La grammatica dei profumi
 8858025229, 9788858025222

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La grammatica dei

P RO F U M I

G R I B A U D O

य़ ॔ ग़ ॥ ॔ ॠ ॠ ॔१ ड़ॖ ॔ ॗक़ ड़ ॣ ॥ॢख़ २ ॠ ड़ Testi: Giorgia Martone Illustrazioni: Michele Rocchetti Impaginazione: Agnese Bartesaghi Redazione Gribaudo Via Garofoli, 266 37057 San Giovanni Lupatoto (VR) [email protected] Responsabile di produzione: Franco Busti Responsabile di redazione: Laura Rapelli Responsabile grafico: Meri Salvadori Redazione: Daniela Albertini Progetto grafico: Natascia Adami Fotolito e prestampa: Federico Cavallon, Fabio Compri Segreteria di redazione: Emanuela Costantini

Stampa e confezione: Grafiche Busti srl, Colognola ai Colli (VR), azienda certificata FSC® -COC con codice CQ-COC-000104 © 2019 Gribaudo - IF - Idee editoriali Feltrinelli srl Socio Unico Giangiacomo Feltrinelli Editore srl Via Andegari, 6 - 20121 Milano [email protected] - www.gribaudo.it Prima edizione digitale 2020 978-88-580-2770-7 Tutti i diritti sono riservati, in Italia e all’estero, per tutti i Paesi. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa con qualsiasi mezzo e in qualsiasi forma (fotomeccanica, fotocopia, elettronica, chimica, su disco o altro, compresi cinema, radio, televisione) senza autorizzazione scritta da parte dell’Editore. In ogni caso di riproduzione abusiva si procederà d’ufficio a norma di legge.

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La grammatica dei

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SOMMARIO La grammatica dei profumi. Il senso dell’immaginazione

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Il naso e l’olfatto, il più misterioso dei nostri sensi La palette del naso e l’indice dei raw materials selezionati .

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Note preliminari sui profumi: la piramide olfattiva e le famiglie olfattive

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arbusti fioriti e aromatici

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arbusti fruttati e agrumi

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L’industria dei sogni

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L’arte e il savoir faire del naso creatore . legni, resine, radici e balsami ambrati

Le creazioni di sintesi: le più grandi scoperte negli anni d’oro della profumeria moderna. . .

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Metodi di estrazione delle materie prime e di produzione dei profumi . . . . . . . . . . . . . Glossario

LA GRAMMATICA DEI PROFUMI. IL SENSO DELL’ IMMAGINAZIONE Desiderio. Istinto. Emozioni. L’odorato è il senso dell’immaginazione. Che il profumo sia arte o natura, suscita in noi pure evocazioni, diਯcili da descrivere, impossibili da dimenticare. ोando il suo eਰuvio riaਯora, ci inebria in maniera improvvisa, non si può fermare. La varierà degli odori è inਭnita.

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E se la grammatica è quell’arte che insegna a scrivere i primi elementi di una doिrina per poterne parlare poi correिamente, abbiamo voluto intendere questo libro proprio come una grammatica, dedicandolo agli amanti delle fragranze, delle essenze, a coloro che ben sanno che i profumi sono diਯcilmente descrivibili e limitabili: abbiamo infaिi voluto dare loro qualche nozione di principio per iniziarli all’arte della profumeria. Così come la grammatica implica l’uso e la conoscenza delle leिere dell’alfabeto, qui presenteremo gli ingredienti che i “nasi” (i profumieri creatori di fragranze, v. pag. 19) hanno a disposizione come fossero leिere per comporre le loro parole e, da lì, le loro meravigliose poesie olfaिive. La selezione degli ingredienti riportarti in questo compendio non è esaustiva ed è stata faिa in modo “emozionale”, partendo da un kit importantissimo, quello dei natural raw ingredients, il “kit iniziatico” da cui i nasi e gli esperti del seिore imparano a riconoscere le materie prime di base nelle primissime lezioni di scuola di arte di profumeria, nei seminari olfaिivi o in laboratorio. Il kit è composto da una selezione di ingredienti fondamentali che la natura, madre generosa, ci oਬre e che divengono le “lettere naturali” nelle composizioni olfaिive. Da questo kit, meravigliosamente sfaccettato e sorprendente, ogni naso fa poi propria una “paleिe” di materie prime che lo accompagneranno nelle sue composizioni olfaिive per la realizzazione di una nota, un accordo, un profumo. Solitamente durante i seminari olfaिivi si spiegano le nozioni base degli “ingredienti naturali” (le loro origini, le varietà tecniche, estetiche, geograਭche) e degli “ingredienti di sintesi”, senza i quali grandissimi profumi non potrebbero esistere e senza i quali non ci sarebbe progresso nelle scienze olfaिive. A tal proposito, il maggiore avvenimento e la prima “leिera” di cui si dovrebbe parlare in una grammatica dei profumi è stata la scoperta dell’alcol, la più grande delle innovazioni e delle rivoluzioni. La seconda, bellissima rivoluzione è stata la creazione di molecole di sintesi che consentono di preservare la natura, portare incredibili livelli di sfumature alle note

naturali e ricreare tuिi gli odori desiderati, donando ai profumi una soਭsticazione e una creatività uniche e irripetibili. In questa grammatica ci concentreremo sulla paleिe degli ingredienti naturali e faremo qualche digressione sulla sintesi, cercando però di partire sempre dal meraviglioso mondo botanico. Si traिa di un’introduzione al mondo creativo del profumiere, alle sue meravigliose materie prime, dalle quali egli creerà accordi, note e profumi. ोeste materie prime si potrebbero poi celare nelle sue creazioni olfaिive e divenire diਯcili da distinguere per nasi “non allenati” o “profani”, ma è bene ricordare che la variazione, seppure minima, anche di un solo piccolo tocco di una di loro, potrebbe cambiare totalmente il caraिere dell’amato profumo. L’eਬeिo olfaिivo ਭ nale non dipenderà solo dal caraिere dei singoli ingredienti, ma da come il loro odore naturale si legherà agli altri, formando note e creando meravigliose sinfonie olfaिive. La matematica nell’arte della composizione olfaिiva non dà mai risultati certi, infatti “uno più uno” in profumeria non fa mai due, ma un insieme inਭ nito di possibilità. Scopriremo così una paleिe di ingredienti olfaिivi, il loro caraिere, la loro intensità e le loro proprietà, ne descriveremo le origini, l’etimologia, le curiosità, cercando di farvi immergere con le parole nel loro profumo. Ricordiamoci una cosa meravigliosa: gli stessi nasi, nonostante le mille formulazioni e la grande esperienza, nonostante siano Maestri Profumieri, come tuिi i grandi maestri, non smeिono mai di studiare, esplorare nuove tecniche di estrazioni, nuove specie botaniche, perché la profumeria è un’arte. Un’arte in continua evoluzione. Chissà, magari qualcuno di voi, leggendo, deciderà di dedicarsi a questo mondo straordinario, celato, invisibile, magniਭcamente misterioso, ma sempre presente nel quotidiano, che ci sorprende e ci inebria e, a diਬerenza delle parole, ci emoziona ed “entra” in noi senza chiedere il permesso.

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IL NASO E L’OLFATTO, IL PIÙ MISTERIOSO DEI NOSTRI SENSI

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ोestione di olfaिo, questione di naso, questione di pelle… il più selvaggio dei sensi, il più sensuale dei sensi. Primo segnale di allarme, streि amente collegato alle nostre emozioni e fautore dei nostri istinti primordiali, l’olfaिo, dalla sua originale natura, aि raverso l’arte della creazione di profumi, può divenire anche il più soਭsticato e aristocratico dei sensi. I regni vegetale e animale, uomo compreso, emanano un proprio “passaporto olfattivo”: una scia immateriale che ogni essere esistente esala e che racconta la propria intima intrecciata storia, che ognuno di noi “sente”, trasformandola in emozione. È la “nostra” implacabile e inimitabile ਭ rma chimica. Vive in un luogo, sulla pelle, e sopraिuिo aleggia nella memoria di chi l’ha sentita… Al limite tra tangibile e intangibile, materiale e immateriale, ਭsico e astraिo, è veloce la via con cui gli odori entrano in noi, nel nostro corpo e fanno lavorare la nostra mente portandola lontano. Tecnicamente l’olfaिo è il senso grazie a cui percepiamo gli odori, mentre il naso e le fosse nasali sono gli organi di ricezione. Le fragranze vengono prodoिe dal rilascio di molecole odorose che, una volta rese volatili, vengono percepite dal sistema olfaिivo e riconosciute dal cervello umano. Le molecole odorose penetrano nella cavità nasale aिraverso le narici e raggiungono la mucosa olfaिiva: lì, intrappolate dalle ciglia olfaिive, sono tradoिe in “messaggi nervosi” e trasmesse al cervello aिraverso il nervo olfaिivo. Il cervello, ricevuto lo stimolo, decodiਭca il messaggio nervoso direिo al bulbo olfaिivo che in primo luogo passa aिraverso l’ipotalamo, la parte del cervello responsabile del comportamento “spontaneo” di base, provocando una reazione edonica che porta all’evocazione e all’associazione di ricordi e immagini. In secondo luogo, il messaggio olfaि ivo raggiunge la neocorteccia: la parte “intelligente” del cervello, che identiਭca e qualiਭca le essenze aि raverso il ragionamento. Impalpabile, l’odore resiste, resuscitando momenti preziosi e reminiscenze sensoriali.

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LA PALETTE DEL NASO E L’INDICE DEI RAW MATERIALS SELEZIONATI Gli ingredienti sono gli elementi costitutivi della profumeria e oਬrono ai profumieri una straordinaria paleिe, la gamma di ogni possibilità creativa. Forse è proprio la natura, grazie alla bellezza invadente dei suoi ਭori o modestamente nascosta nei suoi semi e nelle sue radici, a essere il più grande naso dell’universo. La forza generatrice delle piante non ha mai smesso di evolversi, donando a se stessa milioni di anni per inventare stratagemmi, ideare molecole, aਯ nare e perfezionare le sue essenze ਭ no a raggiungere una pura armonia olfaिiva. Ogni ingrediente è unico. Ha la sua storia, il suo spirito, un luogo d’origine e un terreno in cui nasce. Aਬascinante è leggerne i miti, descriverne le storie, i beneਭci, i poteri, le qualità e le virtù mirabili, le leggende che si intrecciano e si celano dentro di loro, cercarne l’etimologia. Diਯcile è descriverne l’odore, la sensazione che suscitano in noi, così intima, così

speciale e così personale da divenire “memoria olfaिiva”. Selezionare una paleिe di “soli” 60 ingredienti olfaिivi non è stato facile: abbiamo scelto il mondo delle piante, familiare e lontano al tempo stesso, che non ha mai smesso di evolversi e che ancora oggi non rivela all’uomo tuिi i suoi segreti. Abbiamo usato una distinzione insolita e di fantasia. L’alfabeto della nostra grammatica è stato creato dividendo le fragranze in tre gruppi olfaिivi: legni, resine, radici e balsami ambrati, poi arbusti ਭoriti e aromatici, inਭ ne arbusti fruिati e agrumi. L’albero, elaborato nella sua organizzazione, è ricco di risorse: ha ਭori, fruिi, rami, foglie, essenze, resine e radici… I suoi prodoिi profumati, ricchi e diversiਭcati, servono a sua difesa, sviluppo, protezione, aिrazione, procreazione. Dunque, sempliਭcando, abbiamo messo in risalto essenze legnose, con le loro resine e radici, poi quelle ਭorite e aromatiche e inਭ ne arbusti fruिati e agrumati. Ideale sarebbe aਯancare a questo libro un kit di essenze, annusarle per sorprendere l’olfaिo e annotare le impressioni naturali che esprimono nel vostro immaginario i loro profumi. Ricca di curiosità, descrizioni di materie prime e preziosi segreti di profumeria, questa guida all’esplorazione olfaिiva vi svelerà la bellezza delle singole essenze, leिere di un alfabeto che, abbinate insieme, daranno poi vita a parole e composizioni olfaिive le cui combinazioni, a seconda dell’estro del naso, potranno essere inਭnite. Scopriremo anche che alcune piante soਭsticate e profumatissime, nonostante le numerose analisi faिe dagli scienziati, non hanno ancora svelato i segreti dei loro più intimi poteri olfaि ivi. Il profumo parla a tuिi gli appassionati di profumi: ogni molecola è una leिera del suo alfabeto. Inizia, così, il nostro viaggio olfaिivo. Tante sono le essenze che la natura oਬre e che il naso non dimentica. ोesto è solo un inizio, una prima paleिe esplorativa… per poi ricercare le “essenze della propria anima”. Buona lettura.

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NOTE PRELIMINARI SUI PROFUMI: LA PIRAMIDE OLFATTIVA E LE FAMIGLIE OLFATTIVE L’olfaिo è un senso privato e soggeिivo. Dobbiamo cercare metafore, analogie e usare la creatività per descrivere gli odori. Le note, gli accordi, e in generale anche il termine composizione suggeriscono nei nomi e nell’assonanza con la musica l’idea della fugacità dell’evaporazione. Sarà Aimè Guerlain, nel descrivere la sua creazione Jicky, a usare per la prima volta nel 1889 “l’immagine” della piramide per descrivere il suo profumo e per dare idea della volatilità delle note che lo compongono. Da quel giorno i profumi vengono tecnicamente visualizzati in “piramidi olfaिive” divise in tre sezioni e le relative note vengono classiਭcate come “note di testa”, “note di cuore” e “note di fondo”. Le note di testa, cuore e fondo si possono distinguere in questo modo: Le note di testa sono quelle percepite a primo impaिo, sono la prima impressione, la parte più fugace del profumo, e quindi la più volatile, un’impennata del profumo che dopo poco svanisce nel nulla. Di solito sono date dai fruिi degli alberi, dagli agrumi, e da alcuni tipi di foglie e ਭori. Le note di cuore danno caraिere al profumo e si percepiscono dopo circa due ore, quando le note di testa si sono dissolte completamente. Durano circa quaिro ore e comprendono tantissimi archetipi di note ed essenze diਬerenti. Inਭ ne, dopo oिo ore, le note di cuore scemano del tuिo e solo le note di fondo persistono. ोeste ultime possono perdurare anche più di un giorno e sono tipicamente note legnose, orientali, di cuoio, ambrate e di resine. ोesti tre “stadi olfaिivi”, sebbene visualizzati e riconosciuti nella descrizione delle composizioni olfaिive, non possono essere precisamente distinti perché le note si sovrappongono l’una all’altra, formando accordi e contribuendo, così, in modo naturale all’armonia del profumo. Dal XIX secolo il naso ha a disposizione una paleिe per creare accordi, da cui nasce la “necessità” di descrivere gli odori e di catalogarli in famiglie olfaिive. ोeste sono unità di classiਭcazione che si collocano gerarchicamente al di sopra delle note e raggruppa profumi che hanno uguali caraिeristiche olfaिive ed essenze olfaिivamente vicine tra loro. Tantissime sono le classiਭcazioni dei profumi e tante sono le famiglie che fanno parte delle nuove generazioni di profumo. In questo libro si è deciso di tenere conto delle classiche famiglie olfaिive per poi aggiungere, se necessario, ulteriori “sfacceिature olfaिive” per meglio descriverne gli odori.

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F࢏ ࢛ ࢗ ࢕ ࢚ ࢗ ࢏ ࢒ ࢓ ࢕ ࢚ ࢗ ࢏ ࢕ ࢠ ࢣ ࢛ ࢗ ࢝ ࢓ ࢡ ࢞ ࢓ ࢠ ࢗ ࢒ ࢏ࢢ ࢏ Caraिerizzate dalla loro freschezza eleिrizzante, le fragranze appartenenti a questa famiglia sono essenzialmente composte da agrumi, le cui note di testa sono dinamiche, come il bergamoिo, il limone, il lime, l’arancia, il mandarino e il pompelmo, dai quali viene estraिo l’olio essenziale contenuto nella scorza. Da esperidio (il fruिo delle arance) deriva “esperidato”, il termine che si usa in profumeria per indicare una sfacceिatura agrumata. Tuिi gli oli essenziali ricavati per spremitura dalle scorze dei fruिi appartengono alla sfacceिatura esperidata (o agrumata, o citrus), la cui etimologia si riঽà alle Esperidi, le tre ninfe che custodivano un magico giardino ricco di fruिi dorati: le arance. Apportano alle composizioni note frizzanti e vivaci, solari, fresche e toniche. DESCRIZIONE: agrumato, citrus, dinamico, fresco, frizzante, scintillante, tonico, zestes

F࢏ ࢛ ࢗ ࢕ ࢚ ࢗ ࢏ ࢏ ࢠ ࢝ ࢛ ࢏ࢢ ࢗ ࢑ ࢏ Caraिerizzata dalla sua freschezza verde, per le note campestri e naturali, questa famiglia deve il nome all’aroma, ovvero alle sostanze odorose fresche e soavi usate in cucina, profumeria e medicina… Salvia, rosmarino, timo, basilico, menta e lavanda sono le principali materie prime presenti in questa famiglia olfaिiva. Anche le note tè appartengono a questa famiglia. Generalmente associate ad agrumi o spezie che ne esaltano l’aspeिo energizzante e fresco, sono alla base della profumeria maschile. Vengono anche spesso abbinate agli accordi fougère, che traggono il nome da Fougère Royale di Houbigant, profumo del 1882, nome di fantasia che indica un accordo costruito intorno a lavanda, geranio, muschio di quercia, vetiver e cumarina. Inoltre, la famiglia aromatica viene associata ad accordi verdi che ricordano la natura, la vibrazione della cloroਭlla: il colore che esprime la spontaneità della natura, la sua umidità e la rugiada del maिino. Apportano alle composizioni note frizzanti e toniche, caraिerizzate da un’eਬervescenza vegetale di croccanti foglie verdi. DESCRIZIONE: aromatico, energizzante, fresco, inebriante, mediterraneo, pulito, rinvigorente, tonico, viviਭcante

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F࢏ ࢛ ࢗ ࢕ ࢚ ࢗ ࢏ ࢔ ࢗ ࢝ ࢠ ࢗ ࢢ ࢏ ࢝ ࢔ ࢚ ࢝ ࢠ ࢓ ࢏ ࢚ ࢓ ोesta grande famiglia olfaिiva raggruppa tuिe le composizioni olfaिive che hanno una base ਮoreale e può variare enormemente, date le tipologie di ਭori, da freschi e delicati a ricchi e opulenti. Possono essere soliਮore, cioè ispirate a uno speciਭco ਭore che regna sovrano, oppure a bouquet ਮoreali, cioè basate su diverse note ਮoreali che generano una miscela armoniosa, simbolo di romanticismo e femminilità naturale. Si può traिare di ਭori bianchi con grande caraिere, come i ਭori d’arancio, il gelsomino, l’ylang ylang, la tuberosa, che nonostante il loro aspeिo innocente donano alle fragranze un’allure elegante, radiosa, inebriante e hanno un profumo ਭorito, intenso e ricco, che contrasta con il loro aspeिo delicato e fragile. Oppure possono essere ਭori come il mugheिo e la fresia che, data la diਯcoltà di estrazione vengono ricreati con molecole in laboratorio, o la violeिa, che con le sue foglie verdi e il suo aspeिo metallico vibra nelle composizioni. La rosa, il gelsomino, la violeिa e le loro sfacceिature sono le materie prime regine della famiglia ਭorita. ोesti ਭori possono creare con grande naturalezza bouquet poetici e antichi, oppure moderni e ricercati. DESCRIZIONE: ਭorito fresco o ਭorito ricco, intenso o delicato, pungente o rotondo, romantico

F࢏ ࢛ ࢗ ࢕ ࢚ ࢗ ࢏ ࢒ ࢓ ࢗ ࢚ ࢓ ࢕ ࢜ ࢗ ࢝ ࢚ ࢓ ࢕ ࢜ ࢝ ࢡ ࢏ ोesta famiglia, che raggruppa profumi creati aिorno a un accordo legnoso, in passato molto “maschile”, oggi comprende anche tantissime fragranze femminili. Aिualmente la varietà di oli essenziali e molecole appartenenti a questa famiglia è tale da oਬrire al profumiere molteplici possibilità di creazione. A seconda del legno utilizzato, si può oिenere un eਬeिo delicato o ricco, secco o bagnato, morbido o pungente: inਭ nite texture magnetiche che conferiscono eleganza e caraिere alle composizioni. ोesta famiglia è varia: comprende legni corposi secchi e vivaci come il cedro e il vetiver, legni morbidi e vellutati come il sandalo, il muschio di quercia, e legni ambrati, o “legni verdi e umidi”, come le foglie del patchouli. DESCRIZIONE: caldo, elegante, legnoso, morbido, secco, terroso, vibrante

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F࢏ ࢛ ࢗ ࢕ ࢚ ࢗ ࢏ ࢝ ࢠ ࢗ ࢓ ࢜ ࢢ ࢏ ࢚ ࢓ La famiglia orientale, creata nel 1925 con il profumo Shalimar di Guerlain, ha rivoluzionato il gusto olfaिivo dell’epoca. Con il termine “orientale” si indicano sensazioni olfaिive molto avvolgenti, esotiche e lussureggianti che evocano mondi lontani: l’Oriente, appunto, con il suo fascino caldo e remoto. Gli accordi orientali sono caraिerizzati da note ricche, ardenti e sensuali, molto persistenti, come vaniglia, legno, musk, oppure da note speziate calde che apportano grande personalità. Spesso sono accompagnate da note ਮoreali e fruिate con in testa un tocco agrumato che dona una maggiore freschezza. Gli accordi ambrati sono costruiti aिorno alla vaniglia, al labdano e alle materie prime balsamiche come benzoino e tolu. DESCRIZIONE: ambrato, avvolgente, caldo, generoso, opulento, orientale, seducente, sensuale, vaniglia, voluिuoso

F࢏ ࢛ ࢗ ࢕ ࢚ ࢗ ࢏ ࢑ ࢖ ࢧ ࢞ ࢠ ࢓ Il nome di questa famiglia deriva dalla fragranza creata nel 1917 da Francois Coty, Chypre, un chiaroscuro tra note di testa luminose, aperte ed esperidate e note di fondo scure, all’ombra del soिobosco, terrose e animaliche insieme, il cui successo generò il lancio di molteplici profumi basati su questa impronta olfaिiva. È caraिerizzata da una nota di testa agrumata, di solito bergamoिo, con note ਮoreali di rosa e gelsomino nel cuore, associate a note legnose di fondo quali muschio di quercia, labdano, patchouli e ambra, che ne esaltano il caraिere misterioso. L’accordo chypre è un accordo storico di bergamoिo e patchouli, con rosa, gelsomino, muschio di quercia e labdano, che oggi viene rielaborato in chiave moderna con musk e altri ingredienti. L’accordo cipriato invece deve il proprio nome proprio all’idea olfaिiva dell’iris, che è l’odore della “cipria delle nonne”, e nasce nel 1900 con l’accordo Guerlinade di Guerlain composto da bergamoिo, rosa, gelsomino, vaniglia, fava Tonka e iris, usato nel profumo l’Heure Bleu. DESCRIZIONE: avvolgente, chiaroscuro, chypre, cipriato, irisato, muschiato, misterioso, sensuale

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F࢏ ࢛ ࢗ ࢕ ࢚ ࢗ ࢏ ࢔ ࢠ ࢣ ࢢ ࢢ ࢏ࢢ ࢏ Famiglia nata “recentemente”, comprende le molecole odorose della fruिa, numerosissime in natura, che però vengono quasi sempre ricreate a livello di sintesi o con mix di accordi naturali e sintetici. Le più famose materie prime fruिate sono i ਭori dell’osmanto, dal profumo vellutato di albicocca, e i germogli di cassis, acuti e sensuali, noti per la loro pungente acidità. La fruिa si può dividere in verde, rossa, gialla, croccante, esotica, acquatica, matura, acerba… Un appunto sull’accordo gourmand: sebbene venga spesso associato anche alla fruिa, in realtà comprende tuिo ciò che si gusta che non sia fruिa fresca: note olfaिive dai sapori dolci come cacao, miele, vaniglia, caাè, nocciole, liquirizia, caramello. Nasce con Angel di ौ ierry Mugler nel 1992, con l’obieिivo di ricreare celestiali aromi d’infanzia dolci e zuccherini e al tempo stesso sensuali. I fruिi apportano alle composizioni note frizzanti, dolci o aspre, toniche e acquatiche. DESCRIZIONE: energizzante, fresco, fruिato, mediterraneo, rinvigorente, squisito, succoso, tonico, vellutato, vitaminico, viviਭcante

F࢏ ࢛ ࢗ ࢕ ࢚ ࢗ ࢏ ࢛ ࢣ ࢡ ࢑ ࢖ ࢗ ࢏ࢢ ࢏ Anche questa famiglia è relativamente giovane e nasce dalla complessa e interessantissima analisi del musk di origine animale e comprende le numerose molecole odorose presenti in natura, che vengono sintetizzate a partire dalle piante o con mix di accordi naturali e sintetici. Si traिa di molecole irrinunciabili nella profumeria moderna. I musk apportano rotondità e confort alle composizioni, donando note dolci, rassicuranti, pulite, sensuali e persistenti. DESCRIZIONE: carezza, coccola, dolce, fresco, muschiato, rotondità, sensuale, soਯce

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F࢏ ࢛ ࢗ ࢕ ࢚ ࢗ ࢏ ࢑ ࢣ ࢝ ࢗ ࢝ Famiglia antica, nasce dalla tradizione dei mastri guantai di Grasse. Gli scarti della lavorazione del cuoio traिato con corteccia di betulla venivano recuperati e processati, dando vita a note dal complesso odore animalico. ोesta famiglia accomuna tuिe le note animaliche, zibeिo e castoreum, ambra grigia e musk, e note più propriamente cuoio come il cuoio stesso, il camoscio, il tabacco, il cisto e la betulla. Sostituite spesso nella profumeria moderna con profumi di sintesi, donano al profumo caraिere, forza e persistenza. DESCRIZIONE: animalico, cuoio, muschiato, sensuale, suede

S ࢔࢏ ࢑ ࢑ ࢓ ࢢ ࢢ ࢏ࢢ ࢣ ࢠ ࢓ ࢝ ࢚ ࢔࢏ࢢ ࢢ ࢗ ࢤ ࢓ Animalica Acquatica Agrumata Aldeidica Ambrata Aromatica Balsamica Cipriata Fiorita Fiori bianࡩi Fruttata Gourmand Cuoio Legnosa Marina Musࡩiata Speziata Tabacco Talcata Verde

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L’ARTE E IL SAVOIR FAIRE DEL NASO CREATORE «Chi controlla il profumo, controlla il cuore delle persone.» L’epigrafe del romanzo di Patrick Suskind descrive in maniera poetica quella che potrebbe essere la deਭ nizione del mestiere di profumiere. Nel romanzo Il profumo sono due le ਭgure a confronto: il vecchio Baldini, mastro guantaio commerciante e “profumiere esecutore”, e il geniale Grenouille, artista prodigioso nato privo di un proprio odore ma dotato di un “naso assoluto”, che sarà capace con le sue creazioni di governare il cuore degli uomini ed eccitarne i sensi. Sicuramente geniali e curiosi sperimentatori, esploratori degli odori senza essere così scellerati come il protagonista del romanzo, i nasi creatori sono sublimatori di essenze, “autori” di profumi che caि urano bellezza, momenti e memorie olfaि ive. «Lo sviluppo della profumeria come arte tecnica si deve all’intelleिo dell’uomo in necessità di riprodurre, incrementare, conservare un piacere che lo distingue dagli altri esseri viventi» diceva il saggio Teofrasto in I profumi, compendio dedicato alle piante aromatiche e ai loro impieghi nell’arte della profumeria antica. Gli uomini, partendo dalla natura e dalle sue mille fragranze, hanno sentito il bisogno di creare profumi più complessi per ਭ nalità diਬerenti: per sedurre, per sentirsi meglio, ma anche per esigenze igieniche e sanitarie e poi sopraि uिo “per puro piacere”. I profumieri compongono scegliendo dalla paleिe che hanno a disposizione, con curiosità esplorano nuove materie prime, seguendo e modiਭcando la scia degli ingredienti che poi diventeranno la ਭ rma olfaि iva delle loro superbe creazioni. Ecco i componenti: la natura, che oਬ re i migliori ingredienti e irresistibili armonie centenarie, e gli uomini, che creano e compongono profumi per il piacere dell’olfaिo, per eccitare i sensi, provocare emozioni, stupire, far sentire bene e sedurre. I L SENSO DELL’IMMAGI NAZION E

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abete bianco ambrette amyris benzoino cipresso cipriolo cisto labdano fava tonka legno di cedro legno di guaiaco legno di quercia legno di rosa liquidambar olibanum opoponax mirra oud patchouli sandalo vetiver

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LEGNI, RESINE, RADICI E BALSAMI AMBRATI

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loro profumi sono ricࡩi, profondi e vibranti, nobili e grezzi, dal principe delle foreste, l’abete bianco, ࣲno all’intreccio biondo di radici del vetiver. Questo gruppo presenta gli alberi nelle diࣱerenti varietà di legni caratteristici della profumeria selettiva, le loro resine essudate e le loro radici terrose. Da note legnose delicate a ricࡩe, da secࡩe a “umide”, da morbide a pungenti: diࣱerenti texture, ognuna con la sua eleganza e il proprio carattere.

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Abies alba o Abies balsamea

ABETE BIANCO

“Il principe dei boschi”

L’abete bianco o “Albero della Luce”, è l’albero sempreverde più alto in assoluto tra le conifere, è colui che per primo riceve la luce all’alba e per ultimo splende al sole del tramonto. L’abete bianco cresce nelle foreste e sulle montagne dell’emisfero boreale, maestoso e slanciato, con la sua chioma di colore verde-blu cupo e la sua corteccia bianco-grigio-argentea arriva infaि i a superare i 60 m di altezza, da cui il soprannome di “principe dei boschi”. Altra sua caraिeristica è la longevità: può superare i 600 anni di vita. È considerato in tuिe le culture l’albero simbolo della rinascita dopo un periodo buio e quindi l’invocazione della luce tramite la nascita del “Sole Bambino” festeggiata nel solstizio d’inverno. Ama l’umidità e i terreni freschi e profondi, tipici delle zone ombreggiate e piovose. Nella paleिe dei profumieri porta sfumature argentee, insieme legnose, dolci ma anche fresche e balsamiche. Ha il profumo delle foreste e delle montagne incontaminate. La corteccia presenta delle piccole sacche resinose che, se premute, diffondono il caraिeristico profumo di trementina, il prodoिo più importante ricavato dall’abete bianco. Viene largamente coltivato in tuि a Europa, sopraि uिo per il legname e per il suo noto utilizzo nel periodo natalizio.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’assoluta di abete bianco è un balsamo estratto da rami e aghi della pianta utilizzando solventi volatili. L’olio essenziale viene estratto per distillazione in corrente di vapore di aghi, ramoscelli giovani, coni frantumati e sminuzzati. La distillazione a vapore produce un ricco liquido incolore o giallo pallido dal profumo oleoso-pinaceo dolce e balsamico. Gli oli provenienti dall’Austria sono noti per la loro fine fragranza, ritenuta di qualità eccezionale. È molto utilizzato negli accordi cologne e nelle composizioni aromatiche e fougère.

CURIOSITÀ Dalla distillazione a vapore dei coni frantumati dell’abete bianco si ottiene un altro olio essenziale, l’olio essenziale di Templin, diverso da quello estratto dalle foglie e dai rametti di questo albero. I coni sono infatti costituiti da semi che contengono l’olio di Templin. L’olio di Templin ha un profumo molto interessante, fresco e dolce insieme, ricorda gli aghi di pino, con una sfaccettatura balsamica, mentre il sottotono legnoso ricorda l’olio d’arancio amaro. Viene usato nelle colonie, negli accordi fougère. È prodotto in Austria, Svizzera, Germania e nei Balcani, ma in quantità molto modeste. SIGNIFICATO Elevazione.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA BALSAMICA MUSCHIATA Il suo profumo è legnoso dolce, fresco, pinaceo e balsamico.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTISETTICO BALSAMICO CALMANTE RISCALDANTE Aumenta l’energia positiva, promuove un rafforzamento dell’immagine di sé e dona vitalità

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Hibiscus abelmoschus moschatus

AMBRETTE

“I semi dal profumo muschiato: morbido e sensuale” Dal regno delle piante, l’ambreिe, amata per la sua versatilità e il suo irresistibile profumo, sensualmente ambrato e morbidamente muschiato, dona una nota olfaिiva molto soਭsticata. Sono i semi racchiusi nel fruिo del piccolo albero tropicale Abelmoschus moschatus della famiglia delle Malvacee a custodire una preziosa essenza dai sentori ਮoreali e talcati molto diਬ usiva, aਯ ne al timbro olfaि ivo dei muschi di origine animalica. L’ambreिe ritrova il “musk” anche nell’etimologia della parola latina moschatus, nome scientiਭco che indica la secrezione di un piccolo cervide tibetano, il muschio tonkino (Moschus moschiferus), dotato di ghiandole odorifere che secernono un’essenza che funge da richiamo sessuale, utilizzata nei secoli passati in profumeria per ਭssare ed esaltare la sensualità dei profumi. L’ambreिe ha un’unicità olfaिiva in quanto, oltre al sentore muschiato lievemente animalico, ha anche un complesso profumo, ambrato e talcato al tempo stesso. Anche conosciuta come musk okra, è spesso indicata come un muschio vegetale, oਬre anche note ਮoreali e fruिate, simili alla pera o prugna. È una nota che si sente ਭ n dalla testa del profumo, seducente, calda e sensuale, che si sviluppa come fosse un bouquet ਭorito unito a una morbidezza talcata raramente presente in altri ingredienti olfaि ivi. Ha note in comune con l’olio di cipresso, di rosa turca e di salvia sclarea e tracce liquorose simile al brandy e al cognac, che prolungano il suo eਰuvio nelle note di fondo, come sillage di fragranze orientali, ambrate o chypre. La sua tenuta sulla pelle è davvero incredibile. Nonostante sia un gioiello tropicale nativo di India, Asia e Australia questa pianta aromatica è resistente al gelo. Tradizionalmente, il suo profumo si dice porti pace in casa, sincera fedeltà e amore nelle famiglie. I suoi semi vengono utilizzati per rinfrescare e profumare bevande calde e i fruि i sono commestibili. Oggi viene coltivata prevalentemente in India, Indonesia, Ecuador, Cina, Madagascar, Martinica, Seychelles, Guyana, Africa orientale ed Egiिo. ME TODO DI ESTR A ZIONE Dai semi di ambrette si possono ricavare tramite estrazione con solventi volatili e macerazione dei semi interi o sminuzzati differenti prodotti profumati: l’olio essenziale, la concreta, l’assoluta e la tintura.

CURIOSITÀ L’ambrette, di cui un naturale costituente è l’ambrettolide, non deve essere confuso con il muschio vegetale inteso come lichene, che cresce sulle cortecce degli alberi. SIGNIFICATO Pace.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA MUSCHIATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA TALCATA ANIMALICA FRUTTATA LEGNOSA Il suo profumo è muschiato, talcato, caldo, morbido e sensuale.

PROPRIE TÀ OFFICINALI Nella medicina ayurvedica è stimolante e sedativa.

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Amyris balsamifera

AMYRIS

“Il legno di candela”

L’albero di amyris è piccolo, frondoso e con ਭorellini bianchi. Originario delle regioni boscose della Giamaica e di Haiti, cresce nelle aree seिentrionali del Sud Africa e dell’America Centrale; è stato introdoिo nelle zone tropicali di tuिo il mondo. L’olio essenziale di amyris è anche soprannominato “sandalo occidentale”, “sandalo delle Indie occidentali” o “sandalo haitiano”, pur essendo una pianta diਬerente dal Santalum album. ोesta imprecisione si spiega per il faिo che il profumo dell’amyris è molto simile a quello del legno di sandalo. Raਯ nato e intenso come quest’ultimo, l’amyris crea un potente sillage olfaि ivo come il suo “venerabile cugino”. L’amyris è una nota di fondo molto spesso associata a fragranze forti come l’olio essenziale di cipresso, il muschio di quercia, il legno di oud, il sandalo e il patchouli… A seconda delle note olfaि ive che lo accompagnano, il profumo dell’amyris può dare profondità e riempire la composizione olfaि iva gloriਭcando le note cipriate, ambrate e legnose. Il nome generico deriva dalla parola greca amyron che signiਭca «intensamente profumato» e si riferisce al forte odore della sua resina. Prima di diventare una materia prima nella paleिe dei nasi, l’amyris era conosciuta dagli haitiani per la sua eccezionale capacità di essere un incenso naturale che brucia direि amente da un ramo, guadagnandosi il soprannome di “legno di candela”. I membri del genere sono, infaि i, comunemente noti come torchwoods a causa del notevole quantitativo di olio essenziale che scorre nella loro linfa e rende il loro legno altamente inਭ ammabile, pur bruciando lentamente proprio come fosse un cero. L’olio essenziale di amyris è usato non solo per le sue proprietà olfaि ive, ma anche per quelle medicinali. Rilassante, favorisce la meditazione, rivelandosi un valido rimedio contro l’astenia. È un eccezionale antidepressivo, avvolge e protegge da qualunque aggressione esterna, stimola le naturali difese, rasserena e infonde energia positiva. Nella paleिe delle materie prime è amato dai nasi per le sue originali, intriganti e duि ili sfacceि ature olfaि ive.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Il prezioso e aromatico olio essenziale di amyris si estrae per distillazione a vapore dal legno e dai rami polverizzati ed essiccati, presenta una nota legnosa lattonica e muschiata.

CURIOSITÀ I pescatori del Mar dei Caraibi usano da secoli i rami dell’amyris come torce naturali. SIGNIFICATO Elevazione.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA BALSAMICA ORIENTALE Il suo profumo è legnoso, resinoso, intenso e leggermente lattonico, molto avvolgente e sensuale.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTISTRESS DONA SERENITÀ E TRANQUILLITÀ

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Styrax tonkinensis o Styrax benjoin

BENZOINO

“Le lacrime profumate dello Styrax” Il profumo orientale e misterioso dell’essenza di Styrax ha origine nelle sue lacrime, composte da una resina balsamica dalla fragranza irresistibile, materia prima ineccepibile nella paleिe delle materie prime: il benzoino. Due sono gli alberi che donano questa incredibile resina: lo Styrax tonkinensis, anche chiamato benzoino del Siam, originario dell’Indocina (ौ ailandia, Laos, Cambogia e Vietnam) e lo Styrax benjoin, anche chiamato benzoino di Sumatra, che proviene principalmente dalle isole di Sumatra e Malaysia. Sono piccoli alberi che arrivano ai 15 m di altezza e che, se incisi nel loro tronco, producono una resina aromatica naturale laि iginosa deliziosamente profumata, chiamata appunto benzoino. Il laि ice balsamico non viene secreto naturalmente dalla pianta e per estrarne la resina profumata è necessario inciderne deliberatamente il tronco, lasciare che scorra la linfa dalle ferite nella corteccia e dal legno e quindi farla solidiਭcare. La resina prende così la forma di tante piccole lacrime profumate… le “lacrime di Styrax”. Le gocce di laि ice si solidiਭcano per ossidazione ed esposizione all’aria e alla luce solare. ोando le lacrime di benzoino vengono raccolte, sono già semisolide, e diventano velocemente dure e fragili. La parola benzoino deriva dall’arabo luban-djawi, «incenso di Giava», poi trasformato in benjui dai catalani nel XIII secolo. In molti Paesi asiatici al benzoino è aि ribuito il potere di aprire lo spirito ai grandi segreti. Si diceva che l’albero fosse proteिo da serpenti alati e che solo un cuore grande e puro potesse raccogliere la linfa sacra. Solitamente il benzoino del Siam, così chiamato perché la sua esportazione avveniva in transito aि raverso il Siam, antico nome della ौ ailandia, è di un colore che va dal giallo-rossastro all’arancione-marrone chiaro, spesso traslucido (a diਬerenza del benzoino di Sumatra). I cristalli solidi sono giallo-arancioni e giallo-bruni mentre la fraि ura è bianca o color crema. Ci sono vari gradi di benzoino e la varietà “mandorla”, caraिerizzata da fragili cristalli bianchi o crema che ricordano la forma delle mandorle, è la più pregiata per la profumeria. L’habitat naturale di questi alberi è l’Indocina ma oggi vengono coltivati anche in Venezuela, Guyana, Brasile, Honduras, Turchia e in Asia Minore.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AMBRATA ORIENTALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA LEGNOSA BALSAMICA ANIMALICA SPEZIATA CUOIO Il suo profumo è balsamico, dolce e vanigliato.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTISETTICO STIMOLANTE

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ME TODO DI ESTR A ZIONE Il processo di produzione del benzoino è lungo. La raccolta avviene solo dopo il sesto anno di resinazione, tra giugno e luglio. La resina aromatica fluisce dal taglio del tronco e mentre si asciuga assume una consistenza simile alla gomma. Ogni albero produce circa 3 o 4 chili di resina. La resina raccolta viene usata tale e quale, essiccata in frammenti dall’aspetto cristallino. L’albero viene utilizzato dai 17 ai 20 anni per poi essere abbattuto. Il benzoino viene commercializzato sotto forma di cristallo solido dal colore bruno contenente lacrime di color crema o giallo pallido che ne rappresenta il vero valore. Questi cristalli sono classificati a seconda del numero di lacrime che contengono, del loro aspetto e della loro grandezza. La tintura di benzoino viene solitamente preparata solo da “lacrime” selezionate del benzoino Siam, è di colore ambrato e ha un odore dolce, balsamico e di vanillina. Il sapore è piuttosto amaro.

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Il resinoide di benzoino viene prodotto da tutti i gradi del botanico grezzo, Siam o Sumatra, e spesso da una miscela di entrambi. L’assoluta di benzoino, di colore molto pallido, ha una nota balsamica più delicata. In generale la nota benzoino è balsamica, dolce e tenace e ha un odore simile alla vaniglia (contiene infatti vanillina), aiuta a intensificare la sensualità dei profumi, aumentandone considerevolmente la loro persistenza. Storicamente, veniva usato come fissativo.

CURIOSITÀ Non si deve confondere lo Styrax, albero che dona il benzoino, con lo “styrax” o storace prodotto dal liquidambar, di cui parleremo nell’apposita scheda.

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Cupressus sempervirens

CIPRESSO

“L’albero a forma di fiamma dal profumo immortale e nostalgico” Il cipresso, albero emblema della vita eterna, simbolo di immortalità, con la sua verticalità assoluta ci indica l’anima che si avvia verso il regno celeste. Chiudendo gli occhi, il suo profumo ci conduce alla memoria olfaि iva della Toscana e dell’Umbria, dove le sue chiome verde intenso, composte ed eleganti, con la loro forma aਬ usolata, punteggiano i colli e caraिerizzano il paesaggio non solo per la loro silhoueिe deਭ nita, ma anche diਬondendo nell’aria il loro inconfondibile e fragrante profumo. I cipressi sono stati introdoि i nella nostra penisola in epoca romana e, da quel momento, ne sono diventati un segno rappresentativo, ridisegnandone il paesaggio. Sono alberi sempreverdi che possono arrivare ai 50 m di altezza e possono vivere più di 500 anni. Nel nord Africa alcuni esemplari di Cupressus duprezania raggiungerebbero l’età di 4.000 anni. Originari del Medio Oriente, della Siria e del Libano, sono oggi presenti in tuिo l’emisfero seिentrionale a clima temperato e sono largamente utilizzati come frangivento e come termine di conਭ ne territoriale. La malinconia e la nostalgia che esprime questo bellissimo albero dal fogliame verde cupo si ritrova nel suo doppio simbolismo di vita oltre la morte e luिo per la stessa. L’origine mitologica del cipresso è narrata da Ovidio nella leggenda greca di Ciparisso e del fantastico cervo dalle corna d’oro. Ciparisso, per un crudele destino, colpì accidentalmente il suo amato compagno di giochi con l’arco inferendogli una lesione mortale. Disperato per questo tragico errore invocò la morte e Apollo, commosso da tanto dolore, lo trasformò in un albero che prese il nome di “Cipresso” da allora simbolo insieme di luिo e di eternità. La leिeratura è ricca di citazioni che riguardano il cipresso in quanto morte e immortalità dell’anima sono da sempre spunto di riਮessione per poeti e artisti. Le specie di cipresso sono numerose, particolarmente interessante per il suo profumo è il Cupressus sempervirens, specie tipicamente mediterranea, soिo il cui strato di corteccia scorre l’oleum cupressi, una resina molto profumata apprezzata ਭ n dall’antichità per le sue proprietà balsamiche.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA AMBRATA AGRUMATA ERBACEA AROMATICA Il suo profumo è legnoso, aromatico, dolce, balsamico e canforato.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ASTRINGENTE BALSAMICO PURIFICANTE TONICO

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Il nome latino cupressus viene dal greco kyparissos da cui si deriva l’etimologia di Kypros, nome latino dell’isola di Cipro, dove la pianta era nota da tempi remoti. Greci e Romani pensavano che il cipresso fosse originario di Creta per via degli splendidi esemplari che ornano le pendici del monte Ida. Il Cupressus sempervirens predilige inverni miti e piovosi ed estati calde e asciuिe. È caraिerizzato da una chioma aਬ usolata di colore verde scuro o verde-azzurro, a forma piramidale ramiਭcata, ਭori poco appariscenti e coni legnosi tondeggianti. È consuetudine raccogliere e distillare il materiale che si oि iene con la potatura annuale degli alberi, insieme a ramoscelli strappati dal vento maestrale durante le violente tempeste invernali, per oिenerne il fragrante olio essenziale.

ME TODO DI ESTR A ZIONE La concreta di foglie di cipresso è una massa semisolida, dal colore verde scurobrunastro, e ha un profumo balsamico, oleoso, dolce e legnoso molto potente. L’assoluta di cipresso è di un colore intenso, verde o marrone-verde. L’olio essenziale di cipresso, dal caratteristico profumo legnoso, balsamico e canforato, è distillato in corrente di vapore acqueo utilizzando i rametti e le foglie (dette “aghi” per la loro particolare forma). Il liquido è quasi incolore o di colore giallo pallido-verde oliva chiaro. Se ne producono dalle 3 alle 5 tonnellate circa all’anno; viene raccolto durante l’inverno.

CURIOSITÀ I Persiani, adoratori del fuoco, ritenevano che la forma slanciata del cipresso fosse immagine della fiamma e dunque coltivavano i cipressi in prossimità dei templi. Amato da tanti poeti… Virgilio lo considera un albero cupo, Foscolo lo nomina nel suo Dei sepolcri. Le radici del cipresso crescono in verticale, ed è anche per questo motivo che i cipressi vengono spesso utilizzati come alberi ornamentali nei cimiteri. Il poeta Catullo annovera il cipresso fra gli alberi che gli sposi erano soliti ricevere in dono a conferma del suo valore simbolico, riconducibile anche al perpetuarsi della vita. SIGNIFICATO Immortalità.

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Cyperus scariosus o Cyperius scariosus

CIPRIOLO

“Fitto intreccio di radici fumose e incendiarie” Il timbro aromatico delle radici e dei rizomi del cipriolo è inconfondibile: fumoso e incendiario. Apporta alle creazioni olfaिive una nota legnosa aਬumicata, calda e confortante, carica di una sensualità esotica e travolgente. Incanta l’olfaिo con le sue note calde e confortanti, un profumo tenace, vigoroso e persistente, creando un sillage olfaिivo unico. Il cipriolo è un’erbacea perenne verde ceruleo, alta ਭ no a 50 cm, originaria dello Stato indiano del Madhya Pradesh. Appartiene alla famiglia del papiro (Cyperaceae); si distillano le radici e i grossi rizomi bruni. I gambi angolari possiedono foglie piccole, soिili e di un verde brillante. Al suo capolino si ergono ciuਯ di ਭori verde-giallo che terminano in spigheिe brunastre. I rizomi aromatici formano un ਭिo intreccio di radici. È molto diਬuso anche in altri Paesi asiatici e cresce spontaneamente pure in Italia, dove viene chiamato zigolo delle spiagge, zigolo dolce, cipero o mandorla di terra. È una pianta mediterranea che prospera solo lungo le coste e sul leिo dei ਭumi, predilige ambienti umidi su suoli sabbiosi, di natura silicea, a partire dal livello del mare ਭno ai 600 m di altitudine circa. Resiste alle severe condizioni ambientali degli aridi arenili litoranei, dove la sabbia è permeabile e il sale delle brezze marine e il caldo sole estivo rendono diਯcile lo sviluppo della vegetazione. Sebbene ritenuta infestante, svolge una funzione di consolidamento delle dune, grazie al suo apparato radicale. Il nome potrebbe derivare dall’isola di Cipro (Kypros) o dal greco kýpeiros (giunco con spigoli, cipero). Utilizzata nella più potente delle meditazioni, il Vashikarana, simboleggia il riequilibrio delle radici. L’olio è beneਭco per la mente, il corpo e lo spirito. In India si crede che, ponendosi sulla fronte una goccia di olio, un uomo abbia la garanzia di successo in amore. Pianta tra le più importanti dell’antichità, è descriि a da Plinio il Vecchio come una canna proveniente dall’Egiिo o da Rodi, dall’odore simile a quello del nardo. L’olio essenziale conferisce una nota legnosa profonda, persistente e misteriosa, che porta con sé il calore del sole, accenni terrosi, fumé, evocazioni olfaिive che echeggiano il cedro e il vetiver, sfumature cuoio, incenso e di calde spezie.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale di cipriolo, di colore bruno e molto fluido, è ottenuto dalla distillazione delle radici e dei rizomi.

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CURIOSITÀ Le radici di cipriolo in India erano usate per profumare i vestiti femminili, inclusi i sari tradizionali. Il suo nome locale è nagar mustaka in sanscrito o nagar motha in hindi.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA CUOIO SPEZIATA ANIMALICA Il suo profumo legnoso è profondo, persistente e misterioso, ha accenni terrosi, fumé, evocazioni olfattive che echeggiano il cedro e il vetiver, sfumature cuoio, incenso e di calde spezie.

PROPRIE TÀ OFFICINALI FORTIFICANTE IDRATANTE RIEQUILIBRANTE TONIFICANTE NUTRITIVO ANTIOSSIDANTE

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Cistus Ladaniferus L. e Cistus Creticus

CISTO LABDANO

“Il fiore afrodisiaco che profuma di ambra”

Il cisto labdano, arbusto sempreverde con steli molto ramiਭcati nerastri, fusti ereिi e foglie allungate di colore verde chiaro, cresce libero e selvaggio sopraिuिo sugli altipiani della Sardegna. In tarda primavera il suo dolce profumo dalle tonalità calde con accenni intrigantemente speziati e animalici pervade l’aria creando una suggestiva atmosfera e una memoria olfaि iva impossibile da dimenticare. Usato in profumeria da più di 3.000 anni, l’arbusto Cistus ladaniferus predilige i caldi terreni del Medio Oriente e delle zone costiere e montane soleggiate del Mediterraneo. Il cisto labdano è una piccola pianta magica dalla quale si estraggono sia l’olio essenziale di cisto che quello di labdano. Con i suoi bellissimi e vellutati ਭori dai petali bianchi o rosa, a volte pennellati di gocce color carminio, è uno di quegli arbusti che non profuma di ਭore e la sua complessità olfaिiva lo fa rientrare nella famiglia delle resine e dei profumi ambrati. L’olio essenziale che se ne ricava è intrigante, ha un profumo caldo, afrodisiaco e balsamico che sorprende. I giovani germogli, per proteggersi dal calore e dai raggi del sole, secernono il labdano: una oleoresina viscosa dall’odore dolce, seducente e ammaliante che riveste le sue foglie e i suoi rameि i proteggendo così la pianta e preservandola dall’eccessiva evaporazione. ोesta resina profumata viene raccolta in piena estate, nei mesi di luglio e agosto, quando il calore ne incoraggia la produzione. Tradizionalmente l’olio di Cistus creticus veniva raccolto sull’isola di Creta, infaि i secondo Erodoto nell’Antichità i monaci pascolavano le capre e peि inavano la loro barba per recuperare la resina che rimaneva aि accata al loro manto. Il cisto è uno dei rari vegetali a donarci prodoि i come gomma, resina, assoluta, olio essenziale e concreta, che vengono usati negli accordi ambrati e chypre come note di fondo. Il profumo del labdano è dolce, erbaceo, balsamico; ricorda il profumo leggermente animalico dell’ambra grigia. È anche un noto ਭssatore, ricco e tenace.

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SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA LEGNOSA CUOIO Il suo profumo è molto potente e tenace, dolce, caldo, erbaceo, balsamico e secco, ricorda il profumo leggermente animalico dell’ambra grigia.

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SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA LEGNOSA BALSAMICA PROPRIE TÀ OFFICINALI AFRODISIACO

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ME TODO DI ESTR A ZIONE La gomma di labdano consiste nell’essudazione naturale (fisiologica) della pianta, combinata con la materia resinosa naturale, che può essere estratta dalle foglie e dai ramoscelli della pianta in acqua bollente. La resina ottenuta trattando le foglie e i rametti immersi nell’acqua alcalina bollente è detta appunto labdano. L’olio di cisto rappresenta le caratteristiche odorose dell’intera pianta e non esclusivamente quelle dell’essudato resinoso, in quanto comporta la distillazione a vapore di tutta l’erba (foglie e steli insieme alle cime fiorite) di Cistus ladaniferus. L’olio essenziale di cisto è un liquido viscoso di colore ambrato o giallo scuro con un profumo molto potente e tenace: dolce, caldo-erbaceo e secco, ricorda l’ambra nelle sue note animali.

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CURIOSITÀ In Andalusia, il fiore è chiamato “lacrime di Cristo” a causa della sfumatura carminio violacea su ogni petalo bianco. La miscela di assoluta di labdano e vanillina è la base della nota ambrata nei profumi. Chiamata anche «erba resinosa», le donne del bacino del Mediterraneo la aggiungevano nei loro bagni in modo che il vapore potesse avvolgere meglio i loro corpi.

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Coumarouna odorata o Dipteryx odorata

FAVA TONKA

“I frutti dal velo bianco cristallino: la cumarina, ingrediente base dell’accordo fougère” La poesia olfaिiva della fava Tonka inizia a scuola, nel profumo così speciale delle colle viniliche, il cui potente e diਬusivo odore di cumarina accompagna lunghe giornate di svago e di dita incollate a carta e legno. La fava Tonka dal caraिeristico sentore di vaniglia, unito alla mandorla amara e al ਭeno di montagna, è un’importantissima e conosciutissima materia prima nella paleिe dei naturali. Nasce come tintura alcolica nel 1800, e la sua nota olfaि iva predominate, dolce e cremosa, deriva proprio dalla cumarina: molecola odorosa di cui è naturalmente ricca, sostanza che dà il suo profumo anche al ਭeno di montagna. Impossibile da dimenticare a livello olfaि ivo dopo averla sentita una prima volta: la cumarina deriva dalla parola coumarou con cui viene indicata la fava dalle popolazioni amazzoniche. Importata dal Venezuela nel 1820, il chimico organico tedesco Vogel, studiandone i semi, ne isolò la sostanza cristallina che naturalmente appare sulla sua superਭcie. L’estraिo di queste fave è un componente fondamentale della famiglia olfaि iva fougère, caraिerizzata da fava Tonka (e quindi cumarina), lavanda, patchouli e muschio di quercia. Il nome fougère deriva dal profumo Fougère Royale creato nel 1884 dalla Maison Houbigant e dal geniale profumiere Paul Parquet, che per la prima volta progeिò il sublime e innovativo accordo appena descriिo come base per questo immenso profumo la cui fama segnò la storia della profumeria. In profumeria la fava Tonka e la cumarina viaggiano in un percorso olfaि ivo che si intreccia nella storia della chimica e nell’analisi delle molecole contenute nelle sostanze naturali. La Dipteryx odorata, che dona la fava Tonka, è un albero originario del Sud America, tipico dell’Amazzonia, che può crescere oltre ai 40 m e la cui corteccia è liscia e grigia. Le sue foglie grandi sono simili a quelle del noce. I ਭori formano grappoli di colore lilla o rosa porpora, mentre i frutti, dalla forma di una grande mandorla circondata da un guscio spesso, producono semi molto rugosi di colore bruno scuro quasi neri, intensamente profumati, chiamati fave Tonka. Un albero adulto dona circa 15 chili di fave ogni anno. La parola Tonka deriva dalla lingua galibi, parlata dagli abitanti della Guyana francese.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AMBRATA ORIENTALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA GOURMAND LEGNOSA ERBACEA TABACCO BALSAMICA Il suo profumo è unico e complesso: ricco, dolce, caldo, avvolgente, cumarinico con sfaccettature mandorlate, vanigliate e caramellate. Ricorda l’odore di fieno tagliato, un sentore misto dolce ed erbaceo.

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ME TODO DI ESTR A ZIONE Il processo è molto lungo. Dopo la raccolta, le fave mature vengono essiccate al sole per 10 mesi, poi vengono sgusciate e macerate in alcol per 12-24 ore e nuovamente fatte essiccare; una volta evaporato l’alcol sulla superficie compare una patina cristallina bianca, la cumarina. Le fave vengono poi macinate in polvere ed estratte a freddo con solventi per produrre la concreta e quindi l’assoluta. L’assoluta è di colore giallo ambra e ha un profumo unico e complesso: ricco, dolce, caldo, avvolgente con sfaccettature mandorlate, vanigliate e caramellate. Ricorda l’odore di fieno tagliato lasciato al sole, un sentore misto dolce ed erbaceo.

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CURIOSITÀ La cumarina è un composto aromatico che a temperatura ambiente si presenta in forma di cristalli incolori, ed è presente in più di 27 famiglie di vegetali. Nel 1876 la Harmann Reimer fu la prima azienda a commercializzare la cumarina sintetica. Oggi il suo utilizzo è stato regolamentato in quanto potenziale allergene, e ci sono nuove molecole che i profumieri usano per ricrearne l’odore. Le fave Tonka vengono usate anche come adulterante della vaniglia, per aromatizzare alcune varietà di tabacco da pipa e dolci, gelati o biscotti.

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Cedrus atlantica, Juniperus virginiana e Juniperus mexicana

LEGNO DI CEDRO

“L’eterno profumo di un legno millenario”

Il legno di cedro, fortemente aromatico, legnoso, secco e balsamico, è un elemento importantissimo nella paleिe dei nasi e richiama all’olfaिo la cosiddeिa nota “mina di matita”. Il profumo che ha quest’olio essenziale riporta subito alla memoria il lontano gesto di temperare le matite, il legno che diviene polvere quando ancora bambini ripetevamo quel nuovo gesto all’inਭ nito per la voglia di scrivere e per la voglia di sentire ancora quel secco profumo legnoso. Le varietà botaniche più importanti a livello olfaि ivo sono la varietà Juniperus virginiana o mexicana, originaria degli Stati Uniti (famiglia Cupressaceae) e la varietà Cedrus atlantica originaria del Nord Africa (famiglia Pinaceae). ोeste specie botaniche non vanno confuse con l’agrume del cedro, di cui parleremo in una scheda separata, anche se l’etimologia stessa del nome cedro potrebbe confondere derivando infaि i dal latino Citrus. Citrus originariamente designava un albero resinoso, chiamato thuia, dal legno di un profumo fragrante e dalla cui corteccia, dalle foglie e dai ਭori si oि iene un olio essenziale che per il buon profumo è simile a quello della resina delle conifere. Il cedro è un albero sempreverde, caraिerizzato da foglie verdi e bluastre e da un aspeिo maestoso e imponente, che può raggiungere ਭ no a 40 m di altezza. Originario delle zone montuose dell’Atlante, catena montuosa che separa la costa atlantica e mediterranea dal deserto del Sahara nell’Africa nord-occidentale, cresce a un’altitudine che va dai 1.300 ਭ no ai 3.000 metri. La qualità più rinomata, famosa e antica è quella libanese. I millenari Cedrus libani crescevano spontaneamente sulle montagne del Libano e nella vicina isola di Cipro. Oggi nella zona di origine sopravvivono solo poche centinaia di esemplari, proteिi, dai quali non si può più estrarre l’olio essenziale, per questo sostituto con la variante Atlas. L’essenza di cedro del Libano veniva estraि a e usata nell’Antico Egiिo per cosmetici e profumi, così come per l’imbalsamazione. Il legno di cedro simboleggia eternità e immortalità. È noto per la sua durevolezza e longevità: può vivere ਭ no a 5.000 anni. Per questo motivo il re d’Assiria l’aveva utilizzato per costruire il suo palazzo a Ninive e Salomone per il Tempio di Gerusalemme. Anche il Vecchio Testamento era stato inciso sul legno di cedro per il suo soave profumo e per i simboli di forza e grandezza che lo caraिerizzano. Gli Indiani d’America lo veneravano e lo bruciavano come simbolo di puriਭcazione e di protezione da incubi e spiriti malvagi.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA BALSAMICA AROMATICA Il suo profumo è pulito, dolce-legnoso, secco, balsamico, dalla caratteristica nota “mina di matita”.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTISETTICO BALSAMICO RILASSANTE TONIFICANTE

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Il legno di cedro fu introdoिo in Europa nel 1839. Sopraि uिo negli esemplari più vecchi, è molto duro e fortemente aromatico, a causa dell’elevato tasso di olio essenziale che contiene. Dalla varietà Juniperus virginiana e dalla varietà Juniperus mexicana, si oिengono rispeि ivamente l’olio di cedro di Virginia e l’olio di cedro del Texas, anche deि i “cedri bianchi”, botanicamente correlati alla pianta di cipresso, che hanno un profumo pulito, dolce-legnoso, secco, con il tipico eਬeिo “mina di matita” e la cui produzione varia da 100 a 300 tonnellate all’anno ciascuno. Dalla varietà Cedrus atlantica si oि iene l’olio di cedro atlas… un profumo indimenticabile per chi ha avuto la fortuna di annusarne l’odore nei boschi o degli oggeि i d’arte intagliati a mano nel suo legno. ोesto olio essenziale è completamente diverso da un punto di vista olfattivo dagli oli di legno di cedro americano della Virginia o del Texas. L’albero, Cedrus atlantica, è infaिi correlato alla pianta del pino, non al cipresso. La produzione annuale di questo olio oscilla tra le 15 e le 35 tonnellate. Ampiamente usato in profumeria per il suo eਬeिo ਭssativo e per il suo odore molto particolare, leggermente canforaceo-crespo, con un soिotono legnoso, dolce e tenace. La produzione annuale di olio di legno di cedro dell’Africa orientale, meno balsamico dell’olio di cedro della Virginia, più reminiscente dell’odore dell’olio di cedro del Texas, è piuिosto impressionante, in genere tra le 55 e le 100 tonnellate.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale viene estratto mediante distillazione in corrente di vapore a partire dal legno, dalle radici e dei residui di falegnameria. In quantità modeste vengono prodotti anche un resinoide e un’essenza assoluta. Il suo profumo è legnoso, balsamico e tenace, boisé secco, dalla caratteristica nota “mina di matita”.

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CURIOSITÀ Il legno di cedro viene tradizionalmente usato per la costruzione delle frecce. È l’albero rappresentato nella bandiera del Libano. In Tibet, l’olio veniva usato nei templi per celebrare rituali religiosi e nella medicina tradizionale. SIGNIFICATO Grandezza e potenza, immortalità e spiritualità.

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Bulnesia sarmienti e Guaiacum officinalis

LEGNO DI GUAIACO

“Legno della vita”

Il guaiaco è un piccolo albero selvatico tropicale, originario della giungla sudamericana.

Arriva a raggiungere i 10 m d’altezza, le sue foglie sono piccole, verdi e allungate e nella stagione calda si ricopre di bellissimi ਭori blu che divengono poi bianchi e danno fruि i gialli. Il Bulnesia sarmienti è originario di Paraguay e Argentina, mentre il Guaiacum oਯcinalis cresce spontaneamente in Giamaica, sulle Antille, in Colombia e in Venezuela. Il suo legno è molto duro ed è considerato uno dei più pesanti e resistenti al mondo. Il suo colore varia dal castano al nero con sfumature verdastre; ha delle bellissime venature che sembrano intrecci e al taिo è morbido e oleoso. Per queste sue caraिeristiche estetiche viene usato per lavori ornamentali e per fare gioielli. Ha un profumo legnoso caldo inebriante, vibrante e molto elegante, a traि i aਬ umicato e dona alle composizioni olfaि ive un caraिere particolare, profondo, intenso ed esotico. Il legno di guaiaco, viene anche chiamato “gelsomino d’America”. È conosciuto anche come Lignum Vitae, «legno della vita», ਭ n dal XV secolo, in quanto era ritenuto essere panacea per molti mali: la sua resina veniva usata per traि are varie malaि ie. Deिo anche Palo Santo per lo stesso motivo (è infaि i la traduzione spagnola di «legno sacro»), era considerato divino dagli sciamani Inca e per questo utilizzato nei rituali religiosi come strumento per portare buona fortuna e scongiurare la “mala energia”.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA BALSAMICA CUOIO Il suo profumo è legnoso caldo inebriante, vibrante e molto elegante, a tratti affumicato e dona alle composizioni olfattive un carattere particolare, profondo, intenso ed esotico.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTISETTICO ENERGIZZANTE STIMOLANTE

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ME TODO DI ESTR A ZIONE Dal legno si ottiene per essudazione spontanea o per incisione la gomma o resina di guaiaco, che si presenta in lacrime di odore balsamico, colore rossobruno o bruno-verdastro, solubili in alcol. Dalla distillazione a vapore dei suoi rami e del suo tronco, dopo averlo sminuzzato e ridotto in polvere, si estrae l’olio essenziale di guaiaco, che è una massa morbida o semisolida, di un colore che va dal giallognolo al giallo verdastro fino all’ambra pallida.

L’olio di guaiaco è prodotto in grandi quantità ed è facilmente disponibile, la produzione annuale si avvicina alle 100 tonnellate. Il principale costituente dell’olio di legno di guaiaco è chiamato “guaiol” e dona carattere e persistenza alle composizioni olfattive legnose-floreali. L’età del legno prima della distillazione ha una certa influenza sull’odore finale dell’olio, che può essere più balsamico o terroso.

CURIOSITÀ La tintura di guaiaco veniva usata da Sherlock Holmes per identificare le macchie di sangue nelle scene degli omicidi. Nella Repubblica Dominicana, il legno di guaiaco è componente di un “elisir di giovinezza”, una miscela composta da frammenti di varie specie arboree locali, macerati nel rum. SIGNIFICATO Eleganza.

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Quercus robur ed Evernia prunasti

LEGNO DI QUERCIA

“L’Albero Sacro dimora prediletta del Grande Muschio” Forza, longevità e bellezza per l’albero storicamente più venerato dall’uomo: la quercia. Maestosa e imponente, può raggiungere i 45 m d’altezza e vivere ਭno a 2.000 anni. Drappeggiato da una chioma folta verde intenso, in primavera si tinge di giallo e verde, con i suoi ਭori maschili e femminili, e in autunno fruि iਭca con ghiande verdi, che a maturazione assumono un colorito brunastro. Tantissime sono le specie arboree che crescono spontaneamente sul territorio italiano. Tra queste vi sono: il rovere (ोercus petraea), la quercia da sughero (ोercus suber), il leccio o elce (ोercus ilex) e la farnia (ोercus robur). ोest’ultima possente pianta ribadisce nel doppio nome la propria ਭerezza: quercus leिeralmente «albero bello» (dall’unione dei due termini celtici quer «bello» e cuez «albero») e robur a indicarne la sua robustezza. La quercia, albero sacro di lunga vita per gli antichi Celti, Ebrei, Greci e Romani, è da sempre sinonimo di forza per la sua particolare solidità e per il suo stagliarsi verso il cielo, ed è fonte di ispirazione di opere poetiche e artistiche antiche e contemporanee. Celebre è la quercia soिo cui Torquato Tasso si riposava e leggeva durante il suo soggiorno a Roma. Nella mitologia di molti popoli era mitizzata come l’albero da cui ebbe genesi l’uomo, e per questo era dedicata alle supreme divinità Zeus (o Giove), i cui fulmini ne illuminavano la maestosità. Luogo sacro di unione tra Zeus ed Era, era locus predileिo dalle ninfe per le loro profezie. In analogo modo, la quercia è dimora predileि a del prezioso muschio quercino, l’Evernia prunasti, amato ingrediente olfaि ivo anche nominato “muschio di quercia” perché cresce all’ombra della ोercus robur o farnia e da questa gigantesca guardiana “assorbe” tuिe le sue caraिeristiche maestose, trasformandole in un profumo il cui olio essenziale dona unicità e caraिere, corpo e naturalezza alle composizioni olfaि ive. Dal sentore muschiato, terroso e legnoso, ricco di note di soिobosco, è parte integrante degli accordi fougère e chypre. Il muschio quercino è un lichene verde chiaro che cresce sul tronco e sui rami della ोercus robur in masse compaिe come fosse un morbido tappeto. È nativo di Europa e Nord America e viene raccolto in Europa, Macedonia, Bulgaria, Marocco e Algeria.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA MUSCHIATA Il profumo del muschio di quercia è unico, dal sentore muschiato, terroso e legnoso, ricco di note di sottobosco.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTISETTICO EMOLLIENTE FISSATIVO Era ritenuto il “polmone” della quercia dagli Indiani d’America, che lo usavano per problemi respiratori e per curare le ferite.

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ME TODO DI ESTR A ZIONE Gli estratti di muschio di quercia sono ritenuti molto preziosi, perché anche solo una piccola frazione dona alle composizioni olfattive un effetto unico e inimitabile. Dal muschio di quercia si ottiene la concreta (attraverso estrazione con solventi volatili), l’assoluta (con lavaggio in alcol della concreta), l’assoluta co-distillata (tramite co-distillazione molecolare dell’assoluta con un alto punto di ebollizione), la resina prodotta dai residui insolubili in alcol durante la fabbricazione dell’assoluta e il resinoide ottenuto dall’estrazione alcolica calda del materiale botanico. Anche dalla corteccia frantumata di legno di quercia si ottiene un olio essenziale dal profumo secco e legnoso che ha però un valore olfattivo diverso da quello del lichene.

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CURIOSITÀ L’Evernia furfuracea e l’Usnea barbata sono due licheni che crescono su abeti e pini nelle foreste umide dell’Europa centrale e meridionale e producono il cosiddetto “muschio degli alberi” o “muschio di abete”. Ne deriva un estratto molto scuro, il cui odore è molto meno raffinato rispetto a quello estratto dal vero muschio di quercia. Esistono anche vari altri licheni, di pesca, mela, mandorla, mimosa e di molti alberi di acacia che sono raccolti in Francia, Spagna, Italia, Corsica e dai quali si ottengono estratti di varie qualità. Un buon muschio di colore chiaro e aromatico proviene solitamente da mimose e acacie. SIGNIFICATO Forza, coraggio, ospitalità.

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Aniba rosaedora

LEGNO DI ROSA

“Legno nelle cui venature scorre il profumo di rosa”

La magia olfaिiva del legno di rosa ha origini nella poesia del suo nome. Sinonimo di raਯnatezza e di lusso, da sempre ispira i profumieri nelle loro composizioni per il caraिeristico profumo legnoso e insieme ਭorito, rosato e agrumato. Accompagna creazioni particolari, donando un tocco di eleganza e divina raਯ natezza. La specie di cui andremo a parlare, amata dai nasi per il suo soਭsticato sentore ਭorito e legnoso all’unisono, è l’Aniba rosaedora, che non deve essere confusa con la tradizionale pianta di rosa, “Regina dei Fiori”, di cui traिeremo più avanti in una scheda dedicata. Il legno di rosa o Aniba rosaedora, è un albero tropicale sempreverde di media grandezza, con corteccia rossiccia e piccoli ਭori gialli che ਭoriscono in primavera. È intensamente profumato e cresce allo stato selvatico in Amazzonia, Brasile, Perù e Guyana Francese. Impiegato da sempre nella farmacopea tradizionale amazzonica, è un albero che predilige l’ombra e la foresta umida; può arrivare ਭ no ai 30 m d’altezza e a misurare ਭ no 2 m di diametro. Il suo legno fragrante è duro, compaिo, massiccio e di colore rosato. Viene anche chiamato bois de citron per l’alto contenuto di oleoresina intensamente profumata e dalle numerose virtù che scorre in tuिe le venature della pianta e per la quale purtroppo è stato fortemente sfruि ato. Si traि a, infaि i, di una delle piante maggiormente soggeिe ad abbaि imento nel disboscamento delle foreste tropicali. All’inizio del secolo, in Messico, nella Guyana e in Brasile venivano prodoिe parecchie centinaia di tonnellate di essenza, ma quest’aि ività è stata fortemente limitata negli ultimi anni, dato il pericolo d’estinzione della specie. Aि ualmente il Brasile è l’unico produिore e ne fornisce solo una piccola quantità.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale si ottiene per distillazione al vapore acqueo di legno di rosa ridotto in pezzi macerati nell’acqua calda. L’essenza di legno di rosa ha un altissimo contenuto di linalolo: molecola dal caratteristico odore floreale, agrumato e leggermente speziato. Per questo motivo il nome “legno di rosa” è spesso usato in profumeria per indicare legni che hanno l’odore di questa molecola.

Per ragioni ecologiche oggi si utilizzano quasi esclusivamente composizioni che ne riproducono il profumo, che è agrumato, fiorito rosato, legnoso.

CURIOSITÀ Il legno di Rosa è usato per la costruzione di alcuni strumenti musicali come il fagotto, lo xilofono, le chitarre e i bassi. SIGNIFICATO Saggezza.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA SPEZIATA MUSCHIATA Il suo profumo è agrumato, fiorito rosato, legnoso.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIBATTERICO CALMANTE Influenza positivamente il sistema nervoso.

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Liquidambar orientalis, Liquidambar styraciflua o Liquidambar formosana

LIQUIDAMBAR

“Il profumo dell’ambra liquida”

L’intrigante profumo di quest’albero si intuisce nel suo nome poetico: ambra liquida. All’interno di questa pianta meravigliosa scorre una preziosa linfa, dal profumo balsamico, caldo e orientale. Il nome liquidambar dall’arabo anbar (ambra) e dal latino liquidus (liquido) si riferisce dunque alla caraिeristica comune di questa specie di piante che secernono una sopraਯ na gomma dalla loro corteccia. Il liquidambar è un albero selvatico elegante e slanciato, famoso per la bellezza delle sue foglie camaleontiche che mutano di colore: brillano in primavera e si scaldano in autunno creando un’intera paleिe di sfumature dal verde intenso al giallo, con riਮessi oro e bronzo, arancione, ਭ no a un rosso intenso. Arriva con la sua magniਭca chioma ai 30 m di altezza, il tronco è bruno e ਭssurato, e diviene simile al sughero con la maturità; le sue scroscianti foglie dentellate ricordano quelle del platano. È molto decorativo e il balsamo profumato che scorre nelle sue vene è conosciuto con il nome “styrax”, pur non avendo nulla a che fare con il genere Styrax, per via della somiglianza dei loro profumi. Lo styrax, occasionalmente chiamato storace o storax, è una resina naturale, un’essudazione patologica che si forma nei tessuti e nella corteccia dei liquidambar maturi, e che viene raccolta sfruि ando l’accumulazione della stessa in “tasche” create sugli alberi viventi. Due sono le varietà più importanti nella paleिe dei profumieri: il Liquidambar orientalis originario dell’Asia Minore e il Liquidambar styraciਮua, di dimensioni più grandi rispeिo al precedente, anche chiamato alligator tree, che cresce spontaneamente nell’Est e nel Sud degli Stati Uniti d’America, in Messico, Honduras e Guatemala.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Strisce di corteccia vengono sollevate da una parte del tronco, e dopo qualche giorno le superfici esposte vengono rimosse. I trucioli così raccolti vengono distillati in corrente d’acqua a vapore e liberano la resina profumata. Lo styrax asiatico e americano sono resine vegetali dalla massa molto viscosa o semiliquida, morbide al tatto, di un colore che va dal grigio verdastro al grigio brunastro fino al nero, caratterizzate da una dolcezza balsamica. Hanno un profumo complesso che varia

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da balsamico a resinoso, floreale, erbaceo. Vengono usate anche come fissatori.

CURIOSITÀ Noto fin dall’antichità, lo styrax veniva usato dagli Indiani d’America e dai Fenici in Mesopotamia come profumo per feste e celebrazioni e come rimedio medicinale. Venne esportato in Europa da Cortés nel 1500. In Turchia la tribù Yarak si è specializzata nella raccolta della sua gomma.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AMBRATA ORIENTALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA BALSAMICA ERBACEA FIORITA LEGNOSA Il suo profumo è complesso: varia da balsamico a resinoso, floreale, erbaceo.

PROPRIE TÀ OFFICINALI CALMANTE LENITIVO RILASSANTE

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Boswellia sp

OLIBANUM

“Il re delle resine”

È un piccolo arbusto selvatico a donare una delle più grandi e intramontabili materie prime della profumeria di tuिi i tempi: l’incenso. Incenso, olibanum o olibano è il nome genericamente aि ribuito alla oleoresina aromatica naturale secreta come liquido ਭsiologico nella corteccia di varie specie di piante arbustive del genere Boswellia. Gli “alberi d’incenso” sono originari delle aree montuose dell’India occidentale, dell’Arabia meridionale e dell’Africa nordorientale. Non vengono coltivati, e molto spesso si traि a di cespugli che crescono su suoli secchi, aridi e caldi. Diverse sono le specie di Boswellia riconosciute come piante progenitrici dell’olibanum commerciale. Sul terreno del Sudan e dell’Etiopia cresce la Boswellia papyrifera, sulla terra della Somalia prosperano le specie Freerana e Boswellia carterii, mentre lo Yemen del Sud e l’Oman sono patria del famoso Boswellia sacra, inਭ ne sul terreno del Nord Est dell’India nasce il Boswellia serrata. Fin dall’antichità l’incenso, nelle numerose varianti, è stato impiegato per le sue innumerevoli virtù: dalla capacità di donare sensazioni di benessere e calma ਭ no a quella di elevare gli animi a una spiritualità alta e pura. Adoperato per plurimi scopi sia medicinali che devozionali, puriਭcatore di luoghi e persone, il vapore del legno veniva inalato per propiziare la meditazione e usato per tracciare “spazi sacri”. L’olibano, o olibanum, il cui nome deriva dall’arabo al-lubán (laिe) in riferimento alla sostanza laि iginosa estraि a dall’albero, è un’importantissima materia prima nella paleिe dei profumieri: dona caraिere, sensualità, calore e persistenza alle composizioni olfaि ive. L’olibanum può contenere circa il 65% di resina, il 30% di gomma e il 4% di olio essenziale. ोesta miscela dissolta nell’albero trasuderà dalle sue fessure. Per aumentare la produzione naturale di olibano vengono faिe nella corteccia numerose incisioni a intervalli regolari. La resina laि iginosa viscosa trasuderà dalle incisioni formando delle goccioline bianche che, seccandosi, da opache diventeranno traslucide e ambrate e verrà così raccolta soिo forma di cristalli.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA BALSAMICA ORIENTALE ANIMALICA CUOIO SPEZIATA AGRUMATA Varia da affumicata, citrus a balsamica dolce, con un tocco di vaniglia resinosa, animalica e speziata cuoio.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ENERGETICO PURIFICANTE Dona benessere e apporta spiritualità. È rilassante per la mente e per il corpo.

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Numerose sono le “vie dell’incenso” che vedono alberi disseminati di lacrime laि iginose, ora divenute cristalli. Una volta raccolte e cristallizzate, sono in grado di liberare nell’aria un forte e penetrante profumo al momento della loro combustione. Gli oli essenziali che si ricavano dal materiale botanico grezzo possiedono note olfaि ive complesse di grande tenacia.

ME TODO DI ESTR A ZIONE

CURIOSITÀ

La resina aromatica lattiginosa fluisce dal taglio del tronco. Mentre si asciuga assume una consistenza simile alla gomma, poi si secca in frammenti dall’aspetto cristallino. L’olibano appare di colore giallo pallido o ambra pallido, arancio-giallo, arancio-rosso o brunastro, a forma di lacrima o di goccia o di grumo rotondo, dalle dimensioni variabili. L’olio di olibano, noto anche con il nome di olio di franchincenso, si ottiene per distillazione a vapore del materiale botanico grezzo. Di solito nessun olio viene distillato nei Paesi di origine (tranne occasionalmente in India per uso locale): il processo viene infatti realizzato in fabbriche europee e americane. L’olio di olibano è un liquido di colore giallo paglierino o ambra pallidoverdastro. Il suo odore è forte e diffusivo, fresco-canforato, quasi verde-limone e ricorda la buccia delle mele verdi ancora acerbe, ha inoltre sfumature di note pepate e una ricca nota dolcelegnosa e balsamica di fondo. L’assoluta di olibanum si ottiene con l’estrazione alcolica della resina ed è una massa solida, gommosa, di colore ambrato chiaro che ha un caratteristico profumo balsamico fresco, ma asciutto e resinoso, leggermente verde, con una nota di testa fruttata-verde.

Gli Egizi ne bruciavano il legno per produrre il khol che sottolineava di nero il loro sguardo. La gomma di Boswellia freerana è usata come gomma da masticare nel Golfo Persico.

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SIGNIFICATO Sacralità.

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Commiphora erythracea var. glabrescens

OPOPONAX

“Panacea profumata”

Profumata, panacea di mali terreni e spirituali, l’opoponax, dal greco opos (linfa), pan (tuिo) e akemai (guarisco), è un’oleoresina gommosa rosso scuro, dalle qualità olfaिive dolci, ambrate, aromatiche, vegetali e animaliche al tempo stesso. Nell’antichità la vera resina di opoponax veniva ricavata dall’Opoponax chironium, una pianta ombrellifera, oggi molto rara, che cresceva selvaggia ਭ no ai 3 m d’altezza, con le sue radici carnose, nelle regioni meridionali del Medio Oriente, in Sudan e in Arabia. Data la sua scarsità nel tempo è stata sostituita dalla resina di Commiphora erythracea, una pianta piccolina che cresce nella parte orientale dell’Africa, tipicamente in Somalia, e ha foglie e caraिeristiche molto vicine agli alberi da mirra ma, contrariamente a questi, non ha spine. L’opoponax si distingue per il profumo dolciastro e balsamico della sua resina (chiamata appunto opoponax, mirra dolce o mirra bisabol) che si forma come prodoिo ਭsiologico nelle cavità naturali del tessuto tra corteccia e legno e fuoriesce naturalmente soिo forma di grumi o lacrime di dimensioni variabili. Raccolta direिamente dagli arbusti dalle popolazioni indigene locali (che ne incidono anche i tronchi per ricavarne quantità maggiori) viene poi venduta ai bordi della strada o nei mercati berberi.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Per preparare il resinoide di opoponax, è necessario rimuovere le impurità (schegge di legno, sabbia, polvere, insetti, detriti…) e anche la parte gommosa. L’opoponax è infatti costituito dal 5 fino al 9% di olio essenziale, dal 15 al 40% di resine solubili in alcol e dal 50 all’80% di gomma solubile in acqua e impurità insolubili. Vi è una differenza molto significativa nella resa del resinoide (che può variare dal 20 al 50%) a seconda della composizione del materiale botanico grezzo. L’oleoresina gommosa dell’opoponax, dopo essere stata filtrata, è solubile in alcol e viene quindi trasformata in resinoide e in assoluta mediante estrazione con solventi del materiale botanico grezzo. L’olio essenziale di opoponax, di colore arancio-verdastro,

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giallo pallido o oliva-giallastro-scuro e dall’intenso profumo balsamico, dolce, caldo ed esotico, ambrato, è distillato in corrente di vapore acqueo utilizzando la gommo-resina oleosa grezza. Viene spesso usato nei profumi orientali.

CURIOSITÀ Le fumigazioni con opoponax purificavano gli ambienti, proteggevano da influssi negativi, da spiriti maligni, riequilibravano e rilassavano la mente; erano usate anche negli esorcismi. L’olio di opoponax viene occasionalmente utilizzato negli aromi dei liquori per il suo corpo dolcissimo e le sue note vinose, speziate e naturali. SIGNIFICATO Panacea per tutti i mali.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AMBRATA ORIENTALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA LEGNOSA CIPRIATA AROMATICA ERBACEA ANIMALICA Il suo profumo è intenso, dolce, ambrato, balsamico, aromatico, vegetale, caldo, esotico e animalico al tempo stesso.

PROPRIE TÀ OFFICINALI PURIFICANTE RILASSANTE

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Commiphora myrrha

MIRRA

“Le lacrime blu della profumeria” La preziosa mirra, intermediaria tra cielo e terra, l’oro blu delle resine naturali, la cui contemplazione olfaिiva, regale e divina, avveniva già 3.700 anni fa, porta nel suo nome il profumo. Dal latino myrra, che a sua volta deriva da smyrna, composto da smyro «scorro, stillo, lacrimo» e myron «unguento, profumo», oppure da mar «goccia», o mur «amaro»: tuि i signiਭcati volti a descrivere la gomma-resina che stilla a forma di lacrima o goccia dalla corteccia di un arbusto spinoso, il Commiphora myrrha. La leggenda vuole che Myrrha si sia innamorata di suo padre Cinyras, re di Cipro. ोando lui se ne accorse, decise di sacriਭcarla agli dei, che invece ne ebbero pietà e la trasformarono nell’“albero della mirra”, da cui poi nacque Adonis. Da qui la sacralità della mirra, pregiata oਬerta religiosa bruciata per onorare le divinità. Il Commiphora myrrha, nativo della Somalia, dell’Eritrea, dell’Abissinia e dello Yemen, può crescere ਭno a 10 m d’altezza, ha ਭori verdastri, foglie piccole e arrotondate. La sua corteccia blu secerne ed essuda naturalmente in forma di lacrime arrotondate o irregolari un’oleoresina gommosa ਭsiologica e viscosa: la mirra. Cresce in Africa orientale, a nord dell’Equatore, e nell’Arabia meridionale. Per aumentarne la resa, i contadini locali incidono la corteccia. Alcuni grumi di oleoresina vengono raccolti quando cadono a terra, mentre altre lacrime vengono sfogliate direिamente dal tronco. La mirra ha un colore che va dal giallo-scuro al bruno-rossastro e le gocce sono solitamente coperte da una polvere più chiara o giallastra. Il suo profumo è caldo-balsamico, dolce, leggermente speziato aromatico; acuto e pungente quando fresco. Il resinoide di mirra si distingue dall’opoponax per il suo tipico gusto amaro. ME TODO DI ESTR A ZIONE Dalla mirra grezza si ottengono: il resinoide, l’assoluta, la tintura e l’olio essenziale, per la cui preparazione è essenziale il valore olfattivo del materiale grezzo (la resina botanica naturale) e un accurato know-how della tecnica di distillazione. La mirra resinoide è una massa viscosa molto scura, rosso-arancio-marrone. L’odore molto ricco è intensamente caldo, profondo-speziato, balsamico-aromatico. L’assoluta di mirra ottenuta dall’estrazione del resinoide e dalla successiva evaporazione dell’estratto refrigerato e filtrato, può contenere dal 18 al 20% di olio essenziale.

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L’olio essenziale, un liquido di colore giallo ambrato, oleoso, ma non molto viscoso, si ottiene per distillazione a vapore della mirra grezza, la sua nota è calda-speziata, balsamica, leggermente medicinale e aromatica.

CURIOSITÀ Il profumo della mirra richiama l’influenza di un potere superiore spirituale che ha la capacità di riunificare la nostra essenza con la corporeità, il cosiddetto il potere pontificale. SIGNIFICATO Simbolo di sacrificio e di passione.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AMBRATA ORIENTALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA LEGNOSA BALSAMICA SPEZIATA Il suo profumo è caldo-speziato, balsamico, amaro, leggermente medicinale e aromatico.

PROPRIE TÀ OFFICINALI STIMOLANTE

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Aquilaria

OUD

“L’oro nero della profumeria” Albero originario dell’India nordorientale, del Buthan e del Sudest asiatico, in particolare di Laos, Vietnam e Cambogia, l’oud cresce ਭno a 40 m di altezza e arriva ad avere un diametro di 60 centimetri. I suoi ਭori sono bianchi e delicatamente profumati, ma non sono loro a rappresentarne la fama perché quello che rende davvero prezioso questo albero è una resina che produce come difesa immunitaria. L’Aquilaria, se contaminato da un parassita, il Phaeoacremonium parasitica, produce nel suo cuore una resina scura, intensa e aromatica, chiamata comunemente oud o agarwood, apprezzata in molte culture per la sua caraिeristica essenza e utilizzata ਭ n dall’antichità per creare incensi e profumi. ोesta resina è conosciuta anche come legno di agar, legno degli dei, gaharu, calambac, jinko o legno dell’aquila, oppure secondo la parola generica che indica proprio il termine “legno” in arabo: al-oud. Dalla distillazione a vapore della resina si estrae l’olio essenziale di oud, estremamente raro e prezioso. È quindi la loि a dell’albero contro l’invasore e per la sopravvivenza a produrre questa meravigliosa resina. Misterioso e sensuale, con i suoi millenni di storia e di tradizioni mediorientali è considerato l’oro nero della profumeria. Ed è una delle essenze fragranti più antiche e più care al mondo. Il legno di oud è raro e particolarmente riconoscibile per l’odore animalico e cuoio che emana quando viene bruciato. È un odore potente, vibrante, profondo, davvero vasto e complesso, con pochi analoghi in natura. L’oud e il suo olio essenziale hanno acquistato grande importanza culturale e religiosa nelle civiltà antiche di tuिo il mondo, essendo citato nella Bibbia, nel Cantico dei Cantici, e anche in uno dei più antichi testi scriि i del mondo: i Veda indiani, scriि i in sanscrito. L’Harshacharita, composto nel VII secolo d.C. nell’India del Nord parla dell’uso dell’olio di oud nei profumi indiani. Il suo profumo è legnoso, intenso, resinoso, caldo, leggermente aਬ umicato e a traि i animalico, ipnotico.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA BALSAMICA ANIMALICA CUOIO Intensa, ipnotica e complessa, legnosa, resinosa, calda, leggermente affumicata, a tratti animalica con accenti cuoio.

PROPRIE TÀ OFFICINALI AFRODISIACO IPNOTICO RASSODANTE

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L’India resta il primo produिore di oud al mondo. Tra i motivi che fanno dell’oud uno degli ingredienti più rari e costosi della profumeria vi è il faिo che la maggior parte dei generi di Aquilaria è purtroppo in via d’estinzione. L’uomo ha sfruि ato questo elemento naturale in modo intensivo per poi abbaिerlo per ricavarne la resina. Nelle foreste naturali invece solo il 7% degli alberi è infeि ato dal “prezioso” parassita. L’oud è sempre stato molto raro e costoso per via del suo lento processo di estrazione e poi di distillazione, e anche per il faिo che la qualità più alta di “oro nero” la si ha solo con resine estraिe da alberi secolari. Le piantagioni di Aquilaria si estendono, oltre all’India, in molti altri Paesi asiatici. Il Laos è oggi un grande produिore e con un sistema di inoculazione di baिeri soिo la corteccia riesce a produrre circa una tonnellata all’anno della preziosa resina. Un deि aglio importante: l’oud può essere estraिo solo dagli alberi che hanno più di 8 anni. Inoltre l’essenza ricavata dalle piante giovani ha meno intensità di quella proveniente da esemplari secolari. Le qualità olfaि ive dell’oud variano a seconda degli alberi da cui la stessa resina viene estraि a. Di conseguenza il valore dell’olio essenziale può variare da 8 mila ਭ no a 60 mila dollari al chilo. L’oud viene poi identiਭcato a seconda della qualità e provenienza come brown oud, blond oud ecc., nomi che riਮeिono diverse sfumature olfaिive.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Dalla distillazione a vapore della resina si estrae l’olio essenziale di oud, estremamente raro e prezioso. Mediamente un produttore riesce a ricavare solo 25 chili di essenza all’anno. Servono poi 7 giorni di macerazione prima di passare alla distillazione, che può durare anche fino a 48 ore e a volte deve anche essere ripetuta.

CURIOSITÀ È tra i legni più pregiati al mondo ed è sempre stato usato dalle popolazioni arabe, indiane e giapponesi nei riti religiosi. Inoltre se ne è da sempre fatto uso anche nella tradizione ayurvedica per curare le infermità mentali e scacciare i demoni. SIGNIFICATO Virilità.

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Pagostemon cablin

PATCHOULI

“Le sue foglie dark e bohémienne”

Il patchouli è una delle essenze più sensuali e rivoluzionarie. Nelle sue foglie scorrono libertà, seduzione e suggestione.

ोando sentiamo per la prima volta il suo profumo potrebbe risultare bizzarro, quasi sgradevole: il suo lato canforato potrebbe prevalere e non farci comprendere il ruolo chiave che questo ingrediente ha nelle creazioni olfattive. Rinomato per le qualità afrodisiache, una piccola percentuale di olio essenziale naturale può imprimere alle creazioni olfaिive un sigillo di profonda sensualità, avvolgere le essenze di mistero, donare brillantezza alle note speziate, profondità alle note agresti e ricchezza ai bouquet ਮoreali. Il patchouli è un piccolo arbusto esotico originario dell’Indonesia (Sumatra, Java), della Cina, dell’India e della Malesia, con un fusto largo e robusto, grosse foglie ondulate profumate e ਭori bianchi screziati di viola. Predilige climi caldi e terreni ricchi d’acqua. Il nome deriva dalla lingua delle popolazioni indiane, dalle parole patch (verde) e ilai (foglia), trasformate nella parola inglese patchleaf, divenuta inਭne patchouli. In India e in Medio Oriente, i commercianti di seta e lana avvolgevano i tessuti in pacchi contenenti foglie di patchouli per profumarli e proteggerli dalle tarme. Importato in Inghilterra in epoca viिoriana, divenne componente base di saccheिi profumati, pot-pourri e profumi in voga. Alla ਭ ne degli anni Sessanta la sua popolarità esplose. La sua scia narcotica soिomise un’intera generazione che credeva nell’amore libero e vedeva nell’Oriente e nei suoi profumi la terra promessa. Manifesto della rivoluzione sessuale, sentore hippie per eccellenza, i ਭgli dei ਭori lo indossavano ritenendolo afrodisiaco, eccitante, capace di risvegliare la loro sensualità e di indurre alla più profonda meditazione… Dark e bohémienne, divenne l’amata e odiata essenza “simbolo” di questa generazione. Rientra nella famiglia dei legni ed è uno degli ingredienti chiave dell’accordo chypre. Il suo profumo è legnoso, fresco, profondo, con un risvolto terroso, canforato, verde, muschiato.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale, ottenuto dalla distillazione in corrente di vapore delle foglie essiccate all’aria, è di colore bruno, dall’odore penetrante e persistente. Il profilo olfattivo dipende dalle tecniche di coltivazione, dal luogo e dalla durata del raccolto.

CURIOSITÀ Poppea, celebre moglie di Nerone, amava il patchouli per le sue proprietà afrodisiache (ne furono ritrovati residui in alcune boccette rinvenute nella famosa Villa di Oplontis). SIGNIFICATO Ribellione.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA VERDE MUSCHIATA Complessa e varia, da legno umido, fresca, profonda con risvolti terrosi, canforati, verdi, muschiati.

PROPRIE TÀ OFFICINALI AFRODISIACO ARMONIZZANTE CICATRIZZANTE

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Santalum album e Santalum spicatum

SANDALO

“L’albero mitico dal cuore profumato e prezioso” La sua poesia olfaिiva nasce più di 4.000 anni fa. Sempreverde dal tronco grigio-marrone con rami lisci e soिili, si dice sia testimone della storia perduta, sopravvissuto all’era Gondwana, il supercontinente esistito tra i 600 e i 290 milioni di anni fa. Cresce nelle regioni dell’Asia Tropicale, in India, Bangladesh, Sri Lanka, Indonesia e Australia. Fu la deriva dei continenti a separare le due specie più importanti usate in profumeria: il sandalo indiano Santalum album e quello australiano Santalum spicatum, che un tempo crescevano nello stesso territorio. Materia prima naturale antica, viene usata da millenni in numerose tradizioni e culture locali, in forma di olio o incenso, nei templi, durante i riti spirituali per la sua facoltà di indurre in uno stato di meditazione profonda, che però mantiene la mente vigile. Si crede che il suo fumo possa placare la parte razionale della mente, consentendo di entrare in rapporto con gli stadi più profondi del proprio essere. La sua essenza compare nel mondo della “grande profumeria” solo nel secolo scorso e da subito viene amata dai nasi per le sue originali, ricche, intriganti e duि ili sfacceि ature olfaि ive legnose, calde, laिoniche e sensuali. L’albero del sandalo, alto una decina di metri, capace di parassitare con le sue radici quelle di altri alberi, raggiunge la sua maturazione dopo i 60 anni e solo all’età di 30 anni è pronto per essere abbaि uto e utilizzato per la produzione dell’olio essenziale. Il sandalo è una delle tre piante del paradiso buddista. Una leggenda narra che Buddha, in una delle sue reincarnazioni, si trasformò in un albero di sandalo, talmente profumato da emanare il suo aroma molto lontano. Nella mitologia il Carro del Sole è faिo di oro e legno di sandalo. Al sandalo viene aि ribuita la capacità di esaltare sia il fascino maschile sia la bellezza femminile. Cleopatra si serviva del fumo del legno di sandalo come afrodisiaco e saturava con questo profumo i suoi abiti e il suo corpo per sedurre i suoi amanti.

ME TODO DI ESTR A ZIONE

CURIOSITÀ

Il prezioso aromatico olio essenziale di sandalo si estrae per distillazione a vapore delle radici e del cuore del legno polverizzato ed essiccato. Il suo profumo è legnoso, resinoso, intenso e leggermente lattonico. Molto avvolgente e sensuale.

Gli indiani lo considerano sacro, simbolo di gentilezza e lo chiamano “essenza divina”: un’antica credenza popolare indiana affermava che nessuno spirito maligno potesse entrare in un luogo impregnato del profumo di sandalo.

SIGNIFICATO Elevazione, realizzazione.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A BALSAMICA ORIENTALE Il suo profumo è molto sensuale e avvolgente, caldo, dolce, legnoso, lattonico e resinoso.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTISETTICO LENITIVO Dona serenità, tranquillità ed è afrodisiaco.

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Vetiveria zizanioides

VETIVER “Le bionde e nobili radici”

Il vetiver è una delle essenze meravigliosamente sfacceिate nella paleिe di creazione dei profumi, classica e contemporanea, delicata e potente al tempo stesso, stupisce per la complessità degli odori che può evocare. Prevalentemente classiਭcata come legnosa, aਬ umicata e dai sentori di terra, è una pianta erbacea perenne che cresce in alti ciuਯ che raggiungono i 2 m di altezza e le cui radici, all’apparenza leggere come capelli d’angelo, stupiscono in quanto sono straordinariamente e fortemente radicate nel terreno, spingendosi ਭ no ai 5 m di profondità. Presenta un fusto duro e driिo, foglie soि ili e allungate, e sono proprio le sue piccole, numerose radici bianche odorose (rizomi) a contenere la fragranza profumata. La raccolta delle radici bionde viene faिa a mano, solitamente due anni dopo la prima coltivazione, nella stagione secca che va da dicembre a seिembre; le piante senza radici vengono poi riposte di nuovo nel terreno e ricoltivate in aिesa della ricrescita delle radici. Graminacea perenne nativa di India e Indonesia, dove cresce spontaneamente, viene oggi coltivata anche in numerose zone tropicali: Isola della Réunion, Madagascar, Angola, India, Brasile, Cina, Haiti e Java. Il vetiver ha una lunga storia, ed è noto in India ਭ n dall’antichità. Il nome deriva dal termine tamil veिiveru e viene chiamato khus in molte parti del subcontinente indiano, dove ancora oggi viene usato l’olio essenziale estraिo dalle piante che crescono spontanee. A Java, grazie alla sua consistenza ਭbrosa e resistente, veniva utilizzato come tessuto per le tende delle case ed era non solo un mezzo per ripararsi dal calore e dalla luce del sole, ma anche un originale profumo d’ambiente. Infaि i, questo particolare “tessuto di vetiver” veniva poi spruzzato con l’acqua: in questo modo le radici sprigionavano l’intenso fresco profumo della pianta, rinfrescando l’aria e dando una sferzata di energia agli abitanti della casa. Considerato tradizionalmente come una nota legnosa, il vetiver è per la sua ricchezza, nobiltà e profondità una delle materie prime essenziali per la “grande profumeria”.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA LEGNOSA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA ERBACEA FIORITA SPEZIATA FRUTTATA Il suo profumo è legnoso, secco e profondo con tonalità terrose, leggermente affumicate, con accenti nocciola, a tratti fresco e amaro.

PROPRIE TÀ OFFICINALI PURIFICANTE RIGENERANTE STIMOLANTE TONIFICANTE VITALIZZANTE

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L’essenza assoluta di vetiver si può descrivere come una nota legnosa, secca e profonda con una tonalità terrosa, leggermente aਬ umicata, con accenti nocciola, a traि i fresca e amara. Come per tuिe le materie prime naturali, a seconda del sole e del territorio in cui cresce presenta sfumature olfaि ive diਬerenti. Importato nei Caraibi nel XVIII secolo, oggi le qualità più rinomate sono: il vetiver di Haiti e il vetiver bourbon dell’Isola della Réunion, che presentano una sfacceि atura più ਭorita rispeिo alla qualità di vetiver più aਬ umicata che cresce a Java. Il vetiver di Haiti presenta un profumo legnoso, terroso, vegetale, aਬ umicato, caldo, con sentori ਭoriti di iris. Il vetiver bourbon dell’Isola della Réunion ha un odore terroso e una sfacceि atura leggermente rosata.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale, viscoso e di colore ambrato, è ottenuto con distillazione in corrente di vapore dei rizomi lavati, tagliati in pezzi e seccati al sole. La miglior qualità è ottenuta dalle radici che hanno 18-24 mesi. Il suo caratteristico profumo porta sensualità ed eleganza alle creazioni olfattive. Il processo di distillazione richiede pazienza, ci vogliono circa 24 ore per poter distillare l’essenza dal vetiver e occorrono in media 150 chili di radici essiccate per ottenere un chilo di olio essenziale. Le radici vengono raccolte tra dicembre e settembre.

CURIOSITÀ Le radici di vetiver sono un antico rimedio utilizzato nella tradizione ayurvedica per alleviare il mal di testa e abbassare la febbre. L’olio essenziale di vetiver ha proprietà immunostimolanti e aiuta il corpo nella lotta contro lo stress e nella prevenzione delle malattie. L’olio essenziale agisce anche a beneficio della psiche, già soprannominato dagli indiani come “l’olio della tranquillità” viene quindi apprezzato anche per le sue proprietà rilassanti se usato nella vasca da bagno o come olio da massaggio. Grazie al suo particolare apparato radicale il vetiver veniva impiegato nell’ambito dell’ingegneria naturalistica, prima ancora che nella profumeria: piantato ai bordi della strada evita infatti l’erosione del suolo. SIGNIFICATO Fortezza spirituale ed emotiva.

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angelica anice stellato artemisia elicriso fiori d’arancio frangipani fresia gardenia gelsomino lavanda lillà magnolia neroli mimosa osmanto robinia rosa tiglio violetta ylang ylang

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ARBUSTI FIORITI E AROMATICI

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reziose e inebrianti note ࣳoreali e aromatiࡩe. Allure, eleganza e stile. La complessità dell’assortimento varia da profumi di arbusti ࣲoriti, innocenti, complessi e delicati come l’angelica, o intensi e ricࡩi come l’ylang ylang, ࣲno ad arrivare ad arbusti aromatici, tipici della macࡩia mediterranea e ai loro fragranti ࣲori ribelli. Una palette olfattiva speciale composta dal carisma diࣱusivo dei potenti arbusti, delle loro foglie, ࣲori e rami. Intossicanti, mistici, erotici come il gelsomino, timidi e innocenti come la violetta. Perࡩé, dopotuttuo, come ci ricorda Shakespeare nel suo Romeo e Giulietta, quella ࡩe ࡩiamiamo rosa, anࡩe con altro nome, avrebbe il suo profumo.

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Angelica archangelica

ANGELICA

“L’erba degli angeli”

L’angelica, fonte di ispirazione per i poeti lapponi, è una pianta appartenente alla famiglia delle ombrellifere, nativa della Scandinavia, della Siberia e del Nord Europa. Vive e cresce spontaneamente in territori la cui bellezza e natura tolgono il ਭ ato, ਭorisce da giugno ad agosto, prendendo così la sua forza dal sole che splende a tuिe le ore nella luminosa estate artica. Ha un fusto lungo, liscio, robusto, con numerosi rami verdi striati di rosso, ਭori bianchi e verdi che crescono sulla sommità come ombrelli. È famosa per i semi, che vengono raccolti a metà luglio, e per le sue radici carnose, colte in inverno. Predilige climi nordici, ma si può trovare anche in regioni montane dell’Italia seिentrionale, ਭ no ad alte quote. Di solito cresce spontaneamente lungo i ruscelli. Viene coltivata per i suoi semi e le sue radici non solo in Lapponia, ma anche in Italia, Francia, Belgio e Germania. Il profumo dell’angelica è simile a quello della liquirizia, molto aromatico, ha sfumature olfaिive erbacee, pepate, muschiate e accenti animalici. Il suo sapore è dolce, con un retrogusto acre e piccante. Il signiਭcato etimologico è intuitivo: dal greco ángelos, «messaggero», poi divenuto angelus nel latino cristiano, «angelo annunciatore», è quindi la pianta “venuta dal cielo”, arcangelica, perché si credeva che l’arcangelo Raਬaele, guaritore, proteिore dei medici e dei farmacisti, avesse donato agli uomini questa pianta per le sue proprietà beneਭche. È ritenuta in molte culture un’erba sacra. In passato era conosciuta dagli erboristi proprio con il nome di “erba degli angeli” o “radice dello Spirito Santo” perché si credeva che proteggesse dagli spiriti e dagli incantesimi. ME TODO DI ESTR A ZIONE L’essenza si ottiene tramite distillazione a vapore acqueo delle radici e dei semi. Fiorisce tra giugno e agosto, i semi sono raccolti a luglio e le radici in inverno.

CURIOSITÀ Le foglie di angelica venivano bruciate per profumare le case e immerse nell’acqua per purificare il bucato. L’angelica, coltivata nei conventi benedettini per trarne numerosi medicamenti, medicinali e liquori, è amata dagli erboristi fin dal XIV secolo. È una delle essenze dell’Acqua delle Carmelitane, famoso distillato cinquecentesco delle suore carmelitane. Oggi viene impiegata in 84

altri liquori, come la chartreuse, e in numerose specialità dolciarie: i confetti e i bâtons d’angélique (bastoncini d’angelica canditi). La festa dell’arcangelo Raffaele si celebra nel periodo di fioritura dell’angelica, avendo lui stesso reso note le virtù medicinali e divinatorie di questa pianta. Un sacchettino di angelica protegge i bimbi dall’influenza del diavolo. Masticare ogni mattina la radice di angelica porta longevità. L’angelica inoltre rappresenta un portafortuna per chi cerca l’anima gemella.

SIGNIFICATO Ispirazione.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA ERBACEA VERDE MUSCHIATA LEGNOSA ANIMALICA Il suo profumo ha sfumature olfattive erbacee, verdi, pepate, muschiate, legnose e accenti animalici.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTINFIAMMATORIO CALMANTE TONICO

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Illicium verum

ANICE STELLATO

“Corpi celesti aromatici e pungenti”

La sua nota pungente non lascia indiਬerenti. Amata o odiata, è una nota olfaिiva aromatica “fredda”, pungente e diਬusiva, che dona un caraिere inconfondibile (deिo anisato), con sfumature legnose, erbacee dolci e fresche, alle composizioni. L’olio essenziale si ricava dai fruि i a forma di stella di un piccolo albero della famiglia delle Magnoliacee, l’Illicium verum, che è molto simile a quello della pianta dell’anice o anice verde, la Pimpinella anisum: infaि i, grazie all’altissimo contenuto di anetolo (90-95 %), l’anice stellato ricorda molto l’odore del vero anice. Il profumo così caraिeristico è la liaison comune a tuिe le piante, molto diverse tra loro e sopraि uिo senza vere parentele botaniche, raggruppate soिo la generica deਭ nizione di “anice”. L’anice stellato, Illicium verum, è un albero sempreverde aromatico originario dei boschi dell’Asia tropicale e subtropicale. Prevalentemente coltivato in Vietnam e Cina meridionale, arriva ai 15 m di altezza, presenta una bellissima e pregiata corteccia bianca, foglie lucide spesse e coriacee che ricordano quelle della magnolia, ਭori grandi e molto decorativi, i cui petali, disposti come i raggi di una stella, donano fruि i che una volta maturi si aprono, lasciando fuoriuscire i semi. I fruि i vengono raccolti verdi e poi faि i essiccare al sole, diventando del noto colore bruno-rossastro. Anice proviene dal greco aniemi, «scacciare», inteso come “scacciare malanni”, proprio per le sue numerose virtù terapeutiche. L’olio essenziale che se ne estrae contiene, infaि i, numerosi principi aि ivi, sfruि ati sia in profumeria che in medicina ed erboristeria per la preparazione di farmaci e rimedi naturali. Nella cucina tradizionale orientale, vi è l’usanza di masticarne i semi dopo i pasti e di mescolarli al tè o al caাè; oggi l’anice stellato “profuma” liquori di fama internazionale come la sambuca, il pastis, l’aniseिe e l’ouzo.

ME TODO DI ESTR A ZIONE I frutti vengono raccolti verdi e distillati freschi o parzialmente secchi a vapore per estrarne l’olio essenziale, un liquido incolore o giallognolo dalla inconfondibile nota aromatica, erbacea, dolce, fredda e pungente. 100 kg di frutti donano circa 3 kg di olio essenziale. Anche le foglie vengono distillate per ottenere l’olio essenziale.

CURIOSITÀ Non va confuso con due varietà molto simili i cui frutti sono tossici: l’Illicium religiosum del Giappone, noto come “anice giapponese”, la cui corteccia si usa come incenso nelle cerimonie religiose, e l’Illicium floridanum dell’America del Nord, i cui frutti dall’odore di coriandolo, sono velenosi, come dimostrato dal nome inglese poison bay. SIGNIFICATO Allettamento, adescamento.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA ERBACEA LEGNOSA Anisata, erbacea dolce e molto diffusiva.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIBATTERICO ANTINFIAMMATORIO ANTIVIRALE CARMINATIVO DIGESTIVO STIMOLANTE

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Artemisia vulgaris e Artemisia alba

ARTEMISIA

“L’erba magica dal superbo profumo”

L’artemisia, erba incantata superba, comprende circa 400 specie e ognuna di esse porta con sé una scia di profumi, tradizioni e magia. Prende il suo nome da Artemis, proteि rice delle vergini e delle donne soਬerenti, alludendo anche alla parola greca artemes, «sano», per le numerose proprietà medicamentose della pianta. L’artemisia, pianta aromatica e amara per eccellenza, originaria dell’Europa orientale e dell’Asia occidentale, è una pianta erbacea perenne con foglie lisce di colore verde-argento, setose e leggere, e ਭori giallo-rossastri racchiusi in piccole teste ovali, che cresce selvaggia – con il suo profumo fragrante e le sue radici legnose – in tuिo il bacino del Mediterraneo. Posta tra i doni beneaugurali volti ad avere un buon raccolto, è considerata una delle erbe di San Giovanni e “pianta della luna” nelle noि i di campagna. Si credeva che soिo le sue radici crescesse un carbone capace di preservare da fulmini e di proteggere chiunque lo raccogliesse. Le sue luminose foglie venivano immerse nel bagno per trasmeिere all’acqua le loro proprietà rinvigorenti. Molto comuni in Europa centrale, Europa sudorientale, Marocco, Tunisia, India, Cina e Giappone sono l’Artemisia vulgaris e l’Artemisia alba. Altre specie similari sono l’Artemisia annua, l’Artemisia herba-alba, l’Artemisia capillaris e l’Artemisia mendozana.

FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA ERBACEA VERDE Il suo profumo è potente e diffusivo, erbaceo, fresco canforato-verde, amaro-dolce; la nota di fondo è dolce erbacea, simile al tè, calda, molto piacevole, quasi pungente, legnosa e balsamica.

PROPRIE TÀ OFFICINALI DISINFETTANTE PURIFICANTE RILASSANTE STIMOLANTE TONIFICANTE

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ME TODO DI ESTR A ZIONE La pianta viene raccolta tra luglio e settembre, poco prima che i boccioli dei fiori si aprano, così da massimizzare il contenuto di olio essenziale che viene poi estratto per distillazione a vapore acqueo delle foglie e delle sommità fiorite essiccate al sole. L’olio essenziale di Artemisia vulgaris è un liquido giallo pallido quasi incolore il cui profumo è potente, erbaceo, frescocanforato-verde, amaro-dolce; la nota di fondo è dolce erbacea simile al tè, calda, molto piacevole, quasi pungente, balsamica, e denota grande potenza e diffusività. L’olio essenziale di Artemisia alba è un liquido verde scuro, piuttosto viscoso, dal profumo erbaceo molto potente e dall’odore amaro “verde rovente”, utilizzato negli accordi chypre, fougère, e in generale per le note che vogliono richiamare l’odore della “foresta”. Il profumo è aromatico, leggermente amaro, con un risvolto menta e un aspetto legnoso.

CURIOSITÀ La moxa o moxibustione, «erba che brucia», pratica millenaria molto nota nella medicina tradizionale cinese, viene eseguita bruciando le foglie di artemisia, nota anche con il nome di “erba scacciadiavoli”. Si dovrebbero cogliere le foglie al solstizio d’estate, farle seccare e poi triturarle in un mortaio fino a ottenere un impasto lanoso. Con questo impasto si formano palline o coni per poi appoggiarli sulla pelle in corrispondenza degli stessi punti utilizzati nell’agopuntura, accenderli all’estremità e lasciarli bruciare. Similare ma differente a livello olfattivo è l’assenzio, Artemisia absinthium, letteralmente «pianta senza diletto», la famosa “fata verde” dei poeti maledetti dal fumoso fascino bandito. L’olio essenziale di assenzio ha un colore bluastro-verde molto scuro per la presenza di azulene, e ha un profumo intensamente erbaceo-verde, caldo e profondo, con una nota di testa tagliente e fresca, che lascia poi una nota di fondo molto calda e secca, legnosa amara molto persistente. SIGNIFICATO Beatitudine, protezione.

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Helichrysum italicum e Angustifolium

ELICRISO

“Il profumo immortale della macchia mediterranea” L’incanto olfaिivo dell’elicriso, intensamente aromatico e selvaggio, emblema della macchia mediterranea le cui note sono usate da millenni, inizia con i suoi nomi: in francese immortelle, in inglese everlasting e in italiano “elicriso”. Dal sole e dall’oro l’elicriso prende il colore dei suoi ਭori giallo brillanti, che sfavillano quando illuminati dalla luce, mentre perpetuo è il suo profumo raਯ nato, dolce ed estremamente tenace, come quello delle sue inਭorescenze, che mantengono i loro bellissimi colori anche quando disidratate e seccate, così da durare in eterno. Famoso ingrediente naturale amato dai nasi per il particolare profumo dei suoi ਭori e rameि i che aleggia giorno e noिe, come indiscusso sovrano nell’aria, e si diਬonde inebriando tuि i i sensi grazie alle note ਭorite secche, ai sentori cuoio, speziati cardamomo e legnosi liquirizia. L’elicriso è un piccolo arbusto verde, non ramiਭcato, che con le sue foglie soि ili, lineari e ਭ liformi e i suoi capolini dorati brillanti cresce su terreni soleggiati, aridi, rocciosi e dune sabbiose, vicino al mar Mediterraneo, amandone la salsedine e il vento e non temendone le gelate invernali. In estate, durante la piena ਭoritura, il neि are dei suoi ਭori oro e dei suoi rameि i secchi e fragranti si unisce all’eਰuvio di mare, sole e iodio creando un inconfondibile e meraviglioso aroma di incolta macchia mediterranea. Viene raccolto d’estate in Francia, Italia, Spagna e altre regioni che si aਬacciano sul mar Mediterraneo. Se ne producono ogni anno tra i 100 e i 150 chilogrammi.

FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA FRUTTATA ERBACEA LEGNOSA TABACCO Il suo profumo è intensamente dolce, erbaceo, cumarinico, simile al miele, leggermente legnoso e floreale, con una particolare sfumatura di sottofondo che ricorda la liquirizia.

PROPRIE TÀ OFFICINALI BALSAMICO PURIFICANTE ME TODO DI ESTR A ZIONE

CURIOSITÀ

Per estrazione dai fiori si ottiene la concreta di elicriso, che ha una consistenza cerosa, e l’assoluta di elicriso (un olio semiliquido), entrambe di colore verde-marrone e dal profumo intensamente dolce, erbaceo, cumarinico, simile al miele, leggermente legnosofloreale, con una particolare sfumatura di sottofondo che ricorda la liquirizia. La pesante nota dolce e fruttata è paragonata a quella della conserva di ribes nero e all’odore dei fiori di sambuco.

Si conservano i rami secchi di elicriso per formare mazzi semprevivi. Le foglie dell’elicriso ricordano il profumo del curry e quindi sono spesso usate in ricette culinarie.

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SIGNIFICATO Immortalità.

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Citrus aurantium var. amara

FIORI D’ARANCIO

“Candore e purezza”

I ਭori d’arancio, immancabili nella paleिe delle materie prime, provengono dall’albero dell’arancio amaro, Citrus Aurantium, nella sua variante amara, un albero sempreverde originario dell’Estremo Oriente. L’arancio amaro venne introdoिo nel Nord Africa nel VII secolo e successivamente in Europa, dagli Arabi, nel X secolo. Il Citrus aurantium var. amara è un albero straordinariamente generoso del quale in profumeria si usa tuिo: ਭori, rameि i, foglie e fruि i. A seconda delle parti dell’albero utilizzate il relativo “prodoिo profumato” ha nomi e profumi diਬerenti, come approfondiremo anche parlando del neroli e del fruिo dell’arancio amaro nella sezione dedicata agli alberi fruि ati. Dai rameि i e dalle foglie si estrae l’essenza di petitgrain, e dalla spremitura della scorza dell’arancio si oि iene l’olio essenziale di arancio amaro (pag. 144), mentre dai ਭori si oिengono: l’olio essenziale di neroli (pag. 118), la concreta di ਭori d’arancio, l’assoluta di ਭori d’arancio, e l’acqua di ਭori d’arancio. Dopo il raccolto, le foglie vengono separate dai ਭori e i ਭori vengono poi distillati per produrre l’olio essenziale. Tramite l’estrazione con solventi si produce la concreta di ਭori d’arancio mentre il passaggio successivo, ovvero la preziosissima assoluta di ਭori d’arancio, si oि iene dal lavaggio con alcol della concreta. Il suo profumo ਭorito è ricco e intenso, e ricorda quello del gelsomino. Inਭ ne dalla idrodistillazione dei boccioli dei ਭori d’arancio si oि iene l’acqua di ਭori d’arancio. Oggi la produzione avviene sopraि uिo in Tunisia, Marocco, Italia, Egiिo e anche nel Sud della Francia. Può raggiungere i 12 m d’altezza, ha foglie lucenti color verde scuro e ਭori bianchi profumati. Durante le due inebrianti ਭoriture nel corso dell’anno, la prima a maggio e la seconda a oिobre, ne vengono raccolti i ਭori, rigorosamente a mano. Una persona ne raccoglie una media di 10 chili al giorno (circa 20.000 ਭori). Ogni ਭore ha piccoli puntini visibili a occhio nudo che sono vere e proprie riserve di olio essenziale. Dopo il raccolto, le foglie vengono separate dai ਭori e i ਭori vengono poi distillati per produrre l’olio essenziale o sono estraि i con solvente per oिenere la concreta. ोest’ultima verrà poi trasformata in assoluta.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA VERDE FRUTTATA FIORI BIANCHI ANIMALICA L’assoluta di fiori d’arancio è sensuale calda e animalica, mentre l’olio essenziale è più frizzante radioso, brillante. Il suo caratteristico profumo fiorito è molto intenso, “gelsominato”, ovvero ha risvolti simili al gelsomino, mieloso, con una sfumatura indolica e animale, a tratti fruttata e verde.

PROPRIE TÀ OFFICINALI RILASSANTE

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ME TODO DI ESTR A ZIONE I fiori dell’arancio amaro sono trattati con solventi volatili, ne risulta una concreta (materia cerosa) che, lavata con l’alcol, diventa un’assoluta. Generalmente una tonnellata di fiori produce un chilo e mezzo di assoluta. A livello olfattivo l’assoluta di fiori d’arancio è sensuale, calda e animalica, mentre l’olio essenziale è più frizzante, radioso e brillante. Il suo caratteristico profumo fiorito è molto intenso.

CURIOSITÀ Originario della Cina, l’arancio amaro è stato dapprima importato in India, in Siria e in Egitto. I crociati lo introdussero nel sud della Francia. Fra gli aranci amari celebri, figura quello piantato nel giardino del convento di Santa Sabina a Roma: i suoi frutti venivano offerti ogni anno al papa. Secondo la leggenda l’albero esisterebbe ancora. Un’altra leggenda narra che un re un giorno ricevette

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in dono una pianta di arancio che fece piantare nel giardino del suo castello in Sicilia. Un ambasciatore, giunto in visita, chiese al re di regalargliene un ramoscello ma questi rispose che non voleva condividere con nessuno la bellissima pianta. A quel punto, l’ambasciatore chiese al giardiniere del castello se potesse tagliare un ramo dall’albero e donarglielo. Il giardiniere lo accontentò e fu ricompensato con cinquanta monete d’oro che regalò alla figlia, la quale finalmente ebbe una dote e trovò marito. Il giorno del fatidico sì la fanciulla adornò i suoi capelli con i fiori d’arancio, dato che proprio grazie a quella pianta aveva avuto la possibilità di sposarsi ed essere felice.

SIGNIFICATO Castità in vista della prosperità e felicità legate alla sfera matrimoniale.

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Plumeria

FRANGIPANI

“I fiori del tempio dal profumo che sovrasta l’anima” Un viaggio esotico, la bellezza dolce e pura del frangipani, i cui ਭori dai mille colori del sole sprigionano al chiaro di luna un profumo intenso, morbido e inebriante… L’albero del frangipani istantaneamente conduce con il suo incanto la nostra “memoria olfaि iva” in un sogno di una noिe tropicale. Il frangipani è un arbusto sempreverde tropicale che presenta foglie verdi lucenti e grandi profumatissimi ਭori riuniti in cime terminali, portanti ਭ no a una cinquantina di boccioli di colore bianco, giallo, crema, rosa, rosso, arancio, sfumati al centro con altri svariati fantastici colori. I grandi ਭori, composti solitamente da cinque petali carnosi e cerosi, possono arrivare ai 10 cm di diametro e sprigionano un eਰuvio dolce, fresco, solare e talmente intenso da sorprenderci ancora prima della loro magniਭca visione. ोesto profumo amato dai nasi, ma non di facile reperimento, è spesso ricreato con accordi composti che vogliono riportare a questa sensazione di eਰuvio di mare cristallino, spiagge candide, sole lucente unite alle note dolci e pure di questi ਭori bianchi sfumati di mille colori. La pianta di frangipani, sebbene originaria delle isole del Paciਭco e dell’Oceano Indiano, dei Caraibi, del Sud America e del Messico, oggi è diffusa e inebria con il suo dolce profumo tuिe le regioni tropicali del mondo. Il nome deriva dal marchese Frangipani, italiano, inventore nel XVI secolo di un procedimento di lavorazione della pelle a base di polvere di mandorle, grazie al quale i guanti che produceva acquisivano un profumo particolare, molto amato, il cui accordo era ਭorito orientale, basato su note di gelsomino, iris, rosa, benzoino e altri preziosi balsami. L’albero prese questo nome quaि ro secoli dopo, quando alcuni esploratori scoprirono il potente profumo dei suoi ਭori, che ricordava appunto quello dei guanti Frangipani, e lo nominarono in suo onore. Il nome botanico Plumeria deriva invece dal botanico Charles Plumier (1646-1704), frate di Marsiglia esploratore ed esperto della ਮora della Antille, scopritore della specie che gli fu poi meritatamente intitolata. Una leggenda narra che un indovino predisse all’esploratore inglese che per fare fortuna avrebbe dovuto cercare “un ਭore dai colori della luna nuova e dalla fragranza sovrastante l’anima”. La ricerca durò tuि a una vita.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA ORIENTALE FIORI BIANCHI SPEZIATA Il suo profumo intensamente e dolcemente fiorito ricorda i fiori d’arancio, la gardenia, il caprifoglio, con un carattere meno indolico, più cremoso e solare.

PROPRIE TÀ OFFICINALI CALMANTE Infonde tranquillità, pace interiore e sicurezza.

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Finalmente raggiunta Antigua, una saggia donna dell’isola gli indicò che avrebbe dovuto cercare un arbusto nei pressi di una chiesa, al chiaro della luna piena, e che scrollandolo avrebbe trovato il suo tesoro. Il botanico seguì il consiglio della donna e scuotendo il piccolo albero ne scoprì i suoi ਭori, brillanti come fossero d’oro, dal profumo inebriante. Immediatamente capì la vera ricchezza della vita: il senso di pace e serenità che il dolce profumo dei ਭori emanava nella tranquillità della noिe. Ancora oggi si dice che quest’albero infonda in noi una stupenda sensazione di pace e serenità, bellezza e semplicità. Sulle sponde del Mediterraneo, il frangipani è riuscito a naturalizzarsi in Sicilia, dove viene anche chiamato “pomelia”.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale si ottiene tramite distillazione a vapore dei fiori, mentre l’assoluta tramite estrazione con solventi volatili. I profumieri di solito non usano l’estrazione naturale ma utilizzano tecnologie di headspace per ricrearne l’intenso profumo solare o proprio il famoso accordo frangipani. Da un punto di vista olfattivo, il frangipani ricorda i fiori d’arancio, la gardenia, il caprifoglio, con un carattere meno indolico, più cremoso e solare.

CURIOSITÀ Nelle isole Hawaii i fiori del frangipani vengono intrecciati per comporre ghirlande da donare agli ospiti come segno di accoglienza, diffondendo nell’aria di queste isole un seducente profumo di benvenuto. 100

Anticamente il frangipani era considerato un albero divino, veniva piantato vicino ai templi e venerato in quanto protettore delle anime, il suo profumo accompagnava le cerimonie ed era simbolo della natura eterna dello spirito. Per questo motivo in Sri Lanka prende il nome di araliya, che significa «albero del tempio» e «fiore del tempio». In cantonese è conosciuto anche come gaai daan fa, o «fiore del tuorlo d’uovo», per le sue sfumature colorate, ed è anche soprannominato “gelsomino delle Indie occidentali” per via del suo potente profumo notturno. I suoi frutti sono edibili e i cambogiani li usano nella preparazione delle ciambelle.

SIGNIFICATO Pace, amicizia, bellezza, semplicità.

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Freesia refracta o Freesia hybrida

FRESIA

“Profumo sfuggente delicato e cristallino” La fresia è un ਭore della famiglia dell’iris. Originaria del Sud Africa, è un genere di pianta bulbosa erbacea utilizzata prevalentemente a scopi ornamentali. Ne esistono molteplici varietà che presentano ਭori uniti in serie di spighe con un portamento orizzontale dai colori gioiosi e dai profumi frizzanti dalle sfumature diਬerenti. La fresia, così baिezzata nel XIX secolo dal botanico Ecklon, in omaggio a un medico di nome Freese, adornò i giardini reali francesi e italiani e divenne simbolo di giovinezza e tenerezza per via della soavità dei suoi ਭori e del loro gentile e delicato profumo primaverile. I suoi ਭori di marzo e aprile, campanulati, dalle corolle di colori brillanti quasi “estivi”, giallo, rosso, arancio, malva e bianco, sono aि raenti e in contrasto con il loro profumo gentile, delicato, leggero, fresco, cristallino quasi “trasparente” e “primaverile”. Nonostante sia nota la sua provenienza, questo ਭore resta avvolto nel mistero. Non se ne conosce l’origine reale. Inoltre, nonostante diਬonda nell’aria un profumo sublime, fresco e vellutato, di una purezza estrema ed eleि rica, è diਯcoltoso estrarne l’aroma poiché i petali appassiscono velocemente rendendo diਯcile da applicare ogni metodo estraि ivo. Il suo profumo sfuggente è quindi spesso dato da un accordo ricreato in laboratorio dal profumiere. È una nota ਭorita fresca, delicata, leggermente agrumata, con aspeि i verdi. Gli accordi ਭoriti moderni si ispirano alla trasparenza e alla delicatezza olfaि iva che si possono ritrovare in questi ਭori dai mille colori. La fresia esprime romanticismo grazie alle sue sfacceि ature luminose, ariose, fresche e cristalline. Spesso viene usata negli accordi volti a esprimere la delicatezza ਭorita e fruि ata del tè.

ME TODO DI ESTR A ZIONE

CURIOSITÀ

Il profumo della fresia è molto amato dai nasi, ma non essendo possibile reperirlo, i profumieri di solito non usano l’estrazione naturale ma tecnologie di headspace o living TM per ricrearne il profumo o accordi composti che ne riproducono l’odore.

Si narra che la fresia servisse per riportare sulla retta via i nati sotto il segno del sagittario, e per aiutarli a non evadere dalla vita reale, dagli obblighi quotidiani e dai contatti umani. Spesso la fresia viene usata nei bouquet floreali in occasione di matrimoni, come simbolo di innocenza e purezza della sposa.

SIGNIFICATO Simbolo del mistero e del fascino per l’arcano, di resistenza e amore duraturo.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA VERDE FRUTTATA Il suo profumo è fiorito fresco, delicato, leggermente agrumato, con aspetti verdi.

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Gardenia jasminoides e Gardenia grandiflora

GARDENIA

“Il profumo del paradiso”

La gardenia è un bellissimo arbusto decorativo, dalle foglie persistenti verde scuro, originario dell’estremo Oriente, ammirato da migliaia di anni per lo splendore e l’eleganza. La fragranza esotica, paradisiaca, “soि ile e penetrante” dei suoi grandi ਭori bianchi, cremosi, dalla vistosa corolla lucida, taि ile e carnosa, è eccezionale. La parola “gardenia” deriva dal nome del botanico e medico scozzese Alexander Garden. Ne esistono numerose varietà che, a seconda della provenienza, possono essere anche molto diverse tra loro. Oggi le gardenie vengono coltivate per scopi ornamentali nelle zone subtropicali e temperate calde di tuिo il mondo. Particolarmente celebre per i candidi ਭori dal delicato profumo è la specie Gardenia jasminoides, introdoि a dalla Cina, i cui fruि i forniscono un colorante giallo. ोesta varietà potrebbe essere il motivo di un altro dei soprannomi di questo ਭore: gelsomino del Malabar. Nel 1754 la Gardenia jasminoides conquistò l’Europa. Molto ricercata per la sua bellezza e per la sua fragranza sublime veniva spesso utilizzata come ਭore all’occhiello dai nobili e dai signori, nei bouquet delle spose e nella produzione di elisir e pozioni d’amore. Altra varietà famosa è la Gardenia taitensis nativa della Polinesia e delle isole del Paciਭco. Anche chiamata tiarè in riferimento al termine “tiara”, corona, per la forma della corolla dei ਭori, è ancora oggi emblema della Polinesia francese e viene usata dalle donne tahitiane, chiamate localmente vahiné, per adornarsi o intrecciare ospitali ghirlande profumate. Nel linguaggio dei ਭori la gardenia è messaggera d’amore nascosto. ME TODO DI ESTR A ZIONE Nonostante il soave profumo, raramente questi fiori vengono sottoposti all’estrazione per l’isolamento di olio essenziale, il principale motivo è la scarsa resa: dall’estrazione di 5.000 fiori freschi si ottiene solo 1 kg di assoluta. L’assoluta e la concreta sono quindi prodotti rari e preziosi il cui profumo decisamente fiorito, fiori bianchi, ricorda quello del gelsomino, con un aspetto più verde e dolce.

CURIOSITÀ I fiori della gardenia di Tahiti sono parte dell’inebriante ricetta del famoso olio di monoi (nella lingua polinesiana «olio 104

profumato»), che ci porta con il suo profumo alle spiagge del Pacifico. L’olio vegetale profumato “monoi di Tahiti”, solido al di sotto dei 22 °C, e liquido al calore del sole, ricco di vitamina E, dalle proprietà emollienti e dall’azione antiossidante, utilizzato per ammorbidire e idratare la pelle e nutrire e lucidare i capelli, viene prodotto mediante l’antica tecnica dell’enfleurage: le gardenie vengono fatte macerare in olio di cocco, fino a farlo saturare della loro soave fragranza.

SIGNIFICATO Onestà, raffinatezza.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORI BIANCHI VERDE FRUTTATA Il suo profumo decisamente fiorito, fiori bianchi, ricorda quello del gelsomino, con un aspetto più verde e dolce.

PROPRIE TÀ OFFICINALI CALMANTE RINFRESCANTE

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Jasminum officinalis o Jasminum grandiflorum

GELSOMINO

“Piccole e luminose stelle precipitate sulla Terra” Il gelsomino, il Re dei Fiori, è uno degli ingredienti più noti e amati nel mondo della profumeria ਭn dalla noिe dei tempi e da sempre appassiona tuिi per le sue prorompenti virtù olfaिive. Il profumo del gelsomino riconduce all’istante all’atmosfera sensuale delle noि i subtropicali e delle belle serate estive mediterranee. L’eਰuvio dei suoi ਭori pervade i nostri sensi e ci ammalia, arrivando a noi ancor prima della vista di questo splendido arbusto sempreverde rampicante, che può raggiungere i 10 m di altezza e decorare interi palazzi e viali con il suo ਭिo intreccio di rami. Le sue foglie sono color verde scuro lucente e i ਭori piccoli, stellati, bianchi candidi, sbocciano continuamente da giugno a oिobre, e sono talmente profumati da pervadere lo spazio e creare indimenticabili memorie olfaि ive. Tuि a la leिeratura orientale, persiana e araba, è impregnata del suo sublime profumo, che incanta e seduce uomini e dei e fa da sfondo olfaि ivo ai racconti di Le mille e una noिe. “Mille” nel senso arabo del termine, ovvero “innumerevoli”, sono le citazioni e i soprannomi del Re dei Fiori. Il nome Jasminum deriva dal persiano yasameen (dono di Dio) o ya-samn, che signiਭca «ਭore bianco». È anche conosciuto come “ਭore della luna” e “ਭore della noिe” perché il suo profumo permea l’aria della sera e si dice rappresentare i misteri della noिe. Profumo antico adorato anche dai faraoni egizi, come dimostra il ritrovamento in un sarcofago della necropoli di Deir el-Bahari di piccolissimi frammenti di questo minuto ਭore bianco. Il gelsomino, sebbene originario dell’Asia occidentale e delle regioni montane dell’India occidentale e seिentrionale, è oggi emblema olfaि ivo di tuिe le regioni calde temperate del Mediterraneo, dove cresce rigoglioso. Fu Cosimo de’ Medici a coltivare per primo, nel 1500, questo ਭore in Italia. A tal riguardo una leggenda toscana narra che un nobile (forse proprio lo stesso Cosimo de’ Medici) era talmente ansioso di essere l’unico possessore di un arbusto con ਭori così aਬascinanti, profumatissimi e rari, che proibiva a tuि i, e in particolare al suo giardiniere, di donarne anche un solo piccolo rameिo. Ma costui, non avendo altro da regalare alla sua amata ਭdanzata, violò il divieto e le oਬ rì un mazzo di ਭori decorato con un rameिo di pregiato gelsomino. Si narra, poi, che la fanciulla, per preservarne la freschezza e il soave profumo, lo interrò, e al ritorno della primavera, con sua grande meraviglia, il piccolo rameिo riਭorì. Ella coltivò quindi il gelsomino che l’amore le aveva donato e, avendone compreso il valore, ne vendeिe le sue talee:

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORI BIANCHI ANIMALICA FRUTTATA Il tipico carattere opulento, dolce, morbido e fiorito del gelsomino nell’assoluta egiziana presenta anche una sfaccettatura fruttata e fortemente indolica, più evidente rispetto alla qualità indiana, che ha invece una sfaccettatura più speziata. Tuttavia, una speciale qualità indiana, denominata “sambac”, il cui fiore a stella ha sei petali invece di cinque, presenta una sfaccettatura olfattiva verde fruttata e fortemente indolica, che ricorda il fiore d’arancio.

PROPRIE TÀ OFFICINALI AFRODISIACO ENERGIZZANTE RILASSANTE RINGIOVANENTE

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con ciò che guadagnò riuscì a sposare l’amato giardiniere. Ancora oggi, in ricordo di questa avventura d’amore, in Toscana molte ragazze portano nel giorno delle loro nozze un bouquet con un ਭore di gelsomino. Il Re dei Fiori arriverà a Grasse nel 1560 e, tra il XIX e il XX secolo, verrà soprannominato semplicemente “il ਭore” in segno della sua importanza e della sua gloria. Dopo la rosa, senza alcun dubbio il gelsomino è il ਭore più utilizzato nella profumeria del XX secolo. L’India e l’Egiिo ne sono ancora oggi i maggiori produिori. In minor misura viene coltivato in Italia, Marocco, Spagna, Algeria, Turchia e Francia: questo arbusto ਭorito è in grado di sprigionare nuance diversissime di sfumature olfaि ive a seconda della qualità, del terreno in cui cresce e della provenienza.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Il gelsomino fiorisce tra giugno e ottobre. I fiori vengono raccolti uno a uno da mani esperte per preservare i futuri raccolti. Il procedimento più usato è l’estrazione della concreta (una massa viscosa dal colore rosso-marrone scuro e dal profumo intenso) che, lavata con l’alcol, permette di ottenere l’assoluta. 8.000 fiori pesano circa un chilo e verranno trasformati in 2,5 grammi di concreta, che potrà poi divenire un grammo di assoluta. Quindi, per ottenere un chilo di assoluta si devono processare circa 800 chili di fiori: si tratta di 6 milioni di fiori, per i quali sono necessarie più di 80 ore di raccolta. L’essenza si estraeva, in passato, con il lungo e costoso metodo dell’enfleurage, riservato ai fiori più delicati. Oggi tale metodo è stato sostituito, a causa del suo costo proibitivo, con l’estrazione mediante solventi.

CURIOSITÀ Una leggenda racconta che i gelsomini sono stelle precipitate sulla Terra. Poiché sprigionano il loro massimo profumo di notte, sarebbero legati ai due astri notturni per eccellenza: la Luna e Venere. Giovanni Pascoli dedicò a questi fiori il sonetto Il gelsomino notturno. Presente anche nei poemi di 'Òmar Khayya’m, è conosciuto come il fiore che simboleggia l’amore divino. Ha, inoltre, innumerevoli virtù officinali:

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i Persiani offrivano l’olio di gelsomino agli invitati nei loro banchetti, ed era apprezzato anche da Greci e Romani. Si tratta di un fiore sacro per chi vive in Asia. Gli indù intrecciano i fiori per formare ghirlande da donare agli ospiti più importanti. Il gelsomino è stato venerato per le sue qualità afrodisiache e conosciuto come pianta d’amore, con una grande influenza sia sugli uomini che sulle donne. I fiori sono spesso intrecciati a quelli delle spose, non solo in India, ma anche in Italia: si dice che questa usanza garantisca un amore profondo e duraturo. Il gelsomino profumato è anche l’emblema del dio indù dell’amore, Kama, oltre che uno dei simboli di Afrodite (Venere), dea dell’amore. Si diceva, infatti, che i cinque petali del fiore rappresentassero le dita bianche e profumate della dea. Vi è un richiamo anche alla simbologia del pentacolo, la stella a cinque punte che rappresenta i punti di congiuntura tra le orbite della Terra e di Venere, pianeta che influisce anche sulla durata della gravidanza. Da qui il potere “terapeutico” del gelsomino, capace di aiutare le partorienti. È una delle piante a segnatura lunare, cioè ha benefici effetti collegati al nostro satellite, che esprime il principio femminile, il freddo e l’acqua.

SIGNIFICATO Femminilità, amabilità.

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Lavandula officinalis / Lavandula angustifolia / Lavandula hybrida

LAVANDA

“L’oro blu della profumeria”

Ammirare e “respirare” le distese blu e viola intenso di lavanda in ਭore è un’emozione olfaिiva che lascia senza parole. Tuਬarsi nei colori blu violeिo di questi campi, e respirarne il profumo intenso, aromatico, agreste e unico che esplode con spontaneità dai ciuਯ che si muovono al vento, traboccanti di api indaਬarate nelle loro missioni, è davvero un’esperienza straordinaria. Il fascino della lavanda non ha limiti e nella paleिe del profumiere questo ingrediente così elegante e versatile, l’oro blu della profumeria, porta caraिere, qualità e signature olfaि iva. I ਭ lari blu intenso di lavanda aਬascinano e portano istantaneamente in un viaggio emozionale di colori e profumi aromatici, ਭoriti, fruिati, a traिi si possono sentire note dolci simili al miele, a traिi agresti e verdi, ਭno a poter percepire anche sentori ambrati e cumarina. E mentre il colore blu aumenta di intensità ਭ no ad arrivare a sfumature viola, nell’aria si diਬonde sempre più deciso il profumo aromatico, agreste e unico della lavanda. La lavanda è un piccolo arbusto aromatico sempreverde che produce ਭori molto profumati di colore blu-violeिo raccolti in spighe smussate, situate alle estremità di lunghi e soि ili rameि i. I ਭori possono cambiare colore e fragranza a seconda della specie. Le foglie della lavanda sono lanceolate e di un luminoso colore verde-argenteo. È una pianta originaria delle regioni montuose dell’Europa e delle zone mediterranee. In alcune zone dell’Italia meridionale cresce come pianta spontanea anche tra terreni aridi e sassosi. Grazie alla sua forza e robustezza riesce ad adaि arsi a diverse condizioni climatiche e di terreno. Le proprietà della lavanda sono note ਭ n dai tempi antichi… Prima del 2500 a.C. gli Egizi la usavano per le imbalsamazioni mentre i Fenici e i Romani per profumare i loro bagni. Il nome lavanda deriva dal verbo latino lavare. Si riteneva che il profumo di lavanda “lavasse” ovvero eliminasse malaि ie con il suo intenso profumo. Nel Medioevo era usata come pianta terapeutica proprio con la ਭ nalità di “lavare” le malaि ie e per lo stesso motivo i colonizzatori nel XVI secolo la portarono con sé. La coltivazione della lavanda si sviluppa nel XIX secolo quando la società mondana europea abbraccia la moda lanciata dalla regina Viिoria, che amava questo profumo… all’epoca le case profumavano di lavanda e così anche i fazzoleि i di giovani uomini e donne. Oggi la lavanda si trova in tuि i i continenti e in particolar modo viene coltivata in Francia, Spagna, Italia, Bulgaria, Cina, Ucraina e Brasile.

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L࠵ࡊ࠵ࡂ࠸࠽ࡂࡃ FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA ERBACEA LEGNOSA Ha una connotazione più dura e agreste rispetto alla lavanda classica; è, infatti, più canforaceo, mentre la lavanda ha una connotazione più rotonda, cumarina dolce e fruttata.

L࠵ࡊ࠵ࡂ࠸࠵ FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA ERBACEA PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTINFIAMMATORIO FACILITA IL SONNO RILASSANTE Nel XX secolo René Maurice Gattefossé, padre dell’aromaterapia, ne riconosce le straordinarie proprietà.

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Due sono le principali tipologie di lavanda: la lavanda e il lavandino. Entrambe fanno parte della famiglia della lavanda ma presentano sfacceि ature olfaि ive diਬerenti. La lavanda vera (o Lavandula angustifolia) è la lavanda tradizionale più pura e nobile, cresce selvaggia o coltivata ਭ n dal 1.800 su terreni secchi e soleggiate ad altitudini che variano tra i 600 e gli 800 m, arrivando a raggiungere i 1.200 metri. La lavanda ਭ ne è di piccole dimensioni e ha un solo ਭore per ogni gambo. Ci vogliono circa 130 chili di ਭori per oिenere un litro di olio essenziale per distillazione. Il lavandino (o Lavandula hybrida) è un ibrido spontaneo tra la lavanda tradizionale e lo spigo (Lavandula spicae), cresce dalle coste ਭ no ai 700 m e resiste al gelo; cominciò a essere coltivato nel 1950. Ci vogliono circa 40 chili di ਭori di lavandino per oिenere un litro di olio essenziale per distillazione. Il lavandino ha una connotazione olfaि iva più dura e agreste rispeिo alla lavanda classica ed è più utilizzato per le note maschili: è infaि i più canforaceo mentre la lavanda ha una connotazione olfaि iva rotonda e dolce, quindi più adaि a alle composizioni femminili. Lavanda e lavandino caraिerizzano le note degli accordi fougère.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Dal 1990 la raccolta della lavanda è stata quasi interamente meccanizzata, 30 anni fa ne venivano raccolti circa 50 chili al giorno mentre oggi le tecniche moderne consentono di raccogliere fino a 500 chili al giorno. La raccolta dura circa 20 giorni e si fa nei caldi mesi di luglio e agosto, quando la quantità di olio presente nei fiori è al culmine. L’olio essenziale di lavandino ha una sfaccettatura più canforacea, mentre l’olio essenziale di lavanda ha una sfaccettatura più cumarina e fruttata. L’olio essenziale di lavanda viene estratto dalle sommità fiorite appena colte tramite una distillazione in corrente di vapore breve, della durata di un’ora; è un liquido viscoso di colore verde scuro, che diffonde un profumo intenso di erba e leggermente floreale. I Paesi che producono le maggior quantità di olio essenziale sono oggi Francia e Bulgaria. I coltivatori usano

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anche tagliare la lavanda per poi lasciarla nei campi a seccare per qualche giorno. Questo apporta ai fiori quella speciale sfaccettatura olfattiva ambrata e cumarina. Il profumo della lavanda è aromatico, fiorito, con un aspetto legnoso, a volte dolce e balsamico. I fiori sono commestibili e possono essere utilizzati per preparare ricette di tutti i tipi, dolci e salate.

CURIOSITÀ La lavanda era sacra, nell’antica Roma, alla dea Vesta e le vestali erano solite adornarsi i capelli con i suoi fiori nei rituali propiziatori per ottenere pace, amore e felicità. SIGNIFICATO Purezza interiore, rassicurazione.

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Syringa vulgaris

LILLÀ

“I fiori indaco dal profumo inafferrabile” Il lillà è un arbusto della famiglia Oleaceae originario della Persia e dell’Estremo Oriente, introdoिo in Spagna circa quaिro secoli fa come dono di un ambasciatore italiano da parte del re di Persia. Cresce spontaneo in tuिo il bacino Mediterraneo, ed è rinomato per i suoi ਭori dall’eਰuvio ricco e delizioso che, a seconda delle sfumature di colore, dal bianco neve al crema, dal violaceo chiaro (color lilla) al rosso porpora-blu, tingono e profumano i giardini dall’Italia alla Norvegia, dalla Grecia alla Scozia. Il loro fragrante aroma, infaि i, cambia al variare delle sfumature di colore. Il lillà, dal francese lilas, forma antica di lilac, e dal persiano lilang per nilang, «pianta dell’indaco», ci conduce immediatamente in un viaggio olfaि ivo soavemente colorato: una tonalità di blu tendente verso lo scuro, la sfumatura di una nuvola tra il rosa, l’azzurro turchese e il viola, e inਭ ne un’ammaliante ਭoritura primaverile. Può arrivare ਭ no a 10 m di altezza, ha larghe foglie cuoriformi di colore verde scuro e ਭori profumatissimi, riuniti in grappoli, che sbocciano in tarda primavera e inizio estate. Ha rami robusti ascendenti, molto ਮessibili, che spesso si piegano in una graziosa silhoueिe soिo il peso luminoso dei suoi ਭori aperti. La sua fragranza ha inebriato i giardini segreti degli harem. I semi venivano utilizzati nelle corone dei rosari e il ਭore del lillà è stato spesso associato alla religione cristiana. Forse per la bellezza fugace dei suoi ਭori, le tradizioni legate al linguaggio d’amore sono numerose. Sebbene simboleggi il primo baि icuore, in Persia si usa donare un rameिo di lillà per comunicare la ਭ ne di una relazione amorosa, mentre in America si dona per preservare per tuिo l’anno colei che lo riceve da proposte di matrimonio. La pianta viene anche chiamata “serenella”.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Numerosi tentativi sono stati fatti per estrarre la meravigliosa fragranza naturale fresca e frizzante dei fiori di lillà. Ma il loro profumo intensamente fiorito, con aspetti freschi agrumati, a tratti talcati e muschiati, con accenni miele e speziati, viene solitamente ricreato dal profumiere con sofisticate tecniche di nature print o headspace. Un “lillà artificiale” può essere percepito come più naturale rispetto a qualsiasi assoluta di lillà.

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CURIOSITÀ La maggior parte delle sue varietà (più di 150) furono sviluppate nella seconda metà dell’Ottocento da Victor Lemoine e suo figlio Emile nel loro vivaio di Nancy. Diviene ritornello di una popolare canzoncina italiana, Casetta in Canadà: «Una casetta piccolina in Canadà con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà»! SIGNIFICATO Prime emozioni d’amore.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA VERDE TALCATA MUSCHIATA Il suo profumo è intensamente fiorito, con aspetti freschi e agrumati, a tratti talcati e muschiati, con accenni miele e speziati.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTINFIAMMATORIO ASTRINGENTE

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Magnolia grandiflora e Magnolia stellata

MAGNOLIA

“Magnifica pianta secolare dai fiori zuccherini” Sono state recensite più di 100 varietà di questa sempreverde leggendaria, statuaria, magniਭca. È nativa dell’Asia e del Nord America ed è caraिerizzata da bellissimi ਭori a stella o tulipano, pennellati di un colore che varia dal rosa al bianco. Le specie più note sono la grandiਮora, albero dai grandi ਭori bianchi, e la stellata, arbusto dai ਭori più leggeri, bianchi o rosati. Apprezzata per il profumo dei ਭori, la grandiਮora è una delle tante varietà profumate di questi magniਭci alberi ਭoriti. È un albero preistorico: sono stati rinvenuti fossili che risalgono a 5 milioni di anni fa. Giunse in Francia dalla Carolina (USA), nel 1700. Fu un botanico francese a dare il nome alle magnolie, verso la ਭ ne di quel secolo, scegliendo di celebrare Pierre Magnol (1638-1715), medico e botanico francese, che aveva introdoिo nella sistematica il conceिo di famiglia botanica. Invece, l’etimologia di grandiਮora è intuitivamente composta da grande e ਮoris, «ਭore». ोeste sempreverdi, dal ਭिo fogliame, hanno crescita lenta e sono molto longeve, potendo diventare plurisecolari. L’habitat ideale è un clima mite, soleggiato, umido e piovoso. La magnolia può raggiungere i 30 m d’altezza e i suoi ਭori fragranti e zuccherini, dall’odore ਭorito fresco con risvolti agrumati, possono arrivare a un diametro di 35 cm, ਭorendo ripetutamente da maggio a oिobre. Sono solitari ed ermafroditi, con grandi e carnosi petali bianchi dal profumo dolce e soave che aि irano numerosi inseि i. Il profumo della magnolia è molto amato dai nasi e viene spesso usato nei cuori delle creazioni olfaि ive. Le foglie, lunghe ਭ no a 30 cm, vivono circa 2 anni e sono lucide, rigide e coriacee, di colore verde scuro sopra, mentre soिo sono leggermente pelose, di color ruggine.

ME TODO DI ESTR A ZIONE I fiori sono trattati con solventi volatili, ne risulta una concreta cerosa di colore giallo-verdastro che, lavata con l’alcol, diventa un’assoluta. La fragranza è estremamente delicata e dolce, ricorda la rosa, la violetta, il limone e i fiori d’arancio. Il suo prezioso profumo viene spesso ricreato attraverso tecniche di headspace.

CURIOSITÀ I semi e le foglie di magnolia vengono usati da ormai diversi secoli in Cina e Giappone. Qui in molti se ne servono per aromatizzare alcune miscele di tè note per il loro effetto rinfrescante, il loro aroma agrumato e il potere calmante. I grandi fiori bianchi hanno petali commestibili. La sua corteccia ha proprietà toniche ed è utilizzata da secoli per curare la mancanza di energia. SIGNIFICATO Fedeltà.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA ORIENTALE AGRUMATA FRUTTATA VERDE Il suo profumo è estremamente delicato e dolce, ricorda la rosa, la violetta, il limone e i fiori d’arancio.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE

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Citrus aurantium var. amara

NEROLI

“I boccioli della duchessa di Nerola” Il neroli (si pronuncia nèroli) è l’olio oिenuto tramite distillazione a vapore dei boccioli dei ਭori dell’albero dell’arancio amaro, Citrus aurantium variante amara, deिo “bigaradier”. Nativo del Medio Oriente e oggi coltivato in tuिo il bacino mediterraneo, specialmente in Tunisia, il bigaradier, albero sempreverde dalle lucenti foglie verde scuro e dai profumatissimi ਭori bianchi, è straordinariamente generoso. Infaि i abbiamo già deिo che in profumeria niente di quest’albero va perduto: boccioli, ਭori, rameि i, foglie e fruि i vengono tuि i processati e da ognuno si oि iene il relativo “prodoिo profumato”. In questa sezione approfondiremo la nota di neroli. La storia del nome “neroli” è legata alla principessa italiana Anna Maria Orsini, principessa di Nerola, e duchessa di Bracciano, vissuta nel XVII secolo. Si narra che ella fosse a tal punto innamorata del profumo dei ਭori d’arancio da fare il bagno nel loro olio essenziale, da lì chiamato “neroli” in suo onore. Il suo profumo è ਭorito fresco, con accenti verdi leggermente amari, quindi diਬerente rispeिo al profumo caldo ਭorito bianco dell’assoluta dei ਭori d’arancio (pagg. 94 e 144).

ME TODO DI ESTR A ZIONE

SIGNIFICATO

L’olio essenziale di neroli è ottenuto tramite distillazione a vapore dei boccioli freschi dei fiori d’arancio, raccolti generalmente a mano tra la fine di aprile e la fine di maggio. I fiori d’arancio venivano tradizionalmente distillati in acqua anziché a vapore, perché troppo fragili. Con i moderni sistemi a corrente di vapore si riesce tuttavia a salvaguardare l’integrità dei fiori e ottenere migliore qualità e maggiore quantità di essenza. Sono necessari circa 1.000 chili di boccioli freschi per ottenere un chilo di olio essenziale. A causa della scarsissima resa – una tonnellata di fiori per un litro di essenza – il neroli è da sempre tra gli oli più preziosi.

Castità in vista della prosperità e felicità legata alla sfera matrimoniale. Le spose di tutte le nazioni da sempre indossano un piccolo amuleto portafortuna il giorno del loro matrimonio, e alcune tradizioni vogliono che sia di fiori d’arancio freschi, simbolo di purezza, innocenza e virtù morale, e anche di fecondità e fertilità.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA VERDE FIORI BIANCHI AGRUMATA AROMATICA Ha una ricca sfaccettatura olfattiva fiorita, con accenti frizzanti, verdi e amari.

PROPRIE TÀ OFFICINALI CALMANTE RILASSANTE TONIFICANTE

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Acacia dealbata

MIMOSA

“Il profumo soffice e dorato dell’inverno” Le mimose sono grandi arbusti appartenenti al genere delle Fabacee. La specie utilizzata in profumeria, che produce morbidi pompon dalla caraिerista nota verde e legnosa, tanto amata nelle composizioni ਮoreali, è l’Acacia dealbata. Piccolo albero originario della Tasmania, naturalizzato in Africa seिentrionale e centrale, fu introdoिo in Europa dal celebre Captain Cook, alla ਭ ne del XVIII secolo. Grazie al clima favorevole, al terreno fertile, al sole e all’aria, la mimosa cresce spontaneamente in tuिe le regioni mediterranee. Una leggenda narra che sia la nostalgia delle sue terre lontane a farla ਭorire, nell’emisfero opposto, nella stagione antitetica rispeिo a quella in cui ਭorisce in Australia. E così, nel mezzo dell’inverno, quando ancora tuिo gela, intorno a noi ਭorisce questo splendido albero… I ਭori, morbidi globi color del sole, si raggruppano all’apice dei fusti. Le piccole inਭorescenze, composte da un insieme di capolini giallo-dorati, hanno un profumo intensissimo. I ਭori sbocciano in successione, e la ਭoritura può durare alcune seि imane. Le piccole foglioline ovali, graziose e delicate, di colore verde chiaro o grigio-argenteo, simili a piume, ondeggiano contraendosi al tocco nella varietà pudica o sensitiva, a ricordare l’etimologia della pianta, dal latino mimus, «mimo, aिore». La ਭoritura colorata, soਯce, dolce e sfuocata inebria ed ammalia la palette del naso creatore. I fruि i sono raccolti in baccelli che maturano dalla metà dell’estate alla ਭ ne della primavera.

ME TODO DI ESTR A ZIONE La mimosa viene raccolta tra febbraio e marzo. Concreta e assoluta vengono prodotte per estrazione con solvente a partire dai fiori e dalle cime dei ramoscelli. Il suo profumo è intensamente fiorito con risvolti poudré e verdi. Si tratta di piante coltivate principalmente in Australia, California, Cina, Cile, India, Marocco e Francia. Servono all’incirca 500 chili di fiori per produrre un chilo di assoluta. Avere lo 0,5% di assoluta significa avere l’estratto di 1.000 pompon di mimosa in un flacone.

Per gli Indiani d’America la mimosa indicava forza e femminilità. Per questo motivo quando decidevano di dichiarare il loro amore erano soliti regalare alla donna prescelta un mazzetto di mimose. Gli aborigeni australiani attribuivano alle mimose proprietà curative e ancora oggi la mimosa è simbolo nazionale dell’Australia. La mimosa è stata scelta nel 1946 dall’Unione Donne Italiane come simbolo italiano della Festa della donna in quanto fiore economico che cresce spontaneamente su tutto il territorio.

CURIOSITÀ In passato la corteccia della mimosa veniva utilizzata nella concia del cuoio.

Amicizia, forza, femminilità, pudore.

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SIGNIFICATO

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA VERDE CIPRIATA FIORITA Il suo profumo è intensamente fiorito con risvolti poudré e verdi.

PROPRIE TÀ OFFICINALI NUTRIENTE RIGENERANTE

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Osmanthus fragrans, Olea fragrans e Osmanthus heterophyllus

OSMANTO

“Il piccolo fiore leggero dall’intenso profumo d’albicocca” L’osmanto conosciuto anche come olivo profumato, è una piccola pianta sempreverde della famiglia delle Oleacee, a cui appartengono anche il gelsomino e il lillà, la cui notorietà è dovuta alla fragranza dei suoi piccoli ਭori dorati. L’osmanto deriva il suo nome dal greco osme, «odore», e anthos, «ਭore». Il suo profumo pervade i testi antichi e il suo nome si trova in scriि i di 2.000 anni fa. Cresce ਭ no a 12 m, ha foglie verde scuro talmente lucide da sembrare smaltate e ਭori piccolini, leggerissimi, profumatissimi, dalle tonalità che variano dal bianco crema all’oro, ਭ no a diventare giallo-arancioni a seconda della varietà. L’osmanto è nativo della regione Guangxi in Cina, dove la capitale è Guilin, il cui nome è composto dalle parole gui, che vuol dire «osmanto», e lin, «piccola foresta», e signiਭca dunque “foresta di osmanto”. In autunno in Cina, durante la ਭoritura, per dieci giorni il suo profumo ਭorito fruि ato, con un aspeिo miele che ricorda la pesca e l’albicocca, pervade l’aria rendendola dolce e sublime. ोesto ਭore è conosciuto in Cina da secoli, dove era considerato sacro. Secondo la mitologia cinese, infaि i, ha origini paradisiache: una leggenda narra che l’osmanto crebbe nel paradiso lunare ਭ no a quando una divinità del cielo, non potendo più sopportare le tante piaghe dell’umanità, sparse i semi del ਭore sulla terra, che si trasformarono in piante aromatiche profumatissime il cui distillato diventò un rimedio per lenire le soਬerenze del genere umano. Venne importato in Giappone nel XVII secolo e in Europa solo nel XVIII secolo; oggi è diਬ uso in tuि a la zona mediterranea e sul litorale atlantico.

ME TODO DI ESTR A ZIONE La concreta di osmanto viene prodotta tramite l’estrazione di fiori secchi. L’assoluta, dal profumo fiorito fruttato, con un aspetto miele che ricorda l’albicocca, si ottiene dai fiori attraverso l’estrazione con solventi volatili. La resa dell’assoluta a partire dalla concreta è molto bassa: solo un chilo per circa 3.000 chili di fiori. 122

CURIOSITÀ I fiori secchi di osmanto sono occasionalmente utilizzati anche per la profumazione del tè in Cina. SIGNIFICATO Romanticismo.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FRUTTATA FIORITA Il suo profumo è fiorito esotico con sentori fruttati pesca e albicocca.

PROPRIE TÀ OFFICINALI Migliora il benessere della pelle.

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Robinia pseudoacacia

ROBINIA

“La falsa acacia che profuma di miele” La Robinia pseudoacacia, conosciuta anche come “falsa acacia” poiché spesso confusa con l’acacia, è una pianta originaria dell’America del Nord, può raggiungere i 35 m d’altezza e arrivare a vivere 400 anni. Originario della Pennsylvania, questo albero è stato introdoिo in Francia nel 1600, precisamente a Parigi, da Jean Robin, il giardiniere del re Enrico IV. Nel 1636 suo ਭglio, Vespasien, ne trapiantò alcuni esemplari nel giardino botanico della capitale francese, dove ancora oggi si può ammirare un antico esemplare che può essere deਭ nito il genitore di tuिe le robinie europee. Jean Robin aveva erroneamente aिribuito alla robinia il nome “acacia”, a causa della somiglianza della pianta con le già note acacie. Caraिerizzata da splendidi grappoli di cremosi ਭori bianchi, era nota nel passato sopraि uिo per il suo legno compaिo e robusto, utilizzato dai primi coloni per realizzare imbarcazioni e materiali da costruzione grazie alla sua solidità e resistenza. È molto amata dai nasi per il profumo dei suoi ਭori: soavemente dolce, fruि ato, a traि i mielato. Le foglie di giorno sono aperte, mentre la noिe tendono a sovrapporsi. I ਭori, bianchi o crema, riuniti in grappoli pendenti, ਭoriscono tra maggio e giugno emanando un profumo mielato, dolce e fruिato. Il tronco è giallognolo, ma imbrunisce alla presenza della luce, ed è caraिeristica la presenza di numerose spine lunghe e solide sui rami più giovani. I fruिi ricordano dei baccelli. Le radici traिengono il terreno, motivo per cui la robinia viene usata vicino a dighe e terreni friabili per dare stabilità al suolo. La robinia, crescendo anche in terreni poveri, si diਬ use velocemente in tuि i i Paesi dell’Est Europa e in Ungheria è diventato albero nazionale.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Sebbene poco praticata, l’estrazione dell’assoluta tramite solventi è possibile. Il suo profumo è fiorito, fiori bianchi, con un aspetto poudré e leggermente pesca. Ricorda in qualche modo l’assoluta di mimosa o di cassia, è ricca come l’assoluta dei fiori d’arancio, ma con un accento più dolce e mielato. La concreta e la rispettiva assoluta di Robinia pseudoacacia non sono ancora riuscite a catturare l’interesse dei profumieri creativi, che solitamente creano composizioni riproducendone l’odore dolce fruttato fiorito e mielato. L’eccezionale tenacia e il carattere

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altamente versatile della robinia la rende ideale per composizioni floreali, floreali-aldeidiche e orientali fiorite.

CURIOSITÀ L’Arca di Noè sarebbe stata costruita interamente col legno della robinia. Le civiltà indigene costruivano gli archi con il legno di questo albero e armavano le frecce con le sue spine. I fiori della robinia sono commestibili. SIGNIFICATO Saggezza, rinascita, amore platonico.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORI BIANCHI MUSCHIATA VERDE FIORITA Il suo profumo è fiorito inteso, mielato, dolce e verde al tempo stesso.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE ASTRINGENTE EMOLLIENTE

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Rosa damascena e Rosa centifolia

ROSA

“Lady Rose… la Regina dei fiori” Fonte d’ispirazione per poeti, piिori e artisti, simbolo di bellezza, regalità, giovinezza e amore, la “Regina dei ਭori”, rientra nella nostra paleिe in due diਬerenti qualità olfaिive, sprigionando un ammaliante profumo sfacceिato. Il profumo della rosa, dal fascino eterno, estremamente complesso, è intenso e delicato, sensuale e trasparente, vellutato e cristallino. Innumerevoli sono gli artisti colpiti e ispirati dalla magniਭcenza, dalla spontaneità e dall’opulenza di questo ਭore che ha ispirato in leिeratura tematiche d’amore, di passione e di gioventù… basti pensare a Boccaccio o a Shakespeare. Sebbene al mondo esistano più di 30.000 varietà di rose, e siano oltre 200 le specie spontanee, in profumeria sono due le qualità più note e coltivate per il loro prezioso profumo: la Rosa damascena, deि a anche “rosa turca”, e la Rosa centifolia, chiamata anche “rosa di maggio” o “rosa di Grasse”. La rosa è un piccolo arbusto spinoso, anche rampicante, alto da uno a 2 m, con ਭori molto profumati a trentasei petali, disposti a simmetria raggiata e tinti di svariate sfumature di colore rosa, dal tenue all’intenso. Il nome deriva dal latino rosa, che si riferisce al ਭore della “rosa”, conosciuto ਭ n dall’antichità come nome delle molteplici specie di piante della famiglia delle Rosacee. Etimologicamente il termine potrebbe derivare dal greco rhodon riconducibile a «spina», o dal nome germanico Rothaid a signiਭcare «di stirpe famosa». La rosa, originaria dell’Asia Minore, è appunto un genere botanico antichissimo: sono state ritrovate tracce di questo magniਭco ਭore in fossili risalenti a oltre 25 milioni di anni fa… la rosa nasce quindi prima dell’Homo sapiens. Conosciuto in Cina da più di 4.700 anni e coltivato da oltre 3.000 per le sue doti curative, questo piccolo arbusto libero e spontaneo, con vigore, forza e autosuਯcienza, è riuscito a perpetuarsi nei secoli donandoci ancora oggi il più amato e regalato dei ਭori. La rosa vanta una lunghissima storia anche nel mondo dei profumi.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA FRUTTATA CIPRIATA AGRUMATA Il profumo dell’essenza è intensamente fiorito, con accenti diversi che possono essere erbacei, cipriati, agrumati, a tratti fruttati, con sfumature di miele e pepati.

PROPRIE TÀ OFFICINALI AFRODISIACA ANTISTRESS RIEQUILIBRANTE RIGENERANTE

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Adorata dagli antichi Persiani, Egizi, Greci e Romani, divenne ingrediente chiave nelle essenze e nei cosmetici per la pelle. A partire dal 700 gli Arabi e i Berberi del Marocco la distillavano per oिenere l’acqua di rose. Nell’antica Roma durante i bancheि i e le feste di Nerone veniva diਬ uso profumo di rosa e si lanciavano petali sui partecipanti. Oggi i principali produिori sono Francia, Turchia, Bulgaria e Marocco. In Francia, nella campagna di Grasse, la Rosa centifolia raggiunge l’apice della sua ਭoritura tra la ਭ ne di maggio e inizio giugno. ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale si ottiene per distillazione in corrente di vapore dei fiori freschi raccolti a mano nelle prime ore del mattino, che devono essere processati con rapidità al fine di evitare la fermentazione. La concreta e l’assoluta si ottengono tramite distillazione con solventi volatili. Occorrono dai 300 ai 400 chili di fiori per ottenere un chilo di concreta di rosa, dai 4.000 ai 5.000 chili di fiori per un chilo di assoluta di rosa, e dalle 4 alle 5 tonnellate di fiori per avere un chilo di olio essenziale di rosa. Quando un profumo contiene un millesimo di essenza di rosa ciò significa avere 30 boccioli di rosa nel flacone.

CURIOSITÀ La rosa è il simbolo dell’amore, della passione e della bellezza. Per gli antichi Greci e Romani il profumo della rosa ha origini divine. La leggenda narra che Venere, dea della bellezza, creò il primo profumo nella storia quando si punse il dito con una spina di una rosa bianca. Fu il suo sangue a dipingerla di rosso. Cupido subito si innamorò della rosa rossa e la baciò infondendole una fragranza squisita ed eterna. 128

Una leggenda narra anche che la prima notte d’amore tra Cleopatra e Marcantonio si consumò su un letto di rose carminee. Nel linguaggio della chiesa cattolica, la rosa mistica è attributo di Maria Vergine: il mese a lei dedicato, maggio, rivela chiaramente queste associazioni simboliche. Mentre la rosa d’oro, simbolo di fedeltà e onorificenza, è il dono simbolico, inviato dal papa a sovrani, città e santuari. Secondo una tradizione locale le donne bulgare ogni venerdì, il giorno di Venere, si dedicano alla propria bellezza in modo naturale, adoperando solo prodotti a base di rosa. Forse per la forma della corolla dei fiori che nasconde il loro cuore, la rosa bianca è simbolo di segreto e riservatezza; è anche per questo motivo che una rosa a cinque petali era posta sui confessionali: l’iscrizione sub rosae significava “sotto il sigillo del silenzio e della discrezione”.

SIGNIFICATO Bellezza, amore e passione (se colorata: poesia; se bianca: silenzio; se gialla: infedeltà).

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Tilia sp.

TIGLIO

“Fiori dal dolce nettare, delizia per le api” La poesia olfaिiva del tiglio, con i suoi ਭori bianchi sfumati di giallo, intensamente profumati, che in tarda primavera e all’inizio dell’estate inondano con il loro eਰuvio i viali di ciिà e luoghi di mare, resta impressa nella memoria. ोest’albero si fa notare per il fogliame argenteo che aleggia alla minima brezza diਬondendo nell’aria il fragrante intenso dolce profumo dei suoi piccoli ਭori. Bellezza, grazia, semplicità e dolcezza inਭ nita, lusso innocente: queste sono le caraिeristiche del tiglio, che dona riparo e ombra soिo le sue fronde, deliziosi profumi all’olfaिo e oਬ re alle api il neि are dei suoi ਭori. Il tiglio è un albero grande, vigoroso e di bell’aspeिo, con chioma folta, ramosa e tondeggiante, molto longevo che si dice possa raggiunge i 1.000 anni di vita e oltre i 35 m di altezza. Le foglie sono cuoriformi e segheि ate. I ਭori ermafroditi, con corolla bianco-giallastra, sono raccolti in inਭorescenza ed emanano un intenso profumo ਭorito dolce fruि ato. La ਭoritura profumatissima sboccia da inizio giugno a ਭ ne luglio. I tigli, originari dell’Europa, in particolare della Scandinavia e dell’emisfero boreale, sono diਬ usi in tuि i i Paesi europei e da sempre apprezzati nell’architeि ura urbana, dove decorano i margini delle strade creando bellissimi viali alberati perché, oltre a essere molto longevi, crescono velocemente “colorando di verde” le ciि à. Le specie principali di tiglio che crescono in Italia e in Europa sono tre: Tilia cordata (o tiglio selvatico) che ha piccole foglie ed è molto usato per le sue proprietà terapeutiche, Tilia platyphylllos (o tiglio con grandi foglie) che è una delle specie più profumate, e Tilia tomentosa, deिo anche Tilia argentea (o tiglio argentato), dalle foglie di color verde argenteo. ोesto elegante e possente albero è protagonista di riti misteriosi celebrati dagli antichi popoli germanici ਭ n dall’antichità. La sacralità del tiglio e la sua possibilità di vivere secoli lo hanno faिo divenire simbolo di longevità

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORI BIANCHI FRUTTATA Il suo profumo è fiorito ricco, dolce e fresco, con un aspetto fieno e miele.

PROPRIE TÀ OFFICINALI Agisce positivamente sul tono dell’umore Le sue foglie sono emollienti, i fiori sono sedativi e sono noti per combattere l’insonnia.

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Il nome di quest’albero deriva dal latino tilia, ovvero «tunica», termine che indica la ਭbra presente tra la corteccia e il legno di questi e di altri alberi; oppure risale al greco ptilon, che signiਭca «piuma» o «ala», per la forma della braिea, la fogliolina modiਭcata che aderisce ai ਭori del tiglio. I ਭori, molto profumati, sono ricercati dalle api per il loro dolce neि are e danno un oि imo miele. ोando il tiglio è in piena ਭoritura sono api e calabroni a provvedere alla loro impollinazione. I ਭori maturando si trasformano in piccole nocciole che sono pronte per essere colte verso ਭ ne estate. Il legno bianco-rosato è usato per scolpire sculture mentre le ਭbre della corteccia si possono utilizzare per fabbricare tappeti, corde e stuoie.

ME TODO DI ESTR A ZIONE È possibile estrarre con solvente un’essenza concreta e un’essenza assoluta a partire dai fiori essiccati, ma questo procedimento è praticato sempre più di rado. Abitualmente il profumo del tiglio viene ricostruito dal profumiere. Si tratta di una nota floreale, delicata, con un aspetto fieno e miele.

CURIOSITÀ La mitologia greca racconta che la ninfa Filira, figlia di Oceano, ebbe un figlio da Crono che, sorpreso dalla moglie Rea, si trasformò in uno stallone allontanandosi al galoppo. Quando Filira partorì, si accorse che il divino neonato, Chirone, era un centauro. Spaventata dal suo stesso figlio, mezzo uomo e mezzo cavallo, 132

chiese al padre che le togliesse la vita, ma questi la trasformò in una pianta di tiglio che da allora porta il suo nome (in greco la filira è il tiglio). I Greci crearono il mito di Filira perché questa pianta ha sempre evocato con il suo aspetto e profumo la femminilità, tant’è vero che la consideravano sacra ad Afrodite. Nella leggenda di Filemone e Bauci, il marito si trasforma in quercia e la moglie diventa un dolce tiglio. Forse in ricordo di quella delicata storia d’amore e di venerazione per gli dei, il fiore del tiglio è diventato il simbolo dell’amore coniugale.

SIGNIFICATO Longevità, amore coniugale.

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Viola odorata

VIOLETTA “Piccolo fiore verde di primavera”

La piccola e discreta violeिa annuncia l’arrivo della primavera. È una minuta e soave pianta erbacea perenne, con foglie cuoriformi di color verde scuro e ਭori profumati blu violeिo con sfumature bianche dall’aspeिo innocente e delicato. Originaria dell’Europa e di parte dell’Asia, cresce selvatica e si può ammirare nei giardini di tuिo il mondo. Ne esistono più di 400 specie differenti. Per l’impiego in profumeria è coltivata sopraि uिo nella Francia meridionale, in Italia, in Egiिo e in Asia occidentale. Nell’antica Grecia, la violeि a era considerata il ਭore di Zeus, re degli dei. Zeus, innamorato di Io, comandò alla terra di creare in onore della fanciulla il più bello dei ਭori: ion (violeि a, in greco). Simbolo della grandezza di Atene, la violeि a è stato uno dei ਭori predileि i nell’antica Grecia. Un altro mito racconta che il dio Vulcano, quando si innamorò di Venere, per sedurla si coronò il capo di viole mammole e la dea, stregata dall’inebriante profumo, non poté così resistergli. Si narra anche che i cavalieri della tavola rotonda consultassero le viole per conoscere il loro destino. Napoleone, grande amante delle violeिe, talvolta venne addiriि ura soprannominato “Caporale Violeि a”. ोesto ਭore diventò così l’emblema della famiglia Bonaparte. Ancor più di lui, le amava la sua seconda moglie, l’imperatrice Maria Luigia d’Austria, che, diventata duchessa di Parma, impiantò una coltivazione di violeिe: epurato, così, da ogni signiਭcato politico, il ਭore divenne emblema di purezza e umiltà e simbolo della ciि à, la famosa violeि a di Parma. I frati del convento dell’Annunciata di Parma riuscirono a oिenere dal ਭore e dalle foglie di violeि a un’essenza che entrava nella formula segreta di un profumo a uso esclusivo di Maria Luigia. Nel 1870 Ludovico Borsari raccolse l’eredità dei frati e ne fece una produzione destinata a un pubblico più vasto: nasceva la prima grande industria italiana di profumi.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA VERDE MUSCHIATA LEGNOSA ACQUATICA Il suo profumo è verde fiorito muschiato metallico, a tratti terroso e polveroso, dolce-legnoso e acquatico.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTISETTICO

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ME TODO DI ESTR A ZIONE La fioritura in Italia e in Francia avviene in marzo e aprile. Dopo la raccolta dei fiori, i campi vengono falciati per recuperare fusti e foglie che saranno distillati con solventi volatili per ottenere una concreta e un’assoluta. La raccolta in Egitto, invece, avviene quattro volte l’anno: in maggio, luglio, ottobre e dicembre. In media, per ottenere un chilo di assoluta si processano 2.300 chili di foglie di violetta. Sono infatti le foglie a contenere il prezioso olio essenziale anche chiamato vert de violette: l’essenza di violetta ha un colore verdastro e soprattutto un profumo verde, terroso, che solo successivamente rileva un aspetto fiorito e metallico. Il profumo dei fiori, comunque, viene principalmente ricreato con molecole di sintesi dette iononi (dal greco ion, «violetta»).

CURIOSITÀ La pianta era conosciuta per le sue virtù curative già nell’antichità: i Romani, dopo i bagordi notturni, solevano portare un serto di violette sulla fronte per lenire il mal di testa. I Persiani e i Greci usavano le violette per aiutare il sonno e per calmare la rabbia. 136

Nel Medioevo si preparavano tisane con questa pianta per lenire la tosse. In Francia le violette erano coltivate nel giardino del re fin dai tempi di Enrico IV: la polvere ottenuta dai fiori e dalle foglie veniva cosparsa su tutto il corpo per attenuare i cattivi odori. La violetta è collegata a vari significati, dovuti al suo colore viola-blu (il viola è associato alla regalità, al potere, alla fiducia e all’intuizione, mentre il blu è il colore della spiritualità), alle sue forme e al suo aspetto delicato. Nel linguaggio dei fiori la violetta indica modestia, timidezza, pudore, umiltà e tenerezza, perché si nasconde tra foglie a forma di cuore, ma anche la profondità di sentimento. Emblema di innocenza e di verginità, si tratta di un fiore molto amato nella storia fin dai tempi degli antichi Greci, che ne esaltavano soprattutto la delicatezza e la associavano alla sensibilità. Offrire un bouquet di violette significa rivelare il proprio amore tenero. La viola del pensiero dice: «Pensami!».

SIGNIFICATO Modestia, candore.

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Cananga odoratum

YLANG YLANG “Il fiore dei fiori”

Un viaggio nei caldi oceani esotici per scoprire l’ylang ylang, misterioso e stravagante, i suoi ਭori incantati e fragili, e il loro profumo, inebriante e unico, importantissimo nella paleिe delle materie prime naturali dei nasi. L’ylang ylang è un albero sempreverde, originario del Sud Est asiatico, delle Filippine, dell’Indonesia e del Borneo, che cresce comunemente anche nelle isole della Polinesia e in quelle dell’Oceano Indiano, famoso per i suoi ਭori delicati e fragranti. Predilige le foreste pluviali, suo habitat naturale, dove può raggiungere i 30 m d’altezza. Le sue foglie lucide verde scuro hanno margini ondulati, mentre i ਭori, dalle corolle a grappolo di colore giallo-oro-verde, numerosi e profumatissimi, presentano dai tre ai cinque petali allungati e bizzarramente arricciati. Richiama nel suo profumo i colori brillanti dell’estate, delle isole selvagge in cui è nato: è un piccolo tesoro olfaि ivo che aggiunge un tocco ਭorito, luminoso e solare alla paleिe dei nasi. Il nome ylang ylang (o ilang-ilang), di origine tagalog, potrebbe derivare da ilang, che signiਭca «selvaggio», riferendosi all’habitat naturale in cui cresce, o dalle parole ilang ilan, nel signiਭcato di «raro», proprio in riferimento alla fragranza seducente e narcotica dei suoi magniਭci ਭori; è per questo che viene anche soprannominato il “ਭore dei ਭori”. L’ylang ylang viene prevalentemente coltivato nell’arcipelago delle isole Comore e in Madagascar, luoghi incantati dove il tempo sembra essersi fermato. Spiagge selvagge e incontaminate, splendidi paradisi tropicali, foreste verdi di palme, foglie di cocco e piante di mango fanno da sfondo a questo maestoso albero dai ਭori fragranti. Fiorisce tuिo l’anno, ma la raccolta dei ਭori avviene principalmente durante la stagione secca, da aprile a seिembre, perché è in questo particolare momento dell’anno che si ha una maggiore quantità e qualità olfaि iva dei suoi ਭori.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORI BIANCHI ANIMALICA SPEZIATA Il suo profumo fiorito intenso, è complesso: ricco e vibrante, a tratti fruttato, speziato, animalico e pungente fino a essere solare con accenti di gelsomino.

PROPRIE TÀ OFFICINALI AFRODISIACO

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L’ylang ylang è ritenuto un ਭore molto capriccioso e impaziente: non aspeिa, esige di essere raccolto solo nel momento di massima ਭoritura, quando i suoi lunghi petali arruਬati sono di colore giallo intenso, e solo la maि ina all’alba. Deve, poi, essere distillato entro le due ore successive, perché altrimenti perderà completamente il suo soave e afrodisiaco profumo. Le mani esperte e delicate dei raccoglitori sceglieranno, quindi, meticolosamente i ਭori maturi proteggendo i ਭori verdi, non ancora pronti per la raccolta. Mediamente ogni raccoglitore deporrà in ceste intrecciate a maglie larghe circa 25 chili di ਭori, che poi porterà personalmente in distilleria, dove verranno processati.

ME TODO DI ESTR A ZIONE

CURIOSITÀ

La distillazione a vapore lenta a partire dai fiori appena colti porterà all’olio essenziale, mentre dall’estrazione con solvente si otterrà la concreta, che poi diventerà assoluta. Solo per la distillazione occorrono dalle 12 alle 20 ore. Si succedono varie distillazioni e il primo distillato (circa il 40% del raccolto) rappresenta il grado olfattivo qualitativo più alto. Seguono mediamente altre tre distillazioni successive, di primo, secondo e terzo grado, che portano a sfumature olfattive differenti. Mediamente servono 700 chili di fiori per ottenere un chilo di assoluta e 500 chili di fiori per un chilo di olio essenziale.

Secondo una leggenda, la nascita della pianta rimanda alla storia di due contadini che, non riuscendo ad avere figli, si rivolsero a un “managanito” – una sorta di indovino-sciamano – il quale riuscì ad avere la concessione degli dei, a una condizione: la bimba che sarebbe nata, non avrebbe dovuto essere toccata da nessuno spasimante. La ragazza che nacque divenne bellissima, tanto che un giorno un giovane uomo, vedendola passeggiare in un giardino, s’innamorò perdutamente di lei. Ma quando le porse un mazzo di fiori, accidentalmente, le sfiorò la mano… E fu così che la bellissima ragazza si trasformò in questo splendido albero dai fiori odorosi. In Indonesia i fiori vengono sparsi sul letto nuziale la prima notte di nozze.

SIGNIFICATO Sicurezza e stabilità; unione, matrimonio e fertilità. 140

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arancio amaro arancio dolce bergamotto cedro ciliegio eucalipto fico limone mandarino mandorlo melograno menta mirto nespolo pesco rosmarino santolina timo ulivo vaniglia

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ARBUSTI FRUTTATI E AGRUMI

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ruppo olfattivo composto da arbusti fruttati, agrumati e aromatici ࡩe crescono selvaggi nel bacino mediterraneo e oltreoceano. La complessità dell’assortimento varia da essenze esperidate, caratterizzate dalla loro tipica fresࡩezza elettrizzante, con frutti di bosco o bacࡩe fragranti, ࣲno ad arrivare a magniࣲci e imponenti alberi da frutto, complessi o delicati, intensi e ricࡩi, tipici della macࡩia mediterranea, e ai loro fragranti frutti ribelli.

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Citrus aurantium var. amara

ARANCIO AMARO

“Generoso e amabile”

Entriamo nel mondo degli esperidati, famiglia di ingredienti importantissimi nella paleिe dei nasi e largamente utilizzati per rendere uniche, vigorose e brillanti le piramidi olfaिive. L’arancio amaro, Citrus aurantium var. amara, originario dell’Estremo Oriente, fu introdoिo nel Nord Africa nel VII secolo e in Europa dagli Arabi nel X secolo. È fondamentale per la paleिe dei nasi: da una sola pianta si oिengono essenze con caraिeri completamente diਬerenti. I ਭori e i relativi prodoिi olfaिivi (l’olio essenziale di neroli, la concreta e l’assoluta di ਭori d’arancio e l’acqua di ਭori d’arancio) sono descriिi nelle relative schede (pagg. 118 e 94). Ci concentreremo, quindi, sull’olio essenziale di petitgrain estraिo dai rameिi e dalle foglie dell’albero, e sull’olio essenziale di arancio amaro, oिenuto dalla spremitura della scorza. Il termine petitgrain indica la distillazione dei rameिi e delle foglie di tuिi gli alberi di agrumi, non solo quello dell’arancio amaro. L’arancio amaro ha numerose varietà e il suo olio essenziale varia in base alla zona d’origine, che va dal bacino del Mediterraneo (Tunisia, Marocco, Italia, Spagna, Egiिo, sud della Francia), alla Guinea, alle Indie occidentali, al Brasile. Il bigaradia, ovvero l’olio distillato dall’arancio amaro, è il più utilizzato, insieme a quello di limone, arancio dolce e bergamoिo.

Aࡆ࠵ࡂ࠷࠽ࡃ ࠵ࡁ࠵ࡆࡃ FAMIGLIA OLFAT TIVA ESPERIDATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA AGRUMATA FIORITA VERDE Il suo profumo è fruttato amaro, zesty, e agrumato.

P࠹ࡈ࠽ࡈ࠻ࡆ࠵࠽ࡂ ࠶࠽࠻࠵ࡆ࠵࠸࠽࠵ FAMIGLIA OLFAT TIVA FLOREALE

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale petitgrain è usato per le sue note rinfrescanti, dolce-floreali. Si presenta di colore giallo pallido o ambrato e il suo profumo ricorda quello dei fiori d’arancio con un sottotono leggermente legnoso-erbaceo. Si distingue rispetto all’assoluta dei fiori d’arancio per i suoi accenti verdi leggermente amari. Il petitgrain conferisce alle composizioni olfattive una particolare nota esperidata, più persistente rispetto alla classica nota agrumata, grazie alla sua sfumatura verde legnosa, ed è frequentemente impiegato nelle colonie, nei fougère, spesso anche come sostituto dell’olio di neroli. L’olio essenziale di arancio amaro, ottenuto dalla spremitura a freddo della scorza esterna del frutto giunto quasi a 144

maturazione, presenta una nota agrumata particolare ricca, fresca ma “amara” e “secca” allo stesso tempo, con un sottofondo dolce, durevole e floreale è di colore da giallo scuro, giallo oliva o marrone chiaro.

CURIOSITÀ Fra gli aranci amari celebri, figura quello nel giardino del convento di Santa Sabina a Roma: i suoi frutti erano offerti ogni anno al papa. Si dice che esista ancora. In Italia, l’arancio amaro serve per l’innesto di altri alberi di agrumi, grazie alla resistenza del tronco di questa specie a gravi malattie. SIGNIFICATO Prosperità e felicità

A R B U S T I F R U T TAT I E AG R U M I

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA AGRUMATA VERDE LEGNOSA PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE CALMANTE VITAMINICO

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Citrus aurantium var. dulcis citrus sinesisa

ARANCIO DOLCE

“I pomi d’oro”

Il termine “aràncio” ha una doppia etimologia: dal sanscrito nÃgaranja, che signiਭca «inclinazione degli elefanti», poiché è il fruिo favorito degli elefanti indiani, e dal latino aurum (oro), per il colore dei suoi fruिi. Si distinguono due principali varietà di arancio: l’arancio dolce Citrus aurantium var. dulcis citrus sinesis e l’arancio amaro Citrus aurantium var. amara citrus bigaradia. Il primo, deिo anche semplicemente arancio, ha fruि i con polpa agrodolce che si consumano anche freschi, dalla cui scorza si estrae l’olio essenziale di arancio dolce; il secondo, deिo anche arancio forte, ha foglie più scure e aromatiche e polpa acido-amara, non è commestibile fresco, e dalla sua scorza, più ruvida, si estrae l’olio essenziale di arancio amaro o “essenza di bigarade”. Dall’arancio dolce, albero estremamente generoso, si oिengono gli stessi oli essenziali che si oिengono dalla variante amara e, anche in questo caso, ognuno ha caraिeristiche olfaि ive precise e sfumature diਬerenti. Si oिengono, quindi: l’acqua, l’olio essenziale, l’assoluta e la concreta di ਭori d’arancio (anche se solitamente si utilizzano prevalentemente quelli della varietà amara), il petitgrain dai rami e dalle foglie, e inਭ ne, per spremitura della scorza, si oि iene l’essenza di arancio dolce. ोest’ultimo, originario dell’Indocina, era ritenuto un vero dono del cielo, panacea universale e venne importato in Europa dai portoghesi, da cui il soprannome di “arancio del Portogallo”. Ha foglie di un verde scuro intenso e lucenti, ਭori bianchi e intensamente profumati che generano il fruिo chiamato esperidio, con scorza e polpa dal caraिeristico colore arancione; nella scorza sono contenute piccole ghiandole ricche di olio essenziale. Dalla parola “esperidio” deriva il termine che si usa in profumeria, “esperidato”, per indicare una sfaccettatura agrumata. In profumeria, tuि i gli oli essenziali ricavati per spremitura dalle scorze dei fruि i appartengono, infaि i, alla sfacceि atura esperidata (o agrumata, o citrus). L’etimologia della parola deriva dalle Esperidi, le ninfe che custodivano un magico giardino ricco di fruि i dorati, le arance. Apportano alle composizioni note frizzanti e vivaci, solari, fresche e toniche.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA ESPERIDATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA AGRUMATA ALDEIDICA FRUTTATA Il suo profumo è dolce, fresco verde e fruttato.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE VITAMINICO

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L’olio essenziale petitgrain di arancio dolce (o del Portogallo) è meno usato in profumeria rispeिo a quello dell’arancio amaro. Esso presenta una nota olfaि iva tipicamente agrumata ricca, fresca, con un soिofondo dolce, durevole e ਮoreale. Oggi è prodoिo principalmente in Florida e in Brasile, dove viene raccolto tuिo l’anno, e in quantità minori anche in Italia. L’olio di arancio dolce è usato principalmente negli aromi e nei profumi. L’applicazione è minore, anche se è tipicamente usato nelle Eau de Cologne, negli accordi fougère e chypres, nelle basi aldeidiche e in quelle fruि ate.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale di arancio dolce è ottenuto dalla spremitura a freddo della scorza esterna del frutto.

CURIOSITÀ Le arance, alberi dai frutti d’oro, furono il dono di nozze che Giunone portò a Giove. Giove le piantò nel giardino segreto custodito dal drago delle sorelle Esperidi, ninfe che donano il nome alla famiglia olfattiva dei profumi esperidati. Eracle, eroe greco, riuscì a uccidere il drago, guardiano dei frutti, ottenendo così i pomi d’oro. 148

Nella mitologia greca Atalanta, imbattibile nella caccia e nella corsa, non volendosi coniugare per non perdere i suoi poteri, accordò al padre Lasio, re di Sirio, che avrebbe sposato solo chi l’avrebbe raggiunta in corsa. Il giovane Ippomene, aiutato da Afrodite, dea dell’amore, mise dei pomi d’oro sul percorso e Atalanta, invaghita dalla bellezza dei frutti, rallentò il passo permettendo al giovane di raggiungerla.

SIGNIFICATO Ispirazione.

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Citrus aurantium L. bergamia

BERGAMOTTO

“L’oro verde della Calabria”

L’oro verde della Calabria è uno degli ingredienti più speिacolari e poliedrici della paleिe dei naturali. L’albero del bergamoिo è un arbusto sempreverde che può raggiungere i 4 m di altezza. Ha foglie morbide, lucide, coriacee e profumatissimi ਭori bianchi simili a quelli dell’arancio amaro. La prima ਭoritura e le nuove foglie spuntano appena è ਭ nita la stagione delle piogge, all’inizio di marzo. La seconda ਭoritura avviene a giugno. I suoi fruि i sono piccoli e rotondi, con una soि ile scorza liscia color giallo intenso. Il loro sapore è acre e l’uso principale che ne viene faिo è l’estrazione dalla scorza della profumatissima e preziosa essenza, dalle straordinarie virtù beneਭche. La ricerca genetica ancestrale ha suggerito origini ibride tra l’arancio amaro Citrus aurantium e il limone Citrus limon. Il nome deriva dal turco beg armudi, che signiਭca «pero del signore», per la sua similarità con la forma della pera bergamoि a. È proprio sulla costa ionica di Reggio Calabria che nasce e cresce la migliore qualità di bergamoिo, anche deिa “bergamoिo calabro”: amato in tuिo il mondo, è deिo l’“oro verde della Calabria”, infaिi, sebbene originario delle regioni tropicali dell’Asia, viene oggi coltivato quasi esclusivamente nel sud della Calabria. ोi si concentra il 90% della produzione mondiale di questo agrume pregiato: 200.000 chili all’anno. Gli alberi sono innestati su tronchi di aranci amari. Dalla generosità di questa pianta si oिengono diਬerenti prodoिi profumati: l’olio (oिenuto dall’estrazione a freddo della scorza del fruिo quasi maturo), mentre le foglie e i ramoscelli possono essere distillati per produrre petitgrain.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA ESPERIDATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA AROMATICA FIORITA FRUTTATA VERDE AGRUMATA Il suo profumo è agrumato, floreale, verde, fresco, frizzante, aromatico.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE VITAMINICO

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Il petitgrain di bergamoिo, di colore verde-giallo-oliva, presenta una sfacceि atura olfaि iva tipica di petitgrain: è amaro-fresco e poi dolce-legnoso. Le prime coltivazioni di bergamoिo sul litorale calabro risalgono al Seिecento, quando l’essenza veniva estraि a dalla scorza tramite pressione manuale e faि a assorbire da spugne naturali (procedimento deिo “a spugna”), collocate in recipienti appositi. È sempre in Calabria che, nell’Oिocento, è stata documentata la prima estrazione dell’olio essenziale di bergamoिo. La coltivazione in altre aree non è riuscita a produrre oli di bergamoिo di valore comparabile a quelli dell’olio calabrese.

ME TODO DI ESTR A ZIONE La sua essenza è ottenuta attraverso la spremitura a freddo della scorza dei frutti raccolti tra ottobre e dicembre: si ottiene un liquido di colore giallo-verde, intensamente profumato, estremamente ricco, dolce-fruttato, erbaceo, balsamico e secco. La dolcezza, simile al tabacco, è contrastata dalla freschezza della nota di testa. Il colore dell’olio di bergamotto si attenua con l’invecchiamento e con l’esposizione alla luce del giorno. Per ottenere un chilo di essenza occorrono 200 chili di frutti. La produttività è fortemente influenzata dalle temperature e dalle piogge: è un albero che non sopporta gli sbalzi del clima verso le temperature rigide, né l’eccessiva o scarsa piovosità, mentre ben sopporta il caldo. Il profumo del bergamotto è agrumato, floreale, verde, fresco, frizzante, aromatico. È amato per la sua dolce freschezza, in particolare nelle colonie di agrumi, negli accordi chypre, fougère, e in creazioni moderne e sfaccettate. A differenza di altri agrumi, ha anche un effetto fissativo. A causa delle condizioni meteorologiche, dei danni meccanici e per altre avversità, una certa quantità di frutti di bergamotto cade prima e durante 152

la maturazione. Dalla distillazione a vapore dalle scorze di questi bergamotti “caduti prematuramente” si ottiene un olio essenziale, “l’olio dei frutti caduti”, che può essere un rischioso materiale “da taglio” per l’olio spremuto a freddo dai frutti sani raccolti a mano, poiché, alterandone la qualità, metterebbe a rischio il nome e la reputazione del bergamotto.

CURIOSITÀ Secondo una leggenda, nelle notti di luna piena il bergamotto mostrerebbe il luogo in cui nascono le fate. Si narra che un moro di Spagna vendette per diciotto scudi un ramo di bergamotto ai signori Valentino di Reggio Calabria, i quali lo innestarono su un arancio amaro, in un loro possedimento nella contrada Santa Caterina. In nessun’altra parte del mondo vi è un luogo in cui quest’agrume fruttifichi con la stessa resa e qualità di essenza. In cucina è utilizzato soprattutto nell’arte dolciaria, come aromatizzante per caramelle, canditi, torroni, gelati, liquori e bibite. SIGNIFICATO Successo, buona riuscita.

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Citrus medica L.

CEDRO

“Il capostipite degli agrumi” Il cedro, Citrus medica L., è il capostipite della grande famiglia degli agrumi da cui derivano tuिe le varietà di fruिi del genere Citrus. Anche chiamato cedrone, o cedro-limone, è un piccolo albero sempreverde che cresce nel Sud Italia, presenta foglie lucenti color verde scuro, grandi ਭori bianchi e porpora, ed è noto per i suoi enormi fruि i, simbolo della stagione fredda, conosciuti anche nei Paesi di lingua anglosassone, come gli originali e classici agrumi citron, nome generalmente applicato in Europa al limone e da non confondere con questa pianta. Usato nella prima parte del XX secolo nelle colonie, l’olio essenziale di cedro presenta una nota esperidata verde fresca e sapida, che ricorda il limone, ma con sfacceि ature più dolci. L’etimologia di cedro potrebbe proprio derivare dal latino citrus, che originariamente designava un albero resinoso chiamato thuia, la cui corteccia, foglie e ਭori contengono un olio essenziale dal profumo simile a quello della resina di conifere. Altra etimologia già illustrata nella scheda del legno di cedro è quella derivante dal latino cedrus, proveniente a sua volta dal greco kedros, «essere scuro», per il colore verde cupo del fogliame, oppure sempre dal greco keo, «colare», per il ਮuido resinoso che cola dalle conifere. Originario della Riviera dei Cedri in Calabria, nel Sud Italia, viene oggi coltivato anche in India, negli Stati Uniti, in Brasile, Australia e Medio Oriente. Anche il cedro è un albero generoso in termini profumati: si possono usare ਭori, rameिi, foglie e fruिi. Dai rameिi e dalle foglie si estrae l’essenza fresca, ਮoreale-legnosa di petitgrain, dalla spremitura delle scorze dei fruिi raccolti tra la ਭne di oिobre e gli inizi di gennaio, si oिiene l’olio essenziale.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio viene estratto premendo a freddo la scorza dei frutti quasi maturi, che viene grattugiata sotto l’acqua corrente per favorire la fuoriuscita dell’olio essenziale, poi separato dall’acqua mediante centrifugazione.

CURIOSITÀ I frutti del cedro possono arrivare a pesare fino a 2 chili l’uno e misurare fino a 30 cm di diametro. L’unico agrume che lo batte in misure è il pomelo, della pianta Citrus maxima o Citrus grandis, i cui frutti possono pesare fino a 10 chili 154

cadauno. Il frutto, se messo in salamoia per rimuovere il sapore amaro della scorza, diventa commestibile. Il vero pregio del cedro sta nella scorza, spessa, carnosa e molto aromatica, ricca di olio essenziale, e non nella polpa (ridotta e non particolarmente succosa). La scorza viene anche trasformata in canditi per l’industria dolciaria. Bollendola per diversi giorni nello sciroppo di zucchero si ottiene il “succade”: la scorza candita dallo speciale sapore “dolce e aspro” che viene usata come base per i dolci.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA ESPERIDATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA FRUTTATA VERDE INDOLICA Il suo profumo esperidato verde fresco e sapido, ricorda il limone, ma con sfaccettature più dolci.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE

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Prunus genus

CILIEGIO

“La contemplazione di un profumo selvatico che la natura trattiene per sé” La bellezza e il profumo dei ciliegi in ਭore suscitano aिrazione, profondo amore e comunione con la natura, capace di inebriarci con eਰuvi, dolci e ਭoriti, e di commuoverci nella contemplazione di delicate nuance bianche pennellate di rosa. Uno speिacolo la cui bellezza eਯ mera ed evanescente ha portato piिori, poeti e nasi a ricreare a livello visivo, descriिivo e olfaिivo le vesti e le virtù di quest’albero originario dell’Asia Minore e presente nel bacino del Mediterraneo da più di 3.000 anni. Il ciliegio riveste un ruolo d’onore in Giappone, dove è simbolo d’integrità, purezza, magniਭcenza e bellezza della mente e dove l’usanza di contemplarlo, conosciuta come Hanami (leिeralmente «guardare i ਭori» in riferimento a quelli di ciliegio), è stata tramandata per secoli. A colpire è la sua caducità, il suo essere in piena ਭoritura solo per pochi giorni. Il senso di questa romantica tradizione consiste nel guardare con commozione e malinconia come i petali danzino cadendo dall’albero, nel breve viaggio che li separa dalla terra. Il piacere estetico di restare soिo una delicata e profumata pioggia di petali ci ricorda con dolcezza e malinconia la fugacità della vita. Il sakura (ਭore di ciliegio) personiਭca le qualità del samurai: purezza, lealtà, onestà, coraggio. Cade dal suo ramo, così come il samurai si immola nel nome dei suoi ideali e si distacca dalla vita terrena. Dalla primavera il ciliegio prende i simboli di rinnovamento e di forza generatrice. Nella tradizione italiana, la ciliegia è il simbolo delle gioie dell’infanzia e della buona educazione, mentre il ਭore è il simbolo della rinascita. Il ciliegio conta più di 100 varietà, selvatiche o coltivate. Presenta foglie ovali lisce, lucenti, splendidi ਭori bianchi, rosati all’interno con cinque, dieci, venti o più petali, che compaiono insieme alle foglie in aprile, e fruिi tondi e glabri dalla polpa succosa, amara o dolce. Cresce ਭno a 1.800 m di altitudine.

ME TODO DI ESTR A ZIONE La natura non ha voluto donare un olio essenziale che abbia lo stesso magico e unico profumo della fioritura del ciliegio. Data, dunque, l’impossibilità di estrarre l’olio essenziale, quest’ultimo è diventato una fervente creazione di accordi creati appositamente dai profumieri per fondere la delicatezza dei fiori di ciliegio con le dolci, inebrianti note dei frutti.

CURIOSITÀ L’etimologia deriva da Cerasus che si riferisce a Cerasonte, oggi città di Giresun (paese montuoso della Turchia del nord situato a ridosso del Mar Nero) sulle cui colline crescevano spontaneamente i ciliegi. Secondo Plinio il Vecchio fu da qui che il generale romano Lucullo portò per la prima volta in Italia le ciliegie. SIGNIFICATO Rinascita, buona educazione.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FRUTTATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA FRUTTATA MUSCHIATA Il profumo delicato dei suoi fiori, fresco e rosa, e le dolci, inebrianti note dei frutti.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE DEPURATIVO Migliora l’aspetto della pelle.

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Eucalyptus sp.

EUCALIPTO

“Le foglie argentate dalla calda freschezza balsamica” Amata per la sua aromatica e balsamica freschezza, l’essenza di eucalipto è decisa e imponente, proprio come l’albero, intensamente profumato, che ce ne fa dono. Il profumo delle foglie, mezzelune argentate e cerose, si diਬonde e inebria le vie respiratorie, mescolandosi all’essenza dei fruिi legnosi coperti di cera. La corteccia fragrante, grigio-cenere e striata, si sfoglia mostrando strati bluastri. La chioma è speि acolare: sfuma dal verde scuro al bianco, passando per tonalità blu e azzurrate; i ਭori sono variopinti, a seconda della specie, e vengono nascosti dai propri petali, particolarità espressa nell’etimologia stessa del nome: dal latino eucalyptus, composto dalle parole gheche eu, «bene», e kalypto, «nascondere». Albero sempreverde a crescita rapida (può raggiunge i 20 m di altezza in soli 6 anni), originario di Australia, Tasmania, Nuova Guinea e Nuova Zelanda (dove rappresenta il 70% della vegetazione), venne introdoिo in Europa nel XIX secolo e si diਬuse in tuिo il bacino del Mediterraneo. Al genere Eucalyptus appartengono oltre 700 specie diverse, di cui almeno 500 producono oli essenziali, non tuिi di interesse terapeutico. Il genere comprende numerose specie di grandi dimensioni, come l’Eucalyptus globulus, o eucalipto blu, della famiglia delle Mirtacee (molto diਬuso in Italia e coltivato in Australia, Brasile e in Europa del sud), talora anche gigantesche, come l’Eucalyptus grandis, alto ਭ no a 100 m e con 10 m di diametro, e l’Eucalyptus amygdalina, che supera i 155 metri. È coltivato sopraिuिo per il suo olio essenziale, ricco in cineolo (o eucaliptolo), molecola importante per curare le malaिie dell’apparato respiratorio e, dato il suo aroma potente, anche come repellente contro gli inseिi. In profumeria vengono utilizzati circa 12 diversi oli essenziali: tra questi vi sono quelli di Eucalyptus citriodora, ricco di citronellolo, Eucalyptus macarthuri, ricco di geraniolo, ed Eucalyptus dives, dal profumo mentolato. La fragranza dell’eucalipto è fresca, frizzante, balsamica, aromatica, ਭorita, verde, agrumata, mentolata.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale, incolore o giallognolo, si ottiene attraverso la distillazione in corrente di vapore di foglie e ramoscelli freschi o parzialmente essiccati. La resa è molto variabile in base al tipo di estrazione utilizzato, al grado di essiccamento delle foglie e al periodo di raccolta; può variare tra lo 0,5 e il 3%.

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CURIOSITÀ Le foreste di eucalipto non danno mai riparo e ombra a causa di una caratteristica delle foglie di quest’albero, che riescono a orientarsi a seconda dei raggi del sole e a seguirne la traiettoria, in modo da non essere mai colpite perpendicolarmente sulla superficie, limitando, così, l’evaporazione dell’acqua.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA AGRUMATA BALSAMICA FIORITA SPEZIATA Il suo profumo è fresco, frizzante, balsamico, aromatico, fiorito, verde, agrumato, mentolato.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTISETTICO BALSAMICO FLUIDIFICANTE

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Ficus carica

FICO

“Le verdi foglie sul mare blu” Il ਭco, nativo del Medio Oriente e dell’Asia occidentale, è una delle più antiche piante secolari ed è coltivato ampiamente e diਬuso in tuिo il bacino mediterraneo. Il suo profumo evocativo riporta ai luoghi in cui cresce spontaneo, al sole e al mare, alla sua maestosa fronda e alla dolce polpa dei suoi fruिi. La linfa che scorre nella pianta è bianca e laिiginosa e le foglie sono grandi, lucenti, verde scuro, altamente ornamentali, tanto che sono spesso raਯgurate in pittura. ोello che comunemente viene ritenuto il fruिo del ਭco è in realtà una grossa inਭorescenza carnosa dal verde ਭno al bluastro-violaceo, all’interno della quale sono racchiusi piccolissimi ਭori unisessuali. I veri fruिi, numerosissimi, si sviluppano, infaिi, all’interno dell’inਭorescenza. La polpa che circonda i fruि i è succulenta e dolce. La specie ha due forme botaniche, il maschio e la femmina, e solo quest’ultima produce fruि i eduli. Il nome deriva dal latino ਭcus o dal greco sykon (fykon avrebbe poi indicato la pianta del ਭco), o da phyo, cioè «produco», per via della fecondità della pianta. Il ਭco a livello olfaि ivo evoca una singolare e sensuale freschezza verde, un soिofondo legnoso e una parte dolce e laिonica. La coltivazione viene praticata principalmente per la produzione dei “fruि i”, consumati freschi o essiccati. Algeria, Grecia, Turchia, Italia, Spagna e il sud della Francia ne sono i principali produिori. Dalle foglie si estrae un’assoluta estremamente rara, la cui produzione annuale nei Paesi sopracitati è probabilmente inferiore a 200 chili. Per questo è spesso sostituita con accordi o basi ricreati in laboratorio dai nasi. ME TODO DI ESTR A ZIONE L’assoluta di foglie di fico è una massa semisolida di colore verde scuro o brunastro, oppure un liquido viscoso pesante di un odore delicatamente dolce-verde, erbaceo, legnoso, con un sottotono muschiato.

CURIOSITÀ In tutte le culture, tanto la forma quanto la linfa del fico hanno contribuito alla sua reputazione afrodisiaca. Gli indiani lo considerano sacro a Visnù, salvatore del mondo, mentre i Greci lo consacravano a Dioniso, il dio del rinnovamento. Ancora oggi in Nord Africa il fico è simbolo di fertilità. 160

Secondo il mito della fondazione di Roma, Romolo e Remo furono allattati dalla lupa sotto un albero di fico selvatico, dove la cesta che li trasportava, affidata alle acque del Tevere, si fermò. Fin dall’antichità il fico è considerato un albero fausto ed è oggetto di venerazione. Platone riteneva che fosse amico dei filosofi: un giorno Diogene chiese a Platone di dargli tre fichi secchi del suo orto. Platone gliene diede uno staio intero. «Così,» disse Diogene «quando gli si chiede una cosa, ne risponde mille».

SIGNIFICATO Conoscenza.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FRUTTATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA LEGNOSA VERDE GOURMAND Il suo profumo è singolare e sensuale, caratterizzato da una freschezza verde, un sottofondo legnoso, una parte dolce e lattonica.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTINFIAMMATORIO ENERGIZZANTE

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Citrus limonum risso

LIMONE

“L’agrume dal profumo di zagara bianca che tutto guarisce” Il giallo e il verde che si stagliano sul blu mediterraneo: eਰuvio di purezza, dinamismo e allegria. Il limone con i suoi ਭori, le sue foglie e i suoi fruिi inebria le creazioni olfaिive di note vitali, fresche e frizzanti, esperidate, ਭorite e verdi. L’albero del limone è un arbusto sempreverde a crescita rapida, con foglie ovali grandi lucide e coriacee molto aromatiche, così come profumatissimi sono i suoi splendidi ਭori. I giovani germogli sono di un colore porpora-rossastro e i boccioli sono riuniti in inਮorescenze rosacee; quando maturano divengono bianchi e hanno petali carnosi che all’esterno restano tinti leggermente di rosa. L’albero del limone è fortemente ramiਭcato, con spine appuntite, e diਯcilmente supera i 4 m di altezza. I suoi fruिi di forma ovale, i limoni, hanno una polpa molto acida e una buccia giallo-pallida, più o meno spessa, profumata, bocciardata, che dal verde diviene color giallo intenso quando matura. Anche la superਭcie esteriore del limone è molto aromatica. Il limone, originario del Nordest dell’India, raggiunse la Grecia e l’Italia dalla Persia nel I secolo d.C. e fu quindi introdoिo nel resto d’Europa alla ਭ ne del XV secolo. Il territorio genovese ne vanta la prima coltivazione importante, risalente alla metà del XV secolo. Il limone venne poi diਬ uso in America nel 1493 da Cristoforo Colombo. Fu solo nel XIX secolo che comparvero i primi agrumeti di limone in California e in Florida. Il limone potrebbe essere un ibrido tra l’arancio amaro e il cedro. Oggi sono tantissime le varietà coltivate nel bacino del Mediterraneo, anche se le regioni del Sud Italia vantano alcune delle qualità più pregiate e profumate. Vi sono: il limone d’Amalਭ, il cui succo ha un sapore meno acido del limone di Sorrento, il quale si caraिerizza invece per un succo particolarmente aspro e per una buccia ricca di oli essenziali perfeिa per la preparazione di liquori, e il limone zagara bianca, tra i più rappresentativi d’Italia, che cresce in Sicilia ed è deਭ nito anche limone siciliano o limone siculo.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA ESPERIDATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA AGRUMATA FRUTTATA Il suo profumo è agrumato, fresco, frizzante, luminoso, lievemente dolce-fruttato e secco.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE ANTISETTICO ENERGIZZANTE FONTE DI VITAMINA C RINFRESCANTE

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Dall’estrazione a freddo della scorza si estrae la profumatissima essenza, dalle straordinarie virtù beneਭche. Ricco di vitamina C e di acido citrico, oltre ad essere oि imo per innumerevoli usi culinari, oਬ re svariati impieghi in campo terapeutico e farmaceutico, aिestati ਭ n dall’epoca dell’imperatore romano Nerone, il quale sosteneva che tuिo si può guarire con il limone. L’etimologia del nome deriva dal francese antico limon, a sua volta proveniente dall’arabo laymun e dal persiano limun, termini con cui si intendono genericamente tuि i gli agrumi. La raccolta dei limoni viene eਬeि uata dalle 5 alle 10 volte l’anno, quando i fruि i sono ancora verdi oppure quando sono maturati da poco; a diਬerenza di altri agrumi, infaि i, i limoni continuano a maturare anche dopo che sono stati colti dalla pianta.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Dalla generosità di questa pianta si ottengono differenti prodotti profumati presenti nella maggior parte delle composizioni delle colonie e delle acque fresche: l’olio di limone, dal caratteristico odore succoso e acidissimo, e l’olio di petitgrain di limone, prodotto dalla distillazione delle foglie e dei ramoscelli, che ha un profumo più verde e frizzante. L’olio essenziale di limone è ottenuto attraverso la spremitura a freddo della buccia del frutti. Si ottiene un liquido di colore giallo verde intensamente profumato, estremamente ricco, costituito essenzialmente da limonene. Il suo profumo è agrumato, fresco, frizzante, luminoso e lievemente dolce-fruttato, e secco. Il petitgrain di limone di un colore verde-giallo-oliva, presenta una

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sfaccettatura olfattiva tipica di petitgrain è amaro-fresco e poi dolce-legnoso. È amato per la sua dolce freschezza, in particolare nelle colonie di agrumi e in creazioni moderne e sfaccettate.

CURIOSITÀ Zagara è un termine generico per indicare il fiore degli agrumi. La parola deriva dai termini arabi zahara (splendere, sfavillare di bianco) e zahr (fiore). In particolare, per zagara si intende il fiore del limone siciliano. La varietà di limone lunario, molto decorativa e profumata, rifiorisce a ogni luna piena, così da produrre limoni in ogni periodo dell’anno.

SIGNIFICATO Splendore.

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Citrus reticulata

MANDARINO

“Dolce agrume dal colore brillante”

L’albero del mandarino è un piccolo sempreverde che arriva solo a 3 m di altezza, ha foglie lucide e coriacee di colore verde intenso e piccoli, profumatissimi ਭori bianchi. Nativo della Cina e dell’Indocina, il mandarino viene coltivato in Cina e Giappone da circa 3.000 anni, dove i fruि i venivano oਬerti alle popolazioni locali per le loro festività. È particolarmente ramiਭcato e i suoi fruि i sferici sono più piccoli delle arance dolci, delle arance amare e del bergamoिo; presentano una soि ile scorza liscia arancione. Il loro sapore è dolce e la polpa succosa. Esistono più di 500 varietà di mandarino coltivate nel bacino mediterraneo e negli Stati Uniti. Si pensa che il nome derivi da “mandarino”, termine riferito a un alto funzionario dell’impero cinese. Il colore brillante della scorza del fruिo è simile a quello dei suoi abiti, inoltre questo agrume veniva considerato “l’arancia dei mandarini”, in quanto era superiore agli altri fruि i così come i mandarini lo erano rispeिo ai loro conciि adini. Inਭ ne, i funzionari cinesi lo portavano in dono ad altre personalità durante i loro viaggi diplomatici. È solo dall’inizio del XIX secolo che è coltivato in Europa. È predileिo nelle composizioni olfaिive agrumate che devono avere un aspeिo dolce e succoso. Molto usata è anche l’essenza, composta da ਭori, foglie e rameिi, oिenuta dalla spremitura a freddo della scorza. I maggiori produिori sono l’Italia, il Brasile, la Spagna, l’Algeria e altri Paesi dell’Africa occidentale.

FAMIGLIA OLFAT TIVA ESPERIDATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA AROMATICA FRUTTATA AGRUMATA ALDEIDICA Il suo profumo è agrumato, floreale, verde, fresco, frizzante, aromatico.

PROPRIE TÀ OFFICINALI CALMANTE VITAMINICO Contrasta l’invecchiamento della pelle.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’essenza di mandarino è ottenuta attraverso la spremitura a freddo della buccia dei frutti raccolti tra novembre e gennaio. Si ottiene un liquido di colore giallo-arancio intensamente profumato, estremamente ricco, dolce-esperidato, floreale. Il profumo dell’olio essenziale di mandarino è agrumato, floreale, verde, fresco, frizzante, aromatico. Il petitgrain di mandarino, distillato a vapore dalle foglie, ramoscelli e occasionalmente dai piccoli frutti non sviluppati del mandarino, è un olio essenziale molto interessante, di colore verde oliva scuro, è intensamente profumato agrumato, ricco, fruttato, intenso, dai sentori prugna-uva, dal profumo morbido e floreale

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che conferisce una dolcezza particolare e molto potente alle composizioni olfattive.

CURIOSITÀ L’olio ottenuto attraverso la spremitura a freddo della buccia dei frutti, così come l’olio di petitgrain di mandarino, produce fluorescenza in diluizione alcolica. La clementina, o mandarancio, appartiene al gruppo dei mandarini, ed è un ibrido tra l’arancio amaro e il mandarino, creato da frate Clément durante una missione in Algeria, dove scoprì un nuovo tipo di mandarino che non produceva semi. SIGNIFICATO Buona fortuna e realizzazione dei desideri.

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Prunus amygdalus var. amara

MANDORLO

“Inebria con la sua fioritura al primo richiamo di primavera” Vivace e imponente, il grande albero del mandorlo si sveglia dal sonno invernale preannunciando con i suoi ਭori l’arrivo della primavera. Fiorisce al primo richiamo di clima mite e incanta la vista e l’olfaिo con i suoi candidi e vistosi ਭori bianchi, tinti di rosa. Sbocciano intrepidi da gennaio a marzo, senza aspeि are le foglie, che germoglieranno dopo di loro. E i semi, chiusi in un guscio, possono essere dolci o amari, di nocciolo duro o fragile. Il suo legno, di colore rosso-bruno o giallo-rossastro, è duro, pesante, compaिo. Originario dell’Asia, in Italia viene coltivato dal III secolo a.C. e si è diffuso man mano in tuिa Europa grazie alle conquiste dell’impero romano. In Francia arriva nel XVI secolo, e viene coltivato solo nelle aree calde e temperate, perché non sopporta il freddo. Contrariamente agli altri alberi del genere Prunus, non ne viene mangiato il guscio, ma il nocciolo. Due sono le principali varietà coltivate nella regione mediterranea: la dolce (Prunus amygdalus var. dulcis) e la amara (Prunus amygdalus var. amara), distinte in base al sapore del seme, la famosa mandorla, che fruिiਭca a ਭne agosto. Mandorlo deriva dal latino amygdalus o amandolus, che signiਭca «la grande madre», a causa della leggenda secondo cui questa pianta nasce dal sangue della dea greca Cibele, personiਭcazione della Madre Terra che produce. Il mandorlo amaro è la varietà che interessa ai nasi creatori ed è coltivato sopraि uिo negli Stati Uniti e in Israele, Siria, Turchia, Marocco, Spagna e Francia. Il prezioso olio di mandorla amara, distillato dai semi dell’albero Prunus amygdalus var. amara, è un liquido incolore dall’odore forte, dolce e pulito, che ricorda le mandorle amare schiacciate. Il suo profumo è molto familiare a coloro che apprezzano il dolce conosciuto come “marzapane” o “pasta di mandorle”, un’antica specialità italiana, faिo con zucchero, purea di mandorle dolci e amare e ਭori d’arancio. ME TODO DI ESTR A ZIONE

CURIOSITÀ

L’olio essenziale di mandorle amare può essere distillato dalla pressa dei semi della mandorla amara. Come per tutti i generi Prunus molto spesso i profumi dei fiori sono molecole ricreate dal profumiere.

Un mandorlo è anche l’albero sotto cui il Buddha ha raggiunto l’illuminazione. Molti miti cosmogonici sempre di matrice orientale descrivono il mondo come scaturito da un guscio a forma di mandorla.

SIGNIFICATO Il fiore di mandorlo indica speranza e costanza ma anche sventatezza.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FRUTTATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA ORIENTALE LEGNOSA Il suo profumo è dolce e pulito, fruttato e pungente leggermente amaro.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTINFIAMMATORIO ENERGIZZANTE STIMOLA IL BUONUMORE

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Punica granatum

MELOGRANO

“Mille simbologie per il frutto carico di succosi trasparenti semi rubino” Bellezza e armonia: il melograno, con i ਭori dalle sfumature arancia e rosso granata, i fruिi dalla scorza rossastra nella forma esagonale spaccata che fa intravedere i semi purpurei, cristallini, gelatinosi, succosi e carnosi, è amato da sempre. Di origini antichissime, simbolo di vita e morte, inverno e primavera, di fecondità e di abbondanza, sacro ad Afrodite, la melagrana è stata dipinta da maestri come Boि icelli, Dante Gabriele Rosseि i, che la ritrae in mano a Persefone, chiamata Proserpina nella mitologia romana, ricollegandola al mito del rapimento di questa giovane e bella dea da parte di Ade, re degli Inferi, che la fece sua, liberandola solo dopo averle faिo mangiare un dolce chicco di melagrana, il quale la condannò all’eterno ritorno. Pagine di miti, leिeratura e storia sono state scriिe su questa pianta, che porta ad ammirazione e incanto quando al sole invernale i suoi fruिi esplodono, non potendo contenere l’abbondanza dei semi succosi e trasparenti, color rosso rubino, simbolo di fortuna e di successo, di ricchezza, fertilità e regalità. Melograno deriva da malum, «mela», e granatus, «piena di grani», mentre il nome botanico in latino Punica granatum ci rimanda alle guerre puniche e al suo colore rosso acceso. Nativo di Cina e India, nel corso dei millenni si è diਬuso raggiungendo il Mediterraneo. Il fruिo aperto, con la pienezza dei suoi semi, è aिributo dell’amore misericordioso del Cristo che si dona, per questo spesso i piिori ne raਯguravano un fruिo in mano a Gesù Bambino quale simbolo di nuova vita e unione di tuिi i fedeli. Nell’antica Roma le spose intrecciavano tra i capelli rami di melograno, mentre in Cina i neosposi ne mangiavano i semi per benedire le nozze; le donne ateniesi li mangiavano per acquisire fertilità e prosperità, e le spose turche lanciavano a terra il fruिo contandone poi i chicchi, profezia del numero di ਭgli che avrebbero procreato. Ricco di semi, aprendolo per sgranarlo si percepisce il suo profumo fruिato, succoso, delicato e persistente, che diਬonde una sensazione di freschezza acidula e al contempo dolce. Dato che la sua fragranza non può essere estraिa, viene ricreata dai profumieri.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Il profumo del melograno è amato dai nasi, ma non essendone possibile il reperimento, i profumieri utilizzano tecnologie di headspace o living TM per ricrearne il profumo o accordi composti che ne riproducono l’odore.

CURIOSITÀ La pianta raffigurata nelle antiche tombe egizie e il suo frutto, dalle mille simbologie, sono noti da sempre per le loro proprietà medicinali. SIGNIFICATO Fertilità (frutto), spensieratezza (fiore), fatuità.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FRUTTATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA VERDE FIORITA ALDEIDICA Il suo profumo fruttato, succoso, delicato e persistente, diffonde una sensazione di freschezza acidula e al contempo dolce.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE RINGIOVANENTE VITAMINICO

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Mentha spicata e Mentha piperita

MENTA

“Calda e fredda, la foglia dal profumo d’estate” Intensamente aromatica, calda o fredda, è il profumo dell’estate. La menta cresce ਭno a 120 cm nei luoghi incolti, nei prati, ai margini della strada, e la si trova ਭno ai 1200 m di altitudine. Frizzante, ghiacciata o speziata, il profumo verde intenso delle sue foglie si diਬonde insieme a quello dei ਭori rosa violeिo, toniਭcando i sensi e le vie respiratorie. Pianta degli harem arabi, proibita ai soldati greci perché considerata uno stimolante sessuale, si stima che esistano ਭ no a 18 specie di menta e l’esaि a distinzione tra queste non è ancora chiara. Il nome ha origine dalla ninfa Minthe, ma potrebbe anche derivare da math, «agitare, turbare, scuotere», verbi che si addicono alle caraिeristiche rinvigorenti, energizzanti e toniche di questa pianta, che spesso nelle composizioni viene usata per la nota rassicurante e confortevole che può infondere. Due sono le specie più famose: la Mentha piperita (peppermint) caraिerizzata da un’alta percentuale di mentolo che apporta una sferzata di dolce freschezza, e la Mentha spicata o menta verde (spearmint), che dona un eਬeिo caldo e lenitivo, calmante e rilassante, grazie all’elevata concentrazione di canfora. Introdoिa all’inizio del XIX secolo negli Stati Uniti, il suo timbro olfaिivo e gustativo divenne subito popolare. La menta è associata a una freschezza gustativa non traducibile in un vero odore o sapore, e tale caratteristica è la ragione principale della sua popolarità, oltre al motivo per cui oggi gli Stati Uniti detengono la più grande produzione su scala mondiale di olio essenziale di menta. Il profumo si utilizza nelle composizioni per il suo eਬeिo erbaceo-verde rinfrescante; lo si trova nelle composizioni con base lavanda, negli accordi fougère o anche nelle composizioni di gelsomino.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Le piante vengono raccolte quando sono completamente mature, in piena fioritura. L’olio essenziale di colore giallo-verde oliva o verde pallido è prodotto dalla distillazione a vapore delle cime fiorite e delle foglie, che sono parzialmente essiccate prima della distillazione. L’olio essenziale di menta piperita ha un profumo fresco, forte, rinfrescante, erbaceo-minerale con un sottotono dolce-balsamico e una nota di fondo dolce e secca.

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L’olio essenziale di menta spicata ha una sfaccettatura più calda, leggermente verde-erbaceo, penetrante e potente, ricorda l’odore dell’erba appena tagliata.

CURIOSITÀ La na’na, varietà di menta mediorientale, viene coltivata in centinaia di migliaia di piccoli giardini privati e utilizzata come tè “Shai”.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA VERDE ERBACEA AGRESTE Il suo profumo ha un effetto erbaceo-verde rinfrescante.

PROPRIE TÀ OFFICINALI DIGESTIVA STIMOLANTE TONICO Facilita la respirazione ed è lenitiva per la pelle.

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Myrtus communis

MIRTO

“Il primo fiore profumato al mondo” Il mirto è un’aromatica sempreverde che cresce libera e selvaggia in tuिo il bacino mediterraneo. Dalle minute foglioline aguzze verdi intenso lucenti, inebria vista e olfaिo creando suggestive macchie di colore mediterraneo. Il mirto presenta piccoli ਭori bianchi con interno roseo profumatissimi, che ਭoriscono abbondantemente tra maggio e luglio, mentre la fruि iਭcazione con bacche di colore nero-azzurrastre, rossastre o rosse violacee avviene nel periodo autunnale e invernale. ोesto arbusto, interessante per le sue proprietà aromatiche e oਯcinali, diਬonde nell’aria un profumo fresco che si avvicina all’eucalipto, con una nota amarognola in testa che apporta un notevole caraिere e ne nobilita la freschezza. Secondo il Corano: «Adamo cadde in disgrazia con tre sole cose: il mirto, il primo ਭore profumato al mondo; una spiga di grano, il primo cibo della terra; i daिeri, il primo fruिo al mondo». Tito Livio sostiene che la ciि à di Roma nacque sopra una pianta di mirto. Altamente simbolico, era la rappresentazione dell’amore: ne venivano cinti i poeti che lo cantavano. Ne veniva faिo dono anche ai viandanti, come augurio di buona sorte, prima di intraprendere lunghi viaggi. Nel passato l’olio essenziale di mirto veniva utilizzato per preparare un tonico, l’“acqua degli angeli”, acqua distillata di ਭori di mirto che si diceva avesse proprietà di ringiovanimento. A seconda del territorio in cui cresce, – Italia (specialmente in Maremma e Sardegna), Francia (in Corsica), Spagna, Portogallo, Tunisia, Algeria, Marocco, Turchia – presenta sfumature olfaि ive diਬerenti. Le bacche di mirto vengono utilizzate per la preparazione del liquore, oिenuto per infusione alcolica delle bacche aि raverso macerazione o corrente di vapore. ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale si ottiene per distillazione in corrente di vapore di foglie e rami, a cui a volte si uniscono anche i fiori. Questo spiega le grandi diversità olfattive degli oli essenziali che a seconda del territorio in cui viene fatta la raccolta e a seconda della parte botanica che viene processata presentano caratteristiche olfattive differenti. L’olio essenziale ha un colore che va dal giallo aranciato all’ambrato e presenta in generale un profumo complesso: canforaceo, speziato, erbaceo, dolce e fresco al tempo stesso.

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Inoltre può essere più aromatico, legnoso o florale. La resa in olio essenziale della distillazione del mirto è alquanto bassa.

CURIOSITÀ Una leggenda narra che Bacco, dovendo recarsi agli inferi per liberare la madre colpita dai fulmini di Giove, lasciò una pianta di mirto in cambio della sua liberazione.

SIGNIFICATO Amore.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA VERDE FRUTTATA LEGNOSA ERBACEA AGRESTE Il suo profumo è complesso: canforaceo, speziato, erbaceo, dolce e fresco al tempo stesso, aromatico, legnoso o florale.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ASTRINGENTE BALSAMICO DIGESTIVO

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Mespilus germanica

NESPOLO

“L’albero che scandisce le stagioni” Il nespolo appartiene alla famiglia delle Rosiਮore così come il melo, il pero, il mandorlo e il pesco. Cresce selvatico e spinoso nelle siepi e nei boschi, e ਭorisce in maggio diਬondendo nell’aria un dolce profumo di primavera. Piuिosto piccolo, originario dell’Asia Minore, del Caucaso e dell’Iran, poi diਬusosi in Grecia e in Italia, il nespolo è molto longevo, a crescita lenta, e può diventare anche pluricentenario. Conosciuto dagli antichi Romani per le sue proprietà curative, era considerato un albero magico, votato a divinità temibili come Crono e Saturno, e quindi veniva piantato davanti alle dimore di campagna per proteggerne gli abitanti e tenere lontane streghe e sfortuna. Ebbe la massima diਬ usione nel Medioevo per il suo valore ornamentale: con le sue foglie verde brillante lanceolate e i suoi ਭori bianchi, semplici ma molto decorativi, è tra i primi dell’anno a ਭorire, e riesce a mantenere a lungo la ਭoritura. I suoi ਭori si trasformano molto lentamente, nel tardo autunno, in bizzarri fruि i tondeggianti bruno-ruggine. Il nome è composto dal greco mesos, «mezzo», e dal latino pila, «palla», proprio per la forma buਬa del suo fruिo, la nespola, che pare un globo dimezzato. Soिo la buccia, la nespola è curiosa: morbida, compaि a, dalla polpa rosata e ramata, con un sapore complesso. Molto dura quando è acerba, si fa maturare sulla paglia, esposta all’aria e al sole, e diviene commestibile solo quando la polpa aspra diventa molle e zuccherina. Dal punto di vista olfaि ivo, il profumo di ਭore e fruिo non è facilmente comprensibile. Si traि a di una straordinaria combinazione di mela e pera, con note rosate e punte dolci quasi caramellate insieme, a traि i neि arine e poi speziate, con sfumature acidule. Esistono più varietà di nespoli, fra cui quello giapponese, che può raggiungere i 10 m in altezza e fruि iਭca in primavera, oਬ rendo fruि i di colore giallo o arancione da consumare freschi.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Dato che la sua fragranza non può essere estratta, è ricreata dai profumieri, che spesso usano combinazioni di note come il geranyl acetate (per dare il carattere fiorito fruttato rosato), il dimethylbenzyl carbinyl butyrate (per dare l’effetto zuccherato prugna rosata) e il ligustral (per donare quell’aspetto verde acidulo pungente). Il suo profumo è dolce, succoso, velatamente pungente.

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CURIOSITÀ I contadini, che secondo antichi usi raccoglievano i suoi frutti prima del 4 ottobre, festa di San Francesco, si servivano della pianta per scandire il passaggio delle stagioni, perché il nespolo era il primo albero a fiorire e l’ultimo a maturare i suoi frutti. SIGNIFICATO Virtù femminile (un rametto di nespole viene regalato alle donne virtuose).

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FRUTTATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA FRUTTATA VERDE Il suo profumo è dolce, succoso, velatamente pungente.

PROPRIE TÀ OFFICINALI VITAMINICO

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Prunus persica

PESCO

“I fiori rosa di primavera” Il roseo intenso e deciso nelle nuance vellutate dei petali dei ਭori di pesco veste da un giorno all’altro di nuovi colori gli speिacolari giardini di marzo. Con la loro esuberanza, delicatezza e magniਭcenza i ਭori di pesco compaiono prima delle foglie, facendo esplodere la primavera: nemmeno l’inverno più gelido può rallentare la loro prorompenza. Deliziano, infaिi, giornate ancora fredde con il loro inebriante profumo. Il pesco è un albero deciduo che appartiene alla soिofamiglia Prunoideae delle Rosaceae, noto per la sua ਭoritura, che ci orienta verso l’arrivo della primavera, e per i suoi deliziosi fruिi, succosi e vellutati, che comunicano che l’estate è alle porte. Presenta una corteccia di colore bruno, mentre i rami sono rosso-bruni. I primi riferimenti ai peschi si ritrovano nelle antiche scriिure cinesi del XX secolo a.C., dove erano considerati alberi dai fruिi preziosi, graditi agli imperatori e ai nobili, e i cui ਭori e rami davano protezione dal male e dalla sventura. L’albero è simbolo di longevità, il fruिo rappresenta l’immortalità, i ਭori il rinnovamento, la rinascita, la bellezza e la purezza e la foglia, appuntita e aਬusolata, è metafora di silenzio. Il fruिo della pesca arriva nel Mediterraneo, lungo la Via della Seta, dopo la conquista della Persia di Alessandro Magno, che lo diਬonde con il nome di “mela persiana”. Oggi è uno degli alberi da fruिo più coltivati al mondo e se ne contano centinaia di varietà. Tra queste sono famose: le pesche cotogne, con il nocciolo aिaccato alla polpa, le pesche spicche, con il nocciolo che se ne distacca, e le pesche noci, caraिerizzate dalla buccia glabra.

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CURIOSITÀ

Dato che la fragranza non può essere estratta dai fiori, viene ricreata dai profumieri, che spesso usano combinazioni di note come l’aldehyde C14 (pesca), il geraniolo e l’hedione per ricreare l’aspetto fiorito trasparente dei delicati fiori di pesca, unendo anche le sfumature più dolci e vellutate dei suoi frutti. Il suo profumo è intenso, fiorito, rosa, vellutato, fruttato.

Una delle tante leggende che riguardano questa pianta e la sua fioritura vuole che il pesco sia nato grazie al ritrovamento da parte di un pescatore di un nocciolo molto curioso all’interno del ventre di un grande pesce. Il pescatore decise di piantarlo davanti alla sua casa, e questo curioso nocciolo gli donò poi in primavera stupendi fiori rosa. Il nome pesca deriverebbe dal modo in cui questo “albero” è stato raccolto.

SIGNIFICATO Amore eterno (fiore).

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FRUTTATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA FRUTTATA Il suo profumo è intenso, fiorito, fresco rosa, vellutato, fruttato.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE DEPURATIVO

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Rosmarinus officinalis

ROSMARINO

“La rugiada di mare”

La poesia olfaिiva del rosmarino, arbusto aromatico sempreverde che con le sue note dolci e amare cresce selvaggio in tuिo il bacino mediterraneo, inizia con le sue radici etimologiche. Dal latino rosmarinus, «rugiada di mare», per il colore azzurro dei suoi ਭori che ricordano gocce di rugiada di mare e contrastano con il verde vigoroso dell’arbusto. Una seconda interpretazione, “rosa del mare”, da rosa e maris è ugualmente evocativa della potenza olfaि iva di questa pianta, che presenta un fusto ramosissimo, foglie lineari, verdi intense, persistenti e coriacee, ਭori piccoli a corolla azzurrina e diਬonde un aroma meraviglioso. Il rosmarino, la pianta balsamica per eccellenza, ricca di virtù terapeutiche, rappresenta la vera essenza mediterranea e il suo profumo aleggia come indiscusso sovrano nelle zone costiere faिe di sinuose colline, aree montane, romantiche lagune salmastre, dune sabbiose, rocce e mare. Con i suoi rami grigio argentei e le sue foglie color verde cupo lucente, ricche di ghiandole oleifere, raggiunge circa i 3 m e ha radici profonde, ਭbrose, resistenti e ancoranti. In primavera inoltrata, durante la piena ਭoritura degli arbusti sempreverdi, il neि are dei suoi ਭori color lilla-indaco e azzurro-violaceo, unito al profumo delle sue foglie paragonabile all’incenso, si unisce all’eਰuvio di mare, sole e iodio creando l’inconfondibile e meraviglioso aroma di macchia mediterranea.

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SIGNIFICATO

L’olio essenziale, dal caratteristico profumo fresco, balsamico e canforato, è distillato in corrente di vapore acqueo utilizzando le sommità fiorite e le foglie. Viene raccolto in aprile, maggio e giugno. Un chilo di olio si estrae da circa 50 chili di rametti di rosmarino composti da sommità fiorite e foglie.

Felicità, rinascita, immortalità. La simbologia del rosmarino è molto varia ma sempre positiva. Da sempre è considerata una pianta di buon auspicio, sincerità e fedeltà: si usava infatti offrire al pastore officiante i matrimoni un mazzo di rosmarino. In Inghilterra si credeva che portare all’occhiello del rosmarino favorisse qualunque impresa. La miracolosa acqua aromatica della regina d’Ungheria, “acqua di Ungheria”, distillato idroalcolico di foglie di rosmarino, era ritenuta elisir di eterna giovinezza.

CURIOSITÀ Il legame del rosmarino con il territorio toscano è molto forte. Qui viene infatti raccolto in concomitanza con la festa di San Giovanni, il 24 giugno, al solstizio d’estate. In questo giorno, in cui si celebra il matrimonio del sole (fuoco) con la luna (acqua), falò fatti con rami di rosmarino purificano l’aria. 180

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA ERBACEA VERDE BALSAMICA Il suo profumo è fresco, balsamico e canforato, fiorito e incensato.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE BALSAMICO ENERGETICO PURIFICANTE TONICO VITALIZZANTE

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Santolina chamaecyparissus

SANTOLINA

“Il profumo imbevuto dai raggi del sole”

Alla ਭne di giugno la macchia mediterranea si tinge di giallo e profuma di liquirizia: è la santolina, un arbusto sempreverde dalle origini incerte che cresce libero e selvaggio, indigeno su terreni sabbiosi, calcarei e dune mariिime. Luminosa e soleggiata come il profumo color oro che emana, la santolina potrebbe derivare il suo nome dal latino sanctus, «santo», e da linum, «lino», in riferimento alle proprietà terapeutiche della pianta, o da santonica, femminile di santonicus, cioè «dei Santones», antica popolazione francese. È molto rustica: sopporta le alte temperature allo stesso modo in cui sopporta le basse, non teme altitudine e salsedine e le sue radici sono utilissime per contenere le scarpate. Se il gelo dovesse scoि are qualche ramo, basterà aिendere la primavera per vedere i nuovi germogli. Presenta un’abbondante ਭoritura gialla, molto particolare per i tanti capolini subglobosi, quasi dei boिoni sulfurei dorati, presenti sui singoli steli. La santolina viene di solito raccolta nel periodo estivo. La pianta, se mossa dal vento, emana una forte e tipica essenza. La santolina è un ingrediente naturale amato dai nasi per il particolare profumo dei suoi ਭori e dei suoi rameि i, simile all’elicriso e dai sentori erbacei, legnosi e liquirizia.

FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA FIORITA ERBACEA LEGNOSA BALSAMICA Il suo profumo è dolce, erbaceo, legnoso, floreale-aromatico dai sentori liquirizia.

PROPRIE TÀ OFFICINALI STIMOLANTE TONICO

ME TODO DI ESTR A ZIONE

CURIOSITÀ

Per estrazione dai fiori e dai rametti si ottengono la concreta, l’assoluta e l’olio essenziale. Il profumo è intensamente dolce erbaceo, legnoso-floreale, con una particolare sfumatura di sottofondo simile alla liquirizia.

Anticamente veniva utilizzata per profumare gli armadi e tenere lontane le tarme e come repellente per gli insetti. Le sue foglie e i suoi rametti, una volta essiccati, si possono conservare per molti mesi senza che se ne modifichino l’aspetto e i colori.

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Thymus vulgaris

TIMO

“Profumo e coraggio” Il timo è un arbusto aromatico sempreverde che cresce timido e selvaggio formando un intrico ਭिo di rami serpeggianti tra rocce e ghiaia su terreni aridi e soleggiati, lungo le zone costiere montane del mar Mediterraneo. La ricerca olfaि iva inizia con la sua doppia radice etimologica. Il nome thymus deriva da un antico nome greco il cui signiਭcato è «forza, coraggio», qualità che risveglierebbe in coloro che ne aspirano il profumo balsamico. Una seconda etimologia fa derivare il nome da una parola greca che signiਭcherebbe proprio «profumo». La parola timo signiਭca dunque sia «profumo» che «coraggio». Descriिo dagli autori antichi, tra cui il ਭlosofo greco Teofrasto, era conosciuto e utilizzato in tuिo il Mediterraneo sin dall’epoca degli Egizi, che lo impiegavano come incenso durante i sacriਭci e per l’imbalsamazione. Nell’impero romano veniva ricavato dal timo un vino medicinale, anch’esso usato nei sacriਭci agli dei; inoltre, i soldati si cospargevano di acqua e timo per infondersi coraggio e vigore. Selvatico e inebriante, è divenuto per eccellenza un simbolo di forza e di resistenza, così come il suo profumo fragrante e indomito. Sopporta le intemperie ed è in grado di rinascere più forte di prima. Il timo conquista le isole Mediterranee con le sue piccole corolle di ਭori bianchi, rosati e purpurei, il colore intenso delle sue minute foglie allungate, verde-grigie e ricoperte da una ਭि a peluria, e il suo fusto balsamico e legnoso. Il genere ौymus comprende circa 350 specie di piante, tra cui il Thymus vulgaris e il ौymus serpillum (timo cedrato), molto diਬ usi sul territorio italiano, noti per le loro proprietà terapeutiche e per il loro intenso aroma. Sono interessanti anche il ौymus citriodorus dal caraिeristico profumo di limone e il ौymus herba barona che presenta una sfacceि atura più speziata.

ME TODO DI ESTR A ZIONE L’olio essenziale è ottenuto dalla distillazione di rametti, foglie e fiori con acqua o vapore. Viene separato dalla parte acquosa tramite decantazione.

CURIOSITÀ Secondo una leggenda, nacque dalle lacrime di Elena di Troia. Il nome del genere thymus ha anche il significato di «anima», «soffio vitale». Si credeva che l’anima dei defunti riposasse nei suoi fiori e che il suo profumo aleggiasse nei 184

luoghi infestati dai fantasmi. È una pianta mellifera, da cui si ricava un ottimo miele. Quello del monte Imetto era considerato il migliore nella Grecia classica. Insieme alla lavanda, al rosmarino e alla salvia, era un ingrediente del famoso aceto dei quattro ladroni, panacea universale usata soprattutto durante le pestilenze.

SIGNIFICATO Coraggio, forza, vigore.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AROMATICA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA VERDE FIORITA ERBACEA Il suo profumo è intensamente verde e balsamico.

PROPRIE TÀ OFFICINALI SEDATIVO TONICO

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Olea europaea

ULIVO

“Lo splendore argentato” L’ulivo: albero sacro, comune denominatore di tuिo il Mediterraneo con il suo statuario legno cosi nobilmente intrecciato, i suoi ramoscelli e le sue foglie argentee, è uno degli alberi più belli che la Natura ci dona. Pacato, imponente, autoritario e generoso, l’ulivo, simbolo di eterna forza e coraggio, di operosità e generosità, di pace e fratellanza, resta imperturbato e solenne a proteggere il suo territorio ed è fautore di uno spettacolo che ipnotizza, tanto che a volte è diਯcile distogliere lo sguardo da quegli oliveti secolari che tante stagioni hanno vissuto e paiono volerci narrare le loro gesta. Innumerevoli sono le epopee che raccontano dell’ulivo e dei suoi fruि i, amato da tuि i gli eroi terreni e divini, che si sono faि i coronare, coccolare e ritemprare dalla bellezza e dalle virtù di questo albero millenario. La sua storia e quella delle civiltà mediterranee si intrecciano da oltre 7.000 anni. ोando il cielo si tinge di rosa e il vento sussurra alle foglie argentee che riਮeिono gli ultimi raggi di sole, l’ulivo sembra volerci comunicare quali virtù della natura è in grado di donarci tramite lo straordinario olio essenziale che produce, il quale resta intrappolato all’interno dei suoi piccoli fruि i insieme al calore del sole e al profumo dell’aria e delle terre in cui cresce. Il suo profumo legnoso, caldo, solare, fruि ato è davvero indimenticabile.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA FRUTTATA

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA LEGNOSA AROMATICA Il suo profumo è complesso e varia da oleoso, oliva, legnoso, fruttato amaro.

PROPRIE TÀ OFFICINALI ANTIOSSIDANTE ELASTICIZZANTE RASSODANTE

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L’ulivo è un albero sempreverde grandemente coltivato in Italia per l’olio che si ricava dai suoi fruिi. Fiorisce con piccoli ਭori bianchi in maggio e si trova anche allo stato selvatico, dove è chiamato oleastro. I suoi fruिi, le olive, spremute a freddo ci donano l’olio più salutare che esiste, rimedio di benessere e di bellezza, unico olio davvero aਯ ne alla composizione lipidica della pelle, amato ingrediente della paleिe dei nasi. Ippocrate consigliava l’uso dell’olio d’oliva contro l’instabilità mentale; Democrito lo deਭ nì “elisir di lunga vita”, ritenendolo capace di garantire una vita centenaria; la mitologia dice che la moglie di Zeus lo usasse per rendere sensuale lo sguardo e sedurre il marito; Solone decretò una legge che proibiva di tagliare gli ulivi… Inਭ ne il ramoscello d’ulivo è simbolo del perdono divino e di pace tra Dio e gli uomini, segno della rinascita delle terre fertili, ed è tenuto simbolicamente nel becco della colomba che dopo aver vagato per giorni fa ritorno all’arca di Noè.

ME TODO DI ESTR A ZIONE Il profumo è concentrato nel suo legno, nelle sue foglie e nei suoi fiori e l’olio essenziale si ottiene per distillazione in corrente di vapore. Il suo profumo è complesso e varia: oleoso, oliva, legnoso, fruttato amaro. Molto spesso sono i profumieri a ricrearne l’accordo con svariati strumenti della loro palette, tentando di riprodurre la stessa ricchezza sinergica e armonica che ha l’albero nel suo complesso.

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CURIOSITÀ Nel I secolo a.C. venivano usati circa 50 litri di olio all’anno pro capite (20 a uso alimentare e 30 a uso cosmetico). SIGNIFICATO Pace, saggezza, concordia.

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Vanilla planifolia

VANIGLIA “Il fiore nero”

Realtà e leggenda si fondono nelle origini della Vanilla planifolia, scoperta nella “Terra della Luna splendente” dalla popolazione nomade degli Aztechi. L’unica varietà di orchidea, tra le 30.000 specie conosciute, a produrre un baccello commestibile dal profumo irresistibile nasce da un “intreccio di amore divino” nelle foreste pluviali tropicali messicane. È da una passione travolgente e impossibile tra la principessa Tzacopontziza, «Stella del maि ino», e il principe Zkatan-Oxga, «Giovane cervo», e dal sangue dei loro cuori pulsanti donati in sacriਭcio agli dei che nascerà una liana verde smeraldo, l’adorata vaniglia, talmente bella da non poter essere sprecata per un amore umano, streि a in un forte e delicato abbraccio al suo albero, a sua volta perdutamente innamorato di lei. Etimologicamente, il nome vaniglia deriva dello spagnolo vainilla, che a sua volta proviene dal latino vaina, che signiਭca «vagina, guaina, baccello», per la forma del fruिo che contiene i suoi semi. Il nome vaniglia le fu aि ribuito da Hérnan Cortés, che la scopri nel suo originario nome impronunciabile di tlilxochitl, «ਭore nero», quando bevve il cacaoatl, il «neि are degli dei», per mano dell’imperatore azteco Montezuma: si traि ava di una bevanda al cacao aromatizzata con i baccelli dallo strano nome. Il condoि iero e nobile spagnolo, subendone istantaneamente il fascino, ne sempliਭcò il nome in “vaniglia” e la importò trionfante nel vecchio continente, dove verrà decretata come una delle spezie più ricercate e amate del pianeta. La vaniglia, nelle sue diverse qualità olfaि ive, è una delle essenze più inebrianti che la natura ci possa oਬ rire, amato ingrediente nella paleिe delle composizioni olfaि ive per le sue mille sfacceि ature, le sue caraिeristiche note sensuali, aਬascinanti, dolci, calde, legnose e orientali. Il suo habitat naturale è quello delle foreste tropicali dell’America e delle Indie occidentali, di Tahiti, dell’Oceano Indiano e delle isole Madagascar, Comoros e della Réunion. In natura, nelle regioni d’origine, la fecondazione viene eਬeि uata da un’ape senza pungiglione del genere Melipona. Dopo l’inseminazione, l’ovario, che serve da picciolo alla base del ਭore, si trasforma in un grosso “baccello” pendente lungo ਭ no a 25 centimetri. I baccelli freschi, ancora inodori, possono arrivare a un diametro di 10 mm e contengono migliaia di minuscoli semi, liberati con l’esplosione dei fruि i maturi. La raccolta dei baccelli avviene quando i fruि i sono ancora immaturi.

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FAMIGLIA OLFAT TIVA AMBRATA ORIENTALE

SFACCE T TATUR A OLFAT TIVA GOURMAND LEGNOSA BALSAMICA TABACCO SPEZIATA FRUTTATA Il suo profumo dal caratteristico sentore di vanillina naturale è sensuale, affascinante, dolce, caldo, legnoso, speziato, fruttato e orientale.

PROPRIE TÀ OFFICINALI AFRODISIACO ANTIDEPRESSIVO ANTISETTICO STIMOLANTE L’olio essenziale è ristrutturante rigenerante, purificante, idratante, nutriente e addolcente.

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In Europa, quando venne introdoि a per mano dei condoि ieri spagnoli, provocò una vera e propria infatuazione. Amata dalla corte di Francia, madame Montespan la adoperava per profumare l’acqua del bagno, mentre re Luigi XIV, considerandola afrodisiaca, decise di provare a coltivarla sull’isola di Bourbon (come allora era stata soprannominata l’Isola della Réunion). Ma i diversi tentativi non andarono a buon ਭ ne, poiché si ignorava il ruolo chiave svolto dall’ape Melipona, e per più di due secoli il Messico ne conservò il monopolio di produzione. Sarà un giovanissimo schiavo, il dodicenne Edmond, a meिere a punto nel 1841, proprio nell’isola della Réunion sull’Oceano Indiano, la delicata tecnica di impollinazione artiਭciale dei ਭori di vaniglia con bastoncino di bambù, tuिora utilizzata nelle coltivazioni. ोesto metodo farà dell’Isola di Bourbon il primo centro “vanigliero” del pianeta. Con l’abolizione della schiavitù, nel 1848, a Edmond venne dato il patronimico “d’Albius”, correlato al colore bianco del ਭore di vaniglia. Saranno proprio i coltivatori di quest’isola a introdurre nel 1880 la coltura della vaniglia in Madagascar, che conserva ancora oggi il suo ruolo di primo esportatore mondiale. La vaniglia viene coltivata anche in Indonesia, Cina, isole Comore e Tahiti. Flessibile e poco ramiਭcata, la liana sempreverde rampicante di vaniglia, anche chiamata vaniller, si sviluppa secondo la crescita del germoglio e forma dei lunghi e soि ili fusti erbacei: le radici aeree le permeिono di arrampicarsi oltre i 10 m e ਭssarsi ਭ no a 5 m di distanza dall’albero di supporto, nella sua ombra. Le sue foglie verdi, carnose, ovali e dalla punta aguzza possono raggiungere una lunghezza di 15 centimetri. Le orchidee, di colore bianco, verde chiaro o giallo pallido, producono un fruिo che richiede 8 o 9 mesi di maturazione.

ME TODO DI ESTR A ZIONE I baccelli vengono raccolti verdi, appena prima della maturazione. In questa fase non hanno profumo e richiedono una lunga preparazione. Vengono immersi in acqua calda. Poi lasciati fermentare per sviluppare l’aroma. Infine essiccati al sole o in forno per acquisire il loro aspetto ceroso, e a volte glassati con cristalli di vanillina. I baccelli possono essere utilizzati così come sono o infusi nell’alcol. La fragranza viene estratta con solventi volatili o alcol, per produrre un’assoluta o un resinoide. La qualità dei baccelli di vaniglia si misura dalla loro morbidezza, flessibilità e da una leggerissima brina sulla superficie (da qui il nome di vanille givrée, brinata). Esistono diverse varietà

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di vaniglia, le più famose sono: la vaniglia Bourbon, proveniente da Madagascar, isole Comore e Isola della Réunion, considerata la qualità migliore poiché ha il tasso di vanillina (il principio odorante) più alto in natura – si aggira intorno al 2% – e la vaniglia Tahiti, con note fruttate e floreali, leggermente differenti rispetto all’aroma tradizionale.

CURIOSITÀ Uno studio condotto sui lavoratori della vaniglia ha rivelato l’esistenza di una malattia professionale chiamata “vanillismo” che annoverava tra i suoi sintomi un’incessante eccitazione sessuale.

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L’INDUSTRIA DEI SOGNI Dai ricordi ai sogni, dalle emozioni alle passioni… il profumo avvolge la nostra stessa essenza. Vera e propria disciplina artistica che trasforma, grazie a esperti creatori, meravigliosi ingredienti naturali e molecole high-tech in essenze, l’universo delle fragranze è anche una prospera industria che richiede costantemente sviluppi e innovazioni tecniche uniti a creatività e artigianalità. La creazione di un grande profumo combina quindi l’arte di scegliere i migliori ingredienti con la capacità di meिerli insieme e farli dialogare in un gioco di contrasti e comunioni. Il viaggio nella paleिe degli ingredienti naturali e di sintesi porta così a svelare e conoscere il behind the scene del lavoro del naso e di alcune delle formidabili materie che ha a disposizione nella composizione dei suoi profumi. L’unicità e l’irraggiungibilità delle essenze donateci dalla natura e l’alleanza con nuove molecole tecnologiche di sintesi permeिe di creare profumi che seducono e ci fanno sognare.

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Ma “dietro e dentro” a quanto già descriिo, c’è una prospera industria che studia, sviluppa, ingegnerizza, produce e fa nascere innovazioni olfaिive che inਭ ne traduce in magniਭci profumi. Dall’alba della civilizzazione l’uomo è stato interessato al mondo delle essenze per gli usi più svariati – religiosi, profani, medici – ed è a partire dal Rinascimento, con Caterina De’ Medici, che l’industria artigianale del profumo inizia a preparare le basi per la futura nascita delle prime vere imprese famigliari, che avverrà nel XVIII secolo. Sono numerose le storie uniche e personali, appassionate, di singoli uomini e donne che creano ਭorenti imprese famigliari: Piver nel 1813, Guerlain nel 1828, Coty nel 1898; famiglie che segneranno la storia dell’industria profumiera e saranno all’avanguardia nell’utilizzo di materie prime costose e rare. L’incremento dell’igiene e l’arrivo dei bagni in tuिe le case contribuiranno a geिare le basi della “profumeria moderna”, dell’evoluzione e della diਬusione dei suoi prodoिi. Gli anni d’oro della profumeria moderna vanno dal 1880 al 1939 circa e si caraिerizzeranno per la creazione di profumi più astraिi e artistici, l’innovazione nella ricerca di nuove molecole e l’uso degli ingredienti naturali, che portarono alla creazione di fragranze inedite, in un’oिica di equilibrio e innovazione. Si costituiranno in quegli anni i laboratori di ricerca e sviluppo e i centri creativi di produzione delle essenze svizzeri, francesi e americani, oggi divenuti colossi del seिore, come Firmenich, Givaudan, IFF, Mane, Symrise, Robertet, che si specializzeranno poi nella creazione di aromi, magniਭche molecole di sintesi e naturali e nuove fragranze breveिate che stupiranno per la loro potenza creativa. Insieme, scienziati e nasi esploreranno nuove direzioni olfaिive e spiegheranno come guidare le prestazioni dei profumi tragheिandole verso i traguardi del XX secolo. In Italia nascono Borsari, Acqua di Parma e Santa Maria Novella, aziende storiche che riusciranno a unire le loro tradizioni centenarie a una ਭorente esportazione, tuि’oggi di grande valore commerciale. Collaboreranno con le imprese che hanno faिo la storia della profumeria italiana giovani stilisti, gioiellieri e designer degli anni Oिanta che hanno creduto nella bandiera italiana e nel made in Italy anche per la produzione e lo sviluppo dei profumi, che sono poi spesso stati decretati successi mondiali dal pubblico internazionale. Renato Balestra, Nicola Trussardi, Romeo Gigli, Nazareno Gabrielli, Gianni Versace, Moschino, Anna Molinari, Bulgari e Salvatore

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L’INDUSTRIA DEI SOGNI

Ferragamo si rivolgeranno ad aziende del territorio italiano contribuendo così a porre le basi per uno sviluppo nazionale del mondo delle essenze. In quegli anni d’oro iniziò a formarsi il quadrilatero lombardo “Milano-Lodi-Crema-Bergamo”, oggi ਭorente polo cosmetico italiano che vanta primati europei in produzione di profumi e cosmetici made in Italy esportati in tuिo il mondo. Un intreccio di professionalità e creazione nel seिore cosmetico internazionale, la Cosmetic Valley Italiana si sviluppa seguendo le orme della “artigianalità e del saper ben fare italiano” e, grazie alla crescente specializzazione di alcune industrie manifaिuriere, porta alla nascita spontanea di altre imprese satelliti a corollario delle attività delle prime. Si va dalla produzione dei macchinari industriali necessari alla creazione dei profumi, a quella degli elementi che costituiscono il packaging dei prodoिi cosmetici, quali vetro, zama, plastica e carta, ਭ no alla creazione artistica del design e delle graਭche del packaging stesso. Inoltre è doveroso ricordare come l’Italia conservi il primato mondiale nella produzione di importantissime materie prime naturali di pregio. Dal vanto per l’“oro verde” appartenente al patrimonio della Calabria, il bergamoिo, a quello delle migliori qualità di agrumi siciliani (limoni, mandarini e arance amare): primati olfaिivi ricercati e contesi dai nasi di tuिo il mondo. Si passa per produzioni industriali di materie prime naturali, nell’oिica di una sempre più raਯ nata qualità e nel rispeिo della natura, ਭ no ad arrivare alla nobile coltivazione di iris, e alle produzioni locali di piante aromatiche quali rosmarino, salvia, timo, mirto e lavanda, diਬuse nel territorio italiano. Non basta dunque il solo talento creativo dei nasi, artisti dei profumi, ma nello sviluppo e nella produzione delle fragranze vengono coinvolti anche esperti di seिore, sociologi e scienziati dediti alla ricerca e allo sviluppo, che sਭdano i sensi ogni giorno, in ogni aspeिo della vita quotidiana, e aziende che a tuिi i livelli, dalla produzione delle materie prime a quella del bulk alcolico, dal confezionamento e la manifaिura dei prodoिi, ਭ no alla creazione di packaging, investono nel futuro e si pongono nuovi ambiziosi traguardi. È infaिi aिraverso la buona volontà delle industrie che investono in scienziati ricercatori che si sviluppano nuovi metodi di produzione, si aਯ nano quelli aिuali e vengono create nuove opportunità per questo ਭorente seिore, cercando sempre di rispeिare l’ambiente e di avere un approccio sostenibile alla profumeria.

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LE CREAZIONI DI SINTESI: LE PIÙ GRANDI SCOPERTE NEGLI ANNI D’ORO DELLA PROFUMERIA MODERNA L’oscillazione tra natura e chimica, tra bellezza del mondo naturale e sinfonia di molecole sintetiche, è continua e incessante perché la profumeria moderna ha bisogno di entrambe queste forze, inseparabili per la creazione delle fragranze del futuro. Fino alla prima della metà del XIX secolo i profumieri lavoravano solo con combinazioni di oli essenziali naturali. Limitati agli odori della natura, i profumi erano accessibili solo a una élite della società. È stata la scienza, nella seconda metà del XIX secolo, ad ampliare la paleिe dei nasi, con la scoperta di grandi prodoि i di sintesi e lo sviluppo di un ampio speि ro di molecole odorose speciali che hanno portato a ਭ rme olfaि ive particolari, a proteggere – limitandone l’eradicazione – preziosi ingredienti naturali, e a “democratizzare” il mondo del profumo. Miscele di oli essenziali naturali si sono così sposate a molecole di sintesi di origini diverse: di provenienza vegetale (isolate dalle piante stesse) o totalmente artiਭciali.

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LE CREAZIONI DI SINTESI

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LE CREAZIONI DI SINTESI

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Dalla riproduzione scientiਭca degli odori magici della natura, all’identiਭcazione, isolamento e progeि azione di ingredienti olfaि ivi: esperienza e passione per la materia hanno portato allo sviluppo di molecole “uniche” per il loro momento storico, che hanno sancito capitoli importanti nella storia evolutiva del profumo. Cercheremo di ripercorrere brevemente queste tappe con un elenco – non esaustivo – delle molecole di sintesi e artiਭciali “pioniere della fragranza chimica”.

1833-1834: aldeide cinnamica isolata dalla cannella 1840: borneolo isolato dagli aghi di pino 1842: anetolo isolato dall’anice 1844: metile salicilato scoperto nell’olio del Winter green 1866: benzaldeide preparata dal toluene 1861-1876: aldeide fenilacetica 1868: cumarina isolata dalla fava Tonka 1869: eliotropina 1872/1889: citronella 1877: vanillina 1877: aldeide anisica isolata dall’anetolo 1880: scoperta delle “quinolines” con il loro profumo di cuoio e tabacco aਬumicato 1878-1885: terpineol 1888: musk ambreिe 1898: musk ketone 1898: viene isolato il citral dal lemongrass e quindi viene creato lo ionone dal profumo di iris e violeिa 1898: methyl anthranylate dall’olio di neroli e dall’assoluta di gelsomino 1898: amyl salicylate 1900: methyl heptine carbonato e methyl octine carbonato dal profumo di violeिa 1903-1914: aldeidi grasse C8 a C12 dal profumo forte di burro quasi rancido e cera di candela che il talento del grande profumiere Ernest Beaux trasformò nella creazione del secolo, Chanel N.5, dando vita ai profumi ਭoriti aldeidici e chypre aldeidici 1905-1908: hydroxycitronella isolata dalla citronella di java e dalla citronella che ha ricreato il profumo di mugheिo 1912: undecalactone o aldeide C11 pesca che riproduce l’odore fruिato della pesca 1919-1959: linalolo isolato dal legno di rosa 1921: aldeide ciclaminica 1923: nerolidol isolato dall’olio di neroli 1923: farnesol e muscone 1928: musk sintetici come exaltone e exaltolide da cui deriva la galaxolide 1928: civeिone dall’assoluta di civeिe, una nota animalica e muschiata 1927-1935: ambreिolide 1949: ambrox 1939: eugenolo isolato dal chiodo di garofano 1958: lignoਭx 1957: oxyde de rose nel geranio

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LE CREAZIONI DI SINTESI

1962: hedione isolato dal gelsomino 1962-1965: methyl dihydrojasmonate dall’assoluta di gelsomino 1969: ethyl-maltol dal profumo di zucchero e caramello 1974: calone dal profumo di brezza di mare 1970-1983: damascone e damascenone isolato dalla rosa damascena 1980: vertoਭx isolato dal legno di cedro 1980: veltol e galaxolide 1980: dihydromircenol 1990: iso e super dal profumo di legno, iris e violeिa

È importantissimo soिolineare che questo elenco vuole essere una carrellata storica delle più grandi innovazioni che hanno permesso non solo magiche riproduzioni della natura ma “vere rivoluzioni olfaि ive”, e che ogni giorno le grandi aziende creatrici di materie prime naturali e molecole sintetiche investono in ricerca e sviluppo al ਭ ne di ampliare le paleिe sensoriali. Tantissime sono le nuove molecole che ogni giorno portano a raggiungere importanti traguardi. Per le materie prime naturali, fonte di ispirazione per la profumeria, si è alla ricerca di sostenibilità, tracciabilità e innovazione, di creare partnership locali con i produिori dei Paesi in via di sviluppo per assicurare specie esotiche di qualità sempre più raਯ nata ed eticità nelle catene di approvvigionamento. Per le materie prime sintetiࠫe, pura energia creativa, si è alla ricerca di nuovi traguardi olfaिivi, nuove invenzioni di molecole che ci trasportino verso nuovi profumi iconici e inaspeिati orizzonti olfaिivi. Sensualità, seduzione, emozioni, arte, storia, bellezza, romanticismo, benessere, genialità, soਭsticazione e semplicità: la profumeria cerca di sviluppare nuove molecole con l’obieि ivo di creare fragranze che caि urino i sogni e soddisਭ no i desideri di uomini e donne di tuिo il mondo. È doveroso ricordare che l’utilizzo di tuि i gli ingredienti necessari alla creazione delle fragranze è regolato dalle autorità locali e regionali. Inoltre, vi sono enti internazionali aि i a garantire la sicurezza normativa e di prodoिo verso i consumatori e l’eticità della produzione, assicurando un approccio più sostenibile all’ambiente. Le fragranze iconiche del futuro saranno ispirate dalle qualità esclusive dei materiali esistenti e dalle nuove molecole high-tech, oggi formule segrete non divulgabili che portano a singolari sfacceि aure olfaि ive, con un obieि ivo comune: “coltivare un nuovo domani, uniti dalla natura ma guidati dalla scienza”!

LE CREAZIONI DI SINTESI

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METODI DI ESTRAZIONE DELLE MATERIE PRIME E DI PRODUZIONE DEI PROFUMI Dall’invenzione dell’alambicco e della distillazione di Avicenna, scienziato e ਭ losofo che visse in Persia a ridosso dell’anno Mille, qui di seguito elencheremo le numerose tecniche e i processi di trasformazione delle materie prime naturali.

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METODI DI ESTRAZIONE

T࢓ ࢑ ࢜ ࢗ ࢑ ࢖ ࢓ ࢒ ࢗ E ࢡ ࢢ ࢠ ࢏ ࢨ ࢗ ࢝ ࢜ ࢓

~ SPREMITURA Riservata alle scorze degli agrumi, si avvale di azioni meccaniche quali raschiatura, pressione, centrifugazione. Il principio consiste nel pressare le scorze per svuotare le sacche dagli oli essenziali. Si oिengono oli essenziali o essenze. ENFLEURAGE Tecnica a freddo o a caldo basata sulla capacità dei corpi grassi di assorbire i profumi. Si adagiano i petali su una lastra di vetro, deिa telaio, ricoperta di un grasso che ne assorbe l’odore. L’operazione viene ripetuta circa 30 volte per oिenere pomate o assolute di pomate. Tale tecnica viene applicata alle piante e ai ਭori che hanno un’aिività funzionale anche dopo essere stati colti (per esempio la tuberosa). Usata in Persia nel IX secolo (enਮeurage della rosa sui semi di sesamo che assorbivano tuिa l’umidità e il sentore soave dei ਭori), arriverà in Francia nel XVII secolo, quindi nel XIX secolo a Grasse quando, con lo sviluppo del lavaggio in alcol, raggiungerà il suo massimo livello. In generale, servono dai 30-50 g ਭno a 100 g di ਭori per telaio sullo strato di grasso. L’operazione va ripetuta 30 o 40 volte, ਭno a quando il grasso non è saturo di odore. ोindi il grasso viene passato in alcol per estrarne il principio olfaिivo: la pomata o l’assoluta di pomata.

DISTILLAZIONE A VAPORE ACQUEO Le materie prime vegetali da distillare vengono immerse nell’acqua bollente, così da provocare l’evaporazione del loro olio essenziale, che si distacca per via della diਬerenza di densità. L’olio essenziale si separa dall’acqua e resta sul fondo, l’acqua decantata rimane profumata e può essere usata in tale forma. DISTILLAZIONE A VAPORE SECCO Le materie prime vegetali da distillare vengono messe sopra una griglia, e non in acqua bollente direिa, cosi che sia solo il vapore acqueo, e non l’ebollizione della materia prima, a provocare l’evaporazione dell’olio essenziale. Si oिengono oli essenziali, o essenze, o frazioni degli stessi con il processo di distillazione molecolare, che chiameremo “essenze distillate molecolari”.

METODI DI ESTRAZIONE

205

DISTILLAZIONE MOLECOLARE Si utilizzano solventi organici soिovuoto a basse temperature per reिiਭcare, togliere il colore o frazionare oli essenziali o assolute o molecole. Si oिengono essenze più trasparenti o frazioni di essenze.

ESTRAZIONE CON SOLVENTI VOLATILI Tecnica moderna, è usata sia con materie fresche che essiccate, in cui si utilizzano le capacità di alcuni solventi volatili organici di estrarre principi olfaिivi per oिenere oleoresine, assolute, concrete o resinoidi. In seguito a ripetuti lavaggi della materia naturale si raccolgono il “concentrato”, profumato e colorato, la “concreta”, nel caso di ਭori e vegetali o materie fresche, e il “resinoide”, nel caso in cui la materia prima sia un balsamo, una gomma, una resina o, in generale, nel caso di vegetali o materie secche. La concreta e il resinoide tramite estrazione con alcol diventeranno “assolute”.

ESTRAZIONE TRAMITE CO2 O SUPERCRITICA Tecnica moderna in cui si utilizzano gas – solitamente CO2 , anidride carbonica o biossido di carbonio (al posto dei solventi volatili) –, la bassa temperatura e l’alta pressione per estrarre principi olfaिivi e oिenere assolute o estratti CO2 . L’anidride carbonica passa dallo stato gassoso a bassa densità allo stato liquido a densità più elevata, deिo “supercritico”, alla temperatura di 32 ‫ ܭ‬e alla pressione di 73 bar. Dopo l’estrazione viene abbassata la pressione, così che l’anidride carbonica torni al suo stato gassoso, rilasciando le sostanze solute allo stato puro e concentrato: assolute o estraिi CO2 o estraिi SFE (Supercritical Fluid Extraction). ोesto metodo permeिe di estrarre materie prime poco volatili, in genere secche, come le spezie, e di oिenere odori molto puri, in quanto non contaminati dal calore e dai solventi. È uno dei metodi estraिivi più avanzati dal punto di vista tecnologico, di sostenibilità ambientale e sicurezza sul lavoro.

INFUSIONE Lavorazione appropriata per materie prime di lenta maturazione, di origine vegetale e di origine animale. Si procede con la macerazione delle sostanze nell’etanolo a concentrazioni variabili per terminare con una ਭltrazione. Se l’operazione avviene a caldo si parla di infusione, se invece avviene a freddo viene denominata tintura. È utilizzata per materie prime vegetali come fave Tonka, baccelli di vaniglia, rizomi di iris, e materie prime animali come castoreum (secrezione grassa odorosa prodoिa dalle ghiandole del castoro per delimitare il territorio e impermeabilizzare il pellame), zibeिo (secrezione grassa odorosa prodoिa dalle ghiandole anali dello zibeिo, piccolo mammifero africano maculato, per allontanare i predatori), musk o muschio (secrezione grassa odorosa prodoिa dalle ghiandole genitali di un piccolo cervo, il muschio tonkino) e ambra grigia (sostanza odorosa proveniente dai calcoli intestinali del capodoglio, che ਮuिua nel mare arenandosi sulle spiagge). 206

METODI DI ESTRAZIONE

L ࢏ ࢞ࢠ࢝࢒ࢣࢨ ࢗ࢝࢜࢓ ࢒ࢗ ࢣ ࢜ ࢞ࢠ࢝࢔ ࢣ ࢛࢝ ोanto ਭ no a ora descriिo riguarda la trasformazione e la produzione di singole materie prime che poi andranno processate e unite insieme a formare la complessità olfaि iva della formula di profumo creata dal naso. Si traि a di un procedimento lungo ed elaborato. Ecco le fasi della catena di produzione di un profumo.

~ MISCELAZIONE L’olio essenziale che sarà la base del profumo è una miscela di tante essenze, oli essenziali e molecole che seguono la formula segreta creata dai nasi per il profumo stesso.

MATURAZIONE L’olio essenziale composto nella sua formula ਭnale, dopo la sua miscelazione, viene faिo maturare nei barili in cui è stato versato il prodoिo oleoso, da una ਭno a 5 seिimane o più, aਯnché le singole note olfaिive si leghino tra loro (il tempo varia a seconda delle materie prime che determinano la sua composizione).

MACERAZIONE L’olio essenziale maturo viene immerso nell’alcol purissimo e lasciato macerare da una ਭno a 5 seिimane, a seconda della sua composizione, aਯnché le note olfaिive si leghino all’alcol in cui macera. A tale composizione verrà aggiunta una piccola percentuale di acqua depurata e distillata per raggiungere il grado alcolico desiderato del prodoिo.

RAFFREDDAMENTO A seguito della macerazione, l’alcol, con il suo olio essenziale ormai ben miscelato e dissolto in esso, viene raਬreddato a –4 ‫ ܭ‬/ –7 ‫ܭ‬.

FILTRAZIONE A seguito del raਬreddamento, il semilavorato alcolico viene ਭltrato con tecniche e ਭltri diਬerenti a seconda della solubilità dei composti olfaिivi, ponendo aिenzione in questa delicata fase a non perdere parti integranti nella resa olfaिiva del profumo.

PRODUZIONE Il bulk alcolico viene prodoिo seguendo un’ulteriore formula precedentemente decretata e stabilizzata dai chimici e dai responsabili di ricerca e sviluppo, solitamente composta da alcol e olio essenziale macerati, raਬreddati e ਭltrati, provenienti dalla fase precedente, a cui si aggiungono stabilizzanti (se necessari), coloranti (se richiesti) ed eventualmente ਭltri solari.

METODI DI ESTRAZIONE

207

GLOSSARIO La spiegazione della terminologia più o meno tecnica del mondo del profumo, in una sorta di glossario generale, è un corollario che riteniamo utile alla nostra grammatica. Nasce dall’esigenza di descrive il più correिamente possibile suggestioni di un mondo immateriale e diਯcile da illustrare. Può essere inteso come un elenco di regole base di comunicazione nell’astraिo seिore degli eਰuvi della profumeria e può essere molto utile per amanti e professionisti per instaurare un dialogo quando si realizza “il brieਭ ng al naso creatore” e quando l’obieि ivo è quello di spiegare a parole la costruzione di un profumo, o di descrivere la sua fantastica scia odorosa. Inoltre sarà comodo per capire al meglio la nostra stessa grammatica quando, per descrivere le fragranze sprigionate da certe piante, abbiamo utilizzato aggeि ivi e modi di comunicare propri del gergo “profumato”.

AC C O R D O ‫ھ‬Risultato

olfaिivo della combinazione di due o più materie prime (v. chypre o fougère).

A R I A /A R I O S O‫ھ‬ Che ricorda l’aria, profumo fresco e trasparente. A R M O N I A ‫ھ‬Data da note

AC I D O ‫ھ‬Fruिato acido.

olfaिive ben miscelate.

AC Q U E O/AC Q U O S O‫ھ‬

A RO M A ‫ھ‬Sostanza aromatica

Che ricorda il profumo dell’acqua, di erbe acquatiche e fruिi d’acqua.

estraिa da piante e ਭori.

A F RO D I S I AC O ‫ھ‬Molto sensuale.

A RO M AT I C O ‫ھ‬Caraिerizzato da piante aromatiche o da aromi.

AG R E S T E‫ھ‬

A R RO T O N DA R E‫ھ‬

Che ricorda la campagna e i profumi verdi del prato.

Smussare lati spigolosi di una creazione o di altre materie prime.

A L C O L I C O‫ھ‬ Dal forte sentore di alcol.

A RT I F I C I A L E‫ھ‬

A L D E I D E ‫ھ‬Molecola sintetica

che ricorda diversi odori naturali. A L D E I D I C O ‫ھ‬A prevalenza

aldeidica, a dominante di aldeidi. A M B R A G R I G I A ‫ھ‬Resina

fossile. secrezione del capodoglio. A M B R AT O‫ھ‬

Dai sentori ambrati, che può ricordare ambra grigia, ambra vegetale o la combinazione di diverse resine odorose. A N I C E‫ھ‬

A predominanza anisico o anisato. A N I M A L E /A N I M A L I C O‫ھ‬

Che ricorda odori animali. A N O S M I A‫ھ‬

Deਭcit completo dell’olfaिo.

208

GLOSSARIO

Prodoिo oिenuto per pura reazione chimica, senza elementi di sintesi naturale. A S S O L U TA‫ھ‬ Materia prima ricca e nobile oिenuta dopo la diluizione in alcol delle concrete e dei resinoidi. AU R A‫ھ‬ Scia che emana un profumo. B A L S A M I C O ‫ھ‬Aromatico caldo

e avvolgente, simile a balsami e resine di conifere. B A L S A M O ‫ھ‬Prodoिo profumato e resinoso che si oिiene da alcune specie naturali. B A S E :‫ھ‬Combinazione di materie

prime già miscelate tra loro. BLOT T ER o MOUILLET T E

Cartina assorbente per sentire il profumo.

B O U Q U E T‫ھ‬ Insieme di diਬerenti note ਮoreali.

C O N T RO T I P O‫ھ‬

B RU C I AT O ‫ھ‬Dall’odore bruciato.

C O R P O S O ‫ھ‬Che dà caraिere al profumo o all’essenza.

CA L D O ‫ھ‬Dal sentore

orientale e che esprime calore. CA N F OR AC E O‫ھ‬

Che ricorda un altro profumo.

C R E AT O R E ‫ھ‬Altro modo

per chiamare il naso.

A predominanza di canfora.

C R E A Z I O N E O L FAT T I VA

CA R AT T E R E ‫ھ‬Nota, accordo

Altro modo per chiamare il profumo.

o materia prima che distingue e dona caraिere al profumo. CA R N A L E ‫ھ‬A predominanza

di ਭori sensuali. C E R A /C E RO S O‫ھ‬

Riferito all’odore di cera d’api o cera vegetale. C H I M I C O ‫ھ‬Odore che disturba,

forte, non naturale. C H Y P R E ‫ھ‬Accordo e famiglia

C R E M O S O‫ھ‬

Che porta un caraिere dolce e avvolgente dai sentori di crema. C RO M AT O L O G I A‫ھ‬

Studio dei colori. C U I R D E RU S S I E ‫ھ‬Che ricorda

il profumo degli stivali di cuoio dei soldati russi (cuoio e betulla). C U M A R I N I C O ‫ھ‬Che ricorda

olfaिiva caraिerizzata da muschio di quercia, cisto, patchouli e bergamoिo.

la nota di cumarina (preziosa materia prima di sintesi che ha dato vita alla famiglia olfaिiva dei profumi fougère) e il ਭeno.

C I P R I A /C I P R I AT O ‫ھ‬a n c h e P O U D R É / P OW D E RY‫ھ‬

C U O I O ‫ھ‬Che ricorda

Dal sentore soਯce di cipria per la pelle, anche talcato, polveroso, iris e violeिa.

C U O R E ‫ھ‬Note di, parte centrale

C I T RU S ‫ھ‬Agrumato.

D I S O S M I A ‫ھ‬Distorsione olfaिiva.

CLASSIFICAZIONE OLFATTIVA

D I S S O N A N T E ‫ھ‬Disarmonico.

Modo di ordinare le essenze e gli oli essenziali.

DISTILLAR E /DISTILLAZIONE‫ھ‬

C O M P O S I T O R E‫ھ‬

Altro modo per chiamare il naso. C O M P O S I Z I O N E O L FAT T I VA

Altro modo per chiamare il profumo. C O N C E N T R AT O‫ھ‬

Insieme di oli essenziali. C O N C R E TA ‫ھ‬Una pasta

semisolida fruिo della prima estrazione dei principi odorosi da materie vegetali fresche. C O N F O R M E‫ھ‬

Che segue regole predeterminate. C O N I F E RO‫ھ‬

Che ricorda aghi di pino.

il profumo di pelle e di cuoio. del profumo.

Le materie prime vegetali da distillare vengono immerse nell’acqua bollente così da provocare l’evaporazione dell’olio essenziale che viene separato per diਬerenza di densità. D O L C E ‫ھ‬Dal sentore zuccherino. D U R ATA‫ھ‬

Tempo di resistenza del profumo. E AU D E C O L O G N E ‫ھ‬Soluzione

in acqua e alcol di oli essenziali concentrati al 3-5% . Storicamente il primo profumo dell’era moderna è una eau de Cologne, l’Aqua Mirabilis di Gian Paolo Feminis, nata nel XVII secolo.

GLOSSARIO

209

E AU D E PA R F U M‫ھ‬ A diਬerenza dell’eau de Cologne, l’eau de parfum ha una concentrazione tra il 10 e il 15% e di solito ha maggiore persistenza. E AU D E T O I L E T T E‫ھ‬ Una via intermedia tra le due precedenti, con una concentrazione tra il 5 e il 12%.

F IOR I BI A NCH I

A predominanza di ਭori bianchi come gardenia, gelsomino e tuberosa. F I O R I T O‫ھ‬ A predominanza ਮoreale. F I S S A R E / F I S S AT O R E

Sostanza che ਭssa il profumo. F L O R E A L E ‫ھ‬A struिura ਮoreale.

E N F L E U R AG E‫ھ‬ Tecnica a freddo o a caldo basata sulla capacità dei corpi grassi di assorbire i profumi. Si adagiano petali di ਭori su una lastra di vetro (telaio), ricoperta di un grasso che ne assorbe l’odore. L’operazione si ripete 30-40 volte per oिenere una pomata profumata.

F O N D O ‫ھ‬Note di, nello sviluppo

E R B AC E O‫ھ‬

il nome dal profumo Fougère Royale di Houbigant, che indica un accordo costruito intorno a lavanda, geranio, muschio di quercia, vetiver e cumarina.

Che ricorda l’erba tagliata e dà una connotazione verde erba. E S P E R I DAT O ‫ھ‬Agrumato. E S P R E S S I O N E ‫ھ‬Spremitura

delle scorze degli agrumi. ESSENZA o OLIO ESSENZI ALE

del profumo è l’ultima fase, caraिerizzata dalle note più persistenti e intense. F O R M U L A ‫ھ‬Composizione data

da una miscela di oli essenziali, acqua, alcol, stabilizzanti, ਭltri solari e coloranti (se richiesti). F O U G È R E ‫ھ‬Accordo che trae

F R AG R A N Z A ‫ھ‬Odore intenso,

gradevole e delicato.

Olio profumato estraिo da materie prime naturali.

F R E S C O‫ھ‬

E S T R AT T O ‫ھ‬Sinonimo tecnico

F RU T TAT O‫ھ‬ A predominanza di note di fruिa.

di “profumo”; dalla sua massima concentrazione (dal 15-20% ਭno al 30-40%) derivano poi tuिe le altre forme più diluite (eau de toileिe, eau de parfum ecc.). ESTR AZIONE con SOLV ENTI VOLATILI ‫ھ‬Tecnica moderna

Leggero odore che rinfresca.

F U G AC E ‫ھ‬Transitorio. GELSOMINO/GELSOMINATO

Dall’odore simile al gelsomino, indolico, a predominanza di gelsomino.

usata sia per materie sia fresche che essiccate in cui si utilizzano le capacità di alcuni solventi volatili di estrarre principi olfaिivi.

G O U R M A N D ‫ھ‬Profumo dolce

FA M I G L I A O L FAT T I VA

Tecnica di estrazione.

Classiਭcazione di composizioni profumati costituita sulla base di aਯnità di origine o di proprietà olfaिive delle sostanze e delle materie prime.

H I G H -T E C H‫ھ‬

F E N O L E N I C O/ F E N O L I C O

Dall’odore forte di disinfeिante.

210

GLOSSARIO

che ricorda lo zucchero ed elementi di pasticceria. H E A D S PAC E‫ھ‬

Metallico, urbano, freddo. I F R A (Internationational Fragrance Research Association)

Associazione di categorie professionali volte a ridurre i rischi di allergia derivanti da prodoिi cosmetici.

I M PAT T O O L FAT T I VO‫ھ‬ Prima impressione e caraिere del profumo.

M E N TA‫ھ‬

I N D O L I C O ‫ھ‬Nota olfaिiva forte,

a predominanza di mentolo.

animale, tipica di alcune materie prime animali e vegetali, si sente nella maturazione dei ਭori bianchi. I N F U S I O N E ‫ھ‬Lavorazione

A predominanza di menta. M E N T O L AT O ‫ھ‬Fresco, M I E L AT O‫ھ‬

Dolce, ਭorito, dal sentore di miele. M I S T I C O ‫ھ‬Che ricorda l’odore

dei templi, legni preziosi, incenso.

appropriata per materie prime di lenta maturazione di origine vegetale e di origine animale. Si procede con la macerazione delle sostanze nell’etanolo a concentrazioni variabili per terminare con una ਭltrazione. Se l’operazione avviene a caldo, si parla di infusione, se avviene a freddo si parla di tintura.

M O N O L I T I C O‫ھ‬

I P E RO S M I A‫ھ‬

M U S K ‫ھ‬Molecola di sintesi.

Aumento dell’acuità olfaिiva. I P O S M I A‫ھ‬

Dal profumo deciso e fermo. MOU I LL ET T E o BLOT T ER

Cartina assorbente per sentire il profumo. M U S C H I AT O‫ھ‬

Dal sentore muschiato organico. M U S C H I O‫ھ‬

A predominanza di muschio. N A S O ‫ھ‬È il profumiere creatore

I R I S o I R I S AT O‫ھ‬ Simile al profumo dell’iris.

del profumo che realizza la formula e l’armonia olfaिiva grazie alle sue conoscenze tecniche e al suo senso artistico.

J U S ‫ھ‬Essenza.

N AT U R A L E ‫ھ‬Riferimento

Deਭcit parziale dell’olfaिo.

L AVA N DA‫ھ‬

A predominanza di lavanda. L E G N O/ L E G N O S O/ B O I S É‫ھ‬

concreto a elementi naturali, come note verdi, agrumi e note che richiamano la freschezza della natura; prodoिo naturale che deriva da vegetale o animale.

Dal sentore di legno, corteccia e rami, comprende legni diversi che conferiscono al profumo eਬeिi secchi, caldi o umidi a seconda della loro tipologia.

N O M E B O TA N I C O‫ھ‬ Nome che identiਭca la specie.

L I M O N AT O‫ھ‬

Componente che domina la composizione olfaिiva.

Dal sentore di limone. M A R I N O ‫ھ‬Dal sentore di mare,

di iodio, di alga. M A S C H E R A R E‫ھ‬

Coprire un odore. M AT E R I E P R I M E ‫ھ‬Ingredienti

chiave usati nella composizione olfaिiva. Possono essere naturali o sintetiche. M E M O R I A O L FAT T I VA

Richiamo e associazione spontanea a un odore, a un profumo.

N O TA D O M I N A N T E

N O TA O L FAT T I VA

Caraिeristica dell’odore di una materia prima o di una composizione. NOTA OLFAT TI VA DI CUOR E

Nota intermedia di un profumo che emerge quando la nota di testa inizia a sfumare. NOTA OLFAT TI VA DI FONDO o D RY D OW N ‫ھ‬nello sviluppo

del profumo è l’ultima fase, caraिerizzata dalle note più persistenti e intense e che ne deਭnisce il sillage. GLOSSARIO

211

N O TA O L FAT T I VA D I T E S TA

È la prima impressione di un profumo, composta dalle note più fresche e volatili. N O TA ‫ھ‬Componente del profumo. N O T E O R I E N TA L I‫ھ‬ Calde e ambrate, in riferimento alla famiglia orientale. N UA N C E ‫ھ‬Sfumatura olfaिiva. O L I O E S S E N Z I A L E ‫ھ‬Oिenuto

per distillazione a vapore acqueo o con il vapore della biomassa. L’olio essenziale si separa ਭsicamente dall’acqua per decantazione.

P I AT T O ‫ھ‬Odore che non varia. P I R A M I D E O L FAT T I VA‫ھ‬

Composizione di materie prime complementari le une alle altre, assemblate in base alle note olfaिive, al grado di evaporazione dei componenti e alla loro persistenza. P I RO G E N AT O‫ھ‬ Dal sentore aਬumicato e bruciato. P O U D R É / P OW D E RY a n c h e C I P R I A /C I P R I AT O‫ھ‬

Dal sentore soਯce di cipria per la pelle, anche talcato, polveroso, iris e violeिa. P R E D O M I N A N T E ‫ھ‬La nota

O P U L E N T O‫ھ‬

Denota una sensualità estrema, voluminosa, esuberante, potente, diਬusiva, voluिuosa, pesante, esagerata.

che predomina in un profumo. P R I M I T I VO‫ھ‬

Autentico, semplice, costituito da materiali nobili.

O R I E N TA L E ‫ھ‬A struिura ambrata e orientale, che ricorda sentori d’Oriente.

P RO F U M I E R E C R E AT O R E‫ھ‬

O S M O T H È Q U E‫ھ‬ Associazione per la conservazione internazionale dei profumi.

P RO F U M I E R E ‫ھ‬Colui che vende

O S S I DA Z I O N E ‫ھ‬Processo

PA L E T T E o R A N G E‫ھ‬ Insieme di materie prime.

di diਬerenti elementi olfaिivi, tra i quali gli oli essenziali; dal latino per fumum (aिraverso il fumo) a indicare gli eਰuvi liberati da resine, balsami e ਭori che venivano bruciati ai piedi delle statue delle divinità.

PA N E L‫ھ‬

R A N G E o PA L E T T E‫ھ‬

naturale di invecchiamento. PAC K AG I N G‫ھ‬ Confezione del profumo.

Insieme di esperti del seिore. PA RO S M I A ‫ھ‬Illusione olfaिiva. PA RT E N Z A‫ھ‬

Colui che crea i profumi, altro modo per chiamare il naso. profumi e colui che crea profumi. P RO F U M O ‫ھ‬Composizione

Insieme di materie prime. R E AC H (Registration Evaluation Authorisation of Chemicals)‫ھ‬

P E L L E ‫ھ‬Dalla struिura e dall’odore di pelle.

È un sistema integrato di registrazione, valutazione e autorizzazione all’utilizzo di sostanze chimiche.

P E PAT O‫ھ‬

R E S I N A ‫ھ‬Sostanza solida o, più

Note di testa del profumo.

A predominanza di pepe nero. P E R S I S T E N T E ‫ھ‬Che resta

sulla pelle, di grande tenacità. P E S A N T E ‫ھ‬Odore opprimente. P H A N T O S M I A‫ھ‬

Allucinazione olfaिiva.

212

GLOSSARIO

raramente, liquida di origine vegetale, prodoिa dalle piante e oिenuta per essudazione dalla corteccia.

R E S I N O I D E‫ھ‬

Sostanza oिenuta dall’estrazione primaria con solventi della biomassa vegetale secca. R E T T I F I CA R E ‫ھ‬Modiਭcare. R I F M (Research Institute for Fragrance Materials)‫ھ‬

Associazione ਭnanziata da industrie che operano nel campo della profumeria. R I Z O M A ‫ھ‬Radice vicina

alla superਭcie della pianta. RO S AT O‫ھ‬

A predominanza di rosa S A L I C I L AT O ‫ھ‬Dalle note

saliciliche leggermente salate, che ricordano sole, mare, spiaggia. S C E N T ‫ھ‬Profumo. SFACCET TAT UR A OLFAT TI VA‫ھ‬

Le classi o i gruppi a cui appartengono le materie prime utilizzate per comporre un profumo. Data la soggeिività della percezione olfaिiva, il numero di sfacceिature può variare a seconda dei professionisti. SF UM AT UR E o NUANCE OLFAT TI V E‫ھ‬

S T RU T T U R A D E L P RO F U M O‫ھ‬

Costruzione del profumo. TA B AC C O‫ھ‬

Dal sentore di tabacco. T E R RO S O‫ھ‬

Dal sentore di radici e terra. T E S TA ‫ھ‬Note di, è la prima

impressione di un profumo, composta dalle note più fresche e volatili. T I N T U R A ‫ھ‬Lavorazione

appropriata per materie prime di lenta maturazione, di origine vegetale e di origine animale. Si procede con la macerazione delle sostanze nell’etanolo a concentrazioni variabili per terminare con una ਭltrazione. Se l’operazione avviene a freddo viene denominata tintura, se avviene a caldo si parla di infusione. T O N I C O ‫ھ‬Fresco, rinvigorente. V E R D E ‫ھ‬Note fresche ed erbacee,

spesso estraिe da vegetali. V I O L E T TA‫ھ‬

Dalle note predominanti di violeिa, metalliche, legnose e ਭorite.

Declinazioni secondarie di odore di una materia prima o di un profumo.

VO L AT I L I TÀ‫ھ‬

S I L L AG E ‫ھ‬La traccia, l’impronta,

della creazione.

la scia che lascia un profumo. S I N T E T I C O ‫ھ‬Prodoिo oिenuto

per sintesi, per reazione chimica. S O L I F L O R E‫ھ‬ Ispirato a un solo ਭore. S P E Z I AT O‫ھ‬

Indice di durata della nota. VO L U M E ‫ھ‬Caraिere e corpo V U L CA N I C O‫ھ‬

Creazione di molecole pirogenate scaldandole con speciali processi di pirogenazione. Z E S T ‫ھ‬Termine che indica

l’odore della scorza degli agrumi.

Dal sentore di spezie. S P R E M I T U R A‫ھ‬ Tecnica di estrazione riservata alle scorze degli agrumi, che si avvale di azioni meccaniche quali raschiatura, pressione, centrifugazione. S TA B I L E ‫ھ‬Che non dà problemi

di variazioni olfaिive nel tempo.

GLOSSARIO

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