Pro e contro Mao Tse-tung

Sotto la sua guida il partito comunista salì al governo cinese a seguito della vittoria nella guerra civile e della fond

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Pro e contro Mao Tse-tung

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PRO E CONTRO

MAO TSE·TUNG a cura di M. Bodino e C. Pastengo

Di prossima pubblicazione:

HITLER CHURCHILL GIOVANNI XXIII

Sono già usciti

STALIN KENNEDY

ARNOLDO MONDADORI EDITORE S.p.A.

PRBSIDBNTB

Giorgio Mondadori VICB PRBSIDBNTB

Mario Fonnenton DIREITORB GBNBRALB PI!RIODICI

Adolfo Seno

VICB DIRBTrORI

GENERALI

PERIODICI

Gianfranco Cantini, Nando Sampietro AMMINISTRATORE EDITORIALE Dm DOSSIER

Ennan Chonchol

I DOSSIER MONDADORI DIRBTTORB

Enzo Orlandi RI!DAZIONB

Marisa Paltrinieri Gianni Rizzoni, Emilio Barbaglia. Segreteria: Maristella Bodino IMPAGINAZIONB

Bruno Acqualagna, Giovanni Melada ICONOGRAFIA VOLUME MAO

Franco Testa Carlo Porciani

C Arnoldo Mondadori Editore 1971 Pubblicazione mensile, registrata al Tribunale di Milano N. 301 del 3.9.71 Spedizione in abbonamento a tariffa editoriale ridotta autorizz. N. 15278/2 del 25.6.1971 Direzione P.T. Verona Direttore Responsabile: Enzo Orlandi

MAO

MONDADORI

LA CINA NELLA QUALE NAS CE MAO TSE-TUNG il 26 dicembre 1 893 è una nazione in s facelo . I l Celeste impero , o Impero d e l centro, dove p e r centro si intende il centro della Terra, vale a dire il cardine dell'Universo, esiste an­ cora, ma è soltanto una larva. Sono bastati pochi decenni di p rofonde infiltrazioni occidentali e di dissennata ammi­ nistrazione governativa per ridurre in cenere cinquanta se­ coli di civiltà . I l continuo aumento della popolazione , che né carestie , né p estilenze, né infanticidi , né sanguinose ri­ volte riescono a frenare , ha portato il livello di vita a limiti

L'inlanlicidio non è un delino «

La prima cosa che colpisce in Cina, è la straordinaria densità della po­ polazione. Le provincie cinesi misu­ rano 5.396.100 km quadrati, ed han­ no una popolazione che ascende a 346.250.000 abitanti..- Perché e come la popolazione è tanto densa in un paese dove la povertà è tale che l'in­ fanticidio non è delitto ?... Perché tutte le potenze europee si affretta­ no ad occupare gli sbocchi al mare dell'Impero cinese ? Benché povera, demonetizzata, la Cina è un gran mercato. Nel 1897 vennero importati in Cina prodotti europei per 750 mi­ lioni di franchL L'esportazione fu di 445 milioni di franchL Se con un governo corrotto, con diritti doga­ nali che superano il dieci per cento, in un paese senza strade, dove il traffico incontra inciampi inverosi­ mili, si svolge un commercio tanto importante, cosa diverrà il commer­ cio stesso quando una rete di ferro­ vie collegherà l'interno alle grandi vie d'acqua naturali, e quando i pre­ giudizi saranno aboliti ? » ( " L'illustra­ zione Italiana ", 19 marzo 1899).

Da 50.000 a 100.000 bambine sacrificate all'anno « La Cina è un paese che uccide dal­ le cinquantamila alle centomila bam­ bine all'anno ... Il cinese butta via la bambina neonata come un agricolto­ re pota un albero dei rami ... La mor­ te d'una bimbetta, in Europa, è un'a­ mara sventura della vita. La strage diaccia di decine e decine di migliaia di bambine, in Cina, è natura, è ad­ dirittura restaurazione di un'armo­ nia » (V. Lilli, La strage degli inno­ centi, "Eco del Mondo ", maggio 1950 ).

l prodotti i nglesi soffocano la C i na « La sovrappopolazione in lento ma regolare progresso aveva già da tem­ po reso soffocanti, per la grande mag­ gioranza di quella nazione, i rappor­ ti sociali. Vennero gli inglesi e si aprirono con la forza il libero scam­ bio con cinque porti cinesi. Migliaia di navi salparono dall'Inghilterra e dall'America verso la Cina, e questa fu in breve sommersa da manufatti britannici e americani. L'industria cinese, poggiante sul lavoro manua-

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bassissimi . Tuttavia, in que sto 1 893 , il villaggio natale di Mao Tse-tung ,, Shaoshan , è relativamente tranquillo . Lo spettro della caresti a da qualche anno non si è p rofilato all 'orizzonte de ll'Hunan, la ricca p rovincia centromeridio­ nale della Cina della quale Shaoshan fa parte . Pa rte esigua , a dire il ve ro , poiché si t ratta d i un mode s to agglomerato di tipiche case cinesi a un piano, con finestre solo sui cor­ tili inte rni e tetti cope rti di paglia o di pesanti- tegole lac­ ca te , imme rso in un ve rde pae saggio di boschi e colline . In una di queste case vivono Mao Shun- sheng , sua mog lie ,

le, soccombette alla concorrenza del­ la macchina, l'incrollabile Impero di Mezzo subi una crisi sociale profon­ da" (K. Marx, Grande muraglia e cotonerie inglesi, " Neue Rheinische Zeitung", 2 marzo 1 950, da Engels e Marx, India Russia Cina, Il Sag­ giatore 1960).

usuraio il padre di Mao? « La famiglia [di Mao Shun-sheng] consumava circa 21 quintali di riso all'anno e riusciva a metteme da par­ te 18,5 ;. con questi risparmi, Mao Shun-sheng si comprò un altro acrodi terra. Cosi il reddito sali a circa 56 quintali e i risparmi aumentarono fino a 35. Tuttavia il padre non rein­ vestf questa eccedenza in nuova ter­ ra; la prestò invece ad interessi usu­ rari e ben presto il suo capitale mo· netario raggiunse la somma di mez­ zo milione di lire » (J. Ch'en, Mao Tse-tung e la rivoluzione cinese, ed. Sansoni 1966).

Un popolo di contadini senza terre da coltivare " La terra manca incontestabilmen­ te in Cina, anche quando siccità o 6

inondazioni la risparmiano, e il con­ tadino è condannato a praticare una economia di sopravvivenza nel senso piu stretto del termine. Per colmo di sventura, la mano d'opera sorpassa di molto la quantità di lavoro dispo­ nibile... L'agricoltura è intensiva ed usa esclusivamente il lavoro umano. Il rendimento resta ancora oggi li­ mitato, specie se calcolato in funzio­ ne del tempo impiegato. Secondo lo studioso P. Gourou, la coltura di un ettaro di grano richiede in Cina 600 ore di lavoro contro le 26 ore degli Stati Uniti e, in un'ora di lavoro, il contadino cinese produce 1 , 1 kg di mais contro i 45,5 del contadino americano" ( Pezeu-Massabuau, La Chine, ed. Armand Colin 1970).

A cinque anni lavorava nei campi La famiglia di Mao era composta dal padre, dalla madre, dal nonno pater­ no (che mori quando Mao aveva cir­ ca dieci anni) e da quattro figli, tre maschi e una femmina. Mao era il primogenito. Egli cominciò a lavora­ re nel podere del padre a cinque an­ ni, come era costume delle famiglie contadine cinesi. La madre « era u­ na donna robusta, che passava la sua •••

Wen Ch 'i-mei , e i loro quattro figli, il maggiore dei quali è Tse-tung. Mao Shun-sheng è un contadino, ma è ambizioso . B racciante da ragazzo, si stanca pre sto di lavorare per gli altri e si arruola ne ll 'esercito. La paga del soldato non è ' male; con un po di buona volontà , si riesce anche a rispar­ miare qualcosa. Abbastanza pe r acquistare , dopo qualche anno , un po' di te rra da coltivare in proprio . Il matrimo­ nio con Wen Ch 'i-mei, buona, attiva e, soprattutto , sotto­ me ssa al marito, coincide con un periodo di discreti rac­ colti . Tirando un po' sul vitto familiare , è possibile accan-

giornata a cucinare e a tessere, a cucire e a rammendare, a lavare e a raccogliere legna da ardere. L'amore e la dolcezza della madre facevano contrasto con i modi rigidi, dispotici ed autoritari del padre. Mao Tse-tung provò un rispetto filiale per entram­ bi i genitori, ma fu piu affezionato alla madre » (J. Ch'en, op. cit.).

Mao parla di sua madre « Era gentile, generosa e comprensi­ va, sempre pronta a dividere con gli altri ciò che possedeva. Aveva pietà dei poveri e dava loro riso quando, nei tempi di carestia, venivano a chiederne, ma era costretta a farlo all'insaputa di mio padre che non ap­ provava gli atti di carità. Spesso in casa ci furono dei litigi a questo pro­ posito ,. ( Edgar Snow, Stella rossa sulla Cina, ed. Einaudi 1 965 ).

U n carattere piuttosto difficile I ragazzi cinesi non potevano che es­ sere ubbidienti. Il rigore confuciano della educazione non lasciava via di scampo. Eppure Mao, a circa 10 an­ ni, cominciò a dare chiari segni di indipendenza. Cominciò a reagire

ogni qual volta il padre lo trattava severamente. E infatti una sera, avendolo il padre apostrofato dura­ mente, giurò che avrebbe abbando­ nato tutto e tutti e che se ne sareb­ be andato via da solo. « Si avviò lun­ go il sentiero, posto fra due stagni, davanti alla casa, mentre la madre lo rincorreva chiedendogli di torna­ re. Egli le disse allora che si sarebbe buttato in acqua se il padre avesse messo in atto la sua minaccia di pic­ chiarlo. Quando gli umori si furono calmati, la madre iniziò la sua opera di rappacificazione e il violento liti­ gio ebbe alla fine termine quando Mao chiese scusa al padre ,. (Jerome Ch'en, op. cit.). ·

Era intimamente perverso? « La chiave della vocazione rivolu­ zionaria di Mao è stata a volte cerca. ta nei suoi rapporti con i genitori: ( Gli autori di Formosa - cioè gli av­ versari di Mao - comunemente con­ siderano il suo atteggiamento " poco filiale• verso il padre come una pro­ va che egli era intimamente perver­ so e destinato a finire bandito o ri­ belle in qualche modo.) In realtà, esempi del genere sono abbastanza

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tonare ogni anno qualche quintale di riso e di fagioli e venderlo bene. Col ricavato si può acquistare ancora un po' di terra. Figurarsi se dopo aver raggranellato con tanta fa­ tica una piccola fortuna, Shun-sheng non farà il possibile per mantenersela ! Anche a costo di diventare un despota agli occhi dei figli e specialmente di quel Mao Tse-tung che, oltre a non essere molto robusto, pretenderebbe, non appe­ na impara a leggere, di passare tutto il suo tempo immerso nella lettura di romanzi. Non solo, ma il primogenito è cosi arrogante da tener testa al padre nelle discussioni, preten-

comuni, specialmente in una cultu­ ra in cui il padre di famiglia eserci­ tava la sua autorità con mano pesan­ te come accadeva in Cina a quell'epo­ ca,. (S. Schram, Mao Tse-tung e la Cina moderna, Il Saggiatore 1968).

Due partiti in famiglia

Hsua-shan, non lontano dal villaggio, abita una banda di briganti. Io ave­ vo fatto amicizia con i tre capi e di quando in quando, nottetempo, ci trovavamo di nascosto. Ma per la perfidia di un infame guardaboschi, cui le belle taglie facevano gola, fum­ mo sorpresi dagli sbirri del manda­ rino. Siamo riusciti ad aprirci la strada con le armi fino al monte. La fattoria l'ho data alle fiamme». E commenta un altro personaggio: « Nepotismo e favoritismo in alto, oppressione e ingiustizia in basso! Non c'è da meravigliarsi che dap­ pertutto rivolta e sedizione alzino il capo, che i migliori ci abbandonino e vadano fra i briganti» (da I bri­ ganti, a cura di F. Kuhn, edizione Einaudi 1965). ·

Racconta Mao: «In famiglia i "par­ titi erano due. Uno era mio pa­ dre: il "potere". L'"opposizione" era invece costituita da me, da mia ma­ dre, da mio fratello e qualche volta dal bracciante. Tuttavia il "fronte unito" dell'opposizione era spesso di­ viso da divergenze di opinioni. Mia madre era favorevole ad una politica di attacco indiretto: era contraria a tutte le manifestazioni esterne dei nostri sentimenti e ai tentativi di aperta ribellione contro "il potere". Diceva che quella non era la "via ci­ nese" » (Snow, op. cit.). •

1 brlaanll sulla montaana Parla il protagonista di uno dei ro­ manzi piu amati da Mao Tse-tung, Sul bordo dell'acqua, scritto da Shih Nai-an (1296-1370): « Sono un fuggia­ sco, per via di una bega con l'auto­ rità del mio villaggio. Sul piccolo Il

Le uova del quindici del mese Era logico che il padre di Mao voles­ se subito mettere a profitto quanto il ragazzo imparava a scuola. Anche per una piccola azienda agricola co­ me la sua il tenere in ordine la con­ tabilità era un fondamentale elemen­ to di sicurezza. E su questo lavoro non era disposto a transigere, era an­ zi esigentissimo. Ma era severo in

dendo di aver ragione . Gli scontri tra padre a figl io sono al­ l 'ordine del giorno. La madre non si intromette , ma è chia­ ro che tiene le parti dei figl i , nonos tante i rimproveri e for­ se le percosse del marito. A otto anni, nel 1 90 1 , Mao Ts e­ tung viene affidato al maestro del villaggio. È importante che un futuro p roprietario sappia, oltre che leggere , far di conto. E ogni ser� Mao fa il suo tirocinio, tenendo i conti della piccola azienda patern a . Alle liti col padre si aggiun­ gono le liti col maestro, che culminano con una fuga del ragazzo dal paese . •

tutto, in casa, questo piccolo proprie­ tario terriero. Tuttavia, il quindici di ogni mese, soleva fare uno strappo alla rigida regola della sua ammini­ strazione, e dava uova col riso ai suoi dipendenti. « A me, però - pre­ ciserà Mao - non dava mai né uova né carne » ( Snow, op. cit. ). NEL GIUDICARE L'ATTEGGIAMEN­ TO DEL PADRE di Mao verso i figli, non si può prescindere dai principi dell'ideologia di Confucio che viva­ mente raccomandava la conservazio­ ne di un ordine del quale erano car­ dini insostituibili i vincoli di stretta soggezione dei figli al padre, della moglie al marito, degli allievi al mae­ stro, dei popoli ai regnanti.

" Se c'è il freddo ci deve essere il caldo" Tung Chiung-shu, pensatore confu­ ciano nato nel 179 a.C.,. spiega le re­ lazioni che intercorrono fra i due principi Yang (chi domina ) e Yin (chi è dominato): « Il cielo diede agli uomini la bontà in forma potenziale, ma essi furono incapaci di diventare buoni. Al fine di renderli buoni il Cielo istitui la sovranità. Il Cielo ha dato al sovrano come missione quel-

la di mostrare agli uomini come uti­ lizzare la bontà... Se c'è il freddo ci deve essere il caldo. Se c'è il giorno ci deve essere la notte. Queste sono correlazioni. Yin è correlativo a Yang. La moglie al marito, il suddito al sovrano... Il sovrano è Y ang, il suddito Yin, il padre è Yang, il figlio Yin; il marito è Yang, la moglie Yin ... » ( da Le grandi religioni, vol. VI, "Il confucianesimo ", Rizzoli 1964).

Per tre giorni all a macchia sulle colline «

... anche il maestro usava con lui il metodo delle punizioni corporali e proprio per questo Mao decise di scappare dalla scuola » cosi racconta Ch'en (op. cit.). Ma, sbattuto l'uscio, dove poteva fuggire il ragazzo, dove poteva rifugiarsi? Si gettò allora al­ la macchia, e per tre giorni girovagò sulle colline non lontano da casa. Gli uomini del padre, mandati alla sua ricerca, non faticarono troppo a trO­ varlo e lo riportarono a casa. Mao si attendeva una punizione terribile; invece no. Il padre lo ricevette con gelida severità e profonda tristezza . E il maestro a scuola non usò piu con lui la maniera forte. 9

QUELLO CHE SUCCEDE intanto nel resto della Cina as­ sume le tinte della piu fosca tragedia. E. vero che la C ina non è nuov a alle trage die . Nella sua stori a abbon_dano le rivolte conta dine fomentate dalla miseria, dalle epidemie, dalle carestie e soprattutto dalla cattiva amm inistrazione e dalle pe santissime tasse. E non si è ancora spenta del tutto l 'eco della piu tremenda di queste rivolte , quella dei T 'aip 'ing ( 1 8 5 1 - 1 864 ) che fece , pare , 30 milioni di m orti ; troppi anche per un Paese còn piu di 400 m ilioni di abitan­ ti. Si è scomodato a parlarne pe rfino Marx, il quale ha e re-

LA RIVOLTA DEI T'AIP'ING

Tredici anni di enerate crudeli& Nel 1851 scoppia, causata da una gra­ vissima crisi economica, la rivolta dei T'aip'ing, dal nome di una pic­ cola setta religiosa chiamata T'ai­ p'ing Tien kuo che, tradotto, significa " Celeste impero della grande pace ". Fondatore della setta è Hung Hsiu­ ch'iian, un giovane oppiomane con­ vertitosi al cristianesimo nella mis­ sione metodista .americana della cit­ tà di Ningpo nel Chekiang, a sud di Shanghai. Definitosi fratello minore di Gesu Cristo e autonominatosi im­ peratore, Hung tiene testa per 13 an­ ni alle forze regolari e alle truppe inviate dagli stranieri, preoccupati di non perdere il ricco mercato cine­ se. L'esercito dei T'aip'ing raggiunge presto la consistenza di 1 milione circa di uomini, per la maggior par­ te contadini e braccianti, e si lascia andare ad atrocità efferate contro gli·

Mao Tse-tung in età giovanile

avversari. Soltanto nel 1864 la ecce­ zionale fortuna che aveva accompa­ gnato le imprese militari di Hung Hsiu-ch'iian - arrivato ad occupare le piu importanti città cinesi, fra le quali Nanchino - abbandona gli in­ sorti. Verso la fine dell'anno la rivol­ ta viene soffocata nel sangue. � una carneficina. Le truppe straniere non sono da meno delle forze regolari ci­ nesi. La stessa capitale, Pechino, è data alle fiamme. Il calke del veleno dopo le uccisioni col filo di seta «

In previsione di una sicura morte Hung Hsiu-ch'iian si decise ad un gran gesto. Mentre fuori dalle mura si poteva già udire la fucileria delle truppe imperiali... diede nel giardi­ no del palazzo imperiale un'ultima sontuosa festa, alla quale fece inter­ venire anche le sue sette mogli e le loro rispettive cameriere. Ad un se­ gnale comparvero dei soldati che si collocarono dietro le donne e le co­ strinsero ad inginocchiarsi. Poi strangolarono le concubine "impe­ riali • con cordicelle di seta, e infine anche la moglie ufficiale... Le donne morte furono avvolte in tappeti e trasportate nella grande sala della festa. Hung Hsiu-ch'iian e i suoi fe11

duto di vederci la prima rivolta s ocialista dell 'Oriente . Nel 1898 un tentativo di riforme , pas sato alla s toria come " ri­ forma dei 1 00 giorni " , voluto da un gruppo di intellettuali appoggiati dall 'imperatore Kuang Hsu, è s tato stroncato nel sangue dall 'imperat rice madre Tzu H s i . Oggi , e siamo nel 1900, un gruppo di estremisti ha scatenato un movimento rivoluzionario che vede stranamente unita ai contadini anche la classe dei ricchi conservatori e quella dei funzio­ nari governativi , nonché l 'impe rat rice madre , tutti quanti schierati contro un comune nemico : lo straniero . Da cin-

deli presero posto alla tavola sulla quale. giacevano i cadaveri. Dopo un ultimo sguardo ad essi, Hung affer­ rò il calice del veleno e lo tracannò fino in fondo. Gli uomini del seguito ne imitarono l 'esempio » ( H.S. Heg­ ner, Cina: ieri oggi domani, ed. San­ soni 1966 ).

Un commento

di Karl Marx In una corrisponden21a da Londra scritta il 3 1 gennaio 1 850, alla vigilia della rivolta dei T'aip'ing, e pubbli­ cata sulla " Neue Rheinische Zeitung" il 2 marzo 1 850, Marx scrive : « Può darsi che il socialismo cinese stia al socialismo europeo come la filosofia cinese all'hegelismo. Ma è pur sem­ pre un fatto ameno che in otto anni le balle di cotonerie della borghesia britannica abbiano portato l'Impero piu antico e solido del mondo alla vigilia di un sovvertimento sociale i cui risultati avranno comunque, per la civiltà, un'importanza immensa. Quando i nostri reazionari europei, nella loro imminente fuga attraverso l'Asia, giungeranno infine alla Gran­ de Muraglia, alla porta della culla millenaria dell'arcireazione e dell'ar­ ciconservatorismo, chissà che non vi 12

leggano sopra la scritta : " République chinoise. Liberté, J:!galité, Fraterni­ té" » ( da Engels e Marx, op. cit.).

La penetrazione occidentale Agosto 1842 : trattato d i Nanchino che conclude la prima guerra dell'op­ pio. La Gran Bretagna ottiene la SO­ vranità sul porto di Hongkong. Luglio 1844 : trattato di Wanghia. Gli Stati Uniti ottengono privilegi diplo­ matici e commerciali sui territori ci­ nesi. Ottobre 1844 : trattato di Whampoa. La Francia ottiene concessioni e " di­ ritto di libera attività missionaria " . 1858-1860 : seconda guerra dell'oppio. Approfittando delle ostilità, Gran Bretagna e Francia aumentano i loro privilegi ( apertura del porto di Tien­ tsin, cessione di Kowloon ecc. ). La Russia ottiene la provincia costiera dove verrà costruita Vladivostok. Gran Bretagna e Stati .Uniti estendo­ no la loro influenza su Shanghai e sul bacino dello Yangtze. Marzo 1895 : trattato di Shimonose­ ki che segna la fine della guerra ci­ nO-giapponese. Cessione di Formosa e di Port Arthur al Giappone.

quant 'anni ormai gli s t ranieri hanno resa la Cina uno s tato loro vassallo, impossessandosi delle sue ricchezze naturali , dei suoi porti , dei suoi territori migliori . Non meraviglia quindi che quel gruppo di es tremisti, conosciuto i n Occi­ dente come i " Boxe rs " , trovi subito migliaia di adepti sma­ niosi di sperimentare sui " diavoli bianchi " stranieri tutta la gamma delle piu raffinate torture cinesi . Ma anche que­ sta rivolta è destinata a fallire . Gli occidentali piangeranno per decenni le vittime della crudeltà cinese e approfitte­ ranno della commozione suscitata nel mon do intero dalle

1898 : la Germania ottiene Kiaochow

come base navale e lo sfruttamento minerario nello Shantung. 1899 : gli Stati Uniti proclamano il " principio della porta aperta • che mi ­ ra ad ottenere il diritto di godere di tutti i vantaggi economici conces­ si alle potenze europee in Cina, sen­ za arrivare alla spartizione del terri­ torio cinese fra le potenze coloniali.

E l'Italia resta a guardare? « E l'Italia? ... ci si domandava. Do­ vrà assistere allo smembramento len­ to ma continuo della Cina senza re­ clamare nessuna porzione di quel territorio piu fertile di tutte le Eri­ tree del mondo ? ... Dovrà contentarsi di un sindacato anglo-italiano per esplorare qualche miniera e far lavo­ rare qualche migliaio di poveri ope­ rai nostri ? Ciò non basta. La Russia e l'Inghilterra camminavano (è ve­ ro ) di annessione in annessione ;. ma a Roma non si dormiva del tutto. Adesso, infatti, si annuncia che il go­ verno cinese ha ceduto all'Italia la baia di San Mun ( nel Tsche�king) a sud di Shanghai » ( da " L'Illustrazio­ ne Italiana•, 5 marzo 1 899).

Sanguinosamente sconfitti i riformatori « Nel 1 898, all'indomani della rovino­ sa disfatta inferta dal Giappone mo­ dernizzato all'immensa Cina, un gruppo di brillanti intellettuali, ap­ poggiati dal giovane imperatore Kuang Hsu, varò a ritmo incalzante leggi e decreti che avrebbero dovuto mutare il volto del Paese e dargli un regime di assolutismo illuminato. Ma le chiuse consorterie di corte, tutti coloro che si illudevano che il vec­ chio I mpero potesse, nonostante tut­ to, durare ancora, scatenarono una repressione sanguinosa contro i ri­ formatori » ( E . Collotti Pischel , Mao Tse-tung, ed. CEI 1 966 ).

Coinvolti nella riforma i piedini delle donne La riforma aveva osato toccare i fa­ mosi esami di ammissione al manda­ rinato ( mandarino era il nome dato dagli occidentali agli alti funzionari governativi cinesi, custodi della tra­ dizione dello stato ). L'editto imperia­ le di riforma, voluto dallo stesso im­ peratore e redatto dai suoi consiglie­ ri K'ang Yu-wei e Liang Ch'i-ch'ao, l3

atroci notizie degli eccidi dei loro missionari e dei loro rappresentanti diplomatici per giustificare l 'allargamento delle loro zone d 'influenza in territorio cinese. Intanto il governo cinese è orm ai sull 'orlo del c rollo. Perfino nello sperduto villaggio di Mao Tse-tung arrivano gli echi di una rivolt a scoppiata ne l capoluogo della sua provincia, la città di Changsha. Forse il ragazzo si rende conto per la prima volta, anche se ha solo 1 1 anni, che la vita in Cina non scorre cosi tranquilla come a Shaoshan , ma che è, in certo senso, dramma tica come quella che conducevano gli

abrogava gli esami di stato e ordina­ va la costituzione di università regio­ nali sul modello di quelle straniere. Imponeva la costruzione di fabbri­ che e industrie e la creazione di so­ cietà nazionali per la gestione delle ferrovie. Anche un'altra tradizione antichissima era stata fatta saltare: i riformatori decretarono che le ci­ nesi non dovessero piu fasciarsi i piedi per rimpicciolirli. La riforma era scesa fino ai piedini delle donne.

"Noi pratichiamo la boxe divina per cacciare l banditi stranieri" Non si conoscono le origini esatte della società segreta chiamata in Oc­ cidente col nome di " Boxers ". Secon­ do alcuni studiosi sarebbe stata fon­ data nel 1200, ma generalmente si ri­ tiene che l'associazione, il cui nome cinese fu erroneamente interpretato all'incirca come " pugilato a favore del trionfo della giustizia" ( in realtà il nome della associazione era " socie­ tà della giustizia e della concordia"), sia stata costituita verso hi metà del 1800 raccogliendo gli adepti di anti­ che sette antistraniere. 14

UN PROCLAMA DEI BOXERS: « Ri­ cordiamo che la religione cattolica e la Chiesa di Cristo gettano l'obbro­ brio sui nostri dei e sui nostri santi, ingannano l'Imperatore della Cina e i suoi ministri, opprimono i nostri popoli. Esse hanno sollevato la col­ lera degli dei. Per questo noi prati­ chiamo la boxe divina di Yi-he al fine di proteggere le nostre pianure, cacciare i banditi stranieri e uccide­ re senza pietà i cristiani, perché la sciagura non debba ricadere sul no­ stro popolo ,. (D. Guarnotta, Mao Tse­ tung, ed. Accademia-Sansoni 1 970). «PECHINO � ABBANDONAT� Se anche gli europei residenti nella ca­ pitale dell'Impero celeste non fosse­ ro stati uccisi ancora, sarebbe ormai impossibile salvarli... Il pensiero de­ gli europei, delle donne, dei fanciul­ li che sono stati massacrati o nel­ la migliore delle ipotesi sono asse­ diati e bombardati senza speranza, senza scampo possibile, con la mi­ naccia del massacro ineluttabile e imminente, fa rabbrividire ,. ( dal " Corriere della Sera ", 8 luglio 1 900). c

IL LONDINESE "DAILY MAIL" , il 16 luglio, pubblica una cronaca det­ tagliata del massacro degli europei di Pechino. La storia fa rapidamen-

eroi dei suoi romanzi preferiti , popolati di opp ressi e di oppres sori , sullo sfondo di una natura i mm ensa, impassi­ bile o catastrofica. Ma le notizie della rivolta di Changsha giungono a Mao come racconti nei quali si parla di luoghi e pe rsone in fondo molto lonta.ni da lui . Quello che lo tocca da vicino, adesso, è piuttosto la sua personale ribellione contro il padre che, al compimento dei 14 anni, lo ha tolto dalla scuola - orm ai ne sa abbastanza per un contadino­ e gli ha anche trovato una moglie . Per un paio d 'anni Mao Tse-tung si adatta a questa vita, lavora tutto il giorno nei

te il giro del mondo, mentre l'In­ ghilterra si appresta a celebrare le proprie vittime con un servizio fu­ nebre. La funzione però non avrà luogo: il servizio del corrispondente britannico, fondato su informazioni di fonte cinese, era falso ,. ( da ·xx Secolo ", Storia del mondo contem­ poraneo, Mondadori 1970 ). A ROMA IL TRIDUO ordinato dalla Regina. « Venerdi 6 luglio, nella chie­ sa del Sudario, a Roma, si chiuse il Triduo solenne che Sua Maestà, la pia nostra Regina, volle fosse cele­ brato per la salvezza dei connazio­ nali in Cina » (da " L'Illustrazione Ita­ liana ", luglio 1900 ).

Il IOatriiDDniD Cinese una pura tor10alitl La società contadina cinese poggia. va sulla famiglia come suo nucleo fondamentale. Il matrimonio era quindi alla base della vita sociale. Il padre di famiglia, arbitro assoluto della vita dei figli e della moglie, sce­ glieva la sposa per i figli maschi non appena essi avevano raggiunto la pu­ bertà. La giovane sposa entrava a far parte della famiglia del marito e

partecipava a tutte le attività della famiglia : lavoro dei campi, custodia della casa, preparazione dei pasti, ecc. La consumazione delle nozze era rimandata fino a che gli sposi aves­ sero raggiunta un'età piu matura. «ORA CHE MAO ERA FISICAMEN­ TE SVILUPPATO, i suoi genitori, se­ condo le consuetudini, gli trovarono moglie : cosi, nel 1907, fu sposato a una ragazza maggiore di lui di quat­ tro anni. A quanto egli stesso dice, il matrimonio non fu mai consuma­ to e, oiu tardi, egli non lo riconob­ be » ( Ch'en, op. cit.). «DURANTE IL BANCHETTO, se­ guito alla cerimonia nuziale, Mao si era alzato da tavola con un pretesto ed era scappato, segnando la fine di quel matrimonio combinato ,. (A. Ra­ ke, " Gente ", 18-4-1969).

Imbottita di massime confuclane la scuola cinese Le scuole cinesi, dalle elementari in su, avevano un solo scopo : fare dei propri allievi dei cultori delle tradi­ zioni confuciane, le sole che, secon­ do l'autorità, potessero conservare in vita l'impero. I bambini incomincia15

campi e la notte , di nascosto, riesce a leggere i suoi adorati romanzi . Poi , non s i sa come , convince i l padre a !asciarlo continuare gli studi . La madre è ben lieta che i l suo figlio maggiore possa istruirsi . Wen Ch 'i-mei , buddista pratican­ te, coltiva la speranza di fame un monaco saggio e dotto . Se questo non s arà possibile, che almeno Mao diventi un maes tro, visto che ama tanto lo studio e la lettura . Comun­ que , non res terà un contadino . Il ragazzo , con una gran confusione di letture in testa, si iscrive alla scuola p rima­ ria di Tung-shan nel dis tretto di Hsianghsiang. •

vano con l'imparare a memoria i classici confuciani, compendio di tut­ te le norme del vivere civile e di tut­ ti i rapporti sociali, nonché esempio di perfetto stile e forma letteraria. Si imparava a scrivere copiando dai testi gli eleganti ideogrammi della scrittura letteraria. Anche i contadi­ ni che avessero frequentato una scuola soltanto per un paio d'anni ( come il padre di Mao ) erano in gra­ do d i condire i propri discorsi con citazioni di Confucio. GLI STUDI SUPERIORI consisteva­ no nell'approfondimento della filoso­ fia confuciana e la massima aspira­ zione per uno studente, di qualunque estrazione sociale egli fosse, era di raggiungere una tale conoscenza dei classici da poter affrontare e supera­ re il terribile esame di stato per di­ ventare mandarino. L'esame consi­ steva nello svolgimento di un tema .su un argomento di filosofia confu­ ciana, naturalmente, scritto nella piu perfetta lingua letteraria e il piu possibile infarcito di citazioni del Maestro. Soltanto nei primi anni del 1900 fu­ rono create anche nelle provincie ci­ nesi alcune scuole primarie dove si insegnavano, oltre alle materie tra­ dizionali, le scienze, la matematica,

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la geografia e le letterature stranie­ re. Una di queste scuole fu quella frequentata da Mao Tse-tung dopo che ebbe lasciato il villaggio natale.

Lungo codino e mani callose: ecco lo scolaro Mao Tse-tung « Il sedicenne Mao aveva l'aspetto di un bracciante adulto quando si pre­ sentò alla scuola primaria " moder­ na" nella città vicina. Tutto il suo ba­ gaglio era rappresentato da due fa­ gotti appesi alle estremità di una canna di bambu portata sulla spal­ la, come un giogo. Giacca e calzoni di cotone blu, l 'orribile codino che pende dalla nuca, le mani callose di contadino. Tanto per incominciare, il custode gli rifiutò l 'ingresso. Entra­ to che fu, alcuni ragazzotti arrogan­ ti, suoi futuri condiscepoli, presero a deridere q uell'adulto che voleva frequentare la loro scuola. Il suo aspetto non era certo quello di un paesano ricco » ( G. Paloczi-Horvath, Mao Tsé-toung, empereur des Four­ mis bl�ues, ed. Gallimard 1 963 ).

Mao con un gruppo di miliziani durante la Lunga marcia

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A SEDICI ANNI , Mao è un ragazzo troppo grande per una scuola p rimaria, ma non ha ancora frequentato corsi rego­ lari e non è mai troppo tardi per com inciare. Alla s cuola di Tung-shan resta soltanto un anno , e subito si trova a dover lottare contro il disprezzo e l 'incomprensione dei compagni, minori di lui com e età, ma tutti piuttosto bene­ stanti . La sua reazione è quella prevedibile : vorrà vincerli tutti nello studio . Trascorre giornate intere a leggere . Ha scoperto qualche libro occi dentale, tradotto in cinese , e fra gli altri lo interessa una raccolta di biografie di gran-

Mao pralarisca NBPOIBODB a RObBSPiBrra « In un libro intitolato Grandi eroi del mondo lesse di Caterina e di Pie­

tro il Grande. di Wellington e di Na­ poleone, di Gladstone, di . Rousseau e di Lincoln. Rimase particolarmen­ te colpito dal capitolo su George Washington, che riassunse a un con­ discepolo come segue: "Washington edificò la sua nazione dopo otto lun­ ghi, amari anni di guerra • . L'ammi­ razione di Mao per Napoleone è con­ tinuata fino a oggi; nel 1964 egli dis­ se a una delegazione francese che, mentre Robespierre era un grande rivoluzionario, lui personalmente era rimasto oiu impressionato da Napo­ leone ,. ( Schram, op. cit.). . .

I l rnonarchico Mao Tse-tung

" Giornale del nuovo popolo ". Egli vedeva allora la salvezza della Cina in una monarchia costituzionale che potesse reintegrare il Paese nel ran­ go delle potenze mondiali.

Non esisteva in cinese la parola libertà Leggendo a Tung-shan i primi libri europei Mao si rese conto che « . le storie nazionali dei paesi occidentali traboccavano di idee e di concetti esotici per un cinese, come per esem­ pio il concetto di "libertà •, per il quale non esisteva neppure una pa­ rola cinese. Piu un cinese ascoltava spiegazioni di questa " libertà " e piu il concetto gli sfuggiva. Secondo al­ cuni maestri equivaleva all'espressio. ne cinese "licenza completa " , ma al­ tri affermavano invece che era al­ trettanto importante della " ricchez­ za ",. (Paloczi-Horvath, op. cit .). ..

Li Jui, il biografo uffic iale di Mao Tse-tung, nel suo volume Le prime

Troppo provinciale la scuola di Tung -shan...

diciassettenne Mao fu particolar­ mente colpito dagli scritti di K 'ang e da quelli di Liang pubblicati sul

Hsiao San (conosciuto anche come Emi o Emil Siao ), compagno di scuo­ la a Tung-shan e biografo di Mao

attività rivoluzionarie del compagno Mao ( Pechino 1 957), racconta che. il

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di personaggi s torici . La storia contempo ranea lo appas­ siona non meno di quella antica, e fra le sue letture pre­ ferite ci sono anche le opere di Liang Ch'i-ch 'ao , di T 'an Ssu-tung e di K 'ang Yu-wei , gli ispira tori della fallita " ri­ forma dei 1 00 giorni " . L'anno scolastico a Tung-shan fini­ sce e Mao non sa ancora che cosa farà . Ha ormai 1 7 anni compiuti , e sente che è venuto il momento di fare un altro passo avanti . La prossima tappa sarà Changsha, il capo­ luogo della p rovincia. La città rispecchia le b rillanti carat­ teristiche della regione , una terra ricca di intelligenza, e

Tse-tung, divenuto da adulto espo­ nente comunista, narra nel volume

La fanciullezza e l'adolescenza del compagno Mao ( Pechino 1949 ) come

sia lui che Mao, alla conclusione del­ l'anno scolastico a Tung-shan, si ren­ dessero conto che la scuola era infe­ riore alle loro aspettative e troppo provinciale. Cercarono quindi di iscriversi in una scuola secondaria del vicino borgo di Hsiangtang e non essendo stati accettati dal direttore della scuola, presero un vaporetto che risaliva il fiume Hsiang, e rag­ giunsero la città di Changsha.

...o troppo litigioso lo studente Mao? Hsiao Yu, fratello di Emi o Emil Siao, anche lui compagno di studi di Mao, ma poi divenuto suo avversa­ rio politico, e pure lui autore di una biografia del futuro presidente (Mao Tse-tung ed io eravamo mendicanti,

Londra 1961 ) racconta che Mao Tse­ tung lasciò la scuola di Tung-shan a causa della malevolenza dimostrata­ gli dai compagni e dovuta al suo ca­ rattere irascibile e litigioso. Quando si arrabbiava, metteva addirittura paura ai suoi . condiscepoli, impres­ sionati anche dalla sua statura supe-.

riore alla loro, data la differenza d'e­ tà. Fu cosi che, finito l'anno scola­ stico, Mao fu costretto a partirsene in cerca di un'altra scuola.

Moderna e efficiente la città di Chanpha « Changsha è la metropoli dell'Hu­ nan; vecchia città mercantile e gran­ de centro del commercio del riso, è raggiungibile da piroscafi fino a 500 tonnellate, attraverso il fiume Hsiang, un affiuente dello Yangtze. Dopo la sua apertura al commercio estero nel 1 904, America ed Europa vi crea­ rono numerose industrie, missioni; magazzi ni. Vi si lavorano i prodotti agricoli (riso, tabacco, cotone, cana­ pa ) e anche il ferro e l'antimonio ,. ( Pezeu-Massabuau, op. cit. ).

Una carica di dinamite Il patriota hunanese Huang Hsing che fondò nel 1903 la società segreta Hua Hsing Hui ( Società per la rina­ scita della Cina ) scrisse, a P,roposito della provincia dell'Hunan: « Le idee rivoluzionarie vi si sono rapidamen• te diffuse fra i militari e gli studen­ ti... Anche le società segrete, create 19

che ha il vanto di aver dato allo stato gove rnanti capaci e abili p olitici . E che impo rtanza abbiano i politici in Cina , si tocca con mano anche in quel tempo. Siamo nell 'ottob re 19 1 1 . Da mesi ormai gli intellettuali delle giovani genera­ zioni s i sono resi conto che con le riforme non si viene a capo di nulla , .che è necessario far ricorso ad una rivolu­ zione che rovesci e spazzi via l 'infracidito potere imperiale , incapace di reagire alle prepotenze e alle angherie degli aborriti stranieri . È stato anche fissato un calendario della rivoluzione. Dovrà divampare nell 'estate del 19 1 2 . Per quel-

per rovesciare la dinastia imperiale Manchi, hanno allargato notevol­ mente il loro campo d'azione fra il popolo, anche se non si sentono an­ cora abbastanza forti per dare il via alla rivoluzione. Sono come una ca­ rica di dinamite pronta ad esplode­ re. Noi hunanesi dovremo accendere la miccia ».

sovversive dal governo, fu costretto a riparare all'estero dove rimase per molti anni, raccogliendo fondi e or­ ganizzando rivolte e insurrezioni, ge­ neralmente destinate all'insuccesso. L'unica insurrezione non organizzata da lui, quella dell'ottobre 1 9 1 1 , riusci a rovesciare l'impero.

&un Yat-sen rivoluzionario senza successo

La tragiCa none del generale Li Yuan

Sun Yat-sen, nato nel 1 866 da una famiglia di contadini nella provincia del Kwangtung, trascorse la sua gio­ vinezza nelle Hawaii , ad Honolulu, presso uno zio. Educato all'occiden­ tale, rientrò in Cina nel 1 884 e fre­ quentò a Hongkong una scuola di medicina. Diplomatosi , fu per qual­ che tempo incerto sulla carriera da intraprendere, se farsi medico o dar­ si alla politica, dalla quale era viva­ mente attratto. Le circostanze lo spinsero a gettarsi nella politica, ed entrò a far parte di una delle molte­ plici società segrete antimonarchi­ che che pullulavano in Cina. Il suo ideale era di instaurare una repub­ blica democratica al posto del fati­ scente impero. Accusato di attività 20

«

Il 10 ottobre 191 1 un ordigno esplo­ se in un edificio della concessione russa nel grande porto di Hankow. Dopo lunghe indagini, la polizia sco­ pri che l'edificio era un arsenale e una centrale dei rivoluzionari. Tra i documenti sequestrati figurava un elenco dei membri della società rivo­ luzionaria T'ung Meng Hui ( fondata da Sun Yat-sen nel 1 905 ), sul quale apparivano i nomi di diversi ufficiali della guarnigione. Informati dell'ac­ caduto, essi si recarono in piena not­ te nella camera da letto del loro co­ mandante, il generale Li Yuan-hung, un leale monarchico, e sotto la mi­ naccia delle armi lo costrinsero a scegliere tra la guida di una rivolu­ zione o la morte. Li Yuan scelse la

la data i rivoluzionari avranno formato i quadri , si saran­ no organizzati e , soprattutto , avranno raccolto le armi ne­ cessarie alla lotta . Il grande complotto si articola in nu­ merose iniziative .. Tutto sembra p rocedere a meraviglia, quando un deposito di esplosivi che salta in aria nella lega­ zione russa di Hankow cos t ringe i ribelli , ormai scoperti , a s t ringere p recipitosamente i tempi . Il 1 0 ottobre 1 9 1 1 il movimento rivoluzionario esplode nelle città p rincipali t ra­ scinandosi diet ro l 'intera Cina . In tutte le provincie si costituisce un governo militare insurrezionale . I giovani

rivoluzione ,. ( C.P. Fitzgerald, La Ci­ na e la rivoluzione del 1911, da "XX Secolo ", op. cit.).

IL GENERALE LI YUAN-HUNG S'E­ RA NASCOSTO SOTTO IL LETTO, come racconta H.S. Hegner nel suo volume Cina : ieri oggi domani ( op. cit.). Gli ufficiali congiurati lo invi­ tarono gentilmente ad uscire ed a firmare un manifesto rivoluzionario. Al rifiuto del generale, essi minac­ ciarono di suicidarsi sotto i suoi oc­ chi. Commenta Hegner : " Questa terribile minaccia determinò lo scop­ pio anticipato della rivoluzione cine­ se. Il generale Li Yuan-hung, che po­ co tempo prima s'era permesso l'ac­ quisto di un costosissimo tappeto, doveva ora temere che questo splen­ dido esemplare si macchiasse di san­ gue. Questo non doveva accadere mai e poi mai. " Date qua ", disse al­ lora al colonnello il governatore ge­ nerale... e con eleganti tratti di pen­ nello appose l'ideogramma del suo nome in calce al manifesto "·

L'infaticabile militante dal volto chiuso « Sun Yat-sen, questo infaticabile mi­ litante dal volto chiuso fu colui che,

con un'attività continuata trent'anni, nonostante sconfitte e insuccessi, riu­ sci a suscitare ed a rendere vivente per la gioventu cinese l'idea di uno Stato nazionale moderno repubbli­ cano e democratico, che rappresen­ tasse il totale superamento delle vec­ chie strutture millenarie ed avesse la volontà del popolo come base, il benessere del popolo come fine ,. ( E . Collotti Pischel, op. cit.).

Ma l'uomo non è privo di ombre « Sun Yat-sen appartiene alla razza dei rivoluzionari che gridano agli al­ tri " Insorgete! ". Poche personalità nella storia contemporanea godran­ no della sua fama. Quando morirà, gli verrà costruita a Nanchino una tomba grande come una piramide d'Egitto... Al di là della leggenda, l'uomo non è privo di ombre : è uno spirito semplice, instabile, confuso; un ideologo non privo di pedante­ ria ... I suoi principi ( nazionalismo, democrazia, socialismo) sono dei luo­ ghi comuni. Ma i fatti sono fatti : nella Cina del 1 9 1 1 Sun Yat-sen, as­ sente da anni dal Paese. è il simbolo cui si rivolgono tutti i rivoluziona­ ri ,. (R. Cartier, " Epòca ", 14-5-1967).

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ufficiali , facilmente conquistati alle idee rivoluzionarie , si fanno portabandiera della rivolta. Ben p resto, un nome corre sul l a bocca di tutti : quello di Sun Yat-sen , l 'uomo che da piu di un decennio ormai , in Cina e ancor piu nei paesi e steri che lo ospitano durante i suoi numerosi e pro­ lungati periodi di esilio , si batte per risvegliare la coscien­ za nazionale e dem ocratica del suo immenso P aese . Sun Yat-sen combatte su due fronti : contro il potere imperiale e contro l 'oppres$ione straniera. Tenacemente perseguitato per le sue idee fin dal 1 89 5 , nell 'ottobre della rivoluzione

Un elogiativo giudizio di Lenin Disse Lenin di Sun Yat-sen : « ---è un democratico rivoluzionario, pieno della nobiltà e dell'eroismo che sono propri di una classe che non decade ma ascende, che non teme il futuro ma crede in esso e lotta con abne­ gazione per esso, che odia il passato e non vi si aggrappa, per difendere i propri privilegi... In Asia c'è anco­ ra una borghesia capace di esprime­ re una democrazia sincera, combat­ tiva, conseguente, degna compagna dei grandi predicatori e dei grandi uomini d'azione della fine del sec. XVIII in Francia " ( "Stella della Ne­ va", luglio 1912, da Documenti sulla rivoluzione cinese, a cura di R Bon­ chio, ed. Cultura sociale 1950 ).

111 anni Mao 1eaue

per la prima volta un aiornala

Il primo giornale che capitò fra le mani al giovane Mao, a Changsha, fu " Forza del popolo ", un foglio rivolu­ zionario di chiara intonazione nazio­ nalista. Vi si raccontavano le dram­ matiche vicende della rivoltà di Can­ ton ( avvenuta nel 191 1), una insurre22

zione intesa a rovesciare la dinastia Manchi. A quel tempo " Forza del po­ polo " era diretta da Yu Yu-jen, un personaggio che si sarebbe poi im­ posto nel Kuomintang. Fu attraver­ so questo giornale che Mao imparò a conoscere Sun Yat-sen, e la " Lega rivoluzionaria • da lui fondata.

una tona schiera di bandiere bianche Dal 20 ottobre ( 1 91 1) a Changsha si respirava aria di grandi avvenimen­ ti. Mao aveva 18 anni, e si aggirava eccitato e curioso per le vie della ca­ pitale della sua nativa provincia del­ l'Hunan. C'era un notevole orgasmo in tutti. Il 22 scoppiò anche a Chang­ sha la rivoluzione antimanciu. La vecchia amministrazione imperiale venne spazzata via dal vento della rivolta. Folti gruppi di persone in­ vadevano le strade reggendo grandi bandiere bianche, con la scritta " Lun­ ga vita alla grande repubblica Han ".

Cosi Mao vide una battaglia••• Dalla viva voce di Mao il racconto della battaglia : « I ribelli si stavano avvicinando alla città lungo la linea

si trova all 'es tero, negli Stati Uniti, ed è li che lo raggiun­ gono le notizie dello scoppio anticipato dell 'insurrezione . Mao Tse-tung è appena giunto a Changsha da Tung-shan quando, fra sbigottito e entusias ta, assiste all'occupazione della città da parte dei ribelli. Però non afferra ancora il senso degli avvenimenti. L'impero è caduto. Sta pe r es­ sere proc lamata una forma di governo assolutamente sco­ no sciuta in Cina, la " repubblica " , della quale per qualche mese sarà capo provvisorio Sun Yat-sen , rientrato in patri a nel dicembre 19 1 1 . Mao decide di affiancarsi agli insorti e

ferroviaria Canton-Hankow ... Fuori le mura di Changsha si scatenò una grande battaglia. Contemporanea­ mente, all'interno della città, il po­ polo insorgeva. Le porte vennero prese d'assalto e conquistate dai la­ voratori cinesi » ( Snow, op. cit. ).

che sem bra non ci sia stata

.•.

« In realtà, non vi fu nulla che ras­ somigliasse ragionevolmente a una ugrande battaglia ". A una delle due porte attaccate dai rivoluzionari non vi fu resistenza di alcun genere; al­ l'altra, dove guidò l'attacco lo stesso Chiao Ta-feng [organizzatore della rivolta nell'Hunan ] , i difensori ven­ nero persuasi dalla sua eloquenza na­ zionalista e si unirono alla rivoluziO­ ne dopo aver fatto brevemente ma­ stra di opporsi " ( Schram, op. cit.).

Poco dignitoso per Mao andare a prendersi l'acqua Mao si arruolò come soldato nell'e­ sercito rivoluzionario e riceveva una paga del valore di circa cinquemila lire al mese [piu di quanto perce-

pirà nel 1936 come componente del­ l'Armata rossa ] . Non era una paga da poco; ma la piu parte dei soldi gli scivolava fuori di tasca per acqui­ star l'acqua dagli acquaioli. Un sol­ dato, a dir la verità, avrebbe dovu­ to andare a prendersi l'acqua da sé fuori città. ma, come raccontò Mao stesso a Edgar Snow, era umilian­ te per un intellettuale farsi vedere a compiere corvées di questo gene­ re. Del resto egli impiegava tutto il tempo }asciatogli libero dal servizio militare leggendo i giornali. Fu ca­ si che si imbatté per la prima volta nella parola socialismo.

Una repubblica instaurata da un editto imperiale «

Yuan Shih-k'ai [l'ex primo ministro imperiale] non si lasciava turbare dalle ideologie moderne. Giudicava la situazione in modo molto sem­ plice, ma anche molto chìaro. La di­ nastia aveva perso il " mandato cele­ ste ", ossia la fedeltà e la lealtà del popolo cinese. Ma ciò aveva ben pO­ co a che fare con il fervore repub­ blicano. Dipendeva invece dagli er­ rori e dalla debolezza della dinastia. 23

si arruola nell 'esercito repubblicano. La sua carriera di soldato finisce però molto p resto. Sun Yat-sen, dopo pochi mesi di p residenza del governo provvisorio , rinuncia al mandato · nella spe ranza di evitare cosi la frattura fra le forze conservatrici e le forze repubblicane . L'ex primo mi­ nis tro imperiale Yuan Shih-k'ai viene eletto p residente del­ la repubblica . Per un breve momento la Cina è unita sotto un governo unico . La situazione sembrerebbe quasi stabi­ lizzata . Comunque l 'esercito repubblicano viene sciolto . I l soldato M a o Tse-tung deve riprendere la v i t a civile . •

Perciò la repubblica non doveva es­ sere che un effimero interludio; poi doveva insediarsi la nuova dinastia ... L'atto di abdicazione della dinastia assunse la forma di un editto impe­ riale : questo documento, che instau­ rava la repubblica , venne divulgato il 1 2 febbraio 1912. Il giorno seguente. Sun Yat-sen si dimise da presidente provvisorio e il 15 febbraio Yuan venne eletto a tale ufficio » (C.P. Fitzgerald, op. cit.).

L'imperatore conserva titoli e appannaggi Racconta l'ex imperatore P'u Yi : « Il " Patto per il trattamento di favore del Grande Imperatore della dina­ stia Ch'ing dopo la sua abdicazione " era costituito da otto norme sepa­ rate che prevedevano la conserva­ zione del titolo di imperatore e un appannaggio annuo di quattro milio­ ni di dollari americani. A tutti i be­ ni del mio patrimonio personale sa­ rebbe stata assicurata la speciale tu­ tela della repubblica, e la guardia del palazzo sarebbe stata incorpo­ rata nell'esercito della repubblica » ( Il compagno imperatore, a cura di P. Kramer, trad. di P. Magni e R. Pe­ trillo, ed. Ferro 1 969). 24

Comincia in Cina l 'era del "Signore della guerra " « Yuan Shih-k'ai non aveva né la for­ za militare sufficiente per controlla­ re i contingenti di truppe indipen­ denti raccolti dai signorotti locali a scopo di protezione personale né fondi sufficienti per comprarne l'a­ micizia, secondo la tradizione. Per­ ciò, ricorrendo a una terza alterna­ tiva, tradizionale anch'essa, legaliz­ zò la posizione dei comandanti del­ la milizia locale, dando loro il titO­ lo ufficiale di governatore delle ri­ spettive provincie. In tal modo ebbe inizio in Cina l'era del " generalissi­ mo" [ cioè " Signore della guerra " ] del ventesimo secolo, rafforzando fedeltà politiche provinciali che risalivano alla rivolta dei T'aip'ing. Nei tre de­ cenni �uccessivi nessun governo poté reggersi senza l'appoggio di una coa­ lizione di Signori della guerra in una combinazione o nell'altra » ( Robert C. North, Comunismo cinese, ed. Il Saggiatore 1 966).

Mao Tse-tunJ!, e Chu Te nello Shensi

ARRIVANDO A CHANGSHA l 'anno prim a , Mao era deciso a continuare gli studi e oggi non ne è meno convinto. Ma quali studi ? Nes suna scuola gli pare adatta alle sue esi­ genze . Si istruirà da solo frequentando l a biblioteca citta­ dina . E lo fa sul serio . Ma non per molto . I l vecchio, severo padre segue anche da lontano le vicende del figlio e quando viene a sapere che Mao ha abbandonato la scuola , stringe i cordoni della borsa. A Mao Tse-tung non resta altra scel­ ta, se non vuole tornare a Shaoshan , che riprendere gli stu­ di . Si iscrive quindi alla scuola normale provinciale di

Lo smunto e rozzo autodidatta Racconta l'amico di Mao Tse-tung, Emi Siao (op. cit.), che tutte le mat­ tine si poteva vedere il giovane Mao, alto, smunto, rozzamente vestito, da­ vanti alla porta della biblioteca pro­ vinciale di Changsha in attesa del­ l'apertura. Voleva essere fra i primi a varcare la soglia. Entrato, si im­ mergeva nella lettura fino all'ora del­ la chiusura. A mezzogiorno, si con­ cedeva un breve intervallo per an­ dare a comprarsi due dolci di riso, che poi mangiava sul tavolo della sala di lettura, badando a non mac­ chiare i libri. La blbHoteca è per Mao "come un prato per un animale "

" Dimorava a Changsha nelle came­ re a basso prezzo della casa per gli studenti di Hsianghsiang, viveva di · � ane e acqua " e passava tutta la giornata alla biblioteca provinciale. Come egli stesso ebbe a dire, la bi­ blioteca era per lui come un prato per un animale. Lesse avidamente le traduzioni in cinese di opere come La ricchezza delle nazioni di Adam Smith, Le origini delle specie di 26

Darwin, Evoluzione e etica di Hux­ ley, La logica di Mill, Uno studio di sociologia di Spencer, Lo spirito del­ le leggi di Montesquieu, Il contratto sociale di Rousseau, oltre a libri sul­ la mitologia greca, sulla storia uni­ versale e la geografia, e, cosa mol­ to importante, fu in grado di con­ sultare i giornali » (Ch'en, op. cit.).

Yuan "Il barbòne" gH Insegna lo stile classico «

Due insegnanti in particolare la­ sciarono su Mao la loro impronta, alla scuola magistrale. I l primo era un professore di cinese, Yuan Chi­ liu, soprannominato " Yuan il barbo­ ne", il quale mise in ridicolo lo sti­ le di Mao, copiato da Liang Ch'i­ ch'ao, e gli insegnò a· prendere a modello Ha Yu, il famoso saggista della dinastia T'ang. " Grazie a Yuan il barbone " dichiarò Mao nel 1 936 • io posso ancor oggi tirar fuori un saggio classico passabile ... " Il secon­ do fu Yang Ch'ang-chi, il professore di etica » ( Schram, op. cit.).

Un emerito testardo Racconta il biografo Emi Siao ( op. cit. ) che Mao, giunto alla scuola ma­ gistrale di Changsha nell'autunno

Changsha, qualcosa come il nostro istituto magistrale. En­ trato nella primavera del 1 9 1 3 , ne uscirà diplomato nella primavera del 1 9 1 8 . Dal 1 9 1 5 è segretario dell 'associazione studentesca della sua scuola e organizza fra i compagni riunioni nelle quali cerca di convincere i presenti che è l 'ora di scuotere definitivamente le vecchie strutture della società cinese e lottare concretamente contro l 'ingiustizia. Arrivando qualche anno prima a Changsha aveva visto e letto per la prim a volta un giornale , adesso sta per diven­ tare egli stesso collaboratore del periodico che va per la

1913, fece subito colpo su insegnan­ ti e compagni per le sue brillanti composizioni. Ebbe però qualche dif­ ficoltà con il professore di lettera­ tura, Yuan Chi-liu, per alcune que­ stioni di forma. Mao usava infatti ap­ porre la data alla fine dei suoi com­ ponimenti ; il professore non voleva che la mettesse, e una volta gli im­ pose di ricopiare l'ultima pagina del tema senza data. Mao, che non si spiegava la ragione di questo ordine, oppose un rifiuto, non solo, ma quando il professore in preda all'i­ ra gli stracciò l'ultima pagina, tra­ scinò Yuan davanti al preside perché questi dirimesse la questione. La di­ sputa si concluse con un comprO­ messo : Mao ricopiò la pagina strap­ pata, ma ci rimise la data.

L'autoritarismo e i suoi demoni malefici « Nessun delitto è ohi grande della repressione della natura umana, sia operata su se stessi che sugli altri. » Queste parole furono scritte da Mao in margine ad una edizione cinese del volume di Friedrich Paulsen Un sistema di etica che egli lesse du­ rante gli anni di scuola. Paulsen so-

steneva la necessità di una ferrea autodisciplina, opinione evidentemen­ te non condivisa da Mao. In un'al­ tra pagina del volume di Paulsen egli annotava : « I tre vincoli del nostro Paese [ tra sovrano e suddito, padre e figlio, marito e moglie] debbono scomy arire e rappresentano, con la religiOne, il capitalismo e l'autocra­ zia, i quattro demoni malefici dell'im­ pero ».

"Corpo debole comportamento leggero" « Chi ha un corpo piccolo e debole ha un comportamento leggero ;. chi ha i muscoli flaccidi ha cuore e VO­ lontà molli e ottusi. Perché il corpo agisce sul cuore e sulla ragione. L'ef­ fetto dell'educazione fisica accresce la forza e quindi anche le possibi­ lità di conoscenza aumentano, i sen­ timenti sono piu armonizzati, la VO­ lontà ne esce rinforzata ,. ( stralcio dall'articolo scritto da Mao Tse-tung sull'educazione fisica, nella rivista " Gioventu nuova · dell 'aprile 1 9 1 7 ).

Il culto della volontà « La rivista " Gioventu nuova • conqui­ stò le provincie ; grazie ad essa Mao, 27

maggiore fra gli studenti cinesi, " Gioventu nuova " , la rivi­ sta diretta da un professore universitario, Ch 'en Tu-hsiu, che per primo diffonderà le teorie marxi s te in Cina . Nell'a­ prile 19 17 Mao pubblica su " Gioventu nuova " un saggio sul­ l 'educazione fisica che segna l 'esordio della sua carriera pubblicis tica . Nella primavera del 19 18 , alla vigilia del di­ ploma, partecipa alla costituzione della " Società per lo studio della gente nuova " , un 'associazione che rappresenta la punta piu avanzata e radicale dei vari movimenti studen­ teschi di Changsha . Terminati gli studi , gli si offre la pos si-

a Changsha, fu in grado di riconO­ scere i rapporti fra ciò che leggeva e che aveva letto e il problema na­ zionale di una trasformazione socia­ le in Cina. Come Ch'en Tu-hsiu [di­ rettore della rivista] egli riteneva ne­ cessario... rinnovare tutta la vecchia società, realizzare una " rivoluzione culturale ", abolire il " feudalesimo " , richiamare i n vita l e virtu militari, l'iniziativa personale e l'azione con­ sapevole. Qui si vede chiaramente risaltare uno dei suoi tratti domi­ nanti: il culto della forza di volon­ tà. Ma la sua conoscenza della let­ teratura cinese gli consenti anche di assimilare queste riflessioni occi­ dentali a parecchi tratti del pensie­ ro puramente cinese. In altre pa­ role, completò e corroborò il suo modo di pensare, che restava pur sempre quello di un cinese , con me­ todi e schemi europei » ( Devillers, Mao parla da sé, ed. Longanesi 1 970).

Come boy-scout nei boschi dei i'Hunan S u quanto Mao fi n d a ragazzo amas­ se e praticasse lo sport le testimo­ nianze sono innumerevoli. Parecchie sono di prima mano : vengono cioè 28

dai suoi compagni di scuola. Sem­ bra, dunque, che facesse regolar­ mente un bagno freddo ogni gior­ no, in tutte e quattro le stagioni dell'anno. Amava in modo particola­ re il nuoto. Marciava anche volentie­ ri, specialmente in montagna, dove lo si poteva vedere, a torso nudo, sotto il sole d'estate, o sotto il nevi­ schio d'inverno. Nel 1916, insieme con il compagno Siao Yu si mise in testa di percorrere una vasta zona dell'Hunan. I due giovani vissero di fagioli e di acqua per parecchi gior­ ni. Di tanto in tanto, per procurarsi un po' di denaro, si fermavano pres­ so qualche agricoltore e gli scriveva­ no lettere o documenti.

La splendida capitale dell'ex Celeste impero Pechino sorge al centro di un breve pianoro stretto fra le alture che chiu­ dono al nord una grande pianura al­ luvionale. Fondata oltre 2000 anni fa, fu dal 1 122 al 142 1 capitale impe­ riale dei tatari, prima, e dei mon­ goli, piu tardi. Sotto il regno di Ku­ bilai khan, verso la fine del 1200, Marco Polo visitò la città, che allO­ ra si chiamava Khan balik ( città del

bilità di accompagnare a Pechino alcuni compagni che stan­ no per andare in Europa . È la terza tappa importante della sua vita. Dopo Changsha, capoluogo regìonale, tocca a Pe­ chino , la capitale . A Pechino vivono insieme il pas s ato , il presente e l 'avvenire . La città è un crogiuolo incandescen­ t e . All 'università insegna Li Ta-chao , che , con Ch 'en Tu­ hsiu, è un antesignano del marxismo in Cina . Gli s tudenti ascol tano attoniti e stupiti le " strane " formulazioni . Marx annuncia innovazioni e mutazioni addirittura sconcertanti per bocca dei suoi p rofeti cinesi . Fra una dottrina del gene-

khan ). e ne descrisse le meraviglie nel Milione. Dal 1421 , fu la capitale dell'Impero cinese vero e proprio. An· cora oggi Pechino consiste di due parti : la città tatara e quella cine­ se. Anche se le vicende storiche han­ no cancellato molte vestigia del suo passato, Pechino conserva tesori ine­ stimabili, fra i oiu significativi di tutta la Cina : giardini, templi, splen­ didi palazzi. � una città molto este­ sa : ciascuno dei due assi principali misura circa dieci chilometri di lun­ ghezza. La pianta della città è rima­ sta sostanzialmente quella concepita da Kubilai khan.

Otto ragazzi sul letto di mattoni A Pechino Mao abitava i n una loca­ lità chiamata " Pozzo dai tre occhi ". Insieme con altri sette studenti aveva preso in affitto una stanzetta. C'era un letto solo, il caratteristico k'ang fatto di mattoni, e i ragazzi cercava­ no di starei sopra tutti insieme : non era una sistemazione molto comoda. « Quando dovevo voltarmi » raccontò Mao Tse-tung a Snow ( op. cit. ) « ero costretto ad avvisare prima i due che mi stavano a fianco. »

I PRIMI COMUNISTI CINESI

••L "occidental ista.,.. Ch "en Tu-hsi u Ch'en Tu-hsiu, nato nel 1879 a Hwai­ ning nella provincia dell'Anhwei, era figlio di un mandarino militare. Con­ clusi gli studi classici in patria, fre­ quentò l'università in Giappone. Rien­ trato in Cina nel 1902 ne riparti per recarsi in Francia, dove rimase, a quanto pare, dal 1 907 al 1 9 10. Al suo ritorno fu nominato commissario per l'educazione per la provincia del­ l' Anhwei. Nel 1 9 1 5 fondò la rivista " Gioventu nuova" nella quale inco­ minciò a propagandare le sue idee per la costruzione di una nuova Cina sul modello delle nazioni occidentali. « Se l'Europa moderna è superiore a tutti gli altri popoli, è perché lo svi­ luppo delle scienze non è meno im­ portante della teoria dei diritti del­ l'uomo », proclamava nel 1915 in un Appello alla gioventu.

1111 nazional ista"" Li Ta-chao Li Ta-chao, nato nella regione dell'Ho­ pei, distretto di Loting, nel 1 888, era 29

re e la realtà cinese sembra vi sia un vertiginoso abisso. Ma intanto, a settant 'anni dalla pubblicazione del Manifes to del Partito c�munis ta - redatto da Marx ed Engels fra il 1 847 e il 1 848 - esso viene tradotto integralmente , letto, studia­ to e commentato anche in Cina , contemporaneamente al dif­ fondersi di notizie che stanno mettendo a rumore il mon­ do : nell 'ottobre 1 9 1 7 una rivoluzione , guidata p roprio da quei proletari chiamati a raccolta da Marx, è scoppiata nella santa Russia degli zar. Un pugno di uomini, alla testa delle masse popolari , ha travolto l 'Impero russo. •

di famiglia modesta. Iscrittosi nel 19fJ7 alla Facoltà di Scienze Politiche di Peyang a Pechino, frequentò poi l'università a Waseda, in Giappone, dal 1913 al 1916. Ritornato in Cina, entrò ben presto a far parte della redazione di "Gioventu nuova ". « La nostra nazione ha attraversato una storia troppo lunga: la polvere del passato le pesa addosso. Noi non dobbiamo provare al mondo che la vecchia Cina non è morta, ma che una nuova, giovane Cina sta nascen­ do " • scriveva Li Ta-chao nel 1916.

Gli appelli della rivoluzione d'ottobre «

La rivoluzione francese del 1 789 an­ nuncia le rivolte del XIX secolo in tutti i paesi ; quella russa del 1917 annuncia le rivoluzioni mondiali del XX secolo » (Li Ta-chao, La vittoria delle masse, 15 ottobre 1918). « Da un secolo a questa parte, il popolo ci­ nese subisce il calpestio e le depreda­ zioni delle forze dell'imperialismo ag­ gressivo... Le masse popolari lavora­ trici del nostro paese... hanno udito bruscamente l'appello della rivoluzio­ ne d'ottobre : "Rovesciate l'imperiali­ smo mondiale ". Alle nostre orecchie questa voce risuona in modo eccezio-

nalmente significativo " ( Li Ta-chao, La rivoluzione d'ottobre e il popolo cinese , nov. 1922 in Carrère d'Encaus­ se-S. Schram, Il marxismo e l'Asia dal 1853 a oggi, ed. Ugo Bozzi 1%7).

MAO : UNA NUOVA ERA PER l CINESI Il giudizio di Mao : « I rus s i compi­ rono la rivoluzione d'ottobre e crea­ rono il primo stato socialista del mondo ... i cinesi guardarono allora ai russi con occhi ben diversi da prima. Allora, e allora soltanto, apparve un'e­ ra tutta nuova nel pensiero e nella vi­ ta dei cinesi. Essi scoprirono questa valida verità universale, che è il mar­ xism().leninismo, e la fisionomia della Cina cominciò a cambiare... Le salve della rivoluzione d'ottobre ci portaro. no il marxismo-leninismo » (Mao Tse­ tung, Sulla dittatura democratica del popolo, 30 giugno 1949, da Scritti filosofici, politici e militari 1926-1964, ed. Feltrinelli 1968).

Mao all'età di 44 anni a Yenan

I L PRIMO SOGGIORNO DI MAO a Pechino dura pochi me­ s i . Vi giunge nel settembre 19 18, senza un soldo, con i soli vestiti che ha indos so . Yang Ch'ang-chi , che era stato suo profes sore a Changsha, è da qualche tempo insegnante al­ l 'università della capitale , e gli trova un posto nella biblio­ teca universitaria , diretta da Li Ta-chao . Scontroso com 'è sempre stato, a Pechino sembra sciogliersi un po' ; ha co­ nosciuto Yang K 'ai-hui , la figlia del suo professore di Changsha, e ha stretto con lei un 'affettuosa amicizi a che lo porterà , due o tre anni dopo, al matrimonio . Nella p rima-

MAO ALL'UNIVERSITA

può vivere d i sol i l ibri ? Si

« Appena giunto a Pechino, Mao si iscrisse come uditore libero all'uni­ versità. Il lavoro alla biblioteca non lo assorbiva molto e il numero di lezioni a cui era ammesso era molto limitato. Mao avrebbe dovuto prepa­ rarsi da solo leggendo il piu possi­ bile i libri che aveva in cura ( e leg­ gendoli con discernimento). Non ave­ va che un motivo di scontento : il compenso che percepiva era cosi ma­ desto che gli era ben difficile man­ giare oiu d'una volta al giorno. Un suo collega di lavoro alla biblioteca un giorno gli confessò: " Quando so­ no arrivato qui, il direttore mi disse che avrei avuto il privilegio di divo­ rare libri e di dissetarmi con molte nozioni, per cui non avrei avuto bi­ sogno di mangiare anche dell'al­ tro ... » (R. MacGregor-Hastie, Mao Tse-tung, ed. Della Volpe 1 966 ). •

11 dodecaloao deali anarchici « In quel tempo, Mao lesse Bakunin e parecchi altri libri anarchici dove

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erano enunciati i dodici comanda­ menti dei libertari cinesi: ateismo/ rinuncia al cognome/ rifiuto di occu­ pare impieghi pubblici/ rifiuto di aderire a partiti politici/ rifiuto di farsi eleggere deputato/ rifiuto di ar­ ruolarsi nell'esercito/ rifiuto di ave­ re domestici/ rifiuto di bere alcolici/ rifiuto di fumare/ rifiuto di andare in risciò/ rifiuto di andare in por­ tantina/ obbligo di essere vegetaria­ ni. I rimedi suggeriti per risolvere le difficoltà del Paese erano drastici : rovesciare lo Stato e ricostruire il Paese senza governo centrale e con il minimo possibile di organizzazioni locali » ( Paloczi-Horvath, op. cit.) .

L'affascinante figlia del professore «

Yang K'ai-hui... condivideva alcune delle convinzioni di Mao. Era però incerta anche lei , fra liberalismo, anarchia. e socialismo utopistico » ( Paloczi-Horvath, op. cit.). Come era naturale, tra i giovani che frequen­ tavano le università si potevano sen­ tire le enunciazioni piu varie e piu discordanti. Accese discussioni , a vol­ te perfino teml)estose, si intavolava­ no in casa del professar Yang. Mao

vera del 19 19 Mao lascia Pechino per segui re i compagni a Shanghai dove s 'imbarcheranno per l 'Europa . Ne approfit­ ta per compiere una specie di pellegrinaggio alla ricerca delle vestigia dell 'antica civiltà nazionale . Quando torna a Changsha , è ormai imminente l 'esplosione di un nuovo moto rivoluzionario , conosciuto come il " movimento del 4 maggio " . È p roprio il 4 maggio 19 19 , infatti, che gli stu­ denti di Pechino scendono in piazza per dimost rare contro la decisione p resa dalla conferenza di Versailles ( a con­ clusione della prima guerra mondiale ) di cedere al Giappo-

era tra i piu impegnati, almeno fino al tempo in cui si innamorò della fi. glia del professore. I suoi compagni notarono con stupore il suo profon­ do cambiamento. Sembrava diventa­ to un altro. Effettivamente Mao pro­ vava sentimenti mai sperimentati. Dopo un'infanzia dura, dopo una ado. lescenza vissuta tra non poche delu­ sioni e privazioni, ecco finalmente la felicità : una ragazza scelta da lui, bella, moderna ed emancipata.

L' i ncerto marxismo d i Mao L'esser stato nella cerchia d i Li Ta­ chao, a Pechino, fu indubbiamente un'esperienza capitale per Mao, ma non in senso marxista ; nel senso di un suo piu preciso e consapevole im­ pegno politico. Allora le posizioni non erano ancora ben definite. E le teorie, tanto meno. « Li Ta-chao stes- . so era a quell'epoca ben lontano dal­ l'accettare completamente il marxi­ smo e anche dal comprenderlo ade­ guatamente ... Non c'è da meravigliar­ si se, con un simile maestro, Mao non si impegna col marxismo, e tan­ to meno col leninismo, in una forma precisa » ( Schram, op. cit.).

"Il cielo non mette intralci a un viaggiatore" E. abbas tanza curioso il racconto del suo viaggio a Shanghai che Mao fe­ ce al giornalista Snow ( op. cit.). Pa­ re che avesse un biglietto ferroviario valido solo fino a Tientsin. A Tien­ tsin ecco un collega studente pronto a fargli un prestito di cinque o sei­ mila lire. Con questa somma arriva a P'u-k'uo. Poi è di nuovo nei guai. Anzi in guai peggiori perché un la­ dro gli ruba l'unico paio di scarpe. Come fare ? Pronto sbuca fuori dal­ la folla un vecchio amico dell'Hunan che sborsa subito i soldi per un nuo­ vo paio di scarpe e per un biglietto ferroviario fino a Shanghai. Dice be­ ne, commenta Mao, il proverbio ci­ nese secondo il quale Il Cielo non mette in tralci a un viaggiatore.

Dov "era Mao i l 4 maggio 1 91 9 ? E i l viaggio di ritorno a Changsha ? « Forse si imbarcò a Shanghai su una nave per risalire lo Yangtze-kiang, però non è sicuro nemmeno questo, perché tutto ciò che riguarda l'atti­ vità di Mao nel 1 9 1 9 viene coscien33

ne i possedimenti tedeschi in Cina. Il governo cinese non è in grado di opporsi a questa decisione . I dimostranti, circa 20.000 all 'inizio , fra studenti, impiegati , operai , facchini , organizzano una violenta manifestazione di protesta con­ tro alcuni ministri filogiapponesi. Ben presto nelle file dei dimostranti si contano piu di 70 .000 persone . Le direttive del movimento , che si propaga in tutte le università e scuole superiori cinesi, sono impartite da Ch 'en Tu-hsiu e Li Ta-chao . Essi pos sono finalmente mettere in atto le teo­ rie che da anni stanno diffondendo nel Paese . E il movi-

temente celato dai suoi biografi, so­ prattutto il periodo intorno al 4 mag­ gio, considerato la data · di nascita del comunismo cinese. Dove si trova­ va quel giorno? ,. ( Hegner, op. cit.).

Torna neii'Hunan per il funerale della madre « Nel marzo 1919 Mao Tse-tung, ac­ compagnati gli amici che si imbarca­ vano per la Francia, lasciò Shanghai e si mise in viaggio per tornare a Changsha. L'affrettato ritorno nel­ l'Hunan fu dovuto anche a un moti­ vo di carattere personale. In quel pe­ riodo Wen Ch'i-mei, sua madre, già seriamente ammalata, mori, e Mao probabilmente tornò per il funerale. Proprio allora scrisse anche un com­ ponimento in memoria della madre " ( Li Jui , op. cit. ).

NON

È COSI:

non tornò

pio a casa Raccontò Mao : « Durante l'ultimo anno di scuola a Changsha [il 1918] mia madre mori ed io non ebbi pio nessun motivo per desiderare di tor­ nare a casa " ( Snow, op. cit.). 34

Respinta a varsamas tona la proposta cinesi « Non conoscendo i piani degli im­ perialisti, l'opinione pubblica cinese collegava le piu radiose prospettive alla fine della guerra mondiale. La firma dell'armistizio di Compiègne venne festeggiata in Cina con affol­ late manifestazioni... Nel gennaio 1919 la delegazione cinese pose alla conferenza della pace a Versailles la questione della restituzione della pe­ nisola dello Shantung, e, tre mesi do­ po, chiese la restituzione di tutti i " territori affittati ", dei settlements [o distretti territoriali stranieri ] , l'abo­ lizione delle • 21 richieste giapponesi • [miranti a fare praticamente della Cina una colonia del Giappone] e il ritiro delle truppe straniere. In bre­ ve però si scopri la completa illuso­ rietà di queste speranze. Il 30 aprile i capi della conferenza di Versailles informarono la delegazione cinese che tutte le sue proposte erano sta­ te respinte " ( Accademia delle Scien­ ze dell'URSS, Storia Universale, vol. 8°, a cura di F. della Peruta, ed. Del Calendario 1968).

mento del 4 maggio va subito al di là della protesta anti­ giapponese e acquista il carattere di un vero e proprio mo­ vimento rivoluzionario di ispirazione comunista. Anche Mao , nell 'Hunan , è tra gli organizzatori di associazioni po­ litiche intese a diffondere il pensiero marxista . Il 1 4 luglio è fondata, a Changsha, la " Rivista del fiume H siang " e Mao ne è nominato direttore . Esordisce scrivendo quattro ar­ ticoli sul tema " La grande unione delle masse popolari " . Saggio inte ressante , ma ancora lontano dagli schemi della teoria marxista. Abbastanza rivoluzionario però da richia-

Reazione studentesca a Pechino « Quando queste decisioni furono co­ nosciute a Pechino, iniziò tra gli stu­ denti della capitale un vivace movi­ mento di protesta. Tre o quattromi­ la studenti organizzarono una mani­ festazione di fronte al T'ien An Men ( Porta della Pace Celeste) gridando : " Lottiamo contro i traditori ", " rifiu­ tiamo di firmare il trattato di pace ", "boicottiamo i prodotti giapponesi " ,. ( Guillermaz, Storia del Partito comu­ nista cinese 192149, trad. di B. Crimi, Feltrinelli 1970).

Anche il proletariato scende in 1ona « Con il " Movimento del 4 maggio " per la prima volta nella storia cine­ se il proletariato entrava nella lotta politica. Assieme a esso crebbe e si rafforzò il numero degli intellettuali marxisti che si battevano per la li­ berazione nazionale della Cina, per la distruzione dell'oppressione feuda­ le e imperialistica, per la diffusione del marxismo-leninismo » ( Accademia delle Scienze dell'URSS, op. cit. ).

Non a vero: si lascio rimorchiare « Con dispregio della storia i comu­ nisti cinesi... assicurano che gli in­ tellettuali comunisti ( che ancora non esistevano ) svolsero un ruolo fonda­ mentale nel movimento ... e si sforza­ no di far credere che il proletariato e il " suo partito " hanno effettivamen­ te animato e diretto i movimenti ci­ nesi dopo il 4 maggio ... In realtà, nel 1919 il proletariato cinese era, se non inesistente, almeno totalmente disor­ ganizzato; e resterà in questa situa­ zione ancora per alcuni anni. Gli ope­ rai di alcune grandi imprese parteci­ pano all'agitazione anti-giapponese so­ prattutto per patriottismo e perché sollecitati dagli studenti ( non il con­ trario ) » ( Guillermaz, op. cit.).

M AO : " I l proletariato era già una forza politica cosciente" « Dopo il movimento del 4 maggio, benché la borghesia nazionale conti­ nuasse a partecipare alla rivoluzione, 35

mare sul suo autore l 'allarmata attenzione del governatore dell 'Hunan , Chang Ching-yao. Mao non si ferma agli arti­ coli : organizza una serie di scioperi fra gli ·s tudenti di Changsha , e i l governatore reagisce sopp rimendo la " Rivi­ sta del fiume Hsiang ". Mao non cede e va a propagandare le sue idee in un altro gio rnale dal titolo " Nuovo Hunan " . Chang Ching-yao sopprime anche questo e minaccia sanzio­ ni piu gravi . Un po' per evitarle , un po' per cercare aiuti contro Chang , Mao è inviato a Pechino dai capi del movi­ mento rivoluzionario . •

la direzione politica della rivoluzio­ ne democratica cinese non apparte­ neva piu ormai alla borghesia cine­ se, ma al proletariato cinese. In quel periodo, il proletariato cinese, in se­ guito alla propria rapida maturazio­ ne e all'influenza della rivoluzione russa, era già divenuto rapidamente una forza politica cosciente e indi­ pendente. Il Partito comunista cine­ se lanciò la parola d'ordine : " Abbas­ so l'irp.perialismo! " e da solo portò innanzi la rivoluzione agraria » ( Mao Tse-tung, La nuova democrazia, gen­ naio 1940. Da Scritti filosofici, politi­ ci, militari, op. cit.).

" L'età dell'oro è alle porte" « L'esplosione delle forze a lungo bloccate non si farà attendere. Il fronte unito delle masse popolari ci­ nesi deve essere realizzato. Dobbia­ mo raccogliere tutte le nostre forze e muovere all'assalto. La nostra età dell'oro, ùn'epoca splendida, lumino­ sa, è alle porte! » ( Mao Tse-tung, La grande unione delle masse popolari, agosto 1 9 1 9, in " Rivista del fiume Hsiang", da Devillers, op. cit. ).

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"Se non mi ascoltate vi farò tagliare la testa " Gli studenti, a Changsha, appuntava­ no i loro strali contro il governato­ re. Mao si dava da fare a organiz­ zare scioperi e manifestazioni nelle diverse scuole della città. Chang Ching-yao non sapeva esattamente che atteggiamento tenere. Era in dub­ bio se fosse piu opportuna la ma­ niera forte o la conciliativa. Provò la seconda, recandosi di persona a una riunione di rappresentanti di studenti, fra cui figurava anche Mao. Tenne un discorso piuttosto .energi­ co a chiusura del quale usci con que­ ste minacce : " Se non mi ascoltate vi farò tagliare la testa!". A questo pun­ to, riferisce lo Schram ( op. cit. ) « una studentessa aveva cominciato a pian­ gere, ma Mao le aveva detto di non prestare a Chang piu attenzione di quanta ne avrebbe data a un cane urlante ».

Incontro di Mao Tse-tung con l'ambasciatore americano Hurley

RITORNATO NELLA CAPITALE, Mao ha la possibilità di studiare i testi fondamentali del marxi smo . Frutto di que­ sti s tudi, matura in lui la convinzione che una rivoluzio­ ne in Cina non può sperare di avere successo, se non è im­ postata sulle basi di un coerente e solido movimento comu­ nista. D 'altra parte, a questa conclusione sono giunti p ri­ ma di lui Li Ta-chao e Ch 'en Tu-hsiu ; e Mao ha conferma di questi loro " risultati " incontrandosi con il secondo a Shanghai , dove è passato di ritorno da Pechino. Sta infatti rientrando a Changsha , da dove il governatore è dovuto

••Epoca nuova•• gli dedica un articolo Fra la fine del 1 9 1 9 e l'inizio del 1 920, Mao Tse-tung fu per un breve perio­ do ancora a Pechino. Ormai il suo nome non era piu del tutto scono­ sciuto, come durante il primo sog­ giorno. Gli scritti pubblicati sulle ri­ viste di Changsha avevano attirato su di lui l'attenzione degli intellet­ tuali della capitale. La rivista " Epo­ ca nuova • gli dedicò un articolo en­ tusiasta, che celebrava in lui .un espo­ nente delle nuove idee. L'articolo era firmato da Lo Chia-lung, divenuto poi uno dei pezzi grossi del governo na­ zionalista di Formosa.

l tre vangeli di Mao «

Nel corso della mia ultima visita a Pechino avevo letto molto sugli av­ venimenti russi ed avevo cercato con avidità quei pochi libri sul comuni­ smo che erano disponibili in cinese. Tre furono i libri che si impressero nella mia mente e costruirono in me la fede nel marxismo, dal quale, una volta che l'ebbi accettato come cor­ retta interpretazione della storia, non mi separai piu. I tre libri furo38

no : il Manifesto del partito comuni­ sta di Marx ed Engels, tradotto da Chen Wang-tao, il primo libro . ma�­ , xista che sia stato pubblicato m CI­ nese; la Lotta di classe di Kautsky ed infine una Storia del socialismo di Kirkup » ( racconto di Mao Tse­ tung a Snow, op. cit.) .

Lavandaio a Shanghai « In aprile Mao vendette il suo cap­ potto di pelliccia per pagarsi il viag­ gio fino a Shanghai dove si incontrò ancora con Ch'en Tu-hsiu... A Shan­ ghai, Mao fece il lavandaio, speri­ mentando per la prima volta la vita degli operai urbani. Scrisse al diret­ tore della scuola elementare Ch'u-i di Changsha : " Faccio il lavandaio. La parte piu ingrata del mio lavoro non è la lavatura, ma la distribuzione, quando sono costretto a spendere buona parte di ciò che guap.agno la­ vando, in biglietti del tram che sono cosi cari " » ( Ch'en Shu-nung e Chia­ shih, Aneddoti sul presidente Mao , " Hsin Hunan Pao ", l" luglio 1950, ri­ ferito da Ch'en, op. cit. ) .

Anlimilitarlsta e "non violento" � abbastanza strano l'incarico che Mao ebbe a Changsha : gli venne affi-

fuggire nel corso delle confuse ostilità scoppiate fra i " Si­ gnori della guerra " del Nord e i governatori regionali del Centro-sud . Facendosi portabandiera delle nuove idee , di fresco apprese sui testi occidental� , Mao - dal giugno 1920 nominato direttore della scuola primaria di Changsha - si dedica ad organizzare sindacalmente quel proletariato che , secondo Marx , dovrà prendere la guida della rivoluzione . È su questa strada che vengono avviati gli attivisti ci­ nesi dagli agenti del Comintern - l 'organizzazione inter­ nazionale dei comunisti , creatura della rivoluzione russa

data la direzione di una "Agenzia di ( con­ informazioni antimilitarista servava però, sempre, anche l'inse­ gnamento). Compito dell'agenzia era fare propaganda sia contro i governi militaristi stranieri sia contro i cru­ deli e dispotici " Signori della guerra " che si spartivano il potere ir. Cina. Ma l'aspetto veramente curioso di tutta la faccenda, era dato dallo slo­ gan che avrebbe dovuto. caratteriz­ zare l'attività dell'agenzia ( slogan ci­ tato da Paloczi-Horvath ) : « Se il mon­ do intero non rinuncia al militari­ smo, sia la Cina ad aprire la strada della resistenza non violenta ». •

La suuuestiva "predicazione" di Bertrand Hussen Forse questa tendenza alla non vio­ lenza fu suscitata nei giovani cinesi dall'incontro con le idee propagan­ date da Bertrand Russell, durante il viaggio che egli fece fra il 1920 e il 1921 in Cina. Russell tenne una serie di conferenze nelle principali città ci­ nesi ed ebbe un grosso successo fra gli · studenti e i giovani intellettuali. A Pechino fu fondato un giornale per diffondere le sue idee. Di ritorno dal viaggio, che era stato preceduto da

un soggiorno nell'Unione Sovietica, Russell, che aveva allora 49 anni, fece acute previsioni sul futuro di una Repubblica Popolare cinese e sul ruolo che avrebbe potuto avere fra Oriente e Occidente.

Mao non condiVIde le idee di Russen « Mao criticò il discorso tenuto da Russell a Changsha con il quale il fi­ losofo inglese sosteneva che era pos­ sibile instaurare in un paese il co­ munismo senza ricorrere alla guerra e alla violenza, e senza imporre una dittatura del proletariato. Mao Tse­ tung sosteneva che non era possibile pensare di arrivare gradualmente al comunismo attraverso una capillare educazione politica e sindacale delle masse. Solo il potere avrebbe potuto dare al proletariato i mezzi per rag­ giungere il comunismo. E il potere si poteva ottenere soltanto con la forza, come era successo in Russia » ( Li Jui, op. cit.).

LENIN: "SI FANNO AVANTI LE MASSE CHE ERANO FUORI DELLA STORIA" « L'unione dei proletari rivoluzionari dei paesi capitalisti progrediti, con le masse rivoluzionarie dei paesi in

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d 'ottobre - che dal 19 18 vengono, sempre pm nume rosi , spediti i n Cina per studiare le possibilità d i spingere alla rivoluzione il popolo cinese . Lenin stesso ha dato ai suoi agenti p recise direttive : bisogna riunire tutti i rivoluzio­ nari , anche i piccolo borghes i , oltre ai proletari , se si vuoi riuscire a rovesciare definitivamente il " governo reazio­ nario schiavo degli imperialisti stranieri " . Uno degli agen­ ti del Comintern - Grigorij Voitins kij - crea a Shanghai e Pechino i primi nuclei di ispirazione e di dottrina chiara­ mente comuniste . Mao ne sente parlare e si affretta a orga-

cui non c'è punto o quasi proletaria­ to, con le masse oppresse delle co­ lonie, dei paesi d'Oriente, questa unione diviene una realtà in questo congresso . [ il secondo dell'Interna­ zionale] . L'imperialismo mondiale non potrà che crollare quando l'of­ fensiva rivoluzionaria degli operai sfruttati e oppressi in seno a ciascun paese... opererà il suo congiungimen­ to con l 'offensiva rivoluzionaria del­ le centinaia di milioni di uorriini che , fino adesso, erano al di fuori della storia e ne erano considerati unica­ mente l 'oggetto » ( Lenin, Rapporto sulla situazione internazionale al Il congresso dell'Internazionale comu­ nis ta, 19 luglio 1 920, riportato da Car­ rère d'Encausse-Schram, op. cit . ).

" l com u n i sti cinesi non sono stru menti d i M osca " « La Cina era sulla strada migliore per costituire il proprio partito co­ munista. Sembra essenziale sottoli­ neare, a questo punto, che gli uomi­ ni che si riunirono per preparare la costituzione di un Partito comunista cinese, non erano affatto strumenti di Mosca... Il marxismo-leninismo

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era diventato per essi un'arma im­ portante, uno strumento essenziale per il perseguimento del loro scopo principale: assicurare l'indipenden­ za della Cina, ridare ad essa la sua dignità ed integrità, e precisamen­ te attraverso la modernizzazione del­ l'intera struttura sociale e l 'estirpa­ zione di tutto ciò che era invecchia­ to, corrotto » ( Devillers, op. cit.).

Marxista e sposo Negli interessantissimi colloqui con­ cessi da Mao all'americano Snow, c'è ad un certo punto un passaggio abbastanza curioso. Quasi di scatto passa dalle considerazioni politiche ad affari squisitamente personali. Ecco il brano : « Nell'estate del 1920 ero diventato in teoria, ed in parte anche in pratica, un marxista e tale da allora mi sono sempre considera­ to. Nello stesso anno sposai Yang K'ai-hui » ( Snow, op. cit. ).

Nel '20 o nel '21 il secondo matrimonio P Secondo Ch'en, Edgar Snow in que­ sta faccenda del secondo matrimo­ nio di Mao deve essere caduto in un equivoco o in un errore. Quando

nizzarne uno anche a Changsha, affiancandogli un movi­ mento giovanile e la già esistente società per la diffusione del pensiero marxista . È la p rimavera del 192 1 : i nuclei comunisti sono saliti da t re a sette . Si trovano a Shanghai , Pechino, Changsha, Wuhan , Canton , Tsinan ; il settimo è a Parigi , fondato dagli studenti cinesi in Franci a . Nel lu­ glio dello stesso 192 1 i rappresentanti dei sette nuclei si riuniscono a Shanghai per conoscersi , per p rendere i primi contatti, e per t racciare un piano d ' azione · C omune . Piu tardi questa riunione sarà indicata come il l o congresso del

Mao, nel 1 920, dopo l'esperienza di Shanghai, tornò a Changsha era in condizioni economiche veramente miserabili. Per di piu in quel momen­ to il padre della fidanzata, Yang Ch'ang-chi, era gravemente ammala­ to, tanto che spirò in quell'anno stes­ so. Per una ragazza come K'ai-hui sarebbe stato quasi un disonore spo­ sarsi in simili circostanze. Ma c'è ancora un fatto che suggerirebbe di spostare all'anno seguente la data del matrimonio : il trasloco effettua­ to da Mao nell'inverno del 192 1 . Di questo cambiamento di casa ci dà notizia l'amico di Mao, Hsieh Chueh­ tsai. « t!. probabile » commenta il Ch'en ( op. cit . ) « che Mao cambiasse casa prima del matrimonio. » « MAO TSE-TUNG SI SPOSO con Yang K'ai-hui nell'inverno del 192 1 . D a questo matrimonio nacquero un figlio e una figlia » ( Li Jui, op. cit . ) .

A Shanghai per fondare i l Pa rtito com u n i sta cinese « In una buia serata temporalesca, seppi che Mao e Ho Shu-Sheng par­ tivano per Shanghai. La cosa mera-

vigliò molto me e i soci del Gruppo giovanile marxista. Soltanto qualche tempo dopo venimmo a sapere che i nostri due compagni erano andati a Shanghai per partecipare al primo congresso del Partito comunista ci­ nese » ( Hsieh Chueh-tsai , Il mio pri­ mo incontro col presidente Mao, arti­ colo pubblicato sulla rivista " Hsin Kuan-ch 'a " , novembre 1 952 ).

Cabi na per due Secondo Hsiao Yu ( op . cit . ) il viag­ gio si svolse nella primavera del 1 92 1 . « Mao parti con m e alla volta di Shanghai. Sul treno ci era stata asse­ gnata la stessa cabina ed io presi la cuccetta superiore. Prima della par­ tenza, ricevetti la visita di un gruppo di amici che volevano accommiatar­ si da me, sapendo che stavo per tor­ nare in Francia. »

N e l granaio delle suore « La scuola femminile di via Pabalu a Shanghai è tenuta da suore : ma è deserta, perché le religiose sono par­ tite per la villeggiatura estiva. Cosi in cambio di una buona mancia, i dodici padri del comunismo cinese vengono introdotti dal custode in un 41

Partito comunista cinese ( P.C .C . ) , e da allora , ogni anno , si celebra in Cina , il l o luglio, l ' anniversario della fondazione del Partito. Fra i dodici parteCipanti al p rimo congresso c 'è il ventottenne Mao Tse-tung, rappresentante del nucleo comunista di Changsha . Mancano invece i padri del comu­ nismo cinese : Li Ta-chao e Ch'en Tu-hsiu . Ciò non impe­ disce ai delegati di nominare proprio Ch'en Tu-hsiu alla ca­ rica di segretario del Partito comunista cinese. Adesso, per dare l 'avvio alla nuova rivoluzione , manca il motore principale : il proletariato, la forza " decisiva " secondo i

granaio vuoto. La direzione dei di­ battiti è assunta dal delegato del Co­ mintern, Henricus Sneevliet, olande­ se, detto anche Maring, o Mahlin. Il professar Ch'en Thu-hsiu non è pre­ sente alla riunione, ma è rappresen­ tato da un suo allievo, l'aiuto biblio­ tecario Mao Tse-tung " (R. Cartier, " Epoca ", 2 1 -5-1967 ).

La ri u nione fi nale in "gita" sul battello « Le prime sessioni del congresso comunista si tennero in una scuola femminile... Alla fine il va e vieni dei delegati attrasse l'attenzione della polizia... Per maggior sicurezza fu dunque deciso di tenere la riunione finale su un battello sul Lago Sud ... come se si fosse trattato di una gita festiva " ( Schram, op. cit.). ·

l dodici erano tredici ? « Ho Kan-chih, Hu Hua, Hsiao San ( Emi Siao ), Ku Kuan-chiao ed Ed­ gar Snow concordano nell'affermare che i delegati furono dodici, ma Tung Pi-we, parlando con l'americano Ny'm. Wales, fece tredici nomi e questa opinione è stata accolta anche da R.

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North. Ho Kan-chih e Hu Hua fanno i nomi di quattro soli delegati; lo Snow indica tre nomi sbagliati ( due sono Ch'en tu-hsiu e Li Ta-chao che non erano presenti al congresso ). Hsiao San evita di nominare tutti co­ loro per i quali prova antipatia; la stessa cosa fa Ku Kuan-chiao passan­ do sotto silenzio il nome di Mao Tse­ tung e sostituendolo con quello di Ch'en Tu-hsiu; l'elenco di Tung Pi­ we è esatto se si cancella il nome di Pao Hui-sheng " ( Ch'en, op. cit.). ·

Espulsioni e lrad llnenli Questa la sorte di alcuni dei parteci­ panti al primo congresso : Chang Kuo-t'ao, espulso dal partito nel 1938; Chou Fo-hai, poi segretario di Chiang Kai-shek, passato infine ai giappo­ nesi; Ch'en Kung-po, giustiziato da Chiang Kai�shek nel 1 946 ; Ching Tse-tung, Pao Hui-tsen, Tao Chia-tao, passati nel Kuomintang; Li Han-shing, giustiziato a Wuhan nel 1 927 ; Li ta, ritiratosi dalla vita politica; Shao Li-tse, passato nel Kuomintang ( notizie riferite da Hegner, op. cit.).

dettami marxisti . Ma i proletari in Cina rappresentano una trascurabile minoranza , data la scarsissima industrializ­ zazione del Paese ; e sono ben lontani dall 'immaginare quale posto sia stato loro assegnato dalla teoria marxista e dalla pratica rivoluzionaria leninista . Bisogna dunque raggiungere questi proletari , istruirl i , organizzarli , con­ vincerli della necessità di una rivoluzione , trasfondere in loro quel bagaglio di idee che fino ad oggi è stato appan­ naggio di pochi intellettuali e dei democratici borghesi , raggruppati a discutere le teorie socialiste espresse anni

Nasce senza basi il com unismo ci nese « Il comunismo cinese non aveva die­ tro di sé nulla , né un'esperienza so­ cialista, né un'economia industriale: i dodici uomini eterogenei che, alla presenza di un delegato dell'Interna­ zionale, si proclamarono partito del­ la classe operaia fondato sull'ideolo­ gia marxista leninista, sezione cinese dell'Internazionale comunista, non avevano che poche idee chiare e ca­ muni sulla politica da svolgere, e sa­ lo vagamente prevedevano quanto lungo dovesse essere il cammino non solo per instaurare la prevista ditta­ tura del proletariato in Cina, ma an­ che per vincere la prima e fonda­ mentale battaglia della rivoluzione, contro le forze feudali ed imperiali­ ste >> ( E. Collotti Pischel, Le origini ideologiche della rivoluzione cinese, ed_ Einaudi 1958 ).

La confusione d u ra tuttora Come si può constatare dalle testi­ monianze sopra riportate c'è ancora oggi una certa confusione di luoghi, di date, di persone, di incarichi, cir­ ca il nucleo promotore del movimen­ to cdmunista in Cina. H.S_ Hegner

crede di poter fissare cosi la compo­ sizione del primo ufficio politico ( o Politburo )_ Tre i membri effettivi: Ch'en Tu-hsiu, Chang Kua-t'ao, Li ta_ Tre i loro sostituti : Chou Fa-hai, Li Han-shing e Liu Jen-ch'ing. Chang Kuo-t'aa sarebbe stato il responsabi­ le dell'organizzazione, Li ta, della pro­ paganda_

Nessuna carica ufficiale al delegato Mao Tse-tung Non pare che a Mao sia stata affi­ data alcuna carica ufficiale, durante il primo congresso. Nemmeno ebbe la possibilità o l'occasione di metter­ si in mostra. Commenta Guillermaz ( op_ cit.) : « Ci vorranno ancora quin­ dici anni perché possa accedere for­ malmente al primo posto del parti;­ to: ancora nel 1935 dovrà disputarlo con Chang Kuo-t'ao le cui pretese erano piu alte delle sue >>.

La moglie organizza le donne e gli studenti Mao ritornò dunque nella provincia dell'Htinan che lo aveva delegato_ E si mise all'opera, secondo le istru­ zioni ricevute a Shanghai. Aveva 43

addietro dal " rivoluzionario " Sun Yat-sen . Mao Tse-tung non è nuovo a questo compito di agi tatore e organizzatore sindacale, ed è quindi fra i primi a intrap rendere questa " missione " , non appena rientra a Changsha , dopo i l con­ gresso di Shanghai . La sua carica ufficiale è quella di segre­ tario del P .C . C . per la provincia dell 'Hunan . Nonostante gli incarichi politici , egli non lascia però l 'insegnamento. Anz i , n e allarga la portata, istituendo u n a università p e r autodi­ datti che aprirà gratuitamente le sue porte ai giovani volon­ terosi che non hanno potuto frequentare corsi regolari .

molto da fare per prendere l'Hunan saldamente in mano. La moglie, che aveva contemporaneamente sposato lui e la sua causa, era molto attiva nell'organizzare le donne e gli stu­ denti. Nel 1 92 1 Mao aveva costituito la federazione provinciale del Parti­ to comunista cinese dell'Hunan, e nel maggio 1 922 aveva già creato ven­ tidue sindacati fra le piu " avanzate " categorie di lavoratori.

lo sciopero arma tagliente Mao ha ripetutamente affermato che nella storia del movimento operaio dell'Hunan gli scioperi del settem­ bre e dell'ottobre 1 922 furono deci­ sivi. Nella progressiva dissoluzione del potere centrale, e nel marasma che sgretolava le provincie, gli ope­ rai si trovarono per la prima volta nelle mani un'arma tagliente : lo scio­ pero. E non si fecero pregare per usarla. I sindacati cominciavano a dar prova della loro forza. Nel no­ vembre 1 922 « piu di 20 sindacati co­ stituirono un'associazione che ebbe Mao come presidente e Kuo Liang, Lo Hstieh-tsan e altri come suoi col­ l aboratori » ( Ch'en, op. cit.). 44

A WASHINGTON SI ACCORDANO LE POTENZE COLONIALI La situazione politica dell'Estremo Oriente nel corso del 1921 incomin­ cia a preoccupare seriamente Stati Uniti e potenze europee. Il 1 0 luglio 1921 il segretario di Stato americano Hugues propone di convocare una conferenza internazionale a Washing­ ton. La conferenza si apre il 1 2 no­ vembre 192 1 con la partecipazione di : Stati Uniti, Gran Bretagna, Fran­ cia, Giappone, Italia, Portogallo, Ci­ na, India e Dominions inglesi. Questo l'ordine del giorno : l" limitazione de­ gli armamenti e regolamentazione dell'uso delle nuove armi belliche ; 2• questioni dell 'Oceano Pacifico e dell'Estremo Oriente. La Cina è rap­ presentata alla conferenza dai dele­ gati del governo di Pechino. I rap­ presentanti della Cina del Sud, ca­ peggiati da Sun Yat-sen - da poco eletto presidente della Repubblica democratica meridionale con capita­ le a Canton - non sono stati am­ messi. Il 6 febbraio 1922 la conferen­ za si conclude con la firma del " Patto delle 9 potenze " che sancisce il rispet­ to della sovranità territoriale cinese,

L'importanza nazionale dell 'istruzione rimarrà sempre uno dei piu fermi convincimenti di Mao. Ma l 'azione politica non poteva rimaner chiusa nei circoli scolastici . Stabilito che il proletari ato " ves sillifero della rivoluzione " n on s i t rova , nell 'Hunan , soltanto nelle modeste e arretrate fabb riche cittadine, ma anche nelle miniere del dis tretto di Anyuan , c rea una cellula del partito fra i minatori , li raggruppa in sindacati e fonda un 'as sociazione che susciti e alimenti una nuova coscienza politica . A capo ci mette un suo ex compagno alla scuola magistrale , Li Li-san . •

l'intangibilità della amministrazione della Cina, nonché la conservazione del principio della " porta aperta ", che era già stato instaurato nel 1 899.

A IRKUTSK SI DIFENDONO GLI ORIENTALI « Gli imperialisti stanno mettendo in atto un intervento chirurgico . sui pO­ poli dell'Estremo Oriente, intervento che va sotto il nome di Conferenza di Washington. In questo stesso giorno - il 12 novembre 1 92 1 - è stato con­ vocato il Congresso dei Popoli dell'E­ stremo Oriente per unire le forze dei lavoratori in vista del nuovo perico­ lo. » Cosi scriveva Chang T'ai-bei, de­ legato comunista cinese al congres­ so di I rkutsk ( poi trasferitosi a Mo­ sca ) convocato dal Comintern in contrapposizione alla Conferenza di Washington. A Irkutsk, la Cina è rap­ presentata da una delegazione mista composta di nazionalisti e di comu­ nisti. Fra questi ultimi, c'era anche il noto esponente Chu Ch'u-pai.

L'incitamento di Zinovev «

N o i consiglieremo ai nostri compa­

gni,

i

comunisti cinesi, coreani,

e

giapponesi, che per il momento sono soltanto un piccolo gruppo, di non tenersi appartati, di non guardare dall'alto in basso quei " peccatori" e " pubblicani " che non sono ancora di­ ventati comunisti, ma di aprirsi un passaggio fino alle profondità estre­ me, fra questi milioni di persone che lottano in Cina, fra queste per­ sone che per il momento lottano per l'indipendenza e per la liberazione nazionale » ( stralcio dal discorso te­ nuto da Zinovev al 1• Congresso dei Popoli dell'Estremo Orien:te, nel gen­ naio 1 922, riportato da Carrère d'En­ causse-Schram , op. cit.).

Sun Yat-sen cerca contatti con Mosca « Nell 'agosto 192 1 Sun Yat-sen spedi una lettera al Commissario del po­ polo per gli affari esteri a Mosca, .. Vorrei entra­ Georgij V. Cicerin. re in contatto personale con lei e con gli amici di Mosca " scriveva. " Sono estremamente interessato al vostro lavoro, e in particolare all'organizza­ zione dei soviet, all'organizzazione dell'esercito e al vostro sistema edu­ cativo " » ( R.C. North, op. cit. ). • .

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NEL I.UGLIO 1 922 viene convocato il 2o congresso del P.C .C. La sede del congresso è ancora Shanghai , la città piu industrializzata della Cina. Mao parte per Shanghai e arriva tempes tivamente in città, ma perde l 'indirizzo del luogo d 'incop.tro. Essendo i comunisti in tutta la Cina 1 23 , a Shanghai s e n e conta s i e no una decina, sconosciuti per di piu a Mao ; né alcuno di loro è al corrente della presen­ za in città del compagno hunanese . Per questo disguido , Mao non riesce a prender parte a l secondo congresso . I l manifesto che n e suggella i lavori segue fedelmente le

Perché Mao non pa rteci pò a l I l Congresso? Nei suoi colloqui con Snow, Mao af­ ferma di essere stato mandato a Shanghai nel 1922 con un compito ben preciso : quello di dare del filo da torcere al governatore Chao Heng­ t'i. Nello stesso anno si apri a Shan­ ghai il secondo congresso del parti­ to, ma Mao non sapeva dove si sa­ rebbe tenuto e fu quindi nell'impos­ sibilità di prendervi parte.

«IL to LUGLIO 19ZZ il secondo con­ gresso del P.C.C. si riuni a Shanghai, alla presenza di 12 delegati. Piu tar­ di Mao raccontò ad Edgar Snow di essere stato inviato a Shanghai nel­ l'inverno del 1 922 ... Egli deve aver confuso il secondo con il quarto con­ gresso, che si tenne nell'inverno (gen­ naio ) del 1 925 » (Ch'en, op. cit.).

Mao Tse-tung verso il 1948

Venne giocato dai suoi ? Hegner ( op. cit . ) dà questa interpre­ tazione dei fatti. Prima di tutto nota che Mao aveva già mancato il " Con­ gresso generale dei sindacati cines i " e quello della • gioventu socialista" tenutisi a Canton fra il maggio e il giugno del 1 922. Evidentemente Mao ci teneva molto a figurare al secondo congresso del partito; ma gli amici gli fornirono un indirizzo falso : lo spedirono a Shanghai, mentre il con­ gresso si sarebbe tenuto nella vicina Hang-chow. Fu un errore, si doman­ da Hegner, o fu una subdola mossa da mettere in relazione agli attriti e­ sistenti tra Mao e Ch'en Tu-hsiu ?

Congressi-fantasma «

In effetti questi " congressi " non so­ no altro che montature organizzate dagli agenti del Comintern per poter trasmettere a Mosca notizie di suc­ cessi. Quanto questi raduni siano in­ significanti, lo si può arguire anche dal numero dei partecipanti al I I congresso nazionale del P.C.C. A Hang-chow sono presenti in tutto dodici delegati, che rappresentano un totale di 123 membri iscritti al partito. t!. tutto » ( Hegner, op. cit.). 47

diret tive del Comintern . Mosca tiene le redini del movi­ mento . Lenin , e i suoi rappresentanti a Shanghai , insis tono sulle tesi espresse nel 1 920 dal secondo congresso del l ' I n­ ternazionale comuni s ta : è necessario instaurare un gioco politico ampio ; bisogna as sociarsi ai democratici borghesi per dare il via con speranza di successo alla rivoluzione cont ro il governo centrale di Pechino . In Cina i democra­ tici borghesi sono riuniti nel gruppo cos tituito da Sun Yat­ sen : il Kuomintang . Il Kuomintang è l 'unico gruppo poli­ tico esistente prima della cos tituzione del P . C .C . , che per-

Queste le pa role del ma nifesto «

L'appoggio che il proletariato deve dare alla rivoluzione democratica non equivale ad una resa al capita­ lismo. È assolutamente necessario troncare il sistema feudale per dare il potere al proletariato ... Il successo della rivoluzione democratica giova anche alla classe capitalista... ( l 'op­ posizione fra capitalismo e proleta­ riato è cosa che riguarda il futuro ). Ma rag;giunto questo stadio, il prole­ tariato può lanciarsi nella seconda fase : la lotta per la dittatura del pro­ letariato, alleato ai contadini pove­ ri, contro la borghesia » ( stralcio dal manifesto del II congresso del P.C.C., da A documentary History of Chine­ se Communism, di C. Brandt, B. Schwartz, J.K. Fairbank, Atheneum , New York 1966 ).

Inevitabile l'abbraccio tra Kuomintanu e P.c.c. 7 «

La sostanziale accettazione delle tesi di Lenin sull'imperialismo e sul­ la lotta contro l'imperialismo, fece

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maturare in quegli anni le condizioni per un fronte unito tra il partito del­ la borghesia radicale, il Kuomintang, e i comunisti cinesi con l'appoggio di delegati e consiglieri del Comin­ tern » ( D . Guarnotta, op. cit.).

sun Yat·sen credeva di essere il PiO torte I negoziati con Sun Yat-sen comin­ ciarono nel luglio 1922. In agosto si parlò di una vera e propria alleanza. Nel gennaio 1 923 il P.C.C. e il Kuo­ mintang si fondevano in un fronte unito. I comunisti, secondo Paloczi­ Horvath ( op. cit . ) , potevano e dove­ vano aderire al Kuomintang " a tito­ lo personale " . Sun Yat-sen aveva chiesto e ottenuto assicurazioni che i comunisti non avrebbero tentato di imporre in Cina una dittatura del proletariato sul modello di quella af­ fermatasi in Russia. E inoltre, den­ tro di sé, nutriva la convinzione che egli avrebbe sempre avuto l'abilità e la forza per riuscire a tenere a fre­ no i comunisti entrati a far parte del Kuomintang.

segua una politica sociale. e abbia la s truttura e le caratte­ ri stiche di un vero partito politico . Prima di tutto ha un programma che si concreta nei " tre principi del popolo " : nazionalismo, democrazia e benessere popolare . Poi ha un capo riconosciuto : Sun Yat-sen , e u·n numero di proseliti che aumentano di giorno in giorno , specie fra la media e la piccola borghesia, ansiose di ottenere gradualmente del­ le riforme , senza perdere tutti i p rivilegi di cui finora han­ no goduto . La parola d 'ordine del Comintern , e quindi del 2° congresso del Partito comunista cinese , è chiara : allear-

un intriuo di manovre e contro manovre «

Sun Yat-sen, che sperava di rove­ sciare il governo di Pechino [ appog­ giato dai Signori della guerra ] , cer­ cava il consiglio e l'aiuto militare so­ vietico per l'attuazione dei suoi pia­ ni rivoluzionari. E mentre il Kuo­ mintang si riorganizzava basandosi sui modelli politici della Russia so­ vietica, il Partito comunista cinese negoziava con Sun Yat-sen, si allea­ va al suo partito e cospirava con i colleghi sovietici allo scopo di con­ quistare il potere » ( North, op. cit. ).

sun: oazzo o ribelle? « Agli occhi degli occidentali Sun Yat-sen apoariva in quegli anni di volta in volta come un pazzo inoffen­ sivo e come un pericoloso ribelle. » Cosi afferma Paloczi-Horvath (op. cit. ). Ma, per la verità, non era facile applicare un'etichetta precisa a Sun Yat-sen. Egli era in mezzo ad un pol­ verone politico che confondeva uo­ mini e cose. Solo Lenin ci aveva vi­ sto chiaro : Sun era l 'uomo capace di sollevare l 'immenso popolo cinese,

anche se i suoi principi erano contra­ ri alle teorie comuniste. Sulle mas­ se arretrate della Cina si poteva far leva solo col nazionalismo.

LA RIVOLUZIONE AGRARIA: ecco i l problema « Per riprendere possesso delle sue forze produttive, la Cina doveva ri­ guadagnare il terreno perduto, scrol­ larsi cii dosso i vincoli di dipendenza politica ed economica dalle potenze occidentali e dal Giappone... Per ri­ trovare le energie necessarie il Pae­ se aveva bisogno di una direzione politica capace di galvanizzare i con­ tadini. La rivoluzione cinese doveva essere un movimento antimperialista sulle cui bandiere fosse iscritta la parola d'ordine della rivoluzione a­ graria » ( lsaacs, La tragedia della rivoluzione cinese, trad. di B. Maffi, ed. Il Saggiatore l%7).

Collabora re o no con i l Kuomintang? « Mentre Ch'en Tu-hsiu non era af­ fatto convinto della necessità di col­ laborare con i democratici borghesi

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si col Kuomintang. Mao è d 'accordo su questa politica . Oltre a tutto il Kuomintang ha nelle sue file tutti quei con­ tadini che, per essere piccoli e piccolissimi proprietari di terra , sarebbero, secondo la teoria marxista, fra i nemici da sconfiggere , costituendo una frangia della classe capi­ talista. Ma i comunisti cinesi di estrazione contadina , come Mao, sanno quale miserevole vita conducano questi agricol­ tori , anche quelli che agli occhi della massa appaiono be­ nestanti . � logico quindi che Mao veda di buon occhio una collaborazione con il Kuomintang che si p ropone , tra l 'al-

del Kuomintang. Li Ta-chao... ab­ bracciò con entusiasmo la politica di collaborazione con Sun. Lo stesso fe­ ce Mao, perché il fine antimperiali­ sta dell'alleanza con Sun toccava una corda molto sensibile della sua per­ sonalità » ( Schram, op. cit.).

gno reduce dalla Francia, vestito al­ l'occidentale. Mao lo rimproverò. « Perché ? » chiese l'amico. « Vieni a vedere ,. rispose Mao. E lo portò ai cancelli del giardino della Concessio­ ne Internazionale, dove spiccava il cartello : « Vietato l'ingresso ai ca­ ni e ai cinesi » •

..suonatauliala a auai venduti" Pai Yli, compagno di Mao alla scuola normale di Changsha, passato in se­ �uito ai nazionalisti e divenuto pro­ fessore universitario a Formosa, rac­ contò a Stuart Schram alcuni episo­ di che dimostrano quali fossero le reazioni di Mao in quegli aQni. A Changsha, per esempio, mentre assi­ steva ad una partita di calcio fra la squadra della sua scuola e quella della scuola istituita dall'università americana di Yale in Cina per i ci­ nesi filo-occidentali, fu visto a un certo punto scattare in piedi e urla­ re ai compagni calciatori : « Suonate­ gliele a quei venduti agli stranieri! " ·

VI ETATO L' I N G RESSO Al CAN I E Al CI N ESI Racconta ancora Pai Yli che a Shan­ ghai, nel '24, Mao incontrò un campaso

l due fratelli a fianco di Mao « Verso il 1923 Mao poté valersi, per le questioni operaie, dell'aiuto di Liu Shao-ch'i, di Kuo Liansr;. di Li Li-san, di Lo Hslieh-tsan e della collabora­ zione dei suoi fratelli : Mao Tse-t'an e Tse-min, mentre per il lavoro di par­ tito aveva l'assistenza di Hsia Hsi e Hshiang Ching-yli. Altri due compa­ gni lo aiutavano inoltre nel " Nucleo giovanile comunista •. La sezione del­ l'Hunan del Nucleo giovanile, forte di circa 2000 membri , era la piu nu­ merosa della Cina. » ( Ch'en, op. cit.).

Ai ferri corti col governatore Il biografo Li Jui (op. cit.) ricorda che il 1 3 dicembre 1922 Mao Tse­ tung, nella sua qualità di presidente della associazione dei sindacati del-

tro. di rivedere le nonne fis.c ali che regolano i rapporti fra agricoltori e governo. Dopo la mancata partecipazione al 2° congresso, Mao torna a Changsha e continua la sua attività di agitatore politico fra i minatori . A Changsha è cambiato il governatore ; il nuovo, Chao Heng-t 'i, ha meno pazienza del suo predecessore e non si accontenta di mi­ nacciare Mao ; spicca contro di lui un mandato di cattura . Mao fugge a Shanghai dove rimane per tutto il 1 923 , salvo il tempo per recarsi al 3° congresso del P .C .C . che , questa volta, si tiene a Canton . I l congresso ribadisce ancora una

l'Hunan . fu ricevuto dal governatore Chao Heng-t'i per discutere l'atteg­ giamento del governo nei confronti d ei lavoratori della provincia. Secon­ do Mao, il governo provinciale avreb­ be dovuto impegnarsi a rispettare la libertà di associazione ed istituire una commissione permanente per di­ rimere le questioni sindacali. Il go­ vernatore Chao non prese posizione né rilasciò dichiarazioni ma confer­ mò di non aver intenzione di oppri­ mere i lavoratori. Piu tardi, in priva­ to, commentò : " Nell'Hunan non c'è posto per me e per Mao Tse-tung ».

gito qualche mese prima da Canton. I colloqui con Sun Yat-sen si con­ clusero con una dichiarazione comu­ ne, resa pubblica il 26 gennaio 1923 e che chiariva la oosizione rispettiva delle due parti : l'Unione Sovietica ri­ conosceva che le forze rivoluzionarie cinesi dovevano essere poste sotto la guida del Kuomintang e il Kuo­ mintang a sua volta si impegnava a collaborare con il P.C.C.

L'i nviato dei i'URSS si accorda con Sun Yat-sen

Questo il testo dell'accordo : « Il dot­ tor Sun è del parere che, data l'ine­ sistenza di condizion i favorevoli per una sua soddisfacente diffusione in Cina, non è possibile instaurare il co­ munismo e il sistema sovietico in Cina. I l signor Jotfe è completamen­ te d'accordo su questo punto ; egli ri­ tiene anche che i problemi piu impor­ tanti e piu urgenti della Cina siano il completamento della sua unifica­ zione nazionale ed il raggiungimen­ to dell'indipendenza. Il signor Joffe assicura il dottor Sun della calda simpatia che il popolo russo ha per la Cina e dell'appoggio che darà per il raggiungimento dei suoi fini » (Brandt, Schwartz, Fairbank, . op. cit.).

Nell 'agosto 1 922 giunse a Pe c hi no un inviato del governo dell'Unione So­ vietica , Adolf Abramovic Joffe, per trattare la ripresa dei rapporti diplo­ matici tra l'URSS e il governo di Pechino. Joffe si rese ben presto con­ to che a Pechino il debole governo, appoggiato dai " Signori della guerra ", non aveva serie intenzioni di conclu­ dere le trattative. Prosegui quindi il suo viaggio verso il Giappone. E in Giappone incontrò Sun Yat-sen fug-

"Non si può Instaurare Il comunismo In Cina"

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volta la necessità della collaborazione con il Kuomintang che , nella persona di Sun Yat-sen , ha preso contatti diretti con i l governo dell 'URS S . Al terzo congre s so del P . C .C . , Mao riesce a rafforzare la sua posizione pe rsonale i n seno al partito ed ottiene la nomina a capo dell 'ufficio organiz­ zativo . I suoi compiti lo portano ad una s t retta collabo ra­ zione con il Kuomintang, e nel gennaio 1924 , quando si riu­ nisce a Canton il primo congresso del Kuomintang, egli en­ tra a far parte del comitato esecutivo centrale del Part i t o nazionalista in qualità di membro supplente . •

STUDIANO MARX COME HANNO STUDIATO CONFUCI O Nel novembre 1 922 s i tenne in Rus­ sia il IV congresso dell'Internaziona­ le comunista. Durante il suo inter­ vento, il rappresentante russo Karl Radek disse : « Quando il compagno cinese viene a dirci, noi [comunisti ] abbiamo messo radici in tutta la Ci­ na, io debbo dirgl i : onorevole com­ pagno, non è male che iniziando un lavoro ci si senta abbastanza forti per portarlo a buon fine ; ma si deb­ bono però vedere le cose come sono. I compagn i che lavorano a Canton e a Shanghai non hanno saputo af­ fatto legare con le masse operaie. Molti di loro si chiudevano nella loro camera a studiare Marx e Lenin co­ me un tempo si studiava Confucio. Compagni, voi dovete comprendere che in Cina non sono all'ordine del giorno né la questione dell'avvento del socialismo, né quella della re­ pubblica sovietica. Disgraziatamente, in Cina non è ancora storicamente all'ordine del giorno neppure la que­ stione dell'unità nazionale e di una repubblica nazionale unita » ( Carrère d'Encaus � e-Schram, op. cit. ). 52

La "Santa Alleanza " Mao, nel giugno 1 923, prese parte al terzo congresso nazionale del P.C.C. a Canton. I delegati erano trenta e rappresentavano 342 iscritti. Era un congresso caldo : si trattava di accet­ tare o no l 'incalzante esortazione del Comintern a costituire un fronte uni­ to con il Kuomintang.

I l ca rrieri sta Mao Tse-tu ng «

Al II I congresso del partito venne deciso che i comunisti avrebbero la­ sciato anche il controllo del movi­ mento sindacale al Kuomintang. Chang Kuo-t'ao [ piu tardi rivale di Mao in seno al partito ] ebbe a dire in seguito che, in quell'occasione, Mao Tse-tung sostenne inizialmente l'indipendenza sindacale, ma poi cambiò orientamento al suo voto, quando ebbe trionfato il punto di vi­ sta opposto, per far carriera nel suo partito » ( Schram, op. cit,).

Chiani! Kai-shek c o n la moglie e l 'americano gen. Wedemeyer

ALL'INFUORI DELLA PARTECIPAZIONE ai vari congres­ si, non si sa bene che cosa faccia Mao Tse-tung in questi anni . I suoi biografi sono piuttosto reticenti in proposito, nel timore , forse, di interpretare in modo equivoco la fi­ gura di Mao , funzionario di due partiti che collaborano si su un piano teorico, ma che , in realtà, sono agli antipodi come programmi e metodi d'�zione . In effetti il lavoro di Mao nel Kuomintang è poco apprezzato dai compagni co­ munisti. Egli viene , anzi , criticato apertamente , tanto da ritenere opportuno, sul finire del 1 924 , di concedersi un

IL KUOMINTANG

Troppi nomi per un solo partito Il Kuomintang non si chiamò sem­ pre cosi. Nel 1895, Sun Yat-sen ave­ va battezzato il suo gruppo Associa­ zione per la restaurazione della Cina. Nel 1905 Sun Yat-sen riorganizzò il suo movimento e lo ribattezzò Al­ leanza cinese. Soltanto nel 1912 ( do­ po la proclamàzione della repubbli­ ca) gli cambiò il nome in Kuomin­ tang o Partito nazionale cinese. Lo stesso 1912 vide l'esordio del partito in campo parlamentare. Abolito il parlamento dal ptimo presidente del­ la repubblica, l'ex ministro imperia­ le Yuan Shih-k'ai, il Kuomintang fu posto fuorilegge. Sun Yat-sen si ri­ fugiò allora in Giappone e in Giap­ pone il partito cambiò ancora una volta nome diventando Partito rivo­ luzionario cinese. ·'Nel 1919, al ritor­ no di Sun in Cina, il nome di Kuo­ mintang fu ripreso definitivamente.

Il ruolo di Michail Borodin Le vicende del nome segnano i n fon­ do le tappe della storia stessa del partito, le cui caralteristiche rima54

sero a lungo incerte, soprattutto a causa del confluire in esso di ele­ menti delle piu svariate tendenze po­ litiche. L'aiuto sovietico e l'alleanza con i comunisti si rivelarono elemen­ ti vitali per il Kuomintang e per la sua organizzazione. Notevole fu l'in­ fluenza dell'inviato russo Michail Bo­ rodin, giunto in Cina nel 1923.

Mao nel Kuomi ntang « M ao che nel corso del I I I congres­ so del Partito comunista cinese era entrato a far parte del Comitato cen­ trale del partito, raggiungendo quin­ di la prima carica di una certa im­ portanza in campo politico, nel gen­ naio 1 924 partecipò al primo con­ gresso del Kuomintang e fu eletto membro dell'esecutivo di questo par­ tito » ( Paloczi-Horvath, op. cit.). ,

Guardato con sospetto dai compagni « Mao Tse-tung si gettò nel suo com­ pito di organizzare la cooperazione con il Kuomintang con tanto entu­ siasmo che ben presto fu guardato con sospetto entro il suo stesso par­ tito » ( Schram, op. cit.). Ma quale

periodo di riposo e riflessione nella pace del suo villaggio natale , Shaoshan . Nel gennaio 1 925 si tiene a Shanghai il quarto congresso del P.C .C. Mao è lontano e non potrà quindi partecipare ai lavori . Ma egli non è certo uomo da starsene quieto in campagna . Il ritorno a Shaoshan richia­ ma anzi la sua piu viva attenzione sulla situazione conta­ dina. La miseri a è diventata, a distanza di quattordici anni da quando Mao ha lasciato il paese, la condizione di vita generale di tutta quanta la società contadina . Mao vuole rovesciare per sempre questa situazione . I suoi bersagli so-

era la vera posizione di Mao nel Kuomintang? Secondo alcuni Mao era il segretario di Hu Han-min, membro influente del Movimento. Secondo al­ tri non è vero che ricoprisse la cari­ ca di segretario ; era si e no un atten­ dente agli ordini di Hu.

Deviazionista di destra ? " L'inverno seguente [fra il 1 924 e il '25 ] tornai nello Hunan per riposa­ re: a Shanghai mi ero ammalato » ( racconto di Mao a Snow, op. cit.). Chang Kuo-t'ao, riferendosi al ritor­ no di Mao nell'Hunan, avrebbe piu tardi commentato che Mao non ave­ va lasciato Shanghai di sua iniziati­ va, ma era stato allontanato dal Par­ tito comunista per il suo deviazio­ nismo di destra. Fonti nazionaliste vedono invece nel ritiro di Mao il ri­ sultato dei contrasti sorti fra il re­ sponsabile del Kuomintan� a Shan­ ghai e Mao stesso. Lo storico Brandt, nella sua opera Stalin's Failure in China 1924-1927 (Harvard, Londra 1 958), interpreta il soggiorno hunane­ se di Mao nel 1925 ed il suo dedi­ carsi al problema contadino come un ripiegamento su compiti meno importanti. Effettivamente Mao non

aveva allora un'esperienza sindacale tale da permettergli di svolgere in modo soddisfacente il suo lavoro fra il proletariato urbano.

una taalia sulla testa di Mao Ma forse Mao ritornò al suo paese perché gravemente ammalato di pol­ moni ( Paloczi-Horvath). Fu un lungo periodo di riposo nell'aria e nell'am­ biente nativi. La cura sorti l'esito de­ siderato e Mao si ristabili abbastan­ za in fretta. A Shaoshan riprese con­ tatto diretto con i contadini, · e tornò a interessarsi vivamente dei loro problemi. La provincia era dispotica­ mente dominata da un " Signore del­ la guerra • che passava rapidamente alle vie di fatto, facendo giustiziare gli agitatori. Mao si trovava in una duplice difficile posizione di fronte al­ l'autorità. Era comunista, ed era fun­ zionario del Kuomintang. Si mime­ tizzava bene in mezzo ai contadini, oarlando correntemente il loro dia­ ietto ; ma questo non lo poneva al si­ curo da sgradevoli sorprese. Nel giu­ gno 1 925 la polizia mise una taglia sulla sua testa. 55

no i gravami pesantis simi imposti dai p rop rietari dei ter­ reni, le tasse esagerate , i cento aspetti del malcos tume governativo . Fin tanto che le autorità di Changsha , venu­ te a conoscenza della sua attività, non decidono di reagi­ re . Per evitare l 'arresto , nel giugno 1 925 , Mao lascia l 'Hu­ nan per Canton dove partecipa alla costi tuzione di una scuola per " organizzatori del movimento contadino " . Fra i colleghi d 'insegnamento c 'è un suo compagno di s tudi che è stato in Francia e che da poco è tornato in patria : Chou En-lai . Il 1 2 marzo di questo stesso 1 92 5 , muore

Anche Chou En-lai alla scuola di Canton « Il corso affidato a Mao era il sesto, formato da 327 studenti provenienti da 19 provincie, i quali dovevano presenziare, durante quattro mesi, a 252 lezioni » ( Ch'en, op. cit. ). Assai interessanti i programmi d i studio della scuola di Canton. Erano messi sullo stesso piano l'esegesi del pensie­ ro di Sun Yat-sen, e la storia del Kuo­ mintang. Alle condizioni politiche ed economiche della Russia era dedi­ cato un numero di ore maggiore di quello programmato per Sun Yat-sen e per il Kuomintang. Qualche ora di meno di quelle previste per la Rus­ sia veniva riservata per lo studio del mondo capitalista. Mao teneva un corso su i problemi dei contadini. Chou En-lai sul movimento contadi­ no e sulle campagne militari.

Pochi i conta d i n i delle " Unioni" Nonostante l o scarso interesse dimo­ strato dal partito per le masse con­ tadine, fin dal 1921 un agitatore co­ muni sta di nome P'eng P'ai aveva in­ cominciato ad organizzare e a riu56

nire in gruppi i contadini della sua regione, il Kwangtung. Primo traguar­ do : ottenere una riduzione degli af­ fitti. Una statistica ufficiale ci fa sa­ pere che i contadini iscritti alle U­ nioni nel maggio 1925, data alla qua­ le fu tenuto nel Kwangtung il t• con­ gresso delle Unioni contadine , erano 200.000 . Una cifra irrisoria, anche se rapportata alla sola popolazione del Kwangtung : 36 milioni di abitanti ( notizie da Guillermaz, op. cit . ) .

I l testamento di Sun Yat-sen « Ho dedicato per 40 anni la mia vi­ ta alla causa della rivoluzione nazio­ nale, i cui obiettivi sono la libertà e l'uguaglianza della Cina. L'esperien­ za mi ha dimostrato che è necessa­ rio risvegliare le masse popolari per raggiungere tali scopi e lottare a fianco di quei popoli del mondo che considerano il nostro popolo alla pari. La rivoluzione non è ancora compiuta : tutti i nostri compagni de­ vono adoperarsi incessantemente per la sua realizzazione ispirandosi ai miei scritti : I tre principi del popolo e il Manifesto del primo congresso nazionale. Il mio prossimo obiettivo, l'apertura del congresso nazionale e

Sun Yat-sen . La collaborazione fra Kuomintang e Parti­ to comunista cinese, già incrinata , subisce un duro col­ po. Mao però tiene troppo a portare avanti l 'azione ormai iniziata, e continua la sua attività nel Kuomintang. In questo periodo ottiene la nomina a direttore del settima­ nale politico nazionalista e, dall 'ottobre 1925 , è a capo, di fatto, della sezione per la propaganda del Kuomintang. Sarebbe questa una p rova che , nel presente momento , il Kuomintang è sotto l 'influsso della sua ala piu progres si­ sta. Riuscirebbe altrimenti difficile spiegare come Mao Tse-

l'abolizione delle concessioni stranie­ re, deve essere realizzato nel piu bre­ ve tempo possibile. Queste sono le mie ultime volontà » ( Hegner, op. cit . ) .

"Voglio che il Kuomintana marci con voi mano nella mano" « Cari compagni, colpito da un male incurabile, il mio pensiero va a voi, e all'avvenire del mio partito e del mio Paese. Voi siete i capi di una li­ bera e grande unione di repubbliche. Questa unione è l'eredità lasciata dall'immortale Lenin a:i popoli op­ pressi del mondo... Ho dato ordine al Kuomintang di continuare il mo­ vimento della rivoluzione nazionale perché la Cina possa liberarsi dalle . costrizioni della situazione semi-co­ loniale imposta · dall'imperialismo. A questo scopo ho dato istruzioni al Kuomintang di continuare a marcia­ re insieme a voi la mano nella ma­ no » ( stralcio dall'ultimo messaggio di Sun Yat-sen al Comitato esecuti­ vo centrale dei soviet dell'URSS ).

oue anni dopo, la ronura « L'ultima speranza di Sun Yat-sen non doveva realizzarsi e sarebbero

stati sufficienti due anni per arrivare alla rottura tra i due partiti rivolu­ zionari » ( Guillermaz, op. cit . ) .

Mao : "SONO I CONTADINI IL CENTRO DI GRAVITÀ" Mao Tse-tung, nella sua veste di vice­ direttore per la propaganda del Kuo­ mintang, presentò un rapporto al I I congresso nel quale t r a l'altro era detto: « Il successo di un partito di­ pende necessariamente dal fatto che esso ha un centro di gravità. Il cen­ tro di gravità del Kuomintang è ce­ lato tra le innumerevoli masse dei contadini sfruttati. La sezione per la propaganda deve attirare senza so­ sta l 'attenzione dei membri del par­ tito su questo punto, e indirizzarli ad appoggiarsi maggiormente su ta­ le centro di gravità » ( riferito da Schram, op. cit . ) .

"l com u n i sti ci danneggiano" « D a quando i comunisti sono stati ammessi nel Kuomintang, la loro propaganda oer la cacciata degli im­ perialisti della Gran Bretagna, della Francia, degli Stati Uniti e del Giap57

tung, uomo di notoria fede comunista, abbia tante e impor­ tanti cariche . La conferma di questo slittamento a sinistra si avrà durante il 2° congresso del Kuomintang, tenuto a Canton dal 4 al 1 9 gennaio 1 926 ( Mao, che ha perso due congressi del P . C .C . , non perde questo ) , dove l 'ala sinistra ot tiene una chiara egemonia sulle altre correnti del par­ tito. Per reagire a tale situazione , l 'ala destra organizza un tentativo di colpo di stato militare , noto come " col­ po di Canton " , avvenuto il 20 marzo 1 926 . Promotore del pu tsch è Chiang Kai-shek, generalissimo delle forze armate

pone, tende a minare il prestigio in­ ternazionale del Kuomintang. Il loro proposito è di obliterare il nostro partito " ( proclama dell'ala destra del Kuomintang, Isaacs, op. cit.).

Le mire territoriali della Russia Intervento di Chiang Kai-shek a un congresso del Kuomintang: « Noi non dobbiamo credere piu del 30% di quanto ci raccontano i russi. I so­ vietici hanno un unico obiettivo e cioè di fare del Partito comunista cinese uno strumento della loro po­ litica estera ... Il loro obiettivo è quel­ lo di trasformare le provincie nord­ orientali [cioè la Manduria] , la Mon­ golia, il Sinkiang e il Tibet in terri­ tori sovietici come " Stati indipen­ denti • con uno statuto semicolonia­ le. Sono convinto che essi vogliono separare dalla Cina anche altre pro­ vincie " ( Hegner, op. cit.).

Viene alla ribalta CH IANG KAI-SH EK Quando, nel 191 1-12, l'Impero cinese crolla e viene instaurata la prima re­ pubblica, Chiang Kai-shek ha 24 an58

ni, essendo nato da un agiato mer­ cante della regione di Chekiang nel 1 887. Avviato alla carriera militare, frequenta nel 1 906 l'Accademia cine­ se di Paoting e si trasferisce nel 1907 al collegio militare di Tokio. A Tokio aderisce alla società Alleanza cinese fondata da Sun Yat-sen. Allo scopo pio della rivoluzione del 191 1 , rien­ tra prontamente a Shanghai per se­ guire da vicino gli avvenimenti del suo Paese. Poco si sa della sua atti­ vità negli anni successivi. Egli avreb­ be abbandonato la carriera militare per dedicarsi all'attività di agente di cambio con alterna fortuna. Nel 1 922 è al fianco di Sun Yat-sen a Canton, durante una delle periodiche fughe del Padre della Patria. E Sun lo in­ via nel luglio 1923 a Mosca per stu­ diare i metodi e i sistemi organizza­ tivi dell'Armata rossa. Al suo rien­ tro in Cina, dopo 6 mesi, grazie alla stima dimostratagl i dal rappresen­ tante del Comintern, Borodin, e da­ gli esperti militari sovietici, riceve la nomina a direttore dell'Accademia militare cinese di Whampoa, fondata nel maggio 1 924. � l'inizio della sua ascesa in campo militare e politico.

nazionaliste e comandante della scuola militare di Wham­ poa , che sorge presso Canton . La scuola ha un sovietico, Bllicher, come consigliere militare e un comunista, Chou En-lai, come commissario politico. Il colpo si conclude con l 'arresto, ordinato da Chiang Kai-shek, degli esponenti del P .C .C . di Canton , compreso Chou En-lai , poi rilasciato . Chiang, per gius tificarsi, parlerà di un tentativo di rapi­ mento organizzato contro di lui da un ufficiale di marina comunista. Con questa prova di .forza , Chiang toglie di mezzo il capo del Kuomintang , Wang Ching-wei , successore

In una mattina padrone assoluto di Canton " Poco prima dell'alba del 20 marzo 1 926, le truppe di Chiang entrarono in azione prendendo a pretesto il comportamento, sedicentemente mi­ naccioso, della cannoniera Chung­ shan, che aveva gettato l'ancora al largo di Whampoa. I reparti di Chiang eseguirono gli ordini che egli aveva impartito, arrestando tutti i propagandisti politici aggregati alle unità sotto il suo comando, facendo irruzione nella sede del comitato di sciopero di Canton-Hongkong, e se­ questrando tutte le armi che vi si trovavano. I consiglieri russi che ri­ siedevano a Canton furono sottoposti ad arresto domiciliare. La mattina vide Chiang Kai-shek padrone asso­ luto di Canton " (Isaacs, op. cit.).

pagni ne hanno tenuto conto. » Cosi commentava il colpo di stato un gior­ nalista cinese ( da " China Weekly Re­ view", 104-1 926).

Di fronte al "colpo" i russi fecero i sordi « Lenin aveva ammonito di non ce­ dere l'egemonia ai " democratici bor­ ghesi " : Stalin era piu che disposto ad ammettere che i comunisti cinesi .la cedessero a un dittatore militare " ( Isaacs, op. cit.). Una presa di posi­ zione del genere avrebbe potuto a­ prire una crisi nel P .C.C. Il colpo di Chiang Kai-shek non era facile da giustificare. Anzi era veramente dif­ ficile " colorarlo di rosso ". Per que­ sto i russi preferirono seppellirlo nel piu oscuro dei silenzi.

L'ala antirossa del Kuomintang

Dov "era al lora Mao Tse-lung ?

" L'ala destra o antirossa del Kuo­ mintang, che ha i suoi punti di forza a Pechino e Shanghai... gode di non piccole simpatie e aiuti fra gli ele­ menti meno radicali del Kuomin­ tang di Canton. Chiang ed altri com-

Le fonti comuniste sono tutt'altro che precise nel riferire i movimenti di Mao dopo il II congresso del Kuo­ mintang. Dal canto loro, le fonti na­ zionaliste e occidentali ignorano o quasi l'esistenza del trentatreenne 59

di Sun Yat-sen , e si sostituisce a lui come -capo politko e militare del parti to . O rmai lo scontro fra P.C . C . e Kuomin­ tang non si può piu nasconde re . Nonostante ciò i due par­ titi stabiliscono delle intese per il lancio congiunto di al­ cune iniziative sociali e soprattutto per mettere in marcia la " spedizione punitiva " contro i " Signori della guerra " e contro il governo conservatore di Pechino . Questo rima­ neva, infatti , il vero scopo di un 'alleanza altrimenti difficil­ mente gius tificabile . Intanto l 'ala dest ra del Kuomintang lavo rava per prendere decisamente il sopravvento . •

maestro di Changsha. Mao stesso nei colloqui con Snow non scende in particolari. Accenna al suo lavoro nel Kuomintang, a Canton, « fin qua­ si al momento del colpo di stato di Chiang nel marzo 1926 », e continua dicendo che, dopo la riconferma del­ l'alleanza tra il Partito comunista ci­ nese e il Kuomintang, egli andò a Shanghai.

« Avremmo potuto prendere il pote­ re a Canton, ma non avremmo po­ tuto conservarlo. Saremmo stati sommersi in un mare di sangue. A­ vremmo tentato di farlo se soltanto avessimo avuto un 25% di possibilità di sopravvivere al colpo per un an­ no » ( riferiti da Ch'en, op. cit.).

Continua la lotta tra Kuomintang e P.C.C.

Le conseguenze del colpo del 20 marzo

Nel 1926 Chiang Kai-shek fa due alt � i balzi in avanti. Si fa eleggere presi­ dente di due commissioni-chiave del Kuomintang: quella organizzativa e quella militare. I comunisti sembra­ no disorientati. Forse non hanno ca­ pito il gioco del generale ( cosi, Heg­ ner ). Sta di fatto che Chiang non perde tempo e avendo sufficiente po­ tere in mano, inizia la campagna mi­ litare contro i " Signori della guerra " del Centro-nord .

La prima, e apparentemente la piu c l amorosa conseguenza del colpo di Canton, commenta il Guillermaz (op. cit.), fu il ritiro di Wang Ching-wei, messo in angolo dalla mossa di Chiang. Rassegnate le dimissioni da presidente del governo nazionale, Wang se ne parti alla volta della Francia. La seconda conseguenza, as­ sai piu importante per gli sviluppi politici cinesi, fu la mano libera che Chiang ottenne nel Kuomintang. Egli la usò nell'orientare a destra tutto il Movimento, e nel preparare la rottu­ ra con i comunisti.

Il parere di Trotskij « Mentre si stava preparando ad as­ sumere la funzione di boia, Chiang Kai-shek desiderava la protezione del mondo comunista, e la ottenne. »

60

E

quello di Borodin

Mao Tse-tung passa in rivista le truppe (ottobre 1949)

MAO , TORNATO A SHANGHAI dopo il congresso di Can­ ton , assume la direzione della sezione contadina, appena costituita dal P.C .C. Intanto prepara uno s tudio che vedrà la luce nel maggio 1 926, Analisi delle classi della socie tà cinese. Si tratta della prima opera importante , dopo la sua definitiva accettazione delle teorie marxiste . Ma ciò non basta a soddisfarlo . Mao si sente uomo d 'azione oltre che studioso. Cos i , dall 'agosto 1 926 al maggio 1 927, si reca nel­ l 'Hunan per smuovere e organizzare la massa del braccian­ tato agricolo . � durante questo soggiorno che scrive la

oooorrunismo di daslra oooorrunismo di sinistra Mao Tse-tung scrisse il saggio intito­ lato Analisi delle classi della società cinese " per combattere due for­ me di deviazione allora esistenti nel partito. I fautori della prima, il cui maggior rappresentante era Ch'en Tu-hsiu, si interessavano solo alla cooperazione col Kuomintang e di­ menticavano i contadini; era oppor­ tunismo di destra. I fautori della se­ conda, il cui maggior esponente era Chang Kuo-t'ao, accordavano la loro attenzione solo al movimento ope­ raio e dimenticavano anch'essi i con­ tadini ; era opportunismo di sini­ stra... Mao mostrò allora che l'allea­ to piu fedele e piu numericamente forte del proletariato cinese era raP­ presentato dai contadini ,. (nota a

chiedeva una politica agraria di pro­ fonde riforme e un'organizzazione ef­ fettiva dei contadini diretta dal Par­ tito comunista, e proibi che fosse pubblicato dagli organi centrali del partito ,. ( racconto di Mao Tse-tung a Snow, op. cit. ) .

--·

Scritti filosofici, politici e militari 1927-1964, di Mao Tse-tung, trad. di M. Antomelli , Feltrinelli 1968 ).

Mao censuralo «

Ch'en Tu-hsiu attaccò le idee espres­ se nel mio opuscolo [Analisi delle classi della società cinese] , dove si 62

Romanticismo e politica nella sua prima poesia Solitario sto nel gelido autunno l'acqua del Hsiang scorre verso nord oltre l'isola degli Aranci. Vedo i pendii rosseggianti di tante [montagne falda a falda i boschi si tingono di [rosso; dove oiu verde è il fiume centinaia di barche lottano con la [corrente. " · Cmidu� si qui t�ti e taO:ti �onipa i : Ricordo anni e mesi eccezionali e [ densi. Eravamo allora giovani studenti esuberante la nostra mente; con fervore di adepti rigidamente [sicuri accusavamo. Puntavamo il dito verso la nostra [ terra



·

sua p rima poesia, intitolata Changs h a. Ma non indugia in compiacimenti letterari . L'azione politica è ora la sua forma di vita, ed essa si concentra sul problema agrario. Sul finire del 1 92 6 , alla testa delle leghe contadine , che pare raccolgano ormai quasi un milione di aderenti , dà il via alla confisca delle terre dei grossi proprietari . � un grave arbitrio anche nei confronti delle direttive del par­ tito. I ntanto però, nel marzo 1 927, pubblica un nuovo sag­ gio, dove raccoglie il frutto delle sue piu recenti esperien­ ze ; lo intitola Inch ies ta sul movimento con tadino nell'Hu-

parole vibranti nei nostri scritti letame i nobili potenti del tempo. · M �o T � e-tim , ch�n sh� . po�si� composta nell'autunno 1926, tradu­ zione dal cinese di Renata Corsini Pisu, appendice a Ch'en, op. cit.)

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L'INCHIESTA SULL'HUNAN

" Come un uragano si muoveranno i contadini"

« Fra breve, centinaia di milioni di contadini si solleveranno in tutta la Cina, da nord a sud, con la furia di un uragano. Spezzeranno tutte le ca­ tene che li legano, e si lanceranno sulla strada della liberazione. Gli im­ perialisti, i Signori della guerra, i funzionari corrotti, i malvagi possi­ denti saranno sterminati. Tutti i par­ titi rivoluzionari saranno chiamati a giudizio da loro. Ci metteremo noi al loro comando? oppure ci limiteremo a criticarli ? o ancora, li combattere­ mo dal campo avverso ? Ogni cinese può scegliere fra queste tre àlterna­ tive, ma la situazione attuale richie­ de una decisione immediata " (Mao Tse-tung, Inchiesta sul movimento contadino nell'Hunan, da Brandt, Schwartz, Fairbank, op. cit.).

Una coincidenza significativa A proposito dell'inchiesta di Mao pubblicata sul " Supplemento al Set­ timanale Centrale" [ rivista del Kuo­ mintang] , Ch'en ( op. cit.) fa una os-, servazione interessante: « La secon­ da parte dell'inchiesta corrisponde quasi punto per punto alle dodici istruzioni inviate al P.C.C. dal Comin­ tern il 16 dicembre 1926 " ·

Pio di mille morti nella rivolta di Shanghai Due tentativi rivoluzionari falliti e uno, il secondo, pagato con un pe­ sante scotto di sangue ( non meno di 200 le esecuzioni · capitali ordinate dal comandante della piazza di Shan­ ghai) si erano già avuti prima del 21 marzo 1927, quando gli operai scen­ dono di nuovo in sciopero a Shan­ ghai. A mezzogiorno la città è para­ lizzata. Gli operai - sono almeno 600.000 - disarmano le forze di po­ lizia, poi le forze . governative, e alle 6 pomeridiane del 22 marzo sono pa­ droni della città. I soldati di Chiang Kai-shek entrano in una Shanghai liberata dalle truppe governative ed 63

nan . Scopo della pubblicazione : richiamare l 'attenzione dei compagni e dei dirigenti sul problema agrario da lui ritenuto p reminente su ogni altro . Ma ci sono altri gra­ vissimi e u rgenti problemi che assillano nel marzo i diri­ genti comunisti . Il Kuomintang - ormai nettamente diviso in due nuclei, uno di destra e uno di sinistra - si difende dalle infiltrazioni marxiste con una lotta sis tematica con­ tro il movimento comunista. Fra marzo e aprile , approfit­ tando della rivolta operaia scoppiata a Shanghai contro il governo conservatore del Nord , Chiang Kai-shek decide di

esultante per la vittoria. Che cosa farà ora Chiang Kai-shek? Il comu­ nismo si è rafforzato con la vittoria di Shanghai. La decisione non tarda a venire. Il 12 aprile 1927, gli operai di Shanghai vengono disarmati e chi resiste è fucilato sul posto. Il nume­ ro dei morti superò certamente il migliaio. Chou En-lai, che era fra gli insorti, sfuggi alla cattura.

La testimonianza di André Malraux Lo scrittore francese André Malraux, testimone oculare della rivolta, cosi descrive una pattuglia di insorti nel suo romanzo La condition humaine : tutti operai delle filature, « Erano vestiti di tela blu ... Due tenevano un fucile sotto il braccio, la canna rivol­ ta verso terra. Sette erano armati di rivoltelle ;. uno teneva in mano una granata, mentre altri ne avevano in tasca. Una trentina erano armati di coltelli, mazze, baionette ; otto o die­ ci, senza armi, stringevano in mano stracci, bidoni di petrolio, rotoli di filo spinato. Un ragazzo esaminava, come fossero sementi, dei grossi chiodi che prendeva da un sacco. Pa­ reva la corte cfei miracoli, ma sotto la divisa dell'odio e della decisione ». 64

L'attacco nazionalista coglie di sorpresa solo gli operai « Alle 4 antimeridiane del 12 aprile, uno squillo di tromba si levò nel quartier generale di Chiang Kai-shek, sulla Route Ghisi. Simultaneamen­ te, si legge nella " China Press" del 13 aprile 1927, le mitragliatrici si

scaricano in un crepitio incessante.

Lanciato all'ora prestabilita nei quartieri di Chapei, Nantao, Woo­ sung, Pootung, Jessfield, e nel Di­ stretto occidentale, l'attacco non sor­ prese nessuno fuorché gli operai, da­ to che, come informava il locale quotidiano britannico " North China Daily News " del 13 aprile 1927, tutte

le autorità interessate, cinesi e stra­ niere, vennero segretamente infor­ mate, dopo la mezzanotte, di ciò che sarebbe avvenuto alle prime luci del­ l'alba » ( lsaacs, op. cit.).

Chiang Kai-shek "alleato del feudalesimo" Il manifesto del V congresso del P.C.C. dichiara: « Noi comunisti ab­ biamo formato il fronte unito ed ab­ biamo partecipato alla spedizione

muoversi . Ha dalla sua i grossi commercianti e banchieri del luogo , nonché gli stranieri residenti nel quartiere delle conces sioni . L'azione dell e t ruppe di Chiang è dura e sof­ foca nel sangue la ribellione p roletaria. La reazione si estende anche al Nord e s i frantuma in mol ti drammatici episodi . Il 28 aprile 1 927, a Pechino , viene ucciso, tra gli altri , uno dei due " p rofeti " del comunismo cinese : Li Ta­ chao. Gli scontri fra le opposte fazioni divampano un po' dappertutto . Mao, che è nell 'Hunan , fugge nel Kiangsi , poi raggiunge la città di Wuhan . E in questa atmosfera caoti-

contro il Nord perché era di natura antimperiali!!ta; ma durante la spedi­ zione, Chiang Kai-shek ha voltato a suo vantaggio la vittoria, schiaccian­ do le masse proletarie. Chiang Kai­ shek non è soltanto il leader della borghesia ma anche l'alleato del feu­ dalesimo » (da Brandt, Schwartz, Fairbank, op. cit.) .

Pesanti accuse a Ch'en Tu-hsiu Mao, parlando con Snow, attribui­ sce gravi colpe a Ch'en Tu-hsiu che chiudeva gli occhi dinanzi agli atteg­ giamenti di Chiang Kai-shek, e rac­ comandava perfino la moderazione. Secondo lui, anzi, si dovevano fare altre concessioni al Kuomintang.

Ma Stalin gli dava ragione Non solo Ch'en, ma Stalin stesso cre­ qeva nel Kuomintang di sinistra di Wuhan : « Il colpo di stato di Chiang Kai-shek significa che nella Cina me. ridionale ci saranno d'ora in poi due campi, due governi, due eserciti, due centri ; il centro della rivoluzione a Wuhan e il centro della controrivo-

luzione a Nanchino... la politica di stretta collaborazione fra gli elemen­ ti di sinistra e i comunisti in seno al Kuomintang acquista oggi una for­ za particolare e senza di essa la vit­ toria della rivoluzione è impossibile » ( Stalin, I problemi della rivoluzione cinese, aprile 1927, da Documenti sul­ la rivoluzione cinese, op. cit.).

La questione aararia pomo della discordia Racconta Mao : « Le mie richieste [ durante il V congresso] di una ra­ pida intensificazione della lotta nelle campagne non vennero tenute in nes­ suna considerazione, anzi il Comita­ to centrale, dominato anch'esso da Ch'en Tu-hsiu, rifiutò addirittura di prenderle in esame » ( Snow, op. cit.).

11 1e1euramma di _stalin Il 30 maggio 1927, a proposito della questione agraria, Stalin telegrafa al P.C.C . : « Confiscare le terre, ma non toccare quelle degli ufficiali dell'e­ sercito, frenare lo zelo eccessivo dei 65

tica, proprio a Wuhan, sede del Kuomintang di sinistra, il 27 aprile 1 927 si apre il so congresso del P.C.C. Le diret­ tive di Mosca sono di continuare la collaborazione con l 'ala sinistra del Kuomintang. Mao, responsabile delle confische di terreni nell 'Hunan , operate in contrasto con le direttive del partito, è privato del diritto di voto al congresso . I l colpo per lui è indubbiamente grave. Lascia il congresso, accampando la scusa di un ritorno della febbre malarica di cui effettivamente soffre da qualche anno. Il congresso, nonostante la precedente censura , gli attribuisce , all 'ulti-

contadini con il potere degli organi centrali del partito . . "· .

"Capitolazioliismo di destra" Il 7 agosto 1927 « sotto l'accusa di capitolazionismo di destra " ( la pre­ cisazione è di Guillermaz) il segre­ tario generale del P.C.C., Ch'en Tu­ hsiu, veniva defenestrato. La riunio­ ne dei massimi esponenti comunisti, che doveva preqdere una cosi impor­ tante decisione, l'aveva voluta Besso Lominadze, nuovo rappresentante del Comintern in Cina.

Ch'an Tu-hslu Il capro espiatorio Il capro espiatorio per il fallimento dell'alleanza col Kuomintang era sta­ to trovato ; ma evidentemente egli non aveva agito da solo. I collabo­ ratori di Ch'en Tu-hsiu tremavano te­ mendo di poter essere coinvolti. Si affrettarono pertanto a gettare tutte le responsabilità sulle spalle di Ch'en Tu-hsiu, c il cui maggior delitto era stato lo sforzo di eseguire pedisse­ quamente gli ordini in arrivo da Mo­ sca ,. ( Isaacs, op. cit.). 66

Il dUBIID Trotskil ·Stalin Nella primavera del 1927 scoppia vio­ lentissima, nell'Unione Sovietica, la polemica tra Stalin e Trotskij a pro­ posito della situazione cinese. StaUn c Il colpo di stato di Chiang Kai-shek significa che la rivoluzione è entrata nella seconda tappa del suo svilup­ po; che è cominciata la svolta dalla rivoluzione del fronte unito di tutte le forze nazionali, alla rivoluzione delle masse operaie e contadine. • Trotsklj « Dalle tesi di Stalin si potrebbe de­ durre che il proletariato può sepa­ rarsi dalla borghesia solo dopo che quest'ultima lo ha respinto, disarma­ to, decapitato e calpestato. ,. Stalln « lottando in un solo fronte con gli elementi rivoluzionari del Kuomin· tang, il Partito comunista deve piu che mai mantenere la propria auto­ nomia, come condizione necessaria •••

mo momento , la presidenza della " Unione pancinese dei contadini " , appena costituita. Un grosso personaggio esce di scena dopo questo congresso : Ch'en Tu-hsiu . A lui , segre­ tario generale del partito dal 1 92 1 , viene addossata la re­ sponsabilità del fallimento della politica di alleanza con il Kuomintang. Ch'en non è soltanto espulso dal partito, è ad­ dirittura accusato di tradimento. ( � il momento in cui in Russia Stalin , successore di Lenin al vertice del potere , sta liquidando Trotskij e i suoi seguaci . ) Sotto tutte queste spinte , gli avvenimenti in Cina precipitano. Il 13 luglio 1 927

per assicurare la egemonia del pro­ letariato nella rivoluzione borghese­ democratica. • Trotsldj « In tutto questo periodo il Partito comunista cinese non è stato l'allea. to del settore piccolo borghese rivo. luzionario del Kuomintang, ma il su­ bordinato del Kuomintang nel suo complesso, diretto in realtà dalla borghesia che ha in mano l'esercito e il potere. • StaUn « L'errore fondamentale dell'opposi­ zione [con questo termine Stalin in­ dica Trotskij ] consiste nell'incom­ prensione del carattere della rivolu­ zione cinese... Essa non capisce che la rivoluzione cinese non può svilup­ parsi con un rapido ritmo ... » Trotsldj « Come è noto, la borghesia cinese non si è preoccupata minimamente delle direttive sul ritmo lento. Nel­ l'aprile 1927 ha ritenuto opportuno gettare la maschera del fronte uni­ to... per sferrare un attacco contro la rivoluzione... Il Partito comunista, il proletariato e cosi pure la sinistra del Kuomintang hanno dimostrato di essere completamente impreparati a

rispondere a questo colpo. Perché? Perché la direzione contava su un ritmo piu lento, perché restava irri­ mediabilmente indietro, perché era malata di codismo. » StaUn « L'oppo s izione esige l'immediata formazione di soviet di deputati, ope­ rai, contadini, soldati in Cina. Ma che significa oggi formare dei so­ viet? • Trotsldj « Dopo aver respinto la vitale e indi­ spensabile parola d'ordine dei soviet, le tesi del compagno Stalin dichiara­ no un po' inaspettatamente che il principale " antidoto contro la con­ trorivoluzione è l'armamento degli operai e dei contadini • ... Ma come si spiega che sinora... si è considerato utile armare gli operai in " misura minima " ? ... Si spiega con il deside­ rio di non rompere con Chiang Kai­ shek, di non offendere Chiang Kai­ shek, di non rigettarlo a destra. • ( Trotskij , I problemi della rivoluzio­ ne cinese, trad. di L. Maitan, ed. Ei­ naudi 1970 ; Stalin, I problemi della rivoluzione cinese, da Documenti sul­ la rivoluzione cinese, op. cit.) 67

il gove rno nazionalista vuol dare una p rova di forza e di­ chiara fuorilegge il P . C .C . , procedendo all 'eliminazione an­ che fisica dei comunisti . I l 1 3 luglio res terà una data im­ portante per il movimento comunista cinese . Essa segna il drammatico fallimento della prima fase della rivoluzione ros s a . Fino a che punto Stalin e il Comintern , ispiratori delle iniziative del P . C .C . , siano responsabili di questo fal­ limento con la loro politica di piu o meno velato appoggio al Kuomintang e di fiducia in Chiang Kai-shek , è ancora og­ gi difficile da stabilire . •

"Putsch " comunista a Nanchang

In sei anni da 57 a 5 7 mila i comunisti cinesi

Il primo di agosto 1 927 i comunisti tentano di organizzare una rivolta fra i militari di stanza nella città di Nan­ chang. Le forze che hanno attuato il " putsch " di Nanchang verranno piu tardi indicate come l'embrione del­ l'A r mata rossa cinese. « La sollevazione, fissata per l'una di notte del t• agosto, avviene come pre­ visto. La sorpresa degli elementi non comunisti è totale, la maggior parte vengono disarmati, altri ripiegano verso la periferia settentrionale. Né disordini, né saccheggi ; la popolazio­ ne non comprende bene ciò che sta accadendo ; d'altra parte non se ne cura molto » ( Guillermaz, op. cit.).

1921 1 922 1923 1 925 1 925 1 926 1 927

Immediata reazione

Il comandante delle forze dislocate a Nanchang era il generale Chang Fa­ k'uei, che nel passato aveva dimo­ strato di non voler prendere di petto i comunisti. Questa volta, però, s 'im­ pegnò decisamente e in tre giorni ri­ prese il possesso della città. I comu­ nist i ( cormnenta Guillermaz ) evacua­ rono Nanchang senza combattere. 68

-

-

I Congresso: 57 membri II Congresso: 1 23 membri

I I I Congresso: 342 membri IV Congresso : 995 membri novembre 10.000 membri luglio : 30.000 membri aprile: 57.963 membri .

In pochi mesi scendono da 57 mila a 1 0 mila « Ora Chiang Kai-shek può dedicarsi di nuovo al compito che considera il piu importante di tutti, debellare il comunismo in Cina. Nelle città ha sterminato materialmente - a quan­ to crede - o almeno fortemente in­ debolito, il P.C.C. Degli esperti han­ no calcolato, alla sua presenza, in 25.000 il numero dei comunisti giusti­ ziati o uccisi ; egli stesso non potreb­ be determinarlo con maggiore preci­ sione. Comunque il totale dei mem­ bri del partito dovrebbe essere sceso da 57.000 a 10.000 » ( Hegner, op. cit.).

I l presidente Mao al suo tavolo di lavoro

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ANCH E MAO È STATO COINVOLTO nell 'ondata repres­ siva . Contro di lui , tornato nell 'Hunan , viene spiccato un nuovo mandato d 'arresto , che però non lo raggiunge . Come presidente dell 'Unione pancinese dei contadini , riceve in­ tanto dalla direzione del partito l 'incarico di organizzare una rivolta contadina nella sua regione . La rivolta dovrà scoppiare nel periodo del raccolto d 'autunno, una data importante nel calendario agricolo cinese . I piani teori­ ci prevedono l 'occupazione del capoluogo provinciale di Changsha . Ma questa meta non sarà raggiunta e anche

La "rivolta del raccolto

d'autunno"

fu quindi presa dal panico » ( dalla rivista " Notizie centrali", 30 settem­ bre 1927, riferito da Ch'en, op. cit.).

Mao Tse-tung, che con la sua Inch ie­ sta sul movimento contadino nell'Hu­ nan aveva richiamato l'attenzione del

partito sul potenziale rivoluzionario delle masse contadine, è chiamato, ai primi di settembre 1927, a dirigere la cosiddetta " rivolta del raccolto d'au­ tunno ". Mao, che personalmente non aveva esperienza militare (se si ec­ cettua una permanenza di 6 mesi nel­ l'esercito rivoluzionario nel 191 1 ), or­ ganizza una specie di esercito rego­ lare. « Messo insieme un corpo di 2000 uomini, lo suddivide in 4 magri reggimenti » ( Guillermaz, op. cit.).

CHANGSHA fu presa dal panico « Dall'S al 12 settembre, i primi gior­ ni della rivolta, la situazione ci fu fa­ vorevole. La quantità di armi in no­ stro possesso era piu che raddoppia­ ta ... Migliaia di contadini si unirono a noi, armati di spade e di forconi. Tutte le città importanti della parte orientale dell'Hunan ... caddero in no­ stre mani. Il 13 settembre Changsha

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NO. Non fu mai minacciata " Changsha non fu mai seriamente minacciata. Le forze nazionali reagi­ rono molto vivacemente. Il � reggi­ mento di Mao Tse-tung si faceva ac­ cerchiare a Liling mentre il 4° reggi­ mento cambiava campo di fronte a Pingkiang, attaccando il lo reggimen­ to. La situazione volgeva al disastro » (Guillermaz, op. cit.).

La fuga di Mao Mao fece a Edgar Snow un vivace resoconto della sua cattura, durante l'insurrezione del " raccolto d'autun­ no ". Arrestato dalla polizia, correva il rischio di essere fucilato. Un ten­ tativo di corrompere con denaro una delle guardie andò a vuoto. Non gli rimase quindi che tentare la fuga. Inseguito dai soldati, stava per esse­ re nuovamente catturato, quando ca­ lò la notte. Mao ne approfittò per al­ lontanar�i. Si diresse allora verso le montagne e dopo lunghe ore di mar­ cia riusci a raggiungere un campo della guardia contadina.

questa sommossa si concluderà in una cruenta sconfitta . Mao, fermato dalla polizia nazionalista, non è riconosciuto e riesce a prendere il largo. Non sfugge però al la di rezione del suo partito che , ritenendolo responsabile del fallimento della rivolta, lo accusa di deviazionismo e lo allontana dal­ l 'uffic io politico, o Politburo, del partito stesso. Stalin in­ tanto insiste dal Cremlino perché si dia in Cina una chiara dimostrazione della forza insita nella classe ope­ raia . Contro il parere di una parte del P .C . C . , convince le autorità del Partito cinese a organizzare la rivolta ope-

Il P.C.C. lo ri pudia Pare che il piano della insurrezione contadina non fosse stato approvato nei particolari dal Comitato centra­ le del partito. Per questo, quando le perdite subite in uomini e in pre­ stigio furono evidenti in tutta la loro gravità, quando cioè fu ben chiaro per tutti che la insurrezione s'era ri­ solta in un clamoroso fallimento, si cercò un capro espiatorio. Questo sa­ crificando non poteva essere che Mao, che aveva avuto sulle spalle le responsabilità piu pesanti. Ecco le sue parole: « Il Comitato centrale mi ripudiò decisamente. Venni estromes­ so dall'Ufficio politico e anche dal Co­ mitato del partito per il fronte uni­ to » (Mao a E. Snow, op. cit. ).

U n sistematico massacro " Da quattro mesi, un massacro ele­ vato a sistema si svolge nel territo­ rio controllato da Chiang Kai-shek. Esso ha avuto per effetto la distru­ zione delle organizzazioni popolari nel Kiangsu, nel Chekiang, nel Fu­ kien e nel Kwangtung ... T'ang Sheng­ chih [Signore della guerra di Chang-

sha] si è dimostrato piu abile co­ mandante di squadre di esecuzione che di eserciti in battaglia. Ai meto­ di correnti di fucilazione e decapita­ zione, sono subentrati metodi di tor­ tura e mutilazioni che ricordano gli orrori del Medioevo e dell'inquisizio­ ne. I sindacati operai e le leghe contadine dell'Hunan, probabilmente i meglio organizzati in tutto il Paese, sono completamente distrutti » (Ju Fu-san, Che cosa succede nella rivo­ luzione in fermento?, " China Weekly Review ", 20 agosto 1 927, riferito da Isaacs, op. cit.).

LI 58 ora dalla comuna di canton 1 1 dicembre 1927

3.30 antimeridiane: scoppia la rivolta. Il reggimento dei cadetti di stanza a Cantqn insorge e contempo­ raneamente entrano in azione le squa­ dre operaie. Gli insorti sono 3200. Le truppe governative presenti in Can­ ton ammontano a 10.000 uomini cir­ ca. Riceveranno dall'esterno un rin­ forzo di 45.000 uomini.

ore

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raia di Can ton , 1 ' 1 1 dicemb re 1927 . I l risultato di questa azione intempestiva è un nuovo fallimento , con il conse­ guente mas sacro di alcune migliaia di operai. La " Comu­ ne di Canton " dura cinquantotto ore . Poi le forze del Kuo­ mintang, incomparabilmente piu numerose e meglio orga­ nizzate , fanno ancora una volta piazza pulita di tutti i ri­ voltosi . Il partito entra al lora nella clandestinità . Mao, per parte sua , già da alcuni mesi ha incominciato a c rea­ re una base partigiana sulle montagne del Chingkangshan , al confine tra l 'Hunan e il Kiangs i . Vi ha raccolto i conta-

ore 6: costituzione del " Soviet dei de­ putati, operai, contadini e soldati di Canton " ·e suo insediamento. Gli scontri continuano ;. scarsa la parte­ cipazione delle masse. ore 10: le forze del Kuomintang in­ cominciano a reagire alla sommossa. Si lotta sulle barricate. ore 15: gli insorti hanno occupato tutti i commissariati di polizia e i s ervizi governativi, salvo quelli di due quartieri. I combattimenti si pro­ traggono per tutta la giornata e tut­ ta la notte.

12 dicembre pomeriggio : la città è attaccata in forze dalle truppe nazionaliste. Ini­ zia il bombardamento navale. Scop­ piano numerosi incendi nelle zone in mano ai comunisti. 13 dicembre ore 10: il quartier generale degli in­ sorti, completamente accerchiato, ca­ de. Circa 1 500 uomini rompono l'ac­ cerchiamento e riescono a uscir fuo­ ri dalla città. ore 12: i superstiti tentano un'ulti­ ma resistenza, ma dopo due ore ( e 72

cinque attacch i ) sono costretti ad ammainare la bandiera rossa. Dopo tre giorni di combattimento, i morti delle due parti, sommati, non superano i 600. La sera del 13 dicem­ bre le truppe del Kuomintang co­ minciano la caccia all'avversario: le vittime saranno 5700 circa.

L'orrore della strage Resoconto di un corrispondente del " Shuntien Pao " di Pechino : « Dietro i muri di mattoni crollati, appoggia­ ti contro gli alberi , distesi agli an­ goli delle strade, galleggianti sul fiu­ me, morti dovunque ... In ogni strada v'erano cadaveri di uomini e don­ ne... Si vedevano dense chiazze nero­ rossicce sul selciato... I corpi irrigi­ ditisi nel loro sangue puzzavano or­ ribilmente. .. Sulla piazza dei giardi­ ni, vidi tre autocarri pieni zeppi di morti » ( riferito da Isaacs, op. cit . ) .

Gli ordini della rivolta erano venuti da Mosca Ma chi aveva voluto l'insurrezione di Canton ? Secondo quanto si legge nel volume di Ch'en, gli ordini erano

clini fuggiaschi , superstiti della fallita " rivolta del raccol­ to d 'autunn'o " . Su quelle stesse montagne stanno di casa i bandi t i , con i quali Mao non è scontento di trovarsi . Al di là di questi incontri " romantici " , Mao s i preoccupa di crea­ re una rete di campi base e di punti d 'appoggio nei villaggi della zona , pe r stabilire un rapporto diretto con scambi di servizi e di mezzi di sostentamento, fra gli abitanti delle vallate e i ribelli della montagna. I primi soviet , o consigli del popolo , vengono costituiti in Cina in questo periodo, sia nella zona del Chingkangshan , sia altrove . Sono assem-

venuti da Mosca. Là era in program­ ma per il dicembre 1 927 l'XI Con­ gresso del Partito bolscevico, e Sta­ lin vi si voleva presentare con alle spalle una radiosa vittoria del pro­ letariato in Cina. Per questo una ve­ ra e propria pioggia di telegrammi sempre piu insistenti, sempre piu ca­ tegorici aveva raggiunto · i maggiori esponenti del comunismo cinese : i messaggi contenevano precise istru­ zioni per l'insurrezione di Canton.

TROTSKid : "Furono

ordini crimi nali "

« Cercando di farsi perdonare i pec­ cati del passato, i dirigenti hanno forzato criminalmente il corso degli avvenimenti alla fine dello scorso anno e hanno provocato l'aborto di Canton. » « Noi dell'opposizione riteniamo che l'insurrezione è stata un'avventura della direzione nel tentativo di salva­ re il " proprio prestigio " . " ( Stralci da : Trotskij , L'insurrezione di Canton, scritta nel luglio 1928 quando Trotskij si trovava in domi­ cilio coatto ad Alma-Ata, al confine sud-orientale della Russia asiatica ; Trotskij , op. cit.).

"La Comune di Canton un episodio eroico" « La Comune di Canton fu un neces­ sario, eroico tentativo, uno sforzo per conservare i vantaggi rivoluzio­ nari acquisiti, per rafforzare la rivo­ luzione e per mettere in atto diretta­ mente un regime sovietico. Ma, obiet­ tivamente parlando... questi furono gli errori dell'insurrezione: lavoro inadeguato fra gli operai, i contadini e i reparti militari reazionari ; attitu­ dine sbagliata nei confronti delle masse ; inadeguato lavoro preparato­ rio del partito e delle associazioni giovanili comuniste " ( da Risoluzioni politiche del 6• congresso del P.C.C. , settembre 1928, in Schwartz, Brandt, Fairbank, op. cit.).

Mao comanda una diViSione SUl ChinUkanashan Fallita la " rivolta del raccolto d'au­ tunno " , Mao Tse-tung, radunati i po­ chi superstiti ( un migliaio circa di uomini ), si diresse verso il monte Chingkang, nella catena del Lohsiao, 73

blee in cui si trovano gomito a gomito soldati e contadini . Sop ra di essi non esiste nessuna autorità. Questi piccoli parlamenti hanno quindi un libero potere decisionale nel­ l 'ambito dei villaggi . Sono i primi esperimenti di governo dal basso, dove gli operai - che erano la b ase dei soviet nella rivoluzione russa - sono necessariamente sostituiti in Cina dai contadini . Nonostante le difficoltà delle comu­ nicazioni , la notizia dell'esistenza di un nucleo partigiano fra le montagne del Chingkangshan si diffonde abbastanza rapidamente· nelle altre regioni , e in quella zona comin-

che separa l'Hunan dal Kiangsi, zo­ na infestata dai briganti, e stabili la prima base partigiana comunista. Fu effettivamente sul monte Chingkang che vennero man mano raccoglien­ dosi gli sbandati e i fuggiaschi, cioè tutti i contadini che non erano piu in grado di ritornare nelle loro case. Non dovettero essere molti. Conver­ sando col giornalista Snow, nel 1936, Mao parla però di parecchie reclute che vennero poi ad aggiungersi ai "veterani ", tanto da formare, tutti in­ sieme, una divisione al suo comando.

Non a vero: comanda un uuano di contadini « [c'era, sul monte Chingkang] ... anche un distaccamento rurale del­ l'Hunan orientale ;guidato dal comu­ nista Mao Tse-tung: A Wuhan, Mao era stato a capo della sezione conta­ dina del Kuomintang ... [fuggito] sul monte Chingkang si uni a una pic­ cola banda locale, diretta dai brigan­ ti Yiian e Wang » (Isaacs, Nascita e morte della Cina sovietica, 1 938, ap­ pendice a Isaacs, p. cit.). •.•

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Anche i briganti possono se"ire Al sesto Congresso nazionale del P.C.C. nel 1928 si guarda con parti­ colare interesse al fenomeno ormai dilagante del brigantaggio. Anche fra i banditi il partito deve cercar di far proseliti, costituendo delle cellu­ le nell'interno delle loro formazioni. I briganti non dovrebbero esser sor­ di al verbo comunista : essi hanno le stesse origini sociali dei contadini poveri. Infatti in molte zone i conta­ dini piu miseri, non sapendo come campar la vita, si danno al brigan­ taggio. Altri si lasciano reclutare dai " Signori della guerra • per guadagna­ re qualche soldo. Il partito ha quin­ di la possibilità di fare un buon la­ voro sia presso i briganti, sia presso i mercenari. Una delle direttive del congresso è quindi « organizzare cel­ lule di partito clandestine ».

Una poesia saluta il primo successo Nell'aprile 1928, un distaccamento . superstite di truppe che avevano partecipato alla rivolta di Nanchang, al comando del transfuga Chu Te,

ciano a confluire alcuni gruppi comunisti vaganti nel meri­ dione . Fra gli altri , si unisce a Mao Tse-tung anche Chu Te, comandante di un grosso nucleo di armati , uomo d'e­ strazione medio borghese, da tempo pas sato al comuni­ smo . Questa concentrazione di forze ribelli non tarda a dare nell 'occhio ai governanti nazionalisti , i quali organiz­ zano diverse operazioni di rastrellamento nella zona, quasi sempre ·Con scarso successo . I partigiani sono difesi dalla impervia natura dei monti , dalla conoscenza che hanno dei luoghi , dal sollecito appoggio dei contadini . •

raggiunge Mao Tse-tung sul monte Chingkang. I due simpatizzano subi­ to e, unite le rispettive truppe, sono pronti ad affrontare ed a respingere il primo attacco nazionalista. A que­ sto primo successo Mao dedica la poesia Il monte Chingkang: Ai piedi del monte ondeggiano [vessilli e bandiere in vetta al monte echeggiano tamburi [e comi. Mille nemici ci serrano intorno restiamo saldi come roccia. Già apprestata una selva di fortilizi la nostra volontà si unisce a formare [muraglia. Da Huangyangchieh giunge un [ fragore di spari annuncia la fuga dei nemici nel buio. ( Trad. di Renata Corsini Pisu, da Ch'en, op. cit.)

Un opplornane convertito A Yi-lung, grossa borgata della zona montuosa del Szechwan, nasce, nel 1 886, Chu Te. Ha dunque sette anni piu di Mao e anche un'estrazione so­ ciale diversa. Avviato dapprima alla carriera statale, lascia ben presto

questa strada e a vent'anni entra nella scuola militare di Kungming. A 26 anni, all'epoca dell'instaurazio­ ne della prima repubblica cinese, è già tenente e a 30 è generale di briga.. ta e comandante supremo del Szech­ wan. t:. in questi anni che, seguendo l'esempio dei piccoli satrapi locali che pullulano nella Cina in disfaci­ mento, si dà all'oppio e colleziona concubine. Però, verso il 192 1 ab­ bandona la vita dissoluta e si imbar­ ca per la Germania. E a Berlino ha un incontro con Chou En-lai, al qua­ le verrà piu tardi attribuito il meri­ to della "conversione " di Chu Te al comunismo. Come che sia, egli a Ber­ lino diventa membro del Partito co­ munista cinese. Resta in Germania fino al 1925. Rientrato a Shanghai, è reintegrato nell'esercito nazionalista e nel 1 927 è nominato comandante . della sede di Nanchang dell'Accademia militare di Whampoa. Rimasto sempre legato al P.C.C., partecipa at­ tivamente alla sollevazione militare di Nanchang il 1o agosto 1927. Fallita la rivolta, raduna le sue truppe e si mette in marcia verso il sud. Dieci mesi dopo raggiungerà la zona del monte Chingkang. 75

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NEL LUGLIO 1928 si apre il sesto congresso del P .C .C . La sede questa volta è Mosca, dove si tiene contemporanea­ mente il sesto congresso dell 'Internazionale comunista . An­ cora una volta Mao Tse-tung non è presente . Il Comintern , e quindi i l congresso del P . C . C . , pur prendendo atto del fat­ to inequivocabile che il movimento contadino era, per il mo­ mento, piu attivo e piu robusto del movimento ope raio ur­ bano, stroncato sanguinosamente nel 1927, ritennero op­ portuno non modificare le loro direttive : il p roletariato urbano doveva essere alla testa della rivoluzione . Tale, in

11 terrore bianco Perché il sesto congresso del Partito comunista cinese si tenne nella lon­ tana Mosca ? Alcuni studiosi rispon­ dono : per ragioni di sicurezza. In Ci­ na tutta la vita era dominata dal " terrore bianco " scatenato dal Kuo­ mintang. Altri spiegano invece che i cinesi andarono a Mosca su richie­ sta dell'Internazionale comunista che teneva il suo 6" congresso mondiale nello stesso periodo. L'Internazionale era in quel momento dominata dal­ l'assillo di spegnere e di eliminare le influenze trotskiste sia all 'interno che all'esterno della Russia. E in Ci­ na pare che ne serpeggiassero alcune.

Mao Tse-tu ng il -gra n de assente A quanti congressi del Partito comu­ nista cinese partecipò Mao Tse-tung dalla fondazione al 1 928 ?

Incontro di Kru5cev e Mao a Mosca nel 1957

luglio 1 92 1

- t• congresso a Shan­ ghai. Mao è fra i do­ dici partecipanti; luglio 1922 - 2" congresso a Shan­ ghai. Mao perde l'indi­ rizzo e non partecipa ; giugno 1 923 - 3• congresso a Canton. Mao partecipa ed en­ tra a far parte del Co­ mitato centrale ; gennaio 1925 - 4• congresso a Shan­ ghai. Mao, ammalato, non partecipa ; aprile 1 927 - s• congresso a Wuhan. Mao, privato del dirit­ to di voto, abbandona il congresso. 6" congresso a Mosca. luglio 1 928 Mao, impegnato nella lotta partigiana, non partecipa. ·

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Le qndate rivo l uzionarie Dopo i l fallimento della insurrezio­ ne di Canton non era facile continua­ re a parlare di un'ondata comunista in continuo aumento in Cina. D'altra parte, il Cremlino non poteva accet­ tare la conclusione di Trotskij per il quale la situazione si era irrime77

sintesi, la linea adottata dal 6° congresso. Una linea che verrà chiamata " linea di Li Li-san , dal nome dell 'antico compagno di studi di Mao , diventato nel 1 928 esponente del partito, fautore della supremazia del movimento ope­ raio su quello contadino. Mao, che avrà notizia dell'avve­ nuto congresso e delle decisioni prese soltanto nell'inver­ no 1 92 8 , dirà piu tardi di essersi sempre trovato d'accor­ do con la " linea Li Li-san , . In realtà egli ormai da tempo stava l avorando per dare alle forze dei campi , specie ai contadini poveri , ai braccianti, . ai piccolissimi prop rietari

diabilmente appiattita. Nel congres­ so tenuto a Mosca fu escogitata que­ sta formula per classificare la situa­ zione cinese : la Cina si trovava in una posizione di " intervallo fra due ondate rivoluzionarie ". Durante que­ sto " intervallo " era compito del P.C.C. di preparare l'insurrezione armata.

l punti base della li nea Li Li-san 1° Egemonia indiscussa del proleta­ riato urbano sulle forze rivoluziona­ rie contadine. ZO Reclutamento di membri del partito nelle campagne soltanto fra lavoratori agricoli e contadini pove­ ri (escludendo sia i contadini medi che il sottoproletariato ). 3• Preparazione di una sollevazione di massa per rovesciare definitiva­ mente il Kuomintang. -

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Partigiani o briganti P • Le armate rosse formatesi nel 1928 e nel 1929 in sparsi distretti monta­ gnosi delle provincie centrali non e­ rano neppure forze rurali... Le com­ ponevano essenzialmente contadini

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senza terra, braccianti rimasti senza lavoro, soldati ammutinati, banditi locali, tutti elementi declassati che non partecipavano direttamente nep­ pure alla produzione agricola, e la cui attività per tre anni consistette quasi esclusivamente nella guerriglia e negli attacchi di sorpresa.;. Il 6° con­ gresso del P.C.C. deplorò la tenden­ za dei partigiani a " distruggere e ad uccidere, bruciare e derubare indi­ scriminatamente " ,. ( lsaacs, op. cit.).

Rozzi vagabondi trasformati i n soldati A chi gli faceva notare quanti ele­ menti " declassati " fossero entrati fra le sue truppe, Mao rispondeva che tali elementi non erano irrecupera­ bili. Bastava intensificare l'addestra­ mento politico per ottenere un note­ vole cambiamento qualitativo in que­ gli uomini. • La nozione che dei ru­ stici vagabondi possono essere tra­ sformati con un addestramento adat­ to in avanguardia del proletariato è un impressionante riflesso di quel volontarismo estremo culminato poi nell'idea che " il soggettivo crea l'og­ gettivo " ,. ( Schram, op. cit.).

terrieri , il posto di guida della rivoluzione in Cina . A suo avviso, un movimento capace di sovvertire il vecchio ordi­ namento, sostituendolo con uno nuovo, non avrebbe potuto avere che ben profonde radici agrarie ; essere , in altre parole , una rivoluzione contadina . Su questo tema, anzi su questa disputa, i contrasti fra le diverse correnti del P.C .C . si accentuarono . Le discussioni furono tutt'altro che diplomatiche . Corsero pesanti ingiurie . Opportunismo , re­ visioni smo, estremismo , tutto il pesante bagaglio degli " ismi " politici passò nelle invettive .

LA QUARTA ARMATA:

Calano a valle i morti di fame

Le truppe di Mao Tse-tung e Chu Te ammontavano a 10.000 uomini circa, che costituivano la " IV Armata ros­ sa •. Essa era divisa in sei reggimen­ ti, due dei 9.ualì soltanto erano ar­ mati di fucih. Gli altri quattro reg­ gimenti avevano come armamento delle lance di bambu.

Era una guerriglia estenuante quella che si combatteva nei dintorni del Chingkangshan: sortite, ritirate, ag­ guati, scaramucce. Dopo un anno fu deciso di cercare al sud una base piu adatta e piu efficiente. A difendere la vecchia posizione, si legge nel volu­ me di Isaacs, fu lasciato un piccolo distaccamento al comando di P'eng Te-huai, un ufficiale comunista venu­ to dall'Hunan. Nel gennaio 1929 Chu Te e Mao Tse-tung guidarono giu dai valichi di montagna una colonna di alcune migliaia di uomini morti di fame e di stanchezza.

fucili e lance di bambii

Un paragone decisamente insolito Mao Tse-tung riteneva che il futuro del Partito comunista cinese dipen­ desse soprattutto dalla creazione di solide basi partigiane dalle quali po­ teva svilupparsi una graduale espan­ sione delle zone rosse nelle campa­ gne, fino ad avvolgere tutta la Cina nella ragnatela del comunismo. Dice Schram (op. cit.): « Nell'autunno 1928, egli spiegò ai suoi soldati che una zo.. na base aveva per un esercito la stes. sa importanza che avevano le natiche per una persona. Privi di esse, non si poteva né riposare né riprendersi, ma si era costretti a correre qua e là fino all'esaurimento ...

Due armate ridotte a 2800 uomini La marcia di trasferimento non fu né comoda né tranquilla. A Tapoti, Chu e Mao si trovarono di fronte ai na­ zionalisti. I due comandanti comuni­ sti persero circa metà delle loro for­ ze. Finalmente riuscirono a raggiun­ gere la zona intorno a Tungku e vi si attestarono alla meglio. Ma le trup­ pe del Kuomintang non intendevano dar loro tregua, cosi come non man79

Come non bastasse, alle lotte dottrinarie si aggiungevano le preoccupazioni per le operazioni militari . Mao e Chu Te avevano lasciato, nel gennaio 1929 , il Chingkangshan di­ retti verso le pianure del Kiangsi con il disegno di es ten­ dere le basi comuniste . Ma i nazionalisti stavano all 'erta ed inflissero alle truppe rosse gravi perdite. Nonos tante ques ti scontri , il P . C . C . non aveva ancora abbançlonato del tutto l 'idea di riprendere - i contatti con il Kuomintang, per giocarlo poi sul piano tattico , rompendo la sua unità dal­ l 'interno. Ques to era uno degli argomenti piu scottanti ,

carano di attaccare da tre lati la guarnigione rimasta sul Chingkangshan. Il presidio riusd a sganciarsi dal nemico. « P'eng Te-huai portò i resti della V armata a unirsi a Mao e a Chu Te nel Kiangsi meridionale. Quando le due armate si · furono riu­ nite, nell'aprile 1 929, a Mao e Chu restavano 2000 uomini, a P'eng 800 » ( Schram, op. cit . ).

La vittoria di Cb 'angting Mentre P e n g tèntava di difendere le posizion i del Chingkangshan, « Chu Te e Mao Tse-tung erano passati dal Kiangsi meridionale al Fukien occi­ dentale, dove l'esercito rosso occu­ pava Ch'angting, dopo aver distrutto un reggimento di truppe del Kuomin­ tang comandato da Kuo Feng-ming » . Questa l a versione dei fatti che dà Ch'en ( op. cit.). Secondo lui, la vit­ toria ebbe una considerevole impor­ tanza, tanto per i l morale quanto per i rifornimenti delle truppe comuni­ ste. L'occupazione di una città e la cat tura del comandante della guar­ nigione, insieme a grandi quantità di '

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munizioni, non potevano non essere considerati come due fatti di grande rilievo per i compagni di Mao, il cui armamento faceva difetto.

Li Li-san vedeva nero In quei gior n i, Mao ricevette un mes­ saggio dal Comitato centrale, in da­ ta .9 febbraio, che esprimeva un'asso­ luta mancanza di fiducia nella sua impresa. Li Li-san gli consigliava, al­ lo scopo di salvare l'Armata rossa e di sollevare le masse, di dividere le sue forze in unità piccolissime e di­ sperderle per le campagne. Agli stes­ si Chu Te e Mao veniva richiesto di ritirarsi dall'esercito, in modo da to­ gliere al nemico la possibilità di col­ pire i bersagli piu importanti.

La risposta di Mao Mao rispose al Comitato centrale, in una lettera del 5 aprile , che « piu av­ verse erano le circostanze , maggiore era il bisogno di concentrare le for­ ze e il bisogno che i capi fossero de­ cisi nella lotta e quindi ben presenti là dove la battaglia lo richiedeva ».

insieme con quello del problema agrario, nelle discus sioni che rendevano tumultuose le riunioni del partito. Riguar­ do alla ques tione agraria il dilemma era : confiscare o no le terre dei piccoli e medi contadini ? Eliminarli come classe , o associarli al movimento comunista ? Intanto , nonostante le perdite subite nel Kiangsi , Mao riesce a creare una rete di basi comuniste che arriva fino a Juichi n . Gli strapazzi della guerra partigiana , le fatiche delle marce e il lavoro or­ ganizzativo incidono però gravemente sul suo fisico. Seria­ mente ammalato verso l ' inizio del 1930 , Mao , nel marzo ,

Le preoccupazioni del Comitato centrale 11 Comitato centrale ( di cui Li Li-san era l'ispiratore ) era profondamente preoccupato per la piega che stava­ no prendendo gli avvenimenti nel Kiangsi. I procedimenti che veniva­ no adottati non sembravano molto ortodossi ; non parevano nemmeno rettamente ispirati alla dottrina mar­ xista. Quello che soprattutto impen­ sieriva i responsabili del Comitato centrale era il fatto che in tutto quel che avveniva nella regione « si nota­ va la mancanza di una direzione pro­ letaria » ( Schram , op. cit. ).

Le istruzioni del Comintern « Non è affatto necessario avv i a re i m ­ mediatamente il movimento conta­ dino con una rivoluzione agraria, con combattimenti partigiani e solleva­ zioni. L'attuale situazione cinese ri­ chiede invece al partito di sfruttare qualunque anche modesto conflitto; di provocare ed allargare le quotidia­ ne lotte delle masse della classe con­ tadina contro qualsiasi forma di sfrut­ tamento, per elevarle finalmente ad un livello politico piu alto » ( lettera del Comintern al P.C.C., 7-6-'29 ).

compianto per la morte del compagno Mao « La direzione del Partito comunista cinese aveva sede nella concessione straniera di Shanghai... Per farsi un'i­ dea dell'inefficienza del suo servizio d'informazioni basta pensare che l'or­ gano ufficiale del Comintern, collega­ to per via radio con Shanghai, pub­ blicava nel marzo 1 930 un lungo ne­ crologio di Mao Tse-tung, morto di tisi » ( Paloczi-Horvath, op. cit . ) . « IL 2 0 MARZO 1930 SUI GIORNALI DI MOSCA usci un necrologio del

Comintern " in memoria del compa­ gno Mao Tse-tung". Ai partigiani ros­ si del Kiangsi venne anche inviato un telegramma di condoglianze » (G. Fattori, " La Stampa " ) .

I L NECROLOGIO D I MAO SUONA­ VA: « Ci giunge notizia dalla Cina del

decesso, avvenuto per tubercolosi, di un pioniere del proletariato cinese, di un temibile nemico dei grandi pro­ prietari terrieri e della borghesia : il compagno Mao Tse-tung .. Le masse operaie e contadine non dimentiche­ ranno mai i suoi successi e prosegui.

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viene addirittura dato per morto dal Cominte rn . E. la prima volta che il Comintern nomina il " compagno Mao Tse­ tung " . Nel luglio dello stesso 1 930, in una azione militare contro i nazionalisti , sua moglie Yang K 'ai-hui viene cat­ turata. E. la moglie di un ribelle e viene frettolosamente processata, condannata a morte e giustiziata . Muore con lei anche la sorella minore di Mao , fatta prigioniera in un ra­ strellamento. All 'incirca nello stesso periodo, Mao trova una nuova compagna e si sposa per la terza volta con la giovanissima Ho Tzu-chen . •

ranno l'opera sua " ( " lnternational Press Correspondence " , 20-3-1 930).

QuaHro parole per la morte della moglie Con quattro parole, senza un com­ mento, Mao racconta a Snow come perdette moglie e sorella. Il governa­ tore dell'Hunan, Ho Chien, fece una grossa retata nella quale caddero la moglie, la sorella e un figlio di Mao, nonché due sue cognate. Il figlio e le cognate vennero rilasciati. Conclu­ de Mao : « Mia moglie e la mia giova. ne sorella furono uccise " · «

IL GENERALE HO CHIEN cercò di convincere Yang K'ai-hui a rom­ pere il matrimonio con Mao; al suo rifiuto la uccise » (Ch'en, op. cit.).

L'affascinante studentessa di Changsha Le date che riguardano la morte di Yang K'ai-hui e il terzo matrimonio di Mao sono molto incerte. Mao stes­ so parla dell'uccisione della moglie riferendosi a fatti avvenuti nel 1 930. Emi Siao, l'amico d'infanzia e bio­ grafo di Mao, afferma che Yang K'ai82

bui sarebbe stata giustiziata nel 1 927. Altre fonti fanno risalire la sua morte al 1928. Questa discordanza di date, per quanto spiegabile con la confu­ sione di quegli anni, sembrerebbe vo­ luta per giustificare il fatto che dal 1 928 Mao viveva (e secondo Ch'en, era addirittura sposato ) con una stu­ dentessa di Changsha, poco piu che ventenne: Ho T!lll-chen. Secondo al­ tre fonti, questo matrimonio sareb­ be avvenuto nel 1930. I due convive­ vano dunque prima della morte di Yang K'ai-hui?

"Ho perso il mio superbo pioppo " Nel 1 957 Mao Tse-tung dedica una poesia alla vedova di un suo compa­ gno d'armi. Nei delicati versi ricor­ da Yang K'ai-hui definendola "piop. po" ( Yang in cinese significa pioppo) e la immagina ricevuta da una dea ( Ch'an O) sulla Luna, dove, appren­ dendo che i nemici del suo popolo sono stati sconfitti, piange di gioia.

Pietro Nenni ricevuto da Mao a Pechino nel 1955

VA INTANTO PRENDENDO SEMPRE MAGGIOR RI SAL­ TO, sullo sfondo della guerra civile , la figura di Chiang Kai-shek . Dal 1928 , dopo una breve eclissi dovuta a lotte di potere in seno all 'ese rcito, Chiang è di nuovo genera­ lissimo delle truppe nazionaliste, e ha sostituito di fatto Sun Yat-sen alla testa del Kuomintang . A lui si deve la vit­ toriosa spedizione contro le. regioni del Nord infestate dai " Signori delh i guerra " , la brillante campagna del 1928-29 . Chiang sa molto bene , però, che il vero nemico da battere è il comunismo e l 'ha già dimostrato nel 1927 quando, fa-

Le strane e diUicili alleanze di Chiana Verso il 1930 Chiang Kai-shek era il leader politico e militare piu in vi­ sta della Cina, la quale poteva dirsi quasi unificata, dopo che nel 1 928 Pechino aveva aperto le porte al Kuo­ mintang, e dopo che era stata pro­ clamata una nuova costituzione na­ zionalista. Ma hl posizione di Chiang non era tranquilla nell'interno del partito, ed era avversata, fuori, dal­ le ribellioni istigate dai " Signori del­ la guerra •, fra i quali spiccava un personaggio, Fen Yu-hsiang, chiama­ to " generale cristiano " perché s'era convertito al cristianesimo. Ma costui non era il solo a sobillare la rivolta. Insieme con lui erano particolarmen­ te attivi i militaristi del Kwangsi. Con tutti questi ribollimenti, il governo del Kuomintang aveva l'effettivo con­ trollo solo dei territori, sia pur va­ sti, gravitanti attorno alla foce del­ lo Yangtze. Lo studioso R.C. North (op. cit. ) cosi conclude la sua disa­ mina su questo argomento : " Al di là dei territori delle provincie prossime alla foce dello Yangtze, l'autorità di Chiang era riposta sulle strane allean84

ze che egli era in grado di mantene­ re proprio con i militaristi che sfi­ davano di continuo il suo potere. Que­ ste circostanze costituivano per i co­ munisti un vero e proprio invito ad organizzare insurrezioni ».

Frugali abitudini del commissario Mao Scrive Chen Chang-feng, attendente di Mao nell'anno 1 930 : « Il compa­ gno commissario Mao Tse-tung non possedeva che due coperte di lana e cotone, un lenzuolo, due giubbotti e due paia di calzoni, un ombrello tut­ io rappezzato, una scodella di smal­ to per mangiare il riso e una cartel­ la a nove scomparti dove teneva le sue carte. Durante le marce portava da sé l'ombrello e la cartella, men­ tre io portavo in un fagotto il resto delle sue cose. Quando ci accampa­ vamo, gli trovavo due tavole per far­ gli un letto con le coperte e il len­ zuolo. Ma non è che dormisse mol­ to. Dopo il pasto serale, prendeva carte e penna e si metteva al lavoro al lume di candela. Qualche volta mi svegliava verso mezzanotte per chie­ dermi un po' d'acqua. Poi magari vo­ leva qualcosa da mangiare e si fa­ ceva portare un po' di riso e di ver-

cendo leva sull 'equivoca posizione di Stalin e del Comin­ tern , non ha esitato a far uccidere migliaia di operai rossi a Shanghai e a Canton e a far condannare il P .C .C. come illegale . Egli pensava di averli cancellati dall 'orizzonte ci­ nes e , i comunisti ; essi, invece , stanno ora rifacendosi vi­ vi con bande armate in tutto il Sud del Paese . Chiang non li sottovaluta ; abbandona la lotta contro i Signori della guerra - ci sarà tempo per loro, una volta liberata la Ci­ na dai rossi - e organizza ben cinque campagne , esplicita­ mente denominate " campagne di annientamento " , contro

dura. Se avanzava qualcosa lo tene­ va per la colazione. Non volle mai che si buttasse via del cibo. Dopo lo spuntino di mezzanotte, continuava a lavorare. Anche piu tardi, quando fu costituito il primo governo dei soviet operai e partigiani ed egli ne fu eletto presidente, non abbando­ nò queste abitudini frugali » ( Chen Chang-feng, On the Long March with Chairman Mao, Pechino 1959).

Le sci nti l le ideologiche Esaminando l a vita d i Mao e l a sua evoluzione politica, non si può non concludere che egli fu piu uomo di pensiero che uomo d'azione. Egli infatti dedicava lunghe ore all'elabo­ razione delle sue teorie rivoluziona­ rie. Fino alla fine del 1929, Mao ave­ va trattato nei suoi scritti di proble­ mi sociali, specie della questione con­ tadina, oppure di tattica militare. Nel dicembre 1929, con il rapporto intitolato Sradicare le concezioni er­ rate nel partito, e nel gennaio 1 930 con la lettera intitolata Una scintilla basta a dar fuoco a tutta la pianura, si occupò per la prima volta di pro­ blemi ideologici.

La martellante propaganda dell'esercito Nello scritto Sradicare le concezioni errate del partito, Mao definiva !'" av­ venturismo" come un grave errore che affondava le sue radici in azioni politiche condotte alla cieca; come per esempio certe azioni di politica comunista avviate in città, senza il convincimento e la determinazione necessari. Secondo Mao, gli effetti dell'" avventurismo" si manifestano nel rilassamento della disciplina mi­ litare e nel cedimento del morale do­ po una sconfitta. « Mao insisteva ri, petutamente sulle attività non esclu­ sivamente militari dei soldati, consi­ derando la propaganda e l'indottrina­ mento delle masse come la ragion d'essere dell'esercito rosso » ( Ch'en, op. cit . ) .

Campagna di rettifica ovvero esecuzioni in massa « Nel dicembre 1 929 Mao ordinò la p rima campagna di rettifica della sua vita per la repressione degli errori e delle deviazioni dei comunisti facen-

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le truppe rosse e i loro sostenitori . Le prime di queste spe­ dizioni punitive si concludono male per i nazionalisti . Mao, che ha elaborato la teoria della guerriglia, ha modo di pra­ ticarla e di vedeme subito i risultati . La sua tattica si arti­ cola in tre fasi : non affrontare mai il nemico in campo aperto ; !asciarlo penetrare abbastanza p rofondamente nel territorio ; rispondere all 'offensiva con manovre difensive elastiche , isolarlo e poi distruggerlo. Tre campagne orga­ nizzate in brevissimo tempo , fra il dicembre 1 930 e l 'a­ prile 1 93 1 , registrano tre nette sconfitte degli eserciti di

ti parte dell'Annata rossa. Egli di. rigeva una fazione potente all'inter­ no del partito e non guardava trop­ po per il sottile sui mezzi da usare contro i nemici del partito. I comu­ nisti che, nei settori sovietizzati, si mettevano contro Mao erano sem­ plicemente arrestati come apparte­ nenti a " organismi antibolscevichi " e fucilati ,. ( Paloczi-Horvath, op. cit.).

Due o tremila militari perdettero la vita Ma ci sono dati precisi su questa prima " campagna di rettifica " ? Gli arrestati dovettero essere piu di 4000. A tutti fu appiccicata l'etichetta di membri della • Lega antibolscevica". Scrive Schram (op. cit. ) : « Nel do­ mare la rivolta Mao agi con estrema severità ; circa due o tremila fra uf­ ficiali e soldati persero la vita nel corso della repressione ». t!. invece da scartare la troppo facile e non docu­ mentata affermazione di coloro che insinuano che la • campagna di retti­ fica • fu studiatamente voluta da Mao per far piazza pulita di parecchi suoi rivali e dei loro seguaci. Certo che la severità e l'intransigenza di Mao for­ niscono dei dati di fatto per giudi86

care il suo carattere. Schram, per e­ sempio, conclude: « Egli non ha mai esitato a fare uso della violenza ogni volta che l'ha ritenuto necessario ».

Le guardie rosse "affiancavano" l'esercito L'entità dell'esercito rosso fra il 1930 e il 1 931 era di circa 65.000 uomini, divisi in armate di 16.000 uomini cir­ ca ognuna. Ogni armata era formata da tre divisioni di 5300 uomini. . Di ogni divisione facevano parte tre reg­ gimenti di 1700 uomini circa. Ogni reggimento a sua volta era composto da tre battaglioni di circa 500 uomi­ ni. Tre compagnie di 140 uomini cir­ ca formavano un battaglione. L'ar­ mamento di ogni compagnia consi­ steva in 6 pistole, l fucile mitraglia­ tore, 1 1 fucili. Alla testa di ogni com­ pagnia stavano un comandante e un commissario politico. L'esercito re­ golare era affiancato da • guardie ros­ se", uomini fino a 40 anni, e • giovani avanguardisti •, ragazzi dai 18 ai 23 anni. Queste truppe erano organizza­ te in compagnie di almeno 120 com­ battenti ( da Guillermaz, op. cit.). ·

Chiang. Intanto , è in questo periodo che la direzione del P.C . C . prende atto dell 'esistenza di numerosi soviet e de­ cide di raggrupparli amministrativamente. Nel dicembre 193 1 , a Juichin , nel Kiangsi , si costituisce il primo governo sovietico nazionale , alla presidenza del quale è chiamato Mao Tse-tung. Ma ciò non vuoi dire che la sua posizione all 'interno del P.C . C . sia divenuta forte e stabile . Tra l 'al­ tro , nel 1932 egli viene sostituito da Chou En-lai alla te­ sta dell 'organizzazione militare delle truppe comuniste , or­ mai battezzata col nome di Armata rossa. Chou ha una

Creata in Cina la repubblica sovietica Il 7 novembre 1 93 1 si apre a Juichin, nel Kiangsi, il I• congresso dei so­ viet di tutta la Cina. " Tutta la Ci­ na • era un modo di dire piuttosto ottimista. In realtà nel 1 930 le basi rosse esistenti in Cina erano in to­ tale 15, compresa quella dello Shensi settentrionale. Racconta il North ( op. cit. ) : c A Juichin il congresso si apri con una parata dell'Armata rossa e, la sera, con un corteo al lume di tor­ ce. Questo congresso fondò una Re­ pubblica sovietica cinese unificata ed elesse Mao presidente del suo Comi­ tato centrale esecutivo di 61 mem­ bri. Fu adottata una costituzione, in­ sieme a un programma politico, una struttura governativa, una legge sul lavoro, una legge agricola e varie ri­ soluzioni sull'Armata rossa ».

l famosi l 7 pu nti « Il primo congresso sovietico panci­ nese proclama davanti alle masse la­ voratrici della Cina e del mondo in­ tero la Costituzione della Repubblica Sovietica cinese che enuncia qui le direttive fondamentali da attuare in

tutto il territorio cinese. » Questo l'e­ sordio della carta costituzionale. Nei 1 7 articoli seguenti si affermano, ol­ tre alla " dittatura democratica " di operai, contadini e soldati dell'Arma­ ta rossa ( 1•, 2•, 3• articolo ), 4• l'ugua­ glianza elettorale di tutti i cittadini; s• la necessità di una legislazione del lavoro ; 6• la preparazione di una ri­ forma agraria; 7• lo studio della ri­ forma tributaria; s· l'abolizione dei privilegi stranieri in Cina ; � l'in­ troduzione del servizio militare per tutti i cittadini ; 100 la libertà di pa­ rola, di stampa, di riunione ; 1 1• l'e­ mancipazione totale della donna ; 12• il diritto all'istruzione ; 13• la libertà di religione e di propaganda antire­ ligiosa; 1 4• i l diritto di autodetermi­ nazione delle minoranze nazionali ; 1 5• il diritto di asilo per i persegui­ tati politici stranieri; 16" la parità di diritti per i lavoratori stranieri resi­ denti nella repubblica ; 11• l'unità di intent i con la rivoluzione proletaria mondiale e con l'Unione Sovietica. .

LOTTA DI POTERE ATTORNO A MAO Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, l'elezione di Mao alla pre­ sidenza del Comitato esecutivo cen87

nuova tattica da propo rre : la " gue rra fuori del prop rio ter­ ritorio " . L'Armata ros s a andrà incontro al nemico p rima che questo inizi l 'offensiva . Qualche successo iniziale - si sta per occupare la città di Nanchang - fa ritenere ai re­ sponsabili dell 'Armata che la nuova tattica sia valida . Ma subito entrano in gioco alcuni altri fattori . Prima di tutto l 'Armata ros s a fuori del suo territorio è i solata dalle sue fon ti' di sos tentamento . I soldati rischiano addirittura di morire di fame ; sono laceri e spesso scalzi . Difficile man­ tenere alto il morale in simili condizion i . Poi uscendo fuori

trale della Repubblica Sovietica ci­ nese non significò una sua decisiva e autorevole presa di potere. Tutt 'al­ tro. Parecchi studiosi sono d'accor­ do nel ritenere che, essendo stato Mao piazzato al vertice, la sua influen­ za sull'apparato governativo risultò indiretta e circoscritta, tanto da ri­ flettersi negativamente anche all'in­ terno della gerarchia e della organiz­ zazione del partito. Le critiche cui egli fu sottoposto nel novembre 1 93 1 e nell'agosto 1 932, quando gli fu tolta la carica di commissario politico del­ l'Armata rossa, risultarono, secondo Schram ( op. cit. ), « doppiamente gra­ vi, perché si verificarono nel bel mez­ zo delle lotte per salvare la zona so­ vietica del Kiangsi di fronte alle cam­ pagne di accerchiamento e di annien­ t a mento di Chiang Kai-shek ».

Le undici "reuole d'oro" dell'Armata rossa Obbedire agli ordini/ Non rubare nul­ la al popolo, neanche un filo o un ago/ Consegnare alle autorità i beni confiscati ai ricchi/ Esprimersi cor­ tesemente/ Pagare equamente ciò che si acquista/ Restituire quello che è stato preso a prestito/ Riparare i 88

danni causati / Non spaventare e non insultare la gente/ Non rovinare i raccolti/ Non insidiare le donne/ Non maltrat tare i prigionieri.

cosi venivano applicate le reuo1e d'oro Durante la prima campagna di an­ nientamento condotta da Chiang Kai­ shek contro l'Armata rossa, il co­ mandante rosso Chu Te, occupata una città, catturò 9000 prigionieri. Tutti e 9000 furono trucidati e i par­ tigiani rossi si impadronirono, oltre che delle loro armi e munizioni, an­ che delle loro uniformi ( notizie trat­ te da Hegner, op. cit. ) .

Nemmeno i soldati del Kuomintang erano stinchi di santi Avendo Mao v ietato non solo di sac­ cheggiare, ma anche di requisire le scorte dei contadini, questi offriva­ no o vendevano volentieri i loro pro­ dotti ai soldati dell'Armata rossa. I miliziani venivano anche invitati a pernottare nelle case dei contadini perché Chu Te, che curava molto

in campo aperto , ci si mette necessariamente allo sbara­ glio . E Chiang, in quanto a guerra , sa il fatto suo ; inve­ ste nella sa campagna di annientamento circa 900 mila uomini sotto il suo personale comando . E comincia col far e rigere una serie di fortificazioni tutto intorno alle zone occupate dai partigiani . L'Armata rossa è chiusa in una morsa ; ha i gio rni contati . Anche la salute di Mao declina . Da qualche mese gli attacchi di febb ri malariche non gli danno requie , e lo obbligano spesso ad inte rrom­ pere ogni attività. Nell 'aprile 1 934 gli viene riconfermata

la disciplina delle sue truppe, impo­ neva loro di riassettare le stanze, al­ l'alba, prima di ripartire. Cosi ci rac­ conta Hegner, nel suo volume. Sem­ pre Hegner, passando a parlare del­ le truppe del Kuomintang, traccia questo quadro : « Portano via ai con­ tadini i loro figli, requisiscono per­ fino l'ultimo riso da semina perché un'armata ha bisogno di mangiare, violentano le figlie, e imbrattano i campi peggio di un branco di porci ».

CHOU EN-LAI il figlio del mandarino « Venuto da una grande famiglia man­ darinale di Huaian nel Kiangsu, edu­ cato dai gesuiti in Cina settentriona­ le, studente in Giappone, in Francia, in Germania e persino in Russia, Chou En-lai, minore di cinque anni di Mao Tse-tung, conserva delle sue origini e della sua esperienza inter­ nazionale una grande finezza e una agilità intellettuale. La sua straordi­ naria disinvoltura nei rapporti uma­ ni ha molto contribuito alla sua po­ polarità in Occidente e talvolta ha turbato i suoi interlocutori, dissimu­ lando il suo rigore rivoluzionario e

la sua determinazione. Dopo il pe­ riodo della direzione Li Li-san, du­ rante il quale si sforzò di mediare . le varie posizioni, egli evolverà sempre piu verso Mao Tse-tung pur senza essergli, sembra, personalmente mol­ to attaccato » (Guillermaz, op. cit . ) .

La travolgente q u i nta ca m pagna Dopo quattro fallimentari spedizioni contro i rossi, divenuta la situazio­ ne nazionalista insostenibile, Chiang Khai-shek prende la decisione di " mettere in campo piu di mezzo mi­ lione di uomini e spedire una flotta aerea di oltre 300 bombardieri ame­ ricani, inglesi, italiani, per devastare interi distretti e sterminare interi di­ staccamenti di contadini insorti » ( lsaacs, op. cit. ). I 500.000 e piu uo­ min i del Kuomintang erano stati ad­ destrati dal generale tedesco von Seeckt. Chiang non invia piu lunghe vulnerabili colonne di armati, desti­ nate a farsi distruggere, nel cuore del territorio rosso, ma adotta la tattica del sistematico assedio a tutte le uni­ tà nemiche che gli riesce di aggancia­ re. « Vi furono spaventosi massacri, - rapidi e violenti a mezzo di bom89

la carica di presidente del governo sovietico nazionale . Una breve tregua della malattia gli permette di organizza­ re un tentativo di ritirata attraverso le linee nemiche . Raggruppa tutte le forze comuniste sparse per il Kiangsi e le concentra in un sol punto per sfondare. Di notte , sotto la pioggia, trasportando a spalle oltre alle armi i mode­ sti mezzi di sussistenza , 1 00 .000 uomini circa riescono a d attraversare l e linee nemiche . L'importante per il momen­ to non è infliggere una sconfitta al " generalis simo " ; è al­ lontanarsi dalle zone presidiate da Chiang. •

be, mitraglie e torce, lenti e perversi a mezzo di calcolato affamamento " commenta Isaacs ( op. cit. ).

"In 6 mesi li stermineremo" « Entro sei mesi noi schiacceremo queste armate comuniste cinesi " mi spiega il maresciallo Chiang Kai-shek mentre la sua elegante moglie, edu­ cata all'americana, traduce le sue pa­ role. " Soltanto un terzo di loro è ve­ ramente comunista, gli altri sono po­ co piu che banditi. Stroncarli è dif­ ficile, nia noi siamo decisi a farlo. t!. un po' come liberarsi dei topi di fo­ gna. Quando li cacci da una tana, si rifugiano in un'altra. Ma la nostra forza, unita all'educazione e alla pro­ paganda, alla fine vinceranno " (in­ tervista rilasciata da Chiang Kai-shek al giornalista americano Frazier Hunt, Liberty, 16 giugno 1934).

Mao tenuto agli arresti domiciliari ? Quale sia stata esattamente la parte sostenuta da Mao in questo periodo e in queste vicende è, ancora oggi, molto oscuro. Condivise anche lui la 90

responsabilità dell'ordine dato a tut­ te le unità dell'Armata rossa, di te­ nersi pronte per un ripiegamento ver­ so il Nord ? Aveva, in quel momento, voce in capitolo? Secondo Schram « la sua influenza fu estremamente limitata e probabilmente nulla " · Se­ condo altri, ma non ci sono prove si­ cure, egli fu cacciato dal Comitato centrale e tenuto agli arresti domi­ ciliari a Yiitu, una città che dista circa 80 chilometri da Juichin. Ma perché questo severo provvedimento nei suoi riguardi?

Non era agli arresti, era ammalato " A Yiitu, ancora nelle mani dei co­

munisti, Mao fu lasciato con la mala­ ria; nel periodo in cui la città di Hsingkuo cadeva nelle mani dei na­ zionalisti ( settembre 1 934) la sua tem­ peratura superava i 40 gradi. Comun­ que, per merito delle scrupolose cure di un medico, il dottor Nelson Fu [ Fu Lien-chang ] , riusci a guarire alla fine di settembre " (Ch'en, op. cit.).

B rindisi d i Mao Tse-tung con il presidente russo Vorosilov

LA " LUNGA MARCIA " ( con questo nome entrerà nella sto­ ria della rivoluzione ) incomincia il 1 6 ottob re 1 934 , come una riti rata . I primi mesi sono duris simi . Le truppe di Chiang Kai-shek incalzano . Scontri continui , imboscate , scaramucce : a volte vere e p roprie bat taglie . E oltre a ciò lo spettro della fame , e la minaccia di epidemie . L'Armata rossa , lentamente e faticosamente , s i muove giorno e notte verso il Nord . È un'interminabile fila di uomini e di don­ ne, resi quasi irriconoscibili dalla fatica e dai patiment i . Dove sono finite le di spute e le diatribe all 'interno del

La Lunga marcia: 1 2.000 chilometri 80.000 caduti La durata della Lunga marcia fu di 368 giorni durante i quali, oltre a percorrere circa 12.000 chilometri ( pressappoco la distanza che inter­ corre da Lisbona agli Urali), i rossi dovettero affrontare le truppe nazio­ naliste e quelle dei governi locali del­ le regioni attraversate. Essi valicaro­ no 18 catene di montagne, attraversa­ rono 24 fiumi, nonché zone desertiche e paludi. Ebbero circa 200 scontri con gli avversari. Fra caduti in battaglia e morti per stenti e fatiche, le per­ dite umane ammontarono a circa 80.000 uomini. Dei 100.000 partiti il 16 ottobre 1934 dal Kiangsi, soltanto 20.000 raggiunsero lo Shensi.

Una disperata avventura « Non si può dire con certezza come si sia arrivati alla decisione della ri­ tirata e chi l'abbia presa. A quel tem­ po, la decisione dovette essere collet­ tiva, perché Mao non era il padrone del partito. Probabilmente, la situa­ zione era cosi disastrosa che non si

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poteva decidere altrimenti. Certo è che si trattò di un 'avventura decisa e disperata, che nella migliore delle ipotesi prometteva soltanto la soprav­ vivenza e dalla quale nessuno poteva aspettarsi una vittoria » (C.P. Fitzge­ rald, Dalla repressione alla Lunga Marcia, in " XX Secolo ", op. cit . ) .

Piu pericolosi gli amici che i nemici Il Paloczi-Horvath fa osservare che le difficoltà incoi!trate dalle truppe ros­ se non furono soltanto d'ordine mili­ tare e strategico. Fra i comandanti era infatti scoppiata un'aspra e peri­ colosa battaglia politica. Mao soprat­ tutto si sentiva insidiato. Quasi, lo mettevano piu in difficoltà i suoi com­ pagni che non i nazionalisti. Era co­ stretto a preoccuparsi di sorvegliare i rivali sempre a caccia di pretesti per estrometterlo dal comando.

Non era Mao a comandare « Mao non aveva il controllo degli av­ venimenti. L'esercito era sotto la gui­ da di Chu Te come comandante in capo e di Chou En-lai come commis-

P . C .C . ? Tutto si è dis solto . Ora si tratta di sopravvivere fi­ sicamente . Certo , chi riuscirà a mettere in salvo i super­ stiti dell 'Armata ros s a , sarà il vero capo della nuova Cina . E p roprio in questa situazione viene in primo piano l 'uo­ mo piu discus so del P.C .C . , Mao Tse-tung, l 'uomo ve rso il quale si è poco per volta indirizzata la fiducia dei compagni di lotta . E Mao sente questa s impatia attorno a sé e giu­ dica che essa sia abbas tanza concreta per fo rni re una so­ lida base alla sua politica . Nel gennaio 1 93 5 , durante una delle soste che ogni tanto l 'Armata si concede , a Tsunyi,

sario politico, con l'assistenza d i un esperto militare tedesco, mandato dal Comintern, di nome Otto Braun, piu conosciuto sotto lo pseudonimo cine­ se di Li T'e » ( Schram, op. cit.).

Conq u i stano Tsu nyi con le u n iformi dei naziona l i sti Nel dicembre 1934 l'Armata rossa giunge in vista del fiume Wu, nella regione del Kweichow. In quel punto il fiume è largo 250 metri. Al di là del fiume sorge la città di Tsunyi, difesa da una guarnigione nazionali­ sta. Fabbricate delle rudimentali zat­ tere, alcuni distaccamenti dell 'Arma­ ta rossa si accingono al traghetto in mezzo a una tempesta di proiettili. Centinaia di uomini restano uccisi o feriti sulla riva del fiume, altre de­ cine periscono nelle acque. I super­ stiti raggiungono l'altra sponda e rie­ scono a mettere fuori combattimen­ to una postazione del Kuomintang. Mettendo in atto un'astuzia ampia­ mente sperimentata dai banditi del­ l 'antichità cinese, i rossi si rivestono con le uniformi dei nazionalisti mor­ ti o prigionieri e riescono a penetra­ re nella città, vi introducono il gros-

so delle truppe e di'sarmano la guar­ nigione. Conquistata Tsunyi ( 6-1-'35 ), possono concedersi la prima sosta.

Le i l logiche richieste dei russi Durante la sosta, si riunisce il Polit­ buro del partito. All 'ordine del gior­ no sono le richieste dei compagni so­ vietici. Essi non vedono di buon oc­ chio la massa contadina che ingros­ sa le file dell'esercito rosso. Ciò è contro la teorica della rivoluzione. L'elemento guida delle armate comu­ niste deve essere il ceto operaio. Ma, come nota Hegner ( op. cit . ) : « I russi non erano in grado di dire dove si sarebbero dovuti trovare, in Cina, que­ sti operai ».

Cosi Mao celebra la p ro p ria ascesa «

Scopo della conferenza di Tsunyi fu la correzion e dei gravi errori verifi­ catisi sia sul piano militare che su quello organizzativo. Questa conferen­ za elesse una nuova direzione del Co­ mitato centrale esecutivo a capo del­ la quale fu posto il compagno Mao 93

nel meridione , la conferenza del P.C . C . elegge Mao alla p re­ sidenza di quel Politburo dal quale era stato cacciato do­ po il fallimento della " rivolta del raccolto d 'autunno " , nel 1 927 . È indubbiamente una bella rivincita sui compagni di partito, ma non deve sorprendere. Proprio durante la Lun­ ga marcia, Mao dimos tra di essere ad un tempo abile poli­ tico e non meno abile stratega . Innanzi tutto, riesce a da­ re alla logorante campagna uno scopo e un traguardo p re­ cisi . Non sarà piu solo una fuga . Una gravissima minaccia grava da un pezzo sull 'orizzonte della Cina : l 'imperialismo

Tse-tung. La conferenza segnò una svolta di enorme portata storica per il Partito comunista cinese ,. (Mao Tse-tung, Decisioni su certe questioni della storia del nostro partito, edi­ zione cinese).

È stato Chou En-lai ad assicuragli il successo ? « A Tsunyi, Mao Tse-tung ingaggia la battaglia politica piu dura di tutta la sua carriera. Ne uscirà capo del partito non solo per il fronte della prima armata, ma per l'insieme del movimento comunista cinese » ( Pa­ loczi-Horvath, op. cit.). Ricostruire lo svolgimento della conferenza è im­ possibile: i documenti relativi sono scomparsi durante le vicissitudini del­ la Lunga marcia. Si può però de­ durre dai fatti che seguirono che Mao, scavalcando la direzione del partito, riusci a introdurre nell'uffi­ cio politico parecchi suoi sostenitori mettendo in minoranza i suoi avver­ sari. Chi intui con chiarezza questa manovra politica fu Chou En-lai. La sua mente sottile lo spinse infatti ad aggregarsi al gruppo di Mao Tse-tung e Chu Te; mossa che, dato il p resti­ gio di cui godeva Chou En-la1, assi­ curò il successo di Mao. 94

La "trionfalistica" versione ufficiale « Nel gennaio 1 935, dopo la conqui­ sta di Tsuny i da parte dell'Armata rossa, fu indetta una riunione allar­ gata dell'ufficio politico del Comitato centrale del partito per salvare l'Ar­ mata rossa e la causa rivoluzionaria cinese in pericolo... Grazie alla dura lotta ingaggiata dal compagno Mao Tse-tung e da altri compagni, e gra­ zie all'appoggio della maggioranza, la conferenza di Tsunyi ripudiò la li­ nea militare di sinistra, per appro­ vare la linea corretta del compagno Mao Tse-tung... Da allora il Partito comunista e la rivoluzione cinese, re­ stando sotto la direzione marxista-le­ ninista di questo dirigente eminente, eccezionale e degnissimo della .sua carica, marciarono di vittoria in vit­ toria ,. ( Storia della rivoluzione cine­ se moderna, Pechino 1958 ).

Mao è diligentemente Ignorato da Mosca « In quel momento e per qualche an­ no ancora, la direzione di Mao non fu riconosciuta da Mosca. Il corri­ spondente del Comintern presso l'Ar-

giapponese . Dal settemb re 1 934 i nipponici hanno messo pie­ de sul territorio cinese , invadendo la Manduria, provincia nord-orientale della Cina . Chiang, impegnato nelle campa­ gne di annientamento, non ha mosso un dito ; il governo di Pechino è addirittura filogiapponese. Mao capisce che è neces sario dare uno sbocco all 'offeso sentimento naziona­ le del popolo cinese, e additando come meta della marcia il Nord , lascia intendere ché il suo vero traguardo è la cac­ ciata dei giapponesi dal territorio metropolitano . La mar­ cia punta quindi verso le regioni settentrionali . Le diffi.col-

mata rossa durante la Lunga mar­ cia, M. Fred, non accenna neppure al cambiamento della direzione nel Partito comunista cinese. Sette mesi dopo, al congresso del Comintern a Mosca, nell'agosto 1 935, si accenna a Mao Tse-tung come a uno dei cin­ quanta eroi della Cina rivoluzionaria, ma senza definire minimamente il suo rango in seno al partito » ( Pa­ loczi-Horvath, op. cit.).

"lmboUiDiiate i rossi a sud dello Yanutze" Per quattro mesi si combatté nella regione del Kweichow. I rossi si tro­ varono di fronte cinque divisioni ne­ miche, e, in una fitta serie di scon­ tri, le misero fuori combattimento. Restava da affrontare l'indilazionabi­ le traversata dello Yangtze : « Chiang Kai-shek aveva telegrafato ai suoi co­ mandanti e ai Signori della guerra provinciali: " Il destino della nazione e del partito dipende dal nostro suc­ cesso nell'imbottigliare i rossi a sud dello Yangtze " » ( Snow, op. cit.).

srraraaemma sul fiume delle sabbie d'oro « Verso il mese di marzo 1935, l'Ar­ mata rossa marciò in direzione nord verso il corso superiore dello Yang­ tze chiamato " fiume delle sabbie d'o­ ro ". Pochi uomini attraversarono il tumultuoso fiume su minuscoli bat­ telli, travestiti da esploratori del Kuo­ mintang, poliziotti e gente che an­ dava a pagare le tasse, allo scopo di recarsi nei vari punti chiave del vil­ laggio sulla sponda opposta che ser­ vivano come sbarchi per il traghetto. Poi per nove giorni i battelli fecero la spola traghettando l'intera Armata rossa » ( Schram, op. cit.).

11 famoso episodio

del ponte di Lulinu Lasciata la valle dello Yangtze, la prima armata, al comando di Chu Te, si dirige verso nord e nelle ultime settimane di maggio le avanguardie, guidate da Lin Piao, raggiungono la sponda destra del fiume Tatu, fra 95

tà dei rifornimenti si fanno sempre maggiori . Mao condi­ vide di giorno tutti i disagi delle sue t ruppe e di not te , durante l e soste , s i occupa dei problemi o rganizzativi , mi­ litari e politici . Si è reso conto che la marcia è un o ttimo s t rumento di p ropaganda, sia per sé, sia per l 'idea comu­ nista . Quando finalmente raggiunge la regione dello Shen­ s i , dove sopravvive ancora qualche soviet contadino , Mao vi insedia s tabilmen te i supers titi delle sue truppe . La p res­ sione dell 'esercito avversario, e anche quella politica, so­ no ora meno pesanti . Presso la città di Yenan dove i ros-

le montagne dello Szechwan. Il fiu. me scorre in quel punto fra aspre gole. Esiste un solo ponte, a Luting, 1 80 km a monte. Una parte delle truppe riesce a superare il corso d'ac­ qua su piccoli battelli un po' piu a valle ; ma è impossibile traghettare tutta l'armata in quel modo, occor­ rerebbe troppo tempo e le armate na­ zionaliste, messe sull'avviso dalla sconfitta delle pattuglie che presidia­ no il traghetto, potrebbero inviare massicci rinforzi. L'esercito rosso ac­ celera i tempi e la mattina del 25 maggio raggiunge il ponte. da pe­ santi catene gettate attraverso una scoscesa gola del fiume. Quando i ros­ si v i arrivano le tavole di legno che poggiavano sulle catene non ci sono oiu. Le truppe del Kuomintang le hanno tolte. Alle quattro pomeridia­ ne, un gruppetto di mitraglieri vo­ lontari si avvia carponi attraverso l'intelaiatura del ponte, seguito da un altro gruppo che rimpiazza le ta­ vole. Le truppe del Kuomintang ac­ colgono gli avversari con nutrite sca­ riche di fucileria. Nonostante tutto, i rossi stanno ormai per raggiungere l'estremità del ponte, dove le tavole non sono state rimosse, quando i na­ zionalisti vi appiccano il fuoco. In IL PONTE 2 COSTITUITO

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mezzo alle fiamme, e sotto il tiro ne­ mico, alcuni rossi riescono a passa­ re e, con un riuscito lancio di gra­ nate, mettono a tacere la postazione. Al tramonto, la città fortificata di Luting è espugnata.

Soltanto 17 morti Nel descrivere quest 'impresa Guiller­ maz nota che le perdite dei rossi non superarono i 17 morti ; ma l'impor­ tanza strategica della posizione con­ quistata e la disparità di forze a favo­ re dei nazionalisti ( le cui truppe però, commenta Guillermaz, non dovevano essere di eccezionale qualità) fecero si che questo episodio passasse nella leggenda dell'Armata rossa come una delle piu gloriose vicende della Lun­ ga marcia.

Viene a gal la la riva l ità fra Mao e Chang Kuo-t'ao « La presa di Luting apriva lo Sze­ chwan occidentale alla I armata che giungeva alcune settimane piu tardi, via Tienchiian, nella regione di Mu-

si, dopo una sosta di qualche mese a Pao-an, si sono acquar­ tierati , la vita prende un ritmo quasi normale . L'Armata ross a riorganizza le sue file e dà il via alla creazione di una repubblica socialista. Le montagne dello Shensi, specie nei dintorni di Yenan, sono fitte di grotte asciutte e spaziose. Mao abiterà per parecchi anni una di queste grotte e qui riceverà il p rimo di una lunga serie di visitatori occiden­ tali spintisi fin dietro le linee comuniste , per vedere da vicino questi rivoluzionari cinesi . Il visitatore è il giorna­ lista americano Edgar Snow, che raccoglie dalla viva voce

kung a ovest del grosso centro di Yaan. Qui si trovava la IV Armata di Chang Kuo-t'ao e di Hsii Hsiang. ch'ien... Molto meno provata della I armata, la IV armata contava alme­ no 50.000 uomini... Seguendo itine. rari paralleli_ le due armate avanza. no verso il nord, attraverso la ca­ tena delle Mengpi e arrivano a Mao­ erhkai il 10 luglio. A Maoerhkai si tiene una riunione del Politburo. � qui che sorgono gravi divergenze tra Mao Tse-tung e Chang Kuo-t'ao in merito alle mete da fissare alle due · armate ,. ( Guillermaz, op. cit.).

Si doveva puntare a nord o a ovest ? Mao stava .fisso nel suo proposito : si doveva andare verso nord. Chang Kuo-t'ao, invece, proponeva di riti· rarsi su posizioni piu sicure, nel Si· kang, o addirittura nel Tibet. Ma la verità, come mette bene in luce lo Schram, era quest'altra: « Chang Kuo­ t'ao metteva il suo prestigio e la sua autorità personale contro quella di Mao. Era stato superiore a Mao nel­ l'organizzazione del partito, una doz­ zina di anni prima ; non desiderava diventare ora suo subordinato ». La

prova di forza tra i due non ebbe per il momento un vincitore. Chang Kuo­ t'ao si avviò verso il Sikang. Mao puntò al nord.

Dai ghiacciai del Tibet alle paludi del "mare d 'erba" Lo scoglio piu duro incontrato du­ rante la Lunga marcia furono le montagne tra la Cina e il Tibet. Cin­ quemila metri di altitudine, sentieri impervi tagliati nella roccia, ghiac­ ciai affrontati in abiti di cotone im­ bottito e scarpe di feltro. Gelo e aria rarefatta. La morte per assideramen­ to, per sfinimento, sempre in aggua­ to. E poi la discesa, interminabile,. verso la regione dello Shensi e qui l'inferno delle paludi chiamate « il mare d'erba ». Racconta E. Snow ( op. cit.) che raccolse le testimonianze dal­ la viva voce dei superstiti : « Molti sprofondarono nello stregaJ;o mare d'erba bagnata, inghiottiti dalla pa­ lude sotto gli occhi dei compagni che non potevano far niente per salvarli. Non c'era legna da ardere, e i rossi erano costretti a mangiar� crudi il grano e le verdure. Non c'erano nean­ che alberi che offrissero un riparo

di Mao uno straordinario documento giornalis tico : il rac­ conto della sua vita . In questo periodo di stasi della lot­ ta, ma di intensa elaborazione dottrinale , Mao appare se­ reno, arguto e cordiale . Il suo aspetto, tocca adesso i 4 3 anni , è piu quello d i uno studioso che d i un combattente : è alto, magro dentro i rozzi panni del soldato . Sembra aper­ to a molte tentazioni intellettuali, ma il suo pensiero non si disperde , non divaga . Egli vuoi fare del P.C.C. una com­ pagine . solida e unitaria , sottratta agli influssi stranieri , compresi quelli , piuttosto pesanti , di Mosca. •

e i rossi non avevano tende : di not­ te si raggruppavano sotto fasci d'er­ ba legati che fornivano assai scarso riparo dalla pioggia incessante ».

Finalmente raggiunte le basi dello Shensi « dopo aver infranto altre due li­ nee di resistenza nemiche, la prima armata superò i monti Luip'an e, il 20 ottobre 1 935, raggiunse Wuch'i­ chen dove Mao incontrò per la prima volta il comandante del XV corpo d'armata rosso di stan:za nello Shen­ si, Hsii Hai-tung. " Sei tu il compagno Hai-tung?" chiese Mao. " Grazie per essere venuto a incontrarci. • Poi, per la gioia dell'incontro, i due uomini rimasero silenziosi. Per Mao le prove della Lunga marcia erano terminate » ( Ch'en, op. cit.). •••

Bande isolate in preda alla disperazione La stampa nazionalista ( riferisce Hegner) descrive la Lunga marcia co­ me la « fuga angosciosa di bande iso­ late in preda alla disperazione ». Ma la notizia oiu importante diffusa dai notiziari del Kuomintang nel tempo 98

della Lunga marcia è che il capoban­ da, Mao Tse-tung, sulla cui testa pen­ de una taglia di 250.000 dollari cine­ si ( oltre 30 milioni di lire ), è mor­ to. Anche la sorte dei partigiani su­ perstiti che hanno raggiunto lo Shen­ si è segnata: il generalissimo Chiang Kai-shek dà assicurazioni alla popo­ lazione che « una volta stabilitisi in un luogo, i rossi potranno essere fa­ cilmente sterminati ».

FU UN TRI O N FO O UNA CATASTRO FE ? «

Parve a'llora che la Lunga marcia fosse una catastrofica disfatta del movimento comunista cinese, e qua­ si certamente anche l'ultimo, dispe­ rato episodio della sua stona. Oggi celebrata come il massimo trionfo di quelle pririie lotte, la Lunj;ta marcia è diventata leggendaria nella Cina co­ munista. Si può ancora discutere se fu un trionfo o una catastrofe, ma quel che è certo, oggi, è che fu un fattore determinante per la storia suc­ cessiva della Cina ,. ( C.P. Fitzgerald op. cit.). Mao vota al secondo Congresso nazionale del popolo

,

A YENAN , IL PROBLEMA PIU ASSILLANTE per Mao re­ sta la cacciata dei giapponesi dalla Cina. Sarebbe utopisti­ co credere che l 'Armata rossa, da sola, possa affrontare e sconfiggere le forze nipponiche . Non c 'è altra soluzione che cercare di riannodare le file dell 'alleanza con il Kuomin­ tang, in nome della salvezza del territorio e · del popolo ci­ nese . Ma Chiang Kai-shek non sembra molto propenso al nuovo fraterno abbraccio . E tirerebbe in lungo le trattati­ ve se, nel dicembre 1 93 6 , non avvenisse un oscuro episo­ dio passato alla storia come " colpo di Sian " . Chiang, che si

contadini depongono i fucil i e vanno a scuola l

L'insediamento nello Shensi segna per i rossi un radicale mutamento di vita e di abitudini. Non è piu neces­ sario, per il momento, impegnarsi nella lotta armata. Ora si tratta di trasfondere il potenziale di lotta del­ le truppe sul piano delle conquiste pacifiche_ Yenan diventa allora un centro di istruzione. I contadini si trasformano, con studio e con appli­ cazione, in funzionari amministrati­ vi, oppure restano agricoltori, ma ap­ prendono a coltivare razionalmente la terra e a render fertili le zone che non lo sono. Mao stesso, precisa Heg: ner ( op. cit.), " si sottopone a uno studio disciplinato, felice di trovare finalmente il tempo di occuparsi a fondo dei classici marxisti •.

La disinvoltura di Mao Racconta Edgar Snow: « Mao, pur essendo dotato di un cervello fuori del comune, ha le abitudini tipiche di un contadino... Ricordo che una volta, mentre stavamo chiaccheran­ do, si slacciò distrattamente la cin­ tura dei pantaloni e si mise a dar la 100

caccia a certi suoi ospiti... E un al­ tro giorno che stavo intervistando Lin Piao e faceva terribilmente cal­ do nella stanzetta dove ci trovava­ mo, Mao si sdraiò sul letto, si levò i pantaloni e per una ventina di mi­ nuti si dedicò attentamente allo stu­ dio di una carta militare appesa alla parete ,. ( Snow, op. cit.).

Cosi nel '36 giudicava M ussolilli e Hitler Nel 1936 (è importante fare attenzio­ ne all'anno ) nel corso dei suoi collo­ qui con il giornalista Snow, Mao Tse­ tung parlò degl i uomini politici occi­ dentali del momento fra i quali no­ minò: ROOSEVELT, che defini un vero an­ tifascista, dicendosi convinto che la Cina avrebbe potuto collaborare con lui ; MUSSOUNI, che, accomunandolo a Hitler, riteneva un funambolo, ma del quale aveva maggior stima, giu­ dicandolo un machiavellico non im­ preparato nel campo della storia; HITLER, che giudicava un burattino senza volontà nelle mani dei capita­ listi re!'Zionari.

è recato nello Shensi per incontrare a Sian il governatore della regione ( il profugo mancese Chang Hsueh-liang ) ,_ viene arrestato da quest 'ultimo, insoddisfatto della imbelle poli­ tica antigiapponese del generalissimo. È la notte fra il 1 0 e 1 ' 1 1 dicembre . L'ammutinamento delle forze nazionaliste si p ropaga . La vicinanza delle zone d 'influenza comunista aumenta la tensione . A Pechino si diffonde la notizia che Chiang Kai-shek è s tato assassinato. Probabilmente i pro­ fughi mancesi, d'accordo con i comunisti , arriverebbero anche all 'eliminazione fisica del generalissimo se questo

Una notizia sensazionale

Hanno rapito Chiang Kai-shek Chiang Kai-shek soffre d i reumatismi, ne soffre da tempo. E sul finire del 1 936 ha deciso di andare a curarsi nei pressi della città di Sian, nello Shensi meridionale. Vuoi rimettersi in forze prima di affrontare e stron­ care definitivamente gli ultimi resti del comunismo in Cina. Essere a Sian gli consentirà anche di mettere un po' d'ordine in questa regione di con­ fine, dove il governatore Chang Hsueh­ liang, figlio di un defunto, notissimo • Signore della guerra •, profugo man­ cese, antigiapponese al massimo, sem­ bra subisca l'influsso delle ideolo­ gie rivoluzionarie predicate nella vi­ cina regione di Yenan. Chiang non fa in tempo a incominciare la cura del­ le acque, quando una notizia corre fulmineamente per tutta la Cina e per il resto del mondo fra la coster­ nazione generale: il governatore Chang Hsueh-liang si è ammutinato e ha osato sequestrare il generalis­ simo. Non si sa ancora se egli sia vivo o morto. E i comunisti, come si comporteranno in questo frangente?

Mao Tse-tung si affretta a informare Mosca Allorché anche a Yenan giunse la vo­ ce che Chiang era tenuto prigioniero dal governatore di Sian, Mao com­ prese immediatamente che una noti­ zia del genere oltre a mettere a ru­ more il mondo cinese avrebbe avuto serie ripercussioni anche all'estero, e soprattutto a Mosca, e « benché non fosse alle dipendenze dei sovietici e neppure in obbligo verso di loro, ri­ tenne giusto informare il Comintern dell'accaduto e telegrafò a Mosca " (Hegner, op. cit. ). Si può facilmente credere che al Cremlino la notizia destò molte preoccupazioni. Ne è pro­ va il fatto che qualche giorno dopo arrivò a Yenan un messo del Comin­ tern con un ordine molto preciso: il generalissimo Chiang deve essere im­ mediatamente rimesso in libertà.

I sovietici

accusano i giapponesi

« La " Pravda ", senza batter ciglio, at­ tribuisce il complotto ai giapponesi desiderosi di sabotare l'opera di uni­ ficazione intrapresa dal generalissi­ mo. Da parte loro le " lzvestia" accu­ sano Chang Hsueh-liang di essere al 101

giovasse alla loro causa . Il 25 dicembre , Chiang è rilascia­ to, dopo aver solennemente promesso di accettare l 'allean­ za con i comunisti contro il Giappone . Che cosa nasconda questa improvvisa liberazione , non è tanto facile da capi­ re . Molto p robabilmente i fili della vicenda, ancora una volta , sono stati annodati a Mosca . Mosca ha obbligato il P.C.C. a rilasciare Chiang perché essa continua a credere nel talento e nella forza del generalissimo . D 'altra parte i comunisti cinesi sanno che è impossibile, per il momento , prendere la guida di tutto il Paese per affrontare un ne-

soldo dell'imperialismo giapponese, solo beneficiario dell'avvemmento ,. ( Guillermaz, op. cit.).

A malincuore Mao intercede per Chiang Chou En-lai, inviato da Mao Tse­ tung a Sian per trattare la liberazio. ne di Chiang Kai-shek, vi arriva qua­ si in veste di ministro degli esteri della repubblica di Yenan. Il suo in­ carico è preciso. Deve ottenere che gli ufficiali ammutinati rilascino il generalissimo. Una mossa politica che a Mao dovette costare moltissimo poi­ ché, come osserva Hegner (op. cit.), « Chiang non è soltanto suo rivale po­ litico, ma è anche colui che ha fatto giustiziare sua moglie e sua sorella ».

IL GENERALISSIMO ERA IL MALE MINORE Ciò avvenne solo in obbedienza a un ordine di Mosca? Molto probabilmen­ te non soltanto per quello. Mao e i suoi compagni non potevano cullarsi nell'illusione di essere abbastanza forti per mettersi a capo di un go­ verno cinese di coalizione. In fondo, 102

data la situazione, come nota Schram (op. cit.), " Chiang era un male mi­ nore che non i capi anche piu reazio­ nari che avrebbero probabilmente preso il sopravvento a Nanchino se egli fosse stato sacrificato ».

I comunisti ottengono la liberazione di Cbiang " Sulle prime tutti credettero che Chiang Kai-shek sarebbe stato giu­ stiziato; e molto probabilmente la sua sorte sarebbe stata proprio que­ sta se non fossero intervenuti i co­ munisti, perché alla notizia dell'acca­ duto Chou En-lai si precipitò a Sian per offrire agli ammutinati i suoi con­ sigli. Egli li convinse del valore po­ tenziale di Chiang come uomo-ban­ diera... Nel frattempo Chiang ascol­ tava le richieste degli uomini che lo avevano nelle loro mani : la fine del­ la guerra civile, la liberazione . dei prigionieri politici, una politica tol­ lerante verso i movimenti patriotti­ ci e la concessione della libertà d'as­ sociazione politica » ( H . McAleavy, Storia della Cina moderna, trad. di M. Bonini, Rizzoli ed. 1969 ). Chiang finf per accettare le condizioni poste­ gli. E ciò venne considerato dai co­ munisti come una chiara vittoria.

mico bene organizzato come il giapponese , in una guerra che non si presenta né breve né facile . E la gue rra è or­ mai imminente . Mao Tse-tung studia con i suoi collabo. ratori come vantaggiosamente applicare nel nuovo con­ flitto le esperienze raccolte nelle precedenti campagne . La guerra partigiana di resistenza e la guerra di movimento vengono confermate come le forme piu opportune di lotta contro l 'invasore . Mao, inoltre , insiste sulla sua teoria del­ la " guerra di lunga durata " , unica tattica possibile , a suo avviso, in un Paese vasto quanto la Cina . E poi , come stu-

FU UN TRIONFO O UNO SMACCO ? « Si potrebbe dire che l'operazione compiuta dai comunisti cinesi a Sian fu assai poco brillante ; che essi rila­ sciarono Chiang Kai-shek senza avere nulla di sostanziale in cambio : non la democrazia, non l'efficiente lotta contro il Giappone, non la fine . della repressione... Tuttavia lo sforzo per imporre al Kuomi)ltang l'alleanza di guerra con i comunisti non fu privo di significato politico » ( E . Collotti Pischel, introduzione a Stella rossa sulla Cina, Einaudi 1 965). Venne in chiaro infatti, conclude la Collotti, che era il Kuomintang a temere l'in­ staurazione in Cina di un regime po­ litico moderno e che erano i comuni­ sti a volere l'alleanza nazionale con­ tro i giapponesi. Quest'ultimo aspet­ to della situazione ebbe ripercussioni sul piano internazionale.

Per Mao Tse-tung un solo obiettivo : la lotta contro il Giappone " Il compito fondamentale del popo­ lo cinese è oggi la lotta contro l'im­ perialismo giapponese. La politica dei soviet è decisamente condizionata da

questa lotta » ( dichiarazioni di Mao a E. Snow, giugno 1936, da Snow, op. cit.). Secondo Mao non vi erano dubbi a questo proposito. Il comando giapponese aveva un suo piano pre­ ciso : soggiogare e sfruttare l'intera Cina. Quindi ogni altra questione do­ veva passare in secondo piano.

Chiang Kal-shek : prima eliminare il comunismo poi il Giappone " Lei pensa che sia piu importante fare la guerra contro il Giappone » aveva detto Chiang Kai-shek, prigio­ niero a Sian, a Chang Hsueh-liang, il suo rapitore. " Ma io le dirò che è piu importante impedire ai comu­ nisti di espandersi. I giapponesi so­ no una malattia della pelle, i comu­ nisti, invece, sono un male interno. Essi affermano di volermi sostenere senza riserve nella guerra contro il Giappone, ma in realtà pensano solo a rovesciarmi » (Hegner, op. cit.).

UNA RESA VERGOGNOSA Nel febbraio 1 937 una conferenza ple­ naria del Kuomintang accettò la tre­ gua della lotta contro i rossi e sta103

dioso della storia del suo Paese, egli sa che la resisten­ pazientemente e segretamente condotta per lungo tem­ po e l 'accensione di focolai di lotta oltre le linee nemi­ che sono le caratteristiche di una guerriglia assai spesso impiegata in Cina . Questo dal punto di vista militare . Dal punto di vista politico, nei rapporti con il Kuomintang, il Partito comunista chiede l 'indipendenza e l 'autonomia in seno al fronte unito per salvare insieme l 'unità di tutte le forze e la fisionomia del proprio movimento . La guerra cino-giapponese scoppia nel luglio 1 93 7 . Dopo una prima za

bili le basi di un nuovo fronte unito nazionale. Non mancarono, da parte di elementi di destra del Kuomin­ tang, violente critiche contro questa politica di unione, vista come una vergognosa resa ai comunisti. In ve­ rità, tanto Mao Tse-tung che Chiang Kai-shek si stavano rendendo conto che era ormai imminente una guerra in grande stile contro il Giappone. E la Cina divisa non sarebbe stata in grado di affrontarla. I comunisti ( se­ condo lo storico McAleavy) avevano cosi l'occasione di costituirsi un me­ rito eccezionale con la dimostrazio­ ne che il loro apporto alla lotta sa­ rebbe stato decisivo per la vittoria.

"Se si può vincere si combatte, se no ci si ritira " « Il carattere partigiano del nostro esercito costituisce la nostra peculia­ rità, il nostro punto forte, lo stru­ mento della nostra vittoria sul ne­ mico. Se si può vincere, ci si batte, se no ci si ritira; questa è la spie­ gazione popolare del principio che dirige la guerra di movimento da noi condotta attualmente ... Ma quando noi ci ritiriamo, lo facciamo sempre •.•

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in vista di batterci. Ogni nostra azio­ ne strategica si basa sul nostro desi­ derio di batterci ,. (Mao Tse-tung, Problemi strategici della guerra ri­ voluzionaria in Cina, dicembre 1936, da La guerra rivoluzionaria, a cura di C. Strappa, Dall'Oglio 1 964).

Primo scontro direno con i DiiPPOnesi La prima, e per lungo tempo unica vittoria contro le armate giapponesi, la conseguono i comunisti. Alla fine di settembre 1 937, la s· divisione giap­ ponese è attaccata di sorpresa e scon­ fitta dalla n s· divisione cinese guida­ ta da Lin Piao. Lo scontro ha luo­ go a P'inghsingkuan. I comunisti cele­ brano con particolare esultanza que­ sto primo successo. Anche se è « un successo senza futuro » come lo de­ finisce Guillermaz (op. cit.).

1 cinesi punzecchiano ali avversari La tattica del « battiti se puoi vince­ re, se no ritirati » era la base della condotta militare attuata da Mao.

vittoria delle truppe rosse che sconfiggono il nemico a P 'inghsingkuan , i giapponesi, fra novembre e dicembre , occupano Shanghai e Nanchino . Poi la guerra vede , dopo una rapida penetrazione nipponica . nel territorio cinese, un lunghissimo periodo di stasi, dal '39 al '44 . Durante questi anni i due avversari non scatenano alcuna offen­ siva degna di tale nome , anche se naturalmente ogni tanto si verificano gravi scontri . I due eserciti praticamente si fronteggiano per anni e non sembrano nemmeno volersi logorare a vicenda, se arrivano ad organizzare un notevole

Ed egli era convinto che fosse la tat­ tica migliore su un fronte, come quel­ lo cinese, in certç> senso, indefinito. Parlando con Snow, il 15 luglio 1 936, Mao mette bene in evidenza i van­ taggi di una guerriglia estremamente mobile, che può recare notevole di­ sturbo « alla lenta e complessa mac. china da guerra giapponese impegna­ ta in dure azioni di retroguardia, mentre è costretta ad aprirsi cauta­ mente la strada "·

Chiang Kai-shek aspetta che· qualcuno sconfigga i nipponici « Sotto l'urto delle divisioni giappo­ nesi, le forze militari del Kuomintang si sbandarono, si ritirarono, spesso si dissolsero per il consapevole tra­ dimento dei loro comandanti, men­ tre Chiang Kai-shek si atteneva al principio per cui, aspettando che le circostanze internazionali portassero alla sconfitta del Giappone, la Cina doveva "vendere spazio per guadagna­ re tempo ". Vaste regioni furono cosi abbandonate all'occupazione giappo­ nese » ( Enrica Collotti Pischel, Mao Tse-tung, op. cit.).

Arrivano i aiapponesi SI SALVI CHI PUO' Effettivamente i giapponesi erano sul campo assai piu forti. Le loro colon­ ne corazzate spazzavano le pianure della Cina settentrionale. Spianava­ no le capanne dei contadini, fucila­ vano gli uomini, violentavano le don­ ne. « Le atrocità dei giapponesi o­ scurano tutto ciò che la Cina ha spe­ rimentato finora, poiché superano la rivolta dei T'aip'ing, le guerre del­ l'oppio e le campagne di annienta­ mento di Chiang Kai-shek » ( Hegner, op. cit. ). Echi delle violenze giappo­ nesi si ebbero anche sui giornali oc­ cidentali, quando i nipponici, non an­ dando certo per il sottile, danneggia­ rono gl'interessi europei in Cina.

LA PAROLA D'ORDINE DELLE TRUPPE GIAPPONESI era: « uccidi, ruba, brucia ogni cosa » (riferito da Hegner, op. cit.). Davanti all'inva­ sione giapponese, nei primi mesi del­ la guerra capitolarono Pechino, Tien­ tsin, Nanchino e Shanghai. Il go­ verno nazionalista riparò a Chung­ king, a oltre 1500 .km dalla costa. 105

contrabbando di merci d 'ogni genere attraverso le linee . Un fatto importante, che avrà grosse conseguenze, avviene però fra le forze cinesi, e rompe il difficile equilibrio con­ cordato con il Kuomintang. Alle truppe comuniste, divise in due armate, l 'ottava di 45 .000 uomini , la quarta di 1 5 .000, erano stati affidati compiti di guerriglia sul fronte e azioni di dis turbo dietro le linee giappones i . Ora, grazie al diffondersi del movimento partigiano nelle campagne , l 'esercito rosso, nel giro di quattro, cinque anni , si trova a • poter contare su una forza addirittura decuplicata.

Due versioni contrastanti sul bottino delle armi Secondo la versione cinese, i comu­ nisti, praticamente quasi privi di ar­ mi, assalirono nel settembre 1 937, nel­ lo Shansi orientale, due divisioni giapponesi, le sconfissero e le spo­ gliarono delle armi. Ed ecco la ver­ sione fornita dal servizio segreto USA: « Fu alle truppe nazionaliste in fuga davanti ai giapponesi che i co­ munisti tolsero la maggior parte del loro equipaggiamento. Decine di mi­ gliaia di fucili furono lasciati da i sol­ dati cinesi caduti e in fuga sui campi di battaglia del Shansi, Hopeh, Cha­ har e Suiyiia n. I cinocomunisti rac­ colsero queste armi e munizioni ab­ bandonate e le utilizzarono per rifor­ nirsi e per armare unità di guerri­ glieri e i corpi per l'autodifesa locale che andavano organizzando tra i con­ tadini » ( North, op. cit.).

Richiamato in patria Il conquistatore di Shanghal Ai primi di novembre del 1 937 due divisioni giapponesi prendono terra nella baia di Hangchow. Intendono accerchiare le forze cinesi poste a 106

difesa di Shanghai. Queste forze non si lasciano impegnare, e cominciano un ripiegamento. II terreno avrebbe permesso una buona difesa. Ma i ci­ nesi non sono capaci di organizzarla. II loro disordinato arretramento sco­ pre ben presto il capoluogo regiona­ le. « I nipponici entrano in Shanghai il 13 dicembre e si scatenano in in­ credibili massacri : vengono uccise parecchie decine di migliaia di citta­ dini; Io scandalo arriva fino in Giap­ pone : il generale giapponese Matsui, responsabile dell'operazione, viene ri­ chiamato » (Guillermaz, op. cit.).

LE FORZE GIAPPONESI IN CINA nel 1 941 comprendevano circa 800.000 uomini divisi in 21 divisioni di fan­ teria; 20 brigate miste ;. l divisione di riserva generale ; l gruppo di caval­ leria ; 16 squadriglie aeree. I CINESI AVEVANO IN CAMPO AL­ L'INIZIO della guerra: 1 .788.000 uo­ mini divisi in: 210 divisioni di fante­ ria ; 35 brigate di fanteria; 1 1 divi­ sion i di cavalleria ; 6 brigate di ca­ valleria ; 18 reggimenti di artiglieria ; 8 gruppi di artiglieria di riserva. Il presidente Mao con una giovane attivista

107

IL RISTAGNO DELLE OPERAZIONI I N CINA era la stasi che p recede l 'uragano. Nel '39 scoppia la seconda guerra mondiale , e nel 1 94 1 - con l 'attacco di Pearl Harbor anche il Giappone si getta nel conflitto. Per i nipponici il teatro di guerra del Pacifico diventa subito immensamente piu importante del fronte cinese. In Cina, Mao trascorre questo periodo, noto come " periodo di Yenan " , in modo piuttosto appartato , dedicandosi prevalentemente allo s tu­ dio e alla elaborazione di alcuni saggi politici e militari . Questi suoi scritti vengono largamente diffusi nelle basi

Il Giappone trascina l" America In guerra Il 7 dicembre 1941 il bombardamento della base americana di Pearl Har­ bor da parte dei giapponesi trasci­ na anche gli Stati Uniti nel conflitto mondiale che dura ormai da due an­ ni. Le conseguenze si risentono su­ bito sul fronte cinese. Le operazioni militari si bloccano quasi completa­ mente. Alcuni fatti però allarmano i giapponesi : l'installazione in Cina di un gruppo aeronautico americano e la presenza di consiglieri americani al fianco di Chiang Kai-shek. In quel periodo infatti la maggior parte dei Renerali americani era convinta che 11 Giappone avrebbe potuto facilmen­ te essere sconfitto soltanto attraver­ so la creazione di basi statunitensi nell 'Asia sud-orientale e in Cina.

l guerriglieri cinesi Impegnano 20 divisioni nipponiche M e n t re la guerra cino-giapponese se­ gna dunque una battuta d'arresto,

l 'attività dell 'Armata rossa si inten­ sifica. Se nel 1937 l'Armata era com108

posta di circa 100.000 uomini, all'ini­ zio del 1943 essa disponeva di alme­ no 600.000 soldati. Il che le permette, durante il periodo di occupazione giapponese, di tener impegnate in guerriglia e scaramucce circa 20 di­ visioni nipponiche.

Gli americani vedono nella Cina una futura grande potenza « La Cina non è una pedina qualsiasi dello scacchiere strategico. L'America le attribuisce un posto eminente nei suoi piani per il mondo di domani. " Ci proponiamo - scrive il segreta­ rio di Stato Cordell Hull - di far riconoscere la Cina come una grande potenza, sullo stesso piano della Gran Bretagna, della Russia, degli USA · » ( R. Cartier, " Epoca " , 28-5- 1 967 ).

l russi aiutano Chiang con grossi prestiti Nonostante gli accordi stabiliti per realizzare il fronte unito, Chiang Kai­ shek non tralasciava di osteggiare i comunisti, suscitando le proteste di Mao e dei suoi compagni. In questo

comuniste dello Shensi e contribuiscono a creare dappri­ ma una buona reputazione , poi una notevole fama attorno al suo nome, infine a preparare il mito della suprema sa­ pienza del suo pensiero . Ma non solo politiche e militari erano le preoccupazioni del vertice comunista. C 'era anche l 'urgente p roblema dell 'organizzazione economica della parte di Paese in suo potere . La " repubblica di Yenan " deve diventare un esempio di saggia economia e di equa distri­ buzione dei mezzi di sussistenza. Non è certo compito da poco in un Paese dove , ancora verso il 1 930, 2 milioni di

stesso periodo i giornali del Crem­ lino non perdevano occasione per mettere in buona luce Chiang Kai­ shek e per tesserne, quando era pos­ sibile, gli elogi. Né l'Unione Sovie­ tica si limitava al plauso. Stalin an­ dava, come sempre, al concreto. E inviava regolarmente al generalissimo armi e munizioni. Il governo nazio­ nalista cinese riconobbe poi d'aver ri­ cevuto dall'URSS questi prestiti : marzo 1938 : 5 0 milioni di dollari ; giugno 1938 : 50 milioni di dollari ; giugno 1939 : 100 milioni di dollari.

Un americano filocomunista capo di Stato Maggi ore di Chlang lal-shek « Il generale Joseph W. Stilwell, che è contemporaneamente il comandan­ te in capo del corpo di spedizione americano in Cina e il capo di Sta­ to Maggiore del generale Chiang Kai­ shek, odia Chiang di un odio deli­ rante. I suoi diari, pubblicati da am­ miratori forse mali ispirati, sono una litania d'ingiurie che cominciano con little bastard e continuano con un crescendo di epiteti uno piu offen­ sivo dell'altro. Stilwell è circondato da un gruppo di consiglieri politici

che appartengono a quella genera­ zione di intellettuali freschi di stu­ di all'epoca della crisi del 1929, che il momentaneo fallimento del capita­ lismo ha spinto verso la dottrina co­ munista. Nell'atmosfera deleteria di Chungking, la loro immaginazione si volge verso la solitaria repubblica di Mao Tse-tung, che l'invasione giap­ ponese ha lambito, ma non sommer­ so » (R. Cartier, " Epoca " , 28-5-'67 ).

Il pensatore di Yenan Queste alcune delle opere scritte da Mao Tse-tung fra il 1 937 e il 1 940: luglio 1937 : Sulla pratica: il rapporto tra la conoscenza e la pratica, . tra il sapere e l'azione. Agosto 1937 : Sulla contraddizione. Maggio 1 938 : Proble­ mi strategici della guerra partigiana antigiapponese, e, Sulla guerra di lun­ ga durata. Novembre 1938 : Problemi di guerra e di strategia. 1939: La ri­ voluzione cinese e il Partito comuni­ sta cinese. Gennaio 1940 : La nuova democrazia.

L'essenza del maoismo La produzione letteraria di Mao Tse­ tung rappresenta una elaborazione ab­ bastanza personale della teoria mar­ xista. ( Elaborazione che prenderà poi 109

persone sono morte di stenti in seguito ad una carestia . Un nuovo passo avanti è la costi tuzione di una " università nord-occidentale antigiapponese dell 'Armata ros sa " . Scopo del nuovo is tituto : preparare i dirigenti dell 'esercito e i responsabili del partito . Le notizie che correvano in tutta la Cina sugli esperimenti in corso nella repubblica di Ye­ nan attirarono anche i giornalisti occidentali . Alcuni di essi raggiunsero la nuova repubblica e riportarono le loro impressioni su questo aspetto della " rivoluzione gialla " . Un gruppo di militari-contadini-intellettuali , scrivevano ,

il nome di maoismo ). Tutto il sistema è una logica evoluzione dell'idea fon­ damentale che erano i contadini po­ veri la prima · vera forza della rivo­ luzione, cosi come erano ancora e soltanto loro la vera forza militare comunista. « L'essenza del maoismo è costituita dalle teorie di Mao sulla strategia, teorie che non sono solo una " applicazione dei principi del marxismO..l eninismo alla realtà cine­ se ", bensi una unione di tali principi con il tradizionale modello cinese di rivolta contadina » ( Ch'en, op. cit.).

CHIANG CH ' ING: un 'attricetta un po ' equivoca « Lan Ping è nata nella provincia del­ lo Shantung. Nel 1933 fu ammessa al Collegio Teatrale dello Shantung, poi t rovò un posto negli studi cinemato­ grafici Ten Tong Ko di Shanghai. Era un 'attrice priva di ogni talento e in­ terpretava parti di secondo piano. In compenso, ebbe molto successo ne­ gli intrighi amorosi, facendo un ma­ t rimonio vantaggioso col noto e in­ fluente attore Tang Na, dopo essere stata l'amante di due ricchi mer­ canti di Tientsin ... Nel 1 939 Lan Ping

I lO

si trasferi nello Yenan, ove prese il nome di Chiang Ch'ing » ( notiziario dell'Agenzia di stampa sovietica No­ vasti, Mosca, 5 dicembre 1968 ).

"O sposo Chiang Ch' ing o pianto tutto " « Secondo Chang Kuo-t'ao, avversa­ rio politico di Mao, vissuto per pa­ recchi anni ad Hongkong, Mao, paz­ zo d'amore per Chiang Ch'ing, si aggi­ rava spesso con una lanterna per le buie grotte di Y enan e supplicava il maresciallo Chu Te, il suo ex profes­ sore Hsu T'e-li e Teng Ying-ch'ao, mo­ glie di Chou En-lai , perché appog­ giassero i suoi progetti matrimoniali. Chang ricorda che Mao minacciava sempre di " tornarsene al suo villag­ gio natale a fare il contadino " se non avesse potuto sposare Chiang Ch'ing » (Chiang Ch'ing, Chairman Mao's Enig­ matic Spouse, nel notiziario " Current Scene, Development in Mainland Chi­ na", Hongkong, 6 gennaio 1%9).

La solita tempestiva gravidanza Per rendere piu facile la realizzazio­ ne del suo disegno, Mao pensò bene di dare un posto ufficiale a Chiang

sta costruendo una nuova " democrazi a popolare " . I n Cina si guardava a Yenan con diversi atteggiamenti : diffidenza , curiosità, ammi razione . Decine di giovani, p rovenienti da tutte le regioni cinesi , raggiunsero lo Shensi, e fra gli altri un 'attrice cinematografica di Shanghai che per la sua avve­ nenza e la sua vivacità non mancò di richiamare su di sé l 'attenzione di Mao Tse-tung , piut tosto pronto nel corri­ spondere al fascino femminile . Il suo nome è Chiang Ch 'ing ( detta anche Lan Ping ) . Mao divorzia da Ho Tzu-chen, or­ mai da parecchio tempo a Mosca, e sposa l 'attrice . E intan-

Ch'ing facendola assumere come ar­ chivista presso la Commissione cen­ trale per gli Affari militari, commis­ sione che, guarda caso, aveva sede nell'ampia grotta adiacente a quella nella quale egli viveva. Ben presto negli ambienti . b ene informati comin­ ciò a circolare la notizia che la bella Chiang Ch'ing era in stato interessan­ te. « Si racconta che nell'autunno 1 940 Chiang Ch'ing apparisse inaspet­ tatamente in una riunione fra Mao e alcuni pezzi grossi comunisti e con gran calma dicesse al gruppo alli­ bito : " Ho una bella notizia per voi. Il presidente e io viviamo insieme ". Di fronte a questo sviluppo inatte­ so, il Comitato centrale del partito con riluttanza acconsenti a che il pre­ sidente Mao prendesse la sua quarta moglie " ( Chiang Ch'ing. Chairman Mao's Enigmatic Spouse, op. cit.). « UNA CERTA DELUSIONE fu cau­ sata, specialmente fra gli studenti, che avevano visto in Mao l'incarna­ zione di un austero puritanesimo ri­ voluzionario, dalla notizia che egli a­ veva abbandonato la sua fedele com­ pagna della Lunga marcia per la se­ ducente Lan Ping " ( Schram, op. cit. ).

Mao lancia una campagna di ranitica « Dal maggio 1 941 al maggio 1942, Mao tenne cinque importanti discor­ si sulla necessità di correggere i me­ todi di studio, di lavoro e della pub­ blicistica del partito » ( Ch'en, op. cit.). La campagna propagandistica voluta da Mao Tse-tung nel 1 942 aveva ùno scopo ben preciso ( secondo Stuart Schram ), e cioè quello di rendere il movimento comunista in Cina indi­ pendente e autonomo, adattando l'i­ deologia e la teoria comuniste alle particolari condizioni sociali çinesi. Ufficialmente, Mao denunciava il « for­ malismo straniero " che insidiava il partito. In realtà, il suo obiettivo era di colpire, oltre. alle influenze stra­ niere in generale, che non erano poi molto avvertibili, l'influenza russa ché invece si faceva sentire in modo pesante nel partito. Nel maggio 1 943, come fa notare sempre lo Schram, Mao fu svelto a cogliere l'occasione dello scioglimento dell'Internazionale comunista per esaltare le conquiste indipendenti del suo partito. 111

to giunge alla fine anche la seconda guerra mondiale con la catastrofica sconfitta del Giappone . Per la Cina dovrebbe aprirsi un orizzonte di pace . E invece viene subito a galla il suo problema di fondo : l 'impossibile coesistenza fra Kuo­ mintang e Partito comunista. Gli interessi internazionali che si intrecciano attorno a questa coesistenza sembrano inestricabili . Mentre in Occidente si p rofila la creazione d�i due blocchi Est-Ovest, con l 'egemonia sovietica da una par­ te e quella americana dall 'altra , in Asia sovietici e ameri­ cani sono d 'accordo su un punto : cercare di evitare una

Giugno 1945 : comincia l'esaltazione del pensiero di Mao L' I l giugno 1945 si tiene a Yenan il

7• congresso del Partito comunista ci­ nese. :e il primo congresso veramen­ te tutto cinese. Sono passati 17 an­ ni dal 6" congresso, tenutosi a Mo­ sca nel 1928, e la situazione nei ri­ guardi dell'URSS è completamente cambiata. Dal 1943 l'Internazionale comunista, il Comintern, ha cessato di esistere ; cessata anche la finzione stalinista di un comunismo interna­ zionale. Il comunismo cinese è indub­ biamente il meno internazionale di tutti. In questa atmosfera di totale indipendenza il P.C.C. solennemente enuncia : « Il Partito comunista cine­ se riconosce come principi guida di tutto il suo operato le teorie del mar­ xismo-leninismo ed i principi deriva­ ti dall'esperienza pratica della rivo­ luzione cinese, cioè le idee di Mao Tse-tung. I membri del partito do­ vranno attenersi a queste direttive : sforzarsi di elevare il loro grado di 1 12

conoscenza e studiare le fondamen­ tali idee del marxismo-leninismo ed il pensiero di Mao Tse-tung » ( Brandt, Schwartz, Fairbank, op. cit.).

A Yalta i tre grandi si scambiano favori a spese della Cina « Nel febbraio 1945, durante la Con­ ferenza di Yalta in Crimea, Roose­ velt e Churchill volevano che Stalin riconoscesse il governo nazionalista di Chungking come unico governo cinese. I due statisti raggiunsero lo scopo, ma dovettero a loro volta fa­ re alcune concessioni che comporta­ vano un parziale ripristino dello sta­ tu quo esistente l)rima del 1904: ri­ nuncia a diverse linee ferroviarie rus­ so-cinesi; Port Arthur diventava una base navale russa ; Dairen porto fran­ co; lo statu quo era ristabilito nella Mongolia Esterna, che restava nella zona d'influenza russa. Il governo di Chungking, informato di questo pat­ to attraverso Roosevelt, dichiarò nel­ l'agosto 1 945 di approvarlo » (J. Ro­ mein, Il secolo dell'Asia, trad. di F. Solinas e E. Collotti, Einaudi 1969). Il governo di Yenan avrebbe accetta­ to queste condizioni?

guerra civile in Cina . Mao e Chiang non possono non di­ mostrare una certa dose di buona volontà e si incontra­ no a Chungking, dove si rivedono per la prima volta dopo il 1 926 . Il colloquio dura esattamente 44 giorni , dal 28 ago­ sto al 1 0 ottobre 1 945 . La conclusione è un accordo pura­ mente formale che non sarà mai rispettato . Le incertezze sovietiche e americane del momento non servono certo ad avviare verso un epilogo pacifico la situazione � Il generale Marshall, inviato speciale del p residente americano Tru­ man , giunto in Cina nel novembre 1 945 come mediatore,

Per gli occidentali IL GOVERNO D I YENAN NON ESI STE Nel gruppo di militari e diplomatici che il mattino del 2 settembre 1945, nella baia di Tokio, accettarono la resa dell'esercito giapponese sconfit­ to, insieme con americani, inglesi, russi, olandesi, australiani, neozelan­ desi, francesi e canadesi, figuravano gli inviati di Chiang Kai-shek. Non c'era nessun rappresentante del go­ verno della zona rossa della Cina. « In Asia, in America e nell'Europa da poco liberata, Chiang Kai-shek e Chungking rappresentavano tutto l'impero cinese, cioè una delle " cin­ que grandi potenze" delle Nazioni Unite » (J. Romein, op. cit.).

l giapponesi devono a rrendersi a Chiang Kai-shek Da un messaggio strettamente riser­ vato di Truman a Stalin ( 15 agosto 1 945 ) : " Ho approvato la seguente or­ dinanza per il generale d'armata Mac­ Arthur sulla questione concernente i particolari della capitolazione delle

forze armate giapponesi ... Gli ufficiali superiori giapponesi e tutte le forze di terra, di mare, dell'aria e ausi­ liarie che si trovano in Cina (ad ec­ cezione della Manduria), a Formosa e nell'lndocina francese a settentrio­ ne di 16 gradi di latitudine Nord, de­ vono arrendersi al generalissimo Chiang Kai-shek » ( da: Stalin Chur­ chill Roosevelt Attlee Truman, Car­ teggio 1941-1945, Editori Riuniti 1957 ).

l rossi non accettano di essere messi in disparte Appena saputo della richiesta giap­ ponese di armistizio, Chu Te, coman­ dante in capo delle forze comuniste, dirama quest'ordine: « Catturate e disarmate tutte le divisioni giappo­ nesi ; esigete che si arrendano a voi ». La lotta per il potere tra Mao e Chiang ricomincia e si arroventa.

Mao : "Le bombe atomiche non risolvono nulla" " Laggiu tra le colline disseccate dal­ la calura estiva, nello spazio di un'o­ ra sono giunte due notizie: quella della capitolazione del Giappone e 1 13

vede la sua missione fallire in b reve tempo . Il fatto che Stalin , convinto della impossibilità di una pronta vittoria comunista, s i sia piu o meno esplicitamente. impegnato a non interfe rire nella politica di Chiang Kai-shek , a patto che la Cina venga politicamente unificata , contribuisce a ren·dere instabile una situazione ormai da tempo minat a . Nonostante sia consapevole che l e forze militari a s u a di­ sposizione non gli permet teranno di avere la meglio sui nazionalisti che nel gi ro di parecchi anni , Mao sceglie la strada della lotta armata.



quella del trattato fra Stalin e Chiang Kai-shek. Il giorno prima, Mao Tse­ tung aveva riunito i suoi quadri per spiegare loro che le- bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki non hanno avuta alcuna importanza, che è una deviazione borghese credere nell'in­ fluenza delle nuove armi sull'anda­ mento delle guerre, e che per deci­ dere il conflitto del Pacifico sarà de­ terminante l'intervento russo, non la bomba. Ora Mao riconvoca di nuovo i suoi per dire loro che devono con­ tare solo su se stessi » ( Cartier, " Epo­ ca" , 28 maggio 1 967 ).

MARSHALL FU RICHIAMATO in pa­

L'americano Marshall taglia i viveri ai nazionalisti

Stalin: " I l comunismo in Cina non vincerà"

La missione del generale Marshall in Cina era delicata e difficile, anche se il prestigio personale dell'inviato americano poteva giustificare qualche speranza. Gli stessi Chu Te e Chou En-lai si erano detti disponibili per una discussione di fondo. In Man­ duria, intanto, i nazionalisti e i rossi si affrontavano in scontri san­ guinosi. In giugno si riusci a trovare l 'accordo per una tregua. Ma in lu­ glio ripresero le ostilità. « Il genera1 14

le Marshall protestò contro la deci­ sione di Chiang di attaccare la città di Kalgan e, non essendo riuscito a dissuaderlo, ordinò la sospensione di tutti gli aiuti americani al Kuomin­ tang » (Ch'en, op. cit.). tria il 6 gennaio 1946. Chiang Kai­ shek attribui il fallimento della mis­ sione americana alla cattiva volontà dei comunisti. Mao Tse-tung spiegò che le trattative erano andate a vuo­ to nerché la politica statunitense ob­ bediva a direttive imperialistiche.

Nel 1 948 Stalin raccontò al comuni· sta jugoslavo Milovan Gilas di avere consigliato ai comunisti cinesi, alla fine della guerra, di « unirsi al go­ verno di Chiang Kai-shek e scioglie­ re il loro esercito, perché lo svilup­ po della rivoluzione in Cina non ave­ va prospettive ».

Un tipico atteggiamento di Mao Tse-tung

115

NELL'ESTATE DEL 1 946 tutto il Paese viene travolto dalla guerra civile . Le parti avverse sono di fronte aper­ tamente ; pos sono misurare le loro forze e affidare alle armi la decisione del conflitto . L'Armata rossa affila la sua arma migliore già sperimentata durante la resisten­ za antigiapponese : la paziente e tenace strategia del con­ flitto a lunga durata, con gli aculei della guerriglia e del­ le azioni di dis turbo. Nonostante lo sfavorevole rapporto numerico di uno a quattro , rispetto alle forze del Kuo­ mintang, la guerra assume uno svolgimento favorevole ai

CADE YENAN la Gerusalemme rossa « Dal l'estate 1946 all'estate 1 9417, Chiang Kai-shek consegui una serie di esaltanti vittorie. I suoi eserciti spazzarono via' tutte le "zone libera­ te " [ comuniste_] fra lo Yangtze e la Grande Muraglia .. 11 trionfo phi spet­ tacoloso si ebbe- nel mese di marzo 1947 con la conquista di Yenan, che da 1 1 anni era la capitale dei comu­ nisti » (McAleavy, op. cit. ). .

Entusiasta la stampa del Kuomintang Tutta quanta la stampa del Kuomin­ tang celebra la presa di Yenan come una magnifica vittoria, dopo 12 anni di tregua, e commenta in termini en­ tusiastici la nuova " campagna di an­ nientamento" condotta da Chiang.

l comunisti rinunciano alla lotta? " I comunisti non tentano d i resiste­ seriamente... Yenan viene conqui­ stata senza combattimenti il 19 mar-

re

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zo. La direzione del partito si ritira a Suiteh, � poi, un po' piu tardi, nel­ lo Shansi nord-orientale non lonta­ no da Shihchiachuang, dove resterà praticamente fino alla fine della guerra civile ,. ( Guillermaz, op. cit.).

Ra pp orto al p residente Tru n�an A metà del '47 , il presidente Truman senti il bisogno di vedere chiaro nella situazione cinese e mandò in missione d'inchiesta i l generale Al­ bert C. Wedemeyer. Nel suo rappor­ to, datato 19 settembre, il generale sosteneva che " il grosso della popo­ lazione cinese non vedeva di buon occhio il comunismo, anche se qual­ cuno ne aveva abbracciato le idee "in segno di indignata protesta con­ tro le opprimenti misure di polizia, la corruzione e la cattiva ammini­ strazione dei funzionari nazionali­ sti " ... Frattanto, i gruppi moderati si trovavano presi tra il " malgoverno e la repressione del Kuomintang" e l'i­ numanità del comunismo ,. (Robert C. North, op. cit.).

comunis ti . L'Armata rossa dimostra fin da principiO una maggiore coesione e una piu salda forza morale . I nazio­ nalisti si muovono e si battono secondo lo spirito e le norme tradizionali , senza soverchio entusiasmo. E, come sempre , le grandi potenze tengono gli occhi aperti sulla Cina. La politica internazionale ha molti riflessi sulla si­ tuazione interna del Paese rendendola ancora piu comples­ sa. Intanto il rapporto numerico di uno a quattro fra i due eserciti si riduce di anno in anno e raggiunge , e supera, la parità nel corso del 1 948 . Chiang non può non consta-

MIO l'eterno IUDDiBSCO Nel marzo del 1947 Mao aveva dovuto lasciare Yenan con la moglie, Chou En-Iai e altri senza una meta precisa. La loro preoccupazione era di non farsi catturare dalle truppe del gene. ralissimo Chiang .Kai-shek. Seguendo itinerari tortuosi, in aprile raggiun­ sero Wangchiawan, dove trovarono da sistemarsi in una caratteristica casa-caverna. In luglio si erano tra­ sferiti tutti a Yiilin da dove parti­ rono poi per Chiahsien. « Le fatiche ·di questi vagabondaggi diedero a Mao Tse-tung un aspetto invecchiato e stanco. Ma egli continuò a cammi­ nare finché non ebbe notizia dei primi successi dell'Armata rossa " ( Ch'en, op. cit.).

L'Occi dente sbalordito: l COMUNISTI STANNO PER VINCERE LA PARTITA Nel 1947 la stampa di tutti i paesi non fa che parlare delle vittorie di Chiang Kai-shek. Poi nei primi mesi del '48 si cominciano a leggere no­ tizie secondo le quali Mao, escluse al­ cune città, controlla tutto il territo-

rio a nord dello Yangtze (circa 2,5 milioni di kmq e circa 170 milioni di abitanti). Lo sbalordimento è enor­ me. Piovono in C ina, di corsa, gior­ nalisti di tutte le nazioni. Vorrebbe­ ro sollevare il velo su questo improv­ viso rovesciamento delle sorti. Pa­ recchi parlano di un " mistero dei rossi •. « Ma non c'è mistero alcu­ no, il mistero è la spaventosa corru­ zione del regime del Kuomintang » ( Hegner, op. cit.).

Si ingrossano le file dell'Armata rossa Questo il rovesciamento del rappor. to di forze tra armate comuniste ed esercito nazionalista: settembre 1945 : esercito rosso: 860 mila uomini, Kuomintang: 3.700.000 ; luglio 1946 : esercito rosso : 1 .278.000, Kuomintang: 4.300.000; giugno 1947 : esercito rosso : 1 .950.000, Kuomintang: 3.730.000 ; giugno 1948 : esercito rosso: 2.800.000, Kuomintang: 3.650.000; novembre 1 948 : esercito rosso : tre milioni, Kuomintang : 2 milioni e 900 mila; giugno 1 949 : esercito rosso : 4.000 .0()0, Kuomintang: 1 .500 .000. 117

tare che le sue pos sibilità di successo si assottigliano. La strategia mobile e sfuggente di Mao , che accerchia e di­ strugge solo quando la situazione è tatticamente " matura " , è alla base dei risultati favorevoli conseguiti dall 'Armata rossa. Le truppe del Kuomintang, duramente colpite, ora cominciano a sbandare . Il governo nazionalista di Nan­ chino , dopo aver tentato di far catturare Mao Tse-tung e dopo averlo inseguito con sempre meno efficaci mandati d 'arresto è costretto , nel gennaio 1 949, a avviare tratta­ tive di pace . Chiang, per facilitare. i negoziati, lascia la

Soltanto negli ultimi mesi del 1948 gli eserciti nazionalisti avevano per­ duto un milione di uomini e 400.000 fucili (dati riferiti da Ch'en, op. cit.).

La uuarriuna a suoarata Mao punta SUIIB CiD8 «

Passo per passo bisogna prendere le città... Dapprima le piccole e le medie ; poi le grandi. Dapprima quel­ le i n cui la difesa del nemico è de­ bole; poi, al giusto momento, quel­ le nelle quali il nemico è relativa­ mente forte ; e, da ultimo, le città in cui la difesa del nemico è fortissi­ ma » ( da un discorso di Mao Tse­ tung riportato da Hegner, op. cit . ) .

Stalin si infuria « Quando sente che quasi due terzi della popolazione cinese sono sog­ getti al governo comunista, anziché rallegrarsi, Stalin diventa furente. Contro questi ribelli vittoriosi biso­ gna fare qualche cosa, e con tono brusco invita il governo di Mao Tse­ tung a mandare un rappresentante

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a Mosca » ( Hegner, op. cit . ). Mao manda Liu Shao-ch'i. Il momento in­ ternazionale è difficile. I rapporti fra Mosca e Belgrado sono diventati pes­ simi ; il Cremlino scaglia l'anatema contro Tito. Stalin vede discussa la sua posizione di capo assoluto del movimento comunista mondiale. E proprio adesso sorge in Cina un nuo­ vo astro comunista. In discussioni estenuanti, Stalin cerca di persuade­ re l'inviato cinese che per Mao è me­ glio rinunciare a una vittoria totale ; e che, in fondo, una guerriglia pro­ tratta contribuirebbe a indebolire maggiormente gli Stati Uniti.

Le tre battaglie decisive Mao non tiene in nessun conto i con­ sigli di Stalin. La sorte della guerra civile si decide in tre grandi batta­ �lie, la prima delle quali si combatte m Manduria. Lin Piao, al comando delle truppe rosse, punta sulla piaz­ zaforte di Mukden e il 2 novembre 1 948 riesce a farla capitolare. La vit­ toria è decisamente importante. Le truppe comuniste della Manduria, appropriatesi degli equipaggiamenti dei nazionalisti sconfitti, possono ora

presidenza della repubblica ( che riprenderà dopo qualche mese ) . La situazione economica della repubblica cinese è disastrosa : la minaccia di una tremenda inflazione grava su tutto il te rritorio. Ancora una volta le potenze occiden­ tali , non esclusa l 'URS S , interpongono i loro buoni uffici . Mao non dovrebbe voler stravincere , non dovrebbe calcare la mano , ma lasciare una scappatoia ai nazionalisti e per­ mettere loro di organizzare uno stato nel Sud della Cina, tenendo per sé il Nord . Nello s tesso Part�to comunista ci­ nese alcuni esponenti cercano di convincere Mao Tse-tung

dirigersi verso la Cina settentrionale. Lin Piao dispone le sue truppe per una avanzata a ventaglio su un fron­ te che si estende da un lato verso Pechino e dall'altro verso Tientsin. Secondo le fonti ufficiali, Mao inter­ viene personalmente nel tracciare le grand i direttrici strategiche. Tientsin è raggiunta, attaccata in forze e pre­ sa il 15 gennaio 1949. Otto giorni do­ po i nazionalisti firmano la resa di Tientsin. Il 31 gennaio Pechino stessa è investita dalle armate rosse, ac­ cerchiata e conquistata.

Ambasciatori si recarono dall'una e dall'altra parte, scambiando propo­ ste e messaggi. Stava a cuore a mol­ ti che la Cina trovasse un certo acco­ modamento. « Ma i comunisti furo­ no inflessibili : nulla li avrebbe sod­ disfatti se non la liquidazione della struttura statale nazionalista e l'in­ sediamento al potere in sua vece di una coalizione " democratica" da lo­ ro dominata... e poi, molto in alto nella scala delle priorità figurava per loro la punizione di Chiang e degli altri criminali di guerra » ( McAleavy, op. ci t . ) .

E due Cine non potrebbero coesi stere?

M AO N O N SI FERMA

Le armate rosse si erano fermate per riprendere fiato e per riorganizzar­ si. Avevano di fronte a loro la sem­ pre difficile traversata dello Yangtze. Questa pausa nei combattimenti per­ mise ai nazionalisti di tentar di ab­ bozzare una soluzione politico-diplo­ matica del conflitto. Se i rossi aves­ sero accettato di attestarsi sulla riva del fiume, dove già si trovavano, la Cina, dopo tanti secoli, avrebbe po­ tuto ancora una volta trovar la pa­ ce nella coesistenza di una dinastia del Nord e di una dinastia del Sud . Ci furono trattative in questo senso.

I comunisti sentivano di essere or­ mai vicini alla vittoria finale. Il 2 1 aprile 1949 l e truppe rosse ricevette­ ro l'ordine di rimettersi in movimen­ to. Si riprendeva l'avanzata genera­ le. La seconda e la terza armata at­ traversarono il fiume Yangtze in tre punti. Le operazioni volgevano al peggio per i nazionalisti. « I gran­ diosi piani di difesa del Kuomintang caddero tra i litigi delle fazioni, le diserzioni, i tradimenti e le fughe disordinate » ( Ch'en, op. cit . ) . In po­ chi giorni venne occupata Nanchino. Rimaneva Shanghai. Bastò un mese per raggiungerla e per occuparla. 1 19

alla moderazione . Ma egli tira diritto per la sua strada re­ spingendo le proposte di pace . Il 2 1 aprile 1 949 l 'Armata rossa attraversa il fiume Yangtze su un fronte di 450 chi­ lometri Due giorni dopo entra in Nanchino. Il conflitto ha gli ultimi sussulti . Nel giro di pochi mesi le superstiti trup­ pe di Chiang vengono letteralmente buttate in mare . A Chiang non resta che trasferire il suo governo sull 'isola di Formosa. I l l o ottobre 1 949 Mao Tse-tung proclama solen­ nemente a Pechino la costituzione della Repubblica Popo­ lare Cinese, e ne diviene il primo presidente . •

La Russia resta

al fianco di Chiang fino alla fine Il 25 marzo 1949, Mao entrò in Pe­ chino. L'accoglienza fu trionfale. Nel­ l'euforia del momento, l'ostinato si­ lenzio di Stalin non venne troppo notato. Ma un mese piu tardi, quan­ do, caduta Nanchino, il governo del Kuomintang si rifugiò . a Canton, e Stalin diede ordine al suo ambascia­ tore di seguirlo, la presa di posizione russa non poté piu essere , minimiz­ zata. « L'ambasciatore sovietico fu il solo a seguire il governo sconfitto del Kuomintang fino al suo ultimo rifugio sul continente cinese ... L'URSS era dunque vicina a Chiang fino alla fine » ( Paloczi-Horvath, op. cit.).

Mao proclama la Repubblica Popolare « Il l" ottobre 1 949, dall'alto della porta della Pace Celeste, all'ingresso del palazzo imperiale di Pechino, Mao Tse-tung, presidente del Comitato centrale del Partito comunista, pro­ clamava la Repubblica Popolare di Cina » ( Guillermaz, op. cit.).

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• Determinante per la vittoria l'appoggio delle masse • c La guerra civile cinese è uno dei piu impressionanti esempi della vitto­ ria di una forza minore, ma convinta e bene organizzata, che godeva del­ l'appoggio popolare, su una · forza piu numerosa ma impopolare, con un morale basso e una guida incompe­ tente ,. (Schram, op. cit.).

L'America "gettò" un quarto dell'umanità nel campo comunista " L'abbandono della Cina da parte degli Stati Uniti resterà probabil­ mente come l'avvenimento piu im­ portante del periodo contemporaneo. Tale decisione gettò un quarto del­ l'umanità nel campo comunista, di cui peraltro preparava la rottura, perché una Cina comunista avrebbe messo presto o tardi in questione l'egemonia dell'Unione Sovietica sui " paesi socialisti " ,. (R. Cartier, " Epo­ ca •, 28 maggio 1967 ).

Il presidente Mao a un banchetto ufficiale

L'UOMO CHE PRONUNCIA IL DI SCORSO CELEBRAT I­ VO per la proclamazione della Repubblica P opolare Cinese ha 56 anni e somiglia assai poco al protagonista dei tempi di Yenan . È ingrassato, si è appesantito, si è fatto massic­ cio. Dall'ottobre del 1 949 , il viso enigmatico anche se sorridente di Mao entra non soltanto nella vita ma ad­ dirittura nel panorama cinese . Passato il momento ecci­ tante della vittoria, volgendo lo sguardo attorno , Mao non trova motivi né di tranquillità, né di si·curezza ; gli si para davanti , anzi , una serie di problemi estremamente gravi .

La cognata di Chiang Kai-shek entra nel governo rosso Furono 662 i partecipanti alla " Con­ ferenza politica del popolo cinese " , che si tenne a Pechino dal 21 al 29 settembre 1 949. Non tutti erano co­ munisti. Erano stati designati da un comitato, neppure esso formato di iscritti al partito. Però i membri del comitato erano stati scelti dalle piu alte gerarchie comuniste cinesi. « La conferenza prese importanti decisioni su molti argomenti: elezione dei membri del governo centrale, ado­ zione d'un "programma comune " . de­ signazione di Pechino come capitale ufficiale della Cina, adozione del ca­ lendario gregoriano, scelta di un inno nazionale e infine adozione di una bandiera nazionale : rossa con una stella d'oro a cinque punte , cir­ condata da quattro stelle piu piccole , nell'angolo superiore sinistro. Il go­ verno si componeva di un presiden­ te ( Mao Tse-tung ), di sei vicepres iden­ ti ( tre comunisti e tre no, e fra que­ sti ultimi venne nominata Ching Ling-soon, vedova di Sun Yat-sen e sorella della moglie di Chiang Kai122

shek) e di 56 membri » (L.M. Chassin , Cosi Mao conquistò la Cina , trad. di Bonell i , il Borghese 1 966 ).

I cinesi non sognavano che la pace Secondo il parere di parecchi storici, la stragrande maggioranza dei cinesi che anelava alla pace dopo tante tri­ bolazioni e tanta miseria, accettò di buon grado la vittoria dei comunisti, perché era un modo di porre fine alla guerra civile. Altri vedevano in un solo governo centrale l'efficiente pro­ pulsare di una ripresa economica in­ dilazionabile, se non si voleva cadere nel caos. Come nota McAleavy (op. cit. ) :