bondmen to thy sovereignty. CARDINAL BEAUFORT (to Gloucester) The commons hast thou racked, the clergy’s bags Are lank and lean with thy extortions. SOMERSET (to Gloucester) Thy sumptuous buildings and thy wife’s attire Have cost a mass of public treasury. BUCKINGHAM (to Gloucester) Thy cruelty in execution Upon offenders hath exceeded law And left thee to the mercy of the law. QUEEN MARGARET (to Gloucester) Thy sale of offices and towns in France — If they were known, as the suspect is great — Would make thee quickly hop without thy head.
125
130
135
140
Exit Gloucester Queen Margaret lets fall her fan (To the Duchess) Give me my fan — what, minion, can ye not? She gives the Duchess a box on the ear I cry you mercy, madam! Was it you?
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
REGINA MARGHERITA
Se ha l’età, a che serve che vostra grazia faccia da protettore a sua eccellenza? GLOUCESTER
Signora, io sono protettore del regno e mi dimetterò se il re lo vuole. SUFFOLK
Dimettiti, allora, e abbandona la tua insolenza. Da quando sei re – perché chi è il vero re, se non tu? – lo stato va sempre più in rovina, oltremanica domina il Delfino42 e tutti i pari e i nobili del regno sono come schiavi della tua sovranità. CARDINAL BEAUFORT (a Gloucester) Hai tartassato la gente comune e le borse del clero sono smunte e flaccide per le tue estorsioni. SOMERSET (a Gloucester) I tuoi palazzi sontuosi43 e il lusso di tua moglie sono costati un mucchio di denaro pubblico. BUCKINGHAM (a Gloucester) La tua crudeltà nel punire i trasgressori ha superato i limiti della legge e ti ha lasciato alla mercé della legge. REGINA MARGHERITA (a Gloucester) Le cariche e le città che hai venduto in Francia – se fossero confermate, visto che il sospetto è forte – ti farebbero saltar la testa dal collo in un baleno. Esce Gloucester La regina Margherita lascia cadere il ventaglio (Alla duchessa) Datemi il ventaglio – ebbene, sfacciata, vi decidete? Dà uno schiaffo alla duchessa Oh, scusate, signora! Eravate voi?
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19/10/2017 18:24:49
2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
DUCHESS
Was’t I? Yea, I it was, proud Frenchwoman! Could I come near your beauty with my nails, I’d set my ten commandments in your face.
145
KING HENRY
Sweet aunt, be quiet — ’twas against her will. DUCHESS
Against her will? Good King, look to’t in time! She’ll pamper thee and dandle thee like a baby.13 Though in this place most master wear no breeches, She shall not strike Dame Eleanor unrevenged! BUCKINGHAM (aside to Cardinal Beaufort) Lord Cardinal, I will follow Eleanor And listen after Humphrey how he proceeds. She’s tickled now, her fury needs no spurs —14 She’ll gallop far enough to her destruction.
Exit 151
Exit
Enter Duke Humphrey of Gloucester GLOUCESTER
Now, lords, my choler being overblown With walking once about the quadrangle, I come to talk of commonwealth affairs. As for your spiteful false objections, Prove them, and I lie open to the law. But God in mercy so deal with my soul As I in duty love my King and country. But to the matter that we have in hand — I say, my sovereign, York is meetest man To be your regent in the realm of France.
155
160
SUFFOLK
Before we make election, give me leave To show some reason of no little force That York is most unmeet of any man.
165
148. Pamper: hamper (F) = legare, ostacolare. 153. Fury: fume (F) = attacco di rabbia. 68
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
DUCHESSA
Se ero io? Certo che ero io, superba francese! Potessi arrivarci con le unghie, bellezza, vi stamperei il mio decalogo sul viso!44 RE ENRICO
Calma, cara zia – l’ha fatto senza volerlo. DUCHESSA
Senza volerlo? Buon re, fa’ attenzione finché sei in tempo! Ti coccolerà e cullerà come un bambino. Anche se in questo luogo chi comanda non porta i pantaloni, chi schiaffeggia madama Eleonora la pagherà! Esce BUCKINGHAM (a parte al cardinale Beaufort)
Cardinale, vado dietro a Eleonora per sentire come si comporta Humphrey. Ora che è punta sul vivo non c’è bisogno di spronarla – andrà dritta dritta verso la sua rovina. Esce Entra il duca Humphrey di Gloucester GLOUCESTER
Signori, la mia collera si è calmata facendo un giro del cortile, ora vengo a parlare dei problemi dello stato. Quanto alle vostre false e oltraggiose accuse, provatele e io mi esporrò ai rigori della legge. Ma possa Dio aver pietà della mia anima così come io amo e venero il mio re e la mia patria. Ma quanto al problema che abbiamo davanti – io dico, mio sovrano, che York è l’uomo più adatto a farvi da reggente nel regno di Francia. SUFFOLK
Prima di fare una scelta, permettetemi di illustrare motivi di non poca rilevanza per dimostrare che York è l’uomo meno adatto di tutti.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
YORK
I’ll tell thee, Suffolk, why I am unmeet: First, for I cannot flatter thee in pride; Next, if I be appointed for the place, My lord of Somerset will keep me here Without discharge, money, or furniture, Till France be won into the Dauphin’s hands. Last time I danced attendance on his will Till Paris was besieged, famished, and lost.
170
175
WARWICK
That can I witness, and a fouler fact Did never traitor in the land commit. SUFFOLK Peace, headstrong Warwick. WARWICK
Image of pride, why should I hold my peace? Enter, guarded, Horner the armourer and Peter his man SUFFOLK
Because here is a man accused of treason — Pray God the Duke of York excuse himself!
180
YORK
Doth anyone accuse York for a traitor? KING HENRY
What mean’st thou, Suffolk? Tell me, what are these? SUFFOLK
Please it your majesty, this is the man He indicates Peter That doth accuse his master (indicating Horner) of high treason. His words were these: that Richard Duke of York Was rightful heir unto the English crown, And that your majesty was an usurper. KING HENRY (to Horner) Say, man, were these thy words? HORNER An’t shall please your majesty, I never said nor thought any such matter. God is my witness, I am falsely accused by the villain.
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
YORK
Te lo dirò io, Suffolk, perché non sono adatto; anzitutto perché non so adulare la tua superbia; secondo, perché se mi assegnano la carica il signore di Somerset mi terrà qui senza destinare stanziamenti, né denaro, né rifornimenti, finché la Francia non sarà caduta in mano al Delfino. L’ultima volta mi ha fatto attendere finché Parigi non è stata assediata, presa per fame e infine perduta45. WARWICK
Questo lo posso testimoniare; mai traditore della patria compì azione più turpe. SUFFOLK
Sta zitto, testardo d’un Warwick. WARWICK
Incarnazione della superbia, perché dovrei star zitto? Entrano, condotti da guardie, l’armaiolo Horner e il suo dipendente Pietro SUFFOLK
Perché qua c’è un uomo accusato di tradimento – Dio voglia che il duca di York possa discolparsi. YORK
Qualcuno accusa York di tradimento? RE ENRICO
Che cosa significa, Suffolk? Dimmi, chi sono costoro? SUFFOLK
Con permesso di vostra maestà, quest’uomo indica Pietro accusa il suo padrone (indica Horner) di alto tradimento. Queste le sue parole: che Riccardo duca di York era legittimo erede alla corona inglese e vostra maestà era un usurpatore. RE ENRICO (a Horner) Parla, uomo, hai detto questo? HORNER
Vi prego, vostra maestà, non ho mai detto né pensato niente del genere. Dio mi è testimone, quel disonesto mi accusa falsamente.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
PETER [raising his hands] By these ten bones, my lords, he
did speak them to me in the garret one night as we were scouring my lord of York’s armour.
195
YORK
Base dunghill villain and mechanical, I’ll have thy head for this thy traitor’s speech! (To King Henry) I do beseech your royal majesty, Let him have all the rigour of the law. HORNER Alas, my lord, hang me if ever I spake the words. My accuser is my prentice, and when I did correct him for his fault the other day, he did vow upon his knees he would be even with me. I have good witness of this, therefore, I beseech your majesty, do not cast away an honest man for a villain’s accusation. KING HENRY (to Gloucester) Uncle, what shall we say to this in law?
205
GLOUCESTER
This doom, my lord, if I may judge by case:15 Let Somerset be regent o’er the French, Because in York this breeds suspicion. (Indicating Horner and Peter) And let these have a day appointed them For single combat in convenient place, For he (indicating Horner) hath witness of his servant’s malice. This is the law, and this Duke Humphrey’s doom.
210
KING HENRY
Then be it so. (To Somerset) My lord of Somerset,16 We make you regent o’er the realm of France There to defend our rights ’gainst foreign foes.
215
SOMERSET
I humbly thank your royal majesty. HORNER
And I accept the combat willingly. 207. By case: non in F. 214-16. Then … foes: non in F. 72
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
PIETRO [alzando le mani]
Per queste dieci dita46, mio signore, me l’ha detto una notte nella soffitta mentre lustravamo l’armatura del duca di York. YORK
Vile mucchio di merda e schifoso manovale, pagherai con la testa questo discorso da traditore! (A re Enrico) Supplico la vostra regale maestà che egli subisca tutti i rigori della legge. HORNER
Ahimè, mio signore, impiccatemi se ho mai detto quelle parole. Chi mi accusa è il mio apprendista e quando l’altro giorno ho punito una sua colpa ha giurato in ginocchio di farmela pagare. Ho i testimoni, perciò supplico vostra maestà di non rovinare un uomo onesto per l’accusa di un farabutto. RE ENRICO (a Gloucester) Zio, come rispondiamo a tutto a ciò secondo la legge? GLOUCESTER
Ecco la sentenza, mio signore, se posso giudicare del caso: che Somerset sia nominato reggente sui francesi, poiché questa vicenda fa sospettare di York. (Indicando Horner e Pietro) E si fissi il giorno per un duello fra costoro in luogo appropriato, dato che lui (indicando Horner) ha testimoni della malizia del suo servo. Questa è la legge e questa la sentenza del duca Humphrey47. RE ENRICO
Così sia, dunque. (A Somerset) Signore di Somerset, vi creiamo reggente del regno di Francia per difendere i nostri diritti contro i nemici stranieri. SOMERSET
Umilmente ringrazio vostra maestà. HORNER
E io volentieri accetto il combattimento.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
PETER [to Gloucester] Alas, my lord, I cannot fight; for
God’s sake, pity my case! The spite of man prevaileth against me. O Lord, have mercy upon me — I shall never be able to fight a blow! O Lord, my heart!
222
GLOUCESTER
Sirrah, or you must fight or else be hanged. KING HENRY
Away with them to prison, and the day Of combat be the last of the next month Come, Somerset, we’ll see thee sent away.
225
Flourish. Exeunt 1.4
Enter Margery Jordan, a witch; Sir John Hume and John Southwell, two priests; and Roger Bolingbroke, a conjuror
HUME Come, my masters, the Duchess, I tell you, expects
performance of your promises. BOLINGBROKE Master Hume, we are therefore provided. Will her ladyship behold and hear our exorcisms? HUME Ay, what else? Fear you not her courage. BOLINGBROKE I have heard her reported to be a woman of an invincible spirit. But it shall be convenient, Master Hume, that you be by her, aloft, while we be busy below. And so, I pray you, go in God’s name and leave Exit Hume us. Mother Jordan, be you prostrate and grovel on the earth.
5
12
She lies down upon her face. [Enter Eleanor, the Duchess of Gloucester, aloft] John Southwell, read you and let us to our work. DUCHESS Well said, my masters, and welcome all. To this
gear the sooner the better.
15
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
PIETRO [a Gloucester]
Ahimè, signore, io non so combattere; per amor di Dio, abbiate pietà della mia condizione! È il malanimo di quell’uomo che mi rovina. Oh Signore, abbi pietà di me – non sarò mai capace di menare un solo colpo! Oh Signore, il mio cuore! GLOUCESTER
Compare, devi combattere o finirai impiccato. RE ENRICO
Portateli in prigione e il giorno del combattimento sia l’ultimo del mese prossimo. Vieni, Somerset, ci occuperemo della tua partenza. Squilli di trombe. Escono I, 4
Entrano Margery Jordan, una strega; sir John Hume e John Southwell, due preti; Roger Bolingbroke, un mago48
HUME
Avanti, signori miei, e badate: la duchessa si aspetta di assistere a ciò che avete promesso49. BOLINGBROKE50
Signor Hume, siamo appunto attrezzati per quello scopo. Sua signoria guarderà e ascolterà i nostri esorcismi? HUME
Certo, e come no? Non dubitate del suo coraggio. BOLINGBROKE
Ho sentito dire che è donna dalla tempra formidabile. Ma sarà il caso che voi, signor Hume, le stiate accanto, lassù, mentre noi operiamo qua sotto. E così, vi prego, in nome di Dio andate e lasciateci soli. Esce Hume Mamma Jordan, sdraiatevi con la faccia a terra. Lei si stende faccia a terra. [Entra Eleonora, duchessa di Gloucester, in alto] Tu leggi, John Southwell, e lascia fare a noi. DUCHESSA
Ben detto, signori miei, e siate tutti i benvenuti. In queste cose, prima si fa meglio è. 75
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
[Enter Hume aloft] BOLINGBROKE
Patience, good lady — wizards know their times. Deep night, dark night, the silent of the night, The time of night when Troy was set on fire, The time when screech-owls cry and bandogs howl, And spirits walk, and ghosts break up their graves — That time best fits the work we have in hand. Madam, sit you, and fear not. Whom we raise We will make fast within a hallowed verge.
21
Here do the ceremonies belonging, and make the circle. Southwell reads ‘Coniuro te’, &c. It thunders and lightens terribly, then the spirit Asnath riseth ASNATH Adsum. WITCH Asnath,
25
By the eternal God whose name and power Thou tremblest at, answer that I shall ask, For till thou speak, thou shalt not pass from hence. ASNATH
Ask what thou wilt, that I had said and done. BOLINGBROKE (reads)
‘First, of the King: what shall of him become?’
30
ASNATH
The Duke yet lives that Henry shall depose, But him outlive, and die a violent death. As the spirit speaks, [Southwell] writes the answer BOLINGBROKE (reads)
‘Tell me what fate awaits the Duke of Suffolk.’ ASNATH
By water shall he die, and take his end. BOLINGBROKE (reads)
‘What shall betide the Duke of Somerset?’17
35
35. Betide: befall (F) con significato analogo. 76
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
[Entra Hume in alto] BOLINGBROKE
Pazienza, buona signora – i maghi sanno qual è il momento giusto per agire. La notte fonda, la notte buia, il silenzio della notte, l’ora notturna in cui Troia fu incendiata, l’ora in cui stridono le civette e i feroci cani da guardia ululano, gli spiriti vagano e i fantasmi escono dalle tombe51 – ecco l’ora più propizia per ciò che dobbiamo fare. Sedetevi, signora, e non temete. Colui che evochiamo lo terremo sotto controllo dentro un cerchio magico. Qui fanno i rituali opportuni e disegnano il cerchio. Southwell legge ‘Coniuro te’ ecc.52 Tremendi tuoni e lampi, poi emerge lo spirito Asnath53 ASNATH
Adsum. STREGA
Asnath, per l’eterno Dio, di fronte al cui nome e potere tu tremi, rispondi alle mie domande, perché non uscirai di qui finché non avrai parlato. ASNATH
Chiedi ciò che vuoi, che io possa dire e finirla. BOLINGBROKE (legge)
“Per prima cosa, il re: che ne sarà di lui?” ASNATH
Ancora vive il duca che Enrico deporrà54, ma gli sopravvivrà e avrà morte violenta. Mentre lo spirito parla, [Southwell] scrive la risposta BOLINGBROKE (legge)
“Dimmi quale destino attende il duca di Suffolk”. ASNATH
Per mare morirà e avrà la sua fine. BOLINGBROKE (legge)
“Che ne sarà del duca di Somerset?”
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
ASNATH
Let him shun castles. Safer shall he be Upon the sandy plains than where castles mounted stand. Have done — for more I hardly can endure. BOLINGBROKE
Descend to darkness and the burning lake! False fiend, avoid!
40
Thunder and lightning. The spirit sinks down again Enter, breaking in, the Dukes of York and Buckingham with their guard, among them Sir Humphrey Stafford YORK
Lay hands upon these traitors and their trash. [Bolingbroke, Southwell, and Jordan are taken prisoner. Buckingham takes the writings from Bolingbroke and Southwell] (To Jordan) Beldam, I think we watched you at an inch. (To the Duchess) What, madam, are you there? The King and common weal Are deep indebted for this piece of pains. My lord Protector will, I doubt it not, See you well guerdoned for these good deserts.
45
DUCHESS
Not half so bad as thine to England’s king, Injurious Duke, that threatest where’s no cause. BUCKINGHAM
True, madam, none at all — [He raises the writings] what call you this? (To his men) Away with them. Let them be clapped up close And kept asunder. (To the Duchess) You, madam, shall with us. Stafford, take her to thee.
50
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
ASNATH
Si guardi dai castelli. Sarà più al sicuro sulle pianure sabbiose che non sulle colline dove sorgono castelli. Finisci – perché non posso andare oltre. BOLINGBROKE
Scendi nelle tenebre e nel lago ardente! Falso demonio, vattene! Tuoni e fulmini. Lo spirito sprofonda.55 Irrompono i duchi di York e Buckingham con le loro guardie, tra cui sir Humphrey Stafford56 YORK
Catturate questi traditori e il loro armamentario. [Bolingbroke, Southwell e Jordan son fatti prigionieri. Buckingham prende i fogli da Bolingbroke e Southwell] (A Jordan) Strega, ti abbiamo tenuta ben d’occhio, credo. (Alla duchessa) Come, ci siete anche voi, signora? Il re e lo stato vi ringraziano per la pena che vi siete data. Il lord protettore, senza dubbio, vi ricompenserà bene per queste buone azioni. DUCHESSA
Che sono cattive neanche la metà di quelle che tu hai fatto contro il re d’Inghilterra, duca insolente, che minacci senza ragione. BUCKINGHAM
Ma certo, senza nessuna ragione, signora… [solleva i fogli] e questa come la chiamate? (Ai suoi uomini) Portateli via. Metteteli sotto chiave, tenendoli separati. (Alla duchessa) Voi, signora, verrete con noi. Stafford, portala con te.
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2 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
Exeunt Stafford [and others] to the Duchess [and Hume] above We’ll see your trinkets here all forthcoming. All away! Exeunt below Jordan, Southwell, and Bolingbroke, guarded, and, above, [Hume and] the Duchess guarded by Stafford [and others. York and Buckingham remain] YORK
Lord Buckingham, methinks you watched her well. A pretty plot, well chosen to build upon. Now pray, my lord, let’s see the devil’s writ.
55
[Buckingham gives him the writings] What have we here? He reads the writings Why, this is just Aio Aeacidam, Romanos vincere posse. These oracles are hardily attained And hardly understood. Come, come, my lord, The King is now in progress towards Saint Albans; With him the husband of this lovely lady. Thither goes these news as fast as horse can carry them — A sorry breakfast for my lord Protector.
60
65
BUCKINGHAM
Your grace shall give me leave, my lord of York, To be the post in hope of his reward. YORK (returning the writings to Buckingham) At your pleasure, my good lord. [Exit Buckingham] (Calling within) Who’s within there, ho! Enter a servingman Invite my lords of Salisbury and Warwick To sup with me tomorrow night. Away.
70
Exeunt severally
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2 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
Escono Stafford [e altri] andando verso la duchessa [e Hume] in alto Faremo in modo che tutti questi strumenti siano ben custoditi57. Via tutti! Escono, in basso, Jordan, Southwell e Bolingbroke con le guardie e sopra [Hume e] la duchessa condotta da Stafford [e altri. Restano York e Buckingham] YORK
L’avete tenuta d’occhio bene, direi, lord Buckingham. Ottimo piano, fatto apposta per poterci costruire sopra. Ora, per favore, vediamo cos’ha scritto il diavolo. [Buckingham gli dà i fogli] Cosa c’è qui? Legge Perbacco, questo è proprio come Aio Aecidam Romanos vincere posse58. Sono oracoli difficili da ottenere e difficili da capire. Andiamo, andiamo, signore, il re sta andando a Saint Albans e con lui il marito di questa bella dama. Questa notizia lo inseguirà con la velocità di cui è capace un cavallo – triste colazione, per il lord protettore. BUCKINGHAM
Vostra grazia, signore di York, mi conceda di fare da messaggero nella speranza di averne ricompensa. YORK (restituendo i fogli a Buckingham) Come volete, caro signore. [Esce Buckingham] (Chiamando dentro) Ehi, chi c’è là? Entra un servo Invita i signori di Salisbury e Warwick a cenare con me domani sera. Va’. Escono separatamente
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
2.1
Enter King Henry, Queen Margaret with her hawk on her fist, Duke Humphrey of Gloucester, Cardinal Beaufort, and the Duke of Suffolk, with falconers hollering
QUEEN MARGARET
Believe me, lords, for flying at the brook I saw not better sport these seven years’ day; Yet, by your leave, the wind was very high, And, ten to one, old Joan had not gone out. KING HENRY (to Gloucester) But what a point, my lord, your falcon made, And what a pitch she flew above the rest! To see how God in all his creatures works! Yea, man and birds are fain of climbing high.
5
SUFFOLK
No marvel, an it like your majesty, My Lord Protector’s hawks do tower so well; They know their master loves to be aloft, And bears his thoughts above his falcon’s pitch.
10
GLOUCESTER
My lord, ’tis but a base ignoble mind That mounts no higher than a bird can soar. CARDINAL BEAUFORT
I thought as much; he would be above the clouds.
15
GLOUCESTER
Ay, my lord Cardinal, how think you by that? Were it not good your grace could fly to heaven? KING HENRY
The treasury of everlasting joy. CARDINAL BEAUFORT (to Gloucester) Thy heaven is on earth; thine eyes and thoughts Beat on a crown, the treasure of thy heart, Pernicious Protector, dangerous peer, That smooth’st it so with King and common weal!
20
82
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
II, 1
Entrano re Enrico, la regina Margherita col falcone sul pugno, il duca Humphrey di Gloucester, il cardinal Beaufort e il duca di Suffolk, con falconieri che lanciano richiami 59
REGINA MARGHERITA
Credetemi, signori, era un pezzo che non mi divertivo tanto a cacciare sul fiume; eppure, direi, il vento era molto forte e c’era da aspettarsi che la vecchia Gianna non si sarebbe alzata in volo60. RE ENRICO (a Gloucester) Ma il vostro falcone, signore, a che altezza è arrivato per puntare la preda, e quanto più sopra tutti gli altri ha volato! Ah, vedere come Dio opera in tutte le sue creature! Sì, uomo e uccelli anelano a salire in alto. SUFFOLK
Col vostro permesso, maestà, non è strano che i falchi del protettore volino così alti; sanno che il loro padrone ama stare in cima e il suo pensiero sale più del suo falcone61. GLOUCESTER
Signore, solo un animo vile e ignobile non vola più in alto di un uccello. CARDINAL BEAUFORT
Lo dicevo io; vorrebbe stare più in alto delle nuvole. GLOUCESTER
Già, signor cardinale, voi cosa ne dite? Non sarebbe bello che vostra grazia potesse volare in paradiso? RE ENRICO
Il tesoro della gioia perenne. CARDINAL BEAUFORT (a Gloucester)
Per te il paradiso è in terra; i tuoi occhi e il tuo pensiero puntano a una corona, tesoro del tuo cuore, protettore pernicioso, pari ostile, che così aduli il re e il popolo!
83
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
GLOUCESTER
What, Cardinal? Is your priesthood grown peremptory? Tantaene animis caelestibus irae? Churchmen so hot? Good uncle, hide such malice With some holiness — can you do it?18
25
SUFFOLK
No malice, sir, no more than well becomes So good a quarrel and so bad a peer. GLOUCESTER
As who, my lord? Why, as you, my lord — An’t like your lordly Lord’s Protectorship.
SUFFOLK
30
GLOUCESTER
Why, Suffolk, England knows thine insolence. QUEEN MARGARET
And thy ambition, Gloucester. KING HENRY I prithee peace, Good Queen, and whet not on these furious peers — For blessèd are the peacemakers on earth. CARDINAL BEAUFORT
Let me be blessèd for the peace I make Against this proud Protector with my sword.
35
[Gloucester and Cardinal Beaufort speak privately to one another] GLOUCESTER
Faith, holy uncle, would’t were come to that.19 CARDINAL BEAUFORT
Marry, when thou dar’st. Dare? I tell thee, priest, Plantagenets could never brook the dare!
GLOUCESTER
CARDINAL BEAUFORT
I am Plantagenet as well as thou, And son to John of Gaunt.
40
26. Some: such (F) = tale. 37-43. Faith … words: non in F. 84
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19/10/2017 18:24:51
2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
GLOUCESTER
Ma come, cardinale? Il vostro ministero diventa aggressivo? Tantaene animis caelestibus irae?62 Uomini di chiesa così rabbiosi? Da bravo, zio, velate questa malizia con un po’ di santità – ce la fate? SUFFOLK
Non malizia, signore, non più di quanta conviene a un così giusto diverbio e a un così perfido pari. GLOUCESTER
A chi alludete, signore? SUFFOLK
Perbacco, a voi, signore – col permesso di vossignoria lord protettore. GLOUCESTER
Perbacco, Suffolk, tutta l’Inghilterra conosce la tua insolenza. REGINA MARGHERITA
E la tua ambizione, Gloucester. RE ENRICO
Taci, ti prego, cara regina, e non aizzare l’ira di questi pari – beati gli operatori di pace sulla terra63. CARDINAL BEAUFORT
Che io sia beato per la pace che porto con la mia spada contro questo superbo protettore. [Gloucester e il cardinal Beaufort parlano tra loro da soli] GLOUCESTER
Davvero, santo zio, magari arrivassimo a quello. CARDINAL BEAUFORT
Per la Madonna, quando oserai farlo. GLOUCESTER
Se oso? Ti avverto, prete, i Plantageneto non hanno mai tollerato il verbo osare! CARDINAL BEAUFORT
Sono Plantageneto come te e figlio di Giovanni di Gand.
85
Shakespeare_Drammi storici.indb 85
19/10/2017 18:24:51
2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
GLOUCESTER In bastardy. CARDINAL BEAUFORT I scorn thy words. GLOUCESTER
Make up no factious numbers for the matter, In thine own person answer thy abuse.
45
CARDINAL BEAUFORT
Ay, where thou dar’st not peep; an if thou dar’st, This evening on the east side of the grove. KING HENRY
How now, my lords? CARDINAL BEAUFORT (aloud)
Believe me, cousin Gloucester, Had not your man put up the fowl so suddenly, We had had more sport. (Aside to Gloucester) Come with thy two-hand sword. GLOUCESTER (aloud) True, uncle. (Aside to Cardinal Beaufort) Are ye advised? The east side of the grove. CARDINAL BEAUFORT (aside to Gloucester) I am with you. KING HENRY Why, how now, uncle Gloucester?
50
GLOUCESTER
Talking of hawking, nothing else, my lord. (Aside to the Cardinal) Now, by God’s mother, priest, I’ll shave your crown for this, Or all my fence shall fail. CARDINAL BEAUFORT (aside to Gloucester) Medice, teipsum — Protector, see to’t well; protect yourself.
55
KING HENRY
The winds grow high; so do your stomachs, lords. How irksome is this music to my heart! When such strings jar, what hope of harmony? I pray, my lords, let me compound this strife.
60
Enter one crying ‘a miracle’
86
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
GLOUCESTER
Figlio bastardo64. CARDINAL BEAUFORT
Non mi curo delle tue parole. GLOUCESTER
Per risolvere la questione non mettiamo in mezzo troppa gente. Rispondi personalmente dei tuoi insulti. CARDINAL BEAUFORT
Già, dove tu non hai neppure il coraggio di affacciarti; ma se ce l’hai, stasera sul lato orientale del boschetto. RE ENRICO
Ebbene, signori miei? CARDINAL BEAUFORT (a voce alta)
Credetemi, cugino Gloucester, se il vostro falconiere non avesse fatto volar gli uccelli così in fretta la caccia sarebbe durata di più. (A parte a Gloucester) Vieni con la spada a due mani. GLOUCESTER (a voce alta) È vero, zio. (A parte al cardinal Beaufort) Deciso? Sul lato orientale del boschetto. CARDINAL BEAUFORT (a parte a Gloucester) D’accordo. RE ENRICO
Allora, zio di Gloucester? GLOUCESTER
Si parlava di falconeria, nient’altro, mio signore. (A parte al cardinale) Ora, per la madre di Dio, prete, ti raderò la chierica per questo, se la mia abilità nella scherma non mi tradisce. CARDINAL BEAUFORT (a parte a Gloucester) Medice, teipsum65 – Sta’ attento, protettore; proteggi te stesso. RE ENRICO
Il vento si fa più forte; e anche le vostre passioni, signori. Come mi turba il cuore questa musica! Se strumenti come questi non sono accordati, come ci potrà essere armonia? Vi prego, signori miei, lasciatemi placare questo diverbio. Entra un uomo gridando “miracolo”
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
GLOUCESTER What means this noise?
Fellow, what miracle dost thou proclaim? ONE
A miracle, a miracle! SUFFOLK
Come to the King — tell him what miracle.
65
ONE (to King Henry)
Forsooth, a blind man at Saint Alban’s shrine Within this half-hour hath received his sight — A man that ne’er saw in his life before. KING HENRY
Now God be praised, that to believing souls Gives light in darkness, comfort in despair!
70
Enter the Mayor and aldermen of Saint Albans, with music, bearing the man, Simpcox, between two in a chair. Enter Simpcox’s Wife [and other townsmen] with them CARDINAL BEAUFORT
Here comes the townsmen on procession To present your highness with the man. [The townsmen kneel] KING HENRY
Great is his comfort in this earthly vale, Although by sight his sin be multiplied.20 GLOUCESTER (to the townsmen) Stand by, my masters, bring him near the King. His highness’ pleasure is to talk with him.
75
They [rise and] bear Simpcox before the King KING HENRY (to Simpcox)
Good fellow, tell us here the circumstance, That we for thee may glorify the Lord. What, hast thou been long blind and now restored?
74. Sight: his fight (F) = la sua lotta. 88
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
GLOUCESTER
Cos’è questo chiasso? Ehi tu, di che miracolo parli? UOMO
Miracolo, miracolo! SUFFOLK
Vieni dal re – digli qual è il miracolo. UOMO (a re Enrico)
Davvero, mezz’ora fa al santuario di Sant’Albano un cieco ha riavuto la vista – uno che in vita sua non aveva mai veduto. RE ENRICO
Allora sia lode a Dio, che alle anime credenti dà luce nelle tenebre, conforto nella disperazione! Entrano il sindaco e i consiglieri di Saint Albans con dei suonatori trasportando l’uomo, Simpcox, su una portantina sorretta da due persone. Entra la moglie di Simpcox [e altri cittadini] con loro CARDINAL BEAUFORT
Ecco i cittadini che vengono in processione a presentare l’uomo a vostra altezza. [I cittadini s’inginocchiano] RE ENRICO
Un grande conforto per lui in questa valle terrena, sebbene vedendo possa commettere più peccati. GLOUCESTER (ai cittadini) Fermatevi, signori miei, portatelo qui dal re. Sua altezza desidera parlargli. [Si alzano e] portano Simpcox vicino al re RE ENRICO (a Simpcox)
Brav’uomo, raccontami com’è successo, così che possiamo glorificare il Signore per te. Allora, sei stato cieco per molto tempo e ora ci vedi?
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
SIMPCOX
Born blind, an’t please your grace. Ay, indeed, was he. SUFFOLK What woman is this? SIMPCOX’S WIFE His wife, an’t like your worship. GLOUCESTER Hadst thou been his mother Thou couldst have better told. KING HENRY (to Simpcox) Where wert thou born? SIMPCOX’S WIFE
81
SIMPCOX
At Berwick, in the north, an’t like your grace.
85
KING HENRY
Poor soul, God’s goodness hath been great to thee. Let never day nor night unhallowed pass, But still remember what the Lord hath done. QUEEN MARGARET (to Simpcox) Tell me, good fellow, cam’st thou here by chance, Or of devotion to this holy shrine?
90
SIMPCOX
God knows, of pure devotion, being called A hundred times and oftener, in my sleep, By good Saint Alban, who said, ‘Simon, come; Come offer at my shrine and I will help thee.’ SIMPCOX’S WIFE
Most true, forsooth, and many time and oft Myself have heard a voice to call him so. CARDINAL BEAUFORT (to Simpcox) What, art thou lame? SIMPCOX Ay, God almighty help me.
95
SUFFOLK
How cam’st thou so? SIMPCOX
A fall off of a tree.
90
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19/10/2017 18:24:51
2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
SIMPCOX66
Con permesso, vostra grazia, cieco dalla nascita. MOGLIE DI SIMPCOX
Altroché se lo era. SUFFOLK
Chi è questa donna? MOGLIE DI SIMPCOX
Con permesso, vossignoria, sua moglie. GLOUCESTER
Saresti una testimone migliore se fossi sua madre. RE ENRICO (a Simpcox)
Dove sei nato? SIMPCOX
Con permesso, vostra grazia, a Berwick, nel nord. RE ENRICO
Povera anima, Dio è stato immensamente buono con te. Non lasciar passare giorno né notte senza preghiere, ma ricorda sempre ciò che ti ha fatto il Signore. REGINA MARGHERITA (a Simpcox) Di’, brav’uomo, sei venuto qui per caso o per devozione a questo grande santuario? SIMPCOX
Per pura devozione, Dio lo sa, dopo esser stato chiamato cento volte e più, in sonno, dal buon Sant’Albano, che mi diceva, “Vieni, Simon; vieni a fare un’offerta al mio santuario e ti aiuterò”. MOGLIE DI SIMPCOX
Verissimo, sul serio, e più di una volta ho sentito anch’io una voce che gli diceva così. CARDINAL BEAUFORT (a Simpcox) Ma come, sei storpio? SIMPCOX
Sì, che Dio m’aiuti. SUFFOLK
E come lo sei diventato? SIMPCOX
Cadendo da un albero.
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
SIMPCOX’S WIFE (to Suffolk)
A plum tree, master. How long hast thou been blind?
GLOUCESTER SIMPCOX
O, born so, master. What, and wouldst climb a tree?
GLOUCESTER SIMPCOX
But that in all my life, when I was a youth.
101
SIMPCOX’S WIFE (to Gloucester)
Too true — and bought his climbing very dear. GLOUCESTER (to Simpcox)
Mass, thou loved’st plums well that wouldst venture so. SIMPCOX
Alas, good master, my wife desired some damsons, And made me climb with danger of my life. GLOUCESTER [aside] A subtle knave, but yet it shall not serve. (To Simpcox) Let me see thine eyes: wink now, now open them. In my opinion yet thou seest not well. SIMPCOX Yes, master, clear as day, I thank God and Saint Alban.
105
110
GLOUCESTER
Sayst thou me so? (Pointing) What colour is this cloak of? SIMPCOX
Red, master; red as blood. Why, that’s well said.
GLOUCESTER
(Pointing) And his cloak? Why, that’s green.
SIMPCOX GLOUCESTER (pointing)
And what colour’s
His hose? SIMPCOX
Yellow, master; yellow as gold.
GLOUCESTER
And what colour’s my gown?
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
MOGLIE DI SIMPCOX (a Suffolk)
Da un susino67, padrone. GLOUCESTER
Da quando sei cieco? SIMPCOX
Dalla nascita, padrone. GLOUCESTER
Come? E ti arrampicavi su un albero? SIMPCOX
Soltanto una volta in tutta la mia vita, quand’ero giovane. MOGLIE DI SIMPCOX (a Gloucester)
Verissimo – e arrampicarsi gli è costato caro. GLOUCESTER (a Simpcox)
Dico, ti piacevano davvero le susine, per correre quel rischio. SIMPCOX
Ahimè, caro padrone, mia moglie aveva voglia di susine damaschine e mi ha fatto arrampicare rischiando la vita. GLOUCESTER [a parte] È un furbone, costui, ma gli servirà a poco. (A Simpcox) Fammi vedere gli occhi; chiudili; adesso aprili. Secondo me non ci vedi ancora bene. SIMPCOX
Padrone sì, chiaro come il giorno, ringrazio Dio e Sant’Albano. GLOUCESTER
Tu dici? (Indicando) Di che colore è questo mantello? SIMPCOX
Rosso, padrone; rosso come il sangue. GLOUCESTER
Ben detto, infatti. (Indicando) E il suo mantello? SIMPCOX
Verde, perbacco. GLOUCESTER (indicando) E la sua calzamaglia di che colore è? SIMPCOX
Gialla, padrone; gialla come l’oro. GLOUCESTER
E la mia veste com’è? 93
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
SIMPCOX
Black, sir; coal-black, as jet.21
KING HENRY
Why, then, thou know’st what colour jet is of?
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SUFFOLK
And yet I think jet did he never see. GLOUCESTER
But cloaks and gowns before this day, a many. SIMPCOX’S WIFE
Never before this day in all his life. GLOUCESTER Tell me, sirrah, what’s my name? SIMPCOX Alas, master, I know not. GLOUCESTER (pointing) What’s his name? SIMPCOX I know not. GLOUCESTER (pointing) Nor his? SIMPCOX No, truly, sir. GLOUCESTER (pointing) Nor his name? SIMPCOX No indeed, master. GLOUCESTER What’s thine own name?
120
125
SIMPCOX
Simon Simpcox, an it please you, master. GLOUCESTER
Then, Simon, sit thou there the lying’st knave In Christendom. If thou hadst been born blind Thou mightst as well have known our names as thus To name the several colours we do wear. Sight may distinguish colours, but suddenly To nominate them all — it is impossible.
130
135
115. Black, sir: Black forsooth (F) = proprio nero. 94
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
SIMPCOX
Nera, signore; nera come il carbone, come giaietto. RE ENRICO
Ma allora tu sai di che colore è il giaietto? SUFFOLK
Eppure credo che non abbia mai visto il giaietto. GLOUCESTER
Ma vesti e mantelli sì, parecchi, prima d’oggi. MOGLIE DI SIMPCOX
Mai prima di quest’oggi, in tutta la sua vita. GLOUCESTER
Di’ un po’ tu, come mi chiamo? SIMPCOX
Ahimè, signore, non lo so. GLOUCESTER (indicando)
E lui come si chiama? SIMPCOX
Non lo so. GLOUCESTER (indicando)
Neanche lui? SIMPCOX
Nossignore, davvero. GLOUCESTER (indicando)
Neanche come si chiama lui? SIMPCOX
No davvero, padrone. GLOUCESTER
E tu come ti chiami? SIMPCOX
Simon Simpcox, con permesso, padrone. GLOUCESTER
Allora, Simon, sei la canaglia più bugiarda della cristianità. Se fossi nato cieco, ti sarebbe stato tanto facile sapere tutti i nostri nomi come sapere quelli dei diversi colori dei nostri abiti. La vista può distinguere i colori, ma saperli nominare tutti così all’istante – è
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
Saint Alban here hath done a miracle.22 Would you not think his cunning to be great 23 That could restore this cripple to his legs again? SIMPCOX O master, that you could! GLOUCESTER (to the Mayor and aldermen) My masters of Saint Albans, have you not Beadles in your town, and things called whips?
140
MAYOR
We have, my lord, an if it please your grace. GLOUCESTER Then send for one presently. MAYOR (to a townsman)
Sirrah, go fetch the beadle hither straight.
Exit one
GLOUCESTER
Bring me a stool.24 A stool is brought (To Simpcox) Now, sirrah, if you mean To save yourself from whipping, leap me o’er This stool and run away. SIMPCOX Alas, master, I am not able even to stand alone. You go about to torture me in vain.
145
Enter a Beadle with whips GLOUCESTER
Well, sirrah, we must have you find your legs.25 (To the Beadle) Whip him till he leap over that same stool. BEADLE I will, my lord. (To Simpcox) Come on, sirrah, off with your doublet quickly. SIMPCOX Alas, master, what shall I do? I am not able to stand.
150
155
136. Saint: My Lords, Saint (F) = Nobili signori, San. 137. His: it (F) esso. 145. Bring: Now fetch (Q, F) = Ora andate a prendere. 150. Sirrah: Sir (Q, F) = signore. 96
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19/10/2017 18:24:52
2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
impossibile. È questo il miracolo che ti ha fatto Sant’Albano. Non considerereste davvero bravo uno che ridonasse l’uso delle gambe a questo storpio? SIMPCOX
O padrone, magari poteste! GLOUCESTER (al sindaco e ai consiglieri)
Signori di Saint Albans, nella vostra città avete delle guardie68 e quegli arnesi chiamati fruste? SINDACO
Con permesso di vostra grazia, certo che ne abbiamo. GLOUCESTER
Allora mandate a prenderne uno. SINDACO (a uno dei cittadini)
Ehi tu, fammi subito venire qua una guardia. L’uomo esce GLOUCESTER
Portatemi uno sgabello. Viene portato uno sgabello (a Simpcox) Adesso, compare, se vuoi risparmiarti le frustate, scavalca lo sgabello con un salto e corri via. SIMPCOX
Ahimè, padrone, non posso neanche star ritto in piedi da solo. Volete torturarmi invano. Entra una guardia con delle fruste GLOUCESTER
Beh, compare, dobbiamo farti ritrovare le tue gambe. (Alla guardia) Frustatelo finché non scavalca lo sgabello. UFFICIALE
Sissignore. (A Simpcox) Orsù, compare, togliti il farsetto, svelto. SIMPCOX
Ahimè, padrone, come posso fare? Non riesco a stare in piedi.
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
After the Beadle hath hit him once, he leaps over the stool and runs away. [Some of] the townsmen follow and cry, ‘A miracle! A miracle!’ KING HENRY
O God, seest thou this and bear’st so long? QUEEN MARGARET
It made me laugh to see the villain run! GLOUCESTER [to the Beadle]
Follow the knave, and take this drab away. SIMPCOX’S WIFE
Alas, sir, we did it for pure need. [Exit the Beadle with the Wife] GLOUCESTER [to the Mayor]
Let them be whipped through every market-town Till they come to Berwick, from whence they came.
160
Exeunt the Mayor [and any remaining townsmen] CARDINAL BEAUFORT
Duke Humphrey has done a miracle today. SUFFOLK
True: made the lame to leap and fly away. GLOUCESTER
But you have done more miracles than I — You made, in a day, my lord, whole towns to fly.
165
Enter the Duke of Buckingham KING HENRY
What tidings with our cousin Buckingham? BUCKINGHAM
Such as my heart doth tremble to unfold. A sort of naughty persons, lewdly bent, Under the countenance and confederacy Of Lady Eleanor, the Protector’s wife, The ringleader and head of all this rout, Have practised dangerously against your state, Dealing with witches and with conjurors, Whom we have apprehended in the fact,
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
Appena l’ufficiale gli dà una frustata, lui scavalca d’un salto lo sgabello e corre via. [Alcuni dei] cittadini gli corrono dietro gridando “Miracolo! Miracolo!” RE ENRICO
O Dio, tu vedi questo e lo tolleri così a lungo? REGINA MARGHERITA
Che risate veder correre quell’impostore! GLOUCESTER (all’ufficiale)
Segui quella canaglia e porta via questa sgualdrina. MOGLIE DI SIMPCOX
Ahimè, signore, l’abbiamo fatto per miseria. [Esce l’ufficiale con la moglie di Simpcox] GLOUCESTER [al sindaco]
Fateli frustare in ogni piazza di mercato, finché non arriveranno a Berwick da dove sono venuti. Escono il sindaco [e i restanti cittadini] CARDINAL BEAUFORT
Oggi il duca Humphrey ha fatto un miracolo. SUFFOLK
Giusto: ha fatto saltare e correr via gli storpi69. GLOUCESTER
Ma voi avete fatto più miracoli di me – in un solo giorno, signore, avete fatto volar via città intere70. Entra il duca di Buckingham RE ENRICO
Che notizie ci porta nostro cugino Buckingham? BUCKINGHAM
Notizie che, a rivelarle, fanno tremare il cuore. Certe persone malvagie e dedite al male, con l’appoggio e la complicità di madama Eleonora, moglie del protettore, promotrice e capo di tutta questa gentaglia, hanno ordito trame perniciose contro la vostra autorità, trattando con streghe e negromanti, che abbiamo colto in
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
Raising up wicked spirits from under ground, Demanding of King Henry’s life and death And other of your highness’ Privy Council. And here’s the answer the devil did make to them.26
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Buckingham gives King Henry the writings [KING HENRY] (reads)
‘First of the King: what shall of him become? The Duke yet lives that Henry shall depose, But him outlive and die a violent death.’ God’s will be done in all. Well, to the rest. (Reads) ‘Tell me what fate awaits the Duke of Suffolk?27 By water shall he die, and take his end.’ SUFFOLK [aside] By water must the Duke of Suffolk die? It must be so, or else the devil doth lie. KING HENRY (reads) ‘What shall betide the Duke of Somerset? Let him shun castles. Safer shall he be Upon the sandy plains than where castles mounted stand.’ CARDINAL BEAUFORT (to Gloucester) And so, my Lord Protector, by this means Your lady is forthcoming yet at London. (Aside to Gloucester) This news, I think, hath turned your weapon’s edge. ’Tis like, my lord, you will not keep your hour.
180
185
190
GLOUCESTER
Ambitious churchman, leave to afflict my heart. Sorrow and grief have vanquished all my powers, And, vanquished as I am, I yield to thee Or to the meanest groom.
195
178-82. And … rest: non in F. 183-87. Tell … stand: non in F. 100
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
flagrante mentre evocavano sotterranei spiriti maligni, interrogandoli sulla vita e la morte di re Enrico e di altre persone del Consiglio della corona di vostra maestà. E questa è la risposta resa loro dal demonio. Buckingham dà i fogli a re Enrico [RE ENRICO] (legge)
“Per prima cosa, il re: che ne sarà di lui? Ancora vive il duca che Enrico deporrà, ma gli sopravvivrà e avrà morte violenta.” Sia fatta in tutto la volontà di Dio. Vediamo il resto. (Legge) “Dimmi, quale destino attende il duca di Suffolk. Per mare morirà e avrà la sua fine.” SUFFOLK [a parte] Deve morire per mare il duca di Suffolk? Dev’essere proprio così, se il diavolo non mente. RE ENRICO (legge) “Che ne sarà del duca di Somerset? Si guardi dai castelli. Sarà più al sicuro sulle pianure sabbiose che non sulle colline dove sorgono castelli.” CARDINAL BEAUFORT (a Gloucester) E così, lord protettore, ora la vostra signora si trova sotto scorta a Londra. (A parte a Gloucester) Questa notizia, direi, vi ha spuntato la lama. Non credo, signor mio, che verrete all’appuntamento. GLOUCESTER
Prete ambizioso, smetti di torturarmi il cuore. Dolore e angoscia mi hanno tolto ogni forza, e, sconfitto come sono, è lo stesso arrendermi a te o al più vile stalliere.
101
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
KING HENRY
O God, what mischiefs work the wicked ones, Heaping confusion on their own heads thereby! QUEEN MARGARET
Gloucester, see here the tainture of thy nest, And look thyself be faultless, thou wert best.
200
GLOUCESTER
Madam, for myself, to heaven I do appeal, How I have loved my King and common weal; And for my wife, I know not how it stands. Sorry I am to hear what I have heard. Noble she is, but if she have forgot Honour and virtue and conversed with such As, like to pitch, defile nobility, I banish her my bed and company, And give her as a prey to law and shame That hath dishonoured Gloucester’s honest name.
205
210
KING HENRY
Well, for this night we will repose us here; Tomorrow toward London back again, To look into this business thoroughly, And call these foul offenders to their answers, And poise the cause in justice’ equal scales, Whose beam stands sure, whose rightful cause prevails. Flourish. Exeunt 2.2
215
Enter the Duke of York and the Earls of Salisbury and Warwick
YORK
Now, my good lords of Salisbury and Warwick, Our simple supper ended, give me leave In this close walk to satisfy myself In craving your opinion of my title, Which is infallible, to England’s crown.
5
SALISBURY
My lord, I long to hear it out at full. 102
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
RE ENRICO
O Dio, quali disastri causano i malvagi, attirando così la rovina sul loro stesso capo! REGINA MARGHERITA
Gloucester, guarda il fango che lorda il tuo nido e assicurati di non esserne macchiato. GLOUCESTER
Signora, per quanto riguarda me, il cielo mi è testimone che ho amato il mio re e il bene del popolo tutto; quanto a mia moglie, non conosco i dettagli. Mi addolora udire ciò che ho udito. Mia moglie è nobile, ma se ha dimenticato onore e virtù per trattare con chi, come la pece, macchia la nobiltà, la bandisco dal mio letto e dal mio fianco71 e la consegno alla legge e all’infamia per aver disonorato il nobile nome dei Gloucester. RE ENRICO
Ebbene, per questa notte riposeremo qui; domani torneremo a Londra per indagare a fondo sulla vicenda, costringere i malvagi trasgressori a rispondere delle loro azioni e deporre la causa sulle eque bilance della giustizia, grazie al cui saldo asse la giustizia prevale. Squilli di trombe. Escono II, 2
Entrano il duca di York e i conti di Salisbury e Warwick 72
YORK
Ora, cari signori di Salisbury e Warwick, finita la nostra semplice cena, in questo sentiero appartato permettete che chieda il vostro parere sul mio diritto, che è inequivocabile, alla corona d’Inghilterra. SALISBURY
Signore, non vedo l’ora di ascoltarlo da cima a fondo.
103
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
WARWICK
Sweet York, begin, and if thy claim be good, The Nevilles are thy subjects to command. YORK Then thus: Edward the Third, my lords, had seven sons: The first, Edward the Black Prince, Prince of Wales; The second, William of Hatfield; and the third, Lionel Duke of Clarence; next to whom Was John of Gaunt, the Duke of Lancaster; The fifth was Edmund Langley, Duke of York; The sixth was Thomas of Woodstock, Duke of Gloucester; William of Windsor was the seventh and last. Edward the Black Prince died before his father And left behind him Richard, his only son, Who, after Edward the Third’s death, reigned as king Till Henry Bolingbroke, Duke of Lancaster, The eldest son and heir of John of Gaunt, Crowned by the name of Henry the Fourth, Seized on the realm, deposed the rightful king, Sent his poor queen to France from whence she came, And him to Pomfret; where, as well you know,28 Harmless Richard was murdered traitorously. WARWICK (to Salisbury) Father, the Duke of York hath told the truth; Thus got the house of Lancaster the crown.
10
15
21
26
YORK
Which now they hold by force and not by right; For Richard, the first son’s heir, being dead, The issue of the next son should have reigned.
30
SALISBURY
But William of Hatfield died without an heir. YORK
The third son, Duke of Clarence, from whose line I claim the crown, had issue Phillipe, a daughter,
35
26. Well: all (F) = tutti. 104
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
WARWICK
Carissimo York, comincia pure; e se il tuo diritto è genuino, i Neville saranno sudditi ai tuoi ordini. YORK
Dunque, Edoardo terzo, signori miei, ebbe sette figli: il primo era Edoardo, detto il principe nero73, principe di Galles; il secondo, William di Hatfield; il terzo Lionel, duca di Clarence; il seguente Giovanni di Gand, duca di Lancaster; il quinto, Edmund Langley, duca di York; il sesto Thomas di Woodstock, duca di Gloucester; William di Windsor era il settimo e ultimo. Edoardo il principe nero morì prima di suo padre e lasciò dietro di sé il suo unico figlio Riccardo, che, dopo la morte di Edoardo terzo, resse il regno fino a quando Enrico Bolingbroke, duca di Lancaster, primogenito ed erede di Giovanni di Gand, incoronato col nome di Enrico quarto, non gli tolse il regno, depose il re legittimo, mandò la sua povera moglie in Francia donde era venuta, e lui a Pomfret74. Qui, come sapete bene, l’inerme Riccardo fu proditoriamente assassinato. WARWICK (a Salisbury) Padre, il duca di York ha detto la verità: fu così che la casa di Lancaster ottenne la corona. YORK
Che ora mantiene con la forza, e non per diritto; perché essendo morto Riccardo, erede del primogenito, avrebbe dovuto regnare la prole del secondo figlio. SALISBURY
Ma William di Hatfield morì senza eredi. YORK
Il terzogenito, duca di Clarence, come discendente del quale io rivendico la corona, ebbe una figlia, Filippa, che andò sposa a
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
Who married Edmund Mortimer, Earl of March; Edmund had issue, Roger, Earl of March; Roger had issue, Edmund, Anne and Eleanor. SALISBURY
This Edmund, in the reign of Bolingbroke, As I have read, laid claim unto the crown, And, but for Owain Glyndwr, ˆ had been king, Who kept him in captivity till he died. But to the rest. YORK His eldest sister, Anne, My mother, being heir unto the crown, Married Richard, Earl of Cambridge, who was son29 To Edmund Langley, Edward the Third’s fifth son. By her I claim the kingdom: she was heir To Roger, Earl of March, who was the son Of Edmund Mortimer, who married Phillipe, Sole daughter unto Lionel, Duke of Clarence. So if the issue of the elder son Succeed before the younger, I am king.
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45
50
WARWICK
What plain proceedings is more plain than this? Henry doth claim the crown from John of Gaunt, The fourth son; York claims it from the third: Till Lionel’s issue fails, John’s should not reign.30 It fails not yet, but flourishes in thee And in thy sons, fair slips of such a stock. Then, father Salisbury, kneel we together, And in this private plot be we the first That shall salute our rightful sovereign With honour of his birthright to the crown. SALISBURY and WARWICK (kneeling) Long live our sovereign Richard, England’s king!
55
60
45. Son: non in F. 56. John’s: his (Q, F) = il suo. 106
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
Edmund Mortimer, conte di March; Edmund ebbe un figlio, Roger, conte di March; a Roger nacquero Edmund, Anne ed Eleonore. SALISBURY
Questo Edmund75, a quanto ho letto, rivendicò la corona mentre regnava Bolingbroke e sarebbe divenuto re se non fosse stato per Owen Glendower, che lo tenne prigioniero finché non morì. Ma veniamo agli altri. YORK
Sua sorella maggiore Anne, mia madre, erede alla corona, sposò Riccardo conte di Cambridge, figlio di Edmund Langley, quinto figlio di Edoardo terzo. È in virtù di lei che ho diritto a regnare: era l’erede di Roger, conte di March, figlio di Edmund Mortimer, sposo di Filippa unica figlia di Lionello duca di Clarence. Dunque, se la prole del figlio maggiore prevale su quella del minore, il re sono io. WARWICK
Quale esposizione può essere più chiara di questa? Enrico rivendica la corona in base a Giovanni di Gand, il quarto figlio; York in base al terzo. Finché non viene meno la stirpe di Lionel non dovrebbe regnare quella di Giovanni. Ed essa non è venuta meno, ma fiorisce in te e nei tuoi figli, bei virgulti di quel ceppo. E dunque, padre Salisbury, inginocchiamoci insieme e in questo angolo recondito salutiamo per primi il nostro legittimo sovrano onorando il suo diritto di nascita alla corona. SALISBURY E WARWICK (inginocchiandosi) Viva il nostro sovrano Riccardo, re d’Inghilterra!
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 3
YORK
We thank you, lords; [Salisbury and Warwick rise] but I am not your king Till I be crowned, and that my sword be stained With heart-blood of the house of Lancaster — And that’s not suddenly to be performed, But with advice and silent secrecy. Do you, as I do, in these dangerous days, Wink at the Duke of Suffolk’s insolence At Beaufort’s pride, at Somerset’s ambition, At Buckingham, and all the crew of them, Till they have snared the shepherd of the flock, That virtuous prince, the good Duke Humphrey. ’Tis that they seek, and they, in seeking that, Shall find their deaths, if York can prophesy.
65
70
75
SALISBURY
My lord, break off — we know your mind at full. WARWICK
My heart assures me that the Earl of Warwick Shall one day make the Duke of York a king. YORK
And Neville, this I do assure myself — Richard shall live to make the Earl of Warwick The greatest man in England but the King. 2.3
80 Exeunt
Sound trumpets. Enter King Henry and state, with guard, to banish the Duchess: King Henry and Queen Margaret, Duke Humphrey of Gloucester, the Duke of Suffolk [and the Duke of Buckingham, Cardinal Beaufort], and, led with officers, Dame Eleanor Cobham the Duchess, Margery Jordan the witch, John Southwell and Sir John Hume the two priests, and Roger Bolingbroke the conjuror; [then enter to them] the Duke of York and the Earls of Salisbury [and Warwick]
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 3
YORK
Vi ringrazio, signori; [Salisbury e Warwick si alzano] ma non sono vostro re finché non sarò incoronato e non avrò intinto la mia spada nel sangue che scorre nel casato dei Lancaster – cosa che non può compiersi da un momento all’altro, ma solo con prudenza, silenzio e segretezza. Fate come me, in questi tempi perniciosi: ignorate l’insolenza di Suffolk, l’orgoglio di Beaufort, l’ambizione di Somerset, Buckingham e tutta quella feccia, finché non avranno intrappolato il pastore del gregge, il virtuoso principe, il buon duca Humphrey. È a lui che mirano e mentre sono impegnati in quello troveranno la loro morte, se York è buon profeta. SALISBURY
Basta così, mio signore – ora sappiamo ciò che avete in mente. WARWICK
Il cuore mi assicura che un giorno il conte di Warwick farà re il duca di York76. YORK
E io, Neville, sono sicuro di questo – che Riccardo vivrà abbastanza per poter fare del conte di Warwick l’uomo più potente d’Inghilterra dopo il re. Escono II, 3
Suono di trombe. Entrano re Enrico con il seguito e le guardie per bandire la duchessa: re Enrico e la regina Margherita, il duca Humphrey di Gloucester, il duca di Suffolk [e il duca di Buckingham, il cardinal Beaufort], e, scortata dagli ufficiali, la duchessa Eleonora Cobham, la strega Margery Jordan, i due preti John Southwell e sir John Hume, il mago Roger Bolingbroke; [dopo di loro entrano] il duca di York e i conti di Salisbury [e Warwick]77
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 3
KING HENRY (to the Duchess)
Stand forth, Dame Eleanor Cobham, Gloucester’s wife. She comes forward In sight of God and us your guilt is great; Receive the sentence of the law for sins Such as by God’s book are adjudged to death. (To the Witch, Southwell, Hume, and Bolingbroke) You four, from hence to prison back again; From thence, unto the place of execution. The witch in Smithfield shall be burned to ashes, And you three shall be strangled on the gallows.
5
[Exeunt Witch, Southwell, Hume, and Bolingbroke, guarded] (To the Duchess) You, madam, for you are more nobly born, Despoilèd of your honour in your life, Shall, after three days’ open penance done, Live in your country here in banishment With Sir John Stanley in the Isle of Man.
10
DUCHESS
Welcome is banishment; welcome were my death. GLOUCESTER
Eleanor, the law, thou seest, hath judgèd thee; I cannot justify whom the law condemns.
15
[Exit the Duchess, guarded] Mine eyes are full of tears, my heart of grief. Ah, Humphrey, this dishonour in thine age Will bring thy head with sorrow to the grave.31 (To King Henry) I beseech your majesty, give me leave to go. Sorrow would solace, and mine age would ease.
20
19. Grave: ground = terra. 110
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 3
RE ENRICO (alla duchessa)
Fatevi avanti, madama Eleonora Cobham, moglie di Gloucester. Lei viene avanti Agli occhi di Dio e nostri la vostra colpa è grande; ricevete la sentenza della legge per i peccati che il libro di Dio giudica degni di morte. (Alla strega, Southwell, Hume, e Bolingbroke). Voi quattro, tornerete in prigione e da là andrete al luogo dell’esecuzione. La strega verrà arsa sul rogo a Smithfield, voi tre strangolati sulla forca78. [Escono, sotto scorta, la strega, Southwell, Hume, e Bolingbroke] (Alla duchessa) Voi, signora, poiché siete di nascita più nobile, spogliata dell’onore in questa vita, dopo tre giorni di penitenza pubblica vivrete nel vostro paese al bando, sull’isola di Man, sotto la sorveglianza di sir John Stanley. DUCHESSA
Sia benvenuto questo bando: lo sarebbe anche la morte. GLOUCESTER
Eleonora, come vedi la legge ti ha giudicata; non posso giustificare chi dalla legge è condannata. [Esce la duchessa, sotto scorta] Ho gli occhi pieni di lacrime e il cuore di afflizione. Ah, Humphrey, questo disonore sulla tua vecchiaia ti farà morire di dolore79. (A re Enrico) Supplico vostra maestà di darmi licenza di andarmene. Il dolore richiede sollievo, la vecchiaia riposo.
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 3
KING HENRY
Stay, Humphrey Duke of Gloucester. Ere thou go, Give up thy staff. Henry will to himself Protector be; and God shall be my hope, My stay, my guide, and lantern to my feet. And go in peace, Humphrey, no less beloved Than when thou wert Protector to thy King.
25
QUEEN MARGARET
I see no reason why a king of years Should be to be protected like a child. God and King Henry govern England’s helm! Give up your staff, sir, and the King his realm.
30
GLOUCESTER
My staff? Here, noble Henry, is my staff. As willingly do I the same resign As erst thy father Henry made it mine; And even as willing at thy feet I leave it As others would ambitiously receive it.
35
He lays the staff at King Henry’s feet Farewell, good King. When I am dead and gone, May honourable peace attend thy throne.
Exit
QUEEN MARGARET
Why, now is Henry King and Margaret Queen, And Humphrey Duke of Gloucester scarce himself That bears so shrewd a maim; two pulls at once — His lady banished and a limb lopped off.
40
She picks up the staff This staff of honour raught, there let it stand Where it best fits to be, in Henry’s hand. She gives the staff to King Henry SUFFOLK
Thus droops this lofty pine and hangs his sprays; Thus Eleanor’s pride dies in her youngest days.
45
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19/10/2017 18:24:53
2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 3
RE ENRICO
Aspetta, duca di Gloucester. Prima di andare, consegna il tuo bastone80. Enrico sarà protettore di se stesso e Dio sarà mia speranza, mio sostegno, mia guida, e lampada ai miei passi81. E va’ in pace, Humphrey, non meno amato di quando eri protettore del re. REGINA MARGHERITA
Non vedo motivo per cui un re maggiorenne debba venire protetto come un bambino. Dio e re Enrico reggano il timone dell’Inghilterra! Riconsegnate il bastone, signore, e il suo regno al re. GLOUCESTER
Il mio bastone? Ecco, nobile Enrico, il mio bastone. La riconsegno volentieri, così come tuo padre Enrico me la consegnò un tempo; lo depongo ai tuoi piedi non meno volentieri di quanto altri l’accetterebbero per ambizione. Depone il bastone ai piedi di Enrico Addio, buon re. Quando sarò morto, possa il tuo trono aver pace onorevole. Esce REGINA MARGHERITA
Ebbene, adesso Enrico è re e Margherita è regina, mentre Humphrey duca di Gloucester è l’ombra di se stesso, colpito com’è da due ferite simultanee – la moglie bandita e un arto tagliato. Raccoglie il bastone Questo bastone d’onore che gli è tolto stia ora dove deve stare, in mano a Enrico. Porge il bastone a re Enrico SUFFOLK
Così il maestoso pino si curva e piega i suoi rami; così muore la superbia di Eleonora nel pieno del suo vigore.
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2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 3
YORK
Lords, let him go. Please it your majesty, This is the day appointed for the combat, And ready are the appellant and defendant — The armourer and his man — to enter the lists, So please your highness to behold the fight.
50
QUEEN MARGARET
Ay, good my lord, for purposely therefor Left I the court to see this quarrel tried. KING HENRY
A God’s name, see the lists and all things fit; Here let them end it, and God defend the right.
55
YORK
I never saw a fellow worse bestead, Or more afraid to fight, than is the appellant, The servant of this armourer, my lords. Enter at one door Horner the armourer and his Neighbours, drinking to him so much that he is drunken; and he enters with a drummer before him and [carrying] his staff with a sandbag fastened to it. Enter at the other door Peter his man, also with a drummer and a staff with sandbag, and Prentices drinking to him FIRST NEIGHBOUR (offering drink to Horner) Here, neighbour
Horner, I drink to you in a cup of sack, and fear not, neighbour, you shall do well enough. SECOND NEIGHBOUR (offering drink to Horner) And here, neighbour, here’s a cup of charneco. THIRD NEIGHBOUR (offering drink to Horner) Here’s a pot of good double beer, neighbour, drink and be merry, and32 fear not your man. HORNER [accepting the offers of drink] Let it come, i’faith I’ll pledge you all, and a fig for Peter.
61
66
65. Double beer, neighbour, drink: non in F. 114
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 3
YORK
Lasciamo stare, signori. Con permesso di vostra maestà, questo è il giorno fissato per il duello. Denunciante e denunciato – l’armaiolo e il suo apprendista – sono pronti a entrare in lizza, se vostra maestà vuole assistere al combattimento. REGINA MARGHERITA
Sì, mio buon signore, ho lasciato la corte proprio per vedere l’esito di questa contesa. RE ENRICO
In nome di Dio, si preparino la lizza e tutto il resto; la vicenda si concluda qui e Dio difenda chi è nella ragione. YORK
Non ho mai visto uno meno preparato o più pauroso di combattere del denunciante, il servo di questo armaiolo, signori miei. Entra da una porta l’armaiolo Horner e i suoi vicini, che hanno fatto brindisi alla sua salute fino a ubriacarlo; l’armaiolo è preceduto da un tamburino e [porta] il suo bastone cui è legato un sacchetto di sabbia. Entra dall’altra porta il suo dipendente Pietro, anch’egli con tamburino e bastone con sacchetto di sabbia, e apprendisti che brindano a lui. PRIMO VICINO (offrendo da bere a Horner)
Ecco qua, compare Horner, bevo in tuo onore questa coppa di bianco di Spagna e non temere, compare, te la caverai bene. SECONDO VICINO (offrendo da bere a Horner) E qui, compare, ecco una coppa di Porto. TERZO VICINO (offrendo da bere a Horner) Ecco qua un boccale di buona birra forte, compare, bevi e sta’ allegro, e non aver paura del tuo apprendista. HORNER (accettando quello che gli offrono da bere) Date qua, certo che brinderò con voi, e che Pietro vada in culo82.
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19/10/2017 18:24:53
2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 3
FIRST PRENTICE (offering drink to Peter) Here, Peter, I drink
to thee, and be not afeard.
70
SECOND PRENTICE (offering drink to Peter) Here, Peter, here’s33
a pint of claret wine for thee. THIRD PRENTICE (offering drink to Peter) And here’s a quart
for me, and be merry, Peter, and fear not thy master. Fight for credit of the prentices! PETER [refusing the offers of drink] I thank you all. Drink and pray for me, I pray you, for I think I have taken my last draught in this world. Here, Robin, an if I die, I give thee my apron; and, Will, thou shalt have my hammer; and here, Tom, take all the money that I have. O Lord bless me, I pray God, for I am never able to deal with my master, he hath learned so much fence already. SALISBURY Come, leave your drinking, and fall to blows. (To Peter) Sirrah, what’s thy name? PETER Peter, forsooth. SALISBURY Peter? What more? PETER Thump. SALISBURY Thump! Then see that thou thump thy master well. HORNER Masters, I am come hither, as it were, upon my man’s instigation, to prove him a knave and myself an honest man; and touching the Duke of York, I will take my death I never meant him any ill, nor the King, nor the Queen; and therefore, Peter, have at thee with a downright blow.
75
85
90
96
YORK
Dispatch; this knave’s tongue begins to double. Sound trumpets an alarum to the combatants. They34 fight and Peter hits Horner on the head and strikes him down 71-74. Here … and: non in F. 97. Sound trumpets, alarum to the combatants: in F attribuito a York come conclusione del suo discorso. 116
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19/10/2017 18:24:53
2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 3
PRIMO APPRENDISTA (offrendo da bere a Pietro)
Ecco, Pietro, brindo a te, e non aver paura. SECONDO APPRENDISTA (offrendo da bere a Pietro)
Ecco, Pietro, qua c’è una pinta di chiaretto per te. TERZO APPRENDISTA (offrendo da bere a Pietro)
Ed ecco un quartino da parte mia, e sta’ allegro, Pietro, non aver paura del tuo padrone. Combatti per l’onore degli apprendisti! PIETRO (rifiutando quello che gli offrono da bere) Grazie a tutti. Bevete e pregate per me, vi prego, perché credo di aver bevuto il mio ultimo goccio da vivo. Ecco, Robin, se muoio ti lascio il mio grembiule; e tu, Will, avrai il mio martello; e tu, Tom, prendi tutti i soldi che ho. Prego Dio che il Signore mi benedica, perché non ce la farò mai contro il mio padrone, che sa tirar così bene di scherma. SALISBURY
Avanti, smettete di bere e combattete. (A Pietro) Ehi tu, come ti chiami? PIETRO
Pietro. SALISBURY
Pietro? E poi? PIETRO
Botta. SALISBURY
Botta! E allora dacci sotto con le botte al tuo padrone. HORNER
Signori, sono venuto qui, per dir così, su pressante invito del mio servo, per mostrare che lui è un furfante e io un uomo onesto; quanto al duca di York, giuro sulla mia vita non ho mai voluto fare del male a lui, né al re, né alla regina. Quindi, Pietro, preparati a prenderle di brutto. YORK
Sbrigati; questa canaglia comincia a farfugliare un po’ troppo83. Le trombe danno il via al duello. I due combattono, Pietro colpisce Horner sulla testa e lo atterra.
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19/10/2017 18:24:54
2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 4
HORNER Hold, Peter, hold — I confess, I confess treason.
He dies YORK (to an attendant, pointing to Horner) Take away his
weapon. (To Peter) Fellow, thank God and the good wine in thy master’s wame.35 PETER [kneeling] O God, have I overcome mine enemy in this presence? O, Peter, thou hast prevailed in right. KING HENRY (to attendants, pointing to Horner) Go, take hence that traitor from our sight, For by his death we do perceive his guilt. And God in justice hath revealed to us The truth and innocence of this poor fellow, Which he had thought to have murdered wrongfully. (To Peter) Come, fellow, follow us for thy reward.
101
105
Sound a flourish. Exeunt, some carrying Horner’s body 2.4
Enter Duke Humphrey of Gloucester and his men in mourning cloaks
GLOUCESTER
Thus sometimes hath the brightest day a cloud; And after summer evermore succeeds Barren winter, with his wrathful nipping cold; So cares and joys abound as seasons fleet. Sirs, what’s o’clock? SERVANT Ten, my lord.
5
GLOUCESTER
Ten is the hour that was appointed me To watch the coming of my punished Duchess; Uneath may she endure the flinty streets,
101. Wame: way = modo. 118
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19/10/2017 18:24:54
2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 4
HORNER
Basta, Pietro, basta – confesso, mi confesso traditore. Muore YORK (a un servitore, indicando Horner)
Portagli via l’arma. (A Pietro) Tu, ringrazia Dio e il buon vino in pancia al tuo padrone. PIETRO (inginocchiandosi) O Dio, ho vinto il mio nemico qui davanti al re? O Pietro, la tua giustizia ha prevalso. RE ENRICO (ai servitori, indicando Horner) Portate via dal nostro cospetto quel traditore, perché la sua morte lo ha dimostrato colpevole. E nella sua giustizia Dio ha rivelato la sincerità e innocenza di questo poveretto, che l’altro voleva ingiustamente assassinare. (A Pietro) Seguici e avrai la tua ricompensa. Squilli di trombe. Escono, alcuni trasportando il cadavere di Horner II, 4
Entrano il duca Humphrey di Gloucester e i suoi servi vestiti a lutto84
GLOUCESTER
Talvolta anche il giorno più radioso è offuscato da una nube e all’estate succede sempre lo sterile inverno, col suo gelo pungente e accanito. Parimenti, affanni e gioie abbondano nel rapido alternarsi delle stagioni. Che ore sono? SERVO
Le dieci, mio signore. GLOUCESTER
Le dieci sono l’ora che mi è stata indicata per assistere all’arrivo della mia duchessa punita. A stento riuscirà a percorrere le strade
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19/10/2017 18:24:54
2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 4
To tread them with her tender-feeling feet. Sweet Nell, ill can thy noble mind abrook The abject people gazing on thy face With envious looks, laughing at thy shame, That erst did follow thy proud chariot wheels When thou didst ride in triumph through the streets. But soft, I think she comes; and I’ll prepare My tear-stained eyes to see her miseries.
10
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Enter the Duchess, Dame Eleanor Cobham, barefoot, with a white sheet about her, written verses pinned on her back, and carrying a wax candle in her hand; she is accompanied by the [two Sheriffs] of London, and Sir John Stanley, and officers with bills and halberds SERVANT (to Gloucester)
So please your grace, we’ll take her from the sheriffs. GLOUCESTER
No, stir not for your lives, let her pass by. DUCHESS
Come you, my lord, to see my open shame? Now thou dost penance too. Look how they gaze, See how the giddy multitude do point And nod their heads, and throw their eyes on thee. Ah, Gloucester, hide thee from their hateful looks, And, in thy closet pent up, rue my shame, And ban thine enemies — both mine and thine.
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GLOUCESTER
Be patient, gentle Nell; forget this grief. DUCHESS
Ah, Gloucester, teach me to forget myself; For whilst I think I am thy married wife, And thou a prince, Protector of this land, Methinks I should not thus be led along, Mailed up in shame, with papers on my back, And followed with a rabble that rejoice To see my tears and hear my deep-fet groans.
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 4
selciate coi suoi piedi delicati. Dolce Nora, sarà ben duro per la tua nobile mente sopportare i miserabili che ti fissano in volto con sguardi maligni, ridendo della tua vergogna, mentre prima seguivano le ruote del tuo superbo cocchio, quando passavi in trionfo per le strade. Ma silenzio; credo che stia arrivando; preparerò i miei occhi lacrimosi a vederla nelle sue sofferenze. Entra la duchessa, Eleonora Cobham, scalza, avvolta in un lenzuolo bianco, sul dorso ha appuntato un foglio con delle scritte e in mano ha un cero; è accompagnata dai [due sceriffi] di Londra, da sir John Stanley e da ufficiali con azze e alabarde. SERVO (a Gloucester)
Se vostra grazia vuole, la porteremo via agli sceriffi. GLOUCESTER
No, non vi muovete, se vi è cara la vita, lasciatela passare. DUCHESSA
Venite, mio signore, a vedere la mia vergogna pubblica? Ora anche tu fai penitenza. Vedi come mi fissano, guarda come questa folla incostante mi indica e annuisce e poi lancia occhiate verso di te. Ah, Gloucester, fuggi i loro sguardi colmi di odio, chiuditi nel tuo studio a piangere la mia vergogna e a maledire i tuoi nemici – sia miei che tuoi. GLOUCESTER
Abbi pazienza, dolce Nora; dimentica questa pena. DUCHESSA
Ah, Gloucester, insegnami a dimenticare chi sono. Finché sono tua legittima moglie e tu un principe, protettore di questa terra, credo che non dovrei venire condotta in questo modo, avvolta85 di vergogna, con scritte sul dorso e inseguita da una marmaglia che gode a vedere le mie lacrime e sentire i miei alti gemiti. La selce crudele
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19/10/2017 18:24:54
2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 4
The ruthless flint doth cut my tender feet, And when I start, the envious people laugh, And bid me be advisèd how I tread. Ah, Humphrey, can I bear this shameful yoke? Trowest thou that e’er I’ll look upon the world, Or count them happy that enjoys the sun? No, dark shall be my light, and night my day; To think upon my pomp shall be my hell. Sometime I’ll say I am Duke Humphrey’s wife, And he a prince and ruler of the land; Yet so he ruled, and such a prince he was As he stood by whilst I, his forlorn Duchess, Was made a wonder and a pointing stock To every idle rascal follower. But be thou mild and blush not at my shame, Nor stir at nothing till the axe of death Hang over thee, as sure it shortly will. For Suffolk, he that can do all in all With her that hateth thee and hates us all, And York, and impious Beaufort that false priest, Have all limed bushes to betray thy wings, And fly thou how thou canst, they’ll tangle thee. But fear not thou until thy foot be snared, Nor never seek prevention of thy foes.
35
40
45
50
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GLOUCESTER
Ah, Nell, forbear; thou aimest all awry. I must offend before I be attainted, And had I twenty times so many foes, And each of them had twenty times their power, All these could not procure me any scathe So long as I am loyal, true, and crimeless. Wouldst have me rescue thee from this reproach? Why, yet thy scandal were not wiped away, But I in danger for the breach of law. Thy greatest help is quiet, gentle Nell. I pray thee sort thy heart to patience. These few days’ wonder will be quickly worn.
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19/10/2017 18:24:54
2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 4
mi taglia i piedi delicati e quando ho un sussulto i maligni ridono e mi dicono di stare attenta mentre cammino. Ah, Humphrey, come posso sopportare questo giogo ignominioso? Credi che potrò mai posare gli occhi sul mondo o ritenere felice chi gode della luce del sole? No, la tenebra sarà la mia luce e la notte il mio giorno; il mio inferno sarà ricordare i miei splendori. A volte dirò che sono la moglie del duca Humphrey, che è un principe e il governatore del paese, ma un governatore e principe che stette a guardare mentre io, sua derelitta duchessa, venivo messa alla berlina e dileggiata da ogni buono a nulla che mi seguiva. Ma tu resta pure calmo e non arrossire della mia vergogna, non far nulla finché non penda su di te la scure della morte, come certo avverrà tra poco. Perché Suffolk, che può fare di tutto insieme a lei che ti odia e che odia tutti noi, e York, e quell’empio falso prete di Beaufort, tutti hanno spalmato di pania i cespugli per impiastrarti le ali e, per quanto tu cerchi di volare, resterai invischiato. Ma tu continua pure a non avere paura finché non avrai il piede nella trappola e non cercar mai di prevenire i tuoi nemici. GLOUCESTER
Ah, Nora, basta; sei completamente fuori strada. Bisogna che io offenda prima di poter essere accusato, e se avessi venti volte più nemici, e ognuno di loro avesse venti volte più potere, tutti questi non potrebbero arrecarmi alcun danno finché resto leale, fedele e senza colpe. Vorresti che ti sottraessi a quest’ignominia? Non per questo il tuo disonore sarebbe cancellato e io sarei in pericolo per aver infranto la legge. Il tuo più grande aiuto è il silenzio, cara Nora. Ti prego, volgi il cuore alla pazienza: questo effimero clamore sarà ben presto dimenticato.
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19/10/2017 18:24:54
2 HENRY VI, ACT 2 SCENE 4
Enter a Herald HERALD I summon your grace to his majesty’s parliament
holden at Bury the first of this next month. GLOUCESTER
And my consent ne’er asked herein before? This is close dealing. Well, I will be there. Exit Herald My Nell, I take my leave; and, Master Sheriff, Let not her penance exceed the King’s commission.
75
[FIRST] SHERIFF
An’t please your grace, here my commission stays, And Sir John Stanley is appointed now To take her with him to the Isle of Man. GLOUCESTER
Must you, Sir John, protect my lady here?
80
STANLEY
So am I given in charge, may’t please your grace. GLOUCESTER
Entreat her not the worse in that I pray You use her well. The world may laugh again, And I may live to do you kindness if You do it her. And so, Sir John, farewell.
85
[Gloucester begins to leave] DUCHESS
What, gone, my lord, and bid me not farewell? GLOUCESTER
Witness my tears — I cannot stay to speak. Exeunt Gloucester and his men DUCHESS
Art thou gone too? All comfort go with thee, For none abides with me. My joy is death — Death, at whose name I oft have been afeard, Because I wished this world’s eternity. Stanley, I prithee go and take me hence. I care not whither, for I beg no favour, Only convey me where thou art commanded.
90
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2 ENRICO VI, ATTO II SCENA 4
Entra un araldo ARALDO
Vostra grazia è convocata al Parlamento di sua maestà, che si terrà a Bury il primo del mese prossimo. GLOUCESTER
Senza chiedere prima il mio consenso? Qui si trama nell’ombra. Va bene, ci sarò. Esce l’araldo Devo lasciarti, mia Nora; signor sceriffo, che la sua penitenza non sia più grande di quanto il re ha ordinato. [PRIMO] SCERIFFO
Con permesso di vostra grazia, qui finiscono le mie incombenze. Ora tocca a sir John Stanley portarla con sé all’isola di Man. GLOUCESTER
Sta a voi, sir John, proteggere la signora adesso? STANLEY86
Con permesso di vostra grazia, questo è l’incarico che mi è stato dato. GLOUCESTER
Non trattatela peggio solo perché vi prego di trattarla bene. Il mondo può tornare a sorridere e forse un giorno potrei farvi del bene se voi ne fate a lei. Dunque addio, sir John. [Gloucester si avvia] DUCHESSA
Come, mio signore, partite senza dirmi addio? GLOUCESTER
Lo vedi dalle mie lacrime – non ce la faccio a fermarmi a parlare. Escono Gloucester e i suoi uomini DUCHESSA
Sei andato via anche tu? E con te ogni conforto, perché non me ne resta nessuno. Per me è gioia la morte – la morte, di cui tanto spesso ho temuto il nome, perché volevo godere dell’immortalità in questo mondo. Ti prego, Stanley, portami via di qui. Non importa dove, non chiedo alcun favore, solo conducimi dove ti hanno ordinato. 125
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
STANLEY
Why, madam, that is to the Isle of Man, There to be used according to your state.
95
DUCHESS
That’s bad enough, for I am but reproach; And shall I then be used reproachfully? STANLEY
Like to a duchess and Duke Humphrey’s lady, According to that state you shall be used.
100
DUCHESS
Sheriff, farewell, and better than I fare, Although thou hast been conduct of my shame. [FIRST] SHERIFF
It is my office, and, madam, pardon me. DUCHESS
Ay, ay, farewell — thy office is discharged. [Exeunt Sheriffs] Come, Stanley, shall we go?
105
STANLEY
Madam, your penance done, throw off this sheet, And go we to attire you for our journey. DUCHESS
My shame will not be shifted with my sheet — No, it will hang upon my richest robes And show itself, attire me how I can. Go, lead the way, I long to see my prison. 3.1
110 Exeunt
Sound a sennet. Enter to the parliament: enter two heralds before, then the Dukes of Buckingham and Suffolk, and then the Duke of York and Cardinal Beaufort, and then King Henry and Queen Margaret, and then the Earls of Salisbury and Warwick, [with attendants]
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
STANLEY
Allora, signora, all’isola di Man, dove sarete trattata in conformità al vostro stato. DUCHESSA
Ossia male, perché sono in completa disgrazia; sarò dunque trattata da disgraziata? STANLEY
Sarete trattata da duchessa e moglie del duca Humphrey87. DUCHESSA
Addio, sceriffo. Ti auguro miglior fortuna della mia, anche se sei stato tu a scortarmi in questa infamia. [PRIMO] SCERIFFO
È il mio dovere, signora, perdonatemi. DUCHESSA
Sì, sì, addio – hai compiuto il tuo dovere. [Escono gli sceriffi ] Allora, Stanley, andiamo? STANLEY
Signora, la vostra penitenza è finita, spogliatevi del lenzuolo e andiamo a rivestirvi per il viaggio. DUCHESSA
La mia vergogna non può essere eliminata semplicemente cambiandomi88 – no, penderà sulle mie vesti più ricche e apparirà sempre, qualunque cosa indossi. Su, fammi strada, desidero solo vedere la mia prigione. Escono III, 1
Squilli di tromba. Entrano in Parlamento due araldi, poi i duchi di Buckingham e Suffolk, poi il duca di York e il cardinal Beaufort, poi re Enrico e la regina Margherita, e poi i conti di Salisbury e Warwick, [con seguito]89
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
KING HENRY
I muse my lord of Gloucester is not come. ’Tis not his wont to be the hindmost man, Whate’er occasion keeps him from us now. QUEEN MARGARET
Can you not see, or will ye not observe, The strangeness of his altered countenance? With what a majesty he bears himself? How insolent of late he is become? How proud, how peremptory, and unlike himself? We know the time since he was mild and affable, And if we did but glance a far-off look, Immediately he was upon his knee, That all the court admired him for submission. But meet him now, and be it in the morn When everyone will give the time of day, He knits his brow, and shows an angry eye, And passeth by with stiff unbowèd knee, Disdaining duty that to us belongs. Small curs are not regarded when they grin, But great men tremble when the lion roars — And Humphrey is no little man in England. First, note that he is near you in descent, And, should you fall, he is the next will mount. Meseemeth then it is no policy, Respecting what a rancorous mind he bears And his advantage following your decease, That he should come about your royal person, Or be admitted to your highness’ Council. By flattery hath he won the commons’ hearts, And when he please to make commotion, ’Tis to be feared they all will follow him. Now ’tis the spring, and weeds are shallow-rooted; Suffer them now, and they’ll o’ergrow the garden, And choke the herbs for want of husbandry. The reverent care I bear unto my lord Made me collect these dangers in the Duke.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
RE ENRICO
Strano che il signore di Gloucester non sia qui. Non è sua abitudine arrivare per ultimo, qualunque sia il motivo che ora lo trattiene. REGINA MARGHERITA
Non vedete, o non volete notare, che espressione distaccata e alterata ha adesso? Che portamento maestoso esibisce? Com’è diventato insolente da un po’ di tempo a questa parte? Così superbo, autoritario, diverso da com’era?90 Lo ricordiamo quando era mite e affabile, e se anche lo si guardava da lontano lui si metteva subito in ginocchio, tanto che tutta la corte era ammirata per la sua sottomissione. Ma se lo si incontra ora, anche di mattina quando tutti dicono buon giorno, lui aggrotta le ciglia e si fa cupo, e passa oltre senza inchinarsi, senza mostrare il rispetto che ci è dovuto. Se dei cagnolini ringhiano uno non ci fa caso, ma quando ruggisce il leone anche i grandi tremano – e Humphrey non è certo un personaggio secondario in Inghilterra. Pensate anzitutto che vi è prossimo nella linea di successione e se voi doveste cadere lui sarà il primo a salire. Visto il disprezzo che mostra e il vantaggio che avrebbe dalla vostra scomparsa, non mi sembra politicamente vantaggioso permettergli di stare vicino alla vostra regale persona, o ammetterlo al consiglio di vostra altezza. Si è conquistato con le lusinghe il cuore del popolo e se mai volesse suscitare dei disordini c’è da temere che tutti gli andrebbero dietro. Adesso è primavera e le erbacce hanno poca radice, ma se si lasciano crescere invaderanno tutto il giardino e soffocheranno le piante buone per mancanza di cura. Il devoto interesse che nutro per il mio signore mi ha fatto intuire questi pericoli nel duca.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
If it be fond, call it a woman’s fear; Which fear, if better reasons can supplant, I will subscribe and say I wronged the Duke. My lord of Suffolk, Buckingham, and York, Reprove my allegation if you can, Or else conclude my words effectual.
40
SUFFOLK
Well hath your highness seen into this Duke, And had I first been put to speak my mind, I think I should have told your grace’s tale. The Duchess by his subornation, Upon my life, began her devilish practices; Or if he were not privy to those faults, Yet by reputing of his high descent, As next the King he was successive heir, And such high vaunts of his nobility, Did instigate the bedlam brainsick Duchess By wicked means to frame our sovereign’s fall. Smooth runs the water where the brook is deep, And in his simple show he harbours treason. The fox barks not when he would steal the lamb. (To King Henry) No, no, my sovereign, Gloucester is a man Unsounded yet, and full of deep deceit. CARDINAL BEAUFORT (to King Henry) Did he not, contrary to form of law, Devise strange deaths for small offences done? YORK (to King Henry) And did he not, in his Protectorship, Levy great sums of money through the realm For soldiers’ pay in France, and never sent it, By means whereof the towns each day revolted? BUCKINGHAM (to King Henry) Tut, these are petty faults to faults unknown, Which time will bring to light in smooth Duke Humphrey.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
Se esagero, chiamateli pure timori da donna, e se possono essere soppiantati da ragioni migliori riconoscerò e ammetterò di aver fatto torto al duca. Signori di Suffolk, Buckingham e York91, confutate questa accusa se potete, altrimenti confermate le mie parole. SUFFOLK
Vostra altezza ha visto bene nell’animo del duca e se avessero chiesto a me per primo di dare il mio parere credo che avrei detto le stesse cose di vostra grazia. Sono convintissimo che la duchessa abbia cominciato le sue pratiche diaboliche istigata da lui; o, se lui non era proprio al corrente di quei reati, però gloriandosi del suo alto lignaggio in quanto prossimo in successione al re e vantando con orgoglio la sua nobiltà, ha istigato l’esaltata e squilibrata duchessa a procurare con arti malvagie la rovina del nostro sovrano. L’acqua cheta abbatte i ponti e sotto la sua parvenza di onestà egli cova il tradimento. La volpe non latra quando ha voglia di rapire l’agnello. (A re Enrico) No, no, mio sovrano, Gloucester è un uomo che non conosciamo ancora a fondo e pieno d’inganni. CARDINAL BEAUFORT (a re Enrico) Non ha forse escogitato crudeli supplizi per reati da poco, contravvenendo alle forme della legge? YORK (a re Enrico) E non ha, durante il suo protettorato, riscosso grosse somme di denaro in tutto il regno per pagare i soldati in Francia, senza poi mandarle, col risultato che ogni giorno c’erano rivolte nelle città? BUCKINGHAM (a re Enrico) Bah, queste sono inezie rispetto alle colpe occulte che il tempo farà venire alla luce nel mellifluo duca Humphrey.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
KING HENRY
My lords, at once: the care you have of us To mow down thorns that would annoy our foot Is worthy praise, but shall I speak my conscience? Our kinsman Gloucester is as innocent From meaning treason to our royal person As is the sucking lamb or harmless dove. The Duke is virtuous, mild, and too well given To dream on evil or to work my downfall.
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QUEEN MARGARET
Ah, what’s more dangerous than this fond affiance? Seems he a dove? His feathers are but borrowed, For he’s disposèd as the hateful raven. Is he a lamb? His skin is surely lent him, For he’s inclined as is the ravenous wolf. Who cannot steal a shape that means deceit? Take heed, my lord, the welfare of us all Hangs on the cutting short that fraudful man.
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Enter the Duke of Somerset SOMERSET [kneeling before King Henry]
All health unto my gracious sovereign. KING HENRY
Welcome, Lord Somerset. What news from France? SOMERSET
That all your interest in those territories Is utterly bereft you — all is lost.
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KING HENRY
Cold news, Lord Somerset; but God’s will be done. [Somerset rises] YORK (aside)
Cold news for me, for I had hope of France, As firmly as I hope for fertile England. Thus are my blossoms blasted in the bud, And caterpillars eat my leaves away But I will remedy this gear ere long, Or sell my title for a glorious grave.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
RE ENRICO
Miei signori, per rispondere a tutti: la vostra preoccupazione di tagliare le spine che potrebbero pungerci il piede è lodevole, ma devo dire quello che penso? Il mio parente Gloucester è innocente come un agnello da latte o una colomba da qualsiasi intenzione di tradire la nostra regale persona. Il duca è virtuoso, mite e troppo ben intenzionato per sognare malvagità o tramare la mia rovina. REGINA MARGHERITA
Ah, che c’è di più pericoloso di questa folle fiducia? Lui somiglia a una colomba? Sono piume prese a prestito, perché per natura è come l’odioso corvo. È un agnello? Di sicuro gliene hanno dato la pelle, perché per natura è un lupo vorace92. Chi non è bravo a mutare aspetto quando intende ingannare? Attento, mio signore, per il bene di noi tutti bisogna sbarazzarsi di quell’uomo ingannatore. Entra il duca di Somerset SOMERSET [inginocchiandosi davanti a re Enrico]
Salute al mio regale sovrano. RE ENRICO
Benvenuto, lord Somerset. Che notizie porti dalla Francia? SOMERSET
Che tutti i vostri possedimenti in quei territori vi sono stati strappati – tutto è perduto93. RE ENRICO
Brutte notizie, lord Somerset; ma sia fatta la volontà di Dio. [Somerset si alza] YORK (a parte)
Brutte notizie per me, perché io speravo nella Francia quanto spero nella fertile Inghilterra. Così i miei fiori avvizziscono quando sono ancora nel bocciolo e i bruchi mi divorano le foglie. Ma rimedierò quanto prima a tutto questo o venderò il mio titolo per una tomba gloriosa.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
Enter Duke Humphrey of Gloucester GLOUCESTER [kneeling before King Henry]
All happiness unto my lord the King. Pardon, my liege, that I have stayed so long. SUFFOLK
Nay, Gloucester, know that thou art come too soon Unless thou wert more loyal than thou art. I do arrest thee of high treason here. GLOUCESTER [rising] Well, Suffolk’s Duke, thou shalt not see me blush, Nor change my countenance for this arrest. A heart unspotted is not easily daunted. The purest spring is not so free from mud As I am clear from treason to my sovereign. Who can accuse me? Wherein am I guilty?
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YORK
’Tis thought, my lord, that you took bribes of France, And, being Protector, stayed the soldiers’ pay, By means whereof his highness hath lost France.
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GLOUCESTER
Is it but thought so? What are they that think it? I never robbed the soldiers of their pay, Nor ever had one penny bribe from France. So help me God, as I have watched the night, Ay, night by night, in studying good for England, That doit that e’er I wrested from the King, Or any groat I hoarded to my use, Be brought against me at my trial day I No: many a pound of mine own proper store, Because I would not tax the needy commons, Have I dispursèd to the garrisons, And never asked for restitution.
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CARDINAL BEAUFORT
It serves you well, my lord, to say so much. GLOUCESTER
I say no more than truth, so help me God.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
Entra Humphrey duca di Gloucester GLOUCESTER [inginocchiandosi davanti a re Enrico]
Ogni felicità al re mio signore. Perdonatemi, sire, per aver tardato tanto. SUFFOLK
Sappi, Gloucester, che sei arrivato fin troppo presto, a meno che tu non sia più leale di quel che sei. Io qui ti arresto per alto tradimento. GLOUCESTER [alzandosi] Ebbene, duca di Suffolk, non mi vedrai arrossire, né cambiar volto perché tu mi arresti. Non si spaventa facilmente un cuore senza macchia. La più pura fonte non è così priva di fango come io da tradimenti contro il mio sovrano. Chi può accusarmi? Di cosa sono colpevole? YORK
Si pensa, signore, che siate stato corrotto dai francesi e, in qualità di protettore, abbiate bloccato le paghe dei soldati, col risultato che sua altezza ha perduto la Francia. GLOUCESTER
Si pensa e basta? E chi è che lo pensa? Non ho mai derubato i soldati della loro paga né ho mai preso un soldo dai francesi. Dio m’è testimone che vegliavo la notte, sì, una notte dopo l’altra, per cercare il bene dell’Inghilterra; gli spiccioli che avrei sottratto al re, i centesimi94 che avrei usato per me stesso, mi siano contestati il giorno del giudizio!95 No: per non tassare il popolo bisognoso, ho pagato le guarnigioni sborsando molte sterline del mio patrimonio personale senza mai chiederle indietro. CARDINAL BEAUFORT
Vi fa comodo, signore, dire questo. GLOUCESTER
Dico solo la verità, Dio m’è testimone.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
YORK
In your Protectorship you did devise Strange tortures for offenders, never heard of, That England was defamed by tyranny. GLOUCESTER
Why, ’tis well known that whiles I was Protector Pity was all the fault that was in me, For I should melt at an offender’s tears, And lowly words were ransom for their fault. Unless it were a bloody murderer, Or foul felonious thief that fleeced poor passengers, I never gave them condign punishment. Murder, indeed — that bloody sin — I tortured Above the felon or what trespass else.
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SUFFOLK
My lord, these faults are easy, quickly answerèd, But mightier crimes are laid unto your charge Whereof you cannot easily purge yourself. I do arrest you in his highness’ name, And here commit you to my good lord Cardinal To keep until your further time of trial.
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KING HENRY
My lord of Gloucester, ’tis my special hope That you will clear yourself from all suspense.36 My conscience tells me you are innocent.
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GLOUCESTER
Ah, gracious lord, these days are dangerous. Virtue is choked with foul ambition, And charity chased hence by rancour’s hand. Foul subornation is predominant, And equity exiled your highness’ land. I know their complot is to have my life, And if my death might make this island happy And prove the period of their tyranny, I would expend it with all willingness.
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140. Suspense: suspect = sospetto. 136
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
YORK
Durante il vostro protettorato avete escogitato per i colpevoli crudeli, inaudite torture, e ora l’Inghilterra è tacciata di tirannide. GLOUCESTER
Ma via, lo sanno tutti che quand’ero protettore il mio unico difetto era la pietà, perché m’intenerivo a veder piangere l’accusato e bastavano umili parole per condonargli la sua colpa. A meno che non si trattasse di sanguinari assassini o di turpi banditi che spogliavano poveri passanti, non ho mai dato il castigo che meritavano. L’assassinio sì – quel peccato sanguinario – l’ho sempre punito più severamente di ogni altro reato. SUFFOLK
Mio signore, queste colpe sono insignificanti e potete risponderne rapidamente, ma voi siete accusato di crimini più grandi da cui non vi potete scagionare facilmente. Io qui vi arresto in nome di sua altezza e vi consegno al mio buon cardinale, che vi custodirà fino al momento del processo. RE ENRICO
Signore di Gloucester, spero proprio che vi scagionerete da ogni imputazione. La mia coscienza mi dice che siete innocente. GLOUCESTER
Ah, mio regale signore, sono tempi pericolosi questi. La turpe ambizione soffoca la virtù e la mano del rancore scaccia la carità. La turpe istigazione al male dilaga e l’equità è esiliata dalle terre di vostra altezza. So che complottano per togliermi la vita, e se la mia morte potesse far felice quest’isola e porre fine alla loro tirannia, ben volentieri la offrirei. Ma il mio dramma è soltanto il prologo del
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
But mine is made the prologue to their play, For thousands more that yet suspect no peril Will not conclude their plotted tragedy. Beaufort’s red sparkling eyes blab his heart’s malice, And Suffolk’s cloudy brow his stormy hate; Sharp Buckingham unburdens with his tongue The envious load that lies upon his heart; And doggèd York that reaches at the moon, Whose overweening arm I have plucked back, By false accuse doth level at my life. (To Queen Margaret) And you, my sovereign lady, with the rest, Causeless have laid disgraces on my head, And with your best endeavour have stirred up My liefest liege to be mine enemy. Ay, all of you have laid your heads together — Myself had notice of your conventicles — And all to make away my guiltless life. I shall not want false witness to condemn me, Nor store of treasons to augment my guilt. The ancient proverb will be well effected: ‘A staff is quickly found to beat a dog’. CARDINAL BEAUFORT (to King Henry) My liege, his railing is intolerable. If those that care to keep your royal person From treason’s secret knife and traitor’s rage Be thus upbraided, chid, and rated at, And the offender granted scope of speech, ’Twill make them cool in zeal unto your grace. SUFFOLK (to King Henry) Hath he not twit our sovereign lady here With ignominious words, though clerkly couched, As if she had subornèd some to swear False allegations to o’erthrow his state?
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QUEEN MARGARET
But I can give the loser leave to chide.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
loro, perché mille altri, che ora non sospettano nessun pericolo, non arriveranno alla fine della tragedia che hanno tramato. Gli occhi ardenti come il fuoco di Beaufort rivelano la malizia del suo cuore e la fronte aggrottata di Suffolk il furore del suo odio; il tagliente Buckingham sfoga con la lingua la malignità che gli pesa sul cuore; l’accanito York, che vuole la luna, mira alla mia vita con accuse false perché ho trattenuto il suo braccio che andava troppo oltre. (Alla regina Margherita) E voi, mia sovrana, insieme a loro, avete accumulato infamie sul mio capo senza motivo e fatto tutto quanto potevate per indurre il mio diletto signore a essermi nemico. Sì, tutti voi avete cospirato insieme – io stesso sapevo dei vostri incontri segreti – e tutto per porre fine alla mia vita innocente. Non mancheranno testimoni falsi per condannarmi, né un’infinità di tradimenti per aumentare la mia colpa. Così sarà dimostrato il vecchio detto: “Si fa presto a trovare un bastone per picchiare un cane.” CARDINAL BEAUFORT (a re Enrico) Sire, quest’invettiva è intollerabile. Se quelli che vogliono difendere la vostra regale persona dal segreto pugnale del tradimento e dall’ira del traditore vengono offesi, ammoniti e insultati in questo modo, e se al colpevole viene concessa libertà di parola, si affievolirà lo zelo per la causa di vostra grazia. SUFFOLK (a re Enrico) Non ha forse insultato la nostra sovrana con parole vergognose, per quanto forbite, quasi che ella avesse istigato qualcuno a giurare muovendo accuse false per sovvertire la sua alta carica? REGINA MARGHERITA
Ma io posso concedere al perdente di protestare.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
GLOUCESTER
Far truer spoke than meant. I lose indeed; Beshrew the winners, for they played me false! And well such losers may have leave to speak. BUCKINGHAM (to King Henry) He’ll wrest the sense, and hold us here all day. Lord Cardinal, he is your prisoner. CARDINAL BEAUFORT (to some of his attendants) Sirs, take away the Duke and guard him sure.
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GLOUCESTER
Ah, thus King Henry throws away his crutch Before his legs be firm to bear his body. Thus is the shepherd beaten from thy side, And wolves are gnarling who shall gnaw thee first. Ah, that my fear were false; ah, that it were! For, good King Henry, thy decay I fear.
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Exit Gloucester, guarded by the Cardinal’s men KING HENRY
My lords, what to your wisdoms seemeth best Do or undo, as if ourself were here.
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QUEEN MARGARET
What, will your highness leave the Parliament? KING HENRY
Ay, Margaret, my heart is drowned with grief, Whose flood begins to flow within mine eyes, My body round engirt with misery; For what’s more miserable than discontent? Ah, uncle Humphrey, in thy face I see The map of honour, truth, and loyalty; And yet, good Humphrey, is the hour to come That e’er I proved thee false, or feared thy faith. What louring star now envies thy estate, That these great lords and Margaret our Queen Do seek subversion of thy harmless life? Thou never didst them wrong, nor no man wrong.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
GLOUCESTER
È più vero di quanto tu non creda. Sì, sono il perdente, ma guai ai vincitori, perché mi hanno tradito! E i perdenti di questa specie hanno ben il diritto di parlare. BUCKINGHAM (a re Enrico) Ci terrà qui tutto il giorno a distorcere il senso delle parole. Signor cardinale, è vostro prigioniero. CARDINAL BEAUFORT (ad alcuni del suo seguito) Signori, portate via il duca e fategli buona guardia. GLOUCESTER
Ahimè, così re Enrico getta via la stampella prima di avere gambe salde che ne sostengano il corpo. Così il pastore viene scacciato dal tuo fianco e i lupi ringhianti azzanneranno te per primo96. Magari fossero infondate le mie paure; magari! Perché, buon re Enrico, è la tua rovina che temo. Esce Gloucester, scortato dagli uomini del cardinale RE ENRICO
Signori, fate o disfate come la vostra saggezza vi suggerisce, come se noi fossimo qui. REGINA MARGHERITA
Come, vostra altezza lascia il Parlamento? RE ENRICO
Sì, Margherita, il mio cuore annega nel dolore che mi scorre dagli occhi come un fiume e il corpo è serrato dall’infelicità; cosa è peggiore dello sconforto? Ah, zio Humphrey, sul tuo viso io vedo l’immagine dell’onore, della verità, della lealtà; deve ancora venire, buon Humphrey, l’ora in cui io ti riconosca falso o dubiti della tua lealtà. Quale cattiva stella avversa ora la tua fortuna, perché questi grandi pari e nostra moglie Margherita cerchino di distruggere la tua vita innocente? Non hai mai fatto torto né a loro né a nessuno.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
And as the butcher takes away the calf, And binds the wretch, and beats it when it strains, Bearing it to the bloody slaughterhouse, Even so remorseless have they borne him hence; And as the dam runs lowing up and down, Looking the way her harmless young one went, And can do naught but wail her darling’s loss; Even so myself bewails good Gloucester’s case With sad unhelpful tears, and with dimmed eyes Look after him, and cannot do him good, So mighty are his vowèd enemies. His fortunes I will weep, and ’twixt each groan, Say ‘Who’s a traitor? Gloucester, he is none’.
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Exit [with Salisbury and Warwick] QUEEN MARGARET
Free lords, cold snow melts with the sun’s hot beams. Henry my lord is cold in great affairs, Too full of foolish pity; and Gloucester’s show Beguiles him as the mournful crocodile With sorrow snares relenting passengers, Or as the snake rolled in a flow’ring bank With shining chequered slough doth sting a child That for the beauty thinks it excellent. Believe me, lords, were none more wise than I — And yet herein I judge mine own wit good — This Gloucester should be quickly rid the world To rid us from the fear we have of him.
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CARDINAL BEAUFORT
That he should die is worthy policy; But yet we want a colour for his death. ’Tis meet he be condemned by course of law.
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SUFFOLK
But, in my mind, that were no policy. The King will labour still to save his life, The commons haply rise to save his life;
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
Come il macellaio si porta via il vitello e lega quella povera bestia e la picchia quando resiste, conducendola al sanguinoso macello, così hanno portato via il duca senza alcuna remora; e come la mucca corre su e giù muggendo, fissando il posto dal quale ha visto portar via il piccolo inerme e può solo lamentare la perdita del suo tesoro, così anch’io lamento la sorte del buon Gloucester con tristi inutili lacrime e lo seguo con gli occhi annebbiati senza poterlo aiutare, tanto sono potenti i suoi nemici giurati. Piangerò le sue sventure e tra un gemito e l’altro dirò ‘Chi è traditore? Gloucester no di certo’. Esce [con Salisbury e Warwick] REGINA MARGHERITA
Nobili signori, la fredda neve fonde ai caldi raggi del sole. Il mio signore Enrico è freddo sulle grandi questioni, troppo pieno di sciocca pietà. L’apparenza di Gloucester lo inganna, come il coccodrillo lacrimoso inganna con il suo pianto i passanti impietositi o come il serpente dalle lucenti squame variopinte, avvolto su se stesso in una ripa fiorita, morde il bimbo che lo crede buono perché è così bello. Credetemi, signori, se anche non ci fosse nessuno più saggio di me – e su questo però ritengo di aver ragione – bisognerebbe subito liberare il mondo da questo Gloucester per liberarci della paura che abbiamo di lui. CARDINAL BEAUFORT
Sarebbe vantaggioso che morisse; però ci manca un pretesto97 per la sua morte. Bisogna che sia la legge a condannarlo. SUFFOLK
Secondo me non è opportuno. Il re si adopererà ancora per salvargli la vita, la gente forse insorgerebbe per salvargli la vita e poi,
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
And yet we have but trivial argument More than mistrust that shows him worthy death. YORK
So that, by this, you would not have him die? SUFFOLK
Ah, York, no man alive so fain as I. YORK (aside)
’Tis York that hath more reason for his death. (Aloud) But my lord Cardinal, and you my lord of Suffolk, Say as you think, and speak it from your souls. Were’t not all one an empty eagle were set To guard the chicken from a hungry kite, As place Duke Humphrey for the King’s Protector?
245
QUEEN MARGARET
So the poor chicken should be sure of death.
251
SUFFOLK
Madam, ’tis true; and were’t not madness then To make the fox surveyor of the fold, Who being accused a crafty murderer, His guilt should be but idly posted over Because his purpose is not executed? No — let him die in that he is a fox, By nature proved an enemy to the flock, Before his chaps be stained with crimson blood, As Humphrey, proved by reasons, to my liege. And do not stand on quillets how to slay him; Be it by gins, by snares, by subtlety, Sleeping or waking, ’tis no matter how, So he be dead; for that is good conceit37 Which mates him first that first intends deceit.
255
260
265
QUEEN MARGARET
Thrice-noble Suffolk, ’tis resolutely spoke.
264. Conceit: deceit = inganno. 144
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
oltre ai sospetti, non abbiamo prove valide che lo dimostrino meritevole di morte. YORK
Quindi non vorreste che morisse? SUFFOLK
Ah, York, non c’è uomo che lo desideri più di me. YORK (a parte)
Chi ha più ragione di volerlo morto è York. (A voce alta) Ma, signor cardinale e voi signore di Suffolk, dite cosa pensate e parlate schiettamente. Fare del duca Humphrey il protettore del re non sarebbe la stessa cosa che mettere un’aquila digiuna a difendere i pulcini dallo sparviero affamato? REGINA MARGHERITA
Sarebbe morte sicura per i poveri pulcini. SUFFOLK
Vero, signora. Non sarebbe dunque follia incaricare la volpe di sorvegliare l’ovile e, sapendo che è una scaltra assassina, affermare stoltamente che non è colpevole solo perché non ha raggiunto il suo proposito? No – che muoia, proprio perché volpe e per natura nemica del gregge, prima che le sue fauci si macchino di sangue vermiglio; esattamente come Humphrey, lo suggerisce il buon senso, è nemico del mio sire. E non stiamo a sottilizzare su come ammazzarlo: con intrighi, con trappole, con l’astuzia, mentre dorme o mentre è sveglio, non importa come, purché muoia; è buona regola dare per primi lo scacco a chi per primo intende ingannare. REGINA MARGHERITA
Tre volte nobile Suffolk, questo sì che è parlare in modo risoluto.
145
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
SUFFOLK
Not resolute, except so much were done; For things are often spoke and seldom meant; But that my heart accordeth with my tongue, Seeing the deed is meritorious, And to preserve my sovereign from his foe, Say but the word and I will be his priest.
270
CARDINAL BEAUFORT
But I would have him dead, my lord of Suffolk, Ere you can take due orders for a priest. Say you consent and censure well the deed, And I’ll provide his executioner; I tender so the safety of my liege.
275
SUFFOLK
Here is my hand; the deed is worthy doing. QUEEN MARGARET And so say I. YORK
And I. And now we three have spoke it, It skills not greatly who impugns our doom.
280
Enter a Post POST
Great lord, from Ireland am I come amain To signify that rebels there are up And put the Englishmen unto the sword. Send succours, lords, and stop the rage betime, Before the wound do grow uncurable; For, being green, there is great hope of help.
285 [Exit]
CARDINAL BEAUFORT
A breach that craves a quick expedient stop! What counsel give you in this weighty cause? YORK
That Somerset be sent as regent thither. ’Tis meet that lucky ruler be employed — Witness the fortune he hath had in France.
290
146
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
SUFFOLK
Non serve che sia risoluto se poi non è attuato; le cose spesso si dicono ma di rado si fanno. Ma per dimostrare che in me cuore e lingua vanno insieme, trattandosi di azione meritoria e che vuol salvare il mio sovrano dal suo nemico, dite una sola parola e gli farò da prete98. CARDINAL BEAUFORT
Ma io lo vorrei morto, signore di Suffolk, prima che voi possiate farvi prete. Se dite di essere d’accordo e considerate giusta l’azione, penserò io a fornire il sicario, tanto mi sta a cuore la salvezza del mio signore. SUFFOLK
Qua la mano; la cosa va fatta. REGINA MARGHERITA
E lo dico anch’io. YORK
E anch’io. E ora che l’abbiamo detto noi tre, poco importa chi contesterà il nostro verdetto. Entra un corriere CORRIERE
Potente signore, vengo di gran carriera dall’Irlanda per informare che sono insorti dei ribelli che trucidano gli inglesi. Mandate soccorsi, signori, e fermate subito questa rivolta, prima che la ferita diventi incurabile; finché è fresca ci sono buone speranze di guarirla. [Esce] CARDINAL BEAUFORT
Una breccia che bisogna chiudere in fretta! Che cosa suggerite di fare in questo grave frangente? YORK
Che Somerset sia mandato là come reggente. È opportuno impiegare questo fortunato comandante – basta vedere quale fortuna ha avuto in Francia.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
SOMERSET
If York, with all his far-fet policy, Had been the regent there instead of me, He never would have stayed in France so long.
295
YORK
No, not to lose it all as thou hast done. I rather would have lost my life betimes Than bring a burden of dishonour home By staying there so long till all were lost. Show me one scar charactered on thy skin. Men’s flesh preserved so whole do seldom win.
300
QUEEN MARGARET
Nay, then, this spark will prove a raging fire If wind and fuel be brought to feed it with. No more, good York; sweet Somerset, be still. Thy fortune, York, hadst thou been regent there, Might happily have proved far worse than his.
305
YORK
What, worse than naught? Nay, then a shame take all! SOMERSET
And, in the number, thee that wishest shame. CARDINAL BEAUFORT
My lord of York, try what your fortune is. Th’uncivil kerns of Ireland are in arms And temper clay with blood of Englishmen. To Ireland will you lead a band of men Collected choicely, from each county some, And try your hap against the Irishmen?
310
YORK
I will, my lord, so please his majesty.
315
SUFFOLK
Why, our authority is his consent, And what we do establish he confirms. Then, noble York, take thou this task in hand.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
SOMERSET
Se York, con tutta la sua abilità politica, fosse stato reggente là al mio posto, non sarebbe mai rimasto così a lungo in Francia. YORK
No, e non l’avrei perduta tutta come te. Avrei preferito perdere subito la vita, restando là fin quando tutto era perduto, piuttosto che tornare in patria con un carico di disonore. Mostrami una sola cicatrice sulla tua pelle. Una carne mantenuta così intatta di rado porta alla vittoria. REGINA MARGHERITA
No, via, questa scintilla diverrà un fuoco divorante se alimentato da vento e legna. Basta, buon York; caro Somerset, tacete. Fossi stato tu reggente là, York, forse avresti avuto ancor meno fortuna di lui. YORK
Come, meno di niente? E allora, l’infamia vi copra tutti! SOMERSET
Te compreso, che auguri l’infamia. CARDINAL BEAUFORT
Signore di York, tentate la vostra fortuna99. Quei selvaggi d’Irlanda100 sono in armi e impregnano il suolo di sangue inglese. Volete condurre in Irlanda una compagnia di uomini scelti con cura, alcuni da ogni contea, e tentare la sorte contro gli irlandesi? YORK
Lo farò, mio signore, se sua maestà vuole. SUFFOLK
Perbacco, la nostra autorità è il suo consenso e lui conferma ciò che noi stabiliamo. Perciò, nobile York, assumi questo incarico.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
YORK
I am content. Provide me soldiers, lords, Whiles I take order for mine own affairs.
320
SUFFOLK
A charge, Lord York, that I will see performed. But now return we to the false Duke Humphrey. CARDINAL BEAUFORT
No more of him — for I will deal with him That henceforth he shall trouble us no more. And so, break off; the day is almost spent. Lord Suffolk, you and I must talk of that event.
325
YORK
My lord of Suffolk, within fourteen days At Bristol I expect my soldiers; For there I’ll ship them all for Ireland. SUFFOLK
I’ll see it truly done, my lord of York.
330 Exeunt all but York
YORK
Now, York, or never, steel thy fearful thoughts, And change misdoubt to resolution. Be that thou hop’st to be, or what thou art Resign to death; it is not worth th’enjoying. Let pale-faced fear keep with the mean-born man And find no harbour in a royal heart. Faster than springtime showers comes thought on thought, And not a thought but thinks on dignity. My brain, more busy than the labouring spider, Weaves tedious snares to trap mine enemies. Well, nobles, well: ’tis politicly done To send me packing with an host of men. I fear me you but warm the starvèd snake, Who, cherished in your breasts, will sting your hearts. ’Twas men I lacked, and you will give them me. I take it kindly. Yet be well assured
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
YORK
D’accordo. Procuratemi dei soldati, signori, mentre do disposizioni riguardo ai miei affari. SUFFOLK
Un incarico, signore di York, di cui mi occuperò personalmente. Ma ora torniamo al fraudolento duca Humphrey. CARDINAL BEAUFORT
Non parliamone più – farò in modo che d’ora innanzi non ci crei più fastidi. E ora basta, il giorno è quasi finito. Lord Suffolk, voi e io dobbiamo parlare di quel fatto. YORK
Signore di Suffolk, entro due settimane aspetto i miei soldati a Bristol; di là raggiungeranno tutti l’Irlanda. SUFFOLK
Provvederò a tutto con cura, mio signore di York. Escono tutti tranne York YORK
Ora o mai più, York, rafforza i tuoi pavidi pensieri e muta l’esitazione in decisione. Sii chi speri di essere o concedi alla morte ciò che sei, poiché non vale la pena goderne. Lascia che la pallida paura si rifugi in chi è di umili natali e non trovi spazio in un cuore regale. Più rapidi di scrosci d’acqua primaverili i miei pensieri si rincorrono nella mente, e non uno che non sia rivolto alla gloria. Il mio cervello, più alacre di un ragno al lavoro, tesse trame elaborate per intrappolare i nemici. Bene, nobili, bene: proprio una scelta indovinata mandarmi via con un esercito di soldati. Temo abbiate solo riscaldato la serpe in letargo che, nutrita al vostro seno, vi pungerà il cuore. Erano gli uomini che mi mancavano e voi me li date. Li accetto ben volentieri. Ma sappiate che state mettendo armi affilate
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
You put sharp weapons in a madman’s hands. Whiles I in Ireland nurse a mighty band, I will stir up in England some black storm Shall blow ten thousand souls to heaven or hell, And this fell tempest shall not cease to rage Until the golden circuit on my head Like to the glorious sun’s transparent beams Do calm the fury of this mad-bred flaw. And for a minister of my intent, I have seduced a headstrong Kentishman, John Cade of Ashford, To make commotion, as full well he can, Under the title of John Mortimer. In Ireland have I seen this stubborn Cade Oppose himself against a troop of kerns, And fought so long till that his thighs with darts Were almost like a sharp-quilled porcupine; And in the end, being rescued, I have seen Him caper upright like a wild Morisco, Shaking the bloody darts as he his bells. Full often like a shag-haired crafty kern Hath he conversèd with the enemy And, undiscovered, come to me again And given me notice of their villainies. This devil here shall be my substitute, For that John Mortimer, which now is dead, In face, in gait, in speech, he doth resemble. By this I shall perceive the commons’ mind, How they affect the house and claim of York. Say he be taken, racked, and torturèd — I know no pain they can inflict upon him Will make him say I moved him to those arms. Say that he thrive, as ’tis great like he will — Why then from Ireland come I with my strength And reap the harvest which that coistrel sowed. For Humphrey being dead, as he shall be, And Henry put apart, the next for me.
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Exit
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
in mano a uno scatenato. Mentre in Irlanda formerò un’armata potente, scatenerò in Inghilterra un cupo uragano che farà volare in cielo o all’inferno diecimila anime, e questa feroce tempesta non cesserà d’infierire finché il diadema d’oro che mi cingerà la testa, come i raggi luminosi del sole glorioso101, non placherà la furia di questo turbine di eccitazione. Per mettere in atto il mio piano ho convinto un caparbio uomo del Kent, John Cade di Ashford, a guidare una rivolta, cosa in cui è bravissimo, spacciandosi per John Mortimer102. In Irlanda ho visto questo indomito Cade lottare contro un gruppo di irlandesi e battersi così a lungo che le frecce conficcate nelle cosce lo facevano sembrare un porcospino irto di aculei; e, dopo che aveva ricevuto aiuto, l’ho visto saltare come un ballerino di moresca, scuotendo i dardi insanguinati come fa quello coi sonagli. Molto spesso, come un irlandese dai capelli ispidi103, ha conversato col nemico senza farsi scoprire, ed è tornato da me a informarmi dei loro misfatti. Questo demonio farà le mie veci, perché nel viso, nel passo e nel parlare assomiglia a quel John Mortimer che ora è morto. Così potrò rendermi conto di cosa pensa la gente, se è favorevole al casato di York e ai suoi diritti. Poniamo che sia catturato, torturato e seviziato: non conosco tortura che possano infliggergli capace di fargli dire che l’ho istigato io a prendere armi. Poniamo che riesca, come è molto probabile: ebbene, allora io arrivo in forze dall’Irlanda a mietere il raccolto che quel furfante ha seminato. Perché morto Gloucester, cosa che avverrà presto, e messo da parte Enrico, sarà il mio turno. Esce
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
3.2
[The curtains are drawn apart, revealing Duke Humphrey of Gloucester in his bed with two men lying on his breast, smothering him in his bed]
FIRST MURDERER (to the Second Murderer)
Run to my lord of Suffolk — let him know We have dispatched the Duke as he commanded. SECOND MURDERER
O that it were to do! What have we done? Didst ever hear a man so penitent? Enter the Duke of Suffolk FIRST MURDERER Here comes my lord.
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SUFFOLK
Now, sirs, have you dispatched this thing? FIRST MURDERER Ay, my good lord, he’s dead. SUFFOLK
Why, that’s well said. Go, get you to my house. I will reward you for this venturous deed. The King and all the peers are here at hand. Have you laid fair the bed? Is all things well, According as I gave directions? FIRST MURDERER ’Tis, my good lord.
10
SUFFOLK
Then draw the curtains close; away, be gone! Exeunt [the Murderers, drawing the curtains as they leave] Sound trumpets, then enter King Henry and Queen Margaret, Cardinal Beaufort, the Duke of Somerset, and attendants KING HENRY [to Suffolk]
Go call our uncle to our presence straight. Say we intend to try his grace today If he be guilty, as ’tis publishèd.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
III, 2
[Vengono aperte le tende, rivelando il duca Humphrey di Gloucester coricato con due uomini sdraiati sul suo petto, che lo soffocano nel letto] 104
PRIMO SICARIO (al secondo sicario)
Corri dal signore di Suffolk – digli che abbiamo fatto fuori il duca come aveva ordinato. SECONDO SICARIO
Oh, non l’avessimo fatto! Cosa abbiamo fatto? Hai mai sentito un uomo così pentito? Entra il duca di Suffolk PRIMO SICARIO
Ecco qua il duca. SUFFOLK
Allora, messeri, avete fatto tutto? PRIMO SICARIO
Sì, mio buon signore, è morto. SUFFOLK
Ben detto, perbacco. Su, andate a casa mia. Vi ricompenserò per questa ardua impresa. Il re e tutti i pari stanno per arrivare. Avete sistemato bene il letto? È tutto a posto secondo le mie istruzioni? PRIMO SICARIO
Sì, mio buon signore. SUFFOLK
Allora tirate le tende; via, andatevene! Escono [i sicari, chiudendo le tende nell’uscire] Squilli di tromba, poi entrano re Enrico e la regina Margherita, il cardinal Beaufort, il duca di Somerset, con il seguito. RE ENRICO [a Suffolk]
Convocate immediatamente nostro zio presso di noi. Dite che oggi intendiamo mettere sua grazia sotto processo per vedere se è colpevole, come pubblicamente affermato.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
SUFFOLK
I’ll call him presently, my noble lord.
Exit
KING HENRY
Lords, take your places; and, I pray you all, Proceed no straiter ’gainst our uncle Gloucester Than from true evidence, of good esteem, He be approved in practice culpable.
20
QUEEN MARGARET
God forbid any malice should prevail That faultless may condemn a noble man! Pray God he may acquit him of suspicion!
25
KING HENRY
I thank thee, Meg. These words content me much.38 Enter Suffolk How now? Why look’st thou pale? Why tremblest thou? Where is our uncle? What’s the matter, Suffolk? SUFFOLK
Dead in his bed, my lord — Gloucester is dead. QUEEN MARGARET Marry, God forfend!
30
CARDINAL BEAUFORT
God’s secret judgement. I did dream tonight The Duke was dumb and could not speak a word. King Henry falls to the ground QUEEN MARGARET
How fares my lord? Help, lords — the King is dead! SOMERSET
Rear up his body; wring him by the nose. QUEEN MARGARET
Run, go, help, help! O Henry, ope thine eyes!
35
26. Meg: Nell (F) si tratta chiaramente di un refuso, poiché Nell è diminutivo confidenziale per Eleanor, moglie di Gloucester. 156
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
SUFFOLK
Lo convoco subito, mio nobile signore. Esce RE ENRICO
Prendete i vostri posti, miei signori; prego tutti di non procedere contro mio zio Gloucester, salvo nel caso che prove attendibili, di reale validità, lo dimostrino colpevole nei fatti. REGINA MARGHERITA
Dio non voglia che alcuna malignità spinga a condannare un uomo nobile e senza colpa! Prego Dio che si possa scagionare! RE ENRICO
Grazie, Rita. Sono parole che apprezzo molto. Entra Suffolk Ebbene? Perché sei così pallido? Perché tremi? Dov’è nostro zio? Cos’è successo, Suffolk? SUFFOLK
Morto nel suo letto, mio signore – Gloucester è morto. REGINA MARGHERITA
Cielo! Dio non voglia! CARDINAL BEAUFORT
L’occulto giudizio di Dio. Ho sognato stanotte che il duca era muto e non poteva dir parola. Re Enrico cade a terra REGINA MARGHERITA
Come sta il mio signore? Aiuto, signori – il re è morto! SOMERSET
Mettetelo dritto; torcetegli il naso105. REGINA MARGHERITA
Correte, su, aiuto, aiuto! Oh, Enrico, apri gli occhi!
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
SUFFOLK
He doth revive again. Madam, be patient. KING HENRY
O heavenly God! QUEEN MARGARET
How fares my gracious lord?
SUFFOLK
Comfort, my sovereign; gracious Henry, comfort. KING HENRY
What, doth my lord of Suffolk comfort me? Came he right now to sing a raven’s note Whose dismal tune bereft my vital powers; And thinks he that the chirping of a wren, By crying comfort from a hollow breast Can chase away the first-conceivèd sound? Hide not thy poison with such sugared words.
40
45
[He begins to rise. Suffolk offers to assist him] Lay not thy hands on me — forbear, I say! Their touch affrights me as a serpent’s sting. Thou baleful messenger, out of my sight! Upon thy eyeballs murderous tyranny Sits in grim majesty to fright the world. Look not upon me, for thine eyes are wounding — Yet do not go away. Come, basilisk, And kill the innocent gazer with thy sight. For in the shade of death I shall find joy; In life, but double death, now Gloucester’s dead.
50
55
QUEEN MARGARET
Why do you rate my lord of Suffolk thus? Although the Duke was enemy to him, Yet he most Christian-like laments his death. And for myself, foe as he was to me, Might liquid tears, or heart-offending groans, Or blood-consuming sighs recall his life, I would be blind with weeping, sick with groans, Look pale as primrose with blood-drinking sighs, And all to have the noble Duke alive.
60
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
SUFFOLK
Si riprende. Calmatevi, signora. RE ENRICO
Oh, Dio del cielo! REGINA MARGHERITA
Come sta il mio regale signore? SUFFOLK
Coraggio, mio sovrano; regale Enrico, coraggio. RE ENRICO
Ma come, il signore di Suffolk mi vuol consolare? È appena venuto gracchiando come un corvo il lugubre canto che mi ha tolto i sensi e ora crede di eclissare il suono che ho udito con un pigolio da scricciolo offrendo consolazioni da un petto senza cuore? Non nascondere il tuo veleno in parole così mielate! [Comincia ad alzarsi. Suffolk fa per aiutarlo] Giù le mani – scostati, dico! Il tuo tocco mi atterrisce come il morso di un serpente. Nunzio di sventura, che non ti veda mai più! Nelle pupille dei tuoi occhi c’è una tirannide assassina, una tetra maestà che minaccia il mondo. Non mi fissare, i tuoi occhi feriscono – ma non andartene neppure. Vieni, basilisco106, uccidi con la tua vista l’innocente che ti guarda. Perché nell’ombra della morte troverò la gioia; in vita, solo una doppia morte, ora che Gloucester è morto. REGINA MARGHERITA
Perché inveisci così contro il signore di Suffolk? Anche se il duca gli era nemico, egli ne lamenta cristianamente la morte. Quanto a me, benché mi fosse ostile, se lo si potesse richiamare in vita con pianti a dirotto, gemiti strazianti o struggenti sospiri, sarei cieca a forza di piangere, stremata a forza di gemere, pallida come una primula secca a forza di sospirare, tutto per riavere vivo il nobile duca.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
What know I how the world may deem of me? For it is known we were but hollow friends, It may be judged I made the Duke away. So shall my name with slander’s tongue be wounded And princes’ courts be fi lled with my reproach. This get I by his death. Ay me, unhappy, To be a queen, and crowned with infamy.
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KING HENRY
Ah, woe is me for Gloucester, wretched man! QUEEN MARGARET
Be woe for me, more wretched than he is. What, dost thou turn away and hide thy face? I am no loathsome leper — look on me! What, art thou, like the adder, waxen deaf? Be poisonous too and kill thy forlorn queen. Is all thy comfort shut in Gloucester’s tomb? Why, then Queen Margaret was ne’er thy joy.39 Erect his statuë and worship it, And make my image but an alehouse sign. Was I for this nigh wrecked upon the sea, And twice by awkward winds from England’s bank Drove back again unto my native clime? What boded this, but well forewarning winds Did seem to say, ‘Seek not a scorpion’s nest, Nor set no footing on this unkind shore’. What did I then, but cursed the gentle gusts And he that loosed them forth their brazen caves, And bid them blow towards England’s blessèd shore, Or turn our stern upon a dreadful rock. Yet Aeolus would not be a murderer, But left that hateful office unto thee. The pretty vaulting sea refused to drown me, Knowing that thou wouldst have me drowned on shore With tears as salt as sea through thy unkindness.
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79. Queen Margaret: Dame Elianor = madama Eleonora. 160
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
Come posso sapere che cosa penserà il mondo di me? Poiché si sa che tra noi non correva buon sangue forse si crederà che ho fatto morire io il duca. Così il mio nome sarà ferito da lingue calunniose e in tutte le corti si griderà che è colpa mia. Ecco cosa ci guadagno dalla sua morte. Povera me, infelice, essere regina e coronata d’infamia. RE ENRICO
Ahimè, povero, sventurato Gloucester! REGINA MARGHERITA
Povera me, più sventurata di lui. Come, ti allontani da me e nascondi la faccia? Non sono una lebbrosa immonda – guardami! Come, sei diventato sordo, come la vipera?107 Allora sii anche velenoso e uccidi la tua povera regina. Ogni tua consolazione è finita dentro la tomba di Gloucester? Ma allora la regina Margherita non è mai stata la tua gioia. Erigigli una statua per venerarla e fa’ della mia immagine un’insegna d’osteria. Per questo ho rischiato il naufragio e due volte i venti contrari mi hanno respinto dalla sponda inglese verso il paese natio? Cosa significava questo, se non che i venti ammonivano: “Non cercare il nido dello scorpione, non metter piede su questa riva malvagia”. E io a maledire le dolci raffiche e chi le scatenava dalle bronzee caverne, implorando perché soffiassero verso la benedetta sponda inglese o deviassero la nostra prua diretta contro un orrido scoglio. Eppure Eolo non volle assassinarmi, ma lasciò a te questo compito odioso. Il formidabile mare in burrasca si rifiutò di annegarmi, sapendo che a riva tu, con la tua avversione, mi avresti fatto annegare in lacrime salate come il mare.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
The splitting rocks cow’red in the sinking sands, And would not dash me with their ragged sides, Because thy flinty heart, more hard than they, Might in thy palace perish Margaret.40 As far as I could ken thy chalky cliffs, When from thy shore the tempest beat us back, I stood upon the hatches in the storm, And when the dusky sky began to rob My earnest-gaping sight of thy land’s view, I took a costly jewel from my neck — A heart it was, bound in with diamonds — And threw it towards thy land. The sea received it, And so I wished thy body might my heart. And even with this I lost fair England’s view, And bid mine eyes be packing with my heart, And called them blind and dusky spectacles For losing ken of Albion’s wishèd coast. How often have I tempted Suffolk’s tongue — The agent of thy foul inconstancy — To sit and witch me, as Ascanius did,41 When he to madding Dido would unfold His father’s acts, commenced in burning Troy! Am I not witched like her? Or thou not false like him? Ay me, I can no more. Die, Margaret,42 For Henry weeps that thou dost live so long.
100
105
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115
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Noise within. Enter the Earls of Warwick and Salisbury with many commons WARWICK (to King Henry)
It is reported, mighty sovereign, That good Duke Humphrey traitorously is murdered By Suffolk and the Cardinal Beaufort’s means. The commons, like an angry hive of bees
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100. Margaret: Elianor = Eleonora. 116. Witch: watch = guardare. 120. Margaret: Elinor = Eleonora. 162
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
Le rocce affioranti si acquattarono nelle sabbie dove affondano le navi e non vollero ferirmi con le loro punte aguzze, perché fosse il tuo cuore di pietra, più duro di loro, a far perire Margherita nel tuo palazzo. Finché riuscii a distinguere le tue bianche scogliere, mentre la tempesta ci respingeva dalle tue coste, rimasi dritta sulla tolda esposta alla bufera; e quando il cielo scuro cominciò a nascondere al mio avido sguardo la vista della tua terra, mi tolsi dal collo un prezioso gioiello – un cuore contornato di diamanti – e lo gettai verso terra. Il mare lo accolse, come speravo che il tuo corpo accogliesse il mio cuore. E proprio in quell’istante persi di vista la bella Inghilterra e ordinai ai miei occhi di andarsene con il mio cuore, e li chiamai occhiali ciechi e bui perché non distinguevano più l’agognata costa di Albione. Quante volte ho indotto la lingua di Suffolk – agente della tua turpe incostanza – a continuare a incantarmi, come Ascanio108 quando narrava a Didone già folle d’amore le gesta del padre, iniziate nell’incendio di Troia! Non sono stata forse ammaliata come lei? O non sei tu traditore come lui? Ahimè, sono stremata. Muori, Margherita, perché Enrico rimpiange che tu sia ancora viva. Rumori all’interno. Entrano i conti di Warwick e Salisbury con molti popolani WARWICK (a re Enrico)
Potente sovrano, corre voce che il buon duca Humphrey sia stato fatto assassinare a tradimento da Suffolk e dal cardinal Beaufort. Il popolo, come uno sciame di api infuriate rimaste senza la loro
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
That want their leader, scatter up and down And care not who they sting in his revenge. Myself have calmed their spleenful mutiny, Until they hear the order of his death. KING HENRY
That he is dead, good Warwick, ’tis too true. But how he died God knows, not Henry. Enter his chamber, view his breathless corpse, And comment then upon his sudden death.
130
WARWICK
That shall I do, my liege. — Stay, Salisbury, With the rude multitude till I return.
135
[Exeunt Warwick at one door, Salisbury and commons at another] KING HENRY
O thou that judgest all things, stay my thoughts, My thoughts that labour to persuade my soul Some violent hands were laid on Humphrey’s life. If my suspect be false, forgive me God, For judgement only doth belong to thee. Fain would I go to chafe his paly lips With twenty thousand kisses, and to drain Upon his face an ocean of salt tears, To tell my love unto his dumb, deaf trunk, And with my fingers feel his hand unfeeling. But all in vain are these mean obsequies,
140
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[Enter Warwick who draws apart the curtains and shows] Gloucester dead in his bed. Bed put forth And to survey his dead and earthy image, What were it but to make my sorrow greater? WARWICK
Come hither, gracious sovereign, view this body. KING HENRY
That is to see how deep my grave is made: For with his soul fled all my worldly solace, For seeing him I see my life in death.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
regina, dilaga dappertutto, pronto a pungere chiunque per vendicarlo. Io stesso ho calmato la loro rabbiosa protesta finché non si sapranno le circostanze della sua morte. RE ENRICO
Che è morto, buon Warwick, è fin troppo vero. Ma come sia morto, lo sa solo Dio, non Enrico. Entra nella sua camera, esamina il cadavere e di’ che cosa pensi della sua morte improvvisa. WARWICK
Così farò, sire. Salisbury, rimani tu con quella folla agitata fino al mio ritorno. [Escono Warwick da una porta, Salisbury e i popolani dall’altra] RE ENRICO
O Tu che giudichi tutte le cose, frena i miei pensieri, pensieri affannosi che vogliono persuadermi che la vita di Gloucester è stata spenta da mani violente. Se il mio sospetto è falso perdonami, o Dio, perché solo a Te appartiene il giudizio. Ah, come vorrei andare a riscaldare con ventimila baci le sue labbra esangui, spargere sul suo viso un oceano di lacrime amare, esprimere il mio amore al suo tronco muto e sordo, palpare con le dita la sua mano inerte. Ma tutti questi inadeguati gesti di lutto sono vani [Entra Warwick che scosta le tende e mostra] Gloucester morto sul letto. Il letto viene spinto in avanti e contemplare il suo aspetto terreno e morto che altro farebbe se non aumentare il mio dolore? WARWICK
Venite qua, mio regale sovrano, guardate il corpo. RE ENRICO
È come vedere quanto profonda è la fossa che mi hanno scavato: con la sua anima ogni mia consolazione in questo mondo è fuggita, perché vedendo lui vedo l’immagine della mia stessa morte.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
WARWICK
As surely as my soul intends to live With that dread King that took our state upon Him To free us from his Father’s wrathful curse, I do believe that violent hands were laid Upon the life of this thrice-famèd Duke.
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SUFFOLK
A dreadful oath, sworn with a solemn tongue! What instance gives Lord Warwick for his vow? WARWICK
See how the blood is settled in his face. Oft have I seen a timely-parted ghost Of ashy semblance, meagre, pale, and bloodless, Being all descended to the labouring heart; Who, in the conflict that it holds with death, Attracts the same for aidance ’gainst the enemy; Which, with the heart, there cools, and ne’er returneth To blush and beautify the cheek again. But see, his face is black and full of blood; His eyeballs further out than when he lived, Staring full ghastly like a strangled man; His hair upreared; his nostrils stretched with struggling; His hands abroad displayed, as one that grasped And tugged for life and was by strength subdued. Look on the sheets. His hair, you see, is sticking; His well-proportioned beard made rough and rugged, Like to the summer’s corn by tempest lodged. It cannot be but he was murdered here. The least of all these signs were probable.
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SUFFOLK
Why, Warwick, who should do the Duke to death? Myself and Beaufort had him in protection, And we, I hope, sir, are no murderers.
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WARWICK
But both of you were vowed Duke Humphrey’s foes,
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
WARWICK
Come è vero che la mia anima intende vivere con il temuto Re che prese su di Sé la condizione umana per liberarci dall’adirata maledizione di suo Padre, credo fermamente che mani violente abbiano posto fine alla vita di questo tre volte illustre duca. SUFFOLK
Terribile giuramento, emesso in tono così solenne! Come giustifica Warwick questo suo pronunciamento? WARWICK
Osservate come il sangue ristagna nel suo volto. Ho visto spesso l’aspetto cinereo, debole, pallido ed esangue di chi muore di morte naturale, perché il sangue era sceso al cuore affannato che, lottando con la morte, lo chiamava in aiuto contro il nemico; ed esso si raffredda insieme al cuore e non torna più ad arrossare e abbellire la guancia. Notate, invece, come il suo viso è nero e pieno di sangue, gli occhi più sporgenti di quando era in vita e sbarrati dal terrore come in chi viene strozzato, i capelli dritti, le narici dilatate per lo sforzo, le mani aperte come di chi tentasse di afferrare e lottare per vivere ma venisse sopraffatto con la forza. Guardate le lenzuola: i suoi capelli, vedete, sono appiccicati, la barba ben tagliata è arruffata e scomposta, come grano maturo abbattuto dalla tempesta. Non può che essere stato assassinato. Anche il più piccolo di questi indizi sarebbe una prova sufficiente. SUFFOLK
Ma via, Warwick, chi avrebbe dovuto ammazzare il duca? Era stato affidato a me e al cardinal Beaufort, e noi, signore, non siamo assassini, spero. WARWICK
Ma eravate tutti due nemici giurati del duca Humphrey
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
(To Cardinal Beaufort) And you, forsooth, had the good Duke to keep. ’Tis like you would not feast him like a friend; And ’tis well seen he found an enemy.
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QUEEN MARGARET
Then you, belike, suspect these noblemen As guilty of Duke Humphrey’s timeless death? WARWICK
Who finds the heifer dead and bleeding fresh, And sees fast by a butcher with an axe, But will suspect ’twas he that made the slaughter? Who finds the partridge in the puttock’s nest But may imagine how the bird was dead, Although the kite soar with unbloodied beak? Even so suspicious is this tragedy.
191
QUEEN MARGARET
Are you the butcher, Suffolk? Where’s your knife? Is Beaufort termed a kite? Where are his talons?
195
SUFFOLK
I wear no knife to slaughter sleeping men. But here’s a vengeful sword, rusted with ease, That shall be scourèd in his rancorous heart That slanders me with murder’s crimson badge. Say, if thou dar’st, proud Lord of Warwickshire, That I am faulty in Duke Humphrey’s death.
200
[Exit Cardinal Beaufort assisted by Somerset] WARWICK
What dares not Warwick, if false Suffolk dare him? QUEEN MARGARET
He dares not calm his contumelious spirit, Nor cease to be an arrogant controller, Though Suffolk dare him twenty thousand times.
205
WARWICK
Madam, be still, with reverence may I say, For every word you speak in his behalf Is slander to your royal dignity. 168
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
(al cardinal Beaufort) e voi, per l’appunto, avevate il duca in custodia. È probabile che non l’abbiate trattato come un amico ed è ovvio che ha trovato un nemico. REGINA MARGHERITA
Allora voi, sembra, sospettate che questi nobili abbiano causato l’immatura morte del duca Humphrey? WARWICK
Chi, trovando un vitello morto e ancor sanguinante, e vedendo lì vicino un macellaio con un’ascia, non sospetterà che sia stato quest’ultimo a ucciderlo? Chi, trovando la pernice nel nido di un rapace, non immaginerà che l’uccello sia morto, anche se lo sparviero vola con il becco pulito? Altrettanto sospetta è questa tragedia. REGINA MARGHERITA
Siete voi, Suffolk, il macellaio? Dove avete il coltello? Chiamano Beaufort uno sparviero? Dove sono i suoi artigli? SUFFOLK
Non ho un coltello per massacrare uomini che dormono. Tuttavia ho qui una spada vendicatrice, che l’inutilizzo ha arrugginito, e che tornerà lustra dentro il cuore astioso di chi mi calunnia con il sanguinoso marchio di assassino. Superbo signore del Warwickshire, dillo, se osi, che il duca Humphrey è morto per colpa mia. [Esce il cardinal Beaufort sorretto da Somerset] WARWICK
Che cosa non può osare Warwick se a sfidarlo è il falso Suffolk? REGINA MARGHERITA
Non osa calmare il suo spirito insolente, né abbandonare la sua presunzione di giudice, quand’anche Suffolk lo sfidasse ventimila volte. WARWICK
Con tutto il rispetto, signora, state zitta, perché ogni parola che dite in sua difesa disonora la vostra dignità regale.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
SUFFOLK
Blunt-witted lord, ignoble in demeanour! If ever lady wronged her lord so much, Thy mother took into her blameful bed Some stern untutored churl, and noble stock Was graffed with crabtree slip, whose fruit thou art, And never of the Nevilles’ noble race.
210
215
WARWICK
But that the guilt of murder bucklers thee And I should rob the deathsman of his fee, Quitting thee thereby of ten thousand shames, And that my sovereign’s presence makes me mild, I would, false murd’rous coward, on thy knee Make thee beg pardon for thy passèd speech, And say it was thy mother that thou meant’st — That thou thyself wast born in bastardy! And after all this fearful homage done, Give thee thy hire and send thy soul to hell, Pernicious blood-sucker of sleeping men!
220
225
SUFFOLK
Thou shalt be waking while I shed thy blood, If from this presence thou dar’st go with me. WARWICK
Away, even now, or I will drag thee hence. Unworthy though thou art, I’ll cope with thee, And do some service to Duke Humphrey’s ghost.
230
Exeunt Suffolk and Warwick KING HENRY
What stronger breastplate than a heart untainted? Thrice is he armed that hath his quarrel just; And he but naked, though locked up in steel, Whose conscience with injustice is corrupted. COMMONS (within) Down with Suffolk! Down with Suffolk! QUEEN MARGARET What noise is this?
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
SUFFOLK
Nobile rozzo e dalle maniere ignobili! Se mai una nobildonna tradì così il suo signore, tua madre accolse nel suo letto peccaminoso un villano rude e incolto, innestando su un ceppo nobile un pollone scadente109 del quale tu sei il frutto, non certo della nobile schiatta dei Neville. WARWICK
Se non ti facesse da scudo il reato d’omicidio e il fatto che ruberei la paga al boia risparmiandoti diecimila infamie, e se non mi frenasse la presenza del sovrano, ti farei chiedere perdono in ginocchio delle parole che hai appena detto, assassino falso e vigliacco, e ti farei confessare che in realtà era di tua madre che parlavi – che tu stesso sei nato bastardo! E una volta ottenuta questa vergognosa sottomissione, ti darei la paga mandando la tua anima all’inferno, malefico vampiro che succhi il sangue dei dormienti! SUFFOLK
Tu invece sarai sveglio mentre spargerò il tuo sangue, se osi uscire di qui insieme con me. WARWICK
Fuori, all’istante, o ti trascino via io. Indegno come sei, mi batterò con te e così farò un servizio all’anima del duca Humphrey. Escono Suffolk e Warwick RE ENRICO
C’è corazza più forte di un cuore incontaminato? Tre volte armato è chi combatte per una causa giusta110, mentre chi ha la coscienza corrotta dall’ingiustizia è nudo, fosse anche interamente protetto da un’armatura. POPOLANI (all’esterno) Abbasso Suffolk! Abbasso Suffolk! REGINA MARGHERITA
Cos’è questo chiasso?
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
Enter Suffolk and Warwick with their weapons drawn KING HENRY
Why, how now, lords? Your wrathful weapons drawn Here in our presence? Dare you be so bold? Why, what tumultuous clamour have we here?
240
SUFFOLK
The trait’rous Warwick with the men of Bury Set all upon me, mighty sovereign! COMMONS (within) Down with Suffolk! Down with Suffolk! Enter from the commons the Earl of Salisbury SALISBURY (to the commons, within)
Sirs, stand apart. The King shall know your mind. (To King Henry) Dread lord, the commons send you word by me Unless Lord Suffolk straight be done to death, Or banishèd fair England’s territories, They will by violence tear him from your palace And torture him with grievous ling’ring death. They say, by him the good Duke Humphrey died; They say, in him they fear your highness’ death; And mere instinct of love and loyalty, Free from a stubborn opposite intent, As being thought to contradict your liking, Makes them thus forward in his banishment. They say, in care of your most royal person, That if your highness should intend to sleep, And charge that no man should disturb your rest In pain of your dislike, or pain of death, Yet, notwithstanding such a strait edict, Were there a serpent seen with forkèd tongue, That slily glided towards your majesty, It were but necessary you were waked, Lest, being suffered in that harmful slumber, The mortal worm might make the sleep eternal.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
Entrano Suffolk e Warwick con le spade sguainate RE ENRICO
Ebbene, signori? Osate sguainare le spade davanti a noi? Quale audacia! Ma cos’è questo clamore convulso? SUFFOLK
Potente sovrano, quel traditore di Warwick mi viene addosso con tutti gli uomini di Bury! POPOLANI (all’interno) Abbasso Suffolk! Abbasso Suffolk! Entra in mezzo ai popolani il conte di Salisbury SALISBURY (rivolto ai popolani, all’interno)
Messeri, restate lì. Il re sarà informato delle vostre intenzioni. (A re Enrico) Temuto signore, i popolani vi mandano a dire tramite me che se il duca di Suffolk non viene subito messo a morte o bandito dalla bella terra inglese, essi lo strapperanno con la violenza dal vostro palazzo e gli faranno soffrire una morte lenta e atroce. Dicono che ha fatto morire lui il buon duca Humphrey e dicono che se lui resta qui temono la morte di vostra maestà; un puro impulso d’amore e di lealtà, scevro da ogni intenzione ostinata e ribelle, che sarebbe contraria alla vostra volontà, li fa insistere che venga bandito. Preoccupati per la vostra regale persona, dicono che se vostra altezza, volendo dormire, proibisse a tutti di disturbare il suo sonno, pena la vostra collera o anche la morte, nonostante questo assoluto divieto, se si vedesse un serpente dalla lingua biforcuta strisciare subdolo verso vostra maestà, allora per forza bisognerebbe destarvi, altrimenti, lasciandovi a quel sonno nocivo, quel letale rettile lo renderebbe eterno.
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
And therefore do they cry, though you forbid, That they will guard you, whe’er you will or no, From such fell serpents as false Suffolk is, With whose envenomèd and fatal sting Your loving uncle, twenty times his worth, They say, is shamefully bereft of life. COMMONS (within) An answer from the King, my lord of Salisbury!
270
SUFFOLK
’Tis like the commons, rude unpolished hinds, Could send such message to their sovereign. But you, my lord, were glad to be employed, To show how quaint an orator you are. But all the honour Salisbury hath won Is that he was the Lord Ambassador Sent from a sort of tinkers to the King. COMMONS (within) An answer from the King, or we will all break in!
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280
KING HENRY
Go, Salisbury, and tell them all from me I thank them for their tender loving care, And had I not been ’cited so by them, Yet did I purpose as they do entreat; For sure my thoughts do hourly prophesy Mischance unto my state by Suffolk’s means. And therefore by His majesty I swear, Whose far unworthy deputy I am, He shall not breathe infection in this air But three days longer, on the pain of death.
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[Exit Salisbury] QUEEN MARGARET [kneeling]
O Henry, let me plead for gentle Suffolk. KING HENRY
Ungentle Queen, to call him gentle Suffolk. No more, I say! If thou dost plead for him Thou wilt but add increase unto my wrath.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
E per questo gridano che, anche se lo proibite, volente o nolente vi proteggeranno da crudeli serpenti come il falso Suffolk, la cui avvelenata e fatale puntura, dicono, ha vergognosamente tolto la vita al vostro amoroso zio, che ne valeva venti come lui. POPOLANI (all’interno) Una risposta dal re, signore di Salisbury! SUFFOLK
È davvero verosimile che questi popolani, bifolchi rozzi e incivili, possano mandare un simile messaggio al loro sovrano, ma voi, signore, avete molto gradito questo incarico per poter sfoggiare la vostra arte oratoria. Comunque, tutto l’onore che Salisbury ci guadagna è far da lord ambasciatore al re per conto di un’accozzaglia di vagabondi111. POPOLANI (all’interno) Una risposta dal re o entreremo tutti con la forza! RE ENRICO
Andate, Salisbury, dite loro da parte mia che li ringrazio per il loro tenero, amorevole interessamento, e che se anche non fossi stato incitato a farlo da loro avevo già intenzione di agire come essi implorano; perché davvero il mio animo profetico continuamente mi segnala il pericolo che Suffolk rappresenta per il mio stato. Dunque, per la maestà di Colui che ben indegnamente rappresento, giuro che non infetterà quest’aria per più di tre giorni, pena la morte. [Esce Salisbury] REGINA MARGHERITA [inginocchiandosi]
Oh, Enrico, lascia che interceda per il nobile Suffolk. RE ENRICO
Regina ignobile a chiamarlo nobile Suffolk. Basta, ho detto! Se intercedi per lui non farai che accrescere la mia ira. Se anche l’a-
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
Had I but said, I would have kept my word; But when I swear, it is irrevocable. (To Suffolk) If after three days’ space thou here beest found On any ground that I am ruler of, The world shall not be ransom for thy life. Come, Warwick; come, good Warwick, go with me. I have great matters to impart to thee.
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Exeunt King Henry and Warwick with attendants [who draw the curtains as they leave]. Queen Margaret and Suffolk remain QUEEN MARGARET [rising]
Mischance and sorrow go along with you! Heart’s discontent and sour affliction Be playfellows to keep you company! There’s two of you, the devil make a third, And threefold vengeance tend upon your steps!
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SUFFOLK
Cease, gentle Queen, these execrations, And let thy Suffolk take his heavy leave.
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QUEEN MARGARET
Fie, coward woman and soft-hearted wretch! Hast thou not spirit to curse thine enemies? SUFFOLK
A plague upon them! Wherefore should I curse them? Could curses kill, as doth the mandrake’s groan, I would invent as bitter searching terms, As curst, as harsh, and horrible to hear, Delivered strongly through my fixèd teeth, With full as many signs of deadly hate, As lean-faced envy in her loathsome cave. My tongue should stumble in mine earnest words; Mine eyes should sparkle like the beaten flint; My hair be fixed on end, as one distraught; Ay, every joint should seem to curse and ban.
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
vessi solo detto, avrei mantenuto la parola; ma un giuramento fatto, è irrevocabile. (A Suffolk) Se fra tre giorni verrai trovato in un qualsiasi territorio sul quale ho potere, il mondo intero non potrà riscattare la tua vita112. Vieni, Warwick; qui, buon Warwick, vieni con me. Ho cose importanti da comunicarti. Escono re Enrico e Warwick con servitori [che uscendo chiudono le tende]. Restano la regina Margherita e Suffolk REGINA MARGHERITA [alzandosi]
Sciagura e dolore vi seguano! Cruccio e aspri tormenti v’accompagnino sempre! Siete in due, il diavolo vi faccia da terzo e una triplice vendetta segua i vostri passi! SUFFOLK
Dolce regina, smetti di imprecare, e lascia che il tuo Suffolk ti dia il suo triste addio. REGINA MARGHERITA
Vergogna, femminuccia e tenera vittima! Non hai coraggio di maledire i tuoi nemici?113 SUFFOLK
La peste li colga! Perché dovrei maledirli? Se la maledizione uccidesse come il gemito della mandragola114, inventerei parole dure e penetranti, maligne, aspre e orrende a udirsi, sibilate a denti stretti, con tutti i segni dell’odio letale come la macilenta invidia nella sua orrida grotta115. La lingua si bloccherebbe inciampando nella violenza delle mie parole, gli occhi scintillerebbero come una selce scalfita, i capelli mi resterebbero irti come un folle e ogni arto si muoverebbe per condannare e maledire. E anche adesso, il cuore
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
And, even now, my burdened heart would break Should I not curse them. Poison be their drink! Gall, worse than gall, the daintiest that they taste! Their sweetest shade a grove of cypress trees! Their chiefest prospect murd’ring basilisks! Their softest touch as smart as lizards’ stings! Their music frightful as the serpent’s hiss, And boding screech-owls make the consort full! All the foul terrors in dark-seated hell —
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330
QUEEN MARGARET
Enough, sweet Suffolk, thou torment’st thyself, And these dread curses, like the sun ’gainst glass, Or like an overchargèd gun, recoil And turn the force of them upon thyself.
335
SUFFOLK
You bade me ban, and will you bid me leave? Now by this ground that I am banished from, Well could I curse away a winter’s night, Though standing naked on a mountain top, Where biting cold would never let grass grow, And think it but a minute spent in sport.
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QUEEN MARGARET
O let me entreat thee cease. Give me thy hand, That I may dew it with my mournful tears; Nor let the rain of heaven wet this place To wash away my woeful monuments.
345
[She kisses his palm] O, could this kiss be printed in thy hand That thou mightst think upon these lips by the seal,43 Through whom a thousand sighs are breathed for thee! So get thee gone, that I may know my grief. ’Tis but surmised whiles thou art standing by, As one that surfeits thinking on a want.
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348. Lips: non in F. 178
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19/10/2017 18:24:59
2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
oppresso mi si spezzerebbe se non li maledicessi. Il veleno sia la loro bevanda! Un veleno più amaro del fiele sia ciò che di più prelibato possano gustare! Il loro ristoro più dolce sia all’ombra dei cipressi!116 La vista più splendida sia il mortale basilisco! L’oggetto più morbido da toccare sia velenosa come la coda di un ramarro!117 La loro musica più dolce sia spaventosa come il sibilo del serpente e le stridenti civette del malaugurio completino il concerto! Tutti i turpi terrori del profondo inferno – REGINA MARGHERITA
Basta, dolce Suffolk, non fai che tormentarti, e queste terribili imprecazioni, come il sole sul vetro o un cannone troppo carico, ti si ritorcono contro. SUFFOLK
Mi avete detto di imprecare e ora mi dite di smettere? Per questa terra da cui vengo bandito potrei benissimo scagliare maledizioni contro un’intera notte d’inverno stando nudo in cima a un monte dove il freddo pungente non fa crescere l’erba, e mi parrebbe un minuto speso a divertirmi. REGINA MARGHERITA
Oh, lascia che t’implori di smettere. Dammi la mano, lascia che la imperli con le mie tristi lacrime e che la pioggia del cielo non bagni questo punto, cancellando le tracce del mio dolore. [Gli bacia il palmo della mano] Ah, se questo bacio ti si stampasse in mano e il sigillo che lascia potesse farti pensare alle mie labbra, da cui esalano mille sospiri per te! Vattene, dunque, e così conoscerò il mio dolore. Finché stai qui, lo indovino appena, come uno che si sazia pensando alla mancanza
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2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
I will repeal thee, or, be well assured, Adventure to be banishèd myself. And banishèd I am, if but from thee. Go, speak not to me; even now be gone! O, go not yet. Even thus two friends condemned Embrace, and kiss, and take ten thousand leaves, Leather a hundred times to part than die. Yet now farewell, and farewell life with thee.
355
360
SUFFOLK
Thus is poor Suffolk ten times banishèd — Once by the King, and three times thrice by thee. ’Tis not the land I care for, wert thou thence, A wilderness is populous enough, So Suffolk had thy heavenly company. For where thou art, there is the world itself, With every several pleasure in the world; And where thou art not, desolation. I can no more. Live thou to joy thy life; Myself no joy in naught but that thou liv’st.
365
370
Enter Vaux QUEEN MARGARET
Whither goes Vaux so fast? What news, I prithee? VAUX
To signify unto his majesty That Cardinal Beaufort is at point of death. For suddenly a grievous sickness took him That makes him gasp, and stare, and catch the air, Blaspheming God and cursing men on earth. Sometime he talks as if Duke Humphrey’s ghost Were by his side; sometime he calls the King, And whispers to his pillow as to him The secrets of his over-chargèd soul; And I am sent to tell his majesty That even now he cries aloud for him.
376
380
QUEEN MARGARET
Go tell this heavy message to the King.
Exit Vaux
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2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
di cibo. Farò in modo che il tuo esilio venga revocato, o, sta’ sicuro, rischierò di essere bandita anch’io. E in verità lo sono già, anche se solo da te. Va’, non parlarmi; vattene all’istante! Oh, non andare ancora. Così due amici condannati si scambiano abbracci e baci e si congedano mille volte, cento volte più riluttanti a separarsi che a morire. E tuttavia addio, ora, e con te addio alla vita. SUFFOLK
Così il povero Suffolk è dieci volte bandito: una volta dal re, e tre per tre volte da te. Non mi importa del paese se tu non ci sei, Suffolk troverebbe popoloso un deserto se avesse la tua celeste compagnia. Perché dove sei tu là è il mondo, con tutti i suoi diversi piaceri; e dove tu non ci sei, la desolazione. Non ce la faccio più. Vivi e godi la tua vita. Quanto a me, godo soltanto del fatto che tu vivi. Entra Vaux REGINA MARGHERITA
Dove va così di fretta Vaux? Che succede, di grazia? VAUX118
Vado a informare sua maestà che il cardinal Beaufort è in punto di morte. Lo ha colto all’improvviso una grave infermità, che lo fa ansimare e sbarrare gli occhi e cercare l’aria, mentre bestemmia Dio e maledice gli uomini in terra119. Talvolta parla come se al suo fianco ci fosse il fantasma del duca Humphrey; a volte chiama il re e bisbiglia al suo guanciale, credendo sia lui, i segreti della sua anima oppressa. Mi mandano a dire a sua maestà che proprio ora egli lo invoca a gran voce. REGINA MARGHERITA
Va’ a fare al re questa penosa ambasciata. Esce Vaux
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19/10/2017 18:24:59
2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
Ay me! What is this world? What news are these? But wherefore grieve I at an hour’s poor loss Omitting Suffolk’s exile, my soul’s treasure? Why only, Suffolk, mourn I not for thee, And with the southern clouds contend in tears — Theirs for the earth’s increase, mine for my sorrow’s? Now get thee hence. The King, thou know’st, is coming. If thou be found by me, thou art but dead.
385
390
SUFFOLK
If I depart from thee, I cannot live. And in thy sight to die, what were it else But like a pleasant slumber in thy lap? Here could I breathe my soul into the air, As mild and gentle as the cradle babe Dying with mother’s dug between his lips; Where, from thy sight, I should be raging mad, And cry out for thee to close up mine eyes, To have thee with thy lips to stop my mouth, So shouldst thou either turn my flying soul Or I should breathe it, so, into thy body —
395
400
[He kisseth her] And then it lived in sweet Elysium. By thee to die were but to die in jest; From thee to die were torture more than death. O, let me stay, befall what may befall!
405
QUEEN MARGARET
Away. Though parting be a fretful corrosive, It is applièd to a deathful wound. To France, sweet Suffolk. Let me hear from thee. For wheresoe’er thou art in this world’s Globe I’ll have an Iris that shall find thee out.
410
SUFFOLK
I go. QUEEN MARGARET And take my heart with thee.
[She kisseth him] 182
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19/10/2017 18:25:00
2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
Ahimè! Che mondo è questo? Che cosa accade? Ma perché dolermi per la povera perdita di un’ora di vita120 dimenticando l’esilio di Suffolk, tesoro dell’anima mia? Perché mai non mi dolgo solo per te, Suffolk, e non gareggio in lacrime con le nubi del sud121 – loro le spargono per fecondare la terra, io il mio dolore? Vattene di qui adesso. Il re, lo sai, sta arrivando. Se ti trovano con me, sei un uomo morto. SUFFOLK
Se mi allontano da te non posso vivere. E cosa sarebbe morire sotto i tuoi occhi se non addormentarmi sereno in grembo a te?122 Qui potrei esalare nell’aria lo spirito, con la mite dolcezza del bambino in fasce che muore con il capezzolo della madre fra le labbra; invece, lontano dalla tua vista, griderei come un pazzo furioso perché tu venissi a chiudermi gli occhi, a sigillarmi la bocca con le tue labbra, e così riporteresti indietro la mia anima in fuga, o io te la soffierei nel corpo, così… [La bacia] e allora vivrebbe nel soave Eliso123. Morire accanto a te sarebbe morire per scherzo; morire lontano da te una tortura peggiore della morte. Oh, lascia che rimanga, accada quel che accada! REGINA MARGHERITA
Via. Anche se il dividerci brucia come un farmaco, è per curare una ferita mortale. In Francia, dolce Suffolk. Fammi aver tue notizie. Perché dovunque ti trovi nella sfera di questo mondo, avrò un’Iride124 che ti troverà. SUFFOLK
Vado. REGINA MARGHERITA
E porta con te il mio cuore. [Lo bacia]
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19/10/2017 18:25:00
2 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
SUFFOLK
A jewel, locked into the woefull’st cask That ever did contain a thing of worth. Even as a splitted barque, so sunder we — This way fall I to death. QUEEN MARGARET This way for me.
415
Exeunt severally 3.3
Enter King Henry and the Earls of Salisbury and Warwick. Then the curtains be drawn revealing Cardinal Beaufort in his bed raving and staring as if he were mad
KING HENRY (to Cardinal Beaufort)
How fares my lord? Speak, Beaufort, to thy sovereign. CARDINAL BEAUFORT
If thou beest death, I’ll give thee England’s treasure Enough to purchase such another island, So thou wilt let me live and feel no pain. KING HENRY
Ah, what a sign it is of evil life Where death’s approach is seen so terrible.
5
WARWICK
Beaufort, it is thy sovereign speaks to thee. CARDINAL BEAUFORT
Bring me unto my trial when you will. Died he not in his bed? Where should he die? Can I make men live whe’er they will or no? O, torture me no more — I will confess. Alive again? Then show me where he is. I’ll give a thousand pound to look upon him. He hath no eyes! The dust hath blinded them. Comb down his hair — look, look: it stands upright, Like lime twigs set to catch my wingèd soul. Give me some drink, and bid the apothecary Bring the strong poison that I bought of him.
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15
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19/10/2017 18:25:00
2 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
SUFFOLK
Un gioiello chiuso nel più doloroso scrigno che abbia mai contenuto oggetto prezioso. Come una barca spaccata in due, così ci separiamo – da questa parte io sprofondo nella morte. REGINA MARGHERITA
E da questa io. Escono separatamente III, 3
Entrano re Enrico e i conti di Salisbury e Warwick. Poi si tirano le tende e si scopre il cardinal Beaufort a letto, che delira con gli occhi sbarrati come un folle125
RE ENRICO (al cardinal Beaufort)
Come sta sua signoria? Parla, Beaufort, al tuo sovrano. CARDINAL BEAUFORT
Se tu sei la morte, ti darò le ricchezze dell’Inghilterra, tante da comprare un’isola uguale, purché mi lasci vivere senza soffrire. RE ENRICO
Ah, che segno di vita malvagia, quando l’arrivo della morte appare tanto terribile. WARWICK
Beaufort, è il tuo sovrano che ti parla. CARDINAL BEAUFORT
Portatemi in giudizio quando volete. Non è morto nel suo letto? E dove altro doveva morire? Posso forse far vivere la gente, che lo voglia o no? Oh, smettete di torturarmi – confesserò. Vive ancora? Allora fatemi vedere dov’è. Pagherò mille sterline per vederlo. Non ha gli occhi! La polvere l’ha accecato. Pettinategli i capelli – guardate: tornano a rizzarsi, come ramoscelli invischiati per catturare la mia anima alata. Datemi da bere e dite allo speziale di portare il potente veleno che ho comprato da lui.
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19/10/2017 18:25:00
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
KING HENRY
O Thou eternal mover of the heavens, Look with a gentle eye upon this wretch. O, beat away the busy meddling fiend That lays strong siege unto this wretch’s soul, And from his bosom purge this black despair.
20
WARWICK
See how the pangs of death do make him grin. SALISBURY
Disturb him not; let him pass peaceably.
25
KING HENRY
Peace to his soul, if God’s good pleasure be. Lord Card’nal, if thou think’st on heaven’s bliss, Hold up thy hand, make signal of thy hope. Cardinal Beaufort dies He dies and makes no sign. O God, forgive him. WARWICK
So bad a death argues a monstrous life.
30
KING HENRY
Forbear to judge, for we are sinners all. Close up his eyes and draw the curtain close, And let us all to meditation. Exeunt, [drawing the curtains. The bed is removed] 4.1
Alarums within, and the chambers be discharged like as it were a fight at sea. And then enter the Captain of the ship, the Master, the Master’s Mate, Walter Whitmore, [and others]. With them, as their prisoners, the Duke of Suffolk, disguised, and two Gentlemen
CAPTAIN
The gaudy, blabbing, and remorseful day Is crept into the bosom of the sea; And now loud-howling wolves arouse the jades 186
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
RE ENRICO
O Tu, eterno motore dei cieli, guarda con occhio pietoso questo sventurato. Scaccia l’instancabile demone che assedia feroce l’anima di questo infelice, e liberagli il cuore da questa nera disperazione. WARWICK
Guardate come digrigna i denti per gli spasimi della morte. SALISBURY
Non disturbatelo; lasciate che muoia in pace. RE ENRICO
Pace all’anima sua, se cosi vorrà Dio. Signor cardinale, se pensi alle gioie celesti, alza la mano e indica la tua speranza126. Il cardinal Beaufort muore Muore senza fare alcun segno. O Dio, perdonagli. WARWICK
Una morte così brutta è segno di una vita mostruosa. RE ENRICO
Non giudicare, perché siamo tutti peccatori127. Chiudetegli gli occhi e tirate la tenda, e raccogliamoci tutti in preghiera. Escono [tirando le tende. Viene portato via il letto] IV, 1
Allarmi fuori scena e spari come di battaglia navale. Entrano poi il capitano della nave, il comandante, il suo secondo, Walter Whitmore, [e altri]. Insieme a loro, prigionieri, il duca di Suffolk travestito, e due gentiluomini128
CAPITANO
Il giorno sgargiante, rivelatore e pieno di rimorsi, si è trascinato nel grembo del mare. Ora lupi ululanti destano i draghi che scortano
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19/10/2017 18:25:00
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
That drag the tragic melancholy night; Who, with their drowsy, slow, and flagging wings Clip dead men’s graves, and from their misty jaws Breathe foul contagious darkness in the air. Therefore bring forth the soldiers of our prize, For whilst our pinnace anchors in the downs, Here shall they make their ransom on the sand, Or with their blood stain this discoloured shore. Master, (pointing to the First Gentleman) this prisoner freely give I thee, (To the Mate) And thou, that art his mate, make boot of this.
5
10
He points to the Second Gentleman (To Walter Whitmore) The other (pointing to Suffolk), Walter Whitmore, is thy share. FIRST GENTLEMAN (to the Master) What is my ransom, Master, let me know.
15
MASTER
A thousand crowns, or else lay down your head. MATE (to the Second Gentleman)
And so much shall you give, or off goes yours. CAPTAIN (to both the Gentlemen) What, think you much to pay two thousand crowns, And bear the name and port of gentlemen? [WHITMORE]
Cut both the villains’ throats! [To Suffolk] For die you shall. The lives of those which we have lost in fight [ ]44 Be counterpoised with such a petty sum.
20
22. [ ] La lacuna nell’edizione Oxford segnala la probabile presenza di un verso mancante, come segnalato da sempre nella fi lologia shakespeariana: in effetti la lezione di F non ha senso così com’è e dovrebbe essere logicamente integrata da una espressione come “non potrà adeguatamente”. 188
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19/10/2017 18:25:00
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
la tragica malinconica notte e con ali assonnate, lente e fiacche abbracciano le tombe dei morti e dalle loro bocche nebbiose esalano fetidi, oscuri miasmi nell’aria129. Portate qui dunque i soldati della nave catturata, così, mentre il nostro vascello è all’ancora, pagheranno per il loro riscatto sulla spiaggia oppure tingeranno del loro sangue questa grigia sabbia. Comandante, (indicando il primo gentiluomo) ti regalo questo prigioniero, (Al secondo) e tu che sei il suo secondo, prendi questo per bottino. Indica il secondo gentiluomo (A Walter Whitmore) L’altro (indicando Suffolk), Walter Whitmore, spetta a te. PRIMO GENTILUOMO (al comandante) Fammi sapere, comandante, qual è il mio riscatto. COMANDANTE
Mille corone, altrimenti, via la testa. SECONDO (al secondo gentiluomo)
E voi darete altrettanto, altrimenti, via la vostra. CAPITANO (ai due gentiluomini) Ma come, vi sembra tanto pagare duemila corone e avere il nome e il portamento di gentiluomini? [WHITMORE]
Tagliate la gola a tutti due! [A Suffolk] Perché morirete. Le vite di quelli che abbiamo perso nella battaglia [ ]130 essere ripagate da una somma così meschina.
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
FIRST GENTLEMAN (to the Master)
I’ll give it, sir, and therefore spare my life. SECOND GENTLEMAN (to the Mate)
And so will, I, and write home for it straight.
25
WHITMORE (to Suffolk)
I lost mine eye in laying the prize aboard, And therefore to revenge it, shalt thou die — And so should these, if I might have my will. CAPTAIN
Be not so rash; take ransom; let him live. SUFFOLK
Look on my George — I am a gentleman. Rate me at what thou wilt, thou shalt be paid.
30
WHITMORE
And so am I; my name is Walter Whitmore. Suffolk starteth How now — why starts thou? What doth thee affright?45 SUFFOLK
Thy name affrights me, in whose sound is death. A cunning man did calculate my birth, And told me that by ‘water’ I should die. Yet let not this make thee be bloody-minded; Thy name is Gualtier, being rightly sounded.
35
WHITMORE
Gualtier or Walter — which it is I care not. Never yet did base dishonour blur our name But with our sword we wiped away the blot. Therefore, when merchant-like I sell revenge, Broke be my sword, my arms torn and defaced, And I proclaimed a coward through the world.
40
SUFFOLK
Stay, Whitmore; for thy prisoner is a prince, The Duke of Suffolk, William de la Pole.
45
33. Thee: death = morte. 190
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
PRIMO GENTILUOMO (al comandante)
Pagherò, signore, perciò risparmiatemi la vita. SECONDO GENTILUOMO (al secondo)
Anch’io e scriverò subito a casa di mandarle. WHITMORE (a Suffolk)
Ho perso un occhio nel catturare la nave, dunque per vendicarlo tu morrai – e la stessa cosa succederebbe a questi se si facesse a modo mio. CAPITANO
Non essere così impulsivo; prendi il riscatto; lascialo vivere. SUFFOLK
Guarda il mio San Giorgio131 – sono un gentiluomo. Valutami quanto vuoi, sarai pagato. WHITMORE
Sono gentiluomo anch’io, di nome Walter Whitmore. Suffolk trasalisce Beh, che c’è ora? Di che hai paura? SUFFOLK
Del tuo nome, che ha suono di morte. Un indovino mi fece l’oroscopo e disse che sarei morto “per mare”132. Ma che questo non ti spinga a spargere sangue: il tuo cognome è Whitmore, non Whitmare. WHITMORE
Whitmare o Whitmore, poco m’importa. Mai il disonore offuscò il nostro nome senza che la nostra spada cancellasse la macchia. Perciò, se mai negozierò il prezzo della mia vendetta come farebbe un mercante, che mi si spezzi la spada, venga distrutto e cancellato il mio stemma e mi si proclami codardo in tutto il mondo. SUFFOLK
Aspetta, Whitmore; perché il tuo prigioniero è un nobile, il duca di Suffolk, William de la Pole.
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19/10/2017 18:25:00
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
WHITMORE
The Duke of Suffolk muffled up in rags? SUFFOLK
Ay, but these rags are no part of the Duke. Jove sometime went disguised, and why not I?46 CAPTAIN
But Jove was never slain as thou shalt be.
50
SUFFOLK
Obscure and lousy swain, King Henry’s blood, The honourable blood of Lancaster, Must not be shed by such a jady groom. Hast thou not kissed thy hand and held my stirrup? Bare-headed plodded by my foot-cloth mule And thought thee happy when I shook my head? How often hast thou waited at my cup, Fed from my trencher, kneeled down at the board When I have feasted with Queen Margaret? Remember it, and let it make thee crestfall’n, Ay, and allay this thy abortive pride, How in our voiding lobby hast thou stood And duly waited for my coming forth? This hand of mine hath writ in thy behalf, And therefore shall it charm thy riotous tongue.
55
60
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WHITMORE
Speak, Captain — shall I stab the forlorn swain? CAPTAIN
First let my words stab him as he hath me. SUFFOLK
Base slave, thy words are blunt and so art thou. CAPTAIN
Convey him hence and, on our longboat’s side, Strike off his head. SUFFOLK Thou dar’st not for thy own.
70
CAPTAIN
Pole — 49. Jove … not I?: non in F. 192
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
WHITMORE
Il duca di Suffolk coperto di stracci? SUFFOLK
Sì, ma questi stracci non sono parte del duca. Anche Giove talvolta si travestiva133, perché non posso farlo io? CAPITANO
Ma Giove non fu mai ammazzato, come invece succederà a te. SUFFOLK
Ignobile e lurido pezzente; il sangue di re Enrico, l’onorevole sangue dei Lancaster134, non deve essere sparso da un miserabile. Non ti baciavi la mano135 e non mi reggevi la staffa? Non seguivi a capo scoperto la gualdrappa della mia mula e non ti reputavi felice quando facevo un cenno con la testa? Quante volte mi hai fatto da coppiere, hai mangiato dal mio piatto e sei stato in ginocchio al tavolo dove banchettavo con la regina Margherita? Ricordatene, e che questo ti faccia abbassare la cresta e moderare questa tua inutile superbia; quante volte nell’anticamera aspettavi rispettosamente il mio arrivo? Questa mia mano, che ha scritto buone referenze per te, metterà a tacere la tua lingua senza freni. WHITMORE
Dite, capitano – devo pugnalare questo sfacciato pezzente? CAPITANO
Prima lascia che lo pugnali a parole, come ha fatto lui con me. SUFFOLK
Vile schiavo, le tue parole sono spuntate come te. CAPITANO
Portatelo via, sul fianco della scialuppa, e tagliategli la testa. SUFFOLK
Sulla tua testa, non oserai. CAPITANO
Pole…136
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19/10/2017 18:25:00
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
[SUFFOLK] Pole?
Ay, kennel, puddle, sink, whose fi lth and dirt Troubles the silver spring where England drinks, Now will I dam up this thy yawning mouth For swallowing the treasure of the realm. Thy lips that kissed the Queen shall sweep the ground, And thou that smiledst at good Duke Humphrey’s death Against the senseless winds shalt grin in vain, Who in contempt shall hiss at thee again. And wedded be thou to the hags of hell, For daring to any a mighty lord Unto the daughter of a worthless king, Having neither subject, wealth, nor diadem. By devilish policy art thou grown great, And like ambitious Sylla, overgorged With gobbets of thy mother’s bleeding heart. By thee Anjou and Maine were sold to France, The false revolting Normans, thorough thee, Disdain to call us lord, and Picardy Hath slain their governors, surprised our forts, And sent the ragged soldiers, wounded, home. The princely Warwick, and the Nevilles all, Whose dreadful swords were never drawn in vain, As hating thee, are rising up in arms;47 And now the house of York, thrust from the crown, By shameful murder of a guiltless king And lofty, proud, encroaching tyranny, Burns with revenging fire, whose hopeful colours Advance our half-faced sun, striving to shine, Under the which is writ, ‘Invitis nubibus’. The commons here in Kent are up in arms,
CAPTAIN
76
80
85
90
95
100
93. Are: and = e. 194
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19/10/2017 18:25:01
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
[SUFFOLK]
Pole? CAPITANO
Sì, polla, pozza, fogna che contamina di sudiciume la chiara fonte a cui beve l’Inghilterra, ora ti tapperò questa bocca aperta, perché ha divorato il tesoro del regno. Le tue labbra che baciarono la regina strisceranno per terra; tu, che sorridesti alla morte del buon duca Humphrey, invano rivolgerai il tuo ghigno contro i venti insensibili, che con disprezzo ti risponderanno sibilando. E andrai in sposo alle furie infernali, tu che osasti fidanzare un signore potente alla figlia di un re che non vale nulla, senza sudditi, ricchezze, né corona. Sei diventato grande grazie a stratagemmi diabolici e, come l’ambizioso Silla137, ti hanno ingozzato con bocconi del cuore sanguinante della tua genitrice. Tu hai venduto Angiò e Maine alla Francia, e per tua colpa i Normanni138, infidi e ribelli, non vogliono chiamarci signori, la Piccardia ha trucidato i suoi governatori, attaccato le nostre fortezze, e mandato a casa i soldati feriti e cenciosi. Il nobile Warwick e tutti i Neville, con le loro temibili spade mai sguainate invano, per l’odio che hanno verso di te si stanno armando. Ora la casa di York, privata della corona dal vergognoso omicidio di un re innocente e da una fiera, superba, illegittima tirannide, arde per il desiderio di vendetta, e sulle sue speranzose bandiere
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19/10/2017 18:25:01
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
And, to conclude, reproach and beggary Is crept into the palace of our King, And all by thee. (To Whitmore) Away, convey him hence. SUFFOLK
O that I were a god, to shoot forth thunder Upon these paltry, servile, abject drudges. Small things make base men proud. This villain here, Being captain of a pinnace, threatens more Than Bargulus, the strong Illyrian pirate. Drones suck not eagles’ blood, but rob beehives. It is impossible that I should die By such a lowly vassal as thyself. Thy words move rage, and not remorse in me.
105
110
[CAPTAIN]
But my deeds, Suffolk, soon shall stay thy rage. SUFFOLK
I go of message from the Queen to France — I charge thee, waft me safely cross the Channel! CAPTAIN Walter —
115
WHITMORE
Come, Suffolk, I must waft thee to thy death. SUFFOLK
Paene gelidus timor occupat artus — It is thee I fear. WHITMORE
Thou shalt have cause to fear before I leave thee. What, are ye daunted now? Now will ye stoop? FIRST GENTLEMAN (to Suffolk) My gracious lord, entreat him — speak him fair.
120
SUFFOLK
Suffolk’s imperial tongue is stern and rough, Used to command, untaught to plead for favour. Far be it we should honour such as these With humble suit. No, rather let my head Stoop to the block than these knees bow to any
125
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
campeggia il nostro mezzo sole139, impaziente di splendere, sotto cui è scritto ‘Invitis nubibus’140. Il popolo qui nel Kent è in armi e, infine, nel palazzo reale dominano scontento e povertà; e tutto per causa tua. (A Whitmore) Su, portalo via. SUFFOLK
Ah, fossi un dio, per scatenare fulmini su questi cialtroni, meschini e indegni. Basta poco per far inorgoglire chi è meschino. Questo mascalzone, solo perché comanda una nave, è più truculento del grande pirata illirico Bargulo141. I fuchi non succhiano il sangue dell’aquila, ma saccheggiano le arnie. È impossibile che io debba morire per mano di un miserabile come te. Le tue parole mi muovono all’ira, non al rimorso. [CAPITANO]
Ma le mie azioni, Suffolk, presto freneranno la tua ira. SUFFOLK
Devo consegnare un messaggio della regina in Francia – te lo ordino, traghettami in salvo oltre la Manica! CAPITANO
Whitmore… WHITMORE
Vieni, Suffolk, devo traghettarti verso la morte. SUFFOLK
Paene gelidus timor occupat artus142 – è di te che ho paura. WHITMORE
Avrai ragione di aver paura prima che ti lasci. Allora, sempre baldanzoso? O adesso ti pieghi? PRIMO GENTILUOMO (a Suffolk) Mio nobile signore, supplicatelo – parlategli con gentilezza. SUFFOLK
L’imperiale lingua di Suffolk è severa e altera, abituata a comandare, incapace di chiedere favori. Che non si dica mai che noi ono-
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19/10/2017 18:25:01
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
Save to the God of heaven and to my king; And sooner dance upon a bloody pole Than stand uncovered to the vulgar groom. True nobility is exempt from fear; More can I bear than you dare execute.
130
CAPTAIN
Hale him away, and let him talk no more. SUFFOLK
Come, ‘soldiers’, show what cruelty ye can, That this my death may never be forgot. Great men oft die by vile Besonians; A Roman sworder and banditto slave Murdered sweet Tully; Brutus’ bastard hand Stabbed Julius Caesar; savage islanders Pompey the Great; and Suffolk dies by pirates.
135
140
Exit Whitmore with Suffolk CAPTAIN
And as for these whose ransom we have set, It is our pleasure one of them depart. (To the Second Gentleman) Therefore, come you with us and (to his men, pointing to the First Gentleman) let him go. Exeunt all but the First Gentleman Enter Whitmore with Suffolk’s head and body WHITMORE
There let his head and lifeless body lie, Until the Queen his mistress bury it. Exit FIRST GENTLEMAN
O barbarous and bloody spectacle! His body will I bear unto the King. If he revenge it not, yet will his friends; So will the Queen, that living held him dear.
146
Exit with Suffolk’s head and body
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19/10/2017 18:25:01
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
riamo gente simile con umili suppliche. No, metterò la testa sul ceppo piuttosto che piegare le ginocchia davanti a chiunque, salvo al Dio dei cieli o al mio re; meglio lasciarla ballare su un palo143 insanguinato che togliermi il cappello davanti a un pezzente. La vera nobiltà non conosce paura; posso sopportare più di quanto voi osate compiere. CAPITANO
Trascinalo via e che non parli più. SUFFOLK
Avanti, ‘soldati’144, mostrate quanta più crudeltà potete, perché questa mia morte non sia mai dimenticata. Spesso i grandi muoiono uccisi da miserabili: un bandito tagliagole e uno schiavo fuorilegge assassinarono il dolce Tullio; la mano bastarda di Bruto pugnalò Giulio Cesare e dei selvaggi isolani Pompeo il Grande145; e Suffolk muore per mano di pirati. Escono Whitmore e Suffolk CAPITANO
E quanto a questi, per cui abbiamo fissato il riscatto, abbiamo deciso che uno può partire. (Al secondo gentiluomo) Perciò, voi venite con noi, e lui (ai suoi, indicando il primo gentiluomo) lasciatelo andare. Escono tutti fuorché il primo gentiluomo Entra Whitmore con la testa e il corpo di Suffolk WHITMORE
Restino pure lì la testa e il corpo inanimato, finché li seppellisca la regina sua amante. Esce PRIMO GENTILUOMO
O sanguinoso e barbaro spettacolo! Porterò il suo corpo al re. Se non lo vendicherà lui, lo faranno i suoi amici e la regina, che lo ebbe caro da vivo. Esce con la testa e il corpo di Suffolk
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19/10/2017 18:25:01
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 2
4.2
Enter two Rebels [with long staves]
FIRST REBEL Come and get thee a sword, though made of
a lath; they have been up these two days. SECOND REBEL They have the more need to sleep now
then.
4
FIRST REBEL I tell thee, Jack Cade the clothier means to
dress the commonwealth, and turn it, and set a new nap upon it. SECOND REBEL So he had need, for ’tis threadbare. Well, I say it was never merry world in England since gentlemen came up. FIRST REBEL O, miserable age! Virtue is not regarded in handicraftsmen. SECOND REBEL The nobility think scorn to go in leather aprons. FIRST REBEL Nay more, the King’s Council are no good workmen. SECOND REBEL True; and yet it is said ‘Labour in thy vocation’; which is as much to say as ‘Let the magistrates be labouring men’; and therefore should we be magistrates. FIRST REBEL Thou hast hit it; for there’s no better sign of a brave mind than a hard hand. SECOND REBEL I see them! I see them! There’s Best’s son, the tanner of Wingham — FIRST REBEL He shall have the skins of our enemies to make dog’s leather of. SECOND REBEL And Dick the butcher — FIRST REBEL Then is sin struck down like an ox, and iniquity’s throat cut like a calf. SECOND REBEL And Smith the weaver —
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 2
IV, 2
Entrano due ribelli [con lunghi bastoni]146
PRIMO RIBELLE
Vatti a prendere una spada, fosse anche di legno; sono in armi da due giorni. SECONDO RIBELLE
Tanto più avranno bisogno di dormire allora147. PRIMO RIBELLE
Ti dico che Jack Cade il laniere vuole rivestire lo stato, rivoltarlo e dargli una spazzolata148. SECONDO RIBELLE
E farebbe bene, perché è in rovina. Beh, io dico che le cose non sono più le stesse in Inghilterra da quando i gentiluomini sono diventati di moda. PRIMO RIBELLE
O tempi sciagurati! La virtù degli artigiani non è più considerata. SECONDO RIBELLE
I nobili considerano indegno portare il grembiule di cuoio. PRIMO RIBELLE
E, per di più, i consiglieri del re non sono buoni a lavorare. SECONDO RIBELLE
È vero; eppure si dice “Lavora secondo la tua vocazione”; che è come dire “I capi lavorino”; e perciò noi dovremmo essere capi. PRIMO RIBELLE
Azzeccato in pieno; non esiste miglior segno di una mente fi ne che una mano callosa. SECONDO RIBELLE
Eccoli! Eccoli! C’è il figlio di Best, il conciatore di Wingham… PRIMO RIBELLE
Gli daremo la pelle dei nemici per farne cuoio di cane149. SECONDO RIBELLE
E Dick il macellaio… PRIMO RIBELLE
Allora hanno abbattuto il peccato come un bue e tagliato la gola all’iniquità come a un vitello. SECONDO RIBELLE
E Smith il tessitore…
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 2
FIRST REBEL Argo, their thread of life is spun. SECOND REBEL Come, come, let’s fall in with them.
Enter Jack Cade, Dick the Butcher, Smith the Weaver, a sawyer, [and a drummer,] with infinite numbers, [all with long staves] CADE We, John Cade, so termed of our supposed father — BUTCHER (to his fellows) Or rather of stealing a cade of
herrings.
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CADE For our enemies shall fall before us, inspired with
the spirit of putting down kings and princes — command silence! BUTCHER Silence! CADE My father was a Mortimer — BUTCHER (to his fellows) He was an honest man and a good bricklayer. CADE My mother a Plantagenet — BUTCHER (to his fellows) I knew her well, she was a midwife. CADE My wife descended of the Lacys — BUTCHER (to his fellows) She was indeed a pedlar’s daughter and sold many laces. WEAVER (to his fellows) But now of late, not able to travel with her furred pack, she washes bucks here at home. CADE Therefore am I of an honourable house. BUTCHER (to his fellows) Ay, by my faith, the field is honourable, and there was he born, under a hedge; for his father had never a house but the cage. CADE Valiant I am —
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 2
PRIMO RIBELLE
Ergo, il filo della loro vita è finito150. SECONDO RIBELLE
Su, su, andiamogli incontro. Entrano Jack Cade, Dick il macellaio, Weaver il tessitore, un taglialegna, [e un tamburino,] con molti altri [tutti muniti di lunghi bastoni] CADE151
Noi, John Cade, così chiamati in base al nostro presunto padre… MACELLAIO (ai compagni)
O piuttosto per essere caduti così in basso da rubare un barile di aringhe152. CADE
Poiché i nostri nemici cadranno davanti a noi, chiamati per ispirazione ad abbattere re e principi – comandiamo di fare silenzio! MACELLAIO
Silenzio! CADE
Mio padre era un Mortimer… MACELLAIO (ai compagni) Era un uomo onesto e un bravo muratore153. CADE
Mia madre una Plantageneto… MACELLAIO (ai compagni) Io l’ho conosciuta bene, le piaceva cavalcare154. CADE
Mia moglie discendeva dai Lacy… MACELLAIO (ai compagni) Davvero, era figlia di un merciaio ambulante e vendeva molti lacci. TESSITORE (ai compagni) Ma ultimamente, non potendo più sfoggiare in giro la sua pelliccia di topa, fa la lavandaia in casa155. CADE
Perciò sono di una casata nobile.
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 2
WEAVER (to his fellows) A must needs, for beggary is
valiant.
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CADE I am able to endure much — BUTCHER (to his fellows) No question of that, for I have
seen him whipped three market days together. CADE I fear neither sword nor fire.
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WEAVER (to his fellows) He need not fear the sword, for
his coat is of proof. BUTCHER (to his fellows) But methinks he should stand in
fear of fire, being burned i’th’ hand for stealing of sheep. CADE Be brave, then, for your captain is brave and vows reformation. There shall be in England seven halfpenny loaves sold for a penny, the three-hooped pot shall have ten hoops, and I will make it felony to drink small beer. All the realm shall be in common, and in Cheapside shall my palfrey go to grass. And when I am king, as king I will be — ALL CADE’S FOLLOWERS God save your majesty! CADE I thank you good people! — there shall be no money. All shall eat and drink on my score, and I will apparel them all in one livery that they may agree like brothers, and worship me their lord. BUTCHER The first thing we do let’s kill all the lawyers.
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 2
MACELLAIO (ai compagni)
Sì, davvero, il campo è nobile ed è là che lui è nato, sotto una siepe; perché suo padre non ha mai avuto altra casa che la gabbia156. CADE
Sono un duro… MACELLAIO (ai compagni)
Per forza, la miseria è dura. CADE
Riesco a sopportare tutto… MACELLAIO (ai compagni)
Questo è sicuro, perché l’ho visto frustato tre volte di seguito in giorno di mercato. CADE
Non temo né la spada né il fuoco. TESSITORE (ai compagni)
Non gli serve, ha la giubba a prova di tutto157. MACELLAIO (ai compagni) Però dovrebbe temere il fuoco, credo, l’hanno marchiato per furto di pecore. CADE
Siate dunque coraggiosi, perché il vostro capitano è coraggioso e promette riforme. In Inghilterra si venderanno per un soldo sette pagnotte da un soldo, il boccale a tre anelli ne avrà dieci158 e sarà reato bere birra annacquata. Tutto il regno sarà terra comune e il mio ronzino andrà a brucare in Cheapside159. E quando sarò re, perché sarò re… TUTTI I SEGUACI DI CADE
Dio salvi vostra maestà! CADE
Grazie, brava gente! – non ci sarà più denaro. Tutti mangeranno e berranno sul mio conto e tutti vestiranno la stessa livrea, così potranno andare d’accordo come fratelli e venerare me come loro signore. MACELLAIO
Per prima cosa ammazziamo tutti gli avvocati.
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 2
CADE Nay, that I mean to do. Is not this a lamentable
thing that of the skin of an innocent lamb should be made parchment? That parchment, being scribbled o’er, should undo a man? Some say the bee stings, but I say ’tis the bee’s wax. For I did but seal once to a thing, and I was never mine own man since. How now? Who’s there?
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Enter some bringing forth the Clerk of Chatham WEAVER The Clerk of Chatham — he can write and read
and cast account. CADE O, monstrous! WEAVER We took him setting of boys’ copies. CADE Here’s a villain. WEAVER He’s a book in his pocket with red letters in’t. CADE Nay, then he is a conjuror! BUTCHER Nay, he can make obligations and write court hand. CADE I am sorry for’t. The man is a proper man, of mine honour. Unless I find him guilty, he shall not die. Come hither, sirrah, I must examine thee. What is thy name? CLERK Emmanuel. BUTCHER They use to write that on the top of letters — ’twill go hard with you. CADE Let me alone. (To the Clerk) Dost thou use to write thy name? Or hast thou a mark to thyself like an honest plain-dealing man? CLERK Sir, I thank God I have been so well brought up that I can write my name.
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 2
CADE
Certo, è quel che voglio. Non è vergognoso che la pelle di un agnellino innocente diventi pergamena? E che quella pergamena, una volta scribacchiata, mandi in malora un uomo? Dicono che l’ape punge, ma io dico che è la cera dell’ape a far male. Solo una volta ho firmato e messo il sigillo a qualcosa e d’allora in poi non sono stato più padrone di me stesso. Ehilà? Chi arriva? Entrano alcuni che spingono avanti lo scrivano di Chatham TESSITORE
Lo scrivano di Chatham – sa leggere e scrivere e contare. CADE
Orrore! TESSITORE
L’abbiamo preso mentre scriveva cose da far ricopiare ai ragazzi. CADE
Una vera canaglia. TESSITORE
Ha in tasca un libro scritto a lettere rosse. CADE
No, allora è uno stregone! MACELLAIO
No, sa scrivere un atto e usare la grafia legale160. CADE
Peccato. Sembra un uomo perbene, sul mio onore. Se non lo trovo colpevole, non morirà. Vieni qua, tu, devo esaminarti. Come ti chiami? SCRIVANO
Emanuele. MACELLAIO
È quello che scrivono in cima alle lettere161 – si mette male per te. CADE
Lasciami fare. (Allo scrivano) Di solito scrivi il tuo nome? O fai un segno tuo proprio, come ogni uomo onesto che si rispetti? SCRIVANO
Signore, ringrazio Dio di essere stato educato tanto bene da poter scrivere il mio nome. 207
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 2
ALL CADE’S FOLLOWERS He hath confessed — away with
him! He’s a villain and a traitor. CADE Away with him, I say, hang him with his pen and
inkhorn about his neck.
Exit one with the Clerk
Enter a Messenger MESSENGER Where’s our general?
110
CADE Here I am, thou particular fellow. MESSENGER Fly, fly, fly! Sir Humphrey Stafford and his
brother
are
hard
by
with
the
King’s
forces.
CADE Stand, villain, stand — or I’ll fell thee down. He shall
be encountered with a man as good as himself. He is but a knight, is a? MESSENGER No. CADE To equal him I will make myself a knight presently.
116
He kneels and knights himself Rise up, Sir John Mortimer. He rises Now have at him!
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Enter Sir Humphrey Stafford and his brother, with a drummer and soldiers STAFFORD (to Cade’s followers)
Rebellious hinds, the filth and scum of Kent, Marked for the gallows, lay your weapons down; Home to your cottages, forsake this groom. The King is merciful, if you revolt. STAFFORD’S BROTHER (to Cade’s followers) But angry, wrathful, and inclined to blood, If you go forward. Therefore, yield or die.
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 2
TUTTI I SEGUACI DI CADE
Ha confessato – fatelo fuori! È un furfante e un traditore. CADE
Fatelo fuori, dico, impiccatelo con la penna e il calamaio appesi al collo. Esce uno con lo scrivano Entra un messaggero MESSAGGERO
Dov’è il nostro generale? CADE
Sono qua, mio amico particolare162 . MESSAGGERO
Fuggi, fuggi, fuggi! Sir Humphrey Stafford e suo fratello vengono qui con i soldati del re. CADE
Fermo, mascalzone – o ti butto a terra. Troverà ad accoglierlo un uomo del suo stesso rango. Non è più che cavaliere, vero? MESSAGGERO
No. CADE
Per essere pari a lui mi faccio subito cavaliere. Si inginocchia e si fa cavaliere Alzati, sir John Mortimer. Si rialza E ora, andiamo da lui! Entrano sir Humphrey Stafford e suo fratello, con tamburino e soldati. STAFFORD163 (ai seguaci di Cade)
Schiavi ribelli, plebaglia e feccia del Kent, pendagli da forca, deponete le armi; tornate alle vostre cascine, abbandonate questo pezzente. Il re sarà clemente, se tornate indietro. FRATELLO DI STAFFORD164 (ai seguaci di Cade) Ma adirato, incollerito e sanguinario, se andate avanti. Dunque arrendetevi o morite.
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 2
CADE (to his followers)
As for these silken-coated slaves, I pass not. It is to you, good people, that I speak, Over whom, in time to come, I hope to reign — For I am rightful heir unto the crown.
130
STAFFORD
Villain, thy father was a plasterer And thou thyself a shearman, art thou not? CADE
And Adam was a gardener. And what of that?
STAFFORD’S BROTHER CADE
Marry, this: Edmund Mortimer, Earl of March, Married the Duke of Clarence’ daughter, did he not? STAFFORD Ay, sir.
136
CADE
By her he had two children at one birth. STAFFORD’S BROTHER That’s false. CADE
Ay, there’s the question — but I say ’tis true. The elder of them, being put to nurse, Was by a beggar-woman stol’n away, And, ignorant of his birth and parentage, Became a bricklayer when he came to age. His son am I — deny it an you can.
140
BUTCHER
Nay, ’tis too true — therefore he shall be king. WEAVER Sir, he made a chimney in my father’s house, and the bricks are alive at this day to testify. Therefore deny it not. STAFFORD (to Cade’s followers) And will you credit this base drudge’s words That speaks he knows not what?
145
150
ALL CADE’S FOLLOWERS
Ay, marry, will we — therefore get ye gone. STAFFORD’S BROTHER
Jack Cade, the Duke of York hath taught you this. 210
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 2
CADE (ai suoi seguaci)
Di questi schiavi vestiti di seta non mi curo. È a voi che parlo, brava gente, su cui, in avvenire, spero di regnare – perché io sono il legittimo erede al trono. STAFFORD
Miserabile, tuo padre faceva il muratore e tu non eri un cimatore? CADE
E Adamo era un giardiniere165. FRATELLO DI STAFFORD
E allora? CADE
Perbacco, ecco: Edmund Mortimer conte di March sposò la figlia del duca di Clarence, no? STAFFORD
È così. CADE
E da lei ebbe due figli gemelli. FRATELLO DI STAFFORD
Questo è falso. CADE
Già, questo è il problema – ma io dico che è vero. Il maggiore, messo a balia, fu rapito da una mendicante, e, ignaro del suo lignaggio, da grande diventò un muratore. Io sono suo figlio – negatelo se potete. MACELLAIO
È la pura verità – quindi sarà re. TESSITORE
Signore, ha costruito il camino a casa di mio padre ci sono ancora i mattoni a dimostrarlo. Perciò non lo negate. STAFFORD (ai seguaci di Cade) E voi date retta alle parole di questo vile cialtrone, che non sa neanche di che cosa parla? TUTTI I SEGUACI DI CADE
Sì, sì, eccome – perciò andatevene. FRATELLO DI STAFFORD
Jack Cade, è stato il duca di York a insegnarti questo.
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19/10/2017 18:25:02
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 2
CADE (aside)
He lies, for I invented it myself. (Aloud) Go to, sirrah — tell the King from me that for his father’s sake, Henry the Fifth, in whose time boys went to span-counter for French crowns, I am content he shall reign; but I’ll be Protector over him. BUTCHER And, furthermore, we’ll have the Lord Saye’s head for selling the dukedom of Maine. CADE And good reason, for thereby is England maimed, and fain to go with a staff, but that my puissance holds it up. Fellow-kings, I tell you that that Lord Saye hath gelded the commonwealth, and made it an eunuch, and, more than that, he can speak French, and therefore he is a traitor!
157
165
STAFFORD
O gross and miserable ignorance! CADE Nay, answer if you can: the Frenchmen are our
enemies; go to, then, I ask but this — can he that speaks with the tongue of an enemy be a good counsellor or no? ALL CADE’S FOLLOWERS No, no — and therefore we’ll have his head! STAFFORD’S BROTHER (to Stafford) Well, seeing gentle words will not prevail, Assail them with the army of the King.
170
STAFFORD
Herald, away, and throughout every town Proclaim them traitors that are up with Cade; That those which fly before the battle ends May, even in their wives’ and children’s sight, Be hanged up for example at their doors. And you that be the King’s friends, follow me!
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Exeunt [the Staffords and their soldiers]
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 2
CADE (a parte)
È una bugia, perché me lo sono inventato io. (A voce alta) Vattene, canaglia – di’ a re Enrico da parte mia che per amore di suo padre, Enrico quinto – durante il cui regno i ragazzi giocavano a battimuro con le corone francesi166 – sono disposto a lasciarlo regnare; ma io gli farò da protettore. MACELLAIO
E poi chiediamo la testa di lord Saye perché ha venduto il ducato di Maine ai francesi. CADE
Giusto, perché così l’Inghilterra si trova mutilata e dovrebbe usare una stampella se la mia forza non la sostenesse. Miei co-regnanti, vi dico che lord Saye ha castrato lo stato167, lo ha reso un eunuco e inoltre parla francese, perciò è un traditore. STAFFORD
O rozza e abietta ignoranza! CADE
Macché, rispondimi se puoi: i francesi sono nostri nemici, no? Allora, dimmi solo questo – chi parla con la lingua del nemico può essere un buon consigliere o no? TUTTI I SEGUACI DI CADE
No, no – perciò avremo la sua testa! FRATELLO DI STAFFORD (a Stafford)
Ebbene, visto che le parole ragionevoli non servono, attacchiamoli con l’esercito del re. STAFFORD
Va’, araldo, e in ogni città proclama traditori tutti quelli che sostengono Cade; di’ che quelli che scappano prima della fine della battaglia potranno essere impiccati sulla porta di casa, sotto gli occhi di mogli e figli, come esempio. E voi che siete amici del re, seguitemi! Escono [gli Stafford e i loro soldati]
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19/10/2017 18:25:02
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 3
CADE
And you that love the commons, follow me! Now show yourselves men — ’tis for liberty. We will not leave one lord, one gentleman — Spare none but such as go in clouted shoon, For they are thrifty honest men, and such As would, but that they dare not, take our parts. BUTCHER They are all in order, and march toward us.
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CADE
But then are we in order when we are Most out of order. Come, march forward! 4.3
[Exeunt]
Alarums to the fight; [excursions,] wherein both the Staffords are slain. Enter Jack Cade, Dick the Butcher, and the rest
CADE Where’s Dick, the butcher of Ashford? BUTCHER Here, sir. CADE They fell before thee like sheep and oxen, and thou
behaved’st thyself as if thou hadst been in thine own slaughterhouse. Therefore, thus will I reward thee — the Lent shall be as long again as it is. Thou shalt have licence to kill for a hundred, lacking one. BUTCHER I desire no more. CADE And to speak truth, thou deserv’st no less.
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[He apparels himself in the Staffords’ armour] This monument of the victory will I bear, and the bodies shall be dragged at my horse heels till I do come to London, where we will have the Mayor’s sword borne before us.
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19/10/2017 18:25:02
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 3
CADE
E voi che amate il popolo, seguitemi! Dimostrate di essere uomini, ora – per la libertà. Non lasceremo vivo nemmeno un nobile o un gentiluomo – non risparmieremo se non chi ha le scarpe rattoppate, perché quelli sono gli uomini onesti e degni, che starebbero dalla nostra parte ma non osano farlo. MACELLAIO
Si sono schierati per il combattimento e marciano verso di noi. CADE
Ma noi siamo schierati quando più siamo disordinati. Su, avanti in marcia! [Escono] IV, 3
Allarmi che chiamano a battaglia; [combattimenti] in cui entrambi gli Stafford vengono uccisi. Entrano Jack Cade, Dick il macellaio, e gli altri168
CADE
Dov’è Dick, il macellaio di Ashford? MACELLAIO
Eccomi, signore. CADE
Sono caduti davanti a te come pecore e buoi, ti sei comportato come se fossi stato nel tuo macello. Perciò, ti ricompenserò così – la quaresima sarà due volte più lunga e avrai licenza di macellare per novantanove anni169. MACELLAIO
Non domando di più. CADE
E a dire il vero, non meriti di meno. [Indossa l’armatura di Stafford] Io vestirò questo trofeo della vittoria e i cadaveri saranno trascinati dal mio cavallo finché non arriverò a Londra, dove ci faremo precedere dal sindaco con la spada170.
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 4
BUTCHER If we mean to thrive and do good, break open
the jails and let out the prisoners.
15
CADE Fear not that, I warrant thee. Come, let’s march
towards London. Exeunt, [dragging the Staffords’ bodies] 4.4
Enter King Henry [reading] a supplication, Queen Margaret carrying Suffolk’s head, the Duke of Buckingham, and the Lord Saye, [with others]
QUEEN MARGARET [aside]
Oft have I heard that grief softens the mind, And makes it fearful and degenerate; Think, therefore, on revenge, and cease to weep. But who can cease to weep and look on this? Here may his head lie on my throbbing breast, But where’s the body that I should embrace? BUCKINGHAM (to King Henry) What answer makes your grace to the rebels’ supplication?
5
KING HENRY
I’ll send some holy bishop to entreat, For God forbid so many simple souls Should perish by the sword. And I myself, Rather than bloody war shall cut them short, Will parley with Jack Cade their general. But stay, I’ll read it over once again.
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He reads QUEEN MARGARET (to Suffolk’s head)
Ah, barbarous villains! Hath this lovely face Ruled like a wandering planet over me, And could it not enforce them to relent, That were unworthy to behold the same?
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KING HENRY
Lord Saye, Jack Cade hath sworn to have thy head.
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19/10/2017 18:25:02
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 4
MACELLAIO
Se vogliamo avere fortuna e prosperare, apriamo le prigioni e facciamo uscire i prigionieri. CADE
Non dubitare, è una promessa. Su, marciamo verso Londra. Escono [trascinando i cadaveri degli Stafford] IV, 4
Entra re Enrico [che legge] una supplica, la regina Margherita che regge la testa di Suffolk, il duca di Buckingham, e Lord Saye [con altri]171
REGINA MARGHERITA [a parte]
Ho sentito dire spesso che il dolore infiacchisce l’animo, lo rende pavido e ignobile; perciò, medita la vendetta e smetti di piangere. Ma chi può smettere di piangere guardando questo? Posso stringere la sua testa al mio petto sussultante, ma dov’è il corpo che dovrei abbracciare? BUCKINGHAM (a re Enrico) Cosa risponde vostra grazia alla supplica dei ribelli? RE ENRICO
Manderò qualche virtuoso vescovo a negoziare, perché Dio non voglia che tante anime semplici periscano di spada172. Io stesso, per evitare che una guerra sanguinosa ne faccia strage, andrò a parlamentare con il loro generale Jack Cade. Ma aspettate, la leggerò nuovamente. Legge REGINA MARGHERITA [alla testa di Suffolk]
Ah, barbari assassini! Questo nobile volto che orientava ogni mio atto come un pianeta orbitante, non ha potuto intenerire chi era perfino indegno di guardarlo? RE ENRICO
Lord Saye, Jack Cade ha giurato di avere la tua testa.
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 4
SAYE
Ay, but I hope your highness shall have his. KING HENRY (to Queen Margaret)
How now, madam? Still lamenting and mourning Suffolk’s death? I fear me, love, if that I had been dead, Thou wouldest not have mourned so much for me.
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QUEEN MARGARET
No, my love, I should not mourn, but die for thee. Enter a Messenger, [in haste] KING HENRY
How now? What news? Why com’st thou in such haste?
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MESSENGER
The rebels are in Southwark — fly, my lord! Jack Cade proclaims himself Lord Mortimer, Descended from the Duke of Clarence’ house, And calls your grace usurper, openly, And vows to crown himself in Westminster, His army is a ragged multitude Of hinds and peasants, rude and merciless. Sir Humphrey Stafford and his brother’s death Hath given them heart and courage to proceed. All scholars, lawyers, courtiers, gentlemen, They call false caterpillars and intend their death.
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KING HENRY
O, graceless men; they know not what they do. BUCKINGHAM
My gracious lord, retire to Kenilworth Until a power be raised to put them down. QUEEN MARGARET
Ah, were the Duke of Suffolk now alive These Kentish rebels would be soon appeased!
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 4
SAYE173
Già, ma spero che sarà vostra altezza ad avere la sua. RE ENRICO (alla regina Margherita)
Ebbene, signora? Sempre a gemere e piangere la morte di Suffolk? Temo, amore, che se fossi morto io non avresti pianto tanto per me. REGINA MARGHERITA
No, amor mio, non piangerei, ma morirei per te. Entra un messaggero [trafelato] RE ENRICO
Ebbene? Cos’è successo? Perché vieni così in fretta? MESSAGGERO
I ribelli sono a Southwark – fuggite, mio signore! Jack Cade si proclama lord Mortimer, discendente del casato del duca di Clarence, chiama apertamente vostra grazia usurpatore e giura di incoronarsi a Westminster. Il suo esercito è un’accozzaglia cenciosa di servi e contadini, rozzi e spietati. La morte di sir Humphrey Stafford e di suo fratello li ha esaltati e spronati a continuare. Dotti, avvocati, cortigiani e gentiluomini, per loro sono tutti falsi parassiti da mettere a morte. RE ENRICO
Oh, peccatori, non sanno quello che fanno. BUCKINGHAM
Mio regale signore, ritiratevi a Kenilworth174, finché non raduniamo le truppe per annientarli. REGINA MARGHERITA
Ah, se fosse vivo il duca di Suffolk questi ribelli del Kent si placherebbero subito!
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 5
KING HENRY
Lord Saye, the trait’rous rabble hateth thee — 48 Therefore away with us to Kenilworth. SAYE
So might your grace’s person be in danger. The sight of me is odious in their eyes, And therefore in this city will I stay And live alone as secret as I may.
45
Enter another Messenger SECOND MESSENGER (to King Henry)
Jack Cade hath almost gotten London Bridge; The citizens fly and forsake their houses; The rascal people, thirsting after prey, Join with the traitor; and they jointly swear To spoil the city and your royal court. BUCKINGHAM (to King Henry) Then linger not, my lord; away, take horse!
50
KING HENRY
Come, Margaret. God, our hope, will succour us. QUEEN MARGARET [aside] My hope is gone, now Suffolk is deceased. KING HENRY (to Saye) Farewell, my lord. Trust not the Kentish rebels. BUCKINGHAM (to Saye) Trust nobody, for fear you be betrayed.
55
SAYE
The trust I have is in mine innocence, And therefore am I bold and resolute. Exeunt [Saye at one door, the rest at another] 4.5
Enter the Lord Scales upon the Tower, walking. Enter three or four Citizens below
SCALES How now? Is Jack Cade slain?
42. Trait’rous rabble: Traitors = traditori. 220
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19/10/2017 18:25:03
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 5
RE ENRICO
Lord Saye, questa folla traditrice ti odia – vieni con me a Kenilworth. SAYE
Allora vostra grazia in persona sarebbe in pericolo. Odiano anche solo il mio nome, perciò rimarrò in questa città, il più possibile solo e nascosto. Entra un altro messaggero SECONDO MESSAGGERO
Jack Cade sta per prendere il London Bridge; i cittadini fuggono abbandonando le case; i malfattori alla ricerca di bottino si uniscono al traditore e insieme giurano di saccheggiare la città e la vostra regale corte. BUCKINGHAM
Allora non indugiate, mio signore; presto, a cavallo! RE ENRICO
Vieni, Margherita. Dio, nostra speranza, ci soccorrerà. REGINA MARGHERITA [a parte]
Non ho più speranza, ora che Suffolk non c’è più. RE ENRICO (a Saye) Addio, signore. Non fidatevi dei ribelli del Kent. BUCKINGHAM (a Saye) Non fidatevi di nessuno, per non rischiare di essere tradito. SAYE
La mia speranza è nella mia innocenza, per questo sono audace e risoluto. Escono [Saye da una porta, gli altri dall’altra] IV, 5
Entra lord Scales sulla Torre camminando. Da sotto entrano tre o quattro cittadini175
SCALES176
Ebbene? Jack Cade è stato ucciso?
221
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19/10/2017 18:25:03
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 6
FIRST CITIZEN No, my lord Scales, nor likely to be slain,
for he and his men have won the bridge, killing all those that did withstand them. The Lord Mayor craveth aid of your honour from the Tower to defend the city from the rebels.
6
SCALES
Such aid as I can spare you shall command, But I am troubled here with them myself. The rebels have essayed to win the Tower. Get you to Smithfield, there to gather head, And thither will I send you Matthew Gough. Fight for your king, your country, and your lives! And so, farewell, for I must hence again.
10
Exeunt, Scales above, the Citizens below 4.6
Enter Jack Cade, the Weaver, the Butcher, and the rest. Cade strikes his sword on London Stone
CADE Now is Mortimer lord of this city. And, here sitting
upon London Stone, I charge and command that, of the city’s cost, the Pissing Conduit run nothing but claret wine this first year of our reign. And now henceforward it shall be treason for any that calls me otherwise than Lord Mortimer.
6
Enter a Soldier, running SOLDIER Jack Cade, Jack Cade! CADE Zounds, knock him down there!49
They kill him BUTCHER If this fellow be wise, he’ll never call ye Jack
Cade more; I think he hath a very fair warning.
10
8. Zounds: non in F. 222
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19/10/2017 18:25:03
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 6
PRIMO CITTADINO
No, lord Scales, e difficilmente lo sarà, perché lui e i suoi uomini hanno conquistato il ponte, ammazzando tutti quelli che gli si opponevano. Il sindaco invoca il vostro aiuto dalla Torre per difendere la città dai ribelli. SCALES
Avrete tutto l’aiuto che vi posso dare, ma anch’io sono in difficoltà. I ribelli hanno cercato di prendere la Torre. Andate a Smithfield a cercare rinforzi, là vi manderò Matthew Gough177. Lottate per il vostro re, il vostro paese e la vostra vita! E ora addio, devo andare di nuovo via. Escono, Scales da sopra, i cittadini da sotto IV, 6
Entrano Jack Cade, il tessitore, il macellaio, e gli altri. Cade colpisce con la sua spada la Pietra di Londra178
CADE
Ora Mortimer è signore di questa città. E qui seduto sulla Pietra di Londra179 ordino e comando che, a spese della città, nel Canale del piscio180 scorra solo vino per tutto il nostro primo anno di regno. E d’ora innanzi, chiunque mi chiami altrimenti che lord Mortimer sarà reo di alto tradimento. Entra correndo un soldato SOLDATO
Jack Cade! Jack Cade! CADE
Cristo, stendetelo subito! Lo ammazzano MACELLAIO
Se questo tizio ha un po’ di sale in zucca, non vi chiamerà mai più Jack Cade; ha avuto un bell’avvertimento, mi pare.
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19/10/2017 18:25:03
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
[He takes a paper from the soldier’s body and reads it] My lord, there’s an army gathered together in Smithfield. CADE Come then, let’s go fight with them — but first, go on and set London Bridge afire, and, if you can, burn down the Tower too. Come, let’s away. Exeunt 4.7
Alarums. [Excursions, wherein] Matthew Gough is slain, and all the rest of his men with him. Then enter Jack Cade with his company, among them the Butcher, the Weaver, and John, a rebel
CADE So, sirs, now go some and pull down the Savoy;
others to th’ Inns of Court — down with them all. BUTCHER I have a suit unto your lordship. CADE Be it a lordship, thou shalt have it for that word. BUTCHER Only that the laws of England may come out of
your mouth.
6
JOHN (aside to his fellows) Mass, ’twill be sore law then,
for he was thrust in the mouth with a spear, and ’tis not whole yet. WEAVER (aside to John) Nay, John, it will be stinking law, for his breath stinks with eating toasted cheese. CADE I have thought upon it — it shall be so. Away! Burn all the records of the realm. My mouth shall be the Parliament of England. JOHN (aside to his fellows) Then we are like to have biting statutes unless his teeth be pulled out. CADE And henceforward all things shall be in common.
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Enter a Messenger
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19/10/2017 18:25:03
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
[Prende un foglio dal corpo del soldato e lo legge] Mio signore, a Smithfield si è radunato un esercito. CADE
Su allora, andiamo ad affrontarli – ma prima continuate qui e appiccate il fuoco al ponte e se ci riuscite bruciate anche la Torre. Su, andiamo. Escono IV, 7
Allarmi, [Scorrerie, nelle quali] Matthew Gough viene ucciso, e con lui tutto il resto dei suoi uomini. Poi entra Jack Cade con i suoi compagni, tra cui il macellaio, il tessitore, e John, un ribelle181
CADE
Ora, signori, qualcuno di voi vada a demolire il Savoy182; altri agli Inns of Court183 – distruggete tutto. MACELLAIO
Ho una petizione alla signoria vostra. CADE
Mi chiedessi anche una proprietà nobiliare, te la concederò per avermi chiamato in quel modo. MACELLAIO
Soltanto che le leggi d’Inghilterra possano uscire dalla vostra bocca. JOHN (a parte ai suoi compagni) Per Dio, sarà una legge dolorosa allora, perché un colpo di lancia gli ha ferito la bocca e non è ancora guarita. TESSITORE (a parte a John) No, John, sarà una legge puzzolente, perché gli puzza il fiato con tutto il formaggio tostato che mangia. CADE
Ci ho pensato su – e così sarà. Via! Bruciate tutti i registri del regno. La mia bocca sarà il Parlamento d’Inghilterra. JOHN (a parte ai suoi compagni) Allora avremo statuti mordaci a meno che non gli cavino i denti. Entra un messaggero
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19/10/2017 18:25:03
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
MESSENGER My lord, a prize, a prize! Here’s the Lord Saye
which sold the towns in France. He that made us pay one-and-twenty fifteens and one shilling to the pound the last subsidy.
21
Enter a rebel with the Lord Saye CADE Well, he shall be beheaded for it ten times. (To Saye)
Ah, thou say, thou serge — nay, thou buckram lord! Now art thou within point-blank of our jurisdiction regal. What canst thou answer to my majesty for giving up of Normandy unto Mounsieur Basimecu, the Dauphin of France? Be it known unto thee by these presence, even the presence of Lord Mortimer, that I am the besom that must sweep the court clean of such filth as thou art. Thou hast most traitorously corrupted the youth of the realm in erecting a grammar school; and, whereas before, our forefathers had no other books but the score and the tally, thou hast caused printing to be used and, contrary to the King his crown and dignity, thou hast built a paper-mill. It will be proved to thy face that thou hast men about thee that usually talk of a noun and a verb and such abominable words as no Christian ear can endure to hear. Thou hast appointed justices of peace to call poor men before them about matters they were not able to answer. Moreover, thou hast put them in prison, and, because they could not read, thou hast hanged them when indeed only for that cause they have been most worthy to live. Thou dost ride on a foot-cloth, dost thou not? SAYE What of that? CADE Marry, thou ought’st not to let thy horse wear a cloak when honester men than thou go in their hose and doublets. BUTCHER And work in their shirts, too; as myself, for example, that am a butcher. SAYE You men of Kent. BUTCHER What say you of Kent?
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50
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19/10/2017 18:25:03
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
MESSAGGERO
Mio signore, un pezzo grosso, un pezzo grosso! Ecco lord Saye, che ha venduto le città in Francia, quello che ci ha fatto pagare ventun quindicesimi e uno scellino184 a sterlina con le ultime tasse. Entra un ribelle con lord Saye CADE
Bene, per questo gli taglieremo dieci volte la testa. (A Saye) Ah, tu lord di seta, di serge – anzi di saio!185 Ora sei sotto la nostra regale giurisdizione. Come potrai giustificare alla mia maestà l’aver ceduto la Normandia a Monsù Baciamilcù, il Delfino di Francia?186 Ti sia noto, per questo presente sovrano187, cioè la presenza di lord Mortimer, che io sono la ramazza che deve spazzar via dalla corte il sudiciume come te. Hai proditoriamente corrotto la gioventù del regno facendo costruire una scuola di grammatica; e mentre prima i nostri antenati non avevano altro libro che la tacca e la taglia188, hai introdotto l’uso della stampa e, in offesa alla corona e alla dignità del re, hai costruito una cartiera189. Verrà dimostrato a tuo danno che ti circondi di uomini avvezzi a parlar di sostantivo e verbo e simili parole obbrobriose, intollerabili a un orecchio cristiano. Hai incaricato i giudici di pace di interrogare i poveri facendo domande a cui non sanno rispondere. Per di più li hai messi in prigione e siccome non sapevano leggere li hai fatti impiccare, mentre proprio per quello erano tanto più degni di vivere190. A cavallo usi una gualdrappa, no? SAYE
E allora? CADE
Perbacco, non dovresti permettere che il tuo cavallo abbia un mantello quando uomini più onesti di te vestono calzamaglia e farsetto. MACELLAIO
E lavorano in maniche di camicia, anche; come me, per esempio, che faccio il macellaio. SAYE
Voi uomini del Kent. MACELLAIO
Cosa dici del Kent? 227
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19/10/2017 18:25:03
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
SAYE
Nothing but this — ’tis bona terra, mala gens. CADE Bonum terrum — zounds, what’s that? BUTCHER He speaks French.
55
[FIRST REBEL] No, ’tis Dutch. [SECOND REBEL] No, ’tis Out-talian, I know it well enough. SAYE
Hear me but speak, and bear me where you will. Kent, in the commentaries Caesar writ, Is termed the civil’st place of all this isle; Sweet is the country, because full of riches; The people liberal, valiant, active, wealthy; Which makes me hope you are not void of pity. I sold not Maine, I lost not Normandy; Yet to recover them would lose my life. Justice with favour have I always done, Prayers and tears have moved me — gifts could never. When have I aught exacted at your hands, But to maintain the King, the realm, and you?50 Large gifts have I bestowed on learnèd clerks Because my book preferred me to the King, And seeing ignorance is the curse of God, Knowledge the wing wherewith we fly to heaven. Unless you be possessed with devilish spirits, You cannot but forbear to murder me. This tongue hath parleyed unto foreign kings For your behoof — CADE Tut, when struck’st thou one blow in the field?
60
65
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75
SAYE
Great men have reaching hands. Oft have I struck Those that I never saw, and struck them dead. REBEL O monstrous coward! What, to come behind folks?
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SAYE
These cheeks are pale for watching for your good —
69. But: Kent. 228
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19/10/2017 18:25:03
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
SAYE
Soltanto questo – è bona terra, mala gens. CADE
Bonum terrum – per Dio, cosa vuol dire? MACELLAIO
Parla in francese. [PRIMO RIBELLE]
No, è olandese [SECONDO RIBELLE]
No, è au-taliano, io lo conosco abbastanza bene. SAYE
Vi chiedo solo di ascoltarmi, poi portatemi dove volete. Il Kent, nei commentari scritti da Cesare, è chiamato il luogo più civile di tutta quest’isola; il territorio dolce, perché pieno di ricchezze; la gente raffinata, valorosa, attiva, ricca. Questo mi induce a sperare che voi non siate privi di pietà. Non ho venduto il Maine, non ho perduto la Normandia e tuttavia darei la vita per recuperarli. Ho sempre esercitato la giustizia con benignità, commuovendomi per preghiere e lacrime – mai per i regali. Quando mai ho riscosso qualcosa da voi se non per mantenere il re, il regno e voi stessi? Ho elargito molti doni a dotti chierici perché la mia istruzione mi ha imposto all’attenzione del re e, mentre l’ignoranza è la maledizione di Dio, la conoscenza è l’ala con cui voliamo in cielo. Se non siete posseduti da spiriti diabolici, non potete che rinunciare ad assassinarmi. Questa lingua ha negoziato con re stranieri per il vostro bene… CADE
Puah, quando mai hai dato un colpo in battaglia? SAYE
Le mani dei grandi arrivano lontano. Spesso ho colpito chi non avevo mai visto, e colpito a morte. RIBELLE
Mostruoso codardo! Colpire la gente alle spalle? SAYE
Queste guance sono pallide a forza di vegliare per il vostro bene…
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19/10/2017 18:25:03
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
CADE Give him a box o’th’ ear, and that will make ’em
red again. [One of the rebels strikes Saye] SAYE
Long sitting to determine poor men’s causes Hath made me full of sickness and diseases. CADE Ye shall have a hempen caudle, then, and the51 health o’th’ hatchet.52 BUTCHER (to Saye) Why dost thou quiver, man?
85
SAYE
The palsy, and not fear, provokes me.
90
CADE Nay, he nods at us as who should say ‘I’ll be even
with you’. I’ll see if his head will stand steadier on a pole or no. Take him away, and behead him. SAYE
Tell me wherein have I offended most? Have I affected wealth or honour? Speak. Are my chests filled up with extorted gold? Is my apparel sumptuous to behold? Whom have I injured, that ye seek my death? These hands are free from guiltless bloodshedding, This breast from harbouring foul deceitful thoughts. O let me live! CADE (aside) I feel remorse in myself with his words, but I’ll bridle it. He shall die an it be but for pleading so well for his life. (Aloud) Away with him — he has a familiar under his tongue; he speaks not a God’s name. Go, take him away, I say, to the Standard in Cheapside,53 and strike off his head presently; and then go to Mile54 End Green — break into his son-in-law’s house, Sir James Cromer, and strike off his head, and bring them both upon two poles hither.
95
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87. Caudle: candle (F) = candela. 88. Health: help = aiuto. 106. To the … Cheapside: non in F. 107-08. Go to … Green: non in F. 230
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19/10/2017 18:25:03
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
CADE
Dategli una sberla e torneranno rosse. [Uno dei ribelli colpisce Saye] SAYE
Le lunghe sedute per giudicare le cause dei poveri mi hanno provocato malattie e disturbi. CADE
Allora avrai brodino di corda e ricostituente di accetta191. MACELLAIO (a Saye) Perché tremi, eh? SAYE
È il nervoso, non la paura, che me lo fa fare. CADE
Macché, annuisce per dire “Faremo i conti”. Vedremo se terrà la testa più ferma su una picca. Portatelo via e decapitatelo. SAYE
Ditemi, qual è la mia colpa più grande? Ho ambito ricchezze od onori? Ditelo. Ho riempito i miei forzieri con denaro estorto? Sono lussuosi i miei abiti? A chi ho fatto del male, perché mi vogliate morto? Le mie mani non hanno versato sangue innocente, il mio petto non conosce falsi e turpi pensieri. Ah, lasciatemi vivere! CADE (a parte) A sentirlo parlare provo rimorso, ma mi tratterrò. Morirà se non altro perché ha perorato così bene la sua vita. (A voce alta) Portatelo via – sotto la lingua ha un demonio; non parla in nome di Dio. Su, portatelo via alla Torretta di Cheapside192 e tagliategli subito la testa; e poi andate a Mile End Green – buttate giù la porta di suo genero, sir James Cromer, tagliategli la testa e poi portatele qua tutte due sulle picche.
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19/10/2017 18:25:03
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
ALL CADE’S FOLLOWERS It shall be done! SAYE
Ah, countrymen, if, when you make your prayers, God should be so obdurate as yourselves, How would it fare with your departed souls? And therefore yet relent and save my life! CADE Away with him, and do as I command ye!
115
Exeunt [the Butcher and] one or two with the Lord Saye The proudest peer in the realm shall not wear a head on his shoulders unless he pay me tribute. There shall not a maid be married but she shall pay to me her maidenhead, ere they have it. Married men shall hold 55 of me in capite. And we charge and command that their wives be as free as heart can wish or tongue can tell. Enter a Rebel REBEL O captain, London Bridge is afire! CADE Run to Billingsgate and fetch pitch and flax and
quench it.
125
Enter the Butcher and a Sergeant SERGEANT Justice, justice, I pray you, sir, let me have
justice of this fellow here. CADE Why, what has he done? SERGEANT Alas, sir, he has ravished my wife. BUTCHER (to Cade) Why, my lord, he would have ’rested me and I went and entered my action in his wife’s proper house. CADE Dick, follow thy suit in her common place. (To the Sergeant) You whoreson villain, you are a sergeant — you’ll take any man by the throat for twelve pence, and ‘rest a man when he’s at dinner, and have him to
132
120. Married men: Men = uomini. 232
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19/10/2017 18:25:04
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
TUTTI I SEGUACI DI CADE
Sarà fatto! SAYE
Ah, compatrioti, se quando dite le preghiere Dio fosse spietato come voi, che ne sarebbe delle vostre anime dopo morti? Placatevi e salvatemi la vita! CADE
Portatelo via e fate come vi comando! Escono [il macellaio e] uno o due con lord Saye Il più superbo pari del regno non terrà la testa sulle spalle se non mi paga il tributo. Nessuna ragazza potrà sposarsi senza avermi dato la sua verginità, prima di farlo col marito. Gli uomini sposati lo saranno grazie a me in capite193. E stabiliamo e comandiamo che le loro mogli siano disponibili quanto il cuore può desiderare o la lingua esprimere. Entra un ribelle RIBELLE
Oh, capitano, il London Bridge va a fuoco! CADE
Corri a Billingsgate a prendere pece e stoppa e spegnilo. Entrano il macellaio e un sergente SERGENTE
Giustizia, giustizia, signore, vi prego, fatemi giustizia di quest’uomo. CADE
Perché, che cosa ha fatto? SERGENTE
Ahimè, signore, ha violentato mia moglie. MACELLAIO (a Cade)
Perbacco, signore, voleva arrestarmi e io sono andato a presentare il mio ricorso direttamente nella casa di sua moglie. CADE
Dick, manda avanti la tua causa presso di lei194. (Al sergente) Brutto figlio di puttana, tu sei un sergente – per dodici soldi prendi per la gola chi vuoi, arresti un uomo quando è a tavola e lo 233
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19/10/2017 18:25:04
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
prison ere the meat be out of his mouth. (To the Butcher) Go, Dick, take him hence: cut out his tongue for cogging, hough him for running, and, to conclude, brain him with his own mace.
140
Exit the Butcher with the Sergeant REBEL My lord, when shall we go to Cheapside and take
up commodities upon our bills? CADE Marry, presently. He that will lustily stand to it56
shall go with me and take up these commodities following — item, a gown, a kirtle, a petticoat, and a smock. ALL CADE’S FOLLOWERS O brave!
146
Enter two with the Lord Saye’s head and Sir James Cromer’s upon two poles CADE But is not this braver? Let them kiss one another,
for they loved well when they were alive.
149
[The two heads are made to kiss] Now part them again, lest they consult about the giving up of some more towns in France. Soldiers, defer the spoil of the city until night. For with these borne before us instead of maces will we ride through the streets, and at every corner have them kiss. Away!
154
[Exeunt two with the heads. The others begin to follow] Up Fish Street! Down Saint Magnus’ Corner! Kill and knock down! Throw them into Thames! Sound a parley What noise is this? Dare any be so bold to sound retreat or parley when I command them kill? Enter the Duke of Buckingham and old Lord Clifford
143-46. He that … smock: non in F. 234
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19/10/2017 18:25:04
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
metti in prigione col boccone ancora in bocca. (Al macellaio) Va’, Dick, portalo via di qua: mozzagli la lingua perché ingannava, storpiagli le gambe perché correva e, per finire, sfondagli il cranio con il suo bastone. Esce il macellaio con il sergente RIBELLE
Mio signore, quand’è che andiamo a Cheapside a tirar su qualcosa e a metterla sul nostro conto?195 CADE
Subito, perbacco. Chi riuscirà a tener su qualcosa con vigore verrà con me a prendersi le seguenti cose – item un abito, un vestito lungo, una sottoveste e una camicetta. TUTTI I SEGUACI DI CADE
Che bello! Entrano due con le teste di lord Saye e sir James Cromer su due picche CADE
E questo non è ancor più bello? Fateli baciare, dato che si volevano bene da vivi. [Fanno baciare le due teste] E adesso dividetele, che non discutano su come cedere qualche altra città alla Francia. Soldati, rimandate a stanotte il saccheggio della città. Perché ora sfileremo a cavallo per le strade e invece dei bastoni del comando porteremo queste qui, che faremo baciare a ogni angolo. Via! [Escono due con le teste. Gli altri cominciano a seguirli] Su per Fish Street! Giù per Saint Magnus Corner! Ammazzate e picchiate! Gettateli nel Tamigi! Suono di chiamata a parlamento Cos’è questo rumore? Qualcuno osa suonare allarme o tregua quando io comando di ammazzare? Entrano il duca di Buckingham e lord Clifford
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19/10/2017 18:25:04
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
BUCKINGHAM
Ay, here they be that dare and will disturb thee! Know, Cade, we come ambassadors from the King Unto the commons, whom thou hast misled, And here pronounce free pardon to them all
160
That will forsake thee and go home in peace. CLIFFORD
What say ye, countrymen, will ye relent And yield to mercy whilst ’tis offered you, Or let a rebel lead you to your deaths?57 Who loves the King and will embrace his pardon, Fling up his cap and say ‘God save his majesty’. Who hateth him and honours not his father, Henry the Fifth, that made all France to quake, Shake he his weapon at us, and pass by.
165
170
They [fling up their caps and] forsake Cade ALL CADE’S FOLLOWERS God save the King! God save the
King! CADE What, Buckingham and Clifford, are ye so brave?
(To the rabble) And you, base peasants, do ye believe him? Will you needs be hanged with your pardons about your necks? Hath my sword, therefore, broke through London gates that you should leave me at the White Hart in Southwark? I thought ye would never have given out these arms till you had recovered your ancient freedom. But you are all recreants and dastards, and delight to live in slavery to the nobility. Let them break your backs with burdens, take your houses over your heads, ravish your wives and daughters before your faces. For me, I will make shift for one, and so God’s curse light upon you all. ALL CADE’S FOLLOWERS We’ll follow Cade! We’ll follow Cade!
186
They run to Cade again 166. Rebel: rabble = folla. 236
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19/10/2017 18:25:04
2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
BUCKINGHAM
Sì, ecco chi osa disturbarti, e lo farà! Sappi, Cade, che veniamo come ambasciatori del re al popolo, che tu hai traviato, e annunciamo un generoso perdono per tutti quelli che vorranno abbandonarti e tornare a casa in pace. CLIFFORD196
Che ne dite, compatrioti, vi ammansirete accettando la misericordia finché vi viene offerta, o lascerete che un ribelle vi conduca alla morte? Chi ama il re e vuol ricevere il suo perdono getti in aria il berretto e dica “Dio salvi sua maestà”. Chi lo odia e non onora suo padre, Enrico quinto, che faceva tremare tutta la Francia, impugni le armi per sfidarci e vada avanti. [Lanciano in aria i berretti e] abbandonano Cade TUTTI I SEGUACI DI CADE
Dio salvi il re! Dio salvi il re! CADE
Cosa? Buckingham e Clifford, così audaci? (Alla folla) E voi, gentaglia, gli credete? Volete essere impiccati col vostro perdono intorno al collo? Per questo ho sfondato con la spada le porte di Londra, perché a Southwark mi abbandonaste al White Hart?197 Credevo che non avreste mai ceduto le armi senza aver prima ripreso la vostra antica libertà. Ma non siete altro che vigliacchi traditori, felici di vivere schiavi dei nobili. Vi spezzino pure la schiena con pesi enormi, vi tolgano le case, vi stuprino mogli e figlie sotto gli occhi. Quanto a me, penserò a me stesso e che Dio vi maledica tutti. TUTTI I SEGUACI DI CADE
Seguiremo Cade! Seguiremo Cade! Corrono di nuovo verso Cade
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19/10/2017 18:25:04
2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
CLIFFORD
Is Cade the son of Henry the Fifth That thus you do exclaim you’ll go with him? Will he conduct you through the heart of France And make the meanest of you earls and dukes? Alas, he hath no home, no place to fly to, Nor knows he how to live but by the spoil — Unless by robbing of your friends and us. Were’t not a shame that whilst you live at jar The fearful French, whom you late vanquishèd, Should make a start o’er seas and vanquish you? Methinks already in this civil broil I see them lording it in London streets, Crying ‘Villiago!’ unto all they meet. Better ten thousand base-born Cades miscarry Than you should stoop unto a Frenchman’s mercy. To France! To France! And get what you have lost! Spare England, for it is your native coast. Henry hath money; you are strong and manly; God on our side, doubt not of victory. ALL CADE’S FOLLOWERS A Clifford! A Clifford! We’ll follow the King and Clifford!
190
195
200
205
They forsake Cade CADE (aside) Was ever feather so lightly blown to and fro
as this multitude? The name of Henry the Fifth hales them to an hundred mischiefs, and makes them leave me desolate. I see them lay their heads together to surprise me. My sword make way for me, for here is no staying. (Aloud) In despite of the devils and hell, have through the very middest of you! And heavens and honour be witness that no want of resolution in me, but only my followers’ base and ignominious treasons, makes me betake me to my heels. He runs through them with his staff, and flies away
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
CLIFFORD
Cade è forse figlio di Enrico quinto, che gridate di voler andare con lui? Vi guiderà nel cuore della Francia, facendo dei più umili di voi conti e duchi? Ahimè, non ha casa né luogo in cui rifugiarsi e non sa vivere d’altro che di razzie – se non derubando i vostri cari e noi. Non sarebbe una vergogna se, in mezzo a queste contese, i pavidi francesi su cui voi poco fa dominavate attraversassero il mare per sottomettervi? In questa lotta intestina mi sembra già di vederli spadroneggiare per le strade di Londra, gridando ‘Viliacco!’198 a chiunque incontrano. Meglio che vadano in malora diecimila miserabili Cade, piuttosto che voi dobbiate chiedere pietà a un francese. In Francia! In Francia! Ripigliatevi quel che avete perso! Lasciate in pace l’Inghilterra, perché è la vostra terra natia. Enrico ha denaro; voi siete forti e virili; con Dio dalla nostra parte, non dubitate della vittoria. TUTTI I SEGUCI DI CADE
Per Clifford! Per Clifford! Seguiremo il re e Clifford! Abbandonano Cade CADE (a parte)
C’è mai stata piuma pronta a volar qua e là come tutta questa gente? Il nome di Enrico quinto li induce a compiere qualsiasi nefandezza e mi abbandonano in questo modo. Ecco che si stanno mettendo d’accordo per catturarmi. Devo aprirmi la via con la spada, perché non posso più stare qua. (A voce alta) Alla faccia dei diavoli e dell’inferno, passerò in mezzo a tutti quelli che mi ostacolano! I cieli e l’onore mi siano testimoni che se me la do a gambe non è per debolezza, ma solo per i vili e ignobili tradimenti dei miei seguaci. Passa in mezzo a loro brandendo il bastone e scappa via
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 8
BUCKINGHAM
What, is he fled? Go, some, and follow him, And he that brings his head unto the King Shall have a thousand crowns for his reward.
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Exeunt some of them after Cade (To the remaining rebels) Follow me, soldiers, we’ll devise a mean To reconcile you all unto the King. 4.8
Exeunt
Sound trumpets. Enter King Henry, Queen Margaret, and the Duke of Somerset on the terrace
KING HENRY
Was ever King that joyed an earthly throne And could command no more content than I? No sooner was I crept out of my cradle But I was made a king at nine months old. Was never subject longed to be a king As I do long and wish to be a subject.
5
Enter the Duke of Buckingham and Lord Clifford [on the terrace] BUCKINGHAM (to King Henry)
Health and glad tidings to your majesty. KING HENRY
Why, Buckingham, is the traitor Cade surprised? Or is he but retired to make him strong? Enter, below, multitudes with halters about their necks CLIFFORD
He is fled, my lord, and all his powers do yield, And humbly thus with halters on their necks Expect your highness’ doom of life or death.
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KING HENRY
Then, heaven, set ope thy everlasting gates To entertain my vows of thanks and praise.
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 8
BUCKINGHAM
Come, è fuggito? Qualcuno di voi lo insegua; chi porterà la sua testa al re avrà in premio mille corone. Alcuni vanno dietro a Cade (Al resto dei ribelli) Seguitemi, soldati, troveremo il mezzo per riconciliarvi tutti con il re. Escono IV, 8
Squilli di trombe. Entrano sulla terrazza re Enrico, la regina Margherita, e il duca di Somerset199
RE ENRICO
C’è mai stato re che abbia goduto di un trono terreno e sia stato più insoddisfatto di me? Appena uscito dalla culla a nove mesi venni fatto re. Mai suddito ha desiderato regnare quanto io desidero e bramo essere suddito. Entrano il duca di Buckingham e lord Clifford [sulla terrazza] BUCKINGHAM (a re Enrico)
Salute e buone nuove a vostra maestà. RE ENRICO
Ebbene, Buckingham, il traditore Cade è stato catturato? O si è solo ritirato per rafforzarsi? Entrano, sotto, masse di gente con dei cappi al collo CLIFFORD
È scappato, mio signore e tutti i suoi si sono arresi, e ora, umilmente, con la corda al collo, attendono da vostra altezza giudizio di vita o di morte. RE ENRICO
Allora, o cielo, spalanca le tue porte eterne per accogliere i miei voti di gratitudine e di lode.
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 8
(To the multitudes below) Soldiers, this day have you redeemed your lives, And showed how well you love your prince and country. Continue still in this so good a mind, And Henry, though he be infortunate, Assure yourselves will never be unkind. And so, with thanks and pardon to you all, I do dismiss you to your several countries. ALL CADE’S FORMER FOLLOWERS God save the King! God save the King! [Exeunt multitudes below]
15
20
Enter a Messenger [on the terrace] MESSENGER (to King Henry)
Please it your grace to be advertisèd The Duke of York is newly come from Ireland, And with a puissant and a mighty power Of galloglasses and stout Irish kerns Is marching hitherward in proud array, And still proclaimeth, as he comes along, His arms are only to remove from thee The Duke of Somerset, whom he terms a traitor.
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KING HENRY
Thus stands my state, ’twixt Cade and York distressed, Like to a ship that, having scaped a tempest, Is straightway calmed and boarded with a pirate.58 But now is Cade driven back, his men dispersed, And now is York in arms to second him. I pray thee, Buckingham, go and meet him, And ask him what’s the reason of these arms. Tell him I’ll send Duke Edmund to the Tower; And, Somerset, we will commit thee thither, Until his army be dismissed from him.
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34. Calmed: calm = immobile. 242
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 8
(Alle masse sottostanti) Soldati, oggi avete riscattato la vostra vita e mostrato quanto amate il vostro re e il vostro paese. Restate sempre in questa buona disposizione e siate certi che Enrico, anche se sfortunato, non sarà mai crudele. E così, ringraziando e perdonando tutti, vi rimando alle regioni da cui siete venuti. TUTTI GLI EX SEGUACI DI CADE
Dio salvi il re! Dio salvi il re! [Escono le masse da sotto] Entra un messaggero [sulla terrazza] MESSAGGERO (a re Enrico)
Piaccia a vostra grazia essere informato che il duca di York è appena tornato dall’Irlanda e marcia in questa direzione con una poderosa armata di possenti soldati irlandesi a piedi e a cavallo200, in assetto da battaglia, sempre proclamando, lungo la strada, che le armi servono solo per allontanare da voi il duca di Somerset, che egli chiama traditore. RE ENRICO
Ecco lo stato del mio regno, schiacciato fra Cade e York, come una nave sfuggita a una tempesta, che appena c’è bonaccia viene abbordata dai pirati. Cade è stato appena respinto e i suoi uomini dispersi, ed ecco York in armi che gli tiene dietro. Ti prego, Buckingham, vagli incontro e chiedigli il perché di queste armi. Digli che manderò alla Torre il duca Edmund; ti faremo chiudere là, Somerset, fintanto che non avrà congedato il suo esercito.
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 9
SOMERSET
My lord, I’ll yield myself to prison willingly, Or unto death, to do my country good. KING HENRY (to Buckingham) In any case, be not too rough in terms, For he is fierce and cannot brook hard language.
45
BUCKINGHAM
I will, my lord, and doubt not so to deal As all things shall redound unto your good. KING HENRY
Come, wife, let’s in and learn to govern better; For yet may England curse my wretched reign. Flourish, Exeunt 4.9
Enter Jack Cade
CADE Fie on ambitions; fie on myself that have a sword
and yet am ready to famish. These five days have I hid me in these woods and durst not peep out, for all the country is laid for me. But now am I so hungry that if I might have a lease of my life for a thousand years, I could stay no longer. Wherefore o’er a brick wall have I climbed into this garden to see if I can eat grass or pick a sallet another while, which is not amiss to cool a man’s stomach this hot weather. And I think this word ‘sallet’ was born to do me good; for many a time, but for a sallet, my brain-pan had been cleft with a brown bill; and many a time, when I have been dry, and bravely marching, it hath served me instead of a quart pot to drink in; and now the word ‘sallet’ must serve me to feed on.
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[He lies down picking of herbs and eating them.] Enter Sir Alexander Iden [and five of his men]
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 9
SOMERSET
Mio signore, accetterò volentieri la prigionia, o la stessa morte, per il bene del mio paese. RE ENRICO (a Buckingham) In ogni caso, non usare parole troppo forti, perché è irascibile e non sopporta il linguaggio duro. BUCKINGHAM
Certo, mio signore, e non dubitate, farò sì che ogni cosa torni a vostro vantaggio. RE ENRICO
Vieni, moglie, rientriamo e impariamo a governare meglio; perché l’Inghilterra potrebbe ancora maledire il mio sciagurato regno. Squilli di trombe. Escono Entra Jack Cade201
IV, 9 CADE
Accidenti all’ambizione e accidenti anche a me, che ho una spada ma sto per morir di fame. Da cinque giorni mi nascondo in questi boschi senza osare sbirciare fuori, perché in tutto il paese mi aspettano al varco. Ma ora ho una tal fame che se anche mi fossero concessi mille anni di vita non ce la farei più. Così eccomi in questo giardino, dopo aver scavalcato un muro di mattoni, a vedere se posso mangiare erba o cogliere dell’insalata, che va benissimo per calmare lo stomaco, visto il caldo che fa. Credo che le parole in “ata”202 esistano per darmi una mano, perché tante volte, se non avessi avuto una celata, un’azza mi avrebbe spaccato la testa, e tante volte, quando avevo la gola secca dopo una lunga marcia, la celata mi ha fatto da boccale per bere; e adesso la parola “insalata” mi deve far da cibo. [Si sdraia a cogliere erbe e a mangiarle.] Entra sir Alexander Iden [e cinque suoi uomini]
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 9
IDEN
Lord, who would live turmoilèd in the court And may enjoy such quiet walks as these? This small inheritance my father left me Contenteth me, and worth a monarchy. I seek not to wax great by others’ waning,59 Or gather wealth I care not with what envy; Sufficeth that I have maintains my state, And sends the poor well pleasèd from my gate.
20
[Cade rises to his knees] CADE (aside) Zounds, here’s the lord of the soil come to60
seize me for a stray for entering his fee-simple without leave. (To Iden) A villain, thou wilt betray me and get a thousand crowns of the king by carrying my head to him; but I’ll make thee eat iron like an ostrich and swallow my sword like a great pin, ere thou and I part. IDEN
Why, rude companion, whatsoe’er thou be, I know thee not. Why then should I betray thee? Is’t not enough to break into my garden, And, like a thief, to come to rob my grounds, Climbing my walls in spite of me the owner, But thou wilt brave me with these saucy terms? CADE Brave thee? Ay, by the best blood that ever broached — and beard thee too! Look on me well have eat no meat these five days, yet come thou thy five men, an if I do not leave you all as dead doornail I pray God I may never eat grass more.
30
35 was —I and as a 40
IDEN
Nay, it shall ne’er be said while England stands That Alexander Iden, an esquire of Kent, Took odds to combat a poor famished man.
20. Waning: warning = minacciando. 24. Zounds: non in F. 246
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 9
IDEN203
O buon Dio, chi vorrebbe vivere nel tumulto della corte quando invece può fare tranquille passeggiate come queste?204 Questa piccola eredità lasciatami da mio padre mi è più che sufficiente e per me vale una monarchia. Non cerco di ingrandirmi a svantaggio di altri, né di ammucchiare ricchezze a prezzo di chissà quali malizie; quel che ho mi permette di vivere secondo la mia condizione e di rimandare via contenti i poveri che bussano alla mia porta. [Cade si alza in ginocchio] CADE (a parte)
Cristo, ecco il padrone del terreno che viene a beccarmi come un vagabondo entrato nel suo podere senza permesso. (A Iden) Farabutto, mi tradirai e avrai dal re mille corone per avergli portato la mia testa; ma prima ti farò mangiar ferro come uno struzzo205 e ingoiare la mia spada come uno spillone. IDEN
Perbacco, villano, chiunque tu sia, non ti conosco. Allora perché ti dovrei tradire? Non ti basta entrare come un ladro nel mio giardino e rubare quello che c’è, scavalcando il muro in dispregio a me suo proprietario, che ancora mi provochi con questa insolenza? CADE
Ti provoco? Sì, per il più nobile sangue che è stato mai fatto scorrere – e ti sfido anche! Guardami bene – non mangio da cinque giorni e tu arrivi con i tuoi cinque uomini e se non vi lascio tutti stecchiti prego Dio di poter non mangiare mai più erbe. IDEN
No, finché l’Inghilterra esisterà non sia mai detto che Alexander Iden, gentiluomo del Kent, trae vantaggio battendosi con un po-
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2 HENRY VI, ACT 4 SCENE 9
Oppose thy steadfast gazing eyes to mine — See if thou canst outface me with thy looks. Set limb to limb, and thou art far the lesser — Thy hand is but a finger to my fist, Thy leg a stick comparèd with this truncheon. My foot shall fight with all the strength thou hast, And if mine arm be heavèd in the air, Thy grave is digged already in the earth. As for words, whose greatness answers words, Let this my sword report what speech forbears. (To his men) Stand you all aside.61 CADE By my valour, the most complete champion that ever I heard. (To his sword) Steel, if thou turn the edge or cut not out the burly-boned clown in chines of beef ere thou sleep in thy sheath, I beseech God on my62 knees thou mayst be turned to hobnails.
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59
[Cade stands.] Here they fight, and Cade falls down O, I am slain! Famine and no other hath slain me! Let ten thousand devils come against me, and give me but the ten meals I have lost, and I’d defy them all. Wither, garden, and be henceforth a burying place to all that do dwell in this house, because the unconquered soul of Cade is fled.
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IDEN
Is’t Cade that I have slain, that monstrous traitor? Sword, I will hallow thee for this thy deed And hang thee o’er my tomb when I am dead. Ne’er shall this blood be wipèd from thy point But thou shalt wear it as a herald’s coat To emblaze the honour that thy master got.
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54. Stand … aside: non in F. 58. God: Jove = Giove. 248
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2 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 9
vero morto di fame. Fissami – e vediamo se i tuoi occhi mi fanno abbassare lo sguardo. Confronta le nostre membra, tu sei molto inferiore – la tua mano è come un dito del mio pugno, la tua gamba uno stecco a paragone di questo tronco. Il mio piede ha tanta forza quanto tutto il tuo corpo e se sollevo il braccio a terra è già scavata la tua fossa. Quanto alle parole, che per grandezza possono anche essere pari 206, la mia spada dirà ciò che la lingua tace. (Ai suoi uomini) Fatevi da parte. CADE
Sul mio onore, è il più compiuto campione che abbia mai sentito. (Alla sua spada) Acciaio, se pieghi il tuo taglio o non fai a fettine questo campagnolo nerboruto prima di riposare nel fodero, prego Dio in ginocchio che tu possa essere ridotto a una massa di chiodi. [Cade si mette in guardia.] Combattono e Cade è abbattuto Oh, m’hanno ammazzato! M’ha ammazzato la fame e nessun altro! Mi attaccassero pure diecimila diavoli, se mi date i dieci pasti che ho perduto li sfiderei tutti. Inaridisci, giardino, e d’ora in poi sii cimitero di tutti gli abitanti della casa, perché l’anima invitta di Cade vola via. IDEN
È Cade che ho ucciso, quel mostruoso traditore? Spada, per questa impresa ti santificherò e ti farò appendere sulla mia tomba quando morirò. Non toglierò mai questo sangue dalla tua punta, lo porterai come divisa araldica, per proclamare l’onore conquistato dal tuo padrone.
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2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
CADE Iden, farewell, and be proud of thy victory. Tell
Kent from me she hath lost her best man, and exhort all the world to be cowards. For I, that never feared any, am vanquished by famine, not by valour.
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He dies IDEN
How much thou wrong’st me, heaven be my judge. Die, damnèd wretch, the curse of her that bore thee! And [stabbing him again] as I thrust thy body in with my sword, So wish I I might thrust thy soul to hell. Hence will I drag thee headlong by the heels Unto a dunghill, which shall be thy grave, And there cut off thy most ungracious head, Which I will bear in triumph to the King, Leaving thy trunk for crows to feed upon.
80
Exeunt with the body 5.1
Enter the Duke of York and his army of Irish with a drummer and soldiers bearing colours
YORK
From Ireland thus comes York to claim his right, And pluck the crown from feeble Henry’s head. Ring, bells, aloud; burn, bonfires, clear and bright, To entertain great England’s lawful king. Ah, sancta maiestas! Who would not buy thee dear? Let them obey that knows not how to rule; This hand was made to handle naught but gold. I cannot give due action to my words, Except a sword or sceptre balance it. A sceptre shall it have, have I a sword, On which I’ll toss the fleur-de-lis of France.
5
10
Enter the Duke of Buckingham
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19/10/2017 18:25:05
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
CADE
Addio, Iden, e sii fiero della tua vittoria. Dì al Kent da parte mia che in me ha perso il suo uomo migliore, e incoraggia tutto il mondo a esser vile. Perché io, che non ho temuto mai nessuno, sono vinto dalla fame, non dal valore. Muore IDEN
Il cielo mi sia testimone del torto mi fai. Muori, dannato miserabile, maledizione di chi ti partorì! E [trafiggendolo di nuovo] come ti caccio in corpo la spada, così vorrei cacciare la tua anima all’inferno. Ti trascinerò per i calcagni fino a un letamaio, che sarà la tua tomba, e là ti mozzerò quella testa scellerata, che porterò in trionfo al re, lasciando il tuo corpo in pasto ai corvi. Escono con il cadavere V, 1
Entrano il duca di York e il suo esercito di irlandesi, con un tamburino e dei soldati portabandiera207
YORK
Ecco, York torna dall’Irlanda per reclamare il suo diritto, e togliere la corona dalla testa del debole Enrico. Suonate forte, campane; ardete chiari e luminosi, fuochi, per festeggiare il legittimo re della grande Inghilterra. Ah, sancta majestas!208 Chi non ti comprerebbe a caro prezzo? Obbediscano quelli che non sanno governare; questa mano è stata fatta per non toccare altro che oro. Non posso dare pieno seguito alle mie parole se non saranno accompagnate da una spada o uno scettro. E uno scettro ci sarà, così come ora ho una spada, con cui impalerò il giglio di Francia. Entra il duca di Buckingham
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19/10/2017 18:25:05
2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
(Aside) Whom have we here? Buckingham to disturb me? The King hath sent him sure — I must dissemble. BUCKINGHAM
York, if thou meanest well, I greet thee well. YORK
Humphrey of Buckingham, I accept thy greeting. Art thou a messenger, or come of pleasure?
15
BUCKINGHAM
A messenger from Henry, our dread liege, To know the reason of these arms in peace; Or why thou, being a subject as I am, Against thy oath and true allegiance sworn, Should raise so great a power without his leave, Or dare to bring thy force so near the court? YORK (aside) Scarce can I speak, my choler is so great. O, I could hew up rocks and fight with flint, I am so angry at these abject terms; And now, like Ajax Telamonius, On sheep or oxen could I spend my fury. I am far better born than is the King, More like a king, more kingly in my thoughts; But I must make fair weather yet a while, Till Henry be more weak and I more strong. (Aloud) Buckingham, I prithee pardon me, That I have given no answer all this while; My mind was troubled with deep melancholy. The cause why I have brought this army hither Is to remove proud Somerset from the King, Seditious to his grace and to the state.
20
25
30
35
BUCKINGHAM
That is too much presumption on thy part; But if thy arms be to no other end, The King hath yielded unto thy demand: The Duke of Somerset is in the Tower.
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19/10/2017 18:25:05
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
(A parte) E chi è costui? Buckingham che viene a disturbarmi? Di certo l’ha mandato il re – bisogna fingere. BUCKINGHAM
York, se hai buone intenzioni, salute a te. YORK
Humphrey di Buckingham, accetto il tuo saluto. Vieni come messaggero o per tua iniziativa? BUCKINGHAM
Come messaggero di Enrico, nostro temuto signore, a chiedere il perché di queste armi in tempo di pace; o perché tu, suddito al pari mio, venendo meno al giuramento di piena fedeltà che gli hai fatto, senza il suo permesso hai raccolto un così grande esercito o ardisci condurre la tua armata così vicino alla corte? YORK (a parte) Ho una tal rabbia che riesco appena a parlare. Potrei sradicare massi da terra e combattere armato di pietre, tanto mi esaspera questo linguaggio abbietto. Così potrei sfogare la mia furia contro pecore e buoi come Aiace Telamonio209. Per nascita valgo ben più del re, sono di aspetto più simile a un re e più regale nei miei pensieri; ma devo fingere di essere amichevole ancora per un po’, fi nché Enrico non sarà più debole e io più forte. (A voce alta) Buckingham, ti prego, scusa se ho tardato a risponderti: ero troppo depresso. Se ho portato qui questo esercito è per far allontanare dal re il superbo Somerset, che trama sedizioni contro sua grazia e lo stato. BUCKINGHAM
Ti mostri troppo presuntuoso, ma se le tue armi non hanno altro scopo, il re ha accolto la tua richiesta: il duca di Somerset è alla Torre.
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19/10/2017 18:25:05
2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
YORK
Upon thine honour, is he prisoner? BUCKINGHAM
Upon mine honour, he is prisoner. YORK
Then, Buckingham, I do dismiss my powers. Soldiers, I thank you all; disperse yourselves; Meet me tomorrow in Saint George’s field. You shall have pay and everything you wish.
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Exeunt soldiers (To Buckingham) And let my sovereign, virtuous Henry, Command my eldest son — nay, all my sons — As pledges of my fealty and love. I’ll send them all as willing as I live. Lands, goods, horse, armour, anything I have Is his to use, so Somerset may die.
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BUCKINGHAM
York, I commend this kind submission. We twain will go into his highness’ tent.
55
Enter King Henry and attendants KING HENRY
Buckingham, doth York intend no harm to us, That thus he marcheth with thee arm in arm? YORK
In all submission and humility York doth present himself unto your highness. KING HENRY
Then what intends these forces thou dost bring?
60
YORK
To heave the traitor Somerset from hence, And fight against that monstrous rebel Cade, Who since I heard to be discomfited. Enter Iden with Cade’s head
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19/10/2017 18:25:05
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
YORK
Sul tuo onore, è prigioniero? BUCKINGHAM
Sul mio onore, è prigioniero. YORK
Allora, Buckingham, congedo i miei armati. Soldati, vi ringrazio tutti, disperdetevi. Venite da me domani nel campo di San Giorgio: avrete la vostra paga e tutto quanto desiderate. Escono i soldati (A Buckingham) E il mio sovrano, il virtuoso Enrico, mi chieda pure il mio figlio maggiore – anzi, tutti i miei figli – come ostaggi garanti del mio fedele amore. Glieli manderò tutti volentieri. Terre, beni, cavallo, armatura, tutto quello che ho è al suo servizio, purché Somerset muoia. BUCKINGHAM
Lodo la tua mite sottomissione, York. Andremo tutti e due alla tenda di sua altezza. Entra re Enrico con il suo seguito RE ENRICO
Buckingham, York non vuole dunque farci del male, visto che marcia a braccetto con te? YORK
York si presenta a vostra altezza in sottomissione e con ogni umiltà. RE ENRICO
Allora qual è lo scopo delle truppe che sono ai tuoi ordini? YORK
Rimuovere il traditore Somerset e combattere quel mostruoso ribelle di Cade, che, ho poi saputo, è già stato sconfitto. Entra Iden con la testa di Cade
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19/10/2017 18:25:05
2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
IDEN
If one so rude and of so mean condition May pass into the presence of a king, [Kneeling] Lo, I present your grace a traitor’s head, The head of Cade, whom I in combat slew.
65
KING HENRY
The head of Cade? Great God, how just art thou! O let me view his visage, being dead, That living wrought me such exceeding trouble. Tell me, my friend, art thou the man that slew him? IDEN [rising] Iwis, an’t like your majesty.
70
KING HENRY
How art thou called? And what is thy degree? IDEN
Alexander Iden, that’s my name; A poor esquire of Kent that loves his king. BUCKINGHAM (to King Henry) So please it you, my lord, ’twere not amiss He were created knight for his good service.
75
KING HENRY
Iden, kneel down. Iden kneels and King Henry knights him Rise up a knight. Iden rises We give thee for reward a thousand marks, And will that thou henceforth attend on us.
80
IDEN
May Iden live to merit such a bounty, And never live but true unto his liege.
[Exit]
Enter Queen Margaret and the Duke of Somerset KING HENRY
See, Buckingham, Somerset comes wi’th’ Queen. Go bid her hide him quickly from the Duke.
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19/10/2017 18:25:06
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
IDEN
Se un uomo così rozzo e di bassa estrazione può apparire alla presenza di un re, ecco, [inginocchiandosi] io presento a vostra grazia la testa di un traditore, la testa di Cade, che ho ucciso in duello. RE ENRICO
La testa di Cade? Gran Dio, come sei giusto! Fammi dunque vedere in viso da morto chi da vivo mi causò così terribili affanni. Dimmi, amico, sei tu che l’ha ucciso? IDEN [alzandosi] Certo, piaccia alla maestà vostra. RE ENRICO
Come ti chiami? E qual è il tuo rango? IDEN
Mi chiamo Alexander Iden e sono un umile gentiluomo210 del Kent che ama il suo re. BUCKINGHAM
Col vostro permesso, mio signore, non sarebbe inopportuno farlo cavaliere per i suoi servigi. RE ENRICO
Inginocchiati, Iden. Iden s’inginocchia e re Enrico lo fa cavaliere Alzati cavaliere. Iden si alza Come ricompensa ti assegniamo mille marchi e comandiamo che d’ora in poi tu faccia parte del nostro seguito. IDEN
Possa Iden vivere per meritare tanta generosità e non essere mai fedele ad altri che al suo re. [Esce] Entrano la regina Margherita e il duca di Somerset RE ENRICO
Guarda, Buckingham, arriva Somerset con la regina. Di’ che lo nasconda al duca, presto.
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19/10/2017 18:25:06
2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
QUEEN MARGARET
For thousand Yorks he shall not hide his head, But boldly stand and front him to his face.
85
YORK
How now? Is Somerset at liberty? Then, York, unloose thy long imprisoned thoughts, And let thy tongue be equal with thy heart. Shall I endure the sight of Somerset? False King, why hast thou broken faith with me, Knowing how hardly I can brook abuse? ‘King’ did I call thee? No, thou art not king; Not fit to govern and rule multitudes, Which dar’st not — no, nor canst not — rule a traitor. That head of thine doth not become a crown; Thy hand is made to grasp a palmer’s staff, And not to grace an aweful princely sceptre. That gold must round engird these brows of mine, Whose smile and frown, like to Achilles’ spear, Is able with the change to kill and cure. Here is a hand to hold a sceptre up, And with the same to act controlling laws. Give place! By heaven, thou shalt rule no more O’er him whom heaven created for thy ruler.
90
96
100
105
SOMERSET
O monstrous traitor! I arrest thee, York, Of capital treason ’gainst the King and crown. Obey, audacious traitor; kneel for grace. YORK (to an attendant) Sirrah, call in my sons to be my bail. Exit attendant I know, ere they will have me go to ward, They’ll pawn their swords for my enfranchisement. QUEEN MARGARET [to Buckingham] Call hither Clifford; bid him come amain, To say if that the bastard boys of York Shall be the surety for their traitor father.
110
Exit [Buckingham]
258
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2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
REGINA MARGHERITA
Non si nasconderà neanche per mille York, ma lo affronterà ardito guardandolo in faccia. YORK
Come? Somerset libero? Allora, York, libera i tuoi pensieri a lungo repressi, e la lingua dica tutto quello che hai in cuore. Tollererò la vista di Somerset? Falso re, perché mi manchi di parola sapendo che non riesco a sopportare gli insulti? Ti ho chiamato “re”? No, tu non sei un re; inadatto a governare e comandare le masse, tu che non osi – no, non riesci – a comandare un traditore. La tua testa non è degna della corona; la tua mano è fatta per impugnare un bastone da pellegrino, non per reggere con onore lo scettro regale che incute timore. Quel diadema deve cingere la mia fronte, che, come la lancia di Achille211, può uccidere o guarire con il sorriso o il cipiglio. Ecco la mano adatta a brandire lo scettro e, con esso, a emanare le leggi per governare. Fatti da parte! Per il cielo, non regnerai più su colui che il cielo ha creato come tuo sovrano. SOMERSET
Oh, mostruoso traditore! York, ti arresto per alto tradimento contro il re e la corona. Obbedisci, sfrontato traditore; chiedi perdono in ginocchio. YORK (a un uomo del seguito) Tu, chiama i miei figli che mi facciano da garanti. L’uomo esce So che prima di lasciarmi arrestare impegneranno le spade per la mia libertà. REGINA MARGHERITA [a Buckingham] Chiamate qua Clifford; ordinategli di venire subito, per dichiarare se i figli bastardi di York possono fare da garanti al traditore loro padre212. Esce [Buckingham]
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2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
YORK
O blood-bespotted Neapolitan, Outcast of Naples, England’s bloody scourge! The sons of York, thy betters in their birth, Shall be their father’s bail, and bane to those That for my surety will refuse the boys.
115
Enter [at one door] York’s sons Edward and crookback Richard [with a drummer and soldiers] See where they come. I’ll warrant they’ll make it good. Enter [at the other door] Clifford [and his son, with a drummer and soldiers] QUEEN MARGARET
And here comes Clifford to deny their bail.
121
CLIFFORD (kneeling before King Henry)
Health and all happiness to my lord the King. He rises YORK
I thank thee, Clifford. Say, what news with thee? Nay, do not fright us with an angry look — We are thy sovereign, Clifford; kneel again. For thy mistaking so, we pardon thee.
125
CLIFFORD
This is my king, York; I do not mistake. But thou mistakes me much to think I do. (To King Henry) To Bedlam with him! Is the man grown mad? KING HENRY
Ay, Clifford, a bedlam and ambitious humour Makes him oppose himself against his king.
130
CLIFFORD
He is a traitor; let him to the Tower, And chop away that factious pate of his. QUEEN MARGARET
He is arrested, but will not obey. His sons, he says, shall give their words for him.
135
260
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2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
YORK
Napoletana lorda di sangue, rifiuto di Napoli, sanguinario flagello d’Inghilterra! I figli di York, di nascita più nobile della tua, faranno da garanti del loro padre e saranno la rovina di chi contesterà il loro avallo. Entrano [da una porta] i figli di York, Edoardo e Riccardo il gobbo [con tamburino e soldati] Ecco che arrivano. State sicuri che lo presenteranno in modo convincente. Entrano [dall’altra porta] Clifford [e suo figlio con tamburino e soldati] REGINA MARGHERITA
Ed ecco Clifford, che viene a rifiutare la loro garanzia. CLIFFORD (inginocchiandosi davanti a re Enrico)
Salute e ogni felicità al mio signore il re. Si alza YORK
Ti ringrazio, Clifford. Di’, quali nuove? No, non spaventarci con un fiero cipiglio – siamo il tuo sovrano, Clifford; torna a inginocchiarti. Ti perdoniamo di esserti sbagliato. CLIFFORD
È questo il mio re, York. Io non mi sbaglio; sei tu che commetti un grosso errore a pensare che farò come hai detto. (A re Enrico) Che vada in manicomio! È diventato matto? RE ENRICO
Sì, Clifford, un umore folle e ambizioso lo induce a mettersi contro il suo re. CLIFFORD
È un traditore; portatelo alla Torre e mozzategli quella testa sediziosa. REGINA MARGHERITA
È in arresto, ma non vuole ubbidire. Dice che i suoi figli garantiranno per lui.
261
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2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
YORK (to Edward and Richard) Will you not, sons? EDWARD
Ay, noble father, if our words will serve. RICHARD
And if words will not, then our weapons shall. CLIFFORD
Why, what a brood of traitors have we here! YORK
Look in a glass, and call thy image so. I am thy king, and thou a false-heart traitor. Call hither to the stake my two brave bears, That with the very shaking of their chains, They may astonish these fell-lurking curs. (To an attendant) Bid Salisbury and Warwick come to me.
140
145
Exit attendant Enter the Earls of Warwick and Salisbury [with a drummer and soldiers] CLIFFORD
Are these thy bears? We’ll bait thy bears to death, And manacle the bearherd in their chains, If thou dar’st bring them to the baiting place. RICHARD
Oft have I seen a hot o’erweening cur Run back and bite, because he was withheld; Who, being suffered with the bear’s fell paw, Hath clapped his tail between his legs and cried; And such a piece of service will you do, If you oppose yourselves to match Lord Warwick.
150
CLIFFORD
Hence, heap of wrath, foul indigested lump, As crooked in thy manners as thy shape!
155
YORK
Nay, we shall heat you thoroughly anon. CLIFFORD
Take heed, lest by your heat you burn yourselves. 262
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19/10/2017 18:25:06
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
YORK (a Edoardo e Riccardo)
Lo farete, figli miei? EDOARDO213
Sì, nobile padre, se le nostre parole serviranno. RICCARDO214
E se non basteranno le parole, allora basteranno le nostre armi. CLIFFORD
Perbacco, che covo di traditori abbiamo qui! YORK
Guardati allo specchio e chiama così la tua immagine. Sono il tuo re e tu un ingannevole traditore. Chiamate qui al palo i miei due valorosi orsi e il solo sbattere delle loro catene atterrirà questi cagnacci ringhiosi 215. (A un uomo del seguito) Dite a Salisbury e Warwick di venire da me. Esce l’uomo Entrano i conti di Warwick e Salisbury [con tamburino e soldati] CLIFFORD
Sono questi i tuoi orsi? Li tormenteremo a morte e con le loro catene legheremo i polsi di chi li ha addestrati, se oserai portarli nell’arena. RICCARDO
Ho visto spesso un cagnaccio rabbioso e tracotante girarsi a mordere perché qualcuno lo tratteneva, ma una volta provata la terribile zampata dell’orso si è messo a guaire con la coda fra le gambe; così farete voi, se vi mettete contro lord Warwick. CLIFFORD
Via di qua, cumulo d’ira, ributtante boccone indigesto, deforme nei modi e nell’aspetto!216 YORK
Presto vi faremo scaldare sul serio. CLIFFORD
Fate attenzione a non bruciarvi se vi accalorate troppo.
263
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19/10/2017 18:25:06
2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
KING HENRY
Why, Warwick, hath thy knee forgot to bow? Old Salisbury, shame to thy silver hair, Thou mad misleader of thy brainsick son! What, wilt thou on thy deathbed play the ruffian, And seek for sorrow with thy spectacles? O, where is faith? O, where is loyalty? If it be banished from the frosty head, Where shall it find a harbour in the earth? Wilt thou go dig a grave to find out war, And shame thine honourable age with blood? Why, art thou old and want’st experience? Or wherefore dost abuse it if thou hast it? For shame in duty bend thy knee to me, That bows unto the grave with mickle age.
160
165
170
SALISBURY
My lord, I have considered with myself The title of this most renownèd Duke, And in my conscience do repute his grace The rightful heir to England’s royal seat.
175
KING HENRY
Hast thou not sworn allegiance unto me? SALISBURY I have. KING HENRY
Canst thou dispense with heaven for such an oath? SALISBURY
It is great sin to swear unto a sin, But greater sin to keep a sinful oath. Who can be bound by any solemn vow To do a murd’rous deed, to rob a man, To force a spotless virgin’s chastity, To reave the orphan of his patrimony, To wring the widow from her customed right, And have no other reason for this wrong But that he was bound by a solemn oath?
180
185
QUEEN MARGARET
A subtle traitor needs no sophister. 264
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19/10/2017 18:25:06
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
RE ENRICO
Ebbene, Warwick, il tuo ginocchio non sa più piegarsi? Vecchio Salisbury, che vergogna per i tuoi capelli bianchi, traviare follemente il tuo figlio sconsiderato! Vuoi metterti ad agire da canaglia sul letto di morte e andare alla ricerca di sventure? Dov’è la fede? Dov’è la lealtà? Se neanche nella canizie la si trova, dove troverà albergo sulla terra? Andrai a scavare una tomba solo per trovare la guerra e deturpare col sangue la tua età veneranda? Ma come, sei vecchio e non hai esperienza? O, se l’hai, perché la insulti? Tu, che la tarda età fa già chinare verso la tomba, piega con vergogna riverente il ginocchio davanti a me. SALISBURY
Mio signore, ho ponderato attentamente il titolo di questo illustrissimo duca e in coscienza ritengo che sua grazia sia il legittimo erede del trono d’Inghilterra. RE ENRICO
Non hai forse giurato fedeltà a me? SALISBURY
Sì. RE ENRICO
E il cielo può dispensarti da un tale giuramento? SALISBURY
È un grave peccato giurare di fare un peccato, ma anche peggio è mantenere un giuramento peccaminoso. Chi può essere tenuto, da qualsiasi solenne promessa, a compiere un assassinio, derubare un uomo, violentare una casta vergine, privare un orfano del suo patrimonio o una vedova dei suoi diritti, senz’altra giustificazione a queste offese che l’essere vincolato da un giuramento solenne? REGINA MARGHERITA
Uno scaltro traditore non ha bisogno di un sofista.
265
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19/10/2017 18:25:06
2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
KING HENRY (to an attendant)
Call Buckingham, and bid him arm himself.
190
Exit attendant YORK (to King Henry)
Call Buckingham and all the friends thou hast, I am resolved for death or dignity.63 CLIFFORD
The first, I warrant thee, if dreams prove true. WARWICK
You were best to go to bed and dream again, To keep you from the tempest of the field.64
195
CLIFFORD
I am resolved to bear a greater storm Than any thou canst conjure up today — And that I’ll write upon thy burgonet Might I but know thee by thy household badge. WARWICK
Now by my father’s badge, old Neville’s crest, The rampant bear chained to the ragged staff, This day I’ll wear aloft my burgonet, As on a mountain top the cedar shows That keeps his leaves in spite of any storm, Even to affright thee with the view thereof.
200
205
CLIFFORD
And from thy burgonet I’ll rend thy bear, And tread it under foot with all contempt, Despite the bearherd that protects the bear. YOUNG CLIFFORD
And so to arms, victorious father, To quell the rebels and their complices.
210
RICHARD
Fie, charity, for shame! Speak not in spite — For you shall sup with Jesu Christ tonight.
192. Or: and = e. 195. You: thee = te. 266
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19/10/2017 18:25:06
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
RE ENRICO (a un uomo del seguito)
Chiamate Buckingham e ditegli di armarsi. L’uomo esce YORK (a re Enrico)
Chiama pure Buckingham e tutti gli amici che hai, io sono pronto: la morte o la corona. CLIFFORD
La prima, ti assicuro, se i sogni si avverano. WARWICK
Farai meglio a tornare a letto a sognare, allora, per risparmiarti la tempesta sul campo. CLIFFORD
Sono pronto ad affrontare tempeste peggiori di quelle che oggi puoi suscitare tu – e te lo scriverò sulla borgognotta 217, purché possa riconoscerti dall’emblema del tuo casato. WARWICK
Allora per l’emblema di mio padre, lo stemma del vecchio Neville, un orso rampante incatenato a un palo nodoso, oggi porterò ben alta la mia borgognotta, come il cedro in vetta al monte che conserva le foglie anche nella bufera, in modo che tu sia sgomento nel vederla. CLIFFORD
E io strapperò l’orso dalla tua borgognotta e col massimo disprezzo lo pesterò sotto i piedi, a dispetto di chi ha addestrato quell’orso. GIOVANE CLIFFORD218
Alle armi dunque, padre vittorioso, per schiacciare i ribelli e i loro complici. RICCARDO
Via, un po’ di carità, vergogna! Non parlare con tanto disprezzo – perché stasera cenerai con Gesù Cristo.
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19/10/2017 18:25:06
2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 3
YOUNG CLIFFORD
Foul stigmatic, that’s more than thou canst tell. RICHARD
If not in heaven, you’ll surely sup in hell. Exeunt severally 5.2
[An alehouse sign: a castle.] Alarums to the battle. Then enter the Duke of Somerset and Richard fighting. Richard kills Somerset [under the sign]
RICHARD So lie thou there —
For underneath an alehouse’ paltry sign, The Castle in Saint Albans, Somerset Hath made the wizard famous in his death. Sword, hold thy temper; heart, be wrathfull still — Priests pray for enemies, but princes kill.
5
Exit [with Somerset’s body. The sign is removed] 5.3
[Alarum again.] Enter the Earl of Warwick
WARWICK
Clifford of Cumberland, ’tis Warwick calls! An if thou dost not hide thee from the bear, Now, when the angry trumpet sounds alarum, And dead men’s cries do fill the empty air, Clifford I say, come forth and fight with me! Proud northern lord, Clifford of Cumberland, Warwick is hoarse with calling thee to arms! CLIFFORD (within)65 Warwick, stand still; and stir not till I come.
5
Enter the Duke of York WARWICK
How now, my noble lord? What, all afoot?
8. CLIFFORD … come: non in F. 268
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19/10/2017 18:25:06
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 3
GIOVANE CLIFFORD
Tu cosa puoi saperne, con quel marchio mostruoso che hai? RICCARDO
Se non in cielo, cenerai certo all’inferno. Escono separatamente V, 2
[Insegna di osteria: un castello.] Allarmi. Entrano poi il duca di Somerset e Riccardo che combattono. Riccardo uccide Somerset [sotto l’insegna]219
RICCARDO
E ora sta’ lì – morendo sotto la misera insegna d’una osteria, il Castello di Saint Albans, Somerset ha dato fama all’indovino. Spada, mantieni la tua tempra e tu, cuore, continua a bruciare d’ira – i preti pregano per i nemici, i principi uccidono. Esce [con il corpo di Somerset. L’insegna viene rimossa] V, 3
[Nuovo allarme.] Entra il conte di Warwick220
WARWICK
Clifford di Cumberland, è Warwick che ti chiama! Se non vuoi nasconderti dall’orso, ora, quando la tromba rabbiosa suonerà l’allarme e le grida dei moribondi riempiranno l’aria vuota, Clifford, dico, fatti avanti e combatti con me! Superbo signore del nord, Clifford di Cumberland, Warwick è rauco a furia di sfidarti! CLIFFORD (da dentro) Fermati, Warwick; non muoverti finché non vengo. Entra il duca di York WARWICK
Ebbene, mio nobile signore? Come, appiedato?
269
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19/10/2017 18:25:07
2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 3
YORK
The deadly-handed Clifford slew my steed. But match to match I have encountered him, And made a prey for carrion kites and crows Even of the bonny beast he loved so well.
10
Enter Lord Clifford WARWICK (to Clifford)
Of one or both of us the time is come. YORK
Hold, Warwick — seek thee out some other chase, For I myself must hunt this deer to death.
15
WARWICK
Then nobly, York; ’tis for a crown thou fight’st. (To Clifford) As I intend, Clifford, to thrive today, It grieves my soul to leave thee unassailed.
Exit
YORK
Clifford, since we are singled here alone, Be this the day of doom to one of us. For know my heart hath sworn immortal hate To thee and all the house of Lancaster.
20
CLIFFORD
And here I stand and pitch my foot to thine, Vowing not to stir till thou or I be slain. For never shall my heart be safe at rest Till I have spoiled the hateful house of York.
25
Alarums. They fight. York kills Clifford YORK
Now, Lancaster, sit sure — thy sinews shrink. Come, fearful Henry, grovelling on thy face — Yield up thy crown unto the prince of York.
Exit
Alarums, then enter Young Clifford YOUNG CLIFFORD
Shame and confusion, all is on the rout! Fear frames disorder, and disorder wounds Where it should guard. O, war, thou son of hell, Whom angry heavens do make their minister,
31
270
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19/10/2017 18:25:07
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 3
YORK
Il braccio micidiale di Clifford ha ucciso il mio cavallo. Ma ho duellato con lui e anch’io ho dato la bella bestia che tanto amava in preda ai corvi e agli avvoltoi. Entra lord Clifford WARWICK (a Clifford)
Per uno di noi, o per tutti e due, è giunta l’ora. YORK
Fermo, Warwick – cercati altra selvaggina, questo daino devo cacciarlo io fino alla morte. WARWICK
Allora, York, fallo nobilmente: tu combatti per la corona. (A Clifford) Quant’è vero che oggi spero di aver fortuna, Clifford, mi addolora profondamente andarmene senza scontrarmi con te. Esce YORK 221
Clifford, poiché ci troviamo qui da soli l’uno contro l’altro, questo sia per noi il giorno del giudizio, perché sappi che il mio cuore ha giurato odio immortale a te e a tutta la casa di Lancaster. CLIFFORD
E io starò qui ad affrontarti con il mio piede piantato davanti al tuo e giuro di non muovermi finché uno di noi due non venga ucciso. Poiché il mio cuore non avrà mai pace finché non abbia distrutto l’odiata casa di York. Allarmi. Combattono. York uccide Clifford YORK
Ora, Lancaster, sta’ pur fermo – le tue forze si estinguono. Vieni, pauroso Enrico, striscia con la faccia a terra – cedi la tua corona al principe di York. Esce Allarmi, poi entra il giovane Clifford GIOVANE CLIFFORD
Vergogna e dannazione, tutti sono in rotta! La paura causa disordine e il disordine ferisce chi dovrebbe difendere. O guerra, figlia dell’inferno, che i cieli adirati ti hanno reso loro agente, scaglia nei 271
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19/10/2017 18:25:07
2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 3
Throw in the frozen bosoms of our part Hot coals of vengeance! Let no soldier fly! He that is truly dedicate to war Hath no self-love; nor he that loves himself Hath not essentially, but by circumstance, The name of valour.
35
He sees his father’s body O, let the vile world end, And the premisèd flames of the last day Knit earth and heaven together. Now let the general trumpet blow his blast, Particularities and petty sounds To cease! Wast thou ordainèd, dear father, To lose thy youth in peace, and to achieve The silver livery of advisèd age, And in thy reverence and thy chair-days, thus To die in ruffian battle? Even at this sight My heart is turned to stone, and while ’tis mine It shall be stony. York not our old men spares; No more will I their babes. Tears virginal Shall be to me even as the dew to fire, And beauty that the tyrant oft reclaims Shall to my flaming wrath be oil and flax. Henceforth I will not have to do with pity. Meet I an infant of the house of York, Into as many gobbets will I cut it As wild Medea young Absyrtus did. In cruelty will I seek out my fame. Come, thou new ruin of old Clifford’s house,
40
45
50
55
60
He takes his father’s body up on his back As did Aeneas old Anchises bear, So bear I thee upon my manly shoulders. But then Aeneas bare a living load, Nothing so heavy as these woes of mine
65
Exit with the body
272
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19/10/2017 18:25:07
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 3
gelidi petti della nostra fazione tizzoni ardenti di vendetta! Nessun soldato fugga! Chi è davvero votato alla guerra non ama se stesso; chi ama se stesso non possiede la sostanza, ma solo l’apparenza, del valore. Vede il corpo del padre Oh, perisca questo vile mondo e le fiamme predestinate del giorno del giudizio avvolgano cielo e terra insieme. Suoni la tromba universale, tacciano le gesta individuali e gli insulsi fragori! Eri dunque destinato, caro padre, a perdere la giovinezza nella pace, a vestire l’argentea livrea della saggia vecchiaia, e nella veneranda età del riposo a morire così nella scellerata battaglia? Nel vedere questo mi si impietrisce il cuore e di pietra sarà finché l’avrò in petto. York non risparmia i nostri vecchi, né io risparmierò i loro bambini. Per me le lacrime innocenti saranno come la rugiada per il fuoco e la bellezza che può intenerire i tiranni sarà olio e stoppa per la mia ira ardente. D’ora innanzi non saprò più cosa sia la pietà. Se incontrerò un bambino della casa di York lo farò a pezzi, come la feroce Medea con il piccolo Assirto222. Cercherò la fama nella crudeltà. Vieni, tu nuovo rudere della casa del vecchio Clifford, Si carica sulle spalle il corpo del padre come Enea portò il vecchio Anchise, così ti porto sulle mie forti spalle. Ma lui, Enea, portava un carico vivo, non pesante come questi miei dolori. Esce con il corpo
273
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19/10/2017 18:25:07
2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 4
5.4
[Alarums again. Then enter three or four bearing the Duke of Buckingham wounded to his tent.] Alarums still. Enter King Henry, Queen Margaret, and others
QUEEN MARGARET
Away, my lord! You are slow. For shame, away! KING HENRY
Can we outrun the heavens? Good Margaret, stay. QUEEN MARGARET
What are you made of? You’ll nor fight nor fly. Now is it manhood, wisdom, and defence, To give the enemy way, and to secure us By what we can, which can no more but fly.
5
Alarum afar off If you be ta’en, we then should see the bottom Of all our fortunes; but if we haply scape — As well we may if not through your neglect — We shall to London get where you are loved, And where this breach now in our fortunes made May readily be stopped.
10
Enter Young Clifford YOUNG CLIFFORD (to King Henry)
But that my heart’s on future mischief set, I would speak blasphemy ere bid you fly; But fly you must; uncurable discomfit Reigns in the hearts of all our present parts. Away for your relief, and we will live To see their day and them our fortune give. Away, my lord, away!
15
Exeunt
274
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19/10/2017 18:25:07
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 4
V, 4
[Nuovi allarmi. Poi entrano tre o quattro portando alla sua tenda il duca di Buckingham ferito.] Ancora allarmi. Entrano re Enrico, la regina Margherita, e altri 223
REGINA MARGHERITA
Andiamo, mio signore! Siete troppo lento. Vergogna, andiamo! RE ENRICO
Possiamo forse sfuggire ai cieli? Cara Margherita, fermatevi. REGINA MARGHERITA
Di cosa siete fatto? Non combattete e neppure fuggite. Adesso è una questione di virilità, saggezza e difesa, smettere di combattere il nemico e metterci in salvo con qualunque mezzo; non possiamo fare altro che fuggire. Allarmi in lontananza Se vi prendono, la nostra sorte è segnata; ma se riusciamo a fuggire – e ce la possiamo fare se non rinunciate – andremo a Londra dove siete amato e dove sarà possibile arginare in fretta la breccia aperta nelle nostre fortune. Entra il giovane Clifford GIOVANE CLIFFORD (a re Enrico)
Se la mia mente non fosse ormai rivolta al male futuro da compiere, preferirei bestemmiare piuttosto che consigliarvi la fuga. Tuttavia dovete fuggire; adesso regna un totale scoramento nel nostro esercito. Via, mettetevi in salvo, e vivremo abbastanza per riportare una vittoria come la loro e fargli provare la sorte che ora è nostra. Via, mio signore, via! Escono
275
Shakespeare_Drammi storici.indb 275
19/10/2017 18:25:07
2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
5.5
Alarum. Retreat. Enter the Duke of York, his sons Edward and Richard, and soldiers, including a drummer and some bearing colours
YORK (to Edward and Richard)
How now, boys! Fortunate this fight hath been,66 I hope, to us and ours for England’s good And our great honour, that so long we lost Whilst faint-heart Henry did usurp our rights. Of Salisbury, who can report of him? That winter lion who in rage forgets Agèd contusions and all brush of time, And, like a gallant in the brow of youth, Repairs him with occasion. This happy day Is not itself, nor have we won one foot If Salisbury be lost. RICHARD My noble father, Three times today I holp him to his horse; Three times bestrid him; thrice I led him off, Persuaded him from any further act; But still where danger was, still there I met him, And like rich hangings in a homely house, So was his will in his old feeble body.
5
10
15
Enter the Earls of Salisbury and Warwick EDWARD (to York)
See, noble father, where they both do come — The only props unto the house of York! SALISBURY
Now, by my sword, well hast thou fought today; By th’ mass, so did we all. I thank you, Richard. God knows how long it is I have to live, And it hath pleased him that three times today You have defended me from imminent death.
20
1-4. How … rights: non in F. 276
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19/10/2017 18:25:07
2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
V, 5
Allarme. Ritirata. Entra il duca di York, i suoi figli Edoardo e Riccardo, e soldati, compreso un tamburino e alcuni portabandiera 224
YORK (a Edoardo e Riccardo)
Ebbene, ragazzi! È stata una battaglia fortunata, spero, per noi e i nostri, per il bene dell’Inghilterra e il nostro grande onore, che tanto a lungo ci è stato negato mentre il pavido Enrico usurpava i nostri diritti. Notizie di Salisbury? Quel leone ormai nell’inverno della sua vita, che quando è infuriato dimentica gli acciacchi dell’età e gli insulti del tempo, e come un valoroso nel fiore della gioventù si riprende con l’azione. Questo giorno felice non è tale, né abbiamo guadagnato un solo metro di terreno, se Salisbury è perduto. RICCARDO
Nobile padre, tre volte oggi l’ho aiutato a montare in sella, tre volte gli sono stato sopra per difenderlo, tre volte l’ho condotto via e dissuaso dal continuare, ma l’ho sempre ritrovato dovunque ci fosse pericolo; la determinazione in quel suo corpo debole e vecchio era come un prezioso arazzo in una casa modesta. Entrano i conti di Salisbury e Warwick EDOARDO (a York)
Guardate, nobile padre, eccoli arrivare entrambi – i soli sostegni della casa di York! SALISBURY
Ebbene, per la mia spada, oggi hai combattuto bene; e così tutti noi, per Dio. Ti ringrazio, Riccardo. Dio solo sa quanto mi resta da vivere e oggi ha voluto che per tre volte tu mi difendessi dalla morte immi-
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2 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
Well, lords, we have not got that which we have — ’Tis not enough our foes are this time fled, Being opposites of such repairing nature.
25
YORK
I know our safety is to follow them, For, as I hear, the King is fled to London, To call a present court of Parliament. Let us pursue him ere the writs go forth. What says Lord Warwick, shall we after them?
30
WARWICK
After them? Nay, before them if we can! Now by my hand, lords, ’twas a glorious day! Saint Albans battle won by famous York Shall be eternized in all age to come. Sound drums and trumpets, and to London all, And more such days as these to us befall!
35
[Flourish] Exeunt
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2 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
nente. Tuttavia, signori, non abbiamo ancora reso definitive le nostre conquiste – non basta che i nostri nemici questa volta siano fuggiti, perché sono avversari capaci di riconquistare ciò che hanno perso. YORK
So bene che per esser sicuri dobbiamo inseguirli, perché a quanto sento il re è fuggito a Londra per convocare subito una riunione del Parlamento. Inseguiamoli prima che siano inviate le convocazioni. Che dice lord Warwick, gli andiamo dietro? WARWICK
Dietro? No, davanti a loro, possibilmente! Per la mia mano, signori, è stato un giorno glorioso! La battaglia di Saint Albans, vinta dal celebre York, sarà ricordata in tutte le epoche future. Suonino tamburi e trombe, e via tutti a Londra, e possano toccarci altri giorni come questi! [Squilli di tromba.] Escono
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2 HENRY VI, ADDITIONAL PASSAGES
ADDITIONAL PASSAGES
A. We adopt the 1594 Quarto version of the Queen’s initial speech, 1.1.24-9; the Folio version, which follows, is probably the author’s original draft. QUEEN MARGARET
Great King of England, and my gracious lord, The mutual conference that my mind hath had — By day, by night; waking, and in my dreams; In courtly company, or at my beads — With you, mine alder liefest sovereign, Makes me the bolder to salute my king With ruder terms, such as my wit affords And overjoy of heart doth minister.
5
B. For 1.4.39-40.2 the Quarto substitutes the following; it may report a revision made in rehearsal to cover the Spirit’s descent. The Spirit sinks down again BOLINGBROKE
Then down, I say, unto the damnèd pool Where Pluto in his fiery wagon sits Riding, amidst the singed and parchèd smokes, The road of Ditis by the River Styx. There howl and burn for ever in those flames. Rise, Jordan, rise, and stay thy charming spells — Zounds, we are betrayed!
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2 ENRICO VI, AGGIUNTE AL TESTO
AGGIUNTE AL TESTO
A. Per il primo discorso della regina (I, 1, 24-29) la presente edizione adotta la lezione del testo del 1594, nella convinzione che essa rispecchi una revisione dell’autore. Si riporta qui di seguito la versione editoriale del testo contenuto nel Folio, ritenuta la versione originale dell’autore. REGINA MARGHERITA
Gran re d’Inghilterra e mio grazioso signore, l’intima conversazione che la mia mente ha avuto con voi, mio amatissimo sovrano – di giorno e di notte, vegliando e sognando, in compagnia di cortigiani o da sola recitando il rosario – mi rende ardita al punto da salutare il mio re con le sobrie parole che l’intelligenza mi fornisce e l’eccesso di gioia che provo nel cuore mi consente.
B. Ai versi I, 4, 39-40.2, il testo del 1594 sostituisce i seguenti, che potrebbero riflettere una revisione autoriale effettuata durante le prove per nascondere la discesa dello spirito. Lo spirito sprofonda. BOLINGBROKE
Allora sprofonda, ti dico, nel luogo maledetto dove Plutone, sul suo carro infuocato, cavalca tra i fumi bruciati e riarsi la strada di Dite presso lo Stige. Urla e brucia per sempre là, tra quelle fiamme. Alzati, Jordan, alzati, e trattieni i tuoi sortilegi incantatori – per Dio, siamo traditi!
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2 HENRY VI, ADDITIONAL PASSAGES
C. The entire debate on Duke Humphrey’s death in 3.1 is handled differently by the Quarto from the Folio. We retain the Folio version of the debate, but the Quarto version may represent authorial revision. The following Q lines, roughly corresponding to 3.1.310-30.1, are of particular interest because they supply Buckingham with speeches for this latter part of the scene. [YORK]
Let me have some bands of chosen soldiers, And York shall try his fortune ’gainst those kerns. QUEEN MARGARET
York, thou shalt. My lord of Buckingham, Let it be your charge to muster up such soldiers As shall suffice him in these needful wars.
5
BUCKINGHAM
Madam, I will, and levy such a band As soon shall overcome those Irish rebels. But, York, where shall those soldiers stay for thee? YORK
At Bristol I will expect them ten days hence.
9
BUCKINGHAM
Then thither shall they come, and so farewell.
Exit
YORK
Adieu, my lord of Buckingham. QUEEN MARGARET
Suffolk, remember what you have to do — And you, Lord Cardinal — concerning Duke Humphrey. ’Twere good that you did see to it in time. Come, let us go, that it may be performed.
15
Exeunt all but York
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2 ENRICO VI, AGGIUNTE AL TESTO
C. L’intero dialogo relativo al futuro omicidio del duca Humphrey in III, 1 è organizzato diversamente nel testo del 1594. L’edizione Oxford segue la versione del Folio, ma quella di Q1 potrebbe rispecchiare una revisione autoriale. I seguenti versi di Q1, che corrispondono a III, 1, 310-330.1, sono particolarmente interessanti perché attribuiscono alcuni versi a Buckingham in questa parte finale della scena. [YORK]
Procuratemi un distaccamento di soldati scelti e York tenterà la sua fortuna contro quei selvaggi dell’Irlanda. REGINA MARGHERITA
Così sia, York. Mio signore di Buckingham, sarà compito vostro reclutare i soldati che gli saranno necessari per questa campagna. BUCKINGHAM
Sì, signora, arruolerò un contingente tale che riuscirà ben presto a sconfiggere quei ribelli irlandesi. Ma, York, dove ti dovranno attendere i soldati? YORK
Entro dieci giorni li aspetto a Bristol. BUCKINGHAM
Allora sarà là che andranno. Addio. Esce YORK
Addio, mio signore di Buckingham. REGINA MARGHERITA
Suffolk, ricordate che cosa dovete fare – e voi, cardinale – riguardo al duca Humphrey. Sarebbe meglio che voi provvedeste per tempo. Venite, andiamo, in modo che la cosa possa essere conclusa. Escono tutti tranne York
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2 HENRY VI, ADDITIONAL PASSAGES
D. We adopt the Quarto version of the confrontation between Clifford and York at 5.3.20-30; the Folio version, an edited text of which follows, is probably the author’s original draft. CLIFFORD
What seest thou in me, York? Why dost thou pause? YORK
With thy brave bearing should I be in love, But that thou art so fast mine enemy. CLIFFORD
Nor should thy prowess want praise and esteem, But that ’tis shown ignobly and in treason.
5
YORK
So let it help me now against thy sword, As I in justice and true right express it. CLIFFORD
My soul and body on the action, both. YORK
A dreadful lay. Address thee instantly. CLIFFORD
La fin couronne les oeuvres.
5
Alarms. They fight. York kills Clifford YORK
Thus war hath given thee peace, for thou art still. Peace with his soul, heaven, if it be thy will.
Exit
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2 ENRICO VI, AGGIUNTE AL TESTO
D. Per lo scontro tra Clifford e York (V, 3, 20-30), l’edizione Oxford segue la versione contenuta nel testo del 1594. Si riporta qui di seguito la versione editoriale del testo del Folio, ritenuta la versione originale dell’autore. CLIFFORD
Che cosa vedi in me, York? Perché esiti? YORK
Dovrei ammirare il tuo valoroso contegno, se non fosse che sei mio nemico giurato. CLIFFORD
Né la tua prodezza mancherebbe di essere lodata e stimata, se non fosse mostrata per una causa ignobile e macchiata dall’infedeltà. YORK
Allora che essa mi aiuti contro la tua spada, mentre la impiego per la causa della giustizia e del diritto. CLIFFORD
Sono pronto a giocarmi l’anima e il corpo sull’esito di questo scontro. YORK
Una scommessa terribile. In guardia. CLIFFORD
La fin couronne les oeuvres. Allarmi. Combattono. York uccide Clifford YORK
Così la guerra ti ha dato la pace: ora sei finalmente quieto. Concedi la pace alla sua anima, o cielo, se questa è la tua volontà. Esce
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The True Tragedy of Richard Duke of York and the Good King Henry VI (3 Henry VI) La vera tragedia di Riccardo duca di York e del buon re Enrico VI (3 Enrico VI) Testo inglese a cura di WILLIAM MONTGOMERY Nota introduttiva, traduzione e note di DANIELE BORGOGNI
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Nota introduttiva
Pur essendo uno dei primi drammi nel canone shakespeariano, La vera tragedia di Riccardo duca di York e del buon re Enrico VI (o 3 Enrico VI come sarà indicata qui per brevità e consuetudine) rappresenta una tappa importante nell’elaborazione di un nuovo genere, quello delle Histories come sono defi nite nel Catalogue del Folio, e che si imporrà nel teatro elisabettiano come un genere di grande successo. Dal punto di vista tecnico, il testo presenta già una certa maturità nell’orchestrare le strutture drammaturgiche e adattarle a un materiale storico non semplice da organizzare: la vicenda, infatti, si sviluppa su un arco temporale che abbraccia ben sedici anni, dalla prima battaglia di St. Albans (1455) alla battaglia di Tewkesbury (1471), e presenta un numero di personaggi decisamente elevato. Eppure, nonostante le cospicue condensazioni degli eventi, il dramma è perfettamente intelligibile, sia come testo in sé, sia come testo inserito nel più ampio disegno di una sequenza (l’azione è saldata a quella di 2 Enrico VI, senza soluzione di continuità). Il ricco repertorio di battaglie, intrighi e uccisioni presenta una forte componente spettacolare e non stupisce che il pubblico elisabettiano apprezzasse un dramma scandito da squilli di tromba, allarmi, combattimenti, ritirate e ambascerie, il tutto sapientemente inserito sullo sfondo di eventi storici rilevanti per il contesto storico-politico dell’epoca. Del resto, si tratta di un’opera che mostra le dinamiche del potere nelle loro manifestazioni più elementari e universali, la guerra e la passione amorosa. Insieme al caos della guerra civile, infatti, vengono mostrate le ambizioni personali dei grandi e le loro bramosie irrefrenabili, cui fanno da contraltare le tragiche difficoltà della gente comune, la marginalizzazio289
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3 ENRICO VI
ne dell’universo femminile, la figura inusitata di Enrico VI, raffigurato come re sofferente per il suo popolo, idealista e pacifico, assolutamente inadatto a portare il peso e le responsabilità della corona. L’attualità del dramma, però, non si limita all’aspetto contenutistico. Il testo, infatti, mostra il passaggio da una vecchia generazione a una nuova, di cui il gobbo Riccardo di York sarà l’emblema, in cui la prassi della congiura e dell’insinuazione viene estesa a un livello di ferocia universale fatto di battaglie continue, teste mozzate ed esposte, vittorie precarie. Degno culmine della trilogia enriciana, dunque, il dramma presenta alcune aperture fondamentali relative a problematiche centrali nella prima modernità e inglese, dall’interrogarsi sulla storia, il suo significato e il suo uso, al lasciar intravedere gli abissi di un linguaggio che nel corso dell’azione apparirà sempre più uno strumento infido e manipolabile. Da questo punto di vista, nel complesso intrecciarsi di vero storico e verisimile, invenzione ed encomio, il testo con cui si sostanzia l’esperimento di 3 Enrico VI lascia già intuire significativi esiti futuri. La complessità della vicenda e il susseguirsi degli scontri militari trova una esemplare controparte in un linguaggio articolato, in cui all’eloquenza militare si accompagnano le sottigliezze dell’intrigo politico, agli aneliti elegiaci di Enrico si contrappone con crescente nitidezza un altro tipo di retorica, capace di creare nuove sfumature sulla pelle di un camaleonte, nel quale gli alti ideali coincidono ormai con la conquista del potere. Data e trasmissione del testo 3 Enrico VI è unanimemente ritenuto uno dei primi testi scritti da Shakespeare: il testo si basa sulle Chronicles di Holinshed (1587); fu sicuramente scritto dopo 2 Enrico VI e prima del 1592: il verso I, 4, 138, infatti, viene citato in modo parafrasato nel pamphlet di Robert Greene Greene’s Groats-worth of Wit (1592) in quello che viene considerato un attacco allo stesso Shakespeare, bollato come “corvo arrivista che si fa bello con le nostre penne” e che “ritiene di essere l’unico Scuoti-scena (Shake-scene) del paese”. Sulla base di questi dati, la critica shakespeariana è abbastanza unanime nel ritenere che l’opera sia stata composta nel 1590 e, comunque, non più tardi del 1591. Come ricordato nell’introduzione a 2 Enrico VI, le recenti indagini di stilistica computazionale sembrano confermare l’ipotesi che l’opera sia frutto di una collaborazione: in particolare, appare molto probabile un 290
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NOTA INTRODUTTIVA
intervento di Christopher Marlowe, tanto che nella nuova edizione Oxford (2016) il suo nome compare come coautore del testo insieme a un altro drammaturgo ancora non identificato con sicurezza. Shakespeare è ritenuto l’autore delle scene più suggestive (come I, 4-II, 2; II, 4-III, 2; IV, 1; V, 1; V, 3-7) nonché il responsabile della probabile revisione generale del testo svolta intorno al 1594-95, mentre quelle attribuite a Marlowe (come I, 1-2; II, 3; IV, 2-8; V, 2) presentano forti somiglianze stilistiche con i suoi testi più noti, soprattutto Tamburlaine. Per quanto riguarda il titolo, l’opera è comunemente indicata come 3 Enrico VI o Enrico VI, parte terza, seguendo l’indicazione del Folio che presenta i tre drammi di Enrico VI articolandoli intorno alla figura del monarca. Al contrario, l’edizione Oxford propone il titolo che è ritenuto essere quello con cui l’opera era effettivamente conosciuta in epoca elisabettiana. La trasmissione del testo costituisce una delle croci della fi lologia shakespeariana. Per una più completa discussione di questo problema si rimanda alla precedente introduzione a 2 Enrico VI in questo volume e al Textual Companion. 3 Enrico VI è giunto in due versioni: nel 1595 Thomas Millington commissionò al tipografo Peter Short la stampa di un volume in-ottavo dal titolo The True Tragedie of Richard Duke of Yorke, and the death of good King Henrie the Sixt, with the whole contention betweene the two Houses Lancaster and Yorke (O). Dopo le successive edizioni in-quarto, Q2 (1600) e Q3 (1619), che sostanzialmente riproducevano il testo del 1595 e dunque non hanno autorità filologica indipendente, nel 1623 venne pubblicato The third Part of Henry the Sixt, with the death of the Duke of Yorke (F), testo di circa mille versi più lungo di quello del 1595. Esso, però, non presenta una forma definitiva o finale, ma sembra piuttosto una versione basata sulle bozze dell’autore non ancora adattate alla rappresentazione scenica: tra le incongruenze più evidenti vi sono le didascalie incoerenti, vaghe o meramente descrittive; l’attribuzione di alcuni discorsi a personaggi sbagliati; l’uso dei nomi propri di alcuni attori (Gabriel, Sinklo, Humfrey) invece dei personaggi da loro interpretati (il Messaggero in I, 2, 49 e i due Guardacaccia in III, 1). Inoltre, F rivela in più punti una singolare coincidenza con passi o scene di Q3, il che lascia pensare che, nel preparare l’edizione del 1623, i curatori abbiano utilizzato il testo del 1619 per integrare lacune o passi non decifrabili nel manoscritto in loro possesso. 291
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3 ENRICO VI
Gli studiosi settecenteschi ipotizzavano che O non fosse di Shakespeare o che fosse una sorta di prima stesura di F o il testo fonte su cui era basato F, ma Peter Alexander (1929) ha dimostrato che alcuni passi corrotti non potevano essere attribuiti a un compositore o a un trascrittore, ma erano da imputarsi a errori di memoria, per cui O doveva essere non una trascrizione dell’originale ma solo una versione riportata a memoria di quell’originale. Tuttavia, i curatori dell’edizione Oxford ritengono che la brevità di O non sia dovuta solo a delle lacune nella memoria nella trasmissione del testo e seguono l’opinione secondo la quale O riporterebbe in realtà una versione tagliata e forse anche deliberatamente rivista del testo che sarebbe poi stato utilizzato in F. Secondo John Cox e Eric Rasmussen (2001) O sarebbe un adattamento del copione originale o addirittura una trascrizione della effettiva messa in scena del dramma. In questo quadro assai complesso di ipotesi e interpretazioni, gli studiosi hanno comunque raggiunto un certo accordo nel considerare F un testo basato su un manoscritto perduto e non giunto a una versione definitiva, mentre O e i successivi testi in-quarto sarebbero la ricostruzione mnemonica di una versione tagliata e rivista basata sul copione usato per la messa in scena. Per questa ragione l’edizione Oxford, come la maggior parte delle edizioni moderne, utilizza F come testo di controllo ma ritiene più attendibile O per quanto riguarda le didascalie e anche alcune revisioni che potrebbero essere state apportate dall’autore in vista della messa in scena (cfr. anche le Aggiunte al testo). La tradizionale suddivisione in scene e atti, non presente in O né in F ma invalsa a partire dal XVIII secolo, viene regolarmente seguita, fatta eccezione per l’inserimento di due nuove scene (IV, 4 dopo IV, 3, 27 e IV, 10 dopo IV, 9, 32) che dovrebbero logicamente essere segnalate come tali dal momento che il palcoscenico resta vuoto, sebbene ciò, nel caso dell’ultima menzionata, implichi il fatto, molto improbabile, che il re esca di scena e vi rientri subito dopo. Fonti Come già ricordato nell’introduzione a 2 Enrico VI, tutta la trilogia si basa sostanzialmente sui fatti narrati nelle cronache di Edward Hall (1548 e 1550) e Raphael Holinshed (1577 e 1587). La maggior parte delle edizioni moderne, come quella di A. S. Cairncross (Routledge, 1964) o quella di Randall Martin (Oxford, 2001), riportano in appendice i passi 292
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NOTA INTRODUTTIVA
di Hall e Holinshed utilizzati (o modificati) nel dramma. Altri materiali o spunti provengono da A Mirror for Magistrates (1559) e da altre opere storiche, come The New Chronicles of England and France (1516) di Robert Fabyan; le Cronache del francese Jean Froissart (tradotte in inglese da John Bourchier, lord Berners, 1523-25); A Chronicle at Large di Richard Grafton (1569); le Chronicles of England di John Stow (1580). La vicenda A Londra irrompono nel Parlamento Riccardo Plantageneto, duca di
York, i suoi figli, Edoardo e il gobbo Riccardo, e alcuni nobili suoi alleati, tra cui il conte di Warwick. Sono reduci dalla vittoriosa battaglia di St. Albans nella quale hanno sconfitto i Lancaster, ma il re è riuscito a sfuggire alla cattura. Entra il re Enrico VI con i suoi sostenitori: lo scontro tra le due fazioni viene evitato dal pacifico Enrico, che accetta di nominare il duca di York suo legittimo erede a patto che la guerra civile cessi immediatamente ed egli stesso possa rimanere sovrano fino alla sua morte. Giunge la regina Margherita che, informata degli eventi, si infuria con il marito e decide di guidare lei stessa l’esercito per rivendicare i diritti dei Lancaster (I, 1). Riccardo ed Edoardo convincono il padre a rivendicare subito il trono, ma mentre gli York si preparano allo scontro, giunge notizia che sta arrivando la regina Margherita con un possente esercito (I, 2). Nel campo di battaglia, il sanguinario lord Clifford, di parte Lancaster, raggiunge il giovane conte di Rutland, un altro figlio del duca di York, e lo trucida in modo spietato (I, 3). Il duca di York, catturato dai Lancaster, viene deriso e tormentato dalla regina Margherita prima di essere ucciso (I, 4). Edoardo e Riccardo, rifugiatisi vicino al confine con il Galles, attendono notizie del padre. Mentre assistono a un inusitato fenomeno (compaiono in cielo tre soli che poi si uniscono) entra un messaggero che li informa della morte del padre. Giungono anche Warwick e suo fratello Montague per informarli che il duca di Norfolk e Giorgio, un altro figlio del duca di York che si era rifugiato presso il duca di Borgogna, stanno arrivando in loro soccorso con dei rinforzi (II, 1). La regina Margherita e re Enrico entrano nella città di York, dove poco dopo giungono anche con il loro esercito Edoardo e Riccardo. Questi ultimi chiedono a Enrico di deporre la corona ma, di fronte al rifiuto della regina Margherita, decidono di dare battaglia (II, 2). Lo scontro sembra volgere a favore dei Lancaster ma Warwick e gli altri fedeli alla causa degli York decidono di 293
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3 ENRICO VI
tentare una sortita e combattere fino alla fine (II, 3). Durante la battaglia Riccardo si scontra contro Clifford, che fugge (II, 4), mentre re Enrico assiste in disparte alla battaglia vagheggiando una vita semplice lontano dagli affanni della politica e del mondo. Entra un soldato che ha ucciso un nemico e, mentre cerca di prendergli il denaro, scopre sconvolto che si tratta di suo padre. In seguito giunge un altro soldato che cerca di impadronirsi del denaro di un nemico ucciso e, togliendogli l’elmo scopre che si tratta del figlio. Mentre Enrico si affligge per queste due tragiche vicende viene informato della sconfitta dei Lancaster ed è invitato a fuggire verso la Scozia (II, 5). Warwick dispone che Edoardo si rechi a Londra per farsi incoronare re, mentre lui andrà in Francia per conto del sovrano a chiedere la mano di lady Bona, cognata del re Luigi, allo scopo di rinsaldare il potere della corona inglese (II, 6). In una foresta dell’Inghilterra settentrionale, due guardacaccia incontrano re Enrico travestito e, riconosciutolo, lo arrestano (III, 1). Intanto nel palazzo reale a Londra, il nuovo re, Edoardo IV, ascolta la richiesta di una vedova, lady Gray, che chiede la reintegrazione del proprio patrimonio. Edoardo decide inaspettatamente di prendere la donna in moglie. Rimasto solo, Riccardo rivela apertamente la propria ambizione di regnare (III, 2). In Francia la regina Margherita chiede aiuto al re Luigi. Giunge Warwick per chiedere a nome di Edoardo IV la mano di lady Bona; Luigi acconsente ma un messaggero dall’Inghilterra porta la notizia dell’improvviso matrimonio del re inglese con lady Gray. Offeso da tale comportamento, Luigi promette aiuti militari alla regina Margherita per vendicare il torto subito. A sua volta Warwick, sentendosi vilipeso da Edoardo, decide di schierarsi a fianco della regina e di reinsediare Enrico sul trono inglese (III, 3). La scena ritorna al palazzo reale di Londra, dove Edoardo risponde al malumore dei fratelli per il suo frettoloso matrimonio e per aver concesso benefici eccessivi ai familiari della nuova regina. Giorgio, in particolare, disapprova le scelte del fratello e sceglie di abbandonarlo. Giunge il messaggero dalla Francia che riporta le dichiarazioni bellicose del re di Francia e di Warwick e informa dell’imminente sbarco dei soldati francesi. Edoardo si prepara allo scontro (IV, 1). Warwick incontra Giorgio e gli dà in sposa sua figlia per suggellare la loro alleanza (IV, 2), poi segretamente penetra con i suoi nel campo degli York lasciato sguarnito (IV, 3), cattura Edoardo e infine marcia verso Londra per rimettere sul trono Enrico (IV, 4). A Londra, intanto, la neoregina lady Gray ha 294
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NOTA INTRODUTTIVA
appreso dell’arresto di Edoardo IV e decide di rifugiarsi in una chiesa per sfuggire all’arresto e salvare il nascituro figlio del re (IV, 5). Mentre Riccardo e alcuni nobili di parte York riescono a liberare Edoardo e fargli raggiungere le Fiandre (IV, 6), alla Torre di Londra re Enrico nomina Warwick plenipotenziario, lasciandogli l’incombenza del governo mentre lui si ritirerà a vita privata. Enrico predice anche il radioso futuro del giovane conte di Richmond, il quale viene subito inviato in Bretagna per essere preservato da qualunque pericolo (IV, 7). Edoardo IV, ritornato sul suolo inglese, giunge alla città di York. Fingendo di essersi riconciliato con Enrico e di non avere pretese al trono, egli convince il sindaco ad aprirgli le porte della città ma, con l’arrivo dei rinforzi, è indotto dal fratello Riccardo a rompere gli indugi, facendosi proclamare nuovamente re e preparandosi a un nuovo scontro con i Lancaster (IV, 8). Giunta notizia a Londra delle mosse di Edoardo, Warwick invia in gran fretta i nobili a lui fedeli ad arruolare truppe (IV, 9). Nel palazzo del vescovo di Londra, dove si trova Enrico, irrompono inaspettatamente Edoardo e Riccardo: catturato il re, che viene nuovamente rinchiuso nella Torre, essi si rimettono subito in marcia verso Coventry per cogliere di sorpresa i nemici (IV, 10). A Coventry, Warwick attende l’arrivo di rinforzi e rifiuta di arrendersi a Edoardo e Riccardo. Giungono i nobili suoi alleati, tra cui Giorgio, che però rifiuta di combattere per i Lancaster e si riunisce ai fratelli. Nonostante questa inattesa defezione, Warwick decide comunque di scendere in campo (V, 1). Warwick, gravemente ferito da Edoardo, muore mentre i nobili di parte Lancaster fuggono (V, 2). Dopo la vittoria, gli York decidono di recarsi subito a Tewkesbury, per combattere la regina Margherita prima che ella possa organizzare le proprie forze (V, 3). Nell’imminenza della battaglia, la regina Margherita ed Edoardo IV arringano i propri eserciti (V, 4). Vinta la battaglia decisiva, Edoardo esilia o fa giustiziare i nemici, cattura la regina Margherita e suo figlio, che viene ucciso. Mentre Riccardo si allontana velocemente per andare alla Torre di Londra, la regina, disperata, viene condotta via dopo aver lanciato maledizioni contro gli York (V, 5). Riccardo giunge alla Torre di Londra e uccide re Enrico, rivelando nuovamente la propria ambizione alla corona (V, 6). Nel palazzo reale di Londra Edoardo IV celebra la vittoria ma, mentre i fratelli rendono omaggio al neonato erede del re, Riccardo ribadisce la propria intenzione di eliminare tutti coloro che possono ostacolare la sua ascesa al potere (V, 7). 295
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3 ENRICO VI
Problematica e prospettiva critica Uno degli aspetti di 3 Enrico VI immancabilmente sottolineati dai critici è stato il senso di generale disordine evocato nel dramma: il classico studio di R. S. Berman (1962) si concentrava, per esempio, sulla distruzione delle relazioni tra padri e figli, re e sudditi in concomitanza con la debolezza della monarchia, mentre A. S. Cairncross (1964) defi niva l’opera uno “studio sull’anarchia nello stato, nella famiglia, nella mente individuale”. Alexander Leggatt (1988) ha sottolineato il crollo dell’ordine sociale e il parallelo svuotamento del concetto di eroismo che culmina nell’ultima parte della trilogia, mentre Maurice Hunt (1999) propone un parallelo tra 3 Enrico VI e la tragedia Gorboduc di Sackville e Norton (1561) mettendo in luce le conseguenze politiche di una serie di comportamenti innaturali. Molti studiosi hanno anche analizzato la presenza di metafore basate su elementi naturali in conflitto o l’uso di immagini di caccia o di animali predatori che evocherebbero il ritorno a un mondo bestiale di sopraffazione e ingiustizia. In questo universo neanche la religione offre appoggi sicuri, anzi i suoi rituali sono sovvertiti nei significati e nelle implicazioni: come ha mostrato Paul Strohm (2006), l’arrogante duca di York è costretto a subire una “passione” modellata su quella dei martiri medievali che provoca però conseguenze incontrollabili per i suoi aguzzini, in primis la regina Margherita. Tuttavia, questa perdita delle coordinate etiche di un intero popolo, portato alla rovina da quella classe nobiliare che avrebbe dovuto invece guidarlo, è stata troppo spesso appiattita su una lettura ideologicamente semplificata, come testimonianza di una volontà didascalica o encomiastica da parte di Shakespeare. Gli studi storicistici di E. M. W. Tillyard (1944) o L. B. Campbell (1947) proponevano un’interpretazione delle histories come una sorta di sequenza epica provvidenzialistica basata su un modello tripartito (violazione dell’ordine-caos-restauro dell’ordine) che intratteneva, celebrava i grandi del passato e forniva una lezione morale per il presente. La diffusa presenza di elementi di irregolarità e incongruenza sembra invece indicare che ciò che il testo vuole denunciare è non tanto l’esistenza di errori, crudeltà, caos, ma piuttosto la legittimazione di tale innaturale stato di cose. Il vero “peccato” di Enrico non è tanto politico, cioè la sua debolezza nel regnare, quanto epistemologico, cioè non impedire questo processo di “razionalizzazione” del torto, della capziosità nei ragionamenti, dell’universalizzazione del delitto. In que296
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sto mondo, in cui tutto diventa lecito e giustificabile, il gobbo Riccardo e la sua futura conquista della corona non rappresentano lo stadio finale della “malattia” dello stato, come spesso è stato detto, ma ne presentano semplicemente la vera natura: la sopraffazione, l’inganno e l’assenza di scrupoli non sono l’eccezione, ma la regola, sebbene tale disarmante rivelazione sia “contenuta” dall’apparenza caotica dell’opera. In questa prospettiva, l’adattamento e stravolgimento delle fonti, la compattazione o l’ellissi degli eventi, la varietà dei modi di riferirsi al passato, la labilità del confine tra azioni stilizzate e rappresentate acquistano un’importanza che trascende il mero livello strutturale: di fronte al tentativo classificatorio dei critici, che doverosamente segnalano in lunghe note o appendici le discrepanze con le fonti, il testo rivendica la libertà di organizzare i materiali storici per una maggiore efficacia scenica. Così, se il tentativo storicista era in fondo quello di concentrarsi su alcuni personaggi e momenti emblematici e usare la storia come exemplum per il presente, l’indisciplina del testo e la sua libertà nell’uso delle fonti (è significativo che il testo non utilizzi solo la cronaca di Holinshed, più recente, ma anche quella di Hall, seguendo ora l’una ora l’altra) rivelano la volontà di offrire allo spettatore-lettore una visione della storia più articolata, come sedimentazione di ambizioni, vendette e passioni i cui effetti esiziali investono tutta la società. Trascendendo il dibattito sul vero storico e il verisimile, e presentando in tutta la sua irriducibilità l’incontro-scontro tra la storia particulare e la Storia, le singole vicende non diventano più esempi pittoreschi ma situazioni emblematiche dalla valenza molto più ampia: si passa, come avrebbe detto Aristotele, dal “particolare” della storia all’“universale” della poesia. Il padre che ha ucciso il figlio e il figlio che ha ucciso il padre (II, 5), entrambi costretti ad arruolarsi a forza (come sempre più frequentemente accadeva nell’ultimo ventennio del XVI secolo in concomitanza con le varie guerre combattute dall’Inghilterra contro Francia, Irlanda, Paesi Bassi), conferiscono una inusitata drammaticità ai numerosi passi in cui i grandi dispongono sbrigativamente di reclutare uomini per proseguire la guerra (cfr. II, 1, 112 e 180; III, 3, 251; IV, 1, 128; IV, 9, 6-20). Parimenti, il cacciatore che scorta Edoardo IV e suo malgrado segue gli York per evitare di essere impiccato (IV, 5, 26) presenta un problema sicuramente molto sentito dal pubblico e costituisce il miglior commento alla piccata accusa di Warwick verso il “mutevole popolo” (IV, 9, 5). 297
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3 ENRICO VI
Gli aspetti appena discussi rientrano nel più ampio aspetto della fedeltà, uno dei temi caratteristici di 3 Enrico VI. Quando l’esule Enrico viene arrestato dai due guardacaccia (III, 1), egli cerca di corromperli allo scopo di dimostrare che la fedeltà è un concetto relativo e che gli uomini sono naturalmente volubili. In realtà, i due guardacaccia compiono il loro dovere, così come il guardiano della Torre rifiuta qualsiasi ricompensa per il buon trattamento riservato al re: lo ha fatto per dovere morale e rispetto alla corona, non per tornaconto personale (IV, 7, 1-11). Al contrario, il tradimento è prerogativa dei nobili, come dimostrano esemplarmente le vicende di Warwick, che da nemico giurato dei Lancaster diventa il loro primo alleato (III, 3, 181-85), e Giorgio di Clarence, che abbandona il fratello schierandosi con Warwick (IV, 1, 116-21), salvo cambiare ancora una volta bandiera e tornare a combattere a fianco dei fratelli promettendo di non essere più incostante (V, 1, 85-105). Questi ripetuti colpi di scena, con il frenetico succedersi di alleanze stravolte, giuramenti rinnegati, battaglie cruente senza vinti né vincitori, segnalano che le azioni degli uomini – anche di coloro che, come Luigi di Francia, esortano a cavalcare la fortuna e a non lasciarsene sopraffare (III, 3, 16-18) o che, come Edoardo, si vantano di poter sfuggire almeno con la loro mente ai capricci della sorte (IV, 3, 19-20) – non sono affatto controllabili e finiscono per sortire sempre risultati ironicamente inattesi: Rutland implora misericordia e viene trucidato da Clifford (I, 3); York ambisce al trono e invece viene ucciso (I, 4); Warwick vuole combinare un matrimonio che suggelli l’alleanza con la Francia ma Edoardo sposa lady Gray (III, 2); Edoardo sottovaluta il nemico e lascia sguarnito il proprio accampamento facendosi addirittura catturare mentre dorme (IV, 3 e IV, 4); Enrico si dice sicuro di vincere lo scontro contro gli York e viene catturato (IV, 10); Warwick attende i rinforzi e invece giungono i nemici (V, 1, 1-15); Edoardo è convinto di aver posto termine alle guerre fratricide e di poter godere di una pace duratura proprio mentre Riccardo dichiara al pubblico la propria intenzione di sbarazzarsi dei parenti per impossessarsi della corona. In fondo tale paradigma è imposto fin dal primo verso, con Warwick che si domanda perplesso come il re sia inspiegabilmente riuscito a fuggire (I, 1). Questa sorta di ironia negativa è ulteriormente rafforzata dai numerosi parallelismi e inversioni che mostrano come un evento abbia in realtà molteplici aspetti e ricorrenze e non possa dunque assumere mai signifi298
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cati stabili: i due casi più evidenti sono quelli che riguardano re Enrico, che assiste alla battaglia di Towton seduto su un molehill (II, 5) proprio come il duca di York dopo la battaglia di Wakefield era stato trascinato per scherno su un analogo rialzo di terra (I, 4), e la regina Margherita, la cui crudeltà nel consegnare al duca di York il fazzoletto intriso del sangue del giovane Rutland (I, 4) trova il degno contrappasso nella spietata uccisione del principe Edoardo davanti agli occhi della stessa regina (V, 5). Se in 2 Enrico VI le azioni e le trame segrete dei personaggi sembravano destinate ad aver successo, in 3 Enrico VI assistiamo alle loro incontrollabili conseguenze per mezzo di un testo fondamentalmente decentrato, appropriatamente intitolato a un re che non ne è il protagonista, nel quale la storia viene indagata nelle sue zone più ambigue. All’interno della più ampia dinamica che contrappone due famiglie in lotta per il potere, per esempio, il dramma si interroga sulle relazioni tra i generi. In un testo così “maschile” come 3 Enrico VI, l’universo femminile appare quanto mai subalterno: lady Bona è una mera merce di scambio in una transazione politica e scopre di essere stata già scartata nel momento in cui viene corteggiata per procura da Warwick; lady Gray è una vedova che chiede il reintegro dei propri diritti e finisce per diventare regina ma confinata a un ruolo di donna-madre che deve accudire l’erede al trono e quindi ricondotta pur sempre a un ruolo convenzionale all’interno dell’ordine patriarcale. Il vero portatore delle istanze femminili è paradossalmente re Enrico, ripetutamente mostrato in situazioni o atteggiamenti che ne sottolineano la perdita di mascolinità. Fin dal precedente dramma Enrico è caratterizzato in tal senso, soppiantato nel suo ruolo di marito da Suffolk e nel suo ruolo di guida dello stato da Margherita; qui è addirittura sbeffeggiato da Riccardo per aver permesso alla moglie di “portare i pantaloni” (V, 5, 23-24), ma soprattutto è paragonato da Warwick alla “pudica Diana” (IV, 9, 20-21): tale parallelo, che era una delle allusioni più comuni per indicare la regina Elisabetta I, era chiarissimo per il pubblico dell’epoca e il fatto che compaia in un dramma con un re debole e una donna al potere nel tragico contesto delle guerre civili indica che il conflitto tra maschile e femminile diventa anche una indiretta riflessione sulla grande apprensione con cui si guardava al problema della successione di Elisabetta, priva di eredi. In questo sovvertimento generale dei ruoli gerarchici e familiari spicca ovviamente la figura della regina Margherita, immancabile bersaglio 299
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degli avversari che cercano di esorcizzarne il ruolo trasgressivo. Simbolo stesso della crudeltà, ella è di solito considerata una sorta di alter-ego femminile di Riccardo e, in quanto virago amazzonica con l’armatura che usurpa le prerogative maschili, ella fi nisce per avere le caratteristiche del rimosso maschile, riassumendo nella sua figura anche i tratti di altri personaggi femminili demoniaci della trilogia, come Eleanor Cobham o la Pulzella. In realtà, in tempi recenti questa lettura del suo personaggio è stata ampiamente problematizzata, non tanto per riabilitarne in assoluto la figura, quanto per mostrarne la pregnanza e le implicazioni nel panorama storico-ideologico di fine XVI secolo. Se in base alle coordinate culturali dell’epoca l’inversione dei ruoli era sospetta, in quanto prodromo di un più ampio e diffuso disordine sociale, la vicenda di 3 Enrico VI mostra anche che l’ordine familiare patriarcale, come quello apparentemente ripristinato nella conclusione, è puramente rituale, alla luce dell’affermazione di Riccardo di non riconoscere l’esistenza di padri o fratelli. Così M. L. Williamson (1987) ha proposto una lettura alternativa della prima tetralogia shakespeariana, notando come i personaggi femminili forti, di cui Margherita è l’emblema, vengano trasformati dagli uomini in comodi capri espiatori cui attribuire le responsabilità del caos che sconvolge la società. Anche N. S. Levine (1998) sostiene che in 3 Enrico VI la regina non presenta solo aspetti negativi, poiché in realtà ella è costretta a fare la parte dell’uomo (come già rimarcava Hall) per tutelare i diritti dinastici del figlio e gli stessi interessi nazionali inglesi; Katherine Schwarz (2000) è ancora più esplicita nel riconoscere a Margherita la capacità di mettere in crisi le strutture patriarcali perché, a differenza della Pulzella di cui è simbolicamente “erede”, ella compie quest’azione distruttiva dall’interno dei ruoli sociali canonici, in quanto madre e moglie. Inoltre, la presenza di una regina in panni maschili aveva una ovvia eco contemporanea: come ricorda L. S. Marcus (1987), l’appassionata orazione di Margherita prima della battaglia decisiva (V, 4) suonava familiare a un pubblico che aveva ancora nelle orecchie l’arringa che a Tilbury nel 1588 Elisabetta I, vestita con l’armatura, aveva indirizzato ai soldati che dovevano difendere la patria dall’invasione spagnola. La virilità di Margherita è costantemente ricordata anche per enfatizzare il contrasto con il debole consorte Enrico, la cui assoluta inadeguatezza come re introduce una tragica percezione del destino che attende il 300
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popolo inglese. Di fronte a una tragedia di cui si comprende la portata ma non la soluzione, l’unico discorso alternativo alla logica deviata dei potenti non può che essere quello sprovveduto e ingenuo di Enrico, o quelli di chi, come Rutland o York, sono sottoposti alla violenza spietata e, nella lettura di Huw Griffith (2010), aiutano il pubblico a rispondere con empatia alla vulnerabilità umana. La bontà e debolezza di Enrico portano anche a un’inusitata frammentazione del concetto stesso di sovranità: in IV, 7, il pubblico è posto di fronte a una situazione nella quale vi sono due re, legittimamente proclamati e contemporaneamente in carica dopo essere stati liberati dalla prigionia (Enrico VI e Edoardo IV); due plenipotenziari, cui è affidato il governo congiunto del regno (Warwick e Clarence); due futuri sovrani che, nel bene e nel male, segneranno le imminenti vicende storiche dell’Inghilterra (Enrico di Richmond, poi Enrico VII Tudor, e Riccardo di Gloucester, poi Riccardo III). In questa situazione in cui la precarietà diventa la cifra fondamentale, anche la regalità diventa un concetto assai problematico: la testa di York viene beffardamente cinta di una corona di carta (I, 4), Enrico VI è arrestato da due umili guardacaccia (III, 1), addirittura Edoardo IV compare in scena in modo assai poco regale, in vestaglia su una sedia mentre dorme (IV, 4), senza dimenticare che per tutto il dramma è il continuo bersaglio di altri personaggi per la sua lussuria. Anche la corona perde la sua unicità come simbolo: menzionata per oltre 60 volte nell’opera, essa diventa un oggetto fantasmatico, a testimonianza di quanto essa è stata svuotata del suo significato più pregno, spia evidente di una incertezza generale che investe prepotentemente l’universo dei segni. Del resto, sono proprio i personaggi eccentrici gli unici a mantenersi costanti e coerenti nel testo: l’idiota dostoevskiano Enrico che vorrebbe scambiare il suo posto con quello di un pastore, la virile Margherita accusata di indossare i pantaloni al posto del marito, il fisicamente e moralmente deforme Riccardo obbligano gli altri personaggi ma anche gli spettatori-lettori a rivedere i propri assunti e l’idea stessa di “normalità”. Come le affermazioni e le aspettative, sistematicamente smentite, anche la legittimazione del potere, infatti, si basa sull’illusione che le parole e le formule (come nella proclamazione in IV, 8, 71-75) abbiano ancora una solidità, nonché una coerenza etica e di significato che invece hanno irrimediabilmente perso. In un testo nel quale nulla, dalle solenni 301
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dichiarazioni agli imprigionamenti alle alleanze, viene presentato come definitivo, la storia della guerra civile diventa un prisma di interpretazioni, non di fatti. L’unica coerente “verità” è quella sconvolgente messa cinicamente a nudo nei monologhi del gobbo Riccardo, che, pur modellato sul personaggio del Vizio del teatro medievale, ne trascende decisamente le caratteristiche, smascherando la nuova prospettiva esistenziale dell’uomo moderno, machiavellico e senza scrupoli nel raggiungere i suoi obiettivi. Anche se rientra nell’ambito delle curiosità, è significativo che, delle tre occorrenze nel macrotesto shakespeariano del nome Machiavel, ben due siano nelle opere dedicate a Enrico VI: 1 Enrico VI (V, 6, 74) e 3 Enrico VI (III, 2, 193). Se in 1 Enrico VI era ancora necessario ricorrere a una figura misteriosa e quasi sovrannaturale come la Pulzella e in 2 Enrico VI compaiono ancora pratiche alternative (come la negromanzia) o personaggi sovversivi (come Jack Cade), qui Riccardo emerge come una figura assolutamente concreta, organica alla società, lucida nel presentare se stessa e gli eventi che la circondano come il frutto naturale delle azioni umane, di deliberate pratiche di potere senza alcuna causa trascendente. A parità di ferocia, un personaggio come Clifford, che incarna il consigliere spietato sempre incline a usare la forza contro i nemici, esemplifica un comportamento linguistico standardizzato, infarcito di proverbi e luoghi comuni persino in punto di morte (II, 6). Riccardo, invece, fa intravedere il prepotente emergere di una soggettività nuova, che cambia le regole del gioco capovolgendo addirittura, come ha mostrato Katherine Schaap Williams (2009), gli stereotipi legati alla sua deformità utilizzandoli come punto di forza. Proprio il suo difetto fisico assurge a emblema di corruzione morale, ma soprattutto offre una potentissima incarnazione di quella commistione di umano e bestiale che Machiavelli aveva individuato come caratteristica centrale del principe. Con Riccardo, quindi, irrompe sulla scena anche un nuovo linguaggio, che diviene progressivamente il grimaldello che scardina ogni categoria, politica e umana. In modo assolutamente appropriato, alla sua prima apparizione sul palcoscenico (I, 1) Riccardo chiede beffardamente alla testa mozzata di Somerset di parlare in vece sua, lasciando intendere che il suo personaggio sarà proprio caratterizzato da questa capacità ventriloquistica di far convivere ironia, disprezzo e realismo. Se, come ha proposto Coppelia Kahn (1981), nei drammi storici l’identità maschile 302
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emerge come emulazione o rivalità nei confronti del padre, è possibile interpretare la morte del duca di York come la causa scatenante dell’evoluzione nel linguaggio di Riccardo, che emblematicamente passa da II, 1, 20 (in cui si diceva onorato per il solo fatto di essere il figlio del duca di York) a II, 1, 79-88 e 201-03 (in cui reagisce alla notizia della morte del padre con una tirata che ricorda la roboante retorica degli eroi della tragedia di vendetta) fino a V, 6, 80 (in cui afferma di non avere padri e fratelli). Anche Elihu Pearlman (1992) suggerisce che 3 Enrico VI costituisce un laboratorio per elaborare lo stile verbale di Riccardo, in particolare quelle caratteristiche di spietata ironia che ne costituiranno la cifra in Riccardo III: esemplari, in proposito, l’irregolarità marcata di IV, 1, 20, che innesca la burlesca ripresa delle parole della promessa matrimoniale per irridere Edoardo, o la macabra derisione del sangue di Enrico che cade disperdendosi nella terra (V, 6, 61 e segg.). Di fronte alle parole vuote dei potenti, che in esse ripongono false certezze, a quelle dei carnefici, che le usano come strumento di offesa e tortura per l’avversario, o a quelle di Riccardo che mostrano apertamente la loro falsità, il dramma propone come alternativa il silenzio disperato di chi si rende conto dell’insufficienza delle parole (emblematica, da questo punto di vista, II, 5 in cui il padre, il figlio e Enrico stesso si chiudono in un pianto silenzioso) o il linguaggio misterioso e allusivo della profezia. Diversamente da altri testi shakespeariani, però, qui la profezia non dà la possibilità di formalizzare l’imprevedibile, né apre il testo a una forma di comunicazione superiore. Piuttosto, di fronte all’eccesso di realtà della guerra e della morte, essa non fa che riversare sul linguaggio quella incertezza epistemologica che sottostà all’intero dramma e si presenta come segno obliquo che usa un altro alfabeto per mostrare che quella realtà ingovernabile è un effetto prospettico, che la verità resta sempre imperscrutabile, che le azioni umane non possono essere ricondotte ad alcuna logica o significato. Al teatro spetta mettere in scena tutto questo, rivendicando per sé la facoltà di manipolare e riorganizzare la realtà storica trasformandola in realtà scenica. Il testo, infatti, si presenta anche come discorso fortemente metateatrale, che, rappresentando eventi storici tra i più caotici e turbolenti della storia inglese, di fatto mette in scena le proprie dinamiche spesso caotiche e turbolente, come le frequenti “guerre” tra compagnie rivali. Quando Edoardo viene catturato da Warwick e definito una mera “ombra” del 303
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re (IV, 3, 23), il testo gioca su un termine che, oltre al suo significato letterale, indicava l’attore che recitava una parte. Warwick è dunque colui che può trasformare re Edoardo nell’ombra di se stesso, ma anche colui che ne ricorda la reale essenza di attore che deve legittimare il proprio personaggio e dimostrare la sua bravura al pubblico. E tutto ciò proprio in un momento del dramma in cui la corona passa da una testa all’altra, la monarchia perde il proprio significato trascendente e il problema del “doppio corpo” del re, entità simbolica ma anche uomo in carne e ossa, appare in tutta la sua forza. Il testo interroga, quindi, la regalità anche nella sua dimensione scenica: Edoardo è diventato un simulacro del re, come un attore cui è stato sottratto il ruolo principale, e in questo scambio simbolico resta aperto l’allarmante dubbio che un re non valga poi tanto di più dell’attore che lo interpreta sul palcoscenico. La fortuna sulle scene e sullo schermo In base alle testimonianze dirette e indirette, il dramma riscosse un notevole successo di pubblico. Il già ricordato attacco di Robert Greene a Shakespeare dimostra che l’opera era conosciuta abbastanza da rendere immediatamente riconoscibile la citazione del verso in I, 4, 138. Ciò è confermato anche dagli stessi testi shakespeariani, sebbene si tratti chiaramente di un giudizio di parte: il frontespizio di Q3 (1619) ricorda che la tragedia fu “in più occasioni messa in scena dai servitori dell’onorevolissimo conte di Pembroke”, e anche il Coro finale di Enrico V allude alle vicende del regno di Enrico VI che “molte volte il nostro palco ha messo in scena.” (Epilogo, v. 13). Poco si sa delle messe in scena successive, anche perché nei secoli la trilogia di Enrico VI è stata quasi sempre allestita come spettacolo unico, nel quale venivano fatte confluire alcune parti dei tre drammi. Per una panoramica più completa, anche delle trasposizioni cinematografiche e televisive, si rimanda all’introduzione a 2 Enrico VI, al volume di Robert Shaughnessy (1994) e a quello di Stuart Hampton-Reeves e Carol Chillington Rutter (2006). L’edizione tascabile Oxford curata da Randall Martin (2001) offre un dettagliato resoconto delle rappresentazioni moderne riportando anche nelle note di commento riferimenti alle varie messe in scena. DANIELE BORGOGNI 304
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THE TRUE TRAGEDY OF RICHARD DUKE OF YORK AND THE GOOD KING HENRY VI THE PERSONS OF THE PLAY Of the King’s Party KING HENRY VI QUEEN MARGARET PRINCE EDWARD, their son Duke of SOMERSET Duke of EXETER Earl of NORTHUMBERLAND Earl of WESTMORLAND Lord CLIFFORD Lord Stafford SOMERVILLE Henry, young Earl of Richmond A SOLDIER who has killed his father A HUNTSMAN who guards King Edward The Divided House of Neville Earl of WARWICK, first of York’s party, later of Lancaster’s Marquis of MONTAGUE, his brother, of York’s party Earl of OXFORD, their brother-in-law, of Lancaster’s party Lord HASTINGS, their brother-in-law, of York’s party Of the Duke of York’s Party Richard Plantagenet, Duke of YORK EDWARD, Earl of March, his son, later Duke of York and KING EDWARD IV LADY GRAY, a widow, later Edward’s wife and queen Earl RIVERS, her brother
GEORGE, Edward’s brother, later Duke OF CLARENCE RICHARD, Edward’s brother, later Duke OF GLOUCESTER Earl of RUTLAND, Edward’s brother Rutland’s TUTOR, a chaplain SIR JOHN Mortimer, York’s uncle Sir Hugh Mortimer, his brother Duke of NORFOLK Sir William Stanley Earl of Pembroke Sir John MONTGOMERY A NOBLEMAN Two GAMEKEEPERS Three WATCHMEN, who guard King Edward’s tent LIEUTENANT of the Tower The French KING LOUIS LADY BONA, his sister-in-law Lord Bourbon, the French High Admiral Others A SOLDIER who has killed his son Mayor of Coventry MAYOR of York Aldermen of York Soldiers, messengers, and attendants
SIGLE Il testo di riferimento di 3 Enrico VI è quello dell’in-folio del 1623 (F), ma in diversi casi l’edizione Oxford opta per il testo del 1595 (O). Si segnalano qui di seguito le varianti principali che interessano la traduzione, trascurando le irrilevanti modifiche presenti nelle successive ristampe, ciò che può ritenersi errore evidente o
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LA VERA TRAGEDIA DI RICCARDO DUCA DI YORK E DEL BUON RE ENRICO VI PERSONAGGI Sostenitori del re RE ENRICO VI REGINA MARGHERITA PRINCIPE EDOARDO, loro figlio Duca di SOMERSET Duca di EXETER Conte di NORTHUMBERLAND Conte di WESTMORLAND Lord CLIFFORD Lord Stafford SOMERVILLE Enrico, giovane conte di Richmond Un SOLDATO che ha ucciso suo padre Un CACCIATORE che protegge Re Edoardo La casata divisa dei Neville Conte di WARWICK, dapprima di parte York, in seguito di parte Lancaster Marchese di MONTAGUE, suo fratello, di parte York Conte di OXFORD, loro cognato, di parte Lancaster Lord HASTINGS, loro cognato, di parte York Sostenitori del duca di York Riccardo Plantageneto, duca di YORK EDOARDO, conte di March, suo figlio, in seguito duca di York e RE EDOARDO IV LADY GRAY, una vedova, in seguito moglie di Edoardo e regina Conte RIVERS, suo fratello
GIORGIO, fratello di Edoardo, in seguito duca di CLARENCE RICCARDO, fratello di Edoardo, in seguito duca di GLOUCESTER Conte di RUTLAND, fratello di Edoardo PRECETTORE di Rutland, un cappellano SIR JOHN Mortimer, zio del duca di York Sir Hugh Mortimer, suo fratello Duca di NORFOLK Sir William Stanley Conte di Pembroke Sir John MONTGOMERY Un NOBILE Due GUARDACACCIA Tre SENTINELLE, che sorvegliano la tenda del re Edoardo Il LUOGOTENENTE della Torre I francesi RE LUIGI LADY BONA, sua cognata Lord Bourbon, grand’ammiraglio francese Altri Un SOLDATO che ha ucciso suo figlio Sindaco di Coventry Sindaco di York Consiglieri della città di York Soldati, messaggeri e persone del seguito
svista di composizione, nonché le varie didascalie di regia (più volte rivedute) e le indicazioni di carattere puramente esplicativo inserite nell’edizione Oxford. Le varianti di maggiore interesse dal punto di vista interpretativo sono segnalate nelle note di commento. Il Textual Companion riporta anche le varianti di O rigettate e l’elenco completo delle didascalie contenute in F.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
1.1
A chair of state. Alarum. Enter Richard Plantagenet, Duke of York, his two sons Edward, Earl of March, and Crookback Richard, the Duke of Norfolk, the Marquis of Montague,1and the Earl of Warwick, [with drummers] and soldiers. [They all wear white roses in their hats]
WARWICK
I wonder how the King escaped our hands? YORK
While we pursued the horsemen of the north, He slyly stole away and left his men; Whereat the great lord of Northumberland, Whose warlike ears could never brook retreat, Cheered up the drooping army; and himself, Lord Clifford, and Lord Stafford, all abreast, Charged our main battle’s front, and, breaking in, Were by the swords of common soldiers slain.
5
EDWARD
Lord Stafford’s father, Duke of Buckingham, Is either slain or wounded dangerous. I cleft his beaver with a downright blow. That this is true, father, behold his blood.
10
He shows a bloody sword MONTAGUE [to York]
And, brother, here’s the Earl of Wiltshire’s blood,2 He shows a bloody sword Whom I encountered as the battles joined.
15
RICHARD (to Somerset’s head, which he shows)
Speak thou for me, and tell them what I did. YORK
Richard hath best deserved of all my sons. 0.4. Montague: Falconbridge (Cairncross). 14. Brother: l’ipotesi più probabile è che indichi ‘cognato’, ma alcuni la ritengono una prova del processo di revisione del dramma durante il quale il personaggio di Falconbridge, fratello di York, sarebbe stato eliminato e le sue battute assegnate a Montague (v. nota precedente). 310
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
I, 1
Un trono su una predella. Allarmi. Entrano Riccardo Plantageneto, duca di York, i suoi due figli Edoardo, conte di March, e Riccardo il gobbo, il duca di Norfolk, il marchese di Montague e il conte di Warwick [con tamburini] e soldati. [Portano tutti una rosa bianca sul cappello]1
WARWICK 2
Come è potuto sfuggirci il re?3 YORK4
Mentre inseguivamo i cavalieri del nord 5, lui si è allontanato di soppiatto e ha abbandonato i suoi. Allora il grande signore di Northumberland, le cui orecchie bellicose non hanno mai potuto tollerare il suono della ritirata, ha spronato l’esercito in rotta; poi lui stesso e i nobili Clifford e Stafford, stando fianco a fianco, hanno attaccato il nostro fronte principale e, dopo aver sfondato, sono stati uccisi da comuni soldati6. EDOARDO7
Il padre di lord Stafford, il duca di Buckingham, è morto, o comunque ferito gravemente. Gli ho sfondato l’elmo con un colpo solo. È la verità, padre, questo sangue è suo. Mostra una spada insanguinata MONTAGUE8 [a York]
E questo qui, cognato, è quello del conte di Wiltshire, Mostra una spada insanguinata che ho affrontato quando sono iniziati gli scontri. RICCARDO9 (rivolgendosi alla testa di Somerset, che esibisce) Parla tu per me e racconta quello che ho fatto. YORK
Riccardo è stato il più meritevole tra i miei figli.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
(To the head) But is your grace dead, my lord of Somerset? NORFOLK
Such hap have all the line of John of Gaunt. RICHARD
Thus do I hope to shake King Henry’s head.
20
[He holds aloft the head, then throws it down] WARWICK
And so do I, victorious prince of York. Before I see thee seated in that throne Which now the house of Lancaster usurps, I vow by heaven these eyes shall never close. This is the palace of the fearful King, And this (pointing to the chair of state), the regal seat — possess it, York, For this is thine, and not King Henry’s heirs’.
25
YORK
Assist me then, sweet Warwick, and I will, For hither we have broken in by force. NORFOLK
We’ll all assist you — he that flies shall die.
30
YORK
Thanks, gentle Norfolk. Stay by me, my lords And soldiers — stay, and lodge by me this night. They go up upon the state WARWICK
And when the King comes, offer him no violence Unless he seek to thrust you out perforce. [The soldiers withdraw] YORK
The Queen this day here holds her Parliament, But little thinks we shall be of her council; By words or blows here let us win our right.
35
RICHARD
Armed as we are, let’s stay within this house.
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
(rivolgendosi alla testa) Vostra grazia, mio signore di Somerset, siete proprio morto?10 NORFOLK11
Che questa sorte tocchi a tutta la discendenza di Giovanni di Gand12. RICCARDO
Spero di poter scuotere in questo modo anche la testa di re Enrico. [Tiene in alto la testa, poi la getta a terra] WARWICK
Anche io, vittorioso principe di York. Giuro che non chiuderò occhio prima di averti visto seduto su quel trono che ora è usurpato dai Lancaster. Questo è il palazzo di quel re smidollato e questo (indicando il trono) il seggio regale – prendilo, York, perché appartiene a te, non agli eredi di re Enrico. YORK
Sostienimi allora, caro Warwick, e lo farò, perché siamo entrati qui con la forza. NORFOLK
Tutti ti sosterremo – chi fuggirà morirà. YORK
Grazie, mio buon Norfolk. Restate con me miei nobili e soldati – restate e alloggiate da me stanotte. Salgono sulla predella. WARWICK
E quando arriverà il re non usate la violenza, a meno che non sia lui a tentare di cacciarvi con la forza. [I soldati si ritirano] YORK
La regina ha convocato qui il suo Parlamento per oggi, ma non si aspetta certo che anche noi seguiremo il suo consiglio13; facciamo valere il nostro diritto con le parole o con la forza14. RICCARDO
Restiamo qui senza deporre le armi.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
WARWICK
‘The Bloody Parliament’ shall this be called, Unless Plantagenet, Duke of York, be king, And bashful Henry deposed, whose cowardice Hath made us bywords to our enemies.
40
YORK
Then leave me not, my lords. Be resolute — I mean to take possession of my right. WARWICK
Neither the King nor he that loves him best — The proudest he that holds up Lancaster — Dares stir a wing if Warwick shake his bells. I’ll plant Plantagenet, root him up who dares. Resolve thee, Richard — claim the English crown.
45
[York sits in the chair.] Flourish. Enter King Henry, Lord Clifford, the Earls of Northumberland and Westmorland, the Duke of Exeter, and the rest. [They all wear red roses in their hats] KING HENRY
My lords, look where the sturdy rebel sits — Even in the chair of state! Belike he means, Backed by the power of Warwick, that false peer, To aspire unto the crown and reign as king. Earl of Northumberland, he slew thy father — And thine, Lord Clifford — and you both have vowed revenge On him, his sons, his favourites, and his friends.
50
55
NORTHUMBERLAND
If I be not, heavens be revenged on me. CLIFFORD
The hope thereof makes Clifford mourn in steel. WESTMORLAND
What, shall we suffer this? Let’s pluck him down. My heart for anger burns — I cannot brook it.
60
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
WARWICK
Questo luogo sarà chiamato ‘Il Parlamento insanguinato’, a meno che non sia fatto re Plantageneto, duca di York, e sia deposto il timoroso Enrico, che con la sua viltà ci ha resi il ludibrio dei nostri nemici persino nei loro proverbi15. YORK
Allora non abbandonatemi, miei nobili signori. Siate decisi – voglio impossessarmi di ciò che mi spetta di diritto. WARWICK
Né il re né chi gli è più fedele – il più fiero sostenitore dei Lancaster – oserà alzare un dito se Warwick scuote i suoi sonagli16. Trapianterò Plantageneto, provi a sradicarlo chi ne ha il coraggio17. Deciditi, Riccardo – rivendica la corona inglese. [York siede sul trono.] Squilli di trombe. Entrano re Enrico, lord Clifford, i conti di Northumberland e Westmorland, il duca di Exeter e altri18 . [Portano tutti una rosa rossa sul cappello] RE ENRICO19
Signori, guardate dove è seduto quel ribelle insolente20 – addirittura sul seggio regale! Forse vuole impadronirsi della corona e regnare con sostegno di quel falso pari, il potente Warwick. Conte di Northumberland, lui ha ammazzato tuo padre – e anche il tuo, lord Clifford – entrambi avete giurato di vendicarvi su di lui, sui suoi figli, sui suoi favoriti e amici. NORTHUMBERLAND21
Che il cielo si vendichi su di me se non lo faccio. CLIFFORD22
È con quella speranza che ora Clifford è in lutto con le armi in pugno. WESTMORLAND23
Ebbene, dobbiamo sopportare tutto questo? Tiriamolo giù da lì. Il mio cuore arde di rabbia – non riesco a trattenermi.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
KING HENRY
Be patient, gentle Earl of Westmorland. CLIFFORD
Patience is for poltroons, such as he (indicating York). He durst not sit there had your father lived. My gracious lord, here in the Parliament Let us assail the family of York.
65
NORTHUMBERLAND
Well hast thou spoken, cousin, be it so. KING HENRY
Ah, know you not the city favours them, And they have troops of soldiers at their beck? EXETER
But when the Duke is slain, they’ll quickly fly. KING HENRY
Far be the thought of this from Henry’s heart, To make a shambles of the Parliament House. Cousin of Exeter, frowns, words, and threats Shall be the war that Henry means to use. (To York) Thou factious Duke of York, descend my throne And kneel for grace and mercy at my feet. I am thy sovereign. YORK I am thine.
70
75
EXETER
For shame, come down — he made thee Duke of York. YORK
It was mine inheritance, as the earldom was. EXETER
Thy father was a traitor to the crown. WARWICK
Exeter, thou art a traitor to the crown In following this usurping Henry.
80
CLIFFORD
Whom should he follow but his natural king? WARWICK
True, Clifford, and that’s Richard Duke of York. 316
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
RE ENRICO
Sii paziente, caro conte di Westmorland. CLIFFORD
La pazienza è per i vigliacchi come lui (indicando York). Non oserebbe sedere qui se vostro padre fosse ancora vivo. Vostra grazia, attacchiamo la famiglia di York qui in Parlamento. NORTHUMBERLAND
Hai parlato bene, cugino24, così sia. RE ENRICO
Ah, non sapete che la città li appoggia e che ai loro ordini rispondono schiere di soldati?25 EXETER 26
Quando il duca sarà ucciso scapperanno in fretta e furia. RE ENRICO
Lungi dal cuore di Enrico anche solo pensarlo: trasformare la sede del Parlamento in un macello. Amico Exeter, sdegno, parole e minacce sono le armi che Enrico intende usare. (A York) Tu, ribelle duca di York, scendi dal mio trono e inginocchiati ai miei piedi per chiedere grazia e perdono. Sono il tuo sovrano. YORK
Io sono il tuo. EXETER
Scendi impudente – ti ha reso lui duca di York 27. YORK
Quel titolo era mio di diritto, così come la contea. EXETER
Tuo padre ha tradito la corona. WARWICK
Exeter, tu tradisci la corona sostenendo Enrico l’usurpatore. CLIFFORD
E chi dovrebbe sostenere, se non il suo legittimo re? WARWICK
Giustissimo, Clifford, ed è Riccardo duca di York.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
KING HENRY (to York)
And shall I stand and thou sit in my throne? YORK
It must and shall be so — content thyself.
85
WARWICK (to King Henry)
Be Duke of Lancaster, let him be king. WESTMORLAND
He is both king and Duke of Lancaster — And that, the Lord of Westmorland shall maintain. WARWICK
And Warwick shall disprove it. You forget That we are those which chased you from the field, And slew your fathers, and, with colours spread, Marched through the city to the palace gates.
90
NORTHUMBERLAND
Yes, Warwick, I remember it to my grief, And, by his soul, thou and thy house shall rue it. WESTMORLAND (to York) Plantagenet, of thee, and these thy sons, Thy kinsmen, and thy friends, I’ll have more lives Than drops of blood were in my father’s veins. CLIFFORD (to Warwick) Urge it no more, lest that, instead of words, I send thee, Warwick, such a messenger As shall revenge his death before I stir. WARWICK [to York] Poor Clifford, how I scorn his worthless threats. YORK [to King Henry] Will you we show our title to the crown? If not, our swords shall plead it in the field.
95
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KING HENRY
What title hast thou, traitor, to the crown? Thy father was, as thou art, Duke of York; Thy grandfather, Roger Mortimer, Earl of March. I am the son of Henry the Fifth, Who made the Dauphin and the French to stoop And seized upon their towns and provinces.
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
RE ENRICO (a York)
Devo dunque restare in piedi mentre tu siedi sul mio trono? YORK
Così deve essere e così sarà – accontentati. WARWICK (a re Enrico)
Sii duca di Lancaster e lascia che lui sia re28. WESTMORLAND
Lui è sia re sia duca di Lancaster – e questo il signore di Westmorland lo confermerà. WARWICK
E Warwick lo smentirà. Dimentichi che noi siamo quelli che vi hanno sbaragliato sul campo di battaglia, abbiamo ucciso i vostri padri e con le insegne spiegate abbiamo marciato per la città fino alle porte del palazzo. NORTHUMBERLAND
Sì, Warwick, lo ricordo con mio grande dolore e, per l’anima di mio padre, tu e la tua casa ve ne pentirete. WESTMORLAND (a York) Plantageneto, di te, di questi tuoi figli, dei tuoi congiunti e dei tuoi amici ne ucciderò più delle gocce di sangue che scorrevano nelle vene di mio padre. CLIFFORD (a Warwick) Non dire altro, Warwick, se non vuoi che, invece di parole, ti mandi un messaggero che vendicherà la sua morte ancor prima che io mi muova. WARWICK [a York] Povero Clifford, quanto mi lasciano indifferente le tue minacce! YORK [a re Enrico] Vuoi che ti mostriamo il nostro diritto alla corona? Altrimenti, le nostre spade lo reclameranno sul campo di battaglia. RE ENRICO
Traditore, che diritto hai alla corona? Tuo padre era, come te, duca di York; tuo nonno, Roger Mortimer, era conte di March. Io sono il figlio di Enrico V, che sconfisse il Delfino e i francesi e conquistò le loro città e province.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
WARWICK
Talk not of France, sith thou hast lost it all.
110
KING HENRY
The Lord Protector lost it, and not I. When I was crowned, I was but nine months old. RICHARD
You are old enough now, and yet, methinks, you lose. (To York) Father, tear the crown from the usurper’s head. EDWARD (to York) Sweet father, do so — set it on your head. MONTAGUE (to York) Good brother, as thou lov’st and honour’st arms, Let’s fight it out and not stand cavilling thus.
115
RICHARD
Sound drums and trumpets, and the King will fly. YORK Sons, peace! [NORTHUMBERLAND]
Peace, thou — and give King Henry leave to speak.
120
KING HENRY
Ah, York, why seekest thou to depose me? Are we not both Plantagenets by birth, And from two brothers lineally descent? Suppose by right and equity thou be king — Think’st thou that I will leave my kingly throne, Wherein my grandsire and my father sat? No — first shall war unpeople this my realm; Ay, and their colours, often borne in France, And now in England to our heart’s great sorrow, Shall be my winding-sheet. Why faint you, lords? My title’s good, and better far than his.
125
130
WARWICK
Prove it, Henry, and thou shalt be king. KING HENRY
Henry the Fourth by conquest got the crown. YORK
’Twas by rebellion against his king. 320
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
WARWICK
Non menzionare la Francia, dal momento che tu l’hai perduta del tutto. RE ENRICO
Il lord protettore29 l’ha perduta, non io. Quando fui incoronato avevo solo nove mesi. RICCARDO
Mi sembra che tu sia cresciuto abbastanza ora, eppure continui a perdere. (A York) Padre, strappa la corona dalla testa dell’usurpatore. EDOARDO (a York) Sì, amato padre – mettila sulla tua testa. MONTAGUE (a York) Caro fratello, poiché ami e onori le armi, facciamo parlare le armi e smettiamola di cavillare. RICCARDO
Fate suonare tamburi e trombe e il re fuggirà. YORK
Tacete, figli miei! [NORTHUMBERLAND]
Taci tu – e lascia parlare re Enrico30. RE ENRICO
Ah, York, perché mi vuoi deporre? Non siamo entrambi Plantageneto di nascita e non discendiamo in linea diretta da due fratelli? Supponi che per diritto ed equità31 tu sia re – credi forse che io sia disposto a lasciare il trono regale che mi appartiene e sul quale sedettero mio nonno e mio padre? No – prima la guerra spopolerà questo regno. Sì, e le loro insegne, spesso esibite in Francia e ora, con mia grande pena, anche in Inghilterra, saranno il mio sudario32. Perché esitate, signori? Il mio titolo è legittimo e assai più valido del suo. WARWICK
Provalo, Enrico, e sarai re. RE ENRICO
Enrico quarto si conquistò la corona33. YORK
Ribellandosi al re. 321
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
KING HENRY [aside]
I know not what to say — my title’s weak. (To York) Tell me, may not a king adopt an heir? YORK What then?
135
KING HENRY
An if he may, then am I lawful king — For Richard, in the view of many lords, Resigned the crown to Henry the Fourth, Whose heir my father was, and I am his.
140
YORK
He rose against him, being his sovereign, And made him to resign his crown perforce. WARWICK
Suppose, my lords, he did it unconstrained — Think you ’twere prejudicial to his crown?
145
EXETER
No, for he could not so resign his crown But that the next heir should succeed and reign. KING HENRY
Art thou against us, Duke of Exeter? EXETER
His is the right, and therefore pardon me. YORK
Why whisper you, my lords, and answer not?
150
EXETER [to King Henry]
My conscience tells me he is lawful king. KING HENRY [aside]
All will revolt from me and turn to him. NORTHUMBERLAND (to York)
Plantagenet, for all the claim thou lay’st, Think not that Henry shall be so deposed. WARWICK
Deposed he shall be, in despite of all.
155
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
RE ENRICO [a parte]
Non so come ribattere – il mio titolo è debole. (A York) Dimmi, un re non può forse adottare un erede? YORK
E con questo? RE ENRICO
Se può, allora io sono il re legittimo – poiché Riccardo, alla presenza di molti nobili, cedette la corona a Enrico quarto, il cui erede era mio padre; e io lo sono di lui. YORK
Si ribellò contro di lui, che era suo sovrano, e lo costrinse con la forza a cedere la corona. WARWICK
Supponiamo, signori miei, che lo abbia fatto senza alcuna costrizione – pensate che questo pregiudichi la sua discendenza? EXETER
No, perché non poteva cedere in questo modo la corona, se non assicurandosi che il suo erede più prossimo gli succedesse e regnasse. RE ENRICO
Sei contro di me, duca di Exeter? EXETER
Il diritto è dalla sua parte, perdonatemi. YORK
Perché parlate sotto voce, signori, e non rispondete? EXETER [a re Enrico]
La mia coscienza mi dice che lui è legittimamente re. RE ENRICO [a parte]
Tutti mi si rivolteranno contro e seguiranno lui. NORTHUMBERLAND (a York)
Plantageneto, malgrado le pretese che avanzi, non credere che Enrico sarà deposto così. WARWICK
Deposto lo sarà, nonostante tutto e tutti.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
NORTHUMBERLAND
Thou art deceived — ’tis not thy southern power Of Essex, Norfolk, Suffolk, nor of Kent, Which makes thee thus presumptuous and proud, Can set the Duke up in despite of me. CLIFFORD
King Henry, be thy title right or wrong, Lord Clifford vows to fight in thy defence. May that ground gape and swallow me alive Where I shall kneel to him that slew my father.
160
KING HENRY
O, Clifford, how thy words revive my heart! YORK
Henry of Lancaster, resign thy crown. What mutter you, or what conspire you, lords?
165
WARWICK
Do right unto this princely Duke of York, Or I will fill the house with armèd men And over the chair of state, where now he sits, Write up his title with usurping blood.
170
He stamps with his foot and the soldiers show themselves KING HENRY
My lord of Warwick, hear me but one word — Let me for this my lifetime reign as king. YORK
Confirm the crown to me and to mine heirs, And thou shalt reign in quiet while thou liv’st. KING HENRY
I am content. Richard Plantagenet, Enjoy the kingdom after my decease.
175
CLIFFORD
What wrong is this unto the prince your son? WARWICK
What good is this to England and himself?
324
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19/10/2017 18:25:11
3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
NORTHUMBERLAND
Ti inganni – le tue truppe del sud, provenienti da Essex, Norfolk, Suffolk o Kent e che ti rendono così presuntuoso e superbo, non potranno incoronare il duca contro il mio volere. CLIFFORD
Re Enrico, che il tuo titolo sia legittimo o meno, lord Clifford giura di combattere in tua difesa. Che la terra si spalanchi e mi inghiotta vivo34 se piegherò il ginocchio davanti a colui che ha ucciso mio padre. RE ENRICO
Oh, Clifford, quanto mi rincuorano le tue parole! YORK
Enrico di Lancaster, deponi la corona. Che cosa borbottate o complottate, signori? WARWICK
Rendete giustizia al degno duca di York, o riempirò questa sala di uomini armati e sopra il seggio regale, dove ora siede, scriverò il suo titolo con il sangue dell’usurpatore. Batte i piedi a terra e appaiono dei soldati RE ENRICO
Signore di Warwick, ascolta solo un istante ciò che ho da dire35 – finché vivrò lascia che io regni come re. YORK
Prometti solennemente la corona a me e ai miei discendenti e regnerai in pace finché vivrai. RE ENRICO
Sono pronto. Riccardo Plantageneto, il regno passerà a te dopo la mia morte. CLIFFORD
Non è un grave torto al principe vostro figlio? WARWICK
Non è un bene per l’Inghilterra e per lui stesso?
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
WESTMORLAND
Base, fearful, and despairing Henry. CLIFFORD
How hast thou injured both thyself and us?
180
WESTMORLAND
I cannot stay to hear these articles. NORTHUMBERLAND Nor I. CLIFFORD
Come, cousin, let us tell the Queen these news. WESTMORLAND (to King Henry) Farewell, faint-hearted and degenerate king, In whose cold blood no spark of honour bides.
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[Exit with his soldiers] NORTHUMBERLAND (to King Henry)
Be thou a prey unto the house of York, And die in bands for this unmanly deed. [Exit with his soldiers] CLIFFORD (to King Henry)
In dreadful war mayst thou be overcome, Or live in peace, abandoned and despised. Exit [with his soldiers] WARWICK (to King Henry)
Turn this way, Henry, and regard them not.
190
EXETER (to King Henry)
They seek revenge and therefore will not yield. KING HENRY
Ah, Exeter. WARWICK
Why should you sigh, my lord?
KING HENRY
Not for myself, Lord Warwick, but my son, Whom I unnaturally shall disinherit. But be it as it may. (To York) I here entail The crown to thee and to thine heirs for ever, Conditionally, that here thou take thine oath To cease this civil war, and whilst I live To honour me as thy king and sovereign,
195
326
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
WESTMORLAND
Indegno, pusillanime, disperabile Enrico. CLIFFORD
Come hai potuto danneggiare così te stesso e noi? WESTMORLAND
Non riesco proprio a stare qui ad ascoltare accordi del genere. NORTHUMBERLAND
Neppure io. CLIFFORD
Vieni, cugino, andiamo a informare la regina. WESTMORLAND (a re Enrico)
Addio, re debole e degenere, nel cui cuore inerte36 non resta più neppure uno sprazzo di onore. [Esce con i suoi soldati] NORTHUMBERLAND (a re Enrico)
Che tu resti in balia preda della casa di York e muoia in catene per questo gesto indegno di un uomo. [Esce con i suoi soldati] CLIFFORD (a re Enrico)
Che tu sia travolto da una guerra terrificante, oppure viva in pace abbandonato e disprezzato. Esce [con i suoi soldati] WARWICK (a re Enrico)
Voltati da questa parte, Enrico, e non ti curare di loro. EXETER (a re Enrico) Vogliono vendetta e quindi non cederanno. RE ENRICO
Ah, Exeter. WARWICK
Perché sospirate, mio signore? RE ENRICO
Non per me stesso, lord Warwick, ma per mio figlio, che in modo così innaturale priverò della sua eredità. Ma sia come sia: (a York) io qui lascio per sempre come eredità inalienabile a te e ai tuoi eredi la corona, a condizione che qui tu mantenga il tuo giuramento di far cessare questa guerra civile, di onorarmi come tuo re e sovrano 327
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
And nor by treason nor hostility To seek to put me down and reign thyself.
200
YORK
This oath I willingly take and will perform. WARWICK
Long live King Henry. (To York) Plantagenet, embrace him. [York descends.] Henry and York embrace KING HENRY (to York)
And long live thou, and these thy forward sons. YORK
Now York and Lancaster are reconciled.
205
EXETER
Accursed be he that seeks to make them foes. Sennet. Here York’s train comes down from the state YORK (to King Henry)
Farewell, my gracious lord, I’ll to my castle.3 Exeunt York, Edward, and Richard, [with soldiers] WARWICK
And I’ll keep London with my soldiers. Exit [with soldiers] NORFOLK
And I to Norfolk with my followers. Exit [with soldiers] MONTAGUE
And I unto the sea from whence I came.
210
Exit [with soldiers] KING HENRY
And I with grief and sorrow to the court. 207. I’ll to my castle: Ile to Wakefield (O e Cairncross) = andrò a Wakefield. Potrebbe trattarsi di un’interpolazione da parte del redattore del testo che avrebbe anticipato qui la menzione del luogo nel quale York fu ucciso. 328
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
finché vivrò e di non cercare attraverso tradimenti o aperte ostilità di depormi per regnare. YORK
Tale giuramento sono ben disposto a farlo e a mantenerlo. WARWICK
Lunga vita a re Enrico. (A York) Plantageneto, abbraccialo. [York scende.] Enrico e York si abbracciano RE ENRICO (a York)
E lunga vita a te e a questi tuoi ambiziosi figli. YORK
Ora York e Lancaster sono riconciliati. EXETER
Maledetto sia chi cerca di cerca di renderli ostili. Fanfara37. Il seguito di York scende dalla predella YORK (a re Enrico)
Addio, mio grazioso sovrano, parto per il mio castello. Escono York, Edoardo e Riccardo [con i soldati] WARWICK
E io difenderò Londra con i miei soldati. Esce [con dei soldati] NORFOLK
E io andrò a Norfolk con il mio seguito. Esce [con dei soldati] MONTAGUE
E io verso il mare dal quale sono venuto38. Esce [con dei soldati] RE ENRICO
E io a corte con angoscia e tristezza.
329
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
[King Henry and Exeter turn to leave.] Enter Queen Margaret and Prince Edward EXETER
Here comes the Queen, whose looks bewray her anger. I’ll steal away. KING HENRY Exeter, so will I. QUEEN MARGARET
Nay, go not from me — I will follow thee. KING HENRY
Be patient, gentle Queen, and I will stay.
215
QUEEN MARGARET
Who can be patient in such extremes? Ah, wretched man, would I had died a maid And never seen thee, never borne thee son, Seeing thou hast proved so unnatural a father. Hath he deserved to lose his birthright thus? Hadst thou but loved him half so well as I, Or felt that pain which I did for him once, Or nourished him as I did with my blood, Thou wouldst have left thy dearest heart-blood there Rather than have made that savage Duke thine heir And disinherited thine only son.
220
226
PRINCE EDWARD
Father, you cannot disinherit me. If you be king, why should not I succeed? KING HENRY
Pardon me, Margaret; pardon me, sweet son — The Earl of Warwick and the Duke enforced me.
230
QUEEN MARGARET
Enforced thee? Art thou king, and wilt be forced? I shame to hear thee speak! Ah, timorous wretch, Thou hast undone thyself, thy son, and me, And giv’n unto the house of York such head As thou shalt reign but by their sufferance. To entail him and his heirs unto the crown — What is it, but to make thy sepulchre
235
330
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
[Re Enrico ed Exeter si voltano per andarsene.] Entrano la regina Margherita e il principe Edoardo EXETER
Sta arrivando la regina con uno sguardo che fa intuire la sua collera. Io taglio la corda. RE ENRICO
Exeter, anch’io. REGINA MARGHERITA 39
No, non provare a sfuggirmi – ti seguirò comunque. RE ENRICO
Calmati, dolce regina, e rimarrò. REGINA MARGHERITA
Chi può restare calmo di fronte a tali eccessi? Ah, sciagurato, fossi morta vergine, non ti avessi mai visto, non ti avessi mai dato un figlio, padre snaturato che non sei altro. Meritava forse di perdere i suoi diritti di nascita in questo modo? Se solo lo avessi amato la metà di quanto lo amo io, o avessi provato i dolori che ho avuto durante il parto, o lo avessi nutrito come ho fatto io col mio sangue40, avresti versato qui il tuo sangue più prezioso piuttosto che nominare tuo erede quell’ignobile duca diseredando il tuo unico figlio. PRINCIPE EDOARDO41
Padre, non potete diseredarmi. Se voi siete il re, perché non dovrei succedervi? RE ENRICO
Perdonami, Margherita; perdonami, caro figliolo – il conte di Warwick e il duca mi hanno costretto. REGINA MARGHERITA
Costretto? Sei re e ti lasci costringere? Mi vergogno perfino di sentirti parlare. Ah, miserabile codardo, hai rovinato te stesso, tuo figlio e me; hai concesso agli York un potere42 tale che tu regnerai solo con il loro beneplacito. Garantire a lui e ai suoi eredi il diritto alla corona – che cosa significa, se non scavarsi la fossa da soli e
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
And creep into it far before thy time? Warwick is Chancellor and the Lord of Calais; Stern Falconbridge commands the narrow seas; The Duke is made Protector of the Realm; And yet shalt thou be safe? Such safety finds The trembling lamb environèd with wolves. Had I been there, which am a seely woman, The soldiers should have tossed me on their pikes Before I would have granted to that act. But thou preferr’st thy life before thine honour. And seeing thou dost, I here divorce myself Both from thy table, Henry, and thy bed, Until that act of Parliament be repealed Whereby my son is disinherited. The northern lords that have forsworn thy colours Will follow mine, if once they see them spread — And spread they shall be, to thy foul disgrace And the utter ruin of the house of York. Thus do I leave thee. (To Prince Edward) Come, son, let’s away. Our army is ready — come, we’ll after them.
240
245
250
255
KING HENRY
Stay, gentle Margaret, and hear me speak. QUEEN MARGARET
Thou hast spoke too much already. [To Prince Edward] Get thee gone. KING HENRY
Gentle son Edward, thou wilt stay with me?
260
QUEEN MARGARET
Ay, to be murdered by his enemies. PRINCE EDWARD (to King Henry)
When I return with victory from the field, I’ll see your grace. Till then, I’ll follow her. QUEEN MARGARET
Come, son, away — we may not linger thus. Exit with Prince Edward
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
trascinarvisi dentro prima del tempo? Warwick è cancelliere e signore di Calais43, il fiero Falconbridge controlla la Manica, il duca è divenuto protettore del regno, e tu ti credi al sicuro? Sei protetto come un agnello tremante accerchiato dai lupi. Fossi stata qui io, che sono solo una donna inerme, i soldati avrebbero dovuto trafiggermi e sollevarmi da terra con le loro picche prima di farmi accettare una tale decisione. Ma tu anteponi la tua vita al tuo onore. Visto tutto ciò, Enrico, qui dichiaro che mi separo dalla tua mensa e dal tuo letto44 finché non sarà revocato l’atto del Parlamento che disereda mio figlio45. I signori del nord che hanno ripudiato il tuo stendardo seguiranno il mio, se solo lo vedranno garrire – e garrirà, per il tuo ignobile disonore e la completa rovina della casata degli York. Così ti abbandono. (Al principe Edoardo) Vieni, figlio mio, andiamo via. Il nostro esercito è pronto – vieni, seguiamolo. RE ENRICO
Resta, dolce Margherita, e ascolta ciò che ho da dire. REGINA MARGHERITA
Hai già detto troppo. [Al principe Edoardo] Vattene. RE ENRICO
Caro figlio Edoardo, almeno tu resterai con me? REGINA MARGHERITA
Sì, per essere ucciso dai suoi nemici. PRINCIPE EDOARDO (a re Enrico) Quando tornerò vittorioso dal campo di battaglia, farò visita a vostra grazia. Fino ad allora, seguirò lei. REGINA MARGHERITA
Vieni, figlio, andiamo via – non possiamo fermarci. Esce con il principe Edoardo
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 2
KING HENRY
Poor Queen, how love to me and to her son Hath made her break out into terms of rage. Revenged may she be on that hateful Duke, Whose haughty spirit, wingèd with desire, Will coast my crown, and, like an empty eagle, Tire on the flesh of me and of my son. The loss of those three lords torments my heart. I’ll write unto them and entreat them fair. Come, cousin, you shall be the messenger.
265
270
EXETER
And I, I hope, shall reconcile them all. Flourish. Exeunt 1.2
Enter Richard, Edward Earl of March, and the Marquis of Montague
RICHARD
Brother, though I be youngest give me leave. EDWARD
No, I can better play the orator. MONTAGUE
But I have reasons strong and forcible. Enter the Duke of York YORK
Why, how now, sons and brother — at a strife? What is your quarrel? How began it first?
5
EDWARD
No quarrel, but a slight contention. YORK About what? RICHARD
About that which concerns your grace and us — The crown of England, father, which is yours. YORK
Mine, boy? Not till King Henry be dead.
10
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 2
RE ENRICO
Sventurata regina, l’amore che ha per me46 e suo figlio l’ha fatta sbottare dalla rabbia. Possa vendicarsi di quell’odioso duca, il cui spirito altero, sospinto dall’ambizione, darà l’assalto alla mia corona e, come un’aquila affamata, strapperà la carne mia e di mio figlio. La perdita di quei tre signori mi lacera il cuore. Scriverò loro e li pregherò con garbo. Vieni cugino, mi farai da messaggero. EXETER
E io, spero, li riconcilierò tutti. Squilli di trombe. Escono I, 2
Entrano Riccardo, Edoardo conte di March e il marchese di Montague47
RICCARDO
Fratello, anche se se sono il più giovane, fa’ parlare me. EDOARDO
No, so far meglio io la parte dell’oratore. MONTAGUE
Ma io ho ragioni forti e pressanti. Entra il duca di York YORK
Che succede, figli? Fratello? – un litigio? Qual è la ragione? Chi ha cominciato? EDOARDO
Non è un litigio, solo una piccola controversia. YORK
A che proposito? RICCARDO
A proposito di qualcosa che riguarda vostra grazia e noi – la corona d’Inghilterra, padre, che è vostra. YORK
Mia, ragazzo? Non finché re Enrico non sarà morto48.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 2
RICHARD
Your right depends not on his life or death. EDWARD
Now you are heir — therefore enjoy it now. By giving the house of Lancaster leave to breathe, It will outrun you, father, in the end. YORK
I took an oath that he should quietly reign.
15
EDWARD
But for a kingdom any oath may be broken. I would break a thousand oaths to reign one year. RICHARD (to York) No — God forbid your grace should be forsworn. YORK
I shall be if I claim by open war. RICHARD
I’ll prove the contrary, if you’ll hear me speak.
20
YORK
Thou canst not, son — it is impossible. RICHARD
An oath is of no moment being not took Before a true and lawful magistrate That hath authority over him that swears. Henry had none, but did usurp the place. Then, seeing ’twas he that made you to depose, Your oath, my lord, is vain and frivolous. Therefore to arms — and, father, do but think How sweet a thing it is to wear a crown, Within whose circuit is Elysium And all that poets feign of bliss and joy. Why do we linger thus? I cannot rest Until the white rose that I wear be dyed Even in the luke-warm blood of Henry’s heart.
25
30
YORK
Richard, enough! I will be king or die. (To Montague) Brother, thou shalt to London presently And whet on Warwick to this enterprise.
35
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 2
RICCARDO
Il vostro diritto non dipende dalla sua vita o dalla sua morte. EDOARDO
Ora voi siete legittimo erede – quindi prendetela subito. Se diamo tregua alla casa Lancaster, questa alla fine vi sovrasterà, padre. YORK
Ho giurato che lui regnerà in pace. EDOARDO
Ma per un regno qualsiasi giuramento può essere rotto. Io ne romperei migliaia pur di regnare un solo anno. RICCARDO (a York) No – Dio non voglia che vostra grazia diventi spergiuro. YORK
Lo sarò se rivendico il mio diritto con una guerra aperta. RICCARDO
Dimostrerò il contrario, se mi ascolterete. YORK
Non puoi, figlio – non è possibile. RICCARDO
Un giuramento non ha alcuna validità se non è prestato davanti a un vero e legittimo magistrato che ha autorità su colui che giura. Enrico non ne aveva alcuna, avendo usurpato il suo ruolo. Quindi, essendo stato lui a farvi promettere sotto giuramento, il vostro giuramento, mio signore, è nullo e senza alcun valore49. Dunque, mano alle armi – e, padre, immaginate solo quanto è bello portare una corona, la cui circonferenza racchiude l’Eliso50 e ogni gioia e felicità immaginata dai poeti. Perché indugiamo? Non avrò requie finché la rosa bianca che indosso non sarà tutta colorata del tiepido sangue del cuore di Enrico. YORK
Riccardo, basta così! Sarò re o morirò. (A Montague) Fratello, tu andrai subito a Londra per istigare Warwick a seguirci in questa im-
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 2
Thou, Richard, shalt to the Duke of Norfolk And tell him privily of our intent. You, Edward, shall to Edmund Brook, Lord Cobham, With whom the Kentishmen will willingly rise. In them I trust, for they are soldiers Witty, courteous, liberal, full of spirit. While you are thus employed, what resteth more But that I seek occasion how to rise, And yet the King not privy to my drift, Nor any of the house of Lancaster.
41
45
Enter a Messenger But stay, what news? Why com’st thou in such post? MESSENGER
The Queen, with all the northern earls and lords, Intend here to besiege you in your castle. She is hard by with twenty thousand men, And therefore fortify your hold, my lord.
50
YORK
Ay, with my sword. What — think’st thou that we fear them? Edward and Richard, you shall stay with me; My brother Montague shall post to London. Let noble Warwick, Cobham, and the rest, Whom we have left protectors of the King, With powerful policy strengthen themselves, And trust not simple Henry nor his oaths.
55
MONTAGUE
Brother, I go — I’ll win them, fear it not. And thus most humbly I do take my leave.
60 Exit
Enter Sir John Mortimer and his brother Sir Hugh YORK
Sir John and Sir Hugh Mortimer, mine uncles, You are come to Sandal in a happy hour. The army of the Queen mean to besiege us. SIR JOHN
She shall not need, we’ll meet her in the field.
65
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 2
presa. Tu, Riccardo, ti recherai dal duca di Norfolk e lo informerai in segreto delle nostre intenzioni. Tu, Edoardo, andrai da Edmund Brook, lord Cobham51, seguendo il quale gli uomini del Kent saranno disposti a prendere le armi. Conto su di loro, perché sono soldati abili, nobili, generosi e arditi. Mentre voi sarete impegnati in queste cose, mi resterà solo da cercare un pretesto per insorgere, senza però lasciare trapelare le mie intenzioni al re o ad altri della casa dei Lancaster. Entra un messaggero Aspettate. Ci sono novità? Perché questa fretta? MESSAGGERO
La regina, con l’appoggio di tutti i conti e i nobili del nord, vuole cingervi d’assedio in questo castello. Si trova a breve distanza da qui con ventimila uomini52, quindi rafforzate le vostre difese, mio signore. YORK
Sì, con la mia spada – non crederai certo che li temiamo? Edoardo e Riccardo, voi resterete con me; mio fratello Montague partirà subito per Londra. Che il nobile Warwick, Cobham e gli altri, che abbiamo lasciato come protettori del re, si rafforzino con scaltrezza senza fidarsi del debole Enrico e dei suoi giuramenti. MONTAGUE
Parto subito, fratello – li convincerò, non temere. Prendo umilmente congedo53. Esce Entrano sir John Mortimer e suo fratello sir Hugh YORK
Sir John e sir Hugh Mortimer, miei cari zii, giungete a Sandal in un momento propizio. L’esercito della regina vuole assediarci. SIR JOHN54
Non ne avrà bisogno, la affronteremo in campo aperto.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
YORK What, with five thousand men? RICHARD
Ay, with five hundred, father, for a need. A woman’s general — what should we fear? A march sounds afar off EDWARD
I hear their drums. Let’s set our men in order, And issue forth and bid them battle straight. YORK [to Sir John and Sir Hugh] Five men to twenty — though the odds be great, I doubt not, uncles, of our victory. Many a battle have I won in France Whenas the enemy hath been ten to one — Why should I not now have the like success? Exeunt 1.3
70
Alarums, and then enter the young Earl of Rutland and his Tutor, a chaplain
RUTLAND
Ah, whither shall I fly to scape their hands? Enter Lord Clifford with soldiers Ah, tutor, look where bloody Clifford comes. CLIFFORD (to the Tutor) Chaplain, away — thy priesthood saves thy life. As for the brat of this accursèd duke, Whose father slew my father — he shall die.
5
TUTOR
And I, my lord, will bear him company. CLIFFORD Soldiers, away with him. TUTOR
Ah, Clifford, murder not this innocent child Lest thou be hated both of God and man. Exit, guarded
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
YORK
Come, con soli cinquemila uomini? RICCARDO
Già, con cinquemila uomini, padre, se ce n’è bisogno. Un generale donna – di che cosa dovremmo aver paura? Si ode un ritmo di marcia in lontananza EDOARDO
Sento i loro tamburi. Disponiamo i nostri uomini e facciamo una sortita attaccando subito. YORK [a sir John e sir Hugh] Cinque contro venti – anche se la lotta è impari non ho dubbi, zii, sulla nostra vittoria. Più di una volta in Francia ho vinto battaglie in cui i nemici erano dieci contro uno – perché ora non dovrei avere lo stesso successo? Escono I, 3
Allarmi, poi entrano il giovane conte di Rutland e il suo precettore, un cappellano55
RUTLAND56
Ah, dove posso scappare per sfuggire alle loro mani? Entra lord Clifford con dei soldati Ah, mio precettore, guarda, arriva il sanguinario Clifford. CLIFFORD (al precettore)
Cappellano, vattene – il tuo ufficio ti salva la vita. Quanto al marmocchio di questo maledetto duca, il cui padre uccise mio padre – morirà. PRECETTORE
E io, mio signore, gli terrò compagnia. CLIFFORD
Soldati, portatelo via. PRECETTORE
Ah, Clifford, non uccidere questo ragazzo innocente se non vuoi essere odiato da Dio e dagli uomini. Esce scortato
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
[Rutland falls to the ground] CLIFFORD
How now — is he dead already? Or is it fear that makes him close his eyes? I’ll open them. RUTLAND [reviving] So looks the pent-up lion o’er the wretch That trembles under his devouring paws, And so he walks, insulting o’er his prey, And so he comes to rend his limbs asunder. Ah, gentle Clifford, kill me with thy sword And not with such a cruel threat’ning look. Sweet Clifford, hear me speak before I die. I am too mean a subject for thy wrath. Be thou revenged on men, and let me live.
10
15
20
CLIFFORD
In vain thou speak’st, poor boy. My father’s blood Hath stopped the passage where thy words should enter. RUTLAND
Then let my father’s blood open it again. He is a man, and, Clifford, cope with him.
25
CLIFFORD
Had I thy brethren here, their lives and thine Were not revenge sufficient for me. No — if I digged up thy forefathers’ graves, And hung their rotten coffins up in chains, It could not slake mine ire nor ease my heart. The sight of any of the house of York Is as a fury to torment my soul. And till I root out their accursèd line, And leave not one alive, I live in hell. Therefore —
30
35
RUTLAND
O, let me pray before I take my death. [Kneeling] To thee I pray: sweet Clifford, pity me.
342
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
[Rutland cade a terra] CLIFFORD
Che succede – è già morto? O è la paura che gli fa chiudere gli occhi? Glieli riaprirò io. RUTLAND [riprendendosi] Così il leone in gabbia guarda famelico la misera preda che trema sotto le sue grinfie voraci; così cammina, mentre sprezzante trionfa sulla sua preda; così si avvicina per dilaniare le sue membra57. Ah, buon Clifford, uccidimi con la spada e non con questo sguardo crudele e spaventoso. Dolce Clifford, ascoltami prima che io muoia. Io sono un essere troppo meschino su cui sfogare la tua ira, vendicati su uomini veri e lasciami vivere. CLIFFORD
Parli invano, povero ragazzo. Il sangue di mio padre ha bloccato il condotto dal quale dovrebbero entrare le tue parole58. RUTLAND
Allora lascia che il sangue di mio padre lo riapra. Lui è un uomo e, Clifford, misurati con lui. CLIFFORD
Avessi anche i tuoi fratelli qui, le loro vite e la tua non basterebbero a estinguere la mia sete di vendetta. No – se scavassi le tombe dei tuoi avi e appendessi le loro bare imputridite stringendole con delle catene, non riuscirei a placare la mia ira o consolare il mio cuore. La sola vista di un qualsiasi seguace della casa di York scatena una furia59 che mi tormenta l’anima. Finché non avrò sradicato la loro maledetta stirpe senza lasciarne vivo neppure uno, la mia vita è un inferno. Perciò – RUTLAND
Oh, lascia che preghi prima di morire. [Si inginocchia] A te rivolgo la mia preghiera: dolce Clifford, abbi pietà di me.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
CLIFFORD
Such pity as my rapier’s point affords. RUTLAND
I never did thee harm — why wilt thou slay me? CLIFFORD
Thy father hath. But ’twas ere I was born. Thou hast one son — for his sake pity me, Lest in revenge thereof, sith God is just, He be as miserably slain as I. Ah, let me live in prison all my days, And when I give occasion of offence, Then let me die, for now thou hast no cause.
40
RUTLAND
45
CLIFFORD
No cause? Thy father slew my father, therefore die. He stabs him RUTLAND
Dii faciant laudis summa sit ista tuae.
He dies
CLIFFORD
Plantagenet — I come, Plantagenet! And this thy son’s blood cleaving to my blade Shall rust upon my weapon till thy blood, Congealed with this, do make me wipe off both.
50
Exit with Rutland’s body [and soldiers]4 1.4
Alarum. Enter Richard Duke of York
YORK
The army of the Queen hath got the field; My uncles both are slain in rescuing me; And all my followers to the eager foe
52.1 [And soldiers]: non si può stabilire quanti soldati siano entrati con Clifford, quanti siano usciti per scortare il Precettore e se alcuni restino sul palcoscenico; la questione sarebbe rilevante per stabilire se qualcuno abbia assistito all’omicidio di Rutland. 344
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
CLIFFORD
Certo, la pietà che può concedere la punta della mia lama. RUTLAND
Non ti ho mai fatto alcun male – perché mi vuoi trucidare? CLIFFORD
Tuo padre me ne ha fatto60. RUTLAND
Ma è successo prima che io nascessi. Tu hai un figlio – per amor suo abbi pietà di me, affiché per vendicare me, siccome Dio è giusto, non succeda anche a lui di essere ignobilmente trucidato. Ah, lascia che viva il resto dei miei giorni in prigione e dammi la morte se mai ti recherò qualche offesa, ora non hai alcun motivo. CLIFFORD
Alcun motivo? Tuo padre uccise mio padre, quindi muori. Lo trafigge RUTLAND
Dii faciant laudis summa sit ista tuae61. Muore CLIFFORD
Plantageneto – eccomi, Plantageneto! Il sangue di questo tuo figlio che ora si divide sulla mia lama arrugginirà su quest’arma finché il tuo sangue, raggrumato con questo, non mi indurrà a ripulirla da entrambi. Esce con il corpo di Rutland [e dei soldati] Allarme. Entra Riccardo, duca di York62
I, 4 YORK
L’esercito della regina è padrone del campo; entrambi i miei zii sono stati massacrati mentre venivano in mio soccorso; tutti i miei segua-
345
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
Turn back, and fly like ships before the wind, Or lambs pursued by hunger-starvèd wolves. My sons — God knows what hath bechancèd them. But this I know — they have demeaned themselves Like men born to renown by life or death. Three times did Richard make a lane to me, And thrice cried, ‘Courage, father, fight it out!’ And full as oft came Edward to my side, With purple falchion painted to the hilt In blood of those that had encountered him. And when the hardiest warriors did retire, Richard cried, ‘Charge and give no foot of ground!’ [ ] And cried ‘A crown or else a glorious tomb! A sceptre or an earthly sepulchre!’ With this, we charged again — but out, alas — We bodged again, as I have seen a swan With bootless labour swim against the tide And spend her strength with over-matching waves.
5
10
15
20
A short alarum within Ah, hark — the fatal followers do pursue, And I am faint and cannot fly their fury; And were I strong, I would not shun their fury. The sands are numbered that makes up my life. Here must I stay, and here my life must end.
25
Enter Queen Margaret, Lord Clifford, the Earl of Northumberland, and the young Prince Edward, with soldiers Come bloody Clifford, rough Northumberland — I dare your quenchless fury to more rage! I am your butt, and I abide your shot.
30
NORTHUMBERLAND
Yield to our mercy, proud Plantagenet. CLIFFORD
Ay, to such mercy as his ruthless arm, With downright payment, showed unto my father. 346
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
ci voltano le spalle al furore dei nemici e fuggono come navi davanti alla tempesta o come agnelli inseguiti da lupi famelici. I miei figli – Dio solo conosce la loro sorte. Però sono certo di questo – si sono comportati come uomini destinati alla fama nella vita o nella morte. Tre volte Riccardo si è fatto strada verso di me e tre volte ha urlato “Coraggio, padre, tenete duro!” e altrettante volte Edoardo è venuto al mio fianco, con la spada rossa tutta imbrattata del sangue di quelli che lo avevano affrontato. E quando i guerrieri più arditi si ritiravano, Riccardo ha urlato “Alla carica, non cedete neppure un palmo di terreno!” [ ]63 e ha urlato “La corona, o una tomba gloriosa! Lo scettro, o un sepolcro di terra!”. Al che siamo di nuovo andati alla carica – ahimè, invano. Di nuovo abbiamo fallito miseramente, come quel cigno che una volta ho visto nuotare inutilmente contro corrente ed esaurire le proprie forze contro onde troppo alte. Un breve allarme all’interno Ah, ascoltate – i miei spietati inseguitori mi incalzano, sono stremato e non posso sfuggire alla loro furia; e se anche ne avessi la forza non eviterei la loro furia. La sabbia della mia clessidra è ormai esaurita. Qui mi devo fermare e qui la mia vita deve finire. Entrano la regina Margherita, lord Clifford, il conte di Northumberland e il giovane principe Edoardo, accompagnati da soldati Venite sanguinoso Clifford, feroce Northumberland – sfido la vostra incontenibile furia a scatenarsi ancor di più! Sono il vostro bersaglio64 e attendo i vostri colpi. NORTHUMBERLAND
Rimettiti alla nostra clemenza, orgoglioso Plantageneto. CLIFFORD
Sì, a quella stessa clemenza che il suo braccio spietato mostrò verso mio padre, con retto spirito di generosità65. Ora Fetonte è
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
Now Phaëton hath tumbled from his car, And made an evening at the noontide prick.
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YORK
My ashes, as the phoenix, may bring forth A bird that will revenge upon you all, And in that hope I throw mine eyes to heaven, Scorning whate’er you can afflict me with. Why come you not? What — multitudes, and fear?
40
CLIFFORD
So cowards fight when they can fly no further; So doves do peck the falcon’s piercing talons; So desperate thieves, all hopeless of their lives, Breathe out invectives ’gainst the officers. YORK
O, Clifford, but bethink thee once again, And in thy thought o’errun my former time, And, if thou canst for blushing, view this face And bite thy tongue, that slanders him with cowardice Whose frown hath made thee faint and fly ere this.
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CLIFFORD
I will not bandy with thee word for word, But buckle with thee blows twice two for one.
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[He draws his sword] QUEEN MARGARET
Hold, valiant Clifford: for a thousand causes I would prolong a while the traitor’s life. Wrath makes him deaf — speak thou, Northumberland. NORTHUMBERLAND
Hold, Clifford — do not honour him so much To prick thy finger though to wound his heart. What valour were it when a cur doth grin For one to thrust his hand between his teeth When he might spurn him with his foot away? It is war’s prize to take all vantages, And ten to one is no impeach of valour.
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They [fight and] take York 348
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
stato sbalzato dal suo carro e ha fatto calare le tenebre a mezzogiorno 66. YORK
Le mie ceneri, come quelle della fenice, possano generare un uccello che si vendichi di tutti voi, e con questa speranza rivolgo gli occhi al cielo, disprezzando qualunque tormento possiate infliggermi. Perché non venite avanti? Come – siete così tanti e avete paura? CLIFFORD
Così combattono i codardi quando non possono più fuggire, così le colombe beccano gli affi lati artigli del falcone; così i ladri afflitti, persa ogni speranza di restare in vita, lanciano improperi contro le guardie. YORK
O, Clifford, ripensa solo un istante e riporta alla mente la mia vita passata e, se riesci a superare l’imbarazzo, guardami in faccia e morditi la lingua che accusa falsamente di codardia colui che in passato ti ha fatto temere e fuggire con uno sguardo. CLIFFORD
Non risponderò parola per parola, ma con i colpi, quattro per ognuno ricevuto. [Sfodera la spada] REGINA MARGHERITA
Fermati, valoroso Clifford: per mille ragioni voglio prolungare un po’ la vita di questo traditore. L’ira lo acceca – parla tu, Northumberland. NORTHUMBERLAND
Fermati, Clifford – non concedergli l’onore di alzare il tuo dito contro di lui, fosse anche per trafiggergli il cuore67. Quale gloria ottieni dal mettere la mano in bocca a un cagnaccio che ringhia, quando puoi scacciarlo con una pedata? In guerra è lecito sfruttare qualsiasi vantaggio ed essere dieci contro uno non diminuisce la gloria. [Combattono e] catturano York
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
CLIFFORD
Ay, ay, so strives the woodcock with the gin. NORTHUMBERLAND
So doth the cony struggle in the net. YORK
So triumph thieves upon their conquered booty, So true men yield, with robbers so o’ermatched. NORTHUMBERLAND (to the Queen) What would your grace have done unto him now?
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QUEEN MARGARET
Brave warriors, Clifford and Northumberland, Come make him stand upon this molehill here, That wrought at mountains with outstretchèd arms Yet parted but the shadow with his hand. (To York) What — was it you that would be England’s king? Was’t you that revelled in our Parliament, And made a preachment of your high descent? Where are your mess of sons to back you now? The wanton Edward and the lusty George? And where’s that valiant crookback prodigy, Dickie, your boy, that with his grumbling voice Was wont to cheer his dad in mutinies? Or with the rest where is your darling Rutland? Look, York, I stained this napkin with the blood That valiant Clifford with his rapier’s point Made issue from the bosom of thy boy. And if thine eyes can water for his death, I give thee this to dry thy cheeks withal. Alas, poor York, but that I hate thee deadly I should lament thy miserable state. I prithee, grieve, to make me merry, York. What — hath thy fiery heart so parched thine entrails That not a tear can fall for Rutland’s death? Why art thou patient, man? Thou shouldst be mad, And I, to make thee mad, do mock thee thus. Stamp, rave, and fret, that I may sing and dance.
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
CLIFFORD
Sì, sì, così si agita la beccaccia nella tagliola. NORTHUMBERLAND
Così si divincola il coniglio nella rete. YORK
Così esultano i ladri per il bottino conquistato, così soccombono gli uomini degni, sopraffatti dai banditi. NORTHUMBERLAND (alla regina) Vostra grazia, che cosa volete farne di lui? REGINA MARGHERITA
Valorosi guerrieri, Clifford e Northumberland, fate stare su questo rialzo di terra68 colui che allargava le braccia per afferrare le montagne e ora ne stringe soltanto l’ombra tra le mani. (A York) Come – non eravate voi che volevate diventare re d’Inghilterra? Non eravate voi che creavate scompiglio nel nostro Parlamento moraleggiando sulla vostra nobil prosapia? Dove sono ora i quattro figli che vi sostengono? Il licenzioso Edoardo e lo sfrontato Giorgio? E dov’è quel valoroso prodigio con la gobba, Riccardino, il ragazzo che con la sua voce borbottante istigava il padre alla sedizione? E, tra gli altri, dov’è il caro Rutland? Guarda, York, ho macchiato questo fazzoletto con il sangue che il valoroso Clifford, con la punta della spada, ha fatto uscire dal petto del tuo ragazzo69. Se i tuoi occhi hanno lacrime da versare per la sua morte, ti offro questo per asciugartici il volto. Ahimè, povero York, se non ti odiassi così visceralmente compiangerei il tuo miserevole stato. Ti prego, York, lamentati, così mi rallegrerai. Come – il tuo cuore focoso ti ha inaridito le viscere al punto che non riesci a versare neppure una lacrima per la morte di Rutland? Perché sei così impassibile, uomo? Dovresti essere furioso dal dolore e io, per farti infuriare, ti schernisco così. Batti i piedi, agitati e smania, così che io possa cantare e danzare.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
Thou wouldst be fee’d, I see, to make me sport. York cannot speak unless he wear a crown. (To her men) A crown for York, and, lords, bow low to him. Hold you his hands whilst I do set it on.
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She puts a paper crown on York’s head Ay, marry, sir, now looks he like a king, Ay, this is he that took King Henry’s chair, And this is he was his adopted heir. But how is it that great Plantagenet Is crowned so soon and broke his solemn oath? As I bethink me, you should not be king Till our King Henry had shook hands with death. And will you pale your head in Henry’s glory, And rob his temples of the diadem Now, in his life, against your holy oath? O ’tis a fault too, too, unpardonable. Off with the crown,
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[She knocks it from his head] and with the crown his head, And whilst we breathe, take time to do him dead. CLIFFORD
That is my office for my father’s sake.
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QUEEN MARGARET
Nay, stay — let’s hear the orisons he makes. YORK
She-wolf of France, but worse than wolves of France, Whose tongue more poisons than the adder’s tooth — How ill-beseeming is it in thy sex To triumph like an Amazonian trull Upon their woes whom fortune captivates! But that thy face is visor-like, unchanging, Made impudent with use of evil deeds, I would essay, proud Queen, to make thee blush.
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
A quanto vedo, vuoi una ricompensa per farmi divertire. York non può parlare se non indossa una corona. (Ai suoi uomini) Una corona per York e, signori, prostratevi davanti a lui. Tenetegli le mani mentre gliela pongo sul capo. Mette una corona di carta sulla testa di York 70 Accidenti, ora sì che assomiglia a un re; ma certo, questo è colui che ha preso il seggio regale di Enrico, questo è l’erede designato. Ma come mai il grande Plantageneto è stato incoronato così presto rompendo il suo solenne giuramento? Se non ricordo male, tu non dovresti essere re finché il nostro re Enrico non abbia dato la mano alla morte, mentre tu vuoi cingerti la testa della gloria di Enrico e sottrarre alle sue tempie il diadema già ora, mentre è ancora in vita, contrariamente al tuo sacro giuramento? Oh, è una colpa davvero, davvero imperdonabile. Via questa corona [Gli fa cadere la corona con un colpo] e, con la corona, anche la testa; mentre abbiamo un po’ di tregua, cogliamo l’occasione per ucciderlo. CLIFFORD
Questo è compito mio, per amore di mio padre. REGINA MARGHERITA
No, aspetta – ascoltiamo le sue preghiere. YORK
Lupa di Francia, ma peggiore di tutti i lupi di Francia, la cui lingua avvelena più del morso di una vipera71 – quanto male si addice a una donna gioire come un’amazzone puttana72 per le sventure di coloro che la fortuna fa prigionieri! Se tu non avessi il volto impassibile come una maschera, reso insolente dall’abitudine ad azioni malvage, cercherei di farti arrossire, sprezzante regina. Dirti
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
To tell thee whence thou cam’st, of whom derived, Were shame enough to shame thee — wert thou not shameless. Thy father bears the type of King of Naples, Of both the Sicils, and Jerusalem — Yet not so wealthy as an English yeoman. Hath that poor monarch taught thee to insult? It needs not, nor it boots thee not, proud Queen, Unless the adage must be verified That beggars mounted run their horse to death. ’Tis beauty that doth oft make women proud — But, God he knows, thy share thereof is small; ’Tis virtue that doth make them most admired — The contrary doth make thee wondered at; ’Tis government that makes them seem divine — The want thereof makes thee abominable. Thou art as opposite to every good As the antipodes are unto us, Or as the south to the septentrion. O tiger’s heart wrapped in a woman’s hide! How couldst thou drain the life-blood of the child To bid the father wipe his eyes withal, And yet be seen to bear a woman’s face? Women are soft, mild, pitiful, and flexible — Thou stern, obdurate, flinty, rough, remorseless. Bidd’st thou me rage? Why, now thou hast thy wish. Wouldst have me weep? Why, now thou hast thy will. For raging wind blows up incessant showers, And when the rage allays the rain begins. These tears are my sweet Rutland’s obsequies, And every drop cries vengeance for his death ’Gainst thee, fell Clifford, and thee, false Frenchwoman.
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NORTHUMBERLAND
Beshrew me, but his passions move me so That hardly can I check my eyes from tears.
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
da dove vieni, di chi sei la discendente, sarebbe un disonore sufficiente a disonorarti – ma tu sei senza onore. Tuo padre si fregia dell’alto titolo di re di Napoli, delle Due Sicilie e di Gerusalemme – ma è più povero di un contadino73. Ti ha insegnato questo monarca da due soldi a insultare? Non ti è necessario, né ti è di alcuna utilità, tronfia regina, se non per confermare l’adagio che il pezzente che monta un cavallo lo fa scoppiare. Spesso a rendere altezzose le donne è la bellezza – ma Dio sa bene che te n’è toccata poca. A renderle mirabili è la virtù – ma nel tuo caso quello che colpisce è l’esatto contrario. A renderle divine è la temperanza – la sua mancanza ti rende abominevole. Tu sei l’opposto di ogni forma di bene, come gli antipodi lo sono rispetto a noi, o il sud rispetto al settentrione. Oh, cuore di tigre celato da forme di donna! Come hai potuto prosciugare il sangue del figlio ordinando al padre di asciugarcisi il volto e avere ancora un aspetto di donna? Le donne sono dolci, gentili, sensibili, condiscendenti74 – tu sei arcigna, inflessibile, insensibile, dura, spietata. Mi ordini di essere furioso? Beh, eccoti esaudita. Volevi che versassi delle lacrime? Beh, ora hai ciò che desideri, perché il vento impetuoso provoca incessanti scrosci e quando la sua furia è cessata cominciano le piogge75. Queste lacrime sono il rito funebre per il mio dolce Rutland e ogni goccia grida vendetta per la sua morte. Contro di te, feroce Clifford, e contro di te, falsa donna di Francia. NORTHUMBERLAND
Mi venga un accidente, il suo tormento mi commuove al punto che a stento riesco a trattenere le lacrime.
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3 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
YORK
That face of his the hungry cannibals Would not have touched, would not have stained with blood — But you are more inhuman, more inexorable, O, ten times more than tigers of Hyrcania. See, ruthless Queen, a hapless father’s tears. This cloth thou dipped’st in blood of my sweet boy, And I with tears do wash the blood away. Keep thou the napkin and go boast of this, And if thou tell’st the heavy story right, Upon my soul the hearers will shed tears, Yea, even my foes will shed fast-falling tears And say, ‘Alas, it was a piteous deed’. There, take the crown — and with the crown, my curse: And in thy need such comfort come to thee As now I reap at thy too cruel hand.5 Hard-hearted Clifford, take me from the world. My soul to heaven, my blood upon your heads.
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NORTHUMBERLAND
Had he been slaughter-man to all my kin, I should not, for my life, but weep with him, To see how inly sorrow gripes his soul.
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QUEEN MARGARET
What — weeping-ripe, my lord Northumberland? Think but upon the wrong he did us all, And that will quickly dry thy melting tears.
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CLIFFORD
Here’s for my oath, here’s for my father’s death. He stabs York QUEEN MARGARET
And here’s to right our gentle-hearted King. She stabs York
167. Too cruel hand: two cruell hands (O) = due mani crudeli 356
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3 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
YORK
Neppure i famelici cannibali avrebbero sfiorato o macchiato di sangue il suo volto – ma voi siete più disumani, più implacabili, sì dieci volte di più delle tigri d’Ircania76. Guarda, spietata regina, le lacrime di un padre sventurato. Questo panno l’hai bagnato con il sangue del mio caro ragazzo e io con le mie lacrime lavo via il sangue. Conserva tu il fazzoletto e va’ pure a vantarti di questo, e se racconterai correttamente la triste storia gli ascoltatori piangeranno sulla mia anima; sì, persino o miei nemici verseranno copiose lacrime e diranno “Ahimè, che pietosa vicenda!”. Ecco, prendete la corona – e con essa la mia maledizione: che nell’ora del bisogno tu possa trovare il conforto che ora io ricevo dalla tua mano crudele77. Spietato Clifford, fammi sparire da questo mondo. La mia anima al cielo, il mio sangue sulle vostre teste. NORTHUMBERLAND
Avesse anche massacrato tutta la mia famiglia, in fede mia non potrei far altro che piangere con lui vedendo quanto il suo intimo tormento gli strazia l’anima. REGINA MARGHERITA
Come – sul punto di piangere, mio signore di Northumberland? Pensa soltanto ai gravi torti che ha fatto a tutti noi e le tue calde lacrime si asciugheranno presto. CLIFFORD
Questo è per il mio giuramento, questo è per la morte di mio padre. Ferisce York REGINA MARGHERITA
E questo per giustizia verso il nostro buon re. Ferisce York
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
YORK
Open thy gate of mercy, gracious God — My soul flies through these wounds to seek out thee. [He dies] QUEEN MARGARET
Off with his head and set it on York gates, So York may overlook the town of York.
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Flourish. Exeunt with York’s body 2.1
A march. Enter Edward Earl of March and Richard, [with a drummer and soldiers]
EDWARD
I wonder how our princely father scaped, Or whether he be scaped away or no From Clifford’s and Northumberland’s pursuit. Had he been ta’en we should have heard the news; Had he been slain we should have heard the news; Or had he scaped, methinks we should have heard The happy tidings of his good escape. How fares my brother? Why is he so sad?
5
RICHARD
I cannot joy until I be resolved Where-our right valiant father is become. I saw him in the battle range about, And watched him how he singled Clifford forth. Methought he bore him in the thickest troop, As doth a lion in a herd of neat; Or as a bear encompassed round with dogs, Who having pinched a few and made them cry, The rest stand all aloof and bark at him. So fared our father with his enemies; So fled his enemies my warlike father. Methinks ’tis prize enough to be his son.
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[Three suns appear in the air]
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
YORK
Apri le tue porte di misericordia, o Dio clemente – la mia anima si diparte da queste ferite per cercare te. [Muore] REGINA MARGHERITA
Tagliategli la testa e sistematela sulle porte di York, così York sovrasterà la città di York. Squilli di trombe. Escono con il corpo di York. II, 1
Marcia. Entrano Edoardo, conte di March, e Riccardo78 [con un tamburino e dei soldati]79
EDOARDO
Chissà come ha fatto a fuggire il nostro regale padre, e se è sfuggito all’inseguimento di Clifford e Northumberland. Se fosse stato catturato ne avremmo avuto notizia; se fosse stato ucciso ne avremmo avuto notizia. Se fosse fuggito avremmo dovuto ricevere la buona nuova che è sano e salvo. Come sta mio fratello? Perché è così triste? RICCARDO
Non posso gioire finché saprò che ne è stato del nostro valoroso padre. L’ho visto muoversi durante la battaglia e prendere di mira Clifford. Nella mischia si comportava come un leone in mezzo a una mandria o come un orso circondato dai cani, quando, dopo che ne ha azzannati e fatti guaire alcuni, gli altri si tengono a distanza e gli abbaiano contro. Così ha fatto nostro padre con i suoi nemici e così sono fuggiti i suoi nemici davanti al mio battagliero padre. Credo sia un grande privilegio anche solo essere suo figlio. [Appaiono tre soli nell’aria]80
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
See how the morning opes her golden gates And takes her farewell of the glorious sun. How well resembles it the prime of youth, Trimmed like a younker prancing to his love! EDWARD
Dazzle mine eyes, or do I see three suns?
25
RICHARD
Three glorious suns, each one a perfect sun; Not separated with the racking clouds, But severed in a pale clear-shining sky. [The three suns begin to join] See, see — they join, embrace, and seem to kiss, As if they vowed some league inviolable. Now are they but one lamp, one light, one sun. In this the heaven figures some event.
30
EDWARD
’Tis wondrous strange, the like yet never heard of. I think it cites us, brother, to the field, That we, the sons of brave Plantagenet, Each one already blazing by our meeds, Should notwithstanding join our lights together And over-shine the earth as this the world. Whate’er it bodes, henceforward will I bear Upon my target three fair-shining suns.
35
40
RICHARD
Nay, bear three daughters — by your leave I speak it — You love the breeder better than the male. Enter one blowing But what art thou whose heavy looks foretell Some dreadful story hanging on thy tongue? MESSENGER
Ah, one that was a woeful looker-on Whenas the noble Duke of York was slain — Your princely father and my loving lord.
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EDWARD
O, speak no more, for I have heard too much. 360
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
Guarda come il mattino apre le sue porte dorate e prende congedo dal glorioso sole. Quanto rassomiglia al fiore della giovinezza, azzimato come un damerino che va baldanzoso dalla sua bella!81 EDOARDO
È un abbaglio o vedo tre soli? RICCARDO
Tre soli gloriosi, ciascuno un sole perfetto; non separati da masse di nubi ma distinti in un limpido cielo luminoso. [I tre soli cominciano a congiungersi] Guarda, guarda – si uniscono, si abbracciano e sembrano baciarsi, quasi suggellassero una lega inviolabile82. Ora sono un’unica lampada, un’unica luce, un unico sole. Questo segno nel cielo preannuncia qualche evento. EDOARDO
È una cosa davvero insolita, mai udita prima. Penso, fratello, che ci esorti a scendere in campo perché noi, figli del valoroso Plantageneto, che già brilliamo per nostri singoli meriti, uniamo le nostre luci per illuminare la terra come fanno questi astri con il mondo. Qualunque cosa significhi, d’ora in poi porterò come blasone tre stelle splendenti83. RICCARDO
Piuttosto porta tre donne piacenti84 – sia detto senza offesa. Tu preferisci una femmina da ingravidare. Entra un uomo trafelato85 E tu chi sei? Dal tuo aspetto sconvolto si direbbe che una terribile notizia ti pesa sulla lingua. MESSAGGERO
Ah, sono un affranto spettatore del massacro del nobile duca di York, vostro regale padre e mio amato signore. EDOARDO
Non aggiungere altro, ho sentito fin troppo. RICCARDO
No, racconta come è morto; voglio sapere tutto.
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
RICHARD
Say how he died, for I will hear it all. MESSENGER
Environèd he was with many foes, And stood against them as the hope of Troy Against the Greeks that would have entered Troy. But Hercules himself must yield to odds; And many strokes, though with a little axe, Hews down and fells the hardest-timbered oak. By many hands your father was subdued, But only slaughtered by the ireful arm Of unrelenting Clifford and the Queen, Who crowned the gracious Duke in high despite, Laughed in his face, and when with grief he wept, The ruthless Queen gave him to dry his cheeks A napkin steepèd in the harmless blood Of sweet young Rutland, by rough Clifford slain; And after many scorns, many foul taunts, They took his head, and on the gates of York They set the same; and there it doth remain, The saddest spectacle that e’er I viewed.
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EDWARD
Sweet Duke of York, our prop to lean upon, Now thou art gone, we have no staff, no stay. O Clifford, boist’rous Clifford — thou hast slain The flower of Europe for his chivalry, And treacherously hast thou vanquished him — For hand to hand he would have vanquished thee. Now my soul’s palace is become a prison. Ah, would she break from hence that this my body Might in the ground be closèd up in rest. For never henceforth shall I joy again — Never, O never, shall I see more joy.
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RICHARD
I cannot weep, for all my body’s moisture Scarce serves to quench my furnace-burning heart; Nor can my tongue unload my heart’s great burden,
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
MESSAGGERO
Era circondato da molti nemici e resisteva come colui che era la speranza di Troia86 contro i Greci alle sue porte. Ma Ercole stesso deve arrendersi quando le forze sono impari; molti colpi, anche se inferti da una piccola ascia, abbattono e tagliano anche la quercia più dura. Vostro padre è stato vinto da molte mani, ma massacrato solo dal braccio rabbioso dell’implacabile Clifford e della regina, la quale ha incoronato il grazioso duca per sommo spregio, gli ha riso in faccia e, quando ha pianto dalla disperazione, la spietata regina gli ha dato per asciugarsi il volto un fazzoletto intriso del sangue innocente del dolce e giovane Rutland, trucidato dal feroce Clifford. Dopo averlo ignobilmente schernito e deriso, hanno preso la sua testa e l’hanno sistemata sulle porte di York; è ancora lì, lo spettacolo più penoso che abbia mai visto. EDOARDO
Dolce duca di York, nostro sostegno, ora che sei scomparso non abbiamo nessun bastone, nessun sostegno. Oh, Clifford, brutale Clifford – hai trucidato colui che per cavalleria era il fiore dell’Europa e l’hai vinto iniquamente – perché in uno scontro a due avrebbe vinto lui. Ora il palazzo della mia anima è diventato una prigione87. Ah, potesse fuggirne così che il mio corpo fosse avvolto dalla terra e trovasse pace. D’ora innanzi non gioirò più, mai e poi mai vedrò più la gioia. RICCARDO
Non posso piangere perché tutti gli umori che ho in corpo bastano appena a smorzare la fornace che mi arde nel cuore. Anche la lingua non riesce a liberare il peso che mi grava sul cuore, perché
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
For selfsame wind that I should speak withal Is kindling coals that fires all my breast, And burns me up with flames that tears would quench. To weep is to make less the depth of grief; Tears, then, for babes — blows and revenge for me! Richard, I bear thy name; I’ll venge thy death Or die renownèd by attempting it.
85
EDWARD
His name that valiant Duke hath left with thee, His dukedom and his chair with me is left.
90
RICHARD
Nay, if thou be that princely eagle’s bird, Show thy descent by gazing ’gainst the sun: For ‘chair and dukedom’, ‘throne and kingdom’ say — Either that is thine or else thou wert not his. March. Enter the Earl of Warwick and the Marquis of Montague [with drummers, an ensign, and6 soldiers] WARWICK
How now, fair lords? What fare? What news abroad? RICHARD
Great lord of Warwick, if we should recount Our baleful news, and at each word’s deliverance Stab poniards in our flesh till all were told, The words would add more anguish than the wounds. O valiant lord, the Duke of York is slain.
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EDWARD
O Warwick, Warwick! That Plantagenet, Which held thee dearly as his soul’s redemption, Is by the stern Lord Clifford done to death. WARWICK
Ten days ago I drowned these news in tears. And now, to add more measure to your woes, I come to tell you things sith then befall’n.
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94.2. Ensign: ancient (O) = anziano. 364
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
il fiato stesso usato per parlare attizzerebbe i carboni che mi incendiano il petto e mi bruciano con fiamme che prosciugherebbero le lacrime. Piangere riduce la profondità del dolore: le lacrime le lascio ai bambini – colpi e vendetta per me! Riccardo, porto il tuo nome; vendicherò la tua morte o morirò celebre per averci provato. EDOARDO
Il nome quel valoroso duca l’ha lasciato a te, il suo ducato e il suo seggio restano a me. RICCARDO
No; se sei il piccolo di quell’aquila reale, mostra la tua progenie guardando fisso il sole88: al posto di “seggio e ducato” di’ piuttosto “trono e regno” – o sono tuoi o tu non sei suo figlio. Marcia. Entrano il conte di Warwick e il marchese di Montague [con tamburini, un’insegna e dei soldati] WARWICK
Ebbene, cari signori, qual è la situazione? Che notizie ci sono? RICCARDO
Grande signore di Warwick, se dovessimo raccontare le terribili notizie che abbiamo e nel pronunciare ogni parola pugnalassimo la nostra carne finché non fosse detto tutto, le parole ci causerebbero più dolore delle ferite. Mio valoroso signore, il duca di York è stato ucciso. EDOARDO
Oh, Warwick, Warwick! A quel Plantageneto, che ti aveva caro come la salvezza della propria anima, è stata data la morte dal feroce lord Clifford. WARWICK
Già dieci giorni fa ho annegato di lacrime questa notizia. Ora, per colmare la misura della vostra afflizione, vi dico che cosa è accaduto in seguito. Dopo il sanguinoso scontro a Wakefield, dove il
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
After the bloody fray at Wakefleld fought, Where your brave father breathed his latest gasp, Tidings, as swiftly as the posts could run, Were brought me of your loss and his depart. I then in London, keeper of the King, Mustered my soldiers, gathered flocks of friends, And, very well appointed as I thought, Marched toward Saint Albans to intercept the Queen, Bearing the King in my behalf along — For by my scouts I was advertisèd That she was coming with a full intent To dash our late decree in Parliament Touching King Henry’s oath and your succession. Short tale to make, we at Saint Albans met, Our battles joined, and both sides fiercely fought; But whether ’twas the coldness of the King, Who looked full gently on his warlike queen, That robbed my soldiers of their heated spleen, Or whether ’twas report of her success, Or more than common fear of Clifford’s rigour — Who thunders to his captains blood and death — I cannot judge; but, to conclude with truth, Their weapons like to lightning came and went; Our soldiers’, like the night-owl’s lazy flight, Or like an idle thresher with a flail,7 Fell gently down, as if they struck their friends. I cheered them up with justice of our cause, With promise of high pay, and great rewards. But all in vain. They had no heart to fight, And we in them no hope to win the day. So that we fled — the King unto the Queen, Lord George your brother, Norfolk, and myself In haste, post-haste, are come to join with you. For in the Marches here we heard you were, Making another head to fight again.
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131. Idle: lazie (F) con il medesimo significato. 366
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
vostro valoroso padre ha esalato l’ultimo respiro, con la massima velocità di cui è capace un messaggero mi è stata annunciata la vostra sconfitta e la sua morte. Io, che mi trovavo a Londra come guardiano del re, ho radunato i miei uomini, raccolto amici a frotte e, ritenendo di essere perfettamente equipaggiato, ho marciato verso Saint Albans per intercettare la regina, portando con me il re nel mio stesso interesse – visto che gli esploratori mi avevano informato che ella stava giungendo con la ferma intenzione di annullare il nostro recente decreto in Parlamento riguardante il giuramento di re Enrico e la vostra successione. Per farla breve, ci siamo scontrati a Saint Albans e le truppe hanno combattuto aspramente da ambo le parti; poi, se a svuotare i miei soldati del loro fiero ardimento sia stata l’indifferenza del re, che guardava con sconfinata benevolenza la sua regina guerriera, oppure la notizia della sua vittoria, o ancora l’eccessivo timore dell’efferatezza di Clifford – che incita i suoi capitani89 a dispensare sangue e morte – non saprei proprio dirlo. Comunque, per dirla tutta, le loro armi andavano e venivano come fulmini; quelle dei nostri soldati, invece, come il pigro volo di una civetta o come i bastoni90 di uno svogliato trebbiatore scendevano dolcemente, come se colpissero degli amici. Li ho esortati ricordando che la nostra causa era giusta, promettendo una buona paga e grandi ricompense, ma è stato tutto vano. Non avevano cuore di combattere e noi non avevamo alcuna speranza di vincere con loro. Così siamo fuggiti – il re dalla regina, mentre il vostro nobile fratello Giorgio, Norfolk e io in fretta, in gran fretta, siamo venuti per unirci a voi. Abbiamo sentito che eravate qui vicino al confine91 per radunare un nuovo esercito e continuare a combattere.
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
EDWARD
Where is the Duke of Norfolk, gentle Warwick? And when came George from Burgundy to England? WARWICK
Some six miles off the Duke is with his soldiers; And for your brother — he was lately sent From your kind aunt, Duchess of Burgundy, With aid of soldiers to this needful war.
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RICHARD
’Twas odd belike when valiant Warwick fled. Oft have I heard his praises in pursuit, But ne’er till now his scandal of retire.
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WARWICK
Nor now my scandal, Richard, dost thou hear — For thou shalt know this strong right hand of mine Can pluck the diadem from faint Henry’s head And wring the aweful sceptre from his fist, Were he as famous and as bold in war As he is famed for mildness, peace, and prayer.
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RICHARD
I know it well, Lord Warwick — blame me not. ’Tis love I bear thy glories make me speak. But in this troublous time what’s to be done? Shall we go throw away our coats of steel, And wrap our bodies in black mourning gowns, Numb’ring our Ave-Maries with our beads? Or shall we on the helmets of our foes Tell our devotion with revengeful arms? If for the last, say ‘ay’, and to it, lords.
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WARWICK
Why, therefore Warwick came to seek you out, And therefore comes my brother Montague. Attend me, lords. The proud insulting Queen, With Clifford and the haught Northumberland, And of their feather many more proud birds, Have wrought the easy-melting King like wax. (To Edward) He swore consent to your succession,
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
EDOARDO
Dov’è il duca di Norfolk, nobile Warwick? E Giorgio quando è tornato dai Paesi Bassi92 in Inghilterra? WARWICK
Il duca con i suoi soldati si trova a circa sei miglia da qui; quanto a vostro fratello – è stato recentemente inviato dalla vostra graziosa zia, la duchessa di Borgogna, con i rinforzi necessari per continuare questa guerra. RICCARDO
Le forze devono essere state davvero impari se l’impavido Warwick è fuggito. Spesso ho sentito lodare i suoi inseguimenti, ma mai prima d’ora l’onta di una sua ritirata. WARWICK
Neppure ora, Riccardo, senti la mia onta – questa mia potente mano destra sarebbe in grado di staccare il diadema regale dalla testa del debole Enrico e strappargli il prestigioso scettro dal pugno, se solo fosse famoso e ardito in guerra così come lo è per la sua mitezza, mansuetudine e devozione. RICCARDO
Lo so bene, nobile Warwick – non rimproverarmi. È il rispetto che ho per la tua fama a farmi parlare. Ma in questi tempi così turbolenti che si può fare? Dobbiamo gettare via le nostre armature e indossare gramaglie snocciolando Avemarie sui nostri rosari? Oppure vogliamo ripetere le nostre devozioni93 sugli elmi dei nemici con le armi della vendetta? Se siete d’accordo con quest’ultima proposta, dite “sì” e diamoci dentro, signori. WARWICK
Ebbene, per questo Warwick è venuto a cercarvi e per questo è qui anche mio fratello Montague. Ascoltate, signori: l’orgogliosa e insolente regina, con Clifford e l’arrogante Northumberland, insieme a molti altri presuntuosi della loro stessa risma94, hanno plasmato a loro piacimento il malleabile re come un modello95. (A Edoardo) Egli ha solennemente acconsentito alla vostra successione, il suo
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
His oath enrollèd in the Parliament. And now to London all the crew are gone, To frustrate both his oath and what beside May make against the house of Lancaster. Their power, I think, is thirty thousand strong. Now, if the help of Norfolk and myself, With all the friends that thou, brave Earl of March, Amongst the loving Welshmen canst procure, Will but amount to five-and-twenty thousand, Why, via, to London will we march, And once again bestride our foaming steeds, And once again cry ‘Charge!’ upon our foes — But never once again turn back and fly.
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RICHARD
Ay, now methinks I hear great Warwick speak. Ne’er may he live to see a sunshine day That cries ‘Retire!’ if Warwick bid him stay. EDWARD
Lord Warwick, on thy shoulder will I lean, And when thou fail’st — as God forbid the hour — Must Edward fall, which peril heaven forfend!
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WARWICK
No longer Earl of March, but Duke of York; The next degree is England’s royal throne — For King of England shalt thou be proclaimed In every borough as we pass along, And he that throws not up his cap for joy, Shall for the fault make forfeit of his head. King Edward, valiant Richard, Montague — Stay we no longer dreaming of renown, But sound the trumpets and about our task.
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RICHARD
Then, Clifford, were thy heart as hard as steel, As thou hast shown it flinty by thy deeds, I come to pierce it or to give thee mine. EDWARD
Then strike up drums — God and Saint George for us! 370
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
giuramento è registrato in Parlamento; ma ora tutta quella masnada è diretta a Londra per annullare quel giuramento e quant’altro possa arrecare danno alla casa dei Lancaster. Credo che abbiano un esercito forte di trentamila uomini96. Ora, anche se, con l’aiuto mio e di Norfolk, insieme a tutti i sostenitori che tu, valoroso conte di March, riuscirai a arruolare tra i fedeli gallesi, potremo contare solo su venticinquemila uomini, ebbene, avanti, marciamo su Londra e ancora una volta cavalchiamo i nostri schiumanti destrieri e ancora una volta gridiamo “Carica!” contro i nostri nemici – ma mai più volteremo le spalle e fuggiremo. RICCARDO
Ora sì sento parlare il grande Warwick. Possa non vivere abbastanza da vedere un giorno sereno colui che grida “Ritirata” se Warwick gli ordina di resistere. EDOARDO
Lord Warwick, sulla tua spalla mi appoggerò e se cederai – Dio non voglia – anche Edoardo cadrà, che il cielo allontani questo pericolo. WARWICK
Non più conte di March ma duca di York97; la tua prossima sede è il trono d’Inghilterra – perché re di tutta l’Inghilterra tu sarai proclamato in ogni borgo che attraverseremo, e chi non lancerà in aria il berretto in segno di giubilo pagherà questa mancanza con la testa. Re Edoardo, valoroso Riccardo, Montague. Basta con i sogni di gloria, squillino le trombe e svolgiamo il nostro compito. RICCARDO
Allora, Clifford, fosse anche il tuo cuore duro come l’acciaio, o di pietra come hai dimostrato con le tue azioni, vengo per trafiggerlo o per darti il mio. EDOARDO
Rullate tamburi – Dio e San Giorgio ci proteggano!
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
Enter a Messenger WARWICK How now? What news?
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MESSENGER
The Duke of Norfolk sends you word by me The Queen is coming with a puissant host, And craves your company for speedy counsel. WARWICK
Why then it sorts. Brave warriors, let’s away. [March.] Exeunt 2.2
[York’s head is thrust out, above.] Flourish. Enter King Henry, Queen Margaret, Lord Clifford, the Earl of Northumberland, and young Prince Edward, with a drummer and trumpeters
QUEEN MARGARET
Welcome, my lord, to this brave town of York. Yonder’s the head of that arch-enemy That sought to be encompassed with your crown. Doth not the object cheer your heart, my lord? KING HENRY
Ay, as the rocks cheer them that fear their wreck. To see this sight, it irks my very soul. Withhold revenge, dear God — ’tis not my fault, Nor wittingly have I infringed my vow.
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CLIFFORD
My gracious liege, this too much lenity And harmful pity must be laid aside. To whom do lions cast their gentle looks? Not to the beast that would usurp their den. Whose hand is that the forest bear doth lick? Not his that spoils her young before her face. Who scapes the lurking serpent’s mortal sting? Not he that sets his foot upon her back. The smallest worm will turn, being trodden on, And doves will peck in safeguard of their brood.
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
Entra un messaggero WARWICK
Ebbene? Quali notizie porti? MESSAGGERO
Il duca di Norfolk mi manda a dirvi che sta sopraggiungendo la regina con un potente esercito ed egli vuole vedervi e consultarvi quanto prima. WARWICK
Bene, l’ora è propizia. Miei prodi guerrieri, in marcia. [Marcia] Escono II, 2
[La testa di York è issata in alto.] Squilli di trombe. Entrano re Enrico, la regina Margherita, lord Clifford, il conte di Northumberland e il giovane principe Edoardo, con un tamburino e trombettieri98
REGINA MARGHERITA
Benvenuto, mio signore, in questa illustre città di York. Ed ecco là la testa di quell’irriducibile nemico che ha cercato di cingersi della vostra corona. Vedere quell’oggetto non vi rallegra, mio signore? RE ENRICO
Sì, come la vista degli scogli rallegra chi teme di naufragare. Vedere un tale spettacolo mi disturba profondamente. Frena la tua vendetta, Dio pietoso – non è mia la colpa, né ho infranto il mio giuramento di proposito. CLIFFORD
Mio grazioso sovrano, questa eccessiva mitezza e questa pericolosa pietà vanno messe da parte. A chi il leone lancia sguardi benevoli? Non certo all’animale che gli insidia la tana. Quale mano viene leccata dall’orsa selvatica? Non certo quella che le minaccia il cucciolo davanti agli occhi. Chi fugge il morso letale del serpente nascosto? Non certo chi gli schiaccia il dorso. Il verme più piccolo si ribella se calpestato e le colombe colpiscono col becco per difendere la loro nidiata99.
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
Ambitious York did level at thy crown, Thou smiling while he knit his angry brows. He, but a duke, would have his son a king, And raise his issue like a loving sire; Thou, being a king, blest with a goodly son, Didst yield consent to disinherit him, Which argued thee a most unloving father. Unreasonable creatures feed their young, And though man’s face be fearful to their eyes, Yet, in protection of their tender ones, Who hath not seen them, even with those wings Which sometime they have used with fearful flight, Make war with him that climbed unto their nest, Offering their own lives in their young’s defence? For shame, my liege, make them your precedent! Were it not pity that this goodly boy Should lose his birthright by his father’s fault, And long hereafter say unto his child ‘What my great-grandfather and grandsire got My careless father fondly gave away’? Ah, what a shame were this! Look on the boy, And let his manly face, which promiseth Successful fortune, steel thy melting heart To hold thine own and leave thine own with him.
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KING HENRY
Full well hath Clifford played the orator, Inferring arguments of mighty force. But, Clifford, tell me — didst thou never hear That things ill got had ever bad success? And happy always was it for that son Whose father for his hoarding went to hell? I’ll leave my son my virtuous deeds behind, And would my father had left me no more. For all the rest is held at such a rate As brings a thousandfold more care to keep Than in possession any jot of pleasure.
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
L’ambizioso York mirava alla tua corona e tu sorridevi mentre il suo sguardo era corrucciato. Lui, un semplice duca, ambiva a far diventare re suo figlio e, da buon padre, a innalzare il rango dei suoi discendenti; tu, un re che il cielo ha benedetto con un bravo figliolo, hai dato il tuo consenso a diseredarlo, dimostrandoti con ciò il più malevolo dei padri. Gli animali privi di ragione nutrono i loro cuccioli e, pur timorosi quando vedono un uomo, chi non li ha mai visti proteggere i loro piccoli percuotendo colui che si è arrampicato fino al loro nido proprio con quelle ali che altre volte avevano usato per fuggire spaventati, mettendo a repentaglio la loro stessa vita per difendere la prole? Per il vostro buon nome, mio signore, prendete esempio da loro! Non sarebbe un peccato se questo valente ragazzo perdesse il suo diritto di nascita per colpa di suo padre e in futuro dicesse a suo figlio “Ciò che il mio bisnonno e il mio nonno conquistarono, il mio negligente padre l’ha scioccamente dato via”? Ah, che vergogna sarebbe! Guardate il ragazzo e lasciate che il suo volto virile, che fa sperare nel favore della fortuna, renda saldo il vostro cuore tremante spronandovi a conservare ciò che è vostro e a trasmetterlo a lui. RE ENRICO
Con grande perizia Clifford ha svolto la parte dell’oratore, adducendo argomenti molto forti. Ma dimmi, Clifford – non hai mai sentito sentito dire che quanto si ottiene scorrettamente non porta mai a nulla di buono? Ed è sempre stato felice quel figlio il cui padre per accumulare beni preziosi è andato all’inferno? Lascerò in eredità a mio figlio le mie azioni virtuose e vorrei che mio padre non mi avesse lasciato altro. Perché tutto il resto viene conservato a un prezzo tale che sono infinitamente di più gli affanni per mantenerlo che i momenti di gioia nel goderlo. Ah York, cugino mio, se solo i tuoi migliori amici sapessero quanto mi rattrista che la tua testa sia lassù.
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
Ah, cousin York, would thy best friends did know How it doth grieve me that thy head is here.
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QUEEN MARGARET
My lord, cheer up your spirits — our foes are nigh, And this soft courage makes your followers faint. You promised knighthood to our forward son. Unsheathe your sword and dub him presently. Edward, kneel down.
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Prince Edward kneels KING HENRY
Edward Plantagenet, arise a knight — And learn this lesson: draw thy sword in right. PRINCE EDWARD (rising) My gracious father, by your kingly leave, I’ll draw it as apparent to the crown, And in that quarrel use it to the death.
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CLIFFORD
Why, that is spoken like a toward prince. Enter a Messenger MESSENGER
Royal commanders, be in readiness — For with a band of thirty thousand men Comes Warwick backing of the Duke of York; And in the towns, as they do march along, Proclaims him king, and many fly to him. Darraign your battle, for they are at hand. CLIFFORD (to King Henry) I would your highness would depart the field — The Queen hath best success when you are absent. QUEEN MARGARET (to King Henry) Ay, good my lord, and leave us to our fortune.
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KING HENRY
Why, that’s my fortune too — therefore I’ll stay. NORTHUMBERLAND
Be it with resolution then to fight.
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
REGINA MARGHERITA
Mio signore, riprendetevi – i nostri nemici sono vicini e questa debolezza deprime i vostri seguaci. Avete promesso di fare cavaliere il nostro intraprendente figlio. Sguainate la spada e nominatelo subito. Edoardo, inginocchiati. Il principe Edoardo si inginocchia RE ENRICO
Edoardo Plantageneto, alzati cavaliere – e ricorda questa lezione: usa la spada solo in nome della giustizia. PRINCIPE EDOARDO (alzandosi) Mio grazioso padre, con il vostro regale permesso, la userò come erede legittimo della corona e per quella causa la impugnerò fino alla morte. CLIFFORD
Così parla un principe promettente. Entra un messaggero MESSAGGERO
Reali condottieri, state all’erta – sta giungendo Warwick con un’armata di trentamila uomini per sostenere il nuovo duca di York; attraversando le città lo proclama re e sono molti quelli che si uniscono a lui. Schierate le truppe, ormai sono vicini. CLIFFORD (a re Enrico) Preferirei che vostra altezza lasciasse il campo – la regina ha più successo quando voi siete assente. REGINA MARGHERITA (a re Enrico) Sì, mio buon signore, lasciateci alla nostra sorte. RE ENRICO
No, ne va anche della mia sorte – quindi resterò. NORTHUMBERLAND
Però fatelo con la ferma decisione di combattere.
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
PRINCE EDWARD (to King Henry)
My royal father, cheer these noble lords And hearten those that fight in your defence. Unsheathe your sword, good father; cry ‘Saint George!’ March. Enter Edward Duke of York, the Earl of Warwick, Richard, George, the Duke of Norfolk, the Marquis of Montague, and soldiers EDWARD
Now, perjured Henry, wilt thou kneel for grace, And set thy diadem upon my head — Or bide the mortal fortune of the field?
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QUEEN MARGARET
Go rate thy minions, proud insulting boy! Becomes it thee to be thus bold in terms Before thy sovereign and thy lawful king?
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EDWARD
I am his king, and he should bow his knee. I was adopted heir by his consent. GEORGE (to Queen Margaret) Since when his oath is broke — for, as I hear, You that are king, though he do wear the crown, Have caused him by new act of Parliament To blot our brother out, and put his own son in.8 CLIFFORD And reason too — Who should succeed the father but the son?
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RICHARD
Are you there, butcher? O, I cannot speak!
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CLIFFORD
Ay, crookback, here I stand to answer thee, Or any he the proudest of thy sort. RICHARD
’Twas you that killed young Rutland, was it not? CLIFFORD
Ay, and old York, and yet not satisfied.
92. Our brother out: out me = mio. 378
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
PRINCIPE EDOARDO (a re Enrico)
Mio regale padre, incoraggiate questi nobili signori e rincuorate coloro che combattono in vostra difesa. Sguainate la spada, buon padre, e gridate “San Giorgio!” Marcia. Entrano Edoardo duca di York, il conte di Warwick, Riccardo, Giorgio, il duca di Norfolk, il marchese di Montague e dei soldati EDOARDO
Ebbene, spergiuro Enrico, preferisci inginocchiarti per chiedere grazia e porre il tuo diadema sulla mia testa – oppure affrontare le fatali sorti del campo di battaglia? REGINA MARGHERITA
Va’ a rimproverare i tuoi favoriti, moccioso insolente! Come osi rivolgere parole così arroganti al tuo sovrano e legittimo re? EDOARDO
Io sono il suo re e lui deve mettersi in ginocchio. Sono divenuto erede con il suo consenso. GIORGIO100 (alla regina Margherita) E poi il suo giuramento è stato infranto – perché, a quanto sento, tu, che sei il re sebbene sia lui a indossare la corona, lo hai indotto tramite un nuovo atto del Parlamento a cancellare il nome di nostro fratello e a sostituirlo con quello di suo figlio. CLIFFORD
E a ragione – chi deve succedere a un padre se non suo figlio? RICCARDO
Ci sei anche tu, macellaio? Oh, non posso parlare! CLIFFORD
Sì, gobbo, sono qui per rispondere a te o a chiunque tra voi sia il più superbo. RICCARDO
Sei stato tu a uccidere il giovane Rutland, vero? CLIFFORD
Già, anche il vecchio York, e non mi basta ancora.
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
RICHARD
For God’s sake, lords, give signal to the fight.
100
WARWICK
What sayst thou, Henry, wilt thou yield the crown? QUEEN MARGARET
Why, how now, long-tongued Warwick, dare you speak? When you and I met at Saint Albans last, Your legs did better service than your hands. WARWICK
Then ’twas my turn to fly — and now ’tis thine.
105
CLIFFORD
You said so much before, and yet you fled. WARWICK
’Twas not your valour, Clifford, drove me thence. NORTHUMBERLAND
No, nor your manhood that durst make you stay. RICHARD
Northumberland, I hold thee reverently. Break off the parley, for scarce I can refrain The execution of my big-swoll’n heart Upon that Clifford, that cruel child-killer.
110
CLIFFORD
I slew thy father — call’st thou him a child? RICHARD
Ay, like a dastard and a treacherous coward, As thou didst kill our tender brother Rutland. But ere sun set I’ll make thee curse the deed.
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KING HENRY
Have done with words, my lords, and hear me speak. QUEEN MARGARET
Defy them, then, or else hold close thy lips. KING HENRY
I prithee give no limits to my tongue — I am a king, and privileged to speak.
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
RICCARDO
Per Dio, signori, date il segnale di attaccare. WARWICK
Cosa dici, Enrico; sei disposto a cedere la corona? REGINA MARGHERITA
Come osi parlare, petulante Warwick? Quando ci siamo incontrati l’ultima volta a Saint Albans hai usato più le gambe che le braccia. WARWICK
Allora è toccato a me fuggire – ora è la volta tua. CLIFFORD
Avevi detto lo stesso prima, eppure sei fuggito. WARWICK
Non è stato certo il tuo valore, Clifford, a farmi scappare. NORTHUMBERLAND
No, ma il tuo ardimento non ti ha dato il coraggio di restare. RICCARDO
Northumberland, ho rispetto per te. Piantiamola con questi discorsi, a stento riesco a trattenermi dallo sfogare l’ira che mi gonfia il cuore contro quel crudele assassino di bambini, Clifford. CLIFFORD
Ho ucciso tuo padre – era forse un bambino? RICCARDO
Sì, come un codardo vile e traditore hai ucciso il nostro giovane fratello Rutland. Ma prima che tramonti il sole, ti farò maledire ciò che hai compiuto. RE ENRICO
Smettetela con le parole, signori, e ascoltatemi. REGINA MARGHERITA
Sfidali, altrimenti tieni chiusa la bocca. RE ENRICO
Ti prego, non imporre limiti alle mie parole – sono il re e posso parlare come mi aggrada.
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
CLIFFORD
My liege, the wound that bred this meeting here Cannot be cured by words — therefore be still. RICHARD
Then, executioner, unsheathe thy sword. By him that made us all, I am resolved That Clifford’s manhood lies upon his tongue.
125
EDWARD
Say, Henry, shall I have my right or no? A thousand men have broke their fasts today That ne’er shall dine unless thou yield the crown. WARWICK (to King Henry) If thou deny, their blood upon thy head; For York in justice puts his armour on.
130
PRINCE EDWARD
If that be right which Warwick says is right, There is no wrong, but everything is right. RICHARD
Whoever got thee, there thy mother stands — For, well I wot, thou hast thy mother’s tongue. QUEEN MARGARET
But thou art neither like thy sire nor dam, But like a foul misshapen stigmatic, Marked by the destinies to be avoided, As venom toads or lizards’ dreadful stings.
135
RICHARD
Iron of Naples, hid with English gilt, Whose father bears the title of a king — As if a channel should be called the sea — Sham’st thou not, knowing whence thou art extraught, To let thy tongue detect thy base-born heart?
140
EDWARD
A wisp of straw were worth a thousand crowns To make this shameless callet know herself. Helen of Greece was fairer far than thou, Although thy husband may be Menelaus;
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
CLIFFORD
Sire, la ferita che ha provocato questo incontro non può essere curata con le parole – quindi restate in silenzio. RICCARDO
Allora, carnefice, sguaina la spada. Per colui che ci ha creato, sono sicuro che il coraggio Clifford ce l’ha solo sulla lingua101. EDOARDO
Parla, Enrico, avrò ciò che mi spetta o no? Migliaia di uomini che stamani hanno fatto colazione non arriveranno alla cena se non cedi la corona. WARWICK (a re Enrico) Se rifiuti, il loro sangue ricada sulla tua testa; York è qui con le armi in pugno in nome della giustizia. PRINCIPE EDOARDO
Se è giusto quello che Warwick dice essere giusto, allora non esiste più il torto e tutto può essere giusto. RICCARDO
Chiunque sia tuo padre102, tua madre è senz’altro lei – hai la sua stessa lingua. REGINA MARGHERITA
Tu, invece, non assomigli né a tuo padre né alla vacca che ha montato. Sei un ripugnante aborto deforme, marchiato dal fato perché tutti ti evitino, come i rospi velenosi o il letale morso di un rettile. RICCARDO
Ferro di Napoli nascosto da una doratura inglese103, tuo padre porta il titolo di re con la stessa legittimità con cui un canale viene chiamato mare. Non ti vergogni, conoscendo le tue origini104, che la lingua riveli la meschinità del tuo cuore? EDOARDO
Rinuncerei a mille corone per avere una manciata di paglia e far capire a questa spudorata megera chi è veramente105. La greca Elena era molto più bella di te, sebbene tuo marito sia paragonabile a Menelao,
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
And ne’er was Agamemnon’s brother wronged By that false woman, as this king by thee. His father revelled in the heart of France, And tamed the King, and made the Dauphin stoop; And had he matched according to his state, He might have kept that glory to this day. But when he took a beggar to his bed, And graced thy poor sire with his bridal day, Even then that sunshine brewed a shower for him That washed his father’s fortunes forth of France, And heaped sedition on his crown at home. For what hath broached this tumult but thy pride? Hadst thou been meek, our title still had slept, And we, in pity of the gentle King, Had slipped our claim until another age. GEORGE (to Queen Margaret) But when we saw our sunshine made thy spring, And that thy summer bred us no increase, We set the axe to thy usurping root. And though the edge hath something hit ourselves, Yet know thou, since we have begun to strike, We’ll never leave till we have hewn thee down, Or bathed thy growing with our heated bloods. EDWARD (to Queen Margaret) And in this resolution I defy thee, Not willing any longer conference Since thou deniest the gentle King to speak. Sound trumpets — let our bloody colours wave! And either victory, or else a grave! QUEEN MARGARET Stay, Edward.
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EDWARD
No, wrangling woman, we’ll no longer stay — These words will cost ten thousand lives this day. [Flourish. March. Exeunt Edward and his men at one door and Queen Margaret and her men at another door]
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
ma da quella falsa donna il fratello di Agamennone non subì mai un torto come quello che questo sovrano ha ricevuto da te. Suo padre ha spadroneggiato106 a piacimento nel cuore della Francia, ne ha domato il re e ha piegato il Delfino. Se lui avesse sposato una donna degna del suo rango, avrebbe potuto conservare quella gloria fino ad oggi. Invece, da quando si è messo nel letto una mendicante e con le nozze ha fatto un favore al tuo povero padre, quel sole radioso è divenuto per lui una tempesta che in Francia ha cancellato le fortune conquistate da suo padre e in patria ha fomentato la sedizione contro la sua corona. Cos’altro ha prodotto questi disordini se non il tuo orgoglio? Fossi stata più mite, le nostre pretese sarebbero rimaste sopite e, per rispetto nei confronti del buon re, avremmo fatto valere i nostri diritti alla generazione successiva. GIORGIO (alla regina Margherita) Ma quando abbiamo visto che il nostro sole intiepidiva l’aria della tua primavera, e che la tua estate non portava alcun frutto per noi, abbiamo posto la scure alle tue radici usurpatrici107. E sebbene la lama abbia in parte ferito anche noi, sappi che, poiché abbiamo cominciato a colpire, non smetteremo finché non ti avremo abbattuto oppure non avremo alimentato la tua crescita con il nostro sangue infiammato108. EDOARDO (alla regina Margherita) E con questa determinazione ti sfido e non tollererò altri dibattiti, visto che neghi al buon re il diritto di parlare. Suonate trombe – sventolino i nostri vessilli forieri di sangue! La vittoria o la tomba! REGINA MARGHERITA
Fermo Edoardo. EDOARDO
No, donna bellicosa, non ci fermeremo più – oggi queste parole costeranno diecimila vite. [Squilli di trombe. Marcia. Escono Edoardo e i suoi uomini da un lato, la regina Margherita e i suoi uomini dall’altro]
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 3
2.3
Alarum. Excursions. Enter the Earl of Warwick
WARWICK
Forespent with toil, as runners with a race, I lay me down a little while to breathe; For strokes received, and many blows repaid, Have robbed my strong-knit sinews of their strength, And, spite of spite, needs must I rest a while.
5
Enter Edward, the Duke of York, running EDWARD
Smile, gentle heaven, or strike, ungentle death! For this world frowns, and Edward’s sun is clouded. WARWICK
How now, my lord, what hap? What hope of good? Enter George, [running] GEORGE
Our hap is loss, our hope but sad despair; Our ranks are broke, and ruin follows us. What counsel give you? Whither shall we fly?
10
EDWARD
Bootless is flight — they follow us with wings, And weak we are, and cannot shun pursuit. Enter Richard, [running] RICHARD
Ah, Warwick, why hast thou withdrawn thyself? Thy brother’s blood the thirsty earth hath drunk, Broached with the steely point of Clifford’s lance. And in the very pangs of death he cried, Like to a dismal clangour heard from far, ‘Warwick, revenge — brother, revenge my death!’ So, underneath the belly of their steeds That stained their fetlocks in his smoking blood, The noble gentleman gave up the ghost.
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WARWICK
Then let the earth be drunken with our blood. I’ll kill my horse, because I will not fly. 386
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 3
II, 3
Allarmi. Scorrerie. Entra il conte di Warwick109
WARWICK
Sono stremato dalla fatica, come chi fa a gara correndo; mi sdraierò un attimo per riprendere fiato: i colpi ricevuti e i molti che ho restituito hanno sfiancato il mio vigore; succeda quel che succeda, devo assolutamente riposare. Entra di corsa Edoardo, duca di York EDOARDO
Sorridimi, cielo amico, oppure colpiscimi, morte nemica, perché il mondo è corrucciato e il sole di Edoardo è offuscato. WARWICK
Ebbene, mio signore, come andiamo? Ci sono buone speranze? Entra Giorgio [di corsa] GIORGIO
Andiamo verso il tracollo, la nostra speranza è divenuta cupa disperazione. I nostri ranghi sono allo sbando e la rovina incombe. Che cosa consigliate? Dove fuggiamo? EDOARDO
È inutile fuggire – gli inseguitori hanno le ali ai piedi, noi siamo deboli e non possiamo evitare la cattura Entra Riccardo [di corsa] RICCARDO
Ah, Warwick, perché ti sei ritirato? La terra assetata ha inghiottito il sangue di tuo fratello, trafitto110 dalla punta d’acciaio della lancia di Clifford. Negli spasimi della morte ha urlato, come un tetro clamore che si ode da lontano, “Warwick, vendicami – fratello, vendica la mia morte”. Così, sotto il ventre dei cavalli nemici con gli zoccoli imbrattati del suo sangue fumante, quel nobile gentiluomo è spirato. WARWICK
Allora, che la terra si ubriachi del nostro sangue. Ucciderò il mio cavallo, perché non voglio fuggire. Come mai stiamo qui come
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 3
Why stand we like soft-hearted women here, Wailing our losses, whiles the foe doth rage; And look upon, as if the tragedy Were played in jest by counterfeiting actors? (Kneeling) Here, on my knee, I vow to God above I’ll never pause again, never stand still, Till either death hath closed these eyes of mine Or fortune given me measure of revenge. EDWARD (kneeling) O, Warwick, I do bend my knee with thine, And in this vow do chain my soul to thine. And, ere my knee rise from the earth’s cold face, I throw my hands, mine eyes, my heart to Thee, Thou setter up and plucker down of kings, Beseeching Thee, if with Thy will it stands That to my foes this body must be prey, Yet that Thy brazen gates of heaven may ope And give sweet passage to my sinful soul.
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[They rise] Now, lords, take leave until we meet again, Where’er it be, in heaven or in earth. RICHARD
Brother, give me thy hand; and, gentle Warwick, Let me embrace thee in my weary arms. I, that did never weep, now melt with woe That winter should cut off our springtime so.
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WARWICK
Away, away I Once more, sweet lords, farewell. GEORGE
Yet let us all together to our troops,9 And give them leave to fly that will not stay; And call them pillars that will stand to us; And, if we thrive, promise them such rewards As victors wear at the Olympian games.
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49. All together: altogether = assolutamente. 388
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 3
donnicciole intenerite a lamentarci delle nostre perdite mentre il nemico impazza, e restiamo a guardare, come davanti a una tragedia recitata per scherzo da chi recita una parte? (Inginocchiandosi) Qui, in ginocchio, giuro davanti a Dio che non avrò più requie e non mi fermerò più, finché la morte non mi abbia chiuso gli occhi o la sorte non mi abbia concesso adeguata vendetta. EDOARDO (inginocchiandosi) O Warwick, piego il ginocchio insieme al tuo e con questo giuramento incateno la mia anima alla tua. E prima che il mio ginocchio si stacchi dalla fredda faccia della terra, rivolgo le mani, gli occhi e il cuore a Te, che innalzi e deponi i re111: Ti imploro, se è Tua volontà che questo mio corpo cada in mano ai miei nemici, affinché le Tue bronzee porte celesti112 si aprano e lascino entrare con benevolenza la mia anima peccatrice. [Si alzano] E ora, signori, dividiamoci finché non ci incontreremo di nuovo, dovunque sarà, nei cieli o sulla terra. RICCARDO
Fratello, dammi la mano; e, nobile Warwick, lascia che ti stringa tra le mie stanche braccia. Io, che non ho mai pianto, mi sciolgo ora per il dolore che l’inverno debba troncare così la nostra primavera. WARWICK
Andiamo, andiamo! Ancora una volta, cari signori, addio. GIORGIO
Torniamo insieme dalle nostre truppe e permettiamo a chi non riesce a resistere di fuggire, chiamiamo pilastri coloro che persevereranno con noi e, se avremo successo, promettiamo loro una ricompensa come quella che spetta ai vincitori dei giochi olimpici.
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 5
This may plant courage in their quailing breasts, For yet is hope of life and victory. Forslow no longer — make we hence amain. Exeunt 2.4
55
[Alarums.] Excursions. Enter Richard [at one door] and Lord Clifford [at the other]
RICHARD
Now, Clifford, I have singled thee alone. Suppose this arm is for the Duke of York, And this for Rutland, both bound to revenge, Wert thou environed with a brazen wall. CLIFFORD
Now, Richard, I am with thee here alone. This is the hand that stabbed thy father York, And this the hand that slew thy brother Rutland, And here’s the heart that triumphs in their death And cheers these hands that slew thy sire and brother To execute the like upon thyself — And so, have at thee!
5
10
They fight. The Earl of Warwick comes and rescues Richard. Lord Clifford flies RICHARD
Nay, Warwick, single out some other chase — For I myself will hunt this wolf to death. 2.5
Exeunt
Alarum. Enter King Henry
KING HENRY
This battle fares like to the morning’s war, When dying clouds contend with growing light, What time the shepherd, blowing of his nails, Can neither call it perfect day nor night. Now sways it this way like a mighty sea Forced by the tide to combat with the wind, Now sways it that way like the selfsame sea Forced to retire by fury of the wind.
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 5
Questo forse farà sbocciare il coraggio nei loro petti tremanti, perché c’è ancora speranza di vita e di vittoria. Non perdiamo altro tempo – partiamo subito da qui. Escono II, 4
[Allarmi] Scorrerie. Entrano Riccardo [da un lato] e lord Clifford [dall’altro]113
RICCARDO
Ora, Clifford, ti ho isolato dagli altri. Immagina che questo braccio sia per il duca di York, e questo per Rutland, entrambi votati alla vendetta, anche se tu fossi protetto da un muro di bronzo. CLIFFORD
Ora, Riccardo, sono solo con te. Questa è la mano che ha trafitto tuo padre York, e questa è la mano che ha ucciso tuo fratello Rutland, e questo è il cuore che gioisce della loro morte e incoraggia queste mani che hanno ucciso tuo padre e tuo fratello a fare altrettanto con te – quindi, in guardia! Combattono. Sopraggiunge il conte di Warwick che soccorre Riccardo. Lord Clifford fugge RICCARDO
No, Warwick, cercati qualche altra preda – questo lupo voglio inseguirlo e ucciderlo io. Escono II, 5
Allarmi. Entra re Enrico114
RE ENRICO
Questa battaglia ricorda la guerra del mattino, quando l’oscurità morente combatte con la luce crescente e il pastore, soffiandosi sulle dita115, non sa se è già giorno o ancora notte. Ora viene da questa parte, come un mare possente costretto dalla marea a combattere col vento, ora va da quella parte, come lo stesso mare costretto a ritirarsi dalla furia del vento. Una volta prevale la marea, un’altra il vento;
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 5
Sometime the flood prevails, and then the wind; Now one the better, then another best — Both tugging to be victors, breast to breast, Yet neither conqueror nor conquerèd. So is the equal poise of this fell war. Here on this molehill will I sit me down. To whom God will, there be the victory. For Margaret my queen, and Clifford, too, Have chid me from the battle, swearing both They prosper best of all when I am thence. Would I were dead, if God’s good will were so — For what is in this world but grief and woe? O God! Methinks it were a happy life To be no better than a homely swain. To sit upon a hill, as I do now; To carve out dials quaintly, point by point, Thereby to see the minutes how they run: How many makes the hour full complete, How many hours brings about the day, How many days will finish up the year, How many years a mortal man may live. When this is known, then to divide the times: So many hours must I tend my flock, So many hours must I take my rest, So many hours must I contemplate, So many hours must I sport myself, So many days my ewes have been with young, So many weeks ere the poor fools will ean, So many years ere I shall shear the fleece. So minutes, hours, days, weeks, months, and years,10 Passed over to the end they were created, Would bring white hairs unto a quiet grave. Ah, what a life were this! How sweet! How lovely! Gives not the hawthorn bush a sweeter shade To shepherds looking on their seely sheep
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38. Weeks: non in F. 392
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 5
prima è più forte l’una, poi è l’altro ad essere più forte – lottano per essere vincitori, corpo a corpo, ma nessuno dei due vince o è vinto. Altrettanto equilibrato è questo terribile scontro. Mi siederò qui, su questo rialzo di terra. Dio conceda la vittoria a chi vuole. Margherita, mia regina, e Clifford mi hanno cacciato dalla battaglia, affermando entrambi che la sorte li favorisce quando io sono lontano. Preferirei esser morto, se questa fosse la volontà di Dio – che cosa offre questo mondo se non afflizioni e angosce? O, Dio, che vita felice avrei essendo non più di un semplice pastore. Stare seduti su un mucchio di terra, come me ora, a creare ingegnose meridiane, tacca dopo tacca, per poter osservare come corrono i minuti, quanti ne servono per completare un’ora, quante ore formano un giorno, quanti giorni compongono un anno intero, quanti anni può vivere un uomo. Poi, una volta calcolato tutto questo, suddividere il tempo: tante ore per badare al gregge, tante ore per riposare, tante ore per contemplare, tante ore per divertirsi, questi i giorni nei quali le mie pecore sono state gravide, queste le settimane prima che le poverine possano partorire, questi gli anni prima che si possa tosare la lana. Così minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni, vissuti per raggiungere lo scopo per cui furono creati, accompagnerebbero i capelli bianchi alla pace della tomba. Ah, che vita sarebbe questa! Quanto dolce! Quanto piacevole! Il biancospino non dà forse un’ombra più gradita ai pastori che sorvegliano le loro pecore inno-
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 5
Than doth a rich embroidered canopy To kings that fear their subjects’ treachery? O yes, it doth — a thousandfold it doth. And to conclude, the shepherd’s homely curds, His cold thin drink out of his leather bottle, His wonted sleep under a fresh tree’s shade, All which secure and sweetly he enjoys, Is far beyond a prince’s delicates, His viands sparkling in a golden cup, His body couchèd in a curious bed, When care, mistrust, and treason waits on him.11
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Alarum. Enter [at one door] a Soldier with a dead man in his arms. King Henry stands apart SOLDIER
Ill blows the wind that profits nobody. This man, whom hand to hand I slew in fight, May be possessèd with some store of crowns; And I, that haply take them from him now, May yet ere night yield both my life and them To some man else, as this dead man doth me.
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[He removes the dead man’s helmet] Who’s this? O God! It is my father’s face Whom in this conflict I, unwares, have killed. O, heavy times, begetting such events! From London by the King was I pressed forth; My father, being the Earl of Warwick’s man, Came on the part of York, pressed by his master; And I, who at his hands received my life, Have by my hands of life bereavèd him. Pardon me, God, I knew not what I did; And pardon, father, for I knew not thee. My tears shall wipe away these bloody marks, And no more words till they have flowed their fi ll.
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He weeps 54. When: Wher = dove. 394
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 5
centi rispetto a quella che un baldacchino riccamente decorato crea per i re che temono il tradimento dei loro sudditi? Oh, sì, certo che sì – mille volte sì. E, infine, i semplici formaggi freschi del pastore, la sua fresca e leggera bevanda sorseggiata da una borraccia di cuoio, il consueto sonnellino alla fresca ombra di un albero, tutte queste cose che egli si gode piacevolmente e spensierato sono molto superiori ai lussi raffinati di un principe e alle splendide vivande servite su vassoi dorati mentre il suo corpo è adagiato su un letto finemente decorato, quando a tutto ciò si accompagnano affanni, sospetti e infedeltà. Allarmi. Entra [da un lato] un soldato con un cadavere tra le braccia. Re Enrico si tiene a distanza SOLDATO
È brutta l’aria che non giova a nessuno116. Magari quest’uomo che ho ucciso in un corpo a corpo ha con sé un gruzzoletto di corone; e magari prima di notte io, che ora fortuitamente gliele prendo, perderò la mia vita e loro a vantaggio di qualcun altro, come costui ha dovuto fare con me. [Toglie l’elmo al cadavere] Chi è? O Dio! Il volto di mio padre che, inconsapevolmente, ho ucciso in questo conflitto! Oh, tempi sciagurati che producono eventi tali! A Londra sono stato arruolato a forza117 dalla fazione del re, mentre mio padre, essendo un servo del conte di Warwick, ha combattuto per le fi le di York, costretto dal suo padrone. E io, che ho ricevuto la vita dalle sue mani, con le mie mani gli ho tolto la sua. Perdonami, Dio, non sapevo quel che facevo; e perdonami, padre, perché non ti ho riconosciuto. Le mie lacrime laveranno queste tracce di sangue; e ora basta con le parole, finché non saranno versate tutte. Piange
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 5
KING HENRY
O piteous spectacle! O bloody times! Whiles lions war and battle for their dens, Poor harmless lambs abide their enmity. Weep, wretched man, I’ll aid thee tear for tear; And let our hearts and eyes, like civil war, Be blind with tears, and break, o’ercharged with grief.
75
Enter [at another door] another Soldier with a dead man [in his arms] SECOND SOLDIER
Thou that so stoutly hath resisted me, Give me thy gold, if thou hast any gold — For I have bought it with an hundred blows.
80
[He removes the dead man’s helmet] But let me see: is this our foeman’s face? Ah, no, no, no — it is mine only son! Ah, boy, if any life be left in thee, Throw up thine eye! (Weeping) See, see, what showers arise, Blown with the windy tempest of my heart, Upon thy wounds, that kills mine eye and heart! O, pity, God, this miserable age! What stratagems, how fell, how butcherly, Erroneous, mutinous, and unnatural, This deadly quarrel daily doth beget! O boy, thy father gave thee life too soon, And hath bereft thee of thy life too late!
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KING HENRY
Woe above woe! Grief more than common grief! O that my death would stay these ruthful deeds! O, pity, pity, gentle heaven, pity! The red rose and the white are on his face, The fatal colours of our striving houses; The one his purple blood right well resembles, The other his pale cheeks, methinks, presenteth.
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 5
RE ENRICO
Oh, scena pietosa! Oh, tempi sanguinosi!118 Mentre i leoni combattono e si contendono le tane, i poveri e miti agnelli pagano per la loro ostilità. Piangi, sventurato, mi unirò a te lacrima dopo lacrima; lasciamo che i nostri cuori e i nostri occhi, come nella guerra civile, siano soffocati dalle lacrime e si spezzino, sopraffatti dal dolore. Entra [da un altro lato] un altro soldato con un cadavere [tra le braccia] SECONDO SOLDATO
Tu, che mi hai resistito con tanta ostinazione, dammi il tuo oro, sempre che tu abbia dell’oro – perché l’ho acquistato al prezzo di cento colpi. [Toglie l’elmo al cadavere] Ma, un momento: è questo il volto del nostro nemico? Ah, no, no, no – è il mio unico figlio! Ah, ragazzo, se c’è ancora una scintilla di vita in te, apri gli occhi! (Piangendo) Guarda, guarda che pioggia si riversa, scatenata dalla tempesta che infuria nel mio cuore, sulle tue ferite, che uccidono i miei occhi e il mio cuore! O Dio, abbi pietà di questi tempi sventurati. Quali azioni sanguinose, quanto efferate, cruente, criminali, sovversive e snaturate, produce ogni giorno questo tragico conflitto! O, ragazzo mio, tuo padre ti ha dato la vita troppo presto e ti ha privato della vita troppo in fretta! RE ENRICO
Pena su pena! Dolore maggiore di un comune dolore! Oh, se la mia morte potesse fermare questi atti spietati! O, pietà, pietà, cielo misericordioso, pietà! Sul suo volto sono la rosa rossa e quella bianca, i fatali colori delle nostre casate in lotta; il suo sangue purpureo ricorda perfettamente l’una, mentre le sue pallide guance sembra-
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 5
Wither one rose, and let the other flourish — If you contend, a thousand lives must wither. FIRST SOLDIER
How will my mother for a father’s death Take on with me, and ne’er be satisfied! SECOND SOLDIER
How will my wife for slaughter of my son Shed seas of tears, and ne’er be satisfied!
105
KING HENRY
How will the country for these woeful chances Misthink the King, and not be satisfied! FIRST SOLDIER
Was ever son so rued a father’s death? SECOND SOLDIER
Was ever father so bemoaned his son?
110
KING HENRY
Was ever king so grieved for subjects’ woe? Much is your sorrow, mine ten times so much. FIRST SOLDIER (to his father’s body) I’ll bear thee hence where I may weep my fill. Exit [at one door] with the body of his father SECOND SOLDIER (to his son’s body)
These arms of mine shall be thy winding sheet; My heart, sweet boy, shall be thy sepulchre, For from my heart thine image ne’er shall go. My sighing breast shall be thy funeral bell, And so obsequious will thy father be, E’en for the loss of thee, having no more,12 As Priam was for all his valiant sons. I’ll bear thee hence, and let them fight that will — For I have murdered where I should not kill.
115
120
Exit [at another door] with the body of his son
119. E’en: Men (F1-3) = uomini; Man (F4) = uomo; Sad (Rowe) = triste; Meer (Mitford)= mero, semplice; Son (Delius) = figlio; Mang’d (Bulloch) = maciullato; Main (cong. in Cambridge) = soprattutto; Meet (Sisson) = adatto. 398
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 5
no rievocare l’altra. Appassisca una rosa e possa l’altra fiorire – se combattete, migliaia di vite appassiranno. PRIMO SOLDATO
Quanto mi condannerà mia madre per la morte di un padre, senza essere mai consolata! SECONDO SOLDATO
Quanti fiumi di lacrime verserà mia moglie per l’uccisione di mio figlio, senza essere mai consolata! RE ENRICO
Quanto la patria biasimerà il re per questi eventi dolorosi, senza essere mai consolata! PRIMO SOLDATO
Ci fu mai un figlio così rattristato per la morte di un padre? SECONDO SOLDATO
Ci fu mai un padre così addolorato per suo figlio? RE ENRICO
Ci fu mai un re così afflitto per la sofferenza dei sudditi? Grande è il vostro dolore, ma il mio lo è dieci volte di più. PRIMO SOLDATO (al corpo di suo padre) Ti porterò via da qui, dove potrò piangere tutte le mie lacrime. Esce [da un lato] con il corpo del padre SECONDO SOLDATO (al corpo di suo figlio)
Queste mie braccia saranno il tuo sudario; il mio cuore, caro ragazzo, sarà il tuo sepolcro119, perché dal mio cuore la tua immagine non si cancellerà mai. Il mio petto singhiozzante scandirà i tuoi rintocchi funebri e tuo padre sarà in lutto per la tua perdita, non avendo altri figli, quanto Priamo lo fu per tutta la sua valorosa prole. Ti porterò via da qui, gli altri combattano pure – perché ho assassinato chi non dovevo uccidere. Esce [dall’altro lato] con il corpo del figlio
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19/10/2017 18:25:16
3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 6
KING HENRY
Sad-hearted men, much overgone with care, Here sits a king more woeful than you are. Alarums. Excursions. Enter Prince Edward PRINCE EDWARD
Fly, father, fly — for all your friends are fled, And Warwick rages like a chafèd bull! Away — for death doth hold us in pursuit!
125
[Enter Queen Margaret] QUEEN MARGARET
Mount you, my lord — towards Berwick post amain. Edward and Richard, like a brace of greyhounds Having the fearful flying hare in sight, With fiery eyes sparkling for very wrath, And bloody steel grasped in their ireful hands, Are at our backs — and therefore hence amain.
130
[Enter Exeter] EXETER
Away — for vengeance comes along with them! Nay — stay not to expostulate — make speed — Or else come after. I’ll away before.
135
KING HENRY
Nay, take me with thee, good sweet Exeter. Not that I fear to stay, but love to go Whither the Queen intends. Forward, away. 2.6
Exeunt
A loud alarum. Enter Lord Clifford, wounded [with an arrow in his neck]
CLIFFORD
Here burns my candle out — ay, here it dies, Which, whiles it lasted, gave King Henry light.
400
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 6
RE ENRICO
Uomini dal cuore affranto, così sopraffatti dal tormento, qui siede un re più afflitto di voi. Allarmi. Scorribande. Entra il principe Edoardo PRINCIPE EDOARDO
Fuggite, padre, fuggite – tutti i vostri amici sono fuggiti e Warwick imperversa come un toro infuriato! Via – la morte ci incalza! [Entra la regina Margherita] REGINA MARGHERITA
Montate a cavallo, mio signore – fuggite di gran carriera verso Berwick120. Edoardo e Riccardo, come due levrieri che hanno avvistato la timida lepre in fuga, con occhi truci che balenano di pura rabbia e spade insanguinate strette nelle loro mani furiose, ci sono alle calcagna – perciò subito via da qui. [Entra Exeter] EXETER
Via – insieme a loro arriva la vendetta! No – non state a discutere – fate in fretta – oppure seguitemi. Vi precederò. RE ENRICO
No, portami con te, buon Exeter. Non che tema di restare, ma voglio andare dove si dirige la regina. Avanti, via. Escono II, 6
Un forte allarme. Entra Clifford, ferito [con una freccia piantata nel collo]121
CLIFFORD
Qui si estingue la mia candela – sì, qui muore la luce che, finché è durata, ha illuminato re Enrico. O Lancaster, temo la tua sconfitta
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 6
O Lancaster, I fear thy overthrow More than my body’s parting with my soul! My love and fear glued many friends to thee — And, now I fall, thy tough commixture melts, Impairing Henry, strength’ning misproud York. The common people swarm like summer flies, 13 And whither fly the gnats but to the sun? And who shines now but Henry’s enemies? O Phoebus, hadst thou never given consent That Phaëton should check thy fiery steeds, Thy burning car never had scorched the earth! And, Henry, hadst thou swayed as kings should do, Or as thy father and his father did, Giving no ground unto the house of York, They never then had sprung like summer flies; I and ten thousand in this luckless realm Had left no mourning widows for our death; And thou this day hadst kept thy chair in peace. For what doth cherish weeds, but gentle air? And what makes robbers bold, but too much lenity? Bootless are plaints, and cureless are my wounds; No way to fly, nor strength to hold out flight;14 The foe is merciless and will not pity, For at their hands I have deserved no pity. The air hath got into my deadly wounds, And much effuse of blood doth make me faint. Come York and Richard, Warwick and the rest — I stabbed your fathers’ bosoms; split my breast.
5
10
15
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25
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[He faints.] Alarum and retreat. Enter Edward Duke of York, his brothers George and Richard, the Earl of Warwick, [the Marquis of Montague,] and soldiers
8. The common people swarm like summer flies: non in F. 24. Out: our (O, Q2) = la nostra. 402
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 6
più che la dipartita del mio corpo dall’anima! L’amore e il timore che incutevo hanno permesso che ti restassero accanto molti amici – e ora che io cado quella solida unione si scioglie, indebolendo Enrico e rafforzando l’arrogante York. La gente comune si muove in gruppo come uno sciame di mosche estive, e cosa seguono i moscerini se non la luce del sole? E chi splende ora, se non i nemici di Enrico? O, Febo, se tu non avessi mai concesso a Fetonte di prendere le briglie dei tuoi focosi destrieri, il tuo carro infuocato non avrebbe mai bruciato la terra! E tu, Enrico, se ti fossi imposto come devono fare i re, o come hanno fatto tuo padre e suo padre, senza lasciare che la casa di York rialzasse la testa, loro non si sarebbero mai moltiplicati come le mosche d’estate; io e altri diecimila in questo regno sfortunato non avremmo lasciato vedove in lutto per la nostra morte e tu avresti conservato il trono in pace. Che cosa fa crescere le erbacce se non l’aria mite? E che cosa rende audaci i ladri se non l’eccessiva tolleranza? Inutili sono i rimpianti e incurabili le mie ferite; non ho vie di fuga, né forza per continuare a scappare; il nemico è spietato e non avrà pietà, visto che non ho meritato alcuna pietà dalle loro mani. L’aria è penetrata nelle mie letali ferite122 e il troppo sangue perduto mi debilita. Venite York e Riccardo, Warwick e gli altri – ho pugnalato il cuore dei vostri padri; squarciate il mio petto. [Crolla a terra] Allarmi e ritirata. Entrano Edoardo duca di York, i suoi fratelli Giorgio e Riccardo, il conte di Warwick, [il marchese di Montague] e alcuni soldati
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 6
EDWARD
Now breathe we, lords — good fortune bids us pause, And smooth the frowns of war with peaceful looks. Some troops pursue the bloody-minded Queen, That led calm Henry, though he were a king, As doth a sail filled with a fretting gust Command an argosy to stem the waves. But think you, lords, that Clifford fled with them?
35
WARWICK
No — ’tis impossible he should escape; For, though before his face I speak the words, Your brother Richard marked him for the grave. And whereso’er he is, he’s surely dead.
40
Clifford groans [EDWARD]
Whose soul is that which takes her heavy leave? [RICHARD]
A deadly groan, like life and death’s departing. [EDWARD] [to Richard]
See who it is. [Richard goes to Clifford] And now the battle’s ended, If friend or foe, let him be gently used.
45
RICHARD
Revoke that doom of mercy, for ’tis Clifford; Who not contented that he lopped the branch In hewing Rutland when his leaves put forth, But set his murd’ring knife unto the root From whence that tender spray did sweetly spring — I mean our princely father, Duke of York.
51
WARWICK
From off the gates of York fetch down the head, Your father’s head, which Clifford placèd there. Instead whereof let this supply the room — Measure for measure must be answerèd.
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 6
EDOARDO
Riprendiamo fiato, signori, – la fortuna propizia ci consiglia di fermarci e rasserenare i nostri volti bellicosi con sguardi di pace. Alcuni soldati inseguono l’agguerrita regina che ha guidato il mansueto Enrico, anche se era lui il re, come una vela gonfiata da una bizzosa raffica di vento costringe un galeone a fendere le onde. Pensate, signori, che Clifford sia fuggito con loro? WARWICK
No – è impossibile che si sia allontanato, perché, sebbene lo dica in sua presenza, vostro fratello Riccardo lo ha segnato per la tomba123 e, dovunque sia, è sicuramente morto. Clifford geme [EDOARDO]
Di chi è l’anima che si diparte in modo tanto greve? [RICCARDO]
Un gemito mortale, come quando si separano la vita e la morte. [EDOARDO] [a Riccardo]
Guarda chi è. [Riccardo va verso Clifford] Ora che la battaglia è terminata, che sia amico o nemico, trattiamolo dignitosamente. RICCARDO
Revoca pure la tua mite sentenza, perché è Clifford, colui che non si è accontentato di tagliare il ramo abbattendo Rutland quando stava appena germogliando, ma ha posto la sua scure assassina alla radice stessa da cui quel tenero virgulto stava dolcemente spuntando – cioè il nostro insigne padre, duca di York. WARWICK
Tirate giù la testa di vostro padre, che Clifford ha collocato sulle porte della città di York, e questa ne prenda il posto – occhio per occhio.
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 6
EDWARD
Bring forth that fatal screech-owl to our house, That nothing sung but death to us and ours. [Clifford is dragged forward] Now death shall stop his dismal threat’ning sound And his ill-boding tongue no more shall speak. WARWICK
I think his understanding is bereft. Speak, Clifford, dost thou know who speaks to thee? Dark cloudy death o’ershades his beams of life, And he nor sees nor hears us what we say.
60
RICHARD
O, would he did — and so perhaps he doth. ’Tis but his policy to counterfeit, Because he would avoid such bitter taunts Which in the time of death he gave our father.
65
GEORGE
If so thou think’st, vex him with eager words. RICHARD
Clifford, ask mercy and obtain no grace. EDWARD
Clifford, repent in bootless penitence.
70
WARWICK
Clifford, devise excuses for thy faults. GEORGE
While we devise fell tortures for thy faults. RICHARD
Thou didst love York, and I am son to York. EDWARD
Thou pitied’st Rutland — I will pity thee. GEORGE
Where’s Captain Margaret to fence you now?
75
WARWICK
They mock thee, Clifford — swear as thou wast wont.
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 6
EDOARDO
Portate quell’uccello del malaugurio così funesto per la nostra casa, che non ha cantato altro che morte per noi e i nostri. [Clifford viene trascinato in avanti] Ora la morte farà cessare il suo il suo cupo e sinistro suono, la sua lingua nefasta non parlerà più. WARWICK
Credo che abbia perso i sensi. Parla, Clifford; sai chi ti sta parlando? La tenebrosa ombra della morta oscura i raggi della sua vita: non vede e non sente quello che diciamo. RICCARDO
O, come vorrei il contrario – magari ci sente: sta solo cercando di simulare, per evitare quello sprezzante sarcasmo con cui ha deriso nostro padre morente. GIORGIO
Se la pensi così, tormentalo con parole irritanti. RICCARDO
Clifford, chiedi pietà senza ottenere misericordia. EDOARDO
Clifford, pentiti facendo un’inutile penitenza. WARWICK
Clifford, inventa delle scuse per le tue colpe. GIORGIO
Mentre noi escogitiamo orrende torture per le tue colpe. RICCARDO
Tu amavi davvero York e io sono figlio di York. EDOARDO
Tu hai avuto pietà di Rutland – io avrò pietà di te. GIORGIO
Dov’è ora Capitan Margherita124 per proteggerti? WARWICK
Si prendono gioco di te, Clifford – bestemmia come facevi sempre.
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3 HENRY VI, ACT 2 SCENE 6
RICHARD
What, not an oath? Nay, then, the world goes hard When Clifford cannot spare his friends an oath. I know by that he’s dead — and, by my soul, If this right hand would buy but two hours’ life That I, in all despite, might rail at him, This hand should chop it off, and with the issuing blood Stifle the villain whose unstanchèd thirst York and young Rutland could not satisfy.
80
WARWICK
Ay, but he’s dead. Off with the traitor’s head, And rear it in the place your father’s stands. And now to London with triumphant march, There to be crownèd England’s royal king; From whence shall Warwick cut the sea to France, And ask the Lady Bona for thy queen. So shalt thou sinew both these lands together. And, having France thy friend, thou shalt not dread The scattered foe that hopes to rise again, For though they cannot greatly sting to hurt, Yet look to have them buzz to offend thine ears. First will I see the coronation, And then to Brittany I’ll cross the sea To effect this marriage, so it please my lord.
85
90
95
EDWARD
Even as thou wilt, sweet Warwick, let it be. For in thy shoulder do I build my seat, And never will I undertake the thing Wherein thy counsel and consent is wanting. Richard, I will create thee Duke of Gloucester, And George, of Clarence; Warwick, as ourself, Shall do and undo as him pleaseth best.
100
105
RICHARD
Let me be Duke of Clarence, George of Gloucester — For Gloucester’s dukedom is too ominous.
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3 ENRICO VI, ATTO II SCENA 6
RICCARDO
Come, neanche una bestemmia? Gran brutto segno quando Clifford resta senza bestemmie da offrire agli amici. Questo vuol dire che è proprio morto – e, per la mia anima, se dando la mia mano destra lui potesse avere due ore di vita in modo che io, con sommo disprezzo, potessi insultarlo, quest’altra mano la mozzerebbe subito e con i fiotti di sangue soffocherei questo maledetto la cui sete inestinguibile né York né il giovane Rutland hanno potuto appagare. WARWICK
Già, ma è morto. Tagliate la testa al traditore e fissatela al posto di quella di vostro padre. E ora dirigiamo verso Londra in marcia trionfale, per l’incoronazione regale. Da là Warwick fenderà le onde alla volta della Francia e chiederà a lady Bona di diventare tua regina. Così unirai strettamente queste due terre e, avendo la Francia come alleata, non dovrai temere i nemici dispersi che sperano di risollevarsi, perché, anche se la loro puntura non è abbastanza forte da ferire, tuttavia sta’ sicuro che il loro ronzio ti infastidirà le orecchie. Prima assisterò all’incoronazione, poi attraverserò il mare alla volta della Bretagna per concludere questo matrimonio, col vostro permesso, mio signore. EDOARDO
Sia come tu desideri, caro Warwick, perché sulle tue spalle costruisco il mio trono e mai intraprenderò un’azione che manchi del tuo consiglio e consenso. Riccardo, nominerò te duca di Gloucester e Giorgio duca di Clarence; Warwick, al pari nostro, avrà facoltà di fare e disfare a suo piacimento. RICCARDO
Concedi a me di essere duca di Clarence e a Giorgio di essere quello di Gloucester – il ducato di Gloucester è di cattivo auspicio125.
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
WARWICK
Tut, that’s a foolish observation — Richard, be Duke of Gloucester. Now to London To see these honours in possession.
110
Exeunt. [York’s head is removed] 3.1
Enter two Gamekeepers, with crossbows in their hands
FIRST GAMEKEEPER
Under this thick-grown brake we’ll shroud ourselves, For through this laund anon the deer will come, And in this covert will we make our stand, Culling the principal of all the deer. SECOND GAMEKEEPER
I’ll stay above the hill, so both may shoot.
5
FIRST GAMEKEEPER
That cannot be — the noise of thy crossbow Will scare the herd, and so my shoot is lost. Here stand we both, and aim we at the best. And, for the time shall not seem tedious, I’ll tell thee what befell me on a day In this self place where now we mean to stand.
10
FIRST GAMEKEEPER
Here comes a man — let’s stay till he be past. They stand apart. Enter King Henry, disguised, carrying a prayer-book KING HENRY
From Scotland am I stolen, even of pure love, To greet mine own land with my wishful sight. No, Harry, Harry — ’tis no land of thine. Thy place is filled, thy sceptre wrung from thee, Thy balm washed off wherewith thou wast anointed.
15
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
WARWICK
Suvvia, che considerazione sciocca – Riccardo sia duca di Gloucester. E ora a Londra, per ricevere ufficialmente questi onori. Escono. [La testa di York viene rimossa] III, 1
Entrano due guardacaccia armati di balestra126
PRIMO GUARDACACCIA
Nascondiamoci in questa fitta boscaglia: presto i cervi attraverseranno la radura e così nascosti potremo prendere la mira e scegliere il più bello di tutti. SECONDO GUARDACACCIA
Io starò sulla collina, così potremo tirare entrambi. PRIMO GUARDACACCIA
Non è possibile – il rumore della tua balestra spaventerebbe il branco e io perderei ogni vantaggio. Restiamo qui tutti e due e miriamo al migliore. Intanto, per ingannare il tempo, ti racconterò quello che mi è successo un giorno in questo stesso posto dove vogliamo appostarci. SECONDO127 GUARDACACCIA
Arriva un uomo – attendiamo finché non sarà andato via. Si fanno da parte. Entra re Enrico, travestito, con un libro di preghiere in mano RE ENRICO
Ho lasciato di nascosto la Scozia solo per il desiderio di salutare la mia terra con i miei occhi anelanti. No, Enrico, Enrico – non è più la tua terra. Il tuo posto è occupato, lo scettro ti è stato strappato, il crisma col quale sei stato unto è stato lavato via. Nessun ginocchio
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
No bending knee will call thee Caesar now, No humble suitors press to speak for right, No, not a man comes for redress of thee — For how can I help them and not myself? FIRST GAMEKEEPER (to the Second Gamekeeper) Ay, here’s a deer whose skin’s a keeper’s fee: This is the quondam king — let’s seize upon him.
20
KING HENRY
Let me embrace thee, sour adversity,15 For wise men say it is the wisest course. SECOND GAMEKEEPER (to the First Gamekeeper) Why linger we? Let us lay hands upon him. FIRST GAMEKEEPER (to the Second Gamekeeper) Forbear awhile — we’ll hear a little more.
25
KING HENRY
My queen and son are gone to France for aid, And, as I hear, the great commanding Warwick Is thither gone to crave the French King’s sister To wife for Edward. If this news be true, Poor Queen and son, your labour is but lost — For Warwick is a subtle orator, And Louis a prince soon won with moving words. By this account, then, Margaret may win him — For she’s a woman to be pitied much. Her sighs will make a batt’ry in his breast, Her tears will pierce into a marble heart, The tiger will be mild whiles she doth mourn, And Nero will be tainted with remorse To hear and see her plaints, her brinish tears. Ay, but she’s come to beg; Warwick to give. She on his left side, craving aid for Henry; He on his right, asking a wife for Edward. She weeps and says her Henry is deposed, He smiles and says his Edward is installed; That she, poor wretch, for grief can speak no more,
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24. Thee, sour adversity: the sower Advesaries (F) = gli astiosi avversari. 412
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
piegato ti chiamerà Cesare ormai, nessun umile postulante ti importunerà per ottenere giustizia, no, neppure un uomo che venga a chiederti di riparare i suoi torti – perché come potrei aiutare loro se non posso far nulla per me stesso? PRIMO GUARDACACCIA (al secondo Guardacaccia) Ehi, ecco un cervo la cui pelle vale la ricompensa128 di un guardacaccia: questo è il re che è stato deposto – prendiamolo. RE ENRICO
Lascia che ti abbracci, amara avversità, perché i saggi dicono che è la cosa più saggia da fare. SECONDO GUARDACACCIA (al primo Guardacaccia) Che aspettiamo? Catturiamolo. PRIMO GUARDACACCIA (al secondo Guardacaccia) Attendi un attimo – ascoltiamo ancora un po’. RE ENRICO
La mia regina e mio figlio sono fuggiti in Francia per cercare aiuti e, a quanto sento, anche il grande e autorevole Warwick è andato là a nome di Edoardo per chiedere in moglie la cognata del re di Francia. Se questa notizia è vera, povera regina e povero figlio, i vostri sforzi sono inutili – perché Warwick è un oratore sagace e Luigi un principe che si lascia facilmente persuadere da parole commoventi. Sotto questo aspetto, però, Margherita potrebbe convincerlo – sa suscitare grande compassione. I suoi sospiri faranno breccia nel cuore di lui: le sue lacrime penetrerebbero in un cuore di pietra, anche una tigre129 diverrebbe mite nel vederla afflitta e persino Nerone sarebbe preso dal rimorso nel sentire e vedere i suoi lamenti e le sue lacrime amare. Sì, però lei è venuta per chiedere, Warwick per dare. Lei, alla sua sinistra, supplica aiuto per Enrico; lui alla sua destra chiede una moglie per Edoardo. Lei piange e dice che il suo Enrico è deposto; lui sorride e dice che il suo Edoardo è legittimamente re; lei, sventurata, per il dolore non riesce a dire altro, mentre
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
Whiles Warwick tells his title, smooths the wrong, Inferreth arguments of mighty strength, And in conclusion wins the King from her With promise of his sister and what else To strengthen and support King Edward’s place. O, Margaret, thus ’twill be; and thou, poor soul, Art then forsaken, as thou went’st forlorn. SECOND GAMEKEEPER (coming forward) Say, what art thou that talk’st of kings and queens?
50
KING HENRY
More than I seem, and less than I was born to: A man at least, for less I should not be; And men may talk of kings, and why not I?
56
SECOND GAMEKEEPER
Ay, but thou talk’st as if thou wert a king. KING HENRY
Why, so I am, in mind — and that’s enough.
60
SECOND GAMEKEEPER
But if thou be a king, where is thy crown? KING HENRY
My crown is in my heart, not on my head; Not decked with diamonds and Indian stones, Nor to be seen. My crown is called content — A crown it is that seldom kings enjoy.
65
SECOND GAMEKEEPER
Well, if you be a king crowned with content, Your crown content and you must be contented To go along with us — for, as we think, You are the king King Edward hath deposed, And we his subjects sworn in all allegiance Will apprehend you as his enemy.
70
KING HENRY
But did you never swear and break an oath? SECOND GAMEKEEPER
No — never such an oath, nor will not now. KING HENRY
Where did you dwell when I was King of England? 414
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
Warwick dimostra il suo diritto alla corona, attenua i suoi torti, adduce motivazioni di grande forza e, alla fine, distoglie l’attenzione del re da lei ottenendo la mano della cognata e quant’altro per consolidare e rafforzare la posizione di re Edoardo. O, Margherita, così sarà, e tu, poverina, sarai abbandonata, derelitta come quando sei partita. SECONDO GUARDACACCIA (facendosi avanti) Di’, chi sei tu che parli di re e regine? RE ENRICO
Più di quello che sembro e meno di quello per cui sono nato: un uomo, comunque, nulla di meno; gli uomini parlano dei re, perché io non dovrei farlo? SECONDO GUARDACACCIA
Sì, ma tu parli come se fossi un re. RE ENRICO
Ebbene, lo sono, nello spirito – e questo basta. SECONDO GUARDACACCIA
Ma se sei re, dov’è la tua corona? RE ENRICO
La mia corona è nel cuore, non sulla testa; non è tempestata di diamanti e gemme, e non è visibile. La mia corona si chiama accontentarsi130 – una corona di cui raramente i re si compiacciono. SECONDO GUARDACACCIA
Beh, se siete un re che si accontenta di quella corona, il contento della corona131 e il resto di voi devono accontentarsi di venire con noi – perché secondo noi siete il re che re Edoardo ha deposto e noi, suoi sudditi che gli hanno giurato fedeltà, vi arrestiamo come suo nemico. RE ENRICO
Ma non vi è mai successo di promettere e poi rompere il giuramento? SECONDO GUARDACACCIA
No – non un giuramento di questo tipo, né lo faremo ora. RE ENRICO
Dove abitavate quando ero re d’Inghilterra?
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19/10/2017 18:25:17
3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
SECOND GAMEKEEPER
Here in this country, where we now remain.
75
KING HENRY
I was anointed king at nine months old, My father and my grandfather were kings, And you were sworn true subjects unto me — And tell me, then, have you not broke your oaths? FIRST GAMEKEEPER
No, for we were subjects but while you were king.
80
KING HENRY
Why, am I dead? Do I not breathe a man? Ah, simple men, you know not what you swear. Look as I blow this feather from my face, And as the air blows it to me again, Obeying with my wind when I do blow, And yielding to another when it blows, Commanded always by the greater gust — Such is the lightness of you common men. But do not break your oaths, for of that sin My mild entreaty shall not make you guilty. Go where you will, the King shall be commanded; And be you kings, command, and I’ll obey.
85
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FIRST GAMEKEEPER
We are true subjects to the King, King Edward. KING HENRY
So would you be again to Henry, If he were seated as King Edward is.
95
FIRST GAMEKEEPER
We charge you, in God’s name and in the King’s, To go with us unto the officers. KING HENRY
In God’s name, lead; your king’s name be obeyed; And what God will, that let your king perform; And what he will I humbly yield unto. Exeunt
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19/10/2017 18:25:18
3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
SECONDO GUARDACACCIA
Qui, in questa stessa regione dove siamo ora. RE ENRICO
Sono stato consacrato re quando avevo nove mesi, mio padre e mio nonno sono stati entrambi re e voi avete giurato di essere leali sudditi a me – allora ditemi, non avete forse rotto il vostro giuramento? PRIMO GUARDACACCIA
No, perché noi eravamo sudditi ma solo finché voi siete stato re. RE ENRICO
Perché, sono forse morto? Forse non respiro come ogni altro uomo? Ah, sciocchi, non sapete che cosa promettete. Guardate come soffio via questa piuma dalla mia faccia e come l’aria me la ributta indietro, assecondando il mio respiro quando alito e obbedendo a quello di un altro quando alita, sempre in balia di chi soffia più forte – tale è la volubilità di voi uomini comuni. Ma non preoccupatevi di rompere il vostro giuramento, la mia bonaria richiesta non vi renderà colpevoli di quel peccato. Andate dove volete, il re si lascerà comandare; siate voi i re: comandate e io ubbidirò. PRIMO GUARDACACCIA
Noi siamo i fedeli sudditi del re, di re Edoardo. RE ENRICO
E lo sareste nuovamente di Enrico se lui sedesse sul trono dove ora sta Edoardo. PRIMO GUARDACACCIA
Vi ordiniamo, nel nome di Dio e del re, di venire con noi dalle guardie. RE ENRICO
Nel nome di Dio, conducetemi; si ubbidisca al nome del vostro re. Ciò che Dio vuole, il vostro re lo esegua; a ciò che egli comanda io umilmente mi sottometto. Escono
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
3.2
Enter King Edward, Richard Duke of Gloucester, George Duke of Clarence, and the Lady Gray
KING EDWARD
Brother of Gloucester, at Saint Albans field This lady’s husband, Sir Richard Gray, was slain, His lands then seized on by the conqueror. Her suit is now to repossess those lands, Which we in justice cannot well deny, Because in quarrel of the house of York The worthy gentleman did lose his life.
5
RICHARD OF GLOUCESTER
Your highness shall do well to grant her suit — It were dishonour to deny it her. KING EDWARD
It were no less; but yet I’ll make a pause.
10
RICHARD OF GLOUCESTER (aside to George) Yea, is it so?
I see the lady hath a thing to grant Before the King will grant her humble suit. GEORGE OF CLARENCE (aside to Richard) He knows the game; how true he keeps the wind! RICHARD OF GLOUCESTER (aside to George) Silence. KING EDWARD (to Lady Gray) Widow, we will consider of your suit; And come some other time to know our mind.
15
LADY GRAY
Right gracious lord, I cannot brook delay. May it please your highness to resolve me now, And what your pleasure is shall satisfy me. RICHARD OF GLOUCESTER (aside to George) Ay, widow? Then I’ll warrant you all your lands An if what pleases him shall pleasure you. Fight closer, or, good faith, you’ll catch a blow. GEORGE OF CLARENCE (aside to Richard) I fear her not unless she chance to fall. RICHARD OF GLOUCESTER (aside to George) God forbid that! For he’ll take vantages.
20
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19/10/2017 18:25:18
3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
III, 2
Entrano re Edoardo, Riccardo duca di Gloucester, Giorgio duca di Clarence e lady Gray132
RE EDOARDO
Gloucester, fratello, nel campo di Saint Albans il marito di questa nobildonna, sir Richard Gray, è stato ucciso e le sue terre confiscate dal vincitore. Ella chiede ora di riavere quelle terre e per amor di giustizia non possiamo rifiutare tale richiesta, poiché quel degno gentiluomo ha perso la vita combattendo per la casa di York. RICCARDO DI GLOUCESTER
Vostra altezza farà bene a soddisfare la sua richiesta – sarebbe disonorevole rifiutare. RE EDOARDO
Senza dubbio, ma non voglio fare le cose in fretta133. RICCARDO DI GLOUCESTER (a parte a Giorgio) Ma certo! Prima la signora deve concedere qualcosa, poi il re darà ascolto alla sua umile richiesta. GIORGIO DI CLARENCE (a parte a Riccardo) Sa bene come si va a caccia; guarda come si tiene sottovento! RICCARDO DI GLOUCESTER (a parte a Giorgio) Silenzio! RE EDOARDO (a lady Gray) Vedova, prenderemo in considerazione la vostra richiesta; tornate un’altra volta per conoscere la nostra decisione. LADY GRAY134
Mio grazioso sovrano, non posso attendere. Abbiate la compiacenza di rispondermi subito, vostra altezza, e quello che piacerà a voi soddisferà anche me. RICCARDO DI GLOUCESTER (a parte a Giorgio) Davvero, vedova? Se quello che piacerà a lui soddisferà anche te, ti garantisco che riavrai tutte le tue terre. Fa’ più attenzione, o, in fede mia, ti aspetta una bella botta. GIORGIO DI CLARENCE (a parte a Riccardo) Non temo per lei, a meno che non si butti giù. RICCARDO DI GLOUCESTER (a parte a Giorgio) Dio la scampi! Lui ne approfitterebbe.
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
KING EDWARD (to Lady Gray)
How many children hast thou, widow? Tell me. GEORGE OF CLARENCE (aside to Richard)
I think he means to beg a child of her. RICHARD OF GLOUCESTER (aside to George)
Nay, whip me then — he’ll rather give her two. LADY GRAY (to King Edward) Three, my most gracious lord. RICHARD OF GLOUCESTER (aside)
You shall have four, an you’ll be ruled by him.
30
KING EDWARD (to Lady Gray)
’Twere pity they should lose their father’s lands. LADY GRAY
Be pitiful, dread lord, and grant it them.16 KING EDWARD (to Richard and George) Lords, give us leave — I’ll try this widow’s wit. RICHARD OF GLOUCESTER [aside to George] Ay, good leave have you; for you will have leave, Till youth take leave and leave you to the crutch.
35
Richard and George stand apart KING EDWARD (to Lady Gray)
Now tell me, madam, do you love your children? LADY GRAY
Ay, full as dearly as I love myself. KING EDWARD
And would you not do much to do them good? LADY GRAY
To do them good I would sustain some harm. KING EDWARD
Then get your husband’s lands, to do them good.
40
LADY GRAY
Therefore I came unto your majesty. KING EDWARD
I’ll tell you how these lands are to be got.
32. Them: then (F) = allora, quindi. 420
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
RE EDOARDO (a lady Gray)
Quanti figli hai, vedova? Dimmi. GIORGIO DI CLARENCE (a parte a Riccardo)
Forse vuole chiederle un figlio135. RICCARDO DI GLOUCESTER (a parte a Giorgio) Figuriamoci; che io sia frustato se non preferisce dargliene due lui. LADY GRAY (a re Edoardo) Tre, mio grazioso sovrano. RICCARDO DI GLOUCESTER (a parte) Ne avrai quattro se ti fai mettere sotto da lui. RE EDOARDO (a lady Gray) Sarebbe un peccato se dovessero perdere le terre del loro padre. LADY GRAY
Siate benevolo, mio temuto signore, e garantite il loro diritto. RE EDOARDO (a Riccardo e Giorgio)
Signori, con permesso – voglio mettere alla prova l’intelligenza di questa vedova. RICCARDO DI GLOUCESTER [a parte a Giorgio] Certo, permesso accordato; avrai il permesso finché l’età te lo permetterà, poi ti potrai permettere solo la stampella136. Riccardo e Giorgio si allontanano RE EDOARDO (a lady Gray)
Ora ditemi, signora, amate i vostri figli? LADY GRAY
Sì, affettuosamente quanto me stessa. RE EDOARDO
E non sareste pronta a fare molto per il loro bene? LADY GRAY
Per il loro bene sopporterei anche qualche male. RE EDOARDO
Allora assicuratevi le terre di vostro marito, per il loro bene. LADY GRAY
Per questo motivo mi sono rivolta a vostra maestà. RE EDOARDO
Vi dirò come riprendere possesso di queste terre.
421
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
LADY GRAY
So shall you bind me to your highness’ service. KING EDWARD
What service wilt thou do me, if I give them? LADY GRAY
What you command, that rests in me to do.
45
KING EDWARD
But you will take exceptions to my boon. LADY GRAY
No, gracious lord, except I cannot do it. KING EDWARD
Ay, but thou canst do what I mean to ask. LADY GRAY
Why, then, I will do what your grace commands. RICHARD OF GLOUCESTER (to George)
He plies her hard, and much rain wears the marble. GEORGE OF CLARENCE
As red as fire! Nay, then her wax must melt.
51
LADY GRAY (to King Edward)
Why stops my lord? Shall I not hear my task? KING EDWARD
An easy task — ’tis but to love a king. LADY GRAY
That’s soon performed, because I am a subject. KING EDWARD
Why, then, thy husband’s lands I freely give thee.
55
LADY GRAY (curtsies)
I take my leave, with many thousand thanks. RICHARD OF GLOUCESTER (to George)
The match is made — she seals it with a curtsy. KING EDWARD (to Lady Gray)
But stay thee — ’tis the fruits of love I mean. LADY GRAY
The fruits of love I mean, my loving liege.
422
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
LADY GRAY
Così mi obbligherete al servizio di vostra altezza. RE EDOARDO
Che servizio sei disposta a farmi se te le faccio riavere? LADY GRAY
Ciò che voi comandate e che è in mio potere fare. RE EDOARDO
Ma tu porrai delle eccezioni alla mia richiesta. LADY GRAY
No, mio grazioso sovrano, a meno che non sia una cosa che non sono in grado di fare. RE EDOARDO
Oh, sei sicuramente capace di fare ciò che ho intenzione di chiederti. LADY GRAY
Ebbene, allora sono pronta a fare ciò che vostra grazia comanda. RICCARDO DI GLOUCESTER (a Giorgio)
Se la sta lavorando ben bene, scava il marmo goccia a goccia. GIORGIO DI CLARENCE
Arrossisce come il fuoco!137 La sua cera si scioglierà di sicuro. LADY GRAY (a re Edoardo) Perché vi fermate, mio signore? Non devo sentire qual è il mio compito? RE EDOARDO
Un compito semplice – nient’altro che amare un re. LADY GRAY
Facile a farsi, perché sono una serva sottomessa. RE EDOARDO
Ebbene, allora ti assegno senza condizioni le terre di tuo marito. LADY GRAY (si inchina con riverenza) Mi congedo, con mille e mille ringraziamenti. RICCARDO DI GLOUCESTER (a Giorgio) Hanno trovato l’intesa – lei acconsente con un inchino. RE EDOARDO (a lady Gray) Fermati – sono i frutti dell’amore che ho in mente. LADY GRAY
Certo, anch’io ho in mente i frutti dell’amore, mio amato sovrano. 423
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
KING EDWARD
Ay, but I fear me in another sense. What love think’st thou I sue so much to get?
60
LADY GRAY
My love till death, my humble thanks, my prayers — That love which virtue begs and virtue grants. KING EDWARD
No, by my troth, I did not mean such love. LADY GRAY
Why, then, you mean not as I thought you did.
65
KING EDWARD
But now you partly may perceive my mind. LADY GRAY
My mind will never grant what I perceive Your highness aims at, if I aim aright. KING EDWARD
To tell thee plain, I aim to lie with thee. LADY GRAY
To tell you plain, I had rather lie in prison.
70
KING EDWARD
Why, then, thou shalt not have thy husband’s lands. LADY GRAY
Why, then, mine honesty shall be my dower; For by that loss I will not purchase them. KING EDWARD
Therein thou wrong’st thy children mightily. LADY GRAY
Herein your highness wrongs both them and me. But, mighty lord, this merry inclination Accords not with the sadness of my suit. Please you dismiss me either with ay or no.
75
KING EDWARD
Ay, if thou wilt say ‘ay’ to my request; No, if thou dost say ‘no’ to my demand.
80
LADY GRAY
Then, no, my lord — my suit is at an end.
424
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
RE EDOARDO
Sì, ma temo che tu li intenda in un altro senso. Quale tipo di amore pensi che io speri di ottenere implorando così tanto? LADY GRAY
Il mio amore fino alla morte, i miei umili ringraziamenti, le mie preghiere – quell’amore che la virtù invoca e che la virtù concede. RE EDOARDO
No, in verità non intendevo questo genere di amore. LADY GRAY
Allora voi non intendevate quello che io pensavo. RE EDOARDO
Ma ora forse puoi almeno in parte capire le mie intenzioni. LADY GRAY
La mia intenzione è di non concedere quello che mi pare di capire intende vostra altezza, se ho inteso correttamente. RE EDOARDO
Per parlar chiaro, vorrei andare a letto con te. LADY GRAY
Per parlar chiaro, preferirei andare in prigione. RE EDOARDO
Ebbene, in tal caso non avrai le terre di tuo marito. LADY GRAY
Ebbene, in tal caso la mia onestà sarà la mia dote; non voglio perderla per ottenere quelle. RE EDOARDO
Così fai un grave torto ai tuoi figli. LADY GRAY
Così vostra altezza fa un torto a loro e a me. Ma, potente sovrano, questo atteggiamento frivolo mal si concilia con la serietà della mia richiesta. Vi prego congedatemi con un sì o con un no. RE EDOARDO
Sì, se dirai “sì” alla mia richiesta; no se dirai “no” alla mia domanda. LADY GRAY
Allora no, mio signore – la mia supplica finisce qui.
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
RICHARD OF GLOUCESTER (to George)
The widow likes him not — she knits her brows. GEORGE OF CLARENCE
He is the bluntest wooer in Christendom. KING EDWARD (aside)
Her looks doth argue her replete with modesty; Her words doth show her wit incomparable; All her perfections challenge sovereignty. One way or other, she is for a king; And she shall be my love or else my queen. (To Lady Gray) Say that King Edward take thee for his queen?
85
LADY GRAY
’Tis better said than done, my gracious lord. I am a subject fit to jest withal, But far unfit to be a sovereign.
90
KING EDWARD
Sweet widow, by my state I swear to thee I speak no more than what my soul intends, And that is to enjoy thee for my love.
95
LADY GRAY
And that is more than I will yield unto. I know I am too mean to be your queen, And yet too good to be your concubine. KING EDWARD
You cavil, widow — I did mean my queen. LADY GRAY
’Twill grieve your grace my sons should call you father. KING EDWARD
No more than when my daughters call thee mother. Thou art a widow and thou hast some children; And, by God’s mother, I, being but a bachelor, Have other some. Why, ’tis a happy thing To be the father unto many sons. Answer no more, for thou shalt be my queen. RICHARD OF GLOUCESTER (to George) The ghostly father now hath done his shrift.
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
RICCARDO DI GLOUCESTER (a Giorgio)
Non piace alla vedova – aggrotta la fronte. GIORGIO DI CLARENCE
È il corteggiatore più rozzo di tutta la cristianità. RE EDOARDO (a parte)
Dai suoi sguardi traspare una compiuta modestia; le sue parole denotano un’incomparabile intelligenza; tutte le sue perfezioni meritano la corona. In un modo o nell’altro è degna di stare accanto a un re, e sarà la mia amante o la mia regina. (A lady Gray) E se re Edoardo ti prendesse come sua regina? LADY GRAY
È più facile a dirsi che a farsi, mia graziosa maestà. Sono un soggetto adatto per uno scherzo, ma assai inadatto per la corona. RE EDOARDO
Mia adorabile vedova, per la mia maestà ti giuro che non dico più di quanto ho nel cuore dichiarando che voglio godere del tuo amore. LADY GRAY
Che è più di quanto io possa offrire. So bene di essere troppo umile per essere la vostra regina, ma anche troppo virtuosa per essere la vostra concubina. RE EDOARDO
Troppe sottigliezze, vedova – intendevo dire come mia regina. LADY GRAY
Sarà un’offesa per vostra grazia che i miei figli vi debbano chiamare padre. RE EDOARDO
Non più di quando le mie figlie vi chiameranno madre. Tu sei una vedova e hai dei figli; io, per la madre di Dio, pur essendo scapolo ne ho altri. Insomma, è bello essere padre di molti figli. Non dire altro, sarai la mia regina. RICCARDO DI GLOUCESTER (a Giorgio) Il padre spirituale ha dato l’assoluzione.
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
GEORGE OF CLARENCE
When he was made a shriver, ’twas for shift. KING EDWARD (to Richard and George)
Brothers, you muse what chat we two have had. Richard and George come forward RICHARD OF GLOUCESTER
The widow likes it not, for she looks very sad.
110
KING EDWARD
You’d think it strange if I should marry her. GEORGE OF CLARENCE
To who, my lord? KING EDWARD Why, Clarence, to myself. RICHARD OF GLOUCESTER
That would be ten days’ wonder at the least. GEORGE OF CLARENCE
That’s a day longer than a wonder lasts. RICHARD OF GLOUCESTER
By so much is the wonder in extremes.
115
KING EDWARD
Well, jest on, brothers — I can tell you both Her suit is granted for her husband’s lands. Enter a Nobleman NOBLEMAN
My gracious lord, Henry your foe is taken And brought as prisoner to your palace gate.17 KING EDWARD
See that he be conveyed unto the Tower — (To Richard and George) And go we, brothers, to the man that took him, To question of his apprehension. (To Lady Gray) Widow, go you along. [To Richard and George] Lords, use her honourably.
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Exeunt all but Richard
119. As: your = vostro. 428
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
GIORGIO DI CLARENCE
Se è diventato confessore c’è stata una ragione138. RE EDOARDO (a Riccardo e Giorgio) Fratelli, sarete curiosi di sapere che cosa ci siamo detti. Riccardo e Giorgio si fanno avanti RICCARDO DI GLOUCESTER
Lui non piace alla vedova, lei ha un’aria molto seria. RE EDOARDO
Vi parrebbe una stranezza se la sposassi? GIORGIO DI CLARENCE
A chi, mio signore? RE EDOARDO
Ma come, Clarence, a me stesso. RICCARDO DI GLOUCESTER
Sarebbe una sorpresa che durerebbe come minimo dieci giorni139. GIORGIO DI CLARENCE
È un giorno in più di quanto dura una sorpresa. RICCARDO DI GLOUCESTER
Tanto estrema è la meraviglia. RE EDOARDO
Continuate pure con le vostre battute, fratelli – vi posso dire che la sua richiesta per riavere le terre del marito è stata accolta. Entra un nobile NOBILE
Mio grazioso sovrano: Enrico, il vostro nemico, è stato catturato e portato prigioniero alla porta del palazzo. RE EDOARDO
Che sia condotto alla Torre – (A Riccardo e Giorgio) e noi andiamo, fratelli, dall’uomo che l’ha arrestato per chiedergli i dettagli della cattura. (A lady Gray) Vedova, venite con noi. [A Riccardo e Giorgio] Signori, trattatela con rispetto. Escono tutti tranne Riccardo
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
RICHARD OF GLOUCESTER
Ay, Edward will use women honourably. Would he were wasted, marrow, bones, and all, That from his loins no hopeful branch may spring To cross me from the golden time I look for. And yet, between my soul’s desire and me — The lustful Edward’s title burièd — Is Clarence, Henry, and his son young Edward, And all the unlooked-for issue of their bodies, To take their rooms ere I can place myself. A cold premeditation for my purpose. Why, then, I do but dream on sovereignty Like one that stands upon a promontory And spies a far-off shore where he would tread, Wishing his foot were equal with his eye, And chides the sea that sunders him from thence, Saying he’ll lade it dry to have his way — So do I wish the crown being so far off, And so I chide the means that keeps me from it, And so I say I’ll cut the causes off, Flattering me with impossibilities. My eye’s too quick, my heart o’erweens too much, Unless my hand and strength could equal them. Well, say there is no kingdom then for Richard — What other pleasure can the world afford? I’ll make my heaven in a lady’s lap, And deck my body in gay ornaments, And ’witch sweet ladies with my words and looks. O, miserable thought! And more unlikely Than to accomplish twenty golden crowns. Why, love forswore me in my mother’s womb, And, for I should not deal in her soft laws, She did corrupt frail nature with some bribe To shrink mine arm up like a withered shrub, To make an envious mountain on my back — Where sits deformity to mock my body — To shape my legs of an unequal size,
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
RICCARDO DI GLOUCESTER
Sì, Edoardo fa un trattamento di tutto rispetto alle donne. Come vorrei che fosse consunto per la sua lussuria, midollo140, ossa e tutto il resto, così che dai suoi lombi non potesse nascere alcun germoglio verde in grado di intromettersi tra me e il futuro dorato su cui ho fissato lo sguardo. Tuttavia, tra ciò che brama il mio cuore e me – sepolto il diritto del lascivo Edoardo – ci sono Clarence, Enrico e il giovane Edoardo, senza contare tutti gli eventuali discendenti che ne prenderebbero il posto prima che io possa insediarmi. Prospettiva desolante per i miei disegni. Vorrà dire che mi limiterò a sognare la corona come chi sta su un promontorio a osservare una costa lontana che desidera raggiungere e vorrebbe che il suo piede fosse come il suo occhio, e recrimina contro il mare che lo divide da quel luogo141, dicendo che lo prosciugherà goccia a goccia per raggiungerlo. Allo stesso modo desidero la corona pur essendone lontano, e allo stesso modo recrimino contro le circostanze che me ne tengono lontano, e allo stesso modo dico che abbatterò tutti gli ostacoli, vantandomi di poter compiere l’impossibile. Il mio occhio guarda troppo avanti, il mio cuore presume troppo se la mia mano e la mia forza non li assecondano. Ammettiamo che non ci siano possibilità di regnare per Riccardo. Quali altri piaceri concede il mondo? Il grembo di una donna sarà il mio paradiso, mi vestirò di splendidi ornamenti e conquisterò dame leggiadre ammaliandole con parole e sguardi. Oh, che sogno miserabile! E ancora più improbabile che ottenere venti corone d’oro. Sì, l’amore mi ha ripudiato quand’ero ancora nel grembo di mia madre e, affinché non avessi nulla a che fare con le sue dolci leggi, ha corrotto la debole natura con qualche allettamento perché mi atrofizzasse il braccio rendendolo come un ramo secco, mi creasse un’odiosa montagna sulla schiena – dove la deformità regna per farsi beffe del corpo –, mi facesse le gambe di
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
To disproportion me in every part, Like to a chaos, or an unlicked bear whelp That carries no impression like the dam. And am I then a man to be beloved? O, monstrous fault, to harbour such a thought! Then, since this earth affords no joy to me But to command, to check, to o’erbear such As are of better person than myself, I’ll make my heaven to dream upon the crown, And whiles I live, t’account this world but hell, Until my misshaped trunk that bears this head Be round impalèd with a glorious crown. And yet I know not how to get the crown, For many lives stand between me and home. And I — like one lost in a thorny wood, That rends the thorns and is rent with the thorns, Seeking a way and straying from the way, Not knowing how to find the open air, But toiling desperately to find it out — Torment myself to catch the English crown. And from that torment I will free myself, Or hew my way out with a bloody axe. Why, I can smile, and murder whiles I smile, And cry ‘Content!’ to that which grieves my heart, And wet my cheeks with artificial tears, And frame my face to all occasions. I’ll drown more sailors than the mermaid shall; I’ll slay more gazers than the basilisk; I’ll play the orator as well as Nestor, Deceive more slyly than Ulysses could, And, like a Sinon, take another Troy. I can add colours to the chameleon, Change shapes with Proteus for advantages, And set the murderous Machiavel to school. Can I do this, and cannot get a crown? Tut, were it farther off, I’ll pluck it down.
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
lunghezza diversa per rendermi sproporzionato in tutto, simile al caos o a un cucciolo d’orso che non è stato leccato dalla madre e quindi non ne ha le sembianze142. E io sarei un uomo fatto per essere amato? Che sbaglio mostruoso coltivare un’idea simile! Poiché questa terra non mi concede alcuna gioia se non comandare, criticare, sottomettere coloro che hanno un aspetto migliore del mio, il sogno della corona sarà il mio paradiso e, finché vivrò, considererò un inferno questo mondo fino a quando il deforme tronco che mi sostiene la testa non si fregerà di una scintillante corona. Tuttavia, non so come raggiungerla, perché molte vite si trovano tra me e il mio scopo. E io – come un uomo perso in un bosco spinoso che taglia le spine e dalle spine è tagliato e cercando la via devia, non sapendo come riuscire ad arrivare all’aperto ma sforzandosi disperatamente di trovarlo – mi tormento per impadronirmi della corona inglese. E mi libererò da un tale tormento, oppure mi aprirò la strada con un’ascia insanguinata. Sì, posso sorridere e uccidere mentre sorrido, e gridare “Evviva!” a ciò che mi tormenta il cuore, e farmi rigare il viso da lacrime bugiarde, e atteggiare il volto adattandolo a qualunque situazione. Farò naufragare più naviganti di una sirena e ucciderò più osservatori del basilisco143. Farò la parte dell’oratore meglio di Nestore, ingannerò con più astuzia di Ulisse e, come Sinone, prenderò con l’inganno un’altra Troia. Posso aggiungere sfumature a un camaleonte, cambiare forma meglio di Proteo e dare lezioni all’efferato Machiavelli. Posso fare tutto questo e non posso raggiungere la corona? Figuriamoci, fosse anche più lontana la prenderò. Esce
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
3.3
[Two] chairs of state. Flourish. Enter King Louis of France, his sister the Lady Bona, Lord Bourbon his admiral, Prince Edward, Queen Margaret, and the Earl of Oxford. Louis goes up upon the state, sits, and riseth up again
KING LOUIS
Fair Queen of England, worthy Margaret, Sit down with us. It ill befits thy state And birth that thou shouldst stand while Louis doth sit. QUEEN MARGARET
No, mighty King of France, now Margaret Must strike her sail and learn a while to serve Where kings command. I was, I must confess, Great Albion’s queen in former golden days, But now mischance hath trod my title down, And with dishonour laid me on the ground, Where I must take like seat unto my fortune And to my humble state conform myself.
5
10
KING LOUIS
Why, say, fair Queen, whence springs this deep despair? QUEEN MARGARET
From such a cause as fills mine eyes with tears And stops my tongue, while heart is drowned in cares. KING LOUIS
Whate’er it be, be thou still like thyself, And sit thee by our side.
15
Seats her by him Yield not thy neck To fortune’s yoke, but let thy dauntless mind Still ride in triumph over all mischance. Be plain, Queen Margaret, and tell thy grief. It shall be eased if France can yield relief.
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
III, 3
[Due] troni su una predella. Squilli di trombe. Entrano re Luigi di Francia, sua cognata, lady Bona, lord Bourbon, suo grand’ammiraglio, il principe Edoardo, la regina Margherita e il conte di Oxford. Luigi sale sulla predella, si siede sul trono e si alza nuovamente 144
RE LUIGI145
Leggiadra regina d’Inghilterra, nobile Margherita, siedi con noi. Non si addice al tuo rango e al tuo lignaggio restare in piedi mentre Luigi è seduto. REGINA MARGHERITA
No, potente sovrano di Francia, ora Margherita deve ammainare le vele e imparare a servire per un po’ dove altri regnano. Io ero, devo ammetterlo, regina della grande Albione nei dorati tempi passati, ma ora la sorte avversa ha calpestato il mio titolo e mi ha trascinato a terra con disonore, dove devo prendere posto secondo le mie fortune e conformarmi alla mia umile condizione. RE LUIGI
Racconta, mia bella regina, da dove nasce questa assoluta disperazione? REGINA MARGHERITA
Da una causa che mi riempie gli occhi di lacrime e mi frena la lingua, mentre il cuore è sopraffatto dagli affanni. RE LUIGI
Di qualunque cosa si tratti, rimani te stessa e siedi accanto a noi. La fa sedere vicino a sé Non piegare il collo davanti al giogo della fortuna, ma lascia che il tuo spirito indomito trionfi su ogni avversità. Parla liberamente, regina Margherita, e racconta le tue sventure. Saranno alleggerite se il re di Francia può offrire un qualche sostegno.
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
QUEEN MARGARET
Those gracious words revive my drooping thoughts, And give my tongue-tied sorrows leave to speak. Now, therefore, be it known to noble Louis That Henry, sole possessor of my love, Is of a king become a banished man, And forced to live in Scotland a forlorn, While proud ambitious Edward, Duke of York, Usurps the regal title and the seat Of England’s true-anointed lawful King. This is the cause that I, poor Margaret, With this my son, Prince Edward, Henry’s heir, Am come to crave thy just and lawful aid. An if thou fail us all our hope is done. Scotland hath will to help, but cannot help; Our people and our peers are both misled, Our treasure seized, our soldiers put to flight, And, as thou seest, ourselves in heavy plight.
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KING LOUIS
Renownèd Queen, with patience calm the storm, While we bethink a means to break it off. QUEEN MARGARET
The more we stay, the stronger grows our foe.
40
KING LOUIS
The more I stay, the more I’ll succour thee. QUEEN MARGARET
O, but impatience waiteth on true sorrow. Enter the Earl of Warwick And see where comes the breeder of my sorrow. KING LOUIS
What’s he approacheth boldly to our presence? QUEEN MARGARET
Our Earl of Warwick, Edward’s greatest friend.
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KING LOUIS
Welcome, brave Warwick. What brings thee to France? He descends. She ariseth 436
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
REGINA MARGHERITA
Queste parole gentili rinfrancano il mio animo affranto e mi incoraggiano a esprimere quelle pene che mi bloccano la lingua. Sappia dunque il nobile Luigi che Enrico, unico signore del mio cuore, da re che era è stato bandito e costretto a vivere esule in Scozia, mentre l’altero e ambizioso Edoardo, duca di York, usurpa il titolo regale e il trono del legittimo e consacrato re d’Inghilterra. Ecco perché io, povera Margherita, con questo mio figlio, il principe Edoardo, erede di Enrico, vengo a implorare il tuo giusto e legittimo intervento. Se ci abbandoni, tutte le nostre speranze crolleranno. La Scozia vorrebbe sostenerci ma non ne ha la forza, il nostro popolo e i nostri pari sono stati plagiati, il nostro tesoro è stato confiscato, i nostri soldati messi in fuga e, come puoi vedere, noi stessi siamo in una situazione disperata. RE LUIGI
Eminente regina, placa la tempesta con la pazienza, mentre noi esaminiamo il modo di farla svanire del tutto. REGINA MARGHERITA
Più indugiamo, più forte diventa il nostro nemico. RE LUIGI
Più indugio, più consistente sarà il mio aiuto. REGINA MARGHERITA
Sì, ma l’impazienza si accompagna a una sofferenza acuta. Entra il conte di Warwick Ed ecco arrivare l’origine della mia sofferenza. RE LUIGI
Chi osa comparire con tale arroganza alla nostra presenza? REGINA MARGHERITA
Il nostro conte di Warwick, il migliore amico di Edoardo. RE LUIGI
Benvenuto, valoroso Warwick. Quale ragione ti porta in Francia? Lui scende. Lei si alza.
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
QUEEN MARGARET (aside)
Ay, now begins a second storm to rise, For this is he that moves both wind and tide. WARWICK (to King Louis) From worthy Edward, King of Albion, My lord and sovereign, and thy vowèd friend, I come in kindness and unfeignèd love, First, to do greetings to thy royal person, And then, to crave a league of amity, And lastly, to confirm that amity With nuptial knot, if thou vouchsafe to grant That virtuous Lady Bona, thy fair sister, To England’s King in lawful marriage. QUEEN MARGARET (aside) If that go forward, Henry’s hope is done. WARWICK (to Lady Bona) And, gracious madam, in our King’s behalf I am commanded, with your leave and favour, Humbly to kiss your hand, and with my tongue To tell the passion of my sovereign’s heart, Where fame, late ent’ring at his heedful ears, Hath placed thy beauty’s image and thy virtue.
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QUEEN MARGARET
King Louis and Lady Bona, hear me speak Before you answer Warwick. His demand Springs not from Edward’s well-meant honest love, But from deceit, bred by necessity. For how can tyrants safely govern home Unless abroad they purchase great alliance? To prove him tyrant this reason may suffice — That Henry liveth still; but were he dead, Yet here Prince Edward stands, King Henry’s son. Look, therefore, Louis, that by this league and marriage Thou draw not on thy danger and dishonour, For though usurpers sway the rule a while, Yet heav’ns are just and time suppresseth wrongs.
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
REGINA MARGHERITA (a parte)
Ecco, ora comincia una seconda tempesta, perché è lui che scatena i venti e le maree. WARWICK (a re Luigi) Da parte del degno Edoardo, monarca d’Albione, mio signore e sovrano, e tuo amico giurato, vengo con amicizia e amore sincero146 innanzitutto per recare ossequio alla tua regale persona, poi per invocare un patto di amicizia e infine per sigillare tale amicizia con un vincolo nuziale, se sei disposto a concedere la virtuosa lady Bona, tua leggiadra cognata, come legittima sposa al re d’Inghilterra. REGINA MARGHERITA (a parte) Se la cosa va avanti, Enrico non ha più speranze. WARWICK (a lady Bona) E, graziosa signora, per conto del nostro re, ho l’ordine, col vostro permesso e consenso, di baciare umilmente la vostra mano e con la mia bocca esprimere la passione del cuore del mio sovrano, nel quale la fama, di recente giunta al suo orecchio attento, ha posto l’immagine della tua bellezza e della tua virtù. REGINA MARGHERITA
Re Luigi e lady Bona, ascoltate ciò che ho da dire prima di rispondere a Warwick. La sua richiesta non nasce dall’amore onesto e ben disposto di Edoardo, ma dall’inganno, frutto della necessità. Infatti, come possono gli usurpatori governare sicuri in patria se non acquistando potenti alleati all’estero? A dimostrare che è un usurpatore basti questo – Enrico è ancora vivo; e se fosse morto, ecco qui il principe Edoardo, figlio di re Enrico. Attenzione, quindi, Luigi, a non attirare su di te pericolo e disonore accettando questo accordo e matrimonio, perché, se anche gli usurpatori sono temporaneamente al potere, il cielo è giusto e il tempo ripara i torti.
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
WARWICK
Injurious Margaret. And why not ‘Queen’?
PRINCE EDWARD WARWICK
Because thy father Henry did usurp, And thou no more art prince than she is queen.
80
OXFORD
Then Warwick disannuls great John of Gaunt, Which did subdue the greatest part of Spain; And, after John of Gaunt, Henry the Fourth, Whose wisdom was a mirror to the wisest; And, after that wise prince, Henry the Fifth, Who by his prowess conquerèd all France. From these our Henry lineally descends.
85
WARWICK
Oxford, how haps it in this smooth discourse You told not how Henry the Sixth hath lost All that which Henry the Fifth had gotten? Methinks these peers of France should smile at that. But for the rest, you tell a pedigree Of threescore and two years — a silly time To make prescription for a kingdom’s worth.
90
OXFORD
Why, Warwick, canst thou speak against thy liege, Whom thou obeyedest thirty and six years, And not bewray thy treason with a blush?
95
WARWICK
Can Oxford, that did ever fence the right, Now buckler falsehood with a pedigree? For shame — leave Henry, and call Edward king.
100
OXFORD
Call him my king by whose injurious doom My elder brother, the Lord Aubrey Vere, Was done to death? And more than so, my father, Even in the downfall of his mellowed years, When nature brought him to the door of death?
105
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
WARWICK
Calunniosa Margherita. PRINCIPE EDOARDO
E perché non “regina”? WARWICK
Perché tuo padre Enrico ha usurpato la corona e tu non sei principe più di quanto lei sia regina. OXFORD147
Allora Warwick disconosce il grande Giovanni di Gand, che ha sottomesso gran parte della Spagna148; e, dopo Giovanni di Gand, Enrico quarto, la cui saggezza era specchio per i più saggi; e, dopo quel saggio principe, Enrico quinto, che col suo valore conquistò la Francia intera. Da questi discende in linea diretta il nostro Enrico. WARWICK
Oxford, come mai in questo discorso così spigliato non hai raccontato il modo in cui Enrico sesto ha perso tutto ciò che Enrico quinto aveva conquistato? Sono certo che la cosa farebbe sorridere questi pari di Francia. Quanto al resto, adduci una genealogia di sessantadue anni – un tempo davvero risibile per rivendicare come norma legittima la trasmissione di un regno. OXFORD
Ma come, Warwick! Riesci a biasimare il sovrano cui hai obbedito trentasei anni senza neppure arrossire mentre riveli il tuo tradimento? WARWICK
E Oxford, che ha sempre difeso il diritto, riesce a difendere la falsità con una genealogia? Vergogna! – abbandona Enrico e chiama Edoardo re. OXFORD
Chiamare re colui che, con un’ingiusta condanna, ha messo a morte mio fratello maggiore, lord Aubrey de Vere? E, ancora più grave, mio padre, che pure era nel declino della sua maturità, quando la natura già lo stava conducendo alla soglia della morte?
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
No, Warwick, no — while life upholds this arm, This arm upholds the house of Lancaster. WARWICK And I the house of York. KING LOUIS
Queen Margaret, Prince Edward, and Oxford, Vouchsafe, at our request, to stand aside While I use further conference with Warwick.
110
Queen Margaret [comes down from the state and], with Prince Edward and Oxford, stands apart QUEEN MARGARET
Heavens grant that Warwick’s words bewitch him not. KING LOUIS
Now, Warwick, tell me even upon thy conscience, Is Edward your true king? For I were loath To link with him that were not lawful chosen.
115
WARWICK
Thereon I pawn my credit and mine honour. KING LOUIS
But is he gracious in the people’s eye? WARWICK
The more that Henry was unfortunate. KING LOUIS
Then further, all dissembling set aside, Tell me for truth the measure of his love Unto our sister Bona. WARWICK Such it seems As may beseem a monarch like himself. Myself have often heard him say and swear That this his love was an eternal plant,18 Whereof the root was fixed in virtue’s ground, The leaves and fruit maintained with beauty’s sun, Exempt from envy, but not from disdain, Unless the Lady Bona quit his pain.
120
125
124. Eternal: externall (F) = esterno, visibile. 442
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
No, Warwick, no – finché la vita darà forza a questo braccio, questo braccio darà forza alla casa di Lancaster. WARWICK
E io alla casa di York. RE LUIGI
Regina Margherita, principe Edoardo, Oxford, siate così cortesi da restare in disparte mentre io parlo ancora con Warwick. La regina Margherita [scende dalla predella e], con il principe Edoardo e Oxford, si ritira in disparte REGINA MARGHERITA
Voglia il cielo che le parole di Warwick non lo seducano. RE LUIGI
Ebbene, Warwick, dimmi in coscienza, Edoardo è il vostro legittimo sovrano? Perché sarei contrario a imparentarmi con chi non è stato eletto legalmente. WARWICK
Su questo do come garanzia il mio credito e il mio onore. RE LUIGI
Ma è benvoluto dal popolo? WARWICK
Assai, vista anche la disgrazia in cui è caduto Enrico. RE LUIGI
Allora, bando alle ipocrisie, dimmi sinceramente qual è la misura del suo amore per nostra cognata Bona. WARWICK
Quale si conviene a un monarca come lui. Io stesso l’ho spesso sentito dire e giurare che questo suo amore era una pianta perenne, con la radice piantata nel terreno della virtù e le foglie e i frutti nutriti dal sole della bellezza, privo di malizia ma non di indignazione nel caso in cui lady Bona non contraccambi le sue pene d’amore149.
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
KING LOUIS (to Lady Bona)
Now, sister, let us hear your firm resolve. LADY BONA
Your grant, or your denial, shall be mine. (To Warwick) Yet I confess that often ere this day, When I have heard your king’s desert recounted, Mine ear hath tempted judgement to desire.19 KING LOUIS (to Warwick) Then, Warwick, thus — our sister shall be Edward’s. And now, forthwith, shall articles be drawn Touching the jointure that your king must make, Which with her dowry shall be counterpoised. (To Queen Margaret) Draw near, Queen Margaret, and be a witness That Bona shall be wife to the English king.
130
135
Queen Margaret, Prince Edward, [and Oxford] come forward PRINCE EDWARD
To Edward, but not to the English king.
140
QUEEN MARGARET
Deceitful Warwick — it was thy device By this alliance to make void my suit! Before thy coming Louis was Henry’s friend. KING LOUIS
And still is friend to him and Margaret. But if your title to the crown be weak, As may appear by Edward’s good success, Then ’tis but reason that I be released From giving aid which late I promisèd. Yet shall you have all kindness at my hand That your estate requires and mine can yield. WARWICK (to Queen Margaret) Henry now lives in Scotland at his ease, Where having nothing, nothing can he lose.
145
150
133. Tempted: temper’d (Cairncross) = temperato, mitigato. 444
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
RE LUIGI (a lady Bona)
Ebbene, cognata, sentiamo la tua ferma decisione. LADY BONA150
Il vostro consenso o il vostro rifiuto saranno anche i miei. (A Warwick) Tuttavia, confesso che spesso prima di oggi, quando ho sentito parlare dei meriti del vostro re, il mio giudizio è stato solleticato dal desiderio. RE LUIGI (to Warwick) Allora, Warwick, sarà così – nostra cognata sarà di Edoardo. E ora procediamo subito alla stesura del contratto matrimoniale con le disposizioni ereditarie151 che il vostro re deve concedere e che saranno controbilanciate dalla dote della sposa. (Alla regina Margherita) Avvicinati, regina Margherita, e sii testimone che Bona sarà la moglie del re d’Inghilterra. La regina Margherita, il principe Edoardo [e Oxford] si fanno avanti PRINCIPE EDOARDO
Di Edoardo, ma non del re d’Inghilterra. REGINA MARGHERITA
Ingannevole Warwick – sei stato scaltro a render vana la mia richiesta con questo matrimonio! Prima del tuo arrivo Luigi era amico di Enrico. RE LUIGI
Ed è ancora amico suo e di Margherita. Ma se il vostro titolo alla corona è debole come dimostra la sorte che favorisce Edoardo, allora è più che ragionevole che io mi ritenga sciolto dalla promessa di aiuto che ho fatto in precedenza. Tuttavia, riceverete da me ogni cortesia che si addice al vostro e al mio rango. WARWICK (alla regina Margherita) Attualmente Enrico vive tranquillamente in Scozia, dove non avendo nulla non può perdere nulla. Quanto a voi, nostra ex regina,
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
And as for you yourself, our quondam queen, You have a father able to maintain you, And better ’twere you troubled him than France.
155
QUEEN MARGARET
Peace, impudent and shameless Warwick, peace! Proud setter-up and puller-down of kings! I will not hence till, with my talk and tears, Both full of truth, I make King Louis behold Thy sly conveyance and thy lord’s false love,
160
Post blowing a horn within For both of you are birds of selfsame feather. KING LOUIS
Warwick, this is some post to us or thee. Enter the Post POST (to Warwick)
My lord ambassador, these letters are for you, Sent from your brother Marquis Montague; (To Louis) These from our King unto your majesty; (To Queen Margaret) And, madam, these for you, from whom I know not. They all read their letters OXFORD (to Prince Edward)
I like it well that our fair Queen and mistress Smiles at her news, while Warwick frowns at his.
167
PRINCE EDWARD
Nay, mark how Louis stamps as he were nettled. I hope all’s for the best.
170
KING LOUIS
Warwick, what are thy news? And yours, fair Queen? QUEEN MARGARET
Mine, such as fill my heart with unhoped joys. WARWICK
Mine, full of sorrow and heart’s discontent.
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
avete un padre che è in grado di mantenervi e fareste bene a importunare lui piuttosto che il re di Francia. REGINA MARGHERITA
Taci, tracotante e impudente Warwick, taci! Presuntuoso che innalzi e deponi i re! Non me ne andrò da qui finché, con parole e lacrime piene di sincerità, non farò comprendere a Luigi le tue astute macchinazioni e il falso amore del tuo sovrano, Un corriere suona il corno all’interno perché siete entrambi della stessa pasta. RE LUIGI
Warwick, questo messaggio è per noi o per te. Entra il corriere MESSAGGERO (a Warwick)
Signor ambasciatore, queste lettere sono per voi, da parte di vostro fratello, il marchese di Montague; (a Luigi) queste dal nostro re a vostra maestà; (alla regina Margherita) e, mia signora, queste sono per voi, ma non so chi le manda. Leggono le rispettive lettere OXFORD (al principe Edoardo)
È un buon segno vedere che la nostra regina e signora sorride per le notizie, mentre Warwick si acciglia leggendo le sue. PRINCIPE EDOARDO
Già, e guardate Luigi come pesta i piedi, quasi avesse camminato sulle ortiche. Speriamo in bene. RE LUIGI
Warwick, che notizie hai ricevuto? E voi, leggiadra regina? REGINA MARGHERITA
Le mie riempiono il cuore di gioia inattesa. WARWICK
Le mie sono piene di tormento e amarezza per il mio cuore.
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
KING LOUIS
What! Has your king married the Lady Gray? And now to soothe your forgery and his, Sends me a paper to persuade me patience? Is this th’alliance that he seeks with France? Dare he presume to scorn us in this manner?
175
QUEEN MARGARET
I told your majesty as much before — This proveth Edward’s love and Warwick’s honesty. WARWICK
King Louis, I here protest in sight of heaven And by the hope I have of heavenly bliss, That I am clear from this misdeed of Edward’s, No more my king, for he dishonours me, But most himself, if he could see his shame. Did I forget that by the house of York My father came untimely to his death? Did I let pass th’abuse done to my niece? Did I impale him with the regal crown? Did I put Henry from his native right? And am I guerdoned at the last with shame? Shame on himself, for my desert is honour. And to repair my honour, lost for him, I here renounce him and return to Henry. (To Queen Margaret) My noble Queen, let former grudges pass, And henceforth I am thy true servitor. I will revenge his wrong to Lady Bona And replant Henry in his former state.
181
185
190
195
QUEEN MARGARET
Warwick, these words have turned my hate to love, And I forgive and quite forget old faults, And joy that thou becom’st King Henry’s friend.
200
WARWICK
So much his friend, ay, his unfeignèd friend, That if King Louis vouchsafe to furnish us With some few bands of chosen soldiers, 448
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
RE LUIGI
Che cosa? Il vostro re ha sposato lady Gray? E ora, per attenuare il vostro inganno e il suo, mi scrive per esortarmi alla pazienza? È questa l’alleanza che cerca con la Francia? Crede di potersi prender gioco di noi in questo modo? REGINA MARGHERITA
Ve lo stavo appunto dicendo prima, maestà – questa è la prova dell’amore di Edoardo e dell’onestà di Warwick. WARWICK
Re Luigi, dichiaro qui solennemente, per la speranza della beatitudine eterna di cui il cielo m’è testimone, che sono del tutto estraneo a questo oltraggio da parte di Edoardo, non più mio re, visto che disonora me, ma soprattutto se stesso, ammesso che si renda conto della sua infamia. Ho dimenticato che a causa degli York mio padre è morto prima del tempo?152 Ho lasciato impunito lo stupro di mia nipote? Gli ho posto sul capo la corona regale? Ho tolto a Enrico i diritti che aveva per nascita? E alla fine la mia ricompensa è il disonore? Vada a lui il disonore, io merito onore e, allo scopo di riguadagnare l’onore che ho perso a causa sua, io qui lo disconosco e torno dalla parte di Enrico. (Alla regina Margherita) Mia nobile regina, dimentichiamo i nostri precedenti rancori, d’ora in poi sarò il tuo leale servitore. Vendicherò il torto subito da lady Bona e reintegrerò Enrico nella sua condizione precedente. REGINA MARGHERITA
Warwick, queste parole hanno trasformato il mio odio in amore; perdono e dimentico del tutto i vecchi torti e gioisco del fatto che tu sia diventato amico di Enrico. WARWICK
Sì, amico, e sincero al punto che se re Luigi acconsente a concederci alcuni distaccamenti di soldati scelti, farò in modo di farli sbarcare
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
I’ll undertake to land them on our coast And force the tyrant from his seat by war. ’Tis not his new-made bride shall succour him. And as for Clarence, as my letters tell me, He’s very likely now to fall from him For matching more for wanton lust than honour, Or than for strength and safety of our country. LADY BONA (to King Louis) Dear brother, how shall Bona be revenged, But by thy help to this distressèd Queen? QUEEN MARGARET (to King Louis) Renownèd Prince, how shall poor Henry live Unless thou rescue him from foul despair? LADY BONA (to King Louis) My quarrel and this English Queen’s are one.
205
210
215
WARWICK
And mine, fair Lady Bona, joins with yours. KING LOUIS
And mine with hers, and thine, and Margaret’s. Therefore at last I firmly am resolved: You shall have aid.
220
QUEEN MARGARET
Let me give humble thanks for all at once. KING LOUIS (to the Post) Then, England’s messenger, return in post And tell false Edward, thy supposèd king, That Louis of France is sending over masquers To revel it with him and his new bride. Thou seest what’s passed, go fear thy king withal. LADY BONA (to the Post) Tell him, in hope he’ll prove a widower shortly, I’ll wear the willow garland for his sake. QUEEN MARGARET (to the Post) Tell him my mourning weeds are laid aside, And I am ready to put armour on.
225
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
sulla nostra costa e scacciare con le armi l’usurpatore dal suo trono. Non sarà certo la novella sposa a soccorrerlo; quanto a Clarence, stando a queste lettere è molto probabile che lo abbandoni, poiché il matrimonio serve più a soddisfare una libidine sfrenata che non ad accrescere il prestigio o la forza e la sicurezza del nostro paese. LADY BONA (a re Luigi) Caro cognato, quale modo migliore per vendicare Bona se non dare aiuto a questa sventurata regina? REGINA MARGHERITA (a re Luigi) Rinomato principe, come potrà sopravvivere il povero Enrico se tu non lo liberi dalla cupa disperazione? LADY BONA (a re Luigi) Il mio rancore è tutt’uno con quella di questa regina inglese. WARWICK
E il mio, leggiadra lady Bona, si unisce ai vostri. RE LUIGI
E il mio con il suo, e il tuo e quello di Margherita. Sono quindi fermamente deciso: avrete il nostro aiuto. REGINA MARGHERITA
Permettete che vi ringrazi umilmente per tutto questo. RE LUIGI (al corriere)
Allora, messo d’Inghilterra, riparti senza indugio e di’ all’ipocrita Edoardo, tuo presunto re, che Luigi di Francia sta inviando degli attori in maschera153 per far festa con lui e la sua novella sposa. Hai visto ciò che è successo, va’ ad allarmare il tuo re con tutto questo. LADY BONA (al messaggero) Digli che, sperando diventi presto vedovo, indosserò la corona di salice154 per amor suo. REGINA MARGHERITA (al corriere) Digli che ho tolto gli abiti da lutto e sono pronta a indossare l’armatura.
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3 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
WARWICK (to the Post)
Tell him from me that he hath done me wrong, And therefore I’ll uncrown him ere’t be long. (Giving money) There’s thy reward — be gone. Exit Post KING LOUIS
But, Warwick, thou and Oxford, with five thousand men, Shall cross the seas and bid false Edward battle; And, as occasion serves, this noble Queen And Prince shall follow with a fresh supply. Yet, ere thou go, but answer me one doubt: What pledge have we of thy firm loyalty?
235
WARWICK
This shall assure my constant loyalty: That if our Queen and this young Prince agree, I’ll join mine eldest daughter and my joy To him forthwith in holy wedlock bands.
240
QUEEN MARGARET
Yes, I agree, and thank you for your motion. (To Prince Edward) Son Edward, she is fair and virtuous, Therefore delay not. Give thy hand to Warwick, And with thy hand thy faith irrevocable That only Warwick’s daughter shall be thine.
246
PRINCE EDWARD
Yes, I accept her, for she well deserves it, And here to pledge my vow I give my hand.
250
He and Warwick clasp hands KING LOUIS
Why stay we now? These soldiers shall be levied, And thou, Lord Bourbon, our high admiral, Shall waft them over with our royal fleet. I long till Edward fall by war’s mischance For mocking marriage with a dame of France.
255
Exeunt all but Warwick
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3 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
WARWICK (al corriere)
Digli da parte mia che mi ha fatto torto, e quindi gli toglierò ben presto la corona (Gli dà del denaro) Ecco la tua ricompensa – ora va’. Esce il corriere RE LUIGI
Ebbene, Warwick, tu e Oxford con cinquemila uomini attraverserete il mare e attaccherete l’ipocrita Edoardo; al momento opportuno, questa nobile regina e il principe giungeranno con dei rinforzi. Tuttavia, prima che tu vada, toglimi un dubbio: quale garanzia abbiamo della tua lealtà? WARWICK
Questo assicurerà la mia costante fedeltà: se la nostra regina e questo giovane principe acconsentono, unirò subito la mia primogenita155 e amata figlia a lui nel sacro vincolo del matrimonio. REGINA MARGHERITA
Sì, acconsento e vi ringrazio per la vostra proposta. (Al principe Edoardo) Edoardo, figlio mio, lei è bella e virtuosa, quindi non indugiare. Da’ la mano a Warwick e con la tua mano la tua irrevocabile promessa che solo la figlia di Warwick sarà tua. PRINCIPE EDOARDO
Sì, la accetto poiché ne è ben degna, ed ecco la mia mano per suggellare questa promessa. Il principe Edoardo e Warwick si stringono la mano RE LUIGI
Che aspettiamo? Siano subito arruolati i soldati che tu, lord Bourbon, nostro grand’ammiraglio, trasporterai con la flotta reale. Attendo con impazienza che la guerra faccia cadere Edoardo per aver insultato una dama di Francia con la sua proposta di nozze. Escono tutti tranne Warwick
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19/10/2017 18:25:20
3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
WARWICK
I came from Edward as ambassador, But I return his sworn and mortal foe. Matter of marriage was the charge he gave me, But dreadful war shall answer his demand. Had he none else to make a stale but me? Then none but I shall turn his jest to sorrow. I was the chief that raised him to the crown, And I’ll be chief to bring him down again. Not that I pity Henry’s misery, But seek revenge on Edward’s mockery. 4.1
260
Exit
Enter Richard Duke of Gloucester, George Duke of Clarence, the Duke of Somerset, and the Marquis of Montague
RICHARD OF GLOUCESTER
Now tell me, brother Clarence, what think you Of this new marriage with the Lady Gray? Hath not our brother made a worthy choice? GEORGE OF CLARENCE
Alas, you know ’tis far from hence to France; How could he stay till Warwick made return?
5
SOMERSET
My lords, forbear this talk — here comes the King. Flourish. Enter King Edward, the Lady Gray his Queen, the Earl of Pembroke, and the Lords Stafford and Hastings. Four stand on one side [of the King], and four on the other RICHARD OF GLOUCESTER And his well-chosen bride. GEORGE OF CLARENCE
I mind to tell him plainly what I think. KING EDWARD
Now, brother of Clarence, how like you our choice, That you stand pensive, as half-malcontent?
10
454
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
WARWICK
Sono venuto da parte di Edoardo come ambasciatore ma ritorno come nemico mortale e giurato. Mi aveva affidato un incarico matrimoniale ma la risposta che otterrà sarà una terribile guerra. Non aveva proprio nessun altro cui far fare la figura dell’idiota all’infuori di me? Allora nessun altro all’infuori di me trasformerà il suo scherno in pianto. Sono stato io l’artefice della sua ascesa al trono, sarò io l’artefice della sua rovina. Non che commiseri Enrico nella sua disgrazia, ma voglio vendetta per l’affronto di Edoardo. Esce IV, 1
Entrano Riccardo duca di Gloucester, Giorgio duca di Clarence, il duca di Somerset e il marchese di Montague156
RICCARDO DI GLOUCESTER
Allora, fratello Clarence, che cosa pensi di questo recente matrimonio con lady Gray? Nostro fratello non ha fatto una scelta degna? GIORGIO DI CLARENCE
Ahimè, sai bene che la Francia è lontana da qui; come poteva attendere fino al ritorno di Warwick? SOMERSET157
Signori, bando ai discorsi – arriva il re. Squilli di trombe. Entra re Edoardo, lady Gray sua regina, il conte di Pembroke158 , lord Stafford159 e lord Hastings. Quattro stanno da un lato [rispetto al re] e quattro dall’altro. RICCARDO DI GLOUCESTER
Con la sua ben scelta sposa. GIORGIO DI CLARENCE
Voglio dirgli chiaramente ciò che penso. RE EDOARDO
Allora, come giudichi la nostra scelta, fratello Clarence, che te ne stai così assorto da sembrare quasi amareggiato?
455
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19/10/2017 18:25:20
3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
GEORGE OF CLARENCE
As well as Louis of France, or the Earl of Warwick, Which are so weak of courage and in judgement That they’ll take no offence at our abuse.20 KING EDWARD
Suppose they take offence without a cause — They are but Louis and Warwick; I am Edward, Your king and Warwick’s, and must have my will.
15
RICHARD OF GLOUCESTER
And you shall have your will, because our king. Yet hasty marriage seldom proveth well. KING EDWARD
Yea, brother Richard, are you offended too? RICHARD OF GLOUCESTER
Not I, no — God forbid that I should wish them severed Whom God hath joined together. Ay, and ’twere pity To sunder them that yoke so well together.
22
KING EDWARD
Setting your scorns and your mislike aside, Tell me some reason why the Lady Gray Should not become my wife and England’s queen. And you too, Somerset and Montague, Speak freely what you think.
25
GEORGE OF CLARENCE
Then this is my opinion: that King Louis Becomes your enemy for mocking him About the marriage of the Lady Bona.
30
RICHARD OF GLOUCESTER
And Warwick, doing what you gave in charge, Is now dishonourèd by this new marriage. KING EDWARD
What if both Louis and Warwick be appeased By such invention as I can devise?
13. Our: your = vostro. 456
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
GIORGIO DI CLARENCE
Esattamente come Luigi di Francia o il conte di Warwick, che sono così privi di coraggio e di giudizio da non offendersi per il nostro affronto. RE EDOARDO
Se anche si offendessero senza motivo – restano semplicemente Luigi e Warwick. Io sono Edoardo, re vostro e di Warwick, e bisogna che i miei desideri vengano esauditi160. RICCARDO DI GLOUCESTER
E così sarà fatto, perché siete nostro re. Tuttavia è raro che un matrimonio frettoloso riesca bene. RE EDOARDO
Già; fratello Riccardo, sei risentito anche tu? RICCARDO DI GLOUCESTER
No, no, io no – Dio non voglia che io speri di vedere separati quelli che Dio ha unito. Sì, sarebbe un peccato dividere chi si accoppia così bene. RE EDOARDO
Mettendo da parte i vostri sarcasmi e malumori, ditemi qualche motivo valido per cui lady Gray non dovrebbe essere mia moglie e regina d’Inghilterra. Anche voi, Somerset e Montague, dite liberamente ciò che pensate. GIORGIO DI CLARENCE
Ebbene, la mia opinione è questa: re Luigi diventerà tuo nemico per aver subito l’offesa del mancato matrimonio di lady Bona. RICCARDO DI GLOUCESTER
E Warwick, facendo quello che gli avevate ordinato, si trova ora disonorato per questo nuovo matrimonio. RE EDOARDO
E se Luigi e Warwick venissero placati con un qualche stratagemma che potrei escogitare?
457
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
MONTAGUE
Yet, to have joined with France in such alliance Would more have strengthened this our commonwealth ’Gainst foreign storms than any home-bred marriage.
35
HASTINGS
Why, knows not Montague that of itself England is safe, if true within itself? MONTAGUE
But the safer when ’tis backed with France.
40
HASTINGS
’Tis better using France than trusting France.21 Let us be backed with God and with the seas Which he hath giv’n for fence impregnable, And with their helps only defend ourselves. In them and in ourselves our safety lies.
45
GEORGE OF CLARENCE
For this one speech Lord Hastings well deserves To have the heir of the Lord Hungerford. KING EDWARD
Ay, what of that? It was my will and grant — And for this once my will shall stand for law. RICHARD OF GLOUCESTER
And yet, methinks, your grace hath not done well To give the heir and daughter of Lord Scales Unto the brother of your loving bride. She better would have fitted me or Clarence, But in your bride you bury brotherhood.
50
GEORGE OF CLARENCE
Or else you would not have bestowed the heir Of the Lord Bonville on your new wife’s son, And leave your brothers to go speed elsewhere.
55
KING EDWARD
Alas, poor Clarence, is it for a wife That thou art malcontent? I will provide thee. 41. Using: losing (Vaughan cong.) = perdere. 458
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
MONTAGUE
Tuttavia, unirsi alla Francia con questo vincolo avrebbe protetto meglio il nostro stato dalle tempeste straniere rispetto a qualsiasi matrimonio combinato in patria. HASTINGS161
Insomma, non sa Montague che l’Inghilterra basta alla propria sicurezza, purché sia fedele a se stessa?162 MONTAGUE
Ma più al sicuro se aiutata dalla Francia. HASTINGS
È meglio usare la Francia che fidarsi della Francia163. Ci aiutino Dio e i mari che Egli ci ha dato come baluardo inespugnabile e difendiamoci solamente con il loro ausilio. In loro e in noi stessi sta la nostra salvezza. GIORGIO DI CLARENCE
Questo discorso è sufficiente per far meritare a lord Hastings la mano dell’erede di lord Hungerford. RE EDOARDO
Sì, e allora? È stato per mia volontà e concessione – e almeno per questa volta la mia volontà sarà legge. RICCARDO DI GLOUCESTER
E tuttavia credo che vostra grazia non abbia fatto bene a dare l’erede e figlia di lord Scales al fratello della vostra amorevole sposa. Sarebbe stata più adatta per me o per Clarence; per la vostra sposa seppellite i legami fraterni. GIORGIO DI CLARENCE
Altrimenti non avreste concesso l’erede di lord Bonville al figlio della vostra nuova moglie, lasciando i vostri fratelli a cercarsi una sposa altrove. RE EDOARDO
Ahimè, povero Clarence, è per una moglie che sei amareggiato? Te ne procuro una io.
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
GEORGE OF CLARENCE
In choosing for yourself you showed your judgement, Which being shallow, you shall give me leave To play the broker in mine own behalf, And to that end I shortly mind to leave you.
61
KING EDWARD
Leave me, or tarry. Edward will be king, And not be tied unto his brother’s will.
65
LADY GRAY
My lords, before it pleased his majesty To raise my state to title of a queen, Do me but right, and you must all confess That I was not ignoble of descent — And meaner than myself have had like fortune. But as this title honours me and mine, So your dislikes, to whom I would be pleasing, Doth cloud my joys with danger and with sorrow.
70
KING EDWARD
My love, forbear to fawn upon their frowns. What danger or what sorrow can befall thee So long as Edward is thy constant friend, And their true sovereign, whom they must obey? Nay, whom they shall obey, and love thee too — Unless they seek for hatred at my hands, Which if they do, yet will I keep thee safe, And they shall feel the vengeance of my wrath. RICHARD OF GLOUCESTER (aside) I hear, yet say not much, but think the more.
75
80
Enter the Post from France KING EDWARD
Now, messenger, what letters or what news from France? POST
My sovereign liege, no letters and few words, But such as I, without your special pardon, Dare not relate.
85
460
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
GIORGIO DI CLARENCE
Scegliendo la vostra avete già dimostrato quanto è superficiale il senno che avete, perciò chiedo di poter fare il ruffiano per me stesso; a tal proposito ho intenzione di lasciarvi presto. RE EDOARDO
Che tu mi lasci o rimanga, Edoardo sarà comunque re e non vincolato dalla volontà di suo fratello. LADY GRAY
Signori, prima che piacesse a sua maestà sollevare il mio rango fino al titolo di regina, datemene atto, dovete ammettere che io non ero di discendenza non nobile – e persone di condizione inferiore alla mia hanno avuto una sorte analoga. Ma come questo titolo onora me e i miei, così l’avversione di coloro da cui vorrei essere bene accetta turba la mia gioia al pensiero di pericoli e tristezze. RE EDOARDO
Amore mio, evita inutili smancerie per rispondere al loro risentimento. Quale pericolo o quale tristezza può capitarti finché Edoardo sarà il tuo amico fedele e il legittimo sovrano cui devono obbedire? Anzi, a cui obbediranno. E ameranno anche te – a meno che non vogliano suscitare il mio odio, e se anche lo faranno ti proteggerò comunque, mentre loro subiranno la vendetta della mia collera. RICCARDO DI GLOUCESTER (a parte) Ascolto, dico poco, ma penso molto. Entra il corriere dalla Francia RE EDOARDO
Allora, messaggero, quali lettere o notizie dalla Francia? CORRIERE
Mio signore, nessuna lettera e poche parole, ma tali che, senza un vostro speciale permesso, non oso riportare.
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
KING EDWARD
Go to, we pardon thee. Therefore, in brief, Tell me their words as near as thou canst guess them. What answer makes King Louis unto our letters? POST
At my depart these were his very words: ‘Go tell false Edward, thy supposèd king,22 That Louis of France is sending over masquers To revel it with him and his new bride.’
90
KING EDWARD
Is Louis so brave? Belike he thinks me Henry. But what said Lady Bona to my marriage?
95
POST
These were her words, uttered with mild disdain: ‘Tell him in hope he’ll prove a widower shortly, I’ll wear the willow garland for his sake.’ KING EDWARD
I blame not her, she could say little less; She had the wrong. But what said Henry’s queen? For I have heard that she was there in place.
101
POST
‘Tell him’, quoth she, ‘my mourning weeds are done, And I am ready to put armour on.’ KING EDWARD
Belike she minds to play the Amazon. But what said Warwick to these injuries?
105
POST
He, more incensed against your majesty Than all the rest, discharged me with these words: ‘Tell him from me that he hath done me wrong, And therefore I’ll uncrown him ere’t be long.’ KING EDWARD
Ha! Durst the traitor breathe out so proud words? Well, I will arm me, being thus forewarned.
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91. Thy: the (F) = il. 462
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
RE EDOARDO
Ma sì, sì, permesso accordato. E ora, in breve, dimmi le loro parole con la maggiore precisione di cui è capace la tua memoria. Quale risposta dà re Luigi alle nostre lettere? CORRIERE
Alla mia partenza queste sono state le sue parole: “Di’ all’ipocrita Edoardo, tuo presunto re, che Luigi di Francia sta inviando degli attori in maschera per far festa con lui e la sua novella sposa”. RE EDOARDO
Luigi è così baldanzoso? Forse crede che io sia Enrico. Ma che cosa ha detto lady Bona del mio matrimonio? CORRIERE
Queste sono state le sue parole, pronunciate con sottile disprezzo: “Digli che, sperando diventi presto vedovo, indosserò la corona di salice per amor suo”. RE EDOARDO
Non la biasimo, non poteva certo dire altro; è lei che ha subito il torto. E che cosa ha detto la regina di Enrico? Ho sentito dire che c’era anche lei. CORRIERE
“Digli”, ha affermato, “che ho tolto gli abiti da lutto e sono pronta a indossare l’armatura”. RE EDOARDO
Forse ha intenzione di fare la parte dell’amazzone. E come ha risposto Warwick a questi insulti? CORRIERE
Più adirato di tutti gli altri contro vostra maestà, mi ha congedato con queste parole: “Digli da parte mia che mi ha fatto torto, e quindi gli toglierò ben presto la corona”. RE EDOARDO
Ah! Quel traditore ha osato pronunciare parole così temerarie? Bene, mi armerò, avendo ricevuto questi avvertimenti. Avranno la
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
They shall have wars and pay for their presumption. But say, is Warwick friends with Margaret? POST
Ay, gracious sovereign, they are so linked in friendship That young Prince Edward marries Warwick’s daughter. GEORGE OF CLARENCE
Belike the elder; Clarence will have the younger. Now, brother King, farewell, and sit you fast, For I will hence to Warwick’s other daughter, That, though I want a kingdom, yet in marriage I may not prove inferior to yourself. You that love me and Warwick, follow me.
116
120
Exit Clarence, and Somerset follows RICHARD OF GLOUCESTER
Not I — [aside] my thoughts aim at a further matter. I stay not for the love of Edward, but the crown. KING EDWARD
Clarence and Somerset both gone to Warwick? Yet am I armed against the worst can happen, And haste is needful in this desp’rate case. Pembroke and Stafford, you in our behalf Go levy men and make prepare for war. They are already, or quickly will be, landed. Myself in person will straight follow you.
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Exeunt Pembroke and Stafford But ere I go, Hastings and Montague, Resolve my doubt. You twain, of all the rest, Are near’st to Warwick by blood and by alliance. Tell me if you love Warwick more than me. If it be so, then both depart to him — I rather wish you foes than hollow friends. But if you mind to hold your true obedience, Give me assurance with some friendly vow That I may never have you in suspect.
135
MONTAGUE
So God help Montague as he proves true.
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
guerra e pagheranno per la loro presunzione. Ma dimmi, ora Warwick è amico di Margherita? CORRIERE
Sì, grazioso sovrano, la loro amicizia è così stretta che il giovane principe Edoardo sposerà la figlia di Warwick. GIORGIO DI CLARENCE
Forse la maggiore; Clarence avrà la minore. Ora, fratello e re, addio, e bada al tuo trono perché me ne andrò dall’altra figlia di Warwick; sebbene non abbia il regno, almeno nel matrimonio potrò dimostrare di non essere inferiore a te. Chi ama me e Warwick mi segua. Esce Clarence, seguito da Somerset RICCARDO DI GLOUCESTER
Io no – [a parte] I miei pensieri sono fissi su altro. Resto per amore non di Edoardo ma della corona. RE EDOARDO
Clarence e Somerset dalla parte di Warwick? Sono pronto al peggio e la rapidità è essenziale in questa situazione disperata. Pembroke e Stafford, andate ad arruolare uomini per la nostra causa e fate i preparativi per la guerra. Sono già sbarcati o lo saranno presto. Io stesso vi seguirò subito di persona. Escono Pembroke e Stafford Ma prima di andare, Hastings e Montague, toglietemi un dubbio. Voi due, fra tutti gli altri, siete i più vicini a Warwick per sangue e parentela. Ditemi se amate Warwick più di me. Se è così, andate entrambi da lui – preferisco avervi come nemici piuttosto che falsi amici. Se invece volete mantenere la vostra leale fedeltà, datemene garanzia con un giuramento di amicizia, in modo che non debba mai nutrire alcun sospetto verso di voi. MONTAGUE
Possa Dio aiutare Montague per quanto sarà fedele.
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 2
HASTINGS
And Hastings as he favours Edward’s cause. KING EDWARD
Now, brother Richard, will you stand by us? RICHARD OF GLOUCESTER
Ay, in despite of all that shall withstand you. KING EDWARD
Why, so. Then am I sure of victory. Now, therefore, let us hence and lose no hour Till we meet Warwick with his foreign power. 4.2
145 Exeunt
Enter the Earls of Warwick and Oxford in England, with French soldiers
WARWICK
Trust me, my lord, all hitherto goes well. The common sort by numbers swarm to us.23 Enter the Dukes of Clarence and Somerset But see where Somerset and Clarence comes. Speak suddenly, my lords, are we all friends? GEORGE OF CLARENCE Fear not that, my lord.
5
WARWICK
Then, gentle Clarence, welcome unto Warwick — And welcome, Somerset. I hold it cowardice To rest mistrustful where a noble heart Hath pawned an open hand in sign of love, Else might I think that Clarence, Edward’s brother, Were but a feignèd friend to our proceedings. But come, sweet Clarence, my daughter shall be thine.24 And now what rests but, in night’s coverture, Thy brother being carelessly encamped, His soldiers lurking in the towns about, 25 And but attended by a simple guard,
10
15
2. Sort: people (O, F) = con il medesimo significato. 12. Come: welcome (F, O) = benvenuto. 15. Towns: towne (F, O) = nella città. 466
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 2
HASTINGS
E Hastings per quanto favorirà la causa di Edoardo. RE EDOARDO
Allora, fratello Riccardo, starete dalla nostra parte? RICCARDO DI GLOUCESTER
Sì, a dispetto di tutto ciò che si opporrà a voi. RE EDOARDO
Bene, allora sono sicuro di vincere. Avanti, partiamo senza perdere tempo, finché non incontreremo Warwick con le sue truppe straniere. Escono IV, 2
Entrano i conti di Warwick e di Oxford in Inghilterra, con soldati francesi164
WARWICK
Fidatevi, mio signore, finora tutto va bene. La popolazione si unisce in massa a noi. Entrano i duchi di Clarence e di Somerset Ma guardate, arrivano Somerset e Clarence. Dite subito, signori, siamo amici? GIORGIO DI CLARENCE
Non temete per questo, mio signore. WARWICK
Allora, nobile Clarence, benvenuto da Warwick – e benvenuto, Somerset. Penso sia da vili restare diffidenti quando un uomo di animo generoso tende la propria mano aperta in segno di affetto, altrimenti potrei pensare che Clarence, fratello di Edoardo, sia solo un falso sostenitore della nostra azione. Ma vieni, caro Clarence, mia figlia sarà tua. E ora, che cosa resta da fare se non sfruttare il favore delle tenebre, mentre tuo fratello è accampato senza sospettare nulla e le sue truppe sistemate nelle città vicine? Protetto com’è da pochi soldati di guardia, possiamo sorprender-
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 3
We may surprise and take him at our pleasure? Our scouts have found the adventure very easy; That, as Ulysses and stout Diomed With sleight and manhood stole to Rhesus’ tents And brought from thence the Thracian fatal steeds, So we, well covered with the night’s black mantle, At unawares may beat down Edward’s guard And seize himself — I say not ‘slaughter him’, For I intend but only to surprise him. You that will follow me to this attempt, Applaud the name of Henry with your leader.
20
25
They all cry ‘Henry’ Why, then, let’s on our way in silent sort, For Warwick and his friends, God and Saint George! Exeunt 4.3
Enter three Watchmen, to guard King Edward’s tent
FIRST WATCHMAN
Come on, my masters, each man take his stand. The King by this is set him down to sleep. SECOND WATCHMAN What, will he not to bed? FIRST WATCHMAN
Why, no — for he hath made a solemn vow Never to lie and take his natural rest Till Warwick or himself be quite suppressed.
5
SECOND WATCHMAN
Tomorrow then belike shall be the day, If Warwick be so near as men report. THIRD WATCHMAN
But say, I pray, what nobleman is that That with the King here resteth in his tent?
10
FIRST WATCHMAN
’Tis the Lord Hastings, the King’s chiefest friend.
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 3
lo e catturarlo a nostro piacimento. Secondo i nostri esploratori è un’impresa facilissima; come Ulisse e il forte Diomede con astuzia e audacia penetrarono furtivamente nel campo di Reso e portarono via i fatali destrieri traci165, anche noi, avvolti dal nero mantello della notte, possiamo prendere alla sprovvista e liquidare la guardia di Edoardo e poi catturarlo – non dico “ucciderlo” perché voglio solo sorprenderlo. Chi mi vuole seguire in questa impresa acclami al nome di Enrico insieme al vostro condottiero. Tutti urlano “Enrico” Bene, ora avanziamo in silenzio, per Warwick e i suoi amici, Dio e San Giorgio! Escono IV, 3
Entrano tre sentinelle di guardia alla tenda di re Edoardo166
PRIMA SENTINELLA
Forza, signori, ognuno al suo posto. A quest’ora il re sarà ormai seduto a dormire. SECONDA SENTINELLA
Come, non dorme in un letto? PRIMA SENTINELLA
Certo che no – ha fatto voto solenne di non sdraiarsi e riposarsi finché Warwick o lui non siano sconfitti. SECONDA SENTINELLA
Allora forse domani sarà il gran giorno, se, come dicono, Warwick è così vicino. TERZA SENTINELLA
Ma, scusate, chi è il nobile che riposa nella tenda con il re? PRIMA SENTINELLA
È lord Hastings, l’amico più caro del re.
469
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 4
THIRD WATCHMAN
O, is it so? But why commands the King That his chief followers lodge in towns about him, While he himself keeps in the cold field? SECOND WATCHMAN
’Tis the more honour, because more dangerous.
15
THIRD WATCHMAN
Ay, but give me worship and quietness — I like it better than a dangerous honour. If Warwick knew in what estate he stands, ’Tis to be doubted he would waken him. FIRST WATCHMAN
Unless our halberds did shut up his passage.
20
SECOND WATCHMAN
Ay, wherefore else guard we his royal tent But to defend his person from night-foes? Enter silently the Earl of Warwick, George Duke of Clarence, the Earl of Oxford, and the Duke of Somerset, with French soldiers WARWICK
This is his tent — and see where stand his guard. Courage, my masters — honour now or never! But follow me, and Edward shall be ours. FIRST WATCHMAN Who goes there? SECOND WATCHMAN Stay or thou diest.
25
Warwick and the rest all cry ‘Warwick, Warwick!’ and set upon the guard, who fly, crying ‘Arm, arm!’ Warwick and the rest follow them 4.4
With the drummer playing and trumpeter sounding, enter the Earl of Warwick, the Duke of Somerset, and the rest bringing King Edward out in his gown, sitting in a chair. Richard Duke of Gloucester and Lord Hastings flies over the stage
SOMERSET What are they that fly there?
470
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 4
TERZA SENTINELLA
Ah, davvero? Ma perché il re ha ordinato che i suoi alleati principali alloggino nelle città vicine mentre lui se ne sta qui all’addiaccio? SECONDA SENTINELLA
Perché più grande il pericolo, più alta la gloria. TERZA SENTINELLA
Sì, certo, ma a me date rispetto e tranquillità – li preferisco all’onore pieno di pericoli. Se Warwick sapesse in quali condizioni è, senza dubbio verrebbe a svegliarlo. PRIMA SENTINELLA
A meno che le nostre alabarde non gli sbarrino la strada. SECONDA SENTINELLA
Già, per quale altro motivo siamo a guardia della tenda reale se non per difendere la sua persona dai nemici notturni? Entrano silenziosamente il conte di Warwick, Giorgio duca di Clarence, il conte di Oxford, e il duca di Somerset, con soldati francesi WARWICK
Questa è la sua tenda – ed ecco là le guardie. Coraggio, signori – per l’onore, ora o mai più! Basta che mi seguiate ed Edoardo sarà nostro. PRIMA SENTINELLA
Chi va là? SECONDA SENTINELLA
Fermo o ti ammazzo. Warwick e gli altri gridano “Warwick, Warwick!” e si avventano sulle guardie, che fuggono gridando “Allarmi, allarmi!” Warwick e gli altri li inseguono IV, 4
Al suono di tamburi e squilli di trombe entrano il conte di Warwick, il duca di Somerset e gli altri che conducono fuori re Edoardo in vestaglia su una sedia. Riccardo duca di Gloucester e lord Hastings fuggono attraversando il palcoscenico
SOMERSET
Chi sono quelli laggiù che fuggono? 471
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 4
WARWICK
Richard and Hastings — let them go. Here is the Duke. KING EDWARD
‘The Duke’! Why, Warwick, when we parted, Thou calledst me king. WARWICK Ay, but the case is altered. When you disgraced me in my embassade, Then I degraded you from being king, And come now to create you Duke of York. Alas, how should you govern any kingdom That know not how to use ambassadors, Nor how to be contented with one wife, Nor how to use your brothers brotherly, Nor how to study for the people’s welfare, Nor how to shroud yourself from enemies? KING EDWARD (seeing George) Yea, brother of Clarence, art thou here too? Nay, then, I see that Edward .needs must down. Yet, Warwick, in despite of all mischance, Of thee thyself and all thy complices, Edward will always bear himself as king. Though fortune’s malice overthrow my state, My mind exceeds the compass of her wheel.
5
10
15
20
WARWICK
Then, for his mind, be Edward England’s king. Warwick takes off Edward’s crown But Henry now shall wear the English crown, And be true king indeed, thou but the shadow. My lord of Somerset, at my request, See that, forthwith, Duke Edward be conveyed Unto my brother, Archbishop of York. When I have fought with Pembroke and his fellows, I’ll follow you, and tell what answer Louis and the Lady Bona send to him. Now for a while farewell, good Duke of York.
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They begin to lead Edward out forcibly 472
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 4
WARWICK
Riccardo e Hastings – lasciamoli andare. Il duca è qui. RE EDOARDO
“Il duca”! Ma, Warwick, quando ci siamo lasciati mi chiamavi re. WARWICK
Sì, ma le cose sono cambiate. Da quando mi avete disonorato nella mia missione vi ho deposto da re e ora vengo per nominarvi duca di York. Ahimè, come potreste governare un regno voi che non sapete come usare gli ambasciatori, non vi accontentate di una sola moglie, non trattate fraternamente i fratelli, non siete attento al bene del popolo, non sapete nascondervi dai nemici? RE EDOARDO (vedendo Giorgio) Clarence, fratello, sei qui anche tu? Allora vuol proprio dire che Edoardo deve cadere. Tuttavia, Warwick, a dispetto di ogni disgrazia, di te e dei tuoi complici, Edoardo si comporterà sempre da re. Anche se la malizia della fortuna ha rovesciato la mia sorte, la mia mente spazia oltre il cerchio della sua ruota167. WARWICK
Allora, nella sua mente, Edoardo resti pure re d’Inghilterra, Warwick toglie la corona a Edoardo ma sarà Enrico ora a indossare la corona e ad essere il legittimo re, tu soltanto l’ombra168. Mio signore di Somerset, su mia richiesta, assicurati che il duca Edoardo sia subito condotto da mio fratello, arcivescovo di York. Quando avrò combattuto contro Pembroke e i suoi seguaci, vi seguirò e vi dirò quale risposta gli hanno inviato Luigi e lady Bona. Ora, per un po’, addio, buon duca di York. Cominciano a portare via a forza Edoardo
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 5
KING EDWARD
What fates impose, that men must needs abide. It boots not to resist both wind and tide. Exeunt some with Edward OXFORD
What now remains, my lords, for us to do But march to London with our soldiers? WARWICK
Ay, that’s the first thing that we have to do — To free King Henry from imprisonment And see him seated in the regal throne. 4.5
35 Exeunt
Enter Earl Rivers and his sister, Lady Gray, Edward’s queen
RIVERS
Madam, what makes you in this sudden change? LADY GRAY
Why, brother Rivers, are you yet to learn What late misfortune is befall’n King Edward? RIVERS
What? Loss of some pitched battle against Warwick? LADY GRAY
No, but the loss of his own royal person.
5
RIVERS Then is my sovereign slain? LADY GRAY
Ay, almost slain — for he is taken prisoner, Either betrayed by falsehood of his guard Or by his foe surprised at unawares, And, as I further have to understand, Is new committed to the Bishop of York, Fell Warwick’s brother, and by that our foe.
10
RIVERS
These news, I must confess, are full of grief. Yet, gracious madam, bear it as you may. Warwick may lose, that now hath won the day.
15
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 5
RE EDOARDO
Gli uomini devono piegarsi a ciò che il fato impone. È inutile cercare di resistere ai venti e alle maree169. Escono alcuni con Edoardo OXFORD
Che cosa ci resta da fare ora, signori, se non marciare con le nostre truppe verso Londra? WARWICK
Sì, quella è la prima cosa che dobbiamo fare – liberare Enrico dalla sua prigionia e farlo di nuovo sedere sul trono del regno. Escono IV, 5
Entrano il conte Rivers e sua sorella, lady Gray, regina di Edoardo170
RIVERS171
Signora, perché questo cambiamento così improvviso? LADY GRAY
Come, fratello Rivers, non sai ancora dell’ultima sventura che ha colpito re Edoardo? RIVERS
Quale? La perdita di una battaglia campale contro Warwick? LADY GRAY
No, la perdita della sua regale persona. RIVERS
È morto il mio sovrano? LADY GRAY
Sì, quasi – è tenuto prigioniero, tradito da guardie infedeli o colto di sorpresa dai suoi nemici e, a quanto sembra, dato in custodia al vescovo di York, fratello del feroce Warwick e pertanto nostro nemico. RIVERS
Queste notizie, devo ammettere, sono funeste. Tuttavia, graziosa signora, sopportatele come meglio potete. Warwick oggi trionfa ma domani potrebbe perdere.
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 6
LADY GRAY
Till then fair hope must hinder life’s decay, And I the rather wean me from despair For love of Edward’s offspring in my womb. This is it that makes me bridle passion And bear with mildness my misfortune’s cross. Ay, ay, for this I draw in many a tear And stop the rising of blood-sucking sighs, Lest with my sighs or tears I blast or drown King Edward’s fruit, true heir to th’English crown.
20
RIVERS
But, madam, where is Warwick then become?
25
LADY GRAY
I am informèd that he comes towards London To set the crown once more on Henry’s head. Guess thou the rest — King Edward’s friends must down. But to prevent the tyrant’s violence — For trust not him that hath once broken faith — I’ll hence forthwith unto the sanctuary, To save at least the heir of Edward’s right. There shall I rest secure from force and fraud. Come, therefore, let us fly while we may fly. If Warwick take us, we are sure to die. Exeunt 4.6
30
Enter Richard Duke of Gloucester, Lord Eastings, and Sir William Stanley, [with soldiers]
RICHARD OF GLOUCESTER
Now my lord Hastings and Sir William Stanley, Leave off to wonder why I drew you hither Into this chiefest thicket of the park. Thus stands the case: you know our King, my brother, Is prisoner to the Bishop here, at whose hands He hath good usage and great liberty, And, often but attended with weak guard, Comes hunting this way to disport himself. I have advertised him by secret means
5
476
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 6
LADY GRAY
Fino a quel momento la lieta speranza deve rallentare il declino della vita e a maggior ragione devo sfuggire la disperazione per amore del discendente di Edoardo che porto in grembo. Questo è ciò che mi fa contenere la sconforto e portare remissiva la croce della mia sfortuna. Sì, sì, per questo trattengo molte lacrime e reprimo i sospiri che mi consumano il sangue172, perché i miei sospiri e lacrime non facciano annientare o annegare il frutto di re Edoardo, legittimo erede alla corona d’Inghilterra. RIVERS
Ma, signora, dov’è ora Warwick? LADY GRAY
Sono stata informata che sta marciando verso Londra per rimettere la corona sulla testa di Enrico. Immagina il resto – gli amici di re Edoardo devono cadere. Ma per impedire la violenza di quel tiranno – perché non ci si può fidare di chi ha già una volta ha rotto un giuramento – mi rifugerò subito in una chiesa, per salvare almeno l’erede dei diritti di Edoardo. Là resterò al sicuro dalla violenza e dall’inganno. Andiamo dunque, fuggiamo finché possiamo. Se Warwick ci cattura per noi sarà morte certa. Escono IV, 6
Entrano Riccardo duca di Gloucester, lord Hastings e sir William Stanley [con soldati]173
RICCARDO DI GLOUCESTER
Ora, lord Hastings e sir William Stanley174, non meravigliatevi se vi ho condotto nel punto del parco dove gli alberi sono più folti. La situazione è questa: sapete che il re, mio fratello, è qui prigioniero del vescovo e gode di un buon trattamento e di grande libertà. Spesso, scortato da pochi soldati, viene a cacciare da queste parti per divertirsi. L’ho fatto segretamente avvertire che, se a quest’ora verrà da
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 6
That if about this hour he make this way Under the colour of his usual game, He shall here find his friends with horse and men To set him free from his captivity.
10
Enter King Edward and a Huntsman with him HUNTSMAN
This way, my lord — for this way lies the game. KING EDWARD
Nay, this way, man — see where the huntsmen stand. Now, brother of Gloucester, Lord Hastings, and the rest, Stand you thus close to steal the Bishop’s deer?
16
RICHARD OF GLOUCESTER
Brother, the time and case requireth haste. Your horse stands ready at the park corner. KING EDWARD But whither shall we then? HASTINGS To Lynn, my lord, And shipped from thence to Flanders. RICHARD OF GLOUCESTER [aside] Well guessed, believe me — for that was my meaning.
20
KING EDWARD
Stanley, I will requite thy forwardness. RICHARD OF GLOUCESTER
But wherefore stay we? ’Tis no time to talk.
25
KING EDWARD
Huntsman, what sayst thou? Wilt thou go along? HUNTSMAN
Better do so than tarry and be hanged. RICHARD OF GLOUCESTER
Come then, away — let’s have no more ado. KING EDWARD
Bishop, farewell — shield thee from Warwick’s frown, And pray that I may repossess the crown. Exeunt
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19/10/2017 18:25:22
3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 6
questa parte con il pretesto di cacciare come al solito, troverà amici con un cavallo e uomini che lo libereranno. Entra re Edoardo accompagnato da un cacciatore CACCIATORE
Da questa parte, mio signore – la selvaggina è da questa parte. RE EDOARDO
No, da questa, amico – guarda dove sono i cacciatori. Allora, fratello Gloucester, lord Hastings e voi altri, siete nascosti qui per rubare il cervo del vescovo?175 RICCARDO DI GLOUCESTER
Fratello, l’ora e le circostanze ci obbligano a fare in fretta. Il vostro cavallo è pronto all’angolo del parco. RE EDOARDO
E poi dove andremo? HASTINGS
A King’s Lynn, mio signore, e da là ci imbarcheremo per le Fiandre. RICCARDO DI GLOUCESTER [a parte]
Ottimo intuito, credetemi – era proprio quella la mia intenzione. RE EDOARDO
Stanley, ricompenserò il tuo zelo. RICCARDO DI GLOUCESTER
Perché indugiamo? Non è questo il momento di parlare. RE EDOARDO
Cacciatore, che dici? Vuoi seguirci? CACCIATORE
Meglio che restare qui ed essere impiccato. RICCARDO DI GLOUCESTER
Allora vieni, andiamo – basta con gli indugi. RE EDOARDO
Vescovo, addio – difenditi dall’ira di Warwick e prega che io riprenda la corona. Escono
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
4.7
Flourish. Enter the Earl of Warwick and George Duke of Clarence [with the crown]. Then enter King Henry, the Earl of Oxford, the Duke of Somerset [with] young Henry Earl of Richmond, the Marquis of Montague, and the Lieutenant of the Tower
KING HENRY
Master Lieutenant, now that God and friends Have shaken Edward from the regal seat And turned my captive state to liberty, My fear to hope, my sorrows unto joys, At our enlargement what are thy due fees?
5
LIEUTENANT
Subjects may challenge nothing of their sovereigns — But if an humble prayer may prevail, I then crave pardon of your majesty. KING HENRY
For what, Lieutenant? For well using me? Nay, be thou sure I’ll well requite thy kindness, For that it made my prisonment a pleasure — Ay, such a pleasure as encagèd birds Conceive when, after many moody thoughts, At last by notes of household harmony They quite forget their loss of liberty. But, Warwick, after God, thou sett’st me free, And chiefly therefore I thank God and thee. He was the author, thou the instrument. Therefore, that I may conquer fortune’s spite By living low, where fortune cannot hurt me, And that the people of this blessèd land May not be punished with my thwarting stars, Warwick, although my head still wear the crown, I here resign my government to thee, For thou art fortunate in all thy deeds.
10
15
20
25
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19/10/2017 18:25:22
3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
IV, 7
Squilli di trombe. Entrano il conte di Warwick e Giorgio duca di Clarence [con la corona]. Poi entrano re Enrico, il conte di Oxford, il duca di Somerset [con] il giovane Enrico conte di Richmond, il marchese di Montague e il luogotenente della Torre176
RE ENRICO
Signor luogotenente, ora che Dio e i miei amici hanno deposto Edoardo dal trono regale e hanno trasformato la mia prigionia in libertà, il mio timore in speranza, le mie pene in gioie, nel momento della mia liberazione quanto ti spetta?177 LUOGOTENENTE178
I sudditi non possono chiedere nulla ai loro sovrani – ma se un’umile richiesta può essere accolta, allora imploro il perdono di vostra maestà. RE ENRICO
Per che cosa, luogotenente? Per essere stato gentile con me? No, sta’ sicuro, ricompenserò la tua bontà che ha ha reso la mia prigionia un piacere – sì, quel piacere cui si sono abituati gli uccelli in gabbia quando, dopo tanti mesti pensieri, infine riempiono la casa di familiari armonie e così dimenticano la libertà perduta. Ma, Warwick, dopo Dio, tu sei stato il mio liberatore e quindi ringrazio soprattutto Dio e te. Lui è stato l’autore, tu lo strumento. Quindi Warwick, affinché io possa vincere l’ostilità della sorte vivendo umilmente dove la sorte non possa colpirmi, e il popolo di questa terra benedetta non debba soffrire a causa del mio destino avverso, sebbene indossi ancora la corona, io qui ti cedo il comando, poiché la fortuna ti assiste in tutte le tue azioni.
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
WARWICK
Your grace hath still been famed for virtuous, And now may seem as wise as virtuous By spying and avoiding fortune’s malice, For few men rightly temper with the stars. Yet in this one thing let me blame your grace: For choosing me when Clarence is in place.
30
GEORGE OF CLARENCE
No, Warwick, thou art worthy of the sway, To whom the heav’ns in thy nativity Adjudged an olive branch and laurel crown, As likely to be blest in peace and war. And therefore I yield thee my free consent.
35
WARWICK
And I choose Clarence only for Protector. KING HENRY
Warwick and Clarence, give me both your hands. Now join your hands, and with your hands your hearts, That no dissension hinder government. I make you both Protectors of this land, While I myself will lead a private life And in devotion spend my latter days, To sin’s rebuke and my creator’s praise.
40
WARWICK
What answers Clarence to his sovereign’s will?
45
GEORGE OF CLARENCE
That he consents, if Warwick yield consent, For on thy fortune I repose myself. WARWICK
Why, then, though loath, yet must I be content. We’ll yoke together, like a double shadow To Henry’s body, and supply his place — I mean in bearing weight of government — While he enjoys the honour and his ease. And, Clarence, now then it is more than needful
50
482
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19/10/2017 18:25:23
3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
WARWICK
Vostra grazia ha sempre avuto fama di uomo virtuoso e ora potrebbe sembrare tanto saggio quanto virtuoso nello scrutare ed evitare la malizia della sorte, dal momento che pochi uomini sanno accettare il loro destino. Tuttavia, in questo caso, permettete che disapprovi vostra grazia per aver scelto me quando Clarence è qui presente. GIORGIO DI CLARENCE
No, Warwick, del comando sei degno tu, cui i cieli alla nascita179 assegnarono un ramo d’ulivo e una corona di alloro, come a chi è favorito sia in pace sia in guerra. Quindi ti do il mio libero assenso. WARWICK
E io scelgo il solo Clarence come protettore. RE ENRICO
Warwick e Clarence, datemi le mani. Ora stringetevele, e con le mani anche i cuori, affinché nessun dissenso ostacoli il governo. Vi nomino entrambi protettori di questa terra, mentre io stesso mi ritirerò a vita privata e trascorrerò i miei ultimi giorni in devozione, come penitenza dei peccati e a lode del mio creatore. WARWICK
Che cosa risponde Clarence a queste volontà del suo sovrano? GIORGIO DI CLARENCE
Che acconsente, se anche Warwick dà il suo consenso, perché mi affido alla tua sorte. WARWICK
Dunque, pur riluttante devo accettare. Saremo uniti come una doppia ombra al corpo di Enrico e ne prenderemo il posto – intendo nel portare il peso del governo180 – mentre egli si può godere l’onore e la tranquillità. E, Clarence, ora è assolutamente necessario
483
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19/10/2017 18:25:23
3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
Forthwith that Edward be pronounced a traitor, And all his lands and goods be confiscate.
55
GEORGE OF CLARENCE
What else? And that succession be determined. WARWICK
Ay, therein Clarence shall not want his part. KING HENRY
But with the first of all your chief affairs, Let me entreat — for I command no more — That Margaret your queen and my son Edward Be sent for, to return from France with speed. For, till I see them here, by doubtful fear My joy of liberty is half eclipsed.
60
GEORGE OF CLARENCE
It shall be done, my sovereign, with all speed. KING HENRY
My lord of Somerset, what youth is that Of whom you seem to have so tender care?
65
SOMERSET
My liege, it is young Henry, Earl of Richmond. KING HENRY
Come hither, England’s hope. King Henry lays his hand on Richmond’s head If secret powers Suggest but truth to my divining thoughts, This pretty lad will prove our country’s bliss. His looks are full of peaceful majesty, His head by nature framed to wear a crown, His hand to wield a sceptre, and himself Likely in time to bless a regal throne. Make much of him, my lords, for this is he Must help you more than you are hurt by me.
70
75
Enter a Post WARWICK What news, my friend?
484
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19/10/2017 18:25:23
3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
che Edoardo sia subito dichiarato traditore e che tutte le sue terre e i suoi beni siano confiscati. GIORGIO DI CLARENCE
Che altro? Che si stabilisca l’ordine della successione. WARWICK
Sì, e in esso Clarence avrà il posto che gli spetta. RE ENRICO
Quanto alla prima delle questioni principali da affrontare, vi scongiuro – visto che non comando più – fate richiamare subito Margherita vostra regina e mio figlio Edoardo dalla Francia. Finché non li vedrò qui, la gioia per la mia liberazione sarà eclissata da dubbio e timore. GIORGIO DI CLARENCE
Sarà fatto, sire, al più presto. RE ENRICO
Mio signore di Somerset, chi è quel giovane per il quale sembrate prendervi tanta cura? SOMERSET
Mio sovrano, è il giovane Enrico, conte di Richmond181. RE ENRICO
Avvicinati, speranza dell’Inghilterra. Re Enrico impone le mani sulla testa di Richmond Se misteriosi poteri suggeriscono la verità ai miei pensieri profetici, questo bel ragazzo sarà la benedizione per questo paese. Il suo sguardo è ricolmo di calma maestà, la sua testa sembra naturalmente portata a indossare la corona, la sua mano a tenere uno scettro e lui stesso destinato un giorno a onorare un trono regale. Abbiatene grande cura, signori, perché è colui che vi aiuterà più di quanto io vi abbia danneggiato. Entra un corriere WARWICK
Che notizie porti, amico?
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19/10/2017 18:25:23
3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
POST
That Edward is escapèd from your brother And fled, as he hears since, to Burgundy. WARWICK
Unsavoury news — but how made he escape?
80
He was conveyed by Richard Duke of Gloucester And the Lord Hastings, who attended him In secret ambush on the forest side And from the Bishop’s huntsmen rescued him — For hunting was his daily exercise.
85
POST
WARWICK
My brother was too careless of his charge. (To King Henry) But let us hence, my sovereign, to provide A salve for any sore that may betide. Exeunt all but Somerset, Richmond, and Oxford SOMERSET (to Oxford)
My lord, I like not of this flight of Edward’s, For doubtless Burgundy will yield him help, And we shall have more wars before’t be long. As Henry’s late presaging prophecy Did glad my heart with hope of this young Richmond, So doth my heart misgive me, in these conflicts, What may befall him, to his harm and ours. Therefore, Lord Oxford, to prevent the worst, Forthwith we’ll send him hence to Brittany, Till storms be past of civil enmity.
90
95
OXFORD
Ay, for if Edward repossess the crown, ’Tis like that Richmond with the rest shall down.
100
SOMERSET
It shall be so — he shall to Brittany. Come, therefore, let’s about it speedily.
Exeunt
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19/10/2017 18:25:23
3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
CORRIERE
Edoardo è sfuggito a vostro fratello e si è rifugiato, a quanto ho sentito poi, presso il duca di Borgogna. WARWICK
Sgradevole notizia – ma come è potuto fuggire? CORRIERE
È stato portato via da Riccardo duca di Gloucester e da lord Hastings, che lo attendevano nascosti al margine del bosco e lo hanno strappato alle mani dei cacciatori del vescovo – la caccia era il suo passatempo quotidiano. WARWICK
Mio fratello è stato troppo negligente nel suo incarico. (A re Enrico) Andiamo via da qui, mio sovrano, per porre rimedio a qualsiasi male ci possa accadere. Escono tutti tranne Somerset, Richmond, e Oxford SOMERSET (a Oxford) Mio signore, questa fuga di Edoardo non mi piace, perché senza dubbio il duca di Borgogna gli darà aiuto e presto avremo nuove guerre. Come la recente profetica intuizione di Enrico mi ha rallegrato il cuore di speranza per il giovane Richmond, così il mio cuore teme quello che, in questi conflitti, potrebbe accadergli, a suo e nostro danno. Quindi, lord Oxford, per evitare il peggio lo manderemo subito in Bretagna finché non saranno cessate le tempeste delle lotte civili. OXFORD
Sì, perché se Edoardo riprende la corona è probabile che Richmond cada con gli altri. SOMERSET
Così sia – andrà in Bretagna. Andiamo, allora, provvediamo subito. Escono
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19/10/2017 18:25:23
3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 8
4.8
Flourish. Enter King Edward, Richard Duke of Gloucester, and Lord Hastings, [with a troop of Hollanders]
KING EDWARD
Now, brother Richard, Lord Hastings, and the rest, Yet thus far fortune maketh us amends, And says that once more I shall interchange My wanèd state for Henry’s regal crown. Well have we passed and now repassed the seas And brought desirèd help from Burgundy. What then remains, we being thus arrived From Ravenspurgh haven before the gates of York, But that we enter, as into our dukedom?
5
[Hastings] knocks at the gates of York RICHARD OF GLOUCESTER
The gates made fast? Brother, I like not this. For many men that stumble at the threshold Are well foretold that danger lurks within.
10
KING EDWARD
Tush, man, abodements must not now affright us. By fair or foul means we must enter in, For hither will our friends repair to us.
15
HASTINGS
My liege, I’ll knock once more to summon them. He knocks. Enter, on the walls, the Mayor and aldermen of York MAYOR
My lords, we were forewarnèd of your coming, And shut the gates for safety of ourselves — For now we owe allegiance unto Henry. KING EDWARD
But, Master Mayor, if Henry be your king, Yet Edward at the least is Duke of York.
20
MAYOR
True, my good lord, I know you for no less.
488
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19/10/2017 18:25:23
3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 8
IV, 8
Squilli di trombe. Entrano re Edoardo, Riccardo duca di Gloucester e lord Hastings [con un drappello di soldati olandesi]182
RE EDOARDO
Ebbene fratello Riccardo, lord Hastings, e voi altri, finora la fortuna ha fatto ammenda e lascia intendere che ancora una volta scambierò la mia misera posizione con la corona regale di Enrico. Abbiamo felicemente attraversato e riattraversato il mare portando con noi gli aiuti che ci aspettavamo dal duca di Borgogna. Ora, che dal porto di Ravenspurgh183 siamo arrivati a York, che cosa ci resta da fare se non entrare come se fossimo a casa nostra? [Hastings] bussa alle porte di York RICCARDO DI GLOUCESTER
Le porte sbarrate? Fratello, la cosa non mi piace. Chi inciampa sulla soglia è avvisato che dentro si nasconde il pericolo. RE EDOARDO
Che sciocchezza, ora non possiamo certo farci spaventare dai presentimenti. Dobbiamo entrare, con le buone o le cattive, perché è qui che i nostri amici ci raggiungeranno. HASTINGS
Mio signore, busso di nuovo per chiamare qualcuno. Bussa. Entrano, sulle mura, il sindaco e i consiglieri della città di York SINDACO
Miei signori, siamo stati avvertiti del vostro arrivo e abbiamo sbarrato le porte per la nostra incolumità – poiché ora dobbiamo obbedienza a Enrico. RE EDOARDO
Ma, signor sindaco, anche se Enrico è il vostro re, Edoardo è comunque duca di York. SINDACO
È vero, mio buon signore, vi riconosco come tale.
489
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19/10/2017 18:25:23
3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 8
KING EDWARD
Why, and I challenge nothing but my dukedom, As being well content with that alone. RICHARD OF GLOUCESTER (aside) But when the fox hath once got in his nose, He’ll soon find means to make the body follow.
25
HASTINGS
Why, Master Mayor, why stand you in a doubt? Open the gates — we are King Henry’s friends. MAYOR
Ay, say you so? The gates shall then be opened. They descend RICHARD OF GLOUCESTER
A wise stout captain, and soon persuaded.
30
HASTINGS
The good old man would fain that all were well, So ’twere not long of him; but being entered, I doubt not, I, but we shall soon persuade Both him and all his brothers unto reason. Enter below the Mayor and two aldermen KING EDWARD
So, Master Mayor, these gates must not be shut But in the night or in the time of war. What — fear not, man, but yield me up the keys,
35
King Edward takes some keys from the Mayor For Edward will defend the town and thee, And all those friends that deign to follow me. March. Enter Sir John Montgomery with a drummer and soldiers RICHARD OF GLOUCESTER
Brother, this is Sir John Montgomery, Our trusty friend, unless I be deceived.
40
KING EDWARD
Welcome, Sir John — but why come you in arms?
490
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19/10/2017 18:25:23
3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 8
RE EDOARDO
Ebbene, non chiedo nulla se non il mio ducato e sono più che soddisfatto di quello soltanto. RICCARDO DI GLOUCESTER (a parte) Ma quando la volpe ha messo dentro il naso, trova presto il modo di far entrare anche il resto del corpo. HASTINGS
Ebbene, signor sindaco, perché avete dei dubbi? Aprite le porte – siamo amici di re Enrico. SINDACO
Ah, dite così? Allora le porte saranno aperte. Scendono RICCARDO DI GLOUCESTER
Un capitano saggio e valoroso, e subito persuaso. HASTINGS
Il buon vecchio sarebbe contento se fosse tutto a posto, così la faccenda non sarebbe più affar suo, ma una volta entrati non ho dubbi che riporteremo alla ragione lui e i suoi amici. Entrano dal basso il sindaco e due consiglieri RE EDOARDO
Allora, signor sindaco, queste porte non devono essere sbarrate se non di notte o in tempo di guerra. Come? Non temere, amico, consegnami le chiavi, Re Edoardo prende le chiavi dal sindaco perché Edoardo difenderà la città e te e tutti quegli amici che si degneranno di seguirmi. Marcia. Entra sir John Montgomery con un tamburino e dei soldati RICCARDO DI GLOUCESTER
Fratello, questi è sir John Montgomery, nostro fidato amico, se non erro. RE EDOARDO
Benvenuto, sir John – ma perché siete venuto armato?
491
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19/10/2017 18:25:23
3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 8
MONTGOMERY
To help King Edward in his time of storm, As every loyal subject ought to do. KING EDWARD
Thanks, good Montgomery, but we now forget Our title to the crown, and only claim Our dukedom till God please to send the rest.
45
MONTGOMERY
Then fare you well, for I will hence again. I came to serve a king and not a duke. Drummer, strike up, and let us march away.
50
The drummer begins to sound a march KING EDWARD
Nay, stay, Sir John, a while, and we’ll debate By what safe means the crown may be recovered. MONTGOMERY
What talk you of debating? In few words, If you’ll not here proclaim yourself our king I’ll leave you to your fortune and be gone To keep them back that come to succour you. Why shall we fight, if you pretend no title? RICHARD OF GLOUCESTER (to King Edward) Why, brother, wherefore stand you on nice points?
55
KING EDWARD
When we grow stronger, then we’ll make our claim. Till then ’tis wisdom to conceal our meaning.
60
HASTINGS
Away with scrupulous wit! Now arms must rule. RICHARD OF GLOUCESTER
And fearless minds climb soonest unto crowns. Brother, we will proclaim you out of hand, The bruit thereof will bring you many friends. KING EDWARD
Then be it as you will, for ’tis my right, And Henry but usurps the diadem.
65
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19/10/2017 18:25:23
3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 8
MONTGOMERY184
Per aiutare re Edoardo in tempi burrascosi, come dovrebbe fare ogni suddito fedele. RE EDOARDO
Grazie, buon Montgomery, ma ora dimentichiamo il nostro diritto alla corona, pretendiamo solo il nostro ducato finché a Dio non piacerà di mandarci il resto. MONTGOMERY
Allora addio, me ne tornerò via. Sono venuto per servire un re e non un duca. Tamburino, rulla e mettiamoci in marcia. Il tamburino comincia a battere un ritmo di marcia RE EDOARDO
No, restate ancora un po’ sir John, e discuteremo quali sono i mezzi sicuri per riprendere la corona. MONTGOMERY
Come, parlate di discutere? Poche parole: se non vi proclamerete nostro re qui, vi lascerò alla vostra sorte e andrò a respingere coloro che vengono in vostro aiuto. Che motivo abbiamo di combattere se non rivendicate alcun titolo? RICCARDO DI GLOUCESTER (a re Edoardo) Ebbene, fratello, perché soffermarsi su queste minuzie? RE EDOARDO
Quando saremo più forti allora avanzeremo le nostre pretese. Fino ad allora è più saggio nascondere le nostre intenzioni. HASTINGS
Basta con le sottigliezze! Ora devono comandare le armi. RICCARDO DI GLOUCESTER
E le menti impavide arrivano prima alla corona. Fratello, faremo subito la tua proclamazione e la notizia si diffonderà portandovi molti amici. RE EDOARDO
Sia fatto come volete, perché è un mio diritto ed Enrico usurpa la corona.
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19/10/2017 18:25:23
3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 8
MONTGOMERY
Ay, now my sovereign speaketh like himself, And now will I be Edward’s champion.26 HASTINGS
Sound trumpet, Edward shall be here proclaimed. [To Montgomery] Come, fellow soldier, make thou proclamation.
70
Flourish [MONTGOMERY] Edward the Fourth, by the grace of God
King of England and France, and Lord of Ireland —27 And whosoe’er gainsays King Edward’s right, By this I challenge him to single fight. He throws down his gauntlet ALL Long live Edward the Fourth!
75
KING EDWARD
Thanks, brave Montgomery, and thanks unto you all. If fortune serve me I’ll requite this kindness. Now, for this night, let’s harbour here in York; And when the morning sun shall raise his car Above the border of this horizon, We’ll forward towards Warwick and his mates. For well I wot that Henry is no soldier. Ah, froward Clarence, how evil it beseems thee To flatter Henry and forsake thy brother! Yet, as we may, we’ll meet both thee and Warwick. Come on, brave soldiers — doubt not of the day And, that once gotten, doubt not of large pay.
80
86
Exeunt
68-74. I … fight: O non riporta il verso 70 e la didascalia successiva, assegnando il resto dei versi a Montgomery. F divide questi ultimi tra Montgomery, Edoardo e un soldato. 72. Ireland: Ireland &C. (F) = Irlanda ecc. 494
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19/10/2017 18:25:23
3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 8
MONTGOMERY
Ora sì che il mio sovrano parla da par suo; ora sarò il campione di Edoardo. HASTINGS
Suonino le trombe, Edoardo sarà proclamato qui. [A Montgomery] Avanti, compagno d’armi, fa’ tu la proclamazione. Squilli di trombe [MONTGOMERY]
Edoardo quarto, per grazia di Dio re d’Inghilterra e Francia, signore d’Irlanda ecc. – e chiunque metta in dubbio il diritto di re Edoardo, con questo lo sfido a singolar tenzone. Scaglia a terra il suo guanto TUTTI
Viva Edoardo quarto! RE EDOARDO
Grazie, valoroso Montgomery, e grazie a tutti voi. Se la sorte mi assisterà ricompenserò questa amicizia. Ora, per questa notte, restiamo qui a York e quando il sole del mattino innalzerà il suo carro sopra la linea dell’orizzonte avanzeremo verso Warwick e i suoi. Perché so bene che Enrico non è un soldato. Ah, indocile Clarence, non ti si addice affatto adulare Enrico e abbandonare tuo fratello! Tuttavia, come meglio potremo, affronteremo sia te sia Warwick. Andiamo, valorosi soldati – non dubitate della vittoria e, una volta ottenuta quella, non dubitate di una paga generosa. Escono
495
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19/10/2017 18:25:24
3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 9
4.9
Flourish. Enter King Henry, the Earl of Warwick, the Marquis of Montague, George Duke of Clarence, and the Earl of Oxford
WARWICK
What counsel, lords? Edward from Belgia, With hasty Germans and blunt Hollanders,28 Hath passed in safety through the narrow seas, And with his troops doth march amain to London, And many giddy people flock to him.
5
KING HENRY
Let’s levy men and beat him back again. GEORGE OF CLARENCE
A little fire is quickly trodden out, Which, being suffered, rivers cannot quench. WARWICK
In Warwickshire I have true-hearted friends, Not mutinous in peace, yet bold in war. Those will I muster up. And thou, son Clarence, Shalt stir in Suffolk, Norfolk, and in Kent, The knights and gentlemen to come with thee. Thou, brother Montague, in Buckingham, Northampton, and in Leicestershire shalt find Men well inclined to hear what thou command’st. And thou, brave Oxford, wondrous well beloved In Oxfordshire, shalt muster up thy friends. My sovereign, with the loving citizens, Like to his island girt in with the ocean, Or modest Dian circled with her nymphs, Shall rest in London till we come to him. Fair lords, take leave and stand not to reply. Farewell, my sovereign.
10
15
20
KING HENRY
Farewell, my Hector, and my Troy’s true hope.
25
2. Hasty: lusty (Walker cong.) = lascivi; hardy (Cartwright cong.) = strenui. 496
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19/10/2017 18:25:24
3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 9
IV, 9
Squilli di trombe. Entrano re Enrico, il conte di Warwick, il marchese di Montague, Giorgio duca di Clarence e il conte di Oxford185
WARWICK
Che cosa consigliate, signori? Dai Paesi Bassi Edoardo, accompagnato da focosi tedeschi e rozzi olandesi, ha attraversato incolume la Manica e marcia rapido con le sue truppe verso Londra; il popolo mutevole lo segue. RE ENRICO
Arruoliamo degli uomini e respingiamolo. GIORGIO DI CLARENCE
Un fuocherello si spenge in fretta pestandolo, ma se lo si lascia crescere non bastano i fiumi per estinguerlo. WARWICK
Nel Warwickshire ho degli amici fidati, non aggressivi in tempo di pace ma valorosi in caso di guerra. Io radunerò questi mentre tu Clarence, genero mio, spingerai i cavalieri e i gentiluomini di Suffolk, Norfolk, e Kent a unirsi a te. Tu, fratello Montague, nelle contee di Buckingham, Northampton e Leicester recluterai uomini disposti ad obbedirti. E tu, valoroso Oxford, così benvoluto nell’Oxfordshire, raccoglierai i tuoi amici. Il mio sovrano, circondato da fedeli cittadini, come l’isola che governa è cinta dall’oceano o la pudica Diana è attorniata dalle sue ninfe, resterà a Londra finché non arriveremo. Miei fedeli signori, partite subito e non attardatevi per rispondere. Addio, mio sovrano. RE ENRICO
Addio, mio Ettore e vera speranza della mia Troia186.
497
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19/10/2017 18:25:24
3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 10
GEORGE OF CLARENCE
In sign of truth, I kiss your highness’ hand. He kisses King Henry’s hand KING HENRY
Well-minded Clarence, be thou fortunate. MONTAGUE
Comfort, my lord, and so I take my leave. [He kisses King Henry’s hand] OXFORD
And thus I seal my truth and bid adieu. [He kisses King Henry’s hand] KING HENRY
Sweet Oxford, and my loving Montague, And all at once, once more a happy farewell.
30 [Exit]
WARWICK
Farewell, sweet lords — let’s meet at Coventry. Exeunt [severally] 4.10
[Enter King Henry and the Duke of Exeter]
KING HENRY
Here at the palace will I rest a while. Cousin of Exeter, what thinks your lordship? Methinks the power that Edward hath in field Should not be able to encounter mine. EXETER
The doubt is that he will seduce the rest.
5
KING HENRY
That’s not my fear. My meed hath got me fame. I have not stopped mine ears to their demands, Nor posted off their suits with slow delays. My pity hath been balm to heal their wounds, My mildness hath allayed their swelling griefs, My mercy dried their water-flowing tears. I have not been desirous of their wealth,
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 10
GIORGIO DI CLARENCE
In segno di fedeltà bacio la mano di vostra altezza. Bacia la mano di re Enrico RE ENRICO
Ben intenzionato Clarence, la fortuna sia con te187. MONTAGUE
Coraggio, mio signore, così vi saluto. [Bacia la mano di re Enrico] OXFORD
E così sigillo la mia fedeltà e vi dico addio. [Bacia la mano di re Enrico] RE ENRICO
Caro Oxford, mio amato Montague, e tutti voi, ancora una volta un cordiale saluto. [Esce] WARWICK
Addio, cari signori – ci incontreremo a Coventry. Escono [in direzioni diverse] IV, 10 [Entrano re Enrico e il duca di Exeter]188 RE ENRICO
Riposerò un po’ qui nel palazzo. Exeter, cugino, che cosa pensa sua signoria? Mi pare che le forze schierate da Edoardo non siano in grado di sconfiggere le mie. EXETER
Il rischio è che riesca a plagiarne altri. RE ENRICO
Non ho paura di questo. Le mie virtù mi hanno procurato la stima del popolo: non ho chiuso le mie orecchie alle loro suppliche, né ho deluso le loro richieste con esasperanti lungaggini. La mia pietà è stata un balsamo per guarire le loro ferite, la mia mitezza ha alleviato i loro straripanti dolori, la mia misericordia ha asciugato le loro copiose lacrime. Non ho desiderato le loro ricchezze,
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3 HENRY VI, ACT 4 SCENE 10
Nor much oppressed them with great subsidies, Nor forward of revenge, though they much erred. Then why should they love Edward more than me? No, Exeter, these graces challenge grace; And when the lion fawns upon the lamb, The lamb will never cease to follow him.
15
Shout within ‘A Lancaster’, [‘A York’]29 EXETER
Hark, hark, my lord — what shouts are these? Enter King Edward and Richard Duke of Gloucester, with soldiers KING EDWARD
Seize on the shame-faced Henry — bear him hence, And once again proclaim us King of England. You are the fount that makes small brooks to flow. Now stops thy spring — my sea shall suck them dry, And swell so much the higher by their ebb. Hence with him to the Tower — let him not speak.
20
25
Exeunt some with King Henry and Exeter And lords, towards Coventry bend we our course, Where peremptory Warwick now remains. The sun shines hot, and, if we use delay, Cold biting winter mars our hoped-for hay. RICHARD OF GLOUCESTER
Away betimes, before his forces join, And take the great-grown traitor unawares. Brave warriors, march amain towards Coventry.
30
Exeunt
18.1 ‘A Lancaster’, [A York]: A Lancaster, A Lancaster (F); A York! A York! (Dyce). I curatori dell’edizione Oxford ipotizzano che le ripetizioni siano una dittografia autoriale o del tipografo. Il senso dovrebbe comunque essere quello di evocare uno scontro fuori scena tra gli uomini di Edoardo e i seguaci di Enrico. 500
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3 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 10
né li ho oppressi con tasse esose, non sono stato assetato di vendetta sebbene abbiano commesso gravi offese. Perché dovrebbero amare Edoardo più di me? No, Exeter, la bontà genera la bontà e quando il leone giocherà con l’agnello, l’agnello non cesserà mai di seguirlo189. Grida all’interno ‘Per Lancaster’ [‘Per York’] EXETER
Ascoltate, ascoltate sire – che grida sono queste? Entrano re Edoardo e Riccardo duca di Gloucester con dei soldati RE EDOARDO
Catturate il pavido Enrico – portatelo via di qua e proclamateci di nuovo re d’Inghilterra. Tu190 sei la fonte che alimenta i ruscelli. Ora si esaurisce la tua sorgente, mentre il mio mare li prosciuga, ingrossando tanto quanto loro si riducono. Via, conducetelo alla Torre – non permettetegli di parlare. Escono alcuni con re Enrico ed Exeter E ora, signori, dirigiamoci a Coventry, dove si trova l’ostinato Warwick. Il sole splende caldo e, se indugiamo, il freddo morso dell’inverno ci rovinerà il raccolto sperato. RICCARDO DI GLOUCESTER
Via, presto, prima che le sue forze si riuniscano, prendiamo alla sprovvista quell’arrogante traditore. Valorosi soldati, marciamo veloci verso Coventry. Escono
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
5.1
Enter the Earl of Warwick, the Mayor of Coventry, two Messengers, and others upon the walls
WARWICK
Where is the post that came from valiant Oxford? [The First Messenger steps forward] How far hence is thy lord, mine honest fellow? FIRST MESSENGER
By this at Dunsmore, marching hitherward. WARWICK
How far off is our brother Montague? Where is the post that came from Montague?
5
[The Second Messenger steps forward] SECOND MESSENGER
By this at Da’ntry, with a puissant troop. Enter Somerville [to them, above] WARWICK
Say, Somerville — what says my loving son? And, by thy guess, how nigh is Clarence now? SOMERVILLE
At Southern I did leave him with his forces, And do expect him here some two hours hence.
10
A march afar off WARWICK
Then Clarence is at hand — I hear his drum. SOMERVILLE
It is not his, my lord. Here Southam lies. The drum your honour hears marcheth from Warwick. WARWICK
Who should that be? Belike, unlooked-for friends. SOMERVILLE
They are at hand, and you shall quickly know.
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Flourish. Enter below King Edward and Richard Duke of Gloucester, with soldiers
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
V, 1
Entrano il conte di Warwick, il sindaco di Coventry, due messaggeri e altri sulle mura191
WARWICK
Dov’è il messaggero mandato dal prode Oxford? [Il primo messaggero fa un passo avanti] Quant’è lontano da qui il tuo signore, mio leale amico? PRIMO MESSAGGERO
Ormai sarà a Dunsmore e in marcia verso qui. WARWICK
Quant’è lontano nostro fratello Montague? Dov’è il messaggero mandato da Montague? [Il secondo messaggero fa un passo avanti] SECONDO MESSAGGERO
Ormai sarà a Daventry, con un potente esercito. Entra Somerville [verso di loro, in alto] WARWICK
Di’, Somerville – che cosa dice il mio amato figliolo? E, a tuo parere, quant’è vicino ora Clarence? SOMERVILLE192
L’ho lasciato a Southam con le sue forze e penso che sarà qui tra un paio d’ore. Un ritmo di marcia in lontananza WARWICK
Allora Clarence è vicino – sento i suoi tamburi. SOMERVILLE
Non sono i suoi, mio signore. Southam è da questa parte. I tamburi che sente vostra eccellenza arrivano da Warwick. WARWICK
Chi può essere? Forse amici inattesi. SOMERVILLE
Sono ormai vicini e lo saprete presto. Squilli di trombe. Entrano in basso re Edoardo e Riccardo duca di Gloucester con dei soldati
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
KING EDWARD
Go, trumpet, to the walls, and sound a parley. [Sound a parley] RICHARD OF GLOUCESTER
See how the surly Warwick mans the wall. WARWICK
O, unbid spite — is sportful Edward come? Where slept our scouts, or how are they seduced, That we could hear no news of his repair?
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KING EDWARD
Now, Warwick, wilt thou ope the city gates, Speak gentle words, and humbly bend thy knee, Call Edward king, and at his hands beg mercy? And he shall pardon thee these outrages. WARWICK
Nay, rather, wilt thou draw thy forces hence, Confess who set thee up and plucked thee down, Call Warwick patron, and be penitent? And thou shalt still remain the Duke of York.
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RICHARD OF GLOUCESTER
I thought at least he would have said ‘the King’. Or did he make the jest against his will?
30
WARWICK
Is not a dukedom, sir, a goodly gift? RICHARD OF GLOUCESTER
Ay, by my faith, for a poor earl to give. I’ll do thee service for so good a gift. WARWICK
’Twas I that gave the kingdom to thy brother. KING EDWARD
Why then, ’tis mine, if but by Warwick’s gift.
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WARWICK
Thou art no Atlas for so great a weight; And, weakling, Warwick takes his gift again; And Henry is my king, Warwick his subject.
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
RE EDOARDO
Trombettiere, va’ sulle mura e chiedi di parlamentare. [Suono di chiamata a parlamento] RICCARDO DI GLOUCESTER
Guardate come l’arcigno Warwick presidia le mura. WARWICK
Oh, sgradito imprevisto – è arrivato il lascivo Edoardo? Dormivano i nostri esploratori, o sono stati corrotti, che non abbiamo avuto notizie del suo arrivo? RE EDOARDO
Ora, Warwick, sei disposto ad aprire le porte della città, usare parole gentili, piegare umilmente il tuo ginocchio, chiamare Edoardo re e chiedergli misericordia? Così lui ti perdonerà tutte le tue trasgressioni. WARWICK
No; piuttosto, sei disposto a ritirare le tue truppe, riconoscere chi ti ha innalzato e poi rovesciato, chiamare Warwick protettore e pentirti? Così tu resterai duca di York. RICCARDO DI GLOUCESTER
Pensavo che dicesse almeno “re”. O ha fatto una battuta senza volerlo? WARWICK
Signore, un ducato non è forse un dono generoso? RICCARDO DI GLOUCESTER
Sì, certo, quando a concederlo è un povero conte193. Mi prostrerò con gratitudine per questa munificenza. WARWICK
Sono stato io a consegnare il regno a tuo fratello. RE EDOARDO
Ebbene, allora è mio, anche se solo per dono di Warwick. WARWICK
Non sei un Atlante in grado di portare un peso simile; e, rammollito che non sei altro, Warwick si riprende il dono: Enrico è il mio re, Warwick il suo suddito.
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
KING EDWARD
But Warwick’s king is Edward’s prisoner, And, gallant Warwick, do but answer this: What is the body when the head is off?
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RICHARD OF GLOUCESTER
Alas, that Warwick had no more forecast, But whiles he thought to steal the single ten, The king was slyly fingered from the deck. [To Warwick] You left poor Henry at the Bishop’s palace, And ten to one you’ll meet him in the Tower.
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KING EDWARD
’Tis even so — [to Warwick] yet you are Warwick still. RICHARD OF GLOUCESTER
Come, Warwick, take the time — kneel down, kneel down. Nay, when? Strike now, or else the iron cools. WARWICK
I had rather chop this hand off at a blow, And with the other fling it at thy face, Than bear so low a sail to strike to thee.
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KING EDWARD
Sail how thou canst, have wind and tide thy friend, This hand, fast wound about thy coal-black hair, Shall, whiles thy head is warm and new cut off, Write in the dust this sentence with thy blood: ‘Wind-changing Warwick now can change no more’.
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Enter the Earl of Oxford, with a drummer and [soldiers bearing] colours WARWICK
O cheerful colours! See where Oxford comes. OXFORD
Oxford, Oxford, for Lancaster! [Oxford and his men pass over the stage and exeunt into the city] RICHARD OF GLOUCESTER (to King Edward)
The gates are open — let us enter too.
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
RE EDOARDO
Ma il re di Warwick è prigioniero di Edoardo, e, valoroso Warwick, rispondi: che cos’è un corpo quando la testa è mozzata? RICCARDO DI GLOUCESTER
Peccato che Warwick non sia stato più lungimirante: mentre pensava di rubare un semplice dieci, il re veniva furtivamente sfilato dal mazzo. [A Warwick] Hai lasciato il povero Enrico al palazzo del vescovo e dieci a uno lo ritroverai alla Torre. RE EDOARDO
Proprio così – [a Warwick] tuttavia resti pur sempre Warwick. RICCARDO DI GLOUCESTER
Avanti, Warwick, sfrutta l’occasione – inginocchiati, inginocchiati. Su, che aspetti? Batti il ferro finché è caldo. WARWICK
Preferirei mozzarmi questa mano di netto e con l’altra gettartela in faccia, piuttosto che ammainare a tal punto la mia vela da arrendermi. RE EDOARDO
Allora naviga come meglio puoi, il vento e la marea ti siano propizi. Questa mano, avviluppata dai tuoi capelli neri come il carbone mentre la testa sarà ancora calda e appena mozzata, scriverà sulla polvere questa frase col tuo sangue: “Il mutevole Warwick ora non può più mutare”. Entra il conte di Oxford, con un tamburino e [soldati che portano] i vessilli. WARWICK
O gioiosi vessilli! Ecco arrivare Oxford. OXFORD
Oxford, Oxford, per Lancaster! [Oxford e i suoi uomini attraversano il palcoscenico ed entrano nella città] RICCARDO DI GLOUCESTER (a re Edoardo)
Le porte sono aperte – entriamo anche noi.
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19/10/2017 18:25:25
3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
KING EDWARD
So other foes may set upon our backs? Stand we in good array, for they no doubt Will issue out again and bid us battle. If not, the city being but of small defence, We’ll quickly rouse the traitors in the same. WARWICK [to Oxford, within] O, welcome, Oxford — for we want thy help.
65
Enter the Marquis of Montague with a drummer and [soldiers bearing] colours MONTAGUE
Montague, Montague, for Lancaster! [Montague and his men pass over the stage and exeunt into the city] RICHARD OF GLOUCESTER
Thou and thy brother both shall bye this treason Even with the dearest blood your bodies bear. KING EDWARD
The harder matched, the greater victory. My mind presageth happy gain and conquest.
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Enter the Duke of Somerset with a drummer and [soldiers bearing] colours SOMERSET
Somerset, Somerset, for Lancaster! [Somerset and his men pass over the stage and exeunt into the city] RICHARD OF GLOUCESTER
Two of thy name, both dukes of Somerset, Have sold their lives unto the house of York — And thou shalt be the third, an this sword hold.
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Enter George Duke of Clarence with a drummer and [soldiers bearing] colours
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19/10/2017 18:25:25
3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
RE EDOARDO
Così altri nemici possono attaccarci alle spalle? Manteniamo le fila serrate perché senza dubbio faranno una sortita per darci battaglia. In caso contrario, la città non è molto munita e non ci vorrà molto per stanare ugualmente i traditori. WARWICK [a Oxford, dall’interno] Benvenuto, Oxford – abbiamo bisogno del tuo aiuto. Entra il marchese di Montague, con un tamburino e [soldati che portano] i vessilli. MONTAGUE
Montague, Montague, per Lancaster! [Montague e i suoi uomini attraversano il palcoscenico ed entrano nella città] RICCARDO DI GLOUCESTER
Tu e tuo fratello pagherete per questo tradimento col sangue più prezioso che scorre nel vostro corpo. RE EDOARDO
Più acerrimo l’avversario, più grande la vittoria. Sento che avremo una felice vittoria. Entra il duca di Somerset, con un tamburino e [soldati che portano] i vessilli. SOMERSET
Somerset, Somerset, per Lancaster! [Somerset e i suoi uomini attraversano il palcoscenico ed entrano nella città] RICCARDO DI GLOUCESTER
Due uomini col tuo nome, entrambi duchi di Somerset, hanno perso la vita affrontando la casa di York – e tu sarai il terzo, se questa spada reggerà. Entra Giorgio duca di Clarence con un tamburino e [soldati che portano] i vessilli.
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
WARWICK
And lo, where George of Clarence sweeps along, Of force enough to bid his brother battle; With whom an upright zeal to right prevails More than the nature of a brother’s love. GEORGE OF CLARENCE
Clarence, Clarence, for Lancaster!
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KING EDWARD
Et tu, Brute — wilt thou stab Caesar too? (To a trumpeter) A parley, sirra, to George of Clarence. Sound a parley. Richard of Gloucester and George of Clarence whisper together WARWICK
Come, Clarence, come — thou wilt if Warwick call. GEORGE OF CLARENCE
Father of Warwick, know you what this means? [He takes his red rose out of his hat and throws it at Warwick] Look — here I throw my infamy at thee! I will not ruinate my father’s house, Who gave his blood to lime the stones together, And set up Lancaster. Why, trowest thou, Warwick, That Clarence is so harsh, so blunt, unnatural, To bend the fatal instruments of war Against his brother and his lawful king? Perhaps thou wilt object my holy oath. To keep that oath were more impiety Than Jephthah, when he sacrificed his daughter. I am so sorry for my trespass made That, to deserve well at my brothers’ hands, I here proclaim myself thy mortal foe, With resolution, wheresoe’er I meet thee — As I will meet thee, if thou stir abroad — To plague thee for thy foul misleading me.
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90
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
WARWICK
Ed ecco arrivare il fiero Giorgio di Clarence, con forze sufficienti per dare battaglia a suo fratello; il suo sincero ardore per la giustizia prevale sul naturale amore fraterno. GIORGIO DI CLARENCE
Clarence, Clarence, per Lancaster! RE EDOARDO
Et tu, Brute194 – pugnali Cesare anche tu? (A un trombettiere) Chiedi di parlamentare con Giorgio di Clarence, amico. Suono di chiamata a parlamento. Riccardo di Gloucester e Giorgio di Clarence parlottano tra loro. WARWICK
Vieni, Clarence, vieni – verrai se Warwick chiama. GIORGIO DI CLARENCE
Suocero Warwick, sai che cosa significa questo? [Si toglie la rosa rossa dal cappello e la getta contro Warwick] Guarda – così getto contro di te il segno della mia infamia!195 Non distruggerò la casata di mio padre, che ha versato il suo sangue per cementarne le pietre, allo scopo di innalzare un Lancaster. Perché, Warwick, credi che Clarence sia così freddo, insensibile, snaturato da usare i mortali strumenti della guerra contro il suo fratello e il suo legittimo re? Puoi obiettare ricordando il mio sacro giuramento: mantenerlo sarebbe un atto più empio di quello di Iefte quando sacrificò sua figlia196. Sono così avvilito dalla mia colpa che, per dimostrarmi degno di combattere a fianco dei miei fratelli, mi proclamo tuo mortale nemico e deciso, dovunque ti affronti – perché ti affronterò se uscirai – a perseguitarti per avermi ignobilmente
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
And so, proud-hearted Warwick, I defy thee, And to my brothers turn my blushing cheeks.30 (To King Edward) Pardon me, Edward — I will make amends. (To Richard) And, Richard, do not frown upon my faults, For I will henceforth be no more unconstant.
105
KING EDWARD
Now welcome more, and ten times more beloved, Than if thou never hadst deserved our hate. RICHARD OF GLOUCESTER (to George) Welcome, good Clarence — this is brother-like. WARWICK (to George) O, passing traitor — perjured and unjust! KING EDWARD
What, Warwick, wilt thou leave the town and fight? Or shall we beat the stones about thine ears? WARWICK [aside] Alas, I am not cooped here for defence. (To King Edward) I will away towards Barnet presently, And bid thee battle, Edward, if thou dar’st.
111
KING EDWARD
Yes, Warwick — Edward dares, and leads the way. Lords, to the field — Saint George and victory!
115
Exeunt below King Edward and his company. March. The Earl of Warwick and his company descend and follow
102. Brothers: brother (F) = fratello, supponendo che Giorgio si rivolga prima a uno e poi all’altro. 512
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19/10/2017 18:25:25
3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
traviato. Dunque, superbo Warwick, ti sfido e ai miei fratelli rivolgo le mie guance rosse di vergogna. (A re Edoardo) Perdonami, Edoardo – farò ammenda. (A Riccardo) E, Riccardo, non fremere per le mie colpe, perché d’ora in poi non sarò più incostante. RE EDOARDO
Ora sei ancora più benvenuto e dieci volte più amato che se tu non avessi mai meritato il nostro odio. RICCARDO DI GLOUCESTER (a Giorgio) Benvenuto, buon Clarence – tutto questo è da fratelli. WARWICK (a Giorgio) O, incommensurabile traditore – spergiuro e fellone! RE EDOARDO
Allora, Warwick, ti decidi a uscire dalla città e combattere? O ti dobbiamo sommergere con le sue pietre? WARWICK [a parte]
No di certo, non sono rinchiuso qui per difendermi. (A re Edoardo) Mi dirigerò subito a Barnet e là, Edoardo, ti darò battaglia, se hai il coraggio di affrontarmi197. RE EDOARDO
Certo, Warwick – Edoardo ce l’ha e ti precede. Signori, al campo – San Giorgio e vittoria! Escono dal basso re Edoardo e i suoi. Marcia. Il conte di Warwick e i suoi scendono e li seguono
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19/10/2017 18:25:25
3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 2
5.2
Alarum and excursions. Enter King Edward bringing forth the Earl of Warwick, wounded
KING EDWARD
So lie thou there. Die thou, and die our fear — For Warwick was a bug that feared us all. Now, Montague, sit fast — I seek for thee That Warwick’s bones may keep thine company.
Exit
WARWICK
Ah, who is nigh? Come to me, friend or foe, And tell me who is victor, York or Warwick? Why ask I that? My mangled body shows, My blood, my want of strength, my sick heart shows, That I must yield my body to the earth And by my fall the conquest to my foe. Thus yields the cedar to the axe’s edge, Whose arms gave shelter to the princely eagle, Under whose shade the ramping lion slept, Whose top-branch over-peered Jove’s spreading tree And kept low shrubs from winter’s powerful wind. These eyes, that now are dimmed with death’s black veil, Have been as piercing as the midday sun To search the secret treasons of the world. The wrinkles in my brows, now filled with blood, Were likened oft to kingly sepulchres — For who lived king, but I could dig his grave? And who durst smile when Warwick bent his brow? Lo now my glory smeared in dust and blood. My parks, my walks, my manors that I had, Even now forsake me, and of all my lands Is nothing left me but my body’s length, Why, what is pomp, rule, reign, but earth and dust? And, live we how we can, yet die we must.
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Enter the Earl of Oxford and the Duke of Somerset
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19/10/2017 18:25:25
3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 2
V, 2
Allarmi e scorrerie. Entra re Edoardo che trascina il conte di Warwick, ferito198
RE EDOARDO
Ecco, sta’ lì. Muori, e con te, muoia anche il nostro timore – perché Warwick era uno spauracchio che atterriva tutti noi. E ora, Montague, in guardia – ti vengo a cercare perché le ossa di Warwick ti facciano compagnia. Esce WARWICK
Ah, chi c’è qui? Avvicinati, amico o nemico, e dimmi chi ha vinto, York o Warwick? Ma che lo chiedo a fare? Lo dice il mio corpo maciullato, lo dicono il mio sangue, la mia debolezza, il mio cuore, che devo restituire il mio corpo alla terra e con la mia caduta cedere la vittoria al nemico. Così soccombe al filo della scure il cedro i cui rami davano rifugio all’aquila reale e sotto la cui ombra dormiva il leone rampante, la cui sommità sovrastava l’ampio albero di Giove e riparava i cespugli dal forte vento invernale199. Questi occhi, che ora sono annebbiati dal velo nero della morte, erano penetranti come il sole di mezzogiorno nello scovare le oscure trame del mondo. Le rughe della mia fronte, ora coperte di sangue, erano spesso paragonate a sepolcri regali – perché quale re c’è mai stato cui non potessi scavare la fossa? E chi osava sorridere quando Warwick si accigliava? Ecco, ora la mia gloria imbrattata di polvere e sangue. Le mie riserve di caccia, i miei parchi, le tenute che possedevo, anch’esse mi lasciano e di tutte le mie terre non mi sono rimaste che le misure del mio corpo. Che cosa sono lusso, dominio, regno se non terra e polvere? E, comunque uno viva, alla fine tutti dobbiamo morire200. Entrano il conte di Oxford e il duca di Somerset
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19/10/2017 18:25:25
3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 2
SOMERSET
Ah, Warwick, Warwick — wert thou as we are, We might recover all our loss again. The Queen from France hath brought a puissant power. Even now we heard the news. Ah, couldst thou fly!
30
WARWICK
Why, then I would not fly. Ah, Montague, If thou be there, sweet brother, take my hand, And with thy lips keep in my soul a while. Thou lov’st me not — for, brother, if thou didst, Thy tears would wash this cold congealèd blood That glues my lips and will not let me speak. Come quickly, Montague, or I am dead.
35
SOMERSET
Ah, Warwick — Montague hath breathed his last, And to the latest gasp cried out for Warwick, And said ‘Commend me to my valiant brother.’ And more he would have said, and more he spoke, Which sounded like a canon in a vault,31 That mote not be distinguished; but at last I well might hear, delivered with a groan, ‘O, farewell, Warwick.’
40
45
WARWICK
Sweet rest his soul. Fly, lords, and save yourselves — For Warwick bids you all farewell, to meet in heaven. He dies OXFORD
Away, away — to meet the Queen’s great power!
50
Here they bear away Warwick’s body. Exeunt
44. Canon: cannon (F) = cannone. 516
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19/10/2017 18:25:25
3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 2
SOMERSET
Ah, Warwick, Warwick – se fossi come noi potremmo recuperare tutto ciò che abbiamo perso. La regina è sbarcata dalla Francia con un possente esercito. Lo abbiamo saputo proprio ora. Ah, se solo potessi fuggire! WARWICK
Comunque non fuggirei. Ah, Montague, se sei là, caro fratello, prendimi la mano e con le tue labbra sigilla le mie per trattenere ancora un po’ la mia anima 201. Tu non mi ami – altrimenti, fratello, le tue lacrime laverebbero questo sangue freddo e raggrumato che mi impasta le labbra e non mi permette di parlare. Vieni presto, Montague, o muoio. SOMERSET
Ah, Warwick – Montague ha esalato l’ultimo respiro e fino all’ultimo ha chiamato gridando ‘Warwick’ e ha detto ‘Ricordatemi al mio valoroso fratello’. E voleva dire altro, e ha parlato ancora, ma sembrava un coro in un sotterraneo e non si riusciva a comprendere nulla; però alla fine l’ho sentito dire chiaramente, insieme a un gemito, ‘Oh, addio, Warwick’. WARWICK
Fuggite, signori, mettetevi in salvo. Warwick vi dice addio per incontrarvi in cielo. Muore OXFORD
Via, via – andiamo incontro al grande esercito della regina! Escono trascinando via il corpo di Warwick
517
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19/10/2017 18:25:25
3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 3
5.3
Flourish. Enter King Edward in triumph, with Richard Duke of Gloucester, George Duke of Clarence, and [soldiers]
KING EDWARD
Thus far our fortune keeps an upward course, And we are graced with wreaths of victory. But in the midst of this bright-shining day I spy a black suspicious threatening cloud That will encounter with our glorious sun Ere he attain his easeful western bed. I mean, my lords, those powers that the Queen Hath raised in Gallia have arrived our coast, And, as we hear, march on to fight with us.
5
GEORGE OF CLARENCE
A little gale will soon disperse that cloud, And blow it to the source from whence it came. Thy very beams will dry those vapours up, For every cloud engenders not a storm.
10
RICHARD OF GLOUCESTER
The Queen is valued thirty thousand strong, And Somerset, with Oxford, fled to her. If she have time to breathe, be well assured, Her faction will be full as strong as ours.
15
KING EDWARD
We are advertised by our loving friends That they do hold their course toward Tewkesbury. We, having now the best at Barnet field, Will thither straight, for willingness rids way — And, as we march, our strength will be augmented In every county as we go along. Strike up the drum, cry ‘Courage!’; and away.
20
[Flourish. March.] Exeunt
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 3
V, 3
Squilli di trombe. Entrano re Edoardo in trionfo con Riccardo duca di Gloucester, Giorgio duca di Clarence e [soldati] 202
RE EDOARDO
Finora la fortuna è con noi e ci fregiamo di corone di vittoria, ma nel mezzo di questo giorno splendente intravedo una nube sospetta, nera e minacciosa, che si frapporrà al nostro glorioso sole prima che raggiunga il suo comodo giaciglio occidentale. Alludo, signori, alle forze che la regina ha raccolto in Francia e che hanno raggiunto le nostre coste; a quanto sento, marciano per venire a combatterci. GIORGIO DI CLARENCE
Una leggera brezza dissolverà quella nube e con un soffio la farà tornare da dove è venuta. I tuoi raggi faranno svanire quei vapori, perché non tutte le nubi provocano una tempesta. RICCARDO DI GLOUCESTER
Pare che l’esercito della regina sia forte di trentamila uomini e Somerset, con Oxford, si è unito a lei. Se avrà tempo di organizzarsi, le sue forze saranno certamente equivalenti alle nostre. RE EDOARDO
I nostri fedeli alleati ci avvertono che si stanno dirigendo verso Tewkesbury. Ora che abbiamo avuto la meglio sul campo di Barnet, andiamo subito là, poiché la determinazione accorcia le distanze – e, mentre marciamo, le nostre forze aumenteranno in ogni contea che attraverseremo. Rullino i tamburi, gridate “Coraggio” e in marcia. [Squilli di trombe. Marcia] Escono
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 4
5.4
Flourish. March. Enter Queen Margaret, Prince Edward, the Duke of Somerset, the Earl of Oxford, and soldiers
QUEEN MARGARET
Great lords, wise men ne’er sit and wail their loss, But cheerly seek how to redress their harms. What though the mast be now blown overboard, The cable broke, the holding-anchor lost, And half our sailors swallowed in the flood? Yet lives our pilot still. Is’t meet that he Should leave the helm and, like a fearful lad, With tearful eyes add water to the sea, And give more strength to that which hath too much, Whiles, in his moan, the ship splits on the rock Which industry and courage might have saved? Ah, what a shame; ah, what a fault were this. Say Warwick was our anchor — what of that? And Montague our top-mast — what of him? Our slaughtered friends the tackles — what of these? Why, is not Oxford here another anchor? And Somerset another goodly mast? The friends of France our shrouds and tacklings? And, though unskilful, why not Ned and I For once allowed the skilful pilot’s charge? We will not from the helm to sit and weep, But keep our course, though the rough wind say no, From shelves and rocks that threaten us with wreck. As good to chide the waves as speak them fair. And what is Edward but a ruthless sea? What Clarence but a quicksand of deceit? And Richard but a raggèd fatal rock?32 All these the enemies to our poor barque. Say you can swim — alas, ’tis but a while; Tread on the sand — why, there you quickly sink;
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27. Raggèd: raged (F) = irosa. 520
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 4
V, 4
Squilli di trombe. Marcia. Entrano la regina Margherita, il principe Edoardo, il duca di Somerset, il conte di Oxford e dei soldati 203
REGINA MARGHERITA
Potenti signori, i saggi non restano inerti a lamentarsi per ciò che hanno perso, ma cercano con ottimismo di porre rimedio ai danni subiti 204. Che importa se il vento ha divelto l’albero, la gomena si è spezzata, l’ancora è perduta e la metà dei marinai è stata inghiottita dai flutti? Il pilota è ancora vivo205. Ma è opportuno che egli abbandoni il timone e, come un mozzo atterrito, coi suoi occhi lacrimosi aggiunga acqua al mare e aumenti la forza a chi ne ha già troppa, mentre, tra i suoi lamenti, si sfascia sugli scogli la nave che la perizia e il coraggio avrebbero potuto salvare? Ah, che vergogna; ah, che colpa sarebbe questa. Diciamo che Warwick era la nostra ancora di salvezza – e allora? Montague era il nostro albero maestro – e allora? I nostri amici uccisi erano le sartie – e allora? Forse Oxford qui non è un’altra ancora? E Somerset un altro eccellente albero? E i nostri alleati francesi cordami e attrezzature? E, pur inesperti, perché per una volta non viene affidato a me e al giovane Edoardo il compito dell’esperto pilota? Noi non lasceremo il timone per sederci a piagnucolare, ma terremo la nostra rotta, anche se i venti ci si oppongono con violenza, ed eviteremo le secche e gli scogli che minacciano di affondarci. Si ottiene la stessa cosa a rimproverare le onde o a parlar loro dolcemente. Che cos’ è Edoardo se non un mare implacabile? E Clarence, se non un ingannevole terreno di sabbie mobili? E Riccardo, se non un letale scoglio appuntito? Tutti questi sono i nemici del nostro piccolo vascello. Ammettiamo che riusciate a nuotare – ahimè, potrete farlo solo per poco tempo; metter piede sulla sabbia – subito vi inghiottirà; arrampicarvi sugli
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 4
Bestride the rock — the tide will wash you off, Or else you famish. That’s a threefold death. This speak I, lords, to let you understand, If case some one of you would fly from us, That there’s no hoped-for mercy with the brothers York More than with ruthless waves, with sands, and rocks. Why, courage then — what cannot be avoided ’Twere childish weakness to lament or fear.
37
PRINCE EDWARD
Methinks a woman of this valiant spirit Should, if a coward heard her speak these words, Infuse his breast with magnanimity And make him, naked, foil a man at arms. I speak not this as doubting any here — For did I but suspect a fearful man, He should have leave to go away betimes, Lest in our need he might infect another And make him of like spirit to himself. If any such be here — as God forbid — Let him depart before we need his help.
40
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OXFORD
Women and children of so high a courage, And warriors faint — why, ’twere perpetual shame! O brave young Prince, thy famous grandfather Doth live again in thee! Long mayst thou live To bear his image and renew his glories!
50
SOMERSET
And he that will not fight for such a hope, Go home to bed, and like the owl by day, If he arise, be mocked and wondered at.
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QUEEN MARGARET
Thanks, gentle Somerset; sweet Oxford, thanks. PRINCE EDWARD
And take his thanks that yet hath nothing else. Enter a Messenger
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 4
scogli – la marea vi porterà via oppure morirete di fame. Ecco tre modi per morire. Dico questo, signori, per farvi capire che, nel caso in cui qualcuno di voi volesse abbandonarci, non può sperare che la benevolenza dei tre fratelli di York sia maggiore di quella delle onde implacabili, delle sabbie e degli scogli. Coraggio, dunque, sarebbe debolezza da sciocchi lamentarsi o temere quello che non si può evitare. PRINCIPE EDOARDO
Una donna con questo spirito valoroso infonderebbe nel cuore di un codardo che la sentisse parlare così una tale ardimento da farlo combattere a mani nude contro un uomo armato. Non dico questo perché dubito di qualcuno qui presente – se avessi il benché minimo sospetto che qualcuno fosse impaurito, questi avrebbe il permesso di andarsene subito, per evitare che, nel momento del bisogno, contagi qualcun altro e lo renda simile a sé nello spirito. Se qualcuno qui è di tal fatta – Dio non voglia – se ne vada prima che ci serva il suo aiuto. OXFORD
Donne e bambini così audaci, e soldati pavidi – sarebbe una vergogna infinita! O valoroso giovane principe, il tuo illustre nonno rivive in te! Possa tu vivere abbastanza da essere simile a lui e rinnovare le sue glorie! SOMERSET
E colui che non combatterà con un tale auspicio vada a casa a dormire e, se si alza, sia guardato con scherno e stupore come si osserva una civetta di giorno. REGINA MARGHERITA
Grazie, nobile Somerset; caro Oxford, grazie. PRINCIPE EDOARDO
E accettate i ringraziamenti di chi per ora non ha altro da offrire. Entra un messaggero
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 4
MESSENGER
Prepare you, lords, for Edward is at hand Ready to fight — therefore be resolute.
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OXFORD
I thought no less. It is his policy To haste thus fast to find us unprovided. SOMERSET
But he’s deceived; we are in readiness. QUEEN MARGARET
This cheers my heart, to see your forwardness.
65
OXFORD
Here pitch our battle — hence we will not budge. Flourish and march. Enter King Edward, Richard Duke of Gloucester, and George Duke of Clarence, with soldiers KING EDWARD (to his followers)
Brave followers, yonder stands the thorny wood Which, by the heavens’ assistance and your strength, Must by the roots be hewn up yet ere night. I need not add more fuel to your fire, For well I wot ye blaze to burn them out. Give signal to the fight, and to it, lords. QUEEN MARGARET (to her followers) Lords, knights, and gentlemen — what I should say My tears gainsay; for every word I speak Ye see I drink the water of my eye. Therefore, no more but this: Henry your sovereign Is prisoner to the foe, his state usurped, His realm a slaughter-house, his subjects slain, His statutes cancelled, and his treasure spent — And yonder is the wolf that makes this spoil. You fight in justice; then in God’s name, lords, Be valiant, and give signal to the fight.
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Alarum, retreat, excursions. Exeunt
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 4
MESSAGGERO
Preparatevi, signori; Edoardo è vicino e pronto a combattere – siate pronti. OXFORD
Non lo dubitavo. È la sua strategia: incalzarci per trovarci impreparati. SOMERSET
Ma si inganna; noi siamo pronti. REGINA MARGHERITA
Mi rallegra il cuore vedere il vostro fervore. OXFORD
Schiereremo qui le nostre truppe – da qui non ci muoveremo. Squilli di trombe e marcia. Entrano re Edoardo, Riccardo duca di Gloucester e Giorgio duca di Clarence con dei soldati RE EDOARDO (ai suoi)
Miei valorosi seguaci, ecco laggiù il bosco spinoso che, con l’aiuto del cielo e della vostra forza, deve essere abbattuto e sradicato prima di sera. Non devo certo aggiungere altra legna al vostro fuoco, perché so bene che già bruciate dalla voglia di incenerirli. Date il segnale della battaglia, signori, e all’attacco. REGINA MARGHERITA (ai suoi) Signori, cavalieri, gentiluomini – ciò che dovrei dire è soffocato dalle lacrime, poiché a ogni parola che pronuncio mi vedete inghiottire l’umore dei miei occhi. Quindi, nient’altro che questo: Enrico vostro sovrano è prigioniero del nemico, il suo titolo usurpato, il suo regno trasformato in mattatoio, i suoi sudditi trucidati, le sue leggi abrogate, il suo tesoro sperperato – e là c’è il lupo che compie questo scempio. Voi combattete per la giusta causa, quindi, in nome di Dio, signori, siate valorosi e date il segnale della battaglia. Allarmi, ritirate, scorrerie. Escono206
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
5.5
Flourish. Enter King Edward, Richard Duke of Gloucester, and George Duke of Clarence with Queen Margaret, the Earl of Oxford, and the Duke of Somerset, guarded
KING EDWARD
Now here a period of tumultuous broils. Away with Oxford to Hames Castle straight; For Somerset, off with his guilty head. Go bear them hence — I will not hear them speak. OXFORD
For my part, I’ll not trouble thee with words.
5
Exit, guarded SOMERSET
Nor I, but stoop with patience to my fortune. Exit, guarded QUEEN MARGARET
So part we sadly in this troublous world To meet with joy in sweet Jerusalem. KING EDWARD
Is proclamation made that who finds Edward Shall have a high reward and he his life?
10
RICHARD OF GLOUCESTER
It is, and lo where youthful Edward comes. Enter Prince Edward, guarded KING EDWARD
Bring forth the gallant — let us hear him speak. What, can so young a thorn begin to prick? Edward, what satisfaction canst thou make For bearing arms, for stirring up my subjects, And all the trouble thou hast turned me to?
15
PRINCE EDWARD
Speak like a subject, proud ambitious York. Suppose that I am now my father’s mouth — Resign thy chair, and where I stand, kneel thou,
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
V, 5
Squilli di trombe. Entrano re Edoardo, Riccardo duca di Gloucester e Giorgio duca di Clarence con la regina Margherita, il conte di Oxford e il duca di Somerset sotto scorta207
RE EDOARDO
Ora mettiamo un punto fermo a queste lotte turbolente. Portate subito Oxford al castello di Hames; quanto a Somerset, tagliategli quella testa colpevole. Avanti, conduceteli via da qui – non voglio neppure sentirli parlare. OXFORD
Da parte mia, non ti tedierò con le parole. Esce scortato SOMERSET
Nemmeno io, ma mi piegherò con rassegnazione alla mia sorte. Esce scortato REGINA MARGHERITA
Così ci separiamo tristemente in questo mondo travagliato per incontrarci con gioia nella Gerusalemme celeste. RE EDOARDO
È stato proclamato che chiunque troverà Edoardo avrà una lauta ricompensa e che lui avrà salva la vita? RICCARDO DI GLOUCESTER
Sì; ed ecco il giovane Edoardo. Entra il principe Edoardo scortato RE EDOARDO
Fate venire quel valoroso – sentiamo che cosa ha da dire. Allora, possibile che una spina così piccola già punga? Edoardo, quale giustificazione puoi addurre per aver impugnato le armi, sobillato i miei sudditi e causato tutte le difficoltà che mi hai procurato? PRINCIPE EDOARDO
Parla da suddito, tronfio e ambizioso York. Fa’ conto che ora io sia la bocca di mio padre – lascia il trono e dove ora sono io inginoc-
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
Whilst I propose the self-same words to thee, Which, traitor, thou wouldst have me answer to.
20
QUEEN MARGARET
Ah, that thy father had been so resolved. RICHARD OF GLOUCESTER
That you might still have worn the petticoat And ne’er have stolen the breech from Lancaster. PRINCE EDWARD
Let Aesop fable in a winter’s night — His currish riddles sorts not with this place.
25
RICHARD OF GLOUCESTER
By heaven, brat, I’ll plague ye for that word. QUEEN MARGARET
Ay, thou wast born to be a plague to men. RICHARD OF GLOUCESTER
For God’s sake take away this captive scold. PRINCE EDWARD
Nay, take away this scolding crookback rather.
30
KING EDWARD
Peace, wilful boy, or I will charm your tongue. GEORGE OF CLARENCE (to Prince Edward)
Untutored lad, thou art too malapert. PRINCE EDWARD
I know my duty — you are all undutiful. Lascivious Edward, and thou, perjured George, And thou, misshapen Dick — I tell ye all I am your better, traitors as ye are, And thou usurp’st my father’s right and mine.
35
KING EDWARD
Take that, the likeness of this railer here. King Edward stabs Prince Edward RICHARD OF GLOUCESTER
Sprawl’st thou? Take that, to end thy agony. Richard stabs Prince Edward GEORGE OF CLARENCE
And there’s for twitting me with perjury.
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
chiati tu, traditore, mentre io ti rivolgo le stesse domande che mi poni. REGINA MARGHERITA
Ah, se tuo padre fosse stato così risoluto. RICCARDO DI GLOUCESTER
Così voi avreste continuato a portare la sottana senza rubare i calzoni a Lancaster. PRINCIPE EDOARDO
È meglio che Esopo serbi le sue favole per una notte d’inverno – non è questo il luogo per le sue spregevoli storielle208. RICCARDO DI GLOUCESTER
Per il cielo, monello, ti flagellerò per queste parole. REGINA MARGHERITA
Sì, tu sei nato per essere il flagello degli uomini. RICCARDO DI GLOUCESTER
Per amor di Dio, portate via questa scorbutica prigioniera. PRINCIPE EDOARDO
No, piuttosto portate via questo scorbutico gobbo. RE EDOARDO
Taci, ragazzo testardo, o ti chiudo la bocca. GIORGIO DI CLARENCE (al principe Edoardo)
Moccioso insolente, sei troppo arrogante. PRINCIPE EDOARDO
Io sono ligio al mio dovere – siete voi a non esserlo. Lascivo Edoardo, e tu, spergiuro Giorgio, e tu, deforme Riccardino209 – dico a tutti voi che io sono superiore a voi, traditori che non siete altro, e che tu usurpi il diritto di mio padre e il mio. RE EDOARDO
Sei proprio uguale a questa bisbetica; prendi questo. Re Edoardo trafigge il principe Edoardo RICCARDO DI GLOUCESTER
Ti contorci? Prendi questo, così finisce l’agonia. Riccardo trafigge il principe Edoardo GIORGIO DI CLARENCE
E questo è per avermi accusato di spergiuro.
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
George stabs Prince Edward, [who dies] QUEEN MARGARET
O, kill me too! RICHARD OF GLOUCESTER Marry, and shall.
He offers to kill her KING EDWARD
Hold, Richard, hold — for we have done too much. RICHARD OF GLOUCESTER
Why should she live to fill the world with words? Queen Margaret faints KING EDWARD
What — doth she swoon? Use means for her recovery. RICHARD OF GLOUCESTER (aside to George)
Clarence, excuse me to the King my brother. I’ll hence to London on a serious matter. Ere ye come there, be sure to hear some news. GEORGE OF CLARENCE (aside to Richard) What? What? RICHARD OF GLOUCESTER (aside to George) The Tower, the Tower. Exit
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QUEEN MARGARET
O Ned, sweet Ned — speak to thy mother, boy. Canst thou not speak? O traitors, murderers! They that stabbed Caesar shed no blood at all, Did not offend, nor were not worthy blame, If this foul deed were by to equal it. He was a man — this, in respect, a child; And men ne’er spend their fury on a child. What’s worse than murderer that I may name it? No, no, my heart will burst an if I speak; And I will speak that so my heart may burst. Butchers and villains! Bloody cannibals! How sweet a plant have you untimely cropped! You have no children, butchers; if you had, The thought of them would have stirred up remorse.
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
Giorgio trafigge il principe Edoardo [che muore] REGINA MARGHERITA
O, uccidete anche me! RICCARDO DI GLOUCESTER
Perbacco, ti accontento. Alza il braccio per ucciderla RE EDOARDO
Fermo, Riccardo, fermo – abbiamo fatto anche troppo. RICCARDO DI GLOUCESTER
Perché dovrebbe vivere e riempire il mondo dei suoi sproloqui?210 La regina Margherita sviene RE EDOARDO
Come… sviene? Fatela rinvenire. RICCARDO DI GLOUCESTER (a parte a Giorgio) Clarence, scusami con il re mio fratello. Vado a Londra per una faccenda importante. Prima che arriviate là anche voi aspettatevi delle novità. GIORGIO DI CLARENCE (a parte a Riccardo) Cosa? Cosa? RICCARDO DI GLOUCESTER (a parte a Giorgio) La Torre, la Torre. Esce REGINA MARGHERITA
O, Edoardino, dolce Dino… di’ qualcosa a tua madre, ragazzo. Non riesci a parlare? O traditori, assassini! Chi pugnalò Cesare non ha versato sangue, non ha commesso colpa e non merita condanna se si paragona quel delitto a questo. Lui era un uomo – questo, al contrario, un bambino, e gli uomini non riversano mai la loro ira su un bambino. Quale parola è peggiore di assassino che io la possa usare? No, no, mi scoppia il cuore se parlo; e parlerò affinché mi scoppi il cuore. Macellai e canaglie! Cannibali sanguinari! Che dolce pianta avete reciso prima del tempo!211 Non avete figli, macellai; se ne aveste, pensare a loro vi avrebbe mosso a compas-
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
But if you ever chance to have a child, Look in his youth to have him so cut off As, deathsmen, you have rid this sweet young Prince!
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KING EDWARD
Away with her — go, bear her hence perforce. QUEEN MARGARET
Nay, never bear me hence — dispatch me here. Here sheathe thy sword — I’ll pardon thee my death. What? Wilt thou not? Then, Clarence, do it thou.
70
GEORGE OF CLARENCE
By heaven, I will not do thee so much ease. QUEEN MARGARET
Good Clarence, do; sweet Clarence, do thou do it. GEORGE OF CLARENCE
Didst thou not hear me swear I would not do it? QUEEN MARGARET
Ay, but thou usest to forswear thyself. ’Twas sin before, but now ’tis charity. What, wilt thou not? Where is that devil’s butcher, Hard-favoured Richard? Richard, where art thou? Thou art not here. Murder is thy alms-deed — Petitioners for blood thou ne’er putt’st back.
75
KING EDWARD
Away, I say — I charge ye, bear her hence.
80
QUEEN MARGARET
So come to you and yours as to this Prince! Exit, guarded KING EDWARD Where’s Richard gone? GEORGE OF CLARENCE
To London all in post — [aside] and as I guess, To make a bloody supper in the Tower. KING EDWARD
He’s sudden if a thing comes in his head. Now march we hence. Discharge the common sort With pay and thanks, and let’s away to London,
85
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
sione. Ma se mai avrete un figlio, aspettatevi di vederlo ucciso da giovane, carnefici, come voi avete trucidato questo dolce principe! RE EDOARDO
Portatela via – allontanatela con la forza. REGINA MARGHERITA
No, non portatemi via – uccidetemi qui. Affonda qui la tua spada – ti perdonerò la mia morte. Come? Non vuoi? Allora, Clarence, fallo tu. GIORGIO DI CLARENCE
Per Dio, non ti darò certo questa consolazione. REGINA MARGHERITA
Buon Clarence, fallo; dolce Clarence, avanti fallo| GIORGIO DI CLARENCE
Non hai sentito che ho giurato di non farlo? REGINA MARGHERITA
Sì, ma tu sei abituato a rimangiarti la parola. Prima era un peccato, ma ora è carità. Come, non vuoi? Dov’è il macellaio del diavolo, il ripugnante Riccardo? Riccardo, dove sei? Non sei qui. L’omicidio è la tua elemosina – non hai mai deluso chi è assetato di sangue. RE EDOARDO
Via, ho detto – vi ordino di portarla via di qui. REGINA MARGHERITA
Possa capitare a voi e ai vostri quello che è toccato a questo principe! Esce scortata RE EDOARDO
Dov’è andato Riccardo? GIORGIO DI CLARENCE
A Londra in gran fretta – [a parte] e, credo, per fare una cena a base di sangue nella Torre. RE EDOARDO
È irruente quando gli viene in mente qualcosa. Ora andiamo via. Congedate i soldati semplici pagandoli e ringraziandoli; noi andia-
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 6
And see our gentle Queen how well she fares. By this I hope she hath a son for me. 5.6
Exeunt
Enter on the walls King Henry the Sixth, reading a book, Richard Duke of Gloucester, and the Lieutenant of the Tower
RICHARD OF GLOUCESTER
Good day, my lord. What, at your book so hard? KING HENRY
Ay, my good lord — ‘my lord’, I should say, rather. ’Tis sin to flatter; ‘good’ was little better. ‘Good Gloucester’ and ‘good devil’ were alike, And both preposterous — therefore not ‘good lord’. RICHARD OF GLOUCESTER (to the Lieutenant) Sirrah, leave us to ourselves. We must confer.
5
Exit Lieutenant KING HENRY
So flies the reckless shepherd from the wolf; So first the harmless sheep doth yield his fleece, And next his throat unto the butcher’s knife. What scene of death hath Roscius now to act?
10
RICHARD OF GLOUCESTER
Suspicion always haunts the guilty mind; The thief doth fear each bush an officer. KING HENRY
The bird that hath been limèd in a bush With trembling wings misdoubteth every bush. And I, the hapless male to one sweet bird, Have now the fatal object in my eye Where my poor young was limed, was caught and killed.
15
RICHARD OF GLOUCESTER
Why, what a peevish fool was that of Crete, That taught his son the office of a fowl! And yet, for all his wings, the fool was drowned.
20
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 6
mo a Londra a vedere come sta la nostra regina. Spero che ormai mi abbia dato un figlio. Escono V, 6
Entrano sulle mura re Enrico VI che legge un libro, Riccardo di Gloucester e il luogotenente della Torre212
RICCARDO DI GLOUCESTER
Buon giorno, mio signore. Come, così intento alla lettura? RE ENRICO
Sì, mio buon signore – anzi dovrei dire “mio signore”. Adulare è un peccato e chiamarti “buono” non è molto diverso. “Buon Gloucester” e “buon demonio” sono frasi equivalenti ed entrambe contraddittorie – quindi niente “buon signore”. RICCARDO DI GLOUCESTER (al Luogotenente) Amico, lasciaci soli. Dobbiamo parlare. Esce il Luogotenente RE ENRICO
Così fugge il pastore stolto213 davanti al lupo; così, la pecora inerme prima offre la propria lana, poi la gola al coltello del macellaio. Che scena di morte deve recitare ora Roscio? 214 RICCARDO DI GLOUCESTER
Il sospetto assilla sempre chi sa di essere colpevole; il ladro teme che ogni cespuglio nasconda una guardia. RE ENRICO
L’uccello rimasto invischiato in un cespuglio diffida con ali tremanti di ogni altro cespuglio, e io, sventurato padre215 di un uccellino, ho qui davanti agli occhi la causa fatale che l’ha invischiato, catturato e ucciso. RICCARDO DI GLOUCESTER
Che povero sciocco fu quel cretese che spiegò al figlio come volano gli uccelli! E nonostante le sue ali, quello sciocco annegò216.
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 6
KING HENRY
I, Daedalus; my poor boy, Icarus; Thy father, Minos, that denied our course; The sun that seared the wings of my sweet boy, Thy brother Edward; and thyself, the sea, Whose envious gulf did swallow up his life. Ah, kill me with thy weapon, not with words! My breast can better brook thy dagger’s point Than can my ears that tragic history. But wherefore dost thou come? Is’t for my life?
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RICHARD OF GLOUCESTER
Think’st thou I am an executioner?
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KING HENRY
A persecutor I am sure thou art; If murdering innocents be executing, Why, then thou art an executioner. RICHARD OF GLOUCESTER
Thy son I killed for his presumption. KING HENRY
Hadst thou been killed when first thou didst presume, Thou hadst not lived to kill a son of mine. And thus I prophesy: that many a thousand Which now mistrust no parcel of my fear, And many an old man’s sigh, and many a widow’s, And many an orphan’s water-standing eye — Men for their sons’, wives for their husbands’, Orphans for their parents’ timeless death — Shall rue the hour that ever thou wast born. The owl shrieked at thy birth — an evil sign; The night-crow cried, aboding luckless time; Dogs howled, and hideous tempests shook down trees; The raven rooked her on the chimney’s top;33 And chatt’ring pies in dismal discords sung. Thy mother felt more than a mother’s pain, And yet brought forth less than a mother’s hope —
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47. Rooked: croak’d (Capell) = gracchiare. 536
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 6
RE ENRICO
Io: Dedalo; il mio povero ragazzo: Icaro; tuo padre: Minosse, che ci impedì il cammino; il sole che ha rovinato le ali del mio dolce ragazzo: tuo fratello Edoardo; e tu: il mare che con il suo orrendo abisso ha inghiottito la sua vita. Ah, uccidimi con un’arma, non con le parole! Il mio petto tollera meglio la punta della tua lama che le mie orecchie questa tragica storia. Perché sei venuto? Per la mia vita? RICCARDO DI GLOUCESTER
Credi che io sia un assassino? RE ENRICO
Aguzzino lo sei di sicuro; se poi uccidere degli innocenti vuol dire assassinare, allora sei un assassino. RICCARDO DI GLOUCESTER
Tuo figlio l’ho ucciso per la sua arroganza. RE ENRICO
Fossi tu stato ucciso la prima volta che fosti arrogante, non avresti vissuto abbastanza per uccidere mio figlio. Ho questo presagio: migliaia di persone che non hanno il minimo sospetto di ciò che pavento, e molti sospiri di vecchi e di vedove, e molti occhi di orfani velati di lacrime – uomini che piangeranno la morte prematura dei loro figli, mogli quella dei loro mariti, orfani quella dei loro genitori – malediranno l’ora in cui nascesti. La civetta stridette alla tua nascita – segno nefasto; il corvo della notte gracchiò, facendo presagire tempi luttuosi; i cani ulularono e terribili tempeste abbatterono gli alberi; il corvo si accovacciò sul comignolo; le loquaci gazze cantarono in lugubre cacofonia. Tua madre soffrì delle doglie di una madre e tuttavia partorì meno che la speranza di una madre –
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 6
To wit, an indigested and deformèd lump, Not like the fruit of such a goodly tree. Teeth hadst thou in thy head when thou wast born, To signify thou cam’st to bite the world; And if the rest be true which I have heard Thou cam’st —
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RICHARD
I’ll hear no more. Die, prophet, in thy speech, He stabs him For this, amongst the rest, was I ordained. KING HENRY
Ay, and for much more slaughter after this. O, God forgive my sins, and pardon thee.
He dies
RICHARD OF GLOUCESTER
What — will the aspiring blood of Lancaster Sink in the ground? I thought it would have mounted. See how my sword weeps for the poor King’s death. O, may such purple tears be alway shed From those that wish the downfall of our house! If any spark of life be yet remaining, Down, down to hell, and say I sent thee thither —
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He stabs him again I that have neither pity, love, nor fear. Indeed, ’tis true that Henry told me of, For I have often heard my mother say I came into the world with my legs forward. Had I not reason, think ye, to make haste, And seek their ruin that usurped our right? The midwife wondered and the women cried ‘O, Jesus bless us, he is born with teeth!’ — And so I was, which plainly signified That I should snarl and bite and play the dog. Then, since the heavens have shaped my body so, Let hell make crooked my mind to answer it. I had no father, I am like no father; I have no brother, I am like no brother;
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 6
cioè un’indigesta massa deforme217, per nulla simile al frutto di un albero così nobile. Avevi i denti quando sei nato, a indicare che sei venuto per divorare il mondo; e se il resto che ho sentito è vero, sei venuto… RICCARDO DI GLOUCESTER
Non voglio sentire altro. Muori, profeta, mentre parli, lo trafigge perché a questo, tra le altre cose, ero predestinato. RE ENRICO
Sì, e per molti altri massacri dopo questo. Dio perdoni i miei peccati e perdoni anche te. Muore RICCARDO DI GLOUCESTER
Come – l’ambizioso sangue dei Lancaster si sparge in terra? Pensavo che sarebbe andato verso l’alto. Osservate la mia spada che piange per la morte del povero re. Che queste lacrime purpuree possano sempre uscire da chi desidera la caduta della nostra casata! Se ti resta ancora una scintilla di vita, giù, giù all’inferno, e di’ che sono stato io a mandartici lo trafigge ancora io, che non provo pietà, amore o timore. Certo, è vero quello che Enrico ha detto di me, perché ho udito spesso mia madre dire che sono venuto al mondo con i piedi davanti. Non credete dunque che avessi un buon motivo per affrettarmi a procurare la rovina di coloro che usurpavano il nostro diritto? La levatrice si stupì e le donne urlarono “Gesù ci protegga, è nato con i denti!” – e così è stato, e questo chiaramente significava che ero destinato a ringhiare, mordere e fare la parte del cane. Quindi, poiché il cielo ha plasmato così il mio corpo, che l’inferno renda altrettanto laida la mia mente. Non ho avuto padre, non ho nulla del padre218; non ho fratelli, non ho nulla del fratello; e questa parola ‘amore’, che
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 7
And this word, ‘love’, which greybeards call divine, Be resident in men like one another And not in me — I am myself alone. Clarence, beware; thou kept’st me from the light — But I will sort a pitchy day for thee. For I will buzz abroad such prophecies That Edward shall be fearful of his life, And then, to purge his fear, I’ll be thy death. Henry and his son are gone; thou, Clarence, art next;34 And by one and one I will dispatch the rest, Counting myself but bad till I be best. I’ll throw thy body in another room And triumph, Henry, in thy day of doom.
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Exit with the body 5.7
[A chair of state.] Flourish. Enter King Edward, Lady Gray his Queen, George Duke of Clarence, Richard Duke of Gloucester, the Lord Hastings, a nurse carrying the infant Prince Edward, and attendants
KING EDWARD
Once more we sit in England’s royal throne, Repurchased with the blood of enemies. What valiant foemen, like to autumn’s corn, Have we mowed down in tops of all their pride! Three dukes of Somerset, threefold renowned For hardy and undoubted champions;
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90-91. Henry and his son … rest: King Henry and the Prince his Son are gone / Clarence thy turne is next, and then the rest (F) = re Enrico e il principe suo figlio sono andati, Clarence il tuo turno è il prossimo, e poi il resto. La variante riportata in F è modellata su Q3, che espande il verso presente in O facendolo diventare di due. In questo caso i curatori dell’edizione Oxford ritengono più attendibile O e ipotizzano che il manoscritto sul quale si basava F fosse corrotto in questo punto e che il tipografo abbia consultato Q3 (le cui varianti di per sé non sono considerate molto affidabili) per “riempire” lo spazio occupato da due versi. 540
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 7
i vecchi chiamano divina, alberghi negli uomini fatti della stessa pasta, ma non in me – io sono soltanto me stesso. Attento, Clarence; tu mi pari la luce – ma preparerò un giorno buio per te, perché metterò in giro tali dicerie che Edoardo temerà per la sua vita e io, per sollevarlo dal timore, sarò la tua morte. Enrico e suo figlio sono andati; tu, Clarence, sarai il prossimo e uno dopo l’altro mi sbarazzerò degli altri, considerandomi un buono a nulla finché non sarò il migliore219. Getterò il corpo in un’altra stanza; e tu, Enrico, esulta pure nel giorno del tuo giudizio. Esce con il cadavere V, 7
[Un trono su una predella]. Squilli di trombe. Entrano re Edoardo, lady Gray, sua regina, Giorgio duca di Clarence, Riccardo duca di Gloucester, lord Hastings, una nutrice che porta in braccio il principe Edoardo in fasce, e il seguito220
RE EDOARDO
Di nuovo sediamo sul regale trono d’Inghilterra riottenuto versando il sangue dei nemici. Che valorosi avversari abbiamo falciato, come il grano autunnale, al culmine della loro superba crescita! Tre duchi di Somerset, tre volte celebri come intrepidi e indiscussi campioni;
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 7
Two Cliffords, as the father and the son; And two Northumberlands — two braver men Ne’er spurred their coursers at the trumpet’s sound. With them, the two brave bears, Warwick and Montague, That in their chains fettered the kingly lion And made the forest tremble when they roared. Thus have we swept suspicion from our seat And made our footstool of security. (To Lady Gray) Come hither, Bess, and let me kiss my boy.
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The nurse brings forth the infant prince. King Edward kisses him Young Ned, for thee, thine uncles and myself Have in our armours watched the winter’s night, Went all afoot in summer’s scalding heat, That thou mightst repossess the crown in peace; And of our labours thou shalt reap the gain. RICHARD OF GLOUCESTER (aside) I’ll blast his harvest, an your head were laid; For yet I am not looked on in the world. This shoulder was ordained so thick to heave; And heave it shall some weight or break my back. Work thou the way, and thou shalt execute.
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KING EDWARD
Clarence and Gloucester, love my lovely queen; And kiss your princely nephew, brothers, both. GEORGE OF CLARENCE
The duty that I owe unto your majesty I seal upon the lips of this sweet babe. He kisses the infant prince LADY GRAY
Thanks, noble Clarence — worthy brother, thanks.
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RICHARD OF GLOUCESTER
And that I love the tree from whence thou sprang’st, Witness the loving kiss I give the fruit. 542
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 7
due Clifford, padre e figlio, e due Northumberland – mai uomini più arditi spronarono i loro corsieri al suono delle buccine. Con loro, i due strenui orsi221 Warwick e Montague, che con le loro catene imprigionarono il regale leone e fecero tremare la foresta con il loro ruggito. Così abbiamo dissipato il timore dal nostro trono e abbiamo fatto della sicurezza il nostro sgabello222. (A lady Gray) Vieni qua, Betta, fammi dare un bacio a mio figlio223. La nutrice porta avanti il principe in fasce. Re Edoardo lo bacia Dino, per te i tuoi zii e io stesso abbiamo vegliato armati 224 nelle notti d’inverno e marciato sotto il sole rovente dell’estate, affinché tu potessi riprendere la corona in pace; di tutte le nostre fatiche tu raccoglierai i frutti. RICCARDO DI GLOUCESTER (a parte) Devasterò il suo raccolto, una volta che la tua testa sarà mietuta, perché non mi sono ancora fatto un nome nel mondo. Questa spalla è stata fatta così forte per sollevare, e ne solleverà di pesi o mi spezzerà la schiena. Tu escogita il modo e tu esegui 225. RE EDOARDO
Clarence e Gloucester, amate la mia leggiadra regina; e baciate entrambi il vostro principesco nipote, fratelli. GIORGIO DI CLARENCE
La deferenza che devo a vostra maestà la suggello sulle labbra di questo dolce neonato. Bacia il principe in fasce LADY GRAY
Grazie, nobile Clarence – degno fratello, grazie. RICCARDO DI GLOUCESTER
E che io amo l’albero da cui sei nato lo testimoni l’amoroso bacio che do al suo frutto.
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3 HENRY VI, ACT 5 SCENE 7
He kisses the infant prince (Aside) To say the truth, so Judas kissed his master, And cried ‘All hail!’ whenas he meant all harm. KING EDWARD
Now am I seated as my soul delights, Having my country’s peace and brothers’ loves.
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GEORGE OF CLARENCE
What will your grace have done with Margaret? René her father, to the King of France Hath pawned the Sicils and Jerusalem, And hither have they sent it for her ransom.
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KING EDWARD
Away with her, and waft her hence to France. And now what rests but that we spend the time With stately triumphs, mirthful comic shows, Such as befits the pleasure of the court? Sound drums and trumpets — farewell, sour annoy! For here, I hope, begins our lasting joy.
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[Flourish.] Exeunt
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3 ENRICO VI, ATTO V SCENA 7
Bacia il principe in fasce (A parte) In realtà, questo è il modo in cui Giuda baciò il suo Maestro, e gridò “Salute a voi!” mentre intendeva ogni male possibile. RE EDOARDO
Ora sono seduto sul trono come aggrada al mio cuore, con la pace nel mio paese e l’amore dei fratelli. GIORGIO DI CLARENCE
Che cosa dispone vostra grazia per Margherita? René, suo padre, ha dato in pegno le Due Sicilie e Gerusalemme al re di Francia e ha inviato qui il denaro per riscattarla. RE EDOARDO
Via, conducetela in Francia. E ora che cosa ci resta da fare se non passare il tempo tra grandiose celebrazioni e allegri spettacoli, come si addice ai piaceri della corte? Suonate, tamburi e trombe – addio, dure avversità! Qui, spero, comincia la nostra gioia duratura! [Squilli di trombe.] Escono
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3 HENRY VI, ADDITIONAL PASSAGES
ADDITIONAL PASSAGES
A. Our edition adopts the 1595 version of 1.1.120-5 in the belief that it reflects an authorial revision; an edited text of the Folio alternative follows. KING HENRY
Peace, thou — and give King Henry leave to speak. WARWICK
Plantagenet shall speak first — hear him, lords, And be you silent and attentive too, For he that interrupts him shall not live. KING HENRY [to York] Think’st thou that I will leave my kingly throne,
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B. The 1595 text abridges 5.4.82.1-5.5.17, and may reflect authorial revision. An edited text of the abridged passage follows: ALL THE LANCASTER PARTY
Saint George for Lancaster! Alarums to the battle. [The house of] York flies, then the chambers are discharged. Then enter King Edward, George of Clarence, and Richard of Gloucester, and their followers: they make a great shout, and cry ‘For York! For York!’ Then Queen Margaret, Prince Edward, Oxford and Somerset are all taken prisoner. Flourish, and enter all again KING EDWARD
Now here a period of tumultuous broils. Away with Oxford to Hames Castle straight; For Somerset, off with his guilty head. Go, bear them hence — I will not hear them speak.
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3 ENRICO VI, AGGIUNTE AL TESTO
AGGIUNTE AL TESTO
A. Per i versi I, 1, 120-5, la presente edizione adotta la lezione del testo del 1595, nella convinzione che essa rispecchi una revisione dell’autore; si riporta qui di seguito la versione editoriale del testo contenuto nel Folio. RE ENRICO
Taci tu – e lascia parlare re Enrico. WARWICK
Plantageneto parlerà per primo – ascoltatelo, signori, state in silenzio e fate attenzione, perché chi lo interrompe è un uomo morto. RE ENRICO [a York] Credi forse che io sia disposto a lasciare il trono regale
B. Il testo del 1595 taglia i versi V, 4, 82, 1 – V, 5, 17, forse in conformità con una revisione dell’autore. Si riporta qui di seguito la versione editoriale del passo eliminato. TUTTI I LANCASTER
San Giorgio per Lancaster! Allarmi per la battaglia. [La casa di] York fugge, poi si ode una scarica di armi da fuoco. Entrano re Edoardo, Giorgio di Clarence e Riccardo di Gloucester con i loro seguaci: lanciano grida altissime urlando “Per York! Per York!”. Poi la regina Margherita, il principe Edoardo, Oxford e Somerset sono presi prigionieri. Squilli di trombe. Rientrano di nuovo tutti. RE EDOARDO
Ora mettiamo un punto fermo a queste lotte turbolente. Portate subito Oxford al castello di Hames; quanto a Somerset, tagliategli quella testa colpevole. Avanti, conduceteli via da qui – non voglio neppure sentirli parlare.
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3 HENRY VI, ADDITIONAL PASSAGES
OXFORD
For my part, I’ll not trouble thee with words. Exit, guarded SOMERSET
Nor I, but stoop with patience to my death. Exit, guarded KING EDWARD (to Prince Edward)
Edward, what satisfaction canst thou make For stirring up my subjects to rebellion? PRINCE EDWARD
Speak like a subject, proud ambitious York.
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3 ENRICO VI, AGGIUNTE AL TESTO
OXFORD
Da parte mia, non ti tedierò con le parole. Esce scortato SOMERSET
Nemmeno io, ma mi piegherò con rassegnazione alla mia sorte. Esce scortato RE EDOARDO (al principe Edoardo)
Edoardo, quale giustificazione puoi addurre per aver sobillato i miei sudditi alla rivolta? PRINCIPE EDOARDO
Parla come un suddito, tronfio e ambizioso York.
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The First Part of Henry VI Enrico VI, prima parte (1 Enrico VI) Testo inglese a cura di GARY TAYLOR Nota introduttiva e note di DANIELE BORGOGNI Traduzione di DANIELE BORGOGNI e VALENTINA POGGI
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Nota introduttiva
Dei tre drammi dedicati a Enrico VI, il primo (o 1 Enrico VI come sarà indicato qui per brevità e consuetudine) è generalmente ritenuto il meno riuscito: poeticamente carente e disomogeneo, ancora legato a schemi, modelli e personaggi stereotipati, accettabile, secondo Harold Bloom (1998), solo grazie alla presenza della eccezionale figura della Pulzella, Giovanna d’Arco. Eppure l’opera riscosse grande successo di pubblico, sicuramente grazie all’avvincente susseguirsi di scontri e battaglie ma soprattutto al fatto che, nell’immaginario nazionale, era ancora forte l’impressione per la vittoria sull’Armada spagnola del 1588 e il sentimento antifrancese era molto vivo (dal 1589 al 1591 l’Inghilterra fu impegnata militarmente in Francia per sostenere gli ugonotti di Enrico di Navarra e per assediare la città di Rouen). 1 Enrico VI, dunque, sfrutta la popolarità del nuovo genere, quello delle Histories come sono definite nel Catalogue del Folio, che cominciava a imporsi nel teatro elisabettiano e che Shakespeare stesso contribuirà a rendere un “classico”. Non si tratta, però, di un’opera trionfalistica per celebrare la nascita di una nazione (per un tale scopo sarebbe stato più logico scegliere il regno di Enrico V): introducendo le cause e le circostanze degli eventi presentati in 2 e 3 Enrico VI, il dramma riflette piuttosto in modo critico e ironico sulle dinamiche divisive e sulle forze centrifughe che, insieme all’incapacità militare, porteranno alla perdita dei territori francesi e alle lotte intestine della Guerra delle Rose. Come le altre due parti della trilogia, anche 1 Enrico VI abbraccia un periodo storico molto lungo, oltre venti anni, imponendo rimaneggiamenti e in alcuni casi stravolgimenti del materiale storico per adattarlo alle strut553
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1 ENRICO VI
ture drammaturgiche. Tuttavia, essendo stato concepito come prequel alle vicende di drammi successivi, 1 Enrico VI mostra in modo più evidente il problematico rapporto fra verità storica e finzione, presentando episodi inventati che sostanziano i fatti e quasi acquistano a loro volta lo statuto di eventi storici. L’emblematica scena nel roseto del Temple Garden (II, 4), per esempio, spicca per la sua stilizzazione, con personaggi impegnati in una disputa di cui non viene neppure spiegato l’argomento e azioni simboliche in grado di imprimersi fortemente nelle menti degli spettatori come origine del conflitto che poi porterà alla Guerra delle Rose. Una scena falsa da un punto di vista storico, quindi, ma vera e di forte impatto simbolico per le sue implicazioni e gli effetti che avrà sulla storia inglese. Pur trattandosi di un’opera per certi versi minore e ancora immatura, 1 Enrico VI rivendica, dunque, per il teatro la possibilità di presentarsi come fonte di conoscenza di una storia non più unitaria, teleologica e interpretabile in base a categorie ben definite, bensì una storia articolata, fatta di fenomeni non isolati ma complessi, caratterizzata da ambizioni, vendette e passioni i cui effetti esiziali investono tutta la società, a cominciare dalle classi inferiori. L’adattamento e stravolgimento delle fonti, la compattazione o l’ellissi degli eventi, l’inserimento di episodi inventati ma plausibili lasciano intravedere un testo che avoca a sé non solo la libertà di organizzare i materiali storici per una maggiore efficacia scenica, ma anche la capacità di interpretare una realtà sempre più complessa attraverso i mezzi che gli sono propri. Come le due parti successive, dunque, 1 Enrico VI offre alcune aperture fondamentali relative a problematiche centrali nella prima modernità inglese, dall’interrogarsi sulla storia, il suo significato e il suo uso, al mostrare l’intrinseca corruzione di una classe nobiliare sempre meno all’altezza del suo ruolo. A questo contribuisce anche l’articolazione del dramma in scene contrapposte che, attraverso un montaggio che già Hattaway definiva cinematografico e che sarà poi magistralmente sfruttato in Enrico V, sottolinea opposizioni e parallelismi creando un effetto di ironico contrappunto a commento delle vicende (e delle miserie) in campo francese ma, soprattutto, inglese. Non a caso, il testo si apre in un’atmosfera di tragica solennità con il funerale del grande re Enrico V, ma questa nota drammatica degenera subito in una lite tra il vescovo di Winchester e il duca di Gloucester mentre giungono dalla Francia notizie di sconfitte e perdita di territori. Non soltanto, con una vertiginosa compattazione storica, nel giro 554
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NOTA INTRODUTTIVA
di pochi versi vengono riassunti fatti che si svolsero nell’arco di circa sette anni, ma viene mostrato al pubblico che quei conflitti intestini che le vittorie di Enrico V avevano temporaneamente nascosto riesplodono ora in tutta la loro violenza e meschinità. Diventa, così, evidentissimo e stridente il contrasto tra il rappresentante della vecchia nobiltà eroica e patriottica, Talbot, e i nuovi lord impegnati a complottare per il proprio tornaconto, ma esso non viene presentato in chiave moralistica; piuttosto è presentato come l’inevitabile, naturale evoluzione del machiavellico mondo della politica, che progressivamente diventa un meccanismo inesorabile che travolgerà uomini e istituzioni, e cui soccomberanno sia la straordinaria, eccentrica figura della Pulzella, sia quella subalterna, dal punto di vista drammaturgico e politico, dell’ingenuo Enrico VI, inadatto a portare il peso della corona e a destreggiarsi tra le perverse dinamiche di corte, come conferma l’ironico epilogo del dramma. Data e trasmissione del testo Tra i diciassette testi pubblicati per la prima volta nel Folio, lo Stationer’s Register include The thirde parte of Henry ye Sixt. Tuttavia, poiché quelli che oggi identifichiamo come 2 Enrico VI e 3 Enrico VI erano già stati stampati in precedenza, tale dicitura si riferisce con ogni probabilità al testo della trilogia scritto e pubblicato per ultimo, cioè 1 Enrico VI. Che questo testo sia stato composto per ultimo è ormai ampiamente accettato, ed è confermato dal fatto che negli altri due testi non si fa mai riferimento agli eventi o ai personaggi presentati in 1 Enrico VI, mentre quest’ultimo dà per scontata la conoscenza da parte del pubblico degli eventi di 2 Enrico VI e 3 Enrico VI. 1 Enrico VI resta comunque uno dei primi testi scritti da Shakespeare, probabilmente nel 1592: Philip Henslowe riporta nel suo Diary l’incasso che aveva realizzato il 3 marzo 1592 al Rose Theatre per la rappresentazione di un nuovo spettacolo dal titolo “harey vj” (che gli studiosi ritengono sia 1 Enrico VI). Thomas Nashe, a sua volta, fa un’esplicita allusione al dramma nel suo Piers Penniless his Supplication to the Devil, registrato nell’agosto 1592: “Come avrebbe gioito il valoroso Talbot (il terrore dei francesi) se avesse immaginato che, dopo essere rimasto nella tomba per duecento anni, avrebbe trionfato di nuovo sul palcoscenico e le sue ossa sarebbero state nuovamente bagnate dalle lacrime di almeno diecimila spettatori (in diverse occasioni)” (I, 212). Poiché i teatri rimasero chiusi 555
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1 ENRICO VI
per un’epidemia di peste dal giugno 1592, le rappresentazioni cui allude Nashe confermano sostanzialmente la data indicata da Henslowe. Come ricordato nell’introduzione a 2 Enrico VI, le recenti indagini di stilistica computazionale sembrano confermare l’ipotesi che l’opera sia frutto di una collaborazione: in realtà, già nel 1995, Gary Taylor aveva attribuito l’atto I a Thomas Nashe, gli atti III e V ad altri due drammaturghi non identificati e solo II, 4 e IV, 2-7 a Shakespeare. Brian Vickers (2008), a sua volta, ha attirato l’attenzione sulla ricorrenza di passi paralleli o simili nei testi di Kyd e ha sostenuto che quest’ultimo avrebbe collaborato con Nashe alla prima stesura del dramma che poi sarebbe stato rivisto da Shakespeare. I risultati della stilistica computazionale non suffragano né smentiscono queste ipotesi, ma dimostrerebbero un significativo intervento di Christopher Marlowe, tanto che nella nuova edizione Oxford (2016) il suo nome compare come coautore del testo, insieme a quello di Thomas Nashe e a quello di un altro drammaturgo ancora non identificato con sicurezza: Nashe avrebbe composto l’intero atto I, mentre Marlowe avrebbe scritto V, 4-5 e le scene negli atti II-V che hanno per protagonista la Pulzella (effettivamente il suo linguaggio, le sue umili origini, i suoi dubbi rapporti con la magia nera ricordano le caratteristiche tipiche di alcuni celebri eroi marloviani). Shakespeare sarebbe intervenuto solo in seguito, aggiungendo le scene II, 4, IV, 2 e parti di IV, 3-5 e, probabilmente, rivedendo e adattando l’intero testo intorno al 1594-95. La tradizionale suddivisione in scene e atti viene riproposta nell’edizione Oxford con molti aggiustamenti, dovuti al fatto che il testo di F si basa probabilmente su una bozza non utilizzata per la messa in scena e con molte incongruenze. Diversi personaggi, per esempio, sono indicati in modo diverso (Charles/Dauphin/Dolphin, Joan/Pucelle, Pole/Suffolk, Reyneir/Reynold/Reigneir/Reigneir e molte didascalie sono imprecise o mancanti. Si tratta comunque di problemi squisitamente editoriali per i quali si rimanda al Textual Companion. Fonti Come già ricordato nell’introduzione a 2 Enrico VI, tutta la trilogia si basa sostanzialmente sui fatti narrati nelle cronache di Edward Hall (1548 e 1550) e di Raphael Holinshed (1577 e 1587). Tali fonti storiche sono seguite con grande libertà, talvolta mescolate con interpolazioni e 556
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NOTA INTRODUTTIVA
notevoli compressioni temporali e/o geografiche funzionali alla messa in scena degli eventi. Altri materiali o spunti provengono da altre opere di carattere storico, come The New Chronicles of England and France (1516) di Robert Fabyan; le Cronache del francese Jean Froissart (tradotte in inglese da John Bourchier, lord Berners, 1523-1525); A Chronicle at Large di Richard Grafton (1569); le Chronicles of England di John Stow (1580). Vi sono, inoltre, riferimenti ai classici della storiografia, come le Vite di Plutarco (che erano state tradotte nel 1579 da Thomas North) o a opere letterarie contemporanee, come la Faerie Queene di Edmund Spenser (1589). La vicenda Nell’abbazia di Westminster si svolgono i funerali di Enrico V, compianto dal duca di Bedford, reggente di Francia, il duca di Gloucester, protettore del regno, e l’ambizioso vescovo di Winchester. La cerimonia è interrotta dall’arrivo di tre messaggeri, che portano cattive notizie dalla Francia. Bedford decide di partire subito per la Francia. (I,1). Nei pressi di Orléans, i francesi vogliono costringere gli inglesi a togliere l’assedio dalla città (I, 2), ma vengono respinti subendo forti perdite. Sopraggiunge il Bastardo d’Orléans che accompagna Giovanna, una giovane contadina cui una visione celeste ha dato l’incarico di scacciare gli inglesi. Carlo, il Delfino di Francia, pur impressionato dalla fanciulla e dal racconto della sua vocazione, decide di mettere alla prova Giovanna duellando con lei ma viene sconfitto. Convintosi delle doti della Pulzella si affida a lei e decide di continuare a combattere gli inglesi (I, 3). A Londra, intanto, uno scontro tra gli uomini del duca di Gloucester e quelli del vescovo di Winchester viene sedato solo grazie all’intervento dello sceriffo di Londra (I, 4). A Orléans, il capo cannoniere della città chiede al figlio di sorvegliare una torre dalla quale gli inglesi controllano i movimenti dei francesi (I, 5). Nel campo inglese, Salisbury accoglie gioioso lord Talbot, liberato grazie a uno scambio di prigionieri, che racconta la dura prigionia cui è stato sottoposto. Decisi a vendicarsi, Salisbury e Talbot salgono sulla torre per osservare le difese francesi, ma una scarica di cannone ferisce mortalmente Salisbury, che viene ricondotto alla sua tenda mentre giunge notizia dell’arrivo di un esercito francese per liberare Orléans (I, 6). Durante i combattimenti intorno a Orléans, Talbot incontra Giovanna e si batte con lei; i francesi hanno la meglio ed entrano in città, nonostante gli inglesi tentino di reagire (I, 7). 557
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1 ENRICO VI
I francesi decidono di festeggiare la vittoria mentre Carlo tesse le lodi di Giovanna (I, 8). Di notte, un piccolo drappello inglese guidato da Talbot riesce a trovare una breccia e a fare un’irruzione nella città, cogliendo di sorpresa i soldati di guardia. I francesi si danno alla fuga precipitosamente (II, 1). Mentre si accinge a celebrare le esequie di Salisbury, Talbot riceve un invito da parte della contessa d’Alvernia. Egli accetta di farle visita ma subodora un inganno (II, 2). La contessa d’Alvernia, molto stupita e delusa dall’aspetto di Talbot, lo dichiara suo prigioniero rivelandogli che l’invito era solo un pretesto per catturarlo. A un segnale di Talbot, però, i soldati inglesi che lo accompagnano irrompono nel castello e Talbot stesso spiega alla contessa che la sua fama di valoroso combattente è dovuta al valore dei suoi soldati. La contessa, ammirata per la scaltrezza e la modestia di Talbot, si scusa e ospita il nobile inglese (II, 3). In un roseto nel giardino del Temple Garden a Londra si svolge un’accesa diatriba tra Riccardo Plantageneto e il duca di Somerset. Poiché gli altri presenti si rifiutano di dirimere la questione, Riccardo coglie una rosa bianca e invita a fare lo stesso tutti coloro che riconoscono le sue ragioni. Somerset, a sua volta, coglie una rosa rossa chiedendo ai suoi sostenitori di fare altrettanto. Tra gli altri, Warwick coglie una rosa bianca e Suffolk una rossa; le fazioni decidono di indossare i fiori dei rispettivi colori come segno distintivo da allora in avanti (II, 4). Alla Torre di Londra, Riccardo Plantageneto fa visita al morente Edmund Mortimer, suo parente, che vi è tenuto prigioniero da molti anni. Su richiesta di Riccardo, Mortimer illustra gli eventi che hanno portato i Lancaster alla corona e lui stesso alla detenzione (II, 5). Durante la riunione del Parlamento a Londra, il duca di Gloucester e il vescovo di Winchester si scambiano accuse e insulti. Dopo una temporanea e precaria tregua delle ostilità tra le due fazioni, Warwick presenta al re una richiesta perché vengano reintegrati i titoli e le proprietà di Riccardo Plantageneto. Enrico VI acconsente, nominando Riccardo duca di York (III, 1). A Rouen, intanto, Giovanna insieme ad alcuni soldati francesi si traveste da mercante ed entra nella città (III,2), poi dà il segnale convenuto al resto dell’esercito francese per l’assalto (III, 3). Talbot comprende che l’azione è frutto di uno stratagemma di Giovanna e promette di vendicarsi (III, 4). I francesi sulle mura di Rouen scherniscono gli inglesi, che giurano di riprendere la città. Durante gli scontri che seguono il vigliacco lord Fastolf fugge temendo una nuova sconfitta inglese, ma in 558
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realtà sono i francesi a soccombere e a fuggire (III, 5). Talbot e il duca di Borgogna commentano la vittoria e fanno celebrare le esequie del duca di Bedford morto da poco (III, 6). Dopo la sconfitta, Giovanna suggerisce di parlamentare con il duca di Borgogna per convincerlo a rompere la sua alleanza con gli inglesi. A seguito del colloquio con Giovanna, il duca abbandona gli inglesi (III, 7). Nel palazzo reale di Parigi, Enrico VI onora Talbot nominandolo conte di Shrewsbury. Due seguaci di Somerset e York decidono di battersi a duello per risolvere la loro diatriba (III, 8). Dopo l’incoronazione di Enrico VI giunge la notizia della defezione del duca di Borgogna e Talbot viene incaricato di punirlo. Entrano i due seguaci di Somerset e York che chiedono di poter combattere in duello; la loro lite è portata avanti dai due nobili, finché Enrico chiede a tutti di cessare le ostilità: egli nomina il duca di York nuovo reggente di Francia ed esorta Somerset a unire le sue truppe a quelle di York (IV, 1). Davanti alle mura di Bordeaux, Talbot invita i francesi alla resa, ma scopre di essere accerchiato dalle forze nemiche che stanno giungendo a sostegno della città (IV, 2). Il duca di York viene informato del fatto che Talbot ha bisogno di rinforzi. York, però, si dice impossibilitato a inviare truppe perché Somerset non gli ha inviato i soldati promessi (IV, 3). Avvertito a sua volta, Somerset accusa York di non avergli chiesto le truppe da inviare a Talbot (IV, 4). Nel campo di battaglia davanti a Bordeaux giunge il figlio di Talbot: il padre lo invita a mettersi in salvo ma lui decide di restare a combattere (IV, 5). Durante gli scontri Talbot salva il figlio dai nemici e lo invita nuovamente a fuggire ma il figlio rifiuta ancora (IV, 6). Talbot, ferito, chiede notizie del figlio e, visto il suo cadavere, chiede che gli venga deposto tra le braccia, prima di morire a sua volta (IV, 7). Su invito del papa e dell’imperatore, re Enrico è spinto da Gloucester a concludere una pace con la Francia; il duca propone anche un matrimonio con una nobile francese per rendere più saldo l’accordo (V, 1). Intanto in Francia le forze inglesi si sono unite e si preparano a combattere il Delfino e Giovanna (V, 2). A seguito dei combattimenti l’esercito francese è in rotta; Giovanna invoca l’aiuto di demoni infernali, i quali però restano muti (V, 3) e durante gli scontri successivi viene catturata (V, 4). Nello stesso campo di battaglia, il conte di Suffolk entra tenendo per mano una prigioniera, che scopre essere Margherita, figlia di René d’Angiò. Innamoratosene a prima vista, pur di non perderla, egli decide di proporla come sposa per Enrico VI e si 559
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accorda in tal senso con il padre di lei ottenendo il benestare alle nozze (V, 5). Nell’accampamento del duca di York Giovanna, prigioniera, rifiuta di riconoscere il padre, un umile pastore, affermando di essere nobile di nascita. Mentre è condotta al rogo cerca di salvarsi affermando di essere incinta ma, non creduta, è condotta al supplizio. Giunge intanto notizia che il re ha ordinato la fine delle ostilità con i francesi: il duca di York, a malincuore, accetta e definisce con il Delfino gli accordi di pace (V, 6). A Londra re Enrico, rimasto impressionato dalla descrizione di Margherita fatta da Suffolk, decide di prenderla in sposa. Gloucester ed Exeter cercano di dissuaderlo ma il re non desiste e dà mandato a Suffolk di combinare il matrimonio (V, 7). Problematica e prospettiva critica Se le tre parti dell’Enrico VI hanno indubbi legami che ne permettono una lettura unitaria anche dal punto di vista della coerenza drammatica, tuttavia è ormai assodato che la sequenza dei tre drammi presentata nel Folio è puramente strumentale. Così, se i classici studi di impostazione storicistica di E. M. W. Tillyard (1944), L. B. Campbell (1947) o A. S. Cairncross (1962) proponevano un’interpretazione delle histories come categoria immaginativa coerente, una sorta di sequenza epica provvidenzialistica scritta da uno Shakespeare organico alla monarchia Tudor e cantore dell’ordine cosmico, il dibattito più recente si concentra sulle capacità del teatro di allontanarsi dai modelli assai più schematici e prevedibili del dramma storico, che prevalevano nella seconda metà del ’500, per presentare le tensioni, gli strappi e le accelerazioni della storia nei loro effetti incontrollabili a livello individuale e collettivo. Se la storia, come sostiene David Kastan (2001), era divenuta ampiamente e spettacolarmente disponibile per gli elisabettiani attraverso opere didascaliche come gli Acts and Monuments di John Foxe (1563 e 1570), 1 Enrico VI la presenta in modo più problematico, mostrando, più delle parti successive, un carattere nervoso, disomogeneo e non concluso, essendo chiaramente proiettato verso gli sviluppi futuri delle azioni presentate nel dramma. Il senso di generale disordine e il conseguente crollo degli ideali eroici del passato è sempre stato sottolineato dai critici: il classico studio di R. S. Berman (1962) si concentrava, per esempio, sulla distruzione delle relazioni tra padri e figli, re e sudditi in concomitanza con la debolezza della monarchia, mentre David Riggs (1971) e più recentemente Michael 560
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Harrawood (2003) hanno sottolineato il progressivo indebolimento nel dramma della retorica epico-mitologica, dovuto all’imporsi di nuovi ideali, nuovi paradigmi storico-politici e personaggi tutt’altro che eroici. Da questo punto di vista la figura di Talbot è emblematica: tradizionalmente il suo personaggio è stato esaltato come il personaggio più nobile del dramma, ammirato e temuto anche dai nemici, coraggioso, sprezzante verso i codardi, leale verso il sovrano, magnanimo con la contessa d’Alvernia, eroico anche in punto di morte. Eppure, ironicamente, questo eroe esemplare più volte non viene riconosciuto: il messaggero che lo invita per conto della contessa d’Alvernia deve farselo indicare (II, 2) e la contessa stessa è profondamente delusa nel vederlo (II, 3). Anche re Enrico, che sta per nominarlo conte di Shrewsbury (III, 8, 13-15), deve chiedere conferma della sua identità, a dimostrazione non solo del fatto che l’apparenza inganna, ma anche che in fondo il suo è un personaggio che può solo vivere nel mondo del mito e della fama postuma. Proprio coloro che dovrebbero garantire la continuità dei valori del passato, i nobili, sono la causa della sua morte: il dramma enfatizza la loro responsabilità non solo amplificando le fonti storiche (che accennavano all’episodio solo marginalmente) ma caratterizzando anche stilisticamente le scene finali dell’atto IV impiegando, in modo assolutamente insolito, l’heroic couplet (un distico a rima baciata). In nessun altro dramma shakespeariano questa forma metrica è impiegata in una situazione tragica e, sebbene oggi suoni decisamente retorica – Roger Warren (1978) ritiene i distici così banali da escludere una loro paternità shakespeariana – coinvolgeva emotivamente il pubblico elisabettiano, rimarcando la separazione di Talbot da tutti gli altri personaggi ma anche da una realtà che non sa più decifrare e che lo lascia completamente sconcertato (I, 7, 19-20). La sua figura diventa, così, tragicamente ironica: nessuno è davvero interessato a lui se non per le sue prodezze militari e i valori come coraggio, onestà e onore che sono la sua ragione di vita non trovano riscontro in un mondo che non obbedisce più al codice d’onore cavalleresco. La scena iniziale, con il funerale e l’iperbolica commemorazione di Enrico V seguita dai litigi tra i nobili inglesi, ben riassume questa irrimediabile frattura che si è creata tra la solidità delle genealogie aristocratiche, dei valori feudali, dei modelli di virtù da emulare e il nuovo universo machiavellico travolgente nei suoi inesorabili meccanismi che svuotano la portata etica e la dimensione provvidenzialistica dell’agire umano, come ha 561
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evidenziato Phyllis Rackin (1990). Persino le regole della guerra appaiono sconvolte: il valoroso Salisbury viene ucciso da un ragazzo grazie a un fortunato colpo di cannone (I, 6); una fanciulla tiene testa al Delfino (I, 3) o al terrore dei francesi, Talbot (I, 7, 20); i soldati si dimostrano vigliacchi (come Fastolf in III, 5) o voltagabbana (come il duca di Borgogna in III, 7). Anche la progressione della vicenda appare bloccata, quasi ripetitiva e senza alcun esito reale: assedianti e assediati si scambiano i ruoli; le differenze tra i due schieramenti sono effimere e persino i luoghi sembrano interscambiabili, presentando nomi diversi (Orléans, Rouen e Bordeaux; Londra e Parigi) ma situazioni identiche; i due eserciti appaiono divisi al loro interno e incapaci persino di definire chiaramente il nemico – gli inglesi, per esempio, sono sia Orlandi e Olivieri sia una marmaglia scheletrita e irragionevole di soldatini a molla in I, 3, 8-23; a loro volta i francesi sono mostrati e descritti come il lato oscuro degli inglesi, incarnazioni di un’alterità culturale che, hanno notato Marilyn French (1981) e Phillys Rackin (1990), si concretizza nella loro natura femminea e mutevole –; nella stessa giornata si perde e si riconquista una città (III, 6) perché la vittoria arride ora a un esercito ora all’altro in una lunga serie di scontri militari mai risolutivi, che culminano nella tregua finale, dove nulla appare realmente cambiato. Questo quadro di diffusa incertezza ha evidenti ripercussioni a livello politico, con un vuoto di potere in cui tutti rivendicano la supremazia, da Mortimer e Riccardo Plantageneto (II, 5) al Delfino (V, 6, 138-146) fino a Suffolk (V, 7, 103-108). Anche i ceti inferiori sono coinvolti da questa situazione e, pur non avendo la stessa rilevanza che acquistano per esempio in 2 Enrico VI, gli emarginati e gli esclusi fungono da ironico contraltare e specchio deformante delle vicende degli aristocratici: i domestici di Gloucester e di Winchester si azzuffano ripetutamente e inutilmente (I, 4 e III, 1), nonostante gli appelli delle autorità cittadine; le sentinelle francesi di Orléans denunciano l’ingiustizia di essere costrette a vegliare al buio, al freddo e sotto la pioggia mentre gli altri dormono (II, 1); Vernon e Bassett imitano i comportamenti litigiosi di York e Somerset (III, 8 e IV, 1), diventandone l’involontaria parodia. Non si tratta, in questi casi, di semplice, sorridente ironia, ma di una critica amara e cupa che riguarda un malessere più profondo, che investe l’intero individuo nel suo inane rapportarsi con l’ineluttabile tirannia della realtà sociale e storica (Holderness, 1992). 562
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Anche a livello epistemologico, la realtà appare sempre più incomprensibile e non stupisce che sia proprio un personaggio come la contessa d’Alvernia, che ha organizzato il tranello per catturare Talbot, a rimanere a sua volta ingannata, rivelando tutta la propria perplessità di fronte a una realtà contraddittoria (II, 3, 59). La reazione più diffusa di fronte a tale illeggibilità è il ricorso a categorie irrazionali o trascendenti: la Pulzella è un diavolo o la madre di un diavolo (I, 7, 5), una strega dedita a magia nera (II, 1, 15-25), un vile demonio (III, 5, 5); a sua volta Talbot è un diavolo in armi (I, 1, 125), un demonio uscito dall’inferno oppure è favorito da Dio (II, 1, 47-8). Le sconfitte militari sono sempre provocate dalla magia, mai dalla propria inabilità o dal valore del nemico. Questa sensazione di instabilità dei segni investe, naturalmente, anche la dimensione linguistica. Il linguaggio appare ormai insufficiente (I, 1, 15), sconcertante (I, 3, 72), oppure vuoto come un esercizio retorico (non a caso il testo presenta una insolita densità di termini di origine latina), poiché esso viene ormai utilizzato per insultare e screditare l’avversario politico, altrimenti deve cedere il passo al silenzio: nell’emblematica scena al Temple Garden (II, 4, 26) il pensiero può esprimersi solo attraverso “segni muti”; nel machiavellico mondo della politica bisogna tacere per prudenza (II, 5, 101); i formalismi (ad esempio nel modo di rivolgersi al re) appaiono ormai superflui come le gerarchie che dovrebbero indicare, anche se da alcuni ritenuti ancora doverosi (IV, 1, 51); persino i roboanti titoli nobiliari appaiono privi di senso e anche di referente (come sottolineato dalle sferzanti parole di Giovanna in IV, 7, 72-76). Al linguaggio è sempre più preclusa la possibilità di essere usato come strumento affidabile di descrizione del mondo: ormai, e lo dimostrerà il tragico epilogo della vicenda della Pulzella, verità e menzogna sono indistinguibili e comunque sortiscono entrambe effetti esiziali per l’individuo. Il progressivo svuotamento delle gerarchie simboliche e delle categorie ermeneutiche a tutti i livelli, l’imprevedibilità degli eventi, le debolezze interiori degli esseri umani ormai in preda a incontrollate passioni e ambizioni, hanno il loro elemento catalizzatore nelle figure femminili, la cui presenza e importanza nel dramma è più evidente rispetto alle altre due parti della trilogia. La sovversione provocata dai personaggi femminili è dirompente perché l’universo maschile si rivela assolutamente incapace e impreparato ad accettarlo, e se il duca di Alençon si rifugia nella rassicurante pratica dell’allusione volgare, affermando che 563
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le donne sono brave a sedurre con la lingua (I, 3, 102), Suffolk è costretto a riconoscere stupito la propria insicurezza di fronte a Margherita, ammettendo che la bellezza femminile è tale da confondere la lingua e turbare i sensi (V, 5, 25-27). In particolare è la Pulzella ad apparire fin dalla sua comparsa una presenza inquietante che, con la sua indecidibilità sessuale di donna castratrice, vergine, prostituta, Amazzone pare in grado di vincere la battaglia finale tra i due sessi (Hodgdon, 1991). Come le sue strategie militari, sempre diverse e improvvisate, spiazzano gli avversari, così la sua figura risulta impossibile da codificare secondo i canoni vigenti. Ella è odiata perché, come scrive Marilyn Williamson (1987), incarna le paure profonde degli uomini e, quando la sua parabola terminerà con l’arresto e la condanna al rogo (V, 4), il testo mostrerà il simbolico passaggio del testimone tra la Pulzella e Margherita d’Angiò, che comparirà per la prima volta nella scena immediatamente successiva (V, 5) e che in 2 Enrico VI e 3 Enrico VI diventerà portatrice di analoghe istanze in opposizione al tessuto sociale e simbolico della corte inglese. Se Giovanna mina le basi stesse del sistema patriarcale sovvertendone il modello di scrittura della storia (Rackin, 1990), a loro volta i protagonisti maschili, abbarbicati alle categorie e alle mitologie di quello stesso ordine patriarcale, non perdono occasione per screditare e insultare la donna che infrange i “naturali” ruoli sociali e si presenta come volitiva e mascolina. Talbot è forse il personaggio che più rivela la sua incapacità di cogliere i mutamenti della storia e delle situazioni, ed esprime esplicitamente il proprio disagio nei confronti della Pulzella ricorrendo alle consuete etichette ingiuriose per definirla (strega, prostituta). Di fatto, però, tutti, anche i francesi, hanno il medesimo atteggiamento, utilizzando sempre un linguaggio sessualmente allusivo per descrivere le azioni di Giovanna (fin dal primo incontro con il Delfino in I, 3). Fintanto che li guida a sorprendenti vittorie, la Pulzella è esaltata come creatura divina e santa profetessa (I, 8, 4-10), salvo essere subito dopo accusata per la sconfitta (II, 1, 51-54). Così, se per gli inglesi ella è sempre e soltanto un nemico, una falsa profetessa che incita gli uomini all’idolatria (Tricomi, 2001), per i francesi è paradossalmente un fastidioso elemento interno, che dà loro speranza e guida l’esercito ma che, in fondo, si aspetta al varco per poterla denigrare e condannare non appena possibile. Sia i francesi sia gli inglesi, insomma, non sono in grado di adattarsi alla “infinita 564
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varietà” della Pulzella; alla sua duttilità retorica, in grado di convincere e commuovere ma anche di rispondere a tono alle oscenità maschili; alla sua seduttività linguistica, che dimostra di saper utilizzare a seconda delle circostanze, ora per esortare (I, 3,105-118), ora per individuare onestamente le vere cause della sconfitta (II, 1, 55-60), ora per deridere (III, 5, 1-23), ora per rincuorare (III, 7, 1-20), ora per convincere (III, 7, 41-77). Lei stessa è ambigua e mostrata in modo schizofrenico: si presenta al Delfino raccontandogli le sue umili origini (I, 51-71) ma dopo la sua cattura rifiuta di riconoscere il padre e dichiara di essere di nascita nobile (V, 6, 7-53); rassicura rifiutando la superstizione del duca di Borgogna (V, 2, 16-20), ma invoca i demoni nella scena successiva (V, 3). Il disagio ispirato dalla Pulzella e le sue discontinuità e incongruenze, tuttavia, hanno una portata che trascende il mero rapporto tra il maschile e il femminile per investire addirittura la sacrale figura della regina Elisabetta I. Dando a Giovanna il titolo di figlia di Astrea, dea della giustizia (I, 8, 4), il Delfino menziona una figura mitologica che era spesso associata alla grande regina Tudor, tanto che G. B. Jackson (1988) ha analizzato tutta una serie di somiglianze e differenze tra Giovanna ed Elisabetta. Proprio permettendo il parallelismo tra queste due eccezionali figure femminili, il dramma affronta il delicato aspetto ideologico legato alla figura della virago e contiene un elemento di dirompente critica all’autorità, alludendo, pur in modo indiretto, all’irrisolta contraddittorietà della leggenda storica e a tutta una serie di dissensi e critiche che, come ha dimostrato Julia Walker (1998) investivano la vita, il regno e le rappresentazioni di Elisabetta. La meteorica, eversiva figura della Pulzella introduce insomma un elemento di rottura che mette a repentaglio l’ordine sociale, le convenzioni e le gerarchie a ogni livello e, insieme alle altre figure femminili del dramma, pur in forme diverse e con esiti diversi, fa emergere prepotentemente insospettabili e angosciosi dubbi nell’identità maschile. Presentandosi come antagoniste degli uomini e al tempo stesso come oggetti della loro brama, esse evidenziano, insomma, il nesso tra potere e desiderio che, di fatto, è il grande tema che percorre l’intera trilogia di Enrico VI. La fortuna sulle scene e sullo schermo Stando alla già citata testimonianza di Nashe, il dramma ebbe un enorme successo di pubblico, come confermato anche dagli stessi testi shake565
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speariani, sebbene si tratti chiaramente di un giudizio di parte: il Coro finale di Enrico V allude alle vicende del regno di Enrico VI che “molte volte il nostro palco ha messo in scena.” (Epilogo, v. 13). Poco si sa delle messe in scena successive, anche perché nei secoli la trilogia di Enrico VI è stata quasi sempre allestita come spettacolo unico, nel quale venivano fatte confluire alcune parti dei tre drammi (e, nella selezione, la prima parte è sempre stata la più mutilata). Per una panoramica più completa, anche delle trasposizioni cinematografiche e televisive, si rimanda alla nota introduttiva a 2 Enrico VI, al volume di Robert Shaughnessy (1994) e a quello di Stuart Hampton-Reeves e Carol Chillington Rutter (2006). L’edizione tascabile Oxford curata da Michael Taylor (2003) offre un dettagliato resoconto delle rappresentazioni moderne riportando anche nelle note di commento riferimenti alle varie messe in scena.
DANIELE BORGOGNI
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1 ENRICO VI
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NOTA INTRODUTTIVA
roical Histories: Henry VI and Its Literary Tradition, Cambridge (Mass.), Harvard U. P., 1971; K. SCHWARZ, Tough Love: Amazon Encounters in the English Renaissance, Durham (NC), Duke U. P., 2000; N. SHAHEEN, Biblical References in Shakespeare’s History Plays, Newark, U. of Delaware Press, 1989; R. SHAUGHNESSY, Representing Shakespeare: England, History and the RSC, Hemel Hempstead: Harvester, 1994; G. TAYLOR, “Shakespeare and Others: The Authorship of Henry the Sixth, Part One”, Medieval and Renaissance Drama in England 7 (1995), pp. 145-205; L. TENNENHOUSE, Power on Display: The Politics of Shakespeare’s Genres, London, Routledge, 1986; E. M. W. TILLYARD, Shakespeare’s History Plays, London, Chatto and Windus, 1944; A. TRICOMI, “Joan la Pucelle and the Inverted Saints Play in 1 Henry VI”, Renaissance and Reformation 25 (2001), pp. 5-31; B. VICKERS, ‘Thomas Kyd, Secret Sharer’, Times Literary Supplement, 18 April 2008, pp. 13–15; J. WALKER (cur.) Dissing Elizabeth: Negative Representations of Gloriana, Durham, Duke U. P., 1998; M. WARNER, Joan of Arc: The Image of Female Heroism, London, Weidenfeld & Nicolson, 1981; R. WARREN, “Comedies and Histories at Two Stratfords, 1977”, Shakespeare Survey 31 (1978), pp. 145-155; R. WARREN, “‘Contrarieties Agree’: An Aspect of Dramatic Technique in Henry VI”, Shakespeare Survey 37 (1984), pp. 75-83; D. G. WATSON, Shakespeare’s Early History Plays. Politics at Play on the Elizabethan Stage, London 1989; M. L. WILLIAMSON, “‘When Men are Rul’d by Women’: Shakespeare’s First Tetralogy”, Shakespeare Studies 19 (1987), pp. 41-60.
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THE FIRST PART OF HENRY VI THE PERSONS OF THE PLAY
The English KING Henry VI Duke of GLOUCESTER, Lord Protector, uncle of King Henry Duke of BEDFORD, Regent of France Duke of EXETER Bishop of WINCHESTER (later Cardinal), uncle of King Henry Duke of SOMERSET RICHARD PLANTAGENET, later DUKE OF YORK, and Regent of France Earl of WARWICK Earl of SALISBURY Earl of SUFFOLK Lord TALBOT JOHN Talbot Edmund MORTIMER Sir William GLASDALE Sir Thomas GARGRAVE Sir John FASTOLF Sir William LUCY WOODVILLE, Lieutenant of the Tower of London MAYOR of London VERNON
BASSET A LAWYER A LEGATE Messengers, warders and keepers of the Tower of London, servingmen, officers, captains, soldiers, herald, watch The French CHARLES, Dauphin of France RENÉ, Duke of Anjou, King of Naples MARGARET, his daughter Duke of ALENÇON BASTARD of Orléans Duke of BURGUNDY, uncle of King Henry GENERAL of the French garrison at Bordeaux COUNTESS of Auvergne MASTER GUNNER of Orléans A BOY, his son JOAN la Pucelle A SHEPHERD, father of Joan Porter, French sergeant, French sentinels, French scout, French herald, the Governor of Paris, fiends, and soldiers
SIGLE Il testo di riferimento di 1 Enrico VI è quello dell’in-folio del 1623 (F), che tuttavia contiene cospicue incongruenze per quanto riguarda le didascalie o l’indicazione dei personaggi. Si segnalano qui di seguito le varianti principali che interessano la traduzione, trascurando le irrilevanti modifiche presenti nelle successive ristampe, ciò che può ritenersi errore evidente o svista di composizione, nonché le varie didascalie di regia (più volte rivedute) e le indicazioni di carattere puramente esplicativo inserite nell’edizione Oxford. Le varianti di maggiore interesse dal punto di vista interpretativo sono segnalate nelle note di commento.
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ENRICO VI, PRIMA PARTE (1 ENRICO VI) PERSONAGGI
Gli inglesi RE ENRICO VI Duca di GLOUCESTER, lord protettore, zio di re Enrico Duca di BEDFORD, reggente di Francia Duca di EXETER Vescovo di WINCHESTER (poi cardinale), zio di re Enrico Duca di SOMERSET RICCARDO PLANTAGENETO, poi DUCA DI YORK, e reggente di Francia Conte di WARWICK Conte di SALISBURY Conte di SUFFOLK Lord TALBOT JOHN Talbot Edmund MORTIMER Sir William GLASDALE Sir Thomas GARGRAVE Sir John FASTOLF Sir William LUCY WOODVILLE, luogotenente della Torre di Londra SINDACO di Londra VERNON
BASSET Un AVVOCATO Un LEGATO pontificio Messaggeri, guardiani e carcerieri della Torre di Londra, servi, ufficiali, capitani, soldati, un araldo, una guardia I francesi CARLO il Delfi no di Francia RENÉ, duca d’Angiò, re di Napoli Margherita, sua figlia Duca di ALENÇON BASTARDO d’Orléans Duca di BORGOGNA, zio di re Enrico GENERALE della guarnigione francese a Bordeaux CONTESSA d’Alvernia CAPO CANNONIERE di Orléans Un RAGAZZO, suo figlio GIOVANNA la Pulzella Un PASTORE, padre di Giovanna Una guardia, un sergente, sentinelle, un esploratore, un araldo, il governatore di Parigi, demoni e soldati
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
1.1
Dead march. Enter the funeral of King Henry the Fifth, attended on by the Duke of Bedford (Regent of France), the Duke of Gloucester (Protector), the Duke of Exeter, the Earl of Warwick, the Bishop of Winchester, and the Duke of Somerset
BEDFORD
Hung be the heavens with black! Yield, day, to night! Comets, importing change of times and states, Brandish your crystal tresses in the sky, And with them scourge the bad revolting stars That have consented unto Henry’s death — King Henry the Fifth, too famous to live long. England ne’er lost a king of so much worth.
5
GLOUCESTER
England ne’er had a king until his time. Virtue he had, deserving to command. His brandished sword did blind men with his beams. His arms spread wider than a dragon’s wings. His sparkling eyes, replete with wrathful fire, More dazzled and drove back his enemies Than midday sun, fierce bent against their faces. What should I say? His deeds exceed all speech. He ne’er lift up his hand but conquerèd.
11
15
EXETER
We mourn in black; why mourn we not in blood? Henry is dead, and never shall revive. Upon a wooden coffin we attend, And death’s dishonourable victory We with our stately presence glorify, Like captives bound to a triumphant car. What, shall we curse the planets of mishap, That plotted thus our glory’s overthrow? Or shall we think the subtle-wilted French Conjurers and sorcerers, that, afraid of him, By magic verses have contrived his end?
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
I, 1
Marcia funebre. Entra il corteo funebre di re Enrico V, seguito dal duca di Bedford (reggente di Francia), il duca di Gloucester (lord protettore), il duca di Exeter, il conte di Warwick, il vescovo di Winchester, e il duca di Somerset1
BEDFORD2
Paratevi a lutto, o cieli!3 Giorno, cedi il passo alla notte! Comete, che annunciate il mutare dei tempi e degli stati, brandite le vostre chiome cristalline nei cieli per sferzare le inique stelle ribelli, che hanno procurato la morte di Enrico4 – re Enrico quinto, troppo famoso per vivere a lungo. L’Inghilterra non ha mai perduto un sovrano così degno. GLOUCESTER 5
L’Inghilterra non ha mai avuto re prima. Meritava il comando per le sue virtù. La sua spada brandita accecava gli uomini coi suoi bagliori. Le sue braccia si stendevano ampie più delle ali di un drago. I suoi occhi sfolgoranti colmi d’ardente ira abbacinavano e respingevano i nemici più del sole meridiano. Che posso dire? Le sue gesta superano qualunque parola. Non ha mai alzato la mano senza vincere. EXETER 6
Lo piangiamo nel lutto, perché non nel sangue?7 Enrico è morto e mai rivivrà. Noi seguiamo una bara di legno, esaltando con la nostra presenza la meschina vittoria della morte, come prigionieri incatenati a un carro trionfale. Malediremo dunque i pianeti ostili che hanno ordito il crollo della nostra gloria? O riterremo i subdoli francesi dei maghi e negromanti che, temendolo, ne hanno causato la morte con formule magiche?
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
WINCHESTER
He was a king blest of the King of Kings. Unto the French, the dreadful judgement day So dreadful will not be as was his sight. The battles of the Lord of Hosts he fought. The Church’s prayers made him so prosperous.
30
GLOUCESTER
The Church? Where is it? Had not churchmen prayed, His thread of life had not so soon decayed. None do you like but an effeminate prince, Whom like a schoolboy you may overawe.
35
WINCHESTER
Gloucester, whate’er we like, thou art Protector, And lookest to command the Prince and realm. Thy wife is proud: she holdeth thee in awe, More than God or religious churchmen may.
40
GLOUCESTER
Name not religion, for thou lov’st the flesh, And ne’er throughout the year to church thou go’st, Except it be to pray against thy foes. BEDFORD
Cease, cease these jars, and rest your minds in peace. Let’s to the altar. Heralds, wait on us.
45
[Exeunt Warwick, Somerset, and heralds with coffin] Instead of gold, we’ll offer up our arms — Since arms avail not, now that Henry’s dead. Posterity, await for wretched years, When, at their mothers’ moistened eyes, babes shall suck, Our isle be made a marish of salt tears,1 And none but women left to wail the dead. Henry the Fifth, thy ghost I invocate:
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50. Marish: nourish = nutrimento. 574
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
WINCHESTER 8
Era un re benedetto dal Re dei re. Per i francesi il giorno del giudizio non sarà così tremendo come la sua vista. Combatteva le battaglie del Signore degli eserciti9. Le preghiere della chiesa lo hanno reso così vittorioso. GLOUCESTER
La chiesa? E dove? Se i preti non avessero pregato10, il filo della sua vita non si sarebbe esaurito così presto11. A voi piace soltanto un sovrano debole da tenere in soggezione come uno scolaro. WINCHESTER
Gloucester, che ci piaccia o no sei lord protettore, e fremi per governare il principe e il regno. Tua moglie è superba: ti tiene in soggezione più che Dio o i prelati religiosi. GLOUCESTER
Non parlare di religione, tu che ami la carne e non vai mai in chiesa se non per pregare contro i tuoi nemici. BEDFORD
Basta, basta con questi dissidi, rappacificate i vostri animi. Andiamo all’altare. Araldi, seguiteci. [Escono Warwick, Somerset, e gli araldi con la bara] Invece di oro, offriremo le nostre armi – poiché le armi non servono ora che Enrico è morto. Posteri, preparatevi ad anni di sventura, quando i neonati succhieranno da madri piangenti, quest’isola sarà una palude di lacrime amare e non resteranno che le donne a gemere sui morti. Enrico quinto, invoco il tuo spirito: rendi prospero
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
Prosper this realm; keep it from civil broils; Combat with adverse planets in the heavens. A far more glorious star thy soul will make Than Julius Caesar or bright —
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Enter a Messenger MESSENGER
My honourable lords, health to you all. Sad tidings bring I to you out of France, Of loss, of slaughter, and discomfiture. Guyenne, Compiègne, Rouen, Rheims, Orléans, Paris, Gisors, Poitiers are all quite lost.
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BEDFORD
What sayst thou, man, before dead Henry’s corpse? Speak softly, or the loss of those great towns Will make him burst his lead and rise from death. GLOUCESTER (to the Messenger) Is Paris lost? Is Rouen yielded up? If Henry were recalled to life again, These news would cause him once more yield the ghost. EXETER (to the Messenger) How were they lost? What treachery was used?
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MESSENGER
No treachery, but want of men and money. Amongst the soldiers this is mutterèd: That here you maintain several factions, And whilst a field should be dispatched and fought, You are disputing of your generals. One would have ling’ring wars, with little cost; Another would fly swift, but wanteth wings; A third thinks, without expense at all, By guileful fair words peace may be obtained. Awake, awake, English nobility! Let not sloth dim your honours new-begot. Cropped are the flower-de-luces in your arms; Of England’s coat, one half is cut away. [Exit]
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
questo regno, proteggilo dalle guerre civili, combatti nei cieli contro i pianeti avversi. La tua anima diverrà un astro più glorioso di Giulio Cesare12 o fulgido… Entra un messaggero MESSAGGERO
Salute a voi tutti, nobili signori. Porto dalla Francia cattive nuove, di perdite, massacri e sconfitte13. Guyenne, Compiègne, Rouen, Reims, Orléans, Parigi, Gisors, Poitiers: tutte perse14. BEDFORD
Che cosa dici mai davanti al cadavere di Enrico? Parla piano, o la perdita di quelle grandi città gli farà rompere i sigilli di piombo15 e risorgere dalla morte. GLOUCESTER (al Messaggero) Parigi perduta? E Rouen si è arresa? Se mai Enrico ritornasse in vita queste notizie gli farebbero esalare di nuovo l’ultimo respiro. EXETER (al Messaggero) Come sono state perse? Chi ha tradito? MESSAGGERO
Nessun tradimento, solo mancanza di uomini e denaro. Questo si mormora tra i soldati: che qui continuate a litigare16 e, mentre si dovrebbe subito scendere in campo e combattere, state a discutere di strategie17. Qualcuno vorrebbe una guerra lunga e con poca spesa; un altro vorrebbe farla al volo, ma non ha le ali18; un terzo pensa di ottenere la pace usando belle parole ingannevoli e senza spendere nulla. Su, svegliatevi, nobili d’Inghilterra! Non offuscate con l’inerzia il lustro degli onori appena vinti. I gigli nei vostri stemmi sono stati recisi; metà dello stemma d’Inghilterra è cancellato19. [Esce]
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
EXETER
Were our tears wanting to this funeral, These tidings would call forth her flowing tides. BEDFORD
Me they concern; Regent I am of France. Give me my steelèd coat. I’ll fight for France. Away with these disgraceful wailing robes!
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[He removes his mourning robe] Wounds will I lend the French, instead of eyes, To weep their intermissive miseries. Enter to them another Messenger with letters SECOND MESSENGER
Lords, view these letters, full of bad mischance. France is revolted from the English quite, Except some petty towns of no import. The Dauphin Charles is crownèd king in Rheims; The Bastard of Orléans with him is joined; René, Duke of Anjou, doth take his part; The Duke of Alençon flyeth to his side.
90
Exit
EXETER
The Dauphin crownèd King? All fly to him? O whither shall we fly from this reproach?
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GLOUCESTER
We will not fly, but to our enemies’ throats. Bedford, if thou be slack, I’ll fight it out. BEDFORD
Gloucester, why doubt’st thou of my forwardness? An army have I mustered in my thoughts, Wherewith already France is overrun.
100
Enter another Messenger THIRD MESSENGER
My gracious lords, to add to your laments, Wherewith you now bedew King Henry’s hearse, I must inform you of a dismal fight Betwixt the stout Lord Talbot and the French.
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
EXETER
Anche se ci mancassero le lacrime a questo funerale, queste notizie ne farebbero scorrere a fiotti. BEDFORD
Riguardano me anzitutto; io sono il reggente di Francia. Datemi la corazza. Combatterò per la Francia. Via questi indegni abiti luttuosi! [Si toglie la veste a lutto] Ai francesi darò ferite invece di occhi per piangere le loro sciagure, che hanno avuto solo una breve pausa. Entra un altro messaggero con delle lettere SECONDO MESSAGGERO
Signori, leggete queste lettere colme di sciagure. L’intera Francia si è ribellata agli inglesi, salvo qualche cittadina di poca importanza. Carlo il Delfino è stato incoronato re a Reims20; il Bastardo d’Orléans si è alleato con lui; René duca d’Angiò lo appoggia; il duca di Alençon si è schierato al suo fianco. EXETER
Il Delfino incoronato re? Tutti si uniscono a lui? E noi dove andremo per fuggire quest’onta? GLOUCESTER
Non andremo se non addosso ai nemici. Bedford, se non agisci tu, li debellerò io. BEDFORD
Perché dubiti della mia solerzia, Gloucester? Col pensiero ho già adunato un esercito che ormai ha sconfitto la Francia. Entra un altro messaggero TERZO MESSAGGERO
Miei nobili signori, per moltiplicare i lamenti che spargete sul feretro di re Enrico, devo informarvi di un terribile scontro fra il valoroso lord Talbot e i francesi.
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
WINCHESTER
What, wherein Talbot overcame — is’t so? THIRD MESSENGER
O no, wherein Lord Talbot was o’erthrown. The circumstance I’ll tell you more at large. The tenth of August last, this dreadful lord, Retiring from the siege of Orléans, Having full scarce six thousand in his troop, By three-and-twenty thousand of the French Was round encompassèd and set upon. No leisure had he to enrank his men. He wanted pikes to set before his archers — Instead whereof, sharp stakes plucked out of hedges They pitchèd in the ground confusèdly, To keep the horsemen off from breaking in. More than three hours the fight continuèd, Where valiant Talbot above human thought Enacted wonders with his sword and lance. Hundreds he sent to hell, and none durst stand him; Here, there, and everywhere, enraged he slew.2 The French exclaimed the devil was in arms: All the whole army stood agazed on him. His soldiers, spying his undaunted spirit, ‘A Talbot! A Talbot!’ cried out amain, And rushed into the bowels of the battle. Here had the conquest fully been sealed up, If Sir John Fastolf had not played the coward. He, being in the vanguard placed behind, With purpose to relieve and follow them, Cowardly fled, not having struck one stroke. Hence grew the general wrack and massacre. Enclosèd were they with their enemies. A base Walloon, to win the Dauphin’s grace,
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124. Slew: flew = fuggì. 580
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
WINCHESTER
In cui Talbot ha avuto la meglio, no? TERZO MESSAGGERO
No, in cui Talbot è stato vinto: ora vi racconto in dettaglio. Il dieci agosto scorso21 quest’uomo formidabile, che si ritirava dall’assedio di Orléans forte di neanche seimila uomini, è stato circondato e attaccato da ventitremila francesi. Non ha neppure avuto il tempo di schierare i suoi. Mancava la palizzata per coprire gli arcieri – al loro posto hanno piantato nel terreno alla rinfusa paletti strappati dalle siepi per frenare la cavalleria nemica. La battaglia è durata più di tre ore e l’eroico Talbot ha compiuto prodigi con spada e lancia. Ne ha mandati centinaia all’inferno e nessuno osava resistergli; colpiva furioso di qua, di là, dovunque. I francesi gridavano che il diavolo era in armi e l’intero esercito lo osservava esterrefatto. I suoi soldati, vedendo il suo spirito indomito, urlavano a gran voce ‘Per Talbot! Per Talbot!’, gettandosi nella mischia. Sarebbe stata una vittoria completa, se non fosse stato per la codardia di sir John Fastolf. Posto dietro l’avanguardia con l’incarico di darle il cambio e seguirla, è fuggito vigliaccamente, senza colpo ferire. Di qui il tracollo generale e il massacro. Si sono trovati circondati dai nemici. Un abietto vallone22, per guadagnarsi il favore del Delfino, con una
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 1
Thrust Talbot with a spear into the back — Whom all France, with their chief assembled strength, Durst not presume to look once in the face.
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BEDFORD
Is Talbot slain then? I will slay myself,3 For living idly here in pomp and ease Whilst such a worthy leader, wanting aid, Unto his dastard foemen is betrayed. THIRD MESSENGER
O no, he lives, but is took prisoner, And Lord Scales with him, and Lord Hungerford; Most of the rest slaughtered, or took likewise.
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BEDFORD
His ransom there is none but I shall pay. I’ll hale the Dauphin headlong from his throne; His crown shall be the ransom of my friend. Four of their lords I’ll change for one of ours. Farewell, my masters; to my task will I. Bonfires in France forthwith I am to make, To keep our great Saint George’s feast withal. Ten thousand soldiers with me I will take, Whose bloody deeds shall make all Europe quake.
150
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THIRD MESSENGER
So you had need. Fore Orléans, besieged, The English army is grown weak and faint. The Earl of Salisbury craveth supply, And hardly keeps his men from mutiny, Since they, so few, watch such a multitude.
160 [Exit]
EXETER
Remember, lords, your oaths to Henry sworn: Either to quell the Dauphin utterly, Or bring him in obedience to your yoke. BEDFORD
I do remember it, and here take my leave To go about my preparation.
165 Exit
141. Slain then: non in F. 582
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 1
lancia ha ferito alla schiena Talbot – colui che la Francia intera, con tutta la sua forza riunita, non aveva mai osato guardare in faccia. BEDFORD
Allora Talbot è stato ucciso? Mi ucciderò, per essere rimasto qui ozioso nel lusso e negli agi, mentre un così degno condottiero, bisognoso d’aiuto, è stato vilmente abbandonato ai suoi infami nemici. TERZO MESSAGGERO
Oh no, è vivo, ma l’hanno fatto prigioniero. E con lui lord Scales e lord Hungerford 23. Degli altri, i più sono stati massacrati o catturati anche loro. BEDFORD
Non c’è riscatto che io non pagherò24. Caccerò il Delfino dal suo trono e la sua corona sarà il riscatto del mio amico. Ucciderò quattro dei loro nobili per ognuno dei nostri che cade. Addio, signori miei; vado a fare il mio dovere. Ben presto accenderò dei falò in Francia con cui festeggeremo il nostro grande San Giorgio25. Prenderò con me diecimila soldati, che con le loro imprese sanguinose faranno tremare tutta l’Europa. TERZO MESSAGGERO
Ce n’è proprio bisogno. Davanti a Orléans, sotto assedio26, l’esercito inglese è debole e sfiduciato. Il conte di Salisbury chiede rinforzi e fatica a impedire l’ammutinamento dei suoi che, in così pochi, devono controllare una tale moltitudine. [Esce] EXETER
Ricordatevi, signori, il giuramento che avete prestato a Enrico: o annientare totalmente il Delfino o ridurlo obbediente al vostro giogo. BEDFORD
Me ne ricordo e vi lascio per andare a fare i preparativi. Esce
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 2
GLOUCESTER
I’ll to the Tower with all the haste I can, To view th’artillery and munition, And then I will proclaim young Henry king.
Exit
EXETER
To Eltham will I, where the young King is, Being ordained his special governor, And for his safety there I’ll best devise.
170 Exit
WINCHESTER
Each hath his place and function to attend; I am left out; for me, nothing remains. But long I will not be Jack-out-of-office. The King from Eltham I intend to steal,4 And sit at chiefest stern of public weal. 1.2
175 Exit
Sound a flourish. Enter Charles the Dauphin, the Duke of Alençon, and René Duke of Anjou, marching with drummer and soldiers
CHARLES
Mars his true moving — even as in the heavens, So in the earth — to this day is not known. Late did he shine upon the English side; Now we are victors: upon us he smiles. What towns of any moment but we have? At pleasure here we lie near Orléans Otherwhiles the famished English, like pale ghosts, Faintly besiege us one hour in a month.
5
ALENÇON
They want their porrage and their fat bull beeves. Either they must be dieted like mules, And have their provender tied to their mouths, Or piteous they will look, like drownèd mice.
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176. Steal: fend = impedire di raggiungere. 584
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 2
GLOUCESTER
Io vado in tutta fretta alla Torre a passare in rassegna artiglieria e munizioni, poi proclamerò re il giovane Enrico. Esce EXETER
Io andrò a Eltham dove si trova il giovane re, che ho specifico incarico di tutelare, e là provvederò al meglio per la sua sicurezza. Esce WINCHESTER
Ognuno ha il suo posto e il suo ruolo da svolgere27; io sono escluso, per me non resta nulla. Ma non starò molto con le mani in mano. Intendo portare via il re da Eltham e mettermi al timone dello stato. Esce I, 2
Squilli di tromba. Entrano Carlo il Delfino, il duca di Alençon, e René duca d’Angiò, in marcia con tamburini e soldati28
CARLO29
Come si muova veramente Marte – in cielo come in terra – a tutt’oggi è ignoto30. Prima splendeva sugli inglesi; ora ci arride e siamo noi a vincere. Quale città importante non è sotto il nostro controllo? Siamo accampati qui presso Orléans senza alcun pericolo, mentre gli inglesi affamati, come pallidi spettri, ci importunano solo un’ora al mese31. ALENÇON32
Gli mancano la zuppa e il manzo ingrassato33. Se non si adattano a nutrirsi come i muli, col sacchetto legato alla bocca, assumeranno presto un’aria misera da topi annegati.
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
RENÉ
Let’s raise the siege. Why live we idly here? Talbot is taken, whom we wont to fear. Remaineth none but mad-brained Salisbury, And he may well in fretting spend his gall: Nor men nor money hath he to make war.
15
CHARLES
Sound, sound, alarum! We will rush on them. Now for the honour of the forlorn French, Him I forgive my death that killeth me When he sees me go back one foot or flee. 1.3
20 Exeunt
Here alarum. The French are beaten back by the English with great loss. Enter Charles the Dauphin, the Duke of Alençon, and René Duke of Anjou
CHARLES
Who ever saw the like? What men have I? Dogs, cowards, dastards! I would ne’er have fled, But that they left me ’midst my enemies. RENÉ
Salisbury is a desperate homicide. He fighteth as one weary of his life. The other lords, like lions wanting food, Do rush upon us as their hungry prey.
5
ALENÇON
Froissart, a countryman of ours, records England all Olivers and Rolands bred During the time Edward the Third did reign. More truly now may this be verified, For none but Samsons and Goliases It sendeth forth to skirmish. One to ten? Lean raw-boned rascals, who would e’er suppose They had such courage and audacity?
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
RENÉ34
Leviamo l’assedio. Perché restare qua inutilmente? Talbot, che temevamo tanto, è prigioniero. Resta solo l’irruente Salisbury, che a forza di agitarsi consumerà la sua bile35: non ha uomini né denaro per fare la guerra. CARLO
Suonate, suonate l’allarme! Gli piomberemo addosso. Fin d’ora, per l’onore dei francesi pronti a morire, perdono la mia morte a chi m’uccidesse vedendomi indietreggiare d’un passo o fuggire. Escono I, 3
Allarme. I francesi vengono respinti dagli inglesi con gravi perdite. Entrano Carlo il Delfino, il duca di Alençon, e René duca d’Angiò36
CARLO
S’è mai visto niente di simile? Ma che uomini ho? Cani, vigliacchi, infami! Non sarei mai fuggito se non mi avessero abbandonato in mezzo ai nemici. RENÉ
Salisbury è un assassino disperato. Combatte come uno che è stanco di vivere. Gli altri nobili, come leoni affamati, ci piombano addosso come su una preda da divorare. ALENÇON
Froissart, nostro compatriota, descrive un’Inghilterra fatta tutta di Olivieri e Rolandi durante il regno di Edoardo terzo37. E questo si conferma anche più vero adesso, perché non vengono inviati che Sansoni e Golia38 a farci guerra. Uno contro dieci? Quella marmaglia scheletrita, chi avrebbe mai pensato che avessero tanto coraggio e audacia?
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
CHARLES
Let’s leave this town, for they are hare-brained slaves, And hunger will enforce them to be more eager. Of old I know them: rather with their teeth The walls they’ll tear down, than forsake the siege. RENÉ
I think by some odd gimmers or device Their arms are set, like clocks, still to strike on, Else ne’er could they hold out so as they do. By my consent we’ll even let them alone. ALENÇON Be it so.
20
Enter the Bastard of Orléans BASTARD
Where’s the Prince Dauphin? I have news for him.
25
CHARLES
Bastard of Orléans, thrice welcome to us. BASTARD
Methinks your looks are sad, your cheer appalled. Hath the late overthrow wrought this offence? Be not dismayed, for succour is at hand. A holy maid hither with me I bring, Which, by a vision sent to her from heaven, Ordainèd is to raise this tedious siege And drive the English forth the bounds of France. The spirit of deep prophecy she hath, Exceeding the nine sibyls of old Rome. What’s past and what’s to come she can descry. Speak: shall I call her in? Believe my words, For they are certain and unfallible.
30
35
CHARLES
Go call her in.
Exit Bastard
But first, to try her skill, René stand thou as Dauphin in my place. Question her proudly; let thy looks be stern. By this means shall we sound what skill she hath.
40
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
CARLO
Lasciamo la città, perché sono una feccia irragionevole e la fame li rende ancora più aggressivi. Li conosco da tempo: frantumerebbero le mura a morsi piuttosto che abbandonare l’assedio. RENÉ
Devono avere delle braccia azionate come orologi da una molla o un meccanismo che le fa colpire senza posa, se no non potrebbero resistere in questo modo. Sono d’accordo, lasciamoli perdere. ALENÇON
Così sia. Entra il Bastardo d’Orléans BASTARDO39
Dov’è il principe Delfino? Ho notizie per lui. CARLO
Tre volte benvenuto, Bastardo d’Orléans. BASTARDO
Mi sembrate triste e scoraggiato. È per via di quest’ultima sconfitta? Non vi abbattete, è in arrivo il soccorso. Vi porto una santa fanciulla cui una visione celeste ha dato l’incarico di far levare questo lungo assedio e scacciare gli inglesi dai confini di Francia. C’è più spirito profetico in lei che nelle nove sibille dell’antica Roma40. Riesce a vedere nel passato e nel futuro. Ditemi: volete che la faccia entrare? Credete alle mie parole, sono degne della massima fede. CARLO
Valla a chiamare. Esce il Bastardo Ma prima, per metterla alla prova, vieni qui al mio posto, René, e fingi di essere il Delfino. Interrogala con rigore e assumi un’espressione severa, così vedremo le sue facoltà.
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
Enter [the Bastard of Orléans with] Joan la Pucelle, armed RENÉ (as Charles)
Fair maid, is’t thou wilt do these wondrous feats? JOAN
René, is’t thou that thinkest to beguile me? Where is the Dauphin? (To Charles) Come, come from behind. I know thee well, though never seen before. Be not amazed. There’s nothing hid from me. In private will I talk with thee apart. Stand back you lords, and give us leave awhile.
45
René, Alençon [and Bastard] stand apart RENÉ [to Alençon and Bastard]
She takes upon her bravely, at first dash.
50
JOAN
Dauphin, I am by birth a shepherd’s daughter, My wit untrained in any kind of art. Heaven and our Lady gracious hath it pleased To shine on my contemptible estate. Lo, whilst I waited on my tender lambs, And to sun’s parching heat displayed my cheeks, God’s mother deignèd to appear to me, And in a vision, full of majesty, Willed me to leave my base vocation And free my country from calamity. Her aid she promised, and assured success. In complete glory she revealed herself — And whereas I was black and swart before, With those clear rays which she infused on me That beauty am I blest with, which you may see. Ask me what question thou canst possible, And I will answer unpremeditated. My courage try by combat, if thou dar’st, And thou shalt find that I exceed my sex.
55
60
65
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
Entrano [il Bastardo d’Orléans con] Giovanna la Pulzella armata RENÉ (fingendosi Carlo)
Bella fanciulla, sei tu che compirai queste mirabili imprese? GIOVANNA41
René, credi d’ingannarmi? Dov’è il Delfino? (a Carlo) Vieni, vieni fuori da lì dietro. Ti conosco bene anche se non ti ho mai visto. Non meravigliarti. A me nulla è celato. Parlerò in privato con te solo. Allontanatevi, signori, lasciateci per un po’. René, Alençon [e il Bastardo] si fanno da parte RENÉ [ad Alençon e al Bastardo]
Fa centro al primo colpo! GIOVANNA
Delfino, sono figlia di un pastore e priva di qualsiasi istruzione. Piacque al Cielo e alla Madonna illuminare la mia umile condizione. Ecco, mentre pascolavo i miei agnellini, esponendo le guance al calore torrido del sole, la madre di Dio si degnò di apparirmi e in una visione, piena di maestà, mi comandò di lasciare la mia vile mansione e liberare il mio paese dalla sventura. Mi promise il suo aiuto e un successo certo. Si rivelò in tutta la sua gloria – mentre prima ero di bruna carnagione, i chiari raggi che ha effuso su di me mi hanno benedetto con la bellezza che vedi42. Fa’ tutte le domande che vorrai e risponderò senza esitare. Metti alla prova il mio coraggio in duello, se osi, e scoprirai che sono superiore al mio
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
Resolve on this: thou shalt be fortunate, If thou receive me for thy warlike mate.
70
CHARLES
Thou hast astonished me with thy high terms. Only this proof I’ll of thy valour make: In single combat thou shalt buckle with me. An if thou vanquishest, thy words are true; Otherwise, I renounce all confidence.
75
JOAN
I am prepared. Here is my keen-edged sword, Decked with five flower-de-luces on each side —5 The which at Touraine, in Saint Katherine’s churchyard,6 Out of a great deal of old iron I chose forth.
80
CHARLES
Then come a God’s name. I fear no woman. JOAN
And while I live, I’ll ne’er fly from a man. Here they fight and Joan la Pucelle overcomes CHARLES
Stay, stay thy hands! Thou art an Amazon, And fightest with the sword of Deborah. JOAN
Christ’s mother helps me, else I were too weak.
85
CHARLES
Whoe’er helps thee, ’tis thou that must help me. Impatiently I burn with thy desire. My heart and hands thou hast at once subdued. Excellent Pucelle if thy name be so, Let me thy servant, and not sovereign be. ’Tis the French Dauphin sueth to thee thus.
90
78. Five: fine = bei. 79. Churchyard: church = chiesa. 592
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
sesso. Decidi: sarai fortunato, se mi accetti come tua compagna in guerra43. CARLO
Sono impressionato da queste nobili parole. Solo, metterò alla prova il tuo valore in questo modo: te la vedrai con me. Se vinci, le tue parole sono vere; se no, non crederò a nulla di ciò che hai detto. GIOVANNA
Sono pronta. Ecco la mia spada affilata, ornata di cinque gigli di Francia su entrambi i lati − che scelsi in Turenna, nel cimitero di Santa Caterina, tra una gran quantità di vecchie armi. CARLO
Allora avanti, in nome di Dio. Non temo alcuna donna. GIOVANNA
E finché vivo, io non fuggirò nessun uomo. Qui combattono e Giovanna la Pulzella vince CARLO
Ferma, ferma quelle mani! Sei un’amazzone, e combatti con la spada di Debora44. GIOVANNA
Mi aiuta la madre di Dio, altrimenti sarei troppo debole. CARLO
Chiunque sia che t’aiuta, sei tu che devi aiutarmi. Brucio di ardente desiderio. Hai vinto il mio braccio e il mio cuore insieme. Sublime Pulzella, se è così che ti chiami, lascia che sia tuo compagno e non tuo sovrano. È il Delfino di Francia che ti implora così.
593
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 3
JOAN
I must not yield to any rites of love,7 For my profession’s sacred from above. When I have chasèd all thy foes from hence, Then will I think upon a recompense.
95
CHARLES
Meantime, look gracious on thy prostrate thrall. RENÉ [to the other lords apart]
My lord, methinks, is very long in talk. ALENÇON
Doubtless he shrives this woman to her smock, Else ne’er could he so long protract his speech. RENÉ
Shall we disturb him, since he keeps no mean?
100
ALENÇON
He may mean more than we poor men do know. These women are shrewd tempters with their tongues. RENÉ (to Charles) My lord, where are you? What devise you on? Shall we give o’er Orléans, or no? JOAN
Why, no, I say. Distrustful recreants, Fight till the last gasp; I’ll be your guard.
105
CHARLES
What she says, I’ll confirm. We’ll fight it out. JOAN
Assigned am I to be the English scourge. This night the siege assurèdly I’ll raise. Expect Saint Martin’s summer, halcyon’s days, Since I have entered into these wars. Glory is like a circle in the water, Which never ceaseth to enlarge itself Till, by broad spreading, it disperse to naught.
110
92. Rites: rights = diritti. 594
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 3
GIOVANNA
Non devo concedermi ad alcun rito d’amore, perché il mio voto è consacrato dal cielo. Quando avrò cacciato via tutti i tuoi nemici, allora penserò a una ricompensa. CARLO
Nel frattempo, guarda con favore al tuo servo prostrato. RENÉ [a parte agli altri nobili]
Mi sembra che sua signoria parli un po’ troppo. ALENÇON
Vuole certo esaminarla a fondo45, se no non la farebbe tanto lunga. RENÉ
Vogliamo disturbarlo, visto che sembra lontana la fine? ALENÇON
Magari ha un altro fine46, per quel che ne sappiamo noi. Le donne sono brave a sedurre con la lingua. RENÉ (a Carlo) Mio signore, che cosa volete fare? Cosa decidete? Dobbiamo cedere Orléans o no? GIOVANNA
Niente affatto. Vigliacchi miscredenti, combattete fino all’ultimo respiro. Io vi proteggerò. CARLO
Quello che dice, lo confermo. Lotteremo fino alla fine. GIOVANNA
Io sono destinata a essere il flagello degli inglesi. Stanotte farò certamente levare l’assedio. Preparatevi a un’estate di San Martino, a giorni alcioni47, dal momento che partecipo a queste guerre. La gloria è simile a un cerchio nell’acqua, che non cessa di allargarsi finché, a furia d’espandersi, si riduce a nulla. Con la morte di
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
With Henry’s death, the English circle ends. Dispersèd are the glories it included. Now am I like that proud insulting ship Which Caesar and his fortune bore at once.
115
CHARLES
Was Mohammed inspirèd with a dove? Thou with an eagle art inspirèd then. Helen, the mother of great Constantine, Nor yet Saint Philip’s daughters were like thee. Bright star of Venus, fall’n down on the earth, How may I reverently worship thee enough?
120
ALENÇON
Leave off delays, and let us raise the siege.
125
RENÉ
Woman, do what thou canst to save our honours. Drive them from Orléans, and be immortalized. CHARLES
Presently we’ll try. Come, let’s away about it. No prophet will I trust, if she prove false. 1.4
Exeunt
Enter the Duke of Gloucester, with his Servingmen in blue coats
GLOUCESTER
I am come to survey the Tower this day. Since Henry’s death, I fear there is conveyance. Where be these warders, that they wait not here? [A Servingman] knocketh on the gates Open the gates: ’tis Gloucester that calls. FIRST WARDER [within the Tower]
Who’s there that knocketh so imperiously?
5
GLOUCESTER’S FIRST MAN
It is the noble Duke of Gloucester. SECOND WARDER [within the Tower]
Whoe’er he be, you may not be let in.
596
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
Enrico fi nisce il cerchio inglese e svaniscono le sue glorie. Ora io sono come quella superba nave impavida che trasportava Cesare e la sua fortuna48. CARLO
Maometto fu ispirato da una colomba?49 Allora tu sei ispirata da un’aquila. Né Elena, madre del grande Costantino, né le figlie di San Filippo furono come te50. Fulgida stella di Venere caduta in terra, come posso onorati a sufficienza? ALENÇON
Basta con gli indugi, facciamo togliere l’assedio. RENÉ
Donna, fa’ quello che puoi per salvare il nostro onore. Cacciali da Orléans e diventa immortale. CARLO
Tenteremo subito. Su, mettiamoci all’opera. Non crederò più a un profeta se lei si dimostrerà falsa. Escono I, 4
Entra il duca di Gloucester51, con i suoi servi in livrea blu52
GLOUCESTER
Oggi voglio fare un’ispezione alla Torre53. Dopo la morte di Enrico temo qualcosa di losco. Dove sono i guardiani che dovrebbero essere qui? [Un servo] bussa al portone Aprite le porte: è Gloucester che lo chiede. PRIMO GUARDIANO [dentro la Torre]
Chi è che bussa così imperiosamente? PRIMO SERVO DI GLOUCESTER
È il nobile duca di Gloucester. PRIMO GUARDIANO [dentro la Torre]
Chiunque sia, non potete entrare.
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19/10/2017 18:25:31
1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
GLOUCESTER’S FIRST MAN
Villains, answer you so the Lord Protector? FIRST WARDER [within the Tower]
The Lord protect him, so we answer him. We do no otherwise than we are willed.
10
GLOUCESTER
Who willèd you? Or whose will stands, but mine? There’s none Protector of the realm but I. (To Servingmen) Break up the gates. I’ll be your warrantize. Shall I be flouted thus by dunghill grooms? Gloucester’s men rush at the Tower gates WOODVILLE [within the Tower]
What noise is this? What traitors have we here?
15
GLOUCESTER
Lieutenant, is it you whose voice I hear? Open the gates! Here’s Gloucester, that would enter. WOODVILLE [within the Tower] Have patience, noble duke: I may not open. My lord of Winchester forbids. From him I have express commandëment That thou, nor none of thine, shall be let in.
20
GLOUCESTER
Faint-hearted Woodville! Prizest him fore me? — Arrogant Winchester, that haughty prelate, Whom Henry, our late sovereign, ne’er could brook? Thou art no friend to God or to the King. Open the gates, or I’ll shut thee out shortly.
25
SERVINGMEN
Open the gates unto the Lord Protector, Or we’ll burst them open, if that you come not quickly. Enter, to the Lord Protector at the Tower gates, the Bishop of Winchester and his men in tawny coats WINCHESTER
How now, ambitious vizier! What means this? 598
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19/10/2017 18:25:31
1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
PRIMO SERVO DI GLOUCESTER
Miserabili, rispondete così al lord protettore? PRIMO GUARDIANO [dentro la Torre]
Dio lo protegga, rispondiamo così. Facciamo solo quello che ci è stato comandato. GLOUCESTER
Chi ve l’ha comandato? Quale altro comando vale oltre al mio? Il regno non ha altro protettore all’infuori di me. [Ai servi] Sfondate le porte. Me ne assumo la responsabilità. Devo farmi oltraggiare da luridi stallieri? I servi di Gloucester si lanciano contro le porte WOODVILLE54 [dentro la Torre]
Che cos’è questo fragore? Chi sono questi traditori? GLOUCESTER
Luogotenente, è vostra la voce che sento? Aprite le porte! È Gloucester che vuole entrare. WOODVILLE [dentro la Torre] Abbiate pazienza, nobile duca. Non posso aprire. Lo vieta il monsignore di Winchester, che mi ha espressamente comandato di non lasciar entrare né te, né alcuno dei tuoi. GLOUCESTER
Pusillanime di un Woodville! Consideri più di lui di me? L’arrogante Winchester, quel superbo prelato che Enrico, il nostro defunto sovrano, non poté mai soffrire?55 Non sei amico di Dio né del re. Apri le porte o tra un attimo te ne caccio fuori. SERVI
Aprite le porte al lord protettore o le sfonderemo noi, se non fate presto. Entrano, dirigendosi verso il lord protettore alle porte della Torre, il vescovo di Winchester e i suoi in livrea fulva WINCHESTER
Allora, ambizioso visir! Che significa questo?
599
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19/10/2017 18:25:31
1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
GLOUCESTER
Peeled priest, dost thou command me to be shut out? WINCHESTER
I do, thou most usurping proditor, And not ‘Protector’, of the King or realm.
31
GLOUCESTER
Stand back, thou manifest conspirator. Thou that contrived’st to murder our dead lord, Thou that giv’st whores indulgences to sin, If thou proceed in this thy insolence —
35
WINCHESTER
Nay, stand thou back! I will not budge a foot. This be Damascus, be thou cursèd Cain, To slay thy brother Abel, if thou wilt. GLOUCESTER
I will not slay thee, but I’ll drive thee back. Thy purple robes, as a child’s bearing-cloth,8 I’ll use to carry thee out of this place.
40
WINCHESTER
Do what thou dar’st, I beard thee to thy face. GLOUCESTER
What, am I dared and bearded to my face? Draw, men, for all this privilegèd place.
45
All draw their swords Blue coats to tawny coats! — Priest, beware your beard. I mean to tug it, and to cuff you soundly. Under my feet I’ll stamp thy bishop’s mitre.9 In spite of Pope, or dignities of church, Here by the cheeks I’ll drag thee up and down.
50
WINCHESTER
Gloucester, thou wilt answer this before the Pope.
41. Purple: scarlet = scarlatto. 48. Bishop’s mitre: Cardinall’s hat = cappello da cardinale. 600
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
GLOUCESTER
Prete spelacchiato56, ordini di chiudermi fuori? WINCHESTER
Sì, infido proditore, altro che ‘protettore’, del re o del regno. GLOUCESTER
Fermo lì, spudorato cospiratore. Tu che tramavi di assassinare il nostro defunto signore, tu che dai alle puttane la licenza di peccare57, se continui con questa insolenza… WINCHESTER
Fermo lì tu, invece! Io non mi muovo di un centimetro. Questa è Damasco: tu sii pure Caino il maledetto e ammazza tuo fratello Abele, se vuoi 58. GLOUCESTER
Non ti ammazzerò, ma ti caccerò indietro. Userò il tuo abito porpora come una veste battesimale e ti ci avvolgerò per portarti via da qui. WINCHESTER
Te lo dico in faccia, fallo se ne hai il coraggio. GLOUCESTER
Cosa, mi dici in faccia se ne ho il coraggio? Fuori le spade, uomini, anche se siamo in luogo protetto59. Tutti sguainano la spada Giubbe blu contro giubbe fulve! Prete, attento alla tua faccia. Voglio stringerla e prenderti a ceffoni. La tua mitra di vescovo la pesterò sotto i piedi. Alla faccia del papa o di tutti gli alti prelati, ti trascinerò su e giù tirandoti per le guance. WINCHESTER
Gloucester, risponderai di questo davanti al papa.
601
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19/10/2017 18:25:32
1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 4
GLOUCESTER
Winchester goose! I cry, ‘A rope, a rope!’ (To his Servingmen) Now beat them hence. Why do you let them stay? (To Winchester) Thee I’ll chase hence, thou wolf in sheep’s array. Out, tawny coats! Out, cloakèd hypocrite!
55
Here Gloucester’s men beat out the Bishop’s men. Enter in the hurly-burly the Mayor of London and his Officers MAYOR
Fie, lords! — that you, being supreme magistrates, Thus contumeliously should break the peace. GLOUCESTER
Peace, mayor, thou know’st little of my wrongs. Here’s Beaufort — that regards nor God nor king — Hath here distrained the Tower to his use. WINCHESTER (to Mayor) Here’s Gloucester — a foe to citizens, One that still motions war, and never peace, O’ercharging your free purses with large fines — That seeks to overthrow religion, Because he is Protector of the realm, And would have armour here out of the Tower To crown himself king and suppress the Prince.
60
65
GLOUCESTER
I will not answer thee with words but blows. Here the factions skirmish again MAYOR
Naught rests for me, in this tumultuous strife, But to make open proclamation. Come, officer, as loud as e’er thou canst, cry. OFFICER All manner of men, assembled here in arms this day against God’s peace and the King’s, we charge and command you in his highness’ name to repair to your several dwelling places, and not to wear, handle, or
70
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 4
GLOUCESTER
Oca di Winchester! Io grido “Una corda, una corda!”60. (Ai servi) Cacciateli via a botte. Perché li lasciate stare? (A Winchester) Ti caccerò via io, lupo in veste di pecora. Via, giubbe fulve! Via, ipocrita vestito di porpora!61 Qui gli uomini di Gloucester cacciano via quelli del vescovo. Durante i tafferugli entrano il sindaco di Londra e i suoi ufficiali SINDACO
Vergogna, signori! Proprio voi, autorità supreme, turbate così indegnamente l’ordine pubblico! GLOUCESTER
Taci, sindaco, tu non conosci i torti che ho subito. Il qui presente Beaufort − che non rispetta né Dio né il re − ha requisito la Torre per i propri scopi. WINCHESTER
E il qui presente Gloucester − nemico dei cittadini, ostinato fautore della guerra e mai della pace, che spreme le vostre generose tasche a forza di tasse − cerca di sovvertire la religione, perché è il protettore del regno e vorrebbe procurarsi armi qui alla Torre per farsi incoronare ed esautorare il principe. GLOUCESTER
Non ti risponderò a parole, ma a botte. Le fazioni si azzuffano di nuovo SINDACO
In un simile tumulto, non mi resta che fare un pubblico proclama62. Vieni, ufficiale, grida con quanta voce hai in gola. UFFICIALE
Uomini d’ogni rango, quest’oggi raccolti in armi a danno della pace di Dio e del re, in nome di sua altezza vi ingiungo e comando di tornare ognuno alle rispettive dimore e di non indossare, maneg-
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19/10/2017 18:25:32
1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 5
use any sword, weapon, or dagger henceforward, upon pain of death.
77
The skirmishes cease GLOUCESTER
Bishop, I’ll be no breaker of the law. But we shall meet and break our minds at large. WINCHESTER
Gloucester, we’ll meet to thy cost, be sure. Thy heart-blood I will have for this day’s work.
80
MAYOR
I’ll call for clubs, if you will not away. (Aside) This bishop is more haughty than the devil. GLOUCESTER
Mayor, farewell. Thou dost but what thou mayst. WINCHESTER
Abominable Gloucester, guard thy head, For I intend to have it ere long.
85
Exeunt both factions severally MAYOR (to Officers)
See the coast cleared, and then we will depart — Good God, these nobles should such stomachs bear! I myself fight not once in forty year. Exeunt 1.5
Enter the Master Gunner of Orléans with his Boy
MASTER GUNNER
Sirrah, thou know’st how Orléans is besieged, And how the English have the suburbs won. BOY
Father, I know, and oft have shot at them; Howe’er, unfortunate, I missed my aim. MASTER GUNNER
But now thou shalt not. Be thou ruled by me. Chief Master Gunner am I of this town; Something I must do to procure me grace.
5
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19/10/2017 18:25:32
1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 5
giare o usare d’ora in poi alcuna spada, arma o pugnale, pena la morte. La zuffa cessa GLOUCESTER
Vescovo, non infrangerò certo la legge. Ma ci incontreremo di nuovo e avremo un lungo scambio di idee. WINCHESTER
Gloucester, sta certo che c’incontreremo a tuo danno. Mi ripagherai per quel che hai fatto oggi col sangue del tuo cuore. SINDACO
Farò venire i bastoni63, se non ve ne andate. (A parte) Questo vescovo è più superbo del demonio. GLOUCESTER
Addio, sindaco. Tu fai solo ciò che puoi. WINCHESTER
Odioso Gloucester, attento alla tua testa, perché te la voglio staccare quanto prima. Le due fazioni escono in direzioni diverse SINDACO (agli ufficiali)
Fate sgombrare e andiamo via. Per Dio, che questi nobili debbano essere così aggressivi!64 Quanto a me, io non mi sono battuto nemmeno una volta in quarant’anni. Escono I, 5
Entra il capo cannoniere di Orléans con suo figlio65
CAPO CANNONIERE
Ragazzo, lo sai che Orléans è assediata e gli inglesi occupano i dintorni. RAGAZZO
Lo so, padre, e spesso ho sparato contro di loro, ma purtroppo ho mancato il bersaglio. CAPO CANNONIERE
Ora non lo mancherai. Lasciati guidare da me. Sono capo cannoniere di questa città e devo ben fare qualcosa per guadagnarmi gli
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 6
The Prince’s spials have informèd me How the English, in the suburbs close entrenched, Wont, through a secret grate of iron bars 10 In yonder tower, to overpeer the city, And thence discover how with most advantage They may vex us with shot or with assault. To intercept this inconvenience, A piece of ordnance ’gainst it I have placed, And even these three days have I watched, if I could see them. Now do thou watch, for I can stay no longer. If thou spy’st any, run and bring me word, And thou shalt find me at the governor’s.
10
15
BOY
Father, I warrant you, take you no care —
20
[Exit Master Gunner at one door] I’ll never trouble you, if I may spy them. Exit [at the other door] 1.6
Enter the Earl of Salisbury and Lord Talbot above on the turrets with others, among them Sir Thomas Gargrave and Sir William Glasdale
SALISBURY
Talbot, my life, my joy, again returned? How wert thou handled, being prisoner? Or by what means got’st thou to be released? Discourse, I prithee, on this turret’s top. TALBOT
The Duke of Bedford had a prisoner, Called the brave Lord Ponton de Santrailles; For him was I exchanged and ransomèd. But with a baser man-of-arms by far Once in contempt they would have bartered me —
5
10. Wont: went = hanno raggiunto. 606
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 6
onori. Le spie del principe mi hanno informato che gli inglesi, trincerati nei sobborghi, usano quella torre per controllare la città e da una grata di ferro segreta guardano giù per capire qual è il modo migliore per disturbarci con spari o assalti. Per risolvere il problema ho puntato in quella direzione un pezzo d’artiglieria e da tre giorni sono qui a controllare se riesco a vederli. Adesso sta’ tu di guardia, perché non posso restare. Se scorgi qualcuno corri ad avvisarmi; mi troverai dal governatore. RAGAZZO
Andate tranquillo, padre, fidatevi − [Esce il capo cannoniere da una porta] se li vedo non vi disturberò affatto. Esce [dall’altra porta] I, 6
Entrano il conte di Salisbury e lord Talbot in alto sulle torrette con altri, fra cui sir Thomas Gargrave e sir William Glasdale66
SALISBURY67
Talbot, mia vita, mia gioia, sei tornato? Come ti hanno trattato da prigioniero? Come sei riuscito a liberarti? Vieni qui in cima alla torretta e racconta, ti prego. TALBOT68
Il duca di Bedford aveva un prigioniero, il prode signore Ponton de Santrailles; sono stato riscattato facendo uno scambio con lui. All’inizio volevano disonorevolmente barattarmi con un soldato di rango inferiore − ma io ho rifiutato con sdegno; avrei preferito la
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 6
Which I, disdaining, scorned, and cravèd death Rather than I would be so pilled esteemed.11 In fine, redeemed I was, as I desired. But O, the treacherous Fastolf wounds my heart, Whom with my bare fists I would execute If I now had him brought into my power.
10
15
SALISBURY
Yet tell’st thou not how thou wert entertained. TALBOT
With scoffs and scorns and contumelious taunts. In open market place produced they me, To be a public spectacle to all. ‘Here’, said they, ‘is the terror of the French, The scarecrow that affrights our children so.’ Then broke I from the officers that led me And with my nails digged stones out of the ground To hurl at the beholders of my shame. My grisly countenance made others fly None durst come near, for fear of sudden death. In iron walls they deemed me not secure: So great fear of my name ’mongst them were spread That they supposed I could rend bars of steel And spurn in pieces posts of adamant. Wherefore a guard of chosen shot I had That walked about me every minute while; And if I did but stir out of my bed, Ready they were to shoot me to the heart.
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25
30
The Boy [passes over the stage] with a linstock SALISBURY
I grieve to hear what torments you endured. But we will be revenged sufficiently. Now it is supper time in Orléans. Here, through this grate, I count each one, And view the Frenchmen how they fortify.
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11. Pilled: vild = vile. 608
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 6
morte piuttosto che accettare questa bassa considerazione. Infine sono stato riscattato come desideravo. Ma, oh, quanto mi ferisce al cuore il tradimento di Fastolf; lo ammazzerei a mani nude se lo avessi qui in mio potere. SALISBURY
Non mi hai detto come ti hanno trattato. TALBOT
Con beffe e scherni e insolenti derisioni. Mi hanno esposto sulla piazza del mercato facendo di me uno spettacolo pubblico. ‘Ecco’, dicevano, ‘il terrore dei francesi, lo spauracchio che fa tanta paura ai nostri bambini’. Allora mi sono liberato dagli ufficiali che mi conducevano e con le unghie ho divelto le pietre dal selciato per scagliarle contro chi assisteva alla mia onta. Il mio volto feroce ha messo in fuga gli altri, nessuno osava avvicinarsi temendo di morire all’istante. Non mi ritenevano al sicuro rinchiuso tra mura di ferro: fra loro il terrore del mio nome era tale che mi credevano capace di spezzare sbarre d’acciaio e frantumare aste di diamante. Così ho avuto come guardie dei tiratori scelti che mi giravano intorno ogni minuto ed erano pronti a colpirmi al cuore se solo provavo a muovermi dal letto. Il ragazzo [passa sulla scena] tenendo una miccia SALISBURY
Mi dispiace sentire quali tormenti hai patito. Ma ci vendicheremo ampiamente. Adesso a Orléans è ora di cena. Da qui, attraverso questa grata, conto i francesi uno a uno, e osservo come organizza-
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 6
Let us look in: the sight will much delight thee. — Sir Thomas Gargrave and Sir William Glasdale, Let me have your express opinions Where is best place to make our batt’ry next.
40
[They look through the grate] GARGRAVE
I think at the north gate, for there stands Lou.12 GLASDALE
And I here, at the bulwark of the Bridge.
45
TALBOT
For aught I see, this city must be famished Or with light skirmishes enfeeblèd. Here they shoot off chambers [within] and Salisbury and Gargrave fall down SALISBURY
O Lord have mercy on us, wretched sinners! GARGRAVE
O Lord have mercy on me, woeful man! TALBOT
What chance is this that suddenly hath crossed us? Speak, Salisbury — at least, if thou canst, speak. How far’st thou, mirror of all martial men? One of thy eyes and thy cheek’s side struck off? Accursèd tower! Accursèd fatal hand That hath contrived this woeful tragedy! In thirteen battles Salisbury o’ercame; Henry the Fifth he first trained to the wars; Whilst any trump did sound or drum struck up His sword did ne’er leave striking in the field. Yet liv’st thou, Salisbury? Though thy speech doth fail, One eye thou hast to look to heaven for grace. The sun with one eye vieweth all the world.
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44. Lou: Lords = nobili. 610
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 6
no le loro difese. Diamo un’occhiata: ti farà molto piacere guardarli. Sir Thomas Gargrave e sir William Glasdale, ditemi schiettamente quale pensate sia il miglior bersaglio da colpire al prossimo colpo. [Guardano attraverso la grata] GARGRAVE69
Io direi la porta nord, dove si trova il bastione di Saint Lou70. GLASDALE71
E io qui, le fortificazioni del ponte. TALBOT
Da quello che vedo, questa è una città che bisogna affamare o fiaccare con piccole scaramucce. Qui fanno partire una scarica [da dentro] e Salisbury e Gargrave cadono SALISBURY
O Signore, pietà di noi, miseri peccatori! GARGRAVE
O Signore, pietà di me sventurato! TALBOT
Che sciagura è questa che ci colpisce all’improvviso? Parla, Salisbury − almeno, parla se riesci. Come stai, modello di ogni soldato? Un occhio e metà della guancia sono stati portati via? Dannata torre! Dannata la mano fatale che ha provocato questa tremenda tragedia! Salisbury ha vinto tredici battaglie. Fu lui il primo a educare alla guerra Enrico quinto; finché suonava una tromba o rullava un tamburo nel campo la sua spada non smetteva di colpire. Vivi ancora, Salisbury? Anche se non riesci a parlare, hai un occhio per invocare grazia dal cielo. Il sole guarda tutto il mondo con un oc-
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 6
Heaven, be thou gracious to none alive If Salisbury wants mercy at thy hands. — Sir Thomas Gargrave, hast thou any life? Speak unto Talbot. Nay, look up to him. — Bear hence his body; I will help to bury it.
65
[Exit one with Gargrave’s body] Salisbury, cheer thy spirit with this comfort: Thou shalt not die whiles — He beckons with his hand, and smiles on me, As who should say, ‘When I am dead and gone, Remember to avenge me on the French.’ Plantagenet, I will — and like thee, Nero, Play on the lute, beholding the towns burn. Wretched shall France be only in my name.
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75
Here an alarum, and it thunders and lightens What stir is this? What tumult’s in the heavens? Whence cometh this alarum and the noise? 13 Enter a Messenger MESSENGER
My lord, my lord, the French have gathered head. The Dauphin, with one Joan la Pucelle joined, A holy prophetess new risen up, Is come with a great power to raise the siege.
80
Here Salisbury lifteth himself up and groans TALBOT
Hear, hear, how dying Salisbury doth groan! It irks his heart he cannot be revenged. Frenchmen, I’ll be a Salisbury to you. Pucelle or pucelle, Dauphin or dog-fish, 14 Your hearts I’ll stamp out with my horse’s heels And make a quagmire of your mingled brains. —
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77. The: this = questo. 85. Pucelle or pucelle: Puzel or Pussel con significato identico. 612
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 6
chio solo. Cielo, non far grazia a uomo vivente se Salisbury non ottiene misericordia da te. − Sir Thomas Gargrave, sei ancora vivo? Parla a Talbot. Almeno, guardalo. − Portate via il suo corpo; aiuterò a seppellirlo. [Esce uno con il corpo di Gargrave] Salisbury, rallegra il tuo spirito con questo conforto: tu non morrai finché − fa cenno con la mano e mi sorride, quasi a dire ‘Quando sarò morto e sepolto ricordati di vendicarmi contro i francesi.’ Lo farò, Plantageneto − e suonerò il liuto come te, Nerone, guardando le città in fiamme. La Francia andrà in rovina al solo sentire il mio nome. Qui suona l’allarme e ci sono tuoni e lampi Che succede? Che tumulto agita i cieli? Da dove vengono questo allarme e il rumore? Entra un messaggero MESSAGGERO
Mio signore, mio signore, i francesi hanno radunato le loro forze. Il Delfino, alleato con una certa Giovanna la Pulzella, una santa profetessa venuta fuori dal nulla, è giunto con un grande esercito per far togliere l’assedio. Qui Salisbury si solleva e manda un gemito TALBOT
Sentite, sentite come geme il morente Salisbury! Gli strazia il cuore l’idea di non poter esser vendicato. Francesi, sarò un Salisbury per voi. Pulzella o puttanella, delfino o pescecane72, vi schiaccerò il cuore con gli zoccoli del mio cavallo e mischierò i vostri cervelli
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 7
Convey me Salisbury into his tent,15 And then we’ll try what these dastard Frenchmen dare. Alarum. Exeunt carrying Salisbury 1.7
Here an alarum again, and Lord Talbot pursueth the Dauphin and driveth him. Then enter Joan la Pucelle driving Englishmen before her and [exeunt]. Then enter Lord Talbot
TALBOT
Where is my strength, my valour, and my force? Our English troops retire; I cannot stay them. A woman clad in armour chaseth men.16 Enter Joan la Pucelle Here, here she comes. (To Joan) I’ll have a bout with thee. Devil or devil’s dam, I’ll conjure thee. Blood will I draw on thee — thou art a witch —17 And straightway give thy soul to him thou serv’st.
5
JOAN
Come, come, ’tis only I that must disgrace thee. Here they fight TALBOT
Heavens, can you suffer hell so to prevail? My breast I’ll burst with straining of my courage And from my shoulders crack my arms asunder But I will chastise this high-minded strumpet.
10
They fight again JOAN
Talbot, farewell. Thy hour is not yet come. I must go victual Orléans forthwith.
88. Me: we = portiamo. 3. Men: them = loro. 6. Art a: arrant = famigerata. 614
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 7
riducendoli in poltiglia − Portate Salisbury nella sua tenda, poi vedremo che cosa osano fare questi spregevoli francesi. Allarme. Escono trasportando Salisbury I, 7
Un nuovo allarme; lord Talbot insegue il Delfino e lo scaccia. Poi entra Giovanna la Pulzella che scaccia gli inglesi davanti a sé ed [escono]. Poi entra lord Talbot 73
TALBOT
Dov’è il mio vigore, il mio valore e la mia forza? Le truppe inglesi sono in ritirata. Non riesco a fermarle. Una donna in armatura caccia gli uomini. Entra Giovanna la Pulzella Ecco, eccola qua. (A Giovanna) Mi batterò con te. Che tu sia un diavolo o la madre di un diavolo, io ti esorcizzerò. Ti farò sanguinare74 − sei una strega − e poi darò la tua anima a colui che servi. GIOVANNA
Vieni, vieni, io sola devo gettare la vergogna su di te. Qui si battono TALBOT
Cieli, potete tollerare che l’inferno vinca? Mi scoppi pure il petto consumando tutte le mie energie e mi si stacchino le braccia dalle spalle, ma darò una lezione a questa presuntuosa sgualdrina. Si battono ancora GIOVANNA
Addio, Talbot. Non è ancora giunta la tua ora. Devo rifornire Orléans.
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 7
A short alarum, then [the French pass over the stage and] enter the town with soldiers O’ertake me if thou canst. I scorn thy strength. Go, go, cheer up thy hungry-starvèd men. Help Salisbury to make his testament. This day is ours, as many more shall be.
15
Exit into the town TALBOT
My thoughts are whirlèd like a potter’s wheel. I know not where I am nor what I do. A witch by fear, not force, like Hannibal Drives back our troops and conquers as she lists. So bees with smoke and doves with noisome stench Are from their hives and houses driven away. They called us, for our fierceness, English dogs; Now, like to whelps, we crying run away.
20
25
A short alarum. [Enter English soldiers] Hark, countrymen: either renew the fight Or tear the lions out of England’s coat. Renounce your style; give sheep in lions’ stead.18 Sheep run not half so treacherous from the wolf, Or horse or oxen from the leopard, As you fly from your oft-subduèd slaves.
30
Alarum. Here another skirmish It will not be. Retire into your trenches. You all consented unto Salisbury’s death, For none would strike a stroke in his revenge. Pucelle is entered into Orléans In spite of us or aught that we could do.
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[Exeunt Soldiers] O would I were to die with Salisbury! The shame hereof will make me hide my head. Exit. Alarum. Retreat 29. Style: soyle = suolo. 616
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 7
Breve allarme, poi [i francesi attraversano la scena ed] entrano in città con i soldati Colpiscimi se riesci. Me ne infischio della tua forza. Va’, va’, incoraggia i tuoi uomini affamati. Aiuta Salisbury a fare testamento. Oggi la vittoria è nostra e molte altre ne verranno. Esce verso la città TALBOT
La mente mi turbina come il tornio d’un vasaio. Non so più dove sono né cosa faccio. Una strega, non con la forza ma con la paura, come Annibale respinge le nostre truppe e vince a suo piacimento75. In questo modo col fumo si cacciano via le api dalle arnie e con una puzza disgustosa le colombe dalle piccionaie. Ci chiamavano segugi inglesi per la nostra ferocia; ora scappiamo via come dei cuccioli che guaiscono. Breve allarme. [Entrano soldati inglesi] Ascoltate, compatrioti: o tornate a combattere, o togliete il leone dallo stemma inglese. Cambiate l’animale araldico, mettete delle pecore al posto dei leoni. Le pecore fuggono dal lupo, o i cavalli o i buoi dal leopardo, con minor viltà di voi che fuggite davanti a schiavi che tante volte avete sconfitto. Allarme. Un’altra scaramuccia Niente da fare. Ripiegate nelle vostre trincee. Avete tutti accettato la morte di Salisbury, poiché nessuno ha lottato per vendicarlo. La Pulzella è entrata a Orléans a dispetto di noi e di quello che siamo riusciti a fare. [Escono i soldati] Oh, potessi morire con Salisbury! Mi nasconderò la testa per il disonore di questa sconfitta. Esce. Allarme. Ritirata
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1 HENRY VI, ACT 1 SCENE 8
1.8
Flourish. Enter on the walls Joan la Pucelle, Charles the Dauphin, René Duke of Anjou, the Duke of Alençon and French Soldiers [with colours]
JOAN
Advance our waving colours on the walls; Rescued is Orléans from the English.19 Thus Joan la Pucelle hath performed her word. CHARLES
Divinest creature, Astraea’s daughter, How shall I honour thee for this success? Thy promises are like Adonis’ garden, That one day bloomed and fruitful were the next. France, triumph in thy glorious prophetess! Recovered is the town of Orléans. More blessèd hap did ne’er befall our state.
5
10
RENÉ
Why ring not out the bells aloud throughout the town? Dauphin, command the citizens make bonfires And feast and banquet in the open streets To celebrate the joy that God hath given us. ALENÇON
All France will be replete with mirth and joy When they shall hear how we have played the men.
15
CHARLES
’Tis Joan, not we, by whom the day is won — For which I will divide my crown with her, And all the priests and friars in my realm Shall in procession sing her endless praise. A statelier pyramid to her I’ll rear Than Rhodope’s of Memphis ever was.20 In memory of her, when she is dead Her ashes, in an urn more precious
20
2. English: English wolves (F2) = lupi inglesi. 22. Of: or = oppure. 618
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1 ENRICO VI, ATTO I SCENA 8
I, 8
Squilli di tromba. Entrano, sulle mura, Giovanna la Pulzella, Carlo il Delfino, René duca d’Angiò, il duca di Alençon e soldati francesi [con bandiere]76
GIOVANNA
Fate garrire i nostri vessilli sulle mura. Orléans è stata liberata dagli inglesi. Così Giovanna la Pulzella ha mantenuto la sua parola. CARLO
Creatura più che divina, figlia di Astrea77, quali onori ti renderò per questa impresa? Le tue promesse sono come il giardino di Adone, che un giorno fioriva e il giorno dopo dava già frutto78. Trionfa, o Francia, nella tua gloriosa profetessa! La città d’Orléans è riconquistata. Mai vi fu evento più felice per il nostro stato. RENÉ
Perché non facciamo suonare le campane in tutta la città? Delfino, ordina ai cittadini di accendere falò, banchettare e far festa nelle strade per celebrare la gioia che Dio ci ha concesso. ALENÇON
Tutta la Francia sarà colma di gioia e letizia nel sentire con quale coraggio abbiamo agito. CARLO
Non noi, ma Giovanna ha ottenuto la vittoria. Dividerò la mia corona con lei, e tutti i preti e i frati del mio regno, in processione, canteranno le sue lodi senza fine. Farò costruire per lei una piramide più imponente di quella di Rodope a Menfi79. Per ricordarla quando sarà morta, le sue ceneri, in un’urna più preziosa dello scri-
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1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
Than the rich-jewelled coffer of Darius, Transported shall be at high festivals Before the kings and queens of France. No longer on Saint Denis will we cry, But Joan la Pucelle shall be France’s saint. Come in, and let us banquet royally After this golden day of victory. Flourish. Exeunt 2.1
25
30
Enter [on the walls] a French Sergeant of a band, with two Sentinels
SERGEANT
Sirs, take your places and be vigilant. If any noise or soldier you perceive Near to the walls, by some apparent sign Let us have knowledge at the court of guard. [A SENTINEL]
Sergeant, you shall. Exit Sergeant Thus are poor servitors, When others sleep upon their quiet beds, Constrained to watch in darkness, rain, and cold.
6
Enter Lord Talbot, the Dukes of Bedford and Burgundy, and soldiers with scaling ladders, their drums beating a dead march TALBOT
Lord regent, and redoubted Burgundy — By whose approach the regions of Artois, Wallon, and Picardy are friends to us — This happy night the Frenchmen are secure, Having all day caroused and banqueted. Emnbrace we then this opportunity, As fitting best to quittance their deceit, Contrived by art and baleful sorcery.
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1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
gno ingemmato di Dario80, saranno portate in processione nelle feste solenni davanti ai re e alle regine di Francia. Non inneggeremo più a San Dionigi81, la patrona di Francia sarà Giovanna la Pulzella. Entriamo e banchettiamo regalmente in questo luminoso giorno di vittoria. Squilli di tromba. Escono II, 1
Entra [sulle mura] il sergente di un drappello francese, con due sentinelle82
SERGENTE
Voi, mettetevi ai vostri posti e occhi aperti. Se notate qualche rumore o qualche soldato vicino alle mura, mandate un segnale ben chiaro al corpo di guardia. [UNA SENTINELLA]
Sarà fatto, sergente. Esce il sergente Succede sempre così ai subordinati: mentre gli altri dormono tranquilli a letto, loro sono costretti a vegliare al buio, al freddo e sotto la pioggia. Entrano lord Talbot, i duchi di Bedford e di Borgogna, e soldati con scale a pioli, coi tamburi che suonano una marcia funebre83 TALBOT
Nobile reggente di Francia e temuto Borgogna − la cui vicinanza ci rende amiche le regioni dell’Artois, della Vallonia e della Piccardia − in questa notte felice i francesi non stanno all’erta, avendo festeggiato e banchettato tutto il giorno. Approfittiamo dunque di questa splendida occasione per ripagarli del loro inganno, riuscito grazie all’astuzia e alla stregoneria.
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1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
BEDFORD
Coward of France! How much he wrongs his fame, Despairing of his own arms’ fortitude, To join with witches and the help of hell. BURGUNDY
Traitors have never other company. But what’s that ‘Pucelle’ whom they term so pure?
20
TALBOT
A maid, they say. BEDFORD A maid? And be so martial? BURGUNDY
Pray God she prove not masculine ere long. If underneath the standard of the French She carry armour as she hath begun — TALBOT
Well, let them practise and converse with spirits. God is our fortress, in whose conquering name Let us resolve to scale their flinty bulwarks.
25
BEDFORD
Ascend, brave Talbot. We will follow thee. TALBOT
Not all together. Better far, I guess, That we do make our entrance several ways — That, if it chance the one of us do fail, The other yet may rise against their force.
30
BEDFORD
Agreed. I’ll to yon corner. And I to this.
BURGUNDY
[Exeunt severally Bedford and Burgundy with some soldiers] TALBOT
And here will Talbot mount, or make his grave. Now, Salisbury, for thee, and for the right Of English Henry, shall this night appear How much in duty I am bound to both.
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[Talbot and his soldiers] scale the walls 622
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19/10/2017 18:25:33
1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
BEDFORD
Francese vigliacco! Fa un grande torto alla sua reputazione affidandosi a streghe e aiuti infernali invece di confidare nella forza delle armi. BORGOGNA84
I traditori non hanno mai altra compagnia. Ma chi è questa ‘Pulzella’ che decantano così pura? TALBOT
Una vergine, si dice. BEDFORD
Una vergine? Così bellicosa? BORGOGNA
Preghiamo Dio che non venga fuori qualcosa di ancora più virile85. Se sotto lo stendardo francese porta il peso dell’armatura come ha fatto finora − TALBOT
Beh, che se la facciano pure con gli spiriti. Dio è la nostra fortezza86 e nel Suo nome vittorioso prepariamoci a scalare questi baluardi di pietra. BEDFORD
Sali, valoroso Talbot. Noi ti seguiremo. TALBOT
Non tutti insieme. È molto meglio, credo, entrare da più punti − così, se uno non ce la fa da una parte, un altro può comunque superare le loro difese. BEDFORD
D’accordo. Io andrò a quell’angolo. BORGOGNA
E io a questo. [Escono separatamente Bedford e Borgogna con alcuni soldati] TALBOT
E su questo salirà Talbot o ne farà la sua tomba. Ora, Salisbury, per te e per i diritti dell’Enrico inglese, questa notte mostrerà quanto il dovere mi lega a entrambi. [Talbot e i suoi soldati] scalano le mura 623
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19/10/2017 18:25:33
1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
[SENTINELS]
Arm! Arm! The enemy doth make assault! ENGLISH SOLDIERS Saint George! A Talbot!
Exeunt above
[Alarum.] The French [soldiers] leap o’er the walls in their shirts [and exeunt]. Enter several ways the Bastard of Orléans, the Duke of Alençon, and René Duke of Anjou, half ready and half unready ALENÇON
How now, my lords? What, all unready so?
40
BASTARD
Unready? Ay, and glad we scaped so well. RENÉ
’Twas time, I trow, to wake and leave our beds, Hearing alarums at our chamber doors. ALENÇON
Of all exploits since first I followed arms Ne’er heard I of a warlike enterprise More venturous or desperate than this.
45
BASTARD
I think this Talbot be a fiend of hell. RENÉ
If not of hell, the heavens sure favour him. ALENÇON
Here cometh Charles. I marvel how he sped. Enter Charles the Dauphin and Joan la Pucelle BASTARD
Tut, holy Joan was his defensive guard.
50
CHARLES (to Joan)
Is this thy cunning, thou deceitful dame? Didst thou at first, to flatter us withal, Make us partakers of a little gain That now our loss might be ten times so much? JOAN
Wherefore is Charles impatient with his friend? At all times will you have my power alike? Sleeping or waking must I still prevail,
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1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
[SENTINELLE]
All’armi! All’armi! Il nemico attacca! SOLDATI INGLESI
San Giorgio! Per Talbot! Escono di sopra [Allarme] I [soldati] francesi in camicia saltano di là dalle mura [ed escono]. Entrano da parti diverse il Bastardo d’Orléans, il duca di Alençon, e René duca d’Angiò, vestiti a metà ALENÇON
Ebbene, miei signori? Come, tutti vestiti a metà?87 BASTARDO
A metà? È già tanto se siamo scampati. RENÉ
Non potevamo che svegliarci e scappare dai letti, direi, svegliati dagli allarmi alle porte. ALENÇON
In tutta la mia carriera militare non ho mai sentito di un’impresa più arrischiata e disperata di questa. BASTARDO
Per me Talbot è un diavolo dell’inferno. RENÉ
Se non l’inferno, certo lo favorisce il cielo. ALENÇON
Ecco qui Carlo. Chissà come se l’è cavata. Entrano Carlo il Delfino e Giovanna la Pulzella BASTARDO
Bah, santa Giovanna gli faceva da guardia del corpo88. CARLO (a Giovanna) È questa la tua abilità, donna disonesta? Prima ci illudi facendoci guadagnare qualcosa e poi ci fai perdere dieci volte tanto? GIOVANNA
Perché Carlo si spazientisce con la sua amica? Credi che abbia lo stesso potere in ogni occasione? Devo vincere sempre, sveglia o ad-
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1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 1
Or will you blame and lay the fault on me? — Improvident soldiers, had your watch been good, This sudden mischief never could have fall’n.
60
CHARLES
Duke of Alençon, this was your default, That, being captain of the watch tonight, Did look no better to that weighty charge. ALENÇON
Had all your quarters been as safely kept As that whereof I had the government, We had not been thus shamefully surprised.
65
BASTARD
Mine was secure. And so was mine, my lord.
RENÉ CHARLES
And for myself, most part of all this night Within her quarter and mine own precinct I was employed in passing to and fro About relieving of the sentinels. Then how or which way should they first break in?
70
JOAN
Question, my lords, no further of the case, How or which way. ’Tis sure they found some place But weakly guarded, where the breach was made. And now there rests no other shift but this — To gather our soldiers, scattered and dispersed, And lay new platforms to endamage them.
75
Alarum. Enter an English Soldier ENGLISH SOLDIER A Talbot! A Talbot!
The French fly, leaving their clothes behind ENGLISH SOLDIER
I’ll be so bold to take what they have left. The cry of ‘Talbot’ serves me for a sword, For I have loaden me with many spoils, Using no other weapon but his name. Exit with spoils
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1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 1
dormentata, se no mi darai la colpa della sconfitta? Soldati negligenti, se aveste fatto buona guardia non ci sarebbe stato questo colpo di mano. CARLO
Duca di Alençon, questa è colpa vostra; come capitano della guardia stanotte, non avete svolto bene questo importante compito. ALENÇON
Se tutti i vostri quartieri fossero stati ben sorvegliati come quello di mia competenza, non avremmo avuto questa imbarazzante sorpresa. BASTARDO
Il mio era ben custodito. RENÉ
Anche il mio, signore. CARLO
Quanto a me, ho passato la maggior parte della notte nei quartieri suoi e miei a fare avanti e indietro per dare il cambio alle sentinelle. Allora in che modo o da che parte sono potuti entrare? GIOVANNA
Signori miei, smettiamo di chiederci come o da dove. È chiaro che han trovato un posto sguarnito, dove hanno fatto breccia. Ora non c’è altro da fare che questo − radunare i soldati dispersi e sparpagliati ed escogitare nuovi piani contro il nemico. Allarme. Entra un soldato inglese SOLDATO INGLESE
Per Talbot! Per Talbot! I francesi fuggono, lasciandosi dietro i vestiti SOLDATO INGLESE
Mi prendo la libertà di arraffare quello che hanno lasciato. Gridare ‘Talbot’ mi serve da spada: usando come arma solo il suo nome ho accumulato un bel bottino. Esce con il bottino
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1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
2.2
Enter Lord Talbot, the Dukes of Bedford and Burgundy, a Captain, [and soldiers]
BEDFORD
The day begins to break and night is fled, Whose pitchy mantle overveiled the earth. Here sound retreat and cease our hot pursuit. Retreat is sounded TALBOT
Bring forth the body of old Salisbury And here advance it in the market place, The middle centre of this cursèd town.
5
[Exit one or more] Now have I paid my vow unto his soul: For every drop of blood was drawn from him There hath at least five Frenchmen died tonight. And that hereafter ages may behold What ruin happened in revenge of him, Within their chiefest temple I’ll erect A tomb, wherein his corpse shall be interred — Upon the which, that everyone may read, Shall be engraved the sack of Orléans, The treacherous manner of his mournful death, And what a terror he had been to France. But, lords, in all our bloody massacre I muse we met not with the Dauphin’s grace, His new-come champion, virtuous Joan of Arc, Nor any of his false confederates.
10
15
20
BEDFORD
’Tis thought, Lord Talbot, when the fight began, Roused on the sudden from their drowsy beds, They did amongst the troops of armèd men Leap o’er the walls for refuge in the field.
25
BURGUNDY
Myself, as far as I could well discern For smoke and dusky vapours of the night, Am sure I scared the Dauphin and his trull, 628
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1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
II, 2
Entrano lord Talbot, i duchi di Bedford e di Borgogna, un capitano [e dei soldati]89
BEDFORD
Albeggia; la notte è fuggita con il suo manto di pece che oscurava la terra. Suonate la ritirata e cessiamo quest’accanito inseguimento. Si suona la ritirata TALBOT
Andate a prendere il corpo di Salisbury e portatelo qui nella piazza del mercato, proprio al centro di questa maledetta città. [Uno o più escono] Ora ho mantenuto quanto ho promesso alla sua anima: per ogni goccia di sangue che gli è stata tolta sono morti almeno cinque francesi stanotte. E affinché i posteri vedano quale rovina ha causato la sua vendetta, nel loro tempio principale innalzerò una tomba dove sarà sepolto il suo corpo − e su di essa, in modo comprensibile a tutti, verranno scolpiti il sacco di Orléans, le turpi circostanze della sua triste morte e quale terrore era stato per la Francia. Ma, signori, mi stupisco che, durante questo sanguinoso massacro, non abbiamo incontrato sua grazia il Delfino, la sua nuova campionessa, la virtuosa Giovanna d’Arco, e nessuno dei suoi falsi alleati. BEDFORD
Sembra, lord Talbot, che quando sono cominciati gli scontri, strappati all’improvviso ai loro morbidi letti, si siano confusi con la massa dei soldati saltando giù dalle mura e rifugiandosi nel campo. BORGOGNA
Quanto a me, per quel che sono riuscito a vedere tra il fumo e i foschi vapori della notte, ho certo spaventato il Delfino e la sua
629
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1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 2
When arm-in-arm they both came swiftly running, Like to a pair of loving turtle-doves That could not live asunder day or night. After that things are set in order here, We’ll follow them with all the power we have.
30
Enter a Messenger MESSENGER
All hail, my lords! Which of this princely train Call ye the warlike Talbot, for his acts So much applauded through the realm of France?
35
TALBOT
Here is the Talbot. Who would speak with him? MESSENGER
The virtuous lady, Countess of Auvergne, With modesty admiring thy renown, By me entreats, great lord, thou wouldst vouchsafe To visit her poor castle where she lies, That she may boast she hath beheld the man Whose glory fills the world with loud report.
40
BURGUNDY
Is it even so? Nay, then I see our wars Will turn unto a peaceful comic sport, When ladies crave to be encountered with. You may not, my lord, despise her gentle suit.
45
TALBOT
Ne’er trust me then, for when a world of men Could not prevail with all their oratory, Yet hath a woman’s kindness overruled. — And therefore tell her I return great thanks, And in submission will attend on her. — Will not your honours bear me company?
50
BEDFORD
No, truly, ’tis more than manners will. And I have heard it said, ‘Unbidden guests Are often welcomest when they are gone’.
55
630
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1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 2
troietta che scappavano a gambe levate tenendosi per mano, come due tortore innamorate che non riescono a stare divise né di giorno né di notte. Una volta sistemate le cose qui, li inseguiremo con tutti gli uomini che abbiamo. Entra un messaggero MESSAGGERO
Salute a voi tutti, signori!90 Chi in questa nobile compagnia è chiamato prode Talbot per le sue gesta così acclamate in tutto il regno di Francia? TALBOT
Quel Talbot è qui91. Chi gli vuole parlare? MESSAGGERO
La virtuosa e nobile contessa d’Alvernia, che ammira umilmente la tua fama, per mio tramite ti prega, grande signore, di voler visitare il povero castello in cui risiede, per potersi vantare di avere visto l’uomo la cui gloria è acclamata in tutto il mondo. BORGOGNA
Ah, è così? Beh, a quanto pare le nostre guerre si muteranno in pacifico e lieto svago, se le dame hanno tanta voglia di fare degli incontri92. Non potete certo rifiutare, signore, la sua graziosa supplica. TALBOT
Non ti fidare più di me se mai dovessi rifiutare. Dove un mondo di uomini non ha saputo convincermi con tutta la sua eloquenza, prevale la gentilezza di una donna. Dille perciò che la ringrazio molto e che verrò umilmente a farle visita. Le signorie vostre non mi terranno compagnia? BEDFORD
No davvero, non sarebbe educato. E ho sentito dire spesso che gli ospiti non invitati non sono mai così graditi come quando se ne vanno.
631
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1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 3
TALBOT
Well then, alone — since there’s no remedy — I mean to prove this lady’s courtesy. Come hither, captain. He whispers You perceive my mind? CAPTAIN
I do, my lord, and mean accordingly.
60 Exeunt [severally]
2.3
Enter the Countess of Auvergne and her Porter
COUNTESS
Porter, remember what I gave in charge, And when you have done so, bring the keys to me. PORTER Madam, I will.
Exit
COUNTESS
The plot is laid. If all things fall out right, I shall as famous be by this exploit As Scythian Tomyris by Cyrus’ death. Great is the rumour of this dreadful knight, And his achievements of no less account. Fain would mine eyes be witness with mine ears, To give their censure of these rare reports.
5
10
Enter Messenger and Lord Talbot MESSENGER
Madam, according as your ladyship desired, By message craved, so is Lord Talbot come. COUNTESS
And he is welcome. What, is this the man? MESSENGER
Madam, it is. Is this the scourge of France? Is this the Talbot, so much feared abroad That with his name the mothers still their babes? I see report is fabulous and false.
COUNTESS
15
632
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19/10/2017 18:25:34
1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 3
TALBOT
Ebbene, allora andrò da solo − poiché non si può fare diversamente − a verificare la cortesia di questa dama. Vieni qua, capitano. Bisbiglia con lui Capito cosa ho in mente? CAPITANO
Sì, signore, e farò come dite. Escono [separatamente] II, 3
Entrano la contessa d’Alvernia e la sua guardia93
CONTESSA
Guardia, ricorda i miei ordini e, quando li avrai eseguiti, portami le chiavi. GUARDIA
Sissignora. Esce CONTESSA
Il tranello è pronto. Se tutto va per il meglio, questa impresa mi renderà famosa come Tomiri di Scizia per la morte di Ciro94. Grande è la fama di questo formidabile cavaliere, e non da meno quella delle sue gesta. Vorrei giudicare coi miei occhi e le mie orecchie se sono vere le meraviglie che ne dicono. Entrano il messaggero e lord Talbot MESSAGGERO
Signora, come da voi desiderato e da me pregato, è giunto lord Talbot. CONTESSA
Ed è il benvenuto. Ma come, è lui? MESSAGGERO
Sì, signora. CONTESSA
Questo è il flagello della Francia? Questo il Talbot così temuto dappertutto che le madri usano il suo nome per fare star buoni i bambini? Vedo che le voci sono false ed esagerate. Mi aspettavo
633
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19/10/2017 18:25:34
1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 3
I thought I should have seen some Hercules, A second Hector, for his grim aspect And large proportion of his strong-knit limbs. Alas, this is a child, a seely dwarf.21 It cannot be this weak and writhled shrimp Should strike such terror to his enemies.
20
TALBOT
Madam, I have been bold to trouble you. But since your ladyship is not at leisure, I’ll sort some other time to visit you.
25
He is going COUNTESS (to Messenger)
What means he now? Go ask him whither he goes. MESSENGER
Stay, my Lord Talbot, for my lady craves To know the cause of your abrupt departure. TALBOT
Marry, for that she’s in a wrong belief, I go to certify her Talbot’s here.
30
Enter Porter with keys COUNTESS
If thou be he, then art thou prisoner. TALBOT
Prisoner? To whom? COUNTESS To me, bloodthirsty lord; And for that cause I trained thee to my house. Long time thy shadow hath been thrall to me, For in my gallery thy picture hangs; But now the substance shall endure the like, And I will chain these legs and arms of thine That hast by tyranny these many years Wasted our country, slain our citizens, And sent our sons and husbands captivate — TALBOT Ha, ha, ha!
35
40
21. Seely: silly = sciocco. 634
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1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 3
di vedere una sorta di Ercole, un secondo Ettore, d’aspetto truce, dal fisico armonioso e prestante. Ma via, questo è un bambino, un gracile pigmeo. Non è possibile che questo nanerottolo pieno di rughe incuta tanta paura ai nemici95. TALBOT
Signora, ho ardito disturbarvi ma, poiché sua signoria non è a proprio agio cercherò un altro momento per farle visita. Si avvia per uscire CONTESSA (al messaggero)
Che cosa ha in mente? Chiedigli dove va. MESSAGGERO
Aspettate, lord Talbot, la mia signora desidera sapere perché ve ne andate così in fretta. TALBOT
Beh, visto che è vittima di un malinteso, vado via per dimostrarle che Talbot era davvero qui. Entra la guardia con le chiavi CONTESSA
Se sei proprio tu, allora sei prigioniero. TALBOT
Prigioniero? E di chi? CONTESSA
Mio, sanguinario signore. E a questo scopo ti ho attirato in casa mia. Da molto tempo tengo prigioniera la tua ombra, perché nella mia galleria è appeso il tuo ritratto; ora anche la sostanza avrà la stessa sorte: incatenerò gambe e braccia a te che da anni devasti crudelmente il nostro paese, trucidi i nostri cittadini e fai prigionieri i nostri figli e sposi − TALBOT
Ah, ah, ah!
635
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19/10/2017 18:25:34
1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 3
COUNTESS
Laughest thou, wretch? Thy mirth shall turn to moan. TALBOT
I laugh to see your ladyship so fond To think that you have aught but Talbot’s shadow Whereon to practise your severity. COUNTESS Why? Art not thou the man? TALBOT I am indeed. COUNTESS Then have I substance too.
45
TALBOT
No, no, I am but shadow of myself. You are deceived; my substance is not here. For what you see is but the smallest part And least proportion of humanity. I tell you, madam, were the whole frame here, It is of such a spacious lofty pitch Your roof were not sufficient to contain’t.
50
55
COUNTESS
This is a riddling merchant for the nonce. He will be here, and yet he is not here. How can these contrarieties agree? TALBOT
That will I show you presently.
60
He winds his horn. Within, drums strike up; a peal of ordnance. Enter English soldiers How say you, madam? Are you now persuaded That Talbot is but shadow of himself? These are his substance, sinews, arms, and strength, With which he yoketh your rebellious necks, Razeth your cities and subverts your towns, And in a moment makes them desolate.
65
COUNTESS
Victorious Talbot, pardon my abuse. I find thou art no less than fame hath bruited, And more than may be gathered by thy shape.
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19/10/2017 18:25:34
1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 3
CONTESSA
Ridi, sciagurato? Le tue risa si muteranno in gemiti. TALBOT
Rido a pensare che vostra signoria è così sciocca da credere di avere qualcosa più che l’ombra di Talbot su cui sfogare la sua crudeltà. CONTESSA
Come? Non sei tu? TALBOT
Certo che lo sono. CONTESSA
Allora ho anche la sostanza. TALBOT
No, no, io sono solo l’ombra di me stesso96. Vi ingannate. La mia sostanza non è qui. Ciò che vedete è solo la parte più piccola, la minima porzione dell’essere umano. Signora, vi dico che se qui ci fosse l’intero, la sua sublime altezza non riuscirebbe a entrare sotto il vostro tetto. CONTESSA
Adesso si mette pure a fare gli enigmi. Dice che è qui eppure non è qui. Come possono coesistere questi controsensi? TALBOT
Ve lo dimostro subito. Suona il corno. All’interno, un rullo di tamburi e una scarica di spari. Entrano dei soldati inglesi Che ne dite, signora? Ora siete persuasa che Talbot è solo l’ombra di se stesso? Sono questi la sua sostanza, i tendini, le braccia e la forza con cui egli sottomette il vostro collo ribelle, rade al suolo le vostre città e distrugge i paesi, lasciandoli d’un tratto desolati. CONTESSA
Vittorioso Talbot, perdona il mio comportamento. Vedo che non sei da meno della tua fama e ben più di quanto appare dal tuo
637
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1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 4
Let my presumption not provoke thy wrath, For I am sorry that with reverence I did not entertain thee as thou art.
70
TALBOT
Be not dismayed, fair lady, nor misconster The mind of Talbot, as you did mistake The outward composition of his body. What you have done hath not offended me; Nor other satisfaction do I crave But only, with your patience, that we may Taste of your wine and see what cates you have: For soldiers’ stomachs always serve them well.
75
80
COUNTESS
With all my heart; and think me honourèd To feast so great a warrior in my house. 2.4
Exeunt
A rose brier. Enter Richard Plantagenet, the Earl of Warwick, the Duke of Somerset, William de la Pole (the Earl of Suffolk), Vernon, and a Lawyer
RICHARD PLANTAGENET
Great lords and gentlemen, what means this silence? Dare no man answer in a case of truth? SUFFOLK
Within the Temple hall we were too loud. The garden here is more convenient. RICHARD PLANTAGENET
Then say at once if I maintained the truth; Or else was wrangling Somerset in th’error?
5
SUFFOLK
Faith, I have been a truant in the law, And never yet could frame my will to it, And therefore frame the law unto my will. SOMERSET
Judge you, my lord of Warwick, then between us.
10
638
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19/10/2017 18:25:34
1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 4
aspetto. La mia presunzione non provochi la tua ira, mi dispiace non averti trattato come meriti. TALBOT
Non vi angustiate, signora, e non fraintendete il pensiero di Talbot come avete sbagliato nel giudicare il suo aspetto fisico. La vostra azione non mi ha offeso; non desidero altra soddisfazione se non, con il vostro permesso, assaggiare il vostro vino e vedere quali prelibatezze avete: i soldati hanno sempre un ottimo stomaco. CONTESSA
Con tutto il cuore; mi riterrò onorata di ospitare un così grande guerriero in casa mia. Escono II, 4
Un roseto. Entrano Riccardo Plantageneto, il conte di Warwick, il duca di Somerset, William de la Pole (conte di Suffolk), Vernon, e un avvocato97
RICCARDO PLANTAGENETO98
Nobili signori e gentiluomini, che significa questo silenzio? Nessuno osa rispondere in un caso così evidente? SUFFOLK99
Nella sala del Tempio100 facevamo troppo rumore. Questo giardino è più adatto. RICCARDO PLANTAGENETO
Allora dite subito se ciò che ho affermato è vero; oppure era in errore il litigioso Somerset?101 SUFFOLK
A dire il vero, non sono mai stato bravo con le norme legali, né sono mai riuscito a impormi di studiarle, per cui impongo alle leggi la mia volontà. SOMERSET102
Allora, lord Warwick, giudicate voi fra noi due.
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19/10/2017 18:25:34
1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 4
WARWICK
Between two hawks, which flies the higher pitch, Between two dogs, which hath the deeper mouth, Between two blades, which bears the better temper, Between two horses, which doth bear him best, Between two girls, which hath the merriest eye, I have perhaps some shallow spirit of judgement; But in these nice sharp quillets of the law, Good faith, I am no wiser than a daw.
15
RICHARD PLANTAGENET
Tut, tut, here is a mannerly forbearance. The truth appears so naked on my side That any purblind eye may find it out.
20
SOMERSET
And on my side it is so well apparelled, So clear, so shining, and so evident, That it will glimmer through a blind man’s eye. RICHARD PLANTAGENET
Since you are tongue-tied and so loath to speak, In dumb significants proclaim your thoughts. Let him that is a true-born gentleman And stands upon the honour of his birth, If he suppose that I have pleaded truth, From off this briar pluck a white rose with me.
25
30
He plucks a white rose SOMERSET
Let him that is no coward nor no flatterer, But dare maintain the party of the truth, Pluck a red rose from off this thorn with me. He plucks a red rose WARWICK
I love no colours, and without all colour Of base insinuating flattery I pluck this white rose with Plantagenet.
35
640
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19/10/2017 18:25:35
1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 4
WARWICK103
Tra due falconi quale vola più in alto, tra due cani quale latra più forte, tra due lame quale è temprata meglio, tra due cavalli quale ha il portamento migliore, tra due ragazze quale ha l’occhio più vispo forse qualche competenza per giudicare ce l’avrei. Ma di questi sottili cavilli legali, davvero, ne so quanto una cornacchia104. RICCARDO PLANTAGENETO
Via, via, basta traccheggiare. Lo vedrebbe anche un orbo che la nuda verità è chiaramente dalla mia parte. SOMERSET
E dalla mia parte, invece, è così ben vestita, chiara, luminosa ed evidente, che sarebbe lampante anche per gli occhi di un cieco. RICCARDO PLANTAGENETO
Poiché avete la lingua bloccata e siete così restii a parlare, manifestate il vostro pensiero con segni muti. Chi è un vero gentiluomo e fedele all’onore dei suoi natali, se ritiene che io abbia affermato il vero, colga con me una rosa bianca da questo roseto. Coglie una rosa bianca105 SOMERSET
Chi non è codardo o adulatore, ma osa perorare la causa della verità, colga con me una rosa rossa da questi cespugli. Coglie una rosa rossa WARWICK
Io non amo i colori, e senza alcuna coloritura106 di vile e insinuante adulazione colgo la rosa bianca con Plantageneto.
641
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19/10/2017 18:25:35
1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 4
SUFFOLK
I pluck this red rose with young Somerset, And say withal I think he held the right. VERNON
Stay, lords and gentlemen, and pluck no more Till you conclude that he upon whose side The fewest roses from the tree are cropped Shall yield the other in the right opinion.
40
SOMERSET
Good Master Vernon, it is well objected. If I have fewest, I subscribe in silence. RICHARD PLANTAGENET And I.
45
VERNON
Then for the truth and plainness of the case I pluck this pale and maiden blossom here, Giving my verdict on the white rose’ side. SOMERSET
Prick not your finger as you pluck it off, Lest, bleeding, you do paint the white rose red, And fall on my side so against your will.
50
VERNON
If I, my lord, for my opinion bleed, Opinion shall be surgeon to my hurt And keep me on the side where still I am. SOMERSET Well, well, come on! Who else?
55
LAWYER
Unless my study and my books be false, The argument you held was wrong in law;22 In sign whereof I pluck a white rose too. RICHARD PLANTAGENET
Now Somerset, where is your argument? SOMERSET
Here in my scabbard, meditating that Shall dye your white rose in a bloody red.
60
57. Law: you = voi. 642
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19/10/2017 18:25:35
1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 4
SUFFOLK
Io colgo questa rosa rossa con il giovane Somerset, per significare che lo credo nel giusto. VERNON
Fermi, nobili e gentiluomini, non coglietene altre prima di aver stabilito che quello per cui saranno colte dalla pianta meno rose accetterà come corretta l’opinione dell’altro. SOMERSET
Bravo Vernon, ben detto. Se ne avrò meno, accetterò in silenzio. RICCARDO PLANTAGENETO
Anch’io. VERNON
Allora, vista la verità e chiarezza del caso, io colgo questo pallido e virginale bocciolo, dando la mia preferenza alla rosa bianca. SOMERSET
Non pungetevi il dito nel coglierla, per non sanguinare e tingere di rosso la rosa bianca e finire vostro malgrado dalla mia parte. VERNON
Se la mia opinione mi farà sanguinare, signore, l’opinione107 farà da chirurgo alla ferita, e mi farà restare dalla parte dove sono ora. SOMERSET
Va bene, va bene, avanti! Chi altro c’è? AVVOCATO
Se il mio studio e i miei libri non mentono, il vostro assunto legalmente non reggeva; a conferma di ciò colgo anch’io una rosa bianca. RICCARDO PLANTAGENETO
Allora, Somerset, dove sta il vostro assunto? SOMERSET
Qua nel mio fodero, e sta valutando se tingere di rosso sangue la vostra rosa bianca.
643
Shakespeare_Drammi storici.indb 643
19/10/2017 18:25:35
1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 4
RICHARD PLANTAGENET
Meantime your cheeks do counterfeit our roses, For pale they look with fear, as witnessing The truth on our side. SOMERSET No, Plantagenet, ’Tis not for fear, but anger, that thy cheeks Blush for pure shame to counterfeit our roses, And yet thy tongue will not confess thy error.
65
RICHARD PLANTAGENET
Hath not thy rose a canker, Somerset? SOMERSET
Hath not thy rose a thorn, Plantagenet? RICHARD PLANTAGENET
Ay, sharp and piercing, to maintain his truth, Whiles thy consuming canker eats his falsehood.
70
SOMERSET
Well, I’ll find friends to wear my bleeding roses, That shall maintain what I have said is true, Where false Plantagenet dare not be seen. RICHARD PLANTAGENET
Now, by this maiden blossom in my hand, I scorn thee and thy fashion, peevish boy.23
75
SUFFOLK
Turn not thy scorns this way, Plantagenet. RICHARD PLANTAGENET
Proud Pole, I will, and scorn both him and thee. SUFFOLK
I’ll turn my part thereof into thy throat. SOMERSET
Away, away, good William de la Pole. We grace the yeoman by conversing with him.
80
76. Fashion: faction = fazione. 644
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19/10/2017 18:25:35
1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 4
RICCARDO PLANTAGENETO
Intanto le vostre guance imitano le nostre rose; sono impallidite dalla paura, a testimoniare che la verità è dalla nostra parte. SOMERSET
No, Plantageneto, non è per la paura ma per l’ira, dal momento che le tue guance arrossiscono di vergogna come le nostre rose senza che la tua lingua voglia confessare il tuo errore. RICCARDO PLANTAGENETO
Non ha un cancro la tua rosa, Somerset? SOMERSET
Non ha una spina la tua rosa, Plantageneto? RICCARDO PLANTAGENETO
Sì, acuta e penetrante, per confermare la sua verità, mentre il tuo cancro corrosivo divora la sua falsità. SOMERSET
Ebbene, troverò amici che portino sul petto le mie rose sanguigne là dove il falso Plantageneto non osa farsi vedere, a conferma che quanto ho detto è vero. RICCARDO PLANTAGENETO
Ora, per questo virginale bocciolo che ho in mano, disprezzo te e quelli della tua risma, ragazzo testardo. SUFFOLK
Non estendere il tuo disprezzo anche a questa parte, Plantageneto. RICCARDO PLANTAGENETO
Sì, invece, superbo Pole; disprezzo sia te sia lui. SUFFOLK
La mia parte te la ricaccerò in gola. SOMERSET
Via, via, andiamocene, buon William de la Pole; è già un onore per questo nullatenente108 che noi parliamo con lui.
645
Shakespeare_Drammi storici.indb 645
19/10/2017 18:25:35
1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 4
WARWICK
Now, by God’s will, thou wrong’st him, Somerset. His grandfather was Lionel Duke of Clarence, Third son to the third Edward, King of England. Spring crestless yeomen from so deep a root?
85
RICHARD PLANTAGENET
He bears him on the place’s privilege, Or durst not for his craven heart say thus. SOMERSET
By him that made me, I’ll maintain my words On any plot of ground in Christendom. Was not thy father, Richard Earl of Cambridge, For treason executed in our late king’s days?24 And by his treason stand’st not thou attainted, Corrupted, and exempt from ancient gentry? His trespass yet lives guilty in thy blood, And till thou be restored thou art a yeoman.
90
95
RICHARD PLANTAGENET
My father was attachèd, not attainted; Condemned to die for treason, but no traitor — And that I’ll prove on better men than Somerset, Were growing time once ripened to my will. For your partaker Pole, and you yourself, I’ll note you in my book of memory, To scourge you for this apprehension. Look to it well, and say you are well warned.
100
SOMERSET
Ah, thou shalt find us ready for thee still, And know us by these colours for thy foes, For these my friends, in spite of thee, shall wear.
105
RICHARD PLANTAGENET
And, by my soul, this pale and angry rose, As cognizance of my blood-drinking hate, Will I forever, and my faction, wear
91. Executed: headed con significato analogo. 646
Shakespeare_Drammi storici.indb 646
19/10/2017 18:25:35
1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 4
WARWICK
Ora, in nome di Dio, gli fai torto, Somerset. Suo avo era Lionel, duca di Clarence, terzo figlio di Edoardo terzo re d’Inghilterra. Spuntano forse dei miserabili da una radice così profonda? RICCARDO PLANTAGENETO
Conta sul fatto di essere in luogo protetto109; vigliacco qual è, non oserebbe parlare così. SOMERSET
Per colui che mi ha creato, sosterrò quanto ho detto su qualsiasi zolla di terra cristiana. Tuo padre, Riccardo conte di Cambridge, non fu forse giustiziato per alto tradimento ai tempi del nostro defunto re? E il suo tradimento non ha forse significato confisca dei beni, onta ed esclusione dalla nobiltà?110 Il suo atto criminoso vive ancora nel tuo sangue e finché non sarai riammesso tra i nobili sarai solo un poveraccio. RICCARDO PLANTAGENETO
Mio padre fu arrestato ma non condannato; fu mandato a morte per tradimento, ma non fu un traditore111 − e lo proverò a uomini migliori di Somerset, se gli eventi matureranno come mi auguro. Quanto al vostro compare Pole, e a voi stesso, vi segnerò nel libro della mia memoria per farvi pagar cara quest’opinione. Tenetelo a mente e dite che vi ho avvertito. SOMERSET
Oh, saremo sempre pronti per te; ci riconoscerai come nemici dai colori che questi miei amici sfoggeranno in spregio a te. RICCARDO PLANTAGENETO
E, sull’anima mia, io e la mia fazione sfoggeremo sempre questa rosa pallida e altera in segno del mio odio sanguinario, fi n-
647
Shakespeare_Drammi storici.indb 647
19/10/2017 18:25:35
1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 4
Until it wither with me to my grave, Or flourish to the height of my degree.
110
SUFFOLK
Go forward, and be choked with thy ambition. And so farewell until I meet thee next.
Exit
SOMERSET
Have with thee, Pole. — Farewell, ambitious Richard. Exit RICHARD PLANTAGENET
How I am braved, and must perforce endure it!
115
WARWICK
This blot that they object against your house Shall be wiped out in the next parliament, Called for the truce of Winchester and Gloucester. An if thou be not then created York, I will not live to be accounted Warwick. Meantime, in signal of my love to thee. Against proud Somerset and William Pole, Will I upon thy party wear this rose. And here I prophesy: this brawl today, Grown to this faction in the Temple garden, Shall send, between the red rose and the white, A thousand souls to death and deadly night.
120
125
RICHARD PLANTAGENET
Good Master Vernon, I am bound to you, That you on my behalf would pluck a flower. VERNON
In your behalf still will I wear the same.
130
LAWYER And so will I. RICHARD PLANTAGENET Thanks, gentles.
Come, let us four to dinner. I dare say This quarrel will drink blood another day. Exeunt. The rose brier is removed
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1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 4
ché non appassisca sulla tomba con me o sbocci alta come il mio rango. SUFFOLK
Fa’ pure, e che la tua ambizione ti soffochi. E ora addio, fino al prossimo incontro. Esce SOMERSET
Vengo con te, Pole − Addio, ambizioso Riccardo. Esce RICCARDO PLANTAGENETO
Come vengo insultato e sono costretto a sopportarlo! WARWICK
La macchia che imputano alla tua stirpe sarà cancellata al prossimo Parlamento, convocato per metter pace fra Winchester e Gloucester. E se allora non sarai creato duca di York, non voglio più esser chiamato Warwick. Intanto, come segno dell’amore che ti porto contro i superbi Somerset e William Pole, porterò questa rosa come tuo sostenitore. E questa è la mia profezia: lo scontro odierno, nato da questa diatriba nel giardino del Tempio tra rosa rossa e rosa bianca manderà mille anime alla morte e alla notte eterna. RICCARDO PLANTAGENETO
Mio buon Vernon, vi sono riconoscente di avere colto un fiore in mio favore. VERNON
E sempre lo porterò in vostro favore. AVVOCATO
Anch’io. RICCARDO PLANTAGENETO
Grazie, signori. Andiamo a pranzo tutti e quattro. Il sangue per questa contesa sarà bevuto un altro giorno, credo. Escono. Viene tolto il roseto
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1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 5
2.5
Enter Edmund Mortimer, brought in a chair [by] his Keepers
MORTIMER
Kind keepers of my weak decaying age, Let dying Mortimer here rest himself. Even like a man new-halèd from the rack,25 So fare my limbs with long imprisonment; And these grey locks, the pursuivants of death, Argue the end of Edmund Mortimer, Nestor-like agèd in an age of care. These eyes, like lamps whose wasting oil is spent, Wax dim, as drawing to their exigent; Weak shoulders, overborne with burdening grief, And pithless arms, like to a withered vine That droops his sapless branches to the ground. Yet are these feet — whose strengthless stay is numb, Unable to support this lump of clay — Swift-wingèd with desire to get a grave, As witting I no other comfort have. But tell me, keeper, will my nephew come?
5
10
15
KEEPER
Richard Plantagenet, my lord, will come. We sent unto the Temple, unto his chamber, And answer was returned that he will come.
20
MORTIMER
Enough. My soul shall then be satisfied. Poor gentleman, his wrong doth equal mine. Since Henry Monmouth first began to reign — Before whose glory I was great in arms — This loathsome sequestration have I had; And even since then hath Richard been obscured, Deprived of honour and inheritance.
25
3. Rack: wrack = rovina. 650
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1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 5
II, 5
Entra Edmund Mortimer, trasportato su una sedia [dai] suoi carcerieri112
MORTIMER113
Cari custodi della mia misera senilità, lasciate riposare qui Mortimer che aspetta la morte. Per la lunga prigionia le membra mi dolgono come se mi avessero appena tolto dalla ruota; e questi capelli grigi, araldi della morte, annunciano la fine di Edmund Mortimer, vecchio come Nestore114 in un’età travagliata. Questi occhi, come lampade il cui olio si è esaurito, sono offuscati e prossimi a estinguersi; le spalle deboli, fiaccate da un dolore opprimente; le braccia senza nerbo, come una vigna avvizzita che piega verso terra i suoi tralci senza linfa. Eppure questi piedi – debole, inerte sostegno incapace di reggere questo grumo di argilla115 – si affrettano verso la tomba con ali di desiderio, quasi sapessero che non mi rimane altro conforto. Ma dimmi, custode, verrà mio nipote? CARCERIERE
Riccardo Plantageneto verrà, mio signore. L’abbiamo fatto chiamare nel suo studio al Tempio e ci è stato risposto che verrà. MORTIMER
Bene. Questo basta ad appagare la mia anima. Povero gentiluomo, i torti che ha subito sono pari ai miei. Soffro questa odiosa prigionia da quando salì al trono Enrico di Monmouth116 − prima del cui trionfo ero un grande guerriero − e per tutto questo tempo anche Riccardo è stato in ombra, privato dell’onore e dell’eredità.
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1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 5
But now the arbitrator of despairs, Just Death, kind umpire of men’s miseries, With sweet enlargement doth dismiss me hence. I would his troubles likewise were expired, That so he might recover what was lost.
30
Enter Richard Plantagenet KEEPER
My lord, your loving nephew now is come. MORTIMER
Richard Plantagenet, my friend, is he come? RICHARD PLANTAGENET
Ay, noble uncle, thus ignobly used: Your nephew, late despisèd Richard, comes. MORTIMER (to Keepers) Direct mine arms I may embrace his neck And in his bosom spend my latter gasp. O tell me when my lips do touch his cheeks, That I may kindly give one fainting kiss.
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40
He embraces Richard And now declare, sweet stem from York’s great stock, Why didst thou say of late thou wert despised? RICHARD PLANTAGENET
First lean thine agèd back against mine arm, And in that ease I’ll tell thee my dis-ease. This day in argument upon a case Some words there grew ’twixt Somerset and me; Among which terms he used his lavish tongue And did upbraid me with my father’s death; Which obloquy set bars before my tongue, Else with the like I had requited him. Therefore, good uncle, for my father’s sake, In honour of a true Plantagenet, And for alliance’ sake, declare the cause My father, Earl of Cambridge, lost his head.
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1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 5
Ma adesso colei che è arbitra delle disperazioni, la giusta Morte, dolce giudice delle sventure umane, benevolmente mi mette in libertà. Quanto vorrei che finissero anche i suoi guai, restituendogli ciò che ha perduto. Entra Riccardo Plantageneto CARCERIERE
Mio signore, il vostro affezionato nipote è arrivato. MORTIMER
È arrivato Riccardo Plantageneto, amico mio? RICCARDO PLANTAGENETO
Sì, nobile zio, così ignobilmente trattato. Tuo nipote, l’oltraggiato Riccardo, è qui. MORTIMER (ai carcerieri) Guidate le mie braccia perché possano cingergli il collo e io esali l’ultimo respiro sul suo petto. Oh, ditemi quando le mie labbra gli toccano le guance, per potergli dare con affetto un debole bacio. Abbraccia Riccardo E adesso spiegami, dolce virgulto del gran ceppo di York, perché hai detto di essere stato oltraggiato? RICCARDO PLANTAGENETO
Prima appoggia al mio braccio il dorso stanco, per ascoltare con più agio il mio disagio. Quest’oggi nel discutere una causa sono corse parole grosse tra me e Somerset, che ha usato la sua lingua lunga per rinfacciarmi la morte di mio padre. Un insulto che mi ha tolto la parola, se no l’avrei ripagato allo stesso modo. Perciò, caro zio, per amore di mio padre, per l’onore di un vero Plantageneto e per la parentela che ci unisce, spiegami il motivo per cui mio padre, conte di Cambridge, fu decapitato.
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1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 5
MORTIMER
That cause, fair nephew, that imprisoned me, And hath detained me all my flow’ring youth Within a loathsome dungeon, there to pine, Was cursèd instrument of his decease.
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RICHARD PLANTAGENET
Discover more at large what cause that was, For I am ignorant and cannot guess.
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MORTIMER
I will, if that my fading breath permit And death approach not ere my tale be done. Henry the Fourth, grandfather to this King, Deposed his nephew Richard, Edward’s son, The first begotten and the lawful heir Of Edward king, the third of that descent; During whose reign the Percies of the north, Finding his usurpation most unjust, Endeavoured my advancement to the throne. The reason moved these warlike lords to this Was for that — young King Richard thus removed, Leaving no heir begotten of his body — I was the next by birth and parentage, For by my mother I derivèd am From Lionel Duke of Clarence, the third son To King Edward the Third — whereas the King26 From John of Gaunt doth bring his pedigree, Being but fourth of that heroic line. But mark: as in this haughty great attempt They labourèd to plant the rightful heir, I lost my liberty, and they their lives. Long after this, when Henry the Fifth, Succeeding his father Bolingbroke, did reign, Thy father, Earl of Cambridge then, derived 27 From famous Edmund Langley, Duke of York,
65
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76. The King: hee = lui. 84. Cambridge, then: non in F. 654
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1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 5
MORTIMER
La stessa causa, caro nipote, che mi ha fatto imprigionare e languire in un’odiosa segreta per tutta la giovinezza, è stata l’odioso movente della sua morte. RICCARDO PLANTAGENETO
Dimmi qualcosa di più su quella causa, perché la ignoro e non riesco a indovinarla. MORTIMER
Sì, se lo permette il respiro che mi manca e la morte non si avvicina prima che io finisca la storia. Enrico quarto, nonno dell’attuale re, depose suo cugino Riccardo, figlio di Edoardo, primogenito e legittimo erede di re Edoardo, terzo di quella dinastia. Durante il suo regno, i Percy di Northumberland, considerando iniqua quell’usurpazione, spinsero per il mio insediamento sul trono. Quei nobili guerrieri agirono mossi dal fatto che − una volta eliminato il giovane re Riccardo, che non aveva eredi − il più prossimo a lui per nascita e stirpe ero io, discendente per parte di madre da Lionel di Clarence, terzogenito di re Edoardo III − mentre il re117 trae la sua genealogia da Giovanni di Gand che è solo il quarto di quella nobile progenie. Ma ora attenzione: mentre quelli si impegnavano in questo grande e nobile tentativo per innalzare l’erede legittimo, io perdetti la libertà e loro la vita. Molto tempo dopo, mentre regnava Enrico quinto, succeduto a suo padre Bolingbroke, tuo padre, all’epoca conte di Cambridge, disceso dal famoso Edmund Langley duca di York,
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1 HENRY VI, ACT 2 SCENE 5
Marrying my sister that thy mother was, Again, in pity of my hard distress, Levied an army, weening to redeem And have installed me in the diadem; But, as the rest, so fell that noble earl, And was beheaded. Thus the Mortimers, In whom the title rested, were suppressed.
90
RICHARD PLANTAGENET
Of which, my lord, your honour is the last. MORTIMER
True, and thou seest that I no issue have, And that my fainting words do warrant death. Thou art my heir. The rest I wish thee gather — But yet be wary in thy studious care.
95
RICHARD PLANTAGENET
Thy grave admonishments prevail with me. But yet methinks my father’s execution Was nothing less than bloody tyranny.
100
MORTIMER
With silence, nephew, be thou politic. Strong-fixèd is the house of Lancaster, And like a mountain, not to be removed. But now thy uncle is removing hence, As princes do their courts, when they are cloyed With long continuance in a settled place.
105
RICHARD PLANTAGENET
O uncle, would some part of my young years Might but redeem the passage of your age. MORTIMER
Thou dost then wrong me, as that slaughterer doth Which giveth many wounds when one will kill. Mourn not, except thou sorrow for my good. Only give order for my funeral. And so farewell, and fair be all thy hopes,28 And prosperous be thy life in peace and war. Dies
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113. Be all: befall con significato analogo. 656
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19/10/2017 18:25:36
1 ENRICO VI, ATTO II SCENA 5
sposò mia sorella, cioè tua madre, e, mosso a pietà per la mia dolorosa condizione, allestì un esercito per liberarmi e assegnarmi la corona. Come gli altri, però, anche quel nobile conte cadde e venne decapitato. E così i Mortimer, che avevano legittimo titolo alla corona, sono stati soppressi. RICCARDO PLANTAGENETO
E l’ultimo di essi siete voi, vostro onore. MORTIMER
Sì, e come vedi non ho prole e le mie fioche parole mostrano che sto per morire. Sei tu il mio erede. Spero che tu intuisca il resto − ma sii prudente mentre ti dedichi con diligenza a metterlo in pratica. RICCARDO PLANTAGENETO
I tuoi severi ammonimenti mi persuadono. Penso, tuttavia, che l’esecuzione di mio padre sia stata un vero e proprio atto di tirannia sanguinaria. MORTIMER
Taci, nipote, per prudenza. La casa di Lancaster è ben salda e irremovibile come una montagna. Ma ecco, ormai tuo zio se ne va, come i sovrani partono con la corte quando sono stanchi di restare troppo a lungo nello stesso posto. RICCARDO PLANTAGENETO
Oh, zio, potesse una parte dei miei giovani anni riscattare quelli che tu hai passato. MORTIMER
Mi fai torto allora, come un assassino che inferisce più coltellate quando per uccidere ne basta una. Non compiangermi, a meno che ti dispiaccia che io stia bene. Solo, disponi per il mio funerale. E ora addio, siano belle tutte le tue speranze e prospera la tua vita in pace e in guerra. Muore
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19/10/2017 18:25:36
1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
RICHARD PLANTAGENET
And peace, no war, befall thy parting soul. In prison hast thou spent a pilgrimage, And like a hermit overpassed thy days. Well, I will lock his counsel in my breast, And what I do imagine, let that rest. Keepers, convey him hence, and I myself Will see his burial better than his life.
115
120
Exeunt Keepers with Mortimer’s body Here dies the dusky torch of Mortimer, Choked with ambition of the meaner sort. And for those wrongs, those bitter injuries, Which Somerset hath offered to my house, 1 doubt not but with honour to redress. And therefore haste I to the Parliament, Either to be restorèd to my blood, Or make mine ill th’advantage of my good.29 3.1
125
Exit
Flourish. Enter young King Henry, the Dukes of Exeter and Gloucester, the Bishop of Winchester; the Duke of Somerset and the Earl of Suffolk [with red roses]; the Earl of Warwick and Richard Plantagenet [with white roses]. Gloucester offers to put up a bill; Winchester snatches it, tears it
WINCHESTER
Com’st thou with deep premeditated lines? With written pamphlets studiously devised? Humphrey of Gloucester, if thou canst accuse, Or aught intend’st to lay unto my charge, Do it without invention, suddenly, As I with sudden and extemporal speech Purpose to answer what thou canst object.
5
129. Mine ill: my will = la mia volontà. 658
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19/10/2017 18:25:36
1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
RICCARDO PLANTAGENETO
E pace, non guerra, alla tua anima che si diparte. In prigione hai compiuto un pellegrinaggio e hai consumato i tuoi giorni come un eremita. Bene, mi chiuderò nel petto il tuo consiglio e quello che ho in mente aspetti pure. Custodi, portatelo via, e gli farò avere esequie migliori della vita che ha vissuto. Escono i carcerieri con il corpo di Mortimer Qui si estingue la torcia consumata di Mortimer, spenta dall’ambizione di chi era meno nobile di lui. Quanto ai quei torti, quei cocenti insulti che Somerset ha rivolto alla mia casata, mio fermo proposito è di ottenere soddisfazione. Quindi andiamo in fretta al Parlamento, o per riottenere i miei diritti ereditari o per usare i mali ricevuti a mio vantaggio. Esce III, 1
Squilli di tromba. Entra il giovane re Enrico, i duchi di Exeter e Gloucester, il vescovo di Winchester, il duca di Somerset e il conte di Suffolk [con rose rosse]; il conte di Warwick e Riccardo Plantageneto [con rose bianche]. Gloucester si accinge a presentare un atto di accusa; Winchester glielo strappa di mano e lo straccia118
WINCHESTER
Ti presenti con un testo ben strutturato? Con documenti minuziosamente elaborati? Humphrey di Gloucester, se sei in grado di accusarmi o se intendi imputare a me qualche cosa, fallo senza premeditazione, a braccio, come anche io mi propongo di rispondere con parole improvvisate e immediate a ciò che puoi contestarmi.
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19/10/2017 18:25:36
1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
GLOUCESTER
Presumptuous priest, this place commands my patience, Or thou shouldst find thou hast dishonoured me. Think not, although in writing I preferred The manner of thy vile outrageous crimes, That therefore I have forged, or am not able Verbatim to rehearse the method of my pen. No, prelate, such is thy audacious wickedness, Thy lewd, pestiferous, and dissentious pranks, As very infants prattle of thy pride. Thou art a most pernicious usurer, Froward by nature, enemy to peace, Lascivious, wanton, more than well beseems A man of thy profession and degree. And for thy treachery, what’s more manifest? — In that thou laid’st a trap to take my life, As well at London Bridge as at the Tower. Beside, I fear me, if thy thoughts were sifted, The King thy sovereign is not quite exempt From envious malice of thy swelling heart.
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25
WINCHESTER
Gloucester, I do defy thee. — Lords, vouchsafe To give me hearing what I shall reply. If I were covetous, ambitious, or perverse, As he will have me, how am I so poor? Or how haps it I seek not to advance Or raise myself, but keep my wonted calling? And for dissension, who preferreth peace More than I do? — except I be provoked. No, my good lords, it is not that offends; It is not that that hath incensed the Duke. It is because no one should sway but he, No one but he should be about the King — And that engenders thunder in his breast And makes him roar these accusations forth. But he shall know I am as good —
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
GLOUCESTER
Prete presuntuoso, questo luogo m’impone pazienza, altrimenti ti farei vedere come mi hai offeso. Non credere che, se ho messo per iscritto i tuoi vili e oltraggiosi delitti, li abbia perciò inventati o non sappia ripetere parola per parola l’ordine che ho affidato alla penna. No, prelato, tale è l’audacia della tua malizia, dei tuoi atti scandalosi, malvagi e sediziosi, che gli stessi lattanti denunciano balbettando la tua superbia. Sei un malefico usuraio, d’indole litigiosa, nemico della pace, lascivo, dissoluto più che non si convenga a uomo del tuo ruolo e del tuo rango. E quanto alla tua slealtà, che c’è di più palese? Hai ordito una trappola per togliermi la vita, sia al London Bridge119 sia alla Torre. Inoltre, temo, se si passassero al vaglio i tuoi pensieri, neanche il re tuo sovrano sarebbe immune dall’invidiosa malizia del tuo tronfio cuore. WINCHESTER
Gloucester, io ti sfido. – Signori, degnatevi di ascoltare cosa gli rispondo. Se fossi avido, ambizioso o perverso come lui sostiene, come mai sono così povero? E come mai non cerco promozioni o avanzamenti, ma mi attengo alla mia originaria vocazione?120 E quanto alle cospirazioni, chi promuove la pace più di me? – tranne quando vengo provocato. No, miei buoni signori, non è questo che offende il duca; non è questo che l’ha fatto infuriare. Il motivo è che nessuno fuorché lui dovrebbe comandare, nessuno fuorché lui dovrebbe stare vicino al re − è questo che gli fa scoppiare il petto e gli fa urlare queste accuse. Ma si accorgerà che non sono da meno −
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19/10/2017 18:25:36
1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
GLOUCESTER As good? —
Thou bastard of my grandfather. WINCHESTER
Ay, lordly sir; for what are you, I pray, But one imperious in another’s throne?
45
GLOUCESTER
Am I not Protector, saucy priest? WINCHESTER
And am not I a prelate of the Church? GLOUCESTER
Yes — as an outlaw in a castle keeps And useth it to patronage his theft. WINCHESTER
Unreverent Gloucester. Thou art reverend Touching thy spiritual function, not thy life.
GLOUCESTER
50
WINCHESTER
Rome shall remedy this. Roam thither then. [WARWICK] (to Winchester) My lord, it were your duty to forbear. [GLOUCESTER]
SOMERSET
Ay, so the bishop be not overborne:30 Methinks my lord should be religious, And know the office that belongs to such.
55
WARWICK
Methinks his lordship should be humbler. It fitteth not a prelate so to plead. SOMERSET
Yes, when his holy state is touched so near. WARWICK
State holy or unhallowed, what of that? Is not his grace Protector to the King?
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54. So: see = assicuratevi che. 662
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19/10/2017 18:25:36
1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
GLOUCESTER
Non da meno? Tu, figlio bastardo di mio nonno!121 WINCHESTER
Sì, mio potente signore. Perché tu, se è lecito, chi sei, se non uno che comanda seduto sul trono altrui? GLOUCESTER
Non sono forse il protettore, prete insolente? WINCHESTER
E io non sono un prelato della Chiesa? GLOUCESTER
Sì − come un fuorilegge che occupa un castello e lo usa per proteggere i suoi delitti. WINCHESTER
Irriverente Gloucester! GLOUCESTER
Tu sei reverendo per quanto riguarda la tua funzione spirituale, non la tua vita. WINCHESTER
La Curia porrà rimedio a questo. [GLOUCESTER]
Corri subito a Roma, allora122. [WARWICK] (a Winchester) Signore, dovreste controllarvi. SOMERSET
Sì, purché il vescovo non venga sottomesso. Credo che il mio signore dovrebbe essere rispettoso della religione e conoscere il riguardo che si deve a costoro123. WARWICK
Direi che sua signoria dovrebbe essere più umile. Non sta bene che un prelato sia così polemico. SOMERSET
Sì, quando il suo status sacro è attaccato in modo così esplicito. WARWICK
Status sacro o profano, che importa? Sua grazia non è forse protettore del re?
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19/10/2017 18:25:36
1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
RICHARD PLANTAGENET (aside)
Plantagenet, I see, must hold his tongue, Lest it be said, ‘Speak, sirrah, when you should; Must your bold verdict intertalk with lords?’ Else would I have a fling at Winchester.
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KING HENRY
Uncles of Gloucester and of Winchester, The special watchmen of our English weal, I would prevail, if prayers might prevail, To join your hearts in love and amity. O what a scandal is it to our crown That two such noble peers as ye should jar! Believe me, lords, my tender years can tell Civil dissension is a viperous worm That gnaws the bowels of the commonwealth.
70
A noise within [SERVINGMEN] (within) Down with the tawny coats!
75
KING HENRY
What tumult’s this? An uproar, I dare warrant, Begun through malice of the Bishop’s men.
WARWICK
A noise again [SERVINGMEN] (within) Stones, stones!
Enter the Mayor of London MAYOR
O my good lords, and virtuous Henry, Pity the city of London, pity us! The Bishop and the Duke of Gloucester’s men, Forbidden late to carry any weapon, Have filled their pockets full of pebble stones And, banding themselves in contrary parts, Do pelt so fast at one another’s pate That many have their giddy brains knocked out. Our windows are broke down in every street, And we for fear compelled to shut our shops.
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19/10/2017 18:25:36
1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
RICCARDO PLANTAGENETO (a parte)
Penso sia meglio che Plantageneto stia zitto, per non sentirsi dire: “Tu parla quando ti è richiesto; vuoi forse esporre le tue avventate opinioni a dei nobili?”. Altrimenti gliene direi quattro a Winchester. RE ENRICO124
Zii di Gloucester e Winchester, custodi particolari del bene della nostra Inghilterra, vorrei intimare, se mai le preghiere possano intimare, di unire i vostri cuori nell’amore e nell’amicizia. Che grande disonore per la nostra corona un litigio tra due nobili pari come voi! Credetemi, signori, pur giovane di età so bene che la discordia civile è una serpe velenosa che rode le viscere del bene pubblico125. Rumori all’interno [SERVI] (dall’interno)
Abbasso le giubbe fulve! RE ENRICO
Che fracasso è questo? WARWICK
Un tumulto, fatto scoppiare apposta dagli uomini del vescovo, scommetto. Altri rumori [SERVI] (dall’interno)
Sassi, sassi! Entra il sindaco di Londra SINDACO
Miei buoni signori e virtuoso Enrico, abbiate pietà della città di Londra, pietà di noi! I servi del vescovo e del duca di Gloucester, non avendo licenza di portare armi, si sono riempiti le tasche di ciottoli e, divisi in due fazioni, se li tirano addosso con tale forza che a molti hanno già sfondato quel loro matto cervello. In ogni strada ci sono finestre rotte e la paura ci costringe a chiudere le botteghe.
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19/10/2017 18:25:36
1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
Enter in skirmish, with bloody pates, Winchester’s Servingmen in tawny coats and Gloucester’s in blue coats KING HENRY
We charge you, on allegiance to ourself, To hold your slaught’ring hands and keep the peace. [The skirmish ceases] Pray, Uncle Gloucester, mitigate this strife.
91
FIRST SERVINGMAN Nay, if we be forbidden stones, we’ll
fall to it with our teeth. SECOND SERVINGMAN
Do what ye dare, we are as resolute. Skirmish again GLOUCESTER
You of my household, leave this peevish broil, And set this unaccustomed fight aside.
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THIRD SERVINGMAN
My lord, we know your grace to be a man Just and upright and, for your royal birth, Inferior to none but to his majesty; And ere that we will suffer such a prince, So kind a father of the commonweal, To be disgracèd by an inkhorn mate, We and our wives and children all will fight And have our bodies slaughtered by thy foes.
100
FIRST SERVINGMAN
Ay, and the very parings of our nails Shall pitch a field when we are dead.
105
They begin to skirmish again Stay, stay, I say! An if you love me as you say you do, Let me persuade you to forbear a while.
GLOUCESTER
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19/10/2017 18:25:36
1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
Entrano azzuffandosi e con la testa sanguinante i servi di Winchester in livrea fulva e i servi di Gloucester in livrea blu RE ENRICO
Vi ordiniamo, per l’obbedienza a noi dovuta, di trattenere quelle mani sanguinarie e mantenere la pace. [La zuffa cessa] Vi prego, zio Gloucester, placate questa contesa. PRIMO SERVO
No, se ci proibiscono i sassi useremo i denti. SECONDO SERVO
Fate quel che volete, noi non saremo da meno. [Ricomincia la zuffa] GLOUCESTER
Voi della mia casa, cessate questa sciocca disputa e finitela con questi disordini. TERZO SERVO
Mio signore, noi sappiamo che vostra grazia è un uomo giusto e retto e, per i vostri nobili natali, non inferiore ad altri che a sua maestà. Prima di tollerare che un tale signore e così benigno padre del bene comune sia offeso da un qualsiasi scribacchino, noi con mogli e figli lotteremo, a costo di farci massacrare dai tuoi nemici. PRIMO SERVO
Sì, e quando saremo morti, i ritagli delle nostre unghie faranno da palizzata per il campo126. Ricominciano ad azzuffarsi GLOUCESTER
Basta, basta, dico! Se mi volete bene come dite, lasciatevi convincere a smetterla.
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1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
KING HENRY
O how this discord doth afflict my soul! Can you, my lord of Winchester, behold My sighs and tears, and will not once relent? Who should be pitiful if you be not? Or who should study to prefer a peace, If holy churchmen take delight in broils?
110
WARWICK
Yield, my lord Protector; yield, Winchester — Except you mean with obstinate repulse To slay your sovereign and destroy the realm. You see what mischief — and what murder, too — Hath been enacted through your enmity. Then be at peace, except ye thirst for blood.
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WINCHESTER
He shall submit, or I will never yield. GLOUCESTER
Compassion on the King commands me stoop, Or I would see his heart out ere the priest Should ever get that privilege of me. WARWICK
Behold, my lord of Winchester, the Duke Hath banished moody discontented fury, As by his smoothèd brows it doth appear. Why look you still so stern and tragical?
125
GLOUCESTER
Here, Winchester, I offer thee my hand. KING HENRY (to Winchester)
Fie, Uncle Beaufort! I have heard you preach That malice was a great and grievous sin; And will not you maintain the thing you teach, But prove a chief offender in the same?
130
WARWICK
Sweet King! The Bishop hath a kindly gird. For shame, my lord of Winchester, relent. What, shall a child instruct you what to do?
135
668
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
RE ENRICO
Oh, come mi addolora questa discordia! Potete voi, signore di Winchester, vedere come sospiro e piango, e non ammansirvi per un po’? Chi dovrebbe essere pietoso se non voi? Chi mai dovrebbe sforzarsi di favorire la pace, se i devoti ecclesiastici godono delle risse? WARWICK
Desistete, lord protettore; desistete, Winchester − se non volete, con il vostro ostinato rifiuto, uccidere il vostro sovrano e distruggere il regno. Guardate quanto disordine − e quanti morti − ha già causato la vostra inimicizia. Fate dunque pace, se non siete assetati di sangue. WINCHESTER
Lui deve sottomettersi, o non cederò mai. GLOUCESTER
La compassione per il re m’impone di piegarmi, se no caverei il cuore al prete prima di permettergli di avere la meglio. WARWICK
Guardate, mio signore di Winchester, il duca ha abbandonato il suo umore astioso, infatti non ha più la fronte corrugata. Perché avete ancora un volto così severo e cupo? GLOUCESTER
Ecco, Winchester, io ti porgo la mano. RE ENRICO (a Winchester)
Vergogna, zio di Beaufort! Ti ho sentito dire in una predica che la malizia è un grande e grave peccato. Non vorrai mica dare un insegnamento e poi essere il primo a trasgredirlo? WARWICK
Mio gentile sovrano! Il vescovo ha ricevuto un rimprovero appropriato. Vergogna, signore di Winchester, placatevi. Deve essere un bambino a insegnarvi cosa fare?
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1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
WINCHESTER
Well, Duke of Gloucester, I will yield to thee Love for thy love, and hand for hand I give. GLOUCESTER (aside) Ay, but I fear me with a hollow heart. (To the others) See here, my friends and loving countrymen, This token serveth for a flag of truce Betwixt ourselves and all our followers. So help me God, as I dissemble not.
140
WINCHESTER
So help me God (aside) as I intend it not. KING HENRY
O loving uncle, kind Duke of Gloucester, How joyful am I made by this contract! (To Servingmen) Away, my masters, trouble us no more, But join in friendship as your lords have done. FIRST SERVINGMAN Content. I’ll to the surgeon’s. SECOND SERVINGMAN And so Will I. THIRD SERVINGMAN And I will see what physic the tavern affords. Exeunt the Mayor and Servingmen
145
150
WARWICK
Accept this scroll, most gracious sovereign, Which in the right of Richard Plantagenet We do exhibit to your majesty.
155
GLOUCESTER
Well urged, my lord of Warwick — for, sweet prince, An if your grace mark every circumstance, You have great reason to do Richard right, Especially for those occasions At Eltham Place I told your majesty.
160
KING HENRY
And those occasions, uncle, were of force. — Therefore, my loving lords, our pleasure is That Richard be restorèd to his blood.
670
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
WINCHESTER
Ebbene, duca di Gloucester, ti darò amore per amore e mano per mano. GLOUCESTER (a parte) Già, ma con il cuore vuoto, temo. (Agli altri) Guardate, amici e affezionati compatrioti, questo pegno vale come segnale di tregua tra noi e tutti i nostri seguaci. Dio mi è testimone che non fingo. WINCHESTER
Dio mi è testimone (a parte) che non la penso così. RE ENRICO
O mio benevolo zio, caro duca di Gloucester, quanto mi rende felice questo accordo! (Ai servi) Suvvia, messeri, non dateci più fastidi, ma ritornate amici, come hanno fatto i vostri signori. PRIMO SERVO
Va bene. Io vado a farmi medicare. SECONDO SERVO
Anch’io. TERZO SERVO
E io vedrò che medicina si trova all’osteria. Escono sindaco e servi WARWICK
Vogliate accettare, grazioso sovrano, questo documento, che presentiamo a vostra maestà in favore dei diritti di Riccardo Plantageneto. GLOUCESTER
Ben detto, signor di Warwick! Infatti, dolce principe, se considerate attentamente la cosa, avete ottime ragioni per rendere giustizia a Riccardo, specialmente per quei fatti di cui ho parlato a vostra maestà a Eltham. RE ENRICO
Ed erano fatti rilevanti, zio. Perciò, miei cari nobili, è nostra volontà che Riccardo riabbia il suo titolo ereditario.
671
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1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 1
WARWICK
Let Richard be restorèd to his blood. So shall his father’s wrongs be recompensed.
165
WINCHESTER
As will the rest, so willeth Winchester. KING HENRY
If Richard will be true, not that alone But all the whole inheritance I give That doth belong unto the house of York, From whence you spring by lineal descent.
170
RICHARD PLANTAGENET
Thy humble servant vows obedience And humble service till the point of death.31 KING HENRY
Stoop then, and set your knee against my foot. Richard kneels And in reguerdon of that duty done, I gird thee with the valiant sword of York. Rise, Richard, like a true Plantagenet, And rise created princely Duke of York. RICHARD DUKE OF YORK (rising) And so thrive Richard, as thy foes may fall; And as my duty springs, so perish they That grudge one thought against your majesty.
175
180
ALL BUT RICHARD AND SOMERSET
Welcome, high prince, the mighty Duke of York! SOMERSET (aside)
Perish, base prince, ignoble Duke of York! GLOUCESTER
Now will it best avail your majesty To cross the seas and to be crowned in France. The presence of a king engenders love Amongst his subjects and his loyal friends, As it disanimates his enemies.
185
172. Humble: faithful = fedele. 672
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 1
WARWICK
Riccardo riabbia il suo titolo ereditario. Così si ripareranno i torti fatti a suo padre. WINCHESTER
Come vogliono gli altri, così vuole Winchester. RE ENRICO
Se Riccardo sarà leale, concedo non solo questo, ma tutta l’eredità che appartiene alla casa di York, da cui voi discendete direttamente. RICCARDO PLANTAGENETO
Il tuo umile servo promette obbedienza e umile servizio fino a morte. RE ENRICO
Inchinati, dunque, e posa il ginocchio contro il mio piede. Riccardo s’inginocchia E come ricompensa per l’omaggio che hai prestato, ti cingo con la valorosa spada di York. Alzati, Riccardo, Plantageneto a tutti gli effetti, alzati investito del rango principesco di duca di York. RICCARDO DUCA DI YORK (alzandosi) Prosperi dunque Riccardo e possano cadere i tuoi nemici; e come fiorisce la mia lealtà, così perisca chiunque nutra anche un solo pensiero contro la maestà vostra. TUTTI FUORCHÉ RICCARDO E SOMERSET
Benvenuto, illustre principe, nobile duca di York! SOMERSET (a parte)
Muori, abietto principe, ignobile duca di York! GLOUCESTER
Vostra maestà, questo è il momento migliore per attraversare il mare e farsi incoronare in Francia. La presenza di un re genera amore fra i sudditi e i suoi leali amici, mentre scoraggia i nemici.
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1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 2
KING HENRY
When Gloucester says the word, King Henry goes, For friendly counsel cuts off many foes. GLOUCESTER
Your ships already are in readiness.
190
Sennet. Exeunt all but Exeter EXETER
Ay, we may march in England or in France, Not seeing what is likely to ensue. This late dissension grown betwixt the peers Burns under feignèd ashes of forged love, And will at last break out into a flame. As festered members rot but by degree Till bones and flesh and sinews fall away, So will this base and envious discord breed. And now I fear that fatal prophecy Which, in the time of Henry named the Fifth, Was in the mouth of every sucking babe: That ‘Henry born at Monmouth should win all, And Henry born at Windsor should lose all’ — Which is so plain that Exeter doth wish His days may finish, ere that hapless time. 3.2
195
200
Exit
Enter Joan la Pucelle, disguised, with four French Soldiers with sacks upon their backs
JOAN
These are the city gates, the gates of Rouen, Through which our policy must make a breach. Take heed. Be wary how you place your words. Talk like the vulgar sort of market men That come to gather money for their corn. If we have entrance, as I hope we shall, And that we find the slothful watch but weak, I’ll by a sign give notice to our friends, That Charles the Dauphin may encounter them.
5
674
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 2
RE ENRICO
Quando parla Gloucester re Enrico obbedisce, perché il consiglio di un amico elimina molti nemici. GLOUCESTER
Le navi sono pronte a salpare. Squilli di tromba. Escono tutti tranne Exeter EXETER
Eh sì, possiamo marciare in Inghilterra o in Francia senza sapere che accadrà. Il recente dissenso scoppiato tra i pari arde ancora sotto le finte ceneri del falso amore e alla fine divamperà in incendio. Come le membra in cancrena marciscono a poco a poco finché ossa, carne e tendini non si disgregano, così farà questo vile e astioso disaccordo. Ora temo quella fatale profezia che, ai tempi di Enrico quinto, era in bocca a ogni lattante – che “l’Enrico nato a Monmouth avrebbe vinto tutto, e l’Enrico nato a Windsor avrebbe perso tutto” − e la cosa è talmente chiara che Exeter si augura di finire i suoi giorni prima che arrivi quel momento funesto. Esce III, 2
Entra Giovanna la Pulzella, travestita, insieme a quattro soldati francesi con sacchi sulle spalle127
GIOVANNA
Ecco le porte della città, le porte di Rouen, in cui per la nostra strategia si deve aprire una breccia128. Fate attenzione e siate cauti con le parole. Parlate come quegli uomini rozzi che vanno al mercato per vendere le loro granaglie. Se, come spero, riusciremo a entrare e troveremo le guardie pigre e inadeguate, farò un segnale per avvertire i nostri amici che Carlo il Delfino può attaccare in quel punto.
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1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 3
A SOLDIER
Our sacks shall be a mean to sack the city, And we be lords and rulers over Rouen. Therefore we’ll knock.
10
They knock WATCH (within)
Qui là? JOAN Paysans, la pauvre gens de France: Poor market folks that come to sell their corn. WATCH (opening the gates) Enter, go in. The market bell is rung. JOAN (aside) Now, Rouen, I’ll shake thy bulwarks to the ground.
15
Exeunt 3.3
Enter Charles the Dauphin, the Bastard of Orléans, [the Duke of Alençon, René Duke of Anjou, and French soldiers]
CHARLES
Saint Denis bless this happy stratagem, And once again we’ll sleep secure in Rouen. BASTARD
Here entered Pucelle and her practisants. Now she is there, how will she specify ‘Here is the best and safest passage in’?
5
RENÉ
By thrusting out a torch from yonder tower — Which, once discerned, shows that her meaning is: No way to that, for weakness, which she entered. Enter Joan la Pucelle on the top, thrusting out a torch burning JOAN
Behold, this is the happy wedding torch That joineth Rouen unto her countrymen, But burning fatal to the Talbonites.
10
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 3
UN SOLDATO
Coi nostri sacchi metteremo nel sacco la città e saremo padroni e signori di Rouen. Avanti, bussiamo. Bussano UNA GUARDIA (dall’interno) Qui là? GIOVANNA
Paysans, la pauvre gens de France: poveri mercanti venuti a vendere le loro granaglie. LA GUARDIA (aprendo la porta) Entrate, andate pure. La campana del mercato è già suonata. GIOVANNA (a parte) Ora, Rouen, raderò al suolo i tuoi bastioni. Escono III, 3
Entrano Carlo il Delfino, il Bastardo d’Orleans, [il duca di Alençon, René duca d’Angiò, e soldati francesi]129
CARLO
Se san Dionigi benedice questo felice stratagemma, dormiremo di nuovo al sicuro a Rouen. BASTARDO
Giovanna è entrata da qui con il suo drappello. Ora che è là, come farà a dirci: “Questa è la via migliore e più sicura per entrare”? RENÉ
Esporrà una torcia da quella torre − quando la vedremo, sapremo che vuol dire: nessun’altra via è sguarnita come quella da cui è entrata. Entra, in alto, Giovanna la Pulzella, che espone una torcia accesa GIOVANNA
Guardate, ecco la lieta teda nuziale che riunisce Rouen ai suoi compatrioti ma arde fatale per i seguaci di Talbot.
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1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 5
BASTARD
See, noble Charles, the beacon of our friend. The burning torch in yonder turret stands. CHARLES
Now shine it like a comet of revenge, A prophet to the fall of all our foes!
15
RENÉ
Defer no time; delays have dangerous ends. Enter and cry, ‘The Dauphin!’, presently, And then do execution on the watch. Alarum. Exeunt 3.4
An alarum. Enter Lord Talbot in an excursion
TALBOT
France, thou shalt rue this treason with thy tears, If Talbot but survive thy treachery. Pucelle, that witch, that damnèd sorceress, Hath wrought this hellish mischief unawares, That hardly we escaped the pride of France. 3.5
Exit
An alarum. Excursions. The Duke of Bedford brought in sick, in a chair. Enter Lord Talbot and the Duke of Burgundy, without; within, Joan la Pucelle, Charles the Dauphin, the Bastard of Orléans, [the Duke of Alençon, and René Duke of Anjou] on the walls
JOAN
Good morrow gallants. Want ye corn for bread? I think the Duke of Burgundy will fast Before he’ll buy again at such a rate. ’Twas full of darnel. Do you like the taste? BURGUNDY
Scoff on, vile fiend and shameless courtesan. I trust ere long to choke thee with thine own, And make thee curse the harvest of that corn.
5
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 5
BASTARDO
Guarda, nobile Carlo, il faro della nostra amica. La torcia è accesa in quella torretta. CARLO
Possa risplendere come una cometa di vendetta, profetizzando la caduta di tutti i nostri nemici! RENÉ
Non perdiamo tempo: chi indugia fa una brutta fine. Entriamo, gridiamo subito “Per il Delfino!” e massacriamo le guardie. Allarme. Escono III, 4
Allarme. Entra lord Talbot durante una scorreria
TALBOT
Francia, piangerai amaramente questo tradimento, se Talbot sopravvive alla tua perfidia. È stata la Pulzella, quella strega, quella dannata fattucchiera, a ordire questo tranello infernale, così imprevisto che a malapena siamo scampati alla veemenza dei francesi. Esce III, 5
Allarme. Scorrerie. Il duca di Bedford, infermo, viene portato in scena su una portantina. Entrano, all’esterno, lord Talbot e il duca di Borgogna; all’interno Giovanna la Pulzella, Carlo il Delfino, il Bastardo d’Orléans, [il duca di Alençon e René duca d’Angiò] sulle mura
GIOVANNA
Buongiorno, miei valorosi. Vi manca il grano per il pane? Credo che il duca di Borgogna digiunerà piuttosto che comprarne a questo prezzo. Era pieno di loglio. Vi piace il suo sapore? BORGOGNA
Continua pure a insultarci, vile demonio e svergognata puttana. Ben presto te ne farò ingozzare tanto che maledirai di averlo mietuto quel grano.
679
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1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 5
CHARLES
Your grace may starve, perhaps, before that time. BEDFORD
O let no words, but deeds, revenge this treason. JOAN
What will you do, good graybeard? Break a lance And run a-tilt at death within a chair?
10
TALBOT
Foul fiend of France, and hag of all despite, Encompassed with thy lustful paramours, Becomes it thee to taunt his valiant age And twit with cowardice a man half dead? Damsel, I’ll have a bout with you again, Or else let Talbot perish with this shame.
15
JOAN
Are ye so hot, sir? — Yet, Pucelle, hold thy peace. If Talbot do but thunder, rain will follow. The English whisper together in counsel God speed the parliament; who shall be the Speaker? TALBOT
Dare ye come forth and meet us in the field?
21
JOAN
Belike your lordship takes us then for fools, To try if that our own be ours or no. TALBOT
I speak not to that railing Hecate But unto thee, Alençon, and the rest. Will ye, like soldiers, come and fight it out?
25
ALENÇON
Seignieur, no. Seignieur, hang! Base muleteers of France, Like peasant footboys do they keep the walls And dare not take up arms like gentlemen.
TALBOT
680
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 5
CARLO
Prima di allora forse vostra grazia sarà morto di fame. BEDFORD
Ah, non a parole ma con i fatti vendichiamo questo tradimento. GIOVANNA
Che cosa speri di fare, vecchio barbogio? Vuoi batterti in un duello alla morte lancia in resta standotene su una portantina? TALBOT
Turpe demonio di Francia, odiosa megera circondata da lascivi amanti, non ti vergogni a schernire questo valoroso vecchio e a insultare vigliaccamente un uomo mezzo morto? Mi incontrerò130 un’altra volta con voi, madamigella, altrimenti possa Talbot morire con questo disonore! GIOVANNA
Siete così eccitato, signore? − Ma taci, Pulzella. Se solo Talbot tuona, pioverà. Gli inglesi confabulano tra loro a bassa voce Auguri al parlamento; chi fa da portavoce? TALBOT
Avete il coraggio di venire fuori e misurarvi in campo? GIOVANNA
Forse sua signoria ci prende per scemi, chiedendoci di dimostrare se ciò che è nostro è nostro oppure no. TALBOT
Non parlo con quella Ecate131 farneticante ma con te, Alençon, e con gli altri. Volete uscire e risolvere la questione da soldati? ALENÇON
Monsieur, no. TALBOT
Monsieur un corno! Vili mulattieri francesi, se ne stanno sulle mura come rozzi servitori e non osano prendere le armi come gentiluomini.
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1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 5
JOAN
Away, captains, let’s get us from the walls, For Talbot means no goodness by his looks. Goodbye, my lord. We came but to tell you That we are here. Exeunt French from the walls
30
TALBOT
And there will we be, too, ere it be long, Or else reproach be Talbot’s greatest fame. Vow Burgundy, by honour of thy house, Pricked on by public wrongs sustained in France, Either to get the town again or die. And I — as sure as English Henry lives, And as his father here was conqueror; As sure as in this late betrayèd town Great Cœur-de-lion’s heart was burièd — So sure I swear to get the town or die.
35
40
BURGUNDY
My vows are equal partners with thy vows. TALBOT
But ere we go, regard this dying prince, The valiant Duke of Bedford. (To Bedford) Come, my lord, We will bestow you in some better place, Fitter for sickness and for crazy age.
45
BEDFORD
Lord Talbot, do not so dishonour me. Here will I sit before the walls of Rouen, And will be partner of your weal or woe.
50
BURGUNDY
Courageous Bedford, let us now persuade you. BEDFORD
Not to be gone from hence; for once I read That stout Pendragon, in his litter sick, Came to the field and vanquishèd his foes. Methinks I should revive the soldiers’ hearts, Because I ever found them as myself.
55
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 5
GIOVANNA
Via, capitani, allontaniamoci dalle mura, perché la faccia di Talbot non promette niente di buono. Addio, signore. Eravamo venuti solo per dirvi che siamo qua. I francesi vanno via dalle mura TALBOT
E ben presto ci saremo anche noi, altrimenti che l’infamia sia l’onorificenza più alta per Talbot. Giura, o Borgogna, sull’onore del tuo casato, che, spronato dai torti pubblicamente subiti in Francia, riprenderai la città o morrai. E io – quant’è vero che vive Enrico d’Inghilterra, che suo padre qui fu vittorioso e che in questa città recentemente presa a tradimento fu sepolto il gran Cuor di leone132 − giuro parimenti di prendere la città o di morire. BORGOGNA
E il mio giuramento fa coppia col tuo. TALBOT
Ma prima di andarcene, onoriamo questo principe morente, il valoroso duca di Bedford. (A Bedford) Orsù, mio signore, vi porteremo in un luogo migliore, più adatto all’infermità e alla fragilità senile. BEDFORD
Non disonorarmi così, lord Talbot. Resterò qui davanti alle mura di Rouen, per condividere con voi la buona o la cattiva sorte. BORGOGNA
Coraggioso Bedford, lasciatevi persuadere. BEDFORD
Non ad andarmene; perché ho letto una volta come il valoroso Pendragon133, infermo e in portantina, scese in campo e sbaragliò i suoi nemici. Credo che saprei rincuorare i soldati, perché li ho sempre considerati pari a me.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 683
19/10/2017 18:25:38
1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 6
TALBOT
Undaunted spirit in a dying breast! Then be it so; heavens keep old Bedford safe. And now no more ado, brave Burgundy, But gather we our forces out of hand, And set upon our boasting enemy. Exit with Burgundy
60
An alarum. Excursions. Enter Sir John Fastolf and a Captain CAPTAIN
Whither away, Sir John Fastolf, in such haste? FASTOLF
Whither away? To save myself by flight. We are like to have the overthrow again.
65
CAPTAIN
What, will you fly, and leave Lord Talbot? FASTOLF
Ay, all the Talbots in the world, to save my life.
Exit
CAPTAIN
Cowardly knight, ill fortune follow thee!
Exit
Retreat. Excursions. Joan, Alençon, and Charles fly BEDFORD
Now, quiet soul, depart when heaven please, For I have seen our enemies’ overthrow. What is the trust or strength of foolish man? They that of late were daring with their scoffs Are glad and fain by flight to save themselves.
70
Bedford dies, and is carried in by two in his chair 3.6
An alarum. Enter Lord Talbot, the Duke of Burgundy, and the rest of the English soldiers
TALBOT
Lost and recovered in a day again! This is a double honour, Burgundy; Yet heavens have glory for this victory!
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 6
TALBOT
Spirito indomito in un petto di morente! Così sia, dunque; il cielo protegga il vecchio Bedford. E ora senza fare altre questioni, valoroso Borgogna, raduniamo subito le nostre forze e attacchiamo i nostri presuntuosi nemici. Esce con Borgogna Allarme. Scorrerie. Entrano sir John Fastolf e un capitano CAPITANO
Dove va così di fretta sir John Fastolf? FASTOLF134
Dove? Fuggo per salvarmi. Si annuncia un’altra disfatta. CAPITANO
Ma come, fuggite abbandonando lord Talbot? FASTOLF
Sì, tutti i Talbot del mondo, per salvarmi la vita. Esce CAPITANO
Cavaliere codardo, ti colpisca la sventura! Esce Ritirata. Scorrerie. Giovanna, Alençon, e Carlo fuggono BEDFORD
Ora, anima serena, va’ pure quando il cielo vorrà, perché ho veduto la disfatta dei nostri nemici135. Dove trova fiducia o forza l’uomo stolto? Quelli che poco fa osavano deriderci sono adesso ben lieti di salvarsi con la fuga. Bedford muore136 e viene portato via sulla portantina da due persone III, 6
Allarme. Entrano lord Talbot, il duca di Borgogna e il resto dei soldati inglesi
TALBOT
Perduta e ripresa nello stesso giorno! È un doppio onore, questo, Borgogna. Ma sia resa gloria al cielo per questa vittoria!
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19/10/2017 18:25:38
1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 7
BURGUNDY
Warlike and martial Talbot, Burgundy Enshrines thee in his heart, and there erects Thy noble deeds as valour’s monuments.
5
TALBOT
Thanks, gentle Duke. But where is Pucelle now? I think her old familiar is asleep. Now where’s the Bastard’s braves, and Charles his gleeks? What, all amort? Rouen hangs her head for grief That such a valiant company are fled. Now will we take some order in the town, Placing therein some expert officers, And then depart to Paris, to the King, For there young Henry with his nobles lie.
10
15
BURGUNDY
What wills Lord Talbot pleaseth Burgundy. TALBOT
But yet, before we go, let’s not forget The noble Duke of Bedford late deceased, But see his exequies fulfi lled in Rouen. A braver soldier never couchèd lance; A gentler heart did never sway in court. But kings and mightiest potentates must die, For that’s the end of human misery. 3.7
20
Exeunt
Enter Charles the Dauphin, the Bastard of Orléans, the Duke of Alençon, Joan la Pucelle, [and French soldier]
JOAN
Dismay not, princes, at this accident, Nor grieve that Rouen is so recoverèd. Care is no cure, but rather corrosive, For things that are not to be remedied. Let frantic Talbot triumph for a while, And like a peacock sweep along his tail;
5
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 7
BORGOGNA
Talbot, marziale e fiero guerriero, Borgogna ti accoglie nel santuario del suo cuore e vi erige le tue gesta come monumenti al valore. TALBOT
Grazie, nobile duca. Ma dov’è adesso la Pulzella? Ho l’impressione che il suo spirito custode137 si sia addormentato. Dove sono adesso le spacconate del Bastardo e il sarcasmo di Carlo? Come, tutti mortificati? Rouen è accasciata dal dolore per la fuga di una così valorosa compagnia. Adesso ristabiliremo l’ordine nella città, facendola presidiare da ufficiali esperti, e poi andremo dal re a Parigi, perché è là che si trova il giovane Enrico con i nobili. BORGOGNA
Ciò che Talbot vuole va bene anche a Borgogna. TALBOT
Però, prima di partire, non dimentichiamo il nobile duca di Bedford appena morto, ma facciamo celebrare le sue esequie a Rouen. Mai soldato più coraggioso imbracciò la lancia; mai cuore più nobile ispirò la corte. Tuttavia, anche i re e i signori più potenti devono morire, perché così hanno termine le pene umane. Escono III, 7
Entrano Carlo il Delfino, il Bastardo d’Orléans, il duca di Alençon, Giovanna la Pulzella, [e soldati francesi]138
GIOVANNA
Non vi sgomentate, principi, per questo incidente, non piangete perché Rouen è stata ripresa. Il rammarico non risana ma esaspera, quando si tratta di cose per cui non c’è rimedio. Trionfi per un po’ il superbo Talbot, faccia pure la ruota come un pavone; gli strap-
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1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 7
We’ll pull his plumes and take away his train, If Dauphin and the rest will be but ruled. CHARLES
We have been guided by thee hitherto, And of thy cunning had no diffidence. One sudden foil shall never breed distrust. BASTARD (to Joan) Search out thy wit for secret policies, And we will make thee famous through the world. ALENÇON (to Joan) We’ll set thy statue in some holy place And have thee reverenced like a blessèd saint. Employ thee then, sweet virgin, for our good.
10
15
JOAN
Then thus it must be; this doth Joan devise: By fair persuasions mixed with sugared words We will entice the Duke of Burgundy To leave the Talbot and to follow us.
20
CHARLES
Ay, marry, sweeting, if we could do that France were no place for Henry’s warriors, Nor should that nation boast it so with us, But be extirpèd from our provinces. ALENÇON
For ever should they be expulsed from France And not have title of an earldom here.
25
JOAN
Your honours shall perceive how I will work To bring this matter to the wishèd end. Drum sounds afar off Hark, by the sound of drum you may perceive Their powers are marching unto Paris-ward.
30
Here sound an English march There goes the Talbot, with his colours spread, And all the troops of English after him. Here sound a French march 688
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19/10/2017 18:25:38
1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 7
peremo le piume con tutto lo strascico, se solo il Delfino e gli altri mi danno retta. CARLO
Fin qui ci siamo lasciati guidare da te e non dubitiamo affatto della tua abilità. Uno smacco improvviso non ci farà mai perdere la fiducia. BASTARDO (a Giovanna) Spremiti le meningi per ideare nuovi stratagemmi e ti renderemo famosa in tutto il mondo. ALENÇON (a Giovanna) Ti faremo una statua in qualche luogo sacro e sarai venerata come una santa. Perciò, dolce vergine, impegnati per il nostro bene. GIOVANNA
Allora ecco il da farsi. Così dispone Giovanna: con suadenti argomenti esposti con dolcezza indurremo il duca di Borgogna a lasciare il prode Talbot per seguire noi. CARLO
Perbacco, tesoro, se ci riusciamo in Francia non ci sarà più posto per i soldati di Enrico e quella gente invece di spadroneggiare su di noi sarà spazzata via dalle nostre province. ALENÇON
Verrà espulsa per sempre dalla Francia, senza poter accampare diritti anche su una sola contea. GIOVANNA
Le signorie vostre vedranno come riuscirò a condurre in porto questa faccenda. Rullo di tamburi in lontananza Ascoltate, dal rullo dei tamburi è chiaro che le loro forze marciano verso Parigi. Qui, suono di una marcia inglese Ed ecco Talbot che avanza a bandiere spiegate, seguito da tutte le truppe inglesi. Qui suono di una marcia francese
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19/10/2017 18:25:38
1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 7
Now in the rearward comes the Duke and his; Fortune in favour makes him lag behind. Summon a parley. We will talk with him.
35
Trumpets sound a parley CHARLES [calling]
A parley with the Duke of Burgundy. [Enter the Duke of Burgundy] BURGUNDY
Who craves a parley with the Burgundy? JOAN
The princely Charles of France, thy countryman. BURGUNDY
What sayst thou, Charles? — for I am marching hence. CHARLES
Speak, Pucelle, and enchant him with thy words.
40
JOAN
Brave Burgundy, undoubted hope of France, Stay. Let thy humble handmaid speak to thee. BURGUNDY
Speak on, but be not over-tedious. JOAN
Look on thy country, look on fertile France, And see the cities and the towns defaced By wasting ruin of the cruel foe.32 As looks the mother on her lowly babe When death doth close his tender-dying eyes,33 See, see the pining malady of France; Behold the wounds, the most unnatural wounds, Which thou thyself hast given her woeful breast. O turn thy edgèd sword another way, Strike those that hurt, and hurt not those that help. One drop of blood drawn from thy country’s bosom Should grieve thee more than streams of foreign gore.
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46. Foe: non in F. 48. Eyes: non in F. 690
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 7
Ora il duca è nelle retrovie con i suoi; la fortuna ci assiste facendolo restare indietro. Chiamatelo a parlamento. Discuteremo con lui. Le trombe suonano la chiamata a parlamento CARLO (a gran voce)
Colloquio col duca di Borgogna. [Entra il duca di Borgogna] BORGOGNA
Chi vuole parlamentare con Borgogna? GIOVANNA
Il principe Carlo di Francia, tuo conterraneo. BORGOGNA
Che cosa vuoi, Carlo? Sto andando via da qui. CARLO
Parla, Pulzella, e incantalo con le tue parole. GIOVANNA
Valoroso Borgogna, sicura speranza della Francia, fermati. Permetti alla tua umile serva di parlarti. BORGOGNA
Parla pure ma non farla troppo lunga. GIOVANNA
Guarda la tua patria, guarda la fertile Francia, e vedi come le sue città e i suoi borghi sono sfigurati dalle devastazioni di un nemico crudele. Come la madre commisera la sua povera creatura quando la morte ne chiude i giovani occhi, tu guarda benigno la spossante malattia della Francia; volgi i tuoi occhi alle ferite, le ferite più snaturate, che tu stesso hai inferto al suo petto dolente. Rivolgi altrove la tua spada affi lata, colpisci quelli che feriscono e non ferire quelli che aiutano. Una goccia di sangue versata dal seno della tua patria dovrebbe affliggerti più che torrenti di sangue straniero.
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19/10/2017 18:25:38
1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 7
Return thee, therefore, with a flood of tears, And wash away thy country’s stainèd spots. BURGUNDY [aside] Either she hath bewitched me with her words, Or nature makes me suddenly relent.
56
JOAN
Besides, all French and France exclaims on thee, Doubting thy birth and lawful progeny. Who join’st thou with but with a lordly nation That will not trust thee but for profit’s sake? When Talbot hath set footing once in France And fashioned thee that instrument of ill, Who then but English Henry will be lord, And thou be thrust out like a fugitive? Call we to mind, and mark but this for proof: Was not the Duke of Orléans thy foe? And was he not in England prisoner? But when they heard he was thine enemy They set him free, without his ransom paid, In spite of Burgundy and all his friends. See, then, thou fight’st against thy countrymen, And join’st with them will be thy slaughtermen. Come, come, return; return, thou wandering lord, Charles and the rest will take thee in their arms. BURGUNDY [aside] I am vanquishèd. These haughty words of hers Have battered me like roaring cannon-shot And made me almost yield upon my knees. (To the others) Forgive me, country, and sweet countrymen; And lords, accept this hearty kind embrace. My forces and my power of men are yours. So farewell, Talbot. I’ll no longer trust thee.
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JOAN
Done like a Frenchman — [aside] turn and turn again. CHARLES
Welcome, brave Duke. Thy friendship makes us fresh. 692
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1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 7
Ritorna, dunque, con fiotti di lacrime e lava le macchie che deturpano la patria139. BORGOGNA (a parte) O mi ha stregato con le sue parole o è la natura che tutto a un tratto mi intenerisce. GIOVANNA
Inoltre, tutti i francesi e la Francia ti denigrano e dubitano che tu sia un legittimo rampollo della tua stirpe. Con chi ti sei alleato, se non con una nazione prepotente, che si fiderà di te solo per il proprio vantaggio? Quando Talbot si sarà stabilito in Francia dopo averti usato come strumento di tale sciagura, chi sarà il padrone se non l’inglese Enrico, mentre tu sarai scartato come disertore? Rammenta e considera solo questo come prova: non era tuo nemico il duca di Orléans? E non era prigioniero in Inghilterra? Ma quando hanno saputo che era tuo nemico lo hanno liberato senza riscatto, per far dispetto a Borgogna e a tutti i suoi amici140. Vedi dunque, tu combatti contro i tuoi compatrioti e ti unisci a coloro che ti massacreranno. Su, su, ritorna; ritorna, errante signore. Carlo e gli altri ti accoglieranno a braccia aperte. BORGOGNA (a parte) Mi ha vinto. Queste sue nobili parole mi hanno percosso come ruggenti colpi di cannone e quasi fatto cadere in ginocchio. (Agli altri) Perdonatemi, patria e dolci compatrioti. Signori, accettate questo cordiale, affettuoso abbraccio. Il mio braccio e il mio esercito sono al vostro servizio. Addio, Talbot. Non ti seguirò più141. GIOVANNA
Ecco un gesto da francese − [a parte] e da voltagabbana recidivo. CARLO
Benvenuto, valoroso duca. La tua amicizia ci ravviva.
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19/10/2017 18:25:38
1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 8
BASTARD
And doth beget new courage in our breasts.
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ALENÇON
Pucelle hath bravely played her part in this, And doth deserve a coronet of gold. CHARLES
Now let us on, my lords, and join our powers, And seek how we may prejudice the foe. 3.8
90 Exeunt
[Flourish.] Enter King Henry, the Duke of Gloucester, the Bishop of Winchester, the Duke of Exeter; Richard Duke of York, the Earl of Warwick, and Vernon [with white roses]; the Earl of Suffolk, the Duke of Somerset, and Basset [with red roses]. To them, with his soldiers, enter Lord Talbot
TALBOT
My gracious prince and honourable peers, Hearing of your arrival in this realm I have a while given truce unto my wars To do my duty to my sovereign; In sign whereof, this arm that hath reclaimed To your obedience fifty fortresses, Twelve cities, and seven walled towns of strength, Beside five hundred prisoners of esteem, Lets fall his sword before your highness’ feet, And with submissive loyalty of heart Ascribes the glory of his conquest got First to my God, and next unto your grace.
5
10
[He kneels] KING HENRY
Is this the Lord Talbot, uncle Gloucester,34 That hath so long been resident in France?
13. Lord: non in F. 694
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19/10/2017 18:25:38
1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 8
BASTARDO
E infonde nuovo coraggio nei nostri cuori. ALENÇON
La Pulzella ha ben recitato la sua parte in tutto questo e si merita una coroncina d’oro. CARLO
Avanti dunque, miei signori, uniamo le nostre forze e studiamo come assalire il nemico. Escono III, 8
[Squilli di tromba] Entrano re Enrico, il duca di Gloucester, il vescovo di Winchester, il duca di Exeter, Riccardo duca di York, il conte di Warwick e Vernon [con rose bianche]; il conte di Suffolk, il duca di Somerset e Basset [con rose rosse]. Entra lord Talbot e si dirige verso di loro con i suoi soldati142.
TALBOT
Grazioso signore e onorevoli pari, saputo del vostro arrivo in questo regno, ho brevemente interrotto le mie campagne per presentare i miei omaggi al mio sovrano. A testimonianza di ciò, questo braccio, che ha riportato sotto il vostro comando cinquanta fortezze, dodici città e sette importanti borghi fortificati, oltre a cinquecento prigionieri d’alto rango, depone la sua spada ai piedi di vostra altezza, e con cuore sottomesso e leale attribuisce la gloria della sua conquista prima di tutto a Dio e poi alla grazia vostra. [Si inginocchia] RE ENRICO
Zio Gloucester, è questo il lord Talbot che se ne sta in Francia da tanto tempo?
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19/10/2017 18:25:39
1 HENRY VI, ACT 3 SCENE 8
GLOUCESTER
Yes, if it please your majesty, my liege.
15
KING HENRY (to Talbot)
Welcome, brave captain and victorious lord. When I was young — as yet I am not old — I do remember how my father said A stouter champion never handled sword. Long since we were resolvèd of your truth, Your faithful service and your toil in war, Yet never have you tasted our reward, Or been reguerdoned with so much as thanks, Because till now we never saw your face. Therefore stand up,
20
Talbot rises and for these good deserts We here create you Earl of Shrewsbury; And in our coronation take your place.
25
Sennet. Exeunt all but Vernon and Basset VERNON
Now sir, to you that were so hot at sea, Disgracing of these colours that I wear In honour of my noble lord of York, Dar’st thou maintain the former words thou spak’st?
30
BASSET
Yes, sir, as well as you dare patronage The envious barking of your saucy tongue Against my lord the Duke of Somerset. VERNON
Sirrah, thy lord I honour as he is.
35
BASSET
Why, what is he? — as good a man as York. VERNON
Hark ye, not so. In witness, take ye that. Vernon strikes him
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19/10/2017 18:25:39
1 ENRICO VI, ATTO III SCENA 8
GLOUCESTER
Sì, sire, con permesso di vostra maestà. RE ENRICO (a Talbot)
Benvenuto, valoroso capitano e vittorioso signore. Quando ero piccolo − e ancora non sono grande − ricordo che mio padre diceva che mai campione più forte aveva maneggiato la spada. Da molto tempo eravamo certi della vostra lealtà, del vostro fedele e faticoso servizio in guerra, e tuttavia non avete mai ricevuto una ricompensa da noi e non avete neppure avuto il premio di un ringraziamento, perché finora non vi abbiamo mai visto in faccia. Ora dunque, alzatevi. Talbot si alza i piedi e per questi grandi meriti vi creiamo conte di Shrewsbury; prendete parte alla nostra incoronazione. Squilli di tromba. Escono tutti fuorché Vernon e Basset 143
VERNON
Ora a voi, signore, che in mare eravate così adirato e avete insultato l’emblema che porto in onore del nobile signore di York; osi confermare le parole che hai detto? BASSET
Signorsì, proprio come voi osate difendere le frasi insolenti che avete gridato contro il mio signore, il duca di Somerset. VERNON
Amico, il tuo signore l’onoro per quello che è. BASSET
Ebbene, che cosa è? Certo non da meno di York. VERNON
Sentimi bene, non è così. E per dimostrartelo, prendi questo. Vernon lo colpisce
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19/10/2017 18:25:39
1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
BASSET
Villain, thou know’st the law of arms is such That whoso draws a sword ’tis present death, Or else this blow should broach thy dearest blood. But I’ll unto his majesty and crave I may have liberty to venge this wrong, When thou shalt see I’ll meet thee to thy cost.
40
VERNON
Well, miscreant, I’ll be there as soon as you, And after meet you sooner than you would. 4.1
Exeunt
[Flourish.] Enter King Henry, the Duke of Gloucester, the Bishop of Winchester, the Duke of Exeter; Richard Duke of York, and the Earl of Warwick with white roses; the Earl of Suffolk and the Duke of Somerset with red roses; Lord Talbot, and the Governor of Paris
GLOUCESTER
Lord Bishop, set the crown upon his head. WINCHESTER
God save King Henry, of that name the sixth! Winchester crowns the King GLOUCESTER
Now, Governor of Paris, take your oath That you elect no other king but him; Esteem none friends but such as are his friends, And none your foes but such as shall pretend Malicious practices against his state. This shall ye do, so help you righteous God.
5
Enter Sir John Fastolf with a letter FASTOLF
My gracious sovereign, as I rode from Calais To haste unto your coronation A letter was delivered to my hands,
10
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19/10/2017 18:25:39
1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
BASSET
Canaglia, sai che per la legge sulle armi chiunque sguaina la spada è immediatamente messo a morte, altrimenti per questo colpo ti farei versare il tuo sangue più prezioso. Andrò da sua maestà a implorare licenza di vendicare l’offesa, e allora vedrai che te la farò pagare. VERNON
Ebbene, farabutto, ci andrò anch’io e poi ci batteremo prima di quanto tu voglia. Escono IV, 1
[Squilli di tromba] Entrano re Enrico, il duca di Gloucester, il vescovo di Winchester, il duca di Exeter; Riccardo duca di York e il conte di Warwick con rose bianche; il conte di Suffolk e il duca di Somerset con rose rosse; lord Talbot144 e il governatore di Parigi145
GLOUCESTER
Eminenza, ponetegli la corona sul capo. WINCHESTER
Dio salvi re Enrico, sesto di questo nome! Winchester incorona il re GLOUCESTER
Ora, governatore di Parigi, giurate di non riconoscere altro re che lui; di avere per amici solo coloro che sono suoi amici, e per nemici solo quelli che svolgeranno pratiche malvage contro il suo stato. Così farete e che il giusto Dio vi assista. Entra sir John Fastolf con una lettera FASTOLF
Mio benigno sovrano, mentre cavalcavo veloce da Calais per assistere alla vostra incoronazione, mi è stata consegnata questa lettera
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Shakespeare_Drammi storici.indb 699
19/10/2017 18:25:39
1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
[He presents the letter] Writ to your grace from th’ Duke of Burgundy. TALBOT
Shame to the Duke of Burgundy and thee! I vowed, base knight, when I did meet thee next,35 To tear the Garter from thy craven’s leg,
15
He tears it off Which I have done because unworthily Thou wast installèd in that high degree. — Pardon me, princely Henry and the rest. This dastard at the battle of Patay When but in all I was six thousand strong, And that the French were almost ten to one, Before we met, or that a stroke was given, Like to a trusty squire did run away; In which assault we lost twelve hundred men. Myself and divers gentlemen beside Were there surprised and taken prisoners. Then judge, great lords, if I have done amiss, Or whether that such cowards ought to wear This ornament of knighthood: yea or no?
20
25
GLOUCESTER
To say the truth, this fact was infamous And ill beseeming any common man, Much more a knight, a captain and a leader.
30
TALBOT
When first this order was ordained, my lords, Knights of the Garter were of noble birth, Valiant and virtuous, full of haughty courage, Such as were grown to credit by the wars; Not fearing death nor shrinking for distress, But always resolute in most extremes. He then that is not furnished in this sort Doth but usurp the sacred name of knight,
35
40
14. Thee: the = il. 700
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19/10/2017 18:25:39
1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
[presenta la lettera] scritta a vostra grazia dal duca di Borgogna. TALBOT
Vergogna al duca di Borgogna e a te! Ho giurato, vile cavaliere, che quando ti avessi incontrato di nuovo ti avrei strappato la giarrettiera146 da quella gamba di vigliacco, la strappa via e l’ho fatto perché sei indegnamente installato in quell’alta onorificenza. Perdonatemi, Enrico mio principe, e voialtri. Questo infame codardo alla battaglia di Patay, quando non avevo che seimila uomini con me e i francesi erano quasi dieci contro uno, prima di combattere e vibrare un solo colpo, da quel fido cavaliere che è, se l’è data a gambe. In quell’assalto ho perso milleduecento uomini. Io stesso e vari altri gentiluomini siamo stati sorpresi e catturati. Giudicate dunque, o nobili, se ho agito male, o se vigliacchi simili debbano portare questo simbolo cavalleresco: sì o no? GLOUCESTER
In verità, è stato un gesto ignobile, indecoroso per qualsiasi uomo, tanto più per un cavaliere, un capitano e un comandante. TALBOT
Miei signori, quando questo ordine fu istituito i cavalieri della giarrettiera erano di nobile stirpe, valorosi e virtuosi, pieni di indomito coraggio, e avevano acquistato fama nelle guerre; non temevano la morte né si ritiravano di fronte alle difficoltà, ma erano sempre risoluti anche di fronte ai pericoli estremi. Chi non possiede tali doti non fa che usurpare il sacro nome di cavaliere, profana questo
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19/10/2017 18:25:39
1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
Profaning this most honourable order, And should — if I were worthy to be judge — Be quite degraded, like a hedge-born swain That doth presume to boast of gentle blood. KING HENRY (to Fastolf) Stain to thy countrymen, thou hear’st thy doom. Be packing, therefore, thou that wast a knight. Henceforth we banish thee on pain of death.
45
Exit Fastolf And now, my Lord Protector, view the letter Sent from our uncle, Duke of Burgundy. GLOUCESTER
What means his grace that he hath changed his style? No more but plain and bluntly ‘To the King’? Hath he forgot he is his sovereign? Or doth this churlish superscription Pretend some alteration in good will? What’s here? ‘I have upon especial cause, Moved with compassion of my country’s wrack Together with the pitiful complaints Of such as your oppression feeds upon, Forsaken your pernicious faction And joined with Charles, the rightful King of France.’ O monstrous treachery! Can this be so? That in alliance, amity, and oaths There should be found such false dissembling guile?
50
55
61
KING HENRY
What? Doth my uncle Burgundy revolt? GLOUCESTER
He doth, my lord, and is become your foe.
65
KING HENRY
Is that the worst this letter doth contain? GLOUCESTER
It is the worst, and all, my lord, he writes.
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19/10/2017 18:25:39
1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
ordine venerando e − se io fossi degno di giudicare − dovrebbe essere assolutamente destituito, come un campagnolo illegittimo che osasse vantare sangue nobile147. RE ENRICO (a Fastolf) Macchia sull’onore dei tuoi compatrioti, hai udito le accuse. Allontanati, perciò, tu che eri cavaliere. D’ora innanzi sei bandito, pena la morte. Esce Fastolf E ora, lord protettore, aprite la lettera inviata da nostro zio148, il duca di Borgogna. GLOUCESTER
Cosa significa questo cambiamento di stile da parte di sua grazia? Nient’altro che uno scarno e brusco “Al re”? Ha scordato che è il suo sovrano? O questa sgarbata intestazione indica che ha mutato il suo atteggiamento? Cosa dice qui? “Per una causa speciale, mosso a compassione dalla rovina della mia patria, come pure dai pietosi lamenti di coloro su cui si esercita la vostra oppressione, ho abbandonato la vostra perniciosa fazione per unirmi a Carlo, legittimo re di Francia.” O mostruoso tradimento! È mai possibile che in mezzo ad alleanze, amicizie e giuramenti si potesse annidare una tale ingannevole dissimulazione? RE ENRICO
Come? Mio zio Borgogna si ribella? GLOUCESTER
Sì, mio signore, e diventa vostro nemico. RE ENRICO
È questo il peggio che contiene la lettera? GLOUCESTER
È il peggio, ed è tutto quanto scrive, mio signore.
703
Shakespeare_Drammi storici.indb 703
19/10/2017 18:25:39
1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
KING HENRY
Why then, Lord Talbot there shall talk with him And give him chastisement for this abuse. (To Talbot) How say you, my lord? Are you not content?
70
TALBOT
Content, my liege? Yes. But that I am prevented, I should have begged I might have been employed. KING HENRY
Then gather strength and march unto him straight. Let him perceive how ill we brook his treason, And what offence it is to flout his friends.
75
TALBOT
I go, my lord, in heart desiring still You may behold confusion of your foes.
Exit
Enter Vernon wearing a white rose, and Basset wearing a red rose VERNON (to King Henry)
Grant me the combat, gracious sovereign. BASSET (to King Henry) And me, my lord; grant me the combat, too. RICHARD DUKE OF YORK (to King Henry, pointing to Vernon) This is my servant; hear him, noble Prince. SOMERSET (to King Henry, pointing to Basset) And this is mine, sweet Henry; favour him.
80
KING HENRY
Be patient, lords, and give them leave to speak. Say, gentlemen, what makes you thus exclaim, And wherefore crave you combat, or with whom? VERNON
With him, my lord; for he hath done me wrong.
85
BASSET
And I with him; for he hath done me wrong. KING HENRY
What is that wrong whereof you both complain? First let me know, and then I’ll answer you. 704
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19/10/2017 18:25:39
1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
RE ENRICO
Ebbene, allora lord Talbot gli parlerà e gli farà pagare questo insulto. (A Talbot) Che dite, signore? Siete contento? TALBOT
Contento, sire? Sì. Se non mi aveste anticipato vi avrei supplicato io di darmi questo compito. RE ENRICO
Radunate dunque le truppe e marciate subito contro di lui. Fate in modo che si renda conto di quanto disapproviamo il suo tradimento e quale offesa rechi il beffarsi dei propri amici. TALBOT
Vado, mio sire, sempre ardendo di desiderio che vediate la rovina dei vostri nemici. Esce Entrano Vernon, che indossa una rosa bianca, e Basset, che ne indossa una rossa VERNON (a re Enrico)
Datemi licenza di combattere in duello, mio grazioso sovrano. BASSET (a re Enrico)
E anche a me, mio sire; date anche a me licenza di duellare. RICCARDO DUCA DI YORK (a re Enrico, indicando Vernon)
Questi è un mio seguace; ascoltatelo, nobile principe. SOMERSET (a re Enrico, indicando Basset)
E questi è dalla mia parte, dolce Enrico; abbiate un occhio di riguardo per lui. RE ENRICO
Aspettate, miei nobili, e lasciate parlare loro. Dite, signori, cosa vi muove a gridare così, e perché volete fare un duello, e con chi? VERNON
Con lui, sire, perché mi ha fatto torto. BASSET
E io con lui, perché mi ha fatto torto. RE ENRICO
E qual è questo torto, di cui entrambi vi lamentate? Prima devo saperlo e poi vi risponderò.
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19/10/2017 18:25:39
1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
BASSET
Crossing the sea from England into France, This fellow here with envious carping tongue Upbraided me about the rose I wear, Saying the sanguine colour of the leaves Did represent my master’s blushing cheeks When stubbornly he did repugn the truth About a certain question in the law Argued betwixt the Duke of York and him, With other vile and ignominious terms; In confutation of which rude reproach, And in defence of my lord’s worthiness, I crave the benefit of law of arms.
90
95
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VERNON
And that is my petition, noble lord; For though he seem with forgèd quaint conceit To set a gloss upon his bold intent, Yet know, my lord, I was provoked by him, And he first took exceptions at this badge, Pronouncing that the paleness of this flower Bewrayed the faintness of my master’s heart.
105
RICHARD DUKE OF YORK
Will not this malice, Somerset, be left? SOMERSET
Your private grudge, my lord of York, will out, Though ne’er so cunningly you smother it.
110
KING HENRY
Good Lord, what madness rules in brainsick men When for so slight and frivolous a cause Such factious emulations shall arise? Good cousins both of York and Somerset, Quiet yourselves, I pray, and be at peace.
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RICHARD DUKE OF YORK
Let this dissension first be tried by fight, And then your highness shall command a peace.
706
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19/10/2017 18:25:39
1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
BASSET
Durante la traversata dall’Inghilterra alla Francia questo tizio con la sua lingua tagliente e maliziosa mi ha rimproverato perché indossavo questa rosa, dicendo che i suoi petali rossi erano come le guance del mio padrone quando negava testardamente la verità su una certa questione legale che aveva avuto con il duca di York, e ha usato anche altri termini offensivi e oltraggiosi. Per confutare la sua ingiuriosa accusa e per difendere la dignità del mio signore, invoco il privilegio della legge delle armi. VERNON
Ed è anche la mia stessa richiesta, nobile signore; perché, sebbene con i suoi falsi ed elaborati discorsi egli cerchi di mettere in buona luce la sua ostilità, sappiate, sire, che io sono stato provocato da lui e ha cominciato lui a denigrare questo mio distintivo, affermando che il pallore di questa rosa rifletteva lo scarso coraggio del mio padrone. RICCARDO DUCA DI YORK
Questa malizia non vuol proprio cessare, Somerset? SOMERSET
Il vostro astio personale, mio signore di York, viene sempre fuori, per quanto cerchiate scaltramente di soffocarlo. RE ENRICO
Buon Dio, quale follia governa il cervello sconvolto degli uomini, quando per simili inezie nascono queste invidie faziose? Miei cari cugini, di York e di Somerset, vi prego di calmarvi e di fare pace. RICCARDO DUCA DI YORK
Prima si giudichi questa disputa con il duello, poi vostra altezza ci comanderà la pace.
707
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19/10/2017 18:25:39
1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
SOMERSET
The quarrel toucheth none but us alone; Betwixt ourselves let us decide it then. RICHARD DUKE OF YORK
There is my pledge. Accept it, Somerset. VERNON (to King Henry) Nay, let it rest where it began at first. BASSET (to King Henry) Confirm it so, mine honourable lord.
120
GLOUCESTER
Confirm it so? Confounded be your strife, And perish ye with your audacious prate! Presumptuous vassals, are you not ashamed With this immodest clamorous outrage To trouble and disturb the King and us? And you, my lords, methinks you do not well To bear with their perverse objections, Much less to take occasion from their mouths To raise a mutiny betwixt yourselves. Let me persuade you take a better course.
125
130
EXETER
It grieves his highness. Good my lords, be friends. KING HENRY
Come hither, you that would be combatants. Henceforth I charge you, as you love our favour, Quite to forget this quarrel and the cause. And you, my lords, remember where we are — In France, amongst a fickle wavering nation. If they perceive dissension in our looks, And that within ourselves we disagree, How will their grudging stomachs be provoked To wilful disobedience, and rebel! Beside, what infamy will there arise When foreign princes shall be certified That for a toy, a thing of no regard, King Henry’s peers and chief nobility Destroyed themselves and lost the realm of France!
135
140
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19/10/2017 18:25:40
1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
SOMERSET
La questione riguarda soltanto noi. Chiariamola dunque tra di noi. RICCARDO DUCA DI YORK
Ecco il mio gesto di sfida. Accettatela, Somerset. VERNON (a re Enrico)
No, che la cosa rimanga là dov’era iniziata. BASSET (a re Enrico)
Confermatelo, mio onorato signore. GLOUCESTER
Confermarlo? Al diavolo il vostro litigio e accidenti ai vostri discorsi impudenti! Vassalli presuntuosi, non vi vergognate di disturbare e importunare il re e noi con questi oltraggi esagerati e indegni? E voi, miei signori, fate male a tollerare questi loro perversi scontri e ancor più a usare le loro parole come scusa per fomentare l’odio fra voi. Lasciatevi persuadere a cambiare atteggiamento. EXETER
Addolorate sua altezza. Miei buoni signori, rappacificatevi. RE ENRICO
Venite qui, voi che vorreste duellare. D’ora innanzi vi impongo, se volete conservare il nostro favore, di mettere da parte questo litigio e la sua causa. E voi, signori miei, ricordate dove siamo − in Francia, in mezzo a una nazione infedele e instabile. Se vedono la discordia sui nostri visi e quanto dissenso esiste tra di noi, il loro rancore li spingerà a disobbedire e a ribellarsi! E quale infamia quando i principi stranieri verranno a sapere che per una sciocchezza, una cosa da nulla, i pari e nobili di re Enrico hanno distrutto se stessi e perso il regno di Francia! Pensate alle conquiste di mio padre e alla mia
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1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 1
O, think upon the conquest of my father, My tender years, and let us not forgo That for a trifle that was bought with blood. Let me be umpire in this doubtful strife. I see no reason, if I wear this rose,
150
He takes a red rose That anyone should therefore be suspicious I more incline to Somerset than York. Both are my kinsmen, and I love them both. As well they may upbraid me with my crown Because, forsooth, the King of Scots is crowned. But your discretions better can persuade Than I am able to instruct or teach, And therefore, as we hither came in peace, So let us still continue peace and love. Cousin of York, we institute your grace To be our regent in these parts of France; And good my lord of Somerset, unite Your troops of horsemen with his bands of foot, And like true subjects, sons of your progenitors, Go cheerfully together and digest Your angry choler on your enemies. Ourself, my Lord Protector, and the rest, After some respite, will return to Calais, From thence to England, where I hope ere long To be presented by your victories With Charles, Alençon, and that traitorous rout.
155
160
165
170
Flourish. Exeunt all but York, Warwick, Vernon, and Exeter WARWICK
My lord of York, I promise you, the King Prettily, methought, did play the orator.
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RICHARD DUKE OF YORK
And so he did; but yet I like it not In that he wears the badge of Somerset.
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 1
tenera età: non perdiamo per un’inezia ciò che è stato conquistato col sangue. Lasciatemi fare da arbitro in questa dubbia contesa. Non vedo perché, se io mi metto questa rosa, prende una rosa rossa qualcuno debba sospettare che favorisco più Somerset che York. Sono tutti due miei parenti, e li amo entrambi. Allora loro potrebbero criticare la mia corona perché, per esempio, anche il re di Scozia ne ha una. Ma il vostro stesso discernimento vi persuaderà più di quanto io possa dirvi o insegnarvi. E perciò, come siamo venuti qui in pace, portiamo avanti la pace e l’amore. Cugino di York, incarichiamo vostra grazia di farci da reggente in queste regioni della Francia; e voi, mio buon signore di Somerset, unite la vostra cavalleria con la sua fanteria, e da leali sudditi, figli dei vostri progenitori, partite lietamente insieme e riversate la vostra ira sul nemico. Noi, il lord protettore e gli altri, dopo breve sosta, torneremo a Calais e di là in Inghilterra, dove spero che tra breve le vostre vittorie mi consegneranno Carlo, Alençon, e tutta quella feccia di traditori. Squilli di tromba. Escono tutti salvo York, Warwick, Vernon ed Exeter WARWICK
Parola mia, signore di York, il re si è mostrato davvero un ottimo oratore. RICCARDO DUCA DI YORK
È vero; ma non mi piace che si sia messo il simbolo distintivo di Somerset.
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1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 2
WARWICK
Tush, that was but his fancy; blame him not. I dare presume, sweet Prince, he thought no harm. RICHARD DUKE OF YORK
An if I wist he did — but let it rest. 36 Other affairs must now be managèd.
180
Exeunt all but Exeter EXETER
Well didst thou, Richard, to suppress thy voice; For had the passions of thy heart burst out I fear we should have seen deciphered there More rancorous spite, more furious raging broils, Than yet can be imagined or supposed. But howsoe’er, no simple man that sees This jarring discord of nobility, This shouldering of each other in the court, This factious bandying of their favourites, But that it doth presage some ill event. ’Tis much when sceptres are in children’s hands, But more when envy breeds unkind division: There comes the ruin, there begins confusion. 4.2
185
190
Exit
Enter Lord Talbot with a trumpeter and drummer and soldiers before Bordeaux
TALBOT
Go to the gates of Bordeaux, trumpeter. Summon their general unto the wall. The trumpeter sounds a parley. Enter French General, aloft English John Talbot, captain, calls you forth, Servant in arms to Harry King of England; And thus he would: open your city gates, Be humble to us, call my sovereign yours
5
180. Wist: wish = desiderassi. 712
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 2
WARWICK
Bah, è solo una questione di gusti; non ve la prendete. Caro principe, sono certo che non l’ha fatto con cattive intenzioni. RICCARDO DUCA DI YORK
Se fossi certo del contrario − ma lasciamo stare, adesso bisogna pensare ad altre cose. Escono tutti salvo Exeter EXETER
Hai fatto bene ad abbassare la voce, Riccardo. Perché se le passioni che hai in petto fossero esplose, temo che vi avremmo potuto osservare un più aspro rancore e più furiosi moti di ribellione di quanto non si possa supporre o immaginare. In ogni caso, anche un sempliciotto, vedendo le aspre discordie fra nobili che si sgomitano a corte e schierano uno contro l’altro i propri seguaci, non può che presagire un esito funesto. È già un male che lo scettro sia nelle mani di un fanciullo; ma è peggio ancora quando l’invidia crea maligne divisioni: allora arriva la rovina e inizia il disastro. Esce IV, 2
Entra lord Talbot con trombettiere, tamburino e soldati davanti alla città di Bordeaux149
TALBOT
Va’ alle porte di Bordeaux, trombettiere, e convoca il loro generale sulle mura. Il trombettiere suona la chiamata a parlamento. Entra, in alto, il generale francese A chiamarti, capitano, è l’inglese lord Talbot, che serve con le armi Enrico re d’Inghilterra. Ecco ciò che desidera: aprite le porte della città, arrendetevi a noi, chiamate vostro il mio sovrano e rendetegli
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1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 2
And do him homage as obedient subjects, And I’ll withdraw me and my bloody power. But if you frown upon this proffered peace, You tempt the fury of my three attendants — Lean famine, quartering steel, and climbing fire — Who in a moment even with the earth Shall lay your stately and air-braving towers If you forsake the offer of their love.
10
GENERAL
Thou ominous and fearful owl of death, Our nation’s terror and their bloody scourge, The period of thy tyranny approacheth. On us thou canst not enter but by death, For I protest we are well fortified And strong enough to issue out and fight If thou retire, the Dauphin well appointed Stands with the snares of war to tangle thee. On either hand thee there are squadrons pitched To wall thee from the liberty of flight, And no way canst thou turn thee for redress But death doth front thee with apparent spoil, And pale destruction meets thee in the face. Ten thousand French have ta’en the sacrament To fire their dangerous artillery37 Upon no Christian soul but English Talbot. Lo, there thou stand’st, a breathing valiant man Of an invincible unconquered spirit. This is the latest glory of thy praise, That I thy enemy due thee withal, For ere the glass that now begins to run Finish the process of his sandy hour, These eyes that see thee now well colourèd Shall see thee withered, bloody, pale, and dead.
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20
25
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Drum afar off
29. Fire: ryue = spaccare, fendere. 714
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 2
omaggio come sudditi ubbidienti. Allora mi ritirerò con i miei feroci soldati. Se invece rifiutate quest’offerta di pace, provocherete la furia dei miei tre seguaci − la carestia che consuma, la lama che squarta, il fuoco che divora – i quali in un attimo raderanno al suolo le vostre eccelse e maestose torri, se non accettate l’amore che vi offrono. GENERALE
Pauroso e minaccioso uccello del malaugurio, terrore e sanguinario flagello della nostra nazione, la fine della tua tirannia è vicina. Non puoi entrare qui se non morendo, poiché ti assicuro che abbiamo forze e difese sufficienti per fare una sortita e scendere in battaglia. Se indietreggi, il Delfino ben armato è pronto a intrappolarti con le insidie della guerra. Ai tuoi fianchi sono schierati squadroni per bloccarti ogni tentativo di fuga e ovunque cercherai vie di scampo dovrai affrontare morte e visibile rovina, e ti troverai davanti la livida distruzione. Diecimila francesi hanno giurato davanti al Sacramento di non puntare la loro micidiale artiglieria su nessun’altra anima cristiana fuorché l’inglese lord Talbot. Ecco dove ti trovi, uomo vivo e valoroso, dallo spirito indomito e invincibile. Questa è l’ultima lode che io, un nemico, devo rendere alla tua gloria, poiché, prima che la sabbia di questa ora finisca di scorrere nella clessidra, gli occhi che ora ti vedono rubicondo ti vedranno sfiorito, insanguinato, pallido e morto. Un tamburo in lontananza
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1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 3
Hark, hark, the Dauphin’s drum, a warning bell, Sings heavy music to thy timorous soul, And mine shall ring thy dire departure out.
40 Exit
TALBOT
He fables not. I hear the enemy. Out, some light horsemen, and peruse their wings. [Exit one or more] O negligent and heedless discipline, How are we parked and bounded in a pale! — A little herd of England’s timorous deer Mazed with a yelping kennel of French curs. If we be English deer, be then in blood, Not rascal-like to fall down with a pinch, But rather, moody-mad and desperate stags, 38 Turn on the bloody hounds with heads of steel And make the cowards stand aloof at bay. Sell every man his life as dear as mine And they shall find dear deer of us, my friends. God and Saint George, Talbot and England’s right, Prosper our colours in this dangerous fight! Exeunt 4.3
45
50
55
Enter a Messenger that meets the Duke of York. Enter Richard Duke of York with a trumpeter and many soldiers
RICHARD DUKE OF YORK
Are not the speedy scouts returned again That dogged the mighty army of the Dauphin? MESSENGER
They are returned, my lord, and give it out That he is marched to Bordeaux with his power To fight with Talbot. As he marched along,
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50. Mad: non in F. 716
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 3
Senti, senti, il tamburo del Delfino, come campana premonitrice150, reca una triste musica alla tua anima turbata, mentre la mia accompagnerà la tua tetra partenza. Esce TALBOT
Non mente. Sento il nemico. Presto, alcuni cavalleggeri perlustrino le ali. [Escono uno o più] O disciplina dimenticata e negletta, ora ci troviamo accerchiati e bloccati! Un piccolo gregge di timidi daini inglesi frastornati davanti a un branco di latranti cani francesi. Se siamo daini inglesi, comportiamoci almeno da purosangue, non come quelli deboli che cadono per un morso, ma piuttosto, come cervi imbizzarriti e disperati, attacchiamo i segugi sanguinari con corna d’acciaio e respingiamo quei vigliacchi. Che ognuno venda cara la pelle come me, e vedranno che siamo daini a caro prezzo, amici miei. Per Dio e San Giorgio, Talbot e il diritto dell’Inghilterra, trionfino i nostri vessilli in questa perigliosa battaglia! Escono IV, 3
Entra un messaggero che va incontro al duca di York. Entra Riccardo duca di York con un trombettiere e molti soldati151
RICCARDO DUCA DI YORK
Non sono ancora tornati i veloci esploratori che seguivano il potente esercito del Delfino? MESSAGGERO
Sono tornati, mio signore, e riferiscono che egli marcia verso Bordeaux con tutto l’esercito per combattere Talbot. Mentre marciava,
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1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 3
By your espials were discoverèd Two mightier troops than that the Dauphin led, Which joined with him and made their march for Bordeaux. RICHARD DUKE OF YORK
A plague upon that villain Somerset That thus delays my promisèd supply Of horsemen that were levied for this siege! Renownèd Talbot doth expect my aid, And I am louted by a traitor villain And cannot help the noble chevalier. God comfort him in this necessity; If he miscarry, farewell wars in France!
10
15
Enter another messenger, Sir William Lucy LUCY
Thou princely leader of our English strength, Never so needful on the earth of France, Spur to the rescue of the noble Talbot, Who now is girdled with a waste of iron And hemmed about with grim destruction. To Bordeaux, warlike Duke; to Bordeaux, York, Else farewell Talbot, France, and England’s honour.
20
RICHARD DUKE OF YORK
O God, that Somerset, who in proud heart Doth stop my cornets, were in Talbot’s place! So should we save a valiant gentleman By forfeiting a traitor and a coward. Mad ire and wrathful fury makes me weep, That thus we die while remiss traitors sleep.
25
LUCY
O, send some succour to the distressed lord.
30
RICHARD DUKE OF YORK
He dies, we lose; I break my warlike word; We mourn, France smiles; we lose, they daily get, All ’long of this vile traitor Somerset.
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19/10/2017 18:25:40
1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 3
le vostre spie hanno visto due armate, più numerose di quella guidata dal Delfino, che si sono unite a lui dirigendosi verso Bordeaux. RICCARDO DUCA DI YORK
Maledetto quel miserabile di Somerset, che tarda tanto a inviarmi i rinforzi di cavalleria promessi e arruolati per questo assedio! L’illustre Talbot aspetta il mio soccorso, e io, preso in giro da un miserabile traditore, non posso aiutare quel nobile cavaliere. Che lo aiuti Dio in questo tragico momento. Se gli va male, addio guerre in Francia! Entra un altro messaggero, sir William Lucy 152
LUCY
Nobile comandante delle forze inglesi, mai così necessario in terra di Francia, corri a soccorrere il nobile Talbot: è accerchiato da una selva d’acciaio e da ogni parte incombe su di lui la rovina. A Bordeaux, duca guerriero; a Bordeaux, York, altrimenti addio a Talbot, alla Francia e all’onore dell’Inghilterra. RICCARDO DUCA DI YORK
Oh, Dio! Se Somerset, cuore superbo che non fa giungere i miei cavalieri, fosse al posto di Talbot! Salveremmo un valoroso gentiluomo e perderemmo un vigliacco traditore. La rabbia folle e l’ira furente mi fanno piangere: noi dobbiamo morire così mentre infingardi traditori dormono. LUCY
Su, invia dei soccorsi a quel nobile in pericolo. RICCARDO DUCA DI YORK
Lui muore, noi perdiamo; io manco alla mia parola di soldato; noi piangiamo, la Francia sorride; noi perdiamo, loro avanzano ogni giorno di più; e tutto a causa di quel vile traditore di Somerset.
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19/10/2017 18:25:40
1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 4
LUCY
Then God take mercy on brave Talbot’s soul, And on his son young John, who two hours since I met in travel toward his warlike father. This seven years did not Talbot see his son, And now they meet where both their lives are done.
35
RICHARD DUKE OF YORK
Alas, what joy shall noble Talbot have To bid his young son welcome to his grave? Away — vexation almost stops my breath That sundered friends greet in the hour of death. Lucy, farewell. No more my fortune can But curse the cause I cannot aid the man. Maine, Blois, Poitiers, and Tours are won away ’Long all of Somerset and his delay.
40
45
Exeunt all but Lucy LUCY
Thus while the vulture of sedition Feeds in the bosom of such great commanders, Sleeping neglection doth betray to loss The conquest of our scarce-cold conqueror, That ever-living man of memory Henry the Fifth. Whiles they each other cross, Lives, honours, lands, and all hurry to loss. 4.4
50
[Exit]
Enter the Duke of Somerset with his army
SOMERSET (to a Captain)
It is too late, I cannot send them now. This expedition was by York and Talbot Too rashly plotted. All our general force Might with a sally of the very town Be buckled with. The over-daring Talbot Hath sullied all his gloss of former honour By this unheedful, desperate, wild adventure. York set him on to fight and die in shame That, Talbot dead, great York might bear the name.
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 4
LUCY
Allora Dio abbia pietà dell’anima del coraggioso Talbot e del suo giovane figlio John, che ho incontrato due ore fa mentre correva dal suo valoroso padre. Talbot non vede suo figlio da molto tempo153 e s’incontrano ora che stanno per morire. RICCARDO DUCA DI YORK
Ahimè, quale gioia potrà avere il nobile Talbot ad accogliere il giovane figlio alla propria tomba? Basta − l’idea che due amici separati si ritrovino solo in punto di morte mi toglie quasi il respiro. Addio, Lucy. Non posso fare altro che maledire la causa per cui non posso aiutare quell’uomo. Maine, Blois, Poitiers e Tours ci vengono riprese, e tutto a causa di Somerset e del suo indugio. Escono tutti tranne Lucy LUCY
Così, mentre l’avvoltoio della sedizione si nutre nel seno di questi grandi comandanti, una torpida negligenza azzera le conquiste del conquistatore appena morto, Enrico quinto di imperitura memoria. Mentre loro si fanno guerra, vite, onori, terre e tutto il resto vanno in malora. [Esce] IV, 4
Entra il duca di Somerset con il suo esercito154
SOMERSET (a un capitano)
È troppo tardi, non posso inviarli ora. E troppo precipitosi York e Talbot nel progettare questa spedizione. Una sortita dalla città potrebbe impegnare in battaglia tutte le nostre forze. Con questa impresa azzardata, disperata e folle, il temerario Talbot ha oscurato il fulgore delle sue glorie precedenti. York l’ha spinto a combattere e a morire ignominiosamente per potere, una volta morto Talbot, apparire lui il più grande.
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19/10/2017 18:25:40
1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 4
[Enter Lucy] CAPTAIN
Here is Sir William Lucy, who with me Set from our o’ermatched forces forth for aid.
10
SOMERSET
How now, Sir William, whither were you sent? LUCY
Whither, my lord? From bought and sold Lord Talbot, Who, ringed about with bold adversity, Cries out for noble York and Somerset To beat assailing death from his weak legions;39 And whiles the honourable captain there Drops bloody sweat from his war-wearied limbs And, unadvantaged, ling’ring looks for rescue,40 You his false hopes, the trust of England’s honour, Keep off aloof with worthless emulation. Let not your private discord keep away The levied succours that should lend him aid, While he, renownèd noble gentleman, Yield up his life unto a world of odds. Orléans the Bastard, Charles, and Burgundy, Alençon, René, compass him about, And Talbot perisheth by your default.
15
20
25
SOMERSET
York set him on; York should have sent him aid. LUCY
And York as fast upon your grace exclaims, Swearing that you withhold his levied horse Collected for this expedition.
30
SOMERSET
York lies. He might have sent and had the horse. I owe him little duty and less love, And take foul scorn to fawn on him by sending.
35
16. Legions: regions = regioni. 19. Unadvantaged: in advantage = in vantaggio. 722
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19/10/2017 18:25:41
1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 4
[Entra Lucy] CAPITANO
Ecco sir William Lucy, inviato con me a cercare aiuto quando il nostro esercito era in inferiorità. SOMERSET
Ebbene, sir William, da dove venite? LUCY
Da dove, mio signore? Dal comprato e venduto155 lord Talbot che, circondato dal pericolo, grida ai nobili York e Somerset di salvare dagli assalti della morte le sue deboli legioni. Mentre il valoroso capitano suda sangue dalle sue membra logorate dalla guerra e, pur trovandosi a malpartito, resiste attendendo i soccorsi, voi, sue false speranze, custodi dell’onore inglese, non ve ne curate occupandovi solo delle vostre indegne contese. Non trattenete qui, per dissensi personali, i rinforzi che dovrebbero soccorrerlo, mentre quell’uomo nobile e illustre soccombe di fronte alle difficoltà. Il Bastardo d’Orleans, Carlo, Borgogna, Alençon e René lo stringono da ogni parte, e Talbot perisce per colpa vostra. SOMERSET
York lo ha incoraggiato; toccava a York mandargli rinforzi. LUCY
York a sua volta accusa vostra grazia, giurando che siete voi a trattenere qui la cavalleria scelta per questa spedizione. SOMERSET
York è un bugiardo. Avrebbe potuto chiedere la cavalleria e averla. Non gli devo obbedienza e ancor meno amore, e ritengo disonorevole essere servile con lui mandandogliela di mia iniziativa.
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19/10/2017 18:25:41
1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 5
LUCY
The fraud of England, not the force of France, Hath now entrapped the noble-minded Talbot. Never to England shall he bear his life, But dies betrayed to fortune by your strife. SOMERSET
Come, go. I will dispatch the horsemen straight. Within six hours they will be at his aid.
40
LUCY
Too late comes rescue. He is ta’en or slain, For fly he could not if he would have fled, And fly would Talbot never, though he might. SOMERSET
If he be dead, brave Talbot, then adieu.
45
LUCY
His fame lives in the world, his shame in you. Exeunt [severally] 4.5
Enter Lord Talbot and his son John
TALBOT
O young John Talbot, I did send for thee To tutor thee in stratagems of war, That Talbot’s name might be in thee revived When sapless age and weak unable limbs Should bring thy father to his drooping chair. But O — malignant and ill-boding stars! — Now thou art come unto a feast of death, A terrible and unavoided danger. Therefore, dear boy, mount on my swiftest horse, And I’ll direct thee how thou shalt escape By sudden flight. Come, dally not, be gone.
5
10
JOHN
Is my name Talbot, and am I your son, And shall I fly? O, if you love my mother, Dishonour not her honourable name To make a bastard and a slave of me.
15
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 5
LUCY
L’infedeltà dell’Inghilterra, non la forza della Francia, ha intrappolato il magnanimo Talbot. Non tornerà mai vivo in Inghilterra, ma muore rovinato dalla vostra contesa. SOMERSET
Su, va’. Invierò subito i cavalieri. Entro sei ore saranno là ad aiutarlo. LUCY
È troppo tardi. Sarà già prigioniero o ucciso, perché anche volendo non potrebbe fuggire; e Talbot non fuggirebbe mai, se anche potesse. SOMERSET
Se il valoroso Talbot è morto, allora addio. LUCY
La sua fama vive nel mondo, la sua vergogna in voi. Escono [separatamente] Entrano lord Talbot e suo figlio John156
IV, 5
TALBOT
John Talbot, figlio mio, ti ho mandato a chiamare per insegnarti le astuzie della guerra, perché la fama di Talbot potesse continuare in te quando, avvizzito per l’età e le membra deboli e inette, tuo padre fosse costretto a una lettiga. Ma − o maligne e malaugurate stelle! − ecco che arrivi a un banchetto funebre, a un pericolo tremendo e inevitabile. Perciò, caro ragazzo, monta sul cavallo più veloce e ti indicherò come salvarti fuggendo all’istante. Su, va’, non indugiare. JOHN157
Mi chiamo Talbot, sono tuo figlio, e fuggirò? Oh, se ami mia madre, non disonorarne il rispettato nome facendo di me un bastardo
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19/10/2017 18:25:41
1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 5
The world will say he is not Talbot’s blood That basely fled when noble Talbot stood. TALBOT
Fly to revenge my death if I be slain. JOHN
He that flies so will ne’er return again. TALBOT
If we both stay, we both are sure to die.
20
JOHN
Then let me stay and, father, do you fly. Your loss is great; so your regard should be. My worth unknown, no loss is known in me. Upon my death the French can little boast; In yours they will: in you all hopes are lost. Flight cannot stain the honour you have won, But mine it will, that no exploit have done. You fled for vantage, everyone will swear, But if I bow, they’ll say it was for fear. There is no hope that ever I will stay If the first hour I shrink and run away. Here on my knee I beg mortality Rather than life preserved with infamy.
25
30
TALBOT
Shall all thy mother’s hopes lie in one tomb? JOHN
Ay, rather than I’ll shame my mother’s womb.
35
TALBOT
Upon my blessing I command thee go. JOHN
To fight I will, but not to fly the foe. TALBOT
Part of thy father may be saved in thee. JOHN
No part of him but will be shamed in me.41
39. Shamed: shame = motivo di vergogna. 726
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19/10/2017 18:25:41
1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 5
e un vigliacco. Il mondo dirà che non era figlio di Talbot chi è fuggito vilmente mentre il nobile Talbot restava. TALBOT
Fuggi per vendicare la mia morte se verrò ucciso. JOHN
Chi fugge così non torna mai indietro. TALBOT
Se restiamo qui entrambi, certamente morremo entrambi. JOHN
Allora lascia che resti io e fuggi tu, padre mio. La tua perdita sarebbe seria e tale deve essere la cura che devi avere per te stesso. Nessuno sa quale sia il mio valore, con me non si perde nulla. I francesi potrebbero vantarsi ben poco dalla mia morte, ma molto della tua; con te ogni speranza è perduta. Una fuga non può macchiare l’onore che tu hai conquistato, ma il mio sì, perché non ho fatto nessuna impresa. Tutti giureranno che tu sei fuggito per motivi strategici, ma se fuggo io diranno che è per paura. Non c’è speranza che io resista mai se alla prima occasione mi ritiro e scappo. Ti supplico in ginocchio di poter morire, piuttosto che salvare la vita con infamia. TALBOT
Allora tutte le speranze di tua madre saranno seppellite in una tomba? JOHN
Sì, piuttosto che disonorare il grembo di mia madre. TALBOT
Se vuoi la mia benedizione, ti comando di andare. JOHN
Andrò, ma per combattere, non per fuggire il nemico. TALBOT
In te potrebbe continuare a vivere una parte di tuo padre. JOHN
Quella parte di lui sarebbe disonorata in me.
727
Shakespeare_Drammi storici.indb 727
19/10/2017 18:25:41
1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 6
TALBOT
Thou never hadst renown, nor canst not lose it.
40
JOHN
Yes, your renownèd name — shall flight abuse it? TALBOT
Thy father’s charge shall clear thee from that stain. JOHN
You cannot witness for me, being slain. If death be so apparent, then both fly. TALBOT
And leave my followers here to fight and die? My age was never tainted with such shame.
45
JOHN
And shall my youth be guilty of such blame? No more can I be severed from your side Than can yourself your self in twain divide. Stay, go, do what you will: the like do I, For live I will not if my father die.
50
TALBOT
Then here I take my leave of thee, fair son, Born to eclipse thy life this afternoon. Come, side by side together live and die, And soul with soul from France to heaven fly. 4.6
Exeunt
Alarum, Excursions, wherein Lord Talbot’s son John is hemmed about by French soldiers and Talbot rescues him. [The English drive off the French]
TALBOT
Saint George and victory! Fight, soldiers, fight! The Regent hath with Talbot broke his word, And left us to the rage of France his sword. Where is John Talbot? (To John) Pause and take thy breath. I gave thee life, and rescued thee from death.
5
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 6
TALBOT
Non avendo avuto fama, non puoi neanche perderla. JOHN
Sì, la fama del tuo nome – devo macchiarla con la fuga? TALBOT
L’ordine di tuo padre ti eviterà quell’onta. JOHN
Una volta ucciso non potresti testimoniare a mio favore. Se la morte è così certa, allora fuggiamo entrambi. TALBOT
Lasciando i miei a lottare e morire? La mia vita non si è mai macchiata di un’onta simile. JOHN
E deve esserlo la mia giovinezza? Non riuscirai a farmi staccare dal tuo fianco più di quanto tu possa dividerti in due. Resta, va’, fa’ ciò vuoi; io farò lo stesso, perché se mio padre muore io non vivrò di certo. TALBOT
Allora ti do il mio ultimo saluto, caro figliolo, nato per finire oggi la tua vita158. Orsù, viviamo e moriamo fianco a fianco, e anima con anima voli dalla Francia in cielo. Escono IV, 6
Allarme. Scorrerie, durante le quali John figlio di lord Talbot è accerchiato da soldati francesi e Talbot lo salva. [Gli inglesi respingono i francesi]159
TALBOT
San Giorgio e vittoria! Combattete, combattete, soldati! Il reggente160 ha mancato di parola con Talbot, lasciandoci in balia delle spade francesi. Dov’è John Talbot? (A John). Fermati e riprendi fiato. Ti ho dato la vita e ti ho scampato dalla morte.
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1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 6
JOHN
O twice my father, twice am I thy son: The life thou gav’st me first was lost and done Till with thy warlike sword, despite of fate, To my determined time thou gav’st new date. TALBOT
When from the Dauphin’s crest thy sword struck fire It warmed thy father’s heart with proud desire Of bold-faced victory. Then leaden age, Quickened with youthful spleen and warlike rage, Beat down Alençon, Orléans, Burgundy, And from the pride of Gallia rescued thee. The ireful Bastard Orléans, that drew blood From thee, my boy, and had the maidenhood Of thy first fight, I soon encounterèd, And interchanging blows, I quickly shed Some of his bastard blood, and in disgrace Bespoke him thus: ‘Contaminated, base, And misbegotten blood I spill of thine, Mean and right poor, for that pure blood of mine Which thou didst force from Talbot, my brave boy.’ Here, purposing the Bastard to destroy, Came in strong rescue. Speak thy father’s care: Art thou not weary, John? How dost thou fare? Wilt thou yet leave the battle, boy, and fly, Now thou art sealed the son of chivalry? Fly to revenge my death when I am dead; The help of one stands me in little stead. O, too much folly is it, well I wot, To hazard all our lives in one small boat. If I today die not with Frenchmen’s rage, Tomorrow I shall die with mickle age. By me they nothing gain, and if I stay ’Tis but the short’ning of my life one day.
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 6
JOHN
O due volte mio padre, due volte ti sono figlio. La prima vita che mi hai dato era ormai perduta, ma con la tua valorosa spada hai prolungato il tempo a me concesso, a dispetto del fato. TALBOT
Quando la tua spada ha prodotto scintille colpendo l’elmo del Delfino, ha fatto divampare nel cuore di tuo padre un fiero desiderio di vittoria. Così l’età avanzata, rinvigorita da ardore giovanile e bellicosa rabbia, ha abbattuto Alençon, Orléans, Borgogna, e ti ha sottratto all’orgoglio della Francia. Poi ho affrontato l’iroso Bastardo d’Orléans che ti aveva fatto sanguinare, figlio mio, cogliendo la verginità della tua prima battaglia, e nel duello gli ho fatto spargere un po’ del suo sangue adulterino, e con sdegno l’ho apostrofato così: “Questo tuo sangue contaminato, vile e malnato, io lo verso, meschino e inferiore com’è, per quel sangue puro che hai fatto stillare al mio valoroso figlio, Talbot”. Mentre stavo per abbattere il Bastardo molti sono giunti in suo soccorso. Parla, prediletto di tuo padre: non sei stanco, John? Come ti senti? Non vuoi lasciare la battaglia e fuggire, ragazzo, ora che ti sei dimostrato degno figlio della cavalleria? Fuggi per vendicare la mia morte quando sarò morto; poco mi serve l’aiuto di uno solo. Oh, è troppo folle, lo so, arrischiare tutte le nostre vite in una sola piccola barca. Se la furia dei francesi non mi uccide oggi, mi ucciderà domani la vecchiaia. Con me non guadagnano nulla e, se resto, si accorcia la mia vita solo di un giorno.
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1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
In thee thy mother dies, our household’s name, My death’s revenge, thy youth, and England’s fame. All these and more we hazard by thy stay; All these are saved if thou wilt fly away.
40
JOHN
The sword of Orléans hath not made me smart; These words of yours draw life-blood from my heart. On that advantage, bought with such a shame, To save a paltry life and slay bright fame, Before young Talbot from old Talbot fly The coward horse that bears me fall and die; And like me to the peasant boys of France, To be shame’s scorn and subject of mischance! Surely, by all the glory you have won, An if I fly I am not Talbot’s son. Then talk no more of flight; it is no boot. If son to Talbot, die at Talbot’s foot.
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TALBOT
Then follow thou thy desp’rate sire of Crete, Thou Icarus; thy life to me is sweet. If thou wilt fight, fight by thy father’s side, And commendable proved, let’s die in pride. 4.7
55 Exeunt
Alarum. Excursions. Enter old Lord Talbot led by a Servant
TALBOT
Where is my other life? Mine own is gone. O where’s young Talbot, where is valiant John? Triumphant death smeared with captivity, Young Talbot’s valour makes me smile at thee. When he perceived me shrink and on my knee, His bloody sword he brandished over me, And like a hungry lion did commence Rough deeds of rage and stern impatience. But when my angry guardant stood alone, Tend’ring my ruin and assailed of none,
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
Con te muore tua madre, il nome del nostro casato, la vendetta della mia morte, la tua giovinezza, la fama dell’Inghilterra. Se resti qui rischiamo tutto questo e altro; se fuggirai, tutto questo si potrà salvare. JOHN
La spada di Orléans non mi ha fatto soffrire, ma a queste tue parole mi sanguina il cuore. Se ottenere quei benefici esige una tale vergogna, salvare una vita da nulla e uccidere la fama illustre, prima che il giovane Talbot fugga dal vecchio Talbot, possa cadere e morire il vile cavallo che mi porta. Possa io diventare come i contadinotti francesi, oggetto di scherno e vittima della sfortuna! Con tutta la gloria che avete conquistato, se fuggo non sono figlio di Talbot. Basta dunque parlare di fuga; è inutile. Se sono figlio di Talbot, che io muoia ai piedi di Talbot. TALBOT
Segui dunque il tuo disperato padre cretese161, o Icaro; la tua vita mi è cara. Se vuoi combattere, combatti a fianco di tuo padre, e mostrandoci degni di lode morremo con gloria. Escono IV, 7
Allarme. Incursioni. Entra il vecchio lord Talbot appoggiandosi a un servo162
TALBOT
Dov’è l’altra mia vita? La mia è finita. Dov’è il giovane Talbot, il valoroso John? Trionfante morte imbrattata del sangue dei prigionieri, il valore del giovane Talbot mi fa ridere di te. Quando m’ha visto arretrare e cadere in ginocchio, ha brandito la sua spada insanguinata sopra di me, e come un leone affamato ha menato colpi impetuosi e aggressivi. Ma quando questo mio rabbioso protettore è rimasto solo a soccorrere la mia caduta senza più assalitori, una
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1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
Dizzy-eyed fury and great rage of heart Suddenly made him from my side to start Into the clust’ring battle of the French, And in that sea of blood my boy did drench His over-mounting spirit; and there died My Icarus, my blossom, in his pride.
15
Enter English soldiers with John Talbot’s body, borne SERVANT
O my dear lord, lo where your son is borne. TALBOT
Thou antic death, which laugh’st us here to scorn, Anon from thy insulting tyranny, Coupled in bonds of perpetuity, Two Talbots wingèd through the lither sky In thy despite shall scape mortality. (To John) O thou whose wounds become hard-favoured death, Speak to thy father ere thou yield thy breath. Brave death by speaking, whether he will or no; Imagine him a Frenchman and thy foe. — Poor boy, he smiles, methinks, as who should say ‘Had death been French, then death had died today’. Come, come, and lay him in his father’s arms.
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Soldiers lay John in Talbot’s arms My spirit can no longer bear these harms. Soldiers, adieu. I have what I would have, Now my old arms are young John Talbot’s grave.
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He dies. [Alarum.] Exeunt soldiers leaving the bodies Enter Charles the Dauphin, the dukes of Alençon and Burgundy, the Bastard of Orléans, and Joan la Pucelle
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
furia dallo sguardo tremendo e una grande ira nel petto lo hanno improvvisamente indotto a lasciare il mio fianco per buttarsi nella mischia coi francesi, e in quel mare di sangue il mio ragazzo ha immerso il suo spirito troppo animoso; e là è morto il mio Icaro, il mio superbo fiore nella sua gloria. Entrano soldati inglesi, trasportando il corpo di John Talbot SERVO
O mio caro signore, guardate, portano vostro figlio. TALBOT
Morte deforme che ci irridi beffarda, tra poco, uniti da legame eterno, due Talbot alati supereranno la flessuosa volta celeste e liberandosi dalla tua sprezzante tirannia fuggiranno la condizione mortale a tuo dispetto. (A John) Tu, le cui ferite rendono bella l’orrida morte, parla a tuo padre prima di esalare l’ultimo respiro. Sfida la morte parlando, che lei lo voglia o no; fa’ conto che sia francese e tua nemica. − Povero ragazzo, sorride come per dire “Se fosse stata francese, oggi la morte sarebbe morta”. Avanti, mettetelo tra le braccia di suo padre. I soldati depongono John fra le braccia di Talbot Il mio spirito non regge più a queste ferite. Addio, soldati. Ho ciò che vorrei, ora che le mie vecchia braccia sono la tomba del giovane Talbot. Muore. [Allarme] Escono i soldati lasciando i cadaveri Entrano Carlo il Delfino, i duchi di Alençon e di Borgogna, il Bastardo d’Orléans e Giovanna la Pulzella
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1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
CHARLES
Had York and Somerset brought rescue in, We should have found a bloody day of this. BASTARD
How the young whelp of Talbot’s, raging wood, Did flesh his puny sword in Frenchmen’s blood!
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JOAN
Once I encountered him, and thus I said: ‘Thou maiden youth, be vanquished by a maid.’ But with a proud, majestical high scorn He answered thus: ‘Young Talbot was not born To be the pillage of a giglot wench.’ So rushing in the bowels of the French, He left me proudly, as unworthy fight.
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BURGUNDY
Doubtless he would have made a noble knight. See where he lies inhearsèd in the arms Of the most bloody nurser of his harms.
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BASTARD
Hew them to pieces, hack their bones asunder, Whose life was England’s glory, Gallia’s wonder. CHARLES
O no, forbear; for that which we have fled During the life, let us not wrong it dead.
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Enter Sir William Lucy [with a French herald] LUCY
Herald, conduct me to the Dauphin’s tent To know who hath obtained the glory of the day. CHARLES
On what submissive message art thou sent? LUCY
Submission, Dauphin? ’Tis a mere French word. We English warriors wot not what it means. I come to know what prisoners thou hast ta’en, And to survey the bodies of the dead.
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
CARLO
Se York e Somerset fossero arrivati coi rinforzi, oggi sarebbe stato per noi un giorno di sangue. BASTARDO
Com’era scatenato il rabbioso cucciolo di Talbot163 a immergere la sua spada inesperta nel sangue dei francesi! GIOVANNA
L’ho affrontato164 una volta e gli ho detto: “Verginello, vieni a farti battere da una vergine”. Ma con disprezzo altero e maestoso ha risposto: “Il giovane Talbot non è nato per far da bottino a una sgualdrina”. E così cacciandosi in mezzo ai francesi mi ha lasciato con disprezzo, come se fossi un avversario indegno. BORGOGNA
Sarebbe certo diventato un nobile cavaliere. Guarda dove giace, deposto fra le braccia della sanguinaria causa dei suoi mali165. BASTARDO
Fateli a pezzi, fracassate le ossa di chi in vita fu gloria d’Inghilterra e turbamento della Francia. CARLO
Oh no, assolutamente; non oltraggiamo da morto quello che fuggivamo quando era in vita. Entra sir William Lucy [con un araldo francese] LUCY
Araldo, conducimi alla tenda del Delfino, per conoscere chi oggi ha conquistato la vittoria. CARLO
Con quale messaggio di resa ti hanno inviato? LUCY
Resa, Delfino? Questa parola è solo francese. Noi guerrieri inglesi non sappiamo cosa significhi. Vengo per sapere quali prigionieri hai catturato e per vedere i corpi dei caduti.
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1 HENRY VI, ACT 4 SCENE 7
CHARLES
For prisoners ask’st thou? Hell our prison is. But tell me whom thou seek’st. LUCY
But where’s the great Alcides of the field, Valiant Lord Talbot, Earl of Shrewsbury, Created for his rare success in arms Great Earl of Wexford, Waterford, and Valence, Lord Talbot of Goodrich and Urchinfield, Lord Strange of Blackmere, Lord Verdun of Alton, Lord Cromwell of Wingfield, Lord Furnival of Sheffield, The thrice victorious lord of Falconbridge, Knight of the noble order of Saint George, Worthy Saint Michael and the Golden Fleece, Great Maréchal to Henry the Sixth Of all his wars within the realm of France?
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JOAN
Here’s a silly, stately style indeed. The Turk, that two-and-fifty kingdoms hath, Writes not so tedious a style as this. Him that thou magnifi’st with all these titles Stinking and flyblown lies here at our feet.
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LUCY
Is Talbot slain, the Frenchmen’s only scourge, Your kingdom’s terror and black Nemesis? O, were mine eye-balls into bullets turned, That I in rage might shoot them at your faces! O, that I could but call these dead to life! — It were enough to fright the realm of France. Were but his picture left amongst you here It would amaze the proudest of you all. Give me their bodies, that I may bear them hence And give them burial as beseems their worth. JOAN (to Charles) I think this upstart is old Talbot’s ghost, He speaks with such a proud commanding spirit.
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1 ENRICO VI, ATTO IV SCENA 7
CARLO
Chiedi dei prigionieri? La nostra prigione è l’inferno166. Dimmi chi cerchi. LUCY
Dov’è il grande Alcide del campo di battaglia, il valoroso lord Talbot, conte di Shrewsbury, per i suoi straordinari successi in armi creato gran conte di Wexford, Waterford e Valence; lord Talbot di Goodrich e Urchinfield; lord Strange di Blackmere; lord Verdun di Alton; lord Cromwell di Wingfield; lord Furnival di Sheffield; il tre volte vittorioso signore di Falconbridge; cavaliere del nobile ordine di San Giorgio, pari per dignità a quello di San Michele e del Vello d’Oro; gran maréchal di Enrico VI in tutte le sue guerre nel regno di Francia?167 GIOVANNA
Che elenco insensato e pomposo. Neanche il sultano168, che ha cinquantadue regni, usa un linguaggio così ampolloso. Colui che magnifichi con tutti questi titoli giace qui ai nostri piedi, ormai in putrefazione e coperto di mosche. LUCY
Talbot ucciso? Il sommo flagello dei francesi, terrore e cupa nemesi169 del vostro regno? Oh, se i miei occhi diventassero pallottole, per potervi sparare furiosamente in volto! Se solo potessi richiamare in vita questi morti! Basterebbero ad atterrire il regno di Francia. Ci fosse qui anche solo il suo ritratto, sgomenterebbe i più superbi tra voi. Consegnatemi i loro corpi, perché li possa portare via di qua e dia loro la sepoltura che meritano. GIOVANNA (a Carlo) Questo presuntuoso deve essere il fantasma del vecchio Talbot, tanto superbo e autoritario è il suo tono. Lasciate che li pigli, per
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
For God’s sake let him have them. To keep them here42 They would but stink and putrefy the air. CHARLES Go, take their bodies hence.
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LUCY
I’ll bear them hence, but from their ashes shall be reared A phoenix that shall make all France afeard. CHARLES
So we be rid of them, do with them what thou wilt.43 [Exeunt Lucy and herald with the bodies] And now to Paris in this conquering vein. All will be ours, now bloody Talbot’s slain. 5.1
95 Exeunt
Sennet. Enter King Henry, the Dukes of Gloucester and Exeter, [and others]
KING HENRY (to Gloucester)
Have you perused the letters from the Pope, The Emperor, and the Earl of Armagnac? GLOUCESTER
I have, my lord, and their intent is this: They humbly sue unto your excellence To have a godly peace concluded of Between the realms of England and of France.
5
KING HENRY
How doth your grace affect their motion? GLOUCESTER
Well, my good lord, and as the only means To stop effusion of our Christian blood And ’stablish quietness on every side.
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89. Them: him = lo. 94. With them: with him = con lui. 740
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
amor di Dio. Se restassero qui non farebbero che puzzare ammorbando l’aria. CARLO
Va’, porta via di qua i loro cadaveri. LUCY
Li porterò via di qua, ma dalle loro ceneri sorgerà una fenice170 che incuterà terrore a tutta la Francia. CARLO
Purché ce ne sbarazzi, fanne quello che vuoi. [Escono Lucy e l’araldo coi cadaveri] E adesso, sull’onda di questi successi, a Parigi. Tutto sarà in mano nostra, ora che Talbot è morto. Escono V, 1
Squilli di tromba. Entrano re Enrico, i duchi di Gloucester e di Exeter, [e altri]171
RE ENRICO [a Gloucester]
Avete preso visione delle lettere del papa, dell’imperatore e del conte di Armagnac?172 GLOUCESTER
Sì, mio signore, e questo è il loro contenuto: pregano umilmente l’eccellenza vostra di far concludere una santa pace fra i regni d’Inghilterra e di Francia. RE ENRICO
Che cosa pensa vostra grazia della loro richiesta? GLOUCESTER
Ne penso bene, mio buon signore, e la ritengo il solo mezzo per porre fine allo spargimento del nostro sangue cristiano e riportare la serenità da entrambe le parti.
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19/10/2017 18:25:42
1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
KING HENRY
Ay, marry, uncle; for I always thought It was both impious and unnatural That such immanity and bloody strife Should reign among professors of one faith. GLOUCESTER
Beside, my lord, the sooner to effect And surer bind this knot of amity, The Earl of Armagnac, near knit to Charles — A man of great authority in France — Proffers his only daughter to your grace In marriage, with a large and sumptuous dowry.
15
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KING HENRY
Marriage, uncle? Alas, my years are young, And fitter is my study and my books Than wanton dalliance with a paramour. Yet call th’ambassadors, [Exit one or more] and as you please, So let them have their answers every one. I shall be well content with any choice Tends to God’s glory and my country’s weal.
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Enter the Bishop of Winchester, now in cardinal’s habit, and three ambassadors, one a Papal Legate EXETER (aside)
What, is my lord of Winchester installed And called unto a cardinal’s degree? Then I perceive that will be verified Henry the Fifth did sometime prophesy: ‘If once he come to be a cardinal, He’ll make his cap co-equal with the crown.’
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KING HENRY
My lords ambassadors, your several suits Have been considered and debated on. Your purpose is both good and reasonable, And therefore are we certainly resolved To draw conditions of a friendly peace,
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
RE ENRICO
Per la Vergine, è proprio così; ho sempre ritenuto empio e innaturale che vi fosse un conflitto così atroce e sanguinario fra chi professa la stessa fede. GLOUCESTER
Inoltre, mio signore, al fine di sancire al più presto e rendere più saldo questo legame di amicizia, il conte di Armagnac, stretto parente di Carlo − e che gode di grande autorità in Francia − offre in matrimonio a vostra grazia la sua unica figlia, con ricca e ampia dote173. RE ENRICO
In matrimonio, zio? Ahimè, sono ancora giovane e più portato allo studio e ai libri che alle voluttuose delizie dell’amore. Tuttavia, chiamate gli ambasciatori [Escono uno o più] e, come ritenete più opportuno, fate che a tutti loro sia data risposta. A me andrà bene qualunque scelta porti alla gloria di Dio e al bene del mio paese. Entra il vescovo di Winchester, ora in abito cardinalizio, e tre ambasciatori, tra cui un legato pontificio EXETER (a parte)
Come, il signore di Winchester è stato elevato e insediato nel rango di cardinale? Allora mi accorgo che sta per avverarsi quanto profetizzò tempo fa Enrico quinto: “Se mai arriverà a essere cardinale, farà valere il suo zucchetto quanto la corona”. RE ENRICO
Signori ambasciatori, abbiamo considerato e discusso le vostre rispettive richieste, che ci appaiono buone e ragionevoli, per cui siamo fermamente decisi a stilare le condizioni per una pace ami-
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 1
Which by my lord of Winchester we mean Shall be transported presently to France. GLOUCESTER [to ambassadors] And for the proffer of my lord your master, I have informed his highness so at large As, liking of the lady’s virtuous gifts, Her beauty, and the value of her dower, He doth intend she shall be England’s queen. KING HENRY [to ambassadors] In argument and proof of which contract Bear her this jewel, pledge of my affection. (To Gloucester) And so, my lord Protector, see them guarded And safely brought to Dover, wherein shipped, Commit them to the fortune of the sea.
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Exeunt [severally] all but Winchester and [Legate] WINCHESTER
Stay, my lord legate; you shall first receive The sum of money which I promisèd Should be delivered to his holiness For clothing me in these grave ornaments. LEGATE
I will attend upon your lordship’s leisure.
[Exit]
WINCHESTER
Now Winchester will not submit, I trow, Or be inferior to the proudest peer. Humphrey of Gloucester, thou shalt well perceive That nor in birth or for authority44 The Bishop will be overborne by thee. I’ll either make thee stoop and bend thy knee, Or sack this country with a mutiny. [Exit]
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59. Nor: neither con significato identico. 744
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 1
chevole, che intendiamo far portare immediatamente in Francia dal nostro signore di Winchester. GLOUCESTER [agli ambasciatori] Quanto a ciò che propone l’eccellente vostro signore, ne ho informato così ampiamente sua altezza che, apprezzando le virtù della fanciulla, la sua bellezza e il valore della sua dote, egli è intenzionato a farne la regina d’Inghilterra. RE ENRICO [agli ambasciatori] E come segno e prova di tale contratto, portatele questo gioiello, pegno del mio affetto. (A Gloucester) E dunque, lord protettore, fateli scortare e accompagnare fino a Dover, e quando si saranno imbarcati affidateli alla fortuna del mare. Escono [separatamente] tutti tranne Winchester e [il legato] WINCHESTER
Aspettate, signor legato; anzitutto riceverete la somma di denaro che promisi a sua santità per avermi fatto indossare questi solenni ornamenti. LEGATO
Resto a disposizione della signoria vostra. Esce WINCHESTER
Ora sicuramente Winchester non si abbasserà, né si assoggetterà al più superbo dei pari. Humphrey di Gloucester, ti accorgerai che il vescovo non si farà sovrastare da te né per nascita né per autorità. Ti costringerò ad abbassarti e piegare il ginocchio, o con una rivolta metterò il paese a ferro e fuoco. Esce
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 2
5.2
Enter Charles the Dauphin [reading a letter], the Dukes of Burgundy and Alençon, the Bastard of Orléans, René Duke of Anjou, and Joan la Pucelle
CHARLES
These news, my lords, may cheer our drooping spirits. ’Tis said the stout Parisians do revolt And turn again unto the warlike French. ALENÇON
Then march to Paris, royal Charles of France, And keep not back your powers in dalliance.
5
JOAN
Peace be amongst them if they turn to us; Else, ruin combat with their palaces! Enter a Scout SCOUT
Success unto our valiant general, And happiness to his accomplices. CHARLES
What tidings send our scouts? I prithee speak.
10
SCOUT
The English army, that divided was Into two parties, is now conjoined in one, And means to give you battle presently. CHARLES
Somewhat too sudden, sirs, the warning is; But we will presently provide for them.
15
BURGUNDY
I trust the ghost of Talbot is not there. [JOAN]
Now he is gone, my lord, you need not fear. Of all base passions, fear is most accursed. Command the conquest, Charles, it shall be thine; Let Henry fret and all the world repine.
20
CHARLES
Then on, my lords; and France be fortunate!
Exeunt
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 2
V, 2
Entrano Carlo il Delfino [leggendo una lettera], i duchi di Borgogna e di Alençon, il Bastardo d’Orléans, René duca d’Angiò e Giovanna la Pulzella174
CARLO
Miei signori, ecco delle notizie che possono rallegrare i nostri spiriti afflitti. Dicono che i valorosi parigini sono in rivolta e tornano a schierarsi dalla parte dei battaglieri francesi175. ALENÇON
Allora marcia verso Parigi, regale Carlo di Francia, e non tenere qui inattive le tue forze. GIOVANNA
La pace sia con loro se sono dalla nostra parte; altrimenti, che i loro palazzi vadano in rovina! Entra un esploratore ESPLORATORE
Vittoria al nostro valoroso generale e felicità ai suoi alleati. CARLO
Che notizie dai nostri esploratori? Su, parla. ESPLORATORE
L’esercito inglese, prima diviso in due fazioni, si è ora riunificato e si appresta a darvi subito battaglia. CARLO
Il preavviso è un po’ breve, signori, ma ci organizzeremo subito. BORGOGNA
Spero che non ci sia il fantasma di Talbot. [GIOVANNA]
Ora che se n’è andato non dovete temere, mio signore; di tutti gli istinti più bassi, il peggiore è la paura. Comanda la vittoria, Carlo, e l’avrai. Che Enrico si agiti pure e tutto il mondo si lamenti. CARLO
Allora avanti, miei signori; e la fortuna sia con la Francia! Escono
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19/10/2017 18:25:42
1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 3
5.3
Alarum. Excursions. Enter Joan la Pucelle
JOAN
The Regent conquers, and the Frenchmen fly. Now help, ye charming spells and periapts, And ye choice spirits that admonish me And give me signs of future accidents. Thunder You speedy helpers, that are substitutes Under the lordly monarch of the north, Appear, and aid me in this enterprise.
5
Enter Fiends This speed and quick appearance argues proof Of your accustomed diligence to me. Now, ye familiar spirits that are culled Out of the powerful regions under earth, Help me this once, that France may get the field.
10
They walk and speak not O, hold me not with silence overlong! Where I was wont to feed you with my blood, I’ll lop a member off and give it you In earnest of a further benefit, So you do condescend to help me now.
15
They hang their heads No hope to have redress? My body shall Pay recompense if you will grant my suit. They shake their heads Cannot my body nor blood-sacrifice Entreat you to your wonted furtherance? Then take my soul — my body, soul, and all — Before that England give the French the foil.
20
They depart See, they forsake me. Now the time is come That France must vail her lofty-plumèd crest And let her head fall into England’s lap.
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 3
V, 3
Allarme. Scorrerie. Entra Giovanna la Pulzella176
GIOVANNA
Il reggente vince e i francesi scappano. Aiutatemi ora, magici incantesimi e amuleti177 e voi tutti, spiriti eletti che mi consigliate e mi date segni di ciò che avverrà. Tuono Solerti aiutanti che fate le veci del possente monarca del nord178, mostratevi e aiutatemi in questa impresa. Entrano dei diavoli Questa immediata comparsa dimostra che siete sempre pronti ad assistermi. Ebbene, spiriti custodi scelti tra le potenti regioni sotterranee, aiutatemi ancora una volta affinché la Francia possa vincere la battaglia. Camminano in silenzio Oh, non tenetemi troppo in sospeso tacendo! Se un tempo vi nutrivo col mio sangue179, ora mi taglierò un arto e ve lo darò come caparra di ulteriori compensi, purché acconsentiate ad aiutarmi adesso. Chinano il capo Non c’è speranza di soccorso? Vi ripagherò con il mio intero corpo, se mi esaudite ora. Scrollano il capo Né il mio corpo, né il sacrificio del mio sangue può ottenere il vostro consueto sostegno? Prendete allora la mia anima − corpo, anima e tutto − prima che l’Inghilterra sbaragli i francesi. Se ne vanno Ecco, mi abbandonano. È venuto il momento per la Francia di abbassare l’elmo piumato e chinare la testa in grembo all’Inghilterra.
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 4
My ancient incantations are too weak, And hell too strong for me to buckle with. Now, France, thy glory droopeth to the dust. 5.4
Exit
Excursions, The Dukes of Burgundy and York fight hand to hand. The French fly. Joan la Pucelle is taken
RICHARD DUKE OF YORK
Damsel of France, I think I have you fast. Unchain your spirits now with spelling charms, And try if they can gain your liberty. A goodly prize, fit for the devil’s grace! [To his soldiers] See how the ugly witch doth bend her brows, As if with Circe she would change my shape.
5
JOAN
Changed to a worser shape thou canst not be. RICHARD DUKE OF YORK
O, Charles the Dauphin is a proper man. No shape but his can please your dainty eye. JOAN
A plaguing mischief light on Charles and thee, And may ye both be suddenly surprised By bloody hands in sleeping on your beds!
10
RICHARD DUKE OF YORK
Fell banning hag, enchantress, hold thy tongue. JOAN
I prithee give me leave to curse awhile. RICHARD DUKE OF YORK
Curse, miscreant, when thou comest to the stake.
15 Exeunt
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 4
I miei antichi incantesimi sono troppo deboli e l’inferno è troppo forte perché io lo possa combattere. La tua gloria, Francia, cade ormai nella polvere. Esce V, 4
Scorrerie. I duchi di Borgogna e di York combattono corpo a corpo. I francesi fuggono. Giovanna la Pulzella è catturata180
RICCARDO DUCA DI YORK
Madamigella di Francia, credo di tenervi in pugno. Scatena ora i tuoi spiriti con formule magiche e vediamo se riescono a liberarvi. Splendida preda, adatta a sua grazia il diavolo! [Ai soldati] Guardate il cipiglio di questa brutta strega, quasi volesse cambiarmi d’aspetto come Circe181. GIOVANNA
Farti più brutto di come sei è impossibile. RICCARDO DUCA DI YORK
Oh, Carlo il Delfino è un bell’uomo, solo lui soddisfa i tuoi gusti raffinati. GIOVANNA
Vi prenda un accidente, a Carlo e a te! E siate sorpresi da mani sanguinarie mentre dormite nei vostri letti! RICCARDO DUCA DI YORK
Orrenda strega di malaugurio, fattucchiera, taci! GIOVANNA
Concedimi almeno la licenza d’imprecare! RICCARDO DUCA DI YORK
Imprecherai, eretica, quando andrai al rogo182. Escono
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
5.5
Alarum. Enter the Earl of Suffolk with Margaret in his hand
SUFFOLK
Be what thou wilt, thou art my prisoner. He gazes on her O fairest beauty, do not fear nor fly, For I will touch thee but with reverent hands, And lay them gently on thy tender side. I kiss these fingers for eternal peace. Who art thou? Say, that I may honour thee.
5
MARGARET
Margaret my name, and daughter to a king, The King of Naples, whosoe’er thou art. SUFFOLK
An earl I am, and Suffolk am I called. Be not offended, nature’s miracle, Thou art allotted to be ta’en by me. So doth the swan his downy cygnets save, Keeping them prisoner underneath his wings. Yet if this servile usage once offend, Go, and be free again, as Suffolk’s friend.
10
15
She is going O stay! (Aside) I have no power to let her pass. My hand would free her, but my heart says no. As plays the sun upon the glassy stream, Twinkling another counterfeited beam, So seems this gorgeous beauty to mine eyes. Fain would I woo her, yet I dare not speak. I’ll call for pen and ink, and write my mind. Fie, de la Pole, disable not thyself! Hast not a tongue? Is she not here to hear? Wilt thou be daunted at a woman’s sight? Ay, beauty’s princely majesty is such Confounds the tongue, and makes the senses rough.
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
V, 5
Allarme. Entra il conte di Suffolk che tiene per mano Margherita183
SUFFOLK
Chiunque tu sia, sei mia prigioniera. La osserva O bellezza squisita, non temere e non fuggire, perché non ti toccherò se non con mani reverenti, gentilmente posate sul tuo tenero fianco. Bacio queste dita come pegno di eterna pace. Chi sei? Dimmelo, perché possa farti onore. MARGHERITA184
Margherita è il mio nome e sono figlia di re, del re di Napoli, chiunque tu sia. SUFFOLK
Io sono conte e Suffolk è il mio nome. Non offenderti, miracolo di natura, il destino ti ha destinata a me. Così il cigno protegge i suoi teneri piccoli tenendoli prigionieri sotto le ali. Ma se essere trattata da reclusa ti offende, va’ e sii di nuovo libera come amica di Suffolk. Lei fa per andarsene Oh, aspetta! (A parte) Non riesco a lasciarla andare. La mano vorrebbe liberarla ma il cuore si rifiuta. Come il sole che gioca sul lucente ruscello facendo scintillare un raggio riflesso, tale è ai miei occhi questa seducente beltà. La vorrei corteggiare, ma non oso parlare. Chiederò penna e inchiostro e scriverò ciò che provo. Ma via, de la Pole, non ti sminuire così! Non hai la lingua? E lei non è qui per ascoltare? Ti fai intimorire dalla vista di una donna? Sì, la regale maestà della bellezza è tale da confondere la lingua e turbare i sensi.
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
MARGARET
Say, Earl of Suffolk — if thy name be so — What ransom must I pay before I pass? For I perceive I am thy prisoner. SUFFOLK (aside) How canst thou tell she will deny thy suit Before thou make a trial of her love?
30
MARGARET
Why speak’st thou not? What ransom must I pay? SUFFOLK (aside) She’s beautiful, and therefore to be wooed; She is a woman, therefore to be won.
35
MARGARET
Wilt thou accept of ransom, yea or no? SUFFOLK (aside)
Fond man, remember that thou hast a wife; Then how can Margaret be thy paramour? MARGARET (aside) I were best to leave him, for he will not hear. SUFFOLK (aside) There all is marred; there lies a cooling card. MARGARET (aside) He talks at random; sure the man is mad. SUFFOLK (aside) And yet a dispensation may be had.
40
MARGARET
And yet I would that you would answer me. SUFFOLK (aside)
I’ll win this Lady Margaret. For whom? Why, for my king — tush, that’s a wooden thing. MARGARET (aside) He talks of wood. It is some carpenter. SUFFOLK (aside) Yet so my fancy may be satisfied, And peace establishèd between these realms. But there remains a scruple in that too, For though her father be the King of Naples,
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
MARGHERITA
Dimmi, conte di Suffolk − se è così che ti chiami − che riscatto devo pagare perché mi lasci andare? Perché mi accorgo d’esser tua prigioniera. SUFFOLK (a parte) Come puoi dire che sarai respinto se prima non tenti di ottenere il suo amore? MARGHERITA
Perché non parli? Che riscatto devo pagare? SUFFOLK (a parte) È bella, dunque da corteggiare; è una donna, dunque da conquistare. MARGHERITA
Accetterai un riscatto, sì o no? SUFFOLK (a parte)
Pazzo, ricordati che hai moglie185. Come puoi amare Margherita? MARGHERITA (a parte) Farei meglio ad andarmene, non vuole ascoltare. SUFFOLK (a parte) Questo rovina tutto, è una vera batosta186. MARGHERITA (a parte) Parla da solo; è matto di sicuro. SUFFOLK (a parte) Però si potrebbe avere una dispensa. MARGHERITA
Però vorrei che mi rispondeste. SUFFOLK (a parte)
Conquisterò questa principessa Margherita. Per chi? Perbacco, per il re – bah, è un pezzo di legno187. MARGHERITA (a parte) Parla di legno. Sarà un carpentiere. SUFFOLK (a parte) Però così posso soddisfare le mie voglie e mettere pace fra questi regni. Ma c’è ancora una difficoltà: suo padre è povero anche se è
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
Duke of Anjou and Maine, yet is he poor, And our nobility will scorn the match. MARGARET
Hear ye, captain? Are you not at leisure? SUFFOLK (aside)
It shall be so, disdain they ne’er so much. Henry is youthful, and will quickly yield. (To Margaret) Madam, I have a secret to reveal. MARGARET (aside) What though I be enthralled, he seems a knight And will not any way dishonour me.
55
SUFFOLK
Lady, vouchsafe to listen what I say. MARGARET (aside)
Perhaps I shall be rescued by the French, And then I need not crave his courtesy.
60
SUFFOLK
Sweet madam, give me hearing in a cause. MARGARET (aside)
Tush, women have been captivate ere now. SUFFOLK Lady, wherefore talk you so? MARGARET
I cry you mercy, ’tis but quid for quo.
65
SUFFOLK
Say, gentle Princess, would you not suppose Your bondage happy to be made a queen? MARGARET
To be a queen in bondage is more vile Than is a slave in base servility, For princes should be free. SUFFOLK And so shall you, If happy England’s royal king be free.
70
MARGARET
Why, what concerns his freedom unto me?
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
re di Napoli e duca d’Angiò e del Maine; la nostra nobiltà disprezzerà questa unione. MARGHERITA (a parte) Capitano188, mi sentite? O non vi sentite bene? SUFFOLK (a parte) Sarà così, disapprovino pure quanto vogliono. Enrico è un ragazzo e cederà presto. (A Margherita) Signora, devo svelarvi un segreto. MARGHERITA (a parte) Anche se sono prigioniera, sembra un cavaliere e di certo non mi disonorerà. SUFFOLK
Signora, degnatevi di ascoltare quanto dico. MARGHERITA (a parte)
Forse sarò liberata dai francesi e allora non avrò bisogno della sua cavalleria. SUFFOLK
Dolce signora, ascoltate la mia proposta. MARGHERITA (a parte)
Bah, altre donne sono state oggetto di conquista prima d’ora. SUFFOLK
Perché parlate in quel modo, signora? MARGHERITA
Vi chiedo scusa, è solo un equivoco. SUFFOLK
Dite, nobile principessa, non vi parrebbe felice schiavitù diventare regina? MARGHERITA
Esser regina e schiava è peggio che esser schiava d’umile rango, perché i principi dovrebbero esser liberi. SUFFOLK
E lo sarete, se il regale sovrano della felice Inghilterra è libero. MARGHERITA
E cosa c’entro io con la sua libertà?
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
SUFFOLK
I’ll undertake to make thee Henry’s queen, To put a golden sceptre in thy hand, And set a precious crown upon thy head, If thou wilt condescend to be my — MARGARET What? SUFFOLK His love.
75
MARGARET
I am unworthy to be Henry’s wife. SUFFOLK
No, gentle madam, I unworthy am To woo so fair a dame to be his wife (Aside) And have no portion in the choice myself. — How say you, madam; are ye so content?
80
MARGARET
An if my father please, I am content. SUFFOLK
Then call our captains and our colours forth, [Enter captains, colours, and trumpeters] And, madam, at your father’s castle walls We’ll crave a parley to confer with him.
85
Sound a parley. Enter René Duke of Anjou on the walls See, René, see thy daughter prisoner. RENÉ
To whom? SUFFOLK
To me.
Suffolk, what remedy? I am a soldier, and unapt to weep Or to exclaim on fortune’s fickleness.
RENÉ
90
SUFFOLK
Yes, there is remedy enough, my lord. Assent, and for thy honour give consent45 Thy daughter shall be wedded to my king, 92. Assent: Consent = Acconsenti. 758
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
SUFFOLK
Io farò in modo di farvi diventare regina di Enrico, di mettervi in mano uno scettro d’oro e una preziosa corona sulla testa, se accetterete di essere il mio − MARGHERITA
Cosa? SUFFOLK
Il suo amore. MARGHERITA
Non sono degna di essere sposa di Enrico. SUFFOLK
No, nobile signora, sono io a non essere degno di chiedere a una dama così bella di essere sua sposa (a parte) senza che io sia parte dell’affare. − Che ne dite, signora, accettate? MARGHERITA
Se mio padre lo vorrà, accetto. SUFFOLK
Allora, chiamiamo i nostri capitani e i portabandiera. [Entrano capitani, portabandiera, e trombettieri]. E, signora, alle mura del castello di vostro padre chiederemo un incontro per conferire con lui. Suono di chiamata a parlamento. Entra sulle mura René duca d’Angiò SUFFOLK
Guarda, René, tua figlia è prigioniera. RENÉ
Di chi? SUFFOLK
Mia. RENÉ
Suffolk? Ahimè quale rimedio ci può essere? Sono un soldato, non sono incline a piangere né a maledire i capricci della sorte. SUFFOLK
Il rimedio esiste, mio signore. Accetta e sul tuo onore acconsenti che tua figlia vada in sposa al mio re; a questo scopo l’ho faticosa-
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
Whom I with pain have wooed and won thereto; And this her easy-held imprisonment Hath gained thy daughter princely liberty.
95
RENÉ
Speaks Suffolk as he thinks? Fair Margaret knows That Suffolk doth not flatter, face or feign.
SUFFOLK RENÉ
Upon thy princely warrant I descend To give thee answer of thy just demand.
100
SUFFOLK
And here I will expect thy coming.
[Exit René above]
Trumpets sound. Enter René RENÉ
Welcome, brave Earl, into our territories. Command in Anjou what your honour pleases. SUFFOLK
Thanks, René, happy for so sweet a child, Fit to be made companion with a king. What answer makes your grace unto my suit?
105
RENÉ
Since thou dost deign to woo her little worth To be the princely bride of such a lord, Upon condition I may quietly Enjoy mine own, the countries Maine and Anjou, Free from oppression or the stroke of war, My daughter shall be Henry’s, if he please.
110
SUFFOLK
That is her ransom. I deliver her, And those two counties I will undertake Your grace shall well and quietly enjoy.
115
RENÉ
And I again in Henry’s royal name, As deputy unto that gracious king, Give thee her hand for sign of plighted faith.
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
mente corteggiata e conquistata. Questa agevole prigionia ha fatto ottenere a tua figlia la libertà di sovrana. RENÉ
Parla sul serio Suffolk? SUFFOLK
La bella Margherita sa che Suffolk non lusinga, né finge né mente. RENÉ
Sulla tua nobile parola scendo per rispondere alla tua giusta domanda. SUFFOLK
Attendo qui il tuo arrivo. [Esce René dall’alto] Suono di trombe. Entra René RENÉ
Benvenuto nelle nostre terre, valoroso conte. La signoria vostra comandi ciò che vuole in Angiò. SUFFOLK
Grazie, René, fortunato ad avere figlia così dolce, degna di fare coppia con un re. Cosa risponde vostra grazia alla mia richiesta? RENÉ
Poiché ti degni di proporre il suo umile stato perché vada in sposa a un così grande signore, a condizione che io possa godere tranquillamente le mie terre, Maine e Angiò, libere da oppressione o attacchi armati, mia figlia sarà di Enrico, se lo vuole. SUFFOLK
Questo è il suo riscatto. La rilascio e farò sì che vostra grazia possa beneficiare in tutta serenità di quelle due contee. RENÉ
E io a mia volta, nel regale nome di Enrico, do la sua mano come pegno di fede nuziale a te, che rappresenti quel nobile sovrano.
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 5
SUFFOLK
René of France, I give thee kingly thanks, Because this is in traffic of a king. (Aside) And yet methinks I could be well content To be mine own attorney in this case. (To René) I’ll over then to England with this news, And make this marriage to be solemnized. So farewell, René; set this diamond safe In golden palaces, as it becomes.
120
125
RENÉ
I do embrace thee as I would embrace The Christian prince King Henry, were he here. MARGARET (to Suffolk) Farewell, my lord. Good wishes, praise, and prayers Shall Suffolk ever have of Margaret.
130
She is going SUFFOLK
Farewell, sweet madam; but hark you, Margaret — No princely commendations to my king? MARGARET
Such commendations as becomes a maid, A virgin, and his servant, say to him. SUFFOLK
Words sweetly placed, and modestly directed.
135
[She is going] But madam, I must trouble you again — No loving token to his majesty? MARGARET
Yes, my good lord: a pure unspotted heart, Never yet taint with love, I send the King. SUFFOLK And this withal. He kisses her
140
MARGARET
That for thyself; I will not so presume To send such peevish tokens to a king. [Exeunt René and Margaret] 762
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 5
SUFFOLK
René di Francia, regalmente ti ringrazio, perché quelle che stiamo trattando sono questioni da re. (A parte) Anche se mi accontenterei di fare da avvocato per me stesso in questa causa189. (A René) Tornerò in Inghilterra con questa notizia e farò solennemente celebrare il matrimonio. Addio dunque, René; incastona questo diamante nei palazzi d’oro di cui è degno. RENÉ
Ti abbraccio come abbraccerei il principe cristiano Enrico, se fosse qui. MARGHERITA (a Suffolk) Addio, mio signore. Suffolk riceverà sempre auguri, lodi e preghiere da Margherita. Fa per andarsene SUFFOLK
Addio, dolce signora; ma sentite, Margherita − nessun regale messaggio per il mio re? MARGHERITA
Portategli tutti i messaggi che si convengono a una fanciulla, a una vergine e a una sua serva. SUFFOLK
Parole dolcemente articolate e pudicamente indirizzate. [Lei fa per andare] Ma, signora, devo ancora disturbarvi − nessun pegno d’amore a sua maestà? MARGHERITA
Sì, mio signore; mando al re un cuore puro e immacolato, mai contaminato dall’amore prima d’ora. SUFFOLK
E anche questo. La bacia MARGHERITA
Questo è per te; non oso certo inviare a un re pegni così frivoli. [Escono René e Margherita]
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 6
SUFFOLK [aside]
O, wert thou for myself! — but Suffolk, stay. Thou mayst not wander in that labyrinth. There Minotaurs and ugly treasons lurk. Solicit Henry with her wondrous praise. Bethink thee on her virtues that surmount, Mad natural graces that extinguish art. Repeat their semblance often on the seas, That when thou com’st to kneel at Henry’s feet Thou mayst bereave him of his wits with wonder.
145
150
[Exeunt] 5.6
Enter Richard Duke of York, the Earl of Warwick, and a Shepherd
RICHARD DUKE OF YORK
Bring forth that sorceress condemned to burn. [Enter Joan la Pucelle guarded] SHEPHERD
Ah, Joan, this kills thy father’s heart outright. Have I sought every country far and near, And now it is my chance to find thee out Must I behold thy timeless cruel death? Ah Joan, sweet daughter Joan, I’ll die with thee.
5
JOAN
Decrepit miser, base ignoble wretch, I am descended of a gentler blood. Thou art no father nor no friend of mine. SHEPHERD
Out, out! — My lords, an’t please you, ’tis not so. I did beget her, all the parish knows. Her mother liveth yet, can testify She was the first fruit of my bach’lorship. WARWICK (to Joan) Graceless, wilt thou deny thy parentage?
10
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 6
SUFFOLK [a parte]
Oh, fossi tu per me! Ma adagio, Suffolk. Non ti puoi aggirare in quel labirinto, dove si annidano minotauri e sinistri tradimenti190. Alletta Enrico dicendo di lei cose meravigliose. Ricordati delle sue eccelse virtù, eccezionali doti naturali che superano l’arte. Rievoca spesso le sue sembianze durante la traversata, così che quando t’inginocchierai davanti a Enrico gli farai perdere il senno per la meraviglia. [Escono] V, 6
Entrano Riccardo duca di York, il conte di Warwick e un pastore191
RICCARDO DUCA DI YORK
Fate entrare la strega condannata al rogo. [Entra Giovanna la Pulzella sotto scorta] PASTORE192
O Giovanna, a veder questo tuo padre muore di crepacuore. Ti ho cercato dappertutto e ora che ho ti ho trovata devo assistere alla tua morte immatura e crudele? Ah, Giovanna, cara figlia Giovanna, io morirò con te. GIOVANNA
Vecchio miserabile, vile e spregevole sciagurato, io discendo da sangue assai più nobile. Tu non mi sei né padre né conoscente. PASTORE
Via, via! Signori miei, in grazia vostra, non è così. L’ho generata io, tutta la parrocchia lo sa. Sua madre è ancora viva e può attestare che lei è il primo frutto che ho avuto quand’ero ancora scapolo. WARWICK (a Giovanna) Snaturata, vuoi rinnegare i tuoi genitori?
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 6
RICHARD DUKE OF YORK
This argues what her kind of life hath been — Wicked and vile; and so her death concludes.
15
SHEPHERD
Fie, Joan, that thou wilt be so obstacle. God knows thou art a collop of my flesh, And for thy sake have I shed many a tear. Deny me not, I prithee, gentle Joan.
20
JOAN
Peasant, avaunt! (To the English) You have suborned this man Of purpose to obscure my noble birth. SHEPHERD (to the English) ’Tis true I gave a noble to the priest The morn that I was wedded to her mother. (To Joan) Kneel down, and take my blessing, good my girl. Wilt thou not stoop? Now cursèd be the time Of thy nativity. I would the milk Thy mother gave thee when thou sucked’st her breast Had been a little ratsbane for thy sake. Or else, when thou didst keep my lambs afield, I wish some ravenous wolf had eaten thee. Dost thou deny thy father, cursèd drab? (To the English) O burn her, burn her! Hanging is too good. Exit RICHARD DUKE OF YORK (to guards) Take her away, for she hath lived too long, To fill the world with vicious qualities.
25
30
35
JOAN
First let me tell you whom you have condemned: Not one begotten of a shepherd swain, But issued from the progeny of kings; Virtuous and holy, chosen from above By inspiration of celestial grace To work exceeding miracles on earth.
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 6
RICCARDO DUCA DI YORK
Questo dimostra che razza di vita è stata la sua − ignobile e malvagia; e come tale sarà suggellata dalla morte. PASTORE
Vergognati, Giovanna, non essere così ostinata. Lo sa Dio che se sei un pezzo della mia carne e che per te ho sparso più di una lacrima. Non rinnegarmi, ti prego, cara Giovanna. GIOVANNA
Vattene, zotico! (Agli inglesi) Avete subornato quest’uomo allo scopo di infamare la mia nobile nascita. PASTORE (agli inglesi) È vero che ho pagato un nobile193 al prete la mattina in cui sposai sua madre. (A Giovanna) Inginocchiati, lasciati benedire, mia buona figliola. Non vuoi abbassarti? Allora sia maledetto il momento che sei nata. Vorrei che il latte di tua madre, quando le succhiavi il petto, fosse stato veleno per topi! O che ti avesse divorata un lupo vorace, quando portavi al pascolo gli agnelli! Rinneghi tuo padre, maledetta sgualdrina? (Agli inglesi) Oh, bruciatela, bruciatela! Impiccarla è troppo poco. Esce RICCARDO DUCA DI YORK (alle guardie)
Portatela via, è vissuta anche troppo a riempire il mondo di vizi. GIOVANNA
Prima lasciate che vi dica chi avete condannato: non la figlia di un rozzo pastore, ma la prole di una dinastia regale, una creatura virtuosa e santa, eletta dall’alto per ispirazione della grazia divina a compiere prodigi straordinari sulla terra. Mai ho avuto a che
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 6
I never had to do with wicked spirits; But you that are polluted with your lusts, Stained with the guiltless blood of innocents, Corrupt and tainted with a thousand vices — Because you want the grace that others have, You judge it straight a thing impossible To compass wonders but by help of devils. No, misconceivèd Joan of Arc hath been A virgin from her tender infancy, Chaste and immaculate in very thought, Whose maiden-blood thus rigorously effused Will cry for vengeance at the gates of heaven.
45
50
RICHARD DUKE OF YORK
Ay, ay, (to guards) away with her to execution. WARWICK (to guards)
And hark ye, sirs: because she is a maid, Spare for no faggots. Let there be enough. Place barrels of pitch upon the fatal stake, That so her torture may be shortenèd.
55
JOAN
Will nothing turn your unrelenting hearts? Then Joan, discover thine infirmity, That warranteth by law to be thy privilege: I am with child, ye bloody homicides. Murder not then the fruit within my womb, Although ye hale me to a violent death.
60
RICHARD DUKE OF YORK
Now heaven forfend — the holy maid with child?
65
WARWICK (to Joan)
The greatest miracle that e’er ye wrought. Is all your strict preciseness come to this? RICHARD DUKE OF YORK
She and the Dauphin have been ingling.46 I did imagine what would be her refuge. 68. Ingling: iugling con significato analogo, anche se non attestato dall’OED come allusione sessuale. 768
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 6
fare con spiriti malvagi; ma voi, depravati dalle vostre lussurie, macchiati dal puro sangue degli innocenti, corrotti e contaminati da mille vizi – poiché non avete la grazia concessa ad altri, stabilite sbrigativamente che è impossibile compiere miracoli se non con l’aiuto dei demoni. No, la mal concepita194 Giovanna d’Arco è vergine dalla più tenera infanzia, casta e immacolata fin nei pensieri, e il suo sangue verginale sparso così crudelmente griderà vendetta alle porte del cielo. RICCARDO DUCA DI YORK
Sì, sì, (alle guardie) portatela al luogo dell’esecuzione. WARWICK (alle guardie)
E ascoltatemi, voi: dato che è una fanciulla, non fate economia di fascine. Ce ne siano abbastanza. E versate barili di pece sul palo fatale, così da abbreviare i suoi tormenti195. GIOVANNA
Nulla può convincere i vostri cuori spietati? Allora, Giovanna, svela la tua condizione che per legge ti garantisce un privilegio196: sono incinta, assassini sanguinari. Non ammazzate dunque il frutto del mio grembo, anche se mi trascinate a una morte violenta. RICCARDO DUCA DI YORK
Il cielo ce ne guardi – la santa vergine incinta? WARWICK (a Giovanna)
È il miracolo più grosso che hai fatto. Tutta la tua grande moralità ti ha fatto arrivare a questo? RICCARDO DUCA DI YORK
Lei e il Delfino se la spassavano. Mi domandavo quale sarebbe stato il suo ultimo espediente.
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 6
WARWICK
Well, go to, we will have no bastards live, Especially since Charles must father it.
70
JOAN
You are deceived. My child is none of his. It was Alençon that enjoyed my love. RICHARD DUKE OF YORK
Alençon, that notorious Machiavel? It dies an if it had a thousand lives.
75
JOAN
O give me leave, I have deluded you. ’Twas neither Charles nor yet the Duke I named, But René King of Naples that prevailed. WARWICK
A married man? — That’s most intolerable. RICHARD DUKE OF YORK
Why, here’s a girl; I think she knows not well — There were so many — whom she may accuse.
80
WARWICK
It’s sign she hath been liberal and free. RICHARD DUKE OF YORK
And yet forsooth she is a virgin pure! (To Joan) Strumpet, thy words condemn thy brat and thee. Use no entreaty, for it is in vain.
85
JOAN
Then lead me hence; with whom I leave my curse. May never glorious sun reflex his beams Upon the country where you make abode, But darkness and the gloomy shade of death Environ you till mischief and despair Drive you to break your necks or hang yourselves.
90
Enter the Bishop of Winchester, now Cardinal
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 6
WARWICK
Va be’, noi non salveremo dei bastardi, specie se sono di Carlo. GIOVANNA
Vi sbagliate. Mio figlio non è suo. È Alençon che ha goduto del mio amore. RICCARDO DUCA DI YORK
Alençon, quel famigerato Machiavelli?197 Morirà, avesse anche mille vite. GIOVANNA
Aspettate, vi ingannavo. A sedurmi non è stato Carlo né il duca che ho detto, ma René re di Napoli. WARWICK
Un uomo sposato? Questo è davvero intollerabile! RICCARDO DUCA DI YORK
Ma che brava ragazza. Sembra che – da quanti ne ha avuti – non sappia bene chi accusare. WARWICK
Vuol dire che è stata aperta e generosa. RICCARDO DUCA DI YORK
E tuttavia è una vergine illibata! (A Giovanna) Sgualdrina, le tue stesse parole condannano te e il tuo marmocchio. Basta con le suppliche, tanto non servono a nulla. GIOVANNA
Allora portatemi via, vi lascio la mia maledizione. Che il sole glorioso198 non rifletta mai i suoi raggi sul paese dove abitate, ma vi circondino tenebre e cupa ombra di morte, finché i disastri e la disperazione vi spingano a rompervi il collo o a impiccarvi. Entra il vescovo di Winchester, ora cardinale
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 6
RICHARD DUKE OP YORK (to Joan)
Break thou in pieces, and consume to ashes, Thou foul accursèd minister of hell. [Exit Joan, guarded] WINCHESTER
Lord Regent, I do greet your excellence With letters of commission from the King. For know, my lords, the states of Christendom, Moved with remorse of these outrageous broils, Have earnestly implored a general peace Betwixt our nation and the aspiring French, And here at hand the Dauphin and his train Approacheth to confer about some matter.
95
100
RICHARD DUKE OF YORK
Is all our travail turned to this effect? After the slaughter of so many peers, So many captains, gentlemen, and soldiers That in this quarrel have been overthrown And sold their bodies for their country’s benefit, Shall we at last conclude effeminate peace? Have we not lost most part of all the towns By treason, falsehood, and by treachery, Our great progenitors had conquerèd? O Warwick, Warwick, I foresee with grief The utter loss of all the realm of France!
105
110
WARWICK
Be patient, York. If we conclude a peace It shall be with such strict and severe covenants As little shall the Frenchmen gain thereby.
115
Enter Charles the Dauphin, the Duke of Alençon, the Bastard of Orléans, and René Duke of Anjou CHARLES
Since, lords of England, it is thus agreed That peaceful truce shall be proclaimed in France, We come to be informèd by yourselves What the conditions of that league must be. 772
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 6
RICCARDO DUCA DI YORK (a Giovanna)
Rompiti tu a pezzi e riduciti in cenere, turpe e maledetta ministra dell’inferno. [Esce Giovanna scortata] WINCHESTER
Reggente, saluto vostra eccellenza consegnando le lettere con gli ordini del re. Sappiate, miei signori, che gli stati della cristianità, turbati da questi oltraggiosi conflitti, auspicano caldamente la conclusione di una pace generale fra la nostra nazione e l’ambiziosa Francia, e il Delfino è ormai qui in arrivo con il suo seguito per trattare di alcune questioni. RICCARDO DUCA DI YORK
E questo è il risultato di tutto il nostro affanno? Dopo il massacro di tanti nobili pari, di tanti capitani, gentiluomini e soldati, che sono stati travolti da questo conflitto e hanno dato il loro corpo per il bene della patria, finirà tutto con una pace da smidollati? Non abbiamo forse perduto per tradimenti, falsità, inganni, la maggior parte delle città che i nostri grandi antenati avevano conquistato? O Warwick, Warwick, io prevedo con dolore che perderemo l’intero regno di Francia! WARWICK
Abbiate pazienza, York. Se concluderemo una pace, sarà a condizioni così rigide e stringenti che i francesi ci guadagneranno poco. Entrano Carlo il Delfino, il duca di Alençon, il Bastardo d’Orléans e René duca d’Angiò CARLO
Signori d’Inghilterra, poiché è stato convenuto di proclamare in Francia una tregua di pace, veniamo da voi per sapere quali debbano essere le condizioni per questo accordo.
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 6
RICHARD DUKE OF YORK
Speak, Winchester; for boiling choler chokes The hollow passage of my poisoned voice By sight of these our baleful enemies.
120
WINCHESTER
Charles and the rest, it is enacted thus: That, in regard King Henry gives consent, Of mere compassion and of lenity, To ease your country of distressful war And suffer you to breathe in fruitful peace, You shall become true liegemen to his crown. And, Charles, upon condition thou wilt swear To pay him tribute and submit thyself, Thou shalt be placed as viceroy under him, And still enjoy thy regal dignity.
125
130
ALENÇON
Must he be then as shadow of himself? — Adorn his temples with a coronet, And yet in substance and authority Retain but privilege of a private man? This proffer is absurd and reasonless.
135
CHARLES
’Tis known already that I am possessed With more than half the Gallian territories, And therein reverenced for their lawful king. Shall I, for lucre of the rest unvanquished, Detract so much from that prerogative As to be called but viceroy of the whole? No, lord ambassador, I’ll rather keep That which I have than, coveting for more, Be cast from possibility of all.
140
145
RICHARD DUKE OF YORK
Insulting Charles, hast thou by secret means Used intercession to obtain a league And, now the matter grows to compromise, Stand’st thou aloof upon comparison? Either accept the title thou usurp’st,
150
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 6
RICCARDO DUCA DI YORK
Parlate voi, Winchester; perché il ribollire della collera ostruisce lo stretto passaggio della mia voce avvelenata dalla vista di questi nostri mortali nemici. WINCHESTER
Carlo, e voi altri, così è stabilito: poiché re Enrico, mosso da pura compassione e clemenza, acconsente a liberare la vostra nazione dall’angosciosa guerra e a permettervi di respirare l’aria feconda della pace, voi diverrete leali vassalli della sua corona. E tu, Carlo, a condizione che giuri di pagargli tributo e sottometterti, sarai a lui sottoposto in qualità di viceré e continuerai a godere la dignità regale. ALENÇON
Allora deve diventare l’ombra di se stesso? Ornarsi le tempie di una coroncina, ma quanto a sostanze e autorità mantenere solo i privilegi di un privato cittadino? È una proposta assurda e irragionevole. CARLO
È noto che io già posseggo più della metà dei territori francesi, dove vengo onorato come legittimo re. E per guadagnare ciò che non è ancora conquistato dovrei rinunciare a tanta parte della mia prerogativa da risultare solo viceré dell’intero? No, signor ambasciatore, meglio tenere quello che ho piuttosto che ambire a più e perdere la possibilità di ottenere tutto. RICCARDO DUCA DI YORK
Protervo Carlo, con mezzi occulti hai avviato trattative per stringere un’alleanza, e ora che stiamo per giungere a un compromesso ti tiri indietro per sottilizzare sui termini? O accetti il titolo che
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 7
Of benefit proceeding from our king And not of any challenge of desert, Or we will plague thee with incessant wars. RENÉ (aside to Charles) My lord, you do not well in obstinacy To cavil in the course of this contract. If once it be neglected, ten to one We shall not find like opportunity. ALENÇON (aside to Charles) To say the truth, it is your policy To save your subjects from such massacre And ruthless slaughters as are daily seen By our proceeding in hostility; And therefore take this compact of a truce, Although you break it when your pleasure serves.
155
160
WARWICK
How sayst thou, Charles? Shall our condition stand? CHARLES It shall,
166
Only reserved you claim no interest In any of our towns of garrison. RICHARD DUKE OF YORK
Then swear allegiance to his majesty, As thou art knight, never to disobey Nor be rebellious to the crown of England, Thou nor thy nobles, to the crown of England.
170
[They swear] So, now dismiss your army when ye please. Hang up your ensigns, let your drums be still; For here we entertain a solemn peace. Exeunt 5.7
Enter the Earl of Suffolk, in conference with King Henry, and the Dukes of Gloucester and Exeter
KING HENRY (to Suffolk)
Your wondrous rare description, noble Earl, Of beauteous Margaret hath astonished me. Her virtues gracèd with external gifts 776
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 7
usurpi come dono benigno del nostro re, non dovuto a te per alcun merito intrinseco, o ti affliggeremo con guerre senza fine. RENÉ (a parte a Carlo) Mio signore, non fate bene a ostinarvi a cavillare durante questa contrattazione. Rifiutata una volta, dieci contro uno non avremo un’altra possibilità del genere. ALENÇON (a parte a Carlo) In effetti, il vostro scopo è proprio risparmiare ai vostri sudditi i massacri e le carneficine causati ogni giorno dal proseguire delle ostilità. Accettate, dunque, questo patto di tregua; potete sempre infrangerlo quando vorrete. WARWICK
Cosa dici, Carlo? Accetti le nostre condizioni? CARLO
Sì. Con la sola riserva che non rivendichiate interessi in nessuna nostra città fortificata. RICCARDO DUCA DI YORK
Allora, sulla tua parola di cavaliere, giura di esser fedele a sua maestà, di non disobbedire né ribellarti alla corona d’Inghilterra; né tu né i tuoi nobili, alla corona d’Inghilterra. [Giurano] Ebbene, ora sciogliete il vostro esercito quando volete, ammainate le bandiere, fate tacere i tamburi, poiché qui solennemente concludiamo la pace. Escono V, 7
Entrano il conte di Suffolk, che sta parlando con re Enrico, e i duchi di Gloucester e di Exeter199
RE ENRICO (A Suffolk)
La vostra straordinaria descrizione dell’incantevole Margherita, nobile conte, mi ha colmato di meraviglia. Le sue virtù, impreziosite dalle sue qualità esteriori, fanno nascere durevoli passioni nel mio
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 7
Do breed love’s settled passions in my heart, And like as rigour of tempestuous gusts Provokes the mightiest hulk against the tide, So am I driven by breath of her renown Either to suffer shipwreck or arrive Where I may have fruition of her love.
5
SUFFOLK
Tush, my good lord, this superficial tale Is but a preface of her worthy praise. The chief perfections of that lovely dame, Had I sufficient skill to utter them, Would make a volume of enticing lines Able to ravish any dull conceit; And, which is more, she is not so divine, So full replete with choice of all delights, But with as humble lowliness of mind She is content to be at your command — Command, I mean, of virtuous chaste intents, To love and honour Henry as her lord.
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15
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KING HENRY
And otherwise will Henry ne’er presume. (To Gloucester) Therefore, my lord Protector, give consent That Marg’ret may be England’s royal queen. GLOUCESTER
So should I give consent to flatter sin. You know, my lord, your highness is betrothed Unto another lady of esteem. How shall we then dispense with that contract And not deface your honour with reproach?
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SUFFOLK
As doth a ruler with unlawful oaths, Or one that, at a triumph having vowed To try his strength, forsaketh yet the lists By reason of his adversary’s odds. A poor earl’s daughter is unequal odds, And therefore may be broke without offence.
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 7
cuore e, come le gelide raffiche della bufera spingono la nave più possente a sfidare la marea, così la brezza della sua fama mi spinge a rischiare il naufragio o a giungere dove io possa godere il suo amore. SUFFOLK
Oh, mio buon signore, questa descrizione sommaria non è che un preludio alle lodi che merita. Le eccelse perfezioni di quella dama leggiadra, se avessi abilità sufficiente per esprimerle compitamente, formerebbero un volume di versi ammalianti capaci di rapire l’immaginazione più piatta. Per di più, ella non è solo divina e colma di ogni rara delizia, ma anche di una tale umiltà d’animo da mettersi lietamente al vostro servizio − servizio, intendo, con virtuose e caste intenzioni, cioè amare e onorare Enrico come suo signore. RE ENRICO
Né Enrico desidererebbe altrimenti. (A Gloucester) Pertanto, lord protettore, acconsentite che Margherita possa diventare regina d’Inghilterra. GLOUCESTER
Così acconsentirei a blandire il peccato. Mio signore, vostra altezza sa che è fidanzato a un’altra degnissima dama. Come potete mancare a quel patto senza pregiudicare il vostro onore?200 SUFFOLK
Esattamente come chi governa manca a giuramenti illeciti, o come chi, dopo aver promesso di mostrare il proprio valore in un torneo, lascia la lizza constatando che l’avversario è più valoroso. La figlia di un povero conte è di rango inferiore, quindi può essere ripudiata senza offesa.
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 7
GLOUCESTER
Why, what, I pray, is Margaret more than that? Her father is no better than an earl, Although in glorious titles he excel. SUFFOLK
Yes, my lord; her father is a king, The King of Naples and Jerusalem, And of such great authority in France As his alliance will confirm our peace And keep the Frenchmen in allegiance.
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GLOUCESTER
And so the Earl of Armagnac may do, Because he is near kinsman unto Charles.
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EXETER
Beside, his wealth doth warrant a liberal dower, Where René sooner will receive than give. SUFFOLK
A dower, my lords? Disgrace not so your King That he should be so abject, base, and poor To choose for wealth and not for perfect love. Henry is able to enrich his queen, And not to seek a queen to make him rich. So worthless peasants bargain for their wives, As market men for oxen, sheep, or horse. Marriage is a matter of more worth Than to be dealt in by attorneyship. Not whom we will but whom his grace affects Must be companion of his nuptial bed. And therefore, lords, since he affects her most, That most of all these reasons bindeth us: In our opinions she should be preferred. For what is wedlock forcèd but a hell, An age of discord and continual strife, Whereas the contrary bringeth bliss, And is a pattern of celestial peace. Whom should we match with Henry, being a king, But Margaret, that is daughter to a king?
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 7
GLOUCESTER
E che cos’ha in più Margherita, se è lecito? Suo padre non è da più di un conte, anche se vanta titoli più grandiosi. SUFFOLK
Invece sì, mio signore: suo padre è re, re di Napoli e di Gerusalemme, e in Francia gode di tale autorità che la sua alleanza rafforzerà la nostra pace e manterrà fedeli i francesi. GLOUCESTER
Questo può garantirlo anche il conte d’Armagnac, visto che è parente stretto di Carlo. EXETER
Inoltre, è tanto ricco da garantirci una dote generosa, mentre René, più che dare, vorrà ricevere. SUFFOLK
Una dote, signori miei? Non fate torto al vostro re da pensare che sia così gretto, vile e povero da scegliere per denaro anziché per puro amore. Enrico è perfettamente in grado di arricchire la sua regina invece di cercare una regina che lo arricchisca. I miseri contadini contrattano per le loro mogli, come fanno i mercanti per buoi, pecore e cavalli. Il matrimonio è cosa troppo degna per ridurlo a una transazione legale. Non quella che noi vogliamo, ma quella che sua grazia desidera deve essere la sua compagna nel letto nuziale. E quindi, signori, poiché desidera lei più di ogni altra, a questa, più di qualsiasi altra ragione, dobbiamo attenerci: per noi dovrebbe essere preferita lei. Cos’è infatti un matrimonio forzato se non un inferno, una vita di discordia e di lotte continue, mentre il contrario porta beatitudine ed è l’immagine della pace celeste. A chi dovremmo accoppiare Enrico, che è re, se non con Margherita, che è figlia di re?
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 7
Her peerless feature joinèd with her birth Approves her fit for none but for a king. Her valiant courage and undaunted spirit, More than in women commonly is seen, Will answer our hope in issue of a king. For Henry, son unto a conqueror, Is likely to beget more conquerors If with a lady of so high resolve As is fair Margaret he be linked in love. Then yield, my lords, and here conclude with me: That Margaret shall be queen, and none but she.
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KING HENRY
Whether it be through force of your report, My noble lord of Suffolk, or for that My tender youth was never yet attaint With any passion of inflaming love, I cannot tell; but this I am assured: I feel such sharp dissension in my breast, Such fierce alarums both of hope and fear, As I am sick with working of my thoughts. Take therefore shipping; post, my lord, to France; Agree to any covenants, and procure That Lady Margaret do vouchsafe to come To cross the seas to England and be crowned King Henry’s faithful and anointed queen. For your expenses and sufficient charge, Among the people gather up a tenth. Be gone, I say; for till you do return I rest perplexèd with a thousand cares. (To Gloucester) And you, good uncle, banish all offence. If you do censure me by what you were, Not what you are, I know it will excuse This sudden execution of my will. And so conduct me where from company I may revolve and ruminate my grief.
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Exit [with Exeter]
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 7
La sua impareggiabile avvenenza unita alla sua stirpe dimostrano che ella non è adatta se non a un re. Il suo strenuo coraggio e il suo spirito indomito, superiori a quanto comunemente si trova nelle donne, soddisferà le nostre speranze di una discendenza regale. Poiché Enrico, figlio di conquistatore, certo genererà altri conquistatori se l’amore lo unisce a una dama di tale fermezza come è la bella Margherita. Acconsentite dunque, miei signori, e concludete con me che Margherita sarà la regina, e nessun’altra. RE ENRICO
Non so dire, mio nobile signore di Suffolk, se sia per la forza della vostra descrizione o perché la mia tenera gioventù non aveva ancora provato la fiamma dell’amorosa passione; ma di una cosa sono certo: sento dentro di me un così doloroso conflitto, così fieri accessi di speranza e di paura, che il tumulto dei miei pensieri mi fa star male. Perciò, imbarcatevi; andate subito in Francia, mio signore; accettate qualsiasi patto, e fate sì che la principessa Margherita si degni di attraversare il mare per essere incoronata in Inghilterra come fedele e consacrata sposa di re Enrico. Per aver denaro sufficiente da spendere e da coprire le spese tassate il popolo con una decima 201. Andate, dico; perché mille ansie mi assilleranno fino al vostro ritorno. (A Gloucester) E voi, buon zio, cancellate ogni ostilità. Se mi giudicate pensando al giovane che siete stato202 e non a colui che siete ora, so che scuserete questa repentina imposizione del mio volere. E ora conducetemi via dove, in solitudine, io possa concentrarmi e meditare sulle mie pene. Esce [con Exeter]
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1 HENRY VI, ACT 5 SCENE 7
GLOUCESTER
Ay, grief, I fear me, both at first and last.
Exit
SUFFOLK
Thus Suffolk hath prevailed, and thus he goes As did the youthful Paris once to Greece, With hope to find the like event in love, But prosper better than the Trojan did. Margaret shall now be queen and rule the King; But I will rule both her, the King, and realm.
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Exit
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1 ENRICO VI, ATTO V SCENA 7
GLOUCESTER
Sì, pene, temo, dall’inizio alla fine203. Esce SUFFOLK
Così Suffolk ha prevalso e così se ne parte, come in passato il giovane Paride verso la Grecia, con la speranza di aver la stessa fortuna in amore ma miglior sorte del troiano204. Ora Margherita sarà regina e guiderà il re; ma io guiderò lei, il re e il regno. Esce
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The Tragedy of King Richard III La tragedia di re Riccardo III Testo inglese a cura di GARY TAYLOR Nota introduttiva, traduzione e note di CARLA POMARÈ
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Nota introduttiva
Nel settembre del 2012, in un parcheggio della città di Leicester, sul sito dell’antico priorato di Greyfriars, venne rinvenuto uno scheletro con marcati segni di scoliosi e di molteplici ferite al capo. Il ritrovamento ebbe vasta risonanza perché si sospettava, a ragione, che potesse trattarsi dei resti di Riccardo III, il sovrano caduto nella battaglia di Bosworth Field che nel 1485 pose fine alla trentennale guerra dinastica nota come Guerra delle due rose, combattuta fra il casato dei Lancaster e quello degli York. La disfatta di Riccardo di York è uno di quegli eventi che vengono tradizionalmente usati come spartiacque nella periodizzazione storica – in questo caso fra l’Inghilterra feudale e quella moderna –, le cui fondamenta vennero gettate proprio durante il regno del vincitore di Bosworth, Enrico VII Tudor, e dei suoi successori Enrico VIII e Elisabetta I. Ma non è solo questo il motivo dello straordinario interesse suscitato dal ritrovamento delle spoglie mortali del sovrano sconfitto, trasformatosi ben presto in un evento mediatico. Per quanto cronologicamente lontana, la controversa figura di re Riccardo III si staglia infatti nel panorama dei monarchi inglesi per l’attenzione che ha continuato ad attrarre nei secoli, da che William Shakespeare ne ha fatto il protagonista dell’omonimo dramma. Deforme nel corpo e nell’animo; pronto, pur di conquistare il trono, a macchiarsi dei crimini più efferati; astuto dissimulatore dei propri malefici propositi; diabolico manipolatore delle coscienze altrui; affascinante istrione: è questo il ritratto di Riccardo III che Shakespeare ha consegnato alla storia, teatrale ma non solo. Nonostante i ripetuti tentativi di riscattarne la reputazione – attraverso gli studi degli storici sui do789
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III
cumenti, la fondazione di una società internazionale a lui dedicata (la Richard III Society), il tributo delle solenni esequie nella cattedrale di Leicester – Riccardo rimane per i più il mandante del brutale assassinio del fratello Clarence, pugnalato e affogato in una botte di vino, colui che ha armato la mano di un sicario per sopprimere i due giovani nipoti nella Torre di Londra, il tiranno furioso e disperato la cui ultima battuta è fra le più memorabili della drammaturgia shakespeariana. La fama del suo A horse! A horse! My kingdom for a horse! (“Un cavallo! Un cavallo! Il mio regno per un cavallo!”) è seconda solo a quella del To be, or not to be di Amleto, così come seconde solo a quella di Amleto sono la lunghezza della sua parte e la frequenza con cui è stato portato in scena. Ma se Amleto rappresenta per molti aspetti il culmine della grandezza drammatica di Shakespeare, Riccardo III è opera di un autore da poco affacciatosi sulle scene teatrali – una produzione giovanile, anche linguisticamente lontana dalle vette della creatività shakespeariana; per molti versi ancora legata alle convenzioni della drammaturgia medievale; rigida, formale, a tratti persino rituale nell’ostentato parallelismo di scene, situazioni e stilemi espressivi; e allo stesso tempo debordante, enfatica, eccessiva. “Grande melodramma”, lo definì Gabriele Baldini, ma un melodramma, secondo Harold Bloom, “farraginoso e prolisso”, con un numero di versi (fra i 3400 e i 3600, a seconda delle edizioni) che ne fa la più lunga delle opere shakespeariane dopo Amleto, la cui messinscena spesso richiede tagli e corposi rimaneggiamenti. Scegliendo, agli inizi della sua carriera, di cimentarsi con la figura di Riccardo, il giovane Shakespeare cavalca la grande popolarità di cui gode il dramma storico nei primi anni novanta del Cinquecento, sfruttando nel contempo tutte le potenzialità offerte dalla statura del suo protagonista. All’ossatura episodica del chronicle play tipica delle sue opere storiche precedenti (le tre parti dell’Enrico VI, che compongono assieme a Riccardo III la cosiddetta prima tetralogia), affianca così una struttura più propriamente tragica, legata all’affermazione e alla caduta del personaggio principale (non è un caso che questo sia l’unico, fra i drammi che vengono classificati come histories nel First Folio del 1623, a essere indicato nel titolo come tragedia). Mentre i drammi storici che lo precedono sono fondamentalmente drammi corali, il cui titolo rende omaggio a un monarca che nello sviluppo dell’azione risulta essere solo uno dei protagonisti – una sorta di primus inter pares dal punto di vista dramma790
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NOTA INTRODUTTIVA
tico – Riccardo III è, in una misura sconosciuta anche ai testi successivi che pure presentano spiccate individualità (la seconda tetralogia composta da Riccardo II, le due parti di Enrico IV e Enrico V), il dramma del personaggio eponimo. Nonostante le oltre quaranta parti del copione, la centralità di Riccardo viene ribadita dallo spazio scenico che gli è riservato, con ben otto soliloqui e dall’energia istrionica che trasuda dal ruolo. Espressione di una soggettività pienamente delineata, il personaggio dell’ultimo sovrano plantageneto appare però privo di sfumature, sorprendente ma anche monocorde nella sua perfidia. Piuttosto che come rappresentazione di una moderna e articolata interiorità, Riccardo invita a essere letto come tragico exemplum di un inestricabile viluppo di volontà di dominio, violenza, inganno e capacità di fascinazione, di cui ancora la storia contemporanea ha fornito ripetuti esempi, che aiutano a spiegare il perdurante interesse nei suoi confronti. Significativo è che alcune delle messinscena degli ultimi decenni abbiano scelto di attualizzare il suo personaggio presentandolo nei panni di tragici protagonisti del recente passato – dal gerarca nazista evocato dall’interpretazione di Ian McKellen al Gheddafi cui allude il costume di scena di Kevin Spacey, completo di divisa e occhiali scuri. Ma è dall’autorappresentazione di Riccardo, determinato a trovare compensazione per ciò che gli è stato negato alla nascita (la primogenitura così come la prestanza fisica), che emerge un altro nucleo di modernità di questo dramma. Fin dalle prime, memorabili battute, Riccardo si presenta come autore, regista e interprete del proprio destino, la cui realizzazione prevede che reciti molteplici parti – quella del fratello fedele, dell’amante passionale, dello zio amorevole, dell’uomo di stato che antepone il bene della collettività ai propri desideri personali – dietro le quali dissimula la passione dominante per il potere che lo porterà sul trono. Al pari del successivo 1 Enrico IV, il dramma presenta il ruolo del re come una rappresentazione sul palcoscenico della storia, tanto più efficace quanto maggiori sono le capacità istrioniche del suo interprete. Riproponendo la stessa interpretazione sui palcoscenici della Londra elisabettiana, un dramma come Riccardo III porta in primo piano i nessi fra realtà e finzione, verità e dissimulazione, o – come diremmo oggi – politica e spettacolo, contribuendo ad aprire la transizione verso una concezione pienamente secolare e moderna del potere.
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Data e trasmissione del testo La storia testuale del Riccardo III è una delle più complesse e controverse della drammaturgia shakespeariana. Mentre la prima rappresentazione degli Uomini del lord ciambellano risale al 1594, l’anno in cui venne formata la compagnia, le continuità lessicali e tematiche inducono a supporre che la composizione sia coeva alla rappresentazione di 3 Enrico VI, e vada quindi fatta risalire al 1592. La prima edizione a stampa venne iscritta nello Stationers’ Register (il registro della corporazione dei librai) il 20 ottobre 1597. Con i suoi 3.480 versi, questo primo in-quarto (Q1), pubblicato anonimo, si presentava come l’opera teatrale più lunga mai pubblicata in lingua inglese, superiore di circa un terzo alla lunghezza media dei testi drammatici. Secondo l’ipotesi più accreditata, Q1 riprodurrebbe un manoscritto che era frutto di uno sforzo collettivo di ricostruzione mnemonica del testo da parte della compagnia di Shakespeare, forse in seguito alla perdita del copione, o alla sua indisponibilità durante un tour in provincia. In quanto tale, sarebbe tecnicamente da annoverare fra i bad quarto, ossia i testi a stampa non derivanti direttamente da un autografo shakespeariano, anche se la sua qualità, in termini di accuratezza e completezza, è a giudizio unanime superiore a quella degli altri testi appartenenti alla stessa categoria. Il successo incontrato da quest’opera è dimostrato dall’elevato numero di ristampe, che supera quello delle commedie e anche di tragedie come Amleto: a Q1 seguirono infatti altre cinque edizioni in-quarto, ciascuna basata sulla precedente, pubblicate nel 1598, 1602, 1605, 1612, 1622, non più in forma anonima ma con l’indicazione esplicita dell’autore. Più lunga di 180 versi e considerevolmente diversa dalle precedenti è l’edizione del First Folio (F), le cui centinaia di varianti non vennero però recepite dalle due edizioni in-quarto successive, del 1629 e del 1634, che forniscono ulteriore testimonianza della persistente popolarità del dramma. Gary Taylor, che lo ha curato per la Oxford University Press, ha postulato che F derivi dalla terza e sesta ristampa di Q1 (Q3 e Q6), di cui riproduce un sesto del testo, mentre per i restanti cinque sesti farebbe riferimento a un secondo manoscritto, trascrizione dei cosiddetti foul papers shakespeariani, cioè la prima stesura dell’opera consegnata dall’autore alla compagnia. Questa copia, incompleta e anch’essa inevitabilmente segnata da corruzioni del manoscritto originario, sarebbe servita a emendare parte degli errori di composizione e trascrizione creatisi nel passaggio 792
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da un in-quarto all’altro, il che renderebbe ragione della superiorità di F rispetto a Q1-Q6 in termini di qualità poetica. Diversamente da quanto succede per la maggioranza dei testi shakespeariani, il testo riprodotto in F sarebbe quindi cronologicamente anteriore a quello contenuto in Q1, un’ipotesi avvalorata proprio dal maggior rispetto in F della regolarità metrica, che è più frequente agli inizi della produzione shakespeariana, e dalla maggiore vicinanza delle sue varianti lessicali alla lezione delle fonti riconosciute del dramma. L’anteriorità di F appare ulteriormente confermata dalla presenza di una serie di errori fattuali (incongruenze nelle indicazioni geografiche e nella designazione dei personaggi) che risultano corretti in Q1. Dal canto suo, proprio in quanto ricostruzione del testo operata dalla compagnia, Q1 risulta più efficace dal punto di vista teatrale, perché il suo minor numero di battute richiede una minore dotazione di attori e di attrezzature di scena (nonostante contenga quasi 40 versi non presenti in F). La sua maggiore prossimità alla pratica teatrale giustifica la rivalutazione di Q1 nell’edizione a cura di Gary Taylor qui usata come riferimento, che, pur continuando la comune prassi editoriale di utilizzare F come testo-guida, privilegia le lezioni di Q1 più vicine alla forma che il dramma aveva assunto sulla scena, relegando in appendice 140 versi di F non presenti in Q1. A conferma della fondamentale instabilità dei testi shakespeariani, ancora diverse sono le scelte operate da John Jowett, curatore del dramma per il New Oxford Shakespeare (2017), che segue integralmente F, ripristinando all’interno del testo i passi che nell’edizione qui riprodotta figurano come Aggiunte al testo. Le fonti e i loro generi Una ricca e diversificata tradizione testuale, fatta di ballate, sermoni, profezie, libelli, cronache, narrazioni, drammi – in inglese così come in latino e in francese – si sviluppò sulla figura di Riccardo a partire dalla sua morte, lasciando in varia misura traccia nel testo shakespeariano. Questo vasto repertorio di rappresentazioni si apre con una serie di fonti cronachistiche, che difficilmente Shakespeare conobbe di prima mano, fra le quali spicca il ritratto dell’antiquario John Rous, alla cui Historia Regium Angliae (scritta durante il breve regno di Riccardo, dal 1483 al 1485, e poi rivista durante quello del suo successore Enrico VII) vanno fatti risalire i primi dettagli sulla nascita straordinaria del monarca (che sarebbe ve793
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nuto al mondo, dopo due anni di gestazione, già provvisto di denti e con una capigliatura lunga fino alle spalle), nonché sulla sua deformità fisica, con il particolare della spalla destra più alta di quella sinistra. Una serie di successivi componimenti in versi – Les Douze Triomphes de Henry VII, opera del frate agostiniano Bernard André, poeta laureato e storiografo di Enrico VII, e l’anonimo Tres sunt Ricardi – diedero il via alla caratterizzazione bestiale di Riccardo, identificando le peculiarità del personaggio con quelle dell’animale raffigurato sul suo stemma araldico, vale a dire il cinghiale. Il contributo più significativo alla presentazione radicalmente negativa dell’ultimo sovrano plantageneto, con la sottolineatura della sua deformità morale oltre che fisica, venne agli inizi del XVI secolo dalla History of King Richard III di Thomas More, scritta originariamente in latino fra il 1518 e il 1521, e pubblicata in inglese nel 1557, apparentemente ispirata dai ricordi di testimoni diretti dei sanguinosi eventi della Guerra delle due rose. Il ritratto di More presenta numerosi tratti in comune con quello articolato dall’urbinate Polidoro Virgili nella sua Historia Angliae, considerata il primo pilastro della storiografia Tudor, promossa da Enrico VII per legittimare e sostenere la propria presenza sul trono. Pubblicata nel 1534 ma completata già nel 1513, l’opera di Polidoro fornì l’ossatura e i materiali ad altre due imprese storiografiche dalle quali Riccardo III, al pari degli altri drammi storici shakespeariani, trasse molti dei suoi spunti: The Union of the Two Noble and Illustre Famelies of Lancastre and York (1548), pubblicazione postuma di Edward Hall, avvocato e storico alla corte di Enrico VIII; e The Chronicles of England, Scotland and Ireland (1578) di Raphael Holinshed. Se Holinshed e Hall condividevano la stessa visione provvidenziale del divenire storico, fu soprattutto la Union di Hall, ispirata dall’ammirazione per i Tudor, a celebrare Enrico VII come il monarca che aveva posto fine al bagno di sangue della guerra civile – le cui lontane origini venivano identificate nell’assassinio di Riccardo II, seguito alla sua deposizione nel 1398 ad opera del futuro Enrico IV. Sottolineando l’inevitabilità della retribuzione divina, Hall fece di Riccardo non solo un mostro, ma l’incarnazione del flagellum dei attraverso il quale un’intera nazione – gli York di cui era a capo così come la fazione avversa dei Lancaster discendenti di Enrico IV – era stata punita per l’usurpazione ai danni di un re consacrato. Oltre a Hall e Holinshed, è plausibile che Shakespeare abbia conosciuto direttamente anche le ricostruzioni di Richard Grafton (Continuation of 794
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Hardyng’s Chronicle, 1543; A Chronicle at Large and Meere History of the affayres of England, 1568-1569); di Robert Fabyan (Chronicle, 1516); e di John Stow (Annales, 1580). Alla caratterizzazione esasperata di Riccardo contribuì la tradizione delle moralità medievali, rappresentazioni religiose di impianto allegorico nelle quali il personaggio del Vizio portava in scena il male assoluto. Brutale, egocentrico e blasfemo, il Vizio trovava il proprio metodo di condotta privilegiato nell’inganno e nella dissimulazione, invertendo tutti i valori della morale cristiana. Del Vizio il Riccardo shakespeariano riprende anche le modalità espressive, caratterizzate dalla presenza di doppi sensi, lapsus rivelatori, imprecazioni, proverbi, combinando però questo insieme di origine medievale con due elementi più moderni. Il primo è il modello del Machiavel, che negli anni novanta era già una figura familiare sulle scene inglesi, cui Marlowe aveva affidato il Prologo del suo Jew of Malta, e a cui Riccardo stesso fa esplicito riferimento in un lungo soliloquio di 3 Enrico VI quando dà voce al proposito di set the murderous Machiavel to school (“dar lezioni all’efferato Machiavelli”, III, 2, 193). Ispirato alla diffusa lettura in chiave moralistica della filosofia politica del Principe, il Machiavelli presentava caratteristiche sovrapponibili a quelle del Vizio – era ambizioso, crudele, depravato, antireligioso – ma veniva tratteggiato con elementi più naturalistici e inserito in un preciso contesto storico. In direzione di un maggior naturalismo va anche il secondo contributo che la cultura più prossima a Shakespeare diede alla creazione del suo Riccardo. Si tratta in questo caso del modello letterario rappresentato dalla raccolta di biografie in versi nota come The Mirror for Magistrates, curata da William Baldwin, la cui seconda edizione, scritta a più mani e pubblicata nel 1563, era interamente dedicata ai protagonisti delle vicende portate in scena da Shakespeare – i nobili Rivers, Hastings, Buckingham; l’amante di re Edoardo, Jane Shore; Riccardo stesso (la prima edizione si chiudeva con i suoi fratelli, Clarence e Edoardo). A ciascuno di questi personaggi il Mirror attribuisce un monologo post-mortem che gli permette di ripercorrere le vicende di cui è stato protagonista, facendo emergere le motivazioni della propria inaspettata rovina, così che possa servire da lezione per i vivi. Quello che traspare dal monologo di cui è autore Francis Seager è il bestiale Riccardo di Hall, ma anche un Riccardo penitente, che identifica il proprio peccato nella smodata 795
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ambizione per il potere. Se è difficile individuare tracce di pentimento nel Riccardo di Shakespeare, certamente il suo dramma condivide con il Mirror un approccio secolare che lo porta ad evidenziare, all’interno del processo di evoluzione storica, il ruolo svolto da quella soggettività che sui palcoscenici del teatro elisabettiano andava trovando uno spazio di esplorazione privilegiato. Non a caso, negli ultimi decenni del Cinquecento il terreno principe delle raffigurazioni di Riccardo divenne proprio il teatro, con ben sei drammi – tre dei quali di Shakespeare (oltre a Riccardo III, la seconda e la terza parte di Enrico VI) – in cui l’ultimo dei Plantageneti compariva come personaggio, senza contare due drammi di cui si ha testimonianza ma il cui testo è andato perduto (The Second Part of Henry Richmond, di Robert Wilson [1599] e Richard Crookback di Ben Jonson [1602]). Il primo testo a lui dedicato, la tragedia in latino Richardus Tertius di Thomas Legge, di stampo senecano, fu messo in scena una sola volta al St John’s College di Cambridge nel 1579, e mai dato alle stampe. Un pubblico molto più ampio raggiunse invece l’anonimo The True Tragedy of Richard the Third, rappresentato dagli Uomini della regina tra la fi ne degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta e pubblicato nel 1594. La critica tuttora si interroga sulla datazione e la possibile paternità di quest’opera, che a seconda delle ipotesi viene annoverata tra le fonti del dramma shakespeariano o fra i prodotti dell’immenso successo del Riccardo III – al pari della tragedia Edward IV Part Two di Thomas Heywood, messa in scena nel 1599 – o addirittura fra le creazioni dello stesso Shakespeare, sorta di Ur-Richard dal quale il dramma successivo avrebbe preso le mosse. La vicenda Unico fra i drammi shakespeariani, Riccardo III si apre con il soliloquio del protagonista, che ne rivela da subito i piani per la conquista del potere all’indomani della battaglia di Tewkesbury, che ha consegnato il trono al fratello Edoardo IV. Le prime due scene vedono Riccardo dissimulare la sua vera natura dapprima nel confronto con il fratello Giorgio, duca di Clarence – imprigionato nella Torre di Londra in seguito alle sue macchinazioni (I, 1) – poi nell’incontro con Lady Anna, alle cui maledizioni per l’uccisione del marito (Edoardo di Lancaster) e del suocero (Enrico VI) Riccardo risponde con profferte amorose, riu796
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scendo nell’incredibile impresa di conquistarla (I, 2). Uguale maestria retorica Riccardo dispiega nel successivo incontro con la regina Elisabetta e i suoi congiunti, che disprezza e teme, e con la vedova di Enrico VI, Margherita, che maledice lui e tutta la corte prefigurando i luttuosi eventi a venire (I, 3). Intanto cominciano a cadere gli ostacoli che si frappongono fra Riccardo e il trono: Clarence è assassinato da due suoi sicari (I, 4), e re Edoardo, malato, si spegne dopo un ultimo tentativo di riconciliare i membri della sua rissosa corte (II, 1-2), lasciando nel paese la preoccupazione che la giovane età del figlio, Edoardo, possa favorire la ripresa delle lotte intestine (II, 3). Architettato l’arresto dei parenti della regina (II, 4), Riccardo e il fedele Buckingham scortano a Londra il principe ereditario, disponendo che sia alloggiato nella Torre assieme al fratello minore (III, 1). In dialogo con un uomo di Riccardo, il nobile Hastings si dimostra fedele agli eredi del re defunto, non accorgendosi di firmare in questo modo la propria condanna a morte (III, 2-4). A seguito di un gioco delle parti accuratamente preparato con Buckingham, Riccardo si vede offrire dal sindaco di Londra la corona d’Inghilterra, che accetta dopo molti simulati tentennamenti (III, 5-7), pianificando subito dopo di disfarsi dei principi rinchiusi nella Torre, nonché della moglie Anna (IV, 1). Per la prima volta Buckingham esita ad appoggiarlo nei suoi propositi, ma presto comprende di aver fatto un passo falso e decide di mettersi in salvo fuggendo, per poi dare battaglia (IV, 2-3). Dopo che un sicario ha portato a termine l’assassinio dei nipoti, Riccardo affronta la duchessa di York ed Elisabetta, disperate per la morte dei principi, e si difende dalle accuse di madre e cognata chiedendo a quest’ultima di convincere la figlia a sposarlo, con l’intento di rafforzare ulteriormente la sua posizione sul trono (IV, 4). Giunge notizia della ribellione di altri nobili, dello sbarco in Inghilterra del conte di Richmond, deciso a rivendicare il trono, e dell’arresto di Buckingham, che viene presto giustiziato (IV, 4-V, 1). Pur in inferiorità numerica, Richmond si prepara ad affrontare Riccardo, sovrintendendo come il suo avversario ai preparativi per lo scontro dell’indomani (V, 2-4). Durante la notte, gli spettri di tutte le vittime di Riccardo sfilano di fronte ai due antagonisti addormentati, maledicendo Riccardo e benedicendo Richmond (V, 5). Esortate le rispettive truppe alla lotta, l’azione si sposta sul campo di battaglia (V, 6), dove Riccardo, rimasto senza cavallo, dapprima cerca vanamente Richmond e poi muore nel 797
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combattimento con lui. Il dramma si chiude sulla figura di Richmond, che dà voce all’intenzione di sposare Elisabetta di York e proclama la pacificazione del paese (V, 7). Prospettive critiche: la costruzione della memoria storica La critica del Novecento si è a lungo occupata di due aspetti fondamentali e profondamente interrelati di Riccardo III: il suo protagonista e le valenze politico-ideologiche del dramma. L’ingombrante personaggio di Riccardo e la sua deformità sono stati via via esplorati in termini psicologici (Freud); discussi in relazione al Riccardo storico (Ross, Saccio), alle sue figurazioni pre-shakespeariane (Schwyzer) e alla sua precedente caratterizzazione nell’Enrico VI (Walsh); messi a confronto con analoghi modelli della cultura rinascimentale (Seward); letti quale incarnazione dello spirito aggressivo della nascente borghesia mercantile elisabettiana (Siegel). Nella sua quasi totalità, questa pluralità di approcci si è confrontata con il tema politico che si declina attraverso la caratterizzazione esasperata di Riccardo, che gli studi di Tillyard degli anni quaranta hanno presentato come funzionale alla celebrazione dei Tudor quali autori della pacificazione del paese dopo la tragedia delle guerre civili. Secondo questa linea interpretativa, il ritratto radicalmente negativo del loro predecessore sarebbe un tassello fondamentale di quel “mito Tudor” cui le tetralogie shakespeariane nel loro complesso avrebbero dato un impulso straordinario. In anni recenti la visione di uno Shakespeare allineato all’ideologia dominante del suo tempo (Campbell, Ribner) è stata contestata da molteplici prospettive. Da un lato, è stata sottolineata la dialettica fra il disegno provvidenziale che il dramma vede sotteso agli sviluppi della storia inglese, destinato a far trionfare i Tudor, e il dispiegarsi del libero arbitrio nei soliloqui di Riccardo, che pianifica con perfida lucidità il futuro proprio e del regno, compenetrando la prospettiva metafisica del divenire storico con una decisamente più secolare (Champion). Dall’altro, ampliando nuovamente lo sguardo sull’insieme dei drammi storici, è stato messo in luce come, mentre celebra le sorti progressive che hanno portato i Tudor sul trono, Shakespeare analizza la natura, le origini e gli usi del potere, facendo della maestà e delle debolezze della politica a corte il suo soggetto (Kastan). Per questo nuovo Shakespeare, che da apologeta della casa regnante è diventato fine indagatore delle vie tortuose e non sempre limpide attraverso le quali la corona è arrivata 798
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nelle mani di Elisabetta I (Hattaway), la figura di Riccardo rappresenta una tappa fondamentale, “un capitolo del Principe di Machiavelli fatto dramma” (Kott). Mostrandone il tipico modus operandi – fatto di violenza, sopraffazione, mistificazione – Shakespeare immette nella storia un “dinamismo laico, ludico e teatrale” (Serpieri), che ne relega in secondo piano la dimensione provvidenziale. A questo processo contribuiscono in maniera significativa anche la già citata dimensione metateatrale di Riccardo III e la conseguente compresenza di due livelli nel dramma: la messinscena degli eventi storici che vedono Riccardo protagonista e la riflessione di Riccardo sulle strategie loro sottese, messe a nudo nei suoi soliloqui e negli a parte. Condividendo proletticamente i propri reconditi piani e commentando retrospettivamente le proprie azioni, Riccardo esibisce – e replica nei confronti del pubblico – il perverso meccanismo di seduzione, condotta con le armi proprie del teatro, che è alla base della sua scalata al potere (Marche). In questo quadro, gli studi più recenti hanno esplorato la natura più propriamente teatrale del rapporto che Riccardo III istituisce con il passato (Rackin), indagando il contributo che la specificità del teatro dà a una percezione polifonica e non monologica della storia (Pugliatti); le valenze nella ricostruzione drammatica degli eventi di tecniche di anticipazione quali la profezia (Garber 1986) e i sogni (Howard); più in generale le modalità con cui il palcoscenico si fa theatrum historiae, popolando l’immaginazione storica di “corpi teatrali” che superano la distinzione fra storia orale e storia scritta (Walsh), fissano la “reputazione” storica dei protagonisti (Charnes) e guidano il pubblico in un’opera di conoscenza e comprensione del recente passato che è parte del processo di costruzione identitaria della nazione inglese, in un momento in cui vengono poste le fondamenta dello stato moderno (Moulton). Quantunque controversa, questa costruzione teatrale di Riccardo si dimostra non solo imprescindibile per la ricostruzione storica del periodo – che deve fare i conti con l’impronta che il dramma ha lasciato sul personaggio – ma anche di grande interesse per le riflessioni della nostra contemporaneità sui meccanismi di definizione e trasmissione del sapere storico, e sul ruolo che vi giocano la narrazione e la drammatizzazione. Estremamente significative da questo punto di vista sono le innovazioni del testo shakespeariano rispetto ai materiali consegnati dalle fonti. In almeno due occasioni Shakespeare introduce nel dramma scene e rifles799
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sioni che non compaiono in nessuno dei resoconti che poteva avere a disposizione. Sia la brevissima scena in cui lo scrivano incaricato di redigere l’atto di accusa contro Hastings, ad esecuzione ormai avvenuta, si interroga sui tempi sospetti dell’operazione, che lasciano intendere una cospirazione ai danni del nobiluomo (III, 6), sia le domande del giovane principe Edoardo sulle modalità di edificazione della Torre di Londra – Is it upon record, or else reported / Successively from age to age, he built it? (“È documentato che l’ha costruita lui [Giulio Cesare], o la voce si tramanda da un’epoca all’altra?” III, 1, 73-74) – dirigono l’attenzione sul ruolo dei documenti nella trasmissione della verità storica. In entrambi i casi Shakespeare mette in scena o invita a considerare il processo di produzione delle narrazioni con le quali vengono tramandati i fatti, evidenziando come le prove documentali, su cui proprio in età rinascimentale inizia a fondarsi il moderno sapere storico – le artes historicae – siano materialmente fabbricate, e come tali suscettibili di falsificazioni. A un analogo processo di demistificazione sono sottoposte le testimonianze orali, di cui un dialogo fra il secondo dei principi destinati a una morte violenta e la duchessa di York mette in luce l’aleatorietà. Alla nonna che gli chiede di conoscere chi sia la fonte delle sue informazioni sulla nascita prodigiosa dello zio Riccardo, che sarebbe venuto al mondo con già i denti in bocca, il giovane York risponde: Grannam, his nurse (“La sua balia, nonnina”), e in seguito alla replica dubbiosa della duchessa – His nurse? Why, she was dead ere thou wast born (“La sua balia? Ma se è morta prima che tu nascessi”) – il ragazzo giocosamente aggiunge: If ’twere not she, I cannot tell who told me (“Se non è stata lei, non so chi me l’ha detto”, II, 4, 27-34). Attraverso battute come queste, assegnate a fanciulli e personaggi minori, relegate ai margini dell’azione del dramma e quindi spesso sacrificate nella messinscena, Shakespeare commenta il processo di costruzione della memoria storica nel quale lui stesso è impegnato. E sia pur con discrezione, quasi sottotraccia, ne fa emergere in maniera disincantata le contraddizioni, le strumentalizzazioni, le compromissioni con il potere. La fortuna sulle scene e sullo schermo Anche se la prima rappresentazione documentata di Riccardo III è quella del 1633 alla corte di Carlo I, durante i festeggiamenti per il compleanno della regina Enrichetta Maria, testimonianze dell’epoca elisabettiana legano indissolubilmente il nome di Riccardo a quello di Richard Burbage, 800
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il principale attore tragico della compagnia di Shakespeare. L’identificazione fra il ruolo e l’attore era tale che alla morte di quest’ultimo ci fu chi scrisse un’elegia che lamentava, assieme alla sua perdita, quella di Crookback (“gobba”), l’irrispettosa metonimia con la quale il personaggio era noto (Tempera). Di lì a qualche decennio Riccardo sarebbe effettivamente sparito dalle scene, con la chiusura dei teatri determinata dalla rivoluzione puritana, per poi tornare prepotentemente alle luci della ribalta nel 1700, quando Colley Cibber produsse un adattamento del dramma shakespeariano destinato a tenere il palcoscenico per più di un secolo. Cibber ridusse di più della metà la durata dello spettacolo, semplificando l’azione e tagliando numerose parti (fra cui quelle di Margherita, di Clarence e i figli, dei due assassini, di Hastings, di re Edoardo e dei cittadini), ma incluse nel dramma anche scene tratte da 3 Enrico VI, Riccardo II, Enrico V e 2 Enrico IV, che aiutavano a contestualizzare gli eventi, fornendo ancora maggior spazio al personaggio di Riccardo, da lui interpretato, con sette soliloqui in più rispetto al testo shakespeariano. Sull’adattamento di Cibber si basarono le successive messinscena della tragedia di David Garrick, che con il suo Riccardo incerto, vulnerabile, incline all’autocommiserazione, melanconico e melodrammatico godette di un successo senza precedenti, segnando intere generazioni di interpreti. Nel primo Ottocento fu poi il turno delle produzioni di John Philip Kemble, che giocò la carta del medievalismo nei costumi e negli scenari; del Riccardo in prosa di George Frederick Cooke; del pathos romantico di Edmund Kean, di cui Byron ebbe a dire: By Jove, he is a soul! … Richard is a man; and Kean is Richard (“Per Giove, che animo! … Riccardo è un uomo; e Kean è Riccardo”); del successo oltreoceano di J. B. Booth. Dopo alcuni tentativi isolati di combinare Shakespeare e Cibber, il testo shakespeariano venne riportato sulle scene nel 1845 da Samuel Phelps, ma fu solo con la rappresentazione di Henry Irving nel 1877 che sostituì definitivamente, sia pure massicciamente scorciato, l’adattamento di Cibber. A partire dal 1886 il Memorial Theatre di Stratford mise in scena il testo di Shakespeare per trent’anni, sotto la direzione di Frank Benson, della cui interpretazione si conserva traccia visiva nella prima versione filmica del dramma, un muto prodotto nel 1911. Nel periodo fra le due guerre mondiali furono particolarmente significativi gli allestimenti tedeschi. Nel 1920 Leopold Jessner firmò a Berlino una produzione di impianto espressionista in cui Riccardo appariva 801
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come ingranaggio di uno stilizzato meccanismo di potere, simbolicamente evocato dall’ingombrante scalone color rosso sangue che dominava il proscenio, sul quale i personaggi, vestiti di rosso, nero e bianco, salivano o scendevano secondo l’andamento delle loro fortune. Nella Germania nazista Riccardo III fu dapprima fatto proprio dalla Gioventù hitleriana, che mise in scena l’intero ciclo delle opere storiche; poi rappresentato a Berlino da Jürgen Fehling nel 1937, con marcate allusioni alla situazione politica contemporanea, che suggerivano il parallelo fra la deformità di Riccardo e quella di Goebbels; infine definitivamente messo al bando dallo stesso Goebbels nel 1941. Le rappresentazioni inglesi dello stesso periodo privilegiarono gli effetti melodrammatici e gli approcci psicologici al personaggio, con George Hayes che nel 1928 presentò per la prima volta un Riccardo manifestamente folle, destinato a essere ripetutamente ripreso in produzioni successive. Nel secondo dopoguerra le interpretazioni di Riccardo furono dominate dalle messinscena di Laurence Olivier, che debuttò nel ruolo ancora in pieno periodo bellico, nel 1944, e dalla sua memorabile resa cinematografica del 1955, focalizzata sulle doti istrioniche del suo interprete. Olivier inaugurò la pratica di recitare i soliloqui non come momenti di meditazione interiore, ma come occasioni per rivolgersi direttamente al pubblico, dando vita a un Riccardo minaccioso e sardonico, ma anche carismatico e seduttivo. Dopo le interpretazioni di Alec Guinness (1953), Christopher Plummer (1961), Alan Bates (1967), nel 1984 Anthony Sher portò in scena per la Royal Shakespeare Company un Riccardo armato di stampelle che puntava sulla grottesca e perturbante deformità del personaggio. Negli ultimi decenni si sono cimentati con la parte attori del calibro di Derek Jacobi (1988); Ian McKellen (1990), interprete di un distaccato Riccardo dalle suggestioni nazifasciste in un’immaginaria Inghilterra degli anni trenta (poi riproposto in una versione cinematografica diretta da Richard Loncraine nel 1995); David Troughton (1995), che ha accentuato la lettura metateatrale vestendo il suo Riccardo dei panni del giullare di corte; Al Pacino, regista e protagonista di un docu-film (Looking for Richard, 1996) che ricostruisce il processo di messinscena del dramma, inframmezzandolo con interviste ad attori, studiosi, gente della strada e spezzoni della rappresentazione, interrogandosi sulla presenza e il significato di Shakespeare nella cultura contemporanea; Kenneth Branagh (2002), che ha riportato in primo piano, con implicazioni patetiche, la 802
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disabilità del protagonista, facendone più una vittima che un carnefice; Kevin Spacey, che si è impegnato in una tournée mondiale dello spettacolo diretto da Sam Mendes (che già aveva portato il dramma sulle scene nel 1992-93 con Simon Russell Beale), documentata dal film Now (2015). Nel corso della ricca storia delle rappresentazioni del Riccardo III, alcune produzioni hanno scelto di presentare il dramma all’interno di adattamenti della prima tetralogia: il caso più interessante è quello di The Wars of the Roses, diretto da John Barton e Peter Hall nel 1963-64, con Ian Holm nei panni del protagonista, uno spettacolo influenzato dalle riflessioni critiche di Jan Kott e dalla sua idea di un “Grande Meccanismo” della storia all’opera nell’insieme dei drammi storici shakespeariani (a sua volta mossa dalle suggestioni della messinscena di Jennsen), che riduceva Riccardo a uno fra i tanti protagonisti di un ciclo infinito di perfidia, inganno e tirannide. Dopo le interpretazioni di Ernesto Rossi (1877) e Mario Fumagalli (1907), Riccardo III è stato portato per la prima volta sulle scene italiane in forma integrale da Giorgio Strehler (1950), con Renzo Ricci nel ruolo del protagonista. Sono seguiti l’allestimento di Luca Ronconi (1968, con Vittorio Gassmann); la personalissima rilettura di Carmelo Bene (Riccardo III, da William Shakespeare, secondo Carmelo Bene, 1977); e una serie di spettacoli che hanno visto nella parte di Riccardo Glauco Mauri (1979), Giorgio Albertazzi (1983), Gabriele Lavia (1989). Vivace è la recente rinascita dell’interesse per questo dramma, testimoniata da ben tre diverse messinscena, molto diverse tra loro, nel giro di pochi anni: dalla rivisitazione RIII-Riccardo III a firma di Alessandro Gassmann (2013), all’esperimento di Roberta Torre, che nel 2013 ha affiancato attori professionisti e pazienti psichiatrici nella recita del suo Insanamente Riccardo III, all’adattamento noir di Massimo Ranieri (2014). CARLA POMARÈ
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III
R IFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Fonti G. BULLOUGH (cur.), Narrative and Dramatic Sources of Shakespeare, 8 voll., 1957-1975, III, Earlier English History Plays, London, Routledge; New York, Columbia U. P., 1960; T. MORE, The History of King Richard III, in R. SYLVESTER (cur.), The Complete Works of St Thomas More, 21 voll., II, New Haven, CT, Yale U. P., 1976; R. RUGGERI (cur.), Riccardo III/Polidoro Virgili, Urbino, QuattroVenti, 2007; R. HOLINSHED, Holinshed’s Chronicles of England, Scotland and Ireland, cur. A. FLEMING, 6 voll., London 1807. Letteratura critica Fra le maggiori edizioni inglesi e americane segnaliamo quelle a cura di A. HAMMOND, Arden, 1981; J. R. SIEMON, Arden, 2009; S. GREENBLATT ET AL., Norton, 2008. Fra le edizioni italiane quelle di G. BALDINI, BUR, 1956; C. V. LODOVICI, Einaudi, 1964; V. GABRIELI, Garzanti, 1988; S. QUASIMODO, Mondadori, 1989; J. R. WILCOCK e G. MELCHIORI, Mondadori, 1989; A. LOMBARDO, Newton Compton, 1997; P. BERTINETTI (tr. di P. VALDUGA), Einaudi, 1998. L. B. CAMPBELL, Shakespeare’s “Histories”: Mirrors of Elizabethan Policy, San Marino, CA, Huntington Library, 1947; L. S. CHAMPION, Perspective in Shakespeare’s English Histories, Athens, Georgia U. P., 1980; L. CHARNES, Notorious Identity: Materializing the Subject in Shakespeare, Cambridge, MA, Harvard U. P., 1993; W. CLEMEN, A Commentary on Shakespeare’s Richard III, London, Methuen, 1968; S. COLLEY, Richard’s Himself Again: A Stage History of Richard III, Wesport, CT, Greenwood Press, 1992; S. FREUD, “Alcuni tipi di carattere tratti dal lavoro psicanalitico” (1916), Opere, VIII, Torino, Bollati Boringhieri, 1989; M. GARBER, “‘What’s Past Is Prologue’: Temporality and Prophecy in Shakespeare’s History Plays”, in B. K. LEWALSKI (cur.), Renaissance Genres: Essays on Theory, History, and Interpretation, Cambridge, MA, Harvard U. P., 1986; ID., “Descanting on Deformity: Richard III and the Shape of History”, in Shakespeare’s Ghost Writers, New York, Methuen, 1987; GREYFRIARS R ESEARCH TEAM, The Bones of a King. Richard III Rediscovered, Chichester, Wiley-Blackwell, 2015; M. HATTAWAY (cur.), Cambridge Companion to Shakespeare’s History Plays, Cambridge, Cambridge U. P., 2002; J. E. HOWARD E P. R ACKIN, Engendering a Nation. A feminist account of Shakespeare’s English Histories, 804
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NOTA INTRODUTTIVA
London, Routledge, 1997; R. JACKSON (cur.), The Cambridge Companion to Shakespeare on Film, Cambridge, Cambridge U. P., 2000; D. S. KASTAN, “Proud Majesty Made a Subject: Shakespeare and the Spectacle of Rule”, Shakespeare Quarterly, 37, 1986; J. KOTT, Shakespeare nostro contemporaneo [1964], Milano, Feltrinelli, 2009; S. MARCHE, “Mocking Dead Bones: Historical Memory and the Theater of the Dead in Richard III”, Comparative Drama, 37/1, 2003; A. MARZOLA (cur.), L’altro Shakespeare. Critica, storia e ideologia, Milano, Guerini, 1992; I. F. MOULTON, “‘A Monster Great Deformed’: The Unruly Masculinity of Richard III”, Shakespeare Quarterly, 47, 1996; P. PUGLIATTI, Shakespeare storico, Roma, Bulzoni, 1993; P. R ACKIN, Stages of History: Shakespeare’s English Chronicles, Ithaca, Cornell U. P., 1990; I. RIBNER, The English History Play in the Age of Shakespeare, London, Routledge, 1965; C. ROSS, Richard III, London, Methuen, 1990; E. M. P. SCHWYZER, Shakespeare and the Remains of Richard III, Oxford, Oxford U. P., 2013; A. SERPIERI, Retorica e immaginario, Parma, Pratiche, 1986; D. SEWARD, Richard III: England’s Black Legend, New York, F. Watts, 1983; P. N. SIEGEL, The gathering storm. Shakespeare’s English and Roman history plays: a Marxist analysis, London, Redwords, 1992; G. TAYLOR, “Copy-text and collation (with special reference to Richard III)”, The Library, series 6, 3, 1981; M. TEMPERA, “Rent-a-Past: Italian Responses to Shakespeare’s Histories”, in T. HOENSELAARS (cur.), Shakespeare’s History Plays: Performance, Translation and Adaptation in Britain and Abroad, Cambridge U. P., 2004; W. TILLYARD, Shakespeare’s History Plays [1944], Harmondsworth, Penguin, 1962; B. WALSH, Shakespeare, the Queen’s Men, and the Elizabethan Performance of History, Cambridge, Cambridge U. P., 2009; R. WEIMANN, Shakespeare and the Popular Tradition in the Theater, Baltimore, The Johns Hopkins U. P., 1978; ID., “Performance-Game and Representation in Richard III”, in E. Pechter (cur.), Textual and Theatrical Shakespeare: Questions of Evidence, Iowa City, U. of Iowa P., 1996.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III THE PERSONS OF THE PLAY
KING EDWARD IV DUCHESS OF YORK, his mother PRINCE EDWARD Richard, the young Duke of his sons YORK George, Duke of CLARENCE his RICHARD, Duke of GLOUCESTER, brothers later KING RICHARD Clarence’s SON Clarence’s DAUGHTER
Earl of OXFORD Sir James BLUNT Sir Walter HERBERT
}
Richmond’s followers
Duke of BUCKINGHAM Duke of NORFOLK Sir Richard RATCLIFFE Sir William CATESBY Sir James TYRREL Two MURDERERS A PAGE
}
Richard Gloucester’s followers
QUEEN ELIZABETH, King Edward’s wife Anthony Woodville, Earl RIVERS, her brother Marquis of DORSET her sons Lord GRAY
CARDINAL Bishop of ELY John, a PRIEST CHRISTOPHER, a Priest
}
}
Sir Thomas VAUGHAN
}
GHOST OF KING HENRY the Sixth QUEEN MARGARET, his widow GHOST OF PRINCE EDWARD, his son LADY ANNE, Prince Edward’s widow William, LORD HASTINGS, Lord Chamberlain Lord STANLEY, Earl of Derby, his friend HENRY EARL OF RICHMOND, later KING HENRY VII, Stanley’s sonin-law
Sir Robert BRACKENBURY, Lieutenant of the Tower of London Lord MAYOR of London A SCRIVENER Hastings, a PURSUIVANT SHERIFF Aldermen and Citizens Attendants, two bishops, messengers, soldiers
SIGLE Q1: l’in-quarto del 1597; Q2: l’in-quarto del 1598; Q3: l’in-quarto del 1602; Q4: l’in-quarto del 1605; Q5: l’in-quarto del 1612; Q6: l’in-quarto del 1622; Q7: l’in-quarto del 1629; Q8: l’inquarto del 1634; Q: tutte le edizioni in-quarto; F: il primo in-folio del 1623. Il testo-guida di questa edizione è F, e il principale testo di confronto è Q1, che viene utilizzato per la correzione degli errori determinati dalla parziale derivazione di F dalle ristampe corrot-
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III PERSONAGGI
RE EDOARDO IV DUCHESSA DI YORK, sua madre PRINCIPE EDOARDO suoi figli Riccardo, il giovane duca di YORK Giorgio, duca di CLARENCE RICCARDO, duca di suoi GLOUCESTER, fratelli poi RE RICCARDO FIGLIO di Clarence FIGLIA di Clarence
Conte di OXFORD Sir James BLUNT Sir Walter HERBERT
}
seguaci di Richmond
Duca di BUCKINGHAM Duca di NORFOLK Sir Richard RATCLIFFE Sir William CATESBY Sir James TYRREL Due ASSASSINI Un PAGGIO
}
seguaci di Riccardo Gloucester
REGINA ELISABETTA, moglie di re Edoardo Anthony Woodville, conte di RIVERS, suo fratello Marchese di DORSET suoi figli Lord GRAY
CARDINALE Vescovo di ELY John, un PRETE CHRISTOPHER, un prete
}
}
}
Sir Thomas VAUGHAN FANTASMA DI RE ENRICO VI REGINA MARGHERITA, la sua vedova FANTASMA DEL PRINCIPE EDOARDO, suo figlio LADY ANNA, vedova del principe Edoardo
Sir Robert BRACKENBURY, luogotenente della Torre di Londra Lord SINDACO di Londra Uno SCRIVANO Hastings, un FUNZIONARIO di corte Uno SCERIFFO Consiglieri e cittadini Attendenti, due vescovi, messaggeri, soldati
William, LORD HASTINGS, lord Ciambellano Lord STANLEY, conte di Derby, suo amico ENRICO CONTE DI RICHMOND, poi RE ENRICO VII, genero di Stanley
te di Q1 (Q3 e Q6) e per la defi nizione degli accidentali (ortografia, punteggiatura, divisione delle parole, più in generale tutti gli elementi che riguardano l’aspetto tipografico del testo). Q1 viene anche seguito nei tagli che opera rispetto a F; i passi corrispondenti vengono riprodotti in appendice (Aggiunte al testo).
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 1
1.1
Enter Richard Duke of Gloucester
RICHARD GLOUCESTER
Now is the winter of our discontent Made glorious summer by this son of York; And all the clouds that loured upon our house In the deep bosom of the ocean buried. Now are our brows bound with victorious wreaths, Our bruisèd arms hung up for monuments, Our stern alarums changed to merry meetings, Our dreadful marches to delightful measures. Grim-visaged war hath smoothed his wrinkled front, And now — instead of mounting barbèd steeds To fright the souls of fearful adversaries — He capers nimbly in a lady’s chamber To the lascivious pleasing of a lute. But I, that am not shaped for sportive tricks Nor made to court an amorous looking-glass, I that am rudely stamped and want love’s majesty To strut before a wanton ambling nymph, I that am curtailed of this fair proportion, Cheated of feature by dissembling nature, Deformed, unfinished, sent before my time Into this breathing world scarce half made up — And that so lamely and unfashionable That dogs bark at me as I halt by them — Why, I in this weak piping time of peace Have no delight to pass away the time, Unless to spy my shadow in the sun1 And descant on mine own deformity. And therefore since I cannot prove a lover To entertain these fair well-spoken days, I am determinèd to prove a villain And hate the idle pleasures of these days.
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26. Spy: così in Q; in F see = “vedere”. 808
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 1
I, 1
Entra Riccardo duca di Gloucester1
RICCARDO GLOUCESTER 2
Ecco, l’inverno del nostro scontento è ora reso fulgida estate da questo figlio3 di York; ed ecco, le nubi che torve gravavano sul nostro casato son tutte sprofondate nel grembo dell’oceano. Eccoci, il capo cinto di vittoriosi allori, le malconce armature issate a trofei, le truci sortite mutate in allegri conviti, le strenue marce in delicati ritmi di danza. Spianate sono le fronti corrucciate dall’arcigno conflitto: e questo, lasciati i fieri destrieri sui quali seminava sgomento fra i pavidi avversari, si mette a fare agili giravolte nelle stanze delle dame, al suono lascivo di un liuto. Ma io4, che non sono tagliato per i giochi licenziosi, né per corteggiare uno specchio ruffiano; io, che con questo mio rozzo stampo manco della seducente avvenenza con cui fare la ruota al provocante ancheggiare di una ninfa; io, che mi son visto negare proporzioni armoniose, truffato dei bei lineamenti da una natura ingannevole; io, deforme, incompiuto, spedito anzitempo in questo mondo mortale, sbozzato neanche a metà – e quella metà così storpia e goffa che persino i cani mi abbaiano contro quando gli zoppico a fianco – ebbene io, in questi fiacchi e zufolanti giorni di pace, non ho altre amenità con cui ingannare il tempo se non spiare la mia ombra nel sole, e improvvisare sulla mia deformità5. E allora, se non posso intrattenere da amante questi bei tempi garbati, voglio essere una canaglia, e odiarne gli oziosi piaceri.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 1
Plots have I laid, inductions dangerous,2 By drunken prophecies, libels and dreams To set my brother Clarence and the King In deadly hate the one against the other. And if King Edward be as true and just As I am subtle false and treacherous, This day should Clarence closely be mewed up About a prophecy which says that ‘G’ Of Edward’s heirs the murderer shall be.3
35
40
Enter George Duke of Clarence, guarded, and Sir Robert Brackenbury Dive, thoughts, down to my soul: here Clarence comes. Brother, good day. What means this armèd guard That waits upon your grace? CLARENCE His majesty, Tend’ring my person’s safety, hath appointed This conduct to convey me to the Tower.
45
RICHARD GLOUCESTER
Upon what cause? CLARENCE
Because my name is George.
RICHARD GLOUCESTER
Alack, my lord, that fault is none of yours. He should for that commit your godfathers. Belike his majesty hath some intent That you should be new-christened in the Tower. But what’s the matter, Clarence? May I know?
50
CLARENCE
Yea, Richard, when I know — for I protest4 As yet I do not. But as I can learn He hearkens after prophecies and dreams, And from the cross-row plucks the letter ‘G’ And says a wizard told him that by ‘G’ His issue disinherited should be.
55
32. Inductions: così in Q3-8 e F; in Q1 inductious = “persuasivi”, “seducenti”. 40. Murderer: così in Q3-8 e F; in Q1 murtherers = “assassini”. 52. For: così in Q; in F but = “ma”. 810
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 1
Trame ho ordito, pericolosi prologhi sotto forma di ebbre profezie, calunnie e sogni, per metter l’uno contro l’altro, divisi da odio mortale, mio fratello Clarence e il re; e se re Edoardo sarà onesto e giusto quanto io sono scaltro, falso e traditore, oggi stesso Clarence verrà chiuso in gabbia per colpa di una profezia che indica in “G”6 l’assassino degli eredi di Edoardo. Entrano Giorgio duca di Clarence, con una scorta armata, e sir Robert Brackenbury Tuffatevi, pensieri, nelle profondità dell’animo: ecco che arriva Clarence. Buongiorno, fratello. Perché questo seguito armato con vostra grazia? CLARENCE
Sua maestà, avendo a cuore l’incolumità della mia persona, ha disposto questa scorta per condurmi alla Torre7. RICCARDO GLOUCESTER
Per quale motivo? CLARENCE
Perché mi chiamo Giorgio. RICCARDO GLOUCESTER
Ohibò, mio signore, mica è colpa vostra: piuttosto, dovrebbe far rinchiudere i vostri padrini8. O forse sua maestà ha intenzione di farvi ribattezzare nella Torre. Ma di che si tratta, Clarence, posso saperlo? CLARENCE
Certo, Riccardo, quando lo saprò anch’io: perché vi assicuro che ancora non lo so. Ma a quanto pare dà ascolto a sogni e profezie e pesca dall’alfabeto la lettera “G”; e sostiene di aver sentito da un indovino che i suoi discendenti saranno diseredati da “G”. E dato
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 1
And for my name of George begins with ‘G’, It follows in his thought that I am he. These, as I learn, and suchlike toys as these, Hath moved his highness to commit me now.
60
RICHARD GLOUCESTER
Why, this it is when men are ruled by women. ’Tis not the King that sends you to the Tower; My Lady Gray, his wife — Clarence, ’tis she That tempts him to this harsh extremity. 5 Was it not she, and that good man of worship Anthony Woodville her brother there, That made him send Lord Hastings to the Tower, From whence this present day he is delivered? We are not safe, Clarence; we are not safe.
65
70
CLARENCE
By heaven, I think there is no man secure But the Queen’s kindred, and night-walking heralds That trudge betwixt the King and Mrs Shore. Heard ye not what an humble suppliant6 Lord Hastings was for his delivery?
75
RICHARD GLOUCESTER
Humbly complaining to her deity Got my Lord Chamberlain his liberty. I’ll tell you what: I think it is our way, If we will keep in favour with the King, To be her men and wear her livery. The jealous, o’erworn widow and herself, Since that our brother dubbed them gentlewomen, Are mighty gossips in our monarchy.
80
BRACKENBURY
I beseech your graces both to pardon me. His majesty hath straitly given in charge That no man shall have private conference, Of what degree soever, with your brother.
85
65. Tempts: così in F e Q6; in Q1 tempers = “governa”, “prevale”; in Q3 temps (refuso). 74. Ye: così in Q, frequente per you (F), d’ora in poi non più segnalato. 812
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 1
che il mio nome, Giorgio, inizia per “G”, pensa che si tratti di me9. A quanto pare, sono queste e altre simili sciocchezze che hanno spinto sua altezza a farmi rinchiudere. RICCARDO GLOUCESTER
Diamine, ecco cosa succede quando sono le donne a comandare: non è il re che vi spedisce alla Torre; lady Gray10, sua moglie, è lei, Clarence, che lo spinge a questi eccessi. Non fu lei, assieme a quel bel galantuomo di suo fratello, Anthony Woodville, a fargli spedire alla Torre lord Hastings, che ne esce giusto oggi? Non siamo al sicuro, Clarence, non siamo al sicuro! CLARENCE
Che diamine, qui mi sa che nessuno è al sicuro, a parte i parenti della regina e i messaggeri segreti che fanno avanti e indietro fra il re e madama Shore11. Non avete sentito di lord Hastings, di come si è umiliato a supplicare lei per essere rilasciato? RICCARDO GLOUCESTER
Le umili suppliche a questa divinità sono valse la libertà al Ciambellano. Ascoltate cosa vi dico: se vogliamo conservare il favore del re, il modo migliore è quello di entrare al servizio di questa signora e indossarne la livrea. Da che nostro fratello ne ha fatto delle gentildonne, lei e quella vedova sfatta e gelosa12 sono diventate comari influenti nel regno. BRACKENBURY
Prego le vostre grazie di scusarmi. Sua maestà ha dato rigorose disposizioni che nessuno, quale che sia il suo rango, conferisca in privato con vostro fratello.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 1
RICHARD GLOUCESTER
Even so. An’t please your worship, Brackenbury,7 You may partake of anything we say. We speak no treason, man. We say the King Is wise and virtuous, and his noble Queen Well struck in years, fair, and not jealous. We say that Shore’s wife hath a pretty foot, A cherry lip, A bonny eye, a passing pleasing tongue, And that the Queen’s kin are made gentlefolks. How say you, sir? Can you deny all this?
90
95
BRACKENBURY
With this, my lord, myself have naught to do. RICHARD GLOUCESTER
Naught to do with Mrs Shore? I tell thee, fellow: He that doth naught with her — excepting one — Were best to do it secretly alone. BRACKENBURY What one, my lord?8
100
RICHARD GLOUCESTER
Her husband, knave. Wouldst thou betray me? BRACKENBURY
I beseech your grace to pardon me, and do withal Forbear your conference with the noble Duke.
105
CLARENCE
We know thy charge, Brackenbury, and will obey. RICHARD GLOUCESTER
We are the Queen’s abjects, and must obey. Brother, farewell. I will unto the King, And whatsoe’er you will employ me in — Were it to call King Edward’s widow ‘sister’ — I will perform it to enfranchise you. Meantime, this deep disgrace in brotherhood Touches me dearer than you can imagine.
110
88. An’t: an spesso usato invece di if = “se”, d’ora in poi non più segnalato. 102. BRACKENBURY … me?: questi due versi, non presenti in Q1, compaiono in Q2 e in tutte le edizioni successive, incluso F. 814
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 1
RICCARDO GLOUCESTER
E sia. Se così vi aggrada, Brackenbury, potete ascoltare ciò che diciamo. Amico, non c’è tradimento nelle nostre parole. Diciamo che il re è saggio e virtuoso, che la sua nobile regina porta bene i suoi anni, che è bella e nient’affatto gelosa. Diciamo che la moglie di Shore ha un piedino aggraziato, due ciliegie per labbra, occhi vivaci, una lingua oltremodo soave, e che i parenti della regina son diventati gentiluomini. Che ne dite, signore? Potreste negarlo? BRACKENBURY
Mio signore, io non ho nulla a che farci13. RICCARDO GLOUCESTER
Farci? con madama Shore? Te lo dico io, amico, chi se la fa con lei – tranne uno – farebbe meglio a farlo in segreto, per conto suo. BRACKENBURY
Chi è questo uno, mio signore? RICCARDO GLOUCESTER
Il marito, testone. Hai intenzione di fregarmi? BRACKENBURY
Prego vostra grazia di scusarmi, e comunque di trattenersi dal conversare con il nobile duca. CLARENCE
Conosciamo le tue consegne, Brackenbury, e obbediamo. RICCARDO GLOUCESTER
Siamo i vassalli14 della regina e ci tocca obbedire. Fratello, addio. Andrò dal re, e qualsiasi cosa vogliate da me – foss’anche il chiamar “sorella” la vedova di re Edoardo – io la farò, pur di ridarvi la libertà. Intanto, questa grave infamia tra fratelli mi ferisce più di quanto vi possiate immaginare.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 1
CLARENCE
I know it pleaseth neither of us well. RICHARD GLOUCESTER
Well, your imprisonment shall not be long. I will deliver you or lie for you. Meantime, have patience. CLARENCE I must perforce. Farewell.
115
Exeunt Clarence, Brackenbury, and guard, to the Tower RICHARD GLOUCESTER
Go tread the path that thou shalt ne’er return. Simple plain Clarence, I do love thee so That I will shortly send thy soul to heaven, If heaven will take the present at our hands. But who comes here? The new-delivered Hastings?
120
Enter Lord Hastings from the Tower LORD HASTINGS
Good time of day unto my gracious lord. RICHARD GLOUCESTER
As much unto my good Lord Chamberlain. Well are you welcome to the open air. How hath your lordship brooked imprisonment?
125
LORD HASTINGS
With patience, noble lord, as prisoners must. But I shall live, my lord, to give them thanks That were the cause of my imprisonment. RICHARD GLOUCESTER
No doubt, no doubt — and so shall Clarence too, For they that were your enemies are his, And have prevailed as much on him as you.
130
LORD HASTINGS
More pity that the eagles should be mewed While kites and buzzards prey at liberty.9 RICHARD GLOUCESTER What news abroad?
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134. Prey: così in Q; in F play = “giocano”. 816
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 1
CLARENCE
So che non è gradita a nessuno di noi. RICCARDO GLOUCESTER
Orbene, la vostra prigionia non sarà lunga: vi libererò, o altrimenti insinuerò – me stesso al vostro posto15. Intanto portate pazienza. CLARENCE
Per forza. Addio. Escono Clarence, Brackenbury e le guardie, diretti alla Torre RICCARDO GLOUCESTER
Va’, per questa strada senza ritorno; semplice, sciocco Clarence, ti amo così tanto che tra poco spedirò la tua anima al creatore, sempre che il creatore voglia accettare questo dono dalle nostre mani. Ma chi è qui che arriva? È Hastings, appena liberato? Entra lord Hastings dalla Torre LORD HASTINGS
Buona giornata al mio grazioso signore. RICCARDO GLOUCESTER
Altrettanto al mio buon lord Ciambellano: siate il benvenuto all’aria aperta. Come se l’è cavata vostra signoria con la prigione? LORD HASTINGS
Con pazienza, mio nobile signore, come tocca ai prigionieri; ma vivrò, mio signore, per ringraziare chi è stato causa della mia prigionia. RICCARDO GLOUCESTER
Sicuro, sicuro; e farà lo stesso anche Clarence; perché i vostri nemici sono anche i suoi, e hanno abusato di lui quanto di voi. LORD HASTINGS
Peccato che le aquile siano chiuse in gabbia, mentre nibbi e avvoltoi sono liberi di cacciare. RICCARDO GLOUCESTER
Novità in giro?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 1
LORD HASTINGS
No news so bad abroad as this at home: The King is sickly, weak, and melancholy, And his physicians fear him mightily. RICHARD GLOUCESTER
Now by Saint Paul, that news is bad indeed.10 O he hath kept an evil diet long, And overmuch consumed his royal person. ’Tis very grievous to be thought upon. Where is he? In his bed? LORD HASTINGS He is.
140
RICHARD GLOUCESTER
Go you before and I will follow you. Exit Hastings He cannot live, I hope, and must not die Till George be packed with post-haste up to heaven.11 I’ll in to urge his hatred more to Clarence, With lies well steeled with weighty arguments. And if I fail not in my deep intent, Clarence hath not another day to live — Which done, God take King Edward to his mercy And leave the world for me to bustle in. For then I’ll marry Warwick’s youngest daughter. What though I killed her husband and her father? The readiest way to make the wench amends Is to become her husband and her father, The which will I: not all so much for love, As for another secret close intent, By marrying her, which I must reach unto. But yet I run before my horse to market. Clarence still breathes, Edward still lives and reigns; When they are gone, then must I count my gains. Exit
145
150
155
160
139. Paul: così in Q; in F John. Shakespeare potrebbe aver originariamente pensato a Giovanni perché il suo emblema è l’aquila (v. I, 1, 133), ma in tutte le occorrenze successive Riccardo giura o impreca su San Paolo. 146. Post-haste: emend. tardo; in Q e F post-horse = “col cavallo di posta”. 818
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 1
LORD HASTINGS
Nessuna peggiore di quella che abbiamo qui: il re è infermo, debole e malinconico, e i medici sono molto in pena per lui. RICCARDO GLOUCESTER
Per San Paolo Apostolo!16 brutte notizie davvero. Oh, è da tanto che conduce una vita malsana, e ha abusato troppo della sua regale persona. Fa male pensarci. Dov’è? A letto? LORD HASTINGS
Sì. RICCARDO GLOUCESTER
Andate avanti voi, io vi seguo. Esce Hastings Non vivrà, spero, e non deve morire fino a che Giorgio non sarà spedito in fretta e furia al creatore. Vado subito a fomentare ancora il suo odio per Clarence, con menzogne ben temprate da persuasive argomentazioni. E se non fallisco nel mio recondito intento, Clarence non avrà un altro giorno di vita – ciò fatto, che Dio nella sua misericordia si prenda re Edoardo, e lasci a me il mondo in cui darmi da fare. Perché allora sposerò la più giovane delle figlie di Warwick17, e che importa se le ho ucciso il marito e il suocero?18 Il modo più spiccio per fare ammenda è quello di diventar marito e suocero della figliola, ed è ciò che farò: non tanto per amore, quanto per un altro particolare, recondito intento che devo realizzare sposandola. Ma sto mettendo il carro davanti ai buoi19. Clarence respira ancora, Edoardo ancora vive e regna; quando se ne saranno andati, allora farò il conto dei profitti 20. Esce
819
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 2
1.2
Enter gentlemen, bearing the corpse of King Henry the Sixth in an open coffin, with halberdiers to guard it, Lady Anne being the mourner
LADY ANNE
Set down, set down your honourable load, If honour may be shrouded in a hearse, Whilst I a while obsequiously lament Th’untimely fall of virtuous Lancaster. They set the coffin down Poor key-cold figure of a holy king, Pale ashes of the house of Lancaster, Thou bloodless remnant of that royal blood: Be it lawful that I invocate thy ghost To hear the lamentations of poor Anne, Wife to thy Edward, to thy slaughtered son, Stabbed by the selfsame hand that made these wounds. Lo, in these windows that let forth thy life, I pour the helpless balm of my poor eyes. O cursèd be the hand that made these holes, Cursèd the blood that let this blood from hence,12 Cursèd the heart that had the heart to do it. More direful hap betide that hated wretch That makes us wretched by the death of thee Than I can wish to wolves, to spiders, toads,13 Or any creeping venomed thing that lives. If ever he have child, abortive be it, Prodigious, and untimely brought to light, Whose ugly and unnatural aspect May fright the hopeful mother at the view, And that be heir to his unhappiness. If ever he have wife, let her be made More miserable by the death of him
5
10
15
20
25
15. Cursèd … hence: emend. moderno; F sposta questo verso dopo il successivo; assente in Q. 19. Wolves, to: così in F; in Q adders = “vipere”. 820
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 2
I, 2
Entrano dei gentiluomini, con la salma di re Enrico VI in una bara scoperta, scortata da alabardieri, e lady Anna in gramaglie21
LADY ANNA
Giù, mettete giù il vostro nobile carico, se mai un sudario può ammantare la nobiltà, mentre io piango devota la prematura fine del virtuoso Lancaster. Depongono la bara Fredda come il metallo di una chiave, povera effigie di un re santo, pallide ceneri del casato dei Lancaster, esangui resti di quel sangue reale: mi si lasci legittimamente22 evocare il tuo spirito, affinché ascolti i lamenti della povera Anna, sposa del tuo Edoardo, del tuo figliolo trucidato, pugnalato dalla stessa mano che ha inferto queste ferite. Guarda! In queste finestre da cui è fuggita la tua vita io verso l’inutile balsamo dei miei poveri occhi. Oh, sia maledetta la mano che ha aperto questi squarci; maledetto il sangue che ha versato questo sangue; maledetto il cuore che ha avuto cuore di farlo. Tocchi in sorte all’odioso sciagurato che ci ha arrecato la sciagura della tua morte un destino più crudele di quello che auguro ai lupi, ai ragni, ai rospi o agli esseri velenosi che vivono strisciando. Se mai avrà un figlio, che sia un aborto, un mostro, dato alla luce anzitempo, il cui aspetto orribile e innaturale faccia raggelare di spavento la madre e le sue speranze, e che sia erede della sua infelicità. Se mai avrà moglie, sia lei più disperata alla sua morte
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 2
Than I am made by my young lord and thee. — Come now towards Chertsey with your holy load, Taken from Paul’s to be interrèd there,
30
[The gentlemen lift the coffin] And still as you are weary of this weight Rest you, whiles I lament King Henry’s corpse. Enter Richard Duke of Gloucester RICHARD GLOUCESTER (to the gentlemen)
Stay, you that bear the corpse, and set it down. LADY ANNE
What black magician conjures up this fiend To stop devoted charitable deeds? RICHARD GLOUCESTER (to the gentlemen) Villains, set down the corpse, or by Saint Paul I’ll make a corpse of him that disobeys.
35
[HALBERDIER]14
My lord, stand back and let the coffin pass. RICHARD GLOUCESTER
Unmannered dog, stand thou when I command. Advance thy halberd higher than my breast, Or by Saint Paul I’ll strike thee to my foot And spurn upon thee, beggar, for thy boldness.
40
They set the coffin down LADY ANNE (to gentlemen and halberdiers)
What, do you tremble? Are you all afraid? Alas, I blame you not, for you are mortal, And mortal eyes cannot endure the devil. — Avaunt, thou dreadful minister of hell. Thou hadst but power over his mortal body; His soul thou canst not have; therefore be gone.
45
RICHARD GLOUCESTER
Sweet saint, for charity be not so cursed.
38. [HALBERDIER]: emend. moderno; in Q e F Gent = “Gentiluomo”. 822
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 2
di quanto lo sono io a quella del mio giovane signore, e alla tua. Ora avviamoci verso Chertsey23 col vostro santo carico, che da Saint Paul 24 conduciamo al sepolcro, [I gentiluomini sollevano la bara]25 ma fermatevi ancora a riposare, quando sarete stanchi del peso, e io piangerò le spoglie di re Enrico. Entra Riccardo duca di Gloucester. RICCARDO GLOUCESTER (ai gentiluomini)
Fermi, con quel cadavere, e mettetelo giù. LADY ANNA
Quale nero stregone manda questo demone a interrompere i riti della devota pietà? RICCARDO GLOUCESTER
Canaglie, mettete giù quel cadavere o per San Paolo diventa cadavere chi non mi obbedisce. [ALABARDIERE]
Mio signore, fatevi da parte e lasciate passare il feretro. RICCARDO GLOUCESTER
Screanzato di un cane, fermati tu quando lo comando io. Levami quell’alabarda dal petto o per San Paolo ti butto a terra e ti prendo a calci, pezzente, per la tua impudenza. Mettono giù la bara LADY ANNA (rivolta ai gentiluomini e agli alabardieri)
Ma come, tremate? Avete tutti paura? Ahimè, non vi biasimo, siete mortali, e occhi mortali non sopportano la vista del demonio. – Vattene, spaventoso ministro infernale. Tu 26 hai vinto solo il suo corpo mortale; non puoi avere la sua anima; e allora sparisci. RICCARDO GLOUCESTER
Soave, santa creatura, per carità non siate così in collera!
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 2
LADY ANNE
Foul devil, for God’s sake hence and trouble us not, For thou hast made the happy earth thy hell, Filled it with cursing cries and deep exclaims. If thou delight to view thy heinous deeds, Behold this pattern of thy butcheries. — O gentlemen, see, see! Dead Henry’s wounds Ope their congealèd mouths and bleed afresh. —15 Blush, blush, thou lump of foul deformity, For ’tis thy presence that ex-hales this blood From cold and empty veins where no blood dwells. Thy deed, inhuman and unnatural, 16 Provokes this deluge supernatural.17 O God, which this blood mad’st, revenge his death. O earth, which this blood drink’st, revenge his death. Either heav’n with lightning strike the murd’rer dead, Or earth gape open wide and eat him quick As thou dost swallow up this good king’s blood, Which his hell-governed arm hath butcherèd.
50
55
60
65
RICHARD GLOUCESTER
Lady, you know no rules of charity, Which renders good for bad, blessings for curses. LADY ANNE
Villain, thou know’st no law of God nor man. No beast so fierce but knows some touch of pity.
70
RICHARD GLOUCESTER
But I know none, and therefore am no beast. LADY ANNE
O wonderful, when devils tell the truth!
56. Ope: emend. Taylor. Variante di open spesso usata per ragioni metriche; in Q e F open. 60. Deed: così in Q; in F Deeds = “atti”. 61. Supernatural: emend. Taylor; in Q e F most unnatural = “del tutto innaturale”. 824
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 2
LADY ANNA
Turpe demonio27, per amor di Dio vattene da qui e non tormentarci; sei tu che hai fatto di questa terra felice il tuo inferno, zeppo di urla, imprecazioni e cupi lamenti. Se godi a vedere le tue gesta efferate, guarda questo modello delle tue carneficine. – Signori, guardate, guardate! Le ferite del morto, Enrico, aprono le bocche raggelate, e tornano a sanguinare. Arrossisci, arrossisci, tu, grumo di turpe deformità, perché è la tua presenza che fa uscire questo sangue dalle vene fredde e vuote, dove il sangue più non scorre: è il tuo atto disumano e contro natura a causare questo sovrannaturale profluvio28. O Dio, che questo sangue hai creato, vendica la sua morte; o terra, che questo sangue hai bevuto, vendica la sua morte. Che il cielo fulmini l’assassino o che la terra si spalanchi 29 e se lo mangi vivo, così come inghiotte il sangue di questo re giusto, trucidato dal suo braccio guidato dall’inferno. RICCARDO GLOUCESTER
Signora, ignorate i precetti della carità, che ripaga il male col bene, le maledizioni con le benedizioni. LADY ANNA
Infame, tu ignori qualsiasi legge, divina o umana. Non c’è belva per quanto feroce che non abbia un tocco di pietà. RICCARDO GLOUCESTER
Io non ne ho affatto, e perciò non sono una belva. LADY ANNA
Prodigioso, quando i demoni dicono la verità!
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 2
RICHARD GLOUCESTER
More wonderful, when angels are so angry. Vouchsafe, divine perfection of a woman, Of these supposèd crimes to give me leave By circumstance but to acquit myself.
75
LADY ANNE
Vouchsafe, diffused infection of a man, Of these known evils but to give me leave By circumstance t’accuse thy cursèd self. 18
80
RICHARD GLOUCESTER
Fairer than tongue can name thee, let me have Some patient leisure to excuse myself. LADY ANNE
Fouler than heart can think thee, thou canst make No excuse current but to hang thyself. RICHARD GLOUCESTER
By such despair I should accuse myself.
85
LADY ANNE
And by despairing shalt thou stand excused, For doing worthy vengeance on thyself That didst unworthy slaughter upon others. RICHARD GLOUCESTER
Say that I slew them not. Then say they were not slain. But dead they are — and, devilish slave, by thee.
LADY ANNE
90
RICHARD GLOUCESTER
I did not kill your husband. Why, then he is alive.
LADY ANNE
RICHARD GLOUCESTER
Nay, he is dead, and slain by Edward’s hand. LADY ANNE
In thy foul throat thou liest. Queen Margaret saw Thy murd’rous falchion smoking in his blood, The which thou once didst bend against her breast, But that thy brothers beat aside the point.
95
80. T’accuse: emend. moderno; in Q e F to curse = “maledire”. 826
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 2
RICCARDO GLOUCESTER
Più prodigioso ancora, quando gli angeli sono tanto in collera. Concedetemi, divina perfezione di una donna, di scagionare punto per punto la mia persona dall’accusa di questi presunti misfatti. LADY ANNA
Concedimi, contagiosa infezione di un uomo, di imputare punto per punto alla tua maledetta persona questi conclamati delitti. RICCARDO GLOUCESTER
Bella oltre ogni dire, accordatemi un attimo di requie per giustificarmi. LADY ANNA
Mostro oltre ogni immaginazione, impiccarti è l’unica tua possibile giustificazione. RICCARDO GLOUCESTER
Un’azione così disperata equivarrebbe ad accusare la mia persona. LADY ANNA
E la disperazione ti varrà da giustificazione, per la giusta vendetta contro la tua persona, tu che altri hai ingiustamente sterminato. RICCARDO GLOUCESTER
Se dicessi che non li ho ammazzati io? LADY ANNA
Allora di’ che non sono stati ammazzati: ma morti sono – e sei stato tu, creatura del demonio. RICCARDO GLOUCESTER
Io non ho ammazzato vostro marito. LADY ANNA
Allora è vivo. RICCARDO GLOUCESTER
No, è morto, ammazzato da Edoardo. LADY ANNA
Menti spudoratamente: la regina Margherita ha visto la tua spada assassina fumare del suo sangue, quella stessa che le avresti piantato nel petto, se i tuoi fratelli non ne avessero deviato il colpo30.
827
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 2
RICHARD GLOUCESTER
I was provokèd by her sland’rous tongue, That laid their guilt upon my guiltless shoulders. LADY ANNE
Thou wast provokèd by thy bloody mind. That never dream’st on aught but butcheries. Didst thou not kill this king? RICHARD GLOUCESTER I grant ye.
100
LADY ANNE
Dost grant me, hedgehog? Then God grant me, too, Thou mayst be damnèd for that wicked deed. O he was gentle, mild, and virtuous. RICHARD GLOUCESTER
The better for the King of Heaven that hath him.
105
LADY ANNE
He is in heaven, where thou shalt never come. RICHARD GLOUCESTER
Let him thank me that holp to send him thither, For he was fitter for that place than earth. LADY ANNE
And thou unfit for any place but hell. RICHARD GLOUCESTER
Yes, one place else, if you will hear me name it.
110
LADY ANNE
Some dungeon. RICHARD GLOUCESTER Your bedchamber. LADY ANNE
Ill rest betide the chamber where thou liest. RICHARD GLOUCESTER
So will it, madam, till I lie with you. LADY ANNE
I hope so. RICHARD GLOUCESTER I know so. But gentle Lady Anne,
To leave this keen encounter of our wits And fall something into a slower method, Is not the causer of the timeless deaths
115
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 2
RICCARDO GLOUCESTER
Ero stato provocato dalle calunnie della sua linguaccia, che addossava le loro colpe alle mie spalle innocenti. LADY ANNA
Eri stato provocato dalla tua mente sanguinaria, che non sogna altro che carneficine. Non l’hai forse ucciso tu questo re? RICCARDO GLOUCESTER
Ve lo concedo, sì. LADY ANNA
Me lo concedi, istrice!31 Dio allora mi conceda che tu sia dannato per quest’infamia. Oh, lui era gentile, mite e virtuoso. RICCARDO GLOUCESTER
Tanto meglio per il re del Cielo che se lo è preso. LADY ANNA
Lui è in Cielo, dove tu non arriverai mai. RICCARDO GLOUCESTER
E che allora ringrazi me, che ce l’ho mandato, perché sta meglio lì che sulla terra. LADY ANNA
E tu stai bene in un posto solo: l’inferno. RICCARDO GLOUCESTER
Ma no che c’è un altro posto, se me lo lasciate dire. LADY ANNA
La galera. RICCARDO GLOUCESTER
La vostra camera da letto. LADY ANNA
Che non conosca mai il riposo la camera dove dormi tu. RICCARDO GLOUCESTER
E così sarà, signora, fino a che non vi dormirò32 con voi. LADY ANNA
Lo spero. RICCARDO GLOUCESTER
Lo so. Ma, dolce lady Anna, se ponessimo fine a questa arguta schermaglia e passassimo a modi più pacati? Non è forse chi fu
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 2
Of these Plantagenets, Henry and Edward, As blameful as the executioner? LADY ANNE
Thou wast the cause of that accursed effect19
120
RICHARD GLOUCESTER
Your beauty was the cause of that effect — Your beauty that did haunt me in my sleep To undertake the death of all the world So I might live one hour in your sweet bosom. LADY ANNE
If I thought that, I tell thee, homicide, These nails should rend that beauty from my cheeks.
125
RICHARD GLOUCESTER
These eyes could not endure sweet beauty’s wreck. You should not blemish it if I stood by. As all the world is cheerèd by the sun, So I by that: it is my day, my life.
130
LADY ANNE
Black night o’ershade thy day, and death thy life. RICHARD GLOUCESTER
Curse not thyself, fair creature: thou art both. LADY ANNE
I would I were, to be revenged on thee. RICHARD GLOUCESTER
It is a quarrel most unnatural, To be revenged on him that loveth you.
135
LADY ANNE
It is a quarrel just and reasonable, To be revenged on him that killed my husband. RICHARD GLOUCESTER
He that bereft thee, lady, of thy husband, Did it to help thee to a better husband. LADY ANNE
His better doth not breathe upon the earth.
140
120. Of that accursed effect: emend. moderno; in Q e F and most accurst effect = “e il maledettissimo effetto”. 830
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 2
causa della prematura morte di questi Plantageneti, Enrico ed Edoardo, da biasimare insieme a chi l’ha messa in atto? LADY ANNA
Fosti tu la causa di quel maledetto gesto. RICCARDO GLOUCESTER
Fu la vostra bellezza – la vostra bellezza, che mi tormentava nel sonno spingendomi a voler morto il mondo intero, pur di passare un’ora della mia vita sul vostro dolce seno. LADY ANNA
Se io ci credessi, ti assicuro, assassino, che mi strapperei via la bellezza dalle guance con queste stesse unghie. RICCARDO GLOUCESTER
Questi occhi non potrebbero sopportare un tale scempio di soave bellezza. Con me a fianco non osereste toccarla. Mi allieta come il sole allieta il mondo: è la luce del mio giorno, la mia vita. LADY ANNA
Che la nera notte oscuri la luce del tuo giorno, così come la morte la tua vita. RICCARDO GLOUCESTER
Non maledire te stessa, bella creatura; tu sei entrambe. LADY ANNA
Vorrei esserlo, per vendicarmi di te. RICCARDO GLOUCESTER
È una ben innaturale rivalsa, quella che porta a vendicarsi di chi ti ama. LADY ANNA
È una rivalsa giusta e ragionevole, vendicarsi di chi mi ha ucciso lo sposo. RICCARDO GLOUCESTER
Chi ti ha privato dello sposo, signora, lo ha fatto per offrirti uno sposo migliore. LADY ANNA
Sulla terra non ce n’è uno migliore.
831
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 2
RICHARD GLOUCESTER
He lives that loves thee better than he could. LADY ANNE
Name him. RICHARD GLOUCESTER Plantagenet.
Why, that was he.
LADY ANNE RICHARD GLOUCESTER
The selfsame name, but one of better nature. LADY ANNE
Where is he? RICHARD GLOUCESTER Here.
She spits at him Why dost thou spit at me? LADY ANNE
Would it were mortal poison for thy sake.
145
RICHARD GLOUCESTER
Never came poison from so sweet a place. LADY ANNE
Never hung poison on a fouler toad. Out of my sight! Thou dost infect mine eyes. RICHARD GLOUCESTER
Thine eyes, sweet lady, have infected mine. LADY ANNE
Would they were basilisks to strike thee dead.
150
RICHARD GLOUCESTER
I would they were, that I might die at once, For now they kill me with a living death. Those eyes of thine from mine have drawn salt tears, Shamed their aspects with store of childish drops.20 I never sued to friend nor enemy; My tongue could never learn sweet smoothing word; But now thy beauty is proposed my fee, My proud heart sues and prompts my tongue to speak.
155
She looks scornfully at him 154. Drops.: così in Q; F aggiunge qui 12 versi (v. Aggiunte al testo A). 832
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 2
RICCARDO GLOUCESTER
Uno c’è, vivo, il cui amore è migliore del suo. LADY ANNA
Dimmi il nome. RICCARDO GLOUCESTER
Plantageneto33. LADY ANNA
Appunto, era lui. RICCARDO GLOUCESTER
Uno con lo stesso nome, ma di tempra migliore. LADY ANNA
Dov’è? RICCARDO GLOUCESTER
Qui. Lei gli sputa Perché mi sputi? LADY ANNA
Per te vorrei che fosse veleno mortale. RICCARDO GLOUCESTER
Mai veleno venne da più dolce fonte. LADY ANNA
Mai veleno si posò su un rospo più schifoso34. Sparisci alla mia vista! Mi infetti gli occhi. RICCARDO GLOUCESTER
Sono i tuoi occhi, dolce signora, ad avere infettato i miei. LADY ANNA
Se solo fossero basilischi, da lasciarti stecchito35. RICCARDO GLOUCESTER
Vorrei lo fossero, per morire sul colpo; perché ora mi uccidono tenendomi in vita. Quei tuoi occhi hanno fatto versare ai miei lacrime amare, ne hanno mortificato l’aspetto con dovizia di stille infantili. Mai ho implorato amici o nemici; mai la mia lingua ha recitato dolci parole suadenti; ma ora che mi si propone in cambio la tua bellezza, il mio cuore orgoglioso implora e spinge la mia lingua a parlare. Lei lo guarda con disprezzo 833
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 2
Teach not thy lip such scorn, for it was made For kissing, lady, not for such contempt. If thy revengeful heart cannot forgive,
160
[He kneels and offers her his sword] Lo, here I lend thee this sharp-pointed sword, Which if thou please to hide in this true breast And let the soul forth that adoreth thee, I lay it naked to the deadly stroke And humbly beg the death upon my knee.
165
He lays his breast open; she offers at it with his sword Nay, do not pause, for I did kill King Henry; But ’twas thy beauty that provokèd me. Nay, now dispatch: ’twas I that stabbed young Edward; But ’twas thy heavenly face that set me on.
170
She drops the sword Take up the sword again, or take up me. LADY ANNE
Arise, dissembler. [He rises]21 Though I wish thy death, I will not be thy executioner. RICHARD GLOUCESTER
Then bid me kill myself, and I will do it. LADY ANNE
I have already. RICHARD GLOUCESTER That was in thy rage.
175
Speak it again, and even with the word This hand — which for thy love did kill thy love — Shall, for thy love, kill a far truer love. To both their deaths shalt thou be accessary. LADY ANNE I would I knew thy heart.
180
172. He rises: emend. moderno (a fine verso); manca in Q e F. 834
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 2
Non insegnare il disprezzo alle tue labbra, che son fatte per baciare, signora, e non per questo biasimo. Se il tuo cuore assetato di vendetta non riesce a perdonare, [Si inginocchia e le offre la sua spada] ecco, ti presto questa spada affilata. Se è tuo desiderio farla sparire in questo petto sincero, e farne uscire l’animo che ti adora, io lo espongo nudo al colpo fatale, e umilmente invoco la morte, in ginocchio. Si scopre il petto; lei gli punta contro la spada No, non fermarti, io ho davvero ucciso re Enrico; ma è stata la tua bellezza a provocarmi. No, affonda il colpo: sono stato io a trafiggere il giovane Edoardo; ma è stato il tuo viso angelico a spingermi. Lei lascia cadere la spada Riprendi la spada, o prendi me. LADY ANNA
Alzati, simulatore. [Lui si alza] Anche se ti vorrei morto, non sarò la tua carnefice. RICCARDO GLOUCESTER
Allora ordinami di uccidermi, e lo farò. LADY ANNA
L’ho già fatto. RICCARDO GLOUCESTER
Ma allora eri in preda all’ira: dillo di nuovo, e non appena pronuncerai la frase, questa mano, che per amor tuo uccise il tuo amore, per amor tuo ucciderà un amore ben più grande. Di ambedue le morti sarai complice. LADY ANNA
Vorrei conoscere il tuo cuore.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 2
RICHARD GLOUCESTER ’Tis figured in my tongue. LADY ANNE I fear me both are false. RICHARD GLOUCESTER Then never man was true. LADY ANNE Well, well, put up your sword. RICHARD GLOUCESTER Say then my peace is made.
185
LADY ANNE That shalt thou know hereafter. RICHARD GLOUCESTER But shall I live in hope? LADY ANNE All men, I hope, live so. RICHARD GLOUCESTER Vouchsafe to wear this ring. LADY ANNE To take is not to give.22
190
RICHARD GLOUCESTER
Look how my ring encompasseth thy finger; Even so thy breast encloseth my poor heart. Wear both of them, for both of them are thine. And if thy poor devoted servant may But beg one favour at thy gracious hand, Thou dost confirm his happiness for ever. LADY ANNE What is it?
195
RICHARD GLOUCESTER
That it may please you leave these sad designs To him that hath most cause to be a mourner, And presently repair to Crosby House,23 Where — after I have solemnly interred At Chertsey monast’ry this noble king, And wet his grave with my repentant tears — I will with all expedient duty see you. For divers unknown reasons, I beseech you Grant me this boon.
200
205
LADY ANNE
With all my heart — and much it joys me, too, To see you are become so penitent. Tressell and Berkeley, go along with me.
190. LADY ANNE … give: così in Q; manca in F. 200. House: così in F; in Q place. 836
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 2
RICCARDO GLOUCESTER
La sua immagine è sulla mia lingua. LADY ANNA
Temo la falsità di entrambe. RICCARDO GLOUCESTER
Allora mai uomo è stato sincero. LADY ANNA
Va bene, mettete via la spada. RICCARDO GLOUCESTER
Allora di’ che pace è fatta. LADY ANNA
Lo saprai poi. RICCARDO GLOUCESTER
Ma posso vivere e sperare? LADY ANNA
Come fanno tutti, spero. RICCARDO GLOUCESTER
Degnati di portare questo anello. LADY ANNA
Prendere non significa dare36. RICCARDO GLOUCESTER
Guarda come il mio anello stringe il tuo dito; così il tuo seno cinge il mio povero cuore. Porta entrambi, perché entrambi sono tuoi. E se questo tuo povero, devoto servitore può mendicare un solo favore dalla tua graziosa mano, lo renderai per sempre felice. LADY ANNA
Di che si tratta? RICCARDO GLOUCESTER
Che voi acconsentiate a lasciare queste tristi incombenze a colui che ha più motivo di dolersi, e ripariate subito a Crosby House37, dove io – una volta provveduto alle solenni esequie di questo nobile re nel monastero di Chertsey, e cosparsa la sua tomba delle mie penitenti lacrime – vi verrò sollecito a trovare. Per diverse ragioni che non posso spiegarvi vi prego di accordarmi questo favore. LADY ANNA
Con tutto il cuore – ed è per me pure motivo di gioia vedervi così contrito. Tressel e Berkeley, venite con me. 837
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 2
RICHARD GLOUCESTER
Bid me farewell. ’Tis more than you deserve. But since you teach me how to flatter you, Imagine I have said farewell already.
LADY ANNE
210
Exeunt two with Anne RICHARD GLOUCESTER
Sirs, take up the corpse.24 GENTLEMAN Towards Chertsey, noble lord? RICHARD GLOUCESTER
No, to Blackfriars; there attend my coming.25 Exeunt with corpse all but Gloucester Was ever woman in this humour wooed? Was ever woman in this humour won? I’ll have her, but I will not keep her long. What, I that killed her husband and his father, To take her in her heart’s extremest hate, With curses in her mouth, tears in her eyes, The bleeding witness of my hatred by, 26 Having God, her conscience, and these bars against me, And I no friends to back my suit withal But the plain devil and dissembling looks — And yet to win her, all the world to nothing? Ha! Hath she forgot already that brave prince, Edward her lord, whom I some three months since Stabbed in my angry mood at Tewkesbury? A sweeter and a lovelier gentleman, Framed in the prodigality of nature, Young, valiant, wise, and no doubt right royal, The spacious world cannot again afford — And will she yet abase her eyes on me, That cropped the golden prime of this sweet prince
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220
225
230
213. RICHARD … corpse: così in Q; manca in F. 214. Blackfriars: emend. Taylor; in Q e F white Friers. Le fonti di Shakespeare sono concordi nell’indicare Blackfriars. 221. My: così in F; in Q her = “suo”. 838
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 2
RICCARDO GLOUCESTER
Lasciatemi un saluto. LADY ANNA
È più di quanto vi meritiate. Ma poiché mi insegnate a lusingarvi, fate conto che vi abbia salutato. Escono i due con Anna RICCARDO GLOUCESTER
Signori, tirate su il feretro. GENTILUOMO
Verso Chertsey, mio nobile signore? RICCARDO GLOUCESTER
No, a Blackfriars; e aspettate lì il mio arrivo. Escono tutti con il feretro tranne Gloucester Si è mai visto corteggiare una donna in questo stato? Si è mai visto conquistare una donna in questo stato? Sarà mia, ma non me la terrò a lungo. Ma come, io che le ho ucciso il marito e suo padre: sedurla così, con il cuore stracolmo d’odio, la bocca piena di maledizioni, le lacrime agli occhi, di fronte al testimone sanguinante del mio odio, con Dio, la sua coscienza e tutti questi impedimenti contro di me, e io senza nessun alleato, se non il demonio a viso scoperto e la maschera della dissimulazione – e ciononostante conquistarla, contro ogni aspettativa? Ah! Ha già scordato quel valoroso principe, Edoardo, il suo sposo, che io, in un impeto di collera, infi lzai un tre mesi orsono a Tewkesbury? Non ce n’è più un altro al mondo come lui, un gentiluomo così dolce e amabile, plasmato da una natura generosa, giovane, coraggioso, saggio, un re nato – e ciononostante lei abbassa lo sguardo su di me, che ho reciso l’aureo frutto di questo giovane principe,
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 3
And made her widow to a woeful bed? On me, whose all not equals Edward’s moiety? On me, that halts and am misshapen thus? My dukedom to a beggarly denier, I do mistake my person all this while. Upon my life she finds, although I cannot, Myself to be a marv’lous proper man. I’ll be at charges for a looking-glass And entertain a score or two of tailors To study fashions to adorn my body. Since I am crept in favour with myself, I will maintain it with some little cost. But first I’ll turn yon fellow in his grave, And then return lamenting to my love. Shine out, fair sun, till I have bought a glass, That I may see my shadow as I pass. 1.3
235
240
245
Exit
Enter Queen Elizabeth, Lord Rivers, [Marquis Dorset], and Lord Gray
RIVERS (to Elizabeth)
Have patience, madam. There’s no doubt his majesty Will soon recover his accustomed health. GRAY (to Elizabeth) In that you brook it ill, it makes him worse. Therefore, for God’s sake entertain good comfort, And cheer his grace with quick and merry eyes.
5
QUEEN ELIZABETH
If he were dead, what would betide on me? [RIVERS] 27
No other harm but loss of such a lord. QUEEN ELIZABETH
The loss of such a lord includes all harms.
7. RIVERS: così in Q; F attribuisce la battuta a Gray. 840
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
consegnandola vedova a un letto di dolore? Su di me, che intero non valgo la metà di Edoardo, su di me, zoppo e deforme? Il mio ducato contro un misero centesimo, scommetto che continuo a farmi torto! Giurerei che, se pur a me non riesce di farlo, lei mi trova di mirabile fattura. Mi comprerò uno specchio, e pagherò una dozzina o due di sarti che studino come agghindare la mia persona: giacché sono riuscito a guadagnarmi il favore di me stesso, lo manterrò, costi quel che costi. Ma prima voglio sistemare questo qui nella fossa e poi tornerò in gramaglie dalla mia bella. Finché non mi sarò comprato uno specchio, splendi, bel sole, che io possa contemplare la mia ombra quando passo. Esce I, 3
Entrano la regina Elisabetta, lord Rivers, [il marchese di Dorset] e lord Gray38
RIVERS (a Elisabetta)
Portate pazienza, signora. Senza dubbio sua maestà tornerà presto in salute. GRAY (a Elisabetta) Se la prendete male, lo fate star peggio; e allora, per amor di Dio, siate serena, e rincuorate sua grazia con uno sguardo vivace e allegro. REGINA ELISABETTA
Ma se morisse, che mi accadrebbe? [RIVERS]
Nulla di male. Lo perdereste e basta. REGINA ELISABETTA
Perderlo è la somma di tutti i mali.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 3
GRAY
The heavens have blessed you with a goodly son To be your comforter when he is gone.
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QUEEN ELIZABETH
Ah, he is young, and his minority Is put unto the trust of Richard Gloucester, A man that loves not me — nor none of you. RIVERS
Is it concluded he shall be Protector? QUEEN ELIZABETH
It is determined, not concluded yet; But so it must be, if the King miscarry.
15
Enter the Duke of Buckingham and Lord Stanley Earl of Derby GRAY
Here come the Lords of Buckingham and Derby. BUCKINGHAM (to Elizabeth)
Good time of day unto your royal grace. STANLEY (to Elizabeth) God make your majesty joyful, as you have been. QUEEN ELIZABETH
The Countess Richmond, good my lord of Derby, To your good prayer will scarcely say ‘Amen’. Yet, Derby — notwithstanding she’s your wife, And loves not me — be you, good lord, assured I hate not you for her proud arrogance.
20
STANLEY
I do beseech you, either not believe The envious slanders of her false accusers Or, if she be accused on true report, Bear with her weakness, which I think proceeds From wayward sickness, and no grounded malice.
25
[RIVERS]28
Saw you the King today, my lord of Derby?
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30. RIVERS: così in Q; F attribuisce la battuta alla regina. 842
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
GRAY
Il cielo vi ha dato la benedizione di un bel figliolo che vi sarà di conforto quando lui se ne sarà andato. REGINA ELISABETTA
Ah, è un fanciullo, ed essendo così giovane è sotto la tutela di Riccardo di Gloucester, un uomo che non mi ama – e che non ama nessuno di voi. RIVERS
È ufficiale che diverrà lord Protettore? REGINA ELISABETTA
È deciso, non ancora ufficiale. Ma lo sarà, se il re viene a mancare. Entrano il duca di Buckingham e lord Stanley conte di Derby GRAY
Ecco che arrivano i signori di Buckingham e Derby. BUCKINGHAM (a Elisabetta) Buon giorno a vostra grazia regale. STANLEY
Che Dio restituisca la gioia a vostra maestà. REGINA ELISABETTA
La contessa di Richmond39, mio caro signore di Derby, non direbbe “Amen” alla vostra buona preghiera. Eppure, Derby – benché lei sia vostra moglie e non mi serbi affetto – potete star certo che la sua orgogliosa arroganza non mi fa vostra nemica. STANLEY
Vi prego di non credere alle maliziose calunnie di chi falsamente l’accusa o, se c’è del vero nelle accuse, di tollerare la sua debolezza, che credo derivi da un persistente malessere e non da un radicato malanimo. [RIVERS]
Oggi avete visto il re, lord Derby?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 3
STANLEY
But now the Duke of Buckingham and I Are come from visiting his majesty. QUEEN ELIZABETH
With likelihood of his amendment, lords? BUCKINGHAM
Madam, good hope: his grace speaks cheerfully. QUEEN ELIZABETH
God grant him health. Did you confer with him?
35
BUCKINGHAM
Ay, madam. He desires to make atonement Between the Duke of Gloucester and your brothers, And between them and my Lord Chamberlain, And sent to warn them to his royal presence. QUEEN ELIZABETH
Would all were well! But that will never be. I fear our happiness is at the height.
40
Enter Richard Duke of Gloucester and Lord Hastings RICHARD GLOUCESTER
They do me wrong, and I will not endure it. Who are they that complain unto the King29 That I forsooth am stern and love them not? By holy Paul, they love his grace but lightly That fill his ears with such dissentious rumours. Because I cannot flatter and look fair, Smile in men’s faces, smooth, deceive, and cog, Duck with French nods and apish courtesy, I must be held a rancorous enemy. Cannot a plain man live and think no harm, But thus his simple truth must be abused With silken, sly, insinuating jacks?
45
50
43. Are they: così in Q; in F is it = “è”. complain: così in Q; in F complains = “si lagna”. 844
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
STANLEY
Veniamo giusto ora, il duca di Buckingham e io, dall’aver fatto visita a sua maestà. REGINA ELISABETTA
Segni di ripresa, miei signori? BUCKINGHAM
Buone speranze, signora: sua grazia è di buon umore. REGINA ELISABETTA
Dio gli conceda la salute. Gli avete parlato? BUCKINGHAM
Sì, signora. Desidera promuovere la riconciliazione fra il duca di Gloucester e i vostri fratelli40, e fra loro e il lord Ciambellano; e li ha convocati alla sua regale presenza. REGINA ELISABETTA
Se solo tutto si sistemasse! Ma non succederà mai. Temo che la felicità sia ormai alle nostre spalle. Entrano Riccardo duca di Gloucester e lord Hastings RICCARDO GLOUCESTER
Mi fanno torto, e non posso permetterlo. Chi sono questi che si lagnano con il re perché io, diamine, sarei scontroso e non porterei loro affetto? Per san Paolo, quelli che gli riempiono le orecchie con queste voci sediziose non amano affatto sua maestà. Perché non son bravo ad adulare, e far buon viso, sorridere in faccia alla gente, essere accattivante, mistificatore e mieloso, far salamelecchi alla francese e scimmieschi convenevoli, mi tocca passare per nemico rancoroso. Ditemi se un uomo onesto non può viversene tranquillo senza far male a nessuno, ma deve vedere la sua schiettezza oltraggiata dalle insinuazioni, allusioni e blandizie di qualche villano?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 3
[RIVERS]30
To whom in all this presence speaks your grace? RICHARD GLOUCESTER
To thee, that hast nor honesty nor grace. When have I injured thee? When done thee wrong? Or thee? Or thee? Or any of your faction? A plague upon you all! His royal grace — 31 Whom God preserve better than you would wish — Cannot be quiet scarce a breathing while But you must trouble him with lewd complaints.
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QUEEN ELIZABETH
Brother of Gloucester, you mistake the matter. The King — on his own royal disposition, And not provoked by any suitor else — Aiming belike at your interior hatred, That in your outward action shows itself Against my children, brothers, and myself, Makes him to send, that he may learn the ground Of your ill will, and thereby to remove it.
65
RICHARD GLOUCESTER
I cannot tell. The world is grown so bad That wrens make prey where eagles dare not perch. Since every jack became a gentleman, There’s many a gentle person made a jack.
70
QUEEN ELIZABETH
Come, come, we know your meaning, brother Gloucester. You envy my advancement, and my friends’. God grant we never may have need of you.
75
RICHARD GLOUCESTER
Meantime, God grants that I have need of you. Our brother is imprisoned by your means, Myself disgraced, and the nobility Held in contempt, while great promotions
80
54. RIVERS: così in Q; F attribuisce la battuta a Gray. 58. Grace: così in F; in Q person = “persona”. 846
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
[RIVERS]
A chi dei presenti si riferisce vostra grazia? RICCARDO GLOUCESTER
A te, cui difettano sia l’onestà che la grazia. Quando mai ti ho offeso? Quando mai ti ho fatto torto? Oppure a te? O a te? O a uno qualsiasi della vostra cricca? La peste vi colga tutti quanti! Sua grazia – Dio lo conservi più di quanto vi augurate voi – non ha neanche un momento per tirar su il fiato in pace senza che voi lo tormentiate con le vostre sconce lamentele. REGINA ELISABETTA
Fratello Gloucester, voi fraintendete. È il re che – di sua regale iniziativa, e senza essere istigato da nessuno – indovinando, forse, l’intimo odio che si manifesta nelle vostre azioni pubbliche contro i miei figli, i miei fratelli e me stessa, vi convoca per conoscere l’origine del vostro malanimo e quindi rimuoverlo. RICCARDO GLOUCESTER
Non so che dire. Il mondo è caduto così in basso che gli scriccioli vanno a caccia là dove non osano appollaiarsi le aquile. Da che i villani son diventati gentiluomini41, molti gentiluomini sono svillaneggiati. REGINA ELISABETTA
Andiamo, andiamo, sappiamo cosa volete dire, fratello Gloucester. Siete invidioso della mia posizione, e di quella dei miei amici. Dio non voglia che abbiamo mai bisogno di voi. RICCARDO GLOUCESTER
E intanto, Dio vuole che io abbia bisogno di voi. Nostro fratello è prigioniero per causa vostra, io stesso sono in disgrazia, e la nobiltà disprezzata, mentre ogni giorno si distribuiscono privilegi per
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 3
Are daily given to ennoble those That scarce some two days since were worth a noble. QUEEN ELIZABETH
By him that raised me to this care-full height From that contented hap which I enjoyed, I never did incense his majesty Against the Duke of Clarence, but have been An earnest advocate to plead for him. My lord, you do me shameful injury Falsely to draw me in these vile suspects.
85
RICHARD GLOUCESTER
You may deny that you were not the mean Of my Lord Hastings’ late imprisonment. RIVERS She may, my lord, for —
90
RICHARD GLOUCESTER
She may, Lord Rivers; why, who knows not so? She may do more, sir, than denying that. She may help you to many fair preferments, And then deny her aiding hand therein, And lay those honours on your high desert.32 What may she not? She may — ay, marry, may she. RIVERS What ‘marry, may she’?
95
RICHARD GLOUCESTER
What marry, may she? Marry with a king: A bachelor, and a handsome stripling, too. Iwis your grandam had a worser match.
100
QUEEN ELIZABETH
My lord of Gloucester, I have too long borne Your blunt upbraidings and your bitter scoffs. By heaven, I will acquaint his majesty Of those gross taunts that oft I have endured. I had rather be a country servant-maid Than a great queen, with this condition: To be so baited, scorned, and stormed at.
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98. Ay: così in F; in Q yea (stesso significato). 848
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
dar valore nobiliare a chi fi no all’altro giorno non valeva quattro soldi42. REGINA ELISABETTA
In nome di colui che mi ha elevato a questi affanni sottraendomi alla sorte di cui appagata godevo, giuro che non ho mai aizzato sua maestà contro il duca di Clarence, anzi l’ho calorosamente patrocinato e difeso. Mio signore, mi offendete in maniera vergognosa quando attirate falsamente su di me questi infami sospetti. RICCARDO GLOUCESTER
Potete forse negare di essere stata la causa della recente prigionia di lord Hastings? RIVERS
Può, mio signore, perché… RICCARDO GLOUCESTER
Può, lord Rivers; e chi non lo sa? Può, mio signore, far più che negarlo: può servirvi dei bei privilegi, e poi negare che sia stata la sua mano a farlo, e attribuire quegli onori ai vostri alti meriti. C’è qualcosa che non può fare? Può – ma… sì che può, certo43. RIVERS
Cosa? “ma… sì che può”? RICCARDO GLOUCESTER
Cosa ma…? Maritare! Maritare un re: scapolo, e anche un bell’uomo. A vostra nonna è certamente capitato un partito peggiore. REGINA ELISABETTA
Signore di Gloucester, ho sopportato fin troppo le vostre grossolane rampogne e i vostri pungenti dileggi. Il cielo mi è testimone, metterò a parte sua maestà delle rozze offese che ho tante volte patito. Preferirei essere una servetta di campagna piuttosto che una grande regina in questo stato: così punzecchiata, disprezzata, angariata.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 3
Enter old Queen Margaret, unseen behind them Small joy have I in being England’s queen.
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QUEEN MARGARET (aside)
And lessened be that small, God I beseech him. Thy honour, state, and seat is due to me. RICHARD GLOUCESTER (to Elizabeth) What? Threat you me with telling of the King? Tell him, and spare not. Look what I have said,33 I will avouch’t in presence of the King. I dare adventure to be sent to th’ Tower. ’Tis time to speak; my pains are quite forgot. QUEEN MARGARET (aside) Out, devil! I remember them too well. Thou killed’st my husband Henry in the Tower, And Edward, my poor son, at Tewkesbury. RICHARD GLOUCESTER (to Elizabeth) Ere you were queen — ay, or your husband king — I was a packhorse in his great affairs, A weeder-out of his proud adversaries, A liberal rewarder of his friends. To royalize his blood, I spent mine own. QUEEN MARGARET (aside) Ay, and much better blood than his or thine. RICHARD GLOUCESTER (to Elizabeth) In all which time you and your husband Gray Were factious for the house of Lancaster; And Rivers, so were you. — Was not your husband In Margaret’s battle at Saint Albans slain? Let me put in your minds, if you forget, What you have been ere this, and what you are; Withal, what I have been, and what I am. QUEEN MARGARET (aside) A murd’rous villain, and so still thou art.
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114. Tell … said,: così in Q; manca in F. 850
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
Non vista, entra dietro di loro la regina Margherita44 Ben poco diletto mi dà l’essere regina d’Inghilterra. REGINA MARGHERITA (a parte)
E prego Iddio che quel poco diventi ancora meno. I tuoi onori, il tuo rango, il tuo trono spettano a me. RICCARDO GLOUCESTER (a Elisabetta) Come sarebbe? Minacciate di dirlo al re? Fatelo, e non risparmiatevi. Tutto quello che ho detto, lo ripeterò alla presenza del re. Non m’importa di essere spedito alla Torre. È ora di parlare; si sono scordati di tutta la pena che mi sono dato. REGINA MARGHERITA (a parte) Sparisci, demonio! Io la ricordo fin troppo bene. Ammazzasti Enrico, mio marito, nella Torre, ed Edoardo, il mio povero figliolo, a Tewkesbury. RICCARDO GLOUCESTER (a Elisabetta) Prima che voi diventaste regina – sì, o vostro marito re – io ero la sua bestia da soma per i lavori pesanti; l’erpice che estirpava i suoi fieri avversari, quello che dispensava generose ricompense ai suoi amici. Per far sì che il suo sangue diventasse regale ho versato il mio. REGINA MARGHERITA (a parte) Sì, e sangue molto migliore del suo, o del tuo. RICCARDO GLOUCESTER
E in tutto questo tempo, voi e vostro marito Gray stavate coi Lancaster; e anche voi, Rivers. Vostro marito non fu forse ucciso a Saint Albans, nell’esercito di Margherita?45 Lasciate che vi rammenti, nel caso ve lo siate dimenticato, quel che eravate un tempo e quel che siete ora; e quello che ero io, e quel che sono. REGINA MARGHERITA (a parte) Un vile assassino, e ancora lo sei.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 3
RICHARD GLOUCESTER
Poor Clarence did forsake his father Warwick — Ay, and forswore himself, which Jesu pardon — QUEEN MARGARET (aside) Which God revenge!
135
RICHARD GLOUCESTER
To fight on Edward’s party for the crown, And for his meed, poor lord, he is mewed up. I would to God my heart were flint like Edward’s, Or Edward’s soft and pitiful like mine. I am too childish-foolish for this world. QUEEN MARGARET (aside) Hie thee to hell for shame, and leave this world, Thou cacodemon; there thy kingdom is.
140
RIVERS
My lord of Gloucester, in those busy days Which here you urge to prove us enemies, We followed then our lord, our sovereign king. So should we you, if you should be our king.
145
RICHARD GLOUCESTER
If I should be? I had rather be a pedlar. Far be it from my heart, the thought thereof.
150
QUEEN ELIZABETH
As little joy, my lord, as you suppose You should enjoy, were you this country’s king, As little joy may you suppose in me, That I enjoy being the queen thereof. QUEEN MARGARET (aside) Ah, little joy enjoys the queen thereof, 34 For I am she, and altogether joyless. I can no longer hold me patient.
155
She comes forward Hear me, you wrangling pirates, that fall out In sharing that which you have pilled from me. Which of you trembles not that looks on me?
160
155. Ah, little: emend. Taylor; in Q e F A little = “un po’”. 852
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
RICCARDO GLOUCESTER
Il povero Clarence disertò il suocero Warwick46 – sì, e venne meno al suo giuramento, che Gesù lo perdoni… REGINA MARGHERITA (a parte) E Dio gliela faccia pagare! RICCARDO GLOUCESTER
per battersi per la corona nelle fi le di Edoardo. E come ricompensa, poveretto, si trova chiuso in gabbia. Perdio, vorrei avere un cuore di pietra, come quello di Edoardo, o che quello di Edoardo fosse tenero e pietoso come il mio. Sono troppo ingenuo per questo mondo, come un bambino. REGINA MARGHERITA (a parte) Lascialo questo mondo, cacodemone47, e corri a nascondere la tua vergogna all’inferno; è quello il tuo regno. RIVERS
Mio signore di Gloucester, in quei giorni d’affanno che rievocate per dimostrare che siamo nemici, noi seguivamo il nostro signore, il nostro re e sovrano. Faremmo altrettanto con voi, doveste voi essere il nostro re. RICCARDO GLOUCESTER
Io re? Preferirei essere un pezzente! Via dal mio cuore un simile pensiero. REGINA ELISABETTA
Mio signore, la poca gioia che supponete vi darebbe l’esser re di questo paese, è la stessa che, credetemi, dà a me l’esserne regina. REGINA MARGHERITA (a parte) Ah, poca gioia ha la regina, perché la regina sono io, e di gioia non ne ho affatto. Basta, non posso più star zitta. Si fa avanti Ascoltatemi, rissosi fi libustieri che vi litigate il bottino che mi avete estorto. Chi di voi non rabbrividisce a vedermi? Se non vi inchinate
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 3
If not that I am Queen, you bow like subjects; Yet that by you deposed, you quake like rebels. (To Richard) Ah, gentle villain, do not turn away. RICHARD GLOUCESTER
Foul wrinkled witch, what mak’st thou in my sight? QUEEN MARGARET
But repetition of what thou hast marred: That will I make before I let thee go.35 A husband and a son thou ow’st to me, (To Elizabeth) And thou a kingdom; (to the rest) all of you allegiance. This sorrow that I have by right is yours, And all the pleasures you usurp are mine.
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RICHARD GLOUCESTER
The curse my noble father laid on thee — When thou didst crown his warlike brows with paper, And with thy scorns drew’st rivers from his eyes, And then, to dry them, gav’st the duke a clout Steeped in the faultless blood of pretty Rutland — His curses then, from bitterness of soul Denounced against thee, are all fall’n upon thee, And God, not we, hath plagued thy bloody deed. QUEEN ELIZABETH (to Margaret) So just is God to right the innocent. LORD HASTINGS (to Margaret) O ’twas the foulest deed to slay that babe, And the most merciless that e’er was heard of. RIVERS (to Margaret) Tyrants themselves wept when it was reported. DORSET (to Margaret) No man but prophesied revenge for it. BUCKINGHAM (to Margaret) Northumberland, then present, wept to see it.
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166. Go: così in Q; F aggiunge qui 3 versi (v. Aggiunte al testo B). 854
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
da sudditi di fronte alla vostra sovrana, tremate da ribelli innanzi a colei che avete deposto. Ah nobile canaglia, non girarti dall’altra parte. RICCARDO GLOUCESTER
Brutta strega avvizzita, che ci fai di fronte a me? REGINA MARGHERITA
Non faccio che elencare ciò che hai distrutto: questo farò, prima di lasciarti andare. Mi devi un marito e un figlio; (a Elisabetta) e tu un regno; (agli altri) e tutti voi obbedienza. La pena che porto è vostra di diritto, e tutti i piaceri che usurpate spettano a me. RICCARDO GLOUCESTER
La maledizione che il mio nobile padre scagliò su di te – quando gli cingesti la fiera fronte con una corona di carta e con il tuo scherno gli spillasti fiumi dagli occhi e poi, per asciugarli, porgesti al duca una pezza zuppa del sangue innocente del piccolo Rutland48 – le maledizioni che il suo animo ferito pronunciò contro di te ti sono tutte piombate addosso e Dio, non noi, ha castigato il tuo sanguinoso misfatto. REGINA ELISABETTA (a Margherita) Dio è giusto nel vendicare gli innocenti. LORD HASTINGS (a Margherita) Oh, fu un atto infame uccidere quel bambino, di una spietatezza inaudita. RIVERS (a Margherita) Anche i tiranni piansero a sentirlo raccontare. DORSET (a Margherita) Tutti ne vaticinarono la vendetta. BUCKINGHAM (a Margherita) Northumberland, che era lì, pianse a vederlo.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 3
QUEEN MARGARET
What? Were you snarling all before I came, Ready to catch each other by the throat, And turn you all your hatred now on me? Did York’s dread curse prevail so much with heaven That Henry’s death, my lovely Edward’s death, Their kingdom’s loss, my woeful banishment, Should all but answer for that peevish brat? Can curses pierce the clouds and enter heaven? Why then, give way, dull clouds, to my quick curses! Though not by war, by surfeit die your king, As ours by murder to make him a king. (To Elizabeth) Edward thy son, that now is Prince of Wales, For Edward my son, that was Prince of Wales,36 Die in his youth by like untimely violence. Thyself, a queen, for me that was a queen, Outlive thy glory like my wretched self. Long mayst thou live — to wail thy children’s death, And see another, as I see thee now, Decked in thy rights, as thou art ’stalled in mine. Long die thy happy days before thy death, And after many lengthened hours of grief Die, neither mother, wife, nor England’s queen. — Rivers and Dorset, you were standers-by, And so wast thou, Lord Hastings, when my son Was stabbed with bloody daggers. God I pray him, That none of you may live his natural age, But by some unlocked accident cut off.
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RICHARD GLOUCESTER
Have done thy charm, thou hateful, withered hag. QUEEN MARGARET
And leave out thee? Stay, dog, for thou shalt hear me. If heaven have any grievous plague in store Exceeding those that I can wish upon thee,
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197. My: così in Q; in F our = “nostro”. 856
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
REGINA MARGHERITA
Ma come? Ringhiavate tutti prima del mio arrivo, pronti a saltarvi alla gola, e ora riversate tutti il vostro odio su di me? Il cielo ha dato così ascolto alla tremenda maledizione di York che la morte di Enrico, quella del mio amato Edoardo, la perdita del loro regno, il mio doloroso esilio non bastano a ripagare quello stizzoso marmocchio? Possono dunque le maledizioni trapassare le nubi e arrivare fino al cielo? Allora, bigie nuvole, fate largo alla folgore delle mie maledizioni! Se non dalla guerra, possa il vostro re essere ucciso dagli stravizi, come il nostro, per farlo re, fu ucciso da una mano assassina. (A Elisabetta) Tuo figlio Edoardo, principe di Galles, per il mio Edoardo, che fu principe di Galles – muoia giovane, precocemente stroncato dalla stessa violenza del mio. Tu, regina, per me che fui regina – possa tu, come me, misera sopravvivere alla tua gloria. Lunga vita a te – possa tu piangere la morte dei tuoi figli e vedere un’altra, come io ora vedo te, agghindata con ciò che è tuo di diritto, insediata al tuo posto come ora tu sei al mio. Possano i tuoi giorni felici finire ben prima della tua morte e dopo molte lunghe ore di sofferenza possa tu morire né madre, né moglie, né regina d’Inghilterra. – Rivers e Dorset, eravate lì, e anche tu, lord Hastings, quando mio figlio fu trafitto da lame sanguinarie49. Prego Iddio che per nessuno di voi la vita segua il suo corso naturale, ma venga stroncata da accidenti improvvisi 50. RICCARDO GLOUCESTER
Piantala col tuo maleficio, brutta strega avvizzita. REGINA MARGHERITA
E dovrei lasciare fuori te? Fermati, cane, mi dovrai ascoltare. Avesse il cielo in serbo piaghe più dolorose di quelle che posso augurarti,
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 3
O let them keep it till thy sins be ripe, And then hurl down their indignation On thee, the troubler of the poor world’s peace. The worm of conscience still begnaw thy soul. Thy friends suspect for traitors while thou liv’st, And take deep traitors for thy dearest friends. No sleep close up that deadly eye of thine, Unless it be while some tormenting dream Affrights thee with a hell of ugly devils. Thou elvish-marked, abortive, rooting hog, Thou that wast sealed in thy nativity The slave of nature and the son of hell, Thou slander of thy heavy mother’s womb, Thou loathèd issue of thy father’s loins, Thou rag of honour, thou detested — RICHARD GLOUCESTER Margaret.
220
225
230
QUEEN MARGARET
Richard. RICHARD GLOUCESTER QUEEN MARGARET
Ha? I call thee not.
RICHARD GLOUCESTER
I cry thee mercy then, for I did think That thou hadst called me all these bitter names. QUEEN MARGARET
Why so I did, but looked for no reply. O let me make the period to my curse.
235
RICHARD GLOUCESTER
’Tis done by me, and ends in ‘Margaret’. QUEEN ELIZABETH (to Margaret)
Thus have you breathed your curse against yourself. QUEEN MARGARET
Poor painted Queen, vain flourish of my fortune, Why strew’st thou sugar on that bottled spider Whose deadly web ensnareth thee about? Fool, fool, thou whet’st a knife to kill thyself. The day will come that thou shalt wish for me To help thee curse this poisonous bunch-backed toad.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
oh, che le trattenga fino a che i tuoi peccati non siano maturi e poi scateni tutto il suo sdegno su di te, che turbi la pace di questo povero mondo. Possa il tarlo della coscienza roderti l’anima in eterno. Possa tu in vita prendere per traditori gli amici e accogliere come amici carissimi i più perfidi traditori. Che il sonno non chiuda mai quel tuo malefico occhio, se non con sogni tormentosi, che ti atterriscano con un inferno di orribili demoni. Tu, aborto, che porti il marchio di elfi maligni; tu, porco51 grufolante; tu, fin dalla nascita schiavo della natura e progenie degli inferi; tu, vergogna del ventre greve di tua madre; tu, odioso spurgo dei lombi di tuo padre; tu, straccio dell’onore; tu, detestabile – RICCARDO GLOUCESTER
Margherita. REGINA MARGHERITA
Riccardo. RICCARDO GLOUCESTER
Eh? REGINA MARGHERITA
Io non ti ho chiamato. RICCARDO GLOUCESTER
Ti chiedo scusa allora, perché pensavo mi avessi chiamato con tutti quei brutti nomi. REGINA MARGHERITA
Certo che l’ho fatto, ma non mi aspettavo risposta. Oh lasciami finire la mia maledizione! RICCARDO GLOUCESTER
L’ho fatto io, e finisce con “Margherita”. REGINA ELISABETTA (a Margherita) Così hai pronunciato una maledizione contro te stessa. REGINA MARGHERITA
Povera regina dipinta, vuoto simulacro della mia sorte, perché versi zucchero su quel ragno rigonfio, che ti intrappola nella sua ragnatela? Sciocca, sciocca, affili il coltello che ti ucciderà. Verrà il giorno che mi vorrai al tuo fianco per aiutarti a maledire questo rospo velenoso e gobbuto52.
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LORD HASTINGS
False-boding woman, end thy frantic curse, Lest to thy harm thou move our patience.
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QUEEN MARGARET
Foul shame upon you, you have all moved mine. RIVERS
Were you well served, you would be taught your duty. QUEEN MARGARET
To serve me well you all should do me duty. Teach me to be your queen, and you my subjects: O serve me well, and teach yourselves that duty.
250
DORSET
Dispute not with her: she is lunatic. QUEEN MARGARET
Peace, master Marquis, you are malapert. Your fire-new stamp of honour is scarce current. O that your young nobility could judge What ’twere to lose it and be miserable. They that stand high have many blasts to shake them, And if they fall they dash themselves to pieces.
255
RICHARD GLOUCESTER
Good counsel, marry! — Learn it, learn it, Marquis. DORSET
It touches you, my lord, as much as me.
260
RICHARD GLOUCESTER
Ay, and much more; but I was born so high. Our eyrie buildeth in the cedar’s top, And dallies with the wind, and scorns the sun. QUEEN MARGARET
And turns the sun to shade. Alas, alas! Witness my son, now in the shade of death, Whose bright outshining beams thy cloudy wrath Hath in eternal darkness folded up.
265
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LORD HASTINGS
Bugiarda di un’indovina, piantala con questa folle profezia, se non vuoi rischiare di farci perdere la pazienza. REGINA MARGHERITA
Infamia e vergogna su tutti voi, che l’avete fatta perdere a me. RIVERS
Se vi si desse quel che meritate, vi si insegnerebbe il rispetto. REGINA MARGHERITA
Per darmi quel che merito, dovreste voi portarmi rispetto. Insegnatemi a essere la vostra regina e imparate voi a essere i miei sudditi: oh, datemi quel che merito e insegnate a voi stessi il rispetto. DORSET
Non stare a discutere con lei: è pazza. REGINA MARGHERITA
Zitto, signor marchese, siete impertinente. Il vostro titolo fresco di conio non ha ancora corso. Oh, se la vostra novella nobiltà sapesse cosa significa perderlo e ritrovarsi in miseria. Chi si trova in alto è squassato da raffiche violente e se cade finisce a pezzi. RICCARDO GLOUCESTER
Bella lezione, davvero! – Imparatela, imparatela, marchese. DORSET
Riguarda voi, mio signore, tanto quanto me. RICCARDO GLOUCESTER
Sì, e molto di più; ma io a queste altezze ci sono nato. L’aquila fa il nido sulla sommità del cedro, scherza col vento e sprezza il sole. REGINA MARGHERITA
E muta il sole in ombra. Ahimè, ahimè! Ne è testimone mio figlio53, ora nell’ombra della morte. Il fulgore dei suoi raggi è stato rinchiuso in una tenebra eterna dalla nube della tua ira. La vostra aquila fa
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Your eyrie buildeth in our eyrie’s nest. — O God that seest it, do not suffer it; As it was won with blood, lost be it so. 37
270
38
[RICHARD GLOUCESTER]
Peace, peace! For shame, if not for charity. QUEEN MARGARET
Urge neither charity nor shame to me. Uncharitably with me have you dealt, And shamefully my hopes by you are butchered. My charity is outrage; life, my shame; And in that shame still live my sorrow’s rage. BUCKINGHAM Have done, have done.
275
QUEEN MARGARET
O princely Buckingham, I’ll kiss thy hand In sign of league and amity with thee. Now fair befall thee and thy noble house! Thy garments are not spotted with our blood, Nor thou within the compass of my curse.
280
BUCKINGHAM
Nor no one here, for curses never pass The lips of those that breathe them in the air. QUEEN MARGARET
I will not think but they ascend the sky And there awake God’s gentle sleeping peace. O Buckingham, take heed of yonder dog.
285
She points at Richard Look when he fawns, he bites; and when he bites, His venom tooth will rankle to the death. Have naught to do with him; beware of him; Sin, death, and hell have set their marks on him, And all their ministers attend on him.
290
RICHARD GLOUCESTER
What doth she say, my lord of Buckingham?
270. Was: così in Q; in F is = “è”. 271. RICHARD GLOUCESTER: emend. moderno; in Q e F Buck. 862
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il nido nel nostro. – O Dio, che ne sei testimone, non lo permettere: conquistato col sangue, così vada perduto. [RICCARDO GLOUCESTER]
Basta, basta! Se non per carità, almeno per vergogna. REGINA MARGHERITA
Non parlare a me di carità o di vergogna. Non hai avuto carità per me, e non hai avuto vergogna a dilaniare le mie speranze. Per me la carità è furore; la vita è la mia vergogna; e in quella vergogna vive la furia del mio dolore. BUCKINGHAM
Falla finita, falla finita. REGINA MARGHERITA
O principe Buckingham, ti bacio la mano in segno di alleanza e di amicizia. Auguro ogni bene a te e al tuo nobile casato! Le tue vesti non sono macchiate del nostro sangue, né tu sei compreso nella mia maledizione. BUCKINGHAM
E nemmeno nessuno dei presenti, giacché le maledizioni non oltrepassano mai le labbra di chi dà loro fiato. REGINA MARGHERITA
Io invece credo che salgano al cielo e là risveglino Dio dalla pace del suo dolce sonno. Oh Buckingham, guardati da quel cane. Indica Riccardo Bada, che quando fa le feste, morde; e quando morde, il suo dente ti avvelena. Non averci niente a che fare; guardati da lui; porta il marchio del peccato, della morte e dell’inferno e tutti i loro ministri sono al suo seguito. RICCARDO GLOUCESTER
Che va dicendo, mio signore di Buckingham?
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BUCKINGHAM
Nothing that I respect, my gracious lord. QUEEN MARGARET
What, dost thou scorn me for my gentle counsel, And soothe the devil that I warn thee from? O but remember this another day, When he shall split thy very heart with sorrow, And say, ‘Poor Margaret was a prophetess’. — Live each of you the subjects to his hate, And he to yours, and all of you to God’s.
295
300 Exit
[LORD HASTINGS]39
My hair doth stand on end to hear her curses. RIVERS
And so doth mine. I muse why she’s at liberty. RICHARD GLOUCESTER
I cannot blame her, by God’s holy mother. She hath had too much wrong, and I repent My part thereof that I have done to her.
305
QUEEN ELIZABETH40
I never did her any, to my knowledge. RICHARD GLOUCESTER
Yet you have all the vantage of her wrong. I was too hot to do somebody good, That is too cold in thinking of it now. Marry, as for Clarence, he is well repaid: He is franked up to fatting for his pains. God pardon them that are the cause thereof.
310
RIVERS
A virtuous and a Christian-like conclusion, To pray for them that have done scathe to us.
315
RICHARD GLOUCESTER
So do I ever — (speaks to himself) being well advised: For had I cursed now, I had cursed myself.
302. HASTINGS: così in Q; F attribuisce la battuta a Buc. 307. QUEEN ELIZABETH: così in Q; F attribuisce la battuta a Mar; Q6 a Hast. 864
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
BUCKINGHAM
Nulla che mi interessi, mio grazioso signore. REGINA MARGHERITA
Come, disprezzi il mio monito, e blandisci il demonio da cui ti metto in guardia? Oh, ricordatene un giorno, quando ti spezzerà il cuore dal dolore e allora dirai, “Che profeta, la povera Margherita!” – Possiate tutti vivere, soggetti al suo odio e lui al vostro, e voi tutti all’odio di Dio. Esce [LORD HASTINGS]
Mi si rizzano i capelli in testa ad ascoltare le sue maledizioni. RIVERS
Anche a me. Mi chiedo perché non la rinchiudono. RICCARDO GLOUCESTER
Non posso biasimarla, santa madre di Dio. Ha subito troppi torti, e mi pento di quelli che le ho inflitto io. REGINA ELISABETTA
Io non gliene ho fatto nessuno, che io sappia. RICCARDO GLOUCESTER
Eppure voi godete di tutti vantaggi derivanti da quei torti. Mi sono scaldato troppo per far del bene a chi oggi se ne rammenta con troppa freddezza. Perbacco, quanto a Clarence, è ben ripagato: in cambio delle sue fatiche è chiuso in un porcile a ingrassare. Dio perdoni chi ne è il motivo. RIVERS
Una conclusione piena di virtuosi e cristiani sentimenti, quella di pregare per chi ci ha fatto del male. RICCARDO GLOUCESTER
Lo faccio sempre – (parla fra sé) e a ragion veduta: se io ora avessi maledetto qualcuno, mi sarei maledetto da solo.
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Enter Sir William Catesby CATESBY
Madam, his majesty doth call for you, And for your grace, and you my gracious lords.41 QUEEN ELIZABETH
Catesby, I come. — Lords, will you go with me? Exeunt all but Richard
320
RIVERS We wait upon your grace. RICHARD GLOUCESTER
I do the wrong, and first begin to brawl. The secret mischiefs that I set abroach I lay unto the grievous charge of others. Clarence, whom I indeed have cast in darkness, I do beweep to many simple gulls — Namely to Derby, Hastings, Buckingham — And tell them, ‘’Tis the Queen and her allies That stir the King against the Duke my brother’. Now they believe it, and withal whet me To be revenged on Rivers, Dorset, Gray; But then I sigh, and with a piece of scripture Tell them that God bids us do good for evil; And thus I clothe my naked villainy With odd old ends, stol’n forth of Holy Writ, And seem a saint when most I play the devil.
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Enter two Murderers But soft, here come my executioners. — How now, my hardy, stout, resolvèd mates! Are you now going to dispatch this thing? A MURDERER
We are, my lord, and come to have the warrant, That we may be admitted where he is.
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RICHARD GLOUCESTER
Well thought upon; I have it here about me.
319. You my gracious lords: emend. moderno; in Q1 you my noble Lords = “voi miei nobili signori”; in F yours my gracious Lord = “i vostri mio grazioso signore”. 866
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 3
Entra sir William Catesby CATESBY
Signora, sua maestà chiede di voi, e di vostra grazia, e di voi miei graziosi signori. REGINA ELISABETTA
Arrivo, Catesby. Signori, venite con me? RIVERS
Seguiamo vostra grazia. Escono tutti tranne Riccardo RICCARDO GLOUCESTER
Sono il primo ad indignarmi per il male che faccio. Le segrete macchinazioni che vado tramando le metto in conto ad altri. Clarence, che io stesso ho mandato in gattabuia, lo compiango al cospetto di tutti questi babbei – i vari Derby, Hastings, Buckingham – e dico che sono la regina e i suoi alleati a sobillare il re contro il duca mio fratello. E loro ci credono e per di più mi incitano a vendicarmi di Rivers, Dorset, Gray. E allora io sospiro e, citando le Sacre Scritture, dico che Dio ci ordina di ripagare il male col bene; e così facendo rivesto la mia nuda infamia con vecchi stracci spaiati, rubati a caso dalle Scritture e passo per santo quanto più faccio la parte del diavolo. Entrano due assassini Zitti, ecco che arrivano i miei sicari. – Ehilà, compari – belli tosti e risoluti! La portate a termine questa faccenda? UN ASSASSINO
Sì, mio signore, e siamo venuti a prendere il lasciapassare per avere accesso a dove si trova. RICCARDO
Ottimo; ce l’ho qui con me.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 4
He gives them the warrant When you have done, repair to Crosby Place. But sirs, be sudden in the execution, Withal obdurate; do not hear him plead, For Clarence is well spoken, and perhaps May move your hearts to pity, if you mark him.
345
A MURDERER
Tut, tut, my lord, we will not stand to prate. Talkers are no good doers. Be assured, We go to use our hands, and not our tongues.
350
RICHARD GLOUCESTER
Your eyes drop millstones when fools’ eyes fall tears. I like you, lads. About your business straight. Go, go, dispatch. [MURDERERS] We will, my noble lord. Exeunt Richard at one door, the Murderers at another 1.4
Enter George Duke of Clarence and [Sir Robert Brackenbury]42
[BRACKENBURY]43
Why looks your grace so heavily today? CLARENCE
O I have passed a miserable night, So full of fearful dreams, of ugly sights, That as I am a Christian faithful man, I would not spend another such a night Though ’twere to buy a world of happy days, So full of dismal terror was the time.
5
[BRACKENBURY]
What was your dream, my lord? I pray you, tell me. CLARENCE
Methoughts that I had broken from the Tower, 0.2. Brackenbury: così in Q; in F and Keeper = “e il carceriere”. 1. BRACKENBURY: così in Q; in F Keep = “carceriere” fino a I, 4, 71. 868
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 4
Dà loro il lasciapassare Quando avete finito, riparate a Crosby Place. Ma signori, siate rapidi nell’esecuzione, e anche inesorabili; non ascoltate le sue preghiere, perché Clarence parla bene e potrebbe anche muovere a compassione i vostri cuori, se gli prestate attenzione. UN ASSASSINO
No, no, mio signore, non staremo a cianciare. Chi chiacchiera combina poco. State certo che andiamo a usare le mani, non la lingua. RICCARDO GLOUCESTER
Gli occhi degli sciocchi versano lacrime, ma dai vostri gocciolano macine da mulino. Mi piacete, ragazzi. Su, dritti al lavoro. Andate, andate, sbrigatevi. [ASSASSINI]
Andiamo, mio nobile signore. Escono Riccardo da una porta, gli assassini dall’altra. I, 4
Entrano Giorgio duca di Clarence e [sir Robert Brackenbury]54
[BRACKENBURY]
Perché vostra grazia ha un’aria così seria oggi?55 CLARENCE
Oh, ho passato una notte tremenda, così zeppa di sogni spaventosi e orrende visioni che, come è vero che sono un buon cristiano, non vorrei trascorrerne un’altra uguale, foss’anco per guadagnarmi un’eternità di giorni felici, tanto era piena di cupo terrore. [BRACKENBURY]
Che sogno avete fatto, mio signore? Vi prego, raccontatemi. CLARENCE
Mi pareva di essere fuggito dalla Torre e di essermi imbarcato per
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 4
And was embarked to cross to Burgundy, And in my company my brother Gloucester, Who from my cabin tempted me to walk Upon the hatches; there we looked toward England,44 And cited up a thousand heavy times During the wars of York and Lancaster That had befall’n us. As we paced along Upon the giddy footing of the hatches, Methought that Gloucester stumbled, and in falling Struck me — that sought to stay him — overboard45 Into the tumbling billows of the main. O Lord! Methought what pain it was to drown, What dreadful noise of waters in my ears, What sights of ugly death within my eyes. Methoughts I saw a thousand fearful wrecks, Ten thousand men that fishes gnawed upon,46 Wedges of gold, great ouches, heaps of pearl,47 Inestimable stones, unvalued jewels, All scattered in the bottom of the sea. Some lay in dead men’s skulls; and in those holes Where eyes did once inhabit, there were crept — As ’twere in scorn of eyes — reflecting gems, Which wooed the slimy bottom of the deep And mocked the dead bones that lay scattered by.
10
15
20
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30
[BRACKENBURY]
Had you such leisure in the time of death, To gaze upon these secrets of the deep?
35
CLARENCE
Methought I had, and often did I strive To yield the ghost, but still the envious flood Stopped-in my soul and would not let it forth To find the empty, vast, and wand’ring air,
13. There: così in Q6 e F; in Q1 thence = “da lì”. 19. Sought: emend. tardo; in Q e F thought = “pensavo”. 25. Ten: così in Q; in F A = “un”. 26. Ouches: emend. Taylor; in Q e F anchors = “ancore”. 870
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 4
raggiungere la Borgogna, e con me c’era mio fratello Gloucester, che mi esortava a uscire dalla cabina e a salire in coperta; lì guardavamo verso l’Inghilterra, e ricordavamo i mille momenti difficili vissuti durante le guerre fra gli York e i Lancaster. Mentre passeggiavamo sulle assi traballanti del ponte mi sembrò che Gloucester inciampasse e nel cadere buttasse me – che cercavo di sorreggerlo – fuori bordo, fra i flutti vorticosi dell’oceano. Oh Dio! Mi figurai la pena di annegare, il terribile fragore dell’acqua nelle orecchie, le orrende visioni di morte negli occhi. Mi pareva di vedere migliaia di spaventosi relitti, decine di migliaia di uomini rosi dai pesci, lingotti d’oro, gemme immense, cumuli di perle, pietre preziosissime, gioielli di valore inestimabile, tutti sparsi sul fondo del mare. Ce n’erano alcuni dentro ai teschi dei morti; e nelle orbite un tempo dimora degli occhi si erano insinuate – quasi a irridere gli occhi – gemme piene di riflessi, che corteggiavano il fondo limaccioso degli abissi e si prendevano gioco delle morte ossa sparpagliate tutt’attorno56. [BRACKENBURY]
Ma in punto di morte avevate tutto questo agio per contemplare i segreti del mare? CLARENCE
Così mi pareva; e cercai più volte di rendere l’anima, ma i dispettosi flutti continuavano a trattenere il mio spirito e non lo lasciavano andare incontro alla vuota vastità dell’aria, libero di vagare, ma
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 4
But smothered it within my panting bulk, Who almost burst to belch it in the sea.
40
[BRACKENBURY]
Awaked you not in this sore agony? CLARENCE
No, no, my dream was lengthened after life. O then began the tempest to my soul! I passed, methought, the melancholy flood, With that sour ferryman which poets write of, Unto the kingdom of perpetual night. The first that there did greet my stranger soul Was my great father-in-law, renownèd Warwick, Who cried aloud, ‘What scourge for perjury Can this dark monarchy afford false Clarence?’ And so he vanished. Then came wand’ring by A shadow like an angel, with bright hair, Dabbled in blood, and he shrieked out aloud, ‘Clarence is come: false, fleeting, perjured Clarence, That stabbed me in the field by Tewkesbury. Seize on him, furies! Take him unto torment!’ With that, methoughts a legion of foul fiends Environed me, and howlèd in mine ears Such hideous cries that with the very noise I trembling waked, and for a season after Could not believe but that I was in hell, Such terrible impression made my dream.
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50
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[BRACKENBURY]
No marvel, lord, though it affrighted you; I am afraid, methinks, to hear you tell it.
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CLARENCE
Ah, Brackenbury, I have done these things, That now give evidence against my soul, For Edward’s sake; and see how he requites me.48
68. Me.: così in Q; F aggiunge qui 4 versi (v. Aggiunte al testo C). 872
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 4
lo soffocavano nel mio corpo ansante, che quasi scoppiava pur di eruttarlo in mare. [BRACKENBURY]
Ma questa atroce agonia non vi svegliò? CLARENCE
No, no; il sogno si spinse fin oltre la vita. Oh, allora mi si scatenò una tempesta nell’animo! Mi sembrò di traversare il triste fiume57 in compagnia di quel tetro nocchiero di cui parlano i poeti, fino al regno della notte perpetua58. Là, il primo a salutare la mia anima straniera fu il mio nobile suocero, il grande Warwick, che tuonò, “Qual è il supplizio che questo fosco regno può destinare a Clarence, lo spergiuro, per il suo tradimento?” E con ciò svanì. Poi si avvicinò un’ombra simile a un angelo59, con la chioma fulgida, impregnata di sangue, e strillò, “È arrivato Clarence: Clarence il falso, lo scostante, lo spergiuro che mi trafisse sul campo di Tewkesbury! Prendetelo, Furie! Dategli tormento!” Al che mi sembrò che una legione di demoni immondi mi circondasse, e mi riversasse nelle orecchie urla così orrende che a quel frastuono mi svegliai tremando e per un po’ continuai a pensare di essere all’inferno, tanto terribile era l’impressione del sogno60. [BRACKENBURY]
Non c’è da stupirsi, signore, che vi abbia terrorizzato; io stesso tremo al sentirvelo raccontare. CLARENCE
Ah, Brackenbury, ciò che ora testimonia contro la mia anima l’ho fatto per amore di Edoardo; e guarda come mi ripaga. Carceriere,
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 4
Keeper, I pray thee, sit by me awhile.49 My soul is heavy, and I fain would sleep.
70
[BRACKENBURY]
I will, my lord. God give your grace good rest. Clarence sleeps Sorrow breaks seasons and reposing hours,50 Makes the night morning and the noontide night. Princes have but their titles for their glories, An outward honour for an inward toil, And for unfelt imaginations They often feel a world of restless cares; So that, between their titles and low name, There’s nothing differs but the outward fame.
75
Enter two Murderers FIRST MURDERER Ho, who’s here?
80
BRACKENBURY
What wouldst thou, fellow? And how cam’st thou hither? SECOND MURDERER I would speak with Clarence, and I 51 came hither on my legs. BRACKENBURY What, so brief? FIRST MURDERER ’Tis better, sir, than to be tedious. (To Second Murderer) Let him see our commission, and talk no more.
87
Brackenbury reads BRACKENBURY
I am in this commanded to deliver The noble Duke of Clarence to your hands. I will not reason what is meant hereby,
90
69. Keeper, I pray thee: emend. Taylor; in F Keeper, I prythee (stesso significato); in Q I pray thee gentle keeper = “Ti prego buon carceriere”. 72. Sorrow: così in Q; in F Enter Brakenbury the Lieutenant. / Bra . Sorrow = “Entra il luogotenente Brakenbury / Bra . Il dolore”. Si veda I, 4, 1. 82. SECOND MURDERER: così in F; in Q Execu. 874
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 4
ti prego, siediti un attimo qui vicino. Ho un gran peso sull’anima e vorrei dormire. [BRACKENBURY]
Certo, mio signore. Che Dio conceda a vostra grazia un buon riposo. Clarence si addormenta Il dolore stravolge i tempi della natura e quelli del riposo, fa della notte giorno e del meriggio notte. I principi hanno solo la gratificazione dei loro titoli, onorificenze esteriori che celano intime fatiche, e spesso patiscono un’infinità di inquieti affanni per piaceri immaginari, loro estranei; fra i loro titoli e un umile nome l’unica differenza è la fama esteriore61. Entrano due assassini PRIMO ASSASSINO
Ehi, c’è nessuno? BRACKENBURY
Che vuoi, amico? E come sei arrivato fin qui? SECONDO ASSASSINO
Voglio parlare con Clarence, e sono arrivato fin qui con le mie gambe. BRACKENBURY
Sei spiccio, eh? PRIMO ASSASSINO
Meglio così, signore, che tirarla in lungo. (Al secondo assassino) Fagli vedere il mandato, e basta chiacchiere. Brackenbury legge BRACKENBURY
Mi si comanda qui di consegnarvi il duca di Clarence. Non starò a
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 4
Because I will be guiltless of the meaning. There lies the Duke asleep, and there the keys. [He throws down the keys]52 I’ll to the King and signify to him That thus I have resigned to you my charge. FIRST MURDERER You may, sir; ’tis a point of wisdom. Fare you well. Exit Brackenbury SECOND MURDERER What, shall I stab him as he sleeps?53 FIRST MURDERER No. He’ll say ’twas done cowardly, when he wakes. SECOND MURDERER Why, he shall never wake until the great judgement day. FIRST MURDERER Why, then he’ll say we stabbed him sleeping. SECOND MURDERER The urging of that word ‘judgement’ hath bred a kind of remorse in me. FIRST MURDERER What, art thou afraid? SECOND MURDERER Not to kill him, having a warrant, but to be damned for killing him, from the which no warrant can defend me. FIRST MURDERER I thought thou hadst been resolute. SECOND MURDERER So I am — to let him live. FIRST MURDERER I’ll back to the Duke of Gloucester and tell him so. SECOND MURDERER Nay, I pray thee. Stay a little. I hope this passionate humour of mine will change. It was wont to hold me but while one tells twenty.
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[He counts to twenty]
92. He throws down the keys: così in Taylor; manca in Q e F. 97. I: così in Q1; in Q3-8 e F we = “noi”. 876
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 4
discutere cosa significhi, perché non voglio averne la responsabilità. Il duca è là che dorme, e qui ci sono le chiavi. [Getta le chiavi per terra] Vado dal re, a dirgli che ho passato a voi le mie consegne. PRIMO ASSASSINO
Fate pure signore; saggia decisione. Addio. Esce Brackenbury SECONDO ASSASSINO
Che dici, lo pugnalo nel sonno? PRIMO ASSASSINO
No. Dirà che è stata una vigliaccheria, quando si sveglia. SECONDO ASSASSINO
Che diamine, non si sveglierà più fino al giorno del giudizio. PRIMO ASSASSINO
Che diamine, allora dirà che lo abbiamo pugnalato nel sonno. SECONDO ASSASSINO
L’accenno a quella parola, “giudizio”, mi ha fatto spuntare una specie di rimorso. PRIMO ASSASSINO
Non avrai mica paura? SECONDO ASSASSINO
Di ucciderlo, no – abbiamo un mandato – ma di essere dannato per il suo assassinio, sì; per quello non c’è mandato che tenga. PRIMO ASSASSINO
Ti facevo determinato. SECONDO ASSASSINO
Sì… a lasciarlo in vita. PRIMO ASSASSINO
Torno dal duca di Gloucester e glielo dico. SECONDO ASSASSINO
No, ti prego. Fermati un attimo. Spero che questo attacco di compassione mi passi. In genere mi dura solo il tempo di contare fino a venti. [Conta fino a venti]
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 4
FIRST MURDERER How dost thou feel thyself now? SECOND MURDERER Some certain dregs of conscience are
yet within me. FIRST MURDERER Remember our reward, when the deed’s
done. SECOND MURDERER ’Swounds, he dies. I had forgot the
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reward. FIRST MURDERER Where’s thy conscience now? SECOND MURDERER O, in the Duke of Gloucester’s purse. FIRST MURDERER When he opens his purse to give us our
reward, thy conscience flies out.
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SECOND MURDERER ’Tis no matter. Let it go. There’s few
or none will entertain it. FIRST MURDERER What if it come to thee again? SECOND MURDERER I’ll not meddle with it. It makes a man a coward. A man cannot steal but it accuseth him. A man cannot swear but it checks him. A man cannot lie with his neighbour’s wife but it detects him. ’Tis a blushing, shamefaced spirit, that mutinies in a man’s bosom. It fills a man full of obstacles. It made me once restore a purse of gold that by chance I found. It beggars any man that keeps it. It is turned out of towns and cities for a dangerous thing, and every man that means to live well endeavours to trust to himself and live without it. FIRST MURDERER ’Swounds, ’tis even now at my elbow,55 persuading me not to kill the Duke. SECOND MURDERER Take the devil in thy mind, and believe him not: he would insinuate with thee but to make thee sigh.
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122. ’Swounds: così in Q, contrazione di God’s wounds!, imprecazione riferita alle ferite di Cristo sulla croce; in F Come = “Dài”, probabile esito della revisione del testo in seguito all’emanazione dello statuto contro l’uso di espressioni blasfeme nel teatro (Act to Restrain Abuses of Players, 1606). 142. ’Swounds: così in Q; manca in F. 878
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 4
PRIMO ASSASSINO
Come ti senti adesso? SECONDO ASSASSINO
Ho ancora dentro qualche rimasuglio di coscienza. PRIMO ASSASSINO
Ricordati la ricompensa, a lavoro finito. SECONDO ASSASSINO
Perdio, è un uomo morto. Mi ero scordato la ricompensa. PRIMO ASSASSINO
E ora dov’è la tua coscienza? SECONDO ASSASSINO
Oh, nella borsa del duca di Gloucester. PRIMO ASSASSINO
Quando aprirà la borsa per darci la ricompensa, la tua coscienza se ne volerà via. SECONDO ASSASSINO
Non importa. Lascia che vada. Interessa a pochi, forse a nessuno. PRIMO ASSASSINO
E se poi ti torna indietro? SECONDO ASSASSINO
Non voglio averci niente a che fare. Ti fa diventare vigliacco. Non puoi rubare che ti accusa. Non puoi bestemmiare che ti riprende. Non puoi andare a letto con la moglie del vicino che ti scopre. È pudica e vergognosa, una che ti si rivolta contro nel petto. Ti riempie di freni. Una volta mi ha fatto restituire un borsellino pieno d’oro che avevo trovato per caso. Chi se la tiene finisce in miseria. La buttano fuori da paesi e città perché è pericolosa, e chi desidera vivere decentemente si sforza di contare su se stesso, e farne senza. PRIMO ASSASSINO
Perdio, mi sta ancora attaccata alle costole e mi spinge a non ammazzare il duca. SECONDO ASSASSINO
Ferma quel demonio che hai in testa e non crederle: è capace di insinuarsi in te solo per farti sospirare.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 4
FIRST MURDERER I am strong framed; he cannot prevail
with me. SECOND MURDERER Spoke like a tall man that respects thy
reputation. Come, shall we fall to work?
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FIRST MURDERER Take him on the costard with the hilts
of thy sword, and then throw him into the malmsey butt in the next room. SECOND MURDERER O excellent device! — and make a sop of him. FIRST MURDERER Soft, he wakes. SECOND MURDERER Strike!56 FIRST MURDERER No, we’ll reason with him.
155
CLARENCE
Where art thou, keeper? Give me a cup of wine. SECOND MURDERER
You shall have wine enough, my lord, anon.
160
CLARENCE
In God’s name, what art thou? A man, as you are.
FIRST MURDERER CLARENCE But not as I am, royal.
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FIRST MURDERER Nor you as we are, loyal. CLARENCE
Thy voice is thunder, but thy looks are humble. FIRST MURDERER
My voice is now the King’s; my looks, mine own.
165
CLARENCE
How darkly and how deadly dost thou speak. Your eyes do menace me. Why look you pale? Who sent you hither? Wherefore do you come? SECOND MURDERER
To, to, to —
157. SECOND MURDERER: così in F; manca in Q; dal verso 158 al 165 Q inverte l’ordine dei due assassini. 163. FIRST: così in Q6 e F; in Q1 SECOND = “secondo”. 880
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 4
PRIMO ASSASSINO
Son forte io; con me non ce la fa. SECONDO ASSASSINO
Così parla un tipo tosto che tiene alla sua reputazione! Vieni, ci mettiamo al lavoro? PRIMO ASSASSINO
Dagli un colpo sulla zucca con l’elsa della spada, e poi buttalo di là nella botte di malvasia. SECONDO ASSASSINO
Oh, trovata geniale! E lo inzuppiamo come un biscotto. PRIMO ASSASSINO
Piano, si sta svegliando. SECONDO ASSASSINO
Colpisci! PRIMO ASSASSINO
No, ci ragioniamo. CLARENCE
Dove sei, carceriere? Dammi una coppa di vino62. SECONDO ASSASSINO
Presto avrete tutto il vino che volete, mio signore. CLARENCE
In nome di Dio, tu chi sei? PRIMO ASSASSINO
Un uomo, come voi. CLARENCE
Ma non come me, di sangue reale. PRIMO ASSASSINO
Né voi come noi, di sangue leale. CLARENCE
Hai la voce tonante, ma l’aspetto da poveraccio. PRIMO ASSASSINO
La mia voce è ora quella del re; l’aspetto è il mio. CLARENCE
Parli in maniera oscura, sinistra. Avete occhi minacciosi. Perché così pallidi? Chi vi ha mandato qui? Perché siete venuti? SECONDO ASSASSINO
Per, per, per… 881
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 4
CLARENCE
To murder me.
BOTH MURDERERS
Ay, ay.
CLARENCE
You scarcely have the hearts to tell me so, And therefore cannot have the hearts to do it. Wherein, my friends, have I offended you?
170
FIRST MURDERER
Offended us you have not, but the King. CLARENCE
I shall be reconciled to him again. SECOND MURDERER
Never, my lord; therefore prepare to die.
175
CLARENCE
Are you drawn forth among a world of men To slay the innocent? What is my offence? Where is the evidence that doth accuse me? What lawful quest have given their verdict up Unto the frowning judge, or who pronounced The bitter sentence of poor Clarence’ death?58 Before I be convict by course of law, To threaten me with death is most unlawful. I charge you, as you hope to have redemption 59 By Christ’s dear blood, shed for our grievous sins,60 That you depart and lay no hands on me. The deed you undertake is damnable.
180
185
FIRST MURDERER
What we will do, we do upon command. SECOND MURDERER
And he that hath commanded is our king.
181-182. Death? … law: così nella seconda edizione dell’in-folio (1632); in Q, F1 death, … law? = “chi ha pronunciato l’amara condanna a morte del povero Clarence, prima che la legge mi condanni?”. 184. To have redemption: così in Q; in F for any goodnesse = “di ottenere clemenza”. 185. By … sins: così in Q; manca in F. Questa e la variante precedente sembrano imputabili alla revisione di F volta ad evitare l’accusa di blasfemia contemplata dallo Statuto del 1606. 882
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 4
CLARENCE
Per uccidermi. I DUE ASSASSINI
Eh già. CLARENCE
Se quasi vi manca il coraggio di dirmelo, non avrete il coraggio di farlo. Amici miei, in che cosa vi ho offeso? PRIMO ASSASSINO
Non avete offeso noi, ma il re. CLARENCE
Mi riconcilierò con lui. SECONDO ASSASSINO
Mai, mio signore; perciò preparatevi a morire. CLARENCE
Di tutti gli uomini al mondo siete stati mandati voi a uccidere un innocente? Qual è la mia colpa? Dove sono le prove che mi accusano? Quale legittima inchiesta ha rimesso il verdetto alla severità del giudice, o chi ha pronunciato l’amara condanna a morte del povero Clarence? Minacciarmi di morte prima che la legge mi condanni è contro ogni legge. Se sperate nella redenzione del sangue prezioso di Cristo, versato per i nostri gravi peccati, vi intimo di andarvene e di non toccarmi. Ciò che state per fare è degno dell’inferno. PRIMO ASSASSINO
Ciò che facciamo, lo facciamo perché ci è stato ordinato. SECONDO ASSASSINO
E chi lo ha ordinato è il nostro re.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 4
CLARENCE
Erroneous vassals, the great King of Kings Hath in the table of his law commanded That thou shalt do no murder. Will you then Spurn at his edict, and fulfil a man’s? Take heed, for he holds vengeance in his hand To hurl upon their heads that break his law.
190
195
SECOND MURDERER
And that same vengeance doth he hurl on thee, For false forswearing, and for murder too. Thou didst receive the sacrament to fight In quarrel of the house of Lancaster. FIRST MURDERER
And, like a traitor to the name of God, Didst break that vow, and with thy treacherous blade Unripped’st the bowels of thy sov’reign’s son.
200
SECOND MURDERER
Whom thou wast sworn to cherish and defend. FIRST MURDERER
How canst thou urge God’s dreadful law to us, When thou hast broke it in such dear degree?
205
CLARENCE
Alas, for whose sake did I that ill deed? For Edward, for my brother, for his sake. He sends ye not to murder me for this, For in that sin he is as deep as I. If God will be avengèd for the deed, O know you yet, he doth it publicly. Take not the quarrel from his pow’rful arm; He needs no indirect or lawless course To cut off those that have offended him.
210
FIRST MURDERER
Who made thee then a bloody minister When gallant springing brave Plantagenet, That princely novice, was struck dead by thee?
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 4
CLARENCE
Servi sprovveduti. Nelle tavole della legge il grande re dei re ha comandato di non uccidere. E voi vorreste violare il suo editto ed eseguire invece quello di un uomo? Attenti perché impugna la vendetta, pronto a scagliarla sul capo di chi infrange la sua legge. SECONDO ASSASSINO
E quella stessa vendetta la scaglia su di te, per aver giurato il falso, e anche per omicidio. Il tuo giuramento di combattere per la casa dei Lancaster fu suggellato dal sacramento. PRIMO ASSASSINO
E, tradendo il nome di Dio, tu hai infranto quel solenne giuramento, e con la spada fedifraga hai sbudellato il figlio del tuo sovrano63. SECONDO ASSASSINO
Che avevi giurato di onorare e difendere. PRIMO ASSASSINO
Come puoi invocare su di noi la severa legge di Dio quando tu stesso l’hai violata? CLARENCE
Ahimè, ma per chi ho compiuto quell’atto infame? Per Edoardo, per mio fratello, per amor suo. Non per questo vi manda a uccidermi, perché è mani e piedi in quel delitto quanto me. Se è di quello che Dio vuole vendicarsi – oh, sappiatelo – lo farà di persona. Non sottraete la punizione al suo possente braccio. Non ha bisogno di vie tortuose o illecite per stroncare chi lo ha offeso. PRIMO ASSASSINO
Ma allora chi fece di te il suo sanguinario ministro quando colpisti a morte quel principe novello, il prode Plantageneto, nel pieno vigore degli anni?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 4
CLARENCE
My brother’s love, the devil, and my rage. FIRST MURDERER
Thy brother’s love, our duty, and thy faults Provoke us hither now to slaughter thee.
220
CLARENCE
If you do love my brother, hate not me. I am his brother, and I love him well. If you are hired for meed, go back again, And I will send you to my brother Gloucester, Who shall reward you better for my life Than Edward will for tidings of my death.
225
SECOND MURDERER
You are deceived. Your brother Gloucester hates you. CLARENCE
O no, he loves me, and he holds me dear. Go you to him from me. FIRST MURDERER Ay, so we will. CLARENCE
Tell him, when that our princely father York Blessed his three sons with his victorious arm, And charged us from his soul to love each other,61 He little thought of this divided friendship. Bid Gloucester think of this, and he will weep.
230
FIRST MURDERER
Ay, millstones, as he lessoned us to weep.
235
CLARENCE
O do not slander him, for he is kind. FIRST MURDERER
As snow in harvest. Come, you deceive yourself. ’Tis he that sends us to destroy you here.62
232. And … other: così in Q; manca in F. 238. That sends: così in F; in Q1 hath sent = “ha mandato”; in Q2-8 that sent = “mandò”. 886
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 4
CLARENCE
L’amore di mio fratello, il demonio, e la mia ira. PRIMO ASSASSINO
L’amore di tuo fratello, il nostro dovere e le tue colpe ci spingono a ucciderti qui e ora. CLARENCE
Se amate mio fratello, non odiate me. Sono suo fratello, e io lo amo. Se lo fate per soldi, tornate indietro, e vi manderò da mio fratello Gloucester, che vi ricompenserà per la mia vita più di quanto non farà Edoardo alla notizia della mia morte. SECONDO ASSASSINO
Vi ingannate: vostro fratello Gloucester vi odia. CLARENCE
Oh no, mi ama, e gli sono caro. Andate da lui a nome mio. PRIMO ASSASSINO
Sì, lo faremo. CLARENCE
Ditegli che quando nostro padre, il duca di York, benedisse con il braccio vittorioso i suoi tre figli e ci intimò dal profondo dell’anima di amarci, ben poco si immaginava questa discordia fra noi. Dite a Gloucester di pensarci, e verserà lacrime. PRIMO ASSASSINO
Già, macine da mulino, è questo che ci ha detto di versare. CLARENCE
Oh, non calunniatelo, perché lui è buono. PRIMO ASSASSINO
Come la neve al tempo del raccolto. Andiamo, vi ingannate. È lui che ci manda a farvi fuori.
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19/10/2017 18:25:53
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 1 SCENE 4
CLARENCE
It cannot be, for he bewept my fortune, And hugged me in his arms, and swore with sobs That he would labour my delivery.
240
FIRST MURDERER
Why, so he doth, when he delivers you From this earth’s thraldom to the joys of heaven. SECOND MURDERER
Make peace with God, for you must die, my lord. CLARENCE
Have you that holy feeling in your souls To counsel me to make my peace with God, And are you yet to your own souls so blind That you will war with God by murd’ring me? O sirs, consider: they that set you on To do this deed will hate you for the deed. SECOND MURDERER (to First) What shall we do? CLARENCE Relent, and save your souls.
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250
FIRST MURDERER
Relent? No. ’Tis cowardly and womanish. CLARENCE
Not to relent is beastly, savage, devilish. — My friend, I spy some pity in thy looks. O if thine eye be not a flatterer, Come thou on my side, and entreat for me. A begging prince, what beggar pities not? Which of you, if you were a prince’s son,63 Being pent from liberty as I am now, If two such murderers as yourselves came to you, Would not entreat for life? As you would beg Were you in my distress — SECOND MURDERER Look behind you, my lord!
255
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258-262. Which … distress –: emend. tardo; in F questi versi sono dopo I, 4, 251; non presenti in Q. 888
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO I SCENA 4
CLARENCE
Non è possibile. Lui ha compianto la mia sorte, e mi ha stretto fra le braccia, e ha giurato fra i singhiozzi che avrebbe fatto di tutto per liberarmi. PRIMO ASSASSINO
Sì, è quello che sta facendo, vi libera dalla soggezione a questo mondo per consegnarvi alle gioie del cielo. SECONDO ASSASSINO
Riconciliatevi con Dio, perché dovete morire, mio signore. CLARENCE
Avete in animo sentimenti così pii da consigliarmi di riconciliarmi con Dio, ma siete così ciechi nei confronti del vostro stesso animo da sfidare Dio uccidendomi? Oh, signori, pensateci: chi a questo vi spinge, per questo vi odierà. SECONDO ASSASSINO (al primo) Che dobbiamo fare? CLARENCE
Avere pietà, e salvare le vostre anime. PRIMO ASSASSINO
Avere pietà? No, è da vigliacchi e femminucce. CLARENCE
Non avere pietà è da bestie, selvaggi, demoni. – Amico, scorgo in te un barlume di compassione. Oh, se il tuo sguardo non mi inganna, prendi le mie parti e prega per me. Un principe che supplica, quale supplice non ne ha compassione? Chi di voi, se voi foste il figlio di un principe, privato della libertà come sono io ora, se due assassini come voi gli si avvicinassero, non pregherebbe di aver salva la vita? Anche voi supplichereste, se foste in pericolo come me – SECONDO ASSASSINO
Occhio alle spalle, mio signore!
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 1
FIRST MURDERER (stabbing Clarence)
Take that, and that! If all this will not serve, I’ll drown you in the malmsey butt within.
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Exit with Clarence’s body SECOND MURDERER
A bloody deed, and desperately dispatched! How fain, like Pilate, would I wash my hands Of this most grievous, guilty murder done. Enter First Murderer FIRST MURDERER
How now? What mean’st thou, that thou help’st me not? By heaven, the Duke shall know how slack you have been.
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SECOND MURDERER
I would he knew that I had saved his brother. Take thou the fee, and tell him what I say, For I repent me that the Duke is slain.
Exit
FIRST MURDERER
So do not I. Go, coward as thou art. — Well, I’ll go hide the body in some hole Till that the Duke give order for his burial. And, when I have my meed, I will away, For this will out, and then I must not stay. 2.1
275
Exit
Flourish. Enter King Edward, sick, Queen Elizabeth, Lord Marquis Dorset, Lord Rivers, Lord Hastings, Sir William Catesby, the Duke of Buckingham [and Lord Gray]64
KING EDWARD
Why, so! Now have I done a good day’s work. You peers, continue this united league. I every day expect an embassage
0.3-4. And Lord Gray: emend. tardo; in F Wooduill ossia Woodville, cognome di Lord Gray; in Q &c. 890
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 1
PRIMO ASSASSINO (pugnala Clarence)
Prendi questo! E questo! Se non basta, ti affogo nella botte di malvasia là dentro. Esce con il corpo di Clarence SECONDO ASSASSINO
Un gesto efferato, e barbaro nella sua esecuzione! Quanto vorrei lavarmi le mani, come Pilato, dalla colpa di questo orribile omicidio. Entra il primo assassino PRIMO ASSASSINO
E allora? Com’è che non mi hai aiutato? Perdio, il duca verrà a sapere quanto sei stato molle. SECONDO ASSASSINO
Magari venisse a sapere che gli ho salvato il fratello. Prenditi la ricompensa e riportagli queste mie parole, perché mi pento dell’omicidio del duca. PRIMO ASSASSINO
Io no. Vai, da quel vigliacco che sei. – Bene, nasconderò il corpo in qualche fossa, fino a che il duca non ne ordinerà la sepoltura. E quando avrò la mia paga, me ne andrò, perché la cosa si verrà a sapere64 e allora è meglio che io non sia qui. Esce II, 1
Squillo di trombe. Entrano re Edoardo, malato, la regina Elisabetta, sua eccellenza il marchese di Dorset, lord Rivers, lord Hastings, sir William Catesby, il duca di Buckingham [e lord Gray]65
RE EDOARDO
Allora! Ho fatto proprio un bel lavoro oggi. Voi, pari del regno, sancite questa alleanza. Io da un giorno all’altro mi aspetto un’am-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 1
From my redeemer to redeem me hence, And more in peace my soul shall part to heaven Since I have made my friends at peace on earth. Hastings and Rivers, take each other’s hand.65 Dissemble not your hatred; swear your love.
5
RIVERS
By heaven, my soul is purged from grudging hate, And with my hand I seal my true heart’s love.
10
[He takes Hastings’ hand] LORD HASTINGS
So thrive I, as I truly swear the like. KING EDWARD
Take heed you dally not before your king, Lest he that is the supreme King of Kings Confound your hidden falsehood, and award Either of you to be the other’s end.
15
LORD HASTINGS
So prosper I, as I swear perfect love. RIVERS
And I, as I love Hastings with my heart. KING EDWARD (to Elizabeth)
Madam, yourself is not exempt from this, Nor your son Dorset; — Buckingham, nor you.66 You have been factious one against the other. Wife, love Lord Hastings, let him kiss your hand — And what you do, do it unfeignedly. QUEEN ELIZABETH (giving Hastings her hand to kiss) There, Hastings. I will never more remember Our former hatred: so thrive I, and mine.
20
KING EDWARD
Dorset, embrace him. Hastings, love Lord Marquis.
25
7. Hastings and Rivers: emend. tardo; in F Dorset and Rivers; in Q Rivers and Hastings. 19. Your: così in Q; in F you = “tu”. Son può significare anche “figliastro”, rendendo plausibile la lezione di F (Dorset è il figlio della moglie di Edoardo, quindi il suo figliastro). 892
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 1
basciata dal mio redentore, perché mi redima da qui, e più in pace la mia anima volerà in cielo giacché ho riportato la pace fra i miei amici in terra. Hastings e Rivers, stringetevi la mano. Basta con l’odio nascosto; giuratevi affetto. RIVERS
Il cielo mi sia testimone, il mio animo è purgato dal rancore dell’odio, e con questa mano suggello l’affetto sincero del mio cuore. [Stringe la mano a Hastings] LORD HASTINGS
Che la sorte mi sia propizia, quant’è vero che sinceramente giuro altrettanto. RE EDOARDO
Attenti a non scherzare dinnanzi al vostro re, se non volete che il supremo re dei re castighi la vostra segreta slealtà e vi renda l’uno la rovina dell’altro. HASTINGS
Che la sorte mi sia propizia, quant’è vero che professo affetto sincero. RIVERS
Anche a me, che ho caro Hastings dal profondo del cuore. RE EDOARDO (A Elisabetta)
Signora, voi non ne siete dispensata, né lo è vostro figlio Dorset; Buckingham, nemmeno voi. Vi siete schierati gli uni contro gli altri. Moglie, abbiate caro lord Hastings, lasciate che vi baci la mano – e ciò che fate, fatelo senza fingere. REGINA ELISABETTA (porge ad Hastings la mano da baciare) Ecco, Hastings: che la sorte sia propizia a me e ai miei cari, quant’è vero che mai più ricorderò il nostro antico odio. RE EDOARDO
Dorset, abbracciatelo. Hastings, abbiate caro il marchese.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 1
DORSET
This interchange of love, I here protest, Upon my part shall be inviolable. LORD HASTINGS And so swear I. They embrace KING EDWARD
Now, princely Buckingham, seal thou this league With thy embracements to my wife’s allies, And make me happy in your unity. BUCKINGHAM (to Elizabeth) Whenever Buckingham doth turn his hate Upon your grace, but with all duteous love Doth cherish you and yours, God punish me With hate in those where I expect most love. When I have most need to employ a friend, And most assurèd that he is a friend, Deep, hollow, treacherous, and full of guile Be he unto me. This do I beg of heaven, When I am cold in love to you or yours.
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They embrace KING EDWARD
A pleasing cordial, princely Buckingham, Is this thy vow unto my sickly heart. There wanteth now our brother Gloucester here, To make the blessèd period of this peace. Enter Sir Richard Ratcliffe and Richard Duke of Gloucester BUCKINGHAM And in good time,
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Here comes Sir Richard Ratcliffe and the Duke. RICHARD GLOUCESTER
Good morrow to my sovereign King and Queen. — And princely peers, a happy time of day.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 1
DORSET
Io qui dichiaro che questo scambio di affetto sarà per me inviolabile. LORD HASTINGS
Lo giuro anch’io. Si abbracciano RE EDOARDO
Ora, nobile Buckingham, suggella questa alleanza abbracciando i congiunti della mia consorte e rendetemi felice con la vostra concordia. BUCKINGHAM (a Elisabetta) Se mai Buckingham dovesse rivolgere il suo odio su vostra grazia, anziché mostrare a voi e ai vostri cari il dovuto affetto, che Iddio mi punisca con l’odio di coloro dai quali più mi aspetto affetto. Quando maggiore dovesse essere il bisogno di un amico, e la certezza che si tratti di un amico sincero, sia questi con me subdolo, falso, traditore e pieno di inganni. Questo chiedo a Dio, dovessi mai essere freddo nel mio affetto per voi o i vostri cari66. Si abbracciano RE EDOARDO
Nobile Buckingham, questo tuo voto è un gradito cordiale per il mio cuore malato. Per concludere questa pace benedetta manca solo nostro fratello Gloucester. Entrano sir Richard Ratcliffe e Riccardo duca di Gloucester BUCKINGHAM
Giusto a tempo, ecco che arrivano sir Richard Ratcliffe e il duca. RICCARDO GLOUCESTER
Buon giorno al re mio sovrano e alla regina. E ai nobili pari, felice giornata.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 1
KING EDWARD
Happy indeed, as we have spent the day. Brother, we have done deeds of charity,67 Made peace of enmity, fair love of hate, Between these swelling wrong-incensèd peers.
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RICHARD GLOUCESTER
A blessèd labour, my most sovereign lord. Among this princely heap if any here, By false intelligence or wrong surmise, Hold me a foe,68 If I unwittingly or in my rage Have aught committed that is hardly borne By any in this presence, I desire To reconcile me to his friendly peace. ’Tis death to me to be at enmity. I hate it, and desire all good men’s love. — First, madam, I entreat true peace of you, Which I will purchase with my duteous service. — Of you, my noble cousin Buckingham, If ever any grudge were lodged between us. — Of you, Lord Rivers, and Lord Gray of you,69 That all without desert have frowned on me. — 70 Dukes, earls, lords, gentlemen, indeed of all! I do not know that Englishman alive With whom my soul is any jot at odds More than the infant that is born tonight. I thank my God for my humility.
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QUEEN ELIZABETH
A holy day shall this be kept hereafter. I would to God all strifes were well compounded. —
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50. Brother: così in Q; in F Gloster. 57. Unwittingly: così in Q; in F unwillingly = “involontariamente”. 67. Of you … of you: così in Q; in F Of you and you, Lord Rivers and of Dorset = “Da voi e voi, lord Rivers e Dorset”. 68. Me: così in Q; in F me: / Of you Lord Wooduill, and Lord Scales of you = “da voi lord Woodville e da voi lord Scales”. Rivers, Woodville e Scales sono la stessa persona. 896
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 1
RE EDOARDO
Felice davvero, per come l’abbiamo impiegata. Fratello, abbiamo compiuto opere di carità, trasformato l’inimicizia in pace, l’odio in dolce affetto fra questi nobili gonfi di ingiusto rancore. RICCARDO GLOUCESTER
Fatica benedetta, mio signore e sovrano. Se, per via di false informazioni o di erronee supposizioni, qualcuno in questo mucchio di nobili mi crede suo nemico, se io senza accorgermene, o in un accesso d’ira, ho mai fatto qualcosa di malaccetto a chicchessia, desidero riavvicinarmi a lui in pace e amicizia. L’inimicizia è per me mortale. La odio e desidero l’affetto di tutti gli uomini buoni. – Per prima da voi, signora, imploro pace sincera, che acquisterò con rispettosi servigi. – Da voi, nobile cugino Buckingham, se mai vi sono stati screzi fra noi. – Da voi, lord Rivers e lord Gray, che, senza motivo, mi avete guardato in cagnesco. – Duchi, conti, signori, gentiluomini, da tutti, davvero! Non c’è uomo in Inghilterra cui il mio animo sia minimamente ostile, più che al pargolo che sta per venire al mondo. Ringrazio Dio della mia mitezza. REGINA ELISABETTA
D’ora in avanti questo sarà un giorno di festa. Voglia Iddio che tutti i contrasti vengano appianati. – Mio signore e sovrano, im-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 1
My sovereign lord, I do beseech your highness To take our brother Clarence to your grace. RICHARD GLOUCESTER
Why, madam, have I offered love for this, To be so flouted in this royal presence? Who knows not that the gentle Duke is dead?
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The others all start You do him injury to scorn his corpse. [RIVERS]71
Who knows not he is dead? Who knows he is? QUEEN ELIZABETH
All-seeing heaven, what a world is this? BUCKINGHAM
Look I so pale, Lord Dorset, as the rest? DORSET
Ay, my good lord, and no one in the presence But his red colour hath forsook his cheeks.
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KING EDWARD
Is Clarence dead? The order was reversed. RICHARD GLOUCESTER
But he, poor man, by your first order died, And that a wingèd Mercury did bear; Some tardy cripple bore the countermand, That came too lag to see him burièd. God grant that some, less noble and less loyal, Nearer in bloody thoughts, but not in blood,72 Deserve not worse than wretched Clarence did, And yet go current from suspicion.
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Enter Lord Stanley Earl of Derby STANLEY (kneeling)
A boon, my sovereign, for my service done. KING EDWARD
I pray thee, peace! My soul is full of sorrow. 82. RIVERS: così in Q; in F King. 93. But: così in Q; in F and. 898
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 1
ploro vostra altezza di accordare il suo favore a nostro fratello Clarence. RICCARDO GLOUCESTER
Ma signora, è per questo che ho offerto il mio affetto, per vedermi schernito così in questo regale consesso? Lo sanno tutti che il caro duca è morto! Gli altri trasaliscono È un oltraggio mancare di rispetto al suo cadavere! [RIVERS]
Lo sanno tutti che è morto! Ma tutti chi? REGINA ELISABETTA
O cielo onniveggente, che mondo è mai questo? BUCKINGHAM
Lord Dorset, ma sono pallido anch’io come gli altri? DORSET
Sì, mio buon signore, e non c’è nessuno dei presenti che non sia sbiancato. RE EDOARDO
Clarence è morto? L’ordine era stato revocato. RICCARDO GLOUCESTER
Ma lui, poveretto, è morto per il vostro primo ordine, portato da un Mercurio alato; il contrordine lo ha portato uno storpio indolente, arrivato a tempo solo per vederlo seppellire. Iddio non voglia che qualcuno meno nobile e leale, più intimo di sanguinosi pensieri ma non di sangue, si meriti non meno di quanto ha patito il povero Clarence, eppur rimanga libero da sospetti! Entra lord Stanley conte di Derby STANLEY (si inginocchia)
Una grazia, mio sovrano, per i miei servigi! RE EDOARDO
Taci, ti prego! Ho il cuore gonfio di dolore.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 1
STANLEY
I will not rise, unless your highness hear me. KING EDWARD
Then say at once, what is it thou requests? STANLEY
The forfeit, sovereign, of my servant’s life, Who slew today a riotous gentleman, Lately attendant on the Duke of Norfolk.
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KING EDWARD
Have I a tongue to doom my brother’s death, And shall that tongue give pardon to a slave? My brother slew no man; his fault was thought;73 And yet his punishment was bitter death. Who sued to me for him? Who in my wrath Kneeled at my feet, and bid me be advised? Who spoke of brotherhood? Who spoke of love? Who told me how the poor soul did forsake The mighty Warwick and did fight for me? Who told me, in the field at Tewkesbury, When Oxford had me down, he rescued me, And said, ‘Dear brother, live, and be a king’? Who told me, when we both lay in the field, Frozen almost to death, how he did lap me Even in his garments, and did give himself All thin and naked to the numb-cold night? All this from my remembrance brutish wrath Sinfully plucked, and not a man of you Had so much grace to put it in my mind. But when your carters or your waiting vassals Have done a drunken slaughter, and defaced The precious image of our dear redeemer, You straight are on your knees for ‘Pardon, pardon!’ — And I, unjustly too, must grant it you. But, for my brother, not a man would speak, Nor I, ungracious, speak unto myself
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105. Slew: così in Q; in F kill’d con significato analogo. 900
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 1
STANLEY
Non mi alzerò fino a quando vostra altezza non mi concederà ascolto. RE EDOARDO
Allora parla, cos’è che vuoi? STANLEY
La grazia, sovrano, per la vita del mio servo, che oggi ha ucciso un gentiluomo prepotente, già al seguito del duca di Norfolk. RE EDOARDO
La lingua che ha decretato la morte di mio fratello sarà la stessa che concederà il perdono a uno schiavo? Mio fratello non aveva ucciso nessuno; la sua colpa era mera congettura; eppure ha avuto in punizione una morte amara. Chi, con me, ha intercesso per lui? Chi, di fronte alla mia ira, si è inginocchiato ai miei piedi e mi ha pregato di riflettere? Chi ha parlato di fratellanza? Chi ha parlato d’amore? Chi mi ha raccontato di come la buon’anima abbandonò il grande Warwick per combattere per me? Chi mi ha raccontato di come venne a salvarmi a Tewkesbury quando Oxford mi gettò a terra, dicendomi, “Fratello caro, vivi e sii re”? Chi mi ha raccontato di quando eravamo stesi sul campo di battaglia, prossimi a morire per il freddo, e lui mi avvolse nelle sue vesti e si espose, magro e nudo com’era, al torpore della gelida notte? Un’ira brutale ha colpevolmente estirpato questi miei ricordi, e non uno di voi che abbia avuto la grazia di rammentarmeli. Ma quando uno dei vostri carrettieri o dei vostri vassalli ubriachi ammazza qualcuno e deturpa la preziosa immagine del nostro amato Redentore, eccovi subito in ginocchio a implorare “Perdono, perdono!” – E io, ingiustamente, ve lo devo concedere. Ma per mio fratello nessuno che abbia aperto bocca e nemmeno io, malvagio, ho aperto bocca per
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 2
For him, poor soul. The proudest of you all Have been beholden to him in his life, Yet none of you would once beg for his life. O God, I fear thy justice will take hold On me — and you, and mine, and yours, for this. — Come, Hastings, help me to my closet. Ah, poor Clarence!
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Exeunt some with King and Queen RICHARD GLOUCESTER
This is the fruits of rashness. Marked you not How that the guilty kindred of the Queen Looked pale, when they did hear of Clarence’ death? O, they did urge it still unto the King. God will revenge it. Come, lords, will you go To comfort Edward with our company? BUCKINGHAM We wait upon your grace. Exeunt
2.2
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Enter the old Duchess of York with the two children of Clarence
BOY
Good grannam, tell us, is our father dead? DUCHESS OF YORK No, boy. GIRL
Why do you weep so oft, and beat your breast, And cry, ‘O Clarence, my unhappy son’? BOY
Why do you look on us and shake your head, And call us orphans, wretches, castaways, If that our noble father were alive?
5
DUCHESS OF YORK
My pretty cousins, you mistake me both. I do lament the sickness of the King, As loath to lose him, not your father’s death. It were lost sorrow to wail one that’s lost.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 2
lui, buon’anima. I più superbi fra voi gli erano debitori in vita, eppure non uno che abbia una sola volta implorato di risparmiargli la vita. Oh Dio, temo che per questo la tua giustizia si abbatterà su di me – e su di voi, e sui miei cari e i vostri cari. – Andiamo, Hastings, aiutatemi a raggiungere le mie stanze. Ah, povero Clarence! Escono alcuni con il re e la regina RICCARDO GLOUCESTER
Ecco il frutto dell’avventatezza. Non avete notato come i parenti della regina sono colpevolmente sbiancati alla notizia della morte di Clarence? Oh, hanno continuato a sobillare il re. Dio lo vendicherà. Venite, signori, andiamo a prestare conforto a Edoardo con la nostra compagnia? BUCKINGHAM
Seguiamo vostra grazia. Escono II, 2
Entra la vecchia duchessa di York con i due figli di Clarence67
BAMBINO
Nonna cara, diteci, nostro padre è morto? DUCHESSA DI YORK
No, bimbo mio. BAMBINA
Perché piangete sempre, e vi battete il petto, e gridate “Oh Clarence, povero figlio mio”? BAMBINO
Perché ci guardate e scuotete il capo, e ci chiamate orfani, disgraziati, poveretti, se il nostro nobile padre è vivo? DUCHESSA DI YORK
Miei cari nipoti, mi fraintendete entrambi. Lamento la malattia del re, perché temo di perderlo, non la morte di vostro padre. Sarebbe dolore sprecato piangere chi è perduto.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 2
BOY
Then you conclude, my grannam, he is dead. The King mine uncle is to blame for this. God will revenge it — whom I will importune With earnest prayers, all to that effect. GIRL And so will I.
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DUCHESS OF YORK
Peace, children, peace! The King doth love you well. Incapable and shallow innocents, You cannot guess who caused your father’s death. BOY
Grannam, we can. For my good uncle Gloucester Told me the King, provoked to it by the Queen, Devised impeachments to imprison him, And when my uncle told me so he wept, And pitied me, and kindly kissed my cheek,74 Bade me rely on him as on my father, And he would love me dearly as his child.
20
25
DUCHESS OF YORK
Ah, that deceit should steal such gentle shapes,75 And with a virtuous visor hide deep vice! He is my son, ay, and therein my shame; Yet from my dugs he drew not this deceit.
30
BOY
Think you my uncle did dissemble, grannam? DUCHESS OF YORK Ay, boy. BOY
I cannot think it. Hark, what noise is this? Enter Queen Elizabeth with her hair about her ears76
24. Cheek: così in Q2-Q5, F1; in Q checke (stesso significato); in Q6 cheekes = “guance”. 27. Shapes: così in Q; in F shape = “costume”, “forma”. 33.1. Ears: così in Q; in F ears, / Rivers & Dorset after her = “… / Rivers e Dorset la seguono”. 904
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 2
BAMBINO
Allora, nonna, ammettete che è morto. La colpa è di mio zio il re. Dio lo vendicherà… e io lo tempesterò di preghiere perché lo faccia. BAMBINA
Lo farò anch’io. DUCHESSA DI YORK
Basta, bambini, basta! Il re vi vuole bene. Ingenui, ignari innocenti, non potete immaginare chi ha causato la morte di vostro padre. BAMBINO
E invece sì, nonna. Perché il buon zio Gloucester mi ha detto che il re, sobillato dalla regina, si è inventato dei pretesti per metterlo in prigione, e mentre me lo raccontava lo zio piangeva, e mi compativa, e mi baciava tenero la guancia, mi diceva di contare su di lui come su un padre, e che mi avrebbe amato come un figlio. DUCHESSA DI YORK
Ah, che la perfidia debba assumere forme così suadenti e nascondere la profondità del vizio dietro la maschera della virtù! È mio figlio, sì, e con ciò la mia vergogna; ma questa perfidia non l’ha succhiata dalle mie mammelle. BAMBINO
Pensate che lo zio abbia mentito, nonna? DUCHESSA DI YORK
Sì, bimbo mio. BAMBINO
Non posso crederci. Ascoltate, che rumore è questo? Entra la regina Elisabetta coi capelli sciolti68
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 2
QUEEN ELIZABETH
Ah, who shall hinder me to wail and weep? To chide my fortune, and torment myself? I’ll join with black despair against my soul, And to myself become an enemy.
35
DUCHESS OF YORK
What means this scene of rude impatience? QUEEN ELIZABETH
To mark an act of tragic violence.77 Edward, my lord, thy son, our king, is dead. Why grow the branches when the root is gone? Why wither not the leaves that want their sap? If you will live, lament; if die, be brief, That our swift-wingèd souls may catch the King’s, Or like obedient subjects follow him To his new kingdom of ne’er-changing night.
40
45
DUCHESS OF YORK
Ah, so much interest have I in thy sorrow As I had title in thy noble husband. I have bewept a worthy husband’s death, And lived with looking on his images. But now two mirrors of his princely semblance Are cracked in pieces by malignant death, And I for comfort have but one false glass, That grieves me when I see my shame in him. Thou art a widow, yet thou art a mother, And hast the comfort of thy children left. But death hath snatched my husband from mine arms And plucked two crutches from my feeble hands, Clarence and Edward. O what cause have I, Thine being but a moiety of my moan, To overgo thy woes, and drown thy cries? BOY (to Elizabeth) Ah, aunt, you wept not for our father’s death. How can we aid you with our kindred tears?
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39. Mark: emend. moderno; in QF make = “compie”. 906
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 2
REGINA ELISABETTA
Ah! Chi mi impedirà di piangere e urlare? Di maledire la sorte e di tormentarmi? Farò lega con la nera disperazione e diventerò nemica della mia stessa anima. DUCHESSA DI YORK
Che significa questa scena di smanie villane? REGINA ELISABETTA
Chiude un atto di tragica violenza. Edoardo, il mio signore, tuo figlio, il nostro re, è morto69. Perché crescono i rami, quando manca la radice? Perché non cadono le foglie, quando manca la linfa? Se volete vivere, piangete; se volete morire, fate in fretta, ché le nostre anime alate possano veloci raggiungere quella del re o seguirlo come devoti sudditi nel suo nuovo regno della notte perpetua. DUCHESSA DI YORK
Ah, io partecipo del tuo dolore così come dei diritti sul tuo nobile sposo. Ho pianto la morte di un degno consorte70 e ho vissuto nutrendomi delle sue immagini. Ma ora la morte crudele ha mandato in frantumi due degli specchi che riflettevano il suo nobile aspetto71, e mi è rimasto come conforto solo uno specchio ingannevole, che mi affligge col riflesso della mia vergogna. Tu sei vedova, ma sei madre, e ti rimane il conforto dei figli. Invece a me la morte ha portato via dalle braccia il marito e ha strappato dalle deboli mani due grucce: Clarence e Edoardo. Oh, non ho ben motivo io, essendo il tuo solo la metà del mio strazio, di soverchiare i tuoi lamenti e di sommergere il tuo pianto? BAMBINO (a Elisabetta) Ah, zia, voi non piangeste per la morte di nostro padre. Come possiamo aiutarvi noi con le nostre lacrime?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 2
DAUGHTER (to Elizabeth)
Our fatherless distress was left unmoaned; Your widow-dolour likewise be unwept.
65
QUEEN ELIZABETH
Give me no help in lamentation. I am not barren to bring forth complaints. All springs reduce their currents to mine eyes, That I, being governed by the wat’ry moon, May send forth plenteous tears to drown the world. Ah, for my husband, for my dear Lord Edward!
70
CHILDREN
Ah, for our father, for our dear Lord Clarence! DUCHESS OF YORK
Alas, for both, both mine, Edward and Clarence! QUEEN ELIZABETH
What stay had I but Edward, and he’s gone? CHILDREN
What stay had we but Clarence, and he’s gone?
75
DUCHESS OF YORK
What stays had I but they, and they are gone? QUEEN ELIZABETH
Was never widow had so dear a loss! CHILDREN
Were never orphans had so dear a loss! DUCHESS OF YORK
Was never mother had so dear a loss! Alas, I am the mother of these griefs. Their woes are parcelled; mine is general. She for an Edward weeps, and so do I; I for a Clarence weep, so doth not she. These babes for Clarence weep, and so do I;78 I for an Edward weep, so do not they. Alas, you three on me, threefold distressed,
80
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84-85. And … weep: così in Q; manca in F. 908
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 2
BAMBINA (a Elisabetta)
La nostra sventura di orfani non fu compianta; rimanga senza lacrime anche il vostro dolore di vedova. REGINA ELISABETTA
Non mi serve aiuto per i lamenti. Non sono sterile nel generare pianto. Possa ogni sorgente convogliare le sue correnti ai miei occhi affinché io, governata dall’acquatica luna, versi lacrime così copiose da sommergere il mondo. Ah, il mio consorte, il mio caro signore, Edoardo! BAMBINI
Ah, nostro padre, il nostro caro signore, Clarence! DUCHESSA DI YORK
Ah, l’uno e l’altro, miei l’uno e l’altro, Edoardo e Clarence! REGINA ELISABETTA
Era il mio unico sostegno, Edoardo, e non c’è più! BAMBINI
Era il nostro unico sostegno, Clarence, e non c’è più! DUCHESSA DI YORK
Erano il mio unico sostegno, e non ci sono più! REGINA ELISABETTA
Mai vedova patì più dura perdita! BAMBINI
Mai orfani patirono più dura perdita! DUCHESSA DI YORK
Mai madre patì più dura perdita!72 Ahimè, io sono madre di questi lutti. Loro si spartiscono lo strazio; il mio è indiviso. Lei piange un Edoardo, come me; io piango un Clarence, lei no. Questi bambini piangono Clarence, come me; io piango un Edoardo, loro no. Ahimè, voi tre riversate tutte le vostre lacrime su di me, tre volte
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 2
Pour all your tears. I am your sorrow’s nurse, And I will pamper it with lamentation.79 Enter Richard Duke of Gloucester, the Duke of Buckingham, Lord Stanley Earl of Derby, Lord Hastings, and Sir Richard Ratcliffe RICHARD GLOUCESTER (to Elizabeth)
Sister, have comfort. All of us have cause To wail the dimming of our shining star, But none can help our harms by wailing them. — Madam, my mother, I do cry you mercy. I did not see your grace. Humbly on my knee I crave your blessing.
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DUCHESS OF YORK
God bless thee, and put meekness in thy breast, Love, charity, obedience, and true duty.
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RICHARD GLOUCESTER
Amen. (Aside) ‘And make me die a good old man.’ That is the butt-end of a mother’s blessing; I marvel that her grace did leave it out. BUCKINGHAM
You cloudy princes and heart-sorrowing peers That bear this heavy mutual load of moan, Now cheer each other in each other’s love. Though we have spent our harvest of this king, We are to reap the harvest of his son. The broken rancour of your high-swoll’n hearts80 But lately splinted, knit, and joined together, Must gently be preserved, cherished, and kept. Meseemeth good that, with some little train, Forthwith from Ludlow the young Prince be fet Hither to London to be crowned our king.81
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88. Lamentation: così in F, che aggiunge qui 12 versi (v. Aggiunte al testo D); in Q lamentations = “pianti”. 105. Hearts: così in Q; in F hates = “odii”. 110. King: così in Q; F aggiunge qui 18 versi (v. Aggiunte al testo E). 910
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 2
più affranta. Sono la balia del vostro dolore e lo sazierò con il mio pianto73. Entrano Riccardo duca di Gloucester, il duca di Buckingham, lord Stanley conte di Derby, lord Hastings e sir Richard Ratcliffe RICCARDO GLOUCESTER (a Elisabetta)
Sorella, fatevi coraggio. Tutti noi abbiamo motivo di piangere lo spegnersi della nostra fulgida stella, ma nessuno può rimediare ai mali con il pianto. – Signora madre, vi chiedo scusa. Non avevo visto vostra grazia. Invoco umilmente in ginocchio la vostra benedizione. DUCHESSA DI YORK
Che Dio ti benedica e ti infonda nel cuore mitezza, amore, carità, obbedienza e devozione sincera. RICCARDO GLOUCESTER
Amen. (A parte) “E mi conceda di morire serenamente di vecchiaia”. È la chiusa di tutte le benedizioni materne; mi stupisce che sua grazia l’abbia omessa. BUCKINGHAM
Mesti principi e pari del regno affranti, gravati da questo mutuo fardello di dolore, trovate conforto nel reciproco affetto. Pur avendo esaurito il raccolto di questo re, ci resta da mietere quello del figlio. La rancorosa frattura dei vostri cuori gonfi, solo di recente steccata, fasciata e ricomposta, necessita ora di protezioni, cure e garbate premure. Mi pare opportuno che una piccola scorta vada subito a prendere a Ludlow74 il giovane principe, e lo porti qui a Londra, dove sarà incoronato nostro re.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 3
RICHARD GLOUCESTER
Then be it so, and go we to determine Who they shall be that straight shall post to Ludlow. — 82 Madam, and you my sister, will you go To give your censures in this weighty business?83 QUEEN ELIZABETH and DUCHESS OF YORK With all our hearts. Exeunt all but Richard and Buckingham BUCKINGHAM
My lord, whoever journeys to the Prince, For God’s sake let not us two stay at home, For by the way I’ll sort occasion, As index to the story we late talked of, To part the Queen’s proud kindred from the Prince.
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RICHARD GLOUCESTER
My other self, my counsel’s consistory, My oracle, my prophet, my dear cousin! I, as a child, will go by thy direction. Towards Ludlow then, for we’ll not stay behind.84
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Exeunt
2.3
Enter one Citizen at one door and another at the other
FIRST CITIZEN
Good morrow, neighbour. Whither away so fast? SECOND CITIZEN
I promise you, I scarcely know myself. Hear you the news abroad?85 FIRST CITIZEN Yes, that the King is dead.
112. Ludlow: così in Q; in F London. 114. Weighty: così in Q; manca in F. 115. With … hearts.: così in Q; manca in F. 124. Ludlow: così in Q; in F London. 3. Hear: così in F; in Q I Heare. Q inverte i prefissi nominali del primo e secondo cittadino fino al verso 10. 912
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 3
RICCARDO GLOUCESTER
Così sia, allora, e andiamo a decidere chi andrà a Ludlow. – Signora, e voi sorella, volete andare a dire la vostra su questa importante faccenda? REGINA ELISABETTA e DUCHESSA DI YORK
Molto volentieri. Escono tutti tranne Riccardo e Buckingham BUCKINGHAM
Mio signore, chiunque vada dal principe, noi due, per amor di Dio, non restiamo indietro, perché lungo la strada troverò il modo, quale prologo alla trama di cui abbiamo recentemente parlato, di allontanarlo dai superbi parenti della regina. RICCARDO GLOUCESTER
Mio alter ego, mio concistoro, mio oracolo, mio profeta, cugino mio caro! Mi farò guidare da te come un bimbo. A Ludlow allora, non restiamo indietro. Escono II, 3
Entrano un cittadino da una porta e un altro dall’altra75
PRIMO CITTADINO
Salve, amico. Dove andate così di fretta? SECONDO CITTADINO
Giuro che non lo so neanch’io. Avete sentito le novità? PRIMO CITTADINO
Sì, che il re è morto.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 3
SECOND CITIZEN
Ill news, by’r Lady; seldom comes the better. I fear, I fear, ’twill prove a giddy world.
5
Enter another Citizen THIRD CITIZEN
Neighbours, God speed. Give you good morrow, sir.
FIRST CITIZEN
THIRD CITIZEN
Doth the news hold of good King Edward’s death? SECOND CITIZEN
Ay, sir, it is too true. God help the while. THIRD CITIZEN
Then, masters, look to see a troublous world. FIRST CITIZEN
No, no, by God’s good grace his son shall reign.
10
THIRD CITIZEN
Woe to that land that’s governed by a child. SECOND CITIZEN
In him there is a hope of government, Which in his nonage council under him, And in his full and ripened years himself, No doubt shall then, and till then, govern well.
15
FIRST CITIZEN
So stood the state when Henry the Sixth Was crowned in Paris but at nine months old. THIRD CITIZEN
Stood the state so? No, no, good friends, God wot. For then this land was famously enriched With politic, grave counsel; then the King Had virtuous uncles to protect his grace.
20
FIRST CITIZEN
Why, so hath this, both by his father and mother.86
22. FIRST CITIZEN: così in F; in Q 2 . Questa variante implica l’inversione delle attribuzioni dei vv. 31 e 38. 914
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 3
SECONDO CITTADINO
Brutte notizie, per la madonna; i guai non vengono mai da soli. Robe da matti! Ho paura. Entra un altro cittadino TERZO CITTADINO
Amici, Dio sia con voi. PRIMO CITTADINO
Buongiorno a voi, signore. TERZO CITTADINO
Ma è vera la voce che il buon re Edoardo è morto? SECONDO CITTADINO
Sissignore, fin troppo vera. Che Dio ci aiuti. TERZO CITTADINO
Allora signori miei aspettiamoci un mondo di guai. PRIMO CITTADINO
No, no, grazie a Dio regnerà il figlio. TERZO CITTADINO
Guai a quel paese che è governato da un bimbo76. SECONDO CITTADINO
C’è motivo di sperare che prima il Consiglio che lo assiste77 finché è minorenne, e poi lui una volta raggiunta la maggiore età, sappiano ben governare. PRIMO CITTADINO
È uguale a quando Enrico sesto venne incoronato a Parigi che aveva solo nove mesi78. TERZO CITTADINO
Uguale? No, no, amici miei, lo sa Iddio. Allora questo paese era ricco di consiglieri saggi e accorti; allora il re aveva zii onesti che proteggevano sua grazia. PRIMO CITTADINO
Che diamine, anche questo li ha, da parte di padre e di madre.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 3
THIRD CITIZEN
Better it were they all came by his father, Or by his father there were none at all. For emulation who shall now be near’st Will touch us all too near, if God prevent not. O full of danger is the Duke of Gloucester, And the Queen’s sons and brothers haught and proud. And were they to be ruled, and not to rule, This sickly land might solace as before.
25
30
FIRST CITIZEN
Come, come, we fear the worst. All will be well. THIRD CITIZEN
When clouds are seen, wise men put on their cloaks; When great leaves fall, then winter is at hand; When the sun sets, who doth not look for night? Untimely storms make men expect a dearth. All may be well, but if God sort it so ’Tis more than we deserve, or I expect.
35
SECOND CITIZEN
Truly the hearts of men are full of fear. You cannot reason almost with a man That looks not heavily and full of dread.
40
THIRD CITIZEN
Before the days of change still is it so. By a divine instinct men’s minds mistrust Ensuing danger, as by proof we see The water swell before a boist’rous storm. But leave it all to God. Whither away?
45
SECOND CITIZEN
Marry, we were sent for to the justices. THIRD CITIZEN
And so was I. I’ll bear you company.
Exeunt
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 3
TERZO CITTADINO
Meglio fossero tutti da parte di padre, o che da quella parte non ce ne fosse nessuno. Perché le manovre per stabilire chi gli sarà più vicino ci toccheranno tutti troppo da vicino, Iddio non voglia. Oh, il duca di Gloucester è una minaccia, e i figli e i fratelli della regina sono arroganti e boriosi. Se anziché governare venissero governati, questo paese malato potrebbe ritrovare la salute di un tempo. PRIMO CITTADINO
Su, su, stiamo temendo il peggio. Tutto si sistemerà. TERZO CITTADINO
Quando il cielo si rannuvola, chi è saggio si mette il mantello; quando cadono le foglie, l’inverno si avvicina; quando il sole tramonta, chi non si aspetta la notte? Dalle tempeste fuori stagione ci si attendono carestie. Può darsi che tutto si sistemi, ma se Iddio così dispone, è più di quanto ci meritiamo, o di quanto io mi aspetti. SECONDO CITTADINO
Hanno davvero tutti il cuore pieno di paura. Non si riesce quasi a parlare con nessuno che non sia mesto e pieno di timori. TERZO CITTADINO
È sempre così alla vigilia dei cambiamenti. Per un divino istinto la mente umana presagisce i pericoli che ne possono conseguire, così come per esperienza vediamo gonfiarsi le acque prima di una fragorosa tempesta. Ma sia fatta la volontà di Dio. Dove andate? SECONDO CITTADINO
Eh, ci hanno mandato a chiamare davanti ai giudici. TERZO CITTADINO
Anche a me. Vengo con voi. Escono
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 4
Enter [Lord Cardinal], young Duke of York, Queen87 Elizabeth, and the old Duchess of York
2.4
[CARDINAL]
Last night, I hear, they lay them at Northampton.88 At Stony Stratford they do rest tonight.89 Tomorrow, or next day, they will be here. DUCHESS OF YORK
I long with all my heart to see the Prince. I hope he is much grown since last I saw him.
5
QUEEN ELIZABETH
But I hear, no. They say my son of York Has almost overta’en him in his growth. YORK
Ay, mother, but I would not have it so. DUCHESS OF YORK
Why, my young cousin, it is good to grow. YORK
Grandam, one night as we did sit at supper, My uncle Rivers talked how I did grow More than my brother. ‘Ay’, quoth my nuncle Gloucester, ‘Small herbs have grace; gross weeds do grow apace’. And since, methinks I would not grow so fast, Because sweet flow’rs are slow, and weeds make haste.
10
DUCHESS OF YORK
Good faith, good faith, the saying did not hold In him that did object the same to thee. He was the wretched’st thing when he was young, So long a-growing, and so leisurely, That if his rule were true he should be gracious.
16
20
0.1. Cardinal: così in Q nelle didascalie e prefissi nominali di tutta la scena; in F Archbishop = “Arcivescovo” nelle didascalie e prefissi nominali di tutta la scena. 1. Hear: così in Q1; in Q3-6, F heard (passato). 1-2. Northampton. / At Stony Stratford: così in Q; in F Stony Stratford, / And at Northampton. 918
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 4
II, 4
Entrano [il lord Cardinale], il giovane duca di York, la regina Elisabetta, e la vecchia duchessa di York 79
[CARDINALE]
Ieri notte, mi dicono, si sono fermati a Northampton. Stanotte dormiranno a Stony Stratford80. Saranno qui domani, o dopodomani. DUCHESSA DI YORK
Ho tanta voglia di vedere il principe. Spero sia molto cresciuto dall’ultima volta che l’ho visto. REGINA ELISABETTA
Non mi risulta. Dicono che mio figlio York lo abbia quasi superato in altezza. YORK
Sì, madre, ma non vorrei che fosse vero. DUCHESSA DI YORK
Perché mai, nipote caro? Crescere è un bene. YORK
Nonna, una sera mentre eravamo seduti a cena, lo zio Rivers parlava di come fossi cresciuto più di mio fratello. “Sì”, disse lo zio Gloucester, “c’è grazia nell’erbetta; la gramigna cresce in fretta”. E da allora penso che non vorrei crescere così veloce, perché i fiorellini vengono su lenti e le erbacce svelte. DUCHESSA DI YORK
Credimi, credimi, quel proverbio non vale per chi lo ha riferito a te. Da piccolo era una cosettina meschina, così tarda a crescere, e così lenta, che se la sua massima fosse vera dovrebbe essere pieno di grazia.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 4
[CARDINAL]90
Why, so no doubt he is, my gracious madam. DUCHESS OF YORK
I hope he is, but yet let mothers doubt. YORK
Now, by my troth, if I had been remembered, I could have given my uncle’s grace a flout To touch his growth, nearer than he touched mine. DUCHESS OF YORK
How, my young York? I pray thee, let me hear it.
26
YORK
Marry, they say my uncle grew so fast That he could gnaw a crust at two hours old. ’Twas full two years ere I could get a tooth. Grannam, this would have been a biting jest.
30
DUCHESS OF YORK
I pray thee, pretty York, who told thee this? YORK Grannam, his nurse. DUCHESS OF YORK
His nurse? Why, she was dead ere thou wast born. YORK
If ’twere not she, I cannot tell who told me. QUEEN ELIZABETH
A parlous boy! Go to, you are too shrewd.
35
[CARDINAL]
Good madam, be not angry with the child. QUEEN ELIZABETH
Pitchers have ears. Enter [Marquis Dorset]91 Here comes your son, Lord Dorset.92 What news, Lord Marquis?93
[CARDINAL]
21. CARDINAL. Why: così in Q; in F Yor. And. 37. Dorset: così in Q; in F a Messenger = “un messaggero”. 37. Your son, Lord Dorset: emend. Taylor; in F a Messenger = “un messaggero”; in Q your son, Lord M. [Marquis] Dorset = “vostro figlio, il marchese di Dorset”. 38. Lord Marquis: così in Q; manca in F. 920
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 4
[CARDINALE]
E di certo lo è, graziosa signora. DUCHESSA DI YORK
Lo spero, ma permettete a una madre di dubitarne. YORK
Accidenti. Se mi fosse venuto in mente, avrei potuto burlarmi della crescita di sua grazia lo zio, più di quanto lui si è burlato della mia. DUCHESSA DI YORK
Come, mio giovane York? Dimmelo, ti prego. YORK
Che diamine, si dice che lo zio crescesse così in fretta che due ore dopo la nascita già rosicchiava una crosta. A me ci sono voluti due anni buoni per mettere su un dente. Nonnina, questa sarebbe stata una battuta mordace. DUCHESSA DI YORK
Dimmi, York carissimo, chi te lo ha raccontato? YORK
La sua balia, nonnina. DUCHESSA DI YORK
La sua balia? Ma se è morta prima che tu nascessi. YORK
Se non è stata lei, non so chi me l’ha detto81. REGINA ELISABETTA
Ma che sfacciato d’un ragazzino! Basta con queste impertinenze! [CARDINALE]
Mia buona signora, non vi adirate con il bambino. REGINA ELISABETTA
I muri hanno orecchie82. Entra [il marchese di Dorset] [CARDINALE]
Ecco che arriva vostro figlio, lord Dorset. Che notizie ci portate signor marchese?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 2 SCENE 4
[DORSET]
Such news, my lord,94
As grieves me to report. How doth the Prince?
QUEEN ELIZABETH [DORSET]
Well, madam, and in health. What is thy news then?95
DUCHESS OF YORK [DORSET]
Lord Rivers and Lord Gray are sent to Pomfret, And with them Thomas Vaughan, prisoners.
41
DUCHESS OF YORK
Who hath committed them? [DORSET] The mighty dukes, Gloucester and Buckingham. [CARDINAL] For what offence? [DORSET]
The sum of all I can, I have disclosed. Why or for what the nobles were committed Is all unknown to me, my gracious lord.
45
QUEEN ELIZABETH
Ay me! I see the ruin of our house.96 The tiger now hath seized the gentle hind. Insulting tyranny begins to Jet Upon the innocent and aweless throne. Welcome destruction, blood, and massacre! I see, as in a map, the end of all.
50
DUCHESS OF YORK
Accursèd and unquiet wrangling days, How many of you have mine eyes beheld? My husband lost his life to get the crown, And often up and down my sons were tossed, For me to joy and weep their gain and loss. And being seated, and domestic broils
55
38. DORSET: così nei prefissi nominali di Q per tutta la scena; in F Mes per tutta la scena. 40. Then: così in Q; manca in F. 48. Our: così in Q; in F my = “mia”. 922
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO II SCENA 4
[DORSET]
Notizie, signore, che mi è penoso riferirvi. REGINA ELISABETTA
Come sta il principe? [DORSET]
Bene, signora, e in buona salute. DUCHESSA DI YORK
Allora che notizie avete? [DORSET]
Lord Rivers e lord Gray sono stati imprigionati a Pomfret83, assieme a sir Thomas Vaughan. DUCHESSA DI YORK
Chi l’ha ordinato? [DORSET]
I due grandi duchi, Gloucester e Buckingham. [CARDINALE]
Con quale accusa? [DORSET]
Vi ho detto tutto quello che so. Perché o per cosa i nobili siano stati imprigionati mi è del tutto ignoto, mio grazioso signore. REGINA ELISABETTA
Oh povera me! Vedo la rovina del nostro casato. Ecco la tigre che ghermisce la mite cerbiatta. L’insolenza della tirannide già incombe sul trono innocente, che non incute rispetto. Benvenuti, sangue, sterminio e rovina! Vedo la fine di tutto, come fosse una mappa. DUCHESSA DI YORK
Maledetti giorni di smanie e discordia, quanti ne hanno visti i miei occhi? Il mio sposo ha dato la vita per la corona, i miei figli ora in alto ora in basso, e io che ridevo e piangevo delle loro vittorie e sconfitte. E una volta insediati, e scampati alle lotte intestine, loro,
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 1
Clean overblown, themselves the conquerors Make war upon themselves, brother to brother, Blood to blood, self against self. O preposterous And frantic outrage, end thy damnèd spleen, Or let me die, to look on death no more.97 QUEEN ELIZABETH (to York) Come, come, my boy, we will to sanctuary. — Madam, farewell. DUCHESS OF YORK Stay, I will go with you.
60
65
QUEEN ELIZABETH
You have no cause. [CARDINAL] (to Elizabeth) My gracious lady, go, And thither bear your treasure and your goods. For my part, I’ll resign unto your grace The seal I keep, and so betide to me As well I tender you and all of yours. Go, I’ll conduct you to the sanctuary. 3.1
70 Exeunt
The Trumpets sound. Enter young Prince Edward, the Dukes of Gloucester and Buckingham, Lord Cardinal, with others, including [Lord Stanley Earl98 of Derby and] Sir William Catesby
BUCKINGHAM
Welcome, sweet Prince, to London, to your chamber. RICHARD GLOUCESTER (to Prince Edward) Welcome, dear cousin, my thoughts’ sovereign. The weary way hath made you melancholy. PRINCE EDWARD
No, uncle, but our crosses on the way Have made it tedious, wearisome, and heavy. I want more uncles here to welcome me.
5
64. Look on death no more: così Q; in F look on earth no more = “non veda più la terra”. 0.3-4. Lord … Derby: emend. Taylor; manca in Q e F. Dall’inizio di questa scena fino al verso 148 Taylor usa come testo-guida Q1, ritenendo la lezione di F particolarmente corrotta. 924
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 1
i vincitori, si fanno la guerra, fratello contro fratello, sangue contro sangue, ognuno contro se stesso. Oh mostruosa e insensata violenza, basta con questa maledetta foga, o sennò lasciami morire, che non debba più stare a guardare la morte84. REGINA ELISABETTA (a York) Vieni, vieni figlio mio, andiamo a cercare asilo. – Signora, addio. DUCHESSA DI YORK
Aspettate, vengo con voi. REGINA ELISABETTA
Non ne avete motivo. [CARDINALE] (a Elisabetta)
Mia graziosa signora, andate, e portate con voi il vostro tesoro e i vostri beni. Per parte mia, consegnerò a vostra grazia il sigillo85 che custodisco, e la sorte mi assista così come io assisto voi e tutti i vostri cari. Andate, vi accompagno al vostro asilo86. Escono III, 1
Suono di trombe. Entrano il giovane principe Edoardo, i duchi di Gloucester e Buckingham, il lord Cardinale, assieme ad altri, incluso [lord Stanley conte di Derby e] sir William Catesby87
BUCKINGHAM
Dolce principe, benvenuto a Londra, la vostra capitale88. RICCARDO GLOUCESTER (al principe Edoardo) Benvenuto, nipote caro, sovrano dei miei pensieri. La fatica del viaggio vi ha reso melanconico. PRINCIPE EDOARDO
No, zio, ma i contrattempi hanno reso il viaggio noioso, faticoso e pesante. Mi manca il benvenuto degli altri zii.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 1
RICHARD GLOUCESTER
Sweet Prince, the untainted virtue of your years Hath not yet dived into the world’s deceit, Nor more can you distinguish of a man Than of his outward show, which God he knows Seldom or never jumpeth with the heart. Those uncles which you want were dangerous. Your grace attended to their sugared words, But looked not on the poison of their hearts. God keep you from them, and from such false friends.
10
PRINCE EDWARD
God keep me from false friends; but they were none. Enter Lord Mayor [and his train] RICHARD GLOUCESTER
My lord, the Mayor of London comes to greet you. MAYOR (kneeling to Prince Edward) God bless your grace with health and happy days.
17
PRINCE EDWARD
I thank you, good my lord, and thank you all. — I thought my mother and my brother York Would long ere this have met us on the way. Fie, what a slug is Hastings, that he hastes not99 To tell us whether they will come or no.
20
Enter Lord Hastings BUCKINGHAM
In happy time here comes the sweating lord.100 PRINCE EDWARD (to Hastings) Welcome, my lord. What, will our mother come?
25
LORD HASTINGS
On what occasion God he knows, not I, The Queen your mother, and your brother York, Have taken sanctuary. The tender Prince
22. Hastes: emend. Taylor; in Q e F comes = “viene”. 24. In happy time: emend. Taylor; in Q e F And in good time, con analogo significato. 926
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 1
RICCARDO GLOUCESTER
Dolce principe, l’incontaminata virtù dei vostri anni non si è ancora addentrata negli inganni del mondo, né sapete discernere in un uomo più del suo aspetto esteriore, che – lo sa Iddio – di rado o mai si accorda al suo cuore. Gli zii che vi mancano erano infidi. Vostra grazia ne ascoltava le mielose parole, ma non si accorgeva del veleno del cuore. Che Dio vi guardi dai falsi amici come loro. PRINCIPE EDOARDO
Che Dio mi guardi dai falsi amici; ma loro non lo erano. Entra il sindaco [e il suo seguito] RICCARDO GLOUCESTER
Mio signore, il sindaco di Londra viene a salutarvi. SINDACO (inginocchiandosi di fronte al principe Edoardo)
Dio doni a vostra grazia la benedizione della salute e di giorni felici! PRINCIPE EDOARDO
Vi ringrazio, mio buon signore, e ringrazio voi tutti. – Pensavo che mia madre e mio fratello York ci sarebbero venuti incontro già da un pezzo. Vergogna, che lumaca è quell’Hastings, che non si sbriga a dirci se arriveranno o no. Entra lord Hastings BUCKINGHAM
Ecco finalmente il nostro lord, tutto sudato. PRINCIPE EDOARDO (ad Hastings)
Benvenuto, mio signore. E allora, arriva nostra madre? LORD HASTINGS
Iddio solo sa per quale motivo la regina vostra madre e vostro fratello York abbiano scelto l’asilo. Il giovane principe voleva venire
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 1
Would fain have come with me to meet your grace, But by his mother was perforce withheld.
30
BUCKINGHAM
Fie, what an indirect and peevish course Is this of hers! — Lord Cardinal, will your grace Persuade the Queen to send the Duke of York Unto his princely brother presently? — If she deny, Lord Hastings, go with him, And from her jealous arms pluck him perforce.
35
CARDINAL
My lord of Buckingham, if my weak oratory Can from his mother win the Duke of York, Anon expect him. But if she be obdurate101 To mild entreaties, God in heaven forbid We should infringe the sacred privilege Of blessèd sanctuary. Not for all this land Would I be guilty of so deep a sin.
40
BUCKINGHAM
You are too senseless-obstinate, my lord, Too ceremonious and traditional. Weigh it not with the grossness of this age. You break not sanctuary in seizing him. The benefit thereof is always granted To those whose dealings have deserved the place, And those who have the wit to claim the place. This prince hath neither claimed it nor deserved it, And therefore, in my mind, he cannot have it. Then taking him from thence that ’longs not there,102 You break thereby no privilege nor charter.103 Oft have I heard of ‘sanctuary men’, But ‘sanctuary children’ ne’er till now.
45
50
55
39. Anon expect him: emend. Taylor; in Q e F Anon expect him here = “aspettatevelo qui al più presto”. 53. ’longs: emend. Taylor; in Q e F is = “è”. 54. You …. charter: emend. Taylor; in Q e F You break no privilege nor charter there (stesso senso). 928
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19/10/2017 18:25:56
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 1
con me a incontrare vostra grazia, ma è stato trattenuto con la forza da sua madre. BUCKINGHAM
Peccato, che comportamento ambiguo e capriccioso! – signor cardinale, vuole vostra grazia convincere la regina a mandare immediatamente il duca di York dal principe suo fratello? Nel caso rifiuti, lord Hastings, andate con lui e strappateglielo a forza da quelle braccia gelose. CARDINALE
Mio signore di Buckingham, se la mia debole eloquenza saprà staccare la madre dal duca di York, aspettatevelo al più presto. Ma se lei rimane insensibile alle cortesi richieste, Iddio non voglia che noi violiamo il santo privilegio del sacro asilo. Per nulla al mondo mi macchierei di un peccato simile. BUCKINGHAM
Mio signore, siete irragionevolmente rigido, troppo legato ai cerimoniali e alle tradizioni. Non dovete valutare la questione col rozzo metro di questi tempi. Nel portarlo via, voi non violate il diritto d’asilo. È un privilegio che viene accordato a chi se lo è meritato coi fatti, e a chi ha l’animo di richiederlo. Questo principe non lo ha né richiesto né meritato, e perciò, a parer mio, non può avvalersene. Quindi, allontanandolo da un luogo che non gli spetta, voi non violate privilegio o diritto alcuno. Ho spesso sentito parlare di asilo per gli adulti, ma mai finora per i fanciulli.
929
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19/10/2017 18:25:57
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 1
CARDINAL
My lord, you shall o’errule my mind for once. — Come on, Lord Hastings, will you go with me? LORD HASTINGS I come, my lord.104 PRINCE EDWARD
Good lords, make all the speedy haste you may. —
60
Exeunt Cardinal and Hastings Say, uncle Gloucester, if our brother come, Where shall we sojourn till our coronation? RICHARD GLOUCESTER
Where it seems best unto your royal self. If I may counsel you, some day or two Your highness shall repose you at the Tower, Then where you please and shall be thought most fit For your best health and recreation.
65
PRINCE EDWARD
I do not like the Tower of any place. — Did Julius Caesar build that place, my lord? BUCKINGHAM
He did, my gracious lord, begin that place, Which since succeeding ages have re-edified.
70
PRINCE EDWARD
Is it upon record, or else reported Successively from age to age, he built it? BUCKINGHAM
Upon record, my gracious liege.105 PRINCE EDWARD
But say, my lord, it were not registered, Methinks the truth should live from age to age, As ’twere retailed to all posterity Even to the general all-ending day. RICHARD GLOUCESTER (aside) So wise so young, they say, do never live long. PRINCE EDWARD What say you, uncle?
75
80
59. I come: emend. Taylor; in Q e F I go = “vado”. 74. Liege: emend. Taylor; in Q e F lord (stesso senso). 930
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19/10/2017 18:25:57
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 1
CARDINALE
Mio signore, una volta tanto avrete la meglio sulle mie opinioni. – Andiamo, lord Hastings, venite con me? LORD HASTINGS
Vengo, mio signore. PRINCIPE EDOARDO
Miei buoni signori, fate più in fretta possibile. – Escono il Cardinale e Hastings Ditemi, zio Gloucester, se arriva nostro fratello, dove risiederemo fino all’incoronazione? RICCARDO GLOUCESTER
Dove vostra maestà preferisce. Se posso darvi un consiglio, vostra altezza dovrebbe riposarsi un giorno o due nella Torre89, poi dove vi aggrada e dove sarà reputato più conveniente alla vostra salute e svago. PRINCIPE EDOARDO
La Torre è il posto che mi piace meno. – Fu Giulio Cesare a costruirla, mio signore? BUCKINGHAM
Le diede inizio, mio grazioso signore, e poi vi costruirono sopra nelle epoche successive. PRINCIPE EDOARDO
È documentato che fu lui a costruirla, o è una voce che si tramanda di epoca in epoca? BUCKINGHAM
È documentato, mio grazioso signore. PRINCIPE EDOARDO
Ma supponendo, mio signore, che non fosse documentato, io penso che la verità dovrebbe vivere da un’epoca all’altra, eternamente rinarrata ai posteri, per così dire, fino al giorno del giudizio. RICCARDO GLOUCESTER (a parte) Chi è così saggio già da giovane, dicono, non vive a lungo. PRINCIPE EDOARDO
Cosa dite, zio?
931
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 1
RICHARD GLOUCESTER
I say, ‘Without characters fame lives long’. (Aside) Thus like the formal Vice, Iniquity, I moralize two meanings in one word. PRINCE EDWARD
That Julius Caesar was a famous man: With what his valour did t’enrich his wit,106 His wit set down to make his valour live. Death made no conquest of this conqueror,107 For yet he lives in fame though not in life. I’ll tell you what, my cousin Buckingham. BUCKINGHAM What, my good lord?
85
90
PRINCE EDWARD
An if I live until I be a man, I’ll win our ancient right in France again, Or die a soldier, as I lived a king. RICHARD GLOUCESTER (aside) Short summers lightly have a forward spring. Enter young Duke of York, Lord Hastings, and Lord Cardinal BUCKINGHAM
Now in good time, here comes the Duke of York.
95
PRINCE EDWARD
Richard of York, how fares our loving brother?108 YORK Well, my dread lord — so must I call you now.109 PRINCE EDWARD
Ay, brother, to our grief, as it is yours. Too late he died that might have kept that title, Which by his death hath lost much majesty.
100
85. T’enrich: emend. Taylor; in Q e F enrich. L’emendamento cambia la sintassi dei versi 85-6, che altrimenti reciterebbero “con ciò che il valore aggiunse al suo ingegno, / l’ingegno ne tramandò il valore”. 87. This: così in Q1; in Q2-8 e F his = “il suo” (della morte). 96. Loving: così in Q1; in Q3-8 e F noble = “nobile”. 97. Dread: così in Q1; in Q3-8 e F dear = “caro”. 932
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19/10/2017 18:25:57
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 1
RICCARDO GLOUCESTER
Dico che anche senza documenti scritti la fama vive a lungo. (a parte) Così, come il tipico Vizio90 del palcoscenico, Messer Malvagio, da una parola traggo due significati. PRINCIPE EDOARDO
Quel Giulio Cesare era un grand’uomo: se il valore ne ha acuito l’ingegno, l’ingegno è servito a tramandarne il valore. Di questo conquistatore la morte non ha fatto conquista, perché la sua fama vive ancora, sebbene lui non sia più in vita. Vi dirò una cosa, cugino Buckingham. BUCKINGHAM
Cosa, mio buon signore? PRINCIPE EDOARDO
Che se vivrò fino a diventare uomo, riaffermerò il nostro antico diritto sulla Francia91, o morirò da soldato, come avrò vissuto da re. RICCARDO GLOUCESTER (a parte) Le estati brevi spesso hanno una primavera precoce. Entrano il giovane duca di York, lord Hastings e il lord Cardinale BUCKINGHAM
Ecco che finalmente arriva il duca di York. PRINCIPE EDOARDO
Riccardo di York: come sta il nostro amato fratello? YORK
Bene, mio reverendo signore – così vi devo chiamare ora. PRINCIPE EDOARDO
Sì, fratello, con nostro come con vostro rammarico. Troppo recente è la morte di colui che avremmo voluto conservasse quel titolo, che con la sua morte ha perso molta della sua maestà.
933
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19/10/2017 18:25:57
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 1
RICHARD GLOUCESTER
How fares our noble cousin, Lord of York? YORK
I thank you, gentle uncle, well. O, my lord,110 You said that idle weeds are fast in growth; The Prince, my brother, hath outgrown me far. RICHARD GLOUCESTER
He hath, my lord. YORK
And therefore is he idle?
105
RICHARD GLOUCESTER
O my fair cousin, I must not say so. YORK
He is more beholden to you then than I. RICHARD GLOUCESTER
He may command me as my sovereign, But you have power in me as a kinsman. YORK
I pray you, uncle, render me this dagger.111
110
RICHARD GLOUCESTER
My dagger, little cousin? With all my heart. PRINCE EDWARD A beggar, brother? YORK
Of my kind uncle that I know will give, It being but a toy which is no grief to give. RICHARD GLOUCESTER
A greater gift than that I’ll give my cousin.
115
YORK
A greater gift? O, that’s the sword to it. RICHARD GLOUCESTER
Ay, gentle cousin, were it light enough. YORK
O, then I see you will part but with light gifts. In weightier things you’ll say a beggar nay.
102. Uncle, well: emend. Taylor; In Q e F non compare well = “bene”. 110. Render: emend. Taylor; in Q e F give (analogo significato). 934
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19/10/2017 18:25:57
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 1
RICCARDO GLOUCESTER
Come sta nostro nipote, il nobile signore di York? YORK
Grazie della vostra gentilezza, zio, sto bene. Oh, mio signore, diceste che le erbacce inutili crescono in fretta: il principe mio fratello è cresciuto ben più di me! RICCARDO GLOUCESTER
È vero, mio signore. YORK
E pertanto è inutile? RICCARDO GLOUCESTER
Oh, caro nipote, questo non posso dirlo. YORK
Allora avete più obbligazioni verso di lui che verso di me. RICCARDO GLOUCESTER
È sua facoltà disporre di me come mio sovrano, ma voi avete potere su di me come congiunto. YORK
Vi prego, zio, datemi quel pugnale. RICCARDO GLOUCESTER
Il mio pugnale, cuginetto? Con tutto il cuore. PRINCIPE EDOARDO
Elemosinate, fratello? YORK
Dal mio gentile zio. So che me lo darà, perché è una sciocchezza di cui ci si priva senza rammarico. RICCARDO GLOUCESTER
Farò a mio nipote un dono più grande. YORK
Un dono più grande? Ah, ma allora è la spada. RICCARDO GLOUCESTER
Sì, nipote caro, se fosse di poco peso. YORK
Ah, vedo che vi private solo di doni da poco; quelli di maggior peso non li volete dar via.
935
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 1
RICHARD GLOUCESTER
It is too heavy for your grace to wear.
120
YORK
I’d weigh it lightly, were it heavier.112 RICHARD GLOUCESTER
What, would you have my weapon, little lord? YORK
I would, that I might thank you as you call me. RICHARD GLOUCESTER How? YORK Little.
125
PRINCE EDWARD
My lord of York will still be cross in talk. — Uncle, your grace knows how to bear with him. YORK
You mean to bear me, not to bear with me. — Uncle, my brother mocks both you and me. Because that I am little like an ape, He thinks that you should bear me on your shoulders.
130
BUCKINGHAM
With what a sharp, prodigal wit he reasons.113 To mitigate the scorn he gives his uncle, He prettily and aptly taunts himself. So cunning and so young is wonderful. RICHARD GLOUCESTER (to Prince Edward) My lord, will’t please you pass along? Myself and my good cousin Buckingham Will to your mother to entreat of her To meet you at the Tower and welcome you. YORK (to Prince Edward) What, will you go unto the Tower, my lord?
135
140
PRINCE EDWARD
My Lord Protector needs will have it so. YORK
I shall not sleep in quiet at the Tower. 121. I’d weigh it: emend. tardo; in Q e F I weigh it = “lo trovo”. 132. Sharp, prodigal: emend. Taylor; in Q sharp provided (analogo significato). 936
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 1
RICCARDO GLOUCESTER
È troppo pesante per vostra grazia. YORK
La troverei da poco foss’anche più pesante. RICCARDO GLOUCESTER
Insomma, piccolo, la volete la mia arma? YORK
Sì, così posso darvi un ringraziamento pari a come mi chiamate. RICCARDO GLOUCESTER
Cioè? YORK
Piccolo. PRINCIPE EDOARDO
Al mio signore di York piace sempre far bisticci di parole. – Zio, vostra grazia sa come sopportarlo. YORK
Volete dire portarmi, non sopportarmi. – Zio, mio fratello si prende gioco di tutti e due. Dato che sono piccolo come una scimmia, pensa che mi dobbiate portare sul gobbo92. BUCKINGHAM
Che arguzia tagliente. Per sfumare il sarcasmo verso lo zio, sfotte se stesso con garbo e accortezza. Così giovane e così sveglio: una meraviglia. RICCARDO GLOUCESTER (al principe Edoardo) Mio signore, vi dispiace procedere? Io e il caro cugino Buckingham andiamo da vostra madre, per pregarla di venirvi a dare il benvenuto alla Torre. YORK (al principe Edoardo) Come, volete andare alla Torre, mio signore? PRINCIPE EDOARDO
Così ha deciso il lord Protettore. YORK
Non dormirò tranquillo nella Torre.
937
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 1
RICHARD GLOUCESTER Why, what should you fear there? YORK
Marry, my uncle Clarence’ angry ghost. My grannam told me he was murdered there.
145
PRINCE EDWARD
I fear no uncles dead. Nor none that live, I hope.
RICHARD GLOUCESTER PRINCE EDWARD
An if they live, I hope I need not fear. (To York) But come, my lord, and with a heavy heart, Thinking on them, go we unto the Tower.114 A Sennet. Exeunt all but Richard, Buckingham, and Catesby BUCKINGHAM (to Richard)
Think you, my lord, this little prating York Was not incensèd by his subtle mother To taunt and scorn you thus opprobriously?
150
RICHARD GLOUCESTER
No doubt, no doubt. O, ’tis a parlous boy,115 Bold, quick, ingenious, forward, capable. He is all the mother’s, from the top to toe.
155
BUCKINGHAM
Well, let them rest. — Come hither, Catesby. Thou art sworn As deeply to effect what we intend As closely to conceal what we impart. Thou know’st our reasons, urged upon the way. What think’st thou? Is it not an easy matter To make Lord William Hastings of our mind, For the instalment of this noble duke In the seat royal of this famous isle?
160
CATESBY
He for his father’s sake so loves the Prince That he will not be won to aught against him.
165
149. We go: emend. Taylor; in Q e F I go = “vado”. 153. Parlous: così in Q7; in Q1-6, F1 perillous = “pericoloso”. 938
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 1
RICCARDO GLOUCESTER
Perché, cosa avreste da temere? YORK
Perbacco, lo spirito furente dello zio Clarence. La nonna mi ha detto che è stato assassinato lì. PRINCIPE EDOARDO
Non ho paura degli zii morti. RICCARDO GLOUCESTER
E neanche di quelli vivi, spero. PRINCIPE EDOARDO
Se sono vivi93, spero di non dover aver nulla da temere. (A York) Ma venite, mio signore, e con il cuore pesante, e il pensiero a loro, andiamo alla Torre. Uno squillo di tromba. Escono tutti tranne Riccardo, Buckingham e Catesby BUCKINGHAM (a Riccardo)
Non vi sembra, mio signore, che questo saputello di uno York sia stato istigato da quella furba di sua madre a schernirvi e dileggiarvi in maniera così sfacciata? RICCARDO GLOUCESTER
Senza dubbio, senza dubbio. Oh, è un ragazzino petulante, sfrontato, vivace, sveglio, precoce, accorto. Tutto sua madre, dalla testa ai piedi. BUCKINGHAM
Beh, lasciamo perdere. – Vieni qui, Catesby. Hai giurato di eseguire fino in fondo i nostri piani e di custodire gelosamente i nostri segreti. Sai cosa abbiamo in mente, te l’abbiamo chiarito venendo in qua. Che ne pensi? Non sarà facile portare lord William Hastings dalla nostra parte, per insediare il nobile duca sul trono di questa grande isola? CATESBY
Per l’affetto che lo legava al padre, ama così tanto il principe che non si convincerà a far nulla contro di lui.
939
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 1
BUCKINGHAM
What think’st thou then of Stanley? Will not he?116 CATESBY
He will do all-in-all as Hastings doth. BUCKINGHAM
Well then, no more but this. Go, gentle Catesby, And, as it were far off, sound thou Lord Hastings How he doth stand affected to our purpose.117 If thou dost find him tractable to us, Encourage him, and tell him all our reasons. If he be leaden, icy, cold, unwilling, Be thou so too, and so break off your talk, And give us notice of his inclination, For we tomorrow hold divided counsels, Wherein thyself shalt highly be employed.
170
175
RICHARD GLOUCESTER
Commend me to Lord William. Tell him, Catesby, His ancient knot of dangerous adversaries Tomorrow are let blood at Pomfret Castle, And bid my lord, for joy of this good news, Give Mrs Shore one gentle kiss the more.
180
BUCKINGHAM
Good Catesby, go effect this business soundly. CATESBY
My good lords both, with all the heed I can. RICHARD GLOUCESTER
Shall we hear from you, Catesby, ere we sleep?
185
CATESBY You shall, my lord. RICHARD GLOUCESTER
At Crosby House, there shall you find us both.118 Exit Catesby
166. Will not he?: così in F; in Q What will he? = “Che farà?”. 170. Purpose: così in Q. F aggiunge qui due versi (v. Aggiunte al testo F). 187. House: così in F; in Q place (come I, 2, 200). 940
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 1
BUCKINGHAM
Che ne pensi allora di Stanley? Lui ci starà? CATESBY
Farà in tutto e per tutto quello che fa Hastings. BUCKINGHAM
Allora tu fa’ così. Va’ da lord Hastings, buon Catesby, e prendendola alla lontana, sondalo sul nostro piano. Se lo trovi arrendevole, incoraggialo ed esponigli tutte le nostre ragioni. Se si mostra duro, freddo, riluttante, tu fai lo stesso, taglia corto e facci sapere del suo orientamento, perché domani terremo consigli separati94 nei quali ti dovrai occupare di questioni importanti. RICCARDO GLOUCESTER
Porta i miei saluti a lord William. Digli, Catesby, che domani al castello di Pomfret faremo un bel salasso alla vecchia banda dei suoi pericolosi nemici, e ricorda a sua signoria che, per festeggiare questa buona notizia, deve dare a madama Shore un bacetto in più. BUCKINGHAM
Buon Catesby, va’ ed esegui il tuo compito come si deve. CATESBY
Miei buoni signori, con tutto lo zelo di cui sono capace. RICCARDO GLOUCESTER
Ci farai avere notizie, Catesby, prima di notte? CATESBY
Certamente, mio signore. RICCARDO GLOUCESTER
A Crosby House, ci troverai lì. Esce Catesby
941
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 2
BUCKINGHAM
My lord, what shall we do if we perceive Lord Hastings will not yield to our complots? RICHARD GLOUCESTER
Chop off his head. Something we will determine. And look when I am king, claim thou of me The earldom of Hereford, and all the movables Whereof the King my brother was possessed.
190
BUCKINGHAM
I’ll claim that promise at your grace’s hand. RICHARD GLOUCESTER
And look to have it yielded with all kindness. Come, let us sup betimes, that afterwards We may digest our complots in some form. 3.2
195 Exeunt
Enter a Messenger to the door of Lord Hastings
MESSENGER (knocking)
My lord, my lord! LORD HASTINGS [within] Who knocks?
One from Lord Stanley.
MESSENGER
[Enter Lord Hastings] LORD HASTINGS
What is’t o’clock? MESSENGER
Upon the stroke of four.
LORD HASTINGS
Cannot my Lord Stanley sleep these tedious nights?119 MESSENGER
So it appears by that I have to say. First he commends him to your noble self. LORD HASTINGS What then?
5
3. My Lord Stanley: così in F; in Q thy Master = “il tuo padrone”. 942
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 2
BUCKINGHAM
Mio signore, che facciamo se capiamo che lord Hastings non vuole secondare i nostri piani? RICCARDO GLOUCESTER
Gli stacchiamo la testa. In qualche modo faremo. E non appena sarò re ricordati di chiedermi la contea di Hereford95, e tutti i beni che vi possedeva il re mio fratello. BUCKINGHAM
Reclamerò questo privilegio direttamente dalle mani di vostra grazia. RICCARDO GLOUCESTER
E bada che ti venga concesso in bel modo. Andiamo, ceniamo per tempo, così poi troveremo il modo di esaminare le nostre trame. Escono III, 2
Entra un messaggero diretto alla porta di lord Hastings96
MESSAGGERO (bussa)
Mio signore, mio signore! LORD HASTINGS (all’interno)
Chi bussa? MESSAGGERO
Da parte di lord Stanley. [Entra lord Hastings] LORD HASTINGS
Che ore sono? MESSAGGERO
L’orologio ha battuto le quattro. LORD HASTINGS
Il mio Stanley non riesce a dormire in queste notti uggiose? MESSAGGERO
Così sembra, a giudicare da quello che ho da dire. Per prima cosa manda i suoi saluti a vostra signoria. LORD HASTINGS
E poi?
943
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 2
MESSENGER
Then certifies your lordship that this night He dreamt the boar had razèd off his helm.120 Besides, he says there are two councils kept, And that may be determined at the one Which may make you and him to rue at th’other. Therefore he sends to know your lordship’s pleasure, If you will presently take horse with him, And with all speed post with him toward the north To shun the danger that his soul divines.
10
15
LORD HASTINGS
Go, fellow, go, return unto thy lord. Bid him not fear the separated councils. His honour and myself are at the one, And at the other is my good friend Catesby, Where nothing can proceed that toucheth us Whereof I shall not have intelligence. Tell him his fears are shallow, without instance. And for his dreams, I wonder he’s so simple, To trust the mock’ry of unquiet slumbers. To fly the boar before the boar pursues Were to incense the boar to follow us, And make pursuit where he did mean no chase. Go, bid thy master rise, and come to me, And we will both together to the Tower, Where he shall see the boar will use us kindly.
20
25
30
MESSENGER
I’ll go, ray lord, and tell him what you say.
Exit
Enter Catesby CATESBY
Many good morrows to my noble lord. LORD HASTINGS
Good morrow, Catesby. You are early stirring. What news, what news, in this our tott’ring state?
8. Boar: così in Q6-8 e F; in Q1 bear = “orso”. 944
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 2
MESSAGGERO
Poi manda a dire a vostra signoria che stanotte ha sognato il cinghiale97 che gli strappava via l’elmo. Dice anche che si terranno due consigli e può darsi che in uno si prendano decisioni che l’altro farà rimpiangere a lui e a voi. Perciò chiede di conoscere le intenzioni di vostra signoria, se volete montare subito a cavallo con lui e con lui correre a nord, per sfuggire il pericolo di cui la sua anima ha presentimento. LORD HASTINGS
Va’, amico, va’, torna dal tuo signore. Digli di non temere i consigli separati. Sua signoria sarà nel primo assieme a me, e il mio buon amico Catesby sarà nel secondo, dove non può succedere nulla che ci riguardi senza che io ne venga informato. Digli che i suoi sciocchi timori sono infondati. E quanto ai sogni, mi meraviglio che sia così ingenuo da prendere sul serio le fantasie di sonni agitati. Scappare dal cinghiale prima che il cinghiale ci insegua vorrebbe dire aizzarlo a seguirci, e a darci la caccia quando non ha intenzione di farlo. Va’, dì al tuo padrone di alzarsi e di venire da me e andremo insieme alla Torre, dove vedrà che il cinghiale ci tratterà ammodo98. MESSAGGERO
Mio signore, vado a riferirgli le vostre parole. Esce Entra Catesby CATESBY
Molti di questi buongiorno al mio nobile signore. LORD HASTINGS
Buongiorno, Catesby. Siete in piedi presto. Novità? Ci sono novità in questo nostro traballante stato?
945
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19/10/2017 18:25:58
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 2
CATESBY
It is a reeling world indeed, my lord, And I believe will never stand upright Till Richard wear the garland of the realm.
35
LORD HASTINGS
How? ‘Wear the garland’? Dost thou mean the crown? CATESBY Ay, my good lord. LORD HASTINGS
I’ll have this crown of mine cut from my shoulders Before I’ll see the crown so foul misplaced. But canst thou guess that he doth aim at it?
40
CATESBY
Ay, on my life, and hopes to find you forward Upon his party for the gain thereof — And thereupon he sends you this good news: That this same very day your enemies, The kindred of the Queen, must die at Pomfret.
45
LORD HASTINGS
Indeed I am no mourner for that news, Because they have been still my adversaries. But that I’ll give my voice on Richard’s side To bar my master’s heirs in true descent, God knows I will not do it, to the death.
50
CATESBY
God keep your lordship in that gracious mind! LORD HASTINGS
But I shall laugh at this a twelvemonth hence: That they which brought me in my master’s hate, I live to look upon their tragedy. Well, Catesby, ere a fortnight make me older, I’ll send some packing that yet think not on’t.
55
CATESBY
’Tis a vile thing to die, my gracious lord, When men are unprepared, and look not for it.
60
946
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19/10/2017 18:25:58
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 2
CATESBY
È davvero un mondo che barcolla, mio signore, e credo che non si reggerà mai dritto fino a che Riccardo non si cingerà della ghirlanda del regno. LORD HASTINGS
Cosa? “la ghirlanda”? Vuoi dire la corona? CATESBY
Sì, mio buon signore. LORD HASTINGS
Mi farò staccare questa mia corona99 dal collo prima di vedere la corona così mal riposta. Ma credi sia questo a cui mira? CATESBY
Sì, parola mia, e per la sua conquista spera di trovarvi in prima linea fra i suoi sostenitori – e perciò vi manda questa buona notizia: questo stesso giorno i vostri nemici, i parenti della regina, moriranno a Pomfret. LORD HASTINGS
Non metto certo il lutto a questa notizia, dato che mi son sempre stati ostili. Ma che io contribuisca alla causa di Riccardo contro i legittimi eredi del mio signore, Iddio sa che non lo farò neanche morto. CATESBY
Dio conservi vostra grazia nel suo lodevole proposito! LORD HASTINGS
Ma riderò per un anno intero che sono ancora qui ad assistere alla rovina di chi mi ha messo contro il mio signore. Ebbene, Catesby, in capo a due settimane sistemerò qualcuno che ancora non se l’aspetta. CATESBY
Brutta cosa, mio grazioso signore, morire impreparato, quando uno non se lo aspetta.
947
Shakespeare_Drammi storici.indb 947
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 2
LORD HASTINGS
O monstrous, monstrous! And so falls it out With Rivers, Vaughan, Gray — and so ’twill do With some men else, that think themselves as safe As thou and I, who as thou know’st are dear To princely Richard and to Buckingham.
65
CATESBY
The Princes both make high account of you — (Aside) For they account his head upon the bridge. LORD HASTINGS
I know they do, and I have well deserved it. Enter Lord Stanley Come on, come on, where is your boar-spear, man? Fear you the boar, and go so unprovided?
70
STANLEY
My lord, good morrow. — Good morrow, Catesby. — You may jest on, but by the Holy Rood I do not like these several councils, I. LORD HASTINGS
My lord, I hold my life as dear as you do yours,121 And never in my days, I do protest, Was it so precious to me as ’tis now. Think you, but that I know our state secure, I would be so triumphant as I am?
75
STANLEY
The lords at Pomfret, when they rode from London, Were jocund, and supposed their states were sure, And they indeed had no cause to mistrust; But yet you see how soon the day o’ercast. This sudden stab of rancour I misdoubt. Pray God, I say, I prove a needless coward. What, shall we toward the Tower? The day is spent.122
80
74. You do: così in Q; manca in F. 85. The day is spent: così in F; manca in Q. 948
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 2
LORD HASTINGS
Oh, mostruoso, mostruoso! E toccherà a Rivers, Vaughan, Gray – e capiterà anche a qualcun altro che si sente al sicuro come te e come me, che come sai siamo cari al principe Riccardo e a Buckingham. CATESBY
I principi vi tengono entrambi in gran conto – (a parte) Perché contano già la sua testa sul ponte100. LORD HASTINGS
Lo so, e me lo sono ben meritato. Entra lord Stanley Venite avanti, venite, dov’è la lancia per il cinghiale, amico? Avete paura del cinghiale e ve ne andate in giro disarmato? STANLEY
Mio signore, buongiorno. – Buongiorno, Catesby. – Scherzate pure, ma, per la santa Croce, questi consigli separati non mi garbano, no. LORD HASTINGS
Mio signore, la vita mi è cara quanto a voi, e mai da quando sono al mondo, ve lo assicuro, mi è stata preziosa come ora. Pensate forse che, se non sapessi che siamo al sicuro, esulterei così? LORD STANLEY
Quei gentiluomini a Pomfret, mentre uscivano da Londra a cavallo, erano allegri e si credevano al sicuro, e non avevano davvero motivo di dubitarne; eppure vedete come il cielo si è coperto in fretta. Questo improvviso attacco di rancore mi insospettisce. Prego Iddio, vi dico, che i miei timori siano infondati. Che dite, andiamo alla Torre? Si è fatto giorno.
949
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19/10/2017 18:25:58
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 2
LORD HASTINGS
Come, come, have with you! Wot you what, my lord? Today the lords you talked of are beheaded.123
87
STANLEY
They for their truth might better wear their heads Than some that have accused them wear their hats. But come, my lord, let us away.
90
124
Enter a Pursuivant named [Hastings] LORD HASTINGS
Go on before; I’ll follow presently.125 Exeunt Stanley and Catesby Well met, Hastings. How goes the world with thee?126 PURSUIVANT
The better that your lordship please to ask. LORD HASTINGS
I tell thee, man, ’tis better with me now Than when I met thee last, where now we meet.127 Then was I going prisoner to the Tower, By the suggestion of the Queen’s allies; But now, I tell thee — keep it to thyself — This day those enemies are put to death, And I in better state than e’er I was.
95
100
PURSUIVANT
God hold it to your honour’s good content. LORD HASTINGS
Gramercy, Hastings. There, drink that for me.128 He throws him his purse
87. Talked: così in Q1; in Q3-8 e F talke (presente). 90.1. Hastings: così in Q; manca in F. 91. I’ll follow presently: così in Q; in F I’ll talke with this good fellow = “parlerò con questo giovanotto”. 91.1. Exeunt … Catesby: così in Q3-8, F; manca in Q1. 92. Well met, Hastings: così in Q; in F How now, Sirrha? = “Come va, galantuomo?”. 95. I met thee: così in Q; in F thou met’st me = “mi incontrasti”. 102. Hastings: così in Q; in F fellow = “amico”. 950
Shakespeare_Drammi storici.indb 950
19/10/2017 18:25:58
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 2
LORD HASTINGS
Andiamo, andiamo, basta! Sapete una cosa, mio signore? Oggi ai gentiluomini di cui parlavate verrà tagliata la testa. LORD STANLEY
In tutta onestà erano più degni loro di portare la testa, che alcuni dei loro accusatori di portare il cappello. Ma andiamo, mio signore, andiamo via. Entra un funzionario101 chiamato [Hastings]102 LORD HASTINGS
Andate avanti; vi seguo subito. Escono Stanley e Catesby Bentrovato, Hastings. Ti vanno bene le cose? FUNZIONARIO
Ancor meglio se vostra signoria si compiace di chiedermelo. LORD HASTINGS
Ti dico una cosa, amico, a me vanno meglio ora dell’ultima volta che ti ho visto. Allora mi stavano portando prigioniero alla Torre, per colpa dei parenti della regina; ma adesso, senti qui – tienitelo per te – oggi stesso quegli stessi nemici vengono mandati al patibolo, e io non ho mai avuto più potere. FUNZIONARIO
Che Iddio ve lo conservi, vostro onore. LORD HASTINGS
Grazie, Hastings: tieni, bevi alla mia salute. Gli getta il borsellino
951
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19/10/2017 18:25:58
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 2
PURSUIVANT God save your lordship.129
Exit
Enter a Priest PRIEST
Well met, my lord. I am glad to see your honour. LORD HASTINGS
I thank thee, good Sir John, with all my heart. I am in your debt for your last exercise. Come the next sabbath, and I will content you.
105
[He whispers in his ear.]130 Enter Buckingham BUCKINGHAM
What, talking with a priest, Lord Chamberlain? Your friends at Pomfret, they do need the priest; Your honour hath no shriving work in hand.
110
LORD HASTINGS
Good faith, and when I met this holy man The men you talk of came into my mind. What, go you toward the Tower? BUCKINGHAM
I do, my lord, but long I cannot stay there; I shall return before your lordship thence.
115
LORD HASTINGS
Nay, like enough, for I stay dinner there. BUCKINGHAM (aside)
And supper too, although thou know’st it not. Come, will you go? LORD HASTINGS I’ll wait upon your lordship. Exeunt
103. God save your lordship: così in Q; in F I thank your Honor = “Ringrazio vostro onore”. 107.1. He whispers in his ear: così in Q; in F Priest. I’ll wait upon your Lordship = “Prete: Agli ordini di vostra signoria”. 952
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 2
FUNZIONARIO
Che Iddio vi protegga, vostra signoria. Esce Entra un prete PRETE
Bentrovato, mio signore. Sono lieto di vedere vostro onore. LORD HASTINGS
Vi ringrazio di tutto cuore, buon padre John. Sono in debito con voi per la vostra ultima funzione. Venite la prossima domenica e vi darò il compenso che vi spetta. [Gli sussurra all’orecchio.] Entra Buckingham BUCKINGHAM
Ma come, parlate a un prete, lord Ciambellano? Il vostri amici a Pomfret, loro sì che hanno bisogno del prete; vostro onore non ha confessioni da fare. LORD HASTINGS
Ma davvero, quando ho incontrato questo sant’uomo mi son venuti in mente quelli di cui parlate. Allora, vi avviate alla Torre? BUCKINGHAM
Sì, mio signore, ma non posso fermarmi a lungo; farò ritorno prima di vostra signoria. LORD HASTINGS
Sì, probabile, perché mi fermo a pranzo. BUCKINGHAM (a parte)
E pure a cena, anche se non lo sai. Orsù, andiamo? LORD HASTINGS
Seguo vostra signoria. Escono
953
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 3
3.3
Enter Sir Richard Ratcliffe with Halberdiers taking Lord Rivers, Lord Gray, and Sir Thomas Vaughan to death at Pomfret
RIVERS
Sir Richard Ratcliffe, let me tell thee this: Today shalt thou behold a subject die For truth, for duty, and for loyalty. GRAY (to Ratcliffe) God bless the Prince from all the pack of you! A knot you are of damnèd bloodsuckers. VAUGHAN (to Ratcliffe) You live, that shall cry woe for this hereafter.
5
RATCLIFFE
Dispatch. The limit of your lives is out.131 RIVERS
O Pomfret, Pomfret! O thou bloody prison, Fatal and ominous to noble peers! Within the guilty closure of thy walls, Richard the Second here was hacked to death, And, for more slander to thy dismal seat, We give to thee our guiltless blood to drink.
10
GRAY
Now Margaret’s curse is fall’n upon our heads,132 For standing by when Richard stabbed her son.
15
RIVERS
Then cursed she Hastings; then cursed she Buckingham; Then cursed she Richard. O remember, God,133 To hear her prayer for them as now for us. And for my sister and her princely sons,
7. RATCLIFFE. … out: così in F. Q inserisce questo verso in III, 3, 22, al posto di Make haste: the hour of death is expiate = “Sbrigatevi: è ora di morire”. 14. Heads: così in Q; in F heads, / When she exclaim’d on Hastings, you, and I = “quando lei inveì contro Hastings, contro di te e contro di me”. 16-17. Hastings … Richard: così in Q; in F Richard … Hastings. 954
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 3
III, 3
Entrano sir Richard Ratcliffe e gli alabardieri che portano lord Rivers, lord Gray e sir Thomas Vaughan al patibolo a Pomfret103
RIVERS
Sir Richard Ratcliffe, lascia che te lo dica: oggi vedrai un suddito pagare con la morte la sua onestà, lealtà e senso del dovere. GRAY (a Ratcliffe) Dio protegga il principe da tutto il vostro branco! Siete una banda di maledette sanguisughe. VAUGHAN (a Ratcliffe) Ora siete vivo, ma ve ne pentirete amaramente. RATCLIFFE
Sbrigatevi. Siete alla fine. RIVERS
Oh Pomfret, Pomfret! Sinistra prigione di sangue, fatale ai pari del regno! Qui, entro la colpevole cinta delle tue mura, fu fatto a pezzi Riccardo secondo, e a maggior discredito del tuo infausto sito, ti diamo da bere il nostro sangue innocente104. GRAY
Ecco che ci piomba addosso la maledizione di Margherita, perché siamo stati a guardare mentre Riccardo le pugnalava il figlio. RIVERS
Allora lei maledisse Hastings; poi maledisse Buckingham; poi maledisse Riccardo. Dio mio, ricordati di esaudire anche per loro le sue preghiere. E quanto a mia sorella e ai principi suoi figli, accon-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 4
Be satisfied, dear God, with our true blood, Which, as thou know’st, unjustly must be spilt.
20
RATCLIFFE
Make haste: the hour of death is expiate. RIVERS
Come, Gray; come, Vaughan; let us here embrace. Farewell, until we meet again in heaven. Exeunt 3.4
Enter the Duke of Buckingham, Lord Stanley Earl of Derby, Lord Hastings, Bishop of Ely, the Duke of Norfolk, [Sir William Catesby], with others at a table134
LORD HASTINGS
Now, noble peers, the cause why we are met Is to determine of the coronation. In God’s name, speak: when is the royal day? BUCKINGHAM
Is all things ready for that solemn time?135 STANLEY
It is, and wants but nomination.
5
BISHOP OF ELY
Tomorrow, then, I judge a happy day. BUCKINGHAM
Who knows the Lord Protector’s mind herein? Who is most inward with the noble Duke? BISHOP OF ELY
Your grace, methinks, should soonest know his mind. BUCKINGHAM
We know each other’s faces. For our hearts, He knows no more of mine than I of yours, Or I of his, my lord, than you of mine. — Lord Hastings, you and he are near in love.
10
0.3. Catesby: così in Q; in F Ratcliffe, Lovell. 4. Solemn: emend. Taylor; in Q e F royal = “regale”. 956
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 4
tentati, Dio caro, del nostro onesto sangue, che, come sai, viene versato ingiustamente. RATCLIFFE
Sbrigatevi: è ora di morire. RIVERS
Andiamo, Gray; andiamo, Vaughan; abbracciamoci. Addio, fino a che non ci rivedremo in cielo. Escono III, 4
Entrano il duca di Buckingham, lord Stanley conte di Derby, lord Hastings, il vescovo di Ely, il duca di Norfolk, [sir William Catesby], con altri seduti a un tavolo105
LORD HASTINGS
Dunque, nobili pari, il motivo del nostro incontro è fissare l’incoronazione106. In nome di Dio, parlate: a quando l’augusto giorno? BUCKINGHAM
È tutto pronto per la solenne occasione? STANLEY
Sì, manca solo che si indichi la data. VESCOVO DI ELY
Allora domani mi sembra il giorno giusto. BUCKINGHAM
Qualcuno sa cosa ne pensa il lord Protettore? Chi è più intimo del nobile duca? VESCOVO DI ELY
Vostra grazia, penso, dovrebbe conoscere i suoi pensieri meglio di chiunque altro. BUCKINGHAM
Conosciamo le nostre facce. Quanto ai cuori, lui non conosce il mio più di quanto io conosca il vostro, né io conosco il suo, mio signore, più di quanto voi conosciate il mio. – Lord Hastings, voi gli siete vicino negli affetti.
957
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 4
LORD HASTINGS
I thank his grace; I know he loves me well. But for his purpose in the coronation, I have not sounded him, nor he delivered His gracious pleasure any way therein. But you, my honourable lords, may name the time, And in the Duke’s behalf I’ll give my voice, Which I presume he’ll take in gentle part.
15
20
Enter Richard Duke of Gloucester BISHOP OF ELY
In happy time, here comes the Duke himself. RICHARD GLOUCESTER
My noble lords, and cousins all, good morrow. I have been long a sleeper, but I trust My absence doth neglect no great design Which by my presence might have been concluded.
25
BUCKINGHAM
Had not you come upon your cue, my lord, William Lord Hastings had pronounced your part — I mean, your voice, for crowning of the King. RICHARD GLOUCESTER
Than my Lord Hastings no man might be bolder. His lordship knows me well, and loves me well. — My lord of Ely, when I was last in Holborn I saw good strawberries in your garden there. I do beseech you send for some of them.
30
BISHOP OF ELY
Marry, and will, my lord, with all my heart.
Exit
RICHARD GLOUCESTER
Cousin of Buckingham, a word with you. (Aside) Catesby hath sounded Hastings in our business, And finds the testy gentleman so hot That he will lose his head ere give consent His ‘master’s child’ — as worshipful he terms it — Shall lose the royalty of England’s throne.
35
40
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 4
LORD HASTINGS
Sono grato a sua signoria; so che mi vuole bene. Ma quanto ai suoi propositi per l’incoronazione, io non l’ho interpellato, né lui ha fatto sapere in alcun modo quali siano i suoi graziosi desideri. Ma voi, onorevoli signori, scegliete pure il giorno e io darò il mio assenso per conto del duca, che presumo lo accoglierà di buon grado. Entra Riccardo duca di Gloucester VESCOVO DI ELY
Giusto a tempo, ecco il duca in persona. RICCARDO GLOUCESTER
Miei nobili signori e cugini tutti, buongiorno. Mi sono svegliato tardi, ma confido che la mia assenza non abbia fatto tralasciare questioni importanti che sarebbero state deliberate me presente. BUCKINGHAM
Se non foste entrato in scena al momento giusto, mio signore, lord William Hastings vi avrebbe rubato la battuta – cioè, il vostro assenso per l’incoronazione del re. RICCARDO GLOUCESTER
Nessuno potrebbe prendersi maggiori libertà del mio caro lord Hastings. Sua signoria mi conosce bene, e mi porta affetto. – Mio signore di Ely, l’ultima volta che sono stato da voi a Holborn107 ho visto delle belle fragole in giardino. Vi prego, mandate a prenderne qualcuna. VESCOVO DI ELY
Subito, mio signore, con tutto il cuore. Esce RICCARDO GLOUCESTER
Cugino Buckingham, permettetemi una parola. (A parte) Catesby ha sondato Hastings sulla nostra faccenda, e quel testone gli è parso così infervorato da essere pronto a sacrificare la testa piuttosto che acconsentire a che “il figlio del suo signore” – sono le sue devote parole – perda il diritto al trono d’Inghilterra.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 4
BUCKINGHAM
Withdraw yourself a while; I’ll go with you. Exeunt Richard [and Buckingham]136 STANLEY
We have not yet set down this day of triumph. Tomorrow, in my judgement, is too sudden, For I myself am not so well provided As else I would be, were the day prolonged.
45
Enter Bishop of Ely BISHOP OF ELY
Where is my lord, the Duke of Gloucester? I have sent for these strawberries. LORD HASTINGS
His grace looks cheerfully and smooth this morning. There’s some conceit or other likes him well, When that he bids good morrow with such spirit. I think there’s never a man in Christendom Can lesser hide his love or hate than he, For by his face straight shall you know his heart.
50
STANLEY
What of his heart perceive you in his face By any likelihood he showed today?137
55
LORD HASTINGS
Marry, that with no man here he is offended — For were he, he had shown it in his looks. STANLEY I pray God he be not.138 Enter Richard [and Buckingham]139 RICHARD GLOUCESTER
I pray you all, tell me what they deserve That do conspire my death with devilish plots
60
41.1. Exeunt Richard and Buckingham: emend. tardo; in F Exeunt; in Q Ex. Gl. 55. Likelihood: così in Q; in F livelihood = “animazione”. 58. STANLEY I … not: emend. Taylor; in Q Der. I pray God he be not, I say. = “Derby: Prego Iddio che non lo sia, davvero”; in F non presente. 58.1. And Buckingham: così in F; manca in Q. 960
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 4
BUCKINGHAM
Ritiratevi un attimo; vengo con voi. Esce Riccardo [con Buckingham] STANLEY
Non abbiamo ancora deciso il giorno dei festeggiamenti. Domani, a mio parere, è troppo presto. Io stesso non sono pronto come potrei, se si posticipasse la data. Entra il vescovo di Ely VESCOVO DI ELY
Dov’è il mio signore, il duca di Gloucester? Ho mandato a prendere quelle fragole. LORD HASTINGS
Sua grazia quest’oggi ha l’aria serena e distesa. C’è qualche idea che gli va a genio quando saluta con tanta cordialità. Penso che in tutta la cristianità non ci sia nessuno meno capace di lui di dissimulare amore o odio, perché dalla faccia ne conosci direttamente il cuore. STANLEY
E oggi, cosa pensate abbia nel cuore, a giudicare dalla faccia? LORD HASTINGS
Mah, che non ce l’ha con nessuno dei presenti – perché se così fosse, lo avrebbe dato a vedere. STANLEY
Prego Iddio che sia così. Entra Riccardo [con Buckingham] RICCARDO GLOUCESTER
Prego voi tutti, ditemi: cosa si merita chi cospira contro di me con
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 4
Of damnèd witchcraft, and that have prevailed Upon my body with their hellish charms? LORD HASTINGS
The tender love I bear your grace, my lord, Makes me most forward in this princely presence To doom th’offenders, whatsoe’er they be. I say, my lord, they have deservèd death.
65
RICHARD GLOUCESTER
Then be your eyes the witness of their evil: See how I am bewitched. Behold, mine arm140 Is like a blasted sapling withered up. And this is Edward’s wife, that monstrous witch, Consorted with that harlot, strumpet Shore, That by their witchcraft thus have markèd me.
70
LORD HASTINGS
If they have done this deed, my noble lord — RICHARD GLOUCESTER
‘If?’ Thou protector of this damnèd strumpet, Talk’st thou to me of ‘ifs’? Thou art a traitor. — Off with his head. Now, by Saint Paul I swear, I will not dine until I see the same. Some see it done.141 The rest that love me, rise and follow me.
75
Exeunt all but [Catesby] and Hastings142 LORD HASTINGS
Woe, woe for England! Not a whit for me, For I, too fond, might have prevented this. Stanley did dream the boar did raze our helms, But I did scorn it and disdain to fly. Three times today my footcloth horse did stumble, And started when he looked upon the Tower, As loath to bear me to the slaughterhouse.
80
85
68. See: così in Q; in F Look (stesso senso). 78. Some see it done: così in Q; in F Lovel and Ratcliffe, looke that it be done = “Lovell e Ratcliffe, controllate che sia fatto”. 79.1. Catesby: così in Q; in F Lovel and Ratcliffe. 962
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 4
piani diabolici e maledette stregonerie, e ha avuto la meglio sul mio corpo con infernali incantesimi? LORD HASTINGS
Il tenero affetto che porto a vostra grazia mi induce, mio signore, a essere in questo nobile consesso il più pronto a condannare i colpevoli, chiunque essi siano. Io dico, mio signore, che si meritano la morte. RICCARDO GLOUCESTER
Allora siano i vostri occhi testimoni del male che mi è stato fatto: guardate come mi hanno stregato. Guardatemi il braccio: sembra un arbusto rinsecchito, colpito dalla folgore. È la moglie di Edoardo, quell’orribile strega, in lega con quella bagascia, quella mignotta della Shore, che mi hanno ridotto così con le loro stregonerie108. LORD HASTINGS
Se sono state loro, mio nobile signore – RICCARDO GLOUCESTER
“Se”? Protettore di quella maledetta mignotta, e mi parli di “se”? Traditore. – Staccategli la testa! Per San Paolo, giuro che non tocco cibo fino a che non me la vedo davanti. Che qualcuno faccia eseguire l’ordine. Chi mi ama, si alzi e mi segua. Escono tutti tranne [Catesby] e Hastings LORD HASTINGS
Povera, povera Inghilterra! Non povero me, no, perché io tutto questo avrei potuto impedirlo – stolto! Stanley aveva sognato il cinghiale che ci strappava l’elmo, ma io ci ho riso sopra e ho disdegnato di fuggire. Tre volte oggi il mio cavallo con la gualdrappa è incespicato, e ha scartato nel vedere la Torre, come se fosse restio
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 5
O now I need the priest that spake to me. I now repent I told the pursuivant, As too triumphing, how mine enemies Today at Pomfret bloodily were butchered, And I myself secure in grace and favour. O Margaret, Margaret! Now thy heavy curse Is lighted on poor Hastings’ wretched head.
90
[CATESBY]143
Come, come, dispatch: the Duke would be at dinner. Make a short shrift; he longs to see your head.
95
LORD HASTINGS
O momentary grace of mortal men, Which we more hunt for than the grace of God. Who builds his hope in th’air of your good looks Lives like a drunken sailor on a mast, Ready with every nod to tumble down Into the fatal bowels of the deep.144
100
[CATESBY]
Come, come, dispatch. ’Tis bootless to exclaim. LORD HASTINGS
O bloody Richard! Miserable England! I prophesy the fearful’st time to thee That ever wretched age hath looked upon. —145 Come lead me to the block; bear him my head. They smile at me, who shortly shall be dead. 3.5
105 Exeunt
Enter Richard Duke of Gloucester and the Duke of Buckingham in rotten armour, marvellous ill-favoured
RICHARD GLOUCESTER
Come, cousin, canst thou quake and change thy colour? Murder thy breath in middle of a word?
94. CATESBY: così in Q; in F Ra. 102. CATESBY: emend. Taylor; in F Lov; manca in Q. 102-5. Come, come … upon: così in F; manca in Q. 964
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 5
a portarmi al macello. Oh, ora sì che mi serve quel prete. Ora mi pento delle mie confidenze all’attendente, quella boria per il macello dei miei nemici a Pomfret, e io sicuro del mio favore e del mio credito! Oh Margherita, Margherita! Ecco che la tua pesante maledizione si abbatte sul capo sventurato del povero Hastings! [CATESBY]
Andiamo, andiamo, svelto: il duca vuole sedersi a pranzo. Tagliate corto con questa confessione; non vede l’ora di vedere la vostra testa. LORD HASTINGS
Oh favore effimero dei mortali, che perseguiamo più del favore di Dio. Chi poggia le sue speranze sull’inconsistenza del tuo bell’aspetto vive come un marinaio ebbro sul pennone, pronto a precipitare a ogni beccheggio nelle fatali viscere degli abissi. [CATESBY]
Andiamo, andiamo, svelto. È inutile lamentarsi. LORD HASTINGS
Oh Riccardo sanguinario! Povera Inghilterra! Prevedo per te tempi più spaventosi di quelli mai conosciuti da secoli di sventura. – Andiamo, conducetemi al ceppo; portategli la mia testa. Chi ora ride di me presto sarà morto. Escono III, 5
Entrano Riccardo duca di Gloucester e il duca di Buckingham con l’armatura malconcia, di pessimo aspetto109
RICCARDO GLOUCESTER
Andiamo, cugino, sai tremare e cambiar colore? Farti mancare il
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 5
And then again begin, and stop again, As if thou wert distraught and mad with terror?146 BUCKINGHAM
Tut, I can counterfeit the deep tragedian, Tremble and start at wagging of a straw,147 Speak, and look back, and pry on every side, Intending deep suspicion; ghastly looks Are at my service, like enforcèd smiles, And both are ready in their offices At any time to grace my stratagems.148
5
10
Enter the Lord Mayor149 RICHARD GLOUCESTER (aside to Buckingham)
Here comes the Mayor.150 BUCKINGHAM (aside to Richard) Let me alone to entertain him. — Lord Mayor —151 RICHARD GLOUCESTER [calling as to one within]152 Look to the drawbridge there! BUCKINGHAM Hark, a drum!153 RICHARD GLOUCESTER [calling as to one within] Catesby, o’erlook the walls! BUCKINGHAM Lord Mayor, the reason we have sent —
15
RICHARD GLOUCESTER
Look back, defend thee! Here are enemies. BUCKINGHAM
God and our innocence defend and guard us. Enter [Sir William Catesby] with Hastings’ head154 4. Wert: così in Q; in F were. 6. Tremble … straw: emend. Taylor; in F questo verso è posto dopo il verso 7; manca in Q. 11. At any time: così in F; manca in Q. 11.1. Mayor: così in Q; in F Mayor, and Catesby. 12. RICHARD GLOUCESTER … Mayor: così in Q; in F But what, is Catesby gone? / Rich. He is, and see he brings the Mayor along = “Ma come, Catesby se ne è andato? / Riccardo: Sì. Eccolo che torna con il Sindaco”. 13. Let … him: così in Q; manca in F. 14, 16. Calling as to one within: emend. Taylor; manca in Q e F. 15-17. Hark … sent: così in F; Q inverte l’ordine dei tre versi (17, 16, 15). 19.1. Catesby: così in Q; in F Lovell and Ratcliffe. 966
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19/10/2017 18:25:59
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 5
fiato nel mezzo di una frase? E poi ricominciare e rifermarti, come se fossi sconvolto e pazzo di paura? BUCKINGHAM
Altro che, so imitare il più tragico degli attori, tremare e trasalire al fremito di un ramoscello, parlare e guardarmi alle spalle, e spiare in ogni dove con aria sospettosa; ho un intero repertorio di espressioni spettrali e sorrisi forzati, e le une e gli altri sono a mia disposizione in qualunque momento per assecondare i miei stratagemmi110. Entra il sindaco RICCARDO GLOUCESTER (a parte a Buckingham)
Ecco che arriva il sindaco. BUCKINGHAM (a parte a Richard)
Lasciate che me ne occupi da solo. – Vostra eccellenza – RICCARDO GLOUCESTER [come se chiamasse qualcuno all’interno] Attenti al ponte levatoio! BUCKINGHAM
Udite! Un tamburo! RICCARDO GLOUCESTER [come se chiamasse qualcuno all’interno]
Catesby, bada alle mura! BUCKINGHAM
Vostra eccellenza, la ragione per cui abbiamo mandato – RICCARDO GLOUCESTER
Guardati alle spalle, difenditi! Dei nemici! BUCKINGHAM
Possano Iddio e la nostra innocenza difenderci e proteggerci. Entra [sir William Catesby] con la testa di Hastings
967
Shakespeare_Drammi storici.indb 967
19/10/2017 18:26:00
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 5
RICHARD GLOUCESTER
O, O, be quiet! It is Catesby.155
20
CATESBY156
Here is the head of that ignoble traitor, The dangerous and unsuspected Hastings. RICHARD GLOUCESTER
So dear I loved the man that I must weep. I took him for the plainest harmless creature That breathed upon the earth, a Christian,157 Made him my book wherein my soul recorded The history of all her secret thoughts. So smooth he daubed his vice with show of virtue That, his apparent open guilt omitted — I mean, his conversation with Shore’s wife — He lived from all attainture of suspect.
25
30
BUCKINGHAM
The covert’st sheltered traitor that ever lived.158 (To the Mayor) Would you imagine, or almost believe — Were’t not that, by great preservation, We live to tell it — that the subtle traitor This day had plotted in the Council house To murder me and my good lord of Gloucester? MAYOR Had he done so?
35
RICHARD GLOUCESTER
What, think you we are Turks or infidels, Or that we would against the form of law Proceed thus rashly in the villain’s death But that the extreme peril of the case, The peace of England, and our persons’ safety, Enforced us to this execution?
40
20. O … Catesby: così in Q; in F Be patient, they are friends: Ratcliffe and Lovell = “Calmati, sono amici: Ratcliffe e Lovell”. 21. Catesby: così in Q; in F Lovell. 25. Christian: così in F; in Q christian, / Look ye my Lord Mayor = “un cristiano, guardate signor Sindaco”. 32. The: emend. Taylor; in Q e F Well, well, he was the = “Eppure, eppure, era”. 968
Shakespeare_Drammi storici.indb 968
19/10/2017 18:26:00
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 5
RICCARDO GLOUCESTER
Oh, oh, tranquilli! È Catesby. CATESBY
Ecco la testa di quell’ignobile e pericoloso traditore, l’insospettabile Hastings. RICCARDO GLOUCESTER
Quell’uomo mi era così caro che mi tocca piangere. Lo credevo la creatura più schietta e innocua al mondo, un cristiano; ne avevo fatto il mio libro, dove la mia anima registrava la storia di tutti i suoi segreti pensieri. Aveva intonacato il vizio con una mano così liscia di virtù che, se si eccettua la sua colpa apertamente manifesta – intendo la tresca con la moglie di Shore – viveva scevro dal minimo sospetto. BUCKINGHAM
Mai si è visto traditore più falso e accorto. (Al sindaco) Avreste mai immaginato, o creduto – se per miracolo non fossimo vivi a raccontarlo – che questo subdolo traditore voleva farci assassinare oggi stesso, me e il mio buon signore di Gloucester, nella sala del Consiglio? SINDACO
Davvero? RICCARDO GLOUCESTER
Ma come, ci prendete per turchi o infedeli, o pensate che, in spregio alle forme delle legge, avremmo giustiziato così precipitosamente quella canaglia se l’estrema gravità della situazione, la pace dell’Inghilterra e la sicurezza delle nostre persone non ci avessero costretti all’esecuzione?
969
Shakespeare_Drammi storici.indb 969
19/10/2017 18:26:00
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 5
MAYOR
Now fair befall you, he deserved his death, And your good graces both have well proceeded, To warn false traitors from the like attempts. I never looked for better at his hands159 After he once fell in with Mrs Shore. [RICHARD GLOUCESTER] Yet had not we determined he should die,160 Until your lordship came to see his end, Which now the loving haste of these our friends — Something against our meanings — have prevented; Because, my lord, we would have had you hear161 The traitor speak, and timorously confess The manner and the purpose of his treason, That you might well have signified the same Unto the citizens, who haply may Misconster us in him, and wail his death.
45
50
55
MAYOR
But, my good lord, your graces’ word shall serve As well as I had seen and heard him speak. And do not doubt, right noble princes both, But I’ll acquaint our duteous citizens With all your just proceedings in this cause.
60
RICHARD GLOUCESTER
And to that end we wished your lordship here, T’avoid the censures of the carping world.
65
BUCKINGHAM
Which, since you come too late of our intent, Yet witness what you hear we did intend, And so, my good Lord Mayor, we bid farewell. Exit Mayor
48. I … Shore: così in Q; F attribuisce i versi a Buckingham. 50. RICHARD GLOUCESTER: così in Q4; manca in F, dove i versi 50-59 sono la continuazione del discorso di Buckingham. 54. We: così in Q; in F I (singolare). 970
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19/10/2017 18:26:00
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 5
SINDACO
Siate benedetti, si è meritato la morte, e le vostre grazie hanno agito bene. Che serva da esempio ad altri vili traditori. Non mi aspettavo niente di buono da lui, da che si era messo con madama Shore. [RICCARDO GLOUCESTER]
Pure, non volevamo che morisse prima che vostra signoria fosse qui ad assistere alla sua fine, ma la sollecita premura di questi nostri amici lo ha, nostro malgrado, reso impossibile; perché, mio signore, avremmo voluto che il traditore voi lo ascoltaste parlare, e confessare timoroso il come e il perché del suo tradimento, in modo da poterlo riferire ai cittadini, che potrebbero forse male interpretarci e lamentarne la morte. SINDACO
Ma, mio buon signore, la parola delle vostre grazie vale come se io stesso l’avessi visto e sentito parlare. E non dubitate, nobilissimi principi, che informerò i nostri leali cittadini della specchiata giustizia con cui avete agito in questo frangente. RICCARDO GLOUCESTER
Ed è per questo che volevamo qui vostra signoria, per evitare censure e recriminazioni. BUCKINGHAM
Ma poiché siete arrivato troppo tardi per il nostro intendimento, testimoniate almeno le intenzioni che vi abbiamo riferito. E con questo, vostra eccellenza, vi diciamo addio. Esce il sindaco
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 5
RICHARD GLOUCESTER
Go after; after, cousin Buckingham! The Mayor towards Guildhall hies him in all post; There, at your meetest vantage of the time, Infer the bastardy of Edward’s children. Tell them how Edward put to death a citizen Only for saying he would make his son ‘Heir to the Crown’ — meaning indeed, his house, Which by the sign thereof was termèd so. Moreover, urge his hateful luxury And bestial appetite in change of lust, Which stretched unto their servants, daughters, wives, Even where his raging eye, or savage heart,162 Without control, listed to make a prey.163 Nay, for a need, thus far come near my person: Tell them, when that my mother went with child Of that insatiate Edward, noble York, My princely father, then had wars in France, And by true computation of the time Found that the issue was not his begot — Which well appearèd in his lineaments, Being nothing like the noble Duke my father. Yet touch this sparingly, as ’twere far off, Because, my lord, you know my mother lives.
70
75
81
85
90
BUCKINGHAM
Doubt not, my lord, I’ll play the orator As if the golden fee for which I plead Were for myself. And so, my lord, adieu.
95 He starts to go
RICHARD GLOUCESTER
If you thrive well, bring them to Baynard’s Castle, Where you shall find me well accompanied With reverend fathers and well-learnèd bishops.
81. Raging: così in F; in Q lustful = “lascivo”. 82. Listed: così in Q; in F lusted = “bramassero”. 972
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 5
RICCARDO GLOUCESTER
Seguitelo, seguitelo, cugino Buckingham! Il sindaco corre alla sala consiliare111; là, alla prima occasione buona, insinuate l’illegittimità dei figli di Edoardo. Raccontate come Edoardo mandò a morte un cittadino solo perché aveva detto che voleva fare di suo figlio l’“erede della Corona” – intendendo con ciò la sua osteria, che prendeva il nome dall’insegna. E poi, insistete sulla sua abominevole lussuria e sui suoi bestiali appetiti, alla continua ricerca di varietà, che si spingevano fino alle loro serve, figlie, mogli, ovunque il suo occhio rapace o il suo barbaro cuore, senza freni, scovassero una preda. Sì, se necessario, chiamate in causa anche ciò che mi tocca più da vicino: riferite che quando mia madre rimase incinta di quell’insaziabile Edoardo, il nobile principe di York mio padre era impegnato nelle guerre in Francia e facendo il computo esatto dei giorni scoprì che la progenie non era frutto dei suoi lombi – il che ben traspariva dai suoi lineamenti, non assomigliando lui per nulla al mio nobile padre, il duca. Però accennate a questo con discrezione, alla lontana, perché, mio signore, sapete che mia madre è ancora in vita. BUCKINGHAM
Non temete, mio signore: reciterò la mia orazione112 come se reclamassi per me il premio in oro; e dunque addio, mio signore. Inizia ad andare RICCARDO GLOUCESTER
Se funziona, portateli a Baynard Castle113, dove mi troverete in buona compagnia di reverendi padri e dotti vescovi.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 7
BUCKINGHAM
I go, and towards three or four o’clock Look for the news that the Guildhall affords.
Exit
RICHARD GLOUCESTER
Now will I in, to take some privy order164 To draw the brats of Clarence out of sight, And to give notice that no manner person Have any time recourse unto the Princes. 3.6
101
Exeunt
Enter a Scrivener with a paper in his hand
SCRIVENER
Here is the indictment of the good Lord Hastings, Which in a set hand fairly is engrossed, That it may be today read o’er in Paul’s — And mark how well the sequel hangs together: Eleven hours I have spent to write it over, For yesternight by Catesby was it sent me; The precedent was full as long a-doing; And yet, within these five hours, Hastings lived, Untainted, unexamined, free, at liberty. Here’s a good world the while! Who is so gross That cannot see this palpable device? Yet who so bold but says he sees it not? Bad is the world, and all will come to naught, When such ill dealing must be seen in thought. 3.7
5
10
Exit
Enter Richard Duke of Gloucester at one door and the Duke of Buckingham at another
RICHARD GLOUCESTER
How now, how now! What say the citizens? BUCKINGHAM
Now, by the holy mother of our Lord, The citizens are mum, say not a word.
101. Now: così in Q; F aggiunge qui tre versi (v. Aggiunte al testo G). 974
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 7
BUCKINGHAM
Vado, e verso le tre o le quattro aspettate notizie dal municipio. Esce RICCARDO GLOUCESTER
Ora entro a dare segrete istruzioni per togliermi di torno i marmocchi di Clarence114 e a ordinare che nessuno si avvicini ai principi. Escono III, 6
Entra uno scrivano con in mano un foglio115
SCRIVANO
Ecco l’atto di accusa contro il buon lord Hastings, vergato a caratteri grandi in bella copia, ché lo si possa leggere oggi a Saint Paul – e guardate che sequenza perfetta: io ci ho messo undici ore a ricopiarlo, perché Catesby me l’ha mandato ieri sera; ci sarà voluto altrettanto per l’originale; eppure cinque ore fa Hastings era vivo, niente accuse, niente interrogatori, libero di andare e venire. Questo sì che è un bel mondo!116 Chi è così ottuso da non accorgersi di questa palese macchinazione? Eppure chi ha il coraggio di dirlo? È un brutto mondo e andrà a ramengo se queste infamie devono rimanere nel chiuso dei pensieri. Esce III, 7
Entrano Riccardo duca di Gloucester da una porta e il duca di Buckingham dall’altra117
RICCARDO GLOUCESTER
Com’è, allora? Che dicono i cittadini? BUCKINGHAM
Per la santa madre di nostro signore, i cittadini sono ammutoliti, non dicono una parola.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 7
RICHARD GLOUCESTER
Touched you the bastardy of Edward’s children? BUCKINGHAM
I did, with his contract with Lady Lucy, And his contract by deputy in France, Th’insatiate greediness of his desire, And his enforcement of the city wives, His tyranny for trifles, his own bastardy — As being got your father then in France, And his resemblance, being not like the Duke. Withal, I did infer your lineaments — Being the right idea of your father Both in your face and nobleness of mind;165 Laid open all your victories in Scotland, Your discipline in war, wisdom in peace, Your bounty, virtue, fair humility — Indeed, left nothing fitting for your purpose Untouched or slightly handled in discourse. And when mine oratory grew toward end, I bid them that did love their country’s good Cry ‘God save Richard, England’s royal king!’ RICHARD GLOUCESTER And did they so?
5
10
15
20
BUCKINGHAM
No, so God help me. They spake not a word, But, like dumb statuas or breathing stones, Stared each on other and looked deadly pale — Which, when I saw, I reprehended them, And asked the Mayor, what meant this wilful silence? His answer was, the people were not used To be spoke to but by the Recorder. Then he was urged to tell my tale again: ‘Thus saith the Duke… thus hath the Duke inferred’ — But nothing spoke in warrant from himself.
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14. Face: emend. Taylor; in Q e F form = “aspetto”. 976
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 7
RICCARDO GLOUCESTER
Hai menzionato i bastardi di Edoardo? BUCKINGHAM
Certo, e la promessa di nozze con lady Lucy, e quella per procura in Francia118, l’insaziabile voracità delle sue voglie, e le mogli violate dei cittadini, il suo infuriarsi per un nonnulla, l’essere lui stesso un bastardo – concepito con vostro padre in Francia, e i suoi tratti per nulla somiglianti al duca. In più, ho messo in luce il vostro profilo – essendo voi il ritratto di vostro padre, nel volto così come nella nobiltà d’animo; ho enumerato tutte le vostre vittorie in Scozia119, la fermezza in guerra, la saggezza in pace, la vostra generosità, la vostra virtù, la schietta umiltà – insomma, non ho tralasciato né mancato di ribadire nulla che potesse servire al vostro proposito. E giunto verso la fine del discorso ho chiesto a chi avesse a cuore il bene del paese di urlare “Dio salvi Riccardo, re d’Inghilterra”!120 RICCARDO
E l’hanno fatto? BUCKINGHAM
Che Dio mi aiuti, no. Non hanno detto una parola, ma si fissavano l’un l’altro come mute statue o pezzi di pietra viva, di un pallore mortale – al che, quando me ne sono accorto, li ho ripresi e ho chiesto al sindaco il perché di quell’ostinato silenzio. E la sua risposta è stata che la gente è avvezza a essere interpellata solo dal magistrato cittadino. Allora gli abbiamo fatto ripetere la mia storia: “Così dice il duca… così ha sostenuto il duca” – ma non ha detto nulla garantendo a nome suo. Quando ha finito, alcuni
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 7
When he had done, some followers of mine own, At lower end of the Hall, hurled up their caps, And some ten voices cried ‘God save King Richard!’ And thus I took the vantage of those few:166 ‘Thanks, gentle citizens and friends’, quoth I; ‘This general applause and cheerful shout Argues your wisdoms and your love to Richard’ — And even here brake off and came away.
35
40
RICHARD GLOUCESTER
What tongueless blocks were they! Would they not speak? [BUCKINGHAM] No, by my troth, my lord.167 RICHARD GLOUCESTER
Will not the Mayor then, and his brethren, come? BUCKINGHAM168
The Mayor is here at hand. Intend some fear; Be not you spoke with, but by mighty suit; And look you get a prayer book in your hand, And stand between two churchmen, good my lord, For on that ground I’ll build a holy descant. And be not easily won to our request. Play the maid’s part: still answer ‘nay’ — and take it.
45
50
RICHARD GLOUCESTER
I go. An if you plead as well for them169 As I can say nay to thee for myself, No doubt we’ll bring it to a happy issue. One knocks within BUCKINGHAM
Go, go, up to the leads! The Lord Mayor knocks. —
55
Exit Richard
37. And … few: così in F; manca in Q. 43. BUCKINGHAM No … lord: così in Q; manca in F. 45. BUCKINGHAM: così in Q3-8 e F; in Q1 Gloucester. 52. I go. An if you: così in F; in Q Fear not me, if thou canst = “Non temere, se riesci”. 978
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 7
del mio seguito in fondo alla sala hanno gettato in aria i cappelli, e una decina di voci hanno gridato “Dio salvi re Riccardo!” E così ho approfittato di quei pochi: “Grazie, cari amici e cittadini”, ho detto; “questa unanime acclamazione e le vostra grida festose dimostrano la vostra saggezza e il vostro affetto per Riccardo” – e a questo punto ho concluso e son venuto via. RICCARDO GLOUCESTER
Ma che razza di idioti, gli è cascata la lingua! Non volevano aprir bocca? [BUCKINGHAM]
No davvero, mio signore. RICCARDO GLOUCESTER
E allora il sindaco e i suoi compari non vengono? BUCKINGHAM
Il sindaco è qui che arriva. Fingete un qualche timore. Concedete udienza solo dopo insistenti richieste; e badate di avere in mano un libro di preghiere e di mettervi fra due uomini di chiesa, mio buon signore, perché a partire da lì improvviserò devote variazioni sul tema. E non accogliete facilmente la nostra supplica. Recitate la parte della verginella: continuate a dire di no – e poi stateci. RICCARDO GLOUCESTER
Vado. E se voi sarete bravo a perorare la loro causa quanto me a rispondervi di no, la spunteremo senz’altro. Qualcuno bussa all’interno BUCKINGHAM
Via, via, salite di sopra! Il sindaco sta bussando. – Esce Riccardo
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 7
Enter the Lord Mayor, aldermen, and citizens Welcome, my lord. I dance attendance here. I think the Duke will not be spoke withal. Enter Catesby Now Catesby, what says your lord to my request?170 CATESBY
He doth entreat your grace, my noble lord, To visit him tomorrow, or next day. He is within with two right reverend fathers, Divinely bent to meditation, And in no worldly suits would he be moved, To draw him from his holy exercise.
60
BUCKINGHAM
Return, good Catesby, to the gracious Duke. Tell him myself, the Mayor, and aldermen, In deep designs, in matter of great moment, No less importing than our general good, Are come to have some conference with his grace.
65
CATESBY
I’ll signify so much unto him straight.
Exit
BUCKINGHAM
Ah ha! My lord, this prince is not an Edward. He is not lolling on a lewd day-bed,171 But on his knees at meditation; Not dallying with a brace of courtesans, But meditating with two deep divines; Not sleeping to engross his idle body, But praying to enrich his watchful soul. Happy were England would this virtuous prince Take on his grace the sovereignty thereof. But, sure I fear, we shall not win him to it.
71
75
80
58. Now: così in F; in Q Here comes his servant: how now = “Ecco che arriva il suo servitore; allora”. 72. Day-bed: così in Q; in F love-bed (stesso senso). 980
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 7
Entrano il sindaco, i consiglieri e i cittadini Benvenuto, mio signore. Son qui a fare anticamera. Penso che il duca non voglia concedere udienza. Entra Catesby Allora, Catesby, cosa risponde il vostro signore alla mia richiesta? CATESBY
Prega vostra grazia, mio nobile signore, di fargli visita domani, o il giorno dopo. È di sopra con due reverendi padri, assorto in devote meditazioni, e rifiuta di occuparsi di questioni mondane che lo distolgano dai suoi santi esercizi. BUCKINGHAM
Tornate, buon Catesby, dal grazioso duca. Ditegli che io stesso, il sindaco e i consiglieri siamo venuti con la seria intenzione di avere un colloquio con sua grazia su questioni di grande importanza, che riguardano il bene comune. CATESBY
Glielo comunico subito. Esce BUCKINGHAM
Ah-ah! Mio signore, questo principe non è certo un Edoardo. Non se ne sta ciondoloni su un’alcova lasciva, ma in ginocchio a meditare; non si trastulla con un paio di cortigiane, medita invece con due eruditi teologi; non ingrassa col sonno il corpo indolente, ma nutre l’animo vigile con la preghiera. Beata l’Inghilterra, se questo principe virtuoso volesse assumersene la sovranità. Ma temo proprio che non lo convinceremo a farlo.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 7
MAYOR
Marry, God defend his grace should say us nay. BUCKINGHAM
I fear he will. Here Catesby comes again. Enter Catesby Now Catesby, what says his grace? CATESBY
He wonders to what end you have assembled Such troops of citizens to come to him, His grace not being warned thereof before. He fears, my lord, you mean no good to him.
85
BUCKINGHAM
Sorry I am my noble cousin should Suspect me that I mean no good to him. By heaven, we come to him in perfect love, And so once more return and tell his grace.
90 Exit Catesby
When holy and devout religious men Are at their beads, ’tis much to draw them thence. So sweet is zealous contemplation. Enter Richard aloft, between two bishops. [Enter Catesby below] MAYOR
See where his grace stands ’tween two clergymen.
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BUCKINGHAM
Two props of virtue for a Christian prince, To stay him from the fall of vanity; And see, a book of prayer in his hand — True ornaments to know a holy man. — Famous Plantagenet, most gracious prince, Lend favourable ear to our request,172 And pardon us the interruption Of thy devotion and right Christian zeal.
100
101. Request: così in Q; in F requests (plurale). 982
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 7
SINDACO
Perbacco, Dio non voglia che sua grazia ci risponda di no. BUCKINGHAM
Temo che lo farà. Ecco che torna Catesby. Entra Catesby Allora Catesby, che dice sua grazia? CATESBY
Si domanda per quale motivo siate venuto qui con questo seguito di cittadini, senza che sua grazia ne fosse in precedenza avvertita. Teme, mio signore, che non abbiate buone intenzioni. BUCKINGHAM
Mi duole che il mio nobile cugino mi sospetti di non avere buone intenzioni. Santo cielo, veniamo da lui mossi da affetto profondo, tornate di nuovo a dirlo a sua grazia. Esce Catesby Non è facile distogliere i santi uomini di fede dalla devota recita del rosario. Così dolce è lo zelo della contemplazione. Entra Riccardo di sopra, fra due vescovi121. [Entra Catesby di sotto] SINDACO
Guardate dov’è sua grazia, fra due uomini di chiesa. BUCKINGHAM
Due puntelli di virtù per un principe cristiano, per prevenirne la caduta nella vanità; guardate, un libro di preghiere in mano – veri ornamenti dai quali si riconosce la santità di un uomo. – Illustre Plantageneto, graziosissimo principe, presta benevole ascolto alla nostra supplica, e perdonaci questa interruzione delle tue devozioni e del tuo sincero zelo cristiano122.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 7
RICHARD GLOUCESTER
My lord, there needs no such apology. I do beseech your grace to pardon me, Who, earnest in the service of my God, Deferred the visitation of my friends. But leaving this, what is your grace’s pleasure?
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BUCKINGHAM
Even that, I hope, which pleaseth God above, And all good men of this ungoverned isle.
110
RICHARD GLOUCESTER
I do suspect I have done some offence That seems disgracious in the city’s eye, And that you come to reprehend my ignorance. BUCKINGHAM
You have, my lord. Would it might please your grace On our entreaties to amend your fault.
115
RICHARD GLOUCESTER
Else wherefore breathe I in a Christian land? BUCKINGHAM
Know then, it is your fault that you resign The supreme seat, the throne majestical, The sceptred office of your ancestors, Your state of fortune and your due of birth, The lineal glory of your royal house, To the corruption of a blemished stock, Whiles in the mildness of your sleepy thoughts — Which here we waken to our country’s good — The noble isle doth want her proper limbs: Her face defaced with scars of infamy, Her royal stock graft with ignoble plants And almost shouldered in the swallowing gulf Of dark forgetfulness and deep oblivion, Which to recure we heartily solicit Your gracious self to take on you the charge And kingly government of this your land — Not as Protector, steward, substitute, Or lowly factor for another’s gain,
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 7
RICCARDO GLOUCESTER
Mio signore, non c’è bisogno di scuse. Prego vostra grazia di perdonare me, che, preso dal servizio del mio Dio, ho fatto attendere i miei amici. Ma a parte questo, cosa desidera vostra grazia? BUCKINGHAM
Quello che, spero, desidera il Dio del cielo, e ogni uomo onesto di quest’isola senza governo. RICCARDO GLOUCESTER
Temo di essermi macchiato di qualche peccato che appare biasimevole agli occhi dei cittadini, e che voi veniate per rimproverarmelo. BUCKINGHAM
È così, mio signore. Piaccia a vostra grazia porvi rimedio a seguito delle nostre preghiere. RICCARDO GLOUCESTER
Per che vivo altrimenti su questa cristiana terra? BUCKINGHAM
Sappiate allora che siete colpevole di abbandonare il seggio supremo, il trono regale, il regio ufficio dei vostri avi, il rango datovi in sorte e ciò che per nascita è vostro di diritto, il glorioso lignaggio del vostro casato, alla corruzione di un ramo imbastardito. In quel mentre, l’indolenza dei vostri sonnolenti pensieri – che noi ora risvegliamo per il bene del paese – priva la nobile isola dell’integrità delle sue membra123: il volto sfregiato dalle cicatrici dell’infamia, il reale ceppo innestato di ignobili piante e spintonato fin quasi nel gorgo della nera dimenticanza e del profondo oblio. Per porvi rimedio noi di cuore sollecitiamo la vostra graziosa persona ad assumersi la responsabilità e il regio governo di questo vostro paese – non perché ne siate il Protettore, l’intendente, il vicario o l’umile agente124 per l’altrui vantaggio, ma perché è vostro per discendenza
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 7
But as successively, from blood to blood, Your right of birth, your empery, your own. For this, consorted with the citizens, Your very worshipful and loving friends, And by their vehement instigation, In this just cause come I to move your grace.
135
140
RICHARD GLOUCESTER
I cannot tell if to depart in silence Or bitterly to speak in your reproof Best fitteth my degree or your condition.173 Your love deserves my thanks; but my desert, Unmeritable, shuns your high request. First, if all obstacles were cut away And that my path were even to the crown, As the ripe revenue and due of birth, Yet so much is my poverty of spirit, So mighty and so many my defects, That I would rather hide me from my greatness — Being a barque to brook no mighty sea — Than in my greatness covet to be hid, And in the vapour of my glory smothered. But God be thanked, there is no need of me, And much I need to help you, were there need. The royal tree hath left us royal fruit, Which, mellowed by the stealing hours of time, Will well become the seat of majesty And make, no doubt, us happy by his reign. On him I lay that you would lay on me, The right and fortune of his happy stars, Which God defend that I should wring from him.
145
150
155
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BUCKINGHAM
My lord, this argues conscience in your grace, But the respects thereof are nice and trivial, All circumstances well considerèd. You say that Edward is your brother’s son;
165
143. Condition: così in Q; F aggiunge qui 10 versi (v. Aggiunte al testo H). 986
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 7
di sangue, vostro per diritto di nascita, vostro impero, vostro bene. Per questo, di concerto con i cittadini, i vostri ossequiosi e devoti amici, e su loro pressante istanza, vengo per sollecitare vostra grazia a questa giusta causa. RICCARDO GLOUCESTER
Non so dire se più si addica al mio grado o alla vostra condizione l’andarmene in silenzio o il rivolgervi amare parole di biasimo. Il vostro affetto merita la mia riconoscenza; ma il mio demerito respinge, indegno, la vostra nobile supplica. Per prima cosa, quand’anche tutti gli ostacoli fossero rimossi e la strada per la corona mi fosse spianata, quale beneficio maturato per diritto di nascita, tale è la mia povertà di spirito, tali e tanti i miei difetti che io preferirei rifuggire gli onori – essendo io un vascello inadatto al mare grosso – piuttosto che, negli onori, cercare protezione, e soffocare nei fumi della gloria. Ma grazie a Dio, non c’è bisogno di me, e di molto abbisogno io per venirvi in aiuto, quand’anche ce ne fosse bisogno. L’albero regale ci ha lasciato un regale frutto che, maturato dalle furtive ore del tempo, sarà degno del regale scranno e certo ci allieterà col suo governo. A lui affido ciò che vorreste affidare a me, diritto e destino della sua buona stella, che Iddio non voglia io gli debba sottrarre. BUCKINGHAM
Mio signore, ciò denota scrupolo in vostra grazia, ma se si soppesano bene tutte le circostanze, le considerazioni che lo muovono appaiono esili e inconsistenti. Dite che Edoardo è figlio di vostro fratello; lo di-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 7
So say we, too — but not by Edward’s wife. For first was he contract to Lady Lucy — Your mother lives a witness to his vow — And afterward, by substitute, betrothed To Bona, sister to the King of France. These both put off, a poor petitioner, A care-crazed mother to a many sons, A beauty-waning and distressèd widow Even in the afternoon of her best days, Made prize and purchase of his wanton eye, Seduced the pitch and height of his degree To base declension and loathed bigamy. By her in his unlawful bed he got This Edward, whom our manners call the Prince. More bitterly could I expostulate, Save that for reverence to some alive I give a sparing limit to my tongue. Then, good my lord, take to your royal self This proffered benefit of dignity — If not to bless us and the land withal, Yet to draw forth your noble ancestry From the corruption of abusing times, Unto a lineal, true-derivèd course. MAYOR (to Richard) Do, good my lord; your citizens entreat you. BUCKINGHAM (to Richard) Refuse not, mighty lord, this proffered love. CATESBY (to Richard) O make them joyful: grant their lawful suit.
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RICHARD GLOUCESTER
Alas, why would you heap this care on me? I am unfit for state and majesty. I do beseech you, take it not amiss. I cannot, nor I will not, yield to you.
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BUCKINGHAM
If you refuse it — as, in love and zeal, Loath to depose the child, your brother’s son, 988
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 7
ciamo anche noi – ma non di sua moglie. Giacché Edoardo dapprima si promise a lady Lucy – vostra madre è testimone vivente di questo impegno – e in seguito, per procura, si fidanzò con Bona, cognata125 del re di Francia. Messe da parte entrambe, il suo occhio lascivo fu catturato da una povera postulante, madre angustiata di svariati figli126, vedova sconsolata dalla bellezza quasi sfiorita e ormai nell’autunno dei suoi giorni migliori, che lo trascinò dall’alto della sua dignità fino alla bassezza della turpe bigamia127. Da lei, nel suo illegittimo letto, generò questo Edoardo, che per buona creanza chiamiamo principe. Potrei argomentare più aspramente, ma freno la lingua per rispetto di chi è ancora in vita128. E allora, mio buon signore, fate vostro il privilegio della dignità che vi offriamo – se non per benedire noi e il nostro paese, almeno per districare dalla corruzione il vostro nobile lignaggio e restituirlo al suo lineare e legittimo corso. SINDACO (a Riccardo) Fatelo, mio buon signore: i vostri cittadini vi supplicano. BUCKINGHAM (a Riccardo) Non rifiutate, sommo signore, questa profferta di affetto. CATESBY (a Riccardo) Oh, fateli felici: accogliete la loro legittima supplica. RICCARDO GLOUCESTER
Ahimè, perché volete addossarmi questo fardello? Non son tagliato per gli onori e la maestà. Vi prego, non risentitevi. Non posso, né voglio, acconsentire. BUCKINGHAM
Se rifiutate – restio a deporre il ragazzo, il figlio di vostro fratel-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 3 SCENE 7
As well we know your tenderness of heart And gentle, kind, effeminate remorse, Which we have noted in you to your kindred, And equally indeed to all estates — Yet know, whe’er you accept our suit or no, Your brother’s son shall never reign our king, But we will plant some other in the throne, To the disgrace and downfall of your house. And in this resolution here we leave you. — Come, citizens. ’Swounds, I’ll entreat no more.174
200
205
RICHARD GLOUCESTER
O do not swear, my lord of Buckingham.175
210
[Exeunt Buckingham and some others]176 CATESBY
Call him again, sweet prince. Accept their suit. [ANOTHER]177
If you deny them, all the land will rue it. RICHARD GLOUCESTER
Will you enforce me to a world of cares? Call them again. Exit one or more178 I am not made of stone, But penetrable to your kind entreats, Albeit against my conscience and my soul.
215
Enter Buckingham and the rest Cousin of Buckingham, and sage, grave men, Since you will buckle fortune on my back, To bear her burden, whe’er I will or no, I must have patience to endure the load. But if black scandal or foul-faced reproach Attend the sequel of your imposition,
220
209. ’Swounds, I’ll: così in Q; in F we will. 210. RICHARD GLOUCESTER O … Buckingham: così in Q; manca in F. 210.1. Exeunt: così in F (dopo il verso 209); manca in Q. 210.1. And some others: emend. Taylor; manca in Q e F. 212. ANOTHER: così in Q; manca in F. 214. Exit one or more: emend. Taylor; manca in Q e F. 990
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO III SCENA 7
lo, per affetto e lealtà, perché ben conosciamo la vostra tenerezza di cuore, e la dolce, benevola, femminea indulgenza che mostrate verso i congiunti, e in ugual misura verso le persone di ogni ordine e grado – sappiate comunque che, accettiate o meno la nostra richiesta, il figlio di vostro fratello non sarà mai nostro sovrano, ma pianteremo qualcun altro sul trono, a vergogna e rovina del vostro casato. E con questa risoluzione vi lasciamo. – Venite, cittadini. Perdio, sono stufo di supplicare. RICCARDO GLOUCESTER
Oh, non bestemmiate, mio signore di Buckingham. [Escono Buckingham e alcuni altri] CATESBY
Richiamatelo, dolce principe. Accogliete la loro supplica. [UN ALTRO]
Se la rifiutate, tutto il paese avrà a dolersene. RICCARDO GLOUCESTER
Mi volete costringere a un mondo di affanni? Richiamateli. Escono uno o più Non sono di pietra, ma permeabile alle vostre accorate richieste, quantunque contrarie alla mia coscienza e al mio animo. Entrano Buckingham e gli altri Cugino Buckingham, e voi saggi e gravi signori, poiché volete caricarmi sulle spalle, che io lo voglia o no, il fardello di questo destino, dovrò rassegnarmi a sopportarne il peso. Ma se il nero scandalo o il volto severo della censura dovessero far seguito a questa im-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 1
Your mere enforcement shall acquittance me From all the impure blots and stains thereof; For God doth know, and you may partly see, How far I am from the desire of this.
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MAYOR
God bless your grace! We see it, and will say it. RICHARD GLOUCESTER
In saying so, you shall but say the truth. BUCKINGHAM
Then I salute you with this royal title: Long live kind Richard, England’s worthy king!179 [ALL BUT RICHARD] Amen.180
230
BUCKINGHAM
Tomorrow may it please you to be crowned? RICHARD GLOUCESTER
Even when you please, for you will have it so. BUCKINGHAM
Tomorrow then, we will attend your grace. And so, most joyfully, we take our leave. RICHARD GLOUCESTER (to the bishops) Come, let us to our holy work again. — Farewell, my cousin. Farewell, gentle friends.
235
Exeunt Richard and bishops above, the rest below 4.1
Enter Queen Elizabeth, the old Duchess of York, and Marquis Dorset at one door; Lady Anne (Duchess181 of Gloucester) with Clarence’s daughter at another182 door
DUCHESS OF YORK
Who meets us here? My niece Plantagenet,
230. Kind: emend. Taylor; manca in Q1; in Q3-8 e F King = “Re”. 231. ALL BUT RICHARD: così in F; in Q Mayor = “Sindaco”. 0.2-4. At one door … at another door: così in Q; manca in F. 0.3. With Clarence’s daughter: emend. tardo; manca in Q e F. 992
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 1
posizione, l’esservi soggetto mi assolverà da qualsivoglia macchia e impurità: giacché Iddio sa, e voi potete in parte vedere, quanto tutto ciò sia lontano dai miei desideri. SINDACO
Dio benedica vostra grazia! Lo vediamo, e lo diremo a tutti. RICCARDO GLOUCESTER
Nel farlo, non direte che la verità. BUCKINGHAM
Allora vi saluto con questo regale titolo: lunga vita al buon Riccardo, degno re d’Inghilterra! [TUTTI TRANNE RICCARDO]
Amen. BUCKINGHAM
Vi compiacerete di essere incoronato domani? RICCARDO GLOUCESTER
Quando piacerà a voi, giacché è volontà vostra. BUCKINGHAM
Domani allora saremo da vostra grazia. E così, colmi di soddisfazione, ci congediamo. RICCARDO GLOUCESTER (ai vescovi) Venite, torniamo alle nostre sante occupazioni. – Addio, cugino mio. Addio gentili amici. Escono Riccardo e i vescovi di sopra, gli altri di sotto IV, 1
Entrano la regina Elisabetta, la vecchia duchessa di York e il marchese di Dorset da una porta; lady Anna (duchessa di Gloucester) con la figlia di Clarence dall’altra porta129
DUCHESSA DI YORK
Chi ci viene incontro? La mia nipote Plantageneta, per mano alla
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 1
Led in the hand of her kind aunt of Gloucester?183 Now for my life, she’s wand’ring to the Tower, On pure heart’s love, to greet the tender Prince. — Daughter, well met. LADY ANNE God give your graces both A happy and a joyful time of day.
5
QUEEN ELIZABETH
As much to you, good sister. Whither away? LADY ANNE
No farther than the Tower, and — as I guess — Upon the like devotion as yourselves: To gratulate the gentle princes there.
10
QUEEN ELIZABETH
Kind sister, thanks. We’ll enter all together — Enter from the Tower [Brackenbury] the Lieutenant184 And in good time, here the Lieutenant comes. Master Lieutenant, pray you by your leave, How doth the Prince, and my young son of York? BRACKENBURY185
Right well, dear madam. By your patience, I may not suffer you to visit them. The King hath strictly charged the contrary.
15
QUEEN ELIZABETH
The King? Who’s that? I mean, the Lord Protector.
BRACKENBURY
QUEEN ELIZABETH
The Lord protect him from that kingly title. Hath he set bounds between their love and me? I am their mother; who shall bar me from them?
20
DUCHESS OF YORK
I am their father’s mother; I will see them.
2-7. Led … away: così in F; in Q Queen Elizabeth. Sister well met, whether away so fast? = “Regina Elisabetta: Ben trovata, sorella. Dove vai così di fretta?”. 11. Brackenbury: emend. tardo; manca in Q e F. 15. BRACKENBURY: emend. tardo per tutta la scena; sostituito in Q e F con Lieu = “sottotenente”. 994
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 1
sua cara zia Gloucester? Ma guarda, sta andando alla Torre, mossa da affetto sincero, per salutare il giovane principe. – Figliola, è un piacere vedervi. LADY ANNA
Iddio conceda alle vostre grazie una felice e gioiosa giornata. REGINA ELISABETTA
Altrettanto a voi, sorella. Dove state andando? LADY ANNA
Solo fino alla Torre, e – per quanto posso indovinare – mossa dal vostro stesso affettuoso proposito: salutare i giovani principi. REGINA ELISABETTA
Grazie, gentile sorella. Entriamo tutte assieme – Entra dalla Torre [Brackenbury] il luogotenente Ed ecco che giusto a tempo arriva il luogotenente. Signor luogotenente, vi prego, concedetemi di sapere come stanno il principe e il mio giovane York. BRACKENBURY
Benissimo, cara signora. Scusate, ma non posso permettervi di far loro visita. Il re ha lo ha severamente vietato. REGINA ELISABETTA
Il re? E chi sarebbe? BRACKENBURY
Intendo, il lord Protettore. REGINA ELISABETTA
Che il Signore lo protegga da quel titolo regale. Ha messo delle barriere tra il loro affetto e me? Sono la madre; chi mi terrà lontana da loro? DUCHESSA DI YORK
Io sono la madre del loro padre; li voglio vedere.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 1
LADY ANNE
Their aunt I am in law, in love their mother; Then bring me to their sights. I’ll bear thy blame, And take thy office from thee on my peril.
25
BRACKENBURY
No, madam, no; I may not leave it so. I am bound by oath, and therefore pardon me.
Exit
Enter Lord Stanley Earl of Derby STANLEY
Let me but meet you ladies one hour hence, And I’ll salute your grace of York as mother And reverend looker-on of two fair queens. (To Anne) Come, madam, you must straight to Westminster, There to be crownèd Richard’s royal queen.
30
QUEEN ELIZABETH
Ah, cut my lace asunder, that my pent heart May have some scope to beat, or else I swoon With this dead-killing news.
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LADY ANNE
Despiteful tidings! O unpleasing news! DORSET (to Anne)
Be of good cheer. — Mother, how fares your grace? QUEEN ELIZABETH
O Dorset, speak not to me. Get thee gone. Death and destruction dogs thee at thy heels. Thy mother’s name is ominous to children. If thou wilt outstrip death, go cross the seas, And live with Richmond from the reach of hell. Go, hie thee! Hie thee from this slaughterhouse, Lest thou increase the number of the dead, And make me die the thrall of Margaret’s curses: ‘Nor mother, wife, nor counted England’s Queen’.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 1
LADY ANNA
Io sono la zia acquisita, li amo come una madre; perciò portami da loro. Mi prendo io la colpa e ti sollevo dalla responsabilità, a mio rischio e pericolo. BRACKENBURY
No, signora, no; non posso permetterlo. Sono legato a un giuramento, e pertanto scusatemi. Esce Entra lord Stanley conte di Derby STANLEY
Signore, lasciate solo che vi incontri in capo a un’ora, e saluterò vostra grazia di York quale suocera130 e reverenda compagna di due belle regine. (Ad Anna) Andiamo, signora, dovete andare subito a Westminster131, per esservi incoronata sovrana e regina di Riccardo. REGINA ELISABETTA
Ah, tagliatemi questi lacci132, che il mio cuore prigioniero possa aver spazio per battere, o queste nefaste notizie mi faranno svenire. LADY ANNA
Crudele annuncio! Oh notizia ingrata! DORSET (ad Anna)
Fatevi coraggio. – Madre, come sta vostra grazia? REGINA ELISABETTA
Dorset, non parlarmi. Vattene. Sei braccato da distruzione e morte. Il nome di tua madre è foriero di sventura per i suoi figli. Se vuoi seminare la morte, traversa il mare e vivi, con Richmond133, via dalle grinfie dell’inferno. Va’, sbrigati! Sbrigati a fuggire da questo mattatoio, se non vuoi accrescere il numero dei morti e farmi morire vittima delle maledizioni di Margherita: “Né madre, né moglie, né regina d’Inghilterra”.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 1
STANLEY
Full of wise care is this your counsel, madam. (To Dorset) Take all the swift advantage of the hours. You shall have letters from me to my son In your behalf, to meet you on the way. Be not ta’en tardy by unwise delay.
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DUCHESS OF YORK
O ill-dispersing wind of misery! O my accursèd womb, the bed of death! A cockatrice hast thou hatched to the world, Whose unavoided eye is murderous. STANLEY (to Anne) Come, madam, come. I in all haste was sent.
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LADY ANNE
And I in all unwillingness will go. O would to God that the inclusive verge Of golden metal that must round my brow Were red-hot steel, to sear me to the brains. Anointed let me be with deadly venom, And die ere men can say ‘God save the Queen’.
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QUEEN ELIZABETH
Go, go, poor soul. I envy not thy glory. To feed my humour, wish thyself no harm. LADY ANNE
No? Why? When he that is my husband now Came to me as I followed Henry’s corpse, When scarce the blood was well washed from his hands, Which issued from my other angel husband And that dear saint which then I weeping followed — O when, I say, I looked on Richard’s face, This was my wish: ‘Be thou’, quoth I, ‘accursed For making me, so young, so old a widow, And when thou wedd’st, let sorrow haunt thy bed; And be thy wife — if any be so mad —
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 1
STANLEY
Questo vostro consiglio, signora, è pieno di saggia preoccupazione. (A Dorset) Sfruttate in fretta il vostro vantaggio. Farò avere una lettera a mio figlio134, ché vi venga incontro. Non fatevi sorprendere con incauti indugi. DUCHESSA DI YORK
Oh vento di sciagura, che dispensi sventure! Oh ventre mio maledetto, letto di morte! Hai messo al mondo135 un basilisco, il cui sguardo è mortale per chi lo incrocia. STANLEY (ad Anna) Venite, signora, venite. Mi hanno fatto molta fretta. LADY ANNA
E io molto a malincuore verrò. Oh, volesse Iddio che il cerchio di aureo metallo che mi cingerà la fronte fosse incandescente acciaio, per bruciarmi fino alle meningi. Ungetemi di veleno mortale136, che io muoia prima che si possa dire “Dio salvi la regina”. REGINA ELISABETTA
Va’, va’, povera anima. Non invidio la tua gloria. Non augurarti del male per compiacere il mio umore. LADY ANNA
No? Perché? Quando colui che ho sposato mi venne incontro, mentre seguivo la salma di Enrico, con le mani ancora sporche del sangue versato da quell’angelo del mio primo marito e da quel caro santo che io allora seguivo in lacrime – oh quando, dicevo, guardai Riccardo in faccia, questo fu il mio augurio: “Che tu”, dissi, “sia maledetto per aver fatto di me, così giovane, una sì vecchia vedova; e quando ti sposerai, che il dolore infesti il tuo letto; e che tua moglie – se qualcuna sarà così pazza da diventarlo – sia più
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 1
More miserable made by the life of thee186 Than thou hast made me by my dear lord’s death.’ Lo, ere I can repeat this curse again, Within so small a time, my woman’s heart Grossly grew captive to his honey words And proved the subject of mine own soul’s curse, Which hitherto hath held mine eyes from rest — For never yet one hour in his bed Did I enjoy the golden dew of sleep, But with his timorous dreams was still awaked. Besides, he hates me for my father Warwick, And will, no doubt, shortly be rid of me.
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QUEEN ELIZABETH
Poor heart, adieu. I pity thy complaining. LADY ANNE
No more than with my soul I mourn for yours. DORSET187
Farewell, thou woeful welcomer of glory. LADY ANNE
Adieu, poor soul, that tak’st thy leave of it.
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DUCHESS OF YORK
Go thou to Richmond, and good fortune guide thee. [Exit Dorset]188 Go thou to Richard, and good angels tend thee. [Exeunt Anne, Stanley, and Clarence’s daughter]189 Go thou to sanctuary, and good thoughts possess thee. [Exit Elizabeth]190
75. Made: emend. Taylor; manca in Q e F. 89. DORSET: così in F e Q1; Q2-8 assegnano la battuta a Queen Elizabeth. 91.1. Exit Dorset: emend. Taylor; manca in Q e F. 92.1. Exeunt … daughter: emend. Taylor; manca in Q e F. 93.1. Exit Elizabeth: emend. Taylor; manca in Q e F. 1000
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 1
disperata dall’averti in vita di quanto tu hai reso me con la morte del mio caro sposo”137. Ma ecco, prima che io potessi ripetere questa maledizione, in quell’attimo il mio sciocco cuore di donna si lasciò irretire dalle sue mielose parole, e cadde su di me la mia stessa maledizione, che mi ha fi nora privato gli occhi del riposo – perché non un’ora ho goduto nel suo letto del dorato balsamo del sonno, senza essere continuamente risvegliata dai suoi incubi. E poi, mi odia per mio padre Warwick138, e certo si sbarazzerà presto di me. REGINA ELISABETTA
Povero cuore, addio. Compiango il tuo dolore. LADY ANNA
Non più di quanto io pianga il vostro. DORSET
Addio, tu che vai dolente incontro alla gloria. LADY ANNA
Addio, povera anima, che ne prendi congedo. DUCHESSA DI YORK
Va’ da Richmond, e la sorte ti assista. [Esce Dorset] Va’ da Riccardo, e gli angeli ti proteggano. [Escono Anna, Stanley e la figlia di Clarence] Va’ in convento, e i buoni pensieri ti accompagnino. [Esce Elisabetta]
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 2
I to my grave, where peace and rest lie with me. Eighty odd years of sorrow have I seen, And each hour’s joy racked with a week of teen.191
95 [Exit]
4.2
Sound a sennet. Enter King Richard in pomp, the Duke of Buckingham, Sir William Catesby, [other192 nobles], and a Page
KING RICHARD
Stand all apart. — Cousin of Buckingham. BUCKINGHAM My gracious sovereign? KING RICHARD Give me thy hand.
Sound [a sennet]. Here Richard ascendeth the193 throne Thus high by thy advice And thy assistance is King Richard seated. But shall we wear these glories for a day? Or shall they last, and we rejoice in them?
5
BUCKINGHAM
Still live they, and for ever let them last. KING RICHARD
Ah, Buckingham, now do I play the touch, To try if thou be current gold indeed. Young Edward lives. Think now what I would speak. BUCKINGHAM Say on, my loving lord.
10
KING RICHARD
Why, Buckingham, I say I would be king. BUCKINGHAM
Why, so you are, my thrice-renownèd liege.194
96. Teen: così in Q; F aggiunge qui 7 versi (v. Aggiunte al testo I). 0.2-3. Other nobles: così in Q; in F Ratcliffe, Lovel. 3.1. A sennet: emend. Taylor; manca in Q e F. 3.1-2. Here … throne: così in Q; manca in F. 14. Liege: così in Q; in F Lord = “signore”. 1002
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 2
Io mi avvio alla tomba, dove pace e riposo mi saranno di compagnia. Ho visto quasi ottant’anni139 di sventure, e ogni ora di gioia funestata da una settimana di pena. [Esce] IV, 2
Squillo di tromba. Entrano re Riccardo in pompa magna, il duca di Buckingham, sir William Catesby [altri nobili] e un paggio140
RE RICCARDO
Fate largo. – Cugino Buckingham. BUCKINGHAM
Mio grazioso sovrano? RE RICCARDO
Dammi la mano. Squillo [di tromba]. Riccardo sale sul trono Tanto in alto, con il tuo consiglio e il tuo aiuto, siede re Riccardo. Ma porteremo questi onori un solo giorno? O sono destinati a durare e noi a goderne? BUCKINGHAM
Possano continuare e durare in eterno. RE RICCARDO
Ah Buckingham, ora voglio saggiarti per vedere se sei davvero d’oro zecchino. Il giovane Edoardo è vivo. Sai cosa voglio dire. BUCKINGHAM
Dite pure, mio amato signore. RE RICCARDO
Che diamine, Buckingham, dico che vorrei essere re. BUCKINGHAM
Mah, lo siete, mio illustrissimo sovrano.
1003
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 2
KING RICHARD
Ha? Am I king? ’Tis so. But Edward lives.
15
BUCKINGHAM
True, noble prince. O bitter consequence, That Edward still should live ‘true noble prince’. Cousin, thou wast not wont to be so dull. Shall I be plain? I wish the bastards dead, And I would have it immediately performed.195 What sayst thou now? Speak suddenly, be brief.196 BUCKINGHAM Your grace may do your pleasure. KING RICHARD
20
KING RICHARD
Tut, tut, thou art all ice. Thy kindness freezes. Say, have I thy consent that they shall die? BUCKINGHAM
Give me some little breath, some pause, dear lord, Before I positively speak in this. I will resolve you herein presently. CATESBY (to another, aside) The King is angry. See, he gnaws his lip. KING RICHARD (aside) I will converse with iron-witted fools And unrespective boys. None are for me That look into me with considerate eyes. High-reaching Buckingham grows circumspect — Boy. PAGE My lord?
25 Exit
30
KING RICHARD
Know’st thou not any whom corrupting gold Will tempt unto a close exploit of death?
35
20. Immediately: emend. Taylor; in Q e F suddenly (stesso senso). 21. Now: così in F; manca in Q. 1004
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 2
RE RICCARDO
Ah, sono re? Sì – ma Edoardo è vivo. BUCKINGHAM
Davvero, nobile principe. RE RICCARDO
Oh, amara conclusione, che Edoardo debba ancora essere vivo “davvero nobile principe”. Cugino, un tempo non eri così ottuso. Devo dirlo chiaro? Li voglio morti quei bastardi, e voglio che sia fatto subito. Che dici adesso? Su, parla, spicciati. BUCKINGHAM
Vostra grazia può fare come più le aggrada. RE RICCARDO
Andiamo, andiamo, sei un pezzo di ghiaccio. Il tuo garbo raggela. Dimmi, sei d’accordo a farli fuori? BUCKINGHAM
Concedetemi un po’ di respiro, una pausa, caro signore, prima di pronunciarmi per il sì. Vi darò una risposta al più presto. Esce CATESBY (a un altro, a parte)
Il re è in collera. Vedete, si morde il labbro. RE RICCARDO (a parte)
Meglio parlare con teste di legno e ragazzini svogliati. Non fanno per me, quelli che mi scrutano con occhi attenti. L’ambizioso Buckingham si sta facendo guardingo. – Ragazzo. PAGGIO
Mio signore? RE RICCARDO
Conosci nessuno che la corruzione del denaro possa convincere a una segreta impresa di morte?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 2
PAGE
I know a discontented gentleman Whose humble means match not his haughty spirit. Gold were as good as twenty orators, And will no doubt tempt him to anything.
40
KING RICHARD
What is his name? PAGE His name, my lord, is Tyrrell. KING RICHARD
I partly know the man. Go call him hither, boy. Exit Page [Aside] The deep-revolving, witty Buckingham No more shall be the neighbour to my counsels. Hath he so long held out with me untired, And stops he now for breath? Well, be it so.
45
Enter lord Stanley Earl of Derby How now, Lord Stanley? What’s the news? STANLEY Know, my loving lord,
The Marquis Dorset, as I hear, is fled To Richmond, in those parts beyond the seas Where he abides.
50
KING RICHARD
Come hither, Catesby. (Aside to Catesby) Rumour it abroad That Anne, my wife, is very grievous sick. I will take order for her keeping close. Enquire me out some mean-born gentleman,197 Whom I will marry straight to Clarence’ daughter. The boy is foolish, and I fear not him. Look how thou dream’st. I say again, give out That Anne, my queen, is sick, and like to die. About it, for it stands me much upon To stop all hopes whose growth may damage me.
55
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[Exit Catesby] 55. Born: così in Q; in F poor = “povero”. 1006
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 2
PAGGIO
Conosco un gentiluomo insoddisfatto, i cui umili mezzi non sono pari allo spirito altero. L’oro sarebbe eloquente come venti oratori, lo convincerà di sicuro. RE RICCARDO
Come si chiama? PAGGIO
Si chiama Tyrrell, mio signore. RE RICCARDO
Ne ho sentito parlare. Vallo a chiamare, ragazzo. Esce il paggio [A parte] Il meditabondo, accorto Buckingham non sarà più partecipe delle mie risoluzioni. Ha tenuto duro con me così a lungo, mai stanco, e si ferma a tirare il fiato adesso? Ebbene, così sia. Entra lord Stanley conte di Derby Allora, lord Stanley? Quali sono le novità? STANLEY
Sappiate, mio amato signore, che il marchese di Dorset, così mi dicono, è fuggito da Richmond di là dal mare. RE RICCARDO
Vieni qua, Catesby. (A parte a Catesby) Metti in giro la voce che mia moglie Anna è molto seriamente malata. Darò ordini che la tengano rinchiusa. Trovami un qualche gentiluomo di umili natali, che io possa far sposare subito alla figlia di Clarence. Il ragazzo è scemo141, e lui non mi fa paura. Non startene lì imbambolato. Ti ripeto, dì in giro che Anna, la mia regina, è malata e prossima a morire. Muoviti, perché devo assolutamente estirpare tutte le speranze il cui fiorire mi possa danneggiare. [Esce Catesby]
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 2
(Aside) I must be married to my brother’s daughter, Or else my kingdom stands on brittle glass. Murder her brothers, and then marry her? Uncertain way of gain, but I am in So far in blood that sin will pluck on sin. Tear-falling pity dwells not in this eye. —
65
Enter Sir James Tyrrell; [he kneels] Is thy name Tyrrell? TYRRELL
James Tyrrell, and your most obedient subject. KING RICHARD
Art thou indeed? Prove me, my gracious lord.
TYRRELL
70
KING RICHARD
Dar’st thou resolve to kill a friend of mine? TYRRELL
Please you, but I had rather kill two enemies. KING RICHARD
Why there thou hast it: two deep enemies, Foes to my rest, and my sweet sleep’s disturbers, Are they that I would have thee deal upon. Tyrrell, I mean those bastards in the Tower.
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TYRRELL
Let me have open means to come to them, And soon I’ll rid you from the fear of them. KING RICHARD
Thou sing’st sweet music. Hark, come hither, Tyrrell. Go, by this token. Rise, and lend thine ear.
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Richard whispers in his ear ’Tis no more but so. Say it is done, And I will love thee, and prefer thee for it. TYRRELL I will dispatch it straight. [KING RICHARD]198
Shall we hear from thee, Tyrrell, ere we sleep? 84-85. KING RICHARD. Shall … lord: così in Q; manca in F. 1008
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 2
(A parte) Devo sposare la figlia di mio fratello142, se non voglio che il mio regno poggi su fragile cristallo. Assassinarne i fratelli, e poi sposarla? Via incerta per il successo, ma sono già così mani e piedi nel sangue che un crimine tira l’altro143. Non ho posto negli occhi per la lacrimosa pietà. – Entra sir James Tyrrell; [si inginocchia] Ti chiami Tyrrell? TYRRELL
James Tyrrell, vostro fedelissimo suddito. RE RICCARDO
Lo sei davvero? TYRRELL
Mettetemi alla prova, mio grazioso signore. RE RICCARDO
Avresti l’ardire di uccidere un mio amico? TYRRELL
Se così vi aggrada, ma preferirei uccidere due nemici. RE RICCARDO
Allora eccoti accontentato: quelli di cui ti devi occupare sono due nemici accaniti, che, ostili al mio riposo, mi turbano il dolce sonno. Tyrrell, parlo di quei bastardi nella Torre. TYRRELL
Datemi il modo di avvicinarmi a loro e vi libererò subito dal pensiero. RE RICCARDO
Mi canti una dolce melodia. Ascolta, vieni qua, Tyrrell. Prendi questo e va’ da loro. Alzati, e prestami orecchio. Riccardo gli sussurra nell’orecchio Questo è tutto. Dimmi che è tutto fatto, e avrai il mio affetto e un’onorificenza. TYRRELL
Lo farò subito. [RE RICCARDO]
Avremo tue notizie, Tyrrell, prima di notte?
1009
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19/10/2017 18:26:03
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 2
Enter Buckingham [TYRRELL] Ye shall, my lord.
Exit
BUCKINGHAM
My lord, I have considered in my mind The late request that you did sound me in.
86
KING RICHARD
Well, let that rest. Dorset is fled to Richmond. BUCKINGHAM I hear the news, my lord. KING RICHARD
Stanley, he is your wife’s son. Well, look to it.
90
BUCKINGHAM
My lord, I claim the gift, my due by promise, For which your honour and your faith is pawned: Th’earldom of Hereford, and the movables Which you have promisèd I shall possess. KING RICHARD
Stanley, look to your wife. If she convey Letters to Richmond, you shall answer it.
95
BUCKINGHAM
What says your highness to my just request? KING RICHARD
I do remember me, Henry the Sixth Did prophesy that Richmond should be king, When Richmond was a little peevish boy. A king… perhaps… perhaps.199 BUCKINGHAM My lord?200
100
KING RICHARD
How chance the prophet could not at that time Have told me, I being by, that I should kill him? BUCKINGHAM
My lord, your promise for the earldom. KING RICHARD
Richmond? When last I was at Exeter, The Mayor in courtesy showed me the castle,
105
101. Perhaps: così in Q; manca in F. 101-119. BUCKINGHAM … today: così in Q; manca in F. 1010
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 2
Entra Buckingham TYRRELL
Certamente, mio signore. Esce BUCKINGHAM
Mio signore, ho considerato a fondo l’ultima richiesta che mi avete fatto. RE RICCARDO
Lascia stare. Dorset è fuggito da Richmond. BUCKINGHAM
Ho appreso la notizia, mio signore. RE RICCARDO
Stanley, lui144 è figlio di vostra moglie. Beh, stateci attento. BUCKINGHAM
Mio signore, reclamo il dono che mi spetta a seguito della vostra promessa, su cui avete impegnato il vostro onore e la vostra parola: la contea di Hereford, e i beni che avete promesso sarebbero stati miei. RE RICCARDO
Stanley, state attento a vostra moglie. Se fa avere delle lettere a Richmond ne risponderete voi. BUCKINGHAM
Cosa risponde vostra altezza alla mia legittima richiesta? RE RICCARDO
Mi ricordo che Enrico sesto aveva fatto una profezia, quando Richmond era ancora un ragazzetto impertinente: diceva che lui sarebbe diventato re145. Re… chissà… chissà. BUCKINGHAM
Mio signore? RE RICCARDO
Ma allora perché quell’indovino non ha detto a me – che ero lì vicino – che l’avrei ammazzato? BUCKINGHAM
Mio signore, la vostra promessa della contea. RE RICCARDO
Richmond? L’ultima volta che andai a Exeter, il sindaco mi omaggiò mostrandomi il castello, e lo chiamò “Ruge-mount”146 – un 1011
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 3
And called it ‘Ruge-mount’ — at which name I started, Because a bard of Ireland told me once I should not live long after I saw ‘Richmond’. BUCKINGHAM My lord? KING RICHARD Ay? What’s o’clock?
110
BUCKINGHAM
I am thus bold to put your grace in mind Of what you promised me. KING RICHARD But what’s o’clock? BUCKINGHAM Upon the stroke of ten. KING RICHARD Well, let it strike! BUCKINGHAM Why ‘let it strike’?
115
KING RICHARD
Because that, like a jack, thou keep’st the stroke Betwixt thy begging and my meditation. I am not in the giving vein today. BUCKINGHAM
Why then resolve me, whe’er you will or no?201
120
KING RICHARD
Thou troublest me. I am not in the vein.202 Exit Richard, followed by all but Buckingham BUCKINGHAM
And is it thus? Repays he my deep service With such contempt? Made I him king for this? O let me think on Hastings, and be gone To Brecon, while my fearful head is on.
125
Exit [at another door] 4.3
Enter Sir James Tyrrell
TYRRELL
The tyrannous and bloody act is done — The most arch deed of piteous massacre 120. Why … no?: così in Q; in F May it please you to resolve me in my suit? = “Non vi degnate di rispondere alla mia richiesta?”. 121. Thou: così in F; in Q la battuta è preceduta dall’esclamazione Tut, tut. 1012
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 3
nome che mi fece trasalire147, perché un bardo irlandese mi aveva detto che non sarei vissuto a lungo dopo aver visto “Richmond”. BUCKINGHAM
Mio signore? RE RICCARDO
Sì? Che ore sono? BUCKINGHAM
Mi permetto di rammentare a vostra grazia ciò che mi ha promesso. RE RICCARDO
Ma che ore sono? BUCKINGHAM
Stanno per battere le dieci. RE RICCARDO
E lasciale battere, allora! BUCKINGHAM
Perché “lasciale battere”? RE RICCARDO
Perché si sentono solo le tue suppliche battere e ribattere sui miei pensieri, fuori tempo come l’automa di un orologio148. Oggi non sono in vena di regali. BUCKINGHAM
Ebbene allora, ditemelo, è un sì o un no? RE RICCARDO
Mi dai noia. Non sono in vena. Esce Riccardo, seguito da tutti tranne Buckingham BUCKINGHAM
Allora è così? È con questo disprezzo che mi ripaga dei buoni servigi? L’ho fatto re per questo? Oh, meglio che pensi a Hastings, e me ne vada a Brecon149 finché ho ancora la testa attaccata al collo. Esce [da un’altra porta] IV, 3
Entra sir James Tyrrell150
TYRRELL
Finito, questo efferato atto di sangue – il più atroce massacro di cui si è mai macchiato questo paese. Dighton e Forrest, che ho 1013
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 3
That ever yet this land was guilty of. Dighton and Forrest, whom I did suborn To do this piece of ruthless butchery, 203 Albeit they were fleshed villains, bloody dogs, Melted with tenderness and mild compassion, Wept like two children in their deaths’ sad story.204 ‘O thus’, quoth Dighton, ‘lay the gentle babes’; ‘Thus, thus’, quoth Forrest, ‘girdling one another Within their alabaster innocent arms. Their lips were four red roses on a stalk, And in their summer beauty kissed each other.205 A book of prayers on their pillow lay, Which once’, quoth Forrest, ‘almost changed my mind. But O, the devil’ — there the villain stopped, When Dighton thus told on, ‘We smotherèd The most replenishèd sweet work of nature, That from the prime creation e’er she framed.’ Hence both are gone, with conscience and remorse. They could not speak, and so I left them both, To bear this tidings to the bloody king.
5
10
16
21
Enter King Richard And here he comes. — All health, my sovereign lord. KING RICHARD
Kind Tyrrell, am I happy in thy news? TYRRELL
If to have done the thing you gave in charge Beget your happiness, be happy then, For it is done. KING RICHARD But didst thou see them dead?
25
TYRRELL
I did, my lord. KING RICHARD
And buried, gentle Tyrrell?
5. Ruthless: così in Q1; in Q3-8 e F ruthful = “lamentevole”. 8. Two: così in Q; in F to. 13. And: così in F; in Q1 Which. 1014
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 3
pagato per portare a termine questa sfrenata macelleria, per quanto siano criminali incalliti, cani assetati di sangue, si sono sciolti dalla commozione e dalla tenera compassione, hanno pianto come due bambini nel narrare la triste storia della loro morte151. “Oh, i piccini”, diceva Dighton, “dormivano così”; “così, così”, diceva Forrest, “l’uno stretto all’altro con quelle loro innocenti braccine d’alabastro. Le labbra erano quattro rose rosse su un unico stelo, e si baciavano nella loro estiva bellezza152. Sul cuscino avevano un libro di preghiere, che a un certo momento”, ha detto Forrest, “mi ha fatto quasi cambiare idea. Ma oh, il diavolo” – qui il criminale si è interrotto, e Dighton ha continuato a raccontare, “Abbiamo soffocato l’opera più dolce e più perfetta mai plasmata dalla natura dai tempi della creazione”. Erano entrambi sopraffatti, dagli scrupoli e dal rimorso. Non riuscivano a parlare, così li ho lasciati, per portare queste nuove al re sanguinario. Entra re Riccardo Ed eccolo qui. – Salute a voi, mio signore e sovrano. RE RICCARDO
Buon Tyrrell, mi fai felice con le tue nuove? TYRRELL
Se aver fatto ciò che avete ordinato è motivo di felicità, allora siate felice, poiché è fatto. RE RICCARDO
Ma li hai visti morti? TYRRELL
Sì, mio signore. RE RICCARDO
E sepolti, buon Tyrrell?
1015
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 3
TYRRELL
The chaplain of the Tower hath buried them; But where, to say the truth, I do not know.
30
KING RICHARD
Come to me, Tyrrell, soon, at after-supper, When thou shalt tell the process of their death. Meantime, but think how I may do thee good, And be inheritor of thy desire. Farewell till then. TYRRELL I humbly take my leave.
Exit
KING RICHARD
The son of Clarence have I pent up close. His daughter meanly have I matched in marriage. The sons of Edward sleep in Abraham’s bosom, And Anne, my wife, hath bid this world goodnight. Now, for I know the Breton Richmond aims At young Elizabeth, my brother’s daughter, And by that knot looks proudly o’er the crown, To her go I, a jolly thriving wooer —
36
40
Enter Sir Richard Ratcliffe, [running]206 RATCLIFFE My lord. KING RICHARD
Good news or bad, that thou com’st in so bluntly?
45
RATCLIFFE
Bad news, my lord. Ely is fled to Richmond,207 And Buckingham, backed with the hardy Welshmen, Is in the field, and still his power increaseth. KING RICHARD
Ely with Richmond troubles me more near Than Buckingham and his rash-levied strength. Come, I have learned that fearful commenting Is leaden servitor to dull delay. Delay leads impotent and snail-paced beggary. Then fiery expedition be my wing:
50
43.1. Ratcliffe: così in F; in Q Catesby. 46. Ely: così in Q; in F Morton. Morton è il cognome del vescovo di Ely. 1016
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 3
TYRRELL
Li ha sepolti il cappellano della Torre; ma dove invero non so. RE RICCARDO
Vieni a trovarmi, Tyrrell, presto, dopo cena, così mi racconterai come sono morti. Nel frattempo, pensa a cosa posso fare per te, e avrai ciò che desideri. Fino ad allora, addio. TYRRELL
Prendo umilmente congedo. Esce RE RICCARDO
Il figlio di Clarence l’ho chiuso in gabbia. La figlia l’ho data in sposa a un poveraccio. I figli di Edoardo dormono in seno ad Abramo153, e mia moglie Anna ha dato la buonanotte a questo mondo. Ora, poiché so che il bretone Richmond154 ha messo gli occhi sulla giovane Elisabetta, la figlia di mio fratello, e con quell’unione mira ambizioso alla corona, me ne vado da lei in veste di spasimante, bello e gagliardo. Entra sir Richard Ratcliffe [di corsa] RATCLIFFE
Mio signore. RE RICCARDO
Notizie buone o cattive, che ti presenti così, senza alcun cerimoniale? RATCLIFFE
Cattive notizie, mio signore. Ely155 è fuggito da Richmond, e Buckingham, spalleggiato dai robusti gallesi, è sceso in campo, e le sue forze continuano ad aumentare. RE RICCARDO
Ely con Richmond mi preoccupa più di Buckingham con le sue truppe raccogliticce. Vieni, ho imparato che i piedi di piombo dell’ansioso disquisire sono al servizio del pigro indugio. E l’indugio porta con sé quella lumaca della impotente miseria. E allora
1017
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
Jove’s Mercury, an herald for a king.208 Go, muster men. My counsel is my shield. We must be brief, when traitors brave the field.
55
Exeunt 4.4
Enter old Queen Margaret
QUEEN MARGARET
So now prosperity begins to mellow And drop into the rotten mouth of death. Here in these confines slyly have I lurked To watch the waning of mine enemies. A dire induction am I witness to, And will to France, hoping the consequence Will prove as bitter, black, and tragical.
5
[Enter the old Duchess of York and Queen Elizabeth] Withdraw thee, wretched Margaret. Who comes here? QUEEN ELIZABETH
Ah, my poor princes! Ah, my tender babes! My unblown flowers, new-appearing sweets! If yet your gentle souls fly in the air, And be not fixed in doom perpetual, Hover about me with your airy wings And hear your mother’s lamentation. QUEEN MARGARET (aside) Hover about her, say that right for right Hath dimmed your infant morn to agèd night.
10
15
DUCHESS OF YORK 209
So many miseries have crazed my voice That my woe-wearied tongue is still and mute. Edward Plantagenet, why art thou dead?
55. An: emend. Taylor; in Q e F and. 17-19. DUCHESS OF YORK … dead?: così in F; Q inserisce questa battuta dopo il verso 34. 1018
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
via, sulle ali focose della fretta: Mercurio per il suo Giove, l’araldo di un re. Raduna gli uomini. La mia decisione mi farà da scudo. Bisogna muoversi, quando i traditori scendono in campo. Escono IV, 4
Entra la vecchia regina Margherita156
REGINA MARGHERITA
Ecco che il frutto maturo della prosperità comincia a cadere nella bocca putrida della morte157. Mi sono appostata furtiva nelle vicinanze per assistere alla rovina dei miei nemici. Sono spettatrice di uno spaventoso prologo, e me ne andrò in Francia, sperando che gli sviluppi si rivelino altrettanto amari, foschi e tragici158. [Entrano la duchessa di York e la regina Elisabetta] Nasconditi, povera Margherita. Chi arriva? REGINA ELISABETTA
Ah, i miei poveri principi! Ah, i miei piccini! I miei fiori non ancora sbocciati, fragranze appena percepite! Se le vostre tenere anime ancora volano nell’aria, e non se ne stanno immobili nel giudizio perpetuo, libratevi attorno a me con le vostre eteree ali e prestate ascolto ai lamenti di vostra madre. REGINA MARGHERITA (a parte) Volatele attorno, ditele che sorte per sorte spegne l’alba dell’infanzia nella notte della morte159. DUCHESSA DI YORK
Così tante sventure mi hanno incrinato la voce che ho la lingua stremata dai lamenti, impastata e muta. Sei morto, Edoardo Plantageneto. Perché?
1019
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
QUEEN MARGARET (aside)210
Plantagenet doth quit Plantagenet; Edward for Edward pays a dying debt.
20
QUEEN ELIZABETH
Wilt thou, O God, fly from such gentle lambs And throw them in the entrails of the wolf? When didst thou sleep, when such a deed was done? QUEEN MARGARET (aside) When holy Harry died, and my sweet son.
25
DUCHESS OF YORK
Dead life, blind sight, poor mortal living ghost, Woe’s scene, world’s shame, grave’s due by life usurped, Brief abstract and record of tedious days, Rest thy unrest on England’s lawful earth, Unlawfully made drunk with innocents’ blood.
30
[They] sit211 QUEEN ELIZABETH
Ah that thou wouldst as soon afford a grave As thou canst yield a melancholy seat. Then would I hide my bones, not rest them here. Ah, who hath any cause to mourn but we? QUEEN MARGARET (coming forward) If ancient sorrow be most reverend, Give mine the benefit of seniory, And let my griefs frown on the upper hand. If sorrow can admit society, Tell o’er your woes again by viewing mine.212 I had an Edward, till a Richard killed him; I had a husband, till a Richard killed him.213
35
40
20-21. QUEEN MARGARET … debt: così in F; manca in Q. 30.1. [They] sit: emend. Taylor; manca in Q. 39. Tell … mine; così in Q; manca in F. 41. Husband: così in F; in Q Richard. 1020
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
REGINA MARGHERITA (a parte)
Plantageneto ha Plantageneto ripagato: un debito di morte ha Edoardo per Edoardo160 saldato. REGINA ELISABETTA
E tu, Dio, abbandoni i teneri agnelli per gettarli nelle viscere del lupo? Allora dormivi, quando si è compiuta questa infamia? REGINA MARGHERITA (a parte) Quando sono morti il santo Enrico, e il mio dolce figlio. DUCHESSA DI YORK
Morta che parla, cieca che vede, povero spettro mortale ancora in vita, spettacolo di strazio, vergogna del mondo, tributo usurpato dalla vita alla tomba, cronaca e compendio di penosi giorni, quieta la tua inquietudine sul legittimo suolo d’Inghilterra, reso illegittimamente ebbro dal sangue degli innocenti. Si siedono REGINA ELISABETTA
Ah, se mi offrissi una tomba come ora mi offri questo triste seggio. Vi nasconderei le ossa invece di dar loro riposo. Ah, chi altri ha motivo di piangere oltre a noi? REGINA MARGHERITA (avanza) Se il dolore antico è il più degno di rispetto, allora riconoscete al mio il privilegio dell’anzianità, e lasciate il posto d’onore alla dolente espressione delle mie sofferenze. Se il dolore ammette compagnia, recitate di nuovo i vostri lutti contemplando i miei. Avevo un Edoardo161, e un Riccardo me lo ammazzò; avevo uno sposo162, e un Riccardo me lo ammazzò.
1021
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19/10/2017 18:26:04
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
(To Elizabeth) Thou hadst an Edward, till a Richard killed him; Thou hadst a Richard, till a Richard killed him. DUCHESS OF YORK [rising] I had a Richard too, and thou didst kill him; I had a Rutland too, thou holpst to kill him.214
45
QUEEN MARGARET
Thou hadst a Clarence too, and Richard killed him. From forth the kennel of thy womb hath crept A hell-hound that doth hunt us all to death: That dog that had his teeth before his eyes, To worry lambs and lap their gentle blood; That foul defacer of God’s handiwork, That reigns in gallèd eyes of weeping souls; That excellent grand tyrant of the earth215 Thy womb let loose to chase us to our graves. O upright, just, and true-disposing God, How do I thank thee that this charnel cur Preys on the issue of his mother’s body, And makes her pewfellow with others’ moan.
50
55
DUCHESS OF YORK
O Harry’s wife, triumph not in my woes. God witness with me, I have wept for thine.
60
QUEEN MARGARET
Bear with me. I am hungry for revenge, And now I cloy me with beholding it. Thy Edward, he is dead, that killed my Edward; Thy other Edward dead, to quite my Edward; Young York, he is but boot, because both they Matched not the high perfection of my loss; Thy Clarence; he is dead, that stabbed my Edward, And the beholders of this frantic play — Th’adulterate Hastings, Rivers, Vaughan, Gray — Untimely smothered in their dusky graves.
65
70
45. Holpst: frequente per helped. Così in Q3-8; in Q1 e F hopst = “sperasti”. 52-53. That … earth: così in F; manca in Q. 1022
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19/10/2017 18:26:04
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
(A Elisabetta) Tu avevi un Edoardo163, e un Riccardo te lo ammazzò; tu avevi un Riccardo164, e un Riccardo te lo ammazzò. DUCHESSA DI YORK (alzandosi in piedi) Avevo anch’io un Riccardo165, e tu me lo ammazzasti; e avevo un Rutland166: tu desti una mano ad ammazzarmelo. REGINA MARGHERITA
Avevi anche un Clarence, e Riccardo te lo ammazzò. Dalla tana del tuo ventre è sbucato un segugio infernale che ci dà la caccia per ammazzarci tutti: quel cane che ha messo i denti prima degli occhi, per sbranare gli agnelli e abbeverarsi del loro sangue innocente; quell’essere immondo che sfregia l’opera di Dio, che regna sugli occhi gonfi delle anime in lacrime; quell’arcitiranno senza rivali sulla terra, è il tuo ventre che lo ha sguinzagliato per braccarci fino alla tomba. Oh Dio giusto e retto, che saggiamente disponi, come ti ringrazio di questo bastardo che fruga negli ossari e divora il frutto del corpo della madre, rendendola partecipe dei luttuosi riti altrui. DUCHESSA DI YORK
Oh sposa di Enrico, non esultare per le mie pene. Mi sia testimone Iddio, io ho pianto per le tue. REGINA MARGHERITA
Perdonami. Ho fame di vendetta e ora mi sazio dello spettacolo. Morto è il tuo Edoardo, che ammazzò il mio Edoardo; morto è il tuo secondo Edoardo, per ripagare il mio; il giovane York non è che una giunta, perché fra tutti e due non pareggiavano la perfezione assoluta di quello che ho perso io; morto è il tuo Clarence, che trafisse il mio Edoardo, e soffocati anzitempo nella buia tomba sono gli spettatori di questo forsennato spettacolo – l’adultero Hastings, Rivers, Vaughan, Gray. Ancora vive Riccardo, nero agen-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
Richard yet lives, hell’s black intelligencer, Only reserved their factor to buy souls And send them thither; but at hand, at hand Ensues his piteous and unpitied end. Earth gapes, hell burns, fiends roar, saints pray, To have him suddenly conveyed from hence. Cancel his bond of life, dear God, I plead,216 That I may live and say, ‘The dog is dead’.
75
QUEEN ELIZABETH
O thou didst prophesy the time would come That I should wish for thee to help me curse That bottled spider, that foul bunch-backed toad.
80
QUEEN MARGARET
I called thee then ‘vain flourish of my fortune’; I called thee then, poor shadow, ‘painted queen’ — The presentation of but what I was, The flattering index of a direful pageant, One heaved a-high to be hurled down below, A mother only mocked with two fair babes, A dream of what thou wast, a garish flag To be the aim of every dangerous shot, A sign of dignity, a breath, a bubble, A queen in jest, only to fill the scene. Where is thy husband now? Where be thy brothers? Where are thy two sons? Wherein dost thou joy? Who sues, and kneels, and says ‘God save the Queen’? Where be the bending peers that flattered thee? Where be the thronging troops that followed thee? Decline all this, and see what now thou art: For happy wife, a most distressèd widow; For joyful mother, one that wails the name; For queen, a very caitiff, crowned with care;217 For one being sued to, one that humbly sues; For she that scorned at me, now scorned of me;
85
90
95
100
77. Plead: emend. tardo; in Q e F pray = “prego”. 100. For queen … care: così in Q; in F dopo il verso 101. 1024
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19/10/2017 18:26:04
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
te delle forze infernali, risparmiato come loro mezzano di anime; ma è prossima, la sua fine miserevole e illacrimata è prossima. Si spalanca la terra, brucia l’inferno, urlano i demoni, pregano i santi perché se lo portino subito via. Dio caro ti supplico, sciogli il patto che lo lega alla vita, che io possa vivere e dire, “Quel cane è morto”. REGINA ELISABETTA
Oh, la tua profezia diceva che sarebbe venuto il giorno in cui ti avrei voluta al mio fianco per aiutarmi a maledire quel ragno rigonfio, quel rospo velenoso e gobbuto. REGINA MARGHERITA
Allora ti chiamai “vuoto simulacro della mia sorte”; allora ti chiamai, povera ombra, “regina dipinta” – rappresentazione di ciò che io ero un tempo, prologo ruffiano di uno spettacolo tragico, tirata su solo per essere buttata giù, madre per scherzo di due bei bimbi, sogno di ciò che eri, vessillo sgargiante, facile bersaglio di colpi funesti, parvenza di nobiltà, soffio, bolla, regina per finta, tanto per riempire la scena. Dov’è adesso tuo marito? Dove sono i tuoi fratelli? Dove sono i tuoi due figli? Di che ti rallegri? Chi ti prega, e si inginocchia, e grida “Dio salvi la regina”? Dove sono gli umili pari che ti adulavano? Dov’è la calca che ti seguiva?167 Guardati e recita168 cosa sei ora: moglie felice? no: miserrima vedova; madre gioiosa? no: ne rimpiangi il nome; regina? no: una povera donna, coronata di crucci; ti supplicavano, e ora sei tu umile supplice; mi schernivi, e ora sei tu a subire il mio scherno; ti temevano tutti, e ora sei tu che
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19/10/2017 18:26:04
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
For she being feared of all, now fearing one; For she commanding all, obeyed of none. Thus hath the course of justice whirled about, And left thee but a very prey to time, Having no more but thought of what thou wert 218 To torture thee the more, being what thou art. Thou didst usurp my place, and dost thou not Usurp the just proportion of my sorrow? Now thy proud neck bears half my burdened yoke — From which, even here, I slip my weary head, And leave the burden of it all on thee. Farewell, York’s wife, and queen of sad mischance. These English woes shall make me smile in France. QUEEN ELIZABETH (rising) O thou, well skilled in curses, stay a while, And teach me how to curse mine enemies.
105
110
116
QUEEN MARGARET
Forbear to sleep the nights, and fast the days; Compare dead happiness with living woe; Think that thy babes were sweeter than they were, And he that slew them fouler than he is. Bett’ring thy loss makes the bad causer worse. Revolving this will teach thee how to curse.
121
QUEEN ELIZABETH
My words are dull. O quicken them with thine! QUEEN MARGARET
Thy woes will make them sharp and pierce like mine. Exit DUCHESS OF YORK
Why should calamity be full of words?
126
QUEEN ELIZABETH
Windy attorneys to their client woes, Airy recorders of intestate joys,219 107. Wert: così in Q1, frequente per were; in Q3-6 art, frequente per are (presente). 128. Recorders: emend. Taylor; in Q e F succeeders = “successori”. 1026
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19/10/2017 18:26:04
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
temi uno solo; davi ordini a tutti, e ora nessuno più ti obbedisce. Il corso della giustizia è ruotato e ti ha lasciato preda del tempo, con solo il ricordo di quel che eri ad acuire il tuo tormento, essendo ora quel che sei. Mi hai usurpato il posto, e non vuoi usurpare una giusta porzione del mio dolore? Ora il tuo collo superbo sopporta la metà del mio pesante giogo – dal quale io qui sfi lo lo stanco capo per lasciarne a te tutto il peso. Addio, sposa di York, e regina di triste sventura. Questi affanni inglesi mi doneranno il sorriso in Francia. REGINA ELISABETTA (si alza) Oh, tu che sei così brava con le maledizioni, fermati un attimo e insegnami a maledire i miei nemici. REGINA MARGHERITA
Veglia di notte, e digiuna di giorno; confronta morta felicità con dolore vivente; figurati i tuoi piccini più dolci di quel che erano, e chi te li ha uccisi più infame di quel che è. Ingigantire ciò che hai perso rende più malvagio il responsabile. Continua a pensarci e imparerai a maledire. REGINA ELISABETTA
Le mie parole sono fiacche. Oh rinvigoriscile con le tue! REGINA MARGHERITA
Le sventure le renderanno affilate e pungenti come le mie. Esce DUCHESSA DI YORK
Perché la disgrazia dovrebbe essere piena di parole? REGINA ELISABETTA
Verbosi avvocati delle sventure loro clienti, vacui notai di gioie in-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
Poor breathing orators of miseries. Let them have scope. Though what they will impart Help nothing else, yet do they ease the heart.
131
DUCHESS OF YORK
If so, then be not tongue-tied; go with me, And in the breath of bitter words let’s smother My damnèd son, that thy two sweet sons smothered. A march within The trumpet sounds. Be copious in exclaims.
135
Enter King Richard and his train [marching with drummers and trumpeters] KING RICHARD
Who intercepts me in my expedition? DUCHESS OF YORK
O, she that might have intercepted thee, By strangling thee in her accursèd womb, From all the slaughters, wretch, that thou hast done. QUEEN ELIZABETH
Hid’st thou that forehead with a golden crown, Where should be branded — if that right were right — The slaughter of the prince that owed that crown, And the dire death of my poor sons and brothers? Tell me, thou villain-slave, where are my children?
140
DUCHESS OF YORK
Thou toad, thou toad, where is thy brother Clarence? And little Ned Plantagenet his son?
146
QUEEN ELIZABETH
Where is the gentle Rivers, Vaughan, Gray? DUCHESS OF YORK Where is kind Hastings? KING RICHARD (to his train) A flourish, trumpets! Strike alarum, drums! Let not the heavens hear these tell-tale women Rail on the Lord’s anointed. Strike, I say!
150
Flourish. Alarums
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
testate, poveri ansanti oratori di disgrazie. Lasciate che si sfoghino. Anche se non servono a nulla, almeno alleggeriscono il cuore. DUCHESSA DI YORK
Se è così, non tenere a freno la lingua; seguimi e con il fiato di parole funeste soffochiamo il mio maledetto figlio, che ha soffocato i tuoi due dolci bambini. Una marcia all’interno Ecco che suona la tromba. Non risparmiare le invettive. Entrano re Riccardo e il suo seguito [in marcia con tamburini e trombettieri] RE RICCARDO
Chi mi impedisce di procedere? DUCHESSA DI YORK
Oh, colei che, strozzandoti nel suo maledetto ventre, avrebbe potuto impedire le tue stragi, sciagurato. REGINA ELISABETTA
È sotto quella corona d’oro che nascondi la fronte? Se la giustizia fosse tale, porterebbe il marchio del massacro del principe cui apparteneva, e della morte crudele dei miei poveri figli e fratelli. Dimmi, canaglia, dove sono i miei bambini? DUCHESSA DI YORK
Di’, rospo, dov’è tuo fratello Clarence? e suo figlio, il piccolo Edoardino Plantageneto? REGINA ELISABETTA
Dove sono i poveri Rivers, Vaughan, Gray? DUCHESSA DI YORK
Dov’è il buon Hastings? RE RICCARDO (al suo seguito)
Squillate, trombe! Rullate, tamburi! Che il cielo non senta queste malelingue inveire contro l’unto del signore. Andiamo, suonate! Squillo di trombe. Tamburi.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
(To the women) Either be patient and entreat me fair, Or with the clamorous report of war Thus will I drown your exclamations. DUCHESS OF YORK Art thou my son?
155
KING RICHARD
Ay, I thank God, my father, and yourself. DUCHESS OF YORK
Then patiently hear my impatience. KING RICHARD
Madam, I have a touch of your condition, That cannot brook the accent of reproof. DUCHESS OF YORK
O let me speak! KING RICHARD
Do, then; but I’ll not hear.
160
DUCHESS OF YORK
I will be mild and gentle in my words. KING RICHARD
And brief, good mother, for I am in haste. DUCHESS OF YORK
Art thou so hasty? I have stayed for thee, God knows, in torment and in agony — KING RICHARD
And came I not at last to comfort you?
165
DUCHESS OF YORK
No, by the Holy Rood, thou know’st it well. Thou cam’st on earth to make the earth my hell. A grievous burden was thy birth to me; Tetchy and wayward was thy infancy; Thy schooldays frightful, desp’rate, wild, and furious; Thy prime of manhood daring, bold, and venturous; Thy age confirmed, proud, subtle, sly, and bloody; More mild, but yet more harmful; kind in hatred. What comfortable hour canst thou name That ever graced me in thy company?
169
172
175
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
(Alle donne) O state zitte e mi trattate come si deve, o soffocherò le vostre grida nel fragore della guerra. DUCHESSA DI YORK
Ma sei mio figlio tu? RE RICCARDO
Sì, ringraziando Iddio, mio padre e voi stessa. DUCHESSA DI YORK
Allora sii paziente e presta orecchio alla mia impazienza. RE RICCARDO
Signora, ho un tratto del vostro carattere, che non tollera i toni accusatori. DUCHESSA DI YORK
Oh lasciami parlare! RE RICCARDO
Prego, ma io non ascolto. DUCHESSA DI YORK
Userò parole dolci e gentili. RE RICCARDO
E concise, cara madre, perché vado di fretta. DUCHESSA DI YORK
Sei così impaziente? Io ti ho aspettato, lo sa Iddio, fra agonie e tormenti – RE RICCARDO
E non sono infine giunto a recarvi conforto? DUCHESSA DI YORK
No, per la santa Croce, lo sai bene. Sei venuto al mondo per fare di questo mondo il mio inferno. Un pesante fardello fu per me la tua nascita; bizzosa e dispettosa la tua infanzia; gli anni di scuola pieni di spaventi, pericoli, azzardi, e furia; temerario, avventato, e spavaldo il fiore della giovinezza; superba, scaltra, accorta e sanguinaria la tua maturità; più pacata, ma ancor più perniciosa; garbata nel suo odio. Puoi forse citare una sola ora di gioia che mi abbia donato la tua compagnia?
1031
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
KING RICHARD
Faith, none but Humphrey Hewer, that called your220 grace To breakfast once, forth of my company. If I be so disgracious in your eye, Let me march on, and not offend you, madam. — Strike up the drum. DUCHESS OF YORK I pray thee, hear me speak.
180
KING RICHARD
You speak too bitterly. Hear me a word, For I shall never speak to thee again. KING RICHARD So. DUCHESS OF YORK
DUCHESS OF YORK
Either thou wilt die by God’s just ordinance Ere from this war thou turn a conqueror, Or I with grief and extreme age shall perish, And never more behold thy face again. Therefore take with thee my most heavy curse,221 Which in the day of battle tire thee more Than all the complete armour that thou wear’st. My prayers on the adverse party fight, And there the little souls of Edward’s children Whisper the spirits of thine enemies, And promise them success and victory. Bloody thou art, bloody will be thy end; Shame serves thy life, and doth thy death attend.
185
190
195 Exit
QUEEN ELIZABETH
Though far more cause, yet much less spirit to curse Abides in me; I say ‘Amen’ to all. KING RICHARD
Stay, madam. I must talk a word with you.
176. Hewer: emend. Taylor; in F Hower; in Q hour = “ora”. 188. Heavy: così in Q; in F grievous (stesso senso). 1032
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
RE RICCARDO
Nessuna, è vero, a parte quella volta che Humphrey Hewer169 invitò vostra grazia a colazione, una volta sgravata dalla mia compagnia. Se sono così sgradito ai vostri occhi, fatemi procedere oltre senza offendervi, signora. – Rullate i tamburi. DUCHESSA DI YORK
Ti prego, ascolta le mie parole. RE RICCARDO
Parlate con troppa acredine. DUCHESSA DI YORK
Una parola sola, perché poi non ti parlerò più. RE RICCARDO
Avanti. DUCHESSA DI YORK
Che tu possa morire per giusto decreto divino prima di tornare vincitore da questa guerra, oppure che io muoia di dolore e di vecchiaia e mai più riveda la tua faccia. E allora, ti accompagni la mia più potente maledizione, che nel giorno della battaglia ti pesi addosso più dell’armatura che ti coprirà da capo a piedi. Possano le mie preghiere sostenere il partito avverso, e le anime dei figlioletti di Edoardo sussurrare promesse di successo e vittoria agli spiriti dei tuoi nemici. Sanguinario sei tu, sanguinaria sarà la tua fine; l’infamia che è al tuo servizio in vita ti condurrà alla morte. Esce REGINA ELISABETTA
Pur avendone molto più motivo, ho in me molto meno spirito per maledire; aggiungo solo “Amen” alle sue parole. RE RICCARDO
Fermatevi, signora, devo dirvi una parola.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
QUEEN ELIZABETH
I have no more sons of the royal blood For thee to slaughter. For my daughters, Richard, They shall be praying nuns, not weeping queens, And therefore level not to hit their lives.
200
KING RICHARD
You have a daughter called Elizabeth, Virtuous and fair, royal and gracious.
205
QUEEN ELIZABETH
And must she die for this? O let her live, And I’ll corrupt her manners, stain her beauty, Slander myself as false to Edward’s bed, Throw over her the veil of infamy. So she may live unscarred of bleeding slaughter, I will confess she was not Edward’s daughter.
210
KING RICHARD
Wrong not her birth. She is a royal princess. QUEEN ELIZABETH
To save her life I’ll say she is not so. KING RICHARD
Her life is safest only in her birth. QUEEN ELIZABETH
And only in that safety died her brothers.
215
KING RICHARD
Lo, at their births good stars were opposite. QUEEN ELIZABETH
No, to their lives ill friends were contrary. KING RICHARD
All unavoided is the doom of destiny — QUEEN ELIZABETH
True, when avoided grace makes destiny. My babes were destined to a fairer death, If grace had blessed thee with a fairer life.222
220
221. Life: così in Q; F aggiunge qui 14 versi (v. Aggiunte al testo J). 1034
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
REGINA ELISABETTA
Non ho più figli di sangue reale da farti ammazzare. Quanto alle mie figlie, Riccardo, saranno monache in preghiera, piuttosto che regine in lacrime, e perciò non mirare alla loro vita. RE RICCARDO
Avete una figlia di nome Elisabetta, bella e virtuosa, graziosa e regale. REGINA ELISABETTA
E deve forse morire per questo? Oh, lasciala vivere, e ne corromperò i modi, ne deturperò la bellezza, calunnierò me stessa con l’accusa di aver tradito il letto di Edoardo, getterò su di lei il velo dell’infamia. Purché possa scampare al bagno di sangue, confesserò che non è figlia di Edoardo. RE RICCARDO
Non fate torto alla sua nascita. È una principessa reale. REGINA ELISABETTA
Per salvarle la vita dirò che non lo è. RE RICCARDO
La sua nascita è la migliore garanzia di salvezza. REGINA ELISABETTA
E per quella garanzia sono morti i suoi fratelli. RE RICCARDO
Ma alla nascita erano loro avverse le benevoli stelle. REGINA ELISABETTA
No, furono loro avversi i malvagi amici. RE RICCARDO
Non si sfugge al giudizio del destino – REGINA ELISABETTA
Vero, quando il destino rifugge la grazia. A miglior morte sarebbero andati incontro i miei piccini se la grazia ti avesse benedetto con una vita migliore.
1035
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19/10/2017 18:26:05
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
KING RICHARD
Madam, so thrive I in my enterprise And dangerous success of bloody wars, As I intend more good to you and yours Than ever you or yours by me were harmed.
225
QUEEN ELIZABETH
What good is covered with the face of heaven, To be discovered, that can do me good? KING RICHARD
Th’advancement of your children, gentle lady. QUEEN ELIZABETH
Up to some scaffold, there to lose their heads. KING RICHARD
Unto the dignity and height of fortune, The high imperial type of this earth’s glory.
230
QUEEN ELIZABETH
Flatter my sorrow with report of it. Tell me what state, what dignity, what honour, Canst thou demise to any child of mine? KING RICHARD
Even all I have — ay, and myself and all, Will I withal endow a child of thine, So in the Lethe of thy angry soul Thou drown the sad remembrance of those wrongs, Which thou supposest I have done to thee.
235
QUEEN ELIZABETH
Be brief, lest that the process of thy kindness Last longer telling than thy kindness’ date.
240
KING RICHARD
Then know that, from my soul, I love thy daughter. QUEEN ELIZABETH
My daughter’s mother thinks that with her soul. KING RICHARD What do you think? QUEEN ELIZABETH
That thou dost love my daughter from thy soul; So from thy soul’s love didst thou love her brothers, And from my heart’s love I do thank thee for it.
245
1036
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19/10/2017 18:26:05
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
RE RICCARDO
Signora, possa io trionfare nella mia impresa e nel rischioso esito di queste sanguinose battaglie quant’è vero che il bene che ho in serbo per voi e i vostri congiunti supera di gran lunga il danno che posso avervi arrecato. REGINA ELISABETTA
Quale bene nasconde mai il cielo, che mi possa far del bene una volta scoperto? RE RICCARDO
L’ascesa dei vostri figli, gentile signora. REGINA ELISABETTA
Fino al patibolo, per perderci la testa. RE RICCARDO
Fino al colmo della dignità e dell’onore, all’esempio supremo della gloria su questa nostra terra. REGINA ELISABETTA
Lusinga ancora il mio dolore. Dimmi che grado, che dignità, che onore puoi conferire a una qualsiasi delle mie creature? RE RICCARDO
Tutto quello che ho – sì, e anche tutto me stesso offrirò a una tua creatura, purché nel Lete del tuo animo astioso tu anneghi il triste risentimento per i torti che pensi ti abbia fatto. REGINA ELISABETTA
Sbrigati, se non vuoi che il tempo che ci metti a prometterla duri più della tua carità. RE RICCARDO
Allora sappi che, sia salva l’anima mia, amo tua figlia. REGINA ELISABETTA
La madre di mia figlia lo crede con tutta l’anima. RE RICCARDO
Che cosa crede? REGINA ELISABETTA
Che tu, fatta salva l’anima tua, ami mia figlia: così come tu, fatta salva l’anima tua, amavi i suoi fratelli, e io, fatto salvo il mio cuore, te ne sono grata.
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19/10/2017 18:26:05
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
KING RICHARD
Be not so hasty to confound my meaning. I mean, that with my soul I love thy daughter, And do intend to make her queen of England.
250
QUEEN ELIZABETH
Well then, who dost thou mean shall be her king? KING RICHARD
Even he that makes her queen. Who else should be? QUEEN ELIZABETH
What, thou? KING RICHARD Even so. How think you of it? QUEEN ELIZABETH
How canst thou woo her? That would I learn of you, As one being best acquainted with her humour.
KING RICHARD
255
QUEEN ELIZABETH
And wilt thou learn of me? KING RICHARD Madam, with all my heart. QUEEN ELIZABETH
Send to her, by the man that slew her brothers, A pair of bleeding hearts; thereon engrave ‘Edward’ and ‘York’; then haply will she weep. Therefore present to her — as sometimes Margaret Did to thy father, steeped in Rutland’s blood — A handkerchief which, say to her, did drain The purple sap from her sweet brother’s body, And bid her wipe her weeping eyes withal. If this inducement move her not to love, Send her a letter of thy noble deeds. Tell her thou mad’st away her uncle Clarence, Her uncle Rivers — ay, and for her sake Mad’st quick conveyance with her good aunt Anne.
260
265
KING RICHARD
You mock me, madam. This is not the way To win your daughter.
270
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
RE RICCARDO
Non essere così pronta a fraintendermi. Voglio dire che amo tua figlia con tutta l’anima e intendo farne la regina d’Inghilterra. REGINA ELISABETTA
E allora chi sarebbe secondo te il suo re? RE RICCARDO
Colui che la rende regina. Chi altri? REGINA ELISABETTA
Chi, tu? RE RICCARDO
Esatto. Che ne pensate? REGINA ELISABETTA
Come farai a corteggiarla? RE RICCARDO
Vorrei impararlo da voi, che meglio di tutti ne conoscete il carattere. REGINA ELISABETTA
Vuoi davvero impararlo da me? RE RICCARDO
Signora, di tutto cuore. REGINA ELISABETTA
Falle portare, da chi le ha ammazzato i fratelli, un paio di cuori sanguinanti; ci devi incidere sopra “Edoardo” e “York”; è probabile che si metta a piangere. Allora porgile – come un tempo fece Margherita con tuo padre, intriso del sangue di Rutland170 – un fazzoletto zuppo, tu dille, della linfa purpurea del corpo del suo fratellino, e dille di asciugarsi le lacrime con quello. Se ciò non la induce ad amarti, mandale una missiva con tutte le tue nobili gesta. Raccontale come hai fatto fuori lo zio Clarence, lo zio Rivers – sì, e come per amor suo ti sei sbarazzato in fretta anche della buona zia Anna. RE RICCARDO
Vi prendete gioco di me, signora. Non è questo il modo di conquistare vostra figlia.
1039
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
There is no other way, Unless thou couldst put on some other shape, And not be Richard, that hath done all this.223
QUEEN ELIZABETH
KING RICHARD
Infer fair England’s peace by this alliance. QUEEN ELIZABETH
Which she shall purchase with still-lasting war.
275
KING RICHARD
Tell her the King, that may command, entreats. QUEEN ELIZABETH
That at her hands which the King’s King forbids. KING RICHARD
Say she shall be a high and mighty queen. QUEEN ELIZABETH
To vail the title, as her mother doth. KING RICHARD
Say I will love her everlastingly.
280
QUEEN ELIZABETH
But how long shall that title ‘ever’ last? KING RICHARD
Sweetly in force unto her fair life’s end. QUEEN ELIZABETH
But how long fairly shall her sweet life last? KING RICHARD
As long as heaven and nature lengthens it. QUEEN ELIZABETH
As long as hell and Richard likes of it.
285
KING RICHARD
Say I, her sovereign, am her subject love. QUEEN ELIZABETH
But she, your subject, loathes such sovereignty. KING RICHARD
Be eloquent in my behalf to her. QUEEN ELIZABETH
An honest tale speeds best being plainly told. 273. This: così in Q; F aggiunge qui 55 versi (v. Aggiunte al testo K). 1040
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19/10/2017 18:26:05
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
REGINA ELISABETTA
Non c’è altro modo, a meno che tu non possa assumere altre sembianze, e non essere il Riccardo che ha fatto tutto ciò. RE RICCARDO
Ditele di come questa unione recherà pace alla bella Inghilterra. REGINA ELISABETTA
Che lei pagherà con una guerra continua171. RE RICCARDO
Ditele che il re, che potrebbe ordinare, supplica. REGINA ELISABETTA
Per avere ciò che il re dei re le vieta di dare172. RE RICCARDO
Ditele che sarà una regina grande e potente. REGINA ELISABETTA
Per perdere il titolo, come sua madre. RE RICCARDO
Ditele che l’amerò in eterno. REGINA ELISABETTA
Ma quanto durerà quell’“eterno”? RE RICCARDO
Tenero e saldo fino alla fine della sua bella vita. REGINA ELISABETTA
Ma quanto resisterà bella la sua tenera vita? RE RICCARDO
Finché garberà al cielo e alla natura. REGINA ELISABETTA
Finché garberà all’inferno e a Riccardo. RE RICCARDO
Ditele che io, il suo sovrano, sono suo amoroso suddito. REGINA ELISABETTA
Ma lei, tua suddita, ha disgusto di tale sovranità. RE RICCARDO
Prestatemi la vostra eloquenza. REGINA ELISABETTA
Una storia onesta è meglio raccontarla con semplicità.
1041
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19/10/2017 18:26:05
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
KING RICHARD
Then plainly to her tell my loving tale.
290
QUEEN ELIZABETH
Plain and not honest is too harsh a style. KING RICHARD
Your reasons are too shallow and too quick. QUEEN ELIZABETH
O no, my reasons are too deep and dead — Too deep and dead, poor infants, in their graves. KING RICHARD
Harp not on that string, madam. That is past.224
295
QUEEN ELIZABETH
Harp on it still shall I, till heart-strings break.225 KING RICHARD
Now by my George, my garter, and my crown —226 QUEEN ELIZABETH
Profaned, dishonoured, and the third usurped. KING RICHARD
I swear — QUEEN ELIZABETH By nothing, for this is no oath.
Thy George, profaned, hath lost his holy honour;227 Thy garter, blemished, pawned his lordly virtue;228 Thy crown, usurped, disgraced his kingly glory. If something thou wouldst swear to be believed, Swear then by something that thou hast not wronged.
300
KING RICHARD
Then by myself — QUEEN ELIZABETH
Thy self is self-misused.
305
KING RICHARD
Now by the world — QUEEN ELIZABETH
’Tis full of thy foul wrongs.
295. KING RICHARD … past: così in Q1; manca in Q2-8; in F dopo verso 296. 296. QUEEN ELIZABETH: così in Q1; manca in Q3-8 e F. 297. KING RICHARD: così in Q; manca in F. 300. Holy: così in Q; in F lordly = “nobile”. 301. Lordly: emend. Taylor; in Q e F knightly = “cavalleresco”. 1042
Shakespeare_Drammi storici.indb 1042
19/10/2017 18:26:05
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
RE RICCARDO
Allora raccontatele con semplicità la storia del mio amore. REGINA ELISABETTA
Semplice e disonesto non vanno d’accordo come stile173. RE RICCARDO
Le vostre ragioni sono troppo vivaci e superficiali. REGINA ELISABETTA
Oh no, le mie ragioni sono troppo spente e profonde – troppo profonde le fosse dei miei spenti bambini. RE RICCARDO
Non continuate a toccare quella corda, signora. È acqua passata. REGINA ELISABETTA
E invece continuerò a toccarla, fino a che non mi si spezzeranno le corde del cuore. RE RICCARDO
Sul mio Giorgio174, la mia Giarrettiera e la mia corona… REGINA ELISABETTA
Profanato il primo, disonorata la seconda, e la terza usurpata. RE RICCARDO
Giuro… REGINA ELISABETTA
Su nulla, perché questo non è un giuramento. Il tuo Giorgio, profanato, ha perso ogni sacralità; la tua Giarrettiera, insozzata, ha dato in pegno la nobile virtù; la tua corona, usurpata, ha screditato il suo regale splendore. Se vuoi che il tuo giuramento sia credibile, giura allora su qualcosa che non hai offeso. RE RICCARDO
Allora su me stesso… REGINA ELISABETTA
Ti sei infamato da solo. RE RICCARDO
Allora sul mondo… REGINA ELISABETTA
È pieno dei tuoi turpi delitti.
1043
Shakespeare_Drammi storici.indb 1043
19/10/2017 18:26:06
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
KING RICHARD
My father’s death — QUEEN ELIZABETH
Thy life hath that dishonoured.
KING RICHARD
Why then, by God — God’s wrong is most of all.229 If thou didst fear to break an oath with him, The unity the King my husband made Thou hadst not broken, nor my brothers died. If thou hadst feared to break an oath by him, Th’imperial metal circling now thy head Had graced the tender temples of my child, And both the princes had been breathing here, Which now — two tender bedfellows for dust — Thy broken faith hath made the prey for worms. What canst thou swear by now? KING RICHARD The time to come. QUEEN ELIZABETH
310
315
QUEEN ELIZABETH
That thou hast wrongèd in the time o’erpast, For I myself have many tears to wash Hereafter time, for time past wronged by thee. The children live, whose fathers thou hast slaughtered — Ungoverned youth, to wail it in their age. The parents live, whose children thou hast butchered — Old barren plants, to wail it with their age. Swear not by time to come, for that thou hast Misused ere used, by times ill-used o’erpast.
320
325
KING RICHARD
As I intend to prosper and repent, So thrive I in my dangerous affairs Of hostile arms — myself myself confound, Heaven and fortune bar me happy hours,
330
308. God … God’s: così in Q; in F Heaven … Heaven’s = “cielo … al cielo”. 1044
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19/10/2017 18:26:06
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
RE RICCARDO
La morte di mio padre… REGINA ELISABETTA
La tua vita l’ha disonorata. RE RICCARDO
Beh, allora su Dio… REGINA ELISABETTA
Quella a Dio è l’offesa suprema. Se avessi temuto di violare un giuramento fatto in suo nome, non avresti violato la concordia creata dal mio consorte il re175, né sarebbero morti i miei fratelli. Se avessi temuto di violare un suo giuramento, il metallo imperiale che ti cinge ora il capo ornerebbe le tenere tempie del mio figliolo, e sarebbero ancora in vita i due principi, che ora – dolci compagni di letto nella polvere – la tua promessa violata ha trasformato in cibo per i vermi. Su cosa puoi giurare ormai? RE RICCARDO
Il tempo a venire. REGINA ELISABETTA
Quello lo hai già offeso nel passato, e io stessa avrò molte lacrime con cui lavare il futuro, per il passato che hai offeso. Son vivi i figli cui hai massacrato i padri – giovani senza una guida, che avranno a dolersene crescendo. Son vivi i genitori cui hai macellato i figli – sterili piante, che avranno a dolersene invecchiando. Non giurare sul tempo a venire, perché ne hai abusato anzitempo, con il tuo malvagio passato. RE RICCARDO
Che io possa trionfare nelle mie pericolose imprese contro le armi nemiche, quant’è vero che intendo redimermi; che io sia artefice della mia stessa rovina, che il cielo e la sorte mi neghino ore felici;
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
Day yield me not thy light nor night thy rest; Be opposite, all planets of good luck, To my proceeding — if, with dear heart’s love, Immaculate devotion, holy thoughts, I tender not thy beauteous, princely daughter. In her consists my happiness and thine. Without her follows — to myself and thee, Herself, the land, and many a Christian soul — Death, desolation, ruin, and decay. It cannot be avoided but by this; It will not be avoided but by this. Therefore, good-mother — I must call you so — Be the attorney of my love to her. Plead what I will be, not what I have been; Not my deserts, but what I will deserve. Urge the necessity and state of times, And be not peevish-fond in great designs.
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340
345
QUEEN ELIZABETH
Shall I be tempted of the devil thus? KING RICHARD
Ay, if the devil tempt you to do good.
350
QUEEN ELIZABETH
Shall I forget myself to be myself? KING RICHARD
Ay, if yourself’s remembrance wrong yourself. QUEEN ELIZABETH Yet thou didst kill my children. KING RICHARD
But in your daughter’s womb I bury them,230 Where, in that nest of spicery, they will breed Selves of themselves, to your recomfiture.231
355
QUEEN ELIZABETH
Shall I go win my daughter to thy will?
354. I bury: così in F e Q3; in Q1 I buried (passato); in Q4-8 I’ll bury (futuro). 356. Recomfiture: così in Q; in F recomforture = “consolazione”. In entrambi i casi apax. 1046
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
che tu, giorno, non mi conceda la luce né tu, notte, il riposo; che voi, pianeti della buona sorte, siate tutti avversi al mio successo – se con cuore innamorato, immacolata devozione, santi pensieri non tengo alla tua bella e nobile figliola. Da lei dipendono la mia e la tua felicità. Senza di lei ci saranno solo – per me e per te, per lei medesima, per questo regno e per le tante anime cristiane – morte, desolazione, rovina e disgrazia. C’è un solo modo per scongiurarlo; solo in questo modo lo scongiureremo. Pertanto, cara madre – tale vi devo chiamare – vi affido il patrocinio del mio amore. Perorate ciò che sarò, non ciò che sono stato; non i miei meriti, ma ciò che meriterò. Appellatevi all’emergenza di questi nostri tempi, e non lesinate i grandi affreschi. REGINA ELISABETTA
Devo farmi tentare così dal demonio? RE RICCARDO
Sì, se il demonio vi tenta a fin di bene. REGINA ELISABETTA
Mi devo dimenticare chi sono? RE RICCARDO
Sì, se il ricordo vi nuoce. REGINA ELISABETTA
Ma tu mi hai ucciso i figli. RE RICCARDO
Ma dò loro sepoltura nel grembo di vostra figlia: in quel nido di spezie176 si rigenereranno, per vostro conforto. REGINA ELISABETTA
Devo vincere mia figlia alla tua causa?
1047
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
KING RICHARD
And be a happy mother by the deed. QUEEN ELIZABETH
I go. Write to me very shortly, And you shall understand from me her mind.
360
KING RICHARD
Bear her my true love’s kiss, He kisses her and so farewell — Exit Elizabeth Relenting fool, and shallow, changing woman. Enter Sir Richard Ratcliffe232 How now, what news? RATCLIFFE
Most mighty sovereign, on the western coast Rideth a puissant navy. To our shores Throng many doubtful, hollow-hearted friends, Unarmed and unresolved, to beat them back. ’Tis thought that Richmond is their admiral, And there they hull, expecting but the aid Of Buckingham to welcome them ashore.
365
370
KING RICHARD
Some light-foot friend post to the Duke of Norfolk. Ratcliffe thyself, or Catesby — where is he? CATESBY
Here, my good lord. KING RICHARD
Catesby, fly to the Duke.
CATESBY
I will, my lord, with all convenient haste.233 KING RICHARD
Ratcliffe, come hither. Post to Salisbury;234
375
362. Enter Ratcliffe: così in Q; in F dopo verso 363. 374-375. CATESBY … hither: così in F; manca in Q. 375. Ratcliffe: emend. tardo; in F Catesby. 1048
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
RE RICCARDO
E diventare in questo modo una madre felice. REGINA ELISABETTA
Vado. Scrivetemi quanto prima, e conoscerete le sue intenzioni177. RE RICCARDO
Portatele il bacio del mio amore sincero, la bacia e con ciò addio – Esce Elisabetta Che oca! Arrendevole, vacua e volubile. Entra sir Richard Ratcliffe Allora, che novità? RATCLIFFE
Potentissimo sovrano, una possente flotta è al largo della costa occidentale. Sulle nostre coste si affollano molti amici titubanti, dal cuore incerto, che difettano di armi e convinzione per contrastarla. Si pensa che il loro ammiraglio sia Richmond, e indugiano là a vele serrate, aspettando solo che Buckingham dia loro il benvenuto a riva. RE RICCARDO
Svelti, mandate qualcuno dal duca di Norfolk. Tu, Ratcliffe, oppure Catesby – ma dov’è? CATESBY
Qui, mio buon signore. RE RICCARDO
Catesby, corri dal duca. CATESBY
Certo, mio signore, volo. RE RICCARDO
Ratcliffe, vieni qui. Corri a Salisbury. Quando arrivi là… (a
1049
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
When thou com’st thither — (to Catesby) dull, unmindful villain, Why stay’st thou here, and goest not to the Duke? CATESBY
First, mighty liege, tell me your highness’ pleasure: What from your grace I shall deliver to him? KING RICHARD
O true, good Catesby. Bid him levy straight The greatest strength and power that he can make, And meet me suddenly at Salisbury. CATESBY I go. Exit
380
RATCLIFFE
What, may it please you, shall I do at Salisbury? KING RICHARD
Why, what wouldst thou do there before I go?
385
RATCLIFFE
Your highness told me I should post before. KING RICHARD
My mind is changed. Enter Lord Stanley Stanley, what news with you? STANLEY
None, good my liege, to please you with the hearing, Nor none so bad but well may be reported. KING RICHARD
Hoyday, a riddle! Neither good nor bad. Why need’st thou run so many mile about When thou mayst tell thy tale the nearest way? Once more, what news? STANLEY Richmond is on the seas.
390
KING RICHARD
There let him sink, and be the seas on him. White-livered renegade, what doth he there?
395
STANLEY
I know not, mighty sovereign, but by guess.
1050
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
Catesby) sciocco villano indolente, che ci fai ancora qui, perché non vai dal duca? CATESBY
Prima, grande signore, ditemi cosa desidera vostra altezza: cosa devo dirgli da parte di vostra grazia? RE RICCARDO
È vero, buon Catesby. Ordinagli di radunare senza indugio quante più forze può, e di venirmi subito incontro a Salisbury. CATESBY
Vado. Esce RATCLIFFE
Di grazia, io cosa devo fare a Salisbury? RE RICCARDO
Perché, che vorresti farci prima del mio arrivo? RATCLIFFE
Vostra altezza mi ha detto di andarci subito. RE RICCARDO
Ho cambiato idea. Entra lord Stanley Stanley, che notizie mi portate? STANLEY
Nessuna, mio sire, che vi farà piacere ascoltare, ma nessuna così cattiva da non potersi riferire. RE RICCARDO
Ohilà, un indovinello! Né buona né cattiva. Perché devi girarci così attorno quando potresti arrivare subito al punto? Insomma, che notizie hai? STANLEY
Richmond è in mare. RE RICCARDO
Che ci sprofondi, e gli si chiuda sopra. Vigliacco di un traditore, che ci fa in mare? STANLEY
Non lo so, grande sovrano, posso solo immaginarlo.
1051
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
KING RICHARD Well, as you guess? STANLEY
Stirred up by Dorset, Buckingham, and Ely,235 He makes for England, here to claim the crown. KING RICHARD
Is the chair empty? Is the sword unswayed? Is the King dead? The empire unpossessed? What heir of York is there alive but we? And who is England’s king but great York’s heir? Then tell me, what makes he upon the seas?
400
STANLEY
Unless for that, my liege, I cannot guess.
405
KING RICHARD
Unless for that he comes to be your liege, You cannot guess wherefore the Welshman comes. Thou wilt revolt and fly to him, I fear. STANLEY
No, my good lord, therefore mistrust me not. KING RICHARD
Where is thy power then? To beat him back, Where be thy tenants and thy followers? Are they not now upon the western shore, Safe-conducting the rebels from their ships?
410
STANLEY
No, my good lord, my friends are in the north. KING RICHARD
Cold friends to me. What do they in the north, When they should serve their sovereign in the west?
415
STANLEY
They have not been commanded, mighty King. Pleaseth your majesty to give me leave, I’ll muster up my friends and meet your grace Where and what time your majesty shall please.
420
398. Ely: così in Q; in F Morton. Si veda IV, 3, 46. 1052
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
RE RICCARDO
Beh, che immagini? STANLEY
Aizzato da Dorset, Buckingham e Ely, punta sull’Inghilterra, per rivendicarne la corona. RE RICCARDO
Forse che il seggio è vacante? Nessuno brandisce la spada? Il re è morto? L’impero è senza governo? Quale altro erede di York è rimasto in vita oltre a noi? E chi è il re d’Inghilterra se non l’erede del grande York? Dimmi allora, che ci fa in mare? STANLEY
Se non è per questo, mio sire, non so immaginare. RE RICCARDO
Se non è per diventare vostro sovrano, non sapete immaginare che viene a fare quel gallese178. Mi sa che sei pronto a tradire e a correre da lui. STANLEY
No, mio buon signore, non diffidate di me. RE RICCARDO
Dove sono le tue truppe allora? Dove sono i tuoi vassalli e i tuoi seguaci, per ricacciarlo indietro? Non sono forse sulla costa occidentale, che aiutano i ribelli a sbarcare sani e salvi? STANLEY
No, mio buon signore, i miei uomini sono a nord. RE RICCARDO
Sono freddi con me i tuoi uomini. Che ci fanno a nord, quando dovrebbero servire il loro sovrano a ovest? STANLEY
Non hanno ricevuto ordini, grande re. Se vostra maestà si compiace di congedarmi, radunerò i miei uomini e verrò incontro a vostra grazia dove e quando garberà a vostra maestà.
1053
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
KING RICHARD
Ay, ay, thou wouldst be gone to join with Richmond. But I’ll not trust thee. STANLEY Most mighty sovereign, You have no cause to hold my friendship doubtful. I never was, nor never will be, false. KING RICHARD
Go then and muster men — but leave behind Your son George Stanley. Look your heart be firm, Or else his head’s assurance is but frail.
425
STANLEY
So deal with him as I prove true to you.
Exit
Enter a Messenger MESSENGER
My gracious sovereign, now in Devonshire, As I by friends am well advertisèd, Sir Edward Courtenay and the haughty prelate, Bishop of Exeter, his elder brother, With many more confederates are in arms.
430
Enter another Messenger SECOND MESSENGER
In Kent, my liege, the Guildfords are in arms, And every hour more competitors Flock to the rebels, and their power grows strong.
435
Enter another Messenger THIRD MESSENGER
My lord, the army of great Buckingham — KING RICHARD
Out on ye, owls! Nothing but songs of death? He striketh him There, take thou that, till thou bring better news.
1054
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
RE RICCARDO
Sì, sì, tu vorresti andartene per unirti a Richmond. Ma io di te non mi fido. STANLEY
Potentissimo sovrano, non avete motivo di dubitare della mia amicizia. Non sono mai stato, né mai sarò, sleale. RE RICCARDO
Va’ allora e raduna gli uomini – ma lascia qui tuo figlio George Stanley. Bada che il tuo cuore sia fermo, sennò rischia di essere malferma la sua testa. STANLEY
Disponete di lui in ragione della mia fedeltà. Esce Entra un messaggero MESSAGGERO
Mio grazioso sovrano, mi viene riportato che sir Edward Courtenay e quel superbo prelato, il vescovo di Exeter, suo fratello maggiore, hanno preso le armi nel Devonshire con parecchi altri alleati. Entra un altro messaggero SECONDO MESSAGGERO
Nel Kent, mio sire, i Guildford sono in armi, e nuovi seguaci si uniscono di ora in ora ai ribelli e le loro forze aumentano. Entra un altro messaggero TERZO MESSAGGERO
Mio signore, l’esercito del grande Buckingham – RE RICCARDO
E basta, uccelli del malaugurio! Sapete solo canti funebri? Lo colpisce Ecco, pigliati questo, così impari a portarmi notizie migliori.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 4
THIRD MESSENGER
The news I have to tell your majesty Is that, by sudden flood and fall of water, Buckingham’s army is dispersed and scattered, And he himself wandered away alone, No man knows whither. KING RICHARD I cry thee mercy. — Ratcliffe, reward him for the blow I gave him. —236 Hath any well-advisèd friend proclaimed Reward to him that brings the traitor in?
440
445
THIRD MESSENGER
Such proclamation hath been made, my lord. Enter another Messenger FOURTH MESSENGER
Sir Thomas Lovell and Lord Marquis Dorset — ’Tis said, my liege — in Yorkshire are in arms. But this good comfort bring I to your highness: The Breton navy is dispersed by tempest. Richmond in Dorsetshire sent out a boat Unto the shore, to ask those on the banks If they were his assistants, yea or no? Who answered him they came from Buckingham Upon his party. He, mistrusting them, Hoist sail and made his course again for Bretagne.
450
455
KING RICHARD
March on, march on, since we are up in arms, If not to fight with foreign enemies, Yet to beat down these rebels here at home.
460
Enter Catesby CATESBY
My liege, the Duke of Buckingham is taken.
445. Ratcliffe … gave him: così in Q; in F There is my purse, to cure that blow of thine = “Ecco la mia borsa per medicare quello scapaccione”. 1056
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 4
TERZO MESSAGGERO
La notizia che devo dare a vostra maestà è che, per via delle piogge e della piena, l’esercito di Buckingham è disperso e allo sbando, e lui stesso se ne è andato da solo, nessuno sa dove. RE RICCARDO
Perdonami. – Ratcliffe, dagli dei soldi per quello scapaccione. – Qualcuno ha avuto la buona idea di promettere una ricompensa per chi porta qui il traditore? TERZO MESSAGGERO
È stato fatto, mio signore. Entra un altro messaggero QUARTO MESSAGGERO
Sir Thomas Lovell e il signor marchese di Dorset – così si dice, mio sire – sono in armi nello Yorkshire. Ma porto a vostra altezza questa consolazione: la flotta bretone è stata dispersa dalla tempesta. Nel Dorsetshire Richmond ha mandato una scialuppa a riva per sapere se quelli sulla costa erano o no suoi sostenitori. E questi gli hanno risposto che li aveva mandati Buckingham in suo aiuto. Ma lui, non fidandosi, ha issato le vele e ha fatto nuovamente rotta verso la Bretagna. RE RICCARDO
In marcia, in marcia, siamo già in armi, se non per combattere i nemici stranieri, per schiacciare questi ribelli in patria. Entra Catesby CATESBY
Mio sire, hanno preso il duca di Buckingham. Questa è la buona
1057
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 4 SCENE 5
That is the best news. That the Earl of Richmond Is with a mighty power landed at Milford Is colder tidings, yet they must be told.237
465
KING RICHARD
Away, towards Salisbury! While we reason here, A royal battle might be won and lost. Someone take order Buckingham be brought To Salisbury. The rest march on with me. Flourish. Exeunt 4.5
Enter Lord Stanley Earl of Derby and Sir Christopher, a priest
STANLEY
Sir Christopher, tell Richmond this from me: That in the sty of this most deadly boar My son George Stanley is franked up in hold. If I revolt, off goes young George’s head. The fear of that holds off my present aid.238 But tell me, where is princely Richmond now?
5
SIR CHRISTOPHER
At Pembroke, or at Ha’rfordwest in Wales. STANLEY
What men of name resort to him? SIR CHRISTOPHER
Sir Walter Herbert, a renownèd soldier, Sir Gilbert Talbot, Sir William Stanley, Oxford, redoubted Pembroke, Sir James Blunt, And Rhys-ap-Thomas with a valiant crew, And many other of great name and worth — And towards London do they bend their power, If by the way they be not fought withal.
10
15
465. Tidings, yet: così in Q1; in F news, but (stesso senso). 5. Aid: così in Q; F aggiunge / So get thee gone: commend me to thy Lord = “Va’, e porta i miei saluti al tuo signore”. 1058
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO IV SCENA 5
notizia. C’è anche un’ambasciata meno gradita, che pur va fatta: il conte di Richmond è sbarcato a Milford179 con ingenti forze. RE RICCARDO
Via, verso Salisbury! Mentre ce ne stiamo qua a discutere, si può vincere e perdere una battaglia decisiva180. Qualcuno faccia portare Buckingham a Salisbury. Gli altri in marcia con me. Squillo di trombe. Escono IV, 5
Entrano lord Stanley conte di Derby e sir Christopher, un prete181
STANLEY
Sir Christopher, dite a Richmond da parte mia che mio figlio George Stanley è rinchiuso come ostaggio nella stia di questo funestissimo cinghiale182. Se mi ribello, gli tagliano la testa. Questo timore mi impedisce al momento di aiutarlo. Ma ditemi, dov’è ora il nobile Richmond? SIR CHRISTOPHER
A Pembroke, o a Ha’rfordwest183 nel Galles. STANLEY
Quali uomini illustri si sono uniti a lui? SIR CHRISTOPHER
Il famoso guerriero sir Walter Herbert, sir Gilbert Talbot, sir William Stanley184, Oxford, il formidabile Pembroke185, sir James Blunt, e Rhys-ap-Thomas con un valoroso manipolo, e molti altri dalla gran reputazione e di grande valore – e dirigono le loro truppe verso Londra, contando di non trovare opposizione lungo la strada.
1059
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 1
STANLEY
Well, hie thee to thy lord. Commend me to him.239 Tell him the Queen hath heartily consented He should espouse Elizabeth her daughter.240 My letter will resolve him of my mind. Farewell. Exeunt severally 5.1
Enter the Duke of Buckingham with halberdiers, led by a Sheriff to execution
BUCKINGHAM
Will not King Richard let me speak with him? SHERIFF
No, my good lord, therefore be patient. BUCKINGHAM
Hastings, and Edward’s children, Gray and Rivers, Holy King Henry and thy fair son Edward, Vaughan, and all that have miscarrièd By underhand, corrupted, foul injustice: If that your moody, discontented souls Do through the clouds behold this present hour, Even for revenge mock my destruction. This is All-Souls’ day, fellow, is it not? SHERIFF It is.
5
10
BUCKINGHAM
Why then All-Souls’ day is my body’s doomsday. This is the day which, in King Edward’s time, I wished might fall on me, when I was found False to his children and his wife’s allies. This is the day wherein I wished to fall By the false faith of him whom most I trusted. This, this All-Souls’ day to my fearful soul Is the determined respite of my wrongs. That high all-seer which I dallied with
15
20
16. Commend me to him: così in Q; in F I kiss his hand = “gli bacio la mano”. 17-18. Tell … daughter: così in Q; in F il passo si trova dopo il verso 5. 1060
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19/10/2017 18:26:07
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 1
STANLEY
Bene, corri dal tuo signore. Portagli i miei saluti. Digli che la regina ha dato il suo caloroso assenso a che lui sposi sua figlia Elisabetta. Questa missiva gli comunicherà le mie intenzioni. Addio. Escono separatamente V, 1
Entra il duca di Buckingham con gli alabardieri, condotto al patibolo da uno sceriffo186
BUCKINGHAM
Re Riccardo non mi concederà di parlargli? SCERIFFO
No, mio buon signore, rassegnatevi. BUCKINGHAM
Hastings, e voi figli di Edoardo, e voi Gray e Rivers, e tu santo re Enrico e il tuo bel figliolo Edoardo, tu Vaughan, e tutti voi che siete stati vittime di una subdola, corrotta, ignobile ingiustizia: se le vostre anime ombrose e inquiete osservano questo momento da dietro le nubi, vendicatevi facendovi beffe della mia fine. Oggi è il giorno dei morti, amico, vero? SCERIFFO
Sì. BUCKINGHAM
Allora il giorno dei morti è per questo mio corpo il giorno del giudizio. È questo il giorno che, ai tempi di re Edoardo, mi augurai dovesse piombarmi addosso187, qualora mi fossi dimostrato sleale verso i suoi figli e i congiunti di sua moglie. È questo il giorno in cui mi augurai di incorrere per la slealtà di chi credevo più fidato. In questo giorno dei morti, la mia anima contrita deve pagare per i miei peccati. Colui che da lassù tutto vede, con cui ho scherzato,
1061
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 2
Hath turned my feignèd prayer on my head, And given in earnest what I begged in jest. Thus doth he force the swords of wicked men To turn their own points in their masters’ bosoms. Thus Margaret’s curse falls heavy on my neck. ‘When he’, quoth she, ‘shall split thy heart with sorrow, Remember Margaret was a prophetess.’ Come lead me, officers, to the block of shame. Wrong hath but wrong, and blame the due of blame.
25
Exeunt 5.2
Enter Henry Earl of Richmond with a letter, the Earl of Oxford, Sir James Blunt, Sir Walter Herbert, and others, with drum and colours
HENRY EARL OF RICHMOND
Fellows in arms, and my most loving friends, Bruised underneath the yoke of tyranny, Thus far into the bowels of the land Have we marched on without impediment, And here receive we from our father Stanley Lines of fair comfort and encouragement. The wretched, bloody, and usurping boar, That spoils your summer fields and fruitful vines,241 Swills your warm blood like wash, and makes his trough In your inbowelled bosoms, this foul swine Lies now even in the centry of this isle,242 Near to the town of Leicester, as we learn. From Tamworth thither is but one day’s march. In God’s name, cheerly on, courageous friends, To reap the harvest of perpetual peace By this one bloody trial of sharp war.
5
10
15
8. Spoils: emend. tardo; in Q e F spoiled (passato). 11. Centry: così in F; in Q center (stesso senso). 1062
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19/10/2017 18:26:07
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 2
mi ha ritorto contro la mia falsa preghiera e mi ha dato sul serio ciò che chiedevo per finta. È così che Lui forza le spade dei malvagi contro il petto di chi le impugna188. È così che mi piomba addosso la maledizione di Margherita: “Quando lui ti spezzerà il cuore dal dolore, allora dirai – Che profeta, la povera Margherita”!189 Avanti, guardie, conducetemi al ceppo della vergogna. Il male non raccoglie che il male, e l’infamia, l’infamia che le è dovuta. Escono V, 2
Entrano Enrico conte di Richmond con una lettera, il conte di Oxford, sir James Blunt, sir Walter Herbert e altri, con tamburi e stendardi 190
ENRICO CONTE DI RICHMOND
Compagni d’arme, e miei amatissimi amici, lividi sotto il giogo della tirannide, siamo avanzati fin qui senza impedimenti nelle viscere del paese e qui riceviamo da nostro padre191 Stanley righe di conforto e incoraggiamento. Quell’odioso cinghiale, sanguinario e usurpatore, che vi devasta i campi assolati e le fertili vigne, che tracanna come sbobba il vostro sangue caldo, e si fa un trogolo dei vostri corpi sbudellati, questo maiale immondo si trova proprio ora, ci dicono, al centro dell’isola, nei pressi della città di Leicester. Non è che a un giorno di marcia da Tamworth. In nome di Dio, andiamo, coraggiosi amici, a mietere il raccolto della pace perpetua con quest’unica sanguinosa azione di guerra.
1063
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 3
OXFORD
Every man’s conscience is a thousand swords243 To fight against this guilty homicide. HERBERT
I doubt not but his friends will turn to us. BLUNT
He hath no friends but what are friends for fear, Which in his dearest need will fly from him.
20
HENRY EARL OF RICHMOND
All for our vantage. Then, in God’s name, march. True hope is swift, and flies with swallows’ wings; Kings it makes gods, and meaner creatures kings. Exeunt [marching] 5.3
Enter King Richard in arms, with the Duke of Norfolk, Sir Richard Ratcliffe, [Sir William244 Catesby, and others]
KING RICHARD
Here pitch our tent, even here in Bosworth field. Soldiers begin to pitch [a tent]245 Why, how now, Catesby? Why look you so sad?246 [CATESBY]247
My heart is ten times lighter than my looks. KING RICHARD
My lord of Norfolk. NORFOLK Here, most gracious liege. KING RICHARD
Norfolk, we must have knocks. Ha, must we not?
5
17. Swords: così in Q; in F men = “uomini”. 0.3. Catesby, and others: così in Q; in F and the Earl of Surrey = “e il conte di Surrey”. 1. Soldiers begin to pitch [a tent]: emend. Taylor; manca in Q e F. 2. Why, how now, Catesby: così in Q; in F My Lord of Surrey = “Mio signore di Surrey”. 2. Sad: così in Q2-8 e F; in Q1 bad = “brutta”. 3. CATESBY: così in Q; in F Surrey. 1064
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19/10/2017 18:26:07
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 3
OXFORD
La coscienza di ognuno di noi vale mille spade, pronte a combattere contro questo criminale omicida. HERBERT
Non dubito che i suoi amici si uniranno a noi. BLUNT
Non ha amici, tranne quelli che tali sono per paura, che lo abbandoneranno nel momento del bisogno. ENRICO CONTE DI RICHMOND
Meglio per noi. Allora in marcia, in nome di Dio. La vera speranza è svelta, e vola con ali di rondine; fa dei re, degli dei, e delle creature più umili, dei re. Escono [in marcia] V, 3
Entra re Riccardo armato, con il duca di Norfolk, sir Richard Ratcliffe [sir William Catesby e altri]192
RE RICCARDO
Piantiamo qui le tende, nel campo di Bosworth. Dei soldati iniziano a montare [una tenda] Allora, che c’è Catesby? Perché avete l’aria così seria? [CATESBY]
Il mio cuore è dieci volte più sereno del mio aspetto. RE RICCARDO
Mio signore di Norfolk. NORFOLK
Eccomi, mio graziosissimo sire. RE RICCARDO
Norfolk, dobbiamo far a botte – eh?193
1065
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19/10/2017 18:26:07
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 4
NORFOLK
We must both give and take, my loving lord. KING RICHARD
Up with my tent! Here will I lie tonight. But where tomorrow? Well, all’s one for that. Who hath descried the number of the traitors? NORFOLK
Six or seven thousand is their utmost power.
10
KING RICHARD
Why, our battalia trebles that account. Besides, the King’s name is a tower of strength, Which they upon the adverse faction want. Up with the tent! Come, noble gentlemen, Let us survey the vantage of the ground. Call for some men of sound direction. Let’s lack no discipline, make no delay — For, lords, tomorrow is a busy day.
15
Exeunt [at one door]248 5.4
Enter [at another door] Henry Earl of Richmond,249 Sir James Blunt, Sir William Brandon, [the Earl of Oxford, Marquis Dorset, and others]
HENRY EARL OF RICHMOND
The weary sun hath made a golden set, And by the bright track of his fiery car Gives token of a goodly day tomorrow. Sir William Brandon, you shall bear my standard.250 The Earl of Pembroke keeps his regiment; Good Captain Blunt, bear my good night to him, And by the second hour in the morning
5
18.1. At one door: emend. novecentesco; manca in Q e F. 0.1. At another door: emend. moderno; manca in Q e F. 4. Standard: così in Q; F inserisce qui i versi 21-24, aggiungendo My Lord of Oxford, you Sir William Brandon, / And you Sir Walter Herbert stay with me = “Conte di Oxford, voi, sir William Brandon, / E voi, sir Walter Herbert, restate con me”. 1066
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19/10/2017 18:26:07
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 4
NORFOLK
Dobbiamo dargliele e prenderne, mio amato signore. RE RICCARDO
Tiratemi su la tenda! Dormirò qui stanotte. Ma domani dove? Mah, non fa differenza. Qualcuno ha contato il numero dei traditori? NORFOLK
Sono sei o settemila al massimo. RE RICCARDO
Bene, le nostre truppe sono tre volte tanto. E poi, il nome del re è un baluardo, che i nostri nemici non hanno. Su con quella la tenda! Andiamo, nobili gentiluomini, facciamo un sopralluogo del terreno. Chiamate qualcuno di affidabile. Non manchiamo di disciplina, nessun indugio – perché domani, signori, sarà un’ardua giornata. Escono [da una porta] V, 4
Entrano [dall’altra porta] Enrico conte di Richmond, sir James Blunt, sir William Brandon, [il conte di Oxford, il marchese di Dorset, e altri]
ENRICO CONTE DI RICHMOND
Dorato è il tramonto dello stanco sole e la fulgida scia del suo carro di fuoco promette per domani una bella giornata. Sir William Brandon, voi porterete le mie insegne. Il conte di Pembroke è con il suo reggimento; capitano Blunt, portategli la buonanotte e chiedete al conte di venire nella mia tenda per le due del mattino. Buon
1067
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19/10/2017 18:26:07
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 5
Desire the Earl to see me in my tent. Yet one thing more, good Captain, do for me: Where is Lord Stanley quartered, do you know?
10
BLUNT
Unless I have mista’en his colours much, Which well I am assured I have not done, His regiment lies half a mile, at least, South from the mighty power of the King. HENRY EARL OF RICHMOND
If without peril it be possible, Sweet Blunt, make some good means to speak with him, And give him from me this most needful note.
15
BLUNT
Upon my life, my lord, I’ll undertake it. And so God give you quiet rest tonight. HENRY EARL OF RICHMOND
Good night, good Captain Blunt.
Exit Blunt Come, gentlemen. Give me some ink and paper in my tent.251 I’ll draw the form and model of our battle, Limit each leader to his several charge, And part in just proportion our small power. Let us consult upon tomorrow’s business. Into my tent: the dew is raw and cold.
21
25
They withdraw into the tent 5.5
[A table brought in.] Enter King Richard, Sir252 Richard Ratcliffe, the Duke of Norfolk, Sir William Catesby, and others
KING RICHARD What is’t o’clock? CATESBY
It’s supper-time, my lord. It’s nine o’clock. 21-24. Give … power: così in Q; F inserisce questi versi dopo il verso 4. 0.1. A table brought in: emend. Taylor; manca in Q e F. 1068
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19/10/2017 18:26:08
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 5
capitano, c’è ancora una cosa che dovete fare per me: sapete dov’è acquartierato lord Stanley? BLUNT
Se non ho visto male le sue insegne, e son certo di no, il suo reggimento si trova ad almeno mezzo miglio a sud del grande esercito del re. ENRICO CONTE DI RICHMOND
Se è possibile, caro Blunt, senza correre pericoli, trovate il modo di parlargli e dategli da parte mia questo importantissimo messaggio. BLUNT
Me ne farò carico, mio signore, a costo della vita. E che Iddio vi conceda stanotte un sonno tranquillo. ENRICO CONTE DI RICHMOND
Buonanotte, buon capitano Blunt. Esce Blunt Venite, gentiluomini. Portatemi carta e penna nella tenda. Voglio fare uno schema del piano di battaglia, assegnare a ciascun comandante il suo compito e ripartire nella giusta proporzione le nostre esigue forze. Discutiamo l’impresa di domani. Nella mia tenda: la guazza è fredda e inclemente. Si ritirano nella tenda V, 5
[Viene portato in scena un tavolo] Entrano re Riccardo, sir Richard Ratcliffe, il duca di Norfolk, sir William Catesby, e altri.
RE RICCARDO
Che ore sono? CATESBY
È ora di cena, mio signore. Sono le nove.
1069
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19/10/2017 18:26:08
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 5
KING RICHARD
I will not sup tonight. Give me some ink and paper.253 What, is my beaver easier than it was? And all my armour laid into my tent?
5
CATESBY
It is, my liege, and all things are in readiness. KING RICHARD
Good Norfolk, hie thee to thy charge. Use careful watch; choose trusty sentinels. NORFOLK I go, my lord. KING RICHARD
Stir with the lark tomorrow, gentle Norfolk.
10
NORFOLK
I warrant you, my lord. Catesby.254 CATESBY My lord?
Exit
KING RICHARD KING RICHARD
Send out a pursuivant-at-arms To Stanley’s regiment. Bid him bring his power Before sun-rising, lest his son George fall Into the blind cave of eternal night. [Exit Catesby] Fill me a bowl of wine. Give me a watch. Saddle white Surrey for the field tomorrow. Look that my staves be sound, and not too heavy. Ratcliffe. RATCLIFFE My lord?
16
20
KING RICHARD
Saw’st thou the melancholy Lord Northumberland? RATCLIFFE
Thomas the Earl of Surrey and himself, Much about cockshut time, from troop to troop Went through the army, cheering up the soldiers.
3. Da questo verso fino alla fine del dramma Taylor usa Q1 come testo-guida, ritenendo che da qui in poi, salvo alcune eccezioni, F segua Q3 anziché la copia del manoscritto (si veda Nota Introduttiva). 11. Catesby: così in Q; F ha Ratcliffe, cui assegna la battuta successiva (come Q). 1070
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19/10/2017 18:26:08
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 5
RE RICCARDO
Stasera non ceno. Portami carta e penna. Allora, il barbotto calza meglio? E l’armatura è tutta a posto nella tenda? CATESBY
Sì, signore, e tutto è pronto. RE RICCARDO
Buon Norfolk, affrettati al tuo compito. Attento alla guardia; scegli sentinelle fidate. NORFOLK
Vado, mio signore. RE RICCARDO
Domani levati con l’allodola, caro Norfolk. NORFOLK
Ve lo garantisco, mio signore. Esce RE RICCARDO
Catesby. CATESBY
Mio signore? RE RICCARDO
Manda un attendente al reggimento di Stanley. Ordinagli di condurre qui le truppe prima dell’alba, se non vuole che suo figlio George sprofondi nell’antro oscuro della notte eterna. [Esce Catesby] Riempimi una coppa di vino. Dammi un lume. Sellami il bianco Surrey per la battaglia di domani. Controlla che le aste delle lance siano salde, e non troppo pesanti. Ratcliffe. RATCLIFFE
Mio signore? RE RICCARDO
Hai visto il melanconico lord Northumberland? RATCLIFFE
Al crepuscolo, lui e il conte di Surrey sono andati di reparto in reparto per tutto l’esercito a rincuorare i soldati.
1071
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19/10/2017 18:26:08
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 5
KING RICHARD
So, I am satisfied. Give me some wine.255 I have not that alacrity of spirit, Nor cheer of mind, that I was wont to have.
25
The wine is brought Set it down. Is ink and paper ready? RATCLIFFE
It is, my lord. Leave me. Bid my guard watch.256 About the mid of night come to my tent,257 Ratcliffe, and help to arm me. Leave me, I say.
KING RICHARD
30
Exit Ratcliffe [with others. Richard writes, and later sleeps]258 Enter Lord Stanley Earl of Derby to Henry Earl of Richmond and the lords in his tent STANLEY
Fortune and victory sit on thy helm! HENRY EARL OF RICHMOND
All comfort that the dark night can afford Be to thy person, noble father-in-law. Tell me, how fares our loving mother?259
35
STANLEY
I, by attorney, bless thee from thy mother, Who prays continually for Richmond’s good. So much for that. The silent hours steal on, And flaky darkness breaks within the east. In brief — for so the season bids us be — Prepare thy battle early in the morning, And put thy fortune to th’arbitrement
40
25. Some: emend. Taylor; in Q e F a bowl of = “una coppa”. 29. Leave me. Bid my guard watch: emend. Taylor; in Q e F Bid my guard watch, leave me. 30-31. About … tent / Ratcliffe and: emend. Taylor; in Q e F Ratcliffe, about … tent / And. 31.1-2. Richard writes, and later sleeps: emend. Taylor; manca in Q e F. 35. Loving: così in Q1; in Q3 noble = “nobile”. 1072
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19/10/2017 18:26:08
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 5
RE RICCARDO
Bene, così mi piace. Dammi del vino. Non ho più lo spirito né il buonumore di un tempo. Viene portato del vino Mettilo qui. Son pronte carta e penna? RATCLIFFE
Sì, mio signore. RE RICCARDO
Lasciami. Ordina alla sentinella di vigilare. Verso mezzanotte vieni nella mia tenda, Ratcliffe, e aiutami con l’armatura. Lasciami, ti dico. Esce Ratcliffe [con altri. Riccardo scrive, e poi si addormenta] Entra lord Stanley conte di Derby da Enrico conte di Richmond, nella sua tenda con i nobili STANLEY
Che fortuna e vittoria ti cingano l’elmo! ENRICO CONTE DI RICHMOND
Nobile patrigno, che la scura notte ti protegga. Dimmi, come sta la nostra amata madre? STANLEY
Ti porto la sua benedizione. Non fa che pregare per Richmond. Questo è quanto. Le ore passano furtive e ad oriente l’oscurità si sfalda. Per farla breve – così come ci impone questo momento – preparati a dar battaglia alle prime ore del mattino, e affida la tua
1073
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19/10/2017 18:26:08
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 5
Of bloody strokes and mortal-sharing war.260 I, as I may — that which I would, I cannot — With best advantage will deceive the time, And aid thee in this doubtful shock of arms. But on thy side I may not be too forward — Lest, being seen, thy brother, tender George, Be executed in his father’s sight. Farewell. The leisure and the fearful time Cuts off the ceremonious vows of love And ample interchange of sweet discourse, Which so long sundered friends should dwell upon. God give us leisure for these rights of love. Once more, adieu. Be valiant, and speed well.
45
50
55
HENRY EARL OF RICHMOND
Good lords, conduct him to his regiment. I’ll strive with troubled thoughts to take a nap,261 Lest leaden slumber peise me down tomorrow, When I should mount with wings of victory. Once more, good night, kind lords and gentlemen.
60
Exeunt Stanley and the lords [Richmond kneels] O thou, whose captain I account myself, Look on my forces with a gracious eye. Put in their hands thy bruising irons of wrath, That they may crush down with a heavy fall Th’usurping helmets of our adversaries. Make us thy ministers of chastisement, That we may praise thee in the victory. To thee I do commend my watchful soul, Ere I let fall the windows of mine eyes. Sleeping and waking, O defend me still! He sleeps
65
43. Mortal-sharing: emend. Taylor; in Q mortal staring = “dallo sguardo mortale”. 57. Thoughts: così in Q1; in F noise = “rumore”. 1074
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19/10/2017 18:26:08
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 5
sorte all’arbitrato dei sanguinosi fendenti e della guerra mortale. Io, per quanto mi è concesso – ciò che vorrei, non lo posso fare – guadagnerò tempo per aiutarti in questo incerto scontro armato. Ma non posso schierarmi troppo apertamente a tuo favore – per pericolo che, una volta scoperto, tuo fratello, il giovane George, venga giustiziato sotto gli occhi di suo padre. Addio. Il tempo e l’asprezza del momento ci negano le consuete manifestazioni di affetto e lo scambio disteso di dolci espressioni, in cui amici così a lungo lontani dovrebbero indugiare. Che Iddio ci conceda il tempo per questi affettuosi rituali. Di nuovo, addio: sii valoroso, e buona fortuna. ENRICO CONTE DI RICHMOND
Buoni signori, scortatelo al suo reggimento. Io cercherò, malgrado i pensieri inquieti, di chiudere gli occhi, se non voglio che un plumbeo torpore mi pesi addosso domani quando dovrei librarmi sulle ali della vittoria. Di nuovo buonanotte, cari signori e gentiluomini. Escono Stanley e i lord [Richmond si inginocchia] Oh tu, di cui mi considero il capitano, volgi il tuo sguardo benevolo alle mie truppe. Affida alle loro mani le mazze ferrate della tua collera, ché con pesanti colpi possano sfondare gli elmi usurpatori dei nostri avversari. Fai di noi i ministri del tuo castigo, che ci sia concesso renderti lode con la vittoria. A te affido il mio animo vigile, prima di lasciare che si chiudano le finestre degli occhi. Nel sonno e nella veglia, oh sempre proteggimi! Dorme
1075
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19/10/2017 18:26:08
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 5
Enter the Ghost of young Prince Edward [above]262 GHOST OF PRINCE EDWARD (to Richard)
Let me sit heavy on thy soul tomorrow,263 Prince Edward, son to Henry the Sixth. Think how thou stabbedst me in my prime of youth At Tewkesbury. Despair, therefore, and die. (To Richmond) Be cheerful, Richmond, for the wrongèd souls Of butchered princes fight in thy behalf. King Henry’s issue, Richmond, comforts thee. [Exit]
71
75
Enter [above] the Ghost of King Henry the Sixth GHOST OF KING HENRY (to Richard)
When I was mortal, my anointed body By thee was punchèd full of deadly holes. Think on the Tower and me. Despair and die. Harry the Sixth bids thee despair and die. (To Richmond) Virtuous and holy, be thou conqueror. Harry that prophesied thou shouldst be king Comforts thee in thy sleep. Live and flourish! [Exit]
80
Enter [above] the Ghost of George Duke of Clarence GHOST OF CLARENCE (to Richard)
Let me sit heavy on thy soul tomorrow, I that was washed to death with fulsome wine, Poor Clarence, by thy guile betrayed to death. Tomorrow in the battle think on me, And fall thy edgeless sword. Despair and die.
85
70.1. Edward: emend. Taylor; in Q1 Edward, son Harry the Sixt = “Edoardo, figlio di Enrico Sesto”. 70.1. Above: emend. Taylor, che sottolinea come l’ingresso sulla scena superiore del teatro (piuttosto che l’entrata da una delle due porte del proscenio, e la conseguente uscita dall’altra) sia più drammaticamente efficace per le apparizioni sovrannaturali, permettendo agli spettri di rivolgersi contemporaneamente a entrambi i personaggi e al pubblico. 71-72. Tomorrow, / Prince … Sixth: emend. Taylor; in Q1 tomorrow. 1076
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19/10/2017 18:26:08
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 5
Entra lo spettro del giovane principe Edoardo [in alto] SPETTRO DEL PRINCIPE EDOARDO (a Riccardo)194
Che io, principe Edoardo, figlio di Enrico sesto, possa gravarti domani sull’animo. Pensa a come mi pugnalasti nel fiore degli anni a Tewkesbury. Perciò, dispera e muori. (A Richmond) Sii sereno, Richmond, perché le anime offese dei principi trucidati combattono al tuo fianco. Richmond, la progenie di re Enrico ti reca conforto. [Esce] Entra [in alto] lo spettro di re Enrico sesto SPETTRO DI RE ENRICO (a Riccardo)
Quando ero mortale, i tuoi colpi micidiali crivellarono il mio corpo unto dal Signore. Pensa alla Torre195 e pensa a me. Dispera e muori. Questo ti augura Enrico sesto: dispera e muori. (A Richmond) Santo virtuoso, sia tua la vittoria. L’Enrico che predisse che saresti diventato re196 ti reca conforto nel sonno. Vivi e prospera! [Esce] Entra [in alto] lo spettro di Giorgio duca di Clarence SPETTRO DI CLARENCE (a Riccardo)
Che io possa gravarti domani sull’animo, io che fui annegato nel nauseabondo vino, povero Clarence, tradito dalla tua mortale perfidia. Domani nella battaglia pensa a me, e ti cada la spada sbreccata. Dispera e muori.
1077
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19/10/2017 18:26:08
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 5
(To Richmond) Thou offspring of the house of Lancaster, The wrongèd heirs of York do pray for thee. Good angels guard thy battle. Live and flourish!
90 [Exit]
Enter [above] the Ghosts of Lord Rivers, Lord Gray, and Sir Thomas Vaughan GHOST OF RIVERS (to Richard)
Let me sit heavy on thy soul tomorrow, Rivers that died at Pomfret. Despair and die. GHOST OF GRAY (to Richard) Think upon Gray, and let thy soul despair. GHOST OF VAUGHAN (to Richard) Think upon Vaughan, and with guilty fear Let fall thy pointless lance. Despair and die. ALL THREE (to Richmond) Awake, and think our wrongs in Richard’s bosom Will conquer him. Awake, and win the day!
95
[Exeunt Ghosts] Enter [above] the Ghosts of the two young Princes264 [GHOSTS OF THE PRINCES] (to Richard)
Dream on thy cousins, smothered in the Tower. Let us be lead within thy bosom, Richard,265 And weigh thee down to ruin, shame, and death. Thy nephews’ souls bid thee despair and die. (To Richmond) Sleep, Richmond, sleep in peace and wake in joy. Good angels guard thee from the boar’s annoy. Live, and beget a happy race of kings! Edward’s unhappy sons do bid thee flourish.
100
105
[Exeunt Ghosts]
99.2-107. Enter … flourish: così in Q1; in Q3 l’entrata dei Principi segue quella di Hastings, dopo il verso 112. 101. Lead: così in Q1; in Q2 laid = “deposti”. 1078
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19/10/2017 18:26:08
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 5
(A Richmond) Tu progenie della casa di Lancaster, per te pregano gli oltraggiati eredi di York. Che gli angeli guardino le tue truppe. Vivi e prospera! [Esce] Entrano [in alto] gli spettri di lord Rivers, lord Gray e sir Thomas Vaughan SPETTRO DI RIVERS (a Riccardo)
Che possa gravarti domani sull’animo, io, Rivers, morto a Pomfret. Dispera e muori. SPETTRO DI GRAY (a Riccardo) Pensa a Gray e la tua anima si disperi. SPETTRO DI VAUGHAN (a Riccardo) Pensa a Vaughan, e per lo spavento e il rimorso ti cada la lancia spuntata. Dispera e muori. TUTTI E TRE (a Richmond) Svegliati, e pensa che i torti che abbiamo subito, annidati nel seno di Riccardo, lo annienteranno. Svegliati e vinci la battaglia! [Escono gli spettri] Entrano [in alto] gli spettri dei due giovani principi [SPETTRI DEI PRINCIPI] (a Riccardo)
Sogna i tuoi nipoti197, soffocati nella Torre. Che noi si sia piombo nel tuo petto, per trascinarti col nostro peso alla rovina, alla vergogna e alla morte. Questo ti augurano le anime dei tuoi nipoti: dispera e muori. (A Richmond) Dormi, Richmond, dormi in pace e svegliati lieto. Che gli angeli ti proteggano dal cinghiale. Vivi, e genera una felice stirpe di re! Gli infelici figli di Edoardo ti augurano ogni prosperità. [Escono gli spettri]
1079
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19/10/2017 18:26:08
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 5
Enter [above] the Ghost of Lord Hastings GHOST OF HASTINGS (to Richard)
Bloody and guilty, guiltily awake, And in a bloody battle end thy days. Think on Lord Hastings, then despair and die. (To Richmond) Quiet, untroubled soul, awake, awake! Arm, fight, and conquer for fair England’s sake. [Exit]
110
Enter [above] the Ghost of Lady Anne GHOST OF LADY ANNE (to Richard)
Richard, thy wife, that wretched Anne thy wife, That never slept a quiet hour with thee, Now fills thy sleep with perturbations. Tomorrow in the battle think on me, And fall thy edgeless sword. Despair and die. (To Richmond) Thou quiet soul, sleep thou a quiet sleep. Dream of success and happy victory. Thy adversary’s wife doth pray for thee. [Exit]
115
Enter [above] the Ghost of the Duke of Buckingham GHOST OF BUCKINGHAM (to Richard)
The first was I that helped thee to the crown; The last was I that felt thy tyranny. O in the battle think on Buckingham, And die in terror of thy guiltiness! Dream on, dream on, of bloody deeds and death; Fainting, despair; despairing, yield thy breath. (To Richmond) I died for hope ere I could lend thee aid. But cheer thy heart, and be thou not dismayed. God and good angels fight on Richmond’s side, And Richard falls in height of all his pride.266 [Exit]
121
125
Richard starteth up out of a dream
130. Falls: così in Q; in F fall (imperativo). 1080
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19/10/2017 18:26:09
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 5
Entra [in alto] lo spettro di lord Hastings SPETTRO DI HASTINGS (a Riccardo)
Svegliati in preda al rimorso, criminale sanguinario, e nella sanguinosa battaglia poni fine ai tuoi giorni. Pensa a lord Hastings, poi dispera e muori. (A Richmond) Svegliati, svegliati, dolce anima serena! Armati, combatti e vinci per la bella Inghilterra. [Esce] Entra [in alto] lo spettro di lady Anna SPETTRO DI LADY ANNA (a Riccardo)
Riccardo, tua moglie, la tua sventurata moglie Anna, che mai dormì un’ora in pace al tuo fianco, ti riempie ora il sonno di turbamenti. Domani nella battaglia pensa a me, e ti cada la spada sbreccata. Dispera e muori. (A Richmond) Tu, anima serena, dormi sonni sereni. Sogna il trionfo e la felicità della vittoria. La moglie del tuo nemico prega per te. [Esce] Entra [in alto] lo spettro del duca di Buckingham SPETTRO DI BUCKINGHAM (a Riccardo)
Fui io il primo a servirti la corona; fui l’ultimo a provare la tua ferocia. Oh, nella battaglia pensa a Buckingham, e muori nel terrore della tua colpa! Sogna, sogna sangue e ancora sangue e morte; sempre più debole, dispera; e sempre più disperato, esala l’ultimo respiro. (A Richmond) Sono morto alla speranza prima di poterti prestare aiuto. Ma rincuorati e non lasciarti abbattere. Iddio e gli angeli combattono a fianco di Richmond, e Riccardo precipita dall’alto della sua superbia. [Esce] Riccardo si sveglia di soprassalto da un sogno
1081
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19/10/2017 18:26:09
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 5
KING RICHARD
Give me another horse! Bind up my wounds! Have mercy, Jesu! — Soft, I did but dream. O coward conscience, how dost thou afflict me? The lights burn blue. It is now dead midnight.267 Cold fearful drops stand on my trembling flesh. What do I fear? Myself? There’s none else by. Richard loves Richard; that is, I am I.268 Is there a murderer here? No. Yes, I am. Then fly! What, from myself? Great reason. Why? Lest I revenge. Myself upon myself? Alack, I love myself. Wherefore? For any good That I myself have done unto myself? O no, alas, I rather hate myself For hateful deeds committed by myself. I am a villain. Yet I lie: I am not. Fool, of thyself speak well. — Fool, do not flatter. My conscience hath a thousand several tongues, And every tongue brings in a several tale, And every tale condemns me for a villain. Perjury, perjury, in the high’st degree!269 Murder, stern murder, in the dir’st degree! All several sins, all used in each degree, Throng to the bar, crying all, ‘Guilty, guilty!’ I shall despair. There is no creature loves me, And if I die no soul will pity me. Nay, wherefore should they? — Since that I myself270 Find in myself no pity to myself. Methought the souls of all that I had murdered Came to my tent, and every one did threat Tomorrow’s vengeance on the head of Richard.
131
135
140
145
150
155
160
Enter Ratcliffe
134. Now: così in Q1; in Q2 not = “non è”. 137. Am: così in Q2; in Q1 and. 150. Perjury: così in Q1; non è ripetuto in Q3. 156. Nay: così in F; in Q And. 1082
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19/10/2017 18:26:09
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 5
RE RICCARDO
Presto, un altro cavallo! Fasciatemi le ferite! Gesù, pietà! – Calma, era solo un sogno. Oh, coscienza vigliacca, quanto mi fai penare? La fiamma delle candele si fa azzurra198. È notte fonda. Dallo spavento, la mia carne trema e suda freddo. Di che ho paura? Di me? Non c’è nessun altro qui. Riccardo ama Riccardo; insomma, io sono io199. C’è un assassino qui? No. Ma sì, sono io. E allora scappa! Come, da me medesimo? Ne ho ben donde. Perché? Perché potrei vendicarmi. Di me? Ma io mi amo. E perché mai? Perché mi son fatto del bene? Oh no, ohimè, io semmai mi odio per le mie odiose azioni. Sono un infame. Ma no, mento: non lo sono. Sciocco, devi parlar bene di te. – Sciocco, non fare il ruffiano. La mia coscienza ha mille lingue diverse, e ogni lingua racconta una storia diversa, e ogni storia mi bolla come infame. Spergiuro, spergiuro, della peggior specie! Assassinio, turpe assassinio, della specie più atroce! Tutti i diversi peccati, di tutte le specie possibili, si accalcano alla sbarra, urlando, “Colpevole, colpevole!” Sono senza speranza. Non c’è creatura che mi ami, e se muoio non un’anima proverà pietà per me. Già, perché dovrebbero? – Se io stesso non trovo in me un po’ di pietà per me stesso. Mi è parso che le anime di tutti quelli che ho assassinato venissero nella mia tenda, e ciascuna minacciasse di vendicarsi domani sul capo di Riccardo. Entra Ratcliffe
1083
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19/10/2017 18:26:09
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 5
RATCLIFFE My lord? KING RICHARD ’Swounds, who is there?271 RATCLIFFE
My lord, ’tis I. The early village cock 272 Hath twice done salutation to the morn. Your friends are up, and buckle on their armour.
165
KING RICHARD
O Ratcliffe, I have dreamed a fearful dream. What thinkest thou, will all our friends prove true? RATCLIFFE
No doubt, my lord.273 KING RICHARD Ratcliffe, I fear, I fear. RATCLIFFE
Nay, good my lord, be not afraid of shadows. KING RICHARD
By the Apostle Paul, shadows tonight Have struck more terror to the soul of Richard Than can the substance of ten thousand soldiers Armèd in proof and led by shallow Richmond. ’Tis not yet near day. Come, go with me. Under our tents I’ll play the eavesdropper, To see if any mean to shrink from me.274
170
175
Exeunt Richard and Ratcliffe Enter the lords to Henry Earl of Richmond, sitting in his tent [LORDS] Good morrow, Richmond. HENRY EARL OF RICHMOND
Cry mercy, lords and watchful gentlemen, That you have ta’en a tardy sluggard here.
162. ’Swounds, who is: così in Q; in F Who’s. 163. My: così in Q7; in Q1 Ratcliffe, my. 166-168. KING RICHARD … lord: così in Q; manca in F. 176. See: così in Q1; in Q3 hear = “sentire”. 176.1. Richard and Ratcliffe: così in F; manca in Q. 176.2. Sitting in his tent: così in F; manca in Q. 1084
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19/10/2017 18:26:09
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 5
RATCLIFFE
Mio signore? RE RICCARDO
Perdio, chi è là? RATCLIFFE
Mio signore, sono io. Mattiniero, il gallo del villaggio ha dato già due volte il benvenuto al giorno. I vostri amici sono in piedi, e si stanno allacciando le armature. RE RICCARDO
Oh Ratcliffe, ho fatto un sogno spaventoso. Che dici, ci saranno fedeli i nostri amici? RATCLIFFE
Senza dubbio, mio signore. RE RICCARDO
Ho paura Ratcliffe, ho paura. RATCLIFFE
Andiamo, mio buon signore, non abbiate paura delle ombre. RE RICCARDO
Per San Paolo Apostolo, stanotte le ombre hanno seminato il terrore nell’animo di Riccardo più di diecimila soldati in carne ed ossa, armati di tutto punto e condotti da quella nullità di Richmond. Non si è ancora fatto giorno. Andiamo, vieni con me. Mi nasconderò sotto le tende a origliare, per vedere se qualcuno ha intenzione di tirarsi indietro. Escono Riccardo e Ratcliffe Entrano i nobiluomini da Enrico conte di Richmond, seduto nella sua tenda. [NOBILUOMINI]
Buon giorno, Richmond. ENRICO CONTE DI RICHMOND
Vi chiedo perdono, signori e vigili gentiluomini, che avete colto sul fatto un pigro dormiglione.
1085
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 5
[A LORD] How have you slept, my lord?
180
HENRY EARL OF RICHMOND
The sweetest sleep and fairest boding dreams That ever entered in a drowsy head Have I since your departure had, my lords. Methought their souls whose bodies Richard murdered Came to my tent and cried on victory. I promise you, my soul is very jocund275 In the remembrance of so fair a dream. How far into the morning is it, lords? [A LORD] Upon the stroke of four.
185
HENRY EARL OF RICHMOND
Why then, ’tis time to arm, and give direction.
190
His oration to his soldiers Much that I could say, loving countrymen, 276 The leisure and enforcement of the time Forbids to dwell on. Yet remember this: God and our good cause fight upon our side. The prayers of holy saints and wrongèd souls, Like high-reared bulwarks, stand before our forces.277 Richard except, those whom we fight against Had rather have us win than him they follow. For what is he they follow? Truly, friends,278 A bloody tyrant and a homicide; One raised in blood, and one in blood established; One that made means to come by what he hath, And slaughtered those that were the means to help him; A base, foul stone, made precious by the foil
195
200
186. Soul: così in Q; in F heart = “cuore”. 191. Much that I could say: emend. Taylor; in Q More than I have said = “Più di quanto vi ho detto”. 196. Forces: emend. Taylor; in Q e F faces = “volti”. 199. Friends: emend. Taylor; in Q e F gentlemen = “gentiluomini”. 1086
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 5
[UN LORD]
Come avete dormito, mio signore? ENRICO CONTE DI RICHMOND
Signori miei, dopo la vostra partenza ho goduto del sonno più dolce e dei sogni più beneauguranti che abbiano mai visitato una mente assopita. Mi è parso che le anime dei corpi trucidati da Riccardo entrassero nella tenda e mi annunciassero la vittoria. Vi assicuro che al ricordo di un sogno così bello mi sento l’animo proprio sollevato. Che ore abbiamo fatto signori? [UN LORD]
Stanno per suonare le quattro. ENRICO CONTE DI RICHMOND
Ma allora è tempo di armarsi e di dare gli ordini. L’orazione ai soldati Amati compatrioti, il tempo e le costrizioni del momento mi impediscono di soffermarmi su molto di ciò che potrei dirvi. Ma ricordate questo: Iddio e la nostra giusta causa combattono al nostro fianco. Le preghiere dei beati santi e delle anime offese si ergono, come altissimi baluardi, davanti alle nostre forze. A parte Riccardo, quelli contro cui combattiamo vorrebbero che fossimo noi a vincere piuttosto che lui. Perché lui cos’è? Amici, è un tiranno sanguinario e un assassino; uno che è cresciuto nel sangue e nel sangue si è imposto; uno che ha cospirato per conquistare ciò che ha, e ha trucidato chi ne è stato lo strumento; una pietra rozza e
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 6
Of England’s chair, where he is falsely set; 205 One that hath ever been God’s enemy. Then if you fight against God’s enemy, God will, in justice, ward you as his soldiers. If you do sweat to put a tyrant down,279 You sleep in peace, the tyrant being slain. If you do fight against your country’s foes, Your country’s foison pays your pains the hire.280 If you do fight in safeguard of your wives, Your wives shall welcome home the conquerors. If you do free your children from the sword, Your children’s children quites it in your age. Then, in the name of God and all these rights, Advance your standards! Draw your willing swords! For me, the ransom of this bold attempt Shall be my cold corpse on the earth’s cold face; But if I thrive, to gain of my attempt, The least of you shall share his part thereof. Sound, drums and trumpets, bold and cheerfully! God and Saint George! Richmond and victory!
210
215
220
[Exeunt to the sound of drums and trumpets]281 5.6
Enter King Richard, Sir Richard Ratcliffe, Sir282 William Catesby, and others283
KING RICHARD
What said Northumberland, as touching Richmond? RATCLIFFE
That he was never trainèd up in arms. KING RICHARD
He said the truth. And what said Surrey then?
209. Sweat: così in Q1; in Q3 swear = “bestemmiate”. 212. Foison: emend. Taylor; in Q e F fat (stesso senso). 224. Exeunt … trumpets: manca in Q e F. 5.6. Il cambio di scena è emend. Taylor; manca in Q e F. 0.2. Catesby: così in F; manca in Q. 1088
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 6
senza valore, resa preziosa dal trono d’Inghilterra, dove è stata incastonata con la frode; uno che è sempre stato nemico di Dio. Allora, se lottate contro il nemico di Dio, Dio nella sua giustizia vi proteggerà come suoi soldati. Se penate per abbattere un tiranno, morto il tiranno dormirete in pace. Se combattete contro i nemici del vostro paese, il vostro paese ricompenserà le vostre fatiche con le sue ricchezze. Se combattete per proteggere le vostre spose, al vostro ritorno le spose vi accoglieranno da eroi. Se liberate i vostri figli dal giogo della spada, i figli dei vostri figli vi ripagheranno da vecchi. E allora, in nome di Dio e di tutte queste ragioni, su con le insegne! Sguainate alacri le spade. Quanto a me, il riscatto200 per questa audace impresa sarà il mio freddo cadavere sulla fredda terra; ma se avrò successo in questa impresa, l’ultimo di voi avrà la sua parte. Suonate trombe e tamburi, con letizia e determinazione! Per Dio e per San Giorgio! Per Richmond e per la vittoria! [Escono al suono di trombe e tamburi] V, 6
Entrano re Riccardo, sir Richard Ratcliffe, sir William Catesby e altri.
RE RICCARDO
Che ha detto Northumberland di Richmond? RATCLIFFE
Che non è mai stato addestrato alle armi. RE RICCARDO
È vero. E che ha detto Surrey?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 6
RATCLIFFE
He smiled and said, ‘The better for our purpose.’ KING RICHARD
He was in the right, and so indeed it is.
5
Clock strikes Tell the clock there. Give me a calendar. Who saw the sun today? [A book is brought] RATCLIFFE
Not I, my lord.
KING RICHARD
Then he disdains to shine, for by the book He should have braved the east an hour ago. A black day will it be to somebody. Ratcliffe.
10
RATCLIFFE
My lord? KING RICHARD The sun will not be seen today.
The sky doth frown and lour upon our army. I would these dewy tears were from the ground. Not shine today — why, what is that to me More than to Richmond? For the selfsame heaven That frowns on me looks sadly upon him.
15
Enter the Duke of Norfolk NORFOLK
Arm, arm, my lord! The foe vaunts in the field. KING RICHARD
Come, bustle, bustle! Caparison my horse. [Richard arms] Call up Lord Stanley, bid him bring his power.
20 Exit one
I will lead forth my soldiers to the plain, And thus my battle shall be orderèd. My forward shall be drawn out all in length,284 23. Out all: così in Q1; manca in Q2. 1090
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 6
RATCLIFFE
Ha sorriso e ha detto, “Tanto meglio per noi”. RE RICCARDO
Giusto, è proprio così. L’orologio batte l’ora Conta le ore. Dammi un lunario. Qualcuno ha visto il sole oggi? [Viene portato un libro] RATCLIFFE
Io no, mio signore. RE RICCARDO
Allora disdegna di splendere, perché a quanto leggo avrebbe dovuto sfidare l’oriente un’ora fa. Per qualcuno questa sarà una giornata nera. Ratcliffe. RATCLIFFE
Mio signore? RE RICCARDO
Oggi il sole non si vuol far vedere. Questo cielo torvo incombe sul nostro esercito. Vorrei che per terra non ci fossero queste lacrime di guazza. Non splende oggi – e allora, perché dovrebbe importare più a me che a Richmond? Lo stesso cielo che mi guarda accigliato guarda triste anche lui. Entra il duca di Norfolk NORFOLK
Alle armi, alle armi, mio signore! Il nemico è schierato sul campo. RE RICCARDO
Su, su, muovetevi! Bardatemi il cavallo. [Riccardo si arma] Chiamate lord Stanley, ordinategli di portare le sue truppe. Uno esce Guiderò i miei soldati sul campo, e questo sarà l’ordine di battaglia. Dispiegherò in tutta la sua lunghezza l’avanguardia, composta
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 6
Consisting equally of horse add foot, Our archers placèd strongly in the midst.285 John Duke of Norfolk, Thomas Earl of Surrey, Shall have the leading of this multitude.286 They thus directed, we ourself will follow287 In the main battle, whose puissance on both sides288 Shall be well wingèd with our chiefest horse. This, and Saint George to boot! What think’st thou, Norfolk?
25
30
NORFOLK
A good direction, warlike sovereign. He showeth him a paper This paper found I on my tent this morning.289 (He reads) ‘Jackie of Norfolk be not too bold,290 For Dickon thy master is bought and sold.’
35
KING RICHARD
A thing devisèd by the enemy. — Go, gentlemen, each man unto his charge. Let not our babbling dreams affright our souls. Conscience is but a word that cowards use,291 Devised at first to keep the strong in awe. Our strong arms be our conscience; swords, our law. March on, join bravely! Let us to’t, pell mell — If not to heaven, then hand in hand to hell.
40
His oration to his army292
25. Placed strongly: emend. Taylor; in Q e F shall be placed = “staranno”. 27. Multitude: emend. Taylor; in Q e F foot and horse = “truppe a piedi e a cavallo”. 28. Ourselves: emend. tardo; assente in Q e F. 29. Both sides: emend. Taylor; in Q e F either side (stesso senso). 33. Paper: emend. tardo; manca in Q e F. 34. Too: emend. tardo; in Q e F so. 39. Conscience is but: così in Q1; in Q3 Conscience is; in F For Conscience is = “Giacché la coscienza è”. 43. His … army: così in Q; manca in F. 1092
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 6
in ugual misura di truppe a piedi e a cavallo, con gli arcieri saldamente nel mezzo. Il duca di Norfolk e il conte di Surrey ne avranno il comando. Disposti loro in questo modo, noi stessi seguiremo con il grosso dell’esercito, ben protetto su entrambi i fianchi da forze scelte di cavalleria. Questo, e ci aggiungiamo pure San Giorgio! Che te ne pare, Norfolk? NORFOLK
Un buon piano di battaglia, mio pugnace sovrano. Gli mostra un foglio Stamani ho trovato questo nella mia tenda. (Legge) “Giannetto di Norfolk non esser troppo ardito, padron Riccardetto è bell’e che tradito”. RE RICCARDO
Una macchinazione del nemico. – Andiamo, signori, ciascuno al suo posto. Non permettiamo al balbettio dei sogni di spaventare gli animi. La coscienza è solo una parola da vigliacchi, inventata per infondere soggezione ai forti. Che due braccia robuste siano la nostra coscienza; le spade, la nostra legge. In marcia, coraggio! Facciamoci sotto, buttiamoci nella mischia – se non fino al cielo, tutti insieme fino all’inferno. La sua orazione all’esercito201
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 6
What shall I say, more than I have inferred? Remember whom you are to cope withal: A sort of vagabonds, rascals and runaways, A scum of Bretons and base lackey peasants, Whom their o’ercloyèd country vomits forth To desperate ventures and assured destruction. You sleeping safe, they bring to you unrest; You having lands and blessed with beauteous wives, They would distrain the one, distain the other.293 And who doth lead them, but a paltry fellow? Long kept in Bretagne at our mother’s cost; A milksop; one that never in his life Felt so much cold as over shoes in snow. Let’s whip these stragglers o’er the seas again, Lash hence these overweening rags of France, These famished beggars, weary of their lives, Who — but for dreaming on this fond exploit — For want of means, poor rats, had hanged themselves. If we be conquered, let men conquer us, And not these bastard Bretons, whom our fathers Have in their own land beaten, bobbed, and thumped, And in record left them the heirs of shame. Shall these enjoy our lands? Lie with our wives? Ravish our daughters?
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50
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60
65
Drum afar off294 Hark, I hear their drum. Fight, gentlemen of England! Fight, bold yeomen!295 Draw, archers, draw your arrows to the head! Spur your proud horses hard, and ride in blood! Amaze the welkin with your broken staves!
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Enter a Messenger296 What says Lord Stanley? Will he bring his power? 52. Distrain: emend. tardo; in Q e F restrain (stesso senso). 67. Drum afar off: così in F; manca in Q. 68. Fight: così in Q1; in Q3-7 e F Right = “Bravi”. 71. Enter a Messenger: così in F; manca in Q. 1094
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 6
Che devo dire, più di quanto non vi abbia già detto? Ricordatevi con chi avete a che fare: una banda di vagabondi, canaglie e rinnegati, una feccia di bretoni e volgari villani, vomitati da una nazione stracolma che li vota a imprese disperate e a morte certa. Voi dormite tranquilli, loro vi portano scompiglio; vi godete la terra e la benedizione di una bella moglie, loro vi arraffano l’una e vi insozzano l’altra. E chi li guida, se non un piccolo miserabile? Uno mantenuto per anni in Bretagna a spese di nostra madre202; uno smidollato; uno che il peggio che ha sofferto è il freddo della neve sulle scarpe. Rispediamoli di là dal mare a frustate, questi sbandati, cacciamoli di qui a nerbate203, questi tracotanti stracci di Francia, questi vagabondi morti di fame, stanchi di vivere, che – se non fosse per il sogno di questa velleitaria impresa – si sarebbero, miserevoli sorci, già impiccati per la miseria. Se dobbiamo essere conquistati, che siano uomini a farlo, e non questi bastardi di bretoni, che i nostri padri hanno battuto, pestato e bastonato a casa loro, lasciandoli eredi della vergogna negli annali. Devono godersi loro le nostre terre? Farsi le nostre mogli? Stuprare le nostre figlie? Tamburi in lontananza Ascoltate, sento i loro tamburi. Avanti, nobili d’Inghilterra! Avanti, prodi signori! Su con l’arco, arcieri, pronti a scoccare! Spronate i vostri superbi cavalli e cavalcate nel sangue! Spezzate le lance e lasciate il cielo a bocca aperta. Entra un messaggero Che dice lord Stanley? Le porta le truppe?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 7
MESSENGER
My lord, he doth deny to come. KING RICHARD Off with young George’s head!297 NORFOLK
My lord, the enemy is past the marsh. After the battle let George Stanley die.
75
KING RICHARD
A thousand hearts are great within my bosom. Advance our standards! Set upon our foes! Our ancient word of courage, fair Saint George, Inspire us with the spleen of fiery dragons. Upon them! Victory sits on our helms!298 5.7
80 Exeunt
Alarum. Excursions. Enter Sir William Catesby
CATESBY [calling]299
Rescue, my lord of Norfolk! Rescue, rescue! [To a soldier] The King enacts more wonders than a300 man, Daring an opposite to every danger. His horse is slain, and all on foot he fights, Seeking for Richmond in the throat of death. [Calling] Rescue, fair lord, or else the day is lost!
5
Alarums. Enter King Richard301 KING RICHARD
A horse! A horse! My kingdom for a horse! CATESBY
Withdraw, my lord. I’ll help you to a horse. KING RICHARD
Slave, I have set my life upon a cast, And I will stand the hazard of the die.
10
74. Young: emend. Taylor; in Q e F his son = “suo figlio”. 81. Exeunt: così in Q1; manca in Q3. 1, 6. Calling: emend. Taylor; manca in Q e F. 2. To a soldier: emend. Taylor; manca in Q e F. 6.1. Alarums: così in F; manca in Q. 1096
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19/10/2017 18:26:10
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 7
MESSAGGERO
Mio signore, si rifiuta di venire. RE RICCARDO
Via la testa al giovane George! NORFOLK
Mio signore, il nemico è oltre la palude. Lasciate che George Stanley muoia dopo la battaglia. RE RICCARDO
Sento mille cuori pulsarmi nel petto. Avanti con gli alfieri! Addosso ai nemici! Che l’antico grido di battaglia, per San Giorgio, ci ispiri il furore di draghi fiammeggianti. Diamogli addosso! La vittoria ci cinge già l’elmo! Escono V, 7
Allarmi. Scorrerie. Entra sir William Catesby.
CATESBY [urla]
Soccorso, mio signore di Norfolk! Soccorso, soccorso! [A un soldato] Il re fa prodigi sovrumani, sfidando ogni nemico. Gli hanno ucciso il cavallo, e combatte a piedi, cercando Richmond nelle fauci della morte. [Urla] Soccorso, buon signore, o la battaglia è persa! Allarmi. Entra re Riccardo RE RICCARDO
Un cavallo! Un cavallo! Il mio regno per un cavallo! CATESBY
Ritiratevi, mio signore. Vi troverò un cavallo. RE RICCARDO
Vile, ho scommesso la vita su una puntata, e sfiderò l’azzardo dei
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 8
I think there be six Richmonds in the field. Five have I slain today, instead of him. A horse! A horse! My kingdom for a horse! 5.8
Exeunt302
Alarum. Enter King Richard [at one door] and Henry Earl of Richmond [at another]. They fight. Richard is slain. [Exit Richmond.] Retreat and303 flourish. Enter Henry Earl of Richmond and Lord Stanley Earl of Derby, with divers other lords and soldiers
HENRY EARL OF RICHMOND
God and your arms be praised, victorious friends! The day is ours. The bloody dog is dead. STANLEY (bearing the crown)304 Courageous Richmond, well hast thou acquit thee. Lo, here this long usurpèd royalty From the dead temples of this bloody wretch Have I plucked off, to grace thy brows withal. Wear it, enjoy it, and make much of it.305
5
[He sets the crown on Henry’s head] KING HENRY THE SEVENTH
Great God of heaven, say ‘Amen’ to all. But tell me — young George Stanley, is he living?306 STANLEY
He is, my lord, and safe in Leicester town, Whither, if it please you, we may now withdraw us.307
10
13. Exeunt: emend. tardo; manca in Q e F. 0.3. Exit Richmond: emend. novecentesco; manca in Q e F. 3. Bearing the crown: emend. Taylor. Q e F includono questa frase nella didascalia precedente. 7. Enjoy it: così in Q1; manca in Q3. 7.1. He sets the Crown on Henry’s head: emend. tardo; manca in Q. 9. Young George Stanley, is he: emend. Taylor; in Q is young George Stanley. 11. If it please you: così in Q; in F if you please. 11. Now: così in Q; manca in F. 1098
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 8
dadi. Sembrano esserci sei Richmond in campo. Cinque ne ho uccisi oggi, al posto suo. Un cavallo! Un cavallo! Il mio regno per un cavallo!204 Escono V, 8
Allarmi. Entrano re Riccardo [da una porta] e Enrico conte di Richmond [dall’altra]. Combattono. Riccardo viene ucciso. [Esce Richmond.] Ritirata e squillo di trombe. Entrano Enrico conte di Richmond e lord Stanley conte di Derby, con svariati altri signori e soldati
ENRICO CONTE DI RICHMOND
Siano lodati Iddio e le vostre armi, vittoriosi amici! Il giorno è nostro. Quel cane sanguinario è morto. STANLEY (portando la corona) Prode Richmond, bene ti sei battuto. Guarda, dalle esanimi tempie di quello scellerato sanguinario ho strappato questa corona a lungo usurpata, perché ti cinga la fronte. Mettila, godila e fanne buon uso. [Mette la corona sul capo di Enrico] RE ENRICO SETTIMO
Grande Dio del cielo, pronuncia il tuo “Amen”. Ma ditemi – il giovane George Stanley è vivo? STANLEY
Sì, mio signore, e al sicuro a Leicester, dove, a voi piacendo, potremmo ora ritirarci.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 8
KING HENRY THE SEVENTH
What men of name are slain on either side? [STANLEY] (reads)308
John Duke of Norfolk, Robert Brackenbury, Walter Lord Ferrers, and Sir William Brandon.309 KING HENRY THE SEVENTH
Inter their bodies as becomes their births. Proclaim a pardon to the soldiers fled That in submission will return to us, And then — as we have ta’en the sacrament — We will unite the white rose and the red. Smile, heaven, upon this fair conjunction, That long have frowned upon their enmity. What traitor hears me and says not ‘Amen’? England hath long been mad, and scarred herself; The brother blindly shed the brother’s blood; The father rashly slaughtered his own son; The son, compelled, been butcher to the sire; All that divided York and Lancaster, United in their dire division.310 O now let Richmond and Elizabeth, The true succeeders of each royal house, By God’s fair ordinance conjoin together, And let their heirs — God, if his will be so — 311 Enrich the time to come with smooth-faced peace, With smiling plenty, and fair prosperous days. Abate the edge of traitors, gracious Lord, That would reduce these bloody days again And make poor England weep forth streams of blood.
15
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30
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13. STANLEY: così in F; manca in Q. 13-14. Robert Brackenbury, / Walter Lord Ferrers: emend. Taylor; in Q Walter Lord Ferris, Sir / Robert Brackenbury. 28. United: emend. Taylor; in Q Divided = “Divisi”. 32. Their: così in Q1; in Q3-7 e F thy = “tuoi”. 1100
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 8
RE ENRICO SETTIMO
Quali uomini illustri sono caduti dalle due parti? [STANLEY] (legge)
John duca di Norfolk, Robert Brackenbury, lord Walter Ferrers e sir William Brandon. RE ENRICO SETTIMO
Date loro sepoltura così come si conviene alla loro nascita. Emanate un’amnistia per i fuggiaschi che vogliano tornare e arrendersi a noi, e poi – avendo noi sancito l’impegno con il sacramento – uniremo la rosa bianca e quella rossa. Sorridi a questa fortunata congiunzione, cielo che a lungo hai disapprovato la loro inimicizia. Chi è il traditore che ascoltandomi non risponde “Amen”? A lungo l’Inghilterra ha delirato, dilaniando se stessa; cieco, il fratello ha versato il sangue del fratello; folle, il padre ha sgozzato il figlio; braccato, il figlio si è fatto sicario del padre; questo ha diviso gli York dai Lancaster, uniti nella sventurata discordia. Oh, che ora il giusto decreto divino unisca Richmond ed Elisabetta, legittimi eredi delle due case reali, e che i loro figli – se tale sarà la tua volontà, Signore – donino al futuro i lineamenti distesi della pace, il sorriso dell’abbondanza, e la bellezza di prosperi giorni. Spunta le lame di quei traditori, grazioso Signore, che vorrebbero riportarci ai giorni del lutto, e far piangere fiumi di sangue alla povera Inghilterra.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ACT 5 SCENE 8
Let them not live to taste this land’s increase, That would with treason wound this fair land’s peace. Now civil wounds are stopped; peace lives again. That she may long live here, God say ‘Amen’.
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[Flourish.] Exeunt312
41.1. Flourish: emend. Taylor; manca in Q e F. 1102
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, ATTO V SCENA 8
Non viva per saggiare la prosperità di questa terra, chi la pace di questa bella terra è pronto a ferire con il tradimento. Le ferite della guerra civile hanno smesso di sanguinare; la pace rivive. Possa godere di lunga vita fra noi, Iddio, col tuo “Amen”205. [Squilli di tromba] Escono
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19/10/2017 18:26:10
THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ADDITIONAL PASSAGES
ADDITIONAL PASSAGES
The following passages are contained in the Folio text, but not the Quarto; they were apparently omitted from performances.
A. AFTER 1.2.154 These eyes, which never shed remorseful tear — No, when my father York and Edward wept To hear the piteous moan that Rutland made When black-faced Clifford shook his sword at him; Nor when thy warlike father like a child Told the sad story of my father’s death And twenty times made pause to sob and weep, That all the standers-by had wet their cheeks Like trees bedashed with rain. In that sad time My manly eyes did scorn an humble tear, And what these sorrows could not thence exhale Thy beauty hath, and made them blind with weeping.
5
10
B. AFTER 1.3.166 RICHARD GLOUCESTER
Wert thou not banishèd on pain of death? QUEEN MARGARET
I was, but I do find more pain in banishment Than death can yield me here by my abode.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, AGGIUNTE AL TESTO
AGGIUNTE AL TESTO
I passi seguenti sono contenuti nell’edizione in-folio (F) ma non nelle edizioni in-quarto; apparentemente venivano omessi dalle rappresentazioni.
A. Dopo I, 2, 154 (nella battuta di Riccardo) Questi occhi, che mai hanno versato lacrime di dolore – né quando mio padre York ed Edoardo206 piansero nell’udire lo straziante gemito di Rutland 207 mentre il turpe Clifford lo affrontava con la spada; né quando il tuo eroico padre208 ci narrò la triste storia della morte di mio padre e venti volte fu interrotto, come un bambino, dai singhiozzi e dalle lacrime, sì che tutti i presenti avevano le guance rigate di pianto come alberi sferzati dalla pioggia. In quei tristi frangenti i miei occhi virili sdegnarono le umili lacrime, e ciò che queste pene non seppero strappare lo ha strappato la tua bellezza, che li ha resi ciechi dal pianto.
B. Dopo I, 3, 166 RICCARDO GLOUCESTER
Non fosti esiliata, pena la morte? REGINA MARGHERITA
Sì, ma provo più pena nel mio esilio di quanta me ne possa qui dare la morte.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ADDITIONAL PASSAGES
C. AFTER 1.4.68 O God! If my deep prayers cannot appease thee But thou wilt be avenged on my misdeeds, Yet execute thy wrath in me alone. O spare my guiltless wife and my poor children.
D. AFTER 2.2.88 The Folio has Dorset and Rivers enter with Queen Elizabeth at 2.2.33.1. DORSET
Comfort, dear mother. God is much displeased That you take with unthankfulness his doing. In common worldly things ’tis called ungrateful With dull unwillingness to pay a debt313 Which with a bounteous hand was kindly lent; Much more to be thus opposite with heaven For it requires the royal debt it lent you.
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RIVERS
Madam, bethink you like a careful mother Of the young Prince your son. Send straight for him; Let him be crowned. In him your comfort lives. Drown desperate sorrow in dead Edward’s grave And plant your joys in living Edward’s throne.
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E. AFTER 2.2.110 RIVERS
Why with some little train, my lord of Buckingham? BUCKINGHAM
Marry, my lord, lest by a multitude The new-healed wound of malice should break out, D. 4. Pay: emend. tardo; in F repay (stesso significato). 1106
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, AGGIUNTE AL TESTO
C. Dopo I, 4, 68 (nella battuta di Clarence) Oh Dio! Se le mie accorate preghiere non bastano a placarti, se sei deciso a vendicarti dei miei misfatti, scaglia solo su di me la tua ira. Risparmia la mia sposa innocente e i miei poveri figli.
D. Dopo II, 2, 88 Nella didascalia di regia di II, 2, 33. 1 Dorset e Rivers entrano assieme alla regina Elisabetta DORSET
Coraggio, madre cara. Dio si duole che voi accogliate ingrata le sue opere. Nelle comuni faccende mondane, ripagare controvoglia un prestito accordato da mano gentile e generosa si chiama ingratitudine; ancor peggio è l’essere tanto avversi al cielo perché esige la restituzione del regale prestito che vi ha accordato. RIVERS
Da madre premurosa, signora, pensate al giovane principe vostro figlio. Mandatelo subito a chiamare; fatelo incoronare. In lui vive il vostro conforto. Affogate la disperazione del dolore nella tomba dell’Edoardo che è morto e riponete le vostre gioie sul trono dell’Edoardo che è vivo.
E. Dopo II, 2, 110 RIVERS
Perché una piccola scorta, mio signore di Buckingham? BUCKINGHAM
Diamine, mio signore, per evitare che con una scorta numerosa si riapra la rancorosa ferita appena rimarginata, ancor più pericolosa
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Which would be so much the more dangerous By how much the estate is green and yet ungoverned. Where every horse bears his commanding rein And may direct his course as please himself, As well the fear of harm as harm apparent In my opinion ought to be prevented.
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RICHARD GLOUCESTER
I hope the King made peace with all of us, And the compact is firm and true in me.
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RIVERS
And so in me, and so I think in all. Yet since it is but green, it should be put To no apparent likelihood of breach, Which haply by much company might be urged. Therefore I say, with noble Buckingham, That it is meet so few should fetch the Prince. HASTINGS And so say I.
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F. AFTER 3.1.170 And summon him tomorrow to the Tower To sit about the coronation.
G. AFTER 3.5.100 Beginning Richard Gloucester’s speech. The Folio brings on Lovell and Ratcliffe instead of Catesby at 3.5.19.1. RICHARD GLOUCESTER
Go, Lovell, with all speed to Doctor Shaw; (To Ratcliffe) Go thou to Friar Penker. Bid them both Meet me within this hour at Baynard’s Castle. Exeunt Lovell and Ratcliffe
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in quanto questa situazione è nuova e manca chi la governi. Se si lasciano ai cavalli le briglie sul collo, liberi di andare dove vogliono, è meglio prevenire tanto la minaccia del danno quanto il danno manifesto. RICCARDO GLOUCESTER
Spero che il re abbia messo pace fra noi, e l’alleanza per parte mia è salda e sincera. RIVERS
Anche per me e penso per tutti. Purtuttavia, fresca com’è, non si dovrebbe esporla ai possibili rischi di infrazione di una scorta numerosa. Per questo concordo con il nobile Buckingham che è opportuno che siano in pochi a scortare il principe. HASTINGS
Concordo anch’io.
F. Dopo III, 1, 170 (nella battuta di Buckingham) E convocalo domani alla Torre per parlare dell’incoronazione.
G. Dopo III, 5, 100 Inizio del discorso di Riccardo Gloucester. Nell’indicazione di regia di III, 5, 19.1 F porta in scena Lovell e Ratcliffe anziché Catesby. RICCARDO GLOUCESTER
Vai, Lovell, corri dal dottor Shaw; (a Ratcliffe) tu va’ da padre Penker209. Dite a entrambi di venire da me a Baynard Castle nel giro di un’ora. Escono Lovell e Ratcliffe
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H. AFTER 3.7.143 If not to answer, you might haply think Tongue-tied ambition, not replying, yielded To bear the golden yoke of sovereignty, Which fondly you would here impose on me. If to reprove you for this suit of yours, So seasoned with your faithful love to me, Then on the other side I checked my friends. Therefore to speak, and to avoid the first, And then in speaking not to incur the last, Definitively thus I answer you.
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I. AFTER 4.1.96 In the Folio, the characters do not exit during the Duchess of York’s preceding speech. QUEEN ELIZABETH
Stay: yet look back with me unto the Tower. — Pity, you ancient stones, those tender babes, Whom envy hath immured within your walls. Rough cradle for such little pretty ones, Rude ragged nurse, old sullen playfellow For tender princes: use my babies well. So foolish sorrow bids your stones farewell. Exeunt314
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J. AFTER 4.4.221 KING RICHARD
You speak as if that I had slain my cousins.
I. 7. Sorrow: emend. tardo; in F Sorrows (plurale). 1110
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H. Dopo III, 7, 143 (nella battuta di Riccardo) Se non rispondo, potreste forse pensare che l’ambizione mi leghi la lingua e che io acconsenta con il mio silenzio a portare l’aureo giogo della sovranità che mi vorreste imporre. Se vi biasimo per questa vostra richiesta, così condita di leale affetto per me, faccio d’altronde uno sgarbo ai miei amici. Pertanto, per evitare il primo rischio e non incorrere con le mie parole nel secondo, vi rispondo chiaramente in questi termini.
I. Dopo IV, 1, 96 In F i personaggi non escono durante il precedente discorso della duchessa di York REGINA ELISABETTA
Fermatevi: volgetevi ancora con me a guardare la Torre. – Antiche pietre, abbiate pietà di quei teneri bambini, che la perfidia ha imprigionato nelle vostre mura. Dura culla per così bei piccini, rozza e scontrosa nutrice, vecchia e tetra compagna di giochi per dei teneri principi: tratta bene i miei piccoli. Il dolore impotente dice addio alle vostre pietre. Escono
J. Dopo IV, 4, 221 RE RICCARDO
Parlate come se fossi stato io a uccidere i miei nipoti.
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QUEEN ELIZABETH
Cousins indeed, and by their uncle cozened Of comfort, kingdom, kindred, freedom, life. Whose hand soever lanced their tender hearts, Thy head all indirectly gave direction. No doubt the murd’rous knife was dull and blunt Till it was whetted on thy stone-hard heart To revel in the entrails of my lambs. But that still use of grief makes wild grief tame, My tongue should to thy ears not name my boys Till that my nails were anchored in thine eyes — And I in such a desp’rate bay of death, Like a poor barque of sails and tackling reft, Rush all to pieces on thy rocky bosom.
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K. AFTER 4.4.273 KING RICHARD
Say that I did all this for love of her. QUEEN ELIZABETH
Nay, then indeed she cannot choose but hate thee, Having bought love with such a bloody spoil. KING RICHARD
Look what is done cannot be now amended. Men shall deal unadvisedly sometimes, Which after-hours gives leisure to repent. If I did take the kingdom from your sons, To make amends I’ll give it to your daughter. If I have killed the issue of your womb, To quicken your increase I will beget Mine issue of your blood upon your daughter. A grandam’s name is little less in love Than is the doting title of a mother. They are as children but one step below, Even of your mettall, of your very blood: Of all one pain, save for a night of groans
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REGINA ELISABETTA
Nipoti, davvero, cui lo zio ha portato via pace, regno, famiglia, libertà, vita. Di chiunque sia la mano che ha trafitto i loro teneri cuori, fu la tua mente a guidarla in segreto. Sono certa che il coltello assassino era sbreccato e spuntato fino a che non lo arrotarono sulla dura pietra del tuo cuore perché si scatenasse nelle viscere dei miei agnellini. Se la consuetudine al dolore non ammansisse anche il dolore più selvaggio, non permetterei alla mia lingua di far arrivare il nome dei miei figli alle tue orecchie senza ancorare le mie unghie ai tuoi occhi – e io, come una povera barca derubata di vele e sartiame, in quel ferale golfo di morte correrei a sfasciarmi sul tuo cuore di pietra.
K. Dopo IV, 4, 273 RE RICCARDO
Ditele che ho fatto tutto questo per amor suo. REGINA ELISABETTA
Allora non può far altro che odiarti, avendo comprato l’amore con tutto questo sangue. RE RICCARDO
Quanto è fatto non si può ora disfare. Capita di agire da imprudenti, e avere poi modo di ricredersi. Se ho portato via il regno ai vostri figli, farò ammenda dandolo a vostra figlia. Se ho ucciso il frutto del vostro ventre, per far rivivere la vostra discendenza genererò con vostra figlia il frutto del vostro sangue. Nella scala dell’amore il titolo di nonna è appena un gradino sotto al dolce titolo di madre. Sono come figli, solo un gradino più in basso, dello stesso stampo, dello stesso sangue: fonti delle stesse pene, salvo la notte
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Endured of her for whom you bid like sorrow. Your children were vexation to your youth, But mine shall be a comfort to your age. The loss you have is but a son being king, And by that loss your daughter is made queen. I cannot make you what amends I would, Therefore accept such kindness as I can. Dorset your son, that with a fearful soul Leads discontented steps in foreign soil, This fair alliance quickly shall call home To high promotions and great dignity. The king that calls your beauteous daughter wife, Familiarly shall call thy Dorset brother. Again shall you be mother to a king, And all the ruins of distressful times Repaired with double riches of content. What? We have many goodly days to see. The liquid drops of tears that you have shed Shall come again, transformed to orient pearl, Advantaging their loan with interest315 Of ten times double gain of happiness.316 Go then, my mother, to thy daughter go. Make bold her bashful years with your experience. Prepare her ears to hear a wooer’s tale. Put in her tender heart th’aspiring flame Of golden sovereignty. Acquaint the Princess With the sweet silent hours of marriage joys. And when this arm of mine hath chastisèd The petty rebel, dull-brained Buckingham, Bound with triumphant garlands will I come And lead thy daughter to a conqueror’s bed — To whom I will retail my conquest won, And she shall be sole victoress: Caesar’s Caesar.
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K. 36. Lone: emend. tardo; in F Love = “amore”. K. 37. Of ten times: emend. tardo; in F Often-times = “spesso”. 1114
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di travaglio sopportata da lei per cui voi avete sofferto le medesime doglie. I vostri figli vi hanno turbato la giovinezza, ma i miei vi conforteranno nella vecchiaia. Ciò che perdete è solo il titolo di re per vostro figlio, ma con quella perdita vostra figlia diventa regina. Non mi è concesso far ammenda come vorrei, e allora accettate ciò che vi posso dare. Questa unione felice presto riporterà a casa vostro figlio Dorset, che con animo spaurito si aggira scontento in terra straniera; qui lo attendono promozioni e grandi onorificenze. Il re che chiama moglie la vostra bella figlia chiamerà familiarmente fratello il vostro Dorset. Sarete di nuovo la madre di un re, e alle rovine dei tempi difficili verrà posto rimedio con ricchezze due volte più grandi. Ma come? Abbiamo davanti a noi tanti giorni lieti. Le liquide stille di lacrime che avete versato torneranno trasformate in perle lucenti, ripagando il prestito con un interesse pari a dieci volte il doppio della felicità. E allora va’ madre mia, va’ da tua figlia. Con la tua esperienza infondi coraggio ai suoi timidi anni. Preparala ad ascoltare le parole di un corteggiatore. Accendile nel tenero cuore la fiamma ambiziosa dell’aurea sovranità. Svela alla principessa le dolci ore silenziose delle gioie matrimoniali. E quando questo mio braccio avrà castigato quell’insignificante ribelle, lo sciocco Buckingham, arriverò cinto di ghirlande trionfali e condurrò tua figlia sul letto del vincitore – a lei cederò il mio bottino e lei sarà l’unica vincitrice: Cesare del suo Cesare.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD III, ADDITIONAL PASSAGES
QUEEN ELIZABETH
What were I best to say? Her father’s brother Would be her lord? Or shall I say her uncle? Or he that slew her brothers and her uncles? Under what title shall I woo for thee, That God, the law, my honour, and her love Can make seem pleasing to her tender years?
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO III, AGGIUNTE AL TESTO
REGINA ELISABETTA
Cosa dovrei dire? Il fratello di suo padre vorrebbe diventare il suo signore? O dovrei forse dire suo zio? O quello che le ha ucciso fratelli e zii? Con quale titolo dovrei corteggiarla per te, che Dio, la legge, il mio onore e il suo amore possano rendere gradito ai suoi giovani anni?
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The Reign of King Edward III Il regno di re Edoardo III di William Shakespeare ed altri
Testo inglese a cura di WILLIAM MONTGOMERY Nota introduttiva, traduzione e note di MICHELE STANCO
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Nota introduttiva
Nonostante nell’ultimo ventennio Edoardo III abbia ricevuto un’attenzione crescente da parte della critica, il suo posto nel canone risulta tuttora controverso. Sulla paternità dell’opera sono state avanzate tutte le ipotesi possibili: apocrifo per alcuni (Tucker Brooke); dramma shakespeariano per altri (Sams); infine – ed è questa l’ipotesi più accreditata –, dramma di collaborazione per altri ancora (Muir, Montgomery, Melchiori 1998, Watt, Bate/Rasmussen, Taylor e Loughnane). A tutt’oggi, Edoardo III rimane un’opera poco nota al di fuori della ristretta cerchia degli studiosi shakespeariani. Si tratta, nondimeno, di un dramma che meriterebbe di esser meglio conosciuto non solo per il suo valore estetico, ma anche perché, forse più di qualsiasi altro, può aprirci squarci profondi nel laboratorio teatrale dell’epoca. Se difatti, come appare probabile, il testo è ascrivibile alla penna di più autori, uno studio analitico della sua genesi può illuminarci sui metodi compositivi dei drammaturghi elisabettiani. Non solo. Alcuni aspetti del dramma, come si tenterà di mostrare, ci suggeriscono che esso era destinato sia alla fruizione scenica che alla lettura. Il che, a sua volta, offre ulteriori spunti di riflessione sullo statuto del dramma elisabettiano in quanto ‘copione teatrale’ e/o ‘testo letterario’ (Kastan, Erne). Tuttavia, l’interesse di Edoardo III non si limita al suo, per quanto prezioso, valore documentario. Un ulteriore motivo d’interesse risiede nella sua dimensione storica, ovvero nel suo presentarsi come un tassello di quel grande mosaico nazionalistico attraverso cui Shakespeare e i suoi contemporanei assemblarono, quasi senza soluzione di continuità, i momenti più significativi della storia patria, dal Medioevo fino all’epoca Tudor (Mel1121
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chiori 1994). Nello specifico, l’azione corrisponde con la fase iniziale della Guerra dei cent’anni tra Inghilterra e Francia. Nell’adattare la storia alle convenzioni teatrali del tempo, nel dare una forma e un intreccio drammatico al continuum degli eventi storici, Edoardo III si presenta dunque come un ‘dramma storico’, anzi, più precisamente, come una ‘commedia storica’. La sua azione, infatti, si chiude con il classico lieto fine tipico della commedia: il principe, che sembrava spacciato, ritorna in scena vincitore; il re Edoardo III e la regina Filippa si riuniscono sulla scena pubblica (e, dunque, simbolicamente anche nella vita privata); il nemico francese è sconfitto e le gesta del piccolo esercito inglese rimarranno a futura memoria. Ciò che, però, più affascina dell’opera sono il suo valore estetico e la sua densità speculativa. Per quanto stilisticamente disomogeneo, Edoardo III presenta momenti di altissima poesia, coniugati con una riflessione tanto profonda quanto aperta sul senso degli eventi e sull’ethos che regola le azioni dei personaggi. Come nella tragedia greca, gli uomini (in quanto attori del grande teatro del mondo) si confrontano con una serie di codici etici apertamente conflittuali. E, com’è incerto l’orizzonte etico che anima i comportamenti dei personaggi, così sono incerti i nessi causali che legano gli eventi tra di loro. Da un lato, il dramma sembra proporre un’interpretazione retributiva delle vicende storiche: più volte si ribadisce l’idea che la vittoria finale spetta agli inglesi, dal momento che la loro causa è giusta e, in quanto tale, gode del favore divino. Dall’altro lato, gli eventi appaiono dominati da un’oscura necessità profetica. Segni strani, quali il misterioso volo dei corvi o il portentoso potere offensivo di semplici pietre, sono capaci di determinare la paralisi totale di un esercito numeroso e agguerrito quale quello francese. In definitiva, ciò che accade si propone, al tempo stesso, sia come l’adempimento di un piano divino e di un disegno provvidenziale, sia come il materializzarsi di una visione antica e di una legge arcana il cui senso ultimo sfugge ai confini dell’umana ragione. Data La datazione dell’opera, la sua trasmissione e, come si vedrà, i problemi legati all’attribuzione e alle fonti risultano inscindibilmente connessi. Per quanto riguarda la datazione, il terminus ante quem è l’iscrizione del dramma nello Stationers’ Register, il 1 dicembre 1595. Qualche ulteriore indizio ce lo offre il frontespizio del primo in-quarto, stampato nel 1596, 1122
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NOTA INTRODUTTIVA
nella stessa ellitticità delle informazioni ivi contenute: dell’opera, pubblicata dall’editore Cuthbert Burby (lo stesso che l’aveva precedentemente iscritta nel Registro), si indica, genericamente, che fu messa in scena “più volte nei pressi della città di Londra”; mancano il nome del tipografo, dell’autore e della compagnia. Se l’omissione del nome dell’autore, all’epoca, non era infrequente, era però piuttosto rara l’omissione del nome della compagnia. Appare dunque probabile che il dramma appartenesse a una delle tante compagnie scioltesi in seguito ai reiterati periodi di chiusura dei teatri, a causa della peste, tra il 1592 e il 1594 (Melchiori 1998). Questo spiegherebbe anche, almeno in parte, il lungo silenzio successivamente calato sull’opera. Se ciò è vero, il dramma dovette essere rappresentato entro il 1594. Viceversa, il terminus post quem può esser fatto risalire al 1588: all’anno, cioè, della grande vittoria inglese sull’Invincibile Armata spagnola. Difatti, la descrizione della battaglia navale di Sluys (sc. 4, vv. 141 sgg.), come pure il riferimento finale alla guerra contro la Spagna (sc. 18, v. 234), contengono chiare allusioni topiche al contemporaneo conflitto anglo-spagnolo. Considerando che le cronache e i resoconti a stampa relativi alla grande vittoria sull’Armata apparvero per lo più dopo il 1590, è possibile restringere gli estremi di composizione al periodo 1590-94. Oltre a tali dati ‘esterni’, per definire ulteriormente gli estremi compositivi del dramma sono state spesso invocate alcune consonanze ‘interne’ con opere del corpus shakespeariano: in particolare, con Lucrezia e con i Sonetti. Tali consonanze, tuttavia, risultano scarsamente probanti. Per quanto riguarda Lucrezia, le allusioni alla casta matrona romana contenute nel dramma (sc. 3, vv. 191-93) sono troppo generiche per poterle associare con certezza al poemetto. Per quanto riguarda, invece, i Sonetti, nonostante le consonanze tra i due testi siano molto più evidenti, esse risultano più utili ai fini dell’attribuzione che della datazione: sia perché la datazione dei Sonetti (pubblicati nel 1609, ma composti molto prima e stratificati lungo un arco cronologico assai ampio) è, a sua volta, controversa, sia perché è impossibile stabilire se i Sonetti siano una fonte di Edoardo III o se viceversa sia il Canzoniere a essersi ispirato al dramma. Più che gli aspetti stilistici del dramma, sono le sorti della compagnia che lo mise in scena a suggerirci qualche ulteriore indizio: se Edoardo III appartenne effettivamente a una compagnia dissoltasi entro il 1594, e se tale compagnia coincide con quella dei Lord Pembroke’s Men (compagnia suf1123
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ficientemente ampia da poter mettere in scena un articolato dramma storico, e con la quale Shakespeare collaborò a più riprese), la sua datazione potrebbe essere assegnata a quello stesso biennio in cui i Pembroke’s Men sembrano essere stati attivi nei teatri londinesi e nelle province: 1592-93 (Jackson). Infine, non va dimenticato che se l’opera è effettivamente il risultato di un rapporto di collaborazione tra più autori, con successive revisioni e aggiunte, i vari strati di cui si compone potrebbero risalire a date diverse – anche se non lontanissime tra loro. In particolare, le scene 2-3, e forse le scene 12-13, potrebbero appartenere a un successivo processo di revisione/integrazione da parte di Shakespeare (Melchiori 1998) e, dunque, essere leggermente più tarde rispetto al resto del dramma. Trasmissione del testo Il testo del dramma ci è pervenuto attraverso due edizioni in-quarto. Oltre al già citato in-quarto del 1596, stampato per conto dell’editore Burby col titolo THE RAIGNE OF KING EDWARD the third, ci è pervenuto un secondo in-quarto del 1599, per conto del medesimo editore. Il secondo in-quarto presenta un testo complessivamente più leggibile, meglio impaginato, riveduto e corretto nella punteggiatura, nell’ortografia e nelle didascalie e, soprattutto, nell’attribuzione delle battute ai personaggi. Non si tratta, ad ogni modo, di un testo dotato di un’autorità indipendente, ma di una mera – per quanto utile − revisione del primo in-quarto, realizzata da un curatore che, non avendo accesso al manoscritto alla base di Q1, si limita a emendare intuitivamente (per lo più in maniera corretta) errori e imperfezioni della prima edizione a stampa. Mentre i rapporti tra Q2 e Q1 sono abbastanza lineari, più complesso risulta comprendere quale tipo di manoscritto fosse alla base di Q1. Alcune caratteristiche compositive di Q1 − quali, in particolare, una certa imprecisione nelle didascalie e nell’attribuzione delle battute − sembrerebbero rimandare non al copione, ma al manoscritto autorale (Lapides). Nondimeno, l’accuratezza di altre caratteristiche compositive – tra cui la suddivisione in versi – ha fatto pensare a un manoscritto intermedio tra la prima bozza autorale e il copione: se il dramma è effettivamente un’opera a più mani, il revisore finale, nell’assemblare i manoscritti provvisori, potrebbe aver redatto una copia sufficientemente corretta in vista della successiva stesura del copione finale (Melchiori 1998). 1124
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NOTA INTRODUTTIVA
Dopo il 1596, su Edoardo III calò un lungo silenzio. La prima edizione moderna (Capell, 1760), oltre a normalizzare alcune caratteristiche compositive e a modernizzare l’ortografia, suddivide il dramma in atti e scene. Nelle edizioni Oxford a cura di Montgomery (in Wells/Taylor, 20052) e di Loughnane (in Taylor et al., 2016), il dramma non presenta suddivisioni in atti, ma solo in scene. Attribuzione: un dramma di collaborazione? Dato lo statuto incerto di Edoardo III all’interno del corpus shakespeariano − a lungo confinato in un limbo dal quale sembrava difficile poterlo liberare − il nodo critico più rilevante riguarda la paternità dell’opera. Due punti, entrambi di grande significato, sembrano portarci in direzioni opposte. Da un lato, indizi ‘esterni’, di tipo documentale, ci inducono a negare la mano di Shakespeare: non solo il primo in-folio (1623), ma anche il ben più accogliente terzo in-folio (1663-64) non includono l’opera nel corpus drammatico shakespeariano, né abbiamo testimonianze di contemporanei che la assegnino a Shakespeare. Dall’altro, indizi ‘interni’, di tipo linguistico-stilistico, ci portano, invece, a Shakespeare: tra questi, la presenza di vari, e significativi, paralleli verbali con i Sonetti, nonché alcuni elementi in comune con Enrico V. Dopo le due anonime edizioni in-quarto del 1596 e del 1599, il dramma ritornò agli onori della stampa solo nel 1760, grazie all’edizione di Edward Capell in ortografia modernizzata (Prolusions). Nonostante tale edizione, Edoardo III ha poi mantenuto un ruolo marginale rispetto al canone per tutto l’Ottocento e buona parte del Novecento. Nella sua nota edizione degli Shakespeare Apocrypha (1908), Tucker Brooke negava la paternità shakespeariana dell’opera. La prima edizione Oxford dei Complete Works, a cura di Wells/Taylor (1986), non comprendeva il dramma che, di conseguenza, rimaneva escluso anche dal successivo Textual Companion (1987). Una svolta significativa si registra negli anni ’90: nel 1991 Melchiori include Edoardo III nella sua raccolta del Teatro completo di Shakespeare; successivamente, tra il 1996 e il 1998, Sams pubblica un’edizione che assegna l’intero dramma alla penna di Shakespeare, mentre Melchiori produce una nuova edizione in cui ribadisce, approfondendola, l’idea che l’opera sia un dramma di collaborazione. Edoardo III viene poi ‘ripescato’ come opera parzialmente shakespeariana nella seconda edizione di Wells/Taylor (20052), nella raccolta di Collaborative Plays a cura di Bate/ 1125
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Rasmussen (2013), e infine nell’ultima edizione oxoniense dei Complete Works (a cura di Taylor et al., 2016). Tanto premesso, si può concludere che nell’ultimo ventennio Edward III è stato parzialmente, cautamente reintegrato nel canone: o come dramma shakespeariano o, secondo i più, come dramma di collaborazione. Pertanto, i nodi da sciogliere sono almeno tre, e risultano strettamente connessi tra loro. In particolare, si tratta di: 1) stabilire se nel dramma sia effettivamente presente la mano di Shakespeare; 2) (se si risponde affermativamente alla domanda precedente) verificare il peso di tale apporto, stabilendo se Shakespeare sia autore dell’intero dramma o solo di alcune parti – ed, eventualmente, di quali; 3) identificare, infine, i possibili co-autori. Come per qualsiasi altro dramma non compreso nel First Folio, anche per Edoardo III le proposte di canonizzazione hanno dovuto innanzitutto cercare di spiegare i motivi della mancata inclusione nella raccolta. Questione non da poco, poiché i criteri che ispirarono la composizione del Folio non ci risultano del tutto chiari. Di certo, l’esclusione del dramma non fu dovuta alle sue condizioni testuali, dal momento che le due precedenti edizioni in-quarto erano abbastanza corrette. Né verosimilmente ostava il suo carattere collaborativo, visto che nel Folio non mancano drammi a più mani. La non inclusione del dramma potrebbe, però, essere dovuta a ragioni politiche e, più precisamente, al suo carattere antiscozzese (Melchiori 1998). Nell’anno in cui il Folio fu dato alle stampe (1623), l’Inghilterra assisteva agli ultimi anni del regno di Giacomo I Stuart (1603-25), di origini appunto scozzesi. A tale proposito, esiste una lettera con la quale George Nicolson (1598) informava William Cecil, Lord Burghley, consigliere di Elisabetta I, del risentimento di re Giacomo (all’epoca Giacomo VI di Scozia) e della sua corte per il modo in cui gli scozzesi erano rappresentati sulla scena inglese (la lettera, inclusa nel Calendar of State Papers, vol. XIII, 1597-1603, è riprodotta da Chambers). Non è ben chiaro dalla lettera se la protesta riguardasse un dramma specifico e, in caso affermativo, quale. Non si può però escludere che le doléances del re Giacomo si riferissero proprio a Edoardo III, considerato il trattamento ivi riservato agli scozzesi. Ciò spiegherebbe il fatto che il dramma sia poi scomparso sia dalle scene che dalle stampe. In assenza di qualsiasi forma di external evidence, l’attribuzione di Edoardo III a Shakespeare si basa interamente su indagini relative alle caratteristiche ‘interne’ del dramma, di tipo stilistico-lessicale, e riguardano 1126
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soprattutto le scene 2-3 (relative all’infatuazione del re per la contessa di Salisbury) e, in minor misura, le scene 12-13. Innanzitutto, come si è anticipato, si possono notare vari e puntuali paralleli verbali con i Sonetti, oltre a una serie di affinità – ancorché più generiche − con altre opere del corpus, sia precedenti che successive a Edoardo III. Per quanto riguarda i Sonetti, il dato più probante è, senza dubbio, la coincidenza di un verso di Edoardo III (sc. 2, v. 619) con il verso finale del sonetto 94: Lilies that fester smell far worse than weeds (“I gigli che marciscono son più fetidi delle erbacce”). Nel dramma tale verso appartiene al discorso con il quale il conte di Warwick, attraverso una serie di massime filosofiche, censura il comportamento poco onorevole del sovrano (sc. 2, vv. 600-21). In sostanza, sostiene Warwick, il male commesso da un re o da un potente è infinitamente più grave di quello commesso dai sudditi. Né mancano, nella stessa scena 2, altre consonanze minori tra il dramma e il corpus dei Sonetti: ad esempio, basest weed (“umile erbaccia”) ricorre già al precedente v. 331; scarlet ornaments (“ornamenti scarlatti”, v. 176) ricorre nel sonetto 142, e così via (Metz). Va altresì segnalata un’interessante convergenza con il Sogno di una notte di mezza estate (1595): la sequenza in cui re Edoardo vagheggia “una penna incantata, capace di trasformare i sospiri di carta in veri sospiri” (vv. 232-33) sembra anticipare le parole e le immagini con cui Teseo esalta i miracoli della parola poetica, capace di rendere concreto il “nulla aereo” dell’immaginazione; e in entrambe le sequenze ricorre il sintagma poet’s pen (Edoardo III, sc. 2, v. 239; Sogno, V, 1, 15). Nella scena 3 (vv. 191-93) è presente un accenno al mito di Lucrezia. Anche se, come si è detto, non si tratta necessariamente di un riferimento al poemetto di Shakespeare Lucrezia violata (1594), la scena appare in sintonia con lo stile e il registro del corpus poetico shakespeariano. Soprattutto, essa è così intimamente collegata alla scena precedente che è giocoforza ascriverla alla stessa mano. Più indirette le affinità che legano la scena 12 a Shakespeare: se l’episodio della triplice beffa ai danni del principe ricorda e, per così dire, anticipa l’episodio della beffa ai danni del re nel primo atto di Enrico V (1598-99), va però precisato che entrambi i drammi sembrano debitori, nelle rispettive scene, nei confronti dell’anonimo The Famous Victories of Henry V. Ancora più sottile il legame tra la scena 13 e Shakespeare: certo, il tema della profezia – con il tentativo, quasi patetico, da parte del re di Francia di opporvisi – non può non richiamare alla mente Macbeth (1606). Si tratta, 1127
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però, di convergenze troppo vaghe per poterle considerare significative ai fini dell’attribuzione. Da un punto di vista più generale, infine, vari altri elementi di Edoardo III ci portano alle histories di Shakespeare: tra questi, un errore (o un voluto adattamento) storico nella presentazione di re Davide di Scozia come prigioniero del principe Edoardo a Calais (sc. 10, vv. 40-56 e sc. 18, vv. 65 e 244), ricorrente anche in Enrico V (I, 2, 160-62) (Montgomery); l’analogia tra la legittimazione dinastica formulata da Artois (sc. 1, vv. 1-50) e quella avanzata dall’arcivescovo di Canterbury (Enrico V, I, 1); non ultima, la presenza di uno schema narrativo analogo a quello che caratterizza le due parti di Enrico IV, con la formazione del principe e la vittoria finale dell’Inghilterra. In definitiva, gli aspetti che avvicinano Edoardo III ad opere del corpus shakespeariano sono numerosi; accanto ad alcune affinità generiche emergono consonanze decisamente probanti. Rimane, tuttavia, da chiarire la natura di tale legame. In particolare, è difficile stabilire se Edoardo III tragga ispirazione dai Sonetti oppure se non sia il Canzoniere a riecheggiare alcuni versi del dramma. Non si può escludere che, analogamente a Ben Jonson − il quale incluse nella sua raccolta poetica The Forest (1616) due canzoni già apparse nel dramma Volpone (1607) −, Shakespeare nel suo Canzoniere abbia attinto al suo stesso materiale drammatico. C’è, però, ancora un altro punto importante da considerare: vale a dire, il rapporto tra le scene ascrivibili a Shakespeare e il resto del dramma. A tale proposito, occorre segnalare che le scene 2-3 risultano tematicamente diverse dalle altre: in tali scene, infatti, il tema della guerra viene momentaneamente interrotto dal tema della passione del re per la contessa di Salisbury, per essere poi ripreso dalla scena 4 alla fine. Le scene amorose, dunque, costituiscono una sorta di digressione rispetto al tema dell’azione militare. La variazione tematica, inoltre, coincide con una variazione nelle fonti: alla fonte principale del dramma − le cronache di Jean Froissart nella traduzione di Lord Berners – nelle scene 2-3 si aggiunge un’ulteriore fonte: la novella XXXVII di Matteo Bandello, nella traduzione di William Painter. Questi ed altri aspetti minori (Melchiori 1998) sembrano suggerirci (nonostante le recenti obiezioni di Taylor e Loughnane 2016) che l’episodio dell’innamoramento del re sia stato successivamente inserito su un materiale drammatico preesistente. Se ciò è vero, se cioè le scene 2-3 rappresentano l’ultimo stadio compositivo del dramma, è anche vero che l’autore di tali scene non solo ha aggiunto 1128
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un episodio accessorio, ma si è poi anche preoccupato di rivedere l’insieme del testo. Significativi, a tale riguardo, alcuni aspetti testuali delle due edizioni in-quarto del 1596 e del 1599. Ad esempio, il fatto che nella didascalia che apre la scena 1 sia stato dimenticato il nome del conte di Warwick (a cui sono assegnate due rapide battute ai vv. 98-100 e 135) lascia supporre che il personaggio sia stato introdotto solo in fase di revisione, allo scopo di creare un ponte con le scene successive (2-3) in cui lo stesso Warwick sarà co-protagonista con la figlia, vale a dire la contessa concupita da re Edoardo. Analogamente, i riferimenti analettici all’illecita passione di re Edoardo III nelle scene 6 (vv. 154-56) e 8 (vv. 99-101) potrebbero essere stati inseriti in fase di revisione, al fine di raccordare queste scene con l’intermezzo amoroso delle scene 2-3. La terza e ultima questione, infine, quella relativa all’identità dei possibili co-autori, rimane la più aperta. Come ricordano Taylor e Loughnane (2016), nonostante siano stati avanzati, di volta in volta, vari nomi (tra cui Marlowe, Peele, Greene, Kyd), allo stato attuale delle ricerche sarebbe impossibile pronunciarsi con qualche margine di attendibilità. In sintesi, pur nell’impossibilità di giungere a conclusioni certe, vari indizi interni suggeriscono che Shakespeare sia l’autore almeno delle scene 2-3; che tali scene, a carattere amoroso, siano state aggiunte – in forma di digressione − a un preesistente intreccio di guerra; che l’integrazione sia stata accompagnata da un lavoro di revisione finale, verosimilmente dello stesso Shakespeare, mirante a levigare i punti di sutura tra le diverse penne e i diversi stadi compositivi. Fonti Se nelle histories la fonte principale sono le Chronicles (1587) di Raphael Holinshed, nell’Edoardo III la presenza di Holinshed rimane piuttosto marginale; risulta, invece, massiccia e pervasiva l’influenza delle Cronache di Jean Froissart (composte sul finire del Trecento) nella traduzione di Lord Berners (1523-25), nonché di una novella di Matteo Bandello nella traduzione di William Painter. Per quanto riguarda le Cronache di Froissart, va innanzitutto segnalato che, nonostante esse non siano una fonte dei drammi storici, è probabile che Shakespeare ne avesse conoscenza, come indicherebbe un riferimento in 1 Enrico VI (I, 3, 8: il condizionale è d’obbligo perché la prima parte di Enrico VI è, a sua volta, verosimilmente, un dramma di collaborazione in 1129
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cui non è semplice distinguere l’apporto di Shakespeare da quello di altri autori). Le Cronache narrano la prima metà della Guerra dei cent’anni e, dunque, rappresentano la fonte storiografica ideale per un dramma come Edoardo III che mette in scena il periodo storico che va dal 1337 al 1356: vale a dire, dalla dichiarazione di guerra da parte degli inglesi alla vittoria di Poitiers che chiude la prima fase del conflitto. Il debito di Edoardo III nei confronti di Froissart/Berners non si limita all’intreccio, ma si estende anche alla prospettiva narrativa: come nelle Cronache, così nel dramma della guerra viene evidenziato soprattutto il lato cavalleresco. Pur aderendo sostanzialmente alla narrazione di Berners, Edoardo III non rifugge da alcune alterazioni della materia storica utili alla tenuta scenica del dramma. Ad esempio, i due re francesi che si avvicendarono sul trono nel periodo in questione (Filippo VI e Giovanni II) sono fusi nella figura di un unico sovrano (Giovanni II), in modo da semplificare l’intreccio e, al tempo stesso, creare una più netta contrapposizione tra i due eserciti antagonisti. Soprattutto, come si vedrà, la materia storica è selezionata e adattata in vista di un intreccio in forma di happy ending: la chiusura del dramma, cioè, coincide con una vittoria ‘esemplare’ degli inglesi. A sua volta, l’intermezzo amoroso del dramma attinge alla summenzionata novella di Bandello, tradotta da Painter in The Palace of Pleasure (1566 e 1575). È a Painter che si ispirano numerosi dettagli delle scene amorose: dalla cortesia innocente con cui la contessa riceve il re al rossore che ne accende il candido volto, alle strategie retoriche messe in atto per difendere la sua virtù, alla minaccia di suicidio e, infine, all’aiuto che il sovrano ricerca nel suo segretario e nel padre della contessa allo scopo di ottenere i favori di quest’ultima. Non mancano, però, differenze significative: nella novella, ad esempio, sono presenti alcuni personaggi (tra cui la madre della contessa) che non compaiono nel dramma; la passione di Edoardo III assume, a tratti, un carattere violento (il re è disposto a ricorrere allo stupro pur di soddisfare il suo desiderio); soprattutto, l’intera narrazione si conforma al modello della virtue rewarded (la virtù retribuita): in Painter, infatti, la morte del marito della contessa rende possibile un matrimonio finale che innalza la casta dama a regina d’Inghilterra. Viceversa, in Edoardo III la presenza del marito della contessa e della moglie del sovrano impedisce che la vicenda amorosa sia coronata da un lieto fine: lo happy ending, anzi, è legato al superamento, da parte del re, della sua illecita passione e alla conseguente ripresa delle operazioni di guerra. 1130
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La vicenda Edoardo III mette in scena, come s’è detto, il periodo storico 1337-56, ovvero la prima fase della Guerra dei cent’anni. Il dramma si apre con una ricostruzione genealogica intesa a legittimare le rivendicazioni inglesi sul trono di Francia (Edoardo III era stato escluso dal trono francese in base alla legge salica, che non contemplava la discendenza femminile) e si chiude con la battaglia di Poitiers che assegna la vittoria e la corona agli inglesi. Al tema bellico è strettamente intrecciato il tema amoroso. In particolare, la guerra sarà vinta anche grazie al ‘risveglio’ del re che, liberatosi della sua passione per la contessa di Salisbury, riprende il pieno controllo dell’azione militare. Ecco, in breve, la vicenda. Il francese Artois, passato dalla parte degli inglesi, espone le ragioni dinastiche che legittimerebbero le rivendicazioni di re Edoardo III alla corona di Francia. Ai motivi di ostilità con la Francia si aggiunge il conflitto con la Scozia, il cui re ha invaso le città di confine, assediando la contessa di Salisbury nel castello di Roxborough. L’intervento di re Edoardo III sortisce l’effetto desiderato: gli scozzesi sono messi in fuga e la contessa viene liberata. L’arrivo del re al castello coincide con l’inizio dell’intreccio amoroso. Alla vista della contessa, re Edoardo rimane letteralmente folgorato. Dopo aver vanamente assediato la dama che, essendo legata da un vincolo coniugale, ne respinge pudicamente il corteggiamento, al re non resta altro che rinunciare al suo sogno e riprendere la guerra, predisponendo le successive operazioni via mare. La scena si sposta dunque in Francia. Nella battaglia navale di Sluys gli inglesi hanno la meglio. Alla vittoria navale segue, per gli inglesi, un successo di terra nella battaglia di Crécy. Il figlio di Edoardo III, principe di Galles, mostrandosi degno del titolo di cavaliere appena conferitogli, sbaraglia eroicamente le soverchianti forze francesi. A questo punto, le operazioni di guerra si sdoppiano: mentre re Edoardo III si dirige verso Calais per cingerla d’assedio, il principe di Galles si muove verso Poitiers, all’inseguimento del re Giovanni II di Francia e dei suoi due figli. A Poitiers i francesi si apprestano a dare battaglia, confidando nei numeri del loro esercito. Il Delfino di Francia espone al padre la triplice profezia di un vecchio eremita: la Francia sarà sconfitta quando piumati uccelli faranno tremare l’esercito, e quando pietre volanti ne frangeranno le schiere; alla fine, inoltre, il re di Francia calcherà tanta terra in Inghilterra quanta il nemico ne ha calcato in Francia. Nel rapido 1131
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volgere delle operazioni militari, le prime due profezie trovano puntuale realizzazione e l’esercito francese viene sbaragliato. Lo stesso re Giovanni è catturato dal principe di Galles, che marcia verso Calais per consegnarlo al padre. A Calais, intanto, re Edoardo, che è stato raggiunto dalla regina Filippa, si appresta a prendere possesso della città. La vittoria inglese è totale: a Edoardo III viene consegnato il re Davide di Scozia; poi giunge il principe di Galles a consegnare anche il re di Francia e il Delfino. Esaurite le operazioni militari, re Edoardo e i suoi si apprestano a tornare in Inghilterra con i loro prigionieri. Si realizza, in tal modo, anche la terza parte della profezia: il re di Francia calcherà il suolo inglese, non però come da lui immaginato, da conquistatore, bensì da prigioniero. Il dramma si chiude con un envoi del principe di Galles, il quale auspica che le grandi imprese militari di cui si è reso protagonista possano essere emulate dalle generazioni future. Il passato storico messo in scena fa da specchio e da esempio alla storia presente. Prospettive critiche: il punto di vista retributivo e il disegno profetico Se nelle cronache la storia viene raccontata come un continuum, ovvero come un flusso ininterrotto di eventi, nei drammi storici la rappresentazione della storia viene necessariamente racchiusa all’interno di un’azione in sé finita, in accordo con una precisa ‘poetica di chiusura’. In particolare, nella maggior parte dei drammi storici elisabettiani la materia storica viene selezionata e adattata in vista della costruzione di intrecci o tragici o comici: l’azione, cioè, si chiude quasi sempre o con la sconfitta e la morte del protagonista o con il suo trionfo (Moseley). Edoardo III non fa eccezione a tale regola. La materia storica della Guerra dei cent’anni (1337-1453) poteva prestarsi a vari tipi di utilizzazione drammatica. La guerra, com’è noto, conobbe continui capovolgimenti di fronte, tra vittorie inglesi e francesi. Le fasi più favorevoli agli inglesi furono quelle dal 1337 al 1356 e dal 1415 al 1420, e non è un caso che entrambe le sequenze siano state utilizzate in vista della costruzione di due drammi a lieto fine: Edoardo III, appunto, e il già citato Enrico V. Sia Edoardo III che Enrico V presentano un’azione tripartita, costruita in base a un crescendo narrativo il cui climax coincide con una vittoria inglese: la battaglia di Poitiers (1356) e quella di Azincourt (1415), rispettivamente. E, in entrambi i drammi, alla vittoria militare si accom1132
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pagna il tema matrimoniale: in Enrico V, la vittoria sui francesi è suggellata dall’accordo nuziale tra Enrico e la principessa Caterina di Francia, mentre nelle battute finali di Edoardo III la regina Filippa raggiunge il re a Calais e dunque, simbolicamente, si riunisce a lui. Naturalmente, il lieto fine di un dramma è collegato non solo al volgere favorevole degli eventi, ma anche al senso di giustizia che aleggia sull’esito dell’azione. In Edoardo III viene enfaticamente ribadita, a più riprese, la legittimità della rivendicazione al trono francese da parte del re Edoardo. Ciò conferisce all’azione una coloritura retributiva: gli inglesi, nonostante siano numericamente inferiori, appaiono destinati a vincere in quanto sostenuti dalla giustizia divina. Si confrontino le parole con le quali, nella scena iniziale, il conte di Artois sostiene le ragioni dinastiche di re Edoardo (sc. 1, vv. 1-41). Argomentazioni analoghe saranno successivamente ripetute sia dagli inglesi che dagli stessi francesi: ad esempio, nel punto centrale del dramma, un profugo francese in fuga dalle devastazioni e dagli orrori della guerra afferma, a sua volta, che la “vittoria andrà alla causa giusta” in quanto “Edoardo è figlio della sorella del nostro ultimo re, mentre Giovanni di Valois è soltanto un parente di terzo grado” (sc. 5, vv. 35-45). Oltre che all’aspetto dinastico, la giustezza e, dunque, la necessità della vittoria degli inglesi è legata anche alla superiorità morale da loro mostrata in battaglia. Essi si distinguono infatti dai loro antagonisti francesi in virtù del loro spirito cavalleresco. Ed è nell’ideale cavalleresco dell’onore, della fedeltà alla parola data, del rispetto nei confronti del nemico che il dramma – a dispetto di una certa disomogeneità stilistica − trova un tema unificante. Per comprendere la pervasività dell’ideale cavalleresco in Edoardo III è necessario richiamare brevemente alcuni dati storici. Nelle cronache la fondazione del più antico ed elevato ordine cavalleresco, il Nobilissimo Ordine della Giarrettiera, viene ascritta a re Edoardo III. Le origini dell’ordine sarebbero riconducibili a un ballo a corte nel corso del quale il re si chinò a raccogliere la giarrettiera caduta a una dama. Ai cortigiani che interpretarono tale gesto in maniera maliziosa il re avrebbe risposto, in francese: Honi soit qui mal y pense (“Sia vituperato chi ne pensa male”), parole che divennero poi il motto dell’Ordine. Come indica Holinshed nelle Chronicles, la donna alla quale il re rivolse le sue attenzioni era la regina stessa oppure “una dama di cui il re era innamorato” (Holinshed, II, 628-29); in una nota a margine lo stesso Holinshed precisa l’identità della dama, aggiungendo il nome della contessa di Salisbury. 1133
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Se l’episodio riferito da Holinshed contribuisce, in parte, a spiegare l’importanza del tema cavalleresco in Edoardo III, il suo trattamento nel dramma rimane comunque singolare. Nonostante la presenza della contessa di Salisbury, protagonista indiscussa delle scene 2-3, in Edoardo III non compare alcun riferimento all’episodio della giarrettiera, né alla fondazione dell’Ordine (del resto, Holinshed, come si è anticipato, rimane una fonte minore), e il tema cavalleresco viene associato ad altre situazioni e altri personaggi (Melchiori 1998). Nel dramma, emblema principale dell’ideale cavalleresco è il giovane Edoardo principe di Galles. Il principe, infatti, non solo riceve l’investitura di cavaliere in una cerimonia altamente ritualizzata in cui quattro araldi gli consegnano corazza, elmo, lancia e scudo (sc. 6), ma dimostra anche, nella successiva battaglia, di meritare pienamente tale titolo, superando le sovrastanti schiere nemiche e uccidendo il pericoloso re di Boemia, alleato dei francesi (sc. 8). Nel richiamare una visione del mondo tardomedievale, l’elemento cavalleresco, al tempo stesso, si associa a quel chivalric revival che caratterizzò l’età di Elisabetta I. Ogni anno, il giorno dell’Incoronazione della sovrana era festeggiato attraverso splendide e fastose giostre (Accession Day Tilts) in cui la nostalgia estetizzante nei confronti dei riti medievali si fondeva con le più profane ragioni della propaganda politica. Soprattutto, l’ideale cavalleresco conferisce alla commedia quel suo ethos peculiare, fondato su un precario equilibrio tra nobiltà di nascita, valore militare e virtù cristiane. Equilibrio che trova il suo epilogo nella scena finale, nella generosità nei riguardi dei vinti (in linea con l’ideale della clementia) mostrata da re Edoardo verso i cittadini di Calais. Al tema militare e cavalleresco si intreccia, in un rapporto di convergenza e di divergenza, il tema amoroso. Da un lato, l’amore – in accordo a una serie di topoi correnti – viene metaforicamente rappresentato come guerra e come assedio. Non a caso, la prima immagine in cui compare la contessa di Salisbury è quella del castello di Roxborough, in cui la dama deve difendersi non solo dall’assedio di guerra, ma anche dagli assalti erotici degli scozzesi. Lo stesso re Edoardo III salva la contessa dai nemici per poi assediarla a sua volta con il suo pressante corteggiamento: come osserva il confidente del re, Ludovico, il sovrano si appresta a sottoporre la contessa “a un lungo assedio d’amor capriccioso” (sc. 2, v. 189). Anzi, nelle intenzioni del re sono proprio i versi che Ludovico compone in suo nome a fungere da “truppe” e “squadroni” per conquistare la contessa (ivi, vv. 1134
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352-355): si tratta, insomma, di una guerra d’amore combattuta con le armi della poesia. Dall’altro lato, l’amore è antagonistico alla guerra vera e propria, dal momento che la passione amorosa distoglie il sovrano inglese dai suoi doveri militari. L’innamoramento del re fa sì che egli sospenda la sua campagna in terra di Francia, che ai nomi dei suoi alleati di guerra sostituisca, con un lapsus significativo, il nome della contessa (sc. 3, vv. 34-36), che preferisca cingere l’amata con le sue braccia anziché impugnare le armi di guerra (nei versi in questione si fa argutamente leva sul doppio senso di arms: “braccia” e “armi” − sc. 3, vv. 60-61). Addirittura, al colmo della sua ossessione amorosa, il sovrano finisce per enunciare una sorta di filosofia pacifista ante litteram, antitetica all’assiologia militare che pervade il dramma nel suo insieme: “È colpa maggiore fare a pezzi tanti poveri soldati che abbracciare in un letto illegittimo il più raro compendio d’ogni bellezza dai tempi di […] Adamo a oggi” (sc. 3, vv. 111-14). Sarà solo il netto rifiuto della casta contessa a far tornare in sé il sovrano, risvegliandolo dal suo “vano sogno” e riavvicinandolo ai suoi doveri politico-militari (sc. 3, v. 196). Nel suo complesso, l’azione drammatica segue uno schema narrativo che potremmo definire virgiliano: come Enea si lascia alle spalle i fantasmi di eros per adempiere la grande missione che gli è stata assegnata, così Edoardo III, destatosi dalla sua follia amorosa, si accinge a riprendere quei disegni politici e quelle operazioni di guerra che aveva temporaneamente accantonato. La rinuncia all’amore è funzionale alla missione in terra di Francia e, in senso lato, al futuro destino imperiale dell’Inghilterra. Il fatto che l’Inghilterra sia destinata a sconfiggere i nemici francesi è, del resto, sancito da vari segni. Oltre ad apparire necessaria in base ai principi di giustizia e all’ottica retributiva cui si è accennato, la vittoria inglese è anche collegata a una serie di profezie. La stessa descrizione, da parte del marinaio francese, della flotta inglese che si avvicina alle coste del suo paese contiene un presagio di sconfitta: le navi inglesi, infatti, hanno inglobato nei loro stemmi, accanto al simbolo autoctono del leone, quello del giglio francese (vv. 73-79). Un’immagine simile sarà poi riproposta nella scena dei profughi francesi che tentano di fuggire dalle devastazioni della guerra: è una donna francese a ricordare la profezia di un ex-frate, in base alla quale il leone inglese è destinato a cogliere il giglio di Francia. Della triplice profezia relativa ai corvi, alle pietre focaie e all’ingresso in Inghilterra di re Giovanni II si è detto sopra, nella sezione relativa alle vicende del dramma. Tale profezia, rievocata dal Delfino di Francia che 1135
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l’ha ricevuta da un eremita (sc. 11), si realizzerà poi, punto per punto, nelle sequenze successive. In sintesi, nel dramma coesiste un doppio asse interpretativo. Da un lato, le vicende storiche appaiono governate da un’ottica retributiva, ovvero da un più alto disegno che opera in vista di un fine razionale e di un’esigenza di giustizia e di armonia. Ancorché temporaneamente sospeso, alla fine il bene andrà necessariamente a prevalere e la virtù sarà debitamente premiata. La progressione dell’azione si conforma, dunque, almeno in parte, agli schemi narrativi e ai dettami morali della giustizia poetica. Dall’altro lato, la presenza di segni e presagi vari suggerisce una lettura profetica dei nessi causali che regolano le umane sorti. Anche da tale prospettiva, l’esito finale dell’azione appare già scritto: non però in base a una necessità di tipo morale, ma in base a una volontà oscura, irrazionale, a cui si può forse dare il nome di fato o di destino. Come osserva lord Audley in un commento gnomico che alcuni critici hanno definito ‘amletico’ (Montgomery), la vita e la morte dell’uomo sono legati ai termini fissati dal fato, ovvero alla “lotteria del […] destino” (sc. 12, vv. 148-150). È possibile, come fa il re di Francia (e come farà poi Macbeth nell’omonima tragedia, 1606), attribuire alla profezia un senso altro. Non è, però, possibile modificare il corso degli eventi che, inevitabilmente, più che obbedire alle interpretazioni esterne, obbedisce alla logica ‘interna’ alla profezia stessa. Per concludere, Edoardo III si presenta come un’opera complessa, densa, polifonica, molto più aperta di quanto potrebbe apparire a prima vista. Nonostante il suo carattere filo-inglese, e a dispetto di quella giustizia poetica che – nei limiti di cui s’è detto – informa la progressione dell’azione, il dramma solleva una serie di problemi etici destinati a rimanere irrisolti: dal corteggiamento ‘illecito’ del sovrano agli abusi di cui il potere si macchia in più occasioni, alla violenza che anima l’intero conflitto. Non solo. La complessità del dramma, oltre che nelle strutture ideologiche, va ricercata anche nelle sue destinazioni d’uso. Opera composta per la messinscena, com’è ovvio, e come indica lo stesso frontespizio delle due edizioni in-quarto (nella dicitura sundrie times plaied about the Citie of London). Opera, però, verosimilmente destinata anche alla lettura, come ci fanno intendere le parole del principe di Galles nel suo envoi, allorché egli auspica che le sue gesta possano fungere da exemplum a future generazioni di lettori (sc. 18,vv. 230-32). 1136
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La fortuna sulle scene e sugli schermi Sulla fortuna di Edoardo III non c’è molto da dire. La mancata inclusione nel canone, oltre a condizionarne la ricezione critica, ne ha anche comportato una prolungata assenza dalle scene sia teatrali che cinematografiche. Come si è visto, il dramma fu messo in scena nei dintorni di Londra, forse da una compagnia dissoltasi entro il 1594. La struttura stessa dell’opera, con la sua galleria ampia ma non sterminata di personaggi, può darci un’idea, per quanto vaga, della sua virtualità performativa − anche in relazione al possibile cast di attori − e, dunque, della compagnia che lo mise originariamente in scena (è stato fatto, tra gli altri, il nome dei Pembroke’s Men). Dopo oltre tre secoli di silenzio, nel 1911 il dramma tornò sulle scene, sia pure in forma molto ridotta, all’interno della produzione della Elizabethan Stage Society: nel Little Theatre di Londra fu, infatti, rappresentata la sola sequenza attribuita a Shakespeare (ovvero, le scene 2-3) con il titolo The King and the Countess, per la regia di Gertrude Kingston e di William Poel. A distanza di altri cinquant’anni, nel 1963, Edoardo III ricomparve non sulle scene, ma sul terzo programma della BBC in una versione più ampia, ancorché non integrale (la trasmissione doveva essere contenuta entro poco più di 100 minuti), grazie all’adattamento e alla regia di Raymond Raikes. I necessari tagli scenici furono compensati dalla presenza di un narratore esterno all’azione. Dopo qualche altra produzione minore, va ricordata, nel 1987, la regia di Toby Robertson, che si avvalse della collaborazione del noto critico shakespeariano Richard Proudfoot e dello scrittore Jeremy Brooks. In questo caso, si trattò di una messinscena integrale, nell’ambito delle attività del gallese Theatr Clwyd. Nel 2001 si segnala la produzione americana del Pacific Repertory Theatre (a Carmel, in California), per la regia di Stephen Moorer, inclusa − unitamente ad altri nove drammi storici − in un ciclo dal titolo Royal Blood, che rimase sulle scene per quattro stagioni consecutive, fino al 2004. La produzione più importante rimane senza dubbio quella del 2002, ad opera della Royal Shakespeare Company, presso lo Swan Theatre a Stratford-on-Avon, per la regia di Anthony Clark, con David Rintoul nei panni di re Edoardo III e vari attori impegnati in ruoli multipli. A fronte di una fortuna teatrale e cinematografica sinora alquanto limitata, c’è da auspicare che in futuro il dramma possa attirare l’attenzione di regi1137
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III
sti e attori che sappiano adeguatamente valorizzarne i momenti di intenso lirismo, la sottile ironia e, più in generale, le ampie – ma ancora in gran parte inesplorate − potenzialità sceniche. MICHELE STANCO
R IFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Edizioni La prima edizione moderna è quella a cura di E. CAPELL, Prolusions; or select pieces of Antient Poetry, Tonson, 1760. Tra le edizioni inglesi e americane correnti segnaliamo quelle a cura di C. F. TUCKER BROOKE (in The Shakespeare Apocrypha), Oxford, 1908; F. LAPIDES, The Raigne of King Edward the Third. A Critical, Old-Spelling Edition, Garland, 1980; E. SAMS, Yale, 1996; G. MELCHIORI, Cambridge, 1998; W. MONTGOMERY (nei Complete Works, a cura di S. WELLS e G. TAYLOR), Oxford (1986), 20052; J. BATE ed E. R ASMUSSEN (nei Collaborative Plays), Palgrave Macmillan, 2013. L’unica edizione italiana è quella a cura di G. MELCHIORI (nel tomo III de I drammi storici), Mondadori, 1991. Il testo curato da Loughnane in The New Oxford Shakespeare. The Complete Works, cur. G. TAYLOR, J. JOWETT, T. BOURUS, G. EGAN, Oxford, 2016, consultato quando la presente edizione italiana era già in corso di stampa, non presenta sostanziali variazioni rispetto alla precedente edizione Oxford qui utilizzata (2005). Fonti J. FROISSART, Chronicle, vol. I, translated by Lord Berners, 1523-25, cur. W. P. Ker, in G. H. Metz (cur.), Sources of Four Plays Ascribed to Shakespeare, Columbia, University of Missouri Press, 1989; M. BANDELLO, Novella XXXVII. Odoardo terzo, re d’Inghilterra, ama la figliuola d’un suo soggetto e la piglia per moglie, in Tutte le opere, cur. F. Flora, Milano, Mondadori (1934-35), 19664; W. PAINTER, The Forty-sixth Nouell. The Countesse of Salesburie, cur. J. Jacobs, 1890, in G. H. Metz (cur.), cit.; R. HOLINSHED, The Chronicles of England, Scotland and Ireland (1587), cur. Sir H. Ellis, 6 voll., J. Johnson, 1807-08 (parzialmente riprodotto in G. H. Metz, cur., cit.); The Famous Victories of Henry V, edizione digitale cur. M. Martin e K. S. Marsalek, Queen’s Men Editions. 1138
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NOTA INTRODUTTIVA
Letteratura critica E. A. ABBOTT, A Shakesperian Grammar, London, 1869; rist. New York, Dover, 1966; E. K. CHAMBERS, The Elizabethan Stage, 4 voll. Oxford, Clarendon, 1923; R. CIOCCA, Il cerchio d’oro. I re sacri nel teatro shakespeariano, Roma, Officina, 1987; R. COLOMBO e D. GUARDAMAGNA (cur.), Memoria di Shakespeare. On Authorship, n. s., 8, Roma, Bulzoni, 2012; G. COVIELLO, L’impronta di Shakespeare in ‘Edward III’. Il potere della malinconia nell’episodio della contessa, tesi di Laurea magistrale in Letteratura inglese, Università di Napoli “Federico II”, Dipartimento di Studi umanistici, 2013; L. ERNE, Shakespeare as Literary Dramatist, Cambridge, Cambridge U. P., 2003; MACD. P. JACKSON, “‘Edward III’, Shakespeare, and Pembroke’s Men”, Notes and Queries, 210, 1965, pp. 32931; D. S. KASTAN, Shakespeare and the Book, Cambridge, Cambridge U. P., 2001; R. LOUGHNANE, “Introduction” a Edward III, in The New Oxford Shakespeare. The Complete Works, cur. G. TAYLOR, J. JOWETT, T. BOURUS, G. EGAN, Oxford, 2016, pp. 477-79; F. MARENCO, La parola in scena. La comunicazione teatrale nell’età di Shakespeare, Torino, UTET, 2004; F. MARUCCI, Storia della letteratura inglese dalle origini al 1625. Shakespeare, vol. I, t. II, Firenze, Le Lettere, 2015; G. MELCHIORI, Shakespeare. Genesi e struttura delle opere, Roma-Bari, Laterza, 1994; G. MOCHI, Il viaggio del testo. Shakespeare tra filologia vecchia e nuova, Roma, Bulzoni, 2003; C. MOSELEY, Shakespeare’s History Plays: ‘Richard II’ to ‘Henry V’. The Making of a King, Harmondsworth, Penguin, 1988; K. MUIR, Shakespeare as Collaborator, London, Methuen, 1960, rist. London e New York, Routledge, 2005; M. STANCO, “Mobilità della parola drammatica, tra scena e stampa: il caso Shakespeare”, in Rinascimento inglese. Lessico della cultura e tecnologie della comunicazione, Napoli, Liguori, 2013, pp. 99-117; M. STANCO (cur.), La letteratura inglese dall’Umanesimo al Rinascimento. 1485-1625, Roma, Carocci, 2016; G. TAYLOR e R. LOUGHNANE, “The Canon and Chronology”, in The New Oxford Shakespeare. Authorship Companion, cur. G. TAYLOR e G. EGAN, Oxford, 2016, pp. 503-06; M. P. TILLEY, A Dictionary of the Proverbs in England in the Sixteenth and Seventeenth Centuries, Ann Arbor, U. of Michigan P., 1950; T. I. WATT, “The Authorship of The Raigne of Edward the Third”, in H. CRAIG e A. F. KINNEY (cur.), Shakespeare, Computers and the Mystery of Authorship, Cambridge, Cambridge U. P., 2009, pp. 116-33.
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THE REIGN OF KING EDWARD III THE PERSONS OF THE PLAY The English
The French
KING EDWARD III QUEEN PHILIPPA, his wife Edward, PRINCE OF WALES, their eldest son The EARL OF SALISBURY The COUNTESS OF SALISBURY, his wife The EARL OF WARWICK, the Countess’s father Sir William de MONTAGUE, Salisbury’s nephew The EARL OF DERBY Sir James AUDLEY Henry, Lord PERCY John COPLAND, an esquire, later knighted LODOWICK, King Edward’s secretary Two SQUIRES A HERALD to King Edward from the Prince of Wales Four heralds who bear the Prince of Wales’s armour Soldiers
Jean II de Valois, KING OF FRANCE Prince Charles, Jean’s eldest son, Duc de Normandie, the DAUPHIN PRINCE PHILIPPE, Jean’s younger son The DUC DE LORRAINE VILLIERS, a prisoner sent as an envoy by the Earl of Salisbury to the Dauphin The CAPTAIN OF CALAIS Another FRENCH CAPTAIN A MARINER Three HERALDS to the Prince of Wales from the King of France, the Dauphin and Prince Philippe Six POOR MEN, residents of Calais Six SUPPLICANTS, wealthy merchants and citizens of Calais Five other FRENCHMEN A FRENCHWOMAN with two children Soldiers
Allied with the English Robert, COMTE D’ARTOIS and Earl of Richmond Jean, COMTE DE MONTFORT, later Duc de Bretagne GOBIN de Grâce, a French Prisoner
Allied with the French The KING OF BOHEMIA A POLISH CAPTAIN Polish and Muscovite soldiers David II, KING OF SCOTLAND Sir William DOUGLAS Two Scottish MESSENGERS
SIGLE Q1: il primo in-quarto (1596). Q2: il secondo in-quarto (1599). Il testo-guida è Q1, dal momento che Q2 non ha un’autorità indipendente. Un confronto tra Q1 e Q2 rimane comunque utile, poiché Q2 propone numerosi emendamenti che, pur essendo meramente congetturali (in quanto non basati su un testo manoscritto), risultano per lo più corretti e sono dunque accettati nelle edizioni moderne.
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III PERSONAGGI1
Gli inglesi
I francesi
RE EDOAR DO III, re d’Inghilterra REGINA FILIPPA, sua moglie Edoardo, PRINCIPE DI GALLES, loro primogenito CONTE DI SALISBURY CONTESSA DI SALISBURY, sua moglie CONTE DI WARWICK, padre della contessa Sir William de MONTAGUE, nipote di Salisbury CONTE DI DERBY Sir James AUDLEY Henry, lord PERCY John COPLAND, scudiero, poi nominato cavaliere LODOWICK, segretario di re Edoardo Due SCUDIERI Un ARALDO a re Edoardo, da parte del principe di Galles Quattro araldi che portano l’armatura del principe di Galles Soldati
Giovanni II di Valois, RE DI FRANCIA Principe Carlo, primogenito, duca di Normandia, il DELFINO PRINCIPE FILIPPO, secondogenito di re Giovanni DUCA DI LORENA VILLIERS, prigioniero inviato come ambasciatore dal conte di Salisbury al Delfi no CAPITANO DI CALAIS Un altro CAPITANO FRANCESE Un MARINAIO Tre ARALDI al principe di Galles da parte del re di Francia, del Delfi no e del principe Filippo Sei POVERI abitanti di Calais Sei SUPPLICI, ricchi mercanti e abitanti di Calais Altri cinque FRANCESI Una DONNA FRANCESE con due bambini Soldati
Alleati degli inglesi Roberto, CONTE DI ARTOIS e conte di Richmond Giovanni, CONTE DI MONTFORT, poi duca di Bretagna GOBIN de Grâce, prigioniero francese
Alleati dei francesi RE DI BOEMIA Un CAPITANO POLACCO SOLDATI danesi, polacchi e moscoviti Davide II, RE DI SCOZIA Sir William DOUGLAS Due MESSAGGERI scozzesi
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 1
Sc. 1
Enter King Edward, the Earl of Derby, [the Earl of Warwick] Edward Prince of Wales, Lord Audley1 and the Comte d’Artois2
KING EDWARD
Robert of Artois, banished though thou be From France thy native country, yet with us Thou shalt retain as great a seigniory: For we create thee Earl of Richmond here. And now go forwards with our pedigree: Who next succeeded King Philippe of Beau?3
5
COMTE D’ARTOIS
Three sons of his, which all successively4 Did sit upon their father’s regal throne, Yet died and left no issue of their loins. KING EDWARD
But was my mother sister unto those?
10
COMTE D’ARTOIS
She was, my lord, and only Isabel Was all the daughters that this Philippe had, Whom afterward your father took to wife. And from the fragrant garden of her womb Your gracious self, the flower of Europe’s hope, Derivèd is inheritor to France. But note the rancour of rebellious minds:5 When thus the lineage of Beau was out6 The French obscured your mother’s privilege And, though she were the next of blood, proclaimed Jean of the house of Valois now their king.
15
20
NOTA. The Reign of King Edward III non è incluso nel Textual Companion di S. Wells e G. Taylor (1987). L’indicazione delle varianti è a cura del traduttore. 0.1-2. [The Earl of Warwick]: integrazione moderna; l’ingresso scenico del personaggio non è indicato né in Q1, né in Q2. 6. Of Beau: emend. moderno; in Q1-2 of Bew. 7. Successively: emend. moderno; in Q1-2 successefully = “con successo”. 17. Note: in Q2, che corregge not in Q1. 18. Of Beau: emend. moderno; in Q1-2 of Bew. 1142
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 1
Sc. 12
Entrano re Edoardo, il conte di Derby, [il conte di Warwick3], Edoardo principe di Galles, lord Audley e il conte di Artois
RE EDOAR DO4
Roberto di Artois, anche se siete5 stato bandito dalla Francia, vostro paese nativo, da noi riceverete un titolo non inferiore: qui vi nominiamo conte di Richmond. Continuate pure a ricostruire il nostro albero genealogico: chi furono i successori diretti di Filippo il Bello?6 CONTE DI ARTOIS7
Tre suoi figli che, uno dopo l’altro, sedettero sul trono regale del padre. Tutti e tre, però, morirono senza lasciare eredi. RE EDOAR DO
Ma mia madre non era loro sorella? CONTE DI ARTOIS
Certo, mio sire: l’unica figlia femmina di re Filippo fu Isabella, che poi vostro padre prese in moglie. Dal fragrante giardino del suo grembo sbocciò vostra grazia, fiore della speranza d’Europa e legittimo erede della corona di Francia8. Ma osservate il rancore di quegli animi ribelli: quando la discendenza di Filippo il Bello si spense, i francesi calpestarono i diritti di vostra madre e, sebbene ella fosse la prima in linea di successione, proclamarono re Giovanni di Valois9, sostenendo che il regno di Francia, ricco di
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 1
The reason was, they say, the realm of France Replete with princes of great parentage Ought not admit a governor to rule Except he be descended of the male. And that’s the special ground of their contempt Wherewith they study to exclude your grace.
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KING EDWARD
But they shall find that forgèd ground of theirs To be but dusty heaps of brittle sand. COMTE D’ARTOIS
Perhaps it will be thought a heinous thing That I, a Frenchman, should discover this. But heaven I call to record of my vows: It is not hate nor any private wrong, But love unto my country and the right Provokes my tongue thus lavish in report. You are the lineal watchman of our peace,7 And Jean of Valois indirectly climbs. What then should subjects but embrace their king? Ah, wherein may our duty more be seen Than striving to rebate a tyrant’s pride And place thee, the true shepherd of our commonwealth?
30
35
40
KING EDWARD
This counsel, Artois, like to fruitful showers, Hath added growth unto my dignity, And by the fiery vigour of thy words Hot courage is engendered in my breast, Which heretofore was raked in ignorance But now doth mount with golden wings of fame And will approve fair Isabel’s descent, Able to yoke their stubborn necks with steel That spurn against my sovereignty in France.
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Sound a horn A messenger. Lord Audley, know from whence.
36. Watchman: emend. moderno; in Q1-2 watchmen (plurale). 1144
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 1
principi di grande lignaggio, non poteva essere governato da un re che non discendesse dalla linea maschile. È questo il pretesto con cui hanno tentato di escludere vostra grazia. RE EDOAR DO
Però scopriranno che il falso terreno su cui hanno costruito non è che uno sporco cumulo di detriti. CONTE DI ARTOIS
Forse diranno che è un’infamia che sia un francese come me a svelare tutto questo. Ma io invoco Dio a far da garante al mio giuramento. Non sono l’odio, né un torto subito, ma il diritto e l’amore per il mio paese a indurre la mia lingua a parlare. Voi siete il custode in linea diretta della nostra pace, mentre Giovanni di Valois è asceso al trono per vie traverse10. Cos’altro dovrebbe fare un suddito fedele se non abbracciare il suo re? In cosa consiste il suo dovere se non nell’opporsi all’orgoglio di un tiranno per insediare al suo posto il vero pastore del nostro regno? RE EDOAR DO
Il vostro parere, Artois, come pioggia feconda, ha fatto maturare il mio titolo. Il fiero vigore delle vostre parole ha acceso caldo coraggio nel mio petto, che prima era avvolto dall’ignoranza; ora, però, levandosi sulle ali dorate della fama, il mio cuore proclama la discendenza dalla bella Isabella e si appresta a soggiogare coloro che si oppongono alla mia sovranità in Francia. Suono di corno Un messaggero… lord Audley, chiedetegli da dove viene.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 1
[Enter a messenger, the Duc de Lorraine] AUDLEY
The Duke of Lorraine, having crossed the seas, Entreats he may have conference with your highness. KING EDWARD
Admit him, lords, that we may hear the news. (To Lorraine) Say, Duke of Lorraine, wherefore art thou come?
55
DUC DE LORRAINE
The most renownèd prince, King Jean of France, Doth greet thee, Edward, and by me commands That, forsomuch as by his liberal gift The Guienne dukedom is entailed to thee, Thou do him lowly homage for the same. And for that purpose, here I summon thee Repair to France within these forty days That there, according as the custom is, Thou mayst be sworn true liegeman to our king;8 Or else thy title in that province dies And he himself will repossess the place.
60
65
KING EDWARD
See how occasion laughs me in the face! No sooner minded to prepare for France But straight I am invited — nay, with threats, Upon a penalty, enjoined to come! ’Twere but a childish part to say him nay.9 Lorraine, return this answer to thy lord: I mean to visit him as he requests. But how? Not servilely disposed to bend, But like a conqueror to make him bow. His lame unpolished shifts are come to light, And truth hath pulled the vizard from his face That set a gloss upon his arrogance.10
70
75
64. Our: in Q1; in Q2 the. 71. Childish: in Q1; in Q2 foolish = “sciocco”. 78. Gloss: lez. in Q2, che corregge glasse (= “specchio”) in Q1. 1146
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 1
[Entra come messaggero il duca di Lorena] AUDLEY
Il duca di Lorena, avendo attraversato il mare, chiede di poter conferire con vostra altezza. RE EDOAR DO
Fatelo entrare, signori. Ci riferisca la sua ambasciata. (A Lorena) Orsù, duca di Lorena, diteci perché siete venuto. DUCA DI LORENA
L’illustrissimo re Giovanni di Francia vi saluta, o Edoardo, e per mio tramite vi ingiunge di rendergli umilmente omaggio per il ducato di Guienna che vi è stato munificamente concesso. A tal fine vi convoco entro quaranta giorni in Francia, affinché possiate, secondo le nostre consuetudini, proclamarvi fedele vassallo del nostro sovrano11. Altrimenti decadrà il vostro diritto su quella provincia e il re di Francia ne rientrerà in possesso. RE EDOAR DO
Che buffa coincidenza! Non appena decidiamo di prepararci per la Francia siamo invitati, anzi minacciosamente sollecitati, ad andarci. Sarebbe puerile opporre un rifiuto. Lorena, portate questa risposta al vostro signore: “Re Edoardo intende fargli visita, com’egli ci chiede. Ma in che veste? Non come chi è disposto a piegarsi servilmente, ma da conquistatore, per costringere lui a inchinarsi a noi. I suoi trucchi da quattro soldi sono venuti a galla e la verità gli ha strappato dal volto quella maschera che dava lustro alla sua arroganza. Osa imporci un giuramento di fedeltà?
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 1
Dare he command a fealty in me? Tell him the crown that he usurps is mine, And where he sets his foot he ought to kneel. ’Tis not a petty dukedom that I claim But all the whole dominions of the realm Which if, with grudging, he refuse to yield I’ll take away those borrowed plumes of his, And send him naked to the wilderness.
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DUC DE LORRAINE
Then, Edward, here, in spite of all thy lords, I do pronounce defiance to thy face. PRINCE OF WALES
Defiance, Frenchman? We rebound it back Even to the bottom of thy master’s throat! And, be it spoke with reverence of the King, My gracious father, and these other lords, I hold thy message but as scurrilous, And him that sent thee like the lazy drone Crept up by stealth unto the eagle’s nest, From whence we’ll shake him with so rough a storm As others shall be warnèd by his harm. EARL OF WARWICK (to Lorraine) Bid him leave off the lion’s case he wears Lest, meeting with the lion in the field, He chance to tear him piecemeal for his pride. COMTE D’ARTOIS (to Lorraine) The soundest counsel I can give his grace Is to surrender ere he be constrained. A voluntary mischief hath less scorn Than when reproach with violence is borne.
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 1
Ditegli che la corona da lui usurpata appartiene a noi; ditegli che su quella terra che calpesta dovrebbe, invece, inginocchiarsi. Non è un misero ducato che cerchiamo, ma gli interi dominî12 del regno; se rifiuta pretestuosamente di cederli, gli strapperemo di dosso quelle piume rubate e nudo lo manderemo a vagare per le selve”. DUCA DI LORENA
Allora, Edoardo, ad onta dei vostri nobili pari, vi lancio in faccia la nostra sfida. PRINCIPE DI GALLES13
La sfida, francese? Noi la rigettiamo indietro, fino in fondo alla gola del vostro padrone. Con tutto il rispetto per la grazia del re mio padre e di questi altri nobili pari, io considero indegno il vostro messaggio, e giudico colui che vi ha mandato un pigro fuco insinuatosi furtivamente nel nido dell’aquila14. Di lì lo scacceremo con tanto furore che la sua rovina farà da monito a tutti. CONTE DI WARWICK (a Lorena) Ditegli di spogliarsi della pelle di leone di cui si è coperto per evitare, ove mai incontrasse in campo aperto il vero leone, di essere fatto a brani per la sua superbia15. CONTE DI ARTOIS (a Lorena) Il consiglio più saggio che posso dare a sua grazia è di arrendersi prima di esservi costretto. Una resa volontaria è meno umiliante di una pesante sconfitta.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 1
DUC DE LORRAINE
Regenerate traitor, viper to the place11 Where thou wast fostered in thine infancy!12 Bear’st thou a part in this conspiracy?
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[Lorraine] draws his sword KING EDWARD [drawing his sword]
Lorraine, behold the sharpness of this steel: Fervent desire that sits against my heart Is far more thorny-pricking than this blade That, with the nightingale, I shall be scarred As oft as I dispose myself to rest Until my colours be displayed in France. This is thy final answer. So be gone.
110
DUC DE LORRAINE
It is not that, nor any English brave, Afflicts me so, as doth his poisoned view: That is most false, should most of all be true.
115 Exit
KING EDWARD
Now, lords, our fleeting barque is under sail,13 Our gage is thrown, and war is soon begun, But not so quickly brought unto an end.
120
Enter Sir William Montague But wherefore comes Sir William Montague?14 (To Montague) How stands the league between the Scot and us? MONTAGUE
Cracked and dissevered, my renownèd lord. The treacherous King no sooner was informed Of your withdrawing of your army back But straight, forgetting of his former oath,
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105. Regenerate: in Q1-2. Alcuni editori moderni emendano in Degenerate = “degenere”. 106. Wast: in Q2, che corregge was in Q1 (terza persona). 118. Lords: emend. moderno; in Q1-2 Lord = “Signore”, “Dio”. 121-122. In Q1 questi due versi sono erroneamente attribuiti a Moun = MONTAGUE. 1150
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 1
DUCA DI LORENA
Vile traditore, vipera che avveleni il luogo ove fosti allevato nell’infanzia! Fai dunque parte di questo complotto? [Lorena] sguaina la spada RE EDOAR DO [sguainando a sua volta la spada]
Lorena, guardate com’è affilato questo acciaio! Il fervido desiderio che mi preme il cuore è spina più pungente di questa lama e, come l’usignolo, ne rimarrò ferito tutte le volte che tenterò di dispormi al riposo; né avrò pace finché i miei stendardi non saranno dispiegati in Francia. Questa è la mia risposta. Perciò, andate! DUCA DI LORENA
Non è questo, né la tracotanza inglese che mi affligge, ma la vista velenosa di costui. Chi più dovrebbe essere sincero più è falso. Esce RE EDOAR DO
Ora, signori, la nostra veloce barca issa le vele, il guanto di sfida è lanciato e presto comincerà la guerra. Non così presto, però, sarà conclusa16. Entra Sir William Montague Ma perché viene Sir William Montague? (A Montague) Come va la nostra alleanza con gli scozzesi? MONTAGUE
Rotta e infranta, mio nobile signore. Quel re traditore17, non appena informato del ritiro del vostro esercito, subito, dimentico del
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 1
He made invasion on the bordering towns. Berwick is won, Newcastle spoiled and lost, And now the tyrant hath begirt with siege The Castle of Roxburgh, where, enclosed, The Countess Salisbury is like to perish. KING EDWARD (to Warwick) That is thy daughter, Warwick, is it not? Whose husband hath in Bretagne served so long15 About the planting of Lord Montfort there?16 EARL OF WARWICK It is, my lord.
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KING EDWARD
Ignoble David, hast thou none to grieve But seely ladies with thy threat’ning arms? But I will make you shrink your snaily horns. (To Audley) First, therefore, Audley, this shall be thy charge: Go levy footmen for our wars in France. (To the Prince of Wales) And, Ned, take muster of our men-at-arms. In every shire elect a several band. Let them be soldiers of a lusty spirit, Such as dread nothing but dishonour’s blot. Be wary therefore, since we do commence A famous war, and with so mighty a nation. (To Derby) Derby, be thou ambassador for us Unto our father-in-law, the Earl of Hainault.17 Make him acquainted with our enterprise, And likewise will him, with our own allies That are in Flanders, to solicit, too,18 The Emperor of Almagne in our name.19 Myself, whilst you are jointly thus employed, Will, with these forces that I have at hand,
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133. Bretagne: ortografia modernizzata; in Q1-2 Brittayne. 134. Montfort: emend. moderno; in Q1-2 Mouneford. 148. Hainault: ortografia modernizzata; in Q1-2 Henalt. 151. Too: in Q2, che corregge to in Q1. 152. Almagne: in Q1-2 Almaigne. 1152
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 1
suo giuramento, ha invaso le città di confine: ha preso Berwick, saccheggiato Newcastle e cinto d’assedio il castello di Roxborough, dove è rinchiusa la contessa di Salisbury18, ora in pericolo di vita. RE EDOAR DO (a Warwick) È vostra figlia, Warwick, non è vero? Suo marito ha servito a lungo in Bretagna per assicurarne il possesso a lord Montfort. DUCA DI WARWICK
Proprio così, mio sire. RE EDOAR DO
Ignobile Davide, non avete altri da opprimere con le vostre armi minacciose se non fragili dame? Ma vi farò ritrarre quelle vostre corna di lumaca. (Ad Audley) Innanzitutto, Audley, ecco il vostro incarico: andate ad arruolare il corpo di fanteria per la nostra guerra in Francia. (Al principe di Galles) Tu, Edo, convoca alle armi i nostri soldati. In ogni contea seleziona un corpo scelto, e che siano soldati di spirito audace, non timorosi di nulla se non delle macchie d’infamia. Sii dunque cauto, perché noi intraprendiamo una guerra famosa19 contro una nazione potente. (A Derby) Derby, sarete ambasciatore presso nostro suocero, il conte di Hainault. Informatelo dell’impresa e chiedetegli che, insieme con i nostri alleati nelle Fiandre, solleciti per conto nostro l’Imperatore di Germania 20. Per quanto mi riguarda, mentre voi sarete così impegnati, io marcerò con le forze di cui dispongo per respingere ancora una
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
March and once more repulse the traitorous Scot. But sirs, be resolute. We shall have wars On every side. (To the Prince of Wales) And, Ned, thou must begin Now to forget thy study and thy books, And ure thy shoulders to an armour’s weight.
155
PRINCE OF WALES
As cheerful sounding to my youthful spleen This tumult is of war’s increasing broils, As at the coronation of a king The joyful clamours of the people are When ‘Ave Caesar’ they pronounce aloud. Within this school of honour I shall learn Either to sacrifice my foes to death, Or, in a rightful quarrel, spend my breath. Then cheerfully forward, each a several way. In great affairs ’tis naught to use delay. Sc. 2
160
165
Exeunt
Enter the Countess of Salisbury, above
COUNTESS OF SALISBURY
Alas, how much in vain my poor eyes gaze For succour that my sovereign should send. Ah, cousin Montague, I fear thou wants20 The lively spirit sharply to solicit With vehement suit the King in my behalf. Thou dost not tell him what a grief it is To be the scornful captive to a Scot, Either to be wooed with broad untunèd oaths, Or forced by rough insulting barbarism. Thou dost not tell him, if he here prevail, How much they will deride us in the North, And in their vile, uncivil, skipping jigs Bray forth their conquest and our overthrow Even in the barren, bleak and fruitless air —
5
10
3. Wants: in Q1; in Q2 want’st (più appropriato, perché si tratta non di una 3a, ma di una 2a persona). 1154
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
volta il traditore scozzese. Signori, siate risoluti: avremo guerra su ogni fronte. (Al principe di Galles) Tu, Edo, devi ora cominciare a metter da parte i tuoi studi e i tuoi libri, e abituare le tue spalle a sostenere il peso dell’armatura 21. PRINCIPE DI GALLES
Questo crescente tumulto di guerra risuona tanto lieto al mio giovane spirito quanto i gioiosi clamori del popolo all’incoronazione di un re, allorché esclama a gran voce “Ave, Cesare!”. Alla scuola d’onore imparerò o a sacrificare i miei nemici o a esalare l’ultimo respiro per una giusta causa. Avanti dunque in allegria, ciascuno per la sua via. L’indugio, in grandi imprese, non è che vana follia 22. Escono Sc. 2
Entra la contessa di Salisbury, dall’alto23
CONTESSA DI SALISBURY
Ahimè, invano i miei poveri occhi cercano quei soccorritori che il mio sovrano avrebbe dovuto inviare! Ah, nipote Montague24, temo ti manchi uno spirito abbastanza acceso da perorare con forza la mia causa dinanzi al re. Non hai saputo dirgli quanto sia doloroso essere prigionieri irrisi da uno scozzese che o ci corteggia con giuramenti smisurati e stonati o ci umilia con rozzi e barbari insulti. Non hai saputo fargli capire che, se costui dovesse vincere, qui al Nord ci metteranno alla berlina; che leveranno possenti ragli nell’aria grigia e desolata; che si abbandoneranno a balli 25 volgari e sfrenati per esaltare la loro vittoria e prendersi gioco della nostra sconfitta.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
Enter below David King of Scotland and Sir William Douglas with [soldiers, meeting] the Duc de Lorraine (Aside) I must withdraw. The everlasting foe Comes to the wall. I’ll closely step aside And list their babble, blunt and full of pride.21
15
The Countess withdraws KING OF SCOTLAND
My lord of Lorraine, to our brother of France Commend us as the man in Christendom That we most reverence and entirely love.22 Touching your embassage, return and say That we with England will not enter parley, Nor never make fair weather, or take truce, But burn their neighbour towns, and so persist With eager roads beyond their city York; And never shall our bonny riders rest, Nor rusting canker have the time to eat 23 Their light-borne snaffles, nor their nimble spur,24 Nor lay aside their jacks of gimmaled mail, Nor hang their staves of grainèd Scottish ash In peaceful wise upon their city walls, Nor from their buttoned tawny leathern belts Dismiss their biting whinyards, till your King Cry out, ‘Enough! Spare England now for pity!’ Farewell, and tell him that you leave us here, Before this castle; say you came from us Even when we had that yielded to our hands.
20
25
30
35
DUC DE LORRAINE
Take I my leave, and fairly will return25 Your acceptable greeting to my King.
Exit
17. Babble: in Q1; in Q2 rabble = “gentaglia”. 20. Most: in Q2, che corregge must (= “dobbiamo”) in Q1. 27. Rusting: emend. moderno; in Q1-2 rust in = “ruggine nel”. 28. Spur: così in Q1 (spurre); Q2 emenda nel plurale spurres, accettato in alcune edizioni moderne. 38. I: aggiunto in Q2; manca in Q1. 1156
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
Entrano dal basso Davide re di Scozia e Sir William Douglas con [soldati; s’incontrano] il duca di Lorena (A parte) Devo ritirarmi: l’eterno nemico26 si avvicina alle mura. Rimarrò nascosta ad ascoltare le loro chiacchiere vanagloriose e sfrontate. La contessa si ritira RE DI SCOZIA
Mio signore di Lorena, raccomandateci al nostro fratello di Francia 27 come all’uomo che più amiamo e riveriamo in tutto il mondo cristiano. Per quanto riguarda la vostra ambasciata, rispondetegli che non intendiamo trattare con l’Inghilterra, né accordarci, né concludere una tregua; al contrario, intendiamo bruciare le città di confine e combattere con violente incursioni 28 fin oltre la loro città di York. I nostri prodi cavalieri non troveranno requie; la ruggine cancrenosa non avrà il tempo di corrodere i morsi o gli agili speroni dei loro cavalli, né essi deporranno le loro cotte di maglia d’acciaio, né appenderanno i loro bastoni di frassino scozzese in pace sulle mura delle loro città, né sganceranno le loro spade taglienti dalle cinture borchiate di cuoio finché il vostro re29 non griderà : “Basta! Risparmiate l’Inghilterra, per pietà!” Addio! Ditegli che ci avete lasciato davanti a questo castello; ditegli che vi siete allontanato nel momento in cui cadeva nelle nostre mani30. DUCA DI LORENA
Prendo congedo. Riporterò fedelmente le vostre parole e darò il vostro gradito saluto al mio re. Esce
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
KING OF SCOTLAND (to Douglas)
Now, Douglas, to our former task again For the division of this certain spoil.
40
DOUGLAS
My liege, I crave the lady, and no more. KING OF SCOTLAND
Nay, soft ye, sir; first I must make my choice,26 And first I do bespeak her for myself. DOUGLAS
Why then, my liege, let me enjoy her jewels.
45
KING OF SCOTLAND
Those are her own, still liable to her; And who inherits her hath those with all. Enter a Scottish messenger in haste MESSENGER
My liege, as we were pricking on the hills To fetch in booty, marching hitherward We might descry a mighty host of men. The sun, reflecting on the armour, showed A field of plate; a wood of picks advanced. Bethink your highness speedily herein: An easy march within four hours will bring The hindmost rank unto this place, my liege.
50
55
KING OF SCOTLAND
Dislodge! Dislodge! It is the King of England! DOUGLAS [to the Messenger]
Jemmy, my man, saddle my bonny black. KING OF SCOTLAND
Mean’st thou to fight, Douglas? We are too weak. DOUGLAS
I know it well, my liege, and therefore fly.27 COUNTESS OF SALISBURY (coming forward above) My lords of Scotland, will ye stay and drink?
60
43. Ye: in Q1 (indispensabile anche per la regolarità prosodica del verso); manca in Q1. 59. Fly: in Q1; in Q2 flee (stesso significato). 1158
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
RE DI SCOZIA (a Douglas)
Ora, Douglas, riprendiamo il filo: stabiliamo come dividerci questo appetitoso bottino. DOUGLAS
Sire, non desidero nient’altro che la dama. RE DI SCOZIA
Calma, signore! A me spetta la prima scelta e la dama la prendo io. DOUGLAS
Ebbene, sire, lasciate allora che io abbia i suoi gioielli. RE DI SCOZIA
I gioielli sono suoi, legati alla sua persona. Chi prende lei prende anche i gioielli. Entra, di corsa, un messaggero scozzese MESSAGGERO
Sire, mentre cavalcavamo sulle colline per far bottino, abbiamo avvistato un possente stuolo d’uomini che marciava in questa direzione. Il sole, riflettendosi sulle armature, mostrava un campo d’acciaio e una foresta di lance che avanzava31. Vostra altezza consideri rapidamente la situazione: pur marciando a un ritmo lento, entro quattro ore anche l’ultima schiera sarà arrivata qui. RE DI SCOZIA
Ritiriamoci! Ritiriamoci! È il re d’Inghilterra. DOUGLAS [al messaggero] Amico mio32, sella subito il mio bel cavallo nero. RE DI SCOZIA
Hai intenzione di combattere, Douglas? Siamo troppo deboli. DOUGLAS
Lo so bene, mio sovrano: non voglio combattere; intendo fuggire. CONTESSA DI SALISBURY (facendosi innanzi, dall’alto)
Miei signori di Scozia, non volete fermarvi a bere?
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
KING OF SCOTLAND
She mocks us, Douglas. I cannot endure it. COUNTESS OF SALISBURY
Say, good my lord, which is he must have the lady, And which her jewels? I am sure, my lords, Ye will not hence till you have shared the spoils. KING OF SCOTLAND
She heard the messenger and heard our talk, And now that comfort makes her scorn at us.
65
Enter another [Scottish] messenger SECOND MESSENGER
Arm, my good lord! O we are all surprised! After the French ambassador, my liege, And tell him that you dare not ride to York. [COUNTESS OF SALISBURY (to the King of Scotland)] Excuse it that your bonny horse is lame.28 KING OF SCOTLAND [aside] She heard that too! Intolerable grief!29 (To the Countess) Woman, farewell, although I do not stay —
70
COUNTESS OF SALISBURY
’Tis not for fear, and yet you run away. [Exeunt Scots] O happy comfort, welcome to our house! The confident and boist’rous boasting Scot, That swore before my walls they would not back For all the armèd power of this land, With faceless fear that ever turns his back, Turned hence against the blasting north-east wind Upon the bare report and name of arms!30
75
80
70. In Q1-2 il v. è attribuito al SECOND MESSENGER. Melchiori (1998) e Sams attribuiscono (a ragion veduta) alla Contessa di Salisbury non solo il v. 70, ma i tre vv. 68-70. 71. She: emend. moderno; in Q1-2 He (pronome maschile). 80. Name: in Q1; in Q2 names (plurale). 1160
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
RE DI SCOZIA
Si prende gioco di noi, Douglas. Non lo sopporto. CONTESSA DI SALISBURY
Ditemi, mio buon signore: chi di voi due avrà la dama e chi i gioielli? Son sicura, miei signori, che non vorrete abbandonare il campo prima di aver diviso il bottino. RE DI SCOZIA
Ha sentito il messaggero e ha ascoltato la nostra conversazione. Le notizie confortanti la rendono sprezzante nei nostri confronti. Entra un secondo messaggero [scozzese] SECONDO MESSAGGERO
Armatevi, mio buon signore! Siamo colti di sorpresa! Correte dietro all’ambasciatore francese, mio sovrano, e ditegli che non osate cavalcare sino a York33. [CONTESSA DI SALISBURY (al re di Scozia)] Adducete come pretesto che il vostro bel cavallo si è azzoppato. RE DI SCOZIA [a parte] Ha sentito anche questo! Dannazione! (Alla contessa) Addio, signora. Anche se non resto qui… CONTESSA DI SALISBURY
… non è per paura34. Però scappate lo stesso. [Escono gli scozzesi] O felice conforto, benvenuto nella nostra casa! Quegli scozzesi fanfaroni, vanagloriosi e arroganti, che sotto le mie mura avevano giurato di non indietreggiare neanche davanti all’esercito più potente di questa terra, assaliti da quella paura senza volto che sempre fa volgere le spalle, al solo sentir nominare le armi, son fuggiti da qui per affrontare l’impetuoso vento del nord-est.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
Enter Sir William de Montague with soldiers O summer’s day! See where my cousin comes!31 MONTAGUE
How fares my aunt? We are not Scots — Why do you shut your gates against your friends? COUNTESS OF SALISBURY
Well may I give a welcome, coz, to thee, For thou com’st well to chase my foes from hence.
85
MONTAGUE
The King himself is come in person hither. Dear aunt, descend, and gratulate his highness. COUNTESS OF SALISBURY
How may I entertain his majesty To show my duty and his dignity?
Exit from above
Enter King Edward, the Earl of Warwick and the Comte d’Artois, with others, [including Lodowick] KING EDWARD
What, are the stealing foxes fled and gone Before we could uncouple at their heels?
90
EARL OF WARWICK
They are, my liege, but with a cheerful cry Hot hounds and hardy chase them at the heels. Enter the Countess of Salisbury below KING EDWARD
This is the Countess, Warwick, is it not? EARL OF WARWICK
Even she, my liege, whose beauty tyrants’ fear —32 As a May blossom with pernicious winds —33 Hath sullied, withered, overcast and done.
95
KING EDWARD
Hath she been fairer, Warwick, than she is? 81. Le edizioni moderne attribuiscono correttamente il v. alla COUNTESS OF SALISBURY; Q1-2 lo considerano come il primo verso della battuta di MONTAGUE. 95. My: aggiunto in Q2; manca in Q1. 96. With: in Q1; in Q2 erroneamente emendato in which. 1162
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
Entra Sir William de Montague con i soldati O giorno d’estate!35 Ecco mio nipote!36 MONTAGUE
Come sta mia zia?37 Non siamo mica scozzesi… Perché chiudete le porte ai vostri amici? CONTESSA DI SALISBURY
Posso ben darvi il mio benvenuto, nipote, poiché giungete al momento opportuno per scacciare da qui i nostri nemici. MONTAGUE
Sta arrivando il re in persona. Cara zia, scendete a salutare38 sua altezza. CONTESSA DI SALISBURY
Come posso accoglier sua maestà, e rendere omaggio alla sua nobiltà? [Esce dall’alto] Entrano re Edoardo, il conte di Warwick, il conte di Artois e altri [incluso Lodowick] RE EDOAR DO
Come, le volpi furtive son fuggite prima che potessimo sguinzagliare la nostra muta? CONTE DI WARWICK
Sì, mio signore, ma, con gioiosi latrati, segugi accesi e tenaci stanno già per dar loro la caccia. Entra la contessa di Salisbury dal basso RE EDOAR DO
È la contessa, non è vero?39 CONTE DI WARWICK
Proprio lei, mio sovrano. La sua bellezza, come un fiore di maggio da venti perniciosi40, è stata deturpata, macchiata, appannata dalla paura dei tiranni. RE EDOAR DO
Era ancora più bella di quanto non sia adesso?
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
EARL OF WARWICK
My gracious King, fair is she not at all If that her self were by to stain herself As I have seen her when she was her self. KING EDWARD [aside] What strange enchantment lurked in those her eyes,34 When they excelled this excellence they have, That now her dim decline hath power to draw My subject eyes from piercing majesty To gaze on her with doting admiration? COUNTESS OF SALISBURY (kneeling before King Edward) In duty, lower than the ground I kneel, And fore my dull knees bow my feeling heart, To witness my obedience to your highness With many millions of a subject’s thanks For this your royal presence, whose approach Hath driven war and danger from my gate.
100
105
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KING EDWARD
Lady, stand up. I come to bring thee peace, However thereby I have purchased war. COUNTESS OF SALISBURY (rising) No war to you, my liege. The Scots are gone And gallop home toward Scotland with their hate. KING EDWARD (aside) Lest yielding here I pine in shameful love — (Aloud) Come, we’ll pursue the Scots. Artois, away!
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COUNTESS OF SALISBURY
A little while, my gracious sovereign, stay, And let the power of a mighty king Honour our roof. My husband, in the wars, When he shall hear it, will triumph for joy. Then, dear my liege, now niggard not thy state; Being at the wall, enter our homely gate.
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102. Lurked: in Q2 (lurkt), che corregge lurke in Q1. 1164
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
CONTE DI WARWICK
Mio grazioso sovrano, ora non sarebbe affatto bella se accanto a lei ci fosse, per farla sfigurare, lei stessa così com’era quando era davvero sé stessa. RE EDOAR DO [a parte]
Quale strana malìa si celava in quegli occhi quando splendevano più splendenti del loro attuale splendore41 se, ora che sono offuscati, hanno il regale potere di indurre i miei occhi a lei sottomessi42 a guardarla con carezzevole ammirazione? CONTESSA DI SALISBURY (inginocchiandosi davanti a re Edoardo) Com’è mio dovere, mi inginocchio al di sotto della terra e, più delle mie inerti ginocchia, piego il mio cuore sensibile a testimoniare la mia obbedienza a vostra altezza, con molti milioni di ringraziamenti da parte di una suddita per la vostra regale presenza che ha allontanato una spaventevole guerra dalle mie porte43. RE EDOAR DO
Signora, alzatevi. Vengo a portarvi pace anche se, così facendo, porto guerra dentro di me44. CONTESSA DI SALISBURY (alzandosi) Nessuna guerra contro di voi, mio sovrano: gli scozzesi son fuggiti e galoppano verso la Scozia con il loro odio45. RE EDOAR DO (a parte) Non devo qui espormi agli spasimi d’amore, abbandonandomi a un’illecita passione … (Ad alta voce) Orsù, Artois! Andiamo all’inseguimento degli scozzesi! CONTESSA DI SALISBURY
Mio grazioso sovrano, restate ancora un po’. Che la vostra maestà onori il nostro tetto. Quando mio marito, che è in guerra, verrà a saperlo, trionferà di gioia46. Perciò, mio caro sovrano, la vostra regalità non lesinate47: dacché siete innanzi alle mura, nella nostra umile porta entrar vogliate48.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
KING EDWARD
Pardon me, Countess, I will come no near: I dreamed tonight of treason, and I fear.
125
COUNTESS OF SALISBURY
Far from this place let ugly treason lie. KING EDWARD (aside) No farther off than her conspiring eye, Which shoots infected poison in my heart Beyond repulse of wit or cure of art. Now in the sun alone it doth not lie With light to take light from a mortal eye; For here two day-stars that mine eyes would see35 More than the sun steals mine own light from me. Contemplative desire, desire to be In contemplation that may master thee. (Aloud) Warwick, Artois, to horse and let’s away!
130
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COUNTESS OF SALISBURY
What might I speak to make my sovereign stay? KING EDWARD (aside)
What needs a tongue to such a speaking eye That more persuades than winning oratory?
140
COUNTESS OF SALISBURY
Let not thy presence, like the April sun, Flatter our earth and suddenly be done. More happy do not make our outward wall Than thou wilt grace our inner house withal.36 Our house, my liege, is like a country swain, Whose habit rude, and manners blunt and plain, Presageth naught, yet inly beautified With bounty’s riches and fair hidden pride. For where the golden ore doth buried lie, The ground, undecked with nature’s tapestry, Seems barren, sere, unfertile, fruitless, dry; And where the upper turf of earth doth boast
145
150
133. Two day-stars: in Q2 (two day starres); in Q1 to day stars. 144. Inner: in Q1; in Q2: inward. 1166
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
RE EDOAR DO
Perdonatemi, contessa. Non mi avvicinerò. Stanotte ho sognato tradimenti: entrare non potrò. CONTESSA DI SALISBURY
Lontano da questa porta il tradimento mendace. RE EDOAR DO (a parte) Non più lontano del suo occhio rapace che scaglia veleno infetto nel mio cuore, accecato da violenta tempesta d’amore. Non è solo il sole a privare di luce l’occhio mortale, abbagliato dalla sua face49: qui due stelle mattutine i miei occhi offuscano, e, più del sole, della luce li privano. O, puro desiderio contemplativo, librati nel mondo della contemplazione e spogliati da ogni pensiero immondo50. (ad alta voce). Orsù, Artois, bisogna andare. CONTESSA DI SALISBURY
Cosa posso dire a voi per farvi restare? RE EDOAR DO (a parte)
Che bisogno ha di lingua un occhio così eloquente che persuade più d’ogni parola convincente? CONTESSA DI SALISBURY
Che la vostra presenza, qual sol d’Aprile, non blandisca la terra per poi sparire. Che il muro esterno non sia più gioioso di quanto sarebbe, col vostro ingresso, lo spazio interiore. La nostra dimora, sire, è un contadinetto dai modi rustici, dal fare schietto: nulla ostenta, eppure è abbellita da ricchezza e bellezza non esibita. Là dove giace sepolto d’oro il minerale, la terra, orba del suo arazzo naturale, par nuda, arida, brulla e letale. Là dove le zolle crescon festanti
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
His pride, perfumes and parti-coloured cost,37 Delve there and find this issue and their pride To spring from ordure and corruptious stied. But, to make up my all-too-long compare, These ragged walls no testimony are38 What is within, but like a cloak doth hide From weather’s waste the under garnished pride.39 More gracious than my terms can, let thee be: Entreat thyself to stay a while with me.
155
160
KING EDWARD
As wise as fair — what fond fit can be heard When wisdom keeps the gate as beauty’s guard? Countess, albeit my business urgeth me It shall attend while I attend on thee. Come on, my lords, here will I host tonight.
165
Exeunt [all but Lodowick] LODOWICK
I might perceive his eye in her eye lost, His ear to drink her sweet tongue’s utterance, And changing passion, like inconstant clouds That rack upon the carriage of the winds,40 Increase and die in his disturbèd cheeks. Lo, when she blushed, even then did he look pale, As if her cheeks by some enchanted power Attracted had the cherry blood from his.41 Anon, with reverent fear when she grew pale, His cheeks put on their scarlet ornaments,42 But no more like her oriental red43
170
175
153. His pride, perfumes and parti-coloured cost: in Q1 (senza virgola); in Q2 His pride presumes = “Il suo orgoglio presume” (ma la costruzione non regge sintatticamente). 157. Testimony: in Q2, che corregge testomie in Q1. 159. Waste: emend. moderno; in Q1-2 West = “Occidente”. 170. Rack: in Q1; in Q2 rackt (passato). 174. Cherry: in Q1; in Q2 cheerie = “allegro”. 176. Cheeks: emend. moderno; in Q1-2 cheeke (singolare). 177. Oriental: in Q2, che corregge oryent all in Q1. 1168
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
con mille colori ed essenze fragranti, provate a scavare: colà troverete letame, sozzura ed ogni bruttura51. Il mio lungo paragone per finire, da queste mura esterne non si può capire ciò che dentro vi si può trovare, come un umile mantello che cela vesti preziose per ripararle da piogge fosche e tempestose. Siate allor più grazioso del mio parlare: vogliate, o mio sovrano, meco restare52. RE EDOAR DO
Saggia quanto bella. Come obbedire a uno sciocco impulso, quando le porte della bellezza son custodite da tanta saggezza?53 Contessa, anche se i miei affari incalzano, in modo da rinviarli farò finché con voi sarò. Venite, signori, io qui stanotte alloggerò. Escono [tutti tranne Lodowick] LODOWICK
54
Ho visto l’occhio di lui perdersi nell’occhio di lei, il suo orecchio bere i dolci accenti della lingua di lei 55 e la cangiante passione, qual nube incostante, mutevole come il mutar del vento, crescere e morire sulle sue guance turbate. Ecco, quando lei arrossiva, lui impallidiva, come se le gote di lei, per qualche magico potere, avessero sottratto rosso sangue da quelle di lui; subito dopo, quando lei impallidiva per timore reverenziale, le gote di lui si rivestivano di ornamenti scarlatti, ancorché più lontani dall’orientale rossore di
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
Than brick to coral or live things to dead. Why did he then thus counterfeit her looks? If she did blush, ’twas tender modest shame Being in the sacred presence of a king.44 If he did blush, ’twas rude immodest shame To vail his eyes amiss, being a king.45 If she looked pale, ’twas seely woman’s fear To bear herself in presence of a king. If he looked pale, it was with guilty fear To dote amiss, being a mighty king. Then, Scottish wars, farewell. I fear ’twill prove A ling’ring English siege of peevish love.
180
185
Enter King Edward Here comes his highness, walking all alone.
190
[Lodowick withdraws] KING EDWARD (aside)
She is grown more fairer far since I came hither,46 Her voice more silver every word than other, Her wit more fluent. What a strange discourse Unfolded she of David and his Scots: ‘Even thus’, quoth she, ‘he spake,’ and then spoke broad, With epithets and accents of the Scot, But somewhat better than the Scot could speak. ‘And thus,’ quoth she, and answered then herself, For who could speak like her? But she herself Breathes from the wall an angel’s note from heaven Of sweet defiance to her barbarous foes. When she would talk of peace, methinks her tongue Commanded war to prison; when of war, It wakened Caesar from his Roman grave To hear war beautified by her discourse; Wisdom is foolishness but in her tongue,
196
201
205
181. Presence: in Q2, che corregge present (= “presente”) in Q1. 183. Vail: emend. moderno; in Q1-2 waile = “lamentare”. 191. Hither: in Q2, che corregge thither (= “là”) in Q1. 1170
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
lei di quanto il mattone non sia lontano dal corallo o una cosa viva da una morta. Perché, dunque, lui imitava le sembianze di lei? Se lei arrossiva, era tenera, modesta verecondia, per la sacra presenza di un re. Se arrossiva lui, era rossa, impudica lussuria: un abbassare gli occhi in maniera impropria e inadatta a un re. Se lei impallidiva era semplice timore femminile, per il suo contegno in presenza di un re. Se impallidiva lui, era colpevole timore, per la sua passione riprovevole, essendo un re. Addio, dunque, guerre scozzesi: temo che assisteremo a un lungo assedio d’amor capriccioso56. Entra re Edoardo Ma ecco che giunge sua altezza, in perfetta solitudine. [Lodowick si ritira] RE EDOAR DO (a parte)
È divenuta ancor più bella dacché sono arrivato, la sua voce a ogni parola s’è fatta più argentina e la sua arguzia sempre più pronta57. Che discorso brioso ha pronunciato, su re Davide e gli scozzesi: “Parlava proprio così”, diceva, e allora usava un linguaggio sboccato, con epiteti e accenti scozzesi, ma in qualche modo migliore dell’originale. “E poi così”, aggiungeva, rispondendo però a modo suo, poiché chi potrebbe parlare come lei? Solo lei dall’alto delle mura fa vibrare dal cielo una nota d’angelo, qual dolce sfida ai suoi barbari nemici. Quando parlava di pace, mi pareva che la sua lingua condannasse la guerra alla prigione; quando parlava di guerra, le sue parole risvegliavano dalla tomba Cesare, che rimaneva incantato ad ascoltare le virtù della guerra. La saggezza è stupidità se
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
Beauty a slander but in her fair face, There is no summer but in her cheerful looks, Nor frosty winter but in her disdain. I cannot blame the Scots that did besiege her, For she is all the treasure of our land, But call them cowards that they ran away, Having so rich and fair a cause to stay. (Aloud) Art thou there, Lod’wick?
210
[Lodowick comes forward] Give me ink and paper. LODOWICK I will, my liege.
215
KING EDWARD
And bid the lords hold on their play at chess, For we will walk and meditate alone. LODOWICK I will, my sovereign.
Exit
KING EDWARD
This fellow is well read in poetry,47 And hath a lusty and persuasive spirit. I will acquaint him with my passion, Which he shall shadow with a veil of lawn, Through which the queen of beauty’s queen shall see Herself the ground of my infirmity.
220
Enter Lodowick, with pen, ink and paper Hast thou pen, ink and paper ready, Lod’wick? LODOWICK Ready, my liege.
225
KING EDWARD
Then in the summer arbour sit by me; Make it our council house or cabinet:48 Since green our thoughts, green be the conventicle Where we will ease us by disburd’ning them.
230
[They sit. Lodowick prepares to write] Now, Lod’wick, invocate some golden muse To bring thee hither an enchanted pen 219. Well: in Q1; manca in Q2. 228. Council: emend. moderno; in Q1-2 counsel. 1172
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non sulla sua lingua; la bellezza è calunnia se non sul suo bel viso; non v’è estate se non nel suo sguardo allegro, né gelido inverno se non nel suo disprezzo. Non posso biasimare gli scozzesi per il loro assedio58, poiché lei è il solo tesoro della nostra terra; anzi, li chiamo codardi per la loro fuga, dacché avevano ricche e belle ragioni per restare. (Ad alta voce) Sei qui Lodowick? [Lodowick riappare] Dammi carta e inchiostro. LODOWICK
Subito, mio sire. RE EDOAR DO
E ordina ai lord di continuare a giocare a scacchi, poiché intendiamo passeggiare e meditare in solitudine. LODOWICK
Subito, mio sovrano. Esce RE EDOAR DO
Costui è un esperto di poesia ed è dotato di uno spirito vivace e persuasivo. Gli rivelerò la mia passione e lui saprà adombrarla con un velo di seta, attraverso cui la regina della regina della bellezza potrà intravedere la sorgente della mia malattia59. Entra Lodowick con carta, penna e inchiostro Lodowick, hai pronti carta, penna e inchiostro? LODOWICK
Sì, mio sire. RE EDOAR DO
Allora vieni a sederti con me sotto il pergolato, ne faremo il nostro studio e la nostra camera di consiglio. Poiché verdi sono i nostri pensieri, verde sia il ritrovo ove ci libereremo dei nostri affanni. [Si siedono. Lodowick si prepara a scrivere] Ora, Lodowick, invoca un’aurea Musa affinché ti porti una penna
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That may for sighs set down true sighs indeed, Talking of grief, to make thee ready groan, And when thou write’st of tears, encouch the word Before and after with such sweet laments That it may raise drops in a Tartar’s eye, And make a flint-heart Scythian pitiful — For so much moving hath a poet’s pen. Then, if thou be a poet, move thou so And be enrichèd by thy sovereign’s love.49 For if the touch of sweet concordant strings Could force attendance in the ears of hell, How much more shall the strains of poets’ wit50 Beguile and ravish soft and human minds?51
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LODOWICK
To whom, my lord, shall I direct my style? KING EDWARD
To one that stains the fair and sots the wise, Whose body is an abstract or a brief, Contains each general virtue in the world. ‘Better than beautiful’, thou must begin, Devise for fair a fairer word than ‘fair’, And every ornament that thou wouldst praise, Fly it a pitch above the soar of praise. For flattery fear thou not to be convicted, For were thy admiration ten times more, Ten times ten thousand more the worth exceeds52 Of that thou art to praise thy praise’s worth.53 Begin; I will to contemplate the while. Forget not to set down how passionate, How heart-sick and how full of languishment Her beauty makes me.
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241. Sovereign’s: in Q2; in Q1 soueraigne = “amore sovrano”. 244. Strains: in Q1; in Q2 straine (singolare). 245. Beguile: in Q2; in Q1 Beguild (passato). 256. The: in Q2, che corregge thy (= “tuo”) in Q1. 257. Thy: emend. moderno; in Q1-2 their = “loro”. 1174
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incantata, capace di trasformare i sospiri di carta in veri sospiri, la parola ‘dolore’ in gemito acuto, le lacrime immaginarie in dolci lamenti amorosi, tali da instillare il pianto nell’occhio d’un tartaro e da commuovere lo scita dal cuore di pietra: sì grande è il potere che la poesia esercita sui cuori60. Dunque, se sei poeta, suscita commozione e sarai arricchito dall’amore del tuo sovrano. Poiché, se il tocco di dolci corde armoniose seppe trovar ascolto in orecchie infernali61, quanto più le melodie dell’ispirazione poetica sapranno rapire e commuovere i teneri animi umani? LODOWICK
A chi, mio signore, devo rivolgere i miei versi? RE EDOAR DO
A una persona che fa vergognare le belle e sembrar stolti i saggi, il cui corpo è una summa e un compendio di tutte le virtù di questo mondo. Devi cominciare con “Molto più che bella”; per bella devi trovare una parola più bella di bella, e ogni ornamento che intendi lodare fallo volare un tono più in alto dell’elogio più elevato. Non temere di esser giudicato adulatore, poiché, anche se la tua ammirazione fosse dieci volte maggiore, il valore della persona che devi lodare supera di dieci volte diecimila il valore della tua lode. Dunque, comincia; io, nel frattempo, rimarrò in contemplazione. Non dimenticare di quanto appassionato, accorato e languido mi renda la sua bellezza.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
LODOWICK
Write I to a woman?54
KING EDWARD
What beauty else could triumph over me,55 Or who but women do our love-lays greet? What think’st thou I did bid thee praise? A horse? LODOWICK
Of what condition or estate she is ’Twere requisite that I should know, my lord.
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KING EDWARD
Of such estate that hers is as a throne, And my estate the footstool where she treads. Then mayst thou judge what her condition is By the proportion of her mightiness. Write on, while I peruse her in my thoughts. [ ]56 Her voice to music or the nightingale. To music every summer-leaping swain Compares his sunburnt lover when she speaks, And why should I speak of the nightingale? The nightingale sings of adulterate wrong And that compare is too satirical, For sin, though sin, would not be so esteemed, But rather virtue sin, sin virtue deemed. Her hair far softer than the silkworm’s twist, Like to a flattering glass doth make more fair57 The yellow amber — ‘like a flattering glass’ Comes in too soon: for writing of her eyes I’ll say that like a glass they catch the sun, And thence the hot reflection doth rebound Against my breast and burns my heart within.
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280
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261. Write: in Q2, che corregge writ (passato) in Q1. 261. To a woman: in Q1; in Q2 to woman. 262. Over: in Q2, che corregge on in Q1. 272. Sia in Q1 che in Q2 manca almeno un verso. Nel verso mancante doveva esserci un verbo come compare (= “paragona”) o un verbo affine. 282. To: in Q1; in Q2 as = “come” (ridondante dopo Like). 1176
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LODOWICK
Devo scrivere a una donna?62 RE EDOAR DO
Quale altra bellezza potrebbe irretirmi? A chi, se non alle donne, rivolgiamo i nostri amorosi versi? O forse credi che t’abbia chiesto d’elogiare un cavallo?63 LODOWICK
Dovrei sapere, mio sovrano, a quale condizione o rango appartiene64. RE EDOAR DO
A un rango tale che il suo è un trono, il mio lo sgabello su cui lei poggia il piede65. Puoi dunque giudicare il suo rango in proporzione al suo potere su di me. Continua pure a scrivere, mentre io volgo a lei i miei pensieri. [… Paragona]66 la sua voce a una melodia musicale o al canto dell’usignolo. Però, ogni ragazzo di campagna, nel corteggiar la sua amata bruciata dal sole67, la paragona alla musica; perché mai, poi, ho menzionato l’usignolo? L’usignolo canta i torti dell’adulterio68; dunque, il paragone suonerebbe inopportuno69 perché il peccato, quantunque sia peccato, non vuol essere giudicato tale, ma anzi essere accostato alla virtù (facendo della virtù peccato). I suoi capelli, più soffici del filo del baco da seta, qual specchio adulatore, rendono ancor più bella l’ambra dorata… “Qual specchio”, però, giunge troppo presto, perché, poi, descrivendo i suoi occhi, dirò che come uno specchio catturano il sole e di lì il caldo riflesso rimbalza nel mio petto, bruciando il mio cuore70.
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Ah, what a world of descant makes my soul Upon this voluntary ground of love! Come, Lod’wick: hast thou turned thy ink to gold? If not, write but in letters capital My mistress’ name, and it will gild thy paper. Read, Lod’wick, read! Fill thou the empty hollows of mine ears With the sweet hearing of thy poetry!
291
295
LODOWICK
I have not to a period brought her praise. KING EDWARD
Her praise is as my love — both infinite, Which apprehend such violent extremes That they disdain an ending period. Her beauty hath no match but my affection; Hers more than most, mine most, and more than more; Hers more to praise than tell the sea by drops — Nay more! — than drop the massy earth by sands, And sand by sand print them in memory.58 Then wherefore talk’st thou of a period To that which craves unended admiration? Read. Let us hear. LODOWICK (reading) ‘More fair and chaste than is the queen of shades’ — KING EDWARD (staying him) That line hath two faults, gross and palpable.59 Compar’st thou her to the pale queen of night, Who, being set in dark, seems therefore light? What is she when the sun lifts up his head But like a fading taper, dim and dead? My love shall brave the eye of heaven at noon, And, being unmasked, outshine the golden sun!
300
305
310
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304. Sand by sand: emend. moderno; in Q1-2 said, by said. 309. Line: in Q2, che corregge loue (= “amore”) in Q1. 1178
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Ah, che intreccio di melodie compone la mia anima su questo amoroso pentagramma! Su, Lodowick, hai trasformato il tuo inchiostro in oro?71 Se no, basta che tu scriva in lettere maiuscole il nome della mia signora, e la carta si trasformerà in oro. Leggi, Lodowick, leggi! Riempi le vuote cavità delle mie orecchie coi soavi suoni della tua poesia! LODOWICK
Non ho ancora portato il suo elogio a un punto fermo. RE EDOAR DO
Il suo elogio è come il mio amore: l’uno e l’altro infiniti; raggiungono estremi così violenti da sdegnare un punto fermo. La sua bellezza non ha eguali se non il mio amore; la sua è maggiore della massima, il mio è massimo e maggiore del massimo; la sua va lodata più di quanto sia possibile lodare le gocce del mare; anzi, più di quanto sia possibile contare la sabbia del globo terrestre e, granello per granello, stamparli nella memoria. Perché, dunque, mi parli di un punto fermo per ciò che, invece, richiede ammirazione infinita?72 Leggi: sono tutt’orecchi73. LODOWICK (legge) “Più bella e casta della regina delle ombre…”74 RE EDOAR DO (lo interrompe) Questo verso contiene due errori, chiari e grossolani: perché paragoni la mia dama alla pallida regina della notte, che appare luminosa solo perché è avvolta nell’oscurità, mentre, quando il sole alza la testa, si mostra come candela fioca e smorta? Il mio amore, invece, l’occhio del cielo nel meriggio sfiderà e, tolto il velo, più splendido del sole splenderà!75
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
LODOWICK
What is the other fault, my sovereign lord? KING EDWARD
Read o’er the line again. LODOWICK (reading)
‘More fair and chaste’ —
KING EDWARD (staying him)
I did not bid thee talk of chastity, To ransack so the treasure of her mind,60 For I had rather have her chased than chaste! Out with the moon line! I will none of it. And let me have her likened to the sun — Say she hath thrice more splendour than the sun, That her perfections emulates the sun, That she breeds sweets as plenteous as the sun, That she doth thaw cold winter like the sun, That she doth cheer fresh summer like the sun, That she doth dazzle gazers like the sun, And in this application to the sun Bid her be free and general as the sun, Who smiles upon the basest weed that grows As lovingly as on the fragrant rose. Let’s see what follows that same moonlight line. LODOWICK (reading) ‘More fair and chaste than is the queen of shades,61 More bold in constancy’ — KING EDWARD (staying him) In constancy than who? LODOWICK (reading) ‘… than Judith was.’
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KING EDWARD
O monstrous line! Put in the next a sword And I shall woo her to cut off my head! Blot, blot, good Lod’wick. Let us hear the next. LODOWICK There’s all that yet is done.
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319. Treasure: emend. moderno; in Q1-2 treason = “tradimento”. 334. Queen: emend. moderno; in Q1-2 louer = “amante”. 1180
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LODOWICK
Qual è l’altro errore, o mio sovrano? RE EDOAR DO
Rileggi tutto il verso. LODOWICK (legge)
“Più bella e casta…” RE EDOAR DO (lo interrompe)
Non t’ho chiesto di parlar di castità, né di por nel sacco i tesori del suo animo: preferirei darle la caccia che vederla casta76. Cancella il verso sulla luna: non mi piace. Piuttosto, paragonala al sole: dì che brilla tre volte più del sole, che le sue virtù emulano il sole, che genera dolcezze come il sole, che scioglie il freddo inverno come il sole, che rallegra la fresca estate come il sole, che abbaglia chi la guarda come il sole, e, sempre in relazione al sole, chiedile di essere prodiga e generosa come il sole, che sorride sulla fetida erbaccia con pari amore che sulla rosa aulente77. Sentiamo cosa vien dopo il verso sulla luna. LODOWICK (legge) “Più bella e casta della regina delle ombre, più audace nella costanza…” RE EDOAR DO (lo interrompe) Più audace nella costanza? Più audace di chi? LODOWICK (legge) “di Giuditta”78. RE EDOAR DO
O verso mostruoso! Nel prossimo mettici una spada, così penserà che la invito a tagliarmi la testa! Cancella, cancella, buon Lodowick. Sentiamo il prossimo. LODOWICK
È tutto ciò che ho scritto.
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KING EDWARD
I thank thee then. Thou hast done little ill, But what is done is passing passing ill. No, let the captain talk of boist’rous war, The prisoner of emurèd dark constraint; The sick man best sets down the pangs of death, The man that starves the sweetness of a feast, The frozen soul the benefit of fire, And every grief his happy opposite. Love cannot sound well but in lovers’ tongues. Give me the pen and paper. I will write.
345
350
Lodowick gives him the pen and paper. Enter the Countess of Salisbury (Aside) But soft — here comes the treasurer of my spirit.62 (Aloud to Lodowick, showing him the paper in his hand) Lod’wick, thou know’st not how to draw a battle! These wings, these flankers and these squadrons Argue in thee defective discipline. Thou shouldst have placed this here, this other here — COUNTESS OF SALISBURY
Pardon my boldness, my thrice-gracious lords. Let my intrusion here be called my duty That comes to see my sovereign how he fares. KING EDWARD (to Lodowick, giving him the paper) Go, draw the same, I tell thee in what form. LODOWICK I go.
356
Exit
COUNTESS OF SALISBURY
Sorry I am to see my liege so sad. What may thy subject do to drive from thee63 Thy gloomy consort, sullen melancholy?
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351. Treasurer: in Q1; in Q2 treasure = “tesoro”. 362. Thy: in Q1; in Q2 this = “questo/a”. 1182
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
RE EDOAR DO
Ti ringrazio, allora. Hai scritto poco e male. No, che il capitano parli di guerre turbolente, il prigioniero di oscure prigioni murate; chi è ammalato sa meglio descrivere gli spasimi della morte, chi è affamato le dolcezze di un banchetto, chi è infreddolito i piaceri del fuoco e ogni animo addolorato sa dire quanto sia felice la condizione opposta79: l’amore non suona bene se non sulla lingua degli innamorati80. Dammi carta e penna. Scriverò io. Lodowick gli dà carta e penna. Entra la contessa di Salisbury (A parte) Ma piano, ora: ecco che viene la tesoriera del mio spirito. (Ad alta voce a Lodowick, mostrandogli i fogli) Lodowick, tu non sai come disporre una battaglia! Queste ali, questi rinforzi laterali e questi squadroni mostrano che tu difetti di tattica militare. Avresti dovuto metter qui questo, quest’altro là…81 CONTESSA DI SALISBURY
Perdonate la mia audacia, miei signori tre volte graziosi. Considerate la mia intrusione come un segno di quel dovere che mi spinge a vedere come sta il mio sovrano. RE EDOAR DO (a Lodowick, restituendogli i fogli) Va’, riscrivi i tuoi versi nella forma che ti ho indicato. LODOWICK
Vado. Esce CONTESSA DI SALISBURY
Mi spiace vedere il mio sovrano così triste. Che cosa può fare la vostra suddita per scacciar la vostra triste sposa, la mesta malinconia?82
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
KING EDWARD
Ah, lady, I am blunt and cannot strew The flowers of solace in a ground of shame. Since I came hither, Countess, I am wronged.
365
COUNTESS OF SALISBURY
Now God forbid that any in my house Should think my sovereign wrong! Thrice-gentle King,64 Acquaint me with thy cause of discontent. KING EDWARD
How near, then, shall I be to remedy?
370
COUNTESS OF SALISBURY
As near, my liege, as all my woman’s power Can pawn itself to buy thy remedy. KING EDWARD
If thou speak’st true, then have I my redress. Engage thy power to redeem my joys, And I am joyful, Countess; else I die. COUNTESS OF SALISBURY I will, my liege. KING EDWARD Swear, Countess, that thou wilt. COUNTESS OF SALISBURY By heaven, I will.
375
KING EDWARD
Then take thyself a little way aside And tell thyself a king doth dote on thee. Say that within thy power it doth lie To make him happy, and that thou hast sworn65 To give him all the joy within thy power — Do this, and tell me when I shall be happy.
380
COUNTESS OF SALISBURY
All this is done, my thrice-dread sovereign. That power of love that I have power to give Thou hast, with all devout obedience. Employ me how thou wilt in proof thereof.
385
368-69: così in Q2; Q1 fa terminare la battuta della COUNTESS OF SALISBURY al v. precedente (368), attribuendo a KING EDWARD il verso 369 secondo la lezione: “theyr cause…”. 382. That: in Q1; manca in Q2. 1184
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RE EDOAR DO
Ahimè, signora! Sarò sincero: non so spargere i fiori del piacere in un terreno di vergogna. Dacché son giunto qui, contessa, mi si fa torto. CONTESSA DI SALISBURY
Dio non voglia che qualcuno in casa mia pensi di potere recar torto al mio sovrano. O re tre volte gentile, ditemi la causa del vostro dispiacere. RE EDOAR DO
Mi garantite, allora, che il rimedio sarà presto trovato? CONTESSA DI SALISBURY
Tanto presto sarà trovato quanto il mio potere di donna potrà impegnarsi83 a ottenerlo. RE EDOAR DO
Se parlate sinceramente, allora son già risarcito. Dedicate le vostre forze a riscattare le mie gioie ed io sarò felice, o contessa. Altrimenti ne morrò84. CONTESSA DI SALISBURY
Lo farò, mio signore. RE EDOAR DO
Giurate, contessa, che lo farete85. CONTESSA DI SALISBURY
Lo giuro sul cielo. RE EDOAR DO
Allora riflettete un po’ e dite a voi stessa che un re si è invaghito di voi. Sappiate che è in vostro potere farlo felice e che avete giurato di dargli tutta la gioia che è in vostro potere… Fate ciò, e ditemi quando potrò essere felice. CONTESSA DI SALISBURY
Tutto ciò è già fatto, mio tre volte temuto86 sovrano. Quel potere d’amore che è in mio potere di dare voi già lo possedete87 nella mia devota obbedienza. Mettetemi alla prova come meglio credete.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
KING EDWARD
Thou hear’st me say that I do dote on thee. COUNTESS OF SALISBURY
If on my beauty, take it if thou canst; Though little, I do prize it ten times less. If on my virtue, take it if thou canst; For virtue’s store, by giving, doth augment. Be it on what it will that I can give, And thou canst take away, inherit it.
390
395
KING EDWARD
It is thy beauty that I would enjoy. COUNTESS OF SALISBURY
O, were it painted I would wipe it off And dispossess myself to give it thee! But, sovereign, it is soldered to my life: Take one, and both, for, like an humble shadow, It haunts the sunshine of my summer’s life —
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KING EDWARD
But thou mayst lend it me to sport withal.66 COUNTESS OF SALISBURY
As easy may my intellectual soul Be lent away and yet my body live As lend my body, palace to my soul, Away from her and yet retain my soul. My body is her bower, her court, her abbey; And she an angel, pure, divine, unspotted. If I should lend her house, my lord, to thee,67 I kill my poor soul, and my poor soul me.
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KING EDWARD
Didst thou not swear to give me what I would? COUNTESS OF SALISBURY
I did, my liege, so what you would I could.
402. Lend: in Q2, che (anche sulla base delle occorrenze successive del verbo lend) corregge leue (= “lasciarmela”) in Q1. 409. Lend: in Q2, che corregge leaue (= “lasciare”) in Q1. 1186
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
RE EDOAR DO
Avete sentito che ho detto che sono invaghito di voi. CONTESSA DI SALISBURY
Se lo siete della mia bellezza, prendetela pure, se potete; benché modesta, io la valuto ancor meno. Se lo siete della mia virtù, prendetela pure, se potete, poiché il tesoro della virtù aumenta se viene condiviso. Se lo siete di qualsiasi altra cosa che io possa dare, e che voi possiate prendere, sia pure vostra. RE EDOAR DO
È della vostra bellezza che vorrei godere. CONTESSA DI SALISBURY
Oh, se fosse dipinta la cancellerei e me ne priverei per darla a voi! Ma, o sovrano, è saldata alla mia vita; prendete l’una, anzi entrambe, perché, come umile ombra, la bellezza è legata al sole dell’estate della mia vita88. RE EDOAR DO
Ma potete prestamela per farmi divertire. CONTESSA DI SALISBURY
Prestare il mio corpo, casa della mia anima89 e tenere per me l’anima, sarebbe come prestare la mia anima razionale e immaginare di poter mantenere in vita il mio corpo90. Il mio corpo è la sua sede, la sua corte, la sua abbazia, e la mia anima è un angelo puro, divino, immacolato. Se prestassi a voi, mio signore, la sua casa, ucciderei la mia povera anima e lei ucciderebbe me. RE EDOAR DO
Non avete giurato di darmi ciò che volevo? CONTESSA DI SALISBURY
Sì, mio sovrano, ho giurato di darvi ciò che era in mio potere di concedere.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
KING EDWARD
I wish no more of thee than thou mayst give, Nor beg I do not, but I rather buy — That is, thy love; and for that love of thine In rich exchange I tender to thee mine.
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COUNTESS OF SALISBURY
But that your lips were sacred, good my lord, You would profane the holy name of love. That love you offer me you cannot give, For Caesar owes that tribute to his queen. That love you beg of me I cannot give, For Sarah owes that duty to her lord. He that doth clip or counterfeit your stamp Shall die, my lord: and will your sacred self Commit high treason ’gainst the king of heaven To stamp his image in forbidden metal, Forgetting your allegiance and your oath? In violating marriage’ sacred law You break a greater honour than yourself: To be a king is of a younger house Than to be married. Your progenitor, Sole reigning Adam o’er the universe, By God was honoured for a married man, But not by him anointed for a king. It is a penalty to break your statutes, Though not enacted with your highness’ hand; How much more to infringe the holy act Made by the mouth of God, sealed with his hand! I know my sovereign — in my husband’s love, Who now doth loyal service in his wars — Doth but so try the wife of Salisbury, Whether she will hear a wanton’s tale or no.68 Lest being therein guilty by my stay, From that, not from my liege, I turn away.
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425
430
435
440
Exit
442. Whether: in Q2, che corregge Whither (= “dove”) in Q1. 1188
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
RE EDOAR DO
Non voglio da voi più di quanto potete darmi, né intendo chiedere, ma comprare… il vostro amore. E in ricco contraccambio del vostro amore vi offro l’amor mio. CONTESSA DI SALISBURY
Se le vostre labbra, o mio sovrano, non fossero sacre, profanereste il nome sacro dell’amore. Quell’amore che mi offrite non potete darmelo, perché quel tributo Cesare lo deve alla sua regina91. Quell’amore che mi chiedete non posso concedervelo, perché quell’onore Sara lo deve al suo sposo92. Chi lima o contraffà la vostra immagine sulle monete è condannato a morte, mio sovrano; vorrà dunque la vostra sacra persona93 commettere alto tradimento contro il Re dei Cieli, stampando la sua immagine in un metallo fasullo e dimenticando il suo giuramento di fedeltà?94 Nel violare la sacra legge del matrimonio infrangete un onore più alto di voi stesso: esser re è titolo più recente che esser sposo; il vostro progenitore, Adamo, unico padrone della terra, ebbe da Dio l’onore di diventare sposo, ma non quello essere unto come re. Se è un delitto infrangere le vostre leggi, anche quando non sono state emanate dalla vostra mano, allora è tanto più grave violar le sacre leggi pronunciate dalla bocca di Dio e sigillate dalla Sua mano! Io so che il mio sovrano – per amore di mio marito, che ora presta per lui leale servizio in guerra – vuol solo mettere alla prova la moglie di Salisbury, per vedere se dà ascolto a una proposta lasciva. Per evitare di mostrarmi colpevole indugiando, da quella proposta, non dal mio re, mi allontano95. Esce
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
KING EDWARD
Whether is her beauty by her words divine, Or are her words sweet chaplains to her beauty? Like as the wind doth beautify a sail And as a sail becomes the unseen wind, So do her words her beauties, beauty words. O, that I were a honey-gathering bee To bear the comb of virtue from this flower,69 And not a poison-sucking, envious spider To turn the juice I take to deadly venom!70 Religion is austere, and beauty gentle — Too strict a guardian for so fair a ward.71 O, that she were as is the air to me! Why, so she is: for when I would embrace her, This do I (embracing the air), and catch nothing but myself. I must enjoy her, for I cannot beat With reason and reproof fond love away.
445
450
455
460
Enter the Earl of Warwick (Aside) Here comes her father. I will work with him To bear my colours in this field of love. EARL OF WARWICK
How is it that my sovereign is so sad? May I, with pardon, know your highness’ grief? An that my old endeavour will remove it, It shall not cumber long your majesty.
465
KING EDWARD
A kind and voluntary gift thou proffer’st72 That I was forward to have begged of thee. But, O, thou world, great nurse of flattery, Why dost thou tip men’s tongues with golden words,
469
451. This: emend. moderno; in Q1-2 his = “suo”. 453. Juice: emend. moderno; in Q1-2 vice = “vizio”. 455. Ward: emend. moderno; in Q1-2 weed = “erbaccia”. 467. Proffer’st: in Q1 (proferest); in Q2 offerest = “offrite” (alcuni editori moderni accettano l’emendamento in offerest). 1190
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
RE EDOAR DO
È la sua bellezza a render divine le sue parole o le sue parole son dolci nunzi della sua bellezza? Come il vento abbellisce una vela e la vela adorna l’invisibile vento, così le sue parole la bellezza, la sua bellezza le parole. Oh, come vorrei essere un’ape che sugge il miele da questo fiore, per colmarne il favo della virtù, anziché un ragno invidioso che succhia il veleno, trasformandone il succo in mortale pozione!96 La religione è austera e la bellezza è gentile: tutore troppo severo per una sì bella educanda. Oh, s’ella fosse per me come l’aria! Anzi, lo è, perché quando voglio abbracciarla, tendendo le mani (abbraccia l’aria), non abbraccio che me stesso97. Devo averla, giacché non riesco a governare con le rimostranze della ragione un amore così appassionato98. Entra il conte di Warwick99 (A parte) Ecco venire suo padre. Cercherò di agire su di lui affinché porti i miei vessilli in questa guerra d’amore100. CONTE DI WARWICK
Come mai il mio sovrano è così triste?101 Posso, con vostra licenza, conoscere la cagione del vostro dolore? Se102, con la saggezza dei miei anni, riuscirò ad allontanarlo, esso mai più affliggerà vostra maestà. RE EDOAR DO
Mi porgete proprio quel dono spontaneo e gentile che mi accingevo a chiedervi. Ma tu, o terra, nutrice di adulazione, perché suggerisci parole dorate alle lingue degli uomini, mentre carichi le loro
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
And peise their deeds with weight of heavy lead That fair performance cannot follow promise? O, that a man might hold the heart’s close book And choke the lavish tongue when it doth utter The breath of falsehood not charàctered there!
475
EARL OF WARWICK
Far be it from the honour of my age That I should owe bright gold and render lead. Age is a cynic, not a flatterer. I say again that if I knew your grief,73 And that by me it may be lessenèd, My proper harm should buy your highness’ good.
480
KING EDWARD
These are the vulgar tenders of false men74 That never pay the duty of their words. Thou wilt not stick to swear what thou hast said, But when thou know’st my griefs condition This rash disgorgèd vomit of thy word Thou wilt eat up again, and leave me helpless.
485
EARL OF WARWICK
By heaven, I will not, though your majesty Did bid me run upon your sword and die! KING EDWARD
Say that my grief is no way medicinable But by the loss and bruising of thine honour?
490
EARL OF WARWICK
If nothing but that loss may vantage you I would account that loss my vantage too.75 KING EDWARD
Think’st that thou canst unswear thy oath again?76 EARL OF WARWICK
I cannot, nor I would not if I could.
495
479. If I: in Q2, che corregge I if (inversione sintattica) in Q1. 482-483: Q1-2 considerano i due versi continuazione della battuta di EARL OF WARWICK, facendo cominciare la battuta di KING EDWARD al v. 484. 493. Account: in Q2, che corregge accomplish (= “realizzare”) in Q1. 494. Unswear: emend. moderno; in Q1-2 answere = “rispondere”. 1192
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
azioni con pesi di piombo, cosicché le promesse non vengon poi mantenute? Oh, se l’uomo potesse aprire il libro del cuore, fermando la lingua avventata, quando dà fiato a parole mendaci non stampate nelle sue pagine! CONTE DI WARWICK
Lungi dall’onore dei miei anni prendere oro lucente per restituire piombo. La vecchiaia è cinica, non adulatrice. Vi dico di nuovo che se mi svelate il motivo del vostro dolore e se ho modo di sanarlo, son pronto a soffrire pur di acquistare il bene di vostra altezza. RE EDOAR DO
Ecco le volgari promesse di uomini falsi che mai saldano il debito delle proprie parole. Non oserete mantener fede a quanto avete detto: non appena conoscerete la causa del mio dolore, vi rimangerete il vomito rigurgitato della vostra parola avventata e mi lascerete inerme. CONTE DI WARWICK
Per il cielo, non lo farò, quandanche vostra maestà mi ingiungesse di lanciarmi sulla sua spada e morire. RE EDOAR DO
Immaginate che il mio dolore sia curabile solo con la ferita e la perdita del vostro onore. CONTE DI WARWICK
Se nient’altro se non quella perdita può recarvi vantaggio, considererei quella perdita vantaggiosa anche per me. RE EDOAR DO
Ritenete di poter ritrattare il vostro giuramento? CONTE DI WARWICK
Non posso, né lo farei se potessi.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
KING EDWARD
But if thou dost, what shall I say to thee? EARL OF WARWICK
What may be said to any perjured villain That breaks the sacred warrant of an oath.77 KING EDWARD
What wilt thou say to one that breaks an oath? EARL OF WARWICK
That he hath broke his faith with God and man, And from them both stands excommunicate.
500
KING EDWARD
What office were it to suggest a man To break a lawful and religious vow? EARL OF WARWICK
An office for the devil, not for man. KING EDWARD
That devil’s office must thou do for me, Or break thy oath and cancel all the bonds Of love and duty ’twixt thyself and me. And therefore, Warwick, if thou art thyself, The lord and master of thy word and oath, Go to thy daughter and, in my behalf, Command her, woo her, win her any ways To be my mistress and my secret love. I will not stand to hear thee make reply; Thy oath break hers, or let thy sovereign die.78
505
510
Exit
EARL OF WARWICK
O doting king! O dètestable office!79 Well may I tempt myself to wrong myself, When he hath sworn me by the name of God To break a vow made by the name of God.
515
498. Breaks: in Q2, che corregge breake in Q1. 514. Break: in Q1; in Q2 breakes (indicativo in luogo del congiuntivo). 515. Q1 attribuisce erroneamente la battuta a KING EDWARD. O dètestable: emend. moderno; in Q1-2 or detestable (congiunzione in luogo di interiezione). 1194
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
RE EDOAR DO
Ma se lo faceste, cosa dovrei dire di voi? CONTE DI WARWICK
Ciò che si dice di un vile spergiuro che viola la sacra fede di un giuramento. RE EDOAR DO
Cosa direte a chi viola un giuramento? CONTE DI WARWICK
Che ha violato la fede con Dio e con gli uomini, e che è scomunicato da entrambi. RE EDOAR DO
Che compito sarebbe quello di suggerire a una persona di violare un voto fatto di fronte alla legge e alla religione? CONTE DI WARWICK
Un compito per il diavolo, non per l’uomo. RE EDOAR DO
Voi dovete svolgere per noi quel compito diabolico, altrimenti violate il vostro giuramento e cancellate ogni vincolo d’amore e d’obbedienza tra voi e noi103. Perciò, Warwick, se voi siete veramente voi stesso, signore e padrone della vostra parola e del vostro giuramento, andate da vostra figlia e, per conto nostro, ordinatele, convincetela, persuadetela con ogni mezzo a divenire la nostra favorita e amante segreta. Non rimarremo ad ascoltare la vostra risposta: il vostro giuramento infranga quello di lei, oppure muoia il vostro sovrano. Esce CONTE DI WARWICK
O re accecato da insana passione! O compito infausto! Ben potrei indurmi a far torto a me stesso, dacché il re mi ha fatto giurare in nome di Dio di violare un voto fatto in nome di Dio104. E se giurassi
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
What if I swear by this right hand of mine To cut this right hand off? The better way Were to profane the idol than confound it, But neither will I do. I’ll keep mine oath And to my daughter make a recantation Of all the virtue I have preached to her. I’ll say she must forget her husband, Salisbury — If she remember to embrace the King. I’ll say an oath may easily be broken — But not so easily pardoned, being broken. I’ll say it is true charity to love — But not true love to be so charitable. I’ll say his greatness may bear out the shame — But not his kingdom can buy out the sin. I’ll say it is my duty to persuade — But not her honesty to give consent.
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525
530
Enter the Countess of Salisbury (Aside) See where she comes. Was never father had Against his child an embassage so bad.
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COUNTESS OF SALISBURY
My lord and father, I have sought for you. My mother and the peers importune you To keep in presence of his majesty,80 And do your best to make his highness merry. EARL OF WARWICK (aside) How shall I enter in this graceless errand? I must not call her child, for where’s the father That will in such a suit seduce his child? Then ‘wife of Salisbury’ — shall I so begin? No, he’s my friend, and where is found the friend That will do friendship such endamagement? (To the Countess) Neither my daughter, nor my dear friend’s wife, I am not Warwick, as thou think’st I am,
540
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539. Presence: in Q2, che corregge promise (= “promessa”) in Q1. 1196
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
su questa mano destra di tagliarmi la mano destra? Meglio sarebbe profanare l’idolo che contrastarlo. Ma io non farò né l’una né l’altra cosa: manterrò il mio giuramento e davanti a mia figlia rinnegherò quei precetti di virtù che le ho insegnato. Le dirò che dovrà dimenticare suo marito Salisbury – se ricorderà di abbracciare il re. Le dirò che un giuramento può esser facilmente violato – ma che non è facile ottenere il perdono per una tale violazione. Le dirò che amare è vera carità – ma che non è vero amore essere tanto caritatevoli. Le dirò che la maestà del re può compensare il disonore – ma che neppure tutto il suo regno può estinguere il peccato. Le dirò che è mio dovere tentare di persuaderla – ma che non è onesto per lei acconsentire105. Entra la contessa di Salisbury (A parte) Ecco che arriva. Fu mai padre costretto a recar peggiore ambasciata alla sua creatura? CONTESSA DI SALISBURY
Mio padre e signore, cercavo proprio voi. Mia madre106 e i pari chiedono che vi presentiate innanzi al re e che facciate del vostro meglio per rallegrarlo. CONTE DI WARWICK (a parte) Come introdurre un’ambasciata così ingrata? Non posso chiamarla figlia perché quando mai un padre ha sedotto la figlia con una tale richiesta? Devo chiamarla ‘moglie di Salisbury’? No, non posso: lui è mio amico, e quando mai un amico ha fatto un simile torto all’amicizia? (Alla contessa) Né figlia, né moglie del mio caro amico, né io sono Warwick, come tu credi che io sia, bensì
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
But an attorney from the court of hell, That thus have housed my spirit in his form To do a message to thee from the King: ‘The mighty King of England dotes on thee: He that hath power to take away thy life Hath power to take thy honour. Then consent To pawn thine honour rather than thy life;81 Honour is often lost and got again, But life, once gone, hath no recovery. The sun that withers hay doth nourish grass,82 The King that would distain thee, will advance thee. The poets write that great Achilles’ spear Could heal the wound it made; the moral is, What mighty men misdo they can amend. The lion doth become his bloody jaws And grace his foragement by being mild When vassal fear lies trembling at his feet. The King will, in his glory, hide thy shame, And those that gaze on him, to find out thee, Will lose their eyesight looking in the sun. What can one drop of poison harm the sea Whose hugy vastures can digest the ill And make it lose his operation? The King’s great name will temper thy misdeeds,83 And give the bitter potion of reproach84 A sugared, sweet and most delicious taste. Besides, it is no harm to do the thing Which, without shame, could not be left undone.’ Thus have I, in his majesty’s behalf, Apparelled sin in virtuous sentences, And dwell upon thy answer in his suit.
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555. Thine: in Q2, che corregge thy in Q1. 558. Doth: in Q2, che corregge goth (= “va”) in Q1. 572. Thy: emend. moderno; in Q1-2 their = “loro”. 573. Potion: in Q2, che corregge portion (= “porzione”) in Q1. 1198
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
un procuratore dell’Inferno, il cui spirito si è insediato nel corpo di Warwick per recarti un messaggio da parte del re: “Il gran re d’Inghilterra si è invaghito di te: colui che ha il potere di prenderti la vita ha il potere di prenderti l’onore. Accetta, dunque, di impegnare il tuo onore piuttosto che la vita: l’onore perso si può ritrovare, ma la vita, una volta persa, non torna più. Il sole che fa seccare il fieno nutre l’erba, il re che vorrebbe macchiarti ti farà salire in alto. I poeti scrissero che la lancia del grande Achille guariva le ferite da lei inferte107: la morale è che i grandi possono rimediare alle loro male azioni. Il leone ostenta fauci sanguinose, ma poi risparmia la preda timorosa che si sottomette al suo imperio. Il re occulterà la tua vergogna nella sua gloria e coloro che volgeranno lo sguardo a lui in cerca di te resteranno abbagliati, come chi guarda il sole108. Come può una goccia di veleno contaminare il mare? Le sue vaste distese possono ben digerirla e renderla innocua! Il gran nome del re tempererà le tue colpe e darà all’amaro calice del discredito un gusto dolce e delizioso, come di zucchero. E poi, non è male far ciò che non si può rifiutare senza vergognosa disubbidienza”109. Ecco, ho concluso: per conto di sua maestà ho rivestito il peccato di parole virtuose110. Ora resto in attesa di una risposta alla sua richiesta.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 2
COUNTESS OF SALISBURY
Unnatural besiege! Woe me unhappy, To have escaped the danger of my foes And to be ten times worse envir’ned by friends! Hath he no means to stain my honest blood But to corrupt the author of my blood To be his scandalous and vile solicitor? No marvel though the branch be then infected,85 When poison hath encompassèd the root; No marvel though the leprous infant die, When the stern dame envenometh the dug. Why then, give sin a passport to offend, And youth the dangerous rein of liberty.86 Blot out the strict forbidding of the law, And cancel every canon that prescribes A shame for shame, or penance for offence. No, let me die if his too boist’rous will Will have it so, before I will consent To be an actor in his graceless lust.
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EARL OF WARWICK
Why, now thou speak’st as I would have thee speak! And mark how I unsay my words again: An honourable grave is more esteemed Than the polluted closet of a king. The greater man, the greater is the thing, Be it good or bad, that he shall undertake. An unreputed mote flying in the sun Presents a greater substance than it is. The freshest summer’s day doth soonest taint The loathèd carrion that it seems to kiss. Deep are the blows made with a mighty axe. That sin doth ten times aggravate itself That is committed in a holy place. An evil deed done by authority
600
605
610
586. Così in Q1; Q2 inserisce erroneamente then dopo marvel. 591. Rein (= “briglia”) in Q2, che corregge reigne (= “regno”) in Q1. 1200
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 2
CONTESSA DI SALISBURY
Assedio contro natura! Oh, povera me: esser sfuggita alle insidie dei nemici per trovarmi, dieci volte peggio, assediata dagli amici! Il re non ha altro mezzo per macchiare il mio sangue onesto se non corrompere l’autore del mio sangue, facendone il suo scandaloso e vile difensore? Non bisogna meravigliarsi che il ramo si infetti se il veleno circonda la radice; non bisogna meravigliarsi che l’infante lebbroso muoia se la severa nutrice avvelena il capezzolo. Su, autorizzate il peccato a recare offesa e concedete alla gioventù la libertà di agire irresponsabilmente; cancellate il rigido divieto della legge e abolite ogni norma che prescriva la vergogna per gli atti vergognosi e il castigo per il delitto. No, lasciatemi morire, se così ordina la sua volontà tracotante, prima che io acconsenta a recitare la mia parte nel suo osceno spettacolo. CONTE DI WARWICK
Ecco, ora parli come volevo che parlassi! Guarda come io ritratto ciò che ho appena detto. “Una tomba onorevole è più stimata del talamo corrotto d’un re111; più grande è l’uomo, più grande è l’azione, buona o cattiva, da lui intrapresa; un pulviscolo impercettibile, volando alla luce del sole, mostra maggior sostanza di quella reale; tanto più è splendida la giornata estiva tanto più rapidamente corrompe l’abominevole carogna che sembra voler baciare; profondi sono i colpi inferti da un’ascia possente; il peccato è dieci volte più grave se commesso in un luogo sacro; un’azione malvagia,
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 3
Is sin and subornation. Deck an ape In tissue, and the beauty of the robe Adds but the greater scorn unto the beast. A spacious field of reasons could I urge Between his glory, daughter, and thy shame:87 That poison shows worst in a golden cup; Dark night seems darker by the lightning flash; Lilies that fester smell far worse than weeds; And every glory that inclines to sin, The shame is treble by the opposite. So leave I with my blessing in thy bosom, Which then convert to a most heavy curse When thou convert’st from honour’s golden name To the black faction of bed-blotting shame.
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COUNTESS OF SALISBURY
I’ll follow thee, and when my mind turns so,88 My body sink my soul in endless woe. Sc. 3
Exeunt
Enter at one door the Earl of Derby from France. At another door, enter Lord Audley with a drummer
EARL OF DERBY
Thrice-noble Audley, well encountered here. How is it with our sovereign and his peers? AUDLEY
’Tis full a fortnight since I saw his highness, What time he sent me forth to muster men, Which I accordingly have done, and bring them hither, In fair array, before his majesty. What news, my lord of Derby, from the Emperor?
6
616. Glory, daughter: emend. moderno; in Q1-2 gloomie (o gloomy) daughter = “cupa figlia”. 626. I’ll: in Q2 (Ile), che corregge Ils (= “Che i mali ti seguano”) in Q1. 1202
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 3
commessa da una persona di rango, è peccato e corruzione; abbigliate una scimmia di vesti preziose e la bellezza dell’abito non farà che renderla ridicola. O figlia, un vasto repertorio di esempi potrei citare, ad accrescere la distanza tra la sua gloria e il tuo disonore: il veleno fa peggior figura in una coppa d’oro112; l’oscura notte sembra più scura per il bagliore del lampo; i gigli che marciscono son più fetidi delle erbacce113; ogni gloria che inclina al peccato ne riceve triplice vergogna, per via del contrasto”. Ora ti lascio, con la mia benedizione nel tuo seno. Possa trasformarsi in pesante maledizione se trasformerai l’aureo nome dell’onore nella nera infamia di chi lo contamina in un letto lascivo. CONTESSA DI SALISBURY
Vi seguo. S’io mai dovessi la mia idea mutare, che il corpo faccia l’anima mia nell’eterno dolore sprofondare114. Escono Sc. 3
Entrano da un lato il conte di Derby, di ritorno dalla Francia, dall’altro lord Audley con un tamburino115
CONTE DI DERBY
Felice di incontrarvi, tre volte nobile Audley. Come stanno il nostro sovrano e i suoi pari? AUDLEY
Non vedo sua altezza da due settimane, ovvero da quando mi mandò a reclutare le truppe. Ora che le ho raccolte, le sto conducendo qui in bella schiera innanzi a sua maestà. Che notizie, mio signore di Derby, dall’Imperatore?116
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 3
EARL OF DERBY
As good as we desire. The Emperor89 Hath yielded to his highness friendly aid, And makes our king lieutenant-general In all his lands and large dominions. Then via for the spacious bounds of France!
10
AUDLEY
What, doth his highness leap to hear these news?90 EARL OF DERBY
I have not yet found time to open them. The King is in his closet, malcontent. For what I know not, but he gave in charge Till after dinner none should interrupt him. The Countess Salisbury and her father Warwick, Artois, and all, look underneath the brows.
15
AUDLEY
Undoubtedly, then, something is amiss.
20
Sound trumpets within EARL OF DERBY
The trumpets sound. The King is now abroad. Enter King Edward COMTE D’ARTOIS Here comes his highness. EARL OF DERBY (to the King)
Befall my sovereign all my sovereign’s wish. KING EDWARD [aside]
Ah, that thou wert a witch to make it so. EARL OF DERBY
The Emperor greeteth you — Would it were the Countess.
KING EDWARD [aside] EARL OF DERBY
— And hath accorded to your highness’ suit.
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8-12. Vv. attribuiti a EARL OF DERBY in Q2; in Q1 sono attribuiti a KING (EDWARD). 13. These: in Q2, che corregge this (singolare) in Q1. 1204
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 3
CONTE DI DERBY
Non potremmo desiderarne di migliori: l’Imperatore ha concesso la sua amichevole alleanza a sua altezza e ha nominato il nostro re luogotenente generale in tutte le sue terre e nei suoi vasti dominî. Via, dunque, alla volta del vasto territorio francese! AUDLEY
Sua altezza si sarà certo rallegrato a queste notizie. CONTE DI DERBY
Non ho ancora trovato il tempo di comunicargliele. Il re è nel suo studio, scontento, non so per quale motivo, e ha dato ordine di non disturbarlo fino a dopo mangiato117. La contessa di Salisbury, suo padre Warwick, il conte di Artois e tutti gli altri sembrano preoccupati. AUDLEY
Senza dubbio qualcosa sta andando storto. Squillo di trombe dall’interno CONTE DI DERBY
Suonano le trombe. Il re ora è uscito. Entra re Edoardo CONTE DI ARTOIS118
Ecco giungere sua altezza. CONTE DI DERBY (al re) Che tutti i desideri del mio sovrano possano avverarsi. RE EDOAR DO [a parte] Ah, se tu fossi un mago per farli realizzare! CONTE DI DERBY
L’Imperatore vi saluta… RE EDOAR DO [a parte]
Magari fosse la contessa! CONTE DI DERBY
… ed ha accolto la richiesta di vostra altezza.
1205
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 3
KING EDWARD [aside]
Thou liest. She hath not, but I would she had. AUDLEY
All love and duty to my lord the King. KING EDWARD [aside]
Well, all but one is none. (To Audley) What news with you? AUDLEY
I have, my liege, levied those horse and foot, According as your charge, and brought them hither.91
30
KING EDWARD
Then let those foot trudge hence upon those horse, According to our discharge, and be gone. Derby, I’ll look upon the Countess’ mind anon. EARL OF DERBY The Countess’ mind, my liege?
35
KING EDWARD
I mean the Emperor. Leave me alone. AUDLEY (to Derby)
What is his mind?92 EARL OF DERBY Let’s leave him to his humour. Exeunt Derby and Audley KING EDWARD
Thus from the heart’s abundance speaks the tongue:93 ‘Countess’ for ‘Emperor’ — and indeed why not? She is as imperator over me, and I to her Am as a kneeling vassal that observes The pleasure or displeasure of her eye.
40
Enter Lodowick (To Lodowick) What says the more-than-Cleopatra’s match To Caesar now?
31. As: in Q1; Q2 corregge to. Alcune edizioni moderne accettano tale emendamento. 37. What is his mind?: in Q1; Q2 corregge in his mind. 38. Abundance: emend. moderno; in Q1-2 aboundant = “abbondante”. 1206
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 3
RE EDOAR DO [a parte]
Menti. Non l’ha accolta. Magari mi avesse detto di sì! AUDLEY
Da noi tutti, il nostro amore e i nostri omaggi al nostro re e signore. RE EDOAR DO [a parte]
Sì, ma l’amore di tutti tranne uno, per me, è l’amore di nessuno. (Ad Audley) Che notizie ci portate? AUDLEY
Ho arruolato, mio sovrano, quei cavalieri e quei fanti, secondo il vostro ordine, e li ho condotti qui. RE EDOAR DO
Allora, quei fanti se ne vadano a cavallo coi cavalieri, con il mio congedo119, e non ritornino più. Derby, esaminerò immantinente le intenzioni della contessa. CONTE DI DERBY
Le intenzioni della contessa, mio signore? RE EDOAR DO
Ehm… voglio dire dell’Imperatore120… Lasciatemi solo. AUDLEY (a Derby) Cos’ha per la testa il re? CONTE DI DERBY
Lasciamolo al suo umore121. Escono Derby e Audley RE EDOAR DO
Così la lingua si lascia guidare dal cuore traboccante122: ‘contessa’ invece di ‘Imperatore’… in fondo, perché no? Su di me lei è un Imperatore e io per lei sono un vassallo genuflesso, che attende dal suo occhio approvazione o disapprovazione. Entra Lodowick (A Lodowick) Che cosa dice ora a Cesare colei che è superiore a Cleopatra?123
1207
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 3
That yet, my liege, ere night She will resolve your majesty.
LODOWICK
45
Sound drum within KING EDWARD
What drum is this that thunders forth this march To start the tender Cupid in my bosom? Poor sheepskin, how it brawls with him that beateth it! Go, break the thund’ring parchment-bottom out And I will teach it to conduct sweet lines Unto the bosom of a heavenly nymph; For I will use it as my writing paper, And so reduce him from a scolding drum To be the herald, and dear counsel-bearer, Betwixt a goddess and a mighty king. Go, bid the drummer learn to touch the lute, Or hang him in the braces of his drum; For now we think it an uncivil thing To trouble heaven with such harsh resounds. Away!
50
55
Exit Lodowick The quarrel that I have requires no arms But these of mine, and these shall meet my foe In a deep march of penetrable groans. My eyes shall be my arrows, and my sighs Shall serve me as the vantage of the wind To whirl away my sweet’st artillery. Ah, but alas, she wins the sun of me, For that is she herself, and thence it comes That poets term the wanton warrior blind. But love hath eyes as judgement to his steps, Till too much lovèd glory dazzles them — 94
60
65
70
Enter Lodowick How now?
70. Too: in Q2, che corregge two (= “due”) in Q1. 1208
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 3
LODOWICK
Sire, dice che risponderà a vostra maestà entro stasera. Suono di tamburo dall’interno RE EDOAR DO
Qual tamburo è questo che tuona una marcia capace di far trasalire il tenero Cupido nel mio cuore? Povera pelle di pecora, come si azzuffa con colui che la batte! Va’, estrai la tonante pergamena dal tamburo e io le insegnerò a recar dolci versi al petto d’una celeste ninfa124: la userò, infatti, come carta per scrivere, trasformandola da un rabbioso tamburo nell’araldo che unisce una dea a un re potente. Va’, ordina al tamburino di imparare a suonare il liuto o impiccalo con la tracolla del tamburo, giacché consideriamo un gesto incivile turbare il cielo con sì aspri suoni. Va’! Esce Lodowick La mia guerra non richiede altre armi se non queste braccia125, che incontreranno il mio nemico in una profonda marcia126 di penetranti gemiti: i miei occhi saranno le mie frecce e i miei sospiri mi serviranno a sfruttare il favore del vento, per sconfiggere la sua dolce artiglieria. Ma, ahimè, lei gode del vantaggio del sole, perché lei stessa è il sole ed è per questo motivo che i poeti definiscono cieco quel lascivo arciere. L’amore, nei suoi passi, si lascia guidare dagli occhi, almeno finché il troppo amato splendore non li abbaglia. Entra Lodowick Che c’è ora?
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 3
LODOWICK
My liege, the drum that struck the lusty march Stands with Prince Edward, your thrice-valiant son. [Exit] Enter Edward, Prince of Wales KING EDWARD
I see the boy. [Aside] O, how his mother’s face, Modelled in his, corrects my strayed desire, 95 And rates my heart, and chides my thievish eye, Who, being rich enough in seeing her, Yet seek elsewhere; and basest theft is that Which cannot cloak itself in poverty. (To the Prince) Now, boy, what news?
75
80
PRINCE OF WALES
I have assembled, my dear lord and father, The choicest buds of all our English blood For our affairs to France, and here we come96 To take direction from your majesty. KING EDWARD (aside) Still do I see in him delineate His mother’s visage. Those his eyes are hers, Who looking wistly on me make me blush.97 For faults against themselves give evidence; Lust is a fire, and men, like lanterns, show98 Light lust within themselves, even through themselves. Away, loose silks o’er wavering vanity! 99 Shall the large limit of fair Brittany100 By me be overthrown, and shall I not
85
91
75. Modelled: in Q1 (Modeld); in Q2 Molded = “plasmato”. Alcune edizioni moderne accettano tale emendamento. 83. To: in Q1; in Q2 in. 87. Make: in Q1; in Q2 made (passato = “mi hanno fatto arrossire”). 89. Lust is a fire, and men, like lantherns, show: emend. moderno; in Q1-2 Lust as a fire, and me like lanthorne show. 91. O’er: emend. moderno; in Q1 or e in Q2 of. Alcune edizioni moderne accettano of. 92. Brittany: in Q1 Brittayne; in Q2 Britany. 1210
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 3
LODOWICK
Sire, il tamburo che suonava quella marcia trionfale è del principe Edoardo, il vostro valentissimo figlio. [Esce] Entra Edoardo, principe di Galles RE EDOAR DO
Lo vedo. [A parte] Oh, come il volto di sua madre, rimodellato nel suo, corregge i miei mal diretti desideri, giudicando il mio cuore e rimproverando il mio occhio ladro che, già ricco della vista di lei, si affissa altrove. Il furto più vile è quello che non può nascondersi sotto il mantello della povertà127. (Al principe) Quali notizie ci porti? PRINCIPE DI GALLES
Ho radunato, mio caro signore e padre, i più scelti boccioli del nostro sangue inglese per la spedizione in Francia e son dunque venuto a prendere direttive da vostra maestà. RE EDOAR DO (a parte) Eppur rivedo in lui delineato il viso di sua madre: gli occhi suoi son quelli di lei che, guardandomi attentamente, mi fanno arrossire, poiché le colpe son testimoni contro sé stesse. La lussuria è un fuoco e gli uomini, quali lanterne, lasciano trasparire la lussuria che dentro li accende. Via, fluttuanti sete d’incostante vanità! Sono capace di sottomettere le sterminate distese della bella Bretagna
1211
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 3
Master this little mansion of myself? Give me an armour of eternal steel: I go to conquer kings; and shall I not then Subdue myself and be my enemy’s friend? It must not be. (To the Prince) Come, boy! Forward! Advance! Let’s with our colours sweet the air of France.
95
Enter Lodowick LODOWICK (to the King)
My liege, the Countess, with a smiling cheer, Desires access unto your majesty. KING EDWARD (aside) Why there it goes. That very smile of hers Hath ransomed captive France and set the King, The Dauphin and the peers at liberty. (To the Prince) Go, leave me, Ned, and revel with thy friends. Exit the Prince of Wales (Aside) Thy mother is but black, and thou, like her, Dost put it in my mind how foul she is. (To Lodowick) Go, fetch the Countess hither in thy hand —
100
107
Exit Lodowick And let her chase away these winter clouds,101 For she gives beauty both to heaven and earth. The sin is more to hack and hew poor men Than to embrace in an unlawful bed The register of all rarieties Since leathern Adam till this youngest hour.
110
Enter Lodowick [leading in by the hand] the Countess of Salisbury Go, Lod’wick, put thy hand into my purse — Play, spend, give, riot, waste, do what thou wilt So thou wilt hence awhile and leave me here.
115
Exit Lodowick
109. These: in Q1; in Q2 those = “quelle”. 1212
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 3
e non saprò governare la piccola casa della mia anima? Datemi un’armatura di solido acciaio e andrò a conquistare i re! Non saprò dunque sottomettere me stesso? Sarò forse amico del mio nemico? Non può essere. (Al principe) Vieni, ragazzo, andiamo! Con le nostre insegne ingentiliremo l’aria della Francia. Entra Lodowick LODOWICK (al re)
Sire, la contessa, con allegro contegno, desidera conferire con vostra Maestà. RE EDOAR DO (a parte) Ecco, di nuovo! Quel suo sorriso ha riscattato la Francia prigioniera e ha rimesso in libertà il re, il Delfino e tutti i pari128. (Al principe) Va’, Edo, lasciami e divertiti con i tuoi amici. Esce il principe di Galles (A parte) Tua madre è bruna e tu, come lei, mi ricordi quanto sia brutta129. (A Lodowick) Su, conduci qui la contessa. Esce Lodowick [A parte] Sia lei a scacciare queste nubi invernali, dacché è lei a conferir bellezza alla terra e al cielo. È colpa maggiore fare a pezzi tanti poveri soldati che abbracciare in un letto illegittimo il più raro compendio d’ogni bellezza dai tempi del canuto Adamo a oggi130. Entra Lodowick, conducendo per mano la contessa di Salisbury Va’, Lodowick, poni mano alla mia borsa… divertiti, spendi, dona, fa’ baldoria, sciupa, fa’ come ti pare, purché ti allontani per un po’ e ci lasci soli. Esce Lodowick
1213
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 3
(To the Countess) Now, my soul’s playfellow, art thou come To speak the more-than-heavenly word of ‘yea’ To my objection in thy beauteous love?
120
COUNTESS OF SALISBURY
My father on his blessing hath commanded — KING EDWARD
That thou shalt yield to me. Ay, dear my liege, your due.
COUNTESS OF SALISBURY KING EDWARD
And that, my dearest love, can be no less Than right for right, and render love for love. COUNTESS OF SALISBURY
Than wrong for wrong, and endless hate for hate. But sith I see your majesty so bent That my unwillingness, my husband’s love, Your high estate, nor no respect respected Can be my help, but that your mightiness Will overbear and awe these dear regards, I bind my discontent to thy content, And what I would not ill compel I will, Provided that yourself remove those lets That stand between your highness’ love and mine.
125
130
KING EDWARD
Name them, fair Countess, and by heaven I will. 102
135
COUNTESS OF SALISBURY
It is their lives that stand between our love That I would have choked up, my sovereign. KING EDWARD
Whose lives, my lady? My thrice-loving liege, Your Queen and Salisbury, my wedded husband, Who, living, have that title in our love That we cannot bestow but by their death.
COUNTESS OF SALISBURY
140
135. Them: emend. moderno; in Q1-2 then = “allora”, con conseguente costruzione irregolare: mancava l’oggetto. 1214
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 3
(Alla contessa) Ora, mia compagna di giochi, siete venuta per dire il vostro celeste ‘sì’ alla mia richiesta del vostro meraviglioso amore? CONTESSA DI SALISBURY
Mio padre, nel benedirmi, mi ha ingiunto… RE EDOAR DO
… di concedere a me… CONTESSA DI SALISBURY
… di concedere a voi ciò che vi è dovuto. RE EDOAR DO
Ciò, mio carissimo amore, non può essere che il giusto al giusto e l’amore all’amore. CONTESSA DI SALISBURY
Ciò non può essere che il torto al torto e l’odio all’odio. Ma poiché ben vedo che vostra maestà è così pervicace che né la mia indisponibilità, né l’amore per mio marito, né il rango, né nessun altro riguardo possono aiutarmi a evitare che il vostro potere travolga queste giuste considerazioni, io vincolo il mio dispiacere al vostro piacere e mi obbligherò a far ciò che non vorrei, a patto che abbattiate quegli ostacoli che si frappongono tra l’amore di vostra altezza e il mio. RE EDOAR DO
Ditemi quali sono, dolce contessa, e, in nome del cielo, li abbatterò. CONTESSA DI SALISBURY
Vorrei, mio sovrano, che fossero soffocate le vite di coloro che interferiscono col nostro amore. RE EDOAR DO
Le vite di chi, signora? CONTESSA DI SALISBURY
Mio tre volte amato signore, le vite di vostra moglie la regina e di mio marito Salisbury, che hanno diritto a chiederci quell’amore di cui non possiamo disporre se non in seguito alla loro morte.
1215
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 3
KING EDWARD
Their opposition is beyond our law. COUNTESS OF SALISBURY
So is your desire. If the law Can hinder you to execute the one, Let it forbid you to attempt the other. I cannot think you love me as you say Unless you do make good what you have sworn.
145
KING EDWARD103
No more. Thy husband and the Queen shall die. Fairer thou art by far than Hero was; Beardless Leander not so strong as I. He swam an easy current for his love, But I will through a Hellespont of blood104 To arrive at Sestos, where my Hero lies.
150
COUNTESS OF SALISBURY
Nay, you’ll do more. You’ll make the river too With their heart bloods that keep our love asunder, Of which my husband and your wife are twain.
156
KING EDWARD
Thy beauty makes them guilty of their death, And gives in evidence that they shall die — Upon which verdict I, their judge, condemn them. COUNTESS OF SALISBURY
O, perjured beauty! More corrupted judge! When to the great star chamber o’er our heads The universal sessions calls to ’count This packing evil, we both shall tremble for it.
160
KING EDWARD
What says my fair love? Is she resolute?
148. KING EDWARD: attribuzione aggiunta in Q2 (Kin.); mancava in Q1. 152. Through a Hellespont: emend. moderno; in Q1 throng a hellie spout = “affollerò un getto infernale”; in Q2 through a helly spoute = “attraverso un getto infernale”. L’emendamento moderno poggia soprattutto sul riferimento a Leandro nel v. 150. 1216
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 3
RE EDOAR DO
La vostra indicazione non è in linea con la nostra legge. CONTESSA DI SALISBURY
Così è il vostro desiderio. Se la legge vi impedisce di accogliere l’una, vi impedisce anche di soddisfare l’altro. Non posso credere che mi amiate come dite, a meno che non teniate fede al vostro giuramento. RE EDOAR DO
Non c’è bisogno di aggiungere altro: vostro marito e la regina morranno. Voi siete di gran lunga più bella della bella Ero e l’imberbe Leandro non era forte come me: per raggiungere la sua amata attraversava a nuoto facili correnti, mentre io nuoterò attraverso un Ellesponto di sangue per approdare a Sesto, dove la mia Ero mi attende131. CONTESSA DI SALISBURY
Anzi, farete di più. Creerete quel fiume con il sangue del cuore di quei due che dividono il nostro amore: mio marito e vostra moglie. RE EDOAR DO
La vostra bellezza li rende colpevoli della loro morte e ci fornisce la prova che essi devono morire: in virtù di tale prova, ne sentenzio la condanna a morte132. CONTESSA DI SALISBURY [a parte] O bellezza spergiura! O giudice corrotto! Quando la Corte di giustizia133 che è al di sopra di noi ci chiamerà a render conto di questo segreto delitto dinanzi al tribunale, entrambi ne tremeremo. RE EDOAR DO
Che cosa dice la mia dolce amata? È convinta?
1217
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 3
COUNTESS OF SALISBURY
Resolved to be dissolved, and therefore this: Keep but thy word, great King, and I am thine. Stand where thou dost — I’ll part a little from thee —
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She moves away from the King [Kneeling] And see how I will yield me to thy hands. Here, by my side, doth hang my wedding knives. She reveals two knives Take thou the one, She offers a knife to the King and with it kill thy Queen, And learn by me to find her where she lies; And with this other
170
She turns the other knife on herself I’ll dispatch my love, Which now lies fast asleep within my heart. When they are gone, then I’ll consent to love. Stir not, lascivious King, to hinder me. My resolution is more nimbler far Than thy prevention can be in my rescue. An if thou stir, I strike. Therefore stand still, And hear the choice that I will put thee to. Either swear to leave thy most unholy suit And never henceforth to solicit me, Or else, by heaven, this sharp-pointed knife Shall stain thy earth with that which thou wouldst105 stain — My poor, chaste blood. Swear, Edward, swear, Or I will strike and die before thee here.
175
180
185
183. Wouldst: in Q2, che corregge would in Q1. 1218
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 3
CONTESSA DI SALISBURY
Convinta a morire. Ecco la mia risoluzione: mantenete la vostra parola, o nobile re, e sarò vostra. Restate dove siete, io mi discosterò un po’. Si allontana leggermente dal re [Si inginocchia] Guardate come mi consegno nelle vostre mani. Qui, al mio fianco, sono appesi i pugnali nuziali. Indica due pugnali Prendetene uno, Offre un pugnale al re e uccidete la vostra Regina, imparando da me a trovare dov’è. Con quest’altro Volge l’altro pugnale contro se stessa io trafiggerò il mio amore, che ora giace addormentato nel mio cuore134. Quando saranno scomparsi, allora acconsentirò ad amarvi. Non avvicinatevi, o re lascivo, per impedirmelo. La mia risolutezza è di gran lunga più agile di quanto possa essere il vostro tentativo di salvarmi. Se vi muovete, colpisco. State dunque fermo e ascoltate la scelta che vi propongo. O giurate di abbandonare la vostra empia richiesta rinunciando d’ora in poi a sollecitarmi o, per il cielo, questo aguzzo pugnale macchierà la terra del sangue che intendevate macchiare135: il mio puro, casto sangue. Giurate, Edoardo, giurate; altrimenti colpirò e morrò qui, innanzi ai vostri piedi.
1219
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 3
KING EDWARD
Even by that power I swear, that gives me now The power to be ashamèd of myself, I never mean to part my lips again In any words that tends to such a suit. Arise, true English lady, whom our isle May better boast of than ever Roman might Of her, whose ransacked treasury hath tasked106 The vain endeavour of so many pens. Arise, and be my fault thy honour’s fame Which after-ages shall enrich thee with. I am awakèd from this idle dream.
190
195
[The Countess stands] (Calling) Warwick, my son, Derby, Artois and Audley — Brave warriors all, where are you all this while? Enter all the peers: the Earl of Warwick, the Prince of Wales, the Earl of Derby, the Comte d’Artois and Lord Audley Warwick, I make thee Warden of the North. Thou, Prince of Wales, and Audley, straight to sea, Scour to Newhaven — some there stay for me. Myself, Artois and Derby will through Flanders To greet our friends there and to crave their aid. This night will scarce suffice me to discover My folly’s siege against a faithful lover, For ere the sun shall gild the eastern sky107 We’ll wake him with our martial harmony. Exeunt
201
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192. Tasked: in Q1; in Q2, impropriamente, taske (presente). 206. Gild: emend. moderno; in Q1-2 guide = “guidare”. 1220
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 3
RE EDOAR DO
Su quel potere, che ora mi dà il potere di vergognarmi di me stesso136, giuro che mai più vi solleciterò con richieste del genere. Alzatevi, o vera dama inglese: di voi la nostra isola può a buon diritto menar vanto, ancor più di quanto Roma non possa farlo per colei, il cui tesoro violato ha messo vanamente alla prova l’ingegno di tante penne137. Alzatevi! La mia colpa dia al vostro onore la fama di cui le età a venire vi arricchiranno. Finalmente mi son svegliato dal mio vano sogno. [La contessa si alza] (Chiamando) Warwick, figlio mio, Derby, Artois e Audley… coraggiosi guerrieri, dove siete stati tutto questo tempo? Entrano tutti i pari: il conte di Warwick, il principe di Galles, il conte di Derby, il conte di Artois e lord Audley Warwick, vi nomino governatore del Nord. Tu, principe di Galles, e voi, Audley, imbarcatevi immediatamente, correte a New Haven e lasciate lì qualcuno ad attendermi. Io stesso, Artois e Derby passeremo attraverso le Fiandre per salutare i nostri amici e chiedere la loro alleanza. Questa notte non mi basterà a rivelarvi l’assedio della mia follia contro una sposa fedele, dacché prima che il sole indori il cielo d’oriente noi saremo già là con la nostra armonia marziale. Escono138
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 4
Sc. 4
Enter Jean King of France, his two sons (the Dauphin and Prince Philippe) and the Duc de Lorraine
KING OF FRANCE
Here, till our navy of a thousand sail Have made a breakfast to our foe by sea, Let us encamp to wait their happy speed. Lorraine, what readiness is Edward in? How hast thou heard that he provided is Of martial furniture for this exploit?
5
DUC DE LORRAINE
To lay aside unnecessary soothing, And not to spend the time in circumstance, ’Tis bruited for a certainty, my lord, That he’s exceeding strongly fortified. His subjects flock as willingly to war As if unto a triumph they were led.
10
DAUPHIN
England was wont to harbour malcontents, Bloodthirsty and seditious Catilines, Spendthrifts, and such as gape for nothing else But change and alteration of the state. And is it possible That they are now so loyal in themselves?
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DUC DE LORRAINE
All but the Scot, who solemnly protests, As heretofore I have informed his grace, Never to sheathe his sword or take a truce.
20
KING OF FRANCE
Ah, that’s the anch’rage of some better hope. But on the other side, to think what friends King Edward hath retained in Netherland, Among those ever-bibbing epicures — Those frothy Dutchmen, puffed with double beer, That drink and swill in every place they come — Doth not a little aggravate mine ire.
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 4
Sc. 4
Entrano re Giovanni di Francia, i suoi due figli (il Delfino e il principe Filippo) e il duca di Lorena139
RE DI FRANCIA140
Accampiamoci qui, in attesa di buone nuove, finché la nostra flotta di mille vele non si sarà saziata per mare del nostro nemico. Lorena, di quale apparato militare dispone Edoardo? Che cosa hai sentito sulle sue forze da guerra per questa impresa? DUCA DI LORENA
Lasciando da parte inutili blandizie ed evitando di perder tempo in parole di circostanza, si dà per certo, mio signore, che egli disponga di grandi forze offensive. I suoi sudditi accorrono a frotte a questa guerra, come se fossero condotti a una marcia trionfale. DELFINO141
L’Inghilterra era il covo di malcontenti, di Catilina142 sediziosi e sanguinari, di spendaccioni e di persone che non cercavano altro se non sommovimenti e rovesciamenti nello stato. Com’è possibile che ora siano divenuti così fedeli e leali? DUCA DI LORENA
Tutti tranne lo scozzese che, come ho già riferito a sua grazia, giura solennemente che mai rinfodererà la spada, né chiederà tregua143. RE DI FRANCIA
Ah, è lui la nostra ancora di speranza e di salvezza! Ma, d’altra parte, pensare a quali alleati re Edoardo ha trovato nei Paesi Bassi, tra quegli inguaribili ubriaconi epicurei, quegli olandesi schiumanti e gonfi di doppia birra, che bevono e tracannano ovunque vadano, non fa che accrescere la mia ira. Per giunta, abbiamo sentito che
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 4
Besides, we hear the Emperor conjoins And stalls him in his own authority. But all the mightier that their number is The greater glory reaps the victory! Some friends have we beside domestic power — 108 The stern Polonian and the warlike Dane, The King of Bohême, and of Sicily, Are all become confederates with us And, as I think, are marching hither apace —
30
35
Sound drums within But soft, I hear the music of their drums, By which I guess that their approach is near. Enter [at one door] the King of Bohemia with Danish soldiers [and a drummer]. Enter [at another door] a Polish captain with Muscovite and Polish soldiers [and a drummer] KING OF BOHEMIA
King Jean of France, as league and neighbourhood Requires when friends are any way distressed, I come to aid thee with my country’s force. POLISH CAPTAIN (to the King of France) And from great Moscow, fearful to the Turk, And lofty Poland, nurse of hardy men, I bring these servitors to fight for thee, Who willingly will venture in thy cause.
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45
KING OF FRANCE
Welcome, Bohemian king, and welcome all. This your great kindness I will not forget. Besides your plentiful rewards in crowns That from our treasury ye shall receive, There comes a harebrained nation, decked in pride, The spoil of whom will be a treble gain.109
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33. Domestic: emend. moderno; in Q1 drum stricke = “colpo di tamburo”; in Q2 drum-sticke = “bacchetta di tamburo”, entrambi grammaticalmente e semanticamente impropri. 52. Gain: in Q2, che corregge game (= “partita”) in Q1. 1224
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 4
l’Imperatore si è alleato con lui e gli ha delegato la sua propria autorità. Nondimeno, tanto maggiore sarà il loro numero, tanto maggior gloria mieterà la nostra vittoria. Anche noi, oltre al nostro esercito domestico, abbiamo i nostri alleati: l’austero polacco, il bellicoso danese, il re di Boemia e il re di Sicilia son tutti nostri confederati144 e, penso, stiano già rapidamente marciando in questa direzione… Suono di tamburi Ma, silenzio, sento la musica dei loro tamburi: il loro arrivo dev’essere vicino. Entrano [da un lato] il re di Boemia con i soldati danesi [e un tamburino], [dall’altro lato] un capitano polacco con soldati moscoviti e polacchi [e un tamburino] RE DI BOEMIA145
Re Giovanni di Francia, come richiedono l’alleanza e il buon vicinato, quando gli amici sono attaccati vengo ad aiutarli con le forze del mio paese. CAPITANO POLACCO (al re di Francia) Dalla grande Moscovia, terrore dei turchi, e dalla nobile Polonia, nutrice di uomini intrepidi, porto questi fedeli servi a battersi per voi, disposti a rischiare la vita in nome della vostra causa. RE DI FRANCIA
Benvenuto, o re di Boemia, e benvenuti tutti. Non dimenticherò questa vostra grande gentilezza. Oltre alla lauta ricompensa in denaro che riceverete dal nostro tesoro, non dimenticate il bottino, tre volte più ricco, che potrete ricavare da quella nazione folle e insuperbita.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 4
And now my hope is full, my joy complete. At sea we are as puissant as the force Of Agamemnon in the haven of Troy. By land, with Xerxes we compare of strength, Whose soldiers drank up rivers in their thirst. Then, Bayard-like, blind overweening Ned, To reach at our imperial diadem Is either to be swallowed of the waves, Or hacked a-pieces when thou com’st ashore.
55
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Enter a French Mariner MARINER110
Near to the coast I have descried, my lord,111 As I was busy in my watchful charge, The proud armada of King Edward’s ships, Which, at the first far off when I did ken, Seemed as it were a grove of withered pines, But drawing near, their glorious bright aspèct, Their streaming ensigns wrought of coloured silk, Like to a meadow full of sundry flowers, Adorns the naked bosom of the earth. Majestical the order of their course, Figuring the hornèd circle of the moon, And on the top gallant of the admiral, And likewise all the handmaids of his train, The arms of England and of France unite Are quartered equally by herald’s art. Thus titely carried with a merry gale They plough the ocean hitherward amain.
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62. MARINER: didascalia aggiunta in Q2; mancava in Q1. Descried: in Q2 (discride), che corregge Q1 (discribde = “descritto”). 1226
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 4
Ora la mia speranza si realizza e la mia gioia è completa. Per mare siamo tanto potenti quanto la flotta di Agamennone nel porto di Troia. Per terra reggiamo il confronto con le truppe di Serse146, i cui soldati per la sete prosciugarono interi fiumi. Dunque, o Edoarduccio, temerario e cieco come Baiardo147, tentar di raggiungere il nostro diadema imperiale significa o essere ingoiato dalle onde o esser fatto a pezzi una volta approdato a terra148. Entra un marinaio francese MARINAIO
Sire, mentre ero occupato nel servizio di guardia, vicino alla costa ho scorto l’orgogliosa armata149 delle navi di re Edoardo. All’inizio, appena la avvistai, sembrava simile a una foresta di pini rinsecchiti, ma poi, nell’avvicinarsi, svelò tutto il suo possente fulgore, adornando il mare con i suoi pennoni al vento intessuti di seta colorata, così come un prato pieno di fiori d’ogni tipo adorna il nudo seno della terra. Il loro schieramento maestoso e ordinato raffigura il curvo cerchio della mezzaluna150; sull’albero maestro della nave ammiraglia, e parimenti su tutte le navi minori al seguito, le armi d’Inghilterra e di Francia unite sono simmetricamente inquartate con arte araldica151. Così, rapidamente sospinte da un’allegra brezza, arano l’oceano nella nostra direzione.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 4
KING OF FRANCE112
Dare he already crop the fleur-de-lis? I hope, the honey being gathered thence, He, with the spider, afterward approached, Shall suck forth deadly venom from the leaves. But where’s our navy? How are they prepared113 To wing themselves against this flight of ravens?
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MARINER
They, having knowledge brought them by the scouts, Did break from anchor straight and, puffed with rage, No otherwise than were their sails with wind, Made forth as when the empty eagle flies To satisfy his hungry, griping maw. KING OF FRANCE (giving money) There’s for thy news. Return unto thy barque,114 And if thou scape the bloody stroke of war And do survive the conflict, come again, And let us hear the manner of the fight. Exit Mariner Mean space, my lords, ’tis best we be dispersed To several places, lest they chance to land. (To the King of Bohemia) First you, my lord, with your Bohemian troops, Shall pitch your battles on the lower hand. (To the Dauphin [and the Polish captain]) My eldest son, the Duke of Normandy, Together with this aid of Muscovites, Shall climb the higher ground another way. Here in the middle coast, betwixt you both, Philippe, my youngest boy, and I will lodge. So, lords, be gone, and look unto your charge, You stand for France, an empire fair and large.
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79. KING OF FRANCE: didascalia aggiunta in Q2 (KING JOHN); mancava in Q1. 83. Our: in Q2, che corregge out (= “fuori”) in Q1. 90. There’s: in Q2, che corregge Thees in Q1. 1228
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 4
RE DI FRANCIA
Già osa cogliere il giglio?152 Che il ragno ne infetti le foglie e che egli, avendone raccolto il miele, ne sugga mortal veleno. Ma dov’è la nostra flotta? È pronta a levarsi contro questo volo di corvi?153 MARINAIO
Avendone avuto notizia dagli esploratori, ha subito levato le ancore e, altrettanto gonfia d’ira quanto le sue vele lo erano di vento, è salpata, simile a un’aquila famelica, per soddisfare la sua gola vorace. RE DI FRANCIA (dandogli del denaro) Accetta questo dono per le notizie che ci hai dato. Va’ alla tua nave e, se sfuggi al sanguinoso colpo della guerra e sopravvivi allo scontro, ritorna e facci sapere com’è andata la battaglia. Esce il marinaio Intanto, signori, è meglio dividerci in luoghi diversi, nel caso in cui riescano a sbarcare. (Al re di Boemia) Innanzitutto voi, signore, con le vostre truppe boeme, disponetevi dove il terreno è più basso. (Al Delfino [e al capitano polacco]) Il mio figlio maggiore, duca di Normandia, insieme con questi rinforzi moscoviti, scalerà le alture nell’altra direzione. Qui, al centro della costa, in mezzo a voi due, ci disporremo Filippo, mio figlio cadetto, ed io. Dunque, signori, andate e adempite al vostro incarico: ricordatevi che rappresentate il grande impero francese.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 4
Exeunt all but the King of France and Prince Philippe Now tell me, Philippe, what is thy conceit 115 Touching the challenge that the English make?
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PRINCE PHILIPPE
I say, my lord, claim Edward what he can, And bring he ne’er so plain a pedigree, ’Tis you are in possession of the crown, And that’s the surest point of all the law. But were it not, yet ere he should prevail116 I’ll make a conduit of my dearest blood, Or chase those straggling upstarts home again.
110
KING OF FRANCE
Well said, young Philippe! [To an attendant] Call for bread and wine That we may cheer our stomachs with repast To look our foes more sternly in the face.
115
Bread and wine are brought forth. The battle is heard afar off. The King and Prince Philippe sup Now is begun the heavy day at sea. Fight, Frenchmen, fight! Be like the field of bears When they defend their younglings in their caves. Steer, angry Nemesis, the happy helm That with the sulphur battles of your rage The English fleet may be dispersed and sunk.
120
A cannon shot within PRINCE PHILIPPE
O, father, how this echoing cannon shot, Like sweet harmony, digests my cates! KING OF FRANCE
Now, boy, thou hear’st what thund’ring terror ’tis To buckle for a kingdom’s sovereignty. The earth, with giddy trembling when it shakes,
126
105. Thy: in Q2, che corregge their (= “il loro”) in Q1. 111. Yet: in Q1; manca in Q2. 1230
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 4
Escono tutti, tranne il re di Francia e il principe Filippo Ora dimmi, Filippo, qual è la tua opinione riguardo alla sfida lanciataci dagli inglesi? PRINCIPE FILIPPO
Dico, mio signore, che qualunque rivendicazione Edoardo avanzi, e da chiunque derivi la sua discendenza, siete voi a possedere la corona, e questo è il punto più sicuro della legge154. Ma, se anche non lo fosse, prima ch’egli prevalga, verserò fiumi del mio sangue e ricaccerò indietro quei vagabondi venuti su dal nulla. RE DI FRANCIA
Ben detto, mio giovane Filippo! [A uno del seguito] Facci portare pane e vino, in modo che possiamo rallegrare il nostro stomaco e fissare i nostri nemici in volto con la debita fermezza. Arrivano il pane e il vino. Si sentono rumori di battaglia in lontananza. Il re e il principe si ristorano Ora è iniziata la grande giornata sul mare. Combattete, francesi, combattete! Siate come un branco di orsi che lotta per difendere i piccoli nelle tane. O Nemesi rabbiosa, governa il prospero timone cosicché, con le sulfuree virate della tua furia, la flotta inglese possa disperdersi e affondare. Si odono colpi di cannone PRINCIPE FILIPPO
Padre, il rimbombare del cannone, qual dolce armonia, mi favorisce la digestione. RE DI FRANCIA
Figliolo, senti come il conflitto per la sovranità di un regno si muta in terrore tonante. La terra, quando si scuote con vertiginoso tre-
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 4
Or when the exhalations of the air Breaks in extremity of lightning flash, Affrights not more than kings when they dispose To show the rancour of their high-swoll’n hearts.
130
Retreat sounds within Retreat is sounded — one side hath the worse. O, if it be the French, sweet fortune turn,117 And in thy turning, change the froward winds That, with advantage of a favouring sky, Our men may vanquish, and the other fly.118
135
Enter the French Mariner My heart misgives. (To the Mariner) Say, mirror of pale death, To whom belongs the honour of this day? Relate, I pray thee, if thy breath will serve The sad discourse of this discomfiture. MARINER I will, my lord. My gracious sovereign, France hath ta’en the foil, And boasting Edward triumphs with success. These iron-hearted navies, When last I was reporter to your grace, Both full of angry spleen, of hope and fear, Hasting to meet each other in the face, At last conjoined, and by their admiral Our admiral encountered many shot. By this, the other, that beheld these twain Give earnest-penny of a further wreck, Like fiery dragons took their haughty flight; And likewise meeting, from their smoky wombs Sent many grim ambassadors of death. Then ’gan the day to turn to gloomy night, And darkness did as well enclose the quick As those that were but newly reft of life.
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133. It be: in Q1; manca in Q2. 136. The other: in Q2, che corregge thither (= “colà”) in Q1. 1232
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 4
more o quando le esalazioni dell’aria si frangono nel bagliore del lampo, non atterrisce più dei re quando decidono di mostrare il rancore dei loro cuori agitati155. Suono di ritirata Suona la ritirata: una delle due parti ha avuto la peggio. Se è quella francese, voltati, o dolce Fortuna, e, nel voltarti, fa’ mutare il corso dei venti, cosicché, col vantaggio d’un cielo favorevole, i nostri uomini possano vincere e gli altri fuggire. Entra il marinaio francese Il mio cuore ha un triste presagio. (Al marinaio) Dì, specchio della pallida Morte, a chi tocca l’onore della giornata? Sciogli, ti prego, se te ne basta il fiato, il doloroso racconto di questa sconfitta. MARINAIO
Sì, mio signore. Mio grazioso sovrano, la Francia è stata sconfitta e il superbo Edoardo trionfa. Allorché l’altra volta riferii a vostra grazia, queste due flotte dal cuore d’acciaio, colme di bile rabbiosa, di speranza e timore, erano ansiose di scontrarsi. Alla fi ne si affrontarono, e la nostra ammiraglia ricevette molti colpi dalla loro. Nel frattempo156 le altre navi, vedendo le due ammiraglie promettersi ulteriori distruzioni, come draghi fiammeggianti spiccarono il loro alto volo e, similmente scontrandosi, dai loro grembi fumanti espulsero molti truci ambasciatori di morte. Allora il giorno cominciò a mutare in scura notte e il buio avvolse, tutti insieme, i vivi e coloro che erano appena stati privati157 della vita.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 4
No leisure served for friends to bid farewell, And if it had, the hideous noise was such As each to other seemèd deaf and dumb. Purple the sea whose channel filled as fast With streaming gore that from the maimèd fell, As did her gushing moisture break into The cranny cleftures of the through-shot planks. Here flew a head dissevered from the trunk; There mangled arms and legs were tossed aloft, As when a whirlwind takes the summer dust And scatters it in middle of the air. Then might ye see the reeling vessels split And, tottering, sink into the ruthless flood Until their lofty tops were seen no more. All shifts were tried, both for defence and hurt. And now the effect of valour and of fear, Of resolution and of cowardice,119 We lively pictured — how the one for fame, The other by compulsion, laid about. Much did the Nonpareil, that brave ship;120 So did the Black Snake of Boulogne, than which121 A bonnier vessel never yet spread sail. But all in vain: both sun, the wind and tide 122 Revolted all unto our foemen’s side, That we, perforce, were fain to give them way, And they are landed. Thus my tale is done. We have untimely lost, and they have won.
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174. Cowardice: in Q2, che corregge cowardize in Q1. 177. Nonpareil: emend. moderno; in Q1-2 Nom per illa. 178. Boulogne: emend. moderno; in Q1-2 Bullen. 180. Wind: in Q2, che corregge Wine (= “vino”) in Q1. 1234
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 4
Non c’era tempo per gli amici di dirsi addio e, se ci fosse stato, il fracasso era tale che ciascuno appariva all’altro come sordo e muto. Le correnti del mare erano imporporate dal sangue che sgorgava dai corpi mutilati e il flusso traboccante si infiltrava nelle fessure delle assi infrante dai colpi dell’artiglieria. Qui volava una testa mozzata dal tronco; là braccia e gambe mutilate erano scagliate in aria, come quando un vortice cattura la polvere estiva e la disperde nell’aria158. Avreste potuto vedere allora gli ebbri vascelli spezzarsi e affondare ruotando nei flutti spietati, finché i loro alberi maestri non s’inabissavano alla vista. Ogni tentativo fu fatto, sia di difesa che di offesa. Assistemmo a gesta di valore e di forza, di risolutezza e di codardia: chi si batteva per la gloria e chi solo perché costretto. Molto fece l’Inimitabile, quella nave coraggiosa, e così il Serpente Nero di Boulogne, del quale mai vascello più bello issò le vele. Tutto, però, fu vano: il sole, il vento e la corrente si schierarono unanimi dalla parte dei nostri nemici, cosicché fummo costretti a ceder loro il passo. Ora sono sbarcati159. Il mio racconto è concluso. Noi abbiamo perso troppo presto. La vittoria è loro.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 5
KING OF FRANCE
Then rests there nothing but, with present speed, To join our several forces all in one, And bid them battle ere they range too far. Come, gentle Philippe, let us hence depart; This soldier’s words have pierced thy father’s heart.
186
Exeunt Sc. 5
Enter at one door two Frenchmen without baggage. Enter at another door, meeting them, other Frenchmen and a Frenchwoman with two little children, [all] with baggage
FRENCHMAN WITHOUT BAGGAGE123
Well met, my masters. How now? What’s the news, And wherefore are ye laden thus with stuff? What, is it quarter-day, that you remove, And carry bag and baggage too? FIRST FRENCHMAN WITH BAGGAGE
Quarter-day, ay, and quartering day I fear. 124 Have ye not heard the news that flies abroad? 125 FRENCHMAN WITHOUT BAGGAGE What news?
5
SECOND FRENCHMAN WITH BAGGAGE
How the French navy is destroyed at sea, And that the English army is arrived. FRENCHMAN WITHOUT BAGGAGE What then?
10
FIRST FRENCHMAN WITH BAGGAGE
‘What then,’ quoth you? Why, is’t not time to fly, When envy and destruction is so nigh?
1-32. Q1-2 designano i personaggi con semplici numerali (ONE, TWO, THREE). 5. Day: in Q2, che corregge pay (= “paga”) in Q1. 6. Ye: in Q2, che corregge we (= “noi”) in Q1. 1236
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 5
RE DI FRANCIA
Allora non ci resta che radunare le nostre forze con la maggior rapidità possibile e dar loro battaglia prima che avanzino troppo. Vieni, nobile Filippo, allontaniamoci da qui; le parole di questo soldato hanno trafitto il cuore di tuo padre. Escono Sc. 5
Entrano da una parte due francesi senza bagagli; dall’altra parte entrano, incrociandoli, altri francesi e una donna con due bambini, [tutti] carichi di masserizie160
FRANCESE SENZA BAGAGLI
Buongiorno, signori. Come va? Che notizie ci sono? Perché siete tutti così carichi di masserizie? Che cos’è: giorno di sgombramento, che ve ne andate in giro con armi e bagagli? PRIMO FRANCESE CARICO DI BAGAGLI
Di sgombramento? Sì, e anche di sgozzamento!161 Non avete sentito le notizie? FRANCESE SENZA BAGAGLI
Quali notizie? SECONDO FRANCESE CARICO DI BAGAGLI
La flotta francese è stata sconfitta. L’esercito inglese è sbarcato. FRANCESE SENZA BAGAGLI
E allora? PRIMO FRANCESE CARICO DI BAGAGLI
“E allora”, chiedete? Allora non è ora di fuggire quando l’invidia e la distruzione ci sono alle calcagna?
1237
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 5
FRENCHMAN WITHOUT BAGGAGE
Content thee, man, they are far enough from hence, And will be met, I warrant ye, to their cost, Before they break so far into the realm.
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FIRST FRENCHMAN WITH BAGGAGE
Ay, so the grasshopper doth spend the time In mirthful jollity, till winter come, And then, too late, he would redeem his time, When frozen cold hath nipped his careless head. He that no sooner will provide a cloak Than when he sees it doth begin to rain126 May, peradventure, for his negligence, Be throughly washed when he suspects it not. We that have charge, and such a train as this, Must look in time to look for them and us, Lest, when we would, we cannot be relieved.
20
25
FRENCHMAN WITHOUT BAGGAGE
Belike you then despair of ill success, And think your country will be subjugate. SECOND FRENCHMAN WITH BAGGAGE
We cannot tell. ’Tis good to fear the worst. FRENCHMAN WITHOUT BAGGAGE
Yet rather fight, than like unnatural sons Forsake your loving parents in distress.
30
FIRST FRENCHMAN WITH BAGGAGE
Tush, they that have already taken arms Are many fearful millions in respect Of that small handful of our enemies. But ’tis a rightful quarrel must prevail: Edward is son unto our late king’s sister, Where Jean Valois is three degrees removed.
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FRENCHWOMAN
Besides, there goes a prophecy abroad, Published by one that was a friar once, Whose oracles have many times proved true,
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21. Rain: in Q2, che corregge raigne (= “regnare”) in Q1. 1238
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 5
FRANCESE SENZA BAGAGLI
Calmatevi, buonuomo: sono ancora lontani da qui e, ne son certo, prima che avanzino ancora, troveranno chi renderà loro pan per focaccia. PRIMO FRANCESE CARICO DI BAGAGLI
Sì, è proprio così che la cicala162 passa le giornate in lieti trastulli finché non giunge l’inverno; allora, troppo tardi, vorrebbe redimere il tempo, quando già il freddo gelido le ha troncato la testa sventata. Chi non si provvede di un mantello finché non comincia a piovere, per la sua negligenza si bagnerà da capo a piedi quando meno se lo aspetta. Noi che siamo responsabili anche per tutto il nostro seguito dobbiamo pensare per tempo a badare anche a loro, per evitare di trovarci poi in difficoltà. FRANCESE SENZA BAGAGLI
Allora prevedete una sconfitta e pensate che il vostro paese sarà sottomesso. SECONDO FRANCESE CARICO DI BAGAGLI
Impossibile indovinare. Meglio, però, prepararsi al peggio. FRANCESE SENZA BAGAGLI
No! È meglio combattere, anziché, come figli degeneri, abbandonare i vostri amorevoli genitori nel momento del pericolo! PRIMO FRANCESE CARICO DI BAGAGLI
Uff! Quelli che hanno già imbracciato le armi sono milioni e sono tali da incutere timore163, di fronte a quella piccola manciata d’uomini dei nostri nemici. Ma la vittoria andrà alla causa giusta: Edoardo è figlio della sorella del nostro ultimo re, mentre Giovanni di Valois è solo un parente di terzo grado164. DONNA FRANCESE
Inoltre, circola una profezia diffusa da un ex-frate, i cui oracoli sono spesso risultati veridici: ora, annuncia, presto verrà il tempo
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 5
And now he says the time will shortly come Whenas a lion rousèd in the west Shall carry hence the fleur-de-lis of France. These, I can tell ye, and such like surmises, Strike many Frenchmen cold unto the heart.
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Enter a Frenchman in haste FLEEING FRENCHMAN 127
Fly, countrymen and citizens of France! Sweet-flow’ring peace, the root of happy life, Is quite abandoned and expulsed the land. Instead of whom, ransack-constraining war128 Sits like to ravens upon your houses’ tops. Slaughter and mischief walk within your streets And, unrestrained, make havoc as they pass, The form whereof, even now, myself beheld Upon this fair mountain, whence I came. For so far off as I directed mine eyes I might perceive five cities all on fire, Cornfields and vineyards burning like an oven, And, as the reeking vapour in the wind129 Y-turnèd but aside, I likewise might discern130 The poor inhabitants, escaped the flame, Fall numberless upon the soldiers’ pikes. Three ways these dreadful ministers of wrath Do tread the measures of their tragic march: Upon the right hand comes the conquering King, Upon the left his hot, unbridled son, 131 And in the midst their nation’s glittering host. All which, though distant, yet conspire in one To leave a desolation where they come. Fly, therefore, citizens, if you be wise.
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46. FLEEING FRENCHMAN: didascalia moderna; manca in Q1-2. 49. Ransack-constraining: emend. moderno; in Q1-2 ransackt constraining. 58. Reeking: emend. moderno; in Q1-2 leaking = “che si disperdeva”. 59. Turnèd: emend. moderno; in Q1-2 I turned = “mi voltai”. 65. His: in Q2, che corregge is (= “è”) in Q1. 1240
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 5
in cui un leone, svegliatosi a occidente, coglierà da qui165 il giglio di Francia. Queste, vi dico, e altre voci del genere, fanno gelare il sangue di molti francesi. Entra, di corsa, un francese FRANCESE IN FUGA
Fuggite, connazionali e cittadini tutti della Francia! Il dolce fiore della pace, radice di una vita serena, è volato via dalla nostra terra. Al suo posto la guerra e il saccheggio stanno appollaiati come corvi166 sui tetti delle vostre case; il massacro e il delitto camminano liberamente per le strade, travolgendo tutto ciò che incontrano sul loro cammino. Io stesso, mentre venivo qui, ho assistito alla scena dall’alto di questa dolce montagna. Ovunque volgessi lo sguardo, vedevo città in preda alle fiamme, campi di grano e vigne che bruciavano come forni. E quando il vapore maleodorante era scacciato dal vento, intravedevo i poveri abitanti, scampati alle fiamme, cadere l’un dopo l’altro sulle picche dei soldati. In tre direzioni questi temibili ministri dell’ira scuotono il suolo nella loro tragica marcia: da destra avanza il re trionfante; da sinistra suo figlio, scatenato e impetuoso; in mezzo l’armata splendente della loro nazione. Tutti insieme, sebbene ancora distanti, cospirano per lasciare desolazione ovunque passino. Fuggite, dunque, cittadini, se siete saggi,
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 6
Seek out some habitation further off. Here, if you stay, your wives will be abused, Your treasure shared before your weeping eyes. Shelter you yourselves, for now the storm doth rise. Away, away! Methinks I hear their drums! Ah, wretched France, I greatly fear thy fall; Thy glory shaketh like a tottering wall. Exeunt Sc. 6
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Enter King Edward and the Earl of Derby with soldiers and Gobin de Grâce
KING EDWARD
Where is the Frenchman by whose cunning guide We found the shallow of this river Somme,132 And had direction how to pass the sea? GOBIN
Here, my good lord. KING EDWARD How art thou called? Tell me thy name. GOBIN
Gobin de Grâce, if please your excellence.
5
KING EDWARD
Then, Gobin, for the service thou hast done We here enlarge and give thee liberty, And for a recompense, beside this good, Thou shalt receive five hundred marks in gold. (To Derby) I know not how we should have missed our son, Whom now in heart I wish I might behold.
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Enter the Comte d’Artois COMTE D’ARTOIS133
Good news, my lord! The Prince is hard at hand, And with him comes Lord Audley and the rest Whom, since our landing, we could never meet.
2. Somme: emend. moderno; in Q1-2 Sone. 12. COMTE D’ARTOIS: in Q2 (ARTOIS); l’attribuzione mancava in Q1. 1242
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19/10/2017 18:26:21
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 6
e cercate riparo più lontano. Se rimanete qui, i vostri occhi vedranno le vostre mogli violate e i vostri beni razziati. Trovate riparo, ché la tempesta si solleva. Via, via! Mi par di sentire i tamburi. Ah, sventurata Francia, pavento la tua caduta! La tua gloria trema come un muro vacillante. Sc. 6
Entrano re Edoardo e il conte di Derby con soldati e Gobin de Grâce167
RE EDOAR DO
Dov’è quel francese che ci ha abilmente guidati a trovare il guado del fiume Somme, indicandoci come passare il mare? GOBIN
Eccomi, buon signore. RE EDOAR DO
Come vi chiamate? Ditemi il vostro nome. GOBIN
Gobin de Grâce. Così piaccia a vostra maestà. RE EDOAR DO
Allora, Gobin, per il servizio che ci avete reso, noi vi affranchiamo e vi rimettiamo in libertà. Oltre a ciò, per ricompensa, riceverete cinquecento marchi d’oro. (A Derby) Non so altrimenti in che modo avremmo potuto incontrare nostro figlio, che ora con tutto il cuore mi auguro di rivedere molto presto. Entra il conte di Artois CONTE DI ARTOIS
Buone notizie, mio signore! Il principe è vicino e con lui vengono lord Audley e tutti gli altri che non avevamo più visto dal momento del nostro sbarco.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 6
Enter Edward Prince of Wales, Lord Audley and soldiers KING EDWARD
Welcome, fair Prince. How hast thou sped, my son, Since thy arrival on the coast of France?
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PRINCE OF WALES
Successfully, I thank the gracious heavens. Some of their strongest cities we have won — As Harfleur, Lô, Crotoy and Carentan — 134 And others wasted, leaving at our heels A wide, apparent field and beaten path For solitariness to progress in. Yet those that would submit we kindly pardoned, For who in scorn refused our proffered peace Endured the penalty of sharp revenge.
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KING EDWARD
Ah, France, why shouldst thou be this obstinate135 Against the kind embracement of thy friends? How gently had we thought to touch thy breast136 And set our foot upon thy tender mould, But that in froward and disdainful pride Thou, like a skittish and untamèd colt, Dost start aside and strike us with thy heels. But tell me, Ned, in all thy warlike course Hast thou not seen the usurping King of France?
30
PRINCE OF WALES
Yes, my good lord, and not two hours ago, With full a hundred thousand fighting men Upon the one side with the river’s bank,137 And on the other, both his multitudes. I feared he would have cropped our smaller power,
35
19. Harfleur, Lô, Crotoy […] Carentan: emend. moderno; in Q1-2 Harslen, Lie, Crotag […] Carentigne. 26. This: in Q1; Q2 corregge in thus. 28. Gently: in Q1; in Q2 gentle = “gentile”. 37. With: alcune edizioni moderne emendano in of. 1244
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 6
Entrano Edoardo principe di Galles, lord Audley e un gruppo di soldati RE EDOAR DO
Benvenuto, grazioso principe. Com’è andata, figlio, da quando sei arrivato sulla costa francese? PRINCIPE DI GALLES
Benissimo, e di ciò ringrazio il cielo benigno. Abbiamo conquistato alcune delle loro città più forti − Harfleur, Lô, Crotoy e Carentan; altre le abbiamo distrutte, lasciandoci alle spalle vasti campi, sentieri spogli e terre desolate. Abbiamo cortesemente perdonato coloro che hanno accettato di sottomettersi; ma chi, sprezzante, ha rifiutato la pace che gli abbiamo offerto, ha dovuto subire la nostra aspra vendetta. RE EDOAR DO
Ah, Francia, perché ti mostri così ostinata da rifiutare il cortese abbraccio dei tuoi amici? Con quanta gentilezza avevamo progettato di toccare il tuo seno e porre piede sul tuo tenero suolo! Ma tu, con sdegnoso e caparbio orgoglio, come una puledra ombrosa e indomita, balzi di fianco e ci colpisci con gli zoccoli. Ma dimmi, Edo, in tutta la tua campagna militare, non hai visto quell’usurpatore del re di Francia? PRINCIPE DI GALLES
Sì, buon signore, meno di due ore fa, con almeno centomila combattenti, disposti su entrambi i lati delle rive del fiume. Temevo che avrebbe mietuto il nostro drappello di gran lunga più esiguo.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 6
But happily, perceiving your approach, He hath withdrawn himself to Crécy plains, Where, as it seemeth by his good array, He means to bid us battle presently.
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KING EDWARD
He shall be welcome. That’s the thing we crave. Enter Jean King of France, the Dauphin, the Duc de Lorraine, the King of Bohemia, young Prince Philippe and soldiers KING OF FRANCE
Edward, know that Jean, the true King of France, Musing thou shouldst encroach upon his land And, in thy tyrannous proceeding, slay His faithful subjects and subvert his towns, Spits in thy face, and, in this manner following, Upbraids thee with thine arrogant intrusion. First, I condemn thee for a fugitive, A thievish pirate and a needy mate, One that hath either no abiding-place Or else, inhabiting some barren soil, Where neither herb or fruitful grain is had, Dost altogether live by pilfering. Next, insomuch thou hast infringed thy faith, Broke league and solemn covenant made with me, I hold thee for a false, pernicious wretch.138 And last of all, although I scorn to cope With one so much inferior to myself,139 Yet in respect thy thirst is all for gold, Thy labour rather to be feared than loved,140 To satisfy thy lust, in either part, Here am I come and with me have I brought 141 Exceeding store of treasure, pearl and coin.
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59. False: emend. non necessario di Q2; Q1 leggeva most = “assai”. 61. So much: emend. moderno; in Q1-2 such = “tale, talmente”. 63. Thy: in Q2, che corregge They (= “essi”) in Q1. 65. Have I: in Q1; in Q2 I have. 1246
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 6
Per fortuna, però, sentendo il nostro arrivo, si è ritirato sulle pianure di Crécy dove, a quanto sembra dal suo schieramento, ha intenzione di darci subito battaglia. RE EDOAR DO
Gli daremo il benvenuto. Non desideriamo altro. Entrano re Giovanni di Francia, il Delfino, il duca di Lorena, il re di Boemia, il giovane principe Filippo e i soldati RE DI FRANCIA
Edoardo, sappi che Giovanni, il vero re di Francia, meravigliandosi che tu abbia invaso la sua terra e che, nella tua tirannica avanzata, ne abbia ucciso i sudditi fedeli sovvertendone le città, ti sputa in faccia e ti accusa della tua arrogante intrusione nei termini seguenti: primo, ti condanno come profugo, pirata e miserabile ladruncolo che o è privo di un luogo in cui risiedere o, abitando in un luogo sterile, dove non crescono né piante né fertile grano, è costretto a vivere di miseri furti; secondo, poiché sei venuto meno al tuo giuramento, infrangendo la lega e il patto solenne stipulato con me, ti considero un disgraziato falso e pernicioso; infine, nonostante io disdegni di trattare con qualcuno a me tanto inferiore, tuttavia, considerando che sei soltanto avido di denaro e che desideri esser più temuto che amato, allo scopo di soddisfare entrambi i tuoi desideri, ho portato qui con me abbondanza di tesori, perle e monete.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 6
Leave, therefore, now to persecute the weak, And armèd ent’ring conflict with the armed, Let it be seen, ’mongst other petty thefts, How thou canst win this pillage manfully.
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KING EDWARD
If gall or wormwood have a pleasant taste, Then is thy salutation honey sweet. But as the one hath no such property, So is the other most satirical. Yet wot how I regard thy worthless taunts. If thou have uttered them to soil my fame,142 Or dim the reputation of my birth, Know that thy wolvish barking cannot hurt. If slyly to insinuate with the world, And with a strumpet’s artificial lime To paint thy vicious and deformèd cause, Be well assured the counterfeit will fade, And in the end thy foul defects be seen. But if thou didst it to provoke me on, As who should say I were but timorous, Or, coldly negligent, did need a spur, Bethink thyself how slack I was at sea, How, since my landing, I have won no towns,143 Entered no further but upon the coast,144 And there have ever since securely slept. But if I have been otherwise employed,145 Imagine, Valois, whether I intend To skirmish, not for pillage, but for the crown Which thou dost wear and that I vow to have, Or one of us shall fall into his grave. 146
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76. Soil: emend. moderno; in Q1-2 foil = “frustrare”. 88. How: emend. moderno (how ricorre anche al v. 87, retto da Bethink); in Q1-2 Now = “ora”. 89. The: in Q1; Q2 emenda impropriamente in thy = “tua”. 91. Otherwise: in Q1; in Q2 otherwayes. 95. His: in Q2, che corregge this (= “questa [tomba]”) in Q1. 1248
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 6
Smetti dunque di perseguitare i deboli e, affrontando in armi un conflitto armato, mostra, al di là dei tuoi furti meschini, se sai impossessarti da uomo di questo bottino. RE EDOAR DO
Se il fiele o l’assenzio sono gradevoli, allora il tuo saluto è dolce come il miele. Ma, dal momento che né l’uno né l’altro ha un gusto piacevole, il tuo saluto è altrettanto amaro. Ascolta, dunque, in che conto tengo le tue parole di scherno. Se le hai pronunciate per macchiare il mio onore o per oscurare il mio lignaggio, sappi che i tuoi volgari latrati non mi toccano. Se invece le hai pronunciate per muovere astute insinuazioni davanti al mondo, truccando la tua causa viziosa e la tua obliqua discendenza con il belletto d’una sgualdrina, sta’ pur sicuro che la tua maschera cadrà svelando i tuoi brutti difetti. Ma se lo hai fatto per provocarmi o per suggerire che, essendo pauroso o negligente, avevo bisogno di essere spronato, ricordati come io sia stato lento sul mare o come, dopo l’approdo, non abbia vinto nessuna città, né sia mai penetrato oltre la linea della costa, e come me ne sia rimasto lì a dormire al sicuro. Se, invece, ho agito in altro modo, immagina, Valois, se io abbia intenzione di combattere per un misero bottino o non piuttosto per quella corona che porti indegnamente sul capo e che giuro di conquistare a prezzo della vita, tua o mia.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 6
PRINCE OF WALES
Look not for cross invectives at our hands, Or railing execrations of despite. Let creeping serpents hid in hollow banks Sting with their tongues; we have remorseless swords, And they shall plead for us and our affairs. Yet thus much briefly, by my father’s leave, As all the immodest poison of thy throat Is scandalous and most notorious lies, And our pretended quarrel is truly just, So end the battle when we meet today: May either of us prosper and prevail Or, luckless cursed, receive eternal shame.
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KING EDWARD
That needs no further question, and I know His conscience witnesseth it is my right. Therefore, Valois, say: wilt thou yet resign Before the sickle’s thrust into the corn, Or that enkindled fury turn to flame?147
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KING OF FRANCE
Edward, I know what right thou hast in France, And ere I basely will resign my crown This champaign field shall be a pool of blood, And all our prospect as a slaughterhouse.
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PRINCE OF WALES
Ay, that approves thee, tyrant, what thou art. No father, king, or shepherd of thy realm, But one that tears her entrails with thy hands And, like a thirsty tiger, suck’st her blood.
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AUDLEY
You peers of France, why do you follow him That is so prodigal to spend your lives? DAUPHIN
Whom should they follow, agèd impotent, But he that is their true-born sovereign? 112. Turn: in Q1; in Q2, impropriamente, turned (passato). 1250
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 6
PRINCIPE DI GALLES
Non aspettatevi contro-invettive da parte nostra o veementi insulti di sfida. Le serpi striscianti si nascondano pure tra i fossi per morderci con le loro lingue; noi abbiamo spade spietate: saranno loro a parlare per noi, perorando la nostra causa. Tuttavia, col permesso di mio padre, non posso non dire almeno due parole: com’è vero che l’immondo veleno sputato dalla vostra gola è falso e scandaloso e che la nostra causa è giusta e sacra, così possa oggi aver fine il nostro scontro. Che uno di noi due esca vittorioso o, se è avversato dalla sorte, riceva eterna onta168. RE EDOAR DO
Non c’è bisogno di aggiungere altro; io so che la sua coscienza è consapevole del mio diritto. Dì, dunque, Valois: intendi cedere la corona prima che la falce mieta il grano o lasciare che la fiammella già accesa divampi in un incendio? RE DI FRANCIA
Edoardo, so quale diritto hai in Francia e, prima ch’io vilmente deponga la mia corona, questo campo di sfida si muterà in un mare di sangue e tutto il terreno intorno diverrà un mattatoio. PRINCIPE DI GALLES
Queste parole rivelano quale tiranno voi siete: non un padre, né un re, né un pastore del vostro regno, bensì uno che gli strappa le viscere con le sue stesse mani e ne succhia il sangue come una tigre assetata. AUDLEY
Voi, o pari di Francia, perché seguite chi è così prodigo a dissipare le vostre vite? DELFINO
E chi mai dovrebbero seguire, o vecchio decrepito, se non chi è il loro legittimo sovrano per diritto di nascita?
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 6
KING EDWARD
Upbraid’st thou him because within his face Time hath engraved deep characters of age? Know that these grave scholars of experience, Like stiff-grown oaks, will stand immovable When whirlwind quickly turns up younger trees. EARL OF DERBY (to the King of France) Was ever any of thy father’s house King but thyself before this present time? (To the French generally) Edward’s great lineage by the mother’s side Five hundred years hath held the sceptre up.148 Judge then, conspirators, by this descent Which is the true-born sovereign — this, or that. PRINCE PHILIPPE (to the King of France) Father, range your battles. Prate no more. These English fain would spend the time in words That, night approaching, they might scape unfought.
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KING OF FRANCE
Lords and my loving subjects, now’s the time149 That your intended force must bide the touch. Therefore, my friends, consider this in brief. He that you fight for is your natural king; He against whom you fight a foreigner. He that you fight for rules in clemency, And reigns you with a mild and gentle bit; He against whom you fight, if he prevail, Will straight enthrone himself in tyranny, Make slaves of you and with a heavy hand Curtail and curb your sweetest liberty. Then, to protect your country and your King, Let but the haughty courage of your hearts Answer the number of your able hands, And we shall quickly chase these fugitives.
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133. Held: in Q1; Q2 emenda, inutilmente, in kept (= “mantenuto”). 139. Now’s: emend. moderno; in Q1-2 knowes = “conosce”. 1252
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 6
RE EDOAR DO
Lo offendi perché il tempo ha scolpito nel suo viso i segni profondi dell’età? Sappi che questi saggi austeri ed esperti, come querce robuste, rimarranno immoti quando il turbine sradicherà i giovani arbusti. CONTE DI DERBY (al re di Francia) Chi della casa di vostro padre fu mai re prima d’ora, se non voi? (A tutti i francesi) Invece, il nobile lignaggio di re Edoardo, per parte materna, ha retto lo scettro per cinquecento anni. Giudicate, dunque, o cospiratori, in base alla discendenza, chi sia il sovrano legittimo, se questo o quello. PRINCIPE FILIPPO (al re di Francia) Padre, schierate le vostre truppe, senza ulteriori indugi. Questi inglesi continuerebbero a parlare fino a questa notte pur di scansare la battaglia. RE DI FRANCIA
Miei pari e amati sudditi, è giunto il tempo in cui la forza promessa dev’esser messa in campo. Dunque, amici miei, considerate questo in breve: colui per il quale combattete è il vostro re naturale; colui contro il quale combattete è uno straniero; colui per il quale combattete governa con clemenza, imponendovi un morso lieve e gentile; colui contro il quale combattete, in caso di vittoria, si insedierebbe sul trono con subitanea tirannide, rendendovi schiavi, e con mano pesante soggiogherebbe e taglierebbe la vostra dolce libertà. Perciò, per proteggere il vostro paese e il vostro re, lasciate che il nobile coraggio del vostro cuore sia pari alla forza delle vostre braccia, e scacceremo rapidamente questi fuggiaschi. Infatti,
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 6
For what’s this Edward but a belly-god, A tender and lascivious wantonness, That th’other day was almost dead for love? And what, I pray you, is his goodly guard? Such as, but scant them of their chines of beef, And take away their downy feather beds, And presently they are as resty-stiff As ’twere a many overridden jades. Then, Frenchmen, scorn that such should be your lords, And rather bind ye them in captive bands.
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ALL THE FRENCH
Vive le roi! God save King Jean of France! KING OF FRANCE
Now, on this plain of Crécy, spread yourselves. And, Edward, when thou dar’st, begin the fight!
165
Exit with the French KING EDWARD (calling after)
We presently will meet thee, Jean of France! (To the English) And, English lords, let us resolve the day Either to clear us of that scandalous crime Or be entombèd in our innocence. (To the Prince of Wales) And, Ned, because this battle is the first That ever yet thou fought’st in pitchèd field, As ancient custom is of martialists To dub thee with the type of chivalry, In solemn manner we will give thee arms. Come, therefore, heralds; orderly bring forth A strong attirement for the Prince my son.
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Enter four heralds bringing in a coat armour, a helmet, a lance and a shield Edward Plantagenet, in the name of God, As with this armour I impale thy breast So be thy noble, unrelenting heart Walled in with flint of matchless fortitude That never base affections enter there.
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 6
chi è mai questo Edoardo, se non un satiro panciuto, pieno di mollezza e di lussuria, che l’altro giorno era quasi morto d’amore?169 E chi sono, ve ne prego, le sue fedeli guardie? Gente che, se li si priva delle lombate di bue o dei soffici letti di piume, diventano subito recalcitranti come se fossero poveri ronzini sfiancati dal carico. Allora, o francesi, non tollerate che individui del genere governino su di voi, ma legateli con catene da servi. TUTTI I FRANCESI
Vive le roi! Che Dio salvi re Giovanni di Francia! RE DI FRANCIA
Disponetevi ora su questa piana di Crécy. Tu, Edoardo, quando ne avrai il coraggio, comincia a combattere. Esce con i francesi RE EDOAR DO (rispondendo)
Ci incontreremo presto, Giovanni di Francia! (Agli inglesi) O nobili inglesi, concludiamo la giornata o riscattandoci da quelle vergognose accuse o disponendoci a morire, innocenti come siamo. (Al principe di Galles) E a te, Edo, poiché questa è la prima battaglia che tu combatti in campo aperto, così come vuole l’antico costume militare, con cerimonia solenne consegneremo le armi per consacrarti con i simboli della cavalleria. Venite, dunque, araldi: portate avanti in bell’ordine armi onorate per il principe mio figlio. Entrano quattro araldi che recano, ciascuno, una corazza, un elmo, una lancia, e uno scudo170 Edoardo Plantageneto171, in nome di Dio, come io racchiudo il tuo petto in questa corazza, così il tuo nobile e indomito cuore172 sia custodito nella roccia della tua impareggiabile fortezza, e mai conceda albergo a men che nobili affetti.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 6
[The Prince of Wales is invested in armour] Fight and be valiant; conquer where thou com’st. (To Derby, Audley and Artois) Now follow, lords, and do him honour too. EARL OF DERBY
Edward Plantagenet, Prince of Wales, As I do set this helmet on thy head Wherewith the chamber of thy brain is fenced,150 So may thy temples with Bellona’s hand Be still adorned with laurel victory.
185
[The helmet is placed on the Prince of Wales] Fight and be valiant; conquer where thou com’st.
190
AUDLEY
Edward Plantagenet, Prince of Wales, Receive this lance into thy manly hand.151 Use it in fashion of a brazen pen To draw forth bloody stratagems in France, And print thy valiant deeds in honour’s book.
195
[The lance is given to the Prince of Wales] Fight and be valiant; vanquish where thou com’st.152 COMTE D’ARTOIS
Edward Plantagenet, Prince of Wales, Hold, take this target; wear it on thy arm. And may the view thereof, like Perseus’ shield, Astonish and transform thy gazing foes To senseless images of meagre death.
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[The shield is given to the Prince of Wales] Fight and be valiant; conquer where thou com’st. KING EDWARD
Now wants there naught but knighthood, which deferred We leave till thou hast won it in the field. 187. Thy: emend. moderno; in Q1-2 this = “questa”. 192. Manly: in Q1; in Q2 manlike (stesso significato). 196. Vanquish: in Q1; emendato in conquer in Q2 (per analogia con la formula rituale ripetuta nel v. 190 e nel v. 202). 1256
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 6
[Il principe di Galles è rivestito della corazza] Combatti e sii coraggioso: sii vincitore ovunque tu vada. (A Derby, Audley e Artois) Continuate, signori: onoratelo anche voi. CONTE DI DERBY
Edoardo Plantageneto, principe di Galles, come io pongo sulla vostra testa quest’elmo con cui cingo le stanze della vostra mente, così le vostre tempie siano sempre adornate dalla mano di Bellona173 con l’alloro della vittoria. [L’elmo è posto sulla testa del principe di Galles] Combattete e siate coraggioso: siate vincitore ovunque andiate. AUDLEY
Edoardo Plantageneto, principe di Galles, ricevete questa lancia nella vostra mano virile e usatela in guisa di penna d’acciaio174 per scrivere gesta di sangue in terra di Francia e stampare le vostre valorose imprese nel libro dell’onore. [La lancia è donata al principe di Galles] Combattete e siate coraggioso: vincete ovunque andiate. CONTE DI ARTOIS
Edoardo Plantageneto, principe di Galles, prendete, ricevete questo scudo, fissatelo al vostro braccio e possa la vostra vista, come quella dello scudo di Perseo175, sorprendere e trasformare i nemici che vi affissano lo sguardo nei simulacri inanimati dell’ossuta morte. [Lo scudo è consegnato al principe di Galles] Combattete e siate coraggioso: siate vincitore ovunque andiate176. RE EDOAR DO
Ora non ti manca nulla se non la nomina di cavaliere, che rinviamo alla tua vittoria sul campo di battaglia.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 6
PRINCE OF WALES153
My gracious father and ye forward peers, This honour you have done me animates And cheers my green, yet scarce-appearing, strength With comfortable, good-presaging signs, No otherwise than did old Jacob’s words Whenas he breathed his blessings on his sons. These hallowed gifts of yours, when I profane Or use them not to glory of my God To patronage the fatherless and poor, Or for the benefit of England’s peace, Be numb my joints, wax feeble both mine arms, Wither my heart that, like a sapless tree, I may remain the map of infamy.
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KING EDWARD
Then thus our steelèd battles shall be ranged.154 (To the Prince of Wales) The leading of the vanguard, Ned, is thine, To dignify whose lusty spirit the more We temper it with Audley’s gravity, That courage and experience, joined in one, Your manège may be second unto none. (To all) For the main battles I will guide myself, And Derby in the rearward march behind, That orderly disposed and set in ’ray Let us to horse, and God grant us the day! Exeunt
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205. PRINCE OF WALES: attribuzione aggiunta in Q2 (P. Ed.); mancava in Q1. 218. Thus: in Q2, che corregge this (= “questo”) in Q1. 1258
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 6
PRINCIPE DI GALLES
Mio grazioso padre e voi ardimentosi pari, l’onore che mi avete conferito mi dà animo e rallegra la forza ancora acerba della mia giovinezza con beneauguranti segni di conforto, come le parole del vecchio Giacobbe allorché impartì la sua benedizione ai figli177. Se mai dovessi profanare questi vostri sacri doni, o non usarli per glorificare il mio Dio, per proteggere gli orfani e i poveri, o per favorire la pace dell’Inghilterra, mi si paralizzino le giunture, mi si indeboliscano le braccia, mi si inaridisca il cuore e, come un albero avvizzito, possa ridurmi a simbolo di disonore. RE EDOAR DO
Allora le nostre truppe armate saranno disposte in questo modo. (Al principe di Galles). Il comando dell’avanguardia, Edo, è tuo e, per onorare ancor di più il tuo spirito irruento, lo tempereremo con l’austerità di Audley, cosicché, unendo il coraggio all’esperienza, il vostro comando non sia secondo a nessuno. Per quanto riguarda il grosso delle truppe, le guiderò io stesso, mentre Derby marcerà alla guida della retroguardia. Poi che avremo disposto il nostro schieramento in maniera ordinata, monteremo a cavallo, e che Dio ci conceda la giornata! Escono
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 8
Sc. 7
Alarum. Enter and exit a many Frenchmen flying. Chasing after them, enter and exit Edward Prince of Wales running. Then enter Jean King of France and the Duc de Lorraine
KING OF FRANCE
O Lorraine, say: what mean our men to fly? Our number is far greater than our foes. DUC DE LORRAINE
The garrison of Genoese, my lord, That came from Paris, weary with their march, Grudging to be so suddenly employed, No sooner in the forefront took their place, But straight retiring, so dismayed the rest As likewise they betook themselves to flight, In which, for haste to make a safe escape, More in the clustering throng are pressed to death 155 Than by the enemy a thousandfold.
5
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KING OF FRANCE
O, hapless fortune! Let us yet assay If we can counsel some of them to stay.
Sc. 8
Exeunt
Enter King Edward and Lord Audley
KING EDWARD
Lord Audley, whiles our son is in the chase, Withdraw our powers unto this little hill,156 And here a season let us breathe ourselves. AUDLEY I will, my lord.
Exit
Sound retreat within KING EDWARD
Just-dooming heaven, whose secret providence To our gross judgement is inscrutable, How are we bound to praise thy wondrous works
5
10. Throng: in Q1; in Q2 through (clustering through = “ammassandosi”). 2. Our powers: in Q1; in Q2 your = “vostre”. 1260
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19/10/2017 18:26:22
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 8
Sc. 7
Allarme. Entrano ed escono molti francesi in fuga. Li insegue, di corsa, Edoardo principe di Galles. Poi entrano re Giovanni di Francia e il duca di Lorena178
RE DI FRANCIA
Lorena, dimmi: come mai i nostri uomini fuggono? Il nostro esercito è molto più numeroso179 di quello nemico. DUCA DI LORENA
Mio signore, la guarnigione genovese giunta da Parigi, affaticata da lunga marcia, lamentandosi di essere stata utilizzata troppo presto, non appena preso posto in prima linea, si è ritirata, scoraggiando in tal modo tutti gli altri, che similmente si son dati alla fuga. È stato durante la fuga che, nella fretta di trovare una via di salvezza, migliaia di uomini sono stati travolti dalla calca: molti più di quanti siano morti per mano del nemico. RE DI FRANCIA
O mala sorte! Cerchiamo almeno di convincere qualcuno a resistere. Escono Sc. 8
Entrano re Edoardo e lord Audley180
RE EDOAR DO
Lord Audley, mentre nostro figlio è a caccia di nemici, ritiriamo le nostre truppe su questa collinetta e riprendiamo fiato. AUDLEY
Sì, signore. RE EDOAR DO
O Cielo buono e giusto!181 Le vie segrete della tua Provvidenza sono imperscrutabili alla nostra terrena ragione! Pure, non possiamo che lodare il tuo intervento prodigioso per aver attribuito,
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 8
That hast, this day, given way unto the right, And made the wicked stumble at themselves? Enter the Comte d’Artois157 COMTE D’ARTOIS
Rescue, King Edward! Rescue for thy son!
10
KING EDWARD
Rescue, Artois? What, is he prisoner, Or fell by violence beside his horse? COMTE D’ARTOIS
Neither, my lord, but narrowly beset With turning Frenchmen, whom he did pursue, As ’tis impossible that he should scape 158 Except your highness presently descend.
15
KING EDWARD
Tut, let him fight. We gave him arms today, And he is labouring for a knighthood, man! Enter the Earl of Derby EARL OF DERBY
The Prince, my lord, the Prince! O, succour him! He’s close encompassed with a world of odds.
20
KING EDWARD
Then will he win a world of honour too If he by valour can redeem him thence. If not, what remedy? We have more sons Than one to comfort our declining age. Enter Lord Audley AUDLEY
Renownèd Edward, give me leave, I pray, To lead my soldiers where I may relieve Your grace’s son, in danger to be slain. The snares of French, like emmets on a bank, Muster about him whilst he, lion-like,
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9.1. Enter the Comte d’Artois: didascalia aggiunta in Q2 (ARTOIS); mancava in Q1. 15. ’Tis: in Q1; in Q2 it is (forma non contratta). 1262
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 8
in questa giornata, la vittoria alla causa giusta e aver costretto i malvagi a inciampare su se stessi182. Entra il conte di Artois CONTE DI ARTOIS
O re Edoardo, salvate, salvate vostro figlio!183 RE EDOAR DO
Salvarlo, Artois? Perché? È stato fatto prigioniero? O è stato sbalzato violentemente da cavallo? CONTE DI ARTOIS
Né l’uno, né l’altro, mio signore. È stato accerchiato da quei francesi che lui inseguiva. È in pericolo tale che non riuscirà a salvarsi, a meno che vostra altezza non accorra prontamente. RE EDOAR DO
Bah, che combatta da solo! Oggi gli abbiamo conferito le armi. Ora deve meritarsi il titolo di cavaliere. Entra il conte di Derby CONTE DI DERBY
Il principe, mio signore, il principe! Soccorretelo! È stretto in un cerchio d’orrore. RE EDOAR DO
Allora vincerà un mondo d’onore, se riuscirà a liberarsi grazie al suo valore. E se non ci riesce, pazienza! Abbiamo altri figli a conforto della nostra declinante età. Entra lord Audley AUDLEY
Illustre Edoardo, ve ne prego, concedetemi di guidare i miei soldati in soccorso del figlio di vostra grazia, che si trova in pericolo di morte. I francesi insidiosi, come formiche su una sponda, gli si accalcano intorno, mentre lui, pari a un leone, impigliato nella rete
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 8
Entangled in the net of their assaults, Franticly rends and bites the woven toil. But all in vain. He cannot free himself.
30
KING EDWARD
Audley, content. I will not have a man, On pain of death, sent forth to succour him. This is the day ordained by destiny To season his green courage with those grievous thoughts That, if he breaketh out, Nestor’s years on earth Will make him savour still of this exploit.
35
EARL OF DERBY
Ah, but he shall not live to see those days! KING EDWARD
Why, then, his epitaph is lasting praise.
40
AUDLEY
Yet, good my lord, ’tis too much wilfulness To let his blood be spilt, that may be saved. KING EDWARD
Exclaim no more, for none of you can tell Whether a borrowed aid will serve or no. Perhaps he is already slain or ta’en. And dare a falcon when she’s in her flight, And ever after she’ll be haggard-like. Let Edward be delivered by our hands And, still in danger, he’ll expect the like. But if himself himself redeem from thence, He will have vanquished, cheerful, death and fear, And ever after dread their force no more Than if they were but babes or captive slaves.
45
50
AUDLEY
O cruel father! Farewell Edward, then. EARL OF DERBY
Farewell, sweet Prince, the hope of chivalry.
55
COMTE D’ARTOIS
O, would my life might ransom him from death! Trumpets sound retreat within 1264
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 8
dei loro assalti, morde e strappa freneticamente le fitte maglie. Tutto invano, però. Per quanto lotti, non riesce a liberarsi. RE EDOAR DO
Datevi pace, Audley. Sotto pena di morte, non voglio che neppure un sol uomo sia inviato a soccorrerlo. Questo è il giorno stabilito dal destino per temprare il suo acerbo coraggio con l’eroico pensiero che, se riesce a spezzare l’assedio, seppur viva tanto a lungo quanto il canuto Nestore184, non potrà mai dimenticare questa grande impresa. CONTE DI DERBY
Ah, ma non vivrà tanto da vedere quei giorni! RE EDOAR DO
In tal caso, il suo epitaffio sarà un elogio immortale. AUDLEY
Però, mio buon signore, è ostinazione lasciar versare il sangue di chi può essere salvato. RE EDOAR DO
Basta con questa petizione! Nessuno di voi può dire se il nostro aiuto possa essere efficace. Forse è già stato catturato, se non ucciso. Richiamate un falcone mentre sta inseguendo la sua preda e diverrà incapace di cacciare. Liberate il principe col vostro aiuto e, quando si troverà di nuovo in pericolo, non sarà più in grado di difendersi; se invece riuscirà a riscattarsi da solo, avrà felicemente vinto sulla paura e sulla morte e, d’ora innanzi, non temerà il nemico più di quanto non si tema un bambino o uno schiavo incatenato. AUDLEY
O padre crudele! Allora addio, o principe Edoardo! CONTE DI DERBY
Addio, dolce principe, speranza della cavalleria! CONTE DI ARTOIS
Oh, vorrei che la mia vita lo riscattasse dalla morte!185 Le trombe suonano la ritirata
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 8
KING EDWARD But soft — methinks I hear
The dismal charge of trumpets’ loud retreat. All are not slain, I hope, that went with him. Some will return with tidings, good or bad.
60
Enter Edward Prince of Wales in triumph, bearing in his hand his shivered lance. The body of the King of Bohemia is borne before, wrapped in the colours of Bohemia. The English run and embrace the Prince AUDLEY
O, joyful sight! Victorious Edward lives! EARL OF DERBY
Welcome, brave Prince. Welcome, Plantagenet.
KING EDWARD
The Prince kneels and kisses his father’s hand PRINCE OF WALES
First, having done my duty as beseemed, Lords, I regreet you all with hearty thanks. And now behold after my winter’s toil My painful voyage on the boist’rous sea Of war’s devouring gulfs and steely rocks I bring my freight unto the wishèd port, My summer’s hope, my travail’s sweet reward. (Pointing at Bohemia’s body) And here, with humble duty, I present This sacrifice, this first fruit of my sword, Cropped and cut down even at the gate of death: The King of Bohême, father, whom I slew, Whose thousands had entrenched me round about,159 And lay as thick upon my battered crest As on an anvil with their ponderous glaives. Yet marble courage still did underprop, And when my weary arms with often blows, Like the continual labouring woodman’s axe
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70
75
74. Whose thousands: emend. moderno; in Q1-2 Whom you said = “che voi diceste”. 1266
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 8
RE EDOAR DO
Silenzio… mi sembra di sentire il triste frastuono di trombe che suonano la ritirata. Spero non siano morti tutti quelli che erano con lui: qualcuno tornerà a darci notizie, buone o cattive. Entra in trionfo Edoardo principe di Galles, reggendo la sua lancia spezzata. Innanzi a lui viene trasportato il cadavere del re di Boemia, avvolto nei colori della sua bandiera. Gli inglesi corrono ad abbracciare il principe AUDLEY
O gioiosa visione! Edoardo è vivo e vittorioso! CONTE DI DERBY
Bentornato, principe coraggioso. RE EDOAR DO
Bentornato, Plantageneto. Il principe si inginocchia e bacia la mano del padre PRINCIPE DI GALLES
Per prima cosa, signori, avendo compiuto il mio dovere, vi saluto nuovamente con il mio caloroso grazie. Guardate, ora! Dopo le fatiche del mio inverno e il mio penoso viaggio sul tempestoso mare della guerra dagli abissi voraci e dalle aspre rocce, conduco il mio carico all’agognato porto, speranza della mia estate e dolce ricompensa del mio viaggio (indicando il cadavere di Boemia). Qui, in umile omaggio, presento questo sacrificio, primo frutto della mia spada, raccolto e tagliato186 proprio sulla soglia della morte: il re di Boemia, padre mio, che ho ucciso mentre migliaia dei suoi soldati mi circondavano picchiando con le loro pesanti alabarde fitti colpi sul mio cimiero ammaccato, come su di un’incudine. Ma un marmoreo coraggio mi sostenne sempre e, quando le mie braccia stanche per i frequenti colpi, pari a quelli incessanti di un boscaiolo co-
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 8
That is enjoined to fell a load of oaks, Began to falter, straight I would recover160 My gifts you gave me and my zealous vow, And then new courage made me fresh again That, in despite, I carved my passage forth,161 And put the multitude to speedy flight. Lo, thus hath Edward’s hand filled your request162 And done, I hope, the duty of a knight.
80
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His sword borne forth by a soldier KING EDWARD
Ay, well thou hast deserved a knighthood, Ned, He takes the sword And therefore, with thy sword yet reeking warm163 With blood of those that fought to be thy bane,
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He knights the Prince Arise Prince Edward, trusty knight-at-arms. This day thou hast confounded me with joy And proved thyself fit heir unto a king. PRINCE OF WALES (rising, and then giving the King a paper) Here is a note, my gracious lord, of those That in this conflict of our foes were slain: Eleven princes of esteem, fourscore barons, A hundred and twenty knights, and thirty thousand Common soldiers — and of our men, a thousand.164
95
KING EDWARD165
Our God be praised! Now, Jean of France, I hope Thou know’st King Edward for no wantonness, No love-sick cockney, nor his soldiers jades. But which way is the fearful King escaped?
100
81. Recover: in Q1-2 è seguito impropriamente da due punti, eliminati nelle edizioni moderne. 84. Carved: in Q2, che corregge craud (= craued, “supplicai”) in Q1. 86. Thus: in Q2, che corregge this (“questo/a”) in Q1. 89. Reeking: in Q1 (reaking); in Q2 wreaking = “distruttrice”. 98. Common: in Q1; in Q2 Priuate (stesso significato). 99. KING EDWARD: omesso in Q1; integrato in Q2. 1268
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 8
stretto a tagliare un campo di querce, cominciavano a vacillare, mi tornavano in mente i doni che mi avevate conferito e il mio fervido voto; allora nuovo coraggio mi rinvigoriva, cosicché, a dispetto di tutto, mi aprivo a forza un varco, mettendo in fuga la moltitudine dei nemici. Ecco, così la mano del principe Edoardo ha esaudito la vostra richiesta, adempiendo, spero, al sacro dovere di un cavaliere. La sua spada viene portata innanzi da un soldato RE EDOAR DO
Sì, hai pienamente meritato il titolo di cavaliere. Prende la spada Perciò, con la tua spada ancor calda e fumante del sangue di quelli che han combattuto per farti cadere, lo nomina cavaliere187 alzati o principe Edoardo, quale fedele cavaliere in armi. Oggi mi hai colmato di gioia, dimostrando di essere il degno erede di un re. PRINCIPE DI GALLES (alzandosi e porgendo un documento al re) Ecco l’elenco, mio grazioso signore, dei nemici uccisi in questa battaglia: undici principi di rango, quaranta baroni, centoventi cavalieri e trentamila soldati semplici; dei nostri uomini, mille. RE EDOAR DO
Che Iddio sia lodato! Ora, Giovanni di Francia, spero che tu riconosca re Edoardo non come un lussurioso o un languido innamorato188, e che tu non veda nei suoi soldati dei miseri ronzini. Ma in qual direzione è fuggito il pavido re?
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 9
PRINCE OF WALES
Towards Poitiers, noble father, and his sons. KING EDWARD
Ned, thou and Audley shall pursue them still. Myself and Derby will to Calais straight, 166 And there begirt that haven town with siege. Now lies it on an upshot: therefore, strike, And wistly follow whiles the game’s on foot. Sc. 9
105
Exeunt
Enter the Comte de Montfort with a coronet in his hand and with him the Earl of Salisbury
COMTE DE MONTFORT
My lord of Salisbury, since by your aid167 Mine enemy Sir Charles of Blois is slain, And I again am quietly possessed In Bretagne’s dukedom, know that I resolve, For this kind furtherance of your king and you, To swear allegiance to his majesty —
5
He offers Salisbury the coronet In sign whereof receive this coronet. Bear it unto him, and withal mine oath168 169 Never to be but Edward’s faithful friend. EARL OF SALISBURY (taking the coronet) I take it, Montfort. Thus I hope ere long The whole dominions of the realm of France Will be surrendered to his conquering hand.
10
Exit Montfort
105. Calais: emend. moderno; in Q1-2 nella grafia Calice (qui come altrove). In Berners (fonte principale del dramma) sono presenti sia la grafia Calys che Calays. 1. Your: in Q2, che corregge our (= “nostro”) in Q1. 8. Withal: in Q2, che corregge with all (= “con tutto”) in Q1. 8. Mine: in Q1; in Q2 my. 1270
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 9
PRINCIPE DI GALLES
Verso Poitiers189, nobile padre, e con lui i suoi figli. RE EDOAR DO
Edo, tu e Audley dovete continuare a inseguirlo. Noi con Derby andremo dritti a Calais e colà cingeremo d’assedio quella città portuale. Il buon esito della battaglia sta nell’ultimo colpo190: perciò dobbiamo colpire e inseguire191 senza sosta finché la preda è in movimento. Escono Sc. 9
Entrano il conte di Montfort con una coroncina e, con lui, il conte di Salisbury192
CONTE DI MONTFORT
Mio signore di Salisbury, poiché, grazie al vostro aiuto, il mio nemico, ser Charles de Blois, è stato ucciso, e io sono rientrato pacificamente in possesso del ducato di Bretagna193, sappiate che ho deciso, per la generosa assistenza vostra e del vostro re, di giurare fedeltà a sua maestà. Porge la coroncina al conte di Salisbury Accettate, dunque, come pegno, questa coroncina e portatela a lui, unitamente al mio giuramento di rimanere per sempre alleato fedele di re Edoardo. CONTE DI SALISBURY (prende la coroncina) L’accetto, o nobile Monfort. Così spero che tra non molto gli interi dominî del regno di Francia si arrenderanno alla sua mano conquistatrice. Esce Montfort
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 9
Now, if I knew but safely how to pass, I would at Calais gladly meet his grace,170 Whither I am by letters certified 171 That he intends to have his host removed.172 It shall be so. This policy will serve. (Calling) Ho, who’s within? Bring Villiers to me.
15
Enter Villiers Villiers, thou know’st thou art my prisoner, And that I might for ransom, if I would, Require of thee a hundred thousand francs, Or else retain and keep thee captive still. But so it is that for a smaller charge Thou mayst be quit, an if thou wilt thyself. And this it is: procure me but a passport Of Charles, the Duke of Normandy, that I Without restraint may have recourse to Calais Through all the countries where he hath to do — Which thou mayst easily obtain, I think, By reason I have often heard thee say He and thou were students once together — 173 And then thou shalt be set at liberty. How sayst thou? Wilt thou undertake to do it?
20
25
30
VILLIERS
I will, my lord. But I must speak with him. EARL OF SALISBURY
Why, so thou shalt! Take horse and post from hence — Only before thou go’st, swear by thy faith That if thou canst not compass my desire, Thou wilt return my prisoner back again, And that shall be sufficient warrant for me.
36
14. At: emend. moderno; in Q1-2 to (moto a luogo). 15. Whither: in Q2, che corregge whether (= “se”, ma anche grafia alternativa di whither) in Q1. 16. That: emend. moderno; in Q1-2 Yet = “eppure”. 31. Were: in Q2, che corregge wert in Q1. 1272
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 9
Ora, se sapessi come passare senza pericolo, sarei contento di poter incontrare sua grazia a Calais194, dove, come mi è stato notificato per lettera, egli intende trasferire il suo esercito. Sarà così. Ho progettato come fare. (Chiama). Ehi, voi! Portatemi qui Villiers. Entra Villiers Villiers, voi sapete che siete mio prigioniero e che, se volessi, potrei chiedervi un riscatto di centomila franchi oppure continuare a trattenervi qui come prigioniero. Tuttavia, se volete, potete anche essere rilasciato per una somma più piccola. Ecco come: procuratemi un salvacondotto da parte di Carlo, duca di Normandia, cosicché io possa raggiungere Calais senza pericolo attraverso i territori da lui controllati. Dovreste ottenerlo facilmente, penso, dal momento che spesso vi ho sentito dire che un tempo eravate studenti insieme. Se lo farete sarete rimesso in libertà. Cosa ne dite? Siete disposto ad accettare? VILLIERS
Sì, mio signore. Ma devo poterne parlare con lui. CONTE DI SALISBURY
Ve lo concedo. Prendete un cavallo e andate. Solo, prima di partire, giurate sul vostro onore che, qualora non riusciate a esaudire la mia richiesta, ritornerete di nuovo qui come mio prigioniero. Per me è una garanzia più che sufficiente.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 10
VILLIERS
To that condition I agree, my lord, And will unfeignedly perform the same. EARL OF SALISBURY Farewell, Villiers! Thus once I mean to try a Frenchman’s faith.
40 Exit Exit
Sc. 10 Enter King Edward and the Earl of Derby with soldiers KING EDWARD
Since they refuse our proffered league, my lord, And will not ope their gates and let us in, 174 We will entrench ourselves on every side, That neither victuals nor supply of men May come to succour this accursèd town. Famine shall combat where our swords are stopped.
5
Enter six poor Frenchmen EARL OF DERBY
The promised aid that made them stand aloof Is now retired and gone another way. It will repent them of their stubborn will. But w hat are these poor, ragged slaves, my lord?
10
KING EDWARD
Ask what they are. It seems they come from Calais. EARL OF DERBY (to the poor Frenchmen)
You wretched patterns of despair and woe — 175 What are you? Living men, or gliding ghosts Crept from your graves to walk upon the earth? POOR MAN
No ghosts, my lord, but men that breathe a life Far worse than is the quiet sleep of death. We are distressèd poor inhabitants That long have been diseasèd, sick and lame.
15
2. Their: in Q1; in Q2 the (articolo). 12. Patterns: in Q1; in Q2 partners = “compartecipi”. 1274
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 10
VILLIERS
A tale condizione accetto, mio signore, e farò lealmente ciò che mi chiedete. Esce CONTE DI SALISBURY
Addio, Villiers. Voglio, per una volta, mettere alla prova la lealtà di un francese. Esce Sc. 10 Entrano re Edoardo e il conte di Derby con i soldati195 RE EDOAR DO
Signore, poiché rifiutano l’alleanza da noi offerta e non intendono aprir le loro porte per farci entrare, ci trincereremo da ogni lato, cosicché né vettovaglie né rinforzi militari possano entrare a soccorrere questa città maledetta. La carestia combatterà là dove le nostre spade son bloccate. Entrano sei straccioni francesi CONTE DI DERBY
Quell’aiuto promesso che li aveva indotti a resistere è stato ora ritirato e indirizzato altrove. Si pentiranno del loro ostinato rifiuto. Ma chi sono questi poveri schiavi coperti di stracci? RE EDOAR DO
Chiedetelo a loro. Pare che vengano da Calais. CONTE DI DERBY (agli straccioni francesi)
O sventurati emblemi della disperazione e del dolore… Chi siete? Uomini in carne e ossa o fluttuanti fantasmi usciti dalle tombe per vagare sulla terra? POVERO
Non siamo fantasmi, signore, ma uomini che vivono una vita molto più grama di quanto non sia il quieto sonno della morte. Siamo poveri cittadini indigenti, da tempo malati e zoppi. Essendo inabili
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 10
And now, because we are not fit to serve, The Captain of the town hath thrust us forth That so expense of victuals may be saved.
20
KING EDWARD
A charitable deed, no doubt, and worthy praise! But how do you imagine, then, to speed? We are your enemies: in such a case We can no less but put ye to the sword, Since, when we proffered truce, it was refused.
25
POOR MAN
An if your grace no otherwise vouchsafe, As welcome death is unto us as life. KING EDWARD
Poor seely men, much wronged, and more distressed! Go, Derby, go, and see they be relieved. Command that victuals be appointed them, And give to every one five crowns apiece.
30
Exeunt the Earl of Derby and the six poor Frenchmen The lion scorns to touch the yielding prey, And Edward’s sword must fresh itself in such176 As wilful stubbornness hath made perverse.
35
Enter Lord Percy Lord Percy, welcome. What’s the news in England? PERCY
The Queen, my lord, commends her to your grace,177 And from her highness and the lord vicegerent I bring this happy tidings of success: David of Scotland, lately up in arms, Thinking belike he soonest should prevail — Your highness being absent from the realm —
40
34. Fresh: così in Q1 e Q2. Alcune edizioni moderne emendano in flesh = “spolpare, azzannare”. 37. Commends here: emend. moderno; in Q1-2 comes here = “viene qui” (nel senso: “sta per venire qui”). 1276
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19/10/2017 18:26:23
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 10
alla guerra, siamo stati espulsi dal capitano della città allo scopo di risparmiare il consumo di cibo. RE EDOAR DO
Un gesto caritatevole, senza dubbio, e degno di lode. Ma ora, come pensate di riuscire ad andare avanti? Noi siamo i vostri nemici. In una situazione del genere non possiamo far altro che passarvi a fi l di spada196, visto che, quando vi abbiamo offerto una tregua, l’avete rifiutata. POVERO
Se vostra grazia non può concederci nient’altro, la morte sarà per noi altrettanto ben accetta quanto lo è ora la vita. RE EDOAR DO
Poveri sventurati, indifesi, maltrattati! Andate, Derby, andate, e fate in modo che siano soccorsi. Fate portar loro del cibo e donate cinque corone a ciascuno. Escono il conte di Derby e i sei straccioni francesi Il leone197 sdegna di toccare la preda arrendevole. La spada di Edoardo deve invece punire coloro che un’ostinazione caparbia ha incrudelito. Entra lord Percy Benvenuto, lord Percy. Che notizie ci portate dall’Inghilterra? LORD PERCY
La regina, sire, si raccomanda a vostra grazia. Da lei e dal reggente porto felici notizie di vittoria: re Davide di Scozia, che aveva ripreso le armi, pensando forse a un facile successo a causa dell’assenza di vostra altezza dal regno, è stato sconfitto, sottomesso e preso
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 10
Is by the fruitful service of your peers178 And painful travail of the Queen herself — That, big with child, was every day in arms — Vanquished, subdued and taken prisoner.
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KING EDWARD
Thanks, Percy, for thy news, with all my heart! What was he took him prisoner in the field? PERCY
A squire, my lord. John Copland is his name, Who, since entreated by her majesty, Denies to make surrender of his prize To any but unto your grace alone — Whereat the Queen is grievously displeased.
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KING EDWARD
Well then, we’ll have a pursuivant dispatched179 To summon Copland hither out of hand, And with him he shall bring his prisoner-king.
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PERCY
The Queen, my lord, herself by this at sea,180 And purposeth, as soon as wind will serve, To land at Calais, and to visit you. KING EDWARD
She shall be welcome, and to wait her coming I’ll pitch my tent near to the sandy shore.
60
Enter a Captain of Calais CAPTAIN OF CALAIS
The burgesses of Calais, mighty king, Have, by a council, willingly decreed To yield the town and castle to your hands Upon condition it will please your grace To grant them benefit of life and goods.
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43. Fruitful: in Q1; in Q2 faithful: = “fedele”. 54. Dispatched: in Q2, che corregge dispatch (presente) in Q1. 57. Queen (Queene) in Q1: Q2 corregge in queen’s (soggetto e verbo). 1278
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19/10/2017 18:26:24
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 10
prigioniero, grazie al fruttuoso servizio dei vostri pari e al duro impegno della regina stessa che, pur essendo gravida198, è stata ogni giorno in armi. RE EDOAR DO
Grazie per le notizie, lord Percy, con tutto il cuore. Chi è stato a far prigioniero il re di Scozia? LORD PERCY
Uno scudiero, sire. Il suo nome è John Copland. Il problema è che, nonostante le richieste di sua maestà la regina, si rifiuta di cedere il suo prigioniero a chiunque altro se non a vostra grazia, del che la regina è assai contrariata. RE EDOAR DO
Ebbene, allora invieremo un nostro messo a convocare immediatamente Copland insieme con il suo prigioniero. LORD PERCY
A quest’ora, sire, la regina stessa è in mare e conta, appena il vento sarà favorevole, di approdare a Calais per raggiungervi. RE EDOAR DO
Sarà la benvenuta. In attesa del suo arrivo, pianterò la mia tenda vicino alla riva del mare. Entra un capitano di Calais CAPITANO DI CALAIS
I maggiorenti di Calais, o potente sovrano, hanno decretato in consiglio di cedere la città e il castello nelle vostre mani, a patto che vostra grazia voglia risparmiar loro la vita e i beni.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 11
KING EDWARD
They will so? Then, belike, they may command, Dispose, elect and govern as they list! No, sirrah. Tell them, since they did refuse Our princely clemency at first proclaimed, They shall not have it now, although they would. I will accept of naught but fire and sword — Except within these two days, six of them,181 That are the wealthiest merchants in the town, Come naked all but for their linen shirts, With each a halter hanged about his neck, And, prostrate, yield themselves upon their knees To be afflicted, hanged or what I please. And so you may inform their masterships.
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Exeunt all but the Captain CAPTAIN OF CALAIS
Why, this it is to trust a broken staff. Had we not been persuaded Jean, our king, Would, with his army, have relieved the town, We had not stood upon defiance so. But now ’tis past that no man can recall, And better some do go to wreck than all.
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84 Exit
Sc. 11 Enter the Dauphin and Villiers with a paper DAUPHIN
I wonder, Villiers, thou shouldst importune me For one that is our deadly enemy. VILLIERS
Not for his sake, my gracious lord, so much Am I become an earnest advocate As that, thereby, my ransom will be quit.
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73. These: in Q1; in Q2 this (singolare). 1280
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 11
RE EDOAR DO
È così? Credon forse di poter comandare, disporre, eleggere, governare come loro più aggrada? Nossignore! Rispondete che, giacché hanno rifiutato la nostra regale clemenza allorché l’abbiamo offerta, non potranno riaverla ora. Non accetteremo altro se non il fuoco e la spada, a meno che entro due giorni sei di loro, tra i più ricchi mercanti della città, non si presentino nudi, salvo per la camicia, con un capestro intorno al collo e, prostrandosi in ginocchio, offrano le loro persone alla tortura, all’impiccagione o a qualsiasi altra cosa ci piaccia. Riferite questo a lor signori. Escono tutti tranne il capitano CAPITANO DI CALAIS
Ecco, dunque, cosa significa fare affidamento su un vacillante bastone di comando199. Se non ci avessero persuasi che il nostro re Giovanni avrebbe liberato la città con il suo esercito non ci saremmo posti in atteggiamento di sfida. Ormai, però, è troppo tardi per tornare indietro: meglio il naufragio di pochi che di tutti. Esce Sc. 11 Entrano il Delfino e Villiers con un documento200 DELFINO
Mi sorprende, Villiers, che mi importuni a favore di una persona che è nostro nemico mortale. VILLIERS
Non è per lui, o mio grazioso signore, che son venuto a supplicare, ma per il mio riscatto tramite lui. DELFINO
Il tuo riscatto? Che bisogno c’è di parlarne? Non sei forse libero? Non dobbiam forse sfruttare ogni occasione che ci conceda di avvantaggiarci sui nostri nemici?201 VILLIERS
No, mio buon signore, a meno che non sia giusta. Il vantaggio, infatti, deve sempre congiungersi con l’onore, altrimenti le nostre azioni non potranno che essere turpi. Ma, lasciando da parte questa complessa disputa, vostra altezza intende firmare, o no? 1281
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 11
DAUPHIN
Thy ransom, man? Why need’st thou talk of that? Art thou not free? And are not all occasions That happen for advantage of our foes To be accepted of and stood upon? VILLIERS
No, good my lord, except the same be just. For profit must with honour be commixed, Or else our actions are but scandalous. But, letting pass these intricate objections, Will’t please your highness to subscribe or no?
10
DAUPHIN
Villiers, I will not nor I cannot do it. Salisbury shall not have his will so much To claim a passport how it pleaseth him.
15
VILLIERS
Why then, I know the extremity, my lord. I must return to prison, whence I came. DAUPHIN Return? I hope thou wilt not! What bird that hath escaped the fowler’s gin Will not beware how she’s ensnared again? Or what is he so senseless and secure That, having hardly passed a dangerous gulf, Will put himself in peril there again?
20
25
VILLIERS
Ah, but it is mine oath, my gracious lord,182 Which I in conscience may not violate — Or else a kingdom should not draw me hence. DAUPHIN
Thine oath? Why, that doth bind thee to abide. Hast thou not sworn obedience to thy Prince?
30
26. Mine: in Q1; in Q2 my. 1282
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19/10/2017 18:26:24
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 11
DELFINO
Villiers, non vogliamo né possiamo firmare. Non dobbiamo permettere a Salisbury di imporci la sua volontà, al punto da dettarci un salvacondotto alle sue condizioni. VILLIERS
Allora, mio signore, non mi rimane altra scelta: tornerò alla prigione da cui sono venuto. DELFINO
Tornarci? Spero proprio che tu non voglia farlo. Quale uccello fuggito dal laccio del cacciatore non farà attenzione a non cadervi di nuovo? E chi è così pazzo e incosciente che, dopo aver superato a fatica un pericoloso abisso, va a sfidare la sorte una seconda volta? VILLIERS
Ah, ma c’è il mio giuramento, mio grazioso signore, che in coscienza non posso infrangere. Altrimenti per niente al mondo mi allontanerei da qui. DELFINO
Il tuo giuramento? Ebbene, proprio quello ti obbliga a rimanere. Non hai forse giurato obbedienza al tuo principe?
1283
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19/10/2017 18:26:24
THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 11
VILLIERS
In all things that uprightly he commands. But either to persuade or threaten me Not to perform the covenant of my word Is lawless, and I need not to obey. DAUPHIN
Why, is it lawful for a man to kill, And not to break a promise with his foe?
35
VILLIERS
To kill, my lord, when war is once proclaimed, So that our quarrel be for wrongs received, No doubt is lawfully permitted us. But in an oath, we must be well advised How we do swear, and when we once have sworn, Not to infringe it, though we die therefor. Therefore, my lord, as willing I return As if I were to fly to paradise.
40
He begins to leave DAUPHIN
Stay, my Villiers. Thine honourable mind 183 Deserves to be eternally admired. Thy suit shall be no longer thus deferred. Give me the paper. I’ll subscribe to it.
45
Villiers gives him the paper, which the Dauphin signs And wheretofore I lovèd thee as Villiers, Hereafter I’ll embrace thee as myself. Stay, and be still in favour with thy lord. VILLIERS (receiving back the paper) I humbly thank your grace. I must dispatch And send this passport first unto the Earl, And then I will attend your highness’ pleasure.
50
DAUPHIN
Do so, Villiers. And Charles, when he hath need, Be such his soldiers, howsoever he speed. Exit Villiers
55
45. Thine: in Q1; in Q2 thy. 1284
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19/10/2017 18:26:24
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 11
VILLIERS
In tutto ciò che egli mi comanda giustamente. Ma volermi persuadere o minacciare a non tener fede alla parola data è illegittimo e non sono tenuto all’obbedienza 202. DELFINO
Come? È legittimo uccidere, ma è illegittimo violare una promessa fatta a un nemico? VILLIERS
Uccidere, mio signore, quando è stata dichiarata guerra, allorché la contesa mira a riparare un torto subito, è più che legittimo. Tuttavia, nel caso di un giuramento, dobbiamo fare attenzione alle nostre parole e, una volta che lo abbiamo pronunciato, dobbiamo impegnarci a non violarlo, anche a costo della nostra stessa vita. Pertanto, mio signore, ritorno di buon grado alla mia prigione come se tornassi in Paradiso. Fa per allontanarsi DELFINO
Rimani, Villiers. Il tuo animo onorevole merita eterna ammirazione. La tua richiesta non sarà ulteriormente procrastinata: dammi il documento e lo firmerò. Villiers dà il documento al Delfino, che lo firma Finora ti amavo in quanto Villiers; d’ora innanzi ti abbraccerò come un altro me stesso. Rimani e continua a godere del favore del tuo signore. VILLIERS (riprendendo il documento) Ringrazio umilmente vostra grazia. Ora devo far pervenire questo salvacondotto al conte. Poi attenderò in ogni cosa al volere di vostra altezza. DELFINO
Così, dunque, Villiers, sarà. Quando Carlo di lor bisogno avrà, sian come lui i suoi soldati, uomini d’onore pronti e fidati. Esce Villiers
1285
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19/10/2017 18:26:24
THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 11
Enter Jean King of France KING OF FRANCE
Come, Charles, and arm thee. Edward is entrapped. The Prince of Wales is fall’n into our hands, And we have compassed him. He cannot scape. DAUPHIN
But will your highness fight today?
60
KING OF FRANCE
What else, my son? He’s scarce eight thousand strong, And we are threescore thousand at the least. DAUPHIN
I have a prophecy, my gracious lord, Wherein is written what success is like To happen us in this outrageous war. It was delivered me at Crécy’s field By one that is an agèd hermit there: ‘When feathered fowl shall make thine army tremble, And flintstones rise and break the battle ’ray, Then think on him that doth not now dissemble, For that shalt be the hapless dreadful day, Yet in the end thy foot thou shalt advance As far in England as thy foe in France.’
65
70
KING OF FRANCE
By this it seems we shall be fortunate. For, as it is impossible that stones Should ever rise and break the battle ’ray, Or airy fowl make men in arms to quake, So is it like we shall not be subdued. Or, say this might be true: yet in the end, Since he doth promise we shall drive him hence And scourge their country as they have done ours, By this revenge that loss will seem the less. But all are frivolous fancies, toys and dreams. Once we are sure we have ensnared the son, Catch we the father after how we can. Exeunt
75
80
1286
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19/10/2017 18:26:24
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 11
Entra Giovanni re di Francia RE DI FRANCIA
Su, Carlo, armati. Edoardo principe di Galles è intrappolato, caduto nelle nostre mani, accerchiato. Non può sfuggirci in nessun modo. DELFINO
Ma vostra altezza vuol combattere oggi? RE DI FRANCIA
E quando, se no? Ha meno di ottomila uomini e noi ne abbiamo almeno sessantamila. DELFINO
Ho una profezia, mio grazioso signore, in cui è scritto che tipo di sorte ci toccherà in questa spaventosa guerra. Mi è stata data al campo di Crécy da un vecchio eremita che abita colà: “Quando piumati uccelli l’armata tua tremar faranno, e pietre in ciel levate le schiere frangeranno, pensa a chi dissimular giammai ha imparato: quello sarà per voi il giorno sfortunato. Alfin, però, il tuo piede in Inghilterra tanto avanzerà quanto il tuo nemico il suol di Francia calcherà”203. RE DI FRANCIA
Da queste profetiche parole deduco che saremo fortunati, dacché, com’è impossibile che le pietre salgano in alto204 e frangano le nostre schiere o che gli aerei uccelli scuotano gli armati, così è impossibile che noi saremo battuti. Oppure, quand’anche ciò accada, alla fine, poiché è stato previsto che da qui scacceremo il nemico e il paese loro saccheggeremo come loro han saccheggiato il nostro, tale vendetta bilancerà le nostre perdite. Ma queste son frivole fantasie, sogni, vanità: preso il figlio, il padre sfuggirci non potrà. Escono
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19/10/2017 18:26:24
THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 12
Sc. 12 Enter Edward Prince of Wales, Lord Audley and others PRINCE OF WALES
Audley, the arms of death embrace us round And comfort have we none, save that to die We pay sour earnest for a sweeter life. At Crécy field our clouds of warlike smoke Choked up those French mouths and dissevered them, But now their multitudes of millions hide, Masking, as ’twere, the beauteous burning sun, Leaving no hope to us but sullen dark And eyeless terror of all-ending night.
6
AUDLEY
This sudden, mighty and expedient head That they have made, fair Prince, is wonderful. Before us, in the valley, lies the King, Vantaged with all that heaven and earth can yield, His party stronger battled than our whole. His son, the braving Duke of Normandy, Hath trimmed the mountain on our right hand up In shining plate, that now the aspiring hill Shows like a silver quarry, or an orb, Aloft the which the banners, bannerets And new-replenished pennants cuff the air And beat the winds that, for their gaudiness, Struggles to kiss them. On our left hand lies Philippe, the younger issue of the King, Coating the other hill in such array That all his gilded upright pikes do seem Straight trees of gold; the pendant ensigns, leaves, And their device of antique heraldry, Quartered in colours seeming sundry fruits, Makes it the orchard of the Hesperides.
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19/10/2017 18:26:24
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 12
Sc. 12 Entrano Edoardo principe di Galles, lord Audley e altri 205 PRINCIPE DI GALLES
Audley, le braccia della morte ci cingono tutt’intorno. L’unico conforto che ci rimane è che, morendo, pagheremo un amaro pegno in cambio di una vita più dolce. Al campo di Crécy le nostre nuvole di guerra soffocarono le bocche dei francesi, disperdendoli. Ora, però, le loro moltitudini sono talmente numerose da nascondere, mascherandola, l’ardente bellezza del sole: non ci resta, dunque, nessuna speranza, ma solo cupe tenebre e il cieco terrore della notte che sarà la fine di tutto. AUDLEY
Dolce principe, questa loro improvvisa, potente e decisa avanzata ha del portentoso. Davanti a noi nella valle si trova il re, favorito da tutto ciò che il cielo e la terra possono concedere, e la sua squadra è più numerosa e possente di tutto il nostro esercito206. Suo figlio, l’ardimentoso duca di Normandia, ha ricoperto il monte alla nostra destra di luminose armature, cosicché ora l’altura sembra un’argentea cava o un globo sulla cui vetta bandiere, stendardi e svolazzanti pennoni schiaffeggiano l’aria e trattengono il vento che, ammirato dal loro splendore, cerca di abbracciarli. Sulla nostra sinistra sta Filippo, il figlio cadetto del re, a coprire l’altra collina con uno schieramento tale che le sue lucenti picche sembran dritti alberi dorati, i pennoni foglie e gli antichi emblemi araldici, inquartati in vari colori, frutti d’ogni foggia: simile, in ciò, al giardino delle Esperidi 207.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 12
Behind us too the hill doth rear his height, 184 For, like a half-moon opening but one way, It rounds us in. There, at our backs, are lodged The fatal crossbows, and the battle there Is governed by the rough Châtillion. Then thus it stands: the valley for our flight The King binds in, the hills on either hand Are proudly royalizèd by his sons, And on the hill behind stands certain death In pay and service with Châtillion.
30
35
PRINCE OF WALES
Death’s name is much more mighty than his deeds. Thy parcelling this power hath made it more Than all the world! Call it but a power. As many sands as these, my hands, can hold Are but my handful of so many sands, Eas’ly ta’en up and quickly thrown away. But if I stand to count them, sand by sand, The number would confound my memory, And make a thousand millions of a task Which, briefly, is no more in deed than one. These quarters, squadrons and these regiments Before, behind us, and on either hand, Are but a power. When we name a man, His hand, his foot, his head hath several strengths, And, being all but one self-instanced strength, Why, all this many, Audley, is but one, And we can call it all but one man’s strength. He that hath far to go tells it by miles; If he should tell the steps it kills his heart. The drops are infinite that make a flood, And yet, thou know’st, we call it but a rain. There is but one France, and one king of France: That France hath no more kings, and that same king Hath but the puissant legion of one king.
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45
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30. Too: emend. moderno; in Q1-2 two = “dietro [noi due]”. 1290
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 12
Anche dietro di noi la collina si eleva alta, a guisa di una mezzaluna e ci accerchia, aprendosi in un unico punto; alle nostre spalle, invece, son disposti i fatali balestrieri e quel settore della battaglia è comandato dal rude Châtillon. La situazione, dunque, sta così: la valle, che è la nostra unica via di fuga, è chiusa dal re; le colline da entrambi lati sono tenute con orgoglio dai principi suoi figli; sulla collina dietro di noi sta la morte stessa al soldo e al servizio di Châtillon. PRINCIPE DI GALLES
Il nome della Morte è molto più potente dei suoi atti. Nel suddividere l’esercito francese in più parti, l’avete fatto sembrare più potente del mondo intero! Chiamatelo semplicemente ‘esercito’. Tanti granelli di sabbia come questi, che la mia mano riesce a contenere, non sono altro che una manciata di tanti granelli, facile da raccogliere e facile da buttar via. Ma se comincio a contare granello per granello, il loro numero mi confonde la mente, trasformando in mille milioni un numero che, in realtà, non è che uno. Questi contingenti, questi squadroni e questi reggimenti davanti e dietro di noi, a sinistra e a destra, non sono che un unico esercito. Quando nominiamo un uomo, la mano, il piede, la testa sono dotati di forze diverse ma, essendo singole componenti della sua forza complessiva, non sono che un’unica forza, che noi definiamo la forza di quell’uomo. Colui che ha molta strada da percorrere la misura in miglia; se, al contrario, ne contasse i singoli passi, si perderebbe d’animo. Infinite sono le gocce che formano un acquazzone; tuttavia, come ben sapete, non le chiamiamo che pioggia. Non v’è che un’unica Francia e un unico re di Francia 208: la Francia non ha altri re e quel re non ha che il potente esercito di un unico re;
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19/10/2017 18:26:25
THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 12
And we have one. Then apprehend no odds, For one to one is fair equality.
65
Enter a Herald from Jean King of France What tidings, messenger? Be plain and brief. HERALD
The King of France, my sovereign lord and master, Greets by me his foe, the Prince of Wales. If thou call forth a hundred men of name — 185 Of lords, knights, squires and English gentlemen — 186 And with thyself and those, kneel at his feet, He straight will fold his bloody colours up And ransom shall redeem lives forfeited. If not, this day shall drink more English blood Than e’er was buried in our British earth. 187 What is thy answer to his proffered mercy?
70
75
PRINCE OF WALES
This heaven that covers France contains the mercy That draws from me submissive orisons. That such base breath should vanish from my lips To urge the plea of mercy to a man, The Lord forbid. Return and tell thy King: 188 My tongue is made of steel, and it shall beg My mercy on his coward burgonet. Tell him my colours are as red as his, My men as bold, our English arms as strong. Return him my defiance in his face. HERALD I go.
80
85 Exit
Enter a Herald from the Dauphin (Prince Charles of Normandy) PRINCE OF WALES What news with thee?
69. A hundred: in Q1; in Q2 an hundredth. 70. Squires: in Q2; in Q1 Esquires. 75. Our: = “nostro [suolo britannico]”. Alcune edizioni moderne emendano in your “vostro [suolo britannico]”, visto che la battuta è di un francese. Nella traduzione si è omesso il possessivo. 81. Thy: in Q2, che corregge the (= “il”) in Q1. 1292
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19/10/2017 18:26:25
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 12
noi stessi abbiamo un solo re. Dunque, non parlate di pericoli, poiché uno contro uno vuol dire giusta parità. Entra un araldo inviato da re Giovanni di Francia ARALDO
Il re di Francia, mio sovrano, signore e padrone, saluta tramite me il suo nemico, il principe di Galles. Se convocherete cento uomini di rango, tra signori, cavalieri, scudieri e gentiluomini inglesi, e, insieme con loro, vi inginocchierete ai suoi piedi, egli subito deporrà le sue bandiere sanguinarie e un riscatto potrà salvare le vostre vite. In caso contrario, questo giorno si nutrirà di più sangue inglese di quanto sia mai stato sepolto nel suolo britannico. Come rispondete alla sua misericordiosa offerta? PRINCIPE DI GALLES
È il cielo di Francia, non altri, a poter concedere quella misericordia da me invocata nelle mie devote preghiere. Iddio non voglia che dalle mie labbra esca una sì vile richiesta rivolta a un essere umano. Tornate dal vostro re e ditegli che la mia lingua è d’acciaio e che costringerà lui a invocare misericordia da me, sul suo codardo elmetto. Ditegli che i miei colori sono altrettanto rossi quanto i suoi, i miei uomini non meno audaci e le braccia inglesi non meno forti. Tornate da lui e rigettategli in faccia la mia sfida. ARALDO
Vado. Esce Entra un araldo inviato dal Delfino (il principe Carlo di Normandia) PRINCIPE DI GALLES
Quali notizie ci recate?
1293
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19/10/2017 18:26:25
THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 12
SECOND HERALD
The Duke of Normandy, my lord and master, Pitying thy youth is so engirt with peril, By me hath sent a nimble-jointed jennet, As swift as ever yet thou didst bestride, And therewithal he counsels thee to fly, Else death himself hath sworn that thou shalt die.
90
PRINCE OF WALES
Back with the beast unto the beast that sent him! Tell him I cannot sit a coward’s horse. Bid him today bestride the jade himself, For I will stain my horse quite o’er with blood And double-gild my spurs, but I will catch him. So tell the cap’ring boy, and get thee gone. 189 SECOND HERALD I go.
95
100 Exit
Enter a Herald from Prince Philippe, carrying a book THIRD HERALD
Edward of Wales, Philippe, the second son To the most mighty Christian King of France, Seeing thy body’s living date expired, All full of charity and Christian love
105
He offers the book to the Prince Commends this book full fairly fraught with prayers To thy fair hand, and for thy hour of life Entreats thee that thou meditate therein, And arm thy soul for her long journey towards. Thus have I done his bidding and return.
110
PRINCE OF WALES
Herald of Philippe, greet thy lord from me. All good that he can send I can receive. But think’st thou not the unadvisèd boy Hath wronged himself in thus far tendering me?190
100. Cap’ring: in Q1; in Q2 carping = “insolente”. 114. Thus: in Q2, che corregge this in Q1. 1294
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19/10/2017 18:26:25
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 12
SECONDO ARALDO
Il duca di Normandia, mio signore e padrone, provando pietà per la vostra giovinezza così accerchiata dal pericolo, vi invia per mano mia un agile giannetto209, più veloce di qualsiasi cavallo da voi cavalcato, cosicché possiate fuggire a precipizio, dacché la Morte stessa ha giurato che voi morirete. PRINCIPE DI GALLES
Riportate questa bestia a quella bestia che l’ha mandata! Ditegli che non so cavalcare il cavallo di un codardo. Ingiungetegli di montare lui stesso sul ronzino perché, a costo di coprire il mio cavallo di sangue e d’insanguinare i miei speroni, lo catturerò. Riferite così a quel burlone, e andatevene. SECONDO ARALDO
Vado. Esce Entra un araldo inviato dal principe Filippo, con un libro TERZO ARALDO
Edoardo di Galles, Filippo, figlio cadetto del potentissimo e cristianissimo re di Francia, vedendo che è giunta a scadenza la vita del vostro corpo terreno, spinto dalla sua profonda carità e da amor cristiano, raccomanda alle vostre labbra questo libro ricco di preghiere porge il libro al principe e vi supplica, in questa vostra ultima ora di vita, di meditarvi su profondamente, onde preparare l’anima al suo lungo viaggio ultramondano. Adempiuto il compito che mi è stato assegnato, mi congedo. PRINCIPE DI GALLES
Araldo di Filippo, salutate il vostro signore da parte mia. Sono pronto ad accettare tutto ciò che di buono mi manda. Però non pensate che quel giovane irresponsabile abbia fatto torto a se stesso nel preoccuparsi così tanto per me? Forse è lui, senza quel libro, a
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1295
19/10/2017 18:26:25
THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 12
Haply he cannot pray without the book; 191 I think him no divine extemporal. Then render back this commonplace of prayer To do himself good in adversity. Besides, he knows not my sins’ quality, And therefore knows no prayers for my avail. Ere night his prayer may be to pray to God To put it in my heart to hear his prayer. So tell the courtly wanton, and be gone. THIRD HERALD I go.
115
120
Exit
PRINCE OF WALES
How confident their strength and number makes them! Now, Audley, sound those silver wings of thine, And let those milk-white messengers of time Show thy time’s learning in this dangerous time. Thyself art bruised and bit with many broils, And stratagems fore-past with iron pens Are texted in thine honourable face.192 Thou art a married man in this distress, But danger woos me as a blushing maid. Teach me an answer to this perilous time.
126
130
AUDLEY
To die is all as common as to live. The one enchased the other holds in chase. For from the instant we begin to live, We do pursue and hunt the time to die. First bud we, then we blow, and after seed, Then presently we fall, and as a shade Follows the body, so we follow death. If then we hunt for death why do we fear it? If we fear it, why do we follow it? If we do follow it, how can we shun it? If we do fear, with fear we do but aid The thing we fear to seize on us the sooner.
135
140
145
115. Haply: in Q2, che corregge Happily (= “felicemente”) in Q1. 131. Texted: in Q1; in Q2 texed. 1296
Shakespeare_Drammi storici.indb 1296
19/10/2017 18:26:25
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 12
non saper pregare: non lo reputo, infatti, un teologo estemporaneo. Rendetegli, dunque, il libro di preghiere comuni210 e che gli faccia buon pro nelle avversità. Inoltre, giacché non conosce la natura dei miei peccati, non può sapere quali preghiere possano giovarmi. Prima di sera la sua preghiera sarà quella di pregare Dio di indurre il mio cuore ad ascoltare la sua preghiera. Riferite così a quel gaudente cortigiano, e andate. TERZO ARALDO
Vado. Esce PRINCIPE DI GALLES
Ah, come la forza e il numero li rendono sicuri di sé! Ora, Audley, fate risuonare le vostre alate idee e permettete a quelle candide messaggere del tempo di mostrare la saggezza del tempo in questo tempo pericoloso. Voi stesso siete stato coinvolto e morso in molteplici battaglie e le vicende passate sono scritte con penna d’acciaio sul vostro volto onorato. Voi siete stato lo sposo di questa angoscia, mentre il pericolo corteggia me così come si corteggia una timida vergine. Insegnatemi, dunque, che riposta dare a questo insidioso tempo. AUDLEY
Morire è altrettanto comune quanto vivere211. La seconda è una scelta, la prima è una partita di caccia. Infatti, dall’istante in cui cominciamo a vivere non facciamo altro che inseguire e dare la caccia al tempo della morte. Prima mettiamo le gemme, poi i fiori, poi diamo frutto, infine cadiamo212 e, come l’ombra segue il corpo, così noi seguiamo la Morte. Se, dunque, diamo la caccia alla morte, perché la temiamo? Se la temiamo, perché la inseguiamo? Se la inseguiamo, come possiamo evitarla? Se la temiamo, con il timore non facciamo che aiutare ciò che temiamo a ghermirci prima.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1297
19/10/2017 18:26:25
THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 13
If we fear not, then no resolvèd proffer Can overthrow the limit of our fate. For whether ripe or rotten, drop we shall, As we do draw the lottery of our doom.
150
PRINCE OF WALES
Ah, good old man! A thousand thousand armours These words of thine have buckled on my back. Ah, what an idiot hast thou made of life To seek the thing it fears, and how disgraced Th’imperial victory of murd’ring death, Since all the lives his conquering arrows strike Seek him, and he not them, to shame his glory. I will not give a penny for a life, Nor half a halfpenny to shun grim death, Since for to live is but to seek to die, And dying but beginning of new life. Let come the hour when he that rules it will. To live or die I hold indifferent still. Exeunt
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Sc. 13 Enter Jean King of France and the Dauphin KING OF FRANCE
A sudden darkness hath defaced the sky, The winds are crept into their caves for fear, The leaves move not, the world is hushed and still, The birds cease singing and the wand’ring brooks Murmur no wonted greeting to their shores. Silence attends some wonder and expecteth That heaven should pronounce some prophecy. Where or from whom proceeds this silence, Charles?
5
DAUPHIN
Our men with open mouths and staring eyes Look on each other as they did attend Each other’s words, and yet no creature speaks. A tongue-tied fear hath made a midnight hour, And speeches sleep through all the waking regions.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1298
19/10/2017 18:26:25
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 13
Se non la temiamo, nessun tentativo di finirci può cambiare il termine fissato dal nostro fato, poiché, maturi o marci, cadere dovremo dopo aver estratto la lotteria del nostro destino. PRINCIPE DI GALLES
Ah, buon vecchio! Queste vostre parole mi han rinsaldato le spalle più di mille corazze. Ah, come siete riuscito a far apparire insensata la vita nel suo vano inseguimento di ciò che essa più teme. E come siete riuscito a far apparire disonorevole l’imperiale vittoria della Morte assassina, poiché tutte le vite colpite dalle sue frecce inseguivano Lei 213, non Lei loro, per screditarne la vittoria. Non darei un soldo per la vita, né mezzo soldo per sfuggire all’arcigna morte, giacché vivere non è se non inseguir la morte, e il morire non è che l’inizio di una nuova vita. Venga pure l’ora colà stabilita 214: vivere o morire, per me, è la stessa partita. Escono Sc. 13 Entrano il re di Francia e il Delfino215 RE DI FRANCIA
Un’improvvisa oscurità ha offuscato il volto del cielo, i venti per paura si sono nascosti nelle caverne, le foglie non si muovono, il mondo è silente e inerte, gli uccelli hanno smesso di cantare e i sinuosi ruscelli non mormorano più il loro consueto saluto alle sponde. Il silenzio preannuncia qualche portento e attende che il cielo pronunzi una profezia 216. Da dove, o da chi, deriva questo silenzio, Carlo? DELFINO
I nostri soldati, con la bocca aperta e gli occhi spalancati, si guardano l’un l’altro, come se ascoltassero le rispettive parole, eppure nessuno parla. Una paura che lega la lingua ha fatto calare la mezzanotte e le parole dormono in tutte le regioni della veglia.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1299
19/10/2017 18:26:25
THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 13
KING OF FRANCE
But now the pompous sun in all his pride Looked through his golden coach upon the world, And, on a sudden, hath he hid himself, That now the under earth is as a grave, Dark, deadly, silent and uncomfortable.
15
A clamour of ravens Hark, what a deadly outcry do I hear! Enter Prince Philippe193 DAUPHIN
Here comes my brother Philippe — All dismayed. (To Philippe) What fearful words are those thy looks presage? PRINCE PHILIPPE A flight, a flight — KING OF FRANCE
20
KING OF FRANCE
Coward, what flight? Thou liest. There needs no flight. PRINCE PHILIPPE A flight — KING OF FRANCE
Awake thy craven powers, and tell on The substance of that very fear in deed Which is so ghastly printed in thy face. What is the matter? PRINCE PHILIPPE A flight of ugly ravens Do croak and hover o’er our soldiers’ heads, And keep in triangles and cornered squares, Right as our forces are embattelèd. With their approach there came this sudden fog Which now hath hid the airy floor of heaven, And made at noon a night unnatural Upon the quaking and dismayèd world. In brief, our soldiers have let fall their arms, And stand like metamorphosed images, Bloodless and pale, one gazing on another.
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19.1. Enter Prince Philippe: integrazione moderna; manca in Q1-2. 1300
Shakespeare_Drammi storici.indb 1300
19/10/2017 18:26:25
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 13
RE DI FRANCIA
Solo un momento fa il sole, nel suo pomposo orgoglio, contemplava il mondo dal suo cocchio dorato. Improvvisamente, però, si è nascosto e ora la terra è come una tomba: scura, silenziosa, senza speranza. Gracchiare di corvi Ascolta! Un grido mortale mi ferisce le orecchie! Entra il principe Filippo DELFINO
Sta arrivando mio fratello Filippo… RE DI FRANCIA
… in preda al turbamento. (Al principe Filippo) Quali spaventevoli parole annuncia il tuo sguardo? PRINCIPE FILIPPO
Un volo, un volo!217 RE DI FRANCIA
Che volo, codardo? Menti! Non c’è nessun bisogno di involarsi 218. PRINCIPE FILIPPO
Un volo… RE DI FRANCIA
Risveglia i tuoi vili 219 spiriti e spiegaci la sostanza di quel timore che è così spettralmente stampato sul tuo volto. Che cos’è successo? PRINCIPE FILIPPO
Un orrido stormo di gracchianti corvi si è librato al di sopra delle teste dei nostri soldati. Ora è schierato in forma di triangolo e di quadrato, proprio come lo schieramento delle nostre truppe. Al loro arrivo è sopraggiunta quest’improvvisa nebbia, che ha nascosto l’aereo tetto del cielo e ha fatto del mezzogiorno una notte innaturale sulla terra turbata e scossa. In breve, i nostri soldati hanno lasciato cadere le armi, trasformandosi in statue di pietra 220: ora, pallidi ed esangui, se ne stanno immobili, mirandosi l’un l’altro.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 13
KING OF FRANCE [aside]
Ay, now I call to mind the prophecy — But I must give no utterance to a fear. (To Philippe) Return, and hearten up these yielding194 souls! Tell them the ravens, seeing them in arms — So many fair against a famished few — Come but to dine upon their handiwork, And prey upon the carrion that they kill. For when we see a horse laid down to die — Although not dead — the ravenous birds Sit watching the departure of his life. Even so these ravens, for the carcasses Of those poor English that are marked to die,195 Hover about, and if they cry to us ’Tis but for meat that we must kill for them. Away, and comfort up my soldiers, And sound the trumpets and at once dispatch This little business of a silly fraud. Exit Prince Philippe
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Another noise. Enter the Earl of Salisbury brought in by a French Captain FRENCH CAPTAIN
Behold, my liege, this knight and forty more, Of whom the better part are slain and fled, With all endeavour sought to break our ranks And make their way to the encompassed Prince. Dispose of him as please your majesty.
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KING OF FRANCE
Go, and the next bough, soldier, that thou seest, Disgrace it with his body presently, Fore I do hold a tree in France too good To be the gallows of an English thief.
41. These: in Q1; in Q2 those = “quegli [animi]”. 50. Those: in Q1; in Q2 these = “questi”. 1302
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 13
RE DI FRANCIA [a parte]
Sì, ora mi sovviene la profezia… non devo, però, abbandonarmi alla paura. (A Filippo) Ritorna e rincuora questi animi arrendevoli! Dì loro che i corvi, vedendoli armati, numerosi e possenti, contro un misero stuolo di servi affamati, son qui venuti a far banchetto della nostra impresa, nutrendosi delle carogne dei soldati da noi uccisi. Infatti, allorché scorgono221 un cavallo che, non ancor morto, si accascia per morire, i famelici uccelli222 restano fermi in attesa che la vita lo abbandoni. Allo stesso modo, questi corbacci volteggiano pazienti al di sopra delle carcasse di quei poveri inglesi predestinati alla morte: se gracchiano verso di noi è solo per chiederci di procurar loro carne fresca, uccidendoli. Via, va’ e reca conforto ai nostri soldati, fa’ squillare le trombe e spiega loro questo stupido equivoco223. Esce Filippo Ancora rumori. Entra il conte di Salisbury, condotto da un capitano francese224 CAPITANO FRANCESE
Guardate, sire, questo cavaliere e altri quaranta, dei quali la gran parte è stata uccisa o è fuggita, han tentato a tutti i costi di aprirsi un varco nelle nostre schiere per raggiungere il principe che era stato accerchiato. Vostra maestà, disponete di lui a vostro piacimento. RE DI FRANCIA
Andate, capitano, e appendete il corpo di quest’uomo al primo ramo che vedete, poiché considero un albero francese troppo buono per far da forca a un ladro inglese.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 13
EARL OF SALISBURY (to the Dauphin)
My lord of Normandy, I have your pass And warrant for my safety through this land.
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DAUPHIN
Villiers procured it for thee, did he not? EARL OF SALISBURY He did. DAUPHIN
And it is current. Thou shalt freely pass. KING OF FRANCE
Ay, freely to the gallows to be hanged Without denial or impediment! Away with him.
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DAUPHIN
I hope your highness will not so disgrace me, And dash the virtue of my seal at arms. He hath my never-broken name to show, Charàctered with this princely hand of mine. And rather let me leave to be a prince Than break the stable verdict of a prince. I do beseech you, let him pass in quiet.
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KING OF FRANCE
Thou and thy word lie both in my command. What canst thou promise that I cannot break? Which of these twain is greater infamy — To disobey thy father or thyself? Thy word, nor no man’s, may exceed his power, Nor that same man doth never break his word That keeps it to the utmost of his power. The breach of faith dwells in the soul’s consent, Which, if thyself without consent do break, Thou art not chargèd with the breach of faith. Go, hang him; for thy licence lies in me, And my constraint stands the excuse for thee.
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DAUPHIN
What, am I not a soldier in my word? Then arms, adieu, and let them fight that list. Shall I not give my girdle from my waist 1304
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 13
CONTE DI SALISBURY (al Delfino)
Mio signore di Normandia, ho la vostra garanzia e il vostro lasciapassare che mi concedono di attraversare queste terre in sicurezza. DELFINO
È stato Villiers a procurarvelo? CONTE DI SALISBURY
Sì. DELFINO
È valido. Potete passare liberamente. RE DI FRANCIA
… passare liberamente alla forca per esservi impiccato senza possibilità di opposizione alcuna. Portatelo via. DELFINO
Spero che vostra altezza non voglia contraddirmi, negando validità al mio sigillo. Il conte esibisce la mia firma, a cui non sono mai venuto meno, scritta con questa mano di principe. Lasciate che io rinunci al mio rango di principe, piuttosto che costringermi a violare il verdetto da me emanato in qualità di principe. Vi prego di farlo passare in sicurezza. RE DI FRANCIA
Tu e la parola che hai dato siete entrambi sotto il mio comando. Quale promessa, dunque, puoi fare che io non possa violare? Quale di queste due azioni è più infamante: disubbidire a tuo padre o a te stesso? Né la tua parola, né la parola di qualsiasi altro suddito può superare il raggio del suo potere, né viene meno alla sua parola colui che la mantiene entro tale raggio. La violazione della fede dipende dal consenso dell’anima: dunque, se tu vieni meno per volontà altrui, non puoi essere accusato di violazione della fede. Su, impiccatelo. Dal momento che la tua libertà d’azione dipende dalla mia volontà, la mia costrizione ti vale da scusa. DELFINO
Come, non sono un soldato rispetto alla mia parola? Allora, addio armi! Che combatta chi vuole. Non posso dunque dare la mia cintura
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 13
But with a guardian I shall be controlled To say I may not give my things away? Upon my soul, had Edward Prince of Wales Engaged his word, writ down his noble hand, For all your knights to pass his father’s land, The royal King, to grace his warlike son, Would not alone safe conduct give to them, But with all bounty feasted them and theirs.
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KING OF FRANCE
Dwell’st thou on precedents? Then be it so. (To Salisbury) Say, Englishman, of what degree thou art. EARL OF SALISBURY
An earl in England, though a prisoner here. And those that know me, call me Salisbury.
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KING OF FRANCE
Then, Salisbury, say whither thou art bound.196 EARL OF SALISBURY
To Calais, where my liege, King Edward, is.197 KING OF FRANCE
To Calais, Salisbury? Then to Calais pack, And bid thy King prepare a noble grave To put his princely son, black Edward, in. And as thou travell’st westward from this place, Some two leagues hence there is a lofty hill, Whose top seems topless, for the embracing sky Doth hide his high head in her azure bosom, Upon whose tall top, when thy foot attains, Look back upon the humble vale beneath — Humble of late, but now made proud with arms — And thence behold the wretched Prince of Wales Hooped with a band of iron round about. 198
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107. Whither: in Q2, che corregge whether (= “se”, ma anche grafia alternativa di whither) in Q1. 108. Calais: in questa, e nelle occorrenze successive, in Q1-2 la grafia è Calice o Callice. 120. Band: in Q2, che corregge bond (= “cerchia”) in Q1. 1306
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 13
senza venir controllato da un guardiano che mi dice che non ho licenza di dar via le mie cose? Sulla mia anima, se Edoardo principe di Galles avesse dato la sua parola, scrivendo con la sua nobile mano l’autorizzazione a tutti i cavalieri ad attraversare le terre di suo padre, il re, per onorare il figlio valoroso, non solo avrebbe dato loro salvacondotti, ma avrebbe anche festeggiato generosamente sia loro che il loro seguito. RE DI FRANCIA
Ti richiami ad altri casi precedenti? Allora così sia. (A Salisbury) Ditemi, inglese, qual è il vostro rango. CONTE DI SALISBURY
Conte in Inghilterra, sebbene qui sia prigioniero. Chi mi conosce mi chiama Salisbury. RE DI FRANCIA
Allora, Salisbury, ditemi dove siete diretto. CONTE DI SALISBURY
A Calais, dove si trova il mio signore, re Edoardo. RE DI FRANCIA
A Calais, Salisbury? Allora incamminatevi alla volta di Calais e dite al vostro re di preparare una nobile tomba per deporvi suo figlio Edoardo, il Principe nero. E, poiché viaggiate verso occidente, a circa due leghe da qui troverete un’irta collina la cui cima sembra senza vetta, avvolta com’è dall’azzurro seno del cielo; quando sarete sulla sua alta cima, volgete il vostro sguardo verso l’umile valle sottostante (umile finora, ma adesso fiera di armi) e di lì potrete scorgere il povero principe di Galles accerchiato da una banda di soldati armati.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 14
After which sight, to Calais spur amain, And say the Prince was smothered and not slain. And tell thy King, this is not all his ill, For I will greet him ere he thinks I will. Away, be gone. The smoke but of our shot Will choke our foes, though bullets hit them not.
125 Exeunt
Sc. 14 Alarum. Enter Edward Prince of Wales and the Comte d’Artois COMTE D’ARTOIS
How fares your grace? Are you not shot, my lord? PRINCE OF WALES
No, dear Artois, but choked with dust and smoke, And stepped aside for breath and fresher air. COMTE D’ARTOIS
Breathe then, and to it again! The amazèd French Are quite distract with gazing on the crows, And, were our quivers full of shafts again, Your grace should see a glorious day of this. O, for more arrows, Lord — that’s our one want!
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PRINCE OF WALES
Courage, Artois! A fig for feathered shafts When feathered fowls do bandy on our side! What need we fight and sweat and keep a coil When railing crows outscold our adversaries? Up, up, Artois! The ground itself is armed With fire-containing flint. Command our bows To hurl away their parti-coloured yew, And to it with stones! Away, Artois, away! My soul doth prophesy we win the day.
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15 Exeunt
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 14
Dopo di ciò, spronate precipitosamente il vostro cavallo verso Calais e riferite al re che le sue sfortune non finiscono qui, perché noi verremo a trovarlo quando meno se lo aspetta. Su, andate. In luogo dei proiettili, basterà il fumo delle armi a soffocare i nostri nemici. Escono Sc. 14 Allarme. Entrano Edoardo principe di Galles e il conte di Artois225 CONTE DI ARTOIS
Come sta vostra grazia? Non siete stato colpito, signore? PRINCIPE DI GALLES
No, caro Artois. Sono stato solo soffocato dalla polvere e dal fumo e mi sono allontanato per respirare un po’ d’aria pulita. CONTE DI ARTOIS
Riprendete fiato, allora, e poi di nuovo a combattere. I francesi, sorpresi, sono usciti fuori di sé alla vista dei corvi e, se le nostre faretre fossero ancora piene di frecce, vostra grazia sarebbe testimone di una giornata gloriosa. Oh, avessimo altre frecce, signore. È l’unica cosa che ci manca. PRINCIPE DI GALLES
Coraggio, Artois! Che ci importa delle frecce piumate se i piumati uccelli si schierano dalla nostra parte? Che bisogno abbiamo di combattere, sudare, gettarci nella mischia, se dei corvi gracchianti atterriscono i nostri nemici? Su, su, Artois! Lo stesso terreno è armato di pietre focaie226. Comanda ai nostri arcieri di gettar via i loro archi variopinti. Armiamoci di pietre! Via, Artois, via! La mia anima profetizza che vinceremo la giornata. Escono
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 15
Sc. 15 Alarum. Enter Jean King of France KING OF FRANCE199
Our multitudes are in themselves confounded, Dismayèd and distraught. Swift-starting fear Hath buzzed a cold dismay through all our army, And every petty disadvantage prompts The fear-possessèd abject soul to fly Myself, whose spirit is steel to their dull lead, What with recalling of the prophecy, And that our native stones from English arms Rebel against us, find myself attainted With strong surprise of weak and yielding fear.
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Enter the Dauphin DAUPHIN200
Fly, father, fly! The French do kill the French: Some that would stand let drive at some that fly; Our drums strike nothing but discouragement; Our trumpets sound dishonour and retire; The spirit of fear, that feareth naught but death, Cowardly works confusion on itself.
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Enter Prince Philippe PRINCE PHILIPPE201
Pluck out your eyes and see not this day’s shame! An arm hath beat an army. One poor David Hath, with a stone, foiled twenty stout Goliaths. Some twenty naked starvelings with small flints Hath driven back a puissant host of men202 Arrayed and fenced in all accomplements.
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1. Prefisso nominale: il nome del sovrano francese non compare in Q1, ed è integrato in Q2. 11. Prefisso nominale: il nome del DAUPHIN non compare in Q1, ed è integrato in Q2 (CHARLES). 17. Prefisso nominale: il nome del PRINCE PHILIPPE non compare in Q1, ed è integrato in Q2 (PHILIP). 21. Hath: in Q1; in Q2 Haue (plurale). 1310
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 15
Sc. 15 Allarme. Entra re Giovanni di Francia227 RE DI FRANCIA
Le nostre schiere sono confuse, sconvolte e turbate. La contagiosa paura ha soffiato freddo sgomento in tutto il nostro esercito e ogni minimo incidente, per i più codardi, è un invito alla fuga. Io stesso, nonostante il mio spirito sia possente acciaio rispetto all’ottuso piombo di costoro, ricordando la profezia e vedendo che le pietre della nostra terra, in mano agli inglesi, si ribellano contro di noi, sono contagiato e assalito da un debole e arrendevole timore228. Entra il Delfino DELFINO
Fuggite, fuggite, padre! I francesi uccidono i francesi: quelli che vorrebbero resistere colpiscono quelli che fuggono, i nostri tamburi battono solo scoramento, le nostre trombe squillano disonore e ritirata. Lo spirito della paura, che non dovrebbe temere nient’altro che la morte, codardamente si autoalimenta 229. Entra il principe Filippo PRINCIPE FILIPPO
Strappatevi gli occhi per non vedere la vergogna di questo giorno! Un solo braccio ha battuto un’intera armata 230. Un povero Davide, con un sasso, ha abbattuto venti possenti Golia 231. Una ventina di straccioni morti di fame, armati di piccole pietre, ha respinto una possente schiera corazzata e armata di tutto punto.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 16
KING OF FRANCE
Mort dieu! They quoit at us and kill us up! No less than forty thousand wicked elders Have forty lean slaves this day stoned to death.
25
DAUPHIN
O, that I were some other countryman! This day hath set derision on the French, And all the world will blurt and scorn at us. KING OF FRANCE What, is there no hope left? PRINCE PHILIPPE
No hope but death, to bury up our shame.
30
KING OF FRANCE
Make up once more with me: the twenti’th part Of those that live are men enough to quail The feeble handful on the adverse part. DAUPHIN
Then charge again! If heaven be not opposed We cannot lose the day. KING OF FRANCE On, on, away!
34 Exeunt
Sc. 16 Enter Lord Audley wounded and rescued by two Squires SQUIRE
How fares my lord? Even as a man may do That dines at such a bloody feast as this.
AUDLEY SQUIRE
I hope, my lord, that is no mortal scar. AUDLEY
No matter if it be. The count is cast, And, in the worst, ends but a mortal man. Good friends, convey me to the princely Edward, That, in the crimson bravery of my blood, I may become him with saluting him.
5
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 16
RE DI FRANCIA
Mort dieu! Ci colpiscono come a un tiro al bersaglio232. Oggi quaranta 233 reclute servili hanno ucciso a sassate non meno di quarantamila maledetti veterani. DELFINO
Oh, come vorrei essere un cittadino di un altro paese! Questo giorno ha portato alla Francia scherno e disonore. Il mondo si prenderà gioco di noi. RE DI FRANCIA
Come, non ci rimane nessuna speranza? PRINCIPE FILIPPO
Nessuna, se non la morte, per seppellire la nostra vergogna. RE DI FRANCIA
Radunatevi ancora una volta intorno a me: ci basta la ventesima parte dei sopravvissuti per far tremare quella vile manciata dei nostri avversari. DELFINO
Di nuovo alla carica, allora! Se il cielo non ci è avverso il giorno per noi non è ancor perso234. RE DI FRANCIA
Su, andiamo! Escono Sc. 16 Entra lord Audley, ferito, con due scudieri che gli prestano soccorso235 SCUDIERO
Come sta il mio signore? AUDLEY
Come un uomo che partecipi a un banchetto di morte. SCUDIERO
Spero, mio signore, che non si tratti di una ferita mortale. AUDLEY
Non importa se lo è. Il dado è tratto e, nel peggiore dei casi, non muore che un uomo mortale236. Buoni amici, portatemi dal principe Edoardo, affinché possa rendergli omaggio salutandolo
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 17
I’ll smile and tell him that this open scar Doth end the harvest of his Audley’s war.
Exeunt
Sc. 17 Enter Edward Prince of Wales with his prisoners: Jean King of France and the Dauphin, and all with ensigns spread. Retreat sounded PRINCE OF WALES (to the King and then the Dauphin)
Now, Jean in France, and lately Jean of France,203 Thy bloody ensigns are my captive colours — And you, high-vaunting Charles of Normandy, That once today sent me a horse to fly, Are now the subjects of my clemency. Fie, lords, is it not a shame that English boys,204 Whose early days are yet not worth a beard, Should in the bosom of your kingdom, thus, One against twenty, beat you up together?
5
KING OF FRANCE
Thy fortune, not thy force, hath conquered us.
10
PRINCE OF WALES
An argument that heaven aids the right. Enter the Comte d’Artois with Prince Philippe See, see — Artois doth bring with him along The late good counsel-giver to my soul. Welcome, Artois, and welcome Philippe too! Who now, of you or I, have need to pray? Now is the proverb verified in you — ‘Too bright a morning breeds a louring day’.
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Sound trumpets. Enter Lord Audley [supported by] the two Squires
1. Jean […] Jean: emend. moderno; in Q1-2 John. 6. Is it: in Q1; in Q2 is’t (forma contratta). 1314
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 17
nell’ardimentoso rossore del mio sangue. Gli sorriderò e gli dirò che questa ferita aperta conclude il raccolto di guerra del suo Audley. Escono Sc. 17 Entrano Edoardo principe di Galles con i suoi prigionieri: re Giovanni di Francia, il Delfino e tutti gli altri, a bandiere spiegate. Suona la ritirata237 PRINCIPE DI GALLES (al re e al Delfino)
Voi Giovanni in Francia, che già foste Giovanni di Francia 238, le vostre insegne di sangue son diventate i colori della mia conquista, e voi, vanaglorioso Carlo di Normandia, che oggi mi avete mandato un cavallo per invitarmi a fuggire, entrambi siete ora soggetti alla mia clemenza. Suvvia, signori, non è vergognoso che delle giovani reclute inglesi, ancora imberbi, nel cuore del vostro regno, uno contro venti, vi abbiano sconfitti tutti insieme? RE DI FRANCIA
La vostra fortuna, non la vostra forza, ci ha sconfitto. PRINCIPE DI GALLES
Il che dimostra che il Cielo aiuta i giusti 239. Entra il conte di Artois con il principe Filippo Guarda, guarda, Artois porta con sé l’ex-consigliere della mia anima. Benvenuto Artois e benvenuto Filippo. Chi di noi due ha ora bisogno di pregare? Siete la dimostrazione vivente del proverbio: “Mattino luminoso, giorno nuvoloso”. Squillo di tromba. Entra lord Audley con due scudieri [che lo sostengono]
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 17
But say, what grim discouragement comes here? Alas, what thousand armèd men of France Have writ that note of death in Audley’s face? (To Audley) Speak thou, that woo’st death with thy careless smile, And look’st so merrily upon thy grave As if thou wert enamoured on thine end. What hungry sword hath so bereaved thy face And lopped a true friend from my loving soul?
20
25
AUDLEY
O, Prince, thy sweet bemoaning speech to me Is as a mournful knell to one dead sick. PRINCE OF WALES (embracing him) Dear Audley, if my tongue ring out thy end My arms shall be thy grave. What may I do205 To win thy life or to revenge thy death? If thou wilt drink the blood of captive kings, Or that it were restorative, command A health of king’s blood, and I’ll drink to thee.206 If honour may dispense for thee with death, The never-dying honour of this day Share wholly, Audley, to thyself, and live.
30
35
AUDLEY
Victorious Prince — that thou art so, behold A Caesar’s fame in kings’ captivity — If I could hold dim death but at a bay Till I did see my liege, thy royal father, 207 My soul should yield this castle of my flesh, This mangled tribute, with all willingness, To darkness, consummation, dust and worms.
40
29. Thy: in Q2, che corregge the (articolo) in Q1. 33. Health: emend. moderno; in Q1-2 Heath = “brughiera”. 40. Royal: emend. moderno; in Q1-2 loyall = “leale”. 1316
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19/10/2017 18:26:26
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 17
Oh, quale tragico scoramento giunge adesso! Ahimè, quante migliaia di armati francesi hanno scritto quel segno di morte sul volto di Audley? (A Audley) Parlate, voi che corteggiate la morte con un sorriso noncurante e guardate la tomba con tanta serenità, come se foste innamorato della Morte, quale spada folle d’ira vi ha così sfigurato, potando un amico sincero dall’albero della mia anima? AUDLEY
Principe, il vostro dolce lamento per me è come un rintocco funebre per un uomo che sta per fuggire dalla vita. PRINCIPE DI GALLES (abbracciandolo) Caro Audley, se la mia lingua suona a morto per voi, le mie braccia saranno la vostra tomba. Cosa mai posso fare per riconquistarvi alla vita o per vendicare la vostra morte? Se volete bere il sangue di re prigionieri o se esso può ridarvi la salute, comandate un brindisi di sangue reale e io lo berrò per voi. Se l’onore può liberarvi dalla morte, prendete tutto per voi l’onore immortale di questo giorno, e vivete. AUDLEY
O principe vittorioso – che voi siate vincente lo dimostra la vostra fama di Cesare per la cattura dei sovrani – se potessi tenere ancora a bada la pallida morte finché non riesca a vedere il mio re, il vostro regale padre, la mia anima cederebbe volentieri la sua dimora carnale, quale martoriato tributo alle tenebre, alla sua consumazione, alla polvere e ai vermi.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 17
PRINCE OF WALES
Cheerly, bold man. Thy soul is all too proud To yield her city for one little breach. [ ] Should be divorcèd from her earthly spouse By the soft temper of a Frenchman’s sword. Lo, to repair thy life I give to thee Three thousand marks a year in English land.
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AUDLEY
I take thy gift to pay the debts I owe. These two poor squires redeemed me from the French With lusty and dear hazard of their lives. What thou hast given me, I give to them, And as thou lov’st me, Prince, lay thy consent To this bequeath in my last testament.
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PRINCE OF WALES
Renownèd Audley, live, and have from me This gift twice doubled to these squires and thee. But live or die, what thou hast given away To these and theirs shall lasting freedom stay. (To the Squires) Come, gentlemen, I’ll see my friend 208 bestowed Within an easy litter. Then we’ll march Proudly toward Calais with triumphant pace, Unto my royal father, and there bring The tribute of my wars: fair France his king. Exeunt
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61. I’ll: in Q2 Ille (forma contratta), che corregge I will (forma intera) in Q1. 1318
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19/10/2017 18:26:27
IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 17
PRINCIPE DI GALLES
State sereno, spirito audace. La vostra anima è troppo orgogliosa per cedere il suo borgo per una piccola breccia [ ]240, e lasciare che la spada mal temprata di un francese la separi dal suo sposo terreno241. Ecco, per risarcire la vostra vita, vi assegno tremila marchi all’anno di terra inglese. AUDLEY
Accetto il vostro dono per pagare i miei debiti. Questi due poveri scudieri mi hanno riscattato dai francesi con l’audace rischio della loro vita. Ciò che mi avete dato lo dò a loro. E se mi amate, principe, date il vostro consenso all’inclusione di questo lascito nel mio testamento. PRINCIPE DI GALLES
Glorioso Audley, vivete e ricevete da me questo dono due volte raddoppiato per questi due scudieri e per voi. Ma che voi viviate o che muoriate, ciò che avete loro donato rimane confermato per sempre. (Agli scudieri) Venite, signori, voglio che il mio amico sia adagiato su una comoda lettiga. Poi marceremo orgogliosamente verso Calais, con passo trionfante, per raggiungere il re mio padre e portargli il tributo delle mie guerre: il re della bella Francia 242. Escono
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19/10/2017 18:26:27
THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 18
Sc. 18 Enter [at one door] as Supplicants, six citizens of Calais in their shirts, barefoot, with halters about their necks. Enter [at another door] King Edward speaking with Queen Philippa. Enter with them the Earl of Derby and soldiers KING EDWARD
No more, Queen Philip — pacify yourself. Copland, except he can excuse his fault, Shall find displeasure written in our looks. And now, unto this proud, resisting town. Soldiers, assault! I will no longer stay To be deluded by their false delays. Put all to sword, and make the spoil your own. ALL SIX SUPPLICANTS [coming forward] Mercy, King Edward! Mercy, gracious lord!
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KING EDWARD
Contemptuous villains, call ye now for truce? Mine ears are stopped against your bootless cries. Sound drums alarum, draw threat’ning swords!
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FIRST SUPPLICANT209
Ah, noble prince, take pity on this town, And hear us, mighty King. We claim the promise that your highness made — The two days’ respite is not yet expired, And we are come with willingness to bear What torturing death or punishment you please, So that the trembling multitude be saved.
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KING EDWARD
My promise — well, I do confess as much. But I require the chiefest citizens And men of most account that should submit. You, peradventure, are but servile grooms, Or some felonious robbers on the sea,
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12. FIRST SUPPLICANT: in Q1-2 la battuta è attribuita a: All = “Tutti” (come al v. 8). 1320
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 18
Sc. 18 Entrano [da una parte], come supplici, sei cittadini di Calais in camicia, scalzi, con capestri intorno al collo; [da un’altra parte] re Edoardo, intento a parlare con la Regina Filippa, e, con loro, il conte di Derby e vari soldati243 RE EDOAR DO
Basta, regina Filippa… datti pace. Se Copland non riesce a giustificare il suo errore troverà la disapprovazione scritta sul nostro volto. Occupiamoci ora di questa orgogliosa città che continua a opporci resistenza. Alla carica, soldati! Non posso più accettare di essere ingannato da questi indugi pretestuosi. Passateli tutti a fil di spada. Il bottino sarà vostro. I SEI SUPPLICI [avanzando]244 Abbiate pietà, re Edoardo. Pietà, grazioso sovrano. RE EDOAR DO [ai supplici] Vili canaglie, ora chiedete tregua? Le mie orecchie son tappate alle vostre inutili implorazioni. [Ai soldati] Fate risuonare i tamburi di guerra! Sfoderate le vostre terribili spade! PRIMO SUPPLICE
Nobile principe, abbiate pietà di questa città. Ascoltateci, possente re. Ci appelliamo alla promessa che vostra altezza ci ha fatto: il termine di due giorni non è ancora scaduto e noi siamo venuti a sottoporci volontariamente a quella tortura mortale o a quella punizione che più vi aggrada, se ciò può servire a salvare la tremante moltitudine. RE EDOAR DO
La mia promessa? Ebbene, la riconosco, ma avevo chiesto che si sottomettessero i maggiorenti e gli uomini di più alto rango. Voi non sembrate altro che poveri servi o miserabili pirati di mare
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Whom, apprehended, law would execute, Albeit severity lay dead in us. No, no — ye cannot overreach us thus.
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SECOND SUPPLICANT210
The sun, dread lord, that in the western fall Beholds us now low-brought through misery, Did, in the orient purple of the morn, Salute our coming forth when we were known [ ] Or may our portion be with damnèd fiends.
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KING EDWARD
If it be so, then let our covenant stand. We take possession of the town in peace, But for yourselves, look you for no remorse. But, as imperial justice hath decreed, Your bodies shall be dragged about these walls, And, after, feel the stroke of quartering steel. This is your doom. (To the soldiers) Go, soldiers, see it done.
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QUEEN PHILIPPA
Ah, be more mild unto these yielding men! It is a glorious thing to stablish peace, And kings approach the nearest unto God By giving life and safety unto men. As thou intendest to be king of France, So let her people live to call thee king. 211 For what the sword cuts down, or fire hath spoiled, Is held in reputation none of ours.
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45
KING EDWARD
Although experience teach us this is true — That peaceful quietness brings most delight When most of all abuses are controlled — Yet, insomuch it shall be known that we As well can master our affections
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27. SECOND SUPPLICANT: in Q1-2 la battuta è attribuita a Two = “Due”. 45. Her = “suo” [ovvero, di Francia]: in Q1; in Q2 thy = “tuo”. 1322
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che, catturati, sarebbero comunque sottoposti alla pena capitale, quand’anche volessimo far sonnecchiare la nostra severità. No, no, non potete imbrogliarci così. SECONDO SUPPLICE
Il sole, temuto signore, che, tramontando a occidente, ci vede ora scesi in basso a tanta miseria, quando stamattina imporporò l’oriente, salutò il nostro apparire come persone di fama [ ]245; ove così non fosse, che la nostra sorte sia in mezzo ai demoni dannati. RE EDOAR DO
Se è così, allora siamo pronti a mantenere il nostro patto. Prenderemo possesso della città in maniera pacifica. Quanto a voi, però, non attendetevi misericordia. Come ha decretato la giustizia imperiale, i vostri corpi saranno trascinati intorno a queste mura; dovranno poi sentire i colpi del ferro che li squarterà. Così è stato stabilito. (Ai soldati) Andate, soldati, ed eseguite gli ordini. REGINA FILIPPA
Ah, sii più mite con questi uomini arrendevoli! È cosa gloriosa ristabilire la pace. I re tanto più si avvicinano a Dio quanto più concedono agli uomini salvezza e vita246. Dal momento che intendi essere re di Francia, lascia che il popolo francese viva abbastanza da poterti chiamare re. Non possiamo considerare nostro ciò che la spada ha tagliato o il fuoco ha bruciato. RE EDOAR DO
Anche se l’esperienza ci insegna che una quieta pace reca maggior diletto allorché si impediscono gli eccessi, tuttavia, considerando che in questo modo si saprà che noi sappiamo non solo conquista-
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As conquer other by the dint of sword, Philip, prevail: we yield to thy request — These men shall live to boast of clemency, And, tyranny, strike terror to thyself.
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SECOND SUPPLICANT212
Long live your highness! Happy be your reign! KING EDWARD (to the six Supplicants)
Go, get you hence! Return unto the town. And if this kindness hath deserved your love, Learn then to reverence Edward as your king.
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Exeunt the six Supplicants Now might we hear of our affairs abroad, We would till gloomy winter were o’erspent Dispose our men in garrison a while. Enter Copland, with David King of Scotland as his prisoner But who comes here? EARL OF DERBY
Copland, my lord, and David King of Scots.
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KING EDWARD
Is this the proud, presumptuous squire of the north That would not yield his prisoner to my Queen? COPLAND
I am, my liege, a northern squire indeed, But neither proud nor insolent, I trust. KING EDWARD213
What moved thee, then, to be so obstinate To contradict our royal Queen’s desire?
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COPLAND
No wilful disobedience, mighty lord, But my desert, and public law at arms.214 I took the King, myself, in single fight,
57. SECOND SUPPLICANT: in Q1-2 la battuta è attribuita a Two = “Due”. 70. KING EDWARD: in Q1 KING; il prefisso nominale è omesso in Q2. 73. At: in Q1; in Q2 of = “di” [“delle armi”]. 1324
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re il nemico con la forza della spada, ma anche dominare i nostri affetti, seguirò il tuo avviso, o Filippa. Cediamo dunque alla tua richiesta: vivano questi uomini, per celebrare la nostra clemenza. Tu, o tirannide, terrorizza solo te stessa. SECONDO SUPPLICE
Viva vostra altezza! Che il vostro regno sia felice! RE EDOAR DO (ai sei supplici)
Andate via, tornate in città, e se questa nostra misericordia ha meritato il vostro amore, imparate a riverire Edoardo come vostro re. Escono i sei supplici Ora possiamo occuparci dei nostri affari altrove. Finché non sarà passato il cupo inverno, disponiamo i nostri uomini in servizio di guarnigione. Entra Copland con re Davide di Scozia, suo prigioniero Ma chi giunge ora? CONTE DI DERBY
Copland, sire, con Davide, re di Scozia. RE EDOAR DO
Si tratta di quello scudiero del nord, orgoglioso e superbo, che non ha voluto cedere il suo prigioniero alla regina? COPLAND
Sì, sono io, sire, uno scudiero del nord, ma, vi assicuro, né orgoglioso, né superbo. RE EDOAR DO
Che cosa mai, dunque, vi ha spinto a essere così ostinato da contrastare la richiesta della nostra regina? COPLAND
Non una voluta disobbedienza, mio potente sovrano, ma i miei meriti e la pubblica legge delle armi. Io stesso ho catturato il re in
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And, like a soldier, would be loath to lose The least pre-eminence that I had won. And Copland, straight upon your highness’ charge, Is come to France, and with a lowly mind Doth vail the bonnet of his victory. Receive, dread lord, the custom of my freight, The wealthy tribute of my labouring hands, Which should long since have been surrendered up, Had but your gracious self been there in place.
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QUEEN PHILIPPA
But, Copland, thou didst scorn the King’s command, Neglecting our commission in his name.
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COPLAND
His name I reverence, but his person more. His name shall keep me in allegiance still, But to his person I will bend my knee. KING EDWARD (to the Queen) I pray thee, Philip, let displeasure pass. This man doth please me, and I like his words. For what is he that will attempt great deeds And lose the glory that ensues, the fame? All rivers have recourse unto the sea, And Copland’s faith, relation to his king. (To Copland) Kneel therefore down.
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He knights him Now rise, King Edward’s knight. And to maintain thy state, I freely give Five hundred marks a year to thee and thine.
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Enter the Earl of Salisbury, with a coronet Welcome, Lord Salisbury! What news from Bretagne? EARL OF SALISBURY
This, mighty King: the country we have won, And Charles de Montfort, regent of that place, Presents your highness with this coronet, Protesting true allegiance to your grace.
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duello e, come qualsiasi soldato, ero riluttante a perdere quell’onore che avevo conquistato. Del resto, Copland, non appena vostra altezza glielo ha comandato, è venuto in Francia e ora, con umiltà, è pronto a spogliarsi del pennacchio della sua vittoria. Ricevete, mio temuto sovrano, il lauto dazio del mio carico, il ricco tributo delle mie laboriose braccia, che già da lungo tempo vi avrei consegnato se vostra grazia fosse stata sul posto. REGINA FILIPPA
Ma voi, Copland, nel non considerare che noi avevamo il potere di agire in suo nome, avete disprezzato l’ordine del re. COPLAND
Riverisco il suo nome, ma ancor di più la sua persona. Sempre il suo nome mi imporrà fedeltà, ma è alla sua persona che mi inginocchio. RE EDOAR DO (alla regina) Ti prego, Filippa, lascia sbollire l’ira. Quest’uomo mi piace e mi piacciono le sue parole. In fondo, chi è colui che si lancia in grandi imprese rinunciando poi alla gloria che ne consegue? Tutti i fiumi son diretti al mare; così pure la fedeltà di Copland è diretta al suo re247. (A Copland) Inginocchiatevi, dunque, Copland. Lo nomina cavaliere Ora alzatevi, cavaliere di re Edoardo. A conferma del vostro rango, vi concedo liberamente cinquecento marchi all’anno per voi e la vostra famiglia. Entra il conte di Salisbury con una coroncina [A Salisbury] Benvenuto, lord Salisbury! Quali notizie ci recate dalla Bretagna? CONTE DI SALISBURY
Queste, potente sovrano: il paese è stato vinto e Charles de Montfort, che ne è governatore, presenta a vostra altezza questa coroncina, professando sincera fedeltà a vostra grazia.
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KING EDWARD
We thank thee for thy service, valiant Earl. Challenge our favour, for we owe it thee. EARL OF SALISBURY
But now, my lord, as this is joyful news, So must my voice be tragical again, And I must sing of doleful accidents.
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KING EDWARD
What, have our men the overthrow at Poitiers, Or is our son beset with too much odds? EARL OF SALISBURY
He was, my lord, and as my worthless self, With forty other serviceable knights, Under safe conduct of the Dauphin’s seal, Did travel that way, finding him distressed, A troop of lances met us on the way, Surprised and brought us prisoners to the King, Who, proud of this and eager of revenge, Commanded straight to cut off all our heads. And surely we had died but that the Duke, More full of honour than his angry sire, Procured our quick deliverance from thence. But ere we went, ‘Salute your King,’ quoth he, ‘Bid him provide a funeral for his son. Today our sword shall cut his thread of life And, sooner than he thinks, we’ll be with him To quittance those displeasures he hath done.’ This said, we passed, not daring to reply. Our hearts were dead, our looks diffused and wan. Wand’ring, at last we climbed unto a hill From whence, although our grief were much before, Yet now to see the occasion with our eyes Did thrice so much increase our heaviness. For there, my lord, O there we did descry Down in a valley how both armies lay. The French had cast their trenches like a ring, And every barricade’s open front
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RE EDOAR DO
Vi ringraziamo per il vostro servizio, o conte valoroso. Rivendicate il nostro favore, perché ve lo dobbiamo. CONTE DI SALISBURY
Ma ora, sire, dopo queste gioiose notizie, la mia voce deve aprirsi a una nota tragica, intonando storie dolorose. RE EDOAR DO
Come, i nostri uomini sono forse stati sconfitti a Poitiers? Oppure nostro figlio è cinto da pericoloso assedio? CONTE DI SALISBURY
Lo era, sire. Mentre la mia indegna persona, grazie a un salvacondotto rilasciato dal Delfino, passava da quella parte insieme con altri quaranta fedeli cavalieri, notammo che il principe era in pericolo; ci imbattemmo infatti in una truppa di lancieri, che ci sorprese e ci portò prigionieri dal re. Di ciò fiero, e avido di vendetta, il re diede immantinente ordine di farci decapitare. Di certo saremmo morti, se il giovane duca, uomo di maggior onore del suo iracondo padre, non avesse rapidamente procurato la nostra liberazione. Prima che ce ne andassimo, però, ci disse: “Salutate il vostro re e invitatelo a preparare un funerale per suo figlio: oggi la nostra spada reciderà il filo della sua vita. Prima di quanto egli non pensi sarò da lui, per saldare il conto dei dolori che ci ha inferto”. A queste parole ci allontanammo, senza osar replicare, con la morte nei nostri cuori e i volti pallidi ed esangui. Continuando a vagare, alla fine ci inerpicammo su di una collina; da lì, nonostante il dolore che ci affliggeva fosse già profondo, al vederne la causa con i nostri occhi, il nostro sconforto fu triplicato. Da lassù, sire, potemmo vedere come i due eserciti erano schierati nella vallata. I francesi avevano scavato le loro trincee in forma circolare e ogni spazio aperto della
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Was thick embossed with brazen ordinance. Here stood a battle of ten thousand horse, There twice as many pikes in quadrant wise, Here crossbows and there deadly wounding darts, And in the midst, like to a slender point Within the compass of the hòrizon, As ’twere a rising bubble in the sea, A hazel wand amidst a wood of pines, Or as a bear fast-chained unto a stake, Stood famous Edward, still expecting when Those dogs of France would fasten on his flesh. Anon, the death-procuring knell begins. Off go the cannons that, with trembling noise, Did shake the very mountain where they stood. Then sound the trumpets’ clangour in the air. The battles join, and when we could no more Discern the difference ’twixt the friend and foe, So intricate the dark confusion was, Away we turned our wat’ry eyes with sighs As black as powder fuming into smoke. And thus, I fear, unhappy have I told The most untimely tale of Edward’s fall.
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QUEEN PHILIPPA
Ah, me! Is this my welcome into France? Is this the comfort that I looked to have When I should meet with my belovèd son? Sweet Ned, I would thy mother, in the sea, Had been prevented of this mortal grief.
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KING EDWARD
Content thee, Philip. ’Tis not tears will serve To call him back if he be taken hence. Comfort thyself as I do, gentle Queen, With hope of sharp, unheard-of, dire revenge! He bids me to provide his funeral! And so I will, but all the peers in France Shall mourners be, and weep out bloody tears Until their empty veins be dry and sere.
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barricata era ben difeso da pezzi di artiglieria pesante. Da una parte c’era un’armata di diecimila uomini a cavallo; dall’altra un numero doppio di lancieri disposti a quadrante; altrove i balestrieri con le loro frecce mortali; nel mezzo, come il piccolo punto nel giro di compasso dell’orizzonte o come una bolla d’acqua che affiora dal mare o un virgulto di nocciolo in un bosco di pini o come un orso legato a un palo, stava il prode Edoardo, in attesa che quei cani di Francia facessero strazio della sua carne. Subito dopo, alto si leva un funebre rintocco. Sparano i cannoni e, con tremante fragore, scuotono la montagna stessa in cui sono piazzati. Risuona nell’aria il clangore delle trombe. Si scontrano le armate e, quando oscurità e confusione ci impediscono di distinguere tra l’amico e il nemico, volgiamo altrove i nostri occhi bagnati di pianto, levando sospiri più neri della fumante polvere da sparo. Così, temo, ho raccontato la lamentevole storia dell’acerba caduta del principe Edoardo. REGINA FILIPPA
Ahimè! È questo il mio benvenuto in Francia? È questo il conforto che avevo sperato di trovare nel riabbracciare il mio amato figlio? Caro Edo, tua madre avrebbe preferito che il mare, inghiottendola, le avesse risparmiato questa mortale ferita. RE EDOAR DO
Placati, Filippa. Non saranno le lacrime a richiamare in vita il nostro principe, se la sua anima è volata via. Cerca di confortarti come faccio io, gentile regina, nell’auspicio di una vendetta dura, tremenda, inaudita. Mi invitano a preparare il suo funerale? Così farò, ma tutti i pari di Francia dovran presenziarvi come piagnoni, versando lacrime di sangue finché le loro vene non saranno prosciugate.
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The pillars of his hearse shall be their bones;215 The mould that covers him, their city ashes; His knell, the groaning cries of dying men; And, in the stead of tapers on his tomb, An hundred-fifty towers shall burning blaze While we bewail our valiant son’s decease!
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Flourish within. Enter a Herald HERALD
Rejoice, my lord! Ascend the imperial throne! The mighty and redoubted Prince of Wales, Great servitor to bloody Mars in arms, The Frenchman’s terror and his country’s fame, Triumphant rideth like a Roman peer, And, lowly, at his stirrup, comes afoot King Jean of France together with his son In captive bonds, whose diadem he brings To crown thee with, and to proclaim thee king.
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KING EDWARD
Away with mourning, Philip! Wipe thine eyes! Sound trumpets! Welcome in Plantagenet! Enter Edward Prince of Wales with Jean King of France and Prince Philippe as his prisoners. Also enter Lord Audley [in a litter borne by the two Squires] and the Comte d’Artois As things long lost when they are found again, So doth my son rejoice his father’s heart, For whom, even now, my soul was much perplexed. QUEEN PHILIPPA
Be this a token to express my joy —
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She kisses the Prince of Wales For inward passions will not let me speak.
171. Their: emend. moderno; in Q1-2 his = “le sue”. 1332
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I sostegni del suo carro funebre saranno le loro ossa; le ceneri delle loro città saranno la terra che lo ricopre; le grida e i gemiti dei morenti saranno il suo rintocco funebre e, invece di ceri sulla sua tomba, brilleranno centocinquanta torri fiammeggianti, mentre noi lamenteremo la morte del nostro valoroso figlio! Squillo di tromba all’interno. Entra un araldo ARALDO
Rallegratevi, sire! Ascendete il trono imperiale! Il possente e formidabile Edoardo principe di Galles, gran servitore del sanguinario Marte in armi, terrore dei francesi e gloria della sua patria, cavalca trionfante come un nobile romano. Lo segue umilmente a piedi re Giovanni, reggendogli la staffa, insieme con il figlio prigioniero e in catene248, il cui diadema regale il principe Edoardo porta a te, per incoronarti e proclamarti legittimo sovrano. RE EDOAR DO
Via il cordoglio, Filippa! Asciugati gli occhi! Suonate, trombe, e date il benvenuto al nostro Plantageneto! Entrano Edoardo principe di Galles con re Giovanni di Francia e il principe Filippo come prigionieri. Entrano anche lord Audley [portato su una lettiga da due scudieri] e il conte di Artois Come le cose a lungo perdute, allorché son ritrovate, così mio figlio, per la cui sorte ho molto trepidato, fa ora rallegrare il cuore di suo padre249. REGINA FILIPPA
Eccoti un segno tangibile della mia gioia, Bacia il principe di Galles poiché il fuoco della passione mi impedisce di parlare.
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 18
PRINCE OF WALES (to King Edward)
My gracious father, here receive thy gift, This wreath of conquest and reward of war, Got with as mickle peril of our lives As e’er was thing of price before this day. Install your highness in your proper right, And herewithal I render to your hands These prisoners, chief occasion of our strife. KING EDWARD (to the King of France) So, Jean of France, I see you keep your word! You promised to be sooner with ourself Than we did think for, and ’tis so indeed. But had you done at first as now you do,216 How many civil towns had stood untouched That now are turned to ragged heaps of stones? How many people’s lives mightst thou have saved 217 That are untimely sunk into their graves?
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KING OF FRANCE
Edward, recount not things irrevocable. Tell me what ransom thou requir’st to have. KING EDWARD
Thy ransom, Jean, hereafter shall be known. But first to England thou must cross the seas To see what entertainment it affords. Howe’er it falls, it cannot be so bad As ours hath been since we arrived in France.
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KING OF FRANCE
Accursèd man! Of this I was foretold, But did miscònstrue what the prophet told. PRINCE OF WALES (to King Edward) Now, father, this petition Edward makes To thee, whose grace hath been his strongest shield: That as thy pleasure chose me for the man To be the instrument to show thy power,
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203. You … you: in Q1; in Q2 ye … ye (forma breve). 206. Mightst thou: in Q1; in Q2 might you. 1334
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 18
PRINCIPE DI GALLES (a re Edoardo)
Grazioso padre, ricevete qui in dono questo cerchio regale, premio di guerra e simbolo di conquista, ottenuto, come ogni cosa di valore, a prezzo di pericolo mortale. Insediate vostra altezza nel suo legittimo diritto. Con la corona250 consegno nelle vostre mani questi prigionieri, principale causa del nostro contendere. RE EDOAR DO (al re di Francia) Così, Giovanni di Francia, vedo che hai mantenuto la parola! Avevi promesso che saresti stato con noi prima di quanto avessimo potuto immaginare e così è accaduto. Ma se avesti fatto subito ciò che hai fatto ora, quante splendide città, ora ridotte a rovinosi cumuli di pietre, sarebbero ancora in piedi! E quante vite, scese prematuramente nella tomba, avresti 251 potuto salvare! RE DI FRANCIA
Edoardo, è vano richiamare cose che non possono più essere mutate. Dimmi, piuttosto, quale riscatto chiedi per me. RE EDOAR DO
Il tuo riscatto, Giovanni, ti sarà comunicato poi. Prima, però, devi attraversare il mare che ti separa dall’Inghilterra, per vedere quale accoglienza ti viene riservata. Comunque vada, non sarà altrettanto brutta quanto quella che abbiamo avuto noi quando approdammo in Francia. RE DI FRANCIA
Maledetto eremita! Anche questo mi era stato anticipato; mal però avevo inteso quanto fu profetizzato252. PRINCIPE DI GALLES (a re Edoardo) Ora, padre, Edoardo vi sottopone una petizione: la vostra grazia è stata il suo più forte scudo253; come avete scelto di eleggere me quale strumento per mostrare il vostro potere, così ora concedete
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THE REIGN OF KING EDWARD III, SCENE 18
So thou wilt grant that many princes more, Bred and brought up within that little isle, May still be famous for like victories. And for my part, the bloody scars I bear, The weary nights that I have watched in field, The dangerous conflicts I have often had, The fearful menaces were proffered me, The heat and cold, and what else might displease, I wish were now redoubled twentyfold, So that hereafter ages, when they read The painful traffic of my tender youth, Might thereby be inflamed with such resolve As not the territories of France alone, But likewise Spain, Turkey and what countries else That justly would provoke fair England’s ire, Might at thy presence tremble and retire.
225
230
235
KING EDWARD
Here, English lords, we do proclaim a rest, An intercession of our painful arms.218 Sheathe up your swords, refresh your weary limbs, Peruse your spoils, and after we have breathed A day or two within this haven town, God willing, then for England we’ll be shipped, Where in a happy hour I trust we shall Arrive: three kings, two princes, and a queen. Exeunt
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238. Intercession: in Q1; in Q2 interceasing (nome verbale in luogo del sostantivo). 1336
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, SCENA 18
che molti altri principi, nati e cresciuti in quella piccola isola, possano in futuro conquistare la fama attraverso analoghe imprese254. Per parte mia, vorrei che i segni delle mie sanguinose cicatrici, le stanche notti in cui ho vegliato sul campo, i pericolosi conflitti che ho affrontato, le tremende minacce che mi son state rivolte, il caldo e il freddo e ogni altro patimento che ho sopportato con pazienza fossero venti volte raddoppiati, cosicché i giovani delle età future, nel leggere l’arduo trambusto della mia tenera gioventù255, ne siano così calorosamente infiammati che non solo la Francia, ma anche la Spagna, la Turchia e ogni altra nazione che scateni l’ira della bella Inghilterra, debbano, al loro cospetto, ritirarsi in preda al terrore. RE EDOAR DO
A questo punto, pari inglesi, noi proclamiamo una tregua, giusto intervallo ai nostri travagli di guerra. Rinfoderate le spade, rinfrescate le stanche membra, contate le spoglie e, dopo aver rifiatato un giorno o due in questa città portuale256, se Dio vuole, salperemo alla volta dell’Inghilterra, dove stimo che, in un’ora felice, approderemo tutti insieme: tre re, due principi e una regina257. Escono
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THE REIGN OF KING EDWARD III, ADDITIONAL PASSAGE
ADDITIONAL PASSAGE
In Q, the following lines, which are probably a misplaced addition, occur at the end of 8. 108, between ‘foot’ and ‘Exeunt’, and fall between what may have been stints by two different authors. They may have been intended to go after either 8. 93 or 8. 98.
KING EDWARD
What picture’s this? PRINCE OF WALES A pelican, my lord, Wounding her bosom with her crookèd beak That so her nest of young ones might be fed With drops of blood that issue from her heart. The motto, ‘Sic et vos’ — ‘and so should you’.
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IL REGNO DI RE EDOAR DO III, AGGIUNTA AL TESTO
AGGIUNTA AL TESTO
In Q, i versi seguenti, che probabilmente costituiscono un’aggiunta mal posta, sono collocati alla fine di 8. 108, tra ‘foot’ e ‘Exeunt’ e cadono fra ciò che potrebbe essere stato composto da due autori diversi. Forse erano pensati per seguire 8. 93 o 8. 98
RE EDOAR DO
Che immagine è questa? PRINCIPE DI GALLES
Un pellicano, mio signore, che si ferisce il petto col suo becco aguzzo per nutrire i piccoli del suo nido con le gocce di sangue che gli stillano dal cuore. Il motto è: Sic et vos: “Così anche voi”.
[N.d.T.] Nelle due edizioni in quarto (1596, 1599) sono presenti 5 versi ulteriori, verosimilmente un’interpolazione alla fine di una scena già, di per sé, completa (i versi concludevano la scena 8, seguendo il v. 108). Nell’edizione inglese a cui si fa qui riferimento, William Montgomery suggerisce che tali versi potrebbero essere collocati un po’ più su nella stessa scena 8: vale a dire, dopo 8. 93 o dopo 8. 98. A chi scrive, però, nessuna delle due collocazioni sembra attendibile, dal momento che, sia nell’una che nell’altra ipotesi, l’inserimento di tali versi andrebbe a spezzare una linea dialogica altrimenti coerente. Melchiori (1998, p. 133n.), a sua volta, ipotizza che i versi siano da porre in relazione con l’episodio della cattura del re Giovanni II di Francia da parte del principe Edoardo d’Inghilterra (scena 17), dal momento che potrebbero evocare il simbolo del pellicano aggiunto allo stemma della famiglia Pelham verosimilmente in seguito alla cattura del re di Francia a Poitiers, nel 1356. In ogni caso, dal momento che sembra trattarsi di una sequenza di versi poi espunta dall’autore (e, dunque, lasciata per errore nel testo a stampa), si può tutt’al più ipotizzare, non senza difficoltà, una possibile collocazione originaria, poi superata dal successivo sviluppo del testo. 1339
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The Tragedy of King Richard II La tragedia di re Riccardo II Testo inglese a cura di JOHN JOWETT Nota introduttiva, traduzione e note di CLAUDIA CORTI
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Nota introduttiva
Valore storico e attualità dell’opera La forte crescita di successo spettacolare e di elevata valutazione critica che ha investito, dal primo Novecento in poi, un dramma shakespeariano non particolarmente pubblicizzato nei due secoli precedenti, invita a riflettere sulle motivazioni del suo odierno fascino, alimentato in parte non piccola dalle stupende interpretazioni vuoi di mostri sacri della drammaturgia vuoi di attori più giovani, noti anche al vasto pubblico cinematografico e televisivo. La seduzione subdola e intrigante di questo dramma proviene dall’ambiguità del carattere del protagonista eponimo: re Riccardo, Riccardo di Bordeaux, è o no un nostro contemporaneo? È figura politica ed esistenziale rapportabile ai nostri giorni, oppure, invece, è un tipico principe rinascimentale, valutabile solo in base ai criteri ideologici dei politologi più influenti del periodo in cui Shakespeare decide di mettere in scena il personaggio, estrapolandolo dai resoconti, peraltro sempre variamente orientati nella prospettiva ideologica, dei cronisti eletti a sua fonte privilegiata? Oppure, ancora, Riccardo II è un sovrano medievale cerimoniale e ritualistico, sicuro del proprio diritto divino, o un politicante ondivago, sempre esitante, in bilico sulle decisioni strategiche, fino al varco di soglia tattico del tornaconto personale; e poi, dunque, compulsivo e aggressivo ma cinico, nella risoluzione dei propri problemi esistenziali? Fino alla apparentemente incomprensibile svolta intimistica, lirica, patemica, perfino religiosa, cristologica, a seguito della deposizione, che solo un genio drammaturgico e insieme filosofico come Shakespeare poteva fare. E poi, che cosa Shakespeare vuol comunicarci riguardo a Bolingbroke, l’Ur-sfidante, in un dramma intessuto di sfide? Lui è l’antagonista per eccellenza, modello del contropotere nel codice politico che dal Medioevo porta al Rinascimento, e dunque alla Modernità. 1343
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II
L’idea corrente novecentesca di uno Shakespeare per così dire “conservatore” nei confronti della storia e della politica, è stata aspramente contestata negli studi più recenti e metodologicamente aggiornati. In estrema sintesi, si potrebbe dire che Riccardo II, più degli altri drammi storici, shakespeariani e non solo, propone una visione esistenziale fatalistica e ciclica della storia e della politica: si alternano i sovrani, ma permangono implacabili, insolubili, i medesimi problemi. Appena Bolingbroke assume il potere, spodestando Riccardo, deve subito competere con nobili sediziosi e sudditi ribelli, in un incessante ripetersi di eventi e duplicazioni di personaggi. Ma è anche vero che la rivolta viene comunque rappresentata come possibile, e soprattutto propizia (e ciò malgrado nessun complotto ordito contro Elisabetta nel suo lungo regno avesse mai avuto fortuna). È parimenti vero che questo dramma offre un procedimento demistificatorio della figura medievale, ieratica e remota, del monarca, proponendoci non solo un presunto colosso dai piedi di argilla, ma una personalità umana contraddittoria e moralmente contestabile, nonché un principe socialmente incompetente e politicamente impotente. Per di più, il dramma raffigura la possibile messa in atto di una forzosa ma doverosa cessione del potere, ovvero l’ammissibilità del colpo di stato. Sarà forse per questo problematico complesso di idee che, per esempio nel 1981, una celebre produzione dello Young Vic trasferì la tragedia di re Riccardo II nella Russia del 1917, con Riccardo come lo Zar: personaggio amabile, poeta lirico, ironico retore, incapace tuttavia di comprendere l’enorme, distruttivo impatto di cambiamenti epocali. Uno dei più efficaci e rappresentativi Riccardo II del Novecento, Ian McKellen, recitò il personaggio nella Cecoslovacchia del 1969, appena sei mesi dopo l’invasione russa, e rimase folgorato dalla reazione del pubblico all’appello di re Riccardo alla madre terra, violata dall’esercito dell’usurpatore, affinché congiurasse tutta insieme, con tutte le forze naturali disponibili, contro il nemico. Raccontò di avere udito, dal palcoscenico, qualcosa di irripetibile, ovvero un pianto corale dell’intero luogo teatrale: pubblico, attori, tecnici, comparse. Oppure, per fare un altro esempio, la coloratura che Samuel Schoenbaum, nel 1974, propose della “caduta” di Nixon nello scandalo “Watergate”: anche lui un “monarca”, come Riccardo II, costretto alla “deposizione”. È tuttavia la visione psicologica, intimistica, esistenziale, e non soltanto ideologica e politica, del carattere di Riccardo II, a primeggiare, come vedremo, nelle più recenti valutazioni critiche del testo. 1344
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NOTA INTRODUTTIVA
Del resto, già nel 1947, Harold Hobson, influente critico teatrale dell’epoca, aveva suggestivamente individuato gli elementi di fondo del fascino contemporaneo esercitato sul pubblico dal personaggio di Riccardo II: “auto-commiserazione, disperazione e lamento, sostanziale isteria”. Data e trasmissione del testo Varie circostanze autorizzano a ipotizzare come data di composizione il 1595, mentre la prima edizione di Richard II è un in-quarto del 1597. I filologi considerano questo testo, denominato per convenzione Q1, assai affidabile, in quanto probabilmente desunto da un manoscritto dell’autore; ristampato due volte nel 1598 (Q2 e Q3), presenta revisioni ed emendamenti di dubbia attendibilità. Comunque, nessuna delle prime tre edizioni cinquecentesche comprende la scena della deposizione del quarto atto, vv. 154-319; il che risulta comprensibile: la censura probabilmente non voleva che, con una sovrana nubile, apparentemente sterile, senza eredi diretti, spesso equiparata dai politologi a Riccardo II nei libelli ostili, si potesse leggere l’avventura politica di un monarca legittimo sì, per via ereditaria, ma legittimamente detronizzato per il suo comportamento anticivile. Il terrore di Elisabetta era notoriamente l’identificazione tra lei e Riccardo II. I detrattori della regina, infatti, le imputavano le stesse accuse messe in bocca agli oppositori dell’ultimo sovrano plantageneto: entrambi succubi dei favoriti, entrambi individui lussuriosi, avidi predatori dei beni comuni, spregiudicati esattori di tasse, affamatori del popolo, con il pretesto di inefficaci spedizioni militari. Se i libellisti politici mettevano Elisabetta in guardia contro l’esempio disonorevole di Riccardo II, la drammaturgia creava icone teatrali assai più suggestive. Presupponendo quale fatto realmente accaduto, e peraltro non totalmente dimostrato, la presunta recita del Richard II alla vigilia della ribellione del conte di Essex contro la regina, l’8 febbraio del 1601, la polemica politica mirava a giustificare l’atto di usurpazione di Enrico IV ai danni di re Riccardo quale fondamento di una eventuale, probabile, auspicabile spoliazione regale di Elisabetta. The Tragedy of Richard II è il primo dramma della seconda tetralogia dei drammi storici shakespeariani (Riccardo II, le due parti di Enrico IV, Enrico V), composta tra il 1595 e il 1599, che copre gli anni 1399-1422; la prima tetralogia (le tre parti di Enrico VI e Riccardo III), scritta tra il 1590 e il 1593, copre gli anni 1422-1485. Dunque, quando scrive il Richard II, nel 1595, il drammaturgo ha la chiara idea di voler rappresentare un intero ciclo della 1345
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II
storia d’Inghilterra, dalla caduta di Riccardo II nel 1399, alla morte di Riccardo III e l’inaugurazione della dinastia Tudor con Enrico VII, nel 1485. C’è ragione di credere che il Riccardo II godesse a suo tempo di grande reputazione. Ebbe ben sei edizioni in-quarto: la prima nel 1597, due nel 1598, e quindi nel 1608, 1615, 1634. Francis Meres la pone al primo posto delle “tragedie” di Shakespeare elencate nel Palladis Tamia (1598), la più importante rassegna di testi letterari, drammatici, artistici e filosofici del Rinascimento inglese; e numerosi brani, tra cui primeggiano l’elogio della nazione inglese di Gaunt (che tutt’oggi qualsiasi scolaretto britannico sa a memoria), oppure l’umiliazione di Riccardo per le strade di Londra, figurano in florilegi di ampia divulgazione, quali England’s Parnassus e Belvedere, or the Garden of Muses, entrambi del 1600; inoltre, si hanno testimonianze di rappresentazioni in teatri pubblici, case private e teatri di strada, durante i regni sia di Elisabetta sia di Giacomo. Bandito, come tutti i drammi, dalla dittatura puritana di Cromwell, Riccardo II ricompare nel periodo della Restaurazione nell’adattamento di Nahum Tate (1681), e quindi nella nuova edizione del testo approntata da Lewis Theobald nel 1719. Se le alterazioni di Tate riflettono l’ansia neoclassica di rigore nell’azione e coerenza nei caratteri ( e dunque fuori ogni traccia di debolezza o indegnità di Riccardo, e dentro ipocrisia e manipolazione da parte di Bolingbroke), le presunte regolarizzazioni e semplificazioni di Theobald agiscono al livello discorsivo, eliminando le “false immagini” e le troppo “dure metafore” shakespeariane. Con l’edizione di Samuel Johnson del 1765 (peraltro paradigmatica di un lungo periodo di disistima per il linguaggio ardito e fantasioso del Riccardo II) inizia comunque la grande tradizione filologica del tardo Settecento, con punti di forza in Edward Capell ed Edmond Malone, che consegnerà il testo a una sempre più adeguata ricezione, valida per molti aspetti fino ai nostri giorni. Le fonti I materiali storiografici su cui Shakespeare basa la trama del Riccardo II provengono principalmente dalla Cronaca di Edward Hall, The Union of the Two Noble…Families of Lancaster and York, del 1548, e ancor più dalle Cronache di Raphael Holinshed, Chronicles of England, Scotland and Ireland, prima edizione 1578, ripubblicate nel 1587 in una nuova edizione, quella su cui lavorò il drammaturgo, con grande libertà creativa, operando omissioni, alterazioni di eventi e caratterizzazioni dei personaggi, 1346
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NOTA INTRODUTTIVA
pure invenzioni e manipolazioni dei ruoli drammatici. Fonti secondarie sono le Chroniques di Jean Froissart, tradotte in inglese da John Bourchier tra il 1523 e il 1525, forse consultate dal drammaturgo per l’ideazione del nobile carattere di Gaunt, che in Holinshed è invece un avido e meschino opportunista. Il lungo poema di Samuel Daniel, The Civil Wars Between Lancaster and York, pubblicato a ridosso del dramma shakespeariano, nel 1595, potrebbe avere influito sulla rappresentazione del rapporto coniugale molto stretto e appassionato tra Riccardo e la regina, e sulla delineazione globale del personaggio stesso della regina, pressoché inesistente nei cronachisti. Ci sarebbe poi un dramma anonimo, Thomas of Woodstock, incentrato sull’assassinio del duca di Gloucester, che tratta di eventi precedenti quello da cui Shakespeare fa partire il proprio dramma; la caratterizzazione di Gaunt ricorda assai quella di Gloucester in Woodstock. Ma Shakespeare conosceva certamente il celeberrimo Mirror for Magistrates (prima edizione 1559), imponente raccolta di racconti in versi sulle tragiche cadute di principi e nobili, tra i quali emerge la figura lamentable di re Riccardo II, che narra la propria dolorosa storia. E per finire, non si può non menzionare l’appena precedente (1592) dramma Edward II di Christopher Marlowe (amico, collega, ma anche concorrente di Shakespeare), dove l’eponimo protagonista propone molte affinità psicologiche con Riccardo II, prime tra tutte la componente nevrotica e, ancor più, quella omoerotica. La vicenda I, 1 si apre nella primavera del 1398; Riccardo II, re d’Inghilterra, avvia un processo che vede coinvolti, con accuse reciproche, suo cugino Enrico Bolingbroke, duca di Hereford, e Tommaso Mowbray, duca di Norfolk. L’accusa principale di Bolingbroke è che Mowbray abbia sperperato il denaro datogli dal re per pagare i soldati, abbia complottato contro il re per ben diciotto anni, e soprattutto abbia organizzato l’assassinio del duca di Gloucester, zio sia di Riccardo che di Enrico. Mowbray respinge le accuse, imputando slealtà e tradimento proprio a Bolingbroke. Riccardo, incapace di riconciliare gli antagonisti, decide di risolvere la questione con un duello giudiziario da tenersi il giorno di S. Lamberto. In I, 2 veniamo a sapere dall’anziano Giovanni di Gaunt, duca di Lancaster, padre di Bolingbroke e fratello di Gloucester, che proprio Riccardo era implicato nell’assassinio di Woodstock. Gaunt respinge le implorazioni di vendetta 1347
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II
della cognata vedova, affermando che nessun suddito può giudicare e tanto meno punire il sovrano, rappresentante di Dio nel regno terreno. Ma in I, 3, appena il duello sta per iniziare, Riccardo inaspettatamente lo interrompe, e mette al bando entrambi i duellanti, Mowbray a vita, Enrico per dieci anni, poi ridotti a sei per rispetto del dolore di Gaunt. In I, 4 vediamo Riccardo in una cornice non cerimoniale, e si rivela come una persona meschina, invidiosa del favore popolare di Bolingbroke, avido di danaro per finanziare una spedizione contro i ribelli irlandesi, disposto a qualunque mezzo illegale e tirannico, ivi compresa la confisca dei beni dei Lancaster, alla notizia che lo zio Gaunt giace sul letto di morte. Il secondo atto inizia con la previsione di Gaunt che il comportamento irresponsabile e tirannico del re porterà presto il regno alla rovina; ma appena morto lo zio, Riccardo pianifica il sequestro di tutte le sue ricchezze, che sarebbero andate a Bolingbroke, non curandosi dei rimproveri dell’altro zio, il duca di York; sul finire della scena, apprendiamo che Enrico ha già pronta una flotta per invadere l’Inghilterra, contemporaneamente alla partenza del re per l’Irlanda. In II, 2 la regina viene informata da York (nominato reggente in assenza del sovrano) dello sbarco di Bolingbroke, le cui forze l’esercito inglese non sembra in grado di contrastare, mentre i favoriti del re, Bushy, Bagot e Green, progettano una fuga per sfuggire all’odio della popolazione. In II, 3 Bolingbroke, coadiuvato da Northumberland, procede vittoriosamente verso il castello di Berkeley, dove lo zio York cerca di convincerlo a ritirarsi, sebbene lui gli contesti di essere tornato solo per reclamare i propri diritti ereditari, e non per spodestare re Riccardo: circostanza che York deve riconoscere come legittima. In II, 4 vediamo come l’esercito gallese, reclutato per assistere Riccardo, stanco di attendere il suo ritorno dall’Irlanda, si smantelli disperdendosi. Il terzo atto si apre nel castello di Bristol. Bolingbroke ordina l’esecuzione dei favoriti di Riccardo, Bushy e Green, lì rifugiatisi. In III, 2 vediamo Riccardo finalmente di ritorno dall’Irlanda, convinto che la sua presenza in patria riscalderà gli animi di nobili e popolani contro Bolingbroke; ma le notizie dello smantellamento dell’esercito gallese, l’esecuzione dei suoi favoriti, e ancor più sia la diserzione dello zio York a favore di Enrico, sia soprattutto la consapevolezza del grande prestigio che il cugino si è guadagnato in tutto il regno, lo inducono alla resa nei confronti di Bolingbroke. Nella la famosa scena del giardino (III, 4), la regina decide di andare a Londra per sostenere il marito. 1348
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Il quarto atto consiste di un’unica, lunga scena, che drammatizza gli eventi intercorsi tra il settembre e il dicembre del 1399: è insomma la celebre scena della deposizione di Riccardo. I nobili disputano sulle responsabilità dell’assassinio di Gloucester, e il re ha appena deliberato che le accuse contrastanti verranno risolte da un duello giudiziario, quando York, comunicando che Riccardo è disposto a cedere la corona, saluta Enrico Bolingbroke quale re Enrico IV; il vescovo di Carlisle protesta con vigore che un sovrano legittimo possa venire giudicato e indotto ad abdicare, e proprio per questo viene accusato di alto tradimento. Entra in scena Riccardo, il quale offre a Enrico, in maniera plastica e iconica, la corona, pur rifiutandosi di leggere in pubblico l’elenco delle proprie imputazioni. L’atto si conclude con la programmazione di una congiura contro Enrico IV, per restaurare Riccardo II, da parte dell’abate di Westminster, il vescovo di Carlisle e il duca di Aumerle, figlio di York. In V, 1 la regina, giunta a Londra, incontra Riccardo nel suo tragitto verso la Torre; ma interviene Northumberland, che decreta sia il trasferimento del re nel castello di Pomfret, nello Yorkshire, sia l’esilio definitivo della regina in Francia; i coniugi si salutano con grande amore. In V, 2 siamo a casa del duca di York, il quale scopre che il figlio, duca di Aumerle, per il quale ha garantito lealtà verso il nuovo sovrano, sta invece complottando contro Enrico, e decide perciò subito di denunciarlo, malgrado le suppliche della moglie, la quale, pur di salvare il figlio, è pronta a prostrarsi e chiedere perdono al nuovo re. V, 3 è all’inizio una diversione sia politica, sia familiare: Enrico IV è angustiato dal comportamento irresponsabile e libertino del figlio (il futuro Enrico V), che pare renderlo inadatto a cingere la corona d’Inghilterra. Ma irrompe Aumerle, per chiedere, e ottenere, un preventivo perdono del sovrano riguardo al complotto, malgrado la tenacia legalitaria del duca di York contro il figlio, controbilanciata dall’appello materno, passionale, della duchessa. In V, 4 siamo nella prigione di Pomfret, dove Riccardo è rinchiuso. Piers Exton, credendo di interpretare un suggerimento di Enrico, decide di uccidere Riccardo, convinto che la propria azione omicida apparirà come un grande omaggio al nuovo sovrano. In V, 5 Riccardo, solo nella cella, medita sul proprio destino doloroso; sopraggiungono i sicari di Exton, Riccardo tenta di opporsi all’attacco, ma rimane ucciso. Nella sesta scena, ultima del dramma, veniamo informati che la congiura contro Enrico è stata annientata; Exton consegna al re il cadavere di 1349
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Riccardo, aspettandosi un attestato di gratitudine, mentre invece Enrico, pieno di vergogna e senso di colpa, maledice l’assassinio, e comunica che per redimersi effettuerà una crociata in Terra Santa. Problematiche e prospettive critiche Alla fine del Cinquecento, la “lamentevole storia” di Riccardo II aveva raggiunto il livello della leggenda; cronache e poemi avevano reiterato i funesti eccessi della sua personalità: ricerca dell’adulazione, sottomissione ai favoriti (amanti), spregio di saggi consiglieri, irrisione delle leggi, vita scostumata, avidità di denaro, oppressione fiscale, addirittura spreco di denaro in costosi abiti alla moda; e perciò la sua deposizione e sostituzione con un Lancaster era stata per più di un verso legittima. Ma una minoranza di storici, soprattutto francesi, avevano dipinto un Riccardo di Bordeaux assai diverso, facendone una figura cristologica, un martire, degno di suscitare la vendetta divina contro il suo carnefice Lancaster. Il dramma di Shakespeare sembra voler rispettare entrambe le versioni del doloroso racconto, e utilizzando con maestria espedienti drammaticoretorici quali l’episodio dello specchio nel IV atto, oppure il ricorso alla narrazione autobiografica (a tale of me) nel V, si inserisce nel genere letterario e pedagogico dello speculum principis, offrendo un ritratto (uno specchio, per l’appunto) simultaneamente positivo e negativo di quel che un sovrano dovrebbe o non dovrebbe essere. Al contempo, rappresentando insieme due interpretazioni della vita di Riccardo in sorprendente, irrisolvibile collisione (il tiranno nella prima parte, il martire nella seconda) il dramma suscita inevitabili interrogativi sul passato, ipotizzando la storia come una narrazione che spesso occlude latenti conflitti ideologici e sociali, ma occulta anche ineffabili lacerazioni esistenziali. Dunque, il Riccardo II shakespeariano non risulta in uno statico morality play, o in un rigido pageant storico, perché drammatizzando l’ambigua, complessa, problematica vicenda umana e politica del re, il drammaturgo ci pone a confronto da un lato sì con il dibattito politico del suo tempo (se sia lecito detronizzare e sopprimere un sovrano ritenuto tirannico), ma dall’altro, con una visione acronica, universale, transpaziotemporale, della fragilità e l’instabilità della condizione umana. Appunto su questa antinomia – interpretazione in chiave politica, interpretazione in chiave filosofica – la critica si è drasticamente divisa, e suggestivamente sfidata: gli interpreti della visione politica si contrappongono agli esegeti della narrazione psicologica. 1350
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E tale spaccatura si riverbera ovviamente sia nel taglio registico, sia nella resa attoriale. Un grandissimo interprete novecentesco della tragedia, Derek Jacobi, che ha lavorato con vari registi, ha sottolineato più volte la particolare difficoltà posta dal testo all’attore che impersona il protagonista. La lettura drasticamente ideologica di questo testo vanta una lunga e fortunata tradizione, che da studi pionieristici quali l’edizione Cambridge 1939 curata da John Dover Wilson, lo Shakespeare’s History Plays (1944) di E.M. Tillyard, lo Shakespeare’s Histories (1947) di Lily Campbell, I due corpi del re (1957) di Ernst Kantorowicz, lo Shakespeare nostro contemporaneo di Jan Kott (1964), approda agli attuali studi neostoricisti, in primis gli scritti di Stephen Greenblatt, e quelli di materialisti culturali come Jonathan Dollimore o Catherine Belsey. Va comunque subito segnalato che anche la lettura strettamente politica del dramma non è affatto omogenea: se Tillyard e Dover Wilson configurarono, al tempo loro, un Riccardo II come bastione di difesa dell’ortodossia Tudor, per la quale tutta l’intellighenzia inglese (incluso Shakespeare) rispettava il concetto di ordine e gerarchia, e dunque non poteva non giudicare Bolingbroke che come usurpatore, nel dibattito critico più recente il punto di osservazione si è spostato sugli aspetti del dramma più demistificatori e sovversivi del potere egemonico, ponendo in risalto gli elementi di contestazione e opposizione al sistema monarchico di matrice medioevale; per cui ora il primato ideologico (cerimoniale, ritualistico, ma politicamente impotente) di Riccardo viene conteso da quello pragmatico (duttile, competente, forse cinico, ma fattivo) di Enrico; e contro la cerimonia viene posta in risalto la sfida; contro la sottomissione, la rivolta. Per il versante invece psicologico della lettura del dramma, ovvero esistenziale, intimistico e lirico, il punto di partenza è senza dubbio il Romanticismo, con S.T. Coleridge (Shakespearean Criticism, 1813), secondo cui il Riccardo II configura “una storia della mente umana, quando è ridotta ad ammansire l’angoscia con le parole, anziché con l’azione”; nel corso dell’intero dramma, dall’inizio alla fine, Riccardo “rovescia tutte le peculiarità e i poteri della sua mente”, distribuisce il suo io in una “enorme moltitudine di immagini”. L’ossessione di tipo, diciamo così, psicopatologico di Coleridge (ma anche Charles Lamb apprezzava il “rovescio di passioni dense e feroci”, On the Tragedies of Shakespeare, 1811) inaugura una forte tradizione critica (nonché, come vedremo, spettacolare) tesa a emarginare la portata sociopolitica del testo, a favore della introspezione nei caratteri e dei relativi rapporti psichici interpersonali. È comunque 1351
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II
interessante rilevare come l’interpretazione post-romantica del protagonista, abbastanza omogenea nei tratti fondamentali, ne esalti in ogni caso aspetti non del tutto omologabili, sebbene in suggestiva tangenza. Se, per esempio, un tipico “decadente” come Algernon Swinburne (Three Plays of Shakespeare, 1909), percepisce il carattere di Riccardo come “femmineo”, o perlomeno “semivirile”, fatuo e cocciuto, egocentrico ed esibizionista, inaugurando così la linea omoerotica che diverrà predominante nelle performance novecentesche, uno dei più raffinati poeti modernisti, W.B. Yeats, ravvisa nel protagonista la figura di “un giovinetto amabile e sensibile”, un delicato “vaso di porcellana” frantumato dalla violenta intrusione di un “vaso di coccio” quale gli appare Bolingbroke (Discussions of Shakespeare’s Histories, 1907). In tempi più recenti, Harold Bloom (Shakespeare: l’invenzione dell’uomo, 1998) sviluppando un’idea del grande critico dell’Estetismo, Walter Pater (Shakespeare’s English Kings, 1889), ha confutato qualsiasi pretesa di valutazione politica del dramma, poiché se è vero che Riccardo viene presentato come un sovrano inetto e corrotto, è anche più vero che Shakespeare gli conferisce una coscienza estremamente ricca e una gamma di espressività lirica degna di un poeta metafisico. Va da sé che, su tale traccia poetico-psicologica, molti studi postfreudiani si siano concentrati sulle componenti “nevrotiche” del carattere di Riccardo: fragilità emotiva; risposta regressiva alla frustrazione edipica (rapporto padre, anzi, nonno, il grande re Edoardo, vincente, vs. figlio, ovvero nipote, perdente); infantilismo psicologico; egotismo; bisogno di essere idolatrato; bizzosa autocommiserazione; delirio megalomatico (non ultimo l’identificazione cristologica). John Gielgud, il quale esordì come Riccardo all’Old Vic nel 1929, nel segnalare a pubblico e critica la poderosa reprise moderna di questo testo shakespeariano, avvertì il peso normativo dell’interpretazione allora corrente del testo, scegliendo di immettersi in una posizione intermedia tra le percezioni del personaggio da parte di Swinburne e di Yeats: per un verso, Riccardo II deve apparire fisicamente bello, di sensibilità profonda e cultura raffinata, più attratto dalle componenti figurative e cerimoniali, anziché operative e gestionali, del proprio ruolo sociale; ma, per un altro verso, deve fare trasparire scaltrezza, testardaggine, insidiosità (Richard II: Stage Directions, 1963). E qui il discorso critico, inevitabilmente, si interseca con ciò che non è, Riccardo II, da un punto di osservazione politico-ideologico. Bello, effe1352
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minato o meno, ambiguo costruttore di parole, affascinante poeta metafisico, esteta e musicologo, Riccardo è o no anche un turpe traditore, un falsario politico, e infine un torbido Sansone – ovvero, diremmo oggi – uno sconsiderato kamikaze? Non uso per caso il termine traditore, poiché qualunque lettura politica del Riccardo II comporta un’interrogazione continua, e problematica, sul tema del tradimento, o, se mi si consente l’immagine, una fluttuazione della cinepresa tra zumate su Riccardo e zumate su Enrico. In un dramma come questo, di azioni molto circoscritte, la vera, intensa, profonda azione proviene dal linguaggio, dove, non per caso, i termini tradimento, traditore e derivati registrano la più alta occorrenza nell’intero canone shakespeariano. Moltissimi episodi, virtualmente i più cogenti per lo sviluppo della trama, si costruiscono attorno all’idea di un’infrazione di lealtà, e i personaggi appaiono più o meno tutti coinvolti in attribuzioni o proscioglimenti di fellonie. In particolare, accuse formali di tradimento introducono entrambi i regimi contrapposti, di Riccardo ed Enrico, e l’assegnazione di colpe aiuta a decifrare sia le rispettive strategie di governo, sia le forme di opposizione che le contrastano. Senza dimenticare che il dramma culmina nel tradimento più definitivo: la deposizione e l’assassinio di un monarca. E tuttavia, pur con tutta la veemenza verbale con cui il tema è trattato, risulta difficile, al lettore o allo spettatore, seguire in maniera rettilinea il tradimento. All’inizio del dramma, Bolingbroke e Mowbray si accusano l’un l’altro di infedeltà verso il sovrano, senza offrire elementi certi di prova; assai più tardi Aumerle (esemplare, tenace sostenitore di Riccardo) verrà accusato di tradimento contro Enrico, il nuovo re, anche qui con prove marginali, solo circostanziali, tant’è che il sovrano lo proscioglierà presto e volentieri. Il punto fondamentale da capire è che più che esprimere un’unica, oppure una doppia, antitetica concezione del tradimento, il dramma propone una visione relativistica e dialettica, entro la quale il tradimento medesimo viene considerato come dipendente da modulazioni diversificate del concetto di autorità, trovando motivazioni e giustificazioni solo in rapporto al regime politico che mira a costituire o per contro a sovvertire: la slealtà verso il potere in atto è insomma il mezzo con cui si esprimono interessi personali e sociali contrapposti. Per l’appunto da qui discende la questione della legittimità, o se si vuole, legittimazione del tradimento, in politica, questione tanto più invadente quando a violare la legge e il diritto è non un suddito ribelle, ma addirittura il re! 1353
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In particolare di un re, quale sembra essere Riccardo, che ha tradito il proprio nome (discendenza da Edoardo); la propria famiglia (coinvolgimento nell’assassinio di Woodstock, esproprio dello zio Lancaster, esilio del cugino Bolingbroke); il proprio letto coniugale (promiscuità omoerotica con i favoriti); e infine il proprio paese (vessazioni finanziarie, cancellazioni fraudolente di patenti e licenze, dissanguamento dei forzieri statali per spese personali). Di un re traditore come questo, che cosa si può dire? Ma soprattutto, che cosa si può fare? È o non è legittimo decretarne la deposizione e quindi la morte? La decisione di Nahum Tate di riscrivere e riproporre Richard II, nel fortunato adattamento del 1681, rispondeva all’esigenza di riportare all’attenzione del pubblico proprio questo interrogativo, inerente al testo originario shakespeariano, quando si stava ripresentando (come al tempo della fallita rivolta di Essex del 1601) il problema della successione al trono, e i libellisti di area Whig sia divulgavano l’idea che la deposizione di Riccardo II era stata ampiamente giustificata, sia, contestualmente, insistevano sulla supremazia del parlamento a dispetto dell’autorità regale. Ma torniamo al primo, autentico, Riccardo II shakespeariano: che dire e fare di un sovrano simile? Sarà opportuno, prima di farcene un’idea nostra, contemporanea, ascoltare qualche voce politica del tempo. Prendendo a riferimento sia il canonico Mirror for Magistrates, sia l’autorevole trattato di Jean Bodin tradotto da Richard Knolles (The Six Bookes of a Common Weale, 1606) dove, in entrambi, il punto centrale della discussione appare il principio secondo cui un suddito abbia o meno il diritto di giudicare e, se necessario, deporre il proprio sovrano, avendolo giudicato inetto, imbelle e incapace, avido e lussurioso. Ma può, tale visione, approdare alla legittimazione politica della sua eliminazione fisica? La polemica era di lungo corso. Già Tommaso d’Aquino, nella pluricitata lettera Sulla regalità al re di Cipro, aveva sostenuto come, sebbene sia auspicabile che i popoli si dimostrino in grado di tollerare una forma blanda di tirannide, anziché ribellarsi brutalmente, in casi “estremi” la deposizione di un re “tirannico” non possa essere che inevitabile e giustificabile. L’idea fu ripresa da Machiavelli nei Discorsi sulla Prima Decade di Tito Livio, citando quale modello esemplare la vicenda di Coriolano. Per proteggersi contro la minaccia della rivolta (ma anche di un’invasione straniera), il regime Tudor aveva ideato e promulgato la dottrina della resistenza passiva (non-resistance): è la posizione che Shakespeare mette in bocca a York in I, 2, 1-41, la teoria di un 1354
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obbligo sociale e morale che impone ai sudditi un’obbedienza assoluta al monarca, rappresentante di Dio nel regno terreno. Dalla frequenza con cui politologi e libellisti elisabettiani ricorrono ai fatidici eventi del 1399, è facile dedurre come la deposizione di Riccardo II fosse avvertita come il banco di prova del diritto popolare di giudicare e condannare il sovrano. Le fonti storiografiche di Shakespeare (Holinshed in particolare) non gli trasmettevano una condanna dottrinaria dell’usurpatore Bolingbroke, bensì una rassegna accurata delle procedure istituzionali e costituzionali coinvolte nel volontario trasferimento del potere da Riccardo a Enrico. La testarda convinzione di Riccardo che un monarca non può mai venire legittimamente deposto si confronta infatti con la teoria, condivisa da William Baldwin nella sua introduzione al Mirror for Magistrates, che se è vero che i sovrani sono portavoce del volere divino, è altrettanto vero che il loro potere deve essere accettato e sostenuto dal consenso comune del popolo: divine rule, certo, ma accompagnato dal rule by consent. E qui entra e serpeggia in scena la corrente “machiavellica” del testo. Quando si apre il sipario, Riccardo II presenta un mondo già completamente “caduto”, un mondo brutale, spregiudicato, machiavellico per l’appunto, in cui due antagonisti (Bolingbroke e Mowbray) si contendono il primato dell’ipocrisia, della falsità, dell’ingiuria: perché uno dei due deve essere per forza bugiardo e spergiuro, sebbene il pubblico non sia in grado di farsene un’idea chiara. Forse la più strabiliante caratteristica di questo dramma storico, specialmente se messo a confronto con il suo diretto antecedente, il Riccardo III, nel rapporto del protagonista con Buckingham, è l’assoluto, strategico silenzio riguardo alla interiorità di Bolingbroke, l’antagonista: le sue intenzioni, le sue trame, i suoi compromessi morali, le sue tattiche politiche; mentre dell’interiorità di Riccardo II sappiamo tutto, dall’inizio alla fine: dalle contorte, ambigue, dissonanti elucubrazioni del primo atto, fino alle coreiche, sublimi, smagate epifanie del quinto atto. Ma, rispetto alle azioni dei prìncipi in quanto tali, il Riccardo II persegue una limpida linea machiavellica: le apparenze costituiscono la vera essenza della politica, e questo è quanto ci è dato di comprendere a proposito di Bolingbroke, ovvero di una mentalità analitica, amorale (non immorale), emotivamente distaccata, strategicamente efficace, laddove Riccardo è egocentrico e introflesso, cresciuto nella religiosità e nei sensi di colpa, incapace di strategia politica, al suo meglio adatto a tattiche di basso livello per sopravvivere. Almeno fino alla svolta 1355
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poetica, intimistica e martirologica dell’ultima parte della tragedia, quando, nello strepitoso monologo del quinto atto, all’ombra del pragmatismo politico di Machiavelli (che investe Enrico) si sovrappone quella del soggettivismo patemico di Montaigne, che invade il personaggio di Riccardo. Il motivo tipico dei saggi di Montaigne (tradotti in inglese nel 1580) è per l’appunto la disamina di una soggettività umana fluida e proteica, che apre la strada a quello che oggi chiameremmo “flusso di coscienza”, espressione di una interiorità rescissa dai parametri dell’ordine egemonico e dell’auto-identificazione sociale. Non per caso il luogo di scoperta del proprio io da parte di Riccardo (e in conseguenza anche di noi lettori e pubblico) è una prigione: spazio di un soggetto circoscritto entro limiti fisicamente invalicabili, eppure virtualmente, prodigiosamente aperti verso le compensazioni illimitate dell’immaginario. La fortuna sulle scene e sullo schermo Una rassegna delle più significative produzioni teatrali, cinematografiche e televisive di questo dramma, nella sua clamorosa, esponenziale affermazione novecentesca, evidenzia una serie di problematiche rappresentative, così riassumibili: 1. Quale idea generale offrire del carattere di Riccardo, ovvero quali aspetti sottolineare della sua natura; 2. Quale peso dare agli altri personaggi, con Bolingbroke in testa; 3. Come mettere in scena la ritualità, la cerimonia, la formalità delle grandi scene di corte: esaltarle, o minimizzarle; 4. L’accuratezza storica e fi lologica, ovvero come trasmettere al pubblico, nelle scenografie e nei costumi, un’idea adeguata del mondo medievale. E tutto questo entro la cornice del dilemma, ereditato dalla critica, della doppia personalità del protagonista: tiranno o martire, spudorato politicante o delicato artista? Lo storico encomio di Walter Pater del Riccardo di Charles Kean come di una “graziosa, selvaggia creatura al centro di una sinfonia”, ebbe un grande impatto, inducendo quella che fu l’interpretazione definitiva (in più di un senso) tipicamente fin-de-siècle, del ruolo principale, ideata da Frank Benson: un re-artista preoccupato “della più perfetta capacità espressiva”. La leggendaria interpretazione di Benson divenne un modello classico, e difficile da seguire, nel primo Novecento, tant’è che l’altrettanto leggendario debutto nel ruolo di John Gielgud all’Old Vic fu criticato da varie parti per non aver saputo dare enfasi al lato “artistico” di Riccardo. Perciò il nuovo Riccardo di Gielgud al Queen’s Theatre, nel 1937, si concentrò su 1356
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di una recitazione superba, dove i grovigli poetici del testo si scioglievano nella resa musicale dei versi, senza per questo togliere efficacia all’azione, dominata da una languida effeminatezza di gesti. In realtà, Gielgud è il vero iniziatore della valanga di interpretazioni omoerotiche del personaggio, che ha invaso palcoscenici e schermi fino ai nostri giorni. E’ inevitabile che una visione simpatetica del protagonista venisse anche impiegata nell’evolversi e assestarsi del “mito Tudor”: Bolingbroke, calcolatore, ambizioso, sprezzantemente pragmatico (l’istigatore al disordine di Dover Wilson) si attesta in scena come il mascalzone e traditore che depone un Riccardo fragile artista e martire vilipeso. Gli anni turbolenti del secondo dopoguerra stimolarono un ritorno di interesse per le angolazioni politiche del dramma, producendo interpretazioni meno appiattite sulla configurazione post-romantica e decadente del sovrano deposto. Per esempio, nel 1951, a Stratford, Michael Redgrave offrì di Riccardo il ritratto duro e crudele di una femminilità aggressiva e psichicamente instabile, la figura, fu definita da un recensore, di “un felino omosessuale”. Ma già pochi anni dopo, all’American Shakespeare Festival del 1962, Riccardo torna ad essere solo un despota inutile e perdente, trasposto nell’immagine di un gangster privo di quella forza e spregiudicatezza necessarie al ruolo. Comunque, il suo volto martirologico viene riesumato nello stesso anno a Stratford; nella produzione di David Warner, Riccardo viene sottoposto a una evoluzione spirituale, che lo porta dalla vanità e l’inganno alla messianicità. Negli anni settanta, la fortuna del Riccardo II appare legata alle produzioni vuoi intellettualistiche, vuoi estetizzanti della Royal Shakespeare Company diretta da John Barton, il quale prende alla lettera la celebre distinzione di Ernst Kantorowitz tra i due corpi del re, nella stessa persona, quello “naturale” e dunque sottoposto alle debolezze della condizione umana, e quello “politico”, sacramentale, che risponde solo a Dio di cui è diretta emanazione, e non alle leggi della natura. Il regista risolve teatralmente il problema di tale convivenza dei due corpi del re nella figura del monarca medievale, impegnando due attori protagonisti che si alternano nelle parti di Riccardo ed Enrico in serate successive: una sera Richard Pasco personificava un Riccardo sensibile, patetico, poetico, mentre, la sera seguente, Ian Richardson dava corpo a un Riccardo capriccioso, pericoloso, astuto e infido. In tal modo Barton metteva in scena due visioni sia politiche sia esistenziali di una stessa personalità, divisa tra gli aspetti poetici di un Riccardo e quelli pragmatici di un Enrico. Barton e la RSC dettero la stura 1357
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a interpretazioni del testo anticonvenzionali, immaginative e immaginarie, forti di implicazioni metateatrali, consone alle nuove tendenze critiche di percezione dei testi drammatici quali opere aperte, complete solo nelle varie performance e continue reinterpretazioni e reinvenzioni. Caso chiaramente influenzato da Barton, nell’aspetto metateatrale della doppia recita, è quello della regista Zoe Caldwell, la quale, allo Shakespeare Festival di Stratford Ontario, del 1979, distribuì i ruoli di Riccardo e Bolingbroke addirittura tra tre attori a confronto. Tuttavia, la sperimentazione più innovativa e visivamente affascinante del periodo è certo la produzione di Ariane Mnouchkine per il Théâtre du Soleil di Parigi (1981), ispirata alle tradizioni “kabuki” e “noh” del teatro giapponese, risultante in una fantasmagoria di scene allucinatorie. In confronto a queste produzioni sperimentali, la pur pregevole resa offerta dalla BBC per il grande e piccolo schermo del 1979, piena zeppa di star, da Jacobi a Gielgud, rivela un desiderio di rappel à l’ordre, ispirato alla più classica lettura politica (conservatrice) del testo, a beneficio di un pubblico tradizionale. Ma anche più tardi, nell’acclamata produzione di Michael Bogdanov dell’intero ciclo dedicato alle “guerre delle due rose” (1989), ricompare un Riccardo II languido, sensuale, poetico, dotato di uno strepitoso formulario retorico, del tutto inefficace contro il pragmatismo machiavellico di Bolingbroke. Per trovare ancora un’audace sperimentazione (tra l’altro a tempo pieno, senza tagli nel testo), si dovrà aspettare il 1995, quando il Royal National incarica un’ottima regista, Deborah Warner, di dare finalmente un volto e un corpo femminile al femminello Riccardo; l’attrice prescelta è la duttile, intelligente Fiona Shaw, per offrire al pubblico un Riccardo II mai visto prima, né snervato artista, né baby-re viziato e immaturo; piuttosto una figura androgina, uomo-donna, ovvero una nuova versione dei famosi due corpi del re: maschio per recitare il ruolo politico, femmina nella vita privata. Nel 2008, per la regia di Michael Boyd, la RSC propone una nuova visione a tutto tondo dell’intero ciclo dei drammi storici, dove il clou drammatico-teatrale è dato certamente dall’esperienza di assistere fianco a fianco a entrambi i drammi “riccardiani”, Riccardo II e Riccardo III, evento mai proposto (definito da un critico “uno dei migliori, impressionanti, complessi momenti della storia del teatro britannico”), che mette in scena un’intricatissima interconnessione testuale tra i due drammi, solo apparentemente autosufficienti. Grande evento spettacolare degli ultimi anni, è lo straordinario Riccardo II approntato dal regista Rupert Goold per la 1358
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BBC2, interpretato da un favoloso Ben Whishaw, all’interno del ciclo sui drammi storici shakespeariani intitolato The Hollow Crown, vincitore di innumerevoli premi. La bellezza fisica, la vulnerabilità umana, ma anche la nascosta forza morale del protagonista, emergono nell’esplicita raffigurazione messianica e martirologica di Riccardo sia come Cristo, sia come un S. Sebastiano trafitto dalle frecce. Goold volle Ben Whishaw per la sua capacità di raffigurazione di personaggi tanto tormentati quanto distaccati dal reale quotidiano. E disse: “volevo un attore che possedesse un’alterità, e mi dicevano che Whishaw è uno che non parla a te, ma alla tua aura; ed è vero! Lui è spiritualmente bello, e in questo dramma tutto spirituale Whishaw/Riccardo sa di essere il Cristo”. Ulteriore figura cristologica (nonché femminea) comunque spettacolarmente travalicante, è il Riccardo II della RSC interpretato da David Tennant con la regia di Gregory Doran, che debuttò al festival di Stratford nell’ottobre del 2013, quindi trasferitosi al Barbican, la prima produzione shakespeariana in assoluto a venire proiettata contemporaneamente sul grande e piccolo schermo in diretta, in tutto il mondo, a partire dal 13 novembre. Aggettivi come glorious, gorgeous, mesmerizing, spellbinding si sprecarono per descrivere il personaggio in tunica bianca, con un’incredibile extension dei capelli fino alla vita, una croce appesa al collo, in una dizione alternativamente tagliente e spasmodica. CLAUDIA CORTI
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II THE PERSONS OF THE PLAY
KING RICHARD II The QUEEN, his wife JOHN OF GAUNT, Duke of Lancaster, Richard’s uncle Harry BOLINGBROKE, Duke of Hereford, John of Gaunt’s son, later KING HENRY IV DUCHESS OF GLOUCESTER, widow of Gaunt’s and York’s brother Duke of YORK, King Richard’s uncle DUCHESS OF YORK Duke of AUMERLE, their son Thomas MOWBRAY, Duke of Norfolk GREEN BAGOT BUSHY
}
followers of King Richard
Percy, Earl of NORTHUMBERLAND HARRY PERCY, his son Lord ROSS Lord WILLOUGHBY
}
of Bolingbroke’s party
Earl of SALISBURY BISHOP OF CARLISLE Sir Stephen SCROPE
}
of King Richard’s party
Lord BERKELEY Lord FITZWALTER Duke of SURREY ABBOT OF WESTMINSTER Sir Piers EXTON LORD MARSHAL HERALDS CAPTAIN of the Welsh army LADIES attending the Queen GARDENER Gardener’s MEN Exton’s MEN KEEPER of the prison at Pomfret GROOM of King Richard’s stable Lords, soldiers, attendants
SIGLE Q1: il primo in-quarto (1597), ritenuto il più attendibile in quanto dedotto direttamente da un manoscritto di Shakespeare, oppure da una sua trascrizione. Q2-Q3 (1598): il secondo e il terzo in-quarto, che menzionano Shakespeare come autore. Q4 (1608) e Q5 (1615): il quarto e quinto in-quarto, che si rifanno sostanzialmente al testo degli in-quarto precedenti; ma Q4 introduce per la prima volta il testo dell’episodio della deposizione di Riccardo (IV, 1, 145-308). F: il primo in-folio (1623), contenente didascalie più dettagliate, il che fa pensare a una copia per il suggeritore; riflette in generale il testo di Q3, ma presenta omissioni di alcuni brani originariamente in Q1 (qui presenti nelle Aggiunte al testo); tali omissioni, e diverse altre revisioni, sono attribuibili allo stesso Shakespeare. Esiste anche un Q6 (1634), ristampa di F. L’edizione Oxford cui qui si fa riferimento, adotta quasi sempre le lezioni di Q1, ma spesso media con F,
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II PERSONAGGI
RE RICCARDO II La REGINA, sua moglie JOHN OF GAUNT, duca di Lancaster, zio di Riccardo Harry BOLINGBROKE, duca di Hereford, figlio di Gaunt; in seguito RE ENRICO IV DUCHESSA DI GLOUCESTER, vedova del fratello di Gaunt e York Duca di YORK, zio di re Riccardo DUCHESSA DI YORK Duca di AUMERLE, loro figlio Thomas MOWBRAY, duca di Norfolk GREEN BAGOT BUSHY
}
seguaci di re Riccardo
Percy, conte di NORTHUMBERLAND Harry PERCY, suo figlio Lord ROSS Lord WILLOUGHBY
}
partigiani di Bolingbroke
Conte di SALISBURY VESCOVO DI CARLISLE Sir Stephen SCROPE
}
partigiani di re Riccardo
Lord BERKELEY Lord FITZWALTER Duca di SURREY ABATE DI WESTMINSTER Sir Piers EXTON LORD MARESCIALLO ARALDI CAPITANO dell’esercito del Galles DAME DI COMPAGNIA della regina GIARDINIERE OPERAI del giardiniere UOMINI di Exton CARCERIERE della prigione di Pomfret STALLIERE di re Riccardo Nobili, soldati, gente del seguito
cui aderisce ovviamente per la scena della deposizione, non presente nei primi tre in-quarto per ragioni solo intuibili (la più accreditata è che quella scena avrebbe suggerito rischiosi paralleli con la situazione del trono inglese alla fi ne del Cinquecento, su cui sedeva un’Elisabetta I priva di un erede – come era Riccardo – e fatta segno a ripetuti attentati). Anche l’edizione curata da Anna Pruitt per il New Oxford Shakespeare (2017) si basa su Q1, e interpreta la comparsa del nome dell’autore sul frontespizio delle numerose edizioni successive come indizio della sua crescente popolarità. Riccardo II è in effetti il primo successo editoriale di William Shakespeare, avendo raggiunto due ristampe nel giro di due anni, traguardo che solo 1 Enrico IV è riuscito a toccare. Segnaliamo in nota solo le varianti più significative, che propongono alternative di interpretazione del testo.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 1
1.1
Enter King Richard and John of Gaunt, with the Lord Marshal, other nobles, and attendants
KING RICHARD
Old John of Gaunt, time-honoured Lancaster, Hast thou according to thy oath and bond Brought hither Henry Hereford, thy bold son, Here to make good the boist’rous late appeal, Which then our leisure would not let us hear, Against the Duke of Norfolk, Thomas Mowbray? JOHN OF GAUNT I have, my liege.
5
KING RICHARD
Tell me moreover, hast thou sounded him If he appeal the Duke on ancient malice Or worthily, as a good subject should, On some known ground of treachery in him?
10
JOHN OF GAUNT
As near as I could sift him on that argument, On some apparent danger seen in him Aimed at your highness, no inveterate malice. KING RICHARD
Then call them to our presence. [Exit one or more] Face to face And frowning brow to brow, ourselves will hear The accuser and the accusèd freely speak. High-stomached are they both and full of ire; In rage, deaf as the sea, hasty as fire.
16
Enter Bolingbroke Duke of Hereford, and Mowbray Duke of Norfolk BOLINGBROKE
Many years of happy days befall My gracious sovereign, my most loving liege!
20
MOWBRAY
Each day still better others’ happiness, Until the heavens, envying earth’s good hap, Add an immortal title to your crown!
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 1
I, 1
Entrano re Riccardo e John of Gaunt, con il lord maresciallo, altri nobili, e persone del seguito1
RE RICCARDO
Carissimo John of Gaunt, venerabile vecchio Lancaster, hai qui condotto, in base al tuo giuramento di fedeltà, Enrico di Hereford, il tuo audace figlio, per comprovare la sua durissima, recente accusa, che non abbiamo avuto ancora modo di ascoltare2, contro Thomas Mowbray, duca di Norfolk?3 JOHN OF GAUNT
Sì, mio signore. RE RICCARDO
Dimmi ancora, lo hai ben sondato, se accusa il duca per un suo vecchio rancore, oppure, da degno e leale suddito, perché lo sospetta con buon diritto di tradimento? JOHN OF GAUNT
Per quanto ho potuto vagliarlo al proposito, direi che si tratta di un grave, evidente pericolo per vostra altezza, non di vecchi dissapori personali. RE RICCARDO
Che vengano dunque qui, davanti a noi. [Alcuni escono di scena] Faccia a faccia, fronte contro corrucciata fronte; e noi ascolteremo imparziali le lecite ragioni dell’accusatore e dell’accusato. Sono entrambi accesi di violenza4, strapieni di rabbia; un’ira sorda come il mare, impetuosa come il fuoco. Entrano Bolingbroke duca di Hereford e Mowbray duca di Norfolk BOLINGBROKE
Lunghi, lunghi anni di felicità al mio prezioso sovrano, mio amatissimo signore. MOWBRAY
Ogni giorno più felice dell’altro, finché il cielo, invidioso dell’amena sorte della terra, non aggiungerà in capo alla vostra corona il serto dell’immortalità5.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 1
KING RICHARD
We thank you both. Yet one but flatters us, As well appeareth by the cause you come, Namely, to appeal each other of high treason. Cousin of Hereford, what dost thou object Against the Duke of Norfolk, Thomas Mowbray?
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BOLINGBROKE
First — heaven be the record to my speech — In the devotion of a subject’s love, Tend’ring the precious safety of my Prince, And free from other misbegotten hate, Come I appellant to this princely presence. Now, Thomas Mowbray, do I turn to thee; And mark my greeting well, for what I speak My body shall make good upon this earth, Or my divine soul answer it in heaven. Thou art a traitor and a miscreant, Too good to be so, and too bad to live, Since the more fair and crystal is the sky, The uglier seem the clouds that in it fly. Once more, the more to aggravate the note, With a foul traitor’s name stuff I thy throat, And wish, so please my sovereign, ere I move What my tongue speaks my right-drawn sword may prove.
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MOWBRAY
Let not my cold words here accuse my zeal. ’Tis not the trial of a woman’s war, The bitter clamour of two eager tongues, Can arbitrate this cause betwixt us twain. The blood is hot that must be cooled for this. Yet can I not of such tame patience boast As to be hushed and naught at all to say. First, the fair reverence of your highness curbs me From giving reins and spurs to my free speech, Which else would post until it had returned These terms of treason doubled down his throat.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 1
RE RICCARDO
Vi ringraziamo entrambi. Eppure uno di voi è un mero adulatore, visto il motivo per cui vi trovate qui, accusandovi l’un l’altro di alto tradimento. Cugino Hereford, che cosa hai da addebitare al duca di Norfolk, Thomas Mowbray? BOLINGBROKE
Anzitutto – e chiamo Dio a testimone – con l’affettuosa devozione di un suddito, preoccupato per la preziosa salvezza del suo principe, e libero da malintesi odi, compaio in sua presenza come accusatore. Dunque, Thomas Mowbray, mi rivolgo a te; e fai attenzione a quel che dico, perché il mio corpo lo comproverà su questa terra, o la mia anima immortale ne risponderà in cielo. Sei un traditore, e un infame; di troppo alto lignaggio per esserlo, eppure troppo malvagio per continuare a vivere, poiché quanto più luminoso e cristallino è il cielo, tanto più cupe vi appaiono le fluttuanti nubi6. Lo ripeto ancora, per aggravare di più la mia dichiarazione di biasimo, ti ficco in gola il nome di turpe traditore, e spero, con il permesso del sovrano, che prima di andarmene io possa dimostrare, sguainando la spada, la sincerità del mio dire. MOWBRAY
Che le ferme parole qui da me pronunciate non gettino dubbi sulla mia lealtà. Non è una diatriba tra femmine, o lo sgradevole battibecco di due lingue taglienti che possa dirimere la nostra contesa. Troppo caldo è il sangue che dovrà raffreddarsi. Tuttavia, non posso vantare una pazienza tanta fiacca da restarmene zitto, e non dire nemmeno una parola. Anzitutto, il rispetto che devo a vostra altezza mi frena dal dare libero corso al mio discorso, che altrimenti si sarebbe scatenato, per ricacciare in gola a lui, raddoppiati, i termini
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 1
Setting aside his high blood’s royalty, And let him be no kinsman to my liege, I do defy him, and I spit at him, Call him a slanderous coward and a villain; Which to maintain I would allow him odds, And meet him, were I tied to run afoot Even to the frozen ridges of the Alps, Or any other ground inhabitable, Wherever Englishman durst set his foot. Meantime let this defend my loyalty: By all my hopes, most falsely doth he lie. BOLINGBROKE (throwing down his gage) Pale trembling coward, there I throw my gage, Disclaiming here the kindred of the King, And lay aside my high blood’s royalty, Which fear, not reverence, makes thee to except. If guilty dread have left thee so much strength As to take up mine honour’s pawn, then stoop. By that, and all the rites of knighthood else, Will I make good against thee, arm to arm, What I have spoke or thou canst worse devise. MOWBRAY (taking up the gage) I take it up, and by that sword I swear Which gently laid my knighthood on my shoulder, I’ll answer thee in any fair degree Or chivalrous design of knightly trial; And when I mount, alive may I not light If I be traitor or unjustly fight! KING RICHARD (to Bolingbroke) What doth our cousin lay to Mowbray’s charge? It must be great that can inherit us So much as of a thought of ill in him.
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BOLINGBROKE
Look what I speak, my life shall prove it true: That Mowbray hath received eight thousand nobles In name of lendings for your highness’ soldiers, The which he hath detained for lewd employments,
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 1
dell’accusa di tradimento. Mettendo da parte la regalità del suo sangue, e trascurando la sua parentela col mio sovrano, io lo sfido, e gli sputo in faccia, chiamandolo infame codardo e mascalzone; e per provarlo, gli concederei un vantaggio e lo andrei a cercare, fossi anche costretto a correre fino alle creste ghiacciate delle Alpi, o qualsiasi altro luogo invivibile7 dove un inglese osasse mettere piede. Intanto, basti questa, la mia spada, a sostegno della mia lealtà: in nome della speranza che ho nella salvezza eterna, dichiaro che lui è il più grande spergiuro. BOLINGBROKE (gettandogli il guanto di sfida8) Pallido e tremebondo vigliacco, getto ai tuoi piedi il mio pegno, non mi appello al privilegio di parentela con il re, e metto da parte la regalità del mio sangue, di cui la paura, non il rispetto, ti ha indotto a non tenere conto. Se il terrore della colpa ti lascia abbastanza forza per raccogliere il pegno del mio onore, allora chinati. Con quello, e tutti gli altri rituali della cavalleria, comproverò contro di te, con la forza del mio braccio, le accuse che ti ho fatto, o altre ancora più atroci di quanto tu possa immaginare9. MOWBRAY (raccogliendo il guanto) Lo raccolgo, e giuro, su quella nobile spada che posata sulla spalla mi rese cavaliere, che ti risponderò nelle forme più corrette dei cimenti cavallereschi; e quando sarò in sella, che io ne scenda morto, se sono un traditore, o lotto per fare un torto! RE RICCARDO (a Bolingbroke) Quali accuse imputa a Mowbray nostro cugino? Devono essere molto gravi, per indurre in noi anche un solo pensiero malevolo contro di lui10. BOLINGBROKE
Attenti a quel che dico, e proverò con la mia vita che è tutto vero: e cioè che Mowbray ha ricevuto un anticipo di ottomila monete d’oro per pagare i soldati di vostra altezza, che lui ha sottratto per i suoi
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 1
Like a false traitor and injurious villain. Besides I say, and will in battle prove, Or here or elsewhere, to the furthest verge That ever was surveyed by English eye, That all the treasons for these eighteen years Complotted and contrivèd in this land Fetch from false Mowbray their first head and spring. Further I say, and further will maintain Upon his bad life, to make all this good, That he did plot the Duke of Gloucester’s death, Suggest his soon-believing adversaries, And consequently, like a traitor-coward, Sluiced out his innocent soul through streams of blood; Which blood, like sacrificing Abel’s, cries Even from the tongueless caverns of the earth To me for justice and rough chastisement. And, by the glorious worth of my descent, This arm shall do it or this life be spent.
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KING RICHARD
How high a pitch his resolution soars! Thomas of Norfolk, what sayst thou to this?
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MOWBRAY
O, let my sovereign turn away his face, And bid his ears a little while be deaf, Till I have told this slander of his blood How God and good men hate so foul a liar! KING RICHARD
Mowbray, impartial are our eyes and ears. Were he my brother, nay, my kingdom’s heir, As he is but my father’s brother’s son, Now by my sceptre’s awe I make a vow Such neighbour-nearness to our sacred blood Should nothing privilege him, nor partialize The unstooping firmness of my upright soul. He is our subject, Mowbray; so art thou. Free speech and fearless I to thee allow.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 1
sporchi affari, da quel traditore e maledetto delinquente che è. Dico inoltre, e lo proverò nel combattimento, qui o altrove, fino all’estremo limite dell’orizzonte che un occhio inglese possa scorgere, che tutti i complotti e tradimenti degli ultimi diciotto anni nel nostro paese11 sono stati ideati ed eseguiti da questo ipocrita di Mowbray. Aggiungo, e mi impegno a convalidarlo sulla sua efferata vita, che lui tramò la morte del duca di Gloucester, istigò i suoi avversari già condizionati a credergli, e che poi, da vero codardo e traditore, gli fece esalare l’anima innocente tra torrenti di sangue12; quel sangue, come quello del sacrificio di Abele, grida sin dalle mute caverne della terra verso di me, chiedendo giustizia e duro castigo. E in nome della mia gloriosa stirpe, giuro che questo braccio farà vendetta, pur se la morte mi aspetta. RE RICCARDO
La sua determinazione vola davvero molto in alto! Thomas Norfolk, che cosa rispondi?13 MOWBRAY
Che il mio sovrano volti il viso, e imponga alle orecchie di essere per un attimo sorde, finché io non abbia detto a questo diffamatore del proprio sangue quanto Dio e ogni persona onesta aborriscano un così lurido bugiardo! RE RICCARDO
Mowbray, i nostri occhi e le nostre orecchie sono imparziali. Anche se fosse mio fratello, o addirittura l’erede del mio trono, mentre è solo figlio del fratello di mio padre, giuro sul prestigio del mio scettro regale che la nostra sacra consanguineità non gli concederà privilegio alcuno, né renderà di parte l’indomabile fermezza della mia anima retta14. Lui è nostro suddito, Mowbray, proprio come te. Perciò parla, francamente e senza timore, a lui e a me insieme.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 1
MOWBRAY
Then, Bolingbroke, as low as to thy heart Through the false passage of thy throat thou liest! Three parts of that receipt I had for Calais Disbursed I duly to his highness’ soldiers. The other part reserved I by consent, For that my sovereign liege was in my debt Upon remainder of a dear account Since last I went to France to fetch his queen. Now swallow down that lie. For Gloucester’s death, I slew him not, but to my own disgrace Neglected my sworn duty in that case. For you, my noble lord of Lancaster, The honourable father to my foe, Once did I lay an ambush for your life, A trespass that doth vex my grievèd soul; But ere I last received the Sacrament I did confess it, and exactly begged Your grace’s pardon, and I hope I had it. This is my fault. As for the rest appealed, It issues from the rancour of a villain, A recreant and most degenerate traitor, Which in myself I boldly will defend,
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He throws down his gage And interchangeably hurl down my gage Upon this overweening traitor’s foot, To prove myself a loyal gentleman Even in the best blood chambered in his bosom; In haste whereof most heartily I pray Your highness to assign our trial day.
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[Bolingbroke takes up the gage]
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 1
MOWBRAY
Allora, Bolingbroke, giuro che tu menti spudoratamente e con ignominia!15 Tre parti della somma che ebbi per Calais l’ho doverosamente sborsata ai soldati di sua altezza; l’altra parte me la trattenni con il suo consenso16, perché il sovrano mi doveva un rimborso, per la somma da me anticipata quando andai a prendere in Francia la sua regina17. Dunque, ingoiati quella menzogna. Quanto alla morte di Gloucester, io non lo uccisi, ma, lo ammetto a mio disonore, in quel caso venni meno a un solenne impegno d’onore18. E tu, nobile signore di Lancaster, onorato padre del mio nemico, è vero che una volta ho attentato alla tua vita19, un peccato che mi opprime nel profondo dell’anima. Ma prima di fare l’ultima volta la comunione, lo confessai, implorando esplicitamente il perdono di vostra grazia, che spero di essermi guadagnato. È questa la mia colpa. Quanto a tutto il resto di cui mi si accusa, proviene dal rancore di un farabutto, traditore degenere e scellerato, che sfiderò con coraggio di persona, e gettando a terra il suo guanto ricambiando il suo, butto il mio pegno ai piedi di questo arrogante traditore, per dimostrarmi leale gentiluomo giù fino alla parte migliore del sangue racchiusa nel suo petto. E perciò scongiuro vostra altezza di stabilire con urgenza il giorno della nostra tenzone. [Bolingbroke raccoglie il guanto]
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 1
KING RICHARD
Wrath-kindled gentlemen, be ruled by me.1 Let’s purge this choler without letting blood. This we prescribe, though no physician: Deep malice makes too deep incision; Forget, forgive, conclude, and be agreed; Our doctors say this is no time to bleed. Good uncle, let this end where it begun. We’ll calm the Duke of Norfolk, you your son.
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JOHN OF GAUNT
To be a make-peace shall become my age. Throw down, my son, the Duke of Norfolk’s gage.
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KING RICHARD
And, Norfolk, throw down his. When, Harry, when? Obedience bids I should not bid again.
JOHN OF GAUNT KING RICHARD
Norfolk, throw down! We bid; there is no boot. MOWBRAY (kneeling)
Myself I throw, dread sovereign, at thy foot. My life thou shalt command, but not my shame. The one my duty owes, but my fair name, Despite of death that lives upon my grave, To dark dishonour’s use thou shalt not have. I am disgraced, impeached, and baffled here, Pierced to the soul with slander’s venomed spear, The which no balm can cure but his heart blood Which breathed this poison. KING RICHARD Rage must be wilhstood. Give me his gage. Lions make leopards tame. MOWBRAY [standing] Yea, but not change his spots. Take but my shame, And I resign my gage. My dear dear lord, The purest treasure mortal times afford
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152. Gentlemen: così in F; in Q1 gentleman (singolare): Riccardo si rivolge o a Mowbray o a Bolingbroke. 1374
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 1
RE RICCARDO
Signori, troppo accecati dall’ira, state al mio comando. Purghiamo questa bile senza spargere sangue. E questo vi prescriviamo, pur non essendo noi un medico20. Una malevolenza radicata infligge una ferita troppo profonda; dimenticate, perdonate, giungete a un compromesso, e mettetevi d’accordo; i medici ci dicono che non è questo tempo di salassi21. Caro zio, che tutto ciò termini da dove è incominciato. Noi calmeremo il duca di Norfolk, e voi, vostro figlio. JOHN OF GAUNT
Fare da paciere ben si adatta alla mia età. Figlio mio, getta a terra il pegno del duca di Norfolk. RE RICCARDO
Norfolk, getta giù il suo. JOHN OF GAUNT
Allora Harry, che fai? Mi devi obbedienza, e non intendo ripetermi. RE RICCARDO
Norfolk, butta il pegno! È un ordine, non hai alternative. MOWBRAY (inginocchiandosi)
Getto me stesso, mio possente sovrano, ai tuoi piedi. Puoi disporre della mia vita, ma non della mia vergogna. Il mio giuramento ti deve la prima, ma il mio buon nome, fino alla tomba, non lo avrai per usarlo a mio disonore. È vero che sono qui in disgrazia, sotto accusa, insultato, ferito nell’anima con la spada avvelenata di un calunniatore, una ferita che nessun balsamo potrà curare, se non il sangue di chi ha sparso il veleno. RE RICCARDO
La collera va contrastata. Dammi il suo pegno. Il leone doma il leopardo22. MOWBRAY [rialzandosi] Certo, ma non gli cambia le macchie23. Sbarazzatemi di quest’ onta, e io restituisco il mio pegno. Caro, carissimo signore, il tesoro più prezioso che ci concede la nostra condizione mortale è una reputa-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 1
Is spotless reputation; that away, Men are but gilded loam, or painted clay. A jewel in a ten-times barred-up chest Is a bold spirit in a loyal breast. Mine honour is my life. Both grow in one. Take honour from me, and my life is done. Then, dear my liege, mine honour let me try. In that I live, and for that will I die.
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KING RICHARD
Cousin, throw down your gage. Do you begin.2 BOLINGBROKE
O God defend my soul from such deep sin! Shall I seem crest-fallen in my father’s sight? Or with pale beggar-fear impeach my height Before this out-dared dastard? Ere my tongue Shall wound my honour with such feeble wrong, Or sound so base a parle, my teeth shall tear The slavish motive of recanting fear, And spit it bleeding in his high disgrace Where shame doth harbour, even in Mowbray’s face.
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[Exit John of Gaunt] KING RICHARD
We were not born to sue, but to command; Which since we cannot do to make you friends, Be ready, as your lives shall answer it, At Coventry upon Saint Lambert’s day. There shall your swords and lances arbitrate The swelling difference of your settled hate. Since we cannot alone you, we shall see Justice design the victor’s chivalry. Lord Marshal, command our officers-at-arms Be ready to direct these home alarms.
196
200
Exeunt
186. Down = “giù!” in F; in Q1-Q5 up = “su”: si tratta di capire la pratica teatrale del periodo: il pegno della sfida viene lanciato in aria o gettato a terra, ai piedi del contendente, o di Riccardo, che sta più in alto seduto sul trono? 1376
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 1
zione senza macchia; tolta quella, gli uomini sono polvere indorata, o argilla dipinta. È un gioiello racchiuso in cassaforte, lo spirito leale che non teme la morte! L’onore è la mia vita. Crescono insieme. Toglietemi l’onore, e la mia vita finisce. Perciò, amatissimo sovrano, metti alla prova il mio onore. Vivo di quello, e morirei per quello. RE RICCARDO
Cugino, getta a terra il tuo pegno. Comincia tu, per favore. BOLINGBROKE
Dio difenda l’anima mia da un peccato grave come questo! Devo umiliarmi davanti a mio padre? O con la smunta paura di un miserabile, avvilire il mio alto lignaggio di fronte a questo vile temerario? Prima che la mia lingua ferisca il mio onore con tale ignobile debolezza, o accondiscenda a una tregua, i miei denti sbraneranno lo strumento abietto che fa parlare la paura, e lo sputeranno sanguinolento24, a sua infamia, proprio in faccia a Mowbray. [Esce John di Gaunt] RE RICCARDO
Non siamo nati per implorare, ma per comandare; e visto che non riusciamo a farvi rappacificare, preparatevi, pena la vita, a presentarvi a Coventry per la festa di San Lamberto25. Là, spade e lance decideranno dell’odio esorbitante con cui vi fate danno. Poiché non siamo in grado di riconciliarvi, lasciamo che sia la giustizia a stabilire la dignità cavalleresca del vincitore26. E voi, maresciallo, comandate che le formalità per la domestica contesa vengano espletate. Escono
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 2
1.2
Enter John of Gaunt, Duke of Lancaster, with the Duchess of Gloucester
JOHN OF GAUNT
Alas, the part I had in Gloucester’s blood Doth more solicit me than your exclaims To stir against the butchers of his life. But since correction lieth in those hands Which made the fault that we cannot correct, Put we our quarrel to the will of heaven, Who, when they see the hours ripe on earth, Will rain hot vengeance on offenders’ heads.
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DUCHESS OF GLOUCESTER
Finds brotherhood in thee no sharper spur? Hath love in thy old blood no living fire Edward’s seven sons, whereof thyself art one, Were as seven vials of his sacred blood, Or seven fair branches springing from one root. Some of those seven are dried by nature’s course, Some of those branches by the destinies cut; But Thomas, my dear lord, my life, my Gloucester, One vial full of Edward’s sacred blood, One flourishing branch of his most royal root, Is cracked, and all the precious liquor spilt; Is hacked down, and his summer leaves all faded By envy’s hand and murder’s bloody axe. Ah, Gaunt, his blood was thine! That bed, that womb, That mettle, that self mould that fashioned thee, Made him a man; and though thou liv’st and breathest, Yet art thou slain in him. Thou dost consent In some large measure to thy father’s death In that thou seest thy wretched brother die, Who was the model of thy father’s life. Call it not patience, Gaunt, it is despair. In suff’ring thus thy brother to be slaughtered Thou show’st the naked pathway to thy life, Teaching stern murder how to butcher thee.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 2
I, 2
Entrano John of Gaunt duca di Lancaster e la duchessa di Gloucester 27.
JOHN OF GAUNT
Ahimè, l’essere consanguineo di Gloucester mi invita più delle vostre perorazioni ad agire contro i suoi massacratori. Ma poiché la punizione è proprio nelle mani di chi commise una colpa che non possiamo redimere, dobbiamo affidare la nostra causa al volere del cielo che, quando vedrà maturo il tempo, rovescerà la sua dura vendetta sul capo dei colpevoli. DUCHESSA DI GLOUCESTER
L’essere suo fratello non dovrebbe essere per te uno sprone più aguzzo? Forse, nel tuo sangue di vecchio, l’affetto non è più fuoco vivo? I sette figli di Edoardo, di cui tu sei uno, erano sette ampolle del suo sangue sacro, ovvero sette rami nati dalla stessa radice28. Qualche ramo si è essiccato nel corso della natura, altri sono stati tagliati via dai propri destini; ma il mio amato sposo, la mia vita, il mio Gloucester, l’ampolla piena del sacro sangue di Edoardo, si è infranta, e il suo prezioso liquido si è sperso; il ramo più fiorente della sua nobilissima radice è stato reciso, e le foglie estive si sono appassite per mano dell’odio e dell’ascia sanguinaria del boia. Ma via, Gaunt! Il suo sangue era il tuo! Lo stesso letto, lo stesso ventre, la stessa materia, la stessa sostanza che ha generato te crearono anche lui; e sebbene tu sia ancora vivo e vegeto, ricordati che in lui uccisero anche te. Tu giustifichi in qualche modo la morte di tuo padre, se guardi morire il tuo povero fratello, copia vivente di tuo padre. Gaunt, non chiamare questo sopportazione, è disperazione. Tollerando la carneficina di tuo fratello, tu indichi la via più semplice contro la tua stessa vita, insegnando al più feroce assassino come massacrarti.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 2
That which in mean men we entitle patience Is pale cold cowardice in noble breasts. What shall I say? To safeguard thine own life The best way is to venge my Gloucester’s death.
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JOHN OF GAUNT
God’s is the quarrel; for God’s substitute, His deputy anointed in his sight, Hath caused his death; the which if wrongfully, Let heaven revenge, for I may never lift An angry arm against his minister.
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DUCHESS OF GLOUCESTER
Where then, alas, may I complain myself? JOHN OF GAUNT
To God, the widow’s champion and defence. DUCHESS OF GLOUCESTER
Why then, I will. Farewell, old Gaunt. Thou goest to Coventry, there to behold Our cousin Hereford and fell Mowbray fight. O, set my husband’s wrongs on Hereford’s spear, That it may enter butcher Mowbray’s breast! Or if misfortune miss the first career, Be Mowbray’s sins so heavy in his bosom That they may break his foaming courser’s back And throw the rider headlong in the lists, A caitiff, recreant to my cousin Hereford! Farewell, old Gaunt. Thy sometimes brother’s wife With her companion, grief, must end her life.
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JOHN OF GAUNT
Sister, farewell. I must to Coventry. As much good stay with thee as go with me. DUCHESS OF GLOUCESTER
Yet one word more. Grief boundeth where it falls, Not with the empty hollowness, but weight. I take my leave before I have begun, For sorrow ends not when it seemeth done. Commend me to thy brother, Edmund York. Lo, this is all. — Nay, yet depart not so!
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 2
Quella che l’uomo meschino chiama pazienza, un cuore nobile la chiama algida codardia. Che dirti di più? Se vuoi salvarti la vita, il modo migliore è vendicarti della morte del mio Gloucester. JOHN OF GAUNT
Questa è una causa che riguarda nostro Signore; perché il sostituto di Dio, il suo rappresentante consacrato, ha voluto la morte di Gloucester; e se essa fu ingiusta, che sia il cielo a vendicarla, poiché io non alzerò mai un braccio armato contro il ministro di Dio in terra 29. DUCHESSA DI GLOUCESTER
Ah, sì! E allora, a chi potrò appellarmi? JOHN OF GAUNT
A Dio, campione e difensore delle vedove. DUCHESSA DI GLOUCESTER
E allora farò così. Addio, vecchio Gaunt. So che vai a Coventry, a veder combattere nostro nipote Hereford e lo spietato Mowbray. Siano tutti i misfatti contro mio marito sulla lancia di Hereford: che gli sfondi il petto a Mowbray, il macellaio! Ma se la buona sorte lo risparmia nel primo scontro, tanto gli pesino i peccati sul cuore da spezzare il collo al suo fumante destriero, e lancino il cavaliere a capofitto nella lizza, e quel codardo si arrenda a mio nipote Hereford! E dunque addio, vecchio Gaunt. La tua cognata d’altri tempi con un altro compagno, il dolore, concluderà i suoi futuri eventi! JOHN OF GAUNT
Addio, cognata. Sono in partenza per Coventry. Che il bene resti con te, ma venga anche con me. DUCHESSA DI GLOUCESTER
No, ancora una parola! Il dolore rimbalza dove cade, non perché il mio dolore sia vuoto, ma anzi, troppo pieno30. Mi congedavo prima di avere iniziato a dire cose importanti, poiché il dolore non finisce quando sembrerebbe finire. Salutami tuo fratello York. Ecco, è tutto. Ma no, no! Non partirtene così! Anche se questo è davvero
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 3
Though this be all, do not so quickly go. I shall remember more. Bid him — ah, what? — With all good speed at Pleshey visit me. Alack, and what shall good old York there see But empty lodgings and unfurnished walls, Unpeopled offices, untrodden stones, And what hear there for welcome but my groans? Therefore commend me; let him not come there To seek out sorrow that dwells everywhere. Desolate, desolate will I hence and die. The last leave of thee takes my weeping eye.
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Exeunt [severally] 1.3
Enter Lord Marshal [with officers setting out chairs], and the Duke of Aumerle
LORD MARSHAL
My lord Aumerle, is Harry Hereford armed? AUMERLE
Yea, at all points, and longs to enter in. LORD MARSHAL
The Duke of Norfolk, sprightfully and bold, Stays but the summons of the appellant’s trumpet. AUMERLE
Why then, the champions are prepared, and stay For nothing but his majesty’s approach.
5
The trumpets sound, and King Richard enters, with John of Gaunt, Duke of Lancaster, [Bushy, Bagot, Green,] and other nobles. When they are set, enter Mowbray Duke of Norfolk, defendant, in arms, [and a Herald] KING RICHARD
Marshal, demand of yonder champion The cause of his arrival here in arms. Ask him his name, and orderly proceed To swear him in the justice of his cause.
10
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 3
tutto, non andartene così in fretta! Vedrai che altro avrò da dirti. Digli – oddio, che cosa? – sì, di venire a trovarmi a Pleshey prima possibile. Macché! Cosa vedrebbe laggiù il buon vecchio York, se non stanze vuote e mura sguarnite, quartieri senza servitù, lastricati deserti, e come benvenuto, i miei lamenti! Dunque, portagli i miei saluti; non deve andare a Pleshey a scoprire la desolazione che regna ovunque. Sola e disperata me ne andrò via, e poi morirò. Attraverso le lacrime per l’ultima volta ti vedrò. Escono [da lati opposti] I, 3
Entrano il lord maresciallo [con ufficiali che dispongono i seggi] e il duca di Aumerle31
LORD MARESCIALLO
Lord Aumerle, sapete se Harry Hereford si è già armato? AUMERLE
Certo, di tutto punto, e bramoso di entrare in lizza. LORD MARESCIALLO
Il duca di Norfolk, tutto vigore e passione, è lì che attende lo squillo dello sfidante. AUMERLE
Benissimo! I campioni sono pronti, e non aspettano che l’arrivo di sua maestà. Suono di trombe, ed entra re Riccardo, con John of Gaunt duca di Lancaster [Bushy, Bagot, Green32] e altri nobili. Appena sistemati, entra Mowbray duca di Norfolk, lo sfidato, in armi [con un araldo] RE RICCARDO
Maresciallo, domandate a quel campione laggiù il motivo del suo arrivo qui in armi. Chiedetegli il nome, e procedete, secondo le regole, a fargli giurare che la sua causa è giusta33.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 3
LORD MARSHAL (to Mowbray)
In God’s name and the King’s, say who thou art, And why thou com’st thus knightly clad in arms, Against what man thou com’st, and what thy quarrel. Speak truly on thy knighthood and thy oath, As so defend thee heaven and thy valour!
15
MOWBRAY
My name is Thomas Mowbray, Duke of Norfolk, Who hither come engagèd by my oath — Which God defend a knight should violate — Both to defend my loyalty and truth To God, my king, and my succeeding issue, 3 Against the Duke of Hereford that appeals me; And by the grace of God and this mine arm To prove him, in defending of myself, A traitor to my God, my king, and me. And as I truly fight, defend me heaven!
20
25
[He sits.] The trumpets sound. Enter Bolingbroke Duke of Hereford, appellant, in armour, [and a Herald] KING RICHARD
Marshal, ask yonder knight in arms Both who he is and why he cometh hither Thus plated in habiliments of war; And formally, according to our law, Depose him in the justice of his cause. LORD MARSHAL (to Bolingbroke) What is thy name? And wherefore com’st thou hither Before King Richard in his royal lists? Against whom comest thou? And what’s thy quarrel? Speak like a true knight, so defend thee heaven!
30
20. My succeeding issue: così in Q1; in F his succeeding issue (maledizione sulla progenie di Bolingbroke). 1384
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 3
LORD MARESCIALLO (a Mowbray)
In nome di Dio e del re, dichiara chi sei, e perché vieni qui armato di tutto punto, e contro chi, e qual è la ragione della contesa. Parla in completa onestà, secondo il tuo giuramento di cavaliere, e possano difenderti sia il cielo che il tuo valore. MOWBRAY
Il mio nome è Thomas Mowbray, duca di Norfolk. Giungo qui impegnato dal mio giuramento – che Dio non voglia sia mai violato da cavaliere – per difendere la mia onestà e rettitudine verso Dio, il mio re, e la mia stirpe, contro il duca di Hereford, che mi sfida; con la grazia di Dio e la forza di questo braccio, nel difendere me stesso dimostrerò che è lui il traditore, contro Dio, il mio re, la mia persona. E poiché la mia causa è giusta, mi difenda il cielo! [Si siede] Suono di trombe. Entra Bolingbroke duca di Hereford, lo sfidante, in armi [con un araldo] RE RICCARDO
Maresciallo, chiedete a quell’altro cavaliere in armi laggiù chi sia, e perché sia qui venuto vestito da guerriero; e secondo il rituale e la legge, fategli dichiarare la legittimità della sua accusa. LORD MARESCIALLO (a Bolingbroke) Come ti chiami, e perché sei giunto qui davanti a re Riccardo, alla sua regale lizza? Contro chi sei venuto? Qual è il contenzioso? Parla da vero cavaliere, e che il cielo ti assista!
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 3
BOLINGBROKE
Harry of Hereford, Lancaster, and Derby Am I, who ready here do stand in arms To prove by God’s grace and my body’s valour In lists on Thomas Mowbray, Duke of Norfolk, That he is a traitor foul and dangerous To God of heaven, King Richard, and to me. And as I truly fight, defend me heaven!
35
40
[He sits] LORD MARSHAL
On pain of death, no person be so bold Or daring-hardy as to touch the lists Except the Marshal and such officers Appointed to direct these fair designs. BOLINGBROKE [standing] Lord Marshal, let me kiss my sovereign’s hand And bow my knee before his majesty, For Mowbray and myself are like two men That vow a long and weary pilgrimage; Then let us take a ceremonious leave And loving farewell of our several friends. LORD MARSHAL (to King Richard) The appellant in all duty greets your highness, And craves to kiss your hand and take his leave.
45
50
KING RICHARD
We will descend and fold him in our arms. He descends from his seat and embraces Bolingbroke Cousin of Hereford, as thy cause is just, 4 So be thy fortune in this royal fight. Farewell, my blood, which if today thou shed, Lament we may, but not revenge thee dead.
55
55. Just: così in F; in Q1 il sinonimo right, forse per fare rima con fight del verso seguente. 1386
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 3
BOLINGBROKE
Sono Harry di Hereford, Lancaster e Derby, qui in armi per provare, grazie a Dio e con il mio personale valore, scendendo in lizza contro Thomas Mowbray duca di Norfolk, che è un lurido e pernicioso traditore verso Dio in cielo, re Riccardo, e me medesimo. E poiché la mia causa è giusta, mi difenda il cielo! [Si siede] LORD MARESCIALLO
Pena la morte, nessun temerario osi intervenire nella lizza, se non il lord maresciallo o gli arbitri. BOLINGBROKE [alzandosi] Lord maresciallo, consentitemi di baciare la mano al mio sovrano, e di chinare il ginocchio dinanzi alla sua maestà, poiché io e Mowbray siamo come due che intraprendono un lungo e sfiancante pellegrinaggio; perciò concedeteci una cerimonia d’addio e affettuoso saluto ai nostri rispettivi amici34. LORD MARESCIALLO (a re Riccardo) Lo sfidante rende doveroso omaggio a vostra altezza, e desidera baciarvi la mano e congedarsi. RE RICCARDO
Scenderemo noi per abbracciarlo. Scende dal seggio e abbraccia Bolingbroke35 Cugino Hereford, purché la tua causa sia giusta, ti arrida la sorte in questo regale combattimento. Arrivederci, sangue del mio sangue, e se oggi tu dovessi versarlo, ti piangeremmo, certo, ma non potremmo vendicarlo36.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 3
BOLINGBROKE
O, let no noble eye profane a tear For me if I be gored with Mowbray’s spear. As confident as is the falcon’s flight Against a bird do I with Mowbray fight. (To the Lord Marshal) My loving lord, I take my leave of you; (To Aumerle) Of you, my noble cousin, Lord Aumerle; Not sick, although I have to do with death, But lusty, young, and cheerly drawing breath. Lo, as at English feasts, so I regreet The daintiest last, to make the end most sweet. (To Gaunt, [kneeling]) O thou, the earthly author of my blood, Whose youthful spirit in me regenerate Doth with a two-fold vigour lift me up To reach at victory above my head, Add proof unto mine armour with thy prayers, And with thy blessings steel my lance’s point, That it may enter Mowbray’s waxen coat And furbish new the name of John a Gaunt Even in the lusty haviour of his son.
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JOHN OF GAUNT
God in thy good cause make thee prosperous! Be swift like lightning in the execution, And let thy blows, doubly redoublèd, Fall like amazing thunder on the casque Of thy adverse pernicious enemy. Rouse up thy youthful blood, be valiant, and live. BOLINGBROKE [standing] Mine innocence and Saint George to thrive! MOWBRAY [standing] However God or fortune cast my lot, There lives or dies, true to King Richard’s throne, A loyal, just, and upright gentleman. Never did captive with a freer heart Cast off his chains of bondage and embrace
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 3
BOLINGBROKE
Nessun occhio di nobile sprechi per me il suo pianto, se della lancia di Mowbray sarò il sanguinoso vanto. Ma piomberò su Mowbray come un falcone, per dimostrargli la forza della mia tenzone. (Al lord maresciallo) Amabile signore, mi congedo da voi; (ad Aumerle) e da voi, nobile cugino Aumerle; non come un malato, pur avendo a che fare con la morte, ma vigoroso, giovane, della vita innamorato. Sapete, come a un grande banchetto, mi godo con più gusto l’ultimo boccone, per lasciare la tavola con soddisfazione. (A Gaunt [inginocchiandosi]) E tu, creatore terreno della mia carne; lo spirito della tua gioventù in me rinato, mi solleva in alto con duplice forza verso la vittoria; garantiscano le tue preghiere possanza alla mia armatura, aguzzi la tua benedizione la punta della mia lancia, per penetrare la cotta d’acciaio di Mowbray come se fosse di morbida cera; così che l’impresa gloriosa del figlio dia nuovo lustro al nome di Giovanni di Gaunt. JOHN OF GAUNT
Che Dio ti aiuti a vincere la tua giusta causa! Sii rapido come il lampo nell’azione, fa’ che i tuoi colpi, duplicati e quadruplicati, cadano come tuoni assordanti sull’elmo del tuo perverso, spietato avversario. Stuzzica il tuo sangue giovanile, sii valoroso, e rimani vivo! BOLINGBROKE [rialzandosi] La mia innocenza e S. Giorgio, a mia protezione! MOWBRAY [rialzandosi] Comunque Dio o la fortuna decidano della mia sorte, vivo o morto, sarò sempre fedele al trono di re Riccardo, resterò gentiluomo leale, giusto, integerrimo. Mai prigioniero, con cuore più leggero, si sbarazzò delle catene, abbracciando la sua preziosa, irrefrenabi-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 3
His golden uncontrolled enfranchisement More than my dancing soul doth celebrate This feast of battle with mine adversary. Most mighty liege, and my companion peers, Take from my mouth the wish of happy years. As gentle and as jocund as to jest Go I to fight. Truth hath a quiet breast.
90
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KING RICHARD
Farewell, my lord. Securely I espy Virtue with valour couchèd in thine eye. — Order the trial, Marshal, and begin. LORD MARSHAL
Harry of Hereford, Lancaster, and Derby, Receive thy lance; and God defend the right!
100
[An officer bears a lance to Bolingbroke] BOLINGBROKE
Strong as a tower in hope, I cry ‘Amen!’ LORD MARSHAL (to an officer)
Go bear this lance to Thomas, Duke of Norfolk. [An officer bears a lance to Mowbray] FIRST HERALD
Harry of Hereford, Lancaster, and Derby Stands here for God, his sovereign, and himself, On pain to be found false and recreant, To prove the Duke of Norfolk, Thomas Mowbray, A traitor to his God, his king, and him, And dares him to set forward to the fight.
105
SECOND HERALD
Here standeth Thomas Mowbray, Duke of Norfolk, On pain to be found false and recreant, Both to defend himself and to approve Henry of Hereford, Lancaster, and Derby To God his sovereign and to him disloyal, Courageously and with a free desire Attending but the signal to begin.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 3
le libertà, come ora la mia anima esulta nel celebrare questo rito di combattimento con il mio avversario. Possente mio sovrano, e gentiluomini miei pari, auguro a tutti un futuro senza pari. Vado a combattere allegro come avessi giocato. La verità non ha mai molto penato37. RE RICCARDO
Arrivederci, signore. Scorgo nascosta nella tua pupilla, del virtuoso valore la scintilla. Maresciallo, disponete il duello, e cominciamo. LORD MARESCIALLO
Harry di Hereford, Lancaster e Derby, ricevi la tua lancia, e che Dio difenda i tuoi diritti38. [Un ufficiale porta una lancia a Bolingbroke] BOLINGBROKE
Forte nella speranza, come torre munita, io grido “Amen”!39 LORD MARESCIALLO (a un ufficiale) Vai a portare questa lancia a Thomas duca di Norfolk. [Un ufficiale porta una lancia a Mowbray] PRIMO ARALDO
Harry di Hereford, Lancaster e Derby compare qui per Iddio, il suo sovrano e se medesimo, sotto pena di rivelarsi falso e sleale, per dimostrare che il duca di Norfolk, Thomas Mowbray, è un traditore verso il suo Dio, il suo re ed Enrico stesso, e lo sfida a singolar tenzone. SECONDO ARALDO
Qui compare Thomas Mowbray duca di Norfolk, sotto pena di rivelarsi falso e sleale, sia per difendersi, sia per comprovare che Enrico di Hereford, Lancaster e Derby è in malafede verso Dio e verso lo stesso Mowbray; pieno di coraggio e generosa brama, Mowbray attende solo il segnale d’inizio.
1391
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19/10/2017 18:26:32
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 3
LORD MARSHAL
Sound trumpets, and set forward combatants! [A charge is sounded.] King Richard throws down his warder Stay, the King hath thrown his warder down. KING RICHARD
Let them lay by their helmets and their spears, And both return back to their chairs again.
120
[Bolingbroke and Mowbray disarm and sit] (To the nobles) Withdraw with us, and let the trumpets sound While we return these dukes what we decree. A long flourish, during which King Richard and his nobles withdraw and hold council, [then come forward]. King Richard addresses Bolingbroke and Mowbray Draw near, and list what with our council we have done. For that our kingdom’s earth should not be soiled With that dear blood which it hath fosterèd, And for our eyes do hate the dire aspect Of civil wounds ploughed up with neighbours’ swords,5 Which, so roused up with boist’rous untuned drums, With harsh-resounding trumpets’ dreadful bray, And grating shock of wrathful iron arms, Might from our quiet confines fright fair peace And make us wade even in our kindred’s blood, Therefore we banish you our territories. You, cousin Hereford, upon pain of life, Till twice five summers have enriched our fields Shall not regreet our fair dominions, But tread the stranger paths of banishment.
125
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127. Qui Q1 aggiunge cinque versi; vedi Aggiunte al testo. 1392
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 3
LORD MARESCIALLO
Suonino le trombe, e avanzino i contendenti. [Suono di carica] Re Riccardo getta a terra la mazza del comando Fermi! Il re ha gettato la mazza!40 RE RICCARDO
Si tolgano l’elmo e depongano la lancia, e tornino entrambi ai loro seggi. [Bolingbroke e Mowbray si disarmano e si siedono] (Ai nobili) Ritiratevi con noi, e suonino le trombe finché non comunicheremo a questi duchi la nostra sentenza. Lungo squillo di trombe, mentre Riccardo e i nobili indietreggiano per tenere consiglio [poi avanzano di nuovo]. Re Riccardo si rivolge a Bolingbroke e Mowbray Avvicinatevi, e ascoltate quanto abbiamo decretato in consiglio. Poiché il suolo del nostro regno non dovrà essere insozzato dal prezioso sangue che ha generato; e poiché i nostri occhi aborriscono la truce immagine di ferite domestiche inferte da spade amiche, che eccitate dal fragore di tamburi stonati, l’orrendo rimbombo di trombe scombinate, lo stridulo clamore di armi infuriate, potrebbero scacciare la bella pace dai nostri quieti confini, e farci guadare nel sangue dei nostri congiunti; per tutto ciò, vi bandiamo dai nostri territori. Voi, cugino Hereford, a rischio della vita, finché due volte cinque estati non abbiano arricchito i campi, non potrete rivedere i nostri bei domìni, ma batterete le vie straniere dell’esilio.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 3
BOLINGBROKE
Your will be done. This must my comfort be: That sun that warms you here shall shine on me, And those his golden beams to you here lent Shall point on me and gild my banishment.
140
KING RICHARD
Norfolk, for thee remains a heavier doom, Which I with some unwillingness pronounce. The sly slow hours shall not determinate The dateless limit of thy dear exile. The hopeless word of ‘never to return’ Breathe I against thee, upon pain of life.
145
MOWBRAY
A heavy sentence, my most sovereign liege, And all unlooked-for from your highness’ mouth. A dearer merit, not so deep a maim As to be cast forth in the common air, Have I deservèd at your highness’ hands. The language I have learnt these forty years, My native English, now I must forgo, And now my tongue’s use is to me no more Than an unstringèd viol or a harp, Or like a cunning instrument cased up, Or, being open, put into his hands That knows no touch to tune the harmony. Within my mouth you have enjailed my tongue, Doubly portcullised with my teeth and lips, And dull unfeeling barren ignorance Is made my jailer to attend on me. I am too old to fawn upon a nurse, Too far in years to be a pupil now. What is thy sentence then but speechless death, Which robs my tongue from breathing native breath?
150
155
160
165
KING RICHARD
It boots thee not to be compassionate. After our sentence, plaining comes too late.
1394
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 3
BOLINGBROKE
Sia fatta la vostra volontà. Ma sarà questo il mio conforto: che lo stesso sole che vi riscalderà qui, splenderà anche su di me, e i suoi raggi dorati su di voi giungeranno anche a me, indorando il mio esilio. RE RICCARDO
Norfolk, su di te incombe un destino più pesante, che proclamo con un certo disagio. Non saranno le ore lente a stabilire un limite al tuo esilio. Una frase senza speranza, “non tornerai mai”, proferisco contro di te, pena la vita. MOWBRAY
Una sentenza davvero greve, mio supremo sovrano, che non mi aspettavo affatto dalla bocca di vostra altezza. Credevo di aver meritato una ricompensa migliore di un’ingiuria tanto profonda qual è quella di essere scacciato nel mondo senza un tetto41. Adesso dovrò rinunciare al linguaggio appreso nei miei quarant’anni di vita, il mio inglese nativo, e d’ora in poi la mia lingua non sarà che una viola o un’arpa senza corde, oppure uno strumento di alte prestazioni riposto nella custodia, che una volta aperto viene messo in mano a uno inesperto di tocco e accordi armonici. Mi avete imprigionato la lingua nella bocca, a doppia serranda di denti e labbra, e un’ottusa, insensibile, sterile ignoranza linguistica sarà d’ora in poi la mia carceriera42. Son troppo vecchio per una istitutrice, troppo avanti negli anni per fare lo scolaretto. E dunque, cos’è la tua sentenza se non silente morte, e furto della lingua materna la mia sorte? RE RICCARDO
Non ti conviene dar sfogo alla passione. Udita la sentenza, non ci sia lamentazione.
1395
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 3
MOWBRAY
Then thus I turn me from my country’s light, To dwell in solemn shades of endless night.
170
KING RICHARD
Return again, and take an oath with thee. (To both) Lay on our royal sword your banished hands. Swear by the duty that you owe to God — Our part therein we banish with yourselves — To keep the oath that we administer. You never shall, so help you truth and God, Embrace each other’s love in banishment, Nor never look upon each other’s face, Nor never write, regreet, nor reconcile This low’ring tempest of your home-bred hate, Nor never by advisèd purpose meet To plot, contrive, or complot any ill ’Gainst us, our state, our subjects, or our land.
175
180
BOLINGBROKE
I swear. MOWBRAY And I, to keep all this.
185
BOLINGBROKE
Norfolk, so far as to mine enemy:6 By this time, had the King permitted us, One of our souls had wandered in the air, Banished this frail sepulchre of our flesh, As now our flesh is banished from this land. Confess thy treasons ere thou fly the realm. Since thou hast far to go, bear not along The clogging burden of a guilty soul.
190
MOWBRAY
No, Bolingbroke, if ever I were traitor, My name be blotted from the book of life, And I from heaven banished as from hence.
195
186. Far: così in F; in Q1-Q5 fare: Bolingbroke imporrebbe a Mowbray il “viaggio” (fare) dell’esilio. 1396
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 3
MOWBRAY
Lascio allora la luce del mio paese, penetrando le nubi sulla notte distese. RE RICCARDO
Torna indietro, e fai un giuramento. (A entrambi) Ponete sulla nostra regale spada le vostre mani di sudditi banditi. Giurate sul vostro dovere verso Dio – il vostro dovere verso di noi l’abbiamo annullato nel bandirvi – di tenere fede al giuramento che vi richiediamo. Con l’aiuto di Dio e del vostro spirito di lealtà, durante l’esilio non intratterrete tra di voi rapporti amichevoli, non vi incontrerete mai, non vi scriverete, o scambierete saluti, né mai tenterete di ricomporre la violenta tempesta del vostro odio di famiglia, né mai vi vedrete di proposito per tramare, progettare o complottare contro di noi, il nostro governo, i nostri sudditi, la nostra terra. BOLINGBROKE
Lo giuro! MOWBRAY
Io pure terrò fede al giuramento. BOLINGBROKE
Norfolk, parlandoti da nemico: a quest’ora, se il re ce lo avesse permesso, una delle nostre due anime si librerebbe nell’aria, bandita dal fragile sepolcro della carne, così come la nostra carne vien bandita dalla nostra terra. Confessa i tuoi tradimenti, prima di lasciare la patria. Dovrai andare lontano; non portarti addosso il pesante fardello di un’anima colpevole. MOWBRAY
No, Bolingbroke! Fossi stato un traditore, il mio nome sarebbe cancellato dal libro della vita43, e io bandito dal cielo come da que-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 3
But what thou art, God, thou, and I do know, And all too soon I fear the King shall rue. Farewell, my liege. Now no way can I stray: Save back to England, all the world’s my way.
Exit
KING RICHARD
Uncle, even in the glasses of thine eyes I see thy grievèd heart. Thy sad aspect Hath from the number of his banished years Plucked four away. (To Bolingbroke) Six frozen winters spent, Return with welcome home from banishment.
201
205
BOLINGBROKE
How long a time lies in one little word! Four lagging winters and four wanton springs End in a word: such is the breath of kings. JOHN OF GAUNT
I thank my liege that in regard of me He shortens four years of my son’s exile. But little vantage shall I reap thereby, For ere the six years that he hath to spend Can change their moons and bring their times about, My oil-dried lamp and time-bewasted light Shall be extinct with age and endless night. 7 My inch of taper will be burnt and done, And blindfold death not let me see my son.
210
215
KING RICHARD
Why, uncle, thou hast many years to live. JOHN OF GAUNT
But not a minute, King, that thou canst give. Shorten my days thou canst with sudden sorrow,8 And pluck nights from me, but not lend a morrow. Thou canst help time to furrow me with age,
220
215. Night: così in F e Q4; in Q1 il plurale nights; sembra preferibile night, in rima con light del verso precedente. 220. Sudden = “improvviso” in Q1-Q5; in F sullen = “cupo, tetro, profondo”: cambia la prospettiva sul tipo di “dolore” cui pensa Gaunt. 1398
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 3
sto paese. Ma ciò che tu sei, lo sappiamo Dio, tu ed io, e ben presto, temo, il re dovrà dolersene. Addio, mio signore. Ormai non ho da smarrire la strada: se non posso tornare in Inghilterra, qualunque via del mondo sarebbe la mia terra. Esce RE RICCARDO
Zio, vedo specchiata nei tuoi occhi la tristezza del cuore. Il dolore che riflettono ha già strappato quattro anni alla durata del suo esilio. (A Bolingbroke) Trascorsi sei rigidi inverni, potrai ritornartene felice in patria dall’esilio. BOLINGBROKE
Che tempo spropositato contiene una breve parola! Quattro lenti inverni e quattro vivaci primavere in una sola sentenza: ecco la regale potenza! JOHN OF GAUNT
Ringrazio il mio sovrano, che per riguardo a me accorcia di quattro anni l’esilio di mio figlio. Ma io ne ricaverò poco vantaggio, poiché prima che i sei anni che lui dovrà trascorrere vedano l’alternarsi della luna e il compiersi delle stagioni, la mia lampada secca d’olio e la luce estinta dal tempo si spegneranno nella vecchiaia e la notte infinita. L’ultimo centimetro della candela si sarà consumato44, e la cieca morte45 non mi farà più vedere il mio primo nato. RE RICCARDO
Ma via, zio! Hai ancora tanti anni da vivere! JOHN OF GAUNT
No, non c’è un solo minuto che tu, il re, mi possa concedere. Puoi scorciarmi i giorni per inatteso dolore, sottrarmi notti, ma non puoi donarmi del giorno il calore. Puoi aiutare il tempo a scavarmi
1399
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 3
But stop no wrinkle in his pilgrimage. Thy word is current with him for my death, But dead, thy kingdom cannot buy my breath.
225
KING RICHARD
Thy son is banished upon good advice, Whereto thy tongue a party verdict gave. Why at our justice seem’st thou then to lour? JOHN OF GAUNT
Things sweet to taste prove in digestion sour. You urged me as a judge, but I had rather You would have bid me argue like a father. Alas, I looked when some of you should say I was too strict to make mine own away, But you gave leave to my unwilling tongue Against my will to do myself this wrong. 9
230
235
KING RICHARD
Cousin, farewell; and uncle, bid him so. Six years we banish him, and he shall go. [Flourish.] Exeunt all but Aumerle, the Lord Marshal, John of Gaunt, and Bolingbroke AUMERLE (to Bolingbroke)
Cousin, farewell. What presence must not know, From where you do remain let paper show. LORD MARSHAL (to Bolingbroke) My lord, no leave take I, for I will ride As far as land will let me by your side. JOHN OF GAUNT (to Bolingbroke) O, to what purpose dost thou hoard thy words, That thou return’st no greeting to thy friends?
[Exit] 240
BOLINGBROKE
I have too few to take my leave of you, When the tongue’s office should be prodigal To breathe the abundant dolour of the heart.
245
235. Qui Q1 aggiunge 4 versi; vedi Aggiunte al testo. 1400
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 3
la faccia, ma non fermare le rughe mentre lui le traccia. La tua parola può valer la mia morte, ma, dopo morto, offrirmi non potrai nuova sorte. RE RICCARDO
Tuo figlio è stato messo al bando dopo un autorevole consiglio di stato, al cui verdetto anche tu partecipasti. Perché dunque ti accigli per il nostro decreto di giustizia? JOHN OF GAUNT
Pietanze di dolce sapore divengono acide nella digestione46. Mi avete coinvolto in qualità di giudice, ma avrei preferito che mi aveste invitato a dibattere come padre. Sapevo che secondo molti qui sono stato troppo severo nel mettere al bando un figlio. Ma voi mi spingeste a dire controvoglia cose che arrecano danno alla mia stessa persona. RE RICCARDO
Addio, cugino; zio, salutatelo anche voi. Lo abbiamo esiliato per sei anni, perciò deve partire. [Squillo di trombe] Escono tutti tranne Aumerle, il lord maresciallo, John of Gaunt e Bolingbroke AUMERLE (a Bolingbroke)
Addio, cugino. Ciò che non potrete raccontarci a voce, mandatelo per posta in sua vece47. [Esce] LORD MARESCIALLO (a Bolingbroke) Signore, da voi non mi commiato, finché al confine non v’abbia accompagnato. JOHN OF GAUNT (a Bolingbroke) Per quale motivo sei tanto avaro di parole, nel ricambiare i saluti dei tuoi amici? BOLINGBROKE
Ho troppe poche parole per congedarmi da voi, quando la mia lingua vorrebbe proferire il ridondante dolore del cuore.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 3
JOHN OF GAUNT
Thy grief is but thy absence for a time. BOLINGBROKE
Joy absent, grief is present for that time. JOHN OF GAUNT
What is six winters? They are quickly gone. BOLINGBROKE
To men in joy, but grief makes one hour ten.
250
JOHN OF GAUNT
Call it a travel that thou tak’st for pleasure. BOLINGBROKE
My heart will sigh when I miscall it so, Which finds it an enforcèd pilgrimage. JOHN OF GAUNT
The sullen passage of thy weary steps Esteem as foil wherein thou art to set The precious jewel of thy home return.10
255
BOLINGBROKE
O, who can hold a fire in his hand By thinking on the frosty Caucasus, Or cloy the hungry edge of appetite By bare imagination of a feast, Or wallow naked in December snow By thinking on fantastic summer’s heat? O no, the apprehension of the good Gives but the greater feeling to the worse. Fell sorrow’s tooth doth never rankle more Than when he bites, but lanceth not the sore.
260
265
JOHN OF GAUNT
Come, come, my son, I’ll bring thee on thy way. Had I thy youth and cause, I would not stay.
256. Qui Q1 aggiunge 26 versi; vedi Aggiunte al testo. 1402
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 3
JOHN OF GAUNT
Cos’è il tuo dolore? Star via per qualche tempo48. BOLINGBROKE
Via ogni gioia, solo dolore è il tempo. JOHN OF GAUNT
Insomma, cosa sono sei anni? Passano veloci. BOLINGBROKE
Certo, per uno che è felice. Ma il dolore li centuplica. JOHN OF GAUNT
Pensalo come un viaggio di piacere. BOLINGBROKE
A chiamarlo così mi sanguina il cuore, perché è una peregrinazione imposta. JOHN OF GAUNT
Immagina che la cupa distesa dei tuoi faticosi passi sia la lamina dove incastonare la preziosa gemma del tuo ritorno in patria. BOLINGBROKE
Ma chi può tenere in mano un fuoco, pensando ai ghiacciai del Caucaso?49 Oppure domare i morsi della fame inventandosi un sontuoso banchetto, oppure crogiolarsi nella neve di dicembre fantasticando sui bollori dell’estate? No! Purtroppo la percezione del bene non fa che acuire la sensazione del male. Un tremendo mal di denti non è mai così penoso come quando il morso incide l’ascesso doloroso. JOHN OF GAUNT
Forza, figliolo; sarò con te, nella tua via; avessi la tua età e le tue ragioni, oltre non tarderei; e così sia!
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 4
BOLINGBROKE
Then England’s ground, farewell. Sweet soil, adieu, My mother and my nurse that bears me yet! Where’er I wander, boast of this I can: Though banished, yet a trueborn Englishman.
270
Exeunt 1.4
Enter King Richard with [Green and Bagot] at one door, and the Lord Aumerle at another
KING RICHARD
We did observe. — Cousin Aumerle, How far brought you high Hereford on his way? AUMERLE
I brought high Hereford, if you call him so, But to the next highway, and there I left him. KING RICHARD
And say, what store of parting tears were shed?
5
AUMERLE
Faith, none for me, except the north-east wind, Which then grew bitterly against our faces, Awaked the sleeping rheum, and so by chance Did grace our hollow parting with a tear. KING RICHARD
What said our cousin when you parted with him?
10
AUMERLE
‘Farewell.’ And for my heart disdainèd that my tongue Should so profane the word, that taught me craft To counterfeit oppression of such grief That words seemed buried in my sorrow’s grave. Marry, would the word ‘farewell’ have lengthened hours And added years to his short banishment, He should have had a volume of farewells; But since it would not, he had none of me.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 4
BOLINGBROKE
E dunque, Inghilterra, addio! Mia dolce terra, addio, madre e nutrice, che sempre mi sostiene! Ovunque io sia, bandito ed esiliato, resterò sempre un inglese nato. Escono I, 4
Entra re Riccardo [con Green e Bagot] da una porta, e lord Aumerle da un’altra50
RE RICCARDO
Sì, lo abbiamo notato51… Cugino Aumerle, fin dove avete accompagnato l’altero Hereford? AUMERLE
Ho condotto l’altero Hereford, come lo chiamate voi 52, fino alla strada maestra, e là l’ho lasciato. RE RICCARDO
Ma ditemi, ci sono state molte lacrime di congedo? AUMERLE
Di certo no, da parte mia; benché il vento di nordest, che si mise a soffiarci in faccia, mi raffreddasse un po’, e per puro caso fornì una lacrima al nostro ipocrita commiato. RE RICCARDO
Ma che ha detto nostro cugino quando vi siete salutati? AUMERLE
“Addio”!53 E poiché il mio cuore aborriva che la parola fosse profanata, tanto ho imparato a simulare una pena opprimente, da far sembrare le parole sepolte in una tomba di dolore. Diamine! Se la parola “addio” avesse potuto allungare le ore, aggiungendo anni al suo breve esilio, ne avrebbe ricevuta una valanga di addii! Ma siccome non era possibile, da me non ne ha proprio avuti.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 1 SCENE 4
KING RICHARD
He is our cousin, cousin; but ’tis doubt,11 When time shall call him home from banishment, Whether our kinsman come to see his friends. Ourself and Bushy, Bagot here, and Green12 Observed his courtship to the common people, How he did seem to dive into their hearts With humble and familiar courtesy, What reverence he did throw away on slaves, Wooing poor craftsmen with the craft of smiles And patient underbearing of his fortune, As ’twere to banish their affects with him. Off goes his bonnet to an oysterwench. A brace of draymen bid God speed him well, And had the tribute of his supple knee With ‘Thanks, my countrymen, my loving friends’, As were our England in reversion his, And he our subjects’ next degree in hope.
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GREEN
Well, he is gone, and with him go these thoughts. Now for the rebels which stand out in Ireland. Expedient manage must be made, my liege, Ere further leisure yield them further means For their advantage and your highness’ loss.
40
KING RICHARD
We will ourself in person to this war, And for our coffers with too great a court And liberal largess are grown somewhat light, We are enforced to farm our royal realm, The revenue whereof shall furnish us For our affairs in hand. If that come short,
45
19. He is our cousin, cousin = “Cugino, lui è nostro cugino”: così in F (Riccardo, Bolingbroke e Aumerle sono cugini primi); in Q1 cousin’s cousin = “è tuo cugino, cugino mio”: consanguineità speciale tra Aumerle e Bolingbroke, dunque responsabilità particolare nella sfida. 22. Bushy, Bagot here and Green: così in F e Q6; in Q1 solo Bushy. 1406
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO I SCENA 4
RE RICCARDO
Cugino, lui è nostro cugino54; ma dubito che quando a tempo debito ritornerà dall’esilio, il nostro parente vorrà incontrare i suoi congiunti. Proprio noi, con Bushy, Bagot e Green qui presenti, abbiamo assistito al suo corteggiamento del popolino; come tentava di affondare nei loro cuori, con umile e condiscendente affabilità; quale profondo rispetto gettava a piene mani su quei poveri cristi, vezzeggiando gli artigiani con gli artifici del sorriso e della paziente tolleranza della malasorte, quasi volesse portarsi dietro nell’esilio il loro affetto. Qui si toglie il berretto davanti a una pescivendola, là augura buon viaggio ai carrettieri, e si inginocchia ringraziandoli, “cari concittadini, amici amorosi”, come se la nostra Inghilterra dovesse tornare in sua proprietà, e lui fosse la loro speranza futura. GREEN
Comunque sia, se n’è andato, e con lui le nostre preoccupazioni. Parliamo piuttosto dei ribelli sul piede di guerra in Irlanda. Mio sovrano, ci vuole molta e rapida accortezza, per evitare vantaggi a loro, e insidie a vostra maestà. RE RICCARDO
Andremo di persona a questa guerra, e poiché i forzieri si sono alleggeriti, per il tenore eccessivo della corte e la nostra liberalità, saremo costretti a esigere subito i nostri tributi regali, il cui ricavato provvederà alle spese dell’impresa. Se non saranno sufficienti,
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 1
Our substitutes at home shall have blank charters, Whereto, when they shall know what men are rich, They shall subscribe them for large sums of gold, And send them after to supply our wants; For we will make for Ireland presently.
50
Enter Bushy Bushy, what news? BUSHY
Old John of Gaunt is grievous sick, my lord, Suddenly taken, and hath sent post-haste To entreat your majesty to visit him. KING RICHARD Where lies he? BUSHY At Ely House.
55
KING RICHARD
Now put it, God, in his physician’s mind To help him to his grave immediately. The lining of his coffers shall make coats To deck our soldiers for these Irish wars. Come, gentlemen, let’s all go visit him. Pray God we may make haste and come too late!
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Exeunt 2.1
Enter John of Gaunt, Duke of Lancaster, sick, [carried in a chair,] with the Duke of York
JOHN OF GAUNT
Will the King come, that I may breathe my last In wholesome counsel to his unstaid youth? YORK
Vex not yourself, nor strive not with your breath, For all in vain comes counsel to his ear. JOHN OF GAUNT
O, but they say the tongues of dying men Enforce attention, like deep harmony. Where words are scarce they are seldom spent in vain,
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 1
i nostri incaricati avranno carta bianca, e appena identificati, i più ricchi saranno fortemente tassati, per somme che ci spediranno per sostenerci 55; e noi partiremo subito per l’Irlanda. Entra Bushy Bushy, ci sono novità? BUSHY
Mio signore, il vecchio John of Gaunt è gravemente ammalato, di un male improvviso, e chiede a vostra maestà di andare a trovarlo prima possibile. RE RICCARDO
Ma dove si trova? BUSHY
A palazzo Ely56. RE RICCARDO
Buon Dio, fai capire al suo dottore che deve fargli raggiungere subito la tomba. Le fodere dei suoi forzieri saranno le divise dei nostri soldati nella guerra d’Irlanda. Forza, signori, andiamo a fargli visita. E preghiamo Iddio che, per quanto veloci, non possiamo arrivare troppo tardi! Escono II, 1
Entra John of Gaunt duca di Lancaster, ammalato [portato su una sedia], con il duca di York57
JOHN OF GAUNT
Verrà il re? Vorrei dargli, con l’ultimo respiro, qualche sano consiglio per la sua irrequieta giovinezza58. YORK
Non vi tormentate, non sprecate il fiato, tanto ogni consiglio gli giunge invano all’orecchio. JOHN OF GAUNT
Ma si dice che la lingua dei moribondi colga l’attenzione come una recondita armonia. Se le poche parole rimaste non son gettate al
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 1
For they breathe truth that breathe their words in pain. He that no more must say is listened more Than they whom youth and ease have taught to glose. More are men’s ends marked than their lives before. The setting sun, and music at the close, As the last taste of sweets, is sweetest last, Writ in remembrance more than things long past. Though Richard my life’s counsel would not hear, My death’s sad tale may yet undeaf his ear.
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YORK
No, it is stopped with other, flattering sounds, As praises of whose taste the wise are feared,13 Lascivious metres to whose venom sound The open ear of youth doth always listen, Report of fashions in proud Italy, Whose manners still our tardy-apish nation Limps after in base imitation. Where doth the world thrust forth a vanity — So it be new there’s no respect how vile — That is not quickly buzzed into his ears? Then all too late comes counsel, to be heard Where will doth mutiny with wit’s regard. Direct not him whose way himself will choose: ’Tis breath thou lack’st, and that breath wilt thou lose.
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25
JOHN OF GAUNT
Methinks I am a prophet new-inspired, And thus, expiring, do foretell of him. His rash, fierce blaze of riot cannot last, For violent fires soon burn out themselves. Small showers last long, but sudden storms are short.
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18. Whose taste the wise are feared: così in F e Q3-Q5; passo molto controverso e variamente emendato; in Q1 e Q2 state = “condizione, stato” invece di taste = “gusto”, e fond/found = “appassionati”, al posto di feared = “temuti”: la frase cambia completamente di senso: “le adulazioni sono fatte in modo tale che anche le persone sagge ne sono affascinate”. 1410
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 1
vento, dicono verità che ispirano sgomento. Chi in breve non avrà più niente da dire, viene più ascoltato di quelli cui giovinezza e agi hanno insegnato a parlare speciosi. Ci si accorge di più della morte di qualcuno che non della sua vita precedente. Il sole al tramonto, o il finale di un pezzo musicale, come il gusto dell’ultimo boccone sono i più tardi a svanire, s’imprimono nella memoria più dei vecchi ricordi. Se Riccardo non vorrà udire i miei esperti consigli, che almeno il triste racconto della mia morte al suo orecchio si appigli. YORK
Macché! Ha gli orecchi assordati dalle lusinghe dell’adulazione, plausi di cui un uomo saggio dovrebbe avere timore; rime lascive al cui venefico suono l’orecchio giovanile è sempre pronto ad aprirsi; mode italiane sconsiderate, che la nostra nazione scimmiotta in degradante, tardiva imitazione59. Ovunque il mondo tiri fuori una stupidaggine – purché sia una novità – quella subito si intona al suo orecchio. Allora qualunque consiglio arriva troppo tardi, per farsi ascoltare dalla volontà in lotta con il buon senso. Non dare indicazioni a chi ha già scelto la sua corsa; già hai poco fiato, non sprecarne l’ultima risorsa. JOHN OF GAUNT
Mi sento come un profeta profondamente ispirato, e prima di spirare voglio espirare parole preveggenti sul futuro del re60. La furiosa fiammata del piacere non durerà in lui a lungo, poiché i fuochi più violenti si estinguono alla svelta da soli. Persiste la pioggia, mentre la tempesta improvvisa subito si smorza. Si stanca prima,
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 1
He tires betimes that spurs too fast betimes. With eager feeding food doth choke the feeder. Light vanity, insatiate cormorant, Consuming means, soon preys upon itself. This royal throne of kings, this sceptred isle, This earth of majesty, this seat of Mars, This other Eden, demi-paradise, This fortress built by nature for herself Against infection and the hand of war, This happy breed of men, this little world, This precious stone set in the silver sea, Which serves it in the office of a wall, Or as a moat defensive to a house Against the envy of less happier lands; This blessèd plot, this earth, this realm, this England, This nurse, this teeming womb of royal kings, Feared by their breed and famous by their birth, Renownèd for their deeds as far from home For Christian service and true chivalry As is the sepulchre, in stubborn Jewry, Of the world’s ransom, blessèd Mary’s son; This land of such dear souls, this dear dear land, Dear for her reputation through the world, Is now leased out — I die pronouncing it — Like to a tenement or pelting farm. England, bound in with the triumphant sea, Whose rocky shore beats back the envious siege Of wat’ry Neptune, is now bound in with shame, With inky blots and rotten parchment bonds. That England that was wont to conquer others Hath made a shameful conquest of itself. Ah, would the scandal vanish with my life, How happy then were my ensuing death!
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Enter King Richard and the Queen; [the Duke of Aumerle,] Bushy, [Green, Bagot,] Lord Ross, and Lord Willoughby
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 1
chi sprona troppo il cavallo. Il cibo ingurgitato con foga strozza la gola. Come un cormorano insaziabile61, la vita frivola consuma il proprio alimento, divenendo presto preda di se stessa. Questo eccelso trono di re62, quest’ isola con lo scettro in mano, questa terra maestosa, sede di Marte, questo nuovo Eden, mezzo Paradiso, questa fortezza che la natura ha costruito per sé, per difendersi dall’infezione della guerra, questa felice progenie di genti, questo piccolo mondo, pietra preziosa incastonata in un mare d’argento, che le serve da muraglia o fossato inespugnabile contro l’ostilità di paesi meno fortunati; questo sito benedetto, questa terra, questo reame, la nostra Inghilterra, nutrice e fertile grembo di grandi sovrani, temuti per valore ancestrale e famosi di nascita, rinomati per gesta di cavalieri cristiani fino al Santo Sepolcro, contro i tenaci ebrei, per il salvatore del mondo, figlio di Maria Santissima. Questa terra di anime amabili, questa cara, carissima terra, di reputazione immacolata in tutto il mondo, viene ora data in affitto – mi manca il cuore a dirlo – come un misero, irrilevante poderuccio63. L’Inghilterra, protetta dal mare trionfante, lei, le cui sponde rocciose respingono l’acquatico assedio di Nettuno, è ora vergognosamente accerchiata da macchie d’inchiostro e consunti assegni in bianco. Quell’Inghilterra abituata a conquistare gli altri, ha fatto un’ignobile conquista di se stessa. Se tale scandalo potesse svanire insieme alla mia vita! Allora sì, che sarei felice di morire! Entrano re Riccardo e la regina; [il duca di Aumerle,] Bushy, [Green, Bagot,] lord Ross, e lord Willoughby64
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 1
YORK
The King is come. Deal mildly with his youth, For young hot colts, being reined, do rage the more. QUEEN
How fares our noble uncle Lancaster?
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KING RICHARD
What comfort, man? How is’t with agèd Gaunt? JOHN OF GAUNT
O, how that name befits my composition! Old Gaunt indeed, and gaunt in being old. Within me grief hath kept a tedious fast, And who abstains from meat that is not gaunt? For sleeping England long time have I watched. Watching breeds leanness, leanness is all gaunt. The pleasure that some fathers feed upon Is my strict fast: I mean my children’s looks. And therein fasting, hast thou made me gaunt. Gaunt am I for the grave, gaunt as a grave, Whose hollow womb inherits naught but bones.
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KING RICHARD
Can sick men play so nicely with their names? JOHN OF GAUNT
No, misery makes sport to mock itself. Since thou dost seek to kill my name in me, I mock my name, great King, to flatter thee.
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KING RICHARD
Should dying men flatter with those that live? JOHN OF GAUNT
No, no, men living flatter those that die. KING RICHARD
Thou now a-dying sayst thou flatt’rest me.
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JOHN OF GAUNT
O no: thou diest, though I the sicker be. KING RICHARD
I am in health; I breathe, and see thee ill.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 1
YORK
È giunto il re. Tratta con delicatezza la sua giovane età, poiché i giovani, focosi puledri, s’infuriano di più quando si sentono le redini sul collo. REGINA
Come sta il nostro nobile zio Lancaster? RE RICCARDO
Allora, come vi sentite, come va il vecchio Gaunt? JOHN OF GAUNT
Già! Come ben mi si addice il nome alla mia condizione! Sono davvero come un “guanto” consunto: un povero vecchio sparuto e macilento65. Dentro di me il dolore ha imposto un lungo, penoso digiuno; e chi si è astenuto dal cibo, se non uno emaciato e smorto? Per tanto tempo ho vegliato su un’Inghilterra sonnacchiosa. La veglia induce magrezza, e la magrezza è il guanto di un corpo sfinito. Il mio più rigido digiuno riguarda il piacere di cui tanti padri si nutrono, e cioè lo sguardo dei figli66. E a forza di digiuni, tu hai fatto di me un guanto logoro, un guanto vuoto da gettare in una tomba vuota, il cui vuoto ventre non prolifica altro che ossa. RE RICCARDO
Ma può un malato giocare così con il proprio nome? JOHN OF GAUNT
No! La mia disperazione si diverte a irridere se stessa. Se uccidere intendi il mio nome in me, io giocando col mio nome, o grande re, mi prendo gioco di te. RE RICCARDO
I moribondi si permettono di scherzare con i vivi? JOHN OF GAUNT
No davvero! Sono i vivi che prendono in giro i moribondi. RE RICCARDO
Ma proprio tu che stai morendo cerchi di prendermi in giro. JOHN OF GAUNT
Ma no! Sei tu quello che deve morire, benché sia io quello più malato. RE RICCARDO
Io sono in salute; io vivo; e vedo te, malato.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 1
JOHN OF GAUNT
Now He that made me knows I see thee ill: Ill in myself to see, and in thee seeing ill. Thy deathbed is no lesser than thy land, Wherein thou liest in reputation sick; And thou, too careless patient as thou art, Committ’st thy anointed body to the cure Of those physicians that first wounded thee. A thousand flatterers sit within thy crown, Whose compass is no bigger than thy head, And yet, encagèd in so small a verge,14 The waste is no whit lesser than thy land. O, had thy grandsire with a prophet’s eye Seen how his son’s son should destroy his sons, From forth thy reach he would have laid thy shame, Deposing thee before thou wert possessed, Which art possessed now to depose thyself. Why, cousin, wert thou regent of the world It were a shame to let this land by lease. But, for thy world, enjoying but this land, Is it not more than shame to shame it so? Landlord of England art thou now, not king. Thy state of law is bondslave to the law, And —
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KING RICHARD
And thou, a lunatic lean-witted fool, Presuming on an ague’s privilege, Dar’st with thy frozen admonition Make pale our cheek, chasing the royal blood With fury from his native residence. Now by my seat’s right royal majesty, Wert thou not brother to great Edward’s son, This tongue that runs so roundly in thy head Should run thy head from thy unreverent shoulders.
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102. Encagèd = “ingabbiato”, così in F; in Q1 enraged = “infuriato”: l’immagine non cambia, essere infuriati perché ci si sente come costretti in una gabbia. 1416
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19/10/2017 18:26:34
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 1
JOHN OF GAUNT
Colui che mi ha creato sa che, malato, io ti vedo male: vedo la malattia in me, ma in te vedo il male. Il tuo territorio altro non è che il tuo letto di morte, sul quale tu giaci in malsana reputazione; solo che tu, paziente irresponsabile, affidi il tuo corpo consacrato alle cure di quei medici che per primi ti hanno ferito. Mille adulatori si sono insediati nella tua corona, la cui circonferenza non è più grande del tuo capo; eppure, ingabbiata in così stretto confine, la devastazione è vasta come tutto il regno. Ah! Avesse tuo nonno, con occhio profetico, visto come il figlio di suo figlio avrebbe distrutto i suoi figli, ti avrebbe sottratto a tanta ignominia, deponendoti prima che tu prendessi possesso del regno, da cui ora sembri follemente determinato a farti deporre. Ma come, nipote! Tu fossi anche governatore del mondo, sarebbe una vergogna dare così in appalto la tua patria. Ma poiché sei padrone solo di questa terra, non è ancor più vergognoso svergognarla in tal modo? Sei il locatore dell’Inghilterra adesso, non il suo re, e sottoposto come tutti i proprietari alle leggi dello stato67. E poi… RE RICCARDO
E poi, tu, pazzoide dal cervello risecchito, che sfruttando il privilegio della malattia osi con i tuoi gelidi ammonimenti farci impallidire le guance, scacciando iniquamente dalla sua sede naturale il nostro regale sangue. Per l’alta maestà del mio diritto regale, ti dico che se tu non fossi fratello del grande figlio di Edoardo, quella lingua spregiudicata che ti gira in bocca cadrebbe insieme con la testa dalle tue irriverenti spalle.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 1
JOHN OF GAUNT
O, spare me not, my brother Edward’s son, For that I was his father Edward’s son. That blood already, like the pelican, Hast thou tapped out and drunkenly caroused. My brother Gloucester, plain well-meaning soul — Whom fair befall in heaven ’mongst happy souls — May be a precedent and witness good That thou respect’st not spilling Edward’s blood. Join with the present sickness that I have, And thy unkindness be like crookèd age, To crop at once a too-long withered flower. Live in thy shame, but die not shame with thee. These words hereafter thy tormentors be. (To attendants) Convey me to my bed, then to my grave. Love they to live that love and honour have.
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131
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Exit, [carried in the chair] KING RICHARD
And let them die that age and sullens have, For both hast thou, and both become the grave.
140
YORK
I do beseech your majesty impute his words To wayward sickliness and age in him. He loves you, on my life, and holds you dear As Harry Duke of Hereford, were he here.
145
KING RICHARD
Right, you say true: as Hereford’s love, so his. As theirs, so mine; and all be as it is. Enter the Earl of Northumberland NORTHUMBERLAND
My liege, old Gaunt commends him to your majesty. KING RICHARD
What says he?
1418
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 1
JOHN OF GAUNT
No, non risparmiarmi, figlio di mio fratello Edoardo, perché son figlio di suo padre Edoardo68. Già di quel sangue ne hai versato, e come un pellicano, ci hai gozzovigliato, ti ci sei ubriacato69. Mio fratello Gloucester, anima semplice e candida – possa riposare in cielo tra le anime elette! – è un precedente e buona prova che tu non esiti a spargere il sangue di Edoardo. Approfitta pure della mia malattia, e la tua perfidia sarà come la deforme vecchiaia, tagliando alla svelta un fiore ormai da tempo avvizzito. Vivrai nel disonore, e la vergogna vivrà oltre la tua vita. D’ora in poi queste parole ti saranno di tormento. (Agli inservienti) Conducetemi a letto, e quindi alla tomba. Ama la vita chi ha amore e onore. Esce [portato sulla sedia] RE RICCARDO
E muoiano pure i vecchi seccatori tal quale sei; gli uni e gli altri meritano la tomba. YORK
Imploro vostra maestà di imputare le sue parole alla vecchiaia e la malattia che lo fanno sragionare. Vi vuole bene, ve lo giuro sulla vita, e vi ha caro come Harry duca di Hereford, se solo fosse qui. RE RICCARDO
Sì, dici il vero, mi ama quanto mi ama Hereford. E quanto loro amano me, io amo loro70. E questo è tutto! Entra il conte di Northumberland 71 NORTHUMBERLAND
Mio signore, il vecchio Gaunt vuole essere ricordato a vostra maestà. RE RICCARDO
Che cosa ha detto?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 1
NORTHUMBERLAND Nay, nothing: all is said.
His tongue is now a stringless instrument. Words, life, and all, old Lancaster hath spent.
150
YORK
Be York the next that must be bankrupt so! Though death be poor, it ends a mortal woe. KING RICHARD
The ripest fruit first falls, and so doth he. His time is spent; our pilgrimage must be. So much for that. Now for our Irish wars. We must supplant those rough rug-headed kerns, Which live like venom where no venom else But only they have privilege to live. And for these great affairs do ask some charge, Towards our assistance we do seize to us The plate, coin, revenues, and movables Whereof our uncle Gaunt did stand possessed.
155
160
YORK
How long shall I be patient? Ah, how long Shall tender duty make me suffer wrong? Not Gloucester’s death, nor Hereford’s banishment, Nor Gaunt’s rebukes, nor England’s private wrongs, Nor the prevention of poor Bolingbroke About his marriage, nor my own disgrace, Have ever made me sour my patient cheek, Or bend one wrinkle on my sovereign’s face. I am the last of noble Edward’s sons, Of whom thy father, Prince of Wales, was first. In war was never lion raged more fierce, In peace was never gentle lamb more mild, Than was that young and princely gentleman. His face thou hast, for even so looked he, Accomplished with the number of thy hours. But when he frowned it was against the French, And not against his friends. His noble hand Did win what he did spend, and spent not that Which his triumphant father’s hand had won.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 1
NORTHUMBERLAND
Proprio niente, vi ha già detto tutto. La sua lingua è ormai uno strumento senza corde. Parole, vita, tutto quanto, del vecchio Lancaster non sono più vanto. YORK
Sia York il prossimo ad andare in malora! La morte che tutto toglie, è anche del dolore l’ultim’ora. RE RICCARDO
Il frutto più maturo cade per primo72, come nostro zio; caduto lui, il viaggio lo inizio io. Ma ora basta. Pensiamo alla guerra d’Irlanda. Dobbiamo sbarazzarci di quelle orde di rozzi capelloni73, che vivono come serpi velenose solo dove il loro veleno ha il privilegio di resistere74. E poiché una tale impresa richiede cospicui finanziamenti, a mo’ di sussidio confischeremo subito l’argenteria, le monete, i beni mobili e immobili di cui era in possesso nostro zio Gaunt75. YORK
Quanto dovrò ancora pazientare? Quanti torti il mio cortese rispetto dovrà ancora sopportare? Né la morte di Gloucester, né la cacciata di Hereford, né le recriminazioni di Gaunt, e nemmeno le angherie rivolte a privati cittadini, o le restrizioni matrimoniali imposte al povero Bolingbroke76, né addirittura il mio cadere in disgrazia77 hanno mai fatto inasprire la mia guancia paziente, o mosso un muscolo del viso, guardando il mio sovrano vivente. Io sono l’ultimo dei figli del grande Edoardo, di cui tuo padre principe di Galles fu il primo. Mai leone infuriò più rabbioso in guerra, mai agnello fu più mansueto nella pace, di quel giovane e aristocratico principe. Hai il suo stesso viso; era proprio come te, quando aveva la tua età. Ma quando si accigliava era contro i francesi, non contro i suoi amici. Spendeva quel che la sua nobile mano aveva vinto, non spendeva quel che la mano trionfante di suo padre aveva conquistato.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 1
His hands were guilty of no kindred blood, But bloody with the enemies of his kin. O, Richard, York is too far gone with grief, Or else he never would compare between.
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KING RICHARD
Why uncle, what’s the matter? O my liege, Pardon me if you please; if not, I, pleased Not to be pardoned, am content withal. Seek you to seize and grip into your hands The royalties and rights of banished Hereford? Is not Gaunt dead? And doth not Hereford live? Was not Gaunt just? And is not Harry true? Did not the one deserve to have an heir? Is not his heir a well-deserving son? Take Hereford’s rights away, and take from Time His charters and his customary rights: Let not tomorrow then ensue today; Be not thyself, for how art thou a king But by fair sequence and succession? Now afore God — God forbid I say true! — If you do wrongfully seize Hereford’s rights, Call in the letters patents that he hath By his attorneys general to sue His livery, and deny his offered homage, You pluck a thousand dangers on your head, You lose a thousand well-disposèd hearts, And prick my tender patience to those thoughts Which honour and allegiance cannot think.
YORK
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195
200
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KING RICHARD
Think what you will, we seize into our hands His plate, his goods, his money, and his lands.
210
YORK
I’ll not be by the while. My liege, farewell. What will ensue hereof there’s none can tell. But by bad courses may be understood That their events can never fall out good.
Exit
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 1
E le sue mani non si erano macchiate del sangue dei parenti, ma del sangue dei nemici della sua famiglia78. Ah, Riccardo! York è davvero gravato dalla disperazione, sennò mai farebbe tale comparazione. RE RICCARDO
Insomma zio, qual è il problema? YORK
Mio sovrano, perdonatemi, se potete; ma se non volete, sarò contento lo stesso. Cercherete di arraffare proditoriamente titoli e benefici di Hereford esiliato? Se Gaunt è morto, non è forse vivo Hereford? Non era Gaunt un uomo giusto, e Harry un amico sincero? Non merita Gaunt di avere un erede? E non è il suo erede un figlio meritevole? Se annulli i diritti di Hereford, e gli sottrai gli accordi stabiliti dalle leggi dell’ereditarietà, questo giorno non vedrà un domani neanche per te; perché non sei forse re in base alle tradizionali regole di successione? E allora, davanti a Dio – e Dio voglia mi sbagli – se vi appropriate a torto dei diritti di Hereford, revocando le licenze che i suoi legali hanno invocato per garantirgli il possesso dei beni di suo padre; se rifiutate il suo atto di omaggio, ostacolando la sua eredità, vi attirerete sul capo migliaia di pericoli, perderete il favore di migliaia di cuori che avete conquistato79, e aizzerete la mia affettuosa pazienza verso propositi di disobbedienza e rivolta che mai entrerebbero nei pensieri di un suddito onorevole e leale. RE RICCARDO
Pensate quel che vi pare, ma noi ci approprieremo dei suoi argenti, beni, denaro, terre. YORK
Non intendo presenziarvi. Mio sovrano, addio. Quel che ne seguirà, non lo so certo io! Ma sempre avviene che brutte iniziative portino solo a soluzioni cattive. Esce
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 1
KING RICHARD
Go, Bushy, to the Earl of Wiltshire straight. Bid him repair to us to Ely House To see this business. Tomorrow next We will for Ireland, and ’tis time, I trow. And we create, in absence of ourself, Our uncle York Lord Governor of England; For he is just and always loved us well. — Come on, our Queen; tomorrow must we part. Be merry, for our time of stay is short.
216
220
[Flourish.] Exeunt [Bushy at one door; King Richard, the Queen, Aumerle, Green, and Bagot at another door], Northumberland, Willoughby, and Ross remain NORTHUMBERLAND
Well, lords, the Duke of Lancaster is dead.
225
ROSS
And living too, for now his son is Duke. WILLOUGHBY
Barely in title, not in revenues. NORTHUMBERLAND
Richly in both, if justice had her right. ROSS
My heart is great, but it must break with silence Ere’t be disburdened with a liberal tongue.
230
NORTHUMBERLAND
Nay, speak thy mind, and let him ne’er speak more That speaks thy words again to do thee harm. WILLOUGHBY
Tends that that thou wouldst speak to the Duke of Hereford? If it be so, out with it boldly, man. Quick is mine ear to hear of good towards him.
235
ROSS
No good at all that I can do for him, Unless you call it good to pity him, Bereft and gelded of his patrimony. 1424
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 1
RE RICCARDO
Bushy, corri subito dal tesoriere, il conte di Wiltshire. Digli di venire qui a palazzo Ely, per questo affare. È importante che subito domani partiamo per l’Irlanda. Nella nostra assenza, proclamiamo nostro zio York governatore d’Inghilterra; è un uomo giusto, e ci ha sempre voluto bene. Venite, regina, domani dobbiamo separarci. State allegra, non staremo lontani per molto tempo. [Squilli di tromba.] Escono [Bushy da una porta, e re Riccardo, la regina, Aumerle, Green e Bagot da un’altra]. Restano Northumberland, Willoughby e Ross NORTHUMBERLAND
Dunque, signori, il duca di Lancaster è morto. ROSS
Ma è anche vivo, perché ora è suo figlio il duca. WILLOUGHBY
Solo nel titolo, non nei suoi beni. NORTHUMBERLAND
Lo sarebbe pienamente in entrambi, se ci fosse giustizia. ROSS
Ho il cuore gonfio, ma scoppierà in silenzio, prima che io possa scaricarlo parlando senza timore. NORTHUMBERLAND
Ma no! Dì’ pure quel che pensi. E non abbia più facoltà di parlare, chi osa ripetere le tue parole per arrecarti danno. WILLOUGHBY
Quel che vorresti dire ha a che fare con il duca di Hereford? Se è così, non aver paura di parlare; il mio orecchio è pronto ad ascoltare cose buone su di lui. ROSS
Non c’è niente di buono che io possa dire per lui, a meno che tu non chiami bontà la commiserazione per uno privato e derubato come lui del suo patrimonio.
1425
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 1
NORTHUMBERLAND
Now afore God, ’tis shame such wrongs are borne In him, a royal prince, and many more Of noble blood in this declining land. The King is not himself, but basely led By flatterers; and what they will inform Merely in hate ’gainst any of us all, That will the King severely prosecute ’Gainst us, our lives, our children, and our heirs.
240
245
ROSS
The commons hath he pilled with grievous taxes, And quite lost their hearts. The nobles hath he fined For ancient quarrels, and quite lost their hearts. WILLOUGHBY
And daily new exactions are devised, As blanks, benevolences, and I wot not what. But what, a’ God’s name, doth become of this?
250
NORTHUMBERLAND
Wars hath not wasted it; for warred he hath not, But basely yielded upon compromise That which his ancestors achieved with blows. More hath he spent in peace than they in wars.
255
ROSS
The Earl of Wiltshire hath the realm in farm. WILLOUGHBY
The King’s grown bankrupt like a broken man. NORTHUMBERLAND
Reproach and dissolution hangeth over him. ROSS
He hath not money for these Irish wars, His burdenous taxations notwithstanding, But by the robbing of the banished Duke.
260
NORTHUMBERLAND
His noble kinsman. Most degenerate King! But, lords, we hear this fearful tempest sing, Yet seek no shelter to avoid the storm.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 1
NORTHUMBERLAND
Davanti a Dio trovo vergognosi i torti inflitti a lui, un principe reale, e a molti altri di nobile sangue in questo nostro paese in declino. Il re non è più se stesso, guidato com’è da un branco di adulatori; e per ciò che quelli inventano, per puro odio verso chiunque di noi, il re lo fa subito punire con durezza, colpendoci nella vita, nei figli, negli eredi. ROSS
Ha depredato il popolo con tasse pesantissime, perdendo così la sua devozione. Ha multato i nobili per vecchie questioni legali, perdendo il loro sostegno. WILLOUGHBY
E ogni giorno si inventano nuove estorsioni: carta bianca agli esattori, prestiti forzosi, e quant’altro! Ma perdio, dove finiscono tutti quei soldi? NORTHUMBERLAND
In guerra non li ha sprecati, perché guerre ancora non ne ha fatte, cedendo vilmente nei trattati di pace quel che i suoi padri si conquistarono a colpi di spada80. Ha speso di più lui in pace che loro in guerra. ROSS
Il regno è appaltato al conte di Wiltshire. WILLOUGHBY
Il re è in bancarotta, ormai è fallito. NORTHUMBERLAND
Infamia e rovina gli pendono sul capo. ROSS
Non ha soldi per queste campagne d’Irlanda, malgrado le sue esose tassazioni; gli resta solo la confisca dei beni del duca esiliato. NORTHUMBERLAND
Che è suo nobile congiunto! Che re degenerato! Attenti, signori! Noi sentiamo i tuoni di una spaventosa tempesta, e non stiamo cer-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 1
We see the wind sit sore upon our sails, And yet we strike not, but securely perish. ROSS
We see the very wreck that we must suffer, And unavoided is the danger now For suffering so the causes of our wreck.
270
NORTHUMBERLAND
Not so: even through the hollow eyes of death I spy life peering; but I dare not say How near the tidings of our comfort is. WILLOUGHBY
Nay, let us share thy thoughts, as thou dost ours. ROSS
Be confident to speak, Northumberland. We three are but thyself, and, speaking so, Thy words are but as thoughts. Therefore be bold.
275
NORTHUMBERLAND
Then thus. I have from Port le Blanc, A bay in Brittaine, received intelligence That Harry Duke of Hereford, Reinold Lord Cobham, Thomas son and heir to the Earl of Arundel That late broke from the Duke of Exeter, His brother, Archbishop late of Canterbury, Sir Thomas Erpingham, Sir Thomas Ramston, Sir John Norbery, Sir Robert Waterton, and Francis Coint, All these well furnished by the Duke of Brittaine With eight tall ships, three thousand men of war, Are making hither with all due expedience, And shortly mean to touch our northern shore. Perhaps they had ere this, but that they stay The first departing of the King for Ireland. If then we shall shake off our slavish yoke, Imp out our drooping country’s broken wing, Redeem from broking pawn the blemished crown, Wipe off the dust that hides our sceptre’s gilt,
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 1
cando rifugio dalla sua furia. Il vento si pone contrario alle nostre vele, eppure non le tiriamo giù, aspettando fiduciosi la morte. ROSS
Lo vediamo il naufragio che ci attende: imminente è il pericolo, se non ne preveniamo le cause. NORTHUMBERLAND
Non è proprio così. Anche attraverso gli occhi vuoti della morte, intravvedo la vita. Ma non saprei dire quanto sia vicino l’annuncio della nostra salvezza. WILLOUGHBY
E allora, condividiamo i nostri pensieri. ROSS
Parla francamente, Northumberland. Noi tre siamo un tutt’uno, e dunque le tue parole sono il nostro pensiero. Non esitare! NORTHUMBERLAND
Ebbene. Ho notizie da Port le Blanc, una baia in Normandia, che Harry duca di Hereford, lord Reinold Cobham e Thomas, duca ed erede del conte di Arundel, che si è di recente dissociato dal duca di Exeter, con suo fratello, fino a poco fa arcivescovo di Canterbury, e sir Thomas Erpingham, sir Thomas Ramston, sir John Norbery, sir Robert Waterton e sir Francis Coint81, tutti loro, ben equipaggiati dal duca di Bretagna di otto grandi navi e tremila soldati, stanno rapidamente veleggiando verso di noi, sicuri di sbarcare presto sulla costa settentrionale. Forse potevano farlo prima, ma hanno preferito aspettare la partenza del re per l’Irlanda. Allora, se vogliamo liberarci dal giogo della schiavitù, rinsaldare l’ala spezzata del nostro paese, riscattare la corona insozzata dai pegni, spazzar via la polvere che offusca lo scintillio dello scettro e ripri-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 2
And make high majesty look like itself, Away with me in post to Ravenspurgh. But if you faint, as fearing to do so, Stay, and be secret, and myself will go.
300
ROSS
To horse, to horse! Urge doubts to them that fear. WILLOUGHBY
Hold out my horse, and I will first be there. 2.2
Exeunt
Enter the Queen, Bushy, and Bagot
BUSHY
Madam, your majesty is too much sad. You promised when you parted with the King To lay aside life-harming heaviness And entertain a cheerful disposition. QUEEN
To please the King I did; to please myself I cannot do it. Yet I know no cause Why I should welcome such a guest as grief, Save bidding farewell to so sweet a guest As my sweet Richard. Yet again, methinks Some unborn sorrow, ripe in fortune’s womb, Is coming towards me; and my inward soul At nothing trembles. With something it grieves More than with parting from my lord the King.
5
10
BUSHY
Each substance of a grief hath twenty shadows Which shows like grief itself but is not so. For sorrow’s eye, glazèd with blinding tears, Divides one thing entire to many objects — Like perspectives, which, rightly gazed upon, Show nothing but confusion; eyed awry, Distinguish form. So your sweet majesty, Looking awry upon your lord’s departure, Find shapes of grief more than himself to wail, Which, looked on as it is, is naught but shadows
15
20
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 2
stinare la maestà del rango regale, corriamo tutti a Ravenspurgh82. Ma se di farlo timore avete, mentre io vado qui zitti rimanete. ROSS
In sella, in sella! Abbia dubbi solo chi ha paura! WILLOUGHBY
Se il mio cavallo ce la fa, arriverò per primo! Escono Entrano la regina, Bushy e Bagot83
II, 2 BUSHY
Signora, vostra maestà è troppo triste. Nell’accomiatarvi dal re, gli prometteste di mettere da parte la disperazione, e di conservare solo uno spirito allegro. REGINA
Lo feci per compiacere il re, ma per me stessa non riesco a farlo. Non so proprio perché dovrei dare il benvenuto a un ospite come il dolore, se ho dovuto dire addio a un ospite delizioso come il mio Riccardo. Eppure sento come se un tormento non ancora nato, ma in gestazione nel ventre del destino, mi stia venendo incontro; e il profondo dell’anima mia trema per un nonnulla. Soffre per qualcosa di indefinibile, ben oltre la separazione dal mio re e signore. BUSHY
Ogni essenza del dolore si presenta con cento ombre, tutte somiglianti al dolore stesso, ma non lo sono84. Poiché l’occhio del dolore, appannato dal velo delle lacrime, suddivide l’oggetto intero in tanti frammenti. Come una anamorfosi, che vista di fronte mostra solo una confusione di forme, ma guardata di scorcio ne fa emergere nitida una sola85. È così che la vostra dolce maestà, osservando di sbieco la partenza del vostro signore, vi scopre numerose immagini di dolore da lamentare più della sua dolorosa partenza, che a sua volta, guardata direttamente qual è, presenta solo ombre di ciò che
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 2
Of what it is not. Then, thrice-gracious Queen, More than your lord’s departure weep not: more is not seen, Or if it be, ’tis with false sorrow’s eye, Which for things true weeps things imaginary.
25
QUEEN
It may be so, but yet my inward soul Persuades me it is otherwise. Howe’er it be, I cannot but be sad: so heavy-sad As thought — on thinking on no thought I think — 15 Makes me with heavy nothing faint and shrink.
30
BUSHY
’Tis nothing but conceit, my gracious lady. QUEEN
’Tis nothing less: conceit is still derived From some forefather grief; mine is not so; For nothing hath begot my something grief — Or something hath the nothing that I grieve — ’Tis in reversion that I do possess — But what it is that is not yet known what, I cannot name; ’tis nameless woe, I wot.
35
40
Enter Green GREEN
God save your majesty, and well met, gentlemen. I hope the King is not yet shipped for Ireland. QUEEN
Why hop’st thou so? ’Tis better hope he is, For his designs crave haste, his haste good hope. Then wherefore dost thou hope he is not shipped?
45
GREEN
That he, our hope, might have retired his power, And driven into despair an enemy’s hope, Who strongly hath set footing in this land. 31. As thought = “come pensato”, così in Q1; in Q2 e F as though = “come se”; la variante regge sul piano sintattico, ma si perde la variazione tematica su thought che informa tutto il verso. 1432
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 2
non è. Perciò, amatissima regina, non piangete niente di più che la semplice partenza del vostro signore: non c’è nient’altro da vedere, e se lo vedete, è con l’occhio ingannevole dell’afflizione, che fa credere reali le cose più fantastiche. REGINA
Sarà come dite; ma il profondo dell’anima mia mi persuade altrimenti. Comunque sia, devo essere per forza infelice; tanto infelice che il solo pensare – anche se non penso a niente di particolare – mi fa tremare e venir meno. BUSHY
Graziosa signora, non è che una fantasticheria! REGINA
No davvero! Qualunque immagine proviene da un’emozione che l’ha generata; e non è questo il caso mio, poiché nulla di effettivo ha prodotto il mio sostanziale dolore. Oppure, qualcosa contiene veramente quel nulla che tanto mi affligge; possiedo qualcosa che ancora non mi appartiene; ma ciò che è non lo conosco ancora, né posso dargli un nome; potrei forse chiamarlo dolore senza nome86. Entra Green GREEN
Dio vi salvi, vostra maestà; ben trovati, signori. Spero che il re non sia già salpato per l’Irlanda. REGINA
E perché mai? Speriamo invece che sia partito; i suoi progetti richiedono fretta, e la sua fretta invoca speranza. Allora, perché speri che non si sia imbarcato? GREEN
Perché lui, nostra speranza, ritornando avrebbe potuto distruggere la speranza del nemico, che è approdato nel nostro paese in forze.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 2
The banished Bolingbroke repeals himself, And with uplifted arms is safe arrived At Ravenspurgh. QUEEN Now God in heaven forbid!
50
GREEN
Ah madam, ’tis too true! And, that is worse, The Lord Northumberland, his son young Harry Percy, The Lords of Ross, Beaumont, and Willoughby, With all their powerful friends, are fled to him.
55
BUSHY
Why have you not proclaimed Northumberland, And all the rest, revolted faction-traitors? GREEN
We have; whereupon the Earl of Worcester Hath broke his staff, resigned his stewardship, And all the household servants fled with him To Bolingbroke.
60
QUEEN
So, Green, thou art the midwife to my woe, And Bolingbroke my sorrow’s dismal heir. Now hath my soul brought forth her prodigy, And I, a gasping new-delivered mother, Have woe to woe, sorrow to sorrow joined.
65
BUSHY
Despair not, madam. Who shall hinder me? I will despair, and be at enmity With cozening hope. He is a flatterer, A parasite, a keeper-back of death, Who gently would dissolve the bonds of life, Which false hope lingers in extremity.
QUEEN
70
Enter the Duke of York, [wearing a gorget] GREEN Here comes the Duke of York. QUEEN
With signs of war about his agèd neck.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 2
L’esule Bolingbroke si è revocato da sé il bando, e con un esercito ottimamente addestrato è giunto sano e salvo a Ravenspurgh. REGINA
No! Dio non voglia! GREEN
Ah, signora! È proprio vero! E quel che è peggio, lord Northumberland, il suo giovane figlio Harry Percy, Ross, Beaumont e Willoughby, con i loro potenti amici, sono accorsi da lui. BUSHY
Perché non avete proclamato ribelli e traditori Northumberland e tutti gli altri? GREEN
È stato fatto; al che il conte di Worcester87 ha spezzato la sua ferula, dimettendosi dall’incarico di castaldo, e l’intero personale della real casa si è unito a Bolingbroke. REGINA
Vedi, Green, tu sei la levatrice del mio travaglio, e Bolingbroke la disastrosa progenie della mia sofferenza. Così la mia anima ha generato il suo presagio, ed io, puerpera ancora in affanno, ho unito lamento a lamento, pena a pena. BUSHY
Signora, non vi disperate! REGINA
Chi può negarmelo? Non potrò che disperarmi, in lotta con l’ingannevole speranza adulatrice, parassitaria, ostacolo di quella morte che scioglierebbe dolcemente i nodi di una vita inutilmente protratta da false speranze. Entra il duca di York [che indossa una gorgiera di ferro] GREEN
Ecco qui il duca di York. REGINA
Mostra segnali di guerra attorno al suo collo attempato88. E che
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 2
O, full of careful business are his looks! Uncle, for God’s sake speak comfortable words.
75
YORK
Should I do so, I should belie my thoughts. Comfort’s in heaven, and we are on the earth, Where nothing lives but crosses, cares, and grief. Your husband, he is gone to save far off, Whilst others come to make him lose at home. Here am I, left to underprop his land, Who, weak with age, cannot support myself. Now comes the sick hour that his surfeit made. Now shall he try his friends that flattered him.
80
85
Enter a Servingman SERVINGMAN
My lord, your son was gone before I came. YORK
He was? Why so, go all which way it will. The nobles they are fled. The commons they are cold, And will, I fear, revolt on Hereford’s side. Sirrah, get thee to Pleshey, to my sister Gloucester. Bid her send me presently a thousand pound — Hold; take my ring.
90
SERVINGMAN
My lord, I had forgot to tell your lordship, Today as I came by I callèd there — But I shall grieve you to report the rest. YORK What is’t, knave?
95
SERVINGMAN
An hour before I came, the Duchess died. YORK
God for his mercy, what a tide of woes Comes rushing on this woeful land at once! I know not what to do. I would to God, So my untruth had not provoked him to it, The King had cut off my head with my brother’s. What, are there no posts dispatched for Ireland?
100
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 2
sguardo ansioso e preoccupato! Per l’amor di Dio, zio, dateci parole di conforto! YORK
Se lo facessi, farei torto al mio pensiero. La consolazione risiede in cielo, ma noi siamo sulla terra, dove non c’è altro che frustrazione, ansia e afflizione. Vostro marito è andato a vincere molto lontano, mentre altri son venuti a farlo perdere in casa. E io sono qui, lasciato a unico sostegno del suo paese, io che per l’età non riesco più a sostenere me stesso. È in arrivo l’ora della nausea indotta dalla sua crapula89. Ora lui dovrà mettere alla prova i falsi amici adulatori. Entra un inserviente INSERVIENTE
Mio signore, vostro figlio90 se n’era andato prima del mio arrivo. YORK
Ah, sì? Bene, vada tutto come deve andare! I nobili sono fuggiti, il popolo è freddo, e temo che si rivolterà in favore di Hereford. Ragazzo, corri a Pleshey da mia cognata Gloucester. Dille di mandarmi subito mille sterline. Aspetta, prendi il mio anello. INSERVIENTE
Mio signore, dimenticavo di dirlo a vostra signoria; oggi, venendo qui, son passato laggiù… Ma vi affliggerei riferendovi il resto. YORK
Che c’è, birbante? INSERVIENTE
Un’ora prima che arrivassi, la duchessa era morta. YORK
Dio misericordioso! Che valanga di disgrazie si abbatte tutta insieme su questo disperato paese! Non so che fare. Vorrei davvero che il re mi avesse fatto tagliare la testa insieme a mio fratello, anche senza giustificazione. Insomma, non ci sono corrieri per l’Irlanda?
1437
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 2
How shall we do for money for these wars? (To the Queen) Come, sister — cousin, I would say; pray pardon me. (To the Servingman) Go, fellow, get thee home. Provide some carts, And bring away the armour that is there. [Exit Servingman] Gentlemen, will you go muster men? If I know how or which way to order these affairs Thus disorderly thrust into my hands, Never believe me. Both are my kinsmen. T’one is my sovereign, whom both my oath And duty bids defend; t’other again Is my kinsman, whom the King hath wronged, Whom conscience and my kindred bids to right. Well, somewhat we must do. (To the Queen) Come, cousin, I’ll dispose of you. — Gentlemen, go muster up your men, And meet me presently at Berkeley Castle. I should to Pleshey too, but time will not permit. All is uneven, And everything is left at six and seven.
105
110
115
120
Exeunt the Duke of York and the Queen. Bushy, Bagot, and Green remain BUSHY
The wind sits fair for news to go for Ireland, But none returns. For us to levy power Proportionable to the enemy Is all unpossible.
125
GREEN
Besides, our nearness to the King in love Is near the hate of those love not the King. BAGOT
And that is the wavering commons; for their love Lies in their purses, and whoso empties them By so much fills their hearts with deadly hate.
130
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 2
Come troveremo il denaro per queste guerre? (Alla regina) Vi prego sorella, anzi, nipote91, perdonatemi. (All’inserviente) Forza ragazzo, vai a casa. Prendi i carri che trovi, e porta via tutte le armi che ci sono. [Esce l’inserviente] Signori, vi prego, andate a reclutare gli uomini. Se vi dico che so come e con quali mezzi porre ordine a questi incarichi disordinati affidati alle mie mani, non datemi credito. Pensate che sono entrambi miei congiunti. Uno è il mio sovrano, cui sono legato da giuramento e senso del dovere; ma anche l’altro mi è consanguineo, uno che il re ha trattato ingiustamente, e che la coscienza e la parentela mi obbligano a risarcire. Insomma, qualcosa devo pur fare. (Alla regina) Venite, nipote, mi prenderò cura di voi. Signori, provvedete al reclutamento, e incontriamoci prima possibile al castello di Berkeley. Anch’io vorrei andare a Pleshey, ma le circostanze non me lo permettono. È tutta una gran confusione, è tutto sottosopra! Escono il duca di York e la regina. Restano Bushy, Bagot e Green BUSHY
Il vento è favorevole per una navigazione verso l’Irlanda, ma non per il rientro. E per noi è impossibile assoldare un esercito paragonabile a quello del nemico. GREEN
E poi il nostro affetto nei confronti del sovrano è pari all’odio di chi non ama il re. BAGOT
E cioè il volgo incostante; la sua devozione dipende dal portafoglio: chi lo svuota, riempie il suo cuore di odio mortale.
1439
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 2
BUSHY
Wherein the King stands generally condemned. BAGOT
If judgement lie in them, then so do we, Because we ever have been near the King. GREEN
Well, I will for refuge straight to Bristol Castle. The Earl of Wiltshire is already there.
135
BUSHY
Thither will I with you; for little office Will the hateful commoners perform for us,16 Except like curs to tear us all to pieces. (To Bagot) Will you go along with us?
140
BAGOT
No, I will to Ireland, to his majesty. Farewell: if heart’s presages be not vain We three here part that ne’er shall meet again. BUSHY
That’s as York thrives to beat back Bolingbroke. GREEN
Alas, poor Duke, the task he undertakes Is numb’ring sands and drinking oceans dry. Where one on his side fights, thousands will fly.
145
[BAGOT]
Farewell at once, for once, for all and ever. BUSHY
Well, we may meet again. BAGOT
I fear me never. Exeunt [Bushy and Green at one door, and Bagot at another door]
138. Commoners = “i popolani” è emendamento Taylor; in Q e F commons = “la camera dei comuni”: non è una questione ideologica, perché i termini erano interscambiabili nel linguaggio quotidiano. 1440
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 2
BUSHY
Ecco perché il re lo condannano tutti. BAGOT
Se hanno ragione loro, siamo finiti anche noi, da sempre schierati dalla parte del re. GREEN
Bene, io mi rifugerò nel castello di Bristol. Il conte di Wiltshire è già là. BUSHY
Verrò anch’io con voi; gli odiosi popolani ci sbraneranno come cani rabbiosi. (A Bagot) E voi? Verrete con noi? BAGOT
No, io vado in Irlanda, da sua maestà. Addio! Se il cuore non mente, addio per sempre! BUSHY
Chissà se York saprà respingere Bolingbroke. GREEN
Povero duca! Il compito che gli spetta è come contare i granelli di sabbia, o prosciugare gli oceani. Per uno che combatterà al suo fianco, migliaia lo lasceranno solo e stanco. [BAGOT]
Addio a tutti! Ora e per sempre! BUSHY
Forse c’incontreremo ancora! BAGOT
Credo che per me sia già finita l’ora! Escono [Bushy e Green da una porta e Bagot da un’ altra]
1441
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 3
2.3
Enter Bolingbroke Duke of Lancaster and Hereford, and the Earl of Northumberland
BOLINGBROKE
How far is it, my lord, to Berkeley now? NORTHUMBERLAND Believe me, noble lord,
I am a stranger here in Gloucestershire. These high wild hills and rough uneven ways Draws out our miles and makes them wearisome; And yet your fair discourse hath been as sugar, Making the hard way sweet and delectable. But I bethink me what a weary way From Ravenspurgh to Cotswold will be found In Ross and Willoughby, wanting your company, Which I protest hath very much beguiled The tediousness and process of my travel. But theirs is sweetened with the hope to have The present benefit which I possess; And hope to joy is little less in joy Than hope enjoyed. By this the weary lords Shall make their way seem short as mine hath done By sight of what I have: your noble company.
5
10
15
BOLINGBROKE
Of much less value is my company Than your good words. Enter Harry Percy But who comes here?
20
NORTHUMBERLAND
It is my son, young Harry Percy, Sent from my brother Worcester, whencesoever. Harry, how fares your uncle? HARRY PERCY
I had thought, my lord, to have learned his health of you. NORTHUMBERLAND Why, is he not with the Queen?
25
1442
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 3
II, 3
Entrano Bolingbroke duca di Lancaster e Hereford, e il conte di Northumberland 92
BOLINGBROKE
Conte, quanto manca ancora, per arrivare a Berkeley? NORTHUMBERLAND
Credetemi, nobile signore, sono anch’io uno straniero nel Gloucestershire. Queste alte, aspre colline, e le strade impervie e dissestate, rendono più lunghe e faticose le miglia percorse. Però la vostra piacevole conversazione è stata uno zuccherino, per rendere l’arduo tragitto lieve e amabile. E tuttavia, penso quanto faticoso sarà per Ross e Willoughby il cammino da Ravenspurgh a Cotswold senza la vostra compagnia, che, devo ammetterlo, ha assai alleggerito il peso del mio viaggio. Ma il loro viaggio è rallegrato dalla speranza di ottenere quel beneficio che io già posseggo93. E l’auspicio di gioia non è meno gioioso dell’auspicio appagato. Ciò renderà più breve il cammino a quei signori, come è stato per me nel constatare il bene che posseggo, la vostra nobile compagnia. BOLINGBROKE
La mia compagnia vale assai meno delle vostre gentili parole. Entra Harry Percy Ma chi sta arrivando? NORTHUMBERLAND
È mio figlio, il giovane Harry Percy94, inviato chissà da dove da mio fratello Worcester. Harry, come sta tuo zio? HARRY PERCY
Mio signore, pensavo di avere io notizie da voi sulla sua salute. NORTHUMBERLAND
Come sarebbe? Non è con la regina?
1443
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 3
HARRY PERCY
No, my good lord; he hath forsook the court, Broken his staff of office, and dispersed The household of the King. NORTHUMBERLAND What was his reason? He was not so resolved when last we spake together. HARRY PERCY
Because your lordship was proclaimèd traitor. But he, my lord, is gone to Ravenspurgh To offer service to the Duke of Hereford, And sent me over by Berkeley to discover What power the Duke of York had levied there, Then with directions to repair to Ravenspurgh.
30
35
NORTHUMBERLAND
Have you forgot the Duke of Hereford, boy? HARRY PERCY
No, my good lord, for that is not forgot Which ne’er I did remember. To my knowledge, I never in my life did look on him. NORTHUMBERLAND
Then learn to know him now. This is the Duke.
40
HARRY PERCY
My gracious lord, I tender you my service, Such as it is, being tender, raw, and young, Which elder days shall ripen and confirm To more approvèd service and desert. BOLINGBROKE
I thank thee, gentle Percy, and be sure I count myself in nothing else so happy As in a soul rememb’ring my good friends; And as my fortune ripens with thy love, It shall be still thy true love’s recompense. My heart this covenant makes; my hand thus seals it.
45
He gives Percy his hand
1444
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 3
HARRY PERCY
No, amato signore. Ha abbandonato la corte, spezzata la ferula, e disciolta tutta la real casa. NORTHUMBERLAND
Con quale motivazione? Non pareva avesse queste intenzioni l’ultima volta che ci siamo parlati. HARRY PERCY
È che vostra signoria è stata dichiarata un traditore. Lui, signore, se n’è andato a Ravenspurgh a offrire i suoi servigi al duca di Hereford, e mi ha spedito a Berkeley per scoprire la consistenza dell’esercito arruolato dal duca di York, e poi ritornare con le notizie a Ravenspurgh. NORTHUMBERLAND
Ragazzo mio, non ti ricordi più del duca di Hereford? HARRY PERCY
No, mio buon signore, non posso ricordarmi di chi non ho mai avuto modo di ricordare. Per quanto ne so, non l’ho mai visto in vita mia. NORTHUMBERLAND
Allora sarà bene che tu impari a conoscerlo subito. Ti presento il duca. HARRY PERCY
Mio nobile signore, vi offro i miei servigi per quel che possano valere, nella loro acerba giovinezza, debolezza e inesperienza; ma matureranno nel futuro, per dimostrarsi a voi proficui e meritevoli. BOLINGBROKE
Ti ringrazio, carissimo Percy, e ti assicuro che di nient’altro sono fiero, se non di avere un cuore che non dimentica gli amici sinceri. E se la mia fortuna crescerà di pari passo con la tua devozione, sempre ricompenserà il tuo affetto leale. Il mio cuore fa questa promessa, e la mia mano la sigilla. Porge la mano a Percy
1445
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19/10/2017 18:26:36
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 3
NORTHUMBERLAND
How far is it to Berkeley, and what stir Keeps good old York there with his men of war?
51
HARRY PERCY
There stands the castle, by yon tuft of trees, Manned with three hundred men, as I have heard, And in it are the Lords of York, Berkeley, and Seymour, None else of name and noble estimate.
55
Enter Lord Ross and Lord Willoughby NORTHUMBERLAND
Here come the Lords of Ross and Willoughby, Bloody with spurring, fiery red with haste. BOLINGBROKE
Welcome, my lords. I wot your love pursues A banished traitor. All my treasury Is yet but unfelt thanks, which, more enriched, Shall be your love and labour’s recompense.
60
ROSS
Your presence makes us rich, most noble lord. WILLOUGHBY
And far surmounts our labour to attain it. BOLINGBROKE
Evermore thank’s the exchequer of the poor, Which till my infant fortune comes to years Stands for my bounty.
65
Enter Berkeley But who comes here? NORTHUMBERLAND
It is my lord of Berkeley, as I guess. BERKELEY
My lord of Hereford, my message is to you. BOLINGBROKE
My lord, my answer is to ‘Lancaster’, And I am come to seek that name in England,
70
1446
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19/10/2017 18:26:36
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 3
NORTHUMBERLAND
Quanto dista da qui Berkeley, e cosa sta escogitando il buon vecchio York con il suo esercito? HARRY PERCY
Ecco laggiù il castello, dietro quel ciuffo di alberi; ho sentito dire che è difeso da trecento uomini, e dentro ci sono York, Berkeley e Seymour, nessun altro di nobile lignaggio o insigne reputazione. Entrano lord Ross e lord Willoughby NORTHUMBERLAND
Ecco che arrivano Ross e Willoughby, con gli speroni insanguinati, il viso infuocato dalla corsa. BOLINGBROKE
Benvenuti, signori! Noto che il vostro affetto è a caccia di un traditore bandito. Attualmente il mio tesoro consiste in ringraziamenti impalpabili, ma quando sarà più sostanzioso, ripagherà la vostra devozione e le vostre fatiche. ROSS
Basta la vostra presenza a farci ricchi, nobilissimo signore. WILLOUGHBY
E supera assai la nostra fatica per ottenere di incontrarvi. BOLINGBROKE
Da sempre la gratitudine è quanto un povero possa offrire per ringraziare. E finché la mia neonata fortuna non crescerà, è ciò che rimpiazza per ora la mia ricompensa. Entra Berkeley Ma chi sta arrivando? NORTHUMBERLAND
Parrebbe lord Berkeley. BERKELEY
Lord Hereford, ho un messaggio per voi. BOLINGBROKE
Signore, vi rispondo solo se mi chiamate Lancaster; è per prendermi questo nome che son ritornato in Inghilterra, e voglio sentirvi
1447
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 3
And I must find that title in your tongue Before I make reply to aught you say. BERKELEY
Mistake me not, my lord, ’tis not my meaning To raze one title of your honour out. To you, my lord, I come — what lord you will — From the most gracious regent of this land, The Duke of York, to know what pricks you on To take advantage of the absent time And fright our native peace with self-borne arms.
75
80
Enter the Duke of York BOLINGBROKE
I shall not need transport my words by you. Here comes his grace in person. — My noble uncle! He kneels YORK
Show me thy humble heart, and not thy knee, Whose duty is deceivable and false. BOLINGBROKE My gracious uncle —
85
YORK
Tut, tut, grace me no grace, nor uncle me no uncle. I am no traitor’s uncle, and that word ‘grace’ In an ungracious mouth is but profane. Why have those banished and forbidden legs Dared once to touch a dust of England’s ground? But then more ‘why’: why have they dared to march So many miles upon her peaceful bosom, Frighting her pale-faced villages with war And ostentation of despisèd arms? Com’st thou because the anointed King is hence? Why, foolish boy, the King is left behind, And in my loyal bosom lies his power. Were I but now the lord of such hot youth As when brave Gaunt, thy father, and myself Rescued the Black Prince, that young Mars of men,
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95
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 3
pronunciare quel titolo, prima di replicare a qualsiasi cosa mi diciate. BERKELEY
Vi prego, non mi fraintendete; non intendevo davvero decurtarvi del vostro legittimo titolo. Giungo a voi, signore – comunque la signoria vostra voglia nominarsi – qui inviato dal nobilissimo reggente, il duca di York, per sapere che cosa vi incita ad approfittarvi dell’attuale vacanza di regno e metterne a repentaglio la pace con un esercito appositamente reclutato. Entra il duca di York BOLINGBROKE
Non c’è bisogno di un messaggero per le mie parole. Ecco sua grazia in persona. Nobile zio! Si inginocchia YORK
Mostrami deferenza con il cuore, non con il ginocchio, in un gesto di sottomissione ingannevole e ipocrita. BOLINGBROKE
Ma, zio, vostra grazia… YORK
Zitto, zitto! Non mi fare riverenze, e non chiamarmi zio! Io non sono lo zio di un traditore, e quella parola, “vostra grazia”, profana la bocca di chi di grazia non ne ha nessuna. Come osano le tue gambe, colpite da bando e interdizione, toccare un solo granello di polvere del suolo inglese? Ma ho altre domande. Perché hai osato marciare per tante e tante miglia, avanzando nel pacifico cuore della tua terra, spaventando tremebondi villaggi con minacce di guerra e impropria esibizione di armi? Giungi ora perché il re consacrato è lontano? Sei sciocco e infantile, il re è qua dietro a me, perché il suo potere è affidato alle mie mani fedeli. Fossi ora al comando di giovani ardenti, quali eravamo tuo padre, l’audace Gaunt, ed io, quando salvammo il Principe Nero, quel giovane Marte,
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19/10/2017 18:26:36
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 3
From forth the ranks of many thousand French, O then how quickly should this arm of mine, Now prisoner to the palsy, chastise thee And minister correction to thy fault!
101
BOLINGBROKE
My gracious uncle, let me know my fault. On what condition stands it and wherein?
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YORK
Even in condition of the worst degree: In gross rebellion and detested treason. Thou art a banished man, and here art come Before the expiration of thy time In braving arms against thy sovereign. BOLINGBROKE [standing] As I was banished, I was banished Hereford; But as I come, I come for Lancaster. And, noble uncle, I beseech your grace, Look on my wrongs with an indifferent eye. You are my father, for methinks in you I see old Gaunt alive. O then, my father, Will you permit that I shall stand condemned A wandering vagabond, my rights and royalties Plucked from my arms perforce and given away To upstart unthrifts? Wherefore was I born? If that my cousin King be King in England, It must be granted I am Duke of Lancaster. You have a son, Aumerle my noble kinsman.17 Had you first died and he been thus trod down, He should have found his uncle Gaunt a father To rouse his wrongs and chase them to the bay. I am denied to sue my livery here, And yet my letters patents give me leave. My father’s goods are all distrained and sold, And these and all are all amiss employed.
110
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124. Kinsman = “consanguineo” in F; in Q1-Q5 cousin = “cugino”. 1450
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 3
da migliaia di francesi95, come vorrei che questo braccio, ora mezzo paralitico, potesse punirti e sanzionare la tua colpa! BOLINGBROKE
Amatissimo zio, ditemi qual è la mia colpa, quali sono le mie imputazioni? YORK
Della peggiore specie! Sedizione violenta, e abominevole tradimento. Sei un suddito bandito, e giungi qui prima della scadenza dell’esilio, a sfidare con un esercito il tuo sovrano. BOLINGBROKE [alzandosi in piedi] Quando fui bandito, ero Hereford; ma ora che torno, vengo come Lancaster. Vi prego, nobile zio, imploro vostra grazia, considerate i soprusi contro di me con occhio neutrale. Siete un padre per me, perché in voi rivedo vivo il vecchio Gaunt. E allora, padre mio, come potete permettere che io sia condannato a un vagabondaggio perpetuo, e che ogni mio diritto e prerogativa mi vengano strappati brutalmente dalle mani, per regalarli a scialacquatori di indegna origine? Ma io, come nacqui? Se il mio regale cugino è re d’Inghilterra, va riconosciuto che io sono il duca di Lancaster. Avete un figlio, il mio primo cugino Aumerle. Foste voi defunto, e lui tanto declassato, avrebbe trovato un padre nello zio Gaunt, per vendicare i suoi torti e braccare i felloni fino alla gogna. Mi si vieta di reclamare i miei diritti di successione, eppure ne possiedo di licenze firmate dal re! Tutti i beni di mio padre sono stati confiscati e svenduti, oppure sperperati senza ritegno. E allora, che cosa pre-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 3
What would you have me do? I am a subject, And I challenge law; attorneys are denied me; And therefore personally I lay my claim To my inheritance of free descent.
135
NORTHUMBERLAND
The noble Duke hath been too much abused. ROSS
It stands your grace upon to do him right. WILLOUGHBY
Base men by his endowments are made great. YORK
My lords of England, let me tell you this. I have had feeling of my cousin’s wrongs, And laboured all I could to do him right. But in this kind to come, in braving arms, Be his own carver, and cut out his way To find out right with wrong — it may not be. And you that do abet him in this kind Cherish rebellion, and are rebels all.
140
145
NORTHUMBERLAND
The noble Duke hath sworn his coming is But for his own, and for the right of that We all have strongly sworn to give him aid; And let him never see joy that breaks that oath.
150
YORK
Well, well, I see the issue of these arms. I cannot mend it, I must needs confess, Because my power is weak and all ill-left. But if I could, by Him that gave me life, I would attach you all, and make you stoop Unto the sovereign mercy of the King. But since I cannot, be it known to you I do remain as neuter. So fare you well — Unless you please to enter in the castle And there repose you for this night.
155
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19/10/2017 18:26:36
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 3
tendete da me? Come suddito reclamo ciò che mi spetta, però non mi vengono concessi rappresentanti legali; e perciò devo reclamare di persona i miei titoli di discendenza ed ereditarietà96. NORTHUMBERLAND
Il nobile duca è stato davvero ingiuriato. ROSS
Sta a vostra grazia risarcirlo. WILLOUGHBY
Gente miserabile ha beneficiato delle sue ricchezze. YORK
Signori d’Inghilterra, fatemi dire una cosa. Ho avuto coscienza dei torti inflitti a mio nipote, e ho fatto di tutto per rendergli giustizia. Ma arrivare così, con un esercito in arme, servirsi da sé come a un banchetto, farsi strada per ottenere con la violenza quel che gli spetta di diritto: no, questo non può essere! E voi tutti che lo assecondate, alimentate la rivolta, e dunque siete tutti dei ribelli. NORTHUMBERLAND
Il nobile duca ha giurato che il suo ritorno è solo per riprendersi il dovuto; e noi, in nome del suo diritto, abbiamo giurato di prestargli aiuto. E male incolga a chi non rispetterà questo giuramento. YORK
Eh, capisco dove vanno a parare tutti questi preparativi di guerra. Purtroppo non posso farci nulla, devo ammetterlo, perché il mio esercito è debole e malandato. Ma se potessi, lo giuro su Dio creatore, vi arresterei tutti quanti, riducendovi alla mercé del sovrano. Non potendo farlo, vi comunico che rimarrò neutrale. Dunque, arrivederci a tutti! A meno che non vogliate accomodarvi nel castello e riposare qui stanotte.
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19/10/2017 18:26:36
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 2 SCENE 4
BOLINGBROKE
An offer, uncle, that we will accept. But we must win your grace to go with us To Bristol Castle, which they say is held By Bushy, Bagot, and their complices, The caterpillars of the commonwealth, Which I have sworn to weed and pluck away.
165
YORK
It may be I will go with you — but yet I’ll pause, For I am loath to break our country’s laws. Nor friends nor foes, to me welcome you are. Things past redress are now with me past care. Exeunt 2.4
169
Enter the Earl of Salisbury and a Welsh Captain
WELSH CAPTAIN
My lord of Salisbury, we have stayed ten days, And hardly kept our countrymen together, And yet we hear no tidings from the King. Therefore we will disperse ourselves. Farewell. SALISBURY
Stay yet another day, thou trusty Welshman. The King reposeth all his confidence in thee.
5
WELSH CAPTAIN
’Tis thought the King is dead. We will not stay. The bay trees in our country are all withered, And meteors fright the fixèd stars of heaven. The pale-faced moon looks bloody on the earth, And lean-looked prophets whisper fearful change. Rich men look sad, and ruffians dance and leap; The one in fear to lose what they enjoy, The other to enjoy by rage and war. These signs forerun the death or fall of kings. Farewell. Our countrymen are gone and fled, As well assured Richard their king is dead.
10
15 Exit
1454
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19/10/2017 18:26:36
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO II SCENA 4
BOLINGBROKE
Zio, accettiamo il vostro invito! Ma vorremmo convincere vostra grazia a venire con noi al castello di Bristol, che pare sia occupato da Bushy, Bagot e i loro complici, quei bruchi, parassiti della salute dello stato97, che ho giurato di dissotterrare ed estirpare. YORK
Potrei anche venire con voi… Ma no, resto. Non mi riesce di infrangere le leggi del mio paese. Comunque, amici o nemici, siate qui i benvenuti. Pazienza! Quel che è stato è stato! Escono II, 4
Entrano il conte di Salisbury e un capitano gallese98
CAPITANO GALLESE
Lord Salisbury, siamo in attesa da dieci giorni, e faccio fatica a tenere assieme l’esercito; e del re nessuna notizia. A questo punto, ci sciogliamo. Addio! SALISBURY
Fedele gallese, resisti ancora un giorno. Il re ripone in te grande fiducia. CAPITANO GALLESE
Corre voce che il re sia morto. Perciò non resteremo. Gli allori del nostro paese si sono tutti risecchiti99, e meteore spaventano le stelle fisse del cielo. La pallida luna osserva la terra con volto sanguigno100, e profeti emaciati sussurrano terribili mutamenti101. I ricchi appaiono tristi, i malviventi saltano e ballano: gli uni per timore di perdere ciò di cui godono, gli altri sperando di trarre vantaggi dalla violenza e dalla guerra. Arrivederci! I nostri sono tutti scappati, certi che Riccardo morente li abbia abbandonati. Esce
1455
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19/10/2017 18:26:36
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 1
SALISBURY
Ah, Richard! With the eyes of heavy mind I see thy glory, like a shooting star, Fall to the base earth from the firmament. Thy sun sets weeping in the lowly west, Witnessing storms to come, woe, and unrest. Thy friends are fled to wait upon thy foes, And crossly to thy good all fortune goes. Exit 3.1
20
Enter Bolingbroke Duke of Lancaster and Hereford, the Duke of York, the Earl of Northumberland, [Lord Ross, Harry Percy, and Lord Willoughby]
BOLINGBROKE Bring forth these men.
Enter Bushy and Green, guarded as prisoners Bushy and Green, I will not vex your souls, Since presently your souls must part your bodies, With too much urging your pernicious lives, For ’twere no charity. Yet to wash your blood From off my hands, here in the view of men I will unfold some causes of your deaths. You have misled a prince, a royal king, A happy gentleman in blood and lineaments, By you unhappied and disfigured clean. You have, in manner, with your sinful hours Made a divorce betwixt his queen and him, Broke the possession of a royal bed, And stained the beauty of a fair queen’s cheeks With tears drawn from her eyes by your foul wrongs. Myself — a prince by fortune of my birth, Near to the King in blood, and near in love Till you did make him misinterpret me — Have stooped my neck under your injuries, And sighed my English breath in foreign clouds, Eating the bitter bread of banishment, Whilst you have fed upon my signories, Disparked my parks and felled my forest woods,
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 1
SALISBURY
Ah, Riccardo! Con la mente gravata dai pensieri vedo la tua gloria, come una cometa, cadere dal firmamento sulla terra102. Scende piangendo il sole all’occidente, ti giungerà danno, orrore, futuro dolente! Tutti i tuoi amici son ora in campo avverso, e tutto il tuo potere andrà disperso. Esce III, 1
Entrano Bolingbroke duca di Lancaster e Hereford, il duca di York, il conte di Northumberland [Lord Ross, Enrico Percy e Lord Willoughby]103
BOLINGBROKE
Conducete qui quegli uomini. Entrano Bushy e Green, scortati come prigionieri Bushy e Green, non voglio martoriarvi l’anima, proprio ora che sta per lasciare il corpo, insistendo troppo su quanto sia stata deleteria la vostra vita; non sarebbe pietoso. E tuttavia, per lavarmi le mani del vostro sangue, qui, di fronte a tutti, esporrò le motivazioni della vostra esecuzione. Avete traviato un principe, un autentico re; un vero gentiluomo, per sangue e capacità, lo avete svilito e completamente sfigurato. Avete, per così dire, proditoriamente provocato una rottura tra lui e la regina, allontanandolo dal letto coniugale; e macchiato di lacrime le belle guance della regina con i vostri sporchi maneggi104. Quanto a me, principe di nascita e consanguineo del re, da lui amatissimo, finché proprio voi non vi inventaste false insinuazioni, ho dovuto piegare il capo sotto le vostre ingiurie, ed espirare il mio fiato inglese sotto cieli stranieri, masticando il pane amaro dell’esilio, mentre voi vi siete accaparrate le mie rendite, avete sguarnito le mie zone di caccia e abbattuto le mie foreste,
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 1
From my own windows torn my household coat, Razed out my imprese, leaving me no sign, Save men’s opinions and my living blood, To show the world I am a gentleman. This and much more, much more than twice all this, Condemns you to the death. — See them delivered over To execution and the hand of death.
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BUSHY
More welcome is the stroke of death to me Than Bolingbroke to England. GREEN
My comfort is that heaven will take our souls, And plague injustice with the pains of hell. BOLINGBROKE
My lord Northumberland, see them dispatched.
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Exit Northumberland, with Bushy and Green, guarded Uncle, you say the Queen is at your house. For God’s sake, fairly let her be intreated. Tell her I send to her my kind commends. Take special care my greetings be delivered. YORK
A gentleman of mine I have dispatched With letters of your love to her at large.
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BOLINGBROKE
Thanks, gentle uncle. — Come, lords, away, To fight with Glyndwr ˆ and his complices. A while to work, and after, holiday.
Exeunt
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 1
strappato dalle mie finestre l’impresa di famiglia, cancellato il mio motto, privandomi di ogni identità salvo la reputazione e il coraggio che mostrano al mondo che sono un gentiluomo. Tutto questo e altro ancora, addirittura più del doppio, vi condanna a morte. Che vengano condotti subito al patibolo, e giustiziati. BUSHY
Benvenuto sia il colpo mortale inferto a me, più di quello inferto da Bolingbroke all’Inghilterra. GREEN
Mi è di conforto che il cielo accoglierà le nostre anime, e condannerà gli ingiusti alle pene dell’inferno. BOLINGBROKE
Lord Northumberland, fateli giustiziare immediatamente. Esce Northumberland, con Bushy e Green prigionieri Zio, mi dite che la regina è a casa vostra. Per l’amor del cielo, che sia trattata bene. Ditele che le mando i più cortesi omaggi. Abbiate la massima cura di porgerle i miei saluti. YORK
Ho inviato un mio gentiluomo, con lettere piene di dettagli sul vostro affetto per lei. BOLINGBROKE
Grazie, caro zio. Forza, signori, partiamo; andiamo a combattere contro Glendower e i suoi complici105. Prima il dovere e poi il piacere! Escono
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 2
3.2
[Flourish.] Enter King Richard, the Duke of Aumerle, the Bishop of Carlisle, and [soldiers, with drum and colours]
KING RICHARD
Harlechly Castle call they this at hand?18 AUMERLE
Yea, my lord. How brooks your grace the air After your late tossing on the breaking seas? KING RICHARD
Needs must I like it well. I weep for joy To stand upon my kingdom once again.
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He touches the ground Dear earth, I do salute thee with my hand, Though rebels wound thee with their horses’ hoofs. As a long-parted mother with her child Plays fondly with her tears, and smiles in meeting, So, weeping, smiling, greet I thee my earth, And do thee favours with my royal hands. Feed not thy sovereign’s foe, my gentle earth, Nor with thy sweets comfort his ravenous sense; But let thy spiders that suck up thy venom And heavy-gaited toads lie in their way, Doing annoyance to the treacherous feet Which with usurping steps do trample thee. Yield stinging nettles to mine enemies, And when they from thy bosom pluck a flower Guard it, I pray thee, with a lurking adder, Whose double tongue may with a mortal touch Throw death upon thy sovereign’s enemies. — Mock not my senseless conjuration, lords.
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1. Harlechly è la modernizzazione, adottata dall’edizione Oxford, di Hertloughly, desunta da un’antica biografia di Riccardo II; in Q1 e F il nome del castello è Barkloughly, ripreso dalle Cronache di Holinshed. 1460
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 2
III, 2
[Squillo di trombe] Entrano re Riccardo, il duca di Aumerle, il vescovo di Carlisle e [soldati, con tamburi e bandiere]106
RE RICCARDO
Quello laggiù è il castello di Harlechly? AUMERLE
Si, mio signore. Come si gode l’aria vostra grazia, dopo gli sballottamenti del mare agitato? RE RICCARDO
Devo dire che è una sensazione bellissima! Piango di gioia a ritrovarmi ancora nel mio regno. Tocca il terreno Mia amata terra, ti saluto con la mano, sapendo che i ribelli ti feriscono con gli zoccoli dei loro cavalli. Come una madre a lungo separata dal figlio, ritrovandolo, gioca amorosamente tra pianti e sorrisi, così io, piangendo e ridendo, ti saluto, terra mia, e ti rendo omaggio con le mie mani regali107. Terra gentile, non nutrire il nemico del tuo sovrano, non soddisfare con i tuoi frutti la sua ingordigia; i ragni che risucchiano i veleni, e i goffi rospi108 si pongano sulla sua strada, disturbando quei piedi traditori che ti calpestano con passo usurpatore. Porgi ortiche pungenti ai miei nemici, e quando colgono un fiore dal tuo seno, ti prego, mettici a guardia una vipera nascosta, che con lingua biforcuta dia la morte ai nemici del tuo sovrano… Signori, non fate caso alle mie fantasticherie109.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 2
This earth shall have a feeling, and these stones Prove armèd soldiers, ere her native king Shall falter under foul rebellion’s arms.
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BISHOP OF CARLISLE
Fear not, my lord. That power that made you king Hath power to keep you king in spite of all.19 AUMERLE
He means, my lord, that we are too remiss, Whilst Bolingbroke, through our security, Grows strong and great in substance and in friends.20
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KING RICHARD
Discomfortable cousin, know’st thou not That when the searching eye of heaven is hid Behind the globe, that lights the lower world, Then thieves and robbers range abroad unseen In murders and in outrage bloody here;21 But when from under this terrestrial ball He fires the proud tops of the eastern pines, And darts his light through every guilty hole, Then murders, treasons, and detested sins, The cloak of night being plucked from off their backs, Stand bare and naked, trembling at themselves? So when this thief, this traitor, Bolingbroke, Who all this while hath revelled in the night Whilst we were wand’ring with the Antipodes, Shall see us rising in our throne, the east, His treasons will sit blushing in his face, Not able to endure the sight of day, But, self-affrighted, tremble at his sin. Not all the water in the rough rude sea Can wash the balm from an anointed king.
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28. In Q1 ci sono 4 versi omessi in F; vedi Aggiunte al testo. 31. Friends = “amici”, così in F; in Q1-Q5 un militaresco power = “potenza”, “forza” (poco adatto alla qualità emotiva e affettiva del carattere di Aumerle). 36. Bloody = “sanguinoso, violento”, così in Q2 e F; in Q1 boldly = “audace”, “impudente”. 1462
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 2
Ma questa terra dovrà pur provare dei sentimenti, e queste pietre dovranno dimostrarsi soldati in arme110, prima che il loro re legittimo non debba accasciarsi nelle braccia armate della turpe rivolta. VESCOVO DI CARLISLE
Non temete, signore! Quelle forze che vi hanno reso re, hanno forze sufficienti a mantenervi re, malgrado tutto. AUMERLE
Intende dire, signore, che siamo passivi, mentre Bolingbroke, come sappiamo dai nostri informatori, sta acquisendo finanziamenti e alleati. RE RICCARDO
Sconfortato cugino, non sai dunque che quando l’occhio penetrante del cielo si nasconde dietro al globo che illumina questo nostro mondo, proprio allora ladri e predatori si aggirano di nascosto, compiendo delitti e azioni violente; ma quando, rialzandosi dal fondo di questa palla terrestre, illumina a oriente le rigogliose chiome dei pini, e dardeggia i suoi raggi fin dentro le tane dei colpevoli, a quel punto assassini, traditori e detestabili peccatori, una volta perduta la coperta notturna che gli copriva le spalle, eccoli lì, nudi e spogli, tremanti di fronte a se stessi. E perciò questo ladro, questo traditore, Bolingbroke, che ha tripudiato per notti e notti mentre noi erravamo agli antipodi della terra, quando ci vedrà risorgere a oriente sul nostro trono111, i suoi tradimenti lo faranno arrossire in viso, e non potrà sopportare la vista del giorno; spaventato di se stesso, tremerà dei suoi peccati. Non c’è acqua marina tanto turbolenta da lavar via il balsamo di un re unto dal Signore. Non c’è parola di uomo mortale che possa deporre il suo rappresentante terreno scelto da Dio.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 2
The breath of worldly men cannot depose The deputy elected by the Lord. For every man that Bolingbroke hath pressed To lift shrewd steel against our golden crown, God for his Richard hath in heavenly pay A glorious angel. Then if angels fight, Weak men must fall; for heaven still guards the right.
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Enter the Earl of Salisbury Welcome, my lord. How far off lies your power? SALISBURY
Nor nea’er nor farther off, my gracious lord, Than this weak arm. Discomfort guides my tongue, And bids me speak of nothing but despair. One day too late, I fear me, noble lord, Hath clouded all thy happy days on earth. O, call back yesterday, bid time return, And thou shalt have twelve thousand fighting men. Today, today, unhappy day too late, Overthrows thy joys, friends, fortune, and thy state; For all the Welshmen, hearing thou wert dead, Are gone to Bolingbroke, dispersed, and fled.
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AUMERLE
Comfort, my liege. Why looks your grace so pale? KING RICHARD
But now the blood of twenty thousand men Did triumph in my face, and they are fled; And till so much blood thither come again Have I not reason to look pale and dead? All souls that will be safe fly from my side, For time hath set a blot upon my pride.
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AUMERLE
Comfort, my liege. Remember who you are.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 2
Per ogni uomo che Bolingbroke ha costretto a elevare un’insolente spada contro la nostra corona, il Dio del Cielo ha ingaggiato per il suo Riccardo un angelo glorioso112. E dunque, se gli angeli combatteranno con profitto, i deboli cadranno, perché è Dio il garante del diritto. Entra il conte di Salisbury Benvenuto, signore. Dove avete lasciato il vostro esercito? SALISBURY
Né più né meno, grazioso signore, che alla distanza di questo mio debole braccio. Lo sconforto mi guida la lingua, e mi induce a non parlare d’altro che di disperazione. Temo, mio nobile sire, che un solo giorno di ritardo abbia oscurato tutti i giorni felici della terra. Potessimo tornare a ieri, imporre al tempo un passo indietro, avreste dodicimila soldati al vostro servizio. Ma oggi, oggi, uno sfortunato giorno di ritardo travolgerà le speranze, gli amici, la fortuna, il tuo potere; perché tutti i gallesi, credendoti morto, sono fuggiti, dispersi, o passati al Bolingbroke risorto. AUMERLE
Coraggio, mio sovrano! Perché vostra grazia è così pallido? RE RICCARDO
Solo poco fa il sangue di ventimila uomini dava al mio viso il colore del trionfo; ma ora sono fuggiti. E finché altrettanto sangue non torni nel mio corpo, non ho forse motivo di apparire pallido e smorto? Chi vuol salvarsi fugge dal mio fianco, poiché il tempo ha reso il mio orgoglio stanco113. AUMERLE
Forza, mio sovrano! Ricordatevi chi siete!
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 2
KING RICHARD
I had forgot myself. Am I not King? Awake, thou sluggard majesty, thou sleep’st! 22 Is not the King’s name forty thousand names?23 Arm, arm, my name! A puny subject strikes At thy great glory. Look not to the ground, Ye favourites of a king: are we not high? High be our thoughts. I know my uncle York Hath power enough to serve our turn.
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Enter Scrope But who comes here? SCROPE
More health and happiness betide my liege Than can my care-tuned tongue deliver him. KING RICHARD
Mine ear is open and my heart prepared. The worst is worldly loss thou canst unfold. Say, is my kingdom lost? Why ’twas my care, And what loss is it to be rid of care? Strives Bolingbroke to be as great as we? Greater he shall not be. If he serve God We’ll serve Him too, and be his fellow so. Revolt our subjects? That we cannot mend. They break their faith to God as well as us. Cry woe, destruction, ruin, loss, decay: The worst is death, and death will have his day.
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SCROPE
Glad am I that your highness is so armed To bear the tidings of calamity. Like an unseasonable stormy day, Which makes the silver rivers drown their shores As if the world were all dissolved to tears,
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80. Sluggard = “pigra”, “indolente” in F; in Q1-Q5 coward = “vigliacca” (orientamento più severo verso la passività pusillanime del sovrano). 81. Forty: così in F; Q1 propone twenty = “venti” (nomi del re); il senso non cambia, ma F sottolinea di più il concetto di potenza della regalità. 1466
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 2
RE RICCARDO
È vero, mi sono scordato di me stesso. Sono o non sono il re? Svegliati, pigra maestà, perché dormi? Il nome del re non vale di più di quarantamila nomi?114 All’armi, all’armi, nome mio! Un suddito meschino vuol colpire la tua gloria. Non abbassate lo sguardo, voi favoriti di un re; non siamo forse altolocati? Altrettanto in alto deve essere il nostro pensiero. So che mio zio York ha forze sufficienti per la nostra impresa. Entra Scrope115 Ma chi arriva ora? SCROPE
Auguro al mio sovrano più benessere e felicità di quanto la mia lingua angustiata possa offrirgli. RE RICCARDO
Ho le orecchie aperte, e l’animo pronto. Il peggio è una perdita di cose mortali, di cui tu non puoi farti carico. Allora dimmi, ho perduto il regno? Figurati, era per me un costante disagio, e che perdita è liberarsi di un affanno? Bolingbroke lotta per diventare grande come noi? Bene, più grande non sarà. Vuole servire Dio? Serviremo Dio anche noi, e dunque saremo alla pari. Vuole sobillare i nostri sudditi? Non possiamo farci niente. Infrangono un giuramento a Dio, lo stesso fatto a noi. Urlami pure di dolore, distruzione, rovina, fallimento: il peggio è la morte, e la morte avrà il suo momento. SCROPE
Sono lieto che vostra altezza sia così preparato a sopportare le notizie della disgrazia. Come una tempesta fuori stagione, che fa straripare gli argentei fiumi, quasi che tutto il mondo si dovesse dissol-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 2
So high above his limits swells the rage Of Bolingbroke, covering your fearful land With hard bright steel, and hearts harder than steel. Whitebeards have armed their thin and hairless scalps Against thy majesty. Boys with women’s voices Strive to speak big, and clap their female joints In stiff unwieldy arms against thy crown. Thy very beadsmen learn to bend their bows Of double-fatal yew against thy state. Yea, distaff-women manage rusty bills Against thy seat. Both young and old rebel, And all goes worse than I have power to tell.
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KING RICHARD
Too well, too well thou tell’st a tale so ill. Where is the Earl of Wiltshire? Where is Bagot? What is become of Bushy, where is Green, That they have let the dangerous enemy Measure our confines with such peaceful steps? If we prevail, their heads shall pay for it. I warrant they have made peace with Bolingbroke.
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SCROPE
Peace have they made with him indeed, my lord. KING RICHARD
O villains, vipers damned without redemption! Dogs easily won to fawn on any man! Snakes in my heart-blood warmed, that sting my heart! Three Judases, each one thrice-worse than Judas! Would they make peace? Terrible hell make war Upon their spotted souls for this offence!
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SCROPE
Sweet love, I see, changing his property, Turns to the sourest and most deadly hate. Again uncurse their souls. Their peace is made
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 2
vere in lacrime, proprio così la collera di Bolingbroke si ingrossa oltre gli argini, inondando il tuo paese spaventato con le sue armi di acciaio, e cuori più duri dell’acciaio. Gli anziani si sono cinti d’elmo le teste scarnite e calve, per muovere contro la tua maestà. Ragazzini con voci ancora femminee si sforzano di vociare come adulti, e costringono i loro corpi di fanciulle entro inflessibili armature, per opporsi alla tua sovranità. Perfino i mendicanti, invece di pregare, imparano a tendere l’arco di micidiale faggio116. Sì, le donne abbandonano la canocchia e maneggiano picche arrugginite contro il tuo trono. Tutti quanti, giovani o vecchi, si ribellano, e ben al di là del mio resoconto. RE RICCARDO
Racconti anche troppo bene questa triste storia. Ma dov’è il conte di Wiltshire, e dov’è Bagot? Che ne è stato di Bushy, e di Green; hanno permesso che un nemico pernicioso oltrepassasse indisturbato i nostri confini. Ma se vinceremo noi, loro pagheranno con la testa. Sono sicuro che si sono rappacificati con Bolingbroke. SCROPE
Sì, è vero, signore, hanno fatto pace con lui. RE RICCARDO
Mascalzoni, vipere dannate, senza possibilità di redenzione! Cani che scodinzolano a tutti! Serpenti covati nel mio seno, che mi mordono il cuore! Tutti e tre dei Giuda117, anzi, ciascuno tre volte Giuda! Hanno voluto far pace? Bene! Il terribile inferno farà guerra alle loro luride anime, per tale ingiuria! SCROPE
Vedo che il più intimo affetto, cambiando direzione, si trasforma nell’odio più aspro e mortale. Però ritrattate le maledizioni contro le loro anime. Hanno fatto pace porgendo la testa, non con
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 2
With heads, and not with hands. Those whom you curse Have felt the worst of death’s destroying wound, And lie full low, graved in the hollow ground.
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AUMERLE
Is Bushy, Green, and the Earl of Wiltshire dead? SCROPE
Ay, all of them at Bristol lost their heads. AUMERLE
Where is the Duke my father, with his power? KING RICHARD
No matter where. Of comfort no man speak. Let’s talk of graves, of worms and epitaphs, Make dust our paper, and with rainy eyes Write sorrow on the bosom of the earth. Let’s choose executors and talk of wills — And yet not so, for what can we bequeath Save our deposèd bodies to the ground? Our lands, our lives, and all are Bolingbroke’s; And nothing can we call our own but death, And that small model of the barren earth Which serves as paste and cover to our bones. [Sitting] For God’s sake, let us sit upon the ground, And tell sad stories of the death of kings — How some have been deposed, some slain in war, Some haunted by the ghosts they have deposed, Some poisoned by their wives, some sleeping killed, All murdered. For within the hollow crown That rounds the mortal temples of a king Keeps Death his court; and there the antic sits, Scoffing his state and grinning at his pomp, Allowing him a breath, a little scene, To monarchize, be feared, and kill with looks, Infusing him with self and vain conceit, As if this flesh which walls about our life Were brass impregnable; and humoured thus, Comes at the last, and with a little pin
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 2
un banale gesto delle mani118. Quelli che maledite hanno subìto la ferita devastante della morte, e ora giacciono insabbiati nella nuda terra. AUMERLE
Ma che dite! Bushy, Green, il conte di Wiltshire sono morti? SCROPE
Sì, tutti decapitati a Bristol. AUMERLE
Dov’è il duca mio padre, con il suo esercito? RE RICCARDO
Che importa dove? Nessuno tenti di confortarmi. Parliamo invece di tombe, vermi ed epitaffi, riduciamo in polvere le nostre carte, e con occhi inondati di lacrime scriviamo “dolore” sul seno della terra119. Scegliamo esecutori testamentari, e ragioniamo di ultime volontà. Ma no! Che cosa possiamo lasciare in eredità alla terra se non il nostro corpo deposto? I nostri domini, le nostre stesse vite, son tutti di Bolingbroke! E niente possiamo rivendicare come nostro se non la morte, e quel piccolo cumulo di nuda terra, uno strato di sfoglia sulle ossa. [Si mette a sedere] Per piacere, per amor del cielo, sediamoci per terra, a raccontare tristi storie della morte dei re120; come alcuni sono stati deposti, altri uccisi in guerra, altri ancora tormentati dai fantasmi di quelli che hanno deposto121, oppure avvelenati dalle mogli, o assassinati nel sonno; tutti ammazzati! Sì, perché dentro il vuoto della corona che cinge le tempie mortali del re, la Morte intrattiene la sua corte; e lì sta come un giullare, che sbeffeggia il potere e canzona la pompa, e gli concede un attimo di respiro, una brevissima scena, per recitare il ruolo del monarca, sentirsi temuto, uccidere con lo sguardo, pieno di sé e vanaglorioso, quasi che questa carne che circoscrive l’umana essenza fosse di impenetrabile ottone122. E con tale arroganza, eccola alla fine, a sgretolare con uno spillo le mura del castello. E allora, addio
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 2
Bores through his castle wall; and farewell, king. Cover your heads, and mock not flesh and blood With solemn reverence. Throw away respect, Tradition, form, and ceremonious duty, For you have but mistook me all this while. I live with bread, like you; feel want, Taste grief, need friends. Subjected thus, How can you say to me I am a king?
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BISHOP OF CARLISLE
My lord, wise men ne’er wail their present woes, But presently prevent the ways to wail. To fear the foe, since fear oppresseth strength, Gives in your weakness strength unto your foe; And so your follies fight against yourself. Fear, and be slain. No worse can come to fight; And fight and die is death destroying death, Where fearing dying pays death servile breath.
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AUMERLE
My father hath a power. Enquire of him, And learn to make a body of a limb. KING RICHARD [standing] Thou chid’st me well. Proud Bolingbroke, I come To change blows with thee for our day of doom. This ague-fit of fear is overblown. An easy task it is to win our own. Say, Scrope, where lies our uncle with his power? Speak sweetly, man, although thy looks be sour.
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SCROPE
Men judge by the complexion of the sky The state and inclination of the day. So may you by my dull and heavy eye My tongue hath but a heavier tale to say. I play the torturer by small and small To lengthen out the worst that must be spoken. Your uncle York is joined with Bolingbroke,
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 2
mio caro re! Rimettetevi pure il cappello, e non irridete un corpo di carne e sangue con ossequio solenne. Gettate via rispetto, tradizione, formalità, riti cerimoniali, poiché mi avete davvero frainteso per tutto questo tempo. Io vivo di pane, proprio come voi. Ho dei bisogni, conosco il dolore, mi mancano gli amici. Così umiliato, come potete dirmi che sono un re?123 VESCOVO DI CARLISLE
Signore, le persone sagge non si lamentano dei propri guai, ma cercano di prevenirne le occasioni124. Poiché il timore reprime la forza, temere il nemico fa più forte il nemico. Perciò le vostre malsane fantasie lottano contro voi stesso. Se avete paura, siete disfatto. Niente di peggio può venirvi dal combattere. Morire lottando è distruggere la morte, tremare per la morte è abominevole sorte. AUMERLE
Mio padre ha un esercito. Informatevi, e imparate a fare di un solo braccio un corpo intero125. RE RICCARDO [alzandosi in piedi] Fai bene a rimproverarmi. Presuntuoso Bolingbroke, vengo a sfidarti nel giorno del nostro destino. L’attacco di panico è passato. È facile riprendermi quel che mi fu dato. Senti, Scrope, dov’è nostro zio con il suo esercito? Parlami con dolcezza, amico, anche se il tuo volto è accigliato. SCROPE
Il buon giorno si vede dal mattino. Perciò potete vedere dal mio sguardo cupo e torvo che le mie labbra hanno una triste storia da narrare. Ma non voglio torturarvi centellinando il peggio che devo riferirvi. Vostro zio York si è unito a Bolingbroke, tutti i vostri
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 3
And all your northern castles yielded up, And all your southern gentlemen in arms Upon his faction. KING RICHARD Thou hast said enough. (To Aumerle) Beshrew thee, cousin, which didst lead me forth Of that sweet way I was in to despair. What say you now? What comfort have we now? By heaven, I’ll hate him everlastingly That bids me be of comfort any more. Go to Flint Castle; there I’ll pine away. A king, woe’s slave, shall kingly woe obey. That power I have, discharge, and let them go To ear the land that hath some hope to grow; For I have none. Let no man speak again To alter this, for counsel is but vain.
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AUMERLE
My liege, one word. He does me double wrong That wounds me with the flatteries of his tongue. Discharge my followers. Let them hence away From Richard’s night to Bolingbroke’s fair day.
KING RICHARD
Exeunt 3.3
Enter Bolingbroke Duke of Lancaster and Hereford, the Duke of York, the Earl of Northumberland, [and soldiers, with drum and colours]
BOLINGBROKE
So that by this intelligence we learn The Welshmen are dispersed, and Salisbury Is gone to meet the King, who lately landed With some few private friends upon this coast. NORTHUMBERLAND
The news is very fair and good, my lord. Richard not far from hence hath hid his head.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 3
castelli a nord gli si sono arresi, e tutti i vostri gentiluomini del sud sono in armi in suo favore. RE RICCARDO
Hai detto anche troppo. (A Aumerle) Maledetto te, cugino, che mi hai distolto dalla dolce via alla disperazione! E adesso cos’hai da dire? Che conforto ci puoi dare? Perdio, odierò in eterno chi vorrà darmi ancora conforto! Andiamo al castello di Flint, laggiù voglio languire. Un re schiavo del dolore, al dolore deve regalmente obbedire. Mi sgombro del potere che ho, e vadano tutti ad arare quella terra che sperano di coltivare, perché io non possiedo terre. E che nessuno di voi tenti di farmi cambiare atteggiamento, sarebbe vano qualsiasi lamento. AUMERLE
Sire, solo una parola ancora. RE RICCARDO
Mi fa il torto peggiore chi mi dà la lusinga maggiore. Congedate i miei seguaci. Sfuggano tutti alla notte di Riccardo, per ricevere del sole di Bolingbroke il dardo. Escono III, 3
Entrano Bolingbroke duca di Lancaster e Hereford, il duca di York, il conte di Northumberland [con soldati, tamburi e bandiere]126
BOLINGBROKE
Sappiamo dai nostri informatori che i gallesi si sono dispersi, e che Salisbury è andato incontro al re, approdato su questa costa con pochi amici fidati. NORTHUMBERLAND
Sì, mio signore, la notizia è fondata e sicura. Riccardo si è nascosto non molto lontano da qui.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 3
YORK
It would beseem the Lord Northumberland To say ‘King Richard’. Alack the heavy day When such a sacred king should hide his head! NORTHUMBERLAND
Your grace mistakes. Only to be brief Left I his title out. YORK The time hath been, Would you have been so brief with him, he would Have been so brief with you to shorten you, For taking so the head, your whole head’s length.
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BOLINGBROKE
Mistake not, uncle, further than you should.
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YORK
Take not, good cousin, further than you should, Lest you mistake the heavens are over our heads. BOLINGBROKE
I know it, uncle, and oppose not myself Against their will. Enter Harry Percy [and a trumpeter] But who comes here? Welcome, Harry. What, will not this castle yield?
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HARRY PERCY
The castle royally is manned, my lord, Against thy entrance. BOLINGBROKE Royally? Why, it contains no king. HARRY PERCY Yes, my good lord, It doth contain a king. King Richard lies Within the limits of yon lime and stone, And with him are the Lord Aumerle, Lord Salisbury, Sir Stephen Scrope, besides a clergyman Of holy reverence; who, I cannot learn.
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NORTHUMBERLAND
O, belike it is the Bishop of Carlisle.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 3
YORK
Sarebbe corretto che lord Northumberland dicesse “Re Riccardo”. Giorno sfortunato, quando un re consacrato debba nascondersi il capo. NORTHUMBERLAND
Vostra grazia mi ha frainteso. Ho tralasciato il titolo per essere breve. YORK
C’era un tempo in cui, se foste stato tanto breve con lui, lui sarebbe stato abbastanza breve nell’abbreviarvi della lunghezza della testa, visto che dimenticate chi è la testa del regno. BOLINGBROKE
Vi prego zio, non fraintendete più del dovuto. YORK
E anche voi, caro nipote, non fraintendete più del dovuto, scordandovi che i cieli ci stanno proprio sul capo. BOLINGBROKE
Lo so bene, zio, e non intendo certo oppormi al loro volere. Entra Harry Percy [con un trombettiere] Ma chi sta arrivando? Benvenuto Harry! Come, questo castello non si era arreso? HARRY PERCY
Signore, questo castello è regalmente presidiato contro il vostro ingresso. BOLINGBROKE
Dite, regalmente? Ma qui non c’è nessun re! HARRY PERCY
Invece sì, mio buon signore. Il castello ospita un re. Poiché re Riccardo sta dentro quel recinto di calcina e pietre, e con lui ci sono lord Aumerle, lord Salisbury, sir Stephen Scrope, oltre a un ecclesiastico di reverenda reputazione; che però non so chi sia. NORTHUMBERLAND
Sarà certamente il vescovo di Carlisle.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 3
BOLINGBROKE (to Northumberland) Noble lord,
Go to the rude ribs of that ancient castle; Through brazen trumpet send the breath of parley Into his ruined ears, and thus deliver. Henry Bolingbroke Upon his knees doth kiss King Richard’s hand, And sends allegiance and true faith of heart To his most royal person, hither come Even at his feet to lay my arms and power, Provided that my banishment repealed And lands restored again be freely granted. If not, I’ll use the advantage of my power, And lay the summer’s dust with showers of blood Rained from the wounds of slaughtered Englishmen; The which how far off from the mind of Bolingbroke It is such crimson tempest should bedrench The fresh green lap of fair King Richard’s land, My stooping duty tenderly shall show. Go, signify as much, while here we march Upon the grassy carpet of this plain. Let’s march without the noise of threat’ning drum, That from this castle’s tottered battlements Our fair appointments may be well perused. Methinks King Richard and myself should meet With no less terror than the elements Of fire and water when their thund’ring shock At meeting tears the cloudy cheeks of heaven. Be he the fire, I’ll be the yielding water.24
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57-59. Be he the fire, I’ll be the yielding water. / The rage be his, whilst on the earth I rain /My waters; così in F. In Q1 c’è un punto fermo dopo I rain, mentre il verso successivo è My water’s on the earth, and not on him (una crux testuale tra le più dibattute nel canone fi lologico shakespeariano). Q1, con il v. 59 separato dal v. 58, significa “La mia acqua (benefica) cadrà sulla terra, non su Riccardo”; inoltre, I rain, evidenziato dal punto alla fine del verso, sottolinea l’omofonia tra rain = “piovere” e reign = “regnare”; ma siccome rain è l’ultima parola nella pagina di Q1, il punto fermo potrebbe anche essere un banale refuso. 1478
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 3
BOLINGBROKE (a Northumberland)
Nobile amico, raggiungete le spoglie pareti di quel vecchio maniero, invitate con sonanti squilli di tromba quelle mura sorde al negoziato, e dite così: Enrico Bolingbroke bacia in ginocchio la mano di re Riccardo, e saluta con fedeltà e devozione la sua regale persona; sono venuto ai suoi piedi per porre al suo servizio il mio esercito e il mio potere; tutto questo, purché venga revocato il mio bando d’esilio, e mi vengano liberamente restituiti i miei domini. Altrimenti, approfitterò del vantaggio delle mie forze, per rovesciare sangue sulla polvere estiva127, sangue versato da inglesi mandati al massacro. Ma quanto tutto ciò sia lontano dalla volontà di Bolingbroke, lo dimostrerà conciliatorio il mio dovere di suddito: non intendo impregnare di sanguinosa tempesta il verde, fresco grembo della terra di re Riccardo. Allora andate, comunicategli quanto ho detto. Intanto noi marceremo sull’erboso suolo di questa pianura. Però, non avanzeremo con minaccioso rombo di tamburi, così che dai merli traballanti del castello si possa percepire la forza del nostro esercito. Penso che re Riccardo ed io ci scontreremo con non minore violenza degli elementi del fuoco e dell’acqua quando il tuono squarcia le nuvolose guance del cielo128. Sia lui il fuoco, io l’inferiore acqua129.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 3
The rage be his, whilst on the earth I rain My waters: on the earth, and not on him. — March on, and mark King Richard, how he looks.
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[They march about the stage; then Bolingbroke, York, Percy, and soldiers stand at a distance from the walls; Northumberland and trumpeter advance to the walk.] The trumpets sound [a parley without, and an answer within; then a flourish within]. King Richard appeareth on the walls, with the Bishop of Carlisle, the Duke of Aumerle, [Scrope, and the Earl of Salisbury] See, see, King Richard doth himself appear, As doth the blushing discontented sun From out the fiery portal of the east When he perceives the envious clouds are bent To dim his glory and to stain the track Of his bright passage to the occident.
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YORK
Yet looks he like a king. Behold, his eye, As bright as is the eagle’s, lightens forth Controlling majesty. Alack, alack for woe That any harm should stain so fair a show! KING RICHARD (to Northumberland) We are amazed; and thus long have we stood To watch the fearful bending of thy knee, Because we thought ourself thy lawful king. An if we be, how dare thy joints forget To pay their aweful duty to our presence? If we be not, show us the hand of God That hath dismissed us from our stewardship. For well we know no hand of blood and bone Can grip the sacred handle of our sceptre, Unless he do profane, steal, or usurp. And though you think that all — as you have done — Have torn their souls by turning them from us,
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 3
Sia sua l’ira, mentre io rovescio sulla terra le mie acque: sulla terra dico, non su di lui. Avanti, in marcia! E osserviamo come si presenta re Riccardo. [Marciano sul palcoscenico; poi Bolingbroke, York, Percy e vari soldati si mettono a distanza dalle mura. Northumberland e il trombettiere avanzano verso le mura]. Suonano le trombe [richiesta dall’esterno, accoglienza dall’interno di una trattativa; poi squillo dall’interno]. Re Riccardo appare sugli spalti del castello130 , con il vescovo di Carlisle, il duca di Aumerle [Scrope e il conte di Salisbury] Guardate, guardate! Ecco che appare re Riccardo, come fa il sole mortificato e arrossito quando esce dal luminoso portale d’oriente, e si accorge che le malvagie nubi intendono oscurare la sua gloria e inceppare il suo fulgido cammino verso occidente131. YORK
E tuttavia, appare proprio come un re! Guardate, l’occhio scintillante di un’aquila, che lampeggia di suprema maestà!132 Mio Dio, che disgrazia, se la sventura dovesse porvi una macchia! RE RICCARDO (a Northumberland) Siamo esterrefatti! Abbiamo atteso a lungo un tuo inchino, ritenendoci il tuo legittimo re. Se lo siamo, come osano le giunture del tuo corpo scordare il dovere di rendere timoroso omaggio alla nostra presenza? E se non lo fossimo, mostraci la mano di Dio che ci ha privati del nostro potere. Poiché sappiamo bene che nessuna mano fatta di carne, ossa e sangue, può strapparci l’impugnatura del nostro scettro133, a meno che non persegua profanazione, ruberia, usurpazione. E se pensate che tutti abbiano fatto come voi, che abbiano guastato le loro anime allontanandole da noi134, e che noi
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 3
And we are barren and bereft of friends, Yet know my master, God omnipotent, Is mustering in his clouds on our behalf Armies of pestilence; and they shall strike Your children yet unborn and unbegot, That lift your vassal hands against my head And threat the glory of my precious crown. Tell Bolingbroke, for yon methinks he is, 25 That every stride he makes upon my land Is dangerous treason. He is come to open The purple testament of bleeding war; But ere the crown he looks for live in peace Ten thousand bloody crowns of mothers’ sons Shall ill become the flower of England’s face, Change the complexion of her maid-pale peace To scarlet indignation, and bedew Her pastures’ grass with faithful English blood. NORTHUMBERLAND [kneeling] The King of heaven forbid our lord the King Should so with civil and uncivil arms Be rushed upon. Thy thrice-noble cousin Harry Bolingbroke doth humbly kiss thy hand, And by the honourable tomb he swears, That stands upon your royal grandsire’s bones, And by the royalties of both your bloods, Currents that spring from one most gracious head, And by the buried hand of warlike Gaunt, And by the worth and honour of himself, Comprising all that may be sworn or said, His coming hither hath no further scope Than for his lineal royalties, and to beg Enfranchisement immediate on his knees; Which on thy royal party granted once,
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90. For yon methinks he is: così in F; in Q1 he stands = “sta in piedi laggiù”; forse una prescrizione attoriale: Bolingbroke deve stare bene alzato, per farsi vedere dal pubblico, oltre che da Riccardo. 1482
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 3
siamo rimasti nudi e privi di amici, sappiate allora che il mio padrone, Dio Onnipotente, sta radunando lassù tra le nuvole, in nostro favore, eserciti di pestilenze135; che colpiranno i vostri figli non ancora nati né concepiti, perché osate alzare le vostre mani di vassalli contro la mia testa, minacciando lo splendore della mia preziosa corona. Dite a Bolingbroke – mi pare di scorgerlo laggiù136 – che ogni passo che fa sul mio territorio è efferato tradimento. È venuto ad aprire il purpureo testamento di una guerra sanguinosa137; ma prima che la corona cui egli aspira possa vivere in pace138, diecimila teste insanguinate di figli di madre sfigureranno il volto fiorente dell’Inghilterra139, trasformeranno il pallore vergineo della pace in scarlatta indignazione, e impregneranno l’erba dei pascoli del più schietto sangue inglese. NORTHUMBERLAND [inginocchiandosi] Non voglia il re del cielo che il nostro signore e sovrano venga travolto in una guerra civile da armi incivili140. Il tuo tre volte nobile cugino141, Harry Bolingbroke, ti bacia umilmente la mano, e giura sulla tomba onorata che copre le ossa del vostro regale antenato142, sull’autorità di entrambe le vostre casate, rivoli sgorganti dalla stessa preziosa fonte, sulle mani sepolte del bellicoso Gaunt, e sul proprio onore e dignità, garanti di ogni giuramento o dichiarazione, di essere giunto qui con non altro scopo che reclamare i suoi diritti ereditari, per i quali vi implora in ginocchio la revoca immediata del bando di esilio; appena ottenuta, le sue armi scintillanti saran-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 3
His glittering arms he will commend to rust, His barbèd steeds to stables, and his heart To faithful service of your majesty. This swears he as he is a prince and just,26 And as I am a gentleman I credit him.
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KING RICHARD
Northumberland, say thus the King returns: His noble cousin is right welcome hither, And all the number of his fair demands Shall be accomplished without contradiction. With all the gracious utterance thou hast, Speak to his gentle hearing kind commends.
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Northumberland and the trumpeter return to Bolingbroke (To Aumerle) We do debase ourself, cousin, do we not, To look so poorly and to speak so fair? Shall we call back Northumberland, and send Defiance to the traitor, and so die? AUMERLE
No, good my lord, let’s fight with gentle words Till time lend friends, and friends their helpful swords.
130
KING RICHARD
O God, O God, that e’er this tongue of mine, That laid the sentence of dread banishment On yon proud man, should take it off again With words of sooth! O, that I were as great As is my grief, or lesser than my name, Or that I could forget what I have been, Or not remember what I must be now! Swell’st thou, proud heart? I’ll give thee scope to beat, Since foes have scope to beat both thee and me.
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Northumberland advances to the walls
118. Prince: così in Q3 e F; in Q1 princess: alcuni curatori pensano che l’originale fosse a prince and princess. 1484
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 3
no destinate alla ruggine, i suoi cavalli bardati alle stalle, il suo cuore al servizio fedele di vostra maestà. È quanto egli giura da principe nobile e onesto, ed io, da gentiluomo, gli do credito. RE RICCARDO
Northumberland, ditegli che il re risponde così: il suo nobile cugino è qui il benvenuto, e tutte le sue giuste richieste saranno doverosamente soddisfatte. Con quella grazia di espressione che hai, ti prego di portagli i miei più sinceri omaggi. Northumberland e il trombettiere ritornano da Bolingbroke (A Aumerle) Ci stiamo umiliando, vero, cugino, con questa meschina figura e queste belle parole? Dovremmo forse richiamare Northumberland, per inviare una sfida al traditore, e poi dunque morire? AUMERLE
No, mio caro signore, conviene lottare con parole gentili, finché il tempo non ci disponga di amici, e gli amici di abili spade. RE RICCARDO
Oddio, oddio! Pensare che questa stessa lingua che emise una terribile sentenza di bando su quel temerario, debba ora rinnegarla con parole accattivanti! Potessi essere grande come il mio dolore, oppure più piccolo del nome che porto; potessi dimenticare chi sono stato, e scordare chi devo essere ora!143 Ti rigonfi, cuore superbo?144 Ti darò modo di battere forte, visto che i miei nemici vinceranno sia la tua che la mia sorte. Northumberland avanza verso le mura
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 3
AUMERLE
Northumberland comes back from Bolingbroke. KING RICHARD
What must the King do now? Must he submit? The King shall do it. Must he be deposed? The King shall be contented. Must he lose The name of King? A God’s name, let it go. I’ll give my jewels for a set of beads, My gorgeous palace for a hermitage, My gay apparel for an almsman’s gown, My figured goblets for a dish of wood, My sceptre for a palmer’s walking staff, My subjects for a pair of carvèd saints, And my large kingdom for a little grave, A little, little grave, an obscure grave; Or I’ll be buried in the King’s highway, Some way of common trade where subjects’ feet May hourly trample on their sovereign’s head, For on my heart they tread now, whilst I live, And buried once, why not upon my head? Aumerle, thou weep’st, my tender-hearted cousin. We’ll make foul weather with despisèd tears. Our sighs and they shall lodge the summer corn, And make a dearth in this revolting land. Or shall we play the wantons with our woes, And make some pretty match with shedding tears; As thus to drop them still upon one place Till they have fretted us a pair of graves Within the earth, and therein laid? ‘There lies Two kinsmen digged their graves with weeping eyes.’ Would not this ill do well? Well, well, I see I talk but idly and you mock at me. 27
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170. Mock = “irridere”, così in F; in Q1-Q5 laugh = “ridere” (di un riso fisico, sonoro); probabile variante d’autore, da Q a F: l’irrisione psicologica appare più appropriata, nel contesto intimistico del discorso di Riccardo, di una risata fragorosa. 1486
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19/10/2017 18:26:38
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 3
AUMERLE
Sta tornando Northumberland, inviato da Bolingbroke. RE RICCARDO
Cosa deve fare ora il re? Deve sottomettersi? Il re lo farà. Deve essere deposto? Il re se ne farà una ragione. Deve perdere il nome di re? Nel nome di Dio, se ne vada anche quello! Darò via i miei gioielli per un rosario, il mio sontuoso palazzo per un eremo, i miei sfarzosi abiti per la tonaca di un mendicante, i miei bicchieri istoriati per una ciotola di legno, il mio scettro per un bastone da pellegrino, tutti i miei sudditi per un paio di statuette di santi, il mio grande regno per una piccola tomba, una piccola, piccola, buia tomba; sarò seppellito sulla strada maestra, la strada del re, nel punto più trafficato, dove i piedi dei sudditi calpestino in ogni momento la testa del sovrano; se mi pestano sul cuore adesso che sono vivo, perché non dovrebbero calpestarmi la testa quando sarò sepolto?145 Aumerle, cugino, cuore tenero, tu piangi! Il tempo si farà brutto per queste lacrime disprezzate. Loro coi nostri sospiri abbatteranno il grano maturo, e creeranno carestia in questa terra di ribelli. Oppure faremo i buffoni con il nostro dolore146, e inventeremo qualche bel gioco con le nostre lacrime; per esempio, facendole cadere sempre nello stesso punto, fi nché non avranno scavato in terra due tombe, dove ci porremo a giacere: “Qui giaccion due parenti il cui vanto / fu scavarsi la fossa con il pianto”. Non farebbe una bella figura tutto questo male? Va bene, va bene, vedo che dico sciocchezze, e vi burlate di me.
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19/10/2017 18:26:39
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 3
Most mighty prince, my lord Northumberland, What says King Bolingbroke? Will his majesty Give Richard leave to live till Richard die? You make a leg, and Bolingbroke says ‘Ay’. NORTHUMBERLAND
My lord, in the base court he doth attend To speak with you. May it please you to come down?
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KING RICHARD
Down, down I come like glist’ring Phaethon, Wanting the manage of unruly jades. In the base court: base court where kings grow base To come at traitors’ calls, and do them grace. 180 In the base court, come down: down court, down King, For night-owls shriek where mounting larks should sing. Exeunt King Richard and his party Northumberland returns to Bolingbroke BOLINGBROKE
What says his majesty? Sorrow and grief of heart Makes him speak fondly, like a frantic man.
NORTHUMBERLAND
Enter King Richard [and his party] below Yet he is come. Stand all apart, And show fair duty to his majesty.
BOLINGBROKE
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He kneels down My gracious lord. KING RICHARD
Fair cousin, you debase your princely knee To make the base earth proud with kissing it. Me rather had my heart might feel your love Than my unpleased eye see your courtesy. Up, cousin, up. Your heart is up, I know, Thus high at least, although your knee be low.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 3
Mio signore di Northumberland, principe potentissimo, che dice re Bolingbroke? Vorrà sua maestà concedere a Riccardo di vivere, finché non morirà? Voi fate un inchino, e Bolingbroke risponde sì, con un inchino147. NORTHUMBERLAND
Mio signore, vi attende nel cortile da basso per parlarvi. Vi dispiace scendere? RE RICCARDO
Scendo, scendo, come il fulgente Fetonte, incapace di controllare i cavalli scatenati148. Giù, nel cortile da basso. Bassa è la corte dove i re si abbassano, rispondono all’appello dei traditori, e a loro si abbassano. Giù da basso, sì, vengo giù! Abbasso la corte, abbasso il re, giù dalla vetta, se al posto dell’allodola canta la civetta!149 Escono re Riccardo e i suoi seguaci. Northumberland ritorna da Bolingbroke BOLINGBROKE
Che dice sua maestà? NORTHUMBERLAND
Dolore e cordoglio lo fanno farneticare, parla come un pazzo. Entra da basso re Riccardo [con i suoi seguaci] Ma eccolo qui! BOLINGBROKE
State tutti indietro, e inginocchiatevi a sua maestà. Si inginocchia Mio grazioso sovrano! RE RICCARDO
Caro cugino, voi declassate il vostro principesco ginocchio, e inorgoglite la vile terra piegandovi a toccarla. Quanto a me, preferirei sentire il vostro affetto, piuttosto che vedere il vostro omaggio dato controvoglia. In piedi, in piedi, cugino. Il vostro cuore è in alto, su fino alla testa, anche se il ginocchio in basso non fa festa150.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 4
BOLINGBROKE
My gracious lord, I come but for mine own. KING RICHARD
Your own is yours, and I am yours, and all.
195
BOLINGBROKE
So far be mine, my most redoubted lord, As my true service shall deserve your love. KING RICHARD
Well you deserve. They well deserve to have That know the strong’st and surest way to get. [Bolingbroke rises] (To York) Uncle, give me your hands. Nay, dry your eyes. Tears show their love, but want their remedies. (To Bolingbroke) Cousin, I am too young to be your father, Though you are old enough to be my heir. What you will have I’ll give, and willing too; For do we must what force will have us do. Set on towards London, cousin: is it so?
200
205
BOLINGBROKE
Yea, my good lord. KING RICHARD
Then I must not say no. Flourish. Exeunt
3.4
Enter the Queen, with her two Ladies
QUEEN
What sport shall we devise here in this garden, To drive away the heavy thought of care? [FIRST] LADY Madam, we’ll play at bowls.28
3. L’attribuzione di “prima” o “seconda” dama (come dopo, di “primo” o “secondo” operaio) è un tardo emendamento; in Q e F ladies e men indifferenziati. 1490
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19/10/2017 18:26:39
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 4
BOLINGBROKE
Nobile sovrano, vengo solo a reclamare il mio dovuto. RE RICCARDO
Il vostro dovuto è vostro, e anch’io sono vostro, e tutti quanti qui. BOLINGBROKE
E voi sarete mio, imponente sire, se il mio fedele servizio meriterà il vostro affetto. RE RICCARDO
Voi meritate molto. Meritano di ottenere assai, quelli che la via più breve e certa non evitano mai. [Bolingbroke si alza] (A York) Zio, datemi la mano. Via, asciugatevi gli occhi. Le lacrime mostrano il vostro affetto, ma non servono a niente. (A Bolingbroke) Cugino, sono troppo giovane per essere vostro padre, ma pare che voi siate abbastanza adulto per essere mio erede151. Ciò che volete ve lo darò, e anche volentieri, l’oggi farà quanto ha richiesto l’ieri. Andare a Londra, cugino? È così? BOLINGBROKE
Ebbene sì, mio signore. RE RICCARDO
Allora certo non dirò di no. Squillo di tromba. Escono III, 4
Entra la regina, con due dame di compagnia152
REGINA
Che passatempo possiamo inventarci qui in giardino, per scacciare i tristi pensieri? [PRIMA] DAMA
Signora, possiamo giocare a bocce.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 4
QUEEN
’Twill make me think the world is full of rubs, And that my fortune runs against the bias. [SECOND] LADY Madam, we’ll dance.
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QUEEN
My legs can keep no measure in delight When my poor heart no measure keeps in grief; Therefore no dancing, girl. Some other sport. [FIRST] LADY Madam, we’ll tell tales. QUEEN Of sorrow or of joy? [FIRST] LADY Of either, madam. QUEEN Of neither, girl. For if of joy, being altogether wanting, It doth remember me the more of sorrow. Or if of grief, being altogether had, It adds more sorrow to my want of joy. For what I have I need not to repeat, And what I want it boots not to complain.
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[SECOND] LADY
Madam, I’ll sing. ’Tis well that thou hast cause; But thou shouldst please me better wouldst thou weep.
QUEEN
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[SECOND] LADY
I could weep, madam, would it do you good. QUEEN
And I could sing, would weeping do me good, And never borrow any tear of thee. Enter a Gardener and two Men But stay; here come the gardeners. Let’s step into the shadow of these trees. My wretchedness unto a row of pins They will talk of state, for everyone doth so Against a change. Woe is forerun with woe.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 4
REGINA
No, mi farebbe pensare che il mondo è pieno di intralci, e che il mio destino ha preso una curva sbagliata153. [SECONDA] DAMA
Allora, signora, possiamo ballare. REGINA
Le mie gambe non possono andare a tempo con il piacere, se il mio povero cuore non sa stare al passo del dolore. [PRIMA] DAMA
Signora, raccontiamoci delle storie. REGINA
Storie di dolori, o di gioie? [PRIMA] DAMA
Di tutte e due, signora. REGINA
No, ragazza mia, di nessuna delle due. Perché se sono di gioia, quella che proprio ora mi manca, non farebbero che ricordarmi di più il mio dolore. E se fossero di dolore, proprio quel che ora mi tocca, non farebbero che aumentare la mia mancanza di gioia. Ciò che possiedo, non val la pena di essere ricordato, e per avere ciò che mi manca, non servono lamentele. [SECONDA] DAMA
Signora, potrei cantare! REGINA
Sarebbe bello, se te la senti! Ma per me, andrebbe meglio se tu piangessi! [SECONDA] DAMA
Posso piangere, signora, se pensate che vi possa far bene. REGINA
Sì, ed io potrei cantare, se il pianto mi facesse bene, e non ti chiederei nemmeno il compenso di una lacrima154. Entra un giardiniere con due operai Aspetta! Arrivano i giardinieri. Nascondiamoci all’ombra degli alberi. Scommetto tutta la mia disgrazia contro un cartoncino di spilli che parleranno di politica; quando c’è un cambiamento in vista, tutti lo fanno: perché a danno si aggiunga danno! 1493
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 4
The Queen and her Ladies stand apart GARDENER [to First Man]
Go, bind thou up young dangling apricots 29 Which, like unruly children, make their sire Stoop with oppression of their prodigal weight. Give some supportance to the bending twigs. [To Second Man] Go thou, and, like an executioner, Cut off the heads of too fast-growing sprays That look too lofty in our commonwealth. All must be even in our government. You thus employed, I will go root away The noisome weeds which without profit suck The soil’s fertility from wholesome flowers.
30
35
40
[FIRST] MAN
Why should we, in the compass of a pale, Keep law and form and due proportion, Showing as in a model our firm estate, When our sea-wallèd garden, the whole land, Is full of weeds, her fairest flowers choked up, Her fruit trees all unpruned, her hedges ruined, Her knots disordered, and her wholesome herbs Swarming with caterpillars? GARDENER Hold thy peace. He that hath suffered this disordered spring Hath now himself met with the fall of leaf. The weeds which his broad spreading leaves did shelter, That seemed in eating him to hold him up, Are plucked up, root and all, by Bolingbroke — I mean the Earl of Wiltshire, Bushy, Green.
45
50
[SECOND] MAN
What, are they dead?
30. Young = giovani: così in Q1; in Q2-Q5 yon e in F yond = “là, laggiù”; Q1, “giovani” (albicocche) sembra più pertinente con la similitudine del verso seguente tra le albicocche appena mature e i figli smodati e dispendiosi di un ricco padre. 1494
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 4
La regina e le dame si mettono di lato GIARDINIERE [al primo operaio]
Vai a legare quelle piccole albicocche penzoloni che, come figli sregolati, fanno piegare il padre sotto il loro peso smodato. Metti un sostegno ai rami appesantiti. [Al secondo operaio] E invece tu, come un boia, taglia le teste dei germogli troppo impulsivi, che crescono esuberanti in questa nostra comunità155. Tutto deve essere equilibrato nella nostra gestione. E con voi così impegnati, io andrò a sradicare quelle erbacce malefiche, che, invece di arricchire il suolo, risucchiano la fertilità delle infiorescenze salubri. [PRIMO] OPERAIO
Perché mai dovremmo noi, nei limiti di un orto recintato, mantenere regole, e forme, e giuste proporzioni, facendone il modello di uno stato bene organizzato, quando l’intero paese, un giardino contornato da mura di mare, è pieno di erbacce, i suoi fiori più belli soffocati, gli alberi da frutta non potati, le siepi in rovina, le aiole in disordine, e le erbe salutari invase dai bruchi?156 GIARDINIERE
Taci! Chi ha consentito questa primavera scomposta, è andato incontro al proprio autunno157. Quelle erbacce che il suo ampio fogliame nascondeva, e che sembravano sostenerlo mentre invece se lo stavano divorando, sono state estirpate alla radice da Bolingbroke; mi riferisco al conte di Wiltshire, a Bushy, a Green. [SECONDO] OPERAIO
Cosa vuoi dire, che sono morti?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 4
They are; and Bolingbroke Hath seized the wasteful King. O, what pity is it That he had not so trimmed and dressed his land As we this garden! We at time of year Do wound the bark, the skin of our fruit trees, Lest, being over-proud in sap and blood, With too much riches it confound itself. Had he done so to great and growing men, They might have lived to bear, and he to taste, Their fruits of duty. Superfluous branches We lop away, that bearing boughs may live. Had he done so, himself had borne the crown, Which waste of idle hours hath quite thrown down.
GARDENER
55
60
65
[FIRST] MAN
What, think you then the King shall be deposed? GARDENER
Depressed he is already, and deposed ’Tis doubt he will be. Letters came last night To a dear friend of the good Duke of York’s That tell black tidings.
70
QUEEN
O, I am pressed to death through want of speaking! She comes forward Thou, old Adam’s likeness, set to dress this garden, How dares thy harsh rude tongue sound this unpleasing news? What Eve, what serpent hath suggested thee To make a second fall of cursèd man? Why dost thou say King Richard is deposed? Dar’st thou, thou little better thing than earth, Divine his downfall? Say where, when, and how Cam’st thou by this ill tidings? Speak, thou wretch!
75
80
GARDENER
Pardon me, madam. Little joy have I To breathe this news, yet what I say is true. King Richard he is in the mighty hold 1496
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 4
GIARDINIERE
Proprio così. E Bolingbroke ha catturato l’improvvido re. È un gran peccato che il re non abbia potato e coltivato la sua terra come noi questo giardino! Noi, al tempo giusto dell’anno, incidiamo la corteccia, la pelle dei nostri alberi da frutto, perché, rigonfi di sangue e linfa, non si distruggano da sé per troppa esuberanza. Avesse fatto lo stesso con i suoi cortigiani potenti e ambiziosi, loro avrebbero vissuto per offrire, e lui per gustare, i frutti del loro zelo. I rami inutili noi li tagliamo, per dare vita ai rami pieni di frutti. Lo avesse fatto anche lui! Avrebbe la corona ancora158, che ha invece dissipato d’ora in ora. [PRIMO] OPERAIO
Ma che dici? Pensi che il re venga deposto? GIARDINIERE
Certo è già stato umiliato, ed è molto probabile che venga deposto. La notte scorsa sono giunte a un buon amico del duca di York lettere contenenti brutte notizie. REGINA
Basta! Muoio soffocata se non posso parlare!159 Viene avanti Tu, miserabile immagine di Adamo alla cura di questo giardino, come osa la tua rozza lingua dare notizie tanto sgradevoli? Quale Eva, quale serpente ti hanno suggerito di preparare l’umanità maledetta a un’ulteriore caduta? Come puoi dire che re Riccardo è stato deposto? Come osi tu, creatura infima più della terra, profetizzare la sua rovina? Dimmi subito dove, quando e come hai ricevuto queste terribili notizie. Parla, sciagurato! GIARDINIERE
Perdonatemi, signora. Non mi fa piacere darvi queste notizie, ma dico la verità. Re Riccardo è nelle possenti mani di Bolingbroke.
1497
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 3 SCENE 4
Of Bolingbroke. Their fortunes both are weighed. In your lord’s scale is nothing but himself And some few vanities that make him light. But in the balance of great Bolingbroke, Besides himself, are all the English peers, And with that odds he weighs King Richard down. Post you to London and you will find it so. I speak no more than everyone doth know.
85
90
QUEEN
Nimble mischance that art so light of foot, Doth not thy embassage belong to me, And am I last that knows it? O, thou think’st To serve me last, that I may longest keep Thy sorrow in my breast. Come, ladies, go To meet at London London’s king in woe. What, was I born to this, that my sad look Should grace the triumph of great Bolingbroke? Gard’ner, for telling me these news of woe, Pray God the plants thou graft’st may never grow.
95
100
Exit with her Ladies GARDENER
Poor Queen, so that thy state might be no worse I would my skill were subject to thy curse. Here did she fall a tear. Here in this place I’ll set a bank of rue, sour herb-of-grace. Rue even for ruth here shortly shall be seen In the remembrance of a weeping queen. Exeunt
105
1498
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO III SCENA 4
Le loro sorti sono ora su una bilancia. Dalla parte di vostro marito c’è lui stesso, con qualche compagnia superflua che ne alleggerisce il peso160. Ma dal lato del grande Bolingbroke, oltre a lui ci sono tutti i pari d’Inghilterra, e l’aggiunta del loro peso fa tracollare Riccardo. Volate a Londra, e vedrete che è come vi ho detto. Il mio racconto è di tutto rispetto. REGINA
Ahimè, sventura dal piede agile e leggero, il tuo messaggio era certo per me, che per ultima devo conoscerlo. È così? Capisco! Mi servi per ultima, perché io possa trattenere più a lungo nel mio cuore il dolore che mi porti. Coraggio, amiche, a Londra andiamo, per incontrare a Londra del mio dolore il sovrano. Nacqui dunque per questo, perché il mio triste aspetto fosse al trionfante Bolingbroke un diletto? Giardiniere, per le tristi notizie che mi dai, voglia Iddio che i tuoi innesti non crescano mai. Esce con le sue dame di compagnia GIARDINIERE
Povera regina! Purché tu avessi migliore condizione, vorrei che il mio mestiere subisse la tua maledizione! Qui è caduta una sua lacrima. E proprio in questa posizione pianterò della ruta, amara erba della contrizione. Ruta anche perché pietà noi qui vedremo, quando ricordando una regina piangeremo!161 Escono
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19/10/2017 18:26:39
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
4.1
Enter, as to Parliament, Bolingbroke Duke of Lancaster and Hereford, the Duke of Aumerle, the Earl of Northumberland, Harry Percy, Lord Fitzwalter, the Duke of Surrey, the Bishop of Carlisle, and the Abbot of Westminster
BOLINGBROKE
Call forth Bagot. Enter Bagot, with officers Now, Bagot, freely speak thy mind: What thou dost know of noble Gloucester’s death, Who wrought it with the King, and who performed The bloody office of his timeless end. BAGOT
Then set before my face the Lord Aumerle.
5
BOLINGBROKE (to Aumerle)
Cousin, stand forth, and look upon that man. Aumerle stands forth BAGOT
My lord Aumerle, I know your daring tongue Scorns to unsay what once it hath delivered. In that dead time when Gloucester’s death was plotted I heard you say ‘Is not my arm of length, That reacheth from the restful English court As far as Calais, to mine uncle’s head?’ Amongst much other talk that very time I heard you say that you had rather refuse The offer of an hundred thousand crowns Than Bolingbroke’s return to England, Adding withal how blest this land would be In this your cousin’s death. AUMERLE Princes and noble lords, What answer shall I make to this base man? Shall I so much dishonour my fair stars
10
15
20
1500
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
IV, 1
Entrano, in seduta solenne, Bolingbroke duca di Lancaster e Hereford, il duca di Aumerle, il conte di Northumberland, Harry Percy, lord Fitzwalter, il duca di Surrey, il vescovo di Carlisle e l’abate di Westminster162
BOLINGBROKE
Portate qui Bagot. Entra Bagot, scortato dalle guardie Dunque, Bagot, parla liberamente. Che cosa sai della morte del nobile Gloucester? Chi ha tramato contro di lui d’accordo con il re, e chi ha compiuto l’atto sanguinoso della sua fine prematura? BAGOT
Allora mettetemi a confronto con lord Aumerle. BOLINGBROKE (A Aumerle)
Cugino, venite qui, e guardate in faccia quest’uomo. Aumerle viene avanti, e si ferma BAGOT
Lord Aumerle, so che la vostra audace lingua disdegna ritrattare quel che una volta ha pronunciato. Ma nel pieno di quella notte fatale in cui avvenne il complotto della morte di Gloucester, io vi sentii dire: “Non è abbastanza lungo il mio braccio, per raggiungere dalla tranquilla corte inglese Calais e la testa di mio zio?” Fra tanti altri discorsi, in quella occasione vi sentii anche dire che avreste rifiutato l’offerta di centomila corone, piuttosto che assistere al ritorno di Bolingbroke in Inghilterra, aggiungendo inoltre quale benedizione avrebbe ricevuto il nostro paese dalla morte di vostro cugino qui presente163. AUMERLE
Principi e nobili signori! Che cosa dovrei rispondere a questo miserabile? Devo disonorare i miei nobili natali, per castigarlo da pari a
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
On equal terms to give him chastisement?30 Either I must, or have mine honour soiled With the attainder of his slanderous lips. He throws down his gage There is my gage, the manual seal of death That marks thee out for hell. I say thou liest, And will maintain what thou hast said is false In thy heart blood, though being all too base To stain the temper of my knightly sword.
25
BOLINGBROKE
Bagot, forbear. Thou shalt not take it up. AUMERLE
Excepting one, I would he were the best In all this presence that hath moved me so.
30
FITZWALTER
If that thy valour stand on sympathy, There is my gage, Aumerle, in gage to thine. He throws down his gage By that fair sun which shows me where thou stand’st, I heard thee say, and vauntingly thou spak’st it, That thou wert cause of noble Gloucester’s death. If thou deny’st it twenty times, thou liest, And I will turn thy falsehood to thy heart, Where it was forgèd, with my rapier’s point.
35
AUMERLE
Thou dar’st not, coward, live to see that day.
40
FITZWALTER
Now by my soul, I would it were this hour. AUMERLE
Fitzwalter, thou art damned to hell for this.
21. To give him chastisement: così in Q3 e F; in Q1 to give them: “dovrei disonorare le stelle che hanno presieduto alla mia nobile nascita, prendendomela con loro?” 1502
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
pari?164 Eppure dovrò farlo, altrimenti il mio onore verrà insozzato dalle accuse delle sue labbra calunniose. Getta a terra il pegno della sfida Ecco il mio pegno, sigillo manuale di una morte che ti condanna all’inferno. Dichiaro che tu menti, e proverò la falsità di ciò che hai detto con il tuo sangue, anche se è troppo vile per macchiare la tempra della mia spada di cavaliere165. BOLINGBROKE
Fermo, Bagot, non raccoglierlo! AUMERLE
Vorrei che l’uomo che mi ha tanto provocato fosse il migliore di questa compagnia, a eccezione di uno solo166. FITZWALTER
Se il tuo valore insiste tanto sull’uguaglianza di rango, eccoti il mio pegno, Aumerle, contro il tuo. Getta a terra il suo guanto di sfida Per quel bel sole che mi dà luce per farmi vedere dove sei, ti ho udito dire, e lo dicevi vantandoti, che tu fosti la causa della morte del nobile Gloucester. Se tu lo negassi anche venti volte, direi che tu menti, e con una stoccata rivolgerò le tue falsità contro il tuo cuore, là dove furono forgiate. AUMERLE
Codardo, non oserai vivere fino a quel giorno! FITZWALTER
Per l’anima mia, vorrei che fosse subito! AUMERLE
Fitzwalter, sarai dannato per le tue menzogne.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1503
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
HARRY PERCY
Aumerle, thou liest. His honour is as true In this appeal as thou art all unjust; And that thou art so, there I throw my gage
45
He throws down his gage To prove it on thee to the extremest point Of mortal breathing. Seize it if thou dar’st. AUMERLE
An if I do not, may my hands rot off, And never brandish more revengeful steel Over the glittering helmet of my foe. 31
50
SURREY
My lord Fitzwalter, I do remember well The very time Aumerle and you did talk. FITZWALTER
’Tis very true. You were in presence then, And you can witness with me this is true. SURREY
As false, by heaven, as heaven itself is true.
55
FITZWALTER
Surrey, thou liest. Dishonourable boy, That lie shall lie so heavy on my sword That it shall render vengeance and revenge, Till thou, the lie-giver, and that lie do lie In earth as quiet as thy father’s skull; In proof whereof, there is my honour’s pawn.
SURREY
60
He throws down his gage Engage it to the trial if thou dar’st. FITZWALTER
How fondly dost thou spur a forward horse! If I dare eat, or drink, or breathe, or live, I dare meet Surrey in a wilderness And spit upon him whilst I say he lies,
65
50. Qui Q1 presenta un’aggiunta di 8 versi; vedi Aggiunte al testo. 1504
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
HARRY PERCY
Aumerle, tu menti. Il suo onore in questa contesa è tanto onesto quanto tu sei iniquo; e per dimostrare quanto tu lo sia, eccoti il mio guanto di sfida, Getta a terra il suo guanto e lo proverò contro di te fino all’ultimo respiro. Raccoglilo, se ne hai il coraggio. AUMERLE
Se non lo raccogliessi, possano le mie mani marcire, e mai più brandire il ferro della vendetta sull’elmo scintillante del nemico. SURREY
Lord Fitzwalter, ricordo bene quando voi e Aumerle aveste un colloquio. FITZWALTER
È verissimo! Voi foste presente allora, e perciò potete testimoniare che quanto dichiaro è vero. SURREY
Perdio! È falso tanto quanto è vero il cielo! FITZWALTER
Surrey, tu menti! SURREY
Ragazzaccio infame! Questa bugia peserà tanto sulla mia spada, da raddoppiare vendetta su vendetta, finché tu, il bugiardo, insieme alla tua bugia, giacerete in una tomba immobili come il teschio di tuo padre167. E per provare questo, eccoti il mio pegno d’onore. Getta a terra il suo guanto Accetta la sfida, se ne hai il coraggio! FITZWALTER
Sei pazzo a incalzare un cavallo scatenato! Se posso mangiare, e bere, respirare, vivere, posso di certo sfidare Surrey anche in un deserto, e sputargli in faccia mentre gli do del bugiardo, bugiardo,
1505
Shakespeare_Drammi storici.indb 1505
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
And lies, and lies. There is my bond of faith To tie thee to my strong correction. As I intend to thrive in this new world, Aumerle is guilty of my true appeal. Besides, I heard the banished Norfolk say That thou, Aumerle, didst send two of thy men To execute the noble Duke at Calais.
70
AUMERLE
Some honest Christian trust me with a gage. He takes another’s gage and throws it down That Norfolk lies, here do I throw down this, If he may be repealed, to try his honour.
75
BOLINGBROKE
These differences shall all rest under gage Till Norfolk be repealed. Repealed he shall be, And, though mine enemy, restored again To all his lands and signories. When he is returned, Against Aumerle we will enforce his trial.
81
BISHOP OF CARLISLE
That honourable day shall never be seen. Many a time hath banished Norfolk fought For Jesu Christ in glorious Christian field, Streaming the ensign of the Christian cross Against black pagans, Turks, and Saracens; And, toiled with works of war, retired himself To Italy, and there at Venice gave His body to that pleasant country’s earth, And his pure soul unto his captain, Christ, Under whose colours he had fought so long.
85
90
BOLINGBROKE
Why, Bishop of Carlisle, is Norfolk dead? BISHOP OF CARLISLE
As surely as I live, my lord. BOLINGBROKE
Sweet peace conduct his sweet soul to the bosom Of good old Abraham! Lords appellants,
95
1506
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
bugiardo! Qua c’è il guanto di sfida, pegno d’onore che ti inchioda alla mia dura punizione. Quant’è vero che spero di prosperare in questo nuovo mondo168, giuro che Aumerle è reo delle accuse che in tutta sincerità gli ho mosso. Se non bastasse, ho sentito dire dall’esule Norfolk che proprio tu, Aumerle, inviasti due tuoi uomini a Calais per giustiziare il nobile duca. AUMERLE
Qualche buon cristiano mi presti il suo pegno!169 Prende il guanto di sfida di un altro e lo getta a terra Getto a terra anche questo, per dimostrare che Norfolk mente; se sarà richiamato dall’esilio, sfido la sua parola d’onore. BOLINGBROKE
Tutti questi contenziosi rimarranno solo sfide, finché Norfolk non sarà richiamato in patria. Lo sarà certamente, e sebbene mio nemico, verrà reintegrato nelle sue terre e signorie. Appena rientrato lui, decreteremo la prova d’armi contro Aumerle. VESCOVO DI CARLISLE
Nessuno vedrà quel giorno onorato. Più volte l’esule Norfolk ha combattuto per Gesù Cristo in gloriose battaglie cristiane, dispiegando l’insegna della croce contro neri pagani, turchi e saraceni. Poi, stanco delle guerre, si ritirò in Italia, e a Venezia lasciò il corpo alla terra di quel dolce paese, e l’anima immacolata a Cristo, il capitano sotto la cui bandiera aveva a lungo lottato170. BOLINGBROKE
Ma come, vescovo Carlisle, Norfolk morto? VESCOVO DI CARLISLE
Mio signore, è sicuro che sia morto quanto io sono vivo. BOLINGBROKE
Un dolce riposo conduca la sua tenera anima in seno al buon vecchio Abramo!171 Signori sfidanti, i vostri contenziosi resteranno
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
Your differences shall all rest under gage Till we assign you to your days of trial. Enter the Duke of York YORK
Great Duke of Lancaster, I come to thee From plume-plucked Richard, who with willing soul Adopts thee heir, and his high sceptre yields To the possession of thy royal hand. Ascend his throne, descending now from him, And long live Henry, of that name the fourth!
100
BOLINGBROKE
In God’s name I’ll ascend the regal throne. BISHOP OF CARLISLE Marry, God forbid!
Worst in this royal presence may I speak, Yet best beseeming me to speak the truth. Would God that any in this noble presence Were enough noble to be upright judge Of noble Richard. Then true noblesse would Learn him forbearance from so foul a wrong. What subject can give sentence on his king? And who sits here that is not Richard’s subject? Thieves are not judged but they are by to hear, Although apparent guilt be seen in them; And shall the figure of God’s majesty, His captain, steward, deputy elect, Anointed, crownèd, planted many years, Be judged by subject and inferior breath, And he himself not present? O, forfend it, God, That in a Christian climate souls refined Should show so heinous, black, obscene a deed! I speak to subjects, and a subject speaks Stirred up by God thus boldly for his king. My lord of Hereford here, whom you call king, Is a foul traitor to proud Hereford’s king; And, if you crown him, let me prophesy
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19/10/2017 18:26:40
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
allo stato di sfide, finché non vi assegneremo i giorni dei combattimenti. Entra il duca di York YORK
Granduca di Lancaster, giungo a te di ritorno dallo spennato172 Riccardo, che di sua stessa volontà ti adotta quale erede al trono, e cede il suo scettro alla tua regale mano. Ascendi al suo seggio, da cui lui ora discende; e lunga vita a Enrico, il nostro quarto re con questo nome! BOLINGBROKE
Nel nome di Dio ascenderò al trono. VESCOVO DI CARLISLE
Giammai, non voglia Iddio! Dovrei parlare per ultimo in questo regale contesto, eppure ritengo doveroso dire la verità. Volesse il cielo che tutti, in questa nobile compagine, fossero abbastanza nobili da avere il diritto di giudicare la nobiltà di Riccardo. Perché, allora, un’autentica nobiltà li tratterrebbe dal perpetrare un torto così odioso. Quale suddito si permette di pronunciare sentenze sul proprio re? E chi siede qui che non sia suddito di Riccardo? Nemmeno i ladri vengono condannati senza essere prima ascoltati, anche quando la colpa è palese. E dunque, l’immagine stessa della divina maestà, il capitano, il luogotenente di Dio e suo rappresentante in terra, consacrato, incoronato, messo in trono da tanti anni, dovrà essere giudicato dalla voce di un suddito inferiore, senza che lui sia presente? O mio Dio, non permettere che, in un paese civile, anime redente possano mostrarci un’azione così turpe, orrida, lurida! Parlo a dei sudditi, e anch’io, da suddito, parlo, ispirato da Dio, in favore del re consacrato. Il signore di Hereford, qui presente, quello che voi chiamate re, è uno sporco traditore del re del fiero Hereford. E se lo incoronate, vi lascio la mia profezia:
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
The blood of English shall manure the ground, And future ages groan for this foul act. Peace shall go sleep with Turks and infidels, And in this seat of peace tumultuous wars Shall kin with kin and kind with kind confound. Disorder, horror, fear, and mutiny Shall here inhabit, and this land be called The field of Golgotha and dead men’s skulls. O, if you rear this house against this house32 It will the woefullest division prove That ever fell upon this cursèd earth! Prevent, resist it; let it not be so, Lest child, child’s children, cry against you woe.
130
135
140
NORTHUMBERLAND
Well have you argued, sir, and for your pains Of capital treason we arrest you here. My lord of Westminster, be it your charge To keep him safely till his day of trial. May it please you, lords, to grant the Commons’ suit?33 BOLINGBROKE
Fetch hither Richard, that in common view He may surrender. So we shall proceed Without suspicion. YORK I will be his conduct.
146
Exit
BOLINGBROKE
Lords, you that here are under our arrest, Procure your sureties for your days of answer. Little are we beholden to your love, And little looked for at your helping hands.
150
Enter Richard and the Duke of York, [with attendants bearing the crown and sceptre] 136. Rear: così in F; in Q1 raise: i termini sono perfetti sinonimi per “innalzare”, “sollevare”. 145. Da questo verso fino al v. 308, tutto il brano (l’intero segmento della deposizione) è omesso in Q1, Q2 e Q3; compare in Q4, che è del 1608 (quando ormai il problema della successione era risolto), e contiene molti errori. L’edizione Oxford segue F. 1510
Shakespeare_Drammi storici.indb 1510
19/10/2017 18:26:40
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
sangue inglese concimerà il terreno, e tempi futuri piangeranno tale ignobile fatto. La pace andrà a ramengo con i turchi e gli infedeli, e al posto della pace guerre tumultuose porteranno alla rovina parenti, amici, alleati. Disordine, orrore, paura, discordia, sempre qui risiederanno; il nostro paese si chiamerà Golgota, oppure terra delle teste di morto. No! Se queste due case si metteranno l’una contro l’altra, avremo prova della più disastrosa divisione che mai sia capitata a questa maledetta terra!173 Perciò fate opposizione e resistenza, perché nessun figlio, nipote o pronipote, debba lagnarsi della vostra esistenza! NORTHUMBERLAND
Avete bene argomentato, signore, e proprio per le vostre elucubrazioni sul tradimento, siete subito in arresto. Lord Westminster, avete l’incarico di tenerlo sotto scorta, fino al giorno del processo. Signori, intendete accogliere le richieste della Casa dei Comuni?174 BOLINGBROKE
Conducete qui Riccardo, perché abdichi pubblicamente. Solo così potremo procedere senza destare sospetti. YORK
Ci penso io a condurlo qui. Esce BOLINGBROKE
Voi, signori in stato di arresto, procuratevi le garanzie che vi presenterete qui nei giorni stabiliti175. Poco dobbiamo al vostro affetto, e del resto ben poco ci attendevamo da un vostro aiuto. Entrano Riccardo e il duca di York [con ufficiali che portano corona e scettro]
1511
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
RICHARD
Alack, why am I sent for to a king Before I have shook off the regal thoughts Wherewith I reigned? I hardly yet have learned To insinuate, flatter, bow, and bend my knee. Give sorrow leave awhile to tutor me To this submission. Yet I well remember The favours of these men. Were they not mine? Did they not sometime cry ‘All hail!’ to me? So Judas did to Christ. But He in twelve Found truth in all but one; I, in twelve thousand, none. God save the King! Will no man say ‘Amen’? Am I both priest and clerk? Well then, Amen. God save the King, although I be not he. And yet Amen, if heaven do think him me. To do what service am I sent for hither?
155
160
165
YORK
To do that office of thine own good will Which tired majesty did make thee offer: The resignation of thy state and crown To Henry Bolingbroke. RICHARD (to an attendant) Give me the crown. (To Bolingbroke) Here, cousin, seize the crown. Here, cousin. On this side my hand, on that side thine. Now is this golden crown like a deep well That owes two buckets fi lling one another, The emptier ever dancing in the air, The other down, unseen, and full of water. That bucket down and full of tears am I, Drinking my griefs, whilst you mount up on high.
170
175
BOLINGBROKE
I thought you had been willing to resign.
180
RICHARD
My crown I am, but still my griefs are mine. You may my glories and my state depose, But not my griefs; still am I king of those. 1512
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19/10/2017 18:26:40
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
RICCARDO
Ahimè, perché vengo convocato davanti a un re, prima di essermi liberato dei pensieri regali con cui ho regnato? Non ho nemmeno ancora imparato a insinuare, adulare, inchinarmi, inginocchiarmi. Concedete un po’ di tempo al mio dolore, perché mi istruisca su questa sottomissione. Eppure, ricordo bene il consenso di questi uomini. Non erano tutti per me? Non mi gridavano spesso “benvenuto, signore”? Così fece Giuda con Cristo. Ma almeno lui, su dodici, li trovò tutti fedeli salvo uno; e io, su dodicimila, nemmeno uno176. Dio salvi il re! Nessuno mi risponde “amen”? Devo fare insieme da prete e da chierichetto? Va bene, dunque, amen! Dio salvi il re, anche se il re non sono io. E tuttavia, amen, se il cielo pensa che io sia il re. Per svolgere quale incarico sono stato mandato qui? YORK
Per compiere di tua spontanea volontà il dovere che la tua stanca maestà ti richiede di eseguire, e cioè l’abdicazione della corona e del potere a favore di Enrico Bolingbroke. RICCARDO (a un ufficiale) Dammi la corona. (A Bolingbroke) Ecco, cugino, afferra la corona. Qua, cugino, da un lato la mia mano, dall’altro la tua177. Vedi? Ora questa corona d’oro è come un pozzo profondo, fornito di due secchi che si riempiono in alternanza; quello vuoto si libra sempre nell’aria, quello pieno di acqua è giù nel fondo, e non si vede178. Quel secchio nell’acqua, pieno di lacrime, sono io, che mi bevo il mio dolore, mentre il tuo sale sempre in alto. BOLINGBROKE
Vi credevo ad abdicare disposto. RICCARDO
Sì, cedo la corona, ma il dolore rimane al suo posto. Potete deporre la mia gloria e il mio potere, non il dolore, di cui resta sovrano il mio cuore.
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19/10/2017 18:26:40
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
BOLINGBROKE
Part of your cares you give me with your crown. RICHARD
Your cares set up do not pluck my cares down. My care is loss of care by old care done; Your care is gain of care by new care won. The cares I give I have, though given away; They ’tend the crown, yet still with me they stay.
185
BOLINGBROKE
Are you contented to resign the crown?
190
RICHARD
Ay, no; no, ay; for I must nothing be; Therefore no, no, for I resign to thee. Now mark me how I will undo myself. I give this heavy weight from off my head, [Bolingbroke accepts the crown] And this unwieldy sceptre from my hand,
195
[Bolingbroke accepts the sceptre] The pride of kingly sway from out my heart. With mine own tears I wash away my balm, With mine own hands I give away my crown, With mine own tongue deny my sacred state, With mine own breath release all duteous oaths. All pomp and majesty I do forswear. My manors, rents, revenues I forgo. My acts, decrees, and statutes I deny. God pardon all oaths that are broke to me. God keep all vows unbroke are made to thee. Make me, that nothing have, with nothing grieved, And thou with all pleased, that hast all achieved. Long mayst thou live in Richard’s seat to sit, And soon lie Richard in an earthy pit. ‘God save King Henry,’ unkinged Richard says, ‘And send him many years of sunshine days.’ What more remains?
200
205
210
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19/10/2017 18:26:40
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
BOLINGBROKE
Con questa corona mi cedete parte delle vostre cure. RICCARDO
Le vostre cure tanto elevate non faranno discendere le mie cure. La mia cura è aver perduto la cura del regno, la vostra cura è aver guadagnato la cura del regno. Le cure che cedo le mantengo; sebbene date via, spettano alla corona, che nel dolore resta solo mia179. BOLINGBROKE
Insomma, siete disposto o no a cedermi la corona? RICCARDO
Sì, no; no, sì; tanto non sarò più nulla qui; e perciò no, no, anzi, sì, prendila tu quella corona lì!180 E ora guarda come mi spoglio181. Mi tolgo dal capo questo grande peso, [Bolingbroke accetta la corona] mi libero la mano di questo scettro ingombrante, [Bolingbroke accetta lo scettro] mi strappo dal cuore l’orgoglio del potere sovrano. Con le mie lacrime lavo via la sacra unzione, con le mie mani rinuncio alla corona, con la mia lingua rinnego la mia santa maestà, con le mie labbra cancello ogni giuramento e cerimonia. Rinuncio alla pompa e al fasto. Alieno i miei castelli, rendite e affitti. Ritiro ogni mio decreto, atto giuridico, legge o statuto. Dio perdoni chi ha infranto gli impegni presi con me, Dio sia garante degli impegni presi con te. Conceda a me, che non ho più nulla, di non dolermi di nulla; conceda a te, che hai avuto tutto, di poterti rallegrare di tutto. Vivi a lungo, seduto sul seggio di Riccardo, ben presto nella terra giacerà il corpo di Riccardo. “Dio salvi re Enrico”, dice Riccardo spodestato, “e offra molti anni di vita al suo splendido stato!” Che altro rimane da fare?
1515
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
NORTHUMBERLAND (giving Richard papers)
No more but that you read These accusations and these grievous crimes Committed by your person and your followers Against the state and profit of this land, That by confessing them, the souls of men May deem that you are worthily deposed.
215
RICHARD
Must I do so? And must I ravel out My weaved-up follies? Gentle Northumberland, If thy offences were upon record, Would it not shame thee in so fair a troop To read a lecture of them? If thou wouldst, There shouldst thou find one heinous article Containing the deposing of a king And cracking the strong warrant of an oath, Marked with a blot, damned in the book of heaven. Nay, all of you that stand and look upon Whilst that my wretchedness doth bait myself, Though some of you, with Pilate, wash your hands, Showing an outward pity, yet you Pilates Have here delivered me to my sour cross, And water cannot wash away your sin.
220
225
230
NORTHUMBERLAND
My lord, dispatch. Read o’er these articles. RICHARD
Mine eyes are full of tears; I cannot see. And yet salt water blinds them not so much But they can see a sort of traitors here. Nay, if I turn mine eyes upon myself I find myself a traitor with the rest, For I have given here my soul’s consent T’undeck the pompous body of a king, Made glory base and sovereignty a slave, Proud majesty a subject, state a peasant. NORTHUMBERLAND My lord —
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
NORTHUMBERLAND (dando delle carte a Riccardo)
Basta che leggiate ad alta voce queste accuse dei gravi delitti commessi da voi stesso e dai vostri seguaci contro l’autorità e gli interessi di questa terra, in modo che, confessandoli pubblicamente, tutti ritengano che siete stato deposto secondo giustizia. RICCARDO
Devo farlo davvero? Devo sdipanare qui la matassa delle mie follie? Gentile Northumberland, se fossero messe per iscritto le tue colpe, non avresti vergogna a darne lettura in un raduno come questo di persone tanto importanti? Se tu dovessi farlo, ci troveresti un articolo odioso, riguardo alla deposizione di un re, e a un solenne giuramento infranto, segnati in nero, condannati nel libro del cielo. Anzi; voi tutti che state a qui a osservare la sciagura che mi tormenta: qualcuno, come Pilato, se ne lava le mani, mostrando una pietà tutta esteriore; ma tutti, da veri Pilati, mi avete spedito alla mia croce dolorosa, e non c’è acqua che possa lavare un tale peccato. NORTHUMBERLAND
Mio signore, fate presto, leggete quegli articoli. RICCARDO
Ho gli occhi pieni di lacrime; non vedo niente. Eppure il liquido salato non li acceca tanto da impedirmi di vedermi attorno un’accozzaglia di traditori182. Meglio ancora, volgendo lo sguardo su me stesso, mi vedo anch’io un traditore come gli altri, perché la mia anima ha accondisceso a smantellare il sontuoso corpo di un re, a svilire la gloria, asservire l’autorità, umiliare la maestà divina, fino al livello sociale di un contadino183. NORTHUMBERLAND
Mio signore…
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19/10/2017 18:26:41
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
RICHARD
No lord of thine, thou haught-insulting man, Nor no man’s lord. I have no name, no title, No, not that name was given me at the font, But ’tis usurped. Alack the heavy day, That I have worn so many winters out And know not now what name to call myself! O, that I were a mockery king of snow, Standing before the sun of Bolingbroke To melt myself away in water-drops! Good king, great king — and yet not greatly good — An if my word be sterling yet in England, Let it command a mirror hither straight, That it may show me what a face I have, Since it is bankrupt of his majesty.
245
250
255
BOLINGBROKE
Go some of you and fetch a looking-glass. Exit one or more NORTHUMBERLAND
Read o’er this paper while the glass doth come. RICHARD
Fiend, thou torment’st me ere I come to hell.
260
BOLINGBROKE
Urge it no more, my lord Northumberland. NORTHUMBERLAND
The Commons will not then be satisfied. RICHARD
They shall be satisfied. I’ll read enough When I do see the very book indeed Where all my sins are writ, and that’s myself.
265
Enter one with a glass Give me that glass, and therein will I read. Richard takes the glass and looks in it No deeper wrinkles yet? Hath sorrow struck So many blows upon this face of mine And made no deeper wounds? O flatt’ring glass, 1518
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
RICCARDO
Non sono il tuo signore, protervo e insolente che non sei altro, e non sono il signore di nessuno. Non ho nome, né titolo; no, nemmeno il nome che mi fu dato al battesimo, che non mi sia stato usurpato184. Giorno tristissimo, capire di aver sprecato tanti inverni, per non sapere neppure quale sia il mio nome! Fossi almeno un pupazzo di neve, per sciogliermi in gocce d’acqua al sole di Bolingbroke, e svanire!185 Buon re, grande re – sebbene non grandemente buono – se la mia parola vale ancora qualcosa in Inghilterra, ordina che mi portino subito qui uno specchio, che mi mostri quale faccia ho ora, dopo la bancarotta del mio potere. BOLINGBROKE
Qualcuno vada a prendere uno specchio. Escono una o più persone NORTHUMBERLAND
Leggete queste carte, in attesa dello specchio. RICCARDO
Demonio! Mi tormenti prima che io sia giunto all’inferno. BOLINGBROKE
Non insistete, lord Northumbertland. NORTHUMBERLAND
Ma così i Comuni non saranno soddisfatti! RICCARDO
Saranno, saranno soddisfatti! Leggerò abbastanza quando vedrò il vero libro in cui sono scritti tutti i miei peccati, e cioè il mio volto. Entra uno con in mano uno specchio Datemi quello specchio, e vi leggerò subito dentro. Riccardo prende lo specchio, e si scruta Niente rughe profonde ancora? Il dolore ha inferto tanti duri colpi a questa faccia, senza lasciarvi ferite più profonde? Specchio adula-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
Like to my followers in prosperity, Thou dost beguile me! Was this face the face That every day under his household roof Did keep ten thousand men? Was this the face That like the sun did make beholders wink? Is this the face which faced so many follies, That was at last outfaced by Bolingbroke? A brittle glory shineth in this face. As brittle as the glory is the face,
270
275
He shatters the glass For there it is, cracked in an hundred shivers. Mark, silent King, the moral of this sport: How soon my sorrow hath destroyed my face.
280
BOLINGBROKE
The shadow of your sorrow hath destroyed The shadow of your face. RICHARD Say that again: ‘The shadow of my sorrow’ — ha, let’s see. ’Tis very true: my grief lies all within, And these external manner of laments Are merely shadows to the unseen grief That swells with silence in the tortured soul. There lies the substance, and I thank thee, King, For thy great bounty that not only giv’st Me cause to wail, but teachest me the way How to lament the cause. I’ll beg one boon, And then be gone and trouble you no more. Shall I obtain it? BOLINGBROKE Name it, fair cousin.
285
290
RICHARD
Fair cousin? I am greater than a king; For when I was a king my flatterers Were then but subjects; being now a subject, I have a king here to my flatterer. Being so great, I have no need to beg. BOLINGBROKE Yet ask.
295
300
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
tore, anche tu, come i miei seguaci al tempo della prosperità, vuoi ingannarmi?186 È questo il volto di colui che ogni giorno, sotto il tetto di casa sua, alloggiava diecimila uomini? È questo il viso che, come il sole, faceva strizzare le palpebre a chi lo guardava?187 È questa la figura che si figurò tante stoltezze, e che alla fine è stata sfigurata da Bolingbroke?188 Un frammento di gloria brilla su questa faccia, e fragile come la gloria è questa faccia; Rompe lo specchio eccola, spezzettata in cento frammenti!189 Apprezza, silenzioso re, la morale di questa farsa190: di come ha fatto presto il mio dolore a distruggermi il volto. BOLINGBROKE
L’ombra del vostro dolore ha distrutto l’ombra del vostro viso191. RICCARDO
Dillo ancora! “L’ombra del mio dolore”; certo, vediamo! È verissimo. Il mio dolore è tutto interiore, e queste forme esteriori di lamenti sono pure ombre di un dolore invisibile che si rigonfia nel silenzio dell’anima torturata192. È questa la sostanza del problema, e ti ringrazio, re, per la tua grande generosità; non solo mi offri il motivo del lamento, ma mi insegni pure come lamentarmi del motivo. Imploro da te solo una grazia, e poi sparirò, e non sarò più di alcun disturbo. Me la concedi? BOLINGBROKE
Parla pure, amabile cugino. RICCARDO
Amabile cugino? Allora, sono più grande di un re! Perché quando ero re i miei adulatori non erano che i miei sudditi; e adesso che sono un suddito, ho qui un re per adulatore. Sono davvero grande, e quindi non ho bisogno di supplicare. BOLINGBROKE
Tuttavia, chiedete pure!
1521
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19/10/2017 18:26:41
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 4 SCENE 1
RICHARD And shall I have? BOLINGBROKE You shall. RICHARD Then give me leave to go. BOLINGBROKE Whither? RICHARD
Whither you will, so I were from your sights.
305
BOLINGBROKE
Go some of you, convey him to the Tower. RICHARD
O good, ‘convey’! Conveyors are you all, That rise thus nimbly by a true king’s fall. [Exit, guarded] BOLINGBROKE
On Wednesday next we solemnly set down34 Our coronation. Lords, prepare yourselves.
310
Exeunt all but the Abbot of Westminster, the Bishop of Carlisle, and Aumerle ABBOT OF WESTMINSTER
A woeful pageant have we here beheld. BISHOP OF CARLISLE
The woe’s to come, the children yet unborn Shall feel this day as sharp to them as thorn. AUMERLE
You holy clergymen, is there no plot To rid the realm of this pernicious blot?
315
309-310. On Wednesday next we solemnly set down / Our coronation. Lords, prepare yourselves. Così in F e in Q4. In Q1 i versi sono invece: Let it be so, and lo on wednesday next, / We solemnly proclaime our Coronation, / Lords be ready all = “Che sia così; e attenzione, il prossimo mercoledì proclameremo la nostra solenne incoronazione; signori, state pronti”. La prima frase – let it be so – è la risposta di Bolingbroke alla frase del vescovo di Carlisle – let it not be so – (v. 139) il quale si oppone alla deposizione di Riccardo, prima del taglio al v. 145. Il grado di variazione di questo punto è il massimo di tutto il testo; let it be so, and lo potrebbe essere una frase di riempimento, dopo il taglio nel testo, introdotta dagli attori, o dal licenser, oppure dai tipografi nella composizione del testo a stampa, oppure ancora il residuo di una versione andata perduta. 1522
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19/10/2017 18:26:41
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO IV SCENA 1
RICCARDO
E potrò ottenerlo? BOLINGBROKE
Ma certo! RICCARDO
Allora, datemi licenza di andarmene. BOLINGBROKE
E dove? RICCARDO
Ovunque vogliate, purché lontano dalla vostra vista. BOLINGBROKE
Qualcuno di voi lo conduca alla Torre! RICCARDO
Giusto! “Lo conduca”! Conduttori ladroni lo siete davvero193, svelti a fuggire dalla caduta di un re vero! [Esce, scortato dalle guardie] BOLINGBROKE
Decretiamo che la nostra incoronazione avrà luogo mercoledì prossimo. Signori, preparatevi! Escono tutti meno l’abate di Westminster, il vescovo di Carlisle e Aumerle ABATE DI WESMINSTER
A quale triste spettacolo abbiamo assistito!194 VESCOVO DI CARLISLE
La tristezza è tutta da venire; creature non ancora nate si sentiranno da oggi come da spine bucate! AUMERLE
Voi, santi uomini di chiesa, dite, nessuno nel reame può cancellare questa macchia infame?
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19/10/2017 18:26:41
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 1
ABBOT OF WESTMINSTER
My lord, before I freely speak my mind herein, You shall not only take the sacrament To bury mine intents, but also to effect Whatever I shall happen to devise. I see your brows are full of discontent, Your hearts of sorrow, and your eyes of tears. Come home with me to supper. I will lay A plot shall show us all a merry day. 5.1
320
Exeunt
Enter the Queen, with her Ladies
QUEEN
This way the King will come. This is the way To Julius Caesar’s ill-erected Tower, To whose flint bosom my condemnèd lord Is doomed a prisoner by proud Bolingbroke. Here let us rest, if this rebellious earth Have any resting for her true king’s queen.
5
Enter Richard [and guard] But soft, but see — or rather do not see — My fair rose wither. Yet look up, behold, That you in pity may dissolve to dew, And wash him fresh again with true-love tears. — Ah, thou the model where old Troy did stand! Thou map of honour, thou King Richard’s tomb, And not King Richard! Thou most beauteous inn: Why should hard-favoured grief be lodged in thee, When triumph is become an alehouse guest?
10
15
RICHARD
Join not with grief, fair woman, do not so, To make my end too sudden. Learn, good soul, To think our former state a happy dream, From which awaked, the truth of what we are Shows us but this. I am sworn brother, sweet, To grim necessity, and he and I Will keep a league till death. Hie thee to France,
20
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 1
ABATE DI WESTMINSTER
Mio signore, prima che io possa esprimere liberamente il mio pensiero, non solo farete la comunione giurando di non rivelare a nessuno le mie intenzioni, ma vi impegnerete anche a mettere in atto ogni mia proposta. Vedo il cruccio del vostro viso, il dolore del vostro cuore, il pianto dei vostri occhi. Venite a cena da me. Vi mostrerò un piano per non tenere la gioia più lontano!195 Escono V, 1
Entra la regina, con le sue dame196
REGINA
Dovrà passare di qui. È questa la strada verso la maledetta torre eretta da Giulio Cesare197, è nel suo seno di pietra che il mio signore è stato condannato dal tracotante Bolingbroke a restare prigioniero. Fermiamoci qui, sempre che questa terra rivoltosa conceda un po’ di riposo alla regina del vero re. Entra Riccardo [con una guardia] Ehi, un momento! Guardate – anzi no, cercate di non vederla – la mia splendida rosa appassita198. E invece sì, alzate gli occhi, osservate! Così la vostra pietà si scioglierà in rugiada, che la rinfrescherà con lacrime di sincero affetto. Povero corpo, modello delle rovine dell’antica Troia!199 Tu, immagine di onore, tu, tomba di re Riccardo, tu, che non sei più re Riccardo! Tu, che sei una splendida locanda, perché dovresti dare alloggio a un dolore tanto odioso, ora che il trionfo è divenuto cliente di una birreria?200 RICCARDO
Leggiadra signora, non ti unire al dolore, ti scongiuro, per accelerare la mia morte. Impara, anima gentile, a immaginare la nostra condizione precedente come un bel sogno, al cui risveglio la realtà di ciò che siamo si dimostra solo questa. Mia cara, io sono fratello di sangue della malasorte, e lei ed io saremo alleati fino alla morte.
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19/10/2017 18:26:41
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 1
And cloister thee in some religious house. Our holy lives must win a new world’s crown, Which our profane hours here have stricken down. 35
25
QUEEN
What, is my Richard both in shape and mind Transformed and weakenèd? Hath Bolingbroke Deposed thine intellect? Hath he been in thy heart? The lion dying thrusteth forth his paw And wounds the earth, if nothing else, with rage To be o’erpowered; and wilt thou, pupil-like, Take the correction, mildly kiss the rod, And fawn on rage with base humility, Which art a lion and the king of beasts?
30
RICHARD
A king of beasts indeed! If aught but beasts, I had been still a happy king of men. Good sometimes Queen, prepare thee hence for France. Think I am dead, and that even here thou tak’st, As from my death-bed, thy last living leave. In winter’s tedious nights, sit by the fire With good old folks, and let them tell thee tales Of woeful ages long ago betid; And ere thou bid goodnight, to quit their griefs Tell thou the lamentable fall of me,36 And send the hearers weeping to their beds; Forwhy the senseless brands will sympathize The heavy accent of thy moving tongue, And in compassion weep the fire out; And some will mourn in ashes, some coal black, For the deposing of a rightful king.
35
40
45
50
Enter the Earl of Northumberland
25. Stricken = “colpito” in F; in Q1-Q5 thrown = “gettato”. 44. Fall = “caduta”, in F; in Q1-Q5 tale = “racconto”; F collega la storia personale di Riccardo al genere storico e storico-drammaturgico elisabettiano della “caduta dei principi”. 1526
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19/10/2017 18:26:41
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 1
Corri in Francia, e rinchiuditi in un convento. Le nostre vite sante vinceranno una nuova corona non mondana, che le nostre stoltezze ci han finora tenuta lontana 201. REGINA
Cosa? Il mio Riccardo si è trasformato e indebolito sia nel corpo che nella mente? Bolingbroke ha forse deposto il tuo intelletto? È penetrato nel tuo cuore? Il leone morente alza la zampa, e ferisce la terra, se non altro, per la rabbia di essere sopraffatto202. E tu, come uno scolaretto, accetti la punizione, baci buono la verga, e blandisci il fustigatore umiliandoti vigliaccamente? Tu, tu che sei un leone, il re delle belve! RICCARDO
Re delle belve, veramente! Se non fossero stati delle belve, sarei ancora un felice re di uomini. Cara regina di un tempo andato, preparati a partire per la Francia. Immagina che io sia morto, e che in questo istante ti stia congedando dal letto di morte. Nelle lunghe, tediose notti d’inverno, siediti davanti al fuoco, in compagnia di qualche buon vecchio, e fatti raccontare storie di tristi eventi accaduti in passato203. E prima della buonanotte, per ricambiare le loro storie dolorose, narra a loro la mia lamentevole caduta, e mandali a letto in lacrime. Perché anche inanimati ceppi di legno percepiranno i gravi accenti della tua agile lingua, e per empatia faranno spegnere la loro fiamma; alcuni si metteranno in lutto facendosi cenere, altri nero carbone, per la deposizione di un re legittimo. Entra il conte di Northumberland
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19/10/2017 18:26:41
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 1
NORTHUMBERLAND
My lord, the mind of Bolingbroke is changed. You must to Pomfret, not unto the Tower. And, madam, there is order ta’en for you. With all swift speed you must away to France. RICHARD
Northumberland, thou ladder wherewithal The mounting Bolingbroke ascends my throne, The time shall not be many hours of age More than it is ere foul sin, gathering head, Shall break into corruption. Thou shalt think, Though he divide the realm and give thee half, It is too little helping him to all. He shall think that thou, which know’st the way To plant unrightful kings, wilt know again, Being ne’er so little urged another way, To pluck him headlong from the usurpèd throne. The love of wicked friends converts to fear,37 That fear to hate, and hate turns one or both To worthy danger and deservèd death.
55
60
65
NORTHUMBERLAND
My guilt be on my head, and there an end. Take leave and part, for you must part forthwith.
70
RICHARD
Doubly divorced! Bad men, you violate A twofold marriage: ’twixt my crown and me, And then betwixt me and my married wife. (To the Queen) Let me unkiss the oath ’twixt thee and me — And yet not so, for with a kiss ’twas made. Part us, Northumberland: I towards the north, Where shivering cold and sickness pines the clime;
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66. Friends = “amici”: così in F; in Q1-Q2 men = “uomini” (senso più generico, meno personalizzato). 1528
Shakespeare_Drammi storici.indb 1528
19/10/2017 18:26:41
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 1
NORTHUMBERLAND
Signore, Bolingbroke ha cambiato idea. Dovrete andare a Pomfret204, anziché alla Torre. E per voi, signora, c’è qui pronto un ordine di servizio: partirete immediatamente per la Francia205. RICCARDO
Northumberland, tu che sei la scala con cui l’arrampicatore Bolingbroke è asceso al mio trono206: non passerà molto tempo prima che il tuo orrendo peccato, come la punta infetta di un foruncolo, non farà scoppiare il pus. Allora penserai che se anche egli avesse diviso il regno dandotene la metà, sarebbe comunque troppo poco per l’aiuto che gli hai dato. Mentre lui penserà che tu, così bravo nell’insediare re usurpatori, sapresti benissimo come fare, appena stimolato verso un’altra direzione, per rovesciarlo dal trono usurpato. L’affetto tra amici malvagi si converte in paura, la paura in odio, e l’odio travolge o l’uno o l’altro, oppure entrambi, verso meritati pericoli e giusta morte. NORTHUMBERLAND
Che la mia colpa ricada sul mio capo, e basta! Salutatevi e congedatevi; perché ora dovete separarvi e partire. RICCARDO
Mi fate divorziare due volte! Uomini perfidi, voi violate un doppio matrimonio: quello tra me e la mia corona, e quello tra me e la mia consorte. (Rivolgendosi alla regina) Vorrei sciogliere con un bacio il nostro mutuo giuramento; ma forse no, perché con un bacio fu suggellato! Dunque separaci, Northumberland; io a nord, dove freddo gelido e malattie distruggono il paese; la mia regina in Francia, da
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 1
My queen to France, from whence set forth in pomp She came adornèd hither like sweet May, Sent back like Hallowmas or short’st of day.
80
QUEEN
And must we be divided? Must we part? RICHARD
Ay, hand from hand, my love, and heart from heart. QUEEN
Banish us both, and send the King with me. [NORTHUMBERLAND]
That were some love, but little policy. QUEEN
Then whither he goes, thither let me go.
85
RICHARD
So two together weeping make one woe. Weep thou for me in France, I for thee here. Better far off than, near, be ne’er the nea’er. Go count thy way with sighs, I mine with groans. QUEEN
So longest way shall have the longest moans.
90
RICHARD
Twice for one step I’ll groan, the way being short, And piece the way out with a heavy heart. Come, come, in wooing sorrow let’s be brief, Since, wedding it, there is such length in grief. One kiss shall stop our mouths, and dumbly part. Thus give I mine, and thus take I thy heart.
95
They kiss QUEEN
Give me mine own again. ’Twere no good part To take on me to keep and kill thy heart. They kiss So now I have mine own again, be gone, That I may strive to kill it with a groan.
100
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 1
dove, partita in grande pompa, giunse qui adorna come un dolce giorno di maggio207, e viene rispedita laggiù, triste come il giorno dei Santi o il solstizio d’inverno208. REGINA
Ma devono davvero dividerci? Dobbiamo separarci? RICCARDO
Sì, amore mio, mano dalla mano e cuore dal cuore. REGINA
Allora banditeci entrambi, e lasciate che il re venga con me. [NORTHUMBERLAND]
Sarebbe un gesto affettuoso, ma sbagliato sul piano politico. REGINA
Almeno permettetemi di andare ovunque vada lui. RICCARDO
Due che piangono insieme fanno un solo dolore. Tu piangerai per me in Francia; io qui, per te. Meglio essere lontani se, pur vicini, non possiamo mai stare insieme. Vai, conta i tuoi passi con i sospiri; io conterò i miei con i lamenti. REGINA
Sì, più lunga è la via, più i rincrescimenti! RICCARDO
Poiché il mio cammino è breve, farò due gemiti per ciascun passo, e così allungherò la strada con un peso sul cuore. Via, via! Cerchiamo di essere brevi nel corteggiare il dolore, giacché, sposandolo, si prolunga la sofferenza. Un bacio ci chiuderà la bocca, e ci separeremo in silenzio; io ti dono il mio, e tu mi doni il tuo cuore. Si baciano REGINA
Ma restituiscimi il mio!209 Non è bene volerlo solo per ucciderlo, il cuore. Si baciano Ora che ho di nuovo il mio, vai pure via, così potrò ucciderlo con un gemito.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 2
RICHARD
We make woe wanton with this fond delay. Once more, adieu. The rest let sorrow say. Exeunt [Richard, guarded, and Northumberland at one door, the Queen and her Ladies at another door] 5.2
Enter the Duke and Duchess of York
DUCHESS OF YORK
My lord, you told me you would tell the rest, When weeping made you break the story off, Of our two cousins’ coming into London. YORK
Where did I leave? At that sad stop, my lord, Where rude misgoverned hands from windows’ tops Threw dust and rubbish on King Richard’s head.
DUCHESS OF YORK
5
YORK
Then, as I said, the Duke, great Bolingbroke, Mounted upon a hot and fiery steed, Which his aspiring rider seemed to know, With slow but stately pace kept on his course, Whilst all tongues cried ‘God save thee, Bolingbroke!’ You would have thought the very windows spake, So many greedy looks of young and old Through casements darted their desiring eyes Upon his visage, and that all the walls With painted imagery had said at once, ‘Jesu preserve thee! Welcome, Bolingbroke!’ Whilst he, from the one side to the other turning, Bare-headed, lower than his proud steed’s neck, Bespake them thus: ‘I thank you, countrymen’, And thus still doing, thus he passed along.
10
15
20
DUCHESS OF YORK
Alack, poor Richard! Where rode he the whilst?
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 2
RICCARDO
Ci prendiamo gioco del tormento, con questo folle indugiare. Ancora addio, per il resto sarà il dolore a parlare. Escono [Riccardo, scortato dalle guardie, e Northumberland da una porta, la regina e le sue dame da un’altra] Entrano il duca e la duchessa di York210
V, 2
DUCHESSA DI YORK
Mio signore, mi avete detto, quando il pianto vi troncò le parole, che mi avreste raccontato il resto, sull’arrivo a Londra dei nostri due nipoti. YORK
Ah, sì! Dove mi sono interrotto? DUCHESSA DI YORK
Nel triste punto, mio signore, che mani brutali e inique gettavano polvere e immondizia dalle finestre sul capo di re Riccardo211. YORK
Allora, come vi dicevo, il duca, il grande Bolingbroke, in sella a un destriero fiero e focoso che ben sembrava intuire le intenzioni del suo ambizioso cavaliere, procedeva con passo lento e maestoso, mentre tutti gridavano “Dio ti salvi, Bolingbroke!” C’era da credere che parlassero perfino le finestre, tanti erano gli occhi avidi di giovani e vecchi, che dai battenti lanciavano sguardi appassionati sul suo volto, e che tutte le pareti tappezzate o dipinte dicessero all’unisono “Gesù ti protegga! Benvenuto, Bolingbroke”!212 E intanto lui, voltandosi da una parte all’altra, la testa scoperta più in basso del collo del suo gagliardo cavallo, rispondeva a tutti “Grazie, concittadini!”, e così procedeva nel suo percorso. DUCHESSA DI YORK
Ahimè, povero Riccardo! E intanto lui dov’era?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 2
YORK
As in a theatre the eyes of men, After a well-graced actor leaves the stage, Are idly bent on him that enters next, Thinking his prattle to be tedious, Even so, or with much more contempt, men’s eyes Did scowl on gentle Richard. No man cried ‘God save him!’ No joyful tongue gave him his welcome home; But dust was thrown upon his sacred head, Which with such gentle sorrow he shook off, His face still combating with tears and smiles, The badges of his grief and patience, That had not God for some strong purpose steeled The hearts of men, they must perforce have melted, And barbarism itself have pitied him. But heaven hath a hand in these events, To whose high will we bound our calm contents. To Bolingbroke are we sworn subjects now, Whose state and honour I for aye allow.
25
30
36
40
Enter the Duke of Aumerle DUCHESS OF YORK
Here comes my son Aumerle. YORK Aumerle that was; But that is lost for being Richard’s friend, And, madam, you must call him ‘Rutland’ now, I am in Parliament pledge for his truth And lasting fealty to the new-made King.
45
DUCHESS OF YORK
Welcome, my son. Who are the violets now That strew the green lap of the new-come spring? AUMERLE
Madam, I know not, nor I greatly care not. God knows I had as lief be none as one.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 2
YORK
Come a teatro, quando esce di scena l’attore preferito, lo sguardo degli spettatori si volge infastidito verso l’attore che entra dopo, aspettandosi solo un tedioso chiacchiericcio213, proprio così, o con disprezzo ancora maggiore, tutti guardavano accigliati il gentile Riccardo. Nessuno che gridasse “Dio lo salvi”. Nessuno che gli desse un gioioso “bentornato a casa”, solo polvere gettata sulla sua testa consacrata, e lui se la scuoteva di dosso con gesto di doloroso raccoglimento, il volto in lotta tra lacrime e sorrisi, segni della sua disperazione e della sua rassegnazione; non avesse Iddio, per qualche suo importante disegno, indurito a tal punto il cuore di quella gente, si sarebbero per forza addolciti, e anche la più truce barbarie lo avrebbe compatito. Ma in questi eventi è il cielo a decretare, e noi possiamo solo con calma aspettare. Giurammo a Bolingbroke completa deferenza, dobbiamo dunque piegarci alla sua magnificenza. Entra il duca di Aumerle DUCHESSA DI YORK
Ecco che arriva mio figlio Aumerle. YORK
Lo era, Aumerle; ma ha perso il titolo, per essere amico di Riccardo; perciò, signora, ora dovete chiamarlo Rutland. Ho garantito io in Parlamento per la sua lealtà e devozione al nuovo sovrano214. DUCHESSA DI YORK
Bentornato, figlio mio! Chi sono le nuove violette che cospargono il verde grembo della rinata primavera?215 AUMERLE
Non lo so, signora, e devo dire che me ne importa poco. Lo sa Iddio che non vorrei essere una di loro.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 2
YORK
Well, bear you well in this new spring of time, Lest you be cropped before you come to prime. What news from Oxford? Hold these jousts and triumphs?
50
AUMERLE
For aught I know, my lord, they do. YORK You will be there, I know. AUMERLE
If God prevent it not, I purpose so.
55
YORK
What seal is that that hangs without thy bosom? Yea, look’st thou pale? Let me see the writing. AUMERLE
My lord, ’tis nothing. No matter, then, who see it. I will be satisfied. Let me see the writing.
YORK
AUMERLE
I do beseech your grace to pardon me. It is a matter of small consequence, Which for some reasons I would not have seen.
60
YORK
Which for some reasons, sir, I mean to see. I fear, I fear! DUCHESS OF YORK What should you fear? ’Tis nothing but some bond that he is entered into For gay apparel ’gainst the triumph day.
65
YORK
Bound to himself? What doth he with a bond That he is bound to? Wife, thou art a fool. Boy, let me see the writing. AUMERLE
I do beseech you, pardon me. I may not show it.
70
YORK
I will be satisfied. Let me see it, I say.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 2
YORK
Però, comportatevi bene in questa nuova stagione, per non essere segato prima della maturazione! Che notizie da Oxford? Si terranno tutti questi tornei e trionfi? AUMERLE
Per quanto ne so io, signore, si faranno. YORK
Parteciperete anche voi, immagino. AUMERLE
Se Dio me lo concede, ci sarò. YORK
Che cos’è quel sigillo che ti pende dal petto?216 Come! Impallidisci? Fammi vedere la lettera. AUMERLE
Signore, non è nulla! YORK
A maggior ragione chiunque la può leggere. Voglio soddisfazione. Mostrami la lettera. AUMERLE
Imploro vostra grazia di perdonarmi. È una questione di scarsa importanza, ma ho buone ragioni per non farla vedere. YORK
E per altre buone ragioni, signore, intendo vederla. Ho grossi, grossi timori! DUCHESSA DI YORK
Che cosa dovreste temere? Sarà la ricevuta di un prestito per comprarsi un bel vestito per il torneo. YORK
E se la porta sempre con sé?217 Moglie mia, sei una sciocca. Forza ragazzo, dammi la lettera. AUMERLE
Vi prego, perdonatemi, ma non posso mostrarla. YORK
Esigo soddisfazione! Voglio vederla!
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 2
He plucks it out of Aumerle’s bosom, and reads it Treason, foul treason I Villain, traitor, slave! DUCHESS OF YORK What is the matter, my lord? YORK
Ho, who is within there? Saddle my horse. — God for his mercy, what treachery is here! DUCHESS OF YORK Why, what is it, my lord?
75
YORK
Give me my boots, I say. Saddle my horse. — Now by mine honour, by my life, my troth, I will appeach the villain. DUCHESS OF YORK What is the matter? YORK Peace, foolish woman.
80
DUCHESS OF YORK
I will not peace. What is the matter, son? AUMERLE
Good mother, be content. It is no more Than my poor life must answer. DUCHESS OF YORK Thy life answer? YORK
Bring me my boots. I will unto the King.
85
His man enters with his boots DUCHESS OF YORK
Strike him, Aumerle! Poor boy, thou art amazed. (To York’s man) Hence, villain! Never more come in my sight. YORK
Give me my boots, I say. Why, York, what wilt thou do? Wilt thou not hide the trespass of thine own? Have we more sons? Or are we like to have?
DUCHESS OF YORK
90
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 2
Strappa la lettera dal farsetto di Aumerle e la legge Tradimento, orrendo tradimento! Mascalzone, traditore, farabutto! DUCHESSA DI YORK
Che succede, mio signore? YORK
Ehi! Chi c’è di là? Sellatemi il cavallo! Pietà d’Iddio, questo sì che è un tradimento! DUCHESSA DI YORK
Ma che c’è, che c’è, mio signore? YORK
Datemi gli stivali, e sellatemi il cavallo! Giuro sul mio onore, la mia vita, la mia lealtà, che denuncerò questo farabutto. DUCHESSA DI YORK
Ma via, che succede? YORK
Stai zitta, stupida! DUCHESSA DI YORK
Non starò zitta! Che succede, figliolo? AUMERLE
Tranquilla, madre mia. È solo qualcosa di cui risponderò con la mia povera vita. DUCHESSA DI YORK
Risponderai con la vita? YORK
Portatemi gli stivali! Devo andare dal re. Entra il suo attendente con gli stivali DUCHESSA DI YORK
Colpiscilo, Aumerle! Povero ragazzo, sei sconvolto!218 (All’attendente) Via di qui, mascalzone! Non osare farti vedere mai più. YORK
Voglio i miei stivali! DUCHESSA DI YORK
Insomma York, che intendi fare? Non puoi coprire uno sbaglio di tuo figlio? Abbiamo forse altri figli?219 Possiamo averne? La mia
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 2
Is not my teeming date drunk up with time? And wilt thou pluck my fair son from mine age, And rob me of a happy mother’s name? Is he not like thee? Is he not thine own? YORK Thou fond, mad woman, Wilt thou conceal this dark conspiracy? A dozen of them here have ta’en the sacrament, And interchangeably set down their hands To kill the King at Oxford. DUCHESS OF YORK He shall be none. We’ll keep him here, then what is that to him?
95
100
YORK
Away, fond woman! Were he twenty times my son I would appeach him. DUCHESS OF YORK Hadst thou groaned for him As I have done thou wouldst be more pitiful. But now I know thy mind: thou dost suspect That I have been disloyal to thy bed, And that he is a bastard, not thy son. Sweet York, sweet husband, be not of that mind. He is as like thee as a man may be, Not like to me or any of my kin, And yet I love him. YORK Make way, unruly woman.
105
110
Exit [with his man] DUCHESS OF YORK
After, Aumerle! Mount thee upon his horse. Spur, post, and get before him to the King, And beg thy pardon ere he do accuse thee. I’ll not be long behind — though I be old, I doubt not but to ride as fast as York — And never will I rise up from the ground Till Bolingbroke have pardoned thee. Away, be gone!
115
Exeunt [severally]
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 2
vena di fertilità non è secca da anni? Vuoi strappare mio figlio alla mia vecchiaia, e defraudarmi del nome felice di madre? Non è forse tale e quale a te? Non è figlio tuo? YORK
Stolta, pazza donna! Vorresti nascondere questa turpe cospirazione? Una dozzina di loro hanno fatto un sacro giuramento, scambiandosi un documento firmato da tutti, per uccidere il re ad Oxford 220. DUCHESSA DI YORK
Ma lui non ci sarà! Lo tratterremo qui; perciò, che cosa possono fargli? YORK
Ma vattene, stupida! Fosse anche venti volte figlio mio, lo denuncerei comunque. DUCHESSA DI YORK
Se tu avessi sofferto per lui come ho sofferto io nel parto, avresti più pietà. Ma ora capisco il tuo pensiero; tu sospetti che io ti sia stata infedele, che lui sia un bastardo, non figlio tuo. Caro York, mio dolce marito, non pensarci nemmeno. Ti assomiglia come una goccia d’acqua, e non assomiglia a nessuno della mia famiglia; eppure io lo adoro! YORK
Fammi passare, donna testarda! Esce [con il suo attendente] DUCHESSA DI YORK
Corrigli dietro, Aumerle! Monta tu sul suo cavallo. Spronalo forte, corri veloce, e arriva prima di lui dal re; implora il perdono prima che lui possa accusarti. Io ti seguirò a breve distanza; per vecchia che io sia, non dubito di poter cavalcare al passo di York. E non mi alzerò da terra finché Bolingbroke non ti avrà perdonato. Avanti, vai! Escono [da lati opposti]
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 3
5.3
Enter Bolingbroke, crowned King Henry, with Harry Percy, and other nobles
KING HENRY
Can no man tell of my unthrifty son? ’Tis full three months since I did see him last. If any plague hang over us, ’tis he. I would to God, my lords, he might be found. Enquire at London ’mongst the taverns there, For there, they say, he daily doth frequent With unrestrainèd loose companions — Even such, they say, as stand in narrow lanes And beat our watch and rob our passengers — Which he, young wanton and effeminate boy, Takes on the point of honour to support So dissolute a crew.
5
10
HARRY PERCY
My lord, some two days since, I saw the Prince, And told him of these triumphs held at Oxford. KING HENRY And what said the gallant?
15
HARRY PERCY
His answer was he would unto the stews, And from the common’st creature pluck a glove, And wear it as a favour, and with that He would unhorse the lustiest challenger. KING HENRY
As dissolute as desperate. Yet through both I see some sparks of better hope, which elder days38 May happily bring forth.
20
Enter the Duke of Aumerle, amazed But who comes here? AUMERLE Where is the King?
21. Days: così in F; in Q1 years = “anni”, speranza meno ottimistica di ravvedimento del figlio scavezzacollo; ma days può anche essere una variante per eliminare la risonanza con here del verso 22. 1542
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 3
V, 3
Entra Bolingbroke, incoronato re Enrico, con Harry Percy e altri nobili 221
RE ENRICO
Qualcuno sa dirmi qualcosa di quello scavezzacollo di mio figlio?222 Sono tre mesi che non lo vedo. Se c’è una disgrazia che ci incombe addosso, è lui. In nome di Dio, signori, vorrei che lo trovaste. Cercatelo a Londra tra le taverne, perché mi dicono che quelle frequenta, con compagnie sfrenate e licenziose; tipi, mi dicono, che si annidano nei vicoli per picchiare le guardie o derubare i passanti; gentaglia dissoluta che lui, giovane scriteriato e indolente, si fa un punto d’onore di proteggere. HARRY PERCY
Mio signore, ho visto il principe due giorni fa, e gli ho parlato dei tornei di Oxford. RE ENRICO
E cosa ha detto quel bellimbusto? HARRY PERCY
Mi ha risposto che sarebbe andato in un bordello, a prendere un guanto della più volgare prostituta, metterselo al petto come un trofeo, e con quel dono disarcionare il cavaliere più prestante. RE ENRICO
Sconsiderato e sprezzante! E tuttavia intravedo in lui scintille di buon auspicio, che in futuro daranno buoni frutti. Entra il duca di Aumerle, sconvolto Ma… chi sta arrivando? AUMERLE
Dov’è il re?
1543
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 3
KING HENRY
What means our cousin that he stares and looks so wildly? AUMERLE (kneeling) God save your grace! I do beseech your majesty To have some conference with your grace alone. KING HENRY (to lords) Withdraw yourselves, and leave us here alone.
25
Exeunt all but King Henry and Aumerle What is the matter with our cousin now? AUMERLE
For ever may my knees grow to the earth, My tongue cleave to the roof within my mouth, Unless a pardon ere I rise or speak.
30
KING HENRY
Intended or committed was this fault? If on the first, how heinous e’er it be, To win thy after-love I pardon thee. AUMERLE (rising) Then give me leave that I may turn the key, That no man enter till my tale be done.
35
KING HENRY
Have thy desire. Aumerle locks the door. The Duke of York knocks at the door and crieth YORK (within)
My liege, beware! Look to thyself! Thou hast a traitor in thy presence there. King Henry draws his sword
KING HENRY (to Aumerle) Villain, I’ll make thee safe. AUMERLE
Stay thy revengeful hand! Thou hast no cause to fear. YORK (knocking within)
Open the door, secure foolhardy King! Shall I for love speak treason to thy face? Open the door, or I will break it open.
41
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 3
RE ENRICO
Cos’ha nostro cugino da guardare e gesticolare come un forsennato? AUMERLE (inginocchiandosi) Dio salvi vostra grazia! Imploro vostra maestà di concedermi un colloquio in privato. RE ENRICO (ai dignitari) Ritiratevi, lasciateci soli. Escono tutti tranne re Enrico e Aumerle Qual è il problema di nostro cugino? AUMERLE
Che le mia ginocchia restino incollate a terra, e la mia lingua appiccicata al palato223, se non otterrò il perdono prima di alzarmi, o di parlare. RE ENRICO
La tua colpa è stata solo pensata, o messa in atto? Nel primo caso, per quanto atroce sia, te la condono; purché la tua lealtà d’ora in poi sia assoluta, io ti perdono. AUMERLE (alzandosi) Permettetemi allora di chiudere la porta a chiave, finché non avrò finito il mio racconto. RE ENRICO
Fai pure. Aumerle chiude la porta. Il duca di York batte colpi sulla porta gridando YORK (dall’esterno)
Sire, attento! Stai in guardia! Davanti a te c’è un traditore! Re Enrico sguaina la spada RE ENRICO (a Aumerle)
Mascalzone, ti metto a posto io! AUMERLE
Frena la tua mano vendicatrice. Non hai motivo di temere. YORK (picchiando sulla porta)
Apri la porta, re ingenuo e dissennato! Devo essere costretto, per il mio affetto, a insultarti? Apri la porta, o la butto giù! 1545
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19/10/2017 18:26:43
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 3
[King Henry] opens the door. Enter the Duke of York KING HENRY
What is the matter, uncle? Speak, Recover breath, tell us how near is danger, That we may arm us to encounter it.
45
YORK
Peruse this writing here, and thou shalt know The treason that my haste forbids me show. He gives King Henry the paper AUMERLE
Remember, as thou read’st, thy promise past. I do repent me. Read not my name there. My heart is not confederate with my hand.
50
YORK
It was, villain, ere thy hand did set it down. I tore it from the traitor’s bosom, King. Fear, and not love, begets his penitence. Forget to pity him, lest pity prove A serpent that will sting thee to the heart.
55
KING HENRY
O, heinous, strong, and bold conspiracy! O loyal father of a treacherous son! Thou sheer, immaculate, and silver fountain, From whence this stream through muddy passages Hath held his current and defi led himself, Thy overflow of good converts to bad, And thy abundant goodness shall excuse This deadly blot in thy digressing son.
60
YORK
So shall my virtue be his vice’s bawd, And he shall spend mine honour with his shame, As thriftless sons their scraping fathers’ gold. Mine honour lives when his dishonour dies, Or my shamed life in his dishonour lies.
65
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 3
[Re Enrico] apre la porta. Entra il duca di York RE ENRICO
Che succede, zio? Parlate, riprendete fiato, diteci qual è il pericolo incombente, perché si possa fronteggiarlo. YORK
Dai un’occhiata a questa lettera, e subito saprai del tradimento, che per descriverlo la corsa forsennata mi è d’impedimento224. Dà la lettera a Enrico AUMERLE
Ricordati, mentre la leggi, la promessa che mi hai fatto. Sono veramente pentito. Non leggere il mio nome in quell’elenco; la mia anima non è d’accordo con quella firma. YORK
Lo era, mascalzone, quando hai firmato! Mio re, strappai la lettera dal petto del traditore. La paura, non il rispetto, genera la sua contrizione. Scordati di perdonarlo, perché la pietà può essere un serpente che ti morderà il cuore. RE ENRICO
Cospirazione scellerata, violenta, temeraria! E tu, padre leale di un figlio traditore! Tu, pura, immacolata, argentea fonte, da cui questo ruscello ha tenuto il suo corso tra secche fangose, intorbidandosi; straripando il bene fluisce verso il male, e solo l’abbondanza della tua bontà può compensare la fatale macchia di questo tuo figlio deviato. YORK
E allora la mia virtù sarà la mezzana del suo vizio, e lui dissiperà il mio onore insieme alla sua vergogna, come fanno i figli prodighi con l’oro accumulato dai padri. Il mio onore vive se muore il suo
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 3
Thou kill’st me in his life: giving him breath The traitor lives, the true man’s put to death. DUCHESS OF YORK (within) What ho, my liege, for God’s sake let me in!
70
KING HENRY
What shrill-voiced suppliant makes this eager cry? DUCHESS OF YORK (within)
A woman, and thy aunt, great King; ’tis I. Speak with me, pity me! Open the door! A beggar begs that never begged before.
75
KING HENRY
Our scene is altered from a serious thing, And now changed to ‘The Beggar and the King’. My dangerous cousin, let your mother in. I know she is come to pray for your foul sin.
80
Aumerle opens the door. Enter the Duchess of York YORK
If thou do pardon, whosoever pray, More sins for this forgiveness prosper may. This festered joint cut off, the rest rest sound. This let alone will all the rest confound. DUCHESS OF YORK (kneeling) O King, believe not this hard-hearted man. Love loving not itself, none other can.
85
YORK
Thou frantic woman, what dost thou make here? Shall thy old dugs once more a traitor rear? DUCHESS OF YORK
Sweet York, be patient. — Hear me, gentle liege. KING HENRY
Rise up, good aunt.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 3
disonore; oppure la mia vita infamata sarà colpa del suo disonore. Tu uccidi me lasciandolo in vita: se gli concedi di vivere, il traditore fiorisce, mentre il giusto perisce. DUCHESSA DI YORK (dall’esterno) Mio sovrano, vi prego, fatemi entrare, per l’amor di Dio! RE ENRICO
Di chi è questa voce stridula, che implora gridando tanto disperata? DUCHESSA DI YORK (dall’esterno) Di una donna, e tua zia, grande sovrano! Sono io! Parla con me, abbi pietà di me! Apri la porta! Ti supplica una che pur di non supplicare sarebbe morta! RE ENRICO
La scena è cambiata della nostra tragedia, e ora è “Il mendicante e il re”, una commedia. Mio temibile cugino, fai entrare tua madre, venuta qui a pregare per il tuo peccato mortale. Aumerle apre la porta. Entra la duchessa di York YORK
Non badare a chi è che prega; se concedi il perdono, molti peccati prospereranno per questo perdono. Un corpo resta sano, se tagli l’arto infetto; lascialo stare lì, e tutto va in difetto! DUCHESSA DI YORK (inginocchiandosi) O mio re, non prestare fede a quest’uomo dal cuore incallito! Un amore che non ama se stesso nel proprio figlio, non può voler bene a nessuno. YORK
Donna pazza, che sei venuta a fare? Vogliono i tuoi vecchi seni ancora un traditore allevare? DUCHESSA DI YORK
Mio caro York, abbi pazienza! E tu ascoltami, gentile sovrano! RE ENRICO
Alzatevi, cara zia!
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 3
Not yet, I thee beseech. Forever will I kneel upon my knees,39 And never see day that the happy sees, Till thou give joy, until thou bid me joy By pardoning Rutland, my transgressing boy. AUMERLE (kneeling) Unto my mother’s prayers I bend my knee. YORK (kneeling) Against them both my true joints bended be. Ill mayst thou thrive if thou grant any grace. DUCHESS OF YORK
90
95
DUCHESS OF YORK
Pleads he in earnest? Look upon his face. His eyes do drop no tears, his prayers are in jest. His words come from his mouth; ours from our breast. He prays but faintly, and would be denied; We pray with heart and soul, and all beside. His weary joints would gladly rise, I know; Our knees shall kneel till to the ground they grow. His prayers are full of false hypocrisy; Ours of true zeal and deep integrity. Our prayers do outpray his; then let them have That mercy which true prayer ought to have.
100
105
[KING HENRY]
Good aunt, stand up. Nay, do not say ‘Stand up’. Say ‘Pardon’ first, and afterwards ‘Stand up’. An if I were thy nurse, thy tongue to teach, ‘Pardon’ should be the first word of thy speech. I never longed to hear a word till now. Say ‘Pardon’, King. Let pity teach thee how. The word is short, but not so short as sweet; No word like ‘Pardon’ for kings’ mouths so meet.
DUCHESS OF YORK
110
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91. Kneel = “inginocchiarsi”, in F; in Q1 walk = “camminare”; oltre che più passionale, kneel è più performativo: la duchessa si è appena inginocchiata davanti al sovrano. 1550
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 3
DUCHESSA DI YORK
Non ancora, ti supplico! Camminerò sempre sui ginocchi, e mai giorno felice apparirà ai miei occhi, finché gioia non mi regalerai, perdonando Rutland, il mio figlio nei guai! AUMERLE (inginocchiandosi) Anch’io mi inginocchio, unendomi alle preghiere di mia madre. YORK (inginocchiandosi) E invece le mie fedeli ginocchia si piegano contro di loro. Non guadagnerai nulla da questo perdono. DUCHESSA DI YORK
Ma via! Supplica davvero sul serio? Guardatelo in faccia. Dai suoi occhi non scende una lacrima, le sue preghiere sono uno scherzo. Le sue parole vengono dalle labbra, mentre le nostre vengono dal cuore. Lui prega con voce debole, che merita un rifiuto; noi preghiamo col cuore, con l’anima, con tutto, per implorare aiuto. So che lui alzerebbe volentieri le sue stanche giunture, ma le nostre ginocchia resteranno piegate fino a saldarsi col terreno. Le sue preghiere sono false e menzognere; le nostre, profonde, autentiche, sincere. Le nostre preghiere valgono più delle sue; concedi dunque che ricevano la misericordia degna delle preghiere vere. [RE ENRICO]
Cara zia, alzatevi! DUCHESSA DI YORK
No! Non dire “alzatevi”. Dì prima, “Sì, io perdono”, e poi, “alzatevi”. Se fossi la tua balia, per darti della parola il dono, t’insegnerei per prima la parola “perdono”. Mai volli udire di più una parola, mio re: “perdono”; la pietà t’insegni a dirla ora. Parola breve, ma piena di dolcezza, “perdono” si addice alla regale altezza.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 3
YORK
Speak it in French, King: say ‘Pardonnez-moi’. DUCHESS OF YORK
Dost thou teach pardon pardon to destroy? Ah, my sour husband, my hard-hearted lord That sets the word itself against the word! Speak ‘Pardon’ as ’tis current in our land; The chopping French we do not understand. Thine eye begins to speak; set thy tongue there; Or in thy piteous heart plant thou thine ear, That hearing how our plaints and prayers do pierce, Pity may move thee ‘Pardon’ to rehearse.
120
126
KING HENRY
Good aunt, stand up. I do not sue to stand. Pardon is all the suit I have in hand.
DUCHESS OF YORK KING HENRY
I pardon him as God shall pardon me. [York and Aumerle rise] DUCHESS OF YORK
O, happy vantage of a kneeling knee! Yet am I sick for fear. Speak it again. Twice saying pardon doth not pardon twain, But makes one pardon strong. KING HENRY I pardon him With all my heart. DUCHESS OF YORK (rising) A god on earth thou art.
130
KING HENRY
But for our trusty brother-in-law and the Abbot, With all the rest of that consorted crew, Destruction straight shall dog them at the heels. Good uncle, help to order several powers To Oxford, or where’er these traitors are. They shall not live within this world, I swear, But I will have them if I once know where.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 3
YORK
Mio re, ditelo in francese: “Pardonnez-moi…”225 DUCHESSA DI YORK
Come! Gli insegni a dire “perdono”, per fargli negare il perdono? Ah, marito perfido, mio signore senza cuore, che metti la parola contro se stessa!226 Dì “io perdono” nel significato corrente in questo paese; noi non capiamo le asperità del francese. I tuoi occhi cominciano a parlare; adegua a loro la tua lingua. Oppure impianta l’orecchio nel tuo cuore pietoso: udendo come lo colpisca la mia supplica e lamento, la pietà ti faccia dire “perdono” in un momento! RE ENRICO
Cara zia, alzatevi! DUCHESSA DI YORK
Non ti ho implorato di farmi stare alzata; una supplica di perdono è quella che ti ho data. RE ENRICO
Io lo perdono, come un giorno Dio perdonerà me. [York e Aumerle si alzano] DUCHESSA DI YORK
Felice risorsa della genuflessione! Eppure, sto male per la paura. Dillo di nuovo. Dire due volte “io perdono” non significa fare in due il perdono, ma anzi, cementarlo. RE ENRICO
Lo perdono di tutto cuore. DUCHESSA DI YORK (alzandosi)
Tu sei un dio in terra! RE ENRICO
Ma quanto al mio degno cognato e l’abate di Westminster227, e tutto il resto della loro consorteria, morte e distruzione gli saranno presto alle calcagna. Caro zio, organizzate parecchie forze verso Oxford, od ovunque siano quei traditori. Non vivranno un minuto di più, lo giuro, non appena del loro rifugio sarò sicuro. Arriveder-
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 5
Uncle, farewell; and cousin, so adieu. Your mother well hath prayed; and prove you true. DUCHESS OF YORK
Come, my old son. I pray God make thee new. Exeunt [King Henry at one door; York, the Duchess of York, and Aumerle at another door] 5.4
Enter Sir Piers Exton, and his Men
EXTON
Didst thou not mark the King, what words he spake? ‘Have I no friend will rid me of this living fear?’ Was it not so? [FIRST] MAN Those were his very words. EXTON
‘Have I no friend?’ quoth he. He spake it twice, And urged it twice together, did he not? [SECOND] MAN He did.
5
EXTON
And speaking it, he wishtly looked on me, As who should say ‘I would thou wert the man That would divorce this terror from my heart’, Meaning the King at Pomfret. Come, let’s go. I am the King’s friend, and will rid his foe. 5.5
10 Exeunt
Enter Richard, alone
RICHARD
I have been studying how I may compare This prison where I live unto the world; And for because the world is populous, And here is not a creature but myself, I cannot do it. Yet I’ll hammer it out.
5
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 5
ci zio, addio cugino. Vostra madre ha saputo bene implorare. Sta ora a voi dimostrarvi leale. DUCHESSA DI YORK
Vieni, vecchio figlio mio!228 Prego Dio che faccia di te un uomo nuovo. Escono. [Re Enrico da una porta; York, la duchessa e Aumerle da un’altra] Entra sir Piers Exton, con i suoi uomini 229
V, 4 EXTON
Hai sentito bene il re, le parole che ha detto: “Non c’è un amico che mi possa liberare di questa eterna paura?”. Non ha detto proprio così? [PRIMO] UOMO
Così, tale e quale. EXTON
Ha detto, “non c’è un amico?”. L’ha detto due volte, ci insisteva, vero? [SECONDO] UOMO
Sì, certamente. EXTON
E mentre parlava, mi guardava fisso, come per dirmi: “Vorrei che fossi tu l’uomo capace di strapparmi dal cuore questo terrore”, e cioè il re prigioniero a Pomfret. Forza, andiamo. Siamo amici del re, e del suo nemico lo liberiamo. Escono V, 5
Entra Riccardo, da solo230
RICCARDO
Ho pensato e ripensato come confrontare con il mondo questa prigione dove vivo231; ma siccome il mondo è popoloso, e qui ci sono solo io, non ci riesco. Eppure devo farcela! Voglio provare che il
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 5
My brain I’ll prove the female to my soul, My soul the father, and these two beget A generation of still-breeding thoughts; And these same thoughts people this little world In humours like the people of this world. For no thought is contented. The better sort, As thoughts of things divine, are intermixed With scruples, and do set the faith itself40 Against the faith, as thus: ‘Come, little ones’, And then again, ‘It is as hard to come as for a camel To thread the postern of a small needle’s eye.’ Thoughts tending to ambition, they do plot Unlikely wonders: how these vain weak nails May tear a passage through the flinty ribs Of this hard world, my ragged prison walls; And for they cannot, die in their own pride. Thoughts tending to content flatter themselves That they are not the first of fortune’s slaves, Nor shall not be the last — like seely beggars, Who, sitting in the stocks, refuge their shame That many have, and others must, set there; And in this thought they find a kind of ease, Bearing their own misfortunes on the back Of such as have before endured the like. Thus play I in one person many people, And none contented. Sometimes am I king; Then treason makes me wish myself a beggar,41 And so I am. Then crushing penury Persuades me I was better when a king. Then am I kinged again, and by and by Think that I am unkinged by Bolingbroke,
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13-14. Set the faith itself / Against the faith: così in F; in Q1 invece di faith… faith c’è word…word, più aderente al passo evangelico parafrasato. 33. Treason: così in F; in Q1-Q5 il plurale treasons; il singolare di F personifica l’idea generale, astratta, del “tradimento”. 1556
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 5
cervello è la femmina dell’anima, essendo l’anima il maschio, e che questi due generano una moltitudine di pensieri che si riproducono all’infinito. E proprio questi pensieri popolano il mio piccolo mondo con mille caratteri, vari come gli esseri del mondo esterno. E nessun pensiero è contento di sé. Quelli migliori, i pensieri religiosi, sono disseminati di dubbi, e pongono un brano delle scritture in contraddizione con un altro; per esempio, “venite a me, piccoli”, e poi, invece, “è tanto difficile arrivare quanto per un cammello passare per la cruna di un ago”232. I pensieri che coltivano l’ambizione ordiscono meraviglie impossibili. Come posso pensare che le mie povere, fragili unghie si facciano un varco nelle costole pietrose di questo mio mondo impenetrabile, le pareti impervie della mia prigione? E proprio perché non possono farlo, muoiono con la loro stessa superbia. I pensieri tendenti all’ottimismo si lusingano di non essere né i primi né gli ultimi nella malasorte; fanno come i mendicanti semplicioni, i quali, messi alla gogna, cercano conforto alla vergogna nel pensare che tanta gente è stata lì, e altra ce ne starà; e in questo pensiero trovano un certo sollievo, sostenendo il peso delle proprie disgrazie sulla schiena di quelli che hanno patito la stessa sorte prima di loro. È così che da solo recito la parte di molti personaggi, ma nessuno è contento di sé233 . Ora sono un re, ma i tradimenti mi spingono a desiderare di essere un mendicante e lo divento davvero, ora la devastante povertà mi induce a pensare che stavo meglio quando ero re, e allora eccomi di nuovo re; poi però penso di venire spodestato da Bolingbroke, e subito mi sento
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 5
And straight am nothing. But whate’er I be, Nor I, nor any man that but man is, With nothing shall be pleased till he be eased With being nothing.
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The music plays Music do I hear. Ha, ha; keep time! How sour sweet music is When time is broke and no proportion kept. So is it in the music of men’s lives. And here have I the daintiness of ear To check time broke in a disordered string; But for the concord of my state and time Had not an ear to hear my true time broke. I wasted time, and now doth time waste me, For now hath time made me his numb’ring clock. My thoughts are minutes, and with sighs they jar Their watches on unto mine eyes, the outward watch Whereto my finger, like a dial’s point, Is pointing still in cleansing them from tears. Now, sir, the sounds that tell what hour it is Are clamorous groans that strike upon my heart, Which is the bell. So sighs, and tears, and groans Show minutes, hours, and times. But my time Runs posting on in Bolingbroke’s proud joy, While I stand fooling here, his jack of the clock. This music mads me. Let it sound no more, For though it have holp madmen to their wits, In me it seems it will make wise men mad.
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[The music ceases] Yet blessing on his heart that gives it me, For ’tis a sign of love, and love to Richard 42 Is a strange brooch in this all-hating world.
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65. ‘Tis a sign of love = “è un segno d’amore”, in F e Q2; in Q1 l’omofono verbo assign = “denota”, o “designa” (amore); il senso non cambia, ma il messaggio di F appare più forte, intimistico e passionale. 1558
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 5
una nullità. Ma chiunque io sia, né io, né nessun altro che sia solo un uomo, in nulla troverà soddisfazione finché non si sentirà pago di essere un nulla 234. Suono di musica Sento della musica. Attenzione, andate a tempo! Diventa sgradevole anche la musica più bella, quando si perde il tempo e non si mantiene l’armonia. È così anche nella musica della vita. Qui ho un orecchio abbastanza fine per castigare il tempo sbagliato di una corda stonata; eppure, per il ritmo e l’armonia del mio regno, non ebbi orecchio per sentire che la misura era sbagliata. Ho sprecato il mio tempo, e ora il tempo sciupa me, poiché il tempo ha fatto di me un orologio meccanico. I miei pensieri sono i minuti, che di sospiro in sospiro scandiscono il moto del pendolo del tempo, ruotando verso i miei occhi, quadrante esterno verso il quale il mio dito, come una lancetta, punta sempre, per detergerli dalle lacrime235. Capite, signore, i suoni che cadenzano le ore sono i rumorosi lamenti che battono sulla campana del mio cuore. E perciò sospiri, lacrime e gemiti indicano i minuti, le ore, il fluire del tempo. Solo che il mio tempo segue il ritmo accelerato della grande fortuna di Bolingbroke; ed io, il suo automa dell’orologio236, son qui a farneticare. Questa musica mi fa impazzire. Fatela cessare! Perché se è vero che ha aiutato tanti pazzi a rinsavire237, con me pare che farà ammattire i savi. [Cessa la musica] Però, sia benedetto chi me l’ha offerta, poiché è un segno di affetto, e per Riccardo l’amore è un gioiello raro, in questo mondo pieno di odio.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 5
Enter a Groom of the stable GROOM
Hail, royal Prince! Thanks, noble peer. The cheapest of us is ten groats too dear. What art thou, and how com’st thou hither, Where no man never comes but that sad dog That brings me food to make misfortune live?
RICHARD
70
GROOM
I was a poor groom of thy stable, King, When thou wert king; who, travelling towards York, With much ado at length have gotten leave To look upon my sometimes royal master’s face. O, how it erned my heart when I beheld In London streets, that coronation day, When Bolingbroke rode on roan Barbary, That horse that thou so often hast bestrid, That horse that I so carefully have dressed!
75
80
RICHARD
Rode he on Barbary? Tell me, gentle friend, How went he under him? GROOM
So proudly as if he disdained the ground. RICHARD
So proud that Bolingbroke was on his back. That jade hath eat bread from my royal hand; This hand hath made him proud with clapping him. Would he not stumble, would he not fall down — Since pride must have a fall — and break the neck Of that proud man that did usurp his back? Forgiveness, horse! Why do I rail on thee, Since thou, created to be awed by man, Wast born to bear? I was not made a horse, And yet I bear a burden like an ass, Spur-galled and tired by jauncing Bolingbroke.
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Enter Keeper to Richard, with meat 1560
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 5
Entra uno stalliere STALLIERE
Salve a voi, principe reale. RICCARDO
Grazie, mio nobile pari. A quello tra noi due che vale di meno, attribuisci un valore di troppo238. Chi sei, e perché vieni qui, dove non viene nessuno, se non quel poveraccio che mi porta il cibo per prolungare la mia disgrazia? STALLIERE
Mio re, ero un tuo povero stalliere, quando tu eri il re; e viaggiando verso York, con molta fatica ho ottenuto il permesso di venire a vedere il mio vecchio padrone. Come mi ferì il cuore, quando ti vidi per le strade di Londra, il giorno dell’incoronazione, mentre Bolingbroke cavalcava il berbero, quello che tante volte tu hai montato, e che io strigliavo con tanta cura! RICCARDO
Cavalcava il berbero? Dimmi, buon amico, come si comportava il cavallo sotto di lui? STALLIERE
Fiero, sprezzante del suolo. RICCARDO
Fiero, perché Bolingbroke gli stava in groppa. Da puledro, mangiava dalla mia regale mano. La stessa mano che lo accarezzava, facendolo inarcare orgoglioso. Ma perché non è inciampato, perché non è caduto – sì, anche la fierezza merita una caduta!239 – spezzando il collo al traditore che usurpava il suo dorso? Perdonami, cavallo! Perché me la prendo con te, quando tu, creato per servire l’uomo, sei nato per sopportarne il peso? Io non nacqui cavallo, eppure porto pesi come un asino, pungolato a sangue e spossato da uno sfrenato Bolingbroke. Entra il carceriere portando il cibo a Riccardo
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19/10/2017 18:26:44
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 5
KEEPER (to Groom)
Fellow, give place. Here is no longer stay.
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RICHARD (to Groom)
If thou love me, ’tis time thou wert away. GROOM
What my tongue dares not, that my heart shall say. Exit KEEPER
My lord, will’t please you to fall to? RICHARD
Taste of it first, as thou art wont to do. KEEPER
My lord, I dare not. Sir Piers of Exton, Who lately came from the King, commands the contrary. RICHARD (striking the Keeper) The devil take Henry of Lancaster and thee! Patience is stale, and I am weary of it. KEEPER Help, help, help!
100
Exton and his men rush in RICHARD
How now! What means death in this rude assault? He seizes a weapon from a man, and kills him Villain, thy own hand yields thy death’s instrument. He kills another Go thou, and fill another room in hell.
107
Here Exton strikes him down RICHARD
That hand shall burn in never-quenching fire That staggers thus my person. Exton, thy fierce hand Hath with the King’s blood stained the King’s own land. Mount, mount, my soul; thy seat is up on high, Whilst my gross flesh sinks downward, here to die.
110
He dies 1562
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19/10/2017 18:26:44
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 5
CARCERIERE (allo stalliere)
Amico, levati di torno. Non puoi restare qui. RICCARDO (allo stalliere)
Se mi vuoi bene, vattene da qui. STALLIERE
Non posso parlare, ma il mio cuore è qui! Esce CARCERIERE
Signore, volete mangiare? RICCARDO
Fai come sempre, lo vuoi assaggiare?240 CARCERIERE
Signore, non posso farlo. Sir Piers Exton, inviato recentemente dal re, ha ordinato il contrario. RICCARDO (colpendo il carceriere) Il diavolo si prenda Lancaster e te! La mia pazienza è durata troppo, non ne posso più! CARCERIERE
Aiuto! Aiuto! Aiuto! Irrompono Exton e i suoi uomini RICCARDO
Allora? Questo violento assalto vuol dire morte? Strappa l’arma a un uomo e lo uccide Canaglia, la tua stessa mano impugna lo strumento della tua morte. Ne uccide un altro Vattene anche tu, a riempire una stanza dell’inferno! Ora Exton lo colpisce a morte RICCARDO
Brucerà nel fuoco eterno la mano che mi fa barcollare così! Exton, la tua feroce mano ha macchiato del sangue del re proprio la terra del re. Sali, sali, anima mia! Il tuo posto è lassù, la carne grossolana affonda e muore quaggiù! Muore241
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19/10/2017 18:26:44
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 6
EXTON
As full of valour as of royal blood. Both have I spilt. O, would the deed were good! For now the devil that told me I did well Says that this deed is chronicled in hell. This dead King to the living King I’ll bear. Take hence the rest, and give them burial here.
115
Exeunt [Exton with Richard’s body at one door, and his men with the other bodies at another door] 5.6
[Flourish.] Enter King Henry and the Duke of York, [with other lords and attendants]
KING HENRY
Kind uncle York, the latest news we hear Is that the rebels have consumed with fire Our town of Ci’cester in Gloucestershire; But whether they be ta’en or slain we hear not. Enter the Earl of Northumberland Welcome, my lord. What is the news?
5
NORTHUMBERLAND
First, to thy sacred state wish I all happiness. The next news is, I have to London sent The heads of Salisbury, Spencer, Blunt, and Kent.43 The manner of their taking may appear At large discoursèd in this paper here.
10
He gives the paper to King Henry KING HENRY
We thank thee, gentle Percy, for thy pains, And to thy worth will add right worthy gains. 8. Salisbury, Spencer, Blunt: così in F; in Q1 Oxford, Salisbury, Blunt, e in Q2 Oxford, Salisbury; il nome di Oxford in Q1 e Q2 è un errore sul piano storico, perché il conte di Oxford, Aubrey de Vere, non si compromise nel complotto contro Enrico IV; l’errore può essere di Shakespeare, che ha emendato se stesso, come dimostrerebbe F. 1564
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19/10/2017 18:26:44
LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 6
EXTON
Pieno di valore, come di sangue regale; e io li ho versati entrambi. Se almeno questo mio atto portasse del bene! Quel diavolo che mi disse che era giusto agire, adesso nell’inferno mi farà finire! Porterò io il re morto al re vivo. Voi portate via gli altri, e fateli seppellire qui a Pomfret. Escono [Exton con il corpo di Riccardo da una porta, i suoi uomini con gli altri cadaveri da un’altra] V, 6
[Squillo di tromba]. Entrano re Enrico e il duca di York [con altri nobili e il seguito]242
RE ENRICO
Caro zio York, le ultime notizie sono che i ribelli hanno distrutto col fuoco la nostra città di Cirencester, nel Gloucestershire; ma non sappiamo se siano stati presi o uccisi. Entra il conte di Northumberland Benvenuto, signore. Che novità ci sono? NORTHUMBERLAND
Anzitutto, auguro alla vostra sacra maestà tutto il bene possibile. La notizia è che ho fatto mandare a Londra le teste di Salisbury, Spencer, Blunt e Kent. Leggete come se ne sono andati, nei lunghi resoconti a voi inviati. Dà un foglio a re Enrico RE ENRICO
Grazie, gentile Percy, per quel che fai; e scoprirai che benefici avrai!
1565
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19/10/2017 18:26:44
THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 6
Enter Lord Fitzwalter FITZWALTER
My lord, I have from Oxford sent to London The heads of Brocas and Sir Bennet Seely, Two of the dangerous consorted traitors That sought at Oxford thy dire overthrow.
15
KING HENRY
Thy pains, Fitzwalter, shall not be forgot. Right noble is thy merit, well I wot. Enter Harry Percy, with the Bishop of Carlisle, guarded HARRY PERCY
The grand conspirator Abbot of Westminster, With clog of conscience and sour melancholy, Hath yielded up his body to the grave. But here is Carlisle living, to abide Thy kingly doom and sentence of his pride. KING HENRY Carlisle, this is your doom. Choose out some secret place, some reverent room More than thou hast, and with it joy thy life. So as thou liv’st in peace, die free from strife. For though mine enemy thou hast ever been, High sparks of honour in thee have I seen.
20
25
Enter Exton with [his men bearing] the coffin EXTON
Great King, within this coffin I present Thy buried fear. Herein all breathless lies The mightiest of thy greatest enemies, Richard of Bordeaux, by me hither brought.
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KING HENRY
Exton, I thank thee not, for thou hast wrought A deed of slander with thy fatal hand Upon my head and all this famous land.
35
EXTON
From your own mouth, my lord, did I this deed.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 6
Entra Lord Fitzwalter FITZWALTER
Sire, ho fatto mandare da Oxford a Londra le teste di Brocas e di sir Bennet Seely, due dei peggiori cospiratori che proditoriamente tentarono a Oxford di rovesciare il vostro potere. RE ENRICO
Fitzwalter, il tuo zelo non sarà dimenticato, il tuo nobile merito verrà ben valutato. Entra Harry Percy, con il vescovo di Carlisle accompagnato dalle guardie HARRY PERCY
Quel grande cospiratore, l’abate di Westminster, sotto il peso della coscienza e di una terribile depressione, ha appena consegnato il corpo alla tomba. Ma qui c’è Carlisle, ancora vivo e vegeto, ad aspettare la sentenza regale del suo protervo malaffare. RE ENRICO
Carlisle, ecco la tua sentenza. Cercati un luogo segreto, un ritiro religioso più rispettabile della cella in cui vivi ora, e lì goditi la vita. Se vivrai in pace, non avrai noie; nemico mi sei sempre stato, ma segni d’onore ho in te trovato. Entra Exton con [i suoi uomini che portano] la bara EXTON
Sire, con questa bara ti offro la fine delle tue paure. Qui giace senza vita il peggiore dei tuoi nemici, Riccardo di Bordeaux, che ti ho portato. RE ENRICO
No, Exton, non ti ringrazio, perché hai operato con mano assassina contro di me e il mio potentato. EXTON
Signore, lessi il comando dalle vostre labbra.
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ACT 5 SCENE 6
KING HENRY
They love not poison that do poison need; Nor do I thee. Though I did wish him dead, I hate the murderer, love him murderèd. The guilt of conscience take thou for thy labour, But neither my good word nor princely favour. With Cain go wander through the shades of night, And never show thy head by day nor light.
40
[Exeunt Exton and his men] Lords, I protest my soul is full of woe That blood should sprinkle me to make me grow. Come mourn with me for what I do lament, And put on sullen black incontinent. I’ll make a voyage to the Holy Land To wash this blood off from my guilty hand. March sadly after. Grace my mournings here In weeping after this untimely bier.
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Exeunt [with the coffin]
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, ATTO V SCENA 6
RE ENRICO
Non ama il veleno, chi del veleno abbia bisogno. Ed io non amo te. Sì, lo volevo morto, ma odio l’assassino che ha commesso il torto, e amo chi è stato estinto. Sia il rimorso ricompensa della tua impresa, da me non avrai né buone parole né regale intesa. Vai con Caino a vagare nell’ombra, e non mostrare il viso quando la luce torna 243. Escono Exton e i suoi uomini Signori, ho l’anima piena di dolore, lo giuro: per me il sangue versato è futuro assicurato. Vi prego di unirvi ai miei lamenti, e di mettervi subito indosso neri indumenti. Andrò in Terra Santa, assai lontano, a purificare questa sanguinaria mano244. Marciamo in mestizia portando una croce, piangendo dietro a questa bara precoce245. Escono [con il feretro]
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ADDITIONAL PASSAGES
ADDITIONAL PASSAGES
The following passages of four lines or more appear in the 1597 Quarto but not the Folio; Shakespeare probably deleted them as part of his limited revisions to the text.
A. AFTER 1.3.127 And for we think the eagle-wingèd pride Of sky-aspiring and ambitious thoughts With rival-hating envy set on you To wake our peace, which in our country’s cradle Draws the sweet infant breath of gentle sleep,
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B. AFTER 1.3.235 O, had’t been a stranger, not my child, To smooth his fault I should have been more mild. A partial slander sought I to avoid, And in the sentence my own life destroyed.
C. AFTER 1.3.256 BOLINGBROKE
Nay, rather every tedious stride I make Will but remember what a deal of world I wander from the jewels that I love. Must I not serve a long apprenticehood To foreign passages, and in the end, Having my freedom, boast of nothing else But that I was a journeyman to grief?
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, AGGIUNTE AL TESTO
AGGIUNTE AL TESTO
I seguenti brani di quattro o più versi compaiono nel primo in-quarto del 1597 (Q1), ma non nell’in-folio. È probabile che Shakespeare li abbia cancellati in una parziale revisione del testo.
A. Dopo I, 3, 127 e poiché pensiamo che la superbia, ala aquilina di pensieri troppo ambiziosi, e odio, rivalità, invidia troppo accesi possano disturbare quella pace che nella culla del nostro paese fa dormire tranquilli i bambini,
B. Dopo I, 3, 235 Ah! Fosse un estraneo, e non mio figlio, sarei stato più benevolo verso la sua colpa. Ho voluto evitare il sospetto di parzialità, e così in quella sentenza ho distrutto la mia stessa vita.
C. Dopo I, 3, 256 BOLINGBROKE
No! Quanto più camminerò, tanto più non potrò scordare che un intero mondo mi separa dai gioielli dei miei affetti. Non dovrò forse sostenere un lungo apprendistato in paesi stranieri, e alla fine, riottenuta la libertà, vantarmi solo di aver terminato il tirocinio del dolore?
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ADDITIONAL PASSAGES
JOHN OF GAUNT
All places that the eye of heaven visits Are to a wise man ports and happy havens. Teach thy necessity to reason thus: There is no virtue like necessity. Think not the King did banish thee, But thou the King. Woe doth the heavier sit Where it perceives it is but faintly borne. Go, say I sent thee forth to purchase honour, And not the King exiled thee; or suppose Devouring pestilence hangs in our air And thou art flying to a fresher clime. Look what thy soul holds dear, imagine it To lie that way thou goest, not whence thou com’st. Suppose the singing birds musicians, The grass whereon thou tread’st the presence strewed, The flowers fair ladies, and thy steps no more Than a delightful measure or a dance; For gnarling sorrow hath less power to bite The man that mocks at it and sets it light.
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20
25
D. AFTER 3.2.28 The means that heavens yield must be embraced And not neglected; else heaven would, And we will not: heaven’s offer we refuse, The proffered means of succour and redress.
E. AFTER 4.1.50 ANOTHER LORD
I task the earth to the like, forsworn Aumerle, And spur thee on with full as many lies As may be hollowed in thy treacherous ear
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, AGGIUNTE AL TESTO
JOHN OF GAUNT
Ogni luogo visitato dall’occhio del cielo è un porto sicuro e sereno per l’uomo saggio. Insegna alla tua attuale condizione a ragionare così: non c’è virtù pari alla capacità di adattamento. Non pensare che il re ti abbia esiliato, ma che tu abbia bandito lui. Il dolore si installa con più forza dove sa di essere sopportato a fatica. Vai, di’ a tutti che ti ho inviato io a farti onore, non che il re ti ha mandato in esilio. Oppure immagina che incomba una terribile pestilenza, e che tu vada cercando un’aria più salubre. Ricerca solo quel che ti è più caro nell’anima, e raffigurati di trovarlo nel cammino che intraprendi, non nel luogo da cui provieni. Prova a immaginare che gli uccelli che cantano siano dei musicisti, e che l’erba che calpesti sia paglia cosparsa nella sala del trono, che i fiori siano gentili dame, e i tuoi passi movimenti di una danza aggraziata. Poiché il ringhio del dolore non morde chi ne irride il terrore!
D. Dopo III, 2, 28 I mezzi che il cielo ci concede devono essere accolti, non dimenticati; non possiamo non fare ciò che il cielo ci invita a fare; rifiutassimo il soccorso del cielo, sarebbe come spregiare l’aiuto e i rimedi a noi concessi.
E. Dopo IV, 1, 50 UN ALTRO LORD
Prenditi anche il mio guanto, Aumerle, spergiuro che non sei altro. E ti sbatto in faccia tante smentite quante il tuo orecchio
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THE TRAGEDY OF KING RICHARD II, ADDITIONAL PASSAGES
From sun to sun. There is my honour’s pawn. Engage it to the trial if thou darest.
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He throws down his gage AUMERLE
Who sets me else? By heaven, I’ll throw at all. I have a thousand spirits in one breast To answer twenty thousand such as you.
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LA TRAGEDIA DI RE RICCARDO II, AGGIUNTE AL TESTO
traditore possa sentirne da mane a sera. Ecco qui il pegno del mio onore. È la mia sfida, se ne hai il coraggio! (Getta a terra il guanto di sfida). AUMERLE
Chi altri mi lancia una sfida? Perdio, le raccolgo tutte! Nel mio cuore ho tanto coraggio da sfidarne ventimila come voi!
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The Life and Death of King John Vita e morte di re Giovanni Testo inglese a cura di JOHN JOWETT Nota introduttiva, traduzione e note di ROSSELLA CIOCCA
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Nota introduttiva
Un dramma-coacervo Vita e morte di re Giovanni è un dramma irregolare, con tratti di incoerenza, e più di un guizzo di genialità. Si tratta in effetti di un testo frammentario e sbilanciato: da un lato eccessivo e strabordante, dall’altro ellittico e persino omissivo. Sia a livello strutturale, che tematico e stilistico, le sue singole parti risultano più significative ed efficaci del tutto. Un tutto che si presenta nel complesso disorganico e ineguale, spesso affascinante anche se non pienamente convincente. Se si parla di parti recitate, ce ne sono alcune possenti; nel repertorio teatrale tradizionale vi figurano alcuni dei ruoli più ambiti, ma non emerge un protagonista assoluto, e figure prominenti con picchi di intensità espressiva attraversano la scena come meteore, sfavillando di istrionico fulgore e svanendo dall’azione senza lasciare traccia. È questo il caso delle due formidabili rivali femminili, Eleonora e soprattutto Costanza, protagoniste di energici scambi d’invettive e di varie scene madri, la cui morte avviene fuori scena, annunciata da non più che uno sbrigativo commento. È in parte anche il caso di Arturo, giovane orfano, eroe dell’acme tragica, che riesce a sopravvivere per morire quasi accidentalmente poco dopo, mentre la storia inesorabilmente prosegue e vira verso altre destinazioni drammaturgiche. Anche a livello dei temi, l’estrema ricchezza di spunti storici, politici, religiosi, morali e di costume compongono un ordito in cui non si riesce a cogliere con chiarezza inequivoca un motivo unificante o predominante. Il dramma è stato letto in chiave protestante valorizzando l’enfasi patriottica, o come tragedia familiare e degli affetti, come 1579
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI
riflessione sulla sovranità, come ritratto disincantato della lotta per il potere, e in tanti altri modi variandone gli accenti dal patetico al grottesco, dall’eroico al cinico a seconda delle epoche e delle sensibilità. A livello formale, abbondano i giochi di parole costruiti soprattutto su insistite ripetizioni e slittamenti semantici che progressivamente innescano veri e propri turbini retorici. Molte delle lunghe battute presentano una sintassi estremamente complessa, piena di anacoluti ed ellissi. Barocchismi e arguzie producono un eufuismo estremamente concettoso, con effetti magniloquenti o burleschi, talvolta solo artificiosi. Nel complesso né l’enfasi né la ricercatezza riescono a elevare lo spartito retorico a un livello genuinamente poetico, mentre l’efficacia melodrammatica di alcuni passi non è in grado di trasformare l’intero dramma in una vera tragedia. Il motivo della ripetizione travalica il piano formale: la si ritrova sia a livello di struttura, con le reiterate incoronazioni di Giovanni, sia sul piano delle riflessioni e dei simboli, quando ad esempio i nobili, stigmatizzando il “doppio fasto” attribuito a “un titolo già ricco”, giudicano la replica del rito solo “sperpero e ridicolo eccesso”(IV, 2, 9-16). In effetti il dramma è spesso in bilico tra un’esuberanza espressiva che rasenta la prolissità e una sintassi narrativa contratta e a tratti lacunosa. A livello storico, la selezione e la sovrapposizione degli accadimenti è piuttosto disinvolta, in più le vicende trattate sono isolate in un vacuum che non si giova della continuità del ciclo. Diversamente dalle due tetralogie per le quali il singolo dramma e l’intera serie stanno in un rapporto di reciproco rafforzamento di senso, in questo play tutte le varie questioni sollevate si risolveranno piuttosto frettolosamente grazie a uno sconosciuto giovane erede, mai precedentemente menzionato, che raccoglie con insospettato pathos l’eredità di uno scettro sulla cui legittimità buona parte del dramma si era andata interrogando. In questo senso non stupisce la defi nizione del Re Giovanni come ‘bastardo drammaturgico’ (Baldo), complessivamente sbilanciato ma pieno d’inventiva e di vigore, un po’ come la figura forse più originale del dramma: Filippo, figlio naturale di Riccardo Cuor di Leone. Memore della tradizione medievale, il Bastardo partecipa della natura del Vizio (Vice), di cui recupera l’anima performativa. In termini di energia espressiva, il personaggio esibisce un eloquio istrionico e imper1580
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NOTA INTRODUTTIVA
tinente, denunciando la vuota retorica dei proclami di principio e lo sfoggio di magniloquenza, scegliendo l’impudenza e l’irrisione come nella sequenza della ‘pelle di vitello’, ma anche l’auto-ironia, come nell’auto-disvelamento della propria condizione di bastardo o della propria, repentinamente acquisita, nobiltà di rango. Il suo è un controcanto continuo alle convenzioni del dialogo drammatico colto, in cui introduce sia il wit del cortigiano che la visione deformante e rivelatrice del buffone. Ma il personaggio appartiene anche alla tipologia dell’individualista ambizioso, dell’uomo nuovo in grado di coniugare desiderio di avanzamento e capacità di volgere a proprio favore situazioni critiche come quando partecipa, con assoluta disinvoltura morale, alla razzia dei monasteri. La sua è anche una fi gura di combattente eroico e patriottico, più nazionalista di tutti nell’esaltazione vibrante dell’amor di patria. Pur autodenunciandosi come opportunista, è l’unico a opporsi alla pace di convenienza tra Francia e Inghilterra (“Pazzo mondo, pazzi re, e pazza intesa!” II, 1, 562); quando Giovanni cede allo sconforto cerca di esortarlo alla grandezza del suo ruolo di sovrano; alla morte di Arturo è lui, sinceramente scosso, a dar voce alla pietà per quel “rimasuglio di morta regalità”(IV, 3, 144), ponendo infi ne il suo suggello sulla successione di Enrico e di fatto diventando garante della ‘pace del re’ in un momento cruciale, a rischio di anarchia, per il regno. Più coscienza della nazione, che personaggio dotato di coerenza psicologica, il Bastardo è visto anche come una specie di Robin Hood, eroe popolare che difende i valori di giustizia e onore in un momento in cui il potere mostra il volto della spregiudicatezza e del sopruso. Infi ne, proveniente dalla provincia come Shakespeare, in qualità di testimone dei valori del paese profondo, egli sembra voler stipulare un patto di complicità con il pubblico. Con i suoi frequenti soliloqui, si pone da intermediario tra la scena e la platea, incorniciando la storia come spettacolo violento, lunga sequela di scontri tra fazioni. È per bocca del Bastardo che l’autore ricorre al gioco del metateatro per riflettere sulla brutalità del potere, sulla sua fragilità. Paragonando i cittadini di Angers, al sicuro sulle mura, a spettatori che si godono lo spettacolo della guerra “puntando, a bocca aperta, il dito alle (…) fatiche e alle scene di morte” (II, 1, 375-6), il Bastardo evoca con grande efficacia il ‘grande meccanismo’ della storia, che esalta il potente ma lo inchioda al suo 1581
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI
ruolo di attore coattivamente costretto a recitare l’esibizione della propria forza, senza mai poter riposare su un diritto acquisito per sempre. In defi nitiva, la grandezza del dramma sta sotto il segno del bastardo, nella sua complessità strabordante, carente di equilibrio ma florido di spunti. Una specie di “coacervo” (indigest) drammatico che, come il regno di Giovanni rimasto “così informe e grezzo” (V, 7, 27), dovrà aspettare altre occasioni di raffi namento e messa in posa più armoniosa, ma che pone già tutte le questioni centrali della riflessione shakespeariana sulla storia e sui ruoli in essa del potere, della politica e dell’umano. Datazione e Fonti Primo per cronologia dei fatti trattati, Re Giovanni inaugura nell’infolio la sequenza dei drammi storici. Di preferenza datato al 1596, esso si collocherebbe per composizione tra la prima e la seconda tetralogia. Non essendo rimaste tracce di un’eventuale stampa in-quarto, la sua storia testuale si inaugura col Folio del 1623. Il testo presenta la divisione in atti, pratica in uso a partire dal 1609, e appare abbastanza corretto ma con un certo numero di incongruenze addebitabili presumibilmente a due diversi trascrittori. Tranne che per un accenno, in un documento del 1669, che lo inserisce insieme al Riccardo III in una lista di drammi messi in scena al Blackfriars, non si hanno notizie di sue rappresentazioni. Il dramma è comunque inserito tra le tragedie da Francis Meres in Palladis Tamia nel 1598. Nello stesso anno, nel dramma commissionato da Philip Henslowe ad Anthony Munday, Death of Robert, Earl of Huntingdon, (pubblicato nel 1601), alcuni dei personaggi principali compaiono in una pantomima, mentre al personaggio di Hubert ci si rivolge come al “fatale carceriere di poveri infanti”. L’allusione alla giovane età del personaggio di Arturo, che Shakespeare trasforma in un bambino, fa in effetti propendere per un riferimento al Re Giovanni e non a The Troublesome Raigne of John, King of England (1591) dove Arturo compare, più fedelmente ai fatti storici, come giovane adulto. In realtà, la questione della datazione risulta intrecciata a quella delle possibili fonti proprio per il tramite di questo secondo dramma, anonimo (talvolta attribuito a Peele), con cui il play shakespeariano viene associato in un rapporto di derivazione o riscrittura comunque problematico. La vessata quaestio vede The Trou1582
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blesome Raign (da ora TR) come fonte di Re Giovanni, o alternativamente come sua derivazione, anticipando drasticamente la datazione del testo shakespeariano alla fi ne degli anni Ottanta o accreditando addirittura Shakespeare di una prima scrittura del TR nel 1591 e di una sua profonda successiva revisione, come Re Giovanni, nel 1596. Il primo a proporre quest’ultima data fu comunque Edmond Malone che pose in relazione la morte del figlio del drammaturgo Hamnet, avvenuta nell’agosto di quell’anno, con la morte di Arturo. Tale connessione emozionale tra l’accadimento luttuoso e il patetismo che avvolge la sorte del personaggio fanciullo verrà però contestata da John Dover Wilson, il quale liquidò il supposto epitaffio del drammaturgo per il figlio scomparso come troppo frigido e immaturo, rispetto alla genuina passione di prove successive. Altri (Sohmer) collegheranno invece la tragica sorte di Arturo a un’altra morte avvenuta nel 1596, e cioè quella di Henry Carey, figlio di Maria Bolena, sorella di Anna, e forse del re Enrico VIII. Ritornerebbe in questa circostanza il segno, connotativo del play, di una nascita a un tempo illegittima e regale. Tra le matrici drammaturgiche, altra possibile fonte è il Kynge Johan (manoscritto del 1539), considerato il primo dramma storico inglese, simile per tipologia dei personaggi al genere delle morality, in cui John Bale, ex vescovo cattolico e accanito polemista protestante, celebra in Giovanni Senzaterra il precursore di Enrico VIII nella difesa delle prerogative religiose inglesi contro la tirannia di Roma. Per quanto riguarda le fonti storiche, si ritengono certe le Chronicles di Holinshed, e probabili The Union of the Two Noble and Illustre Famelies of Lancastre and York di Edward Hall e The English Chronicle of Radulph of Coggeshall (da cui sarebbe tratta la scena del tentato accecamento). Da queste, in varia proporzione, il drammaturgo avrebbe attinto materiali che con estrema disinvoltura avrebbe poi messo al servizio di un’economia drammaturgica irriverente non solo della cronologia ma talvolta anche dei singoli episodi e personaggi. Per quanto riguarda Giovanni, in Holinshed la sua figura appare incline agli eccessi, tanto che la sua morte si dice causata probabilmente da un’abituale smodatezza tanto nel bere che nel mangiare, mentre altri cronachisti ne sottolineavano la natura violenta. Shakespeare sceglie per il re la traccia dell’ambiguità, la sua peggiore pecca sembra quella dell’instabilità e la mancanza di un chiaro senso di direzione. Anche 1583
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se nei primi atti mostra energia e motivazione, risultando credibile nella sfida all’autorità papale (III, 1, 73-86), progressivamente fi nisce per perdere determinazione, tanto da cambiare idea persino sulla sorte di Arturo, e fi nendo per cedere al Bastardo potere decisionale e iniziativa bellica e politica. Per ciò che concerne Arturo, il personaggio storico muore a 17 anni, all’inizio del regno di Giovanni, e le sue rivendicazioni sono legate all’eredità paterna in Francia. Shakespeare allargherà la contesa trasformandola in un confl itto che ha per oggetto la corona d’Inghilterra, espandendo il ruolo di Arturo e ingigantendo il motivo dell’indignazione provocata dalla sua morte. Soprattutto enfatizzando le sue qualità infantili ne fa fondamentalmente una vittima. Vittima d’ingiustizia da parte dello zio, della madre che lo manovra per ambizione, di Eleonora che cerca di blandirlo per depotenziarne la minaccia, degli alleati francesi che lo usano per i loro scopi espansionistici. Parimenti, mentre nella realtà Costanza muore di morte naturale prima della cattura del figlio, Shakespeare doterà il personaggio di una notevole quantità di energia retorica con cui la madre anticiperà, potenziandolo, l’effetto drammatico della scomparsa del ragazzo. Nell’economia del dramma, fatti storici non sempre fra loro interrelati vengono dunque ricompattati e giustapposti, mentre per altro verso altre circostanze particolarmente significative vengono, abbastanza misteriosamente, omesse e silenziate. Una su tutte: la firma nel 1215 della Magna Carta, concessa da parte di un riluttante Giovanni, in cambio di una rinnovata fedeltà, a Simon de Montfort e ai suoi baroni ribelli. Evidentemente il mito protocostituzionale della Magna Carta, come prima carta dei diritti e dei doveri, che sarebbe diventato attuale di lì a qualche decennio, non era ancora attivo nell’epoca dei Tudor, molto più sensibili invece ai temi patriottici e antipapisti della costruzione dell’indipendenza insulare nazionale. Ma se da un lato l’anacronismo simbolico serviva a richiamare nel pubblico elisabettiano la rottura dottrinale con Roma e il confl itto che oppose Elisabetta al Papato di Pio V – che nel 1570 la scomunicò – e di Gregorio XIII – che arrivò a promettere la beatificazione a chi l’avesse assassinata – c’è chi vi ha visto anche un’altra serie mirata di scottanti riferimenti. Molti critici hanno rilevato dei possibili parallelismi tra le vicende di Giovanni e quelle del regno di Elisabetta I, nel tema dell’in1584
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vasione da parte di una potenza straniera (l’aggressione spagnola del 1588), nel motivo di una provvidenziale tempesta che ne sbaraglia la flotta, (la fortuita vittoria sulla invencible armada), ma anche rinvenibili nei ben più scabrosi argomenti della nascita bastarda di cui anche Elisabetta era stata accusata e dell’uccisione di un rivale alla corona durante la prigionia, probabile allusione all’uccisione di Mary Stuart e al processo subito dall’esecutore materiale, Davison, accusato di avere interpretato, come Hubert, oltre il dovuto le parole del sovrano. Se dunque nelle cronache storiche shakespeariane “il passato rivive anacronisticamente nel presente” (Stanco), il Re Giovanni, sovrapponendo a quelli storici continui richiami all’attualità, si pone a pieno titolo in quell’area di azzardo propria del teatro elisabettiano, dove, tra problemi dinastici e questioni ideologiche, l’omaggio e l’oltraggio, la celebrazione e la detrazione rischiano continuamente di cortocircuitare gli uni negli altri. La vicenda Il primo atto è imperniato su questioni di nascita e legittimità: nascita e legittimità di Arturo, indicato come vero erede al trono, a favore del quale l’ambasciatore di Francia intima a Giovanni di cedere la sua “maestà imprestata”, o prepararsi a fronteggiare una guerra. Nascita e legittimità di Filippo, figlio bastardo di Riccardo Cuor di Leone, che rinuncia all’eredità familiare e, nominato cavaliere dal re, ne sposerà la causa contro la Francia. L’acquisita nobiltà del Bastardo, nell’illegittimità, è oggetto del monologo sulle forme esteriori del rango e sull’arte della lusinga per chi coltiva l’ambizione dell’ascesa sociale (I, 1, 184-216). Il secondo atto si svolge sotto il segno della convenienza. Il re francese minaccia la città di Angers se questa non si schiererà a difesa del diritto di Arturo. L’armata inglese sopraggiunge e reclama a sua volta obbedienza. I cittadini di Angers rifiutano di riconoscere preventivamente il diritto dell’una o dell’altra fazione, attendendo di fatto il risultato della contesa. I due sovrani decidono allora di coalizzarsi contro Angers quando i cittadini allarmati riescono a convincerli a superare il dissidio tramite un matrimonio che unisca le due case regnanti. Il monologo del Bastardo sulla convenienza (Commodity) suggella il trionfo dell’interesse sulle questioni di principio e sull’onore (II, 1, 568-99). 1585
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI
Il terzo atto è dedicato alla rivalità tra potere temporale e potere religioso. Mentre Costanza lamenta il tradimento nei confronti del figlio Arturo, l’arrivo del legato del papa riapre i giochi. Pandolfo, in nome della Chiesa richiama Giovanni all’obbedienza alle disposizioni di Roma in materia di gerarchia ecclesiale. Al rifiuto di Giovanni, il re di Francia è richiamato al superiore dovere di alleanza con Roma. Ne segue la guerra, Arturo è catturato dagli inglesi e affidato da Giovanni ad Uberto col mandato segreto di ucciderlo. Pandolfo, prevedendo l’assassinio di Arturo e prefigurando lo scontento che quella morte scatenerà, spinge il Delfi no, come campione della Chiesa, a invadere l’Inghilterra per raccogliere lo scettro e la corona inglesi. In questo atto, il Bastardo porterà a compimento la propria vendetta nei confronti del duca d’Austria, uccidendolo nello scontro sul campo dopo averlo ripetutamente sbeffeggiato (III, 1, 55-9). Il quarto atto è dominato dal potere delle azioni ma soprattutto del caso. Mentre Uberto, commosso dalle invocazioni strazianti di Arturo decide di non ucciderlo, Giovanni, da poco re-incoronato, accondiscende a risparmiare la vita del nipote per ingraziarsi i nobili, che gli sono crescentemente ostili. Ma Uberto sopraggiunge con la notizia, falsa, della morte del fanciullo e i lord irati abbandonano la corte per unirsi ai francesi. In una concitata sequenza il re apprende che i nemici sono sbarcati, che sua madre Eleonora e Costanza sono decedute, che un indovino prevede la perdita della sua corona, che in realtà Arturo è ancora vivo. Giovanni manda il Bastardo a trattenere i lord ma questi si sono già imbattuti nel corpo di Arturo che, tentando la fuga, è morto davvero. Il Bastardo pronuncia il suo discorso sull’Inghilterra violentata dall’invasione e piagata dalla guerra civile (IV, 3, 145-55). Il quinto atto è scandito da una serie di ripetuti giuramenti e voltafaccia. Giovanni si sottomette al papa, cui giura fedeltà, e si fa re-incoronare da Pandolfo. Il legato papale si prodiga con la Francia affi nché conceda una tregua agli inglesi. Il Delfi no rifiuta e suggella l’accordo con i nobili ribelli, che gli giurano fedeltà. Il Bastardo, su mandato del re, prende l’iniziativa della guerra. Nel mezzo della battaglia, Giovanni si ritira in preda a un’improvvisa febbre. Le sorti del combattimento sono incerte, i nobili temendo il tradimento dei francesi decidono di riappacificarsi col proprio sovrano, che intanto giace in fi n di vita, forse avvelenato da un monaco. Al suo capezzale accorrono i lord e il 1586
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NOTA INTRODUTTIVA
giovane erede al trono Enrico. Giovanni agonizza e muore, i presenti giurano fedeltà al nuovo re e annunciano che Pandolfo è riuscito a negoziare una pace onorevole col Delfi no. Il Bastardo pronuncia il discorso sull’invincibilità della patria (V, 7, 112-18) quando essa è unita contro i nemici esterni (sic!). La sinossi del dramma, nella sua forma più schematica e scarna, pone in evidenza nel passaggio dalle cronache al teatro, lo scarto di linguaggio. Le grandi questioni di principio restano impigliate nel cinismo delle opportunità tattiche, il procedere storico avanza come una specie di rullo, con effetti brutali ma con direzione incerta, spesso contraddittoria. Prospettive critiche Per quel che concerne la costruzione e la forma del dramma si è già anticipato il tenore dei rilievi critici più comuni. A livello strutturale sono state messe in evidenza lacune ed omissioni come il già citato caso della sorte delle due protagoniste femminili, o il carattere quasi improvvisato del fi nale, di come ancora nella guida della iniziativa francese, il Delfi no sostituisca il re di Francia senza alcuna apparente motivazione (Baldo). Park Honan sottolinea come il dramma nella sua interezza non sia all’altezza delle sue migliori scene; più severamente E. K. Chambers lo liquida come un “patchwork incoerente”, mentre Tillyard, che lo riteneva ricco di spunti e di vitalità, nel complesso lo giudicava di valore incerto. Rispetto allo stile, Schlegel sosteneva che gli eventi politici e quelli bellici erano presentati con un linguaggio particolarmente altisonante e pomposo proprio perché nella loro essenza particolarmente meschini. Swinburne ne reputava l’ispirazione discontinua, l’eloquenza talvolta artefatta; associandolo all’Enrico VIII, giudicava entrambi i drammi come quelli più retorici, “in essi c’è più parola che melodia, meno poesia che oratoria, più rifi nitura che eleganza, meno azione che incidenti”. In Giovanni, in realtà, l’approssimarsi della morte sembra innescare un’inusitata vena poetica che lo gli fa acquisire in extremis una statura quasi tragica. Nel momento della morte, ridotto a uno “scarabocchio, tracciato con la penna sopra una pergamena” (V, 7, 323), l’invocazione degli elementi a prestare soccorso al suo corpo consumato dalla febbre, costituiscono una delle più efficaci modalità di 1587
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coniugazione in chiave retorica del tema dei piani corrispondenti che leggevano nel corpo del re una duplicazione del macrocosmo fisico (5, 7, 36-48). Anche nel personaggio di Arturo l’incombenza della morte innescherà forse la sua unica manifestazione d’intensità, quando il ragazzo si salverà la vita producendo una lunga serie di conceits che, nel loro peculiare mix di pathos, arguzia e perfi no stravaganza, richiamano il fantasismo retorico di Riccardo II prigioniero. Ma se le elaborate immagini costruite su fuoco, ferro e lacrime usate da Arturo per cercare di sottrarsi all’accecamento (IV, 1, 60-6) risultano nella loro artificiosità comunque efficaci, quelle in cui il Bastardo invita Hubert, sospettato della morte di Arturo, a suicidarsi per strangolamento con la tela di un ragno, per impiccagione con un giunco o per annegamento in un cucchiaio di acqua (IV, 3, 128-33) risultano fuori registro, tendenti al grottesco in un momento che aspira al tragico. Per quanto riguarda altre combinazioni di dolore e ricercatezza espressiva, le immagini di Costanza che descrivono il vuoto dell’assenza del fi glio colmato da una pena che assume le sembianze di quest’ultimo (III, 4, 93-7) appaiono convincenti nella loro energia emotiva (Manferlotti), anche se la reiterazione prolungata delle sue lamentazioni di madre sono talvolta giudicate come tendenti al ‘querulo’ (Charney) e allo ‘stancante’ (Tucker). Notevole nucleo espressivo è invece l’accenno al tema della vita come tedio di un racconto più volte ripetuto (III, 4, 108-9) che anticipa il famoso monologo del Macbeth (V, 5, 23-7) e tra le eccellenze del dramma bisogna sicuramente annoverare il celebre monologo sulla commodity, salutato da Calderwood come mirabile esempio di progressione dall’affettazione retorica a un accento più vigoroso e incisivo. È sul piano dei temi comunque che il dramma ha maggiormente suscitato l’interesse della critica. Di cosa si occupa il dramma? Cercando di rispondere a questa domanda, molti critici hanno messo in rilievo la questione dei rapporti col papato e il metadiscorso sui riferimenti al regno di Elisabetta che ne farebbero una pièce interessata alle manovre di palazzo nel contesto di un dibattito religioso virulento. Tale considerazione introduce il fondamentale grappolo tematico costruito sulla dicotomia potere de jure/potere de facto e sulle interconnesse questioni della legittimità, dei due corpi del re e del modello regale. 1588
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Per Tillyard gli specifici problemi del dramma erano, in ordine crescente, la successione, l’etica della ribellione e soprattutto il carattere regale. La sua opinione era che la rovina di Giovanni fosse ascrivibile non tanto alla debolezza del titolo quanto a quella del suo carattere. Il Bastardo invece gli appare in ogni momento più regale del sovrano, unico vero sostenitore del tradizionale schema di ordine e gerarchia, come dimostra la sua decisione, quando trova il corpo di Arturo, di continuare a servire un cattivo sovrano piuttosto che macchiarsi del peccato di sedizione. In effetti, le attitudini al comando e al patriottismo del Bastardo l’hanno fatto inquadrare come un vero e proprio doppio del re (Ferrara, 1995). Più ironicamente Maley osserva che “se il re può essere un bastardo allora il Bastardo può essere re”. Filippo ha in effetti sangue regale e tutte le qualità fisiche e caratteriali per interpretare il ruolo del leader, soprattutto nel momento del pericolo. Candidato ideale a riconciliare, nella gemellare identità regale, il corpo naturale con quello politico, egli però si limita a recitare il ruolo del paladino, spesso perplesso, della monarchia di fatto di Giovanni. Arturo, che potrebbe aspirare a una monarchia de jure si connota invece come capro espiatorio e in quanto tale assimilabile all’homo sacer, quella nuda vita che trovandosi ad occupare lo spazio della ‘eccezione’ propria della regalità non risulta protetta neanche dal diritto comune, e, inverando in modo tragico o demistificando proprio la nozione dei due corpi del re, fi nisce per venir sacrificato, come mero corpo naturale, alle ragioni del corpo politico (Jackson). Per altri critici, l’unitarietà del play deriverebbe dall’insistita esplorazione di due principi etici antagonisti: l’interesse e l’onore. L’opposizione tra il valore della lealtà, soprattutto in chiave patriottica, e il mero calcolo a fi ni personali costituirebbe una sorta di arco tematico capace di dar conto di ogni singolo evento e tipologia di personaggio (Calderwood). Dover Wilson sosteneva che il vero tema del dramma era quello dell’Inghilterra ‘fedele a se stessa’ della conclusione, in cui il Bastardo pronuncerebbe l’epilogo come portavoce dell’autore. In tale ottica, il discorso fi nale di Filippo non costituirebbe tanto la sponsorizzazione della provvidenziale ascesa al trono del giovane Enrico, quanto l’assunzione di una posizione che traghetta lo schema della monarchia medievale verso lidi distintamente più moderni e cioè il concetto di 1589
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sovranità nazionale piuttosto che dinastica (Curren-Aquino). In effetti è stato notato come la parola England ricorra ben 47 volte, più spesso che in ogni altro testo shakespeariano. A favore del passaggio dal modello medievale di potere a quello moderno, gioca anche il richiamo alla cornice metafisica che viene sì evocata ma anche di fatto depotenziata. Certamente ci sono interventi appartenenti alla sfera della provvidenza o dell’ordine cosmico come la profezia di Peter di Pomfret, che però si rivela equivoca, o le varie alterazioni cosmiche che sembrano però più create dall’aspettativa del popolo, e legate potenzialmente tanto alla temuta morte di Arturo che all’invasione francese (IV, 2, 182-203). In defi nitiva lo schema dei piani corrispondenti è richiamato e al tempo stesso privato di efficacia certa (Ciocca, 1987). Il baluardo dell’ordine soprannaturale opera solo in negativo e oppone una ben esile difesa rispetto al dilagare degli appetiti delle contrapposte fazioni, quando “la canea della guerra drizza la sua cresta assassina, abbaiando contro i mansueti occhi della pace” (IV, 3, 149-50). In realtà la visione rassicurante di alcune letture che avevano visto il ciclo shakespeariano partecipe di un quadro epistemico ancorato al passato cosmologico medievale, e ispirato alla meritoria azione pacificatrice della dinastia Tudor, vengono abbandonate a favore di ipotesi che leggono le carenze di struttura, trama e disegno del dramma come funzionali a produrre una sorta di sperimentazione ‘proto-modernista’ (Finnerty). Le tradizionali incoerenze di stile, caratterizzazione e focus storico vengono cioè reinterpretate come concorrenti alla delineazione di una concezione alternativa della storia, vista più come una serie di eventi caotici che come campo di intervento della provvidenza. Sulla scia di Kott, molte critiche del secondo Novecento sviluppano una visione di questo, e degli altri drammi dell’intero ciclo, come sequenza in cui la storia è rappresentata come “grande meccanismo”, implacabile e cieco, senza significato e senza regole se non quella di essere tatticamente sfruttata a proprio favore dai poteri del momento. L’epilogo in effetti, per quanto contenga qualche elemento di tentato controllo sulle umane vicende, non concede rigenerazione ma è di fatto dominato da un avvelenamento presentato in maniera del tutto estemporanea, con un erede giovane ed inesperto, e con Pandolfo che, mentre il Bastardo cerca di articolare la sua morale nazionalista, in 1590
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contemporanea tratta la pace, e dunque l’assetto dei prossimi equilibri, sulla base della convenienza, di quella commodity che si rivela essere l’unico principio attendibile. L’elemento unificante della trama, allora, diventa essenzialmente la lunga alternanza di giuramenti e la loro reiterata violazione (Quiring). E in questo ciclo di voti pronunciati, altrettante volte infranti per poi essere rinnovati senza colpo ferire, il tradimento funziona come principio strutturale di un circolo vizioso che lega ogni questione relativa alla legittimità al congiunturale stato dei rapporti di forza. Secondo Tucker, il dramma si occupa della distanza tra ideali politici dichiarati e una realtà dominata dal più cinico opportunismo. Il più cogente esempio di machiavellismo è quello del cardinale che solletica l’appetito del Delfi no, spingendolo a invadere l’Inghilterra di modo che Giovanni, sentendosi minacciato, possa più facilmente commettere l’errore di uccidere Arturo e quindi rendere più agevole la conquista straniera dell’Inghilterra, solo per poi favorire di nuovo la pace tra i due contendenti. Un continuo fare e disfare, drammaturgicamente molto efficace nel denunciare l’intima natura amorale del potere e del suo mantenimento a tutti i costi. La cifra unitaria del dramma starebbe allora nei continui rovesciamenti di situazione che restituiscono l’immagine di un mondo “insicuro, malfermo, e oltremodo doloroso”, dove peraltro lo stesso interesse non sembra in grado di governare strategicamente il mondo ma solo di renderlo, per troppa estenuante tattica, un posto sostanzialmente incontrollabile. In realtà, contro l’idea che i drammi storici shakespeariani celebrino un’epica nazionale ma anche contro l’ipotesi che essi si riducano solo a una mera esibizione del trionfo del caos e della violenza, c’è infi ne un’altra possibile visione più dinamica e articolata della sequenza delle histories. Viste come parte attiva di una dialettica epistemica in formazione, quella primo-moderna che esse concorrevano a strutturare, la serie dei drammi storici può essere ricostruita nella sua complessa trama di intrecci fra statuti egemonici, modelli emergenti e fattori recessivi. La storia ne emerge come percorsa da fratture, irregolarità, incoerenze, competizioni, in cui rintracciare il complesso gioco di esercizio di vari poteri ma anche di resistenze e nascite di contropoteri (Ciocca, 2016). Qui sembra collocarsi la linea italiana che, con le voci di Ferrara, Di Michele, Serpieri e Pugliatti vuol sottolineare il carat1591
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tere polifonico e fondamentalmente dialettico del macrotesto storico di Shakespeare e dunque anche di questo dramma. Rispetto al quale, si potrebbe concludere che operando “sul fi lo della disobbedienza, bilanciando allusioni politiche pericolose con tiepidi applausi e stemperando il rimprovero con un moderato consenso” (Pugliatti), Shakespeare orchestri la sua visione complessa e contraddittoria dell’agire storico, disvelandone doppiezze e cinismi ma dando anche spazio a un genuino desiderio di affi liazione e condivisione in chiave comunitaria. Animato da una continua pulsione di ricerca di senso, il drammaturgo e la sua scrittura vi appaiono inesorabilmente percorsi dalla linea inquieta della disillusione, ma anche alla continua ricerca di uno spunto coesivo che traduca di tanto in tanto la retorica di apparato in una nota sincera di partecipazione alle vicende di una sfera pubblica che andava in quel tempo assumendo i lineamenti di una patria nazionale. La fortuna sulla scena e sullo schermo Col suo stile per buona parte declamatorio e l’ampio spettro emozionale coperto (Cousin), Re Giovanni vanta una fortuna alterna sulle scene e un destino sullo schermo non particolarmente significativo. Molto popolare in alcune stagioni del teatro, esso ha talvolta lasciato le scene per lunghi periodi di oblio o semi-oblio. La sua rilevanza politica, ancorché molto forte come si è visto nel periodo elisabettiano, si dimostra meno appetibile nella nostra contemporaneità che l’ha di fatto ripreso raramente. Se si può solo ipotizzare la sua notorietà nel Seicento (Beaurline), con certezza si assiste a un suo revival in occasione delle tensioni relative alle rivolte giacobite. Nel 1735 il controverso attore e impresario Colley Cibber adatta il play, in chiave accesamente protestante, col titolo di Papal Tyranny in the Reign of King John, ma è costretto a ritirarlo per le polemiche suscitate; nel 1737 il dramma nella sua forma originale viene invece fi nalmente ripreso al Drury Lane, dove verrà portato in scena, di nuovo nel 1745, anche da Garrick. Da allora nell’arco di 120 anni, il dramma compare sia a Londra che in provincia in ben 56 stagioni, talvolta addirittura con più di una produzione. Tutti gli attori e capocomici più noti della scena teatrale britannica, da Cibber e Garrick a Kemble a Kean a Beerbohm Tree, si cimentarono con il ruolo di Giovanni e spesso anche con quello del Bastardo, mentre le interpreti 1592
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femminili privilegiavano ovviamente la parte di Costanza, considerata in tutto il corpus shakespeariano tra le più impegnative e gratificanti. Nell’aprile del 1811, Jane Austen scriveva alla sorella Cassandra del suo dispiacere a proposito della sostituzione in cartellone del Re Giovanni, che lei si apprestava ad andare a vedere, con un, allora meno allettante, Amleto. Sarah Siddons, primadonna famosa e molto ammirata dalla scrittrice, avrebbe appunto interpretato la parte della dolente madre di Arturo. Il pubblico dell’epoca amò il dramma soprattutto per il pathos legato alla vicenda del giovane principe e del suo accecamento sventato e per il profluvio garantito di lacrime materne. Per buona parte dell’Ottocento, inoltre, si susseguiranno importanti produzioni concepite, con grande dispendio di scene, fondali e costumi, soprattutto per restituire in termini di spettacolarità antiquaria la contestualizzazione gotica della vicenda. Nel 1830 esso era tanto famoso da produrre un Burlesque, ma dopo il 1866 comincia un declino di popolarità che porterà alla quasi estinzione di interesse del secolo successivo. Si ricorda comunque una produzione del 1899 con Sir Herbert Beerbohm Tree in cui il dramma, amputato di un notevole numero di scene, ospitava una pantomima volta a riprodurre la concessione della Magna Carta, cui si era andata evidentemente restituendo centralità storica. Si trattò del canto del cigno. Il gusto del pubblico si andava sempre più allontanando dagli stilemi iper-retorici e dai toni carichi di tensione emotiva del play che venivano giudicati artificiosi e poco coinvolgenti. Nel Novecento, dunque, il Re Giovanni viene ripreso solo poche volte, con un flebile ritorno d’interesse dopo la prima guerra mondiale e soprattutto dopo la seconda, ma dai grandi palcoscenici tende a spostarsi verso i circuiti provinciali e i centri sperimentali mentre il ruolo del Bastardo guadagna popolarità a scapito di quelli del re e del suo contendente. Si ricordano, a tale proposito, una messinscena del 1953 all’Old Vic in cui un giovane Richard Burton veste appunto i panni di Filippo Falconbridge e una recente versione della Royal Shakespeare Company del 2012 in cui il ruolo è recitato, al femminile, dall’attrice Pippa Nixon. Anche il King John può in effetti vantare la sua storia off. Nel 1968 da Dürrenmatt a Londra e nel 1974 da John Barton a Stratford, vengono proposti due adattamenti molto liberi, politicamente impegnati e, secondo la moda del momento, convenientemente iconoclasti. Nel1593
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la produzione del Weimar National Theatre del 1980, ancora in pieno clima di guerra fredda e di corsa agli armamenti missilistici, diventa invece centrale il tema degli orrori bellici, con tanto di esplosioni e allarmi antiaerei in scena. Nel 1988, con Ralph Fiennes nella parte del Delfi no, viene prodotta a Stratford una versione diretta da Deborah Warner, ad inaugurare The Other Place, la prima sede alternativa della Royal Shakespeare Company. Parole chiave della messinscena: ‘ruvidità e chiarezza’ (Cousin). Una recensione del Times defi niva lo spettacolo “La storia inglese vista attraverso gli occhi di George Grosz”. Nel contesto particolarmente antieroico della performance, Costanza più che la madre affranta rappresenta la protesta per la propria impotenza a determinare gli eventi come donna. Nel 2015, per gli ottocento anni dalla firma della Magna Carta, la grande assente dal dramma diventa un po’ beffardamente l’occasione per un suo revival. Al Globe di Londra, con un cast multirazziale, il regista James Dacre ne presenta una versione in cui la vena grottesca e metateatrale prendono il sopravvento sulla dimensione tragica, che tende a sfumare nell’accenno stilizzato. Costanza è anche qui più arrabbiata che addolorata. Giovanni è rappresentato in maniera istrionica, sopra le righe, un po’ isterico e un po’ sornione; la sua interpretazione non scevra da inflessioni disneyane, ormai entrate a far parte dell’immaginario che lega il nome di Giovanni Senzaterra alle avventure animate di Robin Hood. Per Arturo ed Enrico si usa lo stesso attore, un po’ a ricostruire vecchie consuetudini da commedia dell’arte, un po’ a evocare una specie di ritorno fantasmatico di Arturo. Per la televisione, la BBC ne produsse nel 1984 una versione abbastanza stilizzata e scevra da indulgenze melodrammatiche. La morte di Arturo non emerge come particolarmente coinvolgente mentre il ruolo del Bastardo, come intermediario tra il pubblico e il piano degli eventi, veniva sottolineato da una recitazione, in alcune scene, rivolta direttamente alla macchina da presa. A livello cinematografico, a differenza dei drammi shakespeariani più famosi, non esiste un repertorio ma solo una specie di chicca per amatori. Sembra infatti che il King John sia stato in assoluto il primo documento cinematografico shakespeariano (Martino). Girato nel 1899 esso consiste in una scena della durata di 4 minuti tratta dal già citato allestimento del famoso attore-impresario Herbert Beerbohm Tree al 1594
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Her Majesty’s Theatre di Londra. Il frammento, creduto scomparso e ora conservato al British Film Institute, dopo essere stato trasferito nel formato da 16 mm, presenta la scena, ovviamente muta, della morte di re Giovanni (Guneratne). ROSSELLA CIOCCA
R IFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Fonti R. HOLINSHED, Chronicles of England, Scotland, and Ireland, 6 vols., London, J. Johnson et al., 1808 (1587); G. BULLOUGH (cur.), Narrative and Dramatic Sources of Shakespeare, vol. IV, London, Routledge and Kegan Paul, 1962; K. MUIR, The Sources of Shakespeare’s Plays, London, Methuen, 1977. Letteratura critica Tra le maggiori edizioni critiche inglesi e americane segnaliamo quelle a cura di: J. DOVER WILSON, Cambridge, 1936; E. A. J. HONIGMANN, Arden, 1954; I. R IBNER, Pelican, 1962; W. H. M ATCHETT, Signet, 1966; R. L. SMALLWOOD, Penguin, 1974; J. JOWETT, Oxford, 1986; L. A. BEAURLINE, Cambridge, 1990; J. BATE and E. R ASMUSSEN, The RSC Shakespeare, Macmillan, 2012. Tra le edizioni italiane segnaliamo: F. BAIOCCHI, Sansoni, 1964; G. BALDINI, Rizzoli, 1963; C. V. LUDOVICI, Einaudi, 1965; A. COZZA, Mondadori, 1991; S. SABBADINI, Garzanti, 1993; A. LOMBARDO, Newton Compton, 2004. J. BALDO, Memory in Shakespeare’s Histories. Stages of forgetting in Early Modern England, New York-London, Routledge, 2012; L. CALDERWOOD, “Commodity and Honour in King John”, University of Toronto Quarterly, XXIX (1960); J. CANDIDO (cur.), King John, Shakespeare. The Critical Tradition Series, London-Atlantic Highlands, Athlone, 1996; E. K. CHAMBERS, Shakespeare: A Survey, New York, Hill and Wang, 1925; M. CHARNEY, “King John” in William Shakespeare. Histories, H. Bloom (cur.), New York, Infobase Publishing, 2009; R. CIOCCA, Il cerchio d’oro, Roma, Officina, 1987; EAD.,“Shakespeare oggi: 1595
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bardolatria, orientamenti critici, riscritture” in M. STANCO (cur.), 2016; F. CIONI, “The Troublesome Raigne e King John. Dalla fonte al dramma”, in M. TEMPERA (cur.), 1993; G. COUSIN, King John, Shakespeare in Performance Series, Manchester-New York, Manchester U. P., 1994; D. CURREN-AQUINO (cur.), King John: New Perspectives, Newark, Delaware U. P., 1989; L. DI M ICHELE, La scena dei potenti. Teatro, politica, spettacolo nell’età di W. Shakespeare, Napoli, Istituto Universitario Orientale, 1988; F. FERRARA, Shakespeare e le voci della storia, Roma, Bulzoni, 1994; ID., Il Teatro dei re. Saggio sui drammi storico-politici di Shakespeare, Bari, Adriatica, 1995; P. FINNERTY, “‘Both are alike, and both alike we like’: Sovereignty and Amity in Shakespeare’s King John”, in Literature and History, Third Series, Vol. 20, n. 1 (Spring 2011); A. R. GUNERATNE, Shakespeare, Film Studies, and the Visual Cultures of Modernity, New York, Palgrave Macmillan, 2008; B. HODGDON, The End Crowns All. Closure and Contradiction in Shakespeare’s History, Princeton, Princeton U. P., 1991; P. HONAN, Shakespeare: A Life, Oxford, Oxford U. P., 1999; K. JACKSON, “‘Is it God or the Sovereign Exception?’: Giorgio Agamben’s Homo Sacer and Shakespeare’s King John”, in Religion and Literature, vol. 38.3 (Autumn 2006); J. KOTT, Shakespeare nostro contemporaneo, Milano, Feltrinelli, 2002; W. M ALEY, “‘And bloody England into England gone’: Empire, Monarchy, and Nation in King John”, in W. M ALEY e M. TUDEAU-CLAYTON (2007); W. M ALEY e M. TUDEAU-CLAYTON (cur.), This England, That Shakespeare. New Angles on Englishness and the Bard, Furnham and Burlington, Ashgate, 2010; P. M ARTINO, “Shakespeare e il cinema”, in STANCO (cur.), 2016; S. M ANFERLOTTI, Shakespeare, Roma, Salerno Editrice, 2010; P. PUGLIATTI, Shakespeare Storico, Roma, Bulzoni, 1993; I D., “L’autorità confusa in King John”, in M. TEMPERA (cur.), 1993; B. QUIRING, Shakespeare’s Curse. The Aporias of Ritual Exclusion in Early Modern Royal Drama, London-New York, 2014; D. R ILEY, Shakespeare’s Consuls, Cardinals, and Kings. The Real History behind the Plays, London, Continuum, 2008; A. SERPIERI, Polifonia Shakespeariana, Roma, Bulzoni, 2002; S. SOHMER, Shakespeare for the wiser sort. Solving Shakespeare’s riddles, Manchester-New York, Manchester U. P., 2007; F. SCHLEGEL, “Lecture XXVI: Criticism on Shakespeare’s Historical Dramas” in CANDIDO (cur.), 1996; F. A. SHIRLEY, King John and Henry VIII. Critical Essays, New York-London, Garland Publishing, 1988; M. STANCO (cur.), La 1596
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NOTA INTRODUTTIVA
letteratura inglese dall’Umanesimo al Rinascimento, Roma, Carocci, 2016; A. C. SWINBURNE; “Shakespeare’s art of characterization” in CANDIDO (cur.), 1996; E. M. W. TILLYARD, Shakespeare’s History Plays, Harmondsworth, Penguin, 1969; M. TEMPERA (cur.), King John. Dal testo alla scena, Bologna, Clueb, 1993; K. TUCKER, Shakespeare and the Jungian Typology. A Reading of the Plays, Jefferson, NC-London, McFarland and Company, 2003 (1940); R. WEIMANN and D. BRUSTER, Shakespeare and the Power of Performance, Cambridge, Cambridge U. P., 2008.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN THE PERSONS OF THE PLAY
KING JOHN of England QUEEN ELEANOR, his mother LADY FALCONBRIDGE Philip the BASTARD, later knighted as Sir Richard Plantagenet, her illegitimate son by King Richard I (Cœur-de-lion) Robert FALCONBRIDGE, her legitimate son James GURNEY, her attendant Lady BLANCHE of Spain, niece of King John PRINCE HENRY, son of King John HUBERT, a follower of King John Earl of SALISBURY Earl of PEMBROKE Earl of ESSEX Lord BIGOT
KING PHILIP of France LOUIS THE DAUPHIN, his son ARTHUR, Duke of Brittaine, nephew of King John Lady CONSTANCE, his mother Duke of AUSTRIA (Limoges) CHÂTILLON, ambassador from France to England Count MELUN A CITIZEN of Angers Cardinal PANDOLF, a legate from the Pope PETER OF POMFRET, a prophet HERALDS EXECUTIONERS MESSENGERS SHERIFF Lords, soldiers, attendants
SIGLE F: l’in-folio (1623). Il testo-guida di questa edizione è F (raramente F1; F2, F4). In qualche caso si farà riferimento a edizioni successive. Anche l’edizione a cura di Francis X. Connor nel New Oxford Shakespeare (2017) considera il King John come uno dei drammi meno impegnativi, dal punto di vista editoriale, di tutto il canone shakespeariano. Il fatto che F presenti la divisione in atti e scene, e l’espunzione di espressioni profane, fa pensare a una rappresentazione allestita non prima del 1607. Segnaliamo in nota solo varianti con significati alternativi, non le didascalie comunque variabili da un’edizione all’altra.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI PERSONAGGI
RE GIOVANNI d’Inghilterra REGINA ELEONORA, sua madre LADY FALCONBRIDGE Filippo il BASTARDO1, poi nominato cavaliere come sir Riccardo Plantageneto, figlio illegittimo di lady Falconbridge e re Riccardo I (Cuor di Leone) Robert FALCONBRIDGE, figlio legittimo di lady Falconbridge James GURNEY, suo attendente Lady BIANCA di Spagna, nipote di re Giovanni PRINCIPE ENRICO, figlio di re Giovanni HUBERT, un seguace di re Giovanni Conte di SALISBURY Conte di PEMBROKE Conte di ESSEX Lord BIGOT
RE FILIPPO di Francia LUIGI IL DELFINO, suo figlio ARTURO, duca di Bretagna, nipote di re Giovanni Lady COSTANZA, sua madre Duca d’AUSTRIA (Limoges) CHÂTILLON, ambasciatore francese in Inghilterra Conte di MELUN UN CITTADINO di Angers Cardinale PANDOLFO, messo del Papa PETER DI POMFRET, un veggente ARALDI SICARI MESSAGGERI SCERIFFO Nobili, soldati al seguito
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 1 SCENE 1
1.1
[Flourish.] Enter King John, Queen Eleanor, and the Earls of Pembroke, Essex, and Salisbury; with them Châtillon of France
KING JOHN
Now say, Châtillon, what would France with us? CHÂTILLON
Thus, after greeting, speaks the King of France, In my behaviour, to the majesty — The borrowed majesty — of England here. QUEEN ELEANOR
A strange beginning: ‘borrowed majesty’?
5
KING JOHN
Silence, good mother, hear the embassy. CHÂTILLON
Philip of France, in right and true behalf Of thy deceasèd brother Geoffrey’s son, Arthur Plantagenet, lays most lawful claim To this fair island and the territories, To Ireland, Poitou, Anjou, Touraine, Maine; Desiring thee to lay aside the sword Which sways usurpingly these several titles, And put the same into young Arthur’s hand, Thy nephew and right royal sovereign.
10
15
KING JOHN
What follows if we disallow of this? CHÂTILLON
The proud control of fierce and bloody war, To enforce these rights so forcibly withheld — KING JOHN
Here have we war for war, and blood for blood, Controlment for controlment: so answer France.
20
CHÂTILLON
Then take my king’s defiance from my mouth, The farthest limit of my embassy.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO I SCENA 1
I, 1
Squilli di tromba. Entrano re Giovanni2 , la regina Eleonora e i conti di Pembroke, Essex, Salisbury insieme all’ambasciatore di Francia Châtillon3
RE GIOVANNI
Allora parla, Châtillon. Cosa vuole la Francia da noi? CHÂTILLON
Così, dopo i saluti, il re di Francia, tramite me, parla alla maestà, la maestà imprestata, d’Inghilterra qui presente. REGINA ELEONORA
Ben strano inizio: ‘maestà imprestata’! RE GIOVANNI
Tranquilla, buona madre, ascoltiamo l’ambasciata. CHÂTILLON
Filippo di Francia, a tutela e in nome di Arturo Plantageneto, figlio del tuo deceduto fratello Goffredo, reclama il legittimo possesso di questa bella isola e delle sue province d’Irlanda, Poitou, Anjou, Touraine e Maine4; invitandoti a deporre la spada che usurpa il diritto su tali domini e a cederla al giovane Arturo, tuo nipote e legittimo sovrano. RE GIOVANNI
Che ne viene, se rifiutiamo? CHÂTILLON
La fiera repressione di una guerra feroce e sanguinaria, per far valere con la forza diritti con la forza negati. RE GIOVANNI
Qui troverete guerra per guerra, sangue per sangue5, repressione per repressione: rispondete questo al re di Francia. CHÂTILLON
Ricevi allora, per mia bocca, la sfida del re, estremo mandato della mia missione.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 1 SCENE 1
KING JOHN
Bear mine to him, and so depart in peace. Be thou as lightning in the eyes of France, For ere thou canst report, I will be there; The thunder of my cannon shall be heard. So hence. Be thou the trumpet of our wrath, And sullen presage of your own decay. — An honourable conduct let him have; Pembroke, look to’t. — Farewell, Châtillon.
25
30
Exeunt Châtillon and Pembroke QUEEN ELEANOR
What now, my son? Have I not ever said How that ambitious Constance would not cease Till she had kindled France and all the world Upon the right and party of her son? This might have been prevented and made whole With very easy arguments of love, Which now the manage of two kingdoms must With fearful-bloody issue arbitrate.
35
KING JOHN
Our strong possession and our right for us. QUEEN ELEANOR (aside to King John)
Your strong possession much more than your right, Or else it must go wrong with you and me: So much my conscience whispers in your ear, Which none but heaven and you and I shall hear.
41
Enter a Sheriff, [who whispers to Essex] ESSEX
My liege, here is the strangest controversy, Come from the country to be judged by you, That e’er I heard. Shall I produce the men? KING JOHN Let them approach. — [Exit Sheriff] Our abbeys and our priories shall pay This expeditious charge.1
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49. Expeditious: F1, expeditions in F2 = “spedizioni”. 1602
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO I SCENA 1
RE GIOVANNI
E tu6 porta la mia a lui e vattene in pace. Sii come il lampo negli occhi della Francia, poiché prima che tu possa riferire io sarò lì e si udrà il rimbombo dei miei cannoni7. Va dunque. Sii tu la tromba della nostra ira e il fosco presagio della vostra rovina. – Sia scortato con tutti gli onori; Pembroke occupatevene voi. Addio Châtillon. Escono Châtillon e Pembroke REGINA ELEONORA
E ora, figlio mio? Non avevo sempre detto che l’ambiziosa Costanza non avrebbe smesso di aizzare la Francia e tutto il mondo in difesa del diritto e della causa di suo figlio? Tutto ciò si sarebbe potuto prevenire e riparare con facili discorsi concilianti, mentre ora questa disputa dovrà essere arbitrata tra i due regni nel terrore del sangue. RE GIOVANNI
Un saldo possesso e il diritto stanno dalla nostra parte. REGINA ELEONORA (a parte al re)
Più il saldo possesso che il diritto8, altrimenti si metterebbe male per me e per te: questo bisbiglia al tuo orecchio la mia coscienza, e nessuno, tranne il cielo e noi due, deve sentirlo! Entra uno sceriffo [che si rivolge sottovoce ad Essex] ESSEX
Mio signore, qui dalla provincia, per sottoporsi al vostro giudizio, arriva la più strana controversia che io abbia mai ascoltato. Posso introdurre gli uomini? RE GIOVANNI
Falli avvicinare. [Esce lo sceriffo] Le abbazie e i priorati si sobbarcheranno le spese di questa emergenza.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 1 SCENE 1
Enter Robert Falconbridge and Philip the Bastard [with the Sheriff] What men are you? BASTARD
Your faithful subject I, a gentleman Born in Northamptonshire, and eldest son, As I suppose, to Robert Falconbridge, A soldier, by the honour-giving hand Of Cœur-de-lion knighted in the field. KING JOHN What art thou?
50
55
FALCONBRIDGE
The son and heir to that same Falconbridge. KING JOHN
Is that the elder, and art thou the heir? You came not of one mother then, it seems. BASTARD
Most certain of one mother, mighty King — That is well known — and, as I think, one father. But for the certain knowledge of that truth I put you o’er to heaven, and to my mother. Of that I doubt as all men’s children may.
60
QUEEN ELEANOR
Out on thee, rude man! Thou dost shame thy mother And wound her honour with this diffidence.
65
BASTARD
I, Madam? No, I have no reason for it. That is my brother’s plea and none of mine, The which if he can prove, a pops me out At least from fair five hundred pound a year. Heaven guard my mother’s honour, and my land!
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KING JOHN
A good blunt fellow. — Why, being younger born, Doth he lay claim to thine inheritance? BASTARD
I know not why, except to get the land; But once he slandered me with bastardy. But whe’er I be as true begot or no,
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO I SCENA 1
Entrano Robert Falconbridge e Filippo il Bastardo [con lo sceriffo] E voi chi siete? BASTARDO
Io, un vostro suddito fedele, un gentiluomo della contea di Northampton; supposto primogenito di Robert Falconbridge, soldato che la mano dispensatrice di onori del Cuor di Leone ordinò cavaliere sul campo. RE GIOVANNI
Voi chi siete? FALCONBRIDGE
Il figlio ed erede di quel medesimo Falconbridge. RE GIOVANNI
Lui è il maggiore e voi l’erede? Sembra allora che non siate nati dalla stessa madre. BASTARDO
Certamente da una sola madre, potente sovrano, questo è appurato, e, come credo, anche da uno stesso padre. Ma per aver conferma di questa verità rivolgetevi al cielo, o a mia madre; per quanto mi riguarda io ho gli stessi dubbi d’ogni figlio di uomo. REGINA ELEONORA
Smettila, villano! Oltraggi tua madre e ne svergogni il nome con questi tuoi dubbi. BASTARDO
Io, signora? No, io non ne ho motivo. È la tesi di mio fratello questa, non la mia, e se provata mi scalzerà via da almeno cinquecento sterline l’anno. Che il cielo difenda l’onore di mia madre, e le mie terre!9 RE GIOVANNI
Un bel tipo questo! E perché mai, essendo nato dopo, pretende la tua eredità? BASTARDO
Non so il perché, eccetto che per aver le terre! Una volta, però, m’insultò chiamandomi bastardo. Che io sia stato generato legitti-
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 1 SCENE 1
That still I lay upon my mother’s head; But that I am as well begot, my liege — Fair fall the bones that took the pains for me — Compare our faces and be judge yourself. If old Sir Robert did beget us both And were our father, and this son like him, O old Sir Robert, father, on my knee I give heaven thanks I was not like to thee.
80
KING JOHN
Why, what a madcap hath heaven lent us here! QUEEN ELEANOR
He hath a trick of Cœur-de-lion’s face; The accent of his tongue affecteth him. Do you not read some tokens of my son In the large composition of this man?
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KING JOHN
Mine eye hath well examinèd his parts, And finds them perfect Richard. (To Robert Falconbridge) Sirrah, speak: What doth move you to claim your brother’s land?
90
BASTARD
Because he hath a half-face like my father! With half that face would he have all my land, A half-faced groat five hundred pound a year. FALCONBRIDGE
My gracious liege, when that my father lived, Your brother did employ my father much —
95
BASTARD
Well, sir, by this you cannot get my land. Your tale must be how he employed my mother. FALCONBRIDGE
And once dispatched him in an embassy To Germany, there with the Emperor To treat of high affairs touching that time. Th’advantage of his absence took the King, And in the meantime sojourned at my father’s, Where how he did prevail I shame to speak.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO I SCENA 1
mamente o no, questo ricade sulla testa di mia madre. Ma che io sia stato ben generato mio signore – riposino in pace le ossa di chi se ne prese la briga – lo giudicherete voi paragonando le nostre facce. Se il vecchio sir Robert ci ha generato entrambi, se è stato nostro padre, e questo figlio è uguale a lui, o vecchio sir Robert, padre mio, in ginocchio di non rassomigliarti io ringrazio Iddio10. RE GIOVANNI
Oh, che buontempone ci ha mandato il cielo! REGINA ELEONORA
Ha qualcosa nell’espressione che richiama il Cuor di Leone … ed anche il modo di parlare lo ricorda. Non vedi l’impronta di mio figlio nella prestanza di quest’uomo? RE GIOVANNI
I miei occhi l’hanno esaminato da ogni lato: è identico a Riccardo. (A Robert Falconbridge) Messere, parlate, cosa vi muove a reclamare le terre di vostro fratello? BASTARDO
Perché di profilo è tale e quale a mio padre! E con quella mezza faccia11 vorrebbe prendersi tutta la mia terra. Con una sola faccia di quattrino, cinquecento sterline l’anno! FALCONBRIDGE
Mio grazioso sovrano, quando mio padre era in vita, vostro fratello ne fece impiego di frequente… BASTARDO
Signore, questo non basta ad avere le mie terre! Piuttosto dovreste raccontarci che impiego abbia fatto di mia madre. FALCONBRIDGE
E una volta lo mandò come ambasciatore in Germania per trattare con l’Imperatore di cogenti affari del momento. Di quell’assenza si approfittò il re, soggiornando a casa sua e imponendosi con mezzi
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 1 SCENE 1
But truth is truth: large lengths of seas and shores Between my father and my mother lay, As I have heard my father speak himself, When this same lusty gentleman was got. Upon his deathbed he by will bequeathed His lands to me, and took it on his death That this my mother’s son was none of his; And if he were, he came into the world Full fourteen weeks before the course of time. Then, good my liege, let me have what is mine, My father’s land, as was my father’s will.
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KING JOHN
Sirrah, your brother is legitimate. Your father’s wife did after wedlock bear him, And if she did play false, the fault was hers, Which fault lies on the hazards of all husbands That marry wives. Tell me, how if my brother, Who, as you say, took pains to get this son, Had of your father claimed this son for his? In sooth, good friend, your father might have kept This calf, bred from his cow, from all the world; In sooth he might. Then if he were my brother’s, My brother might not claim him, nor your father, Being none of his, refuse him. This concludes: My mother’s son did get your father’s heir; Your father’s heir must have your father’s land.
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FALCONBRIDGE
Shall then my father’s will be of no force To dispossess that child which is not his?
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BASTARD
Of no more force to dispossess me, sir, Than was his will to get me, as I think. QUEEN ELEANOR
Whether hadst thou rather be: a Falconbridge, And like thy brother to enjoy thy land, Or the reputed son of Cœur-de-lion, Lord of thy presence, and no land beside?
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO I SCENA 1
che mi vergogno a riferire. Ma la verità è verità: molte tese di mare fra le rive dividevano mio padre da mia madre12 quando questo gagliardo giovanotto fu concepito, come ho udito tra sé e sé dire a mio padre. Sul suo letto di morte egli lasciò a me, per testamento, le sue terre, giurando sulla propria dipartita che questo figlio di mia madre a lui non apparteneva, perché se così fosse stato sarebbe venuto al mondo prematuro di quattordici settimane. Allora, mio buon sovrano, lasciate che io abbia ciò che è mio: la terra di mio padre secondo quella che, di mio padre, fu l’ultima volontà13. RE GIOVANNI
Signore, vostro fratello è da considerarsi legittimo. La moglie di vostro padre lo portò in grembo dopo il matrimonio, e se ha giocato sporco, è lei che si è macchiata, ma tale macchia è propria dell’azzardo che corre ogni marito a prendersi una moglie. Ditemi, cosa sarebbe accaduto se mio fratello, che, come voi dite, si prese la briga di generare questo figlio, lo avesse poi reclamato, come suo, a vostro padre? In verità14, amico mio, vostro padre avrebbe potuto tenersi il vitellino generato dalla sua giovenca in barba al mondo intero; lo avrebbe di certo potuto fare. Dunque, se lui fosse stato di mio fratello, mio fratello comunque non avrebbe potuto reclamarlo come suo, né vostro padre avrebbe potuto disconoscerlo rifiutandolo. Ne deriva, in conclusione, che il figlio di mia madre ha generato l’erede di vostro padre e che l’erede di vostro padre debba avere le terre di vostro padre. FALCONBRIDGE
La volontà di mio padre non ha dunque il potere di diseredare quel figlio che non è suo? BASTARDO
La sua volontà non ha più potere di diseredarmi, signore, di quanto ne abbia avuta nel generarmi. REGINA ELEONORA
Ma cosa preferiresti essere: un Falconbridge, e come tuo fratello goderti la tua terra, o essere riconosciuto come il figlio del Cuor di Leone, padrone di te stesso, ma senza terra?
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 1 SCENE 1
BASTARD
Madam, an if my brother had my shape, And I had his, Sir Robert’s his like him, And if my legs were two such riding-rods, My arms such eel-skins stuffed, my face so thin That in mine ear I durst not stick a rose Lest men should say ‘Look where three-farthings goes!’, And, to his shape, were heir to all this land, Would I might never stir from off this place. I would give it every foot to have this face; It would not be Sir Nob in any case.2
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QUEEN ELEANOR
I like thee well. Wilt thou forsake thy fortune, Bequeath thy land to him, and follow me? I am a soldier and now bound to France.
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BASTARD
Brother, take you my land; I’ll take my chance. Your face hath got five hundred pound a year, Yet sell your face for fivepence and ’tis dear. — Madam, I’ll follow you unto the death. QUEEN ELEANOR
Nay, I would have you go before me thither.
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BASTARD
Our country manners give our betters way. KING JOHN What is thy name? BASTARD
Philip, my liege, so is my name begun: Philip, good old Sir Robert’s wife’s eldest son. KING JOHN
From henceforth bear his name whose form thou bear’st. Kneel thou down Philip, but arise more great:
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147. It: F1, I in F2 = “Io”. 1610
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO I SCENA 1
BASTARDO
Signora, se mio fratello avesse il mio aspetto, ed io il suo, e cioè quello di sir Robert, se le mie gambe fossero due frustini, le mie braccia due anguille impagliate, il mio viso così scarno da non potermi infilare una rosa sull’orecchio senza sentirmi dire: “Guarda quel fiorino15 dove va girando!” E se pure, con il suo aspetto, ereditassi tutte le sue terre, beh possa io non più muovermi da qui, sarei disposto a cedere tutto pur di conservare questa faccia. E in ogni caso non vorrei mai essere un dameruncolo16. REGINA ELEONORA
Tu mi piaci molto. Saresti disposto ad abbandonare la tua fortuna, lasciare a lui le terre e seguire me che, in armi, mi dirigo alla volta della Francia? BASTARDO
Fratello, prendi tu la mia terra, io prenderò al volo l’occasione. La tua faccia ti ha fatto guadagnare cinquecento sterline l’anno. Eppure a venderla per cinque soldi sarebbe troppo cara. Signora, vi seguirò fino alla morte! REGINA ELEONORA
Beh, lì preferirei che tu mi precedessi! BASTARDO
Le mie maniere da provinciale impongono di cedere il passo ai superiori! RE GIOVANNI
Come ti chiami? BASTARDO
Filippo, mio sovrano, è il mio primo nome: Filippo, il primogenito della moglie del buon vecchio sir Robert. RE GIOVANNI
D’ora in poi porterai il nome di colui di cui possiedi il portamento17. Inginocchiati come Filippo e sollevati più grande:
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 1 SCENE 1
He knights the Bastard Arise Sir Richard and Plantagenet. BASTARD
Brother by th’ mother’s side, give me your hand. My father gave me honour, yours gave land. Now blessèd be the hour, by night or day, When I was got, Sir Robert was away.
165
QUEEN ELEANOR
The very spirit of Plantagenet! I am thy grandam, Richard; call me so. BASTARD
Madam, by chance, but not by truth; what though? Something about, a little from the right, In at the window, or else o’er the hatch; Who dares not stir by day must walk by night, And have is have, however men do catch. Near or far off, well won is still well shot, And I am I, howe’er I was begot.
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175
KING JOHN
Go, Falconbridge, now hast thou thy desire: A landless knight makes thee a landed squire. — Come, madam, and come, Richard; we must speed For France; for France, for it is more than need. BASTARD
Brother, adieu. Good fortune come to thee, For thou wast got i’th’ way of honesty.
180
Exeunt all but the Bastard A foot of honour better than I was, But many a many foot of land the worse. Well, now can I make any Joan a lady. ‘Good e’en, Sir Richard’ — ‘God-a-mercy fellow’; And if his name be George I’ll call him Peter, For new-made honour doth forget men’s names; ’Tis too respective and too sociable3
185
188. ’Tis too: F2, ’Tis two in F1 = “è due”. 1612
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO I SCENA 1
Nomina cavaliere il Bastardo Rialzati come sir Riccardo, e Plantageneto. BASTARDO
Fratello per parte di madre, qua la mano. Mio padre, a me, dette l’onore; a te il tuo, le terre. Sia benedetta l’ora in cui, mattina o sera, mentre mi generavano, sir Robert lì non c’era! REGINA ELEONORA
Proprio lo spirito di un Plantageneto! Io sono tua nonna, Riccardo, chiamami così. BASTARDO
Per caso, signora, e non per la via giusta. Eppure cosa importa? Un po’ di sbieco, un poco alla mancina, entrando da un pertugio, oppur dalla finestra. Chi di giorno non si muove, di notte deve osare, e ciò che è avuto è avuto, comunque sia ottenuto. Da lontano o da vicino, ben spara chi ha colpito, ed io son io, comunque concepito18. RE GIOVANNI
Va’ Falconbridge, il tuo desiderio s’è avverato e un cavaliere senza niente ha reso te, di terre, un possidente. Venite madre, e vieni tu, Riccardo, dobbiamo far fronte all’emergenza e per la Francia, per la Francia! Partire con urgenza. BASTARDO
Fratello, addio, dalla fortuna possa essere assistito, visto che tu fosti onestamente concepito. Escono tutti tranne il Bastardo Un palmo d’onore in più di quanto avessi, ma molti, molti palmi in meno di terreno. Bene, ora posso far di ogni contadina una contessa. “Buona sera, sir Riccardo” … “Dio t’assista buon uomo”. E se il suo nome è Giorgio io lo chiamo Pietro; chi è nobile da poco non ricorda mica i nomi! Sarebbe troppo riguardo ed eccesso di familiarità
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 1 SCENE 1
For your conversion. Now your traveller, He and his toothpick at my worship’s mess; And when my knightly stomach is sufficed, Why then I suck my teeth and catechize My pickèd man of countries. ‘My dear sir,’ Thus leaning on mine elbow I begin, ‘I shall beseech you —’. That is Question now; And then comes Answer like an Absey book. ‘O sir,’ says Answer, ‘at your best command, At your employment, at your service, sir.’ ‘No sir,’ says Question, ‘I, sweet sir, at yours.’ And so, ere Answer knows what Question would, Saving in dialogue of compliment, And talking of the Alps and Apennines, The Pyrenean and the River Po, It draws toward supper in conclusion so. But this is worshipful society, And fits the mounting spirit like myself; For he is but a bastard to the time That doth not smack of observation; And so am I — whether I smack or no, And not alone in habit and device, Exterior form, outward accoutrement, But from the inward motion — to deliver Sweet, sweet, sweet poison for the age’s tooth; Which, though I will not practise to deceive, Yet to avoid deceit I mean to learn; For it shall strew the footsteps of my rising.
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195
200
205
210
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Enter Lady Falconbridge and James Gurney But who comes in such haste in riding-robes? What woman-post is this? Hath she no husband That will take pains to blow a horn before her? O me, ’tis my mother! How now, good lady? What brings you here to court so hastily?
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO I SCENA 1
per uno da poco convertito. Ecco un viaggiatore col suo stuzzicadenti19 al desco della mia alta signoria, e quando il mio nobile stomaco è ben pieno, allora con fare sussiegoso catechizzo il mio affettato giramondo. “Mio caro signore”, così comincio appoggiandomi sul gomito, “Ma vi prego …” E questa sarebbe la domanda. E poi arriva la risposta come in un breviario. “O signore”, dice la risposta, “Ai vostri ordini, a vostra disposizione, a vostro completo servizio, signore!” “No, signore”, dice allora la domanda. “Io ai vostri, mio diletto signore!” E così, prima che la risposta sappia cosa vuole la domanda, oltre che scambiarsi complimenti, si discorre di Alpi e di Appennini, di Pirenei e del fiume Po, procedendo in conclusione verso cena. Questa è la sacrosanta buona società!20 Perfetta per uno spirito rampante21 come il mio, poiché non è che un bastardo del suo tempo colui che non mastichi un poco di etichetta; e così son io: bastardo! che mastichi o non mastichi22, e non solo per abitudini e maniere, aspetto e abbigliamento, ma per quell’indole interiore che sprona a compiacere il palato del momento con dolce, dolcissimo veleno. Il quale, pur se non usato per l’inganno, io voglio comunque apprendere, fosse solo per evitare di essere ingannato. Dato che esso cospargerà il cammino della mia scalata. Entra lady Falconbridge con James Gurney Ma chi arriva così di corsa e in abiti da amazzone? Che messaggera è questa? Non ha un marito che si scomodi ad annunciarla col suo corno?23 O povero me! È mia madre! Come state, cara signora? Che vi porta a corte così precipitosamente?
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19/10/2017 18:26:47
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 1 SCENE 1
LADY FALCONBRIDGE
Where is that slave thy brother? Where is he That holds in chase mine honour up and down? BASTARD
My brother Robert, old Sir Robert’s son? Colbrand the Giant, that same mighty man? Is it Sir Robert’s son that you seek so?
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LADY FALCONBRIDGE
Sir Robert’s son, ay, thou unreverent boy, Sir Robert’s son. Why scorn’st thou at Sir Robert? He is Sir Robert’s son, and so art thou. BASTARD
James Gurney, wilt thou give us leave awhile?
230
GURNEY
Good leave, good Philip. Philip Sparrow, James! There’s toys abroad; anon I’ll tell thee more.
BASTARD
Exit James Gurney Madam, I was not old Sir Robert’s son. Sir Robert might have eat his part in me Upon Good Friday, and ne’er broke his fast. Sir Robert could do well, marry to confess, Could a get me! Sir Robert could not do it:4 We know his handiwork. Therefore, good mother, To whom am I beholden for these limbs? Sir Robert never holp to make this leg.
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LADY FALCONBRIDGE
Hast thou conspirèd with thy brother too, That for thine own gain shouldst defend mine honour? What means this scorn, thou most untoward knave? BASTARD
Knight, knight, good mother, Basilisco-like! What! I am dubbed; I have it on my shoulder.
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237. Could a: Maxwell, Could in F. (A, colloquiale per he, “egli” o “lui”). 1616
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO I SCENA 1
LADY FALCONBRIDGE
Dov’è quel disgraziato di tuo fratello? Quello che, in lungo e in largo, va attentando al mio onore? BASTARDO
Mio fratello Robert? Il figlio del vecchio sir Robert? Quel gigantesco Coboldo?24 Proprio quel gran pezzo d’uomo? State proprio cercando il figlio di sir Robert? LADY FALCONBRIDGE
Il figlio di sir Robert, sì, impudente ragazzo, il figlio di sir Robert. Perché ti prendi gioco di sir Robert? Lui è figlio di sir Robert, come pure tu lo sei. BASTARDO
Signor Giacomo25, potreste lasciarci un attimo? GURNEY
Ma certo, caro Filippo. BASTARDO
Filippo! Abbiamo perso sia il panaro che Filippo!26 Giacomo, ci sarà qualche sorpresina 27, fra poco ne saprai di più. Esce James Gurney Signora, non sono mai stato figlio di sir Robert. Sir Robert avrebbe potuto far un sol boccone di tutto quanto di lui c’era in me, senza interrompere il digiuno di Quaresima. Avrebbe mai potuto sir Robert, e via diciamolo, avrebbe mai potuto generarmi? Non avrebbe potuto. Conosciamo i suoi prodotti. Perciò, buona madre, a chi devo queste membra? Sir Robert non ha mai dato una mano28 a fare questa gamba. LADY FALCONBRIDGE
Ti sei messo d’accordo con tuo fratello, tu, che per tuo stesso interesse dovresti difendere il mio onore? Che significa questo sprezzo, tu briccone screanzato? BASTARDO
Cavaliere, buona madre, cavaliere senza macchia e senza paura!29 Che! Sono stato nominato, ho ancora il tocco sulla spalla. Ma, ma-
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 1 SCENE 1
But, mother, I am not Sir Robert’s son. I have disclaimed Sir Robert; and my land, Legitimation, name, and all is gone. Then, good my mother, let me know my father; Some proper man, I hope; who was it, mother?
250
LADY FALCONBRIDGE
Hast thou denied thyself a Falconbridge? BASTARD
As faithfully as I deny the devil. LADY FALCONBRIDGE
King Richard Cœur-de-lion was thy father. By long and vehement suit I was seduced To make room for him in my husband’s bed. Heaven lay not my transgression to my charge! Thou art the issue of my dear offence,5 Which was so strongly urged past my defence.
255
BASTARD
Now by this light, were I to get again, Madam, I would not wish a better father. Some sins do bear their privilege on earth, And so doth yours; your fault was not your folly. Needs must you lay your heart at his dispose, Subjected tribute to commanding love, Against whose fury and unmatchèd force The aweless lion could not wage the fight, Nor keep his princely heart from Richard’s hand. He that perforce robs lions of their hearts May easily win a woman’s. Ay, my mother, With all my heart I thank thee for my father. Who lives and dares but say thou didst not well When I was got, I’ll send his soul to hell. Come, lady, I will show thee to my kin, And they shall say, when Richard me begot, If thou hadst said him nay, it had been sin. Who says it was, he lies: I say ’twas not. Exeunt
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257. Thou: F4, That in F1 = “quello”. 1618
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO I SCENA 1
dre, io non sono figlio di sir Robert, ho disconosciuto sir Robert; e le mie terre, la legittimità, il nome, tutto è sparito. E dunque, buona madre mia, fammi conoscere mio padre. Un uomo a posto, spero. Chi fu, madre? LADY FALCONBRIDGE
Hai rinnegato te stesso come Falconbridge? BASTARDO
Con la stessa completa devozione con cui rinnego il demonio30. LADY FALCONBRIDGE
Tuo padre fu re Riccardo Cuor di Leone. Da un lungo e pressante corteggiamento fui indotta a fargli posto nel letto di mio marito. Che il cielo non me ne chieda conto! Tu sei il frutto di quella grata trasgressione, mentre le mie difese cedevano all’urgenza della sua prevaricazione. BASTARDO
In nome di Dio31, Signora, se tornassi a nascere, non potrei augurarmi un padre migliore! Alcuni peccati sulla terra hanno diritto a qualche riguardo, e così sono i vostri: la vostra fu colpa non follia. Foste costretta a concedere il vostro cuore, dovuto tributo al suo imperioso amore, contro la cui furia ed incomparata forza persino l’indomito leone non poteva ingaggiar lotta, né sottrarre il suo regale cuore alla mano di Riccardo32. Colui che depreda i leoni dei loro cuori può facilmente conquistarne uno di donna. Sì, madre, di cuore ti ringrazio per il padre che mi hai dato. Chi osasse dire che nel concepirmi non ti comportasti bene, io ne spedirei l’anima all’inferno. Andiamo, signora, ti voglio presentare al parentado. Essi diranno che quando Riccardo mi ha generato, se avessi detto no, allora avresti tu peccato! Chi parla di peccato mente. No, non lo fu, proprio per niente. Escono
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
2.1
[Flourish.] Enter before Angers [at one door] Philip King of France, Louis the Dauphin, Lady Constance, and Arthur Duke of Brittaine, with soldiers; [at another door] the Duke of Austria, wearing a lion’s hide, with soldiers
[KING PHILIP]
Before Angers well met, brave Austria. — Arthur, that great forerunner of thy blood, Richard that robbed the lion of his heart And fought the holy wars in Palestine, By this brave duke came early to his grave; And, for amends to his posterity, At our importance hither is he come To spread his colours, boy, in thy behalf, And to rebuke the usurpation Of thy unnatural uncle, English John. Embrace him, love him, give him welcome hither. ARTHUR (to Austria) God shall forgive you Cœur-de-lion’s death, The rather that you give his offspring life, Shadowing their right under your wings of war. I give you welcome with a powerless hand, But with a heart full of unstainèd love. Welcome before the gates of Angers, Duke.
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[KING PHILIP]
A noble boy. Who would not do thee right? AUSTRIA (kissing Arthur)
Upon thy cheek lay I this zealous kiss As seal to this indenture of my love: That to my home I will no more return Till Angers and the right thou hast in France, Together with that pale, that white-faced shore, Whose foot spurns back the ocean’s roaring tides And coops from other lands her islanders, Even till that England, hedged in with the main, That water-wallèd bulwark, still secure And confident from foreign purposes,
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
II, 1
[Squilli di trombe] Davanti alla città di Angers, [da una porta] entrano re Filippo di Francia, Luigi il Delfino33, lady Costanza ed Arturo34 duca di Bretagna con soldati; [dall’altra porta35] il duca d’Austria36 , con indosso una pelle di leone, e soldati37
[RE FILIPPO]
Ben incontrato sotto le mura di Angers, valoroso duca d’Austria. Arturo, quel grande precursore del tuo sangue, Riccardo, cui fu attribuito un cuore da leone38 e che combatté in Palestina la guerra santa, da questo prode duca39 fu spedito prematuramente nella fossa. Ma per riscattarsi innanzi alla progenie di lui, e in ossequio a noi, egli è venuto a dispiegare i suoi colori in tuo favore, ragazzo, per opporsi all’usurpazione del tuo snaturato zio, Giovanni d’Inghilterra. Abbraccialo, dagli il tuo affetto ed il benvenuto qui. ARTURO (ad Austria) La morte del Cuor di Leone Dio te la perdonerà, poiché proteggendone, all’ombra delle tue ali guerriere, il diritto alla discendenza, tu a questa ridai la vita. Ti offro il mio benvenuto con una mano che non ha potere ma con il cuore ricolmo di affetto immacolato. Benvenuto alle porte di Angers, duca. RE FILIPPO
Nobile fanciullo. Chi non vorrebbe renderti giustizia? AUSTRIA (bacia Arturo)
Sulla tua guancia depongo questo devoto bacio come suggello del mio pegno di dedizione. In patria non farò ritorno fino a che Angers e quella parte della Francia su cui vanti diritto, insieme a quella pallida, biancheggiante40 costa, il cui piede respinge le ruggenti maree dell’oceano, e protegge i propri isolani dalle altre nazioni, quell’Inghilterra, circondata da una cinta d’acqua a mo’ di liquida fortezza, che si sente fiduciosa e al sicuro da mire forestiere, fino
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
Even till that utmost corner of the west Salute thee for her king. Till then, fair boy, Will I not think of home, but follow arms.
30
CONSTANCE
O, take his mother’s thanks, a widow’s thanks, Till your strong hand shall help to give him strength To make a more requital to your love. AUSTRIA
The peace of heaven is theirs that lift their swords In such a just and charitable war.
35
KING PHILIP
Well then, to work! Our cannon shall be bent Against the brows of this resisting town. Call for our chiefest men of discipline To cull the plots of best advantages. We’ll lay before this town our royal bones, Wade to the market-place in Frenchmen’s blood, But we will make it subject to this boy.
40
CONSTANCE
Stay for an answer to your embassy, Lest unadvised you stain your swords with blood. My lord Châtillon may from England bring That right in peace which here we urge in war, And then we shall repent each drop of blood That hot rash haste so indirectly shed.
45
Enter Châtillon KING PHILIP
A wonder, lady: lo upon thy wish Our messenger Châtillon is arrived. — What England says, say briefly, gentle lord; We coldly pause for thee. Châtillon, speak.
50
CHÂTILLON
Then turn your forces from this paltry siege, And stir them up against a mightier task. England, impatient of your just demands, Hath put himself in arms. The adverse winds,
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
a quando anche quell’estremo lembo d’occidente non saluterà te come suo sovrano, fino ad allora, gentile ragazzo, non penserò al ritorno a casa ma resterò in armi. COSTANZA
Oh, accettate la riconoscenza di sua madre, di una vedova41, fin quando almeno la vostra forte mano non avrà dato a lui la forza di ricambiare degnamente la vostra dedizione. AUSTRIA
Il cielo assisterà coloro che impugnano la spada, in questa giusta e compassionevole guerra. RE FILIPPO
All’opera dunque! Schiereremo i cannoni contro gli spalti di questa città riottosa. E chiameremo i nostri ufficiali migliori a scegliere le postazioni di maggior vantaggio. Siamo disposti a lasciare le nostra ossa regali davanti a questa città, e a raggiungere la piazza del mercato guadando il sangue dei francesi, ma la assoggetteremo a questo fanciullo. COSTANZA
Attendete la risposta alla vostra ambasceria prima di macchiare, impulsivamente, di sangue la vostra spada. Il signore di Châtillon potrebbe dall’Inghilterra riportare, in pace, il riconoscimento dello stesso diritto che reclamiamo in guerra, e farci pentire di ogni goccia di sangue versato a torto nella precipitazione di un irascibile impulso. Entra Châtillon RE FILIPPO
Un prodigio, signora! Guardate42 secondo il vostro auspicio qui giunge il nostro messaggero Châtillon. Ciò che l’Inghilterra ha da dire, ditelo in fretta, gentile signore. Assennatamente ci fermiamo ad ascoltarti, Châtillon. Parla. CHÂTILLON
Allora stornate le vostre forze da questo insignificante assedio e spronatele a un compito più imponente. Il re d’Inghilterra, insofferente alle vostre legittime richieste, ha impugnato le armi. I venti
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
Whose leisure I have stayed, have given him time To land his legions all as soon as I. His marches are expedient to this town, His forces strong, his soldiers confident. With him along is come the Mother-Queen, An Ate stirring him to blood and strife;6 With her her niece, the Lady Blanche of Spain; With them a bastard of the King’s deceased; And all th’unsettled humours of the land — Rash, inconsiderate, fiery voluntaries, With ladies’ faces and fierce dragons’ spleens — Have sold their fortunes at their native homes, Bearing their birthrights proudly on their backs, To make a hazard of new fortunes here. In brief, a braver choice of dauntless spirits Than now the English bottoms have waft o’er Did never float upon the swelling tide To do offence and scathe in Christendom.
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Drum beats The interruption of their churlish drums Cuts off more circumstance. They are at hand; To parley or to fight therefore prepare. KING PHILIP
How much unlooked-for is this expedition! AUSTRIA
By how much unexpected, by so much We must awake endeavour for defence, For courage mounteth with occasion. Let them be welcome then: we are prepared.
80
Enter, [marching,] King John of England, the Bastard, Queen Eleanor, Lady Blanche, the Earl of Pembroke, and soldiers
63. Ate: Rowe, Ace in F = “campionessa”. 1624
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
contrari, al cui capriccio ho dovuto sottostare, gli hanno dato il tempo di sbarcare coi suoi eserciti praticamente insieme a me. Sta marciando speditamente verso questa città, con forze massicce e soldati baldanzosi. Lo accompagna la regina-madre, una nuova dea della discordia43 che lo incita al sangue e alla battaglia. Insieme a lei c’è la nipote, lady Bianca di Spagna e ad accompagnarli un bastardo44 del re defunto. Tutti gli elementi turbolenti del paese, avventurieri impetuosi, sfrenati e feroci, con volti da donna e il fegato45 di un drago, hanno venduto ciò che possedevano nella patria nativa, portandosi orgogliosamente tutti i loro averi sulle spalle, per scommetter di far qui nuova fortuna. In breve, una più intrepida accolita d’indomiti spiriti, di quella traghettata dalle navi inglesi, non ha mai attraversato l’impetuoso flutto per arrecare offesa e danno alla Cristianità. Rombo di tamburi L’interruzione dei loro tamburi incivili m’impedisce di aggiungere particolari. Arrivano! Preparatevi a parlamentare o a combattere. RE FILIPPO
Quanto inaspettata tanta speditezza! AUSTRIA
Quanto più inaspettata, tanto più dobbiamo approntarci alla difesa, perché il coraggio monta all’occasione. Avranno il nostro benvenuto. Noi siamo pronti. Entrano [marciando] Re Giovanni d’Inghilterra, il Bastardo, la regina Eleonora, lady Bianca, il conte di Pembroke e dei soldati.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
KING JOHN
Peace be to France, if France in peace permit Our just and lineal entrance to our own. If not, bleed France, and peace ascend to heaven, Whiles we, God’s wrathful agent, do correct Their proud contempt that beats his peace to heaven.
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KING PHILIP
Peace be to England, if that war return From France to England, there to live in peace. England we love, and for that England’s sake With burden of our armour here we sweat. This toil of ours should be a work of thine; But thou from loving England art so far That thou hast underwrought his lawful king, Cut off the sequence of posterity, Outfacèd infant state, and done a rape Upon the maiden virtue of the crown.
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(Pointing to Arthur) Look here upon thy brother Geoffrey’s face. These eyes, these brows, were moulded out of his; This little abstract doth contain that large Which died in Geoffrey; and the hand of time Shall draw this brief into as huge a volume. That Geoffrey was thy elder brother born, And this his son; England was Geoffrey’s right, And this is Geoffrey’s. In the name of God, How comes it then that thou art called a king, When living blood doth in these temples beat, Which owe the crown that thou o’ermasterest?
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KING JOHN
From whom hast thou this great commission, France, To draw my answer from thy articles?
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
RE GIOVANNI
Pace sia alla Francia, se la Francia concede pacificamente la nostra giusta e legittima entrata nei nostri domini. Se così non fosse, allora la pace se ne volerà in cielo e la Francia sanguinerà, mentre noi, agenti dell’ira del Signore, castigheremo l’ostinata insolenza che respinge la sua pace in cielo. RE FILIPPO
Pace sia all’Inghilterra, se la guerra dalla Francia se ne torna in Inghilterra, per viverci in pace. Noi l’Inghilterra la amiamo, ed in sua difesa siamo qui a sudare sotto le armature. Questo grave peso dovresti portarlo tu, ma tu sei tanto lontano dall’amare l’Inghilterra che ne hai scalzato46 il legittimo sovrano, hai interrotto la continuità della discendenza, hai sfigurato la maestà di un re giovinetto, e hai stuprato l’immacolata verginità della corona. (indicando Arturo) Guarda qui il volto di tuo fratello. Questi occhi, questa fronte, sono stati modellati su di lui. Questo piccolo compendio contiene la grandezza che perì in Goffredo, e la mano del tempo trasformerà l’estratto nel suo antico volume47. Quel Goffredo era nato come tuo fratello maggiore, e questo è suo figlio. L’Inghilterra per diritto apparteneva a Goffredo, e lui ne è la diretta emanazione. Nel nome di Dio, com’è dunque possibile farti chiamare re, quando sangue vivo batte nelle tempie di colui cui spetta la corona che tu hai usurpato? RE GIOVANNI
E tu, Francia, da chi ricevi questo mandato a pretendere da me risposte alle tue imputazioni?
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
KING PHILIP
From that supernal judge that stirs good thoughts In any breast of strong authority7 To look into the blots and stains of right. That judge hath made me guardian to this boy, Under whose warrant I impeach thy wrong, And by whose help I mean to chastise it.
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KING JOHN
Alack, thou dost usurp authority. KING PHILIP
Excuse it is to beat usurping down. QUEEN ELEANOR
Who is it thou dost call usurper, France?
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CONSTANCE
Let me make answer: thy usurping son. QUEEN ELEANOR
Out, insolent! Thy bastard shall be king That thou mayst be a queen and check the world. CONSTANCE
My bed was ever to thy son as true As thine was to thy husband; and this boy Liker in feature to his father Geoffrey Than thou and John in manners, being as like As rain to water, or devil to his dam. My boy a bastard? By my soul I think His father never was so true begot. It cannot be, an if thou wert his mother. QUEEN ELEANOR (to Arthur) There’s a good mother, boy, that blots thy father. CONSTANCE (to Arthur) There’s a good grandam, boy, that would blot thee.
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130
AUSTRIA
Peace! BASTARD Hear the crier! AUSTRIA What the devil art thou? 113. Breast: F2, beast in F1 = “bestia”. 1628
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
RE FILIPPO
Dal quel giudice supremo che ispira giusti pensieri nel cuore di ogni potente per vigilare sulle offese e le violazioni arrecate al diritto. Quello stesso giudice mi ha reso tutore di questo ragazzo, dietro suo mandato io denuncio le tue colpe e con il suo aiuto intendo castigarle. RE GIOVANNI
Via48, la tua autorità è usurpata. RE FILIPPO
Ma è volta a sconfiggere un’usurpazione! REGINA ELEONORA
Chi è che chiami usurpatore, Francia? COSTANZA
Lasciate rispondere me: tuo figlio è colui che usurpa. REGINA ELEONORA
Basta, insolente! Vorresti incoronare il tuo bastardo per diventare tu regina e dominare il mondo! COSTANZA
Il mio letto è stato fedele a tuo figlio come il tuo a tuo marito; e questo ragazzo è più somigliante a suo padre Goffredo di quanto tu e Giovanni siate simili nei modi, pur essendo voi come l’acqua e la pioggia, o il demonio e sua madre. Mio figlio un bastardo? In fede mia, non credo che suo padre sia stato concepito altrettanto fedelmente. No, non è possibile, essendo tu sua madre49. REGINA ELEONORA (ad Arturo) Bella madre questa, ragazzo, che così infanga tuo padre! COSTANZA (ad Arturo) Bella nonna questa, ragazzo, che così vorrebbe infangare te! AUSTRIA
Silenzio! BASTARDO
Ascoltate il banditore!50 AUSTRIA
E tu chi diavolo sei? BASTARDO
Uno che con voi, signore, farà il diavolo a quattro, se mai riuscirà a prendervi in disparte, voi e la vostra pelle51. Tu sei come la lepre 1629
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
BASTARD
One that will play the devil, sir, with you, An a may catch your hide and you alone. You are the hare of whom the proverb goes, Whose valour plucks dead lions by the beard. I’ll smoke your skin-coat an I catch you right — Sirrah, look to’t — i’faith I will, i’faith!
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BLANCHE
O, well did he become that lion’s robe That did disrobe the lion of that robe! BASTARD
It lies as sightly on the back of him As great Alcides’ shows upon an ass. But, ass, I’ll take that burden from your back, Or lay on that shall make your shoulders crack.
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AUSTRIA
What cracker is this same that deafs our ears With this abundance of superfluous breath? — King Philip, determine what we shall do straight. [KING PHILIP]
Women and fools, break off your conference. — King John, this is the very sum of all: England and Ireland, Anjou, Touraine, Maine, In right of Arthur do I claim of thee. Wilt thou resign them and lay down thy arms?
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KING JOHN
My life as soon. I do defy thee, France. — Arthur of Brittaine, yield thee to my hand, And out of my dear love I’ll give thee more Than e’er the coward hand of France can win. Submit thee, boy. QUEEN ELEANOR (to Arthur) Come to thy grandam, child. CONSTANCE (to Arthur) Do, child, go to it grandam, child. Give grandam kingdom, and it grandam will Give it a plum, a cherry, and a fig. There’s a good grandam.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
di cui parla il detto52, che valorosamente strappa la barba al leone, quando è morto! Se ti acchiappo, te la concio per le feste la pelliccia. Occhio messere, che lo faccio, lo faccio! BIANCA
Oh quanto bene si addiceva quella pelle di leone a colui che al leone la pelle aveva tolta! BASTARDO
E adesso pende dal suo groppone come il manto di Alcide53 sopra un somaro. Ma, somaro, mi prenderò quel peso dalla groppa, o montandoci sopra farò schrocchiare le tue ossa! AUSTRIA
Chi è questo scrocchiatore che assorda le nostre orecchie con un tale profluvio di fiato sprecato? Re Filippo, stabilite cosa dobbiamo fare. [RE FILIPPO]
Donne e buffoni, fatela finita. Re Giovanni, la sostanza del discorso è questa: reclamo da te, a nome di Arturo, l’Inghilterra e l’Irlanda, l’Angiò, la Turenna e il Maine. Le consegnerai e deporrai le armi? RE GIOVANNI
La mia vita, piuttosto! Francia, io ti sfido. Arturo di Bretagna, consegnati a me, e per l’affetto che ti porto avrai da me più di quanto la vile mano di Francia possa conquistare. Sottomettiti, ragazzo. REGINA ELEONORA (ad Arturo) Vieni da tua nonna, ragazzo. COSTANZA (ad Arturo) Vai figliolo, vai dalla nonna; da’ alla nonna il tuo regno e la nonna ti darà una prugna, una ciliegia, anche un fico. Che brava nonnina!
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
Good my mother, peace. I would that I were low laid in my grave. I am not worth this coil that’s made for me.
ARTHUR
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He weeps QUEEN ELEANOR
His mother shames him so, poor boy, he weeps. CONSTANCE
Now shame upon you, whe’er she does or no! His grandam’s wrongs, and not his mother’s shames, Draw those heaven-moving pearls from his poor eyes, Which heaven shall take in nature of a fee; Ay, with these crystal beads heaven shall be bribed To do him justice and revenge on you.
170
QUEEN ELEANOR
Thou monstrous slanderer of heaven and earth! CONSTANCE
Thou monstrous injurer of heaven and earth! Call not me slanderer. Thou and thine usurp The dominations, royalties and rights Of this oppressèd boy. This is thy eld’st son’s son, Infortunate in nothing but in thee. Thy sins are visited in this poor child; The canon of the law is laid on him, Being but the second generation Removèd from thy sin-conceiving womb.
175
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KING JOHN
Bedlam, have done. I have but this to say: That he is not only plaguèd for her sin, But God hath made her sin and her the plague On this removèd issue, plagued for her And with her plague; her sin his injury, Her injury the beadle to her sin; All punished in the person of this child, And all for her. A plague upon her!
CONSTANCE
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190
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
ARTURO
Buona madre, pietà! Preferirei esser già morto e sepolto nella tomba. Non valgo tutto questo trambusto. Piange REGINA ELEONORA
Sua madre lo mortifica a tal punto da farlo piangere. COSTANZA
Ma vergognatevi voi! Che lui si vergogni o meno, sono i torti di sua nonna e non le mortificazioni di sua madre a far sgorgare dai suoi poveri occhi quelle perle capaci di muovere il cielo, e che il cielo accetterà come tributo; sì, saranno quelle stille di cristallo che convinceranno il cielo a rendergli giustizia, vendicandosi di te. REGINA ELEONORA
Tu, mostruosa calunniatrice del cielo e della terra! COSTANZA
Sei tu che mostruosamente ferisci il cielo e la terra! Non chiamare me calunniatrice. Tu e i tuoi usurpate i domini, le rendite e i diritti di questo ragazzo oppresso. Questo è il figlio del tuo primogenito, in nulla sfortunato se non in te. I tuoi peccati sono ricaduti sulla sua povera testa e il canone della legge lo perseguita per essere dal tuo grembo peccaminoso separato solo da una generazione. RE GIOVANNI
Smettila, forsennata! COSTANZA
Non ho che da dir questo: non solo lui è tormentato per il peccato di lei, ma Dio ha reso lei e il suo peccato54 lo strumento di tortura di questo discendente, perseguitato per lei e attraverso di lei; la sua colpa è la persecuzione di lui, la sua persecuzione il flagello55 inflitto per i suoi peccati, tutti ricaduti sulla testa di questo ragazzo. E tutto a causa sua. Che muoia impestata!
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
QUEEN ELEANOR
Thou unadvisèd scold, I can produce A will that bars the title of thy son. CONSTANCE
Ay, who doubts that? A will, a wicked will, A woman’s will, a cankered grandam’s will! KING PHILIP
Peace, lady; pause or be more temperate. It ill beseems this presence to cry aim To these ill-tunèd repetitions. — Some trumpet summon hither to the walls These men of Angers. Let us hear them speak Whose title they admit, Arthur’s or John’s.
195
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Trumpet sounds. Enter a Citizen upon the walls8 CITIZEN
Who is it that hath warned us to the walls? KING PHILIP
’Tis France for England. England for itself. You men of Angers and my loving subjects —
KING JOHN
KING PHILIP
You loving men of Angers, Arthur’s subjects, Our trumpet called you to this gentle parle —
205
KING JOHN
For our advantage; therefore hear us first. These flags of France that are advancèd here Before the eye and prospect of your town, Have hither marched to your endamagement. The cannons have their bowels full of wrath, And ready mounted are they to spit forth Their iron indignation ’gainst your walls. All preparation for a bloody siege And merciless proceeding by these French Confront your city’s eyes, your winking gates;
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200.1. Citizen: Hubert in Honigmann. 1634
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
REGINA ELEONORA
Tu, linguacciuta megera! Posso mostrare un testamento56 che annulla i diritti di tuo figlio. COSTANZA
E certo! Chi ne dubita? Le ultime volontà, perfide volontà57, volontà di donna, la volontà di una nonna appestata! RE FILIPPO
Basta signora! Tacete o siate più moderata. Mal si addice a questo consesso di continuare a dar fiato a queste sguaiate invettive. Che si convochino qui alle mura i cittadini di Angers. Sentiamo da loro quale autorità riconoscono, quella di Arturo o quella di Giovanni. Squilli di tromba. Entra un cittadino58 sulle mura CITTADINO
Chi ci chiama alle mura? RE FILIPPO
Il re di Francia, a nome dell’Inghilterra. RE GIOVANNI
Il re d’Inghilterra a nome di se stesso. Voi uomini di Angers, miei amati sudditi… RE FILIPPO
Voi amati uomini di Angers e sudditi di Arturo, le nostre trombe vi hanno convocato a questo amichevole colloquio… RE GIOVANNI
Per il nostro vantaggio sul campo! Perciò ascoltate noi per primi. Questi vessilli di Francia, dispiegati qui dinanzi agli occhi e alla vista della vostra città59, hanno marciato fin qui per portarvi rovina. I cannoni hanno le viscere piene d’ira e sono già puntati a sputare contro le vostre mura il loro ferroso sdegno. Tutti i preparativi di questi francesi per un sanguinoso assedio e azioni spietate sono davanti ai vostri occhi, a sorpresa dei vostri varchi. E se non fosse
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
And but for our approach, those sleeping stones That as a waist doth girdle you about, By the compulsion of their ordinance, By this time from their fixèd beds of lime Had been dishabited, and wide havoc made For bloody power to rush upon your peace. But on the sight of us your lawful king, Who painfully, with much expedient march, Have brought a countercheck before your gates To save unscratched your city’s threatened cheeks, Behold the French, amazed, vouchsafe a parle; And now instead of bullets wrapped in fire To make a shaking fever in your walls, They shoot but calm words folded up in smoke To make a faithless error in your ears; Which trust accordingly, kind citizens, And let us in, your king, whose laboured spirits, Forwearied in this action of swift speed, Craves harbourage within your city walls.
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226
230
KING PHILIP
When I have said, make answer to us both.
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He takes Arthur’s hand Lo, in this right hand, whose protection Is most divinely vowed upon the right Of him it holds, stands young Plantagenet, Son to the elder brother of this man And king o’er him and all that he enjoys. For this downtrodden equity we tread In warlike march these greens before your town, Being no further enemy to you Than the constraint of hospitable zeal In the relief of this oppressèd child Religiously provokes. Be pleasèd then To pay that duty which you truly owe To him that owes it, namely this young prince; And then our arms, like to a muzzled bear,
240
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
stato per il nostro arrivo, la violenza della loro artiglieria avrebbe divelto dal loro letto di malta queste pietre dormienti, che come una cintura vi cingono la vita, e, una volta aperta una devastante breccia, truppe sanguinarie sarebbero accorse a travolgere la vostra pace. Ma alla vista di noi, vostro legittimo sovrano, che con grande pena e una marcia forzata abbiamo portato un contrattacco davanti alle vostre mura per salvaguardare senza un graffio le minacciate guance della città, ecco, i francesi, frastornati, chiedono di parlamentare. Ed ora invece di proiettili avvolti nel fuoco, per scuotere di febbre le vostre difese, sparano fumose parole di pace per indurre in errore infedele i vostri orecchi. Dategli l’ascolto che meritano, cari cittadini, e lasciate entrare noi, il vostro re, le cui forze affaticate, provate dalla speditezza di questa azione fulminea, domandano accoglienza all’interno della cinta muraria. RE FILIPPO
Quando avrò parlato anch’io, rispondete a entrambi. Prende la mano di Arturo Guardate, nella mia mano diritta60, che ha assunto il sacro giuramento di difendere il diritto di colui che essa stringe, sta il giovane Plantageneto, figlio del fratello maggiore di quest’uomo, re sopra di lui e sovrano di tutto ciò ch’egli possiede. Per questa giustizia calpestata, noi calpestiamo con marcia guerriera questi prati dinanzi alla vostra città, non essendovi nemici in nulla se non là dove lo imponga il sacrosanto obbligo di un’accogliente protezione nei riguardi di quest’oppresso fanciullo. Vi piaccia allora pagare quel giusto tributo a colui al quale esso è dovuto, e cioè a questo giovane principe; e allora le nostre armate, come un orso con la museruola,
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
Save in aspect, hath all offence sealed up: Our cannons’ malice vainly shall be spent Against th’invulnerable clouds of heaven, And with a blessèd and unvexed retire, With unbacked swords and helmets all unbruised, We will bear home that lusty blood again Which here we came to spout against your town, And leave your children, wives, and you in peace. But if you fondly pass our proffered offer, ’Tis not the roundure of your old-faced walls Can hide you from our messengers of war, Though all these English and their discipline Were harboured in their rude circumference. Then tell us, shall your city call us lord In that behalf which we have challenged it, Or shall we give the signal to our rage, And stalk in blood to our possession?
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CITIZEN
In brief, we are the King of England’s subjects. For him and in his right we hold this town. KING JOHN
Acknowledge then the King, and let me in. CITIZEN
That can we not; but he that proves the king, To him will we prove loyal; till that time Have we rammed up our gates against the world.
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KING JOHN
Doth not the crown of England prove the king? And if not that, I bring you witnesses: Twice fifteen thousand hearts of England’s breed — BASTARD (aside) Bastards and else.
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KING JOHN
To verify our title with their lives. KING PHILIP
As many and as well-born bloods as those — BASTARD (aside) Some bastards too.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
avranno solo l’aspetto del pericolo: l’aggressione dei nostri cannoni sarà rivolta a salve contro le invulnerabili nuvole del cielo, e una ritirata benedetta e pacifica, di spade non intaccate ed elmi privi di ammaccature, riporterà in patria quel sangue animoso che a fiotti, contro la vostra città, qui eravamo giunti a spargere, per lasciare invece i vostri figli, mogli e voi stessi a vivere in pace. Ma, se stoltamente disdegnate l’offerta avanzata, non riuscirà la cinta delle vostre vetuste mura a nascondervi dai nostri messaggeri di guerra, anche se tutte le truppe inglesi e la loro capacità d’attacco trovassero riparo nella loro rozza circonferenza. Allora diteci, la vostra città ci riconoscerà come sovrani, nel nome di colui per cui l’abbiamo sfidata, o dovremo dare la stura alla nostra ira e procedere a falcate nel sangue verso ciò che è nostro? CITTADINO
Saremo brevi: noi siamo sudditi del re d’Inghilterra. A suo nome e per suo diritto noi deteniamo questa città. RE GIOVANNI
Riconoscete allora il sovrano, e lasciatemi entrare. CITTADINO
Questo non possiamo farlo, ma a colui che proverà di essere il re, noi proveremo61 la nostra lealtà; fino a quel momento terremo sprangate le nostre porte contro il mondo intero. RE GIOVANNI
La corona d’Inghilterra non è prova sufficiente di sovranità? Se non essa, allora chiamo a testimoni trentamila cuori di razza inglese… BASTARDO (a parte) Bastardi e non. RE GIOVANNI
A comprovare il nostro titolo con le loro vite. RE FILIPPO
Altrettanti ed altrettanto ben nati come quelli… BASTARDO (a parte)
Con qualche bastardo anche lì.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
KING PHILIP
Stand in his face to contradict his claim.
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CITIZEN
Till you compound whose right is worthiest, We for the worthiest hold the right from both. KING JOHN
Then God forgive the sin of all those souls That to their everlasting residence, Before the dew of evening fall, shall fleet In dreadful trial of our kingdom’s king.
285
KING PHILIP
Amen, Amen! Mount, chevaliers! To arms! BASTARD
Saint George that swinged the dragon, and e’er since Sits on’s horseback at mine hostess’ door, Teach us some fence! (To Austria) Sirrah, were I at home At your den, sirrah, with your lioness, I would set an ox-head to your lion’s hide And make a monster of you. AUSTRIA Peace, no more.
290
BASTARD
O tremble, for you hear the lion roar! KING JOHN
Up higher to the plain, where we’ll set forth In best appointment all our regiments.
295
BASTARD
Speed then, to take advantage of the field. KING PHILIP
It shall be so, and at the other hill Command the rest to stand. God and our right! Exeunt [severally] King John and King Philip with their powers. The Citizen remains on the walls
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
RE FILIPPO
Gli si pongono innanzi, per contraddire la sua pretesa. CITTADINO
Fin quando non comporrete questa contesa su quale diritto è più degno, noi, nell’interesse del più degno, non riconosceremo il diritto di nessuno. RE GIOVANNI
Allora che Dio perdoni i peccati di tutte quelle anime che, prima che cada la brina della sera, se ne voleranno62 dalla scena del terribile giudizio su chi sia il re nel regno, verso la loro eterna dimora. RE FILIPPO
Amen, e così sia! In sella, chevaliers! Alle armi! BASTARDO
San Giorgio, che strapazzasti63 il drago e che da allora te ne stai a cavallo sulla porta delle locande, insegnaci un po’ di scherma!64 (Ad Austria) Messere, se fossi a casa tua, nella tua tana, messere, con la tua leonessa, sulla tua pelle di leone ci metterei una testa di bue, e farei di te un mostro. AUSTRIA
Silenzio, basta! BASTARDO
Trema, al ruggito del leone! RE GIOVANNI
Su, risaliamo verso la spianata, dove potremo schierare al meglio tutti i nostri reggimenti. BASTARDO
Sbrighiamoci allora, prendiamoci il vantaggio del campo. RE FILIPPO
Sia pure così, e che le nostre truppe si schierino sull’altra collina. Per Dio e il nostro diritto! Escono [separatamente] re Giovanni e re Filippo con i loro seguiti. Il cittadino rimane sulle mura.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
[Alarum.] Here, after excursions, enter [at one door] the French Herald, with [a trumpeter], to the gates FRENCH HERALD
You men of Angers, open wide your gates And let young Arthur Duke of Brittaine in, Who by the hand of France this day hath made Much work for tears in many an English mother, Whose sons lie scattered on the bleeding ground; Many a widow’s husband grovelling lies, Coldly embracing the discoloured earth; And victory with little loss doth play Upon the dancing banners of the French, Who are at hand, triumphantly displayed, To enter conquerors, and to proclaim Arthur of Brittaine England’s king and yours.
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Enter [at another door] the English Herald, with a trumpeter ENGLISH HERALD
Rejoice, you men of Angers, ring your bells! King John, your king and England’s, doth approach, Commander of this hot malicious day. Their armours that inarched hence so silver-bright Hither return all gilt with Frenchmen’s blood. There stuck no plume in any English crest That is removèd by a staff of France; Our colours do return in those same hands That did display them when we first marched forth; And like a jolly troop of huntsmen come Our lusty English, all with purpled hands Dyed in the dying slaughter of their foes. Open your gates and give the victors way.
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[CITIZEN]
Heralds, from off our towers we might behold From first to last the onset and retire Of both your armies, whose equality By our best eyes cannot be censurèd.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
[Suona l’adunata]. Dopo alcune scorrerie, entra [da una porta] l’araldo francese, con un [trombettiere], dirigendosi verso le porte della città. ARALDO FRANCESE
Cittadini di Angers, spalancate le porte e fate entrare il giovane Arturo, duca di Bretagna, che per mano del re di Francia ha oggi costretto al pianto molte madri inglesi, i cui figli giacciono sparsi sul terreno sanguinante. Molti mariti di vedove giacciono bocconi stringendo in un gelido abbraccio la terra imporporata mentre la vittoria, con poche perdite, danza giocosa sulle bandiere dei francesi che si apprestano, schierati in trionfo, ad entrare da conquistatori per proclamare Arturo di Bretagna re d’Inghilterra e vostro. Entra [dall’altra porta] l’Araldo Inglese con un trombettiere ARALDO INGLESE
Esultate cittadini di Angers, suonate le campane! Re Giovanni, re vostro e d’Inghilterra, si appressa trionfatore di questa bruciante crudele giornata! Le armature scintillanti d’argento con cui erano partiti fanno ora ritorno indorate65 di sangue francese. Non c’è piuma su cimiero inglese che sia stata strappata da lancia francese; le nostre insegne tornano nelle stesse mani che le avevano dispiegate all’inizio della marcia. E come un’allegra brigata di cacciatori, tornano i nostri gagliardi inglesi, tutti con le mani rosse, tinte nel massacro mortale dei loro nemici66. Aprite le porte e fate entrare i vincitori. CITTADINO
Araldi, dall’alto delle nostre torri abbiamo potuto osservare, dall’inizio alla fine, l’avanzare e il ritirarsi di entrambe le vostre schiere, la cui parità non può essere smentita neanche dall’occhio più esperto.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
Blood hath bought blood and blows have answered blows, Strength matched with strength and power confronted power. Both are alike, and both alike we like. One must prove greatest. While they weigh so even, We hold our town for neither, yet for both.
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Enter at one door King John, the Bastard, Queen Eleanor and Lady Blanche, with soldiers; at another door King Philip, Louis the Dauphin, and the Duke of Austria with soldiers KING JOHN
France, hast thou yet more blood to cast away? Say, shall the current of our right run on, Whose passage, vexed with thy impediment, Shall leave his native channel and o’erswell With course disturbed even thy confining shores, Unless thou let his silver water keep A peaceful progress to the ocean?
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KING PHILIP
England, thou hast not saved one drop of blood In this hot trial more than we of France; Rather, lost more. And by this hand I swear, That sways the earth this climate overlooks, Before we will lay down our just-borne arms, We’ll put thee down ’gainst whom these arms we bear, Or add a royal number to the dead, Gracing the scroll that tells of this war’s loss With slaughter coupled to the name of kings.
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BASTARD
Ha, majesty! How high thy glory towers When the rich blood of kings is set on fire! O, now doth Death line his dead chaps with steel; The swords of soldiers are his teeth, his fangs;
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
Il sangue ha ottenuto sangue e i colpi hanno risposto ai colpi, la forza è pareggiata dalla forza e la potenza rintuzzata dalla potenza. Esse sono pari e parimenti le apprezziamo. Ma una deve mostrarsi superiore. Finché il loro peso sarà pari noi terremo in serbo la nostra città per entrambe e dunque per nessuna. Entrano da una porta re Giovanni, il Bastardo, la regina Eleonora, lady Bianca e dei soldati; dall’altra porta re Filippo, Luigi il Delfino, il duca d’Austria e dei soldati. RE GIOVANNI
Francia, hai ancora altro sangue da versare inutilmente? Dì, il corso del nostro diritto, ostacolato dal tuo impedimento, finirà per lasciare il suo alveo naturale e tracimare turbolento anche oltre le rive dei tuoi confini, o lascerai che il suo argenteo flusso scorra pacificamente verso l’oceano?67 RE FILIPPO
Inghilterra, non hai risparmiato una sola goccia di sangue rispetto a noi francesi, in questa prova efferata, anzi ne hai versato di più. E giuro su questa mano, che governa la terra sotto questo tratto di cielo, che prima di deporre le armi, giustamente impugnate, noi deporremo te contro cui le avevamo impugnate, altrimenti aggiungeremo un sovrano al numero dei morti e adorneremo l’elenco delle perdite di questa guerra con la parola strage accoppiata a quella di re. BASTARDO
Ah, regalità! Come torreggia la tua gloria quando s’infiamma il prezioso sangue dei sovrani! Ora la Morte fodera68 d’acciaio le sue fauci micidiali; le spade dei soldati sono i suoi denti, i suoi artigli;
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
And now he feasts, mousing the flesh of men In undetermined differences of kings. Why stand these royal fronts amazèd thus? Cry havoc, Kings! Back to the stainèd field, You equal potents, fiery-kindled spirits! Then let confusion of one part confirm The other’s peace; till then, blows, blood, and death!
355
KING JOHN
Whose party do the townsmen yet admit?
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KING PHILIP
Speak, citizens, for England: who’s your king? [CITIZEN]
The King of England, when we know the King. KING PHILIP
Know him in us, that here hold up his right. KING JOHN
In us, that are our own great deputy And bear possession of our person here, Lord of our presence, Angers, and of you.
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[CITIZEN]
A greater power than we denies all this, And, till it be undoubted, we do lock Our former scruple in our strong-barred gates, Kinged of our fear, until our fears resolved Be by some certain king, purged and deposed.
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BASTARD
By heaven, these scroyles of Angers flout you, Kings, And stand securely on their battlements As in a theatre, whence they gape and point At your industrious scenes and acts of death. Your royal presences be ruled by me. Do like the mutines of Jerusalem: Be friends awhile, and both conjointly bend Your sharpest deeds of malice on this town. By east and west let France and England mount Their battering cannon, chargèd to the mouths,
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
ed ecco che banchetta, sbranando69 la carne degli uomini in questo irrisolto contrasto tra sovrani. Perché ristanno, perplesse, queste fronti regali? Oh re, urlate: rovina! Tornate al campo insanguinato, voi spiriti egualmente potenti ed infiammati! La disfatta di una parte confermi la vittoria dell’altra, ma fino ad allora colpite, versate sangue, uccidete!70 RE GIOVANNI
Quale parte accoglieranno, dunque, i cittadini? RE FILIPPO
Parlate, cittadini, per l’Inghilterra: chi è il vostro re? [CITTADINO]
Il re d’Inghilterra, quando sapremo chi è. RE FILIPPO
Riconoscetelo in noi, che ne sosteniamo il diritto. RE GIOVANNI
In noi, che siamo il nostro stesso vicario e portiamo qui il possesso della nostra persona71. Signori della nostra presenza, di Angers, e di voi. [CITTADINO]
Una forza superiore alla nostra lo impedisce. E finché non sarà fugato, noi terremo il nostro dubbio iniziale, rinchiuso nelle nostre porte sbarrate. Sovrani della nostra paura, fino a quando le nostre paure non saranno dissolte, purgate e deposte da un unico e certo monarca. BASTARDO
Perdio! Questi cialtroni di Angers vi sbeffeggiano; al sicuro sui loro spalti come se stessero a teatro72 puntando, a bocca aperta, il dito alle vostre fatiche e alle scene di morte. Regali presenze, fatevi guidare da me! Fate come le fazioni in lotta per Gerusalemme: diventate amici per un po’ e insieme infliggete a questa città i vostri atti di più aspra crudeltà. Da est e da ovest, che Francia e Inghilterra puntino le bocche ricolme dei loro martellanti cannoni,
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
Till their soul-fearing clamours have brawled down The flinty ribs of this contemptuous city. I’d play incessantly upon these jades, Even till unfencèd desolation Leave them as naked as the vulgar air. That done, dissever your united strengths, And part your mingled colours once again; Turn face to face, and bloody point to point. Then in a moment Fortune shall cull forth Out of one side her happy minion, To whom in favour she shall give the day, And kiss him with a glorious victory. How like you this wild counsel, mighty states? Smacks it not something of the policy?
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KING JOHN
Now, by the sky that hangs above our heads, I like it well. — France, shall we knit our powers, And lay this Angers even with the ground, Then after fight who shall be king of it? BASTARD (to King Philip) An if thou hast the mettle of a king, Being wronged as we are by this peevish town, Turn thou the mouth of thy artillery, As we will ours, against these saucy walls; And when that we have dashed them to the ground, Why, then defy each other, and pell-mell Make work upon ourselves, for heaven or hell.
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KING PHILIP
Let it be so. — Say, where will you assault? KING JOHN
We from the west will send destruction Into this city’s bosom. AUSTRIA I from the north. KING PHILIP Our thunder from the south Shall rain their drift of bullets on this town.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
sino a che il loro rimbombante terrore non abbia distrutto le costole di pietra di questa città insolente. Io li colpirei senza tregua, questi ruffiani73 finché la loro inerme desolazione non li lasci nudi come l’aria. Fatto questo, potrete di nuovo dividere le vostre forze riunite e separare ancora una volta i vostri frammisti colori. Volgetevi faccia a faccia, una punta insanguinata contro l’altra. Allora la Fortuna all’improvviso sceglierà quale parte sarà la sua favorita, attribuendole il favore della giornata e baciandola con la gloria della vittoria. Che ne dite di questo ardito consiglio, potenti sovrani? Non sa forse di fine arte politica? RE GIOVANNI
Per il cielo sopra le nostre teste, mi piace davvero! Francia, vogliamo unire i nostri mezzi e radere al suolo questa città per poi decidere con le armi chi ne debba essere il re? BASTARDO (a re Filippo) Se di un re hai la tempra, avendo ricevuto, come noi, torto da questa miserabile città, volgi, così come faremo noi, le tue bocche di fuoco contro queste mura impudenti. E quando le avremo completamente abbattute, beh, allora sfidiamoci e, buttandoci nella mischia, diamocele di santa ragione! RE FILIPPO
E sia. Dite, voi da dove attaccherete? RE GIOVANNI
Da occidente, porteremo la distruzione nel cuore della città. AUSTRIA
Io dal nord. RE FILIPPO
Da sud il nostro tuono farà piovere una gragnuola di colpi su questa città.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
BASTARD [to King John]
O prudent discipline! From north to south Austria and France shoot in each other’s mouth. I’ll stir them to it. Come, away, away!
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[CITIZEN]
Hear us, great Kings, vouchsafe a while to stay, And I shall show you peace and fair-faced league. Win you this city without stroke or wound; Rescue those breathing lives to die in beds, That here come sacrifices for the field. Persever not, but hear me, mighty Kings.
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KING JOHN
Speak on with favour; we are bent to hear. [CITIZEN]
That daughter there of Spain, the Lady Blanche, Is niece to England. Look upon the years Of Louis the Dauphin and that lovely maid. If lusty love should go in quest of beauty, Where should he find it fairer than in Blanche? If zealous love should go in search of virtue, Where should he find it purer than in Blanche? If love ambitious sought a match of birth, Whose veins bound richer blood than Lady Blanche? Such as she is in beauty, virtue, birth, Is the young Dauphin every way complete; If not complete, O, say he is not she; And she again wants nothing — to name want — If want it be not that she is not he. He is the half part of a blessèd man, Left to be finishèd by such as she; And she a fair divided excellence, Whose fullness of perfection lies in him. O, two such silver currents when they join Do glorify the banks that bound them in, And two such shores to two such streams made one, Two such controlling bounds, shall you be, Kings, To these two princes if you marry them.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
BASTARDO [a re Giovanni]
Oh saggia disposizione! Da nord a sud74, Austria e Francia si sparano l’un l’altra in bocca. Li aizzerò a farlo. Andiamo, via, via! [CITTADINO]
Ascoltateci, grandi sovrani, concedeteci una pausa ed io vi mostrerò la via della pace e di un’agevole75 alleanza. Conquistate questa città senza colpi o ferite; lasciate morire nel proprio letto queste vite palpitanti, venute a sacrificarsi sul campo di battaglia. Non perseverate e ascoltatemi invece, potenti sovrani. RE GIOVANNI
Parlate pure, siamo pronti ad ascoltarvi. [CITTADINO]
Codesta figlia del re di Spagna, lady Bianca, è nipote del re d’Inghilterra. Considerate l’età di Luigi il Delfino e di quell’amabile fanciulla. Se l’appetito amoroso andasse in cerca della bellezza, dove la troverebbe più splendente che in Bianca? Se l’amore devoto andasse in cerca della virtù, dove la troverebbe più pura che in Bianca? Se l’amore ambizioso ricercasse una sua pari per nascita, in quali vene scorrerebbe un sangue più nobile di quello di lady Bianca? E come lei, perfetto per bellezza, virtù e natali, così del tutto lo è il giovane Delfino. E se non proprio perfetto, diciamo, è perché lui non è ancora una sola cosa con lei. E lei d’altro canto in nulla è mancante, se si vuole parlare di mancanza, se non nel fatto che ancora non è una sola cosa con lui. Lui è la metà di un uomo benedetto, in attesa di completamento da parte di una come lei, e lei è una mezza eccellenza che trova in lui la pienezza della perfezione76. Tali due argentee correnti quando s’incontrano rendono gloria alle rive che le contengono, e le due rive dei due corsi diventati una, cioè gli argini di controllo77 di questi due principi, sarete voi, o re, se li farete sposare.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
This union shall do more than battery can To our fast-closèd gates, for at this match, With swifter spleen than powder can enforce, The mouth of passage shall we fling wide ope, And give you entrance. But without this match The sea enragèd is not half so deaf, Lions more confident, mountains and rocks More free from motion, no, not Death himself In mortal fury half so peremptory, As we to keep this city. BASTARD [aside] Here’s a stay That shakes the rotten carcass of old Death Out of his rags. Here’s a large mouth, indeed, That spits forth Death and mountains, rocks and seas, Talks as familiarly of roaring lions As maids of thirteen do of puppy-dogs. What cannoneer begot this lusty blood? He speaks plain cannon: fire, and smoke, and bounce; He gives the bastinado with his tongue; Our ears are cudgelled; not a word of his But buffets better than a fist of France. Zounds! I was never so bethumped with words Since I first called my brother’s father Dad. QUEEN ELEANOR (aside to King John) Son, list to this conjunction, make this match, Give with our niece a dowry large enough; For, by this knot, thou shalt so surely tie Thy now unsured assurance to the crown That yon green boy shall have no sun to ripe The bloom that promiseth a mighty fruit. I see a yielding in the looks of France; Mark how they whisper. Urge them while their souls Are capable of this ambition, Lest zeal, now melted by the windy breath Of soft petitions, pity, and remorse, Cool and congeal again to what it was.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
Quest’unione varrà più dei cannoni contro le nostre porte sprangate in fretta e furia poiché la miccia di questo matrimonio deflagrerà con un lampo più veloce di quello della polvere da sparo, spalancando la bocca del nostro passaggio per farvi entrare. Ma senza questo matrimonio, il mare infuriato non sarà così assordante, i leoni così coraggiosi, le montagne e le rocce così immobili, no, né la Morte stessa sarà così determinata nella sua furia assassina, come noi nel difendere questa città. BASTARDO [a parte] Ecco una frenata che sbalza la marcia carcassa della vecchia Morte fuori dai suoi stessi stracci! Ecco qui una boccaccia che sputa fuori Morte e montagne, rocce e marosi, ciancia di leoni ruggenti come le ragazzine parlano di cuccioli di cane. Quale cannoniere ha generato questo sangue baldanzoso? Parla preciso come un cannone: fuoco, e fumo, e rimbombo! Ci bastona78 con la lingua, le nostre orecchie sono prese a randellate79. Neanche una parola che non picchi meglio di un pugno di francese. Cribbio!80 Non son mai stato tanto malmenato di parole da quando chiamai per la prima volta papà il padre di mio fratello. REGINA ELEONORA (a parte a re Giovanni) Figlio, sottoscrivi quest’unione, fa questo matrimonio e da’ a nostra nipote una dote sufficientemente generosa. Con questo nodo, legherai con più certezza il tuo ancora incerto diritto alla corona, e a quell’acerbo ragazzino mancherà il sole che gli maturi il boccio nel promesso frutto di potenza. Vedo un cedimento nello sguardo dei francesi, guarda come confabulano. Incalzali, finché le loro anime son solleticate dall’ambizione, altrimenti il loro impeto, ora infiacchito dal fiato sospiroso delle tenere suppliche, della pietà e del rimorso, potrebbe raffreddarsi e congelandosi tornare quel che era.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
[CITIZEN]
Why answer not the double majesties This friendly treaty of our threatened town? KING PHILIP
Speak England first, that hath been forward first To speak unto this city: what say you? KING JOHN
If that the Dauphin there, thy princely son, Can in this book of beauty read ‘I love’, Her dowry shall weigh equal with a queen; For Anjou and fair Touraine, Maine, Poitou, And all that we upon this side the sea — Except this city now by us besieged — Find liable to our crown and dignity, Shall gild her bridal bed, and make her rich In titles, honours, and promotions, As she in beauty, education, blood, Holds hand with any princess of the world.
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KING PHILIP
What sayst thou, boy? Look in the lady’s face. LOUIS THE DAUPHIN
I do, my lord, and in her eye I find A wonder, or a wondrous miracle, The shadow of myself formed in her eye; Which, being but the shadow of your son, Becomes a sun and makes your son a shadow. I do protest I never loved myself Till now enfixèd I beheld myself Drawn in the flattering table of her eye.
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He whispers with Blanche BASTARD (aside)
Drawn in the flattering table of her eye, Hanged in the frowning wrinkle of her brow, And quartered in her heart: he doth espy Himself love’s traitor. This is pity now,
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1654
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
[CITTADINO]
Perché non rispondono le due maestà alla proposta di pace della nostra città minacciata? RE FILIPPO
Che per primo parli il re d’Inghilterra, che per primo si è rivolto alla città. Voi cosa dite? RE GIOVANNI
Se il Delfino qui, tuo principesco figlio, può leggere le parole ‘io amo’ su questo libro di bellezza, allora la sua dote sarà pari a quella di una regina. L’Angiò e la bella Turenna, il Maine e Poitou e tutti i possedimenti assoggettati alla nostra corona ed autorità da questo lato del mare, fatta eccezione per questa città da noi assediata, adorneranno il suo letto nuziale, rendendola ricca in titoli, onori ed elevazioni di rango quanto già ora in bellezza, educazione e nobiltà ella è pari a ogni altra principessa al mondo. RE FILIPPO
Tu che dici, ragazzo? Guarda in volto la dama. LUIGI IL DELFINO
La guardo, mio signore, e nel suo sguardo vedo una meraviglia, un meraviglioso miracolo, l’immagine di me stesso nei suoi occhi, la quale essendo solo il riflesso di tuo figlio diventa un sole luminoso di cui tuo figlio è l’ombra81. Vi assicuro di non aver mai amato me stesso come ora mentre mi guardo fissato e disegnato nel quadro lusinghiero del suo occhio. Bisbiglia con Bianca BASTARDO (a parte)
Nel quadro lusinghiero del suo occhio… sbudellato! Nelle grinze del cipiglio suo, impiccato! E nel cuore di lei, squartato e denunciato, Come infame traditore dell’amore. Che peccato!
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
That hanged and drawn and quartered there should be In such a love so vile a lout as he. BLANCHE (to Louis the Dauphin) My uncle’s will in this respect is mine. If he see aught in you that makes him like, That anything he sees which moves his liking I can with ease translate it to my will; Or if you will, to speak more properly, I will enforce it easily to my love. Further I will not flatter you, my lord, That all I see in you is worthy love, Than this: that nothing do I see in you, Though churlish thoughts themselves should be your judge, That I can find should merit any hate.
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KING JOHN
What say these young ones? What say you, my niece? BLANCHE
That she is bound in honour still to do What you in wisdom shall vouchsafe to say. KING JOHN
Speak then, Prince Dauphin, can you love this lady? LOUIS THE DAUPHIN
Nay, ask me if I can refrain from love, For I do love her most unfeignedly.
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KING JOHN
Then do I give Volquessen, Touraine, Maine, Poitou, and Anjou, these five provinces, With her to thee, and this addition more: Full thirty thousand marks of English coin. Philip of France, if thou be pleased withal, Command thy son and daughter to join hands.
530
KING PHILIP
It likes us well. — Young princes, close your hands. AUSTRIA
And your lips too, for I am well assured That I did so when I was first assured.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
Che impiccato, e sbudellato e poi squartato82 Vi sia un sì rozzo villanzone innamorato! BIANCA (a Luigi il Delfino) La volontà di mio zio al riguardo è la mia. Se egli in voi vede qualcosa che gli aggrada, quella stessa cosa da lui vista, e che provoca la sua approvazione, io posso facilmente farla mia. O per dirlo in maniera più appropriata, se vorrete potrò indurre me stessa ad amarla facilmente. Di più non vi lusingherò, signore, dicendo che tutto ciò che in voi scorgo sia degno d’essere amato, ma nulla di ciò che io vedo in voi, pur a giudicarlo con pensieri malevoli, signore, d’odio mi appare meritevole. RE GIOVANNI
Cosa dicono questi giovani? Cosa dice mia nipote? BIANCA
Che il suo onore le impone di fare ciò che nella vostra saggezza, vi degnerete di dirle. RE GIOVANNI
Parlate allora, principe Delfino, potreste amare questa dama? LUIGI IL DELFINO
No, chiedetemi piuttosto se posso non amarla, poiché già la amo nel modo più sincero. RE GIOVANNI
Allora con lei io ti do le cinque province del Vexin, Turenna, Maine, Poitou ed Angiò e in aggiunta anche trentamila monete83 di conio inglese. Filippo di Francia, se la cosa ti soddisfa ordina a tuo figlio e a tua figlia di prendersi per mano. RE FILIPPO
La cosa ci soddisfa. Giovani principi, unite le vostre mani. AUSTRIA
Ed anche le vostre labbra, son sicuro che baciai quando la prima volta mi fidanzai.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
[Louis the Dauphin and Lady Blanche join hands and kiss] KING PHILIP
Now citizens of Angers, ope your gates. Let in that amity which you have made, For at Saint Mary’s chapel presently The rites of marriage shall be solemnized. — Is not the Lady Constance in this troop? (Aside) I know she is not, for this match made up Her presence would have interrupted much. (Aloud) Where is she and her son? Tell me who knows.
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LOUIS THE DAUPHIN
She is sad and passionate at your highness’ tent.
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KING PHILIP
And by my faith this league that we have made Will give her sadness very little cure. — Brother of England, how may we content This widow lady? In her right we came, Which we, God knows, have turned another way To our own vantage. KING JOHN We will heal up all, For we’ll create young Arthur Duke of Brittaine And Earl of Richmond, and this rich fair town We make him lord of. Call the Lady Constance. Some speedy messenger bid her repair To our solemnity. I trust we shall, If not fill up the measure of her will, Yet in some measure satisfy her so That we shall stop her exclamation. Go we as well as haste will suffer us To this unlooked-for, unpreparèd pomp.
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[Flourish.] Exeunt all but the Bastard BASTARD
Mad world, mad kings, mad composition! John, to stop Arthur’s title in the whole, Hath willingly departed with a part; 1658
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
[Luigi il Delfino e lady Bianca si prendono per mano e si baciano] RE FILIPPO
E ora, cittadini di Angers, spalancate le porte e lasciate entrare coloro che avete unito in amicizia. Poiché subito, alla cappella di Santa Maria, saranno solennemente celebrati i riti nuziali. Lady Costanza non fa parte della compagnia? (A parte) Certo che non c’è, altrimenti la sua presenza avrebbe disturbato la conclusione di questa alleanza. (Ad alta voce) Dove sono lei e suo figlio? Me lo dica chi lo sa. LUIGI IL DELFINO
Ella è nella tenda di vostra altezza. Triste e disperata. RE FILIPPO
E in fede mia questa nostra coalizione darà scarso conforto alla sua mestizia. Fratello inglese, come possiamo tirar su il morale a questa nobile vedova? Noi siamo venuti qui in difesa dei suoi diritti e lo sa dio quanto, per il nostro vantaggio, abbiamo poi cambiato direzione. RE GIOVANNI
Saneremo ogni cosa, nomineremo il giovane Arturo, duca di Bretagna e conte di Richmond, e di questa ricca città lo renderemo signore. Chiamate lady Costanza. Qualche veloce messaggero le dica di raggiungerci per la cerimonia. Sono fiducioso di poterla, se non pienamente soddisfare, almeno accontentare in parte, in modo da tacitare le sue recriminazioni. Andiamo come meglio possiamo, considerata la fretta, a questa celebrazione non prevista e dunque improvvisata. [Squilli di tromba] Escono tutti tranne il Bastardo BASTARDO
Pazzo mondo, pazzi re, e pazza intesa! Giovanni per privare Arturo della pienezza del suo titolo ha volontariamente deprivato84
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 1
And France, whose armour conscience buckled on, Whom zeal and charity brought to the field As God’s own soldier, rounded in the ear With that same purpose-changer, that sly devil, That broker that still breaks the pate of faith, That daily break-vow, he that wins of all, Of kings, of beggars, old men, young men, maids, — Who having no external thing to lose But the word ‘maid’, cheats the poor maid of that — That smooth-faced gentleman, tickling commodity; Commodity, the bias of the world, The world who of itself is peisèd well, Made to run even upon even ground, Till this advantage, this vile-drawing bias, This sway of motion, this commodity, Makes it take head from all indifferency, From all direction, purpose, course, intent; And this same bias, this commodity, This bawd, this broker, this all-changing word, Clapped on the outward eye of fickle France, Hath drawn him from his own determined aid, From a resolved and honourable war, To a most base and vile-concluded peace. And why rail I on this commodity? But for because he hath not wooed me yet — Not that I have the power to clutch my hand When his fair angels would salute my palm, But for my hand, as unattempted yet, Like a poor beggar raileth on the rich. Well, whiles I am a beggar I will rail, And say there is no sin but to be rich, And being rich, my virtue then shall be To say there is no vice but beggary. Since kings break faith upon commodity, Gain, be my lord, for I will worship thee. Exit
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 1
il proprio. E il francese, dopo essersi fatto allacciare l’armatura dalla propria coscienza, portato in battaglia, come soldato di Dio, dal senso del dovere e della carità, si lascia sussurrare all’orecchio da quel guasta propositi, da quel diavolo doppiogiochista, da quel mezzano che rompe la testa alla lealtà stessa e infrange ogni impegno, quello che la vince su tutti: re, mendicanti, vecchi, giovani, vergini, le quali non avendo nulla di tangibile da perdere se non il nome stesso di vergine, dall’imbonitore si fanno ingannare e perdono anche quello … Quel gentiluomo dalla faccia persuasiva, l’interesse che tutti solletica, l’interesse che fa deviare il mondo, il mondo la cui sfera avrebbe il giusto peso per rotolar dritta su dritto terreno85… finché questa convenienza, questa influenza malvagia, questo deragliatore d’ogni moto, questo interesse, la fa allontanare dall’imparzialità, da ogni meta, scopo, corso e intento. E questa stessa forza sviante, questo interesse, questo ruffiano, questo mezzano, questo voltagabbana, colpendo lo sguardo del volubile re di Francia lo ha distolto dal suo proposito di aiuto, conducendolo da una guerra risoluta e onorevole ad una pace vilissima e vigliaccamente conclusa. Ma perché mi scaglio così contro questo interesse … se non perché ancora non mi ha corteggiato? Non che sarei capace di tenere il pugno chiuso, se i suoi bei alati tintinnii86 volessero sfiorarmi il palmo! Ma è che la mia mano, ancora non tentata, come un povero mendicante inveisce contro chi è ricco. Bene, finché sarò un pezzente inveirò dicendo che non c’è peccato se non nella ricchezza. E una volta diventato ricco, la mia abilità sarà quella di dire che con c’è vizio se non nella povertà. Giacché per interesse la fede i re son capaci di violare, tornaconto, diventa mio signore, io te son disposto ad adorare! Esce
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 2
2.2
Enter Lady Constance, Arthur Duke of Brittaine, and the Earl of Salisbury
CONSTANCE (to Salisbury)
Gone to be married? Gone to swear a peace? False blood to false blood joined! Gone to be friends? Shall Louis have Blanche, and Blanche those provinces? It is not so, thou hast misspoke, misheard. Be well advised, tell o’er thy tale again. It cannot be, thou dost but say ’tis so. I trust I may not trust thee, for thy word Is but the vain breath of a common man. Believe me, I do not believe thee, man; I have a king’s oath to the contrary. Thou shalt be punished for thus frighting me; For I am sick and capable of fears; Oppressed with wrongs, and therefore full of fears; A widow husbandless, subject to fears; A woman naturally born to fears; And though thou now confess thou didst but jest, With my vexed spirits I cannot take a truce, But they will quake and tremble all this day. What dost thou mean by shaking of thy head? Why dost thou look so sadly on my son? What means that hand upon that breast of thine? Why holds thine eye that lamentable rheum, Like a proud river peering o’er his bounds? Be these sad signs confirmers of thy words? Then speak again — not all thy former tale, But this one word: whether thy tale be true.
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SALISBURY
As true as I believe you think them false That give you cause to prove my saying true. CONSTANCE
O, if thou teach me to believe this sorrow, Teach thou this sorrow how to make me die; And let belief and life encounter so
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 2
II, 2
Entrano lady Costanza, Arturo duca di Bretagna e il conte di Salisbury87
COSTANZA (a Salisbury)
Sono andati a sposarsi? A giurarsi pace? Sangue falso unito a sangue falso! Sono andati a stringere alleanza? Luigi avrà dunque Bianca e Bianca le province? Non può essere, hai capito male o mal riferito. Stai ben attento e ripeti il tuo racconto. Non può essere, sei tu che lo sostieni, ma io confido di non potermi fidare di te, la tua parola non è che il vano fiato di un uomo qualsiasi. Credi a me, io non ti credo, uomo; il giuramento di un sovrano dice il contrario. Sarai punito per avermi così spaventata; perché io sono debole e incline agli spaventi, subissata di torti e dunque piena di timori, una vedova senza marito in preda alle paure, e in quanto donna, naturalmente soggetta al panico. E se ora tu confessassi che avevi solo scherzato, non troverei comunque tregua ai miei turbamenti, che mi terranno agitata e tremante tutto il giorno. Che vuoi dire scuotendo la testa? Perché guardi con tanta tristezza mio figlio? Cosa significa quella mano sul tuo petto? Perché il tuo occhio si gonfia di pietoso pianto, come un fiume superbo che stia per straripare?88 Son questi tristi segni la conferma delle tue parole? Allora parla ancora ma… non voglio tutta la storia, solo una parola: è vero quel che hai detto? SALISBURY
Tanto vero, quanto tu credi che sia falso chi ti ha dato motivo di trovar vero quanto io ho detto89. COSTANZA
Oh, se mi insegni a credere a questo dolore, insegna anche a questo dolore a darmi la morte; e fa che il credere ed il vivere si incontrino
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 2 SCENE 2
As doth the fury of two desperate men Which in the very meeting fall and die. Louis marry Blanche! (To Arthur) O boy, then where art thou? France friend with England! — What becomes of me? (To Salisbury) Fellow, be gone, I cannot brook thy sight; This news hath made thee a most ugly man.
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SALISBURY
What other harm have I, good lady, done, But spoke the harm that is by others done? CONSTANCE
Which harm within itself so heinous is As it makes harmful all that speak of it.
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ARTHUR
I do beseech you, madam, be content. CONSTANCE
If thou that bidd’st me be content wert grim, Ugly and sland’rous to thy mother’s womb, Full of unpleasing blots and sightless stains, Lame, foolish, crooked, swart, prodigious, Patched with foul moles and eye-offending marks, I would not care, I then would be content, For then I should not love thee, no, nor thou Become thy great birth, nor deserve a crown. But thou art fair, and at thy birth, dear boy, Nature and Fortune joined to make thee great. Of Nature’s gifts thou mayst with lilies boast, And with the half-blown rose. But Fortune, O, She is corrupted, changed, and won from thee; Sh’adulterates hourly with thine uncle John, And with her golden hand hath plucked on France To tread down fair respect of sovereignty, And made his majesty the bawd to theirs. France is a bawd to Fortune and King John, That strumpet Fortune, that usurping John.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO II SCENA 2
come due disperati, la cui furia al primo scontro li fa cadere morti entrambi. Luigi sposa Bianca! (Ad Arturo) Oh ragazzo mio, e tu allora? La Francia amica dell’Inghilterra! Che ne sarà di me? (A Salisbury) Vattene compare, non posso tollerare la tua vista, queste notizie ti hanno reso il più orrendo degli uomini. SALISBURY
Quale altro torto vi ho mai fatto, mia signora, se non riferire il torto fattovi da altri? COSTANZA
Un torto di per se stesso così odioso, da rendere odiosi tutti quelli che ne riferiscono. ARTURO
Vi prego signora, rassegnatevi. COSTANZA
Se tu che mi dici di rassegnarmi fossi turpe, orrendo e offensivo per il grembo di tua madre, deturpato da macchie e chiazze rivoltanti alla vista, zoppo, stupido, deforme, scuro90, mostruoso, cosparso di orribili nei e altri segni ributtanti, non mi importerebbe, mi rassegnerei, perché allora io non ti amerei, tu non saresti degno dei tuoi illustri natali, né all’altezza della corona. Ma tu sei pieno di grazia, e alla tua nascita, caro ragazzo, Natura e Fortuna si sono coalizzate per renderti grande. Dei doni della Natura puoi farti vanto con i gigli e le rose in boccio. Ma la Fortuna ahimè, è stata corrotta, mutata e convinta ad abbandonarti, ella ti tradisce ogni momento con tuo zio Giovanni e con la mano piena d’oro ha spinto91 il re di Francia a calpestare ogni onesto riguardo dovuto alla sovranità, riducendo la sua maestà a far loro da ruffiana. La Francia fa da ruffiana alla Fortuna e a re Giovanni! Alla Fortuna meretrice e a Giovanni l’usurpatore.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 1
(To Salisbury) Tell me, thou fellow, is not France forsworn? Envenom him with words, or get thee gone And leave those woes alone, which I alone Am bound to underbear. SALISBURY Pardon me, madam, I may not go without you to the Kings.
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CONSTANCE
Thou mayst, thou shalt; I will not go with thee. I will instruct my sorrows to be proud, For grief is proud and makes his owner stoop. [She sits upon the ground] To me and to the state of my great grief Let kings assemble, for my grief’s so great That no supporter but the huge firm earth Can hold it up. Here I and sorrows sit; Here is my throne; bid kings come bow to it.
70
[Exeunt Salisbury and Arthur] 3.1
[Flourish.] Enter King John and King Philip [hand in hand]; Louis the Dauphin and Lady Blanche, [married]; Queen Eleanor, the Bastard, and the Duke of Austria
KING PHILIP (to Blanche)
’Tis true, fair daughter, and this blessèd day Ever in France shall be kept festival. To solemnize this day, the glorious sun Stays in his course and plays the alchemist, Turning with splendour of his precious eye The meagre cloddy earth to glittering gold. The yearly course that brings this day about Shall never see it but a holy day. CONSTANCE (rising) A wicked day, and not a holy day! What hath this day deserved? What hath it done, That it in golden letters should be set
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 1
(A Salisbury) Dimmi, compare, non è forse il re di Francia spergiuro? Avvelenalo con le parole o vattene di qui e lascia dietro di te queste disgrazie, che io sola sono obbligata a sopportare. SALISBURY
Perdonatemi, signora, non posso raggiungere i sovrani senza di voi. COSTANZA
Sì che puoi, e lo farai! Io non verrò con te. Insegnerò l’orgoglio alle mie pene, poiché il dolore è orgoglioso e fa piegare chi lo sente. [Si siede per terra] Che siano i re a venire da me e dal mio maestoso grande dolore, poiché il mio dolore è così grande che nessun sostegno può sopportarlo se non l’immensa e immobile terra. Qui sediamo92 io e le mie pene, qui è il mio trono, dì ai sovrani di venire loro ad inchinarsi qui. [Escono Salisbury ed Arturo] III, 1
[Squilli di tromba]. Entrano re Giovanni e re Filippo [dandosi la mano]; Luigi il Delfino e lady Bianca [come sposi], la regina Eleonora, il Bastardo e il duca d’Austria93
RE FILIPPO (a Bianca)
Così è94, figlia cara, e questo giorno benedetto sarà in Francia per sempre onorato come festa. Per solennizzare questa giornata il sole glorioso si attarda nel suo corso per giocare a fare l’alchimista95, tramutando con lo splendore del suo prezioso occhio la disseccata e brulla terra in oro scintillante. Quando il corso dell’anno lo riporterà, questo giorno sarà per sempre considerato festivo. COSTANZA (alzandosi) Giorno di sciagura e non di festa! Quali sono i meriti di questa giornata, cosa ha mai fatto per essere iscritta a lettere dorate tra
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 1
Among the high tides in the calendar? Nay, rather turn this day out of the week, This day of shame, oppression, perjury. Or if it must stand still, let wives with child Pray that their burdens may not fall this day, Lest that their hopes prodigiously be crossed; But on this day let seamen fear no wreck; No bargains break that are not this day made; This day all things begun come to ill end, Yea, faith itself to hollow falsehood change.
15
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KING PHILIP
By heaven, lady, you shall have no cause To curse the fair proceedings of this day. Have I not pawned to you my majesty? CONSTANCE
You have beguiled me with a counterfeit Resembling majesty, which being touched and tried Proves valueless. You are forsworn, forsworn. You came in arms to spill mine enemies’ blood, But now in arms you strengthen it with yours. The grappling vigour and rough frown of war Is cold in amity and painted peace, And our oppression hath made up this league. Arm, arm, you heavens, against these perjured Kings! A widow cries, be husband to me, God!9 Let not the hours of this ungodly day Wear out the day in peace, but ere sun set Set armèd discord ’twixt these perjured Kings. Hear me, O hear me! AUSTRIA Lady Constance, peace.
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CONSTANCE
War, war, no peace! Peace is to me a war. O Limoges, O Austria, thou dost shame That bloody spoil. Thou slave, thou wretch, thou coward!
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34. God: Gary Taylor, heavens in F = “Cieli”. 1668
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 1
i grandi eventi del calendario? Cacciamolo piuttosto dalla settimana, questo giorno di vergogna, ingiustizia e tradimento. O se proprio deve rimanere, preghino le mogli incinte di non partorire in questo giorno, in cui le loro attese verrebbero mostruosamente smentite. Non temano i marinai il naufragio, se non in questo giorno, nessun affare andrà in malora se non quello concluso in questa giornata. Tutte le cose iniziate oggi finiranno male. Sì, e la fiducia stessa si tramuterà in vuota falsità. RE FILIPPO
Per il cielo, signora, non avrete motivo di maledire i felici eventi di questa giornata. Non ho impegnato la mia maestà a vostro favore? COSTANZA
Tu mi hai ingannata con una mostra di maestà contraffatta, che appena messa alla prova si è rivelata senza alcun valore. Sei uno spergiuro, spergiuro! Col braccio armato venisti per spargere il sangue dei miei nemici, ed ora, abbracciandoli, lo rinvigorisci con le tue armate96. Il vigore della lotta e l’aspro cipiglio della guerra si raggelano in amicizia e simulazione di pace. E sull’ingiustizia da noi subita nasce questa combutta. Armatevi, armatevi, oh cieli, contro questi re spergiuri! Una vedova si dispera, Dio, fammi tu da marito! Non lasciare che le ore di questo empio giorno scorrano in pace. Prima che il sole tramonti semina una discordia armata tra questi due re spergiuri. Ascoltami, ascoltami! AUSTRIA
Pace, Costanza! COSTANZA
Guerra, guerra, non pace! La vostra pace per me è guerra. Oh Limoges, oh Austria, tu svergogni quella pelle ancora insanguinata97. Tu servo, miserabile, vigliacco! Tu piccolo nel valore e grande
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19/10/2017 18:26:51
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 1
Thou little valiant, great in villainy; Thou ever strong upon the stronger side; Thou Fortune’s champion, that dost never fight But when her humorous ladyship is by To teach thee safety. Thou art perjured too, And sooth’st up greatness. What a fool art thou, A ramping fool, to brag and stamp, and swear Upon my party! Thou cold-blooded slave, Hast thou not spoke like thunder on my side, Been sworn my soldier, bidding me depend Upon thy stars, thy fortune, and thy strength? And dost thou now fall over to my foes? Thou wear a lion’s hide! Doff it, for shame, And hang a calf’s-skin on those recreant limbs.
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AUSTRIA
O, that a man should speak those words to me! BASTARD
And hang a calf’s-skin on those recreant limbs. AUSTRIA
Thou dar’st not say so, villain, for thy life. BASTARD
And hang a calf’s-skin on those recreant limbs. KING JOHN (to the Bastard)
We like not this. Thou dost forget thyself.
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Enter Cardinal Pandolf KING PHILIP
Here comes the holy legate of the Pope. PANDOLF
Hail, you anointed deputies of God. — To thee, King John, my holy errand is. I Pandolf, of fair Milan Cardinal, And from Pope Innocent the legate here, Do in his name religiously demand Why thou against the Church, our Holy Mother, So wilfully dost spurn, and force perforce
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 1
in malvagità, forte, perché sempre dalla parte del più forte. Tu, campione della Fortuna, che non combatti se non quando Sua Volubile Signoria t’insegna come metterti al sicuro! Pure tu sei spergiuro, e adulatore dei potenti. Sei un buffone, un buffone rampante che faceva lo smargiasso pestando i piedi e giurando di star dalla mia parte! Tu, servo infido, non tuonavi a mio favore, giurando di combattere per me, dicendo di affidarmi alla tua sorte, alla tua fortuna, alla tua forza? E ora passi ai miei nemici? Tu indossi il manto di un leone! Vergogna! Gettalo via e mettiti una pelle di vitello98 su quelle membra di vigliacco! AUSTRIA
Oh, se fosse un uomo a parlarmi così! BASTARDO
E mettiti una pelle di vitello su quelle membra di vigliacco! AUSTRIA
Non oserai ripeterlo, briccone, se ti è cara la vita! BASTARDO
E mettiti una pelle di vitello su quelle membra di vigliacco! RE GIOVANNI (al Bastardo)
Questo non ci piace, dimentichi chi sei. Entra il cardinale Pandolfo RE FILIPPO
C’è qui il santo emissario del Papa. PANDOLFO
Salute a voi, unti del Signore99. A te, re Giovanni, è rivolta la mia sacrosanta ambasciata. Io, Pandolfo100, cardinale della bella Milano e qui in rappresentanza di Papa Innocenzo, religiosamente ti chiedo, in suo nome, perché testardamente ti rivolti contro la Chiesa, nostra Sacra Madre, e così pervicacemente tieni Stephen
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 1
Keep Stephen Langton, chosen Archbishop Of Canterbury, from that holy see. This, in our foresaid Holy Father’s name, Pope Innocent, I do demand of thee.
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KING JOHN
What earthy name to interrogatories Can task the free breath of a sacred king? Thou canst not, Cardinal, devise a name So slight, unworthy, and ridiculous To charge me to an answer, as the Pope. Tell him this tale, and from the mouth of England Add thus much more: that no Italian priest Shall tithe or toll in our dominions; But as we, under God, are supreme head,10 So, under him, that great supremacy Where we do reign we will alone uphold Without th’assistance of a mortal hand. So tell the Pope, all reverence set apart To him and his usurped authority.
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KING PHILIP
Brother of England, you blaspheme in this. KING JOHN
Though you and all the kings of Christendom Are led so grossly by this meddling priest, Dreading the curse that money may buy out, And by the merit of vile gold, dross, dust, Purchase corrupted pardon of a man, Who in that sale sells pardon from himself; Though you and all the rest so grossly led This juggling witchcraft with revenue cherish; Yet I alone, alone do me oppose Against the Pope, and count his friends my foes.
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81. God: Honigmann, heaven in F = “Cielo”. 1672
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19/10/2017 18:26:51
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 1
Langton101, designato arcivescovo di Canterbury, lontano dal suo santo seggio102. Questo io ti domando in nome del già nominato santo padre, Papa Innocenzo. RE GIOVANNI
Nel nome di quale essere terreno si può imporre un interrogatorio a un re consacrato?103 Tu non puoi, cardinale, appellarti a un nome così insignificante, indegno e ridicolo come quello di Papa per obbligare me a risponderti. Riferiscigli questo, e direttamente dalla bocca del re d’Inghilterra aggiungici anche che nessun prete italiano riscuoterà decime o pedaggi nei nostri domini104. Ma dato che noi, capi supremi, siamo secondi solo a Dio, così sotto l’Altissimo, quella supremazia da cui traiamo diritto a regnare eserciteremo da soli senza assistenza alcuna di mani mortali. Dì questo al Papa, a lui e alla sua autorità usurpata, senza alcuna reverenza. RE FILIPPO
Fratello d’Inghilterra, così bestemmi! RE GIOVANNI
Sebbene voi e tutti i re della Cristianità vi facciate manovrare da questo prete intrigante, temendo una maledizione che pure può essere comprata, e acquistate coll’oro, vile scoria e polvere, l’indulgenza105 corrotta di un uomo che in quel mercato vende un perdono che viene da lui soltanto; sebbene voi e tutti gli altri così rozzamente manovrati, alimentiate con le vostre rendite questa stregoneria da imbonitori, io, io solo, mi oppongo al Papa e considero i suoi amici miei nemici.
1673
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19/10/2017 18:26:51
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 1
PANDOLF
Then by the lawful power that I have Thou shalt stand cursed and excommunicate; And blessèd shall he be that doth revolt From his allegiance to an heretic; And meritorious shall that hand be called, Canonizèd and worshipped as a saint, That takes away by any secret course Thy hateful life. CONSTANCE O lawful let it be That I have room with Rome to curse awhile. Good Father Cardinal, cry thou ‘Amen’ To my keen curses, for without my wrong There is no tongue hath power to curse him right.
100
105
PANDOLF
There’s law and warrant, lady, for my curse.
110
CONSTANCE
And for mine too. When law can do no right, Let it be lawful that law bar no wrong. Law cannot give my child his kingdom here, For he that holds his kingdom holds the law. Therefore, since law itself is perfect wrong, How can the law forbid my tongue to curse?
115
PANDOLF
Philip of France, on peril of a curse, Let go the hand of that arch-heretic, And raise the power of France upon his head, Unless he do submit himself to Rome.
120
QUEEN ELEANOR
Look’st thou pale, France? Do not let go thy hand. CONSTANCE [to King John]
Look to it, devil, lest that France repent, And by disjoining hands hell lose a soul. AUSTRIA
King Philip, listen to the Cardinal. BASTARD
And hang a calf’s-skin on his recreant limbs.
125
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19/10/2017 18:26:52
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 1
PANDOLFO
Allora, per il legittimo potere conferitomi, tu vieni da me maledetto e scomunicato; e benedetto sarà colui che romperà il giuramento di fedeltà ad un eretico; e quella mano che con qualsiasi mezzo ti priverà della tua obbrobriosa esistenza, sarà lodata, considerata benedetta e venerata come quella di un santo106. COSTANZA
Allora sia legittimo anche per me unirmi a Roma107 con le mie maledizioni. Buon padre cardinale, gridate Amen alle mie appassionate invettive perché non c’è lingua che, senza il male da me subito, possa maledirlo altrettanto bene!108 PANDOLFO
Signora, la mia maledizione è autorizzata dalla legge. COSTANZA
E anche la mia lo è. Quando la legge non difende il bene, che sia almeno legittimo non vietare il male. La legge non può restituire a mio figlio il suo regno, perché colui che detiene il suo regno detiene anche la legge. Quindi essendo la legge stessa tutt’uno con il male assoluto, come potrà la legge proibire alla mia lingua di maledire? PANDOLFO
Filippo di Francia, pena l’anatema, abbandona la mano di quell’arcieretico e scatena il potere della Francia sulla sua testa, a meno che egli non si sottometta a Roma. REGINA ELEONORA
Impallidisci, Francia? Non ritirare la mano. COSTANZA (a re Giovanni) Stai attento demonio! Se il francese si pente e abbandona quella mano, l’inferno perderà un’anima. AUSTRIA
Re Filippo, presta ascolto al cardinale. BASTARDO
E metti una pelle di vitello su quelle membra di vigliacco!109
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19/10/2017 18:26:52
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 1
AUSTRIA
Well, ruffian, I must pocket up these wrongs, Because — BASTARD Your breeches best may carry them. KING JOHN
Philip, what sayst thou to the Cardinal? CONSTANCE
What should he say, but as the Cardinal? LOUIS THE DAUPHIN
Bethink you, Father, for the difference Is purchase of a heavy curse from Rome, Or the light loss of England for a friend. Forgo the easier. BLANCHE That’s the curse of Rome.
130
CONSTANCE
O Louis, stand fast; the devil tempts thee here In likeness of a new untrimmèd bride.
135
BLANCHE
The Lady Constance speaks not from her faith, But from her need. CONSTANCE [to King Philip] O if thou grant my need, Which only lives but by the death of faith, That need must needs infer this principle: That faith would live again by death of need. O, then tread down my need, and faith mounts up; Keep my need up, and faith is trodden down.
140
KING JOHN
The King is moved, and answers not to this. CONSTANCE (to King Philip)
O, be removed from him, and answer well. AUSTRIA
Do so, King Philip, hang no more in doubt.
145
BASTARD
Hang nothing but a calf’s-skin, most sweet lout. KING PHILIP
I am perplexed, and know not what to say.
1676
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19/10/2017 18:26:52
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 1
AUSTRIA
Beh, furfante mi tocca intascare queste offese, perché… BASTARDO
Così le tue braghe le porteranno meglio! RE GIOVANNI
Filippo, cosa rispondi al cardinale? COSTANZA
Che dovrebbe dire se non quello che dice il cardinale? LUIGI IL DELFINO
Pensateci bene, padre, la differenza sta tra la pesante maledizione di Roma e la più leggera perdita dell’amicizia inglese. Rinunciate alla cosa meno importante. BIANCA
Cioè la maledizione di Roma! COSTANZA
Luigi, resisti! È il demonio che ti tenta nelle sembianze di una sposa verginella110. BIANCA
Madonna Costanza non parla per coscienza ma per necessità. COSTANZA (a re Filippo)
Se voi riconoscete la mia necessità, che nasce esclusivamente dalla morte della coscienza, da quella necessità necessariamente deriva questo principio: che la coscienza tornerebbe a vivere con la morte della necessità. Allora se abbattete la mia necessità, la coscienza risorgerà; se tenete in piedi la mia necessità, la coscienza sarà allora calpestata111. RE GIOVANNI
Il re appare turbato e non risponde. COSTANZA (a re Filippo)
Oh, separati da lui e da’ la risposta giusta! AUSTRIA
Fallo, re Filippo, non restar sospeso nel dubbio! BASTARDO
E tu, indubbio cialtrone, non restare senza pelle di vitello!112 RE FILIPPO
Sono perplesso, non so cosa dire.
1677
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19/10/2017 18:26:52
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 1
PANDOLF
What canst thou say but will perplex thee more, If thou stand excommunicate and cursed? KING PHILIP
Good Reverend Father, make my person yours, And tell me how you would bestow yourself. This royal hand and mine are newly knit, And the conjunction of our inward souls Married in league, coupled and linked together With all religious strength of sacred vows; The latest breath that gave the sound of words Was deep-sworn faith, peace, amity, true love, Between our kingdoms and our royal selves; And even before this truce, but new before, No longer than we well could wash our hands To clap this royal bargain up of peace, God knows, they were besmeared and over-stained11 With slaughter’s pencil, where Revenge did paint The fearful difference of incensèd kings; And shall these hands, so lately purged of blood, So newly joined in love, so strong in both, Unyoke this seizure and this kind regreet, Play fast and loose with faith, so jest with heaven, Make such unconstant children of ourselves, As now again to snatch our palm from palm, Unswear faith sworn, and on the marriage-bed Of smiling peace to march a bloody host, And make a riot on the gentle brow Of true sincerity? O holy sir, My Reverend Father, let it not be so. Out of your grace, devise, ordain, impose Some gentle order, and then we shall be blessed To do your pleasure and continue friends.
150
155
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170
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162. God: Gary Taylor, Heaven in F = “Cielo”. 1678
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19/10/2017 18:26:52
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 1
PANDOLFO
Cosa puoi mai dire che non ti renda ancora più perplesso, se verrai maledetto e scomunicato? RE FILIPPO
Buon reverendo padre, mettetevi al mio posto e ditemi come vi comportereste voi. Quella mano regale e la mia si sono appena strette, e le nostre anime sono state intimamente congiunte in un vincolo matrimoniale, unite con la forza solenne dei sacri voti coniugali. Le parole pronunciate con l’ultimo fiato risuonavano di giurata lealtà, pace, amicizia, amore sincero tra i nostri regni e le nostre regali persone. E ancora, poco prima di questa tregua, fino a poco prima, giusto il tempo di lavare le nostre mani e stringere questo patto regale di pace, lo sa il cielo, quanto esse fossero macchiate e lordate dallo stilo dell’eccidio, con cui la Vendetta vergava la spaventosa discordia tra rabbiosi sovrani. Ed ora queste mani, così recentemente ripulite dal sangue, così da poco tempo riunite in amicizia, e così capaci di usare la forza in entrambi, dovrebbero ora sciogliere questa stretta e questo cortese riconoscimento, raggirare con la parola data113, beffare il cielo, trasformarci in bambinetti incostanti, e di nuovo separare i nostri palmi, spergiurare sui giuramenti di lealtà, e sul letto nuziale della sorridente pace far marciare un esercito sanguinario, facendo strame del volto gentile dell’onesta sincerità? O padre santo, reverendo padre, fate che non avvenga. Per grazia vostra, escogitate, stabilite, imponete un qualche ordine pacifico, e noi saremo onorati di compiacervi e di restarvi amici.
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19/10/2017 18:26:52
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 1
PANDOLF
All form is formless, order orderless, Save what is opposite to England’s love. Therefore to arms, be champion of our Church, Or let the Church, our mother, breathe her curse, A mother’s curse, on her revolting son. France, thou mayst hold a serpent by the tongue, A crazèd lion by the mortal paw, 12 A fasting tiger safer by the tooth, Than keep in peace that hand which thou dost hold.
180
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KING PHILIP
I may disjoin my hand, but not my faith. PANDOLF
So mak’st thou faith an enemy to faith, And like a civil war, sett’st oath to oath, Thy tongue against thy tongue. O, let thy vow, First made to heaven, first be to heaven performed; That is, to be the champion of our Church. What since thou swor’st is sworn against thyself, And may not be performèd by thyself; For that which thou hast sworn to do amiss Is not amiss when it is truly done; And being not done where doing tends to ill, The truth is then most done not doing it. The better act of purposes mistook Is to mistake again; though indirect, Yet indirection thereby grows direct, And falsehood falsehood cures, as fire cools fire Within the scorchèd veins of one new burned. It is religion that doth make vows kept; But thou hast sworn against religion; By what thou swear’st, against the thing thou swear’st; And mak’st an oath the surety for thy troth:
190
195
200
205
185. Crazèd: Gary Taylor, cased in F = “intrappolato”, chased = “cacciato” in Pope, chafed = “irritato” in Theobald, caged = “imprigionato” in Collier. 1680
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19/10/2017 18:26:52
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 1
PANDOLFO
Ogni forma è informe, ogni ordine è disordine se non quello che si opponga all’amicizia con l’Inghilterra. E dunque alle armi, siate campione della nostra Chiesa, oppure la Chiesa, nostra madre, pronuncerà la sua maledizione, la maledizione di una madre sul figlio che le si rivolta contro. Francia, potresti più facilmente mantenere un serpente per la lingua, un leone impazzito per il fatale artiglio, una tigre affamata per le zanne, piuttosto che mantener la pace in quella mano che ora stringi. RE FILIPPO
Posso ritirare la mano, ma non la fede data. PANDOLFO
Ma così rendi la fede nemica della fede e, come in una guerra civile opponi giuramento a giuramento, la tua parola contro se stessa. Oh, lascia che il tuo voto, di essere il paladino della nostra Chiesa, quel primo voto fatto al cielo, al cielo sia per primo tributato. Ciò che hai in seguito giurato, lo hai giurato contro te stesso, e non può da te venir rispettato. Poiché lo sbaglio che tu giurasti di realizzare non sarà più sbagliato se verrà ben eseguito; dato che il non fare, quando il fare tende al male, significa eseguire al meglio proprio non facendo. La migliore condotta, nel caso di propositi deviati è di deviarli ancora; in tal modo, pur se per altra deviazione, ciò ch’era storto può ridiventar diritto, e slealtà cura slealtà, come il fuoco calma il fuoco nelle vene ustionate di chi appena si è bruciato114. È la religione che fa osservare i giuramenti, ma tu hai giurato contro la religione: perché quello che hai giurato andava contro il tuo primo giuramento, e ora chiami un voto a conferma della tua lealtà,
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19/10/2017 18:26:52
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 1
Against an oath, the truth. Thou art unsure To swear: swear’st only not to be forsworn — Else what a mockery should it be to swear! — But thou dost swear only to be forsworn, And most forsworn to keep what thou dost swear; Therefore thy later vows against thy first Is in thyself rebellion to thyself, And better conquest never canst thou make Than arm thy constant and thy nobler parts Against these giddy loose suggestions; Upon which better part our prayers come in If thou vouchsafe them. But if not, then know The peril of our curses light on thee So heavy as thou shalt not shake them off, But in despair die under their black weight.
210
215
220
AUSTRIA
Rebellion, flat rebellion! Wilt not be? Will not a calf’s-skin stop that mouth of thine?
BASTARD
225
LOUIS THE DAUPHIN
Father, to arms! Upon thy wedding day? Against the blood that thou hast marrièd? What, shall our feast be kept with slaughtered men? Shall braying trumpets and loud churlish drums, Clamours of hell, be measures to our pomp?
BLANCHE
230
She kneels O husband, hear me! Ay, alack, how new Is ‘husband’ in my mouth! Even for that name Which till this time my tongue did ne’er pronounce, Upon my knee I beg, go not to arms Against mine uncle. CONSTANCE (kneeling) O, upon my knee Made hard with kneeling, I do pray to thee, Thou virtuous Dauphin, alter not the doom Forethought by heaven.
235
1682
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19/10/2017 18:26:52
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 1
ma la verità è contraria al quel voto. Tu non sei convinto di quello che hai giurato: t’impegnasti solo per non essere spergiuro – altrimenti che burla sarebbe un giuramento! – ma in realtà è ciò che hai giurato che ti rende spergiuro, e il mantenerlo ti renderebbe ancora più spergiuro. I tuoi ultimi voti, in opposizione ai primi, sono, in te, ribelli contro te stesso, e migliore conquista mai potresti fare che armare la tua parte migliore, e più fedele, contro queste effimere e infondate suggestioni115. Con questa parte migliore si schierano le nostre preghiere, se le vorrai accogliere. Altrimenti, sappi che la gravità delle nostre maledizioni si abbatterà su di te con un tal peso da non concederti di scuotertele di dosso. Disperato, morirai sotto la loro cupa oppressione. AUSTRIA
Ribellione! Aperta ribellione! BASTARDO
Non ce la farà? Non riuscirà una pelle di vitello a chiuderti quella boccaccia? LUIGI IL DELFINO
Padre, alle armi! BIANCA
Nel giorno delle tue nozze? Contro lo stesso sangue con cui ti sei unito in matrimonio? Faremo dunque festa con uomini scannati! Sarà lo stridore delle trombe e lo sgraziato rimbombo dei tamburi, come i clamori dell’inferno, l’accompagnamento della nostra cerimonia? Si inginocchia Marito, ascoltami, ahimè come suona nuova la parola ‘marito’ sulla mia bocca! Eppure in nome di questa parola da me mai pronunciata prima, in ginocchio, ti prego, non imbracciare le armi contro mio zio. COSTANZA (inginocchiandosi) Oh, sulle mie ginocchia indurite dalle suppliche, io ti scongiuro, virtuoso Delfino, non alterare il corso preordinato dal giudizio celeste.
1683
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19/10/2017 18:26:52
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 1
BLANCHE (to Louis the Dauphin)
Now shall I see thy love: what motive may Be stronger with thee than the name of wife?
240
CONSTANCE
That which upholdeth him that thee upholds: His honour. — O thine honour, Louis, thine honour! LOUIS THE DAUPHIN (to King Philip) I muse your majesty doth seem so cold When such profound respects do pull you on. PANDOLF
I will denounce a curse upon his head.
245
KING PHILIP
Thou shalt not need. — England, I will fall from thee. [He takes his hand from King John’s hand, Blanche and Constance rise] CONSTANCE
O, fair return of banished majesty! QUEEN ELEANOR
O, foul revolt of French inconstancy! KING JOHN
France, thou shalt rue this hour within this hour. BASTARD
Old Time the clock-setter, that bald sexton Time, Is it as he will? — Well then, France shall rue.
250
BLANCHE
The sun’s o’ercast with blood; fair day, adieu! Which is the side that I must go withal? I am with both, each army hath a hand, And in their rage, I having hold of both, They whirl asunder and dismember me. Husband, I cannot pray that thou mayst win. — Uncle, I needs must pray that thou mayst lose. — Father, I may not wish the fortune thine. — Grandam, I will not wish thy wishes thrive. Whoever wins, on that side shall I lose, Assurèd loss before the match be played.
255
260
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19/10/2017 18:26:52
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 1
BIANCA (a Luigi il Delfino)
Ora vedrò alla prova il tuo amore: quale causa può essere più forte di quella di una moglie? COSTANZA
Quella che sostiene colui da cui tu dipendi: il suo onore. Il tuo onore, Luigi, il tuo onore! LUIGI IL DELFINO (a re Filippo) Come mai vostra maestà appare così fredda quando materia tanto grave vi interpella? PANDOLFO
Lancerò un anatema sul suo capo. RE FILIPPO
Non ce ne sarà bisogno. Inghilterra, Io ti abbandono. [Lascia la mano di re Giovanni. Bianca e Costanza si rialzano] COSTANZA
Oh, splendido ritorno di un’esiliata maestà! REGINA ELEONORA
Oh, orribile sovvertimento della francese volubilità! RE GIOVANNI
Francia, ti pentirai di questo, prima che sia trascorsa un’ora. BASTARDO
Se dipenderà da quel vegliardo del Tempo che governa gli orologi, quel calvo beccamorto!116 Beh, allora la Francia se ne pentirà davvero!117 BIANCA
Addio giorno luminoso! Il sole è offuscato dal sangue. Con quale parte dovrò schierarmi? Io appartengo ad entrambe, ogni armata ha un suo braccio, e nella loro furia, io che mi tengo a entrambi, sono presa nel mezzo e dilaniata! Marito, non posso pregare per la tua vittoria! Zio, devo pregare per la tua sconfitta! Padre, non posso augurarti buona fortuna! Nonna, non posso auspicare che si avverino i tuoi desideri! Chiunque vinca, da quella parte io perderò, una sicura sconfitta prima ancora che la partita sia giocata.
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19/10/2017 18:26:52
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 2
LOUIS THE DAUPHIN
Lady, with me, with me thy fortune lies. BLANCHE
There where my fortune lives, there my life dies. KING JOHN (to the Bastard)
Cousin, go draw our puissance together. —
265
[Exit the Bastard] France, I am burned up with inflaming wrath, A rage whose heat hath this condition: That nothing can allay, nothing but blood, The blood, and dearest-valued blood, of France. KING PHILIP
Thy rage shall burn thee up, and thou shalt turn To ashes ere our blood shall quench that fire. Look to thyself, thou art in jeopardy.
270
KING JOHN
No more than he that threats. — To arms let’s hie! Exeunt [severally] 3.2
Alarum; excursions. Enter the Bastard, with the Duke of Austria’s head
BASTARD
Now, by my life, this day grows wondrous hot; Some airy devil hovers in the sky And pours down mischief. Austria’s head lie there, While Philip breathes. Enter King John, Arthur Duke of Brittaine, and Hubert KING JOHN
Hubert, keep this boy. — Philip, make up! My mother is assailèd in our tent, And ta’en I fear. BASTARD My lord, I rescued her; Her highness is in safety; fear you not.
5
1686
Shakespeare_Drammi storici.indb 1686
19/10/2017 18:26:52
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 2
LUIGI IL DELFINO
Signora, con la mia, la tua fortuna si salda con la mia. BIANCA
Dove si salda la mia fortuna, lì si sfalda118 la vita mia! RE GIOVANNI (al Bastardo) Cugino, va’ e raduna le nostre forze. [Esce il Bastardo] Francia, io brucio di una furia ardente, un’ira il cui fuoco nulla placherà se non il sangue, il sangue, il più prezioso sangue della Francia! RE FILIPPO
Prima che il nostro sangue possa estinguere quel fuoco, sarai tu a bruciare nella tua stessa ira, per trasformarti in cenere. Stai ben attento, sei tu ad essere in pericolo! RE GIOVANNI
Non più di chi minaccia! Andiamo, alle armi! Escono [separatamente] III, 2
Clamore delle armi, scorrerie. Entra il Bastardo con la testa del duca d’Austria119
BASTARDO
Mamma mia! Questo giorno si va facendo terribilmente caldo, un qualche demone dell’aria volteggia su nel cielo e fa piovere sciagure. Qui c’è la testa del duca d’Austria, mentre Filippo vive e respira. Entrano re Giovanni, Arturo duca di Bretagna e Hubert. RE GIOVANNI
Hubert, tieni questo ragazzo120. Filippo, muoviti! Hanno attaccato mia madre nella nostra tenda, e temo l’abbiano catturata. BASTARDO
Mio signore, l’ho già salvata, sua altezza è salva, non temete121. Ma
1687
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19/10/2017 18:26:52
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 3
But on, my liege, for very little pains Will bring this labour to an happy end. Exeunt [King John and the Bastard at one door, Hubert and Arthur at another door] 3.3
10
Alarum; excursions; retreat. Enter King John, Queen Eleanor, Arthur Duke of Brittaine, the Bastard, Hubert, lords, [with soldiers]
KING JOHN (to Queen Eleanor)
So shall it be; your grace shall stay behind So strongly guarded. (To Arthur) Cousin, look not sad; Thy grandam loves thee, and thy uncle will As dear be to thee as thy father was. ARTHUR
O, this will make my mother die with grief. KING JOHN (to the Bastard) Cousin, away for England! Haste before, And ere our coming, see thou shake the bags Of hoarding abbots. The fat ribs of peace Must by the hungry now be fed upon. Imprisoned angels set at liberty. Use our commission in his utmost force.
5
10
BASTARD
Bell, book, and candle shall not drive me back When gold and silver becks me to come on. I leave your highness. — Grandam, I will pray, If ever I remember to be holy, For your fair safety. So I kiss your hand.
15
QUEEN ELEANOR
Farewell, gentle cousin. KING JOHN
Coz, farewell.
Exit the Bastard
QUEEN ELEANOR
Come hither, little kinsman. Hark, a word. She takes Arthur aside KING JOHN
Come hither, Hubert. 1688
Shakespeare_Drammi storici.indb 1688
19/10/2017 18:26:52
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 3
riprendiamo, mio signore, ancora qualche sforzo e tutto questo avrà buon fine. Escono [re Giovanni e il Bastardo da un’uscita122 , Hubert e Arturo dall’altra]. III, 3
Allarmi, scorrerie, ritirate. Entrano re Giovanni, la regina Eleonora, Arturo duca di Bretagna, il Bastardo, Hubert, signori [e soldati]123
RE GIOVANNI (alla regina Eleonora)
Faremo così, vostra grazia rimarrà indietro ben protetta. (Ad Arturo) Nipote, non essere triste, tua nonna ti vuole bene e tuo zio sarà con te come un padre. ARTURO
Oh, mia madre ne morirà di dolore! RE GIOVANNI (al Bastardo)
Cugino, via in Inghilterra! Precedici in fretta e prima del nostro arrivo vedi di svuotare le sacche degli insaziabili124 abati. Gli affamati dovranno potersi pascere della pingue pace. Fai volar via gli alati tintinnii!125 Usa del mio mandato in tutta la sua forza. BASTARDO
Campana, messale e candela126 non mi faranno indietreggiare, se oro e argento m’inviteranno ad avanzare. Vi lascio, vostra maestà. Nonna, semmai ricordassi di esser pio, pregherò per la vostra salvezza. Vi bacio le mani. REGINA ELEONORA
Addio, caro nipote127. RE GIOVANNI
Addio cugino. Esce il Bastardo REGINA ELEONORA
Vieni qua, nipotino, ascolta una parola. Prende Arturo in disparte RE GIOVANNI
Vieni qui, Hubert.
1689
Shakespeare_Drammi storici.indb 1689
19/10/2017 18:26:53
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 3
He takes Hubert aside O my gentle Hubert, We owe thee much. Within this wall of flesh There is a soul counts thee her creditor, And with advantage means to pay thy love; And, my good friend, thy voluntary oath Lives in this bosom, dearly cherishèd. Give me thy hand.
20
He takes Hubert’s hand I had a thing to say, But I will fit it with some better tune. By heaven, Hubert, I am almost ashamed To say what good respect I have of thee.
25
HUBERT
I am much bounden to your majesty. KING JOHN
Good friend, thou hast no cause to say so yet, But thou shalt have; and creep time ne’er so slow, Yet it shall come for me to do thee good. I had a thing to say — but let it go. The sun is in the heaven, and the proud day, Attended with the pleasures of the world, Is all too wanton and too full of gauds To give me audience. If the midnight bell Did with his iron tongue and brazen mouth Sound on into the drowsy race of night; If this same were a churchyard where we stand, And thou possessèd with a thousand wrongs; Or if that surly spirit, melancholy, Had baked thy blood and made it heavy, thick, Which else runs tickling up and down the veins, Making that idiot, laughter, keep men’s eyes And strain their cheeks to idle merriment — A passion hateful to my purposes — Or if that thou couldst see me without eyes, Hear me without thine ears, and make reply
30
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1690
19/10/2017 18:26:53
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 3
Prende Hubert in disparte Mio gentile Hubert, noi ti dobbiamo molto. In quest’involucro di carne, c’è un’anima che si sente in debito con te, e conta di ripagare il tuo amore con gli interessi. Il tuo giuramento volontario, mio buon amico, è custodito nel mio cuore, e caramente apprezzato. Dammi la mano. Prende la mano di Hubert Devo dirti una cosa… ma rimandiamo128, voglio cercare un modo più acconcio. Perdio, Hubert, quasi mi vergogno a dirti quanto rispetto ti porto! HUBERT
Son io molto obbligato a vostra maestà. RE GIOVANNI
Buon amico, ancora non hai motivo di dir così, ma ne avrai, e per quanto lentamente possa avanzare il tempo verrà il momento per me di farti del bene. Avrei una cosa da dirti … ma lasciamo perdere. Il sole è ancora alto in cielo, e il fiero giorno, occupato dai piaceri terreni, è troppo intento a svagarsi e divertirsi per disporre all’ascolto. Se la campana di mezzanotte con lingua di ferro e bocca di bronzo129 scandisse il tempo del sonnolento corso della notte; se questo stesso luogo dove noi siamo fosse un cimitero, e tu reso cupo da mille torti; o se quel torvo umore, la malinconia, scottandolo, ti avesse inspessito e appesantito il sangue che altrimenti scorre guizzante su e giù per le vene, rendendo il riso, quello stolto, padrone degli occhi degli uomini di cui tende le guance in una vana allegria – sentimento odioso per i miei intenti – oh se tu potessi vedermi senza guardarmi, udirmi senza ascoltarmi, e rispon-
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 3
Without a tongue, using conceit alone, Without eyes, ears, and harmful sound of words; Then in despite of broad-eyed watchful day I would into thy bosom pour my thoughts. But, ah, I will not. Yet I love thee well, And by my troth, I think thou lov’st me well.
50
55
HUBERT
So well that what you bid me undertake, Though that my death were adjunct to my act, By heaven, I would do it. KING JOHN Do not I know thou wouldst? Good Hubert, Hubert, Hubert, throw thine eye On yon young boy. I’ll tell thee what, my friend, He is a very serpent in my way, And wheresoe’er this foot of mine doth tread, He lies before me. Dost thou understand me? Thou art his keeper. HUBERT And I’ll keep him so That he shall not offend your majesty.
60
65
KING JOHN
Death. HUBERT
My lord. A grave.
KING JOHN
He shall not live. Enough. I could be merry now. Hubert, I love thee. Well, I’ll not say what I intend for thee. Remember. (To Queen Eleanor) Madam, fare you well. I’ll send those powers o’er to your majesty.
HUBERT
KING JOHN
70
QUEEN ELEANOR
My blessing go with thee. KING JOHN (to Arthur) For England, cousin, go. Hubert shall be your man, attend on you With all true duty. — On toward Calais, ho! Exeunt [Queen Eleanor, attended, at one door, the rest at another door]
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 3
dermi senza parlare, usando solo il pensiero, senza guardare, ascoltare o pronunciare pericolose parole; allora nonostante l’occhiuta vigilanza del giorno, io riverserei nel tuo petto i miei pensieri. Ma, no, non lo farò. Eppure io ti voglio bene, e, in fede mia, credo che anche tu ne voglia a me. HUBERT
Così tanto che, qualsiasi cosa mi ordinaste di eseguire, anche se la mia morte si accompagnasse a quell’azione, beh perdio, io la farei! RE GIOVANNI
E vuoi che non lo sappia! Buon Hubert, Hubert, Hubert! Getta l’occhio su quel ragazzetto. Amico mio, ti dico cosa… lui è come una serpe sulla mia strada. Ad ogni mio passo me lo trovo in mezzo ai piedi. Mi capisci? Tu sei il suo custode. HUBERT
E lo custodirò in modo che non arrechi danno alla vostra maestà. RE GIOVANNI
Morte! HUBERT
Mio signore? RE GIOVANNI
Una tomba. HUBERT
Non vivrà. RE GIOVANNI
Basta così. Ora posso pure stare allegro. Hubert, ti adoro. Ora non ti dirò cosa ho in mente per te, ma ricorda… (Alla regina Eleonora) Signora, addio, manderò quelle truppe a vostra altezza. REGINA ELEONORA
Che Dio ti accompagni! RE GIOVANNI (ad Arturo)
In Inghilterra, nipote, Hubert si occuperà di te, servendoti con la massima lealtà! Via, verso Calais! Escono [Eleonora con il seguito da una porta, gli altri dall’altra porta]
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 4
3.4
Enter King Philip, Louis the Dauphin, Cardinal Pandolf, and attendants
KING PHILIP
So, by a roaring tempest on the flood, A whole armada of convicted sail Is scattered and disjoined from fellowship. PANDOLF
Courage and comfort; all shall yet go well. KING PHILIP
What can go well when we have run so ill? Are we not beaten? Is not Angers lost, Arthur ta’en prisoner, divers dear friends slain, And bloody England into England gone, O’erbearing interruption, spite of France?
5
LOUIS THE DAUPHIN
What he hath won, that hath he fortified. So hot a speed, with such advice disposed, Such temperate order in so fierce a cause, Doth want example. Who hath read or heard Of any kindred action like to this?
10
KING PHILIP
Well could I bear that England had this praise, So we could find some pattern of our shame.
15
Enter Constance, distracted, with her hair about her ears Look who comes here! A grave unto a soul, Holding th’eternal spirit against her will In the vile prison of afflicted breath. — I prithee, lady, go away with me.
20
CONSTANCE
Lo, now, now see the issue of your peace! KING PHILIP
Patience, good lady; comfort, gentle Constance. CONSTANCE
No, I defy all counsel, all redress, But that which ends all counsel, true redress: 1694
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 4
III, 4
Entrano re Filippo, Luigi il Delfino, il cardinale Pandolfo e attendenti130
RE FILIPPO
Così, da una furiosa tempesta marina, un’intera flotta è dispersa e ogni vela condannata a esser separata dalle sue compagne. PANDOLFO
Coraggio, state di buon animo, tutto può ancora aggiustarsi! RE FILIPPO
Come potrà aggiustarsi quando abbiamo agito così male? Non siamo noi sconfitti, e Angers non è perduta, e Arturo fatto prigioniero, e tanti cari amici uccisi, e Giovanni, quel sanguinario, non se ne è forse tornato in Inghilterra travolgendo l’opposizione della Francia? LUIGI IL DELFINO
E ha fortificato tutto ciò che ha conquistato. Una così fulminea rapidità sorretta da una tale capacità di giudizio, un tale discernimento in una contesa così aspra non hanno eguali. Chi ha mai letto e sentito di un’azione simile? RE FILIPPO
Beh, potrei anche sopportare queste lodi per l’Inghilterra, se solo servissero a giustificare la nostra vergogna! Entra Costanza stravolta e scarmigliata Guarda qui chi viene! Un sepolcro attorno a un’anima che trattiene, contro la propria volontà, lo spirito immortale nella squallida prigione di un vita d’afflizione. Vi prego, signora, venite via con me. COSTANZA
Ecco, guardate gli effetti della vostra pace! RE FILIPPO
Pazienza, buona signora, rasserenatevi gentile Costanza! COSTANZA
No! Rifiuto ogni consiglio, ogni conforto, tranne quello che al consiglio pone fine, il vero conforto: e cioè la Morte, la Morte, l’ama-
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 4
Death, Death, O amiable, lovely Death! Thou odoriferous stench, sound rottenness! Arise forth from the couch of lasting night, Thou hate and terror to prosperity, And I will kiss thy detestable bones, And put my eyeballs in thy vaulty brows, And ring these fingers with thy household worms, And stop this gap of breath with fulsome dust, And be a carrion monster like thyself. Come grin on me, and I will think thou smil’st, And buss thee as thy wife. Misery’s love, O, come to me! KING PHILIP O fair affliction, peace!
25
30
35
CONSTANCE
No, no, I will not, having breath to cry. O, that my tongue were in the thunder’s mouth! Then with a passion would I shake the world, And rouse from sleep that fell anatomy, Which cannot hear a lady’s feeble voice, Which scorns a modern invocation.
40
PANDOLF
Lady, you utter madness, and not sorrow. CONSTANCE
Thou art not holy to belie me so. I am not mad: this hair I tear is mine; My name is Constance; I was Geoffrey’s wife; Young Arthur is my son; and he is lost. I am not mad; I would to God I were,13 For then ’tis like I should forget myself. O, if I could, what grief should I forget! Preach some philosophy to make me mad, And thou shalt be canonized, Cardinal. For, being not mad, but sensible of grief, My reasonable part produces reason
45
50
48. God: Gary Taylor, heaven in F = “Cielo”. 1696
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 4
bile, diletta Morte! Tu odoroso fetore, sano marciume!131 Sollevati dal giaciglio della perenne tenebra; tu, odio e terrore di ogni prosperità, io bacerò le tue detestabili ossa, e metterò le mie pupille nelle tue orbite vuote, e m’inanellerò le dita con i tuoi vermi, e soffocherò il respiro con la tua disgustosa polvere e diventerò come te una schifosa carogna132. Su, ghignami in faccia e io penserò che mi stai sorridendo, e come una sposa133 io ti bacerò134: amore di chi è disperato, vieni da me! RE FILIPPO
Oh cara sofferente, pace! COSTANZA
No, no, non voglio, finché avrò fiato per gridare. Oh fosse la mia lingua nella bocca del tuono, con quanta passione sconquasserei il mondo, scuotendo dal sonno la sua crudele carcassa che non arriva a sentire la flebile voce di una donna e disprezza l’invocazione di una comune mortale!135 PANDOLFO
Signora, in voi parla la pazzia, non il dolore. COSTANZA
E tu non sei certo un sant’uomo a calunniarmi così! Non sono pazza. Questi capelli che strappo sono i miei; il mio nome è Costanza, ero la moglie di Goffredo e il giovane Arturo è figlio mio, e lui è perduto. Non sono pazza, volesse Iddio lo fossi, poiché così dimenticherei me stessa. Ah, se potessi, di quale strazio mi libererei! Cardinale, insegnami ad impazzire con la filosofia delle tue prediche e allora sì che sarai canonizzato. Perché, non essendo pazza, ma sensibile al dolore, il mio raziocinio trova ragioni per cercar di libe-
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 4
How I may be delivered of these woes, And teaches me to kill or hang myself. If I were mad I should forget my son, Or madly think a babe of clouts were he. I am not mad; too well, too well I feel The different plague of each calamity.
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KING PHILIP
Bind up those tresses. O, what love I note In the fair multitude of those her hairs! Where but by chance a silver drop hath fallen, Even to that drop ten thousand wiry friends14 Do glue themselves in sociable grief, Like true, inseparable, faithful loves, Sticking together in calamity.
65
CONSTANCE
To England, if you will. Bind up your hairs.
KING PHILIP CONSTANCE
Yes, that I will. And wherefore will I do it? I tore them from their bonds, and cried aloud, ‘O that these hands could so redeem my son, As they have given these hairs their liberty!’ But now I envy at their liberty, And will again commit them to their bonds, Because my poor child is a prisoner.
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She binds up her hair And Father Cardinal, I have heard you say That we shall see and know our friends in heaven. If that be true, I shall see my boy again; For since the birth of Cain, the first male child, To him that did but yesterday suspire, There was not such a gracious creature born. But now will canker-sorrow eat my bud, And chase the native beauty from his cheek;
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64. Friends: Rowe, fiends in F = “demoni”. 1698
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 4
rarmi da tali sofferenze, e mi spinge a uccidermi, a impiccarmi! Se fossi pazza potrei scordarmi di mio figlio, o in preda alla follia vederlo in una bambola di stracci. No, non sono pazza. Troppo bene, troppo bene, sento ogni singola piaga di ciascuna mia disgrazia. RE FILIPPO
Riannodatevi le trecce136. Oh, quanto amore scorgo in quella bella massa di capelli! Laddove per caso una singola goccia argentea vi è caduta, ad essa diecimila amici avviluppati si uniscono in un dolore condiviso. Come sinceri, inseparabili, fedeli amanti che si congiungono nella disgrazia137. COSTANZA
Verrò in Inghilterra, se volete. RE FILIPPO
Riannodatevi i capelli. COSTANZA
D’accordo, lo farò. E sai perché lo farò? Li strappai ai loro legacci gridando: ”oh, se le mie mani potessero liberare mio figlio, così come hanno dato la libertà a questi capelli!” Ma ora la loro libertà mi provoca solo invidia e son pronta a riconsegnarli ai loro lacci, visto che il mio povero bambino è prigioniero. Si lega i capelli Padre cardinale, vi ho sentito dire che noi vedremo e riconosceremo i nostri cari in cielo. Se questo è vero, rivedrò mio figlio, poiché dalla nascita del primo figlio maschio, Caino138, fino all’ultimo che appena ieri ha cominciato a respirare, mai creatura più bella era venuta al mondo. Ma ora il tarlo del dolore si mangerà il mio bocciolo, scacciandone la nativa bellezza dalle guance, e lui apparirà
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 4
And he will look as hollow as a ghost, As dim and meagre as an ague’s fit, And so he’ll die; and rising so again, When I shall meet him in the court of heaven, I shall not know him; therefore never, never Must I behold my pretty Arthur more.
85
PANDOLF
You hold too heinous a respect of grief.
90
CONSTANCE
He talks to me that never had a son. KING PHILIP
You are as fond of grief as of your child CONSTANCE
Grief fills the room up of my absent child, Lies in his bed, walks up and down with me, Puts on his pretty looks, repeats his words, Remembers me of all his gracious parts, Stuffs out his vacant garments with his form; Then have I reason to be fond of grief. Fare you well. Had you such a loss as I, I could give better comfort than you do.
95
100
[She unbinds her hair] I will not keep this form upon my head When there is such disorder in my wit. O Lord, my boy, my Arthur, my fair son, My life, my joy, my food, my all the world, My widow-comfort, and my sorrow’s cure!
104 Exit
KING PHILIP
I fear some outrage, and I’ll follow her.
Exit [attended]
LOUIS THE DAUPHIN
There’s nothing in this world can make me joy. Life is as tedious as a twice-told tale, Vexing the dull ear of a drowsy man; And bitter shame hath spoiled the sweet world’s taste, That it yields naught but shame and bitterness.
111
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 4
esangue come uno spettro, sparuto e rinsecchito come un attacco di pestilenza. E così morirà e quando sarà risorto io l’incontrerò nelle corti del Paradiso senza poterlo riconoscere, e così mai, mai più, potrò vedere il mio grazioso Arturo. PANDOLFO
Pernicioso è il vostro ossequio al dolore. COSTANZA
Mi parla uno che non ha avuto figli. RE FILIPPO
Ma, voi amate il dolore almeno quanto vostro figlio. COSTANZA
Il dolore colma l’assenza lasciata da mio figlio, si corica nel suo letto, passeggia insieme a me, assume i suoi bei lineamenti, ripete le sue parole e mi ricorda in tutto il suo piacevole sembiante. Riempie i suoi abiti vuoti con la sua forma. Non ho dunque motivo di amare il dolore? Addio, se aveste voi subito la mia stessa perdita, io avrei offerto un conforto migliore del vostro. [Si scioglie nuovamente i capelli] Non voglio mantenere la mia testa in ordine quando è il disordine a regnare nella mia mente. O Signore, ragazzo mio, mio Arturo, mio bel figlio, vita mia, gioia mia, mio sostentamento, mio intero mondo, conforto della mia vedovanza, e cura della mia sofferenza! Esce RE FILIPPO
Temo qualche pazzia, la seguirò. Esce [col seguito] LUIGI IL DELFINO
Non c’è nulla a questo mondo che riesca a rallegrarmi. La vita ha il tedio di un racconto ripetuto due volte139, che tormenta l’orecchio intorpidito di un uomo già mezzo addormentato. L’amara vergogna ha guastato il dolce sapore del mondo: ora sa solo d’infamia e amarezza.
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19/10/2017 18:26:53
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 4
PANDOLF
Before the curing of a strong disease, Even in the instant of repair and health, The fit is strongest. Evils that take leave, On their departure most of all show evil. What have you lost by losing of this day?
115
LOUIS THE DAUPHIN
All days of glory, joy, and happiness. PANDOLF
If you had won it, certainly you had. No, no; when Fortune means to men most good, She looks upon them with a threat’ning eye. ’Tis strange to think how much King John hath lost In this which he accounts so clearly won. Are not you grieved that Arthur is his prisoner?
120
LOUIS THE DAUPHIN
As heartily as he is glad he hath him. PANDOLF
Your mind is all as youthful as your blood. Now hear me speak with a prophetic spirit, For even the breath of what I mean to speak Shall blow each dust, each straw, each little rub, Out of the path which shall directly lead Thy foot to England’s throne. And therefore mark. John hath seized Arthur, and it cannot be That whiles warm life plays in that infant’s veins The misplaced John should entertain an hour, One minute, nay, one quiet breath of rest. A sceptre snatched with an unruly hand Must be as boisterously maintained as gained; And he that stands upon a slipp’ry place Makes nice of no vile hold to stay him up. That John may stand, then Arthur needs must fall; So be it, for it cannot be but so.
125
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LOUIS THE DAUPHIN
But what shall I gain by young Arthur’s fall?
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 4
PANDOLFO
Prima della guarigione da una grave malattia, persino nell’istante del recupero e della salute, la crisi è più forte. Il male che si congeda, quando sta per partire, si mostra al suo peggio. Cos’avete perso con la sconfitta di questa giornata? LUIGI IL DELFINO
Tutti i giorni di gloria, gioia, e felicità. PANDOLFO
Sarebbe così se aveste vinto, ma non è così. Proprio quando vuole il bene degli uomini, la fortuna gli mostra il suo occhio minaccioso. È curioso pensare a quanto abbia perso re Giovanni in ciò che egli certamente ritiene una vittoria. Non siete addolorato che Arturo sia suo prigioniero? LUIGI IL DELFINO
Tanto quanto rallegra lui l’averlo con sé. PANDOLFO
La vostra mente è inesperta come il vostro sangue. Ora ascoltate quanto vi dirà il mio spirito profetico, poiché anche il solo fiato delle mie parole spazzerà via ogni granello di polvere, ogni pagliuzza, ogni piccolo intoppo dal cammino che vi condurrà direttamente al trono d’Inghilterra. E dunque seguitemi. Giovanni ha catturato Arturo, e non sarà possibile, mentre la calda vita pulsa nelle vene del ragazzo, che Giovanni, nella sua malferma posizione, possa godere di un’ora, di un minuto, no, neanche di un solo respiro di quieto riposo. Uno scettro ghermito con mano illegale deve essere mantenuto con la stessa tracotanza con cui fu ottenuto. E colui che sta su un terreno scivoloso si afferra anche al più vile degli appigli pur di restare in piedi. Se Giovanni deve star su, allora Arturo dovrà per forza cadere. Così sarà, perché non può essere altrimenti. LUIGI IL DELFINO
Ma che ci guadagnerei io dalla caduta di Arturo?
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19/10/2017 18:26:54
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 3 SCENE 4
PANDOLF
You, in the right of Lady Blanche your wife, May then make all the claim that Arthur did. LOUIS THE DAUPHIN
And lose it, life and all, as Arthur did. PANDOLF
How green you are, and fresh in this old world! John lays you plots; the times conspire with you; For he that steeps his safety in true blood Shall find but bloody safety and untrue. This act, so vilely born, shall cool the hearts Of all his people, and freeze up their zeal, That none so small advantage shall step forth To check his reign but they will cherish it; No natural exhalation in the sky, No scope of nature, no distempered day, No common wind, no customèd event, But they will pluck away his natural cause, And call them meteors, prodigies, and signs, Abortives, presages, and tongues of heaven Plainly denouncing vengeance upon John.
145
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LOUIS THE DAUPHIN
Maybe he will not touch young Arthur’s life, But hold himself safe in his prisonment.
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PANDOLF
O sir, when he shall hear of your approach, If that young Arthur be not gone already, Even at that news he dies; and then the hearts Of all his people shall revolt from him, And kiss the lips of unacquainted change, And pick strong matter of revolt and wrath Out of the bloody fingers’ ends of John. Methinks I see this hurly all on foot, And O, what better matter breeds for you Than I have named! The Bastard Falconbridge Is now in England, ransacking the Church,
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19/10/2017 18:26:54
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO III SCENA 4
PANDOLFO
In nome di Lady Bianca, vostra moglie, potreste avanzare le stesse rivendicazioni di Arturo140. LUIGI IL DELFINO
E come Arturo, perdere quelle, la vita e tutto il resto! PANDOLFO
Come sei giovane, ed ingenuo in questo vecchio mondo! È Giovanni a cospirare per te, il tempo trama a tuo favore. Poiché colui che, nel sangue, fonda la sua salvezza, non troverà che una salvezza insanguinata e incerta. Tale atto, così vilmente concepito, raffredderà i cuori di tutta la sua gente, raggelandone lo zelo, cosicché anche la minima occasione che si presenti ad ostacolare il suo regno verrà accolta con favore. Non si darà alcuna comune esalazione nel cielo, né fenomeno di natura, nessuna brutta giornata, nessun vento ordinario, né consueto accadimento, che non venga privato della sua causa naturale, e chiamato meteora, prodigio, segno, aborto, presagio, e messaggio divino ad annunciare vendetta ai danni di Giovanni141. LUIGI IL DELFINO
Ma forse lui non attenterà alla vita del giovane Arturo, bastandogli la sua prigionia per sentirsi sicuro. PANDOLFO
Oh signore, quando saprà della vostra avanzata, se il giovane Arturo non sarà già morto, basterà questa notizia a spacciarlo. E allora i cuori di tutto il suo popolo si ribelleranno per baciare la bocca dell’ignoto, e trarre dalle punte delle dita insanguinate di Giovanni lo spunto della loro rabbiosa ribellione. Mi pare quasi di vederlo all’opera questo tumulto, e quante altre favorevoli conseguenze ne potranno venire oltre a quelle nominate! In Inghilterra, Falconbridge il Bastardo sta saccheggiando le chiese e offendendo la
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19/10/2017 18:26:54
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 1
Offending charity. If but a dozen French Were there in arms, they would be as a call To train ten thousand English to their side, Or as a little snow tumbled about Anon becomes a mountain. O noble Dauphin, Go with me to the King. ’Tis wonderful What may be wrought out of their discontent Now that their souls are top-full of offence. For England, go! I will whet on the King.
175
180
LOUIS THE DAUPHIN
Strong reasons make strange actions. Let us go.15 If you say ay, the King will not say no. Exeunt 4.1
Enter Hubert, and Executioners with a rope and irons
HUBERT
Heat me these irons hot, and look thou stand Within the arras. When I strike my foot Upon the bosom of the ground, rush forth And bind the boy which you shall find with me Fast to the chair. Be heedful. Hence, and watch!
5
EXECUTIONER
I hope your warrant will bear out the deed. HUBERT
Uncleanly scruples: fear not you. Look to’t! [The Executioners withdraw behind the arras] Young lad, come forth, I have to say with you. Enter Arthur Duke of Brittaine ARTHUR
Good morrow, Hubert. HUBERT
Good morrow, little Prince.
182. Strange actions: F1, strong actions in F2 = “forti azioni”. 1706
Shakespeare_Drammi storici.indb 1706
19/10/2017 18:26:54
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 1
pietà cristiana. Se solo una dozzina di francesi si trovasse lì in armi, richiamerebbero al loro fianco almeno diecimila inglesi, come una piccola quantità di neve che rotolando diventa una slavina. O nobile Delfino, seguitemi dal re. È straordinario ciò che si può ottenere dallo scontento, quando gli animi sono al massimo dello sdegno. Avanti, in Inghilterra! Io andrò a incitare il sovrano. LUIGI IL DELFINO
Da strenue ragioni derivano strane142 azioni. Per quel che ne so143, se voi dite sì, il re non dirà di no. Escono IV, 1
Entrano Hubert e dei sicari con una corda e dei ferri 144
HUBERT
Arroventatemi per bene questi ferri e tenetevi pronti dietro l’arazzo. Quando batterò il piede per terra, correte fuori e legate forte alla sedia il ragazzo che troverete con me. Fate attenzione! E ora uscite e vigilate. SICARIO
Spero che il vostro mandato autorizzi quest’azione. HUBERT
Scrupoli pelosi! Non temete. Al lavoro! [I sicari si ritirano dietro l’arazzo] Ragazzo, vieni avanti, devo parlarti. Entra Arturo, il duca di Bretagna ARTURO
Buongiorno, Hubert. HUBERT
Buongiorno, piccolo principe.
1707
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19/10/2017 18:26:54
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 1
ARTHUR
As little prince, having so great a title To be more prince, as may be. You are sad.
10
HUBERT
Indeed I have been merrier. ARTHUR Mercy on me! Methinks nobody should be sad but I. Yet I remember, when I was in France, Young gentlemen would be as sad as night Only for wantonness. By my Christendom, So I were out of prison and kept sheep, I should be as merry as the day is long; And so I would be here, but that I doubt My uncle practises more harm to me. He is afraid of me, and I of him. Is it my fault that I was Geoffrey’s son? No, indeed is’t not, and I would to God16 I were your son, so you would love me, Hubert. HUBERT (aside) If I talk to him, with his innocent prate He will awake my mercy, which lies dead; Therefore I will be sudden, and dispatch.
15
20
25
ARTHUR
Are you sick, Hubert? You look pale today. In sooth, I would you were a little sick, That I might sit all night and watch with you. I warrant I love you more than you do me. HUBERT (aside) His words do take possession of my bosom.
30
He shows Arthur a paper Read here, young Arthur. (Aside) How now: foolish rheum, Turning dispiteous torture out of door?
23. God: Gary Taylor, heaven in F = “Cielo”. 1708
Shakespeare_Drammi storici.indb 1708
19/10/2017 18:26:54
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 1
ARTURO
Piccolo che di più non si può, considerando quanto più grande dovrei essere possedendo un così principesco titolo! Ma tu sei triste. HUBERT
In verità, ho avuto momenti più allegri. ARTURO
Oh misericordia! Nessuno, oltre me, dovrebbe essere triste. Eppure mi sovviene che quand’ero in Francia i giovani gentiluomini erano melanconici come la notte, ma solo per affettazione. Come è vero che sono cristiano, se stessi fuori dalla prigione, pure a guardar le pecore, sarei allegro per quanto è lungo il giorno. E lo sarei anche qui, se non temessi una minaccia ancor maggiore da parte di mio zio. Lui ha paura di me e io di lui. È colpa mia se son figlio di Goffredo? No, in verità non credo, e volesse il cielo che fossi figlio tuo Hubert, così mi vorresti bene! HUBERT (a parte) Se gli parlo, con la sua chiacchiera innocente risveglierà la mia pietà, che ora giace morta; è meglio sbrigarsi e farlo fuori. ARTURO
Non ti senti bene, Hubert? Oggi sei così pallido. A dirla tutta non mi dispiacerebbe se fossi un po’ malato, così potrei passar la notte a vegliare su di te. Ti garantisco che io ti voglio ancor più bene di quanto me ne voglia tu. HUBERT (a parte) Le sue parole si insinuano nel mio cuore. Mostra un foglio ad Arturo Leggi qui, piccolo Arturo. (A parte) Ma che succede: stupido pianto, vuoi scacciar la ferocia della tortura fuori dalla porta? Devo
1709
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19/10/2017 18:26:54
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 1
I must be brief, lest resolution drop Out at mine eyes in tender womanish tears. (To Arthur) Can you not read it? Is it not fair writ?
35
ARTHUR
Too fairly, Hubert, for so foul effect. Must you with hot irons burn out both mine eyes? HUBERT
Young boy, I must. ARTHUR HUBERT
And will you? And I will.
40
ARTHUR
Have you the heart? When your head did but ache I knit my handkerchief about your brows, The best I had — a princess wrought it me, And I did never ask it you again — And with my hand at midnight held your head, And like the watchful minutes to the hour Still and anon cheered up the heavy time, Saying ‘What lack you?’ and ‘Where lies your grief?’ Or ‘What good love may I perform for you?’ Many a poor man’s son would have lain still And ne’er have spoke a loving word to you, But you at your sick service had a prince. Nay, you may think my love was crafty love, And call it cunning. Do, an if you will. If heaven be pleased that you must use me ill, Why then you must. Will you put out mine eyes, These eyes that never did, nor never shall, So much as frown on you? HUBERT I have sworn to do it, And with hot irons must I burn them out.
45
50
55
ARTHUR
Ah, none but in this iron age would do it. The iron of itself, though heat red hot, Approaching near these eyes would drink my tears, And quench his fiery indignation Even in the matter of mine innocence;
60
1710
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19/10/2017 18:26:54
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 1
agire in fretta altrimenti la determinazione mi cascherà via dagli occhi, sotto forma di lacrime donnesche. (Ad Arturo) Non riesci a leggerlo? Non è chiara la scrittura? ARTURO
Fin troppo chiara, Hubert, per un’azione così nera. Con ferri arroventati, dovrai bruciarmi entrambi gli occhi?145 HUBERT
Sì fanciullo, dovrò. ARTURO
E lo farai? HUBERT
Sì, lo farò. ARTURO
E ne hai il cuore? Quanto il capo ti doleva, io ho annodato il mio fazzoletto alle tue tempie, il migliore che avevo – ricamato146 da una principessa, e senza mai chiederlo indietro – e nel cuore della notte ti ho sorretto la testa con le mie mani, e come i vigili minuti che scandiscono le ore io di continuo alleggerivo il pesante tempo chiedendo “Hai bisogno di qualcosa?” e “Dove ti fa male?” o “Cosa posso fare per darti sollievo?”. Un qualsiasi figlio di poveraccio se ne sarebbe stato sdraiato senza dirti una parola affettuosa, mentre tu al tuo capezzale avevi un principe. Certo, tu puoi pensare che il mio amore fosse contraffatto, e giudicarlo astuto. Fallo pure se vuoi. Se il cielo acconsente a che tu mi faccia del male, beh allora vuol dire che devi. Mi spegnerai gli occhi, questi occhi che mai ti hanno rivolto, né mai rivolgeranno, un solo sguardo corrucciato? HUBERT
Ho giurato di farlo, e con ferri arroventati li dovrò accecare. ARTURO
Ah, nessuno lo farebbe se non in questa età del ferro147. Il ferro stesso, anche se rovente, avvicinandosi a questi occhi ne berrebbe le lacrime, spegnendo la sua furiosa rabbia nella sostanza di cui è fatta
1711
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19/10/2017 18:26:54
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 1
Nay, after that, consume away in rust, But for containing fire to harm mine eye. Are you more stubborn-hard than hammered iron? An if an angel should have come to me17 And told me Hubert should put out mine eyes, I would not have believed him; no tongue but Hubert’s.
65
70
Hubert stamps his foot HUBERT
Come forth! The Executioners come forth Do as I bid you do. ARTHUR
O, save me, Hubert, save me! My eyes are out Even with the fierce looks of these bloody men. HUBERT (to the Executioners) Give me the iron, I say, and bind him here. He takes the iron ARTHUR
Alas, what need you be so boisterous-rough? I will not struggle; I will stand stone-still. For God’s sake, Hubert, let me not be bound.18 Nay, hear me, Hubert! Drive these men away, And I will sit as quiet as a lamb; I will not stir, nor wince, nor speak a word, Nor look upon the iron angerly. Thrust but these men away, and I’ll forgive you, Whatever torment you do put me to. HUBERT (to the Executioners) Go stand within. Let me alone with him.
75
80
EXECUTIONER
I am best pleased to be from such a deed. Exeunt Executioners
85
68. An: spesso usato al posto di if = “se”. 77. God’s: Gary Taylor, heaven in F = “Cielo”. 1712
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19/10/2017 18:26:54
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 1
la mia innocenza. Anzi, dopo, si disfarrebbe nella ruggine per aver contenuto il fuoco destinato ad offendere i miei occhi. Sei tu più ostinatamente duro del ferro battuto? Se pure fosse venuto da me un angelo a dirmi che Hubert mi avrebbe spento gli occhi, non gli avrei creduto. Non avrei creduto a nessuno, eccetto che ad Hubert. Hubert batte il piede per terra HUBERT
Venite. I sicari entrano Fate come vi ho detto. ARTURO
Oh salvami, Hubert, salvami! I miei occhi già non reggono alla vista terribile di questi uomini feroci. HUBERT (ai sicari) Datemi il ferro, dico, e legatelo qui. Prende il ferro ARTURO
Ahimè, che bisogno c’è di essere così brutali? Non farò resistenza, starò immobile, di sasso. Per carità di Dio, Hubert, non farmi legare. Anzi, ascoltami, Hubert, manda via questi uomini e io starò seduto buono come un agnellino, non mi muoverò, non sussulterò, non profferirò parola, né guarderò il ferro incollerito. Se solo li caccerai via, io ti perdonerò qualsiasi tormento tu vorrai infliggermi. HUBERT (ai sicari) Uscite, aspettatemi di là. Lasciatemi solo con lui. SICARIO
Son ben felice di lavarmene le mani! Escono i sicari
1713
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19/10/2017 18:26:54
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 1
ARTHUR
Alas, I then have chid away my friend! He hath a stern look, but a gentle heart. Let him come back, that his compassion may Give life to yours. HUBERT Come, boy, prepare yourself. ARTHUR
Is there no remedy? HUBERT
None but to lose your eyes.
90
ARTHUR
O God, that there were but a mote in yours,19 A grain, a dust, a gnat, a wandering hair, Any annoyance in that precious sense, Then, feeling what small things are boisterous there, Your vile intent must needs seem horrible.
95
HUBERT
Is this your promise? Go to, hold your tongue! ARTHUR
Hubert, the utterance of a brace of tongues Must needs want pleading for a pair of eyes. Let me not hold my tongue, let me not, Hubert; Or, Hubert, if you will, cut out my tongue, So I may keep mine eyes. O, spare mine eyes, Though to no use but still to look on you. Lo, by my troth, the instrument is cold And would not harm me. HUBERT I can heat it, boy.
100
ARTHUR
No, in good sooth: the fire is dead with grief, Being create for comfort, to be used In undeserved extremes. See else yourself. There is no malice in this burning coal; The breath of heaven hath blown his spirit out, And strewed repentant ashes on his head.
105
110
91. God: Gary Taylor, heaven in F = “Cielo”. 1714
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19/10/2017 18:26:54
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 1
ARTURO
Ahimè, allora ho allontanato un amico! Aveva la faccia torva ma un cuore gentile. Fa che ritorni, magari la sua compassione può richiamare in vita la tua. HUBERT
Su, ragazzo, preparati. ARTURO
Ma non c’è nulla da fare? HUBERT
Nulla, se non perdere gli occhi. ARTURO
Oddio! Se nei tuoi ci fosse una pagliuzza, un granello, della polvere, un moscerino, un pelo di ciglia, un qualsiasi fastidio per quel prezioso senso, allora, sentendo quanto malessere può dare anche un’inezia, il tuo orribile intento ti apparirebbe nella sua malvagità. HUBERT
Così mantieni la tua promessa? Suvvia, frena la tua lingua! ARTURO
Hubert, anche se di lingue per parlare ne avessi due non basterebbero a implorarti per un paio di occhi. Non farmi tenere a bada la lingua, Hubert, non farlo, oppure, se vuoi, taglia la lingua e lasciami gli occhi. Risparmia i miei occhi, fosse pure per usarli solo per guardare te. Vedi, in fede mia, il ferro si è raffreddato e non vuole più farmi male. HUBERT
Posso arroventarlo di nuovo, ragazzo. ARTURO
No, in verità, il fuoco, creato per dare conforto, si è estinto nella pena di un utilizzo ingiusto ed efferato. Guarda tu stesso, non c’è cattiveria in questa brace, il fiato celeste ne ha soffiato via lo spirito malvagio e sparso sul suo capo le ceneri della penitenza.
1715
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19/10/2017 18:26:54
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 1
HUBERT
But with my breath I can revive it, boy. ARTHUR
An if you do, you will but make it blush And glow with shame of your proceedings, Hubert. Nay, it perchance will sparkle in your eyes, And like a dog that is compelled to fight, Snatch at his master that doth tarre him on. All things that you should use to do me wrong20 Deny their office; only you do lack That mercy which fierce fire and iron extends, Creatures of note for mercy-lacking uses.
115
120
HUBERT
Well, see to live. I will not touch thine eye For all the treasure that thine uncle owes. Yet am I sworn, and I did purpose, boy, With this same very iron to burn them out. ARTHUR
O, now you look like Hubert. All this while You were disguisèd. HUBERT Peace, no more. Adieu. Your uncle must not know but you are dead. I’ll fill these doggèd spies with false reports; And, pretty child, sleep doubtless and secure That Hubert, for the wealth of all the world, Will not offend thee. ARTHUR O God! I thank you, Hubert.
125
130
HUBERT
Silence, no more. Go closely in with me. Much danger do I undergo for thee.
Exeunt
117. Ear: Dyce, care in F = “cura”. 1716
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19/10/2017 18:26:54
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 1
HUBERT
Ma col mio fiato posso sempre ravvivarla, ragazzo. ARTURO
Ma così la farai solo arrossire e avvampare di vergogna per la tua condotta, Hubert. Anzi, magari ti schizzerà qualche scintilla negli occhi, e come un cane forzato a combattere, si avventerà contro il padrone che l’aizza. Tutte le cose che dovresti adoperare contro di me si ribellano al loro uso; solo tu manchi di quella misericordia che ferro e fiero fuoco, famigerati per spietato impiego, pure mostrano. HUBERT
E sia, vedi e continua a vivere. Non toccherò i tuoi occhi, per tutti i tesori che tuo zio possiede. Eppure l’avevo giurato, ed ero deciso, ragazzo, ad accecarti proprio con questo ferro! ARTURO
Ah ora sei tornato Hubert! Fino ad ora sembravi camuffato. HUBERT
Silenzio, basta, addio! Tuo zio deve crederti morto. Riempirò queste spie incallite di false informazioni. E, leggiadro fanciullo, dormi tranquillo e sicuro che Hubert, per tutto l’oro del mondo, non ti farà del male. ARTURO
Oddio! Ti ringrazio Hubert. HUBERT
Basta così, ora taci e rientra insieme a me. Vado incontro a molti pericoli per te. Escono
1717
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19/10/2017 18:26:55
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 2
4.2
[Flourish.] Enter King John, the Earls of Pembroke and Salisbury, and other lords. King John ascends the throne
KING JOHN
Here once again we sit, once again crowned, And looked upon, I hope, with cheerful eyes. PEMBROKE
This ‘once again’, but that your highness pleased, Was once superfluous. You were crowned before, And that high royalty was ne’er plucked off, The faiths of men ne’er stainèd with revolt; Fresh expectation troubled not the land With any longed-for change or better state.
5
SALISBURY
Therefore to be possessed with double pomp, To guard a title that was rich before, To gild refinèd gold, to paint the lily, To throw a perfume on the violet, To smooth the ice, or add another hue Unto the rainbow, or with taper-light To seek the beauteous eye of heaven to garnish, Is wasteful and ridiculous excess.
10
15
PEMBROKE
But that your royal pleasure must be done, This act is as an ancient tale new-told, And in the last repeating troublesome, Being urgèd at a time unseasonable.
20
SALISBURY
In this the antique and well-noted face Of plain old form is much disfigurèd, And like a shifted wind unto a sail, It makes the course of thoughts to fetch about, Startles and frights consideration, Makes sound opinion sick, and truth suspected For putting on so new a fashioned robe.
25
1718
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19/10/2017 18:26:55
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 2
IV, 2
[Squilli di tromba]. Entrano re Giovanni, i conti di Pembroke, Salisbury ed altri signori. Re Giovanni sale sul trono148
RE GIOVANNI
Eccoci di nuovo assisi, di nuovo incoronati149 e guardati, spero, con occhi lieti. PEMBROKE
Questo ‘di nuovo’, se non fosse stato per compiacere Vostra Altezza, sarebbe stato un nuovo superfluo. Eravate già stato incoronato, e la vostra alta carica mai vi fu strappata, la fedeltà dei sudditi non fu mai macchiata da rivolta, né desiderio di sospirato cambiamento o migliorata condizione ha mai turbato il vostro regno. SALISBURY
In effetti sfoggiare un doppio fasto, adornare a maggiore protezione un titolo già ricco, dorare l’oro fino, colorare il giglio, profumare la violetta, levigare il ghiaccio, aggiungere un’altra sfumatura all’arcobaleno, o cercare di abbellire lo splendente occhio del cielo, con il lume di una candela, non è che sperpero e ridicolo eccesso. PEMBROKE
Se non fosse che si deve obbedienza al vostro regale piacere, quest’atto apparirebbe come una vecchia storia narrata due volte150, che suona inopportuna se imposta in questi tempi turbolenti. SALISBURY
In questo modo, l’antico e ben noto volto della semplice vecchia tradizione appare come sfigurato, e, come il mutar del vento sulla vela, fa cambiare rotta al corso dei pensieri, sorprende e spaventa chi riflette, angustia il senso comune e rende sospetta la verità che ha messo indosso una tale sfarzosa e nuova foggia.
1719
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19/10/2017 18:26:55
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 2
PEMBROKE
When workmen strive to do better than well, They do confound their skill in covetousness; And oftentimes excusing of a fault Doth make the fault the worser by th’excuse; As patches set upon a little breach Discredit more in hiding of the fault Than did the fault before it was so patched.
30
SALISBURY
To this effect: before you were new-crowned We breathed our counsel, but it pleased your highness To overbear it; and we are all well pleased, Since all and every part of what we would Doth make a stand at what your highness will.
35
KING JOHN
Some reasons of this double coronation I have possessed you with, and think them strong. And more, more strong, when lesser is my fear I shall endue you with. Meantime but ask What you would have reformed that is not well, And well shall you perceive how willingly I will both hear and grant you your requests.
40
45
PEMBROKE
Then I, as one that am the tongue of these To sound the purposes of all their hearts, Both for myself and them, but chief of all Your safety, for the which myself and them Bend their best studies, heartily request Th’enfranchisement of Arthur, whose restraint Doth move the murmuring lips of discontent To break into this dangerous argument: If what in rest you have, in right you hold, Why then your fears — which, as they say, attend The steps of wrong — should move you to mew up Your tender kinsman, and to choke his days With barbarous ignorance, and deny his youth
50
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1720
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19/10/2017 18:26:55
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 2
PEMBROKE
Quando gli operai vogliono strafare, distruggono la loro abilità con l’ambizione, e, molto spesso, chi si scusa di una colpa la peggiora proprio per avere chiesto scusa, come una toppa messa per nascondere un piccolo strappo, che attira più lo sguardo dello strappo stesso senza rattoppo151. SALISBURY
In questo senso vi consigliammo prima che foste di nuovo incoronato, ma piacque a Vostra Altezza di non tenerne conto, cosa della quale comunque ci compiaciamo, dato che ogni nostra singola e totale volontà è di uniformarsi152 al volere della maestà vostra. RE GIOVANNI
Di alcune motivazioni, che reputo convincenti, per questa doppia incoronazione io vi ho messo al corrente, ed altre, ancora più fondate, io vi confiderò quando le mie ansie saranno diminuite. Nel frattempo, richiedete ciò che credete debba essere emendato e vedrete, con quale disponibilità ascolterò e soddisferò le vostre petizioni153. PEMBROKE
Allora io, la bocca che da’ voce alle aspirazioni di tutti i loro cuori, sia per la loro che per la mia, ma soprattutto per la vostra incolumità, per la quale noi tutti ci ingegniamo al meglio, col cuore in mano vi chiedo la liberazione di Arturo, la cui prigionia sommuove le labbra dello scontento a mormorare questa pericolosa argomentazione: se ciò che pacificamente possedete, lo possedete per diritto, perché allora le vostre paure, che, come si dice, seguono le orme del torto, dovrebbero indurvi a segregare il vostro giovane congiunto154, a soffocare i suoi giorni nella barbara ignoranza, a negare alla sua giovinezza
1721
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19/10/2017 18:26:55
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 2
The rich advantage of good exercise? That the time’s enemies may not have this To grace occasions, let it be our suit That you have bid us ask, his liberty; Which for our goods we do no further ask Than whereupon our weal, on you depending, Counts it your weal he have his liberty.
60
65
Enter Hubert KING JOHN
Let it be so. I do commit his youth To your direction. — Hubert, what news with you? He takes Hubert aside PEMBROKE
This is the man should do the bloody deed: He showed his warrant to a friend of mine. The image of a wicked heinous fault Lives in his eye; that close aspect of his Does show the mood of a much troubled breast; And I do fearfully believe ’tis done What we so feared he had a charge to do.
70
75
SALISBURY
The colour of the King doth come and go Between his purpose and his conscience, Like heralds ’twixt two dreadful battles set. His passion is so ripe it needs must break. PEMBROKE
And when it breaks, I fear will issue thence The foul corruption of a sweet child’s death. KING JOHN (coming forward) We cannot hold mortality’s strong hand. Good lords, although my will to give is living, The suit which you demand is gone and dead. He tells us Arthur is deceased tonight.
80
85
SALISBURY
Indeed we feared his sickness was past cure.
1722
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19/10/2017 18:26:55
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 2
il profitto prezioso di una buona educazione? Affinché i nemici del momento non abbiano a sfruttare l’occasione, concedete che l’oggetto della nostra supplica, da voi stesso sollecitata, sia la sua libertà; cosa su cui non insistiamo tanto a nostro vantaggio quanto perché il nostro bene, dipendendo da voi, giudica sia per voi un bene la sua liberazione. Entra Hubert RE GIOVANNI
E così sia. Affido la sua giovinezza alle vostre cure. – Hubert, che notizie porti? Prende Hubert in disparte PEMBROKE
Questo è l’uomo che dovrebbe eseguire l’efferato atto: ha mostrato il suo mandato ad un mio amico. L’immagine di una malvagia, odiosa colpa è riflessa nei suoi occhi. Il suo fare circospetto rivela un cuore perturbato. E io temo che sia stato fatto ciò che temevamo egli avesse l’incarico di fare. SALISBURY
Il colorito del re viene e va, facendo la spola tra le sue trame e la sua coscienza, come un messaggero tra due opposti fronti schierati in battaglia. La sua tensione è al massimo, dovrà esplodere. PEMBROKE
E quando esploderà temo che ne verrà fuori l’infetta putredine della morte di un dolce fanciullo. RE GIOVANNI (avanzando) Non è nostra facoltà trattenere la possente mano della morte. Cari signori, nonostante sia viva la mia volontà di concedere, ciò che voi mi chiedete non c’è più, è morto. Costui ci dice che Arturo è deceduto stanotte. SALISBURY
In verità, temevamo che la sua malattia fosse incurabile!
1723
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19/10/2017 18:26:55
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 2
PEMBROKE
Indeed we heard how near his death he was, Before the child himself felt he was sick. This must be answered, either here or hence. KING JOHN
Why do you bend such solemn brows on me? Think you I bear the shears of destiny? Have I commandment on the pulse of life?
90
SALISBURY
It is apparent foul play, and ’tis shame That greatness should so grossly offer it. So thrive it in your game; and so, farewell.
95
PEMBROKE
Stay yet, Lord Salisbury; I’ll go with thee, And find th’inheritance of this poor child, His little kingdom of a forcèd grave. That blood which owed the breadth of all this isle Three foot of it doth hold. Bad world the while. This must not be thus borne. This will break out To all our sorrows; and ere long, I doubt.
100
Exeunt Pembroke, Salisbury, [and other lords] KING JOHN
They burn in indignation. I repent. There is no sure foundation set on blood, No certain life achieved by others’ death.
105
Enter a Messenger A fearful eye thou hast. Where is that blood That I have seen inhabit in those cheeks? So foul a sky clears not without a storm; Pour down thy weather: how goes all in France? MESSENGER
From France to England. Never such a power For any foreign preparation Was levied in the body of a land.
110
1724
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19/10/2017 18:26:55
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 2
PEMBROKE
In verità, avevamo sentito quanto egli fosse vicino alla sua morte, ancor prima che il fanciullo sapesse di essere malato. Qualcuno ne dovrà rispondere, o qui o altrove. RE GIOVANNI
Perché mi guardate così accigliati? Credete sia io a usare le forbici del destino?155 O che possa controllare il pulsare della vita? SALISBURY
È un palese gioco sporco, ed è una vergogna che il potere lo esibisca così grossolanamente. E allora prosperate nel vostro azzardo e, con questo, addio! PEMBROKE
Aspettatemi Lord Salisbury, verrò con voi, per cercare il lascito di questo povero bambino, il suo piccolo regno confinato in una tomba. Quel sangue cui spettava l’ampiezza di tutta l’isola ne occupa ora solo tre piedi. Brutto mondo questo! Non lo si può tollerare. La cosa scoppierà, e tutti ne patiremo le conseguenze, e anche presto, temo. Escono Pembroke, Salisbury [e altri signori] RE GIOVANNI
Bruciano d’indignazione. Mi pento. Non c’è sicurezza nel sangue, né vita certa conquistata con la morte degli altri. Entra un messaggero Il tuo sguardo è pieno di paura. Dov’è andato il sangue che abitava le tue guance? Un cielo così offuscato non si schiarisce senza una tempesta. Rilascia il tuo temporale: come procedono le cose in Francia? MESSAGGERO
Procedono dalla Francia all’Inghilterra. Mai armata così grande, per una spedizione in terra straniera, fu reclutata156 dal corpo di
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19/10/2017 18:26:55
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 2
The copy of your speed is learned by them, For when you should be told they do prepare, The tidings comes that they are all arrived.
115
KING JOHN
O, where hath our intelligence been drunk? Where hath it slept? Where is my mother’s ear, That such an army could be drawn in France, And she not hear of it? MESSENGER My liege, her ear Is stopped with dust. The first of April died Your noble mother. And as I hear, my lord, The Lady Constance in a frenzy died Three days before; but this from rumour’s tongue I idly heard; if true or false I know not.
120
KING JOHN
Withhold thy speed, dreadful Occasion; O, make a league with me till I have pleased My discontented peers. What, Mother dead? How wildly then walks my estate in France! — Under whose conduct came those powers of France That thou for truth giv’st out are landed here?
125
130
MESSENGER
Under the Dauphin. Enter the Bastard and Peter of Pomfret Thou hast made me giddy With these ill tidings. (To the Bastard) Now, what says the world To your proceedings? Do not seek to stuff My head with more ill news, for it is full.
KING JOHN
BASTARD
But if you, be afeard to hear the worst, Then let the worst, unheard, fall on your head.
135
1726
Shakespeare_Drammi storici.indb 1726
19/10/2017 18:26:55
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 2
una nazione. L’esempio della vostra velocità li ha istruiti per bene, quando vi diranno che si stanno preparando giungerà la notizia del loro arrivo. RE GIOVANNI
Oh, dove sono andate ad ubriacarsi le nostre spie? Dove si son messe a dormire? Che fine ha fatto l’orecchio di mia madre157, se un tale esercito ha potuto essere arruolato in Francia senza che lei ne sentisse nulla? MESSAGGERO
Mio signore, la polvere ostruisce ormai il suo orecchio. Il primo di aprile la vostra nobile madre è morta. E da quel che ho sentito, mio signore, lady Costanza, in preda alla follia, era già morta tre giorni prima158. Anche se questa è solo una voce, ascoltata per caso, e non so se risponda o meno a verità. RE GIOVANNI
Rallenta la tua corsa, orribile fatalità, oppure alleati con me finché non abbia placato i miei nobili in preda allo scontento. Cosa? Mia madre morta! I miei possedimenti in Francia stanno già andando in malora. Chi sta guidando le armate francesi, che mi dai già sicuramente sbarcate? MESSAGGERO
Il Delfino. Entra il Bastardo con Peter di Pomfret159 RE GIOVANNI
Mi hai dato il capogiro con queste notizie. (Al Bastardo) Ora, cosa dice la gente delle tue operazioni? Cerca di non riempirmi la testa con altre brutte notizie, ne è già abbastanza piena! BASTARDO
Ma se hai paura di ascoltare il peggio, allora il peggio, inudito, ti piomberà addosso tra capo e collo160.
1727
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19/10/2017 18:26:55
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 2
KING JOHN
Bear with me, cousin, for I was amazed Under the tide; but now I breathe again Aloft the flood, and can give audience To any tongue, speak it of what it will.
140
BASTARD
How I have sped among the clergymen The sums I have collected shall express. But as I travelled hither through the land, I find the people strangely fantasied, Possessed with rumours, full of idle dreams, Not knowing what they fear, but full of fear. And here’s a prophet that I brought with me From forth the streets of Pomfret, whom I found With many hundreds treading on his heels; To whom he sung, in rude, harsh-sounding rhymes, That ere the next Ascension Day at noon Your highness should deliver up your crown.
145
151
KING JOHN
Thou idle dreamer, wherefore didst thou so? PETER OF POMFRET
Foreknowing that the truth will fall out so. KING JOHN
Hubert, away with him! Imprison him, And on that day, at noon, whereon he says I shall yield up my crown, let him be hanged. Deliver him to safety, and return, For I must use thee.
155
Exeunt Hubert and Peter of Pomfret O my gentle cousin, Hear’st thou the news abroad, who are arrived?
160
BASTARD
The French, my lord: men’s mouths are full of it. Besides, I met Lord Bigot and Lord Salisbury With eyes as red as new-enkindled fire,
1728
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 2
RE GIOVANNI
Perdonami, cugino, mi son sentito travolto da questa piena, ora sono tornato a respirare sopra i flutti, posso dare ascolto a qualsiasi lingua, qualunque cosa dica. BASTARDO
Come mi sia andata con i preti, lo diranno le somme che ho raccolto. Ma mentre viaggiavo attraverso il paese, qui diretto, ho trovato la gente in preda a strane fantasie, posseduta da dicerie, vittime di vani sogni, che non sa cosa temere e tuttavia piena di paure. Qui c’è un profeta che ho trascinato con me dalle strade di Pomfret. L’ho trovato seguito alle calcagna da centinaia di persone a cui andava cantando, con rozze ed aspre rime, che prima della prossima Ascensione, a mezzodì, vostra altezza rinuncerà alla corona. RE GIOVANNI
Tu, mentecatto d’un sognatore, perché hai detto questo? PETER DI POMFRET
Prevedendo che questa sarà la verità. RE GIOVANNI
Hubert, portalo via! Sbattilo in prigione e quel giorno, a mezzogiorno, quando lui dice che io cederò la corona, fa che sia impiccato. Mettilo in gattabuia e poi ritorna, ho bisogno di te. Escono Hubert e Peter di Pomfret Caro cugino, hai sentito le notizie dall’estero, chi sta arrivando? BASTARDO
I francesi mio signore. Ne parlano tutti. In più, ho anche incontrato lord Bigot e lord Salisbury con gli occhi infuocati di rabbia, ed altri
1729
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 2
And others more, going to seek the grave Of Arthur, whom they say is killed tonight On your suggestion. KING JOHN Gentle kinsman, go And thrust thyself into their companies. I have a way to win their loves again. Bring them before me. BASTARD I will seek them out.
165
KING JOHN
Nay, but make haste, the better foot before. O, let me have no subject enemies When adverse foreigners affright my towns With dreadful pomp of stout invasion! Be Mercury, set feathers to thy heels, And fly like thought from them to me again.
170
175
BASTARD
The spirit of the time shall teach me speed.
Exit
KING JOHN
Spoke like a sprightful noble gentleman! — Go after him, for he perhaps shall need Some messenger betwixt me and the peers, And be thou he. MESSENGER With all my heart, my liege. KING JOHN My mother dead!
180 Exit
Enter Hubert HUBERT
My lord, they say five moons were seen tonight, Four fixèd, and the fifth did whirl about The other four in wondrous motion.
185
KING JOHN
Five moons? Old men and beldams in the streets Do prophesy upon it dangerously. Young Arthur’s death is common in their mouths, And when they talk of him they shake their heads, And whisper one another in the ear;
HUBERT
190
1730
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 2
ancora, che andavano a cercare la sepoltura di Arturo, che, dicevano, è stato ucciso stanotte su tua istigazione. RE GIOVANNI
Caro cugino, raggiungili e mischiati a loro. Ho un modo per riconquistare i loro cuori, conducimeli qui. BASTARDO
Andrò a cercarli. RE GIOVANNI
Sì, ma fai presto, metticela tutta!161 Non voglio i miei sudditi contro, quando nemici stranieri terrorizzano le mie città con lo spaventoso dispiegamento di una massiccia invasione. Sii come Mercurio, metti le ali ai piedi, e ritorna da me volando come il pensiero. BASTARDO
La gravità del momento m’insegnerà ad essere veloce. Esce RE GIOVANNI
Ha parlato come un gentiluomo nobile e ardito! Tu seguilo, forse avrà bisogno di un messaggero tra i pari e me, e quello sarai tu. MESSAGGERO
Ben volentieri, mio signore. Esce RE GIOVANNI
Mia madre morta! Entra Hubert HUBERT
Mio signore, dicono che si siano viste cinque lune stanotte. Quattro fisse e una che ruotava con moto prodigioso attorno alle altre quattro!162 RE GIOVANNI
Cinque lune? HUBERT
Vecchi e vegliarde163, per la strada, ne traggono perniciosi oracoli. La morte di Arturo164 è sulla bocca di tutti, e quando lo nominano, scuotono la testa e si bisbigliano all’orecchio; quello che parla
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 2
And he that speaks doth grip the hearer’s wrist, Whilst he that hears makes fearful action, With wrinkled brows, with nods, with rolling eyes. I saw a smith stand with his hammer, thus, The whilst his iron did on the anvil cool, With open mouth swallowing a tailor’s news, Who, with his shears and measure in his hand, Standing on slippers which his nimble haste Had falsely thrust upon contrary feet, Told of a many thousand warlike French That were embattailèd and ranked in Kent. Another lean unwashed artificer Cuts off his tale, and talks of Arthur’s death.
195
200
KING JOHN
Why seek’st thou to possess me with these fears? Why urgest thou so oft young Arthur’s death? Thy hand hath murdered him. I had a mighty cause To wish him dead, but thou hadst none to kill him.
205
HUBERT
No had, my lord? Why, did you not provoke me? KING JOHN
It is the curse of kings to be attended By slaves that take their humours for a warrant To break within the bloody house of life, And on the winking of authority To understand a law, to know the meaning Of dangerous majesty, when perchance it frowns More upon humour than advised respect.
210
215
HUBERT
Here is your hand and seal for what I did. He shows a paper KING JOHN
O, when the last account ’twixt heaven and earth Is to be made, then shall this hand and seal Witness against us to damnation! How oft the sight of means to do ill deeds
220
1732
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 2
afferra l’altro per il polso, quello che ascolta fa la faccia impaurita e aggrotta le sopracciglia, annuisce, rotea gli occhi. Ho visto un fabbro fermo, così, col suo martello, mentre il ferro gli si freddava sull’incudine, a bocca aperta bersi le notizie che gli dava un sarto, che, col metro e le forbici ancora in mano e le ciabatte infilate al contrario per la fretta, raccontava come migliaia e migliaia di francesi in armi fossero schierati nel Kent in assetto di guerra. Poi un altro artigiano allampanato e sporco lo interrompe, e ricomincia con la storia della morte di Arturo. RE GIOVANNI
Perché cerchi di impressionarmi con queste paure? Perché continui a sbattermi in faccia la morte di Arturo? È stata la tua mano ad assassinarlo! Io avevo molte ragioni per volerlo morto, ma tu non ne avevi nessuna per ucciderlo. HUBERT
Non ne avevo, mio signore? Ma non mi avete spinto voi? RE GIOVANNI
È la maledizione dei re, essere serviti da schiavi che prendono i loro umori passeggeri per mandati a violare dimore di vita irrorate di sangue, che scambiano il trasalimento di un potente per un ordine di legge, e credono di intendere chissà quale significato in una regalità incollerita, mentre forse essa minaccia più per malumore che per meditata considerazione165. HUBERT
Questo è l’ordine di vostra mano, e col sigillo, per ciò che ho fatto! Mostra un foglio RE GIOVANNI
Oh, quando alla fine si dovranno chiudere i conti tra cielo e terra, allora questa mano e questo sigillo testimonieranno per la nostra dannazione! Quanto spesso la vista dei mezzi per compiere atti
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 2
Make deeds ill done! Hadst not thou been by, A fellow by the hand of nature marked, Quoted, and signed to do a deed of shame, This murder had not come into my mind. But taking note of thy abhorred aspect, Finding thee fit for bloody villainy, Apt, liable to be employed in danger, I faintly broke with thee of Arthur’s death; And thou, to be endearèd to a king, Made it no conscience to destroy a prince. HUBERT My lord —
225
230
KING JOHN
Hadst thou but shook thy head or made a pause When I spake darkly what I purposèd, Or turned an eye of doubt upon my face, As bid me tell my tale in express words, Deep shame had struck me dumb, made me break off, And those thy fears might have wrought fears in me. But thou didst understand me by my signs, And didst in signs again parley with sin; Yea, without stop, didst let thy heart consent, And consequently thy rude hand to act The deed which both our tongues held vile to name. Out of my sight, and never see me more! My nobles leave me, and my state is braved, Even at my gates, with ranks of foreign powers; Nay, in the body of this fleshly land, This kingdom, this confine of blood and breath, Hostility and civil tumult reigns Between my conscience and my cousin’s death.
235
240
245
HUBERT
Arm you against your other enemies; I’ll make a peace between your soul and you. Young Arthur is alive. This hand of mine Is yet a maiden and an innocent hand, Not painted with the crimson spots of blood. Within this bosom never entered yet
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255
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 2
scellerati fa sì che quegli atti vengano compiuti! Se non ci fossi stato tu vicino a me, uno segnato dalla mano stessa della Natura, marchiato e predestinato a compiere un atto infame, questo assassinio non mi avrebbe sfiorato la mente. Ma osservando il tuo abominevole aspetto, trovandoti adatto per un sanguinoso misfatto, affidabile, e pronto all’impiego, in una missione pericolosa, vagamente ti accennai della morte di Arturo… e tu, per ingraziarti un re, non ti sei fatto scrupolo di annientare un principe! HUBERT
Mio signore… RE GIOVANNI
Se avessi almeno scosso la testa o fossi rimasto in silenzio quando ho oscuramente alluso ai miei propositi, o se mi avessi lanciato un’occhiata dubbiosa, quasi a impormi di parlar più chiaramente, una profonda vergogna mi avrebbe fatto ammutolire, mi avrebbe dissuaso, e i tuoi timori avrebbero alimentato in me la paura. Ma tu mi comprendesti al volo e, al volo, venisti a patti col peccato! Sì, senza esitare, lasciasti che il tuo cuore acconsentisse, e di conseguenza che la tua rozza mano realizzasse l’atto che entrambi troviamo troppo infame per nominarlo. Via dalla mia vista, non voglio mai più vederti! I miei nobili mi abbandonano, il mio stato è minacciato fino alle mie stesse porte da eserciti stranieri. Nel corpo di questa terra incarnata, questo reame, tutt’uno col mio sangue e respiro, guerra civile e tumulto regnano tra la mia coscienza e la morte di mio cugino166. HUBERT
Combattete contro i vostri nemici esterni, ché io farò far la pace tra voi e la vostra anima. Il giovane Arturo vive. Questa mia mano è ancora vergine ed innocente, la purpurea onta del sangue non l’ha macchiata. Il mio petto non ha mai ospitato la pulsione orrenda di
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 3
The dreadful motion of a murderous thought; And you have slandered nature in my form, Which, howsoever rude exteriorly, Is yet the cover of a fairer mind Than to be butcher of an innocent child.
260
KING JOHN
Doth Arthur live? O, haste thee to the peers; Throw this report on their incensèd rage, And make them tame to their obedience. Forgive the comment that my passion made Upon thy feature, for my rage was blind, And foul imaginary eyes of blood Presented thee more hideous than thou art. O, answer not, but to my closet bring The angry lords with all expedient haste. I conjure thee but slowly; run more fast.
265
270
Exeunt [severally] 4.3
Enter Arthur Duke of Brittaine on the walls, disguised as a ship-boy
ARTHUR
The wall is high, and yet will I leap down. Good ground, be pitiful, and hurt me not. There’s few or none do know me; if they did, This ship-boy’s semblance hath disguised me quite. I am afraid, and yet I’ll venture it. If I get down and do not break my limbs, I’ll find a thousand shifts to get away. As good to die and go, as die and stay.
5
He leaps down O me! My uncle’s spirit is in these stones. Heaven take my soul, and England keep my bones!
10
He dies
1736
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 3
un pensiero assassino. E voi avete offeso la natura calunniando il mio sembiante che, per quanto esteriormente sgraziato, è solo l’involucro di un animo troppo sensibile per diventare il macellaio di un fanciullo innocente. RE GIOVANNI
Arturo vive? Allora, corri dai pari, getta questa notizia sulla fiamma167 della loro collera, e riconducili alla docilità dell’obbedienza dovuta. Perdona la rabbia nel commento sulle tue fattezze, il mio turbamento mi ha reso cieco e turpi occhi iniettati di sangue ti hanno immaginato più ripugnante di quel che sei. No, non rispondere, ma portami qui gli irati signori con la massima fretta. Io son troppo lento a invocare, sii più veloce tu a darmi retta!168 Escono [separatamente] IV, 3
Entra Arturo duca di Bretagna sulle mura, travestito da mozzo169
ARTURO
Le mura sono alte, eppure salterò giù. Buon terreno, abbi pietà, non farmi male. Qui quasi nessuno mi conosce, e se pure mi conoscono, questo travestimento da mozzo mi ha alquanto camuffato. Ho paura, ma comunque voglio tentare. Se riesco ad arrivare giù senza rompermi le ossa, troverò mille modi per fuggire. Morire per morire, meglio tentare di scappare che restare! Salta giù O, povero me! C’è lo spirito di mio zio in queste pietre! Cielo, prendi la mia anima e tu, Inghilterra, conserva le mie ossa! Muore
1737
Shakespeare_Drammi storici.indb 1737
19/10/2017 18:26:56
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 3
Enter the Earls of Pembroke and Salisbury, and Lord Bigot SALISBURY
Lords, I will meet him at Saint Edmundsbury. It is our safety, and we must embrace This gentle offer of the perilous time. PEMBROKE
Who brought that letter from the Cardinal? SALISBURY
The Count Melun, a noble lord of France, Who’s private with me of the Dauphin’s love; ’Tis much more general than these lines import.
15
BIGOT
Tomorrow morning let us meet him then. SALISBURY
Or rather, then set forward, for ’twill be Two long days’ journey, lords, or ere we meet.
20
Enter the Bastard BASTARD
Once more today well met, distempered lords. The King by me requests your presence straight. SALISBURY
The King hath dispossessed himself of us. We will not line his thin bestainèd cloak With our pure honours, nor attend the foot That leaves the print of blood where’er it walks. Return and tell him so; we know the worst.
25
BASTARD
Whate’er you think, good words I think were best. SALISBURY
Our griefs and not our manners reason now. BASTARD
But there is little reason in your grief. Therefore ’twere reason you had manners now.
30
PEMBROKE
Sir, sir, impatience hath his privilege. 1738
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19/10/2017 18:26:56
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 3
Entrano i conti di Pembroke e di Salisbury e lord Bigot SALISBURY
Signori, lo170 incontrerò al sepolcro di Sant’Edmondo171. È la nostra salvezza e dobbiamo accogliere a braccia aperte quest’offerta che ci viene nell’ora del pericolo. PEMBROKE
Chi ha portato la lettera del cardinale? SALISBURY
Il conte di Melun, un nobile di Francia, che in confidenza sa che il favore del Delfino è molto più ampio di quanto dicano esplicitamente queste righe. BIGOT
Incontriamolo dunque domani mattina. SALISBURY
Piuttosto mettiamoci in cammino, ci vorranno almeno due giorni di viaggio, signori, prima di incontrarci. Entra il Bastardo BASTARDO
Nuovamente ben incontrati oggi, adirati signori. Tramite me il re richiede immediatamente la vostra presenza. SALISBURY
Non siamo più a disposizione del re. Noi non guarniremo il suo manto insozzato con il nostro onore immacolato, né seguiremo un cammino che, ovunque si diriga, lascia una scia di sangue. Tornate a dirgli questo. Noi siamo pronti al peggio. BASTARDO
Quale che sia il vostro pensiero, sarebbe meglio usare parole più acconce. SALISBURY
A ragionare sono le nostre angosce e non le nostre buone maniere! BASTARDO
Ma non c’è ragione nella vostra angoscia. Sarebbe dunque più ragionevole osservare le buone maniere! PEMBROKE
Signore, signore, la collera ha i suoi diritti! 1739
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 3
BASTARD
’Tis true — to hurt his master, no man else. SALISBURY
This is the prison. He sees Arthur’s body What is he lies here? PEMBROKE
O death, made proud with pure and princely beauty! The earth had not a hole to hide this deed.
36
SALISBURY
Murder, as hating what himself hath done, Doth lay it open to urge on revenge. BIGOT
Or when he doomed this beauty to a grave, Found it too precious-princely for a grave. SALISBURY (to the Bastard) Sir Richard, what think you? You have beheld. Or have you read or heard; or could you think, Or do you almost think, although you see, That you do see? Could thought, without this object, Form such another? This is the very top, The height, the crest, or crest unto the crest, Of murder’s arms; this is the bloodiest shame, The wildest savagery, the vilest stroke That ever wall-eyed wrath or staring rage Presented to the tears of soft remorse.
40
45
50
PEMBROKE
All murders past do stand excused in this, And this, so sole and so unmatchable, Shall give a holiness, a purity, To the yet-unbegotten sin of times, And prove a deadly bloodshed but a jest, Exampled by this heinous spectacle.
55
1740
Shakespeare_Drammi storici.indb 1740
19/10/2017 18:26:56
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 3
BASTARDO
Sì, di danneggiare chi la prova, e nessun altro. SALISBURY
Questa è la prigione. Vede il corpo di Arturo Chi c’è qui per terra? PEMBROKE
Oh morte, insuperbita da tanta pura e principesca bellezza! Non c’era una sola fossa su tutta la terra per nascondere un atto come questo. SALISBURY
L’assassinio, in odio a ciò che esso stesso ha fatto, lo esibisce apertamente, per chiamare vendetta. BIGOT
Oppure quando condannò alla tomba questa beltà, la trovò troppo preziosamente nobile per rinchiuderla. SALISBURY (al Bastardo) Sir Richard che ne pensate? Avete visto? Avete mai letto o udito una cosa simile? Avreste mai potuto concepirla? O quasi dubitate, sebbene la vediate, di vederla veramente? Potrebbe il pensiero, senza questa visione, immaginarne una simile? Questo è veramente il massimo, l’apice, l’emblema, lo stemma, il blasone dell’assassinio. Questa è l’onta più sanguinaria, la più selvaggia barbarie, il più vile colpo che mai cieco furore o impietrita rabbia abbiano offerto a lacrime di tenero rimorso. PEMBROKE
Tutti i delitti del passato son come giustificati da questo, e questo, così unico e senza eguali, attribuirà santità e purezza ai peccati non ancora concepiti, riducendo ogni mortifero versamento di sangue a una bazzecola se paragonato a questo spettacolo mostruoso.
1741
Shakespeare_Drammi storici.indb 1741
19/10/2017 18:26:56
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 3
BASTARD
It is a damnèd and a bloody work, The graceless action of a heavy hand — If that it be the work of any hand. SALISBURY
If that it be the work of any hand? We had a kind of light what would ensue: It is the shameful work of Hubert’s hand, The practice and the purpose of the King; From whose obedience I forbid my soul, Kneeling before this ruin of sweet life, And breathing to his breathless excellence The incense of a vow, a holy vow, Never to taste the pleasures of the world, Never to be infected with delight, Nor conversant with ease and idleness, Till I have set a glory to this hand By giving it the worship of revenge. PEMBROKE and BIGOT Our souls religiously confirm thy words.
60
65
70
Enter Hubert HUBERT
Lords, I am hot with haste in seeking you. Arthur doth live; the King hath sent for you.
75
SALISBURY
O, he is bold, and blushes not at death! — Avaunt, thou hateful villain, get thee gone! HUBERT
I am no villain. Must I rob the law?
SALISBURY
He draws his sword BASTARD
Your sword is bright, sir; put it up again. SALISBURY
Not till I sheathe it in a murderer’s skin.
80
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 3
BASTARDO
È un atto scellerato e maledetto; l’impresa disonorevole di una mano spietata. Sempre che sia l’opera di una qualche mano. SALISBURY
Sempre che sia l’opera di una qualche mano? Noi ne avevamo già avuto chiaro sentore: questa è l’infame opera della mano di Hubert, secondo procedura e volere del sovrano, alla cui obbedienza io proibisco alla mia anima di sottostare! Inginocchiandomi davanti alla rovina di una così dolce vita, do fiato all’omaggio di un voto, un sacro voto alla sua perfezione priva di respiro, di non provare più le delizie del mondo, di non farmi contagiare più da nessun piacere, né di concedermi all’agio o all’ozio, finché non avrò ricoperto di gloria questa mia mano attribuendole l’onore della vendetta. PEMBROKE e BIGOT Devotamente confermiamo sulle nostre anime il tuo giuramento. Entra Hubert HUBERT
Signori, son tutto accaldato per la fretta di trovarvi. Arturo è vivo, il re vi manda a chiamare. SALISBURY
Oh, che temerario, non arrossisce neppure dinanzi alla morte! Sparisci, odioso criminale, via di qui! HUBERT
Non sono un criminale! SALISBURY
Devo sottrarti alla giustizia? Sguaina la spada BASTARDO
La vostra spada è incontaminata, signore. Ora riponetela. SALISBURY
Non fintanto che l’avrò rinfoderata nella pelle di un assassino!
1743
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 3
HUBERT (drawing his sword)
Stand back, Lord Salisbury, stand back, I say! By heaven, I think my sword’s as sharp as yours. I would not have you, lord, forget yourself, Nor tempt the danger of my true defence, Lest I, by marking of your rage, forget Your worth, your greatness and nobility.
85
BIGOT
Out, dunghill! Dar’st thou brave a nobleman? HUBERT
Not for my life; but yet I dare defend My innocent life against an emperor. SALISBURY
Thou art a murderer. Do not prove me so; Yet I am none. Whose tongue soe’er speaks false, Not truly speaks; who speaks not truly, lies.
HUBERT
90
PEMBROKE
Cut him to pieces! BASTARD (drawing his sword) Keep the peace, I say! SALISBURY
Stand by, or I shall gall you, Falconbridge. BASTARD
Thou wert better gall the devil, Salisbury. If thou but frown on me, or stir thy foot, Or teach thy hasty spleen to do me shame, I’ll strike thee dead. Put up thy sword betime, Or I’ll so maul you and your toasting-iron That you shall think the devil is come from hell.
95
100
BIGOT
What wilt thou do, renownèd Falconbridge, Second a villain and a murderer? HUBERT
Lord Bigot, I am none. Who killed this prince?
BIGOT
1744
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19/10/2017 18:26:56
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 3
HUBERT (sguainando la spada)
State indietro, Lord Salisbury, state indietro, vi dico! Perdio, la mia spada è affilata quanto la vostra. Non vorrei che perdeste il controllo di voi stesso, signore, mettendo alla prova la mia legittima difesa e correndo il rischio che io, di fronte al vostro furore, dimentichi il valore, il rango e la nobiltà vostri. BIGOT
Via di qui, mucchio di letame! Non oserai sfidare un nobile? HUBERT
Certamente no, ma difenderei la mia innocenza anche contro un imperatore! SALISBURY
Tu sei un assassino. HUBERT
Non mi provocate a diventarlo, perché io non lo sono. Chiunque falsamente lo dica non dice la verità, e chi non dice la verità, mente. PEMBROKE
Fatelo a pezzi! BASTARDO (sguainando la spada) Pace! SALISBURY
Fatti da parte, o strofino172 per bene anche te, Falconbridge. BASTARDO
Faresti meglio a strofinare il demonio, Salisbury. Se solo ti provi a guardarmi storto o a muovere un piede, o istruisci la tua indole biliosa a recarmi offesa, ti stendo morto. Metti via la spada prima di ora, o faccio a pezzi173 te e il tuo spiedo, tanto che crederai che sia arrivato il demonio dall’inferno. BIGOT
Che intendi fare, illustre Falconbridge, proteggere un malfattore assassino? HUBERT
Lord Bigot, io non sono nulla di tutto ciò. BIGOT
Chi ha ucciso questo principe, allora?
1745
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 3
HUBERT
’Tis not an hour since I left him well. I honoured him, I loved him, and will weep My date of life out for his sweet life’s loss.
105
SALISBURY
Trust not those cunning waters of his eyes, For villainy is not without such rheum, And he, long traded in it, makes it seem Like rivers of remorse and innocency. Away with me, all you whose souls abhor Th’uncleanly savours of a slaughter-house, For I am stifled with this smell of sin.
110
BIGOT
Away toward Bury, to the Dauphin there. PEMBROKE
There, tell the King, he may enquire us out.
115
Exeunt Pembroke, Salisbury, and Bigot BASTARD
Here’s a good world! Knew you of this fair work? Beyond the infinite and boundless reach Of mercy, if thou didst this deed of death Art thou damned, Hubert. HUBERT Do but hear me, sir. BASTARD Ha! I’ll tell thee what: Thou’rt damned as black — nay nothing is so black — Thou art more deep damned than Prince Lucifer; There is not yet so ugly a fiend of hell As thou shalt be if thou didst kill this child.
120
125
HUBERT
Upon my soul — If thou didst but consent To this most cruel act, do but despair; And if thou want’st a cord, the smallest thread That ever spider twisted from her womb Will serve to strangle thee; a rush will be a beam To hang thee on; or wouldst thou drown thyself,
BASTARD
130
1746
Shakespeare_Drammi storici.indb 1746
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 3
HUBERT
Non più di un’ora fa l’ho lasciato che stava bene. Io lo rispettavo e l’amavo e piangerò la perdita della sua tenera vita per tutto il resto della mia esistenza. SALISBURY
Non fidatevi di quelle sue lacrime astute: il delitto non è privo di tali umori, e lui, che da tempo ne è percorso, riesce a farli sembrare fiumi174 di innocente rimorso. Via con me, tutti gli animi che aborriscono il fetore immondo di un mattatoio. Il tanfo dell’abominio mi toglie l’aria! BIGOT
Via, verso Bury, raggiungiamo il Delfino. PEMBROKE
Dite al re che può trovarci là. Escono Pembroke, Salisbury e Bigot BASTARDO
Ah che mondo! Ne sapevi niente tu, di questo bel lavoro? Se sei tu l’autore di questo scempio l’infinita e sconfinata azione della misericordia non ti salveranno, Hubert, tu sarai dannato! HUBERT
Ascoltatemi, signore… BASTARDO
Ascoltarti? Ti dico io una cosa: la tua anima dannata è così nera … no, niente è così nero! Tu sei ancor più dannato di Lucifero in persona. Non ci sarà demonio dell’inferno orrendo quanto te, se hai ucciso questo fanciullo. HUBERT
Sulla mia anima… BASTARDO
Se hai pur solo acconsentito a questo atto crudelissimo, puoi solo disperarti! Se vuoi una corda, il più sottile filo che ragno ha mai tessuto dal suo grembo ti servirà per strangolarti; un giunco sarà la trave su cui impiccarti; o se volessi annegare, basterà mettere un
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 4 SCENE 3
Put but a little water in a spoon And it shall be, as all the ocean, Enough to stifle such a villain up. I do suspect thee very grievously.
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HUBERT
If I in act, consent, or sin of thought Be guilty of the stealing that sweet breath Which was embounded in this beauteous clay, Let hell want pains enough to torture me. I left him well. BASTARD Go bear him in thine arms. I am amazed, methinks, and lose my way Among the thorns and dangers of this world.
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Hubert takes up Arthur in his arms How easy dost thou take all England up! From forth this morsel of dead royalty, The life, the right, and truth of all this realm Is fled to heaven, and England now is left To tug and scramble, and to part by th’ teeth The unowed interest of proud swelling state. Now for the bare-picked bone of majesty Doth doggèd war bristle his angry crest, And snarleth in the gentle eyes of peace; Now powers from home and discontents at home Meet in one line, and vast confusion waits, As doth a raven on a sick-fall’n beast, The imminent decay of wrested pomp. Now happy he whose cloak and cincture can Hold out this tempest. Bear away that child, And follow me with speed. I’ll to the King. A thousand businesses are brief in hand, And heaven itself doth frown upon the land.
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Exeunt [severally]
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO IV SCENA 3
po’ di acqua in un cucchiaio e sarà per te come un intero oceano, sufficiente ad affogare un malvagio pari tuo. Io sospetto fortemente di te175. HUBERT
Se mai con atti, assenso o puro peccato di pensiero io sia colpevole di aver rubato il dolce respiro racchiuso in questa bella forma, che l’inferno non abbia pene a sufficienza per torturarmi! L’ho lasciato che stava bene. BASTARDO
Va, prendilo tra le braccia. Mi sento confuso e disorientato tra le spine e le insidie di questo mondo. Hubert prende in braccio Arturo Come facilmente raccogli tutta l’Inghilterra! Da questo rimasuglio di morta regalità, la vita, il diritto, e la lealtà del regno son fuggiti verso il cielo e all’Inghilterra non resta che contendersi, sbranando e azzannando, l’autorità vacante dell’orgoglioso, tracotante stato176. Ora, per l’osso spolpato della maestà, la canea della guerra drizza la sua cresta assassina, abbaiando contro i mansueti occhi della pace. Nemici stranieri e ribelli interni si congiungono in una sola schiera e il caos dell’anarchia incombe, come fa il corvo con una bestia in fin di vita, sull’imminente capitolazione di un potere spodestato a forza. Felice colui che saio e cordone terranno al riparo dalla tempesta177. Porta via quel fanciullo, e seguimi in tutta fretta. Devo andare dal re. Mille questioni urgono e il cielo stesso guarda irato la nostra terra. Escono [separatamente]
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 1
5.1
[Flourish.] Enter King John and Cardinal Pandolf, with attendants
KING JOHN [giving Pandolf the crown]
Thus have I yielded up into your hand The circle of my glory. PANDOLF (giving back the crown) Take again From this my hand, as holding of the Pope, Your sovereign greatness and authority. KING JOHN
Now keep your holy word: go meet the French, And from his Holiness use all your power To stop their marches ’fore we are enflamed. Our discontented counties do revolt, Our people quarrel with obedience, Swearing allegiance and the love of soul To stranger blood, to foreign royalty. This inundation of mistempered humour Rests by you only to be qualified. Then pause not, for the present time’s so sick That present med’cine must be ministered, Or overthrow incurable ensues.
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PANDOLF
It was my breath that blew this tempest up, Upon your stubborn usage of the Pope, But since you are a gentle convertite, My tongue shall hush again this storm of war And make fair weather in your blust’ring land. On this Ascension Day, remember well, Upon your oath of service to the Pope, Go I to make the French lay down their arms.
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[Exeunt all but King John] KING JOHN
Is this Ascension Day? Did not the prophet Say that before Ascension Day at noon
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 1
V, 1
[Squilli di tromba]. Entrano re Giovanni e il cardinal Pandolfo, con il seguito178
RE GIOVANNI (dando la corona a Pandolfo)
Cedo in mano vostra il cerchio della mia gloria. PANDOLFO (restituendogli la corona)
Riprendi da questa mia mano, per concessione del Papa, la tua sovrana grandezza ed autorità179. RE GIOVANNI
Ora mantenete la vostra sacra parola. Andate incontro ai francesi e usate tutto il potere che vi deriva da sua Santità per arrestare la loro avanzata prima che il paese prenda fuoco. Le nostre contee, in preda al malcontento, si rivoltano, i nostri sudditi rifiutano obbedienza, giurando fedeltà e devozione a sangue straniero, a una regalità forestiera. Questa piena di scomposto malanimo può essere arginata solo da voi. Dunque non indugiate, il tempo presente è così ammalato da necessitare cure immediate o ne seguiranno rovinose conseguenze. PANDOLFO
È stato il mio fiato a scatenare la tempesta, in conseguenza della vostra ostinazione nei confronti del Papa. Ma essendovi ora mitemente convertito, la mia lingua zittirà l’infuriare della guerra, riportando il sereno nella vostra turbolenta terra. In questo giorno dell’Ascensione, tenetelo a mente, in seguito al vostro giuramento d’obbedienza al Papa, io farò deporre le armi ai francesi. [Escono tutti tranne re Giovanni] RE GIOVANNI
Oggi è il giorno dell’Ascensione?180 Non aveva il profeta previsto che a mezzogiorno prima dell’Ascensione io avrei rinunciato alla
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 1
My crown I should give off? Even so I have. I did suppose it should be on constraint, But, heaven be thanked, it is but voluntary. Enter Bastard BASTARD
All Kent hath yielded; nothing there holds out But Dover Castle. London hath received, Like a kind host, the Dauphin and his powers. Your nobles will not hear you, but are gone To offer service to your enemy; And wild amazement hurries up and down The little number of your doubtful friends.
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KING JOHN
Would not my lords return to me again After they heard young Arthur was alive? BASTARD
They found him dead and cast into the streets, An empty casket, where the jewel of life By some damned hand was robbed and ta’en away.
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KING JOHN
That villain Hubert told me he did live. BASTARD
So on my soul he did, for aught he knew. But wherefore do you droop? Why look you sad? Be great in act as you have been in thought. Let not the world see fear and sad distrust Govern the motion of a kingly eye. Be stirring as the time, be fire with fire; Threaten the threat’ner, and outface the brow Of bragging horror. So shall inferior eyes, That borrow their behaviours from the great, Grow great by your example, and put on The dauntless spirit of resolution. Away, and glisten like the god of war When he intendeth to become the field. Show boldness and aspiring confidence.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 1
corona? In effetti così è stato. Temevo sarebbe stato per costrizione, ma, grazie al cielo, è stato solo per mia volontà. Entra il Bastardo BASTARDO
Tutto il Kent ha ceduto, niente lì resiste eccetto il castello di Dover. E Londra ha ricevuto il Delfino con le sue armate con premurosa ospitalità. I vostri nobili non vi ascoltano e son fuggiti ad offrirsi al nemico. Mentre i vostri pochi, incerti amici, presi dal panico, si agitano senza costrutto. RE GIOVANNI
Non son tornati da me i nobili dopo aver saputo che Arturo era ancora in vita? BASTARDO
Lo hanno trovato morto, il suo corpo abbandonato sul selciato: uno scrigno vuoto, a cui il gioiello della vita era stato rubato e portato via da una qualche mano maledetta. RE GIOVANNI
Quel farabutto di Hubert m’aveva detto ch’era vivo! BASTARDO
L’ha detto, in fede mia, per quello che sapeva. Ma perché vi abbattete? Perché v’incupite? Siate grande nell’azione come lo siete stato nei pensieri. Fate che il mondo non veda la paura e la mesta sfiducia governare lo sguardo di un occhio regale. Siate lesto come il tempo, siate fuoco con il fuoco, minacciate chi minaccia, e tenete testa alla ferocia di un orrore gradasso. Così che gli occhi dei sottoposti, che prendono a modello chi è potente, possano diventar grandi col vostro esempio, e fare proprio lo spirito indomito della risolutezza. Andate, e risplendete come il dio della guerra quando vuole onorare la battaglia. Mostrate audacia e sicurezza nell’ambizione.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 2
What, shall they seek the lion in his den And fright him there, and make him tremble there? O, let it not be said! Forage, and run To meet displeasure farther from the doors, And grapple with him ere he come so nigh.
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KING JOHN
The legate of the Pope hath been with me, And I have made a happy peace with him, And he hath promised to dismiss the powers Led by the Dauphin. BASTARD O inglorious league! Shall we, upon the footing of our land, Send fair-play orders, and make compromise, Insinuation, parley, and base truce To arms invasive? Shall a beardless boy, A cockered silken wanton, brave our fields And flesh his spirit in a warlike soil, Mocking the air with colours idly spread, And find no check? Let us, my liege, to arms! Perchance the Cardinal cannot make your peace, Or if he do, let it at least be said They saw we had a purpose of defence.
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KING JOHN
Have thou the ordering of this present time. BASTARD
Away, then, with good courage! [Aside] Yet I know Our party may well meet a prouder foe. Exeunt 5.2
Enter, [marching] in arms, Louis the Dauphin, the Earl of Salisbury, Count Melun, the Earl of Pembroke, and Lord Bigot, with soldiers
LOUIS THE DAUPHIN
My Lord Melun, let this be copied out, And keep it safe for our remembrance. Return the precedent to these lords again, That having our fair order written down, 1754
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 2
Che, inseguiranno il leone fin nella sua tana, per rinchiudercelo terrorizzato e tremante? Non sia mai detto! Mettetevi in caccia e correte incontro al nemico, lontano dalle mura, e azzuffatevi con lui prima che questi vi venga troppo sotto. RE GIOVANNI
Il legato del Papa è stato da me, e io mi ci sono riconciliato. Lui ha promesso di smobilitare le truppe del Delfino. BASTARDO
Oh, ingloriosa alleanza! E dovremo forse noi, sulla nostra stessa terra, offrire patteggiamenti, lusingare, fare compromessi, chiedere vili tregue, e parlamentare con chi ci invade? Dovrà uno sbarbatello, un damerino ringalluzzito, agghindato nella seta, spadroneggiare sui nostri campi di battaglia, rimpolpare il suo spirito sulla nostra terra guerriera, dileggiando l’aria con i suoi colorati vessilli, con inutile pompa dispiegati, senza trovare ostacolo? Lasciateci imbracciare le armi, signore! Forse dopo tutto il cardinale non riuscirà a fare la vostra pace, o se pure ci riuscirà, che almeno venga detto che ci stavamo preparando alla difesa! RE GIOVANNI
Prendi tu l’iniziativa del momento. BASTARDO
Avanti allora con coraggio! [A parte] Anche se, dall’altra parte, so che può presentarsi un nemico più gagliardo. Escono V, 2
Entrano, [marciando] in armi, Luigi il Delfino, il conte di Salisbury, il conte di Melun, il conte di Pembroke, lord Bigot, soldati181
LUIGI IL DELFINO
Mio signore di Melun, di questo182 fate fare una copia e conservatela con cura a nostra futura memoria. Restituite l’originale a questi signori, di modo che, avendo trascritto il nostro accordo, sia loro
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 2
Both they and we, perusing o’er these notes, May know wherefore we took the sacrament And keep our faiths firm and inviolable.
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SALISBURY
Upon our sides it never shall be broken. And, noble Dauphin, albeit we swear A voluntary zeal and an unurgèd faith To your proceedings, yet believe me, Prince, I am not glad that such a sore of time Should seek a plaster by contemned revolt, And heal the inveterate canker of one wound By making many. O, it grieves my soul That I must draw this metal from my side To be a widow-maker! O, and there Where honourable rescue and defence Cries out upon the name of Salisbury! But such is the infection of the time, That for the health and physic of our right, We cannot deal but with the very hand Of stern injustice and confusèd wrong. And is’t not pity, O my grievèd friends, That we the sons and children of this isle Was born to see so sad an hour as this, Wherein we step after a stranger, march Upon her gentle bosom, and fill up Her enemies’ ranks? I must withdraw and weep Upon the spot of this enforcèd cause — To grace the gentry of a land remote, And follow unacquainted colours here. What, here? O nation, that thou couldst remove; That Neptune’s arms who clippeth thee about Would bear thee from the knowledge of thyself And gripple thee unto a pagan shore,21 Where these two Christian armies might combine
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36. Gripple: Steevens, cripple in F = “paralizzare”. 1756
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 2
che noi, scorrendo queste note, possiamo ricordarci le motivazioni del nostro solenne patto cui mantenere ferma e inviolabile fede. SALISBURY
Da parte nostra esso non sarà mai infranto. Ma credetemi, nobile Delfino, sebbene noi giuriamo volontaria obbedienza e spontanea adesione alla vostra causa, pure, principe, io non sono affatto contento che questa piaga del tempo debba cercar rimedio in una riprovevole rivolta, e che si debba risanare l’antica ulcera di una ferita infliggendone molte altre. Oh, mi piange il cuore dover sfoderare questo ferro dal mio fianco, per generare nuove vedove. E questo, proprio quando il nome di Salisbury viene invocato a difesa di una onorevole salvezza! Ma tale è la corruzione del momento che, per la salute e la cura del nostro diritto, noi non possiamo che ricorrere a una severità spietata e a scardinare confusamente l’ordine. E non è una vera pena, affranti amici, che noi, figli e pargoli di quest’isola, si sia venuti al mondo per vedere un’ora desolata come questa, e al seguito di uno straniero, per calpestare in armi il suo debole petto e affollare i ranghi dei suoi nemici? Ahimè! Dovrei ritirarmi a piangere per il disonore di questa situazione senza uscita: doversi ingraziare la nobiltà di una terra lontana e seguire sin qui delle bandiere sconosciute! E tutto questo, qui? Patria mia, potessi tu allontanarti da questo luogo! Se le braccia di Nettuno che ti circondano183 potessero farti dimenticare di te stessa e farti aggrappare ad un lido pagano, questi due eserciti cristiani potreb-
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 2
The blood of malice in a vein of league, And not to spend it so unneighbourly. LOUIS THE DAUPHIN
A noble temper dost thou show in this, And great affections, wrestling in thy bosom, Doth make an earthquake of nobility. O, what a noble combat hast thou fought Between compulsion and a brave respect! Let me wipe off this honourable dew That silverly doth progress on thy cheeks. My heart hath melted at a lady’s tears, Being an ordinary inundation; But this effusion of such manly drops, This shower blown up by tempest of the soul, Startles mine eyes, and makes me more amazed Than had I seen the vaulty top of heaven Figured quite o’er with burning meteors. Lift up thy brow, renownèd Salisbury, And with a great heart heave away this storm; Commend these waters to those baby eyes That never saw the giant world enraged, Nor met with Fortune other than at feasts, Full warm of blood, of mirth, of gossiping. Come, come, for thou shalt thrust thy hand as deep Into the purse of rich prosperity As Louis himself. So, nobles, shall you all That knit your sinews to the strength of mine.
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[A trumpet sounds] And even there methinks an angel spake! Enter Cardinal Pandolf Look where the holy legate comes apace, To give us warrant from the hand of heaven, And on our actions set the name of right With holy breath.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 2
bero allora far confluire in un’unica vena di alleanza questo sangue malevolo e non spargerlo nell’avversione!184 LUIGI IL DELFINO
In questo tu mostri grandezza d’animo, grandi passioni lottando nel tuo petto producono un nobile terremoto. Che onorevole battaglia stai combattendo tra la necessità e l’onesto scrupolo! Fammi asciugare questa nobile rugiada che in stille d’argento ti avanza sulle guance. Il mio cuore si è intenerito alle lacrime di una donna, inondazione questa più che consueta, ma quest’effusione di gocce virili, questo scroscio che sgorga da una tempesta dell’anima, fa sussultare i miei occhi, e mi rende più stupefatto che se avessi visto l’alta volta del cielo solcata da uno sciame di meteore infuocate. Solleva lo sguardo, valoroso Salisbury, e col tuo grande cuore scaccia185 questa tormenta, lascia186 queste acque ad occhi meno esperti, che non hanno ancora visto questo gigante che è il mondo quando è irato, né hanno ancora conosciuto altra gioia che non sia quella conviviale delle feste, piena di chiacchiere e di allegria. Su, via, potrai affondare la tua mano nello scrigno della fortuna tanto quanto Luigi stesso. E altrettanto voi, nobili, che unirete il vostro vigore alla mia forza! [Squilli di tromba] Ed ecco che passa l’angelo e ci parla!187 Entra il cardinal Pandolfo Guardate, ecco il sacro legato che arriva a portarci l’approvazione del mandato celeste e a legittimare la nostra azione col suggello delle sue sante parole.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 2
Hail, noble prince of France! The next is this. King John hath reconciled Himself to Rome; his spirit is come in That so stood out against the Holy Church, The great metropolis and See of Rome; Therefore thy threat’ning colours now wind up, And tame the savage spirit of wild war, That like a lion fostered up at hand It may lie gently at the foot of peace, And be no further harmful than in show.
PANDOLF
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LOUIS THE DAUPHIN
Your grace shall pardon me: I will not back. I am too high-born to be propertied, To be a secondary at control, Or useful serving-man and instrument To any sovereign state throughout the world. Your breath first kindled the dead coal of wars Between this chastised kingdom and myself, And brought in matter that should feed this fire; And now ’tis far too huge to be blown out With that same weak wind which enkindled it. You taught me how to know the face of right, Acquainted me with interest to this land, Yea, thrust this enterprise into my heart; And come ye now to tell me John hath made His peace with Rome? What is that peace to me? I, by the honour of my marriage bed, After young Arthur, claim this land for mine; And now it is half conquered, must I back Because that John hath made his peace with Rome? Am I Rome’s slave? What penny hath Rome borne, What men provided, what munition sent To underprop this action? Is’t not I That undergo this charge? Who else but I, And such as to my claim are liable, Sweat in this business and maintain this war?
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 2
PANDOLFO
Salve, nobile principe di Francia! Ecco il mio annuncio: re Giovanni si è riconciliato con Roma; il suo animo, dapprima contrapposto alla Santa Chiesa, alla grande metropoli e al seggio romano, è ora ritornato in sé. Ammaina, dunque, i tuoi minacciosi vessilli e doma il selvaggio spirito della brutale guerra, così che possa, come un leone ammansito, docilmente accovacciarsi ai piedi della pace e non esser minaccioso se non nell’apparenza. LUIGI IL DELFINO
Vostra grazia mi perdonerà, ma io non intendo ritirarmi. Son di rango troppo alto per star sotto padrone, essere secondo nel comando o far l’utile servo o lo strumento di una, qual che sia, monarchia di questo mondo. Proprio il vostro fiato, per primo, ha riattizzato le spente braci della guerra, tra me e questo martoriato regno; ne avete poi alimentato le fiamme, che ora divampano troppo per poterle spegnere con lo stesso soffio con cui son state accese. Voi mi avete insegnato a riconoscere le mie ragioni, mi avete reso edotto dei miei interessi in questa terra, sì, mi faceste appassionare a questa impresa, e venite ora a dirmi che Giovanni ha fatto la sua pace con Roma? Cos’è quella pace per me? Io, per sacro vincolo di matrimonio rivendico, dopo Arturo, questa terra come mia. Ed ora che è già mezza conquistata, dovrei ritirarmi perché Giovanni ha fatto la sua pace con Roma? Sono forse lo schiavo di Roma? Che soldi ha investito Roma, che soldati ha fornito, quali armi ha inviato per sostenere questa impresa? Non me ne sono accollato io tutti gli oneri? Chi, se non io, e quelli che la mia causa hanno sposato, sudano in questo sforzo e mandano avanti questa guerra? Non ho
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 2
Have I not heard these islanders shout out ‘Vive le Roi!’ as I have banked their towns? Have I not here the best cards for the game, To win this easy match played for a crown? And shall I now give o’er the yielded set? No, no, on my soul, it never shall be said.
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PANDOLF
You look but on the outside of this work. LOUIS THE DAUPHIN
Outside or inside, I will not return Till my attempt so much be glorified As to my ample hope was promisèd Before I drew this gallant head of war, And culled these fiery spirits from the world To outlook conquest and to win renown Even in the jaws of danger and of death.
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A trumpet sounds What lusty trumpet thus doth summon us? Enter the Bastard BASTARD
According to the fair play of the world, Let me have audience; I am sent to speak. My holy lord of Milan, from the King I come to learn how you have dealt for him, And as you answer I do know the scope And warrant limited unto my tongue.
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PANDOLF
The Dauphin is too wilful-opposite, And will not temporize with my entreaties. He flatly says he’ll not lay down his arms.
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BASTARD
By all the blood that ever fury breathed, The youth says well. Now hear our English king, For thus his royalty doth speak in me. He is prepared, and reason too he should.
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 2
sentito forse questi isolani gridare Vive le roi 188 mentre incassavo una ad una le loro città? Non ho forse in mano le carte migliori per vincere questa facile partita che ha per posta una corona? E ora dovrei abbandonare una sfida già vinta? No, no, sull’anima mia, non sia mai detto. PANDOLFO
Ma voi considerate la questione solo in superficie. LUIGI IL DELFINO
In superficie o nel profondo, io non tornerò indietro, finché il mio impegno non sarà coronato dalla gloria promessa alle mie grandi speranze, prima di radunare questo valoroso battaglione e scegliere nel mondo questi ardimentosi spiriti per propiziare la conquista189 e vincere la fama, nelle fauci stesse del pericolo e della morte. Suona una tromba Che gagliarda tromba ci convoca così? Entra il Bastardo BASTARDO
Secondo le buone norme della cortesia, concedetemi udienza per quanto son stato inviato a dirvi. Monsignore di Milano, vengo da parte del re per apprendere che risultato avete ottenuto in vece sua. Da quel che rispondete, saprò che limite e tenore imporre alla mia ambasceria. PANDOLFO
Il Delfino è ostinatamente contrario e non vuole concedere ascolto190 alle mie suppliche. Risponde seccamente che non deporrà le armi. BASTARDO
Per tutta la violenza invocata dalla furia, il ragazzo dice bene! E ora ascoltate cosa dice il nostro re inglese, poiché così parla sua maestà tramite me. Il re è preparato, com’è logico che sia, e ride dell’avan-
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 2
This apish and unmannerly approach, This harnessed masque and unadvisèd revel, This unhaired sauciness and boyish troops, The King doth smile at, and is well prepared To whip this dwarfish war, these pigmy arms, From out the circle of his territories. That hand which had the strength even at your door To cudgel you and make you take the hatch, To dive like buckets in concealèd wells, To crouch in litter of your stable planks, To lie like pawns locked up in chests and trunks, To hug with swine, to seek sweet safety out In vaults and prisons, and to thrill and shake Even at the crying of your nation’s crow, Thinking his voice an armèd Englishman; Shall that victorious hand be feebled here That in your chambers gave you chastisement? No! Know the gallant monarch is in arms, And like an eagle o’er his eyrie towers To souse annoyance that comes near his nest. (To the English lords) And you degenerate, you ingrate revolts, You bloody Neros, ripping up the womb Of your dear mother England, blush for shame; For your own ladies and pale-visaged maids Like Amazons come tripping after drums; Their thimbles into armèd gauntlets change, Their needles to lances, and their gentle hearts To fierce and bloody inclination.
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LOUIS THE DAUPHIN
There end thy brave, and turn thy face in peace. We grant thou canst outscold us. Fare thee well: We hold our time too precious to be spent With such a brabbler. PANDOLF Give me leave to speak.
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No, I will speak. 1764
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 2
zata scomposta di un’armata scimmiesca, di questa mascherata in armi, di questa sconsiderata baldoria, di questa impubere insolenza di ragazzini intruppati191, ed è ben pronto a cacciare via a frustate, dai confini del suo regno, quest’esercito di nani e una simile accozzaglia di pigmei. Quel braccio, che alle porte di casa vostra ebbe la forza di randellarvi e di farvi fi lar via192, a gettarvi come secchi in pozzi inesplorati, ad accucciarvi nel letame delle vostre stalle, a giacere sotto chiave, come pegni, rinchiusi nelle casse e nei bauli, o ad abbracciare i porci, o a cercare scampo in sotterranei e segrete, tremando e sussultando a ogni cantar di gallo francese193, scambiandolo per la voce di un inglese in armi, sarà qui debole, quel braccio vittorioso che vi castigò fin dentro le vostre stanze? Certamente no! Sappiate che l’intrepido monarca è in armi, e come l’aquila194 volteggia sulla sua nidiata per fiondarsi195 su qualsiasi minaccia la possa infastidire. (Ai pari inglesi) E voi, degeneri, ingrati rivoltosi, Neroni196 sanguinari che sventrate il grembo materno della vostra cara Inghilterra, arrossite di vergogna! Le vostre stesse mogli e le vostre pallide figlie, come amazzoni, avanzano trottando dietro ai tamburi, lasciano i ditali per i guanti ferrati, i loro aghi per le lance, e i loro cuori gentili per una feroce bramosia di sangue197. LUIGI IL DELFINO
Falla finita con le tue smargiassate, fai dietrofront e tornatene in pace. Ammettiamo che le sai sparare grosse, ma ora addio, il nostro tempo è troppo prezioso per sprecarlo dietro al tuo blaterare! PANDOLFO
Datemi licenza di parlare. BASTARDO
No, parlerò io.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 3
LOUIS THE DAUPHIN We will attend to neither. —
Strike up the drums, and let the tongue of war Plead for our interest and our being here.
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BASTARD
Indeed your drums, being beaten, will cry out; And so shall you, being beaten. Do but start An echo with the clamour of thy drum, And even at hand a drum is ready braced That shall reverberate all as loud as thine. Sound but another, and another shall As loud as thine rattle the welkin’s ear, And mock the deep-mouthed thunder; for at hand, Not trusting to this halting legate here, Whom he hath used rather for sport than need, Is warlike John; and in his forehead sits A bare-ribbed Death, whose office is this day To feast upon whole thousands of the French.
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LOUIS THE DAUPHIN
Strike up our drums to find this danger out. BASTARD
And thou shalt find it, Dauphin, do not doubt.
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[Drums beat.] Exeunt the Bastard [at one door], all the rest, [marching, at another door] 5.3
Alarum. Enter King John [at one door] and Hubert [at another door]
KING JOHN
How goes the day with us? O, tell me, Hubert. HUBERT
Badly, I fear. How fares your majesty? KING JOHN
This fever that hath troubled me so long Lies heavy on me. O, my heart is sick! Enter a Messenger
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 3
LUIGI IL DELFINO
Noi non ascolteremo nessuno! Percuotete i tamburi, che sia la voce della guerra a parlare in nostro favore e della nostra presenza qui. BASTARDO
Certamente i vostri tamburi, venendo battuti, grideranno forte, così come, venendo battuti, farete anche voi. Si oda l’eco del clamore di un tuo tamburo, e lì vicino un altro è già ben teso e pronto a rimandarti un suono altrettanto forte. Producine un altro, ed un altro ancora forte come il tuo rintronerà nell’orecchio del firmamento, facendo perdere la faccia persino alla possanza del tuono, poiché non lontano da qui, non fidandosi di questa banderuola di ambasciatore, impiegato più per sport che per reale bisogno, si trova il bellicoso Giovanni, con impressa in fronte198 la scheletrica Morte, il cui impegno è oggi di far gozzoviglie con qualche migliaio di francesi. LUIGI IL DELFINO
Percuotete i tamburi e andiamo a stanare il pericolo! BASTARDO
Non dubitare, Delfino, lo troverai. [Rullano i tamburi], escono il Bastardo [da una porta] e tutti gli altri, [in marcia dall’altra porta]. V, 3
Allarme. Entrano re Giovanni [da una porta] e Hubert [dall’altra]199
RE GIOVANNI
Come sta andando per noi la giornata? Dimmelo Hubert. HUBERT
Male, temo. Come si sente vostra maestà? RE GIOVANNI
Questa febbre200 che mi tormenta da tanto, non mi da pace. Oh, il mio cuore è malato! Entra un messaggero
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 4
MESSENGER
My lord, your valiant kinsman Falconbridge Desires your majesty to leave the field, And send him word by me which way you go.
5
KING JOHN
Tell him toward Swineshead, to the abbey there.22 MESSENGER
Be of good comfort, for the great supply That was expected by the Dauphin here Are wrecked three nights ago on Goodwin Sands. This news was brought to Richard, but even now The French fight coldly and retire themselves.
10
KING JOHN
Ay me, this tyrant fever burns me up, And will not let me welcome this good news. Set on toward Swineshead. To my litter straight; Weakness possesseth me, and I am faint. Exeunt 5.4
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[Alarum.] Enter the Earls of Salisbury and Pembroke, and Lord Bigot
SALISBURY
I did not think the King so stored with friends. PEMBROKE
Up once again; put spirit in the French. If they miscarry, we miscarry too. SALISBURY
That misbegotten devil Falconbridge, In spite of spite, alone upholds the day.
5
PEMBROKE
They say King John, sore sick, hath left the field. Enter Count Melun, wounded, [led by a soldier]
8. Swineshead: Swinsted in F. Shakespeare seguì presumibilmente The Troublesome Reign nel confondere Swineshead con Swinsted dove però non c’era alcuna abbazia. Holinshed riporta correttamente Swineshead. 1768
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 4
MESSAGGERO
Mio signore, il vostro valoroso congiunto, Falconbridge, vi urge a lasciare il campo e a fargli sapere, tramite me, da che parte vi dirigerete. RE GIOVANNI
Ditegli che andrò verso Swineshead, all’abbazia 201. MESSAGGERO
Comunque confortatevi, i grossi rinforzi attesi dal Delfino hanno fatto naufragio tre notti fa sulle secche di Goodwin202. Questa notizia è stata recapitata a Riccardo proprio adesso e intanto i francesi combattono di mala voglia e si ritirano. RE GIOVANNI
Ahimè, questa febbre tiranna mi brucia dentro, e non mi lascia gioire per questa buona notizia. Dirigiamoci a Swineshead, presto alla lettiga, son preso dalla spossatezza e mi sento svenire. Escono V, 4
[Allarme]. Entrano il conte di Salisbury e di Pembroke e lord Bigot203
SALISBURY
Non credevo che il re avesse tanti amici. PEMBROKE
Avanti! Attacchiamo di nuovo, bisogna rincuorare i francesi. Se perdono loro siam persi anche noi. SALISBURY
Quel demonio malcreato di Falconbridge, a dispetto di tutto riesce da solo a mantenere il campo! PEMBROKE
Si dice che re Giovanni, gravemente malato, abbia abbandonato la battaglia. Entra il conte di Melun ferito [sostenuto da un soldato]
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 4
MELUN
Lead me to the revolts of England here. SALISBURY
When we were happy, we had other names. PEMBROKE
It is the Count Melun. Wounded to death.
SALISBURY MELUN
Fly, noble English, you are bought and sold. Unthread the rude eye of rebellion, And welcome home again discarded faith; Seek out King John and fall before his feet, For if the French be lords of this loud day He means to recompense the pains you take By cutting off your heads. Thus hath he sworn, And I with him, and many more with me, Upon the altar at Saint Edmundsbury, Even on that altar where we swore to you Dear amity and everlasting love.
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SALISBURY
May this be possible? May this be true? MELUN
Have I not hideous death within my view, Retaining but a quantity of life, Which bleeds away, even as a form of wax Resolveth from his figure ’gainst the fire? What in the world should make me now deceive, Since I must lose the use of all deceit? Why should I then be false, since it is true That I must die here, and live hence by truth? I say again, if Louis do win the day, He is forsworn if e’er those eyes of yours Behold another daybreak in the east; But even this night, whose black contagious breath Already smokes about the burning cresset Of the old, feeble, and day-wearied sun, Even this ill night your breathing shall expire,
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 4
MELUN
Portatemi dai ribelli d’Inghilterra. SALISBURY
Quando le cose andavano bene, ci chiamavano diversamente204. PEMBROKE
È il conte di Melun. SALISBURY
Ferito a morte. MELUN
Fuggite, nobili Inglesi, siete stati traditi. Sfilatevi dal vicolo cieco della ribellione205, e riabbracciate la fedeltà rinnegata. Andate a cercare re Giovanni e gettatevi ai suoi piedi. Poiché se i francesi saranno i vincitori di questa forsennata giornata, Luigi206 ha intenzione di ricompensarvi tagliandovi la testa. Così ha giurato, ed io con lui insieme a molti altri, sull’altare di Sant’Edmondo, proprio là dove vi giurammo sincera amicizia e imperituro amore. SALISBURY
Ma può essere possibile? Può essere vero? MELUN
Non vedo forse avvicinarsi l’odiosa morte mentre quel po’ di vita che mi resta sgocciola via nel sangue, come una figura di cera che di fronte al fuoco si liquefa, perdendo la sua forma? Cosa mai al mondo mi dovrebbe indurre ad ingannarvi, visto che fra poco perderò il tornaconto d’ogni inganno? Perché mai dovrei essere falso, visto che è vero che qui dovrò morire, per vivere altrove solo nella verità? Ve lo ripeto, se oggi Luigi vincerà, diventerà spergiuro se mai i vostri occhi vedranno un’altra alba dischiudersi ad oriente. Già questa notte, il cui nero contagioso respiro esala attorno alla lucerna 207 dello stanco, vecchio, indebolito sole, già in questa crudele notte, se Luigi con il vostro aiuto si aggiudica la battaglia, il
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 5
Paying the fine of rated treachery Even with a treacherous fine of all your lives, If Louis by your assistance win the day. Commend me to one Hubert with your king. The love of him, and this respect besides, For that my grandsire was an Englishman, Awakes my conscience to confess all this; In lieu whereof, I pray you bear me hence From forth the noise and rumour of the field, Where I may think the remnant of my thoughts In peace, and part this body and my soul With contemplation and devout desires.
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SALISBURY
We do believe thee; and beshrew my soul But I do love the favour and the form Of this most fair occasion; by the which We will untread the steps of damnèd flight, And like a bated and retirèd flood, Leaving our rankness and irregular course, Stoop low within those bounds we have o’erlooked, And calmly run on in obedience Even to our ocean, to our great King John. My arm shall give thee help to bear thee hence, For I do see the cruel pangs of death Right in thine eye. — Away, my friends! New flight, And happy newness that intends old right. Exeunt 5.5
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[Alarum; retreat.] Enter Louis the Dauphin, and his train
LOUIS THE DAUPHIN
The sun of heaven, methought, was loath to set, But stayed and made the western welkin blush, When English measured backward their own ground In faint retire. O, bravely came we off, When with a volley of our needless shot, After such bloody toil, we bid good night,
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 5
vostro respiro sarà soffocato, per pagare lo scotto di un accertato tradimento, proprio con lo scotto delle vostre vite prese a tradimento. Ricordatemi a un tale Hubert che segue il vostro re. Il mio affetto per lui e il riguardo per mio nonno che era inglese, risveglia la mia coscienza e mi fa confessare tutto questo. In cambio, vi prego di portarmi via, lontano dal rumore e dal frastuono della battaglia, in un luogo dove possa concentrarmi sui miei ultimi pensieri in pace, e separare l’anima dal corpo, nella contemplazione e con pensieri devoti. SALISBURY
Noi ti crediamo, e sia dannata la mia anima se non apprezzo il carattere propizio e la forma di questa occasione per cui potremo ripercorrere i passi della nostra dannata diserzione. Come una piena che scema e si ritira, abbandonando il corso irregolare e impetuoso, rientriamo a capo chino in quegli argini da cui eravamo straripati e placidamente riprendiamo il corso dell’obbedienza verso il nostro oceano, il nostro grande re Giovanni 208. Ti porgerò il mio braccio, per aiutarti ad allontanarti da qui, perché vedo i crudeli spasmi della morte nei tuoi occhi. Via di qua, amici! Fuggiamo nuovamente. A ristabilire, felicemente, con la novità, l’antico diritto209. Escono V, 5
[Allarme, ritirata]. Entra Luigi il Delfino con il seguito210
LUIGI IL DELFINO
Il sole in cielo sembrava non voler tramontare, è rimasto ad occidente ad arrossare la volta dell’empireo mentre gli inglesi fiaccamente si ritiravano, misurando a ritroso la loro avanzata. Oh, ne siamo usciti a testa alta, quando con un’ultima, superflua, salva di colpi, dopo tanta sanguinosa fatica, gli abbiamo augurato la buonanotte
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 6
And wound our tatt’ring colours clearly up, Last in the field and almost lords of it. Enter a Messenger MESSENGER
Where is my prince the Dauphin? Here. What news?
LOUIS THE DAUPHIN MESSENGER
The Count Melun is slain; the English lords By his persuasion are again fall’n off; And your supply which you have wished so long Are cast away and sunk on Goodwin Sands.
10
LOUIS THE DAUPHIN
Ah, foul shrewd news! Beshrew thy very heart! I did not think to be so sad tonight As this hath made me. Who was he that said King John did fly an hour or two before The stumbling night did part our weary powers?
15
MESSENGER
Whoever spoke it, it is true, my lord. LOUIS THE DAUPHIN
Well, keep good quarter and good care tonight. The day shall not be up so soon as I, To try the fair adventure of tomorrow. 5.6
20 Exeunt
Enter the Bastard [with a light] and Hubert [with a pistol], severally
HUBERT
Who’s there? Speak, ho! Speak quickly, or I shoot. BASTARD
A friend. What art thou? Of the part of England.
HUBERT
BASTARD
Whither dost thou go?
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 6
e abbiamo innalzato le nostre bandiere lacere, ultimi a lasciare il campo e quasi padroni di esso. Entra un messaggero MESSAGGERO
Dov’è il mio principe, il Delfino? LUIGI IL DELFINO
Qui, che novità porti? MESSAGGERO
Il conte di Melun è stato ucciso, i lord inglesi son stati convinti da lui a disertare di nuovo e i vostri rinforzi, così a lungo attesi, han fatto naufragio incagliandosi sulle secche di Goodwin. LUIGI IL DELFINO
Oh, malaugurate orribili notizie! Che tu sia maledetto! Non pensavo stasera di dover diventare triste! Chi mi ha detto che re Giovanni era fuggito un’ora o due prima che la notte, cadendoci addosso, separasse le nostre stanche forze? MESSAGGERO
Chiunque l’abbia detto, è vero, mio signore. LUIGI IL DELFINO
Va bene, fate buona guardia e state attenti stanotte. Il giorno non si leverà tanto presto quanto me, per tentare la bella ventura di domani. Escono V, 6
Entrano il Bastardo [con una torcia] e Hubert [armato di pistola211], separatamente212
HUBERT
Chi è là? Parlate, presto, o faccio fuoco! BASTARDO
Un amico. E tu chi sei? HUBERT
Sto con gli inglesi. BASTARDO
E dove stai andando?
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 6
What’s that to thee? Why may not I demand of thine affairs As well as thou of mine? BASTARD Hubert, I think. HUBERT Thou hast a perfect thought. I will upon all hazards well believe Thou art my friend that know’st my tongue so well. Who art thou? BASTARD Who thou wilt. An if thou please, Thou mayst befriend me so much as to think I come one way of the Plantagenets. HUBERT
5
10
HUBERT
Unkind remembrance! Thou and eyeless night Have done me shame. Brave soldier, pardon me That any accent breaking from thy tongue Should ’scape the true acquaintance of mine ear.
15
BASTARD
Come, come, sans compliment. What news abroad? HUBERT
Why, here walk I in the black brow of night To find you out. BASTARD Brief, then, and what’s the news? HUBERT
O my sweet sir, news fitting to the night: Black, fearful, comfortless, and horrible.
20
BASTARD
Show me the very wound of this ill news; I am no woman, I’ll not swoon at it. HUBERT
The King, I fear, is poisoned by a monk. I left him almost speechless, and broke out To acquaint you with this evil, that you might The better arm you to the sudden time Than if you had at leisure known of this.
25
BASTARD
How did he take it? Who did taste to him?
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 6
HUBERT
La cosa ti riguarda? Non potrei anch’io chiederti i fatti tuoi come tu fai con me? BASTARDO
Sei Hubert, mi pare. HUBERT
Ti pare bene. Rischierò di crederti un amico, visto che parli la mia lingua così bene. E tu chi sei? BASTARDO
Sono chi vuoi tu. E se ti fa piacere, puoi essermi amico a tal punto da credere che discendo da un ramo dei Plantageneti. HUBERT
Oh memoria screanzata! Tu e la cecità della notte mi avete svergognato. Prode combattente, perdonami se gli accenti delle tue parole son sfuggiti al doveroso riconoscimento del mio orecchio. BASTARDO
Via via, senza complimenti. Che notizie ci sono? HUBERT
Eccomi qui, nel buio della notte corrucciata, per cercare te. BASTARDO
Veloce, allora, che novità porti? HUBERT
Oh mio dolce signore, notizie intonate alla notte: nere, spaventose, sconfortanti e orribili! BASTARDO
Vai al sodo e del male dimmi subito il peggio, non sono una donnicciola, non perderò i sensi! HUBERT
Temo che il re sia stato avvelenato da un monaco213. L’ho lasciato che quasi non riusciva più a parlare e son corso da voi per informarvi di questo misfatto, in modo che possiate far fronte a quest’imprevisto meglio che se non l’aveste saputo in un secondo momento. BASTARDO
Come è stato avvelenato? Chi era l’assaggiatore?
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 7
HUBERT
A monk, I tell you, a resolvèd villain, Whose bowels suddenly burst out. The King Yet speaks, and peradventure may recover.
30
BASTARD
Who didst thou leave to tend his majesty? HUBERT
Why, know you not? The lords are all come back, And brought Prince Henry in their company, At whose request the King hath pardoned them, And they are all about his majesty.
35
BASTARD
Withhold thine indignation, mighty heaven, And tempt us not to bear above our power. I’ll tell thee, Hubert, half my power this night, Passing these flats, are taken by the tide. These Lincoln Washes have devourèd them; Myself, well mounted, hardly have escaped. Away before! Conduct me to the King. I doubt he will be dead or ere I come. 5.7
40
Exeunt
Enter Prince Henry, the Earl of Salisbury, and Lord Bigot
PRINCE HENRY
It is too late. The life of all his blood Is touched corruptibly, and his pure brain, Which some suppose the soul’s frail dwelling-house, Doth by the idle comments that it makes Foretell the ending of mortality.
5
Enter the Earl of Pembroke PEMBROKE
His highness yet doth speak, and holds belief That being brought into the open air, It would allay the burning quality Of that fell poison which assaileth him.
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19/10/2017 18:26:59
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 7
HUBERT
Un monaco, vi ho detto, un assassino determinato cui son scoppiate all’improvviso le budella. Il re dice ancora qualche parola, potrebbe forse ancora riprendersi! BASTARDO
Chi avete lasciato a prendersi cura del re? HUBERT
Come, non lo sapete? I lord son tutti ritornati, portando con loro il principe Enrico. Per sua richiesta il re li ha perdonati, ed essi sono ora tutti attorno a sua maestà. BASTARDO
Oh potenza del cielo, frena la tua indignazione, e non mettere troppo a dura prova le nostre capacità di sopportazione!214 Te lo devo dire, Hubert, stanotte metà delle mie forze, attraversando questi acquitrini, sono state sorprese dalla marea. Le paludi di Lincoln le hanno inghiottite. Io stesso sono riuscito a stento a salvarmi, grazie al mio buon cavallo. Ma sbrighiamoci, conducimi dal re. Ho paura che muoia prima del mio arrivo. Escono V, 7
Entrano il principe Enrico215, il conte di Salisbury e lord Bigot216
PRINCIPE ENRICO
È troppo tardi. Tutto il suo sangue è contaminato, e il suo chiaro intelletto, per alcuni la fragile dimora dell’anima, farneticando, lascia presagire la fine mortale. Entra il conte di Pembroke PEMBROKE
Sua altezza parla ancora ed è convinto che se lo portassimo all’aperto il bruciore del crudele veleno che lo devasta potrebbe attenuarsi.
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19/10/2017 18:26:59
THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 7
PRINCE HENRY
Let him be brought into the orchard here. —
10
[Exit Lord Bigot] Doth he still rage? He is more patient Than when you left him. Even now, he sung.
PEMBROKE
PRINCE HENRY
O, vanity of sickness! Fierce extremes In their continuance will not feel themselves. Death, having preyed upon the outward parts, Leaves them invincible, and his siege is now Against the mind; the which he pricks and wounds With many legions of strange fantasies, Which in their throng and press to that last hold Confound themselves. ’Tis strange that death should sing. I am the cygnet to this pale faint swan, Who chants a doleful hymn to his own death, And from the organ-pipe of frailty sings His soul and body to their lasting rest.
15
20
SALISBURY
Be of good comfort, Prince, for you are born To set a form upon that indigest Which he hath left so shapeless and so rude.
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King John is brought in, [with Lord Bigot attending] KING JOHN
Ay marry, now my soul hath elbow-room; It would not out at windows nor at doors. There is so hot a summer in my bosom That all my bowels crumble up to dust; I am a scribbled form, drawn with a pen Upon a parchment, and against this fire Do I shrink up. PRINCE HENRY How fares your majesty?
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19/10/2017 18:26:59
VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 7
PRINCIPE ENRICO
Fatelo portare qui nel giardino. [Esce lord Bigot] Ancora delira? PEMBROKE
È un po’ più calmo di quando l’avete lasciato. Un momento fa stava cantando. PRINCIPE ENRICO
Oh, vanità della malattia! Le sofferenze più atroci quando durano troppo non vengono neanche più avvertite. La morte, dopo aver predato il corpo, lo abbandona invitto per stringere d’assedio la mente, attaccandola e menomandola con legioni di strane fantasie che, in lizza per l’ultimo possesso, affollandosi e sgomitando si confondono tra loro. È ben strano che la morte debba cantare. Io sono il piccolo di questo cigno pallido e languente che intona un dolente inno alla propria morte, e con la fragilità dei suoi fiati accompagna il corpo e l’anima al loro eterno riposo. SALISBURY
State di buon animo, principe, voi siete venuto al mondo per dare forma a quel coacervo217 che lui lascia così informe e ancora grezzo. Re Giovanni è portato dentro [scortato da Bigot] RE GIOVANNI
Ah cribbio218, ora la mia anima ha spazio a volontà 219non ha bisogno di cercarlo fuori dalle finestre o dalle porte220. C’è una tale estiva canicola nel mio petto che le mie viscere ne sono incenerite. Mi sento come uno scarabocchio tracciato con la penna sopra una pergamena, tutto rattrappito per questo fuoco. PRINCIPE ENRICO
Come si sente sua Maestà?
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1781
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 7
KING JOHN
Poisoned, ill fare! Dead, forsook, cast off; And none of you will bid the winter come To thrust his icy fingers in my maw, Nor let my kingdom’s rivers take their course Through my burned bosom, nor entreat the north To make his bleak winds kiss my parchèd lips And comfort me with cold. I do not ask you much; I beg cold comfort, and you are so strait And so ingrateful you deny me that.
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PRINCE HENRY
O, that there were some virtue in my tears That might relieve you! KING JOHN The salt in them is hot. Within me is a hell, and there the poison Is, as a fiend, confined to tyrannize On unreprievable condemnèd blood.
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Enter the Bastard BASTARD
O, I am scalded with my violent motion And spleen of speed to see your majesty!
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KING JOHN
O cousin, thou art come to set mine eye. The tackle of my heart is cracked and burnt, And all the shrouds wherewith my life should sail Are turnèd to one thread, one little hair; My heart hath one poor string to stay it by, Which holds but till thy news be utterèd, And then all this thou seest is but a clod And module of confounded royalty.
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BASTARD
The Dauphin is preparing hitherward, Where God He knows how we shall answer him; 23 For in a night the best part of my power,
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60. God: Wordsworth, heaven in F = “Cielo”. 1782
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 7
RE GIOVANNI
Avvelenato! Piuttosto maluccio, quindi 221. Son morto, tradito, abbandonato, e nessuno di voi che dica all’inverno di venirmi a ficcare in bocca 222 le sue dita di ghiaccio, che lasci scorrere i fiumi del mio regno lungo il mio petto arroventato223, o che supplichi il settentrione di far baciare le mie riarse labbra dai venti di tramontana e darmi sollievo col loro freddo224. Non vi chiedo molto, solo un po’ di freddo conforto225, ma voi siete così ingrati ed avari da negarmi anche quello. PRINCIPE ENRICO
Oh se nelle mie lacrime ci fosse una qualche virtù capace di darti sollievo. RE GIOVANNI
Il sale che c’è dentro è caldo! E dentro di me c’è l’inferno; il veleno sta lì, come un demone rinchiuso a tiranneggiare il mio sangue, condannato senza remissione. Entra il Bastardo BASTARDO
Sono tutto accaldato per la corsa e l’ansia di vedere vostra maestà. RE GIOVANNI
Oh cugino, sei venuto per chiudermi gli occhi! La cima del mio cuore è bruciata e sfilacciata e il sartiame che doveva far navigare226 la mia vita è ridotto a un solo filo, un esile capello. Il mio cuore è sostenuto da una povera fibra che terrà fin quando tu non mi darai notizie. Poi tutto ciò che vedi diventerà solo una zolla, uno stampo vuoto di regalità disfatta. BASTARDO
Il Delfino si sta preparando per venire qui, dove, sa solo Dio come, lo affronteremo, poiché in una sola notte la maggior parte delle mie
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 7
As I upon advantage did remove, Were in the Washes all unwarily Devourèd by the unexpected flood. King John dies SALISBURY
You breathe these dead news in as dead an ear. (To King John) My liege, my lord! — But now a king, now thus.
65
PRINCE HENRY
Even so must I run on, and even so stop. What surety of the world, what hope, what stay, When this was now a king and now is clay? BASTARD (to King John) Art thou gone so? I do but stay behind To do the office for thee of revenge, And then my soul shall wait on thee to heaven, As it on earth hath been thy servant still. (To the lords) Now, now, you stars that move in your right spheres, Where be your powers? Show now your mended faiths, And instantly return with me again, To push destruction and perpetual shame Out of the weak door of our fainting land. Straight let us seek, or straight we shall be sought. The Dauphin rages at our very heels.
70
75
80
SALISBURY
It seems you know not, then, so much as we. The Cardinal Pandolf is within at rest, Who half an hour since came from the Dauphin, And brings from him such offers of our peace As we with honour and respect may take, With purpose presently to leave this war.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1784
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 7
forze, mentre, forte di un vantaggio, cercavo di spostarle, sono state sorprese nelle paludi e inghiottite da un’inaspettata marea. Re Giovanni muore SALISBURY
Voi sussurrate queste notizie di morte nell’orecchio di uno che è già morto. (A re Giovanni) Mio signore, mio sire! Un momento fa un sovrano ed ora… questo! PRINCIPE ENRICO
Così anch’io dovrò correre, così anch’io dovrò fermarmi. Che sicurezza c’è al mondo, che speranza, che solidità se questo che era un re ora è solo polvere! BASTARDO (a re Giovanni) Te ne sei andato così? Io mi tratterrò ancora un poco a compiere in tua vece la vendetta, poi la mia anima verrà a servirti in cielo, come finora ti ha servito in terra. (Ai lords) E, ora, voi stelle che rientrate nella giusta orbita 227, dove sono le vostre truppe? Mostrateci la vostra ricucita lealtà e tornate con me sul campo immediatamente, per scacciare la distruzione e l’onta perpetua fuori dalla debole porta del nostro regno che langue. Andiamo subito all’attacco o verremo subito attaccati. Il Delfino infuria alle nostre calcagna. SALISBURY
Non siete aggiornato, allora. Il Cardinale Pandolfo è dentro a riposarsi; mezz’ora fa ha portato offerte di pace da parte del Delfino, tali da poterle accogliere con onore e con rispetto, nell’intento di abbandonare subito questa guerra. BASTARDO
Piuttosto lo farà vedendoci ben attrezzati alla nostra difesa! SALISBURY
Beh, in realtà la cosa è già quasi fatta. Una parte degli armamenti l’ha già rispedita verso il mare e nel frattempo ha rimesso la sua causa e le sue richieste nelle mani del cardinale, con il quale, se lo ritenete opportuno, voi stesso con me ed altri lord potremmo questo pomeriggio incontrarci per dirimere la questione in maniera soddisfacente.
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 7
BASTARD
He will the rather do it when he sees Ourselves well-sinewed to our own defence. SALISBURY
Nay, ’tis in a manner done already, For many carriages he hath dispatched To the sea-side, and put his cause and quarrel To the disposing of the Cardinal, With whom yourself, myself, and other lords, If you think meet, this afternoon will post To consummate this business happily.
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BASTARD
Let it be so. — And you, my noble prince, With other princes that may best be spared, Shall wait upon your father’s funeral. PRINCE HENRY
At Worcester must his body be interred, For so he willed it. BASTARD Thither shall it then, And happily may your sweet self put on The lineal state and glory of the land, To whom with all submission, on my knee, I do bequeath my faithful services And true subjection everlastingly.
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He kneels SALISBURY
And the like tender of our love we make, To rest without a spot for evermore. Salisbury, Pembroke and Bigot kneel PRINCE HENRY
I have a kind of soul that would give thanks, And knows not how to do it but with tears. He weeps
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 7
BASTARDO
Sta bene. E voi, nobile principe, con altri nobili utilmente esentati, vi occuperete del funerale di vostro padre. PRINCIPE ENRICO
Le sue spoglie dovranno riposare a Worcester, secondo il suo desiderio. BASTARDO
E li sarà portato. E felicemente la discendenza dinastica e la gloria del regno possano essere assunte dalla vostra amabile persona, cui in sottomissione io m’inginocchio, giurando di prestare i miei leali servigi ed eterna e fedele sudditanza. Si inginocchia SALISBURY
E noi porgiamo un’eguale offerta di devozione che duri eternamente e senza macchia. Salisbury, Pembroke e Bigot si inginocchiano PRINCIPE ENRICO
La mia anima vorrebbe rendere grazie, ma non sa esprimersi se non con le lacrime. Piange
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THE LIFE AND DEATH OF KING JOHN, ACT 5 SCENE 7
BASTARD [rising]
O, let us pay the time but needful woe, Since it hath been beforehand with our griefs. This England never did, nor never shall, Lie at the proud foot of a conqueror But when it first did help to wound itself. Now these her princes are come home again, Come the three corners of the world in arms And we shall shock them. Naught shall make us rue If England to itself do rest but true.
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[Flourish.] Exeunt [with the body]
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VITA E MORTE DI RE GIOVANNI, ATTO V SCENA 7
BASTARDO (rialzandosi)
Tributiamo al momento il solo dolore necessario, poiché tanto abbiamo già patito innanzi tempo. L’Inghilterra non si è mai, né mai sarà, prostrata ai piedi di un orgoglioso conquistatore, se non quando per prima concorresse a ferire se stessa. Ora che i suoi principi han fatto ritorno nei ranghi, vengano pure in armi dai tre angoli del mondo228: noi li annienteremo! Di farci soffrire niente avrà il potere, se l’Inghilterra vorrà, fedele a se stessa, rimanere! [Squilli di tromba.] Escono [con la salma]
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The History of Henry IV (the First Part) La storia di Enrico IV (prima parte) Testo inglese a cura di JOHN JOWETT Nota introduttiva, traduzione e note di PAOLO DILONARDO
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Nota introduttiva
La vicenda e la forma del dramma “Ogni autore, se davvero grande e originale” – scrive Wordsworth nel Supplemento alla Prefazione alle Ballate liriche – “ha il compito di creare il gusto attraverso cui è possibile apprezzarlo”. Se il poeta romantico si attribuisce il compito di formare i propri lettori, contrastando abitudini e pregiudizi, i più recenti studi sulla ricezione del teatro shakespeariano sottolineano la rilevanza di un processo opposto e complementare: l’influenza esercitata dagli spettatori sulla sperimentazione drammaturgica. Sempre più attento alle attese di un pubblico quanto mai eterogeneo e stratificato, Shakespeare si affaccia sulle scene cimentandosi soprattutto con i generi più amati e popolari, il dramma storico e la commedia, in un processo di sperimentazione che trasforma e contamina generi ancora instabili e in divenire, sino a giungere a una sintesi a lungo maturata grazie a cui, attraverso la moltiplicazione degli intrecci, poesia e prosa, tragico e comico, colto e incolto, elitario e popolare convivranno sulla scena, segnalando il defi nitivo emergere del teatro elisabettiano come compimento di una carnevalesca circolarità della cultura. Al culmine di tale processo sperimentale è possibile collocare la prima parte dell’Enrico IV: un immediato successo in cui la sintonia e la proficua interazione tra pubblico e drammaturgo si incarnano nelle smisurate sembianze di un grande personaggio, quel proteiforme Falstaff cui probabilmente si deve la dilatazione della Storia di Enrico IV in due parti, autonome ma strettamente connesse per temi e strutture, e la creazione, in tempi rapidissimi, di un terzo dramma, Le allegre comari di Windsor, nel quale il grasso cavaliere si trasforma 1793
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE)
ulteriormente, trasmigrando dalla scena storica alla commedia del presente. Il titolo della prima edizione a stampa del dramma, allineandosi a una tradizione ormai consolidata, promette l’esemplare storia di un re, ma più rivelatore, benché probabilmente non autoriale, è il titolo registrato nello Stationers’ Registrer in cui sono affiancati, senza gerarchie, tre mondi e tre personaggi che si dividono la scena, disputandosi l’interesse e il favore degli spettatori: La storia di Enrico Quarto con la battaglia di Shrewsbury combattuta fra il re e Henry, l’Hotspur del nord. E con l’arguta allegria di sir John Falstaff. C’è la storia ufficiale e aristocratica, rappresentata da un sovrano ben noto al pubblico e dalla promessa di una battaglia che è parte dell’epopea nazionale; c’è il suo antagonista, l’impetuoso ribelle che in nome di una feudalità anarchica e cavalleresca resiste anacronisticamente ai confini settentrionali del regno; e c’è sir John, una figura che, seppur basata su un personaggio storico, introduce accanto ai “fatti” della Storia la commedia dell’invenzione, una storia comica e “altra”, non riportata dalle cronache, che minaccia quella ufficiale e aggiunge una nuova dimensione al dramma storico, sollevando interrogativi su metodi e caratteri della pratica storiografica. Chi manca è, sorprendentemente, il personaggio che il dramma pone al centro del triangolo evidenziato dal titolo, in un rapporto al tempo stesso mimetico e conflittuale con i suoi tre vertici: il principe Harry, di cui le due parti dell’Enrico IV – soprattutto se considerate nel loro insieme – drammatizzano il processo di maturazione, ricalcando e problematizzando la traiettoria già leggendaria e parte integrante del “mito” Tudor, attraverso cui si attua l’educazione di un “principe prodigo” che da giovane degenere si trasforma prima in eroe sul campo di battaglia e poi in esemplare modello di regalità. Quattro grandi personaggi, che per la quasi equivalente ampiezza dei rispettivi ruoli rappresentano un unicum all’interno del canone shakespeariano, si dividono dunque il variegato spazio scenico in un gioco di rispecchiamenti e opposizioni, sapientemente costruito dal primo atto del dramma che, sotto il segno dell’instabilità, convoca in un fluido susseguirsi di scene i vari mondi che in Inghilterra – e nella Storia – convivono. “Scossi come siamo e pallidi d’affanno”: oppresso dal peso del passato, dalla “carneficina civile” culminata con la deposizione e l’uccisione di Riccardo II, Enrico IV, il sovrano usurpatore, guarda al 1794
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NOTA INTRODUTTIVA
futuro, annunciando un progetto di crociata inteso come strumento per ristabilire la pace interna ed espiare le proprie colpe. Ma il sogno di unità nazionale, che traspare dal regale “noi” con cui il sovrano designa sé stesso e il Paese su cui regna privo di legittimità, è destinato a infrangersi. Il presente incombe, il regno è minacciato a nord dagli scozzesi e a ovest dai gallesi e nuovi conflitti, pubblici e privati, relegano il monarca alla solitudine di un “io” pericolosamente contrapposto sia ai Percy, la potente famiglia baronale che ha agevolato la sua ascesa al trono, sia al principe di Galles che, attraverso la successione, dovrebbe garantire una legittima alternativa al diritto divino. Sovrano alla ricerca di nuove forme di legittimazione e padre estraniato da un figlio all’apparenza dissoluto e disonorato, Enrico IV vede paradossalmente proprio nel giovane Harry Percy, l’eroico Hotspur “prescelto dalla lingua dell’onore”, il figlio ideale, e prima ancora che i due entrino in scena stabilisce uno dei contrasti su cui si regge l’impianto drammaturgico: Harry contro Harry, “due astri che non possono orbitare in una stessa sfera”, “due re che una sola Inghilterra non può tollerare”. Una nuova contrapposizione è annunciata con il passaggio dalla solenne e sofferta retorica dei versi del re alla prosa colloquiale con cui si apre la seconda scena: “Dimmi Hal, che ora abbiamo fatto, ragazzo mio?”. Lo spazio scenico accoglie un altro tempo, non quello della Storia e degli orologi, ma quello senza tempo di un carnevale trasgressivo e sovversivo, in cui campeggia, enorme e fuori d’ogni norma, sir John, mock king che regna nel mondo realistico della taverna in calorosa e paterna intimità con il principe di Galles. Con lui ha inizio la festa della prosa comica, intessuta di giochi di parole, doppi sensi osceni, paragoni insultanti e rovesciamenti delle Scritture. Al sole, emblema del sovrano, e ai conflitti storici che ne minano l’autorità si sostituiscono la luna e le malefatte dei suoi “favoriti”, quei “guardiacaccia di Diana” e “signori dell’ombra” che costituiscono la corte alternativa, utopisticamente immaginata da sir John. Un mondo probabilmente più antico, ma vitalissimo, sembra convivere con l’emergere di una monarchia moderna e secolare e il principe pare preferirlo, trovando in esso un sostituto alla figura paterna. Con un ennesimo giro di vite e il ritorno ai versi, tuttavia, Harry rindossa i panni del proprio ruolo e nel suo unico – e controverso – soliloquio, paragonandosi al sole, rivela proletticamente al pubblico le proprie reali intenzioni, ma anche tutta la sua duplicità: “riscatterà il tempo” 1795
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE)
e sconfesserà i suoi compagni di bagordi, e nell’annunciarlo si esprime già come un pragmatico e machiavellico sovrano, regista della propria vicenda e degno erede del suo vero padre. L’ultima scena del primo atto delinea il conflitto politico e militare, drammatizzando la trasformazione degli antichi alleati del sovrano in suoi acerrimi nemici. Protagonista assoluto è qui Hotspur, il “re dell’onore” che ci trasporta idealmente in un mondo al confine del regno, il Nord delle potenti e individualistiche famiglie feudali, più “vicino” alla Scozia e al Galles che alla sede del potere centrale. Nell’opporsi a Enrico IV, un falso “re dei sorrisi”, che egli paragona alla luna, pallido riflesso del sovrano deposto, Hotspur mostra già gli accattivanti tratti che lo caratterizzano: l’irruenza verbale, l’eroico coraggio sconfinante nell’irresponsabilità, l’adesione incondizionata all’ideale cavalleresco dell’onore che sfiora la comicità e convive con l’immatura impazienza e l’irascibilità di chi “afferra un mondo di figure, ma non l’essenza cui dovrebbe mirare”. Anche Hotspur è, a suo modo, “fuori tempo” e l’ethos cavalleresco che ne ispira le azioni e ne infiamma le parole è, agli occhi degli spettatori elisabettiani, parte di un passato che la monarchia in via di centralizzazione cerca di neutralizzare, congelandolo nella messinscena nostalgica e simbolica dei tornei medievali. Ma a teatro la Storia evoca il presente e i sudditi di Elisabetta I sanno bene che la fine della cavalleria non comporta quella delle ribellioni che continuano a minacciare la stabilità del regno, come dimostra l’insurrezione capeggiata da Essex, o la ribellione dei papisti guidata proprio dai discendenti dei Percy. A differenza di Hotspur, il solo a ribellarsi in nome dell’onore e della legittimità dinastica, l’intrigante Worcester, vero regista della congiura, e Northumberland sono modernamente pragmatici quanto Enrico IV e pronti a servirsi di sotterfugi e menzogne, pur di difendere i propri poteri. Sul palcoscenico della Storia costruito dal disegno drammaturgico e dalla tessitura metaforica del primo atto incombe l’ombra di Riccardo, sovrano assente, ma continuamente rievocato in un poliedrico processo di rivisitazione del recente passato, e il ruolo del monarca, non più sacramentale, non è neppure esclusivo appannaggio di chi siede sul trono. In ciascuno dei mondi del dramma regna – e recita – un re che possiede un proprio linguaggio e uno specifico repertorio di modelli, ma che è anche capace, se necessario, di imitare quello degli altri, e tocca al principe – che impara a “conoscerli” o a interpretarli tutti – compiere il comples1796
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NOTA INTRODUTTIVA
so processo di formazione che, attraverso assimilazioni, rifiuti e mediazioni, lo condurrà a divenire, come profetizzano i mescitori di Eastcheap, la perfetta incarnazione di un “re della cortesia” rinascimentale o, forse, il suo più abile interprete. In un mondo in cui il potere è teatralità e il ruolo del sovrano è intimamente legato alla rappresentazione, come dimostra la “lezione” sulla messinscena del potere che Enrico IV impartisce al figlio, il teatro non può che assumere una marcata dimensione metateatrale. Tra finzioni, imitazioni e travestimenti, tutti recitano nel dramma: il sovrano si riveste di modestia per guadagnare i favori dell’opinione pubblica o mette in campo simulacri di sé stesso per proteggere la propria persona; Hotspur si appropria del linguaggio effeminato dei damerini di corte, fa il verso alla negromanzia di Glyndwr, ˆ scimmiotta il lessico piccolo-borghese della moglie. Ma a dominare la scena è la dialettica tutta teatrale, che il dramma non risolve, stabilita dai due veri “primi attori”, sir John e il principe. Emblematico è, in tal senso, il culmine della scena più lunga e esilarante del dramma, in cui sir John trasforma in un istrionico trionfo la beffa consumata ai suoi danni. Dopo aver inanellato spropositate bugie che non pretendono di mascherare la sua vigliaccheria ma fanno di lui un eroico acrobata della lingua, il cavaliere si unisce al principe in un nuovo gioco. In una recita improvvisata i due interpretano a turno il ruolo del re indignato e del figlio degenere e, tra incoronazioni, deposizioni e ripudi, le giravolte del teatro nel teatro consentono al tempo stesso la sovversione e l’esercizio del potere, il rovesciamento parodico della trama storica e il prefiguramento della sua attuazione. Sir John vorrebbe continuare a recitare, ma lo spazio della taverna ha le ore contate, la legge e la Storia politico-militare premono alle sue porte. I tre mondi del dramma, che il terzo atto mostra per l’ultima volta separati, convergono in un’unica linea che conduce alla risolutiva battaglia di Shrewsbury. Riconciliato con il padre e “miracolosamente” trasformato in un perfetto cavaliere, il principe diventa eroico quanto Hotspur, lo imita fino a soppiantarlo. Ma l’onore cavalleresco e la fedeltà alla parola data sono disattesi da tutti gli altri, e non solo da sir John che, proseguendo la sua commedia sul campo di battaglia, fa da controcanto cinico ed eversivo a ogni idealizzazione della guerra e dell’autorità. Disonesto, vigliacco e irresponsabile, manda a morte il suo esercito di straccioni (“carne da cannone“ li definisce senza infingimenti) e con il 1797
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE)
celebre catechismo sull’onore continua a giocare con il linguaggio, portando a compimento una svalutazione di codici e valori che comporta al tempo stesso un arrendersi alla vertigine del nulla e un pieno aderire alla propria individuale vitalità. La sua è una ribellione forse ancor più pericolosa di quella di Hotspur e la struttura sottesa al dramma sembra necessitare il ritorno all’ordine attraverso la sua rimozione. È quel che per un breve momento accade quando il principe, credendosi solo in scena con i cadaveri di Hotspur e di sir John, pronuncia una doppia “orazione funebre” che sembra suggellare il suo ruolo di mediazione tra due estremismi ormai sconfitti. Ha davvero ucciso Hotspur, nello scontro che il dramma ha preparato sin dall’inizio, ma l’incontenibile sir John non si lascia incorporare da tale disegno: ha fi nto di morire per mano di Douglas e “resuscita” per difendere le proprie finzioni e fingere ancora, pugnalando il cadavere di Hotspur in modo da attribuirsi il merito della sua morte e sottrarre al principe il trionfo. È la sua menzogna più colossale e disonorevole e, pur sapendo che si tratta di una menzogna, Harry sta ancora al gioco e promette di indorarla con le proprie parole. Anche sir John sarà ripudiato, dovrà arrendersi, come il drammaturgo, ai disegni dell’autorità. Ma non ora, non qui. E il re, che ha aperto il dramma, lo chiude celebrando la vittoria e preannunciando nuove battaglie. Data e trasmissione del testo Inserita nello Stationers’ Register il 25 febbraio 1598 con l’accattivante titolo già ricordato, la prima parte dell’Enrico IV è il dramma shakespeariano che conta il maggior numero di edizioni a stampa prima della pubblicazione postuma del celebre First Folio nel 1623. Della prima edizione in-quarto, pubblicata a breve distanza dall’iscrizione nel registro della corporazione dei librai (Q1 nella nostra edizione, Q0 in altre), resta una sola copia frammentaria da cui si ricava la porzione di testo che va da I, 3,199 a II, 3, 19. Una seconda edizione (Q2), pubblicata entro la fine dello stesso anno con un titolo leggermente diverso da quello registrato, fornisce il testo più autorevole per il resto del dramma. Altre cinque edizioni, ciascuna derivata dalla precedente, testimoniano l’immediata popolarità dell’opera: Q3 (1599), Q4 (1604), Q5 (1608), Q6 (1613) , Q7 (1622). Nell’in-folio (F) , che si fonda su Q6, il testo, diviso per la prima volta in atti e scene, appare con un nuovo titolo, La prima parte di Enrico IV, con la vita e la morte di Henry, detto Hotspur, e con numerose varianti. 1798
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NOTA INTRODUTTIVA
Se il febbraio del 1598 costituisce, dunque, il termine ad quem per il dramma, il termine a quo è dato dalla composizione del Riccardo II, pubblicato nel 1597, ma scritto già due anni prima. Una controversia legata al nome dell’arguto e debordante compagno di bagordi del principe Harry, che il titolo della prima edizione designa come sir John Falstaff, ci consente tuttavia di ipotizzare una datazione più precisa, benché non puntuale. Grazie ad alcune tracce rimaste all’interno delle due parti dell’Enrico IV, nonché a una serie di testimonianze esterne, sappiamo infatti che Shakespeare aveva inizialmente battezzato il personaggio sir John Oldcastle, rifacendosi alla sua principale fonte drammatica. Il teatro se ne era dunque già appropriato, ma sir John Oldcastle era un personaggio storico di cui conviene tracciare una breve biografia. Amico e compagno d’armi del futuro Enrico V, Oldcastle acquisì il titolo di Lord Cobham grazie al matrimonio e nel 1413, convertitosi alle dottrine di Wycliffe, fu accusato di eresia e imprigionato nella Torre di Londra, da cui riuscì a fuggire per guidare una cospirazione di lollardi contro il re. Quattro anni dopo fu impiccato e poi bruciato come eretico. Con l’avvento della Riforma, tuttavia, l’eretico fu trasformato in un martire della fede protestante e in un eroe per i suoi discendenti che avevano nel frattempo assunto ruoli di primo piano nella società politica elisabettiana e non gradirono affatto il ritratto diffamante del loro antenato in un dramma portato in scena, con tutta evidenza, nella stagione 1596-7. Il decimo lord Cobham, William Brooke ricoprì la carica di lord ciambellano dall’8 agosto 1596 fino alla morte avvenuta il 5 marzo 1597; in mani sue era dunque la censura dei testi teatrali, e fu probabilmente lui che obbligò Shakespeare a rinominare il personaggio e a pubblicare a spron battuto l’edizione inquarto al fine di rendere noto il cambiamento. In quell’occasione il più celebre personaggio comico shakespeariano prese il nome di un altro sir John realmente esistito, quel Falstaff, bandito dal regno per la sua vigliaccheria, già comparso nella prima parte dell’Enrico VI, e due sue compagni, inizialmente chiamati Harvey e Russell, nomi riconducibili ad altre influenti famiglie, furono rinominati Bardoll (o Bardolph) e Peto. I nomi originali, tuttavia, continuarono a essere utilizzati in molte recite, come è documentato dalla recente edizione del dramma curata da Anna Pruitt per il New Oxford Shakespeare: una ulteriore prova che, nella pratica dello spettacolo, il genere teatrale manteneva una sua indipendenza dai testi letterari o da quelli “ripuliti” dalla censura. La nostra edizione 1799
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE)
restituisce perciò a questi personaggi i nomi e le identità originariamente voluti da Shakespeare e osteggiati dalla censura. Nelle pagine che seguono Falstaff ridiviene Oldcastle, ritrova il nome di colui che ispirò la parodica rappresentazione di un “puritano ante litteram”, ma è difficile immaginare che il suo nome possa oggi cambiare anche a teatro – o nell’immaginario collettivo –, dove ormai da secoli Falstaff è Falstaff. E con quel nome riappare, molto diverso ma pur sempre Falstaff, nella seconda parte dell’Enrico IV e nelle Allegre comari di Windsor, per poi morire, fuori scena, nell’Enrico V (e resuscitare, tra l’altro, nel Falstaff verdiano o nel mirabile film di Orson Welles, Chimes at Midnight). Le fonti Tre sono le fonti principali, maneggiate con sovrana libertà, cui Shakespeare si ispira per dar vita al proprio complesso e originale disegno drammaturgico. Come per tutta la cosiddetta “seconda tetralogia”, la fonte narrativa primaria da cui attinge il materiale storico è The Chronicles of England, Scotland and Ireland di Raphael Holinshed (1577), che legge nella seconda edizione del 1587. Ad essa affianca The First Four Books of the Civil Wars (1595) di Samuel Daniel, poema storico in ottave che rielabora il materiale presentato da Holinshed, da cui il drammaturgo trae alcuni spunti decisivi per la costruzione di un meccanismo teatrale basato su opposizioni e rispecchiamenti. Per l’intreccio tra storia e comicità e la contrapposizione tra corte e taverna nella scapestrata giovinezza del futuro Enrico V, Shakespeare guarda invece al teatro e coglie alcune suggestioni da The Famous Victories of Henry the Fifth, una tragicommedia anonima il cui testo, pubblicato solo nel 1598 sull’onda del successo del dramma shakespeariano, ci è giunto mutilo. Nell’adattare il ponderoso materiale cronachistico, Shakespeare gioca con la clessidra della storia: seleziona, omette, condensa, espande, traspone, inventa. E il tempo, grande protagonista del dramma, si fa elastico. L’azione condensa due anni del regno di Enrico IV (1402-3) in un solo anno cruciale, segnato dalla ribellione baronale capeggiata dai Percy e sfociata nella battaglia di Shrewsbury. Il drammaturgo segue da vicino Holinshed (ripetendo anche alcuni dei suoi errori), ma accorpa battaglie e insurrezioni, anticipa l’annuncio della crociata e ne modifica le motivazioni, drammatizza l’accordo per la spartizione del regno rendendo protagonisti i ribelli in prima persona anziché i loro delegati, anticipa 1800
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NOTA INTRODUTTIVA
di dieci anni la riconciliazione tra il re e il principe, posticipa la notizia della malattia di Northumberland e, soprattutto, esalta il ruolo del principe nella battaglia di Shrewsbury, inventando una sfida a duello e trasferendo a Harry, che uccide Hotspur e perdona Douglas, l’eroismo e la magnanimità da Holinshed attribuiti al sovrano. Le principali deviazioni dalla fonte cronachistica attraverso cui Shakespeare dà forma al proprio dramma, pertanto, mirano a stabilire la centralità del principe – eroe sul campo di battaglia e unico personaggio che, seppur non menzionato nel titolo originario, abita liberamente tutti i diversi spazi del dramma –, nonché a instaurare il parallelismo conflittuale tra i due Harry, che rappresenta un perno essenziale della struttura drammaturgica. Seguendo una traccia offerta da Samuel Daniel, Shakespeare invecchia di qualche anno il principe e ringiovanisce notevolmente Hotspur, storicamente di tre anni più anziano del re, in modo da rendere coetanei i due antagonisti destinati sulla scena a scontrarsi in un combattimento che mai ebbe luogo, ma che fornisce al principe l’occasione di dare prova del proprio valore. Se centrale è la figura del principe, essenziale diviene dunque il racconto della sua sregolata giovinezza e del ravvedimento che trasformerà il figliol prodigo prima in un “vero” principe e poi in un re-eroe. Le antiche e numerose leggende fiorite intorno alla giovinezza del principe di Galles, che poco spazio trovano nelle cronache da cui il drammaturgo attinge il materiale per l’intreccio storico, avevano già nutrito il teatro, attratto dal loro potenziale comico. Shakespeare le ritrova sedimentate nel già menzionato The Famous Victories messo in scena dalla compagnia dei Queen Majesty’s Players probabilmente già alla fine degli anni ’80, che, mescolando trionfalismo storico e comicità, rappresenta aneddoticamente la vita di Enrico V dalla dissoluta giovinezza all’ascesa al trono e fino al trionfo di Azincourt. Da questa tragicommedia così distante dal proprio teatro per stile e strutture compositive, ma che si rivelerà una fonte ancor più rilevante per la seconda parte dell’Enrico IV e per l’Enrico V, Shakespeare riprende, trasformandole radicalmente, alcune delle scene iniziali, incentrate sul mondo beffardo e licenzioso della strada e della taverna. Ritrova qui lo spunto per l’episodio della rapina, il tema del dolore del re per il comportamento dell’erede al trono, un accenno di teatro nel teatro, e soprattutto i nomi e le figure dei compagni di avventura del principe. Ma se in The Famous Victories tali compari erano mere comparse, nel 1801
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE)
dramma shakespeariano essi acquistano molte delle caratteristiche che l’anonima tragicommedia attribuiva al principe, divenendo i protagonisti di uno spazio carnevalesco contrapposto all’autorità e alla legalità, in cui troneggiano la figura smisurata e l’inventiva prosa di sir John. “Reverendissimo Vizio”, “canuta Iniquità”, “padre Sbruffone” e “attempata Vanità”, come lo definisce lo stesso principe recitando l’indignazione paterna, sir John è una grande creazione comica che va al di là di qualsiasi fonte, riassumendo, parodiando e trascendendo una ricca e variegata tradizione. In lui convivono il Vizio delle moralità e delle psichomachie tardomedievali, il miles gloriosus di stampo plautino, il Lord of Misrule impregnato di citazioni bibliche, il fool e il clown, in un’anarchica recita di ruoli che, pur determinando la futura condanna del personaggio, ne garantisce la vitalissima ed eversiva teatralità. Prospettive critiche All’immediata e ininterrotta popolarità sulle scene della prima parte dell’Enrico IV corrisponde un’articolata tradizione critica sviluppatasi nel corso dei secoli lungo due direttive principali inizialmente separate, poi sempre più correlate: lo studio della caratterizzazione del contraddittorio personaggio cui il successo del dramma è tradizionalmente legato, e l’analisi delle valenze politiche e ideologiche del percorso formativo del principe di Galles. Fino a tutto il XIX secolo l’attenzione si è soprattutto concentrata sulla figura di Falstaff, già capace, nonostante l’“incongrua” e iperbolica caratterizzazione, di superare le strettoie del gusto neoclassico e in seguito tendenzialmente considerato alla stregua di un individuo reale, avulso dalle dinamiche testuali dei drammi in cui compare: un’immorale incarnazione del vizio o un immortale spirito libero, talvolta severamente condannato, molto più spesso scagionato o giustificato fino al punto di ritenere ingiusto il trattamento riservatogli dal principe, ma quasi sempre considerato un irresistibile trionfo di comicità. Tale tendenza, che risale agli studi settecenteschi di Elizabeth Montague (1769) e di Maurice Morgann (1777), percorre con esiti alterni tutto il secolo successivo e trova un culmine e una sistemazione in Bradley (1909) che, pur riconoscendo le trasformazioni del personaggio nella seconda parte del dramma e l’inevitabilità del suo “giusto” ripudio, lo considera più affascinante del futuro Enrico V: un genio della comicità che trascende il proprio contesto 1802
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e le stesse intenzioni dell’autore, incapace di detronizzarlo dal trono su cui l’ha collocato. Nei primi decenni del XX secolo il progressivo rifiuto dell’approccio psicologico lascia spazio al tentativo di situare la figura di Falstaff all’interno della tradizione culturale e teatrale inglese. Stoll, ad esempio, propone una lettura del personaggio che si rifà alla tradizione classica del miles gloriosus e ai suoi discendenti rinascimentali, ma è con l’influente studio di Dover Wilson (1943) che si giunge a una vera svolta. Richiamandosi alla visione di Samuel Johnson, ai suoi occhi più equilibrata di quella dei critici romantici, Dover Wilson da un lato definisce il dramma uno studio sulla regalità, al cui centro pone il magro principe e non più il grasso cavaliere, che pur considera la figura più affascinante, dall’altro legge la relazione tra i due personaggi e la struttura complessiva dell’opera sulla scorta del teatro morale e religioso medievale. Nella seconda parte del secolo gli studi focalizzati su Falstaff, meno propensi all’indagine sul carattere morale, esaminano la varietà dei ruoli che egli sembra incarnare in quanto emblema della trasgressione e dell’opposizione all’autorità gerarchica e patriarcale. Particolarmente feconde, in tal senso, si sono rivelate le letture archetipiche o antropologiche del personaggio, interpretato come capro espiatorio rituale (Stewart 1949); associato ai saturnalia e alle “tradizioni festive” nell’influente saggio di Barber (1959); letto, attraverso la lente delle teorie di Bachtin, come figura carnevalesca e rabelesiana opposta agli imperativi quaresimali del potere incarnati dai Lancaster (Bristol 1989). Se in tempi più recenti il rinnovato interesse per il personaggio – in studi che lo apparentano alla marginalità e alla sovversione femminile (Howard e Rackin) o lo considerano uno dei portavoce di una nazione stratificata e diversificata – non è quasi mai disgiunto dall’analisi del contesto storico, politico e teatrale in cui il dramma lo colloca, una difesa estrema del genio trascendente di Falstaff si deve a Harold Bloom: in stretta identificazione con il panciuto cavaliere e in aperta polemica con la più recente critica storicista, lo studioso americano lo considera incarnazione suprema della vita e più alta esemplificazione, insieme ad Amleto, della “invenzione dell’umano” shakespeariana. Per quanto la tradizione critica risulti divisa sulla relazione intercorrente tra le due parti dell’Enrico IV, di volta in volta considerate opere autonome o un singolo dramma in dieci atti (per una disamina della cosiddetta “questione strutturale” si rimanda al saggio introduttivo di Giuliana Ferreccio alla seconda parte), la maggioranza degli studi in1803
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centrati su Falstaff ha per oggetto l’intera parabola tracciata dal personaggio. I critici più interessati all’interpretazione shakespeariana degli eventi storici e alla dimensione politica del dramma tendono, invece, ad analizzare 1 Enrico IV nel contesto dell’intera produzione delle Histories e, in particolare, della seconda tetralogia. Tale approccio si può far risalire al tedesco Herman Ulrici che già nel 1838 ipotizza un grande dramma storico in cinque atti, aperto da Riccardo II e chiuso da Riccardo III, al centro del quale colloca le due parti dell’Enrico IV, intese come esplorazione delle contraddizioni della società feudale in cui la trama falstaffiana assume una funzione di smascheramento parodico rispetto all’azione principale. Per l’avvento vero e proprio della nozione di ciclicità, tuttavia, bisogna attendere l’opera di Tillyard, (1944) lo studioso che per gran parte del secolo XX ha avuto il più forte impatto sugli studi critici e sulle rappresentazioni sceniche dei drammi storici. Armato di uno storicismo all’epoca radicale che, nel contesto della Seconda guerra mondiale, si tinge di nazionalismo e di una nostalgia tutta “modernista” per un passato inteso come un altrove organico e unitario, Tillyard considera la concezione gerarchicamente ordinata della società e la visione provvidenziale della Storia promosse dai Tudor attraverso le cronache evenemenziali (soprattutto quella di Hall) come una “world picture” granitica e universalmente condivisa. Ai suoi occhi, l’intera sequenza dei drammi storici diviene una grande narrazione unitaria che drammatizza e propaga l’ideologia Tudor, un’epopea nazionale al cui centro è collocata la formazione del futuro Enrico V, principe ideale e figura dell’ordine contrapposta al disordine incarnato da Falstaff. Tale approccio si è rivelato a lungo egemone, come testimoniano sia gli importanti studi di G. Wilson Knight, L. B. Campbell, D. Traversi e M. M. Reeese che si collocano sulla sua scia, sia il progressivo emergere di aggiustamenti e revisioni critiche. Pur condividendo lo storicismo di Tylliard, I. Ribner, A. P. Rossiter, e R. Ornstein contestano la visione di uno Shakespeare apologeta della dinastia regnante e allineato all’ideologia dominante del proprio tempo, sia rivendicando l’originalità e l’indipendenza del drammaturgo (e del suo pubblico), sia sottolineando la complessità e la varietà dell’ideologia elisabettiana, non limitabile al modello propagandistico proposto da Tillyard. Per Rossiter, ad esempio, l’identità del principe è una costruzione attoriale e Falstaff non è più “l’intruso” di Campbell, ma una figura essenziale al disegno del dramma che, proprio 1804
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attraverso la comicità, trascende il mito Tudor. Una sfida diversa viene da Jan Kott, per il quale i migliori drammi storici shakespeariani mettono a nudo il grande meccanismo del potere, spogliato di ogni ideologia. L’Enrico IV è, ai suoi occhi, un dramma apologetico, salvato dal gargantuesco e brechtiano Falstaff, “non soltanto personificazione dell’avidità di vivere del Rinascimento, del suo riso tonante che si fa beffe del cielo, dell’inferno, della corona e di tutte le leggi del regno”, ma incarnazione di “una saggezza e un’esperienza plebea”. A partire da prospettive diverse, Goddard e Richmond focalizzano le loro letture sulla figura del principe, fornendone un ritratto oscuro che rovescia la caratterizzazione proposta da Tillyard. La relazione padri-figli, che è al centro di tali studi, è ulteriormente indagata attraverso approcci psicanalitici (Kris, Stewart) o linguistici (Calderwood, Potter). Particolarmente suggestiva si è rivelata l’analisi di Calderwood che legge la seconda tetralogia all’insegna del metadramma e della “caduta del linguaggio”, la perdita di una lingua sacramentale e ontologica, sostituita da una relazione arbitraria tra parole e cose. Se Calderwood si rifà a Wittgenstein e alla linguistica americana, la ricca fioritura di studi critici apparsi a partire dagli anni ’70 e ’80 mostra l’influenza di un ampio ventaglio di riflessioni teoriche. La dimensione politica e antropologica del dramma è indagata, di volta in volta, attraverso le teorie della narratologia e del post-strutturalismo e la ripresa delle lezioni di Bachtin, Girard o Foucault. Il New Historicism americano e il Cultural Materialism britannico forniscono contributi essenziali alla riconfigurazione dello Shakespeare “storico” e si deve a Greenblatt lo studio più influente e discusso di questa stagione critica. In “Invisible Bullets” (1981) il fondatore del New Historicism, attraverso l’analisi delle strategie retoriche che i drammi condividono con un testo coevo di tutt’altro genere come A Brief and True Report of the New Found Land of Virginia di Thomas Harriot, ricostruisce le strutture ideologiche delle due parti dell’Enrico IV, mettendo in luce la duplice strategia di “produzione” e “contenimento” della sovversione impiegata dal potere per legittimare sé stesso. Anche tale analisi, che ipotizza un modello secondo cui il dissenso è sempre previsto, controllato e sconfitto, è stata, col tempo, messa in discussione da numerosi critici che, pur condividendo le premesse teoriche del neostoricismo, propendono per letture più radicali delle tendenze sovversive del dramma. Opponendosi a una lunga tradizione critica che fa dipendere l’unità estetica e 1805
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la coerenza formale del dramma dalla gerarchizzazione delle disparate voci che trovano spazio al suo interno e dalla subordinazione della commedia alla storia, Kastan, ad esempio, vede nella mescolanza di “kings” e “clowns” una lotta tra voci e convenzioni diverse che sul palcoscenico rispecchiano l’eterogeneità del pubblico elisabettiano e non si lasciano incorporare in un disegno unitario dalle logiche gerarchiche dello Stato. Sulla stessa linea si collocano, tra gli altri, Holderness , che sulla scorta di Bachtin scorge nel dramma un dialettica tra due funzioni del carnevale alternativamente inteso come forma di legittimazione del potere o come affermazione di valori anti-autoritari, e Pugliatti che individua nelle due parti del dramma la coesistenza di assiologie (rule, misrule, rebellion) e Storie divergenti che non consentono una lettura unitaria degli eventi storici. Per gli studiosi più recenti dell’Enrico IV la segreta protagonista del dramma resta, come per Tillyard, la nazione intera, ma a un’ ”Inghilterra” monolitica e centripeta si è sostituita una poliedricità geografica, linguistica e sociale che il drammaturgo affida all’immaginativa e diversificata capacità di sintesi del proprio pubblico. La fortuna sulle scene e sullo schermo Benché il cast delle prime messinscene del dramma non ci sia noto, è molto probabile che sia stato Will Kempe, grande clown e socio della Compagnia del ciambellano, il primo a interpretare sir John sul palcoscenico del Theatre o del Curtain, decretando l’immediata popolarità del personaggio, documentata da numerose testimonianze. “Falstaff” divenne ben presto sinonimo di successo di botteghino, ma le prime rappresentazioni di cui si ha notizia testimoniano il successo dell’opera anche presso un pubblico più elitario. Nel 1600 il dramma fu presentato da Lord Hunsdon all’ambasciatore fiammingo con il titolo Sir John Old Castell, e tra il 1612 e il 1613 le due parti della Storia di Enrico IV, indicate come The Hotspurre e Sir John Falstaffe, furono rappresentate a corte, nell’ambito di un ciclo di venti drammi messi in scena per i festeggiamenti delle nozze della figlia maggiore di Giacomo I con Federico V, Elettore del Palatinato. I titoli alternativi segnalano l’emergere di una tendenza destinata a dominare per circa tre secoli, durante i quali il fulcro e l’asse portante delle messinscene del dramma furono la commedia di Falstaff o, più raramente, il romance storico ed eroico di Hotspur, che oscurarono ogni dimensione politica. La chiusura dei teatri non sancì 1806
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la sparizione del personaggio di Falstaff, che occupò lo spazio scenico consentito dal potere puritano attraverso un droll, una farsa buffonesca intitolata The Bouncing Knight, or the Robbers Robbed, in cui sono estrapolate e adattate alcune delle scene comiche di 1 Enrico IV. Dopo la Restaurazione il dramma fu tra i più rappresentati sulle scene londinesi e il suo successo fu in gran parte dovuto all’attore e impresario Thomas Betterton che, dopo aver interpretato il ruolo di Hotspur, per dieci anni (1700-10) fu un acclamato Falstaff, nonché l’autore di un adattamento che, a differenza di molte riscritture coeve delle opere shakespeariane, non cercò di “migliorare” l’originale per renderlo più conforme ai gusti di un pubblico ormai diverso, ma si limitò a ridurlo in modo da farne il dramma dello “humorist sir John”. La fortuna scenica del dramma continuò ininterrottamente per tutto il XVIII secolo: nella generazione successiva, il Falstaff più celebrato fu quello satirico e sarcastico di James Quin, che, dopo aver interpretato sia Hotspur sia il re, incarnò il ruolo per trent’anni e diede forma a un copione che guidò gran parte delle produzioni del secolo (si deve a lui, ad esempio, il taglio completo della scena della recita improvvisata che fu reintrodotta solo a partire dalla metà del secolo XIX). L’ultimo grande Falstaff settecentesco fu John Henderson, che conquistò il pubblico dando vita a un personaggio più ridanciano e meno dignitoso di quello interpretato da Quin. Nel corso del secolo successivo il dramma fu ancora, in larga misura, focalizzato sul personaggio di Falstaff, interpretato da grandi attori quali James Hackett, Charles Kemble, William Macready, Samuel Phelps e Herbert Beerbohm Tree, ma un significativo cambiamento di prospettiva portò a guardare oltre la commedia del grasso cavaliere. Il mutato contesto storico e il gusto per produzioni sempre più sfarzose, caratterizzate dal pittorialismo scenico e dal medievalismo di scene e costumi, riportarono l’attenzione sulla dimensione storica del dramma, ma sancirono anche un relativo declino della sua popolarità. Nel 1824 Charles Kemble produsse una messinscena spettacolare, ammirata più per l’accuratezza della ricostruzione antiquaria che per la recitazione, ma nella seconda parte del secolo all’Enrico IV furono preferiti drammi storici più cerimoniali, che meglio si prestavano alla spettacolarizzazione vittoriana. Due importanti eccezioni furono, tuttavia, la messinscena prodotta da Samuel Phelps nel 1864, ammirata per la magnificenza dell’apparato scenico, ma anche per il ripristino di molte scene fino ad allora omesse, e quella di 1807
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Herbert Beerbohm Tree che nel 1896, pur richiamandosi, nel predominio di Falstaff e nel gusto per lo sfarzo, alle tradizioni di un intero secolo, indicò una nuova strada attraverso uno stile di recitazione più realistico e il ritorno all’integralità del testo shakespeariano. Il mutamento più decisivo nella storia delle rappresentazioni di 1 Enrico IV è però avvenuto nel xx secolo e ha implicato quello che Scott Mc Millin ha definito un “cambiamento di formato”: con il progressivo emergere di un teatro di regia, influenzato dagli studi shakespeariani, il dramma, in passato portato sulle scene autonomamente, è stato sempre più di frequente prodotto insieme alla seconda parte o nell’ambito di cicli drammatici dedicati alla tetralogia dei Lancaster o a entrambe le tetralogie shakespeariane. Inserito in una narrazione più ampia, che ha per oggetto la storia e l’identità di una nazione, l’Enrico IV è stato perlopiù rappresentato come uno studio su potere e regalità incentrato sul personaggio del principe, che ha assunto il ruolo di protagonista, e sulla relazione che egli stabilisce con i suoi due padri. Se il primo ciclo di Histories di cui si ha notizia fu prodotto in Germania da Franz Dingelstedt che, dopo aver messo in scena l’Enrico IV nel 1851, allestì nel 1864 una sequenza di sette drammi storici, in Inghilterra fu necessario attendere l’inizio del nuovo secolo: tra il 1905 e il 1906 Frank Benson produsse un adattamento della seconda tetralogia in cui 1 Enrico IV fu però omesso o radicalmente tagliato, e nel 1921 Barry Jackson propose a Birmingham la prima messinscena congiunta delle due parti del dramma. Le rappresentazioni più significative, tuttavia, ebbero luogo a partire dal secondo dopoguerra. Nel 1945 John Burrell diresse le due parti in una messinscena che fece epoca grazie alle magistrali interpretazioni di Laurence Olivier (Hotspur) e Ralph Richardson (Falstaff). Nel 1951, nell’ambito del Festival of Britain, Anthony Quayle presentò su un palcoscenico di tipo elisabettiano una produzione della seconda tetralogia chiaramente influenzata dai recenti studi critici (Tillyard e Dover Wilson) e dall’occasione patriottica: una grande epopea nazionale in cui la commedia di un Falstaff corrotto e manipolatore, interpretato dello stesso Quayle, era subordinata all’educazione politica e alla celebrazione dell’eroe di Azincourt, interpretato da Richard Burton. Di segno opposto fu la lettura proposta nel 1964 nell’ambito di The Wars of the Roses, il ciclo comprendente le due tetralogie prodotto dalla Royal Shakespeare Company e diretto da Peter Hall e John Barton. Il tema politico restava 1808
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centrale, ma la messinscena, ispirata al teatro brechtiano e alle riflessioni critiche di Jan Kott, evidenziava gli orrori della guerra e il funzionamento del brutale meccanismo del potere di cui il principe è una delle tante incarnazioni. Un decennio più tardi, nel 1975, la RSC ripropose il dramma all’interno di un ciclo diretto da Terry Hands che comprendeva le due parti dell’Enrico IV, l’Enrico V e Le allegre comari di Windosr: una “Falstaffiade” che si discostava dalla dimensione politica per incentrarsi sul conflitto psicologico tra padri e figli. Nel 1982 Trevor Nunn inaugurò il Barbican Theatre con una messinscena spettacolare delle due parti del dramma che fece del principe un giovane insicuro e indeciso tra i vari modelli proposti dai suoi “padri”. Più radicale e iconoclasta fu la produzione presentata nel 1986, all’interno di un ciclo di histories, dalla English Shakespeare Company. Servendosi di costumi eclettici e diversificando gli accenti degli interpreti, la regia di Bogdanov guardava al presente del governo Thatcher e della guerra delle Falklands per inscenare il dramma di una nazione divisa e governata dalla violenza in cui il principe è un anti-eroe che colpisce Hotspur alle spalle e la menzogna finale di Falstaff diventa verità. Una nazione devastata dalla guerra civile è emersa anche dalla messinscena prodotta dal Royal National Theatre nel 2005. La cupa regia di Nicholas Hytner si è ispirata alla disastrosa guerra in Iraq e Michael Gambon ha dato vita a un Falstaff quasi pinteriano, privo di amabilità e di arguzia verbale, molto distante da quelli interpretati di recente da Kevin Kline (2003-4) o da Roger Allam (2010) in produzioni marcate da un ritorno alla focalizzazione sul personaggio e da un rinnovato interesse per la trama comica. Falstaff è anche al cuore di uno dei più grandi fi lm shakespeariani, che non si può certo considerare una semplice riduzione per lo schermo. Con la stessa libertà con cui Shakespeare maneggia le sue fonti, Orson Welles in Chimes at Midnight (1965) adatta, rimonta e contamina cinque opere shakespeariane (le due parti dell’Enrico IV, Riccardo II, Enrico V e Le allegre comari di Windsor), integrate da passi estrapolati da Holinshed, per creare una narrazione e una raffinatissima forma fi lmica incentrata sulla figura di Falstaff, di cui il regista assume corpo e sguardo, celebrando il personaggio con un lungo addio che è racconto del tradimento di un’amicizia e lamento per la morte di una metaforica “Merrie England”. PAOLO DILONARDO 1809
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THE HISTORY OF HENRY IV THE PERSONS OF THE PLAY KING HENRY IV PRINCE HARRY, Prince of Wales, familiarly known as Hal Lord JOHN OF LANCASTER Earl of WESTMORLAND Sir Walter BLUNT Earl of WORCESTER Percy, Earl of NORTHUMBERLAND, his brother Henry Percy, known as HOTSPUR, Northumberland’s son Kate, LADY PERCY, Hotspur’s wife Lord Edmund MORTIMER, called Earl of March, Lady Percy’s brother LADY MORTIMER, his wife ˆ Owain GLYNDWR, Lady Mortimer’s father Earl of DOUGLAS Sir Richard VERNON Scrope, ARCHBISHOP of York SIR MICHAEL, a member of the Archbishop’s household
}
}
King Henry’s sons
SIR JOHN Oldcastle Edward (Ned) POINS RUSSELL HARVEY Mistress Quickly, HOSTESS of a tavern in Eastcheap FRANCIS, a drawer VINTNER
}
associates of Prince Harry
GADSHILL CARRIERS CHAMBERLAIN OSTLER
rebels against King Henry
TRAVELLERS SHERIFF MESSENGERS SERVANT Lords, soldiers
SIGLE Q1: il primo in-quarto (1598) Q2: il secondo in-quarto (1598). Q3- Q7: le cinque edizioni successive, ciascuna derivata dalla precedente. F: l’in-folio (1623). I testi-guida di questa edizione sono Q1, che ci è giunto monco e da cui si ricava la porzione di testo che va da I, 3, 199 a II, 3, 19, e Q2, che deriva da Q1 e fornisce il testo più autorevole per il resto del dramma. Il principale testo di confronto è F che non è mera ristampa di Q6 e presenta, particolarmente in I, 2 e I, 3, alcune varianti che vengono accolte perché verosimilmente derivanti dalla consultazione di un manoscritto autorevole. Segnaliamo in nota soprattutto le varianti con significati alternativi e le didascalie modificate in questa edizione. La grafia del Quarto e del Folio non viene modernizzata tranne nei casi della f (s) (es, fwaggering per
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LA STORIA DI ENRICO IV PERSONAGGI RE ENRICO IV PRINCIPE HARRY, Principe di Galles, chiamato familiarmente Hal Lord JOHN DI LANCASTER Conte di WESTMORLAND Sir Walter BLUNT Conte di WORCESTER Percy, Conte di NORTHUMBERLAND, suo fratello Henry Percy, noto come HOTSPUR, figlio di Northumberland Kate, LADY PERCY, moglie di Hotspur Lord Edmund MORTIMER, chiamato conte di March, fratello di Lady Percy LADY MORTIMER, sua moglie ˆ OWAIN GLYNDWR, padre di lady Mortimer Conte di DOUGLAS Sir Richard VERNON Scrope, ARCIVESCOVO di York SIR MICHAEL, membro della casata dell’arcivescovo
}
}
Figli di re Enrico
SIR JOHN Oldcastle Edward (Ned) POINS RUSSELL HARVEY Madama Quickly, OSTESSA di una taverna a Eastcheap FRANCIS, un mescitore OSTE
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compagni del principe Harry
GADSHILL VETTURALI CAMERIERE STALLIERE
ribelli contro re Enrico
VIAGGIATORI SCERIFFO MESSAGGERI SERVO Lord, soldati
swaggering) e degli scambi fra u e v (es. aduenture per adventure). L’edizione curata da Anna Pruitt per il New Oxford Shakespeare (2017) discute e precisa la storia delle numerose edizioni del testo e, misurandosi ancora una volta con la questione del cambiamento dei nomi di alcuni personaggi, e in particolare sull’alternativa Oldcastle/Falstaff, propende per criteri editoriali che rendano giustizia alla stratificazione storica del testo shakespeariano. THE HYSTORIE OF HENRY THE FOURTH: così in Q1 (titolo corrente); in Q2 l’intestazione resta la stessa, ma il titolo è THE / HISTORY OF / Henrie the Fourth; with the battell at Shrewsburie, betweene the King and Lord / Henry Percy, surnamed Henrie Hotspur of / the North. With the humorous conceits of Sir / John Falstalffe; in F The First Part of Henry the Fourth, / with the Life and Death of HENRY / Surnamed HOT-SPURRE (intestazione); The First Part of King Henry the Fourth (titolo corrente e indice).
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 1
1.1
Enter King Henry, Lord John of Lancaster, and the Earl of Westmorland, with other [lords]
KING HENRY
So shaken as we are, so wan with care, Find we a time for frighted peace to pant And breathe short-winded accents of new broils To be commenced in strands afar remote. No more the thirsty entrance of this soil Shall daub her lips with her own children’s blood. No more shall trenching war channel her fields, Nor bruise her flow’rets with the armèd hoofs Of hostile paces. Those opposèd eyes, Which, like the meteors of a troubled heaven, All of one nature, of one substance bred, Did lately meet in the intestine shock And furious close of civil butchery, Shall now in mutual well-beseeming ranks March all one way, and be no more opposed Against acquaintance, kindred, and allies. The edge of war, like an ill-sheathèd knife, No more shall cut his master. Therefore, friends, As far as to the sepulchre of Christ — Whose soldier now, under whose blessèd cross We are impressèd and engaged to fight — Forthwith a power of English shall we levy, Whose arms were moulded in their mothers’ womb To chase these pagans in those holy fields Over whose acres walked those blessèd feet Which fourteen hundred years ago were nailed, For our advantage, on the bitter cross. But this our purpose now is twelve month old, And bootless ’tis to tell you we will go. Therefor we meet not now. Then let me hear Of you, my gentle cousin Westmorland, What yesternight our Council did decree In forwarding this dear expedience.
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 1
I, 1
Entrano re Enrico, lord John di Lancaster e il conte di Westmorland, con altri [lord]1
RE ENRICO2
Scossi come siamo e pallidi d’affanno, troviamo il tempo per far sì che la pace impaurita e ansante torni a parlare con trafelati accenti di nuovi conflitti da intraprendere su lidi assai remoti. Non più la bocca riarsa della nostra terra si lorderà le labbra del sangue dei suoi stessi figli. Non più una guerra lacerante fenderà i suoi campi e schiaccerà i suoi teneri fiori sotto l’incedere ostile degli zoccoli ferrati. Quegli sguardi avversi che, simili a meteore in un cielo sconvolto, ma generati da una stessa natura e sostanza, si sono di recente fronteggiati nell’urto intestino e nel furioso corpo a corpo di una carneficina civile, marceranno adesso in schiere compatte e ben disposte verso una direzione sola, e non si opporranno più a parenti, amici, e alleati. Non più la lama della guerra, come un coltello mal serrato, ferirà il suo padrone. Perciò, amici, per giungere fino al sepolcro di Cristo – sotto la cui croce benedetta ci siamo arruolati e impegnati a combattere – raduneremo al più presto un esercito di soldati inglesi, forti di braccia plasmate nel grembo materno per scacciare i pagani dalle sante terre percorse da quei piedi benedetti che mille e quattrocento anni orsono furono inchiodati all’amara croce per la nostra redenzione3. Ma questo nostro intento è vecchio di dodici mesi ed è ormai superfluo dirvi che partiremo. Non è per tale ragione che oggi siamo qui riuniti. Ditemi dunque, caro cugino Westmorland4, quali decisioni ha preso ieri notte il nostro consiglio per affrettare l’impellente spedizione che tanto ci sta a cuore.
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 1
WESTMORLAND
My liege, this haste was hot in question, And many limits of the charge set down But yesternight, when all athwart there came A post from Wales, loaden with heavy news, Whose worst was that the noble Mortimer, Leading the men of Herefordshire to fight Against the irregular and wild Glyndwr, ˆ 1 Was by the rude hands of that Welshman taken, A thousand of his people butcherèd, Upon whose dead corpse’ there was such misuse, Such beastly shameless transformation, By those Welshwomen done as may not be Without much shame retold or spoken of.
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KING HENRY
It seems then that the tidings of this broil Brake off our business for the Holy Land. WESTMORLAND
This matched with other did, my gracious lord, For more uneven and unwelcome news Came from the north, and thus it did import: On Holy-rood day the gallant Hotspur there — Young Harry Percy — and brave Archibald, That ever valiant and approvèd Scot, At Holmedon met, Where they did spend a sad and bloody hour, As by discharge of their artillery And shape of likelihood the news was told; For he that brought them in the very heat And pride of their contention did take horse, Uncertain of the issue any way.
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40. Glyndwr: ˆ così in questa edizione che utilizza la corretta forma gallese, al posto di quella anglicizzata (Glendower) presente in Q. 1816
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 1
WESTMORLAND
Mio sovrano, tale urgenza fu discussa con acceso fervore e le responsabilità dei comandi erano state in larga parte attribuite proprio la notte scorsa, quando, a portar scompiglio, è giunto dal Galles un messaggero carico di gravi notizie, e la peggiore è questa: il nobile Mortimer5, che conduceva gli uomini della contea di Hereford contro il forsennato e ribelle Glyndwr ˆ 6, è stato fatto prigioniero dalle mani brutali di quel gallese, mille dei suoi uomini sono stati massacrati e sui loro cadaveri le donne gallesi hanno compiuto un tale scempio, mutilazioni così bestiali e oscene che è impossibile parlarne o darne conto senza provare un’immensa vergogna. RE ENRICO
La notizia di tale scontro ha dunque posto un freno, a quanto pare, alla nostra impresa in Terrasanta. WESTMORLAND
Questa notizia, accompagnata da un’altra, mio grazioso signore, poiché anche dal nord è giunta una notizia allarmante e sgradita: nel giorno della santa Croce7 il prode Hotspur – il giovane Harry Percy8 – e il coraggioso Archibald9, quell’intrepido scozzese di così acclamato valore, si sono scontrati a Holmedon, dove hanno vissuto un’ora ben triste e sanguinosa a giudicare dal fuoco delle loro artiglierie e da ogni altra apparenza, poiché il cavaliere che ci ha recato la notizia partì mentre la contesa era ancora in corso, incerto sul suo esito.
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 1
KING HENRY
Here is a dear, a true industrious friend, Sir Walter Blunt, new lighted from his horse, Stained with the variation of each soil 2 Betwixt that Holmedon and this seat of ours; And he hath brought us smooth and welcome news. The Earl of Douglas is discomfited. Ten thousand bold Scots, two-and-twenty knights, Balked in their own blood did Sir Walter see On Holmedon’s plains. Of prisoners Hotspur took Mordake the Earl of Fife and eldest son To beaten Douglas, and the Earl of Athol, Of Moray, Angus, and Menteith; And is not this an honourable spoil, A gallant prize? Ha, cousin, is it not? 3
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WESTMORLAND
In faith, it is a conquest for a prince to boast of. KING HENRY
Yea, there thou mak’st me sad, and mak’st me sin In envy that my lord Northumberland Should be the father to so blest a son — A son who is the theme of honour’s tongue, Amongst a grove the very straightest plant, Who is sweet Fortune’s minion and her pride — Whilst I by looking on the praise of him See riot and dishonour stain the brow Of my young Harry. O, that it could be proved That some night-tripping fairy had exchanged In cradle clothes our children where they lay, And called mine Percy, his Plantagenet! Then would I have his Harry, and he mine. But let him from my thoughts. What think you, coz, Of this young Percy’s pride? The prisoners
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64. Staind: così in Q2; in F Strain’d = “affaticato”. 75-6. Not? / WESTMERLAND In faith it is a: emend. Pope; in QF not? In faith it is / Westmerland. A. 1818
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19/10/2017 18:27:01
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 1
RE ENRICO
C’è qui, tuttavia, un caro amico, il fedele e sollecito sir Walter Blunt10, appena smontato di sella e ancora inzaccherato dal fango delle disparate terre che separano Holmedon dalla nostra corte, ed egli ci porta notizie rassicuranti e gradite. Il conte di Douglas è sconfitto. Sir Walter ha visto diecimila baldi scozzesi e ventidue cavalieri accatastati nel loro stesso sangue sulla piana di Holmedon. Hotspur ha fatto prigionieri, tra gli altri, Mordake, conte di Fife11 e primogenito del soggiogato Douglas, e i conti di Athol, di Moray, di Angus e di Menteith12. Non vi pare un ragguardevole bottino? Un’eccellente preda? Che ne dite, cugino? WESTMORLAND
In fede mia, è una conquista di cui anche un principe potrebbe menar vanto. RE ENRICO
È vero, ma le vostre parole mi rattristano e mi inducono a peccare d’invidia al pensiero che il signore di Northumberland13 sia il padre di un figlio a tal punto baciato dalla sorte – un figlio che è il prescelto dalla lingua dell’onore, l’albero più svettante di tutto il bosco, il favorito e l’orgoglio della dolce Fortuna – mentre io, ogni volta che guardo alle sue credenziali, vedo la dissolutezza e il disonore macchiare la fronte del mio giovane Harry14. Oh, se fosse possibile dimostrare che una fata, vagando nella notte, scambiò i nostri figli mentre giacevano in fasce nella culla15, chiamando Percy il mio, e Platageneto16 il suo! Allora io avrei il suo Harry, e lui il mio. Ma mio figlio è meglio levarselo di mente. Che pensate, cugino, della protervia del giovane Percy? Egli tiene per sé i prigionieri
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 2
Which he in this adventure hath surprised To his own use he keeps, and sends me word I shall have none but Mordake Earl of Fife. WESTMORLAND
This is his uncle’s teaching. This is Worcester, Malevolent to you in all aspects, Which makes him prune himself, and bristle up The crest of youth against your dignity.
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KING HENRY
But I have sent for him to answer this; And for this cause awhile we must neglect Our holy purpose to Jerusalem. Cousin, on Wednesday next our Council we Will hold at Windsor. So inform the lords. But come yourself with speed to us again, For more is to be said and to be done Than out of anger can be utterèd. WESTMORLAND I will, my liege.
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Exeunt [King Henry, Lancaster, and other lords at one door; Westmorland at another door] 1.2
Enter Harry Prince of Wales and Sir John Oldcastle4
SIR JOHN Now, Hal, what time of day is it, lad? PRINCE HARRY Thou art so fat-witted with drinking of old
sack, and unbuttoning thee after supper, and sleeping upon benches after noon, that thou hast forgotten to demand that truly which thou wouldst truly know. What a devil hast thou to do with the time of the day? Unless hours were cups of sack, and minutes capons, and clocks the tongues of bawds, and dials the signs of leaping-houses, and the blessed sun himself a fair 0.1. And Sir Iohn Olde-castle: così in questa edizione (emend. Taylor); in Q and Sir Iohn Falstaffe; in F Sir Iohn Falstaffe and Pointz. Per la questione Oldcastle / Falstaff si rimanda all’Introduzione. 1820
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 2
catturati in questa ardita impresa, e manda a dire che a me spetterà soltanto Mordake, il conte di Fife17. WESTMORLAND
È suo zio che lo ammaestra, è Worcester18, a voi avverso sotto ogni aspetto19, che lo spinge a lisciarsi le penne e ad alzare la cresta della giovinezza contro la dignità vostra. RE ENRICO
Ma io l’ho convocato proprio perché risponda di ciò e per tale motivo dobbiamo, per il momento, rinunciare al santo proposito di recarci a Gerusalemme. Cugino, mercoledì prossimo terremo a Windsor il nostro consiglio, informatene i pari del regno. Ma ritornate al più presto da noi, perché ci sarà da dire e da fare molto più di quanto possa ora dettarci la nostra collera. WESTMORLAND
Sarà fatto, mio sovrano. Escono [re Enrico, Lancaster, e gli altri lord da una porta; Westmorland dall’altra] I, 2
Entrano Harry, principe di Galles, e sir John Oldcastle20
SIR JOHN
Dimmi, Hal, che ora abbiamo fatto, ragazzo mio? PRINCIPE HARRY
A furia di bere vino vecchio di Spagna 21, di sbracarti dopo pranzo e di passare il pomeriggio a dormire su una panca, ti sei talmente pappato il cervello che hai dimenticato come chiedere davvero ciò che davvero vuoi sapere. Che diavolo c’entri tu con l’ora del giorno? A meno che le ore non siano coppe di vino, i minuti capponi, gli orologi lingue di ruffiani, i quadranti insegne di bordelli, e il sacro sole in persona una bella e focosa sgualdrinella vestita di taffetà rosso fiamma 22, non vedo perché mai tu debba sprecarti a domandarmi l’ora. SIR JOHN
Adesso l’hai detta giusta, Hal, perché noi tagliaborse ci affidiamo alla luna e alle sette stelle, e non a “Febo, il bel cavaliere errante”23. E ti prego, mio dolce birbante, quando sarai re, che Dio salvi la 1821
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 2
hot wench in flame-coloured taffeta, I see no reason why thou shouldst be so superfluous to demand the time of the day. SIR JOHN Indeed you come near me now, Hal, for we that take purses go by the moon and the seven stars, and not ‘By Phoebus, he, that wand’ring knight so fair’. And I prithee, sweet wag, when thou art a king, as God save thy grace — ‘majesty’ I should say, for grace thou wilt have none — PRINCE HARRY What, none? SIR JOHN No, by my troth, not so much as will serve to5 be prologue to an egg and butter. PRINCE HARRY Well, how then? Come, roundly, roundly. SIR JOHN Marry then, sweet wag, when thou art king let not us that are squires of the night’s body be called thieves of the day’s beauty. Let us be ‘Diana’s foresters’, ‘gentlemen of the shade’, ‘minions of the moon’, and let men say we be men of good government, being governed, as the sea is, by our noble and chaste mistress the moon, under whose countenance we steal. PRINCE HARRY Thou sayst well, and it holds well too, for the fortune of us that are the moon’s men doth ebb and flow like the sea, being governed as the sea is by the moon. As for proof now: a purse of gold most resolutely snatched on Monday night, and most dissolutely spent on Tuesday morning; got with swearing ‘lay by!’, and spent with crying ‘bring in!’; now in as low an ebb as the foot of the ladder, and by and by in as high a flow as the ridge of the gallows. SIR JOHN By the Lord, thou sayst true, lad; and is not my6 Hostess of the tavern a most sweet wench?
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20. By my troth: così in Q2; manca in F, che omette le imprecazioni. 39. By the Lord thou: così in Q2; Thou in F che elimina o attutisce le espressioni blasfeme e le bestemmie, proibite dallo Statuto del 1606. Lo stesso accade alle righe 63, 73, 82, 95, 100, 144, 150. 1822
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 2
tua grazia – la tua maestà dovrei dire, giacché tu di grazia 24 non ne avrai nessuna… PRINCIPE HARRY
Come nessuna? SIR JOHN
No, parola mia d’onore, nemmeno quel tanto che si invoca per far da prologo a un uovo al burro. PRINCIPE HARRY
L’hai presa larga, vieni al sodo25. SIR JOHN
Vergine santa, bricconcello, quando sarai re non permettere che i cavalieri serventi della notte, quali noi siamo, vengano chiamati ladri delle bellezze del giorno. Che ci chiamino, piuttosto, ‘i guardiacaccia di Diana’26, ‘i signori dell’ombra’, ‘i favoriti della luna’ e di noi si dica che siamo uomini di buon governo27 poiché, come il mare, siamo governati dalla luna, la nostra nobile e casta patrona, sotto la cui protezione noi rubiamo. PRINCIPE HARRY
Dici bene, e il paragone è indovinato, la fortuna di noi uomini della luna, infatti, fluisce e rifluisce come il mare, poiché, come il mare, è regolata dalla luna. Ne vuoi la prova: una borsa d’oro risolutamente arraffata il lunedì sera e dissolutamente scialacquata il martedì mattina; presa gridando “mani in alto!” e spesa urlando “oste, da bere!”; ora in marea bassa come ai piedi del patibolo e un attimo dopo in marea alta come in cima alla forca. SIR JOHN
Per Dio, dici il vero, ragazzo; ma dimmi, l’ostessa della taverna non è forse uno squisito bocconcino?28
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 2
PRINCE HARRY As the honey of Hybla, my old lad of the7
castle; and is not a buff jerkin a most sweet robe of durance? SIR JOHN How now, how now, mad wag? What, in thy quips and thy quiddities? What a plague have I to do with a buff jerkin? PRINCE HARRY Why, what a pox have I to do with my Hostess of the tavern? SIR JOHN Well, thou hast called her to a reckoning many a time and oft. PRINCE HARRY Did I ever call for thee to pay thy part? SIR JOHN No, I’ll give thee thy due, thou hast paid all there. PRINCE HARRY Yea, and elsewhere so far as my coin would stretch; and where it would not, I have used my credit. SIR JOHN Yea, and so used it that were it not here apparent8 that thou art heir apparent — but I prithee, sweet wag, shall there be gallows standing in England when thou art king, and resolution thus fubbed as it is with the rusty curb of old father Antic the law? Do not thou when thou art king hang a thief. PRINCE HARRY No, thou shalt. SIR JOHN Shall I? O, rare! By the Lord, I’ll be a brave judge! PRINCE HARRY Thou judgest false already. I mean thou shalt have the hanging of the thieves, and so become a rare hangman. SIR JOHN Well, Hal, well; and in some sort it jumps with my humour as well as waiting in the court, I can tell you.
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41. As the hony of Hibla, così in Q2; as is the hony in F. 56. It not, così in Q2; it in F. 1824
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 2
PRINCIPE HARRY
Come il miele di Ibla, mio vecchio puttaniere29; e una giubba di cuoio non è la squisita veste di chi annuncia duratura prigionia?30 SIR JOHN
Ma che dici, che dici, mattacchione? Che significano questi sofismi, questi giochi di parole? Che diamine c’entro io con una giubba di cuoio? PRINCIPE HARRY
E che diavolo c’entro io, allora, con l’ostessa della taverna? SIR JOHN
Be’, spesso e volentieri le hai dato quanto le spettava31. PRINCIPE HARRY
E ti ho mai chiesto di pagare la tua parte? SIR JOHN
No, devo dartene atto, lì hai sempre pagato tu. PRINCIPE HARRY
Lì e altrove, fin dove arrivava il mio conio32 e quando non ci arrivava mi sono servito del mio credito. SIR JOHN
Sì, e l’hai usato tanto che, se a legittimarti non ci fosse stato il titolo di erede33 legittimo – ma dimmi, di grazia, dolce briccone, ci saranno ancora forche in Inghilterra quando sarai re? E il coraggio continuerà a essere abbindolato, come lo è adesso, dal morso rugginoso di quella vecchia buffona che è la legge?34 No, quando sarai re, ti prego, non impiccare un solo ladro. PRINCIPE HARRY
Io no, sarai tu a farlo. SIR JOHN
Io? Oh, che bellezza! Quant’ è vero Iddio, sarò uno splendido giudice! PRINCIPE HARRY
E già giudichi male. Intendevo dire che a te toccherà l’impiccagione dei ladri, perciò il tuo splendore sarà quello del capestro. SIR JOHN
Bene, Hal, bene; e in un certo senso ciò si addice al mio temperamento quanto il servire a corte, te lo garantisco.
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19/10/2017 18:27:02
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 2
PRINCE HARRY For obtaining of suits? SIR JOHN Yea, for obtaining of suits, whereof the hangman
hath no lean wardrobe. ’Sblood, I am as melancholy as a gib cat, or a lugged bear. PRINCE HARRY Or an old lion, or a lover’s lute. SIR JOHN Yea, or the drone of a Lincolnshire bagpipe. PRINCE HARRY What sayst thou to a hare, or the melancholy of Moor-ditch? SIR JOHN Thou hast the most unsavoury similes, and art9 indeed the most comparative, rascalliest sweet young Prince. But Hal, I prithee trouble me no more with vanity. I would to God thou and I knew where a commodity of good names were to be bought. An old lord of the Council rated me the other day in the street about you, sir, but I marked him not; and yet he talked very wisely, but I regarded him not; and yet he talked wisely, and in the street too. PRINCE HARRY Thou didst well, for wisdom cries out in10 the streets, and no man regards it. SIR JOHN O, thou hast damnable iteration, and art indeed able to corrupt a saint. Thou hast done much harm upon me, Hal, God forgive thee for it. Before I knew thee, Hal, I knew nothing; and now am I, if a man should speak truly, little better than one of the wicked. I must give over this life, and I will give it over. By the Lord, an I do not, I am a villain. I’ll be damned for never a king’s son in Christendom. PRINCE HARRY Where shall we take a purse tomorrow, Jack?
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79. Similes: così in Q6; in Q2, F smiles = “sorrisi”. 88-9. Wisedome … and, così in Q2; omesso da F. 1826
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 2
PRINCIPE HARRY
Per i panni35 che ricoprirai? SIR JOHN
Sì, per i panni, e poi il guardaroba del boia non è certo miserevole. Sangue di Dio, mi sento malinconico come un gatto castrato o un orso alla catena36. PRINCIPE HARRY
O un vecchio leone, o il liuto di un innamorato. SIR JOHN
Sì, o come il lamento di una cornamusa della contea di Lincoln. PRINCIPE HARRY
Che ne diresti se ti paragonassi invece a una lepre, o alla malinconica cloaca di Moorfields?37 SIR JOHN
Le tue similitudini sono le più stomachevoli e tu sei davvero il dolce principino più paragonante e canagliesco che ci sia. Ma, Hal, ti prego, non infastidirmi più con i tuoi discorsi sulla vanità del mondo. Volesse Iddio che sapessimo, io e te, dove far provvista di buona reputazione. L’altro giorno per strada un vecchio lord del Consiglio mi ha fatto un discorsetto su di te, signorino, ma io non gli ho prestato ascolto; eppure parlava molto saggiamente, ma io non gli ho badato, eppure parlava davvero saggiamente38, e oltre tutto per strada. PRINCIPE HARRY
Hai fatto bene, perché la saggezza grida per strada, e nessuno ci bada39. SIR JOHN
Oh, tu e le tue citazioni che portano dritto all’inferno, saresti veramente capace di corrompere un sant’uomo40. Mi hai fatto un gran torto, Hal, che Dio ti perdoni. Prima di conoscerti, Hal, non conoscevo il male, e adesso, a essere sincero, sono poco meglio di un qualunque miscredente. Devo cambiare vita, e sono deciso a farlo. Perdio, se non lo faccio, sono un mascalzone. In tutta la cristianità non c’è figlio di re che potrà farmi dannare l’anima. PRINCIPE HARRY
Dove andremo a ladroneggiare domani, Jack?
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19/10/2017 18:27:02
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 2
SIR JOHN Zounds, where thou wilt, lad! I’ll make one; an
I do not, call me villain and baffle me.
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PRINCE HARRY I see a good amendment of life in thee,
from praying to purse-taking. SIR JOHN Why, Hal, ’tis my vocation, Hal. ’Tis no sin for
a man to labour in his vocation.
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Enter Poins Poins! Now shall we know if Gadshill have set a match.11 O, if men were to be saved by merit, what hole in hell were hot enough for him? This is the most omnipotent villain that ever cried ‘Stand!’ to a true man. PRINCE HARRY Good morrow, Ned. POINS Good morrow, sweet Hal. (To Sir John) What says Monsieur Remorse? What says Sir John, sack-and-sugar12 Jack? How agrees the devil and thee about thy soul, that thou soldest him on Good Friday last, for a cup of Madeira and a cold capon’s leg? PRINCE HARRY Sir John stands to his word, the devil shall have his bargain, for he was never yet a breaker of proverbs: he will give the devil his due. POINS (to Sir John) Then art thou damned for keeping thy word with the devil. PRINCE HARRY Else he had been damned for cozening the devil. POINS But my lads, my lads, tomorrow morning by four o’clock early, at Gads Hill, there are pilgrims going to Canterbury with rich offerings, and traders riding to London with fat purses. I have visors for you all; you
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106. Match: così in Q2; in F Watch. 112-13. Iohn, Sack and Sugar Iacke?: così in questa edizione; in Q2 Iohn Sacke, and Sugar Iacke?; in Q6 Iohn Sacke and Sugar, Iacke?; in F Iohn Sacke and Sugar: Iacke?. La maggior parte delle edizioni segue l’emend. di Rowe (Iohn Sack-and-Sugar? Iacke!), la variante qui adottata tiene conto di un altro significato di jack, che può anche indicare un “recipiente”. 1828
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19/10/2017 18:27:02
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 2
SIR JOHN
Per le piaghe di Cristo, dove vuoi tu, ragazzaccio! Io ci sto, e se mai dovessi tirarmi indietro potrai svillaneggiarmi e coprirmi di disonore41. PRINCIPE HARRY
Vedo che il ravvedimento procede a meraviglia: dalla ramanzina alla rapina. SIR JOHN
Be’, è la mia vocazione, Hal. Non commette peccato chi segue la propria vocazione42. Entra Poins. Poins! Ora sapremo se Gadshill43 ha preparato un assalto. Oh, se la salvezza degli uomini dipendesse dai loro meriti44, quale fossa dell’inferno sarebbe abbastanza rovente per lui? È il più impareggiabile mascalzone che abbia mai gridato “Alto là” a un onest’uomo. PRINCIPE HARRY
Buongiorno, Ned. POINS
Buongiorno, dolce Hal. (A sir John) Che dice monsieur Rimorso? Che dice sir John, che dice Jack vin di Spagna zuccherato? Come vi siete accordati tu e il diavolo a proposito dell’anima che gli hai venduto lo scorso venerdì santo in cambio di un bicchiere di madera e di una coscia di cappone freddo? PRINCIPE HARRY
Sir John è uomo di parola, rispetterà il patto con il diavolo e, poiché finora non ha mai smentito un proverbio, darà al diavolo quel che è del diavolo45. POINS (a sir John) E così sarai dannato perché sei stato di parola con il diavolo. PRINCIPE HARRY
Altrimenti lo sarebbe stato per averlo gabbato. POINS
Ma ragazzi miei, ragazzi miei, a Gads Hill46 domattina alle quattro ci saranno pellegrini diretti a Canterbury con ricche offerte e mercanti che viaggiano alla volta di Londra con borse belle gonfie. Mi sono procurato le maschere anche per voi; i cavalli ce li avete. Sta1829
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 2
have horses for yourselves. Gadshill lies tonight in Rochester. I have bespoke supper tomorrow night in13 Eastcheap. We may do it as secure as sleep. If you will go, I will stuff your purses full of crowns; if you will not, tarry at home and be hanged. SIR JOHN Hear ye, Edward, if I tarry at home and go not, I’ll hang you for going. POINS You will, chops? SIR JOHN Hal, wilt thou make one? PRINCE HARRY Who, I rob? I a thief? Not I, by my faith.14 SIR JOHN There’s neither honesty, manhood, nor good fellowship in thee, nor thou camest not of the blood royal, if thou darest not stand for ten shillings. PRINCE HARRY Well then, once in my days I’ll be a madcap. SIR JOHN Why, that’s well said. PRINCE HARRY Well, come what will, I’ll tarry at home. SIR JOHN By the Lord, I’ll be a traitor then, when thou art king. PRINCE HARRY I care not. POINS Sir John, I prithee leave the Prince and me alone. I will lay him down such reasons for this adventure that he shall go. SIR JOHN Well, God give thee the spirit of persuasion and him the ears of profiting, that what thou speakest may move and what he hears may be believed, that the true prince may, for recreation’ sake, prove a false thief; for the poor abuses of the time want countenance. Farewell. You shall find me in Eastcheap.
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128. Night: così in Q; manca in F. 136. By my faith: così in Q2; omesso da F. 1830
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 2
notte Gadshill dorme a Rochester. Per domani sera ho ordinato la cena a Eastcheap47. Si può fare a occhi chiusi. Se verrete, vi riempirò la borsa di corone. Altrimenti, restate pure a casa e impiccatevi. SIR JOHN
Stammi a sentire, Edward, se non vengo e me ne resto a casa, farò impiccare te che ci sei andato. POINS
Davvero, gonfione?48 SIR JOHN
Hal, sarai della partita? PRINCIPE HARRY
Chi, io a rubare? Io un ladro? No, in fede mia. SIR JOHN
Non c’è in te un briciolo d’onore, di coraggio o di spirito di corpo, e certo non discendi da sangue reale, se non hai l’ardire di appostarti per rubare una corona49. PRINCIPE HARRY
Bene, allora, per una volta nella vita, farò una follia. SIR JOHN
Ma sì, ben detto! PRINCIPE HARRY
Ebbene, accada quel che accada, me ne resterò a casa. SIR JOHN
Perdio, e allora io ti tradirò, quando diventerai re. PRINCIPE HARRY
E sai che me ne importa. POINS
Sir John, ve ne prego, lasciatemi solo con il principe. Addurrò argomenti tali a favore di questa avventura che egli verrà con noi. SIR JOHN
Bene, che Dio conceda a te spirito di persuasione e a lui orecchie per trarne profitto, che quanto tu gli dirai possa guidarlo e quanto lui udrà possa essere creduto, e che il vero principe si dimostri, per amor di svago, un falso ladro; di questi tempi, infatti, le nostre povere malefatte necessitano di protezione. Vi saluto. Mi troverete a Eastcheap.
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 2
PRINCE HARRY Farewell, the latter spring; farewell, All-
hallown summer.
Exit Sir John
POINS Now, my good sweet honey lord, ride with us
tomorrow. I have a jest to execute that I cannot manage alone. Oldcastle, Harvey, Russell, and Gadshill shall rob those men that we have already waylaid — yourself and I will not be there — and when they have the booty, if you and I do not rob them, cut this head off from my shoulders. 164 PRINCE HARRY But how shall we part with them in setting15 forth? POINS Why, we will set forth before or after them and appoint them a place of meeting, wherein it is at our pleasure to fail. And then will they adventure upon the exploit themselves, which they shall have no sooner achieved but we’ll set upon them. 171 PRINCE HARRY Ay, but ’tis like that they will know us by 16 our horses, by our habits, and by every other appointment, to be ourselves. POINS Tut, our horses they shall not see — I’ll tie them in the wood; our visors we will change after we leave them; and, sirrah, I have cases of buckram for the nonce, to immask our noted outward garments. 178 PRINCE HARRY But I doubt they will be too hard for us.17 POINS Well, for two of them, I know them to be as true-bred cowards as ever turned back; and for the third, if he fight longer than he sees reason, I’ll forswear arms. The virtue of this jest will be the incomprehensible lies that this same fat rogue will tell us when we meet at supper: how thirty at least he fought with, what
165. But how: così in F; in Q How. La variante accolta da F, come nei due casi successivi, è interpretabile come una correzione derivante dalla consultazione di un manoscritto autorevole. 172. I: così in F; in Q, Yea. 179. But: così in F; in Q, Yea, but. 1832
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 2
PRINCIPE HARRY
Addio, attempata primavera; addio, estate novembrina. Esce sir John POINS
Ebbene, mio buon signore dolce come il miele, venite con noi domani. Voglio mettere in atto una burla e da solo non potrei farcela. Oldcastle, Harvey, Russel e Gadshill deruberanno gli uomini cui abbiamo deciso di tendere un agguato – voi e io non ci saremo –, ma quando si saranno impossessati del bottino, se non saremo noi due a derubare loro, potrete tagliarmi la testa dal collo. PRINCIPE HARRY
Ma come faremo a separarci da loro, una volta partiti? POINS
Be’, partiremo prima o dopo, e daremo loro appuntamento in un luogo in cui sarà nostra cura non farci trovare. A quel punto si lanceranno nell’impresa da soli e, non appena l’avranno compiuta, saremo noi ad assaltare loro. PRINCIPE HARRY
Sì, ma è probabile che ci riconoscano dai cavalli, dagli abiti, e dal resto dell’equipaggiamento. POINS
Macché, i cavalli non li vedranno – li legherò nella foresta; le maschere le cambieremo dopo esserci separati; e poi, signor mio, per l’occasione mi sono procurato delle casacche di tela grezza50 in modo da occultare i nostri abiti che loro ben conoscono. PRINCIPE HARRY
Sì, ma temo che ci daranno del fi lo da torcere. POINS
Ebbene, due di loro li conosco come i vigliacchi della più bell’acqua che mai abbiano voltato i tacchi; quanto al terzo, se lotterà più del ragionevole, sono pronto a deporre le armi. Il bello dello scherzo saranno le incontenibili bugie che quella panciuta canaglia ci racconterà quando ci ritroveremo a cena: il combattimento contro
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 2
wards, what blows, what extremities he endured; and in the reproof of this lives the jest. 18 PRINCE HARRY Well, I’ll go with thee. Provide us all things necessary, and meet me tomorrow night in Eastcheap; there I’ll sup. Farewell. POINS Farewell, my lord. Exit
187
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PRINCE HARRY
I know you all, and will a while uphold The unyoked humour of your idleness. Yet herein will I imitate the sun, Who doth permit the base contagious clouds To smother up his beauty from the world, That when he please again to be himself, Being wanted he may be more wondered at By breaking through the foul and ugly mists Of vapours that did seem to strangle him. If all the year were playing holidays, To sport would be as tedious as to work; But when they seldom come, they wished-for come, And nothing pleaseth but rare accidents. So when this loose behaviour I throw off And pay the debt I never promisèd, By how much better than my word I am, By so much shall I falsify men’s hopes; And like bright metal on a sullen ground, My reformation, glitt’ring o’er my fault, Shall show more goodly and attract more eyes Than that which hath no foil to set it off.19 I’ll so offend to make offence a skill, Redeeming time when men think least I will. Exit
195
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187. Lives: così in Q2; in Q3, F lyes, con significato analogo. 212. Foil: così in Q2; in Q5-6, F soile = “suolo”. 1834
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 2
almeno una trentina di uomini, le schivate, le stoccate, le sofferenze patite; e il piacere della burla starà nello sbugiardarlo. PRINCIPE HARRY
Bene, verrò con te. Procurati il necessario e aspettami domani sera a Eastcheap; cenerò lì. Addio. POINS
Addio, mio signore. Esce PRINCIPE HARRY
Vi conosco tutti, e intendo per qualche tempo assecondare la vostra sfrenata propensione all’infingardaggine. Ma lo farò imitando il sole51, che permette alle nubi spregevoli e contagiose di occultare al mondo la propria bellezza, in modo che quando gli sia gradito tornare a essere sé stesso, chi ne abbia sentito la mancanza possa ammirarlo ancora di più, mentre si apre un varco tra i fumi turpi e ripugnanti dei vapori che parevano strangolarlo. Se fosse festa tutto l’anno, lo svago sarebbe noioso quanto il lavoro, ma poiché giunge di rado, la festa è desiderata, e nulla è più gradito di un evento raro. Così, quando mi scrollerò di dosso la dissolutezza e pagherò un debito che non ho mai contratto, quanto più saprò valere di quel che conta oggi la mia parola, tanto più potrò smentire le aspettative della gente e, simile a un lucente metallo su un fondo scuro, il mio ravvedimento, brillando al di sopra delle colpe, apparirà più esemplare e attrarrà più sguardi di quello che non poggia su una lamina di metallo52 che gli dia risalto. Trasgredirò la legge sino a fare della trasgressione un’arte, e riscatterò il tempo perduto53 quando nessuno se lo aspetterà più dalla mia parte. Esce
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 3
1.3
Enter the King, the Earls of Northumberland and Worcester, Hotspur, Sir Walter Blunt, with other [lords]
KING HENRY (to Hotspur, Northumberland, and Worcester)
My blood hath been too cold and temperate, Unapt to stir at these indignities, And you have found me, for accordingly You tread upon my patience; but be sure I will from henceforth rather be myself, Mighty and to be feared, than my condition, Which hath been smooth as oil, soft as young down, And therefore lost that title of respect Which the proud soul ne’er pays but to the proud.
5
WORCESTER
Our house, my sovereign liege, little deserves The scourge of greatness to be used on it, And that same greatness too, which our own hands Have holp to make so portly. NORTHUMBERLAND (to the King) My lord —
10
KING HENRY
Worcester, get thee gone, for I do see Danger and disobedience in thine eye. O sir, your presence is too bold and peremptory, And majesty might never yet endure The moody frontier of a servant brow. You have good leave to leave us. When we need Your use and counsel we shall send for you.
15
20
Exit Worcester You were about to speak. Yea, my good lord. Those prisoners in your highness’ name demanded, Which Harry Percy here at Holmedon took, Were, as he says, not with such strength denied
NORTHUMBERLAND
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 3
I, 3
Entrano il re, i conti di Northumberland e di Worcester, Hotspur, sir Walter Blunt, insieme ad altri [lord]54
RE ENRICO (a Hotspur, Northumberland e Worcester)
Il mio sangue è stato finora troppo freddo, troppo temperato, poco incline a ribollire per questi affronti. E voi, accorgendovene, ne avete approfittato per abusare della mia pazienza, ma sappiate che d’ora in avanti tornerò a essere me stesso, temibile e possente, non più disposto ad assecondare un’indole che è stata liscia come l’olio, morbida come una piuma55, e perciò ha perso il diritto al rispetto che un animo fiero tributa solo a chi è altrettanto fiero. WORCESTER
La nostra casata, mio sovrano, non merita che su di essa si abbatta la frusta della grandezza, di quella grandezza che le nostre stesse mani hanno contribuito a rendere così imponente56. NORTHUMBERLAND (al re) Mio signore… RE ENRICO
Vattene57, Worcester, ché vedo minaccia e disobbedienza nei tuoi occhi. Il vostro contegno, signore, è troppo impudente e imperioso e la maestà non potrà mai tollerare che la fronte di un suddito le opponga il suo arcigno baluardo. Avete licenza di lasciarci. Se avremo bisogno dei servigi o dei consigli vostri, vi manderemo a chiamare. Esce Worcester Stavate per dire qualcosa. NORTHUMBERLAND
Sì, mio buon signore. Quei prigionieri richiesti a nome di vostra altezza, che il qui presente Harry Percy catturò a Holmedon, non furono, a quanto egli stesso dice, risolutamente negati, come è sta-
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 3
As was delivered to your majesty, 20 Who either through envy or misprision21 Was guilty of this fault, and not my son.22 HOTSPUR (to the King) My liege, I did deny no prisoners; But I remember, when the fight was done, When I was dry with rage and extreme toil, Breathless and faint, leaning upon my sword, Came there a certain lord, neat and trimly dressed, Fresh as a bridegroom, and his chin, new-reaped, Showed like a stubble-land at harvest-home. He was perfumèd like a milliner, And ’twixt his finger and his thumb he held A pouncet-box, which ever and anon He gave his nose and took’t away again — Who therewith angry, when it next came there Took it in snuff — and still he smiled and talked; And as the soldiers bore dead bodies by, He called them untaught knaves, unmannerly To bring a slovenly unhandsome corpse Betwixt the wind and his nobility. With many holiday and lady terms He questioned me; amongst the rest demanded My prisoners in your majesty’s behalf. I then, all smarting with my wounds being cold — To be so pestered with a popinjay! — Out of my grief and my impatience Answered neglectingly, I know not what — He should, or should not — for he made me mad23 To see him shine so brisk, and smell so sweet,
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25. Was: così in F; in Q2 is; in Q6 he. Le lezioni di F, in questo caso e nei quattro seguenti, derivano quasi certamente dalla consultazione di un manoscritto autorevole e riflettono un intervento dell’autore. 26. Who either through envie: così in F; in Q Either envie therefore = “o l’invidia perciò”. 27. Was: così in F; in Q is. 52. Or: così in F; or he, in Q. 1838
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 3
to riferito a vostra maestà. Responsabile di tale colpa fu l’invidia, oppure un malinteso, non certo mio figlio. HOTSPUR (al re) Mio sovrano, non ho negato alcun prigioniero; ricordo, però, che, al termine della battaglia, mentre, riarso dalla furia e dall’immane fatica, sfiatato ed esausto mi appoggiavo alla spada, giunse un certo signore, tutto azzimato e in ghingheri, fresco come uno sposino, con il mento appena rasato che pareva un campo di stoppie alla fine della mietitura. Era profumato come un merciaio, e tra l’indice e il pollice reggeva una scatoletta d’aromi che di tanto in tanto accostava al naso per poi allontanarla subito dopo, provocando in tal modo la rabbia del naso che, al nuovo avvicinarsi della scatoletta, la fiutava tutto fremente. Lui nel frattempo continuava a sorridere e a ciarlare, e quando passarono i soldati che trasportavano i corpi dei caduti, li trattò da zotici furfanti, tanto screanzati da mettere un vile e sconcio cadavere alla portata del naso di sua signoria. Con una sfilza di ricercate parole da damerino mi fece delle domande, chiedendomi, tra mille altre cose, i prigionieri a nome di vostra maestà. Io allora, tutto dolorante per le ferite ormai fredde e infastidito da un tale pappagallo, per il dolore e l’insofferenza gli risposi, distrattamente, non so più cosa – che li avrebbe avuti o non li avrebbe avuti –, giacché mi irritava vederlo così lustro, vivace e olezzante mentre,
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 3
And talk so like a waiting gentlewoman Of guns, and drums, and wounds, God save the mark! And telling me the sovereign’st thing on earth Was parmacity for an inward bruise, And that it was great pity, so it was, This villainous saltpetre should be digged Out of the bowels of the harmless earth, Which many a good tall fellow had destroyed So cowardly, and but for these vile guns He would himself have been a soldier. This bald unjointed chat of his, my lord, Made me to answer indirectly, as I said, 24 And I beseech you, let not his report Come current for an accusation Betwixt my love and your high majesty. BLUNT (to the King) The circumstance considered, good my lord, Whate’er Lord Harry Percy then had said To such a person, and in such a place, At such a time, with all the rest retold, May reasonably die, and never rise To do him wrong or any way impeach What then he said, so he unsay it now.
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KING HENRY
Why, yet he doth deny his prisoners, But with proviso and exception That we at our own charge shall ransom straight His brother-in-law the foolish Mortimer, Who, on my soul, hath wilfully betrayed The lives of those that he did lead to fight Against that great magician, damned Glyndwr ˆ — Whose daughter, as we hear, the Earl of March 25 Hath lately married. Shall our coffers, then, Be emptied to redeem a traitor home?
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65. Made me to answer: così in F; in Q I answered = “io risposi”. 83. The: così in Q3, F; in Q2 that. 1840
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 3
come una dama di compagnia, mi parlava di cannoni, tamburi e ferite – che Dio ci benedica – e poi mi diceva che per una contusione interna non c’è al mondo rimedio più efficace dello spermaceti58 e che era un gran peccato, davvero un gran peccato, che dalle viscere dell’innocua terra si estraesse quell’orribile salnitro59, che aveva distrutto così vilmente tanti possenti giovani, e che se non fosse stato per quegli ignobili cannoni, lui stesso si sarebbe fatto soldato. A quelle chiacchiere vuote e sconnesse, mio signore, risposi, come ho già detto, in modo evasivo e vi supplico di non permettere che il resoconto di quell’uomo sia preso per buono e diventi un’accusa capace di frapporsi tra la mia lealtà e la maestà vostra. BLUNT (al re) Considerate le circostanze, mio buon signore, qualunque cosa lord Harry Percy abbia detto a un simile individuo, in un luogo simile e in un simile frangente, insieme a tutto il resto che vi è stato riferito, può essere ragionevolmente sepolta nel dimenticatoio e mai più dissotterrata al fine di recargli danno o mettere in dubbio la lealtà delle sue parole, giacché adesso le smentisce. RE ENRICO
Eppure egli continua a negarmi i prigionieri, se non a patto e condizione che a nostre spese sia subito riscattato suo cognato, lo sciocco Mortimer, il quale, per l’anima mia, ha deliberatamente tradito le vite degli uomini che egli stesso conduceva in battaglia contro il grande mago, il dannato Glyndwr ˆ 60, la cui figlia, a quanto ci dicono, di recente è andata in sposa al conte di March. I nostri forzieri dovranno dunque vuotarsi per affrancare e ricondurre a casa un
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 3
Shall we buy treason, and indent with fears When they have lost and forfeited themselves? No, on the barren mountains let him starve; For I shall never hold that man my friend Whose tongue shall ask me for one penny cost To ransom home revolted Mortimer — HOTSPUR Revolted Mortimer? He never did fall off, my sovereign liege, But by the chance of war. To prove that true Needs no more but one tongue for all those wounds, Those mouthèd wounds, which valiantly he took When on the gentle Severn’s sedgy bank, In single opposition, hand to hand, He did confound the best part of an hour In changing hardiment with great Glyndwr. ˆ Three times they breathed, and three times did they drink, Upon agreement, of swift Severn’s flood, Who, then affrighted with their bloody looks, Ran fearfully among the trembling reeds, And hid his crisp head in the hollow bank, Bloodstainèd with these valiant combatants. Never did bare and rotten policy Colour her working with such deadly wounds, Nor never could the noble Mortimer Receive so many, and all willingly. Then let not him be slandered with revolt.
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KING HENRY
Thou dost belie him, Percy, thou dost belie him. He never did encounter with Glyndwr. ˆ I tell thee, He durst as well have met the devil alone As Owain Glyndwr ˆ for an enemy. Art thou not ashamed? But, sirrah, henceforth Let me not hear you speak of Mortimer. Send me your prisoners with the speediest means, Or you shall hear in such a kind from me As will displease you. — My lord Northumberland,
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 3
traditore? Dovremo comprare il tradimento e accordarci con dei vili che abbiamo ragione di temere e che, perdendo il proprio onore, si sono consegnati al nemico? No, che muoia di fame su quelle brulle montagne, perché mai sarà mio amico l’uomo la cui lingua mi chieda anche un solo centesimo per riscattare e ricondurre a casa il ribelle Mortimer – HOTSPUR
Mortimer ribelle? Egli non si piegò mai al nemico, mio sovrano, se non perché costretto dalle sorti della guerra. A provarne la verità basta una sola lingua, quella di tutte le ferite, le eloquenti61 ferite che coraggiosamente subì, quando sulla riva giuncosa del dolce Severn62, corpo a corpo, in singolar tenzone, trascorse quasi un’ora a scambiar colpi con il grande Glyndwr. ˆ Tre volte si fermarono a riprendere fiato, e tre volte bevettero, di comune accordo, l’acqua del rapido Severn che, atterrito dal loro sanguinoso aspetto, corse impaurito tra i giunchi tremanti per nascondere l’increspata chioma nel cavo della riva, macchiata dal sangue di quei valorosi combattenti. Mai uno spregevole e sleale stratagemma si colorò63 di ferite così mortali, e mai il nobile Mortimer ne ricevette così tante, e tutte di buon grado. Che non sia dunque calunniato con accuse di ribellione. RE ENRICO
Lo metti in un falsa luce, Percy, falsa. Non si è mai battuto con Glyndwr. ˆ Avrebbe preferito scontrarsi faccia a faccia con il diavolo, te lo assicuro, piuttosto che avere Owain Glyndwr ˆ per nemico. Non ti vergogni? Ma, giovanotto, che non t’intenda più, d’ora in avanti, parlare di Mortimer. Mandami al più presto i tuoi prigionieri, o riceverai da me notizie che ti saranno assai sgradite. –
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 3
We license your departure with your son. (To Hotspur) Send us your prisoners, or you’ll hear of it. Exeunt all but Hotspur and Northumberland HOTSPUR
An if the devil come and roar for them I will not send them. I will after straight And tell him so, for I will ease my heart, Although it be with hazard of my head.26
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NORTHUMBERLAND
What, drunk with choler? Stay and pause awhile. Enter the Earl of Worcester Here comes your uncle. Speak of Mortimer? Zounds, I will speak of him, and let my soul 27 Want mercy if I do not join with him. In his behalf I’ll empty all these veins,28 And shed my dear blood drop by drop in the dust, But I will lift the downfall Mortimer29 As high in the air as this unthankful King, As this ingrate and cankered Bolingbroke. NORTHUMBERLAND (to Worcester) Brother, the King hath made your nephew mad. HOTSPUR
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WORCESTER
Who struck this heat up after I was gone? HOTSPUR
He will forsooth have all my prisoners; And when I urged the ransom once again Of my wife’s brother, then his cheek looked pale, And on my face he turned an eye of death, Trembling even at the name of Mortimer.
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126. Although it be with: così in F; in Q Albeit I make a. 129. Zounds: così in Q; in F Yes, per eliminare la bestemmia. Un’espressione analoga è omessa alla riga 245. 131. In his behalf: così in F; in Q Yea, on his part. Anche in questo caso, come nel successivo, la lezione di F riflette un’annotazione d’autore. 133. Downfall: così in F; in Q down-trod. 1844
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 3
Lord Northumberland, vi concediamo licenza di partire insieme a vostro figlio. (A Hotspur) Mandaci i prigionieri, o te ne pentirai. Escono tutti eccetto Hotspur e Northumberland HOTSPUR
Venisse pure il diavolo a reclamarli ruggendo64, io non li manderò. Gli corro dietro per dirglielo subito, perché voglio alleggerirmi il cuore, fosse pure a costo di rimetterci la testa. NORTHUMBERLAND
Come, ebbro di collera? Fermati e aspetta un momento. Entra il conte di Worcester Ecco tuo zio. HOTSPUR
Parlare di Mortimer? Sangue di Dio, eccome se ne parlerò, e che la mia anima sia dannata se non prenderò le sue parti. Combattendo accanto a lui, mi prosciugherò le vene e goccia a goccia verserò il mio prezioso sangue nella polvere, sinché non solleverò il calpestato Mortimer sino all’altezza di questo re ingrato, di questo cancheroso e irriconoscente Bolingbroke65. NORTHUMBERLAND (a Worcester) Fratello, il re ha mandato vostro nipote su tutte le furie. WORCESTER
Chi ha attizzato questo fuoco dopo che sono andato via? HOTSPUR
Il re vuole tutti i miei prigionieri e quando ancora una volta ho sollecitato il riscatto del fratello di mia moglie, gli si sono sbiancate le guance e, tremando al solo udire il nome di Mortimer, mi ha squadrato in volto con occhi di morte.
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19/10/2017 18:27:03
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 3
WORCESTER
I cannot blame him: was not he proclaimed By Richard, that dead is, the next of blood? NORTHUMBERLAND
He was; I heard the proclamation. And then it was when the unhappy King, Whose wrongs in us God pardon, did set forth Upon his Irish expedition, From whence he, intercepted, did return To be deposed, and shortly murderèd.
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WORCESTER
And for whose death we in the world’s wide mouth Live scandalized and foully spoken of. HOTSPUR
But soft, I pray you; did King Richard then Proclaim my brother Edmund Mortimer Heir to the crown? NORTHUMBERLAND He did; myself did hear it.
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HOTSPUR
Nay, then I cannot blame his cousin King That wished him on the barren mountains starve. But shall it be that you that set the crown Upon the head of this forgetful man, And for his sake wear the detested blot Of murderous subornation, shall it be That you a world of curses undergo, Being the agents or base second means, The cords, the ladder, or the hangman, rather? O, pardon me that I descend so low To show the line and the predicament Wherein you range under this subtle King! Shall it for shame be spoken in these days, Or fill up chronicles in time to come, That men of your nobility and power Did gage them both in an unjust behalf, As both of you, God pardon it, have done:
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 3
WORCESTER
Non posso dargli torto: non fu proprio Mortimer che Riccardo, il defunto re, proclamò suo parente più prossimo? NORTHUMBERLAND
Sì, io stesso udii il proclama. Fu quando lo sventurato re, Dio ci perdoni i torti che abbiamo commesso contro di lui, partì per la spedizione in Irlanda, da cui fu costretto a ritornare per poi essere deposto e subito dopo assassinato. WORCESTER
E per quella morte la grande bocca del mondo ci disonora e ci infama. HOTSPUR
Ma aspettate, vi prego; dunque re Riccardo proclamò davvero mio cognato Edmund Mortimer erede al trono? NORTHUMBERLAND
Sì, l’ho udito io stesso. HOTSPUR
Ebbene, allora non posso dar torto a suo cugino il re che gli augura di morire di fame su quelle brulle montagne. Ma come è possibile che voi, che avete posto la corona sul capo di quest’uomo immemore e che, per amor suo, portate addosso l’odiosa macchia di istigatori di un assassinio, come è possibile che voi dobbiate incorrere nelle maledizioni del mondo intero che vi accusa d’essere stati suoi agenti e vili mandatari, se non addirittura di aver agito per lui da capestro, scala e boia? Oh, scusatemi se scendo così in basso per mostrarvi qual è il rango e la posizione che occupate sotto questo scaltro re. A vostro disdoro si dirà dunque ai giorni nostri, e lo si ripeterà sino a riempire le cronache dei tempi a venire, che uomini della vostra forza e nobiltà si sono impegnati entrambi in un’ingiusta causa, come avete fatto voi, Dio vi perdoni, abbatten-
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 3
To put down Richard, that sweet lovely rose, And plant this thorn, this canker, Bolingbroke? And shall it in more shame be further spoken That you are fooled, discarded, and shook off By him for whom these shames ye underwent? No; yet time serves wherein you may redeem Your banished honours, and restore yourselves Into the good thoughts of the world again, Revenge the jeering and disdained contempt Of this proud King, who studies day and night To answer all the debt he owes to you Even with the bloody payment of your deaths. Therefore, I say — WORCESTER Peace, cousin, say no more. And now I will unclasp a secret book, And to your quick-conceiving discontents I’ll read you matter deep and dangerous, As full of peril and adventurous spirit As to o’erwalk a current roaring loud On the unsteadfast footing of a spear.
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HOTSPUR
If he fall in, good night, or sink or swim. Send danger from the east unto the west, So honour cross it from the north to south; And let them grapple. O, the blood more stirs To rouse a lion than to start a hare! NORTHUMBERLAND (to Worcester) Imagination of some great exploit Drives him beyond the bounds of patience.
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[HOTSPUR]
By heaven, methinks it were an easy leap To pluck bright honour from the pale-faced moon, Or dive into the bottom of the deep, Where fathom-line could never touch the ground, And pluck up drownèd honour by the locks,
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 3
do Riccardo, quella dolce e bella rosa, per piantare questo rovo, questo fiore selvatico, Bolingbroke? E a vostro maggior disdoro si dirà, per giunta, che siete stati beffati, abbandonati, scacciati via da colui in nome del quale avete subito tali vergogne? No. C’è ancora tempo per richiamare dall’esilio il vostro onore, per reinsediarvi nella buona considerazione del mondo, e vendicarvi del disprezzo beffardo e sdegnoso di questo altero re che notte e giorno si ingegna per trovare il modo di estinguere il debito contratto verso di voi, ripagandovi col sanguinoso compenso della vostra morte. Perciò vi dico– WORCESTER
Basta, nipote, non dire altro. E io disserrerò un libro segreto e allo scontento che aguzza la tua mente leggerò cose profonde e perigliose, piene di rischi e di avventure quanto l’attraversare una corrente tumultuosa reggendosi in equilibrio su un’instabile lancia. HOTSPUR
E buonanotte a chi ci cade dentro, o nuota o annega! Spedite il pericolo da est a ovest66, a patto che il coraggio possa incrociarne il cammino da nord a sud, e lasciate che si azzuffino. Oh, il sangue ribolle di più a risvegliare un leone che a stanare una lepre. NORTHUMBERLAND (a Worcester) Al solo immaginare grandi imprese, lui si spinge oltre i limiti della sopportazione. HOTSPUR
In nome del cielo, mi pare che basterebbe un balzo da nulla per strappar via il fulgido onore dal volto pallido della luna o per tuffarsi negli abissi marini, là dove lo scandaglio non potrebbe mai toccare il fondo, e tirar su per i capelli l’onore affogato, in modo
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 3
So he that doth redeem her thence might wear, Without corrival, all her dignities. But out upon this half-faced fellowship! WORCESTER (to Northumberland) He apprehends a world of figures here, But not the form of what he should attend. (To Hotspur) Good cousin, give me audience for a while,30 And list to me.
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HOTSPUR
I cry you mercy. Those same noble Scots That are your prisoners — HOTSPUR I’ll keep them all. By God, he shall not have a Scot of them;31 No, if a scot would save his soul he shall not. I’ll keep them, by this hand. WORCESTER You start away, And lend no ear unto my purposes. Those prisoners you shall keep. HOTSPUR Nay, I will; that’s flat. He said he would not ransom Mortimer, Forbade my tongue to speak of Mortimer; But I will find him when he lies asleep, And in his ear I’ll hollo ‘Mortimer!’ Nay, I’ll have a starling shall be taught to speak Nothing but ‘Mortimer’, and give it him To keep his anger still in motion. WORCESTER Hear you, cousin, a word. WORCESTER
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HOTSPUR
All studies here I solemnly defy, Save how to gall and pinch this Bolingbroke. And that same sword-and-buckler Prince of Wales — 209-10. A while, And list to me: così in F; in Q a while. La lezione di F è interpretabile come un’aggiunta d’autore, ricavata dalla consultazione di un manoscritto. 213. God: così in Q; in F heaven = “cielo”. Sostituzione frequente in F al fine di evitare le accuse di blasfemia. 1850
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 3
che chi lo salvi possa godere, senza rivali, di tutti i suoi favori!67 Ma ora basta con queste compagnie di mezzisangue!68 WORCESTER (a Northumberland) La sua mente afferra un mondo di figure69, ma non l’essenza cui dovrebbe mirare. (A Hotspur) Mio buon nipote, prestami ascolto per un momento. HOTSPUR
Vi chiedo perdono. WORCESTER
I nobili scozzesi che sono tuoi prigionieri. HOTSPUR
Me li terrò. Per Dio, non ne avrà nemmeno uno, no, anche se un solo scozzese70 bastasse a salvargli l’anima, lui non lo avrà! Li terrò io, lo giuro su questa mano. WORCESTER
Ti inalberi e non presti ascolto ai miei intenti. Li terrai, i prigionieri. HOTSPUR
Certo che li terrò, è ovvio. Ha detto che non avrebbe riscattato Mortimer, ha proibito alla mia lingua di parlare di Mortimer, ma lo sorprenderò nel sonno e gli griderò in un orecchio “Mortimer”! Anzi, farò ammaestrare uno storno in modo che non dica altro che “Mortimer” e glielo regalerò perché faccia ribollire la sua collera. WORCESTER
Ascoltami, nipote, una parola. HOTSPUR
Rinuncio solennemente a ogni occupazione che non mi dia il destro di infastidire e tormentare questo Bolingbroke. Quanto a quel fanfarone71 del principe di Galles – se non fossi convinto che il pa-
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 3
But that I think his father loves him not And would be glad he met with some mischance — I would have him poisoned with a pot of ale.
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WORCESTER
Farewell, kinsman. I’ll talk to you When you are better tempered to attend. NORTHUMBERLAND (to Hotspur) Why, what a wasp-stung and impatient fool32 Art thou to break into this woman’s mood, Tying thine ear to no tongue but thine own!
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HOTSPUR
Why, look you, I am whipped and scourged with rods, Nettled and stung with pismires, when I hear Of this vile politician Bolingbroke. In Richard’s time — what d’ye call the place? A plague upon’t, it is in Gloucestershire. ’Twas where the madcap Duke his uncle kept — His uncle York — where I first bowed my knee Unto this king of smiles, this Bolingbroke. ’Sblood, when you and he came back from Ravenspurgh.
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NORTHUMBERLAND
At Berkeley castle. You say true. Why, what a candy deal of courtesy This fawning greyhound then did proffer me! ‘Look when his infant fortune came to age’, And ‘gentle Harry Percy’, and ‘kind cousin’. O, the devil take such cozeners! — God forgive me. Good uncle, tell your tale; I have done.
HOTSPUR
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WORCESTER
Nay, if you have not, to’t again. We’ll stay your leisure. HOTSPUR I have done, i’faith. 234. Waspe-stung: così in Q1; in Q3 waspe-tongue; in F waspe-tongue’d = “lingua di vespa”. 1852
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 3
dre non lo ama e che sarebbe contento se gli accadesse una qualche sventura – lo farei avvelenare con un boccale di birra72. WORCESTER
Addio, nipote. Ti parlerò quando ti mostrerai più disposto a darmi retta. NORTHUMBERLAND (a Hotspur) Diamine, quale vespa ti ha mai punto, sciocco impaziente, che ti lasci andare a questo umore da donnetta e non presti orecchio ad altra lingua che la tua! HOTSPUR
Ebbene, a dire il vero, mi sento frustato e bastonato, punto dalle ortiche e morso dalle formiche al solo udire il nome di quel vile intrigante di Bolingbroke. Al tempo di Riccardo – come si chiama quel posto? Che sia maledetto, è nella contea di Gloucester. Là dove abitava quella testa matta di suo zio, il duca di York73, là dove per la prima volta piegai il ginocchio davanti a questo re dei sorrisi, a questo Bolingbroke. Sangue di Cristo, fu quando tornaste insieme a lui da Ravenspurgh74. NORTHUMBERLAND
Il castello di Berkeley. HOTSPUR
Giusto. Quante zuccherose smancerie mi fece allora quel levriero scodinzolante! “Non appena la sua sorte bambina diverrà adulta”, e “dolce Harry Percy”, “gentile cugino”. Oh, che il diavolo se li porti parenti così fraudolenti!75 – Dio mi perdoni. Mio caro zio, dite ciò che avete da dire, io ho finito. WORCESTER
No, se non hai finito, continua pure. Aspetteremo i tuoi comodi. HOTSPUR
Giuro che ho finito.
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 1 SCENE 3
WORCESTER
Then once more to your Scottish prisoners. Deliver them up without their ransom straight; And make the Douglas’ son your only mean For powers in Scotland, which, for divers reasons Which I shall send you written, be assured Will easily be granted. (To Northumberland) You, my lord, Your son in Scotland being thus employed, Shall secretly into the bosom creep Of that same noble prelate well-beloved, The Archbishop. HOTSPUR Of York, is’t not? WORCESTER True, who bears hard His brother’s death at Bristol, the Lord Scrope. I speak not this in estimation, As what I think might be, but what I know Is ruminated, plotted, and set down, And only stays but to behold the face Of that occasion that shall bring it on.
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HOTSPUR
I smell it; upon my life, it will do well!33 NORTHUMBERLAND
Before the game is afoot thou still lett’st slip. HOTSPUR
Why, it cannot choose but be a noble plot — And then the power of Scotland and of York To join with Mortimer, ha? WORCESTER And so they shall.
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HOTSPUR
In faith, it is exceedingly well aimed. WORCESTER
And ’tis no little reason bids us speed To save our heads by raising of a head; 271. Well: così in Q; in F wond’rous well. In questo caso l’aggiunta in F non sembra derivante dalla consultazione di un manoscritto. 1854
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO I SCENA 3
WORCESTER
Allora torniamo ai tuoi prigionieri scozzesi. Liberali immediatamente senza chiederne il riscatto e fa’ del figlio di Douglas il tuo unico mezzo per radunare un esercito in Scozia, cosa che, per svariate ragioni di cui ti darò conto per iscritto, ti sarà facile ottenere, te lo assicuro. (A Northumberland) Quanto a voi, mio signore, mentre vostro figlio sarà impegnato in Scozia, vi insinuerete segretamente nelle grazie di quel nobile prelato, il nostro beneamato arcivescovo76. HOTSPUR
Di York, vero? WORCESTER
Sì, sul suo cuore grava la morte del fratello, lord Scrope77, a Bristol. Tali cose non le dico ipotizzando quanto, sulla base delle mie congetture, potrà accadere; quel che so è stato meditato, tramato e stabilito, e attende soltanto che si presenti l’opportunità per realizzarlo. HOTSPUR
Me lo sento, ci scommetto la pelle, andrà tutto bene! NORTUMBERLAND
Tu sguinzagli sempre i cani prima che la selvaggina si alzi in volo. HOTSPUR
Be’ non può che essere un nobile progetto – E poi le forze di Scozia e di York si uniranno a quelle di Mortimer, è così? WORCESTER
Così sarà. HOTSPUR
In fede mia, l’intero piano è congegnato alla perfezione. WORCESTER
E non è da poco la ragione che ci spinge ad affrettarci e a salvare la testa ponendoci alla testa78 di un esercito, giacché il re si
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 1
For, bear ourselves as even as we can, The King will always think him in our debt, And think we think ourselves unsatisfied Till he hath found a time to pay us home. And see already how he doth begin To make us strangers to his looks of love.
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HOTSPUR
He does, he does. We’ll be revenged on him.
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WORCESTER
Cousin, farewell. No further go in this Than I by letters shall direct your course. When time is ripe, which will be suddenly, I’ll steal to Glyndwr ˆ and Lord Mortimer, Where you and Douglas and our powers at once, As I will fashion it, shall happily meet, To bear our fortunes in our own strong arms,34 Which now we hold at much uncertainty.
290
NORTHUMBERLAND
Farewell, good brother. We shall thrive, I trust. HOTSPUR (to Worcester) Uncle, adieu. O, let the hours be short Till fields and blows and groans applaud our sport!
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Exeunt [Worcester at one door, Northumberland and Hotspur at another door] 2.1
Enter a Carrier, with a lantern in his hand
FIRST CARRIER Heigh-ho! An’t be not four by the day, I’ll 35
be hanged. Charles’s Wain is over the new chimney, and yet our horse not packed. What, ostler! OSTLER (within) Anon, anon! FIRST CARRIER I prithee, Tom, beat cut’s saddle, put a few flocks in the point. Poor jade is wrung in the withers, out of all cess.
7
292. Our: così in Q2, F; in Q1 out. 1. Ant: così in F (an’t); in Q An it. 1856
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 1
riterrà sempre nostro debitore e, anche se ci comportassimo con la maggiore cautela possibile, ci crederà insoddisfatti finché non avrà trovato il modo di ripagarci sino in fondo79. E vedete già come comincia a privarci dei suoi sguardi di benevolenza. HOTSPUR
È così, è vero. Ma ci vendicheremo. WORCESTER
Addio, nipote. Per lettera guiderò i tuoi passi, tu non spingerti oltre. Quando i tempi saranno maturi, e ciò accadrà ben presto, mi recherò in segreto da Glyndwr ˆ e da lord Mortimer e sarà lì che, secondo i miei piani, tu e Douglas vi unirete alle nostre forze così da prendere saldamente in mano le sorti nostre che oggi ci appaiono tanto incerte. NORTHUMBERLAND
Vi saluto, mio buon fratello. La fortuna ci arriderà, ne sono sicuro. HOTSPUR (a Worcester) Addio, zio. Brevi siano le ore dell’attesa, e che campi di battaglia, colpi e gemiti plaudano alla nostra impresa!80 Escono [Worcester da una porta, Northumberland e Hotspur da un’altra] II, 1
Entra un vetturale con una lanterna in mano81
PRIMO VETTURALE
Ehilà! mi impicchino se non sono le quattro di mattina. Il Gran Carro82 è già sopra il comignolo nuovo e i nostri cavalli non sono ancora carichi. Ehi, stalliere! STALLIERE (dall’interno) Vengo, vengo subito. PRIMO VETTURALE
Per piacere, Tom, batti un po’ la sella del ronzino e metti un po’ di stoppa sotto il pomolo. La povera bestia ha il garrese tutto piagato.
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 1
Enter another Carrier SECOND CARRIER Peas and beans are as dank here as a
dog, and that is the next way to give poor jades the bots. This house is turned upside down since Robin Ostler died. FIRST CARRIER Poor fellow never joyed since the price of oats rose; it was the death of him. SECOND CARRIER I think this be the most villainous house in all London road for fleas. I am stung like a tench. FIRST CARRIER Like a tench? By the mass, there is ne’er36 a king christen could be better bit than I have been since the first cock. SECOND CARRIER Why, they will allow us ne’er a jordan, and then we leak in your chimney, and your chamber-lye breeds fleas like a loach. FIRST CARRIER What, ostler! Come away, and be hanged, come away! SECOND CARRIER I have a gammon of bacon and two races of ginger to be delivered as far as Charing Cross. FIRST CARRIER God’s body, the turkeys in my pannier are quite starved! What, ostler! A plague on thee, hast thou never an eye in thy head? Canst not hear? An ’twere not as good deed as drink to break the pate on thee, I am a very villain. Come, and be hanged! Hast no faith in thee?
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18
21
25
31
Enter Gadshill GADSHILL Good morrow, carriers. What’s o’clock? FIRST CARRIER I think it be two o’clock.
16. By the Mass: così in Q; omesso in F che sostituisce o omette altre espressioni considerate blasfeme alle righe 26, 36, 37, 79, 88. 1858
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 1
Entra un altro vetturale SECONDO VETTURALE
Porco cane, qui i piselli e i fagioli sono fradici, e non c’è niente di meglio per far venire i vermi alle povere bestie. La locanda va a scatafascio da quando è morto Robin lo stalliere. PRIMO VETTURALE
Poveretto, non si è più ripigliato da quando è rincarata l’avena83; è stata la sua morte. SECONDO VETTURALE
Mi sa che in tutta la via per Londra non c’è locanda più schifosa di questa, è piena di pulci. Sembro una tinca84 per quanto m’hanno morso. PRIMO VETTURALE
Una tinca? Per la santa messa, in tutto il mondo cristiano non c’è85 re morso più degnamente di me fin dal primo canto del gallo86. SECONDO VETTURALE
Chiaro, nemmeno un pitale ci danno e dobbiamo svuotarci nel caminetto, e il piscio figlia pulci come il ghiozzo87. PRIMO VETTURALE
Ehi, stalliere! Vieni fuori e fatti impiccare! Vieni! SECONDO VETTURALE
Ho un prosciutto e due radici di zenzero da consegnare addirittura a Charing Cross88. PRIMO VETTURALE
Corpo di Dio, i tacchini nella mia cesta stanno morendo di fame. Ehi, stalliere! Che ti colga la peste, non ce li hai gli occhi? Non ci senti? Se spaccarti la zucca non è una buona azione quanto farsi una bella bevuta, io sono un vero furfante. Vieni, fatti impiccare! Non ce l’hai una coscienza? Entra Gadshill GADSHILL
Buon giorno, vetturali. Che ora è? PRIMO VETTURALE
Saranno le due89.
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 1
GADSHILL I prithee lend me thy lantern to see my gelding
in the stable.
35
FIRST CARRIER Nay, by God, soft. I know a trick worth
two of that, i’faith. GADSHILL (to Second Carrier) I pray thee, lend me thine. SECOND CARRIER Ay, when? Canst tell? ‘Lend me thy
lantern,’ quoth a. Marry, I’ll see thee hanged first. GADSHILL Sirrah carrier, what time do you mean to come to London? SECOND CARRIER Time enough to go to bed with a candle, I warrant thee. — Come, neighbour Mugs, we’ll call up the gentlemen. They will along with company, for they have great charge. Exeunt Carriers GADSHILL What ho, chamberlain!
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Enter Chamberlain CHAMBERLAIN ‘At hand’ quoth Pickpurse. GADSHILL That’s even as fair as ‘“At hand” quoth the
chamberlain’, for thou variest no more from picking of purses than giving direction doth from labouring: thou layest the plot how. CHAMBERLAIN Good morrow, Master Gadshill. It holds current that I told you yesternight. There’s a franklin in the Weald of Kent hath brought three hundred marks with him in gold. I heard him tell it to one of his company last night at supper — a kind of auditor, one that hath abundance of charge too, God knows what. They are up already, and call for eggs and butter; they will away presently.
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 1
GADSHILL
Per favore, prestami la lanterna, voglio dare un’occhiata al mio castrone nella stalla. PRIMO VETTURALE
No, per Dio, vacci piano. Credimi, li conosco certi trucchi e ne so uno che vale il doppio del tuo. GADSHILL (al secondo vetturale) Fammi un favore, prestamela tu, la lanterna. SECONDO VETTURALE
Sì, domani. Contaci!90 “Prestami la lanterna”, dice lui. Per la Madonna, prima voglio vederti impiccato. GADSHILL
Signor vetturale, a che ora pensate di arrivare a Londra? SECONDO VETTURALE
In tempo per andarcene a letto a lume di candela, stanne certo. Vieni, compare Mugs, andiamo a svegliare quei signori. Vogliono viaggiare in nostra compagnia, perché sono parecchio carichi. Escono i vetturali GADSHILL
Ehi, cameriere! Entra il cameriere CAMERIERE
“Sempre pronto”91, come dice il tagliaborse. GADSHILL
Tanto valeva rispondere “Sempre pronto” come dice il cameriere, perché tra te e un tagliaborse non c’è più differenza di quella che passa tra chi dà le istruzioni e chi esegue il lavoro: sei tu che prepari il colpo. CAMERIERE
Buon giorno, mastro Gadshill. Confermo quello che ti ho detto ieri sera. C’è un proprietario terriero del Kent che ha con sé trecento marchi92 in oro. Ho sentito che lo diceva a cena, ieri sera, a uno dei suoi compagni di viaggio – una specie di esattore, anche lui viaggia con un carico abbondante, Dio solo sa cosa c’è dentro. Sono già svegli e chiedono uova al burro; partiranno presto.
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 1
GADSHILL Sirrah, if they meet not with Saint Nicholas’s
clerks, I’ll give thee this neck. CHAMBERLAIN No, I’ll none of it; I pray thee keep that
for the hangman, for I know thou worshippest Saint Nicholas as truly as a man of falsehood may. GADSHILL What talkest thou to me of the hangman? If I hang, I’ll make a fat pair of gallows, for if I hang, old Sir John hangs with me, and thou knowest he’s no starveling. Tut, there are other Trojans that thou dreamest not of, the which for sport’ sake are content to do the profession some grace, that would, if matters should be looked into, for their own credit’ sake make all whole. I am joined with no foot-landrakers, no long-staff37 sixpenny strikers, none of these mad mustachio purple-hued maltworms, but with nobility and tranquillity, burgomasters and great ‘oyez’-ers; such as can38 hold in, such as will strike sooner than speak, and speak sooner than drink, and drink sooner than pray. And yet, zounds, I lie, for they pray continually to their saint the commonwealth; or rather, not pray to her, but prey on her; for they ride up and down on her and make her their boots. CHAMBERLAIN What, the commonwealth their boots? Will she hold out water in foul way? GADSHILL She will, she will, justice hath liquored her. We steal as in a castle, cocksure; we have the recipe of fern-seed, we walk invisible. CHAMBERLAIN Nay, by my faith, I think you are more beholden to the night than to fern-seed for your walking invisible.
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73. Foot landrakers: così in Q4, F; in Q1 footland rakers. 76. Oiezres: così in questa edizione; in QF Oneyres. Il termine, che suggerisce un titolo roboante e bizzarro, è stato variamente emendato. In questa edizione, seguendo un emend. di Davison, si conia per l’occasione una parola, il cui significato è riconoscibile dal contesto. Vedi note al testo italiano. 1862
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 1
GADSHILL
Messere, se non incappano nei devoti di san Nicola93, puoi anche prendermi per il collo. CAMERIERE
No, non so che farmene del tuo collo, conservalo per il boia, ti prego, perché so che anche tu veneri san Nicola con l’onesta devozione di un disonesto. GADSHILL
Perché tiri in ballo il boia? Se verrò impiccato le forche saranno due, e belle grosse, perché se verrò impiccato io, il vecchio sir John sarà impiccato insieme a me, e sai benissimo che non ha l’aria di un morto di fame. E poi ho altri allegri compari94 che tu nemmeno te li immagini, persone che per il piacere di divertirsi sono ben felici di far onore alla nostra professione e, se a qualcuno viene voglia di ficcarci il naso, loro, pur di salvarsi la reputazione, sono capaci di aggiustare tutto. Io non me la faccio mica con banditi appiedati95, con grassatori che si armano di pertiche per sgraffignare pochi centesimi, né con rissosi ubriaconi96 dalle facce paonazze e dai fieri mustacchi, io mi accompagno alla nobiltà e all’agiatezza, a borgomastri e a cortigiani97, a persone che sanno tenere la bocca chiusa, che colpiscono prima di parlare, parlano prima di bere, e bevono prima di pregare. Ma, per le ferite di Cristo, non te la conto proprio giusta, giacché pregano continuamente il loro santo, il tesoro dello Stato; o meglio, non lo pregano, lo predano, perché prima gli fanno la festa e poi le scarpe98. CAMERIERE
Cosa? Fanno le scarpe al tesoro dello Stato? E le scarpe resistono all’acqua quando le strade s’infangano? GADSHILL
Resistono, resistono. A ungerle ci pensa la giustizia. Quando rubiamo siamo in una botte di ferro99 noi, al sicuro da tutto. Conosciamo la ricetta dei semi di felce100, quella che fa diventare invisibili. CAMERIERE
No, in fede mia, mi sa che se siete invisibili lo dovete più alla notte che ai semi di felce.
1863
Shakespeare_Drammi storici.indb 1863
19/10/2017 18:27:05
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 2
GADSHILL Give me thy hand; thou shalt have a share in
our purchase, as I am a true man.39 CHAMBERLAIN Nay, rather let me have it as you are a
false thief. GADSHILL Go to, ‘homo’ is a common name to all men.
Bid the ostler bring my gelding out of the stable. Farewell, you muddy knave. Exeunt [severally] 2.2
Enter Prince Harry, Poins, Harvey, [and Russell]
POINS Come, shelter, shelter!
[Exeunt Harvey and Russell at another door] I have removed Oldcastle’s horse, and he frets like a gummed velvet. PRINCE HARRY Stand close! [Exit Poins] Enter Sir John Oldcastle SIR JOHN Poins! Poins, and be hanged! Poins!
5
PRINCE HARRY Peace, ye fat-kidneyed rascal! What a
brawling dost thou keep! SIR JOHN Where’s Poins, Hal? PRINCE HARRY He is walked up to the top of the hill. I’ll
go seek him. [Exit] SIR JOHN I am accursed to rob in that thief’s company. The rascal hath removed my horse and tied him I know not where. If I travel but four foot by the square further afoot, I shall break my wind. Well, I doubt not but to die a fair death, for all this — if I scape hanging for killing that rogue. I have forsworn his company hourly
92. Purchase: così in Q; in F purpose = “scopo”. 1864
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 2
GADSHILL
Qua la mano. Avrai la tua parte del ricavo, com’è vero che sono un uomo, un uomo onesto. CAMERIERE
No, la mia parte preferisco averla come è vero che sei un ladro e un disonesto. GADSHILL
Suvvia, ‘homo’101 è un nome comune, va bene per tutti. Ordina allo stalliere di portare il mio castrone fuori dalla stalla. Ti saluto, stolido furfante. Escono [da porte diverse] Entrano il principe Harry, Poins, Harvey [e Russell]102
II, 2 POINS
Presto, nascondetevi, nascondetevi. [Escono Harvey e Russell da un’altra porta] Ho portato via il cavallo di Oldcastle, e per la rabbia lui si consuma come un velluto gommato103. PRINCIPE HARRY
Non farti vedere! [Esce Poins] Entra sir John Oldcastle SIR JOHN
Poins! Poins, che ti impicchino! Poins! PRINCIPE HARRY
Zitto, furfante, rognone lardoso! Che cagnara che fai! SIR JOHN
Dov’è Poins, Hal? PRINCIPE HARRY
È andato in cima alla collina. Vado a cercarlo. [Esce] SIR JOHN
Che dannazione dover rubare insieme a quel ladro. Quel furfante104 mi ha portato via il cavallo e l’ha legato chissà dove. Se faccio anche solo altri quattro passi giusti giusti, rimarrò sfiatato. Be’, se riuscirò a scampare alla forca dopo aver ucciso quello scellerato, sono cer1865
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 2
any time this two-and-twenty years, and yet I am bewitched with the rogue’s company. If the rascal have not given me medicines to make me love him, I’ll be hanged. It could not be else: I have drunk medicines. Poins! Hal! A plague upon you both! Russell! Harvey!40 I’ll starve ere I’ll rob a foot further. An ’twere not as good a deed as drink to turn true man and to leave these rogues, I am the veriest varlet that ever chewed with a tooth. Eight yards of uneven ground is threescore and ten miles afoot with me, and the stony-hearted villains know it well enough. A plague upon’t when thieves cannot be true one to another!
28
They whistle. [Enter Prince Harry, Poins, Harvey, and Russell] Whew! A plague upon you all! Give me my horse, you41 rogues, give me my horse, and be hanged! PRINCE HARRY Peace, ye fat-guts. Lie down, lay thine ear close to the ground, and list if thou canst hear the tread of travellers. SIR JOHN Have you any levers to lift me up again, being down? ’Sblood, I’ll not bear my own flesh so far afoot42 again for all the coin in thy father’s exchequer. What a plague mean ye to colt me thus? PRINCE HARRY Thou liest: thou art not colted, thou art uncolted. SIR JOHN I prithee, good Prince Hal, help me to my horse,43 good king’s son. PRINCE HARRY Out, ye rogue, shall I be your ostler?
30
37
41
21. Rossill, Harvey: così in questa edizione; Bardoll, Peto in Q; Bardolph, Peto in F. Così in tutto il testo; per i nomi di tali personaggi si rimanda alla Nota introduttiva. 29. Upon: così in Q; in F light upon. 35. Zbloud: così in Q; manca in F che lo omette anche alla riga 63. 40. Prince, Hal: cosi in Q. Si tratta dell’unica occorrenza dell’accostamento tra il soprannome Hal e il titolo di principe. La virgola in Q potrebbe indicare due vocativi separati. 1866
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 2
to che, nonostante tutto, la mia sarà una bella morte. Da ventidue anni a questa parte non c’è ora che io non giuri solennemente di rinunciare alla sua compagnia, ma un incantesimo mi costringe ad accompagnarmi a quella canaglia. Che io sia impiccato se quel furfante non mi ha dato un filtro per costringermi ad amarlo. Non può essere altrimenti: devo aver bevuto un filtro. Poins! Hal! Che la peste se li porti tutti e due! Russell! Harvey! Meglio morire di fame che fare un altro passo per andare a rubare. Se diventare un uomo onesto e abbandonare quelle canaglie non è un’azione meritoria quanto farsi una bella bevuta, io sono il peggior manigoldo che abbia mai masticato con un dente solo. Otto iarde di cammino su un terreno accidentato per me sono come settanta miglia, e quei mascalzoni dal cuore di pietra lo sanno benissimo. Che la peste se li porti, i ladri che non sanno essere onesti tra loro! Fischiano. [Entrano il principe Harry, Poins, Harvey e Russell] Fuff! Che la peste vi pigli tutti quanti! Ridatemi il cavallo, canaglie, ridatemi il cavallo, e andate a farvi impiccare! PRINCIPE HARRY
Zitto, trippone. Sdraiati, avvicina l’orecchio a terra e vedi se riesci a sentire il passo dei viaggiatori. SIR JOHN
E tu ce l’hai una leva per tirarmi su, quando sarò per terra? Sangue di Cristo, non trascinerò mai più la mia carne tanto lontano, nemmeno per tutto l’oro dei forzieri di tuo padre. Che accidenti ti piglia a prendermi in giro così? PRINCIPE HARRY
Frottole: non ti prendo in giro, è il tuo cavallo che si è fatto un giro105. SIR JOHN
Ti prego, buon principe Hal, aiutami a ritrovare il cavallo, buon figlio del re. PRINCIPE HARRY
Via, furfante, mi hai preso per il tuo stalliere?106
1867
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 2
SIR JOHN Hang thyself in thine own heir-apparent garters!
If I be ta’en, I’ll peach for this. An I have not ballads made on you all and sung to fi lthy tunes, let a cup of sack be my poison. When a jest is so forward, and afoot too! I hate it.
47
44
Enter Gadshill [visored] GADSHILL Stand!
SIR JOHN So I do, against my will. POINS O, ’tis our setter, I know his voice. Gadshill, what45
news?
51
[GADSHILL] Case ye, case ye, on with your visors! There’s
money of the King’s coming down the hill; ’tis going to the King’s exchequer. SIR JOHN You lie, ye rogue, ’tis going to the King’s tavern. GADSHILL There’s enough to make us all. SIR JOHN To be hanged.
56
[They put on visors]46 PRINCE HARRY Sirs, you four shall front them in the
narrow lane. Ned Poins and I will walk lower. If they scape from your encounter, then they light on us. HARVEY How many be there of them? GADSHILL Some eight or ten. SIR JOHN Zounds, will they not rob us? PRINCE HARRY What, a coward, Sir John Paunch?
60
47.1. Vizarded: così in questa edizione; manca in QF. 50-2 Gadshill, what newes. / GADSHILL: così in questa edizione; in QF Bardoll, what newes / Bar doll. Q probabilmente riflette una confusione tra i nomi dei personaggi derivante dai brogliacci. 57.1. They … vizardes, così in questa edizione; manca in QF. 1868
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 2
SIR JOHN
Impiccati con le tue giarrettiere107 di erede al trono! Se mi prendono, spiffererò ogni cosa. Che una coppa di vin di Spagna sia il mio veleno, se non farò comporre su tutti voi delle ballate108 da cantare su motivetti sguaiati. Quando uno scherzo si spinge così in là, e per giunta a piedi, è proprio intollerabile! Entra Gadshill [mascherato] GADSHILL
Fermo là! SIR JOHN
Già ci sto, mio malgrado. POINS
Oh, è il nostro palo, lo riconosco dalla voce. Gadshill, che notizie ci porti? [GADSHILL]
Copritevi, copritevi, mettetevi le maschere! C’è denaro del re che scende dalla collina. Va verso le casse del re. SIR JOHN
Menti, furfante, è all’osteria del re che sta andando. GADSHILL
Ce n’è abbastanza per sistemarci tutti. SIR JOHN
Sì, sulla forca. [Indossano le maschere] PRINCIPE HARRY
Signori, voi quattro li affrontate su quel sentiero. Ned, Poins e io andiamo un po’ più giù. Se dovessero sfuggire alla vostra imboscata, incapperanno in noi. HARVEY
Quanti sono? GADSHILL
Otto, forse dieci. SIR JOHN
Per le ferite di Cristo, e se fossero loro a derubare noi? PRINCIPE HARRY
Andiamo, sei così codardo, messer John Panza? 1869
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 2
SIR JOHN Indeed I am not John of Gaunt your grandfather,
but yet no coward, Hal.
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PRINCE HARRY Well, we leave that to the proof. POINS Sirrah Jack, thy horse stands behind the hedge.
When thou needest him, there thou shalt find him. Farewell, and stand fast. SIR JOHN Now cannot I strike him if I should be hanged. PRINCE HARRY (aside to Poins) Ned, where are our disguises? POINS (aside to the Prince) Here, hard by. Stand close.
70
[Exeunt the Prince and Poins] SIR JOHN Now, my masters, happy man be his dole, say
I; every man to his business.
75
[They stand aside.] Enter the Travellers, [amongst them the Carriers] [FIRST] TRAVELLER Come, neighbour, the boy shall lead
our horses down the hill. We’ll walk afoot a while, and ease their legs.47 THIEVES [coming forward] Stand! [SECOND] TRAVELLER Jesus bless us! SIR JOHN Strike, down with them, cut the villains’ throats! Ah, whoreson caterpillars, bacon-fed knaves! They hate us youth. Down with them, fleece them! [FIRST] TRAVELLER O, we are undone, both we and ours for ever!
80
85
78. Their: così in questa edizione; in QF our = “nostre”. La poco plausibile lezione di Q, accidentale o intenzionale, può essere stata generata dal precedente our. 1870
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 2
SIR JOHN
Non sono certo tuo nonno, John di Gaunt109, ma non sono un codardo, Hal. PRINCIPE HARRY
Be’, lo vedremo alla prova dei fatti. POINS
Messer Jack, il tuo cavallo è dietro la siepe. Lo troverai lì, quando ne avrai bisogno. Stammi bene e tieni duro. SIR JOHN
Adesso non riuscirei a colpirlo neanche se mi facessi impiccare. PRINCIPE HARRY (a parte a Poins)
Ned, dove sono i travestimenti? POINS (a parte al principe)
Qui vicino. Nascondiamoci. [Escono il principe e Poins] SIR JOHN
E ora, signori miei, che la sorte ci sia amica, dico io; ciascuno faccia la sua parte. [Si allontanano] Entrano i viaggiatori, [tra loro i vetturali] [PRIMO] VIAGGIATORE
Vieni, conterraneo, il ragazzo condurrà i cavalli giù per la collina. Noi andremo un po’ a piedi, e lasceremo riposare le zampe delle bestie. LADRI [avvicinandosi] Altolà! [SECONDO] VIAGGIATORE
Che Gesù ci protegga! SIR JOHN
Picchiateli, suonategliele, tagliategli la gola a quei mascalzoni! Ah, parassiti figli di puttana, furfanti impinguati di prosciutti!110 Ci odiano perché siamo giovani. Suonategliele, spennateli! [PRIMO] VIAGGIATORE
Oh, ormai siamo spacciati, noi e tutti i nostri averi!
1871
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 3
SIR JOHN Hang ye, gorbellied knaves, are ye undone? No,
ye fat chuffs; I would your store were here. On, bacons, on! What, ye knaves! Young men must live. You are grand-jurors, are ye? We’ll jure ye, faith. Here they rob them and bind them. Exeunt the thieves with the travellers 2.3
Enter Prince Harry and Poins, disguised in buckram suits
PRINCE HARRY The thieves have bound the true men; now
could thou and I rob the thieves, and go merrily to London. It would be argument for a week, laughter for a month, and a good jest for ever. POINS Stand close; I hear them coming.
5
They stand aside. Enter Sir John Oldcastle, Russell, Harvey, and Gadshill, with the travellers’ money SIR JOHN Come, my masters, let us share, and then to
horse before day. An the Prince and Poins be not two arrant cowards, there’s no equity stirring. There’s no more valour in that Poins than in a wild duck. As they are sharing, the Prince and Poins set upon them PRINCE HARRY Your money!
10
POINS Villains!
Gadshill, Russell, and Harvey run away [severally], and Oldcastle, after a blow or two, [roars and] runs away too, leaving the booty behind them
1872
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 3
SIR JOHN
Impiccatevi, panzuti furfanti, siete spacciati? No, lardosi spilorci, magari fosse tutta qui la roba che vi siete accaparrati. Su, prosciutti, su! Allora, furfanti! I giovani devono pur vivere. Siete membri del grand jury, non è vero? Ve la giuriamo noi, in fede mia. Li derubano e li legano. Escono i ladri con i viaggiatori II, 3
Entrano il principe Harry e Poins, travestiti con casacche di tela grezza111
PRINCIPE HARRY
I ladri hanno legato i galantuomini; se adesso noi due riusciremo a derubare i ladri e a tornarcene allegramente a Londra, avremo di che parlare per una settimana, di che ridere per un mese, e di che burlarci per l’eternità. POINS
Non farti vedere, li sento arrivare. Si nascondono. Entrano sir John Oldcastle, Russell, Harvey e Gadshill, con il denaro dei viaggiatori SIR JOHN
Venite, signori, spartiamoci il bottino, e poi via a cavallo prima che faccia giorno. Se il principe e Poins non sono due codardi matricolati, non c’è giustizia a questo mondo. Quel Poins non ha più coraggio di un’anatra selvatica. Mentre si dividono il bottino, il principe e Poins li assalgono PRINCIPE HARRY
Fuori il danaro! POINS
Farabutti! Gadshill, Russell e Harvey scappano via [in direzioni diverse], e Oldcastle, dopo aver sferrato un paio di colpi, [muggisce e] scappa via anche lui, lasciandosi il bottino alle spalle.
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 4
PRINCE HARRY
Got with much ease. Now merrily to horse. The thieves are all scattered, and possessed with fear48 So strongly that they dare not meet each other. Each takes his fellow for an officer. Away, good Ned. Oldcastle sweats to death, And lards the lean earth as he walks along. Were’t not for laughing, I should pity him.
15
POINS
How the fat rogue roared! 2.4
Exeunt with the booty
Enter Hotspur, reading a letter
HOTSPUR ‘But for mine own part, my lord, I could be well
contented to be there, in respect of the love I bear your house.’ — He could be contented; why is he not then? In respect of the love he bears our house! He shows in49 this he loves his own barn better than he loves our house. Let me see some more. — ‘The purpose you undertake is dangerous’ — Why, that’s certain: ’tis dangerous to take a cold, to sleep, to drink; but I tell you, my lord fool, out of this nettle danger we pluck this flower safety. — ‘The purpose you undertake is dangerous, the friends you have named uncertain, the time itself unsorted, and your whole plot too light for the counterpoise of so great an opposition.’ — Say you so, say you so? I say unto you again, you are a shallow, cowardly hind, and you lie. What a lack-brain is this! By the Lord, our plot is a good plot as ever was laid,50 our friends true and constant; a good plot, good friends, and full of expectation; an excellent plot, very good 13. All: così in Q1; manca in Q3, F. 4. Respect: così in Q7, F; in Q2 the respect. La lezione di Q2 non ha precedenti in Shakespeare, presenta una ripetizione di the e cita erroneamente la lettera. 16. By the Lord: così in Q; n F I protest. Sostituzioni analoghe in F alle righe 21, 78, 85. 1874
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 4
PRINCIPE HARRY
Più facile di così! Allegri, adesso, in sella. I ladri, sparpagliati e sopraffatti dal terrore, non osano neppure venirsi incontro. Ognuno scambia il compare per uno sbirro. Andiamo, caro Ned. Oldcastle suda l’anima112 e, passo dopo passo, ingrassa la magra terra. Se non mi facesse ridere, m’impietosirebbe. POINS
Come muggiva, quella grassa canaglia! Escono con il bottino II, 4
Entra Hotspur, leggendo una lettera113
HOTSPUR
“Per parte mia, mio signore, sarei ben lieto di unirmi a voi, in considerazione dell’affetto che nutro per la vostra casata.” – Sarebbe ben lieto, e perché non lo fa, allora? In considerazione dell’affetto che nutre per la nostra casata! Certo, se dice così, mostra di provare più affetto per il suo fienile che per la nostra casata. Vediamo che altro scrive. – “L’impresa cui vi accingete è pericolosa” – Be’, certo che lo è: è pericoloso prendere freddo, dormire, farsi una bevuta, ma te lo assicuro, mio sciocco signore, tra le ortiche del pericolo noi sapremo cogliere il fiore della salvezza. “L’impresa cui vi accingete è pericolosa, gli amici di cui fate il nome sono poco sicuri, il momento stesso è inopportuno, e la vostra intera trama è troppo esile per contrastare un avversario tanto potente.” Ah, dici così, dici così? E io allora ti ripeto ancora una volta che sei un vile e stolido bifolco e non dici il vero. Che mentecatto è mai questo! Perdio, la nostra è la migliore trama che sia mai stata ordita, i nostri amici sono fidati e fedeli; una buona trama, dei buoni amici, e pieni di entusiasmo; una trama eccellente, e degli ottimi amici! Che canaglia dall’animo di ghiaccio è mai questa! Ma come, il signore
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 4
friends. What a frosty-spirited rogue is this! Why, my lord of York commends the plot and the general course of the action. Zounds, an I were now by this rascal, I could brain him with his lady’s fan! Is there not my father, my uncle, and myself? Lord Edmund Mortimer, my lord of York, and Owain Glyndwr? ˆ Is there not besides the Douglas? Have I not all their letters, to meet me in arms by the ninth of the next month? And are they not some of them set forward already? What a pagan rascal is this, an infidel! Ha, you shall see now, in very sincerity of fear and cold heart will he to the King, and lay open all our proceedings! O, I could divide myself and go to buffets for moving such a dish of skim-milk with so honourable an action! Hang him! Let him tell the King we are prepared; I will set forward tonight.
34
Enter Lady Percy How now, Kate? I must leave you within these two hours. LADY PERCY
O my good lord, why are you thus alone? For what offence have I this fortnight been A banished woman from my Harry’s bed? Tell me, sweet lord, what is’t that takes from thee Thy stomach, pleasure, and thy golden sleep? Why dost thou bend thine eyes upon the earth, And start so often when thou sitt’st alone? Why hast thou lost the fresh blood in thy cheeks, And given my treasures and my rights of thee To thick-eyed musing and curst melancholy? In thy faint slumbers I by thee have watched, And heard thee murmur tales of iron wars, Speak terms of manège to thy bounding steed, Cry ‘Courage! To the field!’ And thou hast talked Of sallies and retires, of trenches, tents, Of palisadoes, frontiers, parapets,
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 4
di York approva la trama e il piano generale dell’azione. Per le ferite di Cristo, se avessi sottomano questa canaglia, gli spaccherei il cervello con il ventaglio di sua moglie! Non ci sono dentro anche mio padre e mio zio? Non ci sono io? Non ci sono lord Edmund Mortimer, il signore di York, e Owain Glyndwr? ˆ Non c’è anche Douglas? Non ho forse ricevuto da tutti loro una lettera con cui mi confermano che ci incontreremo, in armi, il nove del mese prossimo? E alcuni di loro non sono forse già partiti? Che furfante pagano è mai questo, che infedele! Ah, vuoi vedere che, timoroso e pavido di cuore com’è, si recherà dal re per svelargli tutte le nostre mosse. Oh, vorrei dividermi in due così da prendermi a schiaffi da solo per aver esortato un tale pappamolle114 a compiere un’azione così onorevole. Al diavolo, che lo dica pure al re, noi siamo pronti. Mi metterò in viaggio questa sera. Entra lady Percy Che hai da dirmi, Kate?115 Tra due ore dovrò lasciarti. LADY PERCY
Oh, mio buon signore, perché te116 ne stai tutto solo? Per quale colpa da due settimane sono bandita dal letto del mio Harry? Dimmi, mio dolce signore, cosa ti priva dell’appetito, del piacere e dell’aureo sonno? Perché tieni gli occhi fissi a terra e sobbalzi così spesso mentre te ne stai seduto in disparte? Perché hai perso il fresco colorito delle guance e ceduto i preziosi diritti che vanto su di te, per rifugiarti in fantasticherie a occhi aperti e in un’uggiosa malinconia? Ho vegliato al tuo fianco e nel sonno leggero ti ho udito mormorare racconti di ferree battaglie, incitare con termini equestri il tuo destriero scalpitante, gridare “Coraggio! In campo!” Hai parlato di sortite e ritirate, di trincee, tende, palizzate, bastioni e spalti, di basilischi, cannoni e colubrine, di prigionieri riscattati
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 4
Of basilisks, of cannon, culverin, Of prisoners ransomed, and of soldiers slain, And all the currents of a heady fight. Thy spirit within thee hath been so at war, And thus hath so bestirred thee in thy sleep, That beads of sweat have stood upon thy brow Like bubbles in a late-disturbèd stream; And in thy face strange motions have appeared, Such as we see when men restrain their breath On some great sudden hest. O, what portents are these? Some heavy business hath my lord in hand, And I must know it, else he loves me not.
55
60
HOTSPUR
What ho! Enter Servant Is Gilliams with the packet gone?
65
SERVANT
He is, my lord, an hour ago. HOTSPUR
Hath Butler brought those horses from the sheriff? SERVANT
One horse, my lord, he brought even now. HOTSPUR
What horse? A roan, a crop-ear, is it not? SERVANT
It is, my lord. That roan shall be my throne. Well, I will back him straight. — O, Esperance! — Bid Butler lead him forth into the park.
HOTSPUR
70
LADY PERCY
But hear you, my lord. What sayst thou, my lady?
HOTSPUR
LADY PERCY
What is it carries you away? Why, my horse, My love, my horse.
HOTSPUR
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1878
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 4
e soldati trucidati, e di tutte le vicissitudini di un’aspra battaglia. Il tuo animo ha combattuto, dentro di te, una tale guerra e ha così agitato il tuo sonno che gocce di sudore, come bolle in un corso d’acqua appena smosso, ti hanno imperlato la fronte, e sul tuo volto sono apparse strane espressioni, simili a quelle che si scorgono in chi trattiene il respiro nell’udire un ordine grave e improvviso. Oh, che presagi sono mai questi? Serie faccende ha per le mani il mio signore, e io devo sapere quali, altrimenti vuol dire che egli non mi ama più. HOTSPUR
Ehilà! Entra un servitore È partito Gilliams con i dispacci? SERVITORE
Sì, mio signore, un’ora fa. HOTSPUR
Butler è andato a prendere i cavalli dallo sceriffo?117 SERVITORE
Un solo cavallo, signore, lo ha appena portato. HOTSPUR
Quale? Un roano con le orecchie mozze, giusto? SERVITORE
Sì, mio signore. HOTSPUR
Quel roano sarà il mio trono. Bene, lo monterò subito. – Oh, Esperance!118 – Ordina a Butler di condurlo nel parco. LADY PERCY
Ma ascolta, mio signore. HOTSPUR
Che hai da dirmi, mia signora? LADY PERCY
Cosa ti porta via da me? HOTSPUR
Be’, il mio cavallo, amore mio, il mio cavallo.
1879
Shakespeare_Drammi storici.indb 1879
19/10/2017 18:27:06
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 4
Out, you mad-headed ape! A weasel hath not such a deal of spleen As you are tossed with. In faith, I’ll know your business, Harry, that I will. I fear my brother Mortimer doth stir About his title, and hath sent for you To line his enterprise; but if you go —
LADY PERCY
75
80
HOTSPUR
So far afoot? I shall be weary, love. LADY PERCY
Come, come, you paraquito, answer me Directly to this question that I ask.51 In faith, I’ll break thy little finger, Harry, An if thou wilt not tell me all things true.52
85
HOTSPUR
Away, away, you trifler! Love? I love thee not, I care not for thee, Kate. This is no world To play with maumets and to tilt with lips. We must have bloody noses and cracked crowns, And pass them current, too. God’s me, my horse! — What sayst thou, Kate? What wouldst thou have with me?
90
LADY PERCY
Do you not love me? Do you not indeed? Well, do not, then, for since you love me not I will not love myself. Do you not love me? Nay, tell me if you speak in jest or no. HOTSPUR Come, wilt thou see me ride? And when I am a-horseback, I will swear I love thee infinitely. But hark you, Kate. I must not have you henceforth question me Whither I go, nor reason whereabout. Whither I must, I must; and, to conclude, This evening must I leave you, gentle Kate.
95
100
84. To: così in questa edizione; unto in QF. 86. All things: così in Q; manca in F. 1880
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 4
LADY PERCY
Smettila, scimmione testa matta che non sei altro! Neanche una donnola ha in corpo tutta la smania che ti agita119. In fede mia, verrò a sapere qual è la faccenda che ti assorbe tanto, Harry, ci riuscirò. Temo che mio fratello Mortimer si stia adoperando per rivendicare i propri diritti120 e che ti abbia mandato a chiamare per dargli manforte, ma se tu ci vai– HOTSPUR
A piedi così lontano? Mi stancherei, amore. LADY PERCY
Su, su, pappagalluccio mio, rispondi senza tanti giri di parole alla domanda che ti ho fatto. In fede mia, ti torcerò il mignolo121, Harry, se non mi dici tutta la verità. HOTSPUR
Via, via, giocherellona! Amore? Io non ti amo; non m’importa un bel niente di te, Kate. Questo mondo non è fatto per gingillarsi con le bambole e giostrare con le labbra. Dobbiamo sanguinare dal naso e farci spaccare la testa, e rendere a nostra volta la pariglia122. Che Dio mi salvi, il mio cavallo! Che dici, Kate? Che vuoi da me? LADY PERCY
Non mi ami? Davvero non mi ami? Bene, allora non amarmi e, poiché tu non mi ami, io non amerò me stessa. Davvero non mi ami? No, dimmi se stai scherzando, o se parli sul serio. HOTSPUR
Su, vuoi vedermi montare a cavallo? Quando sarò in sella, ti giurerò infinito amore. Però ascolta, Kate. D’ora in avanti non ti consentirò più di domandarmi dove vado, e per quali ragioni. Vado dove devo andare, e, per farla breve, questa sera ti devo lasciare, dolce Kate.
1881
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
I know you wise, but yet no farther wise Than Harry Percy’s wife; constant you are, But yet a woman; and for secrecy No lady closer, for I well believe Thou wilt not utter what thou dost not know. And so far will I trust thee, gentle Kate. LADY PERCY How, so far?
105
110
HOTSPUR
Not an inch further. But hark you, Kate, Whither I go, thither shall you go too. Today will I set forth, tomorrow you. Will this content you, Kate? LADY PERCY It must, of force. 2.5
Exeunt
Enter Prince Harry
PRINCE HARRY Ned, prithee come out of that fat room,
and lend me thy hand to laugh a little. Enter Poins [at another door] POINS Where hast been, Hal? PRINCE HARRY With three or four loggerheads, amongst
three or fourscore hogsheads. I have sounded the very bass-string of humility. Sirrah, I am sworn brother to a leash of drawers, and can call them all by their christen names, as ‘Tom’, ‘Dick’, and ‘Francis’. They53 take it already, upon their salvation, that though I be54 but Prince of Wales yet I am the king of courtesy, and tell me flatly I am no proud jack like Oldcastle, but a Corinthian, a lad of mettle, a good boy — by the Lord, so they call me; and when I am King of England I shall command all the good lads in Eastcheap. They call drinking deep ‘dyeing scarlet’, and when you breathe in your watering they cry ‘Hem!’ and bid you ‘Play it 8. Christen: così in Q, aggettivo semanticamente equivalente a Christian (Q6), usato da Shakespeare solo qui, probabilmente in imitazione del linguaggio puritano. Manca in F. 9. Salvation: così in Q; in F confidence = “fiducia”. 1882
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
So che sei saggia, e tuttavia non più saggia di quanto possa esserlo la moglie di Harry Percy; sei costante, ma pur sempre una donna, e quanto alla riservatezza, non c’è signora più discreta di te, e sono perfettamente convinto che non rivelerai ciò che non conosci123 e, fino a questo punto, posso fidarmi di te, dolce Kate. LADY PERCY
Come sarebbe, fino a questo punto? HOTSPUR
Non un centimetro di più. Però ascolta, Kate: dove vado io, andrai tu124. Oggi parto io, domani tu. Ti basta, Kate? LADY PERCY
Deve bastarmi, per forza. Escono Entra il principe Harry125
II, 5
PRINCIPE HARRY
Ned, ti prego, esci da quella sudicia stanza e dammi una mano a farci quattro risate. Entra Poins [da un’altra porta] POINS
Dove sei stato, Hal? PRINCIPE HARRY
Con tre o quattro sempliciotti, in mezzo a tre o quattro dozzine di botti126. Ho pizzicato la corda più bassa della penuria. Ora, signorino, sono amico per la pelle di un terzetto di mescitori, e posso chiamarli tutti per nome, Tom, Dick, e Francis. Sono pronti a giocarsi il posto in paradiso giurando che, sebbene io sia soltanto il principe di Galles, sono già il re della cortesia, e mi dicono chiaro e tondo che non sono un tipo127 borioso come Oldcastle, bensì un allegro compagnone128, un giovane in gamba, un bravo ragazzo – perdio, così mi chiamano, e aggiungono che quando sarò re d’Inghilterra avrò ai miei ordini tutti i bravi ragazzi di Eastcheap. Se qualcuno alza il gomito loro dicono che “si tinge di rosso”129, mentre a chi prende fiato tra una sorsata130 e l’altra gridano “dacci dentro” e gli
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
off!’ To conclude, I am so good a proficient in one quarter of an hour that I can drink with any tinker in his own language during my life. I tell thee, Ned, thou hast lost much honour that thou wert not with me in this action. But, sweet Ned — to sweeten which name of Ned I give thee this pennyworth of sugar, clapped even now into my hand by an underskinker, one that never spake other English in his life than ‘Eight shillings and sixpence’, and ‘You are welcome’, with this shrill addition, ‘Anon, anon, sir! Score a pint of bastard in the Half-moon!’ or so. But, Ned, to drive away the time till Oldcastle come, I prithee do thou stand in some by-room, while I question my puny drawer to what end he gave me the sugar, and do thou never leave calling ‘Francis!’, that his tale to me may be nothing but ‘Anon!’ Step aside, and I’ll show thee a precedent.55 Exit Poins POINS (within) Francis! PRINCE HARRY Thou art perfect. POINS (within) Francis! 56
35
Enter Francis, a drawer FRANCIS Anon, anon, sir! — Look down into the Pomegranate,
Ralph! PRINCE HARRY Come hither, Francis. FRANCIS My lord. PRINCE HARRY How long hast thou to serve, Francis?
40
FRANCIS Forsooth, five years, and as much as to — POINS (within) Francis!
32. President: così in F; in Q2 present. 35. POINES: così in Q5, F; Q2 attribuisce la battuta al principe. 1884
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
ordinano di scolarsi il bicchiere. Per farla breve, in un quarto d’ora ho imparato tante di quelle cose che per tutta la vita potrò bere con qualsiasi stagnino131 parlando alla sua maniera. Te lo assicuro, Ned, ti sei fatto ben poco onore a non accompagnarmi in questa sortita132. Ma, dolce Ned – e per addolcire il tuo nome, ti do questo soldo133 di zucchero che proprio ora mi ha messo in mano un sottomescitore, uno che in vita sua non ha mai detto altro che “Otto scellini e sei pence”, e “Prego”, per poi strillare “Subito, subito, signore. Segna una pinta di vin dolce di Spagna nella stanza della mezza luna”134, o qualcosa del genere – ma ti prego, Ned, per ingannare il tempo finché non arriva Oldcastle, va’ in una delle stanze qui accanto e, mentre io chiedo al mio taverniere sbarbatello per quale ragione mi ha dato lo zucchero, tu non smettere di chiamare “Francis”, in modo che lui non trovi altro da dirmi se non “Subito”. Vai di là, e te ne darò un assaggio. Esce Poins POINS (dall’interno)
Francis! PRINCIPE HARRY
Perfetto. POINS (dall’interno)
Francis! Entra Francis, un taverniere FRANCIS
Subito, subito, signore! – Vai giù a gettare un occhio nella stanza della melagrana, Ralph. PRINCIPE HARRY
Vieni qui, Francis. FRANCIS
Mio signore? PRINCIPE HARRY
Per quanto tempo devi servire ancora da apprendista135, Francis? FRANCIS
Perbacco, cinque anni, e altrettanti per… POINS (dall’interno)
Francis! 1885
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
FRANCIS Anon, anon, sir! PRINCE HARRY Five year! By’r Lady, a long lease for the
clinking of pewter. But Francis, darest thou be so valiant as to play the coward with thy indenture, and show it a fair pair of heels, and run from it? FRANCIS O Lord, sir, I’ll be sworn upon all the books in England, I could find in my heart — POINS (within) Francis! FRANCIS Anon, sir! PRINCE HARRY How old art thou, Francis? FRANCIS Let me see, about Michaelmas next I shall be — POINS (within) Francis! FRANCIS Anon, sir! (To the Prince) Pray, stay a little, my lord. PRINCE HARRY Nay, but hark you, Francis. For the sugar thou gavest me, ’twas a pennyworth, was’t not? FRANCIS O Lord, I would it had been two! PRINCE HARRY I will give thee for it a thousand pound. Ask me when thou wilt, and thou shalt have it — POINS (within) Francis! FRANCIS Anon, anon! PRINCE HARRY Anon, Francis? No, Francis, but tomorrow, Francis; or, Francis, o’ Thursday; or, indeed, Francis, when thou wilt. But Francis.
47
50
56
61
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
FRANCIS
Subito, subito, signore. PRINCIPE HARRY
Cinque anni! Perdiana, un lungo apprendistato per imparare a far tinnire il peltro. Ma Francis, avresti il coraggio di fare una bella vigliaccata al tuo contratto, mostrandogli i tacchi e fuggendo a gambe levate? FRANCIS
Oddio, signore, ve lo giuro su tutte le bibbie136 d’Inghilterra che lo trovo il coraggio di… POINS (dall’interno) Francis! FRANCIS
Subito, signore! PRINCIPE HARRY
Quanti anni hai, Francis? FRANCIS
Vediamo un po’, il giorno di san Michele ne avrò… POINS (dall’interno)
Francis! FRANCIS
Subito, signore! (Al principe). Vi prego, aspettatemi un attimo, mio signore. PRINCIPE
No, stammi a sentire, Francis. Lo zucchero che mi hai dato valeva un soldo, vero? FRANCIS
Oddio, se era per me ne valeva pure due! PRINCIPE HARRY
Io in cambio ti darò mille sterline. Chiedimele quando vuoi e le avrai… POINS (dall’interno)
Francis! FRANCIS
Subito, subito! PRINCIPE HARRY
Subito, Francis? No, Francis, ma domani, Francis, oppure, Francis, giovedì, o a dire il vero, Francis, quando vuoi. Però, Francis… 1887
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
FRANCIS My lord. PRINCE HARRY Wilt thou rob this leathern-jerkin, crystal-
button, knot-pated, agate-ring, puke-stocking, caddisgarter, smooth-tongue, Spanish-pouch? FRANCIS O Lord, sir, who do you mean? PRINCE HARRY Why, then, your brown bastard is your only drink! For look you, Francis, your white canvas doublet will sully. In Barbary, sir, it cannot come to so much. FRANCIS What, sir? POINS (within) Francis! PRINCE HARRY Away, you rogue! Dost thou not hear them call?
70
75
[As he departs] Poins and the Prince both call him. The Drawer stands amazed, not knowing which way to go. Enter Vintner VINTNER What, standest thou still, and hearest such a
calling? Look to the guests within. Exit Francis My lord, old Sir John with half a dozen more are at the door. Shall I let them in? PRINCE HARRY Let them alone a while, and then open the door. Exit Vintner Poins! POINS [within] Anon, anon, sir!
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
FRANCIS
Mio signore? PRINCIPE HARRY
Te la sentiresti di derubare un tipo così: giubba di pelle, bottoni di cristallo, capelli a spazzola, anello d’agata, calze di lana cinerina, giarrettiere di flanella, lingua mielosa, e bisaccia in cuoio di Spagna?137 FRANCIS
Oddio, signore, di chi state parlando? PRINCIPE HARRY
Be’, allora questo moscato nero è l’unico vino che fa per te! Ma sta attento, Francis, la tua giubba di tela bianca si macchierà! Neppure in Barberia138, signorino, pagherebbero tanto. FRANCIS
Che cosa, signore? POINS (dall’interno)
Francis! PRINCIPE HARRY
Via, briccone! Non senti che ti stanno chiamando? [Mentre il taverniere fa per andarsene] sia Poins sia il principe lo chiamano. Lui si ferma frastornato, non sapendo dove andare. Entra l’oste OSTE
Ma insomma, senti che ti chiamano e rimani lì impalato? Occupati dei clienti là dentro. Esce Francis Mio signore, il vecchio sir John è alla porta, insieme a una mezza dozzina d’altre persone. Li faccio entrare? PRINCIPE HARRY
Falli aspettare un po’, e poi apri la porta. Esce l’oste Poins! POINS [dall’interno]
Subito, subito, signore!
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
Enter Poins PRINCE HARRY Sirrah, Oldcastle and the rest of the thieves
are at the door. Shall we be merry?
89
POINS As merry as crickets, my lad. But hark ye, what
cunning match have you made with this jest of the drawer? Come, what’s the issue? PRINCE HARRY I am now of all humours that have showed themselves humours since the old days of goodman Adam to the pupil age of this present twelve o’clock at midnight.
96
[Enter Francis] What’s o’clock, Francis? FRANCIS Anon, anon, sir!
[Exit at another door]
PRINCE HARRY That ever this fellow should have fewer
words than a parrot, and yet the son of a woman! His industry is upstairs and downstairs, his eloquence the parcel of a reckoning. I am not yet of Percy’s mind, the Hotspur of the North — he that kills me some six or seven dozen of Scots at a breakfast, washes his hands, and says to his wife, ‘Fie upon this quiet life! I want work.’ ‘O my sweet Harry,’ says she, ‘how many hast thou killed today?’ Give my roan horse a drench,’ says he, and answers, ‘Some fourteen,’ an hour after; ‘a trifle, a trifle.’ I prithee call in Oldcastle. I’ll play Percy, and that damned brawn shall play Dame Mortimer his wife. ‘Rivo!’ says the drunkard. Call in Ribs, call in Tallow.
112
Enter Sir John Oldcastle, with sword and buckler, Russell, Harvey, and Gadshill, [followed by] Francis, with wine
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
Entra Poins PRINCIPE HARRY
Signorino, Oldcastle e gli altri ladri sono alla porta. Vogliamo stare allegri? POINS
Allegri come grilli, ragazzo mio. Ma dimmi, che gioco d’astuzia avevi in mente facendo questo scherzo al taverniere? Su, cosa ne hai ricavato? PRINCIPE HARRY
Che ora sono pronto a lasciarmi andare a ogni ghiribizzo che si sia dimostrato tale dai tempi andati del buon Adamo fino all’ora neonata di questa mezzanotte. [Entra Francis] Che ora è, Francis? FRANCIS
Subito, subito, signore! [Esce da un’altra porta] PRINCIPE HARRY
Come è possibile che costui, pur essendo nato da donna, conosca meno parole di un pappagallo! Tutta la sua industria sta nel salire e scendere le scale, la sua eloquenza nell’elencare le voci di un conto di taverna. Non ho ancora lo spirito di Percy, lo Hotspur del nord, che ti ammazza sei o sette dozzine di scozzesi all’ora di colazione, poi si lava le mani, e dice alla moglie: “Accidenti a questa vita tranquilla! Ho bisogno di agire, io”. “O mio dolce Harry,” gli domanda lei, “quanti ne hai ammazzati oggi?”. “Date da bere al mio roano,” grida lui, e poi risponde, “quattordici”, e un’ora dopo aggiunge “una bazzecola, una bazzecola.” Ti prego, fai entrare Oldcastle. Io farò la parte di Percy e quel dannato cinghiale farà la parte di sua moglie, madama Mortimer. “A sciacquabudella!”139, dice l’ubriacone. Fai entrare Braciola, fai entrare Pancetta. Entrano sir John Oldcastle, con spada e scudo, Russell, Harvey, e Gadshill, [seguiti da] Francis con il vino
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
POINS Welcome, Jack. Where hast thou been? SIR JOHN A plague of all cowards, I say, and a vengeance
too, marry and amen! — Give me a cup of sack, boy. — Ere I lead this life long, I’ll sew netherstocks, and mend them and foot them too. A plague of all cowards! — Give me a cup of sack, rogue. Is there no virtue extant? He drinketh PRINCE HARRY Didst thou never see Titan kiss a dish of
butter — pitiful hearted Titan — that melted at the sweet57 tale of the sun’s? If thou didst, then behold that compound. SIR JOHN (to Francis) You rogue, here’s lime in this sack too. There is nothing but roguery to be found in villainous man, yet a coward is worse than a cup of sack with lime in it. 58 [Exit Francis] A villainous coward! Go thy ways, old Jack, die when thou wilt. If manhood, good manhood, be not forgot upon the face of the earth, then am I a shotten herring. There lives not three good men unhanged in England, and one of them is fat and grows old, God help the while. A bad world, I say. I would I were a weaver — I could sing psalms, or anything. A plague of all cowards,59 I say still. PRINCE HARRY How now, woolsack, what mutter you? SIR JOHN A king’s son! If I do not beat thee out of thy kingdom with a dagger of lath, and drive all thy subjects afore thee like a flock of wild geese, I’ll never wear hair on my face more. You, Prince of Wales! PRINCE HARRY Why, you whoreson round man, what’s the matter?
122
134
139
120. Titan: così in QF. Il testo è stato variamente emendato in modi non convincenti. Probabilmente “pitiful hearted Titan” è da considerare come un’apposizione che dovrebbe comparire dopo “see Titan”. 126.0. Exit Francis: così in questa edizione; non presente in QF. 133. Psalms, or any thing: così in Q; in F all manner of songs = “canti di ogni sorta”. 1892
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
POINS
Benvenuto, Jack. Dove ti eri cacciato? SIR JOHN
Peste a tutti i codardi, dico io, e che sia fatta vendetta, per la madonna e amen! –Dammi un bicchiere di vin di Spagna, ragazzo. – Piuttosto che continuare a fare questa vita, mi cucio le calze, le rammendo e mi rifaccio pure le solette. Peste a tutti i codardi! – Dammi un bicchiere di vin di Spagna, briccone. Non c’è più coraggio a questo mondo? Beve PRINCIPE HARRY
Hai mai visto Titano – Titano dal cuore tenero – baciare un pan di burro che si scioglie alle dolci parole del sole?140 Se l’hai fatto, guarda adesso che intruglio ne è venuto fuori. SIR JOHN (a Francis) Furfante, in questo vin di Spagna c’è la calce141. Non c’è che furfanteria in un uomo scellerato, ma un codardo è peggio di un bicchiere di vino con dentro la calce. [Esce Francis] Uno scellerato codardo! Va’ per la tua strada, vecchio Jack, muori quando vuoi. Se il coraggio virile, il virtuoso coraggio, non è sparito dalla faccia della terra, allora io sono un’aringa rinsecchita142. In Inghilterra non ci sono tre uomini virtuosi che siano sfuggiti alla forca e uno di loro è grasso e sta diventando vecchio, che Dio ci assista di questi tempi! Un mondo terribile, dico io. Come vorrei essere un tessitore – potrei intonare i salmi143 o qualsiasi altra cosa. Peste a tutti i codardi, lo dico e lo ripeto. PRINCIPE HARRY
E allora, saccone di lana, cosa vai borbottando? SIR JOHN
Tu, figlio di un re! Se non ti caccio via dal tuo reame a colpi di spada di legno144, e non metto in fuga davanti a te tutti i tuoi sudditi come un branco di oche selvatiche, non mi farò mai più crescere un pelo sulla faccia. Tu, principe di Galles? PRINCIPE HARRY
Ebbene, polposo figlio di puttana, che ti succede? 1893
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19/10/2017 18:27:07
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
SIR JOHN Are not you a coward? Answer me to that. And
Poins there? POINS Zounds, ye fat paunch, an ye call me coward, by60
the Lord I’ll stab thee.
145
SIR JOHN I call thee coward? I’ll see thee damned ere I
call thee coward, but I would give a thousand pound I could run as fast as thou canst. You are straight enough in the shoulders; you care not who sees your back. Call you that backing of your friends? A plague upon such backing! Give me them that will face me. Give me a cup of sack. I am a rogue if I drunk today. PRINCE HARRY O villain, thy lips are scarce wiped since thou drunkest last. SIR JOHN All is one for that.
155
He drinketh A plague of all cowards, still say I. PRINCE HARRY What’s the matter? SIR JOHN What’s the matter? There be four of us here
have ta’en a thousand pound this day morning. PRINCE HARRY Where is it, Jack, where is it?
160
SIR JOHN Where is it? Taken from us it is. A hundred
upon poor four of us. PRINCE HARRY What, a hundred, man? SIR JOHN I am a rogue if I were not at half-sword with a dozen of them, two hours together. I have scaped by miracle. I am eight times thrust through the doublet,
144. Zoundes ye fat: così in Q; in F Ye fatch. Le numerose espressioni blasfeme presenti in questa scena sono regolarmente sostituite o omesse in F. Le varianti non saranno più segnalate. 1894
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
SIR JOHN
Non sei un codardo? Rispondi alla mia domanda. E quel Poins là? POINS
Per le ferite di Cristo, panzone, se mi dai ancora del codardo, per Dio, ti accoltello. SIR JOHN
Io darti del codardo? Ti vedrò all’inferno prima di darti del codardo, ma pagherei mille sterline per saper correre veloce quanto te. Hai la schiena dritta, tu, te ne infischi di chi ti vede le spalle. E questo lo chiami spalleggiare gli amici? Una peste al tuo spalleggiamento! Datemi qualcuno che mi guardi dritto in faccia. Datemi un bicchiere di vin di Spagna. Sono una canaglia, se oggi ho bevuto. PRINCIPE HARRY
Che farabutto, ti sei appena asciugato le labbra dopo l’ultima bevuta! SIR JOHN
Non me ne importa un bel niente. Beve Peste a tutti i codardi, lo ripeto. PRINCIPE HARRY
Che è successo? SIR JOHN
Che è successo? Stamattina, in quattro, abbiamo arraffato mille sterline. PRINCIPE HARRY
E dove sono finite, Jack, dove? SIR JOHN
Dove sono finite? Ce le hanno arraffate, ecco dove sono finite. Erano in cento contro noi poveri quattro. PRINCIPE HARRY
Come, in cento, amico mio? SIR JOHN
Sono una canaglia se non ho incrociato la spada con una dozzina di uomini per due ore di fila. Me la sono cavata per miracolo. Mi hanno trapassato otto volte il farsetto, quattro volte le braghe, il
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1895
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
four through the hose, my buckler cut through and through, my sword hacked like a handsaw. Ecce signum. [He shows his sword]61 I never dealt better since I was a man. All would not do. A plague of all cowards! (Pointing to Gadshill, Harvey, and Russell) Let them speak. If they speak more or less than truth, they are villains and the sons of darkness. [PRINCE HARRY] Speak, sirs, how was it?62 [GADSHILL] We four set upon some dozen — 63 SIR JOHN (to the Prince) Sixteen at least, my lord. [GADSHILL] And bound them. HARVEY No, no, they were not bound. SIR JOHN You rogue, they were bound every man of them, or I am a Jew else, an Hebrew Jew. [GADSHILL] As we were sharing, some six or seven fresh men set upon us. SIR JOHN And unbound the rest; and then come in the other. PRINCE HARRY What, fought you with them all? SIR JOHN All? I know not what you call all, but if I fought not with fifty of them, I am a bunch of radish. If there were not two- or three-and-fifty upon poor old Jack, then am I no two-legged creature. PRINCE HARRY Pray God you have not murdered some of them.
175
180
185
191
168.1. He … sword: così in questa edizione; assente in QF. Lo stesso per le due didascalie successive. 174. PRINCE: così in F; Q attribuisce la battuta a Gadshill. 175, 177, 181. GADSHILL: così in F; Rossill in Q. Probabilmente le battute furono in un primo tempo assegnate a Russell poi trasferite a Gadshill nel momento in cui Shakespeare decise di introdurre due personaggi diversi. La lezione di F dipenderebbe dalla consultazione di un manoscritto autorevole. 1896
Shakespeare_Drammi storici.indb 1896
19/10/2017 18:27:07
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
mio scudo è tutto sforacchiato, la mia spada tagliuzzata come una sega. Ecce signum. [Mostra la spada] Non mi sono mai battuto meglio in vita mia da quando sono un uomo fatto. Ma non è servito a niente. Peste a tutti i codardi! (Indicando Gadshill, Harvey e Russell) Lascia che siano loro a parlare. Se diranno qualcosa di più o di meno della pura verità, sono furfanti e figli delle tenebre145. [PRINCIPE HARRY]
Parlate, signori, come è andata? [GADSHILL]
Noi quattro abbiamo assalito una dozzina… SIR JOHN (al principe)
Erano come minimo sedici, mio signore. [GADSHILL]
E poi li abbiamo legati. HARVEY
No, no, non li abbiamo legati. SIR JOHN
Canaglia, li abbiamo legati uno a uno, o io sono un ebreo, un ebreo giudeo146. [GADSHILL]
Mentre ci spartivamo il bottino, altri sei o sette uomini ci hanno assalito. SIR JOHN
E hanno slegato quegli altri, e poi ne sono arrivati ancora degli altri. PRINCIPE HARRY
Che cosa, vi siete battuti con tutti loro? SIR JOHN
Tutti? Non so cosa intendi per tutti, ma io sono un mazzetto di ravanelli se non mi sono battuto almeno con una cinquantina di uomini. Se addosso al povero Jack non sono saltati in cinquantadue o cinquantatré, io non sono più una creatura a due gambe. PRINCIPE HARRY
Prego Iddio che tu non abbia ammazzato nessuno.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1897
19/10/2017 18:27:07
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
SIR JOHN Nay, that’s past praying for. I have peppered
two of them. Two I am sure I have paid — two rogues in buckram suits. I tell thee what, Hal, if I tell thee a lie, spit in my face, call me horse. Thou knowest my old ward —
196
[He stands as to fight] here I lay, and thus I bore my point. Four rogues in buckram let drive at me. PRINCE HARRY What, four? Thou saidst but two even now. SIR JOHN Four, Hal, I told thee four. POINS Ay, ay, he said four. SIR JOHN These four came all afront, and mainly thrust at me. I made me no more ado, but took all their seven points in my target, thus.
200
205
[He wards himself with his buckler] PRINCE HARRY Seven? Why, there were but four even
now. SIR JOHN In buckram? POINS Ay, four in buckram suits. SIR JOHN Seven, by these hilts, or I am a villain else. PRINCE HARRY (aside to Poins) Prithee, let him alone. We
shall have more anon.
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SIR JOHN Dost thou hear me, Hal? PRINCE HARRY Ay, and mark thee too, Jack.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1898
19/10/2017 18:27:07
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
SIR JOHN
No, è troppo tardi per pregare. Ne ho accoppati due. Due sono sicuro di averli liquidati – due furfanti in casacche di tela grezza. Senti che ti dico, Hal, sputami pure in faccia, dimmi che sono un brocco, se sto mentendo. Ti ricordi la mia vecchia posizione di guardia – [Si mette in posizione da combattimento] ecco, mi sono messo in posizione, e ho puntato la spada, così. Quattro canaglie in casacche di tela grezza mi sono piombate addosso. PRINCIPE HARRY
Come quattro? Hai appena detto che erano due. SIR JOHN
Quattro, Hal, ti ho detto quattro. POINS
Sì, sì, ha detto quattro. SIR JOHN
Quei quattro si sono schierati davanti a me, e mi hanno assalito con grande foga. Io non mi sono scomposto, e con lo scudo ho parato le punte delle loro sette spade, così. [Si protegge con lo scudo] PRINCIPE HARRY
Sette? Ma come, erano soltanto quattro un attimo fa. SIR JOHN
In casacche di tela grezza? POINS
Sì, quattro, in casacche di tela grezza. SIR JOHN
Sette, lo giuro su questa spada, o sono una canaglia. PRINCIPE HARRY (a parte a Poins)
Ti prego, lascialo parlare. Presto ne avremo anche di più. SIR JOHN
Mi hai sentito, Hal? PRINCIPE HARRY
Sì, e sto tenendo il conto, Jack.
1899
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19/10/2017 18:27:07
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
SIR JOHN Do so, for it is worth the listening to. These nine
in buckram that I told thee of —
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PRINCE HARRY (aside to Poins) So, two more already. SIR JOHN Their points being broken — POINS [aside to the Prince] Down fell their hose. SIR JOHN Began to give me ground. But I followed me
close, came in foot and hand, and, with a thought, seven of the eleven I paid. PRINCE HARRY (aside to Poins) O monstrous! Eleven buckram men grown out of two! SIR JOHN But, as the devil would have it, three misbegotten knaves in Kendal green came at my back and let drive at me; for it was so dark, Hal, that thou couldst not see thy hand. PRINCE HARRY These lies are like their father that begets them — gross as a mountain, open, palpable. Why, thou clay-brained guts, thou knotty-pated fool, thou whoreson obscene greasy tallow-catch — SIR JOHN What, art thou mad? Art thou mad? Is not the truth the truth? PRINCE HARRY Why, how couldst thou know these men in Kendal green when it was so dark thou couldst not see thy hand? Come, tell us your reason. What sayst thou to this? POINS Come, your reason, Jack, your reason. SIR JOHN What, upon compulsion? Zounds, an I were at the strappado, or all the racks in the world, I would
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
SIR JOHN
Fallo, perché ne vale la pena. Quei nove in casacche di tela grezza di cui ti dicevo… PRINCIPE HARRY (a parte a Poins) Ecco, ce ne sono già altri due. SIR JOHN
Quando gli si sono spezzate le punte…147 POINS [a parte al principe] Gli sono cadute anche le braghe. SIR JOHN
Cominciarono a perdere terreno, ma io li insegui da presso, e li incalzai, pronto a servirli di tutto punto, e in men che non si dica ne sistemai sette su undici. PRINCIPE HARRY (a parte a Poins) Prodigioso! Da due uomini in casacca di tela grezza ne sono spuntati undici. SIR JOHN
Ma, come volle il diavolo, quattro canaglie, quattro bastardi in panno verde di Kendal148, mi sono venuti alle spalle e mi hanno assalito, perché era così buio, Hal, che non si vedeva a un palmo dal naso. PRINCIPE HARRY
Queste menzogne sono come il padre che le ha generate149 – grosse come montagne, sfrontate, palpabili. E allora, sacco di budella dal cervello d’argilla, allocco dalla testa di legno, ributtante figlio di puttana, pentolone unto e bisunto– SIR JOHN
Che dici, sei impazzito? Sei impazzito? La verità non è più la verità? PRINCIPE HARRY
Ebbene, come hai potuto distinguere quegli uomini vestiti di panno verde di Kendal se era così buio che non si vedeva a un palmo dal naso? Su, dacci una spiegazione. Che hai da dire? POINS
Su, una spiegazione, Jack, una spiegazione. SIR JOHN
E come, costretto con la forza? Sangue di Cristo, nemmeno se fossi sottoposto al supplizio della corda, o legato a tutte le ruote di 1901
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
not tell you on compulsion. Give you a reason on compulsion? If reasons were as plentiful as blackberries, I would give no man a reason upon compulsion, I. PRINCE HARRY I’ll be no longer guilty of this sin. This sanguine coward, this bed-presser, this horse-backbreaker, this huge hill of flesh — SIR JOHN ’Sblood, you starveling, you elf-skin, you dried neat’s tongue, you bull’s pizzle, you stock-fish — O, for breath to utter what is like thee! — you tailor’s yard, you sheath, you bow-case, you vile standing tuck — PRINCE HARRY Well, breathe awhile, and then to’t again, and when thou hast tired thyself in base comparisons, hear me speak but this. POINS Mark, Jack. PRINCE HARRY We two saw you four set on four, and bound them, and were masters of their wealth. — Mark now how a plain tale shall put you down. — Then did we two set on you four, and, with a word, outfaced you from your prize, and have it; yea, and can show it you here in the house. And Oldcastle, you carried your guts away as nimbly, with as quick dexterity, and roared for mercy, and still run and roared, as ever I heard bull-calf. What a slave art thou, to hack thy sword as thou hast done, and then say it was in fight! What trick, what device, what starting-hole canst thou now find out to hide thee from this open and apparent shame? POINS Come, let’s hear, Jack; what trick hast thou now? SIR JOHN By the Lord, I knew ye as well as he that made ye. Why, hear you, my masters. Was it for me to kill
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
questo mondo, ve la darei. Costringermi con la forza a darvi una spiegazione? Anche se di spiegazioni ne avessi a bizzeffe, costretto con la forza non le darei a nessuno. PRINCIPE HARRY
Non voglio più macchiarmi di un tale peccato. Questo sanguigno codardo150, questo sfondamaterassi, questo sfiancacavalli, quest’enorme montagna di carne… SIR JOHN
Sangue di Cristo, tu morto di fame, pelle di folletto, lingua di manzo essiccata, nerbo di bue, stoccafisso! – Oh se avessi il fiato per elencare tutte le cose cui assomigli! – tu, stecca da sarto, guaina floscia, fodero d’arco, tu vile spadino spuntato…151 PRINCIPE HARRY
Bravo, riprendi fiato, e ricomincia da capo, e quando ti sarai stancato dei tuoi abietti paragoni, stammi a sentire ché ho una sola cosa da dirti. POINS
Attenzione, Jack. PRINCIPE HARRY
Noi due abbiamo visto voi quattro assalire quattro uomini, legarli, e impadronirvi del loro denaro. – Stammi a sentire, adesso, e vedrai come una storiella alla buona ti metterà a tacere. – Poi noi due abbiamo assalito voi quattro e, pronunciando una sola parola, vi abbiamo costretti a mollare il malloppo e ce lo siamo preso; sì, e possiamo anche mostrarvelo, è qui nella taverna. E tu, Oldcastle, con che agilità, con che svelta destrezza hai trascinato via le tue budella, muggendo per implorare pietà, correndo e muggendo neanche fossi un torello. Che farabutto sei stato, ad ammaccare così la spada, per poi venirci a raccontare che era successo in combattimento! Che trucco, che stratagemma, che via di scampo sarai ora capace di inventarti per sfuggire a questa smaccata e palese vergogna? POINS
Su, sentiamo, Jack, che trucco ci riservi adesso? SIR JOHN
Perdio, vi ho riconosciuto come un padre riconosce i propri figli. Ebbene, ascoltatemi, messeri. Doveva spettare proprio a me il com1903
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
the heir-apparent? Should I turn upon the true prince? Why, thou knowest I am as valiant as Hercules; but beware instinct. The lion will not touch the true prince — instinct is a great matter. I was now a coward on instinct. I shall think the better of myself and thee during my life — I for a valiant lion, and thou for a true prince. But by the Lord, lads, I am glad you have the money. — (Calling) Hostess, clap to the doors. — Watch tonight, pray tomorrow. Gallants, lads, boys, hearts of gold, all the titles of good fellowship come to you! What, shall we be merry, shall we have a play extempore? PRINCE HARRY Content, and the argument shall be thy running away. SIR JOHN Ah, no more of that, Hal, an thou lovest me.
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Enter Hostess HOSTESS O Jesu, my lord the Prince! PRINCE HARRY How now, my lady the Hostess, what sayst
thou to me?
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HOSTESS Marry, my lord, there is a nobleman of the court
at door would speak with you. He says he comes from your father. PRINCE HARRY Give him as much as will make him a royal man, and send him back again to my mother. SIR JOHN What manner of man is he? HOSTESS An old man. SIR JOHN What doth gravity out of his bed at midnight? Shall I give him his answer? PRINCE HARRY Prithee do, Jack.
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
pito d’uccidere l’erede al trono? Avrei dovuto assalire il vero principe? Be’, lo sapete che sono coraggioso quanto Ercole, ma bisogna dar retta all’istinto. Un leone non toccherebbe mai un vero principe – è una gran cosa l’istinto. Io sono stato codardo per istinto. Per tutta la vita avrò una maggiore considerazione di me stesso e di te – di me, come di un leone coraggioso e di te come di un vero principe. Ma perdio, ragazzi miei, sono contento che il denaro lo abbiate voi. – (Chiama) Ostessa, chiudi le porte. – Vegliate stanotte, e pregate domani152. Cavalieri, ragazzi, giovinotti, cuori d’oro, che vi siano conferiti tutti i titoli dell’allegra compagnia! Allora, vogliamo divertirci, vogliamo improvvisare una recita? PRINCIPE HARRY
D’accordo, e l’argomento sarà la tua fuga. SIR JOHN
Ah, finiscila, Hal, se mi vuoi bene. Entra l’ostessa OSTESSA
Oh Gesù, signor principe! PRINCIPE HARRY
E allora, signora ostessa, che hai da dirmi? OSTESSA
Per la vergine, mio signore, alla porta c’è un nobiluomo della corte che desidera parlarvi. Dice che viene da parte di vostro padre. PRINCIPE HARRY
Dagli quanto gli manca a far di lui un reale153, e rispediscilo a mia madre. SIR JOHN
Che tipo è? OSTESSA
Un vecchio. SIR JOHN
Che ci fa la severità fuori dal letto a mezzanotte? Vado a comunicargli la risposta? PRINCIPE HARRY
Fallo, Jack, ti prego.
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
SIR JOHN Faith, and I’ll send him packing.
Exit
PRINCE HARRY Now, sirs; (to Gadshill) by’r Lady, you
fought fair — so did you, Harvey, so did you, Russell. You are lions too — you ran away upon instinct, you will not touch the true prince; no, fie! RUSSELL Faith, I ran when I saw others run. PRINCE HARRY Faith, tell me now in earnest, how came Oldcastle’s sword so hacked? HARVEY Why, he hacked it with his dagger, and said he would swear truth out of England but he would make you believe it was done in fight, and persuaded us to do the like. RUSSELL Yea, and to tickle our noses with speargrass, to make them bleed; and then to beslubber our garments with it, and swear it was the blood of true men. I did that I did not this seven year before — I blushed to hear his monstrous devices. PRINCE HARRY O villain, thou stolest a cup of sack eighteen years ago, and wert taken with the manner, and ever since thou hast blushed extempore. Thou hadst fire and sword on thy side, and yet thou rannest away. What instinct hadst thou for it? RUSSELL (indicating his face) My lord, do you see these meteors? Do you behold these exhalations? PRINCE HARRY I do. RUSSELL What think you they portend? PRINCE HARRY Hot livers, and cold purses.
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
SIR JOHN
In fede mia, ci vado e gli dico di far fagotto. Esce PRINCIPE HARRY
Ebbene signori, (a Gadshill) perdiana, ti sei battuto bene – e anche tu, Harvey, anche tu, Russell. Siete leoni anche voi – siete scappati per istinto, non tocchereste mai un vero principe; no, vergognatevi! RUSSELL
In tutta coscienza, io sono scappato quando ho visto scappare gli altri. PRINCIPE HARRY
In tutta coscienza, ora ditemi sinceramente come mai la spada di Oldcastle si è ammaccata in quel modo? HARVEY
Be’, l’ha ammaccata lui col suo pugnale, e ha detto che anche a costo di spergiurare fino a cacciar via la verità dall’Inghilterra, vi avrebbe fatto credere che era successo durante il combattimento, e ci ha convinto a fare come lui. RUSSELL
Sì, e a sfregarci il naso con delle erbacce per farlo sanguinare, e poi a imbrattarci di sangue gli abiti e a giurare che era sangue di uomini valorosi. Mi è successa una cosa che non mi capitava da sette anni: nell’udire i suoi assurdi stratagemmi sono arrossito. PRINCIPE HARRY
Che furfante, diciotto anni fa fosti colto sul fatto mentre rubavi un bicchiere di vin di Spagna, e da allora non fai che arrossire senza alcun motivo. Fuoco e spada erano dalla tua parte, eppure sei fuggito. Quale istinto ti ha mai guidato? RUSSELL (indicando il proprio volto) Mio signore, vedete queste meteore? Notate queste esalazioni?154 PRINCIPE HARRY
Sì. RUSSELL
Cosa credete che presagiscano? PRINCIPE HARRY
Fegato infiammato e borsa smunta. 1907
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
RUSSELL Choler, my lord, if rightly taken.
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[Exit]
PRINCE HARRY No, if rightly taken, halter.
Enter Sir John Oldcastle Here comes lean Jack; here comes bare-bone. How now, my sweet creature of bombast? How long is’t ago, Jack, since thou sawest thine own knee? SIR JOHN My own knee? When I was about thy years, Hal, I was not an eagle’s talon in the waist; I could have crept into any alderman’s thumb-ring. A plague of sighing and grief — it blows a man up like a bladder. There’s villainous news abroad. Here was Sir John Bracy from your father; you must to the court in the morning. That same mad fellow of the North, Percy, and he of Wales that gave Amamon the bastinado, and made Lucifer cuckold, and swore the devil his true liegeman upon the cross of a Welsh hook — what a plague call you him? POINS Owain Glyndwr. ˆ SIR JOHN Owain, Owain, the same; and his son-in-law Mortimer, and old Northumberland, and that sprightly Scot of Scots Douglas, that runs a-horseback up a hill perpendicular — PRINCE HARRY He that rides at high speed and with his pistol kills a sparrow flying. SIR JOHN You have hit it. PRINCE HARRY So did he never the sparrow. SIR JOHN Well, that rascal hath good mettle in him; he will not run. PRINCE HARRY Why, what a rascal art thou, then, to praise him so for running!
331
342
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350
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327.0. Exit: così in questa edizione; manca in QF. 1908
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
RUSSELL
Un travaso di bile, mio signore, se le si afferra bene. [Esce] PRINCIPE HARRY
No, se t’afferrano155 bene, un cappio al collo. Entra sir John Oldcastle Ecco Jack il macilento, ecco il pelle e ossa. E allora, mio dolce bambagione? Da quando, Jack, non riesci più a vederti le ginocchia? SIR JOHN
Le ginocchia? Quando avevo suppergiù la tua età, Hal, il mio vitino era più sottile di un artiglio d’aquila; avrei potuto infilarmi in uno di quegli anelli che portano al pollice gli assessori. Che flagello le afflizioni e gli struggimenti – ti gonfiano come una vescica. Sono giunte pessime notizie. Sir John Bracy viene da parte di tuo padre, devi andare a corte domattina. Quel pazzo che sta a nord, Percy, e quell’altro che sta in Galles e che ha bastonato i piedi di Amamone156 e ha messo le corna a Lucifero e si è fatto giurare sudditanza dal diavolo usando come croce una picca gallese – come diamine si chiama? POINS
Owain Glyndwr. ˆ SIR JOHN
Owain, Owain, proprio lui, e suo genero Mortimer, e il vecchio Northumberland, e Douglas, quello spiritato scozzese che risale le colline galoppando a perpendicolo… PRINCIPE HARRY
Quello che mentre cavalca a briglia sciolta è capace di ammazzare al volo un passero con un colpo di pistola. SIR JOHN
Hai fatto centro. PRINCIPE HARRY
Come lui non ha mai centrato il passero. SIR JOHN
Ebbene, quel farabutto è di tempra buona; non corre via. PRINCIPE HARRY
E allora il farabutto sei tu che lo hai appena elogiato per come corre. 1909
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
SIR JOHN A-horseback, ye cuckoo, but afoot he will not
budge a foot. PRINCE HARRY Yes, Jack, upon instinct. SIR JOHN I grant ye, upon instinct. Well, he is there too,
and one Mordake, and a thousand blue-caps more. Worcester is stolen away tonight. Thy father’s beard is turned white with the news. You may buy land now as cheap as stinking mackerel. PRINCE HARRY Why then, it is like, if there come a hot June and this civil buffeting hold, we shall buy maidenheads as they buy hobnails: by the hundreds. SIR JOHN By the mass, lad, thou sayst true; it is like we shall have good trading that way. But tell me, Hal, art not thou horrible afeard? Thou being heir-apparent, could the world pick thee out three such enemies again as that fiend Douglas, that spirit Percy, and that devil Glyndwr? ˆ Art thou not horribly afraid? Doth not thy blood thrill at it? PRINCE HARRY Not a whit, i’faith. I lack some of thy instinct. SIR JOHN Well, thou wilt be horribly chid tomorrow when thou comest to thy father. If thou love me, practise an answer. PRINCE HARRY Do thou stand for my father, and examine me upon the particulars of my life. SIR JOHN Shall I? Content. This chair shall be my state, this dagger my sceptre, and this cushion my crown.
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He sits PRINCE HARRY Thy state is taken for a joint-stool, thy
golden sceptre for a leaden dagger, and thy precious rich crown for a pitiful bald crown.
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
SIR JOHN
A cavallo, zuccone, ma a piedi non muove un passo. PRINCIPE HARRY
Sì, Jack, per istinto. SIR JOHN
Te lo concedo, per istinto. Ebbene c’è anche lui, insieme a un certo Mordake e a un altro migliaio di soldati scozzesi. Worcester è partito alla chetichella stanotte. La barba di tuo padre è sbiancata quando l’ha saputo. A questo punto le terre si potranno comprare a buon mercato come gli sgombri putrefatti. PRINCIPE HARRY
Ebbene, allora è probabile che, se avremo un giugno caldo e questi scontri civili si protrarranno, ci prenderemo le verginità delle fanciulle come si comprano i chiodi, a centinaia. SIR JOHN
Per la messa, dici il vero, ragazzo mio, è probabile che quel tipo di commercio ci andrà bene. Ma dimmi, Hal, non hai una paura tremenda? Contro di te che sei l’erede al trono la vita avrebbe mai potuto scegliere tre nemici peggiori di quel demonio di Douglas, di quel satanasso di Percy e di quel diavolo di Glyndwr? ˆ Non hai una paura tremenda? Non ti si gela il sangue? PRINCIPE HARRY
Nient’affatto, a dire il vero. Mi manca un po’ del tuo istinto. SIR JOHN
Ebbene, domani, quando andrai da tuo padre, i rimproveri saranno terribili. Se mi vuoi bene, preparati a rispondere. PRINCIPE HARRY
Fai tu la parte di mio padre, allora, e interrogami su ogni singolo dettaglio della mia vita. SIR JOHN
Devo farlo davvero? E va bene. Questa sedia sarà il mio trono, questo pugnale il mio scettro e questo cuscino la mia corona. Si siede PRINCIPE HARRY
Si vedrà benissimo che il trono è uno sgabello, lo scettro d’oro un vile pugnale, e la ricca e preziosa corona una misera zucca pelata. 1911
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
SIR JOHN Well, an the fire of grace be not quite out of
thee, now shalt thou be moved. Give me a cup of sack to make my eyes look red, that it may be thought I have wept; for I must speak in passion, and I will do it in King Cambyses’ vein. PRINCE HARRY (bowing) Well, here is my leg. SIR JOHN And here is my speech. (To Harvey, Poins, and Gadshill) Stand aside, nobility. HOSTESS O Jesu, this is excellent sport, i’faith.
390
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SIR JOHN
Weep not, sweet Queen, for trickling tears are vain. HOSTESS O the Father, how he holds his countenance! SIR JOHN
For God’s sake, lords, convey my tristful Queen, For tears do stop the floodgates of her eyes. HOSTESS O Jesu, he doth it as like one of these harlotry players as ever I see!
400
SIR JOHN
Peace, good pint-pot; peace, good tickle-brain. — Harry, I do not only marvel where thou spendest thy time, but also how thou art accompanied. For though the camomile, the more it is trodden on, the faster it grows, yet youth, the more it is wasted, the sooner it65 wears. That thou art my son I have partly thy mother’s word, partly my own opinion, but chiefly a villainous trick of thine eye, and a foolish hanging of thy nether lip, that doth warrant me. If then thou be son to me, here lies the point. Why, being son to me, art thou so pointed at? Shall the blessed sun of heaven prove a micher, and eat blackberries? — A question not to be asked. Shall the son of England prove a thief, and take purses? — A question to be asked. There is a thing,
405. Yet: così in Q4, F; in Q2 so = “così”. 1912
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
SIR JOHN
Bene, se in te il fuoco della grazia non è del tutto spento, adesso ti commuoverai. Datemi un bicchiere di vin di Spagna in modo che i miei occhi appaiano arrossati e si creda che abbia pianto, poiché devo parlare con passione e lo farò alla maniera del re Cambise157. PRINCIPE HARRY (inchinandosi) Bene, ecco il mio inchino. SIR JOHN
Ed ecco il mio discorso. (A Harvey, Poins e Gadshill). Fatevi da parte, nobili signori. OSTESSA
Oh Gesù mio, è un vero spasso, in fede mia. SIR JOHN
Non piangete, dolce regina, ché vano è lo stillar delle lagrime vostre. OSTESSA
Oh Padre eterno, che faccia seria che fa. SIR JOHN
Per amor di Dio, signori, scortate la mia afflitta regina, gonfie di lagrime sono le chiuse dei suoi occhi. OSTESSA
Oh Gesù, è spiccicato a quei lazzaroni di attori che si vedono in giro! SIR JOHN
Silenzio, botte di birra; silenzio, cara la mia spappolacervelli158. – Harry, mi stupisco non soltanto di dove trascorri il tempo, ma anche della compagnia che frequenti. Se è vero, infatti, che la camomilla più si calpesta e più cresce veloce, la gioventù, invece, più si spreca e più si logora in fretta. Che tu sia mio figlio me lo garantisce in parte la parola di tua madre, in parte il mio stesso convincimento, ma soprattutto la malvagità del tuo sguardo e il ridicolo penzolare del tuo labbro inferiore. Se dunque sei mio figlio, il punto è questo: perché contro di te, che sei mio figlio, c’è sempre un dito puntato?159 Dovrà forse il sole160, figlio benedetto del cielo, rivelarsi un infingardo che spreca il tempo a cercar more? Una domanda che non bisogna porsi. Dovrà forse il figlio del re d’Inghilterra rivelarsi un ladro che sgraffigna borse? Una domanda che bisogna porsi. C’è una certa 1913
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
Harry, which thou hast often heard of, and it is known to many in our land by the name of pitch. This pitch, as ancient writers do report, doth defi le. So doth the company thou keepest. For Harry, now I do not speak to thee in drink, but in tears; not in pleasure, but in passion; not in words only, but in woes also. And yet there is a virtuous man whom I have often noted in thy company, but I know not his name. PRINCE HARRY What manner of man, an it like your majesty? SIR JOHN A goodly, portly man, i’faith, and a corpulent; of a cheerful look, a pleasing eye, and a most noble carriage; and, as I think, his age some fifty, or, by’r Lady, inclining to threescore. And now I remember me, his name is Oldcastle. If that man should be lewdly given, he deceiveth me; for, Harry, I see virtue in his looks. If, then, the tree may be known by the fruit, as the fruit by the tree, then peremptorily I speak it — there is virtue in that Oldcastle. Him keep with; the rest banish. And tell me now, thou naughty varlet, tell me, where hast thou been this month? PRINCE HARRY Dost thou speak like a king? Do thou stand for me, and I’ll play my father. SIR JOHN (standing) Depose me. If thou dost it half so gravely, so majestically both in word and matter, hang me up by the heels for a rabbit sucker, or a poulter’s hare. PRINCE HARRY (sitting) Well, here I am set. SIR JOHN And here I stand. (To the others) Judge, my masters. PRINCE HARRY Now, Harry, whence come you? SIR JOHN My noble lord, from Eastcheap.
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
cosa, Harry, di cui avrai spesso sentito parlare e che nel nostro Paese è nota a molti con il nome di pece. La pece, come riferiscono gli antichi scrittori, insudicia, e lo stesso fa la compagnia che frequenti. Adesso, Harry, non è con le libagioni che ti parlo, ma con le lacrime; non con soddisfazione, ma con sofferenza, non soltanto con parole, ma con patemi161. C’è però un uomo virtuoso che ho notato spesso in tua compagnia, anche se ne ignoro il nome. PRINCIPE HARRY
Che genere d’uomo, di grazia? SIR JOHN
Un uomo attraente e prestante, in fede mia, e un po’ corpulento; dall’aria allegra, lo sguardo gradevole e il portamento assai nobile, avrà, credo, una cinquantina d’anni, o forse, perdiana, si avvicinerà ai sessanta; e adesso mi ricordo, si chiama Oldcastle. Se quell’uomo è incline alla dissolutezza, mi ha davvero ingannato, poiché, Harry, nel suo aspetto io scorgo la virtù. Se dunque l’albero si riconosce dal frutto, e il frutto dall’albero, posso affermarlo con certezza, c’è della virtù in quell’Oldcastle. Accompagnati a lui; gli altri mettili al bando. E adesso dimmi, ragazzaccio, dove sei stato in quest’ultimo mese? PRINCIPE HARRY
Ti sembra di parlare come un re? Fai tu la mia parte, e reciterò io quella di mio padre. SIR JOHN (alzandosi) Deponimi pure. Se riesci a recitarla anche solo con la metà della solenne regalità che io esprimo nelle parole e nei concetti, puoi appendermi per le calcagna come un coniglietto da latte o una lepre nella bottega di un pollivendolo. PRINCIPE HARRY (sedendosi) Bene, eccomi seduto. SIR JOHN
Ed eccomi in piedi. (Agli altri). Giudicate voi, signori. PRINCIPE HARRY
Ebbene, Harry, da dove vieni? SIR JOHN
Da Eastcheap, mio nobile signore.
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19/10/2017 18:27:09
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
PRINCE HARRY The complaints I hear of thee are grievous. SIR JOHN ’Sblood, my lord, they are false. [To the others]
Nay, I’ll tickle ye for a young prince, i’faith. PRINCE HARRY Swearest thou, ungracious boy? Henceforth ne’er look on me. Thou art violently carried away from grace. There is a devil haunts thee in the likeness of an old fat man; a tun of man is thy companion. Why dost thou converse with that trunk of humours, that bolting-hutch of beastliness, that swollen parcel of dropsies, that huge bombard of sack, that stuffed cloakbag of guts, that roasted Manningtree ox with the pudding in his belly, that reverend Vice, that grey Iniquity, that father Ruffian, that Vanity in Years? Wherein is he good, but to taste sack and drink it? Wherein neat and cleanly, but to carve a capon and eat it? Wherein cunning, but in craft? Wherein crafty, but in villainy? Wherein villainous, but in all things? Wherein worthy, but in nothing? SIR JOHN I would your grace would take me with you. Whom means your grace? PRINCE HARRY That villainous, abominable misleader of youth, Oldcastle; that old white-bearded Satan. SIR JOHN My lord, the man I know. PRINCE HARRY I know thou dost. SIR JOHN But to say I know more harm in him than in myself were to say more than I know. That he is old, the more the pity, his white hairs do witness it. But that he is, saving your reverence, a whoremaster, that I utterly deny. If sack and sugar be a fault, God help the wicked. If to be old and merry be a sin, then many an old host that I know is damned. If to be fat be to
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
PRINCIPE HARRY
Odo gravi lagnanze sul tuo conto. SIR JOHN
Sangue di Cristo, mio signore, sono false. [Agli altri] – No, ora, in fede mia, vi farò divertire nel ruolo del giovane principe… PRINCIPE HARRY
Bestemmi, ragazzo irriverente? D’ora in avanti non levare più lo sguardo su di me. Ti hanno strappato con la forza alla grazia divina. Un demonio ti perseguita nelle sembianze di un vecchio grassone; è un barile il tuo compare. Perché mai ti accompagni a quel baule d’umori, a quel ricettacolo di animalità, a quel fagotto gonfio d’idropisia, a quell’enorme otre di vin di Spagna, a quell’armadio straripante di budella, a quell’arrosto di bue con le viscere farcite degno di una sagra162, a quel reverendissimo Vizio, a quella canuta Iniquità, a quel padre Sbruffone, a quell’attempata Vanità?163 Di cosa è capace, se non di assaggiare il vin di Spagna e tracannarlo. In cosa è abile e preciso, se non nel trinciare un cappone e poi mangiarlo. In cosa è esperto, se non nell’astuzia? In cosa è astuto, se non nell’abiezione? In cosa è abietto, se non in tutto? In cosa è degno, se non in niente? SIR JOHN
Vorrei che vostra grazia mi spiegasse. A chi si riferisce vostra grazia? PRINCIPE HARRY
A quello scellerato e abominevole corruttore della gioventù, a Oldcastle, quel vecchio Satanasso dalla barba bianca. SIR JOHN
Mio signore, conosco quell’uomo. PRINCIPE HARRY
So bene che lo conosci. SIR JOHN
Ma dire che in lui riconosco più perfidia che in me stesso sarebbe dire più di quel che conosco. Che egli sia vecchio, e dunque ancor più da compatire, lo testimoniano i suoi capelli bianchi. Ma che egli sia, con rispetto per l’altezza vostra, un magnaccia, lo nego recisamente. Se il vin di Spagna zuccherato è una colpa, che Dio aiuti i malvagi! Se essere vecchi e allegri è un peccato, molti vecchi osti di mia conoscenza sarebbero già dannati. Se essere grassi vuol dire 1917
Shakespeare_Drammi storici.indb 1917
19/10/2017 18:27:09
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
be hated, then Pharaoh’s lean kine are to be loved. No, my good lord, banish Harvey, banish Russell, banish Poins, but for sweet Jack Oldcastle, kind Jack Oldcastle, true Jack Oldcastle, valiant Jack Oldcastle, and therefore more valiant being, as he is, old Jack Oldcastle, Banish not him thy Harry’s company, Banish not him thy Harry’s company. Banish plump Jack, and banish all the world. PRINCE HARRY I do; I will.
482
485
Knocking within. [Exit Hostess.] 66 Enter Russell, running RUSSELL O my lord, my lord, the sheriff with a most
monstrous watch is at the door! SIR JOHN Out, ye rogue! Play out the play! I have much
to say in the behalf of that Oldcastle.
490
Enter the Hostess HOSTESS O Jesu! My lord, my lord! PRINCE HARRY Heigh, heigh, the devil rides upon a
fiddlestick! What’s the matter? HOSTESS The sheriff and all the watch are at the door.
They are come to search the house. Shall I let them in? SIR JOHN Dost thou hear, Hal? Never call a true piece of gold a counterfeit — thou art essentially made, without67 seeming so. PRINCE HARRY And thou a natural coward without instinct. SIR JOHN I deny your major. If you will deny the sheriff, so. If not, let him enter. If I become not a cart as well
496
501
486.1. Exit hostesse: così in questa edizione; assente in QF. 498. Made: così in Q, F1; in F3 mad = matto. La lezione di Q sembra la più plausibile, anche se l’espressione made, con il significato di mad, appare in 2 Enrico IV, II, 1, 106. 1918
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
essere odiati, allora soltanto le vacche magre del Faraone164 sarebbero degne d’esser amate. No, mio buon signore, mettete al bando Harvey, mettete al bando Russell, ma il dolce Jack Oldcastle, il gentile Jack Oldcastle, il fedele Jack Oldcastle, l’intrepido Jack Oldcastle, tanto più intrepido perché vecchio, lui non mettetelo al bando dalla compagnia del vostro Harry, no, non mettetelo al bando dalla compagnia del vostro Harry. Mettete al bando il paffuto Jack, e metterete al bando il mondo intero. PRICIPE HARRY
Voglio farlo; lo farò165. Bussano. [Esce l’ostessa.] Entra Russell, di corsa RUSSELL
Mio signore, mio signore, alla porta c’è lo sceriffo accompagnato da una ronda gigantesca! SIR JOHN
Vattene, canaglia! Recitiamo la commedia fino in fondo! Ho ancora molto da dire in difesa di quell’Oldcastle. Entra l’ostessa OSTESSA
Oh Gesù, mio signore, mio signore! PRINCIPE HARRY
Ehi, ehi, il diavolo cavalca sull’arco di un violino!166 Che succede? OSTESSA
Lo sceriffo e la ronda al completo sono alla porta. Sono venuti a perquisire la taverna. Li faccio entrare? SIR JOHN
Hai sentito, Hal? Non chiamare mai patacca una moneta d’oro genuino167. Tu sei essenzialmente genuino senza però darlo a vedere. PRINCIPE HARRY
E tu sei codardo per natura, senza alcun bisogno dell’istinto. SIR JOHN
Rifiuto la tua premessa168. Se tu rifiuti l’accesso allo sceriffo, bene; altrimenti, lascialo pure entrare. Se poi alla carretta del boia non
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
as another man, a plague on my bringing up. I hope I shall as soon be strangled with a halter as another. PRINCE HARRY Go, hide thee behind the arras. The rest walk up above. Now, my masters, for a true face and good conscience. Exeunt Poins, Russell, and Gadshill SIR JOHN Both which I have had, but their date is out; and therefore I’ll hide me.
510
He withdraws behind the arras PRINCE HARRY (to Hostess) Call in the sheriff.
Exit Hostess
Enter Sheriff and a Carrier Now, master sheriff, what is your will with me? SHERIFF
First, pardon me, my lord. A hue and cry Hath followed certain men unto this house. PRINCE HARRY What men?
515
SHERIFF
One of them is well known, my gracious lord, A gross, fat man. CARRIER As fat as butter. PRINCE HARRY
The man, I do assure you, is not here, For I myself at this time have employed him. And, sheriff, I will engage my word to thee That I will by tomorrow dinner-time Send him to answer thee, or any man, For anything he shall be charged withal. And so let me entreat you leave the house.
520
SHERIFF
I will, my lord. There are two gentlemen Have in this robbery lost three hundred marks.
525
1920
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
saprò dare il lustro che le danno gli altri, una peste al modo in cui m’hanno cresciuto! Spero comunque che il cappio si sbrighi a strangolare me come fa con gli altri. PRINCIPE HARRY
Va’ a nasconderti dietro quell’arazzo. Voi andate di sopra. E adesso, messeri, faccia sincera e coscienza tranquilla. Escono Poins, Russell e Gadshill SIR JOHN
Io le ho avute entrambe, ma il contratto è scaduto, perciò vado a nascondermi. Si ritira dietro l’arazzo. PRINCIPE HARRY(all’ostessa)
Fai entrare lo sceriffo. Esce l’ostessa Entrano lo sceriffo e un vetturale Ebbene, signor sceriffo, cosa desiderate da me? SCERIFFO
Innanzitutto, perdonatemi, mio signore. Una folla vociante ha seguito degli uomini fino a questa taverna. PRINCIPE HARRY
Quali uomini? SCERIFFO
Uno di loro è ben noto, mio buon signore, un uomo grosso e grasso. VETTURALE
Grasso come il burro. PRINCIPE HARRY
Quell’uomo, ve lo assicuro, non è qui. Io stesso gli ho appena affidato un incarico. E, sceriffo, vi do la mia parola che domani entro l’ora di pranzo lo manderò a rispondere a voi, o a chiunque altro, di qualunque accusa gli sia mossa. Vi invito, perciò, a lasciare la taverna. SCERIFFO
Lo farò, mio signore. In questa rapina due gentiluomini hanno perso trecento marchi.
1921
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 2 SCENE 5
PRINCE HARRY
It may be so. If he have robbed these men, He shall be answerable. And so, farewell. SHERIFF Good night, my noble lord. PRINCE HARRY
I think it is good morrow, is it not?
530
SHERIFF
Indeed, my lord, I think it be two o’clock. Exeunt Sheriff and Carrier PRINCE HARRY
This oily rascal is known as well as Paul’s. Go call him forth. HARVEY Oldcastle!68 [He draws back the arras, revealing Sir John asleep] Fast asleep Behind the arras, and snorting like a horse. PRINCE HARRY
Hark how hard he fetches breath. Search his pockets. Harvey searcheth his pocket and findeth certain papers. He [closeth the arras and] cometh forward What hast thou found? Nothing but papers, my lord. PRINCE HARRY Let’s see what they be. Read them. 537 [HARVEY] (reads) 69 Item: a capon. 2s. 2d. Item: sauce. 4d. Item: sack, two gallons. 5s. 8d. Item: anchovies and sack after supper. 2s. 6d. Item: bread. ob. [PRINCE HARRY] O monstrous! But one halfpennyworth of 70 bread to this intolerable deal of sack! What there is else, keep close; we’ll read it at more advantage. There HARVEY
533, 536, 553. HARVEY: così in questa edizione, in Q Peto. 538. HARVEY: così in questa edizione; in F Peto; manca in Q. 543. PRINCE: così in F; manca in Q. 1922
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO II SCENA 5
PRINCIPE HARRY
Succede. Se è stato lui a derubarli, ne risponderà. Addio, allora. SCERIFFO
Buonanotte, mio nobile signore. PRINCIPE HARRY
Buongiorno, piuttosto, non vi pare? SCERIFFO
Sì, mio signore, credo proprio che siano le due. Escono lo sceriffo e il vetturale PRINCIPE HARRY
Quell’untuosa canaglia è conosciuta quanto la cattedrale di san Paolo. Andate a chiamarlo. HARVEY
Oldcastle! [Solleva l’arazzo, rivelando sir John addormentato] Dorme della grossa dietro l’arazzo, e russa come un cavallo. PRINCIPE HARRY
Sentite come fatica a prender fiato. Frugategli in tasca. Harvey fruga in una tasca e trova dei fogli. [Riabbassa l’arazzo e] si avvicina Che hai trovato? HARVEY
Soltanto dei fogli, mio signore. PRINCIPE HARRY
Vediamo di che si tratta. Leggili. [HARVEY] (legge)
Un cappone, Salsa, Vin di Spagna, due galloni, Acciughe e vin di Spagna dopo pranzo, Pane,
2 scellini e 2 pence 4 scellini 5 scellini e 8 pence 2 scellini e 6 pence mezzo penny
[PRINCIPE HARRY]
Orripilante! Solo un mezzo penny di pane per quell’esagerata quantità di vino! Nascondi il resto dei fogli, li leggeremo quando
1923
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 1
let him sleep till day. I’ll to the court in the morning. We must all to the wars, and thy place shall be honourable. I’ll procure this fat rogue a charge of foot, and I know his death will be a march of twelve score. The money shall be paid back again, with advantage. Be with me betimes in the morning; and so good morrow, Harvey. HARVEY Good morrow, good my lord. Exeunt [severally] 3.1
552
Enter Hotspur, the Earl of Worcester, Lord Mortimer, and Owain Glyndwr, ˆ with a map
MORTIMER
These promises are fair, the parties sure, And our induction full of prosperous hope. HOTSPUR
Lord Mortimer and cousin Glyndwr, ˆ Will you sit down? And uncle Worcester? [Mortimer, Glyndwr, ˆ and Worcester sit] A plague upon it, I have forgot the map!
5
ˆ GLYNDWR
No, here it is. Sit, cousin Percy, sit, Good cousin Hotspur; 71 [Hotspur sits] For by that name As oft as Lancaster doth speak of you, His cheek looks pale, and with a rising sigh He wisheth you in heaven. HOTSPUR And you in hell, As oft as he hears Owain Glyndwr ˆ spoke of.
10
ˆ GLYNDWR
I cannot blame him. At my nativity The front of heaven was full of fiery shapes, Of burning cressets; and at my birth 7. Hotspur sits: così in questa edizione; manca in QF. 1924
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 1
ci farà comodo. Lascialo dormire lì finché non fa giorno. Domattina mi recherò a corte. Dovremo tutti partire per la guerra, e la carica che ricoprirai sarà degna d’onore. Per quella grassa canaglia mi procurerò un comando di fanteria, e sono certo che una marcia di qualche centinaia di metri sarà la sua morte. Il denaro lo restituiremo con gli interessi. Vieni da me domani di buon’ora; ti do il buongiorno, Harvey. HARVEY
Buongiorno, mio buon signore. Escono [da porte diverse] III, 1
Entrano Hotspur, il conte di Worcester, lord Mortimer, e Owain Glyndwr, ˆ con una mappa169
MORTIMER
Le promesse sono lusinghiere, gli alleati fidati e il nostro esordio170 è pieno di fauste speranze. HOTSPUR
Lord Mortimer, cugino Glyndwr, ˆ volete accomodarvi? E anche voi, zio Worcester? [Mortimer, Glyndwr ˆ e Worcester si siedono] Dannazione, ho dimenticato la mappa! ˆ GLYNDWR
No, eccola qui. Siediti, cugino Percy, siediti, buon cugino Hotspur; [Hotspur si siede] ogni volta che Lancaster171 parla di te chiamandoti con questo nome, gli si sbiancano le guance e con un lungo sospiro si augura che tu sia in paradiso. HOTSPUR
E tu all’inferno, ogni volta che gli parlano di Owain Glyndwr. ˆ ˆ GLYNDWR
Non posso biasimarlo. Alla mia nascita la fronte del cielo si riempì di forme infuocate172, di fiaccole ardenti; quando venni al mondo
1925
Shakespeare_Drammi storici.indb 1925
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 1
The frame and huge foundation of the earth Shaked like a coward. HOTSPUR Why, so it would have done At the same season if your mother’s cat Had but kittened, though yourself had never been born.
15
ˆ GLYNDWR
I say the earth did shake when I was born. HOTSPUR
And I say the earth was not of my mind If you suppose as fearing you it shook.
20
ˆ GLYNDWR
The heavens were all on fire, the earth did tremble — HOTSPUR
O, then the earth shook to see the heavens on fire, And not in fear of your nativity. Diseasèd nature oftentimes breaks forth In strange eruptions; oft the teeming earth Is with a kind of colic pinched and vexed By the imprisoning of unruly wind Within her womb, which for enlargement striving Shakes the old beldam earth, and topples down Steeples and moss-grown towers. At your birth Our grandam earth, having this distemp’rature, In passion shook. ˆ GLYNDWR Cousin, of many men I do not bear these crossings. Give me leave To tell you once again that at my birth The front of heaven was full of fiery shapes, The goats ran from the mountains, and the herds Were strangely clamorous to the frighted fields. These signs have marked me extraordinary, And all the courses of my life do show I am not in the roll of commen men. Where is he living, clipped in with the sea That chides the banks of England, Scotland, Wales, Which calls me pupil or hath read to me?
25
30
35
40
1926
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 1
l’ossatura e le fondamenta profonde della terra tremarono come fanno i vigliacchi. HOTSPUR
Be’, in quel momento avrebbero tremato anche se a figliare fosse stata la gatta di tua madre, e tu non fossi mai nato. ˆ GLYNDWR
Ti dico che la terra tremò quando io nacqui. HOTSPUR
E io ti dico che la terra e io la pensiamo diversamente, se supponi che abbia tremato perché l’avevi spaventata. ˆ GLYNDWR
I cieli erano in fiamme, e la terra tremò… HOTSPUR
Oh, allora tremò alla vista dei cieli in fiamme, e non perché terrorizzata dalla tua nascita. Spesso la natura malata prorompe in strane eruzioni; spesso la feconda terra soffre di una sorta di colica e il suo ventre di vecchia nonna è tormentato dalle turbolenze dell’aria che, rimasta prigioniera, cerca una via d’uscita e la fa tremare provocando il crollo di campanili e di torri muschiose. Alla tua nascita, la terra, la nostra vecchia nonna, affl itta da tali disturbi, tremò per gli spasimi. ˆ GLYNDWR
Cugino, non sono molti gli uomini cui permetto di contraddirmi così. Consentimi di ripeterti ancora una volta che alla mia nascita la fronte del cielo si riempì di forme infuocate, le capre fuggirono dalle montagne e gli armenti levarono strani clamori verso i campi spaventati. Tali segni annunciarono la mia natura straordinaria e l’intero corso della mia vita dimostra che non rientro nel novero dei comuni mortali. Dove vive, circondato dal mare che infuria contro le rive di Inghilterra, Scozia e Galles, colui che possa chiamarmi suo allievo o dirsi mio maestro? Indicatemi
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1927
19/10/2017 18:27:09
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 1
And bring him out that is but woman’s son Can trace me in the tedious ways of art, And hold me pace in deep experiments. HOTSPUR [standing] I think there’s no man speaketh better Welsh.72 I’ll to dinner.
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MORTIMER
Peace, cousin Percy, you will make him mad.
50
ˆ GLYNDWR
I can call spirits from the vasty deep. HOTSPUR
Why, so can I, or so can any man; But will they come when you do call for them? ˆ GLYNDWR
Why, I can teach you, cousin, to command the devil. HOTSPUR
And I can teach thee, coz, to shame the devil, By telling truth: ‘Tell truth, and shame the devil’. If thou have power to raise him, bring him hither, And I’ll be sworn I have power to shame him hence. O, while you live, tell truth and shame the devil.
55
MORTIMER
Come, come, no more of this unprofitable chat.
60
ˆ GLYNDWR
Three times hath Henry Bolingbroke made head Against my power; thrice from the banks of Wye And sandy-bottomed Severn have I sent him Bootless home, and weather-beaten back. HOTSPUR
Home without boots, and in foul weather too! How scapes he agues, in the devil’s name?
65
ˆ GLYNDWR
Come, here’s the map. Shall we divide our right, According to our threefold order ta’en? 48. Standing: così in questa edizione; manca in QF. 48. Speaketh: così in questa edizione per ragioni di metrica; speakes in QF. 1928
Shakespeare_Drammi storici.indb 1928
19/10/2017 18:27:09
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 1
un uomo che, nato da donna, sia capace di seguire le mie orme nell’arduo cammino dell’arte magica e restare al passo con le mie pratiche arcane. HOTSPUR [alzandosi] Credo che nessuno parli il gallese173 meglio di te. Io vado a pranzo. MORTIMER
Taci, cugino Percy, lo farai infuriare. ˆ GLYNDWR
Io posso evocare gli spiriti dall’immensità degli inferi. HOTSPUR
Be’ lo so fare anch’io, lo sanno fare tutti, ma vengono quando li evochi? ˆ GLYNDWR
E posso insegnarti, cugino, a dare ordini al diavolo. HOTSPUR
E io posso insegnarti, cugino, a scornare il diavolo dicendo la verità: “Dite la verità e il diavolo sarà scornato”. Sei hai il potere di evocarlo, fallo venire qui, e ti giuro che io avrò il potere di farlo andar via scornato. Oh, finché vivi, di’ la verità e il diavolo sarà scornato. MORTIMER
Su, su, basta con queste vane chiacchiere. ˆ GLYNDWR
Tre volte Henry Bolingbroke ha radunato le sue truppe contro il mio esercito; tre volte dalle rive del Wye e del sabbioso Severn l’ho ricacciato a casa grondante d’umiltà174 e in balia delle intemperie. HOTSPUR
A casa grondante e, per di più, in balia delle intemperie! Come avrà fatto a non beccarsi un febbrone, in nome del diavolo? ˆ GLYNDWR
Venite, ecco la mappa. Vogliamo dividerci quanto ci spetta di diritto secondo il nostro triplice accordo?
1929
Shakespeare_Drammi storici.indb 1929
19/10/2017 18:27:10
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 1
MORTIMER
The Archdeacon hath divided it Into three limits very equally. England from Trent and Severn hitherto By south and east is to my part assigned; All westward — Wales beyond the Severn shore And all the fertile land within that bound — To Owain Glyndwr; ˆ (to Hotspur) and, dear coz, to you The remnant northward lying off from Trent. And our indentures tripartite are drawn, Which, being sealèd interchangeably — A business that this night may execute — Tomorrow, cousin Percy, you and I And my good lord of Worcester will set forth To meet your father and the Scottish power, As is appointed us, at Shrewsbury. My father, Glyndwr, ˆ is not ready yet, Nor shall we need his help these fourteen days. Within that space you may have drawn together Your tenants, friends, and neighbouring gentlemen.
70
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85
ˆ GLYNDWR
A shorter time shall send me to you, lords; And in my conduct shall your ladies come, From whom you now must steal and take no leave; For there will be a world of water shed Upon the parting of your wives and you.
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HOTSPUR
Methinks my moiety north from Burton here In quantity equals not one of yours. See how this river comes me cranking in, And cuts me from the best of all my land A huge half-moon, a monstrous cantle, out.73 I’ll have the current in this place dammed up, And here the smug and silver Trent shall run In a new channel fair and evenly.
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97. Cantle: così in F; in Q scantle = “piccola quantità”. 1930
Shakespeare_Drammi storici.indb 1930
19/10/2017 18:27:10
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 1
MORTIMER
L’arcidiacono l’ha diviso assai equamente in tre territori. L’Inghilterra dal Trent al Severn, fin qui, a sud e a est è assegnata a me; tutta la parte occidentale – il Galles oltre le rive del Severn e tutte le fertili terre comprese all’interno di quei confini – a Owain Glyndwr; ˆ (a Hotspur) e a te, caro cugino, la parte restante a settentrione, al di là del Trent. Il nostro accordo sarà stilato in triplice copia e domani, dopo aver apposto a ciascuna di esse i nostri sigilli – potremo sottoscriverle questa sera stessa –, io e te, cugino Percy, partiremo insieme al nostro buon signore di Worcester per raggiungere tuo padre e le truppe scozzesi, come convenuto, a Shrewsbury. Mio suocero175, Glyndwr, ˆ non è ancora pronto, ma non avremo bisogno del suo aiuto prima di due settimane. Nel frattempo avrete modo di radunare vassalli, amici e gentiluomini del vicinato. ˆ GLYNDWR
Minore sarà il tempo necessario per unirmi a voi, miei signori, e sotto la mia scorta giungeranno le vostre consorti da cui ora dovrete allontanarvi alla chetichella, senza prender commiato, poiché altrimenti un profluvio di lacrime inonderebbe la vostra separazione. HOTSPUR
A me pare che la mia parte dal nord di Burton fin qui non sia pari alle vostre per estensione. Vedete come il fiume curva all’interno della mia porzione e taglia fuori dalla fetta migliore della mia terra un’enorme mezza luna, un immenso cantone. Farò arginare la corrente in questo punto e il placido e argenteo Trent potrà scorrere,
1931
Shakespeare_Drammi storici.indb 1931
19/10/2017 18:27:10
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 1
It shall not wind with such a deep indent, To rob me of so rich a bottom here. ˆ GLYNDWR
Not wind? It shall, it must; you see it doth. MORTIMER
Yea, but mark how he bears his course, and runs me up With like advantage on the other side, Gelding the opposèd continent as much As on the other side it takes from you.
105
WORCESTER
Yea, but a little charge will trench him here, And on this north side win this cape of land, And then he runs straight and even.
110
HOTSPUR
I’ll have it so; a little charge will do it. ˆ GLYNDWR I’ll not have it altered. HOTSPUR Will not you? ˆ GLYNDWR No, nor you shall not. HOTSPUR Who shall say me nay? ˆ GLYNDWR Why, that will I.
115
HOTSPUR
Let me not understand you, then: speak it in Welsh. ˆ GLYNDWR
I can speak English, lord, as well as you; For I was trained up in the English court, Where, being but young, I framèd to the harp Many an English ditty lovely well, And gave the tongue a helpful ornament — A virtue that was never seen in you.
120
HOTSPUR
Marry, and I am glad of it, with all my heart. I had rather be a kitten and cry ‘mew’ Than one of these same metre ballad-mongers. I had rather hear a brazen canstick turned, Or a dry wheel grate on the axle-tree,
125
1932
Shakespeare_Drammi storici.indb 1932
19/10/2017 18:27:10
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 1
retto e regolare, in un nuovo alveo. Non serpeggerà più formando quest’ampia ansa che mi deruba di una piana così ricca. ˆ GLYNDWR
Non serpeggerà? Certo che lo farà, deve farlo; vedete bene che è così. MORTIMER
Sì, ma guarda come proseguendo il suo corso si spinge verso la mia parte e ti reca un vantaggio che ti compensa equamente, poiché strappa alla sponda opposta quanto sottrae a te dall’altra parte. WORCESTER
Sì, ma con poca spesa lo si potrà deviare qui per guadagnare a nord questa lingua di terra e poi farlo scorrere dritto e regolare. HOTSPUR
Farò così; una spesa da poco sarà sufficiente. ˆ GLYNDWR
Non voglio che il corso del fiume sia alterato. HOTSPUR
Non vuoi? ˆ GLYNDWR
No, e tu non lo farai. HOTSPUR
E chi me lo impedirà? ˆ GLYNDWR
Diamine, te lo impedirò io. HOTSPUR
Fa’ in modo che non ti capisca, allora; dimmelo in gallese. ˆ GLYNDWR
Parlo l’inglese bene quanto voi, signore176, poiché sono cresciuto alla corte d’Inghilterra dove, seppur giovanissimo, ho composto in inglese, e musicato per l’arpa, molte squisite canzoni che hanno impreziosito e adornato tale lingua – una dote di cui in voi non s’è mai vista traccia. HOTSPUR
Per la Madonna, me ne rallegro di tutto cuore. Preferirei essere un gattino e fare “miao”, piuttosto che uno di quei versaioli che smerciano ballate. Preferirei sentire un candeliere di bronzo che gira sul tornio o una ruota asciutta che stride sul suo asse, perché
1933
Shakespeare_Drammi storici.indb 1933
19/10/2017 18:27:10
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 1
And that would set my teeth nothing on edge, Nothing so much as mincing poetry. ’Tis like the forced gait of a shuffling nag. ˆ GLYNDWR Come, you shall have Trent turned.
130
HOTSPUR
I do not care. I’ll give thrice so much land To any well-deserving friend; But in the way of bargain — mark ye me — I’ll cavil on the ninth part of a hair. Are the indentures drawn? Shall we be gone?
135
ˆ GLYNDWR
The moon shines fair. You may away by night. I’ll haste the writer, and withal Break with your wives of your departure hence. I am afraid my daughter will run mad, So much she doteth on her Mortimer.
140 Exit
MORTIMER
Fie, cousin Percy, how you cross my father! HOTSPUR
I cannot choose. Sometime he angers me With telling me of the moldwarp and the ant, Of the dreamer Merlin and his prophecies, And of a dragon and a finless fish, A clip-winged griffin and a moulten raven, A couching lion and a ramping cat, And such a deal of skimble-skamble stuff As puts me from my faith. I tell you what, He held me last night at the least nine hours In reckoning up the several devils’ names That were his lackeys. I cried, ‘Hum!’ and, ‘Well, go to!’, But marked him not a word. O, he is as tedious As a tired horse, a railing wife, Worse than a smoky house. I had rather live With cheese and garlic, in a windmill, far, Than feed on cates and have him talk to me In any summer house in Christendom.
145
150
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160
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1934
19/10/2017 18:27:10
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 1
quei suoni non mi farebbero allegare i denti quanto certi sdilinquimenti della poesia. Assomigliano al passo stentato di un ronzino strascicante. ˆ GLYNDWR
E sia, il Trent sarà deviato come vuoi tu. HOTSPUR
Non me ne importa un bel niente. Sarei capace di regalare il triplo di quelle terre a un amico che se lo meriti, ma quando si tratta di venire a patti – sta’ bene attento – sono capace di spaccare un capello in nove parti. L’accordo è stato stilato? Siamo pronti a partire? ˆ GLYNDWR
La luna splende luminosa. Potete viaggiare di notte. Solleciterò lo scrivano e, allo stesso tempo, comunicherò alle vostre mogli che siete partiti. Temo proprio che mia figlia impazzirà, tanto è innamorata del suo Mortimer. Esce MORTIMER
Vergogna, cugino Percy, come hai contrariato mio suocero! HOTSPUR
Non posso farci niente. Certe volte mi fa infuriare con i suoi racconti sulla talpa e la formica, il sognante Merlino e le sue profezie, il drago e il pesce senza pinne, il grifone dalle ali mozze e il corvo che muta le penne, il leone accucciato e il gatto ritto su una zampa177, e dopo aver udito una tale caterva di assurdità alla fine non credo più nemmeno in Dio. Senti che ti dico, la notte scorsa mi ha trattenuto almeno nove ore, elencando i nomi dei vari diavoli che gli fanno da lacchè. Io esclamavo “Umm” e “Ma che mi dici”, senza ascoltare una sola parola. Oh, è noioso quanto un cavallo stracco, o una moglie bisbetica, è peggio di una casa piena di fumo. Preferirei vivere di aglio e formaggio in un remoto mulino a vento piuttosto che nutrirmi di prelibatezze in una qualsivoglia magione estiva del mondo cristiano dove fossi costretto ad ascoltarlo.
1935
Shakespeare_Drammi storici.indb 1935
19/10/2017 18:27:10
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 1
MORTIMER
In faith, he is a worthy gentleman, Exceedingly well read, and profited In strange concealments, valiant as a lion, And wondrous affable, and as bountiful As mines of India. Shall I tell you, cousin? He holds your temper in a high respect, And curbs himself even of his natural scope When you come ’cross his humour; faith, he does.74 I warrant you, that man is not alive Might so have tempted him as you have done Without the taste of danger and reproof. But do not use it oft, let me entreat you. WORCESTER (to Hotspur) In faith, my lord, you are too wilful-blame, And since your coming hither have done enough To put him quite besides his patience. You must needs learn, lord, to amend this fault. Though sometimes it show greatness, courage, blood — And that’s the dearest grace it renders you — Yet oftentimes it doth present harsh rage, Defect of manners, want of government, Pride, haughtiness, opinion, and disdain, The least of which haunting a nobleman Loseth men’s hearts, and leaves behind a stain Upon the beauty of all parts besides, Beguiling them of commendation.
165
170
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180
185
HOTSPUR
Well, I am schooled. Good manners be your speed! Enter Glyndwr ˆ with Lady Percy and Mortimer’s wife Here come our wives, and let us take our leave. [Mortimer’s wife weeps, and speaks to him in 75 Welsh] 168. Come: così in Q; in F doe (do). 187.1-2. Mortimers … Welsh: così in questa edizione; assente in QF. 1936
Shakespeare_Drammi storici.indb 1936
19/10/2017 18:27:10
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 1
MORTIMER
In fede mia, è un degno gentiluomo, un uomo di ottime letture, molto versato nelle pratiche occulte, coraggioso come un leone, estremamente cortese e prodigo come le miniere dell’India. C’è bisogno di dirtelo, cugino? Tiene in gran conto il tuo temperamento e frena la sua innata libertà di parola quando tu lo indisponi. In fede, è così. Ti assicuro che non c’è uomo al mondo che avrebbe potuto provocarlo come hai fatto tu senza incorrere nel pericolo del suo biasimo. Ma, te ne supplico, non abusarne troppo. WORCESTER (a Hotspur) In fede, mio signore, peccate di un eccesso di caparbietà e dacché siete arrivato avete fatto di tutto perché perdesse la pazienza. Dovete imparare a ogni costo, signore, a correggere tale difetto. Talora la caparbietà è segno di grandezza, coraggio e forza d’animo – e questi sono gli ornamenti più preziosi che vi conferisce – ma più spesso rivela aspra collera, malcreanza, incapacità di dominarsi, orgoglio, alterigia, protervia e spregio, e anche la meno riprovevole di tali attitudini, quando anima un gentiluomo, lo priva dell’affetto dei suoi simili e lascia sulla bellezza delle sue qualità una macchia che le defrauda d’ogni lode. HOTSPUR
Bene, ho capito la lezione. Che le buone maniere vi siano propizie! Entra Glyndwr ˆ con lady Percy e la moglie di Mortimer Ecco le nostre mogli, prendiamo congedo. [La moglie di Mortimer piange e si rivolge al marito in gallese]
1937
Shakespeare_Drammi storici.indb 1937
19/10/2017 18:27:10
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 1
MORTIMER
This is the deadly spite that angers me: My wife can speak no English, I no Welsh. ˆ GLYNDWR
My daughter weeps she’ll not part with you. She’ll be a soldier, too; she’ll to the wars.
190
MORTIMER
Good father, tell her that she and my aunt Percy Shall follow in your conduct speedily. Glyndwr ˆ speaks to her in Welsh, and she answers him in the same ˆ GLYNDWR
She is desperate here, a peevish self-willed harlotry, One that no persuasion can do good upon.
195
The lady speaks in Welsh MORTIMER
I understand thy looks. That pretty Welsh Which thou down pourest from these swelling 76 heavens I am too perfect in, and but for shame In such a parley should I answer thee. The lady kisses him, and speaks again in Welsh MORTIMER
I understand thy kisses, and thou mine, And that’s a feeling disputation; But I will never be a truant, love, Till I have learnt thy language, for thy tongue Makes Welsh as sweet as ditties highly penned, Sung by a fair queen in a summer’s bower With ravishing division, to her lute.
200
205
ˆ GLYNDWR
Nay, if you melt, then will she run mad.
197. Thou downe powrest: emend. moderno; in Q thou powrest downe; in F thou powr’st down. 1938
Shakespeare_Drammi storici.indb 1938
19/10/2017 18:27:10
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 1
MORTIMER
È un guaio terribile che mi fa andare su tutte le furie: mia moglie non spiccica una parola di inglese e io non parlo il gallese. ˆ GLYNDWR
Mia figlia piange e dice che non intende separarsi da te. Vuole farsi soldato anche lei e andare alla guerra. MORTIMER
Mio buon padre, ditele che lei e la zia Percy178 ci seguiranno presto sotto la vostra scorta. Glyndwr ˆ parla alla figlia in gallese e lei risponde nella stessa lingua ˆ GLYNDWR
Su questo è irremovibile, è una donna bizzosa e cocciuta con cui è inutile ragionare. La lady parla in gallese MORTIMER
Comprendo i tuoi occhi. Il melodioso gallese179 che riversi da quei cieli rigonfi lo intendo alla perfezione e, se non ne provassi vergogna, ti risponderei negli stessi termini. La lady lo bacia e parla di nuovo in gallese Io comprendo i tuoi baci, e tu i miei, e il nostro è un conversar col cuore, ma non mi darò tregua, amore mio, finché non avrò appreso la tua lingua, poiché la tua bocca rende il gallese dolce come le sublimi canzoni che una bella regina intona sotto una pergola estiva, accompagnando con il liuto le sue incantevoli modulazioni. ˆ GLYNDWR
No, se anche tu ti intenerisci, impazzirà.
1939
Shakespeare_Drammi storici.indb 1939
19/10/2017 18:27:10
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 1
The lady [sits on the rushes and] speaks again in 77 Welsh MORTIMER
O, I am ignorance itself in this! ˆ GLYNDWR
She bids you on the wanton rushes lay you down And rest your gentle head upon her lap, And she will sing the song that pleaseth you, And on your eyelids crown the god of sleep, Charming your blood with pleasing heaviness, Making such difference ’twixt wake and sleep As is the difference betwixt day and night The hour before the heavenly-harnessed team Begins his golden progress in the east.
210
215
MORTIMER
With all my heart, I’ll sit and hear her sing. By that time will our book, I think, be drawn. He sits, [resting his head on the Welsh lady’s lap] ˆ GLYNDWR
Do so, and those musicians that shall play to you Hang in the air a thousand leagues from hence, And straight they shall be here. Sit and attend.
220
HOTSPUR
Come, Kate, thou art perfect in lying down. Come, quick, quick, that I may lay my head in thy lap. LADY PERCY (sitting) Go, ye giddy goose!
225
Hotspur sits, resting his head on Lady Percy’s lap. The music plays HOTSPUR
Now I perceive the devil understands Welsh; And ’tis no marvel, he is so humorous. By’r Lady, he’s a good musician.
207.1. Sits … and: così in questa edizione; assente in QF. 1940
Shakespeare_Drammi storici.indb 1940
19/10/2017 18:27:10
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 1
La lady [si siede sulla stuoia di giunchi e] parla di nuovo in gallese MORTIMER
Oh, sono l’ignoranza fatta persona quando odo la sua lingua! ˆ GLYNDWR
Ti invita a stenderti su quei morbidi giunchi180 e a posare il nobile capo sul suo grembo, mentre lei canterà la canzone che preferisci e sopra le tue palpebre incoronerà il dio del sonno, incantando il tuo sangue con un gradevole sopore e rendendo la differenza tra il sonno e la veglia simile a quella tra il giorno e la notte nell’ora che precede il dorato viaggio verso oriente della pariglia celeste181. MORTIMER
Di buon grado mi siederò ad ascoltare il suo canto. Presumo che, nel frattempo, il nostro accordo sarà stato stilato. Si siede, [posando il capo sul grembo della lady gallese] ˆ GLYNDWR
Fa’ così, e i musicisti che suoneranno per te, sospesi in aria a mille leghe da qui, giungeranno in men che non si dica. Siedi e ascolta. HOTSPUR
Vieni Kate, tu sai sdraiarti alla perfezione. Vieni, presto, presto, voglio mettere il capo nel tuo grembo182. LADY PERCY (sedendosi) Lasciami stare, sciocco paperotto! Hotspur si siede, posando il capo sul grembo di lady Percy. La musica suona HOTSPUR
Adesso mi accorgo che il diavolo capisce il gallese; non c’è da stupirsi che sia così capriccioso. Per la madonna, è davvero un buon musicista.
1941
Shakespeare_Drammi storici.indb 1941
19/10/2017 18:27:10
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 1
LADY PERCY
Then should you be nothing but musical, For you are altogether governed by humours. Lie still, ye thief, and hear the lady sing in Welsh. HOTSPUR I had rather hear Lady my brach howl in Irish. LADY PERCY Wouldst thou have thy head broken? HOTSPUR No. LADY PERCY Then be still. HOTSPUR Neither — ’tis a woman’s fault. LADY PERCY Now God help thee! HOTSPUR To the Welsh lady’s bed. LADY PERCY What’s that? HOTSPUR Peace; she sings.
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235
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Here the lady sings a Welsh song HOTSPUR Come, Kate, I’ll have your song too. LADY PERCY Not mine, in good sooth. HOTSPUR Not yours, in good sooth! Heart, you swear like78
a comfit-maker’s wife: ‘Not you, in good sooth!’ and ‘As true as I live!’ and ‘As God shall mend me!’ and ‘As sure as day!’; And giv’st such sarcenet surety for thy oaths As if thou never walk’st further than Finsbury. Swear me, Kate, like a lady as thou art, A good mouth-filling oath, and leave ‘in sooth’ And such protest of pepper gingerbread To velvet-guards and Sunday citizens. Come, sing.
245
250
243. Heart, you: così in Q; in F You. 1942
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19/10/2017 18:27:11
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 1
LADY PERCY
E allora tu dovresti essere un musico provetto, giacché sei guidato in tutto e per tutto dai capricci. Sta’ zitto, briccone, e ascolta la dama che canta in gallese. HOTSPUR
Preferirei sentire Dama, la mia cagnetta, che ulula in irlandese. LADY PERCY
Vuoi che ti rompa la testa? HOTSPUR
No. LADY PERCY
E allora stai zitto. HOTSPUR
No, non farò nemmeno questo – è un vizio delle donne. LADY PERCY
Che Dio ti accompagni, allora! HOTSPUR
Sì, nel letto della dama gallese. LADY PERCY
Come? HOTSPUR
Silenzio. Sta cantando. La lady canta una canzone gallese HOTSPUR
Su, Kate, voglio sentire anche la tua canzone. LADY PERCY
La mia non la sentirai, in fé di Dio183. HOTSPUR
La tua no, in fé di Dio! Cuore mio, giuri come la moglie di un pasticcere: “Non tu, in fé di Dio!” e “Come è vero che sono viva!” e “Che Dio mi guardi!” e “Sicuro come l’alba!” e con i tuoi giuramenti esprimi una certezza lieve quanto il taffettà, come se non avessi mai messo piede al di là di Finsbury184. Giura, Kate, da quella nobildonna che sei, fammi un bel giuramento di quelli che riempiono la bocca, e lascia gli “in fé di Dio” e le altre simili dichiarazioni al panpepato a chi la domenica si veste a festa tutto invellutato185. Su, canta. 1943
Shakespeare_Drammi storici.indb 1943
19/10/2017 18:27:11
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 2
LADY PERCY I will not sing. HOTSPUR ’Tis the next way to turn tailor, or be redbreast
teacher. (Rising) An the indentures be drawn, I’ll away within these two hours; and so come in when ye will. Exit ˆ GLYNDWR
Come, come, Lord Mortimer. You are as slow As hot Lord Percy is on fire to go. By this our book is drawn. We’ll but seal, And then to horse immediately. MORTIMER (rising) With all my heart.
260
The ladies rise, and all exeunt 3.2
Enter King Henry, Prince Harry, and lords
KING HENRY
Lords, give us leave — the Prince of Wales and I Must have some private conference — but be near at hand, For we shall presently have need of you. Exeunt Lords 79
I know not whether God will have it so For some displeasing service I have done, That in his secret doom out of my blood He’ll breed revengement and a scourge for me, But thou dost in thy passages of life Make me believe that thou art only marked For the hot vengeance and the rod of heaven To punish my mistreadings. Tell me else, Could such inordinate and low desires, Such poor, such bare, such lewd, such mean attempts, Such barren pleasures, rude society, As thou art matched withal and grafted to,
5
10
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4. God: così in Q; in F heaven = “cielo”. La stessa sostituzione, frequente in F, alle righe 29, 130, 153. 1944
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19/10/2017 18:27:11
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 2
LADY PERCY
Non voglio cantare. HOTSPUR
Eppure sarebbe la maniera migliore per diventare sarto186, o ammaestrare i pettirossi. (Alzandosi). Se gli accordi sono stati stilati, tra due ore sarò partito; perciò vieni da me quando vuoi. Esce ˆ GLYNDWR
Su, su lord Mortimer. La vostra lentezza è pari all’ardore con cui il focoso lord Percy desidera partire. Il nostro accordo sarà ormai stilato. Non ci resta che suggellarlo e metterci immediatamente in sella. MORTIMER (alzandosi) Con tutto il cuore. Le lady si alzano ed escono tutti III, 2
Entrano re Enrico, il principe Harry e alcuni lord187
RE ENRICO
Signori, lasciateci soli, io e il principe di Galles dobbiamo intrattenerci in un colloquio privato – ma restate a disposizione, perché a breve avremo bisogno di voi. Escono i lord Non so se, a causa di un atto deplorevole da me commesso, Dio abbia stabilito, nel suo imperscrutabile giudizio, di generare dal mio stesso sangue la sua rivalsa e il mio flagello, ma di certo con la vita che conduci mi porti a credere che tu sia destinato a essere la sua furiosa vendetta e il castigo del cielo per punire i miei misfatti. Se così non fosse, dimmi in che modo desideri così infimi e smodati, comportamenti così gretti, meschini, dissoluti e spregevoli, piaceri così sterili, compagnie così rozze, come quelle cui ti associ e ti
1945
Shakespeare_Drammi storici.indb 1945
19/10/2017 18:27:11
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 2
Accompany the greatness of thy blood, And hold their level with thy princely heart? PRINCE HARRY
So please your majesty, I would I could Quit all offences with as clear excuse As well as I am doubtless I can purge Myself of many I am charged withal; Yet such extenuation let me beg As, in reproof of many tales devised — Which oft the ear of greatness needs must hear By smiling pickthanks and base newsmongers — I may, for some things true wherein my youth Hath faulty wandered and irregular, Find pardon on my true submission.
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KING HENRY
God pardon thee! Yet let me wonder, Harry, At thy affections, which do hold a wing Quite from the flight of all thy ancestors. Thy place in Council thou hast rudely lost — Which by thy younger brother is supplied — And art almost an alien to the hearts Of all the court and princes of my blood. The hope and expectation of thy time Is ruined, and the soul of every man Prophetically do forethink thy fall. Had I so lavish of my presence been, So common-hackneyed in the eyes of men, So stale and cheap to vulgar company, Opinion, that did help me to the crown, Had still kept loyal to possession, And left me in reputeless banishment, A fellow of no mark nor likelihood. By being seldom seen, I could not stir But, like a comet, I was wondered at, That men would tell their children ‘This is he.’ Others would say ‘Where, which is Bolingbroke?’
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19/10/2017 18:27:11
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 2
innesti, potrebbero mai conciliarsi con la nobiltà del tuo sangue e accordarsi al tuo animo principesco? PRINCIPE HARRY
Con il favore di vostra maestà, vorrei potermi scagionare da tutte le mie colpe con la stessa chiara giustificazione con cui saprò purgarmi da molte delle accuse che mi sono rivolte. Cionondimeno, permettetemi di implorare la vostra indulgenza affinché, una volta smentite le molte storie inventate, che spesso l’orecchio di un grande è costretto a udire da sorridenti sicofanti e volgari malelingue, io possa ottenere il perdono quando avrò confessato i veri errori in cui è incorsa la mia sregolata giovinezza. RE ENRICO
Che ti perdoni Dio! E tuttavia lascia che mi stupisca188, Harry, delle tue inclinazioni che spiegano le ali in direzione contraria al volo di tutti i tuoi antenati189. Con la tua brutalità, hai perso il seggio nel consiglio, dove ora siede tuo fratello minore, e ti sei alienato l’affetto di quasi tutta la corte e dei principi del mio sangue. Le speranze e le attese riposte in te sono andate in fumo e tutti ormai, nell’intimo del loro animo, contemplano profeticamente la tua caduta. Se io fossi stato così prodigo della mia presenza, se mi fossi mostrato così dozzinale agli occhi degli uomini, così avvezzo a svilirmi in volgari compagnie, l’opinione pubblica, che mi ha aiutato a ottenere la corona, sarebbe rimasta leale a chi già la deteneva, e mi avrebbe abbandonato all’inglorioso esilio di un uomo privo d’ogni promessa e distinzione. Mostrandomi raramente, invece, non muovevo passo senza esser rimirato con lo stupore con cui si guarda una cometa. I padri dicevano ai figli “È lui”. Altri domandavano: “Dov’è, qual è Bolingbroke?”
1947
Shakespeare_Drammi storici.indb 1947
19/10/2017 18:27:11
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 2
And then I stole all courtesy from heaven, And dressed myself in such humility That I did pluck allegiance from men’s hearts, Loud shouts and salutations from their mouths, Even in the presence of the crownèd King. Thus did I keep my person fresh and new, My presence like a robe pontifical — Ne’er seen but wondered at — and so my state, Seldom but sumptuous, showed like a feast, And won by rareness such solemnity. The skipping King, he ambled up and down With shallow jesters and rash bavin wits, Soon kindled and soon burnt, carded his state, Mingled his royalty with cap’ring fools, Had his great name profanèd with their scorns, And gave his countenance, against his name, To laugh at gibing boys, and stand the push Of every beardless vain comparative; Grew a companion to the common streets, Enfeoffed himself to popularity, That, being daily swallowed by men’s eyes, They surfeited with honey, and began To loathe the taste of sweetness, whereof a little More than a little is by much too much. So when he had occasion to be seen, He was but as the cuckoo is in June, Heard, not regarded, seen but with such eyes As, sick and blunted with community, Afford no extraordinary gaze Such as is bent on sun-like majesty When it shines seldom in admiring eyes, But rather drowsed and hung their eyelids down, Slept in his face, and rendered such aspect As cloudy men use to their adversaries, Being with his presence glutted, gorged, and full.80
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84. Gorgde: così in Q3, F; gordge in Q2. 1948
Shakespeare_Drammi storici.indb 1948
19/10/2017 18:27:11
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 2
E io allora rubavo al cielo tutta la sua grazia e mi rivestivo di una tale modestia che riuscivo a strappare ai cuori degli uomini la devozione e alle loro bocche grida e fragorose acclamazioni, persino in presenza del re incoronato. Così serbai la novità e la freschezza della mia persona, e il mio sembiante, simile a un manto pontificale, non si lasciò mai vedere senza destare meraviglia, e così la mia grandiosità, rara ma sontuosa, appariva come una festa, resa ancor più solenne dalla sua eccezionalità. Il frivolo re, che girandolava circondato da insulsi giullari e da motteggiatori pronti a infiammarsi come frasche, rapidi ad accendersi e altrettanto rapidi a consumarsi, adulterò la propria regalità mescolandosi ai saltimbanchi, permise ai loro dileggi di profanare la grandezza del suo nome e, a detrimento della propria autorità, si concesse di spassarsela con ragazzi sbeffeggianti e di subire l’impudenza di qualunque fatuo e imberbe artefice di ingiuriosi paragoni; familiarizzò con i bassifondi, si assoggettò al feudo della popolarità fino a quando gli uomini che ogni giorno lo avevano divorato con gli occhi non si saziarono di quel miele e cominciarono a disprezzarne la dolcezza, che quando è poco più che poca diventa di gran lunga troppa. Così, ogni volta che aveva l’opportunità di mostrarsi, il re era come il cuculo a giugno, udito, ma non apprezzato, visto, ma con occhi stanchi e appannati dall’abitudine che, invece di tributargli lo sguardo straordinario con cui si contempla una solare maestà quando splende raramente dinanzi a occhi colmi d’ammirazione, cedevano al sonno, abbassavano le palpebre e sazi, rimpinzati e satolli della sua presenza, si addormentavano davanti a lui, assumendo l’aspetto che gli uomini ombrosi riservano ai propri nemici.
1949
Shakespeare_Drammi storici.indb 1949
19/10/2017 18:27:11
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 2
And in that very line, Harry, standest thou; For thou hast lost thy princely privilege With vile participation. Not an eye But is a-weary of thy common sight, Save mine, which hath desired to see thee more, Which now doth that I would not have it do — Make blind itself with foolish tenderness.
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He weeps PRINCE HARRY
I shall hereafter, my thrice-gracious lord, Be more myself. KING HENRY For all the world, As thou art to this hour was Richard then, When I from France set foot at Ravenspurgh, And even as I was then is Percy now. Now by my sceptre, and my soul to boot, He hath more worthy interest to the state Than thou, the shadow of succession; For, of no right, nor colour like to right, He doth fill fields with harness in the realm, Turns head against the lion’s armèd jaws, And, being no more in debt to years than thou, Leads ancient lords and reverend bishops on To bloody battles, and to bruising arms. What never-dying honour hath he got Against renownèd Douglas! — whose high deeds, Whose hot incursions and great name in arms, Holds from all soldiers chief majority And military title capital Through all the kingdoms that acknowledge Christ. Thrice hath this Hotspur, Mars in swaddling-clothes, This infant warrior, in his enterprises Discomfited great Douglas; ta’en him once; Enlargèd him; and made a friend of him To fill the mouth of deep defiance up, And shake the peace and safety of our throne.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1950
19/10/2017 18:27:11
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 2
Nella stessa condizione, Harry, sei adesso tu, che per le vili compagnie hai perduto i tuoi privilegi di principe. Non c’è occhio che non sia stanco del tuo ordinario apparire, tranne il mio, che avrebbe desiderato vederti di più e che ora, facendo ciò che non vorrei, si acceca di sciocca tenerezza. Piange PRINCIPE HARRY
D’ora in avanti, mio tre volte grazioso signore, sarò più simile a me stesso. RE ENRICO
Sotto ogni riguardo tale e quale a come sei tu oggi, era Riccardo quando io sbarcai a Ravenspurgh, di ritorno dalla Francia, e come io ero allora, è adesso Percy. Adesso, posso giurarlo sul mio scettro, e persino sulla mia anima, egli è più degno di governare il Paese di quanto non lo sia tu, mera ombra di un legittimo successore. Senza alcun diritto, né la minima parvenza di un diritto, difatti, egli riempie di uomini in armi i campi di battaglia del regno, insorge contro le fauci armate del leone e, benché non sia carico d’anni più di te, conduce anziani nobiluomini e reverendi vescovi in battaglie sanguinose e rovinosi scontri. Che imperituro onore si è meritato combattendo contro il glorioso Douglas! Con grandi gesta, violente scorrerie e una reputazione di prode combattente, egli si è guadagnato il primato tra tutti soldati e il supremo titolo militare in ogni regno del mondo cristiano. Tre volte questo Hotspur, questo Marte in fasce, questo infante guerriero ha sconfitto in battaglia il grande Douglas, una volta l’ha fatto prigioniero, per poi liberarlo e farselo amico, in modo da saziare la propria fame di sfida e turbare la pace e la sicurezza del nostro trono.
1951
Shakespeare_Drammi storici.indb 1951
19/10/2017 18:27:11
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 2
And what say you to this? Percy, Northumberland, The Archbishop’s grace of York, Douglas, Mortimer, Capitulate against us, and are up. But wherefore do I tell these news to thee? Why, Harry, do I tell thee of my foes, Which art my near’st and dearest enemy? — Thou that art like enough, through vassal fear, Base inclination, and the start of spleen, To fight against me under Percy’s pay, To dog his heels, and curtsy at his frowns, To show how much thou art degenerate.
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PRINCE HARRY
Do not think so; you shall not find it so. And God forgive them that so much have swayed Your majesty’s good thoughts away from me. I will redeem all this on Percy’s head, And in the closing of some glorious day Be bold to tell you that I am your son; When I will wear a garment all of blood, And stain my favours in a bloody mask, Which, washed away, shall scour my shame with it. And that shall be the day, whene’er it lights, That this same child of honour and renown, This gallant Hotspur, this all-praisèd knight, And your unthought-of Harry chance to meet. For every honour sitting on his helm, Would they were multitudes, and on my head My shames redoubled; for the time will come That I shall make this northern youth exchange His glorious deeds for my indignities. Percy is but my factor, good my lord, To engross up glorious deeds on my behalf; And I will call him to so strict account That he shall render every glory up, Yea, even the slightest worship of his time, Or I will tear the reckoning from his heart. This, in the name of God, I promise here,
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1952
19/10/2017 18:27:11
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 2
E tu che hai da dire al riguardo? Percy, Northumberland, sua grazia l’arcivescovo di York, Douglas e Mortimer hanno stretto un patto contro di noi e si sono armati. Ma perché mai ti informo di queste notizie? Perché mai, Harry, parlo dei miei avversari a te, che sei il più caro190 e il più vicino dei miei nemici? A te che, per servile paura, per ignobili inclinazioni, o per un accesso di malumore saresti capace di combattere contro di me al soldo di Percy, restandogli alle calcagna come un cagnolino, inchinandoti a ogni suo cipiglio, e mostrando fino a che punto sei degenere. PRINCIPE HARRY
Non pensatelo neppure. Non accadrà, vedrete. E Dio perdoni chi ha così tanto allontanato da me la buona considerazione di vostra maestà. Mi riscatterò di tutto ciò sul capo di Percy, e sarò fiero di proclamarmi vostro figlio al termine del glorioso giorno in cui indosserò una veste tutta di sangue e avrò il volto tutto imbrattato sino a diventare una maschera sanguinolenta che, una volta lavata, porterà via con sé la mia vergogna. E quando finalmente vedrà la luce, sarà quello il giorno in cui il figlio dell’onore e della fama, il prode Hotspur, il cavaliere da tutti incensato, e il vostro screditato Harry avranno l’occasione di scontrarsi. Vorrei che le insegne cavalleresche poste sul suo elmo divenissero moltitudini e che raddoppiassero le vergogne che pesano sul mio capo, poiché giungerà il momento in cui costringerò quel giovane del nord a barattare le sue gesta gloriose con le mie turpitudini. Percy, mio buon signore, non è che un mio agente, che a mio nome fa incetta di gesta gloriose, e io esigerò da lui un conto così preciso che egli dovrà cedermi ogni gloria, sì, fino al più modesto onore che abbia mai guadagnato, altrimenti il conto glielo strapperò dal cuore. Questo, in nome di Dio, qui vi prometto
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 2
The which if he be pleased I shall perform, 81 I do beseech your majesty may salve The long-grown wounds of my intemperature;82 If not, the end of life cancels all bonds, And I will die a hundred thousand deaths Ere break the smallest parcel of this vow.
155
KING HENRY
A hundred thousand rebels die in this. Thou shalt have charge and sovereign trust herein.
160
Enter Sir Walter Blunt How now, good Blunt? Thy looks are full of speed. BLUNT
So hath the business that I come to speak of. Lord Mortimer of Scotland hath sent word That Douglas and the English rebels met The eleventh of this month at Shrewsbury. A mighty and a fearful head they are, If promises be kept on every hand, As ever offered foul play in a state.
165
KING HENRY
The Earl of Westmorland set forth today, With him my son Lord John of Lancaster, For this advertisement is five days old. On Wednesday next, Harry, you shall set forward. On Thursday we ourselves will march. Our meeting is Bridgnorth, and, Harry, you Shall march through Gloucestershire, by which account, Our business valuèd, some twelve days hence Our general forces at Bridgnorth shall meet.
170
175
154. He be pleased I shall performe: così in Q; in F I performe, and doe suruiue = “lo compirò e sopravviverò”. 156. Intemperature: così in F, in Q intemperance. Il significato è analogo, ma la lezione di F è ritenuta preferibile perché il termine ha una connotazione fisica, oltre che morale. 1954
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 2
e se, a Dio piacendo, riuscirò a compierlo, imploro vostra maestà di sanare le vecchie ferite della mia intemperanza. Se ciò non accadrà, la fine della mia vita cancelli ogni debito, poiché preferisco morire di centomila morti prima di infrangere la benché minima parte di questo giuramento. RE ENRICO
Che a morire, in virtù di queste tue parole, siano centomila ribelli. Tu avrai il comando e la nostra sovrana fiducia in questa guerra. Entra sir Walter Blunt Che notizie mi portate, buon Blunt? C’è grande urgenza nel vostro sguardo. BLUNT
La stessa che c’è nella faccenda di cui vengo a parlarvi. Lord Mortimer191 di Scozia manda a dire che Douglas e i ribelli inglesi si sono incontrati l’undici di questo mese a Shrewsbury. E, se le promesse saranno mantenute da ogni parte, essi guideranno l’esercito più potente e temibile che abbia mai tramato ai danni di uno Stato. RE ENRICO
Il conte di Westmorland è partito oggi, e insieme a lui mio figlio, John di Lancaster192, poiché tali notizie risalgono a cinque giorni orsono. Mercoledì prossimo, Harry, partirai anche tu. Giovedì noi stessi ci metteremo in marcia. Ci ritroveremo a Bridgnorth193; tu, Harry, dovrai marciare attraverso la contea di Gloucester e secondo i nostri calcoli, tenuto conto di quanto ci resta da fare, tra dodici giorni tutte le nostre forze si uniranno a Bridgnorth. Siamo carichi
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 3
Our hands are full of business; let’s away. Advantage feeds him fat while men delay. 3.3
Exeunt
Enter Sir John Oldcastle [with a truncheon at his waist], and Russell
SIR JOHN Russell, am I not fallen away vilely since this
last action? Do I not bate? Do I not dwindle? Why, my skin hangs about me like an old lady’s loose gown. I am withered like an old apple-John. Well, I’ll repent, and that suddenly, while I am in some liking. I shall be out of heart shortly, and then I shall have no strength to repent. An I have not forgotten what the inside of a church is made of, I am a peppercorn, a brewer’s horse — the inside of a church! Company, villainous company, hath been the spoil of me. RUSSELL Sir John, you are so fretful you cannot live long. SIR JOHN Why, there is it. Come, sing me a bawdy song, make me merry. I was as virtuously given as a gentleman need to be: virtuous enough; swore little; diced not — above seven times a week; went to a bawdy house not — above once in a quarter — of an hour; paid money that I borrowed — three or four times; lived well, and in good compass. And now I live out of all order, out of all compass. RUSSELL Why, you are so fat, Sir John, that you must needs be out of all compass, out of all reasonable compass, Sir John. SIR JOHN Do thou amend thy face, and I’ll amend my life.83 Thou art our admiral, thou bearest the lantern in the poop — but ’tis in the nose of thee. Thou art the Knight of the Burning Lamp.
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23. My: così in Q; in F thy = “tuo”. 1956
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 3
di impegni, andiamo su, coraggio. Ogni indugio rimpingua l’altrui vantaggio194. Escono III, 3
Entrano sir John Oldcastle [con un bastone appeso alla cintola], e Russell195
SIR JOHN
Russell, non mi sono orribilmente rattrappito dopo la nostra ultima sortita?196 Non mi sono assottigliato? Rinsecchito? Che diamine, la pelle mi pende di dosso come la veste sformata di una vecchia matrona. Sono vizzo come una vecchia mela di san Giovanni197. Ebbene, mi pentirò, e subito, finché sono nelle condizioni di farlo. Ben presto non sarò più in forma e non avrò la forza di pentirmi. Se non ho dimenticato come è fatto l’interno di una chiesa, vuol dire che sono un grano di pepe secco, un ronzino da birraio198 – l’interno di una chiesa! Le compagnie, le cattive compagnie, sono state la mia rovina. RUSSELL
Sir John, siete così sbattuto che non camperete a lungo. SIR JOHN
Accidenti, è proprio così. Su, cantami una canzonaccia, rallegrami un po’. Ero incline alla virtù come dev’esserlo un gentiluomo, virtuoso al punto giusto: bestemmiavo poco; non giocavo a dadi… più di sette volte alla settimana; non andavo al bordello… più di una volta ogni quarto…199 d’ora; ho persino restituito il denaro preso in prestito… tre o quattro volte; vivevo bene, e con una certa misura 200. E ora vivo senza regola alcuna, senza alcuna misura. RUSSELL
Be’, siete così grasso, sir John, che dovete per forza oltrepassare ogni misura, ogni ragionevole misura, sir John. SIR JOHN
Tu pensa a raddrizzare la tua faccia, e io raddrizzerò la mia vita. Sei la nostra nave ammiraglia, con la lanterna a poppa, solo che tu ce l’hai al posto del naso. Sei il cavaliere della Lanterna Ardente201.
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 3
RUSSELL Why, Sir John, my face does you no harm. SIR JOHN No, I’ll be sworn; I make as good use of it as
many a man doth of a death’s head, or a memento mori. I never see thy face but I think upon hell-fire and Dives that lived in purple — for there he is in his robes, burning, burning. If thou wert any way given to virtue, I would swear by thy face; my oath should be ‘By this fire that’s God’s angel!’ But thou art altogether given84 over, and wert indeed, but for the light in thy face, the son of utter darkness. When thou rannest up Gads Hill in the night to catch my horse, if I did not think thou hadst been an ignis fatuus or a ball of wildfire, there’s no purchase in money. O, thou art a perpetual triumph, an everlasting bonfire-light! Thou hast saved me a thousand marks in links and torches, walking with thee in the night betwixt tavern and tavern — but the sack that thou hast drunk me would have bought me lights as good cheap at the dearest chandler’s in Europe. I have maintained that salamander of yours with fire any time this two-and-thirty years, God reward me for it. RUSSELL ’Sblood, I would my face were in your belly! SIR JOHN God-a-mercy! So should I be sure to be heartburnt.
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Enter Hostess How now, Dame Partlet the hen, have you enquired yet who picked my pocket? HOSTESS Why, Sir John, what do you think, Sir John? Do you think I keep thieves in my house? I have searched,
34. Thats Gods Angell: così in Q4; in Q2 that Gods Angell; assente in F, che regolarmente evita espressioni blasfeme. Lo stesso accade, in questa scena, alle righe 46, 48, 49, 61, 83, 86, 117. 1958
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 3
RUSSELL
Che diamine, sir John, la mia faccia non vi ha fatto niente di male. SIR JOHN
No, giuro anzi che so farne lo stesso buon uso che molti altri fanno di una testa di morto o di un memento mori. Non posso vedere la tua faccia senza pensare alle fiamme dell’inferno e al ricco Epulone202 che viveva nella porpora e che ora è là, nelle sue vesti, e brucia, brucia. Se tu fossi in qualche modo incline alla virtù, potrei giurare sulla tua faccia, esclamando “Per questo fuoco che è l’angelo di Dio!”203. Ma tu sei dedito a tutt’altro e, se non fosse per la luce che hai in faccia, saresti davvero il figlio delle tenebre più profonde. Se non ti ho scambiato per un ignis fatuus o una palla di fuoco greco, l’altra notte, quando a Gads Hill sei corso su a prendere il mio cavallo, allora vuol dire che il denaro non serve a comprare nulla. Oh, tu sei una perpetua luminaria trionfale, sei la luce di un fuoco eterno! Mi hai fatto risparmiare un migliaio di marchi in torce e fiaccole quando, la notte, andavamo insieme di taverna in taverna, anche se il vin di Spagna che ti sei bevuto a mie spese mi avrebbe permesso di comprarmi i lumi allo stesso prezzo dal candelaio più costoso d’Europa. Per trentadue anni non ho fatto che alimentare con il fuoco la salamandra che hai in faccia, che Dio me ne renda merito! RUSSELL
Sangue di Dio, vorrei farvela rimangiare la mia faccia! SIR JOHN
Dio misericordioso! Allora sì che avrei lo stomaco in fiamme. Entra l’ostessa E allora, madama Partelletta 204, la gallinella? Avete già scoperto chi mi ha svuotato le tasche? OSTESSA
Ma insomma, sir John, che andate mai a pensare, sir John? Credete forse che tenga dei ladri al mio servizio? Ho frugato, ho chiesto; e
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 3
I have enquired; so has my husband, man by man, boy by boy, servant by servant. The tithe of a hair was 85 never lost in my house before. SIR JOHN Ye lie, Hostess: Russell was shaved and lost many a hair, and I’ll be sworn my pocket was picked. Go to, you are a woman, go. HOSTESS Who, I? No, I defy thee! God’s light, I was never called so in mine own house before. SIR JOHN Go to, I know you well enough. HOSTESS No, Sir John, you do not know me, Sir John; I know you, Sir John. You owe me money, Sir John, and now you pick a quarrel to beguile me of it. I bought you a dozen of shirts to your back. SIR JOHN Dowlas, fi lthy dowlas. I have given them away to bakers’ wives; they have made bolters of them. HOSTESS Now as I am a true woman, holland of eight shillings an ell. You owe money here besides, Sir John: for your diet, and by-drinkings, and money lent you, four-and-twenty pound. SIR JOHN (pointing at Russell) He had his part of it. Let him pay. HOSTESS He? Alas, he is poor; he hath nothing. SIR JOHN How, poor? Look upon his face. What call you rich? Let them coin his nose, let them coin his cheeks, I’ll not pay a denier. What, will you make a younker of me? Shall I not take mine ease in mine inn, but I shall have my pocket picked? I have lost a seal-ring of my grandfather’s worth forty mark.
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56. Tith: emend. Theobald; in QF tight. L’errore, più che uno degli strafalcioni dell’ostessa come alcuni hanno ritenuto, è probabilmente imputabile a una forma alternativa di tight (tite) che in QF viene normalizzata. 1960
Shakespeare_Drammi storici.indb 1960
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 3
altrettanto ha fatto mio marito, a tutti, a ogni uomo, ogni garzone, ogni servo. Nella mia locanda non si è mai persa neppure la decima parte d’un capello. SIR JOHN
Menti, ostessa: Russell si è fatto tosare205 e ha perso un sacco di capelli, e io ti giuro che mi hanno svuotato le tasche. Vattene, che sei proprio una donna, vattene. OSTESSA
Chi, io? Nient’affatto, ve la faccio vedere io! Per la luce di Dio, nessuno ha mai osato chiamarmi così in casa mia. SIR JOHN
Va’ là, che ti conosco bene. OSTESSA
No, sir John, non mi conoscete affatto, sir John; sono io che conosco voi, sir John. Mi dovete del danaro, sir John, e ora attaccate briga per infinocchiarmi e non darmi quanto mi spetta. Ho comprato per la signoria vostra una dozzina di camicie. SIR JOHN
Tela grezza, schifosa tela grezza206. Le ho regalate alle mogli dei panettieri, perché ne facessero dei setacci. OSTESSA
Quant’è vero che sono una donna onesta, era tela d’Olanda da otto scellini al braccio. E poi dovete del denaro qui alla locanda, sir John, per il vitto e le vostre bevute fuori pasto, oltre al denaro che vi è stato prestato, ventiquattro sterline. SIR JOHN (indicando Russell) Anche lui ha avuto la sua parte. Fai pagare lui. OSTESSA
Lui? Ohimè, è povero in canna, nullatenente. SIR JOHN
Come, povero? Guarda cosa si ritrova in faccia. Che cosa è per te un uomo ricco? Si può battere moneta con il suo naso, con le sue guance. Io non pagherò un solo quattrino. Per chi mi prendi, per un giovane spendaccione? Non posso più mettermi comodo in una locanda, senza farmi ripulire le tasche? Ho perso un anello con il sigillo di mio nonno che valeva quaranta marchi.
1961
Shakespeare_Drammi storici.indb 1961
19/10/2017 18:27:12
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 3
HOSTESS O Jesu, (to Russell) I have heard the Prince tell
him, I know not how oft, that that ring was copper. SIR JOHN How? The Prince is a jack, a sneak-up. [Raising 86
his truncheon] ’Sblood, an he were here I would cudgel him like a dog if he would say so.
87
Enter Prince Harry and Harvey, marching; and Sir John Oldcastle meets them, playing upon his truncheon like a fife How now, lad, is the wind in that door, i’faith? Must we all march? RUSSELL Yea, two and two, Newgate fashion. HOSTESS My lord, I pray you hear me.
90
PRINCE HARRY
What sayst thou, Mistress Quickly? How doth thy husband? I love him well; he is an honest man. HOSTESS Good my lord, hear me! SIR JOHN Prithee, let her alone, and list to me. PRINCE HARRY What sayst thou, Jack? SIR JOHN The other night I fell asleep here behind the arras, and had my pocket picked. This house is turned bawdy-house: they pick pockets. PRINCE HARRY What didst thou lose, Jack? SIR JOHN Wilt thou believe me, Hal, three or four bonds of forty pound apiece, and a seal-ring of my grandfather’s. PRINCE HARRY A trifle, some eightpenny matter.
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85-6. Raising his trunchion: così in questa edizione; manca in QF. 1962
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 3
OSTESSA
Oh Gesù mio, (a Russell) non so quante volte ho sentito il principe ripetergli che quell’anello era di rame! SIR JOHN
Che cosa? Il principe è un furfante, un uomo abbietto. [Sollevando il bastone] Sangue di Dio, se fosse qui e avesse il coraggio di ripeterlo, lo bastonerei come un cane. Entrano il principe Harry e Harvey, marciando, e sir John Oldcastle va loro incontro, suonando il bastone come se fosse un piffero Che c’è, ragazzo, è da lì che soffia il vento? Dobbiamo metterci tutti in marcia? RUSSELL
Sì, a coppie, come i carcerati207. OSTESSA
Mio signore, vi prego di ascoltarmi. PRINCIPE HARRY
Che hai da dirmi, madama Quickly?208 Come sta tuo marito? Lui mi piace, è un uomo onesto. OSTESSA
Mio buon signore, ascoltatemi! SIR JOHN
Ti prego, lasciala perdere, e sta’ a sentire me. PRINCIPE HARRY
Che hai da dirmi, Jack? SIR JOHN
L’altra notte mi sono addormentato qui, dietro l’arazzo, e mi hanno svuotato le tasche. Questa locanda è diventata un bordello; ti svuotano le tasche. PRINCIPE HARRY
Cosa ti hanno rubato, Jack? SIR JOHN
Ci crederesti, Hal? Tre o quattro obbligazioni da quaranta sterline l’una e l’anello con il sigillo di mio nonno. PRINCIPE HARRY
Una bagatella, una cosuccia da quattro soldi. 1963
Shakespeare_Drammi storici.indb 1963
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 3
HOSTESS So I told him, my lord; and I said I heard your
grace say so; and, my lord, he speaks most vilely of you, like a foul-mouthed man as he is, and said he would cudgel you. PRINCE HARRY What? He did not! HOSTESS There’s neither faith, truth, nor womanhood in me else. SIR JOHN There’s no more faith in thee than in a stewed prune, nor no more truth in thee than in a drawn fox; and, for womanhood, Maid Marian may be the deputy’s wife of the ward to thee. Go, you thing, go! 87 HOSTESS Say, what thing, what thing? SIR JOHN What thing? Why, a thing to thank God on. HOSTESS I am no thing to thank God on. I would thou shouldst know it, I am an honest man’s wife; and setting thy knighthood aside, thou art a knave to call me so. SIR JOHN Setting thy womanhood aside, thou art a beast to say otherwise. HOSTESS Say, what beast, thou knave, thou? SIR JOHN What beast? Why, an otter. PRINCE HARRY An otter, Sir John? Why an otter? SIR JOHN Why? She’s neither fish nor flesh; a man knows not where to have her.
108
115
121
125
115. Thing: così in Q; in F nothing = “niente; nullità”. 1964
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 3
OSTESSA
Gliel’ho detto pure io, mio signore, e gli ho anche detto di averlo sentito dire da vostra grazia, ma lui, sboccato com’è, mio signore, ha parlato di voi in modo assai volgare e ha detto che vi avrebbe bastonato. PRINCIPE HARRY
Come sarebbe? Non è possibile! OSTESSA
Se non è vero, in me non c’è più un briciolo di fede, d’onestà e di donnesca dignità. SIR JOHN
Non c’è più fede in te che in una vecchia sgualdrina 209, né più onestà che in una volpe stanata; quanto alla donnesca dignità, poi, al tuo confronto la pulzella Marianna 210 potrebbe essere la stimatissima moglie di un deputato rionale. Va’ là, buona donna che non sei altro, va’ là! OSTESSA
Di’ un po’, che buona donna, che buona donna? SIR JOHN
Che buona donna? Be’ una buona donna come Dio comanda. OSTESSA
Non sono affatto una buona donna come Dio comanda, e tu dovresti saperlo! Sono la moglie di un onest’uomo e tu sarai pure cavaliere, ma sei un farabutto a chiamarmi così. SIR JOHN
E tu avrai pure la tua dignità di donna, ma sei una bestia a contraddirmi così. OSTESSA
Di’, che bestia, farabutto? SIR JOHN
Che bestia? Be’, una lontra. PRINCIPE HARRY
Una lontra, sir John? E perché una lontra? SIR JOHN
Perché? Perché non è né carne né pesce e gli uomini non sanno come prenderla.
1965
Shakespeare_Drammi storici.indb 1965
19/10/2017 18:27:12
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 3
HOSTESS Thou art an unjust man in saying so. Thou or
any man knows where to have me, thou knave, thou. PRINCE HARRY Thou sayst true, Hostess, and he slanders
thee most grossly.
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HOSTESS So he doth you, my lord, and said this other day
you owed him a thousand pound. PRINCE HARRY (to Sir John) Sirrah, do I owe you a thousand
pound?
136
SIR JOHN A thousand pound, Hal? A million! Thy love is
worth a million; thou owest me thy love. HOSTESS Nay, my lord, he called you ‘jack’ and said he
would cudgel you.
140
SIR JOHN Did I, Russell? RUSSELL Indeed, Sir John, you said so. SIR JOHN Yea, if he said my ring was copper. PRINCE HARRY I say ’tis copper; darest thou be as good
as thy word now?
145
SIR JOHN Why, Hal, thou knowest as thou art but man I
dare, but as thou art prince, I fear thee as I fear the roaring of the lion’s whelp. PRINCE HARRY And why not as the lion? SIR JOHN The King himself is to be feared as the lion. Dost thou think I’ll fear thee as I fear thy father? Nay, an I do, I pray God my girdle break.
152
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1966
19/10/2017 18:27:12
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 3
OSTESSA
Sei ingiusto a dire così. Tu e tutti gli altri uomini sapete benissimo come prendermi, farabutto che non sei altro. PRINCIPE HARRY
Dici il vero, ostessa, e la sua è una volgarissima calunnia. OSTESSA
E calunnia anche voi, mio signore, l’altro giorno ha detto che gli dovevate mille sterline. PRINCIPE HARRY (a sir John) Messere, ti devo mille sterline? SIR JOHN
Mille sterline, Hal? Un milione! Il tuo amore ne vale un milione, e tu mi devi il tuo amore. OSTESSA
No, signore, vi ha dato del furfante e ha detto che vi avrebbe bastonato. SIR JOHN
Ho detto così, Russell? RUSSELL
A dire il vero, sir John, l’avete proprio detto. SIR JOHN
Sì, se il principe avesse detto che il mio anello era di rame. PRINCIPE HARRY
Lo dico, è di rame; e adesso hai il coraggio di mantenere la tua parola? SIR JOHN
Sai bene, Hal, che se tu fossi un uomo qualunque ne avrei il coraggio, ma sei un principe, e ti temo come temo il ruggito di un leoncino. PRINCIPE HARRY
E perché non quello di un leone? SIR JOHN
Il re va temuto come un leone211. Credi forse che possa temerti quanto temo tuo padre? No, e se lo facessi, pregherei Dio di farmi scoppiare la cintura 212.
1967
Shakespeare_Drammi storici.indb 1967
19/10/2017 18:27:12
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 3
PRINCE HARRY O, if it should, how would thy guts fall
about thy knees! But sirrah, there’s no room for faith, truth, nor honesty in this bosom of thine; it is all filled up with guts and midriff. Charge an honest woman with picking thy pocket? Why, thou whoreson impudent embossed rascal, if there were anything in thy pocket but tavern reckonings, memorandums of bawdy-houses, and one poor pennyworth of sugar candy to make thee long-winded — if thy pocket were enriched with any other injuries but these, I am a villain. And yet you will stand to it, you will not pocket up wrong. Art thou not ashamed? SIR JOHN Dost thou hear, Hal? Thou knowest in the state of innocency Adam fell, and what should poor Jack Oldcastle do in the days of villainy? Thou seest I have more flesh than another man, and therefore more frailty. You confess, then, you picked my pocket. PRINCE HARRY It appears so by the story. SIR JOHN Hostess, I forgive thee. Go make ready breakfast. Love thy husband, look to thy servants, cherish thy guests. Thou shalt find me tractable to any honest reason; thou seest I am pacified still. Nay, prithee, be gone. Exit Hostess Now, Hal, to the news at court. For the robbery, lad, how is that answered? PRINCE HARRY O, my sweet beef, I must still be good angel to thee. The money is paid back again. SIR JOHN O, I do not like that paying back; ’tis a double labour. PRINCE HARRY I am good friends with my father, and may do anything.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1968
19/10/2017 18:27:12
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 3
PRINCIPE
Oh, se lo facesse, le budella ti scenderebbero fino alle ginocchia! Ma, messere, nel tuo ventre non c’è spazio alcuno per la fede, l’onestà e la sincerità; diaframma e budella lo riempiono fino all’orlo. Accusare una donna onesta di svuotarti le tasche! Che figlio di puttana, che canaglia sfacciata e rigonfia, se nelle tue tasche c’era qualcos’altro, oltre ai conti delle taverne, ai ricordini dei bordelli, e a un misero soldo di zucchero d’orzo per darti fiato, se le tue tasche custodivano altre ricchezze oltre a queste indegnità, il furfante sono io. Eppure non molli, ti rifiuti di rintascare il torto. Non ti vergogni? SIR JOHN
Stammi a sentire, Hal. Sai bene in che stato d’innocenza vivesse Adamo prima della caduta, e allora cosa dovrebbe fare il povero John Oldcastle in questi tempi scellerati? Lo vedi che ho addosso più carne di chiunque altro, e perciò sono anche più debole. Confessalo, allora, sei stato tu a svuotarmi le tasche. PRINCIPE HARRY
Così parrebbe. SIR JOHN
Ostessa, ti perdono. Va’ a preparare la colazione. Ama tuo marito, veglia sui tuoi servitori, abbi cura dei tuoi ospiti. E mi scoprirai pronto ad accondiscendere a ogni ragione onesta; lo vedi, sono sempre pronto a fare la pace. Ma ora, ti prego, vattene via. Esce l’ostessa E adesso, Hal, veniamo alle notizie dalla corte. E la rapina, ragazzo mio, come l’hai giustificata? PRINCIPE HARRY
O mio caro bue, ho dovuto ancora una volta farti da angelo custode. Il denaro è stato restituito. SIR JOHN
Oh, non mi piacciono le restituzioni. La fatica è doppia. PRINCIPE HARRY
Mi sono riconciliato con mio padre e posso fare quello che voglio.
1969
Shakespeare_Drammi storici.indb 1969
19/10/2017 18:27:12
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 3 SCENE 3
SIR JOHN Rob me the exchequer the first thing thou dost,
and do it with unwashed hands too.
185
RUSSELL Do, my lord. PRINCE HARRY I have procured thee, Jack, a charge of
foot. SIR JOHN I would it had been of horse! Where shall I find
one that can steal well? O, for a fine thief of the age 88 of two-and-twenty or thereabouts! I am heinously unprovided. Well, God be thanked for these rebels — they offend none but the virtuous. I laud them, I praise them. PRINCE HARRY Russell. 195 RUSSELL My lord? PRINCE HARRY (giving letters) Go bear this letter to Lord John of Lancaster, To my brother John; this to my lord of Westmorland. Exit Russell Go, Harvey, to horse, to horse, for thou and I 89 Have thirty miles to ride yet ere dinner time.
200
Exit Harvey Jack, meet me tomorrow in the Temple Hall At two o’clock in the afternoon. There shalt thou know thy charge, and there receive Money and order for their furniture. The land is burning, Percy stands on high, And either we or they must lower lie. Exit
205
SIR JOHN
Rare words! Brave world! (Calling) Hostess, my breakfast, come! — O, I could wish this tavern were my drum!
Exit
190. Of the age: così in Q; manca in F. 199. Harvey: così in questa edizione; in QF Peto. 1970
Shakespeare_Drammi storici.indb 1970
19/10/2017 18:27:12
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO III SCENA 3
SIR JOHN
Allora per prima cosa rapinami lo Scacchiere e fallo senza perder tempo a cincischiare. RUSSELL
Sì, fatelo, mio signore. PRINCIPE HARRY
Ti ho procurato, Jack, un comando di fanteria. SIR JOHN
Avrei preferito la cavalleria! Dove troverò mai qualcuno capace di rubare? Oh, che darei per un bel ladruncolo di ventidue anni o giù di lì! Sono orrendamente sprovvisto. Ebbene, sia ringraziato Dio per questi ribelli che offendono solo i virtuosi. Io li encomio e ne canto le lodi. PRINCIPE HARRY
Russell. RUSSELL
Mio signore? PRINCIPE HARRY (porgendogli delle lettere) Porta questa lettera a mio fratello John, il signore di Lancaster, e quest’altra al signore di Westmorland. Esce Russell Andiamo, Harvey, a cavallo, a cavallo, io e te dobbiamo percorrere trenta miglia prima di pranzo. Esce Harvey Jack, ti aspetto domani pomeriggio alle due a Temple Hall. Lì saprai quale comando ti è stato assegnato e riceverai le istruzioni e il denaro per l’equipaggiamento dei tuoi uomini. Il Paese è in fiamme. Percy vola sempre più in alto, e starà a noi, o a loro, cedere all’assalto. Esce SIR JOHN
Motto squisito, splendido mondo! (Chiama) Presto, ostessa, la mia colazione! Oh, come vorrei sentir suonare in questa taverna il tamburo del mio battaglione! Esce 1971
Shakespeare_Drammi storici.indb 1971
19/10/2017 18:27:13
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 1
4.1
Enter Hotspur and the Earls of Worcester and Douglas
HOTSPUR
Well said, my noble Scot! If speaking truth In this fine age were not thought flattery, Such attribution should the Douglas have As not a soldier of this season’s stamp Should go so general current through the world. By God, I cannot flatter, I do defy 90 The tongues of soothers, but a braver place In my heart’s love hath no man than yourself. Nay, task me to my word, approve me, lord. DOUGLAS Thou art the king of honour. No man so potent breathes upon the ground But I will beard him. HOTSPUR Do so, and ’tis well.
5
10
Enter a Messenger with letters91 What letters hast thou there? I can but thank you.92 MESSENGER These letters come from your father. HOTSPUR
Letters from him? Why comes he not himself?
15
MESSENGER
He cannot come, my lord, he is grievous sick. HOTSPUR
Zounds, how has he the leisure to be sick In such a jostling time? Who leads his power? Under whose government come they along? MESSENGER
His letters bears his mind, not I, my lord. 93
20
Hotspur reads the letter 6. God: così in Q; in F heaven = “cielo”. Per evitare la blasfemia, F elimina anche Zounds alla riga 17. 12.1. A Messenger: così in F; in Q one. 13. Thou: così in Q; manca in F. 20. My lord: emend. Capell; in Q2 my mind = “I miei propositi”; in Q4, F his mind = “I suoi propositi”. 1972
Shakespeare_Drammi storici.indb 1972
19/10/2017 18:27:13
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 1
IV, 1
Entrano Hotspur e i conti di Worcester e di Douglas213
HOTSPUR
Ben detto, mio nobile scozzese! Se in questi tempi così raffinati la verità non fosse scambiata per adulazione, Douglas dovrebbe ricevere tributi tali che nessun altro uomo, su cui il conio abbia oggi impresso il marchio del soldato, potrebbe avere libero e apprezzato corso nel mondo intero. Per Dio, sono incapace di lusingare, diffido delle lingue degli incensatori! Ma nessuno più di voi occupa un posto così alto nel mio cuore. Su, sfidatemi a dimostrarlo, mettetemi alla prova, signore. DOUGLAS
Voi siete il re dell’onore. Al mondo non c’è uomo così potente che io non abbia il coraggio di sfidare in battaglia. HOTSPUR
Fatelo, e tutto andrà per il verso giusto. Entra un messaggero con una lettera Che lettera mi porti? Per parte mia, non posso che ringraziarvi 214. MESSAGGERO
È una lettera che viene da vostro padre. HOTSPUR
Una lettera di mio padre? Perché non è venuto di persona? MESSAGGERO
Non può, mio signore. È gravemente ammalato215. HOTSPUR
Per le ferite di Cristo, come può permettersi il lusso di ammalarsi in tempi così burrascosi? Chi conduce i suoi uomini? Agli ordini di chi marciano? MESSAGGERO
La lettera potrà rivelarvi i suoi propositi, non certo io, mio signore. Hotspur legge la lettera
1973
Shakespeare_Drammi storici.indb 1973
19/10/2017 18:27:13
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 1
WORCESTER
I prithee tell me, doth he keep his bed? MESSENGER
He did, my lord, four days ere I set forth; And at the time of my departure thence He was much feared by his physicians. WORCESTER
I would the state of time had first been whole Ere he by sickness had been visited. His health was never better worth than now.
25
HOTSPUR
Sick now? Droop now? This sickness doth infect The very life-blood of our enterprise. ’Tis catching hither, even to our camp. He writes me here that inward sickness stays him,94 And that his friends by deputation Could not so soon be drawn; nor did he think it meet To lay so dangerous and dear a trust On any soul removed but on his own. Yet doth he give us bold advertisement That with our small conjunction we should on, To see how fortune is disposed to us; For, as he writes, there is no quailing now, Because the King is certainly possessed Of all our purposes. What say you to it?
30
35
40
WORCESTER
Your father’s sickness is a maim to us. HOTSPUR
A perilous gash, a very limb lopped off. And yet, in faith, it is not. His present want Seems more than we shall find it. Were it good To set the exact wealth of all our states
45
31. Sicknesse staies him: così in questa edizione; in QF sicknesse. Alcuni editori hanno ritenuto che l’irruento Hotspur non completi la frase, ma più probabile è l’ipotesi che il testo presenti una lacuna da colmare. 1974
Shakespeare_Drammi storici.indb 1974
19/10/2017 18:27:13
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 1
WORCESTER
Dimmi, ti prego, è costretto a letto? MESSAGGERO
Sì, mio signore, vi è stato costretto quattro giorni prima che mi mettessi in viaggio, e quando sono partito i medici erano molto allarmati. WORCESTER
Avrei preferito che i nostri tempi volgessero al meglio prima che la malattia lo visitasse. La sua salute non è mai stata così preziosa come in questo momento. HOTSPUR
Si ammala adesso? Viene meno adesso? Questa malattia infetta la linfa vitale della nostra impresa. E si propaga anche qui, fin nel nostro stesso campo. Mi scrive che è trattenuto da una malattia interna e che in così breve tempo non potrebbe servirsi di un intermediario per chiamare a raccolta i propri alleati e che, d’altro canto, non ritiene opportuno affidare una responsabilità così rischiosa e considerevole ad altri che a sé stesso. Ciò nonostante, ci esorta all’audacia e a proseguire con le poche forze già radunate, per vedere come la sorte si disponga verso di noi, giacché, come egli scrive, non possiamo perderci d’animo proprio ora che il re è indubbiamente a conoscenza delle nostre intenzioni. Voi che ne dite? WORCESTER
La malattia di vostro padre è per noi una vera mutilazione. HOTSPUR
Uno strappo rovinoso, un arto mozzato. Eppure, in fede mia, non è proprio così. In questo momento la sua assenza ci sembra più grave di quanto potrà rivelarsi. Sarebbe forse un bene giocarci l’intero ammontare delle nostre risorse in un solo lancio di dadi, affidare
1975
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19/10/2017 18:27:13
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 1
All at one cast, to set so rich a main On the nice hazard of one doubtful hour? It were not good, for therein should we read The very bottom and the sole of hope, The very list, the very utmost bound, Of all our fortunes.
50
DOUGLAS
Faith, and so we should, where now remains A sweet reversion — we may boldly spend Upon the hope of what is to come in. A comfort of retirement lives in this.
55
HOTSPUR
A rendezvous, a home to fly unto, If that the devil and mischance look big Upon the maidenhead of our affairs. WORCESTER
But yet I would your father had been here. The quality and hair of our attempt Brooks no division. It will be thought By some that know not why he is away That wisdom, loyalty, and mere dislike Of our proceedings kept the Earl from hence; And think how such an apprehension May turn the tide of fearful faction, And breed a kind of question in our cause. For, well you know, we of the off’ring side Must keep aloof from strict arbitrement, And stop all sight-holes, every loop from whence The eye of reason may pry in upon us. This absence of your father’s draws a curtain That shows the ignorant a kind of fear Before not dreamt of. HOTSPUR You strain too far. I rather of his absence make this use: It lends a lustre, and more great opinion, A larger dare to our great enterprise, Than if the Earl were here; for men must think
60
65
70
75
1976
Shakespeare_Drammi storici.indb 1976
19/10/2017 18:27:13
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 1
una posta così ricca al delicato azzardo di un’unica, dubbiosa ora? No, non lo sarebbe, perché, rischiando tutto, scopriremmo il fondo e l’essenza delle nostre speranze, il confine e i limiti estremi di ogni nostra fortuna. DOUGLAS
In fede mia, è quel che accadrebbe, mentre ora ci resta una preziosa eredità – e possiamo spendere liberamente, confidando in ciò che otterremo in seguito. In questo modo ci viene offerto il conforto di un rifugio. HOTSPUR
Un luogo in cui riparare, una casa in cui trovare scampo se il diavolo e la cattiva sorte dovessero minacciare sul nascere la nostra impresa. WORCESTER
E tuttavia avrei preferito che tuo padre fosse qui. La natura e il carattere dei nostri sforzi non tollerano divisioni. Chi ignora le ragioni dell’assenza del conte sarà forse indotto a credere che a trattenerlo siano state la saggezza, la lealtà al re, o la pura e semplice disapprovazione dei nostri piani; e pensate come tali congetture possano sviare il corso di una fazione già timorosa e alimentare i dubbi sulla nostra causa. Come ben sapete, chi lancia l’offensiva deve tenersi al riparo da ogni giudizio severo e otturare ogni spiraglio, ogni feritoia attraverso cui possa spiarci l’occhio della ragione. L’assenza di tuo padre solleva un sipario che mostra a chi è all’oscuro dei fatti una paura finora mai neppure immaginata. HOTSPUR
Vi spingete troppo in là. L’assenza di mio padre preferisco considerarla cosi: conferirà alla nostra grande impresa più lustro e rinomanza, maggior audacia di quanta ne avrebbe se il conte fosse qui,
1977
Shakespeare_Drammi storici.indb 1977
19/10/2017 18:27:13
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 1
If we without his help can make a head To push against a kingdom, with his help We shall o’erturn it topsy-turvy down. Yet all goes well, yet all our joints are whole.
80
DOUGLAS
As heart can think, there is not such a word Spoke of in Scotland as this term of fear. 95
85
Enter Sir Richard Vernon HOTSPUR
My cousin Vernon! Welcome, by my soul! VERNON
Pray God my news be worth a welcome, lord. The Earl of Westmorland, seven thousand strong, Is marching hitherwards; with him Prince John. HOTSPUR
No harm. What more? And further I have learned The King himself in person is set forth, Or hitherwards intended speedily, With strong and mighty preparation.
VERNON
90
HOTSPUR
He shall be welcome too. Where is his son, The nimble-footed madcap Prince of Wales, And his comrades that daffed the world aside And bid it pass? VERNON All furnished, all in arms, All plumed like ostriches, that with the wind 96 97 [ ]
95
85. Tearme: così in Q2; in Q6 deame, in F Dreame = “sogno”. 98. Ostriches: la grafia della lezione di Q (estridges) può indicare anche un uccello rapace, l’astore, ma si propende per l’altro significato, dal momento che tre piume di struzzo costituiscono l’emblema del principe di Galles. 98-100. That with the wind / […] Baiting: così in questa edizione; in QF that with the wind / Baited. Il passo è oscuro e difficile da emendare; la maggior parte delle edizioni recenti segue Q, ipotizzando la mancanza di una riga, seguita da una corruzione di baiting. 1978
Shakespeare_Drammi storici.indb 1978
19/10/2017 18:27:13
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 1
poiché si penserà che, se privi del suo aiuto siamo riusciti a radunare un esercito capace di scagliarsi contro un regno, con il suo appoggio avremmo potuto metterlo a soqquadro. Tutto va ancora bene, le nostre membra sono integre. DOUGLAS
Quanto il cuore può sperarlo. Non c’è parola pronunciata in Scozia che significhi paura. Entra sir Richard Vernon HOTSPUR
Cugino Vernon!216 Con tutta l’anima vi do il benvenuto! VERNON
Prego Iddio che le mie notizie siano degne di un tale benvenuto, signore. Il conte di Westmorland, forte di settemila uomini, è in marcia verso di noi, e con lui il principe John. DOUGLAS
Poco male. C’è altro? VERNON
Ho saputo, inoltre, che il re in persona si è messo in marcia, o intende farlo al più presto, alla testa di un esercito forte e possente. DOUGLAS
Sarà il benvenuto anche lui. E dov’è suo figlio, quel dissennato gambalesta 217 del principe di Galles, dove sono i suoi compagni che, incuranti del mondo, lo lasciano andare in malora? VERNON
Tutti equipaggiati, tutti in armi, tutti piumati come struzzi che battono le ali al vento, [ ]
1979
Shakespeare_Drammi storici.indb 1979
19/10/2017 18:27:13
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 1
Baiting like eagles having lately bathed, Glittering in golden coats like images, As full of spirit as the month of May, And gorgeous as the sun at midsummer; Wanton as youthful goats, wild as young bulls. I saw young Harry with his beaver on, His cuishes on his thighs, gallantly armed, Rise from the ground like feathered Mercury, And vaulted with such ease into his seat As if an angel dropped down from the clouds To turn and wind a fiery Pegasus, And witch the world with noble horsemanship.
100
105
110
HOTSPUR
No more, no more! Worse than the sun in March, This praise doth nourish agues. Let them come! They come like sacrifices in their trim, And to the fire-eyed maid of smoky war All hot and bleeding will we offer them. The mailèd Mars shall on his altar sit Up to the ears in blood. I am on fire To hear this rich reprisal is so nigh, And yet not ours! Come, let me taste my horse, Who is to bear me like a thunderbolt Against the bosom of the Prince of Wales. Harry to Harry shall, hot horse to horse, Meet and ne’er part till one drop down a corpse. O, that Glyndwr ˆ were come! VERNON There is more news. I learned in Worcester, as I rode along, He cannot draw his power this fourteen days.98
115
120
125
DOUGLAS
That’s the worst tidings that I hear of yet.99 WORCESTER
Ay, by my faith, that bears a frosty sound. 127. Cannot: così in Q6, F; in Q2 can = “può”. 128. Yet: così in Q6, F; in Q2 it = “esso”. 1980
Shakespeare_Drammi storici.indb 1980
19/10/2017 18:27:13
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 1
volteggianti come aquile appena emerse dall’acqua, scintillanti come visioni nelle loro cotte dorate, briosi come il mese di maggio, sfolgoranti come il sole d’estate, vispi come giovani capretti, impetuosi come torelli. Ho visto il giovane Harry, con la celata alzata, i cosciali sulle gambe, splendidamente armato, levarsi da terra come l’alato Mercurio e balzare in sella con la leggiadria di un angelo disceso da una nube per far ruotare e volteggiare un focoso Pegaso e incantare il mondo con nobile arte di cavallerizzo. HOTSPUR
Basta, basta! Più del sole di marzo le vostre lodi procurano brividi di febbre. Vengano pure! Così bardati, giungeranno come bestie sacrificali, e noi li offriremo ancora caldi e sanguinanti alla vergine dagli occhi di fuoco, alla dea della fumante guerra 218. Marte in corazza siederà sul proprio altare, immerso nel sangue fino alle orecchie. Mi infiammo al solo udire che una preda così ricca è tanto vicina, eppure non ancora nostra. Andiamo, lasciatemi provare il mio cavallo, che come un lampo mi scaglierà contro il petto del principe di Galles. Harry contro Harry, focoso destriero contro destriero, si batteranno sinché uno dei due non stramazzerà morto al suolo. Oh, se Glyndwr ˆ fosse già qui! VERNON
Vi porto altre notizie. Passando per Worcester, mentre ero diretto qui, ho saputo che egli non potrà radunare le sue forze prima di due settimane219. DOUGLAS
Questo è il peggiore annuncio che abbia udito finora. WORCESTER
Sì, in fede mia, ha un suono raggelante.
1981
Shakespeare_Drammi storici.indb 1981
19/10/2017 18:27:13
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 2
HOTSPUR
What may the King’s whole battle reach unto?
130
VERNON
To thirty thousand. Forty let it be. My father and Glyndwr ˆ being both away, The powers of us may serve so great a day. Come, let us take a muster speedily. Doomsday is near: die all, die merrily.
HOTSPUR
135
DOUGLAS
Talk not of dying; I am out of fear Of death or death’s hand for this one half year. Exeunt 4.2
Enter Sir John Oldcastle and Russell
SIR JOHN Russell, get thee before to Coventry; fi ll me a
bottle of sack. Our soldiers shall march through. We’ll to Sutton Coldfield tonight. RUSSELL Will you give me money, captain? SIR JOHN Lay out, lay out. RUSSELL This bottle makes an angel. SIR JOHN [giving Russell money] An if it do, take it for thy labour; an if it make twenty, take them all; I’ll answer the coinage. Bid my lieutenant Harvey meet me at town’s end. RUSSELL I will, captain. Farewell. Exit SIR JOHN If I be not ashamed of my soldiers, I am a soused gurnet. I have misused the King’s press damnably. I have got in exchange of one hundred and fifty soldiers
5
10
1982
Shakespeare_Drammi storici.indb 1982
19/10/2017 18:27:13
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 2
HOTSPUR
A quanto possono ammontare le forze del re? VERNON
Trentamila uomini 220. HOTSPUR
Fossero pure quarantamila! Anche se mio padre e Glyndwr ˆ sono assenti, le nostre forze per questo grande giorno saranno sufficienti. Passiamole in rassegna, presto, andiamo. Vicino è il giorno del giudizio e, se si deve morire, con letizia moriamo. DOUGLAS
Non parlate di morire. Per sei mesi ancora non temerò la morte, né la sua mano, è questa la mia sorte221. Escono IV, 2
Entrano sir John Oldcastle e Russell222
SIR JOHN
Russell, precedimi a Coventry e riempimi una bottiglia di vin di Spagna. I nostri soldati continueranno a marciare. Arriveremo a Sutton Coldfield questa sera. RUSSELL
E i soldi non me li date, capitano? SIR JOHN
Ce li hai, tirali fuori. RUSSELL
Questa bottiglia fa 223 una moneta da dieci scellini 224. SIR JOHN [dà dei soldi a Russell] Se la fa, prenditela per il tuo disturbo, e se ne fa venti, prenditele tutte; risponderò io del tuo battere moneta. Ordina a Harvey, il mio luogotenente, di venirmi incontro alle porte della città. RUSSELL
Sarà fatto, capitano. Arrivederci. Esce SIR JOHN
Se non mi vergogno dei miei soldati, sono proprio una mazzola in salamoia. Ho approfittato ignobilmente del mandato regio per la leva forzata. In cambio di centocinquanta soldati, ho intascato 1983
Shakespeare_Drammi storici.indb 1983
19/10/2017 18:27:13
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 2
three hundred and odd pounds. I press me none but good householders, yeomen’s sons, enquire me out contracted bachelors, such as had been asked twice on the banns, such a commodity of warm slaves as had as lief hear the devil as a drum, such as fear the report of a caliver worse than a struck fowl or a hurt wild duck. I pressed me none but such toasts and butter, with hearts in their bellies no bigger than pins’ heads, and they have bought out their services; and now my whole charge consists of ensigns, corporals, lieutenants, gentlemen of companies — slaves as ragged as Lazarus in the painted cloth, where the glutton’s dogs licked his sores — and such as indeed were never soldiers, but discarded unjust servingmen, younger sons to younger brothers, revolted tapsters, and ostlers trade-fallen, the cankers of a calm world and a long peace, ten times more dishonourable-ragged than an old feazed ensign;100 and such have I to fi ll up the rooms of them as have101 bought out their services, that you would think that I had a hundred and fifty tattered prodigals lately come from swine-keeping, from eating draff and husks. A mad fellow met me on the way and told me I had unloaded all the gibbets and pressed the dead bodies. No eye hath seen such scarecrows. I’ll not march through Coventry with them, that’s flat. Nay, and the villains march wide betwixt the legs, as if they had gyves on, for indeed I had the most of them out of prison. There’s not a shirt and a half in all my company; and the half-shirt is two napkins tacked together and thrown over the shoulders like a herald’s coat without sleeves; and the shirt, to say the truth, stolen from my host at Saint Albans, or the red-nose innkeeper of Daventry. But that’s all one; they’ll find linen enough on every hedge. 48 31. Fazd: così in Q2; faczde in Q6; fac’d in F. 32. As: così in Q; that in F. 1984
Shakespeare_Drammi storici.indb 1984
19/10/2017 18:27:14
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 2
trecento sterline e rotti. Io non recluto che ricchi capifamiglia, o figli di piccoli possidenti, vado in cerca degli scapoli già fidanzati che per due volte hanno pubblicato il bando nuziale225: un branco di codardi vissuti nella bambagia che preferirebbero sentire il diavolo piuttosto che il rullo di un tamburo, spaventati dai colpi di moschetto più di un uccello impallinato o di un’anatra selvatica ferita. Ho reclutato soltanto degli smidollati che avevano nel ventre un fegato226 non più grosso di una capocchia di spillo, e mi hanno tutti pagato per farsi esonerare dal servizio, cosicché adesso la mia compagnia è interamente formata da alfieri, caporali, luogotenenti e sottoufficiali – vigliacchi cenciosi, come quel Lazzaro raffigurato negli arazzi dipinti insieme ai cani del ricco Epulone che gli leccano le piaghe227 – tutti uomini che non sono mai stati soldati, ma solo servi disonesti messi alla porta, figli cadetti di fratelli cadetti 228, garzoni di mescita in fuga dal loro contratto e stallieri in disgrazia, i parassiti generati da un mondo tranquillo e da una lunga pace, dieci volte più sbrindellati e meno onorevoli di una vecchia bandiera sfilacciata. Tali sono gli uomini di cui dispongo per colmare il vuoto lasciato da chi ha pagato per sottrarsi al servizio, e ci sarebbe da credere che io abbia al mio comando centocinquanta figlioli prodighi 229 cenciosi, appena tornati a casa dopo aver pascolato i porci e mangiato broda e bucce. Un buontempone che ho incontrato lungo il cammino mi ha chiesto se avessi alleggerito le forche e arruolato i cadaveri. Spaventapasseri simili non si sono mai visti. Non marcerò per le strade di Coventry insieme a loro, questo è certo. No, e per di più quei farabutti marciano a gambe larghe come se avessero i ferri ai piedi e, a dire il vero, la maggior parte l’ho tirata fuori di galera. In tutta la mia compagnia c’è solo una camicia e mezza, e la mezza camicia è fatta di due tovaglioli annodati tra loro e gettati sulle spalle come una cotta d’araldo senza maniche, e la camicia intera, per dirla tutta, l’hanno rubata all’oste di Saint Albans o al taverniere dal naso rubizzo di Daventry230. Ma poco importa, si faranno bastare i panni che troveranno stesi ad asciugare sulle siepi.
1985
Shakespeare_Drammi storici.indb 1985
19/10/2017 18:27:14
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 2
Enter Prince Harry and the Earl of Westmorland PRINCE HARRY How now, blown Jack? How now, quilt? SIR JOHN What, Hal! How now, mad wag? What a devil
dost thou in Warwickshire? My good lord of Westmorland, I cry you mercy! I thought your honour had already been at Shrewsbury. WESTMORLAND Faith, Sir John, ’tis more than time that I were there, and you too; but my powers are there already. The King, I can tell you, looks for us all. We must away all night.102 SIR JOHN Tut, never fear me. I am as vigilant as a cat to steal cream. PRINCE HARRY I think to steal cream indeed, for thy theft hath already made thee butter. But tell me, Jack, whose fellows are these that come after? SIR JOHN Mine, Hal, mine. PRINCE HARRY I did never see such pitiful rascals. SIR JOHN Tut, tut, good enough to toss, food for powder, food for powder. They’ll fi ll a pit as well as better. Tush, man, mortal men, mortal men. WESTMORLAND Ay, but Sir John, methinks they are exceeding poor and bare, too beggarly. SIR JOHN Faith, for their poverty, I know not where they had that, and for their bareness, I am sure they never learned that of me. PRINCE HARRY No, I’ll be sworn, unless you call three fingers in the ribs bare. But sirrah, make haste. Percy is already in the field.
53
59
64
69
Exit
57 All: così in QF. Potrebbe tuttavia trattarsi di una corruzione di “at”. 1986
Shakespeare_Drammi storici.indb 1986
19/10/2017 18:27:14
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 2
Entrano il principe Harry e il conte di Westmorland PRINCIPE HARRY
E allora, Jack il gonfio? E allora, trapunta imbottita? SIR JOHN
Ehi, Hal, e allora, mattacchione? Che diavolo ci fai nella contea di Warwick? Mio buon signore di Westmorland, vi chiedo perdono! Credevo che vossignoria fosse già a Shrewsbury. WESTMORLAND
In fede mia, sir John, avrei dovuto esserci da bel po’, e anche voi, ma le mie forze sono già lì. Il re, ve lo assicuro, ci sta aspettando tutti. Dovremo marciare tutta la notte. SIR JOHN
Suvvia, non dubitate di me. Sono vigile come un gatto che vuol rubare la panna. PRINCIPE HARRY
Sì, proprio la panna, visto che a furia di sgraffignarla ti sei già trasformato in burro. Ma dimmi, Jack, a chi appartengono gli uomini che ci seguono? SIR JOHN
A me, Hal, a me. PRINCIPE HARRY
Non ho mai visto furfanti così miserevoli. SIR JOHN
Bah, vanno benissimo per farsi infi lzare; carne da cannone, carne da cannone. Riempiranno una fossa allo stesso modo di uomini migliori. Via, amico mio, sono uomini, sono mortali. WESTMORLAND
Certo, sir John, ma a me pare che siano sin troppo miseri e consunti, troppo cenciosi. SIR JOHN
In fede mia, non so da dove venga la loro miseria, ma la consunzione non l’hanno certo imparata da me. PRINCIPE HARRY
No, c’è da giurarlo, a meno di non chiamare consunzione tre dita di grasso sulle costole. Ma sbrigati, messere. Percy è già in campo. Esce 1987
Shakespeare_Drammi storici.indb 1987
19/10/2017 18:27:14
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 3
SIR JOHN What, is the King encamped?
76
WESTMORLAND He is, Sir John. I fear we shall stay too
long.
[Exit]
SIR JOHN
Well, to the latter end of a fray And the beginning of a feast Fits a dull fighter and a keen guest. 4.3
80 Exit
Enter Hotspur, the Earls of Worcester and Douglas, and Sir Richard Vernon
HOTSPUR
We’ll fight with him tonight. It may not be.
WORCESTER DOUGLAS
You give him then advantage. VERNON
Not a whit.
HOTSPUR
Why say you so? Looks he not for supply? VERNON
So do we. HOTSPUR
His is certain; ours is doubtful.
WORCESTER
Good cousin, be advised. Stir not tonight. VERNON (to Hotspur) Do not, my lord. DOUGLAS You do not counsel well. You speak it out of fear and cold heart.
5
VERNON
Do me no slander, Douglas. By my life — And I dare well maintain it with my life — If well-respected honour bid me on,
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 3
SIR JOHN
Come? E il re è già acquartierato? WESTMORLAND
Sì, sir John. Temo che stiamo indugiando troppo. [Esce] SIR JOHN
Bene, la fine d’uno scontro e l’inizio d’un banchetto son l’ora ideale per il pigro soldato e il buon commensale231. Esce IV, 3
Entrano Hotspur, i conti di Worcester e di Douglas e sir Richard Vernon232
HOTSPUR
Gli daremo battaglia questa sera. WORCESTER
Non è possibile. DOUGLAS
Così gli concediamo un vantaggio. VERNON
Niente affatto. HOTSPUR
Come fate a dirlo? Non è forse vero che attende rinforzi? VERNON
Anche noi. HOTSPUR
I suoi sono sicuri; i nostri incerti. WORCESTER
Caro nipote, sii prudente, non muovere all’attacco questa sera. VERNON (a Hotspur) Non fatelo, mio signore. DOUGLAS
Il vostro non è un buon consiglio. Lo dettano la paura e la freddezza di cuore. VERNON
Non calunniatemi, Douglas. Sulla mia vita – e con la mia vita avrò il coraggio di provarlo – giuro che, quando onore e ragionevolezza 1989
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 3
I hold as little counsel with weak fear As you, my lord, or any Scot that this day lives. Let it be seen tomorrow in the battle Which of us fears. DOUGLAS Yea, or tonight. VERNON Content. HOTSPUR Tonight, say I.
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VERNON
Come, come, it may not be. I wonder much, Being men of such great leading as you are, That you foresee not what impediments Drag back our expedition. Certain horse Of my cousin Vernon’s are not yet come up. Your uncle Worcester’s horse came but today, And now their pride and mettle is asleep, Their courage with hard labour tame and dull, That not a horse is half the half himself.
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25
HOTSPUR
So are the horses of the enemy In general journey-bated and brought low. The better part of ours are full of rest. WORCESTER
The number of the King exceedeth our. For God’s sake, cousin, stay till all come in.
30
The trumpet sounds a parley [within]. Enter Sir Walter Blunt BLUNT
I come with gracious offers from the King, If you vouchsafe me hearing and respect. HOTSPUR
Welcome, Sir Walter Blunt; and would to God103 You were of our determination. Some of us love you well, and even those some Envy your great deservings and good name,
35
34. God: così in Q; in F heaven = “cielo”. La stessa sostituzione è presente in F alla riga 115. 1990
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 3
mi ordinano di agire, chiedo consiglio alla vile paura tanto poco quanto voi, mio signore, o qualunque altro scozzese vivente. Vedremo domani in battaglia chi di noi avrà paura. DOUGLAS
Sì domani, o stasera. VERNON
D’accordo. HOTSPUR
Stasera, dico io. VERNON
Su, su, non è possibile. Mi meraviglio molto che condottieri esperti come voi non sappiano prevedere gli ostacoli che ci impediscono una rapida avanzata. Una parte della cavalleria di mio cugino Vernon non è ancora qui. I cavalli di tuo zio Worcester sono arrivati solo oggi, e il loro spirito vigoroso si è ora intorpidito, le dure fatiche hanno infiacchito e domato il loro coraggio al punto che non c’è cavallo che non sia la metà della metà di sé stesso. HOTSPUR
Nelle stesse condizioni sono i cavalli del nemico, logorati e prostrati dal lungo viaggio. La maggior parte dei nostri ha potuto riposare. WORCESTER
Le forze del re sono superiori alle nostre. Per amor di Dio, nipote, aspetta che tutti siano arrivati. Una tromba annuncia un’ambasciata. Entra sir Walter Blunt BLUNT
Vi reco una generosa offerta del re233, se mi concederete ascolto e attenzione. HOTSPUR
Siate il benvenuto, sir Walter Blunt; volesse Iddio che foste dalla nostra parte! Alcuni di noi nutrono per voi un grande affetto, ma, al tempo stesso, sono contrariati dai vostri grandi meriti e dalla
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 3
Because you are not of our quality, But stand against us like an enemy. BLUNT
And God defend but still I should stand so, So long as out of limit and true rule You stand against anointed majesty. But to my charge. The King hath sent to know The nature of your griefs, and whereupon You conjure from the breast of civil peace Such bold hostility, teaching his duteous land Audacious cruelty. If that the King Have any way your good deserts forgot, Which he confesseth to be manifold, He bids you name your griefs, and with all speed You shall have your desires, with interest, And pardon absolute for yourself and these Herein misled by your suggestion.
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HOTSPUR
The King is kind, and well we know the King Knows at what time to promise, when to pay. My father and my uncle and myself Did give him that same royalty he wears; And when he was not six-and-twenty strong, Sick in the world’s regard, wretched and low, A poor unminded outlaw sneaking home, My father gave him welcome to the shore; And when he heard him swear and vow to God He came but to be Duke of Lancaster, To sue his livery, and beg his peace With tears of innocency and terms of zeal, My father, in kind heart and pity moved, Swore him assistance, and performed it too. Now when the lords and barons of the realm Perceived Northumberland did lean to him, The more and less came in with cap and knee, Met him in boroughs, cities, villages, Attended him on bridges, stood in lanes,
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 3
vostra reputazione, poiché non siete dei nostri e vi opponete a noi come un nemico. BLUNT
E Dio non voglia che non sia sempre così, fino a quando voi, violando i patti e le regole d’obbedienza, vi opporrete alla maestà consacrata. Ma veniamo all’incarico che mi è stato affidato. Il re mi ha inviato per conoscere la natura delle vostre lagnanze e le ragioni per cui, dal seno della pace civile, evocate un’impudente ostilità che offre al suo leale Paese un esempio di temeraria crudeltà. Se il re ha in qualche modo dimenticato i vostri meriti, che per sua stessa ammissione sono molteplici, egli vi invita a esporre le vostre lagnanze, e le vostre richieste saranno soddisfatte al più presto e con gli interessi, e otterrete il perdono incondizionato per voi e per chi è stato sviato dalle vostre istigazioni. HOTSPUR
Il re è cortese, e noi sappiamo fin troppo bene che egli sa quando promettere e quando pagare. Mio padre, mio zio e io stesso gli donammo le insegne regali che egli ora porta; quando non aveva al suo comando più di ventisei uomini e, malvisto agli occhi del mondo, era un povero e derelitto fuorilegge che, misero e sventurato, tornava di soppiatto in patria, fu mio padre a dargli il benvenuto sulla costa; e quando lo udì giurare e far voto a Dio che era tornato soltanto come duca di Lancaster, per rivendicare la propria eredità e cercare la riconciliazione con lacrime d’innocenza e profferte di lealtà, mio padre, buono di cuore e mosso a pietà, gli promise aiuto e mantenne la promessa. E quando i pari e i baroni del regno si accorsero che egli poteva contare sull’appoggio di Northumberland, tutti, piccoli e grandi, si scappellarono e s’inchinarono dinanzi a lui, lo accolsero nelle città, nei borghi e nei villaggi, lo attesero sui ponti, sul ciglio delle strade, gli offrirono doni, profferirono giuramenti, gli concessero come paggi i propri eredi, lo seguirono
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 3
Laid gifts before him, proffered him their oaths, Gave him their heirs as pages, followed him, Even at the heels, in golden multitudes. He presently, as greatness knows itself, Steps me a little higher than his vow Made to my father while his blood was poor Upon the naked shore at Ravenspurgh, And now forsooth takes on him to reform Some certain edicts and some strait decrees That lie too heavy on the commonwealth, Cries out upon abuses, seems to weep Over his country’s wrongs; and by this face, This seeming brow of justice, did he win The hearts of all that he did angle for; Proceeded further, cut me off the heads Of all the favourites that the absent King In deputation left behind him here When he was personal in the Irish war.
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BLUNT
Tut, I came not to hear this. Then to the point. In short time after, he deposed the King, Soon after that deprived him of his life, And in the neck of that tasked the whole state; To make that worse, suffered his kinsman March — Who is, if every owner were well placed, Indeed his king — to be engaged in Wales, There without ransom to lie forfeited; Disgraced me in my happy victories, Sought to entrap me by intelligence, Rated mine uncle from the Council-board, In rage dismissed my father from the court, Broke oath on oath, committed wrong on wrong, And in conclusion drove us to seek out This head of safety, and withal to pry Into his title, the which we find Too indirect for long continuance.
HOTSPUR
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 3
da presso tra folle osannanti. E ben presto, non appena la sua grandezza prese coscienza di sé, egli andò oltre la promessa fatta a mio padre sulla nuda spiaggia di Ravenspurgh, al tempo in cui il suo spirito era ancora umile e, in fede mia, si adoperò per riformare certi editti e alcuni severi decreti che gravavano troppo sulla nazione, denunciò gli abusi, finse di piangere per i mali del Paese, e attraverso tale finzione, tale simulato cipiglio di giustizia, conquistò tutti i cuori cui aveva gettato l’amo; poi si spinse ancora più in là e fece tagliare la testa a tutti i favoriti cui il re assente aveva delegato i propri poteri mentre era impegnato in prima persona nella guerra d’Irlanda. BLUNT
Basta, non sono venuto per ascoltare tali cose. HOTSPUR
Veniamo al punto, allora. Non passò molto che egli depose il re e, subito dopo, lo privò della vita e cominciò immediatamente a tartassare l’intera nazione e, cosa ancor peggiore, permise che March234– quel suo congiunto che, se a ognuno fosse riconosciuto il proprio sacrosanto diritto, dovrebbe essere il suo re – fosse trattenuto come ostaggio in Galles e non lo riscattò dalla prigionia; approfittò di ogni mia lieta vittoria per disonorarmi, cercò di intrappolarmi per mezzo delle sue spie; facendo la voce grossa allontanò mio zio dal Consiglio reale, in un accesso di collera scacciò mio padre dalla corte; infranse un giuramento dopo l’altro, commise un torto dopo l’altro e, in conclusione, ci costrinse a difenderci, radunando questo esercito, e, al tempo stesso, a interrogarci sulla legittimità del suo titolo, che a noi sembra troppo indiretto perché egli possa conservarlo a lungo.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1995
19/10/2017 18:27:14
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 4
BLUNT
Shall I return this answer to the King? HOTSPUR
Not so, Sir Walter. We’ll withdraw awhile. Go to the King, and let there be impawned Some surety for a safe return again; And in the morning early shall mine uncle Bring him our purposes. And so, farewell.
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BLUNT
I would you would accept of grace and love. HOTSPUR
And maybe so we shall. Pray God you do.
BLUNT
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Exeunt [Hotspur, Worcester, Douglas, and Vernon at one door, Blunt at another door] 4.4
Enter the Archbishop of York, and Sir Michael
ARCHBISHOP (giving letters)
Hie, good Sir Michael, bear this sealèd brief With wingèd haste to the Lord Marshal, This to my cousin Scrope, and all the rest To whom they are directed. If you knew How much they do import, you would make haste. SIR MICHAEL My good lord, I guess their tenor. ARCHBISHOP Like enough you do. Tomorrow, good Sir Michael, is a day Wherein the fortune of ten thousand men Must bide the touch; for, sir, at Shrewsbury, As I am truly given to understand, The King with mighty and quick-raisèd power Meets with Lord Harry. And I fear, Sir Michael, What with the sickness of Northumberland, Whose power was in the first proportion, And what with Owain Glyndwr’s ˆ absence thence, Who with them was a rated sinew too,
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1996
19/10/2017 18:27:14
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 4
BLUNT
È questa la risposta che devo riferire al re? HOTSPUR
No, sir Walter. Indugeremo ancora un po’. Tornate dal re, e domattina di buon’ora mio zio, se ci sarà dato un pegno per garantirci che torni sano e salvo, gli porterà le nostre condizioni. Addio, dunque. BLUNT
Mi auguro che vogliate accettare la benevola e graziosa offerta. HOTSPUR
Può darsi che lo faremo. BLUNT
Prego Iddio che così sia. Escono [Hotspur, Worcester, Douglas e Vernon da una porta, Blunt dall’altra] IV, 4
Entrano l’arcivescovo di York e sir Michael235
ARCIVESCOVO (consegnando alcune lettere)
Presto, buon sir Michael236, con alata rapidità portate questa missiva sigillata al lord maresciallo237, questa a mio cugino Scope238 e le restanti a coloro cui sono indirizzate. Se sapeste quanto sono importanti, vi affrettereste. SIR MICHAEL
Mio buon signore, ne immagino il contenuto. ARCIVESCOVO
È più che probabile. Domani, buon sir Michael, è il giorno in cui sarà messa alla prova la sorte di diecimila uomini, poiché, signore, a quanto mi risulta, il re, con un esercito potente e radunato in fretta, si scontrerà a Shrewsbury con lord Harry. E temo, sir Michael, che a causa della malattia di Northumberland, le cui forze erano in proporzione le più numerose, e dell’assenza di Owain Glyndwr, ˆ un altro nerbo su cui il nostro esercito contava e che, sopraffatto
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1997
19/10/2017 18:27:14
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 4 SCENE 4
And comes not in, overruled by prophecies, I fear the power of Percy is too weak To wage an instant trial with the King.
20
SIR MICHAEL
Why, my good lord, you need not fear; there is Douglas And Lord Mortimer. ARCHBISHOP No, Mortimer is not there. SIR MICHAEL
But there is Mordake, Vernon, Lord Harry Percy; And there is my lord of Worcester, and a head Of gallant warriors, noble gentlemen.
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ARCHBISHOP
And so there is; but yet the King hath drawn The special head of all the land together — The Prince of Wales, Lord John of Lancaster, The noble Westmorland, and warlike Blunt, And many more corrivals, and dear men Of estimation and command in arms.
30
SIR MICHAEL
Doubt not, my lord, they shall be well opposed. ARCHBISHOP
I hope no less, yet needful ’tis to fear; And to prevent the worst, Sir Michael, speed. For if Lord Percy thrive not, ere the King Dismiss his power he means to visit us, For he hath heard of our confederacy, And ’tis but wisdom to make strong against him; Therefore make haste. I must go write again To other friends; and so farewell, Sir Michael.
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Exeunt [severally]
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1998
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO IV SCENA 4
dalle profezie, non è arrivato, temo proprio che le forze di Percy siano troppo deboli per sostenere uno scontro immediato con il re. SIR MICHAEL
Ma, mio buon signore, non c’è nulla da temere; ci sono Douglas e lord Mortimer. ARCIVESCOVO
No, Mortimer non c’è. SIR MICHAEL
Ma ci sono Mordake, Vernon, lord Harry Percy, e c’è il signore di Worcester, e una schiera di nobili gentiluomini e prodi guerrieri. ARCIVESCOVO
È vero, ma il re ha radunato il fior fiore dei condottieri del Paese – il principe di Galles, John di Lancaster, il nobile Westmorland, il pugnace Blunt e molti altri alleati, uomini stimati per la reputazione e la maestria nell’uso delle armi. SIR MICHAEL
Non dubitate, mio signore, troveranno chi saprà contrastarli. ARCIVESCOVO
Lo spero anch’io, ma i nostri timori sono opportuni e, per prevenire il peggio, sir Michael, sbrigatevi. Poiché se lord Percy non avesse la meglio, il re, prima di congedare il proprio esercito, intende renderci visita, giacché sa della nostra alleanza con i ribelli, e dunque è saggio rafforzarsi per tenergli testa. Affrettatevi, dunque. Devo scrivere ancora ad altri amici, perciò vi saluto, sir Michael. Escono [da porte diverse]
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Shakespeare_Drammi storici.indb 1999
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 1
5.1
Enter King Henry, Prince Harry, Lord John of Lancaster, the Earl of Westmorland, Sir Walter Blunt, and Sir John Oldcastle
KING HENRY
How bloodily the sun begins to peer Above yon bulky hill! The day looks pale 104 At his distemp’rature. PRINCE HARRY The southern wind Doth play the trumpet to his purposes, And by his hollow whistling in the leaves Foretells a tempest and a blust’ring day.
5
KING HENRY
Then with the losers let it sympathize, For nothing can seem foul to those that win. The trumpet sounds [a parley within]. Enter the Earl of Worcester [and Sir Richard Vernon] How now, my lord of Worcester? ’Tis not well That you and I should meet upon such terms As now we meet. You have deceived our trust, And made us doff our easy robes of peace To crush our old limbs in ungentle steel. This is not well, my lord, this is not well. What say you to it? Will you again unknit This churlish knot of all-abhorrèd war, And move in that obedient orb again Where you did give a fair and natural light, And be no more an exhaled meteor, A prodigy of fear, and a portent Of broachèd mischief to the unborn times? WORCESTER Hear me, my liege. For mine own part, I could be well content To entertain the lag-end of my life With quiet hours; for I protest, I have not sought the day of this dislike.
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2. Bulky: così in Q2; in Q3, F busky = “boscoso”. 2000
Shakespeare_Drammi storici.indb 2000
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 1
V, 1
Entrano re Enrico, il principe Harry, John di Lancaster, il conte di Westmorland, sir Walter Blunt e sir John Oldcastle239
RE ENRICO
Come è sanguigno il sole che si affaccia su quella imponente collina! Al suo malsano cospetto, il giorno sembra impallidire. PRINCIPE HARRY
Il vento del sud fa da trombettiere ai suoi propositi e, a giudicare dal cupo sibilare tra le foglie, annuncia tempesta e una giornata burrascosa. RE ENRICO
Che si schieri allora con i perdenti, poiché nulla apparirà sgradito ai vincitori. Suona la tromba [di un’ambasciata]. Entra il conte di Worcester [e sir Richard Vernon] Dunque, mio signore di Worcester? Non è bene, né per voi né per me, incontrarci in circostanze come queste. Avete tradito la nostra fiducia, obbligandoci a smettere le comode vesti della pace per costringere le nostre vecchie membra nel rude acciaio. Non è bene, mio signore, non è bene. Che rispondete? Siete pronti a sciogliere l’aspro nodo di una guerra da tutti aborrita, a tornare a muovervi in quell’orbita d’obbedienza in cui splendevate di una luce bella e naturale, a non esser più una meteora di vapori, un pauroso prodigio e un presagio di sventure distillate per i tempi a venire? WORCESTER
Ascoltatemi, mio sovrano. Per parte mia, sarei ben felice di trascorrere l’ultimo tratto della mia vita in ore tranquille, poiché, ve lo assicuro, non sono stato io a cercare questo momento di discordia.
2001
Shakespeare_Drammi storici.indb 2001
19/10/2017 18:27:15
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 1
KING HENRY
You have not sought it? How comes it, then? SIR JOHN Rebellion lay in his way, and he found it. PRINCE HARRY Peace, chewet, peace! WORCESTER (to the King)
It pleased your majesty to turn your looks Of favour from myself and all our house; And yet I must remember you, my lord, We were the first and dearest of your friends. For you my staff of office did I break In Richard’s time, and posted day and night To meet you on the way and kiss your hand When yet you were in place and in account Nothing so strong and fortunate as I. It was myself, my brother, and his son That brought you home, and boldly did outdare The dangers of the time. You swore to us, And you did swear that oath at Doncaster, That you did nothing purpose ’gainst the state, Nor claim no further than your new-fall’n right, The seat of Gaunt, dukedom of Lancaster. To this we swore our aid, but in short space It rained down fortune show’ring on your head, And such a flood of greatness fell on you, What with our help, what with the absent King, What with the injuries of a wanton time, The seeming sufferances that you had borne, And the contrarious winds that held the King So long in his unlucky Irish wars That all in England did repute him dead; And from this swarm of fair advantages You took occasion to be quickly wooed To gripe the general sway into your hand, Forgot your oath to us at Doncaster, And being fed by us, you used us so As that ungentle gull, the cuckoo’s bird, Useth the sparrow — did oppress our nest,
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Shakespeare_Drammi storici.indb 2002
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 1
RE ENRICO
Non siete stato voi? Come è giunto, allora? SIR JOHN
La ribellione si trovava sul suo cammino e lui è andato a sbatterci contro. PRINCIPE HARRY
Zitto, cornacchia, zitto! WORCESTER (al re)
Piacque alla maestà vostra distogliere il favore dei suoi sguardi da me e dalla mia intera casata; devo tuttavia rammentarvi, mio signore, che fummo noi i vostri primi e più preziosi amici. Per voi io spezzai, al tempo di Riccardo, il bastone del mio comando, e giorno e notte cavalcai all’impazzata per venirvi incontro lungo la strada e baciarvi la mano, quando per rango e fama non eravate ancora potente e fortunato quanto me. Fui io, insieme a mio fratello e a suo figlio, a ricondurvi in patria e a sfidare coraggiosamente i pericoli di quell’ora. Voi ci giuraste, e pronunciaste il giuramento a Doncaster, che non avevate alcuna intenzione di opporvi allo Stato e che per voi reclamavate soltanto il diritto appena ereditato, il titolo di Gaunt, il ducato di Lancaster. A tal fine noi giurammo di aiutarvi. Ma in breve tempo la fortuna piovve a scrosci sul vostro capo e un tale profluvio di grandezza si riversò su di voi, grazie al nostro aiuto, grazie all’assenza del re, grazie agli abusi commessi in tempi sregolati, ai torti che sembravate aver subito e ai venti contrari che trattennero il re nelle sfortunate guerre d’Irlanda così a lungo che tutti in Inghilterra lo reputarono morto – e approfittando di questo sciame di fortunate circostanze, voi coglieste l’occasione per lasciarvi convincere, in men che non si dica, a prendere in mano il controllo del Paese, dimenticaste il giuramento pronunciato a Doncaster e vi comportaste, con noi che vi avevamo nutrito, come quel crudele uccellino, l’implume cucù, si comporta con il passero:
2003
Shakespeare_Drammi storici.indb 2003
19/10/2017 18:27:15
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 1
Grew by our feeding to so great a bulk That even our love durst not come near your sight For fear of swallowing. But with nimble wing We were enforced for safety’ sake to fly Out of your sight, and raise this present head, Whereby we stand opposèd by such means As you yourself have forged against yourself, By unkind usage, dangerous countenance, And violation of all faith and troth Sworn to us in your younger enterprise.105
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KING HENRY
These things indeed you have articulate, Proclaimed at market crosses, read in churches, To face the garment of rebellion With some fine colour that may please the eye Of fickle changelings and poor discontents, Which gape and rub the elbow at the news Of hurly-burly innovation; And never yet did insurrection want Such water-colours to impaint his cause, Nor moody beggars starving for a time Of pell-mell havoc and confusion.
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PRINCE HARRY
In both our armies there is many a soul106 Shall pay full dearly for this encounter If once they join in trial. Tell your nephew The Prince of Wales doth join with all the world In praise of Henry Percy. By my hopes, This present enterprise set off his head, I do not think a braver gentleman, More active-valiant or more valiant-young, More daring, or more bold, is now alive To grace this latter age with noble deeds.
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71. Your: così in Q; manca in F. 83. Our: così in F; in Q your =”vostri”. Anche se non c’è evidenza di errore in Q, la lezione di F appare più convincente. 2004
Shakespeare_Drammi storici.indb 2004
19/10/2017 18:27:15
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 1
invadeste il nostro nido e grazie al nostro cibo raggiungeste una mole tale che persino noi che vi amavamo non osammo più comparire al vostro cospetto per paura d’essere inghiottiti, e con le nostre rapide ali fummo costretti a metterci in salvo volando lontano dal vostro sguardo e radunando questo esercito, con cui ci opponiamo a voi per ragioni che voi stesso forgiaste a vostro danno, mostrandovi ingrato, minacciandoci col vostro contegno e violando ogni fede e promessa giurata dinanzi a noi agli albori della vostra impresa. RE ENRICO
Tali cose, in effetti, le avete dichiarate, proclamate ai crocicchi dei mercati, lette nelle chiese, per adornare l’abito della ribellione di un bel colore che risultasse gradito agli occhi dei volubili voltagabbana e dei miseri scontenti che spalancano la bocca e si fregano le mani 240 alla notizia di ogni tumultuosa insurrezione. Alla ribellione non sono mai mancati simili colori d’acquerello per dipingere la propria causa, né poveracci astiosi, assetati di disordini e razzie. PRINCIPE HARRY
In entrambi i nostri eserciti molte anime pagheranno caro questo scontro, se si verrà alle armi. Dite a vostro nipote che il principe di Galles si unisce al mondo intero nel tessere le lodi di Henry Percy. Lasciando da parte le sue responsabilità nella presente impresa, io credo, e lo giuro su ogni mia speranza di salvezza, che non esista al mondo gentiluomo più prode, più strenuamente valoroso e più valorosamente giovane, più audace, più baldanzoso e più abile di lui nell’adornare con nobili gesta i nostri tardi tempi. Quanto a me,
2005
Shakespeare_Drammi storici.indb 2005
19/10/2017 18:27:15
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 1
For my part, I may speak it to my shame, I have a truant been to chivalry; And so I hear he doth account me too. Yet this, before my father’s majesty: I am content that he shall take the odds Of his great name and estimation, And will, to save the blood on either side, Try fortune with him in a single fight.
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KING HENRY
And, Prince of Wales, so dare we venture thee, Albeit considerations infinite Do make against it. No, good Worcester, no. We love our people well; even those we love That are misled upon your cousin’s part; And will they take the offer of our grace, Both he and they and you, yea, every man Shall be my friend again, and I’ll be his. So tell your cousin, and bring me word What he will do. But if he will not yield, Rebuke and dread correction wait on us, And they shall do their office. So be gone. We will not now be troubled with reply. We offer fair; take it advisedly.
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Exeunt Worcester [and Vernon] PRINCE HARRY
It will not be accepted, on my life. The Douglas and the Hotspur both together Are confident against the world in arms.
115
KING HENRY
Hence, therefore, every leader to his charge, For on their answer will we set on them, And God befriend us as our cause is just!
120
Exeunt all but Prince Harry and Oldcastle SIR JOHN Hal, if thou see me down in the battle, and
bestride me, so. ’Tis a point of friendship.
2006
Shakespeare_Drammi storici.indb 2006
19/10/2017 18:27:15
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 1
e lo dico a mio disdoro, sono stato restio agli obblighi della cavalleria, e so che anche lui mi considera così. E tuttavia sono pronto ad accettare, e lo affermo dinanzi alla maestà di mio padre, che egli si avvantaggi del grande nome e della reputazione di cui gode e, per evitare spargimenti di sangue da entrambe le parti, sfiderò la sorte in singolar tenzone contro di lui241. RE ENRICO
E noi, principe di Galles, oseremmo mettere a repentaglio la tua vita, se innumerevoli ragioni non ce lo impedissero. No, buon Worcester, no, noi amiamo il nostro popolo; amiamo persino coloro che vostro nipote ha fuorviato. E se essi accetteranno l’offerta del nostro perdono, lui, voi, e tutti gli altri sarete di nuovo miei amici e io il vostro. Riferitelo dunque a vostro nipote, e fatemi sapere quali sono le sue intenzioni. Ma se egli non cederà, il biasimo e un terribile castigo non attendono che i nostri ordini, e compiranno il loro dovere. Andate, dunque. Non importunateci con altre repliche. La nostra offerta è leale, a ragion veduta accettatela. Escono Worcester [e Vernon] PRINCIPE HARRY
Non la accetteranno, ci scommetto la vita. Douglas e Hotspur sono convinti che insieme possono far fronte al mondo intero. RE ENRICO
Ebbene, che ognuno assuma il comando dei propri uomini. Non appena giungerà la risposta, li attaccheremo, e che Dio ci assista perché la nostra causa è giusta. Escono tutti, tranne il principe Harry e Oldcastle SIR JOHN
Hal, se durante la battaglia mi vedi steso a terra, difendimi mettendoti a gambe larghe sopra di me, così. È una questione di amicizia.
2007
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19/10/2017 18:27:15
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 2
PRINCE HARRY Nothing but a colossus can do thee that
friendship. Say thy prayers, and farewell. SIR JOHN I would ’twere bed-time, Hal, and all well. PRINCE HARRY Why, thou owest God a death.
107
125 Exit
SIR JOHN ’Tis not due yet. I would be loath to pay him
before his day. What need I be so forward with him that calls not on me? Well, ’tis no matter; honour pricks me on. Yea, but how if honour prick me off when I come on? How then? Can honour set-to a leg? No. Or an arm? No. Or take away the grief of a wound? No. Honour hath no skill in surgery, then? No. What is honour? A word. What is in that word ‘honour’? What is that ‘honour’? Air. A trim reckoning! Who hath it? He that died o’ Wednesday. Doth he feel it? No. Doth he hear it? No. ’Tis insensible then? Yea, to the dead. But will it not live with the living? No. Why? Detraction will not suffer it. Therefore I’ll none of it. Honour is a mere scutcheon. And so ends my catechism. Exit 5.2
Enter the Earl of Worcester and Sir Richard Vernon
WORCESTER
O no, my nephew must not know, Sir Richard, The liberal and kind offer of the King. VERNON
’Twere best he did. Then are we all undone.108 It is not possible, it cannot be, The King should keep his word in loving us. He will suspect us still, and find a time To punish this offence in other faults.
WORCESTER
5
126. God: così in Q; in F heaven = “cielo”. 3. Undone: così in Q6, F; in Q2 under one. 2008
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 2
PRINCIPE HARRY
Soltanto un colosso potrebbe darti una tale prova di amicizia. Recita le tue preghiere, e addio. SIR JOHN
Vorrei tanto che fosse l’ora di mettersi a letto, Hal, e che tutto andasse per il meglio. PRNCIPE HARRY
Be’, una morte242 a Dio la devi comunque. Esce SIR JOHN
A tempo debito, però. Mi rincrescerebbe ripagarlo prima del dovuto. Che bisogno ho di mostrarmi così sollecito con chi non mi cerca? Be’, non importa; l’onore m’incalza. Sì, ma che succede se in battaglia l’onore mi incalza tanto da scalzarmi via?243 Che succede? Può l’onore aggiustare una gamba? O un braccio? No. O scacciare il dolore di una ferita? No. L’onore non sa nulla di chirurgia, allora? No. Cos’è l’onore? Una parola. E cosa c’è in questa parola “onore”? Cos’è mai questo “onore”? Aria. Un bell’acquisto! Chi lo possiede? Chi è morto mercoledì. E ne avverte la presenza? No. Lo sente? No. È impercettibile, allora? Sì, per i morti. Ma non sa vivere con i vivi? No. Perché? Perché la calunnia non lo permetterebbe. Perciò io non so che farmene. L’onore è solo uno stendardo da funerale. E qui finisce il mio catechismo244. Esce V, 2
Entrano il conte di Worcester e sir Richard Vernon245
WORCESTER
Oh no, sir Richard, mio nipote non deve sapere della benevola e generosa offerta del re. VERNON
Sarebbe meglio se ne fosse informato. WORCESTER
Così saremmo tutti spacciati. Non è possibile, non può essere che il re mantenga la parola e ci conceda i suoi favori. Continuerà a sospettare di noi e troverà il tempo di punire questa offesa accu2009
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19/10/2017 18:27:15
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 2
Supposition all our lives shall be stuck full of eyes, For treason is but trusted like the fox, Who, ne’er so tame, so cherished, and locked up, Will have a wild trick of his ancestors. Look how we can, or sad or merrily, Interpretation will misquote our looks, And we shall feed like oxen at a stall, The better cherished still the nearer death. My nephew’s trespass may be well forgot; It hath the excuse of youth and heat of blood, And an adopted name of privilege — A hare-brained Hotspur, governed by a spleen. All his offences live upon my head, And on his father’s. We did train him on, And, his corruption being ta’en from us, We as the spring of all shall pay for all. Therefore, good cousin, let not Harry know In any case the offer of the King.
10
15
20
25
VERNON
Deliver what you will; I’ll say ’tis so. Enter Hotspur and the Earl of Douglas Here comes your cousin. HOTSPUR My uncle is returned. Deliver up my lord of Westmorland. Uncle, what news? WORCESTER
The King will bid you battle presently.
30
DOUGLAS
Defy him by the Lord of Westmorland. HOTSPUR
Lord Douglas, go you and tell him so. DOUGLAS
Marry, and shall, and very willingly.
Exit
WORCESTER
There is no seeming mercy in the King.
2010
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19/10/2017 18:27:15
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 2
sandoci di altre colpe. Finché vivremo l’occhiuto sospetto si appunterà su di noi, poiché del tradimento ci si può fidare come di una volpe che, per quanto addomesticata, vezzeggiata e chiusa in gabbia, conserverà sempre il carattere selvatico della sua specie. Triste o gioioso che sia il nostro aspetto, i nostri sguardi saranno male interpretati, e saremo nutriti come buoi nelle stalle, tanto più accuditi quanto più prossimi alla morte. La slealtà di mio nipote potrà essere dimenticata, ha la scusante della giovinezza, del sangue caldo, e di un soprannome che è già un privilegio, Hotspur, il testa calda, governato dal capriccio. Tutte le sue colpe ricadranno sul mio capo e su quello di mio padre. Fummo noi a sobillarlo e poiché il suo corrompimento ebbe origine in noi, saremo noi, fonte di tutto, a pagare per tutti. Perciò, buon cugino, bisogna far sì che Harry non venga a sapere, in nessun caso, dell’offerta del re. VERNON
Riferitegli ciò che volete; io lo confermerò. Entrano Hotspur e il conte di Douglas Ecco vostro nipote. HOTSPUR
Mio zio è tornato. Liberate il signore di Westmorland. Zio, che notizie mi portate? WORCESTER
Il re è pronto a darti battaglia DOUGLAS
Affidate il messaggio di sfida al signore di Westmorland. HOTSPUR
Signore di Douglas, andate voi a comunicarglielo. DOUGLAS
Perdio, lo farò, e molto volentieri. Esce WORCESTER
Il re non mostra alcun segno di clemenza.
2011
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19/10/2017 18:27:15
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 2
HOTSPUR
Did you beg any? God forbid!
35
WORCESTER
I told him gently of our grievances, Of his oath-breaking, which he mended thus: By now forswearing that he is forsworn. He calls us ‘rebels’, ‘traitors’, and will scourge With haughty arms this hateful name in us.
40
Enter the Earl of Douglas DOUGLAS
Arm, gentlemen, to arms, for I have thrown A brave defiance in King Henry’s teeth — And Westmorland that was engaged did bear it — Which cannot choose but bring him quickly on. WORCESTER (to Hotspur) The Prince of Wales stepped forth before the King And, nephew, challenged you to single fight.
45
HOTSPUR
O, would the quarrel lay upon our heads, And that no man might draw short breath today But I and Harry Monmouth! Tell me, tell me, How showed his tasking? Seemed it in contempt?
50
VERNON
No, by my soul, I never in my life Did hear a challenge urged more modestly, Unless a brother should a brother dare To gentle exercise and proof of arms. He gave you all the duties of a man, Trimmed up your praises with a princely tongue, Spoke your deservings like a chronicle, Making you ever better than his praise By still dispraising praise valued with you; And, which became him like a prince indeed, He made a blushing cital of himself, And chid his truant youth with such a grace As if he mastered there a double spirit
55
60
2012
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 2
HOTSPUR
L’avete forse implorata? Dio non voglia! WORCESTER
Gli ho parlato con pacatezza delle nostre lagnanze, del giuramento che ha infranto, ed egli ha voluto porvi rimedio così: spergiurando di non aver spergiurato. Ci chiama “ribelli” e “traditori”, e con le sue sprezzanti armi è pronto a dar castigo a tali odiosi nomi. Entra il conte di Douglas DOUGLAS
Alle armi, miei signori, alle armi! Ho lanciato una fiera sfida al re Enrico in persona – e Westmorland, che era nostro ostaggio, gliel’ha recata – e ciò non può che spingerlo ad attaccarci rapidamente. WORCESTER (a Hotspur) Il principe di Galles si è fatto innanzi, nipote, e davanti al re ti ha sfidato a singolar tenzone. HOTSPUR
Oh, se questo dissidio potesse giocarsi sulle nostre teste e nessuno, all’infuori di me e Harry di Monmouth246, restasse oggi a corto di fiato! Ma ditemi, ditemi, come vi è parso nello sfidarmi? Ha mostrato disprezzo? VERNON
No, per l’anima mia. Mai, in tutta la mia vita, ho udito una sfida pronunciata con maggiore modestia, se non quella con cui un fratello invita l’altro al nobile esercizio e alla prova delle armi. Vi ha tributato tutto il rispetto che si deve a un uomo, ha cantato le vostre lodi con eloquio principesco, ha parlato dei vostri meriti come un cronista, e vi ha reso persino migliore delle sue stesse lodi, svilendone costantemente la capacità di dar conto del vostro vero valore. E, mostrandosi un vero principe, ha chiamato umilmente in causa sé stesso, rimproverandosi l’infingarda giovinezza con una grazia tale da dare l’impressione di padroneggiare il doppio animo di chi
2013
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19/10/2017 18:27:16
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 2
Of teaching and of learning instantly. There did he pause; but let me tell the world, If he outlive the envy of this day, England did never owe so sweet a hope, So much misconstrued in his wantonness.
65
HOTSPUR
Cousin, I think thou art enamourèd On his follies. Never did I hear Of any prince so wild a liberty. But be he as he will, yet once ere night I will embrace him with a soldier’s arm, That he shall shrink under my courtesy. Arm, arm, with speed! And fellows, soldiers, friends, Better consider what you have to do Than I, that have not well the gift of tongue, Can lift your blood up with persuasion.
70
76
Enter a Messenger MESSENGER My lord, here are letters for you. HOTSPUR I cannot read them now.
[Exit Messenger] O gentlemen, the time of life is short. To spend that shortness basely were too long If life did ride upon a dial’s point, Still ending at the arrival of an hour. An if we live, we live to tread on kings; If die, brave death when princes die with us! Now for our consciences: the arms are fair When the intent of bearing them is just.
81
85
Enter another Messenger109 MESSENGER
My lord, prepare; the King comes on apace
[Exit]
HOTSPUR
I thank him that he cuts me from my tale, For I profess not talking, only this:
90
88.1. Messenger: così in F; manca in Q. 2014
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 2
insegna e al tempo stesso impara. A quel punto si è fermato. Ma permettetemi di dire apertamente che, se sopravvivrà al malanimo di questo giorno, l’Inghilterra non avrà mai posseduto speranza più dolce e insieme più fraintesa a causa della sua sregolatezza. HOTSPUR
Cugino, credo che siate invaghito delle sue follie. Non ho mai udito di un principe più licenzioso e sconsiderato. Ma sia come sia, prima di sera lo stringerò con braccia da soldato, così che a farlo tremare sarà la mia cortesia. Alle armi, alle armi, presto! Compagni, amici, soldati, considerate voi stessi il da farsi, e non lasciate a me, che non possiedo il dono dell’eloquenza, il compito di infiammarvi il sangue con la persuasione. Entra un messaggero MESSAGGERO
Mio signore, una lettera per voi. HOTSPUR
Non posso leggerla adesso. [Esce il messaggero] Signori, breve è il tempo della vita. Tale brevità, spesa in modo indegno, sarebbe troppo lunga, anche se la vita, cavalcando l’asta di una meridiana, terminasse sempre al compimento di una sola ora. Se viviamo, viviamo per calpestare i re. Se moriremo, la morte sarà gloriosa, allorché i principi moriranno insieme a noi! Quanto alle nostre coscienze, le armi sono legittime se s’impugnano per una giusta causa. Entra un altro messaggero MESSAGGERO
Signore, preparatevi; il re avanza rapidamente. [Esce] HOTSPUR
Lo ringrazio d’avermi interrotto, poiché parlare non è il mio mestiere. Aggiungerò solo questo: che ognuno faccia del proprio me-
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Shakespeare_Drammi storici.indb 2015
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 3
Let each man do his best. And here draw I110 A sword whose temper I intend to stain With the best blood that I can meet withal In the adventure of this perilous day. Now Esperance! Percy! And set on! Sound all the lofty instruments of war, And by that music let us all embrace, For, heaven to earth, some of us never shall A second time do such a courtesy.
95
100
The trumpets sound. Here they embrace. Exeunt 5.3
King Henry enters with his power. Alarum, and exeunt to the battle. Then enter the Earl of Douglas, and Sir Walter Blunt, disguised as the King
BLUNT
What is thy name, that in the battle thus Thou crossest me? What honour dost thou seek Upon my head? DOUGLAS Know then my name is Douglas, And I do haunt thee in the battle thus Because some tell me that thou art a king. BLUNT They tell thee true.
5
DOUGLAS
The Lord of Stafford dear today hath bought Thy likeness, for instead of thee, King Harry, This sword hath ended him. So shall it thee, Unless thou yield thee as my prisoner.
10
92-93. Draw I / a sword, whose temper: così in Q; in F I draw a Sword, / Whose worthy temper = “sguaino la spada, il cui meritevole acciaio”. La variante in F potrebbe essere un’interpolazione metrica. 2016
Shakespeare_Drammi storici.indb 2016
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 3
glio. E qui sguaino la spada, il cui acciaio intendo macchiare con il sangue più nobile che avrò la ventura di incontrare in questo giorno periglioso. Ed ora Esperance! Percy! All’attacco! Che risuonino tutti i solenni strumenti della guerra e al suono di questa musica abbracciamoci tutti, poiché, scommetto il cielo contro la terra che alcuni di noi non potranno compiere una seconda volta un simile atto di cortesia. Squillano le trombe. Si abbracciano. Escono V, 3
Entra re Enrico con le sue forze. Segnale d’allarme, escono per combattere. Poi entrano il conte di Douglas e sir Walter Blunt, travestito da re247
BLUNT
Come ti chiami, tu che con me ti incroci in battaglia? Quale onore cerchi di guadagnarti sul mio capo? DOUGLAS
Sappi che il mio nome è Douglas e che così mi accanisco a darti battaglia perché alcuni mi dicono che sei il re. BLUNT
Dicono il vero. DOUGLAS
Oggi il signore di Stafford ha pagato caro l’assomigliarti, poiché invece di uccidere te, re Enrico, questa spada ha messo fine ai suoi giorni. E lo stesso farà con te, a meno che tu non t’arrenda, consegnandoti mio prigioniero.
2017
Shakespeare_Drammi storici.indb 2017
19/10/2017 18:27:16
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 3
BLUNT
I was not born a yielder, thou proud Scot,111 And thou shalt find a king that will revenge Lord Stafford’s death. They fight. Douglas kills Blunt. Then enter Hotspur HOTSPUR
O Douglas, hadst thou fought at Holmedon thus, I never had triumphed upon a Scot.
15
DOUGLAS
All’s done, all’s won: here breathless lies the King. HOTSPUR Where? DOUGLAS Here. HOTSPUR
This, Douglas? No, I know this face full well. A gallant knight he was; his name was Blunt — Semblably furnished like the King himself. DOUGLAS (to Blunt’s body) A fool go with thy soul, whither it goes! A borrowed title hast thou bought too dear. Why didst thou tell me that thou wert a king?
20
HOTSPUR
The king hath many marching in his coats.
25
DOUGLAS
Now by my sword, I will kill all his coats. I’ll murder all his wardrobe, piece by piece, Until I meet the King. HOTSPUR Up and away! Our soldiers stand full fairly for the day. Exeunt, leaving Blunt’s body Alarum. Enter Sir John Oldcastle SIR JOHN Though I could scape shot-free at London, I fear
the shot here. Here’s no scoring but upon the pate. — Soft, who are you? — Sir Walter Blunt. There’s honour 11. A yeelder thou proud: così in Q2; to yeeld, thou proud in Q6; to yeeld, thou haughty, senza variazioni di significato. 2018
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 3
BLUNT
Non sono nato per arrendermi, arrogante scozzese. E in me troverai un re che saprà vendicare la morte del signore di Stafford. Combattono. Douglas uccide Blunt. Poi entra Hotspur HOTSPUR
O Douglas, se ti fossi battuto così a Holmedon, non sarei mai riuscito a trionfare su un solo scozzese. DOUGLAS
Tutto è finito, la battaglia è vinta: qui giace il re privo di vita. HOTSPUR
Dove? DOUGLAS
Qui. HOTSPUR
Questo, Douglas? No, conosco bene questo viso. Era un prode cavaliere; si chiamava Blunt – a quanto pare equipaggiato in modo da assomigliare al re. DOUGLAS (rivolgendosi al cadavere di Blunt) Sciocca sia per sempre chiamata la tua anima, ovunque essa andrà! Hai pagato troppo caro un titolo preso a prestito. Perché mi hai detto che eri il re? HOTSPUR
Il re ha ordinato a molti uomini di marciare indossando la sua cotta. DOUGLAS
E allora, per la mia spada, ucciderò tutte le sue cotte. Ammazzerò il suo intero guardaroba, pezzo per pezzo, fi nché non incontrerò il re in persona. HOTSPUR
Su, andiamo! I nostri soldati alla vittoria appaiono destinati. Escono, abbandonando il cadavere di Blunt. Allarme. Entra sir John Oldcastle SIR JOHN
A Londra ero capace di svignarmela senza liquidare i conti248, ma qui ho paura che liquideranno me. Qui il conto te lo segnano solo sulla zucca. – Piano, chi sei? Sir Walter Blunt. Eccovi servito l’onore. 2019
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 3
for you. Here’s no vanity. I am as hot as molten lead, and as heavy too. God keep lead out of me; I need no112 more weight than mine own bowels. I have led my ragamuffins where they are peppered; there’s not three of my hundred and fifty left alive, and they are for the town’s end, to beg during life.
38
Enter Prince Harry But who comes here? PRINCE HARRY
What, stand’st thou idle here? Lend me thy sword. Many a noble man lies stark and stiff113 Under the hoofs of vaunting enemies, Whose deaths as yet are unrevenged. I prithee114 Lend me thy sword.
40
SIR JOHN
O Hal, I prithee give me leave to breathe awhile. Turk Gregory never did such deeds in arms As I have done this day. I have paid Percy, I have made him sure. PRINCE HARRY He is indeed, And living to kill thee. I prithee Lend me thy sword. SIR JOHN Nay, before God, Hal, 115 If Percy be alive thou gett’st not my sword; But take my pistol if thou wilt.
45
50
PRINCE HARRY
Give it me. What, is it in the case? Ay, Hal; ’Tis hot, ’tis hot. There’s that will sack a city.
SIR JOHN
The Prince draws it out, and finds it to be a bottle of sack 34. God: così in Q; in F heaven = “cielo”. 41. Lies: così in Q; in F likes. 43. As yet ar: emend. Dyce; in Q are yet; in F are. In Q questa riga è in prosa, nonostante il tono eroico. 50. Before God: così in Q; omesso in F. 2020
Shakespeare_Drammi storici.indb 2020
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 3
Non è vanità, questa. Sono bollente come il piombo fuso e altrettanto pesante. Che Dio mi tenga lontano dal piombo, non mi serve altro peso, mi basta quello delle mie budella. Ho condotto i miei straccioni là dove li avrebbero impallinati ben bene; dei miei centocinquanta uomini ne restano vivi solo tre, e sono pronti a mendicare alle porte della città per il resto della loro vita. Entra il principe Harry Ma chi arriva? PRINCIPE HARRY
Perché te ne stai qui in panciolle? Prestami la spada. Molti nobili giacciono al suolo, stecchiti e calpestati dagli zoccoli dei vanagloriosi nemici, e la loro morte non è ancora vendicata. Per favore, prestami la spada. SIR JOHN
O Hal, ti prego, dammi il tempo di riprendere fiato. Nemmeno quel turco di papa Gregorio249 ha mai compiuto le gesta guerresche che ho compiuto io oggi. Ho liquidato Percy. L’ho sistemato. PRINCIPE HARRY
Sì, certo, sistemato ben bene, vivo e vegeto e pronto a ucciderti. Ti prego, prestami la spada. SIR JOHN
No, in nome di Dio, se Percy è vivo, non avrai la mia spada, ma prendi pure la mia pistola, se vuoi. PRINCIPE HARRY
Dammela. Come, la tieni nella fondina? SIR JOHN
Sì, Hal, è calda, troppo calda. Con questa puoi stendere250 una città intera. Il principe la estrae e scopre che si tratta di una bottiglia di vin di Spagna.
2021
Shakespeare_Drammi storici.indb 2021
19/10/2017 18:27:16
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 4
PRINCE HARRY
What, is it a time to jest and dally now?
55
He throws the bottle at him. Exit SIR JOHN Well, if Percy be alive, I’ll pierce him. If he do
come in my way, so; if he do not, if I come in his willingly, let him make a carbonado of me. I like not such grinning honour as Sir Walter hath. Give me life, which if I can save, so; if not, honour comes unlooked for, and there’s an end. Exit [with Blunt’s body]116 5.4
Alarum. Excursions. Enter King Henry, Prince Harry, wounded, Lord John of Lancaster, and the Earl of Westmorland
KING HENRY
I prithee, Harry, withdraw thyself, thou bleed’st too much. Lord John of Lancaster, go you with him. JOHN OF LANCASTER
Not I, my lord, unless I did bleed too. PRINCE HARRY (to the King) I beseech your majesty, make up, Lest your retirement do amaze your friends.
5
KING HENRY
I will do so. My lord of Westmorland, Lead him to his tent. WESTMORLAND (to the Prince) Come, my lord, I’ll lead you to your tent. PRINCE HARRY
Lead me, my lord? I do not need your help, And God forbid a shallow scratch should drive 117 The Prince of Wales from such a field as this, Where stained nobility lies trodden on, And rebels’ arms triumph in massacres.
10
61.0. With Blunt’s body: così in questa edizione, manca in QF. 10. God: così in Q; in F heaven = “cielo”. La stessa sostituzione è presente in F alle righe, 15, 16, 50, 68, 160. 2022
Shakespeare_Drammi storici.indb 2022
19/10/2017 18:27:16
LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 4
PRINCIPE HARRY
Ti sembra questo il momento di perder tempo con gli scherzi? Gli lancia la bottiglia. Esce SIR JOHN
Ebbene, se Percy è vivo, lo trapasso251. Se mi capita a tiro, bene; se non succede e sarò io a decidere di capitargli a tiro, può fare di me una bistecca arrostita. Non mi piace l’onore che fa ghignare sir Walter. Datemi la vita e, se riuscirò a salvarla, è bene; altrimenti avrò l’onore che non ho mai cercato, e tutto sarà finito. Esce [con il cadavere di Blunt] V, 4
Allarmi. Combattimenti tra soldati. Entrano re Enrico, il principe Harry, ferito, John di Lancaster e il conte di Westmorland252
RE ENRICO
Ti prego, Harry, ritirati, sanguini troppo. Signore di Lancaster, va’ insieme a lui. JOHN DI LANCASTER
Non io, mio signore, finché non sanguinerò anch’io. PRINCIPE HARRY (al re)
Vi prego d’avanzare, maestà, altrimenti restando indietro allarmerete i vostri amici. RE ENRICO
Lo farò. Mio signore di Westmorland, conducete il principe alla sua tenda. WESTMORLAND (al principe) Venite, mio signore, vi condurrò alla tenda. PRINCIPE HARRY
Condurmi, mio signore? Non ho bisogno del vostro aiuto. Dio non voglia che un leggero graffio allontani il principe di Galles da un campo di battaglia come questo, su cui tanta nobiltà giace infangata e calpestata, e le armi dei ribelli trionfano nel massacro.
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Shakespeare_Drammi storici.indb 2023
19/10/2017 18:27:16
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 4
JOHN OF LANCASTER
We breathe too long. Come, cousin Westmorland, Our duty this way lies. For God’s sake, come.
15
Exeunt Lancaster and Westmorland PRINCE HARRY
By God, thou hast deceived me, Lancaster; I did not think thee lord of such a spirit. Before I loved thee as a brother, John, But now I do respect thee as my soul. KING HENRY
I saw him hold Lord Percy at the point With lustier maintenance than I did look for Of such an ungrown warrior.
20
PRINCE HARRY
O, this boy lends mettle to us all!
Exit
Enter the Earl of Douglas DOUGLAS
Another king! They grow like Hydra’s heads. I am the Douglas, fatal to all those That wear those colours on them. What art thou That counterfeit’st the person of a king?
25
KING HENRY
The King himself, who, Douglas, grieves at heart So many of his shadows thou hast met And not the very King. I have two boys Seek Percy and thyself about the field; But seeing thou fall’st on me so luckily, I will assay thee; and defend thyself.
30
DOUGLAS
I fear thou art another counterfeit; And yet, in faith, thou bear’st thee like a king. But mine I am sure thou art, whoe’er thou be, And thus I win thee.
35
They fight. The King being in danger, enter Prince Harry
2024
Shakespeare_Drammi storici.indb 2024
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 4
JOHN DI LANCASTER
Ci siamo fermati troppo a riprender fiato. Venite, cugino Westmorland. Il nostro dovere ci chiama laggiù. Venite, per l’amor di Dio. Escono Lancaster e Westmorland PRINCIPE HARRY
Perdio, mi hai ingannato, Lancaster, non ti credevo padrone di tanto coraggio. Prima ti amavo come un fratello, John, ma adesso mi sei caro quanto la mia anima. RE ENRICO
L’ho visto tener testa a lord Percy con maggior veemenza di quanto mi sarei aspettato da un combattente così acerbo. PRINCIPE HARRY
Oh, questo ragazzo ha coraggio da vendere a tutti noi! Esce Entra il conte di Douglas DOUGLAS
Un altro re! Crescono come le teste dell’Idra253. Io sono Douglas, fatale per chiunque indossi tali insegne. Chi sei tu che fingi la persona di un re? RE ENRICO
Il re in persona, Douglas, profondamente addolorato che tu abbia incontrato tante delle sue ombre e non il vero re. Ho due figli in campo che cercano te e Percy, ma poiché la fortuna ha voluto che ti imbattessi in me, ti metterò alla prova, difenditi. DOUGLAS
Temo che tu sia un’altra finzione, eppure, a dire il vero, ti comporti come un re. Ma chiunque tu sia, stai pur certo che sarai mio, e ti vincerò, così. Combattono. Mentre il re è in pericolo, entra il principe Harry
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19/10/2017 18:27:17
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 4
PRINCE HARRY
Hold up thy head, vile Scot, or thou art like Never to hold it up again. The spirits Of valiant Shirley, Stafford, Blunt, are in my arms. It is the Prince of Wales that threatens thee, Who never promiseth but he means to pay.
40
They fight. Douglas flieth Cheerly, my lord! How fares your grace? Sir Nicholas Gawsey hath for succour sent, And so hath Clifton. I’ll to Clifton straight. KING HENRY Stay and breathe awhile. Thou hast redeemed thy lost opinion, And showed thou mak’st some tender of my life, In this fair rescue thou hast brought to me.
45
PRINCE HARRY
O God, they did me too much injury That ever said I hearkened for your death. If it were so, I might have let alone The insulting hand of Douglas over you, Which would have been as speedy in your end As all the poisonous potions in the world, And saved the treacherous labour of your son.
50
55
KING HENRY
Make up to Clifton; I’ll to Sir Nicholas Gawsey.
Exit
Enter Hotspur HOTSPUR
If I mistake not, thou art Harry Monmouth. PRINCE HARRY
Thou speak’st as if I would deny my name. HOTSPUR
My name is Harry Percy. Why then, I see A very valiant rebel of the name. I am the Prince of Wales; and think not, Percy, To share with me in glory any more. Two stars keep not their motion in one sphere,
PRINCE HARRY
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 4
PRINCIPE HARRY
Solleva il capo, vile scozzese, o non lo solleverai mai più. Gli spiriti dei prodi Shirley, Stafford e Blunt armano le mie braccia. Chi ti minaccia è il principe di Galles, che non promette mai ciò che non intende mantenere. Combattono. Douglas fugge Animo, mio signore! Come sta, vostra grazia? Sir Nicholas Gawsey ha mandato a chiedere rinforzi, e lo stesso ha fatto Clifton. Raggiungerò subito Clifton. RE ENRICO
Fermati a riprendere un po’ fiato. Hai riscattato la perduta onorabilità e, prestandomi così abile soccorso, hai dimostrato di avere a cuore la mia vita. PRINCIPE HARRY
Oh Dio, mi ha fatto un grave torto chi ha detto che mi auguravo la vostra morte. Se così fosse stato, avrei potuto lasciarvi colpire dall’oltraggiosa mano di Douglas, che vi avrebbe stroncato più rapidamente di tutte le pozioni velenose di questo mondo, risparmiando a vostro figlio le fatiche del tradimento. RE ENRICO
Raggiungi Clifton, io andrò da sir Nicholas Gawsey. Esce Entra Hotspur HOTSPUR
Se non m’inganno, sei Harry di Monmouth. PRINCIPE HARRY
Lo dici come se io volessi rinnegare il mio nome. HOTSPUR
Il mio è Harry Percy. PRINCIPE HARRY
Ebbene, sono dunque al cospetto del valorosissimo ribelle che porta quel nome. Io sono il principe di Galles e non credere, Percy, di poter più spartire con me la gloria. Due astri non possono orbitare
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 4
Nor can one England brook a double reign Of Harry Percy and the Prince of Wales.
65
HOTSPUR
Nor shall it, Harry, for the hour is come118 To end the one of us, and would to God Thy name in arms were now as great as mine. PRINCE HARRY
I’ll make it greater ere I part from thee, And all the budding honours on thy crest I’ll crop to make a garland for my head.
70
HOTSPUR
I can no longer brook thy vanities. They fight. Enter Sir John Oldcastle SIR JOHN Well said, Hal! To it, Hal! Nay, you shall fi nd
no boy’s play here, I can tell you.
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Enter Douglas. He fighteth with Sir John, who falls down as if he were dead. Exit Douglas. The Prince killeth Hotspur HOTSPUR
O Harry, thou hast robbed me of my youth. I better brook the loss of brittle life Than those proud titles thou hast won of me. They wound my thoughts worse than thy sword my flesh. But thoughts, the slaves of life, and life, time’s fool, And time, that takes survey of all the world, Must have a stop. O, I could prophesy, But that the earthy and cold hand of death Lies on my tongue. No, Percy, thou art dust, And food for — He dies
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PRINCE HARRY
For worms, brave Percy. Fare thee well, great heart. Ill-weaved ambition, how much art thou shrunk!
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67. Nor: così in F; in Q Now = “ora”. 2028
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 4
in una stessa sfera, né può una sola Inghilterra tollerare il doppio regno di Harry Percy e del principe di Galles. HOTSPUR
Non lo farà, Harry, poiché è giunta l’ora che segnerà la fine di uno di noi, e Dio sa quanto vorrei che la tua fama di guerriero fosse grande quanto la mia. PRINCIPE HARRY
La renderò più grande prima di separarmi da te e raccoglierò tutti gli onori che ti infiorano l’elmo per farne una ghirlanda per il mio capo. HOTSPUR
Non posso più tollerare le tue vanterie. Combattono. Entra sir John Oldcastle SIR JOHN
Bravo, Hal! Dacci dentro, Hal! No, vedrai che questo non è un gioco da ragazzi, te lo dico io. Entra Douglas. Combatte con sir John, che cade al suolo come morto. Esce Douglas. Il principe ferisce a morte Hotspur HOTSPUR
O Harry, mi hai derubato della mia giovinezza. Ma la perdita della mia fragile vita è più tollerabile di quella dei gloriosi onori che mi strappi e che feriscono i miei pensieri più di quanto la tua spada ferisca la mia carne. Ma i pensieri, che sono schiavi della vita, e la vita, che è zimbello del tempo, e il tempo, che regola il mondo intero, devono giungere a una fine. Oh, potrei pronunciare parole profetiche254, se la fredda e terrea mano della morte non si fosse già posata sulla mia lingua. No, Percy, tu sei polvere e cibo per… Muore PRINCIPE HARRY
Per i vermi, valoroso Percy. Addio, cuore generoso. Ambizione mal tessuta, come ti sei ristretta! Quando questo corpo racchiudeva
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 4
When that this body did contain a spirit, A kingdom for it was too small a bound, But now two paces of the vilest earth Is room enough. This earth that bears thee dead Bears not alive so stout a gentleman. If thou wert sensible of courtesy, I should not make so dear a show of zeal; But let my favours hide thy mangled face,
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He covers Hotspur’s face And even in thy behalf I’ll thank myself For doing these fair rites of tenderness. Adieu, and take thy praise with thee to heaven. Thy ignominy sleep with thee in the grave, But not remembered in thy epitaph.
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He spieth Sir John on the ground What, old acquaintance! Could not all this flesh Keep in a little life? Poor Jack, farewell. I could have better spared a better man. O, I should have a heavy miss of thee, If I were much in love with vanity. Death hath not struck so fat a deer today, Though many dearer in this bloody fray. Embowelled will I see thee by and by. Till then, in blood by noble Percy lie.
105
Exit
Sir John riseth up SIR JOHN Embowelled? If thou embowel me today, I’ll give
you leave to powder me, and eat me too, tomorrow. ’Sblood, ’twas time to counterfeit, or that hot termagant119 Scot had paid me, scot and lot too. Counterfeit? I lie, I am no counterfeit. To die is to be a counterfeit, for he is but the counterfeit of a man who hath not the life of a man. But to counterfeit dying when a man thereby liveth is to be no counterfeit, but the true and perfect
112. Zbloud twas: così in Q; ’Twas in F. Un’omissione analoga alla riga 120. 2030
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 4
un’anima, un regno intero era un limite troppo angusto per lui, ma ora due metri della più vile terra sono uno spazio più che sufficiente. In questa terra su cui giaci morto non vive uomo più coraggioso di te. Se tu fossi ancora sensibile agli elogi, non mostrerei una così fervida ammirazione, che le insegne del mio onore nascondano il tuo volto deturpato, Copre il volto di Hotspur e a tuo nome ringrazio me stesso d’aver compiuto questo rito di sincero rispetto. Addio, portati in cielo le lodi. L’ignominia riposerà insieme a te nella tomba, ma non sarà ricordata nel tuo epitaffio. Scorge sir John per terra Ehi, vecchio mio! Tutta questa carne non è riuscita a serbare in sé neppure un briciolo di vita? Povero Jack, addio. Avrei preferito privarmi di un soldato migliore. Oh, la tua perdita mi sarebbe assai gravosa, se fossi attratto dalle vanità. Tante e più pregiate prede la morte ha oggi ghermito, ma un cervo più grosso non l’ha colpito. Presto ti farò sventrare255. Nel frattempo, nel sangue, accanto al nobile Percy, puoi restare256. Esce Sir John si alza SIR JOHN
Sventrare? Se mi sventri oggi, hai il mio permesso di mettermi sotto sale e mangiarmi domani. Sangue di Cristo, era proprio il momento di fingere, altrimenti quel collerico gradasso scozzese mi avrebbe liquidato, facendomi pagare tutto fino all’ultimo. Fingere? Non dico il vero, non sono un fingitore. Morire vuol dire fingere, perché chi non possiede più vita umana non è che la finzione di un uomo, ma fingere di morire, se lo si fa allo scopo di vivere, non è una finzione, bensì la perfetta e veridica immagine della vita.
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 4
image of life indeed. The better part of valour is discretion, in the which better part I have saved my life. Zounds, I am afraid of this gunpowder Percy, though he be dead. How if he should counterfeit too, and rise? By my faith, I am afraid he would prove the better counterfeit. Therefore I’ll make him sure; yea, and I’ll swear I killed him. Why may not he rise as well as I? Nothing confutes me but eyes, and nobody sees me. Therefore, sirrah, (stabbing Hotspur) with a new wound in your thigh, come you along with me. He takes up Hotspur on his back. Enter Prince Harry and Lord John of Lancaster PRINCE HARRY
Come, brother John. Full bravely hast thou fleshed Thy maiden sword. JOHN OF LANCASTER But soft; whom have we here? Did you not tell me this fat man was dead? PRINCE HARRY I did; I saw him dead, Breathless and bleeding on the ground. (To Sir John) Art thou alive? Or is it fantasy that plays upon our eyesight? I prithee speak; we will not trust our eyes Without our ears. Thou art not what thou seem’st. SIR JOHN No, that’s certain: I am not a double man. But if I be not Jack Oldcastle, then am I a jack. There is Percy. If your father will do me any honour, so; if not, let him kill the next Percy himself. I look to be either earl or duke, I can assure you.
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PRINCE HARRY
Why, Percy I killed myself, and saw thee dead. SIR JOHN Didst thou? Lord, Lord, how this world is given to lying! I grant you I was down and out of breath, and so was he; but we rose both at an instant, and fought a long hour by Shrewsbury clock. If I may be believed, so; if not, let them that should reward valour bear the sin upon their own heads. I’ll take’t on my 2032
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 4
La cautela è parte preponderante del coraggio, e con quella parte ho messo in salvo la vita. Per le ferite di Cristo, Percy è una polveriera e mi fa paura anche da morto. E se avesse finto anche lui e adesso si alzasse? In fede mia, ho paura che si dimostrerebbe il fingitore migliore. Perciò lo renderò innocuo, sì, e giurerò d’averlo ucciso io. Perché mai non potrebbe rialzarsi come ho fatto io? Niente può smentirmi se non un altro paio d’occhi, e nessuno mi vede. Perciò, signore (pugnala Hotspur), con questa nuova ferita sulla coscia verrai via con me. Prende Hotspur in spalla. Entrano il principe Harry e lord John di Lancaster PRINCIPE HARRY
Vieni John, fratello mio. Con che coraggio hai aizzato la tua vergine spada, affondandola nella carne! JOHN DI LANCASTER
Fai piano, ma chi c’è qui, non mi avevi detto che questo grassone era morto? PRINCIPE HARRY
Sì, l’ho visto morto, steso a terra esanime e sanguinante. (A sir John) Sei vivo? O è l’immaginazione che si fa beffe della nostra vista? Ti prego, parla. Non ci fideremo degli occhi, senza l’ausilio delle orecchie. Tu non sei quel che sembri. SIR JOHN
No, questo è certo: non sono un uomo doppio. Ma se non sono Jack Oldcastle, vuol dire che sono una canaglia. Ecco Percy. Se tuo padre vorrà rendermi onore, bene, altrimenti il prossimo Percy lo ucciderà da solo. Mi auguro di diventare conte o duca, te lo assicuro. PRINCIPE HARRY
E perché mai, Percy l’ho ucciso io e te ti ho visto morto. SIR JOHN
Davvero? Dio mio, come è prono alla menzogna il mondo! Ammetto che ero per terra e senza fiato, e lui pure, ma ci siamo entrambi rialzati nello stesso istante e abbiamo combattuto per un’ora buona a giudicare dall’orologio di Shrewsbury. Se mi credi è bene, altrimenti, che la colpa ricada sulla testa di chi dovrebbe premiare il coraggio. Sono pronto a giurare anche in punto di morte che gli ho 2033
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19/10/2017 18:27:17
THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 5
death I gave him this wound in the thigh. If the man were alive and would deny it, zounds, I would make him eat a piece of my sword.
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JOHN OF LANCASTER
This is the strangest tale that e’er I heard. PRINCE HARRY
This is the strangest fellow, brother John. (To Sir John) Come, bring your luggage nobly on your back. For my part, if a lie may do thee grace, I’ll gild it with the happiest terms I have.
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A retreat is sounded The trumpet sounds retreat; the day is our. Come, brother, let us to the highest of the field To see what friends are living, who are dead. Exeunt the Prince and Lancaster SIR JOHN I’ll follow, as they say, for reward. He that
rewards me, God reward him. If I do grow great, I’ll grow less; for I’ll purge, and leave sack, and live cleanly, as a nobleman should do.
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Exit, bearing Hotspur’s body 5.5
The trumpets sound. Enter King Henry, Prince Harry, Lord John of Lancaster, the Earl of Westmorland, with the Earl of Worcester and Sir Richard Vernon, prisoners, [and soldiers]
KING HENRY
Thus ever did rebellion find rebuke. Ill-spirited Worcester, did not we send grace, Pardon, and terms of love to all of you? And wouldst thou turn our offers contrary, Misuse the tenor of thy kinsman’s trust? Three knights upon our party slain today, A noble earl, and many a creature else, Had been alive this hour
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 5
inferto questa ferita sulla coscia. Se fosse vivo e mi smentisse, sangue di Cristo, lo costringerei a ingoiare un pezzo della mia spada. JOHN DI LANCASTER
Questa è la storia più strana che abbia mai sentito. PRINCIPE HARRY
È lui il tipo più strano, fratello mio. (A sir John) Vieni, mettiti in spalla il tuo nobile carico. Per parte mia, se una menzogna potrà giovarti, la indorerò con le parole più propizie che conosco. Suona la ritirata La tromba suona la ritirata; la vittoria è nostra. Vieni, fratello, andiamo in cima al campo per vedere quali dei nostri amici sono vivi e quali morti. Escono il principe e Lancaster SIR JOHN
Li seguirò, come si suol dire, per la ricompensa257. Che Dio premi chi mi premierà. Se guadagnerò in grandezza, perderò in grossezza, perché mi purgherò, rinuncerò al vin di Spagna, e vivrò decentemente, come si conviene a un gentiluomo. Esce, portando con sé il cadavere di Hotspur V, 5
Suonano le trombe. Entrano re Enrico, il principe Harry, lord John di Lancaster, il conte di Westmorland con il conte di Worcester e sir Richard Vernon, prigionieri, [e dei soldati]258
RE ENRICO
Così la ribellione ha sempre trovato il suo castigo. Infido Worcester, non abbiamo forse offerto clemenza, perdono e parole di amicizia a tutti voi? E tu non hai stravolto le nostre offerte? Non hai abusato della fiducia di tuo nipote? Tre nostri cavalieri, uccisi oggi, un nobile conte e tanti altri esseri umani a quest’ora sarebbero vivi,
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 5
If like a Christian thou hadst truly borne Betwixt our armies true intelligence.
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WORCESTER
What I have done my safety urged me to, And I embrace this fortune patiently, Since not to be avoided it falls on me. KING HENRY
Bear Worcester to the death, and Vernon too. Other offenders we will pause upon.
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Exeunt Worcester and Vernon, guarded How goes the field? PRINCE HARRY
The noble Scot Lord Douglas, when he saw The fortune of the day quite turned from him, The noble Percy slain, and all his men Upon the foot of fear, fled with the rest; And falling from a hill he was so bruised That the pursuers took him. At my tent The Douglas is, and I beseech your grace I may dispose of him. KING HENRY With all my heart.
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PRINCE HARRY
Then, brother John of Lancaster, To you this honourable bounty shall belong. Go to the Douglas, and deliver him Up to his pleasure ransomless and free. His valours shown upon our crests today Have taught us how to cherish such high deeds Even in the bosom of our adversaries.
30
JOHN OF LANCASTER
I thank your grace for this high courtesy, Which I shall give away immediately. KING HENRY
Then this remains, that we divide our power. You, son John, and my cousin Westmorland, Towards York shall bend you with your dearest speed
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 5
se tu, da buon cristiano, avessi fatto da leale tramite fra i nostri eserciti riferendo un leale messaggio. WORCESTER
Ciò che ho fatto l’ha dettato il bisogno di garantirmi la sicurezza, e rassegnato accetto la sorte che mi attende e che sarà inevitabile. RE ENRICO
Conducete a morte Worcester, e insieme a lui Vernon. Quanto agli altri colpevoli, rifletteremo sul da farsi. Escono Worcester e Vernon, scortati Che notizie dal campo di battaglia? PRINCIPE HARRY
Quando il nobile scozzese, il signore di Douglas, ha visto le sorti della battaglia voltargli le spalle, il nobile Percy ucciso e i suoi uomini sopraffatti dal panico, è fuggito insieme agli altri e, cadendo da una collina, si è ferito così gravemente che i suoi inseguitori sono riusciti a catturarlo. Ora si trova nella mia tenda e supplico vostra grazia di poterne disporre a mio piacimento. RE ENRICO
Di tutto cuore te lo concedo. PRINCIPE HARRY
Allora, John di Lancaster, fratello mio, spetterà a te l’onore di compiere un gesto magnanimo. Va’ da Douglas e lascialo andare dove vorrà, libero e senza alcun riscatto. Il valore di cui oggi ha dato prova a scapito dei nostri elmi ci ha insegnato ad apprezzare le gesta eroiche, pur se nate dal seno dei nostri avversari. JOHN DI LANCASTER
Sono riconoscente a vostra grazia per quest’alta cortesia che andrò subito a concedergli. RE ENRICO
Non ci resta, dunque, che dividere le nostre forze. Tu, John, figlio mio, e voi, cugino Westmorland, vi dirigerete con la massima
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THE HISTORY OF HENRY IV (THE FIRST PART), ACT 5 SCENE 5
To meet Northumberland and the prelate Scrope, Who, as we hear, are busily in arms. Myself and you, son Harry, will towards Wales, To fight with Glyndwr ˆ and the Earl of March. Rebellion in this land shall lose his sway, Meeting the check of such another day; And since this business so fair is done, Let us not leave till all our own be won.
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Exeunt [the King, the Prince, and their power at one door, Lancaster, Westmorland, and their power at another door]
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LA STORIA DI ENRICO IV (PRIMA PARTE), ATTO V SCENA 5
urgenza verso York per affrontare Northumberland e il prelato Scrope, i quali, a quanto ci dicono, si affrettano ad armarsi. Io e te, Harry, figlio mio, marceremo alla volta del Galles per combattere contro Glyndwr ˆ e il conte di March. Nel nostro Paese la ribellione sarà sbaragliata, se tornerà a subire l’onta di una simile giornata. E poiché questa impresa sì è conclusa così bene, non fermiamoci e riprendiamo tutto ciò che ci appartiene259. Escono [il re, il principe e le loro forze da una porta, Lancaster, Westmorland e le loro forze dall’altra]
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19/10/2017 18:27:17
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The Second Part of Henry IV La seconda parte di Enrico IV Testo inglese a cura di JOHN JOWETT Nota introduttiva, traduzione e note di GIULIANA FERRECCIO
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Nota introduttiva
Falstaff Falstaff è il personaggio centrale dei due drammi storici che Shakespeare dedicò al regno di Enrico IV, qui designati come Enrico IV, prima parte (1 Enrico IV) e Enrico IV, seconda parte (2 Enrico IV). Lo scenario storico-politico è quello della successione al trono e della minaccia incombente di guerre civili, ma a differenza dei personaggi storici principali che vi compaiono – re Enrico IV e il giovane principe, e futuro re Enrico V – Falstaff è una singolare invenzione del Bardo, tanto complessa da giustificare l’interrogativo diffusamente avanzato in sede critica: che cosa ci fa costui in questo dramma? È questo il dramma di Falstaff, o il dramma storico che il titolo promette? Una risposta può darcela proprio il grasso cavaliere la cui figura si espande in 2 Enrico IV, assumendo caratteristiche nuove, che lo avvicinano piuttosto al re che non, come avviene in 1 Enrico IV, al giovane principe scapestrato. Ed è a Falstaff che si deve il grande successo della prima parte, che probabilmente indusse l’autore a farne una continuazione. In 2 Enrico IV la politica del regno viene posta in secondo piano, con uno scarto che sarebbe stato impensabile nel mondo di Hal e Hotspur, del Re e Northumberland, o di Glyndwr, ˆ gli eroi politico-militari della prima parte. Le fazioni politiche si basavano allora sui conflitti guerreschi dei grandi signori feudali, mentre nella seconda parte che qui si introduce quei conflitti sono temporaneamente sospesi, dando luogo ad uno spazio in gran parte libero da contese politiche. È come se Shakespeare avesse deciso di separare i due filoni dell’Enrico IV con una commedia dedicata a Falstaff e una tragicommedia dedicata ai rapporti fra padri e figli, 2043
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV
contaminando i due generi e inventando una forma diversa: l’interesse principale del dramma non sta più nella materia storica. Ciò che collega invece i due drammi è una rigorosa alternanza di alto e basso, aristocratico e popolaresco, che rende difficile, soprattutto in 2 Enrico IV, stabilire quali siano i protagonisti, se il principe, la corte, la guerra, o Falstaff, la taverna e la dismisura, quasi che dal mondo feudale, in agonia, dovesse emergere, strettamente intrecciata alla fredda, calcolata razionalità del sovrano moderno, una sua interna contraddizione: lo spirito del comico. Nel comico sono sempre presenti allusioni molto serie, così anche in Falstaff: difficile ridere della sua comicità, densa qual è di complessi residui. Nei suoi eccessi e nella sua stessa corposa fisicità, Falstaff incarna il rovesciamento parodico dei valori che reggono – almeno nominalmente – la vicenda storica: eroismo, onore, regalità, legalità, fedeltà alla parola data, che lui puntualmente capovolge. Falstaff è vanitoso e ingordo, lussurioso e codardo, ruba, rapina e inganna. Nei suoi vizi e difetti è però anche onesto: non pretende d’essere altrimenti da com’è, gode delle sue trasgressioni trascinando con sé lo spettatore nella sospensione di ogni regola, in una dimensione carnevalesca senza tempo. Il gioco infantile che Falstaff mette in scena si costituisce in opposizione all’ordine della moralità: è l’ordine del gioco, che trasforma in assurdità le cose serie, e in tal modo se ne libera. Falstaff incarna, si può dire, il freudiano principio di piacere. E proprio in quanto non è una figura storica, Falstaff dà voce a ciò che nella storia scritta non compare: permette a Shakespeare di introdurre nei drammi storici qualcosa che – all’insegna del sovversivo e dell’incontenibile – va ben oltre le continue ribellioni aristocratiche che minacciano l’integrità del regno. Nella parodia il comico è uno specchio deformante che riproduce, rovesciato, il mondo serio. A rafforzare la parodia è la struttura antitetica del dramma, che alterna puntualmente le scene eroiche di corte e di battaglia a quelle comiche della taverna, in termini tali da non lasciare dubbi sul senso implicito in tali accostamenti. I valori proclamati dalla corte sono messi in ridicolo, capovolti quali sono entro il regno di Falstaff, la clownesca gozzoviglia della taverna. Falstaff è il re della decostruzione dell’ordine e della forma, nella sua arguzia e nelle sue buffonate l’assurdità prende il posto della serietà. Ma proprio in tale capovolgimento lo spirito parodico conserva e riafferma, in forma di denegazione, gli oggetti della derisione: il carnevale è la parentesi che sospende l’ordine 2044
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NOTA INTRODUTTIVA
perché si rinnovi; senza regola non si dà alcuna sregolatezza. È a questo punto che le cose si capovolgono ulteriormente e la storia regale rivendica il proprio spazio. Ma quando ciò avviene, è il grande giocoliere del linguaggio ad essere giocato dalle leggi del linguaggio, che non è a suo comando, come Falstaff ingenuamente ritiene possano diventarlo le leggi del regno (V, 3, 135-6). Nell’esilarante soliloquio in cui espone i principi della sua “educazione del principe” basata sull’abbondante consumo di sherry (IV, 2, 83-121), ci accorgiamo che la sua inesauribile inventiva sarà presto esaurita dal contesto, una volta ristabilito l’ordine che il testo della storia impone, memori delle parole del Giudice, ovvero della legge stessa: “Non siete altro che un grande sciocco” (II, 1, 197-8). Nella prima parte Falstaff insiste nell’immaginare un mondo utopico di carnevale, permanentemente anarchico. Ma proprio quando l’utopia del gioco permanente sembra realizzarsi – quando Hal, il principesco compagno di bagordi, diventa re, e Falstaff si immagina che le leggi d’Inghilterra saranno al comando della sovversione – ecco che, prevedibilmente, si annuncia la sua sconfitta. È la svolta in cui la sovversione mostra i propri limiti e la parodia presenta un’altra faccia. Finché il principe era disposto a giocare, Falstaff aveva buon gioco nel proporgli i propri giochi. Ma quando il potere del linguaggio si scontra con il linguaggio del potere (“non rispondermi con i tuoi giochi di parole” gli ingiunge il giovane re, V, 5, 55) la musica, come suol dirsi, cambia. Nella seconda parte ci troviamo in un mondo vecchio e sonnacchioso, che si prepara a morire: la figura di Falstaff cambia, diventa più rozza, e più corrotta; la taverna diventa un bordello, le spavalderie e le zuffe che si consumano al suo interno richiamano tristemente l’irruenza del declinante ethos cavalleresco. Nell’episodio inquietante del freddo e premeditato tradimento a Gaultree si mostra, in particolare, la degradazione della precedente battaglia, aperta ed eroica, di Shrewsbury: non c’è qui onore, cavalleria, combattimento onesto, le parole non si mantengono, i debiti non si pagano (Tanner). La malattia e la decadenza regnano ovunque. Regnano nel mondo feudale, che scompare soprattutto perché la ribellione non viene più soffocata nel campo aperto della battaglia, ma tramite un inganno sfacciato. L’episodio di Gaultree dà un’idea della storia quale realtà radicalmente contingente e amorale, quella storia che nel Dramma Barocco Benjamin ha descritto come processo di inarrestabile decadimento. 2045
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Le ribellioni e le trasgressioni falstaffiane si collegano sempre più alle ricorrenti immagini di una forza incontenibile che prorompe oltre i limiti, di oceani impetuosi che si frangono e erodono la terra, acque che straripano e cancellano i confini, sia che si tratti della ribellione, che del foul sin che infetta il regno dopo l’usurpazione di Bolingbroke. Nell’efficace descrizione di Auden: “Se a capo del mondo ci fosse Falstaff, si starebbe come nei Balcani”. Prevale il senso del tempo che passa, nostalgico è lo sguardo sul passato, sancito dal noto verso, “abbiamo sentito le campane a mezzanotte”, che diede il titolo al famoso film di Orson Welles, Chimes at Midnight. Padri e figli L’inarrestabile vitalità del personaggio di Falstaff si arresta quando incrocia, e ostacola, la struttura che sottende il dramma, il percorso della Bildung del giovane principe scapestrato, la trasformazione del principe in governante responsabile, la via del ritorno del figliol prodigo. Nella scena esemplare di 1 Enrico IV, nella taverna delle loro gozzoviglie carnevalesche, in mezzo a ubriaconi e puttane, Falstaff e il principe mettono in scena una commedia improvvisata, impersonando a turno, per burla, il ruolo di re Enrico e del giovane reprobo. È un vero e proprio teatro nel teatro fatto di travestimenti e decostruzioni, dove però il tema storico della successione al trono e quello psicologico del rapporto padre-figlio prendono il sopravvento sulla comicità dello scherzo. Quando Falstaff, – che impersona il principe – fa l’apologia di se stesso, sciorinando le proprie doti al cospetto del principe – che impersona il re – e conclude celebrando la propria universale umanità, nel famoso verso: “Bandisci il grasso Jack e bandirai il mondo intero” (II, 5, 485), nelle vesti del re, il principe ribatte, stando a metà fra la recita scherzosa e la realtà storica: “Lo voglio fare e lo farò”. Il principe impersona soltanto il ruolo del re o sta veramente diventando re? Sta già pensando al momento finale in cui ripudierà Falstaff e, con lui, il proprio passato teatralmente carnevalesco? Mentre in 1 Enrico IV Falstaff è figura paterna alternativa a quella del re, nella seconda parte è anche lui vecchio e malato e, come il re, perde il suo ruolo di guida nei confronti del principe. D’altronde, solo liberandosi di Hal la figura di Falstaff si arricchisce ulteriormente, diventa complessa interagendo con i differenti ambiti – alcuni inediti – che il dramma inventa: la legge, i bassifondi, la campagna “idilliaca”. Il re e 2046
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Falstaff sono opposti complementari, l’autorità paterna l’uno, e il corruttore della gioventù l’altro, la cui funzione è peraltro quella di mettere in evidenza la latitanza della legittimità. Dietro la vicenda storica e quella familiare sta infatti il leitmotif di tutto il dramma: la deposizione forzata di Riccardo II (IV, 3, 326-7). La figura centrale è quella di un re paradossalmente assente, ma presente tuttavia in maniera pervasiva, qual è lo spettro di Cesare, altra figura di sovrano assassinato in nome del bene dello stato, ed è sullo sfondo di tale usurpazione che il successore al trono deve trovare la via che legittimi la successione. La legittimità si misura tutta sul passaggio di consegne, sul modo in cui Enrico IV riconosce e confessa “le vie traverse” seguite nella presa del potere (IV, 3, 313-4), permettendo così al principe di governare legalmente, e non per diritto divino (Hattaway; Bulman). Un incontro, questo, di riconciliazione fra generazioni che non si ripresenterà nei persistenti, tragici conflitti fra “padre” e “figlio” dei drammi futuri – Giulio Cesare, Re Lear, Amleto stesso. Lo stesso Bolingbroke cambia, dalla dimensione machiavellica della ragion di stato entra in una dimensione onirica, e si riscatta nel magistrale, intenso soliloquio sul sonno – che anticipa Macbeth. Questo è un lato della storia. Ma ve ne sono altri, primo fra tutti l’identità di Hal: figliol prodigo e futuro regnante assennato e valoroso, o freddo dissimulatore, calcolatore spinto dall’ambizione, esempio incarnato del Sonetto 94 They that have power to hurt, / And will do none ? Dobbiamo concordare con “il principe umanizzato” di cui parla Auerbach, o con Greenblatt e Moretti, che vedono in Shakespeare un discepolo di Machiavelli nel mettere alla berlina la separazione della prassi politica dal giudizio morale, che la casa di Lancaster inaugura? È questo un dramma profondamente sovversivo o profondamente conservatore? Hal, l’erede, mostra d’essere figura estremamente ambigua, soprattutto nella scena, ampiamente celebrata, in cui, sul letto del padre morente, si impossessa della corona “vuota”, prima che il re muoia. Non potendo ricevere legittimamente la corona dall’usurpatore, altra scelta al principe non rimane che quella di incoronarsi con le proprie mani, mostrando con ciò che distinguere fra i due corpi del re sarà la nuova forma di legittimazione, che la regalità dipende non da Dio ma dall’azione (Bulman). Dopo la confessione del padre, un ultimo passo resta a Hal da muovere per diventare sovrano: la sconfessione dell’“altro padre”, il grasso Falstaff (Hal è magro e asciutto come Cassio agli occhi di Cesare), uno dei nodi 2047
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interpretativi più spinosi della critica shakespeariana. Quel finale secco e perentorio – “Non ti conosco, vecchio” – accentua la cupezza di questa Seconda parte, ricordandoci che la dimensione gigantesca, fisica e simbolica, di Falstaff va disgiunta dal personaggio, e che una lettura univoca di Falstaff – allegro sovvertitore o lugubre corruttore? – riduce e fraintende la stessa complessità della concezione shakespeariana della politica. Data e trasmissione del testo Le edizioni originali di 2 Enrico IV, stampato nel 1600 come The Second Part of Henry the Fourth, ci arrivano in tre pubblicazioni diverse. La prima, l’in-quarto del 1600, si presenta in due edizioni (QA e QB) differenti per una scena; la seconda, l’in-folio o Folio (F) del 1623, rivela disparità significative rispetto alle due edizioni in-quarto. L’iter della stampa e le molte differenze fra i testi dell’in-quarto e dell’in-folio indicano una storia di pubblicazione più difficile da ricostruire di quella di 1 Enrico IV. L’edizione Q ci offre un buon esempio di testo stampato direttamente dai brogliacci (foul papers) dell’autore, che costituivano il manoscritto originale, dal quale si preparava il copione di scena (prompt-book) da usare nelle rappresentazioni, per cui è questo a riflettere il più possibile le intenzioni dell’autore. Le due pubblicazioni in-quarto sono infatti identiche con l’eccezione della scena III, 1, presente in QB ma non in QA (Bolingbroke sofferente e insonne), che ormai si ritiene sia stata aggiunta in QB dopo che Shakespeare aveva già scritto il dramma. I curatori di questa edizione ritengono che la scena III, 1 non fosse stata espunta per ragioni di censura, ma aggiunta da Shakespeare in QB per sviluppare i legami di questo dramma con i precedenti della tetralogia, segnando l’inizio di un processo di revisione che culminò con l’aggiunta di ulteriori brani di natura simile nell’edizione F. Presenti in F ma non in Q, i brani tagliati trattano argomenti che potevano essere censurati e la cui eliminazione poteva esser stata imposta dal vescovo di Londra, o effettuata dagli stessi stampatori per precauzione: I, 1, 188-208 e IV, 1, 55-79. Altri, collegati fra loro e alla scena III, 1, cioè, I, 1, 165-78, I, 3, 21-4, I, 3, 36-55, I, 3, 85-108, II, 3, 23-45, IV, 1, 101-37, paiono invece essere aggiunte apportate da Shakespeare stesso, mentre lavorava ancora sul brogliaccio, poi trascritte e arrivate infine agli stampatori per l’edizione F. La nostra edizione, seguendo quella a cura di John Jowett in The Oxford Shakespeare del 2005, riproduce il testo dell’in-folio del 1623 con inter2048
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polazioni da QA e B più vicine alle esigenze di recitazione. Le varianti consistono per lo più di brani eliminati; tuttavia le omissioni più importanti sono state riportate come Aggiunte al testo, in appendice. Diverso è il criterio seguito da Francis X. Connor per il New Oxford Shakespeare (2017) che usa Q come testo base, ponendo F tra le Versioni alternative e discute estesamente molte delle complicazioni presenti nella storia testuale. Ricorda inoltre le occasioni in cui il dramma è stato presentato nei teatri pubblici (possibili il Theatre, il Curtain, e anche il Globe, attivo dal 1599), in sede probabilmente privata nel carnevale del 1598, e a corte, fra il Natale 1612 e l’aprile 1613; e l’ascesa editoriale di Shakespeare, sempre più letto oltre che ascoltato. Il personaggio di Falstaff era in origine sir John Oldcastle, un capo dei lollardi che morì da martire sul rogo per le sue idee protestanti. Probabilmente la censura obbligò Shakespeare a cambiarne il nome: un discendente di Oldcastle era lord ciambellano quando le due parti di Enrico IV ricevettero la licenza di rappresentazione teatrale dal Master of the Revels che serviva sotto di lui; un qualsiasi accenno di diffamazione dell’antenato sarebbe bastato a impedire l’uso del suo nome. Tracce del nome Oldcastle tuttavia rimangono nelle edizioni in-quarto e nell’Epilogo di 2 Enrico IV. Non è chiaro che cosa avesse in mente Shakespeare attribuendo al suo grasso cavaliere l’identità di un proto-martire puritano, a parte le ironie evidenti nel contrasto fra la vita del martire e quella del dissoluto, con le occasionali imprecazioni o citazioni della Bibbia, tutte con effetto comico. Le fonti e i loro generi Poiché 2 Enrico IV fu scritto a seguito immediato della composizione della prima parte, le fonti storiche che Shakespeare usò sono le stesse che aveva usato per l’altro dramma. Le più importanti sono la seconda edizione di Chronicles of England, Scotland, and Ireland (1587) di Raphael Holinshed e il lungo dramma cronachistico anonimo, The Famous Victories of Henry the Fifth. Inoltre fece uso di nuovo di The First Fowre Bookes of the Civile Wars (1595) di Samuel Daniel, The Union of the Two Noble and Illustre Families of Lancaster and York (1548) di Edward Hall, che gli era servito per il primo ciclo di drammi storici; The Chronicles of England (1580) di John Stow, The Governour (1531) di sir Thomas Elyot e, forse, A Mirror for Magistrates (1559). Per il materiale non storico, altre fonti 2049
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sono rilevanti, quali ad esempio, il Tamburlaine di Marlowe (1587) e soprattutto la Bibbia, ripetutamente citata sia da Fastaff che dai lord ribelli. Se la fonte più importante rimane Holinshed e la composizione di un dramma storico non può ovviamente prescindere dai fatti storici essenziali, è pur vero che il drammaturgo è libero di ristrutturarli secondo le logiche dell’esposizione drammatica. Fin dalla prima tetralogia dedicata a Enrico VI e Riccardo III, il rapporto tra la vita privata e la vita pubblica dei protagonisti degli eventi storici aveva fornito a Shakespeare la possibilità di mettere in scena un tema a lui caro in un genere drammatico inedito, le cui caratteristiche principali sono due: gli eventi sono in parte subordinati alla caratterizzazione dei personaggi, e l’uso della cronologia storica è dettato dall’interpretazione che l’autore vuole darne, modificando le date con efficaci effetti drammatici. Nella seconda parte la narrativa storica segue gli ultimi nove anni e otto mesi del regno di Enrico IV, dal periodo seguente alla battaglia di Shrewsbury (1403) alla morte del re nel 1413. Senza seguire alla lettera il racconto dei fatti storici, la capacità di Shakespeare di selezionare gli eventi chiave del periodo storico fa sì che non si sia sviati dai vuoti o dalle anacronie nella sequenza narrativa. L’esempio più significativo è il continuo riferirsi al passato storico del dramma e cioè all’abdicazione forzata di Riccardo II e all’usurpazione di Bolingbroke (III, 1 e IV, 3, 313-5). Il caso più famoso di acronologia sono le età di Hotspur e Hal i quali, per giustificare i continui paragoni e contrasti fra il coraggio e la gloria dell’uno e l’“apparente” vita dissipata dell’altro, devono avere la stessa età. Hotspur era in realtà più vecchio di Hal di una generazione. Rispetto alle fonti, Shakespeare dà maggiore importanza alla famiglia reale nel suo insieme di quanto non ne diano i resoconti delle cronache storiche. Il duello in cui Hal sconfigge Hotspur a Shrewsbury è inventato così come l’inganno di Gaultree viene attribuito al giovanissimo John di Lancaster, e non a Westmorland, come invece in Holinshed. Un’ulteriore differenza rispetto a Holinshed è il ritratto di Northumberland: anche lo storico lo presenta come un cospiratore e un intrigante, ma Shakespeare ne fa una figura ancora più sinistra, che tradisce sia il fratello che il figlio e in seguito anche l’arcivescovo Scrope. La vicenda Il dramma inizia nei momenti immediatamente successivi alla battaglia di Shrewsbury, vinta dalle forze del re contro i ribelli, gli episodi che 2050
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avevano concluso la prima parte. Northumberland è un personaggio ambiguo, ora malato, che ha abbandonato i congiunti soli nella battaglia, e deve ora decidere se continuare ad appoggiare la causa dei ribelli guidati dall’arcivescovo Scrope; supplicato dalla moglie e da Kate, la vedova di Hotspur, Northumberland decide di riparare in Scozia. Parallela all’azione eroica si svolge la vicenda di Falstaff, qui impegnato in un confronto con il Giudice, che Falstaff raggira in una ridda di doppi sensi e giochi di parole. L’azione ritorna ai nobili ribelli che dibattono sull’opportunità di riprendere la lotta contro Enrico IV; la spinta ideale che unirà i congiurati, cancellando la parola “ribellione”, sarà la presenza dell’arcivescovo che può trasformare “l’insurrezione in religione” (I, 2, 200). La scena seguente ci riporta al livello “basso” e prelude al lungo episodio ambientato nella taverna, l’unico in cui Falstaff e il principe si incontrano in questo dramma: madama Quickly è diventata bensì la tenutaria dei favori di Doll, ma anche più attenta alla propria reputazione. Compare il nuovo personaggio di Pistol, lo spaccone (swaggerer), che sembra sostituirsi nel ruolo dell’“umorista” e negli scambi di battute oscene e piene di doppi sensi, a un Falstaff diventato ora più malinconico, che si vanta con Doll, sminuendo il valore morale del principe. Quando Hal interviene a smascherarlo, Falstaff si mostra particolarmente sottomesso e infine non riesce a consumare “il dolce momento della notte” perché tutti sono ora richiamati alla battaglia. L’azione si sposta poi a corte dove il re, malato e insonne, sembra ammettere, in un soliloquio, di aver ottenuto la corona per vie indebite. In marcia verso il combattimento, Falstaff si ferma nel Gloucestershire, nella tenuta di campagna di una vecchia conoscenza, il giudice Shallow (“superficiale”, “vuoto”), invecchiato e nostalgico, che gli fornisce alcuni uomini in malarnese come reclute forzate per la battaglia. Gli eserciti si fronteggiano nei pressi della foresta di Gaultree, dove le due parti stabiliscono una tregua e Westmorland propone ai nemici di stilare un documento con le loro lagnanze, che vengono poi lette e accettate, aprendo così la via all’accordo. Alla proposta di congedare gli eserciti e brindare alla pace l’arcivescovo e i suoi alleati si attengono tutti di buon grado (tranne Mowbray), non sospettando l’inganno ignominioso di cui sono vittime. Rimasti indifesi, vengono arrestati e condananti a morte. Nonostante le notizie della vittoria il re è colto da un colpo apoplettico e sviene. Hal, venuto a vegliarlo, si appropria della corona, credendolo morto; al suo risveglio, dopo un accorato atto d’ac2051
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cusa di Enrico IV e una sentita giustificazione da parte di Hal, padre e figlio si riconciliano. Alla notizia della morte di Enrico IV e dell’ascesa al trono di Hal, Enrico V, Falstaff parte precipitosamente per Londra, pensando di poter finalmente avere l’Inghilterra “al proprio comando”, ma durante la cerimonia dell’incoronazione, Enrico V lo sconfessa, affidando al Giudice il compito di arrestare Falstaff, bandirlo da Londra e dalla propria compagnia. A conclusione della vicenda l’Epilogo specifica che Sir John Falstaff non è Oldcastle e che il grasso cavaliere tornerà nel prossimo dramma. Però nell’Enrico V (1599) non comparirà in scena, e sarà menzionato solo per compiangerne la morte. La ricompensa l’avrà (o nel 1598 l’aveva avuta) con una commedia di brillante ironia, Le allegre comari di Windsor. Prospettive critiche. Il carnevale del potere Fin dagli inizi del Settecento, la discussione critica aveva incentrato il dibattito sull’interrogativo se le due parti dell’Enrico IV fossero da intendersi come opere autonome o come parti di un unico dramma. I due punti di vista segnano la storia della critica del dramma, con alterne vicende: Dover Wilson (1943) e Tillyard (1944) pensano a una struttura onnicomprensiva, o a un Ur-Henry IV (Melchiori) che tenesse insieme entrambe le parti, mentre secondo Humphries (1966) Shakespeare pensava a due drammi fin dall’inizio. Il cambiamento più significativo nella valutazione di 2 Enrico IV, fu tuttavia l’emergere della cosiddetta “ciclicità”, cioè la tendenza a considerare la tetralogia nel suo insieme, che portò i suoi frutti teatrali e di critica soltanto a partire dagli anni quarantacinquanta del Novecento. A partire dalla seconda guerra mondiale, la seconda parte è stata unita non soltanto alla prima, ma anche al resto dei drammi che compongono il ciclo dei Lancaster. In tempi di crisi nazionale o di vittorie nazionali il dramma è stato interpretato come la storia di lotte dinastiche, che portano infine alla unificazione e pacificazione (momentanea) del regno di Enrico V. In tempi diversi si tende per contro a dare maggior spazio alla commedia falstaffiana. La propensione a considerare i due drammi come autonomi l’uno dall’altro si afferma negli studi di M. A. Shaaber (1940), che per primo sostenne che né l’unità né la separazione dei due drammi avesse molto a che fare con il valore poetico delle due opere, aprendo così a tutta la serie di rivalutazioni della seconda parte come dramma a sé stante. Tuttavia, fu probabilmente 2052
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la rappresentazione dei drammi storici come ciclo a spingere anche la critica a considerare il loro insieme come veicolo di una visione problematica della storia, nella quale viene “sottoposta a giudizio l’identità di una nazione intera” (Tynan, Curtains, 1960), favorendo così anche la tendenza ad allargare il contesto delle Henriads oltre i confini della storia nazionale verso una dimensione più universale (Kott), nella quale si rappresenta la fine di un’epoca e la dissoluzione di una cultura e di un modo di vita, sia esso quello del Medioevo o quello dell’età contemporanea. Gli sviluppi recenti della critica hanno volto l’attenzione alla dimensione politica e antropologica del dramma, basandosi su alcune correnti teoriche del ventesimo secolo. Da un lato troviamo le elaborazioni di Hayden White sul rapporto fra storia e narrazione della storia, a loro volta influenzate dalle teorie narratologiche contemporanee (Chatman, Genette, Price, i vari teorici della differenza fra histoire e discours), che, all’interno della critica shakespeariana, introducono e ribadiscono la nozione di constructedness della storia (mutuata dal costruttivismo sociale), e della natura inevitabilmente retorica del discorso storico. Su un altro versante, le interpretazioni materialistiche e post-strutturaliste di Michel Foucault sul concetto di potere hanno plasmato le revisioni critiche del New Historicism, con la nozione di containment (“la capacità dell’ordine dominante di generare sovversione al fine di usarla per i propri scopi” secondo Greenblatt, 1988). Un peso importante ebbero anche le tendenze storiografiche che iniziavano a privilegiare la storia dal “basso” e la storia “indiziaria” (dalle Annales a E.P. Thompson, a Carlo Ginzburg) che portarono la critica a evidenziare l’importanza dell’“altra” Inghilterra, che così largo spazio occupa nella seconda parte. Assai rilevanti furono infine le analisi antropologico-politiche di Bachtin sul “carnevalesco”, anch’esse volte a mettere in evidenza i rapporti fra alto e basso, istituzione e sovversione della legge. Oltre ad aver suscitato rinnovato interesse da parte della critica a partire dagli anni ottanta, 2 Enrico IV trova ampio spazio in biografie shakespeariane recenti di grande rilievo, (Greenblatt 2004; Shapiro), dove il dramma è visto come il punto di svolta verso una maggiore complessità nell’arte del drammaturgo. La valutazione della valenza politica del dramma è il campo in cui si sono espressi con maggior forza i critici legati al New Historicism, impegnati a situare i testi letterari in una ampia gamma di contesti storici e culturali, con evidenti richiami alla contemporaneità. Questo tipo di 2053
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critica sorse negli anni ’80 ed è esemplificata dal noto saggio di Greenblatt Invisible Bullets del 1981, dove il critico americano sostiene che nei drammi su Enrico IV le figure dell’autorità permettono l’esistenza di elementi sovversivi (vedi il discorso programmatico di Hal nella prima parte e le ragioni che dà Warwick della sua condotta in IV, 3, 67-9) o addirittura li “producono” per poterli “contenere” e poi ripudiare. Posto che a mantenere i rapporti di potere non sia la repressione aperta ma il containment, la sorveglianza, anche le azioni e le istanze che dovrebbero nelle intenzioni minacciare e destabilizzare l’autorità, finiscono per legittimarla. Le analisi politiche del New Historicism sono state a loro volta sottoposte a revisione, per la loro tendenza a letture “totalizzanti” e deterministiche che finiscono per trascurare i molti elementi di ambiguità del dramma (Hodgdon 1991). Si insiste allora sull’indeterminatezza poetica dei ripensamenti e capovolgimenti presenti nell’opera, che rendono le identità indefinite e confuse, esibendo la “visione caleidoscopica” (Ryan) di un dramma che contiene in sé una varietà sociale, nazionale e linguistica tale da contraddire la visione semplificata di un potere onnicomprensivo. Poiché gran parte del dramma si svolge fra gli abitanti dei bassifondi della città di Londra e la popolazione rurale della campagna del Gloucestershire, non stupisce che ci si sia rivolti ad esplorare una serie di risorse offerte dall’antropologia per approfondire la complessa interazione che collega le parti “alte” e le parti “basse” (giocosamente simboleggiate dal precario guardaroba di Poins, II, 2, 20-2), in particolare dall’analisi bachtiniana del carnevalesco (Knowles). L’approccio bachtiniano è stato particolarmente fecondo e ha permesso di attenuare certe rigidità del New Historicism, senza abbandonarne le premesse (Holderness; McAlindon; McLoughlin). Lo sperimentalismo dei drammi storici shakespeariani prende poi anche la forma di un discorso metastorico: il dramma riflette metastoricamente sulla pratica di mettere in scena il passato storico. Occorre però tenere presente la distinzione fra la Storia con la maiuscola, e le storie, poiché questo dramma in particolare ci presenta una storia ufficiale che entra in conflitto con altre storie, non ammesse o menzionate dalla storia scritta che ci è stata tramandata, basata sulla storiografia dei Tudor e concepita come un potente strumento di legittimazione della dinastia (1485-1603). Shakespeare, secondo la critica più recente, “rifà” la storia (Melchiori): trasformando, rivedendo, criticando le prese di posizione delle cronache pro-Tudor. Le “storie” dominano 2054
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allora questo dramma, i cui molteplici registri sociali e linguistici danno voce a resoconti non scritti e alternativi, che rivaleggiano con la storia ufficiale, producendo la storia dell’“altra” Inghilterra (Griffin, Woolf). A iniziare dalla introduzione della “ciclicità”, si è ritenuto che l’argomento principale dei drammi storici shakespeariani fosse l’identità di una nazione, e li si è giudicati rispetto al modo più o meno adeguato con il quale essi rendono l’idea che il fulcro del dramma sia “l’anima di una nazione” (Hansen). Barbara Hodgdon (1993) ripercorre l’iter di questa posizione, mettendo in evidenza il modo in cui la storia nazionale britannica contribuì al processo di costituzione del moderno stato-nazione. Su posizioni parzialmente opposte stanno quegli interpreti che leggono i drammi storici come una critica della cultura che ha dato il via alla formazione delle nazioni nel periodo primo moderno: quale nazione costituisce il fulcro dei drammi, l’Inghilterra o la Gran Bretagna? Non era forse la Gran Bretagna un’antica terra mitica e non una realtà politica? (Joughin; Hadfield e Hammond; Baker e Maley). Seguendo gli storici, la critica letteraria ritiene ormai che l’idea di una nazione unificata non sia l’espressione di uno stato di fatto, ma di un mito largamente costruito, e decostruito, dai drammi stessi (Hattaway). Sulla scia di un noto saggio di W.H. Auden, The Prince’s Dog, la critica ha anche indentificato nella figura di Falstaff alcuni tratti che il grande svalorizzatore (Tanner) condividerebbe con il “femminino” (Howard e Rackin), tratti di quella sovversione messa in scena anche dai personaggi femminili “bassi”, puniti a loro volta per la “vitalità teatrale”, i giochi di parole e il linguaggio licenzioso: tutte caratteristiche che si oppongono al containment all’insegna di una “differenza linguistica e sociale”. Infine, se redimere il tempo è il tema principale, di cui è parte la redenzione di Hal, la sensazione prevalente nel dramma è che i tempi siano “selvaggi” (I, 1, 9), percorsi da possenti immagini di usurpazione e disintegrazione degli uomini e delle alleanze politiche, che erodono luoghi e identità (“i flutti imperiosi”, I, 1, 62, “la cinta sabbiosa dell’oceano / troppo larga per i fianchi di Nettuno”, III, 1, 49-50). Risulta perciò arbitrario attribuire caratteristiche di stabilità a identità tanto instabili, inglesi o britanniche che siano, positive o negative. Pur apprezzando Invisible Bullets, Henry Berger Jr., nel recentissimo Henrying, seguendo la lezione di Girard, pensa alla Henriad, non tanto come a un Bildungsroman, quanto come a un “processo di continua revisione” da leggersi in avanti e indietro, attraverso i diversi drammi storici. 2055
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV
Il comico e il grottesco Così come Amleto, Don Giovanni e il Satana miltoniano, anche Falstaff sfugge al suo stesso autore, esce dal dramma e diventa un mito, incarnando sì la vita stessa in tutti i suoi aspetti (Bloom), ma anche la sua faccia oscura, quel principio che sempre nega, che Bachtin aveva identificato nella “parola contorta” dostoevskiana, una forma particolare di dialogismo. Se nella prima parte Falstaff incarnava lo spirito carnevalesco del comico, nella seconda, più cupa, intrisa di malattia e di morte, il comico volge al grottesco. In quale modo? Il rovesciamento parodico di ogni regola si realizza nelle azioni di Falstaff, ma non soltanto o prevalentemente in quelle: si realizza anche, soprattutto e diffusamente, nel suo inarrestabile stravolgimento delle regole del linguaggio, nella varietà delle forme in cui si esprimono i suoi giochi con le parole, le sue battute, i suoi motti di spirito. È mediante la decostruzione del sistema della lingua che Falstaff apre un ampio campo in cui giocare con i sistemi dell’onore, della virtù, della legge e della regalità. Anche fra le giravolte più carnevalesche, nella vitalità dissacratoria di Falstaff si avverte l’eco di qualcosa che minaccia, rattrista, e può anche ribaltarsi contro di lui; il predatore può diventare preda. Sono questi i momenti in cui la buffoneria e lo scherzo si appuntano su bersagli bensì ridicoli, ma nondimeno menomati (i contadini straccioni del Gloucestershire, reclutati a forza in III, 2), gli ingenui (Madama Quickly che cerca di riavere i suoi prestiti in II, 1) o impotenti, dove la comicità non mette più alla berlina l’ipocrisia del potere, ma evidenzia i sofferti limiti dell’umano. Se l’inesauribile copiosità dei motti di spirito contro la legge scatenava la risata liberatoria del comico, qui il riso si rivolta dall’oggetto al soggetto scindendolo in osservatore e osservato, carnefice e vittima, nella forma del grottesco – la forma che Baudelaire definirà il “comico assoluto” –. Assoluto è il comico che mette in evidenza lo sdoppiamento del sé, che permette all’uomo di venire a patti con la propria finitudine e lo rende capace di autoironia, di nominare, grazie al riso, la “dualità permanente” dell’umano, la sua “grandezza infinita e miseria infinita”, di fare dei propri limiti l’oggetto di un riso violento e subitaneo. Caratteristica del “filosofo” (o poeta), secondo Baudelaire, è la “forza di sdoppiarsi rapidamente”: pensiamo alle scappatoie verbali (e fisiche) che Falstaff improvvisa per aggirare le accuse del Giudice in I, 2. Baudelaire trova un esempio perfetto del grottesco nella pantomima inglese, che 2056
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raccoglie diverse tradizioni popolari, il Vizio, il clown, il trickster, tutte all’origine del personaggio falstaffiano. Il riso malizioso e crudele che si scatena quando l’individuo scopre la propria permanente dualità, il potere di essere contemporaneamente “se stesso e qualcun altro”, che viene ripreso da T. S. Eliot, sulla scia di Baudelaire, quando sostiene che il comico nel Volpone di Ben Jonson, lungi dal mostrare la crudeltà punita, “critica l’umanità, intensificandola” (Eliot). Falstaff è qui più pericoloso e meno efficace (pensa di divertire Hal con le sue arguzie sulla dabbenaggine del giudice Shallow, quando sappiamo che Hal si sta già preparando a ripudiarlo), più sprovveduto nella sua convinzione di essere invulnerabile – e se ne rende conto nel finale quando il suo “ragazzo” lo ripudia –. Il comico falstaffiano, in questo nuovo contesto, assume toni diversi: catturato dall’immagine di un mondo che nel suo insieme sta sprofondando nella rovina e nel caos, Falstaff diventa un personaggio aspro e cinico. La sua fisicità si deteriora, incorpora in senso proprio le malattie, le corruzioni, gli appetiti smodati del mondo che muore (IV, 1, 54-6). Privata del gioco, la vita di Falstaff verrebbe – viene – meno. Così è che nel dramma successivo, Enrico V, Falstaff, fuori scena, muore. L’esuberanza arguta dei suoi giochi col linguaggio trasmigra in altri protagonisti shakespeariani: il principio di piacere è soppiantato dal disagio della civiltà.
La fortuna sulle scene e sullo schermo Alla base della ripresa di 2 Enrico IV sta la continua popolarità di Falstaff e l’interesse per la prima parte, che durano per tutto il secolo XVIII. L’autore di questo revival fu l’attore e regista Thomas Betterton, che aveva ampiamente modificato il testo, rendendolo noto come il dramma dell’“umorista” sir John Falstaff. L’adattamento tagliava tutta la parte sulla famiglia Northumberland, rendendo così la seconda parte più indipendente dalla prima e apriva con Falstaff ciò che avrebbe garantito il successo da parte di un pubblico sempre più desideroso di vedere in scena quel personaggio leggendario. Verso la metà del Settecento, alcuni teatri misero tuttavia in scena l’“originale” shakespeariano in polemica con l’adattamento di Betterton, le cui fortune declinarono rapidamente. Il ritorno alla versione shakespeariana originale, dopo circa mezzo secolo che l’aveva vista come il dramma di Falstaff e degli “umoristi”, 2057
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segnala la rinnovata importanza del tema della storia politica, forse perché il ruolo di Enrico IV fu impersonato per un decennio dal grande Garrick (Wells). Agli inizi dell’Ottocento, nella scia della Rivoluzione francese e delle conquiste napoleoniche in Europa, prevale la tendenza ad allontanarsi della commedia di Falstaff per seguire la direzione di “una morale della storia”, riflettendo con ciò l’umore di una nazione in guerra: al teatro è affidato il compito di rafforzare la fibra morale della nazione. La messa in scena più spettacolare del secolo, ebbe poi luogo nel 1821, in un tempo in cui si era affermato il gusto per le produzioni sfarzose e accurate nella ricostruzione storica della sceneggiatura e dei costumi, quasi una wagneriana Gesamtkunstwerk (Weis), che si avvicinava a un’opera lirica, con l’accompagnamento di “arie, duetti, cori, ecc.”. Benché l’importanza del ruolo di Falstaff non fosse mai venuta meno, nella seconda metà dell’Ottocento, i due drammi su Enrico IV caddero nel dimenticatoio, forse per via del linguaggio in prosa, giudicato troppo spinto da un morigerato pubblico vittoriano, non certo propenso ad ammirare gli scandalosi personaggi “bassi” di Falstaff e Doll Tearsheet. Alla fine del secolo Frank Benson produsse 2 Enrico IV singolarmente, per inserirlo subito dopo in un ciclo di rappresentazioni che includevano Re Giovanni, Riccardo II, Enrico V, 2 Enrico VI, (ma non 1 Enrico IV, aggiunto poi nel 1905). Le produzioni di maggior rilievo del Novecento sono tuttavia quelle successive alla seconda guerra mondiale, sia per il dramma singolo, che per i cicli storici. Ricordiamo in particolare: la rappresentazione di John Burrell con Olivier che, con la consueta bravura, impersona sia Hotspur che Shallow, imprimendo una svolta verso l’interiorità e un’intimità senile e commovente, del tutto dimentica del tema politico; la tetralogia dei Lancaster, diretta da Anthony Quayle, John Kidd, e Michael Redgrave (1951), che fa tesoro di Olivier e sfoltisce le parti comiche, lasciando invece intatto il tema politico, e presentando la resa drammatica di una storia mitica che fonda il destino nazionale inglese. Nel 1951 Anthony Quayle impersona il Falstaff più riuscito del Novecento. Nel 1964 il ciclo della prima e seconda tetralogia propone una rivisitazione dei drammi storici alla luce della Mutter Courage di Brecht e soprattutto delle interpretazioni di Ian Kott, secondo il quale questi drammi mettono in evidenza gli orrori della guerra piuttosto che la celebrazione del destino della nazione inglese. Altra svolta importante arriva nel cinema: moltissimi furono gli adattamenti filmici, ma i maggiori 2058
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nell’ambito della tetralogia furono quella di Lawrence Olivier con Enrico V (1944) e la geniale produzione di Welles con Chimes at Midnight (1965), basato sui due drammi. Il film introduce significative novità nell’interpretazione (soprattutto per le scene di guerra a Shrewsbury, l’opposto dell’Azincourt di Olivier), e colpisce anche per le geniali tecniche adottate: la battaglia riassume l’epicità di Eisenstein e Griffith, i piani sequenza nella taverna ricordano Citizen Kane; le ambientazioni esterne situano i personaggi in una terra desolata e nevosa che allude a Bergman, sovrastata da una parte dai contrafforti del palazzo-fortezza della corte disadorna e fredda, dall’altra dagli interni chiassosi, esuberanti, corposamente umani della taverna. Trevor Nunn (1982), rende con dickensiana efficacia narrativa le scene di Eastcheap, per mettere in evidenza i rapporti di Hal con i suoi tre padri: Enrico IV, Falstaff, il Giudice, con un Hal poco regale e troppo hippy. Una nuova svolta avvenne nella produzione iconoclastica di Bogdanov e Pennington (1986), marcatamente anti-borghese e irriverente, in aperta sfida ai tempi conservatori degli inglesi anni ottanta. Altre produzioni importanti hanno incentrato tutti e due i drammi sul conflitto Hotspur-Hal. Va segnalato infine il recentissimo adattamento filmico della tetralogia, The Hollow Crown, (2012) con un nevrotico Jeremy Irons per Enrico IV e un grande Simon Russell Beale per Falstaff. GIULIANA FERRECCIO
R IFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Fonti G. BULLOUGH (cur.), Narrative and Dramatic Sources of Shakespeare, London, Routledge, 1973 (1962). L. MICHEL (cur.), S. DANIEL, The Civil Wars (1595), New Haven, Yale, 1958. E. HALL, The Union of the two Noble and Illustre Families of Lancaster and York (1548), London 1809. R. HOLINSHED, Chronicles of England, Scotland, and Ireland ( 1587), London 1808. Letteratura critica Fra le maggiori edizioni inglesi segnaliamo quelle a cura di: M. A. SHAABER, New Variorum 1940; A. R. HUMPHRIES, Arden 1966, 1981; P. 2059
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DAVISON, Penguin 1968, 1996; G. MELCHIORI, New Cambridge 1989, 2007; R. WEIS, Oxford 1997, 2008; F. X. CONNOR, New Oxford Shakespeare, Oxford 2017. Fra le italiane segnaliamo quelle a cura di G. MELCHIORI, Mondadori 1979; M. BACIGALUPO, Garzanti 2010 (1993). W. H. AUDEN, Lezioni su Shakespeare, Milano, Adelphi, 2006 (1948); E. AUERBACH, Mimesis, Torino, Einaudi, 1956; D. J. BAKER, W. MALEY (cur.), British Identities and English Renaissance Literature, Cambridge, Cambridge U. P., 2002; C. BAUDELAIRE, Écrits sur l’art, Paris, Le livre de poche, 1999 (1855); H. JR. BERGER, Harrying: Skills of Offense in Shakespeare’s Henriad, New York, Fordham U. P., 2016; H. BLOOM, The Invention of the Human, New York, Riverhead, 1998; A. C. BRADLEY, Shakespearean Tragedy, London, Macmillan, 1922 (1909); J. C. BULMAN, “Henry IV, Parts 1 and 2”, in M. Hattaway (cur.), Cambridge Companion to Shakespeare’s History Plays, Cambridge, Cambridge U. P., 2002; J. DOVER WILSON, The Fortunes of Falstaff, Cambridge, Cambridge U. P., 1943; T. S. ELIOT, “London Letter” – The Dial, March-May 1921; S. GREENBLATT, Shakespearean Negotiations: The Circulation of Social Energy in Renaissance England, Berkeley, U. of California P. 1988; ID, Will in the World: How Shakespeare Became Shakespeare, London, Cape, 2004; B. GRIFFIN, Playing the Past: Approaches to English Historical Drama 1385-1600, Woodbridge, D. S. Brewer, 2001; A. HADFIELD, P. HAMMOND, Shakespeare and Renaissance Europe, London, Bloomsbury, 2004; A. HANSEN, “Recent stage, film and critical interpretations”, in G. Melchiori (cur.), The Second Part of Henry IV, Cambridge, Cambridge U. P., 2007; M. HATTAWAY (cur.), The Cambridge Companion to Shakespeare’s History Plays, Cambridge, Cambridge U. P., 2002; B. HODGDON, Henry IV, Part Two: Shakespeare in Performance, Manchester, Manchester U. P., 1993. ID., The End Crowns All: Closure and Contradiction in Shakespeare’s History, Princeton, Princeton U. P., 1991; G. HOLDERNESS, Shakespeare Recycled: The Making of Historical Drama, London, Rowman Littlefield, 1992; J. E. HOWARD, P. R ACKIN, Engendering a Nation: a Feminist Account of Shakespeare’s English Histories, London, Routledge 2002 (1997); J. J. JOUGHIN, Shakespeare and National Culture, Manchester, Manchester U. P., 1997; R. KNOWLES (cur.), Shakespeare and Carnival: After Bakhtin, London, Macmillan, 1998; JAN KOTT, Shakespeare Our Contemporary, New York, Norton, 1964; T. MCALINDON, Shakespeare’s Tudor History: 2060
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A Study of Henry IV, Parts 1 and 2, Farnham, Ashgate, 2001; C. T. MCLOGHLIN, Shakespeare, Rabelais and the Comical-Historical, New York – Frankfurt, Peter Lang, 2000; J. D. MARDOCK e K. R. MCPHERSON (cur.), Stages of Engagement. Drama and Religion in Post-Reformation England, Pittsburgh PEN, Duquesne U. P., 2014; G. MELCHIORI, “The Corridors of History: Shakespeare the Re-Maker” Proceedings of the British Academy 77, 1986; P. PUGLIATTI, Shakespeare the Historian, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 1996; K. RYAN, Shakespeare: Texts and Contexts, New York, St. Martin’s P., 2000; J. SHAPIRO, 1599: A Year in the Life of William Shakespeare, London, Faber and Faber, 2005; N. SHAHEEN, Biblical References in Shakespeare’s History Plays, Newark, U. of Delaware P., 1999 (1989); T. TANNER, Prefaces to Shakespeare, Cambridge, MA, Harvard U. P., 2012; E. M. W. TILLYARD, Shakespeare’s History Plays, London, Penguin, 1991 (1944); S. WELLS (cur.), Shakespeare in the Theatre: An Anthology of Criticism, Oxford, Oxford U. P. 2000; D. R. WOOLF, Reading History in Early Modern England, Cambridge, Cambridge U. P., 2000.
SIGLE QA: il primo in-quarto (1600); QB: il secondo in-quarto (1600); F: l’in-folio (o Folio: 1623). Nella sua edizione John Jowett mira a mantenere le caratteristiche principali delle versioni per la messinscena del testo che stanno alla base di F, siano esse derivate da QB oppure da brogliacci (foul papers) che produssero il copione di scena (prompt-book). Benché molte delle varianti di F rispetto a Q non possano essere accettate perché basate su interventi arbitrari dei trascrittori, il curatore ha adottato un numero maggiore di varianti del Folio di quanto non si sia fatto fi nora, sia nei casi di imperfezioni di Q, sia in quelli di probabili interventi d’autore successivi ai brogliacci. I brani rilevanti di Q che probabilmente Shakespeare eliminò preparando la versione defi nitiva del dramma sono riportati in appendice come Aggiunte al testo. La divisione in atti e scene, assente da Q, deriva dalla tradizione editoriale. Segnaliamo qui solo varianti con significati alternativi, non le didascalie di regia. Una selezione di varianti rifiutate dall’ed. Oxford viene riportata fra le note al testo italiano. Per le notizie sulle date del testo, le fonti, e le messinscena recenti, oltre a quella di John Jowett, sono state consultate le seguenti edizioni critiche: Peter Davison, Henry IV, Part II, Giorgio Melchiori, The Second Part of Henry IV, André Weis, Henry IV, Part II. La grafia del Quarto e del Folio non viene modernizzata tranne nei casi della f (s) (es. fwaggering per swaggering) e degli scambi fra u e v (es. aduenture per adventure).
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THE SECOND PART OF HENRY IV THE PERSONS OF THE PLAY
RUMOUR, the Presenter EPILOGUE KING HENRY IV PRINCE HARRY, later crowned King Henry V sons of PRINCE JOHN of Lancaster King Humphrey, Duke of Henry IV GLOUCESTER Thomas, Duke of CLARENCE
}
Percy, Earl of NORTHUMBERLAND, of the rebels’ party LADY NORTHUMBERLAND KATE, their son Hotspur’s widow TRAVERS, Northumberland’s servant MORTON, a bearer of news from Shrewsbury Scrope, ARCHBISHOP of York LORD BARDOLPH Thomas, Lord MOWBRAY, the Earl Marshal Lord HASTINGS Sir John COLEVILLE
}
rebels against King Henry IV
LORD CHIEF JUSTICE His SERVANT GOWER, a Messenger SIR JOHN Falstaff His PAGE BARDOLPH POINS Ensign PISTOL PETO
}
MISTRESS QUICKLY, hostess of a tavern DOLL TEARSHEET, a whore SNARE sergeants FANG
}
Neville, Earl of WARWICK Earl of SURREY Earl of WESTMORLAND HARCOURT Sir John Blunt
}
}
supporters of King Henry IV
Robert SHALLOW country justices SILENCE DAVY, Shallow’s servant Ralph MOULDY Simon SHADOW Thomas WART Francis FEEBLE Peter BULLCALF
}
men levied to fight for King Henry IV
PORTER of Northumberland’s household DRAWERS BEADLES GROOMS MESSENGER Sneak and other musicians
‘irregular humorists’
Lord Chief Justice’s men, soldiers and attendants
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV PERSONAGGI
CHIACCHIERA, il Prologo EPILOGO RE ENRICO IV1 PRINCIPE HARRY, poi incoronato re Enrico V2 PRINCIPE JOHN di figli di re Lancaster Enrico IV Humphrey, duca di GLOUCESTER Thomas, duca di CLARENCE
}
Percy, conte di NORTHUMBERLAND, del partito dei ribelli LADY NORTHUMBERLAND, sua moglie KATE, vedova di Hotspur, loro figlio TRAVERS, servitore di Northumberland MORTON, messaggero da Shrewsbury Scrope, ARCIVESCOVO di York LORD BARDOLPH Thomas, lord MOWBRAY, conte cerimoniere Lord HASTINGS Sir John COLEVILLE
}
ribelli contro re Enrico IV
GIUDICE, lord presidente della corte di giustizia SERVITORE del giudice GOWER, un messaggero Sir John FALSTAFF Il suo PAGGIO BARDOLPH POINS Alfiere PISTOL PETO
}
MADAMA QUICKLY, ostessa di una taverna DOLL TEARSHEET, una prostituta SNARE sergenti FANG
}
}
Neville, conte di WARWICK Conte di SURREY sostenitori di Conte di WESTMORLAND re Enrico IV HARCOURT Sir John Blunt
}
Robert SHALLOW giudici di campagna SILENCE DAVY, servitore di Shallow Ralph MUFFA Simone OMBRA Tommaso PORRO Francesco FLOSCIO Pietro TORELLO
}
reclute per combattere per re Enrico IV3
GUARDIANO di casa Northumberland GARZONI GUARDIE PALAFRENIERI MESSAGGERO Sneak e altri musicisti Soldati, attendenti e uomini del lord giudice presidente
“Negli episodi comici”
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THE SECOND PART OF HENRY IV, INDUCTION
Induction
Enter Rumour [in a robe] painted full of tongues
RUMOUR
Open your ears; for which of you will stop The vent of hearing when loud Rumour speaks? I from the orient to the drooping west, Making the wind my post-horse, still unfold The acts commencèd on this ball of earth. Upon my tongues continual slanders ride, The which in every language I pronounce, Stuffing the ears of men with false reports. I speak of peace, while covert enmity Under the smile of safety wounds the world; And who but Rumour, who but only I, Make fearful musters and prepared defence Whiles the big year, swoll’n with some other griefs, Is thought with child by the stern tyrant war, And no such matter? Rumour is a pipe Blown by surmises, Jealousy’s conjectures, And of so easy and so plain a stop That the blunt monster with uncounted heads, The still-discordant wav’ring multitude, Can play upon it. But what need I thus My well-known body to anatomize Among my household? Why is Rumour here? I run before King Harry’s victory, Who in a bloody field by Shrewsbury Hath beaten down young Hotspur and his troops, Quenching the flame of bold rebellion Even with the rebels’ blood. But what mean I To speak so true at first? My office is To noise abroad that Harry Monmouth fell Under the wrath of noble Hotspur’s sword, And that the King before the Douglas’ rage Stooped his anointed head as low as death. This have I rumoured through the peasant towns Between that royal field of Shrewsbury
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, PROLOGO
Prologo Entra la Chiacchiera [in tunica] tutta dipinta di lingue4 CHIACCHIERA
Aprite le orecchie: chi di voi chiuderà i canali dell’udito quando parla l’assordante Chiacchiera? Dall’oriente al declinante occidente, facendo del vento il mio cavallo da posta, io continuamente svelo gli atti messi in piedi su questo globo terracqueo5. Sulle mie lingue viaggiano calunnie incessanti che io ridico in ogni idioma, riempiendo le orecchie degli uomini di false voci. Parlo di pace, mentre la discordia, velata dal sorriso della sicurezza, ferisce il mondo; e chi se non la Chiacchiera, chi se non io, arruola truppe e prepara timorose difese, mentre l’annata gonfia e gravida di altri eventi penosi è creduta incinta del duro tiranno della guerra, pur se non è vero? La Chiacchiera è un piffero, soffiato da sospetti, gelose congetture, così facile da suonare6 che persino il mostro ottuso dalle innumerevoli teste, la moltitudine vacillante e sempre discorde, lo sa usare. Ma che bisogno ho io di far l’anatomia del mio corpo, ben noto al pubblico? Perché la Chiacchiera è qui ora? Precedo di corsa la vittoria di re Enrico7, che in un campo insanguinato presso Shrewsbury ha sconfitto il giovane Hotspur8 e le sue truppe, spegnendo le fiamme della ribellione audace col sangue stesso dei ribelli. Ma cosa mi viene in mente di dire il vero così di botto? Mio compito è spargere la voce che Henry Monmouth9 cadde sotto la spada adirata del nobile Hotspur e che il re, di fronte alla furia di Douglas10, chinò il capo consacrato fino a morirne11. Questo ho spettegolato per i borghi rustici tra il campo reale di Shrewsbury e
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 1
And this worm-eaten hold of raggèd stone, 1 Where Hotspur’s father, old Northumberland, Lies crafty-sick. The posts come tiring on, And not a man of them brings other news Than they have learnt of me. From Rumour’s tongues They bring smooth comforts false, worse than true wrongs. Exit 1.1
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Enter Lord Bardolph at one door. [He crosses the stage to another door]
LORD BARDOLPH
Who keeps the gate here, ho? Enter Porter [above] Where is the Earl? PORTER
What shall I say you are? LORD BARDOLPH Tell thou the Earl That the Lord Bardolph doth attend him here. PORTER
His lordship is walked forth into the orchard. Please it your honour knock but at the gate, And he himself will answer.
5
Enter the Earl Northumberland [at the other door], as sick, with a crutch and coif LORD BARDOLPH
Here comes the Earl. [Exit Porter]
NORTHUMBERLAND
What news, Lord Bardolph? Every minute now Should be the father of some stratagem. The times are wild; contention, like a horse Full of high feeding, madly hath broke loose, And bears down all before him.
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35. Hold: così in questa edizione; in QF hole = “buco”, “tana”, “tugurio”. 2066
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 1
questa rocca12 di pietra cadente, divorata dai tarli, dove il padre di Hotspur, il vecchio Northumberland, giace fingendosi malato13. I messaggeri accorrono esausti e non uno di loro porta notizie diverse da quelle che hanno udito da me. Dalle lingue della Chiacchiera portano sollievi dolci e fasulli, peggiori dei veri malanni. Esce I, 1
Entra Lord Bardolph da una porta [attraversa la scena verso un’altra porta]14
LORD BARDOLPH15
Chi custodisce il portone qui, ohilà? Entra il guardiano [sopra] Dov’è il conte? GUARDIANO
Chi devo annunciare? LORD BARDOLPH
Dì al conte che Lord Bardolph lo attende qui. GUARDIANO
Sua signoria si è allontanato a passeggiare nel frutteto. Voglia vostro onore bussare al portone, e lui stesso vi risponderà. Entra il conte di Northumberland [dall’altra porta], visibilmente malato, con una stampella e un berretto da notte LORD BARDOLPH
Ecco il conte. [Esce il guardiano] NORTHUMBERLAND
Quali notizie, lord Bardolph? Ogni minuto dovrebbe ormai produrre qualche violenza. I tempi sono selvaggi; la contesa, come un cavallo troppo nutrito, ha sciolto follemente il freno e travolge tutti davanti a sé.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 1
Noble Earl, I bring you certain news from Shrewsbury.
LORD BARDOLPH
NORTHUMBERLAND
Good, an God will.2 As good as heart can wish. The King is almost wounded to the death; And, in the fortune of my lord your son, Prince Harry slain outright; and both the Blunts Killed by the hand of Douglas; young Prince John And Westmorland and Stafford fled the field; And Harry Monmouth’s brawn, the hulk Sir John, Is prisoner to your son. O, such a day, So fought, so followed, and so fairly won, Came not till now to dignify the times Since Caesar’s fortunes! NORTHUMBERLAND How is this derived? Saw you the field? Came you from Shrewsbury? LORD BARDOLPH
15
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LORD BARDOLPH
I spake with one, my lord, that came from thence, A gentleman well bred and of good name, That freely rendered me these news for true.
25
Enter Travers NORTHUMBERLAND
Here comes my servant Travers, who I sent On Tuesday last to listen after news. LORD BARDOLPH
My lord, I overrode him on the way, And he is furnished with no certainties More than he haply may retail from me.
30
NORTHUMBERLAND
Now, Travers, what good tidings comes with you?
13. God: così in Q; heaven = “cielo” in F. La sostituzione in F di “cielo” per “Dio” è molto frequente e indica l’intenzione di evitare espressioni blasfeme, proibite dallo Statuto del 1606. 2068
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 1
LORD BARDOLPH
Nobile conte, porto notizie certe da Shrewsbury. NORTHUMBERLAND
Buone, lo voglia Dio. LORD BARDOLPH
Le migliori che il cuore possa desiderare. Il re è ferito quasi a morte e, per buona sorte del mio signore vostro figlio, il principe Harry è stato ucciso all’istante; entrambi i Blunt16 uccisi per mano di Douglas; il giovane principe John e Westmorland e Stafford17 hanno abbandonato il campo in fuga; e il grasso suino alle dipendenze di Harry Monmouth, quella botte di sir John18, è prigioniero di vostro figlio. Oh, un giorno tale, così combattuto, così condotto e così vinto19, non è più venuto a render gloria ai tempi, dopo le imprese trionfali di Cesare. NORTHUMBERLAND
Come l’avete saputo? Avete visto il campo? Venite da Shrewsbury? LORD BARDOLPH
Ho parlato con uno, mio signore, che veniva di là, un gentiluomo ben educato e di buon nome, che liberamente mi ha dato queste notizie come certe. Entra Travers NORTHUMBERLAND
Ecco arriva il mio servo Travers che ho mandato martedì scorso a cercare notizie. LORD BARDOLPH
Mio signore, lo distanziai cavalcando lungo la via, e non potrà darvi notizie più sicure di quelle che ha avuto da me. NORTHUMBERLAND
Allora, Travers, quali buone nuove mi rechi?
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 1
TRAVERS
My lord, Lord Bardolph turned me back3 With joyful tidings, and being better horsed Outrode me. After him came spurring hard4 A gentleman almost forspent with speed, That stopped by me to breathe his bloodied horse. He asked the way to Chester, and of him I did demand what news from Shrewsbury. He told me that rebellion had ill luck,5 And that young Harry Percy’s spur was cold. With that he gave his able horse the head, And, bending forward, struck his armèd heels6 Against the panting sides of his poor jade Up to the rowel-head; and starting so, He seemed in running to devour the way, Staying no longer question. NORTHUMBERLAND Ha? Again: Said he young Harry Percy’s spur was cold? Of Hotspur, ‘Coldspur’? that rebellion Had met ill luck? LORD BARDOLPH My lord, I’ll tell you what: If my young lord your son have not the day, Upon mine honour, for a silken point I’ll give my barony. Never talk of it.
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NORTHUMBERLAND
Why should the gentleman that rode by Travers Give then such instances of loss? LORD BARDOLPH Who, he? He was some hilding fellow that had stol’n
55
34. Lord Bardolph: così in questa edizione; in QF sir John Umfrevile. La critica concorda nel ritenere che siano la stessa persona; evidentemente Shakespeare cambiò il nome al personaggio. 36. Hard: così in Q; in F head = “a rompicollo”. 41. Ill: così in F; in Q bad. L’autore può aver corretto per evitare “had bad”. 44. Armèd: così in Q; in F able = “capaci”. Able heels è ridondanza rispetto al verso precedente. 2070
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 1
TRAVERS
Mio signore, lord Bardolph20 mi rimandò indietro con notizie gioiose e, avendo miglior cavallo, mi oltrepassò21. Dopo di lui arrivò a forza di speroni un gentiluomo, quasi esausto per la galoppata, che mi fermò per far respirare il cavallo sanguinante. Chiese la strada per Chester, e a lui domandai notizie di Shrewsbury. Mi disse che la ribellione era fallita, e che lo sperone del giovane Harry Percy era ormai freddo22. Con ciò lasciò le briglie sciolte al suo buon cavallo, e, piegandosi in avanti, ficcò i talloni taglienti nei fianchi ansimanti del povero ronzino fino alla ruota dello sperone; e, partito così, sembrava nella corsa divorare la strada, impedendomi di chieder altro. NORTHUMBERLAND
Ah? Ripeti: ha detto che lo sperone del giovane Harry Percy era freddo? Da Hotspur a Coldspur? Che la ribellione ha avuto cattiva sorte? LORD BARDOLPH
Mio signore, sentite qua: se il mio giovane signore vostro figlio non ha trionfato, sul mio onore, per un nastrino di seta cederò la baronia. Non parlatene nemmeno. NORTHUMBERLAND
Perché allora quel gentiluomo che sorpassò Travers avrebbe dato tali notizie di sconfitta? LORD BARDOLPH
Chi, lui? Era un tipo spregevole che aveva rubato il cavallo che
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 1
The horse he rode on, and, upon my life, Spoke at a venture.7 Enter Morton Look, here comes more news. NORTHUMBERLAND
Yea, this man’s brow, like to a title leaf, Foretells the nature of a tragic volume. So looks the strand whereon the imperious flood Hath left a witnessed usurpation. Say, Morton, didst thou come from Shrewsbury?
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MORTON
I ran from Shrewsbury, my noble lord, Where hateful death put on his ugliest mask To fright our party. NORTHUMBERLAND How doth my son and brother? Thou tremblest, and the whiteness in thy cheek Is apter than thy tongue to tell thy errand. Even such a man, so faint, so spiritless, So dull, so dead in look, so woebegone, Drew Priam’s curtain in the dead of night, And would have told him half his Troy was burnt; But Priam found the fire ere he his tongue, And I my Percy’s death ere thou report’st it. This thou wouldst say: ‘Your son did thus and thus, Your brother thus; so fought the noble Douglas’, Stopping my greedy ear with their bold deeds; But in the end, to stop my ear indeed,8 Thou hast a sigh to blow away this praise, Ending with ‘Brother, son, and all are dead.’
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80
MORTON
Douglas is living, and your brother yet; But for my lord your son — 59. A venture: così in questa edizione; in Q a venter, in F adventure. F rende il linguaggio più corretto e ricercato. 79. My: così in Q; mine in F, che tende sempre ad abbellire il testo. Mine è la forma che troviamo quasi sempre prima di eye, ear, ecc. 2072
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cavalcava e, sulla mia vita, parlava a caso. Guardate, ecco altre notizie. Entra Morton NORTHUMBERLAND
Sì, la fronte di quest’uomo, come un frontespizio, predice il carattere di un volume tragico. Così appare la riva sulla quale i flutti imperiosi hanno lasciato segni di usurpazione. Dì, Morton, sei venuto da Shrewsbury? MORTON
Arrivo di corsa da Shrewsbury, mio nobile signore, dove la morte odiosa indossò la maschera più orribile per atterrire i nostri. NORTHUMBERLAND
Che ne è di mio figlio e mio fratello? Tu tremi, e il pallore delle tue guance è messaggero migliore della lingua per riportare il messaggio. Un uomo come te, così debole e stremato, così fiacco, morto nel sembiante, così affranto, aprì la tenda di Priamo nel fondo della notte, per dirgli che metà della sua Troia era bruciata 23; ma Priamo trovò il fuoco prima che lui ritrovasse la lingua, ed io la morte del mio Percy prima che tu la riferisca. Tu questo vorresti dirmi: “vostro figlio ha fatto questo e questo; vostro fratello questo; così combatté il nobile Douglas”, ostruendo il mio avido udito con i loro atti coraggiosi; e alla fine, per assordarmi davvero del tutto, tu offri un sospiro che soffia via questi encomi, concludendo “Fratello, figlio e tutti sono morti”. MORTON
Douglas vive, e vostro fratello anche; ma mio signore, vostro figlio –
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Why, he is dead. See what a ready tongue suspicion hath! He that but fears the thing he would not know Hath by instinct knowledge from others’ eyes That what he feared is chanced. Yet speak, Morton. Tell thou an earl his divination lies, And I will take it as a sweet disgrace, And make thee rich for doing me such wrong.
NORTHUMBERLAND
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MORTON
You are too great to be by me gainsaid, Your spirit is too true, your fears too certain. NORTHUMBERLAND
Yet for all this, say not that Percy’s dead. I see a strange confession in thine eye — Thou shak’st thy head, and hold’st it fear or sin To speak a truth. If he be slain, say so.9 The tongue offends not that reports his death; And he doth sin that doth belie the dead, Not he which says the dead is not alive. Yet the first bringer of unwelcome news Hath but a losing office, and his tongue Sounds ever after as a sullen bell Remembered knolling a departing friend.10
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LORD BARDOLPH
I cannot think, my lord, your son is dead. MORTON (to Northumberland)
I am sorry I should force you to believe That which I would to God I had not seen;11 But these mine eyes saw him in bloody state, Rend’ring faint quittance, wearied and out-breathed, To Harry Monmouth, whose swift wrath beat down The never-daunted Percy to the earth,
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96. Say so: così in F; manca in Q. La prima di una serie di varianti in cui F completa i versi tronchi di Q. 103. Knolling = “che suona a morto”: così in F; in Q tolling con lo stesso significato. 106. God: così in Q; in F heaven. 2074
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 1
NORTHUMBERLAND
Vedi, è morto. Vedi come il sospetto sa predire! Chi teme ciò che non vorrebbe sapere, per istinto apprende dagli occhi altrui che ciò che temeva è accaduto. Però parla, Morton. Dì a un conte che la sua profezia è errata e la prenderò come una dolce offesa, e ti farò ricco per avermi fatto torto. MORTON
Voi siete troppo grande perché io vi contraddica, il vostro intuito troppo sicuro, i vostri timori troppo veri. NORTHUMBERLAND
Tuttavia, non dire che Percy è morto. Vedo nei tuoi occhi una ammissione riluttante. Tu scuoti la testa, e ritieni codardia o peccato ammettere la verità. Se è stato ucciso, dillo. Non offende la lingua che riferisce la sua morte; e pecca chi mente su chi è morto, non chi dice che i morti non sono vivi. Eppure chi per primo porta notizie penose ha solo un compito ingrato, e la sua lingua suonerà sempre come una lugubre campana 24, di cui ricordiamo i rintocchi funebri per un amico che ci lascia. LORD BARDOLPH
Non riesco a pensare, mio signore, che vostro figlio sia morto. MORTON (a Northumberland)
Mi addolora dovervi forzare a credere ciò che Dio sa non vorrei aver visto; ma i miei stessi occhi l’hanno visto coperto di sangue, mentre fronteggiava, debole, esausto e senza fiato, la furia impetuosa di Harry Monmouth che abbatté a terra l’indomito Percy25, da
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From whence with life he never more sprung up. In few, his death, whose spirit lent a fire Even to the dullest peasant in his camp, Being bruited once, took fire and heat away From the best-tempered courage in his troops; For from his metal was his party steeled, Which once in him abated, all the rest Turned on themselves, like dull and heavy lead; And, as the thing that’s heavy in itself Upon enforcement flies with greatest speed, So did our men, heavy in Hotspur’s loss, Lend to this weight such lightness with their fear That arrows fled not swifter toward their aim Than did our soldiers, aiming at their safety, Fly from the field. Then was that noble Worcester Too soon ta’en prisoner; and that furious Scot The bloody Douglas, whose well-labouring sword Had three times slain th’appearance of the King, Can vail his stomach, and did grace the shame Of those that turned their backs, and in his flight, Stumbling in fear, was took. The sum of all Is that the King hath won, and hath sent out A speedy power to encounter you, my lord, Under the conduct of young Lancaster And Westmorland. This is the news at full.
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NORTHUMBERLAND
For this I shall have time enough to mourn. In poison there is physic; and these news, Having been well, that would have made me sick, Being sick, have in some measure made me well; And, as the wretch whose fever-weakened joints, Like strengthless hinges, buckle under life, Impatient of his fit, breaks like a fire Out of his keeper’s arms, even so my limbs, Weakened with grief, being now enraged with grief, Are thrice themselves.
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[He casts away his crutch] 2076
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dove non si rialzò più vivo. In breve, la morte di colui il cui animo prestava fuoco anche al rustico più ottuso del suo esercito, una volta diffusasi la notizia, tolse fiamma e calore anche al coraggio più temprato fra le sue truppe; poiché del suo acciaio erano forgiati i suoi seguaci e, una volta smussato questo in lui, tutti gli altri si ripiegarono su se stessi, come piombo opaco e pesante; e come la cosa più pesante, una volta spinta, precipita a gran velocità, così i nostri uomini, gravati dalla perdita di Hotspur, con la loro paura diedero a quel peso una tale leggerezza, che mai frecce volarono al bersaglio più veloci dei nostri soldati che, mirando alla salvezza, fuggivano dal campo. Poi il nobile Worcester troppo presto fu fatto prigioniero; e quel feroce scozzese, il sanguinario Douglas, la cui spada solerte tre volte aveva ucciso l’immagine del re26, perse coraggio, e attenuò la vergogna di quelli che avevano voltato le spalle: nella fuga, incespicando per la paura, fu catturato. Il risultato è che il re ha vinto, e ha inviato una veloce pattuglia contro di voi, mio signore, sotto la guida del giovane Lancaster e di Westmorland. Questo è tutto. NORHTUMBERLAND
Avrò tempo sufficiente per affliggermene. Nel veleno c’è anche la cura 27; e queste notizie, che mi avrebbero fatto ammalare se fossi sano, essendo malato mi hanno in qualche modo risanato; e, come il misero le cui giunture, indebolite dalla febbre, come cardini senza forza si piegano sotto il peso del suo corpo vivo, e non potendo sopportare gli attacchi del male si libera come il fuoco dalla presa del suo custode, così le mie membra, indebolite dal dolore, ma dal dolore esasperate, valgono tre volte se stesse. [Getta via la stampella]
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Hence therefore, thou nice crutch! A scaly gauntlet now with joints of steel Must glove this hand.
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[He snatches off his coif] And hence, thou sickly coif! Thou art a guard too wanton for the head Which princes fleshed with conquest aim to hit. Now bind my brows with iron, and approach The ragged’st hour that time and spite dare bring To frown upon th’enraged Northumberland! Let heaven kiss earth! Now let not nature’s hand Keep the wild flood confined! Let order die! And let this world no longer be a stage To feed contention in a ling’ring act; But let one spirit of the first-born Cain Reign in all bosoms, that each heart being set On bloody courses, the rude scene may end, And darkness be the burier of the dead!
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LORD BARDOLPH
Sweet Earl, divorce not wisdom from your honour.12 MORTON
The lives of all your loving complices Lean on your health, the which, if you give o’er To stormy passion, must perforce decay. You cast th’event of war, my noble lord,13 And summed the account of chance, before you said ‘Let us make head’. It was your presurmise That in the dole of blows your son might drop. You knew he walked o’er perils on an edge, More likely to fall in than to get o’er.
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161. LORD BARDOLFE: così in F; in Q Umfr . This strained passion doth you wrong my lord. / Bard . = “Mio signore, queste parole appassionate e febbrili vi fanno torto.” 165-178. You … be?: così in F, manca in Q. Vedi introduzione per le ipotesi che interpretano queste varianti come tagli ovvero come aggiunte. 2078
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Via, perciò, fragile stampella! Un guanto di scaglie e giunture d’acciaio deve calzare questa mano! [Si strappa via il berretto da notte] E via, cuffia da malato! Sei un custode troppo effeminato per un capo che prìncipi nutriti di conquista vogliono abbattere. Ora cingiamo le tempie di ferro e affrontiamo l’ora più aspra che il tempo e il rancore osino far pesare sul capo del furente Northumberland! Che il cielo baci la terra! Che la mano della natura non trattenga più i fiumi in piena nei loro confini! Che muoia l’ordine!28 Che questo mondo non sia più un teatro che nutre la contesa in un atto troppo prolungato29; e regni in tutti i petti solo lo spirito del primo Caino, affinché, intento ogni cuore a imprese sanguinarie, la scena brutale finisca e la tenebra dia sepoltura ai morti! LORD BARDOLPH
Dolce signore, non separate la saggezza dal vostro onore. MORTON
Le vite di tutti i vostri cari seguaci sono sorrette dalla vostra salute, che finirà per indebolirsi se vi lasciate sopraffare da passioni tempestose. Avevate calcolato l’esito della guerra, mio nobile signore, e riconosciuto le possibilità di successo, prima di dire “formiamo un esercito”. Avevate previsto che nelle sorti30 della battaglia, vostro figlio potesse cadere. Sapevate che si muoveva sul filo del pericolo31, che più facilmente avrebbe potuto precipitare che superarlo.
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You were advised his flesh was capable Of wounds and scars, and that his forward spirit Would lift him where most trade of danger ranged. Yet did you say, ‘Go forth’; and none of this, Though strongly apprehended, could restrain The stiff-borne action. What hath then befall’n? Or what doth this bold enterprise bring forth, More than that being which was like to be?
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LORD BARDOLPH
We all that are engagèd to this loss Knew that we ventured on such dangerous seas That if we wrought out life was ten to one; And yet we ventured for the gain proposed, Choked the respect of likely peril feared; And since we are o’erset, venture again. Come, we will all put forth body and goods.
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MORTON
’Tis more than time; and, my most noble lord, I hear for certain, and dare speak the truth, The gentle Archbishop of York is up14 With well-appointed powers. He is a man Who with a double surety binds his followers. My lord, your son had only but the corpse, But shadows and the shows of men, to fight; For that same word ‘rebellion’ did divide The action of their bodies from their souls, And they did fight with queasiness, constrained, As men drink potions, that their weapons only Seemed on our side; but, for their spirits and souls, This word ‘rebellion’, it had froze them up, As fish are in a pond. But now the Bishop Turns insurrection to religion. Supposed sincere and holy in his thoughts, He’s followed both with body and with mind,
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195
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188-208. The…him: così in F, manca in Q. Vedi introduzione e la nota precedente. 2080
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 1
Sapevate che la sua carne era soggetta a ferite e cicatrici, e che il suo spirito audace l’avrebbe spinto dove più regnava il pericolo. Eppure diceste “vai”; e nulla di tutto ciò, benché fortemente temuto, poté trattenere l’azione tenacemente perseguita. Che cosa è avvenuto dunque? O cos’altro ha prodotto questa impresa audace se non ciò che era prevedibile accadesse? LORD BARDOLPH
Tutti noi, partecipi di tale perdita, sapevamo di avventurarci in mari così pericolosi che la probabilità di uscirne vivi era di uno a dieci; e tuttavia ci avventurammo per lo scopo prefisso, soffocammo il pensiero di un pericolo evidente e temuto; e poiché siamo sopraffatti, ci avventuriamo ancora. Venite, metteremo a repentaglio tutto, corpo e beni. MORTON
È più che tempo. Mio nobilissimo signore, sento per certo, e oso dire il vero, che il buon arcivescovo di York32 è in armi con schiere ben scelte. È un uomo che lega a sé i seguaci con doppia autorità. Mio signore, vostro figlio non aveva che cadaveri, ombre e apparenze di uomini per combattere; poiché quella stessa parola “ribellione” divideva l’azione dei corpi dalle anime ed essi combattevano contro voglia, costretti, come chi beve una medicina, così che solo le loro armi parevano essere al nostro fianco; ma, nel loro spirito e nella loro anima, questa parola “ribellione” li aveva congelati, come pesci in uno stagno. Ora però, l’arcivescovo trasforma l’insurrezione in religione. Stimato sincero e santo nei suoi pensieri33, è seguito sia col corpo che con la mente e dà forza all’insurrezio-
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And doth enlarge his rising with the blood Of fair King Richard, scraped from Pomfret stones; Derives from heaven his quarrel and his cause; Tells them he doth bestride a bleeding land Gasping for life under great Bolingbroke; And more and less do flock to follow him.
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NORTHUMBERLAND
I knew of this before, but, to speak truth, This present grief had wiped it from my mind. Go in with me, and counsel every man The aptest way for safety and revenge. Get posts and letters, and make friends with speed. Never so few, and never yet more need. Exeunt 1.2
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Enter Sir John Falstaff, [followed by] his Page bearing his sword and buckler
SIR JOHN Sirrah, you giant, what says the doctor to my
water? PAGE He said, sir, the water itself was a good healthy
water, but, for the party that owed it, he might have more diseases than he knew for. SIR JOHN Men of all sorts take a pride to gird at me. The brain of this foolish-compounded clay, man, is not able to invent anything that tends to laughter more than I15 invent, or is invented on me. I am not only witty in myself, but the cause that wit is in other men. I do here walk before thee like a sow that hath o’erwhelmed all her litter but one. If the Prince put thee into my service for any other reason than to set me off, why then, I have no judgement. Thou whoreson mandrake, thou art fitter to be worn in my cap than to wait at my heels. I was never manned with an agate till now; but I will set you neither in gold nor silver, but in vile
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8. Tends: così in F; in Q intends. È possibile che si tratti di revisione da parte dell’autore per evitare il garbuglio con il precedente invent. 2082
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ne con il sangue del buon re Riccardo, raschiato dalle pietre di Pomfret34; fa risalire al cielo la sua contesa e la sua causa; dice di abitare una terra insanguinata che ansima per la vita sotto il grande Bolingbroke; e grandi e piccoli accorrono per seguirlo. NORTHUMBERLAND
Già lo sapevo, ma, a dire il vero, il dolore presente me lo aveva cancellato dalla mente. Entrate con me ed ognuno consideri la via migliore per la salvezza e la vendetta. Preparate lettere e corrieri e raccogliete amici rapidamente, mai così pochi e mai così necessari. Escono I, 2
Entra sir John Falstaff, [seguito da] il paggio con la sua spada e lo scudo35
SIR JOHN
Ebbene, signor gigante, che dice il dottore della mia urina? PAGGIO
Ha detto, signore, che l’urina era buona e sana, ma per ciò che riguarda il proprietario, lui potrebbe aver più malattie di quanto non sappia. SIR JOHN
Gente d’ogni sorta va fiera di canzonarmi. Il cervello di questo sciocco impasto di argilla che è l’uomo non è capace di inventare nulla che porti al riso più di quanto non inventi io o si inventi su di me. Non solo sono spiritoso io stesso ma suscito lo spirito negli altri. Ora passeggio davanti a te come una scrofa che abbia soffocato tutta la sua cucciolata tranne uno. Se il principe ti ha messo al mio servizio per qualsiasi altra ragione se non quella di farmi brillare al tuo confronto, beh, allora non ho più discernimento. Tu, dannata mandragola36, sei più adatto ad essere indossato sul mio cappello37 che a seguire i miei passi. Non ho mai avuto, prima d’ora, una miniatura come servitore, eppure non ti incastonerò né in oro né in
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apparel, and send you back again to your master for a jewel — the juvenal the Prince your master, whose chin is not yet fledge. I will sooner have a beard grow16 in the palm of my hand than he shall get one off his17 cheek; and yet he will not stick to say his face is a face-royal. God may finish it when he will; ’tis not a18 hair amiss yet. He may keep it still at a face-royal, for a barber shall never earn sixpence out of it. And yet he’ll be crowing as if he had writ man ever since his father was a bachelor. He may keep his own grace, but he’s almost out of mine, I can assure him. What said Master Dumbleton about the satin for my short cloak and slops? PAGE He said, sir, you should procure him better assurance than Bardolph. He would not take his bond and yours; he liked not the security. SIR JOHN Let him be damned like the glutton! Pray God19 his tongue be hotter! A whoreson Achitophel, a rascally yea-forsooth knave, to bear a gentleman in hand and then stand upon security! The whoreson smooth-pates do now wear nothing but high shoes and bunches of keys at their girdles; and if a man is through with them in honest taking-up, then they must stand upon security. I had as lief they would put ratsbane in my mouth as offer to stop it with security. I looked a should20 have sent me two-and-twenty yards of satin, as I am a true knight, and he sends me ‘security’! Well, he may sleep in security, for he hath the horn of
30
20. Fledge = “coperto di piume, penne”: così in Q; fledg’d in F. Essendo meno idiomatico, il termine di F è probabilmente una variante dello scrivano. 21. Off: così in Q; in F on. F usa una preposizione più corretta. 23. God: così in Q; in F Heaven. Le espressioni blasfeme vengono regolarmente attutite in F, come pure le forme di leggera bestemmia. La stessa occorrenza in 199, 201, 222. 34. Pray God: così in Q; in F may= “possa o voglia”. 42. A: così in Q; hee in F. A per he ricorre con frequenza in Q che conserva forme arcaiche o idiomatiche del parlato, emendate in F; d’ora in poi non verranno più segnalate. 2084
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 2
argento, ma in misera chincaglieria, e ti rispedirò al tuo padrone come gioiello – al tuo giovane gioiello38 di padrone – il principe, dal mento ancora imberbe. Sarà più facile che mi cresca la barba sul palmo della mano che a lui sulle guance; eppure lui non esita a dire che la sua è una faccia regale39. Dio potrà rifinirla quando vorrà; per ora non ha un pelo fuori posto40. Può tenersela come un reale, perché un barbiere non ci guadagnerà mai sei soldi. Eppure canta come un gallo vanitoso come se gli fosse spettato il titolo di “uomo” fin da quando suo padre era ancora scapolo. Può anche essere sua grazia, ma è quasi fuori dalle mie grazie, posso assicurarglielo. Cosa ha detto mastro Dumbleton41 del raso per la mia cappa e le braghe? PAGGIO
Ha detto, signore, che lei deve procurargli una garanzia migliore di quella di Bardolph. Non ha accettato né il suo titolo di credito né il vostro. Non gli piaceva la garanzia. SIR JOHN
Che sia dannato come l’ingordo!42 Volesse Dio che la sua lingua fosse in fiamme! Un dannato Achitofel43, quel furfante d’una canaglia che non sa dire che “sì, davvero”, che attira un gentiluomo con lusinghe e poi richiede una garanzia! Quei dannati dai capelli rasati44 non indossano che scarpe coi tacchi alti e mazzi di chiavi alla cintola; e se uno ha concluso un onesto acquisto con loro, poi devono venire a esigere una garanzia. Preferirei che mi riempissero la bocca di veleno per topi che offrir loro di riempirmela di garanzie. Mi aspettavo che mi mandasse ventidue iarde di raso, come si fa con un vero cavaliere, e mi manda una “garanzia”. Be’ può dormirci con la sua garanzia, dato che ha il corno dell’abbondanza,
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 2
abundance, and the lightness of his wife shines through it; and yet cannot he see, though he have his own lanthorn to light him. Where’s Bardolph? PAGE He’s gone in Smithfield to buy your worship a horse. SIR JOHN I bought him in Paul’s, and he’ll buy me a horse21 in Smithfield. An I could get me but a wife in the stews, I were manned, horsed, and wived.
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Enter the Lord Chief Justice and his Servant PAGE Sir, here comes the nobleman that committed the
Prince for striking him about Bardolph.
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SIR JOHN [moving away] Wait close; I will not see him. LORD CHIEF JUSTICE (to his Servant) What’s he that goes
there? SERVANT Falstaff, an’t please your lordship. LORD CHIEF JUSTICE He that was in question for the robbery? SERVANT He, my lord; but he hath since done good service at Shrewsbury, and, as I hear, is now going with some charge to the Lord John of Lancaster. LORD CHIEF JUSTICE What, to York? Call him back again. SERVANT Sir John Falstaff! SIR JOHN Boy, tell him I am deaf. PAGE (to the Servant) You must speak louder; my master is deaf. LORD CHIEF JUSTICE I am sure he is to the hearing of anything good. (To the Servant) Go pluck him by the elbow; I must speak with him.
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52. An: così in Q; in F if. Una variante ricorrente: F porta if per l’and di Q venticinque volte. La variante non verrà più segnalata. 2086
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 2
e la lucente leggerezza di sua moglie lo rende ancor più lucente; lui non lo vede nonostante abbia la lanterna per illuminargli la via45. Dov’è Bardolph? PAGGIO
È andato a Smithfield per comprare un cavallo per vostra signoria. SIR JOHN
Io ho comprato lui a Saint Paul e lui mi comprerà un cavallo a Smithfield!46 E se in aggiunta mi trovassi moglie in un bordello, sarei servito, montato e ammogliato. Entra il lord presidente della corte di giustizia, con il suo servitore PAGGIO
Signore, arriva il nobiluomo che arrestò il principe per averlo schiaffeggiato a causa di Bardolph47. SIR JOHN [scostandosi] Teniamoci in disparte; non voglio vederlo. GIUDICE (al servitore) Chi è quell’uomo che si allontana? SERVITORE
Falstaff, così piaccia a vossignoria. GIUDICE
Quello che sembrava coinvolto nella rapina?48 SERVITORE
Sì, è lui, mio signore; ma da allora si è ben comportato a Shrewsbury49, e ora dicono che sia stato ricevuto fra le truppe di lord John di Lancaster. GIUDICE
Cosa, a York?50 Richiamalo. SERVITORE
Sir John Falstaff! SIR JOHN
Ragazzo, digli che son sordo. PAGGIO (al servitore)
Devi parlare più forte; il mio signore è sordo. GIUDICE
Certo che lo è, quando si parla di qualcosa di buono! (Al servitore) Va’ a tirarlo per le maniche; devo parlargli. 2087
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 2
SERVANT Sir John! SIR JOHN What, a young knave and begging! Is there not
wars? Is there not employment? Doth not the King lack subjects? Do not the rebels want soldiers? Though it be a shame to be on any side but one, it is worse shame to beg than to be on the worst side, were it worse than the name of rebellion can tell how to make it. SERVANT You mistake me, sir. SIR JOHN Why, sir, did I say you were an honest man? Setting my knighthood and my soldiership aside, I had lied in my throat if I had said so. SERVANT I pray you, sir, then set your knighthood and your soldiership aside, and give me leave to tell you you lie in your throat if you say I am any other than an honest man. SIR JOHN I give thee leave to tell me so? I lay aside that which grows to me? If thou gettest any leave of me, hang me. If thou takest leave, thou wert better be hanged. You hunt counter. Hence, avaunt! SERVANT Sir, my lord would speak with you. LORD CHIEF JUSTICE Sir John Falstaff, a word with you. SIR JOHN My good lord! God give your lordship good time of day. I am glad to see your lordship abroad. I heard say your lordship was sick. I hope your lordship goes abroad by advice. Your lordship, though not clean past your youth, have yet some smack of age in you, some22 relish of the saltness of time in you; and I most humbly beseech your lordship to have a reverent care of your health.
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99. Age: così in F; in Q ague “febbre malarica”. 2088
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 2
SERVITORE
Sir John! SIR JOHN
Cosa? Un bricconcello che chiede l’elemosina! Non ci sono guerre? Non c’è lavoro? Al re non mancano forse sudditi? Ai ribelli non mancano soldati? Benché sia una vergogna non essere che dalla parte giusta, è maggior vergogna elemosinare che stare dalla parte peggiore, anche se portasse un nome peggiore di quello di ribellione. SERVITORE
Vi sbagliate, signore. SIR JOHN
Perché, signore, ho forse detto che siete un onest’uomo? Avrei mentito volutamente, se lo avessi detto, mettendo da parte il mio onore di cavaliere e di combattente. SERVITORE
Vi prego, signore, mettete da parte il vostro onore di cavaliere e combattente, e permettetemi di dirvi che mentite volutamente se dite che sono altro che un onest’uomo. SIR JOHN
Io, permetterti di dirlo? Io, mettere da parte ciò che è parte integrale di me? Se mai tu avessi da me questo permesso, impiccami. Se poi ti prendi il permesso, dovresti essere impiccato tu. Sei sulla pista sbagliata. Via di qua, Vattene! SERVITORE
Signore, il mio padrone vorrebbe parlarvi. GIUDICE
Sir John Falstaff, una parola. SIR JOHN
Mio buon signore! Dio conceda a vossignoria una buona giornata! Sono felice di vedere vossignoria in giro. Avevo sentito dire che vossignoria era malato. Spero che vossignoria sia uscita su consiglio del medico. Vossignoria, pur non avendo del tutto passato la giovinezza, ha pure in sé un tocco di maturità, un pizzico del gusto salato del tempo; e umilmente prego vossignoria di aver la dovuta cura della propria salute51.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 2
LORD CHIEF JUSTICE Sir John, I sent for you before your
expedition to Shrewsbury. SIR JOHN An’t please your lordship, I hear his majesty is
returned with some discomfort from Wales.
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LORD CHIEF JUSTICE I talk not of his majesty. You would
not come when I sent for you. SIR JOHN And I hear, moreover, his highness is fallen into
this same whoreson apoplexy.
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LORD CHIEF JUSTICE Well, God mend him! I pray you, let
me speak with you. SIR JOHN This apoplexy is, as I take it, a kind of lethargy,
an’t please your lordship, a kind of sleeping in the blood, a whoreson tingling. LORD CHIEF JUSTICE What tell you me of it? Be it as it is. SIR JOHN It hath it original from much grief, from study, and perturbation of the brain. I have read the cause of his effects in Galen. It is a kind of deafness. LORD CHIEF JUSTICE I think you are fallen into the disease, for you hear not what I say to you. SIR JOHN Very well, my lord, very well. Rather, an’t please23 you, it is the disease of not listening, the malady of not marking, that I am troubled withal. LORD CHIEF JUSTICE To punish you by the heels would amend the attention of your ears, and I care not if I do become your physician. SIR JOHN I am as poor as Job, my lord, but not so patient. Your lordship may minister the potion of imprisonment
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122. SIR JOHN: così in questa edizione; in Q (Old.), in F (Fal.). 2090
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 2
GIUDICE
Sir John, vi feci chiamare prima della vostra spedizione a Shrewsbury. SIR JOHN
Così piaccia a vossignoria, ho udito che sua maestà è tornata dal Galles in cattiva salute52. GIUDICE
Non parlo di Sua Maestà. Voi non siete venuto quando vi feci chiamare. SIR JOHN
E ho sentito per di più che sua maestà è stato colto da quella dannata apoplessia. GIUDICE
Be’, che Dio lo risani! Prego, lasciate che vi parli. SIR JOHN
Questa apoplessia, credo, è una specie di letargia, e così piaccia a vossignoria, una specie di paralisi del sangue53, un dannato bruciore. GIUDICE
Perché venite a parlarmene? Sia quel che sia. SIR JOHN
Prende origine da un dolore prolungato, da preoccupazioni, da turbamenti del cervello. Ho letto in Galeno sulle cause dei suoi effetti. È una specie di sordità. GIUDICE
Penso che siate voi ad aver contratto la malattia, perché non sentite ciò che vi dico. SIR JOHN
Molto bene, mio signore, molto bene. Piuttosto, così piaccia a vossignoria, è la malattia del non ascoltare, del non badare, che mi affligge. GIUDICE
Mettendovi i talloni ai ferri si guarirebbe l’attenzione delle vostre orecchie, e non mi importa se devo diventare il vostro medico. SIR JOHN
Sono povero come Giobbe, mio signore, ma non altrettanto paziente. Vossignoria può somministrarmi la medicina della prigione 2091
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to me in respect of poverty; but how I should be your patient to follow your prescriptions, the wise may make some dram of a scruple, or indeed a scruple itself. LORD CHIEF JUSTICE I sent for you, when there were matters against you for your life, to come speak with me. SIR JOHN As I was then advised by my learned counsel in the laws of this land-service, I did not come. LORD CHIEF JUSTICE Well, the truth is, Sir John, you live in great infamy. SIR JOHN He that buckles himself in my belt cannot live in less. LORD CHIEF JUSTICE Your means are very slender, and your waste is great. SIR JOHN I would it were otherwise; I would my means were greater and my waist slenderer. LORD CHIEF JUSTICE You have misled the youthful Prince. SIR JOHN The young Prince hath misled me. I am the fellow with the great belly, and he my dog. LORD CHIEF JUSTICE Well, I am loath to gall a new-healed wound. Your day’s service at Shrewsbury hath a little gilded over your night’s exploit on Gads Hill. You may thank th’unquiet time for your quiet o’erposting that action. SIR JOHN My lord — LORD CHIEF JUSTICE But since all is well, keep it so. Wake not a sleeping wolf.
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per via della mia povertà; ma su come io debba diventare vostro paziente per seguire le vostre cure, i saggi possono avere un’ombra di scrupolo, o meglio, uno scrupolo vero e proprio54. GIUDICE
Ho mandato a chiamarvi perché poteste parlarmi, quando c’erano accuse capitali contro di voi di cui avreste potuto rispondere con la vita. SIR JOHN
Seguendo allora il consiglio di un avvocato esperto di leggi militari, non sono venuto55. GIUDICE
Vedete, sir John, la verità è che la vostra vita è coperta di grande infamia. SIR JOHN
Chi si cinge la vita di una cintura larga come la mia non può costringersi in una più stretta. GIUDICE
I vostri mezzi sono assai ristretti, e le vostre spese troppo larghe. SIR JOHN
Vorrei che fosse altrimenti; vorrei che i miei mezzi fossero più larghi e la mia vita più stretta. GIUDICE
Avete traviato il giovane principe. SIR JOHN
È stato il giovane principe a traviare me. Io sono quello con la grossa pancia e lui il mio cane56. GIUDICE
Be’, lungi da me voler irritare una ferita appena sanata. Le vostre gesta nel giorno di Shrewsbury hanno un po’ compensato la vostra impresa notturna di Gad’s Hill. Potete ringraziare i tempi inquieti che hanno acquietato l’offesa di quell’azione. SIR JOHN
Mio signore? GIUDICE
Ma poiché tutto è a posto, lasciatelo così. Non svegliate il can che dorme.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 2
SIR JOHN To wake a wolf is as bad as smell a fox. LORD CHIEF JUSTICE What! You are as a candle, the better
part burnt out. SIR JOHN A wassail candle, my lord, all tallow — if I did say of wax, my growth would approve the truth. LORD CHIEF JUSTICE There is not a white hair in your face but should have his effect of gravity. SIR JOHN His effect of gravy, gravy, gravy. LORD CHIEF JUSTICE You follow the young Prince up and down like his ill angel.24 SIR JOHN Not so, my lord; your ill angel is light, but I hope he that looks upon me will take me without weighing. And yet in some respects, I grant, I cannot go. I cannot tell, virtue is of so little regard in these costermongers’ times that true valour is turned bearherd; pregnancy is made a tapster, and his quick wit wasted in giving reckonings; all the other gifts appertinent to man, as the malice of this age shapes them, are not worth a gooseberry. You that are old consider not the capacities of us that are young. You do measure the heat of our livers with the bitterness of your galls. And we that are in the vanguard of our youth, I must confess, are wags too. LORD CHIEF JUSTICE Do you set down your name in the scroll of youth, that are written down old with all the characters of age? Have you not a moist eye, a dry hand, a yellow cheek, a white beard, a decreasing leg, an increasing belly? Is not your voice broken, your wind short, your chin double, your wit single, and25 every part about you blasted with antiquity? And will you yet call yourself young? Fie, fie, fie, Sir John!
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165. Ill: così in Q; in F euil. Ill richiama il verso seguente dove assume il significato di “difettoso”, applicato alla moneta tosata. 184. Your chinne double: così in Q; manca in F. 2094
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 2
SIR JOHN
Svegliare un cane è male come sentir puzza di bruciato57. GIUDICE
Ma cosa! Voi siete come una candela, la parte migliore già consumata. SIR JOHN
Un grosso cero da cerimonia, mio signore, tutto sego – se dicessi di cera58, la mia mole starebbe a provarlo. GIUDICE
Ogni capello bianco che avete in capo dovrebbe darvi un portamento dignitoso! SIR JOHN
O meglio da goloso, goloso, goloso!59 GIUDICE
Voi seguite il giovane principe dappertutto come un angelo malefico. SIR JOHN
Non è così mio signore; il vostro angelo malefico è leggero60, ma spero che chi mi guarda mi accetti peso a parte. Eppure, per certi versi, lo ammetto, non sono del tutto all’altezza. La virtù è così poco stimata in questi tempi mercenari che il valore vero sta nell’esibire gli orsi al guinzaglio; l’intelletto pronto è diventato un garzone da taverna e la sua prontezza sta tutta nel fare i conti; tutti gli altri doni propri dell’uomo, falsati dalla malvagità dei tempi, non valgono un fico. Voi vecchi non considerate le capacità di noi giovani. Voi vecchi misurate l’ardore del nostro fegato con l’amaro della vostra bile. E noi, che siamo all’avanguardia della giovinezza, devo confessarlo, siamo anche pieni d’arguzia. GIUDICE
Pensate di scrivere il vostro nome nella pergamena della gioventù, mentre i segni dell’età vi marchiano come vecchio? Non avete forse gli occhi umidi, le mani aride, la guancia giallognola, la barba bianca, le gambe sempre più magre, la pancia sempre più grassa? Non è forse la vostra voce rotta, il respiro corto, il mento doppio, lo spirito dimezzato e ogni vostra parte distrutta dalla decrepitezza? Eppure vorreste dirvi giovane? Via, via, via, sir John!
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SIR JOHN My lord, I was born about three of the clock in
the afternoon with a white head, and something a round belly. For my voice, I have lost it with hallowing and singing of anthems. To approve my youth further, I will not. The truth is, I am only old in judgement and understanding; and he that will caper with me for a thousand marks, let him lend me the money, and have at him! For the box of th’ear that the Prince gave you, he gave it like a rude prince, and you took it like a sensible lord. I have checked him for it, and the young lion repents — [aside] marry, not in ashes and sackcloth, but in new silk and old sack. LORD CHIEF JUSTICE Well, God send the Prince a better companion! SIR JOHN God send the companion a better prince! I cannot rid my hands of him. LORD CHIEF JUSTICE Well, the King hath severed you and Prince Harry. I hear you are going with Lord John of Lancaster against the Archbishop and the Earl of Northumberland. SIR JOHN Yea, I thank your pretty sweet wit for it. But26 look you pray, all you that kiss my lady Peace at home, that our armies join not in a hot day; for, by the Lord, I take but two shirts out with me, and I mean not to sweat extraordinarily. If it be a hot day and I brandish anything but my bottle, would I might never spit white again. There is not a dangerous action can peep out his head but I am thrust upon it. Well, I cannot last ever. But it was alway yet the trick of our English27 nation, if they have a good thing, to make it too common. If ye will needs say I am an old man, you should give me rest. I would to God my name were not
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207. Yea: così in Q; in F Yes. Circa metà delle ricorrenze di yea in Q, diventano yes in F, probabilmente per abitudine dello scrivano. 215-221. But … motion: così in Q; manca in F. Il brano può esser stato censurato o eliminato per ragioni di spazio. 2096
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 2
SIR JOHN
Mio signore, sono nato alle tre del pomeriggio con la testa bianca e la pancia piuttosto tonda61. In quanto alla mia voce, l’ho persa incitando alla battaglia e cantando inni62. Non aggiungerò altro per provare la mia gioventù. La verità è che sono maturo, vecchio soltanto nel giudizio e nell’intelletto; e chi voglia sfidarmi nella danza per mille marchi, mi presti il denaro e si faccia sotto! Quanto allo schiaffo che vi diede il principe, lo fece da principe villano, e voi lo prendeste da lord ragionevole. L’ho rimproverato per ciò e il giovane leone sta facendo penitenza – [a parte], certo, non con cenere e saio, ma con raso nuovo e vino vecchio63. GIUDICE
Allora che Dio mandi al principe un miglior compagno! SIR JOHN
Che Dio mandi al compagno un principe migliore! Non riesco a togliermelo di torno. GIUDICE
Ebbene, il re vi ha separato dal principe Harry. Mi dicono che andrete con lord John di Lancaster contro l’arcivescovo e il conte di Northumberland. SIR JOHN
Sì, devo ringraziarne il vostro bell’ingegno64. Ma badate a pregare, voi che restate a casa a baciare madama pace, che i nostri eserciti non si battano in una giornata calda; perché, per Dio, non porterò con me che due camicie e non intendo sudare eccessivamente. Se sarà una giornata calda e io brandirò altro che non sia una bottiglia, che non possa più sputare chiaro65. Non c’è azione pericolosa che si presenti senza che io vi venga impegnato. Ebbene, non posso durare per sempre – ma la nostra nazione inglese ha sempre usato questo trucco, quando ha qualcosa di buono lo rende troppo comune. Se voi insistete a dire che sono vecchio, dovreste lasciarmi riposare. Volesse Dio che il mio nome non fosse così terribile per i
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 2
so terrible to the enemy as it is. I were better to be eaten to death with a rust than to be scoured to nothing with perpetual motion. LORD CHIEF JUSTICE Well, be honest, be honest, and God bless your expedition. SIR JOHN Will your lordship lend me a thousand pound to furnish me forth? LORD CHIEF JUSTICE Not a penny, not a penny. You are too impatient to bear crosses. Fare you well. Commend me to my cousin Westmorland.
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Exeunt Lord Chief Justice and his Servant SIR JOHN If I do, fi llip me with a three-man beetle. A man
can no more separate age and covetousness than a can part young limbs and lechery; but the gout galls the one and the pox pinches the other, and so both the degrees prevent my curses. Boy! PAGE Sir. SIR JOHN What money is in my purse? PAGE Seven groats and two pence. SIR JOHN I can get no remedy against this consumption of the purse. Borrowing only lingers and lingers it out, but the disease is incurable. (Giving letters) Go bear this letter to my lord of Lancaster; this to the Prince; this to the Earl of Westmorland; and this to old Mistress Ursula, whom I have weekly sworn to marry since I perceived the first white hair of my chin. About it. You know where to find me. [Exit Page] A pox of this gout! — or a gout of this pox! — for the one or the other plays the rogue with my great toe. ’Tis no matter if I do halt; I have the wars for my28 colour, and my pension shall seem the more reasonable.
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247. ’Tis: così in Q; in F It is. Q conserva solitamente le forme abbreviate tipiche del parlato. Le varianti non verranno più segnalate. 2098
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nemici. Preferirei morire divorato dalla ruggine che esser logorato dal moto perpetuo. GIUDICE
Allora siate onesto, siate onesto e Dio benedica la vostra spedizione66. SIR JOHN
Vorrebbe vostra signoria prestarmi mille sterline per equipaggiarmi a dovere? GIUDICE
Non un soldo, non un soldo. Siete troppo impaziente di portar croci67. Addio, ricordatemi al cugino68 Westmorland. Escono il giudice e il servitore SIR JOHN
Se lo faccio, che mi colpisca un maglio a tre mani. Non si può separare la vecchiaia dall’avidità più di quanto non si possa separare un corpo giovane dalla lussuria; ma la gotta affligge l’una e la sifilide tormenta l’altra, così, sia l’una che l’altra frenano le mie imprecazioni. Ragazzo! PAGGIO
Signore? SIR JOHN
Quanto denaro c’è nella mia borsa? PAGGIO
Sette quattrini e due soldi. SIR JOHN
Non riesco a trovare rimedio alla consunzione della borsa. Chiedere in prestito la ritarda e la prolunga, ma la malattia è incurabile. (Dà alcune lettere) Va’ a portare questa lettera al mio signore di Lancaster; questa al principe; questa al conte di Westmorland; e questa alla vecchia madama Ursula69, alla quale ho promesso di sposarla ogni settimana da quando mi sono trovato il primo pelo bianco sul mento. Ora va’; sai dove trovarmi. [Esce il paggio] La sifilide a questa gotta! – una gotta a questa sifilide! Poiché o l’una o l’altra si diverte con il mio alluce. Non importa se zoppico; ho le guerre come pretesto; e la mia pensione sembrerà tanto più 2099
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 3
A good wit will make use of anything. I will turn diseases to commodity. Exit 1.3
Enter the Archbishop of York, Thomas Mowbray the Earl Marshal, Lord Hastings, and Lord Bardolph
ARCHBISHOP OF YORK
Thus have you heard our cause and known our means, And, my most noble friends, I pray you all Speak plainly your opinions of our hopes. And first, Lord Marshal, what say you to it? MOWBRAY
I well allow the occasion of our arms, But gladly would be better satisfied How in our means we should advance ourselves To look with forehead bold and big enough Upon the power and puissance of the King.
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HASTINGS
Our present musters grow upon the fi le To five-and-twenty thousand men of choice, And our supplies live largely in the hope Of great Northumberland, whose bosom burns With an incensèd fire of injuries.
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LORD BARDOLPH
The question then, Lord Hastings, standeth thus: Whether our present five-and-twenty thousand May hold up head without Northumberland.
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HASTINGS
With him we may. Yea, marry, there’s the point; But if without him we be thought too feeble, My judgement is, we should not step too far Till we had his assistance by the hand;29 For in a theme so bloody-faced as this,
LORD BARDOLPH
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21-24. Till … admitted: così in F, manca in Q. Vedi introduzione. 2100
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 3
giustificata. Un ingegno pronto può approfittare di qualsiasi espediente. Trasformerò le malattie in profitti. Esce I, 3
Entra l’arcivescovo di York, Thomas Mowbray, il conte Cerimoniere, lord Hastings, e lord Bardolph70
ARCIVESCOVO DI YORK
Avete udito le nostre ragioni e conosciuto i nostri mezzi, dunque, nobili amici, prego voi tutti di manifestare apertamente le vostre opinioni sulle nostre aspettative. Primo di tutti, voi, lord cerimoniere71, che cosa avete da dire? MOWBRAY
Condivido certo i motivi per cui ci armiamo, ma preferirei esser più persuaso su come potremo con i nostri mezzi avanzare con fronte così fiera e alta da contrapporci alla forza e al potere del re. HASTINGS
Dicono i bollettini che le nostre forze ammontano a venticinquemila uomini scelti e i nostri rinforzi arriveranno in gran parte, si spera, dal grande Northumberland, il cui animo brucia del fuoco alimentato dalle offese. LORD BARDOLPH
La questione allora è questa, lord Hastings: possono i nostri attuali venticinquemila uomini tenere testa al re senza Northumberland? HASTINGS
Con lui potremo. LORD BARDOLPH
Sì, certo, questo è il punto; ma se senza di lui ci riteniamo troppo deboli, la mia opinione è di non andare troppo avanti, finché non avremo il suo aiuto a portata di mano; poiché in un’impresa san-
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 3
Conjecture, expectation, and surmise Of aids uncertain should not be admitted. ARCHBISHOP OF YORK
’Tis very true, Lord Bardolph, for indeed It was young Hotspur’s case at Shrewsbury.
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LORD BARDOLPH
It was, my lord; who lined himself with hope, Eating the air on promise of supply, Flatt’ring himself with project of a power Much smaller than the smallest of his thoughts; And so, with great imagination Proper to madmen, led his powers to death, And winking leapt into destruction.
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HASTINGS
But by your leave, it never yet did hurt To lay down likelihoods and forms of hope.
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LORD BARDOLPH
Yes, if this present quality of war — 30 Indeed the instant action, a cause on foot — Lives so in hope; as in an early spring We see th’appearing buds, which to prove fruit Hope gives not so much warrant as despair That frosts will bite them. When we mean to build We first survey the plot, then draw the model; And when we see the figure of the house, Then must we rate the cost of the erection, Which if we find outweighs ability, What do we then but draw anew the model In fewer offices, or, at least, desist To build at all? Much more in this great work — Which is almost to pluck a kingdom down And set another up — should we survey The plot of situation and the model, Consent upon a sure foundation, Question surveyors, know our own estate,
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36-55. Yes … else: così in F, manca in Q. Vedi introduzione. 2102
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 3
guinosa come questa, non si possono ammettere congetture, speranze, supposizioni di aiuti incerti. ARCIVESCOVO DI YORK
Verissimo, lord Bardolph, perché così avvenne al giovane Hotspur a Shrewsbury. LORD BARDOLPH
Fu così, mio signore; si rafforzò con la speranza, cibandosi d’aria e di promesse di rinforzi, illudendosi sull’ampiezza delle sue forze che erano in realtà molto più piccole della più piccola aspettativa; e così con la grande immaginazione dei pazzi, condusse i suoi alla morte e, chiudendo gli occhi, si lanciò alla rovina. HASTINGS
Ma, permettetemi, non ha mai arrecato danno vagliare ciò che è possibile o che si può sperare. LORD BARDOLPH
Sì, è danno, se la guerra attuale – questa azione imminente, la contesa in atto – ha così poca speranza di successo come le prime gemme di primavera, che non offrono tanto la speranza di diventare frutti, quanto l’avvilito timore che il gelo le distrugga72; e quando vogliamo costruire, prima esploriamo il terreno, poi disegniamo il progetto73; e quando vediamo il disegno della casa, allora dobbiamo calcolare il costo della costruzione. Se poi troviamo che sorpassa le nostre possibilità, cosa fare se non ideare un nuovo progetto, con meno stanze o, altrimenti, desistere del tutto dalla costruzione? A maggior ragione in questo piano grandioso – che vuol quasi demolire un regno e costruirne un altro – dovremmo valutare il terreno da costruire e il progetto, scegliere buone fondamenta, consultare i progettisti, conoscere le nostre disponibilità, fino a che punto
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How able such a work to undergo, To weigh against his opposite; or else We fortify in paper and in figures, Using the names of men instead of men, Like one that draws the model of an house Beyond his power to build it, who, half-through, Gives o’er, and leaves his part-created cost A naked subject to the weeping clouds, And waste for churlish winter’s tyranny.
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HASTINGS
Grant that our hopes, yet likely of fair birth, Should be stillborn, and that we now possessed The utmost man of expectation, I think we are a body strong enough, Even as we are, to equal with the King.
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LORD BARDOLPH
What, is the King but five-and-twenty thousand? HASTINGS
To us no more, nay, not so much, Lord Bardolph; For his divisions, as the times do brawl, Are in three heads: one power against the French, And one against Glyndwr, ˆ perforce a third Must take up us. So is the unfirm King In three divided, and his coffers sound With hollow poverty and emptiness.
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ARCHBISHOP OF YORK
That he should draw his several strengths together And come against us in full puissance Need not be dreaded. HASTINGS If he should do so, He leaves his back unarmed, the French and Welsh31 Baying him at the heels. Never fear that.
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79. He … Welch: così in F (He leaves his backe unarme’d, the French, the Welch); in Q French and Welch he leaves his back unarmde, they. Q trasforma il verso in prosa. 2104
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 3
esse siano in grado di portarlo a termine, e valutare le circostanze avverse; altrimenti ci rafforziamo sulla carta e con i calcoli, usando i nomi degli uomini e non gli uomini, come chi disegni il progetto di una casa senza la possibilità di costruirla e che, a metà, rinunci e lasci il prodotto incompleto come un essere nudo in balia di nubi piangenti, abbandonato alla tirannia del duro inverno. HASTINGS
Ammettiamo che le nostre speranze, pur promettendo una nascita felice, debbano invece nascer morte, e che noi possediamo ora tutte le forze che possiamo aspettarci; ritengo che siamo un corpo abbastanza forte per uguagliare il re, anche così come ora siamo. LORD BARDOLPH
Come, il re ha solo venticinquemila uomini? HASTINGS
Per noi non di più, anzi, nemmeno tanti, lord Bardolph; poiché i suoi eserciti, in questi tempi di contese, hanno tre nemici: uno si oppone ai francesi, uno a Glyndwr, ˆ il terzo, è certo, dovrà fronteggiare noi; così il re, infermo, è diviso in tre, e i suoi forzieri risuonano vuoti di vuota povertà. ARCIVESCOVO DI YORK
Non c’è da temere che possa riunire le sue diverse forze e affrontarci con tutta la sua potenza? HASTINGS
Se dovesse farlo, lascerebbe disarmata la retroguardia, con i francesi e i gallesi che gli abbaiano alle calcagna. Non c’è da temerlo.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 1 SCENE 3
LORD BARDOLPH
Who is it like should lead his forces hither? HASTINGS
The Duke of Lancaster and Westmorland; Against the Welsh, himself and Harry Monmouth; But who is substituted ’gainst the French I have no certain notice. ARCHBISHOP OF YORK Let us on, 32 And publish the occasion of our arms. The commonwealth is sick of their own choice; Their over-greedy love hath surfeited. An habitation giddy and unsure Hath he that buildeth on the vulgar heart. O thou fond many, with what loud applause Didst thou beat heaven with blessing Bolingbroke, Before he was what thou wouldst have him be! And being now trimmed in thine own desires, Thou, beastly feeder, art so full of him That thou provok’st thyself to cast him up. So, so, thou common dog, didst thou disgorge Thy glutton bosom of the royal Richard; And now thou wouldst eat thy dead vomit up, And howl’st to find it. What trust is in these times? They that when Richard lived would have him die Are now become enamoured on his grave. Thou that threw’st dust upon his goodly head, When through proud London he came sighing on After th’admirèd heels of Bolingbroke, Cri’st now, ‘O earth, yield us that king again, And take thou this!’ O thoughts of men accursed! Past and to come seems best; things present, worst.
85
90
95
101
105
[MOWBRAY]
Shall we go draw our numbers and set on?
85-108. ARCHBISHOP … worst: così in F, manca in Q. Vedi introduzione. 2106
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO I SCENA 3
LORD BARDOLPH
Chi potrebbe guidare i suoi eserciti contro di noi? HASTINGS
I duchi di Lancaster74 e Westmorland; contro i gallesi, lui stesso e Harry di Monmouth; ma di chi sia stato delegato contro i francesi non ho notizie certe. ARCIVESCOVO DI YORK
Andiamo avanti, e rendiamo note le cause della nostra lotta. Il popolo è disgustato dalla sua stessa scelta; la sua insaziabile rapacità si è esaurita. Chi costruisce sul cuore del volgo ha un’abitazione traballante e insicura75. O sciocca moltitudine, con quali applausi raggiungesti il cielo acclamando e lodando Bolingbroke, prima ancora che lui diventasse ciò che desideravi! Ed essendone ora provvisto, tu, bestia vorace, sei così sazia di lui che vorresti vomitarlo. Così, cane volgare, ti svuotasti lo stomaco ingordo del regale Riccardo, ed ora vorresti rimangiarti il vomito, e ululi per trovarlo. Quale fiducia si può avere di questi tempi? Coloro che, quando Riccardo viveva, lo volevano morto, sulla sua tomba se ne sono innamorati. Tu che gettasti polvere sul suo bel capo, quando per l’orgogliosa Londra passò sospirando nel seguito dell’ammirato Bolingbroke76, ora gridi, “terra, rendici quel re, e prenditi questo!”. Pensieri dannati degli uomini! Il passato e ciò che sarà sembrano migliori; il presente pare il peggio. [MOWBRAY]
Dobbiamo radunare le nostre truppe e avanzare?
2107
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 1
HASTINGS
We are time’s subjects, and time bids be gone.
110 Exeunt
2.1
Enter Mistress Quickly (the hostess of a tavern), and an officer, Fang [followed at a distance by] another officer, Snare
MISTRESS QUICKLY Master Fang, have you entered the
action? FANG It is entered. MISTRESS QUICKLY Where’s your yeoman? Is’t a lusty
yeoman? Will a stand to’t?
5
FANG Sirrah! — Where’s Snare? MISTRESS QUICKLY O Lord, ay, good Master Snare. SNARE [coming forward] Here, here. FANG Snare, we must arrest Sir John Falstaff. MISTRESS QUICKLY Yea, good Master Snare, I have entered
him and all. SNARE It may chance cost some of us our lives, for he will stab. MISTRESS QUICKLY Alas the day, take heed of him; he stabbed me in mine own house, most beastly, in good33 faith. A cares not what mischief he does; if his weapon be out, he will foin like any devil, he will spare neither man, woman, nor child. FANG If I can close with him, I care not for his thrust. MISTRESS QUICKLY No, nor I neither. I’ll be at your elbow.
11
18
15-16. Most … A: così in Q; in F and that most beastly: he. Una modifica verbale che evita la sconcezza e usa una forma più ricercata. 2108
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 1
HASTINGS
Siamo sudditi del tempo e il tempo ci impone di andare. Escono II, 1
Entrano madama Quickly (ostessa di una taverna), e una guardia, Fang [seguito a distanza da] un’altra guardia, Snare 77
MADAMA QUICKLY
Messer Fang78, avete registrato la denuncia? FANG
È registrata. MADAMA QUICKLY
Dov’è il vostro aiutante? È un aiutante gagliardo? Sarà all’altezza del suo compito? FANG
Ehi, tu, dov’è Snare? MADAMA QUICKLY
O Dio, sì, il buon messer Snare! SNARE [avanzando] Eccomi, eccomi. FANG
Snare, dobbiamo arrestare sir John Falstaff. MADAMA QUICKLY
Sì, buon messer Snare, gli ho fatto causa e tutto il resto. SNARE
Può anche costare la vita a uno di noi, perché si difenderà infi lzando qualcuno. MADAMA QUICKLY
Poveri noi: guardatevi da lui; in fede mia, a me mi ha infilzato bestialmente nella mia stessa casa. Non gli importa dei guai che combina, quando sguaina l’arma, mena botte da orbi, non risparmia né uomini, né donne, né bambini79. FANG
Se riesco ad acciuffarlo, non bado ai suoi colpi. MADAMA QUICKLY
No, nemmeno io. Vi starò al fianco. 2109
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 1
FANG An I but fist him once, an a come but within my
vice — 34 MISTRESS QUICKLY I am undone by his going, I warrant
you; he’s an infinitive thing upon my score. Good Master Fang, hold him sure. Good Master Snare, let him not scape. A comes continuantly to Pie Corner — saving your manhoods — to buy a saddle, and he is indited to dinner to the Lubber’s Head in Lombard Street, to Master Smooth’s the silkman. I pray you, since my exion is entered, and my case so openly known to the world, let him be brought in to his answer. A hundred mark is a long one for a poor lone woman to bear; and I have borne, and borne, and borne, and have been fobbed off, and fobbed off, and fobbed off, from this day to that day, that it is a shame to be thought on. There is no honesty in such dealing, unless a woman should be made an ass and a beast, to bear every knave’s wrong.
38
Enter Sir John Falstaff, Bardolph, and the Page Yonder he comes, and that arrant malmsey-nose knave Bardolph with him. Do your offices, do your offices, Master Fang and Master Snare; do me, do me, do me your offices. SIR JOHN How now, whose mare’s dead? What’s the matter? FANG Sir John, I arrest you at the suit of Mistress Quickly. SIR JOHN [drawing] Away, varlets! Draw, Bardolph! Cut me off the villain’s head! Throw the quean in the channel!
44
[Bardolph draws] MISTRESS QUICKLY Throw me in the channel? I’ll throw
thee in the channel!
50
A brawl
22. Vice: così in F (Vice), view in Q. 2110
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 1
FANG
Se solo riesco a dargli un pugno, se solo riesco ad acchiapparlo… MADAMA QUICKLY
Se scappa sono rovinata, ve lo giuro; ha infinitissimi debiti sul mio libro dei conti. Buon messer Fang, tenetelo stretto. Buon messer Snare, non fatelo scappare. Viene incontinentemente a Pie Corner – con rispetto parlando – a comprare una sella, ed è imputato a cena alla Lubber’s Head a Lombard Street, da messer Smooth, il setaiolo80. Vi prego, dato che la mia causa81 è avviata e il mio caso è noto a tutti, obbligatelo a risponderne. Cento marchi sono una somma pesante da sopportare per una povera donna sola; e io ho sopportato, sopportato e sopportato e sono stata ingannata a forza di rinvii, di giorno in giorno, che è vergognoso solo pensarci. Non c’è onestà in queste faccende, se non si vuol fare di una donna un somaro e una bestia, a forza di subire i torti di un qualsiasi farabutto. Entrano sir John Falstaff, Bardolph e il paggio Eccolo che arriva, con quel noto furfante avvinazzato di Bardolph. Fate il vostro dovere, il vostro dovere, messer Fang e messer Snare; fatemelo, fatemelo, fatemelo il vostro dovere. SIR JOHN
Allora, che succede, perché questo trambusto? FANG
Sir John, vi arresto su denuncia di madama Quickly. SIR JOHN [sguainando la spada]
Via, canaglie, sguaina la spada Bardolph! Tagliami la testa di quel furfante, butta la puttana nello scolo! [Bardolph sguaina la spada] MADAMA QUICKLY
Buttarmi nello scolo? Ti ci butto io nello scolo. Una zuffa
2111
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 1
Wilt thou, wilt thou, thou bastardly rogue? Murder, murder! Ah, thou honeysuckle villain, wilt thou kill God’s officers, and the King’s? Ah, thou honeyseed rogue! Thou art a honeyseed, a man-queller, and a woman-queller. SIR JOHN Keep them off, Bardolph! FANG A rescue, a rescue! MISTRESS QUICKLY Good people, bring a rescue or two. Thou wot, wot thou? Thou wot, wot’a? Do, do, thou rogue, do, thou hempseed! PAGE Away, you scullion, you rampallian, you fustilarian! I’ll tickle your catastrophe!35
55
60
Enter the Lord Chief Justice and his men LORD CHIEF JUSTICE
What is the matter? Keep the peace here, ho! Brawl ends. [Fang] seizes Sir John MISTRESS QUICKLY Good my lord, be good to me; I beseech
you, stand to me.
65
LORD CHIEF JUSTICE
How now, Sir John? What, are you brawling here? Doth this become your place, your time and business? You should have been well on your way to York. [To Fang] Stand from him, fellow. Wherefore hang’st thou upon him? MISTRESS QUICKLY O my most worshipful lord, an’t please your grace, I am a poor widow of Eastcheap, and he is arrested at my suit. LORD CHIEF JUSTICE For what sum? MISTRESS QUICKLY It is more than for some, my lord, it is for all, all I have. He hath eaten me out of house and home. He hath put all my substance into that fat belly of his; (to Sir John) but I will have some of it out again, or I will ride thee a-nights like the mare.
72
62. Tickle: così in Q; in F tucke; la scelta di tuck in F potrebbe significare “rimprovero”, ma probabilmente si tratta di un fraintendimento. 2112
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 1
Lo vorresti, lo vorresti, furfante bastardo, Assassinio, assassinio! Ah, tu furfante omocida82, vuoi omocidere gli ufficiali di Dio e del re? Ah, mascalzone omocida, ammazza-uomini e ammazza-donne! SIR JOHN
Tienili lontani, Bardolph. FANG
Chiedete rinforzi, rinforzi. MADAMA QUICKLY
Brava gente, portate uno o due rinforzi. Lo vorresti, eh, lo vorresti proprio? Fallo, fallo, carogna, fallo, omocida! PAGGIO
Via, servaccia, ruffianaccia, grassonaccia! Ti solletico il deretano! Entra il giudice e i suoi uomini GIUDICE
Che cosa succede? Mantenete l’ordine, qui! La zuffa finisce. [Fang] afferra sir John MADAMA QUICKLY
Mio buon signore, siate buono con me; vi prego, aiutatemi. GIUDICE
Ma come, sir John? Ma come, vi mettete qui ad azzuffarvi? Si conviene ciò alla vostra condizione, all’età, ai vostri doveri? Avreste già dovuto essere da un po’ sulla via per York. [A Fang] Lascialo andare, tu. Perché lo trattieni? MADAMA QUICKLY
Oh mio signore molto onorevole, così piaccia a vostra grazia, sono una povera vedova di Eastcheap83, e lui è arrestato per mia denuncia. GIUDICE
Per quale somma? MADAMA QUICKLY
È per più di qualche somma84, mio signore, è per tutto, tutto quello che ho. Mi ha divorato la casa e il focolare; ha messo tutte le mie sostanze in quel suo grasso pancione; (a sir John) ma una qualche somma la ritirerò fuori, sennò ti verrò a cavalcare di notte come un incubo85.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 1
SIR JOHN I think I am as like to ride the mare, if I have
any vantage of ground to get up.
80
LORD CHIEF JUSTICE How comes this, Sir John? Fie, what
man of good temper would endure this tempest of exclamation? Are you not ashamed, to enforce a poor widow to so rough a course to come by her own? SIR JOHN (to the Hostess) What is the gross sum that I owe thee? MISTRESS QUICKLY Marry, if thou wert an honest man, thyself, and the money too. Thou didst swear to me upon a parcel-gilt goblet, sitting in my Dolphin chamber, at the round table, by a sea-coal fire, upon Wednesday in Wheeson week, when the Prince broke36 thy head for liking his father to a singing-man of37 Windsor — thou didst swear to me then, as I was washing thy wound, to marry me, and make me my lady thy wife. Canst thou deny it? Did not goodwife Keech the butcher’s wife come in then, and call me ‘Gossip Quickly’ — coming in to borrow a mess of vinegar, telling us she had a good dish of prawns, whereby thou didst desire to eat some, whereby I told thee they were ill for a green wound? And didst thou not, when she was gone downstairs, desire me to be no more so familiarity with such poor people, saying that ere long they should call me ‘madam’? And didst thou not kiss me, and bid me fetch thee thirty shillings? I put thee now to thy book-oath; deny it if thou canst.
86
[She weeps] SIR JOHN My lord, this is a poor mad soul, and she says
up and down the town that her eldest son is like you. She hath been in good case, and the truth is, poverty
91. Wheeson: così in Q; Whitfon in F. Probabilmente Q dà una forma dialettale. 92. Liking his father: così in Q; lik’ning him in F. Una variante, forse inconsapevole, dello scrivano, che cambia il senso della frase. 2114
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 1
SIR JOHN
È più facile che monti io la cavalla, se trovo un appoggio per montarci sopra. GIUDICE
Sir John, come è successo tutto ciò? Quale persona ammodo sopporterebbe questa tempesta di urla? Non vi vergognate a costringere una povera vedova a mezzi così sgarbati per riacquistare ciò che è suo? SIR JOHN (all’ostessa) Qual è la somma che ti devo in tutto? MADAMA QUICKLY
Santo cielo, se fossi un uomo onesto, mi dovresti te stesso oltre al denaro. Mi giurasti di sposarmi, su un calice mezzo dorato, seduto nella mia sala del delfino86, alla tavola rotonda, davanti a un fuoco di carbone marino, un mercoledì di Pentecoste, quando il principe ti aveva rotto la testa per aver paragonato suo padre a un cantore di Windsor87, – avevi giurato allora, mentre ti lavavo la ferita, di sposarmi e di far di me una signora e tua moglie. Puoi negarlo? Non è forse entrata allora quella brava comare Keech88, la moglie del macellaio, chiamandomi “comare Quickly” – era venuta a chiedere in prestito una misura di aceto, dicendo che aveva un buon piatto di gamberi – dopo di che tu chiedesti di mangiarne, dopodiché ti dissi che erano dannosi per una ferita recente? E non mi hai poi detto, quando era scesa sotto, di non dar confiducia a gente così povera, dicendo che di lì a poco mi avrebbero chiamato signora? E non mi hai poi baciata dicendomi di portarti trenta scellini? Ti chiamo a giurarlo sulla Bibbia; negalo, se puoi. [Piange] SIR JOHN
Mio signore, questa è una povera pazza, e va a dire qui e là per la città che suo figlio maggiore vi rassomiglia. Ha avuto un tempo una salute migliore, ma a dire il vero, la povertà l’ha fatta impaz-
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 1
hath distracted her. But for these foolish officers, I beseech you I may have redress against them. LORD CHIEF JUSTICE Sir John, Sir John, I am well acquainted with your manner of wrenching the true cause the false way. It is not a confident brow, nor the throng of words that come with such more than impudent sauciness from you, can thrust me from a level consideration. You have, as it appears to me, practised upon the easy-yielding spirit of this woman, and made her serve your uses both in purse and in person. MISTRESS QUICKLY Yea, in truth, my lord. LORD CHIEF JUSTICE Pray thee, peace. (To Sir John) Pay her the debt you owe her, and unpay the villainy you have done with her. The one you may do with sterling money, and the other with current repentance. SIR JOHN My lord, I will not undergo this sneap without reply. You call honourable boldness ‘impudent sauciness’; if a man will make curtsy and say nothing, he is virtuous. No, my lord, my humble duty remembered, I will not be your suitor. I say to you I do desire deliverance from these officers, being upon hasty employment in the King’s affairs. LORD CHIEF JUSTICE You speak as having power to do wrong; but answer in th’effect of your reputation, and satisfy the poor woman. SIR JOHN (drawing apart) Come hither, hostess.
110
118
123
130
She goes to him. Enter Master Gower, a messenger LORD CHIEF JUSTICE Now, Master Gower, what news? GOWER
The King, my lord, and Harry Prince of Wales Are near at hand; the rest the paper tells.
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[Lord Chief Justice reads the paper, and converses apart with Gower]
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 1
zire. In quanto a questi sciocchi ufficiali, vi chiedo di farmi avere soddisfazione. GIUDICE
Sir John, sir John, conosco bene il vostro modo di far apparire falsa una giusta causa. Non sarà certamente la sicumera, né il fiume di parole che voi pronunciate con sfacciataggine più che impudente, che mi possono allontanare da un equo giudizio. Mi pare che voi abbiate approfittato dell’indole arrendevole di questa donna, e che ne abbiate usato a vostra convenienza, sia nella borsa che nella persona. MADAMA QUICKLY
Sì, è vero, mio signore. GIUDICE
Prego, tacete. (A sir John) Pagatele il debito che le dovete, e risarcite le offese che le avete fatto. Il primo potete farlo con denaro autentico e l’altro con pentimento altrettanto genuino. SIR JOHN
Mio signore, non subirò questo rimprovero senza rispondere. Voi chiamate l’onorevole gagliardia “sfacciataggine impudente”; se uno fa la riverenza e non dice nulla, allora è virtuoso. No, mio signore, pur ricordando il mio umile dovere, non farò l’adulatore. E vi dico di nuovo che desidero esser liberato da questi ufficiali, poiché sono impegnato in affari urgenti per conto del re. GIUDICE
Parlate come se aveste il diritto di agire in modo disonesto; piuttosto rispondete come si conviene alla buona reputazione che dichiarate di avere, e date soddisfazione a questa povera donna. SIR JOHN (tirandosi da parte) Vieni qui, ostessa. Lei gli si avvicina. Entra messer Gower, un messaggero GIUDICE
Allora, messer Gower, quali notizie? GOWER
Il re, mio signore, e Harry, il principe di Galles, si avvicinano; il resto è nella lettera. [Il giudice legge la lettera, e conversa, a parte, con Gower] 2117
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 1
SIR JOHN As I am a gentleman! MISTRESS QUICKLY Faith, you said so before. SIR JOHN As I am a gentleman! Come, no more words of
it.
141
MISTRESS QUICKLY By this heavenly ground I tread on, I
must be fain to pawn both my plate and the tapestry of my dining-chambers. SIR JOHN Glasses, glasses, is the only drinking; and for thy walls, a pretty slight drollery, or the story of the Prodigal, or the German hunting in waterwork, is worth a thousand of these bed-hangers and these flybitten tapestries. Let it be ten pound if thou canst. Come, an ’twere not for thy humours, there’s not a better wench in England. Go, wash thy face, and draw the action. Come, thou must not be in this humour with me. Dost not know me? Come, I know thou wast38 set on to this. MISTRESS QUICKLY Pray thee, Sir John, let it be but twenty nobles. I’faith, I am loath to pawn my plate, so God39 save me, la! SIR JOHN Let it alone; I’ll make other shift. You’ll be a fool still. MISTRESS QUICKLY Well, you shall have it, though I pawn my gown. I hope you’ll come to supper. You’ll pay me altogether? SIR JOHN Will I live? [To Bardolph and the Page] Go with her, with her. Hook on, hook on! MISTRESS QUICKLY Will you have Doll Tearsheet meet you at supper? SIR JOHN No more words; let’s have her.
154
159
164
Exeunt Mistress Quickly, Bardolph, the Page, Fang and Snare
153. Come: così in F; in Q come, come. La variante si ripete in seguito e, poiché altera il senso della frase, si pensa sia stata introdotta dall’autore. Vedi V, 1, 47. 156-57. So God save me: così in Q; in F in good earnest. 2118
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 1
SIR JOHN
Com’è vero che sono un gentiluomo! MADAMA QUICKLY
Questo l’avete già detto, lo giuro. SIR JOHN
Com’è vero che sono un gentiluomo, vieni, basta così. MADAMA QUICKLY
Per questa terra celeste su cui cammino89, dovrò ridurmi a impegnare l’argenteria e gli arazzi delle sale da pranzo. SIR JOHN
Calici, solo calici ci vogliono per bere; e le pareti, un soggetto comico, o la storia del figliol prodigo, o scene di caccia tedesche dipinte a fresco, valgono mille di quei tendaggi da letto o di quegli arazzi tarlati90. Facciamo dieci sterline, se puoi. Vieni qui, se non fosse per i tuoi malumori, non ci sarebbe donna migliore in Inghilterra. Va’, lavati la faccia e ritira la denuncia. Avanti, niente malumori con me. Non mi conosci? Andiamo, andiamo, so che ti hanno istigato in questo affare. MADAMA QUICKLY
Vi prego, sir John, facciamo soltanto venti nobili91, giuro che mi ripugna impegnare l’argenteria, lo sa Dio, ecco. SIR JOHN
Lascia perdere; mi arrangerò altrimenti. Sei sempre stata una sciocca. MADAMA QUICKLY
Allora li avrete, se dovessi impegnarmi il vestito. Spero che verrete a cena. Mi ripagherete tutto insieme? SIR JOHN
Quant’è vero che sono vivo. [A Bardolph e al paggio] Andate con lei, andate con lei; statele dietro, statele dietro! MADAMA QUICKLY
Volete vedere Doll Tearsheet92 a cena? SIR JOHN
Senz’altro, che venga. Escono madama Quickly, Bardolph, il paggio, Fang e Snare
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19/10/2017 18:27:23
THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 1
LORD CHIEF JUSTICE (to Gower) I have heard better news.40 SIR JOHN What’s the news, my good lord?
169
LORD CHIEF JUSTICE (to Gower) Where lay the King tonight?41 GOWER At Basingstoke, my lord.42 SIR JOHN (to Lord Chief Justice) I hope, my lord, all’s well.
What is the news, my lord? LORD CHIEF JUSTICE (to Gower) Come all his forces back? GOWER
No; fifteen hundred foot, five hundred horse, Are marched up to my lord of Lancaster Against Northumberland and the Archbishop. SIR JOHN (to Lord Chief Justice) Comes the King back from Wales, my noble lord? LORD CHIEF JUSTICE (to Gower) You shall have letters of me presently. Come, go along with me, good Master Gower.
175
180
They are going SIR JOHN My lord! LORD CHIEF JUSTICE What’s the matter? SIR JOHN Master Gower, shall I entreat you with me to
dinner? GOWER I must wait upon my good lord here, I thank you,
good Sir John.
186
LORD CHIEF JUSTICE Sir John, you loiter here too long,
being you are to take soldiers up in counties as you go. SIR JOHN Will you sup with me, Master Gower? LORD CHIEF JUSTICE What foolish master taught you these manners, Sir John?
190
168. Better: “migliori”: così in Q; in F bitter “amare”. 170. Tonight: così in Q; last night in F. Come sempre F rende l’espressione più corretta o elegante. 171. Basingstoke: così in F, Billingsgate in Q. 2120
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19/10/2017 18:27:23
LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 1
GIUDICE (a Gower)
Ho avuto notizie migliori. SIR JOHN
Che notizie ci sono, mio signore? GIUDICE (a Gower)
Dove ha dormito il re la notte scorsa? GOWER
A Basingstoke93, mio signore. SIR JOHN (al giudice) Spero, mio signore, che tutto vada bene. Che novità, mio signore? GIUDICE (a Gower) Ritornano indietro tutte le sue forze? GOWER
No; millecinquecento fanti, cinquecento cavalieri, si sono uniti al mio signore di Lancaster contro Northumberland e l’arcivescovo. SIR JOHN (al giudice) Ritorna il re dal Galles, mio nobile signore? GIUDICE (a Gower) Vi darò delle lettere immediatamente. Venite, venite con me buon messer Gower. Se ne stanno andando SIR JOHN
Mio signore! GIUDICE
Cosa c’è? SIR JOHN
Messer Gower, posso invitarvi a cena? GOWER
Vi ringrazio buon sir John, ma devo seguire il mio signore. GIUDICE
Sir John, voi state qui a perder tempo, dato che dovrete reclutare soldati sulla via verso nord. SIR JOHN
Volete cenare con me, messer Gower? GIUDICE
Sir John, che sciocco maestro vi ha insegnato tali maniere? 2121
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 2
SIR JOHN Master Gower, if they become me not, he was
a fool that taught them me. (To Lord Chief Justice) This is the right fencing grace, my lord — tap for tap, and so part fair. LORD CHIEF JUSTICE Now the Lord lighten thee; thou art a great fool.
196
Exeunt [Lord Chief Justice and Gower at one door, Sir John at another] 2.2
Enter Prince Harry and Poins
PRINCE HARRY Before God, I am exceeding weary.43 POINS Is’t come to that? I had thought weariness durst
not have attached one of so high blood. PRINCE HARRY Faith, it does me, though it discolours the
complexion of my greatness to acknowledge it. Doth it not show vilely in me to desire small beer? POINS Why, a prince should not be so loosely studied as to remember so weak a composition. PRINCE HARRY Belike then my appetite was not princely got; for, by my troth, I do now remember the poor creature small beer. But indeed, these humble considerations make me out of love with my greatness. What a disgrace is it to me to remember thy name! Or to know thy face tomorrow! Or to take note how many pair of silk stockings thou hast — videlicet these, and those that were thy peach-coloured ones! Or to bear the inventory of thy shirts — as one for superfluity, and another for use. But that the tennis-court keeper knows better than I, for it is a low ebb of linen with thee when thou keepest not racket there; as thou hast not done a great while, because the rest of thy low countries have made a shift to eat up thy holland.44
6
22
1. Before God: così in Q; in F Trust me. Oltre a rendere il testo più raffinato e letterario, F tende a evitare le espressioni irriverenti o blasfeme. 22. Holland: così in F; in Q holland: and … strengthened. Vedi Aggiunte al testo A. 2122
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 2
SIR JOHN
Messer Gower, se non mi si addicono, deve avermele insegnate uno sciocco. (Al giudice) Questa è l’arte aggraziata del fioretto, mio signore – stoccata per stoccata – e si resta pari. GIUDICE
Che Dio vi illumini, siete un grande sciocco. Escono [il giudice e Gower da una porta e sir John dall’altra] Entrano il principe Harry e Poins94
II, 2
PRINCIPE HARRY
Dio mi è testimone, sono tremendamente stanco. POINS
Siamo arrivati a questo punto? Pensavo che la stanchezza non osasse impossessarsi di chi ha sangue così nobile. PRINCIPE HARRY
Sì, invece lo fa, benché ammetterlo faccia impallidire l’incarnato della mia grandezza. Non mi svilisce forse desiderare una birra leggera? POINS
Be’, un principe non dovrebbe essere così incolto da prendere in considerazione una bevanda così svaporata. PRINCIPE HARRY
Probabilmente il mio appetito non fu creato in modo principesco, poiché, giuro che ora considero buona quella plebea, comune birra leggera. Ma certamente, queste riflessioni così umili sminuiscono la mia grandezza. Che onta è per me ricordare il tuo nome!95 O riconoscere, domani, la tua faccia! O sapere quante paia di calze di seta tu abbia – cioè queste, e quelle che erano color pesca, una volta!96 O avere in mente l’inventario delle tue camicie – cioè una di ricambio e una da usare! Ma meglio di me sa queste cose il custode del campo da tennis, perché è quando la tua biancheria è in bassa marea che tu non sei lì con la racchetta in mano, come in effetti non sei stato da parecchio tempo, poiché il resto dei tuoi paesi bassi ha cospirato per mangiarsi la biancheria d’Olanda97.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 2
POINS How ill it follows, after you have laboured so hard,
you should talk so idly! Tell me, how many good young princes would do so, their fathers lying so sick as yours is? PRINCE HARRY Shall I tell thee one thing, Poins? POINS Yes, faith, and let it be an excellent good thing. PRINCE HARRY It shall serve among wits of no higher breeding than thine. POINS Go to, I stand the push of your one thing that you’ll tell. PRINCE HARRY Marry, I tell thee, it is not meet that I45 should be sad now my father is sick; albeit I could tell to thee, as to one it pleases me, for fault of a better, to call my friend, I could be sad; and sad indeed too. POINS Very hardly, upon such a subject. PRINCE HARRY By this hand, thou thinkest me as far in the devil’s book as thou and Falstaff, for obduracy and persistency. Let the end try the man. But I tell thee, my heart bleeds inwardly that my father is so sick; and keeping such vile company as thou art hath, in reason, taken from me all ostentation of sorrow. POINS The reason? PRINCE HARRY What wouldst thou think of me if I should weep? POINS I would think thee a most princely hypocrite. PRINCE HARRY It would be every man’s thought, and thou art a blessed fellow to think as every man thinks. Never a man’s thought in the world keeps the roadway better than thine. Every man would think me an hypocrite indeed. And what accites your most worshipful thought to think so?
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33. Marry: così in Q; in F Why. 2124
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 2
POINS
Come è deprimente, dopo aver faticato tanto, dire tante futilità! Ditemi, quanti giovani prìncipi per bene lo farebbero, con un padre così ammalato come è il vostro di questi tempi? PRINCIPE HARRY
Vuoi che ti dica una cosa, Poins? POINS
Sì, certo, ma che sia una cosa veramente buona. PRINCIPE HARRY
Andrà bene per ingegni non meglio educati del tuo. POINS
Avanti, saprò essere all’altezza di quell’unica cosa che direte. PRINCIPE HARRY
Allora, perdio, ti dico che non è giusto che sia triste ora che mio padre è ammalato; benché potrei dire a te, come direi a uno che mi aggrada chiamare amico, in mancanza di meglio, che potrei esser triste, molto triste, anche. POINS
È ben difficile, per un tal motivo. PRINCIPE HARRY
Per questa mano, tu mi vedi già segnato nel libro mastro del diavolo, insieme a te e Falstaff, per caparbietà e ostinazione. Che il finale dia il giudizio sull’uomo. Però ti dico che il cuore mi sanguina nell’intimo, che mio padre sia così malato; ed è frequentare una compagnia così bassa come la tua che mi impedisce, a ragione, di far mostra visibile di dolore. POINS
E la ragione? PRINCIPE HARRY
Che penseresti di me se dovessi piangere? POINS
Penserei che voi siete un ipocrita davvero principesco. PRINCIPE HARRY
Lo penserebbe chiunque e tu hai il dono divino di pensare come tutti. Non c’è un pensiero d’uomo in tutto il mondo che segua i luoghi comuni meglio del tuo. Ognuno mi giudicherebbe davvero un ipocrita. E cosa è che induce il tuo onorevole pensiero a pensare così? 2125
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 2
POINS Why, because you have been so lewd, and so much
engrafted to Falstaff.
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PRINCE HARRY And to thee. POINS By this light, I am well spoke on; I can hear it
with mine own ears. The worst that they can say of me is that I am a second brother, and that I am a proper fellow of my hands; and those two things I confess I cannot help.
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Enter Bardolph [followed by] the Page By the mass, here comes Bardolph.46 PRINCE HARRY And the boy that I gave Falstaff. A had him from me Christian, and look if the fat villain have not transformed him ape. BARDOLPH God save your grace!47 PRINCE HARRY And yours, most noble Bardolph! POINS (to Bardolph) Come, you virtuous ass, you bashful fool, must you be blushing? Wherefore blush you now? What a maidenly man at arms are you become! Is’t such a matter to get a pottle-pot’s maidenhead? PAGE A calls me e’en now, my lord, through a red lattice,48 and I could discern no part of his face from the window. At last I spied his eyes, and methought he had made two holes in the ale-wife’s red petticoat, and so peeped through. PRINCE HARRY (to Poins) Has not the boy profited? BARDOLPH (to the Page) Away, you whoreson upright rabbit, away!49 PAGE Away, you rascally Althea’s dream, away! PRINCE HARRY Instruct us, boy; what dream, boy?
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62. By the masse: così in Q; in F Look, look. 66. God save: così in Q; in F Save. 72. A calls me enow in Q; in F He call’d me even now. 79. Rabbet = “coniglio”: così in F; in Q rabble = “plebeo”. 2126
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 2
POINS
Perché siete stato così volgare e così legato a Falstaff. PRINCIPE HARRY
E a te. POINS
Perdiana, di me si parla bene; lo sento con le mie orecchie. Il peggio che possano dire di me è che sono un figlio cadetto, e che sono un combattente valoroso; e contro queste due cose, lo confesso, non posso farci nulla. Entra Bardoph [seguito dal] paggio Perdio, ecco Bardolph. PRINCIPE HARRY
Con il ragazzo che ho dato a Falstaff. Io gliel’ho dato come un cristiano, e guardate se quel grasso furfante non l’ha ridotto a una scimmietta. BARDOLPH
Dio salvi vostra grazia. PRINCIPE HARRY
E la vostra, nobilissimo Bardolph. POINS (a Bardolph) Allora, asino virtuoso, timido buffone, cosa hai sempre da arrossire?98 Perché arrossisci ora? Che femminuccia di un guerriero sei diventato! È così difficile sverginare un mezzo litro di birra? PAGGIO
Costui mi ha chiamato ora, mio signore, attraverso le grate rosse99, e dalla finestra non riuscivo a vedergli la faccia per nessun verso. Finalmente ho intravisto i suoi occhi, e mi sembrava che avesse fatto due buchi nel vestito rosso della birraia, e che ci guardasse attraverso. PRINCIPE HARRY (a Poins) Ha fatto progressi il ragazzo, no? BARDOLPH (al paggio) Sparisci, figlio di puttana d’un coniglietto impettito, via! PAGGIO
Via tu, furfante d’un sogno di Altea!100 PRINCIPE HARRY
Istruiscici ragazzo, quale sogno, ragazzo? 2127
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 2
PAGE Marry, my lord, Althea dreamt she was delivered
of a firebrand, and therefore I call him her dream. PRINCE HARRY (giving him money) A crown’s-worth of good
interpretation! There ’tis, boy.
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POINS O, that this good blossom could be kept from
cankers! (Giving the Page money) Well, there is sixpence to preserve thee. BARDOLPH An you do not make him hanged among you,50 the gallows shall be wronged. PRINCE HARRY And how doth thy master, Bardolph? BARDOLPH Well, my good lord. He heard of your grace’s coming to town. There’s a letter for you. POINS Delivered with good respect. And how doth the Martlemas your master? BARDOLPH In bodily health, sir.
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95
Prince Harry reads the letter POINS Marry, the immortal part needs a physician, but
that moves not him. Though that be sick, it dies not. PRINCE HARRY I do allow this wen to be as familiar with me as my dog; and he holds his place, for look you how he writes.
101
[He gives Poins the letter] POINS ‘John Falstaff, knight’. — Every man must know
that, as oft as he has occasion to name himself; even like those that are kin to the King, for they never prick their finger but they say ‘There’s some of the King’s blood spilt.’ ‘How comes that?’ says he that takes upon him not to conceive. The answer is as ready as a borrower’s cap: ‘I am the King’s poor cousin, sir.’
89. Hangd: così in Q; in F be hang’d. 2128
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 2
PAGGIO
Per la Madonna, signore, se Altea sognò di aver partorito un tizzone ardente, io dico che lui è un sogno! PRINCIPE HARRY (dandogli del denaro) Una buona interpretazione merita una corona. Eccotela, ragazzo. POINS
Oh, che questo buon germoglio possa esser preservato dai tarli. Eccoti sei pence per preservarti. BARDOLPH
Se fra tutti voi non lo fate impiccare, si farà torto alle forche. PRINCIPE HARRY
E come sta il tuo padrone, Bardolph? BARDOLPH
Bene, mio signore. Ha sentito dell’arrivo di vostra grazia in città. C’è una lettera per voi. POINS
Recapitata con il dovuto rispetto. E come sta quel bue di San Martino del tuo padrone?101 BARDOLPH
Il corpo sta bene, signore. Il principe Harry legge la lettera POINS
Per la Madonna, è la sua parte immortale che abbisogna di un medico, ma questo non lo preoccupa. Benché sia malata, l’anima non muore. PRINCIPE HARRY
Io permetto a questo bitorzolo di prendersi confidenze con me come il mio cane; e lui sa stare al suo posto, ascoltate cosa scrive. [Dà la lettera a Poins] POINS
“John Falstaff, cavaliere” – Ognuno deve sapere il titolo, ogni qualvolta ha occasione di dire il proprio nome. Appunto come quelli che son parenti del re, che non possono mai pungersi un dito senza dire: “Ecco versato il sangue del re”. “Come può essere?” chiede chi fa finta di non capire. La risposta è pronta come il cappello di un questuante: “sono il cugino povero del re, signore”. 2129
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 2
PRINCE HARRY Nay, they will be kin to us, or they will
fetch it from Japhet. (Taking the letter) But the letter. ‘Sir John Falstaff, knight, to the son of the King nearest his father, Harry Prince of Wales, greeting.’ POINS Why, this is a certificate! PRINCE HARRY Peace! — ‘I will imitate the honourable Romans in brevity.’ POINS (taking the letter) Sure he means brevity in breath, short winded. (Reads) ‘I commend me to thee, I commend thee, and I leave thee. Be not too familiar with Poins, for he misuses thy favours so much that he swears thou art to marry his sister Nell. Repent at idle times as thou mayst. And so, farewell. Thine by yea and no — which is as much as to say, as thou usest him — Jack Falstaff with my familiars, John with my brothers and sisters, and Sir John with all Europe.’ My lord, I’ll steep this letter in sack and make him eat it. PRINCE HARRY That’s to make him eat twenty of his words. But do you use me thus, Ned? Must I marry your sister? POINS God send the wench no worse fortune, but I never51 said so. PRINCE HARRY Well, thus we play the fools with the time, and the spirits of the wise sit in the clouds and mock us. (To Bardolph) Is your master here in London? BARDOLPH Yea, my lord. PRINCE HARRY Where sups he? Doth the old boar feed in the old frank? BARDOLPH At the old place, my lord, in Eastcheap. PRINCE HARRY What company? PAGE Ephesians, my lord, of the old church.
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131. God send the wench: così in Q; in F May the wench have. 2130
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 2
PRINCIPE HARRY
Certo, devono essere nostri parenti a costo di risalire a Giafet102. (Prende la lettera) Ma la lettera: “Sir John Falstaff, cavaliere, al figlio del re più vicino al padre, Harry, principe di Galles, manda i suoi saluti”. POINS
Ma questa è una licenza!103 PRINCIPE HARRY
Silenzio! – “Imiterò i nobili romani per la brevità.” POINS (prende la lettera) Certamente vuol dire brevità di fiato, fiato corto. (Legge) “Mi raccomando a voi, vi raccomando, vi lascio. Non date troppa confidenza a Poins, perché lui approfitta così tanto dei vostri favori da giurare che sposerete sua sorella Nell. Pentitevi come potete nei momenti di ozio, e così addio. Vostro per il sì o per il no104, – come dire, secondo come voi lo trattate – Jack Falstaff per gli amici, John per fratelli e sorelle, e sir John per tutta l’Europa”. Mio signore, inzupperò questa lettera nel vino e gliela farò mangiare. PRINCIPE HARRY
Così gli faresti mangiare un bel po’ di parole. Ma è vero che approfitti di me in questo modo, Ned? Devo sposare tua sorella? POINS
Dio non mandi alla ragazza una sorte peggiore, ma non l’ho mai detto. PRINCIPE HARRY
Bene, così ci comportiamo da sciocchi come si addice ai tempi, e gli spiriti dei saggi siedono sulle nuvole e si fanno beffe di noi105. (A Bardoph) È qui a Londra il tuo padrone? BARDOLPH
Sì, mio signore. PRINCIPE HARRY
Dove cena? Il vecchio cinghiale mangia sempre nel vecchio porcile?106 BARDOLPH
Nel solito posto, signore, a Eastcheap. PRINCIPE HARRY
In quale compagnia? PAGGIO
Efesini, mio signore, della vecchia chiesa107. 2131
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 2
PRINCE HARRY Sup any women with him? PAGE None,
my lord, but old Mistress Quickly and Mistress Doll Tearsheet. PRINCE HARRY What pagan may that be? PAGE A proper gentlewoman, sir, and a kinswoman of my master’s. PRINCE HARRY Even such kin as the parish heifers are to the town bull. Shall we steal upon them, Ned, at supper? POINS I am your shadow, my lord; I’ll follow you. PRINCE HARRY Sirrah, you, boy, and Bardolph, no word to your master that I am yet come to town. (Giving money) There’s for your silence. BARDOLPH I have no tongue, sir. PAGE And for mine, sir, I will govern it. PRINCE HARRY Fare you well; go.
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Exeunt Bardolph and the Page This Doll Tearsheet should be some road. POINS I warrant you, as common as the way between Saint Albans and London. PRINCE HARRY How might we see Falstaff bestow himself tonight in his true colours, and not ourselves be seen? POINS Put on two leathern jerkins and aprons, and wait upon him at his table like drawers.
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 2
PRINCIPE HARRY
Qualche donna cena con lui? PAGGIO
Nessuna, mio signore, tranne la vecchia madama Quickly e madama Doll Tearsheet. PRINCIPE HARRY
Che tipo di puttana108 sarà? PAGGIO
Una vera gentildonna rispettabile, signore, e una parente del mio padrone. PRINCIPE HARRY
Parente come lo sono le vacche della parrocchia con il toro del villaggio. Li cogliamo di sorpresa mentre sono a cena, Ned? POINS
Sono la vostra ombra, mio signore; vi seguirò. PRINCIPE HARRY
Tu, briccone, e tu Bardolph, non fate parola al vostro padrone che sono già tornato in città. (Dà soldi). Ecco, per il vostro silenzio. BARDOLPH
Non ho lingua, signore. PAGGIO
E la mia, signore, la terrò a freno. PRINCIPE HARRY
Addio, andate. Escono Bardolph e il paggio Questa Doll Tearsheet deve essere una bella strada trafficata. POINS
Ve lo assicuro, trafficata come la strada tra Saint Albans e Londra. PRINCIPE HARRY
Come possiamo fare stasera per vedere Falstaff comportarsi secondo la sua vera natura e passare inosservati? POINS
Possiamo metterci due giacche di pelle e due grembiali e servirlo a tavola come garzoni.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 3
PRINCE HARRY From a god to a bull — a heavy declension — 52
it was Jove’s case. From a prince to a prentice — a low transformation — that shall be mine; for in everything the purpose must weigh with the folly. Follow me, Ned. Exeunt 2.3
Enter the Earl of Northumberland, Lady Northumberland, and Lady Percy
NORTHUMBERLAND
I pray thee, loving wife and gentle daughter,53 Give even way unto my rough affairs. Put not you on the visage of the times And be like them to Percy troublesome. LADY NORTHUMBERLAND
I have given over; I will speak no more. Do what you will; your wisdom be your guide.
5
NORTHUMBERLAND
Alas, sweet wife, my honour is at pawn, And, but my going, nothing can redeem it. LADY PERCY
O yet, for God’s sake, go not to these wars!54 The time was, father, that you broke your word When you were more endeared to it than now — When your own Percy, when my heart’s dear Harry, Threw many a northward look to see his father Bring up his powers; but he did long in vain. Who then persuaded you to stay at home? There were two honours lost, yours and your son’s. For yours, the God of heaven brighten it!55 For his, it stuck upon him as the sun
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165. Declension: così in F; descension in Q. La scelta di F è giustificata da occorrenze simili in Shakespeare e dal gioco di parole fra “declinazione” e “caso”. 1. Pray thee: così in Q; in F prethee. 9. Gods: così in Q; in F heavens. 17. The God of heaven: così in Q; in F may heavenly glory. La scelta di evitare la blasfemia, probabilmente per intervento dell’autore, migliora anche il verso. 2134
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 3
PRINCIPE HARRY
Da dio a toro – una rovinosa caduta! – ma così si comportò Giove109. Da principe a garzone – una trasformazione volgare, che ora però spetta a me: la stravaganza di un’impresa si misura da quel che ottiene. Seguimi, Ned. Escono II, 3
Entrano il conte di Northumberland, lady Northumberland, e lady Percy110
NORTHUMBERLAND
Vi prego, moglie affettuosa e dolce figlia, consentitemi di affrontare serenamente questa difficile circostanza; non adottate il volto dei tempi dando pena, come loro, a Percy. LADY NORTHUMBERLAND
Ho rinunciato; non parlerò più; fate quello che volete; sia la saggezza vostra guida. NORTHUMBERLAND
Ahimè, dolce moglie, il mio onore è in pegno e nulla può riscattarlo, se non con la mia partenza. LADY PERCY
E tuttavia, per l’amor di Dio, non andate a queste guerre! Padre, c’è stato un tempo in cui mancaste alla parola quando essa vi era molto più cara di adesso – quando il vostro Percy, quando il mio amato Harry111, volse più volte lo sguardo a nord in attesa di suo padre con i rinforzi; ma aspettò invano112. Chi vi persuase allora a rimanere a casa? Allora si persero due onori, il vostro e quello di vostro figlio. Per il vostro, voglia il Dio dei cieli tornare a illumi-
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 3
In the grey vault of heaven, and by his light Did all the chivalry of England move To do brave acts. He was indeed the glass Wherein the noble youth did dress themselves. He had no legs that practised not his gait;56 And speaking thick, which nature made his blemish, Became the accents of the valiant; For those that could speak low and tardily Would turn their own perfection to abuse To seem like him. So that in speech, in gait, In diet, in affections of delight, In military rules, humours of blood, He was the mark and glass, copy and book, That fashioned others. And him — O wondrous him! O miracle of men! — him did you leave, Second to none, unseconded by you, To look upon the hideous god of war In disadvantage, to abide a field Where nothing but the sound of Hotspur’s name Did seem defensible; so you left him. Never, O never do his ghost the wrong To hold your honour more precise and nice With others than with him. Let them alone. The Marshal and the Archbishop are strong. Had my sweet Harry had but half their numbers, Today might I, hanging on Hotspur’s neck, Have talked of Monmouth’s grave. NORTHUMBERLAND Beshrew your heart, Fair daughter, you do draw my spirits from me With new lamenting ancient oversights. But I must go and meet with danger there, Or it will seek me in another place, And find me worse provided.
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23-45. He … grave: così in F, manca in Q. La lunga orazione lirica di Lady Percy in onore del marito ucciso è sovente tralasciata nelle rappresentazioni. 2136
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 3
narlo! Per il suo, era fisso su di lui come il sole nella volta azzurra del cielo, e con la sua luce incitava tutta la cavalleria d’Inghilterra a compiere atti coraggiosi. Era davvero lo specchio nel quale si misurava la nobile gioventù. Non c’erano gambe che non imitassero il suo passo; e il parlare irruente, che la natura gli conferì come difetto113, divenne la parlata dei valorosi, poiché chi parlava lentamente e grave biasimava questa sua qualità come una mancanza, per assomigliargli. Così che nel parlare, nel camminare, nel cibo, nel gusto dei piaceri, nelle abitudini militari, nel temperamento incostante, egli era il modello e lo specchio, il testo e la copia, che dava forma agli altri. E lui – lui meraviglioso! Miracolo fra gli uomini! – lui che non era secondo a nessuno, non secondato da voi, lui lasciaste svantaggiato a fronteggiare il dio orribile della guerra, a scendere in un campo dove nulla si poteva difendere se non il nome di Hotspur; così lo lasciaste. Mai, mai – non fate al suo spirito il torto di mantenere il vostro onore più intatto con altri che con lui! Lasciate gli altri da parte. Il maresciallo e l’arcivescovo sono forti. Se il mio Harry non avesse avuto che metà delle loro forze, oggi avrei potuto, con le braccia al collo di Hotspur, parlare della tomba di Monmouth114. NORTHUMBERLAND
Con la vostra funesta passione, dolce figlia, mi togliete tutto il coraggio lamentando gli errori passati. Ma io devo andare ad affrontare il pericolo, o quello mi cercherà altrove, quando sarò più impreparato.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 4
O fly to Scotland, Till that the nobles and the armèd commons Have of their puissance made a little taste.
50
LADY NORTHUMBERLAND
LADY PERCY
If they get ground and vantage of the King, Then join you with them like a rib of steel, To make strength stronger; but, for all our loves, First let them try themselves. So did your son. He was so suffered. So came I a widow, And never shall have length of life enough To rain upon remembrance with mine eyes, That it may grow and sprout as high as heaven For recordation to my noble husband.
55
60
NORTHUMBERLAND
Come, come, go in with me. ’Tis with my mind As with the tide swelled up unto his height, That makes a still stand, running neither way. Fain would I go to meet the Archbishop, But many thousand reasons hold me back. I will resolve for Scotland. There am I Till time and vantage crave my company. 2.4
65
Exeunt
[A table and chairs set forth.] Enter a Drawer [with wine] and another Drawer [with a dish of apple-johns]
[FIRST DRAWER] What the devil hast thou brought there — 57
apple-johns? Thou knowest Sir John cannot endure an apple-john. [SECOND DRAWER] Mass, thou sayst true. The Prince once58 set a dish of apple-johns before him; and told him, there were five more Sir Johns; and, putting off his hat, said ‘I will now take my leave of these six dry,
1. 1 DRAWER: così in F; in Q Fran. 4. 2 DRAWER: così in Q; in F (Draw.). 2138
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 4
LADY NORTHUMBERLAND
Oh, fuggite in Scozia, finché i nobili e il popolo armato abbiano messo alla prova la loro forza! LADY PERCY
Se loro guadagnano terreno e vantaggio sul re, allora unitevi a loro come una costola d’acciaio per rendere la forza più forte; ma, per tutto il nostro amore, lasciate che prima ci provino da soli. Così fece vostro figlio. Lasciaste che lo facesse. Così diventai vedova e mai avrò vita abbastanza lunga per bagnare con i miei occhi il ricordo, perché cresca e germogli alto come il cielo a commemorare il mio nobile marito. NORTHUMBERLAND
Coraggio, coraggio, venite dentro con me. La mia mente è come una marea che, salita al punto estremo, resta immobile, né fluendo, né rifluendo. Vorrei andare a unirmi all’arcivescovo, ma migliaia di ragioni mi trattengono. Deciderò per la Scozia. Là rimarrò finché il tempo e il vantaggio cerchino la mia compagnia. Escono II, 4
[Una tavola e sedie disposte]. Entra un garzone [con vino] e un altro garzone [con un piatto di mele avvizzite]115
[PRIMO GARZONE]
Che diavolo hai portato qui – mele avvizzite di Saint John116 sgradite a Sir John? [SECONDO GARZONE]
Sacramento, dici bene. Il principe una volta gli mise davanti un piatto di queste mele, e gli disse “ecco altri cinque Sir John”; poi, togliendosi il cappello, “Ora mi accomiaterò da questi sei cavalieri,
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 4
round, old, withered knights.’ It angered him to the heart. But he hath forgot that. [FIRST DRAWER] Why then, cover, and set them down; and see if thou canst find out Sneak’s noise. Mistress Tearsheet would fain hear some music. 59
9
[Exit the Second Drawer]
[The First Drawer covers the table.] [Enter the Second Drawer] [SECOND DRAWER] Sirrah, here will be the Prince and60
Master Poins anon, and they will put on two of our jerkins and aprons, and Sir John must not know of it. Bardolph hath brought word. [FIRST DRAWER] By the mass, here will be old utis! It will61 be an excellent stratagem. [SECOND DRAWER] I’ll see if I can find out Sneak. Exeunt
16
Enter Mistress Quickly and Doll Tearsheet, drunk MISTRESS QUICKLY I’faith, sweetheart, methinks now you
are in an excellent good temperality. Your pulsidge beats as extraordinarily as heart would desire, and your colour, I warrant you, is as red as any rose, in good truth, la; but i’faith, you have drunk too much canaries, and that’s a marvellous searching wine, and it perfumes the blood ere we can say ‘What’s this?’ How do you now? DOLL TEARSHEET Better than I was. — Hem! MISTRESS QUICKLY Why, that’s well said! A good heart’s worth gold.
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12.1-3. Exit … Enter 2 Drawer: così in questa edizione; manca in QF. 13. 2 DRAWER: così in F; in Q Dra (wer). Difpatch, the roome where they supt is too hot, thelle come in straight. / Francis = “Sbrigati, la stanza in cui hanno cenato è troppo calda, arriveranno presto.” Fino a questo punto il Francis di Q corrisponde al 1 Drawer di F; in seguito Francis diventa il 2 Drawer. Q mette in evidenza la confusione che caratterizza i brogliacci di Shakespeare e, a sua volta, F mostra il modo in cui questi brogliacci furono riordinati per il copione. 17. By the mas: così in Q; in F Then = “allora”. 2140
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19/10/2017 18:27:25
LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 4
secchi, rotondi, vecchi e avvizziti”. Sir John se la prese a cuore. Ma se ne è dimenticato. [PRIMO GARZONE]
Allora apparecchia e mettile lì; e vedi se riesci a scovare Sneak e la sua banda di musicanti. Madama Tearsheet vorrebbe della musica. [Esce il secondo garzone] [Il primo garzone prepara la tavola.] [Entra il secondo garzone] [SECONDO GARZONE]
Ehi, tu, il principe e Poins arriveranno presto, indosseranno due dei nostri corpetti e grembiali, e sir John non deve saperlo. È venuto a dirlo Bardolph. [PRIMO GARZONE]
Perdio, ci sarà la solita baldoria! Un’idea eccellente. [SECONDO GARZONE]
Vedrò se riesco a scovare Sneak. Escono Entrano madama Quickly e Doll Tearsheet, ubriaca MADAMA QUICKLY
Parola mia, dolcezza, mi pare che ora tu sia di un’ottima umoralità. Il tuo compolso batte extranormale117 come meglio non potrebbe, e il tuo colorito, ti assicuro, è rosso come una rosa, in verità, ecco: ma, parola mia, hai bevuto troppo malaga, un vino che dà meravigliosamente alla testa, e si sfonde nel sangue prima ancora di poter dire “Questo cos’è?” Come stai ora? DOLL TEARSHEET
Meglio di prima, hic! MADAMA QUICKLY
Certo, ben detto! Un buon cuore vale tanto oro quanto pesa.
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Enter Sir John Falstaff Lo, here comes Sir John.62 SIR JOHN (sings) ‘When Arthur first in court’ — [Calls] Empty the jordan! — (Sings) ‘And was a worthy king’ — How now, Mistress Doll? MISTRESS QUICKLY Sick of a qualm, yea, good faith. SIR JOHN So is all her sect; an they be once in a calm, they are sick. DOLL TEARSHEET A pox damn you, you muddy rascal! Is that all the comfort you give me? SIR JOHN You make fat rascals, Mistress Doll. DOLL TEARSHEET I make them? Gluttony and diseases make them; I make them not. SIR JOHN If the cook help to make the gluttony, you help to make the diseases, Doll. We catch of you, Doll, we catch of you; grant that, my poor virtue, grant that. DOLL TEARSHEET Yea, Jesu, our chains and our jewels. 63 SIR JOHN ‘Your brooches, pearls, and ouches’ — for to serve bravely is to come halting off, you know; to come off the breach with his pike bent bravely, and to surgery bravely; to venture upon the charged chambers bravely.64 MISTRESS QUICKLY By my troth, this is the old fashion.65 You two never meet but you fall to some discord. You are both, i’ good truth, as rheumatic as two dry toasts; you cannot one bear with another’s confirmities. What the goodyear, one must bear, (to Doll) and that must be you. You are the weaker vessel, as they say, the emptier vessel.
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31. Lo: così in questa edizione; loe in Q; in F Looke. 46. Yea, Jesu: così in questa edizione; Yea joy = “sì, gioia”, in Q; in F I marry = “Sì, per la Madonna”. La variante indica un bestemmia sottostante a entrambi i testi. Jesu ha più senso di joy. 51. Bravely: così in F; in Q bravely. Doll / Hang your self, you muddy conger, hang yourself. = “Impiccati, anguilla melmosa, impiccati”. La prima di tre parti omesse da F (vedi II,4.132 e II,4.143-4) per intervento dell’autore. 52. By my troth: così in Q; in F Why. 2142
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Entra sir John Falstaff Guarda, ecco sir John. SIR JOHN – (canta)
“Quando Arturo, il primo a corte”118 – [chiama] vuotate il pitale! – (Canta) “Ed era un re valoroso…” come va, madama Doll? MADAMA QUICKLY
Ha solo qualche pausa allo stomaco119, in fede mia. SIR JOHN
Così fanno quelle della sua professione; se una volta fanno pausa, stanno male. DOLL TEARSHEET
Che tu possa restare impestato, sporca canaglia! È questo tutto il conforto che mi dai? SIR JOHN
Sei tu che rigonfi le canaglie120, Madama Doll. DOLL TEARSHEET
Io rigonfiarle? L’ingordigia e le malattie le rigonfiano, non io. SIR JOHN
Se è il cuoco ad aiutare l’ingordigia, tu aiuti le malattie, Doll. Noi le prendiamo da te, Doll, da te; riconoscilo, santerellina, riconoscilo. DOLL TEARSHEET
Certo, per Gesù121, le nostre collane e i nostri gioielli122. SIR JOHN
Le vostre spille, perle e fermagli123 – perché combattere valorosamente significa tornare feriti, lo sai; tornare dalla breccia con la lancia valorosamente piegata e valorosamente andare dal chirurgo; valorosamente sfidare i cannoni carichi124. MADAMA QUICKLY
Parola mia, siamo alle solite. Non c’è volta che vi incontriate senza mettervi a litigare. Parola mia, siete entrambi reumatici come due fette di pan tostato; non sapete sopportare le affermità125 dell’altro. Perdiana, uno deve sopportare il peso126, e tocca a te (a Doll). Sei il vaso più fragile e, come si dice, il vaso più vuoto.
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DOLL TEARSHEET Can a weak empty vessel bear such a
huge full hogshead? There’s a whole merchant’s venture of Bordeaux stuff in him; you have not seen a hulk better stuffed in the hold. — Come, I’ll be friends with thee, Jack. Thou art going to the wars, and whether I shall ever see thee again or no there is nobody cares.
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Enter a Drawer DRAWER Sir, Ensign Pistol’s below, and would speak with
you. DOLL TEARSHEET Hang him, swaggering rascal, let him
not come hither. It is the foul-mouthedest rogue in England. MISTRESS QUICKLY If he swagger, let him not come here. No, by my faith! I must live among my neighbours;66 I’ll no swaggerers. I am in good name and fame with the very best. Shut the door; there comes no swaggerers here. I have not lived all this while to have swaggering now. Shut the door, I pray you. SIR JOHN Dost thou hear, hostess? MISTRESS QUICKLY Pray ye pacify yourself, Sir John. There comes no swaggerers here. SIR JOHN Dost thou hear? It is mine ensign. MISTRESS QUICKLY Tilly-fally, Sir John, ne’er tell me. Your ensign-swaggerer comes not in my doors. I was before Master Tisick the debuty t’other day, and, as he said67 to me — ’twas no longer ago than Wed’sday last, i’ good faith — ‘Neighbour Quickly,’ says he — Master Dumb our minister was by then — ‘Neighbour Quickly,’ says he, ‘receive those that are civil, for,’ said he, ‘you are in an ill name.’ Now a said so, I can tell whereupon. ‘For,’ says he, ‘you are an honest woman, and well thought on; therefore take heed what guests you
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72. No by my faith: così in Q; manca in F. 83. Debuty t’other: debuty tother: così in Q; in F Deputie, the other. 2144
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DOLL TEARSHEET
E un vaso fragile e vuoto può sopportare una botticella così grossa e piena? C’è in lui una stiva piena di Bordeaux; non si è mai visto uno scafo con la stiva più piena. – Vieni, Jack, voglio fare la pace. Stai per andare in guerra e se ti rivedrò o no, non importa a nessuno. Entra un garzone GARZONE
Signore, c’è l’alfiere Pistol di sotto e vorrebbe parlarvi127. DOLL TEARSHEET
Che si impicchi, maledetto sbruffone, non lasciarlo salire. È la canaglia con la bocca più sconcia d’Inghilterra. MADAMA QUICKLY
Se fa lo sbruffone, non farlo salire. No, in fede mia, devo vivere con i miei vicini, non voglio sbruffoni. Ho un buon nome e una buona fama con la gente migliore. Chiudi la porta; qui non entra nessuno sbruffone. Non ho vissuto fino ad ora per sopportare sbruffonate. Chiudi la porta, prego. SIR JOHN
Mi senti, ostessa? MADAMA QUICKLY
Vi prego, sir John, non interrompetemi. Qui non entrano gli sbruffoni. SIR JOHN
Non hai sentito? È il mio alfiere. MADAMA QUICKLY
Sciocchezze, sir John, non ditemi nulla. Il vostro alfiere sbruffone non entra da quella porta. L’altro giorno ero da mastro Tisick, il depurato, e come mi disse – non era prima di mercoledì scorso, parola mia – “Vicina Quickly,” dice – c’era anche mastro Dumb, il parroco – “vicina Quickly”, dice, “ospitate solo gente civile, poiché” dice, “avete brutta fama”. Ha detto proprio così, e io so perché. “Poiché” dice, “siete una donna onesta, e ben stimata; perciò badate a qua-
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receive. Receive,’ says he, ‘no swaggering companions.’ There comes none here. You would bless you to hear what he said. No, I’ll no swaggerers. SIR JOHN He’s no swaggerer, hostess — a tame cheater, i’faith. You may stroke him as gently as a puppy greyhound. He’ll not swagger with a Barbary hen, if her feathers turn back in any show of resistance. — Call him up, drawer. [Exit Drawer] MISTRESS QUICKLY Cheater call you him? I will bar no honest man my house, nor no cheater, but I do not love swaggering, by my troth, I am the worse when68 one says ‘swagger’. Feel, masters, how I shake, look you, I warrant you. DOLL TEARSHEET So you do, hostess. MISTRESS QUICKLY Do I? Yea, in very truth do I, an ’twere69 an aspen leaf. I cannot abide swaggerers.
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Enter Pistol, Bardolph, and the Page PISTOL God save you, Sir John.70 SIR JOHN Welcome, Ensign Pistol. Here, Pistol, I charge
you with a cup of sack. Do you discharge upon mine hostess. PISTOL I will discharge upon her, Sir John, with two bullets. SIR JOHN She is pistol-proof, sir, you shall not hardly offend her. MISTRESS QUICKLY Come, I’ll drink no proofs, nor no bullets. I’ll drink no more than will do me good, for no man’s pleasure, I. PISTOL Then to you, Mistress Dorothy! I will charge you.
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101. By my troth: così in Q, in F manca. 105. An ’twere: and twere: così in Q; in F if it were. 107. God save: così in Q; in F ’Save. 2146
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li ospiti ricevete. Non ricevete” dice, “degli sbruffoni”. Qui non ne entrano. Ci sareste rimasti di sasso a sentire cosa ha detto. No, di sbruffoni non ne voglio. SIR JOHN
Non è uno sbruffone, ostessa – solo un docile imbroglione, in fede mia. Lo si può accarezzare gentilmente, come un cucciolo di levriero. Non bisticcerebbe nemmeno con una gallina faraona128 se le piume le si rivoltano all’indietro, per far vedere che non ci sta. Fallo venire su, garzone. Esce il garzone MADAMA QUICKLY
Lo chiamate imbroglione? Non sbarrerò la mia porta a nessun onest’uomo né a un imbroglione, ma non mi piacciono le sbruffonate, in fede mia, mi sento male solo a sentirne la parola. Sentite, messeri, come tremo, guardate, ve lo giuro. DOLL TEARSHEET
È vero, ostessa. MADAMA QUICKLY
Vedete? Si, certo, tremo, come se fossi una foglia di pioppo. Non posso sopportare gli sbruffoni. Entrano Pistol, Bardolph e il paggio PISTOL
Dio vi conservi, sir John. SIR JOHN
Benvenuto, alfiere Pistol129. Vieni Pistol, ti carico con un boccale di vino; tu scaricalo sulla nostra ostessa. PISTOL
Due palle le scaricherò addosso, sir John! SIR JOHN
È a prova di pistola, signor mio, sarà difficile farle male. MADAMA QUICKLY
Non mi bevo né prove né proiettili. Bevo soltanto quel che mi fa bene, io, non per far piacere a qualcun altro. PISTOL
Allora a voi, Madama Dorothy! Caricherò voi!
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TEARSHEET Charge me? I scorn you, scurvy companion. What, you poor, base, rascally, cheating, lack-linen mate! Away, you mouldy rogue, away! I am meat for your master. PISTOL I know you, Mistress Dorothy. DOLL TEARSHEET Away, you cutpurse rascal, you fi lthy bung, away! By this wine, I’ll thrust my knife in your mouldy chaps an you play the saucy cuttle with me! DOLL
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[She brandishes a knife]71 Away, you bottle-ale rascal, you basket-hilt stale juggler, you! [Pistol draws his sword]72 Since when, I pray you, sir? God’s light, with two73 points on your shoulder! Much! PISTOL God let me not live, but I will murder your ruff for this.74 MISTRESS QUICKLY No, good Captain Pistol; not here, sweet captain. DOLL TEARSHEET Captain? Thou abominable damned cheater, art thou not ashamed to be called ‘captain’? An captains were of my mind, they would truncheon you out, for taking their names upon you before you have earned them. You a captain? You slave! For what? For tearing a poor whore’s ruff in a bawdy-house! He a captain? Hang him, rogue, he lives upon mouldy stewed prunes and dried cakes. A captain?
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126.1. She brandishes a knife = “brandisce un cotello”: manca in QF. Vedi nota seguente. 128.1. Pistol draws his sword = “Pistol sfodera la spada”: manca in QF. Poiché di solito si ritiene che “Hiren” alla riga II, 4, 156, si riferisca in parte alla spada di Pistol, e dato che Doll ha già minacciato di pugnalarlo, è lecito pensare che il contesto per la rissa armata venga predisposto a questo punto. 129. God’s light: così in Q; in F what. Alla riga 143 l’espressione viene eliminata in F. 132. This: così in F; in Q this. SIR JOHN / No more Pistol, I would not have you go off here, discharge yourself of our company, Pistol. = “Smettila, Pistol, non voglio che ti scarichi qui, scaricati dalla nostra compagnia” in Q. 2148
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DOLL TEARSHEET
Caricare me? Ti disprezzo, mascalzone disgustoso. Come, tu, misera canaglia, imbroglione spregevole, furfante scamiciato! Via mascalzone ammuffito, via! Io sono carne adatta130 al tuo padrone. PISTOL
Vi conosco, madama Dorothy. DOLL TEARSHEET
Via, canaglia d’un borsaiolo, via sporco ladro! Per questo vino, ti infilo il coltello in quelle mascelle ammuffite se fai il tagliaborse131 sfacciato con me. [Impugna un coltello] Vattene, farabutto avvinazzato, noioso giocoliere da fiera, imbroglione con la spada finta!132 [Pistol sfodera la spada] Da quando, sentiamo, signore? Luce del cielo, con quelle due spalline, ma va’! PISTOL
Dio mi fulmini se non straccio via quel collaretto per ciò che hai detto133. MADAMA QUICKLY
No, buon capitano Pistol, non qui, caro capitano. DOLL TEARSHEET
Capitano? Dannato imbroglione abominevole, non ti vergogni di farti chiamare capitano? Se i capitani la pensassero come me, ti prenderebbero a randellate perché ti prendi i gradi prima di esserteli guadagnati. Tu un capitano? Sei solo un poveretto, e perché capitano? Per aver stracciato il collaretto a una puttana in un bordello! Lui capitano? Impiccatelo, il furfante, vive di prugne cotte ammuffite e di avanzi di dolciumi secchi134. Un capitano? Luce di
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God’s light, these villains will make the word ‘captain’75 odious; therefore captains had need look to’t. BARDOLPH Pray thee, go down, good ensign. SIR JOHN Hark thee hither, Mistress Doll.
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He takes her aside PISTOL Not I! I tell thee what, Corporal Bardolph, I could
tear her! I’ll be revenged of her. PAGE Pray thee, go down. PISTOL I’ll see her damned first
To Pluto’s damned lake, by this hand,76 To th’infernal deep, Where Erebus, and tortures vile also. ‘Hold hook and line!’ say I. Down, down, dogs; down, Fates. Have we not Hiren here? MISTRESS QUICKLY Good Captain Pizzle, be quiet. ’Tis very late, i’faith. I beseek you now, aggravate your choler. PISTOL These be good humours indeed! Shall pack-horses And hollow pampered jades of Asia, Which cannot go but thirty mile a day, Compare with Caesars and with cannibals, And Trojan Greeks? Nay, rather damn them with King Cerberus, And let the welkin roar. Shall we fall foul for toys? MISTRESS QUICKLY By my troth, captain, these are very bitter words. BARDOLPH Be gone, good ensign; this will grow to a brawl anon.
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143-44. ‘Captain’ odious,: così in F; in Q as odious as the word occupy, which was an excellent good word before it was ill sorted, = “odiosa come la parola ‘coprire’ che era una parola eccellente prima di essere male accompagnata”. 151. By this hand: in questa edizione; by this had in Q; manca da F, una bestemmia lieve. 2150
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Dio, questi furfanti ci renderanno odiosa la parola; perciò i capitani dovrebbero stare attenti135. BARDOLPH
Ti prego, torna giù, buon alfiere136. SIR JOHN
Ascolta qui, madama Doll. La prende da parte PISTOL
No, io no, e ti dico una cosa, caporale Bardolph, potrei farla a pezzi, mi vendicherò. PAGGIO
Ti prego, scendi. PISTOL
Prima la vedrò dannata137. Nel lago infernale di Plutone, da questa mano cacciata nell’infernale abisso, con l’Erebo138, e infami torture. Amo e lenza, dico io. Giù, giù cani, giù impostori. Non c’è Irene qui?139 MADAMA QUICKLY
Buon capitan Pisello140, state calmo. È molto tardi, parola mia, vi spergiuro, aggravate la vostra collera141. PISTOL
Begli umori davvero! Dovranno i cavalli da soma e i fiacchi e viziati ronzini dell’Asia142, che non fanno più di trenta miglia al giorno, esser paragonati ai Cesari e ai cannibali143, e ai greci troiani? No, piuttosto condannateli con re Cerbero144 e crolli con suono lacerante la volta celeste! Dovremo accapigliarci per queste inezie? MADAMA QUICKLY
In fede mia, capitano, sono parole molto amare. BARDOLPH
Vattene, buon alfiere; qui finisce presto in zuffa.
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PISTOL
Die men like dogs! Give crowns like pins! Have we not Hiren here? MISTRESS QUICKLY O’ my word, captain, there’s none such here. What the goodyear, do you think I would deny her? For God’s sake, be quiet. 77
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PISTOL
Then feed and be fat, my fair Calipolis. Come, give’s some sack. Si fortune me tormente, sperato me contento.78 Fear we broadsides? No; let the fiend give fire! Give me some sack; and, sweetheart, lie thou there. [He lays down his sword] Come we to full points here? And are etceteras nothings? [He drinks] SIR JOHN Pistol, I would be quiet. PISTOL Sweet knight, I kiss thy neaf. What, we have seen
the seven stars! DOLL TEARSHEET For God’s sake, thrust him downstairs. I79
cannot endure such a fustian rascal.
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PISTOL Thrust him downstairs? Know we not Galloway
nags? SIR JOHN Quoit him down, Bardolph, like a shove-groat
shilling. Nay, an a do nothing but speak nothing, a shall be nothing here. BARDOLPH (to Pistol) Come, get you downstairs. PISTOL [taking up his sword] What, shall we have incision? Shall we imbrue? Then death rock me asleep, abridge my doleful days. Why then, let grievous, ghastly, gaping wounds Untwine the Sisters Three. Come, Atropos, I say!
191
195
175. For God’s sake: così in Q; in F I pray. 178. Contento: così in Q; in F contente. Le frasi allusive di Pistol sono generalmente inaccurate, perciò Q è probabilmente da preferire, mentre F rispecchia le ripuliture dello scrivano. 185. For God’s sake thrust: così in Q; in F Thrust. 2152
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PISTOL
Che muoiano gli uomini come cani! Date corone come fossero spilli!145 Non c’è Irene qui? MADAMA QUICKLY
Lo giuro, capitano, non c’è nessuna Irene qui. Santo cielo, credete che ve la negherei? Per amor di Dio, state calmo. PISTOL
Ristorati dunque e ingrassa, mia bella Callipoli146. Su, dateci un po’ di vino. “Si fortune me tormente, sperato me contento”147. Temiamo le bordate? No, spari pure il demonio! Dammi un po’ di vino; e tu sdraiati a riposare, diletta. [Depone la spada] Siamo giunti al punto? E sono gli eccetera nulla?148 [Beve] SIR JOHN
Pistol, fossi in te, starei quieto. PISTOL
Dolce cavaliere, vi bacio il pugno. Le abbiamo viste le sette stelle!149 DOLL TEARSHEET
Per amor di Dio, buttatelo giù dalle scale. Un fanfarone pomposo del genere non lo sopporto. PISTOL
Buttarlo giù dalle scale? Come? Non le conosciamo le cavalle da monta?150 SIR JOHN
Buttalo giù, Bardolph, come un soldo a rimbalzello. Se non fa nient’altro che non dir nulla, non ha nulla da fare qui. BARDOLPH (a Pistol) Avanti, scendi giù! PISTOL [riprendendo la spada] Come, Dobbiamo incidere? Dobbiamo far salassi? Allora, che la morte mi culli fino al sonno, che accorci i miei giorni dolenti151. Sciolgan le tre sorelle il filo di ferite spalancate, spaventose, strazianti. Vieni Atropo, dunque!152
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MISTRESS QUICKLY Here’s goodly stuff toward! SIR JOHN Give me my rapier, boy. DOLL TEARSHEET I pray thee, Jack, I pray thee, do not
draw.
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SIR JOHN (taking his rapier and speaking to Pistol) Get you
downstairs. Sir John, Bardolph, and Pistol brawl MISTRESS QUICKLY Here’s a goodly tumult! I’ll forswear
keeping house afore I’ll be in these tirrits and frights! [Sir John thrusts at Pistol] So!
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[Pistol thrusts at Sir John] Murder, I warrant now! Alas, alas, put up your naked weapons, put up your naked weapons! Exit Pistol, pursued by Bardolph DOLL TEARSHEET I pray thee, Jack, be quiet; the rascal’s
gone. Ah, you whoreson little valiant villain, you! MISTRESS QUICKLY (to Sir John) Are you not hurt i’th’ groin? Methought a made a shrewd thrust at your belly.
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Enter Bardolph SIR JOHN Have you turned him out o’doors? BARDOLPH Yea, sir. The rascal’s drunk. You have hurt
him, sir, i’th’ shoulder.
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SIR JOHN A rascal, to brave me! DOLL TEARSHEET Ah, you sweet little rogue, you! Alas,
poor ape, how thou sweatest! Come, let me wipe thy face; come on, you whoreson chops. Ah rogue, i’faith,
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MADAMA QUICKLY
Questo ci darà dei bei guai. SIR JOHN
Dammi la spada, ragazzo! DOLL TEARSHEET
Ti prego Jack, ti prego, non sguainare. SIR JOHN (sguainando la spada)
Scendi giù! Sir John, Bardolph e Pistol si azzuffano MADAMA QUICKLY
Questa sì che è una vera cagnara. Rinuncerò a tenere una taverna piuttosto che ritrovarmi in queste paure e scompigli! [Sir John fa un affondo a Pistol] Bene così! [Pistol fa un affondo a sir John] All’assassinio, ora in fede mia! Ahimè, ahimè! Rinfoderate le vostre nude spade, rinfoderatele! Esce Pistol inseguito da Bardolph DOLL TEARSHEET
Ti prego, Jack, calmati, quel farabutto se n’è andato. Tu, piccolo bricconcello valoroso! MADAMA QUICKLY (a Sir John) Non siete ferito all’inguine? Mi è parso che vi tirasse un colpo mancino alla pancia. Entra Bardolph SIR JOHN
L’hai sbattuto fuori? BARDOLPH
Sì signore, quel mascalzone è ubriaco. L’avete ferito, signore, alla spalla. SIR JOHN
Mascalzone, sfidare me! DOLL TEARSHEET
Ah, mio dolce furfantello, ahimè povera scimmietta, come sudi! Vieni, lascia che ti asciughi la fronte, dai, canaglietta paffuta. Ah, 2155
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I love thee. Thou art as valorous as Hector of Troy, worth five of Agamemnon, and ten times better than the Nine Worthies. Ah, villain! SIR JOHN A rascally slave! I will toss the rogue in a blanket. DOLL TEARSHEET Do, an thou darest for thy heart. An thou dost, I’ll canvas thee between a pair of sheets.
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Enter musicians PAGE The music is come, sir. SIR JOHN Let them play. — Play, sirs!
[Music plays] Sit on my knee, Doll. A rascal bragging slave! The rogue fled from me like quicksilver. DOLL TEARSHEET I’faith, and thou followed’st him like a church. Thou whoreson little tidy Bartholomew boar-pig, when wilt thou leave fighting o’days, and foining o’nights, and begin to patch up thine old body for heaven?
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Enter Prince Harry and Poins, disguised as drawers SIR JOHN Peace, good Doll, do not speak like a death’s-head,
do not bid me remember mine end. DOLL TEARSHEET Sirrah, what humour’s the Prince of? SIR JOHN A good shallow young fellow. A would have
made a good pantler; a would ha’ chipped bread well.80 DOLL TEARSHEET They say Poins has a good wit.
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240. Ha’ chipped: in questa edizione; a chipt in Q; in F haue chipp’d. 2156
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briccone, in fede mia, ti voglio bene. Sei valoroso come Ettore di Troia, ne vali cinque di Agamennoni, e sei dieci volte migliore dei Nove Grandi153. Ah, furfante! SIR JOHN
Uno schiavo bastardo! Lo farò ballare su una coperta. DOLL TEARSHEET
Fallo, che non ti manca il coraggio. Se lo fai, ti farò ballare fra due lenzuola. Entrano i musicanti PAGGIO
È arrivata la musica, signore. SIR JOHN
Che suonino – suonate, signori! [La musica inizia] Siediti sulle mie ginocchia, Doll. Uno schiavo bastardo e fanfarone! Quella canaglia è scappata davanti a me come l’argento vivo. DOLL TEARSHEET
Proprio così. E tu l’hai inseguito come una chiesa154. Tu, furfantello d’un bel cinghialetto da fiera di San Bartolomeo155, quando la smetterai di dar botte di giorno e stoccate di notte, e comincerai a rimettere in sesto il tuo vecchio corpaccio per il paradiso? Entrano il principe Harry e Poins travestiti da garzoni SIR JOHN
Taci, cara Doll, non parlare come una testa da morto156, non chiedere di ricordarmi della mia fine. DOLL TEARSHEET
Ascolta, che tipo è il principe? SIR JOHN
Un bravo giovanotto superficiale. Sarebbe riuscito bene come dispensiere, avrebbe tagliato bene il pane. DOLL TEARSHEET
Dicono che Poins abbia un ingegno sottile.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 4
SIR JOHN He a good wit? Hang him, baboon! His wit’s as
thick as Tewkesbury mustard; there’s no more conceit in him than is in a mallet. DOLL TEARSHEET Why does the Prince love him so, then? SIR JOHN Because their legs are both of a bigness, and a plays at quoits well, and eats conger and fennel, and drinks off candles’ ends for flap-dragons, and rides the wild mare with the boys, and jumps upon joint-stools, and swears with a good grace, and wears his boot very smooth like unto the sign of the leg, and breeds no bate with telling of discreet stories, and such other gambol faculties a has that show a weak mind and an able body; for the which the Prince admits him; for the Prince himself is such another — the weight of a hair will turn the scales between their avoirdupois. PRINCE HARRY (aside to Poins) Would not this nave of a wheel have his ears cut off? POINS Let’s beat him before his whore. PRINCE HARRY Look whe’er the withered elder hath not his poll clawed like a parrot. POINS Is it not strange that desire should so many years outlive performance? SIR JOHN Kiss me, Doll.
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They kiss PRINCE HARRY (aside to Poins) Saturn and Venus this year
in conjunction! What says th’almanac to that? POINS And look whether the fiery Trigon his man be not lisping to his master’s old tables, his note-book, his counsel-keeper!
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 4
SIR JOHN
Lui, sottile? Che lo impicchino quel babbuino! Il suo spirito è spesso come la mostarda di Tewksbury!157 Non c’è più arguzia in lui di quanta ce ne sia in un martello di legno. DOLL TEARSHEET
Perché allora il principe lo tiene così caro? SIR JOHN
Perché hanno entrambi le gambe affusolate, e perché gioca bene al lancio degli anelli e mangia le anguille col finocchio e beve l’acquavite con gli stoppini accesi, e corre la cavallina con i ragazzi, e fa le acrobazie sugli sgabelli, e bestemmia con bella grazia, porta stivali attillati come nell’insegna dei calzolai, non provoca nessuno raccontando storielle indiscrete158, e ha altre abilità da burlone, che mostrano una mente debole in un corpo sano, per questo il principe lo tollera; perché il principe gli assomiglia – basterebbe il peso di un capello per far pendere la bilancia da una parte o dall’altra. PRINCIPE HARRY (da parte a Poins) Non si dovrebbero tagliar le orecchie a questo mozzo di ruota?159 POINS
Prendiamolo a botte, davanti alla sua puttana. PRINCIPE HARRY
Guarda come questo sambuco160 rinsecchito si fa arruffare la testa come un pappagallo161. POINS
Non è strano che il desiderio sopravviva alla prestazione per così tanti anni? SIR JOHN
Baciami, Doll. Si baciano PRINCIPE HARRY (da parte a Poins)
Saturno e Venere si congiungono quest’anno!162 Che cosa dice il calendario in proposito? POINS
E guarda se quel trigono infuocato163 del suo servo non fa la corte alla vecchia agenda di appuntamenti del suo padrone, il suo promemoria, la sua confidente! 2159
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 4
SIR JOHN (to Doll) Thou dost give me flattering busses. DOLL TEARSHEET By my troth, I kiss thee with a most81
constant heart. SIR JOHN I am old, I am old. DOLL TEARSHEET I love thee better than I love e’er a scurvy young boy of them all. SIR JOHN What stuff wilt have a kirtle of? I shall receive money o’Thursday; shalt have a cap tomorrow. — A82 merry song!
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[The music plays again] Come, it grows late; we’ll to bed. Thou’lt forget me when I am gone. DOLL TEARSHEET By my troth, thou’lt set me a-weeping83 an thou sayst so. Prove that ever I dress myself handsome till thy return — well, hearken a’th’ end. SIR JOHN Some sack, Francis. PRINCE and POINS (coming forward) Anon, anon, sir. SIR JOHN Ha, a bastard son of the King’s! — And art not thou Poins his brother? PRINCE HARRY Why, thou globe of sinful continents, what a life dost thou lead! SIR JOHN A better than thou: I am a gentleman, thou art a drawer. PRINCE HARRY Very true, sir, and I come to draw you out by the ears. MISTRESS QUICKLY O, the Lord preserve thy grace! By my84 troth, welcome to London! Now the Lord bless that sweet face of thine! O Jesu, are you come from Wales? SIR JOHN (to Prince Harry) Thou whoreson mad compound of majesty! By this light — flesh and corrupt blood, thou art welcome.
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271. By my troth: così in Q; in F Nay truely. 277. O’Thursday: in questa edizione; a thursday in Q; in F on Thursday. 281. By my troth thoul’t: così in Q; in F thou wilt. 294-95. Grace: by my troth: così in Q; in F good Grace. Good probabilmente sostituisce le effusioni di rispetto che si perdono sopprimendo la bestemmia. 2160
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 4
SIR JOHN (a Doll)
Mi dai dei bacetti adulatori. DOLL TEARSHEET
In fede mia, ti bacio con il cuore più fedele. SIR JOHN
Sono vecchio, sono vecchio. DOLL TEARSHEET
Voglio più bene a te che a uno di quei ragazzi scorbutici. SIR JOHN
Di che stoffa vorresti farti un vestito? Mi arriverà del denaro giovedì; domani avrai una cuffietta. – Una canzone allegra! [La musica inizia di nuovo] Vieni, si fa tardi; andiamo a letto. Ti dimenticherai di me quando sarò partito. DOLL TEARSHEET
Parola mia, mi fai piangere parlando così. Non pensare proprio che mi metterò elegante prima che tu torni – Vedrai se non è vero, solo il finale lo dimostrerà. SIR JOHN
Del vino, Francis. PRINCIPE e POINS (saltando fuori)
Subito, subito, signore. SIR JOHN
Ah, un figlio bastardo del re. E tu non sei Poins, suo fratello? PRINCIPE HARRY
E tu, globo di continenti peccaminosi164, che vita conduci? SIR JOHN
Migliore della tua. Io sono un gentiluomo, tu un garzone. PRINCIPE HARRY
Verissimo, signore, e vengo a tirarti fuori di qui per le orecchie. MADAMA QUICKLY
Oh, Dio preservi vostra grazia! In fede mia, benvenuto a Londra! Che Dio benedica quella bella faccia! O Gesù, siete venuti fin dal Galles? SIR JOHN (al principe Harry) Figlio di puttana, folle miscuglio di maestà! Giuro sulla carne leggera e il sangue corrotto di questa donna che sei il benvenuto. 2161
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 4
DOLL TEARSHEET How, you fat fool? I scorn you.
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POINS (to Prince Harry) My lord, he will drive you out of
your revenge and turn all to a merriment, if you take not the heat. PRINCE HARRY (to Sir John) You whoreson candlemine you, how vilely did you speak of me now, before this honest, virtuous, civil gentlewoman! MISTRESS QUICKLY God’s blessing of your good heart, and so she is, by my troth! SIR JOHN (to Prince Harry) Didst thou hear me? PRINCE HARRY Yea, and you knew me as you did when you ran away by Gads Hill; you knew I was at your back, and spoke it on purpose to try my patience. SIR JOHN No, no, no, not so, I did not think thou wast within hearing. PRINCE HARRY I shall drive you, then, to confess the wilful abuse, and then I know how to handle you. SIR JOHN No abuse, Hal; o’mine honour, no abuse. PRINCE HARRY Not? To dispraise me, and call me ‘pantler’ and ‘bread-chipper’ and I know not what? SIR JOHN No abuse, Hal. POINS No abuse? SIR JOHN No abuse, Ned, i’th’ world, honest Ned, none. I dispraised him before the wicked, that the wicked might not fall in love with him; (to Prince Harry) in85 which doing I have done the part of a careful friend and a true subject, and thy father is to give me thanks for it. No abuse, Hal; none, Ned, none; no, faith, boys, none.
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324. Him: così in F; in Q thee. Il cambio di destinatario a metà battuta può esser voluto dall’autore per renderla più efficace in scena. 2162
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 4
DOLL TEARSHEET
Ma come, stupido grassone? Ti disprezzo. POINS (al principe Harry)
Se non agite ora, a caldo, costui vi toglierà la voglia di vendicarvi e volgerà tutto in scherzo. PRINCIPE HARRY (a sir John) Miniera di sego d’un figlio di puttana, in che modo vile hai parlato di me adesso davanti a questa gentildonna virtuosa, onesta e cortese! MADAMA QUICKLY
Dio benedica il vostro cuore gentile, lei è proprio così, parola mia. SIR JOHN (al principe Harry)
Mi hai sentito? PRINCIPE HARRY
Certo, e tu mi avevi riconosciuto come quando scappasti a Gad’s Hill165; sapevi che ti stavo alle calcagna, e lo dicesti apposta per mettere alla prova la mia pazienza. SIR JOHN
No, no, no, non è questo, non pensavo che tu potessi sentire! PRINCIPE HARRY
Allora, ti costringerò a confessare di avermi volutamente insultato, e poi saprò come comportarmi con te. SIR JOHN
Nessun insulto, Hal; sul mio onore, nessun insulto. PRINCIPE HARRY
Non è un insulto criticarmi e chiamarmi dispensiere e affetta-pane e non so cos’altro? SIR JOHN
Nessun insulto, Hal. POINS
Nessun insulto? SIR JOHN
Nessun insulto, buon Ned, nessun insulto al mondo. L’ho denigrato davanti ai malvagi, affinché i malvagi non si infatuassero di te; (al Principe Harry) e, così facendo, ho fatto la parte di un amico sollecito, e di un suddito leale, e tuo padre me ne dovrà render grazie. Nessun insulto, Hal, nessuno Ned, proprio nessuno; no, lo giuro, ragazzi, nessuno. 2163
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 4
PRINCE HARRY See now whether pure fear and entire
cowardice doth not make thee wrong this virtuous gentlewoman to close with us. Is she of the wicked? Is thine hostess here of the wicked? Or is thy boy of the wicked? Or honest Bardolph, whose zeal burns in his nose, of the wicked? POINS (to Sir John) Answer, thou dead elm, answer. SIR JOHN The fiend hath pricked down Bardolph irrecoverable, and his face is Lucifer’s privy kitchen, where he doth nothing but roast malt-worms. For the boy, there is a good angel about him, but the devil outbids him, too. 86 PRINCE HARRY For the women? SIR JOHN For one of them, she’s in hell already, and burns poor souls. For th’other, I owe her money, and whether she be damned for that I know not. MISTRESS QUICKLY No, I warrant you. SIR JOHN No, I think thou art not; I think thou art quit for that. Marry, there is another indictment upon thee, for suffering flesh to be eaten in thy house, contrary to the law, for the which I think thou wilt howl. MISTRESS QUICKLY All victuallers do so. What’s a joint of mutton or two in a whole Lent? PRINCE HARRY You, gentlewoman — DOLL TEARSHEET What says your grace? SIR JOHN His grace says that which his flesh rebels against.
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Peto knocks at door within
340. Outbids: così in F = “supera”; blinds = “acceca” in Q. 2164
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 4
PRINCIPE HARRY
Guarda come la paura più pura e la vigliaccheria più totale ti portino ora a far torto a questa gentildonna virtuosa, per far pace con noi. Lei fa forse parte dei malvagi?166 Fa forse parte dei malvagi la tua ostessa? O il tuo ragazzo è tra il malvagi? O l’onesto Bardolph, il cui zelo gli infiamma sul naso, è anche lui fra i malvagi? POINS (a sir John) Rispondi, olmo rinsecchito167, rispondi. SIR JOHN
Il diavolo ha segnato Bardolph nella sua lista irrevocabilmente e la sua faccia è la cucina privata di Lucifero, dove non fa altro che arrostire ubriaconi. In quanto al ragazzo, c’è un angelo buono che lo protegge, ma il diavolo reclama anche lui168. PRINCIPE HARRY
E in quanto alle donne? SIR JOHN
Una è già all’inferno e brucia le povere anime. All’altra devo del denaro, e se sia dannata per questo non lo so. MADAMA QUICKLY
No, ve lo garantisco. SIR JOHN
No, non credo che tu lo sia; per quello credo che tu sia perdonata. Per la Madonna, c’è un’altra accusa sul tuo capo: lasci che si consumi carne nella tua locanda169, contro la legge, e perciò dovrai gemere. MADAMA QUICKLY
Tutti gli osti lo fanno. Cosa volete che sia un cosciotto di montone o due in tutta la Quaresima? PRINCIPE HARRY
Voi, gentildonna… DOLL TEARSHEET
Cosa dice, vostra grazia? SIR JOHN
Sua grazia dice ciò a cui la sua carne si ribella170. Peto bussa alla porta interna
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 2 SCENE 4
MISTRESS QUICKLY Who knocks so loud at door? (Calls)
Look to th’ door there, Francis.
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Enter Peto PRINCE HARRY Peto, how now, what news? PETO
The King your father is at Westminster; And there are twenty weak and wearied posts Come from the north; and as I came along I met and overtook a dozen captains, Bareheaded, sweating, knocking at the taverns, And asking every one for Sir John Falstaff.
360
PRINCE HARRY
By heaven, Poins, I feel me much to blame So idly to profane the precious time, When tempest of commotion, like the south Borne with black vapour, doth begin to melt And drop upon our bare unarmèd heads. — Give me my sword and cloak. — Falstaff, good night.
365
Exeunt Prince Harry and Poins SIR JOHN Now comes in the sweetest morsel of the night,
and we must hence and leave it unpicked.
371
Knocking within. [Exit Bardolph] More knocking at the door! Enter Bardolph How now, what’s the matter? BARDOLPH
You must away to court, sir, presently. A dozen captains stay at door for you. SIR JOHN [to the Page] Pay the musicians, sirrah. Farewell, hostess; farewell, Doll. You see, my good wenches, how men of merit are sought after. The undeserver may sleep, when the man of action is called on. Farewell, good wenches. If I be not sent away post, I will see you again ere I go. [Exeunt musicians]
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO II SCENA 4
MADAMA QUICKLY
Chi bussa alla porta con questo fracasso? Bada alla porta, Francis. Entra Peto PRINCIPE HARRY
Peto, dunque, che notizie? PETO
Il re vostro padre è a Westminster; e ci sono venti messaggeri, deboli ed esausti, venuti dal nord; e mentre arrivavo ho incontrato e superato una dozzina di capitani, senza cappello, sudati, che bussavano alle taverne e che chiedevano tutti di sir John Falstaff. PRINCIPE HARRY
Perdio, Poins, devo essere molto biasimato perché profano scioccamente il tempo prezioso quando la tempesta dell’insurrezione, come il vento del sud carico di nebbia e nubi nere, inizia a sciogliersi e a cadere in pioggia sui nostri capi nudi e disarmati. – Dammi la spada e il mantello. – Falstaff, buona notte. Escono il principe Harry e Poins SIR JOHN
Ora arriva il boccone più dolce della notte, e noi dobbiamo andarcene senza coglierlo. Bussano all’interno [esce Bardolph] Bussano ancora alla porta! Entra Bardolph Allora! cosa c’è? BARDOLPH
Dovete andar a corte, signore, immediatamente. SIR JOHN (al paggio)
Paga i musicanti, ragazzo. Addio, ostessa; addio Doll. Vedete mie buone donne, come le persone di merito sono ricercate. Chi non ha meriti può dormire, mentre l’uomo d’azione viene convocato. Addio, mie buone donne. Se non mi mandano via subito, vi rivedrò prima di partire. Escono i musicanti
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 1
DOLL TEARSHEET [weeping] I cannot speak. If my heart be
not ready to burst — well, sweet Jack, have a care of thyself. SIR JOHN Farewell, farewell!
385
Exit [with Bardolph, Peto, and the Page] MISTRESS QUICKLY Well, fare thee well. I have known thee
these twenty-nine years come peascod-time, but an honester and truer-hearted man — well, fare thee well. [Enter Bardolph] BARDOLPH Mistress Tearsheet! MISTRESS QUICKLY What’s the matter?
390
BARDOLPH Bid Mistress Tearsheet come to my master.
[Exit] 87
MISTRESS QUICKLY O run, Doll; run, run, good Doll!
Exeunt [Doll at one door, Mistress Quickly at another door] 3.1
Enter King Henry in his nightgown, with a page88
KING HENRY (giving letters)
Go call the Earls of Surrey and of Warwick. But ere they come, bid them o’er-read these letters And well consider of them. Make good speed. Exit page How many thousand of my poorest subjects Are at this hour asleep? O sleep, O gentle sleep, Nature’s soft nurse, how have I frighted thee, That thou no more wilt weigh my eyelids down
5
392. Good Doll: così in F; in Q good Doll, come, she comes blubberd, yea? wil you come Doll? = “cara Doll, vieni, arriva tutta piagnucolante, allora, Doll ti decidi a venire?” Le differenze sono difficili da interpretare. Questa edizione ritiene che il brano di F sia da preferire e leggere come una cancellazione fatta dall’autore. 1-103. Go… Land: la scena III, 1 compare in QB; manca in QA. Vedi introduzione. 2168
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 1
DOLL TEARSHEET [piangendo]
Non riesco a parlare. Se il mio cuore non sta per scoppiare – Allora, dolce Jack, abbi cura di te. SIR JOHN
Addio! Addio! Escono [con Bardolph, Peto e il paggio] MADAMA QUICKLY
Allora, addio, buona fortuna. Quando matureranno i piselli saranno ventinove anni che ti conosco, ma un uomo più onesto e sincero… – be’, buona fortuna, addio. [Entra Bardolph] BARDOLPH
Madama Tearsheet. MADAMA QUICKLY
Che cosa c’è? BARDOLPH
Chiedete a madama Tearsheet di venire dal mio padrone. [Esce] MADAMA QUICKLY
Oh, corri, Doll, corri: corri, cara Doll, avanti! Escono [Doll da una porta, Madama Quickly dall’altra] III, 1
Entra re Enrico in vestaglia, con un paggio171
RE ENRICO (gli dà delle lettere)
Va’ a chiamare i conti di Surrey e di Warwick. Ma, prima che vengano, ordina loro di leggere bene queste lettere e di meditarle. Fai presto. Esce il paggio Quante migliaia dei miei più miseri sudditi dormiranno a quest’ora? Oh sonno, sonno gentile172, dolce nutrice della natura, in che modo ti ho spaventato, che tu non ardisca più appesantire le mie palpebre
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 1
And steep my senses in forgetfulness? Why rather, sleep, liest thou in smoky cribs, Upon uneasy pallets stretching thee, And hushed with buzzing night-flies to thy slumber, Than in the perfumed chambers of the great, Under the canopies of costly state, And lulled with sound of sweetest melody? O thou dull god, why li’st thou with the vile In loathsome beds, and leav’st the kingly couch A watch-case, or a common ’larum-bell? Wilt thou upon the high and giddy mast Seal up the ship-boy’s eyes, and rock his brains In cradle of the rude imperious surge, And in the visitation of the winds, Who take the ruffian billows by the top,89 Curling their monstrous heads, and hanging them With dealing clamour in the slippery clouds, That, with the hurly, death itself awakes? Canst thou, O partial sleep, give thy repose To the wet sea-boy in an hour so rude,90 And in the calmest and most stillest night, With all appliances and means to boot, Deny it to a king? Then happy low, lie down. Uneasy lies the head that wears a crown.
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Enter the Earls of Warwick and Surrey WARWICK
Many good morrows to your majesty! KING HENRY
Is it good morrow, lords? ’Tis one o’clock, and past.
WARWICK
KING HENRY
Why then, good morrow to you all, my lords. Have you read o’er the letter that I sent you?
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22. Billowes: così in F; in Q pillowes. 27. Sea-boy: così in F; season = “mozzo, stagione” in Q. 2170
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 1
e sprofondare i miei sensi nell’oblio? Perché, sonno, preferisci coricarti in baracche fumose, stenderti su inquieti e scomodi letti impagliati, cullato al sopore da notturni insetti ronzanti, anziché nelle sale profumate dei grandi, sotto i baldacchini di sfarzoso splendore e cullato dal suono delle melodie più dolci? Tu, dio ottuso, perché ti corichi con i miseri in letti disgustosi, e lasci che il giaciglio regale diventi una cassa d’orologio, o una comune sveglia?173 Non chiudi tu gli occhi al mozzo sull’albero alto e vertiginoso, e gli ottenebri la mente cullandola nel moto violento, imperioso delle onde, e nelle incursioni dei venti che afferrano i marosi selvaggi per la cima, ne arricciano le teste mostruose e le appendono con clamore assordante alle nubi sfuggenti, così che nel tumulto si desta la morte stessa? Puoi tu, sonno iniquo, dare il tuo riposo al mozzo fradicio in un’ora così turbolenta, e nella notte più calma e silenziosa, con tutte le suppellettili e gli arredi adatti, negarlo a un re? Allora, umili felici, riposate. Inquieto giace il capo che porta una corona. Entrano i conti di Warwick e Surrey174 WARWICK
Molte buone mattine a vostra maestà. RE ENRICO
È già mattina, signori? WARWICK
È l’una passata. RE ENRICO
Allora, buona mattina a tutti voi, signori. Avete riflettuto sulla lettera che vi ho mandato?
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 1
WARWICK We have, my liege. KING HENRY
Then you perceive the body of our kingdom, How foul it is, what rank diseases grow, And with what danger near the heart of it. WARWICK
It is but as a body yet distempered, Which to his former strength may be restored With good advice and little medicine. My lord Northumberland will soon be cooled.
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KING HENRY
O God, that one might read the book of fate,91 And see the revolution of the times Make mountains level, and the continent, Weary of solid firmness, melt itself Into the sea; and other times to see The beachy girdle of the ocean Too wide for Neptune’s hips; how chance’s mocks And changes fill the cup of alteration With divers liquors! ’Tis not ten years gone92 Since Richard and Northumberland, great friends, Did feast together; and in two year after Were they at wars. It is but eight years since This Percy was the man nearest my soul, Who like a brother toiled in my affairs, And laid his love and life under my foot, Yea, for my sake, even to the eyes of Richard Gave him defiance. But which of you was by — (To Warwick) You, cousin Neville, as I may remember — When Richard, with his eye brimful of tears, Then checked and rated by Northumberland, Did speak these words, now proved a prophecy? — ‘Northumberland, thou ladder by the which
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44. God: così in Q; Heaven in F, anche al verso 67. 52. Liquors!: così in F; in Q liquors! O … die: Vedi Aggiunte al testo B. 2172
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 1
WARWICK
Lo abbiamo fatto, mio signore. RE ENRICO
Dunque sapete quanto marcio sia il corpo del nostro regno, quali fetidi malattie vi crescano, e con quale pericolo, vicino al suo stesso cuore. WARWICK
È solo come un corpo ancora malato, che può essere restituito all’antico vigore con buoni consigli e alcune medicine. Lord Northumberland sarà presto ridotto a più miti consigli. RE ENRICO
Oh Dio! Se si potesse leggere nel libro del destino, e vedere lo sconvolgimento dei tempi appianare le montagne, e il continente, stanco di solida stabilità, confondersi nel mare; e altre volte vedere la cinta spiaggiosa dell’oceano diventare troppo larga attorno ai fianchi di Nettuno; e come le beffe e le alterazioni del caso riempiano la coppa della mutabilità con diversi liquori!175 Non sono passati dieci anni da quando Riccardo e Northumberland, grandi amici, festeggiavano insieme; dopo soli due anni erano in guerra. Sono appena otto anni che questo Percy era l’uomo più vicino alla mia anima, come un fratello si prodigava nelle mie imprese, e poneva il suo amore e la sua vita ai miei piedi. Sì, per me, proprio davanti a Riccardo, gli lanciò la sfida176. Ma chi di voi era presente – (A Warwick) voi cugino Neville177, se ben ricordo – quando Riccardo, con gli occhi gonfi di lacrime, allora contrastato e rimproverato da Northumberland178, disse queste parole, che oggi si rivelano una profezia? – “Northumberland, tu sei la scala con la quale mio
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 1
My cousin Bolingbroke ascends my throne’ — Though then, God knows, I had no such intent,93 But that necessity so bowed the state That I and greatness were compelled to kiss — ‘The time shall come’ — thus did he follow it — ‘The time will come that foul sin, gathering head, Shall break into corruption’; so went on, Foretelling this same time’s condition, And the division of our amity.
70
WARWICK
There is a history in all men’s lives Figuring the natures of the times deceased; The which observed, a man may prophesy, With a near aim, of the main chance of things As yet not come to life, who in their seeds And weak beginnings lie intreasurèd. Such things become the hatch and brood of time; And by the necessary form of this King Richard might create a perfect guess That great Northumberland, then false to him, Would of that seed grow to a greater falseness, Which should not find a ground to root upon Unless on you. KING HENRY Are these things then necessities? Then let us meet them like necessities; And that same word even now cries out on us. They say the Bishop and Northumberland Are fifty thousand strong. WARWICK It cannot be, my lord. Rumour doth double, like the voice and echo, The numbers of the feared. Please it your grace To go to bed? Upon my soul, my lord,94 The powers that you already have sent forth
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67. God: così in Q; in F Heaven. 94. Soul: così in Q; in F Life. F attutisce l’imprecazione passando dall’immortale al mortale. 2174
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 1
cugino Bolingbroke ascende al trono” – Benché allora, lo sa Dio, io non avessi tale intento, se non che la necessità tanto prostrava lo stato179 che io e la maestà fummo costretti a baciarci – “Un tempo verrà” – così proseguì – “un tempo verrà in cui l’orribile peccato, prendendo forza, scoppierà in corruzione”180; così continuò, predicendo la condizione di questi nostri tempi, e la rottura della nostra amicizia. WARWICK
Nella vita di ogni uomo c’è una storia che raffigura i tempi passati; osservandola, si può predire, con buona approssimazione, il corso possibile di cose non ancora venute alla luce, che giacciono riposte con cura nel forziere dei loro semi e pallidi inizi. Tali cose diventano la covata e la nidiata del tempo; e, per il disegno inevitabile di tutto ciò, re Riccardo poté prevedere esattamente che il grande Northumberland, allora a lui sleale, da quel seme si sarebbe sviluppato a una maggiore slealtà, che non avrebbe trovato terreno in cui radicarsi se non in voi. RE ENRICO
Sono queste cose, dunque, necessità? Allora affrontiamole come necessità. Quella stessa parola ora fa appello a noi. Dicono che il vescovo e Northumberland abbiano cinquantamila uomini. WARWICK
Non può essere, mio signore. La chiacchiera raddoppia, come la voce e l’eco, i numeri di quelli che si temono. Piaccia a vostra grazia tornare a letto. Sulla mia anima, mio signore, le forze che già avete
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 2
Shall bring this prize in very easily. To comfort you the more, I have received A certain instance that Glyndwr ˆ is dead. Your majesty hath been this fortnight ill, And these unseasoned hours perforce must add Unto your sickness. KING HENRY I will take your counsel. And were these inward wars once out of hand, We would, dear lords, unto the Holy Land. 3.2
100
Exeunt
Enter Justice Shallow and Justice Silence95
SHALLOW Come on, come on, come on! Give me your
hand, sir, give me your hand, sir. An early stirrer, by the rood! And how doth my good cousin Silence? SILENCE Good morrow, good cousin Shallow. SHALLOW And how doth my cousin your bedfellow? And your fairest daughter and mine, my god-daughter Ellen? SILENCE Alas, a black ouzel, cousin Shallow. SHALLOW By yea and no, sir, I dare say my cousin William is become a good scholar. He is at Oxford still, is he not? SILENCE Indeed, sir, to my cost. SHALLOW A must then to the Inns o’ Court shortly. I was once of Clement’s Inn, where I think they will talk of mad Shallow yet. SILENCE You were called ‘lusty Shallow’ then, cousin. SHALLOW By the mass, I was called anything; and I would have done anything indeed, too, and roundly, too. There was I, and little John Doit of Staffordshire, and black George Barnes, and Francis Pickbone, and Will
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10
15
0.1. Enter … Silens così in Q; in F Enter Shallow and Silence: with Mouldie, Shadow, Wart, Feeble, Bull-calfe. 2176
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
spedito in campo otterranno facilmente questa vittoria. Per confortarvi ancor più, ho ricevuto notizia certa che Glyndwr ˆ è morto. Vostra maestà è malata da due settimane, e queste ore tarde non possono che inasprire la vostra malattia. RE ENRICO
Seguirò il vostro consiglio. E concluse che siano queste guerre intestine, vorremmo disporci ad andare, cari signori, in Terrasanta181. Escono III, 2
Entrano il giudice Shallow e il giudice Silence182
SHALLOW
Venite, venite, venite! Datemi la mano, signore, datemi la mano, signore. Per la croce, mattiniero! E come sta il mio buon cugino Silence? SILENCE
Buon giorno, caro cugino Shallow. SHALLOW
E come sta mia cugina, la vostra compagna di talamo? E la vostra bellissima figlia, e mia figlioccia, Ellen? SILENCE
Ahimè, scura come un merlo, cugino Shallow SHALLOW
Sì e no, signore; immagino che mio cugino William sia ormai diventato un bravo studioso. È ancora a Oxford, vero? SILENCE
Infatti, signore, a mie spese. SHALLOW
Quindi dovrà fra poco entrare alle Inns o’ Court183. Una volta ero al Clement’s Inn, dove penso parleranno ancora di quel matto di Shallow. SILENCE
Allora, cugino, vi chiamavano “Shallow il gagliardo”. SHALLOW
Per la messa, mi chiamavano in tutti i modi; e io avrei fatto di tutto, e in abbondanza. Eravamo io e il piccolo John Doit dello Staffordshire, e il nero George Barnes e Francis Pickbone e Will 2177
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 2
Squeal, a Cotswold man; you had not four such swingebucklers in all the Inns o’ Court again. And I may say to you, we knew where the bona-robas were, and had the best of them all at commandment. Then was Jack Falstaff, now Sir John, a boy, and page to Thomas Mowbray, Duke of Norfolk. SILENCE This Sir John, cousin, that comes hither anon about soldiers? SHALLOW The same Sir John, the very same. I see him break Scoggin’s head at the court gate when a was a crack, not thus high. And the very same day did I fight with one Samson Stockfish, a fruiterer, behind Gray’s Inn. Jesu, Jesu, the mad days that I have spent! And96 to see how many of my old acquaintance are dead. SILENCE We shall all follow, cousin. SHALLOW Certain, ’tis certain; very sure, very sure. Death, as the Psalmist saith, is certain to all; all shall die. How a good yoke of bullocks at Stamford fair? SILENCE By my troth, I was not there.97 SHALLOW Death is certain. Is old Double of your town living yet? SILENCE Dead, sir. SHALLOW Jesu, Jesu, dead! A drew a good bow; and dead!98 A shot a fine shoot. John o’ Gaunt loved him well, and betted much money on his head. Dead! A would have clapped i’th’ clout at twelve score, and carried you a forehand shaft a fourteen and fourteen and a half, that it would have done a man’s heart good to see. How a score of ewes now? SILENCE Thereafter as they be. A score of good ewes may be worth ten pounds.
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50
32. Iesu, Iesu: così in Q; Oh in F. 38. By my troth: così in Q; in F Truly Cousin. 42. Iesu, Iesu, dead! a: così in Q; in F Dead? See, see: hee. 2178
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
Squeal, un tipo dei Cotswold184; non si sono mai più trovati quattro fanfaroni del genere nelle Inns o’ Court. E vi garantisco che sapevamo dove trovare la roba buona185, e avevamo a comando le migliori. C’era Jack Falstaff, ora sir John186, allora un ragazzo e paggio di Thomas Mowbray, duca di Norfolk187. SILENCE
Lo stesso sir John, cugino, che tra poco arriva qui per reclutare soldati? SHALLOW
Lo stesso sir John, proprio lui. Lo vedo ancora quando spaccò la testa a Scoggin188 all’entrata del palazzo, quand’era un ragazzino vivace, non più alto di così. E proprio lo stesso giorno mi battei con un certo Samson Stockfish189, un fruttivendolo, dietro al Grey’s Inn. Gesù, Gesù, che giorni pazzi ho vissuto! E vedere che tante mie vecchie conoscenze sono morte. SILENCE
Li seguiremo tutti, cugino. SHALLOW
Certo, è certo; sicurissimo, sicurissimo. Come dice il salmista, la morte è certa per tutti; tutti devono morire. Quanto costa una buona coppia di manzi alla fiera di Stamford?190 SILENCE
Veramente, non ci sono stato. SHALLOW
Eh, la morte è sicura! Vive ancora il vecchio Double al vostro paese? SILENCE
Morto, signore. SHALLOW
Gesù, Gesù, morto! Tirava bene con l’arco, e ora è morto. Aveva una buona mira. John o’ Gaunt191 l’aveva caro, e scommetteva forti somme su di lui. Morto! Sapeva colpire il bersaglio a duecentoquaranta iarde e sapeva tirare a una distanza di duecentottanta- duecentonovanta iarde mirando con la freccia diritta, che faceva bene al cuore vederlo192. Quanto ora per una ventina di pecore? SILENCE
A seconda della qualità. Una ventina di buone pecore può valere dieci sterline. 2179
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 2
SHALLOW And is old Double dead?
Enter Bardolph and [the Page] SILENCE Here come two of Sir John Falstaff’s men, as I
think. [SHALLOW] Good morrow, honest gentlemen.99 BARDOLPH I beseech you, which is Justice Shallow?
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SHALLOW I am Robert Shallow, sir, a poor esquire of this
county, and one of the King’s Justices of the Peace. What is your good pleasure with me? BARDOLPH My captain, sir, commends him to you — my captain Sir John Falstaff, a tall gentleman, by heaven, and a most gallant leader. SHALLOW He greets me well, sir. I knew him a good backsword man. How doth the good knight? May I ask how my lady his wife doth? BARDOLPH Sir, pardon, a soldier is better accommodated than with a wife. SHALLOW It is well said, in faith, sir, and it is well said indeed, too. ‘Better accommodated’ — it is good; yea, indeed is it. Good phrases are surely, and ever were, very commendable. ‘Accommodated’ — it comes of ‘accommodo’. Very good, a good phrase. BARDOLPH Pardon, sir, I have heard the word — ‘phrase’ call you it? — By this day, I know not the phrase; but I will maintain the word with my sword to be a soldierlike word, and a word of exceeding good command, by heaven. ‘Accommodated’; that is, when a man is, as they say, accommodated; or when a man is being whereby a may be thought to be accommodated; which is an excellent thing.
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Enter Sir John Falstaff
54. SHALLOW: così in F; Bardolfe in QA; manca in QB. 2180
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
SHALLOW
Ed è morto il vecchio Double? Entra Bardolph [e il paggio] SILENCE
Ecco due degli uomini di sir John Falstaff, mi pare. [SHALLOW]
Buon giorno, miei signori. BARDOLPH
Permettete, chi è il giudice Shallow? SHALLOW
Io sono Robert Shallow, signore, un povero gentiluomo di questa contea e uno dei giudici di pace del re. Come posso servirvi? BARDOLPH
Il mio capitano, signore, vi manda i suoi ossequi – il mio padrone, sir John Falstaff, un gentiluomo prestante, per Dio, e un comandante valentissimo. SHALLOW
Cortese da parte sua, signore. Lo conoscevo come un buon schermitore193. Come sta il buon cavaliere? Posso chiedere come sta la signora, sua moglie? BARDOLPH
Perdonate, signore, un soldato sa accomodarsi meglio che con una moglie194. SALLOW
Dite bene, in fede, signore, dite bene davvero. “Si accomoda meglio” – bella espressione, veramente bella. Le belle frasi sono, e sono sempre state, molto encomiabili. “Accomodato” – viene da “accomodo”. Molto bene, una bella frase. BARDOLPH
Perdonate, signore, ho sentito la parola – “frase”195 l’avete chiamata? – Perdio, non conosco la frase, ma sosterrò con la spada che la parola è una parola da soldato, e una parola militarmente adatta, per il cielo. “Accomodato”; vale a dire, quando uno è, come si dice, accomodato, o quando uno è in una situazione tale per cui si può pensare che sia accomodato; che è cosa eccellente. Entra sir John Falstaff 2181
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 2
SHALLOW It is very just. Look, here comes good Sir John.
(To Sir John) Give me your hand, give me your worship’s good hand. By my troth, you like well, and bear your100 years very well. Welcome, good Sir John. SIR JOHN I am glad to see you well, good Master Robert Shallow. (To Silence) Master Surecard, as I think.101 SHALLOW No, Sir John, it is my cousin Silence, in commission with me. SIR JOHN Good Master Silence, it well befits you should be of the peace. SILENCE Your good worship is welcome. SIR JOHN Fie, this is hot weather, gentlemen. Have you provided me here half a dozen sufficient men? SHALLOW Marry, have we, sir. Will you sit? SIR JOHN Let me see them, I beseech you.
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90
[He sits] SHALLOW Where’s the roll, where’s the roll, where’s the
roll? Let me see, let me see, let me see; so, so, so, so, so. Yea, marry, sir: ‘Ralph Mouldy’. [To Silence] Let102 them appear as I call, let them do so, let them do so. Let me see, (calls) where is Mouldy? [Enter Mouldy] MOULDY Here, an’t please you.
100
SHALLOW What
think you, Sir John? A good-limbed fellow, young, strong, and of good friends. SIR JOHN Is thy name Mouldy?
82. By my troth: così in Q; in F Trust me. Alla riga 232 l’espressione viene eliminata. 82. Like: così in Q; in F looke. L’espressione idiomatica viene corretta in F. 85. Surcard: così in F (Sure-card); in Q Soccard. 97. So. Yea: in questa edizione. So (so, so) yea in Q; yea in F. Esiste la tendenza ad eliminare le ripetizioni di Shallow, ciò che probabilmente era anche nelle intenzioni dell’autore. 2182
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
SHALLOW
È verissimo. Guardate, ecco il buon sir John. (A sir John) Datemi la mano, datemi la cara mano di vostra signoria. In fede mia, avete un bell’aspetto e portate i vostri anni molto bene. Benvenuto, caro sir John. SIR JOHN
Sono contento di vedervi bene, caro messer Robert Shallow. (A Silence) Messer Surecard196, credo? SHALLOW
No, sir John, è mio cugino Silence, anche mio collega. SIR JOHN
Caro messer Silence, ben vi si addice l’essere di pace. SILENCE
Vostra signoria, è benvenuta. SIR JOHN
Perdio, fa un bel caldo, signori. Mi avete procurato una mezza dozzina di uomini capaci? SHALLOW
Perdiana, certamente, signore. Volete sedervi? SIR JOHN
Fatemeli vedere, prego197. [Si siede] SHALLOW
Dov’è la lista, dov’è la lista, dov’è la lista? Vediamo, vediamo, vediamo; dunque, dunque, dunque, dunque dunque, dunque, dunque. Si, perbacco, signore: Ralph Muffa198. (A Silence) Si facciano avanti quando li chiamo, faccian così, faccian così. Vediamo, (chiama) dov’è Muffa? (Entra Muffa) MUFFA
Presente, per servirvi. SHALLOW
Che pensate, sir John? Un uomo ben piantato, giovane, forte e di buona famiglia. SIR JOHN
Ti chiami Muffa? 2183
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 2
MOULDY Yea, an’t please you. SIR JOHN ’Tis the more time thou wert used.
104 105
SHALLOW Ha, ha, ha, most excellent, i’faith! Things that
are mouldy lack use. Very singular good, in faith, well said, Sir John, very well said. SIR JOHN Prick him. MOULDY I was pricked well enough before, an you could have let me alone. My old dame will be undone now for one to do her husbandry and her drudgery. You need not to have pricked me; there are other men fitter to go out than I. SIR JOHN Go to, peace, Mouldy. You shall go, Mouldy; it is time you were spent. MOULDY Spent? SHALLOW Peace, fellow, peace. Stand aside; know you where you are?
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119
[Mouldy stands aside] For th’other, Sir John, let me see: ‘Simon Shadow’ — SIR JOHN Yea, marry, let me have him to sit under. He’s like to be a cold soldier. SHALLOW (calls) Where’s Shadow? [Enter Shadow] SHADOW Here, sir. SIR JOHN Shadow, whose son art thou?
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SHADOW My mother’s son, sir.
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
MUFFA
Si, per servirvi. SIR JOHN
Una buona ragione per usarti. SHALLOW
Ah, Ah, Ah, eccellente, in fede mia! Le cose sono ammuffite perché non le si usa. Molto originale, in fede, ben detto, sir John, molto ben detto. SIR JOHN
Spuntatelo. MUFFA
Ero abbastanza spuntato prima199, e avreste anche potuto lasciarmi stare. La mia vecchia moglie andrà in rovina ora, senza chi badi al campo e alle altre necessità. Non c’era bisogno che spuntaste me; ci sono altri uomini più adatti di me per andare. SIR JOHN
Via, silenzio Muffa, devi andare. È tempo che tu venga consumato200. MUFFA
Consumato? SHALLOW
Silenzio, giovanotto, silenzio. Fatti da parte. Non sai dove sei? [Muffa si fa da parte] Per l’altro, sir John, vediamo: Simone Ombra… SIR JOHN
Sì, per Dio, lo arruolo per starci seduto sotto201. Sarà un soldato al fresco. SHALLOW (chiama) Dov’è Ombra? [Entra Ombra] OMBRA
Presente, signore. SIR JOHN
Ombra, di che sei figlio? OMBRA
Figlio di mia madre, signore.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 2
SIR JOHN Thy mother’s son! Like enough, and thy father’s
shadow. So the son of the female is the shadow of the male — it is often so indeed — but not of the father’s substance. SHALLOW Do you like him, Sir John? SIR JOHN Shadow will serve for summer. Prick him, for we have a number of shadows fill up the muster book.
130
[Shadow stands aside] SHALLOW (calls) ‘Thomas Wart.’ SIR JOHN Where’s he?
135
[Enter Wart] WART Here, sir. SIR JOHN Is thy name Wart? WART Yea, sir. SIR JOHN Thou art a very ragged wart. SHALLOW Shall I prick him, Sir John?
140
SIR JOHN It were superfluous, for his apparel is built upon
his back, and the whole frame stands upon pins. Prick him no more. SHALLOW Ha, ha, ha, you can do it, sir, you can do it! I commend you well.
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[Wart stands aside] (Calls) ‘Francis Feeble.’ [Enter Feeble]
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
SIR JOHN
Figlio di tua madre! È probabile, e dell’ombra di tuo padre. Dunque il figlio della femmina è l’ombra del maschio – spesso è davvero così – ma non della sostanza del padre!202 SHALLOW
Vi piace sir John? SIR JOHN
L’ombra servirà in estate. Spuntatelo, perché dobbiamo riempire il registro di ombre. [Ombra si fa da parte] SHALLOW (chiama)
Tommaso Porro203. SIR JOHN
Dov’è? [Entra Porro] PORRO
Presente, signore. SIR JOHN
Il tuo nome è Porro? PORRO
Sì, signore. SIR JOHN
Sei un porro molto frastagliato!204 SHALLOW
Devo spuntarlo, sir John? SIR JOHN
Sarebbe superfluo, i suoi stracci gli stanno puntati alla schiena e l’intera struttura punta sugli spilli. Non spuntatelo più. SHALLOW
Ha, ha, ha, siete abile, signore, siete abile, ve la cavate bene, ve la cavate bene, signore! I miei complimenti. [Porro si fa da parte] (Chiama) Francesco Floscio. [Entra Floscio]
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 2
FEEBLE Here, sir. SHALLOW What trade art thou, Feeble? FEEBLE A woman’s tailor, sir. SHALLOW Shall I prick him, sir?
150
SIR JOHN You may, but if he had been a man’s tailor,
he’d ha’ pricked you. (To Feeble) Wilt thou make as103 many holes in an enemy’s battle as thou hast done in a woman’s petticoat? FEEBLE I will do my good will, sir; you can have no more. SIR JOHN Well said, good woman’s tailor; well said, courageous Feeble! Thou wilt be as valiant as the wrathful dove or most magnanimous mouse. Prick the woman’s tailor. Well, Master Shallow; deep, Master Shallow. FEEBLE I would Wart might have gone, sir. SIR JOHN I would thou wert a man’s tailor, that thou mightst mend him and make him fit to go. I cannot put him to a private soldier that is the leader of so many thousands. Let that suffice, most forcible Feeble. FEEBLE It shall suffice, sir. SIR JOHN I am bound to thee, reverend Feeble.
160
166
[Feeble stands aside] Who is next? SHALLOW (calls) ‘Peter Bullcalf o’th’ green.’ SIR JOHN Yea, marry, let’s see Bullcalf.
170
[Enter Bullcalf]
152. He’d ha’: così in questa edizione; in Q heed’a; in F he would have. 2188
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
FLOSCIO
Presente, signore. SHALLOW
Che mestiere fai? FLOSCIO
Il sarto per signora 205. SHALLOW
Devo spuntarlo, signore? SIR JOHN
Potete farlo, ma se fosse stato un sarto da uomo, avrebbe potuto spuntarti lui. (A Floscio) Sarai capace di fare tanti buchi nell’esercito nemico quanti ne hai fatti in un vestito da signora?206 FLOSCIO
Farò quello che posso, signore, di più non si può chiedere. SIR JOHN
Ben detto, buon sarto per signora; ben detto, coraggioso Floscio. Sarai tanto valoroso quanto la colomba adirata o il topo più valente. Spuntate il sarto per signora. Per bene, messer Shallow, bene a fondo, messer Shallow. FLOSCIO
Vorrei che fosse partito Porro, signore. SIR JOHN
Vorrei che tu fossi un sarto da uomo, per ripararlo e renderlo capace di partire. Non posso fare soldato semplice di chi è il capo di così tante migliaia di pidocchi. Basta così, durissimo Floscio. FLOSCIO
Basterà, signore. SIR JOHN
Ti sono grato, reverendo Floscio. [Floscio si fa da parte] Chi è il prossimo? SHALLOW (chiama) Pietro Torello del Prato. SIR JOHN
Sì, perdiana, vediamo Torello. [Entra Torello] 2189
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 2
BULLCALF Here, sir. SIR JOHN Fore God, a likely fellow! Come, prick Bullcalf104
till he roar again. BULLCALF O Lord, good my lord captain!105 SIR JOHN What, dost thou roar before thou’rt pricked? BULLCALF O Lord, sir, I am a diseased man. SIR JOHN What disease hast thou? BULLCALF A whoreson cold, sir; a cough, sir, which I caught with ringing in the King’s affairs upon his coronation day, sir. SIR JOHN Come, thou shalt go to the wars in a gown. We will have away thy cold, and I will take such order that thy friends shall ring for thee.
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[Bullcalf stands aside] Is here all?
184
SHALLOW There is two more called than your number.
You must have but four here, sir, and so I pray you go in with me to dinner. SIR JOHN Come, I will go drink with you, but I cannot tarry dinner. I am glad to see you, by my troth, Master Shallow. SHALLOW O, Sir John, do you remember since we lay all night in the Windmill in Saint George’s Field? SIR JOHN No more of that, good Master Shallow, no more of that. SHALLOW Ha, ’twas a merry night! And is Jane Nightwork alive?
190
196
172. Fore God: così in Q; in F Trust me. 174. Lord: così in Q; manca in F. 2190
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
TORELLO
Presente, signore. SIR JOHN
Per Dio, un tipo giusto! Avanti, spuntatemi Torello fino a farlo muggire. TORELLO
O Signore, mio signor capitano! SIR JOHN
Come, muggisci prima di essere spuntato? TORELLO
Mio Dio, signore, sono un uomo malato. SIR JOHN
Che malattia hai? TORELLO
Un maledetto raffreddore, signore; una tosse, signore, che ho preso mentre suonavo le campane per quella faccenda del re, signore, all’anniversario dell’incoronazione. SIR JOHN
Allora, andrai in guerra in camicia da notte. Ti faremo passare il raffreddore e ordinerò ai tuoi amici di suonare le campane per te. [Torello si fa da parte] Sono tutti qua? SHALLOW
Ne abbiamo già chiamati due in più del numero richiesto. Dovete prenderne solo quattro qui, signore, perciò vogliate rientrare con me per il pranzo207. SIR JOHN
D’accordo, verrò a bere con voi, ma non posso fermarmi a pranzo. In fede mia, sono contento di vedervi messer Shallow. SHALLOW
Oh, sir John, vi ricordate di quando passammo tutta la notte al Mulino a Saint George’s Field?208 SIR JOHN
Non me ne parlate, caro messer Shallow, non me ne parlate. SHALLOW
Ah, è stata una notte molto allegra. E Jane Nightwork 209 è viva? 2191
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 2
SIR JOHN She lives, Master Shallow. SHALLOW She never could away with me. SIR JOHN Never, never. She would always say she could
not abide Master Shallow.
200
SHALLOW By the mass, I could anger her to th’ heart. She106
was then a bona-roba. Doth she hold her own well? SIR JOHN Old, old, Master Shallow. SHALLOW Nay, she must be old; she cannot choose but
be old; certain she’s old; and had Robin Nightwork by old Nightwork before I came to Clement’s Inn. SILENCE That’s fifty-five year ago. SHALLOW Ha, cousin Silence, that thou hadst seen that that this knight and I have seen! Ha, Sir John, said I well? SIR JOHN We have heard the chimes at midnight, Master Shallow. SHALLOW That we have, that we have; in faith, Sir John, we have. Our watchword was ‘Hem boys!’ Come, let’s to dinner; come, let’s to dinner. Jesus, the days that we have seen! Come, come.
206
210
216
Exeunt Shallow, Silence, and Sir John [coming forward] Good Master Corporate Bardolph, stand my friend, and here’s four Harry ten shillings in French crowns for you. In very truth, sir, I had as lief be hanged, sir, as go. And yet for mine own part, sir, I do not care; but rather because I am unwilling, and, for mine own part, have a desire to stay with my friends. Else, sir, I did not care, for mine own part, so much.
BULLCALF
201. By the masse: così in Q, manca in F. 2192
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
SIR JOHN
Vive, messer Shallow. SHALLOW
Non mi poteva soffrire. SIR JOHN
Mai, mai. Diceva sempre che non poteva soffrire messer Shallow. SHALLOW
Per Dio, riuscivo a farla arrabbiare. Era roba buona allora. Si conserva bene? SIR JOHN
Vecchia, vecchia, messer Shallow. SHALLOW
Sì, deve esser vecchia; non può che esser vecchia; certo che è vecchia; e aveva avuto Robin Nightwork dal vecchio Nightwork prima che io arrivassi a Clement’s Inn. SILENCE
Era cinquantacique anni fa. SHALLOW
Ah, cugino Silence, se aveste visto quello che abbiamo visto, questo cavaliere ed io! Dico bene, sir John? SIR JOHN
Abbiamo sentito le campane a mezzanotte210, messer Shallow. SHALLOW
Quelle sì, quelle sì, quelle sì; parola mia, sir John, le abbiamo sentite. La nostra parola d’ordine era “Beviamo ragazzi”! Venite, andiamo a pranzo; venite, andiamo a pranzo. Gesù i giorni che abbiamo visto! Venite, venite. Escono Shallow, Silence e sir John TORELLO [facendosi avanti]
Buon messer corporale Bardolph, siatemi amico e qui ci sono quattro pezzi da dieci scellini di Enrico in corone francesi per voi211. A dire il vero, signore, preferirei farmi impiccare piuttosto che partire. Eppure, da parte mia, signore, non mi importa, ma è che non ne ho voglia e, da parte mia, desidero restare con i miei amici. Altrimenti, signore, da parte mia, non mi importerebbe molto.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 2
BARDOLPH [taking the money] Go to; stand aside.
225
[Bullcalf stands aside] MOULDY [coming forward] And, good Master Corporal
Captain, for my old dame’s sake stand my friend. She has nobody to do anything about her when I am gone, and she is old and cannot help herself. You shall have forty, sir. BARDOLPH Go to; stand aside.
230
[Mouldy stands aside] FEEBLE By my troth, I care not. A man can die but once.107
We owe God a death. I’ll ne’er bear a base mind. An’t be my destiny, so; an’t be not, so. No man’s too good to serve’s prince. And let it go which way it will, he that dies this year is quit for the next. BARDOLPH Well said; thou’rt a good fellow. FEEBLE Faith, I’ll bear no base mind.
236
Enter Sir John Falstaff, Shallow, and Silence SIR JOHN Come, sir, which men shall I have? SHALLOW Four of which you please.
240
BARDOLPH (to Sir John) Sir, a word with you. (Aside to him)
I have three pound to free Mouldy and Bullcalf. SIR JOHN Go to, well. SHALLOW Come, Sir John, which four will you have? SIR JOHN Do you choose for me. SHALLOW Many,
245
then: Mouldy, Bullcalf, Feeble, and
Shadow.
232. By my troth: così in Q; manca in F. 2194
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
BARDOLPH [prendendo il denaro]
Vai là; mettiti da parte. [Torello si fa da parte] MUFFA [Venendo avanti]
E, buon messer corporale capo, per il bene della mia vecchia, siatemi amico. Non ha nessuno per aiutarla, quando sarò partito, è vecchia e non può farcela da sola. Ne avrete quaranta, signore. BARDOLPH
Vai là, mettiti da parte. [Muffa si fa da parte] FLOSCIO
In fede mia, non mi importa. Si muore una sola volta. Dobbiamo almeno una morte a Dio. Non sarò mai un vigliacco. Se è destino, è destino. Se non lo è, non lo è. Nessuno è così importante da non servire il suo principe. E lasciamo che vada come vuole, chi muore quest’anno è già libero per il prossimo. BARDOLPH
Ben detto, sei un brav’uomo. FLOSCIO
Parola mia, non sono un vigliacco. Entrano sir John Falstaff, Shallow e Silence SIR JOHN
Dunque, signore, quali uomini devo prendere? SHALLOW
I quattro che preferite. BARDOLPH (a sir John)
Signore, una parola. (A parte a lui) Ho tre sterline per liberare Muffa e Torello. SIR JOHN
Va bene, va bene. SHALLOW
Allora, sir John quali quattro volete? SIR JOHN
Scegliete voi per me. SHALLOW
Perbacco, allora: Muffa, Torello, Floscio e Ombra. 2195
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 3 SCENE 2
SIR JOHN Mouldy and Bullcalf. For you, Mouldy, stay at
home till you are past service; and for your part, Bullcalf, grow till you come unto it. I will none of you. [Exeunt Bullcalf and Mouldy] SHALLOW Sir John, Sir John, do not yourself wrong. They
are your likeliest men, and I would have you served with the best. SIR JOHN Will you tell me, Master Shallow, how to choose a man? Care I for the limb, the thews, the stature, bulk, and big assemblance of a man? Give me the spirit, Master Shallow. Here’s Wart; you see what a ragged appearance it is? A shall charge you and discharge you with the motion of a pewterer’s hammer, come off and on swifter than he that gibbets on the brewer’s bucket. And this same half-faced fellow Shadow; give me this man. He presents no mark to the enemy; the foeman may with as great aim level at the edge of a penknife. And for a retreat, how swiftly will this Feeble the woman’s tailor run off! O, give me the spare men, and spare me the great ones. — Put me a caliver into Wart’s hand, Bardolph. BARDOLPH (giving Wart a caliver) Hold, Wart. Traverse — thas, thas, thas!
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[Wart marches] SIR JOHN (to Wart) Come, manage me your caliver. So;
very well. Go to, very good, exceeding good. O, give me always a little, lean, old, chapped, bald shot! Well said, i’faith, Wart; thou’rt a good scab. Hold; (giving a coin) there’s a tester for thee. SHALLOW He is not his craft’s master; he doth not do it right. I remember at Mile-End Green, when I lay at Clement’s Inn — I was then Sir Dagonet in Arthur’s show — there was a little quiver fellow, and a would manage you his piece thus, and a would about and
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
SIR JOHN
Muffa e Torello: quanto a te, Muffa, sta a casa finché non potrai più prestare alcun servizio; e quanto a te, Torello, pensa a crescere finché non ci arriverai. Voi due non vi voglio. [Escono Torello e Muffa] SHALLOW
Sir John, sir John, non fatevi torto. Sono gli uomini più adatti, e vorrei vedervi servito dai migliori. SIR JOHN
Mi volete insegnare, messer Shallow, come scegliere un uomo? Mi importa forse delle membra, dei lineamenti, della statura, della mole e dell’apparenza vigorosa di un uomo? Datemi lo spirito, messer Shallow. Ecco Porro; vedete che aspetto scalcagnato ha? Lui caricherà e sparerà con il moschetto, veloce come i colpi di martello di un artigiano del peltro, avanzerà e si ritirerà più svelto del birraio con i suoi secchi212. E questo tipo scarno e affilato, Ombra; è quello che mi ci vuole. Non offre bersaglio al nemico; il nemico potrebbe puntare altrettanto facilmente al fi lo di un temperino. E per la ritirata, come correrà svelto questo Floscio, il sarto da signora! Oh, datemi uomini scarni e scartatemi i vigorosi – Bardolph, dà un moschetto in mano a Porro. BARDOLPH (dà un moschetto a Porro) Prendi, Porro. Mettiti in marcia – un- due, un- due, un- due. [Porro marcia] SIR JOHN (a Porro)
Avanti, destreggiati col moschetto. Così, molto bene. Ancora, benissimo, eccellente. Oh, datemi sempre un tiratore basso, magro, vecchio, raggrinzito, calvo! Ben fatto, parola mia, Porro; sei un bel bubbone. Prendi (gli dà una moneta), eccoti sei soldi. SHALLOW
Non conosce la tecnica, non lo fa giusto. Ricordo al campo di MileEnd 213, quando ero al Clement’s Inn – allora facevo sir Dagonet nello spettacolo di Re Artù – c’era un tipetto agile, che prendeva il suo pezzo così e che correva davanti e si ritirava, sparava qui, spa-
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about, and come you in and come you in. ‘Ra-ta-ta!’ would a say; ‘Bounce!’ would a say; and away again would a go; and again would a come. I shall ne’er see such a fellow. 283 SIR JOHN These fellows will do well, Master Shallow. God108 keep you, Master Silence; I will not use many words with you. Fare you well, gentlemen both; I thank you. I must a dozen mile tonight. — Bardolph, give the soldiers coats. 288 SHALLOW Sir John, the Lord bless you; God prosper your affairs! God send us peace! As you return, visit my house; let our old acquaintance be renewed. Peradventure I will with ye to the court. SIR JOHN Fore God, would you would! SHALLOW Go to, I have spoke at a word. God keep you! SIR JOHN Fare you well, gentle gentlemen. 295 Exeunt Shallow and Silence On, Bardolph, lead the men away. Exeunt Bardolph, Wart, Shadow, and Feeble As I return, I will fetch off these justices. I do see the bottom of Justice Shallow. Lord, Lord, how subject we109 old men are to this vice of lying! This same starved justice hath done nothing but prate to me of the wildness of his youth and the feats he hath done about Turnbull Street; and every third word a lie, duer paid to the hearer than the Turk’s tribute. I do remember him at Clement’s Inn, like a man made after supper of a cheese paring. When a was naked, he was for all the world like a forked radish, with a head fantastically carved upon it with a knife. A was so forlorn that his dimensions, to any thick sight, were invisible. A was110
284-285. God keep you: così in Q; in F Farewell, come pure a riga 294. 298. Lord, Lord: così in Q, manca in F. 308. Invisible: invincible in QF. Vedi nota al IV, 1, 34. 2198
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO III SCENA 2
rava là. “Ra-ta-ta” faceva; “bang” faceva e via indietro correva e di nuovo in avanti tornava 214. Non vedrò mai più uno così. SIR JOHN
Questi uomini andranno bene, messer Shallow. Dio vi conservi messer Silence; con voi non sprecherò molte parole. Addio a entrambi, miei signori; vi ringrazio. Devo percorre una dozzina di miglia stanotte. – Bardolph, dà le giubbe ai soldati. SHALLOW
Sir John, Dio vi benedica; Dio faccia prosperare le vostre imprese! Dio ci dia pace! Al vostro ritorno, visitate la mia casa e rinnoviamo la nostra amicizia. Chissà che io non venga a corte con voi. SIR JOHN
Per Dio, vorrei che veniste! SHALLOW
Andate, dicevo sul serio. Dio vi conservi. SIR JOHN
Addio, cari gentiluomini. Escono Shallow e Silence Andiamo Bardolph, conduci via gli uomini. Escono Bardolph, Porro, Ombra e Floscio Al mio ritorno metterò questi giudici nel sacco. Vedo bene il fondo del giudice Shallow215. Dio, Dio, come siamo portati noi vecchi al vizio di mentire! Questo giudice famelico non ha fatto altro che blaterare delle follie della sua gioventù e delle prodi imprese di Turnbull Street; una parola su due era una bugia offerta a chi ascolta con maggior alacrità di quanta ne mostri chi debba pagare il tributo al GranTurco216. Lo ricordo bene a Clement’s Inn, sembrava un uomo fatto dalle croste di formaggio, a cena finita. Quando era nudo, sembrava una rapa a due radici, con sopra una testa bizzarra, intagliata col coltello. Era così magro che a un miope le sue dimensioni erano invisibili217.
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the very genius of famine. And now is this Vice’s dagger111 become a squire, and talks as familiarly of John o’ Gaunt as if he had been sworn brother to him, and I’ll be sworn a ne’er saw him but once, in the Tilt-yard, and then he burst his head for crowding among the marshal’s men. I saw it, and told John o’ Gaunt he beat his own name; for you might have trussed him and all his apparel into an eel-skin. The case of a treble hautboy was a mansion for him, a court. And now has he land and beeves. Well, I’ll be acquainted with him if I return; and’t shall go hard but I’ll make him a philosopher’s two stones to me. If the young dace be a bait for the old pike, I see no reason in the law of nature but I may snap at him. Let time shape, and there an end. Exit 4.1
Enter [in arms] the Archbishop of York, Thomas Mowbray, Lord Hastings, and [Coleville], within the Forest of Gaultres
ARCHBISHOP OF YORK What is this forest called? HASTINGS
’Tis Gaultres Forest, an’t shall please your grace. ARCHBISHOP OF YORK
Here stand, my lords, and send discoverers forth To know the numbers of our enemies. HASTINGS
We have sent forth already. ARCHBISHOP OF YORK ’Tis well done. My friends and brethren in these great affairs, I must acquaint you that I have received New-dated letters from Northumberland, Their cold intent, tenor, and substance, thus: Here doth he wish his person, with such powers
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309. Famine.: così in questa edizione; in Q famine, yet … good nights. Vedi Aggiunte al testo C. 2200
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
Era l’epitome della carestia218. E ora questo spadino da Vizio219 è diventato un signorotto e parla con tale familiarità di John o’ Gaunt come se fosse stato suo amico fraterno, e giurerei che non l’abbia visto che una volta, al torneo di Tilt-Yard220, quando Gaunt gli spaccò la testa per essersi intrufolato fra gli uomini del cerimoniere. Io vidi, e dissi a John o’Gaunt, che così picchiava il suo proprio nome221; perché si sarebbero potuti infilare lui e tutte le sue vesti nella pelle di un’anguilla. Per lui la custodia di un oboe era un palazzo, una corte. E ora ha terra e buoi. Bene, lo frequenterò un po’, se ritorno; e giuro che riuscirò a farmelo valere una doppia pietra filosofale222. Se la giovane lasca fa da esca al vecchio luccio, non vedo ragione, secondo le leggi di natura, perché io non possa mangiarmelo. Diamo tempo al tempo, e vedremo. Esce IV, 1
Entrano [armati] l’arcivescovo di York, Thomas Mowbray, lord Hastings, e [Coleville], nella foresta di Gaultres223.
ARCIVESCOVO DI YORK
Qual è il nome di questa foresta? HASTINGS
È la foresta di Gaultres, piaccia a vostra grazia. ARCIVESCOVO DI YORK
Fermatevi qui, miei signori, e mandate esploratori in ricognizione per scoprire il numero dei nostri nemici. HASTINGS
Li abbiamo già mandati. ARCIVESCOVO DI YORK
Ben fatto. Amici miei e fratelli in questa grande impresa, devo informarvi che ho ricevuto lettere recenti da Northumberland; tale ne è il freddo intento, il tenore, la sostanza: qui vorrebbe essere di persona,
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As might hold sortance with his quality, The which he could not levy; whereupon He is retired to ripe his growing fortunes To Scotland, and concludes in hearty prayers That your attempts may overlive the hazard And fearful meeting of their opposite.
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MOWBRAY
Thus do the hopes we have in him touch ground And dash themselves to pieces. Enter a Messenger HASTINGS
Now, what news?
MESSENGER
West of this forest, scarcely off a mile, In goodly form comes on the enemy; And, by the ground they hide, I judge their number Upon or near the rate of thirty thousand.
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MOWBRAY
The just proportion that we gave them out. Let us sway on, and face them in the field. Enter the Earl of Westmorland ARCHBISHOP OF YORK
What well-appointed leader fronts us here?
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MOWBRAY
I think it is my lord of Westmorland. WESTMORLAND
Health and fair greeting from our general, The Prince, Lord John and Duke of Lancaster. ARCHBISHOP OF YORK
Say on, my lord of Westmorland, in peace, What doth concern your coming. WESTMORLAND Then, my lord, Unto your grace do I in chief address The substance of my speech. If that rebellion Came like itself, in base and abject routs,
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con forze adeguate, che si accordino al suo rango, e che tuttavia non è riuscito ad arruolare; si è perciò ritirato in Scozia per lasciar maturare le sue fortune, e conclude con fervidi auspici affinché i vostri intenti sopravvivano ai rischi e al temibile scontro con l’avversario. MOWBRAY
Così si abbattono e vanno in pezzi le speranze riposte in lui. Entra un messaggero HASTINGS
Allora, che notizie? MESSAGGERO
A ovest della foresta, a meno di un miglio, i nemici avanzano in formazione di guerra; e, dal terreno che coprono, calcolo il loro numero intorno ai trentamila uomini. MOWBRAY
Il numero esatto che avevamo previsto. Muoviamo innanzi e affrontiamoli in campo. Entra il conte di Westmorland ARCIVESCOVO DI YORK
Quale comandante in armi ci viene incontro? MOWBRAY
Penso sia il signore di Westmorland. WESTMORLAND
Salute e ossequi sentiti dal nostro generale, il principe lord John, duca di Lancaster. ARCIVESCOVO DI YORK
Parlate in pace, signore di Westmorland, e diteci le ragioni della vostra visita. WESTMORLAND
Dunque signore, a vostra grazia soprattutto rivolgo la sostanza del mio discorso. Se la ribellione venisse col suo vero volto, in orde
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 1
Led on by bloody youth, guarded with rags,112 And countenanced by boys and beggary; I say, if damned commotion so appeared In his true native and most proper shape, You, reverend father, and these noble lords Had not been here to dress the ugly form Of base and bloody insurrection With your fair honours. You, Lord Archbishop, Whose see is by a civil peace maintained, Whose beard the silver hand of peace hath touched, Whose learning and good letters peace hath tutored, Whose white investments figure innocence, The dove and very blessèd spirit of peace, Wherefore do you so ill translate yourself Out of the speech of peace that bears such grace Into the harsh and boist’rous tongue of war, Turning your books to graves, your ink to blood, Your pens to lances, and your tongue divine To a loud trumpet and a point of war?
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ARCHBISHOP OF YORK
Wherefore do I this? So the question stands. Briefly, to this end: we are all diseased, And with our surfeiting and wanton hours 113 Have brought ourselves into a burning fever, And we must bleed for it — of which disease Our late King Richard, being infected, died. But, my most noble lord of Westmorland, I take not on me here as a physician, Nor do I as an enemy to peace Troop in the throngs of military men; But rather show a while like fearful war To diet rank minds, sick of happiness, And purge th’obstructions which begin to stop
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34. Rags: così in questa edizione; rage in QF. Q e F condividono la stessa espressione, che è certamente un errore, ciò che dimostra un’influenza di Q su F. 55-79. And … wrong.: così in F, manca in Q. Vedi introduzione. 2204
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
abiette e vili, capeggiate da giovani sanguinari, rivestiti di stracci 224, e approvata da giovinetti e mendicanti; dico, se questa sommossa dannata apparisse così, nella sua forma più propria, autentica e innata, voi, reverendo padre, e questi nobili signori, non sareste qui a ornare la forma turpe dell’insurrezione, ignobile e sanguinaria con la vostra augusta partecipazione. Voi, lord arcivescovo, il cui potere si regge sulla pace civile, sulla cui barba è calato un pacifico tocco argenteo, che alla pace dovete il vostro sapere e alta cultura; voi, le cui vesti immacolate simboleggiano l’innocenza, la colomba e il benedetto spirito della tregua, perché traducete così male voi stesso, scadendo dal linguaggio così armonioso della pace, alla lingua stridula e violenta della guerra, mutando i vostri libri in tombe, il vostro inchiostro in sangue, le penne in lance, e la lingua divina in una tromba tonante e in un segnale di guerra? ARCIVESCOVO DI YORK
Perché faccio questo? Questa è la domanda. In breve, ecco la ragione: siamo tutti malati 225, e con le ore passate negli eccessi e nei piaceri, ci troviamo ora in preda a una febbre bruciante, che si cura levando sangue226. Infettato da un tale male, il nostro defunto re Riccardo morì. Ma, nobile signore di Westmorland, non mi assumo qui la parte del medico, né mi unisco alle schiere militari come nemico della pace; bensì mi mostro per un poco nelle sembianze dell’orrida guerra per imporre una dieta alle menti infette e malate di benessere, per purgare gli ostacoli che iniziano a ostruire le vene
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 1
Our very veins of life. Hear me more plainly. I have in equal balance justly weighed What wrongs our arms may do, what wrongs we suffer, And find our griefs heavier than our offences. We see which way the stream of time doth run, And are enforced from our most quiet shore By the rough torrent of occasion; And have the summary of all our griefs, When time shall serve, to show in articles, Which long ere this we offered to the King, And might by no suit gain our audience. When we are wronged, and would unfold our griefs, We are denied access unto his person Even by those men that most have done us wrong. The dangers of the days but newly gone, Whose memory is written on the earth With yet appearing blood, and the examples Of every minute’s instance, present now, Hath put us in these ill-beseeming arms, Not to break peace, or any branch of it, But to establish here a peace indeed, Concurring both in name and quality.
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WESTMORLAND
Whenever yet was your appeal denied? Wherein have you been gallèd by the King? What peer hath been suborned to grate on you, That you should seal this lawless bloody book Of forged rebellion with a seal divine?114
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ARCHBISHOP OF YORK
My brother general, the commonwealth I make my quarrel in particular. 92-93. Divine …. common wealth: così in Qb, F; in Qa divine, / And consecrate commotions bitter edge. / BISHOP My brother Generall, the common wealth / To brother borne an household cruelty, = “divino, e consacriate l’ira amara e tagliente della sommossa? / VESCOVO Fratello Generale, per il bene pubblico, / e per la crudeltà privata verso mio fratello,” / La presente edizione ritiene che Qa mantenga versi che Shakespeare intendeva eliminare. 2206
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
stesse della nostra vita. Sarò più chiaro. Ho soppesato con equa bilancia quali torti le nostre armi possano fare, quali torti subiamo, e ho concluso che le nostre pene pesano di più delle nostre offese. Vediamo in qual senso corre il flusso del tempo, e siamo strappati dalle nostre quiete sponde dal torrente impetuoso degli eventi. Abbiamo un elenco sommario delle nostre lagnanze, da mostrare a tempo debito in una serie di punti che già da lungo tempo partecipammo al re, senza in alcun modo ottenere udienza. Quando subiamo torti, e vogliamo manifestare le nostre lagnanze, ci viene negato accesso alla sua persona, da quegli stessi uomini che più ci hanno fatto torto. I pericoli dei giorni da poco trascorsi 227, la cui memoria è inscritta nella terra con sangue ancora visibile, e gli esempi che si danno in ogni minuto, anche adesso, ci hanno costretto a indossare queste armi che non ci si addicono, non per rompere la pace, o un qualsiasi suo ramo, ma per stabilire qui una pace effettiva, che sia tale di nome e di fatto. WESTMORLAND
Quando mai fu rifiutato il vostro appello? In cosa siete stati umiliati dal re? Quale nobile è stato corrotto per vessarvi, da spingervi ora ad apporre un sigillo divino al libro anarchico e sanguinario della ribellione mendace?228 ARCIVESCOVO DI YORK
Il bene comune è la mia causa, perché questi uomini mi sono fratelli 229.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 1
WESTMORLAND
There is no need of any such redress; Or if there were, it not belongs to you.
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MOWBRAY
Why not to him in part, and to us all That feel the bruises of the days before, And suffer the condition of these times To lay a heavy and unequal hand Upon our honours? WESTMORLAND O my good Lord Mowbray,115 Construe the times to their necessities, And you shall say indeed it is the time, And not the King, that doth you injuries. Yet for your part, it not appears to me, Either from the King or in the present time, That you should have an inch of any ground To build a grief on. Were you not restored To all the Duke of Norfolk’s signories, Your noble and right well-remembered father’s?
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MOWBRAY
What thing in honour had my father lost That need to be revived and breathed in me? The King that loved him, as the state stood then, Was force perforce compelled to banish him; And then that Henry Bolingbroke and he, Being mounted and both rousèd in their seats, Their neighing coursers daring of the spur, Their armèd staves in charge, their beavers down, Their eyes of fire sparkling through sights of steel, And the loud trumpet blowing them together, Then, then, when there was nothing could have stayed My father from the breast of Bolingbroke — O, when the King did throw his warder down, His own life hung upon the staff he threw;
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101-137. O … King: così in F, manca in Q. Vedi Nota introduttiva. 2208
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
WESTMORLAND
Non c’è alcun bisogno di alcuna riparazione230, e se ci fosse, non spetterebbe a voi reclamarla. MOWBRAY
Perché non a lui soltanto, e a noi tutti che sentiamo i lividi dei giorni passati, tolleriamo che le circostanze di questi tempi pongano una mano pesante e iniqua sul nostro onore231. WESTMORLAND
Oh, mio buon lord Mowbray, leggete i tempi secondo le loro necessità 232, e direte davvero che sono i tempi, e non il re, che vi recano offesa. Eppure, per quanto riguarda voi, non mi pare che, né da parte del re né di questi tempi, abbiate un solo pollice di terreno sui cui basare le vostre lagnanze. Non foste reintegrato in tutte le proprietà del duca di Norfolk, il vostro nobile padre di chiara memoria?233 MOWBRAY
Che cosa aveva perso mio padre in onore, che ora debba essere ravvivato e rinvigorito da me? Secondo le consuetudini di allora, il re che l’amava fu costretto per forza a bandirlo; e quando Enrico Bolingbroke e lui, entrambi montati a cavallo, focosi in sella, i corsieri che nitrivano sfidando lo sperone, le lance pronte in resta, le visiere abbassate, gli occhi di fuoco che brillavano sotto l’elmo d’acciaio, e l’alto suono della tromba che li incitava allo scontro – allora, allora, quando nulla avrebbe potuto trattenere mio padre dal corpo a corpo con Bolingbroke – Oh, fu allora che il re buttò a terra la sua mazza 234, quando la sua vita stessa era appesa a quello
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 1
Then threw he down himself and all their lives That by indictment and by dint of sword Have since miscarried under Bolingbroke.
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WESTMORLAND
You speak, Lord Mowbray, now you know not what. The Earl of Hereford was reputed then In England the most valiant gentleman. Who knows on whom fortune would then have smiled? But if your father had been victor there, He ne’er had borne it out of Coventry; For all the country in a general voice Cried hate upon him, and all their prayers and love Were set on Hereford, whom they doted on And blessed and graced, indeed, more than the King. But this is mere digression from my purpose. Here come I from our princely general To know your griefs, to tell you from his grace That he will give you audience; and wherein It shall appear that your demands are just, You shall enjoy them, everything set off That might so much as think you enemies.
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MOWBRAY
But he hath forced us to compel this offer, And it proceeds from policy, not love.
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WESTMORLAND
Mowbray, you overween to take it so. This offer comes from mercy, not from fear; For lo, within a ken our army lies, Upon mine honour, all too confident To give admittance to a thought of fear. Our battle is more full of names than yours, Our men more perfect in the use of arms, Our armour all as strong, our cause the best. Then reason will our hearts should be as good. Say you not then our offer is compelled.
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
scettro; fu allora che buttò a terra se stesso e la vita di tutti quelli che per condanna o per spada la persero sotto Bolingbroke. WESTMORLAND
Lord Mowbray, ora parlate senza sapere cosa dite. Il conte di Hereford era allora considerato il gentiluomo più valoroso d’Inghilterra. Chi può dire a chi avrebbe allora arriso la fortuna? Ma se vostro padre fosse stato vincitore, non sarebbe mai uscito vivo da Coventry; perché tutto il paese con una voce sola urlava odio contro di lui, e tutte le loro preghiere e gli affetti erano per Hereford, che adoravano, benedicevano e onoravano, persino più del re. Ma questa è solo una digressione rispetto al mio compito. Io vengo qui inviato dal principe, nostro generale, per conoscere le vostre lagnanze, per dirvi da parte di sua grazia che vi darà udienza; e dove le vostre richieste appaiano giuste, esse saranno soddisfatte, rimuovendo così ogni motivo che possa farvi considerare nemici. MOWBRAY
Ma a questa offerta ci siamo costretti a vicenda: essa proviene da astuzia politica, non da amore235. WESTMORLAND
Mowbray, siete presuntuoso a vederla così. L’offerta è dettata da clemenza, non da paura, poiché, guardate, il nostro esercito, sul mio onore, è troppo sicuro di sé per accogliere un qualsiasi sentimento di paura. Il nostro esercito è più ricco di nomi del vostro, i nostri uomini sono più esperti nell’uso delle armi, le nostre armi pari alle vostre, la nostra causa è migliore. La ragione vuole che i nostri animi siano non meno sicuri. Non dite dunque che la nostra offerta è forzata.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 1
MOWBRAY
Well, by my will we shall admit no parley. WESTMORLAND
That argues but the shame of your offence. A rotten case abides no handling. HASTINGS
Hath the Prince John a full commission, In very ample virtue of his father, To hear and absolutely to determine Of what conditions we shall stand upon?
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WESTMORLAND
That is intended in the general’s name. I muse you make so slight a question.
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ARCHBISHOP OF YORK
Then take, my lord of Westmorland, this schedule; For this contains our general grievances. Each several article herein redressed, All members of our cause, both here and hence, That are ensinewed to this action Acquitted by a true substantial form, And present execution of our wills To us and to our purposes consigned,116 We come within our awe-full banks again, And knit our powers to the arm of peace. WESTMORLAND (taking the schedule) This will I show the general. Please you, lords, In sight of both our battles we may meet, And either end in peace — which God so frame — 117 Or to the place of diff’rence call the swords Which must decide it. ARCHBISHOP OF YORK My lord, we will do so.
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175
180
Exit Westmorland
173. Consinde in QF. 178. God: così in Q; Heaven in F, come pure ai versi 225, 243, 245, 253, 347. 2212
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
MOWBRAY
Bene, se stesse in me, non dovremmo procedere ad alcun negoziato. WESTMORLAND
Ciò non fa che dimostrare l’impudenza della vostra offesa. Una causa corrotta non ammette trattative. HASTINGS
Il principe John ha un pieno mandato, per ampia autorità concessagli da suo padre, di ascoltare e decidere in modo definitivo su quali condizioni ci accorderemo? WESTMORLAND
Ciò è implicito nel nome di generale. Mi stupisco che facciate una domanda tanto ovvia. ARCIVESCOVO DI YORK
Allora, lord Westmorland, prendete questo documento: contiene le nostre lagnanze complessive. Una volta soddisfatta ogni singola richiesta lì contenuta, e a patto che tutti i membri della nostra causa congiunti in questa azione, presenti o assenti, siano stati del tutto assolti con ordini formali, e che sia data immediata esecuzione alle nostre volontà, allora rientreremo fra le sponde che il rispetto ci impone, e salderemo di nuovo le nostre forze al braccio della pace. WESTMORLAND (prendendo l’elenco) Lo mostrerò al generale. Vi piaccia, signori, che ci incontriamo davanti a entrambi i nostri eserciti, e concludiamo con la pace – Dio lo voglia – oppure chiamiamo alla battaglia le spade che dovranno deciderne. ARCIVESCOVO DI YORK
Signore, così faremo. Esce Westmorland
2213
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 1
MOWBRAY
There is a thing within my bosom tells me That no conditions of our peace can stand. HASTINGS
Fear you not that. If we can make our peace Upon such large terms and so absolute As our conditions shall consist upon, Our peace shall stand as firm as rocky mountains.
185
MOWBRAY
Yea, but our valuation shall be such That every slight and false-derivèd cause, Yea, every idle, nice, and wanton reason, Shall to the King taste of this action, That, were our royal faiths martyrs in love, We shall be winnowed with so rough a wind That even our corn shall seem as light as chaff, And good from bad find no partition.
190
ARCHBISHOP OF YORK
No, no, my lord; note this. The King is weary Of dainty and such picking grievances, For he hath found to end one doubt by death Revives two greater in the heirs of life; And therefore will he wipe his tables clean, And keep no tell-tale to his memory That may repeat and history his loss To new remembrance; for full well he knows He cannot so precisely weed this land As his misdoubts present occasion. His foes are so enrooted with his friends That, plucking to unfix an enemy, He doth unfasten so and shake a friend; So that this land, like an offensive wife That hath enraged him on to offer strokes, As he is striking, holds his infant up, And hangs resolved correction in the arm That was upreared to execution.
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200
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210
2214
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
MOWBRAY
Qualcosa nell’animo mi dice che nessuna delle nostre condizioni per la pace può reggere. HASTINGS
Non temete ciò. Se riusciamo ad accordarci in termini così ampi e perentori come quelli su cui insistiamo nella nostra richiesta, la nostra pace reggerà salda come un monte roccioso. MOWBRAY
Sì, ma la loro opinione su di noi sarà tale che qualsiasi pretesto, per quanto lieve e infondato, anzi ogni nostra mossa, per quanto banale e superficiale, avrà per il re il sapore della nostra azione odierna, così che se anche fossimo martiri per lealtà al re, verremo investiti da un vento così forte che persino il nostro grano sembrerà leggero come la pula, e non si troverà differenza fra il bene e il male. ARCIVESCOVO DI YORK
No, no, signore; tenete conto che il re è stanco di risentimenti così sottili e capziosi, poiché ha scoperto che metter fine a un sospetto con la morte ne fa nascere due maggiori nei superstiti; perciò ripulirà i suoi registri dai conti passati, e non conserverà nella mente episodi rivelatori che possano ripetere e registrare le sue perdite a nuova memoria; poiché sa bene di non poter sradicare le erbacce dalla sua terra con la precisione che le sue paure richiederebbero. I suoi nemici sono così radicati fra gli amici che, sradicando per estirpare un nemico, spianta in ugual modo e scuote un amico; così che questa terra, come una moglie insolente che ha irritato il marito al punto da indurlo a picchiarla, quando lui sta per colpirla, gli porge il figlio, e sospende la punizione imminente nel braccio che si era levato per impartirla.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 1
HASTINGS
Besides, the King hath wasted all his rods On late offenders, that he now doth lack The very instruments of chastisement; So that his power, like to a fangless lion, May offer, but not hold. ARCHBISHOP OF YORK ’Tis very true. And therefore be assured, my good Lord Marshal, If we do now make our atonement well, Our peace will, like a broken limb united, Grow stronger for the breaking. MOWBRAY Be it so.
215
220
Enter Westmorland Here is returned my lord of Westmorland. WESTMORLAND
The Prince is here at hand. Pleaseth your lordship To meet his grace just distance ’tween our armies? MOWBRAY
Your grace of York, in God’s name then set forward. ARCHBISHOP OF YORK
Before, and greet his grace! — My lord, we come.
226
[They march over the stage.] Enter Prince John [with one or more soldiers carrying wine]118 PRINCE JOHN
You are well encountered here, my cousin Mowbray. Good day to you, gentle lord Archbishop; And so to you, Lord Hastings, and to all. My lord of York, it better showed with you When that your flock, assembled by the bell, Encircled you to hear with reverence
230
226.2-3. With … wine: and his army: così in Q; manca in F. Le diverse varianti, e l’allontanarsi da Holinshed possono esser dovute al ruolo sempre più evidente che Shakespeare voleva attribuire alla complicità del Principe John nell’inganno di Gaultree. 2216
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
HASTINGS
Inoltre il re ha esaurito tutte le sue verghe sui ribelli recenti, tanto che ora gli mancano gli stessi strumenti del castigo: così che il suo potere, come un leone sdentato, può minacciare la forza, ma non metterla in atto. ARCIVESCOVO DI YORK
È verissimo; perciò rassicuratevi, mio buon lord cerimoniere, se ora sapremo condurre bene la nostra riconciliazione, la pace, come un arto spezzato e ricomposto, si rafforzerà per essere stata rotta. MOWBRAY
Così sia. Ecco che torna lord Westmorland Entra Westmorland236 WESTMORLAND
Il principe è qui vicino. Piaccia alla vostra signoria incontrare sua grazia a mezza strada fra i nostri eserciti. MOWBRAY
Vostra grazia di York, in nome di Dio, fatevi avanti. ARCIVESCOVO DI YORK
Precedetemi e salutate sua grazia! – mio signore, veniamo. [Attraversano il palcoscenico.] Entra il principe John [con uno o più soldati che portano vino] PRINCIPE JOHN
Lieto di incontrarvi, cugino Mowbray. Buon giorno a voi, gentile lord arcivescovo; e anche a voi, lord Hastings e a tutti. Mio signore di York, facevate miglior figura quando il vostro gregge, adunato dalla campana, vi circondava per ascoltare riverente la vostra espo-
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 1
Your exposition on the holy text, Than now to see you here an iron man, Cheering a rout of rebels with your drum, Turning the word to sword, and life to death. That man that sits within a monarch’s heart And ripens in the sunshine of his favour, Would he abuse the countenance of the King, Alack, what mischiefs might he set abroach In shadow of such greatness! With you, Lord Bishop, It is even so. Who hath not heard it spoken How deep you were within the books of God — To us, the speaker in his parliament, To us, th’imagined voice of God himself, The very opener and intelligencer Between the grace, the sanctities of heaven And our dull workings? O, who shall believe But you misuse the reverence of your place, Employ the countenance and grace of heav’n 119 As a false favourite doth his prince’s name In deeds dishonourable? You have ta’en up, Under the counterfeited zeal of God, The subjects of his substitute, my father; And, both against the peace of heaven and him, Have here upswarmèd them. ARCHBISHOP OF YORK Good my lord of Lancaster, I am not here against your father’s peace; But, as I told my lord of Westmorland, The time misordered doth, in common sense, Crowd us and crush us to this monstrous form, To hold our safety up. I sent your grace The parcels and particulars of our grief, The which hath been with scorn shoved from the court, Whereon this Hydra son of war is born;
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240
245
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250. Employ: così in Q; in F Imply. I due verbi avevano significati simili per via della derivazione comune. 2218
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
sizione del testo sacro, piuttosto che vedervi ora, da uomo in armi, incitare un’orda di ribelli col vostro tamburo, mutando la parola in spada 237, la vita in morte. L’uomo che abita il cuore di un monarca e matura al sole del suo favore, se abusasse della protezione del re, ahimè, quali misfatti potrebbe allora alimentare all’ombra di tale grandezza! È il caso vostro, lord arcivescovo. Chi non ha sentito dire quanto voi foste addentro ai libri di Dio – portavoce per noi nel suo parlamento, per noi la voce immaginata di Dio stesso, l’esegeta medesimo e il messaggero fra la grazia, le santità del cielo e il nostro povero operare? Oh, chi potrà credere che voi abusiate della reverenza dovuta al vostro stato, usiate la protezione e la grazia del cielo come un falso favorito usa il nome del principe, in azioni disonorevoli? Voi avete arruolato, sotto un falso zelo verso Dio, i sudditi del suo sostituto, mio padre; contro la pace del cielo e la sua li avete qui sobillati a stormi. ARCIVESCOVO DI YORK
Mio buon signore di Lancaster, non sono qui contro la pace di vostro padre; ma, come ho detto al signore di Westmorland, sono i tempi confusi, lo vedono tutti, che ci incalzano e ci costringono in questa forma innaturale per difendere la nostra sicurezza. Ho mandato a vostra grazia i dettagli e i particolari delle nostre rimostranze che la corte ha respinto con sdegno, da cui è nata l’Idra,
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 1
Whose dangerous eyes may well be charmed asleep With grant of our most just and right desires, And true obedience, of this madness cured, Stoop tamely to the foot of majesty.
266
MOWBRAY
If not, we ready are to try our fortunes To the last man. HASTINGS And though we here fall down, We have supplies to second our attempt. If they miscarry, theirs shall second them; And so success of mischief shall be born, And heir from heir shall hold this quarrel up, Whiles England shall have generation.
270
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PRINCE JOHN
You are too shallow, Hastings, much too shallow, To sound the bottom of the after-times. WESTMORLAND
Pleaseth your grace to answer them directly How far forth you do like their articles? PRINCE JOHN
I like them all, and do allow them well, And swear here, by the honour of my blood, My father’s purposes have been mistook, And some about him have too lavishly Wrested his meaning and authority. (To the Archbishop) My lord, these griefs shall be with speed redressed; Upon my soul they shall. If this may please you, Discharge your powers unto their several counties, As we will ours; and here between the armies Let’s drink together friendly and embrace, That all their eyes may bear those tokens home Of our restorèd love and amity.
280
286
290
ARCHBISHOP OF YORK
I take your princely word for these redresses.
2220
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
figlia di questa guerra; i cui occhi pericolosi possono facilmente essere disposti al sonno238, esaudendo le nostre richieste giuste e legittime e la vera obbedienza, guarita da questa follia, si piegherà, docile, ai piedi della maestà. MOWBRAY
Se no, siamo pronti a tentare la fortuna, fino all’ultimo uomo. HASTINGS
E anche se qui cadessimo, abbiamo rinforzi per ripetere il nostro tentativo. Se loro falliscono, i loro alleati li seguiranno; così dalla discordia nascerà il successo, e da un erede all’altro, continuerà la contesa, finché l’Inghilterra avrà discendenti, finché in Inghilterra ci saranno generazioni. PRINCIPE JOHN
Siete troppo superficiale, Hastings, troppo superficiale, per esplorare a fondo i tempi futuri. WESTMORLAND
Piaccia a vostra grazie risponder loro prontamente fino a che punto voi approviate le loro richieste. PRINCIPE JOHN
Le approvo tutte, e le concedo volentieri239 e giuro qui, sull’onore del mio sangue, che i propositi di mio padre sono stati fraintesi, e che alcuni attorno a lui hanno con troppa libertà approfittato delle sue intenzioni e della sua autorità. (All’arcivescovo) Mio signore, questi torti saranno subito riparati; per l’anima mia, lo saranno. Se ciò vi soddisfa, congedate le vostre forze rinviandole alle loro contee, come noi faremo con le nostre; e qui, fra gli eserciti, beviamo insieme amichevolmente e abbracciamoci, così che i loro occhi portino con sé a casa i segni del nostro affetto e della nostra rinnovata amicizia. ARCIVESCOVO DI YORK
Accetto la vostra parola di principe per la riparazione dei nostri torti.
2221
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19/10/2017 18:27:31
THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 1
[PRINCE JOHN]
I give it you, and will maintain my word; And thereupon I drink unto your grace. He drinks [HASTINGS] [to Coleville]
Go, captain, and deliver to the army This news of peace. Let them have pay, and part. I know it will well please them. Hie thee, captain.
295
Exit [Coleville] ARCHBISHOP OF YORK
To you, my noble lord of Westmorland! He drinks WESTMORLAND (drinking)
I pledge your grace. An if you knew what pains I have bestowed to breed this present peace, You would drink freely; but my love to ye Shall show itself more openly hereafter.
300
ARCHBISHOP OF YORK
I do not doubt you. I am glad of it. (Drinking) Health to my lord and gentle cousin Mowbray!
WESTMORLAND
MOWBRAY
You wish me health in very happy season, For I am on the sudden something ill.
305
ARCHBISHOP OF YORK
Against ill chances men are ever merry; But heaviness foreruns the good event. WESTMORLAND
Therefore be merry, coz, since sudden sorrow Serves to say thus: some good thing comes tomorrow. ARCHBISHOP OF YORK
Believe me, I am passing light in spirit.
311
MOWBRAY
So much the worse, if your own rule be true.
2222
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19/10/2017 18:27:31
LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
[PRINCIPE JOHN]
Io ve la do, e la manterrò; e con ciò brindo a vostra grazia. Beve [HASTINGS] [A Coleville]
Va’ capitano, e porta all’esercito queste notizie di pace. Che abbiano la paga e se ne vadano. So che farà loro piacere. Affrettatevi, capitano. Esce [Coleville] ARCIVESCOVO DI YORK
A voi, mio nobile signore di Westmorland! Beve WESTMORLAND (bevendo)
Brindo a vostra grazia. Se conosceste le fatiche che ho dedicato a far nascere la pace presente, berreste liberamente; ma il mio affetto per voi si mostrerà più apertamente in seguito. ARCIVESCOVO DI YORK
Non ne dubito. WESTMORLAND
Ne sono felice. (Bevendo) Salute al mio signore e buon cugino Mowbray! MOWBRAY
Voi mi augurate salute in una stagione opportuna, poiché d’improvviso sento un qualche malessere. ARCIVESCOVO DI YORK
Prima delle disgrazie gli uomini sono sempre allegri; ma il malessere anticipa i buoni eventi. WESTMORLAND
Perciò siate allegro cugino, poiché il malanno improvviso serve a dire: qualcosa di buono verrà domani. ARCIVESCOVO DI YORK
Credetemi, il mio spirito è estremamente lieto. MOWBRAY
Tanto peggio, se la vostra norma è vera.
2223
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19/10/2017 18:27:31
THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 1
Shout within PRINCE JOHN
The word of peace is rendered. Hark how they shout. MOWBRAY
This had been cheerful after victory. ARCHBISHOP OF YORK
A peace is of the nature of a conquest, For then both parties nobly are subdued, And neither party loser. PRINCE JOHN (to Westmorland) Go, my lord, And let our army be dischargèd too.
315
Exit Westmorland (To the Archbishop) And, good my lord, so please you, let our trains March by us, that we may peruse the men We should have coped withal. ARCHBISHOP OF YORK Go, good Lord Hastings, And ere they be dismissed, let them march by.
320
Exit Hastings PRINCE JOHN
I trust, lords, we shall lie tonight together.120 Enter the Earl of Westmorland, [with captains] Now, cousin, wherefore stands our army still? WESTMORLAND
The leaders, having charge from you to stand, Will not go off until they hear you speak.
325
PRINCE JOHN
They know their duties. Enter Lord Hastings
323. With captains: così in questa edizione; assente da QF. È importante per i ruoli diversi ricoperti dal principe John e Westmorland che la presenza dei militari si segnali qui e non all’entrata del principe, soprattutto per farlo apparire più vulnerabile. 2224
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19/10/2017 18:27:31
LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 1
Grida all’interno PRINCIPE JOHN
È giunta la notizia della pace. Sentite come gridano. MOWBRAY
Sarebbero state grida di gioia dopo la vittoria. ARCIVESCOVO DI YORK
La pace ha la natura di una conquista, poiché allora entrambe le parti sono nobilmente sottomesse, e nessuna delle due perde. PRINCIPE JOHN (a Westmorland) Andate, signore, e fate congedare anche il nostro esercito. Esce Westmorland (All’arcivescovo) E, mio buon signore, se non vi dispiace, facciamo sfilare le nostre truppe davanti a noi, per poter esaminare gli uomini con cui avremmo dovuto batterci. ARCIVESCOVO DI YORK
Andate, buon lord Hastings, e prima che siano congedati, fateli sfilare qui davanti. Esce HASTINGS PRINCIPE JOHN
Credo, signori, che questa notte alloggeremo insieme. Entra il conte di Westmorland [con i capitani] Allora, cugino, perché il vostro esercito è ancora fermo? WESTMORLAND
I comandanti, avendo da voi l’ordine di fermarsi, non vogliono muoversi prima di aver udito l’ordine da voi. PRINCIPE JOHN
Conoscono il loro dovere. Entra lord Hastings
2225
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19/10/2017 18:27:31
THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 2
HASTINGS [to the Archbishop] Our army is dispersed.
Like youthful steers unyoked, they take their courses, East, west, north, south; or, like a school broke up, Each hurries toward his home and sporting place.
330
WESTMORLAND
Good tidings, my lord Hastings, for the which I do arrest thee, traitor, of high treason; And you, Lord Archbishop, and you, Lord Mowbray, Of capital treason I attach you both. [The captains guard Hastings, the Archbishop, and Mowbray] MOWBRAY
Is this proceeding just and honourable?
335
WESTMORLAND Is your assembly so? ARCHBISHOP OF YORK Will you thus break your faith? PRINCE JOHN I pawned thee none.
I promised you redress of these same grievances Whereof you did complain; which, by mine honour, I will perform with a most Christian care. But for you rebels, look to taste the due Meet for rebellion and such acts as yours.121 Most shallowly did you these arms commence, Fondly brought here, and foolishly sent hence. — Strike up our drums, pursue the scattered stray. God, and not we, hath safely fought today. Some guard these traitors to the block of death, Treason’s true bed and yielder up of breath. Exeunt 4.2
341
345
Alarum. Excursions. Enter Sir John Falstaff and Coleville
SIR JOHN What’s your name, sir, of what condition are
you, and of what place, I pray?
343. Rebellion … yours: così in F (Rebellion, and such acts as yours) = “ribellione e ad atti come il vostro”; in Q rebellion. 2226
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19/10/2017 18:27:31
LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 2
HASTINGS [all’arcivescovo]
Il nostro esercito si è già sciolto. Come giovani vitelli liberati dal giogo, prendono la loro strada a est, a ovest, a nord, a sud; o, come scolari in vacanza, ognuno si affretta verso la casa e i giochi. WESTMORLAND
Buone notizie, mio lord Hastings, per le quali vi arresto, traditore, per alto tradimento; e voi, lord arcivescovo, e voi lord Mowbray, vi arresto entrambi per alto tradimento. [I capitani arrestano Hastings, l’arcivescovo e Mowbray] MOWBRAY
È giusto e onorevole questo modo di procedere? WESTMORLAND
Lo è forse la vostra adunata? ARCIVESCOVO DI YORK
Mancherete così alla vostra parola? PRINCIPE JOHN
Non ve ne ho data alcuna. Ho promesso riparazione per quei torti di cui vi dolevate; la quale, sul mio onore, eseguirò con la massima cura cristiana. Ma in quanto ribelli, preparatevi ad assaggiare ciò che spetta alla ribellione, e ad atti come il vostro. Con stolta superficialità avete raccolto queste forze, scioccamente le avete condotte qui, e scioccamente le avete congedate. – Fate rullare i nostri tamburi, inseguite i dispersi e gli sbandati. Dio, non noi, ha combattuto oggi con successo. I traditori vengano scortati al ceppo della morte 240, vero letto del tradimento e capezzale dell’ultimo respiro. Escono IV, 2
Squilli di trombe. Entrano sir John Falstaff e Coleville241
SIR JOHN
Come vi chiamate, signore, di quale rango siete e di quale luogo?
2227
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 2
COLEVILLE I am a knight, sir, and my name is Coleville
of the Dale.
4
SIR JOHN Well then, Coleville is your name, a knight is
your degree, and your place the Dale. Coleville shall be still your name, a traitor your degree, and the dungeon your place — a place deep enough, so shall you be still Coleville of the Dale. COLEVILLE Are not you Sir John Falstaff? SIR JOHN As good a man as he, sir, whoe’er I am. Do ye yield, sir, or shall I sweat for you? If I do sweat, they are the drops of thy lovers, and they weep for thy death; therefore rouse up fear and trembling, and do observance to my mercy. COLEVILLE (kneeling) I think you are Sir John Falstaff, and in that thought yield me. SIR JOHN (aside) I have a whole school of tongues in this belly of mine, and not a tongue of them all speaks any other word but my name. An I had but a belly of any indifferency, I were simply the most active fellow in Europe. My womb, my womb, my womb undoes me.
10
15
Enter Prince John, the Earl of Westmorland, Sir John Blunt, and other lords and soldiers Here comes our general.
23
PRINCE JOHN
The heat is past; follow no further now.122 A retreat is sounded Call in the powers, good cousin Westmorland.
25
Exit Westmorland Now, Falstaff, where have you been all this while? When everything is ended, then you come. These tardy tricks of yours will, on my life, One time or other break some gallows’ back.
24. Further: così in Q; in F farther. 2228
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 2
COLEVILLE
Sono un cavaliere, signore, e il mio nome è Coleville della Valle. SIR JOHN
Bene, allora, Coleville è il vostro nome, il vostro rango cavaliere, e il vostro luogo è una buca 242. Coleville sarà sempre il vostro nome, traditore il vostro rango, e una segreta il vostro luogo – un luogo profondo abbastanza; così sarete sempre Coleville della Buca. COLEVILLE
Non siete voi sir John Falstaff? SIR JOHN
Un uomo buono quanto lui, signore, chiunque io sia. Vi arrendete signore, o devo sudare per voi? Se devo sudare, saranno le lacrime di chi vi ama a piangere la vostra morte; perciò fatevi venire timore e tremore, e affidatevi alla mia misericordia. COLEVILLE (inginocchiandosi) Penso che siate sir John Falstaff, e con questo pensiero mi arrendo. SIR JOHN (a parte) Ho una gran varietà di lingue in questa pancia 243, e nessuna pronuncia mai altro nome che il mio. Se avessi soltanto una pancia normale, sarei soltanto l’uomo più valoroso d’Europa. La pancia, la pancia, la pancia, è la mia rovina. Entrano il principe John, il conte di Westmorland, sir John Blunt, e altri lord e soldati Ecco il nostro generale. PRINCIPE JOHN
L’ardore della lotta si è spento. Non inseguite più. Viene suonata la ritirata Richiamate le truppe, buon cugino Westmorland. Esce Westmorland Allora, Falstaff, dove siete stato tutto questo tempo? Quando tutto è finito, ecco che voi arrivate. Questi vostri trucchi da ritardatario, per la mia vita, spezzeranno prima o poi la schiena a una forca.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 2
SIR JOHN I would be sorry, my lord, but it should be thus.
I never knew yet but rebuke and check was the reward of valour. Do you think me a swallow, an arrow, or a bullet? Have I in my poor and old motion the expedition of thought? I have speeded hither with the very extremest inch of possibility; I have foundered ninescore and odd posts; and here, travel-tainted as I am, have in my pure and immaculate valour taken Sir John Coleville of the Dale, a most furious knight and valorous enemy. But what of that? He saw me, and yielded, that I may justly say, with the hook-nosed fellow of Rome, ‘I came, saw, and overcame.’ PRINCE JOHN It was more of his courtesy than your deserving. SIR JOHN I know not. Here he is, and here I yield him; and I beseech your grace, let it be booked with the rest of this day’s deeds; or, by the Lord, I will have it in a123 particular ballad else, with mine own picture on the top on’t, Coleville kissing my foot; to the which course if I be enforced, if you do not all show like gilt twopences to me, and I in the clear sky of fame o’ershine you as much as the full moon doth the cinders of the element, which show like pins’ heads to her, believe not the word of the noble. Therefore let me have right, and let desert mount. PRINCE JOHN Thine’s too heavy to mount. SIR JOHN Let it shine then. PRINCE JOHN Thine’s too thick to shine. SIR JOHN Let it do something, my good lord, that may do me good, and call it what you will.
41
55
PRINCE JOHN
Is thy name Coleville? It is, my lord.
COLEVILLE
60
46. By the Lord: così in Q; in F I swear. 2230
Shakespeare_Drammi storici.indb 2230
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 2
SIR JOHN
Mi spiacerebbe, signore, se non fosse così. Finora non ho visto altro che rimproveri e impedimenti per ricompensare il valore. Mi credete una rondine, una freccia, o un proiettile? Ho forse nei miei poveri, vecchi movimenti la velocità del pensiero? Mi sono affrettato qui all’estremo delle mie possibilità; ho azzoppato nove ventine e più di cavalli da posta; e qui, ancora inzaccherato dal viaggio, ho catturato col mio valore puro e immacolato sir John Coleville della Valle, cavaliere furibondo e nemico valoroso. Ma cosa successe? Mi vide, si arrese, tanto che posso dire giustamente, con quel romano dal naso aquilino244, “Venni, vidi, vinsi”. PRINCIPE JOHN
È stato più per affabilità sua che per vostro merito. SIR JOHN
Non so. Eccolo qui, e qui lo consegno; e prego vostra grazia di annotare questa impresa fra le altre della giornata; o, altrimenti, per Dio, la farò metter in una ballata a me dedicata, con sopra il mio ritratto e Coleville che mi bacia il piede; se fossi costretto a tanto, se voi tutti non sembrerete al mio confronto che dei soldini dorati, e se nel chiaro cielo della fama non vi sorpasserò per splendore quanto la luna piena supera le ceneri sfavillanti del firmamento245, che, paragonate a lei, non sembrano altro che capocchie di spillo, non credete più alla parola di un nobile. Perciò datemi giustizia e che il merito s’innalzi. PRINCIPE JOHN
Il tuo è troppo vasto per innalzarsi 246. SIR JOHN
Che risplenda, allora. PRINCIPE JOHN
È troppo spesso per risplendere. SIR JOHN
Purché faccia qualcosa che mi porti del bene, mio signore, chiamatelo come volete. PRINCIPE JOHN
Il vostro nome è Coleville? COLEVILLE
Sì, mio signore. 2231
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 2
PRINCE JOHN
A famous rebel art thou, Coleville. SIR JOHN And a famous true subject took him. COLEVILLE
I am, my lord, but as my betters are That led me hither. Had they been ruled by me, You should have won them dearer than you have.
65
SIR JOHN
I know not how — they sold themselves, but thou Like a kind fellow gav’st thyself away, And I thank thee for thee. Enter the Earl of Westmorland PRINCE JOHN
Have you left pursuit?
WESTMORLAND
Retreat is made, and execution stayed. PRINCE JOHN
Send Coleville with his confederates To York, to present execution. Blunt, lead him hence, and see you guard him sure.
70
Exit Blunt, with Coleville And now dispatch we toward the court, my lords. I hear the King my father is sore sick. (To Westmorland) Our news shall go before us to his majesty, Which, cousin, you shall bear to comfort him; And we with sober speed will follow you.
75
SIR JOHN
My lord, I beseech you give me leave to go Through Gloucestershire, and when you come to court Stand, my good lord, pray, in your good report.
80
PRINCE JOHN
Fare you well, Falstaff. I in my condition Shall better speak of you than you deserve. Exeunt all but Sir John SIR JOHN I would you had but the wit; ’twere better than
your dukedom. Good faith, this same young soberblooded 2232
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 2
PRINCIPE JOHN
Siete un ribelle famoso, Coleville. SIR JOHN
E un famoso suddito fedele lo ha catturato. COLEVILLE
Lo sono, mio signore, né più né meno dei miei superiori che mi hanno condotto qui. Se fossero stati guidati da me, li avreste vinti a ben più caro prezzo. SIR JOHN
Non so a che prezzo si siano venduti, ma voi, da persona gentile, vi siete dato via gratis, di ciò vi ringrazio. Entra il conte di Westmorland PRINCIPE JOHN
Allora, avete cessato l’inseguimento? WESTMORLAND
La ritirata è stata effettuata, le esecuzioni sospese. PRINCIPE JOHN
Mandate Coleville con i suoi complici a York, che siano immediatamente giustiziati. Blunt, conducetelo via, e custoditelo bene. Escono Blunt247, con Coleville E ora affrettiamoci a corte, miei signori. Sento che il re mio padre è molto malato. (A Westmorland) Le nostre notizie arriveranno al re prima di noi; voi, cugino, le porterete per recargli conforto; e noi vi seguiremo con velocità più moderata. SIR JOHN
Mio signore, vi chiedo il permesso di passare per il Gloucestershire, e quando arriverete a corte, vi prego, siate magnanimo nel riferire su di me. PRINCIPE JOHN
Buon viaggio, Falstaff. Come comandante in capo, parlerò di voi meglio di quanto meritiate. Escono tutti, tranne sir John SIR JOHN
Vorrei che aveste abbastanza spirito; sarebbe meglio del vostro ducato. In fede mia, questo giovanotto dal sangue freddo non mi
2233
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 2
boy doth not love me, nor a man cannot make him laugh. But that’s no marvel; he drinks no wine. There’s never none of these demure boys come to any proof; for thin drink doth so overcool their blood, and making many fish meals, that they fall into a kind of male green-sickness; and then when they marry, they get wenches. They are generally fools and cowards — which some of us should be too, but for inflammation. A good sherry-sack hath a two-fold operation in it. It ascends me into the brain, dries me there all the foolish and dull and crudy vapours which environ it, makes it apprehensive, quick, forgetive, full of nimble, fiery, and delectable shapes, which, delivered o’er to the voice, the tongue, which is the birth, becomes excellent wit. The second property of your excellent sherry is the warming of the blood, which, before cold and settled, left the liver white and pale, which is the badge of pusillanimity and cowardice. But the sherry warms it, and makes it course from the inwards to the parts’ extremes; it illuminateth the face, which, as a beacon,124 gives warning to all the rest of this little kingdom, man, to arm; and then the vital commoners and inland petty spirits muster me all to their captain, the heart; who, great and puffed up with his retinue, doth any deed of courage. And this valour comes of sherry. So that skill in the weapon is nothing without sack, for that sets it a-work; and learning a mere hoard of gold kept by a devil, till sack commences it and sets it in act and use. Hereof comes it that Prince Harry is valiant; for the cold blood he did naturally inherit of his father he hath, like lean, sterile, and bare land, manured, husbanded, and tilled, with excellent endeavour of drinking good, and good store of fertile sherry, that he is become very
104. Illuminateth: così in F; in Q illumineth. Poiché illuminate compare in Giulio Cesare, mentre illumine viene usato in opere giovanili, è certo che si tratti di una variante autoriale. 2234
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 2
vuole bene, né c’è un uomo che riesca a farlo ridere. Ma non c’è da meravigliarsi: non beve vino. Non c’è nessuno di questi giovanotti morigerati che dia buona prova di sé; perché le bevande annacquate, e il mangiare sempre pesce, raffreddano loro tanto il sangue che li coglie una sorta di anemia maschile248, e poi, quando si sposano fanno figlie femmine. Sono generalmente degli sciocchi e dei codardi – come sarebbe anche qualcuno di noi, se non fosse per il bere che lo infiamma. Un buon vino di sherry ha in sé una duplice funzione. Mi sale al cervello, mi asciuga là tutti i vapori sciocchi, noiosi, e spessi che lo avvolgono, lo rende attento, perspicace, vivace, inventivo, pieno di forme agili, ardenti e dilettevoli, che, trasmesse alla voce, alla lingua che fa nascere, diventa spirito eccellente. La seconda proprietà dell’eccellente sherry è quella di riscaldare il sangue che, prima freddo e statico, lascia il fegato bianco e pallido, segno di pusillanimità e codardia. Ma lo sherry lo riscalda e lo fa scorrere dall’interno alle parti estreme; illumina il volto, che, come un faro, consiglia di armarsi a tutto il resto di questo piccolo regno che è l’uomo249; e allora, il popolo degli spiriti vitali e il popolino di spiritelli di campagna si adunano tutti attorno al loro capitano, il cuore; che, rinforzato e irrobustito da tale seguito, compie ogni sorta di atto coraggioso. E tale valore viene dallo sherry. Cosi che la bravura nell’uso delle armi non è nulla senza vino, perché è lui che la mette in atto; e il sapere non è che un mucchio d’oro custodito da un diavolo, fi nché il vino non lo laurea e lo rende attivo e funzionante250. Da ciò deriva che il Principe Harry è valoroso, perché il sangue freddo che ereditò naturalmente da suo padre, come una terra magra, sterile e nuda, egli lo ha fertilizzato, coltivato e arato con l’eccellente pratica del bere bene e una buona quantità di sherry fertilizzante, così che è
2235
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
hot and valiant. If I had a thousand sons, the first human principle I would teach them should be to forswear thin potations, and to addict themselves to sack.
121
Enter Bardolph How now, Bardolph? BARDOLPH
The army is dischargèd all and gone. SIR JOHN Let them go. I’ll through Gloucestershire, and
there will I visit Master Robert Shallow, Esquire. I have him already tempering between my finger and my thumb, and shortly will I seal with him. Come, away! Exeunt 4.3
Enter King Henry [in his bed], attended by the Earl of Warwick, Thomas Duke of Clarence, Humphrey Duke of Gloucester, [and others]
KING HENRY
Now, lords, if God doth give successful end125 To’this debate that bleedeth at our doors, We will our youth lead on to higher fields, And draw no swords but what are sanctified. Our navy is addressed, our power collected, Our substitutes in absence well invested, And everything lies level to our wish; Only we want a little personal strength, And pause us till these rebels now afoot Come underneath the yoke of government.
5
10
WARWICK
Both which we doubt not but your majesty Shall soon enjoy. KING HENRY Humphrey, my son of Gloucester, Where is the Prince your brother?
1. God: così in Q; in F Heauen, come pure ai versi 175, 278, 303, 307, 312, 347, 364. 2236
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
diventato ardente e prode. Se avessi mille figli, il primo principio umano che insegnerei loro sarebbe di rinnegare le bevande leggere e di dedicarsi al vino. Entra Bardolph Cosa c’è, Bardolph? BARDOLPH
L’esercito è stato sciolto e tutti sono andati via. SIR JOHN
Lascia che vadano. Io passerò dal Gloucestershire, e là farò visita a messer Robert Shallow, gentiluomo. Me lo sto già ammorbidendo come cera fra il pollice e l’indice, e presto ci metterò il sigillo. Vieni, andiamo! Escono IV, 3
Entra re Enrico [nel suo letto], assistito dal conte di Warwick, Thomas, duca di Clarence, Humphrey, duca di Gloucester, [e altri]251
RE ENRICO
Ora, signori, se Dio ci concede il successo contro la lotta che ribolle alle porte, guideremo la nostra gioventù a campi più nobili, e non impugneremo le spade che per una causa santa 252. La nostra flotta è predisposta, le nostre forze radunate, i nostri supplenti in assenza nominati, e tutto coincide con il nostro desiderio; manca soltanto un po’ di forza alla nostra persona, e attendiamo finché i ribelli ora in armi ritornino sotto il giogo dello stato. WARWICK
Due cose di cui, non dubitiamo, vostra maestà godrà presto. RE ENRICO
Humphrey duca di Gloucester, figlio mio, dov’è il principe tuo fratello?
2237
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
GLOUCESTER
I think he’s gone to hunt, my lord, at Windsor. KING HENRY
And how accompanied? GLOUCESTER
I do not know, my lord.
15
KING HENRY
Is not his brother Thomas of Clarence with him? GLOUCESTER
No, my good lord, he is in presence here. CLARENCE What would my lord and father? KING HENRY
Nothing but well to thee, Thomas of Clarence. How chance thou art not with the Prince thy brother? He loves thee, and thou dost neglect him, Thomas. Thou hast a better place in his affection Than all thy brothers. Cherish it, my boy, And noble offices thou mayst effect Of mediation, after I am dead, Between his greatness and thy other brethren. Therefore omit him not, blunt not his love, Nor lose the good advantage of his grace By seeming cold or careless of his will; For he is gracious, if he be observed; He hath a tear for pity, and a hand Open as day for melting charity. Yet notwithstanding, being incensed, he is flint, As humorous as winter, and as sudden As flaws congealèd in the spring of day. His temper therefore must be well observed. Chide him for faults, and do it reverently, When you perceive his blood inclined to mirth; But being moody, give him line and scope126 Till that his passions, like a whale on ground, Confound themselves with working. Learn this, Thomas,
21
25
30
35
40
39. Line: così in F, in Q time. 2238
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
GLOUCESTER
Penso sia andato a caccia, mio signore, a Windsor. RE ENRICO
E chi lo accompagna? GLOUCESTER
Non lo so, mio signore. RE ENRICO
Non è con lui suo fratello, Thomas di Clarence? GLOUCESTER
No, mio buon signore, egli è qui presente. CLARENCE
Cosa desidera il mio signore e padre? RE ENRICO
Null’altro che il tuo bene, Thomas di Clarence. Perché non sei con il principe tuo fratello? Ti vuole bene, e tu lo trascuri, Thomas. Tu hai un luogo migliore nel suo affetto di tutti i tuoi fratelli. Alimentalo, figlio mio, e quando non sarò più potrai compiere nobili uffici di mediazione fra la sua grandezza e gli altri tuoi fratelli. Perciò non trascurarlo, non ottundere il suo affetto. Non perdere i vantaggi della sua benevolenza, sembrando freddo o incurante, negligente della sua volontà; poiché è affabile, se rispettato; ha lacrime per la pietà, e una mano aperta come il giorno per le opere di carità. Tuttavia, se si adira, diventa duro come la pietra, mutevole come l’inverno, e improvviso come raffiche gelate allo spuntar del giorno. Il suo umore, perciò, va osservato attentamente. Rimproveragli i difetti, ma fallo con rispetto, quando vedi che il suo sangue è incline all’allegria; ma quando è di cattivo umore, dagli corda e tempo finché le sue passioni, come una balena a secco, si siano calmate per lo sforzo. Impara ciò, Thomas, e diventerai
2239
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
And thou shalt prove a shelter to thy friends, A hoop of gold to bind thy brothers in, That the united vessel of their blood, Mingled with venom of suggestion — As force perforce the age will pour it in — Shall never leak, though it do work as strong As aconitum or rash gunpowder.
45
CLARENCE
I shall observe him with all care and love. KING HENRY
Why art thou not at Windsor with him, Thomas?
50
CLARENCE
He is not there today; he dines in London. KING HENRY
And how accompanied? Canst thou tell that?127 CLARENCE
With Poins and other his continual followers. KING HENRY
Most subject is the fattest soil to weeds, And he, the noble image of my youth, Is overspread with them; therefore my grief Stretches itself beyond the hour of death. The blood weeps from my heart when I do shape In forms imaginary th’unguided days And rotten times that you shall look upon When I am sleeping with my ancestors; For when his headstrong riot hath no curb, When rage and hot blood are his counsellors, When means and lavish manners meet together, O, with what wings shall his affections fly Towards fronting peril and opposed decay?
55
60
65
52. Accompanied, canst thou tell that?: così in F; in Q accompanied. Canst thou tell that può voler dire sia “lo sai” che “sei disposto a dirlo”. 2240
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
un riparo per gli amici, un cerchio d’oro in cui accogliere i tuoi fratelli, affi nché la coppa in cui si mescola il loro sangue, quando vi si versi anche il veleno degli incitamenti al male – che i tempi necessariamente vi aggiungeranno – mai non si incrini, per quanto esso agisca con la forza dell’aconito253 o della polvere da sparo. CLARENCE
Lo rispetterò con ogni affetto e cura. RE ENRICO
Perché non sei a Windsor con lui, Thomas? CLARENCE
Non è là oggi; cena a Londra. RE ENRICO
E con quale compagnia? Puoi dirlo? CLARENCE
Con Poins e i suoi seguaci usuali. RE ENRICO
Il terreno più ricco è più infestato dalle erbacce e lui, la nobile immagine della mia giovinezza, ne è cosparso; perciò il mio dolore si estende oltre l’ora della morte. Il mio cuore piange sangue quando mi raffiguro in forme immaginarie i giorni senza guida e i tempi guasti che voi vedrete quando dormirò con i miei antenati; poiché, quando i suoi testardi eccessi non avranno più freno, quando ira e sangue caldo saranno suoi consiglieri, quando ricchezza e sperpero si incontreranno, oh, con quali ali le sue inclinazioni voleranno verso il pericolo che gli viene incontro e la rovina incombente?
2241
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
WARWICK
My gracious lord, you look beyond him quite. The Prince but studies his companions, Like a strange tongue, wherein, to gain the language, ’Tis needful that the most immodest word Be looked upon and learnt, which once attained, Your highness knows, comes to no further use But to be known and hated; so, like gross terms, The Prince will in the perfectness of time Cast off his followers, and their memory Shall as a pattern or a measure live By which his grace must mete the lives of other, Turning past evils to advantages.
70
75
KING HENRY
’Tis seldom when the bee doth leave her comb In the dead carrion. Enter the Earl of Westmorland Who’s here? Westmorland?
80
WESTMORLAND
Health to my sovereign, and new happiness Added to that that I am to deliver! Prince John your son doth kiss your grace’s hand. Mowbray, the Bishop Scrope, Hastings, and all Are brought to the correction of your law. There is not now a rebel’s sword unsheathed, But peace puts forth her olive everywhere. The manner how this action hath been borne Here at more leisure may your highness read, With every course in his particular.
85
90
He gives the King papers KING HENRY
O Westmorland, thou art a summer bird Which ever in the haunch of winter sings The lifting up of day. Enter Harcourt Look, here’s more news. 2242
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
WARWICK
Mio nobile signore, voi lo fraintendete. Il principe non fa che studiare i suoi compagni come un linguaggio sconosciuto, nel quale, per padroneggiarlo, è necessario che la parola più scabrosa sia cercata e fatta propria: ma una volta posseduta, vostra altezza lo sa, quella diventa inutile se non per averla conosciuta e ripudiata; così, quando i tempi saranno maturi, il principe scaccerà, con i termini volgari, anche i suoi seguaci; il loro ricordo254 vivrà come un modello e una misura con la quale sua grazia misurerà le vite degli altri, volgendo i mali passati in vantaggi. RE ENRICO
È raro che l’ape abbandoni il suo favo benché stia in una carogna255. Entra il conte di Westmorland Chi arriva? Westmorland? WESTMORLAND
Salute al mio sovrano e nuova felicità si aggiunga a quella che sto per annunciare. Il principe John, vostro figlio, vi bacia la mano. Mowbray, il vescovo Scrope, Hastings, e tutti sono stati sottomessi al rigore della vostra legge. Non una spada di ribelle è rimasta sguainata, e la pace fa spuntare ovunque l’olivo. Il modo in cui questa azione è stata compiuta, vostra altezza può leggerlo qui con più comodo, e con i particolari di ogni fase dello scontro. Dà al re alcuni documenti RE ENRICO
Oh, Westmorland, siete l’uccello d’estate che sul finire dell’inverno canta il levarsi del giorno. Entra Harcourt Guardate, altre notizie.
2243
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
HARCOURT
From enemies heaven keep your majesty; And when they stand against you, may they fall As those that I am come to tell you of! The Earl Northumberland and the Lord Bardolph, With a great power of English and of Scots, Are by the sheriff of Yorkshire overthrown. The manner and true order of the fight This packet, please it you, contains at large.
95
100
He gives the King papers KING HENRY
And wherefore should these good news make me sick? Will fortune never come with both hands full, But write her fair words still in foulest letters?128 She either gives a stomach and no food — Such are the poor in health — or else a feast, And takes away the stomach — such are the rich, That have abundance and enjoy it not. I should rejoice now at this happy news, And now my sight fails, and my brain is giddy. O me! Come near me now; I am much ill.
105
110
He swoons GLOUCESTER
Comfort, your majesty! O my royal father!
CLARENCE
WESTMORLAND
My sovereign lord, cheer up yourself, look up. WARWICK
Be patient, princes; you do know these fits Are with his highness very ordinary. Stand from him, give him air; he’ll straight be well.
115
CLARENCE
No, no, he cannot long hold out these pangs. Th’incessant care and labour of his mind 104. Write … letters così in F; wet … terms in Q. 2244
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
HARCOURT
Il cielo salvi la vostra maestà dai nemici; e quando si sollevino contro di voi, possano cadere come quelli di cui sono venuto a dirvi. Il conte di Northumberland e lord Bardolph, con grandi forze inglesi e scozzesi, sono stati sconfitti dallo sceriffo dello Yorkshire256. La condotta e le fasi della battaglia questo plico, se vi piace, li racconta per esteso. Dà al re alcuni dispacci RE ENRICO
Perché queste buone notizie devono farmi sentir male? Non verrà mai la fortuna con entrambe le mani piene, ma scriverà sempre le sue belle parole nelle lettere più brutte? Essa, o dà appetito e nessun cibo – come ai poveri in salute – oppure imbandisce una festa e toglie l’appetito – come ai ricchi, che hanno abbondanza e non ne godono. Dovrei rallegrarmi ora per queste notizie liete, e ora la vista mi si annebbia e la testa mi gira. Ahimè, venitemi vicino ora, mi sento molto male. Sviene GLOUCESTER
Coraggio, maestà! CLARENCE
O mio regale padre! WESTMORLAND
Mio sovrano e signore, fatevi animo, aprite gli occhi. WARWICK
Siate pazienti, principi; sapete che questi attacchi sono assai frequenti per sua altezza. Fatevi in là, dategli aria; si riprenderà subito. CLARENCE
No, no, non può sopportare questi accessi a lungo. Le preoccupazioni incessanti e il lavorio della sua mente hanno reso la parete che
2245
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
Hath wrought the mure that should confine it in So thin that life looks through and will break out. 129
120
GLOUCESTER
The people fear me, for they do observe Unfathered heirs and loathly births of nature. The seasons change their manners, as the year Had found some months asleep and leaped them over. CLARENCE
The river hath thrice flowed, no ebb between, And the old folk, time’s doting chronicles, Say it did so a little time before That our great grandsire Edward sicked and died.
125
WARWICK
Speak lower, princes, for the King recovers. GLOUCESTER
This apoplexy will certain be his end.
130
KING HENRY
I pray you take me up and bear me hence Into some other chamber; softly, pray.130 [The King is carried over the stage in his bed] Let there be no noise made, my gentle friends, Unless some dull and favourable hand Will whisper music to my weary spirit.
135
WARWICK
Call for the music in the other room. [Exit one or more. Still music within] KING HENRY
Set me the crown upon my pillow here. [Clarence] takes the crown [from the King’s head], and sets it on his pillow CLARENCE
His eye is hollow, and he changes much. [A noise within] 120. And will break out: così in F; manca in Q. 132. Chamber: softly pray: così in F; in Q chamber. 2246
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
dovrebbe contenerla così sottile e fragile che la sua vita vi guarda attraverso, e ne fuggirà. GLOUCESTER
Il popolo mi allarma, perché si immagina eredi senza padri e parti mostruosi 257. Le stagioni cambiano il loro andamento, come se l’anno avesse trovato addormentati alcuni mesi e li avesse saltati. CLARENCE
Il fiume ha avuto tre piene senza riflusso, e i vecchi, storici decrepiti del tempo, dicono che fece lo stesso poco prima che il nostro bisnonno Edward si ammalasse e morisse258. WARWICK
Parlate più piano, principi, perché il re si riprende. GLOUCESTER
Questa apoplessia sarà certamente la sua fine. RE ENRICO
Vi prego, sollevatemi e portatemi via di qui, in un’altra sala; piano, vi prego [Il re viene portato in un altro punto del palcoscenico, nel suo letto] Non fate nessun rumore, miei cari amici, a meno che una mano cullante e gentile non sussurri musica al mio spirito stanco. WARWICK
Fate venire la musica nell’altra stanza. [Escono uno o più; risuona una musica dolce all’interno] RE ENRICO
Mettete la corona qui sul mio cuscino. [Clarence] prende la corona [dal capo del re], e la mette sul cuscino CLARENCE
Ha l’occhio spento ed è molto alterato. [Rumori all’interno]
2247
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
WARWICK
Less noise, less noise! Enter Prince Harry PRINCE HARRY
Who saw the Duke of Clarence?
CLARENCE
I am here, brother, full of heaviness.
140
PRINCE HARRY
How now, rain within doors, and none abroad? How doth the King? GLOUCESTER Exceeding ill. PRINCE HARRY
Heard he the good news yet? Tell it him. GLOUCESTER
He altered much upon the hearing it.131 PRINCE HARRY If he be sick with joy, he’ll recover without physic.
146
WARWICK
Not so much noise, my lords! Sweet prince, speak low. The King your father is disposed to sleep. CLARENCE
Let us withdraw into the other room. WARWICK
Will’t please your grace to go along with us?
150
PRINCE HARRY
No, I will sit and watch here by the King. Exeunt all but the King and Prince Harry Why doth the crown lie there upon his pillow, Being so troublesome a bedfellow? O polished perturbation, golden care, That keep’st the ports of slumber open wide To many a watchful night! — Sleep with it now; Yet not so sound, and half so deeply sweet, As he whose brow with homely biggen bound Snores out the watch of night. O majesty,
155
144. Altred: così in Qb, F; in Qa uttred. 2248
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19/10/2017 18:27:33
LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
WARWICK
Meno rumore, meno rumore! Entra il Principe Harry PRINCIPE HARRY
Chi ha visto il duca di Clarence? CLARENCE
Sono qui, fratello, e pieno di tristezza. PRINCIPE HARRY
Come, piove in casa e fuori no? Come sta il re? GLOUCESTER
Molto male. PRINCIPE HARRY
Ha già sentito le buone notizie? Ditegliele. GLOUCESTER
Si è alterato molto sentendole. PRINCIPE HARRY
Se è ammalato di gioia, si riprenderà senza medicine. WARWICK
Non fate tanto rumore, signori miei! Dolce principe, parlate piano. Il re vostro padre sta addormentandosi. CLARENCE
Ritiriamoci nell’altra stanza. WARWICK
Vuole, vostra grazia, venire con noi? PRINCIPE HARRY
No, siederò qui a vegliare accanto al re259. Escono tutti tranne il re e il principe Harry Perché giace lì sul suo guanciale la corona, compagna di letto tanto inquieta? Oh turbamento lucente, affanno dorato che tieni spalancate le porte del sonno a molte notti di veglia! Dormi con lei ora; ma non così profondamente, né con la dolcezza intensa di chi, con il capo coperto da una volgare berretta, russa per una notte intera. Oh, regalità,
2249
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
When thou dost pinch thy bearer, thou dost sit Like a rich armour worn in heat of day, That scald’st with safety. — By his gates of breath There lies a downy feather which stirs not. Did he suspire, that light and weightless down Perforce must move. — My gracious lord, my father! — This sleep is sound indeed. This is a sleep That from this golden rigol hath divorced So many English kings. — Thy due from me Is tears and heavy sorrows of the blood, Which nature, love, and filial tenderness Shall, O dear father, pay thee plenteously. My due from thee is this imperial crown, Which, as immediate from thy place and blood, Derives itself to me.
160
166
170
He puts the crown on his head Lo where it sits, Which God shall guard; and put the world’s whole strength Into one giant arm, it shall not force This lineal honour from me. This from thee Will I to mine leave, as ’tis left to me. Exit
175
[Music ceases.] The King awakes KING HENRY
Warwick, Gloucester, Clarence! Enter the Earl of Warwick, and the Dukes of Gloucester and Clarence CLARENCE
Doth the King call?
WARWICK
What would your majesty? How fares your grace?132 KING HENRY
Why did you leave me here alone, my lords?
181
180. How fares your grace?: così in F; manca in Q. 2250
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
quando torturi chi ti porta, gli stai indosso come una ricca armatura indossata nel caldo del giorno, che scotta nel dare sicurezza. – Alle porte del suo respiro è posta una piuma leggera che non si muove. Se respirasse, quella piuma delicata e senza peso dovrebbe per forza muoversi. Mio grazioso signore, padre mio! – questo sonno è davvero profondo. È un sonno che da questo cerchio d’oro ha separato tanti re d’Inghilterra. – Io devo a te lacrime e greve dolore dal profondo del sangue, che la natura, l’affetto e la tenerezza filiale, caro padre, ti verseranno copiosamente. Tu a me devi questa corona imperiale, che, come più prossimo a te per stato e sangue, a me discende. Si mette la corona in testa Ecco, sta dove Dio la proteggerà; e se anche la forza del mondo intero si concentrasse in un solo braccio gigante, non potrà strapparmi questo onore ereditario. Questa da te avuta, io lascerò ai miei eredi, come essa è lasciata a me. Esce [La musica smette.] Il re si sveglia RE ENRICO
Warwick, Gloucester, Clarence! Entrano il conte di Warwick, e i duchi di Gloucester e Clarence CLARENCE
Il re ha chiamato? WARWICK
Cosa desidera sua maestà? Come sta vostra grazia? RE ENRICO
Perché mi avete lasciato qui solo, miei signori?
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
CLARENCE
We left the Prince my brother here, my liege, Who undertook to sit and watch by you. KING HENRY
The Prince of Wales? Where is he? Let me see him.133 WARWICK
This door is open; he is gone this way.
185
GLOUCESTER
He came not through the chamber where we stayed. KING HENRY
Where is the crown? Who took it from my pillow? WARWICK
When we withdrew, my liege, we left it here. KING HENRY
The Prince hath ta’en it hence. Go seek him out. Is he so hasty that he doth suppose My sleep my death? Find him, my lord of Warwick; chide him hither.
190
Exit Warwick This part of his conjoins with my disease, And helps to end me. See, sons, what things you are, How quickly nature falls into revolt When gold becomes her object! For this the foolish over-careful fathers Have broke their sleep with thoughts, their brains with care, Their bones with industry; for this they have Engrossèd and piled up the cankered heaps Of strange-achievèd gold; for this they have Been thoughtful to invest their sons with arts And martial exercises; when, like the bee Culling from every flower the virtuous sweets,134135 Our thighs packed with wax, our mouths with honey,
195
200
184. Him: così in F; in Q him: he is not here. 204. Culling: così in F ; in Q tolling. 204-205. The vertuous sweets, / Our: così in F; in Q Our. 2252
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
CLARENCE
Mio signore, abbiamo lasciato qui il principe mio fratello, che si era offerto di stare a vegliarvi. RE ENRICO
Il principe di Galles? Dov’è? Che io lo veda. Non è qui. WARWICK
Questa porta è aperta; è andato da questa parte. GLOUCESTER
Non è passato attraverso la sala in cui eravamo. RE ENRICO
Dov’è la corona? Chi l’ha presa dal mio cuscino? WARWICK
Quando ci ritirammo, mio signore, la lasciammo qui. RE ENRICO
Il principe l’ha portata via. Andate a cercarlo. Ha così tanta fretta da pensare che il mio sonno sia la mia morte? Trovatelo, lord Warwick; rimproveratelo e ditegli di venire. Esce Warwick Questa sua azione si allea alla malattia nel procurare la mia fine. Vedete, figli, che cosa siete, quanto velocemente la natura cade in rivolta quando l’oro diventa il suo scopo! Per questo ai padri sciocchi e troppo solleciti si sono spezzati il sonno per i pensieri, la mente per la fatica, le ossa per il lavoro; per questo hanno ammassato e accumulato mucchi infettati di oro mal ottenuto; per questo si sono curati di istruire i figli nelle arti e negli esercizi militari; quando, come le api, raccogliendo da ogni fiore dolcezza virtuosa, anche noi con i fianchi carichi di cera, e le bocche di miele, portiamo il
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
We bring it to the hive; and, like the bees, Are murdered for our pains. This bitter taste Yields his engrossments to the ending father.
206
Enter the Earl of Warwick Now where is he that will not stay so long Till his friend sickness have determined me?
210
WARWICK
My lord, I found the Prince in the next room, Washing with kindly tears his gentle cheeks With such a deep demeanour, in great sorrow, That tyranny, which never quaffed but blood, Would, by beholding him, have washed his knife With gentle eye-drops. He is coming hither.
215
KING HENRY
But wherefore did he take away the crown? Enter Prince Harry with the crown Lo where he comes. — Come hither to me, Harry. (To the others) Depart the chamber; leave us here alone. Exeunt all but the King and Prince Harry PRINCE HARRY
I never thought to hear you speak again.
220
KING HENRY
Thy wish was father, Harry, to that thought. I stay too long by thee, I weary thee. Dost thou so hunger for mine empty chair136 That thou wilt needs invest thee with my honours137 Before thy hour be ripe? O foolish youth, Thou seek’st the greatness that will overwhelm thee! Stay but a little, for my cloud of dignity Is held from falling with so weak a wind That it will quickly drop. My day is dim. Thou hast stol’n that which after some few hours Were thine without offence, and at my death
225
230
223. Mine: così in Q; in F my. 224. My: così in Q; in F mine. 2254
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
nostro carico all’alveare, allora, come le api, veniamo uccisi per la pena che ci diamo260. Questo è il gusto amaro che l’ammasso delle fortune lascia al padre morente. Entra il conte di Warwick Ora, dov’è colui che non attende nemmeno che la malattia, sua amica, mi porti alla fine? WARWICK
Mio signore, ho trovato il principe nella stanza accanto, con le nobili guance bagnate di pianto filiale con un’espressione così profonda di intenso dolore, che la tirannia, la quale non ha mai bevuto se non sangue, vedendolo, avrebbe lavato con dolci lacrime la sua lama. Sta venendo qui. RE ENRICO
Ma perché ha portato via la corona? Entra il Principe Harry con la corona Eccolo che viene. – vieni qui da me, Harry. (Agli altri) Uscite dalla sala, lasciateci soli. Escono tutti tranne il re e il principe Harry PRINCIPE HARRY
Mai avrei pensato di udirvi parlare ancora. RE ENRICO
Il tuo desiderio, Harry, ha fatto nascere quel pensiero. Rimango troppo a lungo, ti annoio. Hai tanta fame del mio trono vuoto da investirti dei miei onori prima che ne venga il tempo? Giovane sciocco, cerchi la grandezza che ti schiaccerà! Fermati solo un poco, poiché la nube della mia dignità è sostenuta da un vento così debole che presto cadrà. Il mio giorno è spento. Hai rubato ciò che sarebbe stato tuo dopo poche ore senza offesa alcuna e, alla mia morte, hai
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
Thou hast sealed up my expectation. Thy life did manifest thou loved’st me not, And thou wilt have me die assured of it. Thou hid’st a thousand daggers in thy thoughts, Whom thou hast whetted on thy stony heart To stab at half an hour of my life. What, canst thou not forbear me half an hour? Then get thee gone and dig my grave thyself, And bid the merry bells ring to thine ear That thou art crownèd, not that I am dead. Let all the tears that should bedew my hearse Be drops of balm to sanctify thy head. Only compound me with forgotten dust. Give that which gave thee life unto the worms. Pluck down my officers, break my decrees; For now a time is come to mock at form — Harry the Fifth is crowned. Up, vanity!138 Down, royal state! All you sage counsellors, hence! And to the English court assemble now From every region, apes of idleness! Now, neighbour confines, purge you of your scum! Have you a ruffian that will swear, drink, dance, Revel the night, rob, murder, and commit The oldest sins the newest kind of ways? Be happy; he will trouble you no more. England shall double gild his treble guilt, England shall give him office, honour, might; For the fifth Harry from curbed licence plucks The muzzle of restraint, and the wild dog Shall flesh his tooth on every innocent. O my poor kingdom, sick with civil blows! When that my care could not withhold thy riots, What wilt thou do when riot is thy care? O, thou wilt be a wilderness again, Peopled with wolves, thy old inhabitants.
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248. Harry: così in Q; in F Henry. 2256
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
confermato i miei presentimenti. La tua vita ha dimostrato che non mi amavi, e ora tu vuoi che io muoia con quella certezza. Nascondi mille pugnali nei tuoi pensieri, che hai affilato sul tuo cuore di pietra per colpirmi nell’ultima mezz’ora di vita. Come, non puoi concedermi mezz’ora? Allora vattene e scava tu stesso la mia tomba, e ordina alle campane di suonare allegramente al tuo orecchio che tu sei incoronato, non che io sono morto. Tutte le lacrime che dovrebbero bagnare la mia bara siano gocce di balsamo per consacrare il tuo capo. Confondimi soltanto con la polvere dimenticata. Dà ai vermi quello che ti diede vita. Licenzia i miei funzionari, infrangi i miei decreti; poiché ora è venuto il tempo di irridere la legge e l’ordine. Enrico Quinto è incoronato. Viva la vanità! Abbasso la dignità regale! Via, tutti i saggi consiglieri! E alla corte inglese, si radunino ora, da ogni regione, i giullari in ozio! Ora, nazioni vicine, ripulitevi della vostra feccia! Avete una canaglia che bestemmi, beva, balli, faccia baldoria la notte, rapini, uccida, e commetta i peccati più antichi nel modo più nuovo? Siate allegri; non vi darà più fastidio. L’Inghilterra indorerà doppiamente la sua triplice colpa, l’Inghilterra gli darà cariche, onori, potere; poiché il quinto Enrico alla licenza strappa la museruola del ritegno, e il cane arrabbiato affonderà i denti nella carne di ogni innocente. O mio povero regno, malato di lotte intestine! Se la mia guida non ha potuto frenare i tuoi disordini, cosa farai quando i disordini saranno la tua guida? Oh! tornerai a essere una terra selvaggia, popolata dai lupi, i tuoi antichi abitanti.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
PRINCE HARRY
O pardon me, my liege! But for my tears, The moist impediments unto my speech, I had forestalled this dear and deep rebuke Ere you with grief had spoke and I had heard The course of it so far. There is your crown;
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[He returns the crown and kneels] And He that wears the crown immortally Long guard it yours! If I affect it more Than as your honour and as your renown, Let me no more from this obedience rise, Which my most true and inward duteous spirit139 Teacheth this prostrate and exterior bending. God witness with me, when I here came in And found no course of breath within your majesty, How cold it struck my heart. If I do feign, O, let me in my present wildness die, And never live to show th’incredulous world The noble change that I have purposèd. Coming to look on you, thinking you dead, And dead almost, my liege, to think you were, I spake unto this crown as having sense, And thus upbraided it: ‘The care on thee depending Hath fed upon the body of my father; Therefore thou best of gold art worst of gold. Other, less fine in carat, is more precious, Preserving life in medicine potable; But thou, most fine, most honoured, most renowned, Hast eat thy bearer up.’ Thus, my royal liege, Accusing it, I put it on my head, To try with it, as with an enemy That had before my face murdered my father, The quarrel of a true inheritor.
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276. True and inward: così in F; in Q inward true and. L’emendamento può essere stato motivato dall’intenzione di stabilire un maggior contrasto fra “interiore” e “esteriore”. 2258
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
PRINCIPE HARRY
Oh! Perdonatemi, mio signore! Non fosse stato per le lacrime, umidi impedimenti alle parole, avrei trattenuto questo rimprovero caro e profondo prima che voi con pena aveste parlato ed io ascoltato fino a questo punto. Ecco la vostra corona; [rende la corona e si inginocchia] Colui che porta la corona immortale ve la preservi a lungo! Se non la mostro soltanto come segno del vostro onore e della vostra fama, che non mi alzi più da questo obbediente inchino, che il mio spirito più intimo, autentico e devoto esprime in questa palese e umile sottomissione. Dio mi sia testimone, quando qui sono entrato e non ho trovato più alcuna traccia di respiro nella maestà vostra, quale freddo mi ha preso il cuore! Se ora fi ngo, che io muoia nei miei presenti eccessi, e più non viva per mostrare al mondo incredulo il nobile cambiamento che mi sono proposto. Quando venni a visitarvi, credendovi morto, ed io quasi morto, mio signore, al pensiero che lo foste, parlai a questa corona, come se mi potesse intendere, e così la rimproverai: “Le ansie a te unite si sono nutrite del corpo di mio padre, perciò tu, l’oro migliore, sei peggio dell’oro. Altro oro, di carati meno fi ni, è più prezioso perché, sciolto in bevanda medicinale, preserva la vita 261; ma tu, il più fi ne, il più onorato, il più famoso, hai divorato chi ti portava”. Così mio regal signore, accusandola, me la posi in capo, per accertare con lei, come con un nemico che davanti ai miei occhi avesse ucciso mio padre, il giusto diritto di un legittimo erede.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
But if it did infect my blood with joy Or swell my thoughts to any strain of pride, If any rebel or vain spirit of mine Did with the least affection of a welcome Give entertainment to the might of it, Let God for ever keep it from my head, And make me as the poorest vassal is, That doth with awe and terror kneel to it. KING HENRY O my son,140 God put it in thy mind to take it hence, That thou mightst win the more thy father’s love, Pleading so wisely in excuse of it! Come hither, Harry; sit thou by my bed, And hear, I think, the very latest counsel That ever I shall breathe.
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Prince Harry [rises from kneeling and] sits by the bed God knows, my son, By what bypaths and indirect crook’d ways I met this crown; and I myself know well How troublesome it sat upon my head. To thee it shall descend with better quiet, Better opinion, better confirmation; For all the soil of the achievement goes With me into the earth. It seemed in me But as an honour snatched with boist’rous hand; And I had many living to upbraid My gain of it by their assistances, Which daily grew to quarrel and to bloodshed, Wounding supposèd peace. All these bold fears Thou seest with peril I have answerèd; For all my reign hath been but as a scene Acting that argument. And now my death Changes the mood, for what in me was purchased
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306. O my sonne,: così in F; manca in Q. 2260
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
Ma se essa infettò di gioia il mio sangue o mi gonfiò i pensieri in sentimenti smodati di orgoglio, se un qualche mio spirito ribelle o vanitoso accolse l’idea del suo potere con la minima propensione a un benvenuto, voglia Dio allontanarla per sempre dal mio capo, e fare di me il più povero vassallo, che si inginocchia ad essa con timore e terrore. RE ENRICO
Figlio mio, fu Dio a metterti in mente di togliermela, per conquistare meglio l’affetto di tuo padre, e giustificare la tua azione con tanta saggezza. Vieni qua, Harry; siedi accanto al mio letto, e ascolta l’ultimo consiglio, credo, che mai potrò pronunciare. Il principe Harry [si alza e] si siede accanto al letto Dio sa, figlio mio, per quali vie traverse e sentieri tortuosi incontrai la corona 262; e io stesso so bene con quanta inquietudine il mio capo ne ha sentito il peso. A te discenderà con maggior quiete, miglior giudizio, maggiore stabilità, poiché tutte le colpe che ne macchiarono l’acquisizione scenderanno con me sottoterra. In me sembrava solo un onore strappato con mano violenta e feroce; e molti allora in vita mi rinfacciavano di averla avuta con il loro aiuto, ciò che portò a continue contese e spargimento di sangue, ferendo la pace incerta. A tutte queste avversità, come vedi, ho risposto rischiando la mia persona; perché tutto il mio regno non è stato che una scena per la recita di un simile soggetto. E ora la mia morte ne cambia lo svolgimento, poiché ciò che da me fu acquisito discende
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 4 SCENE 3
Falls upon thee in a more fairer sort, So thou the garland wear’st successively. Yet though thou stand’st more sure than I could do, Thou art not firm enough, since griefs are green, And all thy friends — which thou must make thy friends — Have but their stings and teeth newly ta’en out, By whose fell working I was first advanced, And by whose power I well might lodge a fear To be again displaced; which to avoid I cut them off, and had a purpose now To lead out many to the Holy Land, Lest rest and lying still might make them look Too near unto my state. Therefore, my Harry, Be it thy course to busy giddy minds With foreign quarrels, that action hence borne out May waste the memory of the former days. More would I, but my lungs are wasted so That strength of speech is utterly denied me. How I came by the crown, O God forgive, And grant it may with thee in true peace live! PRINCE HARRY My gracious liege,141 You won it, wore it, kept it, gave it me; Then plain and right must my possession be, Which I with more than with a common pain ’Gainst all the world will rightfully maintain.
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335
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345
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Enter Prince John of Lancaster [followed by] the Earl of Warwick [and others] KING HENRY
Look, look, here comes my John of Lancaster. PRINCE JOHN
Health, peace, and happiness to my royal father!
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349. My gracious liege: così in F; manca in Q. 2262
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19/10/2017 18:27:34
LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO IV SCENA 3
su di te in modo più legittimo, poiché porti la corona per diritto di successione. Eppure, anche se la tua posizione è più sicura della mia, non è salda abbastanza, poiché i risentimenti sono ancora freschi e tutti i tuoi amici – coloro che devi farti amici 263 – da poco si sono visti cavare i pungiglioni e i denti. Grazie alla loro azione violenta all’inizio io fui elevato, e dalla loro forza potevo ben aver timore di essere di nuovo deposto; per evitarlo li ho isolati. Ora avevo intenzione di condurne molti in Terra Santa, per impedire che il riposo e la quiete li portino a scrutare troppo da vicino negli affari di stato. Perciò, mio Harry, sia questa la tua via, occupa le menti incostanti con guerre esterne, affinché le azioni laggiù intraprese possano consumare la memoria dei tempi trascorsi. Vorrei dire di più, ma i miei polmoni sono così consunti che la forza della parola mi è del tutto impedita. Che il Signore perdoni il modo in cui ottenni la corona, e conceda che essa viva con te in vera pace. PRINCIPE HARRY
Mio grazioso signore, voi l’avete vinta, portata, custodita, a me l’avete data; dunque, evidente e giusto deve essere il mio possesso, che io con impegno più che consueto contro il mondo intero, per diritto conserverò. Entra il principe John di Lancaster [seguito da] il conte di Warwick [e altri] RE ENRICO
Vedi, vedi, ecco il mio John di Lancaster. PRINCIPE JOHN
Salute, pace e felicità al mio regale padre.
2263
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19/10/2017 18:27:34
THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 1
KING HENRY
Thou bring’st me happiness and peace, son John; But health, alack, with youthful wings is flown From this bare withered trunk. Upon thy sight My worldly business makes a period. Where is my lord of Warwick? PRINCE HARRY My lord of Warwick! [Warwick comes forward to the King] KING HENRY
Doth any name particular belong Unto the lodging where I first did swoon?
361
WARWICK
’Tis called Jerusalem, my noble lord. KING HENRY
Laud be to God! Even there my life must end. It hath been prophesied to me many years I should not die but in Jerusalem, Which vainly I supposed the Holy Land; But bear me to that chamber; there I’ll lie; In that Jerusalem shall Harry die.
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Exeunt, bearing the King in his bed 5.1
Enter Shallow, [Silence,] Sir John Falstaff, Bardolph, and the Page
SHALLOW (to Sir John) By cock and pie, you shall not142
away tonight. — What, Davy, I say! SIR JOHN You must excuse me, Master Robert Shallow. SHALLOW I will not excuse you; you shall not be excused;
excuses shall not be admitted; there is no excuse shall serve; you shall not be excused. — Why, Davy!
6
Enter Davy DAVY Here, sir.
1. Pie,: così in F; in Q pie sir. Sir è stato omesso probabilmente perché in seguito diventerà l’interiezione caratteristica di Davy. 2264
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 1
RE ENRICO
Tu mi porti felicità e pace, figlio John; ma la salute, ahimè, con le ali della giovinezza è volata via da questo tronco spoglio e rinsecchito. Alla tua vista i miei affari terreni mettono il punto finale. Dov’è il mio lord di Warwick? PRINCIPE HARRY
Mio lord di Warwick! [Warwick si fa avanti verso il re] RE ENRICO
Vi è un nome particolare per la sala in cui ebbi il primo mancamento? WARWICK
Ha nome Gerusalemme, mio nobile signore. RE ENRICO
Sia lode a Dio! È lì che la mia vita deve finire. Mi fu profetizzato, molti anni fa, che sarei morto a Gerusalemme264: invano pensai alla Terra Santa; ma portatemi in quella sala; lì riposerò; in quella Gerusalemme Enrico morirà. Escono, portando il re sul suo letto. V, 1
Entrano Shallow, [Silence] sir John Falstaff, Bardolph, e il paggio265
SHALLOW (a sir John)
Perdinci 266 signore, non andrete via stanotte. – Ehi, Davy, dico! SIR JOHN
Dovete scusarmi, messer Robert Shallow. SHALLOW
Non vi scuserò; non sarete scusato; non saranno ammesse scuse; non c’è scusa che tenga; non sarete scusato. – Ehi, Davy! Entra Davy DAVY
Eccomi, signore.
2265
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 1
SHALLOW Davy, Davy, Davy; let me see, Davy; let me
see. William Cook — bid him come hither. — Sir John,143 you shall not be excused. DAVY Marry, sir, thus: those precepts cannot be served. And again, sir: shall we sow the headland with wheat? SHALLOW With red wheat, Davy. But for William Cook; are there no young pigeons? DAVY Yes, sir. Here is now the smith’s note for shoeing and plough-irons. SHALLOW Let it be cast and paid. Sir John, you shall not be excused. DAVY Sir, a new link to the bucket must needs be had;144 and, sir, do you mean to stop any of William’s wages, about the sack he lost at Hinkley Fair? 145 SHALLOW A shall answer it. Some pigeons, Davy, a couple of short-legged hens, a joint of mutton, and any pretty little tiny kickshaws, tell William Cook. DAVY Doth the man of war stay all night, sir? SHALLOW Yea, Davy. I will use him well; a friend i’th’ court is better than a penny in purse. Use his men well, Davy, for they are arrant knaves, and will backbite. DAVY No worse than they are back-bitten, sir, for they146 have marvellous foul linen. SHALLOW Well conceited, Davy. About thy business, Davy. DAVY I beseech you, sir, to countenance William Visor of Wo’ncot against Clement Perks o’th’ Hill.
10
16
21
25
30
9. See, William: così in F; in Q see, Davy, let me see, yea mary William. Mary è eliminato come bestemmia soltanto una volta in F e mantenuto 15 volte, perciò, in questo caso, sembra far parte della loquacità di Shallow e appaiarsi alla ripetizione di let me see, indicando così una revisione da parte dell’autore. 19. Sir: così in F; in Q Now sir. L’omissione non sembra accidentale e si può considerare come un intervento dell’autore. 21. Lost: così in Q; in F lost the other day. 29. Back-bitten: così in Q; in F bitten. In F si viene a perdere il gioco di parole su back “schiena o spalle”. 2266
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 1
SHALLOW
Davy, Davy, Davy, vediamo, Davy; vediamo Davy; vediamo – sì, perdiana, William il cuoco – digli di venire qui. – sir John, non sarete scusato. DAVY
Perdio, signore, dunque: quei mandati, non si possono eseguire. E, ancora, signore, dobbiamo seminare frumento nello sparticampo?267 SHALLOW
Frumento rosso, Davy. Quanto al cuoco William non ci sono piccioni novelli? DAVY
Sì, signore. Ecco il conto del fabbro per i ferri da cavallo e per le lame dell’aratro. SHALLOW
Controllalo e pagalo. Sir John, non sarete scusato. DAVY
Signore, ci vuole proprio una nuova catena per il secchio; e, signore, avete intenzione di trattenere qualcosa dalla paga di William per il sacco che ha perso alla Fiera di Hinkley?268 SHALLOW
Dovrà risponderne. Alcuni piccioni, Davy, un paio di gallinelle, una coscia di montone, e una qualche altra piccola squisitezza, dillo al cuoco William. DAVY
Si ferma tutta la notte il guerriero? SHALLOW
Sì, Davy, lo voglio trattar bene; un amico a corte è meglio di un soldo in borsa. Tratta bene i suoi uomini, Davy, perché sono perfetti mascalzoni e ci possono mordere alle spalle. DAVY
Non più di quanto le pulci morsichino alle spalle loro, signore, perché la loro biancheria è lercia da far paura. SHALLOW
Molto spiritoso, Davy. Ora al lavoro, Davy. DAVY
Vi prego, signore, di favorire William Visor di Wo’ncot contro Clement Perks della collina 269. 2267
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 1
SHALLOW There is many complaints, Davy, against that
Visor. That Visor is an arrant knave, on my knowledge. DAVY I grant your worship that he is a knave, sir; but
yet God forbid, sir, but a knave should have some147 countenance at his friend’s request. An honest man, sir, is able to speak for himself, when a knave is not. I have served your worship truly, sir, this eight years. An I cannot once or twice in a quarter bear out a knave against an honest man, I have little credit with your worship. The knave is mine honest friend, sir; therefore I beseech you let him be countenanced. SHALLOW Go to; I say he shall have no wrong. Look about, Davy. [Exit Davy] Where are you, Sir John? Come, off with your boots. — 148 Give me your hand, Master Bardolph. BARDOLPH I am glad to see your worship. SHALLOW I thank thee with all my heart, kind Master Bardolph. [To the Page] And welcome, my tall fellow. — Come, Sir John. SIR JOHN I’ll follow you, good Master Robert Shallow.
44
49
Exit Shallow [with Silence] Bardolph, look to our horses.
54
Exit Bardolph [with the Page] If I were sawed into quantities, I should make four dozen of such bearded hermits’ staves as Master Shallow. It is a wonderful thing to see the semblable coherence of his men’s spirits and his. They, by observing him, do bear themselves like foolish justices; he, by conversing with them, is turned into a justicelike servingman. Their spirits are so married in conjunction, with the participation of society, that they flock together in consent like so many wild geese. If I had a suit to Master Shallow, I would humour his men 37. God: così in Q; heaven in F. 47. Come,: così in F; in Q come, come, come. Vedi la nota a II, 1, 153. 2268
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 1
SHALLOW
Ci sono molte lagnanze, Davy, contro quel Visor. Quel Visor è un perfetto furfante, per quel che ne so. DAVY
Ammetto a sua signoria che sia un furfante; ma, Dio non voglia, signore, che un furfante non possa esser raccomandato dalla richiesta di un amico. Un uomo onesto, signore, si può difendere da solo, mentre un furfante, no. Io ho servito vostra signoria fedelmente, questi otto anni. Se non posso una volta o due all’anno sostenere un furfante contro un onest’uomo, vuol dire che ho ben poco credito con vostra signoria. Il furfante è un mio buon amico, signore; perciò, vi prego, favoritelo. SHALLOW
Finiamola; ti dico che non subirà torti. Ora fa attenzione, Davy270. [Esce Davy] Dove siete, sir John? Venite, venite, venite, levatevi gli stivali. – datemi una mano, messer Bardolph. BARDOLPH
Sono lieto di vedere vostra signoria. SHALLOW
Vi ringrazio di cuore, caro messer Bardolph. [Al paggio] e benvenuto, perticone271 – venite, sir John. SIR JOHN
Vi seguirò, caro messer Robert Shallow. Esce Shallow [con Silence] Bardolph, bada ai cavalli. Esce Bardolph [con il paggio] Se mi segassero a frammenti, io ne farei quattro dozzine di questi bastoni da eremita barbuto, com’è questo messer Shallow. È fantastico vedere la perfetta corrispondenza fra lo spirito dei suoi uomini e il suo272. Loro, a forza di osservarlo, si comportano come giudici avventati; lui, a forza di frequentarli, è diventato un servo che si comporta da giudice. I loro spiriti sono così intimamente congiunti, vedendosi spesso, che si muovono a stormo all’unisono, come oche selvatiche. Se dovessi chiedere un favore a messer Shallow, mi ingrazierei prima i suoi servitori dicendo che sono 2269
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 2
with the imputation of being near their master; if to his men, I would curry with Master Shallow that no man could better command his servants. It is certain that either wise bearing or ignorant carriage is caught as men take diseases, one of another; therefore let men take heed of their company. I will devise matter enough out of this Shallow to keep Prince Harry in continual laughter the wearing out of six fashions — which is four terms, or two actions — and a shall laugh without intervallums. O, it is much that a lie with a slight oath, and a jest with a sad brow, will do with a fellow that never had the ache in his shoulders! O, you shall see him laugh till his face be like a wet cloak ill laid up! SHALLOW (within) Sir John! SIR JOHN I come, Master Shallow; I come, Master Shallow.
78
Exit 5.2
Enter the Earl of Warwick [at one door], and the Lord Chief Justice [at another door]
WARWICK
How now, my Lord Chief Justice, whither away? LORD CHIEF JUSTICE How doth the King? WARWICK
Exceeding well: his cares are now all ended. LORD CHIEF JUSTICE
I hope not dead. He’s walked the way of nature, And to our purposes he lives no more.
WARWICK
5
LORD CHIEF JUSTICE
I would his majesty had called me with him. The service that I truly did his life Hath left me open to all injuries.
2270
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 2
amico del loro padrone; se dovessi chiederlo ai servitori, lusingherei messer Shallow sostenendo che nessuno sa comandare i propri servitori meglio di lui. È certo che un atteggiamento saggio o un comportamento ignorante si prendono e si passano, come le malattie, da una persona all’altra; perciò bisogna fare attenzione con chi dei due ci si accompagna. Da questo Shallow trarrò tanto materiale da far ridere il principe Harry così a lungo quanto ci vuole perché la moda cambi sei volte – ossia per quattro sessioni, ovvero due azioni giudiziarie – e rideremo senza intervalli273. Ah, l’effetto che fanno sempre una bugia con una piccola bestemmia o una battuta comica detta con la faccia seria, su uno che non ha mai avuto i dolori dell’età! Ah, lo vedrete ridere finché la faccia gli diventa stropicciata come un mantello fradicio, male appeso ad asciugare, tutto stazzonato! SHALLOW (all’interno) Sir John! SIR JOHN
Vengo, messer Shallow; vengo messer Shallow. Esce V, 2
Entra il conte di Warwick [da una porta] e il lord giudice presidente [da un’altra porta]274
WARWICK
Ebbene, lord giudice, dove andate? GIUDICE
Come sta il re? WARWICK
Molto bene, i suoi affanni ora sono tutti finiti. GIUDICE
Non è morto, spero. WARWICK
È andato per la via della natura e, ai nostri fini, non vive più. GIUDICE
Vorrei che sua maestà mi avesse condotto con sé. Il servizio fedele che resi in vita mi lascia ora esposto a ogni offesa.
2271
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 2
WARWICK
Indeed I think the young King loves you not. LORD CHIEF JUSTICE
I know he doth not, and do arm myself To welcome the condition of the time, Which cannot look more hideously upon me Than I have drawn it in my fantasy.
10
Enter Prince John of Lancaster, and the Dukes of Clarence and Gloucester WARWICK
Here come the heavy issue of dead Harry. O, that the living Harry had the temper Of he the worst of these three gentlemen! How many nobles then should hold their places, That must strike sail to spirits of vile sort!
15
LORD CHIEF JUSTICE
O God, I fear all will be overturned.149 PRINCE JOHN
Good morrow, cousin Warwick, good morrow. GLOUCESTER and CLARENCE Good morrow, cousin.
20
PRINCE JOHN
We meet like men that had forgot to speak. WARWICK
We do remember, but our argument Is all too heavy to admit much talk. PRINCE JOHN
Well, peace be with him that hath made us heavy!
25
LORD CHIEF JUSTICE
Peace be with us, lest we be heavier! GLOUCESTER
O good my lord, you have lost a friend indeed; And I dare swear you borrow not that face Of seeming sorrow — it is sure your own.
19. O God: così in Q; Alas in F. 2272
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 2
WARWICK
Penso infatti che il giovane principe non vi ami. GIUDICE
Lo so, e armo me stesso per far fronte alla nuova condizione dei tempi, che non potrà essere peggiore per me di quanto già non mi immagini nella mente. Entrano il principe John di Lancaster e i duchi di Clarence e Gloucester WARWICK
Ecco i tristi discendenti del defunto Enrico. Oh, se l’Enrico che vive275 avesse il carattere del peggiore di questi tre gentiluomini! Quanti nobili manterrebbero la loro posizione, e invece dovranno ammainare le vele davanti a gente volgare! GIUDICE
O Dio, temo che tutto sarà sovvertito! PRINCIPE JOHN
Buon giorno, cugino Warwick, buon giorno. GLOUCESTER e CLARENCE
Buon giorno, cugino. PRINCIPE JOHN
Ci incontriamo come uomini che hanno dimenticato l’uso della parola. WARWICK
Ce ne ricordiamo invece, ma il nostro argomento è troppo triste per poterne molto parlare. PRINCIPE JOHN
Allora, pace a colui che ci ha resi tristi. GIUDICE
La pace sia con noi, purché non si diventi più tristi! GLOUCESTER
Mio buon signore, avete davvero perso un amico; e sono sicuro che non avete preso a prestito quel volto così addolorato – è sicuramente vostro.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 2
PRINCE JOHN (to Lord Chief Justice)
Though no man be assured what grace to find, You stand in coldest expectation. I am the sorrier; would ’twere otherwise. CLARENCE (to Lord Chief Justice) Well, you must now speak Sir John Falstaff fair, Which swims against your stream of quality.
30
LORD CHIEF JUSTICE
Sweet princes, what I did I did in honour, Led by th’impartial conduct of my soul;150 And never shall you see that I will beg A raggèd and forestalled remission. If truth and upright innocency fail me, I’ll to the King my master, that is dead, And tell him who hath sent me after him.
35
40
Enter Prince Harry, as King WARWICK Here comes the Prince. LORD CHIEF JUSTICE
Good morrow, and God save your majesty!151 PRINCE HARRY
This new and gorgeous garment, majesty, Sits not so easy on me as you think. Brothers, you mix your sadness with some fear. This is the English not the Turkish court; Not Amurath an Amurath succeeds, But Harry Harry. Yet be sad, good brothers, For, by my faith, it very well becomes you. Sorrow so royally in you appears That I will deeply put the fashion on, And wear it in my heart. Why then, be sad; But entertain no more of it, good brothers, Than a joint burden laid upon us all. For me, by heaven, I bid you be assured
45
50
55
36. Th’impartiall: così in Q; in F th’Imperial. 43. God: così in Q; in F heaven in F, come pure ai versi: 142, 144. 2274
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 2
PRINCIPE JOHN (al giudice)
Benché nessuno sia sicuro del favore che troverà, voi dovrete aspettarvi la maggior freddezza. Ne sono tanto più dispiaciuto. Vorrei che fosse altrimenti. CLARENCE (al giudice) Dunque, ora dovrete parlare gentilmente a sir John Falstaff, ciò che è contrario al vostro ufficio e delle vostre inclinazioni. GIUDICE
Cari principi, ciò che ho fatto l’ho fatto in modo onorevole, mosso dalla guida imparziale del mio animo; e mai mi vedrete mendicare un misero perdono, rifiutato già in anticipo. Se la verità e la coscienza retta non mi aiuteranno, andrò dal re, mio signore, che è morto, e gli dirò chi mi ha mandato da lui. Entra il principe Harry, come re WARWICK
Ecco il principe. GIUDICE
Buon giorno e Dio salvi la vostra maestà! PRINCIPE HARRY
Questa veste nuova e splendida, la maestà, non mi sta addosso tanto serenamente quanto voi pensate276. Fratelli, voi mescolate la vostra tristezza con qualche paura. Questa è la corte inglese, non quella turca; non è Amurath che succede a Amurath277, ma Enrico a Enrico. Tuttavia siate tristi, cari fratelli, poiché, in fede mia, bene vi si addice. Il dolore appare in voi così regale che io adotterò profondamente questa maniera e la metterò nel mio cuore. Allora, siate tristi; ma, cari fratelli, non consideratelo altro che un peso condiviso, che grava su tutti noi. Quanto a me, vi assicuro, in nome
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 2
I’ll be your father and your brother too. Let me but bear your love, I’ll bear your cares. Yet weep that Harry’s dead, and so will I; But Harry lives that shall convert those tears By number into hours of happiness. PRINCE JOHN, GLOUCESTER, and CLARENCE We hope no other from your majesty.
60
PRINCE HARRY
You all look strangely on me, (to Lord Chief Justice) and you most. You are, I think, assured I love you not. LORD CHIEF JUSTICE
I am assured, if I be measured rightly, Your majesty hath no just cause to hate me.
65
PRINCE HARRY
No? How might a prince of my great hopes forget So great indignities you laid upon me? What — rate, rebuke, and roughly send to prison Th’immediate heir of England? Was this easy? May this be washed in Lethe and forgotten?
70
LORD CHIEF JUSTICE
I then did use the person of your father. The image of his power lay then in me; And in th’administration of his law, Whiles I was busy for the commonwealth, Your highness pleasèd to forget my place, The majesty and power of law and justice, The image of the King whom I presented, And struck me in my very seat of judgement; Whereon, as an offender to your father, I gave bold way to my authority And did commit you. If the deed were ill, Be you contented, wearing now the garland, To have a son set your decrees at naught — To pluck down justice from your awe-full bench, To trip the course of law, and blunt the sword That guards the peace and safety of your person,
75
80
85
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 2
del cielo, che sarò per voi padre oltreché fratello. Concedetemi il vostro amore, io reggerò le vostre cure. Tuttavia piangete perché Enrico è morto, e così farò io; ma vive un Enrico che trasformerà quelle lacrime, una per una, in ore di felicità. PRINCIPE JOHN, GLOUCESTER e CLARENCE
Non speriamo altro da vostra maestà. PRINCIPE HARRY
Mi guardate tutti in modo strano, (al giudice) e voi in particolare. Siete certo, credo, che non vi ami. GIUDICE
Sono certo che, se giudicato rettamente, vostra maestà non ha alcuna giusta ragione per odiarmi. PRINCIPE HARRY
No? Come potrebbe un principe con le mie grandi aspirazioni dimenticare le grandi offese che mi avete inflitto? Come! Rimproverare, sgridare e mandare in prigione brutalmente l’erede diretto al trono d’Inghilterra? È un’inezia? Una cosa che si può bagnare nel Lete e dimenticare? GIUDICE
Io rappresentavo allora la persona di vostro padre. Allora ero il simbolo del suo potere. E mentre amministravo la sua legge, e mentre mi adoperavo per il bene comune, vostra altezza volle dimenticare la mia funzione, la maestà e il potere della legge e della giustizia, l’immagine del re che impersonavo, e mi colpì sul mio seggio stesso di giudice; per cui, per l’offesa arrecata a vostro padre, esercitai audacemente la mia autorità e vi feci arrestare. Se l’atto fu ingiusto, sareste contento, ora che portate la corona, che un vostro figlio considerasse nulli i vostri decreti – sottraesse la giustizia al vostro seggio solenne, confondesse il corso della legge e spuntasse la spada che custodisce la pace e la sicurezza della vostra persona,
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 2
Nay, more, to spurn at your most royal image, And mock your workings in a second body? Question your royal thoughts, make the case yours, Be now the father, and propose a son; Hear your own dignity so much profaned, See your most dreadful laws so loosely slighted, Behold yourself so by a son disdained; And then imagine me taking your part, And in your power soft silencing your son. After this cold considerance, sentence me; And, as you are a king, speak in your state What I have done that misbecame my place, My person, or my liege’s sovereignty.
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PRINCE HARRY
You are right Justice, and you weigh this well. Therefore still bear the balance and the sword; And I do wish your honours may increase Till you do live to see a son of mine Offend you and obey you as I did. So shall I live to speak my father’s words: ‘Happy am I that have a man so bold That dares do justice on my proper son, And not less happy having such a son That would deliver up his greatness so Into the hands of justice.’ You did commit me, For which I do commit into your hand Th’unstainèd sword that you have used to bear, With this remembrance: that you use the same With the like bold, just, and impartial spirit As you have done ’gainst me. There is my hand. You shall be as a father to my youth; My voice shall sound as you do prompt mine ear, And I will stoop and humble my intents To your well-practised wise directions. — And princes all, believe me, I beseech you, My father is gone wild into his grave, For in his tomb lie my affections;
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 2
e ancora, se sdegnasse la vostra immagine regale, e si beffasse delle vostre funzioni in un suo rappresentante? Domandatelo ai vostri pensieri regali, fate vostro il caso, siate ora il padre e immaginate un figlio: ascoltate la vostra dignità così profanata, guardate le vostre leggi più severe così liberamente insultate, guardate voi stesso così disprezzato da un figlio; e poi immaginate che io prenda le vostre parti, e col vostro potere faccia gentilmente tacere vostro figlio. Dopo aver considerato freddamente tutto ciò, giudicatemi; e, come re, dite dal vostro ufficio cosa io abbia fatto che non si addicesse alla mia posizione, alla mia persona, o alla sovranità del mio signore. PRINCIPE HARRY
Siete la giustizia personificata e considerate bene il caso. Perciò continuate a portare la bilancia e la spada 278; e mi auguro che i vostri onori possano accrescersi e che viviate fino a vedere un mio figlio offendervi, e poi obbedirvi come io feci. Così vivrò per ripetere le parole di mio padre: “Sono felice di avere un uomo così audace da praticare la giustizia sul mio stesso figlio, né meno felice di avere un figlio che rimetta così la propria grandezza nelle mani della giustizia.” Voi mi metteste in prigione, per questo io rimetto nelle vostre mani la spada senza macchia che siete solito portare, con questo promemoria: che la usiate con lo stesso spirito audace, giusto e imparziale che avete usato contro di me. Ecco la mia mano. Sarete come un padre per la mia giovinezza; la mia voce parlerà come mi suggerite all’orecchio, e io mi inchinerò e piegherò i miei intenti alle vostre direttive sagge ed esperte. – E principi tutti, credetemi, vi supplico, mio padre è sceso nella tomba da uomo sregolato, perché nella sua tomba giacciono le mie sregolatezze279;
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 3
And with his spirits sadly I survive To mock the expectation of the world, To frustrate prophecies, and to raze out Rotten opinion, who hath writ me down After my seeming. The tide of blood in me Hath proudly flowed in vanity till now. Now doth it turn, and ebb back to the sea, Where it shall mingle with the state of floods, And flow henceforth in formal majesty. Now call we our high court of Parliament, And let us choose such limbs of noble counsel That the great body of our state may go In equal rank with the best-governed nation; That war, or peace, or both at once, may be As things acquainted and familiar to us; (To Lord Chief Justice) In which you, father, shall have foremost hand. (To all) Our coronation done, we will accite, As I before remembered, all our state; And, God consigning to my good intents, No prince nor peer shall have just cause to say, ‘God shorten Harry’s happy life one day.’ 5.3
125
130
135
140
Exeunt
[A table and chairs set forth.] Enter Sir John Falstaff, Shallow, Silence, Davy [with vessels for the table], Bardolph, and the Page
SHALLOW (to Sir John) Nay, you shall see my orchard,152
where, in an arbour, we will eat a last year’s pippin of mine own grafting, with a dish of caraways, and so153 forth — come, cousin Silence — and then to bed. SIR JOHN Fore God, you have here a goodly dwelling and154 a rich.
6
1. My: così in Q; in F mine. 3. Mine: così in Q; in F my. 5. Fore God you: così in Q; in F You. 2280
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 3
e con i suoi sentimenti io solennemente sopravvivo per deludere le aspettative del mondo, per smentire le profezie, e per cancellare la fama vile che mi ha giudicato secondo le apparenze. Il flusso del mio sangue è scorso finora in vigorosa vanità. Adesso esso si volge, e rifluisce verso il mare, dove si fonderà con gli oceani imponenti, e scorrerà d’ora in poi con solenne maestà. Ora convochiamo l’alta corte del nostro parlamento, e scegliamo membra di così nobile saggezza che il grande corpo del nostro stato possa avanzare al livello della nazione meglio governata; che la guerra o la pace, o entrambe insieme, siano per noi cose consuete e familiari; (al giudice) e in esse voi, padre, avrete il ruolo principale. (A tutti) A incoronazione avvenuta, convocheremo, come ho menzionato poc’anzi, tutto il governo e, se Dio consente ai miei buoni propositi, né principe né pari avrà giusta ragione di dire, “Dio abbrevi di un sol giorno la vita felice di Enrico.” Escono V, 3
[Una tavola e sedie disposte attorno.] Entrano sir John Falstaff, Shallow, Silence, Davy [con stoviglie per la tavola], Bardolph e il paggio280.
SHALLOW (a sir John)
No, dovete vedere il mio frutteto: sotto il pergolato mangeremo le mele renette che ho innestato io stesso l’anno scorso, con un piatto di dolciumi al seme di finocchio, e così via – venite cugino Silence – e poi a letto. SIR JOHN
Perdio, avete qui una bella casa, e ricca anche.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 3
SHALLOW Barren, barren, barren; beggars all, beggars all,
Sir John. Marry, good air. — Spread, Davy; spread, Davy. [Davy begins to spread the table] Well said, Davy. SIR JOHN This Davy serves you for good uses; he is your
serving-man and your husband. SHALLOW A good varlet, a good varlet, a very good varlet, Sir John. — By the mass, I have drunk too much sack155 at supper. — A good varlet. Now sit down, now sit down. (To Silence) Come, cousin. SILENCE Ah, sirrah, quoth-a, we shall (sings) Do nothing but eat, and make good cheer, And praise God for the merry year,156 When flesh is cheap and females dear, And lusty lads roam here and there So merrily, And ever among so merrily. SIR JOHN There’s a merry heart, good Master Silence! I’ll give you a health for that anon. SHALLOW Good Master Bardolph! — Some wine, Davy. DAVY [to Sir John] Sweet sir, sit. [To Bardolph] I’ll be with you anon. [To Sir John] Most sweet sir, sit. Master page, good master page, sit.
11
15
20
25
[All but Davy sit. Davy pours wine] Proface! What you want in meat, we’ll have in drink; but you must bear; the heart’s all. SHALLOW Be merry, Master Bardolph and my little soldier there, be merry. SILENCE (sings) Be merry, be merry, my wife has all, For women are shrews, both short and tall,
30
13. By the mas: così in Q; manca in F. 18. God: così in Q; in F heaven. 2282
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 3
SHALLOW
Sterile, sterile, sterile; tutti poveri, sir John, tutti poveri. Certo, c’è aria buona. Apparecchia, Davy – Davy, apparecchia. [Davy inizia a apparecchiare] Ben fatto, Davy. SIR JOHN
Questo Davy vi serve per molti usi; vi fa da servitore e da dispensiere. SHALLOW
Un buon servitore, sir John, un buon servitore, un ottimo servitore – per la messa, ho bevuto troppo a cena – un buon servitore. Ora sedetevi, ora sedetevi. (A Silence) Venite, cugino. SILENCE
Ah, dice lui, veniamo! (canta) Per noi buon cibo e vita spiritosa, E lode a Dio per l’annata generosa, Se la carne costa poco, e le donne tanto, Vadano i ragazzi di canto in canto, A cercar con noi il loro incanto! SIR JOHN
Ecco un cuore allegro, caro messer Silence! Brinderò subito alla vostra salute. SHALLOW
Davy, del vino a messer Bardolph! DAVY [a sir John]
Buon signore, sedete. [A Bardolph] sarò subito da voi. [A sir John] Gentilissimo signore, accomodatevi. Messer paggio, buon messer paggio, sedete. [tutti tranne Davy siedono. Davy versa il vino] Buon pro vi faccia! Quel che manca di carne, lo avremo di vino; dovete aver pazienza, quel che conta è il cuore. SHALLOW
State allegro, messer Bardolph e mio soldatino laggiù, stai allegro. SILENCE (canta)281 Allegria, allegria, mia moglie ci accoglie, A bisbetiche madri bisbetiche figlie, 2283
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 3
’Tis merry in hall when beards wags all, 157 And welcome merry shrovetide. Be merry, be merry. SIR JOHN I did not think Master Silence had been a man of this mettle. SILENCE Who, I? I have been merry twice and once ere now.
35
41
Enter Davy [with a dish of apples] DAVY There’s a dish of leather-coats for you. SHALLOW Davy! DAVY Your worship! I’ll be with you straight. [To Sir
John] A cup of wine, sir?
45
SILENCE [sings]
A cup of wine That’s brisk and fine, And drink unto thee, leman mine, And a merry heart lives long-a. SIR JOHN Well said, Master Silence. SILENCE And we shall be merry; now comes in the sweet o’th’ night. SIR JOHN Health and long life to you, Master Silence!
50
He drinks SILENCE Fill the cup and let it come. I’ll pledge you a mile
to th’ bottom. 158 SHALLOW Honest Bardolph, welcome! If thou want’st anything and wilt not call, beshrew thy heart! (To the Page) Welcome, my little tiny thief, and welcome indeed,
55
35. Wags: così in Q; in F wagge. L’errore nella concordanza del verbo probabilmente riflette l’ubriachezza di Silence. 55. To’th: così in Q; to the in F. 2284
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 3
Fa festa la sala quando ballan le barbe Del carnevale accettando le burle. Allegria, allegria! SIR JOHN
Non pensavo che messer Silence fosse un uomo di tale tempra. SILENCE
Chi, io? Sono stato allegro più di una volta prima d’ora! Entra Davy [con un piatto di mele] DAVY
Ecco per voi un piatto di mele ruggine. SHALLOW
Davy! DAVY
Vostra signoria? Sarò subito da voi. [A sir John] Una coppa di vino, signore? SILENCE [canta] Una coppa di vino Frizzante e fino, Lo bevo a te, Mio tesorino, Ché mai non muore L’allegro cuore! SIR JOHN
Ben detto, messer Silence. SILENCE
E staremo allegri ora che arriva il bello della notte. SIR JOHN
Salute e lunga vita a voi, messer Silence! Beve SILENCE
Riempite la coppa e passatela intorno. Berrò fino in fondo, un miglio profondo. SHALLOW
Benvenuto, buon Bardolph! Se vuoi qualcosa e non la chiedi, mal te n’incolga! (Al paggio) Benvenuto, piccolo ladruncolo, davvero
2285
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 3
too! — I’ll drink to Master Bardolph, and to all the cavalieros about London.
60
He drinks DAVY I hope to see London once ere I die. BARDOLPH An I might see you there, Davy! SHALLOW By the mass, you’ll crack a quart together, ha,
will you not, Master Bardolph? BARDOLPH Yea, sir, in a pottle-pot.
65
SHALLOW By God’s liggens, I thank thee. The knave will159
stick by thee, I can assure thee that; a will not out; ’tis true-bred. BARDOLPH And I’ll stick by him, sir. SHALLOW Why, there spoke a king! Lack nothing, be merry!
71
One knocks at the door within Look who’s at door there, ho! Who knocks? [Exit Davy] [Silence drinks] SIR JOHN [to Silence] Why, now you have done me right! SILENCE [sings]
Do me right, And dub me knight — Samingo.
75
Is’t not so? SIR JOHN ’Tis so. SILENCE Is’t so? — Why then, say an old man can do
somewhat.
80
[Enter Davy] DAVY An’t please your worship, there’s one Pistol come
from the court with news.
66. By God’s liggens: così in Q; manca in F. 2286
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 3
benvenuto! – Berrò a messer Bardolph, e a tutti i caballeros che girano per Londra. Beve DAVY
Spero di vedere Londra un giorno, prima di morire. BARDOLPH
Se mai vi vedessi là, Davy! SHALLOW
Perdio, vi scolereste un quarto insieme, vero, messer Bardolph? BARDOLPH
Certo, signore, anche due quarti. SHALLOW
Dio buono, ti ringrazio282. Questa canaglia ti starà alle calcagna, stai pur certo; non mollerà, è di razza buona. BARDOLPH
E io, signore, non mollerò lui. SHALLOW
Caspita, ha parlato un re! Non fatevi mancare nulla, state allegri! Bussano alla porta dall’interno Guardate chi c’è alla porta, là. Chi bussa? [Esce Davy] [Silence beve] SIR JOHN [a Silence] Ecco, ora mi fate giustizia!283 SILENCE [canta] Fammi giustizia, Fammi cavaliere, Samingo!284 Non fa così? SIR JOHN
Proprio così. SILENCE
Fa così? – Allora potete dire che un vecchio qualcosa sa fare. [Entra Davy] DAVY
Se piace a vostra signoria, c’è un certo Pistol che porta notizie da corte. 2287
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 3
SIR JOHN From the court? Let him come in.
Enter Pistol How now, Pistol? PISTOL Sir John, God save you. 160
85
SIR JOHN What wind blew you hither, Pistol? PISTOL
Not the ill wind which blows no man to good. Sweet knight, thou art now one of the greatest men in this realm. SILENCE By’r Lady, I think a be — but goodman Puff of Bar’son. PISTOL Puff? Puff in thy teeth, most recreant coward base! — Sir John, I am thy Pistol and thy friend, And helter-skelter have I rode to thee, And tidings do I bring, and lucky joys, And golden times, and happy news of price. SIR JOHN I pray thee now, deliver them like a man of this161 world.
91
95
PISTOL
A foutre for the world and worldlings base! I speak of Africa and golden joys.
100
SIR JOHN
O base Assyrian knight, what is thy news? Let King Cophetua know the truth thereof. SILENCE [singing] ‘And Robin Hood, Scarlet, and John.’ PISTOL
Shall dunghill curs confront the Helicons? And shall good news be baffled? Then Pistol lay thy head in Furies’ lap. SHALLOW Honest gentleman, I know not your breeding. PISTOL Why then, lament therefor.
105
85. God save you: così in Q; in F ‘save you sir. 98. Pray thee: così in Q; in F prethee. 2288
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 3
SIR JOHN
Da corte? Fallo entrare. Entra Pistol Che c’è, Pistol? PISTOL
Sir John, Dio vi conservi. SIR JOHN
Qual vento ti porta qui, Pistol? PISTOL
Non il vento cattivo che non porta bene a nessuno. Dolce cavaliere, ora siete uno dei più grandi del regno285. SILENCE
Per la Madonna, certo che lo è – a parte il compare Puff di Barton. PISTOL
Puff? Puff dei miei stivali, vil codardo traditore! – Sir John, sono il vostro Pistol e il vostro amico, e in fretta e furia fin qui per voi ho cavalcato, e notizie vi porto, e gioie fortunate, e tempi d’oro, e buoni annunci di guadagni! SIR JOHN
Ti prego, ora, dillo da uomo di questo mondo. PISTOL
Me ne frego del mondo e delle sue frivole creature! Parlo dell’Africa 286 e di auree gioie! SIR JOHN
O vile cavaliere assiro, che notizie porti? Fa che a re Cofetua se ne dischiuda la verità 287. SILENCE [canta] … “e Robin Hood, Scarlet e John”!288 PISTOL
Ardiranno dei cani bastardi da letamaio sfidare gli Elconii?289 Le buone nuove saranno spregiate? Su Pistol, posa il capo in grembo alle Furie. SHALLOW
Buon gentiluomo, non conosco il vostro rango. PISTOL
E perciò siete da compiangere. 2289
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 3
SHALLOW Give me pardon, sir. If, sir, you come with news
from the court, I take it there’s but two ways: either to utter them, or conceal them. I am, sir, under the King in some authority. PISTOL
Under which king, besonian? Speak, or die. SHALLOW
Under King Harry. PISTOL
Harry the Fourth, or Fifth?
115
SHALLOW
Harry the Fourth. PISTOL A foutre for thine office! Sir John, thy tender lambkin now is king. Harry the Fifth’s the man. I speak the truth. When Pistol lies, do this, (making the fig) and fig me, Like the bragging Spaniard. SIR JOHN What, is the old King dead? PISTOL
As nail in door. The things I speak are just. SIR JOHN Away, Bardolph, saddle my horse! Master Robert Shallow, choose what office thou wilt in the land; ’tis thine. Pistol, I will double-charge thee with dignities. BARDOLPH O joyful day! I would not take a knighthood for my fortune. PISTOL What, I do bring good news? SIR JOHN (to Davy) Carry Master Silence to bed.
121
125
[Exit Davy with Silence] Master Shallow — my lord Shallow — be what thou wilt, I am fortune’s steward — get on thy boots; we’ll ride all night. — O sweet Pistol! — Away, Bardolph!
131
[Exit Bardolph]
2290
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 3
SHALLOW
Perdonatemi, signore. Se venite, signore, con notizie da corte, mi pare che vi siano solo due vie: o riferirle, o nasconderle. Io ho una certa autorità, signore, conferitami dal re. PISTOL
Da quale re, miserabile accattone? Parla, o muori. SHALLOW
Da re Enrico. PISTOL
Enrico quarto o quinto? SHALLOW
Enrico quarto. PISTOL
Me ne frego della tua autorità! Sir John, il vostro tenero agnellino adesso è re. Enrico quinto è l’uomo. Dico la verità. Quando Pistol mente, fate così (fa le fiche290), fatemi le fiche, come uno sbruffone di spagnolo. SIR JOHN
Cosa? È morto il vecchio re? PISTOL
Come un chiodo nell’uscio. Quel che dico è la verità. SIR JOHN
Via, Bardolph, sellami il cavallo! Messer Robert Shallow, scegliete la carica che volete nel regno; è vostra. Pistol, ti caricherò di onori. BARDOLPH
O giorno gioioso! Non darei questa fortuna per un cavalierato. PISTOL
Allora, vi porto buone nuove, vero? SIR JOHN (a Davy) Porta messer Silence a letto. [Escono Davy con Silence] Messer Shallow – mio signor Shallow – sia quel che volete, sono il dispensiere della fortuna – mettete gli stivali; cavalcheremo tutta la notte. – Oh, dolce Pistol! – Via, Bardolph! [Esce Bardolph] 2291
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 4
Come, Pistol, utter more to me, and withal devise something to do thyself good. Boot, boot, Master Shallow! I know the young King is sick for me. Let us take any man’s horses — the laws of England are at my commandment. Blessed are they that have been my162 friends, and woe to my Lord Chief Justice.
137
PISTOL
Let vultures vile seize on his lungs also! ‘Where is the life that late I led?’ say they. Why, here it is. Welcome these pleasant days. 5.4
Exeunt
Enter Beadles, dragging in Mistress Quickly and163 Doll Tearsheet
MISTRESS QUICKLY No, thou arrant knave! I would to God164
that I might die, that I might have thee hanged. Thou hast drawn my shoulder out of joint. FIRST BEADLE The constables have delivered her over to me; and she shall have whipping-cheer, I warrant her. There hath been a man or two killed about her. DOLL TEARSHEET Nut-hook, nut-hook, you lie! Come on, I’ll tell thee what, thou damned tripe-visaged rascal, an the child I go with do miscarry, thou wert better thou hadst struck thy mother, thou paper-faced villain. MISTRESS QUICKLY O the Lord, that Sir John were come!165 He would make this a bloody day to somebody. But I pray God the fruit of her womb miscarry! 166
6
13
136. Blessed: così in Q; in F Happie. Una modifica che evita la tenue bestemmia dovuta a risonanze bibliche. 0.1. Beadles … Tearsheet: Sincklo and three of four officers in Q; in F Hostess Quickly, Doll Tearsheet, and Beadles. 1-2. To God that: così in Q; manca in F. 11. The Lord: così in Q; manca in F. 13. Pray God … miscarry: così in Q; in F would … might miscarry. 2292
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 4
Vieni, Pistol, raccontami di più, e intanto pensa a qualcosa che ti piacerebbe. Gli stivali, messer Shallow, gli stivali. So che il giovane re soffre per la mia assenza. Prendiamo i cavalli di chiunque. – Le leggi d’Inghilterra sono al mio comando291. Beato chi mi è stato amico, e guai al lord giudice presidente. PISTOL
Che i vili avvoltoi gli rodano anche i polmoni!292 “Dov’è la vita che facevo un tempo?”, si dice: eccola qui. Benvenuti i giorni felici! Escono V, 4
Entrano guardie, trascinandosi dietro Madama Quickly e Doll Tearsheet293
MADAMA QUICKLY
No, ignobile canaglia! Vorrei che Dio mi facesse morire pur di vederti impiccato. Mi hai slogato la spalla. PRIMA GUARDIA
Me l’hanno consegnata i conestabili; e si farà una bella mangiata di frustate, glielo garantisco. Ci sono stati uno o due omicidi a causa sua. DOLL TEARSHEET
Infame stanga con l’uncino, tu menti! Avanti, ti dico una cosa, dannato furfante, faccia di trippa, se il bambino che porto mi abortisce294, sarebbe meglio per te che avessi picchiato tua madre, furfante, viso pallido! MADAMA QUICKLY
O Signore, se arrivasse sir John! Questa sarebbe una giornata di sangue per qualcuno. Ma prego Dio che il frutto del suo grembo le abortisca 295.
2293
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 5
FIRST BEADLE If it do, you shall have a dozen of cushions
again; you have but eleven now. Come, I charge you both go with me, for the man is dead that you and Pistol beat amongst you. DOLL TEARSHEET I’ll tell you what, you thin man in a167 censer, I will have you as soundly swinged for this, you bluebottle rogue, you filthy famished correctioner! If you be not swinged, I’ll forswear half-kirtles. FIRST BEADLE Come, come, you she knight-errant, come! MISTRESS QUICKLY O God, that right should thus o’ercome168 might! Well, of sufferance comes ease. DOLL TEARSHEET Come, you rogue, come; bring me to a justice. MISTRESS QUICKLY Ay, come, you starved bloodhound. DOLL TEARSHEET Goodman death, goodman bones! MISTRESS QUICKLY Thou atomy, thou!169 DOLL TEARSHEET Come, you thin thing; come, you rascal. FIRST BEADLE Very well. Exeunt 5.5
21
26
Enter [two] Grooms, strewing rushes170
FIRST GROOM More rushes, more rushes! SECOND GROOM The trumpets have sounded twice. [FIRST] GROOM ’Twill be two o’clock ere they come from
the coronation.
Exeunt
18. You what, you: così in Q; in F thee what, thou. 23. God: così in Q; manca in F. 29. Atomy: così in Q; in F Anatomy. Qui l’ostessa probabilmente riprende uno dei suoi famosi strafalcioni. 0.1. Two … rushes: strewers of rushes in Q; two Grooms in F. 2294
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 5
PRIMA GUARDIA
Se lo fa, riavrai una dozzina di cuscini; ora ce ne sono solo undici. Venite, vi ordino di venire con me, perché è morto l’uomo che avete picchiato fra voi e Pistol. DOLL TEARSHEET
Te lo dico io, tu smilzo da incensiere, ti faccio massacrare di botte per questo, tu bastardo moscone blu, tu schifoso sbirro morto di fame! Se non ti faccio massacrare, rinuncio a portar sottane. PRIMA GUARDIA
Vieni, vieni, cavaliera errante, muoviti! MADAMA QUICKLY
Oh Dio, che il diritto debba così sconfiggere la forza! Be’, dalla sofferenza viene la prosperità. DOLL TEARSHEET
Avanti, tu farabutto, avanti; portami da un giudice. MADAMA QUICKLY
Certo, avanti, segugio morto di fame! DOLL TEARSHEET
Compare morte, compare scheletro! MADAMA QUICKLY
Tu anatomia scheletrita, tu! DOLL TEARSHEET
Avanti, scheletro, avanti carogna! PRIMA GUARDIA
Benissimo. Escono V, 5
Entrano [due] inservienti che stendono delle stuoie per terra296
PRIMO INSERVIENTE
Più stuoie, più stuoie! SECONDO INSERVIENTE
Le trombe hanno suonato due volte. [PRIMO] INSERVIENTE
Saranno le due prima che arrivino dall’incoronazione. Presto, presto. Escono 2295
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 5
Enter Sir John Falstaff, Shallow, Pistol, Bardolph,171 and the Page SIR JOHN Stand here by me, Master Robert Shallow. I will
make the King do you grace. I will leer upon him as a comes by, and do but mark the countenance that he will give me. PISTOL God bless thy lungs, good knight.172 SIR JOHN Come here, Pistol; stand behind me. (To Shallow) O, if I had had time to have made new liveries, I would have bestowed the thousand pound I borrowed of you! But ’tis no matter; this poor show doth better; this doth infer the zeal I had to see him. [SHALLOW] It doth so.173 SIR JOHN It shows my earnestness of affection — PISTOL It doth so. SIR JOHN My devotion — PISTOL It doth, it doth, it doth. SIR JOHN As it were, to ride day and night, and not to deliberate, not to remember, not to have patience to shift me — SHALLOW It is most certain. [SIR JOHN] But to stand stained with travel and sweating with desire to see him, thinking of nothing else, putting all affairs in oblivion, as if there were nothing else to174 be done but to see him. PISTOL ’Tis semper idem, for absque hoc nihil est: ’tis all in175 every part. SHALLOW ’Tis so indeed.
8
15
22
27
30
4. Coronation. Exeunt / Enter: così in F; in Q coronation, dispatch, dispatch. = “incoronazione. sbrigatevi, sbrigatevi” / Trumpets sound, and the King, and his train pass over the stage: after them enter = “suonano le trombe e il re, con il suo seguito, attraversa il palcoscenico: dopo di loro entrano”. 9. God blesse: così in Q; Blesse in F. 15. SHALLOW: così in F; in Q Pist(ol). 26. Affairs: così in F; in Q affairs else. Se la variante non è un errore, è più probabile che sia un intervento dell’autore che di uno scrivano. 28. Absque: così in F2; in Q, F1 obsque. All: così in F; manca in Q. 2296
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 5
Entrano sir John Falstaff, Shallow, Pistol, Bardoph e il paggio SIR JOHN
Statemi vicino, messer Robert Shallow. Vi procurerò il favore del re. Gli darò un’occhiata d’intesa quando passa e voi osservate bene lo sguardo di approvazione che mi darà. PISTOL
Dio benedica i tuoi polmoni, buon cavaliere. SIR JOHN
Vieni qui, Pistol; stammi dietro. (A Shallow) Oh, se avessi avuto il tempo di far fare nuove livree, ci avrei speso le mille sterline che mi avete prestato! Ma non importa; questo aspetto malridotto va meglio; lascia intendere quanto zelo abbia messo nel cercare di vederlo. [SHALLOW]
Certo. SIR JOHN
Dimostra la serietà del mio affetto… PISTOL
Certo297. SIR JOHN
La mia devozione… PISTOL
Certo, certo, certo. SIR JOHN
Per così dire, cavalcare giorno e notte, senza riflettere, senza ricordare, senza trovare il tempo per cambiarmi… SHALLOW
Certo, meglio così. [SIR JOHN]
Invece star qui, sporco per il viaggio e sudando dal desiderio di vederlo, non pensando ad altro, dimenticando ogni altro impegno, come se non ci fosse altro da fare che vederlo. PISTOL
È semper idem, poiché absque hoc nihil est: è il tutto in ogni parte. SHALLOW
È davvero così. 2297
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 5
PISTOL
My knight, I will inflame thy noble liver, And make thee rage. Thy Doll, and Helen of thy noble thoughts, Is in base durance and contagious prison, Haled thither By most mechanical and dirty hand. Rouse up Revenge from ebon den with fell Alecto’s snake, For Doll is in. Pistol speaks naught but truth. SIR JOHN I will deliver her.
35
[Shouts within.] Trumpets sound PISTOL
There roared the sea, and trumpet-clangour sounds! Enter King Harry the Fifth, Prince John of Lancaster, the Dukes of Clarence and Gloucester, the Lord Chief Justice, [and others] SIR JOHN
God save thy grace, King Hal, my royal Hal!176
41
PISTOL
The heavens thee guard and keep, most royal imp of fame! SIR JOHN God save thee, my sweet boy! KING HARRY
My Lord Chief Justice, speak to that vain man. LORD CHIEF JUSTICE (to Sir John) Have you your wits? Know you what ’tis you speak? SIR JOHN
My king, my Jove, I speak to thee, my heart!
46
KING HARRY
I know thee not, old man. Fall to thy prayers. How ill white hairs becomes a fool and jester!177
41. God save: così in Q; in F Save, come pure al verso 43. 48. Becomes: così in Q; become in F, probabilmente per rendere il verso più corretto e raffinato. 2298
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 5
PISTOL
Mio cavaliere, infiammerò il tuo nobile fegato, e ti farò adirare. La tua Doll, l’Elena dei tuoi nobili pensieri, è in vile detenzione e contagiosa galera, trascinata lì da mano sozza e plebea. Risveglia la vendetta dalla sua tana d’ebano con il serpente della crudele Aletto298, ché Doll è in galera. Pistol non dice che la verità. SIR JOHN
La libererò. [Grida all’interno.] Suonano le trombe PISTOL
Laggiù ha ruggito il mare, e clangor di trombe risuona. Entra re Enrico quinto, il principe John di Lancaster, i duchi di Clarence e Gloucester, il lord giudice presidente [e altri] SIR JOHN
Dio salvi vostra grazia, re Hal, il mio regale Hal! PISTOL
I cieli vi proteggano e vi conservino, regal rampollo della fama! SIR JOHN
Dio ti salvi, mio dolce ragazzo! RE ENRICO
Lord giudice, parlate voi a quello sciocco. GIUDICE (a sir John)
Non avete cervello? Sapete quel che dite? SIR JOHN
Mio re, mio Giove, io parlo a te, cuor mio! RE ENRICO
Non ti conosco, vecchio299. Inginocchiati e dì le tue preghiere. Quanto male si addicono i capelli bianchi a uno stolto buffone! A
2299
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 5
I have long dreamt of such a kind of man, So surfeit-swelled, so old, and so profane; But being awake, I do despise my dream. Make less thy body hence, and more thy grace. Leave gormandizing; know the grave doth gape For thee thrice wider than for other men. Reply not to me with a fool-born jest. Presume not that I am the thing I was, For God doth know, so shall the world perceive,178 That I have turned away my former self; So will I those that kept me company. When thou dost hear I am as I have been, Approach me, and thou shalt be as thou wast, The tutor and the feeder of my riots. Till then I banish thee, on pain of death, As I have done the rest of my misleaders, Not to come near our person by ten mile. For competence of life I will allow you, That lack of means enforce you not to evils;179 And as we hear you do reform yourselves, We will, according to your strengths and qualities, Give you advancement. (To Lord Chief Justice) Be it your charge, my lord, To see performed the tenor of our word. (To his train)180 Set on! Exeunt King Harry and his train SIR JOHN Master Shallow, I owe you a thousand pound. SHALLOW Yea, marry, Sir John; which I beseech you to let me have home with me. SIR JOHN That can hardly be, Master Shallow. Do not you grieve at this. I shall be sent for in private to him. Look you, he must seem thus to the world. Fear not your advancements. I will be the man yet that shall make you great.
50
55
60
65
70
79
57. God: così in Q; in F heaven. 67. Evills: così in Q; in F evill. 71. Our: così in F: in Q my. 2300
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 5
lungo ho sognato di un uomo di tal tipo, così gonfio di eccessi, così vecchio, così sacrilego; ma da sveglio, disprezzo quel sogno. D’ora in poi, riduci il tuo corpo, e aumentane la grazia. Smettila di rimpinzarti; sappi che la tomba sbadiglia per te tre volte più larga che per altri. Non rispondermi con una battuta da buffone. Non presumere che io sia quello che ero, poiché Dio sa, e il mondo lo vedrà, che mi sono allontanato dal mio io precedente; così farò con quelli che mi furono compagni. Quando sentirai che io sono come sono stato, avvicinati, e sarai quello che eri, tutore e istigatore delle mie sregolatezze. Fino ad allora, ti metto al bando, pena la morte, come ho fatto con il resto dei miei cattivi consiglieri, per un raggio di dieci miglia dalla nostra persona. Vi concederò una rendita essenziale per vivere, perché la mancanza di mezzi non vi spinga al male; e se sapremo che vi siete riformati, vi promuoveremo a seconda delle vostre capacità e qualità. (Al giudice) Sia vostro compito, mio lord, di far eseguire le mie direttive. (Al suo seguito) Si proceda. Escono re Enrico e il seguito SIR JOHN
Messer Shallow, vi devo mille sterline. SHALLOW
Sì, perdio, Sir John, e vi prego di rendermele da portare a casa. SIR JOHN
Sarà difficile, messer Shallow. Ma non vi rattristate per ciò. Mi manderà a chiamare in privato. Vedete, deve apparire così al mondo. Non dubitate della vostra promozione. Sarò ancora colui che vi farà grande.
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ACT 5 SCENE 5
SHALLOW I cannot perceive how, unless you give me your
doublet and stuff me out with straw. I beseech you, good Sir John, let me have five hundred of my thousand. SIR JOHN Sir, I will be as good as my word. This that you heard was but a colour. SHALLOW A colour I fear that you will die in, Sir John.181 SIR JOHN Fear no colours. Go with me to dinner. Come, Lieutenant Pistol; come, Bardolph. I shall be sent for soon at night.
84
Enter the Lord Chief Justice and Prince John, with officers LORD CHIEF JUSTICE (to officers)
Go carry Sir John Falstaff to the Fleet. Take all his company along with him. SIR JOHN My lord, my lord!
90
LORD CHIEF JUSTICE
I cannot now speak. I will hear you soon. — Take them away. PISTOL
Si fortuna me tormenta, spero me contenta. Exeunt all but Prince John and Lord Chief Justice PRINCE JOHN
I like this fair proceeding of the King’s. He hath intent his wonted followers Shall all be very well provided for, But all are banished till their conversations Appear more wise and modest to the world. LORD CHIEF JUSTICE And so they are.
95
100
PRINCE JOHN
The King hath called his parliament, my lord.
85. I fear that: così in F; that I fear in Q. F è più efficace nell’anticipare fear no colours “non temete le insegne nemiche”. 2302
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19/10/2017 18:27:36
LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, ATTO V SCENA 5
SHALLOW
Non riesco a vedere come, a meno che non mi diate il vostro corpetto e mi imbottiate di paglia. Vi prego, buon sir John, datemi cinquecento delle mie mille. SIR JOHN
Signore, sarò così onesto come la mia parola. Quello che avete udito non era che una finzione. SHALLOW
Una finzione, temo, che vi sfigurerà fino a morirne300. SIR JOHN
Non temete le insegne nemiche. Venite a pranzo con me. Venite, luogotenente Pistol; vieni Bardolph. Mi manderà a chiamare appena fa notte. Entrano il lord giudice e il principe John, con guardie GIUDICE (alle guardie)
Andate, portate Sir John Falstaff al carcere di Fleet301. Con lui prendete tutti i suoi compagni. SIR JOHN
Mio signore, mio signore – GIUDICE
Ora non posso parlare. Vi sentirò presto. Portateli via. PISTOL
Si fortuna me tormenta, spero me contenta. Escono tutti tranne il principe John e il giudice PRINCIPE JOHN
Mi piace questo comportamento equo del re. Vuole che i suoi compagni di un tempo siano tutti trattati in modo più che sufficiente, ma che siano banditi finché il loro comportamento non si palesi più saggio e dignitoso al mondo. GIUDICE
Così è stato. PRINCIPE JOHN
Il re ha convocato il parlamento, mio signore.
2303
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THE SECOND PART OF HENRY IV, EPILOGUE
LORD CHIEF JUSTICE He hath. PRINCE JOHN
I will lay odds that, ere this year expire, We bear our civil swords and native fire As far as France. I heard a bird so sing, Whose music, to my thinking, pleased the King. Come, will you hence? Exeunt Epilogue
105
Enter Epilogue
EPILOGUE First my fear, then my curtsy, last my speech.
My fear is your displeasure; my curtsy, my duty; and my speech to beg your pardons. If you look for a good speech now, you undo me; for what I have to say is of mine own making, and what indeed I should say will, I doubt, prove mine own marring. But to the purpose, and so to the venture. Be it known to you, as it is very well, I was lately here in the end of a displeasing play, to pray your patience for it, and to promise you a better. I did mean indeed to pay you182 with this; which, if like an ill venture it come unluckily home, I break, and you, my gentle creditors, lose. Here I promised you I would be, and here I commit my body to your mercies. Bate me some, and I will pay you some, and, as most debtors do, promise you infinitely.183 If my tongue cannot entreat you to acquit me, will you command me to use my legs? And yet that were but light payment, to dance out of your debt. But a good conscience will make any possible satisfaction, and so would I. All the gentlewomen here have forgiven184 me; if the gentlemen will not, then the gentlemen do
10. Did mean: così in F; in Q meant. 15. Infinitely: così in F; in Q infinitely: and so I kneel down before you; but indeed, to pray for the Queen. 20. Woulde: così in Q; in F will. 2304
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, EPILOGO
GIUDICE
Infatti PRINCIPE JOHN
Scommetterei che prima che l’anno finisca porteremo in Francia le spade fin qui usate in guerre civili con il nostro fervore nativo. L’ho sentito cantare a un uccellino, la cui musica, a mio parere, al re è piaciuta. Venite, andiamo? Escono Epilogo Entra l’Epilogo302 EPILOGO
Prima il mio timore, poi l’inchino, infine il discorso. Il mio timore è la vostra disapprovazione; l’inchino, il mio dovere; e il discorso è per chiedervi perdono. Se ora vi aspettate un bel discorso, mi rovinate; perché quel che ho da dire è di mia creazione e quel che davvero dovrei dire, temo, sarà il mio fallimento. Ma veniamo al punto, e perciò ai miei sforzi. Sappiate, e lo sapete benissimo, che di recente mi sono trovato qui alla fine di un dramma che non piacque303, per chiedervi pazienza, e prometterne uno migliore. Intendevo davvero ripagarvi con questo; e se anch’esso, come una speculazione sbagliata, non va a buon fine, io faccio fallimento, e così, voi, miei gentili creditori, ci perdete. Vi promisi che sarei stato qui e qui raccomando la mia persona alla vostra misericordia. Date credito di qualcosa, e io qualcosa vi pagherò; e come fanno quasi tutti i debitori, vi prometterò l’infinito. Se la mia lingua non riesce a indurvi ad assolvermi, forse mi ordinerete di usare le gambe? E tuttavia sarebbe un pagamento evanescente, uscire dal debito ballando304. Ma una buona coscienza vuol dare ogni soddisfazione possibile, e così farò io. Tutte le gentildonne qui presenti mi hanno perdonato; se i gentiluomini non lo faran-
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THE SECOND PART OF HENRY IV, EPILOGUE
not agree with the gentlewomen, which was never seen before in such an assembly.185 One word more, I beseech you. If you be not too much cloyed with fat meat, our humble author will continue the story with Sir John in it, and make you merry with fair Catherine of France; where, for anything I know, Falstaff shall die of a sweat — unless already a be killed with your hard opinions. For Oldcastle died a martyr, and this is not the man. My186 tongue is weary; when my legs are too, I will bid you good night, and so kneel down before you — but, indeed,187 to pray for the Queen.
23
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[He dances, then kneels for applause.] Exit
23. Before: così in F; manca in Q. 30. Died a: così in F; in Q died. 32-33. And … Queen: così in F; la frase viene dopo infinitely alla riga 15, vedi sopra. 2306
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, EPILOGO
no, allora i gentiluomini non vanno d’accordo con le gentildonne, cosa che non si vide mai in un simile consesso. Ancora una parola, vi prego. Se non siete troppo sazi di carne grassa, il nostro umile autore continuerà la storia con dentro sir John305 e vi farà divertire con la bella Caterina di Francia; il luogo in cui, per quanto ne so, Falstaff morirà di malattia venerea – a meno che non sia stato già ucciso dai vostri duri giudizi. Perché Oldcastle morì da martire, e questo qui è un altro. La mia lingua è stanca; quando anche le mie gambe lo saranno, vi augurerò buona notte, e mi inginocchierò a voi – ma, invero, per pregare per la regina. [Danza, poi fa la riverenza per gli applausi.] Esce
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THE SECOND PART OF HENRY IV, ADDITIONAL PASSAGES
ADDITIONAL PASSAGES
Along with some substantial additions, Shakespeare probably made a number of short excisions when preparing the finished version of the play. The following, present in the Quarto but entirely or substantially omitted in the later Folio text, are the most significant:
A. AFTER 2.2.22 And God knows whether those that bawl out the ruins of thy linen shall inherit his kingdom — but the midwives say the children are not in the fault, whereupon the world increases, and kindreds are mightily strengthened.
B. AFTER ‘LIQUORS!’, 3.1.52 O, if this were seen, The happiest youth viewing his progress through, What perils past, what crosses to ensue, Would shut the book and sit him down and die.
C. AFTER ‘FAMINE.’, 3.2.309 yet lecherous as a monkey; and the whores called him ‘mandrake’. A came ever in the rearward of the fashion, and sung those tunes to the overscutched hussies that he heard the carmen whistle, and sware they were his fancies or his good-nights.
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LA SECONDA PARTE DI ENRICO IV, AGGIUNTE AL TESTO
AGGIUNTE AL TESTO
Insieme ad aggiunte corpose, Shakespeare fece probabilmente una serie di brevi tagli, quando preparò la versione definitiva del dramma. Le parti seguenti, presenti nel Q, ma omesse per intero o in buona parte, nel successivo F, sono le più significative:
A. Dopo “biancheria d’Olanda”, II, 2, 22 E lo sa Dio, se quelli che piagnucolano dalle rovine della tua biancheria erediteranno il regno dei cieli306 – ma le levatrici sostengono che i bambini non sono da biasimare, per cui il mondo cresce, e le progenie si rafforzano poderosamente.
B. Dopo “liquori”, III, 1, 52 Oh, se questo si vedesse, il giovane più felice, considerando la sua vita, i pericoli superati, le difficoltà che ancora seguiranno, chiuderebbe il libro, si bloccherebbe, per poi morire.
C. Dopo “carestia”, III, 2, 309 eppure lascivo come una scimmia; e le puttane lo chiamavano “mandragola”. Arrivava sempre in ritardo sulla moda, e cantava alle puttane più malconce quei ritornelli osceni che sentiva fischiettare ai carrettieri giurando che fossero opera sua, o sue serenate.
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The Life of Henry V La vita di Enrico V Testo inglese a cura di GARY TAYLOR Nota introduttiva, traduzione e note di FRANCO MARENCO
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Nota introduttiva
Un Giano bifronte, questo Enrico V: da una parte guarda a un orizzonte epico-eroico, e a un protagonista come lo presentavano le fonti ufficiali, “modello di regalità e magnificenza”, “stella d’Inghilterra”, il re conquistatore come pochi e forse nessun altro nella storia della nazione; e dall’altra parte esibisce le contraddizioni su cui si reggeva quella sua altisonante e celebrata carriera: la rivendicazione di una corona straniera propiziata da uno scambio di bassi favori con il clero in patria, in guerra le minacce e i ricatti sanguinari ammantati di caritatevole pietà, la conquista territoriale coniugata con la rapina e lo stupro, la fratellanza fra soldati e comandanti proclamata e poi smentita dal ripudio di vecchi commilitoni, l’arbitrario e inutile massacro di prigionieri, il discorso d’amore confuso con la volontà di potere, ecc.: contrasti troppo evidenti per non suscitare qualche scetticismo sul pur ostentato ed efficace intento celebrativo. “Opaco” ne risulta il personaggio secondo Anne Barton, ovvero un’identità nascosta dietro una serie di “pose regali” dove il ruolo offusca l’uomo, ne priva il carattere di immediatezza e leggibilità: figura non unica nella galleria dei re shakespeariani, se si pensa a Riccardo II e allo stesso padre di Enrico, il quarto di quel nome; un’opacità che finisce per sottrarre risalto al soggetto, e per consegnare il dramma alla dialettica permanente fra lo spirito epico-patriottico proclamato soprattutto dal Coro – personaggio non collettivo ma singolare, mai così presente in Shakespeare – , e i fatti tanto più articolati e polivalenti che costituiscono l’azione, e gli uomini che in essa parlano con accenti diversi. Basteranno alcuni accenni a questa tensione fra discorsi alternativi: il Coro che introduce il secondo atto esalta i propositi bellicosi del re, e 2313
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LA VITA DI ENRICO V
promette distinzione e gloria a tutti i combattenti nell’imminente conflitto: “Ora tutta la gioventù d’Inghilterra s’è infiammata … l’impegno d’onore regna sovrano nel petto di ogni uomo” (II, 0, 1-4). Ma quale non è, dopo tanto avvio, l’anticlimax della scena che segue, una pura parodia dove si infiammano soltanto le gelosie e le rodomontate dei personaggi comici! In una taverna di Eastcheap, sobborgo malfamato di Londra, gli antichi compari di Falstaff si accapigliano per questioni di corna, e non ci risparmiano invettive gravate da pesanti doppi sensi (II, 1, 50-51); ed ecco, poco dopo, il memorabile grido di guerra di Pistol: “la Francia ci aspetta come sanguisughe su un ronzino, ragazzi – e succhia tu che succhio anch’io, da tirar fuori il sangue!” (II, 3, 50-52). Il Coro del terzo atto ritorna sull’immancabile prospettiva di gloria, mentre l’azione presenta un re finalmente sul terreno a lui congeniale, lo scontro cruento – ma insieme a lui i clown nostalgici della loro taverna e meritevoli di una salva di botte per lo scarso impegno nel combattimento (III, 2); poi un nuovo terzetto di non meno comici capitani, che con buffe pronunce regionali rovina sul piano linguistico il senso di nazionale compattezza per il quale era certamente stato inventato. Il Coro del quarto atto promette “un assaggio di Enrico nella notte” (IV, 0, 47), ovvero il suo calarsi da anonimo soldato fra i ranghi in attesa della battaglia, per saggiarne il morale – ma quel che ottiene è soltanto una lite con uno di loro, che nutre dubbi sul diritto del re di muovere quella guerra: “se la causa non è giusta, il re stesso avrà un conto ben salato da saldare” (IV, 1, 133-134). Ce n’è abbastanza per decidere che il carattere epico dei discorsi dei Cori e di Enrico, centro della celebrazione nazionalistica del dramma, non rappresenta quest’opera nel suo complesso. Certo l’alternanza di scene gravi e amene faceva parte del riconosciuto metodo shakespeariano, maturato grazie al decisivo favore del pubblico; e certo quelle premesse “corali” servivano a tenere insieme materiali che le fonti cronachistiche accumulavano in forma neutra e frammentaria, come pure a competere con il successo di un anonimo concorrente agli introiti del botteghino, The Famous Victories of Henry the fifth (1588 ca.). Ma al di là di questi motivi tipici della drammaturgia del tempo la dicotomia rimane: essa è in realtà l’indice dei profondi assestamenti culturali avvenuti nell’ultima fase del regno di Elisabetta I. Si noti intanto che per gli ultimi anni del Cinquecento – il periodo di composizione dell’Enrico V – il dramma storico nazionale si andava rarefacendo. Quel testo conclude la lunga serie 2314
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NOTA INTRODUTTIVA
dedicata ai re inglesi di cui il Bardo, come autore unico o coautore, aveva drammatizzato le gesta e il declino, prima dell’effimera ripresa, a fine carriera, di un Enrico VIII scritto con John Fletcher e sostanzialmente diverso dai precedenti. Pochissimi furono i drammi sulla storia d’Inghilterra prodotti nel nuovo secolo, che trovò più congeniale suggerire paralleli con la storia classica. Come si accenna nell’introduzione generale a questo volume, si andava affievolendo lo spirito bellicoso e di affermazione politico-religiosa che per oltre un decennio aveva regnato negli ambienti della corte e vicini ad essa, sollecitando gli esperimenti epici dei poeti, e ancor più dei teatranti sensibili a quel nucleo di opinione pubblica che andava prendendo corpo negli affollatissimi teatri londinesi. Senza contare che un colpo devastante alla popolarità di un genere esposto come pochi all’interpretazione politica venne assestato proprio in quegli anni critici dal pericoloso coinvolgimento del Riccardo II e della compagnia di Shakespeare addirittura nella preparazione di un colpo di stato (lo abbiamo visto nelle pagine dedicate a quel testo). Lo sconsiderato tentativo di sovversione aveva a capo quel Robert Devereux, conte di Essex, che il quinto Coro dell’Enrico V esaltava come il “generale della nostra beneamata imperatrice”, atteso a Londra al termine di una missione militare in Irlanda “con la ribellione infilzata sulla spada”, e del quale auspicava l’accoglienza con lo stesso tripudio un tempo tributato a Enrico, e prima di lui ancora, a Roma, a “Cesare conquistatore” (V, 0, 30-34). L’imprudenza di un omaggio così sperticato venne archiviata eliminando tutti i discorsi del Coro dalle prime edizioni del testo, poi ricomparsi solo nell’edizione complessiva del 1623, e forse mai recitati sulla scena prima del Settecento. (Non altrettanto rimediabile apparve però la sorte del Riccardo II, che avrebbe dovuto dare il segnale dell’effimera rivolta per cui Essex venne subito giustiziato: come possibili congiurati gli “Uomini del lord ciambellano” passarono un brutto quarto d’ora davanti al consiglio della corona, senza peraltro ricevere le punizioni anche corporali che erano usuali in casi come quello – e anzi essendo ammessi a corte per una recita la sera prima dell’esecuzione del loro avventato mecenate). Va dunque osservato come l’Enrico V si collochi sullo spartiacque fra due momenti della storia dell’Inghilterra, e insieme del dramma storico e della produzione shakespeariana; due momenti che si riflettono nella dicotomia di cui abbiamo parlato: nel celebrare la vocazione eroica del monarca e uomo di guerra quel testo la vincola a vicende per nulla esal2315
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tanti, agli ordinari, antieroici comportamenti dei soldati, agli scenari di decadenza e sconfitta che l’Epilogo evocherà. Data e trasmissione del testo L’indice generalmente adottato per accertare la data di composizione dell’Enrico V è il Coro del quinto atto, con l’incauto atto di ossequio per Essex, che in quella circostanza avrebbe potuto costare alla compagnia la carriera, e anche qualcosa di più (ottiene meno credito la recente ipotesi per cui il “generale” menzionato dal Coro sia invece Charles Blount, successore di Essex in quella spedizione, e che il Coro stesso sia stato interpolato più tardi). Essex, molto popolare per passate imprese contro gli spagnoli e ultimo fra i tanti favoriti di Elisabetta, era partito per una spedizione militare in Irlanda nel marzo del 1599, e ne era tornato – con nulla in mano, salvo il discredito e la collera della regina – alla fine di settembre dello stesso anno. La composizione del dramma ha dunque quest’ultima come data ad quem, perché dopo di allora quell’ossequio non aveva più ragione di essere. Il 1599 è dunque generalmente assunto come l’anno di composizione, o di continuazione nella composizione del dramma, che ebbe una prima edizione in-quarto nel 1600 (Q 1), senza la presenza del Coro, senza divisioni in atti e scene, e con un testo abbreviato dove è evidente l’impronta della ricostruzione mnemonica da parte di due attori. Questo testo parziale sarebbe servito alle prime rappresentazioni di cui parlava il titolo THE CHRONICLE / History of Henry the fift, /with his battell fought at Agin Court / in France. Togither with Auncient / Pistoll / As it hath bene sundry times playd by the Right honorable / the Lord Chamberlain his seruants (si noti il pari rilievo dato alla figura del re e a quella del clown Pistol, che effettivamente rispecchia comicamente il comportamento del sovrano in più di un’occasione). L’in-quarto ebbe altre due edizioni, nel 1602 (Q 2) e 1619 (Q 3), la prima sostanzialmente identica a Q 1, la seconda con modifiche non autorevoli. Più corretto e completo sarà l’in-folio del 1623 (F), che prove interne dimostrano derivato dal manoscritto dell’autore, con scarsi emendamenti ripresi da Q 3, senza le imprecazioni blasfeme presenti in Q 1 e Q 2. La nostra edizione, seguendo quella a cura di Gary Taylor del 1982 e ripresa in The Oxford Shakespeare del 2005, riproduce il testo dell’in-folio del 1623 con interpolazione da Q 1-2, più vicini alle esigenze di recitazione. Diverso è il criterio seguito da Rory Loughnane, la curatrice del dram2316
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NOTA INTRODUTTIVA
ma per The New Oxford Shakespeare (2017): il testo resta costantemente quello dell’in-folio, senza tener conto di Q 1-2. La maggiore distanza fra le due edizioni occorre in II, 2 e specialmente in IV, 5, per la diversa attribuzione dei ruoli di Clarence, Warwick e Bourbon, con il Delfino che in Taylor scompare dalla scena della battaglia (a ciò istruito dal padre), e in Loughnane ritorna sul campo di Azincourt. Le fonti e i loro generi La seconda tetralogia dei drammi shakespeariani sulla storia inglese ha come prima fonte la Cronaca di Raphael Holinshed, intitolata Chronicles of England, Scotland and Ireland, pubblicata nel 1577 e dieci anni dopo in edizione ampliata, quest’ultima seguita da Shakespeare. Un’altra fonte importante è la cronaca di Edward Hall, The Union of the Two Noble and Illustre Families of Lancaster and York, pubblicata nel 1548 e, ampliata, nel 1550. Per molti versi gli eventi riportati sono gli stessi, ma Holinshed tende a condensare dove Hall amplifica, e le motivazioni assegnate dal primo ai principali attori storici sono meno diffuse e soprattutto meno sentenziose ed eticamente orientate di quelle assegnate dal secondo – ovvero, in Hall agisce ancora lo schema provvidenziale del processo storico, con la pace dei due casati mortalmente nemici ottenuta dall’intervento di Enrico VII – il Richmond del Riccardo III – mentre Holinshed, più pragmatico, limita esposizione e commento alle questioni fattuali, ciò che Shakespeare sicuramente preferisce, per l’agio che gli dà di manipolare il materiale secondo il suo disegno compositivo. Altri testi richiamarono la sua attenzione, fra cui un drammone coevo, il citato Famous Victories, disordinato ma influente in alcuni passaggi, in particolare comici; e un poema in ottava rima di Samuel Daniel, The First Four Books of the Civil Wars (1595) sulla Guerra delle due rose. E una menzione va fatta non per un testo specifico, ma per una tradizione narrativa e drammaturgica detta della comical history, in cui il re, sotto mentite spoglie, conversa coi suoi sudditi sulla loro e sulla propria condizione: Shakespeare la visiterà ancora in Misura per misura (1603-1604). La vicenda È questa una rubrica problematica, che deve limitarsi a ciò che sta in superficie, ignorando i vari livelli di spessore, profondità e bisticcio interno che il testo palesa. Si incomincia seguendo da vicino la cronaca 2317
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di Holinshed, con l’antefatto della guerra di conquista in Francia: antefatto che non riguarda la legittimità del progetto – quella verrà in un secondo momento (I, 2) – ma che informa come l’impresa si adatti agli interessi della chiesa. L’arcivescovo di Canterbury e il vescovo di Ely, potenti prelati, temono che sia applicata una delle tante leggi formulate in passato per ridurre o tassare i possedimenti e le ricchezze del clero, ed ecco il baratto che Holinshed chiama sharp invention, “scaltra invenzione”: l’abbandono di ogni restrizione per la chiesa in cambio del finanziamento della guerra in Francia (I, 1, 80-82). Enrico ha così via libera per l’invasione, non prima che Canterbury gli abbia esposto in una intricatissima dissertazione i suoi pretesi diritti alla corona francese (I, 2). Non si parla delle basi morali per ricorrere alle armi, ma di prerogative dinastiche, e della miracolosa conversione di Enrico da quel ragazzo scapestrato e un po’ delinquente che era il principe Hal nei due drammi dedicati al suo predecessore, a pater patriae sommamente saggio e raffi nato, i cui flautati accenti fanno di una “terribile battaglia un pezzo musicale” (I, 1, 45: forte la tentazione di cogliere un riflesso satirico in quei troppo entusiastici versi). A sfruttare certi suoi compromettenti precedenti ci pensa però il Delfino di Francia, che gli manda degli ambasciatori con un dono beffardo, un canestro di palle da tennis: continui pure il giovane re a giocare e divertirsi, e si scordi delle terre e della corona francese. Enrico restituisce l’affronto da par suo: a quelle spiritose palle da tennis lui risponderà con grevi palle di cannone, che faranno piangere migliaia di famiglie (I, 2). Segue un intermezzo con personaggi comici: in una taverna malfamata di Eastcheap il residuo della compagnia di Falstaff è in procinto di imbarcarsi per la guerra, e il loro vecchio capo in procinto di morire (II, 1 e II, 3: intanto l’eroe comico sopravviveva nelle repliche di una commedia fatta apposta per ridere di lui e con lui, Le allegre comari di Windsor, già in cartellone da un anno). Ora la scena si oscura: viene scoperto un complotto di origine dinastica per uccidere il re, e i congiurati vengono condannati (II, 2). In Francia la corte non trova di meglio che disputare sulle reali doti di Enrico, e ammutolisce quando il suo ambasciatore, Exeter, ne annuncia lo sbarco davanti a Harfleur (II, 4). L’assedio alla città portuale produce un forte chiaroscuro, con Enrico che sprona i suoi uomini a “imitare la condotta della tigre” (III, 1) e i clown poco propensi a farlo (III, 2), mentre altri personaggi comici intervengono a disputare buffamente di 2318
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tattiche guerresche; Enrico ricatta il governatore della città: la scelta che gli lascia è fra la capitolazione e “le azioni feroci legate al saccheggio e alla devastazione” (III, 3, 91-92, 99-100). Previdente, la principessa di Francia Catherine prende una lezione di inglese, e inorridisce – con una strizzata d’occhi al pubblico – agli equivoci osceni che sorgono miscelando le due lingue (III, 4). Si alternano i due campi in armi: i francesi, in numero altamente superiore, si sentono la vittoria in tasca (III, 5) e si apostrofano l’un l’altro con futili spacconerie e malevole rivalità (III, 7; IV, 2), mentre i britannici – gallesi, scozzesi e irlandesi che combattono insieme agli inglesi, ciascuno caratterizzato da un suo parodico idioma – sono compatti, ancorché stremati (III, 6). Siamo ormai alla notte che precede la battaglia, e alla famosa scena in cui Enrico in incognito saggia il morale dei soldati. Costoro alternano segni di fedeltà e di scetticismo verso la causa regale; ma in tutti prevale il senso di essere “naufraghi su una secca, che aspettano di essere spazzati via dalla prossima marea” (IV, 1, 97-98). Enrico rifiuta di essere il solo imputabile per le morti che li attendono, sostiene la causa della “guerra giusta”, in un soliloquio cerca un riscatto dall’esteriorità del ruolo (il corpo politico del sovrano) che non rispetta l’uomo (il suo corpo privato), e lamenta la “dura condizione” del re che si danna per mantenere la pace “che avvantaggia il contadino” (263-281). Così sbilanciato, il colloquio notturno finisce con lo scambio di un guanto di sfida con un soldato: il conto sarà regolato alla fine delle ostilità, se mai i due sfidanti saranno ancora vivi. In battaglia il rapporto fra le forze francesi e quelle inglesi è di cinque a uno, ma Enrico rincuora i suoi – “noi pochi, noi rari eletti, noi tutti quanti fratelli” (IV, 3, 60) – e rifiuta l’ennesima richiesta di arrendersi. (Il verso we few, we happy few, we band of brothers, resterà scolpito nel marmo dell’orgoglio nazionalistico inglese; e l’autore trascura – con una scelta molto discussa – le mosse strategiche che resero memorabile quella battaglia, in primo luogo le palizzate costruite per impedire i movimenti della cavalleria francese, e la micidiale efficacia dell’arco lungo inglese). Nel pieno dello scontro la stridente parentesi comica di Pistol che terrorizza un prigioniero (IV, 4), la disperazione dei generali francesi per la sconfitta che si profi la disastrosa (IV, 5), la notizia che gli inglesi hanno subito perdite dolorose, l’ordine di Enrico di uccidere i prigionieri (IV, 6), l’omaggio dei suoi capitani in un intermezzo farsesco (IV, 7), la ricomparsa del soldato che senza riconoscere il re lo ha sfidato 2319
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a duello, e le sue scuse molto onorevolmente sostenute. Il quinto atto si apre con il litigio fra i capitani e Pistol, che ne esce sconfitto e avvilito (V, 1); poi la scena si sposta dal campo di battaglia alla corte di Francia che accoglie il vincitore: Enrico sembra meno interessato alle conquiste territoriali che alla mano di Catherine, e l’ottiene con un massimo di ruffianesco – ed eroticamente surriscaldato – compiacimento da parte del duca di Borgogna, ed un minimo di virginale ritrosia da parte di Catherine. La proposta di matrimonio di Enrico è diretta e perentoria: “Se sarai mia, Kate, la mia conquista sarà di prepotenza, e tu dovrai dimostrare di essere una buona fattrice di soldati” (V, 2, 168-169, 200-205). L’Epilogo provvede intanto a ricordarci che il “ragazzo mezzo inglese e mezzo francese” che nascerà da quel matrimonio sarà Enrico VI, e il suo regno all’origine della perdita della Francia e di molto sangue versato in patria, per la guerra che si chiamerà delle due Rose. Prospettive critiche Essendo la Storia una materia essenzialmente politica, e il dramma un genere essenzialmente estetico, era inevitabile che nella storia critica dell’Enrico V il metro politico e il metro estetico si disputassero ogni minimo spazio di interpretazione, ovviamente sovrapponendosi spesso. Così è stato dagli inizi fino ad oggi: di tutte le storie shakespeariane questa è l’unica che si presta a celebrare l’apoteosi di un re vittorioso, ma accanto alla glorificazione c’è pur sempre il testo teatrale, nelle mani di Shakespeare oggetto plurivoco, le cui sfaccettature impediscono un’unica linea di interpretazione (una qualità che alcuni critici più vicini a noi razionalizzano parlando di due trame alternative, una “ufficiale” per la lettura in superficie, e una “segreta” per la lettura in profondità: cfr. Gurr 1992, 2005); si pensi, per esempio, ai momenti comici dell’azione – che lo spettatore moderno tende a giudicare di contorno, mentre invece stanno al centro della pratica teatrale shakespeariana – in cui sovrano e soldato semplice (Pistol in primo luogo) si specchiano l’uno nell’altro, e in modo radicalmente diverso da quello teorizzato dal re stesso – “noi tutti fratelli!” – che resta perciò esposto all’accusa di ipocrisia. Il (pre)giudizio politico e il (pre)giudizio estetico rimangono concorrenti lungo tutta la nostra storia. Alla preponderanza del primo vanno senz’altro assegnati i primi tre secoli della ricezione del testo. Nulla si sa delle già “diverse”, cioè numerose, rappresentazioni annunciate nel titolo del 2320
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primo in-quarto del 1600; si sa invece che l’opera venne resuscitata durante i periodi di tensione e di conflitto che opposero l’Inghilterra alla Francia durante il Settecento. A stabilire un modello critico duraturo fu il dittatore dei circoli letterari londinesi, il dott. Johnson, per il quale “pieno onore poetico” andava riconosciuto al dramma “dai lettori dotati di senso comune e non corrotti da pregiudizi letterari [!]” (1781). Un’avvisaglia di valutazione estetica, peraltro di marca germanica perché derivata da A. W. Schlegel, si ha con William Hazlitt, che da buon pacifista non risparmia l’Enrico guerriero: “non sapendo come governare il suo regno decise di far guerra ai suoi vicini”, ma nel contempo si chiede “perché dunque ci attrae?”, rispondendosi con un malizioso “ci attrae il dramma, che ne fa un mostro molto affabile in uno splendido corteo, come ci possono attrarre la pantera o il leone quando li vediamo in gabbia” (1817). Nessun ragionato criterio avrebbe invece salvato Enrico dal dilagare della retorica nazionalista nell’età d’oro dell’imperialismo britannico: il popolarissimo Edward Dowden attribuiva al protagonista “coraggio, integrità, giustizia inflessibile, calore umano da vero inglese, modestia, amore della semplicità piuttosto che dell’ostentazione, temperamento gioioso, l’efficiente pietà dell’inglese medio” (1875) – mentre, sul versante opposto, si arrabbiava l’irlandese G. B. Shaw: “Veramente non possiamo perdonare a Shakespeare di averci fatto trangugiare un simile campione di sciovinismo. … Il suo vero ritratto, per niente raro nella società inglese, è quello di un giovane filisteo che eredita una posizione elevata e autorevole, ma che starebbe meglio in quella di guardiacaccia o di bovaro” (1896); più temperato l’atteggiamento di A. C. Bradley, irritato da Enrico e dai “suoi ipocriti politicanti, laici e clericali insieme” per il ripudio di Falstaff, interprete dell’anima popolare (1909). E non si fermano qui le letture politiche: per Gerald Gould, che scrive all’indomani della prima guerra mondiale, il dramma è “una satira contro la monarchia, l’imperialismo e le più basse varietà di patriottismo” (1919), mentre per G. Wilson Knight, che scrive alla vigilia della seconda guerra con accenti già da Brexit, si tratta di “una fusione fra la fede cristiana e l’eroismo marziale”, scritta dal “profeta nazionale… dell’animo regale dell’Inghilterra” (1940) . Gli studi fin qui citati sono parte di una lunga e fortunata tradizione di saggistica popolare, lontana dalla ricerca accademica e dotata di un vasto pubblico di cui esprimeva gli umori, donde il suo stile impressionistico 2321
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e casuale, lontano da preoccupazioni scientifiche. Un diverso carattere hanno gli studi accademici che crescono prodigiosamente lungo tutto il Novecento, e che inaugurano ricerche rigorose e metodi coerenti. Fra gli anni ’30 e ’60 un nutrito gruppo di studiosi (fra cui E. E. Stoll 1930, Lily Campbell 1947, Irving Ribner 1957) si affida alla storia delle idee per inserire l’opera nelle correnti ideologiche del tempo, devote alla monarchia Tudor. Monumento di questa tendenza è l’opera di E. M. W. Tillyard, per il quale l’intera sequenza dei drammi storici esprime una visione non solo unitaria, ma anche “fondamentalmente religiosa, che colloca l’evoluzione degli eventi sotto la legge di giustizia e la regola della Provvidenza divina, e che ha il suo culmine nell’età elisabettiana”. L’Enrico V resta però ai margini del grandioso disegno, perché dispersivo: si fa luce una nuova sensibilità per la “costruzione” del dramma, cioè per la sua forma (1944). È interessante che Tillyard distingua fra lo Shakespeare artista e lo Shakespeare “ideologo”, segno che si andava oscurando il secondo a vantaggio del primo, sotto la pressione di questioni squisitamente letterarie che sarebbero state presto dominanti: trionfava la funzione del lettore contro quelle dello spettatore e del regista, che solo attori e registi erano chiamati a tenere presenti. Negli anni a cavallo della guerra si fanno strada criteri come l’unitarietà dell’opera d’arte e la sua essenza poetica, in qualunque genere sia composta: due cardini, questi, del new criticism presto egemone sulle due sponde dell’Atlantico, che astraeva testi come il nostro dalla loro tradizione critica, e ancora di più dal loro momento storico, come dimostra lo spostamento dell’interesse dall’“ortodossia Tudor”ai “valori artistici”, unici a contare per molti fra cui Wilbur Sanders (1968), Robert Ornstein (1972), C. G. Thayer (1983). La qualità poetica, piuttosto che drammaturgica, resta al centro degli studi nell’immediato dopoguerra: alcuni critici analizzano la struttura ironica dei testi, pur mantenendo in piedi il riferimento ideologico alla monarchia (Derek Traversi 1957, A. P. Rossiter 1957 – post. 1989, M. M. Reese 1961); per H. C. Goddard invece l’ironia regna sovrana, fino a distruggere qualsiasi senso lirico o epico (1951). Era dunque già attivo il seme dei significati instabili, lascito della teoria dell’”ambiguità” del linguaggio poetico: ancora a difesa dell’unità “epica” si schiera uno studio di J. L. Calderwood sugli aspetti metadrammatici (1979), mentre D. S. Kastan avverte in quei drammi “la trasformazione della storia in mito patriottico” (1982). Ma metteva fine alla ricerca di una coerenza 2322
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complessiva un saggio di Norman Rabkin: “nell’Enrico V Shakespeare crea un’opera il cui supremo potere sta precisamente nel guardare in due direzioni opposte, sfidandoci a scegliere una delle due opposte interpretazioni possibili” (1977). È una posizione influente, che Alexander Leggatt riprende quasi verbatim: “Shakespeare squaderna davanti a noi il materiale [storico] conservandone intatte le contraddizioni, e invitandoci a farne ciò che vogliamo” (1988). Un tardo prodotto del formalismo di questi anni sono gli studi di Graham Holderness, in cui risulta primaria la dialettica estetica/politica: nell’Enrico V “gli artifici estetici… indeboliscono l’ideologia tradizionalista e ufficiale del dramma”; lo studioso analizza anche le strategie di elisione e inclusione attive nel rapporto fra fonti e drammi storici; l’idea di una visione coerente e di una sequenza unitaria viene rifiutata a favore di figure strutturali come il “circolo”, l’”intersezione”, l’“inversione… caratteristiche del modo in cui questi drammi immaginano la storia” (1988, 1992, 2000, 2004). Dopo aver toccato con la “nuova critica” il punto estremo dell’indagine estetica, il pendolo era pronto a oscillare verso l’estremo opposto nel nostro schema, quello storico-culturale, ormai legato all’antropologia con l’apporto dell’analisi del linguaggio. Dagli anni ’70 prende piede una scuola “neostorica” o di “materialismo culturale” per cui la “storia” è il prodotto di una costruzione ideologica selettiva, determinata dal continuo scambio fra passato e presente, in cui tutti i “testi”, letterari e non, contribuiscono a definire un dato ambiente culturale, le sue tensioni ideali, i suoi conflitti sociali. Concordano allora Jonathan Dollimore e Alan Sinfield (inglesi) con Stephen Greenblatt (americano) nell’insistere sulle contraddizioni dell’Enrico V: i primi due ricostruiscono una posizione ideologica complessa, per cui “la paura di un’ingannevole obbedienza viene a mascherare un reale antagonismo fra sudditi e sovrano”, che apre inattesi spiragli alla voce popolare, prodromi di rivolta (1985); il secondo addita la denuncia “di ogni sfumatura di ipocrisia, crudeltà e malafede del re … nel contesto di una celebrazione e di un panegirico collettivo”, ma esita di fronte a un preteso sovversivismo (1988): è questo un caposaldo teorico del neostoricismo, per cui la polemica nei confronti di un sistema politico utilizza inevitabilmente gli strumenti che a quel sistema servono per imporsi, e in tal modo contribuisce a perpetuarlo. Ancora sulle contraddizioni, Annabel Patterson le riconduce al confronto fra le due versioni del testo sopravvissute (l’in-quarto e l’in-folio), la pri2323
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ma espressiva di un “più semplice patriottismo”, la seconda più problematica e articolata, riconducibile all’eclettismo politico delle varie fonti utilizzate dall’autore (1989, 1994). In tale prospettiva vanno annoverati gli studi sull’incidenza del testo sulla vicenda della ribellione di Essex e sui rapporti fra questi rivolgimenti politici e le dottrine dei pensatori continentali (Grady 2002, Mayer 2006). Più avanti la ricerca si sarebbe spinta oltre i vari storicismi, per concentrarsi sugli aspetti antropologici, linguistici e performativi del testo. Il concetto di “polifonia” elaborato dal russo Michail Bachtin viene adottato da Phyllis Rackin per spiegare come, in un momento di transizione, lo scontro di voci e ideologie rivali assuma la forma tipica del dramma (1990); un altro strumento di fattura bachtiniana, l’eteroglossia – ovvero l’integrazione nello stesso testo di diversi dialetti, stili, lingue, discorsi – serve a Karen Newman per scoprire come Enrico “anglicizzi l’altro” – “altri” essendo i capitani di regioni ancora non sottomesse, e con loro la principessa francese (1991); e serve a Paola Pugliatti per ravvisare diverse “forme di resistenza all’integrazione culturale” che si contrappongono alle pretese unificanti dell’autorità centrale; mentre la trama comica in cui compaiono resta deludente rispetto alla forza carnevalesca delle storie del passato (1993, 1996). Nel nuovo secolo, la battaglia per la normalizzazione della lingua nel Cinquecento viene evocata in un ampio studio di Dermot Cavanagh sul valore politico della diversità linguistica contro i tentativi di imporre “dall’alto” uno standard comune: nell’Enrico V l’inglese del re viene contestato “dal basso” (2004, 2006). La questione dell’instabilità dei testi sopravvissuti viene affrontata da Andrew Hadfield modificando l’ipotesi di Patterson: dell’Enrico V esistevano copioni per la lettura – dove trapela una critica radicale della monarchia – ed esemplari a stampa, abbreviati e politicamente cauti (2003); Lukas Erne nota invece come gli in-quarto fossero concepiti fin dal principio per un nuovo mercato di lettori, e le recite si valessero di testi accorciati dalla compagnia (2003), un’ipotesi che Andrew Gurr complica con la consapevolezza dell’autore che il suo originale non sarebbe stato recitato (2005); in un importante studio, Brian Walsh valorizza la performance scenica di eventi storici: “di tutti i tipi di storia, solo quella recitata fornisce l’illusione di un contatto sensuale con il passato, grazie ai corpi che si muovono e parlano sulla scena”, e discute il contributo specifico di Shakespeare al teatro storico 2324
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del tempo (2009); fra gli altri temi bene rappresentati di recente ricordiamo quello della lunga diatriba sulla “guerra giusta” che Paola Pugliatti studia dai padri della chiesa fino a Shakespeare e oltre (2010); quello degli echi biblici nel teatro rinascimentale inglese (Streete e altri 2012), e quello degli usi della memoria nelle Storie (Baldo 2013). Si è ipotizzato in apertura come l’Enrico V possa rappresentare uno spartiacque fra due momenti della produzione di Shakespeare, oltre che del dramma storico elisabettiano e della stessa storia d’Inghilterra. Come abbiamo visto, l’anno di composizione, il 1599, vide Essex fallire in Irlanda e accingersi a un’insurrezione che era l’ultima spiaggia per i nostalgici del feudalesimo; vide una figura come quella, popolarissimo simbolo di un intenso nazionalismo e di un incipiente imperialismo, cadere tragicamente per troppa ambizione; vide la circolazione dei primi testi col nome di Shakespeare, ma anche il suo abbandono della storia inglese per dedicarsi alla storia romana: a contendersi l’onore di avere inaugurato il Globe Theatre furono infatti l’Enrico V e il Giulio Cesare; sarebbe iniziata così la stagione delle grandi tragedie e tragicommedie, e continuata quella di non meno grandi commedie: si può dire che l’epilogo dell’ultima storia segnasse anche l’epilogo della lunga età elisabettiana. E per esprimere questo senso di sospensione e discrimine fra due età, se non fra due diversi mondi ideali, non potremmo trovare di meglio che l’Epilogo dell’Enrico V, al quale è necessario rimandare, soprattutto ai versi 1-14. Essi ci offrono il tracciato da un trionfo a una disfatta, quest’ultima già ampiamente documentata da Shakespeare nei tre drammi (1590-1592) dedicati alla figura e al regno del successore di Enrico. Quella grande vittoria del 1415 non aveva fruttato altro che nuove crudeltà, nuovi lutti e nuove perdite: non un presagio felice alle soglie di un Seicento già prodigo di nuovi problemi e scontri sanguinosi. Ma la disfatta non è soltanto materia di contemplazione storiografica: essa sembra riguardare anche la figura e il mestiere dell’”umile” autore, la sua “penna rozza e del tutto inadeguata”, in crisi fin dall’inizio del dramma, e bisognosa di “perdono” per avere “osato rappresentare su questo indegno tavolato un tanto nobile argomento” (Coro I, 8-12)… Senza dubbio un caso di falsa modestia del tutto in linea con il costume editoriale del tempo, una convenzionale sprezzatura e un omaggio agli aristocratici presenti nel pubblico, certo sospettosi verso il tentativo di 2325
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tradurre in povero spettacolo il carattere e le imprese di uno dei loro simboli più riveriti, e forse non meglio trattati da questo storico improvvisato, questa “nullità di fronte a un grande resoconto”, che ha la pretesa di trattare cose più grandi di lui, ed al quale non resta che sognare l’impossibile: “Oh, avere un regno per palcoscenico, e principi per attori e monarchi per spettatori di un dramma grandioso!” (Coro I, 1-4). Eppure i discorsi del Coro, presi nel loro complesso, non si limitano a un’ammissione di sprovvedutezza, né di spaesamento di classe. C’è anche in essi, più evidente che in qualsiasi altra dichiarazione di poetica dell’autore, il problema del rapporto fra l’esecuzione e la ricezione dell’opera d’arte – ovvero, il problema di quanto il drammaturgo possa ricavare dalle cronache per rendere efficacemente un’azione del passato – : una tale operazione, ci dice il Coro, non può compiersi senza la partecipazione attiva degli spettatori, e specialmente della loro fantasia, che deve librarsi all’unisono con la fantasia dell’autore, rinnovando la verità di quei fatali momenti. Come scriveva Sidney, lo storico-cronista, è “obbligato alla verità da un mondo di sciocchi” (An Apology for Poetry, 1583, post. 1595), mentre all’artista e al suo pubblico è demandato un compito superiore e comune, quello di superare questi intralci e raggiungere una verità moralmente persuasiva. Artista e pubblico diventano allora una cosa sola nel districarsi dai cascami della vita, e conciliare così la sua dura verità con la duttile, fragile, multifocale trama della rappresentazione. Questo scriveva Shakespeare alla fine del Cinquecento e alla vigilia dell’Amleto, che conferirà alla finzione teatrale l’unico accertamento possibile della verità, per quanto sconvolgente essa sia: “il teatro è la cosa giusta…” (II, 2, 606-607), addirittura in senso anche ordalicogiudiziario. La fortuna sulle scene e sullo schermo Ragionando da registi, potremmo dire che questi drammi, per la loro “storicità”, godono di un vantaggio – o patiscono uno svantaggio – rispetto agli altri: nel triangolo fra la scena medievale che rappresentano, la scena rinascimentale per cui sono stato composti, e la scena moderna cui noi assistiamo, la loro ambientazione pretende un certo contenimento dell’anacronismo e della libertà di invenzione. Se ci sono piaciuti il Sogno acrobatico-circense di Peter Brook (1970), lo Shylock vittoriano di Jonathan Miller (1970), o Misura per misura ambientato nella Russia di 2326
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Putin da Declan Donnellan (2016), meno ci piacciono un Riccardo III, un Enrico V e i tre Enrico VI senza spade, armature, elmi, basilischi, orgoglio nazionalistico, insomma senza gli strumenti più letali della guerra. O meglio, quei drammi ci possono piacere anche senza spade e armature, ma vogliamo al loro posto qualcosa di affine, che magari ne amplifichi gli effetti: la scelta non è difficile fra fucili, mitra, cannoni e tutto l’armamentario offerto oggi dall’industria bellica. In sintesi, la rappresentazione della guerra sempiterna rovina dell’umanità non ha bisogno di spingersi molto in là con la fantasia: si può fermare alle più “naturali” operazioni della metafora. È un metaforismo molto controllato che rende plausibile l’ambientazione del nostro dramma ai tempi della prima guerra del Golfo proposta da Edward Hall per la Royal Shakespeare Company a Stratford (2001), o a quelli della seconda guerra proposta da Nicholas Hytner per il National Theatre (2003), ringraziando però la sorte che a nessuno sia ancora venuto in mente di fare di Enrico un George W. sulla portaerei con l’espressione smarrita e insolente (che veramente aveva) di un bullo di quartiere capitato lì per caso. Abbiamo classificato come “falsa modestia” l’autocritica che Shakespeare affida al primo Coro (11-12) in merito al divario fra la grandiosità della vicenda e i mezzi a disposizione per inscenarla. Ma si noti con quale maliziosa eleganza viene presentato questo dubbio, preceduto com’è dall’evocazione minacciosa del re vincitore su quei campi sconfinati: “Ecco il bellicoso Enrico… e alle sue calcagna, come cani alla catena, prostrarsi a cercare impiego la carestia, la spada, il fuoco” (5-8). Per quanto ristretta, la piccola arena di un teatro elisabettiano saprà evocare l’enormità della guerra, quando vi risuoneranno le parole che servono a esprimerla. Quei “cani alla catena” sono fantasmi che hanno conosciuto dall’inizio dei tempi, una dopo l’altra, tutte le generazioni precedenti a noi, e che a noi si sono presentati per ora solo come sconvolgenti, assillanti echi o profezie. Resta allora il problema della messinscena: “Immaginate che la cinta di queste mura racchiuda ora due possenti monarchie…” (19-20). Gli appelli del Coro perché lo spettatore produca da sé, nella propria mente, le immagini che il testo suggerisce appartengono a una cultura che non è più la nostra: li rendono inessenziali i cambi di scena del teatro moderno, i primi piani e i campi lunghi della fotografia, i piani-sequenza del cinema. Furono i registi settecenteschi i primi a rendersi conto di una certa obsolescenza dei Cori: li eliminò David Garrick alla metà del secolo, e 2327
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così fece John Philip Kemble fino ai primi dell’Ottocento; li resuscitò invece William C. Macready negli anni ’30, in uno spettacolo provvisto dei fondali di un pittore di marine, Clarkson F. Stanfield. Ancora dotate di scenografie sontuose le regie di Charles Kean negli anni ’50, con i testi molto tagliati per permettere i cambi di scena necessari alla spettacolarizzazione della “storia”, naturalmente sempre in chiave epico-eroica; si combatté allora la battaglia di Azincourt con l’accompagnamento delle marce militari, e la gloria degli eserciti di sua maestà venne attualizzata nelle note di regia. Venne anche ritoccato il testo dei Cori, per esempio da Samuel Phelps nel 1852, perché si accordasse con allestimenti sempre più grandiosi. Solo dall’inizio del Novecento, grazie all’assidua opera “filologica” di William Poel, testo e recitazione furono anteposti alla spettacolarità della messinscena, pur con il controcanto di chi, come Beerbohm Tree, legittimava l’uso di tutte le risorse del teatro moderno perché così avrebbe fatto l’autore se le avesse avute a disposizione. Una svolta decisiva intervenne con il notevole fi lm diretto e interpretato da Laurence Olivier (1944, ripresa dell’allestimento del 1937 all’Old Vic), e ovviamente influenzato dagli eventi della seconda guerra mondiale. Ne scaturì una certa riflessività nel protagonista, che preludeva all’attenuazione del carattere esclusivamente guerriero delle regie tradizionali, e che apriva le porte al ritorno in piena evidenza del Coro, come nelle produzioni di Terry Hands (1975) e di Adrian Noble (1984), e alla proiezione di Enrico come un attore che cerca di adeguarsi all’ideale di regalità senza possederne le qualità innate, o come un manovratore cinico e incallito, per cui molto contavano le scene in cui abbandona i vecchi compagni di avventure. Di grande successo internazionale il film di Kenneth Branagh (1989), che presentava il Coro come un radiocronista moderno, ma l’azione negli abiti medievali, e riduceva del tutto la comicità dei personaggi minori. Il futuro dell’Enrico V sembra riassumibile nel DVD della serie The Hollow Crown degli Universal Studios con la regia di Thea Sharrock (2013), ridotto alla pura e semplice azione, e debitore di Branagh per la crudezza delle scene di battaglia. In Italia i discorsi di Enrico vengono usati per “motivare” alle loro “battaglie” atleti e dirigenti d’azienda (cfr. lo spettacolo Questione di Leadership montato a Mantova il 26 settembre 2015). FRANCO MARENCO 2328
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THE LIFE OF HENRY V THE PERSONS OF THE PLAY
CHORUS
Captain MACMORRIS, an Irishman
KING HARRY V of England, claimant to the French throne Duke of GLOUCESTER his brothers Duke of CLARENCE Duke of EXETER, his uncle Duke of YORK SALISBURY WESTMORLAND WARWICK
Captain JAMY, a Scot
}
Archbishop of CANTERBURY Bishop of ELY Richard, Earl of CAMBRIDGE Henry, Lord SCROPE of Masham Sir Thomas GREY
}
}
traitors
PISTOL formerly Falstaff’s NIM companions BARDOLPH BOY, formerly Falstaff’s page HOSTESS, formerly Mistress Quickly, now Pistol’s wife Captain GOWER, an Englishman Captain FLUELLEN, a Welshman
Sir Thomas ERPINGHAM John BATES Alexander COURT Michael WILLIAMS HERALD
}
English soldiers
KING CHARLES VI of France ISABEL, his wife and queen The DAUPHIN, their son and heir CATHERINE, their daughter ALICE, an old gentlewoman The CONSTABLE of France Duke of BOURBON Duke of ORLÉANS Duke of BERRI Lord RAMBURES Lord GRANDPRÉ
}
French noblemen at Agincourt
Duke of BURGUNDY MONTJOY, the French Herald GOVERNOR of Harfleur French AMBASSADORS to England
SIGLE Q1: il primo in-quarto (1600); Q2: il secondo in-quarto (1602); Q3: ristampa di Q2 (1619). F: l’in-folio (1623). L’Enrico V comparve il 4 agosto 1600 nello Stationers’ Register, il registro delle pubblicazioni proposte per la stampa alla corporazione dei librai, in un elenco di opere “da bloccare”; venne però ripresentato, e registrato il 14 agosto con l’accenno a un’edizione precedente, probabilmente il primo in-quarto (Q1), del 1600. Per le notevoli lacune, Q1 appare ricostruito a
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LA VITA DI ENRICO V PERSONAGGI
IL CORO1
Capitano MACMORRIS, un irlandese
RE HARRY (ENRICO)2 V d’Inghilterra, pretendente al trono di Francia Duca di GLOUCESTER fratelli del re Duca di CLARENCE Duca di EXETER, suo zio Duca di YORK SALISBURY WESTMORLAND WARWICK
Capitano JAMY, uno scozzese
}
Arcivescovo di CANTERBURY Vescovo di ELY Richard, conte di CAMBRIDGE Henry, lord SCROPE di Masham Sir Thomas GREY
}
}
traditori
PISTOL già sodali di Falstaff NIM BARDOLPH RAGAZZO, già paggio di Falstaff OSTESSA, già nota come madama Quickly, ora moglie di Pistol Capitano GOWER, un inglese Capitano FLUELLEN, un gallese
Sir Thomas ERPINGHAM John BATES Alexander COURT Michael WILLIAMS ARALDO
}
soldati inglesi
RE CARLO VI di Francia ISABELLA sua moglie, regina. Il DELFINO, loro figlio ed erede CATHERINE, loro figlia ALICE, un’anziana dama di corte Il CONESTABILE3 di Francia Duca di BORBONE Duca di ORLEANS Duca di BERRY4 Lord RAMBURES Lord GRANDPRÉ
}
nobili francesi ad Azincourt
Duca di BORGOGNA MONTJOY, l’araldo di Francia GOVERNATORE di Harfleur AMBASCIATORI francesi presso il re d’Inghilterra
memoria da due attori, e adatto a una compagnia ridotta. Questo testo ebbe altre due edizioni, nel 1602 (Q2) e 1619 (Q3), la prima sostanzialmente identica a Q1, la seconda, pubblicata da Thomas Pavier e falsamente datata 1608, con modifiche non autorevoli. Più corretto e completo, perché con ogni probabilità derivato dal manoscritto dell’autore, il testo dell’in-folio del 1623 (F). La presente edizione segue quella a cura di Gary Taylor del 1982, replicata nel 2005 e basata su F, con interpolazioni da Q1 e Q2, più attente alle esigenze di recitazione, probabilmente rilevate dall’autore stesso in un secondo tempo.
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THE LIFE OF HENRY V, PROLOGUE
Prologue
Enter Chorus as Prologue
CHORUS
O for a muse of fire, that would ascend The brightest heaven of invention: A kingdom for a stage, princes to act, And monarchs to behold the swelling scene. Then should the warlike Harry, like himself, Assume the port of Mars, and at his heels, Leashed in like hounds, should famine, sword, and fire Crouch for employment. But pardon, gentles all, The flat unraisèd spirits that hath dared On this unworthy scaffold to bring forth So great an object. Can this cock-pit hold The vasty fields of France? Or may we cram Within this wooden O the very casques That did affright the air at Agincourt? O pardon: since a crookèd figure may Attest in little place a million, And let us, ciphers to this great account,1 On your imaginary forces work. Suppose within the girdle of these walls Are now confined two mighty monarchies, Whose high uprearèd and abutting fronts The perilous narrow ocean parts asunder. Piece out our imperfections with your thoughts: Into a thousand parts divide one man, And make imaginary puissance. Think, when we talk of horses, that you see them, Printing their proud hoofs i’th’ receiving earth; For ’tis your thoughts that now must deck our kings, Carry them here and there, jumping o’er times, Turning th’accomplishment of many years Into an hourglass — for the which supply, Admit me Chorus to this history,
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17. Account: in F accompt, più vicino all’origine latina e antico-francese. 2334
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LA VITA DI ENRICO V, PROLOGO
Prologo
Entra il Coro, che recita il Prologo
CORO
Oh, avere una musa di fuoco, che prenda il volo fi no al cielo più alto dell’immaginazione! Avere un regno per palcoscenico, e principi per attori, e monarchi per spettatori di un dramma grandioso! Ecco il bellicoso Harry assumere l’incedere marziale che gli è proprio, e alle sue calcagna, come cani 5 alla catena, prostrarsi a cercare impiego la carestia, la spada, il fuoco. Ma perdonate, signori, le meschine, inadeguate menti che osano inscenare su questo indegno tavolato un tanto nobile argomento. Potrà mai la nostra arena contenere gli sconfi nati campi di Francia, potremo mai affollare questo O di legno 6 con gli elmi che scossero l’aria di Azincourt?7 Abbiate pazienza, se in numero limitato e in spazi ristretti pretendiamo di riprodurre milioni, e lasciate che noi, nullità di fronte a questo grande resoconto, si faccia appello alla vostra fantasia. Immaginate che la cinta di queste mura racchiuda ora due possenti monarchie che un periglioso stretto nell’oceano8 divide su due fronti, in altezzoso confronto. Integrate con i vostri pensieri le nostre lacune: di un uomo fatene mille, e immaginate un potente esercito. Pensate, quando parliamo di cavalli, di vederli piantare i loro robusti zoccoli sul cedevole terreno: ora sono i vostri pensieri che devono equipaggiare i nostri re, trasportarli per ogni dove, scavalcando interi periodi di storia e condensando gli eventi di molti anni in un volgere di clessidra: a tale scopo concedete che di questa storia io sia il coro, che come umile pro-
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 1 SCENE 1
Who Prologue-like your humble patience pray Gently to hear, kindly to judge, our play. 1.1
Exit
Enter the Archbishop of Canterbury and the Bishop of Ely
CANTERBURY
My lord, I’ll tell you. That self bill is urged Which in th’eleventh year of the last king’s reign Was like, and had indeed against us passed, But that the scrambling and unquiet time2 Did push it out of farther question.
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ELY
But how, my lord, shall we resist it now? CANTERBURY
It must be thought on. If it pass against us, We lose the better half of our possession, For all the temporal lands which men devout By testament have given to the Church Would they strip from us — being valued thus: As much as would maintain, to the King’s honour, Full fifteen earls and fifteen hundred knights, Six thousand and two hundred good esquires; And, to relief of lazars and weak age, Of indigent faint souls past corporal toil, A hundred almshouses right well supplied; And to the coffers of the King beside A thousand pounds by th’ year. Thus runs the bill. ELY This would drink deep. CANTERBURY ’Twould drink the cup and all. ELY But what prevention?
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CANTERBURY
The King is full of grace and fair regard. ELY
And a true lover of the holy Church. 4. Scrambling: così in Q; in F Scambling. 2336
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 1
logo vi implora di gentilmente ascoltare con pazienza, e benevolmente giudicare il nostro spettacolo. Esce I, 1
Entrano l’arcivescovo di Canterbury e il vescovo di Ely9
CANTERBURY
Monsignore, ve lo dico io: verrà ripresentata quella stessa legge10 che nell’undicesimo anno di regno del precedente re era stata formulata, e quasi approvata contro il nostro interesse, se le controversie11 e i torbidi del momento non l’avessero fatta rimandare a ulteriore considerazione. ELY
Ma come, monsignore, opporci ora? CANTERBURY
A ciò bisogna pensare. Nociva com’è, se dovesse passare ci farebbe perdere la metà migliore delle nostre terre, perché ci verrebbero sottratti tutti i beni temporali che i devoti hanno destinato alla chiesa per testamento, e che, valutando in numeri, servirebbe a mantenere al seguito del re quindici conti e cinquecento cavalieri, seimila e duecento gentiluomini ben equipaggiati, e ad assistere malati12, invalidi e miserabili ormai inadatti al lavoro, con cento ospizi di tutto provvisti; senza contare le mille sterline da versare ogni anno nei forzieri del re. È quanto prevede quella legge. ELY
Che ci prosciugherebbe. CANTERBURY
Noi, con i bicchieri e tutto. ELY
Ma come prevenirlo? CANTERBURY
Il re è pieno di comprensione e di riguardo. ELY
E di vero amore per la santa chiesa.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 1 SCENE 1
CANTERBURY
The courses of his youth promised it not. The breath no sooner left his father’s body But that his wildness, mortified in him, Seemed to die too. Yea, at that very moment Consideration like an angel came And whipped th’offending Adam out of him, Leaving his body as a paradise T’envelop and contain celestial spirits. Never was such a sudden scholar made; Never came reformation in a flood With such a heady currance scouring faults; Nor never Hydra-headed wilfulness So soon did lose his seat — and all at once — As in this king. ELY We are blessèd in the change.
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CANTERBURY
Hear him but reason in divinity And, all-admiring, with an inward wish You would desire the King were made a prelate; Hear him debate of commonwealth affairs, You would say it hath been all-in-all his study; List his discourse of war, and you shall hear A fearful battle rendered you in music; Turn him to any cause of policy, The Gordian knot of it he will unloose, Familiar as his garter — that when he speaks, The air, a chartered libertine, is still, And the mute wonder lurketh in men’s ears To steal his sweet and honeyed sentences: So that the art and practic part of life Must be the mistress to this theoric. Which is a wonder how his grace should glean it, Since his addiction was to courses vain, His companies unlettered, rude, and shallow, His hours filled up with riots, banquets, sports, And never noted in him any study,
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 1
CANTERBURY
La sua condotta giovanile non lo prometteva affatto. Ma non appena il respiro abbandonò il corpo di suo padre quell’intemperanza, mortificata, sembrò smorzarsi anch’essa. Anzi, da quello stesso momento scese su di lui il senso del giudizio, e come un angelo sferzò via dal suo corpo l’Adamo peccatore, lasciandovi un paradiso13 dove spiriti celestiali trovarono ospitalità e ricovero. Mai un intellettuale si palesò tanto repentinamente, mai ravvedimento irruppe con flusso più impetuoso, né dissolutezza venne spazzata via con tanta foga, né l’ostinazione, serpente dalle nove teste14, perse tanto presto – e tutto insieme – il suo dominio, come accadde in questo re. ELY
Per noi una benedizione, questo mutamento. CANTERBURY
Ascoltatelo solo ragionare di teologia, e pieni di ammirazione lo direste un prelato; sentite come dibatte gli affari di stato, e vi pare che non abbia fatto altro che studiare quella materia; o seguite il suo discorrere di guerra, e vi accorgerete come una terribile battaglia possa diventare un pezzo musicale; interrogatelo su qualsiasi questione politica, e lui scioglierà quel nodo gordiano15 con la naturalezza con cui si scioglie una giarrettiera – tanto che quando parla lui l’aria, comprovata libertina, si blocca, e un muto stupore pervade l’uditorio, per assaporare le sue dolci e insinuanti parole; mentre l’arte e la pratica di vita restano sempre maestre delle sue teorie. La cosa stupefacente è come sua grazia abbia saputo farle proprie, quando la sua inclinazione era verso consuetudini oziose e compagni illetterati, rozzi e superficiali, le sue giornate piene di bisbocce, banchetti e divertimenti, senza che mai si notasse in lui
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 1 SCENE 1
Any retirement, any sequestration From open haunts and popularity.
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ELY
The strawberry grows underneath the nettle, And wholesome berries thrive and ripen best Neighboured by fruit of baser quality; And so the Prince obscured his contemplation Under the veil of wildness — which, no doubt, Grew like the summer grass, fastest by night, Unseen, yet crescive in his faculty.
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CANTERBURY
It must be so, for miracles are ceased, And therefore we must needs admit the means How things are perfected. ELY But, my good lord, How now for mitigation of this bill Urged by the Commons? Doth his majesty Incline to it, or no? CANTERBURY He seems indifferent, Or rather swaying more upon our part Than cherishing th’exhibitors against us; For I have made an offer to his majesty, Upon our spiritual convocation And in regard of causes now in hand, Which I have opened to his grace at large: As touching France, to give a greater sum Than ever at one time the clergy yet Did to his predecessors part withal.
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ELY
How did this offer seem received, my lord? CANTERBURY
With good acceptance of his majesty, Save that there was not time enough to hear, As I perceived his grace would fain have done, The severals and unhidden passages
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 1
alcuno studio, o introspezione, o rinuncia a bazzicare luoghi equivoci e mal frequentati16. ELY
Le fragole crescono sotto le ortiche, e le bacche salutari meglio prosperano e maturano a contatto con frutta di qualità inferiore; ugualmente, il principe celò il suo raccoglimento sotto il velo della dissolutezza17 – e quello, non c’è dubbio, crebbe come l’erba d’estate, più rapida di notte, non vista eppure rigogliosa per natura. CANTERBURY
Dev’essere così, perché non è più tempo di miracoli, e noi dobbiamo per forza trovare in noi stessi gli strumenti per perfezionarci18. ELY
Ma, mio buon signore, come alleggerire ora gli effetti di questa legge presentata dai Comuni?19 Sua Maestà è favorevole, o no? CANTERBURY
Direi neutrale, o meglio sembra pendere dalla nostra parte piuttosto che appoggiarne i presentatori. Io, a nome della nostra assemblea ecclesiastica e in considerazione di certe questioni ancora irrisolte, a Sua Maestà ho fatto un’offerta, illustrandola per bene: riguardo alla Francia, di elargire una somma più grande di quella che il clero abbia mai messo a disposizione dei suoi predecessori. ELY
E come vi sembra che l’offerta sia ricevuta, monsignore? CANTERBURY
Con notevole apprezzamento, salvo che in quel momento sua maestà non ha avuto il tempo di udire, come mi è parso che molto volesse, i dettagli e le argomentazioni relative alla legittimità dei
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 1 SCENE 2
Of his true titles to some certain dukedoms, And generally to the crown and seat of France, Derived from Edward, his great-grandfather.
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ELY
What was th’impediment that broke this off? CANTERBURY
The French ambassador upon that instant Craved audience — and the hour I think is come To give him hearing. Is it four o’clock? ELY It is.
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CANTERBURY
Then go we in, to know his embassy — Which I could with a ready guess declare Before the Frenchman speak a word of it. ELY
I’ll wait upon you, and I long to hear it. 1.2
Exeunt
Enter King Harry, the Dukes of Gloucester, [Clarence], and Exeter, and the Earls of Warwick3 and Westmorland
KING HARRY4
Where is my gracious lord of Canterbury? EXETER
Not here in presence. KING HARRY
Send for him, good uncle.
WESTMORLAND
Shall we call in th’ambassador, my liege? KING HARRY
Not yet, my cousin. We would be resolved, Before we hear him, of some things of weight That task our thoughts, concerning us and France.
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0.2. Clarence: in F Bedford, Clarence. 1. KING HARRY: in F King. Harry, diminutivo di Henry, prevale nel testo. 2342
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 2
suoi titoli a certi ducati, e generalmente alla corona e al trono di Francia, che gli vengono da Edoardo, suo bisnonno20. ELY
E quale impedimento vi interruppe? CANTERBURY
Proprio allora l’ambasciatore di Francia ha chiesto udienza – e penso che sia arrivata l’ora di ascoltarlo. Sono le quattro? ELY
Sì CANTERBURY
Allora entriamo a sentire la sua ambasciata – che io, senza tanto pensarci, potrei recitarvi prima che il francese dica una parola. ELY
Vi seguo, e non vedo l’ora di ascoltarla. Escono I, 2
Entrano il re Harry con i duchi di Gloucester, [Clarence] e Exeter, e i conti di Warwick e Westmorland21
RE HARRY
Dov’è sua grazia, Canterbury? EXETER
Non qui in udienza. RE HARRY
Fatelo chiamare, buon zio. WESTMORLAND
Mio signore, facciamo entrare l’ambasciatore? RE HARRY
Non ancora, cugino22: prima di ascoltarlo vorremmo aver conforto circa alcune cose di peso, che ci stanno a cuore riguardo alla Francia.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 1 SCENE 2
Enter the Archbishop of Canterbury and the Bishop of Ely CANTERBURY
God and his angels guard your sacred throne, And make you long become it. KING HARRY Sure we thank you. My learnèd lord, we pray you to proceed, And justly and religiously unfold Why the law Salic that they have in France Or should or should not bar us in our claim. And God forbid, my dear and faithful lord, That you should fashion, wrest, or bow your reading, Or nicely charge your understanding soul With opening titles miscreate, whose right Suits not in native colours with the truth; For God doth know how many now in health Shall drop their blood in approbation Of what your reverence shall incite us to. Therefore take heed how you impawn our person, How you awake our sleeping sword of war; We charge you in the name of God take heed. For never two such kingdoms did contend Without much fall of blood, whose guiltless drops Are every one a woe, a sore complaint ’Gainst him whose wrongs gives edge unto the swords That makes such waste in brief mortality. Under this conjuration speak, my lord, For we will hear, note, and believe in heart That what you speak is in your conscience washed As pure as sin with baptism.
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CANTERBURY
Then hear me, gracious sovereign, and you peers That owe your selves, your lives, and services To this imperial throne. There is no bar To make against your highness’ claim to France But this, which they produce from Pharamond: ‘In terram Salicam mulieres ne succedant’ —
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 2
Entrano l’arcivescovo di Canterbury e il vescovo di Ely. CANTERBURY
Dio e gli angeli proteggano il vostro sacro trono, e vi assistano nell’onorarlo a lungo. RE HARRY
Bene, vi ringraziamo. Mio dotto signore, vogliate procedere a sviluppare, con senso di giustizia e devozione, come la legge salica che hanno in Francia possa o non possa frenare la nostra rivendicazione. E Dio non voglia, mio caro e fedele monsignore, che voi plasmiate, alteriate, pieghiate la vostra esegesi, o che tendenziosamente graviate la vostra vigile coscienza con la scoperta di titoli infondati, il cui diritto non conserva i colori costitutivi della verità. Dio sa infatti quante persone oggi nel pieno delle loro forze verseranno il sangue per appoggiare ciò a cui vostra eminenza ci vorrà spronare. Quindi considerate bene come impegnare la nostra persona, e come incitare la spada della guerra che in noi riposa; noi vi esortiamo, in nome di Dio, a saggia cautela, perché mai due regni come questi sono scesi in contesa senza grande spargimento di sangue, di cui ogni singola goccia innocente costituirebbe un tormento, un’amara denuncia a debito di chi ingiustamente affila le spade che portano strage in tante esistenze mortali. Prendete spunto da questo necessario presupposto, signore, ché noi di cuore vi prestiamo ascolto, attenzione e fiducia; ciò che direte provenga dalla vostra coscienza purificato, come il peccato originale è purificato dal battesimo. CANTERBURY
Dunque ascoltatemi, grazioso sovrano, e anche voi pari del regno che dovete i vostri servizi, voi stessi, le vostre vite a questo trono imperiale. Non esiste ostacolo alcuno che possa opporsi alle vostre aspirazioni nei confronti della Francia, se non questo che loro accampano rifacendosi a Faramondo23: In terram Salicam mulieres ne
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 1 SCENE 2
‘No woman shall succeed in Salic land’ — Which ‘Salic land’ the French unjustly gloss5 To be the realm of France, and Pharamond The founder of this law and female bar. Yet their own authors faithfully affirm That the land Salic is in Germany, Between the floods of Saale and of Elbe,6 Where, Charles the Great having subdued the Saxons, There left behind and settled certain French Who, holding in disdain the German women For some dishonest manners of their life, Established there this law: to wit, no female Should be inheritrix in Salic land — Which Salic, as I said, ’twixt Elbe and Saale, Is at this day in Germany called Meissen. Then doth it well appear the Salic Law Was not devisèd for the realm of France. Nor did the French possess the Salic land Until four hundred one-and-twenty years After defunction of King Pharamond, Idly supposed the founder of this law, Who died within the year of our redemption Four hundred twenty-six; and Charles the Great Subdued the Saxons, and did seat the French Beyond the river Saale, in the year Eight hundred five. Besides, their writers say, King Pépin, which deposèd Childéric, Did, as heir general — being descended Of Blithild, which was daughter to King Clotaire — Make claim and title to the crown of France. Hugh Capet also — who usurped the crown Of Charles the Duke of Lorraine, sole heir male Of the true line and stock of Charles the Great —
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40. Gloss: emend. Taylor; in Q e F gloze. 45, 52, 63. Saale: in F Sala. 45. Elbe: in Q Elme, in F Elue. 2346
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 2
succedant – “In terra salica nessuna donna potrà succedere al trono” – la quale terra salica viene ingiustamente riferita dai francesi al regno di Francia, facendo di Faramondo il promotore della legge che esclude le donne dalla successione. E tuttavia i loro stessi autori affermano credibilmente che la terra salica sia la Germania, fra i fiumi Sala ed Elba. Dopo aver soggiogato i sassoni, Carlo Magno vi lasciò indietro e insediò certi franchi 24 che disdegnavano i costumi disonesti delle donne germaniche, e vi 25 impose questa legge, che nessuno donna potesse ereditare la corona in terra salica – la quale, situata come ho detto fra l’Elba e la Sala, ha ancor oggi il nome germanico di Meissen. Quindi appare chiaro come la legge salica non fosse istituita per il regno di Francia; né i franchi occuparono la terra salica fino a quattrocentoventun26 anni dopo la morte del re Faramondo, vanamente ritenuto promotore della legge, il quale morì nell’anno 426 della nostra redenzione; Carlo Magno soggiogò i sassoni e insediò i franchi al di là del fiume Sala nell’anno 805. Dicono inoltre i loro autori che il re Pipino27, una volta deposto Childerico28, reclamò il titolo alla corona di Francia come erede universale per discendenza da Blitilde, figlia del re Clotario29. Anche Ugo Capeto30, usurpatore della corona di Carlo, duca di Lorena, unico erede maschio della vera stirpe e lignaggio di Carlo Magno,
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 1 SCENE 2
To fine his title with some shows of truth,7 Though in pure truth it was corrupt and naught, Conveyed himself as heir to th’ Lady Lingard,8 Daughter to Charlemain, who was the son To Louis the Emperor, and Louis the son Of Charles the Great. Also, King Louis the Ninth,9 Who was sole heir to the usurper Capet, Could not keep quiet in his conscience, Wearing the crown of France, till satisfied That fair Queen Isabel, his grandmother, Was lineal of the Lady Ermengarde, Daughter to Charles, the foresaid Duke of Lorraine; By the which marriage, the line of Charles the Great Was reunited to the crown of France. So that, as clear as is the summer’s sun, King Pépin’s title and Hugh Capet’s claim, King Louis his satisfaction, all appear To hold in right and title of the female; So do the kings of France unto this day, Howbeit they would hold up this Salic Law To bar your highness claiming from the female, And rather choose to hide them in a net Than amply to embar their crookèd titles, Usurped from you and your progenitors.
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KING HARRY
May I with right and conscience make this claim? CANTERBURY
The sin upon my head, dread sovereign. For in the Book of Numbers is it writ, ‘When the son dies, let the inheritance10 Descend unto the daughter.’ Gracious lord, Stand for your own; unwind your bloody flag;
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72. To fine: così in Q; in F To find = “trovare”. 74. Heir: in Q heire, in F th’Heire. 74. Lingard: emend. tardo; in Q Inger, in F Lingare. 77. Ninth: emend. tardo (Pope); in F tenth = “decimo”. 99. Son: in Q sonne, in F man = “uomo”. 2348
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 2
per dare al suo titolo qualche apparenza di legittimità, benché fosse in verità corrotto e incapace, si presentò come erede di donna Liutgarda31 figlia del Carlomanno figlio dell’imperatore Luigi32, figlio a sua volta di Carlo Magno. Inoltre il re Luigi IX 33, unico erede dell’usurpatore Capeto, accedendo alla corona di Francia non ebbe pace di coscienza finché non si convinse che la bella regina Isabella, sua nonna, discendeva da donna Ermengarda, figlia di Carlo, il già menzionato duca di Lorena, che col suo matrimonio aveva riportato la corona di Francia nella linea di Carlo Magno. Cosicché appare chiaro come il sole34 che il titolo di re Pipino, la pretesa di Ugo Capeto e la persuasione di re Luigi dipendano tutte dal diritto e dal titolo di discendenza femminile. Lo stesso vale a tutt’oggi per i re di Francia, sebbene loro si appellino a questa legge salica per impedire a vostra altezza di invocare la linea femminile, e scelgano di invischiarsi nella pania da loro stessi ordita piuttosto che spogliarsi dei loro fraudolenti titoli, usurpati a voi e ai vostri progenitori. RE HARRY
Posso quindi avanzare questo diritto con giustizia e coscienza? CANTERBURY
La colpa ricada sul mio capo, temuto sovrano. Nel libro dei Numeri sta scritto: “Quando il figlio muore, passi l’eredità alla figlia”35. Grazioso signore, esigete ciò che è vostro, spiegate il vessillo insan-
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 1 SCENE 2
Look back into your mighty ancestors. Go, my dread lord, to your great-grandsire’s tomb, From whom you claim; invoke his warlike spirit, And your great-uncle’s, Edward the Black Prince, Who on the French ground played a tragedy, Making defeat on the full power of France, Whiles his most mighty father on a hill Stood smiling to behold his lion’s whelp Forage in blood of French nobility. O noble English, that could entertain With half their forces the full pride of France, And let another half stand laughing by,11 All out of work, and cold for action.
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Awake remembrance of those valiant dead, 12 And with your puissant arm renew their feats. You are their heir, you sit upon their throne, The blood and courage that renownèd them Runs in your veins — and my thrice-puissant liege Is in the very May-morn of his youth, Ripe for exploits and mighty enterprises.
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EXETER
Your brother kings and monarchs of the earth Do all expect that you should rouse yourself As did the former lions of your blood. WESTMORLAND
They know your grace hath cause; and means and13 might, So hath your highness. Never king of England Had nobles richer and more loyal subjects, Whose hearts have left their bodies here in England And lie pavilioned in the fields of France.
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113. Another: così in Q3 e F; in Q1 an other. 115. Those: emend. Taylor; in F these. = “questi”. 125. Cause; and means, and might: emend. tardo, non in F. 2350
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 2
guinato; prendete a modello i vostri valorosi antenati. Mio temibile signore, recatevi alla tomba del vostro bisnonno, dal quale deriva il vostro titolo; invocate il suo spirito bellicoso, insieme a quello del vostro prozio, Edoardo il principe nero, che sul suolo francese rappresentò una tragedia sconfiggendo l’intero esercito francese36, mentre sulla collina il re suo padre osservava, sorridendo da dominatore, il suo leoncino saziarsi del sangue della nobiltà francese37. Oh, nobili furono quegli inglesi che seppero ingaggiare con metà delle loro forze tutto l’orgoglio di Francia, lasciando che un’altra metà se ne stesse da parte, a ridere tutta inattiva ed estranea all’azione! ELY
Ridestate la memoria di quelle eroiche spoglie, e rinnovate le loro imprese con il vostro braccio valoroso. Voi siete il loro erede, sedete sul trono che fu loro, il sangue e il coraggio che li rese famosi scorre nelle vostre vene – e il mio tre volte prestante signore è nel pieno maggio della sua giovinezza, maturo per potenti gesta e grandi imprese. EXETER
I re e monarchi della terra, vostri confratelli, tutti attendono che rialziate il capo come nel loro tempo fecero i leoni del vostro sangue. WESTMORLAND
Loro sanno che vostra grazia ne ha il diritto, i mezzi e la forza – come in effetti vostra altezza possiede. Mai un re d’Inghilterra ha avuto nobili più ricchi né sudditi più fidati, i cui cuori, abbandonando i loro corpi in Inghilterra, hanno già piantato le tende sui campi di Francia.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 1 SCENE 2
CANTERBURY
O let their bodies follow, my dear liege, With blood and sword and fire, to win your right. In aid whereof, we of the spiritualty Will raise your highness such a mighty sum As never did the clergy at one time Bring in to any of your ancestors.
130
135
KING HARRY
We must not only arm t’invade the French, But lay down our proportions to defend Against the Scot, who will make raid upon us With all advantages. CANTERBURY
They of those marches, gracious sovereign, Shall be a wall sufficient to defend Our inland from the pilfering borderers.
140
KING HARRY
We do not mean the coursing snatchers only, But fear the main intendment of the Scot, Who hath been still a giddy neighbour to us. For you shall read that my great-grandfather Never unmasked his power unto France14 But that the Scot on his unfurnished kingdom Came pouring like the tide into a breach With ample and brim fullness of his force Galling the gleanèd land with hot assays, Girding with grievous siege castles and towns, That England, being empty of defence, Hath shook and trembled at the bruit thereof.15
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150
147. Unmaskt his power: così in Q; in F went with his forces = “portò le sue truppe”. 154. The bruit thereof: così in Q; in F th’ill neighbourhood = “il malvagio vicino”. 2352
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 2
CANTERBURY
Oh, consentite che i loro corpi li raggiungano, beneamato signore, col sangue, la spada e il fuoco, per assicurarvi il vostro diritto; per la quale impresa noi ministri spirituali raccoglieremo per vostra altezza una somma talmente notevole come mai il clero ha contribuito tutta in una volta ad alcuno dei vostri antenati. RE HARRY
Noi non dobbiamo soltanto armarci per invadere la Francia, ma mettere in piedi altresì le opportune difese contro gli scozzesi, che avranno modo di darci fastidio con le loro incursioni38. CANTERBURY
Le truppe dei confini39, grazioso sovrano, costituiscono una barriera sufficiente a difendere il nostro entroterra dalle limitrofe popolazioni predatrici. RE HARRY
Non ci preoccupano tanto le incursioni di razzia, quanto il disegno di fondo dello scozzese, che per noi è sempre stato un vicino infido. Sta scritto che mai il mio bisnonno ebbe modo di dispiegare il suo potere in Francia senza che gli scozzesi irrompessero nel suo regno sguarnito come fa la marea in una breccia, con il travolgente peso di tutta la loro forza, strinando la terra indifesa con scorribande impetuose, cingendo castelli e città con assedi crudeli, rendendo un’Inghilterra sguarnita sempre scossa e fremente ad ogni sorpresa.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 1 SCENE 2
CANTERBURY
She hath been then more feared than harmed, my liege. For hear her but exampled by herself: When all her chivalry hath been in France And she a mourning widow of her nobles, She hath herself not only well defended But taken and impounded as a stray The King of Scots, whom she did send to France To fill King Edward’s fame with prisoner kings And make your chronicle as rich with praise As is the ooze and bottom of the sea With sunken wrack and sumless treasuries.
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[A LORD]
But there’s a saying very old and true: ‘If that you will France win, Then with Scotland first begin.’ For once the eagle England being in prey, To her unguarded nest the weasel Scot Comes sneaking, and so sucks her princely eggs, Playing the mouse in absence of the cat, To ’tame and havoc more than she can eat.
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EXETER
It follows then the cat must stay at home. Yet that is but a crushed necessity, Since we have locks to safeguard necessaries And pretty traps to catch the petty thieves. While that the armèd hand doth fight abroad, Th’advisèd head defends itself at home. For government, though high and low and lower, Put into parts, doth keep in one consent, Congreeing in a full and natural close, Like music. CANTERBURY True. Therefore doth heaven divide The state of man in divers functions, Setting endeavour in continual motion; To which is fixèd, as an aim or butt,
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 2
CANTERBURY
Fu però più intimidita che ferita, mio signore. E ricordiamo gli esempi che essa stessa si diede: quando tutta la sua cavalleria era in Francia, e lei vedova in lutto dei suoi nobili, non solo si è difesa bene ma ha catturato e ridotto come un cane randagio il re degli scozzesi, mandandolo in Francia, in catene fra monarchi in catene, ad accrescere la fama di re Edoardo e arricchendo la vostra storia di tante glorie quante ne possiede il fondo melmoso del mare, per le carcasse e gli infiniti tesori che vi sono sprofondati. [UN NOBILE]
Ma c’è un detto molto antico e molto giusto: Se la Fancia si vuol piegare, dalla Scozia si deve cominciare40. Infatti, una volta che l’aquila d’Inghilterra si leva in caccia, la faina scozzese arriva di soppiatto a cibarsi delle sue regali uova, come fa il topo in assenza del gatto, disfando e devastando più di quanto possa divorare. EXETER
Ne discende che il gatto deve starsene a casa; ma non forziamo troppo una così misera prospettiva: abbiamo serrature per proteggere l’indispensabile, e trappole invitanti per acchiappare i ladruncoli. Mentre il braccio armato combatte fuori casa, la testa ragionante fa resistenza all’interno. Il governo, pur suddiviso e diffuso nei suoi livelli alti, bassi e infimi, rispetta una sola composizione, convergendo in piena e naturale armonia41, come in un componimento musicale. CANTERBURY
Vero. Per questo il Cielo divide il corpo politico in diverse funzioni, assegnando loro un continuo dinamismo, con l’obbedienza come
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Obedience. For so work the honey-bees, Creatures that by a rule in nature teach The act of order to a peopled kingdom. They have a king, and officers of sorts, Where some like magistrates correct at home; Others like merchants venture trade abroad; Others like soldiers, armèd in their stings, Make boot upon the summer’s velvet buds, Which pillage they with merry march bring home To the tent royal of their emperor, Who busied in his majesty surveys The singing masons building roofs of gold, The civil citizens lading up the honey,16 The poor mechanic porters crowding in Their heavy burdens at his narrow gate, The sad-eyed justice with his surly hum Delivering o’er to executors pale The lazy yawning drone. I this infer: That many things, having full reference To one consent, may work contrariously. As many arrows, loosèd several ways, Fly to one mark, as many ways meet in one town, As many fresh streams meet in one salt sea, As many lines close in the dial’s centre, So may a thousand actions once afoot End in one purpose, and be all well borne Without defect. Therefore to France, my liege.17 Divide your happy England into four, Whereof take you one quarter into France, And you withal shall make all Gallia shake. If we with thrice such powers left at home Cannot defend our own doors from the dog, Let us be worried, and our nation lose The name of hardiness and policy.
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199. Lading: così in Q; in F kneading = “impastare”. 213. Defect: così in Q; in F defeat = “sconfitta”. 2356
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 2
ultimo obiettivo. In questo modo operano le api da miele, creature che per regola naturale sono un esempio d’ordine per un regno popoloso42. Esse hanno una sorte di re con degli esecutori, fra cui c’è chi come il magistrato amministra la giustizia in patria, chi come il mercante si avventura all’estero, chi, come il soldato armato di quei loro pungiglioni, saccheggia i boccioli di velluto dell’estate, e porta in lieto corteo il bottino alla tenda regale del sovrano; costui passa in rassegna maestosa i muratori che cantando in coro costruiscono aurei palazzi, mentre degni cittadini provvedono a imballare il miele, semplici facchini ne ammucchiano i pesanti carichi davanti alla sua stretta porta, e il giudice dall’espressione mesta, ronzando severo, consegna al pallido43 giustiziere il pigro fuco che ancora sbadiglia. Ed ecco il mio commento: che molte cose, pur muovendo da posti disparati, possono convergere verso uno scopo comune, come molte frecce, scagliate da varie direzioni, volano allo stesso bersaglio, e come molte strade si incrociano in un’unica città, e molti corsi d’acqua dolce sboccano in un mare salato, e come molte linee si incontrano nel centro della meridiana, così mille imprese, una volta avviate, possono confluire in una sola, ed essere tutte sviluppate armoniosamente. E dunque in Francia, mio sire! Dividete in quattro l’Inghilterra felice, portatene un quarto con voi, e la Gallia tutta ne sarà squassata. Se noi, rimasti in patria con il triplo del vostro potere, non sapremo tenere il cane44 lontano dalle porte di casa, ebbene che venga a sfigurarci, e che la nostra nazione perda la sua nomea di fierezza e di sagacia!
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KING HARRY
Call in the messengers sent from the Dauphin. Exit one or more Now are we well resolved, and by God’s help And yours, the noble sinews of our power, France being ours we’ll bend it to our awe, Or break it all to pieces. Or there we’ll sit, Ruling in large and ample empery O’er France and all her almost kingly dukedoms, Or lay these bones in an unworthy urn, Tombless, with no remembrance over them. Either our history shall with full mouth Speak freely of our acts, or else our grave, Like Turkish mute, shall have a tongueless mouth, Not worshipped with a waxen epitaph.
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Enter Ambassadors of France, with a tun Now are we well prepared to know the pleasure Of our fair cousin Dauphin, for we hear Your greeting is from him, not from the King.
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AMBASSADOR
May’t please your majesty to give us leave Freely to render what we have in charge, Or shall we sparingly show you far off The Dauphin’s meaning and our embassy?
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KING HARRY
We are no tyrant, but a Christian king, Unto whose grace our passion is as subject As is our wretches fettered in our prisons. Therefore with frank and with uncurbèd plainness Tell us the Dauphin’s mind. AMBASSADOR Thus then in few: Your highness lately sending into France Did claim some certain dukedoms, in the right Of your great predecessor, King Edward the Third. In answer of which claim, the Prince our master Says that you savour too much of your youth,
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 2
RE HARRY
Fate entrare gli inviati del Delfino45. Escono uno o due Ora siamo del tutto determinati, con l’aiuto di Dio e di voi, nobile nervatura del nostro potere, atteso che la Francia ci appartiene, di piegarla al nostro dominio o di farla a pezzi. O saliremo su quel trono, esercitando grande e ampio potere sovrano su di essa e sui suoi ducati quasi regali, o deporremo queste ossa in un’umile urna, prive di qualsiasi monumento o pietra tombale. O la storia proclamerà a gola spiegata e in piena libertà le nostre gesta, oppure la nostra fossa, come un turco privato della lingua46, avrà una bocca muta, senza neppure un’iscrizione nella cera. Entrano gli ambasciatori di Francia47 con un canestro Ora siamo pronti ad ascoltare quanto aggrada al nostro beneamato cugino il Delfino, avendo appreso che il vostro saluto proviene da lui, non dal re. AMBASCIATORE
Piaccia alla maestà vostra di concederci libera espressione di quanto abbiamo da comunicare; o si preferisce che si alluda, mostrando solo indirettamente gli intendimenti del Delfino e della nostra missione? RE HARRY
Noi non siamo un tiranno, ma un re cristiano, i cui sentimenti sono condizionati dal senso di giustizia tanto quanto lo sono gli sventurati che giacciono in catene nelle nostre prigioni. Quindi, con schietta e libera franchezza esponete il pensiero del Delfino. AMBASCIATORE
Eccolo in breve: vostra altezza ha di recente fatto sapere in Francia di rivendicare alcuni ducati, per diritto ereditato dal vostro grande predecessore, il re Edoardo III. In risposta a siffatta pretesa, il principe nostro signore dice che essa troppo risente del sapore
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And bids you be advised, there’s naught in France That can be with a nimble galliard won: You cannot revel into dukedoms there. He therefore sends you, meeter for your spirit, This tun of treasure, and in lieu of this Desires you let the dukedoms that you claim Hear no more of you. This the Dauphin speaks.
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KING HARRY
What treasure, uncle? EXETER (opening the tun) Tennis balls, my liege. KING HARRY
We are glad the Dauphin is so pleasant with us. His present and your pains we thank you for. When we have matched our rackets to these balls, We will in France, by God’s grace, play a set Shall strike his father’s crown into the hazard. Tell him he hath made a match with such a wrangler That all the courts of France will be disturbed With chases. And we understand him well, How he comes o’er us with our wilder days, Not measuring what use we made of them. We never valued this poor seat of England, And therefore, living hence, did give ourself To barbarous licence — as ’tis ever common That men are merriest when they are from home. But tell the Dauphin I will keep my state, Be like a king, and show my sail of greatness When I do rouse me in my throne of France. For that have I laid by my majesty18 And plodded like a man for working days, But I will rise there with so full a glory That I will dazzle all the eyes of France, Yea strike the Dauphin blind to look on us. And tell the pleasant Prince this mock of his
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276. Have I: emend. Taylor; in Q1 have we = “abbiamo”; in Q3 we have; in F I have. 2360
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 2
della vostra giovinezza; e vi prega di considerare che non c’è nulla in Francia che si possa ottenere grazie a un’agile saltarello48; nei nostri ducati non s’entra per divertirsi. Perciò lui vi manda, cosa più consona al vostro carattere, questo canestro di tesori, in cambio dei quali vi invita a far sì che i ducati che reclamate non sentano più parlare di voi. Questo è quanto dice il Delfino. RE HARRY
Quali tesori, zio? EXETER (apre il canestro)
Palle da tennis49, mio signore. RE HARRY
Ci fa piacere che il Delfino voglia tanto divertirsi a nostre spese, e ringraziamo lui per il regalo, e voi per il disturbo. Quando avremo le racchette adatte a queste palle, con l’aiuto di Dio giocheremo in Francia una partita che farà volare la corona dalla testa di suo padre. Ditegli che si è scelto un avversario talmente ostico, che tutti i campi di Francia saranno spettatori dei suoi servizi50. Noi ben comprendiamo come lui voglia farci la lezione per il nostro passato dissoluto, senza valutare quali benefici possiamo averne tratti. Noi non abbiamo abbastanza considerato questo povero trono inglese, lontano dal quale siamo caduti prede di rovinosa licenza – come sempre accade a coloro che tanto si perdono quanto più sono lontani da casa51. Ma dite al Delfino che saprò onorare il mio ruolo, essere re, e spiegare le vele della mia grandezza quando siederò sul trono di Francia, poiché a quello scopo ho dedicato la mia maestà, e faticato come un operaio nei giorni di lavoro; e a quello accederò in tale fulgore di gloria da abbagliare tutti gli occhi di Francia, fino ad accecare il Delfino stesso, se mai ci vorrà guardare. E dite al principe
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 1 SCENE 2
Hath turned his balls to gunstones, and his soul Shall stand sore chargèd for the wasteful vengeance That shall fly from them — for many a thousand19 widows Shall this his mock mock out of their dear husbands, Mock mothers from their sons, mock castles down; Ay, some are yet ungotten and unborn20 That shall have cause to curse the Dauphin’s scorn. But this lies all within the will of God, To whom I do appeal, and in whose name Tell you the Dauphin I am coming on To venge me as I may, and to put forth My rightful hand in a well-hallowed cause. So get you hence in peace. And tell the Dauphin His jest will savour but of shallow wit When thousands weep more than did laugh at it. — Convey them with safe conduct. — Fare you well.
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295
Exeunt Ambassadors EXETER This was a merry message. KING HARRY
We hope to make the sender blush at it. Therefore, my lords, omit no happy hour That may give furtherance to our expedition; For we have now no thought in us but France, Save those to God, that run before our business. Therefore let our proportions for these wars Be soon collected, and all things thought upon That may with reasonable swiftness add More feathers to our wings; for, God before, We’ll chide this Dauphin at his father’s door. Therefore let every man now task his thought, That this fair action may on foot be brought.
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[Flourish.] Exeunt
284. From: così in Q; in F with = “con”. 287. Ay: in Q I; in F And. 2362
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO I SCENA 2
burlone che quella sua beffa ha mutato le sue palle da tennis in palle da cannone, e che la sua anima sarà gravata fino in fondo dal peso della tremenda vendetta che volerà con esse. Saranno migliaia le vedove che quella sua beffa befferà dei loro cari mariti, e le madri che befferà dei loro figli, e i castelli di cui befferà gli spalti; anzi, molti non ancora concepiti né nati avranno ragione di maledire la presa in giro del Delfino, anche se tutto questo appartiene alla volontà di Dio, al quale mi appello, e nel cui nome gli direte che sto per eseguire la mia vendetta con tutto il potere di cui dispongo, e per levare il braccio della mia giustizia per una causa indubitabile. Andate in pace, e dite al Delfino che la sua beffa prenderà il sapore di una futile scemenza quando migliaia ne piangeranno, più di quanti ne risero. Accompagnateli con i lasciapassare. Addio. Escono gli ambasciatori EXETER
Divertente, come ambasciata!52 RE HARRY
Si spera che il mittente ne arrossisca. Allora, signori, non si trascuri neppure un’ora che possa essere preziosa per dar forza alla nostra spedizione. Ora nei nostri pensieri non c’è posto che per la Francia, salvo quelli per il Signore, che precedono ogni nostra attività. Quindi si accumulino presto le vettovaglie per queste guerre, e si pensi a tutto ciò che può con ragionevole celerità aggiungere penne alle nostre ali. Noi, al seguito di Dio, daremo una lezione a questo Delfino sulla porta di casa di suo padre. Che ciascuno metta tutto il suo impegno a sostenere questa bella impresa. [Squilli di tromba]. Escono
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 0
2.0
Enter Chorus
CHORUS
Now all the youth of England are on fire, And silken dalliance in the wardrobe lies; Now thrive the armourers, and honour’s thought Reigns solely in the breast of every man. They sell the pasture now to buy the horse, Following the mirror of all Christian kings With wingèd heels, as English Mercuries. For now sits expectation in the air And hides a sword from hilts unto the point With crowns imperial, crowns and coronets, Promised to Harry and his followers. The French, advised by good intelligence Of this most dreadful preparation, Shake in their fear, and with pale policy Seek to divert the English purposes. O England! — model to thy inward greatness, Like little body with a mighty heart, What mightst thou do, that honour would thee do, Were all thy children kind and natural? But see, thy fault France hath in thee found out:21 A nest of hollow bosoms, which he fills With treacherous crowns; and three corrupted men — One, Richard, Earl of Cambridge; and the second Henry, Lord Scrope of Masham; and the third Sir Thomas Grey, knight, of Northumberland — Have, for the gilt of France — O guilt indeed! — Confirmed conspiracy with fearful France; And by their hands this grace of kings must die, If hell and treason hold their promises, Ere he take ship for France, and in Southampton.
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20. But see, thy fault France hath in thee found out: così F; un emend. tardo (Capell) suggerisce: But see thy fault! France hath … out. 2364
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 0
II, 0
Entra il Coro
CORO
Ora tutta la gioventù d’Inghilterra s’è infiammata, e i serici addobbi dell’indolenza giacciono negli armadi; ora sono gli armaioli a prosperare, e l’impegno d’onore regna sovrano nel petto di ogni uomo. Ora si vende il pascolo per comprare il cavallo, seguendo l’esempio dei re cristiani con le ali ai piedi, come tanti Mercuri inglesi53. L’attesa aleggia nell’aria, e ogni spada, dall’elsa alla punta, si copre di fiori, ghirlande e corone54, promesse a Harry e ai suoi seguaci. Avvertiti da abili spie, i francesi tremano di paura davanti a queste spaventose prospettive, e con spenti artifici cercano di frustrare i propositi inglesi. Oh Inghilterra, ristretto modello di intima eccellenza, fragile corpo dotato di saldo cuore, cosa non potresti fare che l’onore potrebbe pretendere, se tutti i tuoi figli fossero leali e naturalmente disposti? Ma attenta, la Francia ha aperto una falla: un nido di cuori vuoti, in cui lei investe il prezzo del tradimento. Tre uomini corrotti – il primo, Richard conte di Cambridge; il secondo, Henry Scrope signore di Masham; e il terzo sir Thomas Grey, cavaliere di Northumberland 55 – comprati – oh gran disdoro! – dall’oro straniero, hanno avviato un complotto con la trepidante Francia; per mano loro questo campione di regalità dovrà morire, se l’inferno e il tradimento manterranno la loro promessa, prima che salpi alla volta della Francia dal porto di Southampton.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 1
Linger your patience on, and we’ll digest Th’abuse of distance, force — perforce — a play.22 The sum is paid, the traitors are agreed, The King is set from London, and the scene Is now transported, gentles, to Southampton. There is the playhouse now, there must you sit, And thence to France shall we convey you safe, And bring you back, charming the narrow seas To give you gentle pass — for if we may We’ll not offend one stomach with our play. But till the King come forth, and not till then, Unto Southampton do we shift our scene. 2.1
35
40 Exit
Enter Corporal Nim and Lieutenant Bardolph
BARDOLPH Well met, Corporal Nim. NIM Good morrow, Lieutenant Bardolph. BARDOLPH What, are Ensign Pistol and you friends yet?23 NIM For my part, I care not. I say little, but when time
shall serve, there shall be smiles — but that shall be as it may. I dare not fight, but I will wink and hold out mine iron. It is a simple one, but what though? It will toast cheese, and it will endure cold, as another man’s sword will — and there’s an end. BARDOLPH I will bestow a breakfast to make you friends, and we’ll be all three sworn brothers to France. Left be so, good Corporal Nim. NIM Faith, I will live so long as I may, that’s the certain of it, and when I cannot live any longer, I will do as I may. That is my rest, that is the rendezvous of it. BARDOLPH It is certain, corporal, that he is married to Nell Quickly, and certainly she did you wrong, for you were troth-plight to her.
9
15
32. Perforce: emend. Taylor, non in F. 3. Ensign: così in Q; in F Ancient, che contrariamente a quanto possa far pensare l’italiano (“veterano”), è corruzione di ensign, con lo stesso significato. 2366
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 1
Portate ancora pazienza, e noi, accorciando indebite distanze, necessariamente condenseremo anche il nostro dramma56. La somma è pagata, i traditori sono in combutta, il re è partito da Londra, e la nostra scena è ora trasferita, gentile pubblico, a Southampton. Lì si svolge la nostra rappresentazione, e lì ora vi accomodate idealmente voi; da lì in Francia vi porteremo, e quando ne faremo ritorno procureremo che il mare dello stretto sia calmo, e vi conceda una facile traversata – perché, se possibile, non vorremmo che alcuno stomaco rimanesse offeso dal nostro spettacolo. Ma finché non entra il re, e non prima, a Southampton trasportiamo la scena. Esce II, 1
Entrano il caporale Nim e il tenente Bardolph57
BARDOLPH
Ben trovato, caporale Nim. NIM
Buondì, tenente Bardolph. BARDOLPH
Allora, siete ancora amico con l’alfiere Pistol? NIM
Da parte mia, non ci tengo. Non mi pronuncio, ma al momento opportuno ci sarà da ridere – dipenderà dall’occasione. Battermi non mi fido, ma farò finta di niente e terrò il ferro a portata di mano. È una cosa da poco, ma che importa? Serve a scottare il formaggio e sopporta il freddo come la spada di chiunque altro; ecco tutto. BARDOLPH
Vi offro una colazione purché ritorniate amici, e ce ne andiamo in Francia come tre compagnoni giurati. Facciamo così, buon caporale Nim?! NIM
Insomma, io voglio vivere finché posso, questo è certo, e quando non posso più vivere farò come potrò. Così mi consolo, e così vi saluto e sono. BARDOLPH
Quel che è certo, caporale, è che lui si è sposato Nell Quickly, e che lei vi ha fatto un torto, perché vi eravate impegnati. 2367
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 1
NIM I cannot tell. Things must be as they may. Men may
sleep, and they may have their throats about them at that time, and some say knives have edges. It must be as it may. Though Patience be a tired mare, yet she24 will plod. There must be conclusions. Well, I cannot tell.
24
Enter Ensign Pistol and Hostess Quickly BARDOLPH Good morrow, Ensign Pistol. (To Nim) Here
comes Ensign Pistol and his wife. Good Corporal, be patient here. [NIM] How now, mine host Pistol? PISTOL
Base tick, call’st thou me host? Now by Gad’s lugs25 I swear I scorn the term. Nor shall my Nell keep lodgers. HOSTESS No, by my troth, not long, for we cannot lodge and board a dozen or fourteen gentlewomen that live honestly by the prick of their needles, but it will be thought we keep a bawdy-house straight.
30
[Nim draws his sword]26 O well-a-day, Lady! If he be not hewn now, we shall see wilful adultery and murder committed.
36
[Pistol draws his sword] BARDOLPH Good lieutenant, good corporal, offer nothing
here. NIM Pish. PISTOL
Pish for thee, Iceland dog. Thou prick-eared cur of Iceland.
40
22. Mare: così in Q; F ha name = “nome”. 29. Tick: così in Q, in F tyke, con lo stesso significato. 29. By Gad’s lugs: così in Q (by gads lugges); in F this hand = “questa mano”, per evitare la blasfemia, che nel frattempo era stata vietata per legge. 34.1. Tutte le didascalie fra parentesi quadre mancano in F, e la maggior parte anche in Q. 2368
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 1
NIM
Non so cosa dire: le cose sono andate come sono andate. Può darsi che la gente si addormenti, e che tenga la gola esposta. E c’è chi dice che i coltelli si affi lano. Così va il mondo. Benché la pazienza sia una giumenta stracca, tuttavia continuerà a trotterellare. A una fine bisogna pure arrivarci. Beh, non so cosa dire. Entrano l’alfiere Pistol e l’ostessa Quickly BARDOLPH
Buongiorno, alfiere Pistol. (A Nim) Ecco l’alfiere Pistol e sua moglie. Buon caporale, qui ci vuole un po’ di pazienza. [NIM]
Come va Pistol, mio buon oste?58 PISTOL
Vile botolo, oste mi chiami? Per le orecchie del Signore59, giuro di odiare un simile titolo, né la mia Nell terrà mai pigionanti! OSTESSA
No in fede, non per molto, perché qui non si può dar vitto e alloggio a una dozzina o quattordici signore che vivono onestamente maneggiando l’ago60, che subito si pensa che abbiamo messo su un bordello! [Nim sfodera la spada] Ahimè61, Madonna, ecco che me la tira fuori proprio adesso! In vista di un bell’adulterio completo di assassinio! [Pistol sfodera la spada] BARDOLPH
Buon tenente! Caro caporale! Non accapigliatevi qui! NIM
Ma smamma! PISTOL
Smamma tu cane d’Islanda62 attaccabrighe, botolo di un islandese dalle orecchie a punta!
2369
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 1
HOSTESS Good Corporal Nim, show thy valour, and put
up your sword. They sheathe their swords NIM Will you shog off? I would have you solus. PISTOL
‘Solus’, egregious dog? O viper vile! The solus in thy most marvellous face, The solus in thy teeth, and in thy throat, And in thy hateful lungs, yea in thy maw pardie — And which is worse, within thy nasty mouth. I do retort the solus in thy bowels, For I can take, and Pistol’s cock is up, And flashing fire will follow. NIM I am not Barbason, you cannot conjure me. I have an humour to knock you indifferently well. If you grow foul with me, Pistol, I will scour you with my rapier, as I may, in fair terms. If you would walk off, I would prick your guts a little, in good terms, as I may, and that’s the humour of it.
45
50
57
PISTOL
O braggart vile, and damnèd furious wight! The grave doth gape and doting death is near. Therefore ex-hale.
60
Pistol and Nim draw their swords BARDOLPH Hear me, hear me what I say.
[He draws his sword] He that strikes the first stroke, I’ll run him up to the hilts, as I am a soldier. PISTOL
An oath of mickle might, and fury shall abate. [They sheathe their swords] (To Nim) Give me thy fist, thy forefoot to me give. Thy spirits are most tall.
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2370
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 1
OSTESSA
Buon caporal Nim, mostrate cosa valete, e rinfoderate la spada. Rinfoderano le spade NIM
Vieni fuori tu, ti voglio solus!63 PISTOL
Ah, solus eh, egregio animale? Oh viperaccia! Solus te lo do io sul tuo grugno meraviglioso, solus sui denti, in gola e nei tuoi odiosi polmoni, anzi fin nella pancia, perdio – e quel che è peggio nella tua sudicia bocca. Ti ricaccio il solus dentro le budella; aspetta che mi infiammi, che mi si rizzi il cane della pistola64, e vedi che fuochi d’artificio! NIM
Io non sono il diavolo Barbariccia65, non puoi esorcizzarmi. Mi andrebbe tanto di suonartele per bene. Se mi fai arrabbiare, Pistol, ti tiro a lucido con la mia pagliuzza, per dirla rispettosamente. Se venissi un po’ fuori ti punzecchierei poco poco le budella, in parole semplici; così va il mondo. PISTOL
Oh vile screanzato, oh nefasto esaltato! Si spalanca l’arca, si appressa l’avida Parca!66 E dunque in guardia! Pistol e Nim sguainano le spade BARDOLPH
State a sentire, statemi a sentire! [Sguaina la spada] Il primo che mena un fendente lo infilzo fino all’elsa, com’è vero che sono un soldato. PISTOL
Un pronunciamento di grande autorità67: si attenui l’ira. [Le spade vengono rinfoderate] (A Nim) Dammi il tuo pugno, qua la zampa. Hai un coraggio da leone. 2371
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 1
NIM I will cut thy throat one time or other, in fair terms,
that is the humour of it. PISTOL Couple a gorge,
That is the word. I thee defy again. 27 O hound of Crete, think’st thou my spouse to get? No, to the spital go, And from the powd’ring tub of infamy Fetch forth the lazar kite of Cressid’s kind, Doll Tearsheet she by name, and her espouse. I have, and I will hold, the quondam Quickly For the only she, and — pauca, there’s enough. Go to.
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75
Enter the Boy [running] BOY Mine host Pistol, you must come to my master, and
you, hostess. He is very sick, and would to bed. — Good Bardolph, put thy face between his sheets, and do the office of a warming-pan. — Faith, he’s very ill. BARDOLPH Away, you rogue! HOSTESS By my troth, he’ll yield the crow a pudding one of these days. The King has killed his heart. Good husband, come home presently. Exit [with Boy] BARDOLPH Come, shall I make you two friends? We must to France together. Why the devil should we keep knives to cut one another’s throats?
81
PISTOL
Let floods o’erswell, and fiends for food howl on!
89
NIM You’ll pay me the eight shillings I won of you at
betting? PISTOL Base is the slave that pays. NIM That now I will have. That’s the humour of it. PISTOL
As manhood shall compound. Push home.
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70. I thee defy: così in Q; in F I defy thee. 2372
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 1
NIM
In parole semplici ti taglierò la gola una volta o l’altra; così va il mondo. PISTOL
Couple a gorge68 è la parola! Ti sfido un’altra volta. Oh cane cretese, pensi di farti su mia moglie? No, va piuttosto al lazzaretto, e dalla polvere fumante dell’infamia69 libera il rapace propagatore del contagio di Cressida70, che Nella Monella s’appella, e sposa lei piuttosto. La suddetta Quickly io la posseggo e mantengo71 come unicamente mia – ma pauca72, ho detto abbastanza, e tu piantala lì! Entra il ragazzo [correndo] RAGAZZO
Oste Pistol, venite di corsa dal mio padrone, e anche voi ostessa. Sta molto male, e deve stare a letto. Buon Bardolph, mettigli la faccia fra le lenzuola, e fagli da scaldino. Ahimè, sta molto male! BARDOLPH
Vattene, birbante! OSTESSA
Ho paura che uno di questi giorni finisca per offrire un bel banchetto di carne73 ai corvi. Il re gli ha spezzato il cuore74. Marito caro, torna presto! Esce [con il ragazzo] BARDOLPH
Avanti voi due, fate amicizia per me! Dobbiamo partire insieme per la Francia. Perché diavolo tenere i coltelli per tagliarci l’un l’altro la gola? PISTOL
Che i fiumi straripino e i diavoli affamati continuino a urlare! NIM
Mi pagherai gli otto scellini della scommessa che ho vinto? PISTOL
Pagare? È una vile canaglia chi lo fa! NIM
Ma ora li voglio: così va il mondo. PISTOL
Come decreta il valore. Diamoci da fare! 2373
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 1
Pistol and Nim draw their swords BARDOLPH [drawing his sword] By this sword, he that makes
the first thrust, I’ll kill him. By this sword, I will. PISTOL
Sword is an oath, and oaths must have their course. [He sheathes his sword] BARDOLPH Corporal Nim, an thou wilt be friends, be
friends. An thou wilt not, why then be enemies with me too. Prithee, put up. NIM I shall have my eight shillings?28
100
PISTOL
A noble shalt thou have, and present pay, And liquor likewise will I give to thee, And friendship shall combine, and brotherhood. I’ll live by Nim, and Nim shall live by me. Is not this just? For I shall sutler be Unto the camp, and profits will accrue. Give me thy hand. NIM I shall have my noble? PISTOL In cash, most justly paid. NIM Well then, that’s the humour of’t.
105
110
[Nim and Bardolph sheathe their swords.] Enter Hostess Quickly HOSTESS As ever you come of women, come in quickly to
Sir John. Ah, poor heart, he is so shaked of a burning quotidian-tertian, that it is most lamentable to behold. Sweet men, come to him. [Exit] NIM The King hath run bad humours on the knight, that’s the even of it. PISTOL Nim, thou hast spoke the right. His heart is fracted and corroborate.
117
101. NIM: I shall have my eight shillings?: emend. Taylor, non in F; in Q: I shall have my eight shillings I won of you at betting? = “mi darai gli otto scellini che ti ho vinto al gioco?” 2374
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 1
Pistol e Nim sfoderano le spade BARDOLPH [sfodera la sua]
Per questo stocco, il primo che fa una mossa lo uccido. Su questo stocco lo giuro! PISTOL
Un’arma vale un giuramento, e i giuramenti devono essere mantenuti. [Rinfodera la spada] BARDOLPH
Caporale Nim, se75 vuoi essergli amico, allora siilo; se non vuoi, ebbene sarai nemico anche mio. Prego desistere. NIM
Avrò i miei otto scellini? PISTOL
Un nobile76 avrai, pagamento immediato, e in più ti pago da bere. Amicizia e fratellanza ci uniscano, e che io viva per Nim, e Nim viva per me. Non è giusto? Infatti al campo io sarò vivandiere, e grandi fluiranno i profitti. Qua la mano. NIM
E il mio nobile? PISTOL
In contanti, e onorato secondo giustizia. NIM
Beh allora, così va il mondo. [Nim e Bardolph rinfoderano le spade] Entra Quickly l’ostessa OSTESSA
Oh voi nati di donna, venite presto da sir John. Poveretto, scuote talmente per la febbre terzana-quotidiana77 che lo infiamma, che fa proprio pena a vederlo. Gente caritatevole, venite a vedere! [Esce] NIM
Il re ha trattato il cavaliere come un cane, questa è la nuda verità. PISTOL
Nim, una giusta sentenza. Il suo cuore è fratturato e raffazzonato78. 2375
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 2
NIM The King is a good king, but it must be as it may.
He passes some humours and careers.
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PISTOL
Let us condole the knight — for, lambkins, we will live. Exeunt 2.2
Enter the Dukes of Exeter and [Gloucester], and the29 Earl of Westmorland30
[GLOUCESTER]31
Fore God, his grace is bold to trust these traitors. EXETER
They shall be apprehended by and by. WESTMORLAND
How smooth and even they do bear themselves, As if allegiance in their bosoms sat, Crownèd with faith and constant loyalty.
5
[GLOUCESTER]
The King hath note of all that they intend, By interception which they dream not of. EXETER
Nay, but the man that was his bedfellow, Whom he hath dulled and cloyed with gracious favours — That he should for a foreign purse so sell His sovereign’s life to death and treachery.
10
Sound trumpets. Enter King Harry, Lord Scrope, the Earl of Cambridge, and Sir Thomas Grey KING HARRY
Now sits the wind fair, and we will aboard. My lord of Cambridge, and my kind lord of Masham, And you, my gentle knight, give me your thoughts. Think you not that the powers we bear with us
15
0.1. Gloucester: così in Q; in F Bedford (duca di). 0.2. Westmorland: così in F; non in Q; Taylor congettura Warwick (conte di). 1. Gloucester: così in Q, per tutta la scena; in F Bedford, per tutta la scena. 2376
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 2
NIM
Il re è un buon re, ma sia come sia, ha le sue simpatie e antipatie79. PISTOL
Andiamo al capezzale del cavaliere, ché noi, agnelli innocenti, vogliamo vivere. Escono II, 2
Entrano i duchi di Exeter e [Gloucester], e il conte di Westmorland80
[GLOUCESTER]
Dio ne è testimone, sua grazia ha coraggio a fidarsi di questi traditori. EXETER
Saranno arrestati subito. WESTMORLAND
Come appaiono sereni e sicuri di sé, come se nel petto nutrissero solo fedeltà, circonfusa di fede e costante lealtà! [GLOUCESTER]
Il re è a conoscenza delle loro intenzioni, grazie a intercettazioni di cui loro neppure si sognano. EXETER
Però, che l’uomo col quale ha condiviso il letto, colmandolo di favori e spuntandone l’avidità, che proprio lui si preparasse a consegnare la vita del suo sovrano alla morte e al tradimento per una somma di denaro straniero… Squilli di trombe. Entrano il re Harry, lord Scrope, il conte di Cambridge e sir Thomas Grey RE HARRY
Ora il vento è favorevole, e possiamo imbarcarci. Mio signore di Cambridge, e mio cortese signore di Masham, e voi, nobile cavaliere, ditemi cosa pensate. Non credete che le forze che portiamo
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 2
Will cut their passage through the force of France, Doing the execution and the act For which we have in head assembled them? SCROPE
No doubt, my liege, if each man do his best. KING HARRY
I doubt not that, since we are well persuaded We carry not a heart with us from hence That grows not in a fair consent with ours, Nor leave not one behind that doth not wish Success and conquest to attend on us.
20
CAMBRIDGE
Never was monarch better feared and loved Than is your majesty. There’s not, I think, a subject32 That sits in heart-grief and uneasiness Under the sweet shade of your government.
25
GREY
True. Those that were your father’s enemies Have steeped their galls in honey, and do serve you With hearts create of duty and of zeal.
31
KING HARRY
We therefore have great cause of thankfulness, And shall forget the office of our hand Sooner than quittance of desert and merit, According to their weight and worthiness.
35
SCROPE
So service shall with steelèd sinews toil, And labour shall refresh itself with hope, To do your grace incessant services. KING HARRY
We judge no less. — Uncle of Exeter, Enlarge the man committed yesterday That railed against our person. We consider It was excess of wine that set him on, And on his more advice we pardon him.
40
26. A: così in F; Taylor congettura one = “uno”. 2378
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 2
con noi possano aprire un varco nelle difese francesi, realizzando il compito per cui le abbiamo armate? SCROPE
Senza dubbio, mio sire, se ognuno fa del suo meglio. RE HARRY
Non ne dubito, dacché siamo del tutto persuasi di non portare fuori da qui un solo cuore che non batta in accordo col nostro, né di lasciare alcuno indietro che non desideri che ci arridano successo e conquista. CAMBRIDGE
Mai un monarca fu più temuto e amato di vostra maestà. Né credo che esista un suddito che provi disagio e afflizione di cuore sotto la gradevole ombra del vostro governo. GREY
Vero. Coloro che erano nemici di vostro padre hanno immerso il loro fiele nel miele, e vi servono coi cuori permeati dal dovere e dallo zelo. RE HARRY
Per cui noi proviamo intensa gratitudine, e dimenticheremo l’uso delle mani81 piuttosto che la ricompensa del merito secondo la sua importanza e valore. SCROPE
Così, il servizio reso a vostra grazia rafforzerà l’impegno con muscoli d’acciaio, e la fatica si rigenererà nella speranza, affinché il servizio stesso mai non cessi. RE HARRY
È la nostra convinzione. Exeter, caro zio, liberate l’uomo arrestato ieri per aver inveito contro la nostra persona82. Secondo noi si è lasciato andare a un’eccessiva bevuta, e se si è ravveduto lo perdoniamo.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 2
SCROPE
That’s mercy, but too much security. Let him be punished, sovereign, lest example Breed, by his sufferance, more of such a kind.
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KING HARRY
O let us yet be merciful. CAMBRIDGE
So may your highness, and yet punish too. GREY
Sir, you show great mercy if you give him life, After the taste of much correction.
50
KING HARRY
Alas, your too much love and care of me Are heavy orisons ’gainst this poor wretch. If little faults proceeding on distemper Shall not be winked at, how shall we stretch our eye When capital crimes, chewed, swallowed, and digested, Appear before us? We’ll yet enlarge that man, Though Cambridge, Scrope, and Grey, in their dear care And tender preservation of our person, Would have him punished. And now to our French causes. Who are the late commissioners? CAMBRIDGE I one, my lord. Your highness bade me ask for it today.
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SCROPE
So did you me, my liege. GREY And I, my royal sovereign. KING HARRY
Then Richard, Earl of Cambridge, there is yours; There yours, Lord Scrope of Masham, and sir knight, Grey of Northumberland, this same is yours. Read them, and know I know your worthiness. — My lord of Westmorland, and Uncle Exeter, We will aboard tonight. — Why, how now, gentlemen?
65
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 2
SCROPE
Un atto di clemenza, ma troppo fiducioso. Sire, che sia punito, affinché un simile esempio, una volta tollerato, non ne ingeneri di nuovi. RE HARRY
E tuttavia lasciateci essere clementi. GREY
Signore, già sarebbe grande misericordia lasciargli la vita, dopo avergli fatto gustare una dura punizione. RE HARRY
Ahimè, il vostro affetto e attaccamento per me diventa un’invocazione di severità ai danni di questo povero sciagurato! Ma se non chiudiamo gli occhi su colpe veniali commesse per intemperanza, come potremo mai aprirli del tutto quando siamo messi di fronte a crimini capitali ben masticati, inghiottiti e digeriti? Allora libereremo quell’uomo, anche se Cambridge, Scrope e Grey, per la loro affettuosa preoccupazione e trepidazione per l’incolumità della nostra persona ne vorrebbero il castigo. Ed ora al nostro obiettivo, la Francia. Chi sono i commissari appena nominati? CAMBRIDGE
Io sono uno, mio signore. Vostra altezza oggi mi ha invitato a farne richiesta. SCROPE
Ed altrettanto a me, sire. GREY
Anche io, mio regale sovrano. RE HARRY
Dunque Richard, conte di Cambridge, ecco il vostro decreto; e questo è per voi, lord Scrope di Masham, e questo per voi, signor cavaliere Grey di Northumberland. Leggete, e sappiate che conosco i vostri meriti. – Signore di Westmorland e zio Exeter, imbarchiamo stasera. – Ebbene, signori, cosa leggete in quelle carte, che
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 2
What see you in those papers, that you lose So much complexion? — Look ye how they change: Their cheeks are paper. — Why, what read you there That have so cowarded and chased your blood33 Out of appearance? CAMBRIDGE I do confess my fault, And do submit me to your highness’ mercy. GREY and SCROPE To which we all appeal.
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75
KING HARRY
The mercy that was quick in us but late By your own counsel is suppressed and killed. You must not dare, for shame, to talk of mercy, For your own reasons turn into your bosoms, As dogs upon their masters, worrying you. — See you, my princes and my noble peers, These English monsters? My lord of Cambridge here, You know how apt our love was to accord To furnish him with all appurtenants34 Belonging to his honour; and this vile man35 Hath for a few light crowns lightly conspired And sworn unto the practices of France To kill us here in Hampton. To the which This knight, no less for bounty bound to us Than Cambridge is, hath likewise sworn. But O What shall I say to thee, Lord Scrope, thou cruel, Ingrateful, savage, and inhuman creature? Thou that didst bear the key of all my counsels, That knew’st the very bottom of my soul, That almost mightst ha’ coined me into gold 36 Wouldst thou ha’ practised on me for thy use: May it be possible that foreign hire Could out of thee extract one spark of evil
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72. Have: così in F 1 – 3; in Q e F 4 hath = “ha” in grafia cinquecentesca. 84. Him: così in Q e F2, assente in F 1. 85. Vile: Così (vilde) in Q; assente in F. 95, 96. Ha’: così (a) in Q1; in Q3 e F have. 2382
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 2
impallidite così? – ma guardate come cambiano: le guance gli son diventate di carta. Insomma, cosa leggete che vi ha così atterrito il sangue, da farlo scomparire dal vostro sembiante? CAMBRIDGE
Confesso la mia colpa, e mi sottometto alla clemenza di vostra altezza. GREY e SCROPE Alla quale noi tutti ci appelliamo. RE HARRY
La clemenza che era attiva in noi poco fa, per vostro consiglio è ora spenta ed estinta. La vergogna vi deve impedire di parlare di clemenza, perché le vostre stesse motivazioni si rivoltano contro di voi, come cani contro i loro padroni, condannandovi. – Vedete voi, miei principi e nobili pari del regno, questi mostri inglesi? Quanto a questo lord Cambridge, voi sapete quanto il nostro affetto fosse disposto ad accordargli tutti i privilegi che appartengono al suo titolo; e questo vigliacco, per quattro stupidi soldi ha stupidamente cospirato e giurato, assecondando gli intrighi del re francese, di ucciderci qui a Hampton. Lo stesso giuramento ha prestato questo cavaliere, non meno di Cambridge legato alla nostra generosità. Ma cosa dirò a te, lord Scrope, creatura crudele, ingrata, barbara e inumana? Tu che hai tenuto le chiavi di ogni mio disegno, che hai conosciuto fino in fondo la mia anima, che quasi avresti potuto convertirmi in oro se avessi usato gli incantesimi adatti83, è mai possibile che il soldo straniero abbia estratto da
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 2
That might annoy my finger? ’Tis so strange That though the truth of it stands off as gross As black on white, my eye will scarcely see it.37 Treason and murder ever kept together, As two yoke-devils sworn to either’s purpose, Working so grossly in a natural cause That admiration did not whoop at them; But thou, ’gainst all proportion, didst bring in Wonder to wait on treason and on murder. And whatsoever cunning fiend it was That wrought upon thee so preposterously Hath got the voice in hell for excellence. And other devils that suggest by treasons38 Do botch and bungle up damnation With patches, colours, and with forms, being fetched39 From glist’ring semblances of piety; But he that tempered thee, bade thee stand up, Gave thee no instance why thou shouldst do treason, Unless to dub thee with the name of traitor. If that same demon that hath gulled thee thus Should with his lion gait walk the whole world, He might return to vasty Tartar back And tell the legions, ‘I can never win A soul so easy as that Englishman’s.’ O how hast thou with jealousy infected The sweetness of affiance. Show men dutiful? Why so didst thou. Seem they grave and learned? Why so didst thou. Come they of noble family? Why so didst thou. Seem they religious? Why so didst thou. Or are they spare in diet, Free from gross passion, or of mirth or anger, Constant in spirit, not swerving with the blood, Garnished and decked in modest complement,
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101. One: emend. tardo; in Q from = “da”; in F and = “e”. 111. And: così in F; per emend. tardo all = “tutti”. 113. Being: così in F; Taylor congettura are = “sono”. 2384
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 2
te una sola, empia scintilla che mi desse fastidio al dito mignolo? È cosa che passa l’immaginazione, malgrado risalti tanto evidente come nero su bianco, e i miei sensi stentino a concepirla. Tradimento e delitto sono sempre stati alleati, come diavoli appaiati al giogo del servizio l’uno per l’altro, tanto evidentemente cooperanti per una causa comune che nessuno se ne può stupire. Ma tu, contro ogni inclinazione naturale, hai aggiunto stupore a tradimento e delitto. E qualunque sia l’ingegnoso demonio che ti ha raggirato in modo così assurdo, quello ha conquistato la primazìa in inferno. Altri diavoli che invitano al tradimento pasticciano e rappezzano dannazioni a furia di toppe, finzioni, e illusioni prese di peso dalle luminose apparenze della pietà: ma quello che ha tentato te, e ti ha dato corda, non ti può aver offerto nessuna ragione perché tu tradissi, salvo quella di fregiarti con il titolo di traditore: se quello stesso diavolo che ti ha ingannato in questo modo percorresse l’intero orbe terracqueo col suo passo da leone, potrebbe tornare nell’abisso del Tartaro84 e dire alle sue legioni “Mai riuscirò a guadagnare un’anima con più facilità di quell’inglese”. Oh, come hai infettato di diffidenza la dolcezza della fiducia! Esistono uomini che si mostrano devoti? Sì, tu lo eri. Che appaiono pensosi e dotti? Sì, così eri tu. Che provengono da famiglie nobili? Così eri tu. Che sembrano religiosi? Sì, tu lo eri. O che osservano diete frugali, sono esenti da forti passioni, esultanze o furori, e di carattere costante, liberi dai disordini del sangue, ornati e avvolti da un’aura di cor-
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19/10/2017 18:27:42
THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 2
Not working with the eye without the ear, And but in purgèd judgement trusting neither? Such, and so finely boulted, didst thou seem. And thus thy fall hath left a kind of blot To mark the full-fraught man, and best endowed,40 With some suspicion. I will weep for thee, For this revolt of thine methinks is like Another fall of man. — Their faults are open. Arrest them to the answer of the law, And God acquit them of their practices. EXETER I arrest thee of high treason, by the name of Richard, Earl of Cambridge. — I arrest thee of high treason, by the name of Henry, Lord Scrope of Masham. — I arrest thee of high treason, by the name of Thomas Grey, knight, of Northumberland.
135
140
146
SCROPE
Our purposes God justly hath discovered, And I repent my fault more than my death, Which I beseech your highness to forgive Although my body pay the price of it.
150
CAMBRIDGE
For me, the gold of France did not seduce, Although I did admit it as a motive The sooner to effect what I intended. But God be thankèd for prevention, Which heartily in sufferance will rejoice, Beseeching God and you to pardon me.
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GREY
Never did faithful subject more rejoice At the discovery of most dangerous treason Than I do at this hour joy o’er myself, Prevented from a damnèd enterprise. My fault, but not my body, pardon, sovereign.
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136. To mark: emend. tardo; in F to make = “fare”. 2386
Shakespeare_Drammi storici.indb 2386
19/10/2017 18:27:42
LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 2
tesia, incapaci di adoperare lo sguardo senza l’udito, ma vagliando l’uno e l’altro solo dopo un maturato giudizio? Proprio uno così, mondo di ogni pecca, tu sembravi, tanto che la tua caduta imprime il marchio del sospetto sull’icona dell’uomo pieno di virtù e meglio dotato. E io piango per te, poiché questa tua ribellione è per me una seconda caduta dell’uomo. – Le loro colpe sono svelate. Arrestateli perché rispondano alla legge, e per i loro intrighi li assolva Iddio. EXETER
Ti arresto per alto tradimento, tu che hai nome Richard, conte di Cambridge. – Ti arresto per alto tradimento, tu che hai nome Henry, lord Scrope di Masham. – Ti arresto per alto tradimento, tu che hai nome Thomas Grey, cavaliere, del Northumberland. SCROPE
Dio ha giustamente scoperto i nostri propositi. Più della mia morte mi angoscia il mio peccato, e prego che vostra altezza lo perdoni, mentre il mio corpo ne paga il prezzo. CAMBRIDGE
Quanto a me, non mi ha sedotto l’oro del re francese, anche se l’ho accettato come mezzo per effettuare più celermente il mio disegno85. Ma Dio sia ringraziato per averlo prevenuto, ciò di cui io, soffrendo la morte, mi rallegrerò. GREY
Mai suddito fedele gioì per la scoperta di un pericoloso tradimento più di quanto in quest’ora non gioisca io, cui è stata impedita una dannata macchinazione. Sire, voglia tu perdonare il mio peccato, non chi l’ha commesso.
2387
Shakespeare_Drammi storici.indb 2387
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 2
KING HARRY
God ’quit you in his mercy. Hear your sentence. You have conspired against our royal person, Joined with an enemy proclaimed and fixed,41 And from his coffers Received the golden earnest of our death, Wherein you would have sold your king to slaughter, His princes and his peers to servitude, His subjects to oppression and contempt, And his whole kingdom into desolation. Touching our person seek we no revenge, But we our kingdom’s safety must so tender, Whose ruin you have sought, that to her laws42 We do deliver you. Get ye therefore hence,43 Poor miserable wretches, to your death; The taste whereof, God of his mercy give You patience to endure, and true repentance Of all your dear offences. — Bear them hence.
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Exeunt the traitors, guarded Now lords for France, the enterprise whereof Shall be to you, as us, like glorious. We doubt not of a fair and lucky war, Since God so graciously hath brought to light This dangerous treason lurking in our way To hinder our beginnings. We doubt not now But every rub is smoothèd on our way. Then forth, dear countrymen. Let us deliver Our puissance into the hand of God, Putting it straight in expedition. Cheerly to sea, the signs of war advance: No king of England, if not king of France.
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185
190
Flourish. Exeunt
164. And fixed: così in Q, assente in F. 173. Have: così in Q; assente in F1; in F3 three = “tre”. 174. Ye: così in Q 1; in Q3 e F you. 2388
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 2
RE HARRY
Dio vi assolva nella sua misericordia. Ascoltate la vostra sentenza: avete cospirato contro la nostra regale persona, fatto lega con un nemico dichiarato e accertato, e dai suoi forzieri avete ricevuto il compenso aureo per la nostra morte, grazie al quale avreste condannato il vostro re al macello, i suoi principi e pari al servaggio, i suoi sudditi all’oppressione e al disprezzo, e il suo intero regno alla desolazione. Quanto alla nostra persona non cerchiamo vendetta, ma tanto dobbiamo essere solleciti alla salute del nostro regno, del quale volevate la rovina, che alle sue leggi vi consegniamo. Andate via, poveri miserabili sventurati, verso la morte. Che Dio nella sua misericordia vi dia la pazienza di sopportarne il peso, e di provare sincero pentimento per tutte le vostre infami colpe. – Siano condotti via. Escono i traditori, sorvegliati Ora, signori, in Francia: l’impresa sarà per voi, come per noi, gloriosa. Non dubitiamo che la guerra abbia fortunata conclusione, dacché Dio ha così graziosamente portato alla luce questo imprudente tradimento che stava in agguato sul nostro cammino, per impedirne gli inizi. Ora però siamo sicuri che ogni impedimento sia rimosso. E allora avanti, cari compatrioti. Confidiamo la nostra potenza nelle mani di Dio, e avviamoci senza indugio. Prendiamo il mare lietamente, e si innalzino gli stendardi di guerra! Non c’è re d’Inghilterra che non sia re di Francia! Squilli di trombe. Escono
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 3
2.3
Enter Ensign Pistol, Corporal Nim, Lieutenant Bardolph, Boy, and Hostess Quickly
HOSTESS Prithee, honey, sweet husband, let me bring thee
to Staines. PISTOL
No, for my manly heart doth erne. Bardolph, Be blithe; Nim, rouse thy vaunting veins; boy, bristle Thy courage up. For Falstaff he is dead, And we must earn therefore. BARDOLPH Would I were with him, wheresome’er he is, either in heaven or in hell. HOSTESS Nay, sure he’s not in hell. He’s in Arthur’s bosom, if ever man went to Arthur’s bosom. A made a finer end, and went away an it had been any christom child. A parted ev’n just between twelve and one, ev’n at the turning o’th’ tide — for after I saw him fumble with the sheets, and play with flowers, and smile upon his finger’s end, I knew there was but one way. For his nose was as sharp as a pen, and a babbled of green44 fields. ‘How now, Sir John?’ quoth I. ‘What, man! Be o’ good cheer.’ So a cried out, ‘God, God, God’, three or four times. Now I, to comfort him, bid him a should not think of God; I hoped there was no need to trouble himself with any such thoughts yet. So a bade me lay more clothes on his feet. I put my hand into the bed and felt them, and they were as cold as any stone. Then I felt to his knees, and so up’ard and up’ard, and all was as cold as any stone. NIM They say he cried out of sack. HOSTESS Ay, that a did. BARDOLPH And of women. HOSTESS Nay, that a did not. BOY Yes, that a did, and said they were devils incarnate.45
5
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16. Babbled: emend. tardo; in F table = “tavola”? 30. And said: così in Q3 e F; in Q 1 and he sed. 2390
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 3
II, 3
Entrano l’alfiere Pistol, il caporale Nim, il tenente Bardolph, il ragazzo e l’ostessa Quickly86
OSTESSA
Ti prego, maritino mio dolce, lascia che ti accompagni a Staines!87 PISTOL
No, perché il mio cuore virile è in pena. Bardolph, su con la vita! Nim, in alto i cuori! Ragazzo, forza e coraggio! Falstaff è morto, a noi resta il dolore. BARDOLPH
Vorrei essere con lui, dovunque si trovi, in cielo o all’inferno! OSTESSA
No, sicuramente non è all’inferno. Lui è nel seno di Arturo88, se mai un uomo è finito nel seno di Arturo. Lui89 ha fatto una fine più bella90, e se n’è andato come un bambino appena battezzato. Se n’è andato proprio fra mezzogiorno e l’una, proprio al volgere della marea: quando l’ho visto tastare le lenzuola, e palpare i fiori, e sorridere alle punte delle dita, ho capito che non c’era più nulla da fare. Il suo naso era affilato come una penna, e farfugliava di campi verdi. “Come va, sir John? – gli ho detto – su, su, allegria!”. E lui ha gridato ”Dio, Dio, Dio”, tre o quattro volte; e io, per dargli animo, gli ho detto di non pensare a Dio, che non c’era ancora bisogno di tormentarsi con simili pensieri. Così lui mi ha detto di mettergli più roba sui piedi. Li ho sentiti con le mani, ed erano più freddi della pietra. Poi gli ho toccato le ginocchia, e più su e più su, ed era tutto freddo come la pietra. NIM
Dicono che abbia maledetto il vino di Spagna. OSTESSA
Sì, l’ha fatto. BARDOLPH
E le donne. OSTESSA
No, quello non l’ha fatto. RAGAZZO
Sì che l’ha fatto: ha detto che sono diavoli incarnati.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 3
HOSTESS A could never abide carnation, ’twas a colour he
never liked. BOY A said once the devil would have him about women. HOSTESS A did in some sort, indeed, handle women — but
then he was rheumatic, and talked of the Whore of Babylon. BOY Do you not remember, a saw a flea stick upon Bardolph’s nose, and a said it was a black soul burning in hell-fire.46 BARDOLPH Well, the fuel is gone that maintained that fire. That’s all the riches I got in his service. NIM Shall we shog? The King will be gone from Southampton.
36
41
PISTOL
Come, let’s away. — My love, give me thy lips. He kisses her Look to my chattels and my movables. Let senses rule. The word is ‘Pitch and pay’.47 Trust none, for oaths are straws, men’s faiths are wafer-cakes, And Holdfast is the only dog, my duck.48 Therefore caveto be thy counsellor. Go, clear thy crystals. — Yokefellows in arms, Let us to France, like horseleeches, my boys, To suck, to suck, the very blood to suck! BOY (aside) And that’s but unwholesome food, they say. PISTOL Touch her soft mouth, and march. BARDOLPH Farewell, hostess.
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He kisses her NIM I cannot kiss, that is the humour of it, but adieu.
39. Hellfire: così in Q1; in Q3 hell; in F Hell = “inferno”. 46. Word: così in Q1; in Q2 e F world = “mondo”. 48. Dog, my duck: in Q dog, my dear; in F … my duck. 2392
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 3
OSTESSA
L’incarnato non lo soffriva proprio, come colore non gli è mai piaciuto. RAGAZZO
Una volta ha detto che il diavolo l’avrebbe portato via a causa delle donne. OSTESSA
Di donne ne ha per davvero maneggiate, per così dire – ma era reumatico91, e discorreva della Meretrice di Babilonia92. RAGAZZO
Non ricordate? Ha visto una pulce sul naso di Bardolph, e ha detto che era un’anima nera che stava a bruciare nel fuoco dell’inferno! BARDOLPH
Beh, il combustibile93 che manteneva quel fuoco è finito, ed è tutto quanto ci ho guadagnato al suo servizio. NIM
Ci muoviamo? Il re sarà partito da Southampton. PISTOL
Avanti, muoviamoci. Amor mio, porgimi le labbra. Bacia Quickly Tieni d’occhio la mia roba. Testa a posto. La parola d’ordine è: “Pagamento pronta cassa”. Non ti fidare di nessuno, perché le promesse sono paglia, e i giuramenti pasta frolla, e il cane Nonmollare è l’unico che sa fare la guardia, mia pollastrella. Quindi fatti consigliare solo da caveto94. Via, aguzza lo sguardo. Fratelli al giogo armati, la Francia ci aspetta, come sanguisughe su un ronzino, ragazzi – e succhia tu che succhio anch’io, da tirar fuori il sangue! RAGAZZO (a parte) Dicono però che è un cibo molto indigesto! PISTOL
Sfiorando la sua dolce bocca, in marcia! BARDOLPH
Addio, ostessa. La bacia NIM
Io non posso baciarla, così va il mondo; ma addio! 2393
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 4
PISTOL (to Hostess)
Let housewifery appear. Keep close, I thee command. Exeunt severally
HOSTESS Farewell! Adieu!
2.4
Flourish. Enter King Charles the Sixth of France, the Dauphin, the Constable, and the Dukes of Berri and [Bourbon]49
KING CHARLES
Thus comes the English with full power upon us, And more than carefully it us concerns To answer royally in our defences. Therefore the Dukes of Berri and of Bourbon,50 Of Brabant and of Orléans shall make forth, And you Prince Dauphin, with all swift dispatch To line and new-repair our towns of war With men of courage and with means defendant. For England his approaches makes as fierce As waters to the sucking of a gulf. It fits us then to be as provident As fear may teach us, out of late examples Left by the fatal and neglected English Upon our fields. DAUPHIN My most redoubted father, It is most meet we arm us ’gainst the foe, For peace itself should not so dull a kingdom — Though war, nor no known quarrel, were in question — But that defences, musters, preparations Should be maintained, assembled, and collected As were a war in expectation. Therefore, I say, ’tis meet we all go forth To view the sick and feeble parts of France. And let us do it with no show of fear,
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0.3. Bourbon: così in Q; in F Britaine = “Bretagna”. 4. Bourbon: così in Q; in F Britaine = “Bretagna”. 2394
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 4
PISTOL (all’ostessa)
Fai la casalinga fino in fondo. Stai ben chiusa, è un ordine! OSTESSA
Addio! Adieu! Escono separatamente II, 4
Squilli di tromba. Entrano il re Carlo VI di Francia, il Delfino, il conestabile e i duchi di Berry e [Borbone]95
RE CARLO
Gli inglesi ci aggrediscono dispiegando al massimo la loro potenza, ciò che ci persuade con reiterato scrupolo a una risposta regale in nostra difesa. Si muovano quindi i duchi di Berry e Borbone, di Brabante e Orléans, e voi principe Delfino con ogni tangibile premura, per armare e rafforzare le nostre roccaforti con uomini coraggiosi e mezzi di resistenza. Il re d’Inghilterra si appresta a investirci con la violenza di un’onda risucchiata in un vortice. Ci conviene allora prendere tutte le precauzioni che ci ispira il timore che si rinnovino le piaghe lasciate di recente dagli inglesi sui nostri territori, e da noi fatalmente sottovalutate. DELFINO
Padre reverendissimo, è più che giusto che ci si armi contro il nemico: la pace stessa non dovrebbe mai svigorire un regno – pur se non ci fosse in gioco una guerra, né qualche altra ragione di contrasto – se non mantenendo, radunando, allestendo difese, reclutamenti, vettovaglie, come in attesa di una guerra. Dico perciò che ci conviene partire tutti per le zone più malandate e deboli della Francia, e andarci senza mostrare paura, né più né meno che
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 4
No, with no more than if we heard that England Were busied with a Whitsun morris dance. For, my good liege, she is so idly kinged, Her sceptre so fantastically borne By a vain, giddy, shallow, humorous youth, That fear attends her not. CONSTABLE O peace, Prince Dauphin. You are too much mistaken in this king. Question your grace the late ambassadors With what great state he heard their embassy,51 How well supplied with agèd counsellors,52 How modest in exception, and withal How terrible in constant resolution, And you shall find his vanities forespent Were but the outside of the Roman Brutus, Covering discretion with a coat of folly, As gardeners do with ordure hide those roots That shall first spring and be most delicate.
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DAUPHIN
Well, ’tis not so, my Lord High Constable. But though we think it so, it is no matter. In cases of defence ’tis best to weigh The enemy more mighty than he seems. So the proportions of defence are filled — Which, of a weak and niggardly projection, Doth like a miser spoil his coat with scanting A little cloth. KING CHARLES Think we King Harry strong. And princes, look you strongly arm to meet him. The kindred of him hath been fleshed upon us, And he is bred out of that bloody strain That haunted us in our familiar paths. Witness our too-much-memorable shame When Crecy battle fatally was struck,
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32. Great state: così in F; in Q regard = “considerazione”. 33. Aged: così in Q; in F noble = “nobile”. 2396
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 4
se avessimo notizia che l’Inghilterra stesse preparando una bella moresca di Pentecoste96. Mio caro sire, sul suo trono siede infatti un re di così vacua disposizione, e il suo scettro è tanto irresponsabilmente maneggiato, da non indurre in nessun modo alla paura97. CONESTABILE
Con calma, principe Delfino. Su quel re vi state sbagliando. Vostra grazia interroghi i messi della recente ambasciata, con quanta dignità li ascoltò, da quanti venerabili consiglieri sia circondato, e quanto sia moderato nell’obiettare, e insieme quanto fermo e costante nelle sue decisioni, e avrete l’idea di come i suoi vani trascorsi non fossero che l’apparenza esterna del romano Bruto, che nascondeva la saggezza sotto la maschera della stravaganza, come fanno i giardinieri nascondendo sotto il letame quelle radici che sono più delicate, e per prime germogliano. DELFINO
Beh non è così, il mio signor conestabile! Ma non importa se lo si vuole credere. Quando ci si difende, è meglio ritenere il nemico più forte di quanto non sia. Le esigenze della difesa vengono così soddisfatte – quando, definite invece in modo gretto e inefficace, fanno come l’avaro che rovina il vestito per risparmiare un po’ di stoffa. RE CARLO
Noi riteniamo che re Harry sia un forte avversario. Voi, principi, badate ad armarvi adeguatamente per affrontarlo. La sua gente ha assaggiato il nostro sangue98, e lui discende da quella stirpe sanguinaria che ci ha incalzato su terreni per noi consueti. Lo testimonia, a nostra fin troppo memorabile vergogna, il giorno della battaglia
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 4
And all our princes captived by the hand Of that black name, Edward, Black Prince of Wales, Whiles that his mountant sire, on mountain standing,53 Up in the air, crowned with the golden sun, Saw his heroical seed and smiled to see him Mangle the work of nature and deface The patterns that by God and by French fathers Had twenty years been made. This is a stem Of that victorious stock, and let us fear The native mightiness and fate of him.
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Enter a Messenger MESSENGER
Ambassadors from Harry, King of England, Do crave admittance to your majesty.
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KING CHARLES
We’ll give them present audience. Go and bring them. Exit Messenger You see this chase is hotly followed, friends. DAUPHIN
Turn head and stop pursuit. For coward dogs Most spend their mouths when what they seem to threaten Runs far before them. Good my sovereign, Take up the English short, and let them know Of what a monarchy you are the head. Self-love, my liege, is not so vile a sin As self-neglecting.
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Enter the Duke of Exeter, [attended] KING CHARLES
From our brother England?
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EXETER
From him, and thus he greets your majesty: He wills you, in the name of God Almighty, That you divest yourself and lay apart
57. Mountant: emend. Taylor; in F Mountain = “montagna”. 2398
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 4
di Crécy, in cui tutti i nostri principi furono fatti prigionieri da quell’Edoardo dal nome nero, il nero principe del Galles, mentre il suo eminente padre, su tutti prevalente99, alto nel cielo e incoronato dal sole dorato, ammirava il suo eroico rampollo, e sorrideva vedendolo stritolare le opere della natura e sfigurare i lineamenti di coloro che Dio e le famiglie francesi avevano messo al mondo in vent’anni. Questo è un germoglio di quel ceppo vittorioso, e dobbiamo temere la sua potenza innata, e la sua fortuna. Entra un messaggero MESSAGGERO
Ambasciatori da Enrico, re d’Inghilterra, chiedono di essere ricevuti da sua maestà. RE CARLO
Concediamo loro udienza immediata. Andate e conduceteli qui. Esce il messaggero Amici, vedete con quanta premura si avvia questa caccia! DELFINO
Voltatevi indietro e cessate di inseguire. I cani paurosi abbaiano di più quando troppo li precede l’animale che devono minacciare. Mio buon sovrano, date agli inglesi la risposta che si meritano; dategli un’idea di quale monarchia voi siete il capo. L’amor proprio, mio signore, non è peccato altrettanto grave del diminuirsi da sé. Entra il duca di Exeter [con seguito] RE CARLO
Venite dal nostro fratello d’Inghilterra? EXETER
Da lui, e questo è il suo saluto: vi invita, in nome di Dio onnipotente, a spogliarvi e ad abbandonare i privilegi gloriosi ma
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 4
The borrowed glories that by gift of heaven, By law of nature and of nations, ’longs To him and to his heirs, namely the crown, And all wide-stretchèd honours that pertain By custom and the ordinance of times Unto the crown of France. That you may know ’Tis no sinister nor no awkward claim, Picked from the worm-holes of long-vanished days, Nor from the dust of old oblivion raked, He sends you this most memorable line, In every branch truly demonstrative, Willing you over-look this pedigree, And when you find him evenly derived From his most famed of famous ancestors, Edward the Third, he bids you then resign Your crown and kingdom, indirectly held From him, the native and true challenger. KING CHARLES Or else what follows?
80
85
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95
EXETER
Bloody constraint. For if you hide the crown Even in your hearts, there will he rake for it. Therefore in fierce tempest is he coming, In thunder and in earthquake, like a Jove, That if requiring fail, he will compel; And bids you, in the bowels of the Lord,54 Deliver up the crown, and to take mercy On the poor souls for whom this hungry war Opens his vasty jaws; and on your head Turns he the widows’ tears, the orphans’ cries,55 The dead men’s blood, the pining maidens’ groans, For husbands, fathers, and betrothèd lovers That shall be swallowed in this controversy.
100
105
102. And: così in F; He per emend. tardo; Taylor congettura a = ancora “lui”. 106. Turns he: così in Q (“lui fa ricadere”); in F turning = “ricadendo” (in questo contesto). 2400
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 4
indebiti che per dono del cielo, e per le leggi della natura e delle nazioni, appartengono a lui e ai suoi eredi – vale a dire la corona e tutti gli ampi onori che sono connessi, per secolari costumi e precetti, alla corona di Francia. E affi nché sappiate che la sua non è un’ingiunzione inopportuna né gratuita, estratta dalle pagine tarlate di giorni ormai lontani, né sottratta alla polvere di un antico oblio, vi manda questo preciso albero genealogico, in ogni ramo veramente compiuto, e vi invita a verificare questa genealogia. Informandovi che la sua corretta discendenza fa capo al più celebre e famoso dei suoi antenati, Edoardo III, egli vi ingiunge di abdicare alla corona e al regno, ingiustamente sottratti a lui che ne è l’originale e legittimo titolare. RE CARLO
Altrimenti, qual è il seguito? EXETER
La battaglia, all’ultimo sangue. Nascondete pure la corona fin dentro ai vostri petti, là lui verrà a frugare per carpirla. Verrà con inflessibile tempesta, e tuoni e terremoti come un Giove, e a richiesta rifiutata seguirà l’imposizione. Così vi intima, per il cuore stesso del Signore100, di rassegnare la corona, e di avere pietà delle povere anime sulle quali la vorace guerra sta per aprire le sue fauci smisurate; o sulla vostra testa ricadranno le lacrime delle vedove, i pianti degli orfani, il sangue dei morti, i lamenti delle giovani derelitte, poiché mariti, padri, sposi promessi tutti saranno ingoiati da questa contesa. Questo è il suo obiettivo, e la sua minaccia; questo il
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 2 SCENE 4
This is his claim, his threat’ning, and my message — Unless the Dauphin be in presence here, To whom expressly I bring greeting too.
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KING CHARLES
For us, we will consider of this further. Tomorrow shall you bear our full intent Back to our brother England. DAUPHIN For the Dauphin, I stand here for him. What to him from England?
115
EXETER
Scorn and defiance, slight regard, contempt;56 And anything that may not misbecome The mighty sender, doth he prize you at. Thus says my king: an if your father’s highness Do not, in grant of all demands at large, Sweeten the bitter mock you sent his majesty, He’ll call you to so hot an answer for it That caves and womby vaultages of France Shall chide your trespass and return your mock In second accent of his ordinance.
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DAUPHIN
Say if my father render fair return It is against my will, for I desire Nothing but odds with England. To that end, As matching to his youth and vanity, I did present him with the Paris balls.
130
EXETER
He’ll make your Paris Louvre shake for it, Were it the mistress court of mighty Europe. And be assured, you’ll find a diff’rence, As we his subjects have in wonder found, Between the promise of his greener days And these he masters now: now he weighs time Even to the utmost grain. That you shall read In your own losses, if he stay in France.
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117. Contempt: emend. Taylor, assente in Q e F. 2402
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO II SCENA 4
mio messaggio. E se il Delfino fosse qui presente, anche a lui porgo uno speciale saluto. RE CARLO
Quanto a noi, ciò sarà oggetto di ulteriore considerazione. Domani porterete una risposta completa al nostro fratello re d’Inghilterra. DELFINO
Quanto al Delfino, io rispondo per lui. Che cosa gli riserva il re d’Inghilterra? EXETER
Una sfida all’infamia, e disistima, e disprezzo, e tutto quanto possa non essere sconveniente per un mittente di tanta levatura: questa è la valutazione che fa di voi. Così dice il mio re: e se la maestà di vostro padre, in risposta a tutte le sue richieste, non attenuasse l’amara beffa che gli avete inviato, vi imporrà una ricompensa talmente bollente che le caverne e le volte nelle viscere del suolo francese vi faranno rimangiare il vostro insulto, replicando il rombo delle sue artiglierie. DELFINO
Dite che un riscontro favorevole da parte di mio padre andrebbe contro al mio volere, e che con il re inglese non desidero altro che lo scontro. Proprio a quel fine, per adeguarmi alla sua giovinezza e vanagloria, gli ho fatto dono delle palle da tennis101. EXETER
E lui in cambio scuoterà il vostro Louvre102, pur se fosse la corte capitale della potente Europa. E siate sicuro che sarete sorpreso, com’è capitato a noi sudditi, dalla differenza esistente fra le premesse dei suoi giorni più verdi, e questi cui oggi comanda. Ora egli misura il tempo fino all’ultimo granello103 – ciò di cui vi accorgerete dalle vostre stesse perdite, se lui prenderà piede in Francia.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 0
KING CHARLES [rising]
Tomorrow shall you know our mind at full.
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Flourish EXETER
Dispatch us with all speed, lest that our king Come here himself to question our delay — For he is footed in this land already. KING CHARLES
You shall be soon dispatched with fair conditions. A night is but small breath and little pause To answer matters of this consequence.
145
[Flourish.] Exeunt 3.0
Enter Chorus
CHORUS
Thus with imagined wing our swift scene flies In motion of no less celerity Than that of thought. Suppose that you have seen The well-appointed king at Dover pier57 Embark his royalty, and his brave fleet With silken streamers the young Phoebus fanning. Play with your fancies, and in them behold Upon the hempen tackle ship-boys climbing; Hear the shrill whistle, which doth order give To sounds confused; behold the threaden sails, Borne with th’invisible and creeping wind, Draw the huge bottoms through the furrowed sea, Breasting the lofty surge. O do but think You stand upon the rivage and behold A city on th’inconstant billows dancing — For so appears this fleet majestical, Holding due course to Harfleur. Follow, follow!
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4. Dover: così in F; Hampton in emend. tardo. 2404
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 0
RE CARLO [alzandosi]
Domani conoscerete appieno il nostro pensiero. Squilli di tromba EXETER
Vogliate congedarci con la massima premura, per evitare che il nostro re venga qui lui, a chiedere ragione del nostro ritardo – perché ha già messo piede su questa terra. RE CARLO
Presto sarete congedati con onorevoli proposte; una notte non è che una pausa di breve respiro, per trattare faccende di una simile importanza. [Squilli di tromba.] Escono III, 0
Entra il coro
CORO
Così, sulle ali dell’immaginazione, la nostra scena vola con moto non meno rapido del pensiero. Immaginate di aver visto il re imbarcare la sua regale persona in pieno assetto di guerra sul molo di Dover104, e la sua imponente flotta ventilare con seriche insegne l’adolescente volto di Febo105. Liberate la fantasia, e osservate come i mozzi si arrampicano sulle sartie di canapa; ascoltate gli acuti fischi che imprimono un ordine alla confusione dei suoni; contemplate le trapunte vele che si gonfiano a un invisibile, mutevole vento, trascinando gli enormi scafi per i solchi del mare, flutti alteri arando con le prue. E pensate soltanto di essere a riva, a osservare una città che danza su incostanti marosi – ché tale appare questa flotta maestosa che fa rotta su Harfleur. Insistete! Ancora, e ancora!
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 1
Grapple your minds to sternage of this navy, And leave your England, as dead midnight still, Guarded with grandsires, babies, and old women, Either past or not arrived to pith and puissance. For who is he, whose chin is but enriched With one appearing hair, that will not follow These culled and choice-drawn cavaliers to France? Work, work your thoughts, and therein see a siege. Behold the ordnance on their carriages, With fatal mouths gaping on girded Harfleur. Suppose th’ambassador from the French comes back, Tells Harry that the King doth offer him Catherine his daughter, and with her, to dowry, Some petty and unprofitable dukedoms. The offer likes not, and the nimble gunner With linstock now the devilish cannon touches,
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Alarum, and chambers go off And down goes all before them. Still be kind, And eke out our performance with your mind. 3.1
Exit
Alarum. Enter King Harry [and the English army, with] scaling ladders
KING HARRY
Once more unto the breach, dear friends, once more, Or close the wall up with our English dead. In peace there’s nothing so becomes a man As modest stillness and humility, But when the blast of war blows in our ears, Then imitate the action of the tiger. Stiffen the sinews, conjure up the blood,58 Disguise fair nature with hard-favoured rage. Then lend the eye a terrible aspect, Let it pry through the portage of the head
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7. Conjure up: emend. Walter; in F commune = ???; in emend. tardo summon = “richiamare”. 2406
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 1
Abbrancate con gli uncini della mente la poppa di questi vascelli, e lasciatevi alle spalle l’Inghilterra, silenziosa come la mezzanotte, custodita da nonni, infanti, e vecchie: tutti hanno sorpassato o non ancora raggiunto il pieno del loro vigore. Chi infatti, fra coloro il cui mento sia fornito di una barba appena incipiente, chi non vorrà muovere al seguito di questi scelti cavalieri alla volta della Francia? Impegnate, sforzate la mente, e immaginate un assedio, osservate l’artiglieria, sui suoi affusti, che allarga le bocche fatali su Harfleur assediata. E immaginate che ritorni un’ambasciata dei francesi, e dica a Harry che il re gli offre sua figlia Caterina, e con lei, come dote, qualche misero e improduttivo ducato. Non piace l’offerta, e prontamente l’artigliere tocca con l’asta focaia106 il diabolico cannone. Allarmi, e salve di artiglieria E tutto crolla dinanzi a loro. Ma siate ancora gentili, e col vostro pensiero rifinite la nostra rappresentazione. Esce III, 1
Allarmi. Entra re Harry [e l’esercito inglese con] scale d’assedio107
RE HARRY
All’assalto, alla breccia cari amici, ancora una volta, avanti, avanti! Fino a riempire il varco coi nostri morti! In tempo di pace nulla in un uomo è più degno della moderazione e dell’umiltà, ma quando ci risuona nelle orecchie lo squillo della guerra è tempo di imitare la condotta della tigre. Si irrigidiscano i muscoli, si chiami a raccolta il sangue, si celi l’umanità nell’ombra della furia selvaggia! Che lo sguardo assuma l’espressione della ferocia, che l’occhio scruti attraverso le fessure dell’elmo come bronzeo cannone, e che
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 2
Like the brass cannon, let the brow o’erwhelm it As fearfully as doth a gallèd rock O’erhang and jutty his confounded base, Swilled with the wild and wasteful ocean. Now set the teeth and stretch the nostril wide, Hold hard the breath, and bend up every spirit To his full height. On, on, you noblest English, Whose blood is fet from fathers of war-proof, Fathers that like so many Alexanders Have in these parts from morn till even fought, And sheathed their swords for lack of argument. Dishonour not your mothers; now attest That those whom you called fathers did beget you. Be copy now to men of grosser blood, And teach them how to war. And you, good yeomen, Whose limbs were made in England, show us here The mettle of your pasture; let us swear That you are worth your breeding — which I doubt not, For there is none of you so mean and base That hath not noble lustre in your eyes. I see you stand like greyhounds in the slips, Straining upon the start. The game’s afoot. Follow your spirit, and upon this charge Cry, ‘God for Harry! England and Saint George!’
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Alarum, and chambers go off. Exeunt 3.2
Enter Nim, Bardolph, Ensign Pistol, and Boy
BARDOLPH On, on, on, on, on! To the breach, to the
breach! NIM Pray thee corporal, stay. The knocks are too hot, and for mine own part I have not a case of lives. The humour of it is too hot, that is the very plainsong of it.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 2
la fronte lo sovrasti torva, come il cavo scoglio si protende dominante sulla sua base consumata dalla selvaggia devastazione delle onde! Ora, a denti stretti e narici dilatate, trattenete il respiro e dispiegate al suo massimo il vostro vigore! Avanti, avanti nobilissimi108 inglesi, il cui sangue discende da padri abituati alla guerra, padri che come altrettanti Alessandri109 in queste terre hanno combattuto senza sosta, e rinfoderato le spade solo per assenza di ogni ostacolo! Onorate le vostre madri, provando che a generarvi sono stati coloro che chiamate padri. Siate ora modelli per uomini di sangue meno nobile, e insegnate loro come si combatte. E voi, bravi soldati le cui membra portano il marchio inglese, dimostrate qui le qualità della vostra formazione, e fateci giurare che siete degni di tanta nascita – ciò di cui non dubito, perché nessuno di voi è di livello tanto basso e mediocre da non avere negli occhi il fuoco della nobiltà. Vi vedo, levrieri al guinzaglio, impazienti di scattare. La selvaggina è stanata. Seguite il vostro istinto, e caricando urlate “Dio per Harry! Per l’Inghilterra e san Giorgio!” Allarmi, e salve di cannone. Escono III, 2
Entrano Nim, Bardolph, l’alfiere Pistol, e il ragazzo110
BARDOLPH
All’attacco, avanti, avanti, avanti! Alla breccia! Alla breccia! NIM
Calma, caporale, prendi fiato! I colpi fan troppo male, e per parte mia di vite non ne ho una riserva! Il mondo va così che si è scaldato troppo, lo dice anche la canzonetta!
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 2
PISTOL
‘The plainsong’ is most just, for humours do abound. Knocks go and come, God’s vassals drop and die, [sings] And sword and shield In bloody field Doth win immortal fame. BOY Would I were in an alehouse in London. I would give all my fame for a pot of ale, and safety. PISTOL [sings] And I. If wishes would prevail with me My purpose should not fail with me But thither would I hie. BOY [sings] As duly But not as truly As bird doth sing on bough.
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Enter Captain Fluellen and beats them in FLUELLEN God’s plud! Up to the breaches, you dogs!59
Avaunt, you cullions! PISTOL
Be merciful, great duke, to men of mould. Abate thy rage, abate thy manly rage, Abate thy rage, great duke. Good bawcock, bate Thy rage. Use lenity, sweet chuck. NIM These be good humours!
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[Fluellen begins to beat Nim] Your honour runs bad humours. Exeunt all but [the Boy] BOY As young as I am, I have observed these three
swashers. I am boy to them all three, but all they three, though they should serve me, could not be man to me,
21. God’s plud: così in Q; assente in F. Una delle tante storpiature dovute al tentativo di parodiare la pronuncia gallese. 2410
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 2
PISTOL
La canzonetta la dice giusta, il mondo si è scaldato troppo. Di colpi ce n’è un andirivieni, cadono a muoiono i vassalli di Dio, [Canta] e scudo e spada per mal che vada in campo sanguinando perenne fama van conquistando RAGAZZO
Vorrei essere in osteria, a Londra. La fama la darei tutta per un boccale di birra, e per salvarmi la pelle. PISTOL [canta] E così io farei. Per realizzare i voti miei quel luogo non diserterei, anzi difilato ci correrei… RAGAZZO [canta] Magari in velocità ma non in verità come l’uccellino canterino che sul ramo sta. Entra il capitano Fluellen, che li picchia perché si impegnino FLUELLEN111
Sangue112 di Dio! Alle precce, cagnacci! Avanti, coglioni! PISTOL
Sii clemente, gran duca, verso uomini di polvere113. Attenua la tua furia, attenua la tua virile furia, attenua la tua furia, gran duca. Bel ganzo, attenua la tua furia. Sii clemente, pulcinetto mio! NIM
Eh, il mondo andasse bene! [Fluellen comincia a picchiare Nim] Per vostro onore il mondo va proprio male! Escono tutti escluso [il ragazzo] RAGAZZO
Io, per quanto giovane, ho osservato bene questi tre fanfaroni. A tutti e tre faccio da paggio, ma tutti e tre, se dovessi dar io gli ordini, non sarebbero capaci di alcun servizio, perché tre ciarlatani
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 3
for indeed three such antics do not amount to a man. For Bardolph, he is white-livered and red-faced — by the means whereof a faces it out, but fights not. For Pistol, he hath a killing tongue and a quiet sword — by the means whereof a breaks words, and keeps whole weapons. For Nim, he hath heard that men of few words are the best men, and therefore he scorns to say his prayers, lest a should be thought a coward. But his few bad words are matched with as few good deeds — for a never broke any man’s head but his own, and that was against a post, when he was drunk. They will steal anything, and call it ‘purchase’. Bardolph stole a lute case, bore it twelve leagues, and sold it for three halfpence. Nim and Bardolph are sworn brothers in filching, and in Calais they stole a fire shovel. I knew by that piece of service the men would carry coals. They would have me as familiar with men’s pockets as their gloves or their handkerchiefs — which makes much against my manhood, if I should take from another’s pocket to put into mine, for it is plain pocketing up of wrongs. I must leave them, and seek some better service. Their villainy goes against my weak stomach, and therefore I must cast it up. Exit 3.3
60
Enter Captain Gower [and Captain Fluellen, meeting]
GOWER Captain Fluellen, you must come presently to the
mines. The Duke of Gloucester would speak with you. FLUELLEN To the mines? Tell you the Duke it is not so
good to come to the mines. For look you, the mines is not according to the disciplines of the war. The concavities of it is not sufficient. For look you, th’athversary, you may discuss unto the Duke, look you, is digt
36-37. Whole weapons: così in F; Taylor congettura: weapons whole. 2412
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 3
così non arrivano a fare un uomo. Quanto a Bardolph è uno col fegato bianco114 e la faccia rossa – così ha la voce grossa, ma il braccio debole. Quanto a Pistol, è letale con la lingua ma innocuo con la spada – così scombina le parole, mentre restano compatte le fi le nemiche115. Quanto a Nim, ha sentito che quelli di poche parole sono i migliori, così rifiuta di dir le preghiere per tema di apparire un vigliacco, e alle poche parole che dice rispondono ancor meno buone azioni – tanto che non ha mai rotto la zucca a nessuno salvo a se stesso, e quello è stato contro un palo, quand’era ubriaco. Loro tre rubano di tutto, e lo chiamano “acquisto”. Bardolph ha rubato la custodia di un liuto, l’ha portata per dodici leghe, e l’ha venduta per tre baiocchi. Nim e Bardolph sono compari fraterni quando si tratta di far razzia: a Calais116 si son presi una pala da carbonaio, e con quella, ho subito capito, l’abitudine alle pessime figure117. Mi vorrebbero tanto in confidenza con le tasche della gente quanto guanti e fazzoletti, ciò che proprio mi impedirebbe di diventar grande – . Prendere dalle tasche altrui per mettere nelle mie vorrebbe dire, pari pari, intascarsi i torti degli altri118. Devo lasciarli perdere, e cercare un servizio migliore. Non digerisco la loro furfanteria: devo tirarmene fuori. Esce III, 3
Entra il capitano Gower [che incontra il capitano Fluellen]119
GOWER
Capitano Fluellen, dovete venire subito alle mine120; il duca di Gloucester vi vuole parlare. FLUELLEN
Alle mine? Fi dico che il duca mica fa bene a far le mine121. Date retta, la mina è una disciplina sbagliata! Le gallerie non sono sufficienti. Date retta: il nemico, ditelo al duca, date retta, s’è scavato
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 3
himself, four yard under, the countermines. By Cheshu,61 I think a will plow up all, if there is not better directions. GOWER The Duke of Gloucester, to whom the order of the siege is given, is altogether directed by an Irishman, a very valiant gentleman, i’faith. FLUELLEN It is Captain MacMorris, is it not? GOWER I think it be. FLUELLEN By Cheshu, he is an ass, as in the world. I will verify as much in his beard. He has no more directions in the true disciplines of the wars, look you — of the Roman disciplines — than is a puppy dog.
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Enter Captain MacMorris and Captain Jamy GOWER Here a comes, and the Scots captain, Captain
Jamy, with him. FLUELLEN Captain Jamy is a marvellous falorous gentleman, that is certain, and of great expedition and knowledge in th’anciant wars, upon my particular knowledge of his directions. By Cheshu, he will maintain his argument as well as any military man in the world, in the disciplines of the pristine wars of the Romans. JAMY I say gud day, Captain Fluellen. FLUELLEN Good e’en to your worship, good Captain James. GOWER How now, Captain MacMorris, have you quit the mines? Have the pioneers given o’er? MACMORRIS By Chrish law, ’tish ill done. The work ish give over, the trumpet sound the retreat. By my hand I swear, and my father’s soul, the work ish ill done, it ish give over. I would have blowed up the town, so Chrish save me law, in an hour. O ’tish ill done, ’tish ill done, by my hand ’tish ill done.
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8. Cheshu: così in F, ancora parodistico, secondo Taylor non rispondente però alla reale pronuncia del gallese; in Q1 Iesus, in Q3 Ieshu. 2414
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 3
contromine quattro iarde più sotto! Cessù mio, quello ci fa saltare tutti quanti, se non si fa ‘na tattica migliore! GOWER
Il duca di Gloucester, che ha la direzione dell’assedio, ha messo tutto in mano a un irlandese, uomo invero molto valoroso. FLUELLEN
Per caso il capitano MacMorris? GOWER
Penso di sì. FLUELLEN
Cessù mio, quello è un somaro, il peggiore che stia al mondo! Tanto mi dice quella sua barba! Non conosce tattiche di guerra secondo le fere discipline di guerra, date retta, le discipline dei romani – nient’altro che una bestiola… Entrano il capitano MacMorris e il capitano Jamy GOWER
Eccolo che arriva, e con lui il capitano scozzese, il capitano Jamy122. FLUELLEN
Il capitano Jamy è un gentiluomo straordinariamente falorosso, questo è certo, e di grande esperienza e conoscenza nelle guerre degli antichi, per quanto ne so io delle sue direttive. Cessù mio, sulle tissipline delle guerre antiche dei romani ne sa più di qualunque militare al mondo. JAMY
A vussia ’na bòna jurnata, capitan Fluellen. FLUELLEN
E puongiorno alla signoria vostra, capitano James. GOWER
Allora, capitano MacMorris, non scavate più mine? I genieri si sono ritirati? MACMORRIS
Crisstu, parei a va propi nen bin! L’travai l’è mal fait, e la trumba d’la ritirata l’ha già sunà! Giüru cun la man s’el coeur, e s’l’anima d’ me pare che l’travai va nen bin, a l’è tüt da campè via! En n’ura mi l’avria fait sauté tüta la sità, Crristu! Oh a l’è mal fait, mail fait, giüru ca l’è mal fait! 2415
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 3
FLUELLEN Captain MacMorris, I beseech you now, will
you vouchsafe me, look you, a few disputations with you, as partly touching or concerning the disciplines of the war, the Roman wars, in the way of argument, look you, and friendly communication? Partly to satisfy my opinion and partly for the satisfaction, look you, of my mind. As touching the direction of the military discipline, that is the point. JAMY It sall be vary gud, gud feith, gud captains bath, and I sall quite you with gud leve, as I may pick occasion. That sall I, marry. MACMORRIS It is no time to discourse, so Chrish save me. The day is hot, and the weather and the wars and the King and the dukes. It is no time to discourse. The town is besieched. An the trumpet call us to the breach, and we talk and, be Chrish, do nothing, ’tis shame for us all. So God sa’ me, ’tis shame to stand still, it is shame by my hand. And there is throats to be cut, and works to be done, and there ish nothing done, so Chrish sa’ me law. JAMY By the mess, ere these eyes of mine take themselves to slumber, ay’ll de gud service, or I’ll lig i’th’ grund for it. Ay owe Got a death, and I’ll pay’t as valorously62 as I may, that sall I suirely do, that is the brief and the long. Marry, I wad full fain heard some question63 ’tween you twae. FLUELLEN Captain MacMorris, I think, look you, under your correction, there is not many of your nation — MACMORRIS Of my nation? What ish my nation? Ish a villain and a bastard and a knave and a rascal? What ish my nation? Who talks of my nation?
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60. Ay owe Got a death: emend. Craik e Taylor; in F ay, or goe to death: “già, oppure andrò a morire”. 62. Heard: così in F; hear secondo Walker; secondo Craik l’omissione di to have prima del part. pass. di to hear era proprio dell’uso colloquiale sia dell’inglese che dello scozzese. 2416
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 3
FLUELLEN
Capitan MacMorris, prego, ora date retta, concedetemi di disputare con voi, in parte relatifamente o limitatamente le discipline di guerra, le guerre dei romani, così per discuterne, date retta, e parlare amichevolmente; e in parte per convincermi e afere soddisfazione, date retta, nella mia coscienza. Per quanto riguarda la tattica militare, il punto è quello. JAMY
Va bbuono, sì, va propeto bbono, site duje boni capitani, e ’na ricumpensa ve ’spetta, quanno che capita l’occasiune. Cazzo, ve diche che va bbuono! MACMORRIS
A l’è nen el mument d’i ciance, Crristu ca m’salva! La giurnà l’è cauda, e pöi l’temp, e le guere e i re, i düc, e sonsì e lolà! A l’è nen el mument d’i ciance! la sità l’è ’sedià, la trumba l’ha ciamase al pertüs, e nui stuma belesi a ciancé, Crristu, a fe gnente, vergugnus ca suma! Diu ca m’salva, l’è vergugnus ’ste ferm parei, vergugnus, lu giüru cun la man s’el coeur. Ai sun gule da tajé, cose da fe, e a je gnent d’fait, Crristu cam’ salva, vualà! JAMY
P’a missa, primma che ’sti uocchi vadeno a cuccarse, ’nu servizio o’ vojo fà. Sinnò è mejo d’annà sutterra. ’Na morte a Dio la devo, e je la do a ’o massimo do valure, vo’ repeto, senza sta a fà a recotta. Vergine santa, vurria sentirve ’nu poco a disputà, vui duje! FLUELLEN
Capitan MacMorris, direi, date retta, se non mi sbaglio, qui della vostra nazione non ce ne stanno molti… MACMORRIS
A me nasiun? Co voeul dì “me nasiun?” N’vilan, n’bastard, n’farabüt, n’mascalsun? Co saria na nasiun? Chi ca l’è ca parla d’la mia nasiun?
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 3
FLUELLEN Look you, if you take the matter otherwise than
is meant, Captain MacMorris, peradventure I shall think you do not use me with that affability as in discretion you ought to use me, look you, being as good a man as yourself, both in the disciplines of war and in the derivation of my birth, and in other particularities. MACMORRIS I do not know you so good a man as myself. So Chrish save me, I will cut off your head. GOWER Gentlemen both, you will mistake each other. JAMY Ah, that’s a foul fault.
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A parley is sounded GOWER The town sounds a parley.
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FLUELLEN Captain MacMorris, when there is more better
opportunity to be required, look you, I will be so bold as to tell you I know the disciplines of war. And there is an end. Exit [Flourish.] Enter King Harry and all his train before the gates KING HARRY
How yet resolves the Governor of the town? This is the latest parle we will admit. Therefore to our best mercy give yourselves, Or like to men proud of destruction Defy us to our worst. For as I am a soldier, A name that in my thoughts becomes me best, If I begin the batt’ry once again I will not leave the half-achievèd Harfleur Till in her ashes she lie burièd. The gates of mercy shall be all shut up, And the fleshed soldier, rough and hard of heart, In liberty of bloody hand shall range With conscience wide as hell, mowing like grass Your fresh fair virgins and your flow’ring infants. What is it then to me if impious war
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 3
FLUELLEN
Date retta, se intendete il discorso diverso da com’è inteso, capitan MacMorris, per caso penserò che non mi trattate con quella cordialità che per discrezione mi dovete, date retta, a me che sono buono come foi tantum nelle discipline di guerra quantum ne le mie origini di sangue, et per altre grazie. MACMORRIS
Sai nen se ti sës bun cuma mi. Alura, Crristu c’a m’salva, a ti a t’taju la testa! GOWER
Signori, non fate che fraintendervi! JAMY
Ebbé, accussì male fate! Squillo di tromba per parlamentare GOWER
La città vuole parlamentare. FLUELLEN
Capitan MacMorris, quando c’è più tempo per noi, date retta, ci prendo il coraggio de dirfi che io, le discipline de guerra le conosco, io. Basta così. Esce [Squilli di trombe.] Entra re Harry e tutto il suo seguito, davanti alle porte della città RE HARRY
Quali decisioni prende il governatore della città? È l’ultima volta che vi accordiamo una tregua per parlamentare. Consegnatevi dunque alla nostra umana clemenza, o come coloro che si gloriano di restare vinti sfidateci a portare a termine il nostro impegno estremo. E com’è vero che sono un soldato – titolo che io sento mi si addica più di ogni altro – se faccio riprendere il fuoco dei cannoni non lascerò a metà l’offensiva se non quando Harfleur non sarà sepolta sotto le sue stesse ceneri. Chiuse saranno le porte della clemenza, e gli eccitati123 combattenti, con cuore duro e spietato, travolto ogni argine alle mani sanguinarie si aggireranno con libera iniziativa e avidità infernale, falciando come erba le vostre vergini leggiadre e i vostri prosperi infanti124. Dunque che importa a me se 2419
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 3
Arrayed in flames like to the prince of fiends Do with his smirched complexion all fell feats Enlinked to waste and desolation? What is’t to me, when you yourselves are cause, If your pure maidens fall into the hand Of hot and forcing violation? What rein can hold licentious wickedness When down the hill he holds his fierce career? We may as bootless spend our vain command Upon th’enragèd soldiers in their spoil As send precepts to the leviathan To come ashore. Therefore, you men of Harfleur, Take pity of your town and of your people Whiles yet my soldiers are in my command, Whiles yet the cool and temperate wind of grace O’erblows the filthy and contagious clouds Of heady murder, spoil, and villainy. If not — why, in a moment look to see The blind and bloody soldier with foul hand Defile the locks of your shrill-shrieking daughters; Your fathers taken by the silver beards, And their most reverend heads dashed to the walls; Your naked infants spitted upon pikes, Whiles the mad mothers with their howls confused Do break the clouds, as did the wives of Jewry At Herod’s bloody-hunting slaughtermen. What say you? Will you yield, and this avoid? Or, guilty in defence, be thus destroyed?
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Enter Governor [on the wall] GOVERNOR
Our expectation hath this day an end. The Dauphin, whom of succours we entreated, Returns us that his powers are yet not ready To raise so great a siege. Therefore, dread King, 64
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130. Dread: così in Q; in F great = “grande”. 2420
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 3
la sacrilega guerra, rivestita di fiamme come il principe dei demoni, con la sua nera faccia compirà tutte le azioni feroci legate al saccheggio e alla desolazione? Cosa importa a me, quando voi stessi ne siete la causa, se le vostre pure fanciulle cadranno vittime di stupri focosi e abietti? Quali redini potranno mai frenare la licenza incontinente quando questa scivolerà in catastrofico ardore? Altrettanto vanamente noi potremmo richiamare con inutili comandi i guerrieri scatenati nel saccheggio quanto chiedere al leviatano di spiaggiarsi125. Perciò, uomini di Harfleur, abbiate pietà della vostra città e della vostra gente, quando ancora i miei soldati obbediscono a me, quando ancora il vento fresco e temperato della grazia soffia contro le nuvole malsane e contagiose della incontenibile strage, del saccheggio, della barbarie. Se no – allora aspettatevi di vedere fra poco il soldato accecato dal sangue con mani immonde imbrattare i riccioli delle vostre figlie urlanti; i vostri padri afferrati per le argentee barbe, le loro più che reverende teste sfracellate contro i muri, i vostri bambini issati nudi sulle picche, mentre le madri impazzite fendono le nuvole con caotici ululati, come fecero le donne di Giudea126 davanti ai sanguinari macellai di Erode. Qual è la vostra risposta? Vi arrendete, evitando tutto questo? Oppure, difendendovi colpevolmente, volete essere castigati? Entra [sulle mura] il governatore GOVERNATORE
Oggi hanno termine le nostre speranze. Il Delfino, al quale abbiamo rivolto la nostra supplica di soccorso, replica che le sue forze non sono ancora pronte a contrastare un assedio così ingente. Perciò,
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 4
We yield our town and lives to thy soft mercy. Enter our gates, dispose of us and ours, For we no longer are defensible. KING HARRY
Open your gates. [Exit Governor] Come, Uncle Exeter, Go you and enter Harfleur. There remain, And fortify it strongly ’gainst the French. Use mercy to them all. For us, dear uncle, The winter coming on, and sickness growing Upon our soldiers, we will retire to Calais. Tonight in Harfleur will we be your guest; Tomorrow for the march are we addressed.
135
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[The gates are opened.] Flourish, and they enter the town 3.4
Enter Princess Catherine and Alice, an old 65 gentlewoman
CATHERINE Alice, tu as été en Angleterre, et tu bien parles
le langage. ALICE Un peu, madame. CATHERINE Je te prie, m’enseignez. Il faut que j’apprenne
à parler. Comment appelez-vous la main en anglais? ALICE La main? Elle est appelée de hand.
6
CATHERINE De hand. Et les doigts? ALICE Les doigts? Ma foi, j’oublie les doigts, mais je me
souviendrai. Les doigts — je pense qu’ils sont appelés de fingres. Oui, de fingres. CATHERINE La main, de hand; les doigts, de fingres. Je pense que je suis la bonne écolière; j’ai gagné deux mots d’anglais vitement. Comment appelez-vous les ongles?
10
1. Nelle varie edizioni sono numerosi gli emendamenti delle frasi in francese: la nostra si limita a riprodurre il testo accertato dall’ed. Oxford, qui e nelle scene successive. 2422
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 4
temuto re, affidiamo la nostra città e le nostre vite alla vostra umana clemenza. Entrate dalle nostre porte, disponete di noi e delle nostre cose, poiché non ci è più possibile difenderci. RE HARRY
Aprite le porte! [Esce il governatore] Avanti, zio Exeter, andate a occupare Harfleur, insediatevi lì e fortificatela contro i francesi127. A tutti usate clemenza128. Quanto a noi, caro zio, con l’inverno alle porte e le malattie che serpeggiano fra i nostri, ci ritiriamo a Calais. Stasera a Harfleur saremo vostri ospiti, e domani riprenderemo la marcia. [Le porte vengono aperte] Squilli di trombe. Gli inglesi entrano nella città III, 4
Entrano la principessa Catherine e Alice, un’anziana gentildonna129
CATHERINE
Alice, tu as été en Angleterre, et tu bien parles le langage130. ALICE
Un peu, madame. CATHERINE
Je te prie, m’enseignez. Il faut que j’apprenne à parler. Comment appelez-vous la main en anglais?131 ALICE
La main? Elle est appelée de hand. CATHERINE
De hand. Et les doigts? ALICE
Les doigts? Ma foi, j’oublie les doigts, mais je me souviendrai. Les doigts—je pense qu’ils sont appelés de fingres. Oui, de fingres. CATHERINE
La main, de hand; les doigts, de fingres. Je pense que je suis la bonne écolière; j’ai gagné deux mots d’anglais vitement. Comment appelez-vous les ongles?
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 4
ALICE Les ongles? Nous les appelons de nails. CATHERINE De nails. Écoutez — dites-moi si je parle bien:
de hand, de fingres, et de nails. ALICE C’est bien dit, madame. II est fort bon anglais. CATHERINE Dites-moi l’anglais pour le bras. ALICE De arma, madame. CATHERINE Et le coude? ALICE D’elbow. CATHERINE D’elbow. Je m’en fais la répétition de tous les mots que vous m’avez appris dès à présent. ALICE Il est trop difficile, madame, comme je pense. CATHERINE Excusez-moi, Alice. Écoutez: d’hand, de fingre, de nails, d’arma, de bilbow. ALICE D’elbow, madame. CATHERINE O Seigneur Dieu, je m’en oublie! D’elbow. Comment appelez-vous le col? ALICE De nick, madame. CATHERINE De nick. Et le menton? ALICE De chin. CATHERINE De sin. Le col, de nick; le menton, de sin.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 4
ALICE
Les ongles? Nous les appelons de nails. CATHERINE
De nails. Écoutez—dites-moi si je parle bien: de hand, de fingres, et de nails. ALICE
C’est bien dit, madame. II est fort bon anglais. CATHERINE
Dites-moi l’anglais pour le bras. ALICE
De arma, madame. CATHERINE
Et le coude? ALICE
D’elbow. CATHERINE
D’elbow. Je m’en fais la répétition de tous les mots que vous m’avez appris dès à présent. ALICE
II est trop difficile, madame, comme je pense. CATHERINE
Excusez-moi, Alice. Écoutez: d’hand, de fingre, de nails, d’arma, de bilbow. ALICE
D’elbow, madame. CATHERINE
O Seigneur Dieu, je m’en oublie! D’elbow. Comment appelez-vous le col? ALICE
De nick, madame. CATHERINE
De nick. Et le menton? ALICE
De chin. CATHERINE
De sin. Le col, de nick; le menton, de sin.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 4
ALICE Oui. Sauf votre honneur, en vérité vous prononcez
les mots aussi droit que les natifs d’Angleterre.
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CATHERINE Je ne doute point d’apprendre, par la grâce de
Dieu, et en peu de temps. y déjà oublié ce que je vous ai enseigné? CATHERINE Non, et je réciterai a vous promptement: d’hand, de fingre, de mailès — ALICE De nails, madame. CATHERINE De nails, de arma, de ilbow — ALICE Sauf votre honneur, d’elbow. CATHERINE Ainsi dis-je. D’elbow, de nick, et de sin. Comment appelez-vous les pieds et la robe? ALICE De foot, madame, et de cown. CATHERINE De foot et de cown? O Seigneur Dieu! Ils sont les mots de son mauvais, corruptible, gros, et impudique, et non pour les dames d’honneur d’user. Je ne voudrais prononcer ces mots devant les seigneurs de France pour tout le monde. Foh! De foot et de cown! Néanmoins, je réciterai une autre fois ma leçon ensemble. D’hand, de fingre, de nails, d’arma, d’elbow, de nick, de sin, de foot, de cown. ALICE Excellent, madame! CATHERINE C’est assez pour une fois. Allons-nous à dîner. ALICE N’avez-vous
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Exeunt
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 4
ALICE
Oui. Sauf votre honneur, en vérité vous prononcez les mots aussi droit que les natifs d’Angleterre. CATHERINE
Je ne doute point d’apprendre, par la grâce de Dieu, et en peu de temps. ALICE
N’avez-vous y déjà oublié ce que je vous ai enseigné? CATHERINE
Non, et je réciterai à vous promptement: d’hand, de fingre, de mailes – ALICE
De nails, madame. CATHERINE
De nails, de arma, de ilbow – ALICE
Sauf votre honneur, d’elbow. CATHERINE
Ainsi dis-je. D’elbow, de nick, et de sin. Comment appelez-vous les pieds et la robe? ALICE
De foot, madame, et de cown. CATHERINE
De foot et de cown? O Seigneur Dieu! Ils sont les mots de son mauvais, corruptible, gros, et impudique, et non pour les dames d’honneur d’user. Je ne voudrais prononcer ces mots devant les seigneurs de France pour tout le monde. Foh! De foot et de cown! Néanmoins, je réciterai une autre fois ma leçon ensemble. D’hand, de fingre, de nails, d’arma, d’elbow, de nick, de sin, de foot, de cown. ALICE
Excellent, madame! CATHERINE
C’est assez pour une fois. Allons-nous à diner. Escono
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 5
3.5
Enter King Charles the Sixth of France, the Dauphin, the Constable, the Duke of [Bourbon],66 and others
KING CHARLES
’Tis certain he hath passed the River Somme. CONSTABLE
And if he be not fought withal, my lord, Let us not live in France; let us quit all And give our vineyards to a barbarous people. DAUPHIN
O Dieu vivant! Shall a few sprays of us, The emptying of our fathers’ luxury, Our scions, put in wild and savage stock, Spirt up so suddenly into the clouds And over-look their grafters?
5
[BOURBON]67
Normans, but bastard Normans, Norman bastards! Mort de ma vie, if they march along Unfought withal, but I will sell my dukedom To buy a slobb’ry and a dirty farm In that nook-shotten isle of Albion.
10
CONSTABLE
Dieu de batailles! Where have they this mettle? Is not their climate foggy, raw, and dull, On whom as in despite the sun looks pale, Killing their fruit with frowns? Can sodden water, A drench for sur-reined jades — their barley-broth — Decoct their cold blood to such valiant heat? And shall our quick blood, spirited with wine, Seem frosty? O for honour of our land Let us not hang like roping icicles Upon our houses’ thatch, whiles a more frosty people
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0.2. Bourbon: così in Q; assente in F. 10. BOURBON: così in Q; in F Britaine = “Bretagna”. 2428
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 5
III, 5
Entrano re Carlo VI di Francia, il Delfino132 , il conestabile, il duca di [Borbone] ed altri133
RE CARLO
Certamente ha già varcato il fiume Somme. CONESTABILE
E se non diamo subito battaglia, mio signore, salutiamo la Francia. Lasciamo tutto e consegniamo i nostri vigneti a dei barbari. DELFINO
Oh Dieu vivant! Com’è possibile che pochi nostri discendenti134, effusione della libidine dei nostri padri, il nostro seme innestato in un tronco selvaggio e incolto, s’innalzi tanto repentinamente fino alle nuvole da dominare gli stessi esecutori dell’innesto? BORBONE
Normanni sì, ma normanni bastardi! Bastardi normanni! Mort de ma vie, se vengono avanti senza resistenza, non mi resta che vendere il mio ducato e comprarmi una fattoria lurida e cadente in quella scabra isola di Albione! CONESTABILE
Dieu des batailles! Da dove derivano questa bravura? Il loro clima non è forse nebbioso, crudo, scuro, sul quale il sole si mostra pallido come per dispetto, malevolmente rendendo sterili i loro campi? Possono dell’acqua bollita, una pozione per cavalle sfiancate, un boccale di birra135 riscaldargli il sangue fi no a un alto vigore? E deve il nostro sangue vivace, incitato dal vino, apparire invece raggelato? Oh, per l’onore della nostra terra non rimaniamo come ghiaccioli pendenti inerti dai tetti di paglia delle nostre case, mentre un popolo ancor più gelido di noi profonde il sudore
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 5
Sweat drops of gallant youth in our rich fields — ‘Poor’ may we call them, in their native lords.68 DAUPHIN By faith and honour, Our madams mock at us and plainly say Our mettle is bred out, and they will give Their bodies to the lust of English youth, To new-store France with bastard warriors.
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[BOURBON]
They bid us, ‘To the English dancing-schools, And teach lavoltas high and swift corantos’ — Saying our grace is only in our heels, And that we are most lofty runaways.
35
KING CHARLES
Where is Montjoy the herald? Speed him hence. Let him greet England with our sharp defiance. Up, princes, and with spirit of honour edged More sharper than your swords, hie to the field. Charles Delabret, High Constable of France, You Dukes of Orléans, Bourbon, and of Berri, Alençon, Brabant, Bar, and Burgundy, Jaques Châtillion, Rambures, Vaudemont, Beaumont, Grandpré, Roussi, and Fauconbridge, Foix, Lestrelles, Boucicault, and Charolais, High dukes, great princes, barons, lords, and knights,69 For your great seats now quit you of great shames. Bar Harry England, that sweeps through our land With pennons painted in the blood of Harfleur; Rush on his host, as doth the melted snow Upon the valleys, whose low vassal seat The Alps doth spit and void his rheum upon. Go down upon him, you have power enough, And in a captive chariot into Rouen Bring him our prisoner.
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26. Poor may we: emend. tardo; in F1 poore we; in F2 poore we may; emend. Humphreys: lest poor we. 46. Knights: emend. tardo; in F kings. 2430
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 5
di una spavalda giovinezza nelle nostre ricche campagne – ma “povere” le dovremmo chiamare, povere perché così sono i loro nativi proprietari! DELFINO
In verità e sincerità, le nostre donne si prendono gioco di noi e dicono chiaramente che il nostro vigore se n’è andato, e che i loro corpi li concederanno alle voglie dei giovani inglesi, perché la Francia sia nuovamente dotata di guerrieri bastardi! BORBONE
E ci invitano alle scuole di danza inglesi, per insegnare i passi della volta e del veloce corrente136, e dicono che tutta la grazia ce l’abbiamo nei tacchi, e che siamo insuperabili a battercela. RE CARLO
Dov’è Montjoy l’araldo? Che parta subito di qui, e porti al re d’Inghilterra i nostri saluti, e una sdegnosa sfida. In piedi, principi, e con spiriti onorevoli più affilati delle vostre spade scendete in campo! Charles Delabret, alto conestabile di Francia, voi duchi di Orléans, Borbone e Berry, di Alençon, Brabante, Bar e Borgogna, con Jacques Châtillon, Rambures, Vaudemont, Beaumont, Grandpé, Roussi e Fauconbridge, Foix, Lestrelles, Boucicault e Charolais, granduchi, nobili principi, baroni, signori e cavalieri, a voi di sgravare le vostre grandi dimore da grandi vergogne. Sbarrate il passo al re d’Inghilterra, che rapido percorre la nostra terra con bandiere colorate dal sangue di Harfleur; rovesciatevi sul suo esercito; siate come la neve che sciogliendosi inonda le valli su cui sputano e scaricano catarro le Alpi, loro genuflessi vassalli. Precipitategli addosso, avete potenza sufficiente per condurlo, sul carro dei prigionieri, al nostro cospetto a Rouen.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 6
This becomes the great. Sorry am I his numbers are so few, His soldiers sick and famished in their march, For I am sure when he shall see our army He’ll drop his heart into the sink of fear And, fore achievement, offer us his ransom.
CONSTABLE
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60
KING CHARLES
Therefore, Lord Constable, haste on Montjoy, And let him say to England that we send To know what willing ransom he will give. — Prince Dauphin, you shall stay with us in Rouen. DAUPHIN
Not so, I do beseech your majesty.
65
KING CHARLES
Be patient, for you shall remain with us. — Now forth, Lord Constable, and princes all, And quickly bring us word of England’s fall. Exeunt severally 3.6
Enter Captains Gower and Fluellen, meeting
GOWER How now, Captain Fluellen, come you from the
bridge? FLUELLEN I assure you there is very excellent services
committed at the bridge. GOWER Is the Duke of Exeter safe?
5
FLUELLEN The Duke of Exeter is as magnanimous as
Agamemnon, and a man that I love and honour with my soul and my heart and my duty and my live and my living and my uttermost power. He is not, God be praised and blessed, any hurt in the world, but keeps the bridge most valiantly, with excellent discipline. There is an ensign lieutenant there at the pridge, I think in my very conscience he is as valiant a man as Mark Antony, and he is a man of no estimation in the world, but I did see him do as gallant service.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 6
CONESTABILE
La magnanimità ispira un simile appello. Mi spiace che le sue truppe siano così scarse di numero, che i suoi soldati marcino ormai infermi e affamati, perché sono sicuro che quando vedrà il nostro esercito il suo cuore precipiterà nella fossa della paura e, invece della battaglia, ci offrirà il suo riscatto. RE CARLO
Perciò, signor conestabile, fate premura a Montjoy, che annunci al re d’Inghilterra di essere mandato per sapere quale riscatto voglia di buon grado pagare137. Principe Delfino, voi starete con noi a Rouen. DELFINO138
No, prego sua maestà! RE CARLO
Abbiate pazienza, ma dovete restare con noi. – E ora avanti, signor conestabile e tutti i principi, e portateci presto notizia della sconfitta dell’Inghilterra. Escono separatamente III, 6
Entra il capitano Gower che incontra Fluellen139
GOWER
Allora, capitano Fluellen, venite dal ponte?140 FLUELLEN
Vi assicuro che al ponte si compiono memorabilissime imprese. GOWER
Il duca di Exeter è incolume? FLUELLEN
Il duca di Exeter è magnanimo come Agamennone, e uno al quale io tributo amore e onore, con anima, cuore, disciplina, e la mia fita e i miei aferi e il mio potere finché posso. Dio sia lodato e benedetto, non ha ricefuto nessuna ferita al mondo, e tiene il ponte con grande coraggio, con eccellente figore. Al ponte c’è anche un tenente alfiere, che in tutta coscienza io penso sia coraggioso come Marcantonio; è uno del tutto trascurato dal mondo, ma io l’ho fisto compiere atti di altrettanto merito.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 6
GOWER What do you call him? FLUELLEN He is called Ensign Pistol. GOWER I know him not.
Enter Ensign Pistol FLUELLEN Here is the man. PISTOL
Captain, I thee beseech to do me favours. The Duke of Exeter doth love thee well. FLUELLEN Ay, I praise God, and I have merited some love at his hands.
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PISTOL
Bardolph, a soldier firm and sound of heart, Of buxom valour, hath by cruel fate And giddy Fortune’s furious fickle wheel, That goddess blind that stands upon the rolling restless stone — FLUELLEN By your patience, Ensign Pistol: Fortune is painted blind, with a muffler afore her eyes, to signify70 to you that Fortune is blind. And she is painted also with a wheel, to signify to you — which is the moral of it — that she is turning and inconstant and mutability and variation. And her foot, look you, is fixed upon a spherical stone, which rolls and rolls and rolls. In good truth, the poet makes a most excellent description of it; Fortune is an excellent moral.
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PISTOL
Fortune is Bardolph’s foe and frowns on him, For he hath stol’n a pax, and hangèd must a be. A damnèd death — Let gallows gape for dog, let man go free, And let not hemp his windpipe suffocate. But Exeter hath given the doom of death For pax of little price.
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29. Her: così in Q; in F his = “suo” [con Fortuna maschile]. 2434
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 6
GOWER
Come si chiama? FLUELLEN
Si chiama Pistol, alfiere. GOWER
Mai sentito. Entra l’alfiere Pistol FLUELLEN
Ecco l’uomo. PISTOL
Capitano, vi prego di favorirmi. Il duca di Exeter vi stima molto. FLUELLEN
È così, lodando Dio; e io da lui me lo sono meritato. PISTOL
Bardolph, un soldato solido e di cuore, gioiosamente valoroso, ha per fato crudele e per la volubile e furibonda ruota dell’insidiosa Fortuna, quella cieca dea che se ne sta su un masso ruotante senza posa – FLUELLEN
Porta pazienza, alfiere Pistol. La Fortuna è raffigurata cieca, con gli occhi bendati, per significare che la fortuna è cieca, ed è anche raffigurata con una ruota, per significare – questa è la morale della cosa – che gira sempre ed è incostante, è mutabilità e fariazione. E il suo piede, dà retta, poggia su un pietrone sferico che rotola, rotola, rotola. In ferità, il poeta la descrive in modo super-eccellente; la Fortuna è un’eccellente lezione morale. PISTOL
La fortuna è la nemica di Bardolph e lo guarda in cagnesco, perché ha rubato un’immagine religiosa141, e deve essere impiccato. Una morte dannata! Si prepari la forca per un cane, ma l’uomo sia liberato e la corda non gli soffochi la gola! Ma Exter ha pronunciato la sentenza di morte per una medaglietta di poco prezzo. Allora
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 6
Therefore go speak, the Duke will hear thy voice, And let not Bardolph’s vital thread be cut With edge of penny cord and vile reproach. Speak, captain, for his life, and I will thee requite. FLUELLEN Ensign Pistol, I do partly understand your meaning. PISTOL Why then rejoice therefor. FLUELLEN Certainly, ensign, it is not a thing to rejoice at. For if, look you, he were my brother, I would desire the Duke to use his good pleasure, and put him to executions. For discipline ought to be used.
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PISTOL
Die and be damned! and fico for thy friendship. 71 FLUELLEN It is well. PISTOL The fig of Spain. FLUELLEN Very good.
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PISTOL
I say the fig within thy bowels and thy dirty maw. Exit FLUELLEN Captain Gower, cannot you hear it lighten and
thunder?
61
GOWER Why, is this the ensign you told me of? I remember72
him now. A bawd, a cutpurse. FLUELLEN I’ll assure you, a uttered as prave words at the
pridge as you shall see in a summer’s day. But it is very well. What he has spoke to me, that is well, I warrant you, when time is serve. GOWER Why ’tis a gull, a fool, a rogue, that now and then goes to the wars, to grace himself at his return into London under the form of a soldier. And such fellows are perfect in the great commanders’ names, and they will learn you by rote where services were
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55. Fico: così in F (figo); in Q figa. Il turpiloquio italiano e quello spagnolo erano noti agli elisabettiani. 62. Is this the ensign you told me of?: così in Q; in F this is an arrant counterfeit rascal = “questo è un mascalzone simulatore matricolato”. 2436
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 6
vagli a parlare, il duca ti ascolta, e non lasciare che a Bardolph sia reciso lo stame della vita con volgare corda e infame condanna. Perora, capitano, la causa della sua vita, e io ti ripagherò. FLUELLEN
Alfiere Pistol, comprendo parzialmente il senso delle tue parole. PISTOL
Allora, complimenti! FLUELLEN
Di certo, alfiere, non è cosa da complimentarsi. Perché, attenzione, se anche fosse mio fratello, forrei che il duca afesse soddisfazione, e lo facesse giustiziare. Perché la disciplina è sovrana. PISTOL
Muori e sii dannato! Della tua amicizia non mi importa un fico! FLUELLEN
Bene così. PISTOL
A te le fiche di Spagna!142 FLUELLEN
Molto bene. PISTOL
Voglio dire che te lo ficco fin nelle budella e in quella lurida pancia! Esce FLUELLEN
Capitano Gower, sentite anche foi tuoni e fulmini? GOWER
Ma insomma, sarebbe quello l’alfiere di cui mi avete parlato? Ora me lo ricordo, un leccapiedi e tagliaborse! FLUELLEN
Vi assicuro che al ponte chiacchierava di coraggio come se fosse quello il suo compito. Ma fa bene così. Quel che ha detto a me, fi assicuro, mi basta per la prossima occasione. GOWER
Ah, quello è uno scemo, un matto, un mascalzone, che di tanto in tanto prende e va a combattere, per vantarsi, al ritorno a Londra, del titolo di soldato. Questi tizi conoscono alla perfezione i nomi dei grandi generali, e ti imparano a memoria i luoghi delle batta2437
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done — at such and such a sconce, at such a breach, at such a convoy, who came off bravely, who was shot, who disgraced, what terms the enemy stood on — and this they con perfectly in the phrase of war, which they trick up with new-tuned oaths. And what a beard of the General’s cut and a horrid suit of the camp will do among foaming bottles and ale-washed wits is wonderful to be thought on. But you must learn to know such slanders of the age, or else you may be marvellously mistook. FLUELLEN I tell you what, Captain Gower, I do perceive he is not the man that he would gladly make show to the world he is. If I find a hole in his coat, I will tell him my mind.
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A drum is heard Hark you, the King is coming, and I must speak with him from the pridge. Enter King Harry and his poor soldiers, with drum and colours God pless your majesty. KING HARRY
How now, Fluellen, com’st thou from the bridge? 73 FLUELLEN Ay, so please your majesty. The Duke of Exeter has very gallantly maintained the pridge. The French is gone off, look you, and there is gallant and most prave passages. Marry, th’athversary was have possession of the pridge, but he is enforced to retire, and the Duke of Exeter is master of the pridge. I can tell your majesty, the Duke is a prave man. KING HARRY What men have you lost, Fluellen? FLUELLEN The perdition of th’athversary hath been very great, reasonable great. Marry, for my part I think the74
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90. Com’st: emend. Taylor; in Q come; in F cam’st. 100. Reasonable: così in F (agg. non valore avverbiale); in Q very reasonably. 100. For my part I: così in F; in Q for my parts, like you now: probabile errore per look you now. 2438
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 6
glie – quello o quell’altro fortilizio, o quella breccia, o quel convoglio, e chi si è comportato bene, chi venne ucciso, chi si coprì di vergogna, quali le condizioni del nemico – e tutto ciò lo snocciolano in perfetto gergo militare, che loro improvvisano aggiungendo bestemmie nuove di zecca. Ed è stupefacente ciò che un taglio di barba come quello di un generale e un’uniforme tutta malconcia possono ottenere, grazie a coppe traboccanti e cervelli zuppi di birra. Ma bisogna venire a patti con queste brutture del nostro tempo, altrimenti si prendono delle gran cantonate. FLUELLEN
Ecco cosa fi dico, capitano Gower: quello non è l’uomo che vorrebbe apparire com’è al mondo intorno. Se mi capita a tiro, gli dico quel che si merita. Si ode un tamburo All’erta! Il re sta arrivando, e gli defo parlare del ponte. Entra re Harry con soldati malconci, tamburi e bandiere Dio penedica fostra maestà. RE HARRY
Allora, Fluellen, venite dal ponte? FLUELLEN
Signorsì, così piaccia a sua maestà. Il duca di Exeter ha molto falorosamente tenuto quel ponte. I francesi si sono ritirati, date retta, e ci sono state scaramucce audaci e molto temerarie. Accipicchia, l’inimico foleva impossessarsi del ponte, ma lo si è obbligato a ritirarsi, e il duca di Exeter è padrone del campo. Fi posso assicurare che il duca è uomo falente. RE HARRY
Quanti uomini avete perso, Fluellen? FLUELLEN
La perdizione dell’inimico è stata molto grande, ragionevolmente grande. E perdinci, da parte mia penso che il duca non ha perso
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 6
Duke hath lost never a man, but one that is like to be executed for robbing a church, one Bardolph, if your majesty know the man. His face is all bubuncles and whelks and knobs and flames o’ fire, and his lips blows at his nose, and it is like a coal of fire, sometimes plue and sometimes red. But his nose is executed, and his fire’s out. KING HARRY We would have all such offenders so cut off, and we here give express charge that in our marches75 through the country there be nothing compelled from the villages, nothing taken but paid for, none of the French upbraided or abused in disdainful language. For when lenity and cruelty play for a kingdom, the gentler76 gamester is the soonest winner.
107
Tucket. Enter Montjoy MONTJOY You know me by my habit.
115
KING HARRY
Well then, I know thee. What shall I know of thee? MONTJOY
My master’s mind. Unfold it. MONTJOY Thus says my King: ‘Say thou to Harry of England, though we seemed dead, we did but sleep. Advantage is a better soldier than rashness. Tell him, we could have rebuked him at Harfleur, but that we thought not good to bruise an injury till it were full ripe. Now we speak upon our cue, and our voice is imperial. England shall repent his folly, see his weakness, and admire our sufferance. Bid him therefore consider of his ransom, which must proportion the losses we have borne, the subjects we have lost, the disgrace we have digested — which in weight to re-answer, his pettiness would bow under. KING HARRY
109. Here: così in Q; assente in F. 113. Lenity: così in Q; in F levity = “leggerezza, incostanza”. 2440
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 6
neanche un uomo, se non uno che dovrebbe essere giustiziato per aver rubato in una chiesa, un tale Bardolph, se sua maestà lo conosce. La sua faccia è tutta una serie di ascessi, e pustole, e bitorzoli, è tutta un’unica infiammazione, e le labbra gli soffiano sul naso che è come un carbone sul fuoco, un po’ blu e un po’ rosso. Ora però il suo naso è giustiziato, e il fuoco è spento. RE HARRY
Vorremmo che tutti i molestatori come lui fossero eliminati143, e qui decretiamo espressamente che durante le nostre marce nulla sia estorto ai villaggi, nulla preso senza pagare, nessun francese ammonito o insultato con parole sprezzanti. Quando la clemenza e la crudeltà si disputano un regno, il giocatore più benevolo è il primo a vincere. Squillo di tromba. Entra Montjoy MONTJOY
Mi riconoscete dal mio abito? RE HARRY
Ebbene sì vi riconosco. Cosa venite a raccontarci? MONTJOY
Le volontà del mio signore. RE HARRY
Esponile. MONTJOY
Ecco cosa dice il mio re: “Di’ a Harry d’Inghilterra che pur se siamo sembrati morti, eravamo soltanto addormentati. L’opportunismo è miglior soldato dell’avventatezza. Digli che avremmo potuto dargli una lezione a Harfleur, ma che non abbiamo ritenuto opportuno bruciare l’ascesso prima che maturasse del tutto. Ora tocca a noi parlare e la nostra è la voce di un imperatore. L’Inghilterra si pentirà della sua follia, constaterà la propria debolezza, e ammirerà la nostra resistenza. Chiedigli allora di pensare al suo riscatto, che deve essere proporzionato alle perdite che abbiamo subito, ai sudditi che abbiamo perso, all’affronto che abbiamo patito – che se dovesse ripagarne il peso, la sua pochezza si ripiegherebbe interamente su se stessa.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 6
For our losses, his exchequer is too poor; for th’effusion of our blood, the muster of his kingdom too faint a number; and for our disgrace, his own person kneeling at our feet but a weak and worthless satisfaction. To this add defiance, and tell him for conclusion he hath betrayed his followers, whose condemnation is pronounced.’ So far my King and master; so much my office.
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KING HARRY
What is thy name? I know thy quality. MONTJOY Montjoy. KING HARRY
Thou dost thy office fairly. Turn thee back And tell thy king I do not seek him now, But could be willing to march on to Calais Without impeachment, for to say the sooth — Though ’tis no wisdom to confess so much Unto an enemy of craft and vantage — My people are with sickness much enfeebled, My numbers lessened, and those few I have Almost no better than so many French; Who when they were in health — I tell thee herald, I thought upon one pair of English legs Did march three Frenchmen. Yet forgive me, God, That I do brag thus. This your air of France Hath blown that vice in me. I must repent. Go, therefore, tell thy master here I am; My ransom is this frail and worthless trunk, My army but a weak and sickly guard. Yet, God before, tell him we will come on, Though France himself and such another neighbour Stand in our way. There’s for thy labour, Montjoy. Go bid thy master well advise himself. If we may pass, we will; if we be hindered, We shall your tawny ground with your red blood Discolour. And so, Montjoy, fare you well. The sum of all our answer is but this:
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 6
Di fronte alle nostre perdite i suoi forzieri sono troppo miseri; di fronte al sangue che abbiamo versato, troppo esigui i numeri delle reclute nel suo regno; e di fronte all’oltraggio che abbiamo subito, le sua persona inginocchiata ai nostri piedi costituirebbe soltanto una debole soddisfazione, vuota di alcun valore. A ciò aggiungi la nostra sfida, e digli in conclusione che ha portato al macello i suoi seguaci, la cui condanna è ormai dichiarata.” Fin qui il mio re e signore; e fin qui la mia missione. RE HARRY
Come ti chiami? Conosco la tua missione. MONTJOY
Montjoy. RE HARRY
Hai compiuto la tua missione come si deve. Ora torna indietro e dì al tuo re che per ora non lo cerco, e vorrei invece marciare su Calais senza ostacoli; poiché a dire il vero – benché non sia saggio ammetterlo a un nemico abile e in posizione vantaggiosa – i miei sono molto indeboliti per via delle malattie, diminuiti nel numero, e quelli che mi restano quasi non sono meglio di altrettanti francesi. Ma quando erano in salute – araldo, te lo dico io – su un paio di gambe inglesi ci marciavano tre francesi. Ma mi perdoni Iddio se mi vanto fino a questo punto. Questa vostra aria francese mi ha soffiato dentro un tale vizio. Devo pentirmi. Quindi vai a dire al tuo padrone che io sono qui; il mio riscatto è il qui presente, fragile e disprezzabile corpo; il mio esercito è solo una debole e inferma guardia del corpo. Ciò malgrado, Dio volendo, digli che noi andiamo avanti, venisse pure il re di Francia o qualsiasi altro suo simile a sbarrarci il cammino. Questo per la tua fatica, Montjoy144. Vai e prega il tuo signore di riflettere bene: se ci lasciano passare, passeremo; se ci ostacoleranno noi tingeremo il vostro fulvo terreno del rosso del vostro sangue. Così, Montjoy, addio. La sintesi di tutto il
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 7
We would not seek a battle as we are, Nor as we are we say we will not shun it. So tell your master.
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MONTJOY
I shall deliver so. Thanks to your highness.
Exit
GLOUCESTER
I hope they will not come upon us now. KING HARRY
We are in God’s hand, brother, not in theirs. March to the bridge. It now draws toward night. Beyond the river we’ll encamp ourselves, And on tomorrow bid them march away. Exeunt 3.7
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Enter the Constable, Lord Rambures, the Dukes of Orléans and [Bourbon], with others 77
CONSTABLE Tut, I have the best armour of the world.
Would it were day. ORLÉANS You have an excellent armour. But let my horse
have his due. CONSTABLE It is the best horse of Europe. ORLÉANS Will it never be morning? [BOURBON] My lord of Orléans and my Lord High Constable, you talk of horse and armour? ORLÉANS You are as well provided of both as any prince in the world. [BOURBON] What a long night is this! I will not change my horse with any that treads but on four pasterns.78 Ah ha! He bounds from the earth as if his entrails were hares — le cheval volant, the Pegasus, qui a les narines de
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0.2. Bourbon: così in Q, per tutta la scena; in F Dolphin, per tutta la scena. 12. Pasternes: così in F2; in F1 postures = “posture”. 2444
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 7
nostro discorso è la seguente: ridotti così non cerchiamo battaglia, ma non diciamo, pur ridotti così, che ad essa ci sottraiamo. Dillo al tuo signore. MONTJOY
Così farò. Grazie a vostra altezza. Esce GLOUCESTER
Spero che non ci attacchino proprio adesso. RE HARRY
Fratello, siamo nelle mani del Signore, non nelle loro. In marcia per il ponte. Si avvicina la notte. Ci accamperemo al di là del fiume, e domani daremo l’ordine di riprendere la marcia145. Escono III, 7
Entrano il conestabile, lord Rambures, i duchi di Orléans e [Borbone], con altri146
CONESTABILE
Ecco, ho l’armatura migliore del mondo. Vorrei che fosse già giorno. ORLÉANS
Avete un’armatura eccellente, ma il mio cavallo merita che gli sia resa giustizia. CONESTABILE
È il cavallo migliore in Europa. ORLÉANS
Quanto ci vuole perché spunti il mattino? [BORBONE]147
Signore d’Orléans e gran conestabile, parlate di cavalli e di armature? ORLÉANS
Voi siete ben fornito degli uni e delle altre, meglio di qualsiasi altro principe al mondo. [BORBONE]
Com’è lunga questa notte! Io non cambierei il mio cavallo con nessun altro che cammini su quattro zoccoli148. Ah ha! Fa dei balzi da terra come se gli saltassero in corpo delle lepri! – le cheval volant, 2445
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 7
feu! When I bestride him, I soar, I am a hawk; he trots the air, the earth sings when he touches it, the basest horn of his hoof is more musical than the pipe of Hermes. ORLÉANS He’s of the colour of the nutmeg. [BOURBON] And of the heat of the ginger. It is a beast for Perseus. He is pure air and fire, and the dull elements of earth and water never appear in him, but only in patient stillness while his rider mounts him. He is indeed a horse, and all other jades you may call beasts. CONSTABLE Indeed, my lord, it is a most absolute and excellent horse. [BOURBON] It is the prince of palfreys. His neigh is like the bidding of a monarch, and his countenance enforces homage. ORLÉANS No more, cousin. [BOURBON] Nay, the man hath no wit, that cannot from the rising of the lark to the lodging of the lamb vary deserved praise on my palfrey. It is a theme as fluent as the sea. Turn the sands into eloquent tongues, and my horse is argument for them all. ’Tis a subject for a sovereign to reason on, and for a sovereign’s sovereign to ride on, and for the world, familiar to us and unknown, to lay apart their particular functions, and wonder at him. I once writ a sonnet in his praise, and began thus: ‘Wonder of nature! — ’ ORLÉANS I have heard a sonnet begin so to one’s mistress. [BOURBON] Then did they imitate that which I composed to my courser, for my horse is my mistress. ORLÉANS Your mistress bears well.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 7
Pegasus, qui a les narines de feu!149 Quando sono in sella io prendo il volo, sono un falco; lui trotta sull’aria, e la terra canta quando la tocca, le cornee estremità del suo zoccolo sono più melodiose del flauto di Ermes150. ORLÉANS
Ha il colore della noce moscata. [BORBONE]
… E il fuoco dello zenzero. Sarebbe adatto a Perseo. È pura aria e fuoco, e gli elementi della terra e dell’acqua, più grossolani, non appaiono mai in lui, salvo quando sta immobile aspettando che lo monti il cavaliere. Quello sì che si merita il nome di “cavallo”; tutti gli altri ronzini li potete chiamare animali. CONESTABILE
Davvero, signore, è un cavallo quintessenziale, eccellente. [BORBONE]
… Il principe dei palafreni151. Il suo nitrito è come l’ordine di un monarca, e il suo portamento richiede l’omaggio. ORLÉANS
Basta così, cugino. [BORBONE]
Ma no, non ha spirito chi non sa, dal risveglio dell’allodola al riposo dell’agnello, comporre variazioni in dovuta lode del mio palafreno. È un tema vasto come il mare. Trasformate le sabbie in lingue eloquenti, e tutte avranno per argomento il mio cavallo. È un soggetto adatto ai ragionamenti di un sovrano, a essere cavalcato da un sovrano di sovrani, e perché il mondo, a noi familiare o meno, abbandoni i suoi affari privati per ammirarlo. Una volta ho scritto un sonetto in lode sua, che cominciava così: “Meraviglia della natura!” – ORLÉANS
Ho sentito che cominciano così i sonetti all’amante. [BORBONE]
Perché imitano quello che ho composto io per il mio corsiero, perché il mio cavallo è la mia amante. ORLÉANS
Si fa cavalcare bene questa vostra amante.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 7
[BOURBON] Me well, which is the prescribed praise and
perfection of a good and particular mistress.
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CONSTABLE Nay, for methought yesterday your mistress
shrewdly shook your back. [BOURBON] So perhaps did yours. CONSTABLE Mine was not bridled.
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[BOURBON] O then belike she was old and gentle, and you
rode like a kern of Ireland, your French hose off, and in your strait strossers. CONSTABLE You have good judgement in horsemanship. [BOURBON] Be warned by me then: they that ride so, and ride not warily, fall into foul bogs. I had rather have my horse to my mistress. CONSTABLE I had as lief have my mistress a jade. [BOURBON] I tell thee, Constable, my mistress wears his own hair. CONSTABLE I could make as true a boast as that, if I had a sow to my mistress. [BOURBON] ‘Le chien est retourné à son propre vomissement, et la truie lavée au bourbier.’ Thou makest use of anything. CONSTABLE Yet do I not use my horse for my mistress, or any such proverb so little kin to the purpose. RAMBURES My Lord Constable, the armour that I saw in your tent tonight, are those stars or suns upon it? CONSTABLE Stars, my lord.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 7
[BORBONE]
Sono io che la cavalco bene, che è l’elogio e l’ideale per ogni buona amante fidata. CONESTABILE
Però, mi pare che ieri la vostra amante vi abbia dato una bella sgroppata. [BORBONE]
Forse ve l’ha data la vostra! CONESTABILE
La mia non aveva le briglie! [BORBONE]
Oh, forse allora era vecchia e arrendevole, e voi ci stavate sopra come un soldato irlandese, senza i bragoni alla francese, e con mutande ultra-attillatissime152. CONESTABILE
Ve ne intendete di equitazione! [BORBONE]
E quindi accettate un consiglio: coloro che cavalcano in questo modo, e non prendono precauzioni, cadono in pantani inquinati153. Per amante io preferisco il mio cavallo. CONESTABILE
E io come amante preferisco una bella mula. [BORBONE]
Te lo dico io, conestabile, i capelli della mia donna sono tutti suoi154. CONESTABILE
Mi vanterei altrettanto se avessi per amante una troia. [BORBONE]
Le chien est retourné à son propre vomissement, et la truie lavée au bourbier155: non andate per il sottile sugli argomenti che usate. CONESTABILE
Però non faccio di un cavallo la mia amante, né ricorro a proverbi così poco a proposito. RAMBURES
Signor conestabile, l’armatura che ho visto nella vostra tenda questa sera, sono stelle o soli quelle decorazioni? CONESTABILE
Stelle, mio signore. 2449
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 7
[BOURBON] Some of them will fall tomorrow, I hope. CONSTABLE And yet my sky shall not want. [BOURBON] That may be, for you bear a many superfluously,
and ’twere more honour some were away. CONSTABLE Even as your horse bears your praises, who
would trot as well were some of your brags dismounted. [BOURBON] Would I were able to load him with his desert!
Will it never be day? I will trot tomorrow a mile, and my way shall be paved with English faces. CONSTABLE I will not say so, for fear I should be faced out of my way. But I would it were morning, for I would fain be about the ears of the English. RAMBURES Who will go to hazard with me for twenty prisoners? CONSTABLE You must first go yourself to hazard, ere you have them. [BOURBON] ’Tis midnight. I’ll go arm myself. Exit ORLÉANS The Duke of Bourbon longs for morning. RAMBURES He longs to eat the English. CONSTABLE I think he will eat all he kills. ORLÉANS By the white hand of my lady, he’s a gallant prince. CONSTABLE Swear by her foot, that she may tread out the oath.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 7
[BORBONE]
Spero che domani ne cada qualcuna! CONESTABILE
E tuttavia il mio cielo non ne resterà privo. [BORBONE]
Questo può darsi, perché molte sono superflue, e sarebbe onorevole che qualcuna cadesse. CONESTABILE
Proprio come il cavallo che tanto elogiate, e che trotterebbe meglio se sgroppasse un po’ della vostra millanteria. [BORBONE]
Magari gli potessi addossare tutti i suoi meriti! Ma non viene mai il giorno? Domani voglio trottare per un miglio intero, e spianare per terra tante facce inglesi. CONESTABILE
Io non dirò altrettanto, per tema di perdere la mia di faccia, strada facendo. Ma vorrei che fosse giorno, perché non vedo l’ora di bastonare teste inglesi. RAMBURES
Chi azzarda un somma con me, su chi fa venti prigionieri? CONESTABILE
L’azzardo lo correte voi per farli, quei prigionieri. [BORBONE]
È mezzanotte. Vado ad armarmi. Esce ORLÉANS
Il duca di Borbone non vede l’ora che faccia giorno. RAMBURES
Non vede l’ora di mangiarseli, gli inglesi. CONESTABILE
Penso che si mangi tutti quelli che fa fuori. ORLÉANS
Per la bianca mano della mia donna, giuro che è un principe maestoso. CONESTABILE
Giura piuttosto sul suo piede, che lei possa calpestare il giuramento.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 7
ORLÉANS He is simply the most active gentleman of France. CONSTABLE Doing is activity, and he will still be doing. ORLÉANS He never did harm that I heard of.
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CONSTABLE Nor will do none tomorrow. He will keep that
good name still. ORLÉANS I know him to be valiant.
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CONSTABLE I was told that by one that knows him better
than you. ORLÉANS What’s he? CONSTABLE Marry, he told me so himself, and he said he
cared not who knew it. ORLÉANS He needs not; it is no hidden virtue in him. CONSTABLE By my faith, sir, but it is. Never anybody saw it but his lackey. ’Tis a hooded valour, and when it appears it will bate. ORLÉANS ‘Ill will never said well.’ CONSTABLE I will cap that proverb with ‘There is flattery in friendship.’ ORLÉANS And I will take up that with ‘Give the devil his due.’ CONSTABLE Well placed! There stands your friend for the devil. Have at the very eye of that proverb with ‘A pox of the devil!’ ORLÉANS You are the better at proverbs by how much ‘a fool’s bolt is soon shot’.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 7
ORLÉANS
Lui è proprio il gentiluomo più attivo di Francia. CONESTABILE
Se fare è essere attivo, e lui fa sempre qualcosa. ORLÉANS
A quanto ne so, non ha mai fatto nulla di male156. CONESTABILE
Né ne farà domani: il suo buon nome rimarrà intatto. ORLÉANS
So che è valoroso. CONESTABILE
A me l’ha detto qualcuno che lo conosce meglio di voi. ORLÉANS
Ma chi è? CONESTABILE
Perbacco, è stato lui stesso a dirmelo, e mi ha anche detto che non gli importa che lo si venga a sapere. ORLÉANS
Non ce n’è bisogno, non è uno che nasconde le sue virtù. CONESTABILE
E invece, in fede mia, la sua è una virtù tanto nascosta che non l’ha mai vista nessuno, salvo il suo lacchè157: è un valore incappucciato; quando lo si scopre, vola via158. ORLÉANS
“La maldicenza è sempre malevola”159. CONESTABILE
E io aggiungo a questo: “c’è adulazione nell’amicizia”. ORLÉANS
E io ribatto: “dare al diavolo ciò che è del diavolo”. CONESTABILE
Ben mirato! Così mettete il vostro amico dalla parte del diavolo. Io miro al centro del vostro proverbio, con questo: “il diavolo si prenda la peste!”. ORLÉANS
Di proverbi voi siete tanto più un maestro, in quanto “la freccia dello sciocco è presto scoccata”.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 3 SCENE 7
CONSTABLE You have shot over.
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ORLÉANS ’Tis not the first time you were overshot.
Enter a Messenger MESSENGER My Lord High Constable, the English lie within
fifteen hundred paces of your tents. CONSTABLE Who hath measured the ground? MESSENGER The Lord Grandpré.
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CONSTABLE A valiant and most expert gentleman.
[Exit Messenger] Would it were day! Alas, poor Harry of England. He longs not for the dawning as we do. ORLÉANS What a wretched and peevish fellow is this King of England, to mope with his fat-brained followers so far out of his knowledge. CONSTABLE If the English had any apprehension, they would run away. ORLÉANS That they lack — for if their heads had any intellectual armour, they could never wear such heavy headpieces. RAMBURES That island of England breeds very valiant creatures. Their mastiffs are of unmatchable courage. ORLÉANS Foolish curs, that run winking into the mouth of a Russian bear, and have their heads crushed like rotten apples. You may as well say, ‘That’s a valiant flea that dare eat his breakfast on the lip of a lion.’
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO III SCENA 7
CONESTABILE
Stavolta avete mirato male. ORLÉANS
E voi non è la prima volta che mancate il bersaglio. Entra un messo MESSO
Signor gran conestabile, gli inglesi sono a millecinquecento passi dalle vostre tende. CONESTABILE
Chi ha dato queste misure? MESSO
Il signore di Grandpré. CONESTABILE
Un coraggioso gentiluomo, espertissimo. Esce il messo Ah, almeno fosse giorno! Ahimè povero Harry d’Inghilterra, lui non desidera l’alba come facciamo noi! ORLÉANS
Quanto deve essere misero e deluso questo re inglese, che procede alla cieca con i suoi gregari zucconi così lontano dai posti che conosce! CONESTABILE
Se gli inglesi fossero minimamente intelligenti scapperebbero via. ORLÉANS
Di intelligenza proprio non ne hanno: se avessero in zucca un po’ di armamento intellettuale non potrebbero mai portare degli elmi così pesanti. RAMBURES
L’isola d’Inghilterra produce creature molto valorose. I loro mastini160 sono di incomparabile coraggio. ORLÉANS
Stupide bestiacce, che si buttano a occhi chiusi nella bocca di un orso russo161, e si fanno stritolare la testa come una mela marcia. Tanto vale si dica che “è coraggiosa quella pulce che ardisce fare colazione sulle labbra di un leone”.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 0
CONSTABLE Just, just. And the men do sympathize with
the mastiffs in robustious and rough coming on, leaving their wits with their wives. And then, give them great meals of beef, and iron and steel, they will eat like wolves and fight like devils. ORLÉANS Ay, but these English are shrewdly out of beef. CONSTABLE Then shall we find tomorrow they have only stomachs to eat, and none to fight. Now is it time to arm. Come, shall we about it?
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ORLÉANS
It is now two o’clock. But let me see — by ten We shall have each a hundred Englishmen. 4.0
Exeunt
Enter Chorus
CHORUS
Now entertain conjecture of a time When creeping murmur and the poring dark Fills the wide vessel of the universe. From camp to camp through the foul womb of night The hum of either army stilly sounds, That the fixed sentinels almost receive The secret whispers of each other’s watch. Fire answers fire, and through their paly flames Each battle sees the other’s umbered face. Steed threatens steed, in high and boastful neighs Piercing the night’s dull ear, and from the tents The armourers, accomplishing the knights, With busy hammers closing rivets up, Give dreadful note of preparation. The country cocks do crow, the clocks do toll And the third hour of drowsy morning name. Proud of their numbers and secure in soul, The confident and overlusty French Do the low-rated English play at dice, And chide the cripple tardy-gaited night, Who like a foul and ugly witch doth limp
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 0
CONESTABILE
Proprio così. E quegli uomini162 si comportano come i loro mastini: ricercano la lotta con foga brutale, avendo lasciato a casa con le mogli i loro cervelli. E poi riempiteli di carne di manzo, di ferro e d’acciaio, e mangeranno come lupi e combatteranno come diavoli. ORLÉANS
Già, ma questi inglesi sono specialmente a corto di carne. CONESTABILE
Così domani incontreremo della gente provvista di stomaco, ma non di fegato. Ma è tempo di armarsi. Avanti, ci muoviamo? ORLÉANS
Sono le due. E vediamo – per le dieci avremo per ognuno di noi cento inglesi prigionieri. Escono IV, 0
Entra il coro
CORO
Immaginate ora di vivere i momenti in cui un recondito mormorìo e l’infittirsi delle tenebre saturano la vasta cupola dell’universo. Da un accampamento all’altro, nella cupa cavità della notte, risuona sommesso il brusio dei due eserciti, e le opposte sentinelle quasi si scambiano segreti bisbigli. Si fronteggiano i fuochi dei bivacchi, e alle fievoli fiamme ciascuna schiera scorge i visi ombrosi dell’altra. Cavallo minaccia cavallo con alti arroganti nitriti, il pigro orecchio della notte perforando, mentre gli armigeri nelle tende si affannano a preparare i cavalieri martellando ferro su ferro, con paurosi suoni premonitori. Cantano i galli nella campagna, rintoccano gli orologi designando l’ora terza del torpido mattino. Fieri del loro numero, sicuri di sé, i francesi gagliardamente fiduciosi si giocano ai dadi gli spregiati inglesi, e rimproverano alla notte il lento passo di una storpia scorbutica e zoppicante, come se fosse una cupa, ma-
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 0
So tediously away. The poor condemnèd English, Like sacrifices, by their watchful fires Sit patiently and inly ruminate The morning’s danger; and their gesture sad, Investing lank lean cheeks and war-worn coats, Presented them unto the gazing moon79 So many horrid ghosts. O now, who will behold The royal captain of this ruined band Walking from watch to watch, from tent to tent, Let him cry, ‘Praise and glory on his head!’ For forth he goes and visits all his host, Bids them good morrow with a modest smile And calls them brothers, friends, and countrymen. Upon his royal face there is no note How dread an army hath enrounded him; Nor doth he dedicate one jot of colour Unto the weary and all-watchèd night, But freshly looks and overbears attaint With cheerful semblance and sweet majesty, That every wretch, pining and pale before, Beholding him, plucks comfort from his looks. A largess universal, like the sun, His liberal eye doth give to everyone, Thawing cold fear, that mean and gentle all Behold, as may unworthiness define, A little touch of Harry in the night. And so our scene must to the battle fly, Where O for pity, we shall much disgrace, With four or five most vile and ragged foils, Right ill-disposed in brawl ridiculous, The name of Agincourt. Yet sit and see, Minding true things by what their mock’ries be. Exit
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27. Presented: così in F; per emend. tardo presenteth = “si presenta”. 2458
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 0
levola strega. I poveri inglesi, vittime predestinate, siedono pazienti e vigili accanto ai loro fuochi, ruminando dentro di sé i pericoli del mattino; lo sfinimento si palesa nelle guance emaciate e nelle lacere uniformi; allo sguardo della luna si presentano in loro tanti orridi fantasmi. Oh, chi ora contempli il regale capitano di questa banda sfinita passare da una sentinella all’altra, da una tenda all’altra, può ben esclamare “Lode e gloria lo accompagnino!” Lui va incontro a tutti gli armati, e a tutti augura il buongiorno con un modesto sorriso, tutti chiamando fratelli, amici, compatrioti. Il suo volto regale non lascia trapelare quale formidabile esercito li circonda, né cede una sola sfumatura del suo colore alla notte passata a vegliare, ma vanta freschezza e sopprime stanchezza, con gioiosa apparenza e benevola maestà. Chi, pur allo stremo, è prima sfibrato e pallido, al vederlo riprende vigore. Un universale splendore come quello del sole il suo occhio elargisce a ciascuno, sciogliendo il freddo della paura, affinché l’umile come il nobile possa godersi, per quanto inadeguatamente si riesca a dire noi, un assaggio di quel Harry nella notte. Voli dunque la nostra scena alla battaglia, dove – oh, vogliate perdonare – molto verremo meno alla fama di Azincourt, maldestramente maneggiando in ridicoli tafferugli quattro o cinque miserrime armi ammaccate. Nondimeno, voi rimanete seduti, da bravi spettatori che risalgono alla verità dei fatti sulla traccia della pallida nostra imitazione. Esce
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 1
4.1
Enter King Harry and the Duke of Gloucester, then80 the Duke of [Clarence]
KING HARRY
Gloucester, ’tis true that we are in great danger; The greater therefore should our courage be. Good morrow, brother Clarence. God Almighty!81 There is some soul of goodness in things evil, Would men observingly distil it out — For our bad neighbour makes us early stirrers, Which is both healthful and good husbandry. Besides, they are our outward consciences, And preachers to us all, admonishing That we should dress us fairly for our end. Thus may we gather honey from the weed And make a moral of the devil himself.
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Enter Sir Thomas Erpingham Good morrow, old Sir Thomas Erpingham. A good soft pillow for that good white head Were better than a churlish turf of France.
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ERPINGHAM
Not so, my liege. This lodging likes me better, Since I may say, ‘Now lie I like a king.’ KING HARRY
’Tis good for men to love their present pains Upon example. So the spirit is eased, And when the mind is quickened, out of doubt The organs, though defunct and dead before, Break up their drowsy grave and newly move With casted slough and fresh legerity. Lend me thy cloak, Sir Thomas.
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He puts on Erpingham’s cloak
0.1-2. Then Clarence: emend. Taylor; in F Gloucester. 3. Clarence: emend. Taylor; in F Bedford. 2460
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 1
IV, 1
Entrano re Harry e il duca di Gloucester, poi il duca di [Clarence]163
RE HARRY
Gloucester, è vero: il pericolo è grande. Tanto più grande deve quindi essere il nostro coraggio. Buongiorno, fratello Clarence. Dio onnipotente! Nel male c’è qualche sostanza di bene, se l’osservazione degli uomini la potesse percepire: il nostro cattivo vicino ci fa alzare per tempo, ciò che conviene alla salute e all’economia. Inoltre, costoro rappresentano la nostra coscienza esterna, e predicano a tutti noi, ammonendoci a prepararci degnamente per la nostra morte. Così riusciamo a distillare miele dalle erbacce, ed estrarre una morale dal diavolo in persona. Entra sir Thomas Erpingham Buongiorno, vecchio mio Thomas Erpingham. Per quella buona testa bianca sarebbe meglio un buon cuscino soffice che una rustica zolla di Francia. ERPINGHAM
No, mio sire: questo riposo mi aggrada di più, perché posso dire: “ora dormo come un re”. RE HARRY
Agli uomini si addice di far buon viso alle miserie del presente, seguendo un esempio. Così si solleva lo spirito, e quando la mente si risveglia, senza dubbio organi prima assenti e moribondi rompono il loro involucro di sonno e tornano all’azione, scartando la vecchia pelle164 e ricuperando freschezza. Sir Thomas, prestami il tuo mantello. Indossa il mantello di Erpingham
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 1
Brothers both, Commend me to the princes in our camp. Do my good morrow to them, and anon Desire them all to my pavilion. GLOUCESTER We shall, my liege. ERPINGHAM Shall I attend your grace? KING HARRY No, my good knight. Go with my brothers to my lords of England. I and my bosom must debate awhile, And then I would no other company.
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30
ERPINGHAM
The Lord in heaven bless thee, noble Harry. KING HARRY
God-a-mercy, old heart, thou speak’st cheerfully.
35
Exeunt all but King Harry Enter Pistol [to him] PISTOL Qui vous là? KING HARRY A friend. PISTOL
Discuss unto me: art thou officer, Or art thou base, common, and popular? KING HARRY I am a gentleman of a company. PISTOL Trail’st thou the puissant pike? KING HARRY Even so. What are you?
40
PISTOL
As good a gentleman as the Emperor. KING HARRY Then you are a better than the King.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 1
Fratelli, voi due andate a salutare i principi nel nostro accampamento, augurate loro il buongiorno da parte mia, e invitate tutti a venire al più presto nella mia tenda. GLOUCESTER
Sarà fatto, sire. ERPINGHAM
Vengo con vostra grazia. RE HARRY
No, mio bravo cavaliere. Andate con i miei fratelli dai nobili inglesi. Io devo conversare un po’ con la mia coscienza, per cui non ho bisogno di compagnia. ERPINGHAM
Il Signore in cielo ti benedica, nobile Harry. RE HARRY
In nome di Dio, grazie caro vecchio. Le tue parole rallegrano. Escono tutti salvo re Harry Entra Pistol [che gli parla] PISTOL
Qui vous là?165 RE HARRY
Un amico. PISTOL
Abboccati con me: sei ufficiale o sei uno degli umili, dei comuni, dei popolani? RE HARRY
Sono gentiluomo in una compagnia166. PISTOL
E trascini la possente picca?167 RE HARRY
Proprio così. E tu chi sei? PISTOL
Un gentiluomo tanto quanto l’imperatore. RE HARRY
Allora sei meglio del re.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 1
PISTOL
The King’s a bawcock and a heart-of-gold, A lad of life, an imp of fame, Of parents good, of fist most valiant. I kiss his dirty shoe, and from heartstring I love the lovely bully. What is thy name? KING HARRY Harry le roi.
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50
PISTOL
Leroi? A Cornish name. Art thou of Cornish crew? KING HARRY No, I am a Welshman. PISTOL Know’st thou Fluellen? KING HARRY Yes. PISTOL
Tell him I’ll knock his leek about his pate Upon Saint Davy’s day. KING HARRY Do not you wear your dagger in your cap that day, lest he knock that about yours. PISTOL Art thou his friend? KING HARRY And his kinsman too. PISTOL The fico for thee then. KING HARRY I thank you. God be with you. PISTOL My name is Pistol called. KING HARRY It sorts well with your fierceness.
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Exit Pistol
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 1
PISTOL
Il re è un pollastrino e un cuore d’oro, un ragazzo di vita, erede della fama, di buona famiglia e di valido pugno. Gli bacio la scarpa sporca, e dalle corde più profonde del cuore mi piace quel bel bulletto. Come ti chiami? RE HARRY
Harry Le Roy. PISTOL
Leroi? Nome della Cornovaglia. Sei di quel reparto? RE HARRY
No, sono del Galles168. PISTOL
Allora conosci Fluellen! RE HARRY
Sì. PISTOL
Digli che il giorno di san Davide169 gli sbatto il suo porro170 sulla crapa. RE HARRY
E tu quel giorno non mettere sul berretto il pugnale, che non te lo sbatta lui sulla crapa. PISTOL
Sei suo amico? RE HARRY
E suo parente171. PISTOL
Il fico anche a te, allora. RE HARRY
Grazie. Dio sia con te. PISTOL
Il mio nome si chiama Pistol. RE HARRY
Si intona bene con le tue sparate. Esce Pistol
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 1
Enter Captains Fluellen and Gower [severally]. King Harry stands apart GOWER Captain Fluellen!
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FLUELLEN So! In the name of Jesu Christ, speak fewer. It82
is the greatest admiration in the universal world, when the true and ancient prerogatifs and laws of the wars is not kept. If you would take the pains but to examine the wars of Pompey the Great, you shall find, I warrant you, that there is no tiddle-taddle nor pibble-babble in Pompey’s camp. I warrant you, you shall find the ceremonies of the wars, and the cares of it, and the forms of it, and the sobriety of it, and the modesty of it, to be otherwise. GOWER Why, the enemy is loud. You hear him all night. FLUELLEN If the enemy is an ass and a fool and a prating coxcomb, is it meet, think you, that we should also, look you, be an ass and a fool and a prating coxcomb? In your own conscience now? GOWER I will speak lower. FLUELLEN I pray you and beseech you that you will.
75
80
Exeunt Fluellen and Gower KING HARRY
Though it appear a little out of fashion, There is much care and valour in this Welshman. Enter three soldiers: John Bates, Alexander Court, and Michael Williams COURT Brother John Bates, is not that the morning which
breaks yonder?
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BATES I think it be. But we have no great cause to desire
the approach of day. WILLIAMS We see yonder the beginning of the day, but I
think we shall never see the end of it. — Who goes there?
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66. Fewer: così in F; in Q1 lewer; in Q3 lower = [parlate] “più piano!”. 2466
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 1
Entrano [separatamente] i capitani Fluellen e Gower, Re Harry si mette da parte. GOWER
Capitano Fluellen! FLUELLEN
Santo Dio!172 Per Cessù Crrristo, foi parlate troppo assai! L’uniferso mondo si rifolta fierissimamente quando i feri e antichi principi e leggi della guerra non sono rispettati! Se foleste solo prendervi la priga di esaminare le guerre di Pompeo il Grande173, troferete, date retta, che non c’è alcun pissi-pissi né bau-bau nel suo accampamento. Fi garantisco, foi delle guerre fi troferete le cerimonie, le cure, le forme, e la sobrietà e la modestia, che son cose ben diferse! GOWER
Vabbè, ma il nemico si fa sentire! È tutta la notte che fa rumore! FLUELLEN
Se il nemico è un somaro e un pazzo e un ciarlatano chiacchierone è confeniente che anche noi si sia, date retta, dei somari pazzi e dei ciarlatani chiacchieroni? Che ne dite, in coscienza? GOWER
Parlerò sottovoce. FLUELLEN
Fi preco e sconciuro che lo facciate. Escono Fluellen e Gower RE HARRY
Benché sembri un po’ all’antica, c’è molta prudenza e molto valore in questo gallese. Entrano tre soldati: John Bates, Alexander Court, e Michael Williams COURT
Bates, fratello, non è il mattino che spunta là in fondo? BATES
Credo di sì. Ma non abbiamo tutta questa fretta che arrivi. WILLIAMS
Laggiù vediamo l’inizio del giorno, ma ho paura che non ne vedremo la fine – chi va là?
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 1
KING HARRY A friend. WILLIAMS Under what captain serve you? KING HARRY Under Sir Thomas Erpingham.
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WILLIAMS A good old commander and a most kind gentleman.
I pray you, what thinks he of our estate? KING HARRY Even as men wrecked upon a sand, that look
to be washed off the next tide. BATES He hath not told his thought to the King? KING HARRY No, nor it is not meet he should. For though I speak it to you, I think the King is but a man, as I am. The violet smells to him as it doth to me; the element shows to him as it doth to me. All his senses have but human conditions. His ceremonies laid by, in his nakedness he appears but a man, and though his affections are higher mounted than ours, yet when they stoop, they stoop with the like wing. Therefore, when he sees reason of fears, as we do, his fears, out of doubt, be of the same relish as ours are. Yet, in reason, no man should possess him with any appearance of fear, lest he, by showing it, should dishearten his army. BATES He may show what outward courage he will, but I believe, as cold a night as ’tis, he could wish himself in Thames up to the neck. And so I would he were, and I by him, at all adventures, so we were quit here. KING HARRY By my troth, I will speak my conscience of the King. I think he would not wish himself anywhere but where he is. BATES Then I would he were here alone. So should he be sure to be ransomed, and a many poor men’s lives saved.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 1
RE HARRY
Un amico. WILLIAMS
Sotto quale capitano presti servizio? RE HARRY
Sotto sir Thomas Erpingham. WILLIAMS
Un bravo vecchio comandante e un generosissimo gentiluomo. Ma dimmi, cosa pensa della nostra situazione? RE HARRY
Che sia quella di naufraghi su una secca, che aspettano di essere spazzati via dalla prossima marea. BATES
Non ha detto al re quel che pensa? RE HARRY
No, non sarebbe opportuno. Perché – pur se non dovrei essere io a dirlo – penso che il re non sia che un uomo, come sono io. La viola profuma per lui come per me; il cielo appare a lui come a me, e tutti i suoi sensi non sono che quelli di un uomo. Se mettete da parte lo sfarzo che lo circonda, nella sua nudità lui non è altro che un uomo, e benché le sue passioni svettino sulle nostre, tuttavia nel calare, calano con simili ali. E quando ha ragione di temere, come noi temiamo, le sue paure hanno senza dubbio la stessa qualità delle nostre. Eppure, a ben vedere, nessuno dovrebbe mostrare alcun sintomo di paura, per evitare che lui, essendone consapevole, non riesca a incoraggiare il suo esercito come dovrebbe. BATES
Lui può mostrare tutto il coraggio che vuole, ma io credo, per quanto fredda sia la notte, che si auguri di stare nel Tamigi, a bagno fino al collo; e così vorrei che ci stesse davvero, e io con lui, a qualunque costo, pur di andarcene da qui. RE HARRY
Voglio dire la mia sul re: in verità, non credo che vorrebbe essere da nessuna altra parte se non in quella dov’è ora. BATES
Allora vorrei che ci restasse da solo. In tal modo lui avrebbe la certezza di essere riscattato, e molte vite di poveri cristi sarebbero salvate. 2469
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 1
KING HARRY I dare say you love him not so ill to wish
him here alone, howsoever you speak this to feel other men’s minds. Methinks I could not die anywhere so contented as in the King’s company, his cause being just and his quarrel honourable. WILLIAMS That’s more than we know. BATES Ay, or more than we should seek after. For we know enough if we know we are the King’s subjects. If his cause be wrong, our obedience to the King wipes the crime of it out of us. WILLIAMS But if the cause be not good, the King himself hath a heavy reckoning to make, when all those legs and arms and heads chopped off in a battle shall join together at the latter day, and cry all, ‘We died at such a place’ — some swearing, some crying for a surgeon, some upon their wives left poor behind them, some upon the debts they owe, some upon their children rawly left. I am afeard there are few die well that die in a battle, for how can they charitably dispose of anything, when blood is their argument? Now, if these men do not die well, it will be a black matter for the King that led them to it — who to disobey were against all proportion of subjection. KING HARRY So, if a son that is by his father sent about merchandise do sinfully miscarry upon the sea, the imputation of his wickedness, by your rule, should be imposed upon his father, that sent him. Or if a servant, under his master’s command transporting a sum of money, be assailed by robbers, and die in many irreconciled iniquities, you may call the business of the master the author of the servant’s damnation. But this is not so. The King is not bound to answer the particular endings of his soldiers, the father of his son, nor the master of his servant, for they purpose not their deaths83
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156. Deaths: così in Q; in F death. 2470
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 1
RE HARRY
Ma sono sicuro che non gli volete tanto male da augurargli di star qui da solo, anche se dite così per scoprire quel che pensano gli altri. Non penso che potrei morire in nessun posto tanto contento come in compagnia del re, dato che la sua causa è giusta, e onorevole la sua rivendicazione. WILLIAMS
È più di quanto ne sappiamo noi. BATES
Già, o più di quanto dobbiamo cercar di sapere: tutto quello che ci è dato capire è che siamo sudditi di un re; se la sua causa è infondata, la nostra obbedienza elimina la sua colpa dalle nostre coscienze. WILLIAMS
Se la causa non è giusta, il re stesso avrà un conto ben salato da saldare, quando tutte le gambe e braccia e teste tagliate in battaglia si riuniranno il giorno del Giudizio, e tutte insieme grideranno “Là siamo morti!” – e chi a imprecare, chi a invocare un medico, chi a piangere per la moglie abbandonata in miseria, chi per i crediti da riscuotere, chi per i figli lasciati ancora in fasce. Ho paura che non sia dato a molti di morir bene, perché come fanno a praticare la carità, quando sono votati a spargere sangue? E se questi uomini non muoiono bene, una brutta macchia nera ricadrà sul re che a tanto li ha portati – e se gli disubbidissero sarebbe contro ogni regola di sudditanza. RE HARRY
Quindi, se un figlio viene mandato dal padre in giro per il mondo a commerciare e perde la vita in mare senza aver espiato i suoi peccati, l’addebito delle sue colpe, per la tua regola, dovrebbe ricadere sul padre. O se un servo, che trasporta una somma di denaro per ordine del padrone, viene assalito dai briganti e muore con sulla coscienza molte inespiate iniquità, tu diresti che a dannare il servo è l’affare affidatogli dal padrone. Ma le cose non stanno così. Il re non è tenuto a rispondere della fine che fa ogni singolo soldato, né il padre della fine del figlio, né il padrone di quella del servo,
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 1
when they propose their services. Besides, there is no84 king, be his cause never so spotless, if it come to the arbitrament of swords, can try it out with all unspotted soldiers. Some, peradventure, have on them the guilt of premeditated and contrived murder; some, of beguiling virgins with the broken seals of perjury; some, making the wars their bulwark, that have before gored the gentle bosom of peace with pillage and robbery. Now, if these men have defeated the law and outrun native punishment, though they can outstrip men, they have no wings to fly from God. War is his beadle. War is his vengeance. So that here men are punished for before-breach of the King’s laws, in now the King’s quarrel. Where they feared the death, they have borne life away; and where they would be safe, they perish. Then if they die unprovided, no more is the King guilty of their damnation than he was before guilty of those impieties for the which they are now visited. Every subject’s duty is the King’s, but every subject’s soul is his own. Therefore should every soldier in the wars do as every sick man in his bed: wash every mote out of his conscience. And dying so, death is to him advantage; or not dying, the time was blessedly lost wherein such preparation was gained. And in him that escapes, it were not sin to think that, making God so free an offer, he let him outlive that day to see his greatness and to teach others how they should prepare. [BATES] ’Tis certain, every man that dies ill, the ill upon his own head. The King is not to answer it. I do not desire he should answer for me, and yet I determine to fight lustily for him. KING HARRY I myself heard the King say he would not be ransomed.
184
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157. Purpose: così in F; in Q crave = “desiderano”. 2472
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 1
perché quando gli affidano quei compiti non intendono mandarli a morire. Inoltre non esiste un re, per quanto limpida la sua causa, che se si giunge all’arbitrato della spada possa impiegare solo soldati immacolati. Qualcuno di loro può avere sulla coscienza la colpa di un delitto premeditato e calcolato; altri, di aver ingannato vergini con lo spergiuro; altri, di farsi scudo della guerra dopo aver sconvolto il dolce recesso della pace con saccheggi e rapine. Ora, se costoro hanno contravvenuto alla legge e si sono sottratti al loro castigo, per quanto possano sottrarsi agli uomini, non hanno ali per sfuggire a Dio. La guerra sta lì, di guardia; la guerra è la sua vendetta. Perciò quegli uomini sono puniti qui, nella disputa del re, per aver violato prima le sue leggi. Là dove temevano di essere giustiziati, hanno avuto salva la vita; e periscono là dove pensavano di essere salvi. Se muoiono impreparati il re non è più colpevole della loro dannazione di quanto lo fosse prima di quelle empietà che ora sono chiamati a espiare. Al re va il dovere di ogni suddito, ma ogni suddito ha la responsabilità della propria anima. Quindi, in guerra ogni soldato dovrebbe fare come il malato sul letto di morte: lavare ogni macchia dalla propria coscienza. Così, per lui la morte diventa un vantaggio; ovvero, se non muore, sarà benedetto il tempo speso per guadagnarselo. E per chi la scampa non sarebbe peccato pensare che, avendo fatto a Dio un’offerta così piena, quel giorno Dio l’abbia risparmiato perché testimoni della sua grandezza e insegni agli altri come prepararsi alla morte. [BATES]
È cosa certa, che chiunque muoia in peccato, il peccato ricade sulla sua testa. Il re non ne risponde. Non pretendo che lui risponda per me, e però sono deciso a battermi con forza per lui. RE HARRY
Io stesso ho sentito dire al re che non vuole che sia pagato un riscatto per lui.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 1
WILLIAMS Ay, he said so, to make us fight cheerfully, but
when our throats are cut he may be ransomed, and we ne’er the wiser. KING HARRY If I live to see it, I will never trust his word after. WILLIAMS You pay him then! That’s a perilous shot out of an elder-gun, that a poor and a private displeasure can do against a monarch. You may as well go about to turn the sun to ice with fanning in his face with a peacock’s feather. You’ll never trust his word after! Come, ’tis a foolish saying. KING HARRY Your reproof is something too round. I should be angry with you, if the time were convenient. WILLIAMS Let it be a quarrel between us, if you live. KING HARRY I embrace it. WILLIAMS How shall I know thee again? KING HARRY Give me any gage of thine, and I will wear it in my bonnet. Then if ever thou darest acknowledge it, I will make it my quarrel. WILLIAMS Here’s my glove. Give me another of thine. KING HARRY There.
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They exchange gloves WILLIAMS This will I also wear in my cap. If ever thou
come to me and say, after tomorrow, ‘This is my glove’, by this hand I will take thee a box on the ear. KING HARRY If ever I live to see it, I will challenge it.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 1
WILLIAMS
Già, l’ha detto per spronarci al combattimento, ma poi noi rimaniamo con la gola tagliata, lui viene riscattato e noi restiamo come salami. RE HARRY
Se arrivassi a vedere una cosa simile, non crederei più alla sua parola. WILLIAMS
Beh, così gli fai solo un piacere! Quello che la rabbia impotente di un povero diavolo può fare contro un monarca è come lo sparo di un fuciletto a tappo. È come voler ridurre il sole in ghiaccio sventagliandogli la faccia con una piuma di pavone. Ah, non crederai più alla sua parola? Andiamo, è una stupidaggine da dire! RE HARRY
Sei tagliente nel recriminare! Ti mostrerei di cosa sono capace, se il momento fosse buono. WILLIAMS
Allora sfidiamoci, se resterai vivo. RE HARRY
Accetto. WILLIAMS
Come ti riconoscerò? RE HARRY
Dammi un tuo segno distintivo, lo porterò sul berretto. Se poi vorrai davvero reclamarlo ti darò soddisfazione. WILLIAMS
Ecco il mio guanto. Dammene uno dei tuoi. RE HARRY
Eccolo Si scambiano il guanto WILLIAMS
Anch’io porterò questo sul berretto. Se mai, da domani, tu dovessi venire da me e mi dicessi “questo è il mio guanto”, ti darei un bello sganassone. RE HARRY
Se vivo tanto da riconoscerlo, lo reclamerò. 2475
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 1
WILLIAMS Thou darest as well be hanged.
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KING HARRY Well, I will do it, though I take thee in the
King’s company. WILLIAMS Keep thy word. Fare thee well. BATES Be friends, you English fools, be friends. We have French quarrels enough, if you could tell how to reckon. KING HARRY Indeed, the French may lay twenty French crowns to one they will beat us, for they bear them on their shoulders. But it is no English treason to cut French crowns, and tomorrow the King himself will be a clipper. Exeunt soldiers Upon the King. ‘Let us our lives, our souls, our debts, our care-full wives, Our children, and our sins, lay on the King.’ We must bear all. O hard condition, Twin-born with greatness: subject to the breath Of every fool, whose sense no more can feel But his own wringing. What infinite heartsease Must kings neglect that private men enjoy? And what have kings that privates have not too, Save ceremony, save general ceremony? And what art thou, thou idol ceremony? What kind of god art thou, that suffer’st more Of mortal griefs than do thy worshippers? What are thy rents? What are thy comings-in? O ceremony, show me but thy worth. What is thy soul of adoration? Art thou aught else but place, degree, and form, Creating awe and fear in other men? Wherein thou art less happy, being feared, Than they in fearing. What drink’st thou oft, instead of homage sweet, But poisoned flattery? O be sick, great greatness, And bid thy ceremony give thee cure. Think’st thou the fiery fever will go out With titles blown from adulation?
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 1
WILLIAMS
Oserai reclamarlo quanto andare all’impiccagione. RE HARRY
E invece lo farò, anche se ti trovo in compagnia del re. WILLIAMS
Mantieni la parola. Stammi bene. BATES
Basta bisticciare, stupidi inglesi, basta! Abbiamo già abbastanza problemi con i francesi, se appena sapeste contare. RE HARRY
Veramente, i francesi scommettono che ci battono venti teste174 contro una, perché le portano sulla schiena: ma da parte inglese non sarà tradimento tagliare teste francesi, e domani il re farà lui stesso il tosatore. Escono i soldati Tutto sul re! “Le nostre vite, le anime, i debiti, le mogli addolorate, i figli e i peccati, tutto sul conto del re!” A noi di sostenere ogni peso. Dura condizione, gemella dell’autorità più alta, soggetta al fiato di qualsiasi sciocco incapace di alcun sentimento che non sia il proprio disagio. Quanto infinita è la tranquillità d’animo di cui gli individui comuni possono godere, e cui i re devono rinunciare! E che cos’hanno i re che non hanno anche i loro sudditi, se non l’essere in vista, se non l’essere in vista di fronte a tutti? Che cosa sei tu, tu idolo d’esteriorità? Che sorta di dea sei, che soffri maggiori pene mortali di chi ti idolatra? Quali sono le tue sostanze? Quali le tue entrate? Oh ostentazione, mostrami il tuo valore! Quale realtà nasconde il tuo culto? Vali forse qualcosa di più del grado, del titolo, dell’apparenza che ispirano ossequio e sgomento negli altri? Tu provi minor felicità nell’essere temuta di quanta ne provino loro nel temerti. Di cosa ti abbeveri spesso se non di adulazione avvelenata, in luogo di un piacevole omaggio? Ammalati, grande maestà, e chiedi che l’esteriorità ti curi. Credi che il fuoco della febbre possa passare grazie ai titoli gonfiati dall’adulazione?
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 1
Will it give place to flexure and low bending? Canst thou, when thou command’st the beggar’s knee, Command the health of it? No, thou proud dream That play’st so subtly with a king’s repose; I am a king that find thee, and I know ’Tis not the balm, the sceptre, and the ball, The sword, the mace, the crown imperial, The intertissued robe of gold and pearl, The farcèd title running fore the king, The throne he sits on, nor the tide of pomp That beats upon the high shore of this world — No, not all these, thrice-gorgeous ceremony, Not all these, laid in bed majestical, Can sleep so soundly as the wretched slave Who with a body fi lled and vacant mind Gets him to rest, crammed with distressful bread; Never sees horrid night, the child of hell, But like a lackey from the rise to set Sweats in the eye of Phoebus, and all night Sleeps in Elysium; next day, after dawn Doth rise and help Hyperion to his horse, And follows so the ever-running year With profitable labour to his grave. And but for ceremony such a wretch, Winding up days with toil and nights with sleep, Had the forehand and vantage of a king. The slave, a member of the country’s peace, Enjoys it, but in gross brain little wots What watch the King keeps to maintain the peace, Whose hours the peasant best advantages. Enter Sir Thomas Erpingham
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ERPINGHAM
My lord, your nobles, jealous of your absence, Seek through your camp to find you. KING HARRY Good old knight, Collect them all together at my tent. I’ll be before thee. 2478
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 1
Che arretri di fronte agli inchini e alle genuflessioni? Puoi forse, nell’ordinare di piegarsi alle ginocchia del questuante, ordinare anche di riavere così la tua salute? No, sogno d’orgoglio, che giochi tanto subdolamente con il riposo di un re! Io sono pronto a smascherarti, io sono un re. Io so che non è il crisma della consacrazione, né lo scettro175, né il globo, né la spada, la mazza, la corona imperiale, il manto intessuto d’oro e di perle, la farcita di titoli che scorrono davanti a quello di re, il trono sul quale siede, né la marea di ostentazione che sale sulle alte spiagge di questo mondo – no, tre volte portentosa esteriorità, tutti questi attributi adagiati uno sull’altro sul letto della maestà non riescono a dormire il sonno profondo del misero schiavo che, a pancia piena e mente sgombra, va a riposare pieno di pane guadagnato col duro lavoro, ma non veglia nell’orrida notte figlia dell’inferno; che suda come un lacchè dall’aurora al tramonto sotto l’occhio di Febo, ma tutta la notte dorme nell’Eliso; il giorno dopo si alza all’alba, aiuta Iperione a salire sul cocchio, e segue così il trascorrere inarrestabile del tempo, con utile lavoro fino alla tomba176. Esteriorità a parte, un poveretto di questa fatta, che passa i giorni nella fatica e le notti nel sonno, ha la precedenza e il vantaggio su un re. Un lavoratore così partecipa della pace del paese, ne è felice, ma ben poco sa il suo rustico cervello di quante veglie sia costretto a fare il re per mantenere quella pace, la cui durata più avvantaggia il contadino. Entra sir Thomas Erpingham ERPINGHAM
Mio signore, i vostri nobili, ansiosi per la vostra assenza, vi stanno cercando per tutto l’accampamento. RE HARRY
Caro vecchio cavaliere, radunali tutti nella mia tenda: io ti precedo.
2479
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 2
ERPINGHAM
I shall do’t, my lord.
Exit
KING HARRY O God of battles, steel my soldiers’ hearts.
286
Possess them not with fear. Take from them now The sense of reck’ning, ere th’opposèd numbers Pluck their hearts from them. Not today, O Lord, O not today, think not upon the fault My father made in compassing the crown. I Richard’s body have interrèd new, And on it have bestowed more contrite tears Than from it issued forcèd drops of blood. Five hundred poor have I in yearly pay Who twice a day their withered hands hold up Toward heaven to pardon blood. And I have built Two chantries, where the sad and solemn priests Sing still for Richard’s soul. More will I do, Though all that I can do is nothing worth, Since that my penitence comes after ill,85 Imploring pardon.
290
295
300
Enter the Duke of Gloucester GLOUCESTER
My liege. KING HARRY My brother Gloucester’s voice? Ay.
I know thy errand, I will go with thee. The day, my friends, and all things stay for me. 86
305 Exeunt
4.2
Enter the Dukes of [Bourbon] and Orléans, and Lord87 Rambures88
ORLÉANS
The sun doth gild our armour. Up, my lords! 301. Ill: emend. Taylor; in F all = “tutto” [quel che è successo]. 305. Friends: così in Q; in F friend = “amico”. 0.1. Bourbon: emend. Taylor; in F Dolphin = “Delfino”. 0.1-2. And Rambures: emend. Taylor; in F Ramburs, and Beaumont. 2480
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 2
ERPINGHAM
Sarà fatto, mio signore. Esce RE HARRY
Oh Dio delle battaglie, infondi l’acciaio nei cuori dei miei soldati, non tentarli con la paura, nega loro la facoltà del calcolo, affinché non li scoraggi il numero dei nemici. Non oggi, oh Signore, oh non ricordare oggi la colpa che mio padre commise impossessandosi della corona!177 Io ho fatto seppellire nuovamente il corpo di Riccardo, e sulla tomba ho versato più lacrime di pentimento del sangue che da esso è con violenza sgorgato. Cinquecento poveri mantengo ogni anno a mie spese, ed essi due volte al giorno levano scarne mani al cielo perché quel sangue venga perdonato; due cappelle ho costruito, dove severi sacerdoti pronunciano ancora solenni litanie per l’anima di Riccardo. E altro farò, anche se tutto quanto posso fare a nulla vale, poiché la mia penitenza è successiva al peccato178, per cui ancora imploro perdono. Entra il duca di Gloucester GLOUCESTER
Mio sire. RE HARRY
La voce di mio fratello Gloucester! Sono qui, e conosco il tuo incarico. Vengo con te. Il giorno, gli amici, e ogni comando aspettano me. Escono IV, 2
Entrano i duchi di [Borbone] e Orléans, e Lord Rambures179
ORLÉANS
Il sole indora le nostre armature. Miei signori, avanti!
2481
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 2
[BOURBON] Monte cheval! My horse! Varlet, lacquais! Ha! ORLÉANS O brave spirit! [BOURBON] Via les eaux et terre! ORLÉANS Rien plus? L’air et feu!
5
[BOURBON] Cieux, cousin Orléans!
Enter the Constable Now, my Lord Constable! CONSTABLE
Hark how our steeds for present service neigh. [BOURBON]
Mount them and make incision in their hides, That their hot blood may spin in English eyes And dout them with superfluous courage. Ha!89
10
RAMBURES
What, will you have them weep our horses’ blood? How shall we then behold their natural tears? Enter a Messenger MESSENGER
The English are embattled, you French peers. CONSTABLE
To horse, you gallant princes, straight to horse! Do but behold yon poor and starvèd band, And your fair show shall suck away their souls, Leaving them but the shells and husks of men. There is not work enough for all our hands, Scarce blood enough in all their sickly veins To give each naked curtal-axe a stain That our French gallants shall today draw out And sheathe for lack of sport. Let us but blow on them, The vapour of our valour will o’erturn them. ’Tis positive ’gainst all exceptions, lords, That our superfluous lackeys and our peasants,
15
20
25
11. Dout: contrazione di [to] do out = “finire”, “spegnere”; è emend. tardo; in F doubt = “dubitare”; Taylor congettura doube [per douse = “innaffiare” ????]. 2482
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 2
[BOURBON]
Monte cheval! Il mio cavallo! Varlet, lacquais! Ha!180 ORLÉANS
Oh spirito temerario!181 [BORBONE]
Via les eaux et terre!182 ORLÉANS
Rien plus? L’air et feu? [BORBONE]
Cieux, cousin Orléans! Entra il conestabile Ah, il mio signor conestabile! CONESTABILE
Sentite come nitriscono i cavalli, ansiosi di combattere. [BORBONE]
Inforcateli e incidete con gli sproni i loro fianchi, che il sangue bollente spruzzi negli occhi degli inglesi, e li accechi con un eccesso di animale energia!183 Ha! RAMBURES
Dunque volete che piangano il sangue dei nostri cavalli? Come faremo a distinguere le loro vere lacrime? Entra un messo MESSO
Pari di Francia, gli inglesi sono schierati in ordine di battaglia. CONESTABILE
A cavallo, principi valorosi! Subito a cavallo! Degnate appena di uno sguardo quella banda di poveri affamati, che il vostro aspetto rigoglioso deprimerà fin nel fondo degli animi, lasciando nient’altro che vuoti gusci d’uomini. Non ci sarà abbastanza da fare per le mani di noi tutti, né abbastanza sangue nelle loro vene estenuate per macchiare la lama di ciascuna sciabola che i gagliardi francesi impugneranno, e rimetteranno nel fodero per il poco lavoro. Non abbiamo che da soffiargli addosso, e il semplice alitare del nostro coraggio li metterà in fuga. È sicuro e al di là di ogni dubbio, signori: i servitori e contadini che popolano soverchiamente i nostri
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 2
Who in unnecessary action swarm About our squares of battle, were enough To purge this field of such a hilding foe, Though we upon this mountain’s basis by Took stand for idle speculation, But that our honours must not. What’s to say? A very little little let us do And all is done. Then let the trumpets sound The tucket sonance and the note to mount, For our approach shall so much dare the field That England shall couch down in fear and yield.
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35
Enter Lord Grandpré GRANDPRÉ
Why do you stay so long, my lords of France? Yon island carrions, desperate of their bones, Ill-favouredly become the morning field. Their ragged curtains poorly are let loose And our air shakes them passing scornfully. Big Mars seems bankrupt in their beggared host And faintly through a rusty beaver peeps. The horsemen sit like fixèd candlesticks With torchstaves in their hands, and their poor jades Lob down their heads, drooping the hides and hips,90 The gum down-roping from their pale dead eyes, And in their palled dull mouths the gimmaled bit Lies foul with chewed grass, still and motionless. And their executors, the knavish crows, Fly o’er them all impatient for their hour. Description cannot suit itself in words To demonstrate the life of such a battle In life so lifeless as it shows itself.
40
45
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CONSTABLE
They have said their prayers, and they stay for death.
47. Drooping: così [part. pres.] in F2; in F3 dropping [ger.] = “lasciando cadere”. 2484
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 2
quadrati di battaglia senza compiti precisi basterebbero a ripulire questi campi da un nemico così indegno, pur se noi, ai piedi di questa collina, ci fermassimo a osservare inoperosi, cosa che il nostro onore non permette. Cos’altro? Non dobbiamo impegnarci che un poco, un nonnulla, e tutto sarà compiuto. Quindi che le trombe annuncino l’ordine di montare in sella: il nostro arrivo provocherà un tale panico nel campo che gli inglesi, piegati in due per la paura, si arrenderanno! Entra il signore di Grandpré GRANDPRÉ
Perché tergiversate tanto, nobili di Francia? Quegli isolani, carogne viventi e sfiduciate della vita, così malconci male si presentano al mattino che sorge sul campo. Le loro bandiere pendono tristemente a pezzi, e l’aria di Francia le agita con supremo disprezzo. Il grande Marte sembra un fallito in mezzo a tanti pezzenti, mentre scruta impaurito attraverso una visiera arrugginita. I cavalieri siedono inanimati, con le torce in mano, come tante candele, e i miseri ronzini pendono il collo, pelli e fianchi cascanti, corde di cispa penzolanti da occhi spenti, e il morso disarticolato che pende sporco d’erba masticata dalle pallide bocche inerti, mentre i loro giustizieri, i sinistri corvi, gli volano sopra, pronti a calare. Qualsiasi descrizione non riesce a trovare parole adatte a infondere vita in uno spettacolo che si dimostra così devitalizzato. CONESTABILE
Hanno detto le loro preghiere, e non aspettano che la morte.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 3
[BOURBON]
Shall we go send them dinners and fresh suits And give their fasting horses provender, And after fight with them? CONSTABLE
I stay but for my guidon. To the field! I will the banner from a trumpet take And use it for my haste. Come, come away! The sun is high, and we outwear the day. 4.3
60
Exeunt
Enter the Dukes of Gloucester, [Clarence], and91 Exeter, the Earls of Salisbury and [Warwick], and92 Sir Thomas Erpingham, with all [the] host93
GLOUCESTER Where is the King? [CLARENCE]94
The King himself is rode to view their battle. [WARWICK]95
Of fighting men they have full threescore thousand. EXETER
There’s five to one. Besides, they all are fresh. SALISBURY
God’s arm strike with us! ’Tis a fearful odds. God b’wi’ you, princes all. I’ll to my charge. If we no more meet till we meet in heaven, Then joyfully, my noble Lord of Clarence,96 My dear Lord Gloucester, and my good Lord Exeter, And (to Warwick) my kind kinsman, warriors all, adieu.
5
10
[CLARENCE]
Farewell, good Salisbury, and good luck go with thee.
0.1. Clarence: così in Q; in F Bedford. 0.2. Warwick: emend. Taylor; in F Westmorland. 0.3. The: emend. Taylor; in F his = “il suo”. 2. e 11. CLARENCE: emend. Taylor; in F Bedford. 3. WARWICK: così in Q per tutta la scena; in F Westmorland, per tutta la scena. 8. Clarence: così in Q; in F Bedford. 2486
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 3
[BORBONE]
Così non ci resta che mandargli vettovaglie e panni nuovi, e dare ai loro cavalli digiuni un po’ di biada, per poi attaccarli? CONESTABILE
Io non aspetto che il mio stendardo. Ma avanti! Mi basterà il pennone di un trombettiere per gettarmi avanti. Avanti, tutti avanti! Il sole è alto, e noi sprechiamo tempo! Escono IV, 3
Entrano i duchi di Gloucester, [Clarence] e Exeter, i conti di Salisbury e [Warwick] e sir Thomas Erpingham184 , con tutto l’esercito185
GLOUCESTER
Dov’è il re? [CLARENCE]
Il re è uscito a cavallo per rendersi conto di come loro sono schierati. [WARWICK]186
Hanno almeno sessantamila uomini. EXETER
Sono cinque a uno, e tutti freschi. SALISBURY
Il braccio di Dio combatta con noi! È uno svantaggio spaventoso. Dio sia con voi, principi. Io vado al mio posto. Se non ci sarà dato di incontrarci prima di rivederci in cielo, allora, nobile lord di Clarence, caro lord Gloucester, buon lord Exeter e (a Warwick) mio gentile congiunto, e a tutti voi guerrieri dico gioiosamente “addio!”. [CLARENCE]
Addio, buon Salisbury, che la fortuna ti assista!
2487
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 3
EXETER
Farewell, kind lord. Fight valiantly today — And yet I do thee wrong to mind thee of it,97 For thou art framed of the firm truth of valour. Exit Salisbury [CLARENCE]
He is as full of valour as of kindness, Princely in both.
15
Enter King Harry, behind O that we now had here But one ten thousand of those men in England That do no work today. KING HARRY What’s he that wishes so? My cousin Warwick? No, my fair cousin. If we are marked to die, we are enough To do our country loss; and if to live, The fewer men, the greater share of honour. God’s will, I pray thee wish not one man more. By Jove, I am not covetous for gold, Nor care I who doth feed upon my cost; It ernes me not if men my garments wear; Such outward things dwell not in my desires. But if it be a sin to covet honour I am the most offending soul alive. No, faith, my coz, wish not a man from England. God’s peace, I would not lose so great an honour As one man more methinks would share from me For the best hope I have. O do not wish one more. Rather proclaim it presently through my host That he which hath no stomach to this fight, Let him depart. His passport shall be made And crowns for convoy put into his purse. We would not die in that man’s company [WARWICK]
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13-14. And yet … valour: così in Q; in F i due vv. diventano 11-12. 2488
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 3
EXETER
Addio, gentile signore. Combatti valorosamente oggi – anche se ti faccio torto a ricordartelo, perché sei forgiato con la vera tempra del valore. Salisbury esce [CLARENCE]
Ha tanto valore quanta gentilezza, è principesco con entrambe. Entra re Harry, da dietro [WARWICK]
Oh, se avessimo qui oggi solo diecimila di quegli uomini che sono senza lavoro in Inghilterra! RE HARRY
Chi desidera questo? Warwick, il mio parente? No, mio caro. Se siamo destinati a morire siamo abbastanza da costituire una perdita per il nostro paese; se invece restiamo vivi, meno siamo e più alta è la parte di gloria che spetta a ciascuno. Con l’aiuto di Dio, ti prego di non desiderare che ne vengano altri. Per Giove, io non sono avido d’oro, né mi curo di che si nutre a spese mie, e non me la prendo se qualcuno indossa i miei vestiti: queste esteriorità non fanno parte dei miei desideri. Invece, se è una colpa ambire l’onore, io sono l’essere più colpevole che esiste al mondo. No davvero, mio caro, non desiderare un solo uomo in più dall’Inghilterra. Per la pace di Dio, non vorrei perdere una gloria così grande come quella che mi toglierebbe un solo uomo se dovessi condividerla con lui. Oh, non desiderarne uno in più! Piuttosto diffondi subito un proclama fra la truppa, che chi non ha il fegato di combattere oggi può andarsene. Avrà il suo lasciapassare e soldi per il viaggio, da intascare subito. Non vorremmo morire in compagnia di chi teme di farci compagnia nella morte.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 3
That fears his fellowship to die with us. This day is called the Feast of Crispian. He that outlives this day and comes safe home Will stand a-tiptoe when this day is named And rouse him at the name of Crispian. He that shall see this day and live t’old age98 Will yearly on the vigil feast his neighbours And say, ‘Tomorrow is Saint Crispian.’ Then will he strip his sleeve and show his scars And say, ‘These wounds I had on Crispin’s day.’99 Old men forget; yet all shall be forgot, But he’ll remember, with advantages, What feats he did that day. Then shall our names, Familiar in his mouth as household words — Harry the King, Bedford and Exeter, Warwick and Talbot, Salisbury and Gloucester — Be in their flowing cups freshly remembered. This story shall the good man teach his son, And Crispin Crispian shall ne’er go by From this day to the ending of the world But we in it shall be rememberèd, We few, we happy few, we band of brothers. For he today that sheds his blood with me Shall be my brother; be he ne’er so vile, This day shall gentle his condition. And gentlemen in England now abed Shall think themselves accursed they were not here,100 And hold their manhoods cheap whiles any speaks That fought with us upon Saint Crispin’s day.
40
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66
44. T’old [to old]: emend. Taylor: in F old “vecchia”, “avanzata”. 48. And … day: così in Q; il v. assente in F. 65-66. They were not here; / And hold their manhoods cheap: così in F; in Q1 And hold their manhood cheap; in Q3 they were not there = “non erano là”. 2490
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 3
Quest’oggi è la festa di San Crispino187. Colui che oggi sopravvivrà, e tornerà in patria sano e salvo, si metterà sull’attenti alla menzione di questo giorno, e si esalterà al nome di Crispino; e alla vigilia della festa celebrerà con i vicini, dicendo: “domani è San Crispino!”; poi si rimboccherà le maniche e mostrerà le cicatrici, dicendo: “queste sono le ferite che ho ricevuto il giorno di San Crispino!” I vecchi dimenticano e lui dimenticherà tutto, ma una cosa ricorderà, e ci ricamerà anche sopra: le gesta che avrà compiuto in quella giornata. Allora i nostri saranno per lui nomi familiari, termini domestici – Harry il re, Bedford e Exeter, Warwick e Talbot, Salisbury e Gloucester – la loro memoria ogni volta rinnovata in copiosi brindisi. Questo sarà il racconto che il buon padre farà al figlio, e il giorno di Crispino e Crispiniano mai non passerà, da oggi alla fine del mondo, senza che ci si ricordi di noi – noi pochi, noi rari eletti, noi tutti quanti fratelli. Per bassa che sia la sua condizione, fratello mio sarà colui che oggi versa il suo sangue con me, perché da questo giorno sarà nobilitato. E i gentiluomini che se ne stanno a letto in Inghilterra si considereranno sventurati per non essere qui, e svaluteranno il loro coraggio sentendo parlare chiunque abbia combattuto con noi nel giorno di San Crispino.
2491
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 3
Enter the Earl of Salisbury SALISBURY
My sovereign lord, bestow yourself with speed. The French are bravely in their battles set And will with all expedience charge on us.
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KING HARRY
All things are ready if our minds be so. [WARWICK]
Perish the man whose mind is backward now. KING HARRY
Thou dost not wish more help from England, coz? [WARWICK]
God’s will, my liege, would you and I alone, Without more help, could fight this royal battle.
75
KING HARRY
Why now thou hast unwished five thousand men, Which likes me better than to wish us one. — You know your places. God be with you all. Tucket. Enter Montjoy MONTJOY
Once more I come to know of thee, King Harry, If for thy ransom thou wilt now compound Before thy most assurèd overthrow. For certainly thou art so near the gulf Thou needs must be englutted. Besides, in mercy The Constable desires thee thou wilt mind Thy followers of repentance, that their souls May make a peaceful and a sweet retire From off these fields where, wretches, their poor bodies Must lie and fester. KING HARRY Who hath sent thee now? MONTJOY The Constable of France.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 3
Entra il conte di Salisbury SALISBURY
Mio sovrano, preparatevi subito a combattere. I francesi si schierano baldanzosi in ordine di battaglia, e fra poco attaccano. RE HARRY
Tutto è pronto, se lo è il nostro animo. [WARWICK]
Al diavolo chi oggi si tira indietro! RE HARRY
Non cerchi più aiuto dall’Inghilterra, parente mio? [WARWICK]
Perdio, mio sire, vorrei che fossimo voi ed io da soli, senz’altro aiuto, a combattere questa battaglia! RE HARRY
Beh, hai appena rinunciato a cinquemila uomini, e così mi fai più contento che se ne aggiungessi uno solo – ciascuno prenda posizione. Dio sia con tutti voi. Squillo di tromba. Entra Montjoy MONTJOY
Torno ancora da te, re Harry, per sapere se sei disposto a trattare del tuo riscatto ora, prima di subire l’inevitabile sconfitta. Piazzato come certamente sei sull’orlo del precipizio, per forza non potrai sottrarti ad esso. Inoltre, il conestabile ti invita, per carità, a ricordare ai tuoi seguaci l’obbligo del pentimento, perché le loro anime possano ritirarsi in pace da questi campi, dove i loro corpi, poveri disgraziati, resteranno a marcire. RE HARRY
Chi ti manda ora? MONTJOY
Il conestabile di Francia.
2493
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 3
KING HARRY
I pray thee bear my former answer back. Bid them achieve me, and then sell my bones. Good God, why should they mock poor fellows thus? The man that once did sell the lion’s skin While the beast lived, was killed with hunting him. A many of our bodies shall no doubt Find native graves, upon the which, I trust, Shall witness live in brass of this day’s work. And those that leave their valiant bones in France, Dying like men, though buried in your dunghills They shall be famed. For there the sun shall greet them And draw their honours reeking up to heaven, Leaving their earthly parts to choke your clime, The smell whereof shall breed a plague in France. Mark then abounding valour in our English, That, being dead, like to the bullets grazing Break out into a second course of mischief, Killing in relapse of mortality. Let me speak proudly. Tell the Constable We are but warriors for the working day. Our gayness and our gilt are all besmirched With rainy marching in the painful field. There’s not a piece of feather in our host — Good argument, I hope, we will not fly — And time hath worn us into slovenry. But by the mass, our hearts are in the trim. And my poor soldiers tell me, yet ere night They’ll be in fresher robes, as they will pluck101 The gay new coats o’er your French soldiers’ heads,102 And turn them out of service. If they do this — As if God please, they shall — my ransom then Will soon be levied. Herald, save thou thy labour.
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118. As: emend. Taylor; in Q e F or = “o, oppure”. 119. Your: così in Q; in F the. 2494
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19/10/2017 18:27:50
LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 3
RE HARRY
Ti prego, porta indietro la mia risposta precedente: digli che mi prendano prima di vendere le mie ossa. Buon Dio, perché schernire così della povera gente? Quel tale che una volta vendette la pelle del leone prima di ucciderlo, ne venne ucciso nel dargli la caccia. Senza dubbio molti dei nostri corpi troveranno sepoltura in patria, su cui, confido, vivrà nel bronzo testimonianza delle imprese compiute adesso. E coloro che da uomini moriranno, lasciando in Francia le loro ossa valorose, resteranno famosi pur essendo sepolti nei vostri letamai. Proprio là li saluterà il sole, sollevando al cielo le essenze della loro gloria, e lasciando che le loro spoglie mortali ammorbino la vostra aria, con miasmi che provocheranno pestilenze in Francia. Dunque proteggetevi dal soverchio valore degli inglesi, che da morti, come proiettili vaganti, seguiranno una funesta seconda traiettoria, seminando nuove morti accidentali. Voglio parlare con orgoglio: dite al conestabile che noi siamo solo guerrieri di fatica. I nostri colori allegri e le nostre dorature sono tutti infangati dalle marce sotto la pioggia per malagevoli campagne. Nel nostro esercito non è rimasta una sola piuma – una buona ragione, spero, per non prendere il volo – e le diuturne difficoltà ci hanno ridotto alla trascuratezza. Ma per la messa, i nostri cuori sono azzimatissimi. E i miei poveri soldati mi dicono che prima di notte indosseranno vesti più fresche, perché strapperanno di dosso ai soldati francesi quelle belle livree nuove, e li licenzieranno dal servizio. Se questo faranno – come davvero faranno, se piacerà a Dio – il mio riscatto sarà bell’e raccolto. Araldo, risparmia la fatica. Non
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 4
Come thou no more for ransom, gentle herald. They shall have none, I swear, but these my joints — Which if they have as I will leave ’em them, Shall yield them little. Tell the Constable.
125
MONTJOY
I shall, King Harry. And so fare thee well. Thou never shalt hear herald any more. KING HARRY
I fear thou wilt once more come for a ransom. Exit Montjoy Enter the Duke of York YORK
My lord, most humbly on my knee I beg The leading of the vanguard.
130
KING HARRY
Take it, brave York. — Now soldiers, march away, And how thou pleasest, God, dispose the day. Exeunt 4.4
Alarum. Excursions. Enter Pistol, a French soldier, and the Boy
PISTOL Yield, cur. FRENCH SOLDIER Je pense que vous êtes le gentilhomme de
bon qualité. PISTOL
Qualité? ‘Calin o custure me!’ Art thou a gentleman? What is thy name? Discuss. FRENCH SOLDIER O Seigneur Dieu! PISTOL [aside] O Seigneur Dew should be a gentleman. — Perpend my words, O Seigneur Dew, and mark: O Seigneur Dew, thou diest, on point of fox, Except, O Seigneur, thou do give to me Egregious ransom. FRENCH SOLDIER O prenez miséricorde! Ayez pitié de moi!
5
10
2496
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 4
tornare più a parlarmi del riscatto, nobile araldo. Non ne avranno nessuno, lo giuro, se non queste mie membra, e se le avranno come io le avrò lasciate, ben poco renderanno loro. Dillo al conestabile. MONTJOY
Lo farò, re Harry. E allora addio. Non udrai mai più un araldo. RE HARRY
Temo che tornerai ancora in cerca di riscatto. Esce Montjoy Entra il duca di York188 YORK
Mio signore, in ginocchio prego umilmente di avere il comando dell’avanguardia. RE HARRY
Prendilo, nobile York. – Ora, soldati, in marcia; Dio mio, disponi come vuoi tu della giornata. IV, 4
Allarme. Incursioni. Entrano Pistol, un soldato francese e il ragazzo189
PISTOL
Arrenditi, cane! SOLDATO FRANCESE
Je pense que vous êtes le gentilhomme de bon qualité190. PISTOL
Qualité! “Calin o custure me!”191 Sei un gentiluomo? Qual è il tuo nome? Pronunciati. SOLDATO FRANCESE
O Seigneur Dieu! PISTOL [a parte]
O Segnur Diù192 dovrebbe essere un gentiluomo – medita le mie parole, Segnur Diù, e fai attenzione: Segnur Diù, tu muori in punta di spada, eccetto che, Segnur, mi porgi un egregio riscatto! SOLDATO FRANCESE
O prenez miséricorde! Ayez pitié de moi!
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 4
PISTOL
‘Moy’ shall not serve, I will have forty ‘moys’, Or I will fetch thy rim out at thy throat103 In drops of crimson blood. FRENCH SOLDIER Est-il impossible d’échapper la force de ton bras?
15
PISTOL
Brass, cur? Thou damnèd and luxurious mountain goat, Offer’st me brass? FRENCH SOLDIER O pardonne-moi!
20
PISTOL
Sayst thou me so? Is that a ton of moys? — Come hither boy. Ask me this slave in French What is his name. BOY Écoutez: comment êtes-vous appelé? FRENCH SOLDIER Monsieur le Fer. BOY He says his name is Master Fer.104 PISTOL Master Fer? I’ll fer him, and firk him, and ferret him. Discuss the same in French unto him. BOY I do not know the French for fer and ferret and firk.
25
PISTOL
Bid him prepare, for I will cut his throat.
31
FRENCH SOLDIER Que dit-il, monsieur? BOY Il me commande à vous dire que vous faites vous prêt,
car ce soldat ici est disposé tout à cette heure de couper votre gorge.
35
PISTOL
Oui, couper la gorge, par ma foi, Peasant, unless thou give me crowns, brave crowns; Or mangled shalt thou be by this my sword.
14. Or: emend. tardo; in F for = “perché”. 26. Master: così in Q; in F M. 2498
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 4
PISTOL
Non mi basta un “muà”, ne voglio avere quaranta di “muà”, o ti estraggo la fodera delle viscere dalla gola, in gocce di sangue vermiglio! SOLDATO FRANCESE
Est-il impossibile d’échapper la force de ton bras? PISTOL
“Brass?”193 Bronzo a me, cane? Tu dannato e lussurioso stambecco, mi offri del bronzo? SOLDATO FRANCESE
O pardonne-moi! PISTOL
Ah, così mi rispondi! Vuoi dire una tonnellata di “muà”? Ragazzo, vieni qui. Domanda in francese a questo schiavo qual è il suo nome. RAGAZZO
Écoutez: comment êtes-vous appelé? SOLDATO FRANCESE
Monsieur le Fer. RAGAZZO
Dice che si chiama mastro Fer. PISTOL
Mastro Fer? Lo ferro io, e lo martello, e lo perlustro io! Pronunciagli altrettanto in francese. RAGAZZO
Non so il francese per ferrare, e martellare, e perlustrare. PISTOL
Digli di star pronto, che gli taglio la gola. SOLDATO FRANCESE
Que dit-il, monsieur? RAGAZZO
Il me commande à vous dire que vous faites vous prêt, car ce soldat ici est disposé tout à cette heure de couper votre gorge. PISTOL
Oui, couper la gorge, par ma foi! Villano, a meno che tu non mi dia scudi, begli scudi, ti riduco a brandelli con questa spada.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 4
FRENCH SOLDIER O je vous supplie, pour l’amour de Dieu, me
pardonner. Je suis le gentilhomme de bonne maison. Gardez ma vie, et je vous donnerai deux cents écus. PISTOL What are his words? BOY He prays you to save his life. He is a gentleman of a good house, and for his ransom he will give you two hundred crowns.
41
45
PISTOL
Tell him, my fury shall abate, and I the crowns will take. FRENCH SOLDIER Petit monsieur, que dit-il? BOY Encore qu’il est contre son jurement de pardonner aucun prisonnier; néanmoins, pour les écus que vous lui ci promettez, il est content à vous donner la liberté, le franchisement. FRENCH SOLDIER (kneeling to Pistol) Sur mes genoux je vous donne mille remerciements, et je m’estime heureux que j’ai tombé entre les mains d’un chevalier, comme je pense, le plus brave, vaillant, et treis-distingué seigneur d’Angleterre. PISTOL Expound unto me, boy. BOY He gives you upon his knees a thousand thanks, and he esteems himself happy that he hath fallen into the hands of one, as he thinks, the most brave, valorous, and thrice-worthy seigneur of England.
51
56
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PISTOL
As I suck blood, I will some mercy show. Follow me. BOY Suivez-vous le grand capitaine. Exeunt Pistol and French Soldier I did never know so full a voice issue from so empty a heart. But the saying is true: ‘The empty vessel makes the greatest sound.’ Bardolph and Nim had ten times more valour than this roaring devil i’th’ old play, that
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 4
SOLDATO FRANCESE
O je vous supplie, pour l’amour de Dieu, me pardonner. Je suis le gentilhomme de bonne maison. Gardez ma vie, et je vous donnerai deux cents écus. PISTOL
Che cosa dice? RAGAZZO
Vi prega di aver salva la vita. È un gentiluomo di buona famiglia, e per riscatto vi darà duecento scudi. PISTOL
Digli che la mia furia si quieta, e prenderò i duecento scudi. SOLDATO FRANCESE
Petit monsieur, que dit-il? RAGAZZO
Encore qu’il est contre son jurement de pardonner aucun prisonnier; néanmoins, pour les écus que vous lui ci promettez, il est content à vous donner la liberté, le franchisement. SOLDATO FRANCESE (inginocchiandosi davanti a Pistol) Sur mes genoux je vous donne mille remerciements, et je m’estime heureux que j’ai tombé entre les mains d’un chevalier, comme je pense, le plus brave, vaillant, et treis-distingué seigneur d’Angleterre. PISTOL
Esponimi tutto, ragazzo. RAGAZZO
In ginocchio vi porge mille ringraziamenti, e si ritiene felice di essere caduto nelle mani di uno che egli ritiene il più coraggioso, valoroso e tre volte degno signur d’Inghilterra. PISTOL
Come succhio sangue, così mostro clemenza! Seguitemi. RAGAZZO
Suivez-vous le grand capitaine. Escono Pistol e il soldato francese Non ho mai udito una voce così tonante uscire da un cuore così vuoto. Ma è pur vero il detto: “il recipiente vuoto è quello che fa più rumore”. Bardolph e Nim avevano dieci volte più valore di questo diavolo sbraitante da vecchia commedia, che tutti possono 2501
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 5
everyone may pare his nails with a wooden dagger, and they are both hanged, and so would this be, if he durst steal anything adventurously. I must stay with the lackeys with the luggage of our camp. The French might have a good prey of us, if he knew of it, for there is none to guard it but boys. 4.5
Exit
Enter the Constable, the Dukes of Orléans and105 [Bourbon], and Lord Rambures
CONSTABLE O diable! ORLÉANS O Seigneur! Le jour est perdu, tout est perdu! [BOURBON]
Mort de ma vie! All is confounded, all. Reproach and everlasting shame Sits mocking in our plumes.
5
A short alarum O méchante fortune! — (To Rambures) Do not run away. [ORLÉANS]106
We are enough yet living in the field To smother up the English in our throngs, If any order might be thought upon. BOURBON
The devil take order. Once more back again! And he that will not follow Bourbon now, Let him go home, and with his cap in hand107 Like a base leno hold the chamber door108 Whilst by a slave no gentler than my dog109 His fairest daughter is contaminated.
10
15
0. In F sono presenti insieme in questa scena il Delfino e il Borbone, mentre nell’ed. Oxford le battute sono assegnate solo al secondo. Ancora dall’ed. Oxford riportiamo senza varianti le frasi in francese, come nel resto del testo. 7. ORLÉANS: così in F; in Q Constable. 12. Home: così in Q; in F hence = “da qui”. 13. Leno [voce latina, assente nell’OED; da cui il nostro lenone]: così in Q; in F Pander [dal personaggio di Pandaro in Troilo e Cressida], con lo stesso significato. 14. By a slave: così in Q; in F a base slave = “un vile schiavo”. 2502
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 5
tagliargli le unghie con un temperino di legno. Ma l’uno e l’altro sono stati impiccati, e così capiterebbe a costui, se osasse rubare incautamente qualcosa. Io devo rimanere con i lacchè e il bagaglio del nostro accampamento. I francesi potrebbero facilmente sorprenderci se sapessero che non c’è nessuno di guardia, soltanto ragazzi. Esce IV, 5
Entrano il conestabile, i duchi di Orléans e [Borbone], e lord Rambures194
CONESTABILE
O diable! ORLÉANS
O Seigneur! Le jour est perdu, tout est perdu! [BORBONE]
Mort de ma vie! Tutto è perduto, tutto! Ignominia e vergogna perenne abitano beffarde le piume dei nostri elmi. Breve allarme O méchante fortune! – (A Rambures) Non scappate! [ORLÉANS]
Abbiamo ancora sul campo tanti uomini validi da soffocare gli inglesi con la nostra massa, se riusciamo a mettere ordine nelle nostre file! BORBONE
Al diavolo l’ordine! Ancora una volta, torniamo alla carica! Ora, chi non segue il Borbone se ne torni a casa, e con il berretto in mano, come un vile ruffiano, si metta sulla porta della camera dove la sua figlia più bella sarà violata da un farabutto non più nobile del mio cane!
2503
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 6
CONSTABLE
Disorder that hath spoiled us friend us now. Let us on heaps go offer up our lives. BOURBON I’ll to the throng. Let life be short, else shame will be too long. 4.6
Exeunt
Alarum. Enter King Harry and his train, with prisoners
KING HARRY
Well have we done, thrice-valiant countrymen. But all’s not done; yet keep the French the field.110 [Enter the Duke of Exeter] EXETER
The Duke of York commends him to your majesty. KING HARRY
Lives he, good uncle? Thrice within this hour I saw him down, thrice up again and fighting. From helmet to the spur, all blood he was.
5
EXETER
In which array, brave soldier, doth he lie, Larding the plain. And by his bloody side, Yokefellow to his honour-owing wounds, The noble Earl of Suffolk also lies. Suffolk first died, and York, all haggled over, Comes to him, where in gore he lay insteeped, And takes him by the beard, kisses the gashes That bloodily did yawn upon his face,111 And cries aloud, ‘Tarry, dear cousin Suffolk. 112 My soul shall thine keep company to heaven. Tarry, sweet soul, for mine, then fly abreast, As in this glorious and well-foughten field We kept together in our chivalry.’
10
15
2. All’s: così in Q3 e F; in Q1 all is. 14-15. Face / And: così in Q; in F face, / he. 15. Dear: così in Q; in F my = “mio”. 2504
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 6
CONESTABILE
Ora ci sia amico il disordine che ci ha sconfitti: senz’ordine andiamo a offrire le nostre vite. BORBONE
Io mi butto nella calca. Che la vita sia breve, altrimenti troppo durerà la vergogna. Escono IV, 6
Allarme. Entrano re Harry e il suo seguito, con prigionieri
RE HARRY
Tutti bravi, questi compatrioti tre volte valorosi. Ma non tutto è fatto; i francesi sono ancora in campo. [Entra il duca di Exeter] EXETER
Il duca di York rende il saluto a sua maestà. RE HARRY
È dunque vivo, caro zio? Nell’ultima ora tre volte l’ho visto a terra, e tre volte rialzarsi e combattere. Il sangue gli colava all’elmo agli sproni. EXETER
E così abbigliato, da bravo soldato, ora giace nutrendo la pianura con il suo sangue. E al suo fianco insanguinato, aggiogato a lui con le sue ferite degne d’onore, giace altresì il duca di Suffolk. Suffolk muore per primo, e York, coperto di ferite, lo raggiunge là dove è disteso in un lago di sangue, lo prende per la barba, bacia le ferite che sulla faccia spalancano la bocca sanguinolenta, e grida forte: “Suffolk aspetta, caro parente. La mia anima viene a tenere compagnia alla tua in cielo. Aspetta, anima cara, che la mia arrivi per andarcene fianco a fianco, come fianco a fianco abbiamo combattuto, in questo campo glorioso, fino alla meritata vittoria, da bravi cavalieri!”.
2505
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 7
Upon these words I came and cheered him up. He smiled me in the face, raught me his hand, And with a feeble grip says, ‘Dear my lord, Commend my service to my sovereign.’ So did he turn, and over Suffolk’s neck He threw his wounded arm, and kissed his lips, And so espoused to death, with blood he sealed A testament of noble-ending love. The pretty and sweet manner of it forced Those waters from me which I would have stopped. But I had not so much of man in me, And all my mother came into mine eyes And gave me up to tears. KING HARRY I blame you not, For hearing this I must perforce compound With mistful eyes, or they will issue too.113
20
25
30
Alarum But hark, what new alarum is this same? The French have reinforced their scattered men. Then every soldier kill his prisoners.
35
[The soldiers kill their prisoners] Give the word through. [PISTOL] Coup’ la gorge.
4.7
Exeunt
Enter Captains Fluellen and Gower
FLUELLEN Kill the poys and the luggage! ’Tis expressly
against the law of arms. ’Tis as arrant a piece of knavery, mark you now, as can be offert. In your conscience now, is it not? GOWER ’Tis certain there’s not a boy left alive. And the114 cowardly rascals that ran from the battle ha’ done this slaughter. Besides, they have burned and carried away
34. Mistfull: emend. tardo; in F mixtfull = “sconvolti”. 5. There’s: così in Q3 e F; in Q1 there is. 2506
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 7
Udendo queste parole io corro a rincuorarlo, lui mi sorride, mi porge la mano e con debole stretta mi dice: “Caro signore, raccomanda il mio servizio al mio sovrano”. Poi si volta, abbraccia Suffolk con un braccio ferito, lo bacia sulle labbra. Così, ormai sposo della morte, col sangue ha nobilmente suggellato un testamento d’amore. Una scena così ammirevole e tenera mi ha strappato lacrime che avrei preferito non versare; ma mi è mancata la qualità virile, e tutta mia madre mi è salita agli occhi, consegnandomi alle lacrime. RE HARRY
Non vi biasimo, perché ascoltandovi devo io stesso scendere a patti con i miei occhi annebbiati, affinché non versino lacrime anche loro. Allarme Ma attenti, che nuovo allarme è questo? I francesi hanno rinsaldato le file sbandate. Dunque ciascuno uccida i suoi prigionieri. [I soldati uccidono i prigionieri]195 Diffondete l’ordine. PISTOL
Coup’ la gorge196 . Escono IV, 7
Entrano i capitani Fluellen e Gower197
FLUELLEN
Occidere i ragassi, disperdere i bagagli!198 È espressamente proipito dalla legge delle armi. È il delitto più prutto, date retta, che si possa mai fare. Ditemi foi, in coscienza, non è così? GOWER
Quel che è certo è che non uno dei ragazzi è rimasto vivo. Sono quelle canaglie vigliacche scappate dalla battaglia che hanno fatto questa strage. Inoltre, hanno bruciato e disperso tutto quanto
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 7
all that was in the King’s tent; wherefore the King most worthily hath caused every soldier to cut his prisoner’s throat. O ’tis a gallant king. FLUELLEN Ay, he was porn at Monmouth. Captain Gower, what call you the town’s name where Alexander the115 Pig was born? GOWER Alexander the Great. FLUELLEN Why I pray you, is not ‘pig’ great? The pig or the great or the mighty or the huge or the magnanimous are all one reckonings, save the phrase is a little variations. GOWER I think Alexander the Great was born in Macedon. His father was called Philip of Macedon, as I take it. FLUELLEN I think it is e’en Macedon where Alexander is116 porn. I tell you, captain, if you look in the maps of the world I warrant you sall find, in the comparisons between Macedon and Monmouth, that the situations, look you, is both alike. There is a river in Macedon, and there is also moreover a river at Monmouth. It is called Wye at Monmouth, but it is out of my prains what is the name of the other river — but ’tis all one, ’tis alike as my fingers is to my fingers, and there is117 salmons in both. If you mark Alexander’s life well, Harry of Monmouth’s life is come after it indifferent well. For there is figures in all things. Alexander, God knows, and you know, in his rages and his furies and his wraths and his cholers and his moods and his displeasures and his indignations, and also being a little intoxicates in his prains, did in his ales and his angers, look you, kill his best friend Cleitus — GOWER Our King is not like him in that. He never killed any of his friends.
10
18
39
12-13. Alexander the Pig: così negli originali; naturalmente, una parodia della pronuncia dialettale. 21. E’en Macedon (in Macedon): così in F; in Q Macedon indeed = “davvero la Macedonia”. 29. Alike as: così in F; in Q so like, as. 2508
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 7
c’era nella tenda del re, per cui il re ha molto giustamente ordinato a ogni soldato di tagliare la gola al suo prigioniero. Oh, è forte questo re! FLUELLEN
Già, ed è nato a Monmouth. Capitano Gower, qual è il nome della città dov’è nato Alessandro il forte?199 GOWER
Alessandro il grande. FLUELLEN
Perché, fi chiedo, che differenza fa se è forte o crande? Il forte o il crande o il potente o l’enorme o il magnanimo falgono tutti lo stesso, salvo che il fraseggio cambia un po’. GOWER
Credo che Alessandro il grande sia nato in Macedonia. Suo padre era Filippo il macedone, così mi sembra. FLUELLEN
Credo che sia proprio la Macedonia dove Alessandro è nato. Fi dico, capitano, se guardate le carte del mondo fi assicuro che ci truvate, se cumparate la Macedonia e Monmouth, che la loro situazione, date retta, è molto simile. C’è il fiume in Macedonia, e per di più c’è pure un fiume a Monmouth, che a Monmouth si chiama Wye, mentre è fuora della mia portata come si chiama l’altro fiume – ma è proprio lo stesso, come sono gli stessi i diti della mano, e in tutti e due ci stanno i salmoni! Se fate attenzione alla fita di Alessandro, la fita di Harry di Monmouth ci cade a pennello: ci sono corrispondenze in tutte le cose. Alessandro, lo sa Dio e lo sapete foi, con tutte le sue rabbie e fotte e pizze e bronci e lune e sgradimenti e sdegni, e anche essendo un po’ suonato di testa con tutta quella pirra e quella rabbia, date retta, ha ammazzato Clito, il suo migliore amico200. GOWER
Il nostro re non è come lui in questo. Non ha mai ammazzato nessuno dei sui amici, lui.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 7
FLUELLEN It is not well done, mark you now, to take the
tales out of my mouth ere it is made an end and118 finished. I speak but in the figures and comparisons of it. As Alexander killed his friend Cleitus, being in his ales and his cups, so also Harry Monmouth, being in his right wits and his good judgements, turned away the fat knight with the great-belly doublet — he was full of jests and gipes and knaveries and mocks — I have forgot his name. GOWER Sir John Falstaff. FLUELLEN That is he. I’ll tell you, there is good men porn at Monmouth. GOWER Here comes his majesty.
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Alarum. Enter King Harry [and the English army], with the Duke of Bourbon, [the Duke of Orléans,] and other prisoners. Flourish KING HARRY
I was not angry since I came to France Until this instant. Take a trumpet, herald; Ride thou unto the horsemen on yon hill. If they will fight with us, bid them come down, Or void the field: they do offend our sight. If they’ll do neither, we will come to them, And make them skirr away as swift as stones Enforcèd from the old Assyrian slings. Besides, we’ll cut the throats of those we have, And not a man of them that we shall take Shall taste our mercy. Go and tell them so.
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Enter Montjoy EXETER
Here comes the herald of the French, my liege. GLOUCESTER
His eyes are humbler than they used to be.
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41. Made an end: così in Q; in F made. 2510
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 7
FLUELLEN
Non è pen fatto, statemi a sentire adesso, togliermi la parola di bocca prima che il racconto sia finito e concluso. Parlo solo di corrispondenze e paragoni. Come Alessandro ammazzò il suo amico Clito, essendo in cimbali con birra a fiumi, così anche Harry Monmouth, essendo a posto di testa e moderato di giudizio, licenziò quel cavaliere grassone tutto infagottato – che era pieno di sminchionate e frizzi e lazzi e pirponate e peffe – ho dimenticato il suo nome. GOWER
Sir John Falstaff. FLUELLEN
Proprio lui. Fe lo dico io, c’è della pella gente nata a Monmouth. GOWER
Ecco che arriva sua maestà. Squilli di trombe. Entrano re Harry [e l’esercito inglese] con il duca di Borbone, [il duca di Orléans] e altri prigionieri. Ancora squilli. RE HARRY
Da quando sono in Francia non sono mai stato in collera come in questo momento. Araldo, cerca un trombettiere, e portati dai cavalieri su quella collina. Vengano giù se vogliono battersi, o abbandonino il campo; la loro vista ci offende. Se non faranno né l’una né l’altra cosa li raggiungeremo noi, e li faremo svolazzare veloci come pietre scagliate dalle fionde degli assiri antichi. Inoltre, taglieremo la gola a quelli di loro che abbiamo con noi, e non uno di quelli che riusciremo a prendere conoscerà il sapore della nostra misericordia 201. Vaglielo a dire. Entra Montjoy EXETER
Sire, arriva l’araldo dei francesi. GLOUCESTER
Dallo sguardo sembra più umile di prima.
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19/10/2017 18:27:51
THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 7
KING HARRY
How now, what means this, herald? Know’st thou not That I have fined these bones of mine for ransom? Com’st thou again for ransom? MONTJOY No, great King. I come to thee for charitable licence, That we may wander o’er this bloody field To book our dead and then to bury them, To sort our nobles from our common men — For many of our princes, woe the while, Lie drowned and soaked in mercenary blood. So do our vulgar drench their peasant limbs In blood of princes, and our wounded steeds Fret fetlock-deep in gore, and with wild rage Jerk out their armèd heels at their dead masters, Killing them twice. O give us leave, great King, To view the field in safety, and dispose Of their dead bodies. KING HARRY I tell thee truly, herald, I know not if the day be ours or no, For yet a many of your horsemen peer And gallop o’er the field. MONTJOY The day is yours.
70
75
80
KING HARRY
Praisèd be God, and not our strength, for it. What is this castle called that stands hard by? MONTJOY They call it Agincourt.
85
KING HARRY
Then call we this the field of Agincourt, Fought on the day of Crispin Crispian.119 FLUELLEN Your grandfather of famous memory, an’t please your majesty, and your great-uncle Edward the
89. Crispian: ed. Taylor, che rifiuta Q1 (Cryspin), ma accetta e anglicizza Q3 (Crispianus). 2512
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19/10/2017 18:27:51
LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 7
RE HARRY
Allora, cosa vuoi araldo? Non sai che le ossa per il riscatto me le sono già impegnate? Vieni ancora per quello? MONTJOY
No, grande re. Vengo a chiedere generoso permesso che si possa perlustrare questi campi insanguinati per contare i nostri morti e poi seppellirli, e dividere i nobili dai comuni soldati, poiché molti dei nostri principi – ah malasorte! – giacciono affogati e sommersi in sangue mercenario, mentre i plebei affondano membra rusticane in sangue principesco, e i cavalli feriti si agitano sprofondando fino ai garretti nel pantano sanguinolento, scalciando i loro morti cavalieri con la furia selvaggia di zoccoli ferrati, uccidendoli una seconda volta. Oh dacci il permesso, grande re, di esplorare il campo senza danni, e ricuperare i nostri morti! RE HARRY
Araldo, in tutta sincerità ti dico che non so se abbiamo vinto o no, perché ancora molti vostri cavalieri vagano al galoppo sul campo. MONTJOY
La vittoria è vostra. RE HARRY
Per questo sia lodato Dio, non la nostra forza. Che castello è quello che si vede qui vicino? MONTJOY
Si chiama Azincourt. RE HARRY
Quindi diciamo di aver combattuto a Azincourt, nel giorno di Crispino e Crispiniano. FLUELLEN
Fostro nonno di celebre memoria, se così 202 piace alla fostra maestà, e il fostro prozio Edoardo il nero principe di Galles, come ho
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19/10/2017 18:27:51
THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 7
Plack Prince of Wales, as I have read in the chronicles, fought a most prave pattle here in France. KING HARRY They did, Fluellen. FLUELLEN Your majesty says very true. If your majesties is remembered of it, the Welshmen did good service in a garden where leeks did grow, wearing leeks in their Monmouth caps, which your majesty know to this hour is an honourable badge of the service. And I do believe your majesty takes no scorn to wear the leek upon Saint Tavy’s day.
94
101
KING HARRY
I wear it for a memorable honour, For I am Welsh, you know, good countryman. FLUELLEN All the water in Wye cannot wash your majesty’s Welsh plood out of your pody, I can tell you that. God pless it and preserve it, as long as it pleases his grace, and his majesty too. KING HARRY Thanks, good my countryman.120 FLUELLEN By Jeshu, I am your majesty’s countryman. I care not who know it, I will confess it to all the world. I need not to be ashamed of your majesty, praised be God, so long as your majesty is an honest man.
107
112
KING HARRY
God keep me so. Enter Williams with a glove in his cap Our heralds go with him. Bring me just notice of the numbers dead On both our parts. Exeunt Montjoy, [Gower,] and an English herald Call yonder fellow hither. EXETER (to Williams) Soldier, you must come to the King.
108. Countryman: così in Q; in F countrymen. 2514
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 7
letto nelle cronache, hanno combattuto una curiosissima pattaglia qui in Francia. RE HARRY
È vero, Fluellen. FLUELLEN
Fostra maestà dice proprio la ferità. Se la fostra maestà se ne rammenta, i gallesi combatterono eccreggiamente in un orto in cui crescefano dei porri, e ora portano porri sui loro perretti di Monmouth, e fostra maestà sa che sono ancor oggi un’onorefole testimonianza di quel serfizio. E io credo che fostra maestà non rifugga dallo sfoggiare il porro nel giorno di san Tafite203. RE HARRY
Lo porto come onorevole cimelio: infatti sono gallese come voi sapete, buon compaesano. FLUELLEN
Tutta l’acqua del Wye non potrebbe lafare il sangue gallese dal corpo di fostra maestà, fi posso assicurare. Dio lo penedica e lo preserfi, finché piaccerà alla sua crazia, e anche alla sua maestà. RE HARRY
Grazie, mio buon compaesano. FLUELLEN
Cesù, sì che sono fostro compaesano! Non importa chi lo sappia, ma io lo proclamo a tutto il mondo. Non mi fergogno di fostra maestà, sia lode a Dio, finché fostra maestà resta onesto. RE HARRY
Che Dio mi mantenga tale. Entra Williams con un guanto sul berretto. Che gli araldi lo seguano. Datemi notizie sui numeri dei morti nei due schieramenti. Escono Montjoy, [Gower] e un araldo inglese Chiamate qui quel tizio. EXETER (a Williams) Soldato, vieni dal re.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 7
KING HARRY Soldier, why wearest thou that glove in thy
cap? WILLIAMS An’t please your majesty, ’tis the gage of one
that I should fight withal, if he be alive.
120
KING HARRY An Englishman? WILLIAMS An’t
please your majesty, a rascal, that swaggered with me last night — who, if a live, and ever dare to challenge this glove, I have sworn to take him a box o’th’ ear; or if I can see my glove in his cap — which he swore, as he was a soldier, he would wear if a lived — I will strike it out soundly. KING HARRY What think you, Captain Fluellen? Is it fit this soldier keep his oath? FLUELLEN He is a craven and a villain else, an’t please your majesty, in my conscience. KING HARRY It may be his enemy is a gentleman of great sort, quite from the answer of his degree. FLUELLEN Though he be as good a gentleman as the devil is, as Lucifer and Beelzebub himself, it is necessary, look your grace, that he keep his vow and his oath. If he be perjured, see you now, his reputation is as arrant a villain and a Jack-sauce as ever his black shoe trod upon God’s ground and his earth, in my conscience, law. KING HARRY Then keep thy vow, sirrah, when thou meetest the fellow. WILLIAMS So I will, my liege, as I live. KING HARRY Who serv’st thou under?
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 7
RE HARRY
Soldato, perché porti quel guanto sul berretto? WILLIAMS
Se non dispiace a vostra maestà, è l’impegno a battermi con uno, se è ancora vivo. RE HARRY
Un inglese? WILLIAMS
Se non dispiace a vostra maestà, un mascalzone, che ieri notte faceva lo spaccone con me – che se vivesse, e mai osasse di reclamare questo guanto, ho giurato di dargli una bella botta sulla zucca; o se poi vedessi il mio di guanto sul suo berretto – che ha dato la sua parola di soldato di portare se era vivo – glie lo sfilerei con gli annessi e connessi. RE HARRY
Cosa ne pensate, capitano Fluellen? C’è da augurarsi che questo soldato mantenga il suo giuramento? FLUELLEN
Altrimenti sarebbe un figliacco e un farabutto, se non dispiace a fostra maestà, in coscienza. RE HARRY
Magari il suo nemico è un gentiluomo di gran levatura, che non può rispondergli dall’alto del suo rango. FLUELLEN
Anche se fosse un gentiluomo della stessa forza del diafolo, come Belzebù e lo stesso Lucifero, è necessario, dia retta fostra grazia, che mantenga la sua promettitura e ciuramento. Se diventa sperciuro, date retta, la sua reputazione difenta quella del più patentatissimo e canaglioso briccone che mai abbia calcato con la sua nera scarpa il suolo e la terra di Dio, in coscienza, chiuso! RE HARRY
E dunque mantieni il tuo giuramento, quando incontri quel tizio. WILLIAMS
Certamente così farò, mio sire. RE HARRY
Sotto chi presti servizio?
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 7
WILLIAMS Under Captain Gower, my liege.
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FLUELLEN Gower is a good captain, and is good knowledge
and literatured in the wars. KING HARRY Call him hither to me, soldier. WILLIAMS I will, my liege. Exit KING HARRY (giving him Williams’s other glove) Here, Fluellen, wear thou this favour for me and stick it in thy cap. When Alençon and myself were down together, I plucked this glove from his helm. If any man challenge121 this, he is a friend to Alençon and an enemy to our person. If thou encounter any such, apprehend him, an thou dost me love. FLUELLEN Your grace does me as great honours as can be desired in the hearts of his subjects. I would fain see the man that has but two legs that shall find himself aggriefed at this glove, that is all; but I would fain see it once. An’t please God of his grace, that I would see.122 KING HARRY Know’st thou Gower? FLUELLEN He is my dear friend, an’t please you. KING HARRY Pray thee, go seek him and bring him to my tent. FLUELLEN I will fetch him. Exit
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162
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KING HARRY
My lord of Warwick and my brother Gloucester, Follow Fluellen closely at the heels. The glove which I have given him for a favour May haply purchase him a box o’th’ ear. It is the soldier’s. I by bargain should Wear it myself. Follow, good cousin Warwick.
170
153. From his: così in F; in Q1 off from his; in Q3 from’s. 153. Any man: così in F; in Q1 any do; in Q3 any. 161. That I would see: emend. Taylor; in Q I would but see him = “volevo solo vederlo”; in F that I might see. 2518
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 7
WILLIAMS
Sotto il capitano Gower, mio sire. FLUELLEN
Gower è un buon capitano, sa molte cose e ha letto molto nei tractati di guerra. RE HARRY
Digli di venire qui, soldato. WILLIAMS
Certamente, mio sire. Esce RE HARRY (dà a Fluellen il guanto spaiato di Williams)
Ecco, Fluellen, porta tu questa insegna per me, e fissala sul tuo berretto. Quando Alençon ed io eravamo appiedati ho strappato questo guanto dal suo elmo. Se qualcuno lo rivendica, è un amico di Alençon e un nemico della nostra persona. Se ne incontri uno così, se mi vuoi bene arrestalo. FLUELLEN
Fostra grazia mi fa il più crande onore che i suoi sudditi possano sperare nel loro cuore. Forrei proprio federe l’uomo che abbia solo due gambe e che si risenta a federe questo guanto, e non dico altro; ma forrei proprio federlo, una folta. Se piacerà a Dio e alla sua grazia, forrei federlo. RE HARRY
Tu conosci Gower? FLUELLEN
È un mio caro amico, se non fi dispiace. RE HARRY
Ti prego di andare a cercarlo, e di portarlo nella mia tenda. FLUELLEN
Lo trofo subito. Esce RE HARRY
Cari signori di Warwick e fratello Gloucester, mettetevi alle calcagna di Fluellen. Quel guanto che gli ho dato da portare come insegna può magari procurargli una botta in testa. È di quel soldato, e mi ero impegnato a portarlo io stesso. Buon Warwick, stategli 2519
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 8
If that the soldier strike him, as I judge By his blunt bearing he will keep his word, Some sudden mischief may arise of it, For I do know Fluellen valiant And touched with choler, hot as gunpowder, And quickly will return an injury. Follow, and see there be no harm between them. Go you with me, uncle of Exeter. Exeunt severally 4.8
175
Enter Captain Gower and Williams
WILLIAMS I warrant it is to knight you, captain.
Enter Captain Fluellen FLUELLEN God’s will and his pleasure, captain, I beseech
you now, come apace to the King. There is more good toward you, peradventure, than is in your knowledge to dream of. WILLIAMS Sir, know you this glove? FLUELLEN Know the glove? I know the glove is a glove. WILLIAMS [plucking the glove from Fluellen’s cap] I know this, and thus I challenge it.
5
9
He strikes Fluellen FLUELLEN God’s plood, and his! An arrant traitor as any’s123
in the universal world, or in France, or in England. GOWER (to Williams) How now, sir? You villain! WILLIAMS Do you think I’ll be forsworn? FLUELLEN Stand away, Captain Gower. I will give treason
his payment into plows, I warrant you.
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WILLIAMS I am no traitor.
10. Gods plood, and his: ed. Taylor; in Q1 Gode plut, and his; in F ’Sblud, una comune bestemmia. 2520
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 8
dietro. Se quel soldato gli dà una botta – e per il suo carattere ruvido direi che manterrà la parola – potrebbe nascerne un improvviso parapiglia. So che Fluellen è valoroso e iroso, focoso come la polvere da sparo, e rapido nel rispondere a un’offesa. Seguiteli, e provvedete che non si facciano del male. Zio Exeter, vieni con me. Escono separatamente IV, 8
Entrano il capitano Gower, e Williams
WILLIAMS
Scommetto che è per farvi cavaliere, capitano. Entra il capitano Fluellen FLUELLEN
Per amore e piacere di Dio, capitano, vi prego di fenire felocemente dal re. Ferso di foi forse c’è più penefolenza di quanto sia a fostra conoscenza di sognare. WILLIAMS
Signore, conoscete questo guanto? FLUELLEN
Conoscere il guanto? Conosco che il guanto è un guanto. WILLIAMS (strappando il guanto dal berretto di Fluellen)
Questo io lo conosco, e così lo reclamo. Colpisce Fluellen FLUELLEN
Sangue di Dio! Un traditore patentato come nessuno nel globo universale, o in Francia, o in Inghilterra! GOWER (a Williams) Signore, che succede? Voi, razza di… WILLIAMS
Credevate che avrei mancato alla parola? FLUELLEN
Capitano Gower, fatefi in là. Darò la paga al tradimento, a suon di potte, vi assicuro! WILLIAMS
Non sono un traditore!
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 8
FLUELLEN That’s a lie in thy throat. I charge you in his
majesty’s name, apprehend him. He’s a friend of the Duke Alençon’s. Enter the Earl of Warwick and the Duke of Gloucester WARWICK How now, how now, what’s the matter?
20
FLUELLEN My lord of Warwick, here is — praised be God
for it — a most contagious treason come to light, look you, as you shall desire in a summer’s day. Enter King Harry and the Duke of Exeter Here is his majesty. KING HARRY How now, what is the matter?
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FLUELLEN My liege, here is a villain and a traitor that,
look your grace, has struck the glove which your majesty is take out of the helmet of Alençon. WILLIAMS My liege, this was my glove — here is the fellow of it — and he that I gave it to in change promised to wear it in his cap. I promised to strike him, if he did. I met this man with my glove in his cap, and I have been as good as my word. FLUELLEN Your majesty hear now, saving your majesty’s manhood, what an arrant rascally beggarly lousy knave it is. I hope your majesty is pear me testimony and witness, and will avouchment that this is the glove of Alençon that your majesty is give me, in your conscience now. KING HARRY Give me thy glove, soldier. Look, here is the fellow of it. ’Twas I indeed thou promisèd’st to strike, And thou hast given me most bitter terms.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 8
FLUELLEN
Menti per la gola! Ti accuso nel nome di sua maestà. Arrestatelo! È un amico del duca di Alençon. Entrano il conte di Warwick e il duca di Gloucester WARWICK
Ehi, che succede, che succede? FLUELLEN
Mio signore di Warwick, qui c’è – sia lodato il cielo – un tradimento oltremodo contagioso, date retta, venuto alla luce meglio di quanto si possa desiderare in un giorno d’estate. Entrano re Harry e il duca di Exeter Ecco sua maestà. RE HARRY
Insomma, che succede qui? FLUELLEN
Mio sire, c’è qui un mascalzone traditore che, dia retta fostra grazia, ha dato un colpo al guanto che sua maestà ha strappato dall’elmo di Alençon. WILLIAMS
Mio sire, questo era il mio guanto – ecco il suo compagno – e quello a cui l’ho dato ha promesso di portarlo sul berretto, e io ho promesso di punirlo se l’avesse fatto. Ora ho incontrato quest’uomo col mio guanto sul berretto, e ho mantenuto la parola. FLUELLEN
Fostra maestà sente adesso, con rispetto per la saggezza di sua maestà, che razza di briccone patentato, furfantesco, pitocchioso morto di fame sia costui. Spero che la fostra maestà foglia testimoniare, confermare e riconoscere che questo è il guanto di Alençon che sua maestà mi ha dato. In tutta coscienza. RE HARRY
Dammi quel guanto, soldato, ed ecco il suo compagno. Ero veramente io quello che hai giurato di colpire, dopo che mi avevi gratificato con gli insulti più gravi.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 8
FLUELLEN An’t please your majesty, let his neck answer
for it, if there is any martial law in the world.
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KING HARRY
How canst thou make me satisfaction? WILLIAMS All offences, my lord, come from the heart.
Never came any from mine that might offend your majesty. KING HARRY
It was ourself thou didst abuse. majesty came not like yourself. You appeared to me but as a common man. Witness the night, your garments, your lowliness. And what your highness suffered under that shape, I beseech you take it for your own fault, and not mine, for had you been as I took you for, I made no offence. Therefore I beseech your highness pardon me.
50
WILLIAMS Your
57
KING HARRY
Here, Uncle Exeter, fill this glove with crowns And give it to this fellow. — Keep it, fellow, And wear it for an honour in thy cap Till I do challenge it. — Give him the crowns. — And captain, you must needs be friends with him. FLUELLEN By this day and this light, the fellow has mettle enough in his belly. — Hold, there is twelve pence for you, and I pray you to serve God, and keep you out of prawls and prabbles and quarrels and dissensions, and I warrant you it is the better for you. WILLIAMS I will none of your money. FLUELLEN It is with a good will. I can tell you, it will serve you to mend your shoes. Come, wherefore should you be so pashful? Your shoes is not so good. ’Tis a good shilling, I warrant you, or I will change it.
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Enter [an English] Herald KING HARRY Now, herald, are the dead numbered?
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 8
FLUELLEN
Se piacesse a sua maestà, fate che ne risponda il suo collo, se mai è esistita al mondo una lecce marziale. RE HARRY
Come mi puoi dare soddisfazione? WILLIAMS
Tutte le offese, mio signore, vengono dal cuore. Da me non ne è mai venuta una che potesse offendere la vostra maestà. RE HARRY
Ma tu hai insultato proprio noi. WILLIAMS
Vostra maestà non era davvero se stessa. A me vi siete manifestato come un soldato semplice; mi siano testimoni la notte, i vostri indumenti, la vostra modestia. E ciò che vostra altezza ricevette sotto quelle parvenze, vi prego di considerarlo a discapito di voi stesso, e non mio, perché se foste stato quello per cui vi ho preso non avrei certo commesso alcuna offesa. Quindi prego vostra altezza di perdonarmi. RE HARRY
Ecco, zio Exeter, riempite questo guanto di scudi, e datelo a quest’uomo – e tu prendilo, compagno, e portalo sul berretto in segno d’onore, finché non torni io a reclamarlo. – Dategli gli scudi – e voi, capitano, dovete farvelo amico. FLUELLEN
Per la luce di questo giorno, l’uomo ha fegato da fendere! – Aspetta, qui ci sono dodici soldi204 per foi, e vi prego di serfire Iddio, e di tenerfi lontano da zuffe, e contese e baruffe e diverbi, che vi assicuro sarà meglio per foi. WILLIAMS
Non voglio soldi da voi. FLUELLEN
Ma lo offrivo di puon animo. Fi dico io, servirà a risuolarfi le scarpe. Afanti, come siete ritroso Le fostre scarpe non sono mica puone. Lo scellino è puono, fi assicuro, altrimenti fe lo cambio205. Entra un araldo [inglese] RE HARRY
Bene, araldo, sono stati contati i morti? 2525
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 4 SCENE 8
HERALD
Here is the number of the slaughtered French. KING HARRY
What prisoners of good sort are taken, uncle?
75
EXETER
Charles, Duke of Orléans, nephew to the King; Jean, Duke of Bourbon, and Lord Boucicault; Of other lords and barons, knights and squires, Full fifteen hundred, besides common men. KING HARRY
This note doth tell me of ten thousand French That in the field lie slain. Of princes in this number And nobles bearing banners, there lie dead One hundred twenty-six; added to these, Of knights, esquires, and gallant gentlemen, Eight thousand and four hundred, of the which Five hundred were but yesterday dubbed knights. So that in these ten thousand they have lost There are but sixteen hundred mercenaries; The rest are princes, barons, lords, knights, squires, And gentlemen of blood and quality. The names of those their nobles that lie dead: Charles Delabret, High Constable of France; Jaques of Châtillon, Admiral of France; The Master of the Crossbows, Lord Rambures; Great-Master of France, the brave Sir Guiscard Dauphin; Jean, Duke of Alençon; Antony, Duke of Brabant, The brother to the Duke of Burgundy; And Édouard, Duke of Bar; of lusty earls, Grandpré and Roussi, Fauconbridge and Foix, Beaumont and Marie, Vaudemont and Lestrelles. Here was a royal fellowship of death. Where is the number of our English dead?
80
85
90
95
100
He is given another paper
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO IV SCENA 8
ARALDO
Ecco il numero dei francesi uccisi. RE HARRY
Quali prigionieri di rango sono stati fatti prigionieri, zio? EXETER
Charles, duca di Orléans, nipote del re; Jean, duca di Borbone, e il signore di Boucicault; di altri signori e baroni, cavalieri e scudieri mille e cinquecento, oltre i soldati semplici. RE HARRY
Questo resoconto mi dice che diecimila francesi giacciono a terra morti. Centoventisei sono principi e nobili con le insegne gentilizie, e a questi si aggiungano ottomila e quattrocento fra cavalieri, scudieri e gentiluomini importanti, dei quali cinquecento solo ieri erano stati creati cavalieri. Fra le diecimila vittime sono da contare solo milleseicento mercenari, e per il resto si tratta di principi, baroni, signori, cavalieri, scudieri e gentiluomini di nobile sangue e qualità. I nomi dei nobili morti sono: Charles Delabret, alto conestabile di Francia; Jaques de Chatillon, ammiraglio di Francia; il comandante dei balestrieri, signore di Rambures; il gran maestro di Francia, il prode sir Guiscard Dauphin; Jean, duca di Alençon; Antony, duca di Brabante, fratello del duca di Borgogna; Edouard, duca di Bar; fra i gagliardi conti, Grandpré e Roussy, Fauconbridge e Foix, Beaumont e Marie, Vaudemont e Lestrelles – una regale fratellanza nella morte. E qual è la lista dei nostri morti? Gli viene data un’altra carta
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 0
Edward the Duke of York, the Earl of Suffolk, Sir Richard Keighley, Davy Gam Esquire; None else of name, and of all other men But five-and-twenty. O God, thy arm was here, And not to us, but to thy arm alone Ascribe we all. When, without stratagem, But in plain shock and even play of battle, Was ever known so great and little loss On one part and on th’other? Take it God, For it is none but thine. EXETER ’Tis wonderful.
105
110
KING HARRY
Come, go we in procession to the village, And be it death proclaimèd through our host To boast of this, or take that praise from God Which is his only. FLUELLEN Is it not lawful, an’t please your majesty, to tell how many is killed?
115
KING HARRY
Yes, captain, but with this acknowledgement, That God fought for us. FLUELLEN Yes, in my conscience, he did us great good. KING HARRY Do we all holy rites: Let there be sung Non nobis and Te Deum, The dead with charity enclosed in clay; And then to Calais, and to England then, Where ne’er from France arrived more-happy men.
120
125
Exeunt 5.0
Enter Chorus
CHORUS
Vouchsafe to those that have not read the story That I may prompt them — and of such as have, I humbly pray them to admit th’excuse Of time, of numbers, and due course of things, Which cannot in their huge and proper life
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 0
Edward duca di York, il conte di Suffolk, sir Richard Keighley, David Gam, scudiero; nessun altro di gran nome, e di tutti gli altri solo venticinque. O Signore, il tuo braccio ha combattuto con noi, e non a noi, ma al tuo braccio soltanto sia attribuito tutto quanto è successo. Quando mai, senza escogitare trucchi 206, ma col semplice impatto e leale scontro in battaglia, si ebbero così grandi e così piccole perdite da una parte e dell’altra? A te, Signore, appartiene una vittoria che è solo tua! EXETER
Una cosa straordinaria! RE HARRY
Ora andiamo al villaggio, in processione. E sia proclamata, in tutto il nostro esercito, la pena di morte per chi si vanti di quanto accaduto, o sottragga a Dio la lode che solo a lui è dovuta. FLUELLEN
E non è consentito, col permesso di fostra maestà, di menzionare il numero dei morti? RE HARRY
Sì, capitano, ma con questa ammissione, che Dio ha combattuto per noi. FLUELLEN
Sì, in coscienza, dico che ci ha fatto dei grandi fafori. RE HARRY
Compiamo dunque tutti i sacri riti: si intoni Non nobis, e il Te Deum, e i morti siano seppelliti caritatevolmente nell’argilla; poi a Calais, e poi in Inghilterra, dove mai dalla Francia approdarono uomini più felici. Escono V, 0
Entra il coro Consentano, coloro che non hanno letto la storia, che io li ispiri 207, e coloro che l’hanno letta accettino la mia umile preghiera, di tollerare la manipolazione del tempo, delle cifre, e del corso degli avvenimenti, che non possono essere qui presentati secondo
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 0
Be here presented. Now we bear the King Toward Calais. Grant him there; there seen,124 Heave him away upon your wingèd thoughts Athwart the sea. Behold, the English beach Pales-in the flood, with men, maids, wives, and boys, Whose shouts and claps out-voice the deep-mouthed sea, Which like a mighty whiffler fore the King Seems to prepare his way. So let him land, And solemnly see him set on to London. So swift a pace hath thought, that even now You may imagine him upon Blackheath, Where that his lords desire him to have borne His bruisèd helmet and his bended sword Before him through the city; he forbids it, Being free from vainness and self-glorious pride, Giving full trophy, signal, and ostent Quite from himself, to God. But now behold, In the quick forge and working-house of thought, How London doth pour out her citizens. The Mayor and all his brethren, in best sort, Like to the senators of th’antique Rome With the plebeians swarming at their heels, Go forth and fetch their conqu’ring Caesar in — As, by a lower but high-loving likelihood, Were now the General of our gracious Empress — As in good time he may — from Ireland coming, Bringing rebellion broachèd on his sword, How many would the peaceful city quit To welcome him! Much more, and much more cause, Did they this Harry. Now in London place him; As yet the lamentation of the French Invites the King of England’s stay at home.
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7. There seen: così in F1; in F2 And there being seen = “ed essendo colà osservato”. 2530
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 0
l’esorbitante autenticità della vita. Ora accompagniamo il re verso Calais; immaginate che ci arrivi, e da là lo sollevino i vostri alati pensieri, e gli facciano attraversare il mare. Guardate: la spiaggia inglese, con uomini, ragazze, mogli e bambini piantati come palizzate nella risacca, risuona di grida e applausi più tonanti della voce profonda delle onde: un potente battistrada per il re, che sembra prepararne lo sbarco. Ora fatelo approdare, e osservatelo mentre procede verso Londra. Il pensiero ha un passo talmente veloce che proprio ora lo potete immaginare a Blackheath, dove i nobili lo pregano che nel corteo attraverso la città siano portati davanti a lui il suo elmo ammaccato e la spada contorta; lui, immune da vanità e autoglorificante orgoglio, lo vieta, allontanando da sé e dedicando a Dio ogni trofeo, insegna e ostentazione. Ma ora osservate, con l’incessante fucina e laboratorio del pensiero, come Londra riversi i suoi cittadini, col sindaco e tutti i consiglieri, splendidamente abbigliati come i senatori dell’antica Roma, con i plebei che si affollano alle loro calcagna, che avanzano per ricevere il loro Cesare conquistatore. Non diversamente, secondo una più umile ma molto sospirata possibilità, se ora il generale208 della nostra beneamata imperatrice tornasse dall’Irlanda portando la ribellione infilzata sulla spada – come in effetti potrà finalmente accadere – oh quanti scenderebbero nelle strade della pacifica città per salutarlo! Tanto di più, e per più alto motivo, fu fatto per questo Harry. Ora inquadratelo a Londra; ma ancora le recriminazioni francesi invitano il re d’Inghilterra a restarsene a casa.
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19/10/2017 18:27:52
THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 1
The Emperor’s coming in behalf of France, To order peace between them [ ] and omit 125 All the occurrences, whatever chanced, Till Harry’s back-return again to France. There must we bring him, and myself have played The interim by rememb’ring you ’tis past. Then brook abridgement, and your eyes advance, After your thoughts, straight back again to France.
40
45 Exit
5.1
Enter Captain Gower and Captain Fluellen, with a leek in his cap and a cudgel
GOWER Nay, that’s right. But why wear you your leek
today? Saint Davy’s day is past. is occasions and causes why and wherefore in all things. I will tell you, ass my friend, Captain Gower. The rascally scald beggarly lousy pragging knave Pistol — which you and yourself and all the world know to be no petter than a fellow, look you now, of no merits — he is come to me, and prings me pread and salt yesterday, look you, and bid me eat my leek. It was in a place where I could not breed no contention with him, but I will be so bold as to wear it in my cap till I see him once again, and then I will tell him a little piece of my desires.
FLUELLEN There
13
Enter Ensign Pistol GOWER Why, here a comes, swelling like a turkey-cock.126
39-40. La lacuna nel testo viene spesso integrata da congettura come quella di Taylor: And the death o’ th’ Dolphin leap we over = “e qui omettiamo la morte del Delfino”. 14. A [forma arcaica del pronome di terza persona sing.]: così in Q1; in Q3 he; in F hee. 2532
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19/10/2017 18:27:52
LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 1
Arriva l’imperatore209 a trattare in nome della Francia, per mettere pace fra di loro [ ]210. Trascuriamo tutti gli avvenimenti e le altre occasioni, fino al nuovo ritorno di Harry in Francia 211, dove ora noi lo trasferiamo. Io stesso, il coro, ho fin qui riempito l’intervallo, ricordando a voi ciò che è accaduto. Accettate dunque la sintesi, e tornate rapidamente in Francia, e che il pensiero preceda la visione. Esce V, 1
Entrano il capitano Gower e il capitano Fluellen, con il porro sul berretto e un bastone212
GOWER
Sicuro, è proprio così. Ma perché oggi portate l’insegna del porro? Il giorno di San Davide è passato. FLUELLEN
Ci sono occasioni e ragioni del perché e percome di ogni cosa. Fi dico io, a foi che siete amico213, capitano Gower. Quel lestofante furfantesco, pezzentesco, pidocchiuto e linguacciuto di Pistol – che foi e foi stesso e tutto il mondo sanno non essere meglio di un tizio, date retta a me, di nessun falore – ieri me viene ficino, me porta pane e sale, date retta, e me dice de manciare il mio porro. Stavamo in un posto dove io non potefo attaccar priga con esso, ma sono abbastanza coraggioso per portare il porro in testa fino a che non lo rifedo, e allora gli farò presente qualche po’ dei miei propositi. Entra l’alfiere Pistol GOWER
Ah, eccolo che viene, gonfio come un gallustrone!
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 1
FLUELLEN ’Tis no matter for his swellings nor his turkey-
cocks. — God pless you Ensign Pistol, you scurvy lousy knave, God pless you. PISTOL
Ha, art thou bedlam? Dost thou thirst, base Trojan, To have me fold up Parca’s fatal web? Hence! I am qualmish at the smell of leek. FLUELLEN I peseech you heartily, scurvy lousy knave, at my desires and my requests and my petitions, to eat, look you, this leek. Because, look you, you do not love it, nor your affections and your appetites and your digestions does not agree with it, I would desire you to eat it.
20
26
PISTOL
Not for Cadwallader and all his goats. FLUELLEN There is one goat for you. (He strikes Pistol) Will you be so good, scald knave, as eat it? PISTOL Base Trojan, thou shalt die. 127 FLUELLEN You say very true, scald knave, when God’s will is. I will desire you to live in the mean time, and128 eat your victuals. Come, there is sauce for it. (He strikes him) You called me yesterday ‘mountain-squire’, but I will make you today a ‘squire of low degree’. I pray you, fall to. If you can mock a leek you can eat a leek.
30
[He strikes him] GOWER Enough, captain, you have astonished him.
37 129
FLUELLEN By Jesu, I will make him eat some part of my
leek, or I will peat his pate four days and four nights. — 130 Bite, I pray you. It is good for your green wound and your ploody coxcomb. PISTOL Must I bite?
41
30. Thou shalt: così in Q3; in Q1 thou shall. 32. In the mean time: così in F; in Q1 mean time; in Q3 But in the mean time. 38. By Iesu: così in Q, censurato in F: I say = “dico”. 39. And four nights: così in Q, assente in F. 2534
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 1
FLUELLEN
Non mi frega niente dei suoi gonfiori e gallustroni: Dio vi penedica, alfiere Pistol, furfante pitocchioso e rognoso, Dio vi penedica! PISTOL
Che, ti dà di volta il cervello?214 Hai proprio sete, vile troiano, che io ti stronchi il filo fatale della Parca?215 Via di qua! L’odore del porro mi rivolta! FLUELLEN
Fi preco di tutto cuore, furfante rognoso et pitocchioso, di manciare – per mia aspirazione et richiesta et petizione – di manciare, date retta, ’sto porro qua. Proprio perché, date retta, non vi piace, né gli si accordano i fostri affetti, et appetiti, et digestioni, forrei proprio che lo manciaste. PISTOL
Neanche per Cadwallader e tutti i suoi caproni216. FLUELLEN
Eccoti un bel caprone sulla crapa. (Picchia Pistol). Fuoi essere così gentile, ignobile furfante, di manciartelo? PISTOL
Vile troiano, morirai. FLUELLEN
Dici proprio pene, ignobile furfante, quando Dio forrà. Intanto forrei che voi fiveste, e manciaste il vostro rancio. Ecco la salsa. (Lo picchia). Ieri mi afete chiamato “padrone di alture”, e io oggi fi faccio diventare un “padrone di bassifondi”. Fi preco, rassegnatefi: se potete farvi peffe d’un porro lo potete anche manciare. [Lo picchia] GOWER
Basta, capitano, lo avete rintronato. FLUELLEN
Per Cesù, defo fargli manciare un po’ del mio porro, o dofrò stare a patterlo sulla zucca per quattro ciorni e quattro notti. – Addenta, ti preco. È buono per la tua fresca ferita e per quella orrenda cresta. PISTOL
Devo darci un morso? 2535
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 1
FLUELLEN Yes, certainly, and out of doubt and out of
question too, and ambiguities. PISTOL By this leek, I will most horribly revenge —
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[Fluellen threatens him] I eat and eat — I swear — FLUELLEN Eat, I pray you. Will you have some more sauce
to your leek? There is not enough leek to swear by. PISTOL
Quiet thy cudgel, thou dost see I eat. FLUELLEN Much good do you, scald knave, heartily. Nay,
pray you throw none away. The skin is good for your broken coxcomb. When you take occasions to see leeks hereafter, I pray you mock at ’em, that is all. PISTOL Good. FLUELLEN Ay, leeks is good. Hold you, there is a groat to131 heal your pate. PISTOL Me, a groat? FLUELLEN Yes, verily, and in truth you shall take it, or I have another leek in my pocket which you shall eat.
53
PISTOL
I take thy groat in earnest of revenge.
60
FLUELLEN If I owe you anything, I will pay you in cudgels.132
You shall be a woodmonger, and buy nothing of me but cudgels. God b’wi’ you, and keep you, and heal your pate. Exit PISTOL All hell shall stir for this.
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55. Hold you: così in F, assente in Q1; in Q3 look you now, con lo stesso significato. 61. I will: così in Q3 e F; in Q1 Ile. 2536
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 1
FLUELLEN
Sì, certo, senza alcun dubbio né questione né ampiguità. PISTOL
Per questo porro, la vendetta sarà terribile e atroce – [Fluellen lo minaccia] Alt! Mangio, mangio – lo giuro! FLUELLEN
Mancia, ti preco. Fuoi ancora un po’ di salsa su quel porro? Non ne resta neanche abbastanza per giurare. PISTOL
Acquieta il bastone, vedi che sto mangiando! FLUELLEN
E puon pro fi faccia, furfante scocciatore, dal profondo del cuore. Anzi, padate a non sprecarne niente. La pelle è buona per curarfi la cresta rotta. Quando poi fi capita di vedere porri, profate a farne peffe, fe ne preco: è tutto. PISTOL
Va bene. FLUELLEN
Già, i porri fanno pene. Aspettate, qui ci sono quattro soldi217. Per aggiustarfi la zucca. PISTOL
A me, quattro soldi? FLUELLEN
Sì, daffero, e fi confiene prenderli, se no tengo un altro porro in tasca e fe lo faccio manciare. PISTOL
Prendo i quattro soldi in pegno di vendetta. FLUELLEN
Se fi defo qualcosa, fi pagherò in pastonate. Farete il mercante di legname, e da me non comprerete altro che pastonate. Dio sia con foi, mantenetefi, e curatefi la zucca. Esce PISTOL
Tutto l’inferno sarà in subbuglio per questo.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 2
GOWER Go, go, you are a counterfeit cowardly knave.
Will you mock at an ancient tradition, begun upon an honourable respect and worn as a memorable trophy of predeceased valour, and dare not avouch in your deeds any of your words? I have seen you gleeking and galling at this gentleman twice or thrice. You thought, because he could not speak English in the native garb, he could not therefore handle an English cudgel. You find it otherwise. And henceforth let a Welsh correction teach you a good English condition. Fare ye well.
75
Exit PISTOL
Doth Fortune play the hussy with me now? News have I that my Nell is dead I’th’ spital of a malady of France, And there my rendezvous is quite cut off. Old I do wax, and from my weary limbs Honour is cudgelled. Well, bawd I’ll turn, And something lean to cutpurse of quick hand. To England will I steal, and there I’ll steal, And patches will I get unto these cudgelled scars, And swear I got them in the Gallia wars. 5.2
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Exit
Enter at one door King Harry, the Dukes of Exeter133 and [Clarence], the Earl of Warwick, and other134 lords; at another, King Charles the Sixth of France, Queen Isabel, the Duke of Burgundy, and other French, among them Princess Catherine and Alice
KING HARRY
Peace to this meeting, wherefor we are met. Unto our brother France and to our sister,
0. Si avverte anche per questa scena che le frasi in francese e quelle in inglese storpiato dalla pronuncia francese contano parecchie varianti, per le quali si riportano solo le conclusioni dell’ed. Oxford. 0.2. Clarence: emend. Taylor; in F Bedford. 2538
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 2
GOWER
Andate, su, siete un birbante simulatore senza coraggio. Volete prendervi gioco di un’antica tradizione, un pegno d’onore che è diventato un trofeo alla memoria di valorosi caduti, e non avete il coraggio di difendere con gli atti una sola delle vostre parole. Due o tre volte vi ho visto burlarvi e canzonare quel gentiluomo. Credevate, perché non parla l’inglese come i nativi, che non sapesse maneggiare un bastone come un inglese? Avete constatato il contrario, e d’ora in poi che questa penitenza gallese vi insegni a essere un buon inglese. Statemi bene. Esce PISTOL
Ora la fortuna mi tratta da zoccola? Ho appena sentito che la mia Nella è morta in un ospedale di mal francese218, e quindi non ho più nessuno da visitare. Vecchio divento, e le mie stanche membra perdono l’onore a furia di bastonate. Beh, il ruffiano farò, prossimo a diventare tagliaborse, e di svelta mano. Me ne torno di nascosto in Inghilterra a rubare, e a medicarmi le botte delle bastonate: giurerò di averle riportate nelle guerre di Gallia 219. Esce
V, 2
Entrano da una porta re Harry, i duchi di Exeter e [Clarence], il conte di Warwick, e altri lord; da un’altra porta, il re di Francia Carlo VI, la regina Isabella, il duca di Borgogna e altri francesi, fra i quali la principessa Catherine e Alice220
RE HARRY
La pace regni su questo luogo in cui siamo riuniti. Al nostro fratello di Francia e alla nostra sorella auguriamo salute e prosperi gior-
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 2
Health and fair time of day. Joy and good wishes To our most fair and princely cousin Catherine; And as a branch and member of this royalty, By whom this great assembly is contrived, We do salute you, Duke of Burgundy. And princes French, and peers, health to you all.
5
KING CHARLES
Right joyous are we to behold your face. Most worthy brother England, fairly met. So are you, princes English, every one.
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QUEEN ISABEL
So happy be the issue, brother England,135 Of this good day and of this gracious meeting, As we are now glad to behold your eyes — Your eyes which hitherto have borne in them, Against the French that met them in their bent, The fatal balls of murdering basilisks. The venom of such looks we fairly hope Have lost their quality, and that this day Shall change all griefs and quarrels into love.
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KING HARRY
To cry amen to that, thus we appear. QUEEN ISABEL
You English princes all, I do salute you. BURGUNDY
My duty to you both, on equal love, Great Kings of France and England. That I have laboured With all my wits, my pains, and strong endeavours, To bring your most imperial majesties Unto this bar and royal interview, Your mightiness on both parts best can witness. Since, then, my office hath so far prevailed That face to face and royal eye to eye You have congreeted, let it not disgrace me
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12. England: così in F2; in F1 Ireland = “Irlanda”. 2540
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 2
ni. Gioia e auguri sinceri alla nostra bellissima e regale principessa Catherine, e come ramo e membro di questa famiglia reale che ha realizzato questa grande assemblea salutiamo voi, duca di Borgogna, e con voi i principi e pari francesi. Salute a voi tutti. RE CARLO
Siamo molto lieti di vedere il vostro volto, nobilissimo fratello d’Inghilterra, siete il benvenuto. E così siete voi, principi inglesi, tutti e ciascuno. REGINA ISABELLA
Che l’esito di questo fausto giorno e dell’insigne incontro sia tanto felice, fratello d’Inghilterra 221, quanto noi siamo ora gratificati di vedere i vostri occhi – che finora, rivolgendo la loro parabola sui francesi, hanno trasportato i proiettili fatali di micidiali basilischi 222. Speriamo con tutto il cuore che quegli sguardi abbiano perso il veleno che era loro proprio, e che questa giornata possa cambiare in affetto ogni sofferenza e discordia. RE HARRY
Così sia: per questo siamo qui. REGINA ISABELLA
Principi inglesi tutti, salute a voi. BORGOGNA 223
La mia devozione e pari affetto a entrambi, grandi re di Francia e d’Inghilterra. Che io abbia impiegato tutte le mie capacità, le mie cure e assiduità a condurre le vostre altezze imperiali in questo regale confronto e giudizio, le maestà di una parte e dell’altra possono ora testimoniare. Dunque, dacché i miei sforzi hanno ottenuto che voi vi abboccaste, non torni a mio discapito se richiedo, di
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 2
If I demand, before this royal view, What rub or what impediment there is Why that the naked, poor, and mangled peace, Dear nurse of arts, plenties, and joyful births, Should not in this best garden of the world, Our fertile France, put up her lovely visage? Alas, she hath from France too long been chased, And all her husbandry doth lie on heaps, Corrupting in it own fertility. Her vine, the merry cheerer of the heart, Unprunèd dies; her hedges even-plashed Like prisoners wildly overgrown with hair Put forth disordered twigs; her fallow leas The darnel, hemlock, and rank fumitory Doth root upon, while that the coulter rusts That should deracinate such savagery. The even mead — that erst brought sweetly forth The freckled cowslip, burnet, and green clover — Wanting the scythe, all uncorrected, rank, Conceives by idleness, and nothing teems But hateful docks, rough thistles, kecksies, burs, Losing both beauty and utility. An all our vineyards, fallows, meads, and hedges, Defective in their natures, grow to wildness, Even so our houses and ourselves and children Have lost, or do not learn for want of time, The sciences that should become our country, But grow like savages — as soldiers will That nothing do but meditate on blood — To swearing and stern looks, diffused attire, And everything that seems unnatural. Which to reduce into our former favour You are assembled, and my speech entreats That I may know the let why gentle peace Should not expel these inconveniences And bless us with her former qualities.
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fronte a questa regale concerto, quale ostacolo o impedimento ci sia perché la nuda, povera e umiliata pace, benefica nutrice delle arti, dell’abbondanza e di felice fecondità, non torni a sollevare il suo grazioso viso in questo migliore giardino del mondo, la nostra fertile Francia. Ahimè, dalla Francia essa è stata troppo a lungo allontanata, e tutte le sue provviste giacciono ammucchiate, corrompendo la sua stessa fertilità. Le sue vigne, allegre tonificanti del cuore, muoiono senza cura; dalle siepi laboriosamente intrecciate spuntano rametti in disordine, come incolte capigliature di selvaggi prigionieri; sui campi da arare mettono radici il loglio, la cicuta e la rigogliosa gramigna, mentre arrugginisce la lama dell’aratro che dovrebbe sradicare quella scomposta esuberanza; le distese e i declivi di prati che un tempo nutrivano la primula screziata, la salvastrella e il verde trifoglio, privi come sono di falciatura, ma indisciplinati e lussureggianti, concepiscono nell’ozio e nulla procreano se non odiosi romici, ispidi cardi, piante vuote nel gambo, lappole senza bellezza né utilità. E come i nostri vigneti, maggesi, prati e siepi diventano selvatici tradendo la loro natura, allo stesso modo i nostri focolari, noi stessi e i nostri figli abbiamo smarrito, o più non apprendiamo per mancanza di applicazione, le scienze che dovrebbero ornare il nostro paese, ma ci degradiamo – come fanno quei soldati che pensano solo al sangue da versare – fino a bestemmiare, ostentare portamenti sinistri, abbigliamenti stravaganti, ed a fare ogni cosa che appaia innaturale. Per riportarci alla nostra primitiva condizione voi siete ora radunati, e col mio discorso vi imploro di farmi conoscere cosa possa essere d’intralcio a che la benevola pace bandisca queste sciagure e ci benedica con i benefici di un tempo.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 2
KING HARRY
If, Duke of Burgundy, you would the peace Whose want gives growth to th’imperfections Which you have cited, you must buy that peace With full accord to all our just demands, Whose tenors and particular effects You have enscheduled briefly in your hands.
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BURGUNDY
The King hath heard them, to the which as yet There is no answer made. KING HARRY Well then, the peace, Which you before so urged, lies in his answer.
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KING CHARLES
I have but with a cursitory eye O’erglanced the articles. Pleaseth your grace To appoint some of your council presently To sit with us once more, with better heed To re-survey them, we will suddenly Pass our accept and peremptory answer.
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KING HARRY
Brother, we shall. — Go, Uncle Exeter And brother Clarence, and you, brother Gloucester; Warwick and Huntingdon, go with the King, And take with you free power to ratify, Augment, or alter, as your wisdoms best Shall see advantageable for our dignity, Anything in or out of our demands, And we’ll consign thereto. — Will you, fair sister, Go with the princes, or stay here with us?
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QUEEN
Our gracious brother, I will go with them. Haply a woman’s voice may do some good When articles too nicely urged be stood on. KING HARRY
Yet leave our cousin Catherine here with us. She is our capital demand, comprised Within the fore-rank of our articles.
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 2
RE HARRY
Duca di Borgogna, se volete la pace la cui assenza alimenta le magagne che avete menzionato, dovete comprarla adeguandovi pienamente alle nostre richieste, i cui articoli ed effetti particolari trovate brevemente elencati nel documento a vostre mani. BORGOGNA
Il re li ha uditi, ma ad essi non ha ancora risposto. RE HARRY
Bene, dunque la pace da voi tanto caldamente desiderata dipende dalla sua risposta. RE CARLO
Ho soltanto dato un’occhiata generale e fuggevole agli articoli. Piaccia a vostra grazia di nominare immediatamente qualcuno del vostro consiglio perché ancora una volta si riunisca con noi a riesaminarli con maggior attenzione, e altrettanto prontamente noi daremo una risposta definitiva. RE HARRY
Così sarà, fratello. – Andate, zio Exeter e fratello Clarence, e voi, fratello Gloucester, e Warwick e Huntington, andate con il re, forniti del libero potere di ratificare, ampliare o alterare, secondo i vantaggi che la vostra saggezza meglio individuerà per la nostra dignità, qualunque cosa, contenuta o meno nelle nostre richieste, la cui approvazione noi garantiamo. Voi, bella sorella, andrete con i dignitari, o rimarrete qui con noi? REGINA
Gentile fratello, andrò con loro. A volte la voce di una donna può giovare, quando ci si incaglia su qualche articolo discusso troppo meticolosamente. RE HARRY
Allora lasciate qui con noi nostra cugina Catherine. Lei è la nostra principale richiesta, inclusa fra i primissimi nostri articoli.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 2
QUEEN
She hath good leave. Exeunt all but King Harry, Catherine, and Alice Fair Catherine, and most fair, Will you vouchsafe to teach a soldier terms Such as will enter at a lady’s ear And plead his love-suit to her gentle heart? CATHERINE Your majesty shall mock at me. I cannot speak your England. KING HARRY O fair Catherine, if you will love me soundly with your French heart, I will be glad to hear you confess it brokenly with your English tongue. Do you like me, Kate? CATHERINE Pardonnez-moi, I cannot tell vat is ‘like me’.136 KING HARRY An angel is like you, Kate, and you are like an angel. CATHERINE (to Alice) Que dit-il? — que je suis semblable à les anges? ALICE Oui, vraiment — sauf votre grâce — ainsi dit-il. KING HARRY I said so, dear Catherine, and I must not blush to affirm it. CATHERINE O bon Dieu! Les langues des hommes sont pleines de tromperies. KING HARRY What says she, fair one? That the tongues of men are full of deceits? ALICE Oui, dat de tongeus of de mans is be full of deceits — dat is de Princess. KING HARRY The Princess is the better Englishwoman. I’faith, Kate, my wooing is fit for thy understanding. I am glad thou canst speak no better English, for if thou KING HARRY
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108. Vat: qui e sotto, 177 e 261: emend. tardo, per imitare la pronuncia francese; in F wat. 2546
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 2
REGINA
Ne ha il permesso Escono tutti eccetto re Harry, Catherine e Alice RE HARRY
Bella, anzi incantevole Catherine, vorrete favorire un soldato insegnandogli espressioni bene accette all’orecchio di una dama, e capaci di perorare la sua supplica d’amore al di lei nobile cuore?224 CATHERINE
Vostra maestà si burla di me; io non parlare Inghilterra. RE HARRY
Oh bella Catherine, se mi amerete intensamente col vostro cuore francese, sarò lieto di sentirvelo dire malmenando l’inglese. Vi è simpatico uno come me, Kate? CATHERINE
Pardonnez-moi, non capisco cos’è “come me”. RE HARRY
Un angelo è come voi, Kate, e voi siete come un angelo. CATHERINE (a Alice)
Que dit-il? – que je suis semblable à les anges?225 ALICE
Oui, vraiment – sauf votre grâce – ainsi dit-il. RE HARRY
Così ho detto, cara Catherine, e proprio non arrossisco nell’affermarlo. CATHERINE
O bon Dieu! Les langues des hommes sont pleines de tromperies! RE HARRY
Cosa dite, bellezza? Che le lingue degli uomini sono piene di inganni? ALICE
Sì, que le langue dei uomeni sono plene de ingani. Cussì è la prencipessa. RE HARRY
La principessa si difende da vera dama inglese. Davvero, Kate, da te il mio corteggiamento si fa comprendere benissimo. Mi fa piacere che tu226 non sappia meglio l’inglese, perché se lo sapessi, ti fare2547
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 2
couldst, thou wouldst find me such a plain king that thou wouldst think I had sold my farm to buy my crown. I know no ways to mince it in love, but directly to say, ‘I love you’; then if you urge me farther than to say, ‘Do you in faith?’, I wear out my suit. Give me your answer, i’faith do, and so clap hands and a bargain. How say you, lady? CATHERINE Sauf votre honneur, me understand well. KING HARRY Marry, if you would put me to verses, or to dance for your sake, Kate, why, you undid me. For the one I have neither words nor measure, and for the other I have no strength in measure — yet a reasonable measure in strength. If I could win a lady at leap-frog, or by vaulting into my saddle with my armour on my back, under the correction of bragging be it spoken, I should quickly leap into a wife. Or if I might buffet for my love, or bound my horse for her favours, I could lay on like a butcher, and sit like a jackanapes, never off. But before God, Kate, I cannot look greenly, nor gasp out my eloquence, nor I have no cunning in protestation — only downright oaths, which I never use till urged, nor never break for urging. If thou canst love a fellow of this temper, Kate, whose face is not worth sunburning, that never looks in his glass for love of anything he sees there, let thine eye be thy cook. I speak to thee plain soldier: if thou canst love me for this, take me. If not, to say to thee that I shall die, is true — but for thy love, by the Lord, no. Yet I love thee, too. And while thou livest, dear Kate, take a fellow of plain and uncoined constancy, for he perforce must do thee right, because he hath not the gift to woo in other places. For these fellows of infinite tongue, that can rhyme themselves into ladies’ favours, they do always reason themselves out again. What! A speaker is but a prater, a rhyme is but a ballad; a good leg will fall, a straight back will stoop, a black beard will turn white, a curled pate will grow bald, a fair
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 2
sti l’idea di un re talmente rozzo da pensare che io mi sia venduto la fattoria per comprarmi la corona. Non so far rapsodie d’amore, ma so dire un semplice “ti amo”. Poi, se tu mi chiedi di dire qualcosa di più che “e tu, veramente?”, il mio corteggiamento è bello che esaurito. Dammi il tuo responso sincero, e diamoci la mano, a conclusione dell’affare. Cosa ne dite, signora? CATHERINE
Sauf votre honneur, me ben capire. RE HARRY
Perdiana, Kate, se mi invitaste a verseggiare, o a danzare per amor vostro, beh, allora mi darei per vinto. Per i versi non trovo né la parola né la metrica, e per la danza i miei passi non hanno la giusta forza, sebbene di forza ne abbia abbastanza. Se potessi conquistare una dama saltando la cavallina, o balzando in sella con l’armatura indosso – mi si condanni se mi vanto troppo – mi farei una moglie con poca fatica227. Ovvero, se dovessi fare a pugni, o volteggiare a cavallo per guadagnarne i favori, potrei pestare come un macellaio o stare in groppa da damerino come una scimmia228, senza mai smettere. Ma Kate, davanti a Dio, io non riesco a darmi arie da cascamorto, né di fare il sospiroso, e neanche di fare promesse solenni: gli unici che conosco sono i giuramenti schietti, che non uso mai se non sono richiesti, né mai rompo su richiesta. Se puoi amare un uomo con questo carattere, Kate, la cui faccia non è abbastanza pallida per temere i raggi del sole, che non si guarda mai allo specchio per compiacersi di quanto vi scorge, allora lascia che il tuo occhio mi cucini come meglio crede. Io ti parlo semplicemente, da soldato. Prendimi, se mi puoi amare così come sono; se no, dirti che morirò è la verità – ma non per amor tuo, perdio. E tuttavia è anche vero che ti amo. E finché sei in tempo, Kate cara, prendi un uomo costante e genuino come il metallo non coniato, che ti sarà fedele per necessità, perché non ha le virtù per cercare una sistemazione diversa. Quei vagheggini dalla lingua inesauribile che sanno insinuarsi nelle grazie delle dame a suon di rime, poi se ne traggono fuori a furia di ragionamenti. Insomma, uno che parla non è altro che un chiacchierone, e una poesia non è che una ballata; una gamba veloce è destinata ad afflosciarsi, una schiena dritta a incurvarsi, una barba nera diventerà bianca, una testa ricciuta diventerà calva, 2549
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 2
face will wither, a full eye will wax hollow, but a good heart, Kate, is the sun and the moon — or rather the sun and not the moon, for it shines bright and never changes, but keeps his course truly. If thou would have such a one, take me; and take me, take a soldier; take a soldier, take a king. And what sayst thou then to my love? Speak, my fair — and fairly, I pray thee. CATHERINE Is it possible dat I sould love de ennemi of France? KING HARRY No, it is not possible you should love the137 enemy of France, Kate. But in loving me, you should love the friend of France, for I love France so well that I will not part with a village of it, I will have it all mine; and Kate, when France is mine, and I am yours, then yours is France, and you are mine. CATHERINE I cannot tell vat is dat. KING HARRY No, Kate? I will tell thee in French — which138 I am sure will hang upon my tongue like a new-married wife about her husband’s neck, hardly to be shook off. Je quand suis le possesseur de France, et quand vous avez le possession de moi — let me see, what then? Saint Denis be my speed! — donc vôtre est France, et vous êtes mienne. It is as easy for me, Kate, to conquer the kingdom as to speak so much more French. I shall never move thee in French, unless it be to laugh at me. CATHERINE Sauf votre honneur, le français que vous parlez, il est meilleur que l’anglais lequel je parle. KING HARRY No, faith, is’t not, Kate. But thy speaking of my tongue, and I thine, most truly-falsely, must needs be granted to be much at one. But Kate, dost thou understand thus much English? Canst thou love me? CATHERINE I cannot tell.
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171. It is: così in Q3 e F; in Q1 la forma contratta ’tis. 178. Tell thee: così in Q3 e F; in Q1 tell it thee. 2550
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 2
un bel viso sfiorirà, un occhio brillante si mostrerà vuoto, ma un cuore leale, Kate, è il sole e la luna – o piuttosto il sole e non la luna, perché brilla splendido e mai non cambia, ma mantiene rettamente il suo corso. Se vuoi avere uno così, prendimi. Prendimi da soldato. Prendi un soldato, prendi un re. Cosa rispondi al mio amore? Parla, amore mio – amabilmente, ti prego. CATHERINE
Ma me sarebe possible de amar lo ennemi de Fransia? RE HARRY
No, non è possibile che amiate il nemico della Francia, Kate. Amando me voi amereste l’amico della Francia, perché io amo talmente la Francia che non voglio separarmi da uno solo dei suoi villaggi; tutta la voglio per me; e Kate, quando la Francia sarà mia e io sarò vostro, allora la Francia sarà vostra, e voi sarete mia. CATHERINE
Non so dir cus’è questo. RE HARRY
No, Kate? Te lo dico in francese – che, ne sono sicuro, mi rimarrà appeso alla lingua come una sposina al collo di suo marito, difficile da staccarsela. Je quand suis le possesseur de France, et quand vous avez le possession de moi229 – vediamo un po’, come continuare? San Dionigi 230, confido in te! – donc vôtre est France, et vous êtes mienne. Kate, mi è più facile conquistare il regno che parlare un altro po’ di francese. In questa lingua non riuscirò mai ad appassionarti, se non per ridere di me. CATHERINE
Sauf votre honneur, le français que vous parlez, il est meilleur que I’anglais lequel je parle. RE HARRY
No, non lo è davvero, Kate. Ma il tuo modo di parlare la mia lingua, e il mio la tua, così scorretti e così sinceri, dobbiamo riconoscere che si accordano molto bene. Ma allora Kate, intendi almeno questo inglese? Mi puoi amare? CATHERINE
Non posso dirlo.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 2
KING HARRY Can any of your neighbours tell, Kate? I’ll
ask them. Come, I know thou lovest me, and at night when you come into your closet you’ll question this gentlewoman about me, and I know, Kate, you will to her dispraise those parts in me that you love with your heart. But good Kate, mock me mercifully — the rather, gentle princess, because I love thee cruelly. If ever thou be’st mine, Kate — as I have a saving faith within me tells me thou shalt — I get thee with scrambling, and thou must therefore needs prove a good soldier-breeder. Shall not thou and I, between Saint Denis and Saint George, compound a boy, half-French half-English, that shall go to Constantinople and take the Turk by the beard? Shall we not? What sayst thou, my fair flowerde-luce? CATHERINE I do not know dat. KING HARRY No, ’tis hereafter to know, but now to promise. Do but now promise, Kate, you will endeavour for your French part of such a boy, and for my English moiety take the word of a king and a bachelor. How answer you, la plus belle Catherine du monde, mon très chère et divine déesse? CATHERINE Your majesté ’ave faux French enough to deceive de most sage demoiselle dat is en France. KING HARRY Now fie upon my false French! By mine honour, in true English, I love thee, Kate. By which honour I dare not swear thou lovest me, yet my blood begins to flatter me that thou dost, notwithstanding the poor and untempering effect of my visage. Now beshrew my father’s ambition! He was thinking of civil wars when he got me; therefore was I created with a stubborn outside, with an aspect of iron, that when I come to woo ladies I fright them. But in faith, Kate, the elder I wax the better I shall appear. My comfort is that old age, that ill layer-up of beauty, can do no more spoil upon my face. Thou hast me, if thou hast
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 2
RE HARRY
Lo potrà qualcuno del tuo seguito, Kate? Glie lo domanderò231. Andiamo, so che mi ami e che di notte, ritirandoti in camera tua, interrogherai questa dama sul mio conto, e so bene, Kate, che troverai da criticare quei tratti di me che ami di tutto cuore. Ma buona Kate, sii indulgente nel beffarmi – ancor di più, nobile principessa, perché io sono implacabile nell’amarti. Se sarai mia, Kate – come mi promette una balsamica fede che nutro intimamente – la mia conquista sarà di prepotenza, e tu dovrai quindi dimostrare di essere una buona fattrice di soldati. Non sapremo tu ed io, con l’aiuto di San Dionigi e di San Giorgio, combinare insieme un figliolo mezzo francese e mezzo inglese, che se ne andrà a Costantinopoli a tirare la barba al turco?232 Non ti pare? Che cosa ne dici, mio bel giglio di Francia?233 CATHERINE
Questo non so. RE HARRY
No, ma è una cosa che si sa solo dopo, ora solo si promette. Ora promettete soltanto, Kate, che per parte francese vi metterete a fare questo figliolo, e per la parte inglese ricevete la parola di un re e di uno scapolo. Cosa rispondete, la plus belle Catherine du monde, mon très chère et divine déesse? CATHERINE
La vostra majesté ha abbastanza faux francese da ingannare la più saggia demoiselle che esista en France. RE HARRY
Al diavolo il mio francese bastardo! Sul mio onore, in inglese genuino, ti amo, Kate; su quell’onore non oso giurare che tu ami me, e tuttavia il sangue sembra incoraggiarmi in questo senso, malgrado gli scarsi e poco attraenti attributi del mio viso. Ah, la deprecabile ambizione di mio padre! Quando mi mise al mondo pensava alle guerre civili 234, ciò che mi procurò un aspetto cocciuto, duro come il ferro, che quando mi decido a corteggiare le signore non faccio che spaventarle. Ma ti giuro, Kate, maturando migliorerò il mio aspetto. Mi consolo pensando che la vecchiaia, quella cattiva custode della bellezza, non potrà più far danni alla mia faccia.
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me, at the worst, and thou shalt wear me, if thou wear me, better and better; and therefore tell me, most fair Catherine, will you have me? Put off your maiden blushes, avouch the thoughts of your heart with the looks of an empress, take me by the hand and say, ‘Harry of England, I am thine’ — which word thou shalt no sooner bless mine ear withal, but I will tell thee aloud, ‘England is thine, Ireland is thine, France is thine, and Henry Plantagenet is thine’ — who, though I speak it before his face, if he be not fellow with the best king, thou shalt find the best king of good fellows. Come, your answer in broken music — for thy voice is music and thy English broken. Therefore, queen of all, Catherine, break thy mind to me in broken English: wilt thou have me? CATHERINE Dat is as it shall please de roi mon père.139 KING HARRY Nay, it will please him well, Kate. It shall please him, Kate. CATHERINE Den it sall also content me. KING HARRY Upon that I kiss your hand, and I call you my queen. CATHERINE Laissez, mon seigneur, laissez, laissez! Ma foi, je ne veux point que vous abbaissez votre grandeur en baisant la main d’une de votre seigneurie indigne serviteur. Excusezmoi, je vous supplie, mon treis-puissant seigneur. KING HARRY Then I will kiss your lips, Kate. CATHERINE Les dames et demoiselles pour être baisées devant leurs noces, il n’est pas la coutume de France. KING HARRY (to Alice) Madam my interpreter, what says she? ALICE Dat it is not be de façon pour les ladies of France — I cannot tell vat is baiser en Anglish.
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245. De roi mon père: così in F; in Q1 the King my father; in Q3 de King my father. 2554
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 2
Tu mi trovi, se mi prendi, nella mia condizione peggiore, mentre mi troverai, se mi prenderai, di giorno in giorno migliore. E allora ditemi, bella Catherine, mi volete? Mettete da parte i rossori virginali, accordate i pensieri del vostro cuore all’aspetto di un’imperatrice, prendetemi la mano e dite: “Harry d’Inghilterra, sono tua” – parole queste che non appena avranno benedetto le mie orecchie sarò io a esclamare forte “l’Inghilterra è tua, l’Irlanda è tua, la Francia è tua, e Harry Plantageneto è tuo!” – il quale, sebbene io lo dica in sua presenza, se non fa proprio il paio con il migliore dei re, con te sarà il miglior re dei bravi compagnoni235. Dunque, la vostra risposta in note stonate236: perché la tua voce è di note sublimi, e il tuo inglese stonato. Perciò Catherine, regina di tutte le regine, sfodera il tuo inglese stonato: mi vuoi? CATHERINE
Sarà com piacerà al roi mon père. RE HARRY
Eccome! Gli piacerà molto, Kate. Kate, gli piacerà. CATHERINE
Alor farà content anc’ moi. RE HARRY
E con questo io ti bacio la mano, e ti chiamo mia regina. CATHERINE
Laissez, mon seigneur, laissez, laissez! Ma foi, je ne veux point que vous abbaissez votre grandeur en baisant la main d’une de votre seigneurie indigne serviteur. Excusez-moi, je vous supplie, mon treispuissant seigneur. RE HARRY
Allora ti bacio sulla bocca, Kate. CATHERINE
Les dames et demoiselles pour être baisées devant leurs noces, il n’est pas la coutume de France. RE HARRY (a Alice) Madama la mia interprete, cosa dice? ALICE
Che non è la façon pour les signore di Fransia – non so cosa sia baiser en anglese.
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KING HARRY To kiss. ALICE Your majesté entend bettre que moi. KING HARRY It is not a fashion for the maids in France to
kiss before they are married, would she say?
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ALICE Oui, vraiment. KING HARRY O Kate, nice customs curtsy to great kings.
Dear Kate, you and I cannot be confined within the weak list of a country’s fashion. We are the makers of manners, Kate, and the liberty that follows our places stops the mouth of all find-faults, as I will do yours, for upholding the nice fashion of your country in denying me a kiss. Therefore, patiently and yielding. (He kisses her) You have witchcraft in your lips, Kate. There is more eloquence in a sugar touch of them than in the tongues of the French Council, and they should sooner persuade Harry of England than a general petition of monarchs. Here comes your father.
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Enter King Charles, Queen Isabel, the Duke of Burgundy, and the French and English lords BURGUNDY God save your majesty. My royal cousin, teach
you our princess English?
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KING HARRY I would have her learn, my fair cousin, how
perfectly I love her, and that is good English. BURGUNDY Is she not apt? KING HARRY Our tongue is rough, coz, and my condition
is not smooth, so that having neither the voice nor the heart of flattery about me I cannot so conjure up the spirit of love in her that he will appear in his true likeness.
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RE HARRY
Baciare! ALICE
Vostra majesté entend mejo que moi. RE HARRY
Forse vuol dire che non è di moda per le ragazze francesi di baciare prima di essere maritate? ALICE
Oui, vraiment. RE HARRY
Oh Kate, gli usi raffinati si inchinano ai grandi re. Cara Kate, tu ed io non possiamo restare condizionati dalle labili convenzioni di moda in un Paese. Siamo noi che facciamo i costumi, Kate, e la libertà che spetta al nostro rango chiude la bocca a tutti i moralizzatori, come ora faccio con voi, per aver seguito la moda raffinata del vostro paese negandomi un bacio. Quindi, con pazienza e condiscendenza… (la bacia). Le vostre labbra sprigionano un sortilegio, Kate. C’è più eloquenza nel loro dolce tocco che in tutte le lingue del consiglio della corona di Francia, e riuscirebbero a persuadere Harry d’Inghilterra più di una petizione universale fatta dai monarchi della terra. Ecco che viene vostro padre. Entrano il re Carlo, la regina Isabella, il duca di Borgogna, e signori francesi e inglesi BORGOGNA
Dio salvi vostra maestà. Il mio nobile parente237 insegna l’inglese alla nostra principessa? RE HARRY
In buon inglese, mio nobile parente, vorrei che imparasse quanto profondamente io l’amo. BORGOGNA
E non progredisce? RE HARRY
La nostra lingua è disadorna, parente mio, e la mia natura non è tenera; così, non avendo né la voce né il cuore pronti ad adulare, non riesco a evocare in lei lo spirito d’amore nella sua vera forma.
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 2
BURGUNDY Pardon the frankness of my mirth, if I answer
you for that. If you would conjure in her, you must make a circle; if conjure up love in her in his true likeness, he must appear naked and blind. Can you blame her then, being a maid yet rosed over with the virgin crimson of modesty, if she deny the appearance of a naked blind boy in her naked seeing self? It were, my lord, a hard condition for a maid to consign to. KING HARRY Yet they do wink and yield, as love is blind and enforces. BURGUNDY They are then excused, my lord, when they see not what they do. KING HARRY Then, good my lord, teach your cousin to consent winking. BURGUNDY I will wink on her to consent, my lord, if you will teach her to know my meaning. For maids, well summered and warm kept, are like flies at Bartholomew-tide: blind, though they have their eyes. And then they will endure handling, which before would not abide looking on. KING HARRY This moral ties me over to time and a hot summer, and so I shall catch the fly, your cousin, in the latter end, and she must be blind too. BURGUNDY As love is, my lord, before that it loves.140 KING HARRY It is so. And you may, some of you, thank love for my blindness, who cannot see many a fair French city for one fair French maid that stands in my way. KING CHARLES Yes, my lord, you see them perspectively, the cities turned into a maid — for they are all girdled with maiden walls that war hath never entered.
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312. Before that it: emend. Taylor; in F before it. 2558
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 2
BORGOGNA
Perdonate se mi diverto con un po’ di franchezza, nel rispondervi a tono. Se volete evocare uno spirito, dovete prima disegnare un cerchio238; e per evocare l’amore nella sua vera forma egli deve apparire nudo e cieco. Potete dunque biasimare una ragazza ancora tinta di rosa con il vergine cremisi della modestia, se rifiuta di vedere un ragazzo nudo e cieco apparire agli occhi di lei, colta nella sua nuda intimità?239 Sarebbe, signor mio, una cosa imbarazzante se una vergine vi consentisse. RE HARRY
Però loro chiudono gli occhi e si sottomettono, mentre l’amore è cieco e pungente. BORGOGNA
Allora sono scusate, mio signore, quando non vedono ciò che fanno. RE HARRY
Allora, mio buon signore, insegnate alla vostra protetta come si consente chiudendo gli occhi. BORGOGNA
Chiuderò gli occhi sul suo consentire, mio signore, se voi le insegnerete a comprendere ciò che voglio dire. Perché le ragazze, ben nutrite e tenute al caldo, sono come le mosche nel giorno di San Bartolomeo240, cieche anche se hanno gli occhi, e pronte a lasciarsi toccare, quando fino ad allora non sopportano di essere neppure guardate. RE HARRY
Questa lezione mi obbliga a temporeggiare fino a un’estate calda, e così acchiapperò la mosca vostra parente verso la fine241, e dovrà pure essere cieca. BORGOGNA
Com’è l’amore, signor mio, prima che si ami. RE HARRY
È vero, e c’è fra voi chi deve ringraziare amore per la mia cecità, che mi impedisce di vedere molte belle città francesi perché si è interposta una sola francese, una ragazza. RE CARLO
È così, mio signore: voi le vedete anamorficamente, città che appaiono come una vergine: esse sono infatti tutte circondate da mura verginali, che nessuna guerra ha finora penetrato. 2559
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THE LIFE OF HENRY V, ACT 5 SCENE 2
KING HARRY Shall Kate be my wife?
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KING CHARLES So please you. KING HARRY I am content, so the maiden cities you talk
of may wait on her: so the maid that stood in the way for my wish shall show me the way to my will. KING CHARLES
We have consented to all terms of reason. KING HARRY Is’t so, my lords of England?
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[WARWICK]141
The King hath granted every article: His daughter first, and so in sequel all,142 According to their firm proposèd natures. EXETER
Only he hath not yet subscribèd this: where your majesty demands that the King of France, having any occasion to write for matter of grant, shall name your highness in this form and with this addition: [reads] in French, Notre très cher fils Henri, Roi d’Angleterre, Héritier de France, and thus in Latin, Praeclarissimus filius noster Henricus, Rex Angliae et Haeres Franciae.
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KING CHARLES
Nor this I have not, brother, so denied, But your request shall make me let it pass. KING HARRY
I pray you then, in love and dear alliance, Let that one article rank with the rest, And thereupon give me your daughter.
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KING CHARLES
Take her, fair son, and from her blood raise up Issue to me, that the contending kingdoms Of France and England, whose very shores look pale With envy of each other’s happiness, May cease their hatred, and this dear conjunction
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327.0. WARWICK: emend. Taylor; in F Westmorland. 328. So: emend. Taylor; assente in F1; in F2 then =”poi”. 2560
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LA VITA DI ENRICO V, ATTO V SCENA 2
RE HARRY
Kate sarà mia moglie? RE CARLO
Se a voi così piacerà. RE HARRY
Ne sono lieto, così le città-vergini di cui parlate potranno essere il suo seguito, e la vergine che mi impediva la vista e il possesso ora mi mostrerà la strada a realizzare la mia volontà. RE CARLO
Abbiamo accolto tutte le vostre condizioni ragionevoli. RE HARRY
È così, miei nobili d’Inghilterra? [WARWICK]
Il re ha sottoscritto ogni articolo – quello su sua figlia per primo – e poi tutti gli altri, secondo il preciso carattere delle richieste. EXETER
Non ha ancora sottoscritto soltanto quello in cui vostra maestà richiede che il re di Francia, nei documenti riguardanti la concessione di terre, nomini vostra altezza in questa forma complessiva: [legge] in francese Notre très cher fils Henri, Roi d’Angleterre, Héritier de France, e in latino, Praeclarissimus filius noster Henricus, Rex Angliae et Haeres Franciae. RE CARLO
Né mi sono rifiutato, fratello, di firmarlo, senza che una vostra richiesta mi induca ad approvarlo. RE HARRY
Allora ve ne prego, per affetto e forte alleanza; che quell’articolo compaia insieme al resto: e concedetemi vostra figlia. RE CARLO
Prenditela, nobile figlio, e che dal suo sangue nasca una discendenza anche mia, affinché i regni rivali di Francia e Inghilterra, le cui coste appaiono pallide per l’invidia che l’uno ha dell’altro, abbandonino ogni odio; e che questo affettuoso legame nutra nei loro
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THE LIFE OF HENRY V, EPILOGUE
Plant neighbourhood and Christian-like accord In their sweet bosoms, that never war advance His bleeding sword ’twixt England and fair France. [ALL] Amen.
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KING HARRY
Now welcome, Kate, and bear me witness all That here I kiss her as my sovereign Queen. Flourish QUEEN ISABEL
God, the best maker of all marriages, Combine your hearts in one, your realms in one. As man and wife, being two, are one in love, So be there ’twixt your kingdoms such a spousal That never may ill office or fell jealousy, Which troubles oft the bed of blessèd marriage, Thrust in between the paction of these kingdoms To make divorce of their incorporate league; That English may as French, French Englishmen, Receive each other, God speak this ‘Amen’. ALL Amen.
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KING HARRY
Prepare we for our marriage. On which day, My lord of Burgundy, we’ll take your oath, And all the peers’, for surety of our leagues. Then shall I swear to Kate, and you to me, And may our oaths well kept and prosp’rous be.
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Sennet. Exeunt Epilogue
Enter Chorus
CHORUS
Thus far with rough and all-unable pen Our bending author hath pursued the story, In little room confining mighty men, Mangling by starts the full course of their glory. Small time, but in that small most greatly lived
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LA VITA DI ENRICO V, EPILOGO
petti conciliati sentimenti di buon vicinato e di concordia cristiana; e che mai la guerra sollevi la sua spada sanguinante fra l’Inghilterra e la bella Francia! [TUTTI]
Amen! RE HARRY
Ed ora sii la benvenuta, Kate: che tutti mi siano testimoni che io qui la bacio come mia regina e sovrana. Squilli di trombe REGINA ISABELLA
Voglia Dio, miglior dispensatore di ogni matrimonio, congiungere i vostri cuori in uno solo, e i vostri regni in uno solo. Marito e moglie, essendo due, uno diventano nell’amore: così pure fra i vostri regni si stipuli uno sposalizio che mai mala azione o empia gelosia – che spesso tormentano un’unione benedetta – si insinuino nell’intesa fra questi regni, provocando la rottura dei patti che li hanno uniti; che gli inglesi possano come francesi, e i francesi come inglesi, trattarsi da fratelli. Dio stesso enunci questo “amen”! TUTTI
Amen! RE HARRY
Prepariamoci alle nozze, nel quale giorno, mio signore di Borgogna, accoglieremo il giuramento vostro e di tutti i pari, perché la nostra alleanza sia garantita. Poi io giurerò davanti a Kate, e voi davanti a me, e possano i nostri giuramenti essere mantenuti in prosperità! Squillo di tromba. Escono Epilogo
Entra il coro
CORO
Fin qui il nostro umile autore ha seguito la storia con penna rozza e del tutto inadeguata, confinando uomini potenti in uno spazio angusto e frammentario, così venendo meno alla pienezza della loro gloria. Un tempo ridotto, nel quale però visse grandemente
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THE LIFE OF HENRY V, EPILOGUE
This star of England. Fortune made his sword, By which the world’s best garden he achieved, And of it left his son imperial lord. Henry the Sixth, in infant bands crowned king Of France and England, did this king succeed, Whose state so many had the managing That they lost France and made his England bleed, Which oft our stage hath shown — and, for their sake, In your fair minds let this acceptance take. Exit
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LA VITA DI ENRICO V, EPILOGO
questa stella d’Inghilterra 242. La sua spada, forgiata dalla fortuna, gli ha consentito di costruire il miglior giardino del mondo, di cui lasciò suo figlio signore imperiale. Successe a questo re Enrico VI, incoronato re di Francia e Inghilterra ancora in fasce: ma in troppe mani cadde la direzione dello stato, sì che fu persa la Francia e sanguinò l’Inghilterra, come spesso ha mostrato la nostra scena243 – e per onorare questi eventi vogliano le vostre nobili menti accettare quanto è stato loro offerto. Esce
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THE LIFE OF HENRY V, ADDITIONAL PASSAGES
ADDITIONAL PASSAGES
The Dauphin/Bourbon variant, which usually involves only the alteration of speech-prefixes, has several consequences for the dialogue and structure of 4.5. There follow edited texts of the Folio and Quarto versions of this scene.
A. FOLIO Enter the Constable, Orléans, Bourbon, the Dauphin, and Rambures CONSTABLE O diable! ORLÉANS O Seigneur! Le jour est perdu, tout est perdu. DAUPHIN
Mort de ma vie! All is confounded, all. Reproach and everlasting shame Sits mocking in our plumes.
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A short alarum O méchante fortune! Do not run away. [Exit Rambures] CONSTABLE Why, all our ranks are broke. DAUPHIN
O perdurable shame! Let’s stab ourselves: Be these the wretches that we played at dice for? ORLÉANS
Is this the king we sent to for his ransom?
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BOURBON
Shame, an eternall shame, nothing but shame! Let us die in pride. In once more, back again! And he that will not follow Bourbon now, Let him go home, and with his cap in hand
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LA VITA DI ENRICO V, AGGIUNTE AL TESTO
AGGIUNTE AL TESTO
La variante che riguarda la presenza del Delfi no o del Borbone in IV, 5, comporta di solito soltanto la diversa attribuzione delle battute, ma ha conseguenze importanti anche nel dialogo e nella struttura della scena. Qui sotto i testi delle edizioni in-folio (F) e in-quarto (Q).
A. FOLIO Entrano il conestabile, Orléans, Borbone, il Delfino, e Rambures CONESTABILE
O diable! ORLÉANS
O Seigneur! Le jour est perdu, tout est perdu. DELFINO
Mort de ma vie! Tutto è perduto, tutto! Ignominia e vergogna perenne abitano beffarde le piume dei nostri elmi. Breve allarme O méchante fortune! — Non scappate! [Rambures esce] CONESTABILE
Oddio, tutte le nostre linee sono spezzate. DELFINO
Oh vergogna definitiva! Mano ai pugnali, uccidiamoci! Sarebbero questi i miserabili che ci siamo giocati a dadi? ORLÉANS
Sarebbe questo il re al quale abbiamo chiesto di fissare un riscatto per se stesso? BORBONE
Vergogna, eterna vergogna, nulla se non vergogna! Almeno si muoia con onore. Ancora una volta, torniamo alla carica! Ora, chi non segue il Borbone se ne torni a casa, e con il berretto in mano, come
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THE LIFE OF HENRY V, ADDITIONAL PASSAGES
Like a base leno hold the chamber door, Whilst by a slave no gentler than my dog His fairest daughter is contaminated.
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CONSTABLE
Disorder that hath spoiled us, friend us now, Let us on heaps go offer up our lives. ORLÉANS
We are enough yet living in the field To smother up the English in our throngs, If any order might be thought upon.
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BOURBON
The devil take order now. I’ll to the throng. Let life be short, else shame will be too long.
Exeunt
B. QUARTO Enter the four French lords: the Constable, Orléans, Bourbon, and Gebon GEBON O diabello! CONSTABLE Mort de ma vie! ORLÉANS O what a day is this! BOURBON
O jour de honte, all is gone, all is lost. CONSTABLE We are enough yet living in the field To smother up the English, If any order might be thought upon.
5
BOURBON
A plague of order! Once more to the field! And he that will not follow Bourbon now, Let him go home, and with his cap in hand, Like a base leno hold the chamber door, Whilst by a slave no gentler than my dog His fairest daughter is contaminated.
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LA VITA DI ENRICO V, AGGIUNTE AL TESTO
un vile ruffiano, si metta sulla porta della camera dove la sua figlia più bella sarà violata da un farabutto non più nobile del mio cane! CONESTABILE
Ora ci sia amico il disordine che ci ha sconfitti: senz’ordine andiamo a offrire le nostre vite. ORLÉANS
Abbiamo ancora sul campo tanti uomini validi da soffocare gli inglesi con la nostra massa, se riusciamo a mettere ordine nelle nostre file! BORBONE
Al diavolo l’ordine! Io mi butto nella calca. Che la vita sia breve, altrimenti troppo durerà la vergogna. Escono
B. QUARTO Entrano i quattro nobili francesi: [il conestabile, Orléans, Borbone e Gebon] GEBON
Oh diabello! CONESTABILE
Mort de ma vie! ORLÉANS
Che giornata è mai questa? BORBONE
O jour de honte, tutto è in rovina, tutto è perduto, CONESTABILE
Abbiamo ancora sul campo tanti uomini validi da soffocare gli inglesi con la nostra massa, se riusciamo a mettere ordine nelle nostre file! BORBONE
Al diavolo l’ordine! Ancora una volta, torniamo alla carica! Ora, chi non segue il Borbone se ne torni a casa, e con il berretto in mano, come un vile ruffiano, si metta sulla porta della camera dove la sua figlia più bella sarà violata da un farabutto non più nobile del mio cane! 2569
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THE LIFE OF HENRY V, ADDITIONAL PASSAGES
CONSTABLE
Disorder that hath spoiled us, right us now. Come we in heaps, we’ll offer up our lives Unto these English, or else die with fame. [BOURBON] Come, come along. Let’s die with honour, our shame doth last too long. Exeunt
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LA VITA DI ENRICO V, AGGIUNTE AL TESTO
CONESTABILE
Disordine che ci hai sconfitti, ora portaci un risarcimento: senz’ordine andiamo a offrire le nostre vite a questi inglesi, o moriamo con onore. [BORBONE]
Avanti, avanti! Moriamo con onore, troppo è durata la nostra vergogna! Escono
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The Book of Sir Thomas More Il libro di sir Tommaso Moro di Anthony Munday e Henry Chettle, con revisioni e aggiunte di Thomas Dekker, William Shakespeare e Thomas Heywood
Testo inglese a cura di JOHN JOWETT Nota introduttiva, traduzione e note di EDOARDO ZUCCATO
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Nota introduttiva
Sir Thomas More costituisce un caso unico nel canone shakespeariano. Come altri drammi, è rimasto a lungo nel limbo delle opere apocrife, che a volte venivano radunate in un volume a parte, a volte venivano accolte nel canone solo nelle parti ritenute opera di Shakespeare. A differenza degli altri apocrifi, tuttavia, Sir Thomas More non fu mai stampato alla sua epoca e ci è pervenuto come manoscritto, nella grafia di diversi autori in una stesura non definitiva. Pertanto, il testo è un paradiso per i filologi, che hanno messo in campo tutte le loro tecniche per ricostruire un testo affidabile e interpretarlo, un’impresa non ancora conclusa, e forse impossibile da concludere, date le lacune presenti nell’opera. Come accennato, il dramma è solo parzialmente opera di Shakespeare, e la sua recente inclusione in varie edizioni di Complete Works è dovuta a un cambio di prospettiva nella concezione di canone letterario e di autore. Per i critici influenzati dall’idea romantica dell’autore come demiurgo solitario, l’inclusione nel canone di opere in cui Shakespeare aveva collaborato con altri drammaturghi pareva quasi un atto di lesa maestà. Negli ultimi decenni la critica ha invece enfatizzato (a volte fin troppo) l’elemento collaborativo e performativo intrinseco al teatro, senza che questo nulla tolga al genio di Shakespeare. Sappiamo benissimo che occorrono centinaia di persone per realizzare un fi lm di Fellini, ma continuiamo a definirlo “un fi lm di Fellini”. E lo stesso vale per un dramma di Shakespeare, anche se nel caso di Sir Thomas More la sua impronta è solo parziale. Per il lettore comune i motivi di interesse sono di due tipi. Da un lato c’è una vicenda – quella di Moro – che nel suo esemplare percorso di ascesa 2575
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al potere, declino e morte sul patibolo tocca una serie di questioni, quali la xenofobia, le guerre di religione, il conflitto fra politica e coscienza, il rapporto fra ribellione e osservanza delle leggi, ancora oggi di attualità, anche se il quadro storico profondamente diverso richiede che i nostri paragoni non siano frettolosi. Sul versante letterario, con le sue correzioni e revisioni Sir Thomas More ci permette di osservare come lavoravano i drammaturghi di una delle epoche auree del teatro. Data e trasmissione del testo Il manoscritto di Sir Thomas More è conservato presso la British Library di Londra (Harley MS 7368) e consta di 20 folia (grandi pagine a due facciate). Tredici pagine, di uno stesso tipo di carta, contengono il cosiddetto Testo Originale, cioè la prima stesura dell’opera; le rimanenti sette, di un tipo diverso di carta, contengono le Aggiunte, cioè le revisioni del Testo Originale, opera di diversi autori. W. W. Greg ha distinto le grafie degli autori delle revisioni. Si tratta di cinque Hands: Henry Chettle (Hand A), Thomas Heywood (Hand B), Hand C (copista e annotatore non identificato), William Shakespeare (Hand D), Thomas Dekker (Hand E). A queste mani va aggiunta quella di Edmund Tilney, censore dal 1578 al 1610, il cui intervento riguarda solo il Testo Originale. L’attribuzione delle grafie non è per tutti ugualmente certa. Il Testo Originale è una bella copia realizzata da un’unica mano, identificata con quella di Anthony Munday, il che non esclude che si tratti di un’opera di collaborazione (forse con Chettle, Heywood e/o Dekker) in cui Munday ebbe solo una parte come autore. In tal caso, Munday avrebbe svolto la funzione di coordinatore del lavoro. L’attribuzione della grafia di Hand B a Heywood, identificata da S. A. Tannenbaum nel 1927, conserva un margine di incertezza, ma resta più convincente di tutte le alternative emerse. L’attribuzione della grafia di Hand D a Shakespeare è stata avanzata da Richard Simpson nel 1871 e la maggior parte dei paleografi successivi ha confermato l’ipotesi (un sintetico resoconto si trova nel saggio di G. H. Metz in Howard-Hill, 2009). Le ricerche compiute in questi decenni da prospettive diverse (linguistica, stilistica, metrica, drammaturgica) convergono tutte a confermare la stretta parentela fra i passi di Hand D e le opere di Shakespeare dei primi anni del Seicento. Il volume curato da Howard-Hill, 2009, fornisce la più aggiornata disamina a riguardo, anche se negli ultimi vent’anni sono apparsi diversi studi che hanno so2576
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NOTA INTRODUTTIVA
stenuto l’infondatezza del coinvolgimento di Shakespeare in Sir Thomas More, senza però fornire prove concrete alternative. La sezione di Hand D costituisce la parte principale dell’Aggiunta II e la parte iniziale dell’Aggiunta III. Il primo passo è in grafia di Hand D con correzioni di Hand C, mentre il secondo è in grafia di Hand C, che probabilmente ha ricopiato una stesura di Hand D, un’attribuzione meno sicura della precedente ma condivisa dalla quasi totalità della critica. Lo stile dell’Aggiunta III, un breve monologo di Moro, è infatti ricollegabile statisticamente a Shakespeare molto più che agli altri co-autori. La scrittura di Hand D è di ardua decifrazione, peggiorata da correzioni, cancellature e revisioni. Sembra improbabile che Shakespeare avesse di fronte a sé l’intero copione, e che se ne sia interessato più di tanto, visto che la sua sezione, piuttosto circoscritta, è la meno integrata con le altre. Gli interventi di Hand C sono stati effettuati proprio per porvi rimedio, come ha notato Melchiori. La revisione, infatti, fu un’opera di équipe, in cui il ruolo di coordinatore venne svolto non da Munday ma dalla non identificata Hand C per conto di una Compagnia, anch’essa ignota. Oltre che dai revisori, il Testo Originale è stato annotato dal censore Tilney, i cui interventi riguardano soprattutto l’insurrezione popolare e la sua natura xenofobica. La prima scena, che ne è un concentrato, è perciò quella che ha subito il taglio più drastico. È però difficile stabilire il rapporto temporale fra indicazioni del censore e revisioni, che non di rado ignorano gli ordini di Tilney. Questa apparente indifferenza è probabilmente dovuta al fatto che ciascuno dei revisori ha operato su una porzione limitata del testo. È possibile che solo Hand C abbia letto la lunga nota di Tilney all’inizio della prima scena. Della cronologia delle revisioni, oggetto di un vivace dibattito, si possono offrire solo ricostruzioni congetturali. Le ipotesi principali sono due, entrambe legate alla datazione del dramma. Una parte della critica ritiene che l’opera sia stata realizzata fra il 1592 e il 1595, quando si diffuse nel popolo londinese un forte risentimento verso gli esuli dal Continente, ai cui presunti privilegi si imputavano le difficoltà economiche del periodo. Una ricostruzione della tempistica della revisione orientata invece a una datazione più tarda, attorno al 1603-1604, è stata suggerita da Scott McMillin e si è imposta con sempre maggior forza di recente, quando è stata perfezionata da John Jowett. Le rivolte xenofobe degli anni Novanta rendevano sconsigliabile per motivi di censura un copione come 2577
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Sir Thomas More che rievocava insurrezioni popolari precedenti. Nella cronologia dell’edizione Oxford il 1603 è l’unico anno della vita artistica di Shakespeare a cui non viene assegnata nessuna opera. Fra il completamento di Troilus and Cressida (prima del 7 febbraio 1603) e quello di Measure for Measure e Othello (1604), l’unico contributo sarebbe stato proprio quello a Sir Thomas More, con il quale Shakespeare riprese a collaborare a drammi a più mani, una modalità di lavoro concentrata nella fase iniziale e finale della sua vita (prima del 1592 e dopo il 1603). Come nella sua collaborazione successiva, Timon of Athens, Shakespeare fornì dei frammenti, lasciando a un collega (in quel caso Thomas Middleton) il compito di ricavarne un copione organico. Restano ancora da chiarire i motivi per cui Shakespeare fu coinvolto in questo progetto. Edizioni Sir Thomas More non fu mai stampato nel Rinascimento. La prima edizione venne curata nel 1844 da Alexander Dyce per la Shakespeare Society senza indicazione dell’autore, un lavoro fondamentale perché contiene la trascrizione di alcune parole poi perse per il deterioramento del manoscritto. Nel 1902 A. F. Hopkinson curò un’edizione modernizzando la grafia e introducendo un’errata divisione in atti e scene. Nel 1908 C. F. Tucker Brooke incluse una versione in grafia originale nei suoi Shakespeare Apocrypha combinando le due edizioni precedenti. Nel 1911 W. W. Greg curò per la Malone Society una mirabile edizione diplomatica, che, con le correzioni di H. Jenkins del 1961, fu il punto di partenza per le edizioni successive. Nel 1938 o 1939 John Shirley preparò un copione del dramma per una rappresentazione a Canterbury. Più significativa l’edizione realizzata nel 1954 da Harold Jenkins per i Complete Works (cur. C. J. Sisson), unici nel Novecento a includere il testo completo del dramma invece dei soli passi di Hand D. Nel 1981 apparve presso Adriatica di Bari la prima edizione curata da V. Gabrieli e G. Melchiori, cui ne seguì una seconda ampliata nel 1990 (Revels, poi anche nei “Meridiani” Mondadori, 1991). Nella prima edizione Oxford degli opera omnia (1986, cur. S. Wells e G. Taylor) furono inseriti solo i passi di Hand D. La seconda edizione riveduta (2005) include l’intero testo curato da J. Jowett, che è quello riprodotto nella presente edizione. Jowett ha poi curato per Arden Shakespeare (2013) un’edizione in volume singolo, l’unica oggi disponibile, con ricche annotazioni. Il New Oxford Shakespeare (2016-17) è 2578
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NOTA INTRODUTTIVA
tornato a includere come canonici solo i passi di Hand D più l’Aggiunta V (a cura di Anna Pruitt), attribuita a Shakespeare da Jowett, mentre il testo completo è riportato nelle Alternative Versions. Attenzione speciale ha ricevuto il passo di Hand D, di cui Sir Edward Maunde fornì una prima trascrizione affidabile in Shakespeare’s Handwriting (1916), seguita da quelle di W.W. Greg (1923), R. C. Bald (1949), J. Munro (1958), T. Clayton (1969), G. Blakemore Evans (1974), G. Melchiori (1985), G. Taylor (1986, 1987) e J. Jowett (2005). Le fonti Le fonti principali di Sir Thomas More sono due opere che offrono visioni contrastanti, una dal punto di vista protestante, l’altra cattolico. Al centro della prima parte del dramma sono le vicende dello Ill May Day, una sommossa a sfondo xenofobo avvenuta a Londra nel 1517, e sedata con il contributo del protagonista: queste sono liberamente tratte dalle Chronicles di Raphael Holinshed (1577; 1587) che da buon protestante evita di parlare dei pregi di Moro e descrive il suo senso dell’arguzia come sintomo di empietà. Significative sono però le modifiche apportate dai drammaturghi: nelle Chronicles la rivolta non si conclude con un discorso persuasivo di Moro, così come, storicamente, Moro non fu nominato subito dopo membro del Privy Council e lord cancelliere (le nomine avvennero nel 1521 e 1529 per motivi differenti). Notevolmente edulcorati sono anche gli eventi successivi alla rivolta, che nella realtà storica furono una serie di condanne a morte, mentre nel dramma appare un perdono generale con l’esecuzione del solo Lincoln. Dalla ottava scena in avanti la fonte principale è The Life and Death of Sir Thomas More (c. 1556-7) di Nicholas Harpsfield, che appartenne alla cerchia di Moro e divenne arcivescovo cattolico di Canterbury durante il regno di Maria, per essere poi arrestato dopo l’ascesa al trono di Elisabetta. La biografia di Harpsfield descrive Moro come un santo, un martire e un eroe. Non fu mai pubblicata ma il manoscritto godette di una certa popolarità presso i cattolici inglesi. Harpsfield sottolinea che Moro non era di origini popolari ma benestanti, e che da giovane fu un attore dilettante e autore di commediole. Il punto di svolta del dramma, il rifiuto di firmare i documenti del re nella decima scena, è basato su Harpsfield. Ancora da Harpsfield deriva la parte della sedicesima scena dove si nega l’arricchimento di Moro come lord Cancelliere, un’accusa 2579
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mossagli da William Tyndale. In contrasto con Holinshed, Harpsfield descrisse lo spirito arguto di Moro come un segno di grazia divina. Una terza fonte sono gli Acts and Monuments di John Foxe, da cui gli autori trassero l’episodio di Falkner, che storicamente accadde al lord cancelliere rivale e successore di Moro, Thomas Cromwell. Sempre Cromwell intervenne per risolvere un blocco di carri in Paternoster Row, che il dramma riferisce invece a Moro. Inutile aggiungere che Foxe dipinge Moro come aguzzino dei protestanti. I drammaturghi attinsero, infine, a opere più rare: Tres Tomae (Douai 1588) di Thomas Stapleton; una biografia redatta dal bisnipote di Moro, Cresacre, che circolò in manoscritto e venne pubblicata a Douai attorno al 1631, da cui proviene l’episodio di Erasmo; e infine Life of Sir Thomas More di Ro. Ba., biografia manoscritta che fornì l’episodio del vaso da notte. La vicenda Il dramma è diviso in due grandi blocchi paralleli divisi da una cerniera “comica”. Nella prima scena vengono rappresentate le angherie inflitte al popolino londinese da alcuni Lombardi, nome generico per i potenti mercanti e banchieri stranieri allora risiedenti a Londra. Uno di essi, de Barde (forse il fiorentino de’ Bardi), trascina una donna, Doll, considerandola suo “bottino”, mentre a suo marito, un falegname, vengono sottratte due colombe da parte di un altro straniero, Cavelier. Tale strafottenza ha una copertura politica, contro la quale i nativi decidono di ribellarsi stilando una petizione e pianificando una rivolta in occasione del Calendimaggio. Nella seconda scena appare Moro, in un tribunale durante un processo per borseggio. Il giudice Suresby rimprovera la vittima, Smart, di essere in parte responsabile del crimine per aver portato con sé troppo denaro. È questa l’occasione per mettere in luce la sagacia di Moro, che chiede all’abile borseggiatore, Lifter, di rubare la borsa del giudice durante un pretestuoso colloquio. Quando Suresby si accorge del furto, Moro lo rimprovera ripetendo le stesse parole che Suresby aveva usato contro Smart, facendone notare l’assurdità. Nella terza scena alcuni maggiorenti richiamano i soprusi della prima scena, esprimendo preoccupazione per le possibili conseguenze, che infatti vengono annunciate da un messo: la City è in rivolta dopo che un predicatore ha letto le lagnanze raccolte da Lincoln. Qualcuno propone usare la forza, mentre lord Surrey suggerisce di ricorrere a Moro, benvisto dal popolo. Il quale 2580
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è protagonista della quarta scena, in cui si vogliono stanare gli stranieri per picchiare o uccidere gli uomini, violentare le donne e bruciare le case. Inoltre, come si dice nella quinta scena, i rivoltosi hanno aperto le porte di varie prigioni, e quindi le autorità decidono di intervenire. Nella sesta scena, per placare il delirio xenofobo irrompono alcuni nobili con Moro, il quale persuade i ribelli ad arrendersi. Come ricompensa, viene nominato cavaliere e membro del Privy Council (il consiglio della corona) mentre i rivoltosi vengono imprigionati. Nella settima scena giunge l’ordine di procedere rapidamente all’impiccagione dei capi della rivolta. Lincoln viene portato al patibolo per primo, mentre Doll chiede di essere seconda accomiatandosi con un discorso che ne mette in rilievo l’umanità. A questo punto entra Surrey con il perdono del re. Lo sceriffo viene rimproverato per la sua fretta, mentre il re e Moro ne escono come eroi acclamati dalla folla. Con questo si chiude la prima parte. La più volte corretta ottava scena, insieme alla nona, fa da cerniera con la parte conclusiva del dramma. Siamo a casa Moro o nella cancelleria, in attesa che arrivi Erasmo da Rotterdam. Moro pensa di organizzare uno scherzo: il suo servo Randall si travestirà da Moro per accogliere Erasmo, per vedere se costui se ne accorgerà. Ma prima che Erasmo arrivi, Moro deve giudicare un tale Falkner, che ha preso parte a una rissa. Mentre Falkner viene spedito in prigione giunge Erasmo, che non riconosce Randall finché non entra in scena Moro a smascherarlo. Viene offerto un rinfresco, ma a questo punto rientra in scena Falkner che chiede perdono. Moro conclude la sua azione raccomandando il rispetto delle leggi, che Falkner accoglie con dubbia convinzione. La nona scena mostra Moro al culmine della propria parabola. Erasmo è partito ma altri ospiti sono attesi a casa Moro, dove oltre a un rinfresco verrà offerto un intrattenimento teatrale da parte di una compagnia itinerante. Fra le opere in repertorio Moro sceglie Le nozze di Intelletto e Saggezza, alla cui recita prenderà parte lui stesso nel ruolo di Buonconsiglio per colmare la momentanea assenza di un attore. La rappresentazione non viene terminata perché è pronto il rinfresco, durante il quale Moro è chiamato urgentemente a corte. Prima di partire punisce un servitore che ha fatto la cresta sul compenso per gli attori che Moro gli aveva affidato. Con la decima scena inizia il declino di Moro. Il Privy Council è riunito a Westminster per decidere la prosecuzione del finanziamento all’imperatore tedesco, alleato degli inglesi nella guerra contro i francesi. Improv2581
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visamente giunge sir Thomas Palmer con alcuni documenti non meglio specificati, che il re chiede di sottoscrivere. Rochester rifiuta e viene portato davanti al re per rispondere di oltraggio, mentre Moro chiede tempo per riflettere. Intanto rimette la sua carica nelle mani del sovrano e deve ritirarsi nella sua casa di Chelsea. Nella undicesima scena la sua famiglia viene messa al corrente di questi avvenimenti, intuiti in una serie di sogni premonitori. Moro invita moglie, figlie e genero a prendere la sua caduta con filosofia. Nella dodicesima scena Rochester ribadisce la sua posizione e viene lasciato in carcere, anticipando il destino di Moro. La tredicesima scena ci riporta in casa Moro, dove sua moglie insiste affinché lui ceda alle pressioni del re. Moro rifiuta di modificare la sua posizione, esprimendo una serie di riserve sul potere e sulla vita di corte. A questo punto arriva un ultimatum: firmare i documenti o finire in prigione per alto tradimento. Moro viene portato nella Torre, dove si svolge la quattordicesima scena, introdotta da un dialogo fra alcune guardie, costernate che un uomo retto stia per arrivare lì. Il rincrescimento popolare si esprime anche tramite una donna, la quale viene a chiedere a Moro i documenti che gli aveva portato per una questione legale. La quindicesima scena illustra ulteriormente la costernazione del popolo per la sorte di Moro, che viene commentata con rabbia da quattro suoi servitori, a cui Moro, come agli altri di casa, ha lasciato in dono del denaro. Con la sedicesima scena si torna nella Torre, dove, dopo un dialogo con il capoguardia, riappaiono per l’ultima volta la moglie, le figlie e il genero, che cercano invano di far cambiare idea a Moro. L’ultima scena, la diciassettesima, rappresenta l’esecuzione di Moro, che si esibisce in una serie di battute sempre più sinistre. Attorno alla forca si accalcano i popolani oltre a Surrey e Shrewsbury. Gli ultimi scambi avvengono con il boia, anche se Moro è ormai proiettato spiritualmente verso l’aldilà. I versi conclusivi sono pronunciati da Surrey, che sottolinea il cieco procedere della storia a cui tutti sono sottoposti. Problematica e prospettiva critica Come si nota anche solo dalla trama, Sir Thomas More offre il ritratto di un personaggio articolato ma senza difetti. Nel teatro elisabettiano queste figure prive di lati d’ombra sono rare, il che mostra quanto il dramma sia indebitato con la tradizione dell’agiografia. In effetti, la critica ha rilevato come l’immagine di Moro nel dramma si collochi a metà strada fra due 2582
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tradizioni, quella delle vite dei santi e quella della storiografia moderna. Il Moro di Munday e soci è in parte un martire religioso, in parte un eroe moderno, cioè una vittima dell’arbitrio del potere politico. Una figura a cavallo fra due mondi, come del resto lo fu il Cinquecento. Nel pronunciare giudizi su arcaicità e modernità di una vicenda, tuttavia, si deve essere cauti, perché l’imprevedibile evolversi della storia può rimettere in gioco problemi e comportamenti in apparenza estinti, come dimostra la recente ripresa dei conflitti armati di natura religiosa in varie parti del globo. La struttura di Sir Thomas More è quella delle “vite di uomini illustri”, con le tre fasi canoniche di ascesa, trionfo e caduta, in equilibrio dopo le revisioni. L’ascesa copre le scene dalla prima alla settima mettendo in campo i temi centrali dell’opera. Per chi conoscesse già Moro, come il pubblico inglese dell’epoca, sorprende la lunga sezione imperniata sulla rivolta dello Ill May Day, un episodio secondario nella biografia dello statista. Storicamente, Moro non riuscì a convincere i ribelli a interrompere la protesta. Tuttavia, la manipolazione degli eventi ha permesso di creare una vivace scena di popolo, di introdurre in modo obliquo i temi essenziali, e di far emergere la personalità del protagonista. Le lamentele contro i privilegi degli stranieri furono ricorrenti e suscitavano facile entusiasmo negli spettatori. Grazie alle aggiunte di Heywood e Dekker, maestri della city comedy, vediamo un gruppo di esuberanti popolani, impegnati però, malgrado la comicità, in un assalto violento contro gli stranieri. I personaggi non sono caricaturali, quindi gli autori hanno prestato ascolto alle loro ragioni, ma in modo parziale. Rispetto alle fonti, la violenza dei rivoltosi è stata talvolta accentuata, mentre la brutalità della repressione è stata attenuata, limitandosi all’esecuzione di Lincoln, per di più attribuita all’eccessiva solerzia di un funzionario in modo che brillasse la clemenza (alquanto immaginaria) di Enrico VIII. A queste scene corali all’aperto fanno da contraltare quelle al chiuso, a partire dalla seconda scena, in cui emerge il vero tema di fondo dell’opera: la giustizia, ovvero il rapporto fra coscienza individuale e legge, fra morale e politica. L’episodio mette in luce due qualità di Moro che troveranno ulteriori applicazioni: il suo humour demistificante e la sua concezione della giustizia, basata su un profondo senso di umanità e non sull’applicazione pedissequa della legge o sull’asservimento al potere. Il legame fra la seconda scena e la rivolta dello Ill May Day a cui si ritorna nella terza scena e seguenti sta nel fatto che anche la rivolta è una rottura 2583
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della legge, solo di ordine diverso. Anche qui l’intervento di Moro viene presentato come decisivo e basato su un’idea di giustizia diversa da quella degli altri. Moro vuole agire con le parole, non con le armi, ma solo lui troverà quelle giuste per calmare i rivoltosi. Gli argomenti che mette in campo, nella sezione scritta da Shakespeare, toccano varie questioni. Moro fa notare che se tutti si comportassero come i ribelli, la pace in cui sono vissuti non sarebbe mai esistita, e forse diversi di loro sarebbero già morti. La ribellione genera ribellione e i rivoluzionari finiscono per divorarsi fra loro, come la storia avrebbe dimostrato in seguito. Moro ricorda poi che ribellarsi al re equivale a ribellarsi a Dio, fondamento ultimo dell’autorità secondo il pensiero medievale e rinascimentale. Se questa argomentazione appare oggi obsoleta, quella conclusiva fa leva su un senso di umanità di valore permanente. Se il re perdonasse i ribelli condannandoli all’esilio, dove potrebbero rifugiarsi? Chi darebbe asilo a persone che nel loro paese hanno scacciato degli stranieri con la forza? Con questa parafrasi dell’evangelico “non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te stesso” Moro chiude il suo discorso. La forza della retorica al servizio di un’etica umanitaria di stampo evangelico conclude la prima parte, non senza che Moro venga ricompensato con il cavalierato e la nomina a lord cancelliere, autorità giudiziaria inferiore solo al monarca. La seconda fase, il trionfo di Moro, è costituita dalle scene ottava e nona, che si aprono con un monologo, attribuito a Shakespeare, in cui si dispiega di nuovo l’eccezionalità del protagonista. Collocato ormai ai vertici dello stato, Moro si propone di non lasciarsi travolgere dal potere, ma di tenerne a distanza le lusinghe ricordando le proprie umili origini (inventate dai drammaturghi, come detto). Queste due scene sono caratterizzate da un esteso utilizzo di elementi metateatrali, con un continuo scambio di ruoli fra realtà e finzione. L’abito come indicatore sociale ne è il protagonista. Nella prima scena Moro incontra due persone agli estremi opposti della scala sociale: un piccolo delinquente, Falkner, e il più celebre intellettuale dell’epoca, Erasmo da Rotterdam. Falkner ha partecipato a una rissa collegata all’insurrezione ma irrita Moro soprattutto per i capelli, che per via di un voto devono rimanere intonsi per tre anni. Anche alla luce delle leggi suntuarie di allora, il disordine fisico è inteso come segno di disordine interiore. L’aspetto di Falkner è la somatizzazione della sua posizione sociale e morale. Moro lo spedisce in prigione per farlo riflettere, pur ritenendo che sia meglio mantenere i voti fatti. Dopo 2584
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la partenza di Erasmo, Falkner rientra rasato e pentito per chiedere la grazia a Moro. Che gliela concede, osservando che il disordine fisico è un’offesa alla bellezza concessa da Dio all’essere umano, e raccomandandogli di comportarsi da uomo responsabile e decente. Anche l’incontro con Erasmo coinvolge il tema del vestiario, poiché Moro pensa di fargli uno scherzo, mandando Randall travestito ad accoglierlo, per vedere se perfino una persona così colta si lascia ingannare dalle apparenze del potere. Cosa che in effetti avviene, a differenza di quanto era accaduto poco prima con l’ignorante teppista Falkner, che non si era fatto ingannare dal travestimento. L’ironia degli autori sul valore del sapere è amara, ed è seguita da una stoccata ai potenti, poiché nella chiacchierata fra Erasmo e Moro si sottolinea che se la poesia languisce è perché il mondo non le offre temi degni di lode, come dire che i politici contemporanei erano di statura infima. Il gioco continua nella nona scena, dove durante una festa compaiono degli attori girovaghi che Moro recluta per un interludio. La scelta cade su Il matrimonio di Saggezza e Intelletto, le due qualità che più caratterizzano la sua personalità. I travestimenti si moltiplicano, perché Moro sostituisce un giovane attore andato a procurarsi una barba finta (simbolo di maturità). La sua parte è quella di Buonconsiglio, ovvero una versione allegorica di se stesso. Nel giro di pochi minuti vediamo quindi una triplice versione di Moro: Moro come personaggio del dramma, “impresario” di scherzi e recite; Moro recitato da Randall; Moro come Buonconsiglio. Non stupisce che gli attori esprimano ammirazione per l’abilità di Moro, teatrante consumato come tutti gli uomini di potere. Come detto, la situazione precipita nella decima scena, quando sir Thomas Palmer irrompe ad una riunione per chiedere di firmare dei documenti del re. Da qui inizia la fase del declino di Moro, che ripropone il gioco di specchi della sezione precedente non più sul piano del rapporto realtà/teatro (che pure riaffiora), ma su quello della struttura del dramma. Infatti, le scene del declino di Moro riprendono quelle della sua ascesa ma ribaltandone il senso. Entrambe le sezioni contengono una ribellione alla legge e si concludono con l’esecuzione del protagonista (nella parte finale i condannati sono due, poiché l’esecuzione di Moro viene prefigurata da quella di Rochester, il principale avversario di Enrico VIII fra i prelati). Da tutore della legge, Moro diventa un trasgressore assimilato a Lincoln. Tuttavia, in questo caso non c’è nessun Moro a 2585
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risolvere la situazione applicando la legge con lo spirito e l’umanità che Moro stesso aveva manifestato nella prima parte. Una delle cose notevoli del testo è che non vengono mai citati né il motore immobile di tutta l’azione, cioè Enrico VIII, né i motivi del diniego di Moro. Per evitare grane con la censura, gli autori li diedero per scontati, sapendo che la vicenda era nota agli inglesi. I motivi riguardavano l’atto fondativo dell’Inghilterra moderna, ovvero il matrimonio di Enrico con Anna Bolena (madre di Elisabetta I), la rottura con la Chiesa romana e la creazione della Chiesa anglicana. Al pari di altri, Moro pagò con la vita il rifiuto di aderire a un cambiamento che metteva fine a un ordine religioso e politico secolare. Il lento procedere delle ultime scene verso l’esecuzione serve per raffigurare la devozione per Moro nutrita dal popolo. Ancora una volta, ad esempio nel vivace dialogo quasi dialettale della quindicesima scena, la gente comune sottolinea la differenza fra la lettera della legge umana da un lato e la giustizia terrena e quella divina dall’altro. La legge che condanna a morte un uomo virtuoso e generoso è una copertura per l’arbitrio del potere. Le ultime due scene completano l’immagine quasi agiografica di Moro. Alla famiglia che lo implora di firmare, recuperando status e vita, lui risponde che ci sono principi non negoziabili. Agli occhi di molti lettori moderni l’atteggiamento di Moro verso i suoi cari sembra una forma di ostinazione al limite dell’insensibilità, ma così non era in una società in cui la religione giocava un ruolo strutturante. I dialoghi con il capoguardia e il boia forniscono l’occasione per dispiegare di nuovo l’arguzia di Moro. Per alleggerire il clima c’è uno scambio di battute sulla “sabbia” nelle urine, con tanto di ispezione in un vaso da notte, seguita dalla decisione di non chiamare il medico visto che il re ha già provveduto a una cura radicale del male. Dal sarcasmo si passa al panegirico quando Moro sottolinea di non aver sfruttato la sua posizione di lord cancelliere per arricchirsi, ma di aver guadagnato poco e fatto molta beneficenza. L’immagine di uomo sobrio e incorruttibile è completa, manca solo l’atto conclusivo della vicenda, con il popolo accalcato sotto il patibolo. C’è anche spazio per citare un taglio della barba che ricollega Moro a Falkner, in un ultimo, grottesco ribaltamento di ruoli. Come si vede, il dramma presenta Moro attraverso alcuni episodi marginali della sua biografia, mentre gli eventi centrali, legati al conflitto religioso fra cattolici e protestanti, restano impliciti o vengono appena 2586
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accennati, ad esempio nella caduta del crocifisso (simbolo dell’iconoclastia protestante) sognata dalla figlia di Moro nella undicesima scena. L’immagine di Moro che ne emerge è quella di un uomo probo, un beniamino del popolo (uno status su cui non abbiamo notizie storiche certe), un martire non della religione ma dell’integrità di coscienza. Questa decontestualizzazione storica rende il dramma più fungibile per il pubblico di oggi, che può proiettarvi i propri ideali di rettitudine civica e “eroica” resistenza al potere. Resta la stranezza di aver scelto proprio Moro come campione di queste virtù, quasi mettendo in atto i desideri della sua famiglia, che fece di tutto per promuoverne l’immagine di martire, controbilanciando l’opposta storiografia protestante. Stranezza tanto più inspiegabile alla luce della biografia del principale autore, Anthony Munday. Dopo un soggiorno a Roma presso l’English College, rifugio degli esuli cattolici, nel 1582 Munday ne pubblicò una satira e diventò una spia al servizio di Richard Topcliffe, inquisitore e torturatore di stato. In seguito Munday scrisse dei libelli contro il gesuita Edmund Campion e altri cattolici inglesi, che aiutò a far arrestare e condannare a morte. È davvero un mistero, quindi, il motivo che lo spinse qualche anno dopo a scrivere un dramma su Moro da una prospettiva più cattolica che protestante. Le testimonianze dell’epoca concordano nel descrivere Munday come un opportunista inaffidabile con una posizione dottrinaria ambigua. È possibile che scrivere questo dramma fosse un modo per sfruttare del materiale raro, cioè le biografie inedite che Munday forse sequestrò durante le perquisizioni in casa di qualche cattolico. Per risolvere queste contraddizioni, alcuni critici hanno sostenuto che Munday non sia l’autore primario del dramma o che fosse un cattolico che simulò la sua fedeltà allo stato anglicano. Ma poiché i pochi fatti certi rendono improbabili queste soluzioni, i motivi della scelta restano per ora inspiegabili. Certo è che fu una scelta infelice, come dimostrò la reazione del censore. Sembra anche improbabile che il dramma sia stato rappresentato nel Rinascimento, un’ipotesi che alcuni critici non escludono pur in assenza di prove. Il dramma, infatti, è imperniato su due temi scelti incautamente: la figura di Moro, imbarazzante per il potere inglese, in quanto persona retta eliminata per ragion di stato; e una rivolta popolare xenofoba causata dalla povertà del popolo, un problema ricorrente che le autorità non avevano certo piacere di veder rappresentato, con il pericolo di ri2587
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svegliare sentimenti sempre latenti. Cassando la rivolta, Tilney indicò la sua contrarietà alla rappresentazione dello Ill May Day, un evento che occupa non solo la prima scena ma la prima parte del dramma. Anche nelle altre scene gli interventi di Tilney sono volti a smorzare la rappresentazione diretta della violenza e qualunque critica a Enrico VIII. Anche al di fuori di una prospettiva cattolica, che lo celebra come martire, Moro può essere considerato dal pubblico contemporaneo come una figura eroica, visto che fra i pochi casi di eroismo oggi ammessi vanno annoverati quelli di chi non si piega al potere oppressivo per tener fede ai propri ideali. Di questo conflitto Moro resta un campione, ma per quanto la nostra simpatia verso tali figure sia automatica, alla lunga non sempre la storia dà loro ragione. Enrico VIII fu certamente un despota e un individuo poco raccomandabile rispetto a Moro, ma la scelta di rompere con la Chiesa romana rappresentò una svolta decisiva. È arduo immaginare cosa ne sarebbe stato dell’Inghilterra se fosse rimasta legata al Vaticano. Oggi saremmo qui a raccontare un’altra storia, sicuramente meno autonoma, o forse non saremmo qui a raccontare niente, se l’inglese fosse rimasto quello che era allora, una lingua minore di una nazione periferica dell’Europa. La fortuna sulle scene e sullo schermo Rispetto a quella delle opere maggiori di Shakespeare, la fortuna di Sir Thomas More sulle scene è molto più recente e limitata. La prima rappresentazione nota risale al 1922 al Birkbeck College di Londra, a cui ne sono seguite tredici di varia natura in diversi paesi. La prima in un teatro pubblico ebbe luogo nel 1954 al Theatre Centre di Londra (regia di Brian Way, Michael Beint nel ruolo di Moro). La prima rappresentazione fuori dall’Inghilterra ebbe luogo in Nuova Zelanda nel 1978, al Mayfair Theatre di Dunedin (regia di Jane Oakshott). Le radio hanno trasmesso parti del dramma a partire dal 1948, in cui il terzo canale della BBC mandò in onda alcune scene nell’adattamento di John Bryson, iniziativa ripetuta nel 1956 e 1983. Alla radio austriaca nel 1960 ebbe luogo anche la prima rappresentazione parziale in un paese non anglofono. All’Italia va il merito di aver organizzato la prima rappresentazione scenica completa in un paese non anglofono, nel chiostro di San Zeno Maggiore a Verona nel 1993 per iniziativa del Teatro Scientifico. Il regista, Ezio Maria Caserta, rielaborò la traduzione di Melchiori, affidando il ruolo di 2588
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Moro a Raf Vallone. Le più recenti rappresentazioni inglesi sono quella di Stage One del 1990 presso lo Shaw Theatre di Londra (regia di Michael Walling) e quella della Royal Shakespeare Company del 2005-6 (regia di Robert Delamere). Anche se la storia teatrale di Sir Thomas More è breve, registi e attori hanno offerto del protagonista immagini diversificate, accentuando di caso in caso un aspetto della sua complessa personalità, ad esempio quella dell’arguto uomo di estrazione popolare, o del patrizio distaccato, o dell’erudito pensoso. La messa in scena italiana si distingue per l’aggiunta di un episodio in cui Moro e Erasmo discutono di temi umanistici, secondo un’idea di Raf Vallone, che ha prelevato il materiale da epistolario e opere dei due scrittori. La critica ha accolto la rappresentazione senza entusiasmo. Due delle interpretazioni più recenti hanno invece messo l’accento sul tema della xenofobia, facendo interpretare le parti dei popolani londinesi da attori neri (Stage One) e legando in modo esplicito l’Ill May Day all’ostilità attuale verso immigrati e profughi (Royal Shakespeare Company). Questi tentativi di trovare nel dramma elementi di attualità paiono tirati per i capelli e fuori bersaglio. Sir Thomas More rievoca la rivolta di un popolino che si sente angariato dall’invadenza di mercanti e finanzieri stranieri insediati nella City londinese: facile immaginare dove una rilettura attualizzante possa andare a parare, pur con tutti gli arbìtri storici del caso. Finora, tuttavia, le compagnie inglesi hanno trovato più comodo seguire l’automatismo politically correct dell’ostilità popolare verso neri e immigrati piuttosto che satireggiare lo strapotere della finanza globalizzata, su cui oggi, per altro, si regge l’economia britannica. EDOARDO ZUCCATO
R IFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Fonti J. FOXE, Acts and Monuments of Matters Most Special and Memorable Happening in the Church, 1563-1583; N. HARPSFIELD, The Life and Death of Sr Thomas More, Knight, Sometymes Lord High Chancellor of England, E. V. HITCHCOCK e R. W. CHAMBERS (cur.), Early English Text Society, 2589
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1932; R. HOLINSHED, The Chronicles of England, Scotland and Ireland, 1577 e 1587; RO[ ] BA[ ], The Life of Sir Thomas More, Sometimes Lord Chancellor of England, MS Lambeth 179, E. V. HITCHCOCK e P. E. HALLETT, con A. W. R EED (cur.), Early English Text Society, 1950; T. STAPLETON, The Life and Illustrious Martyrdom of Sir Thomas More, Formerly Lord Chancellor of England, in Tres Tomae, Douai, 1588, tr. ingl. P. E. HALLETT, London, 1928. Edizioni e letteratura critica Fra le edizioni, segnaliamo quelle a cura di A. DYCE, Shakespeare Society, 1844; A. F. HOPKINSON, M. E. Sims & Co [sigla editoriale fittizia], 1902; J. S. FARMER, Tudor Facsimile Texts, 1910; W. W. GREG, Malone Society Reprint, 1911 (rist. 1961 con supplemento di H. JENKINS); J. SHIRLEY, Canterbury, 1938 o 1939; H. JENKINS, in The Complete Works, C. J. SISSON (cur.), Odhams Press, 1954; V. GABRIELI e G. MELCHIORI, The Revels Plays, 1990; V. GABRIELI e G. MELCHIORI, in Teatro completo di William Shakespeare, I drammi storici, Tomo III, G. MELCHIORI (cur.), Mondadori, 1998 (I ed. 1991); J. JOWETT, Bloomsbury Arden Shakespeare, 2013 (I ed. 2011); E. R IALTI (solo tr. italiana), Lindau, 2014. Per la critica si vedano P. W. M. BLAYNEY, “‘The Booke of Sir Thomas Moore’ Re-Examined”, Studies in Philology, 69, 1972; H. CRAIG e A. F. KINNEY (cur.), Shakespeare, Computers, and the Mystery of Authorship, Cambridge, 2009; R. DUTTON, Mastering the Revels: The Regulation and Censorship of English Renaissance Drama, London, 1991; C. R. FORKER e J. CANDIDO, “Wit, Wisdom, and Theatricality in The Book of Sir Thomas More”, Shakespeare Studies, 13, 1980; A. FOX, “The Paradoxical Design of ‘The Book of Sir Thomas More’”, in Renaissance and Reformation, n.s., 5, 1981; W. W. GREG, Dramatic Documents from the Elizabethan Playhouses: Stage Plots, Actors’ Parts, Prompt Books, 2 voll., Oxford, 1931; A. GURR, The Shakespearian Playing Companies, Oxford, 1996; C. HAMILTON, In Search of Shakespeare: A Reconnaissance into the Poet’s Life and Handwriting, New York, 1985; D. B. HAMILTON, Anthony Munday and the Catholics, 1560-1633, Aldershot, 2005; E. A. J. HONIGMANN, “Shakespeare, Sir Thomas More and Asylum Seekers”, Shakespeare Survey, 57, 2004; J. HOPE, The Authorship of Shakespeare’s Plays: A Sociolinguistic Study, Cambridge, 1994; T. H. HOWARD-HILL (cur.), Shakespeare 2590
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and ‘Sir Thomas More’: Essays on the Play and its Shakespearian Interest, Cambridge, 2009; G. IOPPOLO, Dramatists and their Manuscripts in the Age of Shakespeare, Jonson, Middleton and Heywood, London-New York, 2006; M. P. JACKSON, “The Date and Authorship of Hand D’s Contribution to Sir Thomas More: Evidence from ‘Literature Online’”, Shakespeare Survey, 59, 2006; H. JENKINS, The Life and Work of Henry Chettle, London, 1934; J. MCKELLEN, “Sir Thomas More”, http://www. mckellen.com/stage/00027.htm; S. MCMILLIN, The Elizabethan Theatre and The Book of Sir Thomas More, Ithaca, NY-London, 1987; G. MELCHIORI, “The Booke of Sir Thomas More: A Chronology of Revision”, Shakespeare Quarterly, 37, 1986; T. MERRIAM, “The Misunderstanding of Munday as Author of Sir Thomas More”, Review of English Studies, n.s., 51, 2000; A. W. POLLARD (cur.), Shakespeare’s Hand in the Play of Sir Thomas More, Cambridge, 1923; M. ROBSON, “The Ethics of Anonymity”, Modern Language Review, 103, 2008; R. ROSENBAUM, The Shakespeare Wars: Clashing Scholars, Public Fiascoes, Palace Coups, New York, 2006; E. F. SHEWMAKER, Shakespeare’s Language: A Glossary of Unfamiliar Words in His Plays and Poems, II ed., New York, 2008; M. W. A. SMITH, “The Authorship Controversy of Sir Thomas More: An Analysis of the Arguments”, Literary and Linguistic Computing, 1, 1986; J. D. SPIKES, “The Book of Sir Thomas More: Structure and Meaning”, Moreana, 4344, 1974; S. A. TANNENBAUM, Shakspere and ‘Sir Thomas Moore’, New York-London, 1929; M. TARLINSKAJA, Shakespeare and the Versification of English Drama, 1561-1642, Farnham, 2005; G. TAYLOR e G. EGAN (cur.), The New Oxford Shakespeare Authorship Companion, Oxford, 2017; E. M. THOMPSON, Shakespeare’s Handwriting: A Study, Oxford, 1916; B. VICKERS, Shakespeare, Co-Author: A Historical Study of Five Collaborative Plays, Oxford, 2002.
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE THE PERSONS OF THE PLAY
Thomas MORE, a sheriff of London, later Sir Thomas More and Lord Chancellor The Earl of SHREWSBURY The Earl of SURREY John LINCOLN, a broker DOLL Williamson WILLIAMSON, her husband, a carpenter GEORGE BETTS CLOWN BETTS, his brother, called Ralph SHERWIN, a goldsmith Francis de BARDE, a Lombard CAVELIER, a Lombard or Frenchman The LORD MAYOR of London The LADY MAYORESS Justice SURESBY LIFTER, a cutpurse SMART, the plaintiff against him The RECORDER of London Sir Thomas PALMER Sir Roger CHOLMLEY Sir John MUNDAY A SERGEANT-at-arms CROFTS, a messenger from the King RANDALL, More’s manservant Jack FALKNER, a ruffian ERASMUS, a learned clerk of Rotterdam MORRIS, secretary to the Bishop of Winchester
The Lord Cardinal’s PLAYERS, performing the roles of: INCLINATION PROLOGUE WIT A boy player of LADY VANITY LUGGINS, player of Good Counsel William ROPER, More’s son-in-law LADY MORE, his wife ROPER’S WIFE, one of More’s daughters More’s OTHER DAUGHTER CATESBY, More’s steward GOUGH, More’s secretary Doctor Fisher, Bishop of ROCHESTER DOWNES, another sergeant-at-arms LIEUTENANT of the Tower A GENTLEMAN PORTER of the Tower The HANGMAN A poor WOMAN, a client of More Ned BUTLER Robin BREWER Giles PORTER Ralph HORSE-KEEPER
}
Servants in More’s household
Other SHERIFFS MESSENGERS CLERK of the Council OFFICERS Lords, Ladies, Gentlemen, Aldermen, Citizens, Prentices, Servingmen, Warders of the Tower, and Attendants
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO PERSONAGGI
Tommaso MORO, sceriffo di Londra, successivamente sir Tommaso Moro, lord Cancelliere Il conte di SHREWSBURY Il conte di SURREY1 John LINCOLN, sensale DOLL Williamson WILLIAMSON, suo marito, falegname GEORGE BETTS CLOWN BETTS, suo fratello, detto Ralph SHERWIN, orefice Frances de BARDE, cambiavalute straniero CAVELIER, cambiavalute straniero2 Il SINDACO di Londra La MOGLIE DEL SINDACO Il giudice SURESBY LIFTER, borsaiolo SMART, querelante contro di lui Il CANCELLIERE del tribunale di Londra Sir Thomas PALMER Sir Roger CHOLMLEY Sir John MUNDAY Una GUARDIA DEL CORPO DEL RE CROFTS, messo del Re RANDALL, domestico di Moro Jack FALKNER, un furfante ERASMO, il dotto chierico di Rotterdam MORRIS, segretario del vescovo di Winchester
La COMPAGNIA teatrale di Sua Eminenza il Cardinale, nella parte di: DESIDERIO PROLOGO INTELLETTO Un giovane attore nella parte di LADY VANITÀ LUGGINS, nella parte di Buonconsiglio William ROPER, genero di Moro LADY MORO, moglie di Tommaso La MOGLIE DI ROPER, una delle figlie di Moro L’ALTRA FIGLIA di Moro CATESBY, amministratore di casa Moro GOUGH, segretario di Moro Il dottor Fisher, vescovo di ROCHESTER DOWNES, un’altra guardia del Corpo del re CAPOGUARDIA della Torre Un GUARDIANO DELLE PORTE della Torre Il BOIA Una DONNA povera, cliente di Moro Ned DISPENSIERE Robin BIRRAIO Giles PORTINAIO Ralph STALLIERE
}
Servitori di casa Moro
Altri SCERIFFI MESSAGGERI SEGRETARIO del Consiglio UFFICIALI Lord, dame, gentiluomini, assessori, cittadini, apprendisti, servitori, guardie della Torre e persone del seguito
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NOTE ON SPECIAL FEATURES OF PRESENTATION
Complexities in the manuscript have led to the following modifications of standard Oxford Shakespeare presentation. Rules across the column show where the text switches from the Original Text to a revision and back, or from one revision to another. Notes in the right margin above and below these rules specify the section of the manuscript and the hand. Annotations in a second hand are preserved and printed in a special typeface. Passages in the manuscript explicitly or implicitly deleted are underlined in this edition, except where the final text as edited duplicates the deleted text (see Appendix B). Identifiable interventions by second hands are as follows: Tilney: in Sc. 1, Sc. 3, Sc. 10. Playhouse book-keeper: in Sc. 4, Sc. 6 (Addition II and l.234), Sc. 9. Dekker: phrase at 8.232-3. Heywood(?): addition of Clown’s part in Sc. 6 and Sc. 7. Angle bracketsindicate gaps in the text due to damage to the manuscript. Stage directions reflect the wording of the manuscript unless enclosed in special brackets .
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NOTA SUI CARATTERI SPECIALI USATI NEL TESTO
Le complicazioni del manoscritto hanno portato alle seguenti modifiche del criteri tipografici standard dell’edizione Oxford. Le righe orizzontali divisorie mostrano dove il testo passa dal Testo originale alla revisione al Testo originale, o da una revisione all’altra. Le note a margine sopra e sotto queste righe indicano la sezione del manoscritto e la mano. Le annotazioni in un’altra mano sono state conservate e stampate in carattere speciale. In questa edizione i passi del manoscritto esplicitamente o implicitamente cancellati sono sottolineati, tranne dove il testo definitivo riproduce il testo cancellato (vedi Appendice B). Interventi di una seconda mano identificabili sono i seguenti: Tilney: nella Sc. I, Sc. 3, Sc. 10. Copista3 della Compagnia: nella Sc. 4, Sc. 6 (Aggiunte II e I. 234), Sc. 9. Dekker: frase a 8.232-3. Heywood(?): aggiunta alla parte del Clown nelle Sc. 6 e 7. Le parentesi angolate indicano le lacune nel testo dovute al danneggiamento del manoscritto. Le indicazioni sceniche riflettono la forma grafica del manoscritto tranne quelle incluse fra parentesi speciali .
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[Original Text (Munday)] [Tilney] Leave out the insurrection wholly and the cause thereof, and begin with Sir Thomas More at the Mayor’s sessions, with a report afterwards of his good service done being Sheriff of London upon a mutiny against the Lombards — only by a short report, and not otherwise, at your own perils. E. Tilney. Sc. 1
Enter at one end John Lincoln with George Betts and1 Clown Betts together. At the other end enters Francis de Barde and Doll, a lusty woman, he hauling her by the arm
DOLL Whither wilt thou haul me? BARDE Whither I please. Thou art my prize, and I plead
purchase of thee. DOLL Purchase of me? Away, ye rascal! I am an honest,
plain carpenter’s wife, and, though I have no beauty to like a husband, yet whatsoever is mine scorns to stoop to a stranger. Hand off then when I bid thee! BARDE Go with me quietly, or I’ll compel thee. DOLL Compel me, ye dog’s face? Thou think’st thou hast the goldsmith’s wife in hand, whom thou enticed’st from her husband with all his plate, and when thou turned’st her home to him again mad’st him, like an ass, pay for his wife’s board. BARDE So will I make thy husband too, if please me.
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Enter Cavelier, with a pair of doves, Williamson the carpenter and Sherwin following him DOLL Here he comes himself. Tell him so if thou dar’st.
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CAVELIER to Williamson Follow me no further. I say thou
shalt not have them.
Sc. 1. Il Master of the Revels Edmund Tilney ha tracciato una linea verticale a margine di quasi tutta la scena per ordinarne la soppressione, come indica la nota iniziale firmata. 2596
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 1
[Testo originale (Munday)] [Tilney] Eliminate completamente l’insurrezione e le sue cause e iniziate da sir Tommaso Moro all’udienza del sindaco, citando poi il buon servizio da lui svolto in qualità di sceriffo di Londra durante la rivolta contro i Lombardi – solo una breve descrizione, nient’altro, a vostro rischio. E. Tilney. Sc. 1
Entrano da un lato John Lincoln insieme a George Betts e Clown Betts. Dall’altro lato entrano Frances de Barde4 e Doll, una donna robusta che lui trascina per un braccio5
DOLL
Dove mi stai portando? BARDE
Dove mi pare. Tu sei preda mia e ti rivendico come bottino. DOLL
Io bottino? Va’ via, mascalzone! Io sono la moglie onesta di un semplice falegname, e anche se non ho la bellezza per piacere a un marito, non cederei a uno straniero neanche un centimetro di quello che è mio. Perciò giù le mani, se te lo dico. BARDE
Fai la brava e seguimi, se no ti costringerò con la forza6. DOLL
Costringere me, faccia di cane? Pensi di avere fra le mani la moglie dell’orefice, che hai sedotto fregandola al marito con tutte le sue posate d’oro, e quando poi l’hai rispedita a casa da lui gli hai pure rifilato, come a un asino, il mantenimento della moglie? BARDE
E se mi va farò così anche con tuo marito7. Entra Cavelier con in mano una coppia di colombe, seguito da Williamson il falegname e Sherwin DOLL
Eccolo che arriva: diglielo, se hai il coraggio. CAVELIER a Williamson
Smettila di seguirmi: ti dico che non te le do. 2597
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 1
WILLIAMSON I bought them in Cheapside, and paid my
money for them.
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SHERWIN He did, sir, indeed, and you offer him wrong,
both to take them from him and not restore him his money neither. CAVELIER If he paid for them, let it suffice that I possess them. Beefs and brewis may serve such hinds. Are pigeons meat for a coarse carpenter? LINCOLN aside to George Betts It is hard when2 Englishmen’s patience must be thus jetted on by strangers, and they not dare to revenge their own wrongs. GEORGE BETTS aside to Lincoln Lincoln, let’s beat them down, and bear no more of these abuses. LINCOLN aside to George Betts We may not, Betts. Be patient and hear more. DOLL How now, husband? What, one stranger take thy food from thee, and another thy wife? By’r Lady, flesh and blood, I think, can hardly brook that. LINCOLN Will this gear never be otherwise? Must these wrongs be thus endured? GEORGE BETTS Let us step in, and help to revenge their injury. BARDE What art thou that talkest of revenge? My Lord Ambassador shall once more make your Mayor have a check if he punish thee not for this saucy presumption. WILLIAMSON Indeed my Lord Mayor on the Ambassador’s complaint sent me to Newgate one day because, against my will, I took the wall of a stranger. You may do anything. The goldsmith’s wife, and mine now, must be at your commandment.
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26-29. Versi ritenuti particolarmente offensivi da Tilney, che li ha segnati con una triplice cancellatura. 2598
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 1
WILLIAMSON
Le ho comprate a Cheapside8, le ho pagate in moneta sonante9. SHERWIN
È vero, signore, è vero, e voi gli fate torto sia a prenderle che a non ridargli neanche il denaro. CAVELIER
Se le ha pagate lui, basta e avanza che le tenga io. Per questi servi, zuppa10 e manzo vanno più che bene. I piccioni sono forse un cibo per un comune falegname? LINCOLN rivolto a George Betts È dura quando gli stranieri abusano in questo modo della pazienza degli inglesi, che poi non hanno il coraggio di vendicarsi delle ingiustizie. GEORGE BETTS rivolto a Lincoln Lincoln, basta sopportare questi insulti, rimettiamoli al loro posto a cazzotti. LINCOLN rivolto a George Betts Non possiamo, Betts. Porta pazienza e ascolta. DOLL
Dunque, marito? Ma come, uno straniero qualunque ti frega il cibo e un altro la moglie? Per la Madonna, né la carne né il sangue possono sopportarlo. LINCOLN
Non cambieranno mai le cose? Dovremo sempre tollerare queste angherie? GEORGE BETTS
Mettiamoci in mezzo e aiutiamoli a vendicarsi delle offese. BARDE
Chi sei tu per parlare di vendetta? Se il vostro sindaco non ti punirà per la tua insolente arroganza, il nostro signor ambasciatore lo farà strigliare di nuovo. WILLIAMSON
In effetti il signor sindaco, per le proteste dell’ambasciatore, mi ha spedito in galera a Newgate11 per un giorno perché per strada, senza volerlo, non ho ceduto il passo lungo il muro a uno straniero12. Voi potete fare quel che vi pare: la moglie dell’orefice, e adesso anche la mia, devono essere a vostra disposizione. 2599
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 1
GEORGE BETTS The more patient fools are ye both to suffer
it.
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BARDE Suffer it? Mend it thou or he if ye can or dare. I tell
thee, fellow, an she were the Mayor of London’s wife, had I her once in my possession I would keep her in spite of him that durst say nay. GEORGE BETTS I tell thee, Lombard, these words should cost thy best cap, were I not curbed by duty and obedience. The Mayor of London’s wife? O God, shall it be thus? DOLL Why, Betts, am not I as dear to my husband as my Lord Mayor’s wife to him, to Williamson and wilt thou so neglectly suffer thine own shame? To de Barde Hands off, proud stranger, or, by Him that bought me, if men’s milky hearts dare not strike a stranger, yet women will beat them down ere they bear these abuses. BARDE Mistress, I say you shall along with me. DOLL Touch not Doll Williamson, lest she lay thee along on God’s dear earth. (To Cavelier) And you, sir, that allow such coarse cates to carpenters, whilst pigeons which they pay for must serve your dainty appetite: deliver them back to my husband again, or I’ll call so many women to mine assistance as we’ll not leave one inch untorn of thee. If our husbands must be bridled by law, and forced to bear your wrongs, their wives will be a little lawless, and soundly beat ye. CAVELIER Come away, de Barde, and let us go complain to my Lord Ambassador. Exeunt both
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 1
GEORGE BETTS
Tanto più fessi patentati voi due a subirlo. BARDE
Subirlo? Tu o lui rimediate, se avete la forza o il coraggio. Ti dico, giovanotto, che anche fosse la moglie del sindaco di Londra, una volta in mio possesso me la terrei, alla faccia di chiunque si permettesse di dire di no. GEORGE BETTS
Ti dico, Lombardo13, che queste parole ti costerebbero il tuo berretto migliore14 se il dovere e l’obbedienza non mi frenassero. La moglie del sindaco di Londra? Dio mio, siamo arrivati a questo? DOLL
Ma perché, Betts, io non sono cara a mio marito quanto sua moglie al signor sindaco? a Williamson E tu sopporterai questa vergogna senza muovere un dito? a de Barde Giù le mani, cafone straniero, oppure giuro sul mio Redentore che se questi uomini dal cuore di femminuccia non osano colpire uno straniero, gli daranno una lezione le donne piuttosto che sopportare queste offese. BARDE
Donna, ti dico che devi venire via con me. DOLL
Non toccare Doll Williamson, se non vuoi che ti stenda sulla terra che Dio ha fatto. (A Cavelier) E voi, signore, che lasciate ai falegnami quelle squisite schifezze mentre i piccioni pagati da loro devono servire il vostro delicato appetito, restituiteli a mio marito, altrimenti chiamerò ad aiutarmi tante di quelle donne che vi faranno a pezzettini fino all’ultimo centimetro. Visto che i nostri mariti sono imbrigliati dalla legge e costretti a sopportare i vostri torti, saranno un po’ fuorilegge le loro mogli e vi daranno una bella ripassata. CAVELIER
Venite via, de Barde, andiamo a protestare dal nostro signor ambasciatore. Escono i due
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 1
DOLL Ay, go, and send him among us, and we’ll give him
his welcome too. I am ashamed that free-born Englishmen, having beaten strangers within their own bounds, should thus be braved and abused by them at home. SHERWIN It is not our lack of courage in the cause, but the strict obedience that we are bound to. I am the3 goldsmith whose wrongs you talked of; but how to redress yours or mine own is a matter beyond all our abilities. LINCOLN Not so, not so, my good friends. I, though a mean man, a broker by profession, and named John Lincoln, have long time winked at these vile enormities with mighty impatience, and, as these two brethren here, Bettses by name, can witness, with loss of mine own life would gladly remedy them. GEORGE BETTS And he is in a good forwardness, I tell ye, if all hit right. DOLL As how, I prithee? Tell it to Doll Williamson. LINCOLN You know the Spital sermons begin the next week. I have drawn a bill of our wrongs, and the strangers’4 insolencies. GEORGE BETTS Which he means the preachers shall there openly publish in the pulpit. WILLIAMSON O, but that they would! I’faith, it would tickle our strangers thoroughly. DOLL Ay, and if you men durst not undertake it, before God, we women will. Take an honest woman from her husband? Why, it is intolerable. SHERWIN to Lincoln But how find ye the preachers affected to our proceeding?
80
85
94
101
104 106
82. bounds: l’inchiostro è sbiadito e si leggono solo le prime quattro lettere. Potrebbe essere al singolare, bound, e “b” è stato cambiato in “h” (l’edizione Dyce ha quindi homes). 96. bill: lacuna nel MS, ricostruita tramite la fonte del passo, cioè Holinshed. 2602
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 1
DOLL
Sì, andate, e mandatelo qui, così daremo il benvenuto anche a lui. È vergognoso che dei liberi cittadini inglesi, dopo aver sconfitto gli stranieri a casa loro, si lascino provocare e insultare da questi in casa propria. SHERWIN
Non per mancanza di coraggio, ma per la severa obbedienza a cui siamo tenuti. Sono io l’orefice che ha subito i torti di cui parlavate; ma ottenere un risarcimento per i miei e i vostri è un’impresa al di là delle nostre capacità. LINCOLN
Ma no, ma no, miei buoni amici. Io, che sono un uomo di umile estrazione, di nome Lincoln e di professione sensale15, per tanto tempo ho chiuso un occhio su queste vergognose enormità anche se mi ribolliva il sangue e, come possono testimoniare questi due fratelli, i Betts, anche a costo della vita sarei felice di rimediare. GEORGE BETTS
E quello che lui ha in mente è già a buon punto, ve lo dico io, se le cose vanno come previsto. DOLL
In che senso? Dillo a Doll Williamson, per favore. LINCOLN
Sapete che la settimana prossima cominciano le prediche di Spital16. Ho scritto una petizione sulle insolenze degli stranieri e le prepotenze che abbiamo subito. GEORGE BETTS
Con l’intenzione che i predicatori la divulghino dal pulpito. WILLIAMSON
Magari, così farebbero infuriare i nostri stranieri. DOLL
Certo, e se voi uomini non ve la sentite, giuro su Dio che ci penseremo noi donne. Portar via al marito una donna onesta? E che, è intollerabile! SHERWIN a Lincoln Ma i predicatori come hanno preso la nostra iniziativa, secondo voi?
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 1
LINCOLN Master Doctor Standish means not to meddle with
any such matter in his sermon, but Doctor Beal will do in this matter as much as a priest may do to reform it, and doubts not but happy success will ensue upon our5 wrongs. You shall perceive there’s no hurt in the bill. Here’s a copy of it. I pray ye, hear it. ALL THE REST With all our hearts. For God’s sake, read it. LINCOLN (reads) ‘To you all the worshipful lords and masters of this city, that will take compassion over the poor people your neighbours, and also of the great importable hurts, losses, and hindrances whereof proceedeth extreme poverty to all the King’s subjects that inhabit within this city and suburbs of the same. For so it is that aliens and strangers eat the bread from the fatherless children, and take the living from all the artificers, and the intercourse from all merchants, whereby poverty is so much increased that every man bewaileth the misery of other; for craftsmen be brought to beggary, and merchants to neediness. Wherefore, the premises considered, the redress must be of the commons, knit and united to one part. And as the hurt and damage grieveth all men, so must all men set to6 their willing power for remedy, and not suffer the said aliens in their wealth, and the natural-born men of this region to come to confusion.’ DOLL Before God, ’tis excellent, and I’ll maintain the suit to be honest. SHERWIN Well, say ’tis read, what is your further meaning in the matter? GEORGE BETTS What? Marry, list to me. No doubt but this will store us with friends enough, whose names we will closely keep in writing, and on May Day next in the morning we’ll go forth a-Maying, but make it the worst
112
131
135
110-114. Passo danneggiato nel MS e ricostruito nella parti lacunose sulla base di Holinshed. 128. set: lettura di Blayney; per Dyce e Greg, see. 2604
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 1
LINCOLN
Nelle sue prediche il dottor Standish17 non vuole immischiarsi in questo genere di cose, ma il dottor Beal18 ha promesso di intervenire come può per cambiarle, e di sicuro i nostri torti si concluderanno felicemente con una vittoria. Vedrete che nella petizione non c’è niente di offensivo. Ecco qui una copia: ascoltate, vi prego. TUTTI
Con tutto il cuore! Per l’amor di Dio, leggi! LINCOLN (legge)19
‘A voi tutti, onorevoli signori e mastri artigiani di questa città, che vorrete aver compassione dei vostri poveri vicini, e anche dei gravi, intollerabili danni, intralci e perdite fonte di estrema povertà per tutti i sudditi del re residenti nella City e nei suoi sobborghi: accade infatti che forestieri e stranieri tolgono il pane di bocca ai bambini senza padre, e portano via il sostentamento agli artigiani e il commercio ai mercanti, al punto che la povertà è talmente aumentata che ognuno piange la miseria dell’altro, poiché gli artigiani sono ridotti all’accattonaggio e i mercanti all’indigenza. Pertanto, viste le premesse, il rimedio deve venire dal popolo, unito saldamente insieme. E poiché l’offesa e il danno feriscono tutti, tutti devono fare leva sulla propria forza di volontà per porvi rimedio, non tollerando che i suddetti forestieri vivano nella ricchezza mentre i nativi di questa regione vanno in rovina’. DOLL
Davvero un bel discorso. Sono convinta che la petizione è sacrosanta. SHERWIN
D’accordo, e se la leggono in pubblico, che cosa pensate di fare dopo? GEORGE BETTS
Cosa? Gesummaria 20, stammi a sentire. Questo ci procurerà di sicuro parecchi amici, scriveremo i loro nomi in una lista segreta e il prossimo primo maggio21, di mattina, usciremo per far festa, ma per gli stranieri sarà il peggior Calendimaggio che abbiano
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 2
May Day for the strangers that ever they saw. How say ye? Do ye subscribe, or are ye faint-hearted revolters? DOLL Hold thee, George Betts, there’s my hand and my heart. By the Lord, I’ll make a captain among ye, and do somewhat to be talked of for ever after. WILLIAMSON My masters, ere we part let’s friendly go and drink together, and swear true secrecy upon our lives. GEORGE BETTS There spake an angel. Come, let us along then.
142
Exeunt Sc. 2
An arras is drawn, and behind it, as in sessions, sit the Lord Mayor, Justice Suresby, and other Justices, and the Recorder, Sheriff More and the other Sheriff sitting by. Smart is the plaintiff, Lifter the prisoner at the bar
LORD MAYOR
Having dispatched our weightier businesses, We may give ear to petty felonies. Master Sheriff More, what is this fellow? MORE
My lord, he stands indicted for a purse. He hath been tried; the jury is together.
5
LORD MAYOR
Who sent him in? That did I, my lord. Had he had right, he had been hanged ere this, The only captain of the cutpurse crew. LORD MAYOR What is his name? SURESBY
SURESBY
As his profession is: Lifter, my lord, One that can lift a purse right cunningly.
10
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 2
mai visto. Che ne dite? Sottoscrivete? Siete dei ribelli o siete dei conigli? DOLL
Prendi, George Betts, ecco la mia mano e il mio cuore. Per Dio, diventerò io il vostro comandante e farò cose di cui si parlerà per sempre. WILLIAMSON
Signori miei, prima di separarci andiamo a bere qualcosa insieme e a giurare sulla nostra vita di mantenere il segreto. GEORGE BETTS
Parole sante22. Allora su, andiamo. Escono Sc. 2
Viene scostato un arazzo e appaiono sui loro scranni, come ad un’udienza giudiziaria, il sindaco, il giudice Suresby e altri giudici, e il cancelliere, lo sceriffo Moro e l’altro sceriffo seduti accanto. Smart è la parte lesa, Lifter il prigioniero alla sbarra23
SINDACO
Risolte le cause di maggior peso, possiamo dare ascolto ai reati minori. Mastro sceriffo Moro, chi è questo individuo? MORO
Mio signore, è accusato di borseggio. È già stato processato e la giuria è in camera di consiglio. SINDACO
Chi era la pubblica accusa? SURESBY
Ero io, vostro onore. Fosse stata fatta giustizia prima, sarebbe già stato impiccato come unico capo della banda dei borseggiatori. SINDACO
Come si chiama? SURESBY
Come la sua professione: Lifter24, vostro onore. Uno capace di sfilare una borsa con grande abilità.
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 2
LORD MAYOR
And is that he accuses him? SURESBY
The same, my lord, whom, by your honour’s leave, I must say somewhat too, because I find In some respects he is well worthy blame.
15
LORD MAYOR
Good Master Justice Suresby, speak your mind. We are well pleased to give you audience. SURESBY
Hear me, Smart. Thou art a foolish fellow. If Lifter be convicted by the law, As I see not how the jury can acquit him, I’ll stand to’t thou art guilty of his death. MORE to the Lord Mayor My lord, that’s worth the hearing. LORD MAYOR Listen then, good Master More. SURESBY to Smart I tell thee plain, it is a shame for thee With such a sum to tempt necessity. No less than ten pounds, sir, will serve your turn To carry in your purse about with ye, To crack and brag in taverns of your money? I promise ye, a man that goes abroad With an intent of truth, meeting such a booty, May be provoked to that he never meant. What makes so many pilferers and felons But such fond baits that foolish people lay To tempt the needy miserable wretch? Ten pounds odd money, this is a pretty sum To bear about, which were more safe at home.
20
25
30
35
Lord Mayor and More whisper ’Fore God, ’twere well to fine ye as much more, To the relief of the poor prisoners, To teach ye be more careful of your own.
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 2
SINDACO
E quello è l’uomo che lo accusa? SURESBY
Proprio lui, mio signore. Con il vostro permesso, dovrei dirgli anch’io due parole, perché mi risulta che per certi versi merita anche lui di essere ripreso. SINDACO
Carissimo giudice Suresby, esprimete il vostro pensiero, saremo lietissimi di prestarvi ascolto. SURESBY
Stammi a sentire, Smart: sei un fesso totale. Se Lifter sarà condannato secondo la legge (e non vedo come la giuria possa assolverlo), io sosterrò che sei tu il colpevole della sua morte. MORO al signor sindaco Mio signore, questa è proprio bella! SINDACO
Dunque ascoltiamo, buon mastro Moro. SURESBY a Smart Ti dico chiaro e tondo che devi vergognarti di tentare i bisognosi con somme del genere. Era proprio necessario che ti portassi in giro nella borsa niente meno di dieci sterline25 come uno sbruffone per esibire il tuo denaro nelle taverne? Ti assicuro io che un uomo qualunque, in giro senza intenti disonesti, se si imbatte in un bottino simile può sentirsi spinto a commettere atti che neanche si sognava. Cos’è che genera tanti ladruncoli e delinquenti se non queste stupide esche che gli sciocchi mettono in mostra come tentazioni per i miserabili indigenti? Più di dieci sterline in contanti sono una bella somma da portare in giro, mentre sarebbe più sicuro tenerle in casa. Il sindaco e Moro bisbigliano qualcosa Davanti a Dio, giuro che sarebbe giusto infliggerti una multa doppia, a beneficio dei carcerati poveri 26, così impari a stare più attento
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 2
rightly served.7
40
MORE
Good my lord, sooth a for once,8 Only to try conclusions in this case. LORD MAYOR
Content, good Master More. We’ll rise a while, And till the jury can return their verdict Walk in the garden. How say ye, justices?
45
ALL JUSTICES
We like it well, my lord; we’ll follow ye. Exeunt Lord Mayor and Justices MORE
Nay, plaintiff, go you too. Exit Smart And officers, Stand you aside, and leave the prisoner To me a while. Exeunt all but More and Lifter Lifter, come hither. LIFTER What is your worship’s pleasure?
50
MORE
Sirrah, you know that you are known to me, And I have often saved ye from this place Since first I came in office. Thou seest beside That Justice Suresby is thy heavy friend, For all the blame that he pretends to Smart 9 For tempting thee with such a sum of money. I tell thee what: devise me but a means To pick or cut his purse, and on my credit,
55
39-40. Hopkinson suggerisce questa ricostruzione congetturale dei due versi mutili: In sooth, I say ye were but rightly served / If he had lost as much as twice ten pounds (“A dire il vero, penso che sareste stati benserviti / Se lui avesse perso venti sterline.”) 41. Ricostruzioni della lacuna: little jest, “una piccola burla” (Shirley), point or two, “un punto o due” (Hopkinson), thought/plot of mine, “un mio pensiero/piano” (Richard Proudfoot, cit. da Jowett, cur.). 55-56. Soppressione indicata da Hand C oppure da Munday. 2610
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 2
ai tuoi averi.
ben servito.
MORO
Mio buon signore, permettete per una volta, solo al fi ne di sperimentare una soluzione per questo caso. SINDACO
D’accordo, buon mastro Moro. Ci assenteremo un momento e andremo a fare due passi in giardino finché la giuria non emetterà la sentenza. Voi giudici che ne dite? TUTTI I GIUDICI
Per noi va benissimo, vostro onore. Dopo di Voi. Escono sindaco e giudici MORO
Esca anche lei, parte lesa. (Esce Smart) Voi guardie, fatevi da parte e lasciatemi per un momento il detenuto. Escono tutti tranne Moro e Lifter Lifter, vieni qua. LIFTER
Cosa desiderate, eccellenza? MORO
Giovanotto, lo sai che ti conosco, e spesso ti ho salvato da questo posto fin da quando ho ottenuto questa carica. In più, capisci che il giudice Suresby è un’amicizia nefasta per te, anche se finge di criticare Smart per averti tentato con tutto quel denaro. Ascoltami bene: trova il modo di rubargli o tagliargli la borsa e, parola
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 2
And as I am a Christian and a man, I will procure thy pardon for that jest.
60
LIFTER
Good Master Sheriff, seek not my overthrow. You know, sir, I have many heavy friends, And more indictments like to come upon me. You are too deep for me to deal withal. You are known to be one of the wisest men That is in England. I pray ye, Master Sheriff, Go not about to undermine my life.
65
MORE
Lifter, I am true subject to my king. Thou much mistak’st me, and for thou shalt not think I mean by this to hurt thy life at all, I will maintain the act when thou hast done it. Thou knowest there are such matters in my hands As, if I pleased to give them to the jury, I should not need this way to circumvent thee. All that I aim at is a merry jest. Perform it, Lifter, and expect my best.
70
75
LIFTER
I thank your worship, God preserve your life! But Master Justice Suresby is gone in. I know not how to come near where he is. MORE
Let me alone for that. I’ll be thy setter. I’ll send him hither to thee presently, Under the colour of thine own request Of private matters to acquaint him with.
80
LIFTER
If ye do, sir, then let me alone. Forty to one but then his purse is gone.
85
MORE
Well said; but see that thou diminish not One penny of the money, but give it me. It is the cunning act that credits thee.
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 2
d’onore, quanto è vero che sono un uomo e un cristiano, ti procurerò il perdono per questo tiro mancino. LIFTER
Buon mastro sceriffo, cercate di non rovinarmi. Lo sapete, signore, che ho molti pessimi amici e altre denunce che potrebbero piovermi addosso. Voi siete troppo intelligente per me: si sa che siete uno degli uomini più saggi in Inghilterra. Vi prego, mastro sceriffo, cercate di non mettere in pericolo la mia vita. MORO
Lifter, io sono un fedele suddito del re. Non mi hai capito per niente, e per evitare che tu pensi che con questo piano io voglia nuocerti, quando tu l’avrai portato a termine io ti difenderò. Sai che ho in mano prove che, se volessi darle alla giuria, per incastrarti non servirebbe questo trucco. Il mio unico scopo è una burla. Tu stai al gioco, Lifter, e da me avrai il meglio. LIFTER
Ringrazio vostra eccellenza, che Dio protegga la vostra vita! Ma il giudice Suresby è andato dentro e non so come avvicinarmi a lui. MORO
Per questo lascia fare a me. Sarò il tuo compare e te lo manderò qui fra un momento, con la scusa che hai chiesto di informarlo di tue questioni private. LIFTER
Se lui accetta, allora lasciate fare a me. Quaranta contro uno che la sua borsa sparirà. MORO
Ben detto. Bada però di non sottrarre nemmeno un centesimo del suo denaro, che devi dare tutto a me. È l’abilità dell’atto che ti frutterà una buona reputazione.
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 2
LIFTER
I will, good Master Sheriff, I assure thee. Exit More I see the purpose of this gentleman 10 Is but to check the folly of the Justice For blaming others in a desperate case, Wherein himself may fall as soon as any. To save my life it is a good adventure. Silence there, ho! Now doth the Justice enter.
90
95
Enter Justice Suresby SURESBY
Now, sirrah, now, what is your will with me? Wilt thou discharge thy conscience, like an honest man? What sayst to me, sirrah? Be brief, be brief. LIFTER As brief, sir, as I can. (Aside) If ye stand fair, I will be brief anon.
100
SURESBY
Speak out and mumble not. What sayst thou, sirrah? LIFTER
Sir, I am charged, as God shall be my comfort, With more than’s true — SURESBY
Sir, sir, ye are indeed, with more than’s true, For you are flatly charged with felony. You’re charged with more than truth, and that is theft: More than a true man should be charged withal. Thou art a varlet; that’s no more than true. Trifle not with me, do not, do not, sirrah. Confess but what thou knowest; I ask no more.
105
110
LIFTER
There be, sir — there be, if’t shall please your worship — SURESBY
‘There be’, varlet? What be there, tell me what there be? Come off or on ‘there be’, what be there, knave? 90-93. Versi indicati da cancellare, non da Tilney, ma in quanto ripetono informazioni già fornite in precedenza. 2614
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 2
LIFTER
Farò così, buon mastro sceriffo, ve lo assicuro. (Esce Moro) Capisco che questo signore intende solo rimproverare al giudice la sua stoltezza quando biasima gli altri per una situazione estrema in cui può trovarsi lui come chiunque. È un rischio che mi conviene correre per salvare la pelle. Fate silenzio, oh! Ecco che entra il giudice. Entra il giudice Suresby SURESBY
Dunque, giovanotto, dunque: che cosa vuoi da me? Vuoi sgravarti la coscienza come un uomo onesto? Che mi dici, giovanotto? Rapido, rapido. LIFTER
Più rapido che posso. (A parte) Se vi sistemate nel modo giusto, sarò rapidissimo. SURESBY
Parla chiaro e non borbottare: cosa hai detto, giovanotto? LIFTER
Signore, sono accusato – che Dio mi aiuti – di cose oltre l’onesta verità… SURESBY
Signor mio, proprio così, di cose oltre l’onesta verità, perché siete esattamente accusato di un reato. Siete accusato di cose oltre l’onesta verità, cioè di furto, ovvero più di quanto un uomo onesto dovrebbe essere accusato. Tu sei un mascalzone, e questo non è oltre il vero. Non divagare con me, giovanotto, non farlo, non farlo. Basta che confessi quello che sai, non ti chiedo altro. LIFTER
Ci sono, signore… ci sono, se vostra eccellenza consente… SURESBY
‘Ci sono’, mascalzone? Ci sono cosa? Dimmi chi c’è. Chiudi il becco o piantala di balbettare i tuoi ‘ci sono!’ Ci sono chi, farabutto?
2615
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 2
LIFTER
There be, sir, divers very cunning fellows That while you stand and look them in the face Will have your purse. SURESBY Thou’rt an honest knave. Tell me, what are they, where they may be caught. Ay, those are they I look for. LIFTER You talk of me, sir — Alas, I am a puny. There’s one, indeed, Goes by my name; he puts down all for purses 11
115
120
SURESBY
Be as familiar as thou wilt, my knave. ’Tis this I long to know. LIFTER (aside) And you shall have your longing ere ye go. — This fellow, sir, perhaps will meet ye thus,
125
Action of greeting him Or thus, or thus, and in kind compliment Pretend acquaintance, somewhat doubtfully, And these embraces serve. SURESBY (shrugging gladly) Ay, marry, Lifter, wherefore serve they? LIFTER Only to feel Whether you go full under sail or no, Or that your lading be aboard your barque.
130
SURESBY
In plainer English, Lifter, if my purse Be stored or no? LIFTER Ye have it, sir. SURESBY Excellent, excellent! 121-122. La ricostruzione molto congetturale di questi versi può essere: He’ll steal your worship’s purse under your nose. / SURESBY Ha, Ha! Art thou so sure, varlet? Well, well. (Hopkinson) Oppure Faith, I could show you, sir, the very trick, / But that I fear you’ll hold me too familiar. (Shirley) 2616
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19/10/2017 18:27:58
IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 2
LIFTER
Ci sono, signore, vari tipi molto in gamba che mentre gli state davanti e li guardate in faccia vi sfilano la borsa. SURESBY
Sei un farabutto onesto. Dimmi chi sono costoro e dove si possono acchiappare. Sì, sono loro che cerco. LIFTER
Voi parlate di me, signore, ma io sono un pesce piccolo. Ce n’è uno però che porta il mio stesso nome e quanto a sfilare borse supera tutti SURESBY
Mio caro farabutto, prenditi tutte le confidenze che ti pare: è proprio questo che desidero sapere. LIFTER (a parte) (E quello che desideri lo avrai prima di andartene). Questo individuo, signore, forse vi verrà incontro così Fa l’azione di salutarlo27 oppure così, o così, e con eccessiva cortesia pretenderà di conoscervi, esitando un po’, e questi abbracci servono… SURESBY (scrollandosi allegramente) Altro che, Lifter, sicuro, a cosa servono? LIFTER
Solo per sentire se sotto le vele siete ben carico28 oppure no, o meglio se avete del carico a bordo. SURESBY
In buon inglese, Lifter, se la mia borsa è piena o meno? LIFTER
Esatto, signore. SURESBY
Splendido, splendido!
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 2
LIFTER
Then, sir, you cannot but for manners’ sake Walk on with him, for he will walk your way, Alleging either you have much forgot him, Or he mistakes you.
135
SURESBY
But in this time has he my purse or no? LIFTER
Not yet, sir, fie! Aside No, nor I have not yours. — He takes Suresby’s purse. Enter Lord Mayor, Justices, and the Recorder; Sheriff More and the other Sheriff
140
But now we must forbear; my lords return. SURESBY
A murrain on’t! Lifter, we’ll more anon. Ay, thou sayst true: there are shrewd knaves indeed. He sits down But let them gull me, widgeon me, rook me, fop me, I’faith, i’faith, they are too short for me. Knaves and fools meet when purses go. Wise men look to their purses well enough. MORE (aside) Lifter, is it done? LIFTER (aside) Done, Master Sheriff, and there it is.
145
He gives Suresby’s purse to More MORE (aside)
Then build upon my word, I’ll save thy life. RECORDER Lifter, stand to the bar.
150
The jury have returned thee guilty; thou must die. According to the custom, look to it, Master Sheriff. LORD MAYOR
Then, gentlemen, as you are wont to do, Because as yet we have no burial place, What charity your meaning’s to bestow Toward burial of the prisoners now condemned, Let it be given. There is first for me.
155
2618
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19/10/2017 18:27:58
IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 2
LIFTER
A quel punto, signore, per educazione dovrete andare con lui, perché insisterà a fare la vostra strada, ipotizzando che voi vi siete dimenticato di lui, oppure che vi ha scambiato per un altro. SURESBY
Ma nel frattempo mi ha preso la borsa o no? LIFTER
Ancora no, signore, figurarsi! A parte (E nemmeno io la vostra). Prende la borsa di Suresby Entrano il sindaco, i giudici e il cancelliere, lo sceriffo Moro e l’altro sceriffo Ma adesso dobbiamo smettere, la corte sta rientrando. SURESBY
Gli venga un cancro! Lifter, ne riparliamo presto. Già, hai proprio ragione, ci sono delle canaglie matricolate. Si siede Ma che provino a fregarmi, a gabbarmi, a infinocchiarmi, a incastrarmi, te lo assicuro, per me sono troppo corti di cervello. Dove fessi e farabutti si incontrano, spariscono le borse. I saggi, invece, sanno tenere d’occhio le loro. MORO (a parte) Fatto, Lifter? LIFTER (a parte) Fatto, mastro sceriffo, eccola qui. Dà a Moro la borsa di Suresby MORO (a parte) Fìdati della mia parola, ti salverò la vita. CANCELLIERE
Lifter, vai alla sbarra. La giuria ti ha giudicato colpevole: sei condannato a morte. Secondo la procedura, provvedete voi, mastro sceriffo. SINDACO
Dunque, signori, come è consuetudine, siccome non abbiamo ancora un luogo di sepoltura 29, qualunque offerta intendiate versare per seppellire dei detenuti appena condannati, fatela adesso. Per prima, questa è la mia. 2619
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 2
RECORDER
And there’s for me. And me.
ANOTHER
Body of me, My purse is gone! MORE Gone, sir? What, here? How can that be? SURESBY
LORD MAYOR
Against all reason: sitting on the bench?
160
SURESBY
Lifter, I talked with you; you have not lifted me, ha? LIFTER
Suspect ye me, sir? O, what a world is this! MORE
But hear ye, Master Suresby. Are ye sure Ye had a purse about ye? SURESBY
Sure, Master Sheriff, as sure as you are there; And in it seven pounds odd money, on my faith.
165
MORE
Seven pounds odd money? What, were you so mad, Being a wise man, and a magistrate, To trust your purse with such a liberal sum? Seven pounds odd money? Fore God, it is a shame With such a sum to tempt necessity. I promise ye, a man that goes abroad With an intent of truth, meeting such a booty, May be provoked to that he never thought. What makes so many pilferers and felons But these fond baits that foolish people lay To tempt the needy, miserable wretch? Should he be taken now that has your purse, I’d stand to’t, you are guilty of his death; For, questionless, he would be cast by law. ’Twere a good deed to fine ye as much more, To the relief of the poor prisoners, To teach ye lock your money up at home.
170
175
180
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 2
CANCELLIERE
E questa la mia. UN ALTRO
E la mia. SURESBY
Boia d’un mondo30, la mia borsa è sparita! MORO
Sparita, signore? Come, qui? Com’è possibile? SINDACO
Mentre sedevate sullo scranno, è assurdo! SURESBY
Lifter, stavo parlando con voi, non mi avete mica alleggerito, eh? LIFTER
Sospettate di me, signore? Oh, che mondo, che mondo! MORO
State a sentire, mastro Suresby, siete sicuro che avevate con voi una borsa? SURESBY
Certo, mastro sceriffo, come è certo che voi siete lì. E vi giuro, nella borsa c’erano più di sette sterline. MORO
Più di sette sterline? Come, un uomo saggio e un magistrato come voi è tanto pazzo da affidare alla propria borsa una somma così ingente? Più di sette sterline! In nome di Dio, è una vergogna tentare gli indigenti con somme del genere. Vi assicuro che un uomo qualunque, in giro senza intenti disonesti, se si imbatte in un bottino simile può sentirsi provocato a commettere atti che neanche si sognava. Cos’è che genera tanti ladruncoli e delinquenti se non queste folli esche che gli sciocchi mettono in mostra come tentazioni per i miserabili indigenti? Se adesso arrestassimo chi ha la vostra borsa, sosterrei che siete voi il colpevole della sua morte, poiché di sicuro costui verrebbe condannato. Sarebbe una buona azione infliggervi una multa doppia, a beneficio dei carcerati poveri, così imparate a tenere i soldi sotto chiave a casa.
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 3
SURESBY
Well, Master More, you are a merry man. I find ye, sir, I find ye well enough.
185
MORE
Nay, ye shall see, sir, trusting thus your money, And Lifter here in trial for like case, But that the poor man is a prisoner, It would be now suspected that he had it. Thus may ye see what mischief often comes By the fond carriage of such needless sums.
190
LORD MAYOR
Believe me, Master Suresby, this is strange, You being a man so settled in assurance Will fall in that which you condemned in other. MORE
Well, Master Suresby, there’s your purse again, And all your money. Fear nothing of More. Wisdom still the door. 12 Exeunt Sc. 3
195
Enter the Earls of Shrewsbury and Surrey, Sir Thomas Palmer, and Sir Roger Cholmley Mend this:
SHREWSBURY
My lord of Surrey, and Sir Thomas Palmer, Might I with patience tempt your grave advice? I tell ye true, that in these dangerous times I do not like this frowning vulgar brow. My searching eye did never entertain A more distracted countenance of grief Than I have late observed In the displeasèd commons of the city.
5
197. Secondo Dyce manca un verso. La ricostruzione più plausibile del verso lacunoso è quella di Richard Proudfoot riportata da Jowett, Wisdom still keeps a hatch before the door, “La saggezza tiene uno sportello davanti alla porta”, ovvero colloca davanti alla porta di casa una mezza porta per impedire che entrino gli animali quando la porta è aperta. 2622
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 3
SURESBY
Bene, mastro Moro, siete un uomo spiritoso. Capisco dove andate a parare, signore, lo capisco benissimo. MORO
No, vedete voi, signore, che avendo affidato tanti soldi alla vostra borsa, e con Lifter qui a processo per lo stesso motivo, se il pover’uomo non fosse detenuto, adesso il primo sospettato sarebbe lui. Vedete perciò che guai nascono dal fatto di portarsi dietro stupidamente somme tanto inutili. SINDACO
Credetemi, mastro Suresby, è strano che un uomo sicuro come voi delle sue opinioni cada nell’errore per cui avete condannato un altro. MORO
Ebbene, mastro Suresby, ecco la vostra borsa, con tutti i soldi. Non abbiate timore di Moro. La saggezza sempre alla porta. Escono Sc. 3
Entrano i conti di Shrewsbury e Surrey31, sir Thomas Palmer e sir Roger Cholmley32 Correggere questo:
SHREWSBURY
Cari lord Surrey e sir Thomas Palmer, senza essere invadente, posso sollecitare un vostro ponderato consiglio? A dire la verità, in questi tempi pericolosi non mi piace la faccia scura del volgo. Il mio occhio vigile non ha mai incontrato un’espressione di dolore più sconvolta di quella che ho scorto di recente nel popolo malcontento della City.
2623
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 3
SURREY
’Tis strange, that from his princely clemency So well a tempered mercy and a grace To all the aliens in this fruitful land, That this high-crested insolence should spring From them that breathe from his majestic bounty, That, fattened with the traffic of our country, Already leap into his subjects’ face.
10
15
PALMER
Yet Sherwin hindered to commence his suit13 Against de Barde, by the Ambassador By supplication made unto the King; Who, having first enticed away his wife And got his plate, near worth four hundred pound, To grieve some wrongèd citizens that found This vile disgrace oft cast into their teeth, Of late sues Sherwin, and arrested him For money for the boarding of his wife.
20
SURREY
The more knave Barde, that, using Sherwin’s goods, Doth ask him interest for the occupation. I like not that, my lord of Shrewsbury. He’s ill bestead that lends a well-paced horse Unto a man that will not find him meat.
25
CHOLMLEY
My lord of Surrey will be pleasant still.
30
PALMER
I being then employèd by your honours To stay the broil that fell about the same, Where by persuasion I enforced the wrongs And urged the grief of the displeasèd city, He answered me, and with a solemn oath,
35
16-24. Frase priva di verbo principale, anche se ciò potrebbe dipendere dalla cancellazione fatta da Munday di qualche sua parte per motivi di censura. 2624
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 3
SURREY
È strano che la clemenza del re e una compassione e un rispetto tanto benevoli verso tutti gli stranieri in questa fertile terra abbiano prodotto un’altezzosa arroganza in quelli che vivono della sua regale munificenza, fino al punto che, impinguati dai commerci del nostro paese, si scagliano contro i suoi sudditi. PALMER
Eppure a Sherwin è stato impedito di fare causa a de Barde, per via della supplica presentata al re dall’ambasciatore. De Barde, dopo avergli portato via la moglie e sottratto l’argenteria che valeva quasi quattrocento sterline, per tormentare alcuni cittadini offesi dal fatto di sentirsi spesso sbattere in faccia questa turpe vergogna, ha da poco querelato Sherwin e l’ha fatto arrestare reclamando i soldi per il mantenimento della moglie. SURREY
Quel Barde è mascalzone fino al punto di sfruttare i beni di Sherwin e chiedergli pure gli interessi per goderseli33. Questo non mi piace, mio signor Shrewsbury. È in una brutta situazione chi presta una cavalla bene addestrata a uno che non può procurarle da mangiare. CHOLMLEY
Lord Surrey scherza sempre. PALMER
Incaricato da voi di calmare la rissa che ne è scaturita, quando con la persuasione sottolineai i torti subiti e misi l’accento sulle lamentele della città angariata, lui mi rispose, con solenne giuramento,
2625
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 3
That if he had the Mayor of London’s wife He would keep her, in despite of any English man.14 SURREY
’Tis good, Sir Thomas, then, for you and me Your wife is dead, and I a bachelor. If no man can possess his wife alone, I am glad, Sir Thomas Palmer, I have none.
40
CHOLMLEY
If a take my wife, a shall find her meat.15 SURREY
And reason good, Sir Robert Cholmley, too: If these hot Frenchmen needsly will have sport, They should in kindness yet defray the charge. ’Tis hard when men possess our wives in quiet, And yet leave us in to discharge their diet.
45
SHREWSBURY
My lord, our caters shall not use the market For our provision but some stranger Lombard now16 Will take the victuals from him he hath bought. A carpenter, as I was late informed, Who having bought a pair of doves in Cheap, Immediately a Frenchman Lombard took them from him, And beat the poor man for resisting him; And when the fellow did complain his wrongs He was severely punished for his labour.
50
55
SURREY
But if the English blood be once but up, As I perceive their hearts already full, I fear me much, before their spleens be cooled, Some of these saucy aliens for their pride Will pay for’t soundly, wheresoe’er it lights.
60
37. man: l’intervento del censore è volto anche qui a ridurre gli accenti xenofobi del testo. 42. a: forma contratta di he. 49, 53. Lombard. Tilney ha cancellato stranger e Frenchman perché i Lombardi erano una comunità più piccola e già integrata, quindi meno passibile di offesa rispetto agli ugonotti francesi da poco giunti in Inghilterra. 2626
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 3
che si fosse anche trattato della moglie del sindaco di Londra, se la sarebbe tenuta alla faccia di qualsiasi inglese uomo. SURREY
Allora è un’ottima cosa per me e per voi, sir Thomas, che vostra moglie sia morta e io sia scapolo. Se nessuno può possedere da solo sua moglie, sono lieto di non averne, sir Thomas. CHOLMLEY
Se acchiappa lui mia moglie, le riempia lui la pancia34. SURREY
E con buona ragione, sir Robert Cholmley. Se questi bollenti francesi35 vogliono spassarsela a tutti costi, dovrebbero farci il favore di accollarsi le spese. È dura quando altri uomini si godono indisturbati le nostre mogli e poi lasciano a noi gli alimenti da pagare. SHREWSBURY
Mio signore, i nostri servi non possono andare al mercato36 a far spesa senza che qualche straniero lombardo non gli porti via le provviste acquistate. Mi hanno informato da poco che un falegname aveva comprato a Cheapside un paio di colombi e immediatamente un francese lombardo glieli ha portati via, picchiandolo pure per aver fatto resistenza. E quando il poveretto lo ha denunciato per il torto subito, come risultato dei suoi sforzi è stato duramente punito. SURREY
Ma se agli inglesi andasse il sangue alla testa anche una sola volta (e vedo che i loro cuori ne sono già pieni) temo proprio che prima che gli sbollisca il fegato, alcuni di questi insolenti stranieri la pagheranno cara per la loro arroganza, ovunque l’ira esploderà. Temo
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 3
This tide of rage that with the eddy strives, I fear me much, will drown too many lives. CHOLMLEY
Now afore God, your honours, pardon me. Men of your place and greatness are to blame — I tell ye true, my lords — in that his majesty Is not informèd of this base abuse, And daily wrongs are offered to his subjects; For if he were, I know his gracious wisdom Would soon redress it.
65
70
Enter a Messenger SHREWSBURY
Sirrah, what news? CHOLMLEY
None good, I fear.
MESSENGER
My lord, ill news; and worse, I fear, will follow If speedily it be not looked unto. The city is in an uproar, and the Mayor Is threatened if he come out of his house. A number, poor artificers 17 CHOLMLEY ’Twas to be feared what this would come unto. This follows on the Doctor’s publishing The bill of wrongs in public at the Spital.
75
80
SHREWSBURY
That Doctor Beal may chance beshrew himself For reading of the bill. PALMER
Let us go gather forces to the Mayor For quick suppressing this rebellious rout.
76. Shirley ipotizza come emendamento, …are out, / Inflamed to kill the hated aliens (“sono per strada, / Accesi di rabbia per uccidere gli odiati stranieri”). 2628
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 3
proprio che questa marea montante di furore, che si scontra con la corrente opposta37, sommergerà fin troppe vite. CHOLMLEY
Perdio, ora vi chiedo perdono, eccellenze. È vero, i responsabili del fatto che sua maestà non è informata delle ignobili soperchierie e dei torti quotidiani inflitti ai suoi sudditi sono uomini di rango e statura pari ai vostri, signori miei. Se ne fosse informato, io so che la saggezza di sua grazia vi porrebbe rimedio immediato. Entra un messo SHREWSBURY
Che novità, ragazzo? CHOLMLEY
Niente di buono, temo. MESSO
Cattive notizie, vostro onore, e ho paura che ne seguiranno di peggiori se non si provvede in fretta. La City è in rivolta e il sindaco è in pericolo se esce di casa38. Un buon numero, poveri artigiani CHOLMLEY La paura era proprio che si arrivasse a questo punto. È la conseguenza della lettura in pubblico dell’elenco delle lagnanze cittadine fatta dal dottore alla chiesa di Spital. SHREWSBURY
Il dottor Beal magari si pentirà di aver letto quell’elenco. PALMER
Andiamo a raccogliere forze per aiutare il sindaco a reprimere subito la canaglia in rivolta.
2629
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 4
SURREY
Now I bethink myself of Master More, One of the sheriffs, a wise and learnèd gentleman, And in especial favour with the people. He, backed with other grave and sober men, May by his gentle and persuasive speech Perhaps prevail more than we can with power.
85
90
SHREWSBURY
Believe me but your honour well advises. Let us make haste, or I do greatly fear Some to their graves this morning’s work will bear. Exeunt Sc. 4
Enter Lincoln, Betts, Williamson, Doll. Enter Lincoln, George Betts, Clown Betts, Williamson, Sherwin, and other, armed; Doll in a shirt of mail, a headpiece, sword and buckler; a crew attending [Original Text (Munday)] [Addition II (Heywood)]
CLOWN BETTS Come, come, we’ll tickle their turnips, we’ll18
butter their boxes! Shall strangers rule the roast? Yes, but we’ll baste the roast. Come, come, aflaunt, aflaunt! GEORGE BETTS
Brother, give place, and hear John Lincoln speak. CLOWN BETTS
Ay, Lincoln, my leader, And Doll, my true breeder, 19 With the rest of our crew Shall ran-tan-tarra-ran.
5
1. Heywood ha ricopiato il Testo Originale di questa Scena, aggiungendo il materiale relativo a Clown Betts. 6. my: nel MS scritto sopra his (cancellato). 2630
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 4
SURREY
Mi viene in mente adesso mastro Moro, uno degli sceriffi, gentiluomo saggio e dotto, molto ben visto dal popolo. Con il sostegno di altri seri e onorati cittadini, forse riuscirà a ottenere più lui con le sue parole miti e convincenti che noi con la forza. SHREWSBURY
Credetemi, questo è veramente un ottimo consiglio, vostro onore. Sbrighiamoci, altrimenti ho il terrore che gli eventi di stamattina porteranno più di uno alla tomba. Escono Sc. 4
Entrano Lincoln, Betts, Williamson, Doll. Entrano Lincoln, GeorgeBetts, Clown Betts, Williamson, Sherwin e altri armati, Doll con addosso una cotta di maglia, elmo, spada e scudo, seguita da una combriccola39 [Testo Originale (Munday)] [Aggiunta II (Heywood)]
CLOWN BETTS
Dài gente, spacchiamogli le chiappe40, imburriamogli la patata41. Gli stranieri vogliono fare i galli nel pollaio?42 E noi li passeremo allo spiedo43. Forza, andiamo, senza paura! GEORGE BETTS
Fratello, spostati e ascolta il discorso di John Lincoln. CLOWN BETTS
Sì, con Lincoln leader E Doll progenitrice44 E il resto della truppa Farem ran-tan-tarra-ran45.
2631
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 4
Do all they what they can, Shall we be bobbed, braved? — No! Shall we be held under? — No! We are free born And do take scorn To be used so.
10
DOLL
Peace there, I say! Hear Captain Lincoln speak. Keep silence till we know his mind at large. CLOWN BETTS to Lincoln Then largely deliver. Speak, bully, and he that presumes to interrupt thee in thy oration, this for him!
15
LINCOLN
Then gallant bloods, you whose free souls do scorn To bear the enforcèd wrongs of aliens, Add rage to resolution. Fire the houses Of these audacious strangers. This is St Martin’s, And yonder dwells Meautis, a wealthy Picardy,20 At the Green Gate; De Barde, Peter van Hollak, Adrian Martin,21 With many more outlandish fugitives.22 Shall these enjoy more privilege than we In our own country? Let’s then become their slaves. Since justice keeps not them in greater awe, We’ll be ourselves rough ministers at law.
20
25
30
CLOWN BETTS
Use no more swords, Nor no more words, But fire the houses, Brave Captain Courageous, Fire me their houses.
35
24-27. Il MS reca a fianco dei tre versi una croce di mano di Heywood per indicarne la cancellazione. Un’ulteriore croce appare sul Testo Originale. Questi segni, secondo Jowett, non si riferiscono a interventi censori ma servono solo a collegare la prima stesura con la revisione. 26. Peter … Martin: questi nomi non appaiono in Holinshed. 27. outlandish fugitives: anche “fuorilegge”. 2632
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 4
Facciano quello che gli pare, Ci lasceremo noi pestare, provocare? No! Ci lasceremo stritolare? No! Liberi siamo nati E sdegniamo perciò Di esser bistrattati. DOLL
State zitti, vi dico! Ascoltate il Comandante Lincoln. Silenzio, ascoltiamo bene tutto quello che ha in mente. CLOWN BETTS a Lincoln Allora tira fuori tutto, senza peli sulla lingua. Parla, compagno, e a chi cerca di interrompere il tuo discorso, tiè, questo è per lui!46 LINCOLN
Dunque, miei focosi temerari, voi, anime libere che sdegnate di sopportare le prepotenze dei forestieri, aggiungete furore alla vostra decisione e bruciate le case di questi stranieri senza vergogna. Questa è St Martin e al Green Gate là in fondo sta Meautis47, un ricco Piccardo, e de Barde, Peter van Hollak, Adrian Martin e tanti altri emigrati stranieri. È giusto che godano di maggiori privilegi di noi stessi nel nostro paese? Tanto vale che diventiamo loro schiavi. Visto che la giustizia non li tiene al loro posto, saremo noi stessi i rudi ministri48 della legge. CLOWN BETTS
Basta spadoni Basta paroloni Fuoco alle abitazioni, Ardito mio capitàno, Fuoco alle abitazioni!49
2633
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 4
DOLL Ay, for we may as well make bonfires on May Day as
at Midsummer. We’ll alter the day in the calendar, and set it down in flaming letters. SHERWIN
Stay, no, that would much endanger the whole city, Whereto I would not the least prejudice. DOLL No, nor I neither: so may mine own house be burned for company. I’ll tell ye what: we’ll drag the strangers into Moorfields, and there bumbaste them till they stink again. CLOWN BETTS And that’s soon done, for they smell for fear already.
40
46
GEORGE BETTS
Let some of us enter the strangers’ houses, And, if we find them there, then bring them forth. DOLL But if ye bring them forth ere ye find them, I’ll ne’er allow of that.
50
CLOWN BETTS
Now Mars for thy honour, Dutch or French, So it be a wench, I’ll upon her. 23
Exeunt Sherwin, Clown Betts, and others
LINCOLN WILLIAMSON
Now, lads, how shall we labour in our safety? I hear the Mayor hath gathered men in arms, And that Sheriff More an hour ago received Some of the Privy Council in at Ludgate. Force now must make our peace, or else we fall. ’Twill soon be known we are the principal. DOLL And what of that? If thou beest afraid, husband, go home again and hide thy head, for, by the Lord, I’ll have a little sport now we are at it.
55
60
54. Indicazione scenica: annotazione di Hand C, per collegare il testo di Heywood a quello Originale. 2634
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 4
DOLL
Sì, perché possiamo benissimo accendere i falò a Calendimaggio come al solstizio d’estate50. Cambieremo il giorno sul calendario stampandolo a lettere di fuoco51. SHERWIN
Fermi! Questo metterebbe in serio pericolo tutta la città, che a mio parere non deve subire nessun danno. DOLL
No, neanche per me, se poi bruciasse anche casa mia insieme alle altre. Sapete cosa vi dico? Trasciniamo gli stranieri fino ai Moorfields52 e lì gli gonfiamo il culo finché se la fanno addosso53. CLOWN BETTS
E si fa presto a farlo, visto che si stanno già cagando sotto per la paura. GEORGE BETTS
Alcuni di noi entrino nelle case degli stranieri, e se li troviamo siano tirati fuori. DOLL
Se però li tirate fuori prima di trovarli, non lo permetterò mai 54. CLOWN BETTS
Sull’onore di Marte, olandese o francese basta che sia donna io le salto addosso55. Escono Sherwin, Clown Betts e altri LINCOLN WILLIAMSON
Bene, ragazzi, come facciamo a fi nire il lavoro senza correre rischi? Ho sentito che il sindaco ha radunato degli uomini armati e che un’ora fa lo sceriffo Moro ha ricevuto a Ludgate alcuni del Consiglio della corona56. Ormai ci calmeremo solo con la forza, se no sarà la fi ne: si saprà subito che siamo noi i principali responsabili. DOLL
E allora? Se hai paura, marito, vattene a casa a nasconderti, perché io, per Dio, voglio spassarmela un po’, adesso che ci siamo.
2635
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 5
GEORGE BETTS
Let’s stand upon our swords, and if they come24 Receive them as they were our enemies.
65
Enter Sherwin, Clown Betts, and the rest CLOWN BETTS A purchase, a purchase! We have found, we
ha’ found — DOLL What? CLOWN BETTS Nothing. Not a French Fleming nor a
Fleming French to be found, but all fled, in plain English. LINCOLN to Sherwin
How now, have you found any? SHERWIN No, not one, they’re all fled. LINCOLN
Then fire the houses, that, the Mayor being busy About the quenching of them, we may scape. Burn down their kennels! Let us straight away, Lest this day prove to us an ill May Day.
72
Exeunt all but Clown CLOWN BETTS
Fire, fire! I’ll be the first. If hanging come, ’tis welcome; that’s the worst.
Exit
[Addition II (Heywood)] [Addition II (playhouse scribe)] Sc. 5
Enter at one door Sir Thomas More and Lord Mayor;25 at another door Sir John Munday, hurt
LORD MAYOR
What, Sir John Munday, are you hurt?
64. All’inizio Heywood aveva destinato la battuta a Lin[coln], poi attribuendola a George Betts per ricollegarsi al Testo Originale. Sc. 5. Secondo Melchiori (“Chronology”, 306) la revisione della Sc. 5 potrebbe essere opera di Chettle. I fatti descritti si svolsero nella Guildhall, ma il riferimento al ponte levatoio al v. 23 fa pensare piuttosto alla Torre di Londra. 2636
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 5
GEORGE BETTS
Armi alla mano e stiamo all’erta, se vengono trattiamoli da nemici. Entrano Sherwin, Clown Betts e gli altri CLOWN BETTS
Bottino, bottino, abbiamo trovato, abbiamo trovato… DOLL
Che cosa? CLOWN BETTS
Niente. Nemmeno un francese fiammingo o un fiammingo francese57 si trova, se la sono svignata tutti, per dirla in buon inglese. LINCOLN a Sherwin E allora, ne avete trovato qualcuno? SHERWIN
No, neanche uno, sono scappati tutti. LINCOLN
Allora incendiate le case, così mentre il sindaco è impegnato a spegnerle noi possiamo scappare. Bruciate le loro topaie58 e poi via di filato, che questo non diventi per noi un tristo Calendimaggio. Escono tutti tranne Clown CLOWN BETTS
Fuoco, fuoco! Sarò io il primo; e ben venga l’impiccagione se poi arriva. Peggio di quello non ci può capitare. Esce [Aggiunta II (Heywood)] [Aggiunta II (scrivano del teatro)] Sc. 5 Da una porta entrano sir Tommaso Moro e il sindaco, da un’altra sir John Munday ferito59 SINDACO
Che c’è, sir John Munday, vi siete fatto male?
2637
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19/10/2017 18:27:59
THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 5
SIR JOHN
A little knock, my lord. There was even now A sort of prentices playing at cudgels. I did command them to their masters’ houses, But one of them, backed by the other crew, Wounded me in the forehead with his cudgel; And now, I fear me, they are gone to join With Lincoln, Sherwin, and their dangerous train.
5
MORE
The captains of this insurrection Have ta’en themselves to arms, and came but now To both the Counters, where they have released Sundry indebted prisoners, and from thence I hear that they are gone into St Martin’s, Where they intend to offer violence To the amazèd Lombards. Therefore, my lord, If we expect the safety of the city, ’Tis time that force or parley do encounter With these displeasèd men.
10
15
Enter a Messenger LORD MAYOR
How now, what news?
MESSENGER
My lord, the rebels have broke open Newgate,26 From whence they have delivered many prisoners, Both felons and notorious murderers That desperately cleave to their lawless train.
20
LORD MAYOR
Up with the drawbridge! Gather some forces To Cornhill and Cheapside. And, gentlemen, If diligence be used on every side, A quiet ebb will follow this rough tide.
25
Enter Shrewsbury, Surrey, Palmer; Cholmley27
19. broke: nel MS broaken (secondo Greg la cancellazione della n è incerta). 26. Nota di scena. Il nome di Cholmley è separato dagli altri con un punto. Come personaggio non svolge alcun ruolo nella versione riveduta delle 2638
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 5
SIR JOHN
Solo una piccola botta, mio signore. Poco fa c’era un gruppo di apprendisti che si affrontavano a randellate. Io gli ho ordinato di tornare a casa dai loro padroni, ma uno di loro, spalleggiato dal resto della masnada, mi ha ferito in fronte con il randello, e adesso ho paura che siano andati a unirsi a Lincoln, Sherwin e i loro pericolosi seguaci. MORO
I capi di questa insurrezione hanno imbracciato le armi e poco fa sono arrivati a tutte e due le prigioni dei Counters60, dove hanno liberato parecchi detenuti per debiti, e da lì ho sentito che sono andati a St Martin, dove minacciano di usare violenza ai lombardi terrorizzati. Perciò, vostro onore, se vogliamo che la City non subisca danni, è ora di andare incontro con la forza o con la trattativa a questi uomini arrabbiati. Entra un messo SINDACO
Allora, notizie? MESSO
Mio signore, i rivoltosi hanno aperto con la forza Newgate, da dove hanno fatto uscire molti detenuti61, delinquenti comuni e noti assassini, che sconsideratamente si stanno unendo a quel branco di criminali. SINDACO
Tirate su il ponte levatoio! Concentrate le forze a Cornhill62 e Cheapside! Signori, se dappertutto si agirà con diligenza, a questa burrascosa marea seguirà un pacifico riflusso. Entrano Shrewsbury, Surrey, Palmer; Cholmley
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 5
SHREWSBURY
Lord Mayor, his majesty, receiving notice Of this most dangerous insurrection, Hath sent my lord of Surrey and myself, Sir Thomas Palmer, and our followers To add unto your forces our best means For pacifying of this mutiny. In God’s name, then, set on with happy speed. The King laments if one true subject bleed.
30
SURREY
I hear they mean to fire the Lombards’ houses. O power, what art thou in a madman’s eyes! Thou mak’st the plodding idiot bloody-wise.
35
MORE
My lords, I doubt not but we shall appease With a calm breath this flux of discontent. PALMER
To call them to a parley questionless May fall out good. ’Tis well said, Master More.
40
MORE
Let’s to these simple men, for many sweat Under this act that knows not the law’s debt Which hangs upon their lives. For silly men28 Plod on they know not how; like a fool’s pen That, ending, shows not any sentence writ Linked but to common reason or slightest wit. These follow for no harm, but yet incur Self penalty with those that raised this stir. I’ God’s name on, to calm our private foes With breath of gravity, not dangerous blows.
45
50 Exeunt
scene 5 e 6. Forse è stato citato a questo punto perché storicamente fu Lieutenant della Torre. 44-47. Questa cancellazione sembra motivata solo dal desiderio di eliminare una digressione metaforica. 2640
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 5
SHREWSBURY
Signor sindaco, sua maestà, ricevuta notizia di questa pericolosissima insurrezione, ha inviato lord Surrey, me, sir Thomas Palmer, e il nostro seguito, a sedare questa rivolta, aggiungendo alle vostre forze le nostre migliori risorse. Perciò, in nome di Dio, procediamo con adeguata rapidità. Il Re si rincresce se viene versato il sangue anche di uno solo dei suoi fedeli sudditi. SURREY
Ho sentito che vogliono dare fuoco alle case dei lombardi: oh forza bruta, che cosa sei tu negli occhi dei pazzi! Tu rendi esperti negli affari di sangue i mentecatti totali. MORO
Signori, sono certo che con parole pacate ammansiremo questo fiume di rabbia. PALMER
Senza dubbio, potrebbe dare buoni risultati invitarli a una trattativa. Dite bene, mastro Moro. MORO
Andiamo da questi sempliciotti, perché molti scalmanati in questa faccenda non conoscono il debito che hanno contratto con la legge sospesa sopra le loro teste; poiché gli stupidi arrancano senza sapere come, simili alla penna di un fesso che, finito di scrivere, non mostra una sola frase connessa al buon senso o a un briciolo di intelligenza. Così costoro si aggregano senza intenzioni malevole, e tuttavia subiscono la stessa punizione di chi ha provocato la rivolta. In nome di Dio, plachiamo i nostri nemici domestici con parole sagge, non con pericolose percosse. Escono
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 6
Sc. 6 29 Enter Lincoln, Doll, Clown Betts, George Betts, Williamson, Sherwin, others: Citizens, armed [Addition II (playhouse scribe)] [Addition II (Shakespeare)] LINCOLN Peace, hear me! He that will not see a red herring
at a Harry groat, butter at eleven pence a pound, meal at nine shillings a bushel, and beef at four nobles a stone, list to me. OTHER GEORGE BETTS It will come to that pass if strangers be30 suffered. Mark him. LINCOLN Our country is a great eating country; argo they eat more in our country than they do in their own. OTHER CLOWN BETTS By a halfpenny loaf a day, troy weight. LINCOLN They bring in strange roots, which is merely to the undoing of poor prentices. For what’s a sorry parsnip to a good heart? OTHER WILLIAMSON Trash, trash. They breed sore eyes, and ’tis enough to infect the city with the palsy. LINCOLN Nay, it has infected it with the palsy, for these bastards of dung — as you know, they grow in dung — have infected us, and it is our infection will make the city shake. Which partly comes through the eating of parsnips. OTHER CLOWN BETTS True, and pumpkins together.
6
12
20
Enter a Sergeant-at-arms
Sc. 6. Ambientata a St. Martin’s, è la scena scritta da Hand D, identificata con quella di Shakespeare fino al v. 165, seguito da versi di Munday. La scena sostituisce un passo di una o più pagine soppresse per intervento del censore. Nella scena convergono due gruppi di rivoltosi, quelli guidati da Lincoln e gli apprendisti. 5, 9, 13, 20. I nomi dei personaggi sono stati inseriti da Hand C, perché Shakespeare aveva scritto genericamente other e simili. 2642
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 6
Sc. 6
Entrano Lincoln, Doll, Clown Betts, George Betts, Williamson, Sherwin e altri: Cittadini, armati63 [Aggiunta II (scrivano del teatro)] [Aggiunta II (Shakespeare)]
LINCOLN
Silenzio, ascoltatemi! Chi non vuol vedere un’aringa affumicata a quattro centesimi64, il burro a undici centesimi alla libbra, la farina a nove scellini allo staio65 e il manzo a quattro nobili66 per sei chili, mi ascolti67. UN ALTRO GEORGE BETTS
Arriveremo a tanto se continuiamo a tollerare gli stranieri. Dategli retta. LINCOLN
Per il cibo il nostro è un grande paese; argo68, questi mangiano più da noi che in patria. UN ALTRO CLOWN BETTS
Almeno una pagnotta da mezzo centesimo al giorno, pesata alla francese69. LINCOLN
Loro importano qui verdure straniere giusto per rovinare i poveri apprendisti: cos’è mai una misera pastinaca rispetto al nostro buon cuore? UN ALTRO WILLIAMSON
Schifezze, schifezze! Infiammano gli occhi, e questo basta per impestare la città con un’ondata di paralisi cerebrale70. LINCOLN
Con quella l’hanno già impestata: queste bastarde piante del letame (lo sapete, no? che crescono nel letame) ci hanno impestato, e la nostra infezione farà tremare tutta la città, cosa che in parte succede a mangiar pastinache. UN ALTRO CLOWN BETTS
È vero, e anche le zucche. Entra una guardia del corpo del re
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 6
SERGEANT
What say ye to the mercy of the King? Do you refuse it? LINCOLN You would have us upon th’ hip, would you? No, marry, do we not. We accept of the King’s mercy, but we will show no mercy upon the strangers. SERGEANT You are the simplest things that ever stood31 In such a question. LINCOLN How say you now, prentices? Prentices ‘simple’?32 Down with him! ALL CITIZENS Prentices simple? Prentices simple?
25
30
Enter the Lord Mayor, Surrey, Shrewsbury, More, Palmer SHREWSBURY MAYOR33
Hold, in the King’s name, hold! SURREY Friends, masters, countrymen — LORD MAYOR
Peace ho, peace! I charge you keep the peace. SHREWSBURY My masters, countrymen — SHERWIN WILLIAMSON The noble Earl of Shrewsbury! Let’s34
hear him.
35
GEORGE BETTS We’ll hear the Earl of Surrey.35 LINCOLN The Earl of Shrewsbury! GEORGE BETTS We’ll hear both.
26-27. Come in altri casi, nel MS di Shakespeare sono scritti su un’unica riga. 28. Nel MS Shakespeare ha scritto prima prentisses simple, poi ha aggiunto how say you inserendo nell’interlinea fra i due now prenty. La presente edizione considera il secondo prenty come un’abbreviazione. 31. Shakespeare ha scritto Sher, modificato da Hand C in maior. La stessa abbreviazione è usata da Shakespeare al v. 34, dove chiaramente indica Sherwin. Al v. 31 Sher potrebbe stare per Sheriff, ma in questo caso la battuta sarebbe di Moro, il che è improbabile. La battuta viene quindi qui originariamente attribuita a Shrewsbury, con l’alterazione successiva di Hand C. 34. Shakespeare attribuisce la battuta a Sher, il che non può essere, perché essa deve chiaramente uscire dalla bocca di uno dei rivoltosi. Hand C ha corretto l’errore. 36. Shakespeare ha scritto solo bettes, che potrebbe anche indicare Clown Betts. 2644
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 6
GUARDIA
Che cosa rispondete alla clemenza del re? La rifiutate? LINCOLN
Vorreste prenderci in contropiede, non è vero? Niente affatto, non la rifiutiamo. Accettiamo la clemenza del re, ma non avremo compassione degli stranieri. GUARDIA
Siete gli esseri più ingenui che si siano mai infilati in un pasticcio del genere. LINCOLN
Che ne dite adesso, apprendisti? Apprendisti ingenui? Diamogli una lezione. TUTTI
Apprendisti ingenui? Ingenui noi? Entrano il sindaco, Surrey, Shrewsbury, Moro, Palmer SHREWSBURY SINDACO
Fermi, in nome del re, fermi! SURREY
Amici, maestri, compatrioti… SINDACO
Silenzio, oh, silenzio! Vi ordino di stare calmi! SHREWSBURY
Maestri miei, compatrioti… SHERWIN WILLIAMSON
Il nobile conte di Shrewsbury! Ascoltiamolo! GEORGE BETTS
Vogliamo sentire il conte di Surrey! LINCOLN
Il conte di Shrewsbury! GEORGE BETTS
Vogliamo sentirli tutti e due!
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 6
ALL CITIZENS Both, both, both, both! LINCOLN Peace, I say, peace! Are you men of wisdom, or
what are you?
41
SURREY
What you will have them, but not men of wisdom. SOME CITIZENS We’ll not hear my lord of Surrey.36 OTHER CITIZENS No,
no,
no,
no,
no!
Shrewsbury,
Shrewsbury!
45
MORE
Whiles they are o’er the bank of their obedience Thus will they bear down all things. LINCOLN Sheriff More speaks. Shall we hear Sheriff More speak? DOLL Let’s hear him. A keeps a plentiful shrievaltry, and a made my brother, Arthur Watchins, Sergeant Safe’s yeoman. Let’s hear Sheriff More! ALL CITIZENS Sheriff More, More, More, Sheriff More!37
52
MORE
Even by the rule you have among yourselves, Command still audience. SOME CITIZENS Surrey, Surrey! OTHER CITIZENS More, More! LINCOLN and GEORGE BETTS Peace, peace, silence, peace!
55
MORE
You that have voice and credit with the number, Command them to a stillness. LINCOLN A plague on them, they will not hold their peace.38 The devil cannot rule them.39
60
43-44. Shakespeare ha scritto weele not hear my L of Surrey, all no no no no no Shrewsbury shr, con le ultime due parole piegate in basso, come un’aggiunta. All indica probabilmente che quelle parole sono pronunciate da vari membri della folla simultaneamente. Hand C ha cancellato questa indicazione, forse non capendone il senso. 53. Scritto a piè di pagina e probabilmente aggiunto in un secondo momento. 61-62. Non è chiaro se siano versi o prosa. Ciò che appare sul MS permette entrambe le soluzioni. 62, 64. Nel MS deule, ma il v. 65 richiede un bisillabo. 2646
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 6
TUTTI I CITTADINI
Tutti e due, tutti e due, tutti e due, tutti e due! LINCOLN
Silenzio, vi dico, silenzio! Siete persone assennate o che cosa? SURREY
Tutto quel che volete, tranne che persone di buon senso. ALCUNI CITTADINI
Non vogliamo sentire lord Surrey! ALTRI CITTADINI
No, no, no, no, no! Shrewsbury, Shrewsbury! MORO
Hanno oltrepassato l’argine dell’obbedienza, e così travolgeranno ogni cosa. LINCOLN
Parla lo sceriffo71 Moro! Vogliamo sentirlo, lo sceriffo Moro? DOLL
Sentiamolo! Il suo è uno sceriffato72 generoso, e ha fatto diventare mio fratello, Arthur Watchins, attendente del sergente Safe. Sentiamo lo sceriffo Moro! TUTTI I CITTADINI
Sceriffo Moro, Moro, Moro, sceriffo Moro! MORO
Secondo l’autorità in vigore fra di voi, ordinategli di ascoltare in silenzio. ALCUNI CITTADINI
Surrey, Surrey! ALTRI CITTADINI
Moro, Moro! LINCOLN e GEORGE BETTS
Zitti, zitti, silenzio, zitti! MORO
Voi che avete autorità e credito presso la folla, ordinategli di fare silenzio. LINCOLN
Gli venga un accidente, non vogliono star zitti. Neanche il diavolo può governarli.
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 6
MORE
Then what a rough and riotous charge have you To lead those that the devil cannot rule. — Good masters, hear me speak. DOLL Ay, by th’ mass will we, More. Thou’rt a good housekeeper, and I thank thy good worship for my brother Arthur Watchins. ALL THE OTHER CITIZENS Peace, peace!
65
MORE
Look what you do offend you cry upon; That is, the peace. Not one of you here present,40 Had there such fellows lived when you were babes That could have topped the peace as now you would, The peace wherein you have till now grown up Had been ta’en from you, and the bloody times Could not have brought you to the state of men. Alas, poor things! What is it you have got Although we grant you get the thing you seek? GEORGE BETTS Marry, the removing of the strangers, which41 cannot choose but much advantage the poor handicrafts of the city.
70
75
81
MORE
Grant them removed, and grant that this your noise Hath chid down all the majesty of England. Imagine that you see the wretched strangers, Their babies at their backs, with their poor luggage, Plodding to th’ ports and coasts for transportation, And that you sit as kings in your desires, Authority quite silenced by your brawl, And you in ruff of your opinions clothed: What had you got? I’ll tell you: you had taught How insolence and strong hand should prevail,
85
90
71. Not one of you here present: anacoluto, non è chiaro se intenzionale o meno. La parola one è ricostruita, perché il MS è danneggiato. 79. Shakespeare ha scritto una “D” all’inizio della battuta, attribuendola a Doll. 2648
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 6
MORO
Che incarico spinoso e difficile avete, guidare gente che neanche il diavolo è in grado di governare. Cari maestri, ascoltate le mie parole. DOLL
Sì, corpo di Cristo, vi ascolteremo, Moro. Siete un buon padrone di casa, e ringrazio vostra altezza per mio fratello Arthur Watchins. TUTTI GLI ALTRI CITTADINI
Zitti, pace! MORO
Attenti, voi offendete proprio quello che invocate, cioè la pace. Nessuno di voi sarebbe qui presente, se quando eravate bambini fossero vissuti dei vostri simili che avessero travolto73 la pace come voi volete fare adesso; quella pace in cui finora siete cresciuti vi sarebbe stata tolta, e i tempi sanguinari non vi avrebbero permesso di diventare adulti. Poveri voi! Che cosa otterrete se anche vi concediamo quello che cercate? GEORGE BETTS
Per la Madonna, mandar via gli stranieri, cosa che senz’altro porterà grandissimo vantaggio ai poveri artigiani della città. MORO
Mettiamo che vengano allontanati, e mettiamo che la vostra baraonda abbia soffocato74 tutta l’autorità reale dell’Inghilterra. Immaginate di vedere i disgraziati stranieri trascinarsi verso la costa e i porti per imbarcarsi, con i loro miseri bagagli e i bambini dietro75, mentre voi ve ne state a soddisfare i vostri desideri come sovrani, con le autorità ammutolite dal vostro berciare e voi tronfi nella gorgiera della vostra arroganza: che cosa avrete ottenuto? Ve lo dico io: avrete mostrato come la superbia e la forza possono prevalere
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 6
How order should be quelled. And by this pattern Not one of you should live an agèd man; For other ruffians, as their fancies wrought, With selfsame hand, self reasons, and self right, Would shark on you, and men, like ravenous fishes, Would feed on one another. DOLL Before God, that’s as true as the gospel. GEORGE BETTS LINCOLN Nay, this’ a sound fellow, I tell you.42 Let’s mark him.
95
100
MORE
Let me set up before your thoughts, good friends, One supposition, which if you will mark43 You shall perceive how horrible a shape Your innovation bears. First, ’tis a sin Which oft th’apostle did forewarn us of, Urging obedience to authority; And ’twere no error if I told you all You were in arms ’gainst God.44 ALL CITIZENS Marry, God forbid that! MORE Nay, certainly you are. For to the king God hath His office lent Of dread, of justice, power, and command; Hath bid him rule, and willed you to obey. And, to add ampler majesty to this, He hath not only lent the king His figure, His throne and sword, but given him His own name: Calls him a god on earth. What do you, then, Rising ’gainst him that God Himself installs, But rise ’gainst God? What do you to your souls
105
110
115
99. L’indicazione originale di Shakespeare era Bettes, alterata in lincoln da Hand C. La modifica è ragionevole perché Lincoln sembra subito persuaso dalle argomentazioni di Moro, mentre George Betts ascolta anche Surrey e Shrewsbury prima di esprimere il suo parere. 102. One: Shakespeare ha scritto on, che valeva sia per on che per one. Con on mancherebbe il soggetto che regge la subordinata successiva. 108. God: nel MS, danneggiato, appare solo g; la ricostruzione sulla base del contesto appare sicura. 2650
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 6
e come l’ordine può essere distrutto. Ma in questo schema di cose non uno di voi giungerebbe alla vecchiaia, poiché altri furfanti, seguendo le loro ubbie, con identiche mani, identiche ragioni e identico diritto, vi spolperebbero, e gli uomini si divorerebbero fra loro come pesci voraci. DOLL
Dio mi sia testimone, questo è vero come il vangelo. GEORGE BETTS LINCOLN
Sì, questo è uno pieno di buon senso, parola mia. Stiamo attenti a quello che dice. MORO
Miei cari amici, lasciate che sottoponga un’ipotesi alla vostra riflessione. Se ci pensate bene, vi accorgerete quale forma orribile hanno in sé le vostre novità rivoluzionarie. Anzitutto, è un peccato verso il quale l’Apostolo ci ha ammonito spesso di stare in guardia, raccomandandoci di obbedire alle autorità76; e non sbaglierei se vi dicessi che voi siete insorti contro Dio. TUTTI I CITTADINI
Santa Vergine, che Dio non voglia! MORO
Eppure è così, perché al re Dio prestò il proprio ufficio di terrore, giustizia, potere e comando. A lui ingiunse di governare e volle che voi obbediste. E per aggiungere a questo una più ampia maestà, prestò al re non soltanto la sua figura, il trono e la spada, ma gli diede il suo stesso nome, chiamandolo dio in terra. Che cosa fate dunque voi, ribellandovi contro un uomo insediato da Dio in persona, se non ribellarvi contro Dio? Facendo così, che cosa fate alle vostre
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 6
In doing this? O, desperate as you are, 45 Wash your foul minds with tears, and those same hands That you, like rebels, lift against the peace, Lift up for peace; and your unreverent knees,46 Make them your feet. To kneel to be forgiven Is safer wars than ever you can make 47 Whose discipline is riot. In, in, to your obedience! Why, even your hurly48 Cannot proceed but by obedience. Tell me but this: What rebel captain, As mutinies are incident, by his name Can still the rout? Who will obey a traitor? Or how can well that proclamation sound When there is no addition but ‘a rebel’ To qualify a rebel? You’ll put down strangers, Kill them, cut their throats, possess their houses, And lead the majesty of law in lyam To slip him like a hound. Alas, alas! Say now the King,49
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130
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120. desperate as you are: alcune edizioni inseriscono un punto fermo dopo are, ma nel MS appare solo un ispessimento dell’inchiostro alla fine della parola. Un esempio fra i molti della trascuratezza della punteggiatura, soprattutto all’interno di riga. 123. and: Shakespeare ha avuto due ripensamenti in questo punto, cancellando e inserendo sopra and una parola, probabilmente ffiye (Jowett), cioè fie (“maledizione, accidenti a”), oppure bend (Thompson), hye (Greg), those (Blayney). La parola potrebbe anche essere un’aggiunta a and invece che una sostituzione. 125-130. Hand C ha cancellato i versi sottolineati, aggiungendo come frase connettiva Tell me but this. Jowett ha mantenuto i versi di Shakespeare, includendo però le correzioni apportate da Shakespeare medesimo (hurly al posto di warrs). 127. Why: il verso originale (Whose…hurly) è stato cassato con una riga sopra whose discipline is ryot, Why e euen yor warrs hurly. La prima e l’ultima delle cancellature sono di Hand C, mentre, come sostiene Greg, la cancellatura di Why sembra di mano di Shakespeare. Shakespeare ha forse corretto warrs per influsso di Holinshed, che parla di The heat of the hurlie burlie. 137. Alas, alas!: Shakespeare scrisse sayeng, cancellandolo e sostituendolo subito con say nowe, e in seguito aggiungendo sopra alas, alas, cancellato poi da Hand C, perché produce un verso ipermetro. Un’aggiunta con gli stessi effetti metrici si trova però anche in Measure for Measure, 3.1.131-2, e non sembra quindi una svista. 2652
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 6
anime? Oh sconsiderati, lavate di lacrime le vostre menti corrotte; e le stesse mani che da ribelli levate contro la pace, a favore della pace alzatele, e le vostre ginocchia sacrileghe trasformatele in piedi. Inginocchiarsi per il perdono è la guerra77 più sicura che potete fare voi, la cui tattica78 è la ribellione. Su, su, tornate a obbedire! Perfino questa sommossa può proseguire solo con l’obbedienza. Ditemi soltanto: quando una rivolta sta per scoppiare, quale capopopolo è in grado di sedare la turba nel proprio nome? Chi vuole obbedire a un traditore? O quanto bene suonerà l’elezione di qualcuno che come titolo abbia solo quello di ‘ribelle’ per definire un ribelle? Voi volete schiacciare gli stranieri, ucciderli, tagliargli la gola, impadronirvi delle loro case e condurre al guinzaglio79 la maestà della legge, per aizzarla come un segugio. Ahimè, ahimè!
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 6
As he is clement if th’offender mourn, Should so much come too short of your great trespass As but to banish you: whither would you go? What country, by the nature of your error, Should give you harbour? Go you to France or Flanders, To any German province, Spain or Portugal, Nay, anywhere that not adheres to England: Why, you must needs be strangers. Would you be pleased To find a nation of such barbarous temper That, breaking out in hideous violence, Would not afford you an abode on earth, Whet their detested knives against your throats, Spurn you like dogs, and like as if that God Owed not nor made not you, nor that the elements Were not all appropriate to your comforts, But chartered unto them? What would you think To be thus used? This is the strangers’ case, And this your mountainish inhumanity. 50 ALL CITIZENS Faith, a says true. Let us do as we may be done by. ALL CITIZENS LINCOLN We’ll be ruled by you, Master More,51 if you’ll stand our friend to procure our pardon.
140
145
150
155
MORE
Submit you to these noble gentlemen, 52 Entreat their mediation to the King,
160
155. mountainish: nel MS appare come momtanish o moritanish, che alcuni curatori hanno interpretato come Mohametanish (Wentersdorf) o Mauritanish, due parole di cui non c’è però altra attestazione all’epoca. La prima attestazione successiva di mountainish è del 1626, ma in ogni caso i montanari erano considerati allora dei selvaggi. Il verso contiene anche l’unica attestazione del termine inhumanity in Shakespeare. 158. Hand C ha corretto l’indicazione di Shakespeare, che aveva assegnato la battuta ai Cittadini. 160-164. I versi conclusivi sono la parafrasi, del senso più che delle parole esatte, fatta da Shakespeare del Testo Originale in prosa. Il conclusivo it è poco chiaro nel MS, danneggiato all’angolo del foglio. 2654
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 6
Supponiamo adesso che il re, nella sua clemenza verso i trasgressori pentiti, giudicasse il vostro grave reato limitandosi a punirvi con l’esilio: dove andreste, allora? Quale paese vi accoglierebbe vedendo la natura del vostro errore? Che andiate in Francia o nelle Fiandre, in qualsiasi provincia della Germania, in Spagna o in Portogallo, anzi no, un luogo qualunque diverso dall’Inghilterra, vi ritroverete inevitabilmente stranieri. Vi farebbe piacere trovare una nazione dal carattere così barbaro che, in un’esplosione di odiosa violenza, non vi offrisse dimora sulla terra, affi lasse i suoi detestabili coltelli sulle vostre gole, vi cacciasse via come cani, quasi che Dio non vi avesse creati né vi riconoscesse come suoi figli, o che gli elementi naturali non fossero stati fatti per il vostro benessere ma riservati per legge esclusivamente a loro? Che cosa pensereste se vi trattassero così? Questa è la condizione degli stranieri, e questa la vostra barbara disumanità. TUTTI I CITTADINI
In fede, dice la verità. Facciamo agli altri ciò che vorremmo fosse fatto a noi stessi. TUTTI I CITTADINI LINCOLN
Ci faremo governare da voi, mastro Moro, se ci sarete amico e ci procurerete il perdono. MORO
Sottomettetevi a questi nobili signori80, implorate la loro mediazione presso il Re, assumete un comportamento ortodosso, obbedite
2655
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 6
Give up yourself to form, obey the magistrate, And there’s no doubt but mercy may be found If you so seek it. [Addition II (Shakespeare)] [Original Text (Munday)] ALL CITIZENS We yield, and desire his highness’ mercy.53
They lay by their weapons MORE
No doubt his majesty will grant it you. But you must yield to go to several prisons Till that his highness’ will be further known. ALL CITIZENS Most willingly, whither you will have us.
166
SHREWSBURY
Lord Mayor, let them be sent to several prisons, And there, in any case, be well entreated. My lord of Surrey, please you to take horse And ride to Cheapside, where the aldermen Are with their several companies in arms. Will them to go unto their several wards, Both for the stay of further mutiny And for the apprehending of such persons As shall contend. SURREY I go, my noble lord.
170
175
Exit
SHREWSBURY
We’ll straight go tell his highness these good news. Withal, Sheriff More, I’ll tell him how your breath 54 Hath ransomed many a subject from sad death. Exit
180
165. Presente anche nella parte scritta da Shakespeare e preceduto da alcuni versi indicati da sopprimere (vedi App. A2). Indicazioni di all sono scritte, pur sbiadite, sulla parte alta del retro del fol. 9, che non reca altro testo. Forse Shakespeare voleva continuare la revisione della scena, che anche nel Testo Originale è attribuita a all. Secondo altri interpreti, Shakespeare ha scritto questa indicazione scenica prima di comporre i vv. 110-165. 181. Il MS indica l’uscita di Shrewsbury e Cholmley, che non ha battute in questa scena. 2656
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 6
al magistrato, e senza dubbio troverete misericordia, se la cercate in questo modo. [Aggiunta II (Shakespeare)] [Testo originale (Munday)] TUTTI I CITTADINI
Ci arrendiamo e invochiamo la misericordia di sua maestà. Depongono le armi MORO
Sua maestà ve la concederà di sicuro, ma prima dovrete andare in prigioni separate, fino a quando non sarà resa nota la volontà di sua altezza. TUTTI I CITTADINI
Ben volentieri, ovunque deciderete di mandarci. SHREWSBURY
Signor sindaco, siano mandati in prigioni diverse e, in ogni caso, vengano trattati bene. Lord Surrey, vogliate per favore montare a cavallo e andare a Cheapside, dove si trovano gli assessori81 con le loro corporazioni82 in armi. Ordinate a ognuno di recarsi nel suo distretto, sia per prevenire ulteriori sommosse, sia per arrestare quelli che protestano. SURREY
Vado, mio nobile signore. Esce SHREWSBURY
Noi andremo direttamente da sua altezza a portargli queste buone notizie. Sceriffo Moro, gli riferirò anche come le vostre parole abbiano evitato una triste morte a più di un suddito. Esce
2657
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 6
LORD MAYOR
Lincoln and Sherwin, you shall both to Newgate, The rest unto the Counters. PALMER
Go, guard them hence. A little breath well spent Cheats expectation in his fair’st event. DOLL Well, Sheriff More, thou hast done more with thy good words than all they could with their weapons. Give me thy hand. Keep thy promise now for the King’s pardon, or, by the Lord, I’ll call thee a plain conycatcher.
185
190
LINCOLN
Farewell, Sheriff More. And as we yield by thee So make our peace; then thou deal’st honestly. CLOWN BETTS Ay, and save us from the gallows, else a deals55 double honestly. The Citizens are led away LORD MAYOR
Master Sheriff More, you have preserved the city From a most dangerous fierce commotion. For if this limb of riot here in St Martin’s Had joined with other branches of the city That did begin to kindle, ’twould have bred Great rage. That rage much murder would have fed.
195
PALMER
Not steel but eloquence hath wrought this good. 56 You have redeemed us from much threatened blood.
201
193-194. Aggiunta scritta due volte, la prima, meno chiara, è stata cancellata e rimpiazzata dalla seconda. MS ’a deals double è stato letto come a deales double (Jenkins), a deules debble (Dyce), a devil’s dibble (Hopkinson), a deales debble (Greg), ’a deales debble (Shirley). 201-202. Nella prima stesura Munday attribuì il v. 202 a Palmer e il 203 a Shrewsbury, che però è uscito di scena al v. 182 e rientra al v. 215. Il revisore ha perciò cassato la battuta, che in questa edizione è stata reintegrata nella forma della prima stesura. 2658
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 6
SINDACO
Lincoln e Sherwin, voi due andate a Newgate, gli altri ai Counters. PALMER
Andate, scortateli via di qui. Un po’ di fiato ben speso ha ribaltato le aspettative ottenendo questo felicissimo esito. DOLL
Bene, sceriffo Moro, avete ottenuto più voi con le buone parole che loro con le armi. Datemi la mano: adesso mantenete la promessa del perdono del Re o, per nostro Signore, vi chiamerò volgare truffatore. LINCOLN
Addio, sceriffo Moro, e come noi ci arrendiamo a voi, così voi procurateci il perdono: allora avrete operato onestamente. CLOWN BETTS
Sì, e salvateci dalla forca, se no di onesto avrete fatto solo il doppio gioco. I cittadini vengono portati via SINDACO
Mastro sceriffo Moro, avete salvato la città da una sommossa efferata e pericolosissima: se questo ramo della rivolta qui a St Martin si fosse unito ad altri tronconi che stavano accendendosi in città, avrebbe prodotto una furia tale da alimentare massacri spaventosi. PALMER
Non l’acciaio ma l’eloquenza ha prodotto questo buon esito. Ci avete salvato dalla minaccia di un grave spargimento di sangue.
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 6
MORE
My lord, and brethren, what I here have spoke My country’s love and, next, the city’s care Enjoined me to; which since it thus prevails, Think God hath made weak More His instrument To thwart sedition’s violent intent. I think ’twere best, my lord, some two hours hence We meet at the Guildhall, and there determine That thorough every ward the watch be clad 57 In armour. But especially provide That at the city gates selected men, Substantial citizens, do ward tonight, For fear of further mischief. LORD MAYOR It shall be so.
205
210
Enter Shrewsbury But yon, methinks, my lord of Shrewsbury.
215
SHREWSBURY
My lord, his majesty sends loving thanks To you, your brethren, and his faithful subjects Your careful citizens. But Master More, to you A rougher yet as kind a salutation. Your name is yet too short. Nay, you must kneel. A knight’s creation is this knightly steel.
220
More kneels Rise up Sir Thomas More. He knights More MORE rising
I thank his highness for thus honouring me. SHREWSBURY
This is but first taste of his princely favour, For it hath pleasèd his high majesty, Noting your wisdom and deserving merit,
225
210. thorough: forma bisillabica di through. 2660
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 6
MORO
Mio signore, miei confratelli, quello che ho appena detto mi è stato suggerito dall’amor patrio e, dopo di quello, dall’amore per la città. Dal momento che ha avuto la meglio, pensate che Dio ha fatto del debole Moro il suo strumento per sventare gli scopi violenti della sedizione. La cosa migliore sarebbe, mio signore, che ci incontrassimo fra un paio d’ore alla Guildhall, per disporre che in tutti i quartieri le guardie si mettano l’armatura, ma soprattutto che uomini scelti fra i cittadini benestanti83 montino di guardia stanotte alle porte della città per evitare altri guai. SINDACO
Sarà fatto. Entra Shrewsbury Guardate là, mi sembra che stia arrivando il signore di Shrewsbury. SHREWSBURY
Mio signore, sua Maestà manda i suoi affettuosi ringraziamenti a voi, ai vostri confratelli e ai vostri attenti cittadini, suoi fedeli sudditi. E a voi, mastro Moro, un saluto meno formale ma altrettanto cortese. Il vostro nome è ancora troppo breve, e quindi dovete inginocchiarvi: questo acciaio cavalleresco segna la creazione di un cavaliere. Moro si inginocchia Alzatevi, sir Tommaso Moro. Moro viene fatto cavaliere MORO alzandosi
Ringrazio sua altezza per l’onore conferitomi. SHREWSBURY
Questo è solo il primo assaggio del suo favore regale, perché sua maestà, preso atto della vostra saggezza e dei vostri meriti parti-
2661
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 6
To put this staff of honour in your hand, For he hath chose you of his Privy Council. He gives More a staff of office MORE
My lord, for to deny my sovereign’s bounty Were to drop precious stones into the heaps Whence first they came.58 To urge my imperfections in excuse Were all as stale as custom. No, my lord, My service is my king’s. Good reason why, Since life or death hangs on our sovereign’s eye.
230
235
LORD MAYOR
His majesty hath honoured much the city In this his princely choice. MORE My lord and brethren, Though I depart for court, my love shall rest 59 I now must sleep in court, sound sleeps forbear. The chamberlain to state is public care. Yet in this rising of my private blood My studious thoughts shall tend the city’s good.
240
Enter Crofts60 Enter Crofts SHREWSBURY
How now, Crofts? What news?
231. Originariamente Munday aggiunse from whence they’d nere returne, ma poi cancellò la frase perché anticipa troppo lo svolgimento della vicenda, indicando già qui la caduta in disgrazia di Moro. 239. Il danneggiamento della parte inferiore della pagina ha causato la perdita di un verso. Le ricostruzioni congetturali sono With you, as heretofore, a faithful guest (Hopkinson, “Con te, come finora, un ospite fedele”) e True to the home wherewith my youth was blessed (Shirley, “Fedele alla casa da cui la mia giovinezza fu benedetta”). 243. Indicazione di scena: doppia annotazione identica di Hand C, la cui ragione non è chiara. 2662
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 6
colari, si è compiaciuta di mettere in mano vostra questo bastone d’onore, eleggendovi membro del Consiglio della corona. Dà a Moro il bastone d’ufficio MORO
Vostro onore, rifiutare la generosità del mio sovrano sarebbe come ributtare delle pietre preziose nel mucchio da cui in origine sono state prese. Addurre come scusa le mie imperfezioni sarebbe un atteggiamento ovvio come una vecchia abitudine. No, mio signore, il mio servizio appartiene al re, per la buona ragione che la vita o la morte dipendono dallo sguardo del nostro sovrano. SINDACO
Sua maestà ha reso grande onore alla città con questa sua scelta regale. MORO
Mio signore e miei confratelli, benché io stia andando a corte, il mio affetto rimarrà Ora dovrò dormire a corte, rinunciando a sonni tranquilli. La cura degli interessi pubblici è il camerlengo dello stato84. Tuttavia, in questa elevazione del mio umile sangue, rivolgerò i miei pensieri coscienziosi al bene della città. Entra Crofts Entra Crofts SHREWSBURY
Che c’è Crofts? Che novità?
2663
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 7
CROFTS
My lord, his highness sends express command That a record be entered of this riot,61 And that the chief and capital offenders Be thereon straight arraigned; for himself intends To sit in person on the rest tomorrow At Westminster. SHREWSBURY Lord Mayor, you hear your charge. Come, good Sir Thomas More, to court let’s hie. You are th’appeaser of this mutiny.
245
250
MORE
My lord, farewell. New days begets new tides. Life whirls ’bout fate, then to a grave it slides. Exeunt severally Sc. 7
Enter Master Sheriff, and meet a Messenger
SHERIFF
Messenger, what news? MESSENGER Is execution yet performed? SHERIFF
Not yet. The carts stand ready at the stairs, And they shall presently away to Tyburn. MESSENGER
Stay, Master Sheriff. It is the Council’s pleasure, For more example in so bad a case, A gibbet be erected in Cheapside Hard by the Standard, whither you must bring Lincoln, and those that were the chief with him, To suffer death, and that immediately.
5
Enter Officers SHERIFF
It shall be done, sir.
Exit Messenger
246. record: recòrd. 2664
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 7
CROFTS
Mio signore, sua altezza invia espresso ordine che si stili una lista dei rivoltosi e che i capi e i principali colpevoli siano subito messi sotto processo, perché domani intende presiedere di persona il seguito dell’udienza a Westminster85. SHREWSBURY
Signor sindaco, avete sentito il vostro incarico. Andiamo, caro sir Tommaso86, andiamo subito a corte: il pacificatore di questa rivolta siete voi. MORO
Addio, mio signore. Nuovi giorni creano nuove maree. La vita vortica attorno al fato e scivola poi nella tomba. Escono in varie direzioni Entra lo sceriffo e gli va incontro un messo87
Sc. 7
SCERIFFO
Che notizie ci sono, messo? MESSO
È già stata eseguita la condanna? SCERIFFO
Non ancora. I carri sono pronti davanti alle scale e stanno per partire per Tyburn88. MESSO
Aspettate, mastro sceriffo: il Consiglio89 ha deliberato che, come ulteriore esempio per un caso tanto grave, venga eretta una forca a Cheapside, vicino alla fontana di Standard90, dove porterete immediatamente per il supplizio capitale Lincoln e tutti gli altri capi. Entrano delle guardie SCERIFFO
Sarà fatto, signore. Esce il messo
2665
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 7
Officers, be speedy. Call for a gibbet, see it be erected. Others make haste to Newgate; bid them bring The prisoners hither, for they here must die. Away, I say, and see no time be slacked. OFFICERS We go, sir. SHERIFF That’s well said, fellows. Now you do your duty. 62
10
15
Exeunt some Officers severally. Others set up the gibbet
God for his pity help these troublous times! The street’s stopped up with gazing multitudes. Command our armèd officers with halberds Make way for entrance of the prisoners. Let proclamation once again be made That every householder, on pain of death, Keep in his prentices, and every man Stand with a weapon ready at his door, As he will answer to the contrary. FIRST OFFICER I’ll see it done, sir.
20
25 Exit
Enter another Officer SHERIFF
Bring them away to execution. The writ is come above two hours since. The city will be fined for this neglect. SECOND OFFICER
There’s such a press and multitude at Newgate They cannot bring the carts unto the stairs To take the prisoners in. SHERIFF Then let them come on foot. We may not dally time with great command.
30
16. Indicazione di scena: Others. È l’ultima parola sulla pagina del MS, riparata al bordo con una striscia di carta che copre la s. 2666
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 7
Guardie, sbrigatevi, ordinate una forca e provvedete a farla sistemare. Altri vadano subito a Newgate e portino qui i prigionieri perché saranno impiccati. Andate, vi dico, e cercate di non perdere tempo. GUARDIE
Noi andiamo, signore. SCERIFFO
Ben detto, ragazzi, ora fate il vostro dovere. Alcune guardie escono sparpagliate, altre erigono la forca Dio misericordioso ci assista in questi tempi turbolenti! La strada è bloccata da folle di spettatori. Ordinate ai nostri alabardieri di liberare il cammino per l’arrivo dei prigionieri. Si ripeta il proclama che ogni proprietario di casa91, pena la morte, non faccia uscire i suoi apprendisti, e ognuno stia pronto alla porta con un’arma, altrimenti ne risponderà di persona. PRIMA GUARDIA
Provvederò che sia fatto, signore. Esce Entra un’altra guardia SCERIFFO
Portateli al patibolo, il mandato è arrivato da più di due ore. La città verrà multata per questo ritardo. SECONDA GUARDIA
A Newgate c’è una calca e una folla che non si riesce a far arrivare i carri alle scale per portare su i prigionieri. SCERIFFO
Allora fateli venire a piedi. Con un ordine così tassativo non dobbiamo sprecare un istante.
2667
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 7
SECOND OFFICER
Some of the Bench, sir, think it very fit That stay be made, and give it out abroad The execution is deferred till morning; And when the streets shall be a little cleared To chain them up, and suddenly dispatch it.
35
The prisoners are brought in, amongst them Lincoln, Doll, Williamson, Clown Betts, and Sherwin, well guarded, and the Executioner SHERIFF
Stay, in meantime methinks they come along. See, they are coming. So, ’tis very well. Bring Lincoln there the first unto the tree. CLOWN BETTS Ay, for I cry lag, sir. 63
40
LINCOLN
I knew the first, sir, did belong to me. This the old proverb now complete doth make: That ‘Lincoln should be hanged for London’s sake’. I’ God’s name, let’s to work. To Executioner Fellow, dispatch.
45
He goes up I was the foremost man in this rebellion, And I the foremost that must die for it. DOLL
Bravely, John Lincoln, let thy death express That, as thou lived’st a man, thou died’st no less.
50
LINCOLN
Doll Williamson, thine eyes shall witness it. Then to all you that come to view mine end I must confess I had no ill intent But against such as wronged us overmuch. And now I can perceive it was not fit That private men should carve out their redress
55
42. Questo e il prossimo intervento di Clown Betts sono stati aggiunti da Heywood. 2668
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 7
SECONDA GUARDIA
Signore, alcuni magistrati92 del Re pensano che sia opportuno sospendere l’esecuzione e annunciare il rinvio a domani; e quando le strade saranno state in parte sgomberate, si chiuda l’accesso con le catene e si proceda immediatamente a far giustizia. Vengono portati dentro i prigionieri, fra cui Lincoln, Doll, Williamson, Clown Betts e Sherwin, sotto attenta scorta, e il Boia SCERIFFO
Fermi, mi pare che intanto stiano arrivando. Guardate, eccoli qui. Va bene, perfetto. Portate per primo Lincoln alla forca93. CLOWN BETTS
Sì, perché io vi imploro di essere ultimo94, signore. LINCOLN
Signore, sapevo che toccava a me essere primo. Così adesso il vecchio proverbio si completa: che ‘Lincoln verrà impiccato per il bene di Londra’95. In nome di Dio, al lavoro. Al Boia Sbrigati, amico mio! Sale sul patibolo Fui io alla testa di questa rivolta, e sarò io alla testa di chi muore per lei. DOLL
John Lincoln, la tua morte coraggiosa mostrerà che come da uomo sei vissuto, da uomo morirai. LINCOLN
Doll Williamson, ne saranno testimoni i tuoi occhi. Dunque, a tutti voi venuti ad assistere alla mia fine, confesso che non avevo intenzioni malvagie, tranne contro chi ci ha fatto troppi torti. E ora capisco che era sbagliato che privati cittadini si facessero giustizia
2669
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 7
Which way they list. No, learn it now by me: Obedience is the best in each degree. And, asking mercy meekly of my king, I patiently submit me to the law. But God forgive them that were cause of it; And, as a Christian, truly from my heart, I likewise crave they would forgive me too, 64 That others by example of the same Henceforth be warnèd to attempt the like ’Gainst any alien that repaireth hither. Fare ye well all. The next time that we meet I trust in heaven we shall each other greet. He leaps off
60
65
DOLL
Farewell, John Lincoln. Say all what they can, Thou lived’st a good fellow, and died’st an honest man. CLOWN BETTS Would I were so far on my journey. The first stretch is the worst, methinks. SHERIFF Bring Williamson there forward.
70
DOLL
Good Master Sheriff, I have an earnest suit, And, as you are a man, deny’t me not.
75
SHERIFF
Woman, what is it? Be it in my power, Thou shalt obtain it. DOLL
Let me die next, sir, that is all I crave. You know not what a comfort you shall bring To my poor heart to die before my husband.
80
SHERIFF
Bring her to death. She shall have her desire. CLOWN BETTS Sir, and I have a suit to you too. 64. Verso mancante a piè di pagina, ricostruito da Hopkinson come As freely as I do forgive their wrong (“Liberalmente come io perdono i loro torti”) e da Shirley come Last at this moment of my death I pray (“Per ultima cosa in questo momento della mia morte prego”), che va intesa come inizio della frase seguente. 2670
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IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 7
come meglio credevano. No, adesso imparatelo da me: l’obbedienza è la cosa migliore per qualsiasi ceto. E implorando umilmente misericordia al mio re, mi sottometto docilmente alla legge. Ma Dio perdoni quelli che ne furono la causa, e allo stesso modo, da buon cristiano, li supplico con tutto il cuore che perdonino anche me, che altri dallo stesso esempio siano ammoniti d’ora in avanti a tentare cose simili contro qualsiasi straniero ripari da noi. Addio a tutti voi: la prossima volta che c’incontreremo, spero che sia per salutarci in cielo. Salta giù96 DOLL
Addio John Lincoln. Dicano quello che vogliono, da bravo compagno sei vissuto e da uomo onesto morirai. CLOWN BETTS
Vorrei essere più avanti anch’io nel mio viaggio. Il primo pezzo97 mi sembra il peggiore. SCERIFFO
Fate avanzare Williamson. DOLL
Buon mastro sceriffo, ho una supplica urgente, e se siete un uomo non ditemi di no. SCERIFFO
Di che si tratta, donna? Se è nelle mie facoltà, te la concederò. DOLL
Tutto ciò che desidero, signore, è di essere io la prossima a morire. Voi non sapete che consolazione darete al mio povero cuore se muoio prima di mio marito. SCERIFFO
Il suo desiderio sia esaudito: portatela alla morte. CLOWN BETTS
Signore, ho una richiesta anch’io.
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19/10/2017 18:28:02
THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 7
SHERIFF What is it? CLOWN BETTS That, as you have hanged Lincoln first and will
hang her next, so you will not hang me at all. SHERIFF Nay, you set ope the Counter gates, and you must hang chiefly. CLOWN BETTS Well then, so much for that! DOLL to Sheriff Sir, your free bounty much contents my mind. Commend me to that good sheriff Master More, And tell him had’t not been for his persuasion John Lincoln had not hung here as he does. We would first have locked up in Leaden Hall, And there been burned to ashes with the roof.
86
90
95
SHERIFF
Woman, what Master More did was a subject’s duty, And hath so pleased our gracious lord the King That he is hence removed to higher place And made of Council to his majesty. DOLL
Well is he worthy of it, by my troth: An honest, wise, well-spoken gentleman. Yet would I praise his honesty much more If he had kept his word and saved our lives. But let that pass. Men are but men, and so Words are but words, and pays not what men owe. Now, husband, since perhaps the world may say That through my means thou com’st thus to thy end, Here I begin this cup of death to thee, Because thou shalt be sure to taste no worse Than I have taken that must go before thee. What though I be a woman? That’s no matter. I do owe God a death, and I must pay him. Husband, give me thy hand. Be not dismayed. This chore being chored, then all our debt is paid. Only two little babes we leave behind us, And all I can bequeath them at this time Is but the love of some good honest friend
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19/10/2017 18:28:02
IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 7
SCERIFFO
Qual è? CLOWN BETTS
Che come avete impiccato per primo LincoIn e impiccherete lei per seconda, così non impiccherete me per niente. SCERIFFO
No, tu hai aperto le porte del Counter e perciò devi assolutamente essere impiccato. CLOWN BETTS
Beh, allora come non detto. DOLL allo sceriffo
Signore, la vostra liberale generosità mi riempie l’animo di contentezza. Salutatemi quel buon sceriffo mastro Moro, e ditegli che se non ci avesse persuaso lui, John Lincoln non sarebbe finito qui impiccato, come è accaduto. Altrimenti, ci saremmo asserragliati a Leaden Hall98, lasciando incenerire dalle fiamme noi, il tetto e ogni cosa. SCERIFFO
Donna, ciò che ha fatto mastro Moro era il dovere di un suddito, ed è stato tanto gradito al Re, nostro munifico signore, che è stato destinato al prestigiosissimo incarico di membro del Consiglio del re99. DOLL
In verità ne è degno, da gentiluomo onesto, eloquente e saggio. Però loderei la sua onestà molto di più se avesse mantenuto la parola salvandoci la vita. Ma lasciamo perdere, gli uomini non sono che uomini, come le parole non sono che parole e non pagano i debiti degli uomini. Allora, marito, dato che forse il mondo dirà che a causa mia tu sei giunto alla fine in questo modo, brindo per prima a te con questa coppa di morte, perché tu sia certo di non gustarne una peggiore di quella che ho preso io dovendo precederti. Che importa se sono una donna? Niente di niente. Sono debitrice a Dio di una morte e devo pagargliela. Marito, dammi la mano e non disperarti: sbrigata questa faccenda, tutti i nostri debiti saranno pagati. L’unica cosa, ci lasciamo dietro due bambini, e tutto quello che posso lasciargli in eredità in questo momento è solo l’amore di qualche buon amico100
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THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 7
To bring them up in charitable sort. What, masters? — He goes upright that never halts, And they may live to mend their parents’ faults.
120
WILLIAMSON
Why, well said, wife. I’faith, thou cheer’st my heart. Give me thy hand. Let’s kiss, and so let’s part. He kisses her on the ladder DOLL
The next kiss, Williamson, shall be in heaven. Now cheerly, lads! George Betts, a hand with thee. To Clown Betts And thine too, Ralph. And thine, good honest Sherwin. Now let me tell the women of this town No stranger yet brought Doll to lying down. So long as I an Englishman can see, Nor French nor Dutch shall get a kiss of me. And when that I am dead, for me yet say I died in scorn to be a stranger’s prey.
125
130
A great shout and noise within VOICES WITHIN Pardon, pardon, pardon, pardon!
Room for the Earl of Surrey! Room there, room! Enter Surrey SURREY
Save the man’s life, if it be possible! SHERIFF
It is too late, my lord, he’s dead already.
135
SURREY
I tell ye, Master Sheriff, you are too forward To make such haste with men unto their death. I think your pains will merit little thanks, Since that his highness is so merciful As not to spill the blood of any subject.
140
SHERIFF
My noble lord, would we so much had known! The Council’s warrant hastened our dispatch. It had not else been done so suddenly. 2674
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19/10/2017 18:28:02
IL LIBRO DI SIR TOMMASO MORO, SCENA 7
onesto che li tiri su per spirito di carità. Come, signori miei? Cammina davvero dritto solo chi non inciampa mai, e con la loro vita spero che cancellino le colpe dei loro genitori. WILLIAMSON
Ben detto, moglie. Mi alleggerisci davvero l’animo. Dammi la mano. Un bacio, e addio per sempre. La bacia sui gradini della scala DOLL
Williamson, il prossimo bacio sarà in cielo. E adesso allegria, ragazzi. George Betts, la tua mano a Clown Betts, e anche la tua, Ralph, e la tua, mio buon e onesto Sherwin. Adesso lasciatemi dire alle donne di questa città che mai straniero mise Doll in orizzontale. Fin quando vedrò attorno qualche inglese, né francesi né olandesi101 avranno da me un bacio, e quando sarò morta dite di me che sono morta per non essere preda degli stranieri. Un urlo potente e rumori fuori scena VOCI FUORI SCENA
Grazia, grazia, grazia, grazia! Fate largo al conte di Surrey! Indietro, là in fondo, indietro! Entra Surrey SURREY
Salvate la vita a quell’uomo, se è ancora possibile. SCERIFFO
Troppo tardi, mio signore, è già morto. SURREY
Mastro sceriffo, devo dirvi che siete troppo precipitoso nel mandare a morte la gente. Credo che la vostra sollecitudine meriti pochi ringraziamenti, dato che sua altezza è tanto misericordioso da non versare il sangue di nessuno dei suoi sudditi. SCERIFFO
Mio nobile signore, se solo l’avessimo saputo! Il mandato del Consiglio ci sollecitava a sbrigarci, altrimenti non avremmo fatto tutto così in fretta.
2675
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19/10/2017 18:28:02
THE BOOK OF SIR THOMAS MORE, SCENE 7
SURREY
Sir Thomas More humbly upon his knee Did beg the lives of all, since on his word They did so gently yield. The King hath granted it, And made him Lord High Chancellor of England, According as he worthily deserves. Since Lincoln’s life cannot be had again, Then for the rest, from my dread sovereign’s lips, I here pronounce free pardon for them all — ALL (flinging up caps) God save the King! God save the King, My good Lord Chancellor and the Earl of Surrey!
145
150
DOLL
And Doll desires it from her very heart More’s name may live for this right noble part; And whensoe’er we talk of Ill May Day Praise More, whose honest words our falls did stay.65
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SURREY
In hope his highness’ clemency and mercy, Which in the arms of mild and meek compassion Would rather clip you, as the loving nurse Oft doth the wayward infant, than to leave you To the sharp rod of justice; so to draw you To shun such lewd assemblies as beget Unlawful riots and such traitorous acts66 That, striking with the hand of private hate, Maim your dear country with a public wound. O God, that mercy, whose majestic brow67 Should be unwrinkled, and that awe-full justice, Which looketh through a veil of sufferance
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157. Il verso è in parte ricostruito (ho