Lettere di Paolo ai Tessalonicesi. Commento pastorale 8810205316, 9788810205310

L'esame letterario-strutturale di ogni unità del testo conduce il lettore a un'immer­sione personale e diretta

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Lettere di Paolo ai Tessalonicesi. Commento pastorale
 8810205316, 9788810205310

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EMANUELA GHINI

LETTERE DI PAOLO AI TESSALONICESI COMMENTO PASTORALE

OOTI5

EDIZIONI DEHONIANE



BOLOGNA

Nulla asta Savona, 28.2.1979 Can. Tomaso Venturino, rev. ecci. Si stampi Savona, 2.3.1979 Can. Giacomo Peluffo, delegato ad omnia Visto. Nulla asta da parte dell'Ordine

Arenzano, 14.7. 1979 P. Camillo Gennaro o.c.d. , censore

© 1980 Centro editoriale dehoniano

Via Nosadella , 6

-

40123 Bologna

Ai miei genitori, che per primi mi annunziarono «la lieta notizia della fede» (l Ts 3 ,6)

PRESENTAZIONE

Il criterio di fondo che ispira questo commento pastorale delle lettere di Paolo ai tessalonicesi è lo stesso che presiede all'economia della collana di cui viene a far parte: una prioritaria attenzione al testo come parola di Dio, lieta notizia di salvezza. Il fine di unitarietà che si è tentato di perseguire vorrebbe impedire da un lato la dispersione di un'analisi troppo minuziosa, dall'altro la superficialità di una sintesi troppo rapida, senza premesse analitiche. L 'esame letterario-strutturale di ogni unità del testo, nei suoi due momenti analitico e sintetico, dovrebbe solo condurre il /ettore a un 'immer­ sione personale e diretta nel vivo della Parola, colta quasi nel suo nascere, perché essa lo coinvolga nella sua corsa rinnovatrice e salvifica. Tale esame passa per queste fasi: l. trasposizione verbale e strutturazione del testo. La traduzione privilegia, anche a costo di cadere in barbarismi, la maggior aderenza possibile all'originale, per favorire chiunque non conosce il greco. La strutturazione del testo tenta di mettere in risalto le principali articolazioni del discorso e correlazioni fra singole parole o espressioni. Per ogni termine significativo per la lettura è indicato il luogo immediatamente precedente e successivo in cui ricorre, per consentire di seguire l'uso del termine lungo ogni intera lettera; 2. brevi note di critica testuale; 3. analisi letteraria, che cerca di tener presenti alcune fra le migliori acquisizioni dell'esegesi dei grandi maestri del passato e degli studiosi recenti. Anche se condotta in modo allusivo, frammentario e incompleto, vorrebbe comunque dare al lettore che ne sia privo un'esperienza della complessità di questo tipo di indagine e render/o cauto di fronte alla tentazione di una lettura affrettata del testo; 4. analisi strutturale: è un tentativo nuovo, rischioso, compiuto nella consapevolezza dei suoi limiti e della sua possibile precarietà, e proposto umilmente a titolo sperimentale. Chi non vi è interessato, può semplicemente omettere la lettura di questa sezione di esame, evidenziato, in alcuni dei suoi procedimenti, dalla composizione tipografica, che dovrebbe aiutarne visiva­ mente la comprensione. Esso costituisce solo una delle letture del testo; 5. cenni per l'enucleazione del messaggio teologico della pericope e per la sua attualizzazione. Il ventaglio delle prospettive aperte da questo progetto è evidentemente vastissimo. Il risultato è solo una proposta soggettiva e limitatissima fra le tante possibili. Ho considerato base del mio lavoro soprattutto i commentari di due maestri cui va tutta la mia riconoscenza: Beda Rigaux e Piero Rossano. 7

L'introduzione alle lettere e l'analisi letteraria si richiamano specialmente al primo, anche se partecipano dell'apporto di diversi studi successivi. Ho creduto di dover aggiungere un cenno sul tema dell'escatologia oggi, come contributo a quell'attualizzazione del messaggio che costituisce uno dei fini del commentario. Ringrazio tutti gli amici che, da vicino e da lontano, mi sono stati, nei modi più diversi, prodighi di aiuto e di consigli. Un ringraziamento tutto particolare a d. Giuseppe Ghiberti e a mons. Giacomo Biffi, fraternamente presenti, con meravigliosa disponibilità, l'uno nell'impostazione e nello sviluppo, seguiti con inesauribile pazienza, l'altro nella conclusione del commentario. Una viva espressione di riconoscenza a p. Venanzio Reali per /'attenta revisione. Ma non posso non ricordare qui, con la più commossa gratitudine, anche d. Giuseppe Dossetti, che prima di ogni altro mi aprì all'incontro con la forza dirompente della parola di Dio e al desiderio del suo ascolto incessante. Il senso della potenza della Parola e della sua ineffabilità, che mi ha costantemente dominato durante il lavoro, mi dà la certezza che la povertd e i limiti di ogni genere da cui esso è condizionato possono essere comunque superati dalla vita che la Parola, nonostante tutto, e al di là di ogni mediazione umana, comunica sempre. Riterrei riuscito il mio modesto tentativo, se il /ettore fosse presto tratto, dallo studio del testo, a lasciare il commentario e a voler solo «ruminare» la Parola, perché essa gli parli dentro personalmente: «Nel profondo grembo della parola sacra cercherò per me lo spirito e la vita. . . ; infatti ciò che vi si nasconde è dallo Spirito santo» (Bernardo, Comm. al Ct, 73,2). Sarebbe così per me una grande gioia, se questo piccolo servizio reso alla Parola contribuisse minimamente al compimento del desiderio dell' apo­ stolo, che «la Parola corra e sia glorificata» (2 Ts 3,1). EMANUELA GHINI Carmelo s. Teresa Savona, 15 ottobre 1980 S. Teresa d'Avila

8

ABBREVIAZIONI

A. LIBRI B.

BIBLICI :

sono

le stesse della

Bibbia della CEI.

sono le stesse usate in I manoscritti di Qumran (a cura di L. Moraldi, Torino 1971). Trascriviamo solo quelle che ricorrono nel nostro testo.

TESTI DI QuMRAN:

l QS lQS• l QSb CD lQM lQH l 027

Regola della comunità Regola dell'assemblea Raccolta di benedizioni Documento di Damasco Regola della guerra Inni Libro dei misteri

C. RACCO LTE ,

OPER É IN SERIE ( DIZIONARI, LESSICI. .. ), RIVISTE CITATE

Biblioteca de Autores Cristianos (Madrid) Bibbia della CEI (Roma 1971) Bibbia di Gerusalemme (italiana, Bologna 1974) Biblica (Roma) Bijdragen (Nijmegen) Bible de Jérusalem (Paris 1971) Biblische Studien (Freiburg i. B.) Beitrage zur Wissenschaft vom Alten und Neuen Testament (Stuttgart) CoIlM Collectanea Mechliniensia (Malines) Cane Concili um (ed. i tali an a, Brescia 1965ss.) Commentaire du Nouveau Testament (ed . da P. Bonnard, O. CNT Cullmann ecc. , Neuchàtel) CSS Cursus Scripturae Sacrae (Parisii) DBS Dictionnaire de la Bible Supplément (Paris) DCB Dizionario dei concetti biblici del NT (Bologna 1976) DTI Dizionario Teologico lnterdisciplinare (Torino 1977) Dufour Dizionario di Teologia Biblica (Torino 1965) EtB Études Bibliques (Paris) EthL Ephemerides Theologicae Lovanienses (Louvain-Bruges) ExpT The Expository Times (Edinburgh) Fries Dizionario Teologico (H. Fries, Brescia 1966) FRLANT Forschungen zur Religion und Literatur des Alten und Neu en Testament (Gottingen) GLNT Grande Lessico del Nuovo Testamento (tr. it. del ThW, Brescia 1965ss. ) HbNT Handbuch zum Neuen Testament (Tiibingen) BAC BC BG Bibl Bijd BJ BSt BWANT

9

Die Heilige Schrift des Neuen Testament (Bonn) lnternational Criticai Commentary (Edinburgh) Journal of Biblical Literature (New Have n) Kritisch-exegetischer Kommentar iiber das Neue Testament (begr . von H.A. W. Meyer) (Gottingen) Kirche in der Zeit (Diisseldorf) KidZ LCNT London Commentary on the New Testament (London) Lexicon fiir Theologie und Kirche (Freiburg i.B.) LThK Mysterium Salutis. Grundriss heilsgeschichtlicher Dogmatik MyS (Einsiedeln) MNTC Moffat New Testament Commentary (London) Nouvelle Revue Théologique (Tournai-Louvain) NRTh Nuovo Dizionario di Teologia (Alba 1977) NDT Novum Testamentum (Leiden) NT NTA Neutestamentliche Abhandlungen (Miinster) NTD Das Neue Testament Deutsch (Gottingen) NTS New Testament Studies (Cambridge) PG Patrologia , series graeca (Migne , Paris) PL Patrologia, series latina (Migne, Paris) RB Revue Biblique (Paris) RCierlt Rivista del Clero italiano (Milano) RivB Rivista Biblica (Brescia, già a Firenze e Roma) RNT Regensburger Neues Testament (Regensburg) RSPhTh Revue de Sciences Philosophiques et Théologiques (Paris) RSR Recherches de Science Religieuse (Strasbourg) RThom Revue Thomiste (Paris) RThPh Revue de Théologie et de Philosophie (N.S. Lausanne) SBP Schede Bibliche Pastorali (Bologna 1970-1974) SBP-C La Sainte Bible Pirot-Clamer (Paris) se La Scuola Cattolica (Milano) SP Sacra Pagina (Gembloux) ST Studia Theologica (Lund) StP Studia Patavina (Padova) TB Theologische Blarter (Leipzig) THQ Theologische Quartalschrift (Tiibingen) ThW Theologische s Worterbuch zum Neuen Testament (Kittel , Stuttgart) ThZ Theologische Zeitschrift (Basel) Traduzione ecumenica della Bibbia , Nuovo Testamento (Tori­ TOB no 1976) TSK Theo logische Studien und Kri tik en (Hamburg) Texte und Untersuchungen zur G eschichte der altchristlichen TU Lite ratu r ( Leipzi g- Berlin) Verbum Salutis (Paris) vs VSpS Vie Spirituelle. Supplément (Paris) WestC Westminster Commentarie s (London) ZNW Zeitschrift fiir die neutestamentliche Wissenschaft und die Kunde der alteren Kirche ( G iessen)P Zeitschrift fiir Theologie und Kirche (Tiibinge n) ZThK HSNT ICC JBL KEK

10

D. DocuMENTI DEL CoNciLIO VATICANO II

AA AG

CD

OH

DV GE GS IM

LG

NA OE OT PC PO SC UR

Apostolicam Actuositatem Ad Gentes

Christus Dominus

Dignitatis Humanae Dei Verbum Gravissimum Educationis Gaudium et Spes Inter Mirifica Lumen Gentium Nostra Aetate Orientalium Ecclesiarum Optatam Totius Perfectae Caritatis Presbyterorum Ordinis Sacrosanctum Concilium Unitatis Redintegratio

E. ALTRE ABBREVIAZIONI Dioda ti La Sacra Bibbia, Roma, Società Biblica Britannica, 1960 EN Paolo VI, Evangelii Nuntiandi intr. introduzione nostra pp Paolo VI, Populorum Progressio Tillmann Das neue Testament ubersetz von F. Tillmann, Miinchen 1962 tr. traduzione tr. cit. traduzione citata tr. int. Parola del Signore, Il Nuovo Testamento, traduzione intercon­ fessionale, Torino 1976. F. TRASLITTERAZIONE

La traslitterazione dei vocaboli ebraici è quella usata dal GLNT. Le radici verbali sono riferite senza vocali. La traslitterazione dei vocaboli greci è stata fatta secondo questi criteri : è reso con th -6 x è reso con k è reso con eh X u è reso con y eccetto nei dittonghi è reso con ph !p è reso con ou ou è reso con o cp Le vocali lunghe sono indicate col trattino sovrapposto. L'accento tonico è reso abitualmente con l'accento acuto; se la vocale è lun ga , col circonfles­ so; è omesso nei monosillabi e quasi sempre nelle parole bisillabe piane. Lo spirito aspro è reso con la h iniziale. La lettera {} con spirito aspro è resa , sia all'inizio sia in corpo di parola, con rh . 11

è ripres a dal GLNT

TRASCRIZIONE DELL'ALFABETO EBRAICO:

N :l

(con e senza dages lene; e così con tutte le begadkefat, eccetto p f) bb ( dages forte ; e così in ogni caso di dages forte) g (vedi b) d (vedi b) a b

.::1 .il l

'!T, i'1

h

, t

w

T""

z

"""""'!

n r!)

b. t

"'

j

.%)!),

,

o l o J1

MT P1 """T

k

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(vedi b)

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.....

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q r

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r.l.n

t (vedi b)

s

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e é i o

p f

, ru Uj

12

....

a

a -à -ah

T"" Ti"""

i

-;;:-



-,-

o o ò

u

u

Premessa alla traduzione e indicazioni grafiche per la lettura del testo strutturato

Più che una traduzione, diamo una trasposizione verbale del testo, il più possibile aderente all'originale. Essa è stata condotta sul testo di 1 e 2 Ts del Novum Testamentum graece et latine , ed. E. Nestle, Stuttga rt 196321 e ciel Novum Testamentum graece et latine, ed. A. Merk, Roma 19649• Cf. anche Nestle-Aiand, Novum Testamentum graece, Stuttgart 1979 , uscito purtroppo fuori del tempo utile per l'utilizzazione in questo lavoro. L'interpunzione è stata integrata solo quando era indispensabile. Quando un termine greco è tradotto con due o più parole italiane, uniamo queste con un trattino. Es . : mnemonéuontes: perché-abbiamo­ presente (l Ts 1 ,2) . Aggiungiamo talvolta fra parentesi parole che facilitano la compren­ sione del testo. Es.. : La chiesa dei Tessalonicesi (che è) in Dio Padre (l Ts 1 ,1). Indicazioni grafiche: • il corsivo minuscolo (Dio) indica ritornelli, stereo tipi, formule, parole che, tradotte diversamente in italiano , hanno la stessa radice in

greco.

il tondo maiuscolo (DIO) indica parole tematiche , inclusioni. il neretto minuscolo (Dio) indica citazioni esplicite deli'AT. il tondo minuscolo spaziato (D i o) indica parole-aggancio, agganci verbali. • • •

Naturalmente i caratteri maiuscoli, minuscoli, spaziati possono com­ binarsi, secondo le seguenti combinazioni: • il corsivo maiuscolo (DIO) indica parole tematiche che sono anche

formule.

• il tondo maiuscolo spaziato (D I O) indica parole tematiche che sono anche aggancio. • il tondo maiuscolo corsivo spaziato (D I O) indica parole tematiche che sono anche formule usate come aggancio. • il tondo minuscolo corsivo spaziato (D i o ) indica parole-aggancio che sono anche ritornelli, stereotipi, formule.

13



A

eccezione

dell'introduzione, dove sono dati quasi

ogni volta i riferimenti espliciti

in nota, quando in questo volume viene fatto il nome di un autore, intendiamo riferirei al

suo commentario, indicato nella presente bibliografia, e, in esso, al capitolo e al versetto di cui si sta trattando. Solo per qualche citazione testuale abbiamo dato anche la pagina. Per pochissimi autori (Lutero, Calvino. ) non citiamo le opere, rimandando alla bibliografia del Rigaux. • Quando al nome di un autore fa seguito o.c., intendiamo riferirei all'unica opera già citata dello stesso autore. • Se uno stesso autore figura con p iù t itoli, è sempre indicato il titolo in forma . .

abbreviata. • lvi,

se è seguito dal numero della/e pagina/e, si riferisce allo stesso titolo dell'ultimo autore citato; se è solo, allo stesso titolo e alla stessa pagina. 14

BIBLIOGRAFIA

A. Commentari

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33

4

LA PRIMA LETTERA Al TESSALONICESI

A

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Motivo e fine

La lettera nasce da uno stato d'ani111o che Paolo stesso confida ai tessalonicesi. Egli è a Corinto, pochi mesi. dopo aver lasciato Tessalonica. Ha rinviato là Timoteo, non potendo andarvi di persona. «Ma ora che è tornato Timoteo, e ci ha portato il lieto annuncio della vostra fede, della vostra carità e del ricordo sempre vivo che conservate di noi, desiderosi di vederci come noi lo siamo di vedere voi, ci sentiamo consolati, fratelli , a vostro riguardo, di tutta l'angoscia e tribolazione in cui eravamo per la vostra fede; ora, sì , ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore. Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi , noi che con viva insistenza, giorno e notte, chiediamo di poter vedere il vostro volto e completare ciò che ancora manca alla vostra fede? Voglia Dio stesso, Padre nostro, e il Signore nostro Gesù Cristo dirigete il nostro cammino verso di voi !» (l Ts 3,6-11). Le buone notizie portate da Timoteo dissolvono l'ansia dell'apostolo per la neo-comunità a lui cara. La lettera è un grazie che Paolo rivolge a Dio per essa, una lode ai tessalonicesi per la loro perseveranza nella Parola, una visita fatta a figli amati e lontani, che le circostanze impediscono di visitare altrimenti. Ma Timoteo ha anche riferito di qualche difficoltà della giovane chiesa. La fede vi è ancora incerta (3,10) , lo stile di vita non ignora libertà colpevoli (4,3-6) , disaccordi, una pericolosa disposizione all'ozio (4,1012); .forse la certezza della risurrezione s'incrina nell'impatto con la cruda realtà della morte (4, 13) . Non.,:mancano indisciplinati, pusillanimi, deboli (5 ,14) che rallentano il cammino di tutti. Paolo deve quindi anche sostenere quella chiesa. Le sue parole , che nella prima parte della lettera prorompono in un'effusione spontanea, confidente e calda, si fanno poi esortazione, incoraggiamento : alla fortezza, alla fedeltà nella sequela (2,12), alla crescita nell'amore (4,12) . _

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1 . Quello che la lettera non è

a) Non è risposta a una lettera dei tessalonicesi Alcuni studiosi11 hanno supposto che la lettera di Paolo sia la risposta a una lettera a lui indirizzata dai tessalonicesi. Le ragioni della supposizio­ ne sono riassunte da E. Faw:12 l'uso della formula ltEQL M. (riguardo poi a ; 4,9.13; 5,1), che Paolo usa in 1 Cor 7,1 .25; 8,1; 16, 1 . 12, dove dichiara di rispondere a una lettera, e il brusco passaggio da un argomento all'altro (4,9. 13). Per Faw, Paolo avrebbe avuto due fonti di informazione: il 34

rapporto di Timoteo, 'dopo la sua missione, e più tardi una lettera dei ·capi della comunità. I cc. 1-3 di l Ts sarebbero una risposta globale a quei due messaggi; e i cc. 4-5 risponderebbero in modo analitico ai singoli quesiti della lettera. All'ipotesi di una lettera scritta a Paolo dai tessalonicesi Rigaux oppone il fatto che l'apost_olo non la nomina mai, fra i vari motivi di fiducia che essi gli offrono. l Ts non è quindi «risposta a una lettera, ma risposta a una situazione». 1, b) Non è uno scritto apologetico contro presunti avversari giudei o pagani Secondo i padri greci, in questa lettera Paolo si difenderebbe contro uno pseudo-apostolo. Per questo nel medioevo e nel rinascimento ci si serve di essa per condannare l'eresia; anche nel sec. XVI protestanti e cattolici la usano gli uni contro gli altri. Dolorosa prova di una lettura aberrante, non certo secondo lo Spirito. «L'apostolo, commenta Rigaux, non aveva previsto questo!».14 Anche commentatori più vicini a noF5 vedono Paolo impegnato contro agitatori ebrei o nemici pagani, o addirittura contro un gruppo di cristiani «mistici», che rifiutano l'autorità di Paolo sulla nuova chiesa di Tessalo­ nica .16 Tutte queste supposizioni non reggono · davanti a due considerazioni. Primo , Paolo non separa mai il messaggio che annunzia dalla sua persona; egli sente di incarnarlo : «questione di temperamento, di carattere , di vita, in lui anche di principio»;17 apostolo (l Ts 2,6) , Paolo parla parole di Dio (l Ts 1 , 13); rifiutare lui, è resistere al vangelo (l Ts 3,6-7) . In secondo luogo, i presunti rimproveri dì Paolo (l Ts 2, 1-12), letti nel contesto più ampio di l Ts 1-3 , non sono risposta-autodifesa ad accuse, ma incorag­ giamenti, inviti alla comunione, alla perseveranza, alla fortezza. c) Non è uno scritto polemico A differenza della seconda lettera ai Corinzi e della lettera ai Galati, in cui Paolo contesta i giudaizzanti , e di 2 Ts in cui attacca i persecutori, nella prima lettera l'apostolo non minaccia i giudei di Tessalonica, non dice che perseguitano i cristiani della città; invece denuncia violentemente che hanno perseguitato lui e i suoi compagni�apostoli, quindi Gesù stesso ( l Ts 2,15-16) . 2. Conclusione

La lettera è espressione della gioia di Paolo per le buone notizie avute da Timoteo sulla chiesa di Tessalonica. Gioia che si comunica, si espande. Si fa preghiera, dialogo confidenziale, esortazione affettuosa. l Ts richia­ ma, per queste note di intimità, la lettera ai Filippesi: con una semplicità ancora più grande, ma la stess� effusione di sentimenti , in un clima toccante di amicizia e d'amore. E singolare considerare che le comunità che suscitano le reazioni più vivaci e più appassionate dell'apostolo sono due chiese della Macedonia. 35

Ripensiamo con commozione al momento in cui, sentendo venir meno l'ansia ed emergere la gratitudine per il rapporto di Timoteo, Paolo non resiste all'improvviso desiderio di scrivere ai tessalonicesi: è la sua prima lettera, l'inizio del nuovo testamento. B

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Luogo e data

l . Luogo

Riassumiamo i dati offerti da l Ts 1-3 e At 17, 1�18,5. Fuggito da Tessalonica, Paolo evangelizza Berea con Sila e Timoteo, poi si reca ad Atene. Più volte tenta, ma invano, di ritornare a Tessalonica. Vi manda allora, forse da Atene, Timoteo. Poi si reca a Corinto. Qui è raggiunto da Sila e da Timoteo reduci dalla Macedonia. Nella commozione suscitata dalle buone notizie che Timoteo gli ha riferito, Paolo scrive la sua prima lettera. Siamo quindi a Corinto , pochi mesi dopo l'evangelizzazione di Tessalonica. 2. Data

Paolo rimane a Corinto un anno e mezzo (At 18,11). Ma in quale data esattamente? Ci viene in aiuto l'epigrafia. Sappiamo da At 18, 12-17 che a Corinto Paolo incontra il proconsole dell'Acaia Gallione, fratello del filosofo Seneca. Un frammento di iscrizione conservato nel museo di Delfi contiene una lettera, mandata alla città di Delfi dall'imperatore Claudio in risposta a un rapporto fatto da Gallione , proconsole d'Acaia, circa le frontiere tra Delfi e i villaggi limitrofi. La lettera porta la data della XXVI acclamazione imperiale . Il conto delle acclamazioni è fatto sulla base delle vittorie imperiali , quindi è irregolare. Non sappiamo quando sia avvenuta la XXVI acclamazione. Ma da due iscrizioni datate , sappiamo che la XXVII acclamazione è avvenuta prima del l agosto 52, e la XXV è della fine del 5 1 . Probabilmente quindi la XXVI è del primo semestre 52. In esso perciò Gallione è proconsole. Siccome l'anno proconsolare inizia in primavera, il nostro semestre corrisponde all'inizio o alla fine del proconsolato di Gallione? Se all'inizio, Gallione sarebbe proconsole nel 52-53; se alla fine, nel 51-52. Ma la lettera di Claudio, si è detto, risponde a una richiesta di Gallione circa le frontiere di Delfi. Se Gallione iniziasse il suo mandato nella primavera del 52, non avrebbe tempo sufficiente per scrivere a Roma e averne risposta. Quindi il suo proconsolato ha luogo presumibilmente dalla primavera del 51 a quella del 52. Paolo compare davanti a Gallione verso la fine della sua permanenza a Corinto (At 18,18). Essa deve quindi esser compresa tra la fine del 50 e la primavera del 52. La prima lettera ai tessalonicesi, scritta pochi mesi dopo aver lasciato la Macedonia, sarebbe perciò della fine del 50 o dei primi mesi del 51 . o

3. Altre ipotesi sulla data Contro questa cronologia, sono state avanzate due ipotesi che anticipano o posticipano la data di composizione della lettera. Benché inaccettabili , vi accenniamo, a prova ulteriore della maggiore credibilità della cronologia ritenuta oggi più sicura. Poiché Gal 1 , 1 1-2,21 non parla di una missione in Europa dopo il concilio di Gerusalemme, e dà invece per certa un'intensa attività di Paolo prima di esso, si è proposto di anticipare di un decennio l'evangelizzazione della Macedonia: essa sarebbe avvenuta durante la permanenza di Paolo , neo-convertito, in Siria e Cilicia (Gal 1 ,21 ; At 1 1 ,25) ; e quindi la l Ts sarebbe stata scritta poco dopo il 40. J. Suggs legge addirittura, in testi come Fil 1 ,5; 4, 15-16, l'indicazione della Macedonia come primo luogo della missione dell'apostolo.1 8 I motivi di questa tesi evidentemente sono fragilissimi . Altri studiosi invece1 9 hanno proposto di posticipare la data di l Ts di circa cinque anni. Essa verrebbe scritta da Efeso, durante il terzo viaggio missionario. Le prove sarebbero: a) la fama ampiamente diffusa della fede dei tessalonicesi (1,8) ; b) la morte di alcuni cristiani a Tessalonica (4,3) ; c) la presenza in questa città di una setta di «entusiasti» (5 ,14) , movimento parallelo a quello della chiesa di Corinto , che Paolo combatte : tutte situazioni che esigono un certo tempo per manifestarsi. Ma: a) la diffusione della notizia dell'evangelizzazione di Tessalonica va riferita semplicemente alle prime comunità asiatiche , ed è resa facile dal fatto che la città è luogo di passaggio; inoltre è evidente l'amplificazione retorica di Paolo ; b) il fatto che dopo pochi mesi la comunità conti già dei morti non sorprende, specialmente se è numerosa ; c) identificare gli «indisciplinati» (ataktoi) di 5,14 con appartenenti alla setta degli entusiasti, è del tutto arbitrario. Inoltre: come si giustificherebbero la gioia festosa e le primizie di sentimenti espressi dalla lettera , che non compaiono più già in 2 Ts, se Paolo la scrivesse cinque anni dopo l'evangelizzazione di Tessalonica? La profondità di sentimenti dell'apostolo certo non verrebbe meno, ma sarebbero impossibili emozioni così vive e stati d'animo così vibranti. Essi nascono solo da una separazione recente e dalla dolcezza di un ricordo non lontano, che brucia ancora.

C

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Contenuto

l. Unità della lettera

Sono stati avanzati dubbi sull'unità di 1 Ts. K.G. Eckart,20 trovando una contraddizione fra 3,1 e 3,5, crede di poter affermare in 1 Ts l'esistenza di due lettere di Paolo. w. Schmithals individua due lettere diverse in 1 , 1-2, 12 e 4,3--5 ,28.21 37

Nota a proposito di queste ipotesi H. Schlier: «Alla base di queste supposizioni sta sempre l'ipotesi che Paolo sia uno scrittore formalmente corretto e ordinato anche nei particolari».22 2. Contenuto l Ts è chiaramente divisibile in due parti . La prima parte (1 ,2-3,13) si divide a sua volta in due sezioni: a) 1 ,216; b) 2,17-3,13. a) In 1 ,2-16 Paolo ringrazia Dio per la chiesa di Tessalonica. Ne

ricorda la fede , la carità, la speranza (1 ,2-3) . Rammenta la propria missione presso di essa, l'annuncio di salvezza proposto a questi fratelli «eletti da Dio» (1 ,4-5) , e il loro accoglimento immediato e generoso della Parola con una conversione la cui eco si è diffusa «dappertutto» (1,6-10). L'attenzione si accentra poi sui missionari. Paolo richiama lo stile franco e coraggioso dell'annuncio (2,1-12), ma anche la risposta pronta dei tessalonicesi nell'assenso alla Parola e alla sofferenza che ne deriva, secondo l'esempio delle chiese palestinesi perseguitate dai giudei (2, 1316). b) In 2,17-3,13 l'apostolo manifesta ai Tessalonicesi il suo desiderio di rivederli, racconta i tentativi fatti , senza alcun esito , per realizzarlo (2,17-20) , la decisione presa infine di mandare Timoteo, per confermarli nella fede e avere loro notizie (3,1-5) . Il ritorno di Timoteo con il suo consolante rapporto ha dilatato il cuore di Paolo in un'immensa gratitudi­ ne (3,6-10). Ne sgorga un'ardente preghiera a Dio, perché guidi i suoi passi verso gli amati fratelli di Tessalonica e rinsaldi in essi il vincolo della carità (3,1 1-13). La seconda parte della lettera (4,1-5,24) comprende esortazioni e incoraggiamenti : è la parenesi apostolica. Prima di tutto, Paolo richiama la condotta di vita cristiana orientata alla «santificazione»: rifiuto di ogni forma di fornicazione (4,1-8) , perseveranza nell'amore reciproco (4,9-10) , vita attiva e laboriosa (4, 1 1-12) . Poi l'apostolo incoraggia alla speranza per quanti sono morti prima della parusia. Essi non saranno in condizione diversa dai vivi. Alla seconda venuta del Signore avverrà infatti la risurrezione dei morti (4.13-18) . L'avvento del giorno del Signore è imprevedibile e improvviso, ma non può trovare impreparati i cristiani, abituati alla sobrietà e alla vigilanza (5,1-11). Segue una serie di avvisi di vario genere sulla vita della comunità e i rapporti fra i diversi membri (5,12-22) . La parenesi si conclude con una preghiera per la stessa comunità (5,23-24). Chiudono la lettera saluti, raccomandazioni e l'augurio della grazia di Cristo (5 ,25-28) .

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D

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Struttura

«La struttura è il principio dinamico d'intelligibilità di una lingua, di un linguaggio o di un discorso. Si manifesta nella materialità del testo, di cui esprime la razionalità, il senso. Il compito dell'esegeta, a questo livello, è di permettere al testo di lasciar trasparire la sua struttura, e di ridirla, esplicitandola; per portar a termine questo lavoro, egli deve, tenendo conto della storicità del linguaggio, evidenziare tutte le omologie materia­ li, psicologiche o culturali presenti nel testo che interpreta, e inoltre far scaturire la vita di cui questo testo è portatore, nella verità del proprio discorso. Il suo compito, in altre parole, è di scoprire in uno scritto il maggior numero possibile di correlazioni che si manifestano tra le parole, le espressioni, i temi, le armonie, per coglierne l'unità dinamica ed esprimere questa unità in un linguaggio comprensibile per i contempora­ nei, nella rilettura che l'esegeta compie del testo che interpreta. Come il violinista può interpretare per i suoi ascoltatori una composizione scritta facendone scaturire tutta la vita che essa cela in sé, perché ne ha studiato i più piccoli dettagli e ha percepito la molteplicità dei rapporti musicali , così l'esegeta deve , tramite un'attenzione profonda alle indicazioni anche più piccole del testo, interpretar(lo) . . . , portando il lettore a comprendere e toccare proprio Colui la cui vita ha fatto nascere questo testo, allo stesso modo con cui essa nutre la chiesa di oggi» .23 Ogni ascoltatore attento della Parola è in qualche modo esegeta, se si pone alla scuola dell'unico autentico esegeta; to Spirito. Ogni tentativo di lettura è perciò soltanto una fragile proposta per l'indicazione di una via di accesso al testo che solo lo Spirito indica. Di queste proposte fa parte l'analisi strutturale, che cerca di cogliere il testo nella sua globalità, nella sua coerenza intima, nella sintesi che lo governa, anche se, spesso, l'autore ne è inconsapevole. Tentiamo ora di dare soltanto un rapido cenno della struttura di l Ts. Chi la legge, resta subito colpito dal passaggio da una sezione di ricordi (cc. 1-3) a una di parenesi (cc. 4--5 ). All'interno dell'indirizzo (1 ,1) e della conclusione (5,25-28) , la lettera è costituita da queste due parti. La prima è volta prevalentemente al passato , in uno sguardo retrospettivo agli inizi della comunità, e al presente, per l'attuale preoccupazione di Paolo per la sua chiesa. La seconda è volta al futuro, in una serie di istruziopi per la vita cristiana della comunità. La prima sezione (1 ,2-3, 13) è costituita a sua volta da due unità: la prima di esse (1 ,2-2, 16) riguarda la fondazione della chiesa di Tessaloni­ ca; la seconda (2,17-3, 13) esprime le preoccupazioni di Paolo per la stabilità della comunità appena sorta. La prima è aperta dalla preghiera-ringraziamento che anima tutta la sezione, ma si fa esplicita già fin dall'inizio {1 ,2-3) . La seconda è chiusa dalla preghiera apostolica in cui sfocia la preoccupazione di Paolo per la chiesa {3 ,1 1-13). Questa preghiera fa da cerniera tra la prima e la seconda parte della lettera. L'inizio e la fine delle due unità della prima parte sono delineate meglio, però, dall'inclusione costituita dal ricorrere dei termini: 39

RINGRAZIAMO (1 ,2), RINGRAZIAMENTO (3,9) . • RINGRAZIAMO sempre Dio per tutti voi (1 ,2) • Quale RINGRAZIAMENTO possiamo rendere a

Dio riguardo a voi? (3,9). La sezione è perciò come una vasta eucaristia che abbraccia sia la densità dei sentimenti dell'apostolo (1,2-2,16) , sia la varietà delle sue preoccupazioni apostoliche manifestate nella seconda parte (2,17-3,13). L'unità che riguarda la fondazione della chiesa di Tessalonica ( 1 ,22 ,16) ha per oggetto l'evangelizzazione dei tessalonicesi nel duplice movimento di offerta-accoglienza del vangelo. Il vangelo è il protagonista sia dei due quadri di evangelizzazione tracciati , in un modo che vari agganci rendono paralleli, in 1,4-5; 2,1-12, sia dei due quadri di accoglien­ za del vangelo delineati, ancora in forme analoghe, in 1 ,6-10; 2, 13-16. L'unità che esprime le preoccupazioni di Paolo per, la chiesa appena sorta (2, 17-3, 13) ha per tema la fede dei tessalonicesi . E la fede, insieme al vangelo , un altro tema di fondo di questa parte di lettera, il movente del viaggio missionario di Timoteo, il fine della parenesi che l'apostolo si propone, per colmare le lacune della fede trovate da Timoteo nei tessalonicesi . Tutta la sezione è caratterizzata dalla coppia dei pronomi personali noi-voi e degli aggettivi possessivi nostro-vostro , che costituiscono non solo il supporto affettivo di un discorso vivo e caldo, che introduce nel clima ardente dell'evangelizzazione, ma la precisa indicazione del rapporto evangelizzatori-comunità. Osserva G. Barbaglio che «dal motivo formale generale: rapporto noi-voù> scaturisce una «conseguenza interpretativa: il testo è espressione della viva storia che unisce i predicatori alla chiesa di Tessalonica, è testimonianza di vita vissuta>>. 24 La seconda sezione della lettera (4,1-5,24) è costituita da tre unità, unificate dall'argomento comune: gli ammonimenti dati dall'apostolo alla comunità. La prima unità (4,1-12) concerne direttive in ordine alla santificazio­ ne: è la parenesi morale , che culmina nella carità. La seconda (4,13--5 ,11) riguarda la consolazione recata ai tessaloni­ cesi circa la sorte dei morti (p eri ton koimoménon: 4, 13) prima della parusia e la data (peri ton chromon: 5,1) della parusia stessa: parenesi escatologica. La terza (5 , 12-24) comprende norme per la vita comunitaria: parenesi sociale. L'unitarietà della sezione è indicata dai verbi della parenesi: eròtaò (chiedere, pregare : 4, 1 ; 5,12) ; parakaléO (esortare, consolare: 4,1 . 10.18; 5 , 1 1 . 14). Gli argomenti, trattati in modo disarticolato e informate, sono introdotti dalla semplice formula peri de. Anche la seconda parte della lettera, come la prima, è chiusa da una preghiera. Le due invocazioni sono affini nella forma e nel contenuto: la richiesta a Dio che compia nei tessalonicesi l'opera della santificazione, in vista della parusia.

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5 LA SECONDA LETTERA Al TESSALONICESI

A

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Il problema della seconda lettera ai tessalonicesl

Le circostanze di composizione della seconda lettera ai tessalonicesi non differiscono molto da quelle di l Ts. Insieme alle affinità tra le due lettere, emergono le differenze. l. Affinità

Paol o , Silvano e Timoteo sono ancora insieme (1,1). La lettera loda le stesse virtù elogiate da l Ts: fede, carità, fortezza (1 ,3-4). L'attesa della parusia domina la vita della giovane chiesa di Tessalonica (2,1). Riappaio­ no nella comunità gli stessi oziosi (3 ,11) presenti nella prima lettera ( l Ts 4,11). 2 . Differenze

Diversamente da l Ts, gli autori della seconda lettera non parlano di né della loro missione. Manca ogni manifestazione di sentimenti , quell'ardore intimo che animava tanti passi della prima lettera. Insieme al Rigaux osserviamo però che questo rilievo non va spinto all'estremo. Bisogna tener conto che 2 Ts è più corta di l Ts, che ha un fine preciso: ricordare che il giorno del Signore non è imminente (2,2) . Infine ci sono passi in cui i sentimenti di Paolo affiorano : fierezza per la fede e la fermezza dei tessalonicesi (1 ,4), preghiere per essi al Dio comune ( 1 , 1 1 ) , auguri (2, 16-17) . Le differenze più sostanziali riguardano soprattutto l'escatologia. Il giorno del Signore, sperato e atteso nella prima lettera (l Ts 1 , 10; 5,1-11), è ritenuto ora imminente (2,1). Paolo deve mettere in guardia contro convinzioni erronee (2,1-4). sé ,

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l destinatari

l. Comunità giudeo-cristiana?

Secondo alcuni studiosi, la seconda lettera ai Tessalonicesi è diretta a una comunità giudeo-cristiana. A. v. Hamack 25 ritiene che 2 Ts sia destinata alla parte giudeo­ cristiana della comunità, mentre l Ts sarebbe rivolta alla parte etnico41

cristiana. 26 Egli pensa infatti che la chiesa di Tessalonica sia divisa in due parti. Lo deduce da alcune considerazioni: a) da questa scissione deriverebbe la pressante raccomandazione («vi scongiuro» (enhorkiz6 ) : 1 Ts 5,27) di Paolo di leggere la lettera a tutti i fratelli; b) in 2 Ts 2,13-14 Hamack vede adombrati i giudeo-cristiani, designati come scelti da Dio «fin dal principio» (aparchén, ma è lezione incerta) inteso in senso temporale ; c) l'escatologia di Paolo in 2 Ts è tipicamente giudaica. Ma è giudaico anche l'insegnamento escatologico di l Ts. Anche secondo M. Dibelius27 la comunità di Tessalonica sarebbe divisa. 1 Ts sarebbe indirizzata ai suoi capi , 2 Ts ai fedeli. Per E. Schweizer ,28 destinatari di 2 Ts sarebbero i filippesi, sulla base della lettera di Policarpo ai filippesi (3 ,2) , dove si parla di più lettere mandate a loro da Paolo. W. Michaelis ha confutato l'ipotesi.29 Per M. Goguel,30 destinataria della seconda lettera ai tessalonicesi potrebbe essere invece la comunità di Berea, composta soprattutto di giudei. 2. O chiesa di Tessalonica? Oggi si sostiene comunemente che 2 Ts sia stata rivolta alla comunità dPTessalonica. La critica più forte alle ipotesi riferite è che la lettera è espressamente indirizzata «alla chiesa dei tessalonicesi» (1,1).

C

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Ordine delle lettere

l . Inversione cronologica?

L'ipotesi che 2 Ts sia stata scritta prima di 1 Ts risale a Hugo Grotius, nel 1640. Ripresa nel sec. XIX da J. Weiss, è stata seguita nel nostro secolo da diversi studiosi, tra cui L.O. BristoJ. 3' Egli riassume cosl gli argomenti a sostegno dell'inversione delle lettere: a) 2 Ts è uno schèma-abbozzo di l Ts, che è più lunga; b) 2 Ts precede l Ts, perché non vi si parla delle morti avvenute nella comunità di Tessalonica; esse si sono quindi verificate dopo , e l Ts, scritta dopo, le menziona; c) 2 Ts non presuppone la comunità organizzata che appare in l Ts. Lo sviluppo degli avvenimenti sarebbe perciò questo: Paolo e Sila fuggono da Tessalonica a Berea, !asciandovi Timoteo. Paolo va poi ad Atene , raggiunto in seguito da Timoteo e da Sila. Da Atene, scrive 2 Ts e l'invia mediante Timoteo, mentre anche Sila è mandato in Macedonia. Intanto Paolo va solo a Corinto. Qui Timoteo gli porta buone notizie di Tessalonica. A esse l'apostolo risponde con l Ts.

2. O successione cronologica?

Contro l'ipotesi dell'inversione cronologica delle lettere, si fanno queste costatazioni: a) l Ts 1-3 suppone una separazione forzata, avvenuta da poco. La conversione dei tessalonicesi è recente (l Ts 1 ,3-4.6-10; 2, 14) ; b) 2 Ts mostra Paolo impegnato in altri problemi (3 , 1 -2) , più distaccato dalle proprie emozioni (3,7-8 ; cf. l Ts 2,9-12) . Come osserva W. Michaelis/2 Paolo rammenta, in l Ts 2,17-3,10, tutto quello che lo separa dai tessalonicesi, i tentativi di ristabilire i rapporti, i tanti segni d'affetto. Se avesse mandato prima una lettera e/o fosse intervenuto nelle situazioni gravi e complesse supposte da 2 Ts, si sarebbe espresso in altro modo e/o avrebbe richiamato la lettera già scritta. Inoltre: come può Timoteo recapitare 2 Ts, se è nominato anche lui fra i mittenti? Se Paolo desidera tanto tornare a Tessalonica, come asserisce in l Ts, perché a maggior ragione non mostrerebbe questo desiderio in una 2 Ts scritta precedentemente? _

3. Conclusione

La maggior parte degli studiosi ritiene oggi acquisiti questi dati: a) 2 Ts fu veramente scritta dopo l Ts; b) si rivolge alla stessa comunità; c) manifesta l'esistenza di una situazione di chiesa un po' diversa da quella riflessa dalla prima lettera e un tono meno personale da parte degli autori. D

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Motivo e fine

Il motivo di 2 Ts è duplice: l'esistenza nella comunità di Tessalonica di alcuni che ritengono imminente la parusia e di alcuni oziosi. Duplice quindi anche il fine di Paolo: tranquillizzare i primi, sollecitare i secondi. l) Il primo motivo emerge dal c.2. Paolo raccomanda ai cristiani di Tessalonica di non lasciarsi turbare circa un preteso imminente ritorno del Signore (2,2) . Ci sono evidentemente nella comunità dei fattori di agitazione . Contro di essi, e per tranquillizzare i fedeli, Paolo richiama quello che ha già insegnato (2,5). La parusia non è imminente e deve essere preceduta da due eventi: la rivelazione dell'«uomo iniquo» e !"apostasia (2 ,3) . Il ritardo della parusia è dovuto al fatto che nella lotta di satana contro Dio, qualcuno o qualche cosa trattiene «il mistero dell'ini­ quità» (2,6-7) . Eliminato l'ostacolo, satana apparirà manifestamente e il Signore l'annienterà (2,8-9) . I cristiani devono «mantenere le tradizioni» della fede apprese dall'apostolo (2 , 15). 2) Il secondo motivo della lettera è manifestato da 3 ,6- 15. La pericope 43

ha il carattere di un'aggiunta. 3,5 sembra un augurio conclusivo della lettera. Con 3,6 comincia una nuova pericope in cui Paolo mostra di aver avuto, probabilmente a voce , nuove notizie di Tessalonica (3, 1 1 ) . Nella comunità vi sono degli indisciplinati che non vivono «secondo la tradizione ricevuta» da Paolo. Sono irrequieti e disturbano la quiete altrui. L'aposto­ lo li esorta al lavoro e alla pace. Questi pigri non vanno messi in relazione con quanti aspettano la parusia ritenuta prossima. Paolo non fa alcun riferimento a questi ultimi né in 2 Ts 3,6-15 , né in l Ts 4,11-12. E · Luogo e data

l. Luogo

Paolo dice nell'indirizzo della lettera (1,1) che è insieme a Silvano e Timoteo. Sappiamo dagli Atti (18 9) che questo incontro è all'origine anche della prima lettera, e che si verifica a Corinto , durante il secondo viaggio missionario. 2 Ts è stata scritta perciò a Corinto. ,

2. Data

Se ammettiamo che l Ts è stata scritta all'inizio dell'anno 5 1 , la datazione di 2 Ts dipende dal rapporto fra le due lettere. Autori come Harnack e Goguel hanno rilevato le affinità letterarie tra l e 2 Ts, e ritengono che le stesse idee, espresse con parole simili, suppongono pochissima distanza tra le due lettere. Per Graafen, essa sarebbe di pochi giorni . 33 Ma le affinità letterarie, lo vedremo in seguito ,34 sono discusse. In 2 Ts il tono di Paolo muta, la situazione della chiesa di Tessalonica è cambiata. Inoltre la lettera sembra seguime un'altra già inviata (2,15), e mostra che Paolo ha ricevuto da Tessalonica notizie (3,11): si tratta forse di un rapporto orale fatto all'apostolo sulla condizione della comunità. La maggior parte dei critici concordano nel ritenere che 2 Ts è stata scritta a C'?rinto , qualche mese dopo l Ts. F

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Contenuto

Anche nella seconda lettera ai tessalonicesi si distinguono, come nella prima, tre parti nettamente diverse. Così ci pare di poter sostenere con il Rigaux, mentre Rossano riconosce in 2 Ts due sole parti: 1 ,3-3 ,5 e 3,618. L a prima parte (1 ,3-12) è di conforto ai tessalonicesi nella prova della

persecuzione. È un'esortazione alla fortezza, in attesa della parusia. L a seconda parte (2,1-3,5) è una parenesi consolatoria. Comprende: l'avvertimento che la parusia non è ancora cominciata, perché sarà preceduta da segni (2, � -12) , il ringraziamento a Dio e l'invito alla perseveranza (2, 13-17). E conclusa dall'invito alla preghiera per l'evange­ lizzazione e da espressioni di ringraziamento e di augurio (3,1-5). Una terza parte (3,6-15), ancora di carattere parenetico, è rivolta soprattutto a un gruppetto di cristiani indisciplinati e oziosi. Si conclude coi saluti (3,17-18) . G

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Struttura

Anche 2 Ts è delimitata, come l Ts, dall'indirizzo (1,1) e dalla conclusione (3 ,16-18) . La prima parte della lettera ( 1 , 3 - 1 2) è un'introduzione-esortazione che conduce all'argomento principale dello scritto, la parusia. Questa introduzione è costituita da due sole articolazioni (1 ,3-10 e 1,1 1-12) , aperte , in modi parelleli , la prima da un'eucaristia: • DOBBIAMO SEMPRE RINGRAZIARE (eucharistéin ophéilo­ men : 1 ,3) la seconda da una preghiera: • Per questo anche PREGHIAMO SEMPRE (eis ho kai proseuchO­ metha: 1,11). Questi due movimenti di preghiera incorniciano la parte centrale della pericope introduttiva, dedicata al giudizio. L'eucaristia (1 ,3-4) è motivata dalla fede, carità, pazienza dei tessalonicesi nelle tribolazioni. L'accenno alle tribolazioni introduce il tema del giudizio, che porterà sollievo ai tribolati. Il giudizio è descritto sulla base di reminiscenze deii'AT e delle figurazioni apocalittiche . È presentato come ricompensa-punizione, visto nei diversi effetti che esercita sui credenti e su coloro che si oppongono alla verità (1 ,5-10) . La preghiera ( 1 , 1 1-12) è la domanda dell'apostolo perché i tessaloni­ cesi partecipino alla gloria che Dio avrà dai santi «in quel giorno», e perché Dio li renda degni della chiamata che ha loro rivolto. Il ringraziamento e la lode che introducono e chiudono la descrizione del giudizio tendono già verso il tema portante della lettera, il giorno del Signore . Esso costituisce la seconda parte della lettera. Questa consta di due sezioni: la prima (2,1-12) è una parenesi escatologica, e precisamente un completamento di istruzione: • Non ricordate che quando ero ancora tra voi vi dicevo queste cose? (2,5 ) .

Il VI CHIEDIAMO (erotomen) che apre la pericope introduce la 45

raccomandazione di Paolo ai tessalonicesi, agitati per la supposizione dell'imminenza della parusia. Segue l'istruzione escatologica dell'aposto­ lo: il giorno del Signore non è vicino. Prima della parusia, devono verificarsi due segni: l'apostasia e la rivelazione dell'uomo dell'iniquità (2, 1 -5) .

Con un breve discorso parentetico l'apostolo indica in un essere misterioso la causa della non avvenuta rivelazione dell'uomo iniquo. L'iniquità è già in atto, ma qualcuno o qualcosa la trattiene dal manifestarsi del tutto (2,6-7) . Paolo ritorna poi alla figura dell'anticristo. Appena l'impedimento sarà tolto, l'uomo iniquo , la cui rivelazione precederà quella gloriosa di Cristo, si rivelerà. Egli ha la seduttrice potenza demoniaca di satana. Quelli che non hanno accolto la salvezza appartengono a lui. Ma Cristo lo distruggerà nel suo avvento definitivo (2,8- 12) . La seconda sezione (2,13-3 ,5) è una piccola raccolta di incoraggia­ menti ai tessalonicesi sul tema della salvezza. Essi sono riuniti in due gruppi (2 , 13-17 ; 3 , 1- 5) . Ogni gruppo è qualificato dal movimento di preghiera in cui sono dati gli incoraggia­ menti. Il primo è una piccola eucaristia: • Dobbiamo ringraziare, (ophéilomen eucharistéin : 2, 13) Paolo ringrazia Dio per il suo progetto salvifico nei confronti dei tessalonicesi (2 ,13-14). Segue un'esortazione ai cristiani di Tessalonica perché si attengano alle tradizioni (2,15) e la preghiera perché il Signore (sono nominati insieme Cristo e il Padre) li consoli e rafforzi . Lui, che ha dato agli uomini la consolazione definitiva della redenzione (2, 1 6- 17). Il secondo gruppo di incoraggiamenti (3 ,1-5) è una domanda di preghiere dell'apostolo per l'evangelizzazione (3 , 1- 2) , un atto di fiducia nella fedeltà del Signore , e nell'impegno dei tessalonicesi di mettere in pratica gli ordini ricevuti (3,3-4) . Segue una benedizione (v. 5). Il tono della parenesi è semplice e affettuoso: questa parte di lettera è percorsa dai pronomi noi-voi e dagli aggettivi nostro-vostro , che si succedono con grandissima frequenza. La terza parte della lettera (3 ,6-15) si apre con un solenne: • VI ORDINIAMO (paranghéllomen : 3,6) Esso da un lato si aggancia al 'v. 3,4, dove l'apostolo manifestava fiducia nei tessalonicesi circa l'esecuzione dei suoi ordini; dall'altro costituisce, con la stessa forma verbale ripetuta in 3 , 1 2 insieme a un altro verbo della parenesi, esortiamo (parakaloumen) , un'inclusi