Pro e contro De Gaulle

Militare di carriera, animato dall'idea di *grandeur* della Francia, rifiutò il collaborazionismo coi nazisti del m

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Italian Pages 162 Year 1972

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Pro e contro De Gaulle

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PRO E CONTRO

DE GAULLE a cura di Gianni Rizzoni

Di prossima pubblicazione:

HIROHITO

CASTRO TROTSKIJ

Sono già usciti

STAUN D KENNEDY D MAO D HITLER D CHURCHILL GIOVANNI XXIII D FRANCO D MARX D GANDHI D LENIN ROOSEVELT D MUSSOLINI D BEN GURION D M. L. KING

ARNOLDO MONDADORI EDITORE S.p.A. PRESIDENTE

Giorgio Mondadori VICE PRESIDENTE

Mario Formenton DIRETTORE GENERALE PERIODICI

Adolfo Senn VICE DIRETTORI GENERALI PERIODICI

Gianfranco Cantini, Nando Sampietro AAdA(INISTRATORE EDITORIALE DEI DOSSIER

Erman Chonchol

I DOSSIER MONDADORI DIRETTORE

Enzo Orlandi

REDAZIONE Marisa Paltrinieri, Gianni Rizzoni, Emilio Barbaglia, Maristella Bodino IMPAGINAZIONE Bruno Acqualagna, Giovanni Melada ICONOGRAFIA VOLUME DB GAULLB Giovanni Melada

C Arnoldo Mondadori Editore1972 Pubblicazione mensile, registrata al Tribunale di Milano N. 301 del3.9.71 Spedizione in abbonamento a tariffa editoriale ridotta 7 autorizz. N. 15278/2 del25.6.191 Direzione P.T. Verona Direttore Responsabile: Enzo Orlandi

DE GAULLE

MONDADORI

PER LA STORIA, CHARLES DE GAULLE nasce in quel famoso 18 giugno 1940 quando, generale

a 50 anni , di brigata a titolo temporaneo, rifiuta - lui solo - di accettare la sconfitta ad opera delle armate naziste, si rifugia a Londra sotto l'egida di Churchill e lancia alla Francia il suo appello radiofonico alla resistenza. Fino a quel giorno, la sua car­ riera non si è rivelata particolarmente brillante, né aperta a " grandi destini " . E. solo il " gesto " di ribellione del 1 8 giu­ gno che lo proietta nell'olimpo dei protagonisti della storia. Charles-André-Marie-Joseph de Gaulle è nato a Lilla, il 22

UNA CERTA IDEA DELLA FRANCIA DE GAULLE: « In tutta la mia vita, ho sempre avuto una certa idea del­ la Francia: una idea nutrita ugual­ mente di sentimento e di ragione. La parte di me che è sensibilità affet­ tiva immagina naturalmente la Fran­ cia come la principessa delle fiabe o la madonna degli affreschi murali, votata a un destino eccelso e straor­ dinario. D'istinto, sento che la Prov­ videnza l'ha creata per successi com­ piuti o per sventure esemplari. E quando accade che i suoi fatti e le sue imprese rechino il segno della mediocrità, provo la sensazione di un'assurda anomalia, imputabile agli errori dei francesi, non al genio del­ la patria" (dalle Memorie di guerra, Garzanti 1959).

Malraux: de Gaulle o la religione della patria •

De Gaulle è ossessionato dalla Fran­ cia come Lenin lo è stato dal �role­ tariato, come Mao lo è della Cma e come Nehru, forse, lo fu dell'India.

La Francia è sempre stata per lui co­ me la Chiesa per quelli che la difen­ dono - o la attaccano. La prima fra­ se delle Memorie di guerra è consa­ crata a lel, e io credo che la Francia sia sempre stata meno semplice, nel suo cuore, della principessa delle fia­ be di cui parla. :1!. lei che ha sposato prima di sposare sua moglie Yvonne " (André Malraux, Les chines qu'on abat, Gallimard 197 1 ) .

Charla i uno soorplone: egocentrico, t.-.., autolthnl • Il 22 novembre cade sotto il segno dello Scorpione. :1!. il segno zodiacale phi ricco, piu appassionato. Per i na­ ti sotto lo Scorpione l'amore ha una grande importanza. I loro bisogni fi­ sici sono considerevoli e si 'destano ben presto. Sono bruschi, impulsivi, testardi, caustici, soggetti ai colpi di testa e praticamente ingovemabili. Non è certamente piacevole viverci insieme. Sono dotati di volontà im­ periosa e sottomettono tutti i fami­ liari alla loro autorità. Sono ostinati nelle loro avversioni. Come nemici sono implacabili, feroci, oltranzisti. Sensibili, sono anche molto egocen­ trici. Lo Scorpione è un segno presti­ gioso. Se lo si sopprimesse dallo zo·

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novembre 1 890, terzo figlio del profess ar Henri de Gaulle e di J eanne Maillot-Delannoy. I de Gaulle sono parigini da quattro generazioni, ma Charles è nato a Lilla perché la signora Jeanne, per il parto, ha voluto essere vicina a sua madre. Prima di Charles sono arrivati Xavier e Marie-Agnès . Dopo di lui la famiglia sarà allietata dalla nascita di altri d ue maschi : Jacques e Pierre. I coniugi de Gaulle vantano vaghe ascendenze nobiliari; la madre ha inoltre nelle vene un po' di sangue irlandese, tedesco e - pare - ebreo . Sono en­ tr ambi, e strenu amente, mo narchici, nazionalisti e cattolici :

diaco, si eliminerebbe con un tratto ciò che è stato creato di essenziale nelle arti, nella letteratura, nella re­ ligione e nella politica ,. (R. Rocca, I pensieri del generale, Mondadori 1968 )

con uno zio corazziere e un cugino curato; gente che sapeva di gramma­ tica, di latino e di greco, che andava a messa, serviva lo Stato senza trop­ po chiedere in cambio, e rimpiangeva con dignità di dover mettere il pro­ prio talento e la propria virtu al UNA FAMIGLIA FRANCESE servizio della repubblica anziché a disposizione del successore dei "qua­ DE GAULLE : « Mio padre, uomo di ranta re che, in mille anni, fecero la pensiero, di cultura e di tradizione, Francia ... " » era imbevuto del senso della dignità HENRI DE GAULLE c è un uomo della Francia, e fu lui a rivelarmene dallo sguardo severo e dalle mani la storia. Mia madre votava 'alla pa­ d'avorio, che compone elegie greche ... tria una passione intransigente come Politicamente, si autodefinisce "un la sua pietà religiosa. I miei tre fra­ monarchico nostalgico". Un uomo in· telli, m1a sorella, io stesso, avevamo, tegerrimo, senza dubbio, e la leggen­ come seconda natura, una sorta di da vuole che abbia compromesso la ansiosa fierezza per il nostro paese ,. sua carriera lasciando intendere trop­ (Memorie di guerra, op. cit.)'. po chiaramente di non credere alla colpevolezza di Dreyfus ». JEANNE DE GAULLE c è una ma­ Nobiltà di toga trona romana di provincia, intratta­ bile sull'argomento della religione e e borghesia di spada della morale, e che ha nel cuore l'e­ sercito, l'arcivescovado, Veuillot, l'Al­ • I de Gaulle non erano affatto "bor­ ghesi " come l'intendeva Flaubert, e sazia e i gigli di Francia. Verso l'ini­ d'altronde anche Marx. Con un po' zio del secolo, a un'amica, che loda­ di nobiltà di toga e un po' di bor- . va le virtu dei suoi figli, risponde: ghesia di spada nell'ascendenza, era­ "Sf, ma mi danno molti dispiaceri ... " . no gente di lettere, chierici, funzio­ "Dispiaceri? " "Certo", e chinandosi nari di Stato e eruditi, scrittori di verso l'orecchio dell'amica sussurra: provincia e segretari di corte. Intel­ "Sono repubblicani..." » ( Jean Lacou­ ture, De Gaulle, Longanesi 1971). lettuali dalle giacche lise ma decorosi, 6

in casa de Gaulle è assolutamente vietato cantare la Ma rs i­ gliese. Per q uesto i figli vengono allevati nella venerazione della Francia ( « Per me la Francia era la principessa dell e fiabe » scriverà de Gaulle nelle sue Memorie), della religi o ne, della cultura storica e della letteratura. E anche nello spirito della revanche, la rivincita contro i tedeschi vinci­ tori della guerra del 1 870, che hanno " strappato " all aFran­ cia l'Alsazia e la Lorena. Fin da piccolo, Charles rivela un carattere testardo, orgoglioso, legge rmente egois ta , altez­ zoso e distante: « Sembra caduto in una ghiacciaia » si la-

Discenda da Rudrlcus Il Grande? « Da parte di madre, Charles de Gaul. le ha nelle vene sangue irlandese, te­ desco e, verosimilmente, anche e­ breo » sostengono i redattori del nu­ mero speciale della rivista "Le Cra­ pouillot• intitolato Le Petit de Gaulle Illustré ( 1967-68). « Secondo una cer­ ta stampa francese, il Generale discen­ derebbe addirittura da Rudricus il Grande, che regnò in Irlanda nel III secolo a. C. In verità, è solo dimo­ strato che suo bisnonno materno, An­ dronicus McCartan, installatosi a Lil­ la, faceva parte del clan dei McCar­ tan, fondato da Rudricus. Il motto del clan era •Frappe" (colpisci! già la force de frappe!), e nel suo emblema fi�rava un serpente con la lingua b1forcuta . .. Un altro antenato materno è Ludwig Kolb, nato a Bade il 17-8-1761, che appartenne al reg�ento dei merce­ nari svizzeri di Remach. Secondo Ro­ ger Peyrefitte, nel suo Les Juifs, i Kolb erano di origine israelita e si convertirono al protestantesimo ».

La "MuslgUese" è saailega « Agli occhi del padre e della madre di Charles de Gaulle, la Repubblica

resta l'usurpatrice, una donna senza testa... In fondo al loro cuore, non rinunceranno mai alla loro idea. Hen­ ri de Gaulle, quel professore cosf buono, dallo sguardo cosf dolce, ab­ bandona subito il suo Uberalismo q_uando tratta della Rivoluzione del 1789. Fa espresso divieto ai figli di presentargli i loro auguri alla vigilia del 15 luglio, per non "inquinare" il giorno di Saint-Henri con la promi­ scuità del 14 luglio, "data terribile, spaventosa, atroce". Come non into­ na mai, assolutamente mai, l'inno na­ zionale, quella specie di canto empio, sedizioso e sacrilego. La Marsigliese non entra in casa de Gaulle!» (J.R. Tournoux, Jamais dit, Plon 1971 ).

Charles de Gaulle ragazm

UN OR808LIO SENZA LIMITI Da ragazzo de Gaulle era piuttosto indisciplinato, ribelle e _prepotente. PIERRE GAlANTE: «Dominava fra­ telli e cugini; ma questo "domi­ nio" non aveva migliorato il suo ca­ rattere... schifoso. Faceva sempre vo­ lentieri a. pugni coi fratelli » (Le gé­ néral, Presses de la Cité 1968). TOURNOUX: « Charles non è né can­ dido né docile. Turbolento e dispet7

mentano i genitori. Vuole sempre comandare. Nelle batta­ glie con i soldatini di piombo, è lui il re di Francia, e inutil­ me nte i fratelli insistono per una " rotazione " delle corone. Già rivela una memoria prodigiosa, recitando senza errori lunghe "tirate ,, di Racine o Lamartine. E a quattordici anni mette in mostra anche il suo precoce talento letterario, scri­ vendo una commediola in versi intitolata Un cattivo incon­ tro . Dovendo poi scegliere tra un premio in denaro e la pub­ blicazione dell'operetta, sceglie la pubblicazione. Negli anni a cavallo fra i due secoli, la vita della Francia è sconvolta

toso, molesto e impetuoso, molte vol­ te si rende insopportabile: "Quando arriva lui sparisce la tranquillità", di­ cono in famiglia. Detesta le costrizioni scolastiche. :e studioso, ma gli va di fare solo quello che gli piace. Di ar­ rabbiatura in arrabbiatura, Henri de Gaulle, il padre dal dolce sorriso, de­ ve rifilare per forza di cose all'indi­ sciplinato delle memorabili battute » ( Pétain et de Gaulle, Plon 1964). JEAN IACOUTURE: c Ragazzino ma­ gro, dallo sguardo intrepido (altri di­ ranno insolente). E sicuro di sé. Ado­ lescente imperioso e bizzarro » . MARIO COSTA: c Charles era turbo­ lento, e quando la sua mente di fan­ ciullo concedeva una sosta alle me­ ditazioni, si azzuffava volentieri con i fratelli e gli altri ragazzi della sua età. Aveva la battuta facile e sfer­ zante, dominato com'era da un orgo­ glio senza limiti fin dai primi anni della sua vita. La sua legge non si discuteva: bisognava fare come vo­ leva Charles. Per la sua età, è duro, spietato, poco incline alla tenerezza e alla confidenza. I genitori, scherzosa­ mente, lo definiscono un "mostro",. (De Gaulle, Della Volpe 1970). GEORGES CATTAUI: " Sotto una ap­ parenza brusca e a volte imperiosa, malgrado il tono vivace e aspro del suo umore, quel ragazzo grande grana

» ( Char­ les de Gaulle, l'homme et son destin, Fayard 1960).

de è profondamente sensibile

JAVANAIS e SIAçNARF Charles rivela fin da piccolo una sor­ ·prendente memoria, scrive J.R. Tour­ noux in Pétain et de Gaulle: c Ha preso dal padre: la memoria del pro­ fessor Henri è stupefacente. Quella del figlio promette di diventare mo­ struosa: può parlare allegramente il javanais ». Il javanais era una spe­ cie di gergo che consisteva nell'inter­ calare nelle parole le sillabe av e va, in modo da renderle incomprensibili ai non iniziati: "je deviendrai ofli­ cier", sarò ufficiale, diventa in java­ nais: "Jave davevaviendravai offavi­ çavierave". c Inoltre i figli de Gaulle si esercitavano a parlare un lingua�­ �io segreto, di cui sono gli inventon: Il siaçnarf, cioè il francese a rove­ scio: pronunciare tutte le parole par­ tendo dall'ultima lettera. »

t:harles comanda l'esercito del chierichetti Roger Wild, uno dei condiscepoli di de Gaulle al collegio dei gesuiti, ri-

da una serie di avvenimenti che lasceranno un profondo segno sul piccolo Charles : « Nulla mi rattristava piu pro­ fondamente delle nostre debolezze e dei nostri errori » scri­ verà nelle sue Memorie. « L'abbandono di Fascioda, il pro­ cesso Dreyfus, i conflitti sociali, le discordie religiose . . . Ero addolorato nel vedere le tante doti della Francia sprecate nella confusione politica e nelle divisioni nazionali . » Ma è soprattutto l'espulsione delle congregazioni religiose d alla Francia ( 1 905-07 ) che colpisce duram ente Charles e i suoi ge­ nitori . Nella loro fede, sul piano economico e nella loro vita

corda nel suo articolo De Vaugirard au Quartier Latin, pubblicato dalla "Revue des Deux-Mondes" nel 1963,

una cerimonia religiosa durante la quale il futuro capo dei francesi fa­ ceva da... capo dei chierichetti: c Die­ tro a: me, con la tunica bianca, c'era de Gaulle, il maestro di cerimonia, che dominava con il suo alto fisico fili.forme e con la sua precoce auto­ rità la trup_pa diligente dei suoi chie­ richetti, e ntmava con schiocchi sec­ chi e perentori le varie evoluzioni e genuflessioni. Il suo volto era assor­ to: lontano? No. Serio? Indubbiameif. te. Grave? Certamente, e forse già gravido di premonizioni ».

UN CAniVO INCONTRO La trama di Un cattivo incontro è semplice: un bandito estorce a un via�iatore i suoi beni e i suoi ve­ stiti appellandosi... a:lla sua coscien­ za morale ( c salvate un'anima prima che non sia presa/ Dal desiderio cie­ co di uccidere il suo prossimo » ) o facendo ricorso a:lla minaccia ( c sta­ te attento, ho con me due pistole » ). FABRE LUCE (Il fiu illustre dei francesi, Edizioni de Borghese 1961), sostiene che l'operetta non è c nulla di particolarmente interessante, an-

che se c'è da notare che l'astuzia atti­ ra già il piccolo Charles. Ci tornerà alla mente quel ;J?eccato di gioventu piu tardi: l'uso d1screto della minac­ cia è uno dei tratti caratteristici del­ la sua diplomazia ». JEAN JACOUTURE: c Bizzarro, que­ sto piccolo saggio, nonostante la sua scip1taggine. 2 strano che un ragazzo di quell'età scriva versi sull'astuzia anziché sulle belle signore. Piu signi­ ficativo ancora il gesto che compie in quell'occasione. La rivista a cui lo ha inviato gli accorda il primo pre­ mio. Può scegliere tra ventici.pque franchi e la pubblicazione dell'opu­ scolo. Sceglie la pubblicazione.. . ». GEORGES CATIAUI: c 2 una satira dei pusillanimi e una lezione di filo­ sofia politica i cui insegnamenti sa­ rebbero stati utilissimi a tutte le fu­ ture vittime volontarie di Hitler ».

O frate o soldato c Cosa può fare, all'inizio del secolo, un ragazzo che non è attratto né dal commercio né dall'industria, che non è affatto sedotto dalle carriere am­ ministrative e che respinge la poli­ tica vista come una professione? Si fa frate o entra nell'esercito, due mo­ di abbastanza simili, se non proprio

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privata: Henri de Gaulle, professore e poi " prefetto agli studi" del collegio dei gesuiti di rue Vaugirard, deve aprire una scuola privata. Charles, allievo nello stesso collegio, è costretto a emigrare con i gesuiti in Belgio, a Antoing, per terminare il liceo. Quando rientra in Francia, la decisione di abbracciare la carriera delle arm i, che già da alcuni anni ha annunciato ai genitori, è piu salda che mai . Si iscrive ai corsi del collegio prepa ratorio Stanislas e, nel 1 909, si pre­ senta agli esami di ammissione all'Accade mia militare di Saint-Cyr. Viene promosso . E. 1 1 9 ,· su 2 1 2 candidati . •

per rompere con il mondo, almeno per non stare al suo gioco. Il soldato è chiamato a praticare due dei tre voti che devono fare i religiosi: la povertà e l'obbedienza; beninteso, nessuno gli chiederà di pronunciare il terzo!» (André Frossard, La vie

et les actes de Charles de Gaulle, •En ce temps-là" 1972).

Sceglie la carriera delle anni c

Un giorno, a tavola, Charles annun­ cia che ha scelto la carriera delle anni. Nessuno dubitò della sua riso­ luzione. Si può dire che fu con lo spirito universitario della sua fami­ glia che scelse il mestiere del solda· to, per una sorta di logica. Era ora che un de Gaulle, maturato da 150 anni di meditazione •familiare", sfo. ciasse nell'azione. Sarebbe insomma stato una specie di professore sotto le armi, perché è rimasto, atavica­ mente, un professore. VedeVa nella sua scelta •1a Seniitu e la Grandez­ za" di servire. Ai suoi occhi, la car­ riera militare era come una specie di supercivismo, un rifiuto del dena­ ro, una scelta del rigore e il solo modo di servir la Francia e i suoi colori » (Pierre Galante, op. cit.). IO

UNA SPADA PER lA FRANCIA c Era nel passato, e non nel presente che Charles de Gaulle aveva imparato a leggere il futuro. Mille anni di sto­ ria gli dicevano che avremmo ben presto avuto degli oppressori sulle frontiere contese. E visto che una volta di piu sarebbe stata la spada a decidere della sorte della Francia, de Gaulle avrebbe avuto una spada. Sarebbe diventato ufficiale» (Gaston Bonheur, Charles de Gaulle, Galli­ mard 1958).

DE GAUU.E:

c Molto piu che agli inizi del secolo già apparivano i pro­ dromi della guerra. Debbo confessare che la mia giovinezza immaginava senza orrore e magnificava in anticipo questa avventura sconosciuta. Avevo insomma la certezza che la Francia avrebbe dovuto traversare prove im­ mani, che l'interesse della vita sareb­ be consistito nel renderle segnalati servigi e che un giorno io ne avrei avuto l'occasione» (Memorie di guer­ ra, op. cit.).

Charles de Gaulle bambino

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LA SCELTA DI DE GAULLE cade sulla fanteria « perché qui il campo di azione è molto piu vasto » , spiega. Prima di iniziare i corsi a Saint-Cyr, però, deve "s ubire '' un anno di addestramento da soldato semplice. E il regolamento mili­ tare entrato in vigore nel 1 905 che lo esige: prima di coman­ dare, i futuri ufficiali devono imparare a obbedire. Ed ecco Charles di ramazza e di g uardia al 33° reggimento di fanteria di stanza ad Arras : una esperie nza molto dura per un orgo­ glioso come lui . Il suo capitano, certo Tugny, fa delle diffi­ coltà a dargli i galloni di sergente: « Perché dovrei promuo-

La cosa PiO aranda dal mondo DE GAULLE : « Quando entrai a far­ ne parte, l'esercito .francese era una delle cose piu grandi che vi fossero al mondo. Sotto le critiche e gli in­ sulti che gli venivano prodigati, esso attendeva con serenità e perfino con segreta speranza il momento, che sentiva vicino, in cui tutto sarebbe dipeso da lui. Dopo aver frequentato la scuola di Saint-Cyr, compii il mio tirocinio di ufficiale presso il 33° reggi­ mento fanteria, ad Arras. Il mio pri­ mo colonnello, Pétain, mi mostrò quanto valgano il dono e l'arte del comando» (Memorie di guerra, cit.). STORIA O APOLOGIA? •

I libri di de Gaulle propongono, i­ nevitabilmente, un quesito fondamen­ tale. In quale misura si tratta di sto­ ria, e in quale misura si tratta sol­ tanto di un'apologia pro vita sua? Nelle sue Memorie di guerra o nel libro La France et son Armée, dalle sfumature curiosamente autobiogra­ fiche, egli ci racconta i suoi sinceri sentimenti di adolescente e ciò che realmente i suoi genitori gli dicevano? O ci dà un resoconto di se stesso e del periodo precedente al 1914 co12

me, da un punto di vista retrospet­ tivo, pensa debba essere dato?» (Ale­ xander Werth, Repubblica di un uo­ mo, Il Saggiatore 1967).

IL CALVARIO DI ARRAS «

Al 33" re�gimento di fanteria, de Gaulle si nvela subito un elemento indocile e un po' buffo. L11 discipli­ na, nelle caserme francesi, regge il confronto con quelle in vigore nelle casenne prussiane. Il caporale, il ser­ gente, sono padroni assoluti della vi­ ta dei soldati. Charles de Gaulle è un giovane troppo istruito per essere una buona recluta, e le sue infrazio­ ni al regolamento superano di gran lunga il numero consentito dal ser­ gente piu bonaccione. Per disgrazia, il sergente che comanda la squadra di de Gaulle è il tipo classico del sot­ tufficiale dalle idee limitate, con una punta di sadismo professionale ,· che usa e talvolta abusa dell'autorità con­ feritagli. Charles de Gaulle è quindi sottoposto a un fuoco di fila di ispe­ zioni, di tranelli, di scherzi crudeli ai quali i compagni !prestano il loro concorso. Alto e dinoccolato com'è, gli riesce alquanto difficile mantenere un'impeccabile posizione di attenti » (Mario Costa, op. 'Cit.).

vere un ragazzo che si sentirà a suo agio solo nei panni di generalissimo ? » . Nell'ottobre del 1 9 1 0, terminato il "calva­ rio " di Arras, de Gaulle entra a Saint-Cyr, e qui si guadagna subito una bella sfilza di soprannomi : " Cirano ", " Asparago " , "Due metri" e "Galletto", per la lunghezza del naso, l a statu­ ra "esagerata" e il suo orgoglio . E anche "Connestabil e", per la sua boria. Nel 1 9 1 2, il Connestabile esce da Saint-Cyr con le spal line da sottotenente e un ottimo piazzamento : 1 3" nel­ la graduatoria della promozione (il primo è Juin, futuro ma­ resc iallo di Francia) . Avendo la facoltà di sceg liere il repar-

De Gaulle a Saint-Cyr : "MI HANNO RAPATO!"

Il soggiorno di Charles de Gaulle alla scuola di Saint-Cyr non offre alcun interesse particolare, afferma Tour­ noux (Jamais dit, Plon 1971 ), a parte c i classici scherzi alle matricole, la tosatura a zero e le divise informi». André Frossard (op. cit.) riporta una lettera del soldatino ai genitori: c Ahi­ mé! per la mia prima licenza mi ve­ drete senza capelli • e cita anche il giudizio finale del comandante di Saint-Cyr: c Ha molte capacità, zelo, entusiasmo, senso del comando e de­ cisione. Non può che diventare un eccellente ufficiale •.

Radiografia •• un flltun mpo c

Charles de Gaulle non è assalito dalle passioni dell'adolescenza: la ra­ gazza, l'amico del cuore, la rivolta, il romanzo. Le sue capacità sensuali sono molto condizionate, represse dal­ la disciplina cattolica e dai pregiudi­ zi .sociali dell'epoca. Per tutta la vita non gli si conosceranno degli amici. Avrà dei compagnons, dei fedeli, una compagna. Non lo si vede proprio a

rivelare quelle debolezze e quel po' di infantilismo che sussistono in ogni uomo. In lui tutto quello che c'è di "affettivo" in senso lato, è già volto verso l'azione: una ambizione, un esa­ me, una posizione. Ha il gusto del comando, una sete di revanche e di grandeur per la Francia. Plasmato dalla famiglia e dal suo ambiente, è dotato di un umanesimo astratto, un poco scettico, rinchiuso nei limiti del patriottismo e della religione catto­ lica,. (Emmanuel d'Astier, Les grands, Gallimard 1961 ).

L'INCONTRO CON PÉTAIN Uscito da Saint.CVr, de Gaulle chie­ de di ritornare af reparto dove c ha fatto la gavetta»: il 33" reggimento di fanteria ad Arras. c Sapeva che un uomo nuovo, il colonnello Pétain, era stato messo alla testa di quel reggimento? I cadetti del tempo era­ no abbastanza al corrente della vita dell'esercito per conoscere il nome di un ufficiale di quel rango, per quanto grande fosse già la sua re­ putazione di fermezza, di chiaroveg­ genza e di competenza? Questi gio­ vani, appassionati per la loro pro­ fessione, non dovevano . comunque i13

to dove prestare servizio, de Gaulle decide di tornare al 33o di Arras, dove c'è un nuovo colonnello comandante: Henri Philippe Pétain. Tra i due ci sono 34 anni di differenza. « Un grand'uomo » dice subito il sottotenente, entusias ta . « De Gaulle è un ufficiale molto intelligente e ama appassionata­ mente il suo mestiere. � degno di tutti gli elogi » annota Pétain sul suo foglio matricolare . È l'inizio di uno straordi­ nario rapporto di amore-odio che durerà piu di quarant'an­ ni . A quell'epoca, Pétain è in rotta con le alte sfere militari: è l'unico che sostiene la tattica difensiva contro la teoria

gnorare che il nome di Pétain era legato a una disputa di dottrina fon­ damentale e che, alla Scuola di Guer­ ra, aveva saputo opporre il suo con­ cetto sull'importanza delle bocche da fuoco alle tesi ufficiali che favoriva­ no la guerra di movimento, la baio­ netta e l'offensiva. De Gaulle aveva forse intuito in quell'ufficiale geli­ do, decorativo, olimpico, la prefigti­ razione dell'eretico che sarebbe di­ venuto un giorno?,. (Lacouture).

LA SCELTA DI UN MAESTRO «

� stato de Gaulle a scegliere di in­ contrare Pétain: conosce la sua· re­ putazione. Sa che è un personaggio eccezionale... Pétain invece non sa nulla di quel giovane .sottotenente che la natura ha fatto sproporzionato e maldestro. Ma ne sarà sedotto. Lo troverà, in un mondo monotono, di­ verso dagli altri, piu intelligente... Intravvede già in lui un successore, il -futuro interprete del suo pensiero? Possibile. C'è una sola certezza: al­ la vigilia del cataclisma, il colonnel­ lo e il suo tenénte sono strettamente legati. De Gau11e, da 'J)arte sua, ammi� ra Pétain, e la sua ammirazione sarà sempre crescente. Calcolo o sentimen14

to, de Gaulle deciderà, nei limiti del possibile, di non lasoiarlo ·piu. Ha tro­ vato il protettore che gli conviene. Poi il protettore diventerà benefatto­ re. � a partire da Arras che si è for­ mato il destino di de Gaulle. Pétain sarà per lui il modello, l'esempio, il maestro. Lo affascinerà. Le impronte ricevute in giovinezza sono indelebili. Pétain lo ossessionerà per tutta la vita, sia nell'intesa, sia nella discor­ dia o addirittura nell'odio,. (Jacques Isorni, l'avvocato difensore di Pétain nel 1945, in Philippe Pétain, La Table Ronde 1972).

De Gaulle è Il Pétain del futuro Al suo ritorno ad Arras, de Gaulle in­ contra Pétain: « Il punto di partenza di quella associazione fuori del co­ mune riposa sulle concezioni comuni circa l'utilizzazione massiccia del ma­ teriale nella guerra moderna. Pétain rappresenta prima della guerra quello che de Gaulle sarà dopo la guerra. La comunione spirituale si sviluppa con un identico anticonformismo, la stessa rabbiosa indipendenza nei confronti dell'Alto comando, la stessa ostilità nei confronti del mondo politico. Due uomini molto freddi, disumani in cer-

dell'offensiva a tutti i costi sostenuta dallo Stato Maggiore. E cosi, quando scoppia la Prima guerra mondiale, i poveri fanti fran cesi vengono lanciati sconsideratamente all'attac­ co, e si fanno spietatamente falciare dalle mitragliatrici tedesche. De Gaulle combatte c oraggiosamente, raccoglie ferite e promozioni. Tenente e prima ferita a Dinant, il 1 5 agosto 1 9 1 4 . Capitano e seconda ferita a Mesnil-les- Hurlu s, nell'anno se guente. Nel 1 9 1 6 , poi, vie ne buttato con i suoi uomini nel la " fornace " di Verdun, dove si combatte la piu colossale e lunga battaglia della storia. Alla fine sarà costata

te circostanze, ma anche dotati di una sensibilità eccezionale, molto superio­ re a q_uella della maggior parte di noi,. (Tournoux, Jamais dit, op. cit.).

Mme Pétain: "Mio marito lo mise subito agli arresti" « Fin dal primo giorno del suo servi­ zio ad Arras il giovane ufficiale mo­ stra un carattere altezzoso, arrogan­ te, detestabile. Mio marito non tarda a prendergli le misure: facendo il suo mestiere di capo, decide di "do­ marlo". E alla prima occasione, lo fa mettere agli arresti. In seguito, quan­ do de Gau11e e sua moglie venivano a pranzo da noi, a Parigi, mio mari­ to lo sfotteva sempre: • Si ricorda, de Gaulle, di quella volta che l'ho fatta -mettere agli arresti?" E questo non faceva certo piacere all'interes­ sato. Da li viene l'odio che ha provato sempre per mio marito,. (citato da Robèrt Aron, Charles de Gaulle, Ed. Pérrin 1 964).

Ila tdlldale ffsp�iale" «

Come già da soldato, anche da sotto­ tenente de Gaulle concepisce il servi­ zio militare in modo tutto suo, tra-

scurando le futili incombenze e non badando molto all'ordine esteriore. Poco gli importa se i soldati non marciano perfettamente in riga o non sanno eseguire il • fianco dest" in ma­ niera impeccabile. Ciò che conta è il morale, e per esaltare il morale della truppa, de Gaulle si prodiga senza pa­ ri. Come oratore, non ha rivali tra i suoi colleghi, e le reclute ascoltano, un po' sconcertate, i discorsi infiam­ mati di questo ufficiale spilungone che parla delle grandi battaglie del passato combattute e vinte dalla Fran­ cia ,. (Mario Costa, op. cit.).

LA I"GUERRA MONDIALE DE GAULLE : " Mentre l'uragano mi travolgeva come un .fuscello nei dram­ mi d�lla guerra: battesimo del fuoco, calvario delle trincee, assalti, bombar­ damenti, ferite, prigionia, potei vede­ re la Francia, che una natalità insuf­ ficiente, vuote ideologie e la negligen­ za dei pubblici poteri avevan privata di una parte dei mezzi necessari alla difesa, potei vedere questa Francia trovare in se stessa le energie per compiere un incredibile sforzo, supplì­ re con smisurati sacrifici a quanto le mancava e concludere la prova con la vittoria" (Memorie di guerra, cit.). 15

alla Francia pi ù di mezzo milione di uomini . Ma i tedeschi non sono passati . « On les aura!», li sconfiggeremo, è la pa­ rola d'ordine dei fran cesi, che respingono uno dopo l'altro i terribili assalti e il torrente di fuoco del nemico. Durante un disperato contrattacco a Douaumont, de Gaulle ri mane ferito e cade prigioniero . Anzi, in un primo tempo viene dato p er mort o, e Pétain gli tributa una elogiativa citazione all'ordine del gior no. Comunque, per de Gaulle la guerra è finita. Passerà da un campo di prigionia all'altro, tentando inutilment e la fuga per cinque volte, fino al "soggiorno" nel

Il gigante abbattùto « Gli uomini del 33° si erano battuti come leoni mentre l'ondata nemica sommergeva le difese di Douaumont. Il capitano de Gaulle sparava a bru­ ciapelo. I tedeschi arrivavano da tutte le parti e decimavano la compagnia. Era la fine. Un tedesco gli trapassò la coscia e lo abbatté al suolo come un immenso albero stroncato dalla bu­ fera. In quello stesso istante, a pochi metri di distanza espilose un obice: una scheggia bruciante penetrò nel cranio del gigante abbattuto, riverso, inanimato, nel fango e nel sangue,. (David Schoenbrun, Les trois vies de Charles de Gaulle, Julliard 1965).

La versione del �Do « Durante la guerra 1914-18, mio pa­ dre fu ferito tre volte,. scrive l'am­ miraglio Philippe de Gaulle in "En ce temps-là: de Gaulle", Parigi 1972; «ma in casa non raccontava volentieri quei brutti ricordi. Comunque ho potuto ricostruire tutto sui documenti e sui resoconti di soldati e ufficiali... All'al­ ba del 2 marzo 1916 un assalto isolò completamente i resti delia .tO" com­ pagnia comandata da mio padre. Esi-

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steva una sola possibilità di sfuggire all'annientamento: ristabilire il colle­ gamento con le piu vicine forze fran­ cesi, sulla destra. Mio padre tentò di trascinare in quella direzione i suoi ultimi uomini validi... Ma ben presto il pugno di francesi venne sommerso: da tutte le :parti sor�evano in massa i fanti nem1ei, spinti dalle grida in­ cessanti dei loro sottufficiali. Dopo a­ vere lanciato una bomba a mano alla cieca, mio padre saltò in un buco provocato da un obice, ma con lui saltarono dentro molti tedeschi. Uno nello slancio gli diede una baionetta­ ta. L'arma penetrò nella coscia. II violento dolore provocò una imme­ diata perdita di conoscenza. ,. Marpierlte Potei (�vernante di An­ ne, la terza figlia de1 de Gaulle) «con­ serva un orologio da tasca che nel 1916 ha salvato la vita del capitano de Gaulle, deviando una pallottola te­ desca,. (Galante, op. cit.).

Pétaln : "Il cap. de Gaulle si è com portato da eroe" «

Il capitano de Gaulle, comandante di compagnia, riputato per il suo alto valore intellettuale e morale, mentre il suo battaglione, che subiva uno spa­ ventoso bombardamento, era decima-

forte di Ingolstadt, dove sono rinchiusi i prigionieri di guer­ ra piu "insofferenti", come il tenen te russo Tukascewski, che pochi ann i dopo d iventerà maresciallo dell'Armata Ros­ sa. De Gaulle mette a profitto la forzata inatt v i ità studiando la situazione interna tedesca. Frutto di questo studio sarà il libriccino La discorde chez l' ennemi, la dis cordia tra il ne­ m ic o, che pubblicherà nel 1 924. Mentre de Gaulle si dedica a fughe e ad attività letterarie, Philippe Pétain s cala rapida­ mente i vertici della gerarchia militare e salva la Francia, bloccando l'avanzata del nemico e ricostru endo moralmen-

to e mentre i nexirlci circondavano la compagnia da ogni lato, ha trascinato i suoi uomini in un assalto furioso e un corpo a corpo violento, unica so­ luzione ch'egli ritenesse compatibNe con il suo senso dell'onore militare. 11. caduto nel1a mischia. Ufficiale stra­ ordinario da ogni punto di vista. Fir­ mato: Pétain,. (da Costa, op. cit.).

No: da vigliacco De Gaulle si è comportato veramente da eroe a Verdun? Molti lo metto­ no in dubbio, a cominciare da Jac­ ques Isorni (op. cit.): "De Gaulle si arrese. Contrariamente all'apprezza. mento di Pétain, il senso che aveva dell'onore gli aveva fatto preferire la resa, cioè una vita da prigioniero, al­ la morte... Non per nulla una volta tornato al potere de Gaulle fece spa­ rire il suo dossier d'ufficiale! ». La versione di Isorni, è sostenuta anche dai numero speciale di "Le Crapouil­ lot", Le Petit de Gaulle Illustré, che avanza addirittura l'ipotesi che la ferita alla coscia non sia stata altro che un graffio dovuto a un soldato te­ desco che spingeva avanti l'ufficiale francese catturato, con la baionetta puntata a1le reni. Entrambe le affer­ mazioni si basano sul racconto del

tenente tedesco Casimir Albrecht del 19" Reggimento della Reichsweher. Albrecht: « Ho visto spuntare da un buco una specie di dra:ppo bianco, probabilmente una camic1a legata al­ la baionetta. Ho ordinato il cessate il fuoco. Alcuni francesi sono usciti, ed è stato allora che ho fatto caso all'ufficiale che li comandava, tanto era alto. Gli sono andato incontro. Sembrava un rpo' stravolto e vacilla­ va... Mi ha consegnato lui stesso il suo cinturone e 1a sua pistola. L'ho fatto J?Ortar via da un sergente e tre uomin1... ,. (riferito da "Le Nouveau Candide" , 211 -4-1966). Confermerebbe queste ipotesi la dichiarazione del sol­ dato Samson Delpech pubblicata da "Sud-Ouest-Dimanche" del 16-4-'61 : «Siamo stati accerchiati, e sotto li ordini del nostro capitano de GaJle siamo stati costretti ad arrenderci ».

l tedeschi

IDI

gli restituiscono la spada Testimonianza del generale Perré (compagno di de Gaulle a Saint-Cyr, pubblicata da "Minute", 1 1 -6-'66): "Uno dei miei amici che è stato pri­ gioniero con de Gaulle, mi ha riferito quanto segue. I crucchi, che rendeva­ no onore agli ufficiali francesi che si 17

te l'esercito. E infine, con Joffre e Foch, lo porta alla vitto­ ria. Nel novembre 1 9 1 8, i tedeschi firmano l'armistizio presso Compiègne, in un vagone ferroviario che diventerà il simbolo della sconfitta tedesca. E cosi, il prigioniero Charles de Gaulle può rientrare in patria. � felice per la vittoria; ma amareggiato per non aver potuto conquistare la sua parte di gloria. E anche perché, nel frattempo, molti suoi compagni di Saint-Cyr hanno fatto carriera e si sono installati nei posti migliori, mentre lui, a ventotto anni, è ancora uno sconosciuto capitàno. •

erano battuti coraggiosamente ren­ dendo loro la spada In occasioni particolari, come per la messa, non la diedero mai a de Gaulle. Allora lui, credendo si trattasse di un errore, la richiese abbastanza seccamente. I te­ deschi si stupirono molto della sua richiesta ma, ad ogni buon conto, ri­ fecero una inchiesta sulle condizioni della sua resa. E dopo l'inchiesta non restituirono la spada al capitano de . Gaulle •·

In priJionia si rode Il feJato

•••

Mentre 'Pétain passa di comando in coa m ndo, fino a diventare uno dei capi piu presti.giosi dell'esercito fran­ cese, il suo pupillo de Gaulle è un ufficiale infehce e sfortunato. « Capi­ tano a 25 anni , cavaliere della l..egto­ ne d'Onore, croce di guerra, tre feri­ te: si rode il fegato nella pri�onia. Morde il freno. Vuole battersi, bat­ tersi per la Patria e per ricevere la morte o la sua legittima parte di glo­ ria. Considera indegno per un soldato di carriera subire la prigionia. Per cinque volte tenta di evadere: un fiasco dietro l'altro. La sua alta sta­ tura non lo favorisce di certo • (Tour­ noux, Pétain et de Gaulle, op. cit.). 18

...a

lavora IB Il futuro

Nel campo di prigionia nascono dei giudizi contrastanti su de Gaulle, giu­ dizi che lo "perse�iteranno" per tut­ ta la vita. Alcuni lo ritengono « di­ sumano, orgoglioso, d'una ambizione folle •. Altri, invece, come Rémy Rou­ re, vedono' in lui « un futuro gran ca­ po militare, un futuro maestro nel­ l'arte della guerra, un professore di strategia e di tattica che avrebbe fat­ to parlare di sé... Era sempre occupa­ to a sfogliare i giornali tedeschi, ad annotare le sue impressioni, cercando, con un im�rturbabile sangue freddo, nei bollettmi di vittoria del nemico le tracce appena percettibili della di­ scordia, studiando con cura minuzia­ sa e con una esattezza impressionan­ te i caratteri dei capi militari e civili, i difetti della "corazza" germanica • (citato da Monique Mounier, De Gaul­ le vu par..., Editions Publication Pre­ mièrs 1969).

Il giovane de Gaulle altino dell'Accademia di Saint-Cyr

LA GLORIA E LE PROMOZIONI che non ha potuto conqui­ stare in p atria, de Gaulle va a cercarsele in Polonia. L'Ar­ mata Rossa sovietica ha respinto un tentativo di invasione dell'Ucraina da parte dei polacchi, ed ora sta a sua volta in­ vadendo la Polonia, che invoca il soccorso degli alleati occi­ dentali . De Gaulle riesce a farsi assegnare alla 4a divisione Cacciatori che il generale polacco Haller è stato autorizzato a costituire .in Francia. Comincia la sua missione come con­ sigliere militare e professore di t attica alla scuola di guerra di Rembertow. Ma quando i russi sono alle porte di Varsa -

TIMORI PER L'AWENIRE DELLA FRANCIA c Negli anni successivi, la mia carriera conobbe tappe diver­ se: missione e campagna di Polonia, cattedra di storia a Saint-Cyr, Scuola di Guerra, gabinetto del Maresciallo, comando del .19" battaglione Caccia­ tori a Treviri, servizio di Stato Mag­ giore sul Reno e nel Levante. Da per tutto, notavo il rinnovato prestigio che conferivano alla Francia i suoi recenti successi, e al tempo stesso, i dubbi che suscitava per l'avvenire l'in­ coerenza dei suoi dirigenti. Quanto al resto, trovavo nel mestiere del sol­ dato l'interesse profondo che esso com'Porta per la mente ed il cuore. Nell'esercito... scorgevo lo strumento delle grandi azioni future,. (Memo rie di guerra, op. cit.).

DE GAULLE:

Condannato alla pace de Gaulle sceglie la guerra «

De Gaulle torna a casa: ormai ha davanti a sé solo la triste e deluden­ te esistenza di un ufficiale che serve in un esercito condannato alla pace. Che avvenire può essere riservato a un capitano di ventinove anni? Certo, 20

ha già la Legiop d'Onore e la Croce di Guerra con tre citazioni. Ma molti altri ufficiali piu fortunati hanno ac­ quisito in quegli anni una e�erienza piu lunga negli Stati Maggiori. De Gaulle sente la necessità di riprende­ re al piu presto un servizio attivo ... Riesce a farsi assegnare alle forze che vanno a combattere in Polonia! • (Paul-Marie de La Gorce, De Gaulle entre deux mondes, Fayard 1964).

No, è una scelta di Pélaln Secondo Jacques Isomi, è probabile che il consiglio di andare in ·Polonia, "là dove ci si batte", venisse dal ma­ resciallo Pétain, per "riabilitare" in un certo senso il suo protetto: c Il maresciallo sapeva che l'avvenire di de Gaulle era quanto mai· incerto, sa­ peva quali difficoltà di carriera atten­ dono un prigioniero. Infatti un im­ meritato discredito circondava i pri­ gionieri e il loro avanzamento sem­ brava difficile, se non impossibile •·

••1 bolscevichi si battono per la patria, non IB' Mn" Neì mesi passati in Polonia, de Gaulle ebbe modo di riflettere: c Il marxismo

via, anche lui deve entrare in campagna. Si comporta corag­ giosa me nte. Il generale Weyg and, ex luogotenente di Foch e attualmente capo de la missione militare francese in Polo­ nia, gli c onferisce una elogiativa citazione all'o rdine del giorno. Alla fine del conflitto, i polacchi gli off rono la cat­ tedra di tattica alla loro scuola di guerra, ma gli alti co­ mandi francesi preferi scono che d e Gaulle to rni a insegnare in patri a. Sarà professore di storia a Saint -Cyr. Negli ultimi mesi del 1 920, de Gaulle sbarca a Parigi. Pochi giorni dopo, durante una visita alla mostr a di pittura del Salon d'Auto m-

non lo poteva capire; ripugnava ai suoi principi di uomo, di cattolico e di soldato. Essere marxisti, nel 1920, significava porsi al bando del consor­ zio umano e civile. Come si spiegava, allora, l'energia combattiva dei bol­ scevichi? Per de Gaulle, la spiegazio­ ne era una sola: i bolscevichi erano russi, e come tali difendevano il suo­ lo rosso. Spiegazione che metteva a tacere ogni dubbio e che �li procu­ rava l'intima gioia di scopnre che la patria è sempre e ovunque in cima ai pensieri degli uomini. Il marxismo, come ogni altra speculazione mentale legata all'economia, rimase sempre un fattore di disturbo nella visuale co­ smica di de Gaulle. La patria, sentita come fatto religioso, è il centro mo­ tore della storia. Pur adottando for­ me piu versatili di azione, de Gaulle rimarrà sempre fedele a questo prin­ cipio ,. (Mano Costa, op. cit.).

Un duello per l begli occhi della contessa polacca In Polonia de Gaulle non si batte solo sul campo di battaglia o sulla catte­ dra: stando ad alcuni suoi biografi frequentava assiduamente il Caffé Blikle, dove s'incontrava sovente con una " incantevole e minuscola signo-

rina che secondo taluni sarebbe sta­ ta la principessa Gretwertiska,. (Jean Lacouture, op. cit.). " Almeno quelle occupazioni galanti gli diedero final­ mente una occasione di battersi: fece un duello con un ufficiale polacco per i begli occhi di· una contessa,. (Le Petit de Gaulle. Illustré). La notizia del duello è stata confermata dalla stampa polacca in occasione del viag­ gio di de Gaulle a Varsavia,· nel set­ tembre 1967. Schoenbrun, uno dei piu elogiativi biografi del Generale, scrive che in Polonia " de Gaulle conquistò una reputazione poco nota, ma auten­ tica, d1 auda� Don Giovanni •·

L 'lat.Oatn t.Oa Yvoane " Fisicamente e moralmente de Gaul­ le non è della misura comune. Dal­ l'alto dei suoi sei piedi e quattro pol­ lici, fa sembrare nani gli altri, soltan­ to presentandosi in mezzo a loro. Egli adotta questo rapporto e lo traspone in disdegno. A ogni stadio della sua carriera, i suoi interlocutori raccoglie­ ranno da lui giudizi sprezzanti sui suoi capi, i suoi colleghi, i suoi su­ bordinati. Pare sempre che dica: "Ho ragione di essere alto". Nel suo pri­ mo incontro con la signorina Ven­ droux, il capitano de Gaulle le rove21

ne, fa la conoscenza di Yvonne Vendroux, figlia di un pic­

colo industriale di Calais. Yvonne è abbastanza insignifi­ cante, religiosissima, docile e virtuosa; in pratica, la donna adatta a lui . Immediata richiesta di matrimonio : i due si sposano il 7 aprile 1 92 1 . E il 28 dicembre dello stesso anno nasce Philippe. Il nome è stato imposto in evidente omaggio al maresciallo Pétain, che ha aperto le porte della sua casa al giovane e brillante capitano. Dopo un anno di cattedra a Saint-Cyr, de Gaulle torna a indossare a sua volta i panni dell'allievo : è stato ammesso alla Scuola Superiore di Guer-

scia sul vestito una tazza di caffé. Po­ co dopo, si fidanZano. Senza dubbio, la signorina Vendroux aveva avuto l'intelligenza di capire che il torto era stato della tazza di caffé , troppo piccola per quelle grandi braccia. Charles de Gaulle saprà sempre sfrut­ tare per il meglio il suo personaggio, fare della sua statura un programma, del suo riserbo un mezzo di intidimi­ dazione, dei suoi silenzi una scatola a sorpresa, del suo nome, che è quel­ lo dell'antica Francia, un vocabolo magico che gli incol'pora la patria» (Alfred Fabre-Luce, op. cit.,).

Galeotto fu il ritratto « La ragazza che la "vince• sulla Po­ lonia ha vent'anni, occhi ridenti, un visino molto grazioso, dall'ovale ben disegnato sotto una bella capigliatura nera, dai riccioli accuratamente ac­ conciati», scrive André Frossard. I due giovani si incontrano al Salone d'Autunno, dove tutti ammirano il Sacré-Coeur di Desvallières, Baccana­ le di Denis e La donna in giallo di Van Dongen (e nessuno guarda i qua­ dri di un certo Henri Matisse)·. « Si incontrano sotto un ritratto di Mau­ rice Rostand, ·grazie ai "buoni offi.ci • di una amica delle due famiglie che 22

li ha giudicati perfettamente adatti l'uno all'altro, e che si è fatta un do­ vere di farli incontrare.»

Yvoaae tAnae Smdo Pmda La moglie di de Gaulle doveva diven­ tare per i familiari, e poi per tutti i francesi, la "Tante Yvonne•, la zia Yvonne, « l'immagine della fata della casa, buona, discreta, efficiente» scris­ se Galante. « Aveva scelto un po­ sto ben preciso accanto al marito: il secondo, e vi è sempre rimasta fe­ dele, mai troppo avanti e mai trop­ po indietro. Mme de Gaulle sarà destinata ad occupare, senza la mini­ ma crisi, dal l921 in poi, il "ministero del buon senso comune•. Ma come Sancio Pancia accompagnava il suo buon padrone Don Chisciotte all'as­ salto dei mulini a vento, cosi "Tante Yvonne • condividerà le piu temera­ rie imprese del marito.»

Da Philippe Pétain a Philippe de Gaulle JACQUES ISORNI: «Quando nacque il primo figlio dei de Gaulle, il capi­ tano, sia che rispettasse le tradizioni familiari o si inchinasse a degli im­ perativi religiosi - Pétain non era

ra. Ci resterà dal 1 922 al 1 924, "allievo" non sempre docile e non sempre allineato agli insegnamenti dei professori. Il colonnello Moyrand lo definisce, nelle note caratteristiche: « Ufficiale intelligente, colto . . . brillante ... ma guastato da eccessiva presunzione e da troppa rigidità verso le idee al­ trui. Il suo atteggiamento è quello di un monarca in esi­ lio . . . » . Il risultato di simili giudizi non si fa attendere: il "monarca" esce dalla Scuola con la classifica "buono", quando solo il "molto buono" gli darebbe diritto alla catte­ dra della Scuola di Guerra a cui aspira. De Gaulle è furioso.

sposato in chiesa - non gli chiese di fare da padrino al figlio. Lo mise però sotto la sua protezione morale, gli diede il nome di Philippe. E fu a quel -Philippe che il maresciallo offri la sua foto con deQica: "Al mio gio­ vane amico Philippe de Gaulle, augu­ randogli di riunìre nella vita tl,ltte le qualità e i doni di suo padre. Affet­ tuosa�Qente, Philippe Pétain" ». TOURNOUX (Pétain et de Gaulle, op. cit.), afferma che « de Gaulle ripeteva spesso, e con fierezza: "Il maresciallo è il padrino di mio figlio". E ancora: "Appartengo al clan �étain. Il mare­ sciallo è il mio Patron". Tutti, nel­ l'ambiente militare, credono che Phi­ lippe de Gaulle sia stato portato al fonte battesimale dal vincitore di Verdun. E tutti ritengono che de Gaulle sia il protetto di Pétain. Da­ vanti a una cosi alta protezione, mol­ ti generali adottano la prudenza... •.

Da Gaulle ara ftgllo di Pétaln? Nel 1945, durante il processo a Pétain, de Gaulle confidò a Claude Mauriac, figlio del celebre scrittore: « · � una balla che Pétain sia stato il padrino di mio figlio. Come è 1,Ula balla che io sia il figlio naturale del marescial­ lo"; e davanti alla mia aria stupita:

"Come, non l'avete mai sentito dire? Eppure l'hanno ripetuto spesso!" • (C. Mauriac, Un autre de Gaulle, 1970).

CHIRLES DE &IULLE ALLI SCUOLA DI &UERRI Alla Scuola di Guerra, sulle prime de Gaulle non lega con i compagni: il futuro generale André Laffargue ri­ corda che « camminava rigido, im­ pettito, molto sussiegoso, molto soste­ nuto, come se trasportasse la propria statua. Quel comportamento mi col­ pi molto e non nuscii a trattenermi dal commentare dentro di me, "Bé, eccone uno che si prende decisamen­ te sul serio!"... In seguito, senza mai abdicare in niente alla sua persona­ lità, de Gaulle si conformò a quel­ l'ambiente simpaticamente camerate­ sco e allegro che regnava alla Scuola di Guerra. . ». E piu avanti: « De Gaul­ le ha nella testa una bilancia che non è giusta. Non ha il senso dell'equili­ brio. Manca di contatti con la realtà. In compenso, fa prova di una incredi­ bile tenacia. Appartiene alla famiglia di quelli che cominciano col costrui­ re una soluzione, un sistema nella loro testa. In un secondo momento, la impongono. Se la realtà accetta la .

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E Pétain anche. Inutilmente tenta di salvarlo : il suo protet­ to viene infatti assegnato a un comando "periferico", lo Stato Maggiore dell'Armata del Reno, di stanza a Magon­ za. Ma già l'anno seguente il maresciallo - che è vice presidente del Consiglio di Guerra - riesce a farlo tra­ sferire nel suo gabinetto. E nell'aprile del 1 927 gli rega­ la una clamorosa rivincita: obbliga tutta la Scuola di Guerra, dal direttore all'ultimo allievo, ad assistere a tre conferenze di de Gaulle sul tema : La dottrina militare e la missione del capo . E vi presenzia personalmente . Nel

soluzione, va tutto per il meglio. Ma se non la accetta, le cose si mettono male. La realtà ha torto. Si ostina­ no. E se a quella ostinazione intel­ lettuale si aggiunge l'orgoglio, ecco che esplode il dramma . . . (Fantassins de Gascogne, Flammarion 1962). EMILE WANTY: « Era un uomo da monologo che sapeva :presentare le sue idee con bello spirito di sintesi ma con forse un poco di dogmatismo. Dal punto di vista umano era altez­ zoso, e degli scontri lo opponevano spesso ai nostri professori • ( riporta­ to da Monique Mounier, De Gaulle vu par.. . , op. cit.).

Il

gusto del mistero

« Il ritratto che Latfargue fa di de Gaulle, un ritratto senza compiacen­ za ma anche privo di astio, Cl rivela m�lio di qualsiasi altra testimonian­ za d giovane ufficiale de Gaulle. Lo si vede di maniere semplici, ma in­ capace di effusioni e avaro di confi­ denze. Certo, nulla lo distingue dagli altri allievi di quel corso, ma lui d'al­ tronde non rivela niente delle rifles­ sioni e delle analisi che pochi anni dopo renderà pubbliche nei suoi li­ b n : scetticismo nei confronti della capacità dei suoi compagni di coglie24

re le vere esigenze del suo pensiero, o naturale tendenza al segreto? Certo fin d'ora appare quel comportamento che affascinerà - oppure esaspe­ rerà - coloro che lo avvicineranno quando gestirà il potere politico: una certa ripugnanza a discutere con gli altri quello che può dibattere den­ tro di sé, e la certezza che è molto meglio rivelare, al momento oppor­ tuno, ciò che si è deciso in silenzio, piuttosto che cadere nelle discussio­ ni e nelle controversie » ( Paul-Marie de La Gorce, op. cit.). De Gaulle risponde al

colonnello:

"De m/nimis non curai pl'llelor" Un compagno di corso di de Gaulle, Chauvin, ha scritto per la rivista " Mi­ roir de l'Histoire" (giugno 1960) i suoi ricordi della Scuola di Guerra: « iPer mettere un punto finale ai no­ stri studi, si faceva una esercitazio­ ne all'aperto. Quella volta fu messo " sul fuoco " de Gaulle, che ricevette il comando di un immaginario corpo d'armata, mentre noi assolvevamo le funZioni di suoi subordinati... De Gaulle venne sottoposto a un vero fuoco di fila di situazioni e di do-

dicembre dello stesso anno, dopo dodici anni di serviziO come capitano, de Gaulle è promosso maggiore e si vede assegnare il comando del 1 9• batt. Cacciatori di stanza a Treviri, in Germania. Anche qui De Gaulle trova modo di farsi notare in bene e in male. In bene perché prende perso­ nalmente il lutto per un soldato orfano morto durante una epidemia. In male perché fa mettere in cella di rigore un al­ tro soldato �he ha ottenuto dal ministero il trasferimento in patria. Questa è insubordinazione bella e buona, che rischia di procurargli addirittura la messa a riposo anticipata. Su -

mande il cui tono - tutto sarcasmo e aggressività - ci fece capire che non si trattava piu di un esame, ma di un processo... •. Ma de Gaulle c se­ reno e padrone di sé ,. smonta a poco a poco il colonnello. Alla fine, que­ st'ultimo gli tira un'ultima frecciata. c A proposito, dove sono i treni logi­ stici del reggimento di sinistra del­ la divisione di destra? ,. Voltando ap­ pena la testa verso quello che funge da suo capo di Stato Maggiore, de Gaulle ordina: c Chàteauvieux, gli ri­ sponda! •. E il colonnello, furioso: c Ma è a lei che ho fatto la doman­ da! •. E de Gaulle, con voce tranquil­ la: c Colonnello, lei mi ha assegnato la responsabilità di un corpo d'ar­ mata. Se per di piu dovessi assumere quella dei miei subordinati, non a­ vrei piu la mente abbastanza libera per eseguire adeguatamente il mio compito: de minimis rum curat prtU­ tor. Chàteauvieux, risponda al colon­ nello! ». n giudizio del colonnello si farà sentire nella classifica finale! Chauvin, che è proprio accanto a de Gaulle alla lettura delle classificazio­ ni, commenta: c Lo guardo, capendo benissimo il disappunto che gli si legge sul volto, a dispetto della sua volontà di restare impassibile. t!. la pena per la sua inclipendenza di spi­ rito, per la sua libertà di parola! ».

La "bocciatura" gli brucia Solo per l'intervento di Pétain e del generale Dufieux, assistente del diret­ tore della Scuola di Guerra, de Gaulle ha ricevuto la menzione Bien, men­ tre il collegio giudicante aveva ormai deciso di classificarlo un gradino piu in basso, Assez bien. Lo rivela Tour­ noux in Pétain et de Gaulle (op. cit.): ' c De Gaulle è furioso. Ad alta voce commenta: "Quei c ... della Scuola di Guerra! Non entrerò piu in quella sporca baracca se non da comandan­ te! E vedrete come cambierà tutto!" •· JACQUES ISORNI: c Ferito nel suo orgoglio, de Gaulle pensa addirittura di lasciare l'esercito. Pétain lo dis­ suade. Eccolo piu che mai tributario di Pétain. Senza Pétain, l'avvenire non può essere che mediocrità e ambizio­ ni insoddisfatte. E Pétain prepara la rivincita di de Gaulle. Il generale Hé­ ring, suo fido, è diventato il coman­ dante della Scuola di Guerra; Pétain non esita a dirgli che piu ci pensa, e piu si convince che quell'affare de Gaulle "è mostruoso come un errore giudiziario". E cosf, visto che de Gaul­ le non può avere la sua cattedra, par­ lerà senza cattedra! ... Però l'orgoglio di de Gaulle è soddisfatto solo a me­ tà. Quella rivincita non la deve a de Gaulle, la deve a Pétain! • · 25

bito, corre a Parigi, dal solito Pétain, che gli sistema il guaio. « Gli ho tolto una bella spina dal piede » confiderà il vec­ chio maresciallo ai suoi intimi. Gli anni dei de Gaulle a Treviri sono amareggiati dalla nascita di una figlia mongo­ loide, Anne {prima di lei è arrivata Elisabeth). Anne sarà sempre un grande cruccio per de Gaulle. « Charles ed io daremmo tutto, salute, futuro, carriera purché Anne fosse una bambina normale » scriveva Mme Yvonne a un'amica. Era la prima e l'unica volta nella sua vita che de Gaulle an­ • teponeva i normali affetti al suo "destino" storico.

"Fra qualche anno si aggrapperanno a me" 20 giugno 1929, lettera di de Gaulle all'amico colonnello Lucien Nachin: c Ah, quant'è amaro, ai nostri giorni, portare i finimenti! Eppure lo dob­ biamo fare. Fra qualche anno tutti si aggrapperanno alle mie falde per salvare la patria... e la canaille (la plebaglia) per sovrammercato! •. t!. una delle lettere sulle quali si acca­ niranno i biografi di de Gaulle: stori­ ca previsione o mostruoso orgoglio? E, prima di tutto, de Gaulle ha scrit­ to alle mie falde come sostiene Tour­ noux, o alle nostre, come dice Lacou­ ture, che afferma: c Se fosse mie que­ sto potrebbe indurre il lettore a for­ mulare un pronostico pessimista sul­ lo stato mentale di de Gaulle ». An­ che André Frossard è dello stesso pa­ rere e stigmatizza tutti coloro c che preferiscono leggere mie e sfruttare l'errata lettura per ogni sorta di al­ trettanto errate conclusioni: orgoglio, certezza, quasi oltraggiosa per i co­ muni mortali, di essere chiamato a un grande destino .t. Per Fabrel.uce invece è mie: c Sul momento il suo corrispondente dovette crederlo col­ pito da megalomania. Undici anni aopo, la lettera sembrerà profetica. 26

Ma allora non ci sarà bisogno di an­ darlo a cercare: si proporrà da solo! •·

La tragedia di Anne .

TOURNOUX: c La lettera a Nachin è del 20 giugnu '29. Da diciotto mesi Charles de Gaulle soffre atrocemen­ te. La corazza di ghiaccio nasconde un . dolore infinito, al limite della di­ sperazione. Per il primo gennaio 1928, a questa famiglia cosi cristiana il Cielo ha inviato una prova forse piu dura della morte: una bambina, An­ ne, infelice, sfortunata, mongoloide ... • . LE CRAPOUIU.OT: c t!. indubbio che quel cal'Vario intimo rinchiuderà an­ cora di piu de Gaulle nel suo orgo­ glioso isolamento e decuplicherà il suo rancore contro la vita ». PIERRE GAlANTE: c De GauUe ha sofferto molto per Anne . Le ha sem­ pre consacrato un'ora al giorno, qual­ siasi cosa avesse da fare. Le cantava delle canzoni, faceva finta di suona­ re la tromba con il pollice. La pren­ deva sulle ginocchia e lei gli acca­ rezzava le guance . .. ».

De Gaulle a Londra ( 1940) con un gruppo di mllrinai francesi

NEL 1 929, IL MAGGIORE DE GAULLE è trasferito da Tre­ viri allo Stato Maggiore dell'Esercito del Levante, di stanza in Libano. Ci resta sino alla fine del 1 930. Ha ben poco da fare : ne approfitta per viaggiare in tutto il Medio Oriente e per trasformare le sue conferenze del 1 927 in un libro, Il filo della spada, che pubblica a Parigi nel 1 932, quando diventa segretario del Consiglio superiore della Difesa e viene pro­ mosso tenente-colonnello. Il libro, dedicato al maresciallo Pétain, denuncia la « mistica che tende a maledire la guer­ ra », proclama il valore permanente della forza nella storia

" I L FI LO DELLA SPADA" RIVELA

IL DISTACCO DEL SUPERUOMO

Commentando Il filo della spada, François Mauriac scriverà nel 1964 : « Una delle caratteristiche piu note­ voli del giovane capo del 1927 è che sin da quell'anno, egli presentiva che avrebbe dominato le genti, pur senza esserne amato, o quanto meno, an­ che se non ne fosse stato amato, senza cercare o desiderare questo da esse. Infatti il prezzo del suo dominio de­ gli eventi, è quella sua tipica distanza nei confronti degli uomini, quel di­ stacco che basterebbe da solo a ren­ dere de Gaulle odioso a una certa genia generata in Francia da un se­ colo e mezzo di parlamentarismo; si; proprio a quella genia, ma non al popolo, non alle moltitudini che par­ tecipano della grandezza solo attra­ verso un uomo della sua statura. Ed egli, a sua volta, ha bisogno di esse, ha bisogno di un contatto diretto con esse per caricarsi quasi come una pi­ la. Il popolo non è umiliato da que­ st'uomo che niente potrebbe senza di lui, se non fosse con lui in stretta relazione. In cambio, la fauna della politica e del mondo che s'agita al­ la superficie della storia non gli per28

donerà mai quel distacco, quella di­ versità di livello, che implica anche un mutamento di tono nei colloqui » (Mauriac, De Gaulle, Mondadori 1965 ).

O Il suo prefllsclsmo ? « Le fil de l'épée può essere conside­

rato come una caratteristica testimo­ nianza delle idee di una sorta di pre­ fascismo francese. D'altronde, in que­ sto stesso periodo, de Gaulle non dis­ simula la . sua considerazione P.C=r il regime mussoliniano » scrive 11 nu­ mero speciale di • Le Crapouillot • , che cita come testimonianza u n bra­ no dell'articoio La mobilitazione eco­ nomica all'estero pubblicato da de Gaulle sulla • Revue Militaire Fran­ çaise • del 1°-1·'34: « Il regime fascista permette ai poteri pubblici di rica­ vare dalle risorse esistenti, tutto quello che possono dare. L'imperiosa subordinazione degli interessi priva­ ti a quelli dello Stato, la disciplina imposta e ottenuta da tutti, la coor­ dinazione personale del Duce e, in­ fine, quella sorta di esaltazione la­ tente mantenuta nel popolo dal fa­ scismo per tutto quello che concerne la �randezza della Patria, favorisco­ no m modo eccezionale le misure di Difesa nazionale ».

dei popoli ed esalta la figura del Capo, che non può essere concepito « senza una forte dose di egoismo, orgoglio e astuzia » . Nel 1 934, de Gaulle pubblica un libro di ben altro peso, Vers l'armée de métier, verso l'esercito professioni­ stico, nel quale tutti i futuri apologeti del " salvatore della Patria " vedranno una ardita anticipazione della moderna guerra dei mezzi corazzati . Contro le teorie ufficiali della difensiva a oltranza, che si sono concretate nella immane spesa della Linea Maginot, de Gaulle sostiene che solo la guerra d'attacco può salvare la Francia dalla guerra che già

Asceta mal pagata « Nel 1934, il tenente-colonnello de Gaulle era un modesto ufficiale co­ me tanti altri, in quel comple�so di capi, unico al mondo, che il popolo francese esprime ininterrottamente per i quadri del suo esercito. Uno di quegli asceti mal pagati, mediocre­ mente vestiti, rinchiusi nella vita di caserma e di famiglia, al lavoro gior­ no e notte, votati a riscattare, in si­ lenzio, le imprudenze della nostra po­ litica generosa ed irragionevole ad un tempo • (Philippe Barrès, Charles de Gaulle, Mondadori 1944).

No: intrigante s•za pudori Nel 1934, Pétain diventa ministro del­ la Guerra, nel _governo Doumergue, e nomina il fido Laure direttore del suo gabinetto. De Gaulle si affretta a dare l'assalto al vecchio protettore per es­ sere nominato addetto del suo gabi­ netto presso la camera dei deputati. Si precipita da Laure (che, secondo Isorni , detestava de Gaulle) e « arriva sino ad umiliarsi in questo tentati­ vo •. Ma Laure non ne wole sapere. Allora de Gaulle scrive una cartolina postale a Pétain in cui « con parole discrete gli comunica che sarebbe fe-

lice di essere chiamato presso di lui» (citato da Alfred Conquet, Aupr�s du Maréchal Pétain, ed. France-Empire). Ma anche questa volta gli va buca. « Allora • dice lsorni, « esacerbato per aver sollecitato senza ottenere, non si sentirà piu obbligato nei confronti del maresciallo. Non è la rottura, ma co­ mincia a delinersi la detestazione. Pé­ tain l'ha sacrificato alle esigenze di Laure! Comincia a soffiare lo spirito della vendetta. ,.

L'ESERCITO DI M ESTIERE DE GAULLE : c I problemi della filo­ sofia dell'azione, dell'orientamento e dell'impiego delle forze armate da parte dello Stato, dei rapporti fra go­ verno e comando, occupl[lvano da lun­ go tempo il mio spinto. Avevo già manifestato il mio pensiero in pro­ posito in alcune pubblicazioni: La

discorde chez l'ennemi, Le fil de l'é­ pée, e diversi articoli su riviste. Ave­

vo tenuto conferenze pubbliche, ad esempio alla Sorbona, sulla condotta della guerra. Ma nel gennaio 1933, Hi­ tler diveniva padrone del Reich: da quel momento, gli avvenimenti non potevan che precipitare. Poiché nes­ suno proponeva qualcosa di adeguato alla situazione, mi sentii in dovere 29

si profila con la Germania nazista. Una guerra d'attacco, condotta da un esercito di 1 00 .000 professionisti su veloci mezzi blindati . Gli sono immediatamente tutti contro : i par­ titi della sinistra, che vedono nell'esercito professionistico un'armata da colpo di stato fascista; il governo in carica, che ha speso i soldi della Maginot . E anche i grandi capi mi­ litari, con Pétain in testa, che si è sclerotizzato nella sua po­ sizione del 1 9 1 8 : la difensiva a oltranza. Paradossalmente, si sono invertiti i ruoli : si potrebbe quasi dire che de Gaul­ le è il Pétain della seconda guerra mondiale. Comincia cosi

di far appello all'opinione pubblica ed esporre il mio _Pro�etto. Ma poi­ ché la faccenda rrschtava di avere delle conseguenze, dovevo aspettarmi di vedere un giorno puntati sulla mia persona i riflettori della vita pub­ blica. Mi adattai a tale sorte non sen­ za difficoltà, dopo venticinque anni passati secondo le regole della vita militare. Sotto il titolo Vers l'armée de métier, lanciai il mio progetto e le mie idee. Proponevo di costituire d'urgenza un'armata d'urto e di ma­ novra, meccanizzata, corazza ta, for­ mata da soldati s celti, da affiancare alle grandi unità fomite dalla mobi­ litazione • (Memorie di guerra, cit.).

Rlbbentrop elogia de Gaulle Nell'aprile 1934 , il giornalista Philip­ pe Barrès ( op. cit.) è in Germania, e viene invitato a una festa in casa Ribbentrop. c Il padrone di casa mi disse, parlando lentamente: " Per noi, caro stgnore, Versailles è morta. Ver­ sailles ist tot ". Ero colpito dalla � espressione dura, decisa... " La linea Maginot noi l'attraverseremo con i carri armati; il generale Guderian, no­ stro specialista in materia, lo ha di­ mostrato. E io credo persino di sapere che il vostro migliore tecnico è della 30

sua opinione .. " " E chi è il nostro miglior tecnico? " gli chiesi, meravi­ gliato. " Ma de Gaulle ", esclamò, co­ me ad enunciare una verità evidente, " il colonnello de Gaulle... t!. dunque vero che è cosi poco noto da voi ? " • .

La

sinistra contro de Gaulle

Lo

spettro del colpo di stato

« II termine "esercito di mestiere" evocava in certi intellettuali di sini­ stra, come Léon Blum, una angoscia latente, lo spettro di un Diciotto brumaio o di un due dicembre. Ne parlai con il colonnello de Gaulle: "Non bisoçna avere paura delle pa­ role" mi r1spose. Se avéva intitolato cosi il suo libro, era perché vi si trat­ tava di un organismo al CI.uale l'esten­ sione, profondità e i mezz1 di coprirsi permettevano di operare da solo; si trattava, insomma, di un organismo autonomo • (Jean Auburtin, Le colo­ nel de Gaulle, Plon 1965). Ma i con­ cetti di de Gaulle non sfiorano nep­ pure la dottrina tattica delle alte sfe­ re militari, che il �2 agosto '36 emana­ no la seguente Istruzione sull'impie­

go tattico delle grandi unità:

c

Sen­

za disconoscere l'importanza dei pro­ gressi realizzati in questi ultimi tem­ pi nel campo dei mezzi di combatti-

la rottura tra i due uomini. Vers l' armée de métier non è piu dedicato al maresciallo ( « quello è un rimbambito » va di­ cendo de Gaulle), ma all'esercito francese . Da parte sua, il maresciallo non chiama l'antico protetto ( « quel tacchino dall'orgoglio cosmico » come ormai lo definisce) nel suo ga­ binetto, quando diventa ministro della Guerra nel governo Doumergue ( 1 934 ). Ma de Gaulle non fa fatica a tro­ varsi un altro protettore: Paul Reynaud, ex ministro delle Finanze e della Giustizia. Ed è proprio Reynaud che si fa inutilmente - portavoce delle teorie del tenente-colonnello

mento, e di trasporto, la commissione ritiene che questi progressi di ordi­ ne tecnico non modifichino sensibil­ mente, nel campo tattico, le regole già fissate. E ha stabilito, di conse­ guenza, che il co� dottrinale instau­ rato, all'indomam della vittoria, da capi prestigiosi che avevano esercita­ to alti comandi, debba restare la nor­ ma definitiva per l'impiego · tattico delle grandi unità ».

Anlno anticipatore... La " mitologia" gollista fa risalire mol­ to indietro la " invenzione " di de Gaul­ le delle teorie sull'uso dei carri ar­ mati : Gaston Bonheur (op. cit.} scri­ ve che già nel 1920, alla Scuola di guerra di Rembertow in Polonia l'al­ lora capitano de Gaulle « sviluppava nelle sue lezioni la sua teoria rivolu­ zionaria sull'impiego della fanteria e dei carri armati in stretto collega­ mento con l'aviazione ».

. . . o profeta del giorno dopo? « Profeta del giorno dopo » cosi " Le Crapouillot " bolla de Gaulle a propo­ sito delle sue " anticipazioni " sulla fu­ tura guerra mondiale e sull'uso deil

carri armati e dell'aviazione. Infatti de Gaulle prevedeva che la seconda guerra mondiale « non sarebbe stata, come la prima, di carattere totale, ma un ritorno ai vecchi conflitti limita­ ti ». Inoltre, de Gaulle assegnava agli aerei un limitatissimo ruolo di cam­ muffaggio. Vers l'armée de métier contiene questa frase " anticipatrice " : « Colpendo direttamente e i n profon­ dità, l'aviazione diventa per eccellen­ za l'arma i cui effetti fulminanti si combinano a meravi�lia con le virtu di rottura e di conquista delle grandi unità meccanizzate »... Solo che que­ sto è stato aggiunto all'edizione del '44. « Quattro anni dopo il successo degli Stukas tedeschi, Charles de Gaulle profetizzava retroattivamente ... a colpo sicuro ! »

Il vero Inventore dell'artlgUerla d'assalto De Gaulle non è l'inventore della stra­ tegia dei carri armati. Prima di lui, l'ha sostenuta il generale Estienne, a riposo fin dal 1922. c Ci si è purtrop­ po dimenticati delle sue lezioni del 1917! Comandante di mezzi blindati dopo esserne stato l'apostolo, Estien­ ne non ha usato i carri armati solo per accompagnare la fanteria, ma an31

in parlamento e davanti all'opinione pubblica. Il 7 marzo 1 936, i nazisti procedono alla occupazione della Renania, in spregio ai trattati di Versailles . Se l a Francia fosse dota­ ta di forze corazzate, potrebbe stroncare il ten tativo di Hitler, non ancora abbastanza forte da scatenare la guerra mondiale. E forse non l'avrebbe neppure scatenata quattro anni piu tardi - afferm ano i sostenitori di de Gaulle - se in quella occasione francesi e inglesi avessero reagito dura­ mente . Ma la Francia non ha truppe corazzate da spingere con rapidità in Renania. E continua a non volerne : la voce

che davanti alla fanteria, in operazio­ ni massicce e autonome. Che l'eser­ cito blindato possa diventare, come lui ha previsto, una • artiglieria d'as­ salto•, molti se lo ricorderanno molto piu tardi. Quando sarà troppo tardi! » ( " En ce temps-là " ) .

&li errori di da &aulla « Negli anni successivi alla guerra doveva entrare tra gli assiomi della mitologia gollista che alla Francia sa­ rebbe bastato seguire le tesi del libro di de Gaulle per evitare il disastro del 1940. Questa, ovviamente, è una affer­ mazione troppo semplicistica • scrive Alexander Werth (op. cit.). E poi: c In verità, anche negli argomenti di de Gaulle vi sono, naturalmente, del punti deboli. Egli non previde le am­ bizioni illimitate di Hitler, conside­ rando "chiusa l'era delle grandi con­ quiste• ecc .. Il libro di de Gaulle fece scarsamente colpo sulla Francia del 1934; questa, egh scrisse, " stava soffrendo di una psicosi antibellicista che toccò punte pericolose•, special­ mente nel momento in cui, in Germa­ nia, si stava svilu�,Pando un "nazio­ nalismo di tipo militare •. Ma esiste­ vano altre ragioni per il fallimento delle proposte di C. de Gaulle... Il .

32

1934 vide la nascita di vari gruppi fa­ scisti in Francia, come dimostrato dai disordini della Concordia il 6 feb­ braio. Quando, qualche tempo dopo la pubblicazione del libro, l'" Echo de Paris", appartenente alla corrente di destra, pubblicò diversi articoli che richiamavano l'attenzione sulle idee di de Gaulle, la sinistra, e particolar­ mente Léon Blum, il leader socialista, giustamente s'indignò, osservando che un esercito di professione sareb­ be ben potuto diventare la • guardia pretoriana • di un regime fascista in Francia, ed era, in ogni modo, con­ trario al grande principio democrati­ co di Jaurès di "nation armée ". L'op­ posizione si sollevò, inoltre, non sol­ tanto dalla sinistra, ossessionata, co­ me lo era allora, dal "pericolo fasci­ sta •, ma anche dai generali francesi. Di fatto, Paul Reynaud fu il solo uo­ mo politico a prendere sul serio le proposte di de Gaulle in parlamento, ma con poco o nessun effetto » .

Il commento di Léon Blum Dopo la guerra: c Se il sistema di de Gaulle avesse prevalso, la Francia a­ vrebbe avuto come minimo due anni di anticipo, invece di quattro anni minimo di ritardo, nell'organizzazione delle grandi unità meccaniche e nel-

di de Gaulle e Reynaud resta la classica voce nel deserto. Anche Léon Blum, il capo del governo di Fronte Popolare uscito dalle elezioni del 1 936, che incontra de Gaulle nel set­ tembre 1 937, si rifiuta di lasciarsi convincere. Nel 1 937, de Gaulle viene promosso colonnello ed entra nel Centro di Alti Studi militari. Nel 1 938 pubblica un nuovo libro, La France et son armée : « La Francia fu fatta a colpi di spada »1 afferma de Gaulle nella prima frase. :E: la replica all'ultima frase di Vers l'armée de métier: « Perché la spada è l'asse del mondo » . Questa opera segna la sua definitiva rottura

la messa a punto della nuova tattica di cui sono state l'elemento primor­ diale, tanto che il disastro sarebbe stato scongiurato, e forse la �erra stessa avrebbe potuto essere eVItata ,. (Léon Blum , Mémoires, Ed. Albin Mi­ chel, Parigi 1955 ).

DE GAULLE CONTRO PÉTAIN LE CRAPOUILLOT: • Nel 1926-27, Pé­ tain aveva fatto lavorare un buon numero di ufficiali del suo stato maggiore, fra cui il capitano de Gaul­ le, alla redazione di un libro sull'e­ sercito che doveva essere pubblicato sotto la sua direzione ». JACQUES ISORNI: c Prima di an­ dare a Treviri, de Gaulle consegna a Pétain il lavoro che questi gli ha chie­ sto sul soldato francese. � a Treviri, il 15 gennaio 1928, che viene a sapere che, insoddisfatto del testo che gli ha consegnato, Pétain si propone di chiedere al colonnello Audet di ri­ maneggiarlo. E subito risponde con un netto rifiuto a lasciar toccare il • suo" testo, esprimendo la certezza • che tutto quell'affare sarebbe fini­ to male ". E fini male ». Infatti de Gaulle decide di pubblicare il libro a suo nome.

FABRE-LUCE: c Lo Stato Maggiore, che ritiene quelle P.agine frutto di un lavoro collettivo, rifiuta a de Gaulle il consenso di pubblicazione. Particolar­ mente viva è la reazione di Pétain, che ricorda di aver stabilito le linee maestre del lavoro e di averlo cor­ retto in gran parte di sua mano. In­ terviene una transazione: il lavoro sarà dedicato a Pétain in termini che ne preciseranno la parte che vi ha avuta e che il maresciallo stesso sta­ bilirà. De Gaulle accetta, ma poi so­ stituisce al testo di Pétain un altro testo redatto da lui ». WERTH: • Quando il libro fu pub­ blicato con la dedica originale, il ma­ resciallo accusò de Gaulle di un vol­ gare • abuso di fiducia ". Quest'ultimo liquidò la faccenda dichiarando che il maresciallo aveva 82 anni ed era " rimbambito". Pétain doveva serbar­ gli rancore per anni, e spesso ricordò l'episodio anche dopo essere diven­ tato capo del governo di Vichy ». JEAN IACOUTURE: c Dal punto di vista del diritto, della logica, del buon senso, de Gaulle ha ragione: è lui l'autore, mentre nell'elaborazione del libro il suo ex capo ha svolto soltanto il compito di un direttore di collezio­ ne. In pratica, la .faccenda è molto piu complicata, poiché l'opera è stata iniziata nel quadro di certe funzioni 33

con Pétain. Il libro è stato infatti cominciato da de Gaul­ le nel 1 923-25 sotto l'egida del maresciallo,· che intendeva pubblicarlo a suo nome. Ma poi Pétain ha rinunciato al progetto, e il "negro" de Gaulle l'ha portato avanti all'insa­ puta del maresciallo . Ed ora lo fa uscire col suo nome e con una strana dedica-ringraziamento che il maresciallo gra­ disce ben poco. Pétain minaccia · querele e azioni legali; de Gaulle risponde attraverso . l'editore, sicuro del suo buon diritto. A porre termine a questa poco simpatica "querelle letteraria" verrà ben presto la guerra di Hitler. •

dove un ufficiale è soltanto uno stru­ mento. Insomma, orgoglio contro or­ goglio, creazione contro tradizione ».

VIve per .....,. ..Il Gapo" c

Per vent'anni, de Gaulle si prepara. Non cerca una posizione sociale. Vuo­ le essere il Capo. La sua vita sarà solo tattica e strategia. Di guarnigio­ ne in stato maggiore, di stato mag­ giore in ministero, elabora il suo per· sonaggio. Ha due preoccupazioni : la guerra e la politica. Sono due arti strettamente mescolate insieme. La guerra è inevitabile. !!. il coronamen­ to della politica. Conduce e provoca i rivolgimenti che fanno sorgere i grandi uomini e preparano i nuovi destini. Per de Gaulle, la vita privata non esiste. Non ha altri desideri ol­ tre alla gloria: né sport, né giochi, né passioni, né amicizia. Per riuscire, bisogna essere in regola con la socie­ tà, conformi. !!. dopo, quando si sarà diventati grandi uomini, che si por­ terà questa società e quest'ordine a nuovi svilli!ppi. De Gaulle è sicuro di essere piu intelligente dei suoi ca­ pi, piu serio dei politici. !!. sicuro di avere del genio. Ma sa:prà anche es­ sere, in caso di necessttà, riservato, formalista, e contenere i sarcasmi 34

della sua superiorità. Maschererà la sua solitudine e il suo disprezzo sotto le buone usanze sociali. Praticherà l'educazione insolente, la lode sdegno­ sa ... » ( Emmanuel d'Astier, op. cit.).

Era goffo e complessato c De Gaulle non era brutto, ma l'im­ pressione di essere un po' goffo dove­ va pur averla ... Perciò si ritraeva non appena un collega, un amico, accen­ navano a mari.car�li di rispetto. Era, come si dice oggt, un po' " comples­ sato •. Lo salvava la riechezza del suo modo interiore, l'acume del suo in· gegno riconosciuto dai piu illustri ca­ pi militari della Francta, la coscien­ za di essere predestinato a grandi cose, senza contare l a bravura dimo­ strata in guerra. Ma chissà se il suo fisico, isolandolo dalle facili amicizie, non ha anche influenzato per con­ verso il suo destino ... L'unica reazione r.ossibile ai frizzi dei compagni era il disprezzo dell'uomo superiore, te­ so a raggiungere m�te elevatissime » . ('Marto Costa, op. ctt.).

31J.5-1943: de Gaulle si reca a un incontro con il _ generale Giraud

35

NEL 1 938 DE GAULLE viene allontanato dagli alti comandi di Parigi . Voleva i carri armati ? eccolo accontentato : gli dànno il comando del 507. reggimento carri armati di stan­ za a Metz. La lontananza e le nuove responsabilità non gli impediscono però di mantenere stretti contatti con gli am­ bienti politici della capitale che condividono le sue appren­ sioni per l'avvenire. Durante i suoi viaggi a Parigi, de Gaulle si ferma spesso in un piccolo e tranquillo villaggio sepolto tra i boschi, Colombey-les-Deux-Eglises, dove ha acquista­ to da un'anziana vedova, in cambio di una rendita vitalizia,

La boria

del colonnello

c Quando era colonnello e comanda­ va un reggimento di carri armati a Metz, non era amato da nessuno: i­ naccessibile ai suoi uomini, distante con gli ufficiali, la sua boria, la sua disumanità, il tono tagliente allon­ tanavano tutti da lui » (Robert Aron, De Gaulle, opera citata).

COLOMBEY·LES·DEUI·EBLISES «

Charles de Gaulle aveva la nostalgia della Ligerie, la casa di vacanze del­ la sua adolescenza. Il suo stipendio da ufficiale non gli permetteva di so­ gnare un castello. Cercava però qual­ cosa di dignitoso, e magari in rovi­ na, con tanto spazio per le passeggia­ te e tanta solitudine. Era stanco del­ la vita errante dei militari. E poi, vo­ leva un " porto di attracco " per An­ ne. Trovò la casa di Colombey grazie a un annuncio dell'" Echo de Paris " . " Fui subito sedotto dalla sua posizio­ ne e dalla sua nobiltà" dirà in segui­ to. La casa si chiamava La Brasserie, ·P.Clr via del fatto che vi si coltivava Il luppolo per la birra, e apparte­ neva a una certa vedova Bombai. De Gaulle l'acquistò per 28.000 ·franchi in contanti e si impegnò a versarne 2000

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all'anno alla proprietaria sino alla sua morte. Mme BoJiDbal mori due an­ ni dopo. De Gaulle ribattezzò subito la casa: La Boisserie, il che era giu­ stificato da tutti quei boschi che c'e­ rano intorno, e poi era anche piu poetico. Dopo la Liberazione, ci fe­ ce aggiungere la torre esagonale che gli serve da studio e rifugio. Uno stu­ dio esa_gonale: la forma della Fran­ cia! » ( Pierre Galante, op. cit.).

Maggio 1940: la battaglia di Ftwlcla

DE GAULLE: c Di fronte allo spet­ tacolo di questo popolo smarrito e della disfatta militare, al racconto dell'insolenza oltr�osa del nemico, un furore senza li.nuti mi coglie. Ah, e .pensare che un tale disastro poteva essere evitato ! La guerra comincia nel peggiore dei modi. Dunque, non deve finire lf, deve continuare; per questo, rimane abbastanza spazio nel mondo. Se sopravvivo, mi batterò, dovunque sarà possibile, per tutto il teml?o che sarà necessario, finché il nemico verrà sconfitto e sarà lavata l'onta nazionale. Quel che ho potuto fare in seguito, l'ho stabilito q,uel giorno » (Memorie di guerra. op. Cit.).

una vecchia casa in disarmo, circondata da un bel parco . � il luogo ideale per la sua povera figlia Anrie, alla quale i medici hanno prescritto un ambiente particolarmente sano e distensivo . De Gaulle l'ha battezzata Boisserie (in omaggio ai boschi della zona) : sarà la sua celebre residenza-fortezza­ ritiro dei giorni tristi . Anche nella sede di Metz, il colon­ nello "Motor" - come l'hanno soprannominato i colleghi per la "mania" dei carri armati - trova modo . di metter­ si in urto con i superiori, per via delle sue concezioni tat­ tiche. Durante alcune manovre, infatti, fa eseguire un'azio-

La vittoria di da &aulla Eroico e valoroso, o niente di specia­ le il comportamento di de Gaulle a Montcomet e poi ad Abbeville? LACOUTURE: c Con un coraggio fi­ sico provato da venti esempi, con un sangue freddo 9uasi inumano e una energia proverb1ale, Charles de Gaul­ le non sembra aver avuto, sul terre­ no, c;�uella qualità di colpo d'occhio e di invenzione che, con 1000 o 300.000 uomini fanno di un generale un Masséna o un Rommel ». LE CRAPOUILLOT: c Conquista vari campi di rape e fa 130 prigionieri. Co­ munque, la sua unità ha dato prova di valore degno di elogi ». PER l TEDESCHI , a Montcomet non c'è stato nulla di speciale: avevano interrotto la loro offensiva due gior­ ni prima, per ordini superiori, come come scrive Gert Buchert in Hitler der Feldherr, Hitler capo di guerra. c Quei contrattacchi non ci misero affatto in difficoltà » ha dichiarato in seguito il maresciallo Von Klist a Liddell Hart (Storia di una c Guderian li sistemò senza · col­ tà ... Nelle sue cìtate Memorie, ·de Gaulle riferisce invece il giudizio del mag­ giore Gehring, riportato in Abbeville,

sc%'Jitta,

diario storico della divisione Bliimm che presidiava la testa di ponte di Abbeville. c Il 28 maggio, il nemico ci aveva attaccati con poderose for­ ze blindate. Le nostre unità anticarro si erano battute eroicamente. Ma gli effetti dei loro colpi erano stati mol­ to ridotti dalla solidità delle corazze. Il nemlco era quindi riuscito a sfon­ dare... Sopraffatta la difesa anticarro, la nostra fanteria aveva ceduto il ter­ reno... I soldati sono in preda a un profondo terrore dei carn ... Le perdi­ te sono gravi ... Quasi tutti hanno vi­ sto morire camerati molto cari ... ».

U morso dell'Insetto c

Se l'offensiva di de Gaulle contro il fianco meridionale fosse stata tan­ to · forte da farsi sentire fino al Quar­ tier Generale di Rundstedt, la rea­ zione dei capi militari tedeschi sareb­ be stata tale da imporre un'estensio­ ne all'alt. Per il relativo impatto del­ l'attacco di de Gaulle sullo sfonda­ mento tedesco, si è indotti contro­ voglia a ricordare la frase di John­ son: " Una mosca, signore, può mor­ dere un maestoso cavallo e farlo tra­ salire; ma la mosca resta pur sem­ pre un insetto, e il cavallo resta un cavallo " . Date le circostanze, e con 37

ne autonoma ai suoi carri, e il generale Giraud gli rifila una violentissima "girata" davanti a tutti gli ufficiali . Nei primi mesi del '39, il colonnello "Motor" passa al coman­ do delle forze meccanizzate della sa armata del generale de Lattre de Tassigny, nella Bassa Alsazia. Il 3 1 agosto, le " profezie " di de Gaulle si realizzano : le truppe naziste at­ taccano a est. Obiettivo : Polonia. Gli alleati non sono in grado di intervenire in soccorso dei coraggiosi polacchi che, schiacciati tra Germania e Russia (patto Hitler-Stalin), crol­ lano in due settimane . Possono solo dichiarare guerra alla

le forze a sua disposizione, è impro­ babile che de Gaulle avrebbe potuto infliggere ai tedeschi qualcosa di piu del morso di un insetto . . » (Alistair Horne, Come si perde una battaglia, Mondadori 1970). .

Raul Sala n: "Ha lasciato massacrare la fanteria" «

Alla divisione, non avevano partico­ lare stima per de Gaulle. Il 25 mag­ gio, alcune nostre unità di fanteria erano state distaccate e messe a di­ sposizione della 4° divisione corazzata comandata appunto da de Gaulle, il quale le aveva impiegate il 28 e 29 maggio nell'operazione di Abbeville. La cosa era finita male : i carri ar­ mati e i veicoli erano riusciti a ripie­ � are e a tornare alle nostre linee, ma 1 fanti, rimasti sul posto, avevano subito perdite sensibili. Alcuni era­ no riusciti a congiungersi a noi e ci raccontarono la loro odissea; altri fu­ rono fatti prigionieri; il resto del reg­ gimento sostenne un vigoroso com­ battimento al comando del colon­ nello Le Tacon, e salvò cosi l'ono­ re . Quell'episodio doloroso ci rese poco simpatico de Gaulle » ( Raoul Salan, Mémoires - Fin d'un empire, Presses de la Cité 1970). 38

Le cifre della tragedia Le perdite della Battaglia di Fran­ cia. TEDESCHI : morti 27.074; feriti 1 1 1 .034; dispersi 18.384. FRANCESI : morti 90.000; feriti 200.000; prigionie­ ri e dispersi 1 .900.000 (cifre approssi­ mate. Per via della confusione dovu­ ta al crollo della Francia, si riscon­ trano varie discrepanze di cifre) . IN­

GLESI : 68.1 1 1 . BELGI : 23.350. OlAN­ DESI : 9779. Perdite materiale aereo: Luftwaffe: 1284; RAF: 931 ; francesi : 560 ( circa ) . Il bottino di guerra dei

tedeschi fu immenso. Tra l'altro, com­ prendeva 7000 cannoni francesi da 75, modello della ·prima guerra mondia­ le. (Notizie da Alistair Horne, cit.)

Shirer: le ragioni di una smnflUa « Di tutti i miti che circolano ancora ai nostri giorni sull'esercito francese nel 1940, uno dei piu infondati, e dei piu universalmente ritenuti veri è quello che le forze francesi fossero di gran lunga inferiori a quelle tede­ sche in fatto di carri armati pesanti. Di fronte alle documentazioni raccol­ te fin dalla fine della guerra, questo mito si dissolve come una bolla di sapone. La verità è che l'esercito fran-

Germania (3 settembre). Comincia cosi la drole de guerre, la strana guerra del fronte occidentale. Per tutto l'inverno 1 939-40, i contendenti si fronteggiano, attestati lungo la Li­ nea Maginot e la Linea Sigfrido, praticamente senza muo­ versi . De Gaulle è uno dei pochi, in Francia, a trarre i do­ vuti insegnamenti dalla tragedia della Polonia, e si batte piu che mai per la immediata formazione di corpi meccanizzati autonomi - la Francia dispone di circa 3000 carri armati, quasi quanti la Germania, ma distribuiti in vai-i corpi e con funzioni di appoggio. Inutili tutte le sue insistenze con il

cese aveva piu carri armati pesanti della Germania, e che la ma�gior par­ te dei carri francesi era migliore di quelli tedeschi. Il �aio è che i fran­ cesi erano incapaci di servirsene, no­ nostante gli insegnamenti del generale de Gaulle, e i tedeschi invece si. An­ cora dopo qualche anno, il governo di Vichy cercava in tutti i modi di attribuire la responsabilità della di­ sfatta francese al governo della Ter­ za Repubblica che non aveva fornito all'esercito, oltre ad altri mezzi, an­ che i carri armati pesanti. Parecchi generali sconfitti, alcuni