Tragedia e lotta di classe in Grecia 8820707691


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Indice
Premessa
Ideologia e lotta di classe nel mondo greco
Eschilo
Sofocle
Euripide
Ideologia e riproduzione della comunità
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Tragedia e lotta di classe in Grecia
 8820707691

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Vittorio Citzfi

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Tragedia. e lotta. di classe

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mappa di cave e miniere del Uadi Hamlnfimfit (c. 1184-1087 a.C.). Papiro al Museo Egiziano di Torino.

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Indice

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Premessa

13

Ideologia e lotta di classe nel mondo greco

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Eschilo

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Sofocle

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Euripide

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Ideologia e riproduzione della comunité

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Riferimenti Zaoibliogmficid"

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Icieologia e Zotta di ciasse nel momio greco

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Gli studi di filologia classica, dall’eté1 d.ell’Un1anesimo ai nostri giorni, sono stati rivolti all’identificazione dei modelli ideali, 1 clas~ sici appunto, della nostra civiltil occidentale. Gli umanisti, come i filologi che nel secolo scorso concepirono ed attuarono la AZzfer~ tumswirsefisclaaft, hanno visto negli scrittori latini e greci Parchetipo culturale della nostra civiltfi, e li hanno studiati appz1ssionata1nente, dapprima nel1’inten1:o di rinnovare quei rnodelli, quindi per ritrovare se stessi attraverso la coscienza della storia delle proprie matrici culturaii 1. Questa tendenza, comune a quanti hanno scelto un rnetodo storico alla base 8 del proprio studio de11’antichit€1 (e fra questi vanno compresi anche coloro 1 che con tale consapevolezza si sono occupati di critica testuale 2),, puo essere ben espressa dalle pagine di due moderni filologi, pur molto distanti tra di loro come metodi e come concezioni della storia. Ha scritto Werner Iaeger: >; e Bruno Snell premette 211121 sue pin signi~ ficativa raccolta di saggi la considerazione cl-1e > 7. Senza la redicale storicizzazione che il Di Benedetto propone, anche l’oggetto piu nobile resta pure materielite, astratto rispetto al mondo umano che solo nelle storie viene de noi esperito. Di fetto chi considerasse come valori extratemporali e quindi perenni quelli che negli scrittori greci e latini fondeno la persona nelle sue relezioni con la famiglia, la societa civile, lo stato, agirebbe secondo principi che hanno evuto nelle storia una precise

regione ed un fondementoz p-roiettendo quelli nel presente come peradigmi ideali si proporrebbe alle nostre, e magari alle future generezioni, un modello culturale incontondibilmente eutoritario e classista. Un’operazione del genere. aveva una region d’essere nell’umenesimo elitario del Rinascimento, la ebbe encbe maggiore nelle scuole gesuiticbe del Seicento, in cui l’autorita dei classici prestava la sue voce alla Controriforma e ai suoi velori, e soprattutto nelle culture borghese del secolo pessato, che he concepito la scienze delPantichita come sistemazione organise, e statice, dei velori, conforme propri principi di clesse 8. Oggi che la civilta borghese mostra cosi pesentemente la sue crisi, ostinarsi in una simile operazione culturale avrebbe un vago sapore di necrofilie 9. Non e caso gli studi classici sono oggi oggetto di un ettecco in forbice, de**parte dei destinatari, nelle nostre scuole, che henno eiierreto benissimo il significato premmatico e politico di queste peideia, e da parte dei detentori del potere, che hanno scoperto il potere stesso come valore assoluto e non sentono piu il bisogno delle giustificezione sublime degli spiriti magni dell’anticl1ita. Quando si parle, e proposito delPinsegnemento nei licei, di crisi delle discipline classiche, si denuncia lo stato reale di smerrimento ideologico in cui si sono venuti a trovare gli operatori cultureli, dopo che del dibattito sono usciti i

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ci si riferisce ad una ipotetica umenita perenne piuttosto che a uomini socialmente determinati del complesso di rapporti che costi-e tuiscono la famiglia, la soscieta civile, lo steto 5. In questo modo, assolutizzando i valori dello spirito, gli eredi dell’idealismo rischiano paredossalmente di ripetere l’errore di quei n1aterialisti_ volga_1ji_ cona Feuerbach 6. La religione, la morale, il pensiero di ognuno dei tragici greci sono intelligibili solo se colloceti entro precise coordinate storiche di riferimento. In questo senso mi pare peradigmatica Posservazione di un recente critico, che 15. Pur con diverse mansioni, tutte le condizioni previste per la donna sono funzionali per il servizio del padrone; in particolare ella moglie legittima la societa greca impone

per Padempimento dei suoi compiti castita, clausura e ridotta capacita giuridica16, lasciando all’uomo da una parte la liberta di soddisfare i suoi istinti 17, dall’altra soprattutto la sfere pubblica, per la produzione delle ricchezza 18, ma soprattutto, quando la base essenziale delle vita sia garantita dal lavoro servile, per la pertecipazione ella vita associate e la ricerca delle propria afiermazione personale. ' La condizione delle donna in Grecia E“-: state oggetto di un vasto dibattito, che non intendo qui analizzare minutan1ente19. Di fronte ella opinione diffuse sull’inieriorita giuridica, sociale e morale delle donna greca una serie di obiezioni 11 state affacciata del Gomme 1°. L’illustre storico inglese be richiamato l’attenzione sulle scene di famiglia numerose nelle ceramica attica a partire del 470, testimonianza di un notevole significeto efiettivo e morale delle donna nelle, vita dell’uomo, e nello- stesso tempo sulla grande importenza che le figure femminili ricevono nel teatro greco anche prime di Euripide: basti pensere a Clitemestra,Deianira, Antigone. Queste donne, tra 1’altro, non dovevano starsene chiuse in casa: Gomme rileva che una

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Ideologia e Zotta dz’ classe nel mondo greco

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creature timida ed incerta come e indubbiamente Ismene, che per II10l’Ei.V€l‘Si s _turbata dall’inizietiva delle sorella, non rimprovera mai questa, né se stessa d’altronde, per essere uscita del gineceo quando dialoga con lei sulla strade. I1 Gomme rileva ancora che non E: prudente generalizzare troppo certe efiermazioni incontestabilmente misogine che sono pronunciate da alcuni personaggi tragici. Nei testi teatrali, a seconde dei diversi punti di vista, si possono ritro-

vare afiermazioni tra di loro contrastanti, come >, >, 4“. A queste strutture I si aggiunge, sempre nell’interno dell’oz'!eos, quella che piu strettemente caratterizza il modo di produzione schiavista: vale a dire il repporto di soggezione che lega lo schiavo al padrone. Quest’ultimo rapporto e stato oggetto in tempi recenti di notevoli attenzioni, sia per fatto sociale. in sé ‘11, siap in relazione _alla documentazione che ce ne oiirono iltesti letterari 41: l’importanza riconosciuta della relezione padrone/schiavo non deve pero port-are all’errore_ di pro-

letteratura grece: nonostante l’erudizione che vi é profuse,’ resta

soprattutto un documento del gusto estetico del suo tempo 31. Pin robusto nell’impostazione e il volume del Kunst: esso procede delineando una serie di medaglioni delle figure femminili delle tragedie, attraverso una linea evolutiva che vede pin rigide le rappresentazioni di Escbilo, piu plastiche e ricche di umanita quelle di Sofocle, piu individualizzate infine e psicologicamente mobili quelle di. Euripide. -Pur cosi evidentemente orientato in una prosper’

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spettiva di considerare questa come l’unica forma di subordinazione classista nel mondo antico 43. o i p Alcuni di questi rapporti si intersecano tra di loro, in modo da raflorzare la coerenza interna del sistema. La predominanza degli anzlani sui giovani rafforza, come si E: visto, l’autoj:ita dell’uomo sulla donna ‘*4, e si combina con i valori paarticolari di cui a considerata portatrice Paristocrazia per determinate il rapporto specialissimo che unisce al padre il figlio: questii risulta soggetto non solo perché e pifi giovane, ma soprattutto perché attraverso il padre

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egli ha ricevuto il sacro patrimonio di arete che vive nel sangue e

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che risale ai clivini antenati fondatori della stirpe 45. L’individuazione di una ideologia aristocratica al di sotto degli enunciati propagandistici della democrazia ateniese," soprattutto periclea ‘*6 e uno dei risultati piu significativi della piu recente indagine storiografica sulla democrazia greca: mi riferisco a quell’ ‘ ideologia della citta’ che Lanza e Vegetti hanno illustrate in diversi saggi a partire dal 1975, vale a dire a quell’operazione mediante cui l’ari~ stocrazia attica si garantl laconservazione di quelle posizioni di pri-‘ Vilegio che_traclizio11aln1ente le erano riservate nell’ambito della polis, t le tensioni sociali che avevano opposto ricchi e poveri in eta soloniana 47. In questo modo, se ai poveri era assicurata la sussistenza come soldati e lavoratori manuali nelle grandi imprese edilizie che Atene intraprese a spese del tesoro della lega, ai ricchi era garantita l’indiscussa supremazia nella gestione della cosa pul:>~ blica. Prova ne sia il fatto che i nomi di tutti i magistrati di qualche rilievo, fino alla guerra del Peloponnese, sono aristocratici 43, e che ne_ll’asseml3lea_ popolare come nella bole i proponenti dei decreti sono sempre questi illustri personaggi 49. ljatmosfera di ossequio che per‘ tutto il quinto secolo circonda i grandi casati nella ricostruzione storica che di quella eta delinea Plutarco nello sfondo delle Vite dovette duraire certo a lungo, se dopo il 395 un cliente di Lisia metteva in guardia i membri di una giuria popolare contro i1 rischio di lasciarsi influenzare dal prestigio di un imputato di illustre famiglia. A questo punto non pub pifl sembrare esagerazione polemica, come a qualche commentatore a parso, quel frammento 44 di Antifonte, che testualmente recita > 5°. Deve essere chiaro nello stesso tempo che in questo quadro ideologico, che ha comunque le sue radici in un’economia prevalentemente terriera,'e che tende ad emargmare gli operatori economici che non gli siano omogenei 51, é ovvia la tendenza ad identificare la ricchezza, il cui possesso onora il possessore, con la 11Ql_§>_i_1t.5»,_1Ierrie1;a, erede dei

patrimoni aviti. Cosl molte delle testimonianze che risulteranno

dalla lettura dei tragici indicheranno nello stesso tempo Peccellenza del nobile e del ricco: ricco in quanto nobile ed erede del patri~ monio, il cui possessogli consente di mantenere i caratteri della nobiltaisz. i

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Sulla natura di classe dei rapporti di subordinazione a in corso un interessante dibattito. Gli studiosi marxisti degli anni Cinquanta non avevano esitato a riconoscere questo carattere, impiegando nelPesegesi della societa antica e dei suoi fenomeni categorie decisa-5 mente moderne, quali quelle di capitalismo e adi proletariatoii’, secondo una linea interpretativa di matrice engelsiana che vedeva in tutto" il processo della storia Panticipazione di quello che sarebbe stato il conflitto tra capitalisti e proletari nella societa industriale. Le reazioni dei filologi classici a questi equivoci so-no state ovvie, anche se in qualche caso la polemica contro gli errori di Thomson e degli altri L ricopriva la ripugnanza degli studiosi di formazione classicista per una pro-spettiva di studio che pretendeva di dissacrare

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i valori ieterni della tradizione 54. Intorno agli anni Sessanta, in un clima in cui sarebbe diflicile sopravvalutare Pinfluenza esercitata dai Gmmdrisse, che cominciavano a circolare in Europa e ad essere impiegati, la prolalematica a stata riaperta dagli interventi di ,,'l§?,a§ai43,, Vernant, Vidal—Naquet 55. I1 primo di questi stucliosi ha riproposto la dinamica della lotta di classe nel mondo antico, prospettando in esso una opposizione ‘fo-ndamentale ’ e caratterizzante, cioe quella tra liberi e servi, cui si afliancherebbe quella tra ricchi e poveri che per un certo tempo sarebbe la ‘ principale ’. Queste due opposizioni ' sarebbero tra loro sostanzialmente omogenee, ‘canto che si sarebbe formatosa un certo punto un fronte comune tra schiavi e poveri, dando luogo ad una ideologia antischiavista in contrapposi» zione a quella della classe dominante e quincli al sorgere d-i una Vera

e propria lotta di classe. In questo discorso erano presenti ancora molti miti modernisti di stampo engelsiano: Vernant ha osservato,

in un lucido saggio, che gli schiavi non hanno mai avuto una ideologia alternativa, suggerendo piuttosto una serie di prospettive sfu~ mate che si articolano intorno ad una opposizione principale tra ricchi e. poveri; anche Vidal-Naquet ha contestato che gli schiavi potessero co-stituire una classe, perché non si sono mai riconosciuti

in unaideologia, né le loro rivolte hanno mai avuto Pintenzione di modificare l’ordine sociale 5‘. i _ Si a inserito a questo punto nel diloattito il Finley, che gia in un saggio precedente aveva proposto di applicare al mondo antico

la categoria Weberiana di status, suggerita in via teorica da Polanyi 57. Egli ha ‘cosi portato un attacco radicale all’idea dell’autonomia delPeconomico nel‘ mondo antico, suggerendo che -la teoria della lotta

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d1 elasseera , aperto da CANFORA 1975b, che ha

sulla ridetta capacita giuridica della donna, PAo'LI 1933, 294 ss., DE STE.

visto interventiu di LA PENNA 1976, CANFORA 1976 a, B61-IME 1976, FLORES 1976, MASTROMARCO 1976,.CAGNE'1‘TA 1976, Onsr 1976, PERELLI 1976, ancera

CANFORA' 1976c, Hsmmaanmcsa 1976, MARCHESINI 1976, e quindi Scrmarr

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1977, S1cH1ReI.Lo 1977, LABRIOLA 1977, I..ANZA—VEGETTI 1977c, e infine 1e

19- La bibliografia a indicata, e in parte illustrata, in RICHTER-1971, 1 ss.,

valutazieni conclusive di CANFORA 1977 b. Tra gli intervenuti as state chi,

come La -Penna, tendeva a limitare la gravita del fenomene classicista nella filologia classica e chi, come Canfora, a mio avviso non senza'fenda1'nento, ge sottelineava la vastita e il peso ideologico. Nel complesso il lavoro. di scave

risultateimpressienante, e estremamente significativa Pillustraziene di molto materiale documentarie inedite o poco note, e quanto meno insufficientemente valutate nelle sue cemponenti ideelegiche. ' 9 Cf. BENJAMIN 1962 (1955) 74 s. . L’uso conservatere dei valori culturali della tradiziene da parte

.

Cnorx 1970. ~ ’ ' .17 PAeL1 1953, 83 ss., FLACELIERE 1971 (1955) 133 ss., LACEY 1972 (1968) 113 ss., HARRISON-1968, 32 ss. I ' ~ 13 LACEY 1972‘ (1968)~21 s. I



POMEROY 1973. . . ~ ’ 2° GOMME 1925. ‘ ' _ 21 T1-1Uc. 2.45.2. ' 22- Il Gomme soggiunge che la dettrina di Aristetele (Pol. 1. 1259 ’b 1, 1255 b20) sull’inferio’rita del sesso femminile non E: caratteristica dell eta:

anche oggi molti uomini credeno di essere super1er1- alle donne. La persistenza del giudizio, come del potere, androcratice non deve medificare la nostra valutazione della societa antica, seomai ceinvolge anche 11 nostre tempo. _.

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23K1'r'ro 1958 (1951) 314 ss., 1n part. 319. _ _ " _ _ _ _ 24 Merita di essere osservato il iprocedimento lCl€OlOg1Ca1I1€I:1tf3V v1z1ate: s1

deduce da una communis oplnlo d1 ‘carattere generale 11 g1_ud1a1e sulla que-

stiene particelare che s_1 pretende d1 accertare, e 111 base a _ quel g1ud1z1e si esaminano le testimonianze. I1 precedimente cerretto ev1’den_temente quelle oppeste, 'anche se talvelta pub portare a conclusiem sgradlte. Proprie a

propesito di come gli Ateniesi consideravano non una meta, ma la massima parte del genere umane, resta paradigmatica la breve ma efficace neta d1

della berghesia eurepea a denunciate ancera in HAUSER 1977 (1974) 164 s. 1° Hater-11-:LHEI1v1 1972 (1938) 55 ss., in part. 65 ss. L’idea peraltro di una

I-IEMMERDINGER’ 1975.

secieta ginecocratica di cui la religiene della potnia sarebbe stata un residue

devremme dedurre che in quel paese tutti i matrimoni sono di convenienza

a stata dimestrata un mite bachofeniane, cf. Pintreduzione di Eva Cantarella a BAGHOFEN 1977 (1861). Su questa, e sulle altre relazieni suberdinanti, cf.

1)/IOMIGLIANO-I-IUMPHREYS 1974, 361; sul.-loro carattere dualistico BALANDIER 1975, 219 s."

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11 Cf. LACEY 1972 (1968) 41 s., ARTHUR 1973, 9ss. L’in£erierita della



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7-5 Cosi, egli osserva, dalla lettura dei remanzl frances1"del' secolo scerse e che ogni francese abbia una relaziene extramatrimeniale. _Una s1m_1le preoc-

cupazione dimestra il LACEY .1972 (1968) '10: nella sua documentaziene sulla famiglia ateniese (la pin cempiuta con quella delle Harrison) non ‘ha censiderate gli esempi della _ tragedia, ‘nella ptesunzrone che_,

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cstto stesso di modo di produzions schiavistico, con risultati itnprobabili come

gli osssrva GIANOTTI 1976. A proposito di csrti schsmatismi dsi modi di produzions, ben altrimsnti docurnsntats ls pagins di LEVI 1974.

65 I1 limits dolls osssrvazioni di Schiavons 8 di incsntrars la sua attsnzions prsvalsntsmsnts sui tssti di Marx, piuttosto she vsrificarns 1a validita dsl metodo attravsrso Papplicazions concrsta: si tratta di un limits chs pub ssssrs fscondo

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nella 2 ' ' che sellecltane . . misura in cui PC3116 de1,1:;1:oblem1 ulterl, ' - ifi 11 verlfica d 1

petra certe sf-uggire . , - a un sentenza5‘ d1 1flP1daZ1°n€ ' da parte a ri eu aPO’ 11-POIO; glacche C16 (E1116 avvlieiiedfeuvoerilittaesrvengirci da1’ueme e 8 011113 no -_ ' Resta in ciasa e nen fare da-11111!>>(VV-181'%O1)1-0' * ' 2 ‘ ' t nziena e s cen cui Eteecle aggiusta 11 ’E11‘O de11e sue lsppslzle .r 197) .11 a qualsiasi essere 6W'i1P “1’W'Y1 TE X03 TL WW MTG!-LXWO” (V' d 1 > 1 ‘ " ' 3 31-'10 mode da dare eccaslene a p111 L111 esegvtattdfiijsiftap l'OV€l dal Yoip del ingegno 11, ma la lntenziene, chlaramente so e o K 0 jl I v . 200 -e di riafiermare 1’erdine fendamentale della SOC1€t8. ClV edléffr » 1 eafisv. La contra 1 1

rituali 2 efixaé con gli epiteti ciivini e in due 1ueg11i.anc11e la-san:

_ziene 8, non c’?-1 dubbio che anche questa parte de1la paredes trabecchi del terrere de11e fanciulle, che suppiicane 1 gli dei cii rivelgere 1e sguarde alla 101:0 schiera e di -salvarle dalla schiavitu, Eiiate 'rcetpz‘1év'tov/ ixéomov Xéxov Soukoo-xfivcxg iitcap, vv. 110 s., , go (vv. 87 ss.). s 2. 1- I1 Cenfrente con 1a preghiera c1i Eteecle mestra evidente 1a dilaceraziene delle struttures: 1e invecazieni some inframezzate c1a11a descriziene del flagelle che avanza, interrette da esclamazieni seem» peste diiterrere e-disperaziene: 1 6

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ziene s aPParente- il deCr@tO 5 Plfodflmato Con Vahdlta genema erga ma E: chiaramente destinate a reprimere i1 diserdine preveOngneis’ Citté d,,]1>inCOnSu1tO as-itarsi de11e donne. In questa rhesls C? O H1 filementi che si pesseng illustrare con 1a tradizienaie gnome

qnifiigguminista bensere chiara 3 \ . . . de11as Grecia arcaica 12, s ma' vi e alttesi er una sua

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metlvazlene ldeeieglcamente fendaita. Laddetmi 61:11gitSS ndlapbuona I

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natura irrazienale e diserdmate, eute 1 tur a d’ t e ne1la cattiva serte. Se "cen »"c63v ’i1Up0£'i18\) sene state lspeste cor; é'cpLcr"r:(e:,) (v - 193) J evidentemente da11’inte1ligenza prevldente de1~

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davami aufln 1? U8? 1 tI1ar1na1o puo ttovare la vla della salvezza in difiicoltaflhief cgO1%11nacc1£>1sc>c del merosl, quando la nave si trova Che re are ~ _ $2-li oro splega’ ancora: non ha fatto altro 8%] féwgfi 5 SOSPEIEEQ

E1‘ ’E@1?l"0r@', perche $11 _Cl€t salvassero la citté,

&)mO,W (VP 5154(1) $9 WPQG Ighomocpwvx Mtocq, tcoltsog W flfifipéxotav a formula‘; 1 5;)» Quest?’ rlsposta da modo al re d1 avvlare il Coro 0 1 a glusta rlc 1est_a, . Tacere e star rinclaiusa in casa, E‘: la parte della donna 14 Le povetette lnslstono umilmente: chi pub impedir loro di pregare gli de1, quegll del che garantiscono la salvezza della cittéi con la loro protezione benevo1aP Cosi ftnalmente Eteocle concede loro 14 Preghlerfli > (vv. 265 s.).' Esse devono pregare non piil abbracciate alle statue, come facevano prirna in uno slancio scornposto di terror/e secondo il loro istinto, ma discoste, contenendo’

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(v\?C;1e6S;SC;lC$1C%@ gll_rlmane del stessl abl:?andon1no conqulstata d. . . , oro dapprlma COlp1tOuna da cltta un nuovo motivo>>

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gugango, 1 clttadml Stessl sono 111l11aCCl8.t1 d1 conqtusta dall’mterno, Y ° EV (V. 194), se tollereranno lo scatenarsi dell’istinto inco11tro]lablle delle donne. c 1,

-causa. di danno, se saré disciplinata nelle forme cui solo la razionalitfi calcolattice del maschio pub accedere, valutando l’interesse di ognuno, degli dei come della citté, e traendo il massimo profitto dalla situazione. A questo punto, ristabilito l’o1:dine all’i11terno, il saggio‘ te puo volgetsi nuovamente all’azio11e che propriamente spetta a]l’uo~mo, "tciiufilav, afirontando i nemici sul camp-0 di battaglia con

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la stessa previdenza e calcolato‘ ardimento. Il Coro infatti, pur palpitando ancora per il terrore (>, vv. 287 ss.) 15, si adatta a ripetere Pargomento dettato da Eteocle, 11011 ,9 estranea lanche ad. altri miti greci 21: 1’e11m1naz1one ClC-:1 pret_endient1i prima o dopo le nozze, si manifesta come una lotta contro rrvi nleli possesso delle femmine. In questo senso I111 Pfl_r@ F119 elm anc,e ha visto le Danaidi -come verglni lnrsanfie, d1. tipo aglazzonrco . vergini sono, giacché il loro rapporto col masclno esclu 6 111??) P16?) partnership sessuale, ma non mlsanclre: esse anzr sr appoggranlp Qtalmente al padre, loro gulda e protettore._Cos1 proclamanoc 1a1ramente nella parodos in cui si presentano .€.1T1€VOC£1IlO.l€'lO1?O lvlcen 8. > (5%Z{Pl» s115$(i)]l>

mento di una donna prestar fede prima che qualcosa si manifesti. Troppo credula la laramosia della donna si slancia innanzi veloce: ma altrettanto rapido a scomparire si vanifica l’annuncio proclamato da una donna» (vv. 483 ss.). E vero, nel caso specifico Clitemestra

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cosi conferma il padre, che, prendendo. la parola cloP° 11 Caflnto eta parodos, invita le figlie a rlflettere, rmprrmendosrfi bene m men e le sue parole. Giacché occorre essere saggl, (vv. 10]_2Jg_)_

Ne]llAg‘Zm€””0”@> dopo ll Primo annuncio trasmesso Per la ca tena dei_ Iu°¢h1,"TflltI'll>1o ' ‘ ' grunge ‘ ~ - della presa' d_ a confermare la notizia .1 Tgoia e cl’€ll'1II11I11f1.€111Ee ritorno del re. Clitemestra, dopo aver 31_c%E atolla diffidenza mgiusta del Coro nei confronti di lei donna 2“ ' intenzione ‘ ' ' h1c ara G a p r opria d1' accogliere degnamente lo sposo’ C 6 171tQr11~’=1> _¢‘lla clelinea un’immagine di se stessa conforme -a quell;

in casa mentre il marito perseguiva lontano i suoi piani di gloria.

Pin volte le erano giunte notizie di ferite, sciagure, -morte per Agamennone: le notti trascorrevano per lei in angoscia e pianto. > 1nt§¥1d@n,d? C "

tfimestya ed Egistq. e nei confronti d1 c1uest1'prec1sa (vv. 823 s.). Ma anche nelle Szzpplici, di fronte alla richiesta di aiuto delle Danaidi, til re s1 .prospetta con timore uno scontro sanguinoso coi figli di Egitto, e si chiede > (vv. 474 ss.). Pelasgo prosegue riilettendo che occorre evitare il risentimento di Zeus protettore dei supplici. Egli affironta il lrischio del combattimento, per sé e per la citta, per riguardo ale dio, non

casa. Cosi, quando i guerrieri persiani sono partiti pertla spedizione

contro la Grecia, leloro spose restano a piangere e a consumarsi nell’attesa, (vv. 931 ss.). L’6> (vv. 703 ss.). La pubbiica funzione, di informare ii re sul flagelio per cui la citta soiire, spetta evidentemente‘ agli uomini, ai leaii anziani del popolo suoi coetanei. Ma poiché soggezione e timore chiude la bocca a queiii, Dario si rivolge alla "sua sposa, salutandola ora per la primaa volta,‘ e rivolgendoie la formulae appeilativa afiyavég yfivocn, nobile donna, onorevoie certo per i1 riferimento alla nobilta del suo gems, 111a assai n1e11o'sole1111e ed ampia di quelia con cui il re si era tivolto agli anziani, C6 1110161 11:L.o*'z:r'3'1v "fiktxég 1?’ 'F1[3r]c_, éufig / Hépoou,-yepccnofi (vv. 6.81 s.) 5°. I1 Coro dell’/:igame2'm0r¢e avra certo ben conosciuto, nei dieci anni della forzata assenza del re, la maschia personalita della sua regina, che 1o'11a convocato innanzi a1 pa1azzo."P-ure, quando e]la compare suila sogiia, gli anziani 1e rivolgono un indirizzo ossequioso in quanto ella tiene il posto de]l’assente. (Ag. 258 ss.). I1 potere regale spetta incontestabilmente al maschio: in sua assenza Pornaggio dovutogli potra essere rivoltoéla colei che temporaneamente lo rappresenta, in quanto 10 rrappresenta . Quando poi Oreste bussa alla porta della reggia‘ che fu d1_suo

padre per compiere la vendetta che il dio gli ha 1111posto, chiede > (C/90. 663 ss.). I1 pensieto di Oreste corre anzitutto alla yuv"hr1:é11:ocp)¢og: egli ben conosce il potere e la personaiita della madre, csoprattutto 10 ossessio11a1’idea del matricidio che 2-1 venuto a comp1e1:e._1\/Ia s1 corregge prontamente. E piu conveniente, afrnzpamzéowapov, c111a111are un uomo. Oreste ha, certo, la necessita di far comparire anche Egisto per colpirlo insieme a Clitemestra, ma '11 suo argomento deve essere assolutamente insospettabile: non pub certo pf-3r111€tiIE:I.‘S1_1Il quel luogo, egli solo con Piiade, di compiere 1111 passo faieo. Una 11ot1z1a importante dunque, anche di interesse privato e fan11l1are, anche se riguarda anzitutto la donna, deve essere data da uomo a uomo‘. Clitemestra riconosce la giustezza della richiesta: se lo stranlero e venuto a chiedere ospita].it§1, ella pub concederia, ma (Pl/11066 ss.)55. La induhbia nohilta di questa generosa scelta non deve farci dimenticare che qui Prometeo si sta sacrlficando per il suo ideale, mentre le Oceanine si sacrificano per

Pro111‘eteo.a Ancora una volta, mentre il partner maschio vive la sua vita 111 relazione a tutta la comunita sociale, la do1111a la orienta verso un singolo essere. Questa destinazione si attua normalmente nella forma della comprensione ailettuosa e premurosa, e si suhlima nel sacrlficio totale di sé 56. 1 ' _Esclusa dall’azio11e, la donna pub cercare di influire sugli avven1me11t1 che si producono intorno a lei e la riguardano attraverso dei succeda11e1‘: la preghiera, rivolta agli dei ma altresi agli uomini perché ahblano pleta di lei, talvolta l’i11ga11no. La sua emotivita -repressa

produce essenzialmente timore che spesso si maniiesta attraverso il pianto 57. 1 Cosinelle Supplici per le donne decide il loro partner maschile, che lsprra la loro volonta e le loro azioni; ma, di fro-11te al numero

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Anche le scene di terrore, disperazione e pianto sono vissute per lo piuda donne. La piu estesa e costituita certo dalla parodos dei Sette, ma anche i cori delle Supplici esprimono situazioni analoghe. Agli esempi gia -ricordati si aggiungano Suppl. 112ss.: >. Cosi nei Persiani il Co1:o,.p1:eoccupato~ per la sorte dell’esercito partito per la spedizione lontana, manifesta il suo timore che un giorno una folla di donne deva levare u11 grido la111e11toso, percotendo violentemente e lacerando i pepli di hisso (Pets. 121 ss., cf. anche 133 ss. ricordato supra, p. 47). Piu oltre, al tragico a11~ nunzio della disfatta, il pianto sui guerrieri caduti e attribuito alle donne, in particolare alle spose: > (vv. 537 ss.). Alle donne spetta du11que.specifi~ camente il pianto 59, oltre alla funzione rituale del corrotto, con gli atti connessi del percuotersi il petto1,,grafliarsi le guance etc. 6°.

soverchlante dei pretendenti, Danao non hasta a proteggerle. Ad

esse.11.o11 resta che cercare, per il suo tramite, appoggio in altri uomini la cui natura virile E: indicata ripetutamente e chiaramente dal poeta,-cf. supra. Alle donne quindi spetta il suhire e il'suppli— care per ottenere aiuto; l’azione tocca di volta in volta agli uomini,

L’i11ga1111o nel teatro di Eschilo ha u11 vistoso esempio .ad opera di C]itemestra,att1:averso Paccoglienza, il duplice discorso in cui gli grida il suo odio simulando aiietto, la trappola del tappeto purpureo sulquale il re finira per camminare, macchiandosi di hyhris che si

alla‘ > (v. 30), - al padre che

somma a tutte le altre che sconterai appena varcata la soglia del

decide la fuga, ag_l1 Argivi cui esse supplicano e chiedono aiuto. Quando non suppltcano gli uomini, esse pregano gli dei: la tragedia l1a_1111z1o ‘con una formula rituale di invocazione a Zeus protettore del supplicl, prosegue con un’a111pia parodos intessuta di forme di preghierag dopo il primo episodio che contiene l’inco11tro con Pe11asg_o.concluso dallo stasimo in cui supplicano il re, e la successiva decisione d1 rinviarle all’assemhlea del popolo, esse supplicano 11uovamente Zeus (vv. 524 ss.); infine dopo che gli Argivi hanno deciso d1 assumere la loro protezione, esse innalzano un canto di henedizione es d1 preghiera perla citta _di Argo (vv. 625 ss.) 53. Anche nel PV il supplicare perché altri agisca E: considerata azione da do-1111a: il 'I_'1ta11o , pur 111ch1odato dalla rupe e minacciato di atroci supplizi perché riveli il suo segreto,-risponde fieramente ad Hermes (Ag. 941), oppure di calpestare i tappeti di porpora 62. In questo modo si ricrea la

tipica situazione eschilea per cui la necessita dell’azio11e costringe l’uomo alla colpa: Clitemestra ha dato scacco1 ad Aga111e11no11e~, _e qualsiasi" mossa di questi lo coinvolgera irreparahilmente in-un,-nuovo

attoidi hybris.

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Tragedia e lot/fa dz’ classe in Gracia Esc/silo

La donna, nella tragedia eschilea, b spesso rappresentata come un oggetto prezioso, cui si rivolge la ricerca e il desiderio bramoso del maschio 63. La‘ sua verginita b un tesoro pregiato che, in origine certamente protetto in vista del matrimonio in cui doveva essere offerto e colto, diviene altresi un valore in sé. Le 1 Supplici, nella loro particolare relazione con un partner che non ammette rapporto sessuale, supplicano la purafiglia di Zeus, cicryvét Anbg xépoc perché soccorra, lei vergine, loro che sono vergini, c’i8p."n"cog 6r.5p.'r']"cq_t bfiorog yevéoiiw, in modo che il nohile sangue di una1veneranda madre possa, senza subire nozze e sottostare al giogo, éiyotuov 6.5ci:p.ct"cov, sfuggire ai talami dei maschi (Suppl. 141 ss.). La stessa preghiera ritorna nell’esodo della tragedia, > (vv. 1030 ss.) 64. Per imprimere l’idea dell’irrevo~ cahilita del sangue versato 11el1’omicidio, il Coro dellei.C0ef0re proclama che > (C/:0. 71s.): la verginita, come la vita, b un hene unico, irrecuperahile quando b perduto 65. Riprova di una valutazione oggettuale della donna b il caso di Elena. In questa, come nella sorella Clitemestra, esiste una valenza poliandrica che ha fatto pensare a una sopravvivenza di caratteri della potnia mediterranea 66. E stato rilevato 67 Pimbarazzo che questo mito ha creato nella cultura greca arcaica, dalla condanna che gia il poeta di I‘ 180 e soprattutto di Z 344 ss. aveva posto in hocca ad Elena

ciproche spiritualita: l’uon1o 'b ra2':ionale,1responsahile, attivo, la donna timorosa, emotiva, sottomessa, portata al pianto e alla. sup»

plica 72. Questa distinzione di attivita e passivita b cosi rigorosa che alla donna viene assegnato u11 ruolo passivo, meramente st1:ume11tale perfino in quello che per eccellenza b til suo compito in vistadella

riproduzione dell’0z'/Q01‘, la procreazione di legittimi figli maschi cui possa esser trasmessa la pro'prieta paterna. Nelle Eamenizli Apollo, difendendo dinanzi al tribunale dell’Areopago Oreste che ha ucciso la madre per vendicare il padre, proclama la dottrina della ge11era~ zione patrilinea. f-Q, Suppl. 179, e plil oltre d1 (v. 991) .84. Le figlie rispondono al p1‘l1'I1O 1nv1to' che baderanno d1 non dimenticare gli insegnamenti del padre, V (. err. 854 s.), 11 CU.1‘lIJ1101'l tempo 8.11’ClCO e rievocato nella strofe successiva (vv. 864 ss.), sia condiviso anche dal poeta: Serse b colpevole d1 hyhris per Eschilo come per Dario. La dpreminenza ‘della tradizione come valore sembra anche ailermata allaspersuasione che rspirano gll anz1an1 1n quanto tali nell’Aga,

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un antica scrtttura » e 678 M >. Ma certamente b arduo valutate con esat-

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La super1or1ta 'della.n1ente dell’anziano b evidente anche nel locus i, e 111 Suppl. 774 s.: Danao rassicura le figlie ‘che, se

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an e e a.11:Zla1flO\, ha le energie d1 un giovane nel parlare, e la citta non lo crltichera, >. 1 1 Che 11 grovane sia prlvo d1 esperienza si ricava ancora da Suppl. 69 ss’.i do-ve 11 Coro d.1ch1ara'che :1». Nell epilogo dei Saria un ara o annuncla c e1Eteocle e caduto combattendo 1n 1 difesa della °

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patria (Eum. 437), e c_1uello‘accons@Ilt@, (p. 44). nel rnpdello 1Cl€OlOg1CO la donna >, e @051

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21 Sara ad esempio il caso di Enomao nei confronti di Ippodamia (cf. FIEI-IN

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onorevole, %\'15w"¢’ rlxéwv. cf. pp. 67 ss. 1

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il rifiuto della maternita sia colpa 2-= ben intelligibile in relazione al compito che alla donna spetta ne11’oikos. Invece 11 TE RIELE 1955, 15 e 21 ss., interpreta i1-rifiuto delle Danaidi come una manifestazione > (cf. infra), e, pifi oltre (p. 64) rileva che ; tra 1 molti esempi che adduce, cf. Pars. -161 s. (Atossa confessa di te-"

more per se stessa in quel momento di incertezza), CF20. 893 (davanti ad Oreste che ha la spada sguainata per portare a termine la -sua vendetta, Clitemestra piange Egisto caduto: non erano certo le lacrime che avrebbero potuto trattenere

Oreste), Ag. "1378 ss. (il racconto minuto, fremente di gioia feroce, che C]iten:1estra-fa al Coro dellfassassinio di Agamennone), etc. In quest’ultimo caso, se

si puo certo pensare ad un femminile amore puntuale del dettaglio, non sara davvero il caso di parlare di >. 55 CITTI 1962, 31 ss.

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' 59 Cf. altresl Pars. 705, citato supra, Suppl. 131 s.; per il motivo della donna che teme, cf. ancora C/20. 845s. e PV 134 s., 144 ss., 181s., in cui il poeta rappresenta la schiera trepidante delle Oceanine, Sept. 792, dove Eteocle, re-primendo le > ripropone il cliche della donna piagnona e tremebonda. ,_ '

5° Cf. C700. 22 ss. >, e la nota di TUCKER 1901, 14 'che richiama numerosi paralleli testuali, in Eschilo e negli altri tragici, per il Irito, flfiidato tradizionalmente alle donne

nelllarea mediterranea, cf. DE MARTINO 1958.

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4 7

.51 Cf. anche il riferimento ai rovinosi amori delle donne in Cbo. 594 ss., citato supra a p. 40; per Euripide, of. infra pp. 159 ss. Riconoscendo per altre, sue vie la natura femrninile di questo modo di procedere, TE RIELE 1955, 48 ss. Vi

accosta altri esempi di discorsi sottilmente insinuanti; oltre alle povere-Tebane di cui si s detto in n. 15, ricorda Suppl. 274 s., 291 s., 455 ss. etc. (le Danaidi

Escbilo

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chiedere se il termine wmafiévvs non implichi tuna valutazione di particolare pregio

fornla sulla sorte del figlio, come espressione di curiosita fenmlinile (cf. supra,

11. 50). Altra forma di evasione per la donna 6 la chiacchiera. Ancora TE RIELE 1955, 18 put‘) osservare non senza fondamento che la Nutrice di Oreste s