Documenti intorno alle relazioni delle Chiese orientali con la S. Sede durante il pontificato di Gregorio XIII 8821004643, 9788821004643


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Italian Pages 199 [202] Year 1948

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Documenti intorno alle relazioni delle Chiese orientali con la S. Sede durante il pontificato di Gregorio XIII
 8821004643, 9788821004643

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STUDI E T E S T I ------------

1 4 3 ------------

GIORGIO LEVI DELLA VIDA

DOCUMENTI INTORNO ALLE RELAZIONI DELLE CHIESE ORIENTALI CON LA S. SEDE DURANTE IL PONTIFICATO DI GREGORIO XIII APPENDI CE AGGIUNTE A « STUDI E T E ST I. 92

CITTÀ DEL VATICANO BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA MCMXLVIII

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STUDI -------------

E TESTI 14 3

-------------

GIORGIO LEVI DELLA VIDA

DOCUMENTI INTORNO ALLE RELAZIONI DELLE CHIESE ORIENTALI CON LA S. SEDE DURANTE IL PONTIFICATO DI GREGORIO XIII

APPENDI CE AGGIUNTE A « STUDI E TESTI » 92

CITTÀ DEL VATICANO BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA MCMXLVII1

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IM P R IM A T U R :

Die 10 Septem bris 1948.

Pro Ecc.mo DD. Vic. Gen. P. G abriel Mo n t i , ο . ρ., a Secret.

Ristampa anastatica Tipo-Litografia Dini s.n.c. - Modena 1987

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H EN RICO CERVLLI VIRO CLARISSIMO DOCTISSIMO SIBI QVONDAM DISCIPVLO SAGACISSIMO NVNC SIBI ALIISQVE MVLTIS MAGISTRO PRAESTANTISSIMO IN REI PVBLICAE NEGOTIIS IN LITERARVM OTIIS NVLL1 SECVNDO DE ECCLESIAE ORIENTALIS HISTORIA INVESTIGANDA O PTIM E MERITO HVNC QVANTVLVMCVMQVE LIBELLVM SVMMAE ADMIRATIONIS TESTIMONIVM SINGVLARIS AMORIS MVNVS AMICISSIMVS AVCTOR D. D. D.

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SOMMARIO PAG.

D ed ica

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

ni

Som m ario

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

v

A v v e r t e n z a ................................................................................................. I.

v ii

Il soggiorno a R om a del patriarca siro Ign azio N a'm ata lla h . . . . . . . . .

i -i

13

D o c u m e n ti 1 -2 1 : p . 4 5 -113

II.

U na lettera del patriarca cop to G iovanni 96 ° a Gre­ gorio X I I I ................................................................................. 1 1 3 - 1 6 7

I I I . Da m ission e in E g itto di G. B. V ecch ietti e la m orte del p atriarca G iovanni secon do u n docum ento inedito A

s u lla

p p e n d ic e

: A ggiu n te e correzioni

a

16 8 - 17 2

R ic e r c h e

f o r m a z i o n e d e l p i ù a n ti c o f o n d o d e i m a n o s c r i t t i

(Studi e T esti 92 )

17 3 - 1 8 2

M anoscritti (codici e carte d ’archivio) co n su lta ti o m en zionati

18 3 - 18 5

In d ice dei nom i propri e delle cose n o tev o li

18 6 - 19 1

o r i e n t a l i d e lla B i b l i o t e c a V a t i c a n a

.

.

.

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AVVERTENZA

Questo libro, promesso e annunziato in

R ic e r c h e s u l l a f o r m a z i o n e

d e l -più a n ti c o f o n d o d e i m a n o s c r i t t i o r i e n t a l i d e l l a B i b l i o t e c a

V a tic a n a ,

jr. 2 0 1 1 (S t u d i e T e s t i 9 2 ), era stato consegnato per la stampa sul finire dell’estate del 1 9 3 9 . Nel darlo in luce soltanto ora, mi è mancato l’animo di riprendere, estendendole e completandole, le indagini relative al suo contenuto, come pur sarebbe stato opportuno in più di un punto. Esso appare pertanto nella forma datagli nove anni or sono, salvo qualche lievissimo ritocco e poche aggiunte bibliografiche, risultate da incontri casuali piuttosto che da letture sistematiche. Non dimentichi il lettore che mio proposito è stato di pubblicare, colle dilucidazioni strettamente necessarie, alcuni documenti sulle relazioni delle Chiese orientali colla Santa Sede durante il pontificato di Gregorio XIII, e non già di fare la storia di quelle relazioni. Occasionali e saltuarie sono anche le A g g i u n t e e c o r r e z i o n i alle R i c e r ­ c h e , che la non mai intermessa benevolenza e l’indulgente liberalità del R. P. Anseimo M. A l b a r e d a , prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, mi ha permesso di raccogliere in appendice al presente volume, il quale si riconnette a quelle sia per la materia trattata e sia per la spinta a compierlo. A un’opera che non è in fondo se non una lunga e. tediosa sequela di minuzie non auguravo una folta schiera di lettori nè mi aspet­ tavo di averla; peraltro, a quanto mi par di vedere, non sono andati delusi nè l’augurio nè l’aspettazione che dell’una o dell’altra delle tante notiziole raccoltevi potessero giovarsi studiosi di campi diversi. E in servizio appunto di questi ho creduto far cosa non del tutto inutile nè inopportuna segnalando alcuni errori, di stampa e di fatto, che ho riscon­ trati e fornendo qualche ulteriore informazione su questo o quel punto particolare. Non m’illudo, s’intende bene, che nulla più rimanga da cor­ reggere nè da aggiungere: lavori del genere di quello che mi tenne molto piacevolmente occupato per oltre tre anni non si esauriscono mai, e chi li ha intrapresi deve a un certo momento trovar la forza di resistere alla tentazione di proseguirli all’infinito.

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v in

Mi è sommamente grato esprimere la mia profonda e rispettosa riconoscenza all’Eminentissimo e Reverendissimo signor cardinal T i s ­ s e r a n t , il quale, già mio patrono e protettore in anni procellosi, ha voluto continuarmi anche più tardi la sua alta benevolenza non solo degnandosi di percorrere il manoscritto di questo lavoro e di giudicarlo meritevole di pubblicazione, ma anche disponendo per un concorso della S. Congregazione per la Chiesa Orientale nelle spese di stampa. Roma, settembre

1 9 4 8

.

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I IE SOGGIORNO A ROMA DEL PATRIARCA SIRO IGNAZIO NA'MATAEEAH

Durante il pontificato di Gregorio X III (1 5 7 2 -1 5 8 5 ), che vide intensificarsi le relazioni della Chiesa Romana con quelle dissidenti d’Oriente, produsse viva impressione l’arrivo alle soglie apostoliche del massimo dignitario di una di queste, il patriarca della Chiesa sira giacobita. Erano trascorsi vari anni da quando ecclesiastici orien­ tali rivestiti di pari dignità erano giunti all’Occidente (*), e inoltre l’aspetto venerando dell’alto personaggio, la sua varia erudizione, la vivacità del suo ingegno erano tali, da conciliargli facilmente la con­ siderazione generale. Sopite le prime diffidenze che il suo giungere inaspettato aveva suscitate, Ignazio Na'matallah fu tenuto in grande onore a Roma durante i primi anni del suo soggiorno, e fervide spe­ ranze si accesero intorno all’azione che egli avrebbe esercitata per il ritorno delle vchiese monofisite (la sira, cioè, la copta e l’abissina, forse anche l’armena) all’unione con Roma. Tali speranze furono tuttavia deluse, e sembra che gli ultimi anni di vita del patriarca siano tra­ scorsi oscuramente. Peraltro la sua permanenza in Occidente, le rela­ zioni ch’egli ebbe non soltanto col mondo ecclesiastico, ma anche con insigni orientalisti europei, le tracce superstiti della sua attività di erudito e di raccoglitore di libri meritano di essere conosciute meglio che non siano state finora, mercè il sussidio di documenti non ancora esaminati e lo studio accurato di quelli già noti (2). (*)

P e r la

v is ita

di

S u llà q à , p a tr ia r c a

d e i N e s to ria n i, n e l 15 5 1 v .

Tram i , La Chiesa caldea nel secolo dell’unione,

(Orientalia Christiana, A rm e n ia

X X IX

n.

R om a

( 2)

Le che si

d a ric e rc h e l ’ O rie n te

p a g in e ch e se g u o n o , in

avevano

-

S te fa n o V

c u i s i è c e rc a to

n e l 15 4 8 , G . R om a

M e s s in a ,

19 4 3 , p . 13 - 14

d i tr a r p a rtito

d i t u t t i g li

a d is p o s iz i o n e , n o n p r e s u m o n o d i e s a u r i r e l 'a r g o m e n t o :

a rc h iv is tic h e p iù

p o tre b b e

e e

83), e p e r q u e lla d e l p a t r ia r c a d e lla G r a n d e

(o p iu t to s to k a th o lik o s d i R c m ia d z in )

N otizia su un Dialessaron persiano tradotto dal siriaco, [Biblica Orientalia n . i o ) . e le m e n ti

G. B

1 9 3 3 , P · 3 - 6 » 19-25

e s te s e e

fo rse fo rn ire

p iù

è le c ito

a c c u ra te e

da

nuovi

d o c u m e n ti ch e

a s p e tta r e q u a lc h e lu m e u lte r io r e .

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

2

Alla fine del 1 5 7 7 o ai p r i m i del 1 5 7 8 si presentò alla curia di Roma un vecchio ecclesiastico orientale, il quale dichiarò di essere il patriarca di Antiochia della Chiesa sira giacobita e di esser venuto a far atto di sottomissione al Pontefice e a procurare l’unione della sua chiesa colla Chiesa Cattolica Romana (*). Egli era latore di una commendatizia del patriarca di Aquileia (*), datata da Venezia, dove era sbarcato, il 7 no­ vembre 1 5 7 7 (3) ; la lettera era redatta in termini alquanto generici, giac­ ché il patriarca veneto, benché avesse riportato buona impressione dal­ l’incontro col suo confratello orientale, non sapeva di lui, a quanto pare, se non ciò che questi gli aveva raccontato. E poiché non recava con sé nè lettere patenti della propria chiesa nè presentazioni dei consoli delle nazioni europee in Siria (4), le quali avrebbero potuto far fede della sua identità e dar credito alle sue affermazioni, non è da stupire che sulle p r i m e egli sia stato accolto con una certa diffidenza, della quale più tardi ebbe a dolersi in termini alquanto aspri (5). Peraltro il cardinale Giulio Antonio Santoro, protettore degli Orientali (e), gli dimostrò vivo in­ teresse: fin dal 3 0 gennaio 1 5 7 8 chiese udienza per lui al Papa (7), e (Ιο­ ί1)

V . M arc 1A ntonio Cia p p i , C om pen dio delle heroiche et gloriose a ttie n i et

sa n ta v ita d i P a p a G regorio X I I I , p a t r i a r c a d ’A n t i o c h i a , h u o m o

R om a

15 9 6 , p . 7 5 : « V e n n e n e l li s te s s i t e m p i il

d i o t t a n t ’a n n i , d i n o b i l e e v e n e r a n d o

m o lto m a le in o rd in e , s e n z a p o m p a a lc u n a , s o la m e n te c o n

a s p e tto , m a

un s e r v i t o r e

c h e lo

se r­

v iv a c o m e in t e r p r e te d e lle lin g u e , e c o n g r a n d e s id e r io e d e v o tio n e a n d ò a b a c ia r i s a n tis s im i p ie d i a l P a p a ; e t e g li a b b r a c c ia to lo

con

m o l t ’a l l e g r e z z a l o f e c e p r o v e ­

d e r d ’h a b i t a t i o n e , d e l l e c o s e n e c e s s a r i e e d ’o g n i s e r v i t i o c o n d e c e n t e a u n s u o p a r i » . (2) G i o v a n n i G r i m a n i , i l

q u a le

n el su o

lu n g h is s im o

n o n o c c u p ò m a i la s u a sed e, c o n te s ta ta g li d a

p a tria rc a to

( 15 4 5 - 15 9 3 )

C a s a d 'A u s t r i a p e r l a n o t a c o n t r o ­

DE R e n a d d is , M e m o rie storiche d e i tre u ltim i secoli d el p a tria rc a to d ’A q u ile ia , U d i n e 1 8 8 8 , p . 2 5 1 - 3 6 0 ; b i ­ b l i o g r a f i a p i ù r e c e n t e i n P astor , S to ria d e i p a p i , V I I 4 9 0 -4 9 5 [ e d . t e d . 5 1 7 - 5 2 2 ] ) . ( 3) D o c u m e n t o 1 . J . S ch m id , i n H isto risch es Jahrhu ch d e r G Brres-Gesellschaft ,

v e r s ia g iu ris d iz io n a le , e r is e d e tte s e m p re a V e n e z ia (v . G .

III

( 18 8 2 ) 4062 a s s e g n a

s c i o l t o 1’a b b r e v i a z i o n e

a

q u e s ta le tte r a

opre,

la

d a ta

d e l 7 s e tte m b re ,

avendo

e d e r r a a l t r e s ì n e l l ’a f f e r m a r e c h e N a ' m a t a l l a h

m a le venne

in I t a l i a p o c o d o p o la s u a e le z io n e a p a t r ia r c a . ( 4) S p e c i a l m e n t e

d e l v e n e z ia n o

e

d e l fra n c e se ,

c h e in tr a tte n e v a n o r e la z io n i

re g o la ri c o lla S a n ta S e d e . ( 5) V . D o c u m e n t o ( 6) V .

o rie n ta li T e s ti 9 2 ) .

C)

16 , p . 97.

R icerche su lla form azion e d el p i ù a n tico fondo d e i m a n o sc ritti d e lla B ib lio tec a V a tic a n a , C i t t à d e i V a t i c a n o 1 9 3 9 , p . 1 0 0 ( S tu d i e D ’o r a i n n a n z i q u e s t o l i b r o s a r à c i t a t o c o l t i t o l o a b b r e v i a t o R icerche. le m ie

« D ’i n t r o d u z i o n e d e l q u o n d a m

P a t r i a r c h a d i S o r i a n i a l ’o b e d i e n t i a d i S u a

(L e u dien ze e re la zio n i co n cisto ria li d el C a rd in a le G iu lio S an toro, p e r g li a ffa ri d e lla C hiesa O rien tale (1566-1602) p u b b lica te dietro g li autografi e d an n otate [ d a d o n CiRiDCO K o r o ie v s k ij ], S u p p l e m e n t o a l l a riv ista S a n tità e b a s c ia re i

p ie d i. S i f a »

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3

Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

vette ottenergli quella che allora si chiamava « provisione », ossia vari assegni in natura, più tardi anche un beneficio ecclesiastico (4). Al personaggio che così si presentava alle soglie apostoliche è dato nelle fonti occidentali il nome d i N e h e m e con molteplici varianti (*) che tutte risalgono a N a ' m a , forma ipocoristica di N a ' m a t a l ­ l a h (3). A questo che è il suo nome personale ricevuto col battesimo pre­ cede, secondo il costume della Chiesa sira perpetuatosi fino ai nostri gior­ ni, il nome patriarcale Ignazio (4). Gli storici orientali della Chiesa sira (5) forniscono abbondanti ragS to u d io n , v o i.

( 19 2 8 ) - V i l i

V

1 7 f . 2 9 3 ] ) . ÌO d a

s im a

p e r la

s to ria

(19 3 1) p . 1 1

d o le rs i

d e lle

che

[ d a l l ’A r c h i v i o S e g r e t o V a t i c a n o , A r m . U I

q u e s ta

p u b b l i c a z i o n e , d ’i m p o r t a n z a

g ra n d is ­

r e l a z i o n i d i R o m a c o l l ’O r i e n t e c r i s t i a n o , s i a r i m a s t a i n ­

t e r r o t t a , p o c o d o p o l ’i n i z i o , a p . 1 6 . D o n C i r i l l o K o r o l e v s k i j , c o l l a c o n s u e t a l i b e ­ ( v . V . B u s i , L ’u n ion e della C h iesa copta con R o m a sotto C lem ente V i l i , R o m a 1 9 3 1 , p . 2 4 9 * [ O rie n ta lia C h ri­ s tia n a X X I I I , 2 ] ; G . B eltram i , L a C h iesa caldea nel secolo d e ll’u n ion e, p. 7 0 35) , r a l ità d i c u i a n c h e a ltr i s tu d io s i h a n n o p o tu to fru ire

h a m e s s o a m i a d i s p o s i z i o n e l a s u a c o p i a d e l l o s p o g l i o d e l l ’i n t e r o d i a r i o ; d i e s s a m i

R icerche.

s o n o v a ls o a n c h e n e lle

Cia p p i (v . 13):

(*) O l t r e a q u a n t o r i f e r i s c e i l del

2

o tto b re

1578 (S io u d io n ,

so p ra p .

S u p p l, p .

21)

v . l ’u d i e n z a d e l S a n t o r o

« D e l v e s t i r e d e l P a t r i a r c h a d ’A u t i o -

G iam pietro Mafffi,D egli a n n a li 1742, I 320 (è, c o m e s i v e d r à , o s t i l e

c h i a . S e n ’h a b i s o g n o e s e s i c o n t e n t a »; i n o l t r e

d i G regorio X I I I

(e d . C . C o c q u e lin e s ), R o m a

a N a 'm a t a l l a h ) : « F u g l i ... a s s e g n a t a d i P a la z z o l a r g a p r o v is io n e d i c a s a , c o c c h io , v it to e v e s tito p e r e sso e p e r u n a c o n v e n ie n te fa m ig lia ; a l c h e s i a g g iu n s e p o i im a annua

p e n s io n e

tria rc a

s i la m e n ta v a

so p ra

un

vescovado

a n c o ra

d e lla

d i essere in

C a l a b r i a ».

m is e ria

P e ra ltro

15 7 9 i l p a ­

nel

6,

(v . D o c u m e n to

p

52).

;

m a il p a ­

(2) N e m a , N e e m e , N e e m a , N a h e m e , N e h e m e t , N a a m a n , N a m a . (3) D a v o c a l i z z a z i o n e

c o rre tta

è

n a tu ra lm e n te

N i ' m

a t a l l a h

tr i a r c a s te s s o n e lla s o tto s c riz io n e a u to g r a f a d i c u i s i d ir à a p . 2 1 u s a la f o rm a v o l­

a.

g a re co n O t h e o s

In

s ir ia c o N i 'm a t a l l à h

(v . n e l f a c s im ile i n

(4) G l i a u t o r i e u r o p e i ,

« g r a z i a d i D io » v ie n ..

a l-M a sr iq ,

seguendo

G.

X X X I S.

tra d o tto

[ 19 3 3 ], t r a

A s s e m a n i,

p.

T a y b ü t h

6 1 4 e 6 1 5 ).

B iblioth eca

O rien ta lis,

II

4 8 1, d a n n o a N a 'm a t a l l a h i l n u m e r a l e X V I I , s a r e b b e c io è i l 1 7 0 p a t r i a r c a c h e a v re b b e

p o rta to

o p p u re d a tria rc h i

il n o m e Ig n a z io , c h e a p a r tir e d a Ig n a z io I I I Y e s u

Ig n a z io

a l l ’a t t o

V

B a r W a h ib

d e lla lo r o

C h ie s a s ir a , s e c o n d o

la

(12 9 3 - 13 3 3 ) f u

e le z io n e ;

m a

ta le

q u a le il n u m e ra le

p e rs o n a le : il n o s tro

p a tria rc a è

p rim a d i lu i n e s s u n

a ltro

dunque

p a tria rc a

si

uso

a s s u n to

è

tra d iz io n e

ig n o to

rife ris c e

Ig n a z io

( 12 6 4 - 12 8 2 )

c o s ta n te m e n te

al

a lla

secondo

N a 'm a t a l l a h

I,

nom e, non

dai p a­ d e lla q u e llo

essendovi

d i q u e s to n o m e .

(5) F . DE T arràzï , a s -S a là s il a t-ta 'r ih iy y a f i a sa q ifa t a l-a b a rS iy yà t a s-su ry à B e i r u t 1910; D . F . N aqqàsa , 'I n â y a t a r-R a h m â n f i h id a y a t a s-S u ry à n , B e i ­ 1910. A m b e d u e q u e s t e o p e r e ( l e c u i i n f o r m a z i o n i s o n o t u t t a v i a i n c o m p l e t e ,

n iy y a , ru t in

q u a n to c h e s i rife ris c o n o e s c lu s iv a m e n te a i S ir i u n iti) rife ris c o n o n o tiz ie e d o ­

c u m e n ti s im ili, d a f o n ti m a n o s c r itt e c h e s i tr o v a n o p re s s o il P a tr i a r c a t o s iro ; ig n o r o c h i a b b ia fo rn ito

a i lo r o

a u t o r i n o t i z i a d i a l c u n i d o c u m e n t i d e l l ’A r c h i v i o S e g r e t o

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II patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

guagli sull’origine di Na'matallah e sulla sua carriera ecclesiastica: di­ scendente da una cospicua famiglia di Mârdïn, quella dei Sellali (Say’ Allah) (*) che aveva dato un altro patriarca alla Chiesa sira (2), era figlio del m a q d i s ì (pellegrino a Gerusalemme) Yühannâ (Hannà) ibn Nüraddin Asfar (3). Eletto vescovo della sua città col nome di Atanasio, nel r555 elevato alla dignità di m a f r y à n dell’Oriente, la più alta dopo quella patriarcale, col nome usuale di Basilio (4). Nel 1 5 5 7 ascese al seg­ gio patriarcale (5), e durante il tempo del suo ufficio gli riuscì di estinV aticano d i cui pubblicano e s tra tti in trad u zio n e araba. D a queste due opere d i­ pendono I. A r m a l a ( A r m a e e T ), a r-R i'ü sa a l-b â b a w iy y a f i ’l-k a n isa a s -s u ry à n iy y a , B eiru t 1933, e \ . 'A z z ò , R is o la i a l-b a triy a rk N a 'm a ta lla h a s-s u ry â n ï (U n m essage d u P a tria rch e Ign ace N em étallah ) in a l-M a sr iq , X X X I (1933) 613-624, 730-737, 831-838, nonché (a q u an to m i sem bra) la no tizia som m aria fo rn ita d al pro cu rato re del P a tria rc a to siro a R óm a Mons. Francesco A h am ira al p. G. G i o v a n n o z z i e d a q uesto p u b b lic ata in M e m o rie della P o n tific ia A c ca d e m ia R o m a n a d e i N u o v i L in ­ c ei, serie II. 2 (1916) 24 (cfr. anche G. G a b r i e l i in B ib lio filia , X X V III (1926) n o , il quale d à al P a tria rc a il nom e di N a'àm a). (4) oiW .ifc , : G. S. A s s e m a n i , B iblioth eca O rie n ta lis, I 536 n o ta ; cfr. W . W r i g h t , A C atalogu e of the S y r ia c M s s .... C am bridge, I I 9 8 2 . I l d e T a r r a z i

p. 23 ha le tto erroneam ente Α ΐ~ ο . (2) Ignazio G iovanni B ar Sëllah (1483-4-1493), v . G . S. A s s e m a n i , B ib lio ­ theca O rien ta lis, I I 325 b n o ta η. 115, 386 a η. 6i, e cfr. D ocum ento η , ρ. 88. (3) A sfar è anche considerato come nom e d i fam iglia. È dubbio se il N ù rad d in ibn S ay ’ A llàh che iscrisse u n a n o ta d i p ro p rie tà n el foglio iniziale del co­ dice B arberiniano O rientale 4 (ima racco lta d i canoni a uso della Chiesa copta, copiata nel 1349-50, cfr. G . G r a b , Geschichte der ch ristlich en arabiscken L ite r a tu r, C ittà del V aticano 1944, I 562 [S tu d i e T e s ti 118]) sia d a identificarsi col nonno d i N a'm atallah. Da n o ta è m u tila ed evanida, e la d a ta , che vi era seg n ata, non può leggersi con sicurezza. (4) Al tem p o in cui N a'm a tallah fu m afry àn si riferisce la sottoscrizione del codice karsù n ì M ingana S yriac 607 della B iblioteca W oodbrooke a Birm ingham , che è d e tto (f. 157*’) essere s ta to tra s c ritto n el 1866 se le u a /1555 al tem p o del p a tria rc a Ignazio "Abdallah e « dell’o n o rato M àr Basilio, so p ran n o m in ato col nom e illu stre di N a'm atallah , figlio del su d d e tto (dubito che n o n sia e s a tta la le ttu ­ ra e che deb b a leggersi ycu»; vi^ n « del d efu n to ») h u w aga H an n à figlio d i N üraddïn, a M ârdïn la ben custo d ita» . A f. i 68ve i 7i v si troverebbero il si­ gillo di N a ’m a tallah e due autografi di lui, il secondo dei quali, del 1881/ 1570, posteriore alla sua elezione a p a tria rc a (A. M i n g a n a , Catalogue of the M in g a n a C ollection of M s s ...., I I , Cam bridge 1936, p. 171). (5) A l tem p o del p a tria rc a to di N a'm atallah si riferiscono le sottoscrizioni di alcuni m an o scritti siriaci; P aris Ane. fonds 47 (170 del catalogo Zotenberg) del 1871/ 1560; B ritish M useum 7202 R ich (RX I del catalogo Forshall-Rosen) e 7209 R ich ( V ili del catalogo dei m ss. karsùnì) dello stesso anno; Cam bridge D d. io . io (catalogo W rig h t p. 1000) del 1872/ 1561; B ritish M useum Add. 21,580 (η. D C C X X III del catalogo W right) del 1875/ 1564.

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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guère il patriarcato dissidente di S a l a h (‘); dimostrò inoltre grande at­ tività nel restaurare chiese dirute e nel costruirne di nuove (*). Ciò mo­ stra che i suoi rapporti coll’autorità ottomana (ossia col suo rappresen­ tante in Mesopotamia, il vali di Qara Amid-Diyàrbekr) dovevano es­ sere piuttosto cordiali (3), cosa non insolita sotto il regime di oppreszione capricciosa in cui si trovavano i cristiani soggetti ai Turchi e in cui il variare della politica dell’impero, o anche l’arbitrio di governatori sempre avidi e spesso corruttibili, facevano alternare periodi di perse­ cuzione e di estorsione e periodi di tranquillità e di relativa tolleranza. A fargli trovar favore presso il governatore si dice gli giovasse la sua pe­ rizia nella medicina, cui si accompagnava una conoscenza anche maggiore delle scienze matematiche, astronomiche e astrologiche ( *). Quattro anni dopo la sua elezione a patriarca, Na'matallah cercò di stringere rapporti colla Curia Romana, probabilmente spronato dal­ l’esempio del suo predecessore Ignazio 'Abdallah, il quale nel 1 5 4 9 aveva mandato a Roma il prete Mosè di Màrdin (5), e da quelli delle chiese ar­ mena e nestoriana, i cui patriarchi Stefano e Sullàqà'si erano recati per­ sonalmente a d l i m i n a . Ai due messaggi da lui inviati a Pio IV il Pon­ tefice rispose, nel 1 5 6 2 e nel 1 5 6 5 , esortando il patriarca a fare un’espli­ cita professione di fede cattolica (e). Altri quattro messaggeri furono spediti da Na'matallah alla Santa Sede (non vi è alcun motivo di dubi­ tare della verità di quanto egli asserisce) nello stesso anno 1 5 6 5 , nel 1 5 7 0 , nel 1 5 7 1 ; ma nessuno di essi, chi per un motivo chi per un altro, riuscì a giungere alla meta. Il primo, passando per l’Egitto, fu vittima di un coccodrillo del Nilo; il secondo, che aveva preso la via di Costanti­ nopoli, morì colà di peste; il terzo, che lo stesso patriarca aveva accom(1) V. il codice siriaco di C am bridge D d 3.8- f. 14 b (catalogo W rig h t p a ­ g in a 990.11). (2) V. D ocum ento 8, p. 76. Il m erito d i av er re sta u ra to o co stru ito cinese e co n v enti è p e ra ltro u n luogo com une delle biografie ecclesiastiche siriache. (3) È n o to come, m ediante l ’applicazione p iù o m eno rigorosa di alcune norm e d el d ir itto islam ico che v ie tan o a cristian i ed ebrei di re sta u rare i loro edifici cul­ tu a li e d i costru irn e di nuovi, i governi m usulm ani abb ian o a v o lta a v o lta vessato o fav o rito i loro su d d iti ap p a rte n e n ti alle due fedi m onoteistiche to llerate. (*) V. p iù av a n ti p. 19-26, 39-43. (5) Su Mosè d i M àrdin, sulla sua m issione a R om a e sul suo viaggio a V ien­ n a, che fu causa della sta m p a del N uovo T estam e n to in siriaco, v. R icerche, pag. 142-145 e la bibliografia ivi c ita ta . (6) R icerch e, p. 1944, e cf. q u a n to ram m en ta Ignazio N a'm a tallah stesso nel suo m em oriale (D ocum ento 6), dove sono anche m enzionati i successivi messaggi, dei q u ali si d irà subito.

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pagnato a Costantinopoli per imbarcarsi eventualmente con lui, trovò la navigazione interrotta a causa della guerra di Cipro (*); l’ultimo, fi­ nalmente, fu arrestato dai Turchi prima di poter imbarcarsi a Tripoli e, scopertagli addosso la lettera del patriarca, questi ebbe a soffrire ogni sorta di persecuzioni, dalle quali non si sottrasse, secondo il costume in­ veterato, se non collo sborsare un’ingente somma di danaro. Continuano le fonti orientali a narrare come, nonostante questi insuccessi, Na'matallah seguitò a propagare tra i sacerdoti e i fedeli della sua chiesa l’idea dell’unione con Roma, e infine, persuaso che la sola via di ottenerla fosse di trattarla direttamente colla Santa Sede, rinunziò al patriarcato, vincendo le resistenze dei vescovi metropolitani che non volevano sapere di perderlo, e in un concilio tenutosi ad Àmid (Diyàrbekr) a metà quaresima ( 2 8 marzo) del 1 5 7 6 (!) fece eleggere a pa­ triarca suo nipote (3) Dàwüdsàh, che fino allora era stato m a f r y d n del­ l’Oriente (4). Questa la versione che può chiamarsi ro, e rinno­ v a ta la professione dell’apostolica fede rom ana fu d a ’ G iudici benigni con picciola p en iten za to ta lm e n te assoluto». T a n to il Chacón (1540-1599) q u a n to il Maffei ( i 533- ï 6o3) sono contem poranei degli avvenim enti. M eno esplicito è lo Strozzi (P E T R U S S t r o z a , D e d o g m a tib u s C haldaeoru m d isp u ta tio , R om ae 1617, prefazione, c ita to d a G. S. A s s e m a n i , B ib lio th eca O rie n ta lis, I 536), il qu ale si lim ita a d ire che N a 'm a ta lla h «decim andae T u rearu m persecutionis causa ad G regorii ch a ritatem confugerat ». D’au to re anonim o di u n a « R elatione della n atio n e d i G iacobiti » n ell’A rchivio S egreto V aticano, F ondo Borghese, serie I n . 973 f . 228 (non d a ta ta , m a che non può essere anteriore al 1609, poiché ram m en ta la presenza dei Carm e­ lita n i a Ispahan) dice, con g rande cautela, che N a'm a tallah e ra v en u to a R o m a « p er l ’assolutione (per q u an to posso com prendere delle n o titie, che ne ho tro v ato ) d ell’apostasia fa tto (sic) d a lu i sforzato d a T urchi p er lib erarsi d a u n a crudelis­ sim a au an ia che gli faceuano ». (2) G. S. ASSEMANI, B ib lio th eca O rie n ta lis, I 536 a n o ta, I I 32 4 b n o ta η. i 2i (trad . 3 2 5 b n o ta ). S ull’opera di D ionisio b a r S alibì c f . A . B a u m s t a r k , Geschichle d e s sy risch en L ite ra tu r, p. 2961S.

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

farà il Signore» (*). Benché la data sia difficilmente esatta (s), non può dubitarsi della verità del fatto, o per lo meno della fama che se ne divulgò. Il motivo e le circostanze dell’apostasia sono narrati in maniera dram­ matica dagli storici indigeni della Chiesa sira: il patriarca, accusato di delitti imprecisati contro l’islam da alcuni dotti musulmani invidiosi di lui, fu arrestato, flagellato e poi condannato a morte, avendo rifiu­ tato l’offerta fattagli di aver salva la vita dichiarandosi musulmano. Al­ lora il vali ottomano di Diyàrbekr, che lo aveva caro per la sua perizia nella medicina, gli pose in testa il proprio turbante, dichiarando dinnanzi alla folla radunata che Na'matallah era diventato musulmano. Così liberato dalla morte, ma tormentato dai morsi della coscienza, egli avreb­ be risolto di abbandonare il patriarcato e di rifugiarsi a Roma. Ivi il Pontefice accolse il suo atto di contrizione e, impostagli una lieve peni­ tenza, lo assolse. A Roma Na'matallah soleva spargere lacrime abbon­ danti dinnanzi a un’immagine della Vergine, finché questa un giorno gli parlò, significando così che il suo peccato era stato perdonato. Egli fece una copia fedele dell’immagine miracolosa e la mandò in dono al suo successore insieme con un frammento del legno della Croce: l’immagine e la reliquia furono poste in una chiesa di Diyàrbekr, dove tuttora si trovano (3). Questo racconto ha tutta l’aria di esser vero nella sostanza, se non anche in tutti i particolari. Par certo che, sotto la minaccia della morte, Na'matallah abbia fatto professione d’islamismo, o almeno (secondo la versione di una fonte che gli è favorevole) abbia lasciato credere di averla fatta. Il caso dell’apostasia di un patriarca, per enorme che fosse, non era nuovo: nel 1 5 1 8 , probabilmente in circostanze analoghe, Ignazio Yesü' si era dichiarato musulmano; ma subito dopo si era rifugiato a

(‘) J.-M. V osté in L e M u séo n , X L IX (1936) 34. Q uesto passo m i è sta to segnalato d all’am ichevole cortesia dell’auto re stesso. (2) Precede in fa tti di soli d ic io tto giorni l ’elezione del successore d i N a '­ m atallah , e ta le in tervallo sem bra insufficiente p er la convocazione e la riu ­ nione del concilio dei m etropoliti, che d o v ette esser p reced u to d a laboriose t r a t ­ ta tiv e . (3) N a o o a s a p. 12, che cita come su a fo n te l’elenco dei p atriarch i del p rete G abriele D ülbànï. N ulla di nuovo offrono il d e T a e r à z i p. 25, 1’A r m a t a , a r -R i’â sa a l-b à b a w iy y a , p. 165 (e cf. a l-M a sr iq , X X I [1923] 598 e X X I I [1924] 527 e 604), il 'Azzò in al-M aS riq. X X X I (1933) 617; q u est’u ltim o d à a d d irittu ra come fonte u n a le tte ra di N a'm a tallah che G abriele D ülbànï avrebbe in co rp o rata nella sua opera, la quale dovrebbe esistere nella b iblioteca del p a tria rc a to siro a Sarfe nel Libano, m a non è elencata nel catalogo fatto n e d a ll’A rm ala.

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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Cipro (allora ancora in possesso dei Veneziani), dove aveva fatto pub­ blica ammenda del suo peccato (*). Non diversa fu la condotta di Na'ma­ tallah, la cui posizione dovette divenire insostenibile e che non avrebbe potuto rimanere a capo della sua chiesa, la direzione della quale gli sa­ rebbe stata contrastata sia dallo sdegno dei fedeli (2) sia dalle autorità ottomane, dalle quali egli era ormai considerato musulmano; È quindi ovvio che, costretto a partire, abbia pensato di trovare rifugio a Roma, con cui era già entrato in rapporti molti anni prima e l’unione colla quale egli doveva sinceramente desiderare (3). Ed è non meno ovvio che la chiesa giacobita abbia procurato che dell’avventura poco onorevole per il suo patriarca si parlasse il meno possibile: l’apostasia non è mai menzionata in alcuno dei documenti ufficiali inviati alla Santa Sede, nei qua­ li la rinunzia di Na'matallah al patriarcato e la sua partenza per l’Italia appaiono dettati unicamente dal desiderio di concludere personalmente l’unione (4); e la sola traccia di essa che sia rimasta inseparabile dalla (*) G. S. A s se m a n i , Bibliotheca Orientalis, I I 325 b nota 481 η. 63 (cf. Barhebreo, Chronicon Ecclesiasticum, ed. Abbeloos-Lamy, I I 847) ; RoSEN e F orshajj ,, Catalogus... M us. Brit... codices Syriacos amplectens, p. 89 b; W. W r ig h t , Cata­ logue of Syriac M ss in the British Museum, p. 625 a-b. Per casi più antichi di apostasia, non però di un patriarca bensì di un m afryàn e di un vescovo, V. A . B aum s TARK, Festbrevier und Kirchenjahr der syrischen Jacobiten, Paderborn 1910, p. 22s. (2) Il p. L. Ch eik h o , in al-Masriq, X IX (1921) 139 ha pubblicato quattro strofe di una zagaliyya colla quale il popolo avrebbe schernito il patriarca apo­ stata; essa contiene espressioni abbastanza forti: «...hai lacerato la religione... dalla gloria sei caduto neH’abbiezione... gl’invidiosi ti hanno reso folle e ridotto a una condizione pessima... ». Questa zagaliyya è conservata anche in un m ano­ scritto del patriarcato siro a Sarfe (Sir. 20/12-14,3, v. il catalogo dell’Armala, p. 290). (3) Ne è prova l’aver m andato successivi messi a Rom a senza lasciarsi scorag­ giare dai prim i insuccessi. A tener vivo il desiderio dell’unione doveva anche con­ tribuire la speranza di protezione da parte delle potenze cristiane contro le oppres­ sioni turche. Viceversa erano appunto le tra tta tiv e con Rom a (o il sospetto che ne avevano i Turchi) quelle che peggioravano la situazione delle Chiese orientali, che le autorità ottom ane tem evano divenissero strum ento politico in mano agli stati nemici della Porta. Non altrim enti è accaduto in tem pi molto più vicini a noi. (4) Che N a'm atallah abbia confessato la sua colpa al Pontefice e ne sia stato assolto è a ttestato dal breve del 15 aprile 1579 (Documento 5), nel quale è detto che il Patriarca «diede spontaneam ente congrua soddisfazione di alcune accuse rivoltegli»; m a che vi sia sta to un regolare procedimento inquisitorio, come af­ ferma il Ma f f e i (sopra p. 71) e come sembra assumere anche il Chacón (ibid.), mi sembra m olto dubbio.

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

memoria del patriarca è l’epiteto di H î m â « oppresso » (arabo m a z l ü m ) , nel quale vive eufemisticamente il ricordo della sua debolezza (*). Nella primavera del 1 5 7 6 , dunque, Ignazio Na'matallah, lasciata la sua sede patriarcale, partiva per l’ltalia. Un caso singolare ci ha con­ servato un documento del viaggio: un manoscritto arabo della Uaurenziana di Firenze, l’Orientale 2 8 0 (attuale 1 7 7 ), raccolta di scritti matema­ tici (2), porta in margine all’ultimo foglio (7 9 r) la seguente nota autografa (3)

ditti UJ til t^**~*S ( s i c per Μ) ^ ιλλλ cz*0 3 ^ ” { s i c per iaAcJÌ ^J.Ì ^ 0^..— 1 ìl^ju « Ci riuscì di compiere la soluzione di questi problemi mediante l’aiuto dell’ispirazione del Sommo Re, il giorno 2 1 del mese di tiërîn I dell’an­ no 1 8 8 8 dell’era seleucidica ( 2 1 ottobre 1 5 7 6 ) quando io, l’errante pa­ triarca soltanto di nome, Na'ma, mi trovavo sulla nave, sopra le onde del mare, diretto a Venezia » (4). Se la data non è da posticiparsi di un anno intero (5), la navigazione del patriarca dovrebbe esser durata più

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(*) Quest’epiteto gli è dato nel titolo delle P leroforie e nella chiusa della let­ tera contenente la descrizione di Rom a (v. più innanzi p. 16); esso ritorna spesso nello schizzo biografico del Ά ζζδ. (?) Nella sua prim a p arte esso contiene il commento di Müsâ Qàdïzàdeh al compendio fatto da M uhammad b. Asraf as-Samarqandì delle 35 proposizioni di Ruclide (v. H . SuTER, D ie M a lh e m a tik e r u n d A stro n o m en d e r A ra b e r [A b h a n d lu n gen z u r G eschichte d e r m ath em . W issen sch aften , X] p. 174-175 n. 430; C.Brockee MANN, Geschichte d e r arabisch en L ite ra tu r, I 468. 2 9 in [S u p p le m e n t p. 850]); il testo finisce come quello di Berlino n. 5943. (3) Ne ho avuto ima fotografia dalla cortesia della direzione della Biblioteca Mediceo-haurenziana. (4) Questa sottoscrizione è sta ta inesattam ente riprodotta e non bene trad o tta da S. P . A s s e m a n i nel suo catalogo dei codici orientali fiorentini, p. RXV-LXVI e 388; le differenze dal testo autentico sono ta n te e tali, da far pensare che per inavvertenza l ’Assemani abbia d ato come copia di esso quelli che non erano che suoi appunti personali. Pgli dà il testo in questa forma: i L

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tempo posteriore, e potrebbe perfino pensarsi che essa appartenesse al­ l’ultimo periodo della vita del patriarca. A ogni modo (come è provato anche dall’essere stata tramandata isolatamente nel codice di Cam­ bridge) essa non è in alcun rapporto nè colla lettera che la precede nè con quella che la segue (p. 8 3 4 -8 3 8 ). Quest’ultima è anch’essa diretta ai fedeli della Chiesa giacobita (che verso la fine sono chiamati « figli miei »), ma non porta indirizzo nè preambolo e comincia senz’altro colla descrizione di Roma (1), cui segue l’enumerazione dei sei grandi regni europei, Spagna, Portogallo, Francia, Germania (ossia l’Impero), Un­ gheria, Moscovia (di cui si dice che obbedisce al patriarca di Costanti­ nopoli anziché al Papa, come gli altri), e delle repubbliche, Venezia, Ge­ nova, Uueca, Malta; finalmente degli stati minori, Firenze, Savona, Urbino (2), Parma. Tutti questi stati, conchiude la lettera, sono, a ecce­ zione della Russia, obbedienti al Papa, il quale poi è anche il sovrano immediato di tutta l’Italia ( s i c ) , che egli governa direttamente (3). Alla •aolA^GL^jLlJo «COleu, ^ cnviViO

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

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fine del documento si legge quanto segue (*) : « Qui finisce questo racconto vario intorno a tutti i governi e agli stati e agli ordinamenti delle città e ai loro re, scritto e mandato per istruirci dal patriarca oppresso Taybüth Otheos (2) il quale, quando gli sopravvenne una prova in questo paese, lo lasciò e fuggì colà, ossia a Roma la grande tra i Franchi, ed esa­ minò minutamente quelle città e i loro governi, e apprese e insegnò pa­ rimenti a noi. Iddio gli dia requie ». Nè questa clausola finale nè il testo della lettera contengono alcun indizio che permetta di supporla scritta nel 1 5 7 9 , come vorrebbe il eAzzò. Anzi, se si osservi che il patriarca pone la promozione contempo­ ranea di nove cardinali da parte di Gregorio XIII « nel terzo sabato di Quaresima dell’anno 1 8 9 0 dei Greci », ossia nel 1 5 7 9 , mentre non può trattarsi che di quella del 2 1 febbraio 1 5 7 8 , fatta poco tempo dopo l’ar­ rivo di Na'matallah a Roma (3), l’errore di un anno non può spiegarsi se iron supponendo che la lettera sia stata scritta alquanto tempo dopo gli eventi. Tuttavia, poiché l’esaltazione esagerata della supremazia politica del Papa sugli stati italiani deve avere per scopo di indurre i Giacobiti a riconoscere l’autorità della Sede Romana, la lettera non può essere posteriore all’interruzione delle trattative per l’unione, ossia al 1 5 8 5 . In conclusione, i documenti orientali, per quanto siano interessanti per vari riguardi, non porgono quasi nessun aiuto alla ricostruzione della biografia di Na'matallah durante i primi anni del suo soggiorno romano, per i quali occorre valersi delle notizie fornite dalle fonti occidentali. To stesso giorno, 3 0 gennaio 1 5 7 8 , in cui Na'matallah fu ricevuto per la prima volta da Gregorio XIII, questi prese visione di una lettera di lui che doveva spedirsi al patriarca Dâwüdsâh (4) (5). Na'matal­ lah, intraprendendo il suo viaggio a Roma, aveva sperato che la Curia avrebbe consentito a trattare l’unione direttamente con lui, ma il Pon­ tefice, saggiamente e prudentemente, volle che la responsabilità delle (*) Traduco direttamente dal siriaco, dato in facsimile nel M aériq nella tavola tra p. 6 1 4 e 6 1 5 . L a traduzione araba è alquanto parafrastica. (2) Ossia Na'm atallah: v. sopra, p. 3 :). (*) V a n G ulick -R u b e i ,, I I I 50-51, cf. P a s t o r , Storia dei P a p i, I X 163-164 (ed. ted . id.). I l 21 febbraio 1578, a dir vero, cadde d i venerdì, secon d o di q u a­ resim a.

(4) Stoudion, Suppl, p. 1 1 (voi. 17 f. 2 9 3 ): « Del presentare la lettera del mo­ derno Patriarcha con la traduttione. Si presentò, e Nostro Signore l ’hebbe si l’una e l ’altra ». (5) Anche nel memoriale di Na'matallah di cui si dirà subito (Documento 6 ) si accenna a una sua lettera al fratello (più esattamente nipote), che dev’essere appunto quella di cui si tratta. 2

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

trattative fosse assunta da chi aveva la piena ed effettiva autorità sulla Chiesa giacobita. Mentre, sul finire dell’anno, il Santoro parlava nuova­ mente al Pontefice dei buoni propositi del patriarca (*), in Mesopotamia si era presa la risoluzione di accedere al desiderio di Roma: nei primi mesi del 1 5 7 9 arrivava una missione composta del fratello di Dàwüdsâh, di nome Yüsufsâh, e del figlio di questo Nicola. Disgraziatamente la lettera che era stata loro affidata era stata sottratta, insieme con tutto il bagaglio, da una banda di predoni che li aveva assaliti presso Tripoli (2). Non pertanto fu deciso di richiamare gli atti delle precedenti relazioni corse tra la Santa Sede e i Giacobiti e di inviare al patriarca in carica un breve di carattere molto generico, per invitarlo a chiedere la con­ ferma dell’elezione (3). Mentre esso si redigeva, Na'matallah mandò al Santoro un altro memoriale, che il cardinale si affrettò a presentare al Papa (*). Si tratta, con ogni verosimiglianza, di quello che si pubblica tra i documenti col numero 6 . Benché non porti nè data nè indirizzo, è certamente diretto a un cardinale (che dev’essere il Santoro), e vi si dice che Na'matallah è stato eletto patriarca ventidue anni prima (s) e che sono trascorsi quattro anni dalla sua partenza dall’Oriente (e). Do scritto è di grande importanza, perchè menziona i precedenti tentativi di unione con Roma e dà particolari sulle prime e spiacevoli esperienze (*) Udienza del 3 0 dicembre 1 5 7 8 (Stoudion, Suppl, p. 1 5 , voi. 1 7 f. 3 3 4 ): « Del Patriarca dei Jacob iti e desiderio suo di ridurre i suoi a ll’obedientia della Chiesa Romana, etc... ». (2) V . Documento 1 9 , p. 1 0 7 e cf. Documento 8 p. 7 5 . (3) Udienza del 2 9 marzo 1 5 7 9 (Stoudion, Suppl, p. 1 6 , voi. 1 7 f. 3 4 7 ): « Del­ la spedizione delli Soriani fratelli del Patriarcha, della Unione loro fatta nel Con­ cilio Fiorentino. Bolla d ’Eugenio IV e quella di Leone X , che fin hora non si tro­ vava. Della confirmatione del Patriarcha moderno, e d ’un Breve a ciò che la di­ mandi. — Che si faccia il Breve hortatorio a chiedere la confirmatione senza m[entione] dell’Unione ». (4) Udienza del 2 aprile 1 5 7 9 (Stoudion, Suppl, p. 1 6 . voi. 1 7 f. 3 4 9 ): «Del memoriale mandatomi dal Patriarcha di J acobiti. Della minuta del breve fatta. Della professione della fede, quale harà da fare l ’eletto Patriarcha. — Che si facci quella degli Orientali, come più a proposito. Della persona in mano di chi l ’harà a fare. In mano di qualche suo Vescovo, o altro, se’l camino d ’Aleppo è discosto. Della chiesa che domanda. Se potrebbe pensare, (f. 3 4 9 v) Di mandare a quel Patriarca un paramento. — Che bisogna haveme per darli, e fatta Pistantia con l ’esempio di predecessori, e Pio IV etc. Disse che (............ ) quà ». (5) E ra stato eletto nel 1 5 5 7 . (6) Poiché la partenza avvenne nel 1 5 7 6 , ciò ci riporterebbe al 1 5 8 0 . Preferi­ sco credere a una distrazione dello scrivente piuttosto che supporre che il me­ moriale sia di quest’anno.

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del patriarca alla Corte di Roma nonché, come si è visto, sulla lettera da lui scritta al suo successore perchè chieda la conferma dell’elezione,· ma lo scopo principale di esso è la richiesta della concessione di una chiesa e di una casa « si come tieneno l’altre nationi » nonché della conferma, per sé personalmente, del titolo patriarcale, e infine di un congruo asse­ gno stabile che gli consenta di vivere a Roma, come ne ha l’intenzione. Fin dalla sua prima corrispondenza con Pio IV Na'matallah aveva espres­ so il desiderio che fosse istituito a Roma un collegio dei Siri (1), e sem­ bra che questa sia stata sempre la più viva delle sue aspirazioni, tanto da render lecito il sospetto che l’indugio frapposto nell’appagarla sia stata una delle cause principali dell’ intepidimento del suo zelo per la unione. Comunque sia, col breve (2), datato del 1 5 aprile 1 5 7 9 , aveva prin­ cipio la corrispondenza diretta tra la Santa Sede e la Chiesa giacobita. Insieme con esso partì senza dubbio una lettera di Na'matallah, la quale doveva contenere maggiori particolari e istruzioni più precise intorno alla forma della richiesta della conferma dell’elezione, alla professione di fede ecc. Infatti nulla di ciò è contenuto nel breve, il quale, benché redatto in termini di grande benevolenza e cordialità, si mantiene sulle generali e dichiara che il Pontefice attende dal patriarca Dàwüdsàh una prova concreta'della sua devozione alla Santa Sede e della sua sincera volontà di addivenire aH’unione. È probabile che i latori della corri­ spondenza, Yüsufsàh col figlio Nicola, partiti da Roma in primavera, siano stati di ritorno in Oriente prima dell’inizio dell’autunno del 1 5 7 9 . Mentre si allacciavano colla Chiesa giacobita rapporti che si sperava conducessero rapidamente all’unione, a Na'matallah si apriva un altro campo di attività, al quale lo chiamava la sua non comune preparazione scientifica sia nel campo della medicina sia sopra tutto in quelli della matematica e dell’astronomia (3). Gregorio lo nominò infatti membro della commissione per la riforma del calendario (4), e non è certo da riPÌ « ...... postulabas, ut domum et ecclesiam aliquam in hac urbe concedere vellemus iis, quos huc misisses ad latinam linguam discendam, et ritus, ac cere­ monias Sanctae Romanae Ecclesiae discendas » (Breve dei 2 8 febbraio 1 5 6 5 in Revue de ΓOrient chrétien, X IX [1914] 273). (2) Documento 5 . (:i) Oltre allo studio del commento a Euclide di cui si è detto sopra p. i o, ne dànno la prova altri manoscritti della Raurenziana, dei quali sarà detto più avanti. (4) P . K a i / tesn bru nn f .r , Beitrdge zur Geschichte der gregorianischen Kalenderreform in Sitzungsberichte Akad. Wien, 9 7 (1 8 8 0 ) 1 3 ; J . SCHMID, Zur Geschichte der gregorianischen Kalenderreform in Historiches Jahrbuch der Gàrres-Gesellschafi, I I I (1 8 8 2 ) 4 0 6 , V (18 8 4 ) 7 2 - 7 6 . Il P a s t o r , Storia dei Papi, I X 2 0 4 (ed. ted. 2 0 7 )

non ha riconosciuto l ’identità dell’» Ignazio patriarca di Antiochia » e del pa-

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tenersi col Kaltenbrunner che tale nomina avesse un significato sol­ tanto formale e non avesse altro scopo che quello di ottener l’adesione degli orientali alla riforma (*), per quanto senza dubbio anche questo debba essere stato uno dei motivi della sua nomina. Na'matallah prese tanto sul serio il compito affidatogli, che compose uno scritto (2) nel quale il progetto di correzione del calendario giuliano è sottoposto a una cri­ tica serrata, e un’altra riforma viene proposta, fondata sulla tradizione astronomica orientale. L’opera si chiude con diverse tavole per la ri­ cerca della lettera domenicale sia secondo le Tavole alfonsine, sia se­ condo le osservazioni degli orientali, sia secondo il calendario proposto dall’autore, e finalmente con un calendario perpetuo. Non sono natu­ ralmente in grado di dare un giudizio sulla praticità della proposta di Na'matallah; tuttavia anche a un esame superficiale la sua opera rivela una conoscenza seria e profonda dell’argomento. Leonardo Abel, il quale fin dal 1 5 ottobre 1 5 7 8 era stato raccomandato dal Santoro al Ponte­ fice (3) e poco dopo dovette essere addetto alla persona del patriarca, tradusse in latino, dando prova di un’ammirevole perizia liguistica e astronomica, il lavoro di Na'matallah, e alla sua traduzione (4) premise un’epistola dedicatoria a Gregorio XIII, datata del 1 2 marzo 1 5 8 0 , in cui rammenta la difficoltà del lavoro compiuto (5) triarca Nekemes di cui parla a p. 7 4 8 - 7 5 2 (ed. ted. 7 4 0 - 7 4 4 ) a proposito dei ten­ tativi per l ’unione dei Giacobiti. (*) Lo Schmid, dopo aver giustamente contraddetto all’opinione del K alten ­ brunner, nel secondo articolo ritratta quanto aveva asserito nel primo ! Nessun progresso segna per questo riguardo il libro di W. R. V an W i j k , De Gregoriansche Kalender..., M aastricht 1 9 3 2 , p. 3 3 . (*) Conservato nella Laurenziana di Firenze, Orient. 6 4 del catalogo di S. R. Assemani, attuale 3 0 1 , di 5 5 ff. R diviso in ventidue fasi (sezioni) e, contraria­ mente all’affermazione dell’Assemani che lo dice siriaco, è arabo in caratteri karsünï. Dopo f. 3 0 , immediatamente prima delle tabelle, alcuni fogli sono caduti. (:1) « Di D. Lonardo Abel, confessore et interprete della lingua arabica, che almeno se li dasse la parte. — Che ha troppo gente, che si provvedesse di qual­ che loco » (Stondion, Suppl, p. 1 4 , voi. 1 7 f. 3 2 4 ). (4) Conservata nell’Archivio Segreto Vaticano, Fondo Bolognetti 3 1 5 ; me l ’ha segnalata, colla consueta benevola premura, il prefetto dell’Archivio, Mons. Angelo Mercati. (5) « Leonardus Abel Interpres obsequium et foelicitatem. Ouae de anno re­ stituendo, S(anctissi;me P(ate)r, et de Kalendario corrigendo Ignatius Antioche­ nus, Assirior(um) Patriarcha, et cannine et prosa, turn Arabicè tum Chaldaice co­ piose conscripserit ea qua potui perspicuitate in latinu(m) conuerti. Qua in re non paruu(m) nec mediocrem sustinui laborem. R a enim est in transferrendo ex A ra­ bico et Chaldaico idiomate in latinum difficultas ob maxima(m) eo(rum) idioma-

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Non sembra peraltro che la commissione abbia tenuto conto delle proposte di Na'matallah, il cui lavoro non è nemmeno compreso nel lungo elenco delle osservazioni fatte da varie università e da vari dotti d’Europa al progetto di Luigi Giglio (*). E a scarsa considerazione colla quale la sua non spregevole fatica era stata accolta è forse la causa pre­ cipua del giudizio sfavorevole che Na'matallah dà dei dotti romani, i quali sono, a suo avviso, pieni di boria, ma non vanno al fondo degli argomenti da loro studiati (s). Tuttavia egli non ricusò di approvare la proposta definitiva della commissione presentata al Papa il 1 4 settem­ bre 1 5 8 0 , alla quale appose la propria firma che si conserva nel Vat. Lat. 3 6 8 5 ; la sottoscrizione, in siriaco e in arabo, è autenticata e tradotta da Leonardo Abel (3): " "*·'·- "

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luris Utriusque Doctor et Reuerendissimi Patriarchae Antiocheni in­ terpres subscriptionem ipsius Reuerendissimi Domini Patriarchae lintu(m) diuersitatem et discrepantiam, ut eam nisi in ea re exercitatiss(imu)s superare possit nemo. Adde q(uod) cum sit Author in utraq(ue) lingua eloquentiss(imu)s tropis, figuris et vocibus usus est o(mn)ibus abstrusissimis. Quamobrem ut fideliter eam (sic) transferrem, interdum quidem verba, interdum verò sensus sequi coactus sum, ne linguae proprietatem et sibi in(n)atam grauitat(em) uiderer im(m)utare. Quicquid ig(itu)r fecerim aequo ut suscipias a(n)i(m)o rogo, et Interpretem tuu(m) nihil aliud, nisi ut tibi satisfaciat atq(ue) obed;at existimes uelim (sic)... Romae iiij Idus M artij M D I,X X X ». Parrebbe che l'Abel avesse tradotto altri scritti di Na'matallah sulla riform a del calendario, poiché questo è in arabo e in prosa. Un altro scritto del Patriarca relativo alla riforma è contenuto nel Laurenziano Or. 6 6 (ora rilegato insieme collO r. 6 4 , attuale 3 0 1 ) sul computo della Pasqua, il quale non è tuttavia autografo, come afferma l ’Assemani (questi inol­ tre, colla sua solita mancanza di esattezza, riconosce la mano di Na'm atallah an­ che nell’Or. 67, anch’esso ora rilegato col 6 4 e col 66, il quale invece è senza dub­ bio stato trascritto dal neofita Domenico Sirleto, su cui v. Ricerche, p. 4 0 7 sgg.). (*) V. J. Schmid in Historisches Jahrbuch, III 408-409. (*) D ocu m en to 21. L ’allusione p otreb b e p eraltro anche riferirsi alle d iscu s­ sio n i teologich e d i N a'm atallah co i q u a ttro sp ecia listi da lu i rich iesti su b ito dopo il suo arrivo a R om a.

(3) I l Kaltenbrunner, che ha pubblicato la relazione a p. 4 8 -5 4 del lavoro citato sopra p. ig i , omette la sottoscrizione siriaca e araba di Na'm atallah e riproduce soltanto la traduzione dell·Abel. (4) D ev’essere stato omesso per distrazione . S i noti la mescolanza dell’arabo (■ aoi.-Va'V) col siriaco e la vocalizzazione tu tt’altro che corretta in ambedue le lingue.

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

gua chaldaica et Arabica notatam fideliter in hunc modum sum inter­ pretatus: Ego Ignatius cognominatus Patriarcha Antiochiae Syriae totius nationis Syrorum; et haec quidem Chaldaice, Arabice vero: Ego Ignatius cognitus nomine Neemet [il Kaltenbrunner ha letto Necmet] Alla Patriarcha Antiochiae totius nationis Syrorum ». Dopo la pubblicazione della bolla I n t e r g r a v i s s i m a s del 2 4 febbraio 1 5 8 2 colla quale veniva messo in vigore il calendario riformato, Gre­ gorio XIII si adoperò a fare accettare la riforma, oltre che dalle nazioni europee, anche dalle chiese orientali (*), e Na'matallah fu incaricato di appoggiare l’invito del Pontefice, i cui sforzi rimasero tuttavia senza successo. Al materiale raccolto su questo punto dallo Schmid (2) poco è da aggiungersi: al patriarca dei Copti Giovanni 9 6 ° al-Manfalütï era stata diretta una lettera da Na'matallah subito dopo la promulgazione della riforma, giacché egli vi si riferisce in una lettera a Gregorio XIII che fu spedita nel gennaio del 1 5 8 3 (3). Alla stessa lettera devono rife­ rirsi un passo della lettera del padre Giovan Battista Eliano del 2 3 ot­ tobre 1 5 8 2 (4) e uno delle udienze del Santoro del 2 5 gennaio 1 5 8 3 (5). Ben presto la fama del sapere scientifico del patriarca andò diffon­ dendosi, ed ebbe poi solenne consacrazione per opera di uno dei più gran­ di eruditi del secolo declinante, dell’uomo che solo in Europa, a quel tempo, era in grado di trarre profitto dalla corrispondenza scientifica col dotto siro: Giuseppe Giusto Scaligero (6) nel suo classico trattato O p u s n o v u m d e e m e n d a t i o n e t e m p o r u m (Lutetiae 1 5 8 3 ) che segna l’ini­ zio dello studio sistematico della cronologia si riferisce più volte a co­ municazioni fattegli dal patriarca di Antiochia Ignazio in lettere scrit(l) J . S c h m i d in Historisch.es Jahrbuch, I I I 5 8 6 -5 9 5 , V 8 0 -8 1 . (*) Ma l ’indicazione( p. 8 1 1) «Cod. Vatic. 2 3 6 6 f. 1 6 7 » è errata, nè mi è riuscito di ritrovare il codice donde lo Schmid ha attinto le sue notizie; a ogni modo il col­ loquio di Na'm atallah col p. Eliano dovette aver luogo nel 1 5 8 0 e non nel 1 5 8 2 . (3) A questa lettera, che è di grande importanza per la storia dell’unione dei Copti, è dedicato il secondo degli studi raccolti in questo volume. I l passo relativo alla lettera di Na'm atallah suona: « I / amato fratello Ignazio della sede Antiochena che attualmente risiede presso Vostra Santità nella massima città di Rom a ha inviato una lettera per informare questo miserabile [ossia lo scri­ vente] che è stato soppresso l ’errore che V i risultò essersi introdotto nella Santa Chiesa a proposito della magnificata festa della Resurrezione del Signore.... ». (4j « Similmente me n’ha mostrato uno [ossia: un breve] del Patriarca Naama, in materia del computo, del quale non ne vogliono far niente » (V; B u r i , L 'u ­ nione della Chiesa copta con Rom a, p. 1 3 9 ). (5) Voi. 1 8 , f. 1 7 4 : « ...lettere del Patriarca Naaman circa il computo et Calendario nuouo.... » (e) Sui suoi rapporti coll’orientalismo romano v. Ricerche, p. 2 1 7 -2 1 8 .

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tegli nel 1 5 8 1 intorno a questioni di cronologia orientale ('), non lesinan­ dogli elogi altissimi e talvolta riproducendo il testo arabo accompagnato da una traduzione latina, che generalmente è felice. Anche negli I s a (*) P. 78: « Ignarius Patriarcha Antiochenus v ir perfectissimus, neque enim aliter eum vocare possum, cum sit doctrinae virtutumque omnium absolutissimum exemplar, is igitur summus v ir ad me scribens anno superiore, monebat eum annum Christi 1581 esse sextum illius Dodecaeteridis et cognominem (sic) Ser­ pentis. Adducerem etiam eius verba nisi vererer ea deterere culpa ingenii. Neque enim Datine assequar, quae ille elegantissime idiomate suo Arabico prosecutus est. Subliciam tamen Diagramma illius periodi dodecaetericae quinque linguis primum ab illo perscriptum et Datine a nobis deinde redditum » [seguono, in colonne parallele, i « nomina annorum schaicum sive dodecaeteridis Chaldaicae » (in realtà si tratta del ciclo duodenale mongolo-cinese, cogli anni designati da nomi di animali) nelle lingue dei « Chaldaei, Arabes, Tureae, Persae, Chataii Ieguraei »]. P. 1 1 2 : « Ignatius Patriarcha Antiochenus, v ir eximiae probitatis et eru­ ditionis, superiore anno a me rogatus de quibusdam Orientis nationibus, quarum eae, quae Christianae sunt, illius Ecclesiae parent, scripsit Sinas et Indos an­ num ad Dunae cursum describere, eorumque neomenias putari bKbnba ΓΊΊ |B, hoc est άπό φάσεος σελήνης ». P. 195-196: « Plura de hoc anno [ossia dell’era di ôelâleddîn] scire non potui, praeter pauca a Domino Ignatio Patriarcha Antio­ cheno ad me scripta, quae huic capiti aspersi. Nam reliqua, quae ab eo percon­ tatus sum, adhuc expecto. Tanta est hominis humanitas, ut nihil frustra me a se petere hactenus passus sit». P. 246: «Dominus Ignatius Patriarcha A ntio­ chenus a me de caussa huius noniinis interrogatus ita respondit Arabice, quae nos charactere Hebraico expressimus, penuria Arabici: nn»h [» DD^KD Ip D33K Nï'Kl [D HDD π:κ otora ddn1?» sin a nrt'CDn bbd sin sei sin so tsap^x [o to y m A * sinuris is s i n sx A s 'bv 1 sntorós is t sn*e 'ii^s -ìcsoìs DusO^pm ■ j'jb 1? nvcsn^s nJD^s pioio fo m* •’bv i b s Ss sin a intynirse nosiss*? n a i’ so [d ^a (sic) btspai bhd' sjb mna njiBD'i Bap*7S nnsn n a ' oiris s in foe ibo msayaDi ^Ls pyaisi nyaisi m » aapbs n'sri DiJS'B^pi'l ΒΠΒ1 “[BBS p i1» 'Sim 'S s i n t i s n n sn · Hoc est: Rursus quaesivisti super aera M ar tyrum , usitata a Coptitis, quae, et ob quam caussam ita appellata sit. Scito eius initium esse ab anno regis Diocletiani impii decimonono, in quo auxit per­ secutionem contra Christianos, cum edixisset eorum ecclesias destruere, item ut qui­ cumque idolis non sacrificaret, interficeretur. Quocirca hoc edicto m artyrio coronati sunt fidelium terrae Aegyptiacae centum quadraginta quatuor millia, septigenta autem in exilium acta. Ab eo tempore incipit Aera K 0 PT1 , quam vocant AERAM Ma r ty r u m , eorumque nempe, quorum sanguinem fudit Diocletianus». P. 249: «Scripsit enim mihi venerabilis, de quoiam toties mentionem fecimus, dominus P a­ triarcha Antiochenus, v ir summus et integerrimus et omnibus disciplinis excultissimus, eam [Γindizione costantiniana] in Ecclesia sua a neomenia Ija r incipere.... Nam Indictionem Ecclesia Antiochena vocat Aeram quintam decimam, ut is, quem modo nominavi, Ignatius eius Ecclesiae Patriarcha ». Non è impossibile che a informazioni di Na'm atallah risalgano altre notizie che lo Scaligero dà sul new ùz persiano (p. 142-145), sull’« anno vago » di Yezdegerd (p. 145-147), sull’anno degli Armeni (p. 148-150) e dei S iri melchiti e giacobiti (p. 165-166), benché egli non

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(*), pubblicati ventitré anni più tardi quando Na'matallah era morto da tempo, lo Scaligero si serve di quanto questi gli aveva comunicato, e lo ricorda con ammirazione (*). Le due lettere inviate allo Scaligero sono ricordate in un elenco che questi com­ pose dei manoscritti e degli stampati orientali ch’egli possedeva intorno al 1 5 8 5 (questa data è scritta in calce), elenco del quale si trova una copia nel codice Palatino Lat. 1 9 5 1 f. 1 0 1 -1 0 3 , di mano di Paolo Melisso, il famoso bibliotecario della Palatina di Heidelberg (3). Per quale scopo lo Scaligero abbia redatto quell’elenco non è detto: forse si tratta di un’offerta in vendita che poi non ebbe seguito, oppure è una semplice informazione erudita. Comunque sia, oltre alle due lettere scrittegli da Na'matallah (‘), lo Scaligero segnala come donatogli dal patriarca un manoscritto dell’Apocalisse in siriaco (5). Forse anche un « Kalendarium Ecclesiae Antiochenae. Syriacê manuscriptum» (f. 1 0 2 v ) proviene da lui, benché nulla sia detto nell’elenco intorno" alla sua provenienza. Nell’A­ pocalisse è certo da riconoscersi il codice siriaco della biblioteca di Leida

g o g ic o r u m

C h r o n o lo g ia e

lib r i tr è s

sia citato come fonte; e mi sembra poi indubbio che vengano da lui le tabelle « T a ­ bula computi Svrochaldaici iu rta ritum Ecclesiae Antiochenae ex lingua S y ­ riaca » (p. 3 5 0 -3 5 1 ); « Tabula aequationis solis et lunae » colle relative annotazioni, (p. 3 5 2 -3 5 3 ), similissima a quella dei codici Vat. Sir. 2 3 0 e V at. Ar. 9 4 5 (v. R i ­ cerche, p. 2 x 1 ); «Tabulae computi neomeniae annorum Hegirae ex Arabico» (P· 3 5 4 ); « Tabula computi Neuruz Gelali ex Arabico » (p. 3 5 6 ); « Laterculum cha­ racteris anni Armeniorum et Persarum ex Arabico » (p. 3 5 7 ). (l) Costituiscono la terza parte del T h esa u ru s tem p o ru m E u s e b ii P a m p h ilii, Lugduni Batavorum 1 6 0 6 . (*) P. 2 5 5 -2 5 7 ; «Venerabilis μακαρίτης Dominus Ignatius Patriarcha Antio­ chenus, vir, quod in Orientis partibus perrarum est, singulari eruditione, a nobis süper huiusce periodi magnae Persarum caussis consultus in haec verba respon­ dit, quae nos παχύτετρον (sic) μέν, άλλα σαφέστερον in hunc modum ex Arabismo integra fide reddidimus: P ersa e a u tem veteres hunc q u a d ra n tem a d u n u m m en sem colligeban t in cen tu m v ig in ti a n n is, eum que a n n u m tred ecim m e n siu m facieban t. In altera longissima epistola respondet ad id, quod in precisa nimis eius sententia assequi non potueram. In priore enim scribebat: .....E go negare utrumque con­ stare posse.... Ipse aperuit mentem suam, quae sane interpretatione indigebat... Verba Patriarchae..... Pergit ό θαυμάσιος Ignatius...... » (3) È segnalato da K . S C h e o T T E N E O H E R , P fa lz g ra f O tth ein rich u n d d a s B u c k , Münster i. W. 1 9 2 7 , p. 1 2 9 - 1 3 0 (R eform ationsgesch ichtliche S tu d ie n u n d T exte, H eft 5 0 -5 1 ). (4) F. 1 0 2 : «Epistolae duae ingentes domini Ignatij patriarchae ad me scri­ ptae, multa eruditione refertae ». (5) F. io iu « Apocalypsis a patriarcha Ignatio Antiocheno dono mihi missa » (e f. 1 0 2 V. « Apocalypsis Iohannis syriace. Ignatius patriarcha dono m isit» è probabilmente una ripetizione).

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Il patriarca siro Ignazio Na'mntallah a Roma

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no. MMCCCXLV (Hebr. Scaligeri 1 8 ) che fu scritto, probabilmente a Roma stessa, da un insegnante nel Collegio dei Neofiti, Gasparo India­ no (*). Ma nè delle lettere nè del calendario si trova traccia tra i mano­ scritti legati dallo Scaligero all’Università di Leida, sicché conviene ri­ tenere che essi fossero tra quelle carte di lui che sono andate smarrite (*). Il nostro Na'matallah dovette sentirsi oltremodo lusingato dalle interrogazioni che il principe degli eruditi europei gli rivolgeva come discepolo a maestro. Molto minor impressione dovette invece ricevere dalla conoscenza fatta, presso a poco nello stesso tempo, di un viaggia­ tore francese nel quale il buon patriarca non sospettava (e lo avesse pur sospettato, non ne avrebbe tratto motivo di particolare' interessamento) che fosse da ravvisarsi uno dei più fini e gentili spiriti e uno dei più grandi scrittori di Francia: Michel de Montaigne. Ciò che il Montaigne racconta della sua conoscenza col patriarca di Antiochia non è a dir vero molto peregrino (3). Preoccupato con fis­ sità nevrastenica dei suoi disturbi vescicali, egli ha creduto bene di per­ petuare nel giornale del suo viaggio in Italia il ricordo di un rimedio da­ togli da Na'matallah nel marzo del 1 5 8 1 ; è notevole peraltro che il Mon­ taigne accenni a relazioni durevoli e cordiali col patriarca, durante le quali è da credersi che la medicina non sia stato il solo argomento trat­ tato. Del resto la reputazione della perizia medica di Na'matallah era (*) V . R ic e rc h e , p . 4 0 9 4. ( 2) C h e n o n n ire

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D ’A n c o n a ,

C ittà

2 7 5 - 2 7 6 : « L e 1 3 M a r s [ 1 5 8 1 ] u n v i e i l P a t r i a r c h e d ’A n t i o c h e , en

c in q

ou

s ix

la n g u e s d e c e le s d e

g r e c q u e e t d ’a u t r e s

n ô tre s ,

avecq

d e l à , e t n ’a ï a n t n u l l e

q u i j ’a v o i s

p ris

beaucoup

d e f a m i l i a r i t é , m e f i t p r é s e n t d ’u n e c e r t a i n e m i x t i o n p o u r l e s e c o u r s d e m a g r a v e l l e , e t m ’e n

p r e s c r i v i t l ’u s a g e p a r e s c r i t . I l m e l ’e n f e r m a d a n s u n p e t i t p o t d e t e r r e ,

e t m e d i t q u e je la p o u v o is c o n s e r v e r d ix que je

de

la

p re m iè re

p e rd o is s o n

co u c h e r,

p rin s e

e s c rit, je le

je

s e ro is t o u t

re tre u v e

ic i,

e t v in g t a n s, e t e n à

fa it g u é ri d e

il f a u t

p ren d re

m on c e te

e s p e ro it te l fru it, m a l. A fin d ro g u e

s ’e n

a ï a n t lé g iè r e m e n t s o u p é , d e la g r o s s u r d e d e u s p o is , la m e s le r à

de

t i è d e , l ’a ï a n t f r o i s s é e s o u s l e s d o i s ; e t l a i s s a n t u n j o u r v u i d e e n t r e d e u s , e n d re

p a r c in q

f o i s ».

N on

m i

ris u lta

che

l ’i d e n t i t à

del

«P a tria rc h e

que

si

a la n t l ’e a u p re n ­

d ’A n t i o c h e »

s ia s t a t a r ic o n o s c iu ta d a g li s tu d io s i d e l M o n ta ig n e .

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

26

già grande in patria, come si è veduto nel racconto delle sue relazioni amichevoli col vali di Diyàrbekr (*); e la sua autorità viene citata anche altrove (2), a proposito del l a p i s i u d a i c u s , un echinoide fossile del genere C i d a r i s cui si attribuivano proprietà mediche. Nell’attesa della lettera di Dâwüdsàh, Na'matallah ebbe, oltre agli incarichi scientifici di cui si è detto, anche quello, di indole ecclesiastica e connesso colla politica orientale di Gregorio XIII, di entrare in rapporti col negus di Etiopia Sarsa Dengel (Malak Sagad) e di esortarlo all’u­ nione con Roma e alla pacificazione con Yeshàq, il governatore ribelle delle Province del nord-est (Bahar Nagàs), il quale, benché si fosse al­ leato coi Turchi che combattevano il Negus, mostrava propensione per i missionari gesuiti stabiliti nel paese. E appunto dal generale della Com­ pagnia di Gesù, San Francesco Borgia, fu fatta richiesta al Papa perchè Na'matallah scrivesse ai due antagonisti (3). Della lunga lettera scritta a Sarsa Dengel non possediamo l’originale arabo (4), ma solo una tradu­ zione italiana, fattane a Roma prima della spedizione (5) e datata del 4 gennaio 1 5 8 0 . In essa il patriarca ricorda di aver già mandato altre due lettere al negus, per mezzo degli abissini Giovanni Maria e Ioseph (evidentemente mentre ancora dirigeva la Chiesa giacobita), ma di non averne mai avuto risposta. Sollecito dell’unione con Roma, egli aveva nel 1 5 7 5 invitato il patriarca copto Giovanni a recarsi a Gerusalemme per incontrarvelo e trattare con lui della questione (6), ma uomini isti­ gati dal demonio gl’impedirono di trovarsi all’appuntamento. Venuto ( 4)

V . so p ra

5 ,8 .

p.

(2) M ic h e l e M e r c a t i ( 1 5 4 1 - 1 5 9 3 ), M e ta llo th e c a , ed . I . M. L a n c isi, R o m a 1 7 1 7 , p . 2 2 7 , g ià c ita to d a G . S. A s s e m a n i , B ib lio th e c a O r ie n ta lis , I 5 3 6 . ( 3) C . B e c c a r e , R e r u m A e th io p i c a r u m S c r ip to r e s O c c id e n ta le s, X , R o m a 1 9 1 0 ,

3 0 0 , 3 0 2 , c f . p . 3 2 0 -3 2 2 . (4) B e c c a r e , X ( 5) P u b b l i c a t a il

32 1. B e c c a r i, X

in

non

a b b ia

a v u to

n o tiz ia

di un

10 3, n o n

se m p re

c o rre tta m e n te ;

a ltro

V a tic a n o , A rm . L X I V

e ti o p i c i

n e lla c u ltu r a e u r o p e a , I I I

G r e g o r io

XIII,

p . 3 17 su l p a tria rc a

in

A n n a li

Ig n a z io

n e lle C h ie s e

c o n s e rv a n e lle

L 'E tio p ia X I

(19 47)

n e lla p o l i t i c a 295-3 12 ,

o rie n ta le

s p e c ia lm e n te

a u te n tic a , s a r e b b e m o lto im p o r ta n te , g ia c c h é m o ­

d i A n tio c h ia

e d i A le s s a n d ria la

v o lo n tà

d i p ro ced e re d i

p e r l ’u n i o n e

(u n a tte g g ia m e n to a n a lo g o , c o m e s i v e d r à ,

fu a s s u n to p iù ta r d i d a D â w ü d sà h ). È

t u t t a v i a s t r a n o c h e N a 'm a t a l l a h n o n r a m ­

m e n ti a ltro v e la

S a n ta

tra tta tiv e

p a rte , i n :

L a te r a n e n s i,

N a 'm a t a l l a h .

( 6) Q u e s t a c i r c o s t a n z a , s e s tre re b b e

e s e m p l a r e , d i m i g l i o r l e z i o n e , n e l l ’A r c h i v i o

3 4 f . 1 4 0 — 1 4 4 . V . a n c h e R . L e f e v r e , R i f le s s i

S e g re to

di

309-320 n .

B e c c a r i , c h e h a t o l t o i l s u o t e s t o d a l l ’A r c h i v i o d e l l a C o m p a g n i a d i G e s ù , s e m b r a

q u e s ta

s u a in iz ia tiv a , c h e a v re b b e d o v u to a c c re s c e rg li m e r ito p re s s o

S ede.

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

27

ora a Roma sotto la protezione del Pontefice romano, legittimo Vicario di Cristo del quale esalta la grandezza e la santità, si è più che mai riso­ luto di ottenere l’unione di tutte le chiese monofisite, e perciò scrive al negus, esortandolo a riconciliarsi con Yeshàq e promettendogli aiuti da parte del Pontefice (anche militari) qualora accetti l’unione. Senonchè l’azione di Gregorio X III in Etiopia era ormai intempe­ stiva (‘) : fin dal 2 1 dicembre 1 5 7 8 Yeshàq, insieme coi Turchi suoi al­ leati, era stato sconfitto da Sarsa Dengel (2) e aveva perduto la vita in battaglia, e il negus dopo la vittoria era più che mai lontano dal pen­ siero di abbracciare la fede cattolica (3). Ea questione di gran lunga più importante rimaneva sempre quella dell’unione della Chiesa giacobita. Al breve dell’aprile 1 5 7 9 , portato in Mesopotamia, come si è visto, da Yüsufsâh e da suo figlio Nicola, il pa­ triarca giacobita si affrettò a ripondere nella maniera più ampia ed espli­ cita ( * ). Questa volta, per evitare il pericolo di una nuova perdita della missiva, questa fu affidata, anziché a messi personali del patriarca, alle ( ‘) A C A R I, X

Y eshàq

il P a p a

m a n d a t o d i r e t t a m e n t e u n b r e v e n e l 15 7 9 (B E C -

aveva

30 3-30 4 n . 10 0 ).

( 2) V . Historia regis Sarsa Dengel, e d . C . C o n t i R o s s i n i (Corpus Scriptorum Christianorum Orientalium, S c r i p t o r e s A e t h i o p i c i , s e r . I I . 3 ) , c a p . V i l i ; B e c c a r i , I I - I I I passim ( v . i n d i c e ) ; C . C o n t i R o s s in i , La guerra turco-abissina del 1 5 7 8 i n Oriente Moderno, I ( 1 9 2 1 - 2 2 ) 6 3 4 - 6 3 6 , 6 8 4 - 6 9 ; , I I ( 1 9 2 2 - 2 3 ) 4 8 - 5 7 ; E . A . W . B u d g e , A History of Ethiopia...., L o n d o n 1 9 2 8 , p . 3 5 7 - 3 5 9 , 3 6 4 - 3 6 6 . ( 3) T u t t a v i a

G re g o rio X I I I

g li s c ris s e

(p ro b a b ilm e n te

per

e ffe tto

c o n d a l e t t e r a d i D à w û d s â h s u c u i v . p iù a v a n ti p . 3 3 - 34 ) il 18 f e b b r a io

Annales Ecclesiastici,

ner,

III

d e lla

se­

1584 (T h E I-

6 1 8 ), r a m m e n t a n d o g l i l a l e t t e r a d i N a ' m a t a l l a h ,

D o c u m e n to 8 . Q u e s to e a l c u n i a l t r i d o c u m e n t i v a t i c a n i r e l a t i v i a N a 'm a ­

(9

ta lla h s o n o s e g n a la ti d a P . D

ib

in

Revue de l’Orient Chrétien,

2e s é rie , I X

(19 14 )

2 9 1; s u c i ò h a r i c h i a m a t o l a m i a a t t e n z i o n e i l c a r d i n a l T i s s e r a n t . T a n t o n e l t e s t o ara b o

q u a n t o n e lla tr a d u z io n e l a t i n a l a l e t t e r a d i D â w ü d s à h è d a t a t a d e l i° n o ­

v e m b re le tte ra p ro cu re

15 8 0 ; e g li a v r e b b e d u n q u e t a r d a t o p iù d i u n a n n o a r is p o n d e r e . M a la a i c a rd in a li

157 9 a l f e b b r a i o r e d a tti o tto q u e s to

(D o c u m e n to

d e i m e tro p o liti g ia c o b iti

o

s ia in

s e le u c id ic o

d e l g e n n a io

(D o c u m e n to

io )

15 8 0 ; p o ic h é è in v e r o s im ile c h e

n o v e m e si p rim a re a ltà

e s e g u ito , t a n t o

9) è d a t a t a

p iù

d e l d o c u m e n to

18 9 1 s e l e u c ./ i 58o e le

p o rta n o

d a te

d a l d ic e m b re

q u e s ti d o c u m e n ti s ia n o

s ta ti

p rin c ip a le , c o n v ie n e c re d e re ch e

d e l 1 5 7 9 e c h e i l r a g g u a g l i o c o l l ’è r a v o l g a r e s i a s t a t o

m a le

c h e n e l n o v e m b re d e l 1579 e r a g ià c o m in c ia to il n u o v o a n n o

18 9 1. S i n o ti in o ltre c h e u n o d e i d u e p ro c u ra to ri re s id e n ti a R o m a

n o m i n a t i d a l p a t r i a r c a è q u e l d i a c o n o 'A b d a n n ù r c h e , c o m e s i v e d r à s u b i t o , e r a g ià p a r t ito

d a R o m a n e l m a g g io

del

158 0 e , a r r i v a t o a T r ip o li n e l s e tte m b r e ,

d o v e v a a v e r g ià ra g g iu n to la s e d e d e l p a tr ia r c a to p r im a d e l n o v e m b re , o a v e r d a to n o tiz ia d a ta

d el su o

a rriv o ; d u n q u e

la

le tte ra d i

D âw ü d sàh

a lm e n o

d e v ’e s s e r e

di

a n te rio re .

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

28

cure del console veneziano a Tripoli (*), e con questo mezzo giunse a destinazione. Di essa si conserva la traduzione latina e una parte (la se­ conda metà circa) del testo arabo (*), che non è tuttavia l’originale stesso bensì una copia eseguita con bella scrittura, ma con copiosi errori che non dovevano trovarsi neU’originale (3). Errori, talvolta così gravi da rendere incomprensibile il significato, non mancano neppure nella tra­ duzione; tuttavia, tenuto conto della difficoltà di rendere correttamente lo stile fiorito e ampolloso proprio dell’epistolografia orientale di quel tempo (4), dovremo ammirare la capacità del traduttore, che è verosimile sia stato l’Abel, assistito forse dall’arcivescovo siro Mosè di Sòr, il quale aveva accompagnato o seguito Na'matallah nel suo viaggio a Roma ed era diventato maestro di arabo e di siriaco all’Abel (s). Sfrondata dalla gonfia retorica delle frasi di complimento, la lettera espone quanto segue: Yüsufsàh e Nicola sono ritornati latori di una let­ tera del Papa che esorta all’unione (6); i Giacobiti sono pronti ad accet­ tarla, avendola accolta fin dal tempo del concilio di Firenze (7), e pregano ( ‘) E r a

T o d a ro

B a lb i, il q u a le F 8 s e tt e m b r e 158 0 s c r iv e v a a l c a r d in a l d i C o m o

( T o l o m e o G a l l i , s e g r e t a r i o d i s t a t o d i G r e g o r i o X I I I ) i n f o r m a n d o l o d e U ’a r r i v o d e l d i le t t e r e d a t a t e d e l 7 m a g g io (A rc h iv io d i P r o p a g a n d a

d ia c o n o 'A b d a n n ù r l a t o r e

F e d e , M is c e lla n e e V a r ie , t . I A f. 1 0 3 ). C f. a n c h e

8

( 2) D o c u m e n t o

Ricerche,

( 3) P o i c h é l a c o p i a d e v ’e s s e r e s t a t a e s e g u i t a a R o m a p a tr ia r c a li, in lu o g o s e rn e a u to re lo

(è s p r o v v is ta d e i s ig illi

d e i q u a li è s t a t o la s c ia to u n o s p a z io in b ia n c o ) p o tr e b b e e s ­

s te s s o

q u e s ta c o p ia la

p . 4 0 9 3.

b.

'A b d a n n ù r : p e r s i n c e r a r s e n e , o c c o r r e r e b b e c o n f r o n t a r e c o n

s c r i t t u r a d e l c o d i c e f i o r e n t i n o d e l l a E a u r e n z i a n a O r . 2 7 0 (2 2 ) ( v .

4 1 ), il c h e n o n h o p o tu t o fa re .

p iù a v a n ti p .

( 4) S i t r a t t a

d e l r e s to d i lu o g h i c o m u n i, d e s u n ti (c o sì a lm e n o c re d o ) d a q u e i

m a n u a li d i c o m p o s iz io n e

(insa)

i q u a li, f r e q u e n ti p re s s o i m u s u lm a n i c o m e p re s s o i

c r is tia n i, f o r n iv a n o m o d e lli d i e lo q u e n z a r e to r ic a d a i q u a li d i r a d o g li a u to r i d i e p i­

sag’ ( p r o s a

s to le s i d ip a rtiv a n o . D a m a g g io r p a r te d e lla le tte r a è r e d a t ta in ( 5) V .

Ricerche,

( 6) I l b r e v e d e l 1 5 c o n tie n e

una

fra se

rim a ta ).

205-2 1 5 .

p.

a p rile

che

la

1 5 7 9 ( D o c u m e n t o 5 ) n o n m e n z i o n a l ’u n i o n e e n o n

ris p o s ta

di

D âw û d sàh

( D o c u m e n t o 8 p . 62)

c o m e t o l t a d a l la l e t t e r a d e l P a p a . S e m b r a d iffic ile a m m e t te r e c h e a l b r e v e s i è c o n s e rv a ta la

m in u ta

si

acco m p ag n asse

o

si

s o s titu is s e

un

a ltro

rip o rta d i cui s c ritto :

e s a r à p e r ta n to d a s u p p o rs i c h e il te s to d e l b r e v e s ia s ta t o p a r a f r a s a to n e lla v e rs io n e a ra b a

c h e s e n z a d u b b io

N a 'm a t a l l a h

tra s m is e

a

D â w û d sà h . T u tta v ia

n e lla

le t­

te r a d e i m e tr o p o liti s ir i (D o c u m e n to io ) s i a c c e n n a a n c h e a u n a le tte r a d e l c a rd i­ n a l d i S a n ta S e v e r in a (o s sia il S a n to r o ) la c u i m i n u ta n o n s i tr o v a f r a a

n o s tra

( 7) I l 3 0 s e t t e m b r e a R o m a , in c a to

per

i d o c u m e n ti

d is p o s iz io n e .

E a te ra n o .

u ltim o d a

14 4 4 , d o p o c h e l a s e d e d e l c o n c ilio

e ra

s ta ta tra s fe rita

I l t e s t o d e l d e c r e t o d e l l ’u n i o n e d e i S i r i G i a c o b i t i è p u b b l i ­

G. H o f m a n n , Documenta Concilii Fiorentini de Unione Orien-

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

29

il Papa che dia assistenza e protezione a Na'matallah, del quale si tes­ sono gli elogi più sperticati. Alla lettera tien dietro una procura (l) nella quale Leonardo Abel e 'Abdannür ricevono mandato di chiedere la con­ ferma dell’elezione e la consegna del pallio. Insieme colla lettera al Papa sono giunte a noi in traduzione latina una lettera del patriarca al col­ legio cardinalizio (*), una dichiarazione dei metropoliti della Chiesa giacobita che s’impegnano a osservare tutto ciò che sarà stato accettato da Na'matallah (3) e una serie di procure a Leonardo Abel e a 'Abdan­ nür da parte dei metropoliti stessi (4). Nella lettera ai cardinali, oltre alla richiesta della riserva della denominazione patriarcale per Na'ma­ tallah (della quale si tace nella lettera al Papa), è detto che Dâwüdsâh ha inviato la professione di fede, sottoscritta di sua mano. Dell’arrivo di questa professione di fede, scritta in caratteri karsünï, ci informa anche un altro documento (5), ma il tenore di essa ci rimane sconosciuto, sia neH’originale arabo sia nella traduzione che dovette esserne fatta (6). Tale professione non parve tuttavia sufficiente alla Santa Sede, e Leonardo Abel, in qualità di procuratore del patriarca, fu invitato a sottoscriverne un’altra più esplicita e precisa, che il pa­ triarca stesso avrebbe dovuto più tardi confermare e restituire sottoscritta da lui personalmente (7). Nella procura rilasciata da Dâwüdsâh all’Abel (8) la facoltà di sottoscrivere la professione di fede non è menta li u m . I I I . D e u n io n e C o p io r u m , S y r o r u m , C h a ld a e o r u m M a r o n i ta r u m q u e C y p r i , 1 9 3 6 , p . 46-50 n . 1 1

R om ae

( P o n t if i c ia

U n iv e r s ita s G r e g o r ia n a ,

T e x tu s e t D o c u ­

m e n ta , S e r i e s T h e o l o g i c a 2 2 ) . C o m e l e g a t o d e l p a t r i a r c a s i r o f i g u r a u n ' A b d a l l a h a rc iv e s c o v o d i E d e s s a , m e n tr e n e lla le tte r a d i D â w ü d s â h s i p a r la d i u n Ib râ h îm .

(‘)

E s s a è c o n s e r v a t a i n t r a d u z i o n e l a t i n a , i s o l a t a d a l l a l e t t e r a , n e H ’A r c h i v i o

S e g re to V a tic a n o , F o n d o f.

B o rg h e se , se r. I

1 1 2 - 1 1 3 ( v . D o c u m e n t o 8 a , p . 65 n o t a ( 2) D o c u m e n t o

9.

(3 ) D o c u m e n t o

9 , i n fin e .

( 4) D o c u m e n t o

io .

U n

a ltro

D â w ü d s â h , è d a t a t o d e l l ’a n n o

t.

40 f. 12 6 - 12 8 e n e l V a t. f i a t . 6 19 7

1 ).

d o c u m e n to

(n .

1 1 ) , i l v e r b a l e d e l l ’e l e z i o n e d i

18 9 2 s e l e u c . e 1 5 8 1 d . C ., d u n q u e t r a i l 1

o tto b re

e i l 3 1 d i c e m b r e . E s s o d e v e e s s e r e s t a t o s p e d i t o p i ù t a r d i , i n u n ’a l t r a o c c a s i o n e d i c u i ta c c io n o

le f o n t i a n o s tr a

(*) D o c u m e n t o

d is p o s iz io n e .

12.

( 6) P u ò s o r g e r e i l d u b b i o c h e s i t r a t t i d e l l a l e t t e r a q u a le N on

ris u lta

e sse re s ta ta

c o n tie n e ,

g e n e ric h e

a

d ir v e ro , u n a

p ro fe s s io n e

s te s s a

p e rd u to , in

d i fed e

v e ra

di

D âw ü d sâh ,

la

c a r a tte r i k a rs ü n ï.

e p ro p ria ,

m a

s o lta n to

d ic h ia r a z io n i d i a d e s io n e e d i o b b e d ie n z a a lla S a n ta S e d e R o m a n a .

( 7) D o c u m e n t i

(s) E g iu n s e ro

a n c h ’e s s a , n e l l ’o r i g i n a l e

a

12 p . 9 1 , 18 p . 10 2 , 20 p . 1 1 1 - 1 1 2 .

'A b d a n n ü r , i l q u a l e

tu tta v ia

a v e v a g ià

la s c ia to

R om a

quando

Vi

i m essi d i D âw ü d sâh .

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

zionata nè nel testo arabo nè nella versione latina fatta direttamente su di esso, ma soltanto in un’altra versione (v. p. 6 6 1), la quale evidente­ mente è conforme alla minuta preparata in Curia. Non sappiamo chi sia responsabile dell’alterazione di questa minuta nella versione araba che fu mandata in Oriente: può darsi che il traduttore sia stato lo stesso Na'­ matallah. Certo l’equivoco fu grave di conseguenze per l’ulteriore svol­ gimento delle trattative, giacché Dàwüdsâh dovette esser persuaso che gl’impegni da lui presi non fossero così categorici come invece si credette a Roma. Prima ancora che il patriarca dei Siri, aveva scritto a Gregorio XIII uno dei maggiori dignitari della Chiesa giacobita, il metropolita di Ge­ rusalemme Gregorio, per comunicargli, in data 2 4 agosto 1 5 7 9 (*)> la­ propria adesione all’unione con Roma nonché l’intenzione di recarsi ad Alessandria per invitare il patriarca dei Copti ad unirsi coi Siri nel riavvicinamento alla cattedra di Pietro, riprendendo così l’opera ini­ ziata da Na'matallah quattro anni prima (2). Senza dubbio Gregorio si era abboccato coi legati di Dàwüdsâh sulla via del loro ritorno: essi dovettero infatti passare per Gerusalemme per giustificare la loro as­ senza agli occhi delle autorità ottomane, cui si era fatto credere che essi fossero partiti in pellegrinaggio ai luoghi santi (®). Ogni cosa essendo regolata e disposta per la conferma dell’elezione patriarcale, questa fu preannunziata nel concistoro del 2 0 febbraio 1 5 8 1 (4); la lettera e le procure dovevano essere arrivate da vari mesi, nè si intende perchè si sia tardato tanto a condurre a termine la pratica. Il 3 0 marzo il Santoro ne riparlava al Papa (5); Γ1 1 aprile tornava a parlargliene e per .la prima volta avanzava l’idea di inviare l’Abel in Oriente (6). In­ tanto fin dal 5 marzo era stata distribuita ai cardinali una relazione del Santoro intorno al consueto processo relativo alla conferma dell’elezione di Dàwüdsâh e alla riserva del titolo per Na'matallah (7), nella qual (*) Documento ( 2) V . s o p r a

p.

7.

26s. 19 , p . 10 7.

(3) D o c u m e n t o

( 4) A r c h i v i o S e g r e t o V a t i c a n o , A r c h . C o n s i s t . , A c t a M i s c e l i . 4 7 ( a n t i c o A r m , X II

1 1 4 ) f. 2 8 2 : « D e m u m e t c a rd ( in a lis ) S ( a n c ta e ) S e u e r in ç p r o n u n c ia m i c o n fir-

m a t(io n )e m

e le c t(io )n is s e u

p ro u is io n e (m )

P a tria rc h a lis

e c c l(e s )iç N a ti o n is

Ia c o -

b i t a r ( u m ) p r o R e v . ( D o m i n o ) D a u i d I g n a t i o E l e c t o P a t r i a r c h a ». ( 5) U d i e n z e ,

v o i.

18 f. 6 2 : « D a lla s p e d itio n e

d e l P a tria rc a to

di

I a c o b i t i ».

(6) I b i d . f . 6 4 : « D e l l a r i s o l u t i o n e p e r l a c o n f i r m a t i o n e d e l P a t r i a r c a d i G i a c o b i t i ....... d o u e n d o a n d a r u i (?) a l c u n o p e r i G i a c o b i t i , p u ò a n d a r u i D . I , o n a r d o d i M a lta ,

in te rp re te

h o r a . . . . ».

(7) D o c u m e n t o

12 .

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

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relazione sono dati ragguagli sulla situazione della Chiesa giacobita e sulla persona e i requisiti canonici dell’eletto. A questo nella relazione suddetta è dato il titolo di « Patriarca della Chiesa della nazione dei Giacobiti »; ma il titolo che i patriarchi siri por­ tavano, come successori di Sant’Ignazio, era quello di « Patriarca di Antiochia », e questo rivendicavano m contrasto con altre chiese che se 10 attribuivano parimenti: la greca melchita e la maronita. Inoltre, com’è noto, fin dal tempo delle Crociate esisteva anche un patriarcato latino di Antiochia. Il Santoro, preoccupato sopra tutto di non dispiacere ai Greci, era contrario a riconoscere quel titolo ai Giacobiti. Ciò, natural­ mente, dovette causare grave turbamento a Na'matallah, il quale si affrettò a mandare un memoriale al Papa e uno al cardinal di Santa Croce, Alberto d’Austria, fratello dell’Imperatore (*), rivendicando alla Chiesa sira il diritto esclusivo a quel titolo. Ma nella congregazione di cardinali tenutasi il 2 5 aprile in casa del cardinal Fulvio (Giulio) Corneo, decano dell’ordine dei vescovi, dopo essersi approvata all’unanimità 11 conferma dell’elezione, si discusse animatamente la auestione del ti­ tolo (2) e si venne a una soluzione conciliativa, essendosi deciso di pro­ porre all’approvazione del Pontefice la designazione di « Patriarcha de Zaffran (3) Antiochenus Nationis Syrorum Jacobitarum » (4). Può credersi quanto questa risoluzione dovesse irritare Na'matal­ lah. Dopo un vivace colloquio col Santoro (5), egli scrisse al Papa un se­ condo memoriale (6), singolarmente aspro e amaro, nel quale, rammen­ tati i propri meriti verso la Chiesa di Roma e lamentata la freddezza colla quale sono state accoLe le sue premure per l’unione, minaccia, velata13 e 14 . S o n o a m b e d u e se n z a d a ta , m a n o n m i s e m b ra ch e

(*) D o c u m e n t i

p o s s a a ttr ib u ir s e n e lo ro a ltr a . I l m e m o ria le a l c a rd in a l d i S a n ta C ro c e è c ita to d a l P a s t o r , Storia dei Papi, I X lecta Romana, S c h a f f h a u s e n

748 ( e d . t e d . p . 7 4 0 ), c h e a t t i n g e a H . L 18 6 1, p . 42.

a em m er

,

Ana­

( 2) O l t r e a l C o r n e o e a l S a n t o r o f a c e v a n o p a r t e d e l l a C o n g r e g a z i o n e i c a r d i ­ n a li C a e ta n i d i S e rm o n e ta ,

L u d o v ic o

M a d ru c c i,

P e lle v é , D e z a , F e r d in a n d o

de’

M e d ic i. ( 3) I l c o n v e n t o

di

D eyr

a z - Z a 'f a r à n

e ra

il lu o g o d e lla

r e s id e n z a

e ffe ttiv a

d e i p a tr ia r c h i s iri. ( 4) D o c u m e n t o ( 5) U d i e n z a che

15 .

d e l 5 m a g g io

g li p a r la i e t c h e n o n

c h e s ia d a s o p ra s e d e re ( “) D o c u m e n t o s e g n a to , d i a ltr a s io n e

a r a b a , n e lle

1 5 8 1 ( v o i. 18 f. 68): « D e l p a t r i a r c a d i J a c o b i t i ,

s i c o n te n tò

e p a rtì in

c o le ra . S i la m e n ta

1 6 . I l m e m o ria le è s e n z a d a ta , m a in

m ano: o p ere

et h a

to rto ;

a l l ’e s p e d i t i o n e ». c a lc e

a

esso

è s ta to

1 5 8 1 . A lc u n i e s t r a t t i n e s o n o s t a t i p u b b lic a ti, in

v er­

c i t a t e d e l d e T a r r â z ï , N a q q à s a , A r m a l a , 'A z z o .

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11 patriarca siro Ignazio Na’ matallah a Roma

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mente ma non senza abilità, di romper l’unione qualora il titolo antio­ cheno venga negato o limitato. Ciò dovette pesare sull’animo di Gre­ gorio XIII: nel concistoro segreto del 2 9 maggio il Santoro lece nota l’opinione del Papa, che il patriarca eletto fosse confermato nel titolo di Antiochia, ma non tacque le proprie obbiezioni, che ad alcuni cardi­ nali non parvero prive di peso (*). Tanto la conferma di Dàwüdsàh quanto la riserva della denominazione a Na'matallah vennero approvate. Questo buon successo avrebbe dovuto incoraggiare Na'matallah, al quale lo stesso 2 9 maggio fu comunicata la deliberazione concistoriale (*), nonché il suo successore a rendere definitiva l’unione; invece la pratica procedette con una singolare lentezza che non si saprebbe a che nè a chi attribuire. Soltanto quasi un anno dopo il concistoro, nel maggio del 1 5 8 2 , Na'matallah fu ricevuto in udienza da Gregorio XIII e gli propose che si mandasse in Siria un vescovo che conoscesse l’arabo, il quale avrebbe dovuto adempiere alla doppia missione di consegnare a Dàwüdsàh la conferma dell’elezione e il pallio e di riceverne la piena professione di fede, coll’esplicita condanna delle opinioni eretiche fin allora professate dai Giacobiti, quale l’aveva sottoscritta in suo nome l’Abel. E questi, com’era naturale, fu la persona designata per la missione (3), la quale si proponeva di visitare anche le altre chiese d’Oriente, esclusi i Maroniti, e ottenne per tal modo l’ambita dignità episcopale (* ). Senonchè, mentre si facevano i preparativi della missione, notizie poco rassicuranti furono mandate dal gesuita Giovan Battista Eliano (Romano), che fin dal 1 5 8 0 si trovava nel Libano presso i Maroniti (5) e che, venuto in rapporti anche coi Giacobiti (6), dovette giudicare am­ biguo sia l’atteggiamento del patriarca deposto sia quello del patriarca in carica, ed entrare in conflitto con questo. Di tutto ciò egli riferì a (*) D o c u m e n t o

17.

(s) D o c u m e n t o

18 .

( 3) U d i e n z a d e l 2 7 m a g g i o

1 5 8 2 ( v o i . 1 8 f . i i 8 i>): « D e l P a t r i a r c h a d ’A n t i o -

c h ia , c h e d ic e e s s e re s ta t o d a S u a S a n tità , e t o tte n u to c h e s i f a c c i e m a n d i u n sc o v o d e lla lin g u a p rim a

a ra b ic a in

e m i dom andò

o rd in ò c h e n e

S o r i a d a l p a t r i a r c a s u o f r a t e l l o . - S .S . m e n e

ve­

p a rlò

d e l l a p e r s o n a , e d i c e n d o s i c h ’e r a M a s t r o U o n a r d o e e t c . m i

g li p a rla s s i,

( 4) V . R ic e rc h e , p .

c o m e f e c i ».

2 0 1 e , n e l D o c u m e n t o 2 0 , l ’o r d i n e a l l ’A b e l d i e s i g e r e d a

I g n a z io D à w ü d s à h il g iu r a m e n to e l a s o tto s c r iz io n e d e lla p ro fe s s io n e d i fe d e , g ià s o tto s c ritta

in

suo

( 5) V . A . R

e n O r ie n t, I ,

nom e

d a l l ’A b e l

s te s s o .

ABBATH, D o c u m e n ts i n é d it s p o u r s e r v i r à l'h is to ir e d u C h r is tia n is m e

B e iro u th

[ 19 0 5],

1 4 5 - 1 6 9 . S u l l ’E l i a n o

v.

R ice rc h e ,

p.

19 4 -19 5

p i ù a m p ia m e n te , n e l s e c o n d o d e g li s t u d i r a c c o lti i n q u e s to v o lu m e . ( 6) C f . L .

C h E ik

h o

in

a l - M a s r iq , X I X

(19 2 1)

13 9 - 14 0 .

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e,

il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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Roma (*). La denuncia del missionario gesuita era forse eccessivamente grave: anche da altre sue manifestazioni egli risulta animato da un ri­ gore intransigente (*) del quale può e deve lodarsi l’intenzione, ma non altrettanto l’applicazione. A ogni modo, èssa gettò un’ombra di sospetto su tutta la faccenda, pur senza interromperne l’andamento. Ma da parte di Na'matallah si cominciò a mostrare cattiva volontà: egli mandò in lungo la preparazione delle commendatizie che avrebbero dovuto esser consegnate all’Abel al momento della sua partenza ( 1 2 marzo 1 5 8 3 ); quelle che scrisse più tardi furono intercettate f), e si disse che conte­ nessero il consiglio ai Giacobiti di non accogliere l’unione (4). Sembra

(·) U d i e n z a

del

16 a g o s to

1 5 8 2 ( v o i. 1 8 f . 1 3 1 ) : « D e l l a d e n u n c i a c o n t r a il

P a t r i a r c a d i A n tio c h ia e tc . D e lle l e t t e r e v e n u t e d i T r ip o li d i S o r ia , d e l P a d r e B a t ­ t i s t a , s o p r a l e c o s e d e l P a t r i a r c a d ’A n t i o c h i a ; d e l l a r o t t u r a c h ’h a f a t t a c o n q u e l l o ». a v a n ti p . 36.

( 2) V . p i ù

( 3) U d i e n z a d e l 2 f e b b r a i o 1 5 8 3 ( v o i . 1 8 f . i 7 8 v) : d i S id o n ia , e c a u s a d i m a n d a re

« D e lla m is s io n e d e l V e sc o v o

( ? ) e t c . , p e r c o l p a d e l P a t r i a r c a ........ D e l P a t r i a r c a

e m o d o c h e h a t e n u t o e ti e n e e tc ., c h e v e n e n d o d a S . S . lo e s s o r ti a f a r la t i o n e » . —r U d i e n z a d e l 2 8 a p r i l e d a q u e s to fe b ra ro

p a s s a to

s p e d i-

1 5 8 3 ( f . i 8 6 v) : « D e l l e l e t t e r e c h e d o v e v a s c r i v e r e

d e tto

P a t r i a r c h a d ’A n t i o c h i a p e r i l V e s c o v o d i S i d o n i a

[ o s s i a L e o n a r d o A b e l ] q u a n d o h a u e u a a p a r t i r e p e r S o r i a , e c h e n o n s c r i s s e a l l ’h o r a , m a et

dopo

a lc u n i g io r n i e tc . D e lle l e t t e r e c h e s c r iu e u a , e t a c h i, e d e lli f o g li t r o u a t i

a l t r i ....... s i d à c o p i a a S . S . p e r f a r g l i l e g g e r e .........

d i far bene s a tis fa tto

a l d e tto

p e r c o n to

P a tria rc a d i q u e lla

C he S. S.

per

q u e s to

non

la s s i

e s u a n a tio n e c o m e si fa d a m e , p e r v e d e rlo m a l c a s a ».

( 4) C i ò è a f f e r m a t o e s p l i c i t a m e n t e d a l M a f f e i ,

Degli annali di Gregorio K i l l ,

3 4 7 - 3 4 8 : « IS T e h e m e , s c o r d a t o s i d i m o l t i f a v o r i e g r a z i e f a t t e g l i d a G r e g o r i o , d a l

II

C a r d in a l P r o te t to r e e d a S a g r i I n q u is ito r i, n o n la s c ia v a o c c u lta m e n te d i e s o rta re , e c o n m e s s i e c o n s c r itti la s u a p le b e d i T rip o li e d i a ltr e n e l l ’a n t i c a non

lo r fe d e , e

che

s i ric o rd a s s e ro

chi

e ra n o

p a r t i a s ta r c o s ta n te

g re g g e ,

a ffe rm a n d o

che

e r a v e n u to a R o m a p e r m u t a r s im b o lo e n o n s a re b b e m a i s im ile a i M a r o n iti

d is c e p o li d i M a c e d o n io , c h e la

di

p rim o g e n itu ra

per un

c o m a n d a r s i n e lle o ra z io n i, pagno

S e v e ro ,

con

a v e v a n o v e n d u t e le s u e a n im e p e r d e n a r i, c o m e E s a ù

vaso

d i le n te ,

che

c h ia m a rli

ed

a l l ’u l t i m o

non

si v e rg o g n a v a d i ra c ­

a lla g io r n a ta fa c e s s e ro a D io s c o ro e d a l s u o c o m ­

U o m in i

c e le s tia li

e

C a v a lie ri

d e llo

S p irito

S a n to .

Q u in d i p a r i m e n t i s i v e n n e a c o g n iz io n e d e lla f r o d e d i N e h e m e c o m m e s s a d a l m e ­ d e s im o n e lla f o r m u la z io n e d e lla p r im a p ro fe s s io n e d e lla fe d e , m a n d a ta d a lu i p e r o rd in e d e l P r o te tto r e

a D a v id , a c c io c c h é g i u r a t a l a s e g li p o te s s e p o i c o n c e d e r e il

P a l l i o , e s i m i l m e n t e d e g l ’i n g a n n i u s a t i n e l l e l e t t e r e d a t e F ra te lli,

ed

a ltr i. C o n c io rsia c h è

e t a c q u e l ’a c c e t t a z i o n e

ed

d e l C o n c ilio

in

q u e lla

a S id o n ia d a p o r ta r e

m a liz io s a m e n te

m u tò

m o lte

a ’

cose,

C a l c e d o n e s e , e n e l l ’a r t i c o l o d e l l a p r o d u z i o n e

d e llo

S p ir it o S a n t o c a s s ò l a p e r s o n a d e l fig liu o lo e d in q u e lla m e d e s im a m e n te n o n

fece

p u r m o tto

s a lu te

b a s ta v a

D i q u e s te , e d

d e lla

d e te s ta z io n e

s e n z ’a l t r a

n o v ità

d e g l ’E r e s i a r c h i ,

m ia

a lle g a n d o

s e m p lic e o b b e d ie n z a

che

a lla S e d e

per

l ’e t e r n a

A p o s to lic a .

a ltr e s im ili s c e lle ra te z z e a v u ta p e r m o lti r is c o n tr i e v id e n te n o tiz ia

3

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

34

invece che contenessero lagnanze e accuse contro ίΓSantoro; questi per­ altro raccomandò al Pontefice di non togliere la protezione al patriarca; e anzi proprio in quel tempo si avviarono e si condussero a termine le pratiche per assegnargli la desideratissima casa (*). Ma questa conces­ sione molto probabilmente giunse in ritardo, e a ogni modo non soddi­ sfece interamente Na'matallah, il quale sperava che essa fosse perpetua, mentre fu soltanto temporanea (!). E inoltre verosimile che si sentisse umiliato e offeso per non essergli stata data piena facoltà di trattare e stipulare l’unione, come sembra sperasse dapprima. Di tutto ciò ritenne responsabile il Santoro; e s’indusse a cercare appoggio presso il cardinal Francesco de’ Medici, ricco d’influenza nella sua qualità di principe della Chiesa e destinato a una anche maggior potenza temporale dopo che, deposta la porpora, successe al fratello come granduca di Toscana il 1 9 ottobre 1 5 8 7 . Di questa defezione il Santoro risentì vivo dolore, per quanto non cessasse dall’interessarsi del Patriarca (s).

il v e sc o v o z io n e e d

d i S id o n ia s i r is o lv è d i r it e n e r e p r e s s o d i s è le B o lle d e lla c o n f e r m a ­

i l P a l l i o ». T u t t a v i a

n e lla

sua

re la z io n e

n e l l ’a c c u s a r e N a ' m a t a l l a h ; a n z i a f f e r m a c h e l e e g li p r e s e n tò

a i c a p i d e lla

c o n t e n e v a n o l ’a n a t e m a

a

C h ie s a g ia c o b ita

l ’A b e l è m o l t o

le tte re

fu ro n o

d i q u e s to

m eno

e s p lic ito

(in s ir ia c o )

d is a p p ro v a te

da

che

essi p erch è

D i o s c o r o ( v . STEPH. B a e u z i i ( B a l u z e ) M is c e lla n e a n o v o

o r d in e d ig e s ta .... o p e ra e t s tu d io J . D . M a n s i , L u c a e 1 7 6 4 , I V 1 5 2 - 1 5 3 ) . (*) U d i e n z a d e l 2 8 a p r i l e n a to

1 5 8 3 ( v o i. r 8 f. 18 6 ): « D e ll a c a s a c h e S .S . h a o r d i ­

c h e fu sse c o m p ra ta p e r M o n s. P a tr ia r c a

b u o n i ris p e tti e tc . D o m a n d ò

d ’A n t i o c h i a , c h e s i e f f e t t u a s s e p e r

d e l p re z z o , g li f u

ris p o s to . D e lla c a s a d e ’ P e iu s c h i

a lla

P ia z z a d e lla M in e rv a , v is ta d a m e p e r q u e s to

uso

d e l C o l l e g i o d e ’ N e o f i t i , d e l p r e z z o e d e l s b o r s o ....... s i d o m a n d a . C h e è t r o p p o ».

e ffe tto , e t a n c o

in

p a rte

per

( 2) U d i e n z a d e l l ’ 8 a g o s t o 1 5 8 3 ( v o i . 1 8 f . 2 0 7 ) : « D e l l ’i s t a n t i a c h e f a M o n s . P a ­ tr i a r c a d i A n tio c h ia d i a lc u n e c o se e tc . D e lla c a s a c h e s e g li p ig li p e r p e tu a e tc . C h e l ’h a p e r q u a t t r o dom ande q u e lla

a n n i » . U d i e n z a d e l l ’n

d e l P a tria rc a

se li c o m p ra sse

(3) A u to b io g r a f ia

d ’A n t i o c h i a e tc .

D is s e

15 8 3 (v o i. 18 f . 208): « D e lle

a g o s to

e

ris p o s te

d a te

che

l ’h a u e u a

per

da

m e

q u a ttro

et

casa

per

lu i,c h e

a n n i ».

d e l C a r d i n a l S a n t o r o , p u b b l i c a t a d a G . C t jg n o n i i n A r c h i v io

d e lla S o c ie tà R o m a n a d i S t o r i a P a t r i a , X I I I ( 1 8 9 0 ) 1 5 3 - 1 5 4 : « M i a c c o r s i a n c o i n q u e s to

te m p o

c e v u to

da

[15 8 3 ]

c h ’e s s e n d o

v e n u to

in

R om a

il p a tr ia r c h a

d ’A n t i o c h i a ,

ri­

m e c o n o g n i Im m a n ità e c a rità , h a v e n d o lo a g g iu ta to a p iù p o te r e a p ­

p r e s s o N o s tr o S ig n o re a c c iò fo s s e p r o v v is to d i v e s tim e n ti, p a r t e

d i p a n e , v in o e

s ta n z e c o n l a p ro v is io n e , in u n t r a t t o m i s i v o lt ò c o n tr a , c o n d ir e m o lte b u g g ie a l s i g n o r c a r d i n a l e d e ’ M e d i c i , a c u i s ’e r a a d h e r i t o , e d e s s e n d o s t a t e i n t e r c e t t a t e a l ­ c u n e s u e le tte r e , le m o s tr a i a l p a p a , r a c c o m a n d a n d o li d i n u o v o p iù

c a ld a m e n te

d e t t o p a t r i a r c h a , a c c i ò n o n p a r e s s e c h ’i o r i t e n e s s i s d e g n o c o n t r a d i l u i e t c h e m i v o le s s i v e n d ic a r e , q u a n t u n q u e le l e tte r e v e n u t e d i T r ip o li d i S o r ia d a l p a d r e B a t ­ ti s t a E lia n o c o n te n e s s e ro m o lto m a le d i d e tto p a tr ia r c h a , e t g ià il v e s c o v o d i S i­ d o n ia e r a a p p a re c c h ia to c o n c in q u e p a d r i g ie s u iti d i f a r v e la p e r la s u a m is s io n e

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11 patriarca siro Ignazio Na'niatallah a Roma

35

Mentre a Roma la pratica dell’unione subiva questi ritardi, in Oriente si era senza notizie, e si nutrivano pertanto forti inquietudini. Il diacono 'Abdannür, ritornato in patria nel settembre del 1 5 8 0 (*), non aveva potuto riportare alcuna risposta alla lettera di Dâwüdëâh, partita dalla Mesopotamia al più presto nel febbraio (2); ma nemmeno il latore di questa lettera, al suo ritorno, aveva recato seco la risposta, e soltanto ne aveva preannunziato la venuta. Più di un anno trascorse senza che essa arrivasse. Lo stato d’animo del patriarca Dâwüdsâh din­ nanzi a questo ostinato silenzio si trova rispecchiato nelle due lunghe lettere, quasi identiche, che egli scrisse a Gregorio X III e al segretario di stato Tolomeo Galli cardinal di Como il 2 8 ottobre e il 2 novembre 1 5 8 2 (stile giuliano) e che, come gli altri documenti della corrispondenza tra i Giacobiti e la Santa Sede, ci sono giunte soltanto in traduzione latina (8). Esse sono di grande interesse, in quanto che ricapitolano la storia delle trattative, con particolari sconosciuti alle altre fonti, e nell’ultima parte, abbandonato il frasario retorico dell’introduzione, espongono con schiet­ tezza spontanea lo stato d’animo e la situazione dei Giacobiti. Caratte­ ristico è che la prima missione di Yüsufëâh e Nicola abbia riferito (con­ trariamente a quanto vien detto, evidentemente per accorgimento di­ plomatico, nella lettera del 1 5 7 9 ) che Na'matallah se ne stava a Roma umiliato e negletto: senza dubbio lo scontento del patriarca profugo, il quale riteneva che il trattamento usatogli fosse inadeguato alla sua dignità, si sfogò coi compatrioti e parenti. Il diffondersi di queste no­ tizie, e il silenzio seguito alla lettera del 1 5 7 9 , avevano messo DâwüdSâh in una situazione penosa, esposto com’era ai rimproveri dei suoi fedeli e alle beffe delle altre comunioni cristiane. Egli si è pertanto deciso di inviare nuovamente il fratello Yùsufsàh, accompagnato questa volta da un altro figlio, Sebastiano. Riconferma, con enfasi, la sua volontà di accettar l’unione, ma afferma che questa non può farsi se non d’ac­ cordo colla Chiesa copta ed etiopica. i n o r i e n t e . . . . ». Q u e s t o b r a n o

nel secolo dell’unione, p . 7 1 (1) V . s o p r a , p . 2 7 s .

è r i p r o d o t t o a n c h e d a l B e l t r a m i,

n o ta

La Chiesa caldea

36.

(2) Q u e s t a d a t a è p o r t a t a d a u n a d e l l e p r o c u r e d e i m e t r o p o l i t i ( v . D o c u m e n t o io , p .

8 6 ).

(3) D o c u m e n t o

1 9 . S i t r a t t a d i u n a m in u ta , c o n f r e q u e n tis s im e c o rre z io n i,

s c r it ta e c o r r e tta d i m a n o d i G . B . R a im o n d i, t r a le c a r te d e l q u a le è c o n s e rv a ta , in s ie m e c o n n u m e r o s i a l t r i d o c u m e n ti r e la tiv i a lle

r e l a z io n i d e l la S a n t a S e d e c o lle

c h ie s e o r ie n ta li.

e

L a

q u e lla d e lla le tte r a

tra d u z io n e del

s e m b ra fe d e le ,

1579 (D o c u m e n to

8

a ogni

m o d o è m ig lio re

di

a).

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

36

Questa dichiarazione di solidarietà delle chiese monofisite è espressa qui per la prima volta in forma recisa, esagerando perfino il vero stato delle cose, in quanto che la Chiesa sira e la Chiesa copta, pur riconoscendosi a vicenda ortodosse, non rinunciarono mai alla propria autonomia (*); ma appunto per questo è degna di nota, giacché rivela il desiderio di presentare, trattando colla Sede romana, un’unità della Chiesa orientale monofisita che ne avrebbe accresciuto l’importanza. Che realmente tra i patriarchi di Alessandria e di Antiochia vi fosse uno scambio d’infor­ mazioni e un deciso proposito di adottare una medesima linea di con­ dotta nei confronti di Roma lo mostra la notizia data da Dàwüdsâh verso la fine della sua lettera, che il patriarca copto (*) gli ha scritto lamentan­ dosi « delle azioni e delle parole di un uomo mandato in Egitto dalla Sua Santità, il quale, secondo dice il patriarca, richiede istantemente molte cose che non sembrano degne della Sua Santità, e che a nulla gio­ verebbero nei primi approcci verso uomini selvatici e rozzi, alienissimi dall’incivilimento nostro ». Per il che il patriarca alessandrino si mostra restio all’unione, temendo che essa abbia a scandalizzare non già i dotti, ma il popolo; occorre, egli soggiunge, usare dolcezza e prudenza. Dàwüdèâh suggerisce pertanto che il papa scriva con amorevolezza al pa­ triarca dei Copti e mandi a trattare con lui degli uomini « che non siano d’indole irruenta, bensì placidi per natura, istruiti, padroni di sé, che de­ siderino e godano di raccogliere i popoli e di non disperdere il gregge di Cristo e che non ambiscano che si dica loro: ‘signore, signore; maestro, maestro’ » (3). Il legato pontificio le cui esigenze eccessive rischiano di compromet­ tere l’unione coi Copti non può essere che l’Eliano, verso il quale Dâwüd§àh non doveva essere troppo ben disposto dopo i rapporti poco soddi­ sfacenti avuti con lui: stupisce peraltro la rapidità colla quale la notizia delle prime conversazioni tra l’Eliano e il patriarca Giovanni era giunta in Mesopotamia ( * ). Dei consigli di Dàwüdëâh sembra che Gregorio XIII (1) Cf. A. B a u m sta r k , F e s tb r e v ie r u n d K ir c h e n ja h r d e r s y r is c h e n J a c o b i* e n , 1 9 - 2 0 ; M . J t J G l E i n D ic tio n n a ir e d e th éo lo g ie c a th o liq u e , X 2 2 6 4 - 2 2 6 5 e T h e o lo g ia d o g m a tic a C h r is tia n o r u m o r ie n ta liu m , V 3 6 4 - 3 6 7 . p.

( 2) C h e e r a

G i o v a n n i 96 ° a l - M a n f a l ü t î . A

a llo ra

lu i s o n o d e d ic a ti il se c o n d o

e il te r z o d e g li s tu d i r a c c o lti in q u e s to v o lu m e . ( 3) C o n a l l u s i o n e

a

M t 2 3 , 6- 10 .

(*) I n f a t t i l ’E l i a n o a r r i v ò a l C a i r o , p r o v e n i e n t e d a T r i p o l i , i l 3 o i l 6 o t t o b r e

1 5 8 2 ( c f . R a b b a t h , D o c u m e n ts i n é d it s , I 3 1 0 , d o v e

B u r i , L ’u n io n e d e lla C h ie s a c o p ta , il 9 o tto b r e : la

le tte ra

158 3 è e r r o r e

d i s ta m p a ,

e

p . 13 6 ) e d e b b e il p r im o c o llo q u io c o l p a t r ia r c a

d i D â w ü d S â h è d e l 28 o t t o b r e

( t u t t e le d a t e s o n o a n c o ra .

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11 patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

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abbia tenuto conto; certo è che spedì al patriarca copto un breve per mezzo del famoso viaggiatore G. B. Vecchietti (*). ha stessa data di que­ sto è portata da un altro breve spedito al negus Sarsa Dengel (2), e anche in quest’atto è forse da riconoscersi un effetto del consiglio di DâwüdSâh, la cui lettera si chiude appunto coll’esortazione a scrivere, oltre che al patriarca copto, anche al re di Etiopia. Ea lettera di Dàwüdsâh fu recapitata a Roma quando la missione dell’Abel era già in viaggio (8); Yüsufsàh e suo figlio Sebastiano, dopo es­ sersi trattenuti a Roma alcuni mesi, ne ripartirono (*) con altre lettere di Na'matallah. Non è qui il caso di rammentare le vicende della missione nè di ricercare perchè essa fallisse il suo scopo (5). Come si è visto, nella Curia Romana si ebbe la convinzione che la causa del fallimento dovesse riconoscersi nella condotta ambigua e sleale di Na'matallah (e), e di que­ sta convinzione dovette il Santoro essere l’autore principale (7). Nel

naturalmente, secondo lo stile giuliano). Non è improbabile che la lettera del pa­ triarca Giovanni sia partita quando l ’arrivo dell’E bano in E gitto non era ancora avvenuto, ma soltanto annunziato (cf. R a b b a t h , I 309-310): in tal caso Dà­ wüdsâh avrebbe alterato leggermente, riferendole, le parole del suo confratello alessandrino. Che il p. Ebano non fosse troppo abile diplomatico risulta dalla let­ tera colla quale egli riassume la missione presso i Copti e ne narra l ’insuccesso finale (R a b b a t h , I 308-314, cf. B u r i , p. 136-149), benché il patriarca Giovanni fosse ben disposto all’unione, come lo mostra l ’affettuosa accoglienza fatta al Vec­ chietti e la ripresa delle trattative, che la morte interruppe. (‘ ) T h e in e r , A n n a le s E c c le s tia s tic i , I I I 6 1 5 - 6 1 6 (è datato del 1 8 febbraio 1 5 8 4 ); cf. B u r i , p. 1 5 1 (breve di Sisto V al patriarca Gabriele, successore di Giovanni al-Manfalütï, del 2 0 aprile 1 5 9 0 ), 1 6 8 (lettera del patriarca Gabriele a Sisto V) e la biografia di G. B. Vecchietti scritta da suo fratello Girolamo in J . M o r e i a i , C o d ici m a n o sc ritti volgari d ella lib r e r ia N a n ia n a , Venezia 1 7 7 6 , p. 1 6 3 , che corri­ sponde quasi verbalmente alla lettera del qummus (poi patriarca) Gabriele pubblicata nel terzo degli studi raccolti in questo volume. (2) T h e in e r , I I I 617-618.

(3) L ’arrivo è segnalato nelle udienze del Santoro (voi. 1 8 p. 1 9 5 ) il 1 2 m ag­ gio (v. più avanti p. 1 1 6 ), e ancora (voi. 1 8 f. 1 9 7 ) il 2 6 maggio 1 5 8 3 : «D el pa­ triarca di Antiochia, venuta di suo fratebo e lettere, etc. Delle lettere precedenti ch’egli scriveva etc. » (J) Udienza del 1 3 ottobre 1 5 8 3 (voi. 1 8 f. 2 1 8 ): « Della licentia data da S.S. al fratello e nipote del Patriarca d ’Antiochia e viatico dato ». (5) Cf. anche R icerche, p. 2 0 0 -2 0 3 . (6) V. sopra, p. 3 2 - 3 4 Una lettera di Dàwüdsâh al Santoro (v. nota seguente) non si è purtroppo conservata. (7) Oltre a quanto è stato riportato sopra p. 3 4 *. v. l ’udienza del 5 lugbo 1 5 8 4 (voi. 1 8 f. 2 5 9 ): «D i quel che il vescovo di Sidonia scrive..... (f. 2 6 0 ’ ) dei Jacobiti. Di quel che conferma il Patriarca David d ’Antiochia con lettere a me et al

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

frattempo Na'matallah, avuto sentore delle accuse che gli si movevano, cercò di giustificarsene presso il Papa (*). Passò un anno e mezzo, e intanto Gregorio moriva; il suo successore Sisto V mostrava scarso interesse per le chiese orientali (*), il Santoro diffidava sempre più di Na'matallah, che fu anche sospettato di aver distolto un vescovo armeno dal sotto­ mettersi alla Santa Sede nonché di altre macchinazioni che egli, il Santoro, si "riprometteva di mettere in luce quando l’Abel fosse ritor­ nato (s). Che lo zelo di Na'matallah per l’unione si sia intepidito proprio alla vigilia della partenza della missione dell’Abel che avrebbe dovuto per­ fezionarla e suggellarla non può esser messo in dubbio. Sembra verosi­ mile che a Roma non ci si sia resi esatto conto della mentalità e delle abitudini orientali e si sia mancato di quella pieghevolezza che avrebbe forse fatto superare le difficoltà che trattenevano gli Orientali dall’addi­ venire all’unione. Tanto il Santoro quanto l’Eliano (il cui rapporto spe­ dito da Tripoli ebbe un peso notevole sull’atteggiamento di diffidenza assunto dalla Curia) erano nature austere e rigide, e forse nè l’uno nè l’altro seppero guadagnarsi la piena fiducia di coloro coi quali tratta­ vano. Na'matallah, in particolare, dev’essersi sentito in qualche modo offeso nella propria vanità (che non doveva esser poca) e deluso nella detto vescovo di Sidonia »; cf. A u tobiografia, p. 1 6 0 : « ...... scriveva il vescovo di S i­ donia.....della renitenza che mostrava il patriarca di Iacobiti, di non voler rati­ ficare la professione della fede fatta in suo nome, nè ancor farla di nuovo nè far altro giuramento d ’obedienza alla Santa Sede Apostolica ». (*) Udienza del 2 6 luglio 1 5 8 4 (voi. 1 8 f. 2 6 8 ): « Della querela data dal Pa­ triarcha d ’Antiochia a Sua Santità delle scritture del p. Battista etc. Disse del ta ­ glio della carta in principio etc. e che il Patriarca non diceva di me ma di quei che 1’havevano.... (f. 2 6 8 ’ ) Della causa della querela, perchè non vuole approvare il nuovo Calendario ». (2) A u tobiografia, p. 1 6 6 : «G li mostrai [il 5 giugno 1 5 8 5 ] le lettere di mons. di Sidonia.... Mostrò il papa in questi ragionamentt molt’aw ersione delle cose orientali, dolendosi che si dava il pane a quelle nationi che c ’insidiavano ». V. anche A. Ca STE ia u c c i , I l risveg lio d e ll'a ttiv ità m is sio n a r ia e le p r im e o rig in i d ella S . C ongregazione D e P ro p a g a n d a F id e , n ella seconda m età d el X V I secolo. L e C on ­ feren ze al L a tera n o , marzo-aprile 1 9 2 3 , V, p. 1 8 7 - 1 8 8 .

(3) Udienza del 2 6 febbraio 1 5 8 6 (voi. 1 9 f. 2 i- 2 2 v): «D ell’altro Vescovo armeno che venne l ’estate passata per dare obedienza a Sua Santità, et poi di­ sviato dal Patriarcha d ’Antiochia ch’è in Roma, lasciata la speditione si partì, come che Paria non li faceva. Delle male attentioni et perfidia del detto P a­ triarcha, la quale a suo luogo dopo la venuta del Vescovo di Sidonia si dimostrerà » (già pubblicato in parte da A. C a steia ucci , I l risveg lio d e ll’a ttiv ità m is sio n a ria , p. 1 8 1 1).

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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speranza di farsi a Roma una situazione decorosa e comoda. D’altra parte, sembrano sufficienti a spiegare l’atteggiamento assunto da Dàwüdââh le ragioni da lui addotte ufficialmente e riferite dall’Abel nella relazione sulla propria missione (nella quale, si noti, non si contiene al­ cuna accusa a Na'matallah, anzi egli è dipinto come favorevole all’unione): il timore delle autorità ottomane, il cui sospetto si era destato; l’ostilità del popolo, timoroso che si volessero sconvolgere le sue tradizionali co­ stumanze religiose e che, com’è ovvio, non si rendeva esatto conto del significato dell'unione; sopra tutto, poi, la ripugnanza ad anate­ matizzare Dioscoro quale sostenitore della dottrina monofisita, che i Siri continuavano a ritenere ortodossa nell’ interpretazione che essi ne davano, e ad accettare integralmente i canoni del concilio di Calcedonia (*). Il diario del Santoro tace di Na'matallah dal febbraio 1 5 8 6 fino al principio del 1 5 9 5 , quando il vecchio patriarca è ricordato come già morto. Non sembra pertanto che si sia dato seguito alle accuse rivolte­ gli; ma d’altra parte egli cessò dall’occuparsi delle cose riguardanti la sua chiesa, senza dubbio anche per la stasi generale degli affari orientali sotto Sisto V. Non venne meno, tuttavia, il suo credito presso Fer­ dinando de’ Medici, il quale, avendo preso a proteggere i grandiosi di­ segni di edizioni di testi orientali tracciati da Giovan Battista Raimondi, si valse piuttosto delle cognizioni erudite del vecchio patriarca che della sua alta situazione ecclesiastica. Secondo documenti che purtroppo non sono stati ancora pubblicati (2), Na'matallah cedette al cardinal Medici, in corrispettivo di una pensione, i suoi manoscritti (·’), pur rimanendo­ gliene l’uso vita naturai durante, e scrisse all’Abel perchè ne acquistasse (*) Analoghe ragioni impedirono che si effettuasse l ’ anione della Chiesa copta, che anch’essa era prossima a concludersi durante il 1 5 8 4 (v. il secondo degli studi raccolti in questo volume). L a Curia Romana si persuase che la responsa­ bilità del. fallimento ricadesse sul patriarca Gabriele; ma i motivi furono proba­ bilmente più complessi e vanno forse messi in relazione colla mancata unione dei Siri. (2) Sono quelli relativi a G. B. Raimondi donde ha tratto notizie G. R . S ai /Tin i in G iorn ale storico degli A r c h iv i d ella T o sc a n a (annesso a ll'A rc h iv io S torico Ita lia n o ), ser. 2 à, I I [ i 86 0 ] p. 2 5 7 -3 0 8 . (3) L i aveva portati con sè daUOriente (v. Documento 5 ). In seguito aveva proposto al cardinal Sirleto di far venire dall’Oriente dei manoscritti siriaci per la Biblioteca Vaticana: v. Archivio della Biblioteca Vaticana, X I f. 1 5 8 (già 1 5 6 ), nell’elenco delle carte del Sirleto (cf. R icerche, p. 2 2 2 1): « 3 4 . lista de libri caldei quali fara (corretto d a forno) uenir il patriarcha di Antiochia quando pia­ cesse à sua S(anti)tà un f(ogli)o ». A lla proposta non fu mai dato corso.

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

in Siria (‘) ; presiedette a una commissione incaricata di redigere opere di propaganda antislamica (2); fu incaricato di dirigere la stampa del Ca­ none medico di Avicenna e di aiutare il compimento della traduzione latina di esso (3). Fino a che punto Na'matallah abbia portato a compimento il vasto programma propostogli dal mecenatismo del cardinal Medici non ci è possibile sapere; è lecita la congettura che egli abbia avuto parte nella preparazione della tipografìa medicea come collaboratore del Raimondi, benché di ciò manchi la prova (4). Ma almeno per un verso la sua pie-

(*) Non sembra che l ’Abel abbia mai ottemperato a questa preghiera. (8) V. Ricerche, p. 2 5 7 s intorno al sospetto che come frutto di questa azione di propaganda debba considerarsi l'opuscolo apologetico M usahabat al- alrmayn. (3) Sai/Tin i , p. 2 6 2 -2 6 3 : «Eziandio si scrissero lettere d’assai premura pel medesimo scopo a Leonardo Abel vescovo di Sidonia che di quel tempo [1 5 8 4 ] era in Antiochia, delegando a ciò Ignazio Nehemes patriarca de’ Giacobiti, che allora stanco dagli anni, e più dalle onorate fatiche durate nell’esercizio del suo ministero, viveasiin Rom a a riposo. Questi, dottissimo e peritissimo in lingue orien­ tali, aveva raccolto assai opere di fede e di scienza in molte favelle. Ferdinando le acquistò subito per comporre la biblioteca della stamperia, obbligandosi pagare in compenso al patriarca, che era posero, venticinque scudi d ’oro, al mese e rila­ sciandogli anche, finché vivesse, l ’uso di quei libri in beneficio dei suoi studi. Il Nehemes da canto suo avrebbe presieduto ima congregazione, composta del vescovo di Sidonia, di maestro Ottaviano da Ravenna reggente dell’ordine dei France­ scani della Scarpa, e del Raimondi, la quale dovea por mente a comporre in lin­ gua arabica scritture contro la setta di Maometto. Di più, doveva il patriarca soprintendere alla traduzione delle opere di Avicenna, affinchè riuscissero tanto nel testo arabo, quanto nella versione latina che se ne faceva, perfette e fedeli ». Qui il Saltini aggiunge in nota: « Anche per questo lavoro, ricavo dai ricordi del Raimondi, che fu destinata una Congregazione, la quale dovea adunarsi in casa e sotto la direzione del Nehemes. Ne fecer parte un Giovan B attista lucchese, medico del cardinal Savello, un turco fatto cristiano di nome Paolo Orsino, e- Giovan Battista Raimondi. Incominciossi una cosi bella fatica il dì 1 7 agosto del 1 5 8 4 » (4) Forse ricerche condotte nelle carte relative all’amministrazione di F er­ dinando de’ Medici e in quelle del Raimondi nell’Archivio di Stato e nella Biblio­ teca Nazionale Centrale di Firenze potrebbero dar luce sull’ultimo periodo della v ita di Na'matallah. S. F . Assemani, nel suo catalogo dei manoscritti orientali della Biblioteca Laurenziana, p. 1 1 6 afferma che iv i si conservano annotazioni autografe di Na'm atallah relative agli assegni mensili che egli riceveva dal Me­ dici, ma non spiega se queste annotazioni si trovino nei codici orientali o altrove; la conclusione poi che ne trae, che il patriarca deve aver risieduto a lungo a Firenze, è del tutto erronea, essendo noto (lo ricorda altrove lo stesso Assemani) che la casa che il cardinal de’ Medici aveva a Rom a rimase aperta colà, e con essa la biblioteca, anche dopo che egli, divenuto granduca di Toscana, si fu tra ­ sferito a Firenze.

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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senza in Italia ha lasciato una traccia permanente: i suoi manoscritti orientali, passati alla raccolta medicea, si trovano oggi custoditi nella biblioteca Daurenziana di Firenze. Il passo delle udienze del Santoro a cui si è accennato sopra (L) mostra che il Raimondi li tenne a lungo presso di sè; se e quanto se ne sia servito per le sue edizioni e per i suoi lavori rimasti inediti potrebbe essere accertato soltanto mediante lo studio accurato delle sue carte nella Magliabechiana, ora Nazionale Centrale, di Firenze (2) e dei manoscritti orientali della Taurenziana, studio che non ho avuto nè il tempo nè l’agio di compiere. Da ricerche occasionali e sporadiche e dalle indicazioni dei catalo­ ghi a stampa risultano essere appartenuti a Na'matallah, oltre agli Or. 2 8 0 , 6 4 e 6 6 , di cui si è detto sopra p. 1 0 , 2 0 e 2 1 , i seguenti codici: Or. 2 9 6 (attuale 1 1 8 ), contenente la versione araba delle Coniche di Apollonio di Perge (v. G. G io v a n n o z z i , La versione borelliana di A pol­ lonio, in Memorie della Pontificia Accademia dei N uovi Lincei, ser. II. 2 , 1 9 1 6 , p. 2 8 ). Di questo, come segnala il p. Giovannozzi, l’Or. 2 7 0 (attuale 2 2 ) è copia eseguita nel nïsân 1 8 9 1 seleuc./aprile 1 5 8 0 dal nipote di Na'matallah, 'Abdannùr (3). Or. 3 3 (attuale 3 9 9 , Persiano 4 nel catalogo di I. P iz z i in Catalogo dei codici orientali di alcune biblioteche italiane, p. 3 0 2 ), contenente una versione persiana del Diatessaron di Taziano (4) ; esso porta sul foglio di guardia l’annotazione: D a Monsig. P at.ca. Or. 8 1 (attuale 3 1 7 , Pers. 9 ), contenente il Gulistdn di Sa'di; porta sul foglio Hi guardia: D a Monsig. P at.ca e la nota in karsünï o>(*)

(*) Udienza del 1 6 febbraio 1 5 9 5 (voi. 2 1 f. 3 θν-3 ΐ): «Dare il Memoriale del detto Mastro [di Palazzo] a Sua Santità che di suo ordine ha fatto, e che ne par­ lasse a Sua Santità sopra i libri arabici et altri che furono del quondam Patriarca Naam a di Iacobiti detto di Antiochia, che sono nella stamperia del Gran Duca, che si hauessero a vedere e censurare per gli errori che v i sono. Che pare bene, ma per rispetto al Gran Duca se ne parli prim a al signor Ambasciatore e si mandi a chiamare Giovanni B attista Raimondo che ne ha cura, et ordinargli che gli facci vedere et esaminar dal Mastro del Sacro Palazzo. Così piacque a Sua San­ tità di fare ». (2) S a n t in i , p. 297-308. Ho esaminato soltanto l ’ultimo dei trenta codici de­ scritti dal Saltini, il Magliabechiano C X X X V I I 1 3 1 , donde sono tratti i Docu­ menti 2, 7, io, 12, 13, 18, 19 pubblicati più avanti (e cf. Documenti 9 nota e 1 6 nota). (3) Sul quale v. p. 1 1 3. L ’Assemani, p. 3 8 1 colla sua solita inesattezza lo dà come copiato nel 14 8 0 ! (4) V . G. M e s s i n a , p. 1 3 dell’opira citata sopra p. i 1 (ècopia dell’Or. 1 7 , attuale 8 1 ).

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atailah a Roma

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ooij wS«a.) o>iv>lo cesa) Rjj» «s oijik^oo yjjjo Jju· wua.nv^V. «Il suo pro­ prietario è Ignazio. Ha comprato questo nobile libro, il G u listd n , il padre mar Ignazio figlio del maqdisî Hanna; l’acquisto avvenne l’anno 1 8 7 4 seleuc. (1 5 6 4 - 5 d. C.) e il suo prezzo fu di un aSrafì d’oro (Pizzi p· 307)· Or. 3 1 8 (attuale 3 7 1 , Pers. 2 9 ), miscellanea di scritti astronomici in persiano; porta sul foglio di guardia l’annotazione: D a M o n sig P a t.ca (Pizzi p. 3 1 6 ). I/annotazione D a M o n sig . P a t.ca, scritta evidentemente quando i libri di Na'matailah entrarono in possesso del granduca di Toscana, fi­ gura anche stili’Or. 3 0 0 (attuale 2 4 2 ). Senonchè questo è anche per in­ tero autografo di Na’matailah, come risulta dal confronto della scrit­ tura con quella della nota riferita sopra p. 1 0 . Si tratta di un codice di 2 9 4 ff. numerati + 4 bianchi, di cm. 2 1 X 1 5 ,5 , contenente in prevalenza scritti astronomici e astrologici: tra questi sono notevoli alcuni trattatelli di astrologia giudiziaria in turco, per lo più recenti (uno di essi è dedicato a Solimano il Magnifico), che evidentemente Na'matailah trascrisse per scopi pratici; a f. 5 3 - 7 5 un trattatello sulla sfera in 6 5 capitoli, il quale, secondo il titolo premessovi da una mano diversa da quella di N'amatallah (*), sarebbe opera sua. V eulogia iniziale di questo scritto è inu­ sitata. t 1 . aJJ a „-ì 1 « I,ode a Dio Signore dei mondi (formula tipicamente islamica) e salute a tutti i pro­ feti e inviati»: si direbbe che con questa espressione generica "il patriarca abbia voluto evitare un’esplicita professione di fede islamica o cristiana. Ha fine del codice è costituita da due opere di maggiori dimensioni: la prima (f. 8i ”- I 2 2 ), senza titolo, è un breve trattato di astrologia giu­ diziaria attribuito nel codice a Yahyâ b. Muhammad b. Humayd b. Abi’à-Sukr al-Magrabi al-Andalusi: (s); ine. àJUJ.1 J3LJI J5UJ.I |£il «Ho compilato quest’opera intorno alla qualità del giudizio astrologico secondo le questioni peculiari alle condizioni di chi le pone ». ha seconda è un grande trattato di astrologia (‘) È una mano rozza e brutta, che ha anche scritto a f. 8ov-8i l'indice dei capitoli del trattato e ha aggiunto numerose glosse marginali e annotazioni per tutto quanto il codice, nonché alla fine e sul frontispizio. (2) Vissuto nella seconda metà del sec. XIII. Per l’opera cf. K. VoiaBRS, D ie isla m isc h e n .... H a n d sc h rifte n der U n iv e rsitâ tsb ib lio th ek z u L e ip z ig n. 801 (BrocKSnMANN, G eschichte d e r arabischen L ite ra tu r, I 474. 12. 6, da conguagliarsi al n. 4, e ivi leggi: Brit. Mus. 4i3t 414^ cf. S u p p le m e n t, I 868).

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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giudiziaria intitolato K i t a b a d - d a l à ’i l f i a h k à m a n - n u g ü m « Libro delle dimostrazioni intorno ai giudizi degli astri » attribuito ad Ahmad b. 'Abdalgalìl (*) ; esso è ornato di miniature rappresentanti gli astri e le costellazioni secondo il solito simbolismo della tradizione orientale; in molti luoghi tuttavia lo spazio riservato a esse non è stato riempito. Anche se i manoscritti di Na'matallah non superassero quelli enu­ merati sopra (ma in realtà essi sono in numero molto maggiore) (2), egli avrebbe ben meritato deH’incremento deU’orientalismo in Europa, e il suo merito in questo campo è accresciuto dall’aver fatto generosamente copia delle sue conoscenze a chi gliene fece richiesta, come si è visto ri­ petutamente a proposito dei suoi contributi calendariologici e cronolo­ gici (3), e come forse risulterebbe in misura anche maggiore se ci fossero accessibili le carte del Raimondi. Queste benemerenze non sarebbero suf­ ficienti a cancellare la gravità delle sue colpe, se veramente la sua con­ dotta fosse stata tanto menzognera e perfida quanto la giudicava il Maffei a poca distanza dagli avvenimenti (4) e quanto la giudica recentemente Mons. Castellucci (5). In una questione così delicata, e per penetrare al fondo della quale difettano molti elementi di fatto, è difficile pronun­ ciare un giudizio reciso. A me sembra tuttavia che la sua buona fede debba essere ammessa. Se non m’inganno, egli era uomo di studio più ché di chiesa; nelle cose della fede peccò di leggerezza, e il desiderio, che dovette esser sincero, di raggiungere l’unione con Roma gli fece proba(*) Nulla mi è noto intorno a questo astrologo, che è citato come autore di due opere, A h k â m tah âw ïl s in i a l- â la m e I h tiy â r â t, da Hâggï Halïfa, I 1 7 1 , 19 8 coll’etnico as-Sangarï, ma senza alcuna notizia intorno al tempo della sua attività. ( -) Ciò che si legge sopra era già stato interamente redatto (nel 1 9 3 9 ) quando don Cirillo Korolevskij ha richiamato la mia attenzione sopra un elenco di « Libri Chaldaei et Arabici in poter del Reuerendissimo Patriarca d ’Antiochia in Roma » pubblicato dal L a b b é , N o v a B iblioth eca m ss. L ib ro ru m , Parisiis 1 6 5 3 , p. 2 5 8 -2 5 9 , certamente dal medesimo codice della collezione Dupuy donde è stato pubblicato dal medesimo Labbe l ’elenco dei manoscritti vaticani (v. R icerche, p. 2 8 6 ). Che la maggior parte dei manoscritti ivi menzionati come appartenenti a Na'matallah si trovino ora nella Laurenziana è indubitabile, ma la loro identificazione è impossibile senza un esame diretto dei codici orientali di quella biblioteca, lavoro alquanto lungo che non ho avuto, nè ho ora, l’agio di compiere. (3) V. sopra p. 1 9 -2 5 . (4) V. sopra 3 3 s. (5) A. C a s t u ia u c c i , I l risv e g lio d e ll’a ttiv ità m is sio n a r ia , p. 1 8 3 : «... dopo di avere emessa una bugiarda professione di fede, viveva lautamente a spese della Chiesa; e, mentre professava esteriormente obbedienza al Papa, scriveva in segreto lettere ai Patriarchi orientali per eccitarli alla resistenza contro le sollecitudini di Roma ».

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

talmente sottovalutare la resistenza che avrebbe incontrata presso il suo antico gregge la sconfessione, più che dei dogmi monofisiti, dei per­ sonaggi che ne erano stati difensori alle origini dello scisma (*). Per evi­ tare di staccarsi dalla sua chiesa tenne, durante la missione dell’Abel, un contegno alquanto ambiguo, ed è possibile che il suo zelo per l’unione sia stato poi alquanto affievolito dalle accuse rivoltegli e dall’atmosfera di diffidenza formatasi intorno a lui. Comunque sia, Na'matallah è tutt ’altro che una figura secondaria e volgare: intelligente, curioso del sa­ pere, simpatico e condiscendente, egli occupa un posto non insignifi­ cante nella storia delle relazioni ecclesiastiche e culturali dell’Oriente coll’Occidente sullo scorcio del secolo XVI. he fonti orientali pongono la sua morte intorno al 1 5 9 0 . In man­ canza di una documentazione precisa (2) questa data approssimativa può accettarsi, giacché, come si è visto, mancano notizie di lui posteriori al 1 5 8 6 , e nel 1 5 9 5 egli è ricordato come defunto. Se veramente al suo arrivo in Italia, nel 1 5 7 7 , egli era ottantenne (s), sarebbe morto in età avanzatissima, ma l’esattezza dell’indicazione intorno alla sua età non è certamente garantita. (*) Dalla relazione dell’Abel risulta, come s’è visto, che il punto essenziale intorno al quale non fu possibile giungere a un accordo fu l’anatema a Dioscoro, al quale i Giacobiti rifiutarono di acconciarsi. (2) Il suo nome non figura nei copiosissimi necrologi romani del Galletti (sui quali V. V. F o r c e i a a , C atalogh i d e i m ss. rig u a rd a n ti la sto ria d i R o m a .... I, Roma 1 8 7 9 , 1 3 5 sgg.). Non è naturalmente impossibile che Na'matallah abbia lasciato Roma negli ultimi anni della sua vita, ma non lo credo verosimile, giacché la sua principale occupazione doveva essergli data dalla tipografia orientale medicea. (s) V. sopra p. 2 1.

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DOCUMENTI i. I l p a t r i a r c a d i A q u i l e i a G i o v a n n i G r i m a n t a l c a r d i n a l G u g lie lm o S t r i d o .

Biblioteca Vaticana, Vat. Bat.

6192

f.

688.

Ill.mo et Rev.mo Mons.ra s(igno)r col(endissi)mo Il Rmo P(at)riarca di Antiochia uiene a Roma ad uisenda limina Principis Apostolor(um) e basciar i piedi di N(ostro) S(igno)re et à far riuerenza a uoi altri Ss.ri Ill.ml Car(dina)li. Per l’informatione che qui posso hauere di lui, egli è Prelato di grande importanza et molto frut­ tuoso alla Christianità nella sua Prouincia : di che uiene trauagliato assai da Infedeli. Per quel poco tempo che in questa città ho conuersato seco, mi è parso huomo ingenuo et uirtuoso. Mostra essere anco l(ette)rato, et molto diuoto et fedele alla santa Sede Ap(osto)lica, per il che mi sono sicurato di introdurlo et raccomandarlo alla S. V. Ill.m* la quale per sua natura fauorisce gl’huomini l(ette)rati et uirtuosi et soggietti di questa conditione. Il resto si rimette alla buontà et cortesia sua. Con questa occ(asi)one io fò humilissim.te riverenza alla S. V. 111.“* et mi racc(oman)do in sua buona gra(tia). Di Venetia li 7 9 (ve)mbre 1 5 7 7 . Di V. S. Illma et R.ma

[1a u to g r a fo ] Humil(issim)o s(ervit)or il Pat(riar)ca d’Aq(ui)l(eia). [.I n d i r i z z o f. 6 8 gr] All Ill.mo et R.mo mio s(igno)r col(endissi)mo Mons.r II Cardinal Sciarletto.

2. I g n a z io N a m a ta lla h

a l c a r d i n a l G i u l i o A n t o n i o S a n to r o .

Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Sezione Magliabechiana, Ms. Magi., Classe CXXXVII cod. 131 f. 5 4 .

Ill.m0 et R.m0 Monsignore Il patriarcha d’Antiochia con ogni debita riverenza et humilta à V. S. Illm& et R. con lo (*) presente suo (*) memoriale espone qualmente la uenuta sua in queste bande fù p(er) uedere e trattare molte cose, (4)

C o rretto d a

la... sua.

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Il patriarca siro Ignazio Na'm atallah a Roma

delle quali in buona parte ha fatto intender a V. S. 111. l’animo e desi­ derio suo, ma, hauendo uisto la ( s i c ) difficulté che a suo intenso de­ siderio si sono opposte, non sperando più di poter ottenere l’intento suo, lassando da canto ogni altro pensiero, si riduce a questo solo, del quale sup(pli)ca V. S. 111. et R. lo uoglia favorire, essendo indrizato ad honor d(el)la D(ivina) M(aes)tà et salute d(el)l’anime di molti, et spetialmente delli popoli et nationi soggietti al suo Patriarchato. Disidera ch(e) V. S. 111. gli proueda quatro p(er)sone ellette da q(ue)lla quali gli siano appresso per potere riscontrare le cose d(el)le s c r it t o ­ re ch(e) hanno et Informarsi di cose necessarie all’intelligenza d(el)le sacre scritture. De le quali quattro p(er)sone oltra II R.d0 p. Aquario sia ancora Vno della compag(ni)a d(e)l Giesu et Vn altro delli Dottori et sauij di Roma secolari, et Vno Theologo d(el)la professione di inter­ pretar i sensi mistici e intelligenze secrete d’essa sacra scrittura, così d(e)l nuouo come d(e)l vecchio test(amen)to, et d(el)li Sacri Canoni et Terminationi di sacri generai Concilij, tal che da questi quatro Dottori, Theologi et Filosophi sufficientissimi possa hauere piena intelligenza di q(ue)llo che il detto Patriarcha desidera: p(er) che stando à questo modo egli solo in casa senza conuersatione, ne potendo hauere modo di com(m)unicare il desiderio suo, si sta molto discontento. Et benché piu uolte in diversi tempi il medesimo habbia suplicato a V. S. Ill.ma et R.a, questa uolta spera ottener l’effetto, si come molte uolte da lei gli è stato promesso. Et sendoui alcuna difficulta, disidera hauere una risoluta risposta d(el)la quale si contentara, p(er) potere nel resto prender qual­ che) risolutione d(e)l fatto suo, tornando pure humilm(en)te à pregarla, et supplicarla si degni V. S. 111. fauorirlo in cosa ta(n)to honesta et p(er) lui importantiss(im)a.3

3. P r o m e m o r i a ( d i L e o n a r d o A b e l ? ) s u i d o g m i e r i t i d e ll a C h ie s a s i r a g ia c ó b i ta .

Arch. Segr. Vat., Pondo Borghese, ser. I l i t.

124 d

f.

286.

Opiniones et Articuli aliquot, quos reuelauit R.mus Neemet Alla, Jacobinor(um) Patriarcha, In quibus natio illa In p(raese)ntiar(um) uersatur. In primis: Diuinam Christi personam Jacobini seu Jacobitae uocant vnam personam ex duabus personis, et vnam substantiam ex duabus substan­ tiis, Asserendo in Assumptione naturae humanae christum etiam assum­ psisse personam humanam tamq(ua)m perfectionis partem ipsius na­ turae, quç quidem persona humana post unionem naturarum in suppo­ sito personae diuinae stat miraculose sine exercitio, ut incarnationis misterium diabolo cçlaretur. Dicunt in christo Domino unam esse naturam, vnam esse volun­ tatem et operationem, quatenus a natura diuina, uolu(n)tate et opera-

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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tione hum ana natura, u olu n tas e t operatio dependet; cum natura h u ­ m ana, uolu n tas e t operatio sem per fuerit obediens e t subiecta e t nun­ q u a m ) contraria diuinae. E t hac tantu (m ) ratione U nam uocant. N i­ hilom inus credunt, profitentur e t praedicant In diuina christi persona duas esse naturas perfectas cum om nibus ear(um ) proprietatibus dis­ tin ctis, diuinam scilicet e t hum anam , duas [f. 2 8 6 ’] v o lu n tates e t ope­ rationes, quas unam u ocan t (ut aiunt) ad fugiendam d u alitatem perso­ narum , e t ne duos christos adorare uiderentur. In sym bolo C ostantinopolitanen(sis) Concilij, quod can tan t q u oti­ die in m issis e t In fine horar(um) ante b enedictionem Presulis, non di­ cu n t particulam illam In concilio F lorentino expressam : filioq(ue) pro­ cedit; sed dicunt: e t in vnu(m) spiritum sanctum dominu(m) viuificantem , qui e x patre procedit etc. credunt tam en, e t confitentur, q(uod) spiritus san ctu s aeternaliter a p(at)re, e t filio tanq(uam ) ab uno prin­ cipio, vn a Inspiratione e t vna productione procedit. T ersancto H ym n o, quem laici e t clerici in eor(um ) orationibus quo­ tidie dicunt, addunt: qui pro nobis crucifixus es, miserere nobis. In telligendo tam en christi h u m anitatem crucifixam esse, non autem D iuinitatem . A b stin en t se, a suffocato e t sanguine e t ab im m olatis symulacror(um)· sicu t a fornicatione, v t habet(ur) A ct. A post. c. 1 5 . [f. 2 8 7 *] H ac form a b ap tizan t p o st plurim as alias orationes: B ap tizetu r N . ad san ctitatem e t saluationem e t operationes in E uan­ gelio dictas e t ad beatam resurrectionem e x m ortuis: In no(m )i(n)e p (a t)ris am en. In no(m )i(n)e filij am en. In no(m )i(n)e spiritus s(anc)ti In uitam seculi seculor(um ) amen. Confirm ationis sacram entum sta tim p ost baptism u(m ) ab E p(iscop)o, uel in eiu s absentia ab eius uicario sacerdote confertur. Infan tes e t pueros com (m )unicant eor(um ) ori digito sacerdotis sacros(anc)tum sanguinem infundendo. Form a P en iten tiae est: S in t rem issa om nia peccata e t delicta, quae a te fuerunt com (m )issa In tuo corpore uel in tu a anim a. In no(m )i(n)e patris am en, filii amen, spiritus s(anc)ti uiui e t u iuificantis In sçcula sçculorum amen. D icu n t etiam : M undetur seruus christi ab om nibus peccatis, de­ lictis e t erroribus eius. In no(m )i(n)e patris am en v t supra. [f. 2 8 7 '] C oncedunt secundas n u p tias cum causa, assignando con­ tra h en tib u s) p çn iten tiam . T ertias aut(em ) cum m aiori causa, m aiorem q(ue) p çn iten tiam assignant. Q uartas uero e t ulteriores non concedu(n)t, asserendo in eis esse p eccatu(m ), cum sin t prohibitae canonibus s(anc)ti Basili] e t aut(em ) s(anc)ti Gregorij N azianzieni asserentis cap. 7 4 Pri­ m as nup tias esse legitim as, secundas e(ss)e p enitenti a dignas, tertias discedere a legib u s, ulteriores uerò porcor(um) esse prouisiones. A nim as Christifidelium In gratia m orientium non ad paradisi e x ­ celsiora loca, ad quae p ost diem Iudicij cum corpore su n t iturae, statim proficiscuntur.

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

4. P r o m e m o r ia

A rc h . S e g r. V a t., L X I V

per

34

l ’u n i o n e

f.

d e lle

C h ie s e

o rie n ta li.

126.

D esiderando che una u olta sia adem pito quello che N . S. predisse: « F ie t unum Ouile e t unus pastor », e t sapendo quanti m olti popoli sci­ sm atici di Jacob iti, Cophti, N estoriani, Arm eni e t Greci e t m olte altre se tte si perdono per non hauer chi li porga aiuto, H ora con la buona m ente di N . S. P apa Gregorio xiij0 che s ’inclina m olto in uoler fauorire q(ue)sta salutare im presa, com e ha fa tto e t fa con ta (n )ti altri ( s i c ) , ci è parso per seruitio di D io N . S. dar q u esti pochi ricordi a V. S. Ill.ma e t R .ma per li quali è da sperare, assequendoli, che se non in tu tto alm eno in parte, e se non così to sto certo è tra pochi anni, si uedrà l ’effetto con la conuersione de m olti popoli alla S ‘a Chiesa. Presupposto che quasi tu tte le Eresie che regnano n ell’Oriente e t fra tu tti quelli S cism atici non sono di cose sensuali, come quelli E retici di qua, m a sono più to sto errori n ell’in telletto , e t che sono m olto osseruanti n e ’ digiuni, astin en tie, m ortificationi e t orationi, e t m olto deuoti alla b eata Vergine e t San ti, e t sopporteno per amor di D io da In ­ fideli m oltissim i trauagli e t persecutioni da Turchi à quali sono sog­ g e tti, è da credere che ogni aiu to spirituale accom pagnato con buone sollecitu d in i di incam inarli con soau ità nella uerità cattolica sarà m olto u tile. P rincipalm ente non essendo in questi tem p i fra questi Popoli per­ sone litte r a te , che possano così arditam ente rispondere alle nostre obiettion i e t difendere i proprij errori, com e faceuano anticam ente i loro Eresiarchi e t successori loro. Ma quello che singolarm ente potria aiutar quelli Popoli e t (sic) questo che seguirà: P(rim )o, che S. S.u per m ezo di una persona fidata indirizzasse diuerse lettere quasi del m ed(esim )o tenore alli Patriarchi Orientali, inuitandoli, che essendo essi altre uolte sta ti obedienti alla S.ta Chiesa R om ana et hanno ricevu to i Concilij, e t m assim e il Concilio F iorentino, doue quasi tu tte quelle n ation i si unirono con d etta Chiesa, e t se pur di nuouo uolessero satisfarsi, m andassero qua alcuni dei suoi hom ini in tellig en ti per trattar pienam ente quelle cose che li im pediscono per uenire à questa unione, offerendoli per questo il V iatico per uenire e t per ritornare, e t che m entre saranno qui saranno ben guardati e t accarezzati. [f. I 26 v] 2°. Se loro accettassero questo partito fattoli da S. S.ta et restassero guadagnati in D(om i)no, allora doueriano essere essortati che per m antener n e’ loro paesi questa uerità cat(toli)ca menassero ò man­ dassero qua alcuni p u tti di buono ingegno, quali bene instrutti in lettere e t costum i, come si fà in tan ti Collegi], potessero poi essere m olto utili alle loro nationi, offerendosi S. S.tà che saranno bene in stru tti e t accarez­ za ti come figlioli proprij.

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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3°. Se q u esti su d etti P atriarchi non uolessero m andar huom ini per il fine su d etto , ouero m andati qua non restassero sod isfatti, e t conse­ guentem en te non consentissero che li loro figlioli fussero con d otti qua, accio che non im parassero quello che essi ta n to aborriscono, allora saria bene operare per m ezo delli Consoli o B aili ò M ercanti cristiani che sono ne paesi del Turco, che essi [ c o r r e t t o d a gli] esortassero priuatam ente alcuni giouani, ouero alcun padre che hauesse qualche figliolo a tto à lettere, che uenisse qua, ouero essi m edesim i M ercanti destram ente m enassero da quelli paesi alcuni p u tti so tto nóm e di seruitori, e t m an­ darli e t consegnarli al R .mo N u n tio di V enetia, qual’hauessi particolar ordine di farli condurre qua per il fine su d etto; e t questo ricordo ul­ tim o sarà m olto facile senza alcun tu m u lto ne de Turchi n e , m eno de Christiani del paese. 4°. Saria ancor m olto utile il far stam pare per quelli paesi diuersi libri in diuerse lingue, cioè in lettera Arabica, Caldea, Arm ena e t Abessina, quali libri si potriano dissem inare in quelli paesi per uia de M ercanti ouero per alcuni m andati di qua à posta; quali libri quelle n ation i accetterian o m olto uolontieri p(er) hauerne gran carestia, e t li libri che in ciascheduna lin gu a si douessero stam pare saria la Bibia, la unione de Greci, Arm eni, e t J acob iti fa tta nel Concilio Fiorentino, la E p istola di S. Beone Papa à S. F lauiano, qualche buona dottrina Christiana, qualche C atechism o particolare per loro, alcune cose più principali del concilio T ridentino, il C atechism o ad Parochos paucis m u tatis, Vn^direttorio per insegnare à confessori, Vna breue sum m a de [f. 127] decreti piu principali fa tti da tu tti li Concili] generali, alcune cose del Pontificale R om ano, e t qualche bel libro spirituale e t qualche caten a de D ottori sopra la sacra scrittura, ò alm eno sopra li Euangelij, e t altri libri che alla giornata si offrissero per questo m edesim o fine. 5°. Che se ben S .S .tà ta n to liberam ente ha già com inciato à fare qualche spesa intorno la stam p a Arabica, Caldea, e t Arm ena e t uuol che si segu iti a far stam pare diuerse opere, come ne ha dato buona in ten tio n e, sarà pur’ bene, accio che m ai m anchi in nissun tem po fu ­ turo chi possi attendere à fare e t stam pare sim ili libri per l ’aiuto de O rientali, che si applicasse una ferm a en trata di m ille ò piu scudi, da douersi spendere ogni anno in sim ili opere e t cosi restaria sempre questo aiu to spirituale per quelli Popoli; e t la am m inistratione di que­ sto dependesse da alcuni d ep u tati con la sopraintendenza di qualche IU.m o e t R .mo Cardinale. [f. 127’] [ t i t o l o d i t r a v e r s o , d e l l a s t e s s a m a n o d e l t e s t o ] Alcuni ricordi per l ’aiuto spirituale de X p ian i O rientali.

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11 patriarca sjro Ignazio Na'matallah a Roma

5. B r e v e d i G r e g o r io X I I I

al

p a tr ia r c a

I g n a z io

D âw ü dsâh .

A rc h . S e g r. V a t., S e c . B re v . 45 f. 2 8 1 .

Pro m inuta l(iter)ar(um ) in form a Breuis scribendarum (ven(erabi)li fr(at)ri a g g i u n t o ) D auid (Ign atio appellato c a n e . ) electo Patriar­ chae N ation is Iacobitarum (*). V en(erabi)lis fr(ater), salu tem e t ap(ostoli)cam benedict(io)nem . Cum superioribus m ensibus V en(erabi)lis fr(ater) N aam an (Ignatius appellatus c a n e . ) Patriarcha fr(ater)n itatis tuae antecessor, e t s(ecundu)m carne(m) germ anus frater in hanc alm am Urbem Rom am ad N os e t sanctor(um ) ap(osto)lor(um ) Petri e t Pauli lim ina peruenisset, e t se cum om ni h u m ilitate nobis e t huius S(anc)tae Sedis obedientiae atq(ue) iudicio m erito su b iecisset, N os aduentum eius pergratum habentes, ac ab eo sponte (accepta c a n e . ) p r a e s t i t a n o b i s congrua satisfactione de non­ nullis crim inationibus eidem obiectis, ipsum quidem hilari uultu (abalacri c a n e . ) b e n i g n o q u e anim o uidim us, ac pio dilectionis affectu com ­ p lex i e t paterna charitate prosequentes (benigne c a n e . ) , a m a n t e r susce­ pim us, e t eum tanq(uam ) (unum e x praecipuis sum m i ordinis c a n e . ) praecipuu(m ) A n tistitem (cum c a n e . ) omni c u m hum anitate t r a c t a r i iussim us (pertractari c a n e . ) , prout et(iam ) in posterum personae e t di­ gn ita tis eius (specialem curam , e t c a n e . ) r(ati)onem haberi eum dem q(ue) assiduis b e n i g n i t a t i s e t clem entiae n(ost)rae studijs confoueri curabi­ m u s. Illud quoq(ue) gratissim um nobis fu it ab eodem N aam an Patriar­ cha intelligere m agnam fr(ater)n itatis tuae deuotione(m ) ac debitam reuerentiam e t obedientiam erga N os, (velu ti c a n e . ) t a n q ( u a m ) D o m i n i e t Saluatoris n(ost)ri I e s u Christi in terris Vicarium ac B eatissim i Petri A p(osto)lor(um ) Principis successorem , e t Sancta(m ) hanc sedem , quodq(ue) eiusdem deuotionis, e t obedientiae o p t a t o s effectus quam prim um eadem f(raternitas) t(ua) (euidentes c a n e . , rè ipsa c a n e . ) praeclare osten ­ det. Quod nos ita fore sperantes, f(raternitatem ) tuam uehem enter hor­ tam ur e t adm onem us in D (om i)no, u t in his quae ad rectam e t Catho­ licam (de Christo c a n e . ) i p s i u s D o [ m i ) n i I e s u C h ( r i s t ) i fidem e t ad san­ ctam salutarem q(ue) doctrinam p ertinent cum Sa(nc)ta R om ana e t ap(ostoli)ca E ccl(es)ia, quae o(m n)ium Eccl(es)iar(um ) m ater e st atq(ue) m agistra, idem sen tien s e t [f. 281’] cum eadem te conform ans, quae (fr(ater)nitatis tuae c a n e ) t u o no(m )i(n)e nobis de singulari erga nos observantia e t obedientia ex p o sita su n t prom pto sinceroq(ue) animo ac bona fide re ipsa prestes, u t (m agnam c a n e . ) m a g n u m ab om nipotente D eo (gr(ati)am c a n e . ) s u a e g r ( a t i ) a e p r e m i u m (et m ercedem c a n e . ) con­ sequi e t B eatorum Petri e t P auli e t n(ost)ram benedictionem in dies u b e r i u s promereri ualeas (copiosam c a n e ) , quam e t nunc plenissim am (vobis tenore p(raese)ntium m ittim u s, e t c a n e . ; n el margine: vel prae( 4) I , e a g g i u n t e i n

c o rs iv o s o n o d i m a n o

d e l s e g re ta rio

a i b re v i C e sa re

rie ri.

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G lo -

Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma sen ti ad

51

u o s c a n e . ) m i t t i m u s p e r p r ( a e s e n ) t e s (n e l m a r g in e , i * m a n o ) a D ( o m i) n o ( d e p r e c a m u r c a n e . ) n ( o s t ) r o I e s u C h r ( i s t ) o v o b i s

p a re m q (u e )

d ep reca m u r.

Ι5Ί9,

a.

D a tu m

R om ae

apud

s a n c tu m

P e tr u m

e tc .

D ie

X V ,

A p r ilis

7°.

D u p ( l i c a ) t u m C a r ( d in a ) lis S ( a n c t ) a e V (e s tra m ) m a n d a sse e x p e d ir i.

S e u e rin a e

d ic it S (a n c tita ) te m

C a e ( s a r ) G lo r ie r ( iu s )

6.

Secondo m em oriale d i Ign azio N a'm atallah al cardinal Santoro. A rc h . S e g r. V a t.,

I/X IV

34

f.

130.

I l l . mo e t R . mo M o n s .re I g n a z i o P a t r i a r c a A n t io c h e n o d e u o t is s im o s e r u it o r e d i V . S . . I l l . m* e t R . m“ h u m ilm e n t e l i f a in t e n d e r e c o m e e s s e n d o e g li s t a t o V i n t i d o i a n n i s o n o i n d e g n a m e n t e e l e t t o P a t r i a r c a d i A n t i o c h i a d a l l i V e s c o u i e t A r c h iu e e s c o u i C a ld e i d e lla n a t io n e g i a c o b i t a , a d u n a s u a l ( e t t e ) r a m a n d a t a a lla s e d e A p o s t o l i c a n e l t e m p o d i P io q u a r t o f e : m e : n e l l a q u a le d a n d o la d e b i t a o b e d i e n t i a s u p p l i c a u a l a c o n f ir m a t io n e A p o s t o l i c a e t a lc u n a c h ie s a e lo c o p e r l a s u a n a t io n e in R o m a , f u r e s p o s t o p e r u n b r e u e (') c h e « n e ­ m in i c i t ò m a n u s im p o n i t u r », e c h e p r i m a m a n d a s s e l a p r o f e s s io n e d e la f e d e e p e r s o n a l e g i t i m a , c h e o g n i c o s a l i s a r à c o n c e s s a , e s o r t a n d o lo d i c o n f ir m a r l a k n io n e f a t t a n e l c o n c ilio fio r e n t in o in t e m p o d i E u g e n i o q u a r t o c o n s u d n a t io n e , e c h e n o n p o t e a f a r m e g lio r o p e r a d i q u e s t a n e p i ù n e c e s s a r i a p e r l a s u a n a t i o n e , s i c o m e a p p a r e n e lla p ( r e s e ) n t e c o p ia d i e s s o b r e u e , q u a le l i f u m a n d a t o c o n i l V e s c o u o B a t t i s t a I n d i a n o (2), i l q u a le a m a la n d o s e in C ip r o , d o u e d i q u e lla i n f i r m i t é d o p p o m o r s e , n o n a n d ò a d e s s o P a t r i a r c a , s i c o m e h a u e a c o m m is s io n e , m à g li m a n d ò d e t t o b r e u e s o la m e n t e p e r q u e lli d e l P a t r i a r c a c h e h a u e a n o p o r t a t o le s u e p r im e l i t t e r e in R o m a ; e t i n t e s o q u a n t o se l i r e s p o n d e a , fe c e d e t t a p r o f e s s io n e d i f e d e c o n f o r m e a l l a f o r m a m a n d a t a l i e s c r is s e à c o m p li­ m e n t o q u a n t o e r a b is o g n o , e m a n d ò c o n d e t t e l( e t t e ) r e n e l l ’ a n n o 1 5 6 5 i l P r i o r e d e l M o n a s t e r io d i s . ‘ ° G ia c o b o f r a G io a n n e f ig lio d e l s a c e r d o t e D e n h a , h o m o l i t t e r a t o e d e i m p o r t a n z a p r e s s o l a s u a n a t i o n e ; i l q u a le e s s e n d o g i o n t o in A l e s s a n d r i a , s t a n d o n e l N i l o f u d i s g r a z i a t a m e n t e in g i o t i t o d a l c o c o d r ilo . E t n e l a n n o 1 5 6 7 s im ilm e n t e h a u e n d o m a n d a t o c o n d e t t e l( e t t e ) r e u n a lt r o P r io r e d e l M o n a s t e r io d e lla m a d o n n a , d e t t o a n c h e f r a I o ( a n n e ) f ig lio d i M a r t a , g io n t o in C o s t a n t in o p o li m o r s e d i p e s t e c o n s u o c o m p a g n o . V e n n e d o p p o e s s o P a t r i a r c a in C o s t a n t in o p o li p e r f a r ’ i m b a r c a r u n a lt r o s u o , o u e r o i m b a r c a r s e in p e r s o n a p e r u e n i r ’ in R o m a ; r i t r o u ò i n c o m e n z a t a l a g u e r r a d i C y p r o , e n o n l i f u p o s s ib ile r it r o u a r p a s s a g g io se c u ro n e p e r lu i n e p e r a lt r i. N e l’ a n n o 1 5 7 1 , h a u e n d o m a n d a t o e s s o P a t r i a r c a il P r e t e I s h a c C a ld e o c o n d e t t a s p e d it io n e , fù (*) È

il s e c o n d o d i q u e l li i n v i a t i d a P io I V

(*) S u l q u a l e v .

Ricerche,

a N a 'm a t a l l a h

(2.8 f e b b r a i o

1 5 6 5 ).

p . 1 9 4 -1 9 5 .

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11 patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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scoperto in T ripuli di Soria, e li furono dal Turco to lto le littere, e t d etto prete fu [m arjtirizato, acciocché confessasse di chi fussero le l(ette)re; e finalm ente fu strassin ato a coda [di] cauallo, e non confessò che le l(ette)re erano del d etto Patriarca. N on dim eno per la sospiti[one] che hanno hauuto, essendo doppo d etto Patriarca accusato al turcho che egli trattau a con la sede A postolica e con li franchi la unione e lega, fu più uolte sacch eggiata la sua robba e t M onasterio, calum niato e t perseguitato à m orte, e t com posto e t accom odato più uolte con migliara de scudi, si com e di tu tto questo dignandose V. S. 111.“ * si potrà [f. I3 0 v] informare da hom ini che lo san(n)o, e sono in R om a, e t etiam li elem oli ( s i c ) del d etto Patriarca non lo negano, per le cui sinistre inform ationi non fù forse creduto quanto egli al principio diceua. V ltim am ente per ta l’effe tto , e t per eseguir quanto in esso breue si contiene, doppo de hauer conuenuto con la su a n ation e, e lassato il fr(at)ello in loco suo Patriarca con consenso delli propij V escoui e t A rchiuescoui, con grandissim a spesa e t periculo suo quattro anni sono se ne parti da quelle parti con alcuni suoi libri e quanto per ta l n egotio hauea bisogno, e t gionto in Rom a, doppo de hauer fa tto la d eb ita obed ientia e professione, disse: Io sono il Patriarca Ign a tio A ntiocheno che per le l(ette)re alla sede A postolica e per confirmare e t eseguir la unione della m ia natione con la s.‘* R om ana Chiesa uengo in Rom a, h i fu risposto che non se haueua noua di lui, e dicendo esso che appresso la sede A postolica seranno li originali delli breui m andati e le sue risposte, li fù d etto che ne anche ui è n otitia di queste l(ette)re. E doppo un pezzo fu ritrouata la l(ette)ra di esso P a­ triarca, e t adesso u ltim am en te furono ritrouati essi breui, per li quali ha m andato pure che si li m andassero da quelle parti: e per tal causa, per esserli sta to resposto di nouo che era necessaria la professione di fede del suo fratello, per la quale già scrisse e spera presto di hauerla e far di can to suo quanto sarà bisogno, non hà possuto fin adesso im petrar per sua natione ne loco ne Chiesa, si com e tieneno l’altre nationi, ne ancho im petrar la confirm atione A p (osto)lica per il suo Patriarcato. Ricorre per ciò al solito fauor di V. S. 111.“* e t R .“* com e P(at)rone e Protettor suo principalissim o, supplicandola di accettar la sua p rotettione e si degni prouederlo di oportun rem edio, acciò possa im petrar per la sua n ation e loco e Chiesa perpetua, e la confirm atione A p(osto)lica per il suo Patriarcato ad futuram rei m em oriam . E per la persona del P a­ triarca, u d e n d o egli uiuere in R om a per esequir con effetto e t con uerità d etta unione con la sua n ation e, per il che principalm ente dice esser uen u to in R om a, si degni fauorirlo, acciò habbia qualche cosa ferm a da uiuere per poter resistere alla spesa secondo il suo grado, che di questa m aniera non può uiuere, hauendo già consum ato quanto portò seco da quelle parti, ne li soi hanno m aniera di m andarli aiuto, essendo si lon­ ta n i e sogg etti al nem ico. E restarà pregando [f. 131] continuam ente il sig(no)re per il felicissim o sta to e longa u ita di V. S. Ill.“ a e R .“ * quale prosperi e t conserui. [In d irizzo

f. 131’] Α 1ΓΙ 11.“ ° e t R .“ ° Mons.™........per Ignatio Patriarca

A ntiocheno.

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il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

53

7. G reg o rio

m etro p o lita

di

G e ru sa lem m e

a

G reg o rio

X III.

Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Sezione Magliabechiana, Ms. Magi. Classe CXXXVII cod. 131 f. 34. In nom ine D om ini, qui excelsam e t prosperam fa cit P aternitatem tuam , D (om i)ne n(oste)r in om nibus b eatissim e, Papa, m agnificentiam R om ae m axim ae extollen s: e x to lla t D om inus ad altissim os cçlos E x ­ cellentiae tu ae thronum , e t m ihi m isero fam ulo e t seruo tu o Gregorio inscrutabili D ei iudicio M etropolitano H yerusalem expedire faciat. Arnen. A p ostolicis refertus gratijs, gratos faciens ad sua(m ) um bram re­ currentes; P ater optim us, beatorum pater patrum ; m axim us principum princeps; P astor ueror(um) Pastorum ; Gubernator sapiens, qui E cclesiaq catholicae p erd u xit nauem ad qu ietis e t securitatis portum ; Sol splendidissim u s e t spiritualis, e x cuius radijs sanctissim is om nia quae sub celo su n t illum inantur; D iu es e t e x d iu itijs cçlestibus in ipsom et in om nibus sanctissim o reconditis egen os e t an xios spiritu d iu ites faciens; Arbor u itae, cuius radices su n t à P atre, (et c a n e . ) rami a filio e t fructus a spiritu sancto; Scaturigo aquae u itae, e x qua bibunt oues christi ra­ tion ales eiusque scien tijs saturantur; [f. 34’] F undam entum A postolorum , e t cap u t P etronicum sapiens e t P au licu s aedificator; vas m unditiae, san cta sanctor(um ), In d u lgen tiae H a b ita tio uera T rinitati sanctissim ae; M isericors tanq(quam ) P ater lum inum , P ius tanq(uam ) Filius, Prçsbyteror(um ) D om inus e t P ropitius tanq(uam ) spiritus s(anc)tus ; D iuinita tis m ysterium , B eatissim us donorum beatorum donator, m agnus D o­ m inus om nium quae su n t sub cçlo, M agnificans R om am Vrbiu(m ) D o­ m inam ac R egum e t quatuor m undi partium R eginam : Incolum is seruetur diuinis A p ostolicis gratijs e t sit fçlix cçlestium intelligentiarum ope ac B eatorum patrum precibus Arnen. P o st haec m inim us seruorum tuorum , Gregorius fam ulus sedis san­ ctae A postolicae Iacobi fr(atr)is D om in i, residens in m atre Vrbium Ciuita te D (om i)ni H ierusalem e t ciu ita tu m ei subditarum procul ueluti pro­ pe, deosculatur pedes tu o s san ctos, ac puluere quem conterunt plantae m undae faciem suam depuluerat, illum q(ue) super pupillam im p on it, u t ab ea disced an t e t abijciantur obliq u ation u m squam ae [f. 35] e t conse­ quatur, p rout consecutus e st Saulus, gratiam a Sancto A nania recipiendo, e t m ulto m agis. T um uero scire fa c it seruus tanq(uam ) m inim us D om inum suum : Vbi in tellig en tia e nost(rae) apparuit e t uisus e st P ijssim i P atris Mise­ ricordiae nuncius, p rout e st m isericordia eiu s qui eum Vicarium consti­ tu it, quod respectio eius s it super nos e t super om nes gentes Christianas, O bedientiae e t Am oris ignem in nostris in telligen tijs, m agis q(uam) sen titu r ac cernitur flagrasse, nosque prçsto esse to tis viribus om nia per­ ficere quae placen t D om in an ti anim ar(um ) nostrar(um ) salu ti e t quae a m iseria nostra p etuntur, v t uera fiat spiritus san cti hab itatio, spiritusq(ue) nostros, sicuri terram aridam cçlestis roris cupidam , arescere, et

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

sitire porrectionem b enedictionis sa n ctitatis tuae a D iuinate exten sam , nosq(ue) m isericordiam tuam sperare, sicu t ceruum aquarum fontem desiderantem (*). Qua de re om nia alia nobis necessaria relinquim us, e t nostrum ipsorum m et o b liti sum us nostrosque conatus e t opera direxi­ m us in prouisionis conuentionem cum N ation is nostrae m aioribus, v t sine schism ate fiat Verbum fçderis U num . [f. 35T] D ecreui Ideo ego ipse, tanquam fam ulus fam ulor(um ) m i­ sericordis D om ini, ad Prçsentiam s(anc)ti Patris benem eriti Patriar­ chae C ivitatis m agnae A lexandriae proficisci, sperans Verbum eius Vnum fieri nobiscum m anum q(ue) suam in obedientia nobis praecedere; e t perficiat D (om i)nus, v t suum ouile unum fiat e t Pastor eius unus, sicu ti vnus e s t Christus eiusq(ue) E cclesia vna. Quapropter nos coegit necessitas has miseras literas m ittere, sperantes a mari misericordiar(um) san ctiss(i)m i P atris nobis perfectionem concedi per eius ex a u d itas ora­ tion es, nec auertat a nobis suae m isericordiae oculos, nec turbetur san­ cta volu n tas de nobis e x causa retardationis seruitutis nostrae. Sum us enim sub tyran(n)orum m anu nosq(ue) d etin en t anni amari, quo factum e st anim as nostras e x p erp etu itate an xietatu m e t tribulationum super nos defluxarum m ortem exp etere. Speram us tam en D om inum nobis eas dim inuere, exa u d itis precibus tu is e t orationibus D ei genitricis e t sanctorum P etri, e t Pauli om nium (que) sanctorum Arnen. P ater nOster. Scriptum in C iuitate san cta H yerusalem Die 24. A ugus(ti) [f. 36] Anno ab Alexandro Magno 1890, Id est ab anno D (om i)ni n(ost)ri Iesu Christi 1579.

8. Il

p a tr ia r c a

a)

I g n a z io

D aw ü dsâh

a

G r e g o r io

X III.

V ersione latin a ufficiale.

A rc h . S e g r. V a t., F o n d o B o rg h e s e s e r.

11.

8 f. 56.

Eiterae (*) (3) D auid Ign atij Patriarchae N ation is Iacobitarum Arabicè scriptae ad S(anctissi)m u(m ) D (om inum ) N (ostrum ) (4) Gregorium Papam x iij (5). In quibus) habentur M axim a elogia e t laudes de sanctitate sua e t b enedictiones seu precationes in eum e t (6) responsio ad literas S(anctitati)s suae super obedientia e t Vnione cum sede Apostolica, e t comen-

( ‘) C f. P s . 4 2 , 2 ( V u lg .) . (2) I l t i t o l o s o l t a n t o ( n o n i l t e s t o ) d i q u e s t a l e t t e r a s i t r o v a b a t . 6 1 9 7 f. 109, c o n a lc u n e v a r ia n ti c h e si n o ta n o q u i s o tto . ( 3) + o r i g i n a l e s . Π -j- d o m i n u m . ( 5) + c u m e a r u m u e r s i o n e i n l a t i n a m l i n g u a m . ì 6) a c .

a n c h e n e l V a t.

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d atio N eem et (*) eius fr(atr)is e t prçdecessoris Rom ae m orantis, e t alia. E t in earum calce m andatum ad petendu(m ) confirm atione(m) electio ­ nis e t Palliu(m ) de corpore B eati Petri sum ptu (m) (2). [f. 56’] Colendiss(im )o Patri Uniuersi Orbis Papae D (om i)no Gre­ gorio xiij. Ignatius Sedis A ntiochenae Fam ulus. P ater Principim i e t Princeps errantium sanctorum q(ue) electorum caput; P ater pastoru(m ) e t gubernatorum , dom inorum spiritualiu(m ) e t tem poralium Praefectus; D (om i)nus optim us m axim us Ill(ustrissi)m us lucidissim us e t splendidiss(im u)s; P lenilunium perfectum e t optimu(m ); sum (m )a d ign itatis e t am plitudinis uia acquisitionis e t diuitiaru(m) uniuersalis; P etra u eritatis e t rectitudinis, Porta cataracta [f. 57] in controuersias e t hçreses; P upilla gloriae e t ex a ltation is, aggregatio p uritatis e t splendoris; F odina bonorum operum, e t m eritorum , specu­ lum fortitu d in is plurim ae e t infinitae; Mare benedictionu(m ) uberrim a­ rum, P rofunditas gratiarum gloriosarum ; Im ber D ei desideratus super suas creaturas, Christi successor super pastores suos suum q(ue) ouile; Vicarius D om ini in sua hereditate e t parte, R euelator super populos suosq(ue) proprios, Custos Regni e t sacerdotij e t P on tifex in hoc m undo, coelorum R egno; Praepositus super m ysteria altissim a, speculator super canones e t leges, D om inus cor- [f. 57’] porum e t personarum , D om ina­ tor anim arum e t spirituu(m ) con tin en s gubernaculum e t clauem ; Se­ m inator beneuole(n)tiae e t pacis, P o n tifex Pontificum optim e m erito­ rum, A p ex om niu(m ) doctorum e t m agistrorum , lucerna ge(n)tiu(m ) e t nationum , firm am entum statu u m e t rerum, D iadem a populorum re­ dem ptorum , Iter gentium sequacium , Corona splendens super frontem literis bonisq(ue) operibus praeditorum , lum en oriens in sacerdotio Chri­ stian o e t candelabrum gentium orthodoxarum , ex u lta tio nationum Chr(ist)ianar(um ), Caput to tiu s corporis Ch(rist)iani e t sustentaculu(m ) praeceptor(um ) [f. 58] A postolicorum , colum na Catholicae E cclesiae et Polus ecclesiae A p(osto)licae, F id elis depositarius m irabilium m ysterio­ rum, m agnus intercessor in ter Christum suam q(ue) sponsam . Vigilans in cap ite gregis sui suçq(ue) E cclesiae, qui dom inatur suae Congrega­ tion i e t gen ti, u t eis b onitate(m ) e t m isericordiam suam d istrib u at existen s in gradu(m ) suum pasce(n)di ouile, u t eis libertatem concedat lar­ g itio n e m ) e t gratiaru(m ) suaru(m ); fidelissim us super em ptione pretiosi sanguinis, cui com (m )issa e(s)t indulgentiaru(m ) delictorum q(ue) fide­ lium dispensatio; electu s ad conseruandam m argaritam pretiosa(m ) cui facta e st prom issio [f. 58’] h ered itatis A postolicae e t proprietatis electae non elem entaris, ut sed eat iudicaturus Tribum Israel in quo excellentiae sum m iq(ue) P ontificatus uexillum alligatum est, cum beneplacito pa­ tris e t u olu n tate filij e t election e spiritus sa(n )cti, super quo facta est u ox paterna ipsum esse ut gem m am pretiosam , e t ei con tin u ata est (*) N a a m a t i P a t r i a r c h a e . (*} + r e c o g n i t a e p e r t e s t e s .

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

u ox ipsum esse angulum , e t petram « super te aedificabo Ecclesia(m ) m ea(m ) (*) e t super te exaltab itu r spo(n)sa m ea, Pasce oues m eas (*) et haedos e t agnos e t dirige obliquitates e t am puta m alignitatem e t corrup­ tionem». Propter enim perfectionem sa n ctita tis Patris foeliciss(im )i [f. 59] e t sanctim oniae, e t m agnificentiam in stinctus suique ingenij e t suç uiae rectitudinem e t propter seriei (?) suae innocentiam ac pluritatem scien­ tia e suae e t contin en tiae, e t plurim am in eo ingenuitatem e t probitatem , ac sui gubernij ( s i c ) e t regim inis in tegritatem , e t aequitatem sui praecepti e t prohibitionis, e t abundantiam suae iu stitiae e t eleem osinae, e t stab i­ lita tem suae hum ilitatis e t ualoris, e t copiam suae cogitationis, e t prop­ ter dilucidationem sui in tellectu s e t m em oriae, et propter perfectionem sui spiritus e t anim ae, e t praestantiam suae intelligentiae e t personae co n stitu it eu(m ) D (om i)nus [f. 59’] Pleniluniu(m ) sui te(m )poris e t diei e t cap u t gentium e t signum suae tem p estatis e t decus sui generis.Ideo adm irationem coep it de eo altissim orum in telligen tia, e t in eum properauit inferorum cogitatio, e t perterriti su n t A ngeli et hom ines splen­ dore eius speciei e t figurae e t certantes inter eos referebant eum ad se, ipsu(m ) u olentes naturae suae principem facere. Praeualuerunt autem superiores e x relatione eius operum e t proprietatum , inferiores uerò asseruerunt esse eiusdem corporis e t faciei. Tunc certus certus ( s i c ) , fac­ tu s e st super eum uerus sermo, ipsum esse A ngelum corporeum [f. 60] e t hom inem spiritualem , e t uere superabundauit sp(iri)tus sanctus super eum feruens, tanquam exub eran tia unguenti sanctissim i super Jesse filium (8), e t si illum uetus scriptura cor D ei uocauit (4), hic autem fac­ tu s e s t T rinitati sem piternae sedes iu x ta con stitu tion em euangelica(m ), cum dictum sit: « qui praecepta m ea cognouerit, e t ea seruauerit, ego e t p ater ueniem us ad eum , e t apud eum m ansionem faciem us » (5). N ec dubium e st quin praecesserit san ctitas eius antequam nascebatur, ueluti Ioan (n )es e x uisceribus A ngelus ille m issus tanq(uam ) uexante uerbum e t b eneplacitum ante m isericordiam . Ipse [f. 6ov] enim est A econom us Christi D (om i)ni e t Euangelij exp lan ator tanquan ( s i c ) Paulus A postolus qui lin gu a sua, suo calam o, actionibus e t uerbis gentes euangelizauit, hic uero san ctu s coaequalis e st M oysi Prophetae m agno, qui factus e st caput populi D om ini. V icit enim im pios e t tu to s fecit fideles, sanctus uerò ipse factu s e st caput super populos Christi D om ini, e t sem inauit inter eos concordiam e t am orem . E st enim B eatiss(im u)s e x filiatione D ei R egis cuncta scien tis. E st enim sem inans e t generans beneuolein)tiam e t pacem , nec minor e st eius hum ilitas h u m ilitate sancta filij Abraam benem eritom (m ) Prin- [f. 61] cipis. Illu x it ideo ex u lta tio in stiis genis et firm ata e st iu b ilâtio in suis uirtutibus e t sensibus e t illum inata e st D o­ m ini sui ubertate anim a sua e t spiritus, factus e st m agnificator Ecclesiae

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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D ei cu(m ) pace e t tran q u illitate, sicu ti M oyses in aedificatione sanctuarij, e t creatus ad ordinandos episcopor(um ) e t Archiepiscopor(um ) princi­ pes, sicu ti ordinatio ipsius fu it ad sacerdotes e t E euitas, eum q(ue) superauit R egum , e t Im peratoru(m ) un ction e, u< lu ti Sam uel n otu s inter sanctos, e t electu s est tanq(uam ) Aaron in eius figura e t ueritate, qui ab stu lit plagam in te(m )pore, sed hic e st profluuiu(m ) m isericordiae in om ni [f. 6 i T] tem pore e t bora, n ec dubium e st, quin eius p otestas sit sem piterna perpetua sicu ti sacerdotiu(m ) sacerdotis M elchisedecb, quia eius electio facta e s t e x altissim is n u tu occulto, e t ei a D eo perfecta d ata e st gratia, e t con stitu tu s e st super thronum Petri A postolicu(m ), Christus super terram e t A p(osto)licus cum ueritate e t singularitate, estq(ue) tanq(uam ) sol in ter sidera u t praesit diei, e t tanquam luna per­ fecta in m agnificentia e t p oten tia, e t ei data e st solutio e t ligatio, cap­ tura e t relaxatio in caelis e t super terram . Eiq(ue) tradita e st uirga fer­ rea, ad conterendum rebelles e t ad tribuen- [f. 62] dum firm am entum uolentibu s, e t datum e s t ei baculum excellen tia e e x Syon, e t descendit super eum D iadem a A postoloru(m ), e t à D om ino speculator e x ìstit, sicu t Propheta filius B uzi ad delendas pçnas sui populi sibi obedientis, e t uerè factu s e s t custos corporis E cclesiastici e t prouisor Iuris ciuilis e t gentium . E st autem uere bracchium sp(irit)us sancti Paracliti e t im ­ m ediate Thesaurarius eiu s m axim us, estq(ue) haeres partis A p(osto)licae, e t proprius in gradu A p(osto)lico, specula ordinu(m ) ckricalium e t im periu(m ) gentium orthodoxaru(m ), caelesti ornatus felicitate e t beatiss(im u)s dom inatione do- [f. Ó2T] m inante, speculum to tiu s gloriae h u m an itatis e t aggregatio specierum gloriae creationis, sal optim us e t m ercator lucrosus, m edicus sanans e t lum en gloriosu(m ) ; Illustris praesentia patris n(ost)ri e t D om ini nostri e t dom inatoris nostri, fir­ m am entum nostrum ; P ater Patriarcharum , D u x Episcoporum , Prin­ ceps Archiep(iscop)orum e t A rchipresbyterorum , Corona R egni e t Im perij, D om inus D om inorum e t dom inantium , D (om i)nus Throni uenerabilis altissim i rutilo rutilans lum ine, ex a lta tu s nom inibus e t epith etis, D om inus corporum e t ceruicu(m ), san ctita s Patris Patrum Sanct(issi)m i D om ini [f. 63] Gregorij xiij. E st enim Papa U niuersi orbis suarum q(ue) partium , Papa uniuersae C hristianitatis, Papa to tiu s sacerdotij, P apa R egum e t Im peratoru(m ), Papa Rom anor(um ) Cardinaliu(m) m a­ x im o r u m ), Papa om nium Patriarcharu(m ) e t Archiepiscoporu(m ) sicu ti Petrus super Congregationem A postolorum , P apa E ccl(es)iae Ca­ tholicae, P apa non solum gloriosae D ei C iuitatis Rom ae om nium que M etropolium e t Prouinciarum , uerum P apa om nium qui sub cçlo sunt populoru(m ) orthodoxor(um ) ac gentium chr(isti)anar(um ), Orientalium e t O ccidentalium , propinquaru(m ) e t rem otar(um ), m aritim ar(um ) et terrestriu(m ), m o(n)tiu(m ) ff. 63”] e t planitiarum . F aciat D eus A ltissim us nobis e t super nos diuturnos dies fçlicita tis eius e t augeat gloriam eiusq(ue) exaltation em e t co n tin u et uotorum eius successus e t receptio­ nes, e t am plificet p o testa tis eius grem ium , e t e x to lla t gloriae eius et honoris uexillufm ), e t e x a lte t eius Pontificatu(m ) in regionibus longin­ quis e t M etropolibus eiusq(ue) sa n ctita tis tem pora supra seculorum lapsum cum propria dieru(m) longitudine e t gloriosa faelicitate e t pro-

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II patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

sp eritate optim a perseuerare faciat, eique u endicet inim icor(um ) uictoriam , rebelliu(m ) depressione(m ) e t aduersarioru(m) conculcationem , [f. 64] e t cu stod iat Christus D om inus in parte A postolica, e t ordinatione euangelica, e t exu ltare fa cia t in sanctorum hereditate e t in beatorum et patrum beuem eritorum m ansione, eum q(ue) audire faciat uocem dul­ cem uocantem e t dicentem : «eu ge bone e t fidelis, e t m ercator lucrose: fidelis fu isti supra pauca, eris fidelis super e x a lta ta e t incom prehensi­ bilia: intra in gaudium D om ini tu i » (‘), u t te ascribat e t m agnificet tuisq(ue) benedictionibus populi orthodoxi ditesca(n)t e t tu is orationibus m an ifesti b ap tism atis fili] in hoc mundo e t in cçlesti Regno adiuuentur. [f. 64’] O D eus, uerè elegisti eum proprie ad V icariatum tuum e x ­ a lta ta m ): Auge augm entum ex a lta tion is eius e t duplica annos eius uitae e t m eritoru(m ) eiu s e t e x a lta Thronum e t solium eius, e t fac eum diuitem iuuam ine e t uotorum paternorum com potem , e t extolle cathedram eiu s ad lucidorum (m ) coeloru(m ) coelum , e t ben(e) tib i co(m )place per orationes eius in seruis tu is filijs suis uiuis et defunctis. D eus, sicut eum replesti e t perfecisti om ni gratia e t decore e t m undi honore, orna eum in tu o coelo sa n ctita tis indum ento e t sem piterna exaltation e. O D om ine Jesu Christe, sicu t eum elegisti [f. 65] Polum tuae E cclesiae e t Columna(m) Degi tuae e t D ucem populo e t gregi tuo et indicatorem e t dem onstra­ torem sem itae beneplaciti tu i e t obedientiç tuae, Miserere seruis tuis cum augm ento dieru(m) fo elicita tis eius, e t infunde super nos inunda­ tion es mise ricord iç e t gratiae tuae per exau d itas eius orationes, nec no­ bis interdicas im bres p ieta tis e t benedictionis eius. D om ine, miserere nobis cum d iuturnitate b eatitu d in is eius, e t custodi nos sub alis oratio­ n is eius, e t beatu(m ) facias tran q uillitate e t tu a cooperatione ac tu o iuuam ine e t auxilio e t tu a salute e t bonita- [f. 65’] te e t sem ina in eo materia(m ) clem entiae e t b en ign itatis super om nibus populis Christianis et perpetua eum ad co(n)firm anda(m ) om nem ordinationem ecclesiasti­ cam cu(m) R egibus e t prim atibus e t m aioiib u s e t Im peratoribus e t D o ­ m inis Cardinalibus m axim is, Patriarchis e t A rchiepiscopis e t sacerdo­ tib u s e t cum om nibus gradibus clericalibus, e t om nibus seruis tuis populis Christianis credentibus in (lu)men sanctissim ae T rinitatis et b a p tiza tis signat(io)ne optim a s(anctissi)m a. D eus, fac eum perennem ad delenda n(ost)ra delicta e t ad rem ittenda peccata nostra, e t fac nos [f. 66] dignos u t ab ore eius sancto audiam us: « E go uos benedico, et interiore pectore am plector, ò filij dispersi »; et concede nobis fruitio­ nem in d iuturnitate uitae eius per intercessione(m ) tuae genitricis D (om i)nae purae e t gem m ae gloriosae beatae Mariae gratia plenae e t san cto­ rum A postoloru(m ) Petri e t Pauli e t om niu(m ) A p(osto)lor(um ), Martirum e t sanctoru(m ) Arnen. Ign atiu s pauper miser e t abiectus, augm ento gratiaru(m ) uberri­ m a r u m ) e t iudicioru(m ) occultoru(m ) prouidentia Patriarcha e t fam u­ lu s sedis Petri A postolicae m inoris in A ntiochia Siriae e t eam sequen­ tiu m , deosculor terrae superficie(m ) cu(m) sp(iritu) [f. 66Y] sim plici e t p lacito, e t am plector pedes m undos e t suppono collu(m ) sub plan- (*) (*) C f. M t 2 5 , 2 1 .

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tas uenerabiles gloriosas e t deosculor etiam m anus puras e t sanctas, et praesto cum adoratione obed ien tias salutares; deinde incipio deprecari salute(m ) ueram e t plurimam cum datione uenerationum supernaru(m ) e t cum reiteratione deprecationu(m ) salu tis e t uitae prout canon dilec­ tion is ch(rist)ianae ex longinquis sicu t e x propinquis, e t e x orientalibus ad occidentales partes ante solum purum dom inicu(m ) e t Thronu(m ) Illustre ex a lta tu m , e t directe ante cathedram P etri m axim a(m ) e t uersus p(raese)ntiam patris pretiosi [f. 67] e t dom ini e x a lta ti Papae Patru(m ), diuturnos fa cia t D eus dies eiu s Im perij eum que sospite(m ) e t incolumen nobis perp(et)uo seruet. Arnen. T unc accedam ad locu(m ) sanctum gloriosum e t exaltatu (m ) e t expona(m ) quae h abet seruus m inim us e t hum ilis eorum quae non la te n t sp(irit)us s(anct)i habitaculu(m ) e x testim onijs e t dem onstrationibus e t sylogism is e t exem plis e t argum entis ardoris, sc(i)l(icet) n(ost)rae exaction is in amore S(anctissi)m i D (om i]ni M ax(imi) e t plurim a(m ) exaltation em n(ostr)am e x obedientia in sedem Petri A p ostolica(m), quae e s t in suo gradu u t sol inter sydera e t sicu t sedis R egalis in ter sedes M agistratuu(m ) e t sicu t taber -[f. 67’] naculum sem piterni relatione ad Cçlos e t sicu t Paradisus peren(n)nitatis optatus à uiuis e t à m ortuis quae uere com paratur N aui, qua(m) adm iratus est E zechiel Propheta (‘) e t sim ilis Throno de quo testa tu s est D aniel elec­ tu s (*), e t e st superior m onti Synai, in quo desce(n)dit gloria e t m agni­ ficentia, e t e(st) coaequalis m onti Thabox in q(u)o uisa e st gloria radio­ lu m ) sple(n)doris e t decoris, e t e st san cta sanctor(um ) in altissim is e t E ccl(es)ia prim ogenitorum e t benem eritoru(m ). N am super eam descen­ d it D om inus Chr(ist)us h ab ita tio suoru(m ) dilectorum e t eoru(m ) in quibus sibi com placet e t principem fecit super om nes [f. 68] partes terrç iudiciu(m ) e t praeceptu(m ) e t prohibitionem eius, eiq(ue) trib u it m y s­ terium R egni e t sacerdotij, e t fecit eu(m ) hab itaculum sa n ctita tis e t filiationis, dicente D auid P ropheta m an ifesté in suis dictis e t lo cu tio ­ nibus e t psalm is « locu s que(m) eleg it D om inus in h abitatione (m) sibi h ab itab it cum eo in saecula » (s). Quo m odo silean t corda fideliu(ro) in referenda ueneratione eius ? e t quo m odo corda frigesca(n)t e x adm ira­ tione m agnificentiae eius ? e t si sensus exterior fuerit priuatus uisione ex u lta tio n is decoris eius, sensus tam en interior no(n) cessat exultare im ­ m ensitate ex a lta t(io )n is e t decoris eius, e t haec e (st) ueritas e t [f. 68’] p actupi eius e t merces e t prem iu(m ). N on enim possunt elem e(n)ta opaca e t crassa non exultare radijs corporum lucidorum e t subtilium , nec p o ­ te st terra inferior non laetari dilucidatione caeli altissim a e t exu lta tio Plenilunij à radijs solis co(n)fert huius confirm ationem D (om i)nis com ­ prehensionum (4) e t ex tin ctu u m (5). N am quom odo obliuiscantur pe-

(*) C f . E z i . I l t r a d u t t o r e n o n h a c a p i t o i l s e n s o d i « n a v e » c « c a r i o ». ( 2) C f . D a n 7 , Q . ( 8; C f . P s 1 3 1 , 1 3 . ( 4) P r o b a b i l m e n t e f a l s a t r a d u z i o n e p r o v v i s t i d ’i n t e l l i g e n z a ». ( 5) I n v e c e d i « i n s t i n c t u u m » ?

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des uenerationem uisus e t cap itis ? e t quom odo inficiantur corpora gra­ tiam spirituum e t sensuum ? E st ergo S an ctitas S(anctissi)m i m anifesta gloria e t sanctim onia, R egina huius cathedrae gloriosae sicu t p otestas in tellectu s in cerebro e t ratio in anim a. Quisq(ue) igitur e x m em bris [f. 68 A] corporis ecclesiastici e t Christiani quantum p o (tes)t e t u alet cu(m) eius specie e t gradu e x u lte t e t laetetur, capiatur e t com prehenda­ tur, ad refugium recurrens sub grem io u exilli dilectionis ipsius, e t ex o p ­ te t d onationem obedientiaru(m ) m ultaru(m ) ante eius m agnitu dine (m) e t conspectum faciei suae foelicissim ae e t con(n)exionem uinculoru(m ) augustae suae d ilectionis. Praecedo enim om ni desiderante ( s i c ) ingredi sub iugum d ilection is felicissim i D (om i)ni, e t sum prior eo qui insurgit in requisitis seru itu tis dom in a(n )tis gloriosi, e t prim us eor(um) qui sin ­ cera e t pura b en eu olen tia e t deb iti (?) habent foedera e t cum puritate [f. 68 A ’] dilection em in obedientia(m ) Sedis suae A p(osto)licae e t in eius prout opus e(st) seruitutem . N os ideo filij tu i Congregationis Jacobitaru(m ), e t praecipue ego pauper seruus uester m inim us inter P ontifi­ ces eorum e x tem poris concessione gubernator, nos quidem infirmi hodie, nunc e t cras e t deinceps e t usq(ue) in eternu(m ) praesto sum q(ue) ad praestandam obedienriam , e t prestam us arctiori dilectione e t puritate qua possum us e t ualem us in clin a ti e t deuoti Sedi Petri e t ei dom ina(n)ti, quod nobis est e x ualde necessarijs (‘); n ec unquam apparuit in optim is locu tion ib u s e t locutu(m ) fuisse nisi e x abundantia cordis (*). Ideo uere e t certè nos sum us [f. 69 ] anteriores inter praecedentes ad acquirendam puram dilectione(m ) V estram , e t ualde sum us sitie(n )tes m agno cum desiderio ad am plectendos d ilectionis e t beneuole(n)tiae u(est)rae pe­ des. A b sit u t desiderium nostrum hoc conferri possit aliorsum) d esi­ derio. A ssim ilatur enim desiderio anim arum uenerandaru(m) quod ha­ b ent ad iu stitia(m ) e t b on itatem , e t maior e st desideriu(m ) n(ost)rum cçci n a ti desiderio quod h ab et ad uidendum , e t eius qui tyrannidem p a­ titu r ad aequitate(m ) e t liberatione(m ). Sunt enim statu s n(ost)ri m ani­ festi apud iudiCia u(est)ra lu cid issim a quam uis non scriba(n)tur. N am tem pus suis im p ed im e(n )tis [f. 6gv] e t catenis nobis im p e d im e n to fu it inseruire E cclesiae fideliu(m ) discipulorum u(est)ror(um ) (8). Ora pro n o­ bis, P ater n(oste)r D ei electe, u t opem nobis p rçstet oratio tu a sancta ad agnor(um ) Christi liberationem , quoniam si dicitur adiuuaxi frater à fratre tanq(uam ) Ciuitas in suis m çnijs ( * ) , quanto m agis adiuuatur filius a p(at)re suo, precationum presertim e t orationum praesidio ? N o ­ tu m enim e st quantam prouidentia(m ) calluit Israel uenerandus quousq(ue) acceperit benedictionem patris sui C ontinentis Isaach, e t ab e x ­ trem o A egyp ti in m undo (5) te rogo e t in sto u t [f. 70 ] ores pro me, o p(ate)r

(*) A questo punto comincia la parte superstite del testo arabo, pubblicata sotto la lettera b ) . (2) Traduzione errata (la traduzione corretta è data sotto la lettera c ) . (3) Traduzione errata. (4) Prov t 8, 19. (5) Traduzione errata ( y a * è stato inteso nel senso di « Egitto » anziché in quello di «contrada»). J

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Jacob, e t u t perficias super nos uerbu(m ) A postolicu(m ) cum redem ­ ptione, quem adm odu(m ) dictum est: « orate pro alterutro u t acquiratis sanitate(m ) » ( l ) . E t hoc e(st) m axim um quod p etim us a portis uestris uenerandis, q(uonia)m anim ae n(ostr)rç su n t aridae e t sitien tes benedi­ ctionem S (a n ctita)tis V (est)rae e t orationem dexterarum u(est)rar(um ) (*), sicuti terra arida rorem Coeli, e t ceruus clam ans (3) fontem aquarum (*); e t praecipue postquam peruenit ad nos fr(ate)r n (oste)i Josephus (5) e t certiores nos reddidit de lib eralitate sa n ctita tis V (est)rae e t exu b e­ rantia gratiae in uobis h ab ita n tis e t de u(est)ra plenitudine d ilectionis Jesu Chr(ist)i. Ideo gauisi [f. 70v] sum us gaudio inexplicabili, nobisq(ue) perlatae su n t praeclarissim ae literae d om inationis S an ctitatis V (est)rae, quarum apparitio fu it sicu t ortus Plen'lunij in eiUs plenitudine e t solis ortus in eius perfectione; e t ubi infirm ae m anus eas receperunt, aucta e st eis uirtus im m ensa e t e x u lta u it hom o exterior e t interior e t in spiritu apparuit ex u lta tio lucidissim a; e t ubi bracchia eas portauerunt, sicu t M oyses p ortabat tabulas lapideas e t Sim eon sen ex A gnum D ei quem exp ecta b a t, com itatae su n t eas e t super cap ita e t colla ex tu lerifn t eas e t coronatae su n t eis frontem e t te(m )p la, e t m a- [f. 71] xim am fecerunt festiu itatem in D om ino e t P ascha M agnum in apparitione clem entiae P (at)ris benignissim i (®). E xclam au it (e)n(im) sp(irit)us tu b a exu ltation is e t lçtitiç e t sonuerunt tim p an a adm irationem e t consolationem . Accelerauerunt uirtu tes, e t elem en ta ad praesentiam illius e x u lta tio n is, coe­ p it exultare plurim is m odis eorum quodq(ue). P raecessit autem in tel­ lectu s princeps exu ltan s sicu t D auid filius Jesse saltan s ante arcam foe­ deris gaude(n)s. Item uirtu tes e t sensus properauerunt sicuti pueri Syon porta(n )tes ramos palm aru(m ) e t uirgas oliuarum ca n tan tes e t dicentes: ò san(n)a [f. 71’] ben ed ictu s qui u en it, e t reliqua (7). E t ubi eas im posuim us super oculos e t uisus nostros e t sen tiu it sensus odorem earum optim u(m ), lucida facta e st illis interioru(m ) oculoru(m ) pupilla, sicu t lucid i facti su n t oculi senis Iacob i per u estem Iosephicam . T unc l(ite)ras) aperuim us pretiosas e t e x a lta ta s e t receperunt oculi dilucidation em m eliorem ; sed ubi l(ite)rarum lectione(m ) aggressi sum us, so­ lu ta e st ratiocin atio in tellectu alis, sicu t lingua Zachariae a priuatione suae loquelae e t oris ligation e qui surrexit gloriam dare e t magnificare, laudare e t psallere et cantare, dicens: « quia ui- [f. 72] derunt oculi mei m agnitudine(m ) p ieta tis» , e t quae sequuntur (8), e t idem : «cor meum charu(m ) factum e(st) in D om ino e t apertum e st os meu(m) super hos­ tes m eos » (9), e t etiam : « spi(rit)us m eus e x u lta u it in D eo salutari meo,

(‘ ) l a c 5 , 1 6 . ( 2) T r a d u z i o n e e r r a t a « f e l i c i t à » ). (3) T r a d u z i o n e e r r a t a . ( 4) C f . P s 4 1 , 1 2 . (5) I l t e s t o h a Y ü s u f s â h . ( 6) M a n c a n e l l ’a r a b o . (7) M t 2 1 , 9 ( e p a r a l i . ) .

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e t perfecit mihi m agna » (*) e t « descenderunt super me im m ensa: ideo m agnificat anim a m ea D om inum e t dabo gloria(m) D eo in uita mea », e t reliqua (2). Ista e t sim ilia facta su n t super linguam in stan tis tem p o­ ris n(ost)ram . U bi autem in lectione gloriosarum l(ite)rar(um ) porre­ xim u s, exu ltau im u s reuelatione ep(isto)lae in cly tç e t percepim us con­ ten ta e t com prehensa e t com prehendim us [f. 72’] om nia quae con ti­ nebantur in eis m ysteria, e t considerauim us u eritatem earum partesq(ue) singulas uia(m )q(ue) e t m odum . E x p a u it au tem existim atiu a, e t in tel­ lectu s e t la b efecit se(n)sualitas cum in telligen tia e x reuelatione cogni­ tio n is e t uisionis e t im m en sitate h u m ilitatis qua(m) osten d it D (om i)nus m ax(im us) e t m agnitudine iu b ilationis s(anctissi)m i D (om i)ni N (ost)ri B eat(issi)m i Papae, quarum literarum uerba su n t (faciat D eus perpe­ tu am eius exaltation em ): « oportet nos conuenire, e t concordare in lib e­ ratione Chr(ist)i agnoru(m) ». V tique, (Pate)r n(oste)r e t D (om i)nus no­ ster, hoc opus est; sed eo m agis [f. 73] oportet e t m agis singulare e t n e­ cessarium est u t om nes sacerdotij e t E cclesiaru(m ) Pontifices P aterni­ ta tis tuae am plissim ae am plecte(n)tur pedes e t eis in salua(n)dis agnis rationalibus operam prestes. N os uero priores sum us in accipienda hac singulari unione (3) filij uestri dilecti Iacobitae cum senio eoru(m) Pontifice m inim o, u t et(iam ) n atio Iacob ita sit firma cum E cclesia Ca­ tholica R om ana m axim a, sicu t erat in principio e t antiq(ui)tus. O beatitudo m axim a e t fidelitas gloriosa quae ab altiss(im )o cçlo super nationem Iacob itam descen d it ! Com paratur enim sermoni Chr(ist)i D (om i)ni ad pusillu(m ) Zacheu(m): «gaude fe - [f. 73T] stin a , hodie dom ui tuae (sic) m anebo » (4); e t est coaequalis uoci qua(m) audiuit cçcus natus: « surge, u ocat te saluator m axim us » ( 5); e t perfectu(m ) factu(m ) est uerbum D (om i)ni P(at)ris e x a lta ti e x liberalitate naturae suae prçclarae. Qua de re conuentione(m ) e t pactione(m ) iniuim us in n(ost)ra confirm atione sup(er) linea d ilection is e t super ligatione foederis beneuolentiae cum om nibus Christianis, prçsertim cu(m) sede m ax(im )a A p(osto)lica et cu(m ) o(m n)ibus ei dom inaturis e t ei ohedie(n)tibus e t cum eis qui in ea(m ) referuntur. Sum us enim perseuerantes in ex isten tia conuentionis e t obedientiae e t dilection is cu(m) ueritate plurim ae e t necessariae beneuo­ lentiae [f. 74] e t concordiae uobiscum , e t apud uos erim us sicut m onui­ stis ohm e t ab in itio , sic sem p er erit: hodie, m ane, e t in çtem u(m ) non discedim us. E t fides, e t testim on iu m huius ueritatis, e t conuentionis fir­ m am entum apparet e x clarissim is conuentionibus super ha(n)e opi­ nionem tem pore Co(n)cilij F lore(n)tini e t fe(licis) recor(datiom s) Eugenij Papae, in terueniente ep(iscop)o Syro Iacob ita ex regione orientali no(m )i(n)e Abraam , qui fu it N u n ciu s e t m issus ad illa(m ) feliciss(im )am prouisione(m ), m isereatur ei D eus. F u it (e)n(im) tem pore abhinc circa centu(m ) e t trigin ta quinque an(n)os, e t o(m ni)a ista confirm ata ap-

f ‘) C f . L c

i , 4 7 .4 9 .

( 8) P s 1 4 7 , 2 ( i l t r a d u t t o r e h a c r e d u t o (3) T r a d u z i o n e e r r a t a ( i l t r a d u t t o r e h a ( 4) L e 1 9 , 5 . ( 5) C f . M e i o , 4 9 .

t r a t t a r s i d e l Magnificat d i L e 1 , 4 6 ) . l e t t o js u j J i n l u o g o d i Jt.

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p a r e n t s u n t q ( u e ) n o t a e t s c r i p t a a p u d n o s e t in [f. 7 4 ’ ] n ( o s t ) r a E e c l( e s ) ia , s i c u t e s t n o t ( u m ) e t u e r u ( m ) a p u d u o s . I d e o c e r t io r e m f a ­ c i m u s S a n c t i t a t e m u ( e s t ) r a m e x a l t a t a ( m ) p o s t (*) a c c e p t a s l( f t e r ) a s B e a t ( i t u d i ) n i s u ( e s t ) r a e n o s e s s e o b s e r u a n t e s e t c o r a ( m ) s u p p lic a ( n ) t e s u t n o b is h a n c s y n c e r a m r e n o u e r is p a c t io n e m e t a e d i f ic e t is o p t im u m h u iu s c o n u e n t i o n i s l u c r o s a e a e d i fic iu m , n o s (q u e ) c o l l i g a t i s u in c u lo d i le c t io n is s in c e r a e e t n o s c o n s t r i( n ) g a t is u e r a e b e n e u o le n t ia e n o d o e t à u o b i s a c ­ c i p i e m u r c u m d i le c t io n is a m p l e x i b n s s i c u t p r o d ig i f ilij (*), e t m a n u d e x ­ t e r a d i le c t io n is u ( e s t ) r a e s a lu i e r im u s u t q u i im m e r s io n e m o r ie b a n t u r , q u o d e r i t s e c u n d u m a b u n d a n t ia ( m ) m e r it o r u ( m ) u e s t r o r u ( m ) e t b o n i­ t a t e m ) b o n o r u r n q ( u e ) |f. 7 5 ] o p e r u m e t s e c u n d u m u e s t r a ( m ) p e r f e c ­ t a m c h a r i t a t e m e t p r u d e n t i a m , u t u n a s i r E c c l( e s ) i a , s i c u t i s c r i b i t u r in S ( a n c t is s i) m a e F i d e i s y m b o lo , e t u n u (m ) o u ile u t d o c e n r p r a e c e p t a e u a n g e lic a q u o d e t i a m c o n t in e n t l( i t e ) r ç u e s t r a e e x a l t a t a e , q u a e e t ( ia m ) h o c c e r t è e t m a n i f e s t é p r o m i t t u n t h u iu s q ( u e ) p a c t i m is e t c o ( n ) u e n t io n is , c o n c o r d ia e e t a m i c i t i a e p e n c c t i o n e m p r a e c i p i u ( n ) t , u t s i t fir m a e t s t a b i l i s c u ( m ) p u r i t a t e e t s a n c t ( i t a ) t e q u a m r e q u i r i t d i le c t i o c h r ( is t ) i a n a , s i c u t e r a t a b a n t i q u o f u n d a t a e t c o n f ir m a t a . N u n c a u t e m n o s s e r u i u ( e s t ) r i o m n i n ( o s t ) r a u i r t u t e , s p ( i r i t ) u e t c o r p o r e , i n t e ll e c t u e t a ( n ) i( m ) o h a n c a m p l e c t i m u r a m ic i t ia ( m ) e t p u r i t a t e m , s i c u t a m p l e c t i t u r in f ir m u s s a ­ n i t a t e (m ) [f. 7 5 v] e t c o n u a le s c e n t i a m e t in e a f ir m i s u m u s e t s t a b i l e s , e t e a u iu im u s e t s u m u s , s i c u t c o r s p ( i r i t ) u s u o e t a n i m a s u o in t e ll e c t u e t o c u ­ l u s s u o u is u e t C h r ( i s t ) i a n i t a s fid e s u a . q u o n ia ( m ) h o c e s t m a x i m u m n e ­ c e s s a r i o r u m ) i n t e r C h r ( is t ) ia n o s e t s in g u la r iu ( m ) m a x ( im ) e e is n e c e s ­ s a r i u m . S u m u s (e )n (im ) o m n e s u n iu s c o r p o r is in C h r ( is t ) o m e m b r a , u t d o c e t e p ( i s t o ) la u ( e s t ) r a q u a e e s t s im i l i s P a u l i e p ( is t o ) li s u o b i s e s s e q u a ( m ) m a x ( im ) e n e c e s s a r iu m p e r fic e r e e t c o ( m ) p le r e h o c ip s u m m a n d a t u m (3) in s a n c t o E u a n g e l i o , e t in A c t i b u s A p ( o s t o ) lo r ( u m ) e t in A p o s t o lic is e p ( is t o ) 1is , e t in a li j s p r a e c e p t i s s a n c t o r u ( m ) P a t r u ( m ) p e r f e c t o r u m e t in d o c t r i n i s P a t r u ( m ) A b b a t u m b e n e m e r i t o r u ( m ) , q u o r u m u e r - [f. 7 6 ] b a s u n t i n f i n i t a e t m o n it io n e s i ( n ) n u m e r a b ile s , n e c a li q u i d e o r u ( m ) la t e ( n ) t (sic) S a n c ( t i t a ) t e m (sic) u ( e s t ) r a m (sic) s c ie n t ia ( m ) , s e d m a n d a ­ t u m m a g n if ic e ( n ) t iç e t e x a l t a t i o n i s s e d is P e t r i e t u e n e r a t i o n is C a t h e d r a e A p ( o s t o ) li c a e S ( a n c t is s i) m a e , q u a e in C i u i t a t e D e i m a x ( i m ) a c o n c e s s a e s t s ( a n c t ) a e e i u s E c c l( e s ) ia e a C h r ( is t ) o D ( o m i) n o , e s t n o b is n e c e s s a r iu ( m ) q u a ( m ) m a x ( im ) e e t n o b is s in g u la r is s im u ( m ) e t u a ld e o p p o r t u n u m ;e t lo c u s e i u s e s t in o c u lis n o s t r i s d e b i t u s , n e c s c im u s s u p e r t e r r a m lo c u ( m ) e s s e p r e t io s o r e ( m ) in u e n e r a t i o n e e t m a g n if ic e ( n ) t ia e t h o n o r e , n a m i p s a e ( s t) c a p u t e t P r i n c e p s u e n e r a b i l i o r e t m a io r e t e x c e l s i o r e t a n t i q u i o r e t p r a e h e m in e n s e t a d s u m m a ( m ) a p u d n o s , s i c u t g r a d u s P e t r i s u p r a A p ( o s t o ) li s [f. 7 6 '] a b i n i t i o h u c u s q u e e t in f u t u r u ( m ) e t in s e c u lo r u m fin e . E t h o c e ( s t) in fid e n o s t r a , e t a n t e o c u lo s c o r d is n ( o s t ) r i c u m r e u e r e n t i a e t u e n e r a t i o n e s in e d u b io , s i c u t in d ie q u o e r a t P e t r u s c u m c o r ­ p o r e , n e c d e e o d u b i t a n d u m q u in e i d o m in a n s s i t s e m p e r P e t r u s c u (m )

(1)

T ra d u z io n e e r r a ta . ( 2) Sic! i l t e s t o h a i l s i n g o l a r e . ( 3) T r a d u z i o n e e r r a t a .

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II patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

certitu d in e e t u eritate. E t labore(m ) ac dilige(n)tia(m ) in eo exaltando e t glorificando e t uenerando e t m agnificando esse e x m axim is Ch(rist)ianor(um ) praeceptis. Sed Chr(ist)iana d ilectio quae in uobis habitat ip sa om nes m ancipioru(m ) e t seniorum u(est)ror(um ) defectus perfi­ ciet. Vbi uero ad nos peruenit fr(ater) n(oste)r Josephus e t filius eius N icolau s e t cum eis l(ite)rae uestrae [f. 77] gratia e t u ita plenissim ae, quas acceptauim us e t osculati sum us e t obedientiam prestitim us om ­ nium in eis contentorum e t obtem perauim us e t obediuim us eoru(m) m a(n)dato, sitq u e notum apud S (an ctita)tem V (est)ram (*) excelsam n o s e x quo die m isim us eos scripsisse cu(m) his et(iam ) sim iles, sed ipsi nobis retuleru(n)t quidq(ui)d eis acciderat in adventu eoru(m) a d u o s e x infortunijs itineris e t sublatione l(ite)rar(um ) ab eis cum rapina o(m n)ium rerum eoru(m ), e t nunc Chr(ist)o D (om i)no gr(ati)as agim us qui diebus n(ost)ris con cessit nobis accipere benedicti(on)em l(iter)ar(um ) S (anctissi)m i D (om i)ni e x a lta ti successoris Petri D (om i)ni n(ost)ri P a­ pae D (om i)ni Gregorij. E t presertim ubi retulerunt gr(ati)as eius uni[f. 77v] uersales erga e t supra nos, quando benedictione (m) acceperunt à pedibus S(anctissi)m ae tuae B eat(itudi)nis dignosq(ue) factos e(ss)e e t adeptos benignitatem e t gratitudine (m) e x parte pupillae oculoru(m) n(ost)ror(um ) e t lum inis in tellectu um n(ost)ror(um ), fr(atr)ris n(ost)ri e t patroni n(ost)ri, sp(irit)us n(ost)ri e t exu lta tio n is e t gaudi] n(ost)ri, qui e st corona nostra e t ex a lta tio n(ost)ra, Patriarcha N eem et Alia glo­ ria n ation is nostrae e t Colum E ccl(es)iae n(ost)rae, fundam e(n)tu(m ) g en tis n(ost)rae, qui sc it e t operatur m irabilia sui te(m )poris in bonis operibus e t e st lum en corporis in scie(n)tijs, m ateria uitae n(ost)rae e t causa liberationis n(ost)rae, sp(irit)us e t germ anus n(ost)er, frater no­ ster e t m aior noster sp(irit)u e t corpore, cuius conuersationis [f. 78] frui­ tion e tem p u s nos interd ixit: D om inum ideo deprecam ur ne nos priuet eo in u ltim is diebus. N ec e(st) absco(n)ditum lum ini felicitatis u(est)rç quan tu (m )·lab oris perpessus fu(er)it e t prop(te)r hanc unione(m ) subie­ rit: sedem enim sua(m ) dim isit, e t u elu ti P (at)res san cti peregrinatione(m ) suscepit. Supplicam us ideo, petim us e t postulam us e x gr(ati)a quam (stc) in uobis h ab itat, ne breui cesset u(est)ra in eum e t sup(er) eu m respectio eu(m )q(ue) p on atis in gradu se e t suis sim ilibus digno, qui d iligen tes fuere in erectione legum fidei, et uice(m ) geratis oculoru(m) n(ostr)or(um ) cecita ti prop(te)r eius diuisionem in praestanda b en ign itate e t h um anitate u(est)ra in eum in hac sua peregrinatione quam p ati no(n) [f. 78’] p o test e t ei e t nobis dignu(m ) e t propriu(m) locum confirm etis u t sit m ediator e t de eo quisque audiat e t lçtetur, quod erit e x operibus m eritorijs in m iseriam n(ost)ram e t tota(m ) natione(m ) Iacobitam quae e(st) a term ino A rex usque ad extrem a orien­ tis, om nesq(ue) nos sum us serui u(est)ri e t iugu(m ) accipim us obedientia e e t reuerentiae ad pedum u(est)ror(um ) puluere(m ) per coniunctionem e t proxim itatem Patriarchae N eem et Alla, e t a san ct(ita)te V (est)ra benedictionem . Supplica(n)t (e)n(im) et in sta n t faciebus su is in pedum

(*) Manca qualche cosa nell’arabo.

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uestroru(m ) puluere prostratis prim o A rchiep(iscop)i e t P(at)res Archipresbyteri e t sacerd otes D iaconi e t religiosi e t M onachi, e t erem itae [f. 79] om nes e t uniuersi supplica(n)t a S(anctissi)m a felicitate V(est)ra p erfection e(m) eor(um ) de quibus benem eriti estis bonitatu(m ) e t gra­ tification is in Patriarcha(m ) N eem et A lla seruum u(est)rum uita(m )q(ue) deprecantem , qui d iligen s fu it in aedificatione E ccl(es)iae Iacobitae e t M onasteriorum eius. A edificauit enim circa triginta noue(m ) M onasteria, e t E cclesias, legesq(ue) eiu s resu scitauit e t cum eis laborauit e t eorum u exillu m e x tu lit, Patriarcha ultra u igin ti annos e t X X . annos m onachus; e t tandem sua(m ) p erfecit ordinationem , cuius causa predictos labores perpessus e s t plures an(n)os, e t e st hçc prouisio benedicta. G r(ati)as itaque [f. 79’] agim us Chr(ist)o D (om i)no qui elegit e t fecit u t eius ad uos n a u ig a tio e t fam ulatus sit causa huius m agni gaudij e t perfectae ex u lta tio n is cum coniunctione E ccl(es)iae e t rerum sùarum perfectione. 'Q uam obrem plurim i P atres praedecessores desiderio fla­ grabant, hanc sperantes beneuolentiam e t concordia (m) e t am icitiam , quas denique com pleuit D eus e t p erfecit in diebus B eatitudinis u(est)rae latissim è, quam D (om i)nus diuturnam faciat nobis e t erga nos. Arnen. E t propterea Ign atiu m fr(atr)em nostrum esse dom inum animaru(m) nostrarum e t corporu(m) nostrorum [f. 80] prouisorem e t gubernatore(m ) n(ostr)um e t m ateriam uitae to tiu s n ation is n(ost)rae e t om nium n a tio ­ num haru(m ) partium quarum om nium sp(irit)u ( s i c ) in m anu eius eius ( s i c ) sunt; suam q(ue) uita(m ) maiore(m ) d egit in absoluenda hac n eces­ saria prouisione. E t dum e st apud uos, q(uae)cunq(ue) ipse uoluerit e t prouideritVerunt accep ta super cap ita e t oculos nostros. E t haec dem on stratio Sufficiat pro uerboru(m ) p rolixitate. Crux u in cit e t Crux u in cet, salus à D (om i)no. In atiu s

(sic)

seruus xp i Patriarcha dictus Dauid.

(‘) E go Ign atiu s m iser cognitus no(m )i(n)e D auid, diuina prouidentia Patriarcha n ation is Iacob itae i(d est) A ntiochiae Siriae [f. 8o’] e t sequenftium ). Cum propter im pedim e(n)ta in prouisione Ecclesiae (M Q u e s t a p r o c u r a s i t r o v a a n c o r a ( s e n z a l a l e t t e r a c h e l a p r e c e d e ; n e l l ’A r t c h iv io S e g re to V a tic a n o , F o n d o B o rg h e s e , s e r. I t. 4 0 f. I2 6 -J 2 8 T e n e l V a t. L a o 6 1 9 7 f . 1 1 2 - 1 1 3 ( d o v e è s e g u i t a i m m e d i a t a m e n t e d a l D o c . r i ) p r e c e d u t a d a l t i t o 1. s e g u e n te : « M a n d a tu m s iu e c o n s titu tio p r o c u r a to r u m a d p e te n d u m e S ( a n c tita te ) S u a c o n f i r m a ti o n e m e l e c ti o n is d e p e r s o n a D a u id I g n a t i j i n P a t r i a r c h a (m ) n a t i o ­ n is J a c o b ita r ^ u m ) f a c ta e e t P a lliu (m ) d e c o rp o re B e a ti P e tr i s m n p tu (m ) e t a d iu ra n d u ( m ) e tc ., n e c n o n a t t e s t a t i o d u o d e c im M e tro p o lita n o r(u m ) d ic ta e n a tio n is ja c o b ita r u m d e e le c tio n e d ic ti P a tr ia r c h a e a s s e r e n tiu m in illa in te r u e n is s e e t se o p ta r e e t s u s c ip e re u n io n e m s a n c ta e s e d is A p (o s to )lic a e e t o m n ia q u a e c ir c a e a m t r a c t a b u n t u r p e r R ( e u e re n d is s im u m ; P ( a tr e m ) D (o m in u m ) N a a m a n Ig n a tiu m P a t r i a r c h a m R o m a e d e g e n te ( m ) , q u a e h a b e n t( u r ) p o s t l( i te ) r a s p r o f e s s io n is fid e i e i u s d e m P a t r i a r c h a e e l e c t i [il V a t . a g g i u n g e : G e r s o n ic e s c r i p t a e u n a c u m i p s o r u ( m ) (sic) u e r s i o n e i n l a t i n a m l i n g u a m ] » . L,a r e d a z i o n e è a l q u a n t o d i v e r s a d a q u e l l a c h e s i p u b b lic a q u i e, a c a g io n e d e lla s u a m o lto m ig lio re s tiliz z a z io n e , s e m b r a r a p ­ p r e s e n ta r e il m o d e llo f o r n ito a l p a t r ia r c a g ia c o b ita d a lla C u r ia R o m a n a , il q u a le , tr a d o tto in a ra b o , s a re b b e s ta t o p o i r itr a d o tto in la tin o .

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

prohibiti fuerim us adesse persona nostra peccatrice fam ulatui Sedis R o­ m anae, e t propter execu tion em , e t perfectionem rerum pr(aedic)tar(um ) per nos ipsos uenire e t propter d istan tiam in ter nos e t dilationem salu­ tis populoru(m ) nostroru(m ) in n(ost)ra absentia non potuim us uisitare e t benedici à lim inibus Sanctoru(m ) A postoloru(m ), prout nobis opus e st, ideo confisi sum us de fidelitate filij n(ost)ri sacerdotis benem eriti e t probi D onni ( s i c ) Leonardi A bel D octoris M elitensis cum filio n(ost)ro D iacono Abdelnur Chaldeo [f. 81] Iacob ita u t sin t nobis procuratores sing(ul)a(ri)t(er) e t g(e)n(er)a(li)t(e)r ad supplica(n)du(m ) nobis e t pro nobis à b enignitate D om ini N (ost)ri Sanctissim i Papae M ax(imi) D om ini Gregorj xiij e t à Sede A postolica confirm ationem e t approbatione(m ) nobis d ebitam pro Patriarchatu A ntiochiae sedis n ation is Iacobitae in M onasterio D eyrzafaran, sub inuocatione sanctoru(m ) Ananiae e t E u ­ geni], e t pro E cclesijs eam seq u en tibus, e t u t pro nobis su p p licen t be­ n ign itatem qua(m) uiderint e t benem erebitur de ea S(ancti)tas D (om i)ni, i(d est) palliu(m ) sum ptu(m ) à corpore b eati Petri, quo co(n)fertur plena P ontificatus adm inistratio [f. 8i"] cum denom inatione Patriarchali, u t eo u ti possim us in n(ost)ra E cclesia illis diebus qui iubentur in Priuilegijs à sede A p(osto)lica co(n)cessis e t in perpetuum co(n)cedi solitis M etropolitanis e t P atriarchis nobis e t Ecclesiae n(ost)rae, e t quod in rebus p(raedic)tis nobis e st principium s(anctae) confirm ationis certe e t cuiuscum q(ue) foederis d eb iti in m anus S a n ctitatis D om ini n(ost)ri S(anctissi)m i Papae m ax(im )i D (om i)ni Gregorij e t cuiuscum q(ue) e x tite r it in ipsa sede m ax(im )a f1) e t g(e)n(er)aliter e t specialiter faciant, d ican t e t procurent e t prouidea(n)t om nia p(raedic)ta nobis praecipua e t d eb ita e t e x omni parte necessaria, [f. 82] prout si nos ip si présentes fuerim us in om nibus rebus facerem us e t facere possem us. In quorum om nium e t singuloru(m ) fidem e t testim onium scripsim us has seruitutis l(ite)ras e t m anu n(ost)ra subscripsim us e t sigillo nostro signauim us in Giuitate Mardin In sede D eyrzafaran D ie prim o N ouem bris Anno D (om i)ni Iesu X p i 1580 (*) e t D eo gloria sem piterna.

(*) Q u esta cla u so la (che d e l re sto re n d e in e sa tta m e n te i l te s to a ra b o : s i v e d a la tra d u z io n e ita lia n a s o tto la le tte ra c) è m o lto d iv e rs a d a q u e lla co n te n u ta n e g li a lt r i due ese m p lari, in cu i è co si re d a tta : « ...e t u t p ra e s te n t pro fessio n em ce rta m e t om ne fo ed u s qu o d a n o b is fie ri d e b e t in re b u s p (ra e d ic)tis p r o u t n o b is o p u s e s t in m an u s s a n c tita tis S .m i P a p a e m a (x im )i D (o m i)n i G re g o rij e t cu iu scu m q u e e x tit e r it in ip s a sed e m a x im a ». D o n d e r is u lta ch ia ro ch e D âw ü d sâh n o n p e n sa v a a f ­ fa t t o d i a v e r a u to rizz ato l ’A b e l a p re s ta re la p ro fessio n e d i fed e in su o n om e, co ­ m e in v e ce s i cre d e v a a R o m a ch e e g li a v e sse fa tto . (2) D a m u ta rs i, com e s i è v is t o so p ra p . 2 7 ·*, in 15 7 9 .

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

67

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Il patriàrca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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...... su esso (trono). E ciò è soltanto una parte; poiché nel più bello dei discorsi è detto: « Dall’abbondanza dei cuori parlano le lingue » (*), ed è assolutamente certo che noi siamo coloro che più ambiscono di strap­ pare il meglio del vostro affetto e più costantemente fremono per ab­ bracciare i piedi del vostro amore e della vostra amorevolezza; e guar­ datevi dal conguagliare questa nostra brama con quella di altri, mentre nemmeno le è pari la brama delle anime nobili verso le opere pie e buone nè la brama del cieco per la vista nè quella dell’oppresso per il giusto soccorritore. Ma la realtà delle cose non rimane occulta, anche se non è messa per iscritto, e il tempo ci ha afferrati coi suoi ceppi e colle sue catene e ci ha ghermiti colle sue mani e le sue dita prendendoci a prestito, noi i minimi dei vostri discepoli, per il servigio della Chiesa dei credenti. Prega dunque per noi, o padre nostro eletto da Dio, perchè la (tua santa preghiera ci) dia assistenza per saivaie il gregge di Cristo. E stato detto che « il fratello è aiutato dal fratello come la città dal suo muro » (3) ; ma quanto più è assistito il figlio dal padre ! E specialmente gli porge soccorso l’orazione e la preghiera ; infatti il nobile Israele s’industriò con ogni astuzia per ottenere la benedizione di suo padre, il casto Isacco. E io dalla più remota contrada del mondo ricorro a te agognando che tu preghi per me, o padre di Gia­ cobbe, e anche perchè tu compia tra noi la promessa dell’Apostolo: « Pregate l’uno per l’altro per ottenere la guarigione » (* ). Ciò è quanto di più grande si richiede alle vostre porte, poiché i nostri spiriti sono assetati e infiammati per la benedizione della Vostra Santità e per la preghiera (della Vostra Beatitudine), così come la terra arida è assetata dell’acqua del cielo e il cervo smarrito è assetato della fonte dell’acqua (5); sopra tutto quando arrivò nostro fratello (*) (2) M t 1 2 , 3 4 ; E c ( 3) P r o v . 1 8 , 1 9 .

6, 45.

(4 I a c 5 , 1 6 . ( 5) C f . P s 4 1 . 2 .

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Il patriarca siro Ignazio Na'niatallah a Roma

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Yüsufsâh dandoci notizia della nobiltà della vostra posizione, della sanità della vostra complessione, della grandezza del vostro zelo per l’amore di Nostro Signore Gesù Cristo, e con ciò ci riempì di letizia raddoppiata. Quindi ci mostrò la lettera della Vostra Signoria, elevata come il disco lunare nella sua pienezza e l’aurora nel suo colmo; e quando le deboli mani l’ebbero presa, si accrebbe in loro una forza incombente, l’uomo interno ed esterno fremette e si raccolse nello spirito una gioia risplendente. Quando le mani l’ebbero sollevata, come Mosè le due tavole di pietra, e il vegliardo Simeone l’atteso agnello di Dio, esse si affrettarono a portarla al capo e al collo e a coronare con essa la fronte e le tempie: facemmo allora festa al Signore e cele­ brammo in quell’ora una grande Pasqua; gioì lo spirito col flauto del­ l’esultanza e della letizia e furono percossi i timpani dello stupore e dell’allegrezza; si fecero innanzi le energie e le facoltà all’arrivare di quella gioia, e ognuna di esse si mise a esultare in varie guise innanzi a quella gioia; e per primo si avanzò l’intelletto direttivo, gioendo come David figlio di lesse danzava innanzi all’Arca dell’alleanza giu­ bilante ed esultante; poi si fecero innanzi le forze e i sensi come i fanciulli di Sion che recavano i racemi di palma e le fronde di olivo, cantando: « Osanna, benedetto colui che viene » con ciò che segue (*). E quando la passammo ai confini degli angoli degli occhi e della vi­ sta e il senso si riempì dell’odor dell’ambra respirandone il profumo, l’acume della vista nascosta s’infiammò, | come brillarono gli occhi p. 68 del vegliardo Giacobbe per la tunica di Giuseppe. Quindi aprimmo la lettera insigne e nobile, e la vista fu pienamente ripagata del suo credito coll’apparire del fulgore insigne e prezioso; e avendo cominciato a compitarne le lettere e a sillabarne le parole, si sciolse la loquela intel­ lettuale come la lingua di Zaccaria dal silenzio e dall’impedimento in cui si trovava, e si elevò inneggiando e menzionando, glorificando e ringraziando, gorgheggiando in lunghe note ed espandendosi in queste parole: «I miei occhi hanno assistito alla grandezza della clemenza »(*) con ciò che segue; e anche: « Il mio cuore si è esaltato nel Signore e la mia bocca si è aperta contro i miei nemici » (3); e anche: « Il mio spirito ha esultato in Dio mio salvatore » (4), si sono compiute presso di me cose grandi e sono piovute su me cose importanti; e anche: « Esalti l’anima mia il Signore: loderò il Signore della mia vita » (5), e ciò che segue. Queste e simili cose scorsero sulla lingua in quel punto; e quando progredimmo nella lettura della lettera gloriosa e ci fummo rallegrati nel ricevere il discorso retto, e ci fummo applicati a conqui­ stare il più di quanto essa comprendeva e conteneva e ci fummo sfor­ zati d’impadronirci di tutto ciò che il suo significato racchiudeva, e dopo essercene raffigurati il senso precipuo e le sottigliezze e averne ( ‘) M t 2 i ,

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( 2) b c 2 , 3 0 . ( 3) r R e g . 2 ,

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(4) b c 1 ,4 7 . 4 9 . ( 5) P s

145, 2

(V u lg .).

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

percorso l’andamento e lo svolgimento, la fantasia e la mente rimasero sbalordite e i sensi e l’intelletto stettero vergognosi, anzi la compren­ sione e l’espressione furono sbigottite e la cultura e la chiarezza furono indebolite a cagione della grande umiltà dell’apparato della massima sede e della grande affabilità della manifestazione del nobilissimo si­ gnore, ossia di Sua Signoria l’insigne Papa, tra cui sono queste sue parole: «È doveroso che noi siamo concordi e ci assistiamo a vicenda nel salvare le pecore di Cristo ». Sì, o padre nostro e nostro signore, ciò è doveroso; ma ancor più doveroso e più opportuno e più conveniente è che tutti i capi dei sacerdoti e delle chiese abbraccino i piedi della Vostra Paternità perchè li assista nel salvare il gregge razionale. E i primi ad adempiere a questo obbligo saremo noi, la gente degli amo­ rosi figlioli Giacobiti, e a capo di essa il suo meschino condottiero. E ancora: la nazione giacobita rimane ferma colla Chiesa cattolica nella grande Roma, così come è stata fin dall’origine e dal principio. O beatitudine immensa e felicità sublime piovuta dall’alto dei cieli sulla setta Giacobita ! Ciò assomiglia al discorso del Signore Cristo a Zaccheo il breve: «rallegrati, affrettati: oggi devo fermarmi a casa tua» (*); anzi eguaglia le parole che colpirono il cieco che gridava: « Eèvati, il grande Redentore ti chiama « (2). E qui è stata abbondante la parola del Si­ gnore, del nobile padre, e la generosità della sua natura gentile, alla quale risponde la conferma di quanto noi esprimiamo e preghiamo e sappiamo e facciamo ascoltare: che cioè rimaniamo fermi nella linea dell’amore e siamo legati colla corda dell’amorevolezza con tutti i Cristiani, particolarmente colla Grande Sede Apostolica, e insieme con tutti quelli che le sono sottomessi, la seguono e sono in relazione con essa. Noi rimaniamo sul piede dell’accordo, dell’obbedienza, dell’af­ fetto con amicizia e ci preoccupiamo di rimanere attaccati nell’amore con voi e presso di voi, come avete detto, in antico, e fin dall’inizio fino a oggi e a domani, senza cessare nè ora nè mai. E quello che at­ testa la verità di ciò e sostiene la fiducia in esso è l’aver accertato che p. 69 l’unione | su questa opinione fu raggiunta al tempo del Concilio di Firenze sotto il Papa Eugenio di felice memoria, per mezzo di un ve­ scovo siro giacobita delle regioni dell’Oriente di nome Ibrâhîm, il quale *u ambasciatore e osservatore in quell’ordinamento beato — Dio abbia misericordia di lui — in data di circa cento trentacinque anni fa. Tutto ciò è certo, accertato, noto, registrato presso di noi, così come è noto e verificato presso di voi; sicché prima ancora di aver udito la vostra onorata lettera conoscevamo la vostra posizione onorevole ed eravamo quanto mai umilmente supplici presso di voi e quanto più umiliati innanzi a voi perchè ci rinnovaste quest’accordo pio e raffor­ zaste l’edificio di questo amore felice e stringeste con noi il vincolo dell’affetto puro e legaste tra noi il legame dell’amorevolezza speciale, e potessimo esser baciati da voi nell’abbraccio dell’affetto come il figliol prodigo e ottenere la stretta di mano dell’amicizia come chi i 1) D e 1 9 , 5 . (2) M e i o , 4 9 .

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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sta per morire annegato ; e ciò come abbondanza del vostro favore, grazia e colmo della vostra benignità e del vostro beneficio, affinchè la Chiesa sia una, come si crede nella fede santa, e il gregge sia uno, come 10 dimostrano i decreti evangelici. Tutto questo lo contiene la vostra lettera onorata e promette cose vere e chiare e vuole che questo accordo, corrispondenza, amore e ami­ cizia sia saldo e costante nella purezza e santità che la carità cristiana esige, come era anticamente edificato e stabile. E ora noi miseri tutti quanti, col nostro spirito, il nostro corpo, la nostra mente, la nostra persona, abbracciamo questa verità e purezza come il malato abbraccia la guarigione e il rimedio; e sì, lo confermiamo e lo promettiamo, e ne siamo infiammati come il cuore è infiammato dal proprio spirito vi­ tale, l’anima dal proprio intelletto, l’occhio dalla propria facoltà visiva, 11 cristianesimo dalla propria fede. Poiché il più grande privilegio tra i Nazareni e il più doveroso obbligo per i Cristiani è che noi siamo tutti membri di un sol corpo in Cristo, come lo annuncia il vostro consiglio paolino (*) e come inoltre è stato ordinato e imposto a noi genti cristiane, proprio in questo senso, nel santo Evangelo e negli Atti e nelle Epi­ stole apostoliche e in altri decreti dei signori santi perfetti e insegnamenti degli eccellenti padri preposti, con parole incommensurabili ed espres­ sioni innumerevoli, delle quali nulla è nascosto alla Vostra Altezza santa. Quanto al riconoscimento da parte nostra del primato della Sede nobile di Pietro e all’onoranza del Trono apostolico santissimo che è nella grande città di Dio Roma, collocato dal Signore Cristo per la sua santa Chiesa, ciò è il nostro obbligo maggiore e il nostro dovere più per­ fetto, poiché la sua immagine è per noi la più maestosamente grande e la sua posizione è ai nostri occhi la più altamente insigne, nè conosciamo sulla terra dignità alcuna che la eguagli in gloria, autorità, precedenza, nobiltà; anzi essa è il capo, e la più nobile, a prima, la massima, la più maestosa, la più onorata, la più gloriosa, la più autorevole; in­ somma essa è per noi tale quale era il grado di Pietro sopra gli Apo­ stoli, e ora e poi, oggi e domani essa, nella nostra opinione e agli occhi del nostro cuore, sta nella stessa gloria e nobiltà che quando era suo capo Pietro in persona, e non dubitiamo che chi continuamente le è preposto è veramente e autenticamente Pietro e che il venerarlo, | il p. lodarlo, l’applaudirlo, il celebrarlo supplisce ciò che non si può com­ prendere e che la comprensione dell’amore di Cristo che risiede in Voi ripara tutte le deficienze dei vostri schiavi e servi. E quando giunsero a noi il nostro fratello Yüsufsâh e suo figlio Nïqülàwus recando seco la vostra onorata lettera ripiena di grazia e di vita, 1’accogliemmo e l’ubbidimmo e seguimmo il suo precetto. Ma fin dal giorno in cui li avevamo inviati avevamo scritto per loro lettere simili a queste; ma poi essi ci narrarono quanto era loro ca­ pitato durante il loro viaggio verso di voi: l’asprezza delle strade, la confisca delle loro lettere e il saccheggio del loro bagaglio; allora ringraziammo la grazia del Signore che ci ha concesso durante la no(*) Cf. Rom i2, 5.

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stra vita di fruire della santità della lettera del signore eccelso, suc­ cessore di Pietro, il nostro signore papa Gregorio, e anche più per ciò che essi aggiunsero con gratitudine: la bontà universale per noi e verso di noi allorché essi godettero della benedizione dei piedi della santità di Sua Beatitudine e ricevettero e ottennero ristoro dell’anima da parte dell’insigne refrigerio dei nostri occhi e forza della nostra vita, del nostro fratello e nostro padre, nostre viscere e nostro gaudio, nostra corona e nostra lucerna, il patriarca Na'matallah, vanto della nostra comunità, colonna della nostra chiesa, sostegno della nostra nazione, dotto e uomo d’azione, meraviglia della sua età per virtù e rarità della sua epoca per sapienza, incremento della nostra vita e cagione della nostra crescita, nostro spirito e nostro germano, no­ stro fratello e nostro maggiore di spirito e di corpo, della dolcezza della conversazione del quale il destino ci ha privati — non ce ne privi il Signore nell’altra vita ! — e non è nascosto alla luce di Vostra Bea­ titudine quanto egli abbia lavorato e arrischiato per questa unione, lasciando il suo seggio per andare in esilio, e quanto egli abbia soppor­ tato, similmente ai santi padri. Pertanto dalla grazia che risiede in voi ci si attende e si desidera e si spera che il lampo del vostro no­ bile sguardo non si allontani da lui e che voi lo poniate in un posto degno di lui e di coloro che gli sono pari nello zelo per il risolleva­ mento delle leggi religiose e in luogo della cecità dei nostri occhi a ca­ gione del suo distacco siate di ristoro al suo animo e di lenimento al suo cuore nell’esilio che egli non può sopportare, e confermiate a noi e a lui una posizione conveniente e ben definita, affinchè non vada perduta la sua buona fatica, e sia mediatore e ciascuno lo ascolti; e ciò sarà per grazia graziosa verso noi miseri e verso tutta la nazione giacobita che si estende dal confine di al-'Aris fino all’estremo orien­ te, (e comprende) tutti quelli che si chiamano Siri e Caldei, tutti quanti vostri servi che accettano il giogo dell’obbedienza e della sot­ tomissione alla polvere dei vostri piedi [a cagiojne dell’arrivo e della vicinanza del patriarca Na'ma e della benedizione da lui ricevuta da parte della Vostra Santità, e desiderano e anelano, rotolando i propri volti sulla terra dei vostri piedi, i padri di tra loro, i capi dei sacerdoti, i sacerdoti, i diaconi, i monaci, gli eremiti, i fedeli e tutti quanti, e chiedono all’altezza della Vostra Beatitudine santa che si compia il beneficio e il ristoro dell’anima di cui avete onorato il vostro servitore e missionario il patriarca Na'ma, il quale ha messo ogni zelo nel fondare chiese e conventi della nazione giacobita, circa trentanove conventi e chiese, ha risollevato la loro legge, si è affaticato per essa, e ha innal­ zato la sua condizione, in più di venti anni di patriarcato e venti di p. 71 monacato, e finalmente | ha compiuto il [regolamento] per cui ha af­ frontato per molti anni pericoli spaventosi, ossia questo regolamento benedetto. E ringraziamo la grazia del Signore Cristo, il quale ha scelto il suo viaggio e il suo servizio verso di voi come motivo di questa grande gioia e perfetta letizia mediante l’accordo della Chiesa e la riparazione del suo stato, che i popoli bramavano, e aspettavano que­ sto accordo e concordia e affetto, perfezionato e compiuto al tempo

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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della Vostra Beatitudine illustre; lo prolunghi il Signore per noi e su noi, amen amen. Ancora: egli è nostro governatore e direttore, di noi, delle nostre anime e dei nostri corpi, fu incremento della vita di tutta la nostra na­ zione e di tutte quante le nazioni dei cristiani di queste contrade; in mano sua sono gli spiriti di tutti, e ha speso la maggior parte della sua vita nel compire questo regolamento doveroso. Egli si trova presso di voi e tutto ciò che egli approverà e accetterà sarà accettato integral­ mente, e questa indicazione sta in luogo di molte parole. Io il misero Ignazio noto col nome di Dâwüd istituito per de­ creto del Signore patriarca della nazione giacobita, ossia di Antiochia di Siria e sue dipendenze, poiché a causa dell’esser noi stati incaricati del governo della chiesa siamo stati impediti di presentarci colla no­ stra testa peccatrice a servire la Sede Romana e a compiere di persona quelle cose menzionate; e altresì a causa della distanza che intercorre e dell’abbandono della salute dei nostri popoli durante la nostra assenza non abbiamo potuto visitare le pure soglie apostoliche come era no­ stro dovere e trarre benedizione dalla visita, perciò ci siamo appog­ giati alla fiducia del nostro figliolo, il sacerdote illustre e ottimo Don Leonardo Abel il maestro maltese, e insieme a quella nel nostro figliolo il diacono 'Abdannür caldeo giacobita, affinchè siano nostri rappresen­ tanti in generale e in particolare e chiedano da parte nostra e in vece nostra dalla carità del nostro santo signore il Papa esaltato Mar Gre­ gorio XIII e dalla Sede Apostolica la conferma e l’approvazione che ci competono sul patriarcato di Antiochia, ossia della sede della nazione giacobita nota attualmente col nome di Deyr az-Za'faràn e conosciuta col nome di Mar Hanninà e Mar Eugenio e sue dipendenze; e venga il favore che la santità di Nostro Signore giudicherà e concederà gra­ ziosamente, ossia il pallio preso dal corpo del beato Pietro, per mezzo del quale viene concessa la piena potestà pontificale e la denomina­ zione del nome patriarcale, affinchè noi lo usiamo nella nostra chiesa in quei giorni menzionati nei systatici dati dalla sede apostolica, e che siano concessi in perpetuità i titoli di metropolita e di patriarca a noi e alla nostra chiesa, e che nelle cose sopra menzionate sia obbligatorio per noi ottenere in precedenza la conferma esecutiva e ogni impegno richiesto per servizio del santo nostro signore il Papa esaltato Mar Gre­ gorio e per mezzo di chiunque altri occuperà questo | posto eccelso. E P· 72 in generale e in particolare che facciano e dicano e agiscano e gover­ nino tutte quelle cose che sono obbligatorie, le cose menzionate e quelle connesse in qualsiasi modo con esse, nonché quelle, in tutto o in parte, che se fossimo noi presenti personalmente faremmo e potremmo fare direttamente. E a conferma e testimonianza di ciò che è registrato in tutto e singolarmente abbiamo scritto questa « ' a h h ü d i y y a portata sul­ le mani » e l’abbiamo datata di nostra mano e segnata col nostro sigillo nel paese di Màrdin e nella sede di az-Za'faràn ai primi di Tisrin II dell’anno di Cristo 1 5 8 0 , e gloria a Dio in eterno amen amen.

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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(*) I/(ite)rae (2) R. P. Dauid Ignatii electi Patriarchae nationis Jacobitar(um) (3) scriptae ad sacrum S(anctae) R(omanae) E(cclaesiae) Collegiu(m) (4). In quibus habentur Benedictiones, elogia et precationes de eis et supplicatio pro confirmatione suae electionis obtinenda cu(m) reseruatione denominationis Patriarchalis pro Naamas (5) Ignatio Patriar­ chae eius fratre, et praedecessore Romae degente et pro concessione Pallij de corpore Beati Petri sumpti, et oblatio obedientiae, et suscep­ tio Unionis, ac illius retinendç studium. [f. 8 3 ’] (e) Illustrissimis Patronis et D(omin)is nostris Cardinali­ bus custodiat eos Deus Altissimus. Ignatius abiectus miser, et pauper uberrimarum gratiarum abun­ dantia et iudiciorum occultorum prouide(n)tia Patriarcha et famulus sedis Apostolicae Antiochiae Siriae et Ciuitatu(m) èam sequentium (7), maritimarum et terrestrium, orientalium et occidentalium, remotarum et proximaru(m), os aperit sp(irit)us s(anct)i gratia et pacem ueram ac salutem plurimam donat et peruenire facit gratias perfectas et excel­ le n t e s et duplicat renouationem pre-[f. 8 4 ] cationu(m), et prçconior(um) et uitae deprecationum prout est Canon uerae dilectionis Chr(ist)ianae, quae pectora (8) explet et sp(irit)ui confert exultatione(m) et laetitia(m); benedictiones (9) continuae, et orationes perpetuae (9), et (1) Q u e s t o d o c u m e n t o è c o n s e r v a t o i n a l t r i t r e e s e m p l a r i : i l p r i m o , V a t . B a t. 6 1 9 7 f. r i o - i n , c o n p o c h is s im e v a r i a n ti d i s c a rs o m o m e n to : il s e c o n d o , B a rb e r i n i a n o B a t . 2 6 0 5 f . 5 9 - 6 1 7, i n r e d a z i o n e m o l t o d i v e r s a e c o n a g g i u n t e e o m i s ­ s io n i; il te r z o , M a g lia b e c h ia n o C X X X V I I . 131 f. 4 2 -4 4 v d e lla B ib lio te c a N a z io ­ n a le C e n tr a le d i F ir e n z e . I l t e s t o d e l B a r b e r in ia n o e d e l M a g lia b e c h ia n o s e m b r a p i ù a n t i c o d i q u e l l o d e l l ’A r c h i v i o S e g r e t o e d e l V a t . B a t . , i q u a l i m o s t r a n o t r a c c e d i c o rre z io n i n o n s o lo d i s tile e d i lin g u a , m a a n c h e d i s o s ta n z a . P o tr e b b e p e n ­ s a r s i c h e le d u e re d a z io n i r is a lis s e ro a d u e o r ig in a li a r a b i d is tin ti, i q u a li s a r e b ­ b e r o s t a t i i n v i a t i a m b e d u e a l l a S a n t a S e d e , c o m e è a v v e n u t o , p . e s ., p e r l a l e t ­ t e r a d e l d i a c o n o S a f a r i b n M a n s u r d i A l e p p o ( v . Ricerche, p . 2 0 3 5) . I n n o t a s i d à n n o le v a r i a n t i d e l V ( a tic a n o ) , d e l B (a rb e rin ia n o ) e d e l M (a g lia b e c h ia n o ). ( 2) 4 - o r i g i n a l e s V . (3) 4 - G h e r s o n i c a e (sic) V ( o s s i a s c r i t t e i n c a r a t t e r i k a r i ü n ï ) . ( 4) + u n a c u m e a r u m r e c o g n i ti o n e p e r t e s t e s a t q ( u e ) i n l a t i n a (m ) l i n g u a (m ) v e rs io n e V . (5) N a a m a n V . T u t t o q u a n t o i l t i t o l o m a n c a i n B e M . ( 6) c o r a m

BM .



(7) -f- etc V, che om ette tu tto ciò che segue fino a p. 8 is. (8) -f- s u f f i c i e n t e r B . (9) e t b e n e d i c t i o c o n t i n u a

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c o n tin u a e t o ra tio

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Il patriarca siro Ignazio Na'matallah a Roma

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uitae precatio pura et uera descendant (‘) et maneant et circundent et abundent et crescant sicut imber à nubibus misericordiae et ut stilli­ cidia (2) celestis gratiae ex debito magnae dominicae dilectionis et suplicet et continuet gratiam perpetuam et se(m)piterna(m), quam hinc mittimus et donamus dominationi uestrae manibusque uestris, ò glo­ riosi Domini Colendissimi et P(at)roni Beatitudinis superioris aeternae. Estis (8) (e)n(im) (4) anchora [f. 8 4 ’] spirituu(m) et animarum, corona te(m)plorum et capitum, materia animor(um) et ordinum, dilucidatio oculorum, fruitio animarum, exultatio intellectuum, lux memoriae et cognitionis, sanctitas çui et temporis, gaudium nostrum gloriosum, ani­ ma nostra in qua (5) animus noster semper est (5), meditatio nostra in nostris refectionibus (6), electi a Domino n(ost)ro Iesu Christo in altioribus gradibus, uocati ad Coeloru(m) Regnum, Charissimi hominibus et Angelis altissimis, Diadema fidei orhodoxae, Polus Ecclesiae Catholicae, studium nostru(m) diebus ac (7) noctibus, uitae (8) datores tempori no­ stro ueteri et corrupto, Patroni nostri et firmamenta nostra, [f. 8 5 ] Do­ mini et Patroni (9) Illustrissimi et Reuerendissimi, omnes nostri Domini Cardinales maximi, perpetuum faciat Deusuestrum (10) Pontificatu(m) (10), in regionibus et mundi partibus et continuet (“ ) uestri memoriam (“ ) et lucere (12) faciat (12) sanctitatem u(est)ram in an(n)os et sçcula et in dies et menses uobisque (13) uindicet (14) perpetuitatem sempiternam cum exaltatione continua et felicitate maiore (16), et (16) Inimicorum uictoria(m) et rebellium co (n) cui catione m ascribat et (n ) uos dignos ( l l ) fa­ ciat gradu Apostolico (1S), et laetificet sanctorum haereditate et fruì con­ cedat (19) sanctoru(m) et Ap(osto)lorum gradibus (20) et (21) audire uocem (21) gratam (2!) et di- [f. 8 5 Y]centem (23): «Eugite serui boni, et merca­ tores lucrosi, fideles supra pauca et minima, eritis super (24) multa et (4) descendat BM, e i verbi seguenti al singolare. (2) stellicidia (sic) B. (3) E st (sic) B. (*) - » . (5) quibus semper animus noster B. (6) actionibus M. (7) e t BM. (8) uitam B. (9) dominantes B; dominatores M. (*°) Pontificatum uestrum B; uestrum Pontificatum M. (u ) continuet memoriam uestram B; uestram continuet memoriam M. (12) faciat lucere B. (13) et nobis B. (14j corretto da uendicet ; uendicet BM. (15) maiori BM. (le) - B ; inimicorumq(ue) M. (17) dignos uos B; - uos M. (18) + et decoret indumento angelico BM. (19) faciat gradibus B. (21 a^w*>^l| ad-Aal.1

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L a morte del patriarca copto Giovanni 96°

W i e t presso G. M a s p é r o , H i s t o i r e d e s p a t r i a r c h e s d ' A l e x a n d r i e , Paris 1 9 2 3 [ B ib lio th è q u e d e l' E c o le d e s H a u t e s E t u d e s , 2 3 7 ), p. 3 8 0 (forse semplice errore tipografico), donde M. C h a î n e , C h r o n o lo g ie d ' E ­ g y p t e e t d ' E t h i o p i e , Paris 1 9 2 6 , p. 2 5 4 .

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L a morte del patriarca copto Giovanni 96'

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