L'utopia cinematografica
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Guido Aristarco

L'utopia cinematografica Sellerio editore Palermo

1984 © Scllerio èditore via Siracusa 50 Palermo

Indice

1986 Seconda edizione

L'utopia cinematografica Nota introduttiva

13

L'estetico e l'incarico sociale

22

L'aura e la sua caduta - La doppia mimesi - Nel segno del film - Il donde e il dove della semiologia - Il piccolo e il grande schermo - Il soggetto della storia Ejzenstejn e il punteggio di Amburgo

78

Strutture epifaniche, lutto e utopia

92

L'influsso di Pirandello - Serafino Gubbio operatore - Insoddisfazione per la « realtà prima » - Le « possibilità impossibili » - Singolo Assoluto, miracolo e Grazia - Pensare e non essere pensati - Rosebud - Il cerchio e la beffa - Crepuscolo dei vinti-vincitori - Una regressione da Marx a Freud - Barocco e travestimento dell'Io - Un personaggio che ha trovato l'autore - Un ulteriore approdo a Brecht Una costituzione più democratica di altre

189

Oltre l'ideologia della barbarie

219

Nel sistema e contro il sistema - La deviazione staliniana Immaginario collettivo e persuasori occulti - I linguaggi malati e il loro opposto Indice dei nomi

271

Indice dei film

279 7

L'utopia cinematografica

a mia figlia Tiziana

l

,.

La nostra concezione della storia è però prima di tutto una direttiva per lo srudio, e non una leva per fare delle costruzioni alla maniera dello hegelianisrno. Bisogna ristudiare tutta la storia, bisogna indagare nei particolari le condiz.ioni di esistenza delle diverse formazioni sociali, prima di tentare di dedurre da esse le concezioni politiche, giuridiche, estetiche, filosofiche, religiose, ecc. che ne derivano [ ... ) Secondo la concezione materiali, stica della storia il fattore che in ultima istanza è determinante nella storia è la produzione e la riproduzione della vita reale. Di più non fu mai affermato né da Marx né da mc. Se ora qualcuno travisa le cose, affermando che il fattore economico sarebbe l'unico fattore determinante, egli trasforma quella proposizione in una frase vuota, astratta, assurda. ENGl!LS

I filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi; si tratta però di mutarlo. MAllX

Il mondo d'oggi può essere espresso anche per mezzo del teatro [del cinema), purché sia visto come un mondo suscettibile di cambiamento. BRECHT

Nota introduttiva

Nel descrivere l'essenza del denaro, il suo potere universalmente sovvertitore, Marx - come noto - rimanda a due citazioni tratte dal Faust di Goethe e da Timone di Atene di Shakespeare. « Ciò che : è mio mediante il denaro, ciò che io posso pagare, e cioè che il denaro può comprare, questo sono io, il possessore del denaro stesso»; cosl egli inizia il commento al passo dello scrittore tedesco.' « Quanta è la forza del denaro tanta è la mia forza . Le proprietà del denaro sono proprietà, forze essenziali mie, appartenenti a me, suo possessore. Ciò che io sono e posso non è quindi assolutamente determinato dalla mia individualità. Io sono brutto, ma posso comprarmi la donna più bella. Quindi non sono brutto, perché l'effetto della· bruttezza, la sua forza repellente è distrutta dal denaro. Io, come individuo, sono storpio, ma il denaro mi procura ventiquattro gambe, e quindi non sono storpio; io sono un uomo cattivo, disonesto, privo di coscienza, privo di intelligenza, ma il denaro è tenuto in onore e quindi lo è anche il suo possessore ». Il denaro è il bene supremo e quindi il suo possessore è buono - continua Marx; il denaro, per di più, mi solleva dalla pena di essere disonesto, e quindi mi si presume onesto; io sono privo di intelligenza, ma il denaro è l'intelligenza vera di tutte le cose: « come potrebbe il suo possessore essere privo di intelligenza? Inoltre il denaro può comprarsi gli uomini più intelligenti e chi ha potere sugli esseri più intelligenti! Io, che mediante il denaro posso tutto ciò a cui il cuore umano aspira, non posseggo forse tutte le umane facoltà? E allora non trasforma forse il mio denaro tutte le mie deficienze nel loro opposto? ». Se il denaro è il legame che mi collega alla vita umana, alla società, alla natura e agli uomini, non è esso - domanda Marx - il 1

Marx cita il seguente passo della parte

1,

scena

lV

del Faust dì Goethe:

« Che diavolo! Certo mani e piedi e tes!Jl e sedere, sono tuoi! Ma pure, tutto

quello che lie!Jlmente mi godo è forse ~iò meno mio? Se posso pagarmi sei stalloni, le loro forze non sono forse le miè? Ci corro sopra e sono a posto come se avessi ventiquattro gambe».

13

legame di tutti i legami? Non può forse sciogliere e annodare tutti i legami? E non è perciò anche l'elemento universale di divisione? « Esso è la vera moneta divisionale, cosl come il vero elemento di legame, la forza galvanochimica della società». :E: qui che Marx - appunto nel passo tratto da Timone di Atene' - sottolinea come Shakespeare metta in rilievo particolarmente due proprietà del denaro: « 1. Esso è la divinità visibile, la trasformazione di tutte le proprietà umane e naturali nel loro opposto, lo scambio e il sovvertimento generali delle cose; esso affratella le cose incompatibili. 2. :E: la meretrice universale, l'universale mezzano degli uomini e dei popoli ». Il sovvertimento e lo scambio di tutte le qualità umane na. turali, l'affratellamento delle cose incompatibili - la forza divina del denaro risiede nella sua essenza in quanto essenza generica estraneata (alienante e alienantesi) degli uomini; esso è il potere espropriato dell'umanità, specifica Marx. « Ciò che io non posso come uomo, e che quindi non possono tutte le mie forze essenziali individuali, io lo posso mediante il denaro. Il denaro, dunque, trasforma ciascuna di queste forze essenziali in ciò che essa non è in se stessa, e cioè nel suo opposto». Il denaro, in quanto mezzo e potere generale esteriore non derivante dall'uomo come uomo né dalla società umana come' società, di trasformare l'idea nella realtà, e la realtà in una semplice idea, trasforma parimenti - continua Marx - le forze essenziali reali sia umane che naturali in idee meramente astratte e perciò in imperfezioni e tormentose chimere;. e tramuta in forze e poteri reali le reali imperfezioni e chimere, le forze realmente prive di efficienza dell'individuo, esistenti soltanto nell'immaginazione di quest'ultimo. « Non fosse che per questa sola sua caratteristica, esso è quindi davvero il sovvertimento generale delle individualità, • Ecco i due brani riportati dall'atto tv, scena m, del Timone di Alene:

« Oro? Pre2ioso, brillante, rosso oro? No, dei, non è vana la mia supplica ... Tanto di quest'oro fa bianco il nero, bello il brutto, buono il cattivo, giovane il vecchio, valoroso il codardo, nobile il plebeo... Esso allontana il prete dall'altare, strappa il guanciale da sotto il capo di chi non è ancora guarito; sl, questo rosso schiavo scioglie e annoda i sacri legami, benedice il maledetto, rende amabile la lebbra, onora il ladro e gli dà rango, inchini e autorità nel consiglio dei senatori; esso porta spasimanti alla vedova carica d'anni; colei che è mandata via con disgusto, marcia e fetente di piaghe e d'ospedale, esso la ringiovanisce come un fiore di maggio. Dannato metallo, meretrice comune degli uomini che metti in discordia i popoli ». « Tu, dolce regicida, nobile strumento di divisione tra figlio e padre! Splendido profanatore della più pura alcova! Valoroso Marte! Seduttore eternamente ardente e teneramente amato, il cui rosso sembiante scioglie la neve sacra nel grembo puro di Diana! Visibile deità, che strettamente affratelli le cose incompatibili e le costringi a baciarsi! Tu parli in ogni lingua, per ogni scopo! Oh tu, pietra di paragone dei cuori! ·Pensa, l'uomo, il tuo schiavo si ribella? Consuma la rua forza a confonderli tutti, cosicché le bestie abbiano l'impero del mondo! ».

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sovver!imento che le tramuta nel loro opposto e alle loro proprietà confensce proprietà che vi contraddicono». Come tale forza sovvertitrice, il denaro appare anche di fronte all'individuo e ai legami sociali che affermano di essere delle entità per sé, aggiunge Marx. « Esso trasforma la fedeltà in infedeltà l'amore in odio, l'odio in amore, la virtù in vizio, il vizio in virtii il servo in padrone, il padrone in servo, la stupidità in intelligen'za l'intelligenza in stupidità. Poiché il denaro come concetto reale ~ in atto del valore, scambia, inve.r te tra loro' tutte le cose, esso è la confusione e l'inversione universale di tutte le cose e quindi è il mon~o sovvertito, la _confusione e l'inversione di tutte le qualità naturali ~ umane ». Chi può comprare il coraggio è coraggioso anche se è vile, conclude a riguardo Marx, poiché « il denaro si scambia non contro una qualità deternùnata, contro una cosa determinata, contro qualcuna delle for-;:e essenziali umane, ma contro tutto il mondo ogget_tiv? naturale e umano; esso, quindi, scambia, guardato dal P?11to di vista del suo possessore, ogni proprietà contro ogni proprietà od oggetto, anche se essi si contraddicono; esso è l'affratellamento delle cose incompatibili; costringe a baciarsi cose che si contraddicono ».3 Non c'è dubbio che il denaro - i molti milioni, miliardi che normalmente occorrono per realizzare un film - sia il bene supremo, il l