Pro e contro Mussolini

Socialista massimalista, brillante giornalista e capace direttore dell'Avanti nella prima sua carriera politica, vi

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Italian Pages 162 Year 1972

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Pro e contro Mussolini

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PRO E CONTRO

MUSSOLINI a cura di Pietro Bianchi con la collaborazione di Luciano Aleotti

Di prossima pubblicazione:

BEN GURION M.L.KING DE GAULLE

Sono già usciti

STAUN D KENNEDY D MAO D Hm.ER

CHURCHILL D GIOVANNI XXIII D FRANCO D MARX GANDHI D LENIN D ROOSEVELT

ARNOLDO MONDADORI EDITORE S.p.A. PRESIDENTE

Giorgio Mondadori VICE PRESIDENTE

Mario Formenton DIRETTORE GENERALE PERIODICI

Adolfo Senn VICE DIRETTORI GENERALI PERIODICI

Gianfranco Cantini, Nando Sampietro AMMINISTRATORE EDITORIALB DEI DOSSIER

Erman Chonchol

I DOSSIER MONDADORI DIRETTORE

Enzo Orlandi

REDAZIONE

Marisa Paltrinieri, Gianni Rizzoni, Emilio Barbaglia, Gianna Contini, Maristella Bodino IMPAGINAZIONE

Bruno Acqualagna, Giovanni Melada ICONOGRAFIA VOLUME MUSSOUNI

Giovanni Melada

C> Arnoldo Mondadori Editore 1972 Pubblicazione mensile, registrata al Tribunale di Milano N. 301 del 3.9.71 Spedizione in abbonamento a tariffa editoriale ridotta autorizz. N. 15278/2 del25.6.1971 Direzione P.T. Verona Direttore Responsabile: Bnzo Orlandi

MUSSOLINI

MONDADORI

MUSSOLINI nasce nel casolare di Varano dei Co­ sta, in Romagna, il 29 luglio 1883. Sono le due e tre quar­ ti del pomeriggio, e il bambino è sano e vitale. La madre, Rosa Maltoni, ha 25 anni e fa la maestra; il padre Alessan­ dro, di mestiere fabbroferraio, ha 29 anni e la testa piena di idee rivoluzionarie : cosi battezza il suo primogenito con il nome di un eroe della rivoluzione messicana, Benito Jua­ rez . Nel casolare di Varano la vita trascorre non senza inci­ denti e preoccupazioni . L'officina di Alessandro è proprio accanto al locale dove la moglie tiene scuola, ma il giovane BENITO

sono nato di domenica sono .. il seano del Leone" « Sono nato il 29 luglio 1 883 a Vara­ no dei Costa, vecchio casolare posto su di una altura nel villaggio di Do­ via, frazione del comune di Predap­ pio. Sono nato in giorno di domenica, alle due del pomeriggio, ricorrendo la festa del patrono della parrocchia del­ le Caminate. Il sole era entrato da otto giorni nella costellazione del Leo­ ne ,. ( Benito Mussolini, O era Omnia, a cura di E. e D. Susme , La Fenice, Firenze 1951-63) .

r.

IL CALENDARIO ASTROLOGICO BARBANERA dice: « Gli uomini nati in luglio sono orgogliosi, fieri e co­ rag�Posi. Amabili ed amanti appassio­ nati, piacciono assai alle donne. Ricer­ cano gli onori e li ottengono ».

Dovia un paese di gente rissosa « Dovia - da "due vie " - è oggi quel­ la che si chiama Predappio, o Predap­ pio nuova; mentre la Predappio di al­ lora è detta oggi Predappio alta; un borgo antico e scuro so:p ra un cucuz­ zolo di montagna, dommato da una

rocca. Dovia aveva un soprannome, in quella regione dove ogni uomo ne ha uno; era detta Piscaza, cioè Pe­ scaia, dalla gora del mulino dirimpet­ to al casolare di Varano, dove i ragaz­ zi andavano a pescar rane; e come è scritto nell'autobiografia di Mussolini " non godeva di buona rinomanza", perché " vi era gente rissosa " . Dive­ nuto potente, Mussolini volle fare del­ la frazione di Dovia un grande luci­ do paese, o addirittura una città, la inalzò a capoluogo del comune degra­ dando Predappio alta a frazione; del­ la casa ove abitò da bambino fece fa­ re un sontuoso palazzo comunale, e dette da costruire al Bazzani una grandiosa cattedrale; un mobilificio modesto tramutò in una fabbrica di materiale aeronautico ,. (Paolo Monel­ li, Mussolini piccolo borghese, Aldo Garzanti Editore 1950).

Il Duce non si vergogna del suoi umili natali ... Il 28 luglio 1935 il Duce fece apporre nel podere Collina, a Montemaggiore di Predappio, dove era nato suo pa­ dre Alessandro, la seguente lapide: « Dal 1600 al 1900, in questo podere chiamato collina vissero e lavorarono le generazioni contadine dei Mussoli5

fabbro lascia spesso n·lavoro per gettarsi anima e corpo nell'attività politica. Lo stipendio della " signora Rosa " de­ ve bastare cosi per tutta la famiglia, che in poco tempo si è accresciuta pi : Arnaldo (nato nel 1 88 5 ) e della piccola Ed­ vige ( 1 888). Vivono tutti insieme nelle due stanze sopra l'officina: pochi mobili, un camino e qualche libro; coi bam­ bini, quando se ne ricordano, i genitori cercano di parlare "in italiano " . E Benito, che fino ai tre anni non ha pronun­ ciato una sola parola, una volta preso l'avvio, si mette subi­ to in vista come uno dei ragazzi piu vocianti e spericolati

ni - e qui nacque mio padre 1'1 1 no­ vembre 1 854. Questo ricordo volle Be­ nito Mussolini __...: il 28 luglio 1935 anno XIII dell'E.F. " La rivista " Vita Italiana" ( 1935, Il, p. 235) commentò il gesto del Duce con queste parole: " t!: un monito per quanti - e sono molti - amano far dimenticare l'umil­ tà dei propri natali, e, disconoscendo la nobiltà del lavoro dei propri ante­ nati, si attribuiscono titoli, stemmi e blasoni per inventare discendenza dal nobilume• .

la città di Bologna nel secolo XIII. Nel 1270 Giovanni Mussolini era il ca­ po di questo comune guerriero e ag­ gressivo. A Bologna c'è ancora una via che porta il loro nome, e cosi pu­ re, fino a qualche tempo fa, una torre e una piazza. In qualche registro aral­ dico c'è lo stemma dei Mussolini. So­ no sei figure nere in cam:po giallo, simbolo di valore, di coraggio, di for­ za " (Guido Dorso, Mussolini alla con­ quista del potere, Mondadori 1961, su , lic. Einaudi).

... perii sfodera lo stemma di famiglia

Mussolini censura "il Mussolin ebreo"



" Nel 1941 Giovanni Comisso pubblicò un libro, Agenti veneziani nel 1700 (editore Bompiani, collezione Grandi ritorni), nel quale ebbe occasione di citare un periodetto contenuto in una lettera scritta da G.B. Manuzzi il 4 agosto 1760: " ... Moisè Mussolin, ebreo, corre da per tutto con le novità di­ scorrendone con tal calore, si rivela aver egli una passione predominante in favore dei Prussiani, etc.". Mussoli­ ni, a cui il pezzo pare sia stato segna­ lato dal Preziosi, fanatico antisemita, si arrabbiò molto, e dette ordine che fossero sequestrate le copie del libro rimaste in circolazione. Il ministero

·

Lo stesso Benito Mussolini non si

è sottratto al fascino di nobilitare il

suo parentado e nella sua Autobiogra­ fia, pubolicata, non si sa perché, sol­ tanto in lingua inglese (My Autobio­ graphy, Londra), accenna ad un ramo della famiglia Mussolini che s'illustrò in Bologna nel XIII secolo e ad un compositore di musica che si· distinse a Lon d ra nel secolo XVIII. " Nell'au­ tobiografia " inglese " Mussolini dice te­ stualmente: « Quanto alla niia razza, alla mia origine, molti hanno studia­ to e analizzato i suoi aspetti eredita­ ri. Risalendo indietro si trova che la famiglia Mussolini era eminente nel6

del paese. Sono mesi e anni di vita spensierata per il ragaz­ zo, attratto piu dai giochi e dai vagabondaggi nei campi che dai libri di scuola della madre; attento e interessato molto dai discorsi e dalle avventure politiche del padre, ma assai poco disponibile per il lavoro in officina, che evita con ogni possibile scusa. Ma a nove anni, dopo le prime due classi elementari nell'aula materna, si impone la prima decisiva scelta : cosa farà Benito, continuerà gli studi o imparerà il mestiere di fabbroferraio come il padre ? Andare a scuola costa, a meno che non si scelga un collegio di preti . Cosi

della Cultura popolare concesse poi che se ne facesse una seconda edizio­ ne ma riveduta e corretta; impose an­ che che si togliesse dalla copertina il titolo della collezione, Grandi ritorni, che sembra ironica allusione all'ebreo a�ente segreto e " amico dei Prussia­ m" » (Paolo Monelli, op. cit.).

Figlio della calda terra di Romagna

•••

« Mussolini, il Capo, discende spiritual­ mente e sentimentalmente dal gran ceppo della Romagna antica, rurale ed avventurosa, calda di passione po­ litica e di volontà guerriera, ricca di quella sincerità propria alle anime for­ ti in odio come in amore... La Ro­ magna è la terra piu antitradizionale d'Italia, una terra ove nei secoli, po­ polo e capi, donne e capitanì di ven­ tura, hanno saputo difendere strenua­ mente, senza mai soggiacere, tale at­ tributo assegnatole dalla storia. Non altrimenti deve presentarsi alla storia questo suo Figliuolo, uomo designato dall'antitradizionalismo della propria regione a rompere la tradizìone che da decenni avvilisce e svilisce, di fron­ te a tutti, l'Italia » ( Ivon De Begnac, Vita di Mussolini, Mondadori 1936-40). ·

... ma di fonnazlone milanese • Al di là di alcuni motivi di caratte­ re - del resto secondari e che non ;;ono certo quelli che determinano una personalità - se proprio si volesse in­ dividuare in Mussolini una componen­ te psicologica locale, piu che un roma­ gnolo lo si dovrebbe dire piuttosto un milanese. Non vi è dubbio infatti che i dieci anni passati a Milano, nel momento decisivo della sua formazio­ ne morale e politica, ebbero ben piu importanza dei circa venticinque tra­ scorsi nella natia RomaJPla » (Renzo De Felice, Mussolini il nvoluzionario , Einaudi 1965).

... e

romano

Dell'anima

«

Romano nell'anima e nel volto, Be­ nito Mussolini è una resurrezione del puro tipo italico, che toina ad affio­ rare oltre i secoli » (Margherita Sar­ fatti, Dux, Mondadori 1926).

Alessandro Mussolini: un socialista anarchico « Tra le varie figure minori del socia­ lismo romagnolo quella di Alessandro Mussolini è tra le piu interessanti »

7

Alessandro cede alle insistenze della moglie, e proprio lui che è un acceso " mangiapreti " deve accompagnare il figlio al collegio dei salesiani a Faenza. Ma dopo nemmeno due anni, Benito viene espulso per una grave mancanza (col suo temperino ha ferito un compagno a una mano). Deve per­ tanto prepararsi come privatista per l'esame di licenza ele­ mentare, superato il quale si iscrive, il lo ottobre 1 895 , alla regia scuola normale di Forlimpopoli, che aveva una certa sua rinomanza. Il nuovo ambiente è senz'altro piu interes­ sante e allegro, in confronto a quello assai cupo e triste dei

ha scritto R. De Felice (op. cit.). Ami­ co personale di Andrea Costa, uno dei padri del socialismo italiano, e di Amil­ care Cipriani, eroe della Comune pa­ rigina del 1871, Alessandro partecipa da protagonista alla vita amministra­ tiva del comune (viene eletto due vol­ te assessore e per tre mesi fa le veci del sindaco), collabora con vari gior­ nali locali, incita alla lotta sociale e piu volte finisce in prigione. « Rima­ ne sempre però sostanzialmente fede­ le ad una concezione anarchica del so­ cialismo ... Non fu mai un riformista ... Fu sempre portato a tenere distinti il fine dai mezzi. del riscatto popola­ re : il fine era l'anarchia, i mezzi il so­ cialismo. » « Erano i tempi delle repressioni e dei processi contro i socialisti. Poi­ ché il partito aveva affidato a mio padre compiti di propaganda e di as­ sistenza, in casa nostra capitavano al­ l'improvviso persone· sconosciute, ri­ cercate per questioni politiche ... » ( Ed­ vige Mussolini, Mio fratello Benito, La Fenice, Firenze 1957).

Mamma Rosa iaveee stava eol Vugelo " In un angolo della casa, una figuret­ ta esile e fine, non che protestasse, 8

ma si vedeva che pativa di tante pa­ role vane e si sdegnava della troppo sfruttata bontà del marito. Era la si­ gnora Rosa » (M. Sarfatti, op. cit.). Mamma Rosa porta tutte le domeni­ che i suoi figli in chiesa, che è distan­ te un paio di chilometri. Ma non c'è contrasto tra il sovversivismo del ma­ rito e la sua fede: « Questi vostri Marx e Bakunin non sono che degli esecu­ tori - diceva Rosa al marito - per­ ché ciò che si deve fare è già stato detto dal Vangelo e dai Santi" ( in Ed­ vige Mussolini, op. cit.).

Benito, un monello manesco «Io ero un monello irrequieto e ma­ nesco. Piu volte tornavo a casa con la testa rotta da una sassata. Ma sa­ pevo vendicarmi. Ero audacissimo la­ dro campestre ... Trascinavo a mal fa­ re parecchi miei coetanei » scrive Mus­ solini nella sua Autobiografia. E mol­ ti testimoni sono concordi: " Un di­ scuréva; e piciéva ! " (Non parlava, pic­ chiava ! ) ha ricordato un suo compa­ gno di giochi (citato da A. Beltramel­ li, L'uomo nuovo, Milano 1923). « Ra­ gazzo che sempre vuoi dominare » lo descrive il De Begnac, « e quando vin­ ce vuoi piu del pattuito, e quando perde non vuoi pagare la posta in gio-

salesiani, e il giovane Mussolini si adatta abbastanza bene alla vita del convitto annesso alla scuola, che è retta da Val­ fredo Carducci, fratello del famoso poeta. Certo, non man­ cano neppure qui i contrasti e gli atti di indisciplina: nel gennaio del 1898, un incidente piu serio- questa volta il temperino l'ha ficcato nella coscia di un compagno- gli procura una nuova espulsione, dopo di che, è costretto a proseguire gli studi in qualità di allievo esterno. Tuttavia, per l'ultimo anno di corso, quello della licenza (1900-01), Benito Mussolini è riammesso nel convitto. Gli ultimi anni

co ... Il sasso, il pugno, il calcio erano le sue armi preferite. Si abituò pre­ sto al sangue altrui e al proprio. Pro­ vocato quasi mai, .provocatore sem­ pre » (dalla Vita di M., op. cit.).

l CONSIGLI DEL PADRE Non dar retta ai preti Lungo la strada che porta a Forli, Alessandro dà al figlio gli ultimi con­ sigli prima di entrare nel collegio dei sales1ani: « Sta' attento a quello che ti insegnano, specialmente di storia e di geografia, ma non lasciare che ti imbottiscano la testa con stupidaggi­ ni su Dio e i santi». Al che Benito ri­ sponde: " Non ti preoccul?are, papà, so che Dio non esiste» (notizie da Richard Collier, Duce! Duce!, Mursia 1971).

Una scottante esperienza: la divisione �tassista « � una buona educatrice la fame ... Noi avevamo in tutto due camere. Carne quasi mai. Ma v'erano appas­ sionate discussioni, lotte e speranze ,. dichiarò il Duce a Ludwig ( Colloqui con Mussolini, Mondadori 1932). Ma nel collegio dei salesiani il refettorio era diviso in reparti, secondo il cen-

so dei ragazzi: « Io dovevo sempre sedere in fondo e mangiare coi piu poveri . Potrei forse dimenticare le formiche nel pane della terza classe. Ma che noi bambini fossimo divisi in classi, mi brucia ancora nell'anima ».

llprlmoamore A 12 anni arriva il primo amore per Benito: " Elena Giunchi, una bambi­ nella della mia età ,. scrisse Mussoli­ ni nell'Autobiografia. « Ci scrivemmo alcune innocentissime lettere d'amo­ re. ,. Qualche anno dopo avviene la prima esperienza mercenaria, in un postribolo di Forli. « Non mi costò che 50 centesimi. Uscii da quella casa a testa bassa e vacillante come un ubriaco ... " E all'amico Rino Alessi confida: « Ho cominciato a svestire con gli occhi ogni ragazza che incon­ tro » (R. Collier, op. cit.).

Dieci gioml di sospensione Titolo: " Il tempo è denaro ". Svolgi­ mento di Mussolini: « Il tempo è mo­ neta, perciò vado a casa a studiare la geometria avvicinandosi l'esame. Non le pare piu logico? "· Risultato: una sospensione di 10 giorni (citato 9

del 1800 sono un periodo assai travagliato per la società italiana, durante il quale si acutizzano ed esplodono le piu gravi contraddizioni del vecchio sistema politico, dagli scan­ dali bancari al fallimento del governo Crispi, ai tragici moti popolari di Roma, Parma e Milano all'assassinio, nel 1900, del re Umberto per mano dell'anarchico Bresci. Benito è or­ mai uil giovane fisicamente saldo e intellettualmente prepa­ rato. Non molto alto di statura, ma risoluto ed estremamen­ te deciso negli atteggiamenti, esercita già un certo ascenden­ te nei confronti dei compagni, che lo stimano non tanto per

da Edoardo Bedeschi, La gwvtnezza del Duce, SEI, Torino 1940).

Nessaao vide il fataro capo ael pi�oolo ribelle Scrive Ivon De Begnac nel suo Tren­ t'anni di Mussolini ( Roma, 1934): « Con quanti io ho parlato, maestri o amici, nessuno vide il futuro Capo nel piccolo ribelle. E nessuno prima del 1908 ebbe la certezza della sua riescita ... » Begnac ricorda inoltre che il professor Delle Vacche, dell'Istituto di Forlimpopoli, gli confessava c di non avere mai riscontrato nel ragaz­ zo segni tali da poterne immaginare il magnifico successo nella vita».

Mussolini suona la tromba Nella banda del collegio di Forlim­ popoli Mussolini suona la tromba a pistone. Sul palcoscenico del teatro mterno fa la parte dell'ispettore ca­ po di polizia (il dramma ha per ti­ tolo Il trionfo della giustizia). In ver­ si riesce a cantare i piu vari argomen­ ti: dalla primavera (" Ridon tremuli i rii, tra la fiorita erba nel lan�or del di novello ... " ), alla rivoluziOne ( " Termidoro trionfa e maledetta caIO

de la schiera dei ribelli. Guata torbi­ do il prete, dal confin ... ")'. « A 18 an­ ni ,. dirà piu tardi a Ludwig ( op. cit.) « ognuno scrive versi. Allora si è sem­ pre influenzati dalla frase. La frase è per un giovane una bella donna della quale egli s'innamora. ,.

lntamazionalista e anarchico co• papà Alessandro Il giovane Benito imita il padre nelle idee, negli atteggiamenti, nel modo di vestire. Se ne accorge il compagno Alessi quando Alessandro viene in vi­ sita al collegio: padre e figlio indos­ sano una giacchetta nera, e intorno al collo la cravatta-foulard nera de�i intemazionalisti e degli anarchici. P1u tardi, Benito legge all'amico un pas­ so dell'articolo scritto dal padre su "Rivendicazione" ( 10 febbraio 189 1 ) : «!�· )' ���-�

_ ,, · _ .

VERSO LA META del maggio 1 920, cade il governo Nitti, sommerso dalle difficoltà economiche e dalle violente pole­ miche provocate dall'occupazione di Fiume. Nel pieno della crisi, il secondo congresso fascista che si tiene a Milano (il primo si è svolto a Firenze nell'ottobre precedente) sanci­ sce la decisiva svolta a destra del movimento, dal quale si distaccano infatti quasi tutti gli elementi di sinistra, oltre a molti futuristi . Mentre nel Paese si moltiplicano le ma­ nifestazioni di insubordinazione sociale, il governo viene af­ fidato al vecchio Giolitti, il quale si trova ad affrontare due

MUSSOLIII AVIATORE Al primo volo sfascia l'aereo La passione di Mussolini per gli ae­ rei da� a dal 1919: « Diffusasi in quei giorni la notizia dell'organizzazione di un raid aeronautico Roma-Tokio, Mus­ solini si affrettò a mettersi in contat­ to con l'Ansaldo per ottenere un ve­ livolo con il quale partecipj:lre, in qua­ lità di giornalista, ' all'impresa ... » (R. De Felice, op. ci t.). Prese anche lezio­ ni di pilotaggio dal famoso aviatore Cesare Redaelli; in totale, però, non andò oltre le 6 ore e mezzo di volo. « Il primo giorno che provò a pilo­ tare da sé scivolò d'ala da 40 metri. L'apparecchio si scassò, restò ferito l'istruttore, lui si ruppe una gamba » ( P. Monelli, op. cit.).

MUSSOUNI SCHERMIDORE

fluo/ vincere ad ogni costo Mussolini ha cominciato a frequenta­ re le pedane di scherma nel 1913, e ora, nella sede del " Popolo d'Italia", ha attrezzato una stanza per potersi esercitare nei ritagli di tempo. « La pedana di scherma è uno spietato ri44

velatore psichico » ha scritto il gen. Giacomo Carboni, che ha conosciuto Mussolini appunto in una sala di scherma. « Mussolini, sulla pedana, non faceva mai della scherma netta, ma era invariabilmente alla ricerca del colpo proditorio, o spettacolare, con azioni insidiose e scorrette. Irri­ tato e come sgomento nelle parate, impulsivo e massiccio nel gioco scher­ mistico, sempre pronto a negare la "botta " ricevuta .. » ( G. Carboni, Me­ morie segrete 193540, Parenti, Firen­ ze 1955 ). .

1920 : gl i operai occupano le fabbriche Dopo la rottura delle trattative tra sindacati metallurgici e rappresentan­ ti industriali ( 1 3 agosto 1920), gli ope­ rai iniziano dapprima un'azione di ostruzionismo e quindi, a partire dal 30 agosto, occupano le fabbriche. « La direzione della produzione fu assun­ ta dalle commissioni interne di fab­ brica, mentre quasi tutti i tecnici e impiegati abbandonavano le officine ... Gli stabilimenti furono messi in stato di difesa, con guardie rosse e in ta­ luni casi con reticolati e mitragliatri­ ci. Si requisirono anche vagoni di ma-

nodi politici di importanza drammatica : la spinta rivoluzio­ naria delle masse operaie socialiste - che in settembre pro­ cedono all'occupazione delle fabbriche a Milano, Torino e in molte altre città della Penisola - e i tentativi insurrezio­ nali dei legionari fiumani . Di fronte a questi problemi, Mus­ solini non assume posizioni precise . Condanna le occupazio­ ni, cercando però di non rompere definitivamente i rapporti con i sindacati operai; esalta l'impresa di D'Annunzio a Fiu­ me ma, al tempo stesso, si mostra poco disponibile per le " avventure " che . i fiumani progettano . Per parte sua, Giolit-

teriali per gli stabilimenti; si aperse­ ro casseforti; si vendettero prodotti fabbricati. Si istituf un apparato di­ sciplinare e giurisdizionale e si arri­ vò in qualche caso isolato a condanne e sentenze di morte contro presunte spie... Questo schiudeva la prospettiva dello spossessamento vero e proprio degli industriali, çioè dell'attuazione del programma massimo socialista: passagçio dei mezzi di produzione dai capitalisti ai lavoratori » ( Salvatorelli­ Mira, Storia d'Italia nel periodo fa­ scista, Einaudi 1964, Mondadori 1969).

Il ''controllo operaio" va in fumo Le trattative tra sindacati e industria­ li vengono riprese solo a metà di set­ tembre a Torino, patrocinate da Gio­ litti. Gli operai ottengono notevoli au­ menti salariali e il riconoscimento del " controllo operaio" nelle fabbriche; in cambio accettano di sgomberare i posti di lavoro occupati entro la fine del mese. « Si trattava d'una beffa: riavute le fabbriche, il famoso pro­ getto per il controllo fu archiviato ... Sfiducia e scoraggiamento tra i lavo­ ratori segnarono l'inizio dell'offensiva dello squadrismo fascista » (Secchia, Le armi del fascismo, Feltrinelli 197 1 ) .

Mussolinl e D'Annunzio preparano la rivoluzione? .«

Nell 'ottobre del '20, era corso tra il comandante Gabriele D'Annunzio e Mussolini uno scambio di idee sopra un preciso piano d'azione, prevedente una rivolta armata guidata da D'An­ nunzio, che avrebbe dichiarato deca­ duta la Monarchia e assunto la som­ ma di poteri insieme con un triumvi­ rato politico. Momento di scattare (a giudizio di Mussolini)', la primavera del 192 1 , non prima » (N. Valeri, Da Giolitti a Mussolini, il Saggiatore 197 1 ) .

No: Mussolini patteggia con ·Giolitti « t!. pacifico che esso ci fu » scrive Renzo De Felice (op. cit.) a :proposito del patto segreto tra Mussohni e Gio­ litti concordato nell'ottobre del 1920. In base a questo accordo, « il gover­ no italiano avrebbe lasciato mano li­ bera (a Mussolini) nella lotta contro i socialisti e le organizzazioni operaie in cambio della sua acquiescenza al bombardamento di Fiume » (l. Kirk­ patrick, op. cit.)." Ne fanno fede i rap­ porti inviati a Giolitti dal prefetto di Milano Alfredo Lusignoli, in uno dei quali si legge tra l'altro: « Ho avuto

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ti risolve il problema delle occupazioni semplicemente non facendo nulla, lasciando cioè che le lotte si esauriscano da sole, per mancanza di risorse materiali e umane. Quanto al­ la questione di Fiume, dopo l'accordo internazionale di Ra­ pallo (novembre 1 920) che prevede la liberazione della cit­ tà dai legionari, il capo del governo è costretto a far ricor­ so alle armi . Fiume viene bombardata; i legionari di D'An­ nunzio si arrendono, lasciando sul terreno alcuni morti . Contro questa operazione le proteste di Mussolini sono piu che altro formali . All'interno del Paese, però, le squadre fa-

colloquio con Mussolini, che dissente profondamente condotta D'Annunzio... Mi ha detto che D'Annunzio si dibat­ te tra due fazioni: i nazionalisti fiu­ mani, che lo spingono ad un'azione in Dalmazia; l'altra fazione, contraria a qualsiasi movimento guerresco, lo spinge a ritornare in Italia per orga­ nizzare il bolscevismo ... » ( riportato da R. De Felice, op. cit.).

Giolitti : "Lasciamo che l fascisti si sfoghino" «Nelle frequenti dispute che io avevo con Giolitti sulla materia del fasci· smo ... rimasi sbigottito al sentirgli ri· petere il ritornello: è roba che deve sfogarsi, e come i repubblicani sono stati riassorbiti dalla monarchia e i o;ocialisti da rivoluzionari si son fatti buoni amministratori, anche ai fasci­ sti accadrà di rientrare nella comune regola dello stato liberale, che tollera tutto e sopravvive a tutti ,. (Arturo Labriola, Spiegazioni a me stesso, Na­ poli 1945).

La lotta a destra del fascismo •

Con la primavera del 1920 » scrive

R. De Felice ( op. cit.) « i " Fasci di com46

battimento " - nonostante le ripetute affermazioni di sinistra di Mussolini - incominciarono quel processo di conversione a destra che avrebbe avu­ to la sua piena realizzazione tra la fi. ne dell'anno e i primi del 1921 ... Mol­ ti Fasci persero gran parte dei loro primitivi membri, .che erano quasi tutti di origine socialista, anarchica, repubblicana... e al posto di questi elementi di sinistra... incominciarono ad affluire elementi nuovi: ... studenti, piccoli borghesi, ex combattenti ... Nel fascismo, nella sua confusa ideologia e nel suo vago programma, che pote­ vano essere interpretati come ognu­ no voleva e piegati nel senso che piu conveniva, costoro vedevano lo stru­ mento piu adatto alle loro aspirazio­ ni... E col mutare dell'atteggiamento dei " maggiorenti " o dei " benpensan­ t�" arrivarono i primi aiuti, i primi finanziamenti... "

Bombe al Teatro Diana : 2 1 morti , 80 feriti Sul finire del 1920 e all'inizio del 1921, un'ondata di disordini, attentati, a�­ gressioni sconvolge l'Italia. « Il culmi­ ne di questa ondata terroristica si ha nel marzo del 1921 in occasione del­ l'eccidio al Teatro Diana di Milano. t:.

sciste sono entrate in azione già da qualche settimana, visi­ bilmente tollerate dalle autorità di Pubblica sicurezza e dal­ l'esercito. t!. in Emilia e in Toscana che lo squadrismo ope­ ra con maggior determinazione. Contro gli avversari socia­ listi e anche cattolici, si usano tutte le intimidazioni possi­ bili, dal manganello all'olio di ricino, dall'occupazione . dei municipi all'incendio delle cooperative e delle camere del lavoro. Nella Pianura padana, in Toscana e in Puglia il fa­ scismo ha assunto un carattere tipicamente agrario; è soste­ nuto dai proprietari terrieri, che lo finanziano .per combat-

accaduto che un ordigno ad alto po­ tenziale, scoppiato all'ingresso del Tea­ tro Diana, ha ucciso 21 persone e ne ha ferito un'ottantina. Chi ha messo la bomba? Perché? L'indignazione per la strage è al colmo. L'eccidio è as­ surdo. Le responsabilità si possono subito individuare: sono stati gli anar­ chici gli autori dell'eccidio! Ma i fa­ scisti attaccano i socialisti, denuncian­ doli come responsabili. La sera stessa i fascisti muovono in colonna all'at­ tacco della sede dell'" Avanti! ". La nuo­ va sede ricostruita è assalita e di­ strutta ad opera di ex arditi, fascisti e nazionalisti » (A.G. Casanova, op. cit.).

Dal roaao al nero «

Tutti i vigliacchi che fino alla vigi­ lia facevano la corte ai socialisti, che brigavano per entrare tra essi, 'diven­ nero all'improvviso avversari e sim­ patizzarono coi Fasci. Un organizzato­ re operaio dell'Alto Bolognese mi rac­ contava che tra i fascisti piu ardenti, nel paese ov'è di stanza, v1 sono degli ex socialisti, che l'anno precedente era­ no tra i piu infervorati bolscevichi, violenti allo stesso modo allora co­ me adesso. Anche altrove, ho saputo poi, tra i piu violenti del fascismo so­ no alcuni che l'anno prima erano dei

piu aggressivi tra i socialisti, i comu­ nisti e gli anarchici » ( Fabbri, La con­ trorivoluzione preventiva, Bologna '22).

·

Il fascismo come Don Rodrlgo « Ecco in che cosa consiste la forza vera del movìmento fascista: nel som­ mare in sé tutte le risorse di un'or­ ganizzazione e di un'azione extrale�a­ le e tutte le protezioni o le pass1ve complicità della legge. Come il don Rodrigo manzoniano, il fascismo fru1 a suo tempo della violenza e della le­ galità » (G. Zibordi, Critica socialista del fascismo, Bologna 1922).

La violenza sauadrista «

La giustizia dello Stato non inter­ viene contro lo s9uadrismo. Per qua­ le ragione? Qui s1 tocca il punto piu oscuro di tutta la vicenda delittuosa. Molte volte l'intervento della polizia e le denunce alla magistratura sono rese difficili dalla tecnica propria del­ le spedizioni punitive; manca il de­ nunciante, perché tutti hanno paura, o, se la denuncia arriva, si indaga con cautela e con la solita lentezza. Non si finisce di indagare, che già altri ca­ si sopravvengono ,. ( Casanova, op. cit.). 47

tere le leghe dei mezzadri e dei braccianti, rosse o bianche che siano . I capi delle squadre provinciali, i " ras " , diventa­ no ben presto personaggi spesso piu influenti degli stessi organi dello Stato, difficili da controllare persino per Mus­ solini, che a loro sembra fin troppo " legali sta " . Questi è en­ trato infatti nei " Blocchi Nazionali " , che Giolitti ha prepara­ to - mettendo insieme fascisti, democratici e liberali - per le nuove elezioni del 1 5 maggio 1 92 1 . Ma i risultati sono de­ ludenti per il vecchio statista : i liberai-democratici arrivano appena a 1 59 seggi, contro i 1 22 dei socialisti, i 1 07 dei po-

NEI PRIMI MESI DEL 1921 , da gen­ naio alle elezioni di maggio, le Came­ re del Lavoro distrutte sono oltre 120, le sedi socialiste invase piu di 200. Negli scontri tra fascisti e socialisti i morti sono 201, i feriti 819. I casi di violenza che risultano alla Direzione generale della PS sono oltre mille. « Ciò che però è veramente eloquente è il rapporto fascisti-socialisti tra gli arrestati e i denunziati a piede libe­ ro : i fascisti arrestati erano 396, i so­ cialisti 142 1 ; i fascisti denunziati a piede libero 878, i socialisti 617! ,. (R. De Felice, Mussolini il fascista, Einau­ di 1966-1968). RAPPORTO DELLA QUESTURA DI MANTOVA: « Asola, 7-5-'21 : Incidenti con sparo rivoltelle tra fascisti e so­ cialisti nella pubblica piazza. I fasci­ sti rincorrendo due socialisti rompo­ no i vetri della cooperativa socialista. L'Arma prontamente accorsa ristabi­ lisce l'ordine denunziando un fascista per sparo arma ed arrestando un so­ cialista per porto abusivo rivoltella » .

192 1 : anno di sangui nosi conflitti « Il fascismo è tuttavia braccato da­ gli avversari, che ricorrono all'eccidio 48

come arma abituale; l'anno 1921 è contrassegnato infatti dai piu sangui­ nosi conflitti che tutto il periodo c;tel · dopoguerra ricordi: Empoli, Sarzana, Modena, Valdottavo, Casal Monferra­ to, e dai piu s p aventosi massacri: quello di Giovanni Berta, quello del Teatro Diana a Milano, quello di Cit­ tadella ... Mussolini scrive: " Dall'assas­ sinio del povero Giordani al Consi­ glio comunale di Bologna, al massa­ cro atroce, bestiale e vigliacco del Diana, è . tutto un crescendo di effe­ ratezze; in . questo sangue affoga, de­ ve affogare l'estremismo italiano, mi­ scuglio ripugnante di ingenui, di ciar­ latani e di delinquenti " ,. ( da D. Al­ fieri e L. Freddi, Mostra della rivolu­ zione fascista, Istituto Arti Grafiche Bergamo, 1933).

Nastono l eo•onlsti

MUSSOLINI: "SONO FIBLI MIEI" Al congresso socialista di Livorno (gennaio 192 1 ) , si stacca l'ala di sini­ stra e fonda il Partito Comunista Ita­ liano. Nel suo primo discorso alla Ca­ mera, Mussolini dirà dei comunisti: « Io li conosco perché parte di loro sono miei figli. Questi miei amici o nemici hanno malamente digerito le mie idee. Sono idee non adatte ai

polari, i 1 6 dei comunisti (che nel gennaio 1 92 1 sono usci­ ti dal PSI ) . I fascisti conquistano 35 seggi; Mussolini viene eletto con oltre 1 72 mila voti nel collegio di Bologna-Ferrara e 1 25 mila in quello di Milano-Pavia. Alla fine di giugno, Gio­ litti dà le ' dimissioni, e al suo posto viene nominato Ivanoe Bonomi . Questi si sforza di dar vita a una coalizione mode­ rata di centro-sinistra, per conciliare le opposte posizioni dei socialisti e dei fascisti . Con l'arbitrato del presidente della Camera, Enrico De Nicola, nasce il cosiddetto " patto di pacificazione " , una tregua armata che i due partiti firma-

piccoli cervelli: come le ostriche, so­ no gustose ma di difficile digestione! ,. (E. Lussu, Marcia su Roma e dintorni, Einaudi 1945 e Mondadori 1968).

DAL TERRORE ROSSO AL TERRORE BIANCO 1:. il titolo di un servizio dedicato al­ la situazione italiana dal " Times • di Londra il 14 maggio 192 1 . Secondo l'autorevole giornale inglese, il fatto­ re principale dello sviluppo del fasci­ smo sta nell' " irresponsabilità delle classi ricche", che ostentano il loro denaro e sovvenzionano le squadre fa­ sciste nella loro azione contro i socia­ listi. « L'uscita degli operai dalle fab­ briche, follemente occupate, ha dato il via alla vera controrivoluzione, con­ tro una rivoluzione solo apparente... Cosi il terrore bianco si è sostituito al terrore rosso ... "

L'AVVOLTOIO DELlA CAMERA « L'on. Mussolini parlò per la prima volta alla Camera il 21 giugno. Aveva preso posto nell'ultimo scranno di de­ stra, dove mai nessuno, prima di lui, aveva osato sedere. Staccato dagli al­ tri, cosi in alto sembrava un avvol-

toio accovacciato su una rupe. " Vi di­ chiaro subito che il mio sarà un di­ scorso 'di destra'. Sarà un discorso reazionario, perché sono antiparla­ mentare, antidemocratico, antisociali­ sta. Ed essendo antisocialista, risolu­ tamente sono antigiolittiano ... Lo Sta­ to deve essere ridotto alla forma phi semplice. Esso deve avere un buon esercito, una buona polizia, un ordi­ namento giudiziario che funzioni be­ ne, fare una politica estera intonata alle esigenze della nazione: tutto il resto deve essere abbandonato all'at­ tività privata ,. ( E . Lussu, op. cit.). IL PAITO COI SOCIALISTI

MUSSOLINI: "LO DIFENDERIJ AD OL TRANZA " Quando a Roma fu firmato il " patto di pacificazione •, Mussolini scrisse sul " Popolo d'Italia", 3-8-'21 : « Dichiaro qui in prima persona, assumendomi tutte le responsabilità morali e mate­ riali della mia dichiarazione, che io vi ho messo tutta la mia buona vo­ lontà, e che quando ho visto accetta­ to l'essenziale, ho buttato in mare ta­ luni dei dettagli ... Aggiungo anche che difenderò con tutte le mie forze que­ sto trattato di pace, il quale, a mio avviso, assurge all'importanza di un 49

no il 2 agosto 1 92 1 . Ma a questo punto, i " ras " padani, con alla testa Dino Grandi, insorgono contro il Duce : non sono assolutamente disposti a smobilitare le squadre . Mussolini reagisce dimettendosi dal comitato esecutivo dei Fasci. Ma per poco. Se egli non può fare a meno dei " ras ", questi, sen­ za di lui, sono a loro volta tagliati fuori dal gioco politico. Al congresso di Roma del novembre 1 92 1 , un abbraccio tra Grandi e Mussolini sancisce la ritrovata unità al vertice del fascismo, che da movimento si organizza in partito : ne fan­ no p�rte oltre 1 300 Fasci, con 2 1 8 mila iscritti . •

avvenimento storico, anche per la sua singolarità senza precedenti •·

••n fascismo ufficiale

è bell'e li quidato"

« Il fasc i s m o ufficiale è in liquida­ zione perché già preso dalla paura della crisi, che pnma o poi doveva risolvere... I vari deputati Grandi, Fa­ rinacci, e tutti coloro che a protesta contro il fascista Mussolini si ribella­ no al " duce ", comprendono che l'ora è suonata, se non vi sia piu la possi­ bilità di dar bastonate, di lanciare bombe, e di fare spedizioni puniti­ ve ... ,. ( " Corriere d'Italia" 5-8-'21 ).

"Chi ha tradito, tradirà" « Di fronte all'eventualità di una ces­ sazione dell'azione antisocialista • scri­ ve R. De Felice (op. cit.), « il fascismo si rivelò (a Mussolini) in tutta la sua vera essenza e gli si rivoltò aperta­ mente contro, dandogli la misura del suo errore... Riaffi.orarono prevenzio­ ni e avversioni che ormai sarebbero dovute essere morte e sepolte. Riaffi.o­ rarono i sospetti verso il • socialista" e in Toscana e in Emilia si arrivò a cantare chi ha tradito, tradirà... Egli 50

era un capo cosi poco capo che, piu che guidare effettivamente il fascismo, doveva - almeno per il momento subirne altrettanto sostanzialmente gli umori e gli orientamenti... ,.

MUSSOLINI SCONFESSATO « Non c'è da meravigliarsi perciò se il patto di pacificazione ebbe vita bre­ ve e se le mille " Peretole " italiane reagirono ad esso nello stesso mo­ mento in cui veniva alla luce. Special­ mente nelle zone dell'Italia centrale, ove la lotta ardeva piu accesa, il pat­ to di pacificazione non ebbe mai pra­ tica attuazione e quattordici �iorni dopo la sua stipulazione 544 Fasc1 emi­ liani-romagnoli riunitisi a congresso a Bologna ( 16 agosto 1921 ) si affret­ tarono a disconoscerlo, se�ti dal Co­ mitato regionale dei Fasc1 toscani il 20 settembre 1921 e dalla Federazio­ ne dei Fasci umbro-sabini il 28 set­ tembre 1921. Inoltre, siccome i comu­ nisti non parteciparono al Patto, la guerriglia potette tranquillamente con­ tinuare contro tutti qualificandoli, tout court, comunisti • (Dorso, cit.). Benito e Rachele Mussolini con i cinque figli

51

LA CRISI ECONOMICA che dopo la fine della guerra ha col­ pito quasi tutti i Paesi del mondo, si aggrava in Italia negli ultimi mesi del 1 92 1 . Alcuni grossi complessi (come l'Ansai­ do e l'Ilva) subiscono dissesti paurosi ; fallisce la Banca Ita­ liana di Sconto; la disoccupazione raggiunge le quote piu alte del dopoguerra (oltre 600 mila unità nel gennaio 1 922) . Il valore della lira sembra precipitare lungo l a china del­ l'inflazione. All'inizio di febbraio, il governo Bonomi cade, e dopo lunghe e controverse consultazioni viene nominato al suo posto un giolittiano di scarso seguito, Lui&i Facta.

MUSSOLINI

"

Inviato speciale"

1 cannes con le uhene bianche Nel gennaio 1922 Mussolini si reca a Cannes per una conferenza interna­ zionale, dove intervista, fra gli altri, il ,Primo ministro francese Aristide Brtand ed è in questa occasione che indossa �r la pnma volta un paio di ghette btanche. D'ora in avanti, que­ ste ghette diventeranno un pezzo fis­ so nell'abbigliamento del Duce.

A Berlino col mal di stomaco Mussolini visita Berlino come giorna­ lista nel mese di marzo del 1922. Ha un colloquio anche con Walter Ra­ thenau, il ministro degli Esteri, ma in genere non si fa molto vedere in giro. Il giornale comunista di Berlino · ha infatti pubblicato un appello agli ope­ rai nerché 'scendano in piazza a ma­ nifestare contro il « traditore del pro­ letariato italiano, che Berlino ha il di­ sonore di ospitare ». Mussolini ebbe un provvidenziale mal di stomaco e per due giorni rimase in casa beven­ do solo bicchieri di latte. 52

l .. conmndaNntl" della milizia fascista •

è sempre una mi­ :e. questo il primo articolo del

Il Partito fascista

lizia.



Regolamento di disciplina della mili­ zia fascista, che cosi continua: « 2. La milizia fascista è al servizio di Dio e della Patria italiana ... 3. La sua veste soldatesca è intesa a donare all'Italia una nuova virilità maschia ... 4. Il Mi­ lite fascista deve servire l'Italia in purità, con lo spirito pervaso da un profondo misticismo, sorretto da una fede incrollabile, dominato da una vo­ lontà inflessibile... S. Il Milite fascista conosce soltanto doveri. Ha il solo di­ ritto di compiere il dovere e di gioir­ ne. 6. Comandante o gregario deve ub­ bidire in umiltà e comandare in for­ za. La ubbidienza ... deve essere cieca, assoluta;· rispettosa ... ».

Gli ''Arditi del popolo" Com..:' mo vi mento armato gli " Arditi del popolo " si sono formati nel giu­ gno 1921, sviluppandosi soprattutto a Roma e nel Lazio, in Liguria, Emilia e Toscana. « L'appoggio maggiore ven­ ne loro dalla sinistra repubblicana e dagli anarchici. I socialisti ebbero un

Anche il suo governo, però, raccoglie una maggioranza cen­ trista molto limitata, incapace di affrontare qualsiasi scelta politica impegnativa ed energica per uscire dalla crisi . A si­ nistra, i socialisti sono ancorati come sempre su posizioni massimaliste, con una minoranza riformista che non riesce a proporre alternative valide. A destra i nazionalisti, gli agrari e soprattutto i fascisti sono in continua espansione, grazie alla incessante mobilitazione squadrista e sindacale, che comincia a far breccia nelle grandi masse: in realtà mol­ ti industriali, agrari e operatori economici, cosi come gran

atteggiamento ambiguo... Anche p1u equivoco fu l'atteggiamento dei co­ munisti: in un primo tempo :parteci­ parono al movimento e in vane loca­ lità ne furono anzi i promotori, . poi il comitato esecutivo del PCI vietò agli iscritti di fame parte, definendolo legato a interessi " borghesi " " (R. De Felice, M. il fascista, cit.).

Camicie di tutti i colori Anche i nazionalisti hanno una loro milizia, i • Sempre pronti per la Pa­ tria e per il Re " : accesamente monar­ chici essi indossano come divisa una camicia azzurra. Camicie color kaki hanno invece le " Squadre d'azione li­ berali ", i cui membri pure giurano fedeltà alla patria e al re: « Inceppa­ ti dalla loro tradizione civile, riusci­ rono a imitare soltanto nella baldan­ zosa esteriorità i loro ben piu effi­ cienti e risoluti colleghi in camicia nera " (N. Valeri, op. cit.).

Ultimatum fascista allo Stato " Il Popolo d'Italia", 1o agosto 1922: « I partiti antinazionali, che si rac­ colgono ibridamente nell'Alleanza del lavoro, hanno lanciato un guanto di

sfida al fascismo e alla nazione ... Dia­ mo 48 ore di tempo allo Stato perché dia prova della sua autorità ·m con­ fronto di tutti i suoi dipendenti e di coloro che attentano all'esistenza stes­ sa della nazione. Trascorso questo ter­ mine, il fascismo rivendicherà piena libertà d'azione . . . " Già nel pomerig­ gio del 2 agosto, in effetti, l'Alleanza del lavoro annuncia la cessazione del­ lo sciopero. ·

La banaalia di Parma ITALO BALBO: " Parma, 4 agosto. Stamane una squa­ dra di Camicie nere. ha preso posses­ so della stazione dei trams in viale Mentana ... Dal parapetto del viale un forte gruppo di sovversivi ha scari­ cato sui fascisti una raffica di fucile­ ria. I fascisti hanno risposto con le rivoltelle. La battaglia è durata quasi un'ora, con feriti da ambo le parti .. . Il prefetto Fusco è sceso a patti con gli arditi rossi di Picelli. Ha promes­ so loro che non appena i reparti del­ l'Esercito fossero entrati nell'Oltretor­ rente, tutti i fascisti convenuti a Par­ ma sarebbero partiti... Alle 18 mi so­ no quindi nuovamente r�ato dal pre­ fetto... L'ho lasciato dicendogli che 53

parte dei funzionari statali, non nascondono ormai piu le loro simpatie per il nuovo schieramento politico. Mussolini è molto abile. nel cercare appoggi a tutti i livelli, nell'eserci­ to, in Vaticano e all'interno della corte reale·. E mentre for­ nisce a tutti assicurazioni di buona volontà sul piano poli­ tico, manovra al tempo stesso le operazioni delle sue squa­ dre armate, che costituiscono ormai un vero e proprio « eser­ cito privato », la " milizia " . Cosi il 1 2 maggio 1 922, circa 50 mila fascisti capitanati da Italo Balbo occupano Ferrara, imponendosi alle autorità locali e distruggendo le sedi del-

non gli riconoscevo alcuna autorità ... » « Parma, 6 agosto. Il governo ha desti­ tuito il prefetto e ordinato lo stato d'assedio. Vittoria ! Allora ho ordinato la smobilitazione. » GUIDO PICELLI: « Nelle prime ore del giorno 6, si sep­ pe che lo stato maggiore fascista ave­ va deciso di sferrare un'offensiva in forze... Prevista la manovra, gli " Ar­ diti del popolo " dai posti di guardia iniziarono immediatamente il fuoco... La spinta e la pressione degli assali­ tori, forte in un primo tempo, andò a poco a poco indebolendosi ... Duran­ te la notte ... giunsero informazioni che tra le camicie nere era vivo il mal­ contento per le P.erdite subite. Si sta­ va diffondendo 11 panico... Le schiere di Balbo ormai disperse vennero per­ se di vista. La spedizione punitiva in grande stile contro il proletariato par­ mense s'era trasformata in un disa­ stro ... , ( riportato da Pietro Secchia nell'opera citata).

Ci vuole un governo forte per ristabilire l'ordine LUIGI ALBERTINI: « Il miglior mez­ zo per togliere ogni pretesto alle vio54

lenze è quello di chiamare i fascisti a dar prova della loro capacità a di­ rigere la cosa pubblica, a mantenere le promesse » (discorso al Senato, 9 agosto 1922 ) . FRANCESCO SAVERIO NITTI: « Con un governo o con un altro, l'Italia ha bisogno di ristabilire l'ordine; e non è escluso che ciò possa risultare ... da un onesto compromesso tra i partiti che sono maggiormente in contesa ,. (discorso tenuto a Lauria, 20 ottobre 1922). GIOVANNI GIOLITTI: c � necessaria un'alleanza di governo col nuovo par­ tito... ma nelle vie legali_ Solo cosf sarà possibile attuare la parte fonda­ mentale del suo programma, rialzare cioè l'autorità dello Stato per la sal­ vezza, la grandezza e la prosperità del­ la Patria ,. ( discorso tenuto a Cuneo, 23 ottobre 1922). LUIGI EINAUDI: « A Napoli Musso­ lini ha avuto una sola frase per la fi­ nanza: .. " � un problema di volontà politica. Questi milioni e questi mi­ liardi si risparmieranno se avremo al governo chi abbia il coraggio di dire no ad ogni richiesta"... Il cuore mi diede un balzo. Se al Tesoro, pensai, andasse un fascista deciso ad ogni sba­ raglio... Ecco risolto il problema del­ la nostra finanza » (dal " Corriere del­ la Sera ", 26 ottobre 1922). .

le organizzazioni socialiste; il 30 maggio l'azione si ripete a Bologna, il 1 2 luglio a Cremona, avendo come . protagonista il " ras " Roberto Farinacci ; il 29 luglio a Ravenna, ancora con Balbo . Come reazione, l'Alleanza del Lavoro, che com­ prende i sindacati della CGL e della UIL, ma non i cattolici, proclama uno sciopero generale " !egalitario " per il l o ago­ sto . Ma è un completo insuccesso, e i fascisti, che si sono mobilitati in massa per boicottare lo sciopero, subito dàn­ no il via in tutta Italia a una serie di operazioni punitive: a Parma, Balbo attacca letteralmente battaglia, senza però

La marcia su Roma IL TRANQUILLO SONNO DI FACTA

· quillamente a Roma, in vagone letto, la mattina del 30 ottobre ... L'occupa­ zione di Roma fu dunque un risultato e non la causa della presa di potere da parte di Mussolini; ma servi allo scopo. Il mito della rivoluzione fasci­ sta era nato; l'Italia, aveva il suo Duce •.

Lo storico inglese Adrian Lyttelton della Oxford University, in XX seco­ lo, op. cit., sintetizza cosi le vicen­ de che portarono alla marcia su Ro­ ma: « Fmo all'ultimo momento Mus­ solini continuò a negoziare con Gio­ litti la formazione d'un governo di coa­ CHI L 'HA VOLUTA? lizione capeggiato da Giolitti stesso. Il 27 ott. le squadre fasciste comin­ BALBO: "FUI IO CHE M'IMPOSI" ciarono a muoversi in tutta l'Italia « Mussolini era contrario a qualsiasi azione. Fui io che m'imposi e dissi settentrionale e centrale. Quella sera, senza complimenti: " la marcia su Ro­ il primo ministro Facta, con un san­ ma la faremo senza di te". Mussolini gue freddo un po' eccessivo, se ne an­ allora si decise... Il quadrumvirato è dò a letto. Nella notte cominciarono stato nominato da me, e Mussolini ad arrivare da tutta Italia notizie del­ non ce lo mìsi; e questo spiega anche l'occupazione di stazioni ferroviarie, agli stupidi che lui non era entusiasta posti telefonici, uffici postali e pre­ fetture. Finalmente, Facta fu sveglia­ della faccenda ,. (in P. Monelli, cit.). to. Alle sei del mattino il Consiglio dei ministri si riunf e, ·fidando dell'ap­ IL DUCE: "HO DOVUTO provazione del re, decise di procla- . PUNTARE I PIEDI " « Se Giolitti torna al potere siamo f ... » mare lo stato di emergenza. Ma alle nove del mattino, quando Facta si re­ dice Mussolini a Cesare Rossi due giqr­ cò dal re col decreto, Vittorio Ema­ ni dopo la riunione del 16 ottobre. nuele non volle firmarlo. Una volta « Ricordati che a Fiume ha fatto can­ che il re ebbe rifiutato la firma al noneggiare D'Annunzio. Bisogna bru­ decreto dello stato d'assedio, Musso­ ciare le tappe. Non la volevano capi­ lini si trovò tutte le carte in mano. re quelli là (i quadrumviri).. .. Ma ho Il re non si era lasciato altra scelta puntato i piedi. Entro questo mese bi­ che cedere e Mussolini arrivò tran- sogna che tutti i preparativi siano ul55

riuscire a conquistare il rione dell'Oltretorrente; a Milano le squadre dirette da Cesare Rossi occupano la sede del co­ mune, distruggono la redazione dell'" Avanti " , agitano aper­ tamente lo slogan del colpo di stato. In ottobre, la crisi po­ litica, economica, istituzionale giunge alla sua acme. La pub­ blicazione, all'inizio del mese, del nuovo regolamento della " milizia " non ha provocato reazioni di sorta da parte del go­ verno, nonostante l'iniziativa sia chiaramente illegale. Mus­ solini decide allora di stringere i tempi, e il 16 ottobre con­ voca a Milano i capi della milizia (Balbo, De Vecchi, De Bo-

timati » ( Cesare Rossi, Mussolini co­ m'era, Roma 1947). FU c

UN GIOCO D'AZZARDO

Le Camicie nere, se pure avessero avuto la volontà, non avevano armi sufficienti per combattere l'esercito italiano che avesse avuto l'ordine e la volontà di combattere. Le Camicie ne­ re servivano a Mussolini per sfidare il governo, per costringerlo a versare il sangue, per assumersi la tragica re­ sponsabilità della guerra civile. Aveva il governo la volontà e la forza di as­ sumersi questa responsabilità? • (RO: berto Fannacci, Storia della rivoluzio­ ne fascista, Cremona 1939). c In gue­ sta incertezza • commenta Guido Dor­ so (cit.), c Mussolini, giocatore d'az. zardo per tutta la vita, si accinse a varcare il Rubicone. »

100.000 o 17.000 i partecipanti alla marcia? I dati sulle forze fasciste che hanno partecipato alla marcia su Roma so­ no quanto mai diversi. La Sarfatti, per esempio, parla di c 100 mila Ca­ micie nere mobilitate • ( op. cit.), una cifra veramente alta rispetto a q_uel­ la fornita dal Kirkpatrick (op. c1t.): 17 mila; nel mezzo la testimonianza 56

di Farinacci ( op. cit.) che enumera

41 mila uomini. Per parte sua il De

Felice (op. cit.) valuta che i fascisti siano stati 26 mila circa, c in buona parte armati solo di rivoltella e ad­ dirittura di manganelli •, contro lo schieramento dei 28.400 soldati, per­ fettamenti inquadrati e armati, che presidiavano Roma.

MUSSOUNI ·AmNDE A •nANO PER INGANNARE IL MONDO

r

.. Come oteva lei, un soldato, resiste­ re ... cos lontano dal centro dell'azio­ ne? • chiederà Ludwig a Mussolini nel 1932. « Io ho comandato da Milano ... In quella sera di ottobre, per ingan­ nare tutto il mondo, io ero .. in teatro. Ricordo ancora che si rappresentava Il Cigno di Molnar ... • (op. cit.).

.

PER SCAPPARE IN SVIZZERA « Mussolini a Milano, si barrica nella sede del suo giornale e fa mettere at­ torno una fitta barriera di reticolati ... Originale ubicazione di combattimen­ to. Anche con la strategia moderna, 600 chilometri di distanza dal grosso che si batte sono effettivamente mol­ ti. Ma, in compenso, Milano ha il van­ taggio . di essere a pochi chilometri dalla frontieca svizzera • (Lussu, cit.).

no), il segretario del partito Michele Bianchi, Fara e Cecche­ rini . La riunione è assai animata, ma alla fine i piani per la " marcia su Roma " vengono approvati : dopo le molte in­ certezze del passato, lo stato maggiore fascista ha deciso di giocare la carta piu audace per la conquista del potere, quel­ la dell'insurrezione armata. L'operazione scatta la sera del 27 ottobre, subito dopo la chiusura del congresso fascista che si è svolto a Napoli . Le squadre nere si mobilitano in tutta Italia, dirigendosi coi mezzi piu vari verso i tre centri di raduno delle colonne, Civitavecchia, Monterotondo e Ti-

C'erano gli industriali alle spalle di Mussol lni? 1 972. Secondo- un recente articolo del " Sunday Times ", il fattore principale del successo di Mussolini « fu non tanto la parata della marcia su Ro­ ma, quanto la certezza che dietro di lui vi era il potere economico degli industriali dell'Italia del Nord ... ». Commentando l'articolo inglese sul " Giorno " del 18-5-'72, Franco Roccella ricorda che " i 20 milioni delle società bancarie, i 6 milioni degli agrari, i 5 milioni dei massoni, le rimesse diret-' te, continue e incalcolabili {al " Popo­ lo d'Italia" e al movimento fascista, alle " squadre " e ai " condottieri " ) del­ la grande industria ebbero, come cor­ rispettivo, la totale cessione della po­ litica economica al grande capitale: nessun freno all'iniziativa privata e pressocché nullo l ' i ntervento dello Stato ».

No, gli agrari «

La classe industriale ebbe inizial­ mente verso il fascismo una posizio­ ne favorevole, ma piena di riserve " { Piero Melograni , Gli industriali e Mussolini, Longanesi 1972). Secondo Cesare Rossi ( Gli industriali di fronte

al fascismo, " Il Tirreno " 16- 1 1 -'55 ) « è storicamente assodato che furono gli agrari a decidere lo sviluppo e il so­ pravvento del fascismo nel campo po­ litico nazionale; viceversa gli indu­ striali, come massa e come organizza­ zione sindacale, restarono estranei o spettatori inquieti •.

La marcia su Roma nel commenti all'estero The Tbnes, ZB-10-1922: « II fascismo

italiano, presentatosi come movimen­ to inteso a restaurare l'autorità della legge e dello Stato, ha calpestato la legge e si è sostituito allo Stato... ». The Dally Telegraph, 30-10-1922: « 1:. ancora troppo presto per predire le piene conseguenze di questo atto di pericolosa follia... Sotto il perverso genio di Mussolini, il movimento, se riesce nell'attuale tentativo di domi­ nare la nazione, è piu atto a ·portare l'Italia al caos e alla rovina •· The Mo� Post, 1-11-1922: « Il segreto della vtttoria fascista : mali estremi richiedono rimedi estremi • · The Na· don &: The Atheneum, 1 1-11-1922: " Il fascismo, come movimento politi­ co e militare delle classi medie per combattere il comunismo, non ha pa­ ralleli nella storia •.

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voli . Il comando generale si stabilisce a Perugia mentre Mus­ solini torna a Milano. La reazione, a Roma, è confusa, con­ traddittoria. Facta dà subito le dimissioni ; Vittorio Ema­ nuele III prima sollecita la proclamazione dello stato d'as­ sedio, poi si rifiuta di firmarne il decreto ; l'esercito si atte­ sta alle porte della capitale, pronto a bloccare ogni tentativo di occupazione. Ma non ci sarà battaglia. Il giorno 29, alle 12, con un telegramma il re invita Mussolini a formare il nuovo governo . Il Duce parte in serata da Milano in vagone letto. La mattina dopo è a Roma, e si reca dal re. •

L'Osserva tore Romano, 30-10-1922: c Noi possiamo constatare con la piu viva soddisfazione come all'esor­ tazione di Pio XI abbiano corrisposto i propositi dei supremi poteri, la vo­ lontà dei partiti dirigenti, e quegli stesso che oggi è chiamato a compor­ re il Governo ... Vennero richiamati al­ la disciplina piu rigida e al rispetto di tutti i diritti gli autori di deplore­ voli violenze, mentre si annunzia che l'on. Mussolini intende avviare alla col­ laborazione governativa... uomini di ogni parte, solleciti soprattutto degli interessi del popolo ». .••

·

La Vlctolre, %8-10-1922: c Visto che go­ verno, polizia ed esercito lascerebbe­ ro camJ?O libero ai comunisti e ai so­ cialisti Italiani, i fascisti di Mussolini si incaricano di sostituire il potere. In qualche mese, hanno fatto pulizia, ru­ demente ma completamente ». Jour­ nal des débats, 31-10-1922: • L'Italia è ormai uscita dalla legalità e dalla Costituzione, il re ha ceduto davan� ti alla violenza, l'arbitrio sarà il nuo­ vo sistema di governo. L'Italia sta per fare l'esperienza di una dittatu­ ra ». Le Temps, 3-1 1-1922: c Il signor Mussolini è stato moJto amareggiato dalle a�itazioni talvolta violente alle quali s1 sono lasciati andare alcuni gruppi fascisti, a Roma e fuori di Ro58

ma, nonostante gli ordini formali che aveva dato ». MUSSOLINI VISTO DA VICINO

È un despota mutevole

e impressionabile

Il 28 ottobre 1922 Luigi Albertini scri­ ve a Nicola D'Atri: c Salandra, se­ condo me, non ha rimesso nulla a non intendersi prima con Mussolini, il quale è un desposta mutevole ed impressionabile, per non dire intrat­ tabile. Lo vedremo alla prova ». Lo stesso Albertini scriveva il 31 ottobre a Einaudi: c Quando riprenderemo la libertà di parola - e spero che que­ sto avvenga domani - pubblicheremo un primo articolo sul ministero Mus­ solini e su ciò che è avvenuto nei giorni :passati. Ti assicuro che certa roba, vista sul posto, non dà che di­ sgusto profondo, per cui diremo a Mussolini parecchie verità. Per esem­ pio, la costituzione del suo ministero e semplicemente ridicola ,. (Luigi_ Al­ bertim, Epistolario 1911-1926, A. Mon­ dadori Ed. 1968). ••.

Il Duce e De Bono partecipano a una sfilata

CAPPELLO A CILINDRO, redingote e pantaloni grigi riga­ ti, Mussolini ritorna dal re la stessa sera del 30 ottobre 1 922, per presentargli la lista dei suoi ministri. � un gover­ no di larga coalizione : oltre al Duce, comprende tre fascisti, due popolari, due democratici, un nazionalista, un demo­ sociale, un liberale, due militari e il filosofo Giovanni Gen­ tile al ministero dell'Istruzione. Stanca dei lunghi mesi di disordini e di violenze, l'opinione pubblica moderata sem­ bra favorevole all'esperimento . Quando si presenta alla Ca­ mera, il 1 6 novembre, Mussolini non nasconde i suoi pro-

11 re: .. Questo Mussolini a proprio un uomo serio" La mattina del 30 ottobre, Mussolini si è presentato al re in camicia nera. La versione ufficiale lo rappresenta tutto rigido davanti al sovrano, col braccio destro alzato e una frase sto­ rica: « ... Porto a Vostra Maestà l'Ita­ lia di Vittorio Veneto riconsacrata dalla nuova vittoria . . . ». Secondo Pao­ lo Monelli (cit.), invece, avrebbe det­ to: « Perdoni la mia mise, ma vengo dalla battaglia ». L'impressione del re è comunque positiva: « t!. un uomo proprio serio... non passerà troppo presto » confida il sovrano a uno dei suoi gentiluomini. « C'è in lui, se non sbaglio, la voglia di fare e di far be­ ne . . . Me l'ero .figurato diverso » ( Nino· D'Aroma, Vent'anni insieme, Cappelli Bologna 1957).

Amendola:

"Assecondiamo

Il nuoflo ministero" « La legalità ha subito un danno ir­ reparabile » scrive Giovanni Amendo­ la a Carlo Cassola il 7 novembre 1922. • Ma, ciò detto, occorrerebbe stende-

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re sull'evento il velo dell'oblio... Per­ tanto, mentre riaffermiamo la nostra fede !egalitaria e democratica,... noi proclamiamo il . dovere per tutti di se­ condare l'opera del . nuovo Ministero in quanto sia rivolta a restaurare l'or­ dine, la disciplina, la finanza e l'eco­ nomia; augurando all'on. Mussolini tut­ to il successo ... ,. (riportato da " Nord e Sud ", dicembre 1961 ).

.. L'aula sorda e grigia" Mussolini chiede la fiducia al Parla­ mento : « • Mi sono rifiutato di stra­ vincere ... Potevo fare di quest'aula sor­ da e . grigia un bivacco di manipoli. Potevo sprangare il Parlamento. Pote­ vo, ma non l'ho voluto. Almeno per questo momento ... Ma la Camera de­ ve sentire la sua posizione J?articola­ re, che rende possibile lo scioglimen­ to fra due giorni o fra due anni... Chie­ do j pieni poteri."... Giolitti, Bonomi, Salandra, De Nicola votarono a favo­ re. Il gruppo della democrazia libera­ le votò a favore... I democratici-catto­ lici votarono a favore. Votarono con­ tro, il piccolo gruppo democratico ca­ peggiato dall'on. Amendola, i repub­ blicani e l'estrema sinistra ,. (E. Lus­ su, op. cit.).

getti di fondo, che sono l'affermazione di uno stato forte sotto il controllo della " rivoluzione fascista " e la volontà di stabilire nuovi rapporti con la Santa Sede. A grandissima maggioranza ( 306 voti favorevoli e 1 1 6 contrari) la Camera gli concede la fiducia e i pieni poteri, in materia amministra­ tiva e tributaria, per un anno. Con la ascesa di Mussolini, non sono, però, cessati nel Paese i disordini e gli episodi di violenza. Il Duce ha fatto, si, sgomberare le camicie nere da Roma già all'indomani della sua vittoria, J;D.a in molte città lo squadrismo non ha smobilitato. Per molti fascisti intran-

Il fasdsmo ha l'into Corriere della Sera Z novembre 19ZZ : Non domandiamo altro destino per la nostra Italia che di poter domani mettere nell'altro piatto della bilan­ cia tali meriti dell'opera governativa fascista, da far rialzare quello in cui o�gi pesa il ri�rdo degli amarissimi gJ.orm trascors1 ». Il Popolo d'Italia - Z novembre 19ZZ: " Viviamo un'ora radiosa in cui sen­ tiamo che il mondo ci guarda con invidia, con ammirazione ... Noi abbia­ mo finito oggi di vincere la nostra Vittorio Veneto ». Battaglie Slndacall - 7 novembre 19ZZ : c Il vecchio Stato appena ha sentito bussare alle porte si è affrettato a spalancarle lasciando libera entrata allo Stato fascista, accontentandosi della promessa che sul .frontone si sarebbe mantenuta, per rispetto alle tradizioni, la vecchia insegna ... Avanti! 14 novembre 19ZZ: c Coll'a­ scesa del fascismo al potere una pa­ rentesi si chiude. La democrazia bor­ ghese è morta ,. ( Pietro Nenni). La Rivoluzione Hberale Z3 novem­ bre 19ZZ : P. Gobetti: c Il fascismo in Italia è una catastrofe , è un'indica­ zione di infamia decisiva, perché se­ gna il trionfo della facilità, della fidu•

c

·





eia, dell'ottimismo, dell'entusiasmo. Si può ragionare del ministero Mussoli­ ni come di un fatto di ordinaria am­ ministrazione. Ma il fascismo è stato qualcosa di piu; è · stato l'autobiogra­ fia della nazione. Una nazione che cre­ de alla collaborazione delle classi, che rinuncia per pigrizia alla vita politi· ca, è una nazione che vale poco •·

MUSSOLINI AL POTERE LUIGI EINAUDI: "ROMA HA TROVATO UN PADRONE" c Stavolta a Roma · hanno trovato un · padrone. E allora a che pro tenere in vita un organo ingombrante, maneg­ �iare delle marionette, perder tempo m compagnia d'un branco d'insufli· cienti? Gli scopi di Mussolini sono chiari. Ha riaperto la Camera (certo d'averla ai suoi piedi, poiché le fem­ mine adorano la maschia prepoten­ za) onde servirsi della tribuna parla­ mentare per far sapere bene a tutti quel che si prefigge ... ,. (Luigi · Einaudi nel 1922). GAETANO SALVEMINI: " E QUANDO FINIRA LA LUNA DI MIELE? " c Mussolini è uno dei tanti dittatori , a cui i deputati danno la fiducia e i pieni poteri ,. scrive Salvemini il 29 61

sigenti, continua la " rivoluzione " che l'incruenta marcia su Roma non ha certo esaurito; per molti altri è la corsa a ogni possibile carica e prebenda, ora che il potere è stato finalmente conquistato . Le prime misure che il Duce adotta riguardano proprio il Partito fascista. Per assicurargli una direzione univoca e concorde con l'autorità dello Stato, Mus­ solini dà vita al Gran Consiglio del fascismo, da lui stesso presieduto; per smobilitare lo squadrismo, e con esso il po­ tere dei " ras " , istituisce la " Milizia volontaria per la sicurez­ za nazionale " (MVSN), nella quale dovranno confluire, ap-

novembre 1922, ricordando i preceden­ ti parlamentari di Crispi, Giolitti, Sa­ landra, Boselli e Orlando. « La novità di Mussolini di fronte agli altri è che si appoggia a una organizzazione ar­ mata: la quale forse continuerà a im­ porlo al Paese, anche quando sia ve­ nuta meno la fiducia miracolistica di questa luna di miele » (G. Salvemini, Scritti, Feltrinelli).

IVANOE BONOMI: "VA DRITrO SUO SCOPO"

AL

« Egli sa assimilare prontamente ciò che gli giova... Non ha pregiudizi di alcun genere, non ha alcuna preoccu­ pazione di apparire rettilineo. Va ver­ so il suo fine... giovandosi di ogni ele­ mento o circostanza favorevole . . . » ( Ivanoe Bonomi, Dal socialismo al fa­ scismo, Roma 1924).

ANTONIO SALANDRA: "UN FEROCE CULTO DI SE MEDESIMO" « Enigmatico miscuglio o alternativa di genialità e. di volgarità, di sincera professione di nobili sentimenti e di bassi istinti di rappresaglia e di ven­ detta, di rude schiettezza e di istrio­ nismo mal dissimulato, di pertinaci. asserzioni e di mutazioni subitanee, di efficace e talora travolgente elO­ quenza adorna di cultura e di presun­ tuosa ignoranza espressa in linguaggio 62

plebeo ... Un esclusivo, starei per dire, feroce culto di se medesimo ... Nessun limi te di discrimazione tra il bene e il male, nessun indizio di senso del di­ ritto; nel complesso, una forza della natura non contenibile se non da for­ ze maggiori » (Antonio Salandra, Me­ morie politiche, Garzanti Edit. 195 1 ).

CARLO SFORZA: "UN INGUARIBILE INCOMPETENTE" « Avendolo ben conosciuto nel 1919 e nel 1920 e ricordando le sue ingenue teorie di politica estera quali egli me le espresse piu volte nel 1922, inclino a credere che quando venne al potere - armato di tutte le conoscenze che il Piccolo Larousse può dare - era convinto di poter risolvere facilmente tutti i problemi su cui tante volte ave­ va disquisito nei suoi articoli ; uomo felice, non aveva in sé gli ostacoli del­ la cultura; ma presto la terribile com­ plessità dei problemi politici fini per imporsi a lui, facendogli scoprire la propria inguarib ile incompetenz a » ( Carlo Sforza, L'Italia dal 1914 al 1944 quale io la vidi, Arnoldo Monda­ dori Editore, Milano 1946).

PIERO GOBETTI: "DOMATORE E DISEDUCATORE DEGLI ITALIANI " Mussolini " viene rivelando l e sue piu sconcertanti attitudini di attore e di

punto, tutte le squadre. Contemporaneamente, si mette in moto un processo di assimilazione al fascismo degli attuali alleati di governo; sia attraverso la convergenza diretta nel " Partito nazionale fascista " (com'è il caso dei nazionalisti, che si fondono coi fascisti già alla fine di febbraio del · 1 923); sia con il progressivo sgretolamento delle organizzazioni non fasciste che, sottoposte in periferia a violenze continue, cominciano a mostrare incrinature sempre piu profonde, anche a livello di direzione politica. Il partito piu forte del­ la coalizione, come rappresentanza parlamentare, è ancora

tribuno nella conoscenza che ha, per­ fetta, dei costumi italiani plateali ... E�li ha imparato il trasfonnismo da GIOlitti e ce ne dà un'edizione " roma­ gnola ", senza stile, dannunziana, in cui... prevale, al posto della diploma­ zia e di certa austerità piemontese, il gestire dell'Italiano. Comunque si svolgano in Italia le cose del regime e del fascismo, il tema piu accentua­ to p er il periodo presente sarà: Mus­ solmi domatore e diseducatore, pron­ to a stroncare le opposizioni e a dar­ ci l'Italia pacificata della retorica pic­ colo-borghese guerraiola ,. ( da un ar­ ticolo di P. Gobetti in " La Rivoluzio­ ne liberale ", 22-5-1923). IGNAZIO SiWNE: " HA VINTO GRAZIE AI SUOI DIFETII " « L'eclettismo ideologico di Mussolini, il suo pragmatismo, la sua disinvoltu­ ra morale,· la sua idolatria dei fatti, resero possibile un comportamento che altri leader politici avrebbero ri­ fiutato, in nome della coerenza, della serietà, e anche del semplice pudore. Fu quella... la condizione principale del successo politico di Mussolini, da­ to che, altrimenti, né lui senza il par­ tito, né il partito senza di lui, sareb­ bero ma.i arrivati al potere. La vitto­ ria gli arrise, dunque, non malgrado i suoi difetti, ma grazie ad essi ,. ( Igna-

zio Silone su " Epoca " dell'l l-3-1965 ). RENZO DE FELICE: "UN TERRIBILE ACCENTRATORE " « Non fidandosi di nessuno, Mussolini voleva vedere e controllare tutto ... Chi ripercorra oggi i documenti da lui esaminati allora e le sue carte, rima­ ne colpito dalla massa, dalla loro va­ rietà e dal trovarvene tanti che nor­ malmente non sarebbero dovuti an­ dare oltre il tavolo di un buon diret­ tore generale. Di qui un lavoro defa­ tigante, che spesso esauriva l'uomo, gli impediva di dedicarsi convenien­ temente ai maggiori problemi renden­ do difficile distinguere ciò che era ve­ ramente importante da ciò che non lo era, e che toglieva fiducia ai suoi col­ laboratori ,. (op. cit.).

I l Gran Consigl io del fascismo La prima riunione ufficiale del Gran Consiglio ha luogo il 12 gennaio 1923. Ne fanno parte tutte le piu alte auto­ rità fasciste, ministeriali, di partito e sindacali, e inoltre il direttore gene­ rale della PS e il capo di Stato Mag­ giore della Milizia. « In teoria sareb­ be dovuto essere il nuovo organo su­ premo del fascismo ,. ha scritto Ren­ zo De Felice ( op. éit.). « In pratica 63

il Popolare di don Sturzo, che, anche all'ultimo congresso di aprile, ha riconfermato la sua completa autonomia dal fascismo . Ed è appunto contro i popolari che si accentra ora la battaglia di Mussolini, il quale prima estromette dal go­ verno i rappresentanti cattolici, poi isola nella direzione del partito l'intransigente don Sturzo, che si dimette infatti il lO luglio. A questo punt o , la strada è libera per varare una nuova riforma elettorale, la " legge Acerbo " che, assicuran­ do al partito di maggioranza relativa i due terzi dei seggi al­ la Camera, consentirà ai fascisti di fare la parte del leone

non fu altro che una specie di came­ ra di compensazione delle diverse po­ sizioni dei principali es_I?Onenti fasci­ sti... In ultima analisi, ciò che il Gran Consiglio valorizzava era la persona del mediatore, cioè Mussolini. »

la ••rivoluzione" cantln• « I prefetti, i questori, i funzionari e i magistrati di ogni categoria si sono ridotti a tremare dinanzi alle ukase dei caporioni fascisti. Nei centri mi­ nori la sede del Partito si è trasfor­ mata in una via di mezzo fra il Tri­ bunale, la Caserma e il Municipio, tan­ to che spesso il maresciallo dei cara­ binieri ha dovuto eseguire degli arre­ sti per ordine del segretario fascista » (Giacomo Lumbroso, La crisi del fa­ scismo, Firenze 1925).

l primi passi

riBTSIJ Il Vatlt:BRIJ

•••

« Tutte le fedi religiose saranno ri­ spettate, con particolare riguardo a quella dominante che è il cattolicesi­ mo »: è sulla base di questa afferma­ zione di Mussolini pronunciata nel suo discorso programmatico alla Camera che si iniziano gli approcci diretti tra 64

il nuovo governo e la Santa Sede. Il governo approva subito alcuni prov­ vedimenti tecnici, graditi al Vaticano, come l'ordine di mettere ì1 crocifisso nelle aule scolastiche e giudiziarie, il divieto dei giochi d'azzardo, la con­ danna della massoneria, ecc. Sul pia­ no diplomatico, un primo incontro se­ greto tra Mussolini e il card. Pietro Gasparri avviene a Roma alla fine di gennaio del 1923. « Sono molto soddi­ sfatto » confida il cardinale al conte Santucci al termine del colloquio col Duce, riferendosi al quale aggiunge: « � un uomo di prim�ordine» ( ripor­ tato da R. De Felice, op. cit.) .

... mettono In crisi Il Partito popolare Sul piano politico interno, questi con­ tatti diretti con la Santa Sede, e in­ sieme la continua opera di boicottag­ gio, in tutto il Paese, contro le orga­ nizzazioni cattoliche di base, provo­ cano a poco a poco la crisi del Par­ tito popolare, che si spezza in diver­ se correnti. La prova si ha in luglio alla Camera, quando in sede di vota­ zione della riforma elettorale, 8 depu­ tati cattolici votano contro Mussoli­ ni, 9 gli concedono invece la fiducia, mentre gli altri abbando�o l'aula.

alle prossime elezioni . Mussolini vi si prepara con estrema determinazione. Sul piano internazionale, dopo " l'incidente di Corro " e il patto di Roma con la Jugoslavia, si è già crea­ to la fama dell'uomo d'azione, forte e diplomatico insieme. All'interno del Paese, è riuscito a raccogliere intorno al fa­ scismo il consenso di molte personalità cattoliche e liberali, e inoltre l'appoggio della Confederazione dell'industria. Co­ si alle elezioni del 6 aprile 1 924 il " listone " governativo ot­ tiene oltre il 66 per cento dei voti e 356 seggi; alle opposi­ zioni non rimangono che 1 79 seggi . •

Botta ' risposta tra M ussolini e don Stuno L'antipatia di Mussolini per d.on Stur­ zo è di vecchia data. Nel febbraio del 1922 l'ha definito un « piccolo, medio­ cre prete siciliano ,. che « comincia a scocciare in modo inquietante la co­ scienza della nazione ,. ( intervista al " Giornale d'Italia " ). Gli attacchi non diminuiscono neppure dopo le dimis­ sioni di don Luigi Sturzo da segreta­ rio del suo oartito. I l 30 agosto 1923, " Il Popolo d'Italia" scrive: « Il nemico di oggi non è piu il sovversivismo ros­ so, ma il popolarismo sturziano ». « Di cultura mediocre e di scarsa espe­ rienza politica, Mussolini possiede le brillanti doti dell'imp rovv i s atore e nessuno degli scrupoli di coloro che, convinti di un'idea, temono di non es­ serle fedeli... Gli amici e i compagni li stima finché possono essergli utili, li teme quando non può fame a me­ no, li rinnega quando gli ingombrano la strada ,. (Luigi Sturzo, Italy and Fascism).

Mossolini fa bombardare Corti Il 27 agosto 1923, presso Gianina, in Grecia, il gen. Tellmi e i membri ita-

liani della comm1ss1one per la deli­ mitazione del confine greco-albanese vengono uccisi da banditi o terrori­ sti rimasti ignotL Invece di ricorrere alla Societit delle Nazioni, Mussolini invia subito alla Grecia un duro ulti­ matum in sette punti (per le scuse e le riparazioni ) , dopo di che, non avendo ricevuto soddisfazione, il 3 1 agosto f a bombardare e occupare l'i­ sola di CorfU. La tensione a livello diplomatico è acutissima, soprattut­ to nei rapportì con l'Inghilterra. L'il;J.­ cidente si chiude il 27 settembre: la Grecia adempie alle richieste alleate, e l'Italia sgombera Corro.

Diventa ·�cugino" del

re

Nell'agosto del 1923 si diffonde la no­ tizia che Mussolini sarà insignito del titolo di duca; telegrafa Mussolini al re : « ·Prego ardentemente la V.M. di non premiarmi in alcun modo, poiché non merita premio alcuno chi compie il suo preciso .dovere ,. Per solennizzare l'unione di Fiume al­ l'Italia ( ottenuta col patto itala-jugo­ slavo del gennaio 1924) , il re insigni­ sce Mussolini del Collare dell'Annun­ ziata, la massima onorificenza di Ca­ sa Savoia, che eleva il beneficato al titolo di " cugino " del re. .

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del nuovo Parlamento ha luogo LA SEDUTA INAUGURALE il 24 maggio 1924. Il dibattito intorno al discorso della Co­ rona si protrae per alcuni giorni senza particolari incidenti, finché, il 30 maggio, prende la parola Giacomo Matteotti, se­ gretario del Partito socialista unificato: le elezioni, afferma, non sono state libere, i risultati sono falsi, e ne ha le prove. Quindi devono essere annullate. La reazione dei fascisti, in aula e fuori, è violenta e minacciosa. Lo stesso Mussolini è furente: la trama che egli stava tessendo già da qualche me­ se per conquistare l'appoggio dei socialisti e dei sindacali-

Biacomo Maneotti sfida il fascismo « Con la sua abilità e con l'inoppu­ gnabilità dei dati di cui disponeva, Matteotti stava infirmando l'autenti­ cità del verdetto elettorale... • Nessun elettore si è trovato libero... Esiste una milizia armata, la �uale ha que­ sto fondamentale e dichiarato scopo, di sostenere ... il capo del fascismo. . Scoppiò un putiferio. Per la prima volta, si udf la voce stizzosa di Ro­ berto Farinacci : "Va a finire che fa. remo sul serio quello che non abbia­ mo fatto! " Matteotti rispose �elida­ mente: " Fareste il vostro mestiere! ... lo espongo fatti, che ·non dovrebbero provocare rumori. I fatti o sono veri o li dimostrate falsi... Per queste ra­ gioni noi domandiamo l'annullamen­ to in blocco delle elezioni di maggio­ ranza " ,. ( R. Collier, op. cit.). « Per la p�arazione culturale e tec­ nica, specie m mat�ria di finanze, Mat.

7 gennaio 1935. Mussolini e Lavai

discutono l'accordo itala-francese



teotti era interlocutore fastidioso e critico severo... Per la dirittura mo­ rale e l'aggressività che lo portavano a frequenti attacchi anche personali riusciva, com'è naturale, particolar­ mente ostico a molti ... Già aveva avu­ to qualche " lezione " dallo squadrismo locale ,. ( M. Rivoire, Vita e morte del fascismo, Ed. Europee 1947).

rivoltella noa lo iDlpressioaa

La

« Il 12 marzo 1921 Matteotti fu aggre­ dito dagli agrari fascisti di Castelgu­ glielmo ( Rovigo) che, armi alla ma­ no, gli chiesero di ritrattare la sua opera alla Camera, e di dichiarare che a\rrebbe lasciato il Polesine. " Ho una dichiarazione sola da farvi: che non faccio dichiarazioni. " Bastonato, sputaochiato, non aggiunge - sillaba , ostinato nella resistenza. Lo s-pingo­ no a viva forza in un camion... Lo portano in giro per la campagna con la rivoltella spianata e tenendo�Jli il ginocchio sul petto, sempre mmac­ ciandolo di morte, se non promette di ritirarsi dalla vita politica. Visto inutile ogni sforzo, firnilmente si de­ cidono a buttarlo dal camion nella via ... ,. (da P. Gobetti, Coscienza libe­ rale e classe operaia, Einaudi 1951). 67

sti moderati va in fumo . Matteotti, inoltre, mostra di essere a conoscenza di troppi particolari compromettenti a pro­ posito di certe vicende finanziarie che toccano da vicino la classe dirigente fascista. Passano appena pochi giorni, e il 10 giugno, alle quattro e mezzo del pomeriggio, mentre sta uscendo dalla sua casa di Roma, Matteotti è aggredito da alcuni uomini e trascinato a forza su un'automobile, che parte subito velocemente, dirigendosi verso la periferia. L'operazione è condotta dalla " Ceka fascista " di Amerigo Dumini, la squadra di polizia interna del partito. La scom-

M ussolini era per la svolta a sinistra . . . c Mussolini non ebbe i l coraggio di portare i socialisti al governo nel 1922, ma li avrebbe JX>rtati dopo le elezio­ ni del giugno 1924 » ( dalla deposizione di F. Giunta al secondo processo Mat­ teotti, febbraio 1947). L'Ipotesi è con­ fermata da una lettera di Raimondo Sala conservata nell 'Archivio dello Stato: c . . . I l generale De Bono mi as­ sicurò che era intenzione di S.E. Mus­ solini mutare politica orientandosi a sinistra, e che lui pure ne sarebbe sta­ to lietissimo... Mi disse però che un irriducibile avversario era l'on. Mat­ teotti. . . » il quale infatti aveva scritto di recente a Turati: c La nostra re­ sistenza al regime dell'arbitrio deve essere piu attiva; non cedere su nes­ sun punto ». De Felice (M. il fascista, cit.) commenta: « In questo senso l'ul­ timo discorso di Matteotti fu di du­ plice opposizione: contro il governo fascista... e contro i collaborazìonisti del proprio partito e della CGL " · •.•

. . . ma i l partito, no . . . L'aperturismo di Mussolini verso i so­ cialisti aveva provocato reazioni con­ trarie anche nell'ala intransigente del 68

Partito fascista. A Firenze, in una riu­ nione tenuta un mese dopo l'assassi­ nio di Matteotti, una forte maggio­ ranza aveva manifestato contro Mus­ solini, definito " debole e inetto ", e nel­ le strade gli evviva erano stati solo per Farinacci.

... e gli getta un cadaflere fra i piedi " La piu grande tragedia della mìa vi­ ta ,. confiderà Mussolini a Carlo Sil­ vestri al principio del 1945, c fu che a un certo punto non ebbi piu la for­ za di sottrarmi alla stretta dei falsi corporativisti - che in realtà agivano come agenti del capitalismo e deside­ ravano abbracciare il corporativismo per potere soffocarlo piu facilmente. Tutto quel che accadde in seguito fu la conseguenza del cadavere che il 10 giu�no 1924 fu gettato fra me e i so­ cialisti, per impedire un accordo, che avrebbe dato un corso completamente diverso alla politica nazionale " ( Silve­ stri, Contro la vende tta, Longanesi '48) .

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Cosa fa questa Ceka? ,. chiede furi­ bondo Mussolini a Giovanni Marine!-

parsa del leader socialista suscita sgomento negli ambienti politici antifascisti; l'opinione pubblica democratica ne ri­ mane profondamente sconvolta. Il 1 2 giugno, alla Camera, Mussolini ha parole di condanna per il delitto, ma il suo di­ scorso sulla volontà del governo di fare giustizia non con­ vince nessuno . Un folto gruppo di deputati dell'opposizione abbandona l'aula, e sollevando la " questione morale " decide di astenersi dall'attività parlamentare, ritirandosi simboli­ camente sull'Aventino . Mai come in questa circostanza, la situazione è stata tanto difficile per Mussolini . Dànno le di-

li, membro del direttorio del PNF, dopo il discorso di Matteotti. « Cosa fa Domini? Quell'uomo dopo quel di­ scorso non dovrebbe piu circolare ... » ( Cesare Rossi, Il delitto Matteotti, Ce­ schina 1963). LA CEKA PASSA ALL'AZIONE

« Nella macchina che sobbalzava, gli uomini pestavano a pugni e maciulla­ vano in una furia selvaggia... Al vo­ lante, Amerigo Domini non sapeva che cosa stesse accadendo... I colpi bat­ tuti con urgenza sul vetro divisorio lo indussero a fermarsi. Scese, apri lo sportello posteriore e balzò indie­ tro: a 30 centimetri da lui Matteotti, piegato su se stesso, vomitava san­ gue... In quella gola l'arteria sinistra era recisa ... » (ricostruzione di R. Col­ lier, op. cit.).

un rano gravissimo « Il delitto che fa fremere da due giorni tutta l'Italia è gravissimo di oer sé, ma è piu grave perché riaf­ ferma in modo particolarmente ter­ ribile un disordine di spiriti, che non lascia ancora credere e confidare nel­ la restaurazione, da piu di cinque an-

ni agognata, della vita normale: in quella restaurazione che era il pro­ gramma essenziale della lotta contro il bolscevismo » ( " Corriere della Se­ ra", 15 giugno 1924). " Per la stampa conservatrice ingle­ se, il delitto Matteotti " è opera di una banda di bastardi e di opportunisti... che si servono del fascismo per i lo­ ro fini personali... Il fascismo resta un governo degno di stima, perché fondato sull'onestà e sulla lealtà ... Il .delitto Matteotti non è un frutto del fascismo... è un crimine come tanti altri che sono stati perpetrati nell'Eu­ ropa del dopoguerra " » ( da A. Berselli, L'opinione pubblica inglese e l'avven­ to del fascismo, Franco Angeli Edito­ re 197 1 ). Nelle settimane che seguirono, l'unica preoccupazione del Duce era per le conseguenze della notizia all'estero. Ma come successe in Italia, dove « il regime sopravvisse allo shock del de­ litto Matteotti soprattutto per la man­ canza di una guida decisa all'opposi­ zione », cosi anche all'estero « né la reputazione dell'Italia fascista né i suoi interessi materiali ebbero molto a soffrirne » (Alan Cassels, Mussolini's Early Diplomacy, Princeton Universi­ ty Press, 1970). 69

missioni dalle cariche pubbliche alcuni fascisti, coinvolti nella vicenda, come Cesare Rossi, Aldo Finzi e De Bono . Dumini e i suoi complici vengono arrestati, la magistratura inizia l'inchiesta formale. Le polemiche si riacutizzano alla metà di agosto, quando viene ritrovato il cadavere di Mat­ teotti sommariamente sepolto dietro un cespuglio a una ventina di chilometri da Roma. In molti ambienti ormai, an­ che in quelli vicini alla Corona, si critica apertamente il go­ verno, e si parla di togliere la fiducia a Mussolini. Ma la op­ posizione dell'Aventino non si concretizza in una coerente

L'opposizione sale sull'Aventino

po ,. (Marcello Soleri, Memorie, Giu­ lio Einaudi Editore 1949}.

Concordi nell'uscire dall'aula di Mon­ tecitorio, le opposizioni restano divi­ se su tutti i programmi d'azione. c Il Comitato delle opposizioni è una ve­ ra Bisanzio ,. scnve Turati alla Kuli­ scioff il 13 giugno. 4! Impossibile met­ terlo d'accordo J?Cr una qualsiasi af­ fermazione positiva. Si fa uno sforzo enorme per concludere nulla. ,. In realtà, l'opposizione aventiniana è costituzionale, e ragionando sulla ba­ se dello Statuto, aspetta che Mussoli­ ni abbandoni il governo spontanea­ mente, o costretto, se mai, dal re, o dall'opinione pubblica.

Salvemini: ffAbbiamo sbagliato · ad aspettare il re"

Giol itti : ha tutte

"Musso/In/ le fortune"

Contrario ormai a Mussolini, Giolitti è però anche contrario alla tattica as­ sunta dall'opposizione aventiniana. c L'on. Giolitti ... all'inizio dell'Aventi­ no, interpellato che cosa ne pensasse, rispose con arguzia densa di portata politica: - L'on. Mussolini ha tutte le fortune politiche: a me l'opposizione ha sempre dato fastidi e travagli, con lui se ne va e gli lascia libero il cam70

« Nel dicembre 1924 Mussolini era a terra. Tutti aspettavano che il re agis­ se. Il re non agi. Neanche io agii. Do­ vevo scendere, magari solo, per le strade gridando: " Abbasso Mussoli­ ni ". Giustissimo. Ma sta il fatto che tutti ci scongiuravano a star buoni: c'era il re che avrebbe messo le cose a posto. Se facevamo baccano, l'uo­ mo si sarebbe adombrato e non si sarebbe mosso: ogni movimento di strada poteva sembrare il principio di una rivoluzione, e quindi avrebbe reso impossibile ogni iniziativa regia. Avemmo torto ad aspettare che il re si muovesse • ( da G. Salvemlni, Italia scombinata, Einaudi 1959). IL PARTITO COMUNISTA:

••L'AVENTINO FECE IL BIOCO DEL FASCISMO"

«

I partiti di opposizione borghesi e i due partiti socialisti non seppero

proposta politica. 11 27 dicembre " Il Mondo " pubblica alcu­ ne parti di un memoriale di Cesare Rossi, nel quale Musso­ lini viene indicato esplicitamente come mandante del delit­ to Matteotti. Il 3 1 dicembre una delegazione dei principali capi del fascismo invita violentemente il Duce ad assumere fino in fondo tutte le responsabilità della rivoluzione. Il 3 gennaio 1 925 Mussolini parla alla Camera: si assume tutte le responsabilità politiche, morali e storiche del delitto, e dichiara che la farà finita con tutte le opposizioni . t:: l'inizio vero e proprio della dittatura. •

· agire con la necessaria decisione, timorosi di chiamare le masse all'azio­ ne rivoluzionaria contro il governo e di uscire dall'ambito dell'opposizione " costituzionale ", che era di fatto in­ nocua per il fascismo. Unitisi nel co­ siddetto "blocco dell'Aventino" questi partiti si limitarono a svolgere una politica di attesa passiva. Una tale politica faceva il gioco del fascismo, poiché disorientava le masse e le di­ stoglieva dalla lotta concreta contro la dittatura terroristica di Mussolini. Il Partito comunista, lasciando il Par­ lamento assieme a tutti i partiti di opposizione, propose fin dall'inizio di costituire un " antiparlamento ", e di chiamare i lavoratori allo sciopero ge­ nerale. Ma il "blocco dell'Aventino ", temendo soprattutto la forza rivolu­ zionaria delle masse, respinse queste proposte. Il Partito comunista ruppe allora con il " blocco dell'Aventino " e sviluppò con le proprie forze una cam­ pagna contro il fascismo in tutto il Paese » ( dalla Storia universale del­ l'Accademia delle Scienze dell'URSS, Ed. il Calendario, 1 969).

I ''ras" gntro U Dote «

Siamo stanchi di segnare il passo ,. dice Aldo Tarabella a Mussolini il 31

dicembre 1924, poco prima di mezzo­ giorno. « O tutti in prigione, voi com­ preso, o tutti d'accordo per agire. ,. Insieme a Tarabella sono una sessan­ tina di " ras " provenienti da tutte le parti d'Italia. « Che capo di rivoluzio­ ne siete, se vi spaventate di un cada­ vere? ... Voi patteggiate con le oppo­ sizioni, ma con questo non farete che ritardare di poco una miserevole fi­ ne ... Bisogna fucilare i capi dell'Aven­ tino ,. ( riportato da P. Monelli, op. cit.).

Mussoll ni : "MI assumo tutte le responsabilità" «

Dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il po­ polo d'Italia, che 10 assumo, io solo, la responsabilità politica, morale e storica di quanto è avvenuto. Se le frasi piu o meno storpiate bastano per impiccare un uomo, fuori il pa­ lo e fuori la corda. Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganel­ lo e non invece una passione superba della migliore gioventu italiana, a me la colpa. Se tutte le violenze sono sta­ te il risultato di un determinato cli­ ma storico, politico e morale, io l'ho creato con una propaganda che va dall'intervento a oggi ,. (Mussolini al­ la Camera, 3-1-1925 ).

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A ROMA, MUSSOLINI abita in un vasto appartamento al­ l'ultimo piano di Palazzo Tittoni, in via Rasella. La moglie Rachele e i figli sono rimasti a Milano, e il Duce fa vita da scapolo. Ma dopo la crisi Matteotti, la sua salute peggiora, i disturbi allo stomaco diventano piuttosto seri. Cosf, men­ tre in tutta Italia si attuano con freddo rigore· le misure re­ pressive decise dal governo contro le opposizioni, lui è a let­ to ammalato. Dopo qualche settimana, però, si ristabilisce. La situazione politica si fa sempre piu confusa. Il Paese diventa sempre piu fascista. Il Parlamento approva, senza

gli ordina una dieta severissima. Mus­ solinì non compare in pubblico per alcune settimane, e cosf si propagano le voci piu strane sulla sua malattia, dalla colecistite al tumore maligno. Ma la versione ufficiale parla di attac­ co influenzale.

Non ara uno dai soliti blun Il discorso di Mussolini del . 3 gennaio 1925 non ha convinto il socialista Tu­ rati, il quale ancora si chiede se non ci si trovi di fronte « a uno dei soliti bluff per disorientare e spaventare le passere ,. ( lettera alla Kuliscioff del 3 gennaio). Ma le minacce del Duce han­ no avuto seguito: nel giro di due gior· ni la· polizia ha chiuso 95 circoli e ri­ trovi e 150 esercizi pubblici, ha sciol­ to 25 organizzaziom • sovversive " e 120 gruppi di " Italia libera", ha arre­ stato 1 1 1 persone ritenute " pericolo­ se", ha effettuato 655 perquisizioni do­ miciliari ( dal rapporto del ministro dell'Interno, 6 gennaio 1925).

Rachele bloccata a Milano «

Che male aveva Il Duce? Un grave attacco di ulcera duodena· le, con perdite di sangue, coglie Mus­ solini la sera del 15 febbraio 1925. Tra i medici chiamati c'è il noto prof. Aldo Castellani, il quale non ravvisa la necessità di operare il paziente, ma

Vittorio Emanuele III e il Duce assistono a una parata



L'ulcera di Benito diventò presto il cruccio assillante di tutte le mie gior­ nate... Non mi permettevano di rag­ giungerlo, per assisterlo e obbligarlo a seguire una dieta speciale. Un gior­ no, mentre alla stazione di Milano ero sul punto di prendere il treno per Roma, fui fermata da un poliziotto che mi pregò di seguirlo ... Il tono era cortese, ma fermo. Dovevo rendermi conto, mi spiegò il questore, che la mia presenza accanto a Benito avrebbe allarmato la popolazione... avreb­ be potuto far credere a una grave ma­ lattia ,. (Rachele Mussolini, Benito il mio uomo, Rizzoli Editore).

Matrimonio religioso per i aniugi Mussoliui Già da un paio d'anni Mussolini ha fatto battezzare, senza pubblicità, i

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quasi piu discutere, tutte le proposte del governo. Quasi do­ vunque s'accentuano le violenze : il 20 luglio 1 925 viene ba­ stonato Giovanni Amendola, uno dei capi dell'Aventino; in ottobre, a Firenze, i disordini durano una settimana, con ot­ to vittime. Ancora non è chiaro, però, quale fascismo si af­ fermerà : quello cauto e " opportunista " del Duce, o quello " rivoluzionario " e intransigente di Roberto Farinacci, il po­ tente " ras " di Cremona, che dal febbraio è il nuovo segreta­ rio del partito . 11 4 novembre, un attentato contro Mussolini segna, sotto questo profilo, una svolta decisiva. Il complotto

suoi figli (.dopo Edda sono nati Vit­ torio nel 1916 e Bruno nel 1918). Il 28 dicembre 1925, nella sua casa di Milano, il Duce acconsente a celebra­ re il matrimonio religioso con Rache­ le. :e una decisione quasi certamente politica, che risponde tra l'altro a un esplicito desiderio del Papa: regola­ rizzata cosi la sua posizione, ora i ra�porti con la Santa Sede saranno piu .facili.

struzione è fatta sulla base del rac­ conto di Riccardo Paicher, co�ato della Dalser (vedi " Il Tempo " dt Ro­ ma, ottobre 1945 ). Quanto al figlio, Benito Albino, egli pure morirà in un manicomio (a Mombello, Milano) il 25 luglio 1942, dopo aver prestato servi­ zio militare nella Marina da guerra.

La Dalser e il figl io

Il 21 aprile 1925, su ispirazione di Giovanni Gentile, viene pubblicato il Manifesto degli intellettuali fascisti: vi si ribadisce la condanna dello Sta­ to liberale e democratico, vi si ricon­ ferma l'identificazione di patria e fa­ scismo, e si esalta il carattere religio­ so della disciplina. In data 30 aprile un Contromanife­ sto è diffuso da Benedetto Croce, il filosofo napoletano che all'inizio è sta­ to favorevole all'esperimento fascista, ma che ora confuta punto per punto il discorso di Gentile, passando cosi pubblicamente all'antifascismo. c Nella sostanza, quel manifesto è un imparaticcio scolastico, nel quale in ogni punto si notano confusioni dot­ trinali e mal filati raziocinamenti... :e un incoerente e bizzarro miscuglio di appelli all'autorità e al demagogismo,

finiscono in manicomio I rapporti di Mussolini con Ida Dal­ ser sono invece terminati da tempo, e in modo burrascoso. Piu volte la donna ha fatto a Benito delle terribi­ li scenate, anche in pubblico; ha ot­ tenuto cosi, con una sentenza del tri­ bunale di Milano, un sussidio mensile di 200 lire, e piu tardi anche un vita­ lizio di 100 mila lire per il figlio. Ma nel 1926 Ida Dalser è arrestata a Tren­ to, e trasferita nel manicomio di Pe­ rugia, perché " affetta da alienazione mentale " . Trasferita piu tardi a Vene­ zia, sarà giudicata " normale " dal lo­ cale direttore del manicomio, ma ciò nonostante resterà internata. Dopo va­ rie vicissitudini morirà appunto in manicomio alla fine del 1 935. La rico74

Gentile e Croce al ferri corti

è stato preparato dal deputato socialista Tito Zaniboni insie­ me col generale Luigi Capello : Zaniboni ha preso alloggio al " Dragoni " , un albergo in largo Chigi, e dovrebbe sparare a Mussolini dalla finestra della sua stanza quando il Duce s'af­ faccerà al balcone di Palazzo Chigi per il discorso celebrati­ vo della vittoria. Ma un congiurato ha fatto il doppio gio­ co. Arrestati gli attentatori, una campagna di stampa senza precedenti si scatena contro gli oppositori del regime, coin­ volgendo via via anche i grandi giornali d'informazione, fino a quel momento vicini ai democratici . Nuove norme restrit-

di proclamata riverenza alle leggi e di violazione delle leggi, di concetti ultramodemi e di vecchiumi ammuf­ fiti, di atteggiamenti assolutistici e di tendenze bolsceviche, di miscredenza e di corteggiamenti alla Chiesa catto­ lica, di aborrimento dalla cultura e di conati sterili verso una cultura priva delle sue premesse, di sdilinquimenti mistici e di cinismo ,. ( dal Manifesto degli intellettuali antifascisti, " Corrie­ re della Sera ", 1-5-'25 ) .

Il banglio alla stampa Una delle conseguenze piu importanti degli attentati al Duce è l'allineamen­ to quasi totale della stampa " indipen­ dente " alle direttive del regime. Già dal 1924 è stata data esecuzione ai nuovi decreti sul sequestro preventi­ vo dei �amali, con amplissimi poteri attribwti ai prefetti ( in caso di no­ tizie false o tendenziose, atte a dan­ ne� giare gli interessi dello Stato, o istigare alla lotta di classe, o vilipen­ dere la patria, il re, la religione, le istituzioni pubbliche, ecc. ecc.). Ma pur con questi limiti, molti giornali democratici erano stati in grado di continuare sulla loro strada. Alla fi. ne del 1926 si ha per quasi tutti un cambiamento di rotta. Il caso piu eia-

moroso è quello del " Corriere della Sera", il cui direttore, Luigi Albertini, viene estromesso già dal novembre 1925. Albertini, che fino alla metà del 1922 aveva appoggiato Mussolini, do­ po la marcia su Roma si era portato con fermezza all'opposizione. Questa sua azione egli la porterà avanti an­ cora per qualche anno come membro del Senato.

" Se mi uccidono, VENDICATEMI " c Tutto quello che accade intorno a me mi lascia indifferente ,. aveva det­ to Mussolini subito dopo l'attentato di Violet Gibson. c Io non per nulla ho prescelto a motto della mia vita: " Vivi pericolosamente ", e a voi dico: " Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se mi uccidono vendicate­ mi " ,. ( dal discorso del 7 aprile 1926).

ranentato di Boloana LE TESTIMONIANZE MussoUnl : racconta di aver visto un giovane vestito di chiaro oltrepassare i cordoni della polizia e dirigersi ver­ so la sua macchina. Secondo Guido Nozzoli (l • ras " del regime, Bompiani 1972), il Duce avrebbe poi confidato in privato che si trattava c di un uo75

tive della libertà vengono emanate a tambur battente in ma­ teria di società segrete, stampa, disciplina dei contratti di lavoro e altri istituti fondamentali dello stato liberale. Quan­ do l'opposizione dell'Aventino decide di ritornare alla Ca­ mera, viene messa fuori legge; i singoli deputati scherniti e bastonati . Ma alla fine di marzo 1 926, anche Farinacci è co­ stretto a lasciare la segreteria del partito, cedendo il posto' a un uomo molto piu attento alle direttive del Duce, Augu­ sto Turati. Altri tre attentati contro Mussolini si registrano nel corso dell'anno . Violet Gibson, una matura signorina

mo corpulento, vestito da maresciallo dei carabinieri » . Leandro Arpinati, " ras " di Bologna, che era al volante della vettura, di­ chiara di aver notato, subito dopo il colpo, un giovane con una giacca mar­ rone con la pistola ancora puntata. Gll altri testimoni: una parte dice di aver visto accanto alla macchina il giovane vestito di chiaro; altri ricor­ dano il giovane vestito di scuro; se­ condo alcuni, sarebbe stato appunto il giovane in chiaro a vibrare le pri­ me coltellate contro il giovane in scu­ ro, Anteo Zamboni.

Ipotesi su un tentato assassi nio FU OPERA DI FASCISTI DISSIDENTI? « Ancora oggi l'opinione piu corrente in Romagna .. . è che l'attentato di Bo­ lo�a fosse opera di un gruppo di fa­ scisti dissidenti o estremisti di Bolo­ gna, e fra gli ispiratori mi hanno fat­ to i nomi di Arpinati e di Farinacci » (P. Monelli, op. cit.). « Si sospettò Ar­ pinati, per la sua amicizia con la fa­ miglia dell'ucciso; si parlò di Fari­ nacci, per i suoi noti dissensi con il Duce; si sussurrò di Balbo, per una sua asserita ambizione a succedergli.

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Non mancarono indagini non benevo­ le, per opera delle varie polizie esi­ stenti, a carico di ognuno di loro, ma il risultato fu nullo » (Agostino Iraci, Arpinati l'oppositore di Musso­ lini, Bulzoni Ed. 1970). Per i sosteni­ tori dell'ipotesi di un complotto " ne­ ro " il giovane in chiaro sarebbe stato un fascista : dopo aver sparato al Du­ ce, egli avrebbe colpito il giovane Zamboni per stornare da sé i sospetti. FU VOLUTO DA MUSSOLINI? La eccezionale tempestività con cui, dopo l'attentato di Bologna, sono sta­ ti emanati i provvedimenti contro le opposizioni, suscitò in alcuni il so­ spetto che fosse stato Mussolini stes­ so a organizzare l'attentato, come pre­ testo, appunto, per le nuove misure legislative. Indizi successivi sarebbe­ ro la grazia concessa ai familiari del­ lo Zamboni coinvolti nel processo, e il sussidio versato piu tardi a suo pa­ dre per ordine esplicito del Duce: ma­ gnanimità, o desiderio di riparare a una malefatta? La tesi del finto atten­ tato preparato dalla polizia d'accor­ do con il governo come pretesto per introdurre la nuova legislazione (pe­ na di morte, confino, tribunale specia­ le ecc.) è stata sostenuta dalla Tele­ visione italiana ( il 16 aprile 1968). Ma l'attentato fasullo non avvenne, « e in-

irlandese, gli tira un colpo di pistola il 7 aprile, ma la pallot­ tola lo sfiora appena al naso, e il Duce ha l'opportunità di mostrarsi magnanimo, rimandando a casa l'irlandese di­ chiarata inferma di mente. L' 1 1 settembre un anarchico di 26 anni, Gino Lucetti, scaglia una bomba contro l'automo­ bile di Mussolini . Il Duce ne esce illeso . Il 3 1 ottobre, a Bo­ logna, l'attentato piu misterioso : durante una sfilata, un proiettile lacera la fascia dell'Ordine mauriziano che il Du­ ce porta sopra la divisa e, nel successivo trambusto, il sedi­ cenne Anteo Zamboni, il presunto sparatore, viene linciato

vece venne l'attentato vero ,. (notizie da A. Iraci, op. cit.). SAREBBE STATO TROPPO PERICOLOSO « Ero distante un cinquanta metri, vi­ cino alle logge del Pavaglione... Ora, la tesi, sia pure adombrata da lonta­ no, di una messa in scena, mi pare eccessiva. In ogni caso essa, con il foro della pallottola alla fascia mau­ riziana, sarebbe risultata troptx> rea­ Ustica e pericolosa ,. ( Mario Rivoire)'. IL PADRE DI ZAMBONI : "FU MIO FIGLIO L'ATIENTATORE " Alla fine della guerra, Mammolo Zam­ boni, il padre di Anteo, ha rivendica­ to al figlio la gloria dell'attentato di Bologna: « Andò incontro al marti­ rio e alla morte con la ferma volon­ tà di liberare l'Italia dalla tirannia dell'uomo nefasto • (R. Vighi, Anteo Zamboni, Bologna 1946). UN CASO OSWALD ALL'ITALIANA « L'episodio non fu mai completamen­ te chiarito, un po' come è accaduto in America col caso Oswald, perché, proprio come per l'attentatore di Ken­ nedy, l'uccisione di Anteo Zamboni impedi il suo interrogatorio • (D. Su­ smel sulla " Domenica del Corriere ", 1967).

Il Trtbunale speciale Il Tribunale speciale inizia la sua at­ tività il t• febbraio 1927. Presieduto da un generale e con un collegio giu­ dicante composto da 5 consoli della Milizia, esso prenderà visione, nel cor­ so della sua esistenza, di ben 21 mila denunce. Scrive Guido Nozzoli ( op. cit.) che « il Tribunale speciale è una delle poche macchine del regime che abbia sempre funzionato a ritmo pie­ no. In meno di 17 anni di attività farà fucilare 42 persone ed emetterà 4596 condanne a pene detentive per com­ plessivi 27.735 anni: 277 secoli e mez­ zo di galera. Con l'abituale sensibili­ tà il Duce dirà un giorno, nel marzo del '38 : " Non rimpiango nessuna vit­ tima " ». Tra i condannati figurano gli attentatori Zaniboni, Capello e Lucet­ ti (30 anni)', e il comunista Antonio Gramsci (20 anni) : « Per vent'anni • afferma il P.M. in occasione di que­ sto processo « dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare ...

Le isole della· deportazione Mussolini spedisce i suoi oppositori nel Mezzogiorno e nelle isole (Ustica, Lipari, Lampedusa, Pantelleria, ecc.). Al " confino" vengono condannati uo77

sul posto dai fascisti . Tre attentati in un anno : il governo coglie l'occasione per seppellire definitivamente tutte le li­ bertà costituzionali . Con i provvedimenti governativi del 5 novembre 1 926, tutti i partiti vengono sciolti, tranne natu­ ralmente il fascista; tutte le pubblicazioni contrarie al regi­ me vengono proibite; viene istituita la pena di morte per i delitti contro il Re e contro il Duce. Per giudicare gli anti­ fascisti si crea il Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Nei due anni successivi, gli interventi del governo si attuano soprattutto nel campo economico e finanziario. Già verso la

mini politici, e scrittori insieme con gli anonimi militanti provenienti da tutte le città d'Italia. c Non è la " de­ portazione mite e umana • di cU:i parla Mussolini, ma questa vita non è nem­ meno, dopo tutto, molto piu crudele di quella degli abitanti dell'isola, an­ ch'essi confinati in luoghi che furono chiamati " Siberia di fuoco•, ma che non hanno nulla a che vedere con Buchenwald o con la vera Siberia di Stalin » (Max Gallo, L'Italie de Mus­ solini, Librairie Académique Perrin, Parigi 1964). Secondo C.F. Delzell ( / nemici di Mus­ solini, Einaudi 1966) c quasi nessun prigioniero si sottrasse a qualche for­ ma di violenza. Durante tutto il perio­ do della dittatura di Mussolini circa 10 mila persone furono deportate al confino, altre 15 mila subirono il trat­ tamento poco piu sopportabile del do­ micilio coatto, mentre circa 160 mila furono sottoposte alla vigilanza spe­ ciale, conseguenza dell'ammonimento e della diffida ». ·

CARLO ROSSELLI : c Il confino è una gran cella senza mura, una cella tut­ ta di cielo e di mare. Le pattuglie dei militi ne sono le mura di carne e d'os­ sa, e non di calce e di pietre. Il desi­ derio di saltare queste mura diventa ossessivo ». .

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l fascisti non erano "coerenti" come i nazisti c

Sebbene il fascismo italiano pra­ ticasse l'assassinio senza scrupoli e denunciasse ogni tipo di umaneslmo liberale come spregevole debolezza sentimentale, esso era molto meno coerente del nazismo, e agiva contro i propri avversari con meno crudele bestialità. I fascisti non si arrestava­ no davanti al delitto, come mostrano fra gli altri il caso di Matteotti e dei fratelli Rosselli; ma non ricorsero ad eccidi di massa né, generalmente, al­ l'uso sistematico della tortura » (G.D. H. Cole, Storia del pensiero socialista, Laterza 1968). •••

La ••quota 90"

una muraglia di prestigio

"' I motivi di rivalutazione della lira furono vari. Furono motivi di presti­ gio: soprattutto nei giorni intorno al 3 gennaio 1925 non erano mancati presso le borse estere tentativi di spe­ culare sul ribasso della lira, approfit­ tando sia della conP,untura economi­ ca che di quella pohtica ... Fu la preoc­ cupazione di risanare l'apparato finan­ ziario-industriale, sgonfiandone drasti­ camente i settori piu inflazionati. Fu

metà del 1925 , in realtà, la situazione dell'economia italia­ na mostrava i segni di un disagio che si sarebbe concretato in una forte crisi inflazionistica: in termini di cambi valuta­ ri, la lira era arrivata, rispetto alla sterlina, a quota 1 3 1 , si era cioè assai svalutata rispetto a quattro anni prima, quan­ do era a quota 90 . � appunto il ritorno alla " quota 90 " l'obiettivo principale che Mussolini impone all'economia ita­ liana. Contrari a questa linea sono quasi tutti gli esponenti del mondo finanziario e industriale, ma per il Duce le ragio­ ni politiche di prestigio internazionale valgono molto piu dei

la J?reoccupazione di favorire i deten­ tort dei titoli di stato e anche i capi­ tali esteri investiti in Italia, in un pe­ riodo nel quale il ritmo degli investi­ menti privati, che andava diminuen­ do, doveva essere compensato dall'au­ mento degli investimenti pubblici e di quelli esteri • (Carocci, Storia del fascismo, Garzanti, 1972).

Gli ind•striali soao aatrari La fissazione della " quota 90" si ac­ compa!Pla a tutta una serie di J?rovve­ dimentl amministrativi e tecmci che si propongono di superare la difficile congiuntura economica. Essi sono: la riduzione dei canoni d'affitto, l'alleg­ gerimento del carico fiscale, l'autoriz­ zazione ai comuni di fissare il prezzo dei �eneri di consumo, la proibizione degh scioperi, la riduzione dei salari dal 10 al 20 per cento. Nonostante que­ ste �isure, con le quali c gran parte del .peso della rivalutazione era stato scancato sullo Stato e sui lavorato­ ri ,. (R. De Felice, op. cit.), gli ope­ ratori economici erano contrari alla " quota 90 ". c La rivalutazione della moneta rendeva piu difficile la espor­ tazione e minacciava di assottigliare i profitti. La diminuzione dei profitti per molti industriali si chiama perdi­ ta... Molti di essi lamentavano i dan-

ni che il rincaro della lira sul merca­ to internazionale aveva causato all'e­ sportazione dei prodotti italiani ,. ( Sal­ vatorelli-Mira, op. cit.).

La Carta del Lavoro assi cura

la collaborazione della classi

« La Carta del Lavoro rimane il do­ cumento fondamentale della Rivolu­ zione Fascista » ( ordine del giorno del Gran Consiglio, 21-4-1927). c Essa è l'at­ to costituzionale fino ad ora piu com­ piuto e organico, che regoli la vita del popolo italiano nei nuovi ordinamenti datigli dal Regime. Le trenta dichia­ razioni della nostra " Carta" ci han portati su una posizione d'avanguar­ dia che nessun'altra nazione ha anco­ ra sopravanzata • (Bottai, Le corpo­ razioni, Mondadori 1935 ). Art. 7: « Dalla collaborazione delle for­ ze produttive deriva fra esse recipro­ cità di diritti e di doveri. Il presta­ tore d'opera, tecnico, impiegato od operaio, è un collaboratore attivo del­ l'impresa economica, la direzione del­ la quale spetta al datore di lavoro che ne ha la responsabilità ... Lo Stato corporativo considera l'iniziativa nel campo della produzione come lo stru­ mento plu efficace e utile nell'interes­ se della Nazione . . '"· Art. 23 : c Gli uf.

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consigli degli esperti . Cosi si giunge, alla fine del 1 927, alla fissazione per legge della " quota 90 ", con notevoli disagi sul piano economico generale, soprattutto per le categorie me­ no abbienti . Anche i sindacati non fascisti sono stati nel frattempo aboliti, e una nuova struttura organizzativa si è andata sostituendo all'antica, nel campo dei rapporti di pro­ duzione : la " Carta del Lavoro " (promulgata nell'aprile del 1 927) e lo " sbloccamento " della Confederazione sindacale fascista (novembre 1 928) sono i primi passi verso la costitu­ zione integrale dello Stato corporativo. •

fici di collocamento daranno la pre­ ferenza agli iscritti al partito o al sin­ dacato fascista ,._ NO, ACUISCE LE TENSIONI « Le compiaciute enunciazioni della Carta del Lavoro sulla collaborazio­ ne di classe e sulla necessaria armo­ nia dei vari fattori .di produzione con­ trastavano con la realtà di quegli an­ n i : anche a causa della crisi econo­ mica imperante, i rapporti tra lavo­ ratori e datori di lavoro si erano ag­ gravati sino a raggiungere punte di estrema tensione e di non comune ostilità ,. (Claudio Schwarzenberg, Il sindacalismo fascista, Mursia 1972). LO SBLOCCAMENTO DELLA CONFEDERAZIONE DEL LAVORO

MUSSOLI N I :

"l un passo In avanti"

Il 21 novembre '1928 Mussolini sbloc­ ca la Confederazione nazionale del La­ voro, che raccoglieva le varie federa­ zioni di settore, e la divide in tante confederazioni autonome quante era­ no le federazioni (operai e impiega­ ti dell'agricoltura, dell'industria, del commercio, dei trasporti, delle ban­ che, ecc.). Questo provvedimento, dice 80

Mussolini al Consiglio dei ministri del 1-12-'28, « segna un passo innanzi sul­ la via delle realizzazioni corporative; .non è un indebolimento, ma piuttosto un rafforzamento dell'azione di giusta tutela delle classi lavoratrici », L'UNITA: " 2 UN FALLIMENTO CLAMOROSO " « La soppressione del sindacalismo fa­ scista, cui il governo si è visto costret­ to dopo 7 anni dalla marcia su Roma, segna il fallimento aperto, clamoroso e definitivo di tutti i piani di fascistiz­ zazione del proletariato italiano. •

Hitler thiede l'autografo: respiato Nel 1927, Adolf Hitler, allora segreta­ rio del Partito nazionalsocialista, ha chiesto al Duce una fotografia con de­ dica. Ma la risposta è negativa: c Si prega di ringraziare il predetto signo­ re per i sentimenti da lui manifesta­ ti... ma il Duce non ha creduto di ade­ rire alla sua richiesta .. . • ( in Donasti, Mussolini e l'Europa, Leonardo 1945).

Mussolini in un ritratto ufficiale dell'epoca

L' l l FEBBRAIO 1 929 è una data storica per Mussolini, il fa­ scismo e la Chiesa cattolica : nei palazzi del Laterano, in Ro­ ma, il Duce e il rappresentante di Pio XI firmano i protocolli dei Patti Lateranensi, che pongono fine alla " questione ro­ mana " . La cerimonia è solenne. Dal 1 870, da quando cioè le truppe italiane erano entrate in Roma occupando anche l'uJ­ tima porzione dello Stato pontificio, il papa se ne stava rin­ chiuso nei palazzi vaticani, in volontaria prigionia. Ora Mus­ solini ha risolto realisticamente l'annoso problema: il Va­ ticano viene riconosciuto Stato sovrano, e questi a sua voi-

n . concordato con la santa Sada In occasione della firma del Concor­ dato, il cardinale Gasparri e Benito Mussolini c s'incontrarono nella gran­ de sala. Gasparri guardava Mussolini: ecco, lo vedeva da vicino, ne studiò per un attimo le fattezze e l'espres­ sione, gli andò incontro sorridendo: rimasero a guardarsi negli occhi strin· gendosi la mano... Alla base del suo genio sentiva una bontà umana e si­ cura ,. (F.M. Talliani, Vita del Cardi­ nal Gasparri, citato in Ventesimo se­ colo, Mondadori 1971).

Pio Xl : "Mussollnl, l'uomo della Pror�r�ldenza" « Forse ci voleva anche un uomo co­ me quello che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare » dice papa Pio XI illustrando il Concordato ad alcuni professori e studènti dell'Università Cattolica ( • L'Osservatore Romano", 15-2-1929). Quest'uomo è Mussolin i , che papa Ratti conosce già d a parec­ chio tempo. Prima di salire al Sacro Soglio ( 1922), egli è stato arcivescovo di Milano e ha assistito alla nascita e alla crescita dei Fasci, e il 4 novem· 82

bre 1921 ha consentito che intervenis· se alle funzioni celebrate in Duomo un gruppo di fascisti in divisa e con i gagliardetti.

l Pani LateraiBISi I Patti Lateranensi comprendevano un trattato politico, una convenzione fi­ nanzlaria, e un concordato ecclesia­ stico. Cop. il trattato politico la S. Se­ de riconosceva il Regno d'Italia con Roma ·capitale e veniva creato il nuo­ vo Stato della Città del Vaticano, neu­ trale e inviolabile. Con la convenzione finanziaria lo Stato italiano si impe­ gnava a versare alla S. Sede 750 mi­ lioni di lire in contanti e un miliardo in consolidato • a definitiva sistema­ zione dei rapporti finanziari ". Con il concordato ecclesiastico, veniva rico­ nosciuto il libero esercizio del potere spirituale, l'effetto civile del matrimo­ nio canonico, l'insegnamento religio­ so anche nelle scuole medie, e parti­ colari privilegi agli ecclesiastici, tra cui nuove agevolazioni fiscali.

L'Italia è tonata tristiana « t:. senza dubbio uno dei migliori Concorda�i, stretti in questi ultimi an-

ta riconosce il Regno d'Italia con Roma capitale. Il Trattato e il Concordato regolano tutte le questioni - politiche, reli­ giose, finanziarie - tra i due Stati . La conciliazione susci­ ta notevoli consensi in tutti gli strati sociali della nazione; e il prestigio del Duce e del fascismo ne escono grandemen­ te accresciuti . � un momento " magico " per Mussolini, che già due mesi prima, con la legge sul Gran Consiglio, si è in pratica equiparato al re, anche sotto l'aspetto costituziona­ le. L'Italia è retta da una diarchia: il re e Musso lini; ma chi comanda è il Duce. E i risultati delle elezioni per il rinno-

ni dalla Santa Sede coi Governi, che fa onore altresi alla saggezza del So­ vrano e del Primo Ministro di una na­ zione profondamente cattolica ... Il pre­ sidio migliore dell'indipendenza ponti­ ficia, piu che da una maggiore esten­ sìone di territorio, verrà anzitutto dal­ la profonda modificaiione de�li animi, dalla rinnovazione dell'ltalta stessa tornata cristiana nella sua legislazio­ ne, nella sua educazione, nella sua vi­ ta domestica e civile, privata e pub­ blica » ( " La Civiltà Cattolica ", feb­ braio 1929).

l cattolici dissidenti protestano «

Qualcuno dice che il Regime fasci­ sta rispetta e ha fatto rispettare la religione. E questa è una bestemmia. Il Governo fascista ha profanato, ha fatto un mercato della religione... Il Governo fascista si serve della reli­ gione per ingannare gli operai, i cit­ tadini, i lavoratori cattolic1. Cristo un giorno cacciò i mercanti profanatori dal tempio. Quand'è che i giovani cat­ tolici si uniranno per cacciare i mer­ canti fa5cisti? ,. ( dal manifestino di un gruppo di cattolici dissidenti fuoru­ sciti, sequestrato dalla Milizia nel feb­ braio del 1929).

Anche l laici al oppongono «

Alcuni professori e studenti laici del­ l'università di Torino, guidati da Um­ berto Cosmo... inviarono un messag­ gio a Croce esortandolo a denunciare il Concordato al momento della sua ratifica in Senato. Croce raccolse l'in­ vito e coraggiosamente denunciò i fat­ ti in una lunga e serrata requisìtoria al Senato il 24 maggio 1929. Il suo discorso passò sotto il piu completo silenzio della stampa nazionale e al­ l'atto della votazione soltanto Croce e altri cinque senatori (Albertini, Ruf­ fuii, Bergamini, Paternò, Sinibaldi) osarono esprimere un voto negativo ,. ( da Charles F. Delzell, I nemici di Mussolini, Einaudi, 1966).

l Balilla contro l'Azione canollca

« Uno dei nodi piu difficili da scioglie-· re nel corso delle lunghe trattative per il Concordato fu quello delle as­ sociazionì g!ovanili. L'Opera Naziona­ le Balilla (ONB), " per l'assistenza e l'educazione fisica e morale della gio­ ventu ", era stata istituita nell'apiile del 1926 per inquadrare tutte le orga· nizzazioni giovanili. Per salvare l'au-

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vo della Camera, tenute il 24 marzo 1 929, lo confermano in modo clamoroso . In base alla nuova legge elettorale, il vo­ to consiste nel dire " si " o " no " a un'unica lista di candidati scelti dal Gran Consiglio : i " si " sono 8 .5 1 9 .559, i " no " 1 35 mila 76 1 . Questi " si " sono la risposta alla " conciliazione " , m a anche alla migliorata situazione economica italiana. Ver­ so la metà del 1 930, però, la grande crisi economica che è esplosa negli Stati Uniti col crollo della Borsa di Wall Street (ottobre 1 929), comincia a far sentire le sue conseguenze anche in Italia. La produzione si contrae e la disoccupazio-

tonomia dell'Azione Cattolica il papa intervenne piu volte, bloccando in due occasioni le trattative per il Concor­ dato. La questione si risolverà sola­ mente nel 1931 ... L'Azione Cattolica sarà riconosciuta dal governo, ma a patto di rimanere assolutamente apo­ litica e asindacale " ( da P. Scoppola, La Chiesa e il fascismo, Laterza 197 1 ) .

La Conciliazione rafforzò il fascismo « Per Mussolini i patti del Laterano furono un grande, indiscutibile suc­ cesso... Per la Santa Sede il discor­ so è diverso... Nella prospettiva dei " tempi brevi " la Conciliazione, J?Ur con i suoi aspetti morali e matenali criticabili, fu per lei - a nostro avvi­ so - un fatto positivo... Nella pro­ spettiva dei " tempi lunghi " si può di­ re che con la Conciliazione la Santa Sede avallò autorevolmente il regime mussoliniano e contribui a rafforzar­ lo » (R. De Felice, op. cit.).

Il Gran Consiglio schiaccia la Corona La legge 9 dicembre 1928 ha messo il Gran Consiglio del fascismo in una 84

posizione di preminenza rispetto ai poteri della Corona. Tra le varie at­ tribuzioni vi è infatti anche quella di formare e tenere aggiornata « la lista dei nomi da presentare alla Corona, in caso di vacanza, per la nomina del Capo del Governo ». Scriverà Musso­ lini piu tardi : « Il Gran Consiglio ri­ vendicava a sé anche il diritto di in­ tervenire nella successione al trono. Lo scandalo negli ambienti dinastici fu veramente grande... Taluni arriva­ rono ad insinuare che quell'articolo fosse di ispirazione repubblicana... » (B. Mussolini, Stor.ia di un anno, Mon­ dadori 1944).

Mussolini si steglie il suuessore Quanto alla lista dei possibili capi di governo, Luigi Federzoni ricorda che " il Gran Consiglio non fu mai chia­ mato a formare detta lista » (L. Fe­ derzoni, Italia di ieri per la storia di domani, Mondadori 1967). In realtà la " lista ", redatta personalmente da Mus­ solini, conteneva un solo nome: Co­ stanzo Ciano, ammiraglio ed eroe del­ la prima guerra mondiale, fascista del­ la prima ora, piu volte ministro e pre­ sidente della Camera dal 1934 e padre di Galeazzo, il genero del Duce.

ne aumenta. Come reazione, Mussolini accentua ulterior­ mente il controllo dello Stato su ogni tipo di attività, econo­ mica, finanziaria, politica e sociale. Anche la scuola viene completamente fascistizzata. Nelle classi elementari vengo­ no introdotti i libri di testo obbligatori; i professori univer­ sitari sono costretti a giurare fedeltà al reg�me. La polizia dello Stato, e in particolare l'OVRA (la polizia segreta) vi­ gilano su tutto. Continua l'attività del Tribunale speciale, soprattutto contro le formazioni clandestine dei comunisti e del movimento " Giustizia e Libertà " . Il 1 929 segna anche

l ��no" del plebiscito I " no " al fascismo nel 1929 sono loca­ lizzati soprattutto nell'Italia setten­ trionale: piu di 23 mila a Milano, 21 mila in Piemonte, quasi 15 mila nel Veneto, circa 10 mila in Liguria; a Roma sono 2833, a Napoli 2272. IL GIURAMENTO DEI DOCENTI

Solo l'.u no per cento rifi uta l 'obbedienza «

Giuro di essere fedele al re, ai suoi reali successori, al regime fascista, di osservare lealmente lo Statuto e le al­ tre leggi dello Stato, di esercitare l'uf­ ficio di insegnante e adempiere tutti i doveri accademici col proposito di formare .cittadini operosi, probi e de­ voti alla Patria e al regime fascista. Giuro che non appartengo né appar­ terrò ad associazioni o partiti la cui attività non si concilii coi doveri del mio ufficio. ,. Su oltre 1200 professori universitari, solo 12 non giurano.

L'OVRA a i suoi tentacoli L'organizzazione è fornita di gigante­ schi schedari (già piu di 100 mila fa-

scicoli nel 1927), con tutti i dati sui " sovversivi " in Italia e all'estero, sui confinati, sugli ammoniti e sui diffi­ dati; dal 1929 in poi anche sui preti. Oltre all'OVRA, l'apparato poliziesco può contare sulla PS, sui carabinieri, sulla Milizia e sulle varie milizie spe­ ciali: un insieme di circa 100 mila uo­ mini al comando, dal settembre 1926, di Arturo Bocchini.

Giustizia e Ubertà Il movimento Giustizia e Libertà si è formato nel 1929 a Parigi, promosso da alcuni tra i piu noti fuorusciti co­ me Carlo Rosselli, Emilio Lussu, Fau­ sto Nitti (evasi rocambolescamente dal confino di Lipari su un motoscafo giunto dalla Francia)", e Alberto Tar­ chiani. In collegamento con loro ope­ ra in Italia settentrionale un gruppo di antifascisti, comprendente, tra gli altri, Riccardo Bauer, Ferruccio Par­ ri ed Ernesto Rossi. « Provenienti da diverse correnti politiche, archiviamo per ora le tessere dei partiti e creia­ mo una unità d'azione... Repubblica­ ni, socialisti e democratici, ci battia­ mo per la libertà, per la repubblica, per la giustizia sociale ... " (dal mani­ festo di G.L., novembre 1929). Quasi tutto il gruppo operante in Italia è 85

il definitivo ricongiungimento a Roma, nella Villa Torlonia, della famiglia Mussolini che s'è accresciuta di due figli, gli ultimi : Romano (nato nel 1 927) e Annamaria (nata nel 1 929). Nel 1 930 la primogenita del Duce, Edda, sposa il con­ te Galeazzo Ciano, giovane e promettente diplomatico di carriera. Alla fine del '3 1 , muore a Milano il fratello del Du­ ce, Arnaldo, da parecchi anni direttore del " Popolo d'Italia" . « Arnaldo » scrive Mussolini « era l'anima nella quale pote­ vo, di tanto in tanto, ancorare la mia, trovando qualche istante di fuggevole quiete. » •

catturato il 30 ottobre 1930: Bauer e Rossi sono condannati a 20 anni di carcere.

SI SPOSA EDDA

"la t:Brts/1/ns mtts"

Edda è una ragazza irrequieta, •una cavallina matta • come la definisce il padre che dice anche: « Sono riuscito a piegare l'Italia, ma non riuscirò mai a piegare Edda ». Rachele Mussolini ricorda che « padre e figlia litigavano s esso per colpa dei loro caratteri CO· s simili e cosi battaglieri », E pre­ sentando la figlia al futuro genero di­ ce: « :e buona e leale, ma prepotente e vivace, molto intelligente, ma non sa cucinare né stirare », Per il fidan­ zamento Edda regala a Galeazzo un anello da 6000 lire. Il pontefice invia alla figlia del Duce come dono di noz. ze un rosario di malachite e oro. Il re e la regina un bracciale d'oro e pie­ tre preziose. Il Partito nazionale fa­ scista una stupenda brache (notizie da Vittorio Mussolini, Due donne nel­ la tempesta, Mondadori 1961 ).

r

femminili, appassionato di teatro, in­ namoratissimo della moglie, cattolico praticante come lei. Fu stroncato dal­ Ia tragica fine del figlio primogenito Sandro, morto di leucem1a, al punto da sopravvivergli solo un anno » (S. Bertoldi, Mussolini tale e quale, Lon­ ganesi 1965 ). Quando Arnaldo mori, « Mussolini senti di avere perduto l'u­ nica persona di cui poteva completa­ mente fidarsi, lo scudiero che JJli ave­ va protetto le spalle. ,. Dirà piu tardi il Duce: « Arnaldo è stato durante do­ dici anni il mio piu prezioso collabo­ ratore. Dapprima nell'amministrazio­ ne del giornale, poi nella direzione. Collaboratore nel senso piu esteso del­ la parola. Egli portava ogni giorno la sua pietra al mio edificio ... Un uomo politico può dubitare del suo piu fido collaboratore; vedersi rinnegato, ma­ gari, dal figlio; ma del fratello è si­ curo ... ,. (da Vita di Arnaldo).

LA MORTE DI ARNALDO Arnaldo « era un uomo bonario, aman­ te della buona tavola, delle distrazioni 86

Mussolini ·sui campi di neve del Terminillo nel 1937

IL 1 932 È L'ANNO DEL " DECENNALE " del fascismo . Ce­ lebrazioni e inaugurazioni di opere pubbliche, si tengono in ogni parte d'Italia. Musso lini è tutti i giorni sulle pagine dei giornali, con fotografie che lo ritraggono in ogni possi­ bile posa, mentre cavalca o gioca a tennis, nuota, accarezza un piccolo leone o corre in divisa da bersagliere. Il suo no­ me è scritto in tutte maiuscole, « DUCE », e i suoi discorsi sono riportati in grassetto : forse hanno perduto un poco della fantasia e della veemenza giovanili, ma hanno acqui­ stato in spettacolarità ed efficacia. Dal balcone di Palazzo

La sala dal Mappamondo A Palazzo Venezia, Mussolini passa le sue ore di lavoro nella sala del Map­ pamondo, un locale vastissimo e spo­ glio. « Lungo venti metri, lar�o tredi­ ci e alto altrettanto » lo descnve Emil Ludwig (op. cit.). Per mobilio, un so­ lo tavolo di 4 m, davanti al quale sono collocate due sedie Savonarola •. Die· tro questo tavolo, il Duce. •

MUSSOLINI IL MONOLITE Dentro un ambiente cosi vasto la fi­ gura del Duce « si presenta come il monolite. Tutto un pezzo: ma se un tal pezzo si trova in una sala, la sala pare gli giri intorno; se si trova in mezzo ad una folla, la folla gli rigur­ gita e bolle intorno; se si trova in mezzo a un popolo, il POJ??lO gli fa cerchio, si dispone a piramide e lo ac­ cetta spontaneamente per vertice ... » ( " Critica fascista", 1931 ). •••

L'oratoria mussolinlana « Mussolini esercita sempre, fatalmen­ te, una potenza fascinatrice e trasci­ natrice ,. ( " Azione socialista •, 1-5-'14). Col passare degli anni, il suo stile si personalizza: • rotea gli occhi •, cioè li 88

spalanca fino a mettere in mostra i grandi globi bianchi, irrigidisce il vol­ to " alla Cesare •, con le labbra in fuo­ ri e il mento alzato; conclude i di­ scorsi in posa statuaria. Al Ludwig, che gli chiede come mai impieghi anche dei mesi per J?repa­ rare i suoi discorsi, Mussolini nspon­ de: « :t!. come nella costruzione delle case americane. Dapprima, si erige tutta l'armatura, cioè la costruzione d'acciaio. Poi si getta dentro il cemen­ to o i mattoni, o si usa del materiale nobile... Dipenderà dall'atmosfera del­ la piazza, dagli occhi e dalle voci di migliaia di uomini, se io vi getterò travertino o mattoni o marmo o ce­ mento ... » ( E . Ludwig, op. cit.). Cosi lo descrive invece un viaggiato­ re inglese di passaggio sotto P.iazza Venezia: « Dopo un po' si affacciò lui: un macellaio bassotto e massiccio, con la mandibola pesante... Quel che mi colpi fu la bellezza dei gesti di quel brutto uomo » (cit. da Kirkpatrick). UN ATTORE NON PI'C TANTO GIOVANE . « Vidi Mussolini per la prima volta, mentre assisteva a una grande sfilata nella via dei Fori Imperiali ... Faceva l'impressione di un attore non piu

Venezia, dove è il suo studio, o dalla torretta di un carro armato, il Duce parla sempre a folle enormi, inquadrate e pronte all'applauso; e attraverso la radio, la sua voce giun­ ge anche ai piu piccoli paesi d'Italia, amplificata nelle piaz.:. ze dagli altoparlanti. Per il decennale, artisti e poeti anche famosi hanno composto opere celebrative. All'estero, le voci di denuncia dei fuorusciti cadono sempre piu nell'indiffe­ renza, di fronte alle magnificate realizzazioni del fascismo,. che molti ormai riconoscono come la nuova dottrina del XX secolo. Il 28 ottobre, decimo anniversario della marcia

tanto giovane ... Mi colpi il suo conti" nuo sforzo per sembrare energico... Quando si scopriva la testa calva e rotonda, toglieva molto alla sua figu­ ra ,. (Hidalgo de Cisneros, Cielo rosso di Spagna, Ed. Riuniti 1966).

l fan���i anni Tnmnta «

All'inizio degli anni Trenta, il regi· me promuove lavori pubblici per da­ re una scossa all'economia e mobili­ tare i .disoccupati (oltre 1 .100.000 alla fine del '32): si costruiscono ponti, strade, acquedotti, autostrade, s:piag­ ge (il lido di Roma), stadi, piscme ... Si abbatte la Roma medievale per re­ cuperare le testimonianze dell'era im­ periale. Si iniziano scavi al Foro ro­ mano, e a Pompei. Nel '31 , comincia a sorgere la Città universitaria a Ro­ ma, e i primi centri nelle zone bonifi­ cate... Si instaura la classica architet: tura fascista ,. (M. Gallo, cit.). Il 28 ottobre 1929 si inaugura l'Acca· demJa d'ltaHa, istituita già dal marzo 1926. La presiederanno successivamen­ te Tittoni, Marconi, D'Annunzio, Fe­ derzoni, Gentile, Dainelli. L'Italia diventa piu corta nel dicem­ bre '29 con la pllerla ferrovlarla che

passa sotto l'Appennino per 18,5 km sulla direttissima Bologna-Firenze. Tra il '29 e il '37 viene pubblicata la grande Enciclopedia Treccaul. L'Opera nazionale maternità e lnfan· zia ( ONMI ) apre in tutto il Paese co­ lonie marine e montane per « i fanciulli delle classi popolari ». ·

Il l" luglio 193 1 , in sostituzione del Codice Zanardelli, entrano in vigore i nuovi codici ( penale e di procedura penale) detti Codice Rocco. Nel '33 giunge al culmine la battagUa del grano, iniziata nel 1925. La parola d'ordine era: « L'Italia non deve: piu importare il grano: deve bastare a se stessa "· La produzione nazionale, che nel '22 era di quasi 44 milioni di quin­ tali ( media 9,4 q per ettaro), sale nel '33 a oltre 81 milioni di quintali ( me­ dia 15,9 q per ettaro). kltra battaglia, quella per il risana­ mento delle zone paludose. Secondo le statistiche riassuntive pubblicate nel '38, i lavori nell'Agro Pontino in­ teressarono un'area di circa 600 kmq. Dal '3 1 al '38 erano sorti 68 nuovi cen­ tri rurali ( Littoria, ora Latina, Sabau­ dia, Pomezia ecc.). Inoltre, a tutto il 89

su Roma, Mussolini inaugura la via dell'Impero, una nuova strada che corre attraverso l'antico Foro imperiale, ripor­ tando alla luce importanti resti dell'architettura romana. Il mito della romanità si sovrappone ormai a tutte le ma­ nifestazioni del regime. Cosi le iniziative del governo diven­ tano " battaglie " , i piani per le opere pubbliche " campagne " , con termini e simboli presi a prestito dall'età antica. La principale battaglia economica è quella del grano, un gene­ re di prima necessità per il popolo italiano, che da sempre deve importarlo in grande quantità. Produrre piu grano di-

'38, risultavano costruiti 19.726 km di canali, 7070 km di strade e 22.504 pon­ ti. L'insieme delle opere aveva richie­ sto oltre 153 milioni e mezzo di gior­ nate lavorative. Nel gennaio '33 viene creato l'Istituto per la ricostruzione Industriale ( IRI ) ; l'istituzione sanciva l'intervento diret­ to dello Stato nelle industrie e nelle banche del Paese.

I L " BOOM" DELL'AVIAZIONE « L'Aeronautica ricevette particolari cure da parte del regime ,. (V. Santo­ ro, L'Ae ronau t ica italiana.. Danesi, 1950). Le crociere di De Pinedo e di Ferrario, e quelle atlantiche di Itala Balbo suscitarono grande ammirazio­ ne in tutto il mondo. Tra la fine del 1930 e l'inizio del 193 1 Balbo con 12 idrovolanti copri una distanza di 10 mila 400 km, in sette tappe, da Orbe­ tello a Rio de Janeiro. (Presso Dakar perde 2 apparecchi coi relativi equi­ paggi.) La " Crociera del decennale " ebbe inizio il 1• luglio 1933 e si conclu­ se il 12 agosto; vennero percorsi 20.000 km, dall'Italia all'America del Nord, e ritorno. Ventiquattro apparecchi, piu uno di riserva, con 1 1 5 uomini sempre al comando di Balbo (2 morti e l ve.

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livolo perso tra le Azzorre e Lisbona e l ad Amsterdam). I PRIMATI ITALIANI 1934: su un Macchi-Castaldi 72 il ma­ resciallo A�ello conquista il record mondiale d1 velocità, 709,202 km al­ l'ora sul lago di Garda. 1938 : il colonnello Pezzi sale a 17.083 metri (primato assoluto ) . Nel 1939, l'Italia deteneva 33 primati mondiali ( contro i 15 della Germania, gli 1 1 de­ gli Stati Uniti e i 7 dell'URS"S ) . MA DIETRO C'ERA I L VUOTO Itala Balbo aveva formulato una sua dottrina dell'aviazione di massa e, con l'appoggio di Mussolini, l'aveva mes­ sa in pratica nelle sue grandi crocie­ re. Ma poi si continuò nella corsa ai primati e alle competizioni, che da­ vano lustro al partito, tralasciando "una seria preparazione bellica". Pen­ savamo « di essere all'avanguardia del progresso costruttivo, mentre erava­ mo già sorpassati ,. (Santoro). Dietro la brillante facciata si andava crean­ do progressivamente il vuoto al pun­ to che, nel '39, al momento di entrare in guerra, Ciano scriverà sul suo Dia­ rio (Rizzoli '46): « Dei 3006 aerei effi­ cienti denunciati dal ' ministero dell'A­ viazione, secondo i servizi informazio­ ne della Marina ne esistono solo 982 •.

venta, in questi anni, il primo comandamento per l'agricol­ tura nazionale, con risultati nel complesso positivi. La cam­ pagna per la bonifica integrale viene attuata con successo soprattutto nel Lazio, dove vaste zone paludose dell'Agro Pontino sono risanate e ripopolate. Grande impulso viene dato alle opere stradali, con la sistemazione di numerose arterie nazionali e provinciali, e la costruzione :delle prime autostrade. Meno soddisfacente sembra invece la campagna demografica, che si è sviluppata sulla base del motto " il nu­ mero è potenza " : incentivi di ogni genere vengono predi-

Le vittorie sportive Nelle Olimpiadi del 1932, a Los Ange­ les, l'Italia si aggiudicava 12 medaglie d'oro, 12 d'argento e 10 di bronzo. Nel 1933 il transatlantico italiano Rex ( 5 1 .000 tonn.) conquistò il • nastro az­ zurro ", compiendo la traversata da Gibilterra a New York, a tempo di record. Il Rex ottenne il " nastro az­ zurro " anche nel '34 e nel '35. Primo Camera, nel '33, diventa cam­ pione mondiale dei pesi massimi. Per­ de il titolo l'anno successivo. Nel '34 l'Italia vince il Campionato del mondo di calcio, battendo la Ce­ coslovacchia per 2 a l. L'Italia rivin­ cerà il titolo nel 1938 dopo aver vinto, nel '36, la medaglia d'oro alle Olim­ piadi di Berlino.

La cri minal ità

degli "anni tranqui l l i " L a Direzione generale d i Pubblica Si­ surezza ha pubblicato nel 1972 un opuscolo dal titolo Note sull'andamen­ to della criminalità in Italia, in cui vengono posti a confronto i dati del 1930, 1960 e 1970. Commentando le ci-

fre, • n Giorno " del 5-4-'72 scrive: c Nel 1930, uno degli anni ricordati come tranquilli e ordinati, gli omicidi furo­ no 1989: nel 1960 sono scesi a 1458; e a 1 178 nel '70. Ma in questi quaran­ t'anni la popolazione italiana è passa­ ta da 40 a 54 milioni, con una crescita del 35 per cento. L'indice percentuale degli omidici, pertanto, si è ridotto di oltre la metà ».

Satta la tassa slli celibi La famosa tassa sul celibato rappre­ sentava per l'erario un'entrata quasi simbolica (nel 1927 l'introito non su­ però i 50 milioni di lire). Fu annun­ ciata anche una tassa sui matrimoni senza figli, che si realizzò solo indi­ rettamente nel 1928 come esenzione fiscale per le famiglie numerose ( la popolazione italiana, che era di 38 mi­ lioni 370.000 unità del 1922, sali a 41 milioni 755.000 nel 1932 e a 45.597.000 nel 1942).

Una pioggia di "veline" sommrge la stampa Il Ministero della Cultura Popolare, creato il 24 giugno 1935, viene affida­ to al genero del Duce, Galeazzo Ciano. 91

sposti dal regime per far aumentare la popolazione (perfino un'imposta sui celibi); ma il tasso di crescita del popolo ita­ liano non aumenta come ci si aspettava. Sul piano cultura­ le e sportivo, grande rilievo viene dato ai " littoriali " , vere e proprie gare fra giovani universitari : nel corso degli anni, saranno migliaia i giovani che vi parteciperanno . Ma è nel campo della politica estera che comincia ora a concentrar­ si l'attenzione di Mussolini . La situazione europea è molto cambiata dalla fine della guerra: il 30 gennaio 1 933, Adolf Hitler ha assunto il potere in Germania, e il nuovo governo

« La principale attività di quel mini­ stero consisteva nell'invio ossessivo di " note di servizio " (questo era il loro nome ufficiale, quello piu ricorrente era " veline " dato che si trattava di co­ pie dattiloscritte) che non consentiva­ no il minimo margine all'iniziativa dei giornali già del tutto asserviti, pena il sequestro " (Eia, eia, eia, alalà, edi­ zione Feltrinelli 1971 ).

Ecco una scelta dalle " Note di servi­ zio " : 18-6-1936: Per la morte di Mas­ simo Gorki nessun articolo, nessun commento, nessun cenno biografico. Pubblicare la notizia senza alcun ri­ lievo. 4-7-1938: Far notare come il Du­ ce non fosse affatto stanco dopo quat­ tro ore di trebbiatura ... 24-9-1938: Non fare assolutamente cenno nella cro­ naca odierna, al ballo campagnolo cui ha partecipato il Duce a Belluno. 154-1939: Ignorare assolutamente il mes­ saggio di Roosevelt a Mussolini e Hi­ tler. Nessuna notizia in proposito de­ ve essere comunque pubblicata. 8-91939: Simpatia per la Germania. Mol­ ta misura e discrezione nei confronti con la Francia. Tener sempre presen­ te e far risalire la responsabilità della guerra all'Inghilterra. 6-1 1-1939: Ne­ gli articoli sul campionato di calcio non attaccare gli arbitri. 14-1 1-1939: Non pubblicare piu... foto di soldati

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in sfilata o parata ripresi da tergo. 14-2-1940: Gli opportunissimi articoli di competenza medica sulla bontà di una alimentazione piu sobria e legge­ ra, specie nelle età anziane, non van­ no mai e in nessun modo posti in cor­ relaziòne con ragioni di economia dei consumi, di autarchia. 13-12-1940: Non toccare l'argomento delle cosiddette code davanti ai negozi. 20-1-1941 : Non dare notizia del ritorno in Italia del­ le salme degli operai italiani vittime di una sciagura sul lavoro in Germa­ nia. 20-10-194 1 : Recensire d'obbligo il libro di Evola Sintesi di dottrina del­ la razza ( da Stampa dell'era fascista, a cura di F. Flora, Mondadori 1945 ).

Mussol lnl "cancel la" disoccupati e suicidi «

Mussolini come giornalista, ha gran­ de, eccessiva fiducia nella carta stam­ pata, sino ad esserne suggestionato e fame il suo mondo. Come giornalista, ritiene che ciò che si pubblica è avve. nuto, e ciò che non si pubblica non è avvenuto. Cosi, volendo abolire i suicidi, ne sopprimerà le notizie, vo­ lendo combattere la delinquenza co­ mune ne comprimerà le cronache ... » (M. Rivoire, op. cit.). « Con la guerra etiopica scompare in Italia la disoc-

nazista si è posto decisamente sulla strada del riarmo. Vuo­ le la revisione del trattato di Versailles . Ma mentre la Fran­ cia ha adottato subito una precisa politica anti-tedesca, l'In­ ghilterra ha continuato a mostrarsi moderatamente favore­ vole alla ripresa economica e politica della Germania. La si­ tuazione diventa difficile alla fine di luglio del 1 934, sei set­ timane dopo il primo incontro a Venezia tra Hitler e Mus­ solini : il presidente austriaco Dollfuss, alleato e amico del Duce, viene assassinato a Vienna nel corso di un putsch di evidente ispirazione nazista. Immediatamente, Mussolini

cupazione, non perché sia scomparsa, ma perché un decreto ministeriale sta­ bilisce che... nessuno possa piu pub­ blicare una statistica sulla disoccupa­ zione .. » (Vittorio Foa in Fascismo e antifascismo, Feltrinelli 1962). Mario Rivoire (op. cit.) conclude ricordando una frase di ltalo Balbo: « L'Italia è un giornale di cui Mussolini rifà ogni giorno la prima pagina ». .

Le ''pleblscltarle" elezioni del '34

forma, con una nuova divisa e l'ap­ plauso continuo della folla. Hitler sembra impacciato, vicino a quello che ritiene, in un certo senso, il suo maestro. I colloqui si svolgono pre­ valentemente in tedesco, senza inter­ prete. Un comunicato ufficiale parlò come al solito di grande cordialità. « Ma quella visita non era stata un successo; tutt'altro: era stata, sotto ogni punto di vista, un enorme fiasco » ( Kirkpatrick, op. cit.). Appena partito Hitler, Mussolini esclamò: « Non è stato un incontro, ma uno scontro » .

« Le elezioni dell'inizio del 1934 furo­ no sfacciatamente truccate, tuttavia non se ne possono ignorare comple­ tamente i risultati che senza dubbio non rivelavano alcuna consistente op­ posizione al regime (o meldio al suo " Duce • ) » ( Charles F. Delzefl, op. cit.). I " sf • furono oltre 10 milioni, i " no • 15.20 1 . (Gli iscritti a l PNF erano sa· liti dagli 807.034 del '32 a 1 .416.289 del­ la fine del '33.)

Hitler su Mussollnl: « La folla davan­ ti a lui si prostra come davanti al Papa, e lui si comporta come un no­ vello Cesare: è proprio quello che ci vuole per l'Italia. Nella conversazione a tu per tu è completamente diverso, diventa semplice e simpatico » (Alfred Rosenberg, Das politische Tagebuch, Gottingen 1956).

I l primo scontro con Adolt Hitler

Due erano i problemi che assillavano Hitler in quegli anni: l'annessione del­ l'Austria, e la eccessiva ingerenza del­ le SA nella sua politica. Un paio di settimane dopo l'incontro di Venezia, Hitler ha risolto definitivamente il

Il primo incontro tra i due dittatori avviene a Stra presso Venezia, dal 14 al 16 giugno 1934. Mussolini è in piena

Un Attila redivivo?

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mobilita le truppe italiane alla frontiera del Brennero, pron­ to a intervenire contro ogni tentativo di invasione dell'Au­ stria da parte tedesca. Per il momento Hitler è costretto a rinunciare ai suoi piani. L'episodio ha come principale con­ seguenza il riavvicinamento dell'Italia alla Francia: il 7 gen­ naio 1935 , a Roma, il ministro francese degli Esteri Pierre Lavai stipula con Mussolini un patto per la sistemazione delle questioni ancora aperte fra i due Paesi; nell'aprile, a Stresa ( 1 1-14), l'accordo per la pace in Europa viene riaf­ fermato con la firma anche dell'Inghilterra. •

problema delle SA facendone assas-· sinare i capi, Rohm in testa. 2 la " notte dei lunghi coltelli " (vedi volu­ me Hitler di questa collana). Quan­ do Mussolini apprende la notizia di­ ce alla sorella Edvige: « Di quale fe­ rocia è capace colui! Vengono in men­ te i nomi . tremendi t leggendari; un Attila redivivo? Ed erano, quelli che ha ucciso, i suoi piu arditi collabora­ tori... Sarebbe come se io giungessi a uccidere di mia mano Balbo, Grandi, Bottai... ,. (E. Mussolini, op. cit.).

16 del 25 luglio 1934. Ma già dalle 13 l'insuccesso nazista era chiaro: Mus­ solini ha quindi giocato sul sicuro. Hitler, che ha commesso un grave er­ rore con il pu.tsch di Vienna, è co­ stretto a disim:pegnarsi e sembra ce­ dere alla pressiOne militare italiana. Intorno al Duce, in Italia, l'accordo è unanime » (M. Gallo, op. cit.). c Mus­ solini aveva capito che poteva fare il gradasso, senza provocare reazioni di sorta a Berlino ,. (P. Alatri, Le origini del fascismo, Ed. Riuniti 1963).

L'uetl.oto di T8rtfDbdo

L'Oaervatore Romano, 27-7-'34: c L'as­ sassinio del Cancelliere Dollfuss è una sfida gettata all'Europa e al mondo civile. Egli era nella piccola Austria il rappresentante della legalità », Il Popolo d'ltalla , 29-7-'34: c La minac­ cia ( della Germania) sull'Austria è in­ commensurabilmente impolitica, in quanto viene a creare la solidarietà universale antigermanica... Egregi si­ gnori nazisti, il Fascismo è un capo­ lavoro di arte politica e di armonia popolare. Esso conquista le simpatie universali. Le vostre follie invece van­ no a passo di parata incontro all'odio universale ».

Secondo le memorie dell'ambasciato­ re francese François-Poncet, Mussoli­ ni stesso, a Venezia, avrebbe messo in guardia · Hitler contro le pretese dellè SA. Tra l'altro, gli avrebbe rac­ contato l'aneddoto di Tarquinia, che tagliava la testa ai papaveri quando diventavano troppo alti.

DOPO L'ASSASSINIO DI OOUFUSS

Mussalinl sfida Hitl• " Mussolini dice: " Hitler è l'assassino di Dollfuss... è un pazzo pericoloso " . E prende l a decisione di inviare al Brennero due divisioni. Sono le ore 94

Un tipico atteggiamento mussoliniano

DOPO IL SUCCESSO DI STRESA, il Duce si sente abbastan­ za forte da dare l'avvio alla campagna militare contro l'Etio­ pia. Già dalla fine del 1 932, Mussolini aveva dato incarico al generale De Bono di studiare i piani operativi, e non si era badato a spese per accumulare in Eritrea e in Somalia scor­ te massicce di armi e vettovagliamenti, per mobilitare divi­ sioni di soldati e camicie nere, per cercare di corrompere col denaro i ras etiopici dissidenti dal negus Hailé Selassié. Le manovre diplomatiche dei primi mesi del 1 935 sono servite per accaparrarsi l'appoggio politico delle potenze europee;

L'IMPRESA ETIOPICA

Il UiOCO degli eQUiVOCi " Non sono un collezionista di deser­ ti " . Con questa frase Mussolini respin­ ge seccamente tutte le offerte di com­ pensazioni territoriali in Africa che il governo inglese gli propone per far­ lo desistere dall'impresa etiopica. Per questo è venuto a Roma il ministro Anthony Eden, ma gli incontri sono stati freddi e inconcludenti. Un gros­ so equivoco, in realtà, è alla base di tutta la situazione. Negli incontri di gennaio col ministro Lavai, Mussoli­ ni crede di aver ottenuto l'assicura­ zione che la Francia si disinteresserà dell'Etiopia: · quindi mano libera al­ l'Italia in quel settore. « Ma solo nel­ le questiom economiche ,. ha precisa­ to in seguito Lavai al collega Eden. Messo al corrente della cosa da Eden, « Mussolini si gettò indietro, contro lo schienale della sedia, con un gesto di incredulo stupore ,. ( riferito da I. Kirkpatrick, op. cit.).

ffVENDICARE ADUA!" Nel 1896 il Negus Menelik aveva in­ ferto alle truppe italiane, che aveva­ no varcato il confine dell'Eritrea ver96

so l'Abissinia, una dura sconfitta ad Adua (6000 morti). « Vendicare Adua ,. era diventato da allora una parola d'ordine di facile presa sugli italiani.

IL DADO È TRAm Il 3 ottobre 1935 Mussolini rompe gli indugi e fa marciare le truppe. « Il Duce aveva tratto il dado ... L'impresa etiopica veniva a costituire una di­ scriminante nella evoluzione interna­ zionale seguita alla prima guerra mon­ diale : apriva la strada a quella serie di confhtti locali a catena, che avreb­ be condotto in un breve giro di anni al secondo conflitto mondiale ,. ( San­ tarelli, Storia del movimento e del re­ gime fascista, Ed. Riuniti 1967).

La "bella guerra" del gerarchi « I primi malati di ameba portavano, intanto, in p atria informazioni piu pre­ cise sulla disorganizzazione dei servizi tecnici, sanitari e militari, di cui �e­ nerali e gerarchi erano responsabili, senza dover rispondere di tali respon­ sabilità; nonché notizie abbastanza circostanziate sulla " bella guerra" che certi esponenti del regime ( Ciano, Sta-

ma mentre il governo francese non ha avuto difficoltà nel­ l'avallare i piani del Duce, l'Inghilterra si è mostrata meno " comprensiva " . Cosi, pochi giorni dopo l'inizio delle opera­ zioni belliche, la Società delle Nazioni interviene e condan­ na l'Italia per l'aggressione contro uno Stato membro della Società. L'Italia viene assoggettata alle previste sanzioni con inizio il 1 8 novembre : embargo sulle armi, sulle importazio­ ni e sulle esportazioni, proibizione di prestiti, crediti e tran­ sazioni finanziarie, boicottaggio economico e politico. Ma queste sanzioni vengono applicate in pratica solo da pochi

race, Farinacci) erano andati a fare, con scarso eroismo e molto spirito sportivo, pilotando apparecchi da bom­ bardamento contro un nemico prati­ camente privo di difese antiaeree ... ,. (Ruggero Zangrandi, Il lungo viaggio attraverso il fascismo, Feltrinelli 1962). « Farinacci, mentre era con amici a pescare con le bombe a mano in un piccolo lago vicino a Dessiè, aspettò troppo a lanciarne una e l'esplosione gli asportò completamente la mano destra. La versione ufficiale fu che si fosse ferito durante una esercitazione, e al suo ritorno in Italia fu considera­ to come un eroe ,. ( Harry Fornari, La suocera del Regime, Arnoldo Monda­ dori Editore 1972).

An�he i tigli del Dua partoao voloatari Anche i giovanissimi figli del Duce, Vittorio e Bruno, partirono volontari per la guerra. « La madre era com­ mossa ma non versò una lacrima. I nostri addii furono sobri. l!. nel tem­ peramento della nostra razza la _l)iu grande discrezione nelle effusioni. Vit­ torio dall'Africa mi scrisse una o due lettere, Bruno un saluto su una car­ tolina illustrata. E nient'altro ,. (B. Mussolini, Parlo con B runo, in Opera

Omnia, cit.). Il 13 marzo 1936 i fra­ telli Mussolini vengono decorati con la medaglia d'argento, il 13 maggio promossi al grado di tenente.

Hailé Selassié: "Musso/In/ cl ha sconfitto con l gas" « Non potevamo mai immaginare che Mussolini sarebbe ricorso all'impiego dei gas asfissianti ,. ha dichiarato l'im­ peratore d'Etiopia Hailé Selassié a un inviato dell'" Espresso " ( 29-10-'65 ). « Lo Stato Maggiore italiano decise infatti di impiegare l'arma chimica per ·no­ ter concludere la campagna pnma del­ la stagione delle piog�e. Degli spruz­ zatori furono installati a bordo degli aerei, per diffondere, al disopra delle nostre truppe e delle nostre popola­ zioni, una pioggia cosi fine che dap­ principio era perfino impossibile per­ cepirla. Noi non abbiamo nulla di cui vergognarci. Siamo andati alla carica dei nidi di mitragliatrici e dei can­ noni. Siamo andati all'assalto dei car­ ri armati con l'aiuto delle nostre sole braccia. Abbiamo sopportato in silen­ zio le bombe e i barili d'iprite. Ma contro la nebbia velenosa che invisi­ bile copriva le nostre mani e i nostri volti non potevamo fare nulla. La no­ stra coscienza è tranquilla. ,.

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Stati ; e senza eccessivo rigore . All'interno del Paese, tutta­ via, viene montata contro le " inique sanzioni " , una spettaco­ lare campagna di stampa. Tutta la popolazione è mobilitata per sostenere l'azione del governo. La parola d'ordine è " au­ tarchia " , cioè.la piena autosufficienza economica della nazio­ ne, per la quale ogni sacrificio è giustificato e sacro, perfino la raccolta delle fedi nuziali d'oro . La campagna militare in Etiopia non si rivela facile come previsto, soprattutto a cau­ sa delle condizioni del terreno . Mussolini, da Roma, comin­ cia a bombardare di ordini e sollecitazioni H comando mili-

Sanzioni all'acqua di rose Cosf Mussolini reagisce davanti alle " sanzioni " irrogate all'Italia dalla So­ cietà delle Nazioni (50 voti favorevoli e 3 contrari) : « Non v'è assedio che possa piegard, né coalizione, per quan­ to numerosa, che possa illudersi di distoglierci dalle nostre mete ». Se­ condo M. Funke (Sanzioni e cannoni, Garzanti 1972) « se le sanzioni fo·s sero state severe sul serio, l'economia ita­ liana sarebbe crollata ». Però Stati Uniti, Germania (che non facevano parte della Soc. delle Nazioni) e, in parte anche l'URSS, non le app licaro­ no. « La politica delle sanziom crollò con un tonfo sordo. E cosf si chiuse un capitolo inglorioso della politica estera inglese ,. ( Churchill, cit.).

Il Duce lancia l 'autarchia « Tutta l'economia deve essere orien­ tata verso questa suprema necessità: l ' autarchia ,. (Mussolini). Comincia una propaganda tambureggiante, con slogan di questo genere: « L'eccesso della alimentazione carnea è anche es­ so una moda straniera contraria alle esigenze del nostro clima ». In realtà, il consumo di carne in Italia è tra i piu bassi del mondo: 16,3 chili a te98

sta all'anno, contro i 63,7 dell'Inghil­ terra, i 5 1 , 1 della Germania e i 39 del­ la Francia.

ORO ALLA PATRIA Il 18 dicembre '35 si svolge " la gior­ nata nazionale della fede " con la do­ nazione degli anelli d'oro in cambio di un cerchietto d'acciaio. L'esempio viene dato dalla regina Elena, a Ro­ ma, subito imitata dalle donne di tut­ ta Italia. « La giornata della fede » scrive Zangrandi ( op. cit.) « ebbe una notevole efficacia propagandistica ... La maggioranza delle donne del popolo ... rispose sinceramente all'appello. E fu, questo, l'unico vero plebiscito che si era ottenuto dopo il '22. » Gli anelli raccolti sono milioni. Anche i parla­ mentari offrono le loro medagliette; D'Annunzio tutte le sue decorazioni, Mussolini tutti i regali in oro. Ma è sempre ben poca cosa di fronte al ca­ lo delle riserve auree, che scendono in un anno di oltre 2 miliardi.

Hnler vende armi al Naaus Durante il periodo cruciale delle san­ zioni, la Germania è diventata la prin­ cipale fornitrice di carbone all'Italia.

tare, finché in novembre, sempre. piu impaziente, sostitui­ sce il generale De Bono con Badoglio . La nuova offensiva, iniziata alla metà di gennaio del 1 936, si conclude in quat­ tro mesi con l'occupazione di Addis Abeba. Il 9 maggio, dal balcone di Palazzo Venezia, il Duce annuncia trionfalmente la vittoria: il nuovo Impero di Roma è sorto e lui ne è il fon­ datore. E due anni dopo si farà attribuire, insieme a Vitto­ rio Emanuele III, il grado di Primo maresciallo dell'Impe­ ro, equiparandosi cosi al re anche sul piano militare. Ma la guerra abissina fa precipitare "la situazione politica europea.

Ma contemporaneamente Hitler ha venduto anche le sue anni al Negus: 10 mila fucili, 36 cannoncini e 30 can­ noni anticarro. Non è molto: quanto basta però, secondo i calcoli del Fiih­ rer, per far durare il piu possibile la guerra. Hitler, intanto, può occupa­ re la Renania, capovolgendo, in pra­ tica, il sistema delle alleanze in Euro­ pa. Costretta a scegliere tra Inghilter­ ra e Gennania, l'Italia sceglierà la Germania. Lo ammette Mussoliliì stes. so già nel '36, preparandosi ad abban­ donare l'Austria (not. da Funke, cit.).

Chi ha vinto /a guerra? «

Un giorno si saprà come io abbia anche tecnicamente diretta questa guerra » dice Mussolini a Bottai nel �iugno del 1936. Secondo P. Monelli, mvece, la guerra fu vinta « da un ge­ nerale che sapeva il suo mestiere e seppe ribellarsi alle direttive che il capo del �overno gli telegrafava due volte al g1orno: ·Pietro Badoglio ».

Sui coll i di Roma riappare l ' I m pero Il re assume il titolo di Imperatore di Etiopia. Mussolini tiene uno " sto-

rico " discorso: « Il popolo italiano ha creato col suo sangue l'Impero. Lo feconderà col suo lavoro e lo difen­ derà contro chiunque con le sue ar­ mi. In questa certezza suprema, leva­ te in alto, o legionari, le insegne, il ferro e i cuori, a salutare, dopo quin­ dici secoli, la riapparizione dell'Im­ pero sui colli fatali di Roma ». L'ITALIA HA

2 PRIMI MARESCIALLI

Scontro frontale tra Il re e Mussol inl La legge che creava i due Primi mare­ scialli dell'Impero, equiparando cosi il re al suo 'Primo ministro, aveva messo Vittorio Emanuele in una situa. zione " insostenibile ", frutto di « un'al. tra violazione dello Statuto del Re­ gno » da parte fascista. « Io straccerei questa doppia greca! » esclamò il re in un tempestoso incontro con il Du­ ce. « Mussolirii rimase alquanto sor­ preso da questo scoppio di furore ... Da quel momento Vittorio Emanuele giurò a se stesso di trarre vendetta » ( da Storia di un anno, cit.). « Questo fu il maggior scontro d.iretto tra i due membri della diarchia » (M. Rivoire). « Dietro la collera del re ci doveva es.: 99

Approfittando delle divergenze tra gli alleati occidentali, Hitler ha compiuto, in marzo, un gesto di forza, occupando la Renania. Alla fine di luglio, in Spagna, il generale Franco si mette alla testa di un colpo di stato contro la repubblica. Mussolini si schiera dalla parte di Hitler e di Franco . La guerra, appena terminata in Africa, riprende nella Penisola iberica. Per il Duce è un " momento magico " : sul piano poli­ tico interno e internazionale è all'apice della potenza. Anche sentimentalmente sta vivendo una seconda giovinezza, ac­ canto alla giovane amante, Claretta Petacci . •

sere una legittima preoccupazione: Mussolini metteva le mani anche sul­ l'esercito, pareggiandosi al re col nuo­ vo grado appena istituito » (Salvato­ relli-Mira, op. cit.).

Mussolini i n Alfa rossa conquista Claretta Nel 1936 Claretta Petacci ha 24 anni. � una ragazza « graziosa, con una te­ sta ricciuta di capelli neri, corti, con chiari occhi fra il grigio e il verde, e i denti piccini; ben fatta, di giusta statura, con un petto un po' esube­ rante... con belle gambe diritte; ed una voce bassa, calda, un po' roca; una di quelle voci che paiono cariche di promesse, di malinconica dedizio­ ne » (P. Monelli, op. cit.). Secondo Franco Bandini (Claretta, ci­ tato in Storia del Fascismo a cura di Enzo Biagi, Sadea-Della Volpe 1964) numerose sono le versioni del primo incontro tra Mussolini e Claretta Pe­ tacci: si sarebbero conosciuti nel di­ cembre 1932 al Terminillo, oppure nel­ l'agosto 1933 sulla spiaggia di Ostia, oppure a Palazzo Venezia nel 1934. Se­ condo la . versione piu accreditata il primo incontro risale al settembre 1933: lui in Alfa rossa scoperta, lei ­ in gita con i familiari ..:.... che lo rico100

nosce e lo saluta. La vettura del Duce si ferma, Claretta è al colmo dell'en­ tusiasmo e dell'emozione, e gli ricor­ da di avergli inviato delle poesie.

Diventa solto ua faetenda seria «

Riceveva una donna al giorno, ogni pomeriggio; e ciò durò fino al 24 lu­ glio »: cosi ba scritto nelle sue memo­ rie Quinto Navarra, il cameriere di Mussolini (ed. Longanesi, 1946). � cer­ tamente un'esagerazione, ma, nel com­ plesso, la " vitalità " del Duce con le donne era cosa abbastanza nota tra i gerarchi. Claretta, però, sembra una faccenda seria per Mussolini. Figlia di un noto medico, Claretta si è spo­ sata presto, ma si è anche subito se­ parata. Il rapporto " serio " col Duce incomincia ora, nel 1936. Secondo la sorella Myriam, Mussolini, « uomo del1'800, ritrovava in Claretta una ·delle damigelle che vent'anni prima aveva visto via�iare col cocchiere in livrea, mentre lu1, il figlio del fabbro, anda­ va a piedi » (P. Pavolini sul " Giorno•, marzo . '68). ·

Monaco 1938. Mussolini, con a fianco Hitler, stringe la mano a Daladier

A MANO A MANO che passano i mesi, la guerra in Spagna ingoia sempre maggiori contingenti di uomini e di armi. Ol­ tre che sugli aiuti di Mussolini, Franco può contare sull'ap­ poggio di Hitler, che gli ha inviato una non numerosa, ma qualificata legione aerea, con lo scopo di far durare quanto piu possibile quella guerra, che divide e logora le potenze occidentali . Nello schieramento avverso a Franco, accanto alle forze repubblicane spagnole, si trovano l'Unione Sovie­ tica e la Francia, dove ora è al potere il fronte popolare di Léon Blum; e le Brigate internazionali, democratici e co-

L'impatuoso intarvanto dal Duca in suaana Dopo la guerra etiopica, scrive U�o D'Andrea nella premessa al citato Dta­ rio di Ciano, « in Mussolini era avve­ nuto uno straordinario mutamento. Egli aveva preso molto sul serio il ti­ tolo e gli attributi di " fondatore del­ l'Impero ". Piu che mai ora si sentiva chiamato a un grande destino e a una alta missione storica . . E quando esplose la guerra civile di Spagna, Mussolini vi si cacciò dentro imp etuo­ samente, ( scartando) ogni obiettiva valutazione diplomatica ». .

Le legioni fasciste affiancano le falangi di Franco

• • .

Già nel 1934, alcuni esponenti della destra spagnola erano stati ricevuti da Mussolini, ottenendo promesse di aiuto ( vedi Mario Donosti, Mussolini e l'Europa, Leonardo 1945 )". Gli aiuti, infatti, arrivarono a Franco, sin dal­ l'inizio: prima qualche squadriglia di aerei, poi formazioni sempre piu nu­ merose di volontari reclutati dall'uf­ ficio OMS ( Oltre Mare Spagna) e for102

niti di divise speciali. Alla fine del 1937, i soldati italiani inviati in Spa­ gna saranno 70 mila; le armi fasciste impegnate nella " campagn a " (circa mille cannoni e mille aerei) incideran­ no sul bilancio italiano per una cifra di 14 miliardi di lire (vedi R. Zan­ grandi, op. cit.).

... mentre l ••garibaldini" si schierano con i rossi « Strano destino deiia Spagna » scrive Musso lini sul • Popolo d'Italia" 1'1 1 giugno 1937. « Ha avuto l'inquisizio­ ne. Va pazza per le corride. Da dieci mesi è insanguinata dalla piu feroce delle guerre civili. E i fratelli meno rossi fanno strage dei piu rossi e vi­ ceversa. » L'ultima frase vale anche per gli italiani. Nelle Brigate interna­ zionali schierate coi repubblicani, in­ fatti, gli italiani sono numerosi. La sola " brigata Garibaldi " contava 3200 uomini e dava non pochi fastidi ai fa­ langisti. Tra i capi " rossi" in Spagna figurano Ilio Barontini, Luigi Longo, Pietro Nenni, Giuseppe Di Vittorio, Carlo Rosselli; tra i caduti Guido Pi­ celli, il capo dei " rossi " che aveva re­ sistito a Italo Balbo nell'Oltretorren­ te di Parma.

munisti accorsi dai piu diversi Paesi del mondo. Gli Stati Uniti, per parte loro, si sono dichiarati neutrali� mentre l'In­ ghilterra sembra non voler prendere una posizione precisa: proclama il principio del non-intervento, senza però rompe­ re i rapporti con le nazioni che intervengono nel conflitto . Matura in questa situazione il progressivo avvicinamento dell'Italia fascista alla Germania nazista. La visita del Duce a Berlino, alla fine di settembre del 1 937, è la tappa fonda­ mentale di questa alleanza: l'" Asse Roma-Berlino " , come il Duce stesso l'ha voluta definire . Nei cinque giorni in Ger-

IL DUCE IN GERMANIA

Applaudito da milioni di persone «

Mai alcun monarca è stato ricevuto in Germania con tanto fasto • ricor­ da nelle sue memorie l'ambasciatore francese François-Poncet. Il 28 settem­ bre Mussolini e Hitler arrivano a Ber­ lino a bordo di due treni speciali: i due treni, negli ultimi chilometri, cor­ rono fianco a fianco « come per sim­ bolizzare il parallelismo delle due ri� voluzioni •. A Berlino si radunano cir� ca 3 milioni di persone per ascoltare e applaudire i discorsi dei due dittatorì. Parla Hitler: « Mussolini è uno di quei rari uomini che non sono fatti dalla Storia, bensi fanno la Storia ... •· Parla Mussollnl, In tedesco : « Quando il fascismo ha un amico marcia con lui sino in fondo ... Le due pi.u grandi e piu autentiche democrazie che esi­ stano oggi nel mondo sono la Germa­ nia e l'Italia. . . » . •••

L'ITALIA IN CAMICIA NERA

IL DECALOGO DI STARACE Starace, segretario del partito dal '31 al '39 , « un severissimo caporale di

giornata della caserma che stava di­ ventando l'Italia • (Monelli), aveva for­ mulato questo decalogo: « l . Sappi che il 'fascista, e in ispecie il milite, non deve credere alla pace perpetua. 2. I giorni di prigione sono sempre meritati. 3. La Patria si serve anche facendo la guardia a un bidone di benzina. 4. Un compagno d-eve essere un fratello: primo, perché vive con te; secondo, perché la pensa come te. 5. Il moschetto, le giberne, ecc., ti sono stati affidati non per sciuparli nell'ozio, ma per conservarli per la guerra. 6. Non dire mai " tanto paga il Governo" perché sei tu stesso che paghi, e il Governo è quello che tu hai voluto e per il quale indossi . la di­ visa. 7. La disciplina è il sole degli eserciti: senza di essa non si hanno soldati, ma confusione e disfatta. 8. Mussolini ha sempre ragione. 9. Il vo­ lontario non ha attenuanti quando di­ sobbedisce. 10. Una cosa deve essertì cara soprattutto: la vita del Duce •·

ABOLITE IL LEI, USATE IL VOI ... Roma repubblicana non aveva co­ nosciuto che il • tu " . La Roma cesàrea poi conobbe il " voi " ... La bella nuova lingua d'Italia, da Dante al Ferruccio, non conobbe quella immaginaria e al­ tezzosa creatura dall'ambiguo sesso " la Signoria" cui si applicava il " lei " ... «

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mania gli viene offerta la dimostrazione piu spettacolare della potenza e della disciplina tedesca in tutti i campi : in­ dustriale, tecnico e soprattutto militare. Questa superba ef­ ficienza bellica diventa per il Duce, al suo ritorno in patria, il termine di paragone costante, il modello che egli si sfor­ zerà di imitare in parecchi dei futuri provvedimenti politi­ ci, militari e amministrativi. Ma la situazione economica dell'Italia, logorata da due anni ormai di guerra, mostra se­ gni sempre piu preoccupanti di crisi, che le ricorrenti " bat­ taglie " contro l'aumento dei prezzi non bastano certo a ri-

Ebbene: si compia anche questa pu­ rificazione; si torni, anche in questo, all'uso di Roma, al " tu " espressione dell'universale romano e cristiano. Sia il " voi " segno di rispetto e riconosci­ mento di gerarchia ... » (Bruno Cico­ gnani, sul " Corriere della Sera", 1938). « Quando si domandò ( a Mussolini) come gli fosse saltato in mente di vie­ tare in Italia l'uso del " lei ", andando contro la lingua e la grammatica, ri­ spose: " � un altro pugno che ho da­ to negli occhi alla borghesia! ", cioè, in questo caso, alla gente bene edu­ cata » (Benedetto Croce, Chi è fasci­ sta?, " Giornale di Napoli ", 29-10-'44). BAST.A COLLA STRETIA DI MANO Il regime arriva ad abolire la stretta di mano, ritenuta decadente e non " in linea" con lo stile " marziale " imposto all'Italia. Anche nelle " note di servi­ zio " per i giornali si legge: « Non pub­ blicare fotografie con strette di mano, anche se tali strette avvengono tra altissime personalità ».

IL PASSO ROMANO Il re è contrario all'introduzione del " passo romano "; ma Mussolini si im­ pone facilmente. « Non ho colpa io » dice a Ciano, « se il re è una mezza cartuccia. � naturale che lui non pos­ sa fare il passo di parata senza essere 104

ridicolo ... Dicono che il passo dell'oca è prussiano. Niente affatto. L'oca è un animale romano ... ha salvato il Cam­ pidoglio » (G. Ciano, Diario, cit.).

HIRER SI AliEnE L'AUSTRIA

Mussol ini è d'accordo Dopo l'Anschluss, telefonata da Ro­ ma: - Filippo d'Assia: Tomo ora da Palazzo Venezia. Il Duce ha accolto l'evento in modo molto amichevole. Vi manda i suoi saluti... - Hitler: Vi prego di dire a Musso­ lini che non dimenticherò mai questo. - Sissignore. - Non appena la questione austriaca sarà tolta di mezzo, sono disposto ad andare con lui dovunque, nella buona e nella cattiva sorte (riportato da Alan Bullock, Hitler, studto sulla tirannide, Mondadori 1955 ).

L' Italia non è piu l 'ago della bi lancia Il comportamento di Mussolini fu qualcosa di diverso da una compli­ cità vera e propria, fu - almeno poli­ ticamente - assai peggiore. Il compli­ ce ha la sua parte di �adagno nelle malefatte a cui si associa. Nessun gua«

solvere. Accanto alle " campagne " serie, ne vengono avviate di meno serie, come quella contro l'uso del " lei " , sostituito obbligatoriamente dal " voi " in tutte le espressioni, parlate e scritte. Alle forze armate viene imposto il " passo roma­ no " , una imitazione del " passo dell'oca " tedesco. Contempo­ raneamente le forze giovanili del partito vengono inquadra­ te militarmente nella GIL (Gioventu italiana del littorio). Sul piano internazionale, l'Italia aderisce il 6-1 1-1 937 al Pat­ to Anticomintern, l'alleanza militare contro la III Interna­ zionale comunista, stipulata fra la Germania e il Giappone

dagno veniva a Mussolini dall'aver da­ to sostanzialmente mano libera a Hit­ ler in Austria ». Ne risultava anzi uno squilibrio di potenza tra i due Paesi dell'Asse: l'espansione per la Germa­ nia, senza il corrispettivo per l'Italia ( Salvatorelli-Mira, op. cit.). " L'Italia, che fino allora aveva giocato la parte dell'ago della bilancia nel gioco politi­ co europeo, aveva consentito, da un giorno all'altro, la degradazione del suo ruolo e del suo prestigio davanti al mondo intero » ( Santarelli, cit.).

La lamiUiiB MUSSOiiDi A VIlla Torlonla regna la casalinga Rache1e

•••

Villa Torlonia, dove abita la fami,lia Mussolini, è una vasta casa patriZia con un grande parco, un lago, un tea­ tro e una grande stalla. Rachele è una padrona di casa alla buona, senza fronzoli e cerimonie. Cosi la ricorda per esempio Rugge'ro Zangrandi ( op. cit.), un compagno di scuola di Vit­ torio: " L'atmosfera di !luella dimora er-a quanto di piu casalmgo si possa immaginare. " Donna " Rachele, quasi sempre in faccende e in grembiule, ci portava per merenda pane e bur­ ro... Al tramonto, sedeva sugli scalini

della villa a lavorare a maglia ... », Di lei Benito ha detto una volta: " Mia moglie? � una buona .donna ... la ma­ dre dei miei figli. Con me va bene, perché non fa la presidentessa " (ri­ portato da R. Collier, op. cit.).

a Palazzo Venezia la paziente Claretta

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Tutti i pomeriggi, dal 1936, Claretta Petacci si reca a Palazzo Venezia: dal­ l'ascensore privato, sale nell'apparta­ mento del Duce, tre stanze in tutto. Li aspetta, a volte per ore e ore, che Mussolini venga a trovarla, dalla vi­ cina sala del Mappamondo. Anche quando è a casa sua, una villa in sti­ le hollywoodiano alla Camilluccia, Cla­ retta si tiene sempre a portata di ma­ no il telefono, pronta ad accorrere al­ le chiamate di Benito. Ecco una sua lettera, del 3-2-1938 : « Ben, amore mio, perdonami. Ho il cuore stretto dal­ l'ansia. Tu mi hai telefonato e io non c'ero. Non ho potuto sentirti. Forse mi chiamavi a te. E io impazzivo dal desiderio di te. � da piangere. Ho do­ vuto andare con la mamma ... Oh per­ donami. Ti prego non inquietarti ... Sono sempre ad attenderti ed è que­ sta la mia ragione di vita ... ,. ( riporta­ ta da R. Collier, cit.). 105

nel 1 936. Un mese dopo, il Duce preannuncia l'uscita del­ l'Italia dalla Società delle Nàzioni ; e, nel marzo 1 938, quan­ do Hitler invade l'Austria coi suoi carri armati realizzando la tanto sospirata unione tedesca (Anschluss), Mussolini non si oppone, come aveva fatto nel 1 934, ma manda al Fiihrer un telegramma di amichevole comprensione. La vi­ sita di Hitler a Roma, all'inizio di maggio - con la grandio­ sa messa in scena di interminabili sfilate, e la malcelata an­ tipatia del re per l'ospite - suggella l'ormai completo ac­ cordo tra Italia e Germania. I successivi avvenimenti, inter-

1938 Adolf Hitler -

scende in Italia

A Roma è il re che fa gli onori di casa: tocca a lui salire sulla carrozza con Hitler, quando questi arriva il 3 maggio 1938, e stargli al fianco in tut· te le cerimonie ufficiali. Il re e Hitler mostrano reciprocamente di non po. tersi soffrire. Hitler: • � una cosa pe­ nosa, quando mi incontro col Duce in Italia, vederlo relegato in secondo pia­ no se c'è qualcuno della corte. Quegli arroganti parassiti dell'aristocrazia mi rovinano tutto il piacere ,. (Hitlers Ti­ schgespriiche, Bonn 1 95 1 ). Vit torio Emanuele III: c Questi tedeschi, io li conosco ... sono come i preti e le don· ne : gli dai un dito, vogliono un brac­ cio ,. ( da N. D'Aroma, Vent'anni insie­ me, Cappelli 1957).

IL POLIGLO'nA MUSSOLINI Con Hitler, il Duce parta tedesco, an­ che se non sempre il Fiihrer riesce a capirlo. Del resto ca Mussolini piace­ va fare la parte dell'uomo che sa tut� to, parla di tutto con competenza e in molte lingne. Certo lo spagnolo non lo sapeva, ma con fenomenale faccia tosta, aggiungendo la " esse " al suo ita­ liano e con qualche vocabolo spagno­ lo residuo di tanghi argentini o accat· 106

tato altrove, si rivolgeva a me, seria­ mente, parlandomi anche ad alta vo­ ce per fare sentire a tutti le sue co­ noscenze linguistiche ,. (H. de Cisne­ ros, op. cit.).

LA PARATA DI NAPOLI Dal " Corriere della Sera " del 6-5-'38: c Centinaia di navi della flotta roma­ namente forgiata da Mussolini offro­ no un gigantesco spettacolo di poten­ za ... Sfilano 2 navi da battaglia, 18 in­ crociatori, 1 1 esploratori, 12 cacciator­ pediniere, 18 torpediniere, 24 Mas e 90 sommergibili ( la piu numerosa flotta subacquea del mondo) •.

La Conferenza di Monaco IL DUCE SALVATORE DELLA PACE Con titoli simili a questo, escono tut­ ti i giornali d'Europa all'indomani della Conferenza di Monaco, indetta in tutta fretta dall'inglese Chamber­ lain come ultimo tentativo per risol­ vere senza guerra la questione dei Su­ deti. c Mussolini fece la parte del mat­ tatore ,. scrive I. Kirkpatrick (op. cit.).

ELOGI A MUSSOLI NI ITALIA. D a Monaco, Mussolini • rien­ trava in patria sotto una nuova luce,

ni e internazionali, sono la diretta conseguenza di questa scelta politica. In agosto Mussolini si sente in dovere di da­ re il via alla serie di provvedimenti amministrativi contro gli ebrei, che non raggiungono, peràltro, l'inflessibile cru­ deltà delle analoghe misure naziste. In settembre, quando diventa scottante la questione dei Sudeti per la caparbia vo­ lontà di Hitler di impadronirsi della Cecoslovacchia, il Du­ ce riesce a bloccare per il momento la situazione, agendo come mediatore tra la Germania - le cui richieste vengono comunque soddisfatte - e le potenze occidentali ( conferen-

impugnando non già un pugnale o un moschetto, ma un ramoscello d'ulivo... A Firenze, sulla banchina della stazio­ ne, Vittorio Emanuele venne a felici­ tarsi personalmente col suo Primo mi­ nistro » (M. Magistrati, L'Italia a Berlino, Mondadori 1965 ). IN GERMANIA, secondo von Rhein­ baben ( Quattro giorni, Mondadori '38), « il popolo era pieno di rispetto per l'opera di Chamberlain, Mussolini e Daladier. Nessuno parlò di trionfo o di vittoria... ma solo di buon senso, di diritto, di giustizia ». . FRANCIA. " La Liberté " ( 5-10-'38 ) so­ stiene che « solo Mussolini, nella sua qualità di amico e alleato del Fiihrer, aveva potuto far retrocedere lo spet­ tro della guerra ». GRAN BRETAGNA. Gli accordi di Mo­ naco furono salutati in Inghilterra con grande entusiasmo. Stefan Zweig, che allora abitava a Londra, scrisse : « Quello fu un giorno incomparabile che lasciò una profonda impressione negli animi. Tutti ridevano volentieri, tutti apparivano piu vigorosi e ani­ mati, come piante dopo un tempora­ le » ( da M. Magistrati, cit.). « L'Eu­ ropa e il mondo hanno diverse ragio­ ni per essere riconoscenti al capo del governo italiano per aver contribuito a una soluzione pacifica » dichiara il Premier Chamberlain ai Comuni. ·

STATI UNITI. « Monaco fu il piu bel momento di Mussolini ,. (John P. Dig­ gins, Mussolini and Fascism, Prince­ ton University ·Press, 1972).

MA l FRUTTI LI RACCOBLIE HITLER

••.

Durante il processo di Norimberga, il rappresentante cecoslovacco chiese a Keitel se il Reich avrebbe uguall mente attaccato la Cecoslovacchia, nel caso in cui le potenze occidentali si fossero schierate a Monaco a fianco del governo di Praga. Si senti rispon­ dere: « No, ce.rto; non eravamo ab­ bastanza forti militarmente. Lo scopo del convegno di Monaco era di estra­ niare la Russia dall'Europa, acquista­ re tempo e completare gli armamen­ ti " (W. Churchill, La seconda guerra mondiale, Mondadori 1948).

Il Duce si vendica sull'Albania Mussolini, dopo l'invasione tedesca di Praga, è riluttante a comunicare la notizia alla stampa: « Gli italiani ri­ deranno di me » dice a Ciano (op. cit.). c Ogni volta che Hitler prende uno Stato, mi manda un messaggio ». Mussolirii invade l'Albania, e avverte 107

za di Monaco) . Ma l'invasione totale della Cecoslovacchia è rimandata solo di pochi mesi : il 1 5 marzo 1 939 le truppe tedesche entrano a Praga, e, come il solito, Hitler ne infor­ ma il collega italiano solo a cose fatte . Mussolini replica occupando all'inizio d'aprile l'Albania, che quasi senza com­ battere accetta di diventare una provincia italiana. Alla fi­ ne di maggio col " Patto d'Acciaio " , l'Asse si consolida anche sul piano militare : ormai la politica dell'Italia è legata ine­ stricabilmente a quella nazista di Hitl.e r. Ma a questo punto la situazione sfugge di mano a Mussolini . La guerra di Spa-

Hitler a cose fatte. Sennonché risulta ben diverso lo stile dell'operazione mi­ litare, data l'impreparazione e la di­ sorganizzazione delle forze armate ita­ liane. Commenta Filippo Anfuso che, se re Zog d'Albania avesse avuto un ben addestrato corpo di pompieri, l'esercito italiano sarebbe stato ricac­ ciato in mare (Anfuso, Da Palazzo Ve­ nezia al lago di Garda, Roma 1957).

La marcia all'Oceano Nel discorso al Gran Consiglio del 4 febbraio 1939 Mussolini ha lanciato una nuova parola d'ordine: " la mar­ cia all'oceano ". « Quale oceano? L'ocea­ no Indiano, saldando attraverso il Su­ dan la Libia con l'Etiopia; o l'oceano Atlantico, attraverso l'Africa setten­ trionale francese. Tanto nella prima,· come nella seconda ipotesi, ci trove­ remo di fronte alla opposizione fran­ co-inglese. Affrontare la soluzione di tale problema senza avere le spalle assicurate nel continente è assurdo. La politica dell'Asse Roma-Berlino ri­ sponde quindi a una necessità storica di ordine fondamentale. Cosi il nostro atteggiamento nella guerra civile spa­ gnola » (Mussolini, citato da F.W. Dea­ kin, Storia della Repubblica di Salò, Einaudi 1963). 1 08

Ciano :

"Cosi nacque

Il Patto d'Acciaio"

« La decisione di stringere l'alleanza fu presa da Mussolini, all'improvviso, mentre io mi trovavo a Milano con Ribbentrop. Alcuni giornali america­ ni avevano stampato che la metropoli lombarda aveva accolto con ostilità il ministro tedesco e che questa era la prova del diminuito prestigio per­ sonale di Mussolini. lnde ira. Per te­ lefono ricevetti l'ordine, il piu peren­ torio, di aderire alle richieste tede­ sche di alleanza, che da piu di un an­ no avevo lasciato in sospeso e che pensavo di lasciarcele per molto tem­ po ancora. Cosi nacque il Patto d'Ac­ ciaio. E una decisione che ha avuto influenze tanto sinistre sulla vita e sul domani dell'intero popolo italia­ no è dovuta, esclusivamente, alla rea­ zione dispettosa di un dittatore con­ tro la prosa, del tutto irresponsabi­ le e senza valore, di alcuni giornali­ sti stranieri " (Galeazzo Ciano, DiariC' 193943, op. cit.).

La campagna antiebraica 1932: non c'è antisemitismo In Italia. « Naturalmente non esiste piu una

gna si è appena sanguinosamente conclusa con la vittoria di Franco, quando un'altra guerra, ancora piu terribile, si pro­ fila all'orizzonte : Hitler è deciso a risolvere con la forza la questione di Danzica; ma questa volta l'Inghilterra e la Fran­ cia non staranno a guardare. Che farà il Duce ? L'Italia non è affatto nelle condizioni di affrontare un conflitto europeo; né può sperare in una nuova mediazione. Il l o settembre, scoppiano le ostilità, con l'invasione nazista della Polonia. Mussolini fa sapere a Hitler che, per il momento, non potrà essere al suo fianco . •

razza pura, nemmeno quella ebrea • aveva detto il Duce a Ludwig nel 1932 (op. cit.). c Ma appunto da felici me­ scolanze deriva spesso forza e bellez­ za a una nazione... L'antisemitismo non esiste in Italia. Gli ebrei italiani si sono sempre comportati bene come cittadini, e come soldati si sono bat­ tuti coraggiosamente ... •

1938 Mussolini scopre l 'antisemitismo ·

c Il 2 luglio 1938 Mussolini era ancora cosi poco razzista e antisemita... che nominò un generale Levi, ebreo pu­ rissimo, generale di divisione; ma tre­ dici giorni dopo il suo razzismo scop­ pia impetuoso perché, evidentemente, Hitler è impaziente ... Il 15 luglio 1938, il governo fascista dirama... una di­ chiarazione di un " gruppo di scien­ ziati •, che per il momento conservano l'anonimo, i quali affermano che gli italiani appartengono alla razza nor­ dica, che sono integralmente ariani, mentre gli ebrei non sono della stes­ sa razza degli italiani. Il documento finisce concludendo che " è tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti • • ( Eucardio Momigliano, Sto­ ria tragica e grottesca del razzismo

fascista, A. Mondadori Editore 1946). Secondo la testimonianza di Ciano, il " Manifesto del razzismo italiano• è stato scritto " integralmente • da Mus­ solini, salvo poi essere firmato da al­ cuni noti docenti universitari c l . Le razze umane esistono. 2. Esistono grandi e piccole razze... 6. Esiste una pura razza italiana ... »; cosi suonano alcuni dei 10 punti che compongono il " Manifesto •. Dal 6 agosto 1938 co­ mincerà ad essere pubblicata in Italia una rivista " specializzata• : " La difesa della Razza •.

Fu una mntpagna stupida e spregevole

c

L'antisemitismo tedesco è stato be­ stiale e inumano, ma serio. Corrispon­ deva a un programma di partito, era parte essenziale di una teoria razzista che si applicava spietatamente per la pretesa salvezza e l'integrità di una razza superiore ariana della quale i tedeschi si credevano gli unici rappre­ sentanti... L'imitazione italiana, non avendo origine da nessuna convinzio­ ne scientifica né da alcun consenso di popolo, è stata feroce, ma soprattut­ to stupida... spregevole perché insin­ cera » (Momigliano, Storia tragica e grottesca. .. , op. cit.). 109

110

LA DECISIONE DI NON ENTRARE IN GUERRA è accolta con favore dal popolo italiano. In borsa, si registrano subi­ to sensibili movimenti al rialzo; l'attività industriale sem­ bra in fase di ripresa e il commercio in espansione. Anche tra i gerarchi fascisti si manifesta sempre piu chiaramente la tendenza a dissociarsi dalla politica di forza attuata dalla Germania. Ma per Mussolini questo stato di neutralità (an­ zi, di " non-belligeranza ", come preferisce definirlo) è umi­ liante. La superba efficienza della macchina militare tedesca, che in tre settimane ha travolto la Polonia, lo esalta e lo esa-

11 ouce passa il Rubicone

Charchlll chiede pace MussoliDI risponde guerra

Il segretario di Stato americano Sum­ ner Welles fa visita a Mussolini una prima volta il 26 febbraio 1940, per cercare di convincerlo a mantenersi neutrale. c L'uomo che avevo davan­ ti ,. ha scritto in seguito Sumner Wel­ les c dimostrava almeno 15 anni in piu dei suoi cinquantasei. Inerte, mas­ siccio, si muoveva come un elefante, come se ogni passo fPi costasse uno sforzo ... ,. Poch1 giom1 dopo, Hitler, a sua volta, manda a Roma il suo mi­ nistro degli Esteri, von Ribbentrop, per rinnovare al Duce tutte le sue profferte di amicizia. Dopo questo in­ contro, Mussolini c non appariva piu affaticato dalla tensione fis1ca o men­ tale come prima ,. ricorda Summer Welles, che è tornato a incontrarlo il 16 marzo. c Era come se si fosse libe­ rato di un gran peso... Forse aveva passato il Rubicone proprio dop i colloqui con RibbentroJ? ... ,. (S. Wel­ les, A Time for Deciston, Harpers, New York 1944).

Il 16 maggio 1940 Winston Churchill, scrive al Duce: « :g troppo tardi per impedire che un fiume di sangue scor­ ra tra inglesi e italiani? ... Se voi vor­ rete cosi , cosi sarà, ma io dichiaro di non essere mai stato nemico della grandezza italiana... Attento a questa invocazione, vi supplico prima che sia dato il tremendo segnale. Non saremo mai noi a darlo ». RISPONDE MUSSOLINI: c Vi ricor­ derò che nel 1935 il vostro governo prese l'iniziativa di organizzare a Gi­ nevra le sanzioni contro l'Italia... Se fu per onorare la vostra firma che il vostro governo dichiarò la guerra alla Germania, ben comprenderete che lo stesso senso di onore e di rispetto per gli impegni assunti col trattato itala­ germanico guida la :politica italiana d'oggi e la guiderà d1 fronte a qual­ siasi evento ,. (riportato da Ivone Kirkpatrick, op. cit.).

"Ho bisogno di alcune migliaia di morti ••• " Chmnberlain a colloquio col Duce durante la conferenza di Monaco

Il 26 maggio Mussolini convoca i ma­ rescialli Balbo e Badoglio, e .•con fa1l1

spera insieme. Lo deprime il " pancia:fichismo " degli italiani, la loro scarsa propensione per la guerra. Ha tentato ancora, in settembre, di affermare il suo prestigio internazionale of­ frendosi come mediatore di pace tra le parti in conflitto, ma senza alcun risultato. Nei mesi seguenti, il suo umore è quanto mai mutevole, suggestionato ora dalle esortazioni antitedesche del ministro degli Esteri Ciano, ora dalle pro­ spettive di potenza fattegli balenare davanti agli occhi dai gerarchi nazisti. Decisivi per le future scelte del Duce saran­ no gli avvenimenti bellici della primavera del 1 940. 11 9 apri-

re ispirato " comunica: c Ieri ho man­ dato una dichiarazione scritta a Hit­ ler per assicurarlo che... a partire dal 5 giugno sarò pronto a dichiarare la guerra all'Inghilterra ». Balbo e Ba­ doglio rimangono " allibiti ", poi que­ st'ultimo ribatte: c V.E. è perfetta­ mente al corrente della nostra asso­ luta impreparazione militare... Abbia­ mo una ventina di divisioni prepara­ te al 70 per cento; un'altra ventina al 50 per cento. Nessun carro arma­ to .. t!. un suicidio ». Mussolini rimane calmo, e risponde: « t!. evidente che le manca la calma per un'esatta valu­ tazione della situazione odierna. Le af­ fermo che in settembre tutto sarà fi­ nito e che io ho bisogno di alcune mi­ gliaia di morti per sedermi al tavolo della pace quale belligerante » (P. Ba­ doglio, L'Italia nella seconda guerra mondiale, Mondadori 1946). « Sorrideva al Duce la prospettiva di essere U vincitore politico di una guer­ ra che i tedeschi sembrava avessero già vinto »