Rhetorike Philosophousa. Dione Crisostomo nella cultura antica e bizantina 8870881393


131 57 8MB

Italian Pages [350] Year 1986

Report DMCA / Copyright

DOWNLOAD PDF FILE

Recommend Papers

Rhetorike Philosophousa. Dione Crisostomo nella cultura antica e bizantina
 8870881393

  • 0 0 0
  • Like this paper and download? You can publish your own PDF file online for free in a few minutes! Sign Up
File loading please wait...
Citation preview

ELENCHOS Collana di testi e studi sul pensiero antico diretta da GABRIELE GIANNANTONI

XI

ALDO BRANCACCI

RHETORIKE PHILOSOPHOUSA Dione Crisostomo nella cultura antica e bizantina

BIBLIOPOLIS

Proprietà letteraria riservata

ISBN

88-7088-139-3

Copyright c 1985 by « CN.R., Centro di studio del pensiero antico» diretto da GABRIELE GIANNANTONI

I N D I CE

Introduzione

p.

9

PART E PRIMA CAPITOLO PRIMO : LA COSTITUZIONE DELLA TRADIZIONE DIONEA NEL I E NEL II SECOLO Le autotestimonianze dionee, p. 19. Dione nel giudizio dei contemporanei : Quintiliano, Epitteto, Plutarco, Plinio il giovane e Favorino, p. 25. La testimonianza di Frontone, p. 42. La tradizione dionea nel II secolo: Marc'Aurelio e Luciano, p. 50. Massimo di Tiro e gliEpistolografi cinici, p. 58. Con­ clusioni, p. 62. CAPITOLO SECONDO : FILOSTRATO

�t

19

»

63

»

111

La testimonianza filostratea su Dione, p. 63 . La Vita di Apollonio di Tiana, p. 66. Apollonio, Eufrate e Dione, p. 78. Le Vite dei sofisti: la definizione di Seconda sofistica e la concezione del filosofo-sofista, p. 86. La Vita di Dione: tra retorica e filosofia, p. 92. Filostrato e il tema dell'esilio, p. 97. Filostrato e gli scritti di Dione, p. 104. Conclusioni, p. 108. CAPITOLO TERZO : LA TRADIZIONE DIONEA NEL IV SECOLO Menandro retore, p. 1 1 1 . Temistio, Giuliano e i citatori di Dione, p. 122.Eunapio e la , n.s. xcvi ( 1 968) pp. 38-46 . =

=

=

=

48

RHETORIKE PHILOSOPHOU SA

è tuttavia facilmente ricavabile dal contesto teorico della lettera e, in particolare, dalla tendenza antiepittetea che ne dirige tutta l'elaborazione. Per un verso, infatti, si è visto come il contrasto con Mare' Aurelio si prolunghi in una discus­ sione circa il valore letterario di Epitteto, ammirato per la sua professione di filosofia dall'imperatore e oggetto di un pe­ sante attacco, sul piano stilistico, da parte di Frontone. La denigrazione del filosofo esaltato da Marco appare cosl l'ele­ mento corrispettivo alla positiva valutazione, in funzione anti­ epittetea, di pensatori quali Eufrate, Timocrate, Atenodoto e soprattutto di Dione, già oggetto dell'ironia di Epitteto 64• Per un altro verso, se si tiene presente che questi filosofi sono esplicitamente posti in rapporto di discepolato con Musonio Rufo, maestro dello stesso Epitteto, appare chiaro che il ten­ tativo frontoniano è di contrapporre alla linea maestra dello stoicismo romano una successione dalla connotazione culturale sensibilmente diversa. Alla serie Musonio-Epitte�o, in cui si manifesta quella vocazione filosofica dello stoicismo cui anche Marco aderisce, Frontone oppone una successione che sotto­ linea e rivaluta proprio la componente retorica pur presente in Musonio : essa conduce poi a quattro pensatori periferici, in cui si esprime quell'attenzione per la dimensione stilistico­ letteraria del magistero filosofico che a Frontone preme riva­ lutare. Due sono, dunque, le idee di fondo espresse dal retore nella lettera in esame. Da un lato egli vede realizzata in Eufrate, Dione, Timocrate e Atenodoto una sintesi di filoso­ fia ed eloquenza, se pure accentuata nel senso di un tenden­ ziale predominio della seconda, come suggeriscono la teoria della priorità dello stile, le critiche rivolte a Epitteto e il ri­ lievo accordato alla componente retorica di Musonio. In questo senso, può dirsi che in quei quattro personaggi si esprime la stessa funzione culturale che Frontone, conformemente a

64 Cfr. EPICT. diss.

111

23, 17-19

e,

supra, pp. 29-30.

LA COSTITUZIONE DELLA TRADIZIONE DIONEA

49

una tradizione largamente diffusa, ritiene sia stata realizzata a suo tempo dai grandi socratici. Il richiamo a Socrate, carat­ teristico dello stoicismo romano, è dunque assunto in direzione opposta a quello che conduceva Epitteto ad esaltare la lezione di Socrate e Diogene, nonché la loro rigorosa professione di filosofia 65• Nella visione di Frontone, al contrario, non solo il magistero filosofico è concepito in termini ostili al rigo­ risma stoico, e antiepittetei in particolare, ma la filosofia stessa implica una rivalutazione del ruolo della lingua nell' espressione di un determinato contenuto di pensiero. Questa esigenza è pienamente soddisfatta dal secondo aspetto della concezione frontoniana : in filosofi quali Eufrate e Dione egli vede realizzato un modello culturale in cui l'istanza filosofica si accompagna a una razionale utilizzazione della retorica e delle sue risorse. Di qui il suo tentativo di pervenire a una definizione del ruolo culturale della retorica tale da garantirne a pieno titolo lo statuto all'interno del magistero filosofico. Per quanto riguarda più da vicino Dione, c'è da notare che, rispetto alle testimonianze dell'età dei Flavi, con Fron­ tone il Crisostomo è per la prima volta inserito in orizzonte decisamente filosofico : tuttavia, ciò è possibile, nel quadro interpretativo frontoniano, solo in quanto la filosofia è con­ cepita come momento di un'esperienza culturale sostanzial­ mente omogenea, la quale soddisfi all'esigenza di mantenere un raccordo tra formazione di base e teoria. Vedremo presto quali esiti questo ideale, caratteristico dell'età degli Antonini,

65 La polemica antiepittetea di Frontone risulta ancora più chiara se si ricorda che, proprio nella diatriba in cui compare menzione di Dione, Epitteto si scaglia contro l'interpretazione di Socrate e del so­ cratismo sostenuta dai retori, ai quali oppone la necessità di leggere -.tk l:wxptx"t"LX!Ì wc; l:wxptx"t"LX!i (dr. diss. III 23, 20-26). Per Socrate in Epitteto dr. la precedente nota 28. Per Diogene in Epitteto bisogna ancora ricorrere a K. VON FRITZ, Quellenuntersuchungen zu Leben und Philosophie des Diogenes von Sinope, Philologus Supplementband XVIII 2, Leipzig 1926, pp. 90-93 .

RHETORIKE PHILOSOPHOUSA

50

assumerà nel corso del difficile periodo di trapasso all'età tardoantica. Fin d'ora, tuttavia, si può anticipare come queste discussioni abbiano trovato nel modello culturale dioneo un punto di riferimento obbligato : il felice equilibrio di diverse esperienze culturali realizzato dal Crisostomo diventerà in­ fatti una metafora delle relazioni, variamente interpretate, tra retorica e filosofia.

LA TRADIZIONE DIONEA NEL II SECOLO :

MARc 'AU RELIO E

LU CI ANO

Rivelatore della tendenza a interpretare Dione e i momenti salienti della sua biografia in funzione di sollecitazioni e ideali tra i più vivi nell'età degli Antonini, è un cenno di Marc'Au­ relio il quale mostra come proprio in quest'epoca si siano venuti costituendo moduli interpretativi destinati a orientare tutta la successiva ricezione storiografica del filosofo e retore bitinico. Il testo che ci interessa è compreso nel primo libro dei Ricordi, ove Marco enumera una serie di filosofi, uomini politici e intellettuali che hanno profondamente agito sulla sua formazione, e a proposito dei quali intende chiarire il suo debito. Il passo in cui compare la menzione di Dione è riportato all'insegnamento del filosofo Severo, e suona cosl : « Da mio fratello Severo (ho appreso) : l'amore del bello, del vero e del giusto; l'aver conosciuto, grazie a lui, Trasea, Elvidio, Catone, Dione, Bruto, ed essermi cosi formato il concetto di uno stato democratico, governato secondo il prin­ cipio dell'eguaglianza di tutti e del diritto di tutti alla parola, di un impero che rispettasse al di sopra di ogni altra cosa la libertà dei governati. Ancora da Severo, quel suo culto co­ stante, e sempre ugualmente intenso, reso alla filosofia ; il gusto per la beneficenza, l'impulso a far parte agli altri con generosità delle proprie cose; la buona speranza e la fiducia nell'affetto degli amici; la massima sincerità nei confronti di quelli che aveva occasione di riprendere; il far sl che gli amici

LA COSTITUZIONE DELLA TRADIZIONE DIONEA

51

non avessero mai bisogno di congetture per comprendere ciò che desiderava o non desiderava, tanto era manifesto »66 • Il frammento severiano appare costituito di tre distinte unità narrative, che pongono capo, nel loro insieme, alla de­ lineazione di un programma di vita, d'azione e di teoria po­ litica. Dapprima c'è un elenco, che presenta i nomi di grandi martiri della libertà politica :

Trasea Peto, Elvidio Prisco,

Catone, Dione e Bruto. Segue poi, strettamente connesso al­ l'elenco, un breve inciso concetti di

a

carattere teorico, incentrato sui

�acnÀ.eLa e di 'ltOÀ.L"t'ELa tcr6vo(.l.oc;. Chiude il fram­

mento un testo a contenuto etico-pratico in cui, accanto a precetti generici, si riconoscono insegnamenti d'ascendenza stoica. Ora, quanto all'identificazione del Dione citato nella prima parte del frammento, si possono fare tre osservazioni : a) l'elenco mette in scena personaggi moderni, cronologicamente compresi tra l'età tardorepubblicana e il primo principato, la cui attualità è data come evidente; b) si tratta di personalità connesse con lo stoicismo o su posizioni filostoiche; c) esse rappresentano i grandi nomi della lotta per la libertà politica, in funzione di una linea d'opposizione all'assolutismo impe­ riale

67•

Già queste considerazioni sconsigliano l'ipotesi di una

66 MA.Rcus AURELrus ANToNINUs 1 1 4 : Ila.pà. 'tou à8E'Mpou p.ov l:Eovi}pov 'tÒ cp�).6xa.).ov xa.t cp�ÀciÀ.T)8Eouc;, llpouCTa.Euc;, CTOtpLCT">'i)c; xa.t cpLMCTocpoc;, 8v Xpu­ CToCT-.o�ov fxciÀ.ECTa.v. CÌV">ETI:OLEL">O BÈ CTE�V6">T)">Oc;, wc; xa.t À.Eov-.ijv .Mwv

246

RH ETORIKE PHILOS OPHOU S A

Quanto all'estratto biografico con i l quale s i inizia la nota, si è già detto che la concordanza tra Fozio e Suda rimanda a fonte comune, da identificarsi con l 'Epitome di Esichio 2 • Rimane ora da segnalare l'espressione croq>tcr'ti}c; xa.L q>tÀ.6croq>oc;, occorrente anche in Fozio, la quale consegna in una formula ormai stereotipa quello che fu, precedentemente, un complesso problema di definizione culturale ; il rilievo sulla CTEIJ.'II O'tT)c;, legato alla terminologia retorica ermogeniana ma anche alla caratterizzazione della « divisa » (crxij!J.a.) del declamatore-filo­ sofo ; lo stretto rapporto posto tra Dione e Traiano, in cui è sintetizzato e un dato cronologico e un dato culturale. Nel suo insieme, la nota si rivela succinta e scarsamente signifi­ cativa : il suo unico interesse consiste nel fornire un esempio del tipo di presentazione di Dione veicolato dalle tradizioni biografiche correnti in età bizantina. Ben diversamente rilevante è il catalogo degli scritti dionei riportato a chiusura dell'articolo . Sappiamo già che, nella compilazione di tale elenco, Suda dipende dall'Epitome di Esichio . Questi scritti, inoltre, non trovano riscontro né nel­ le edizioni dionee note a Sinesio e a Fozio, né nell'excursus bibliografico di Filostrato : il loro stesso carattere, quale è ipotizzabile dal titolo, sembra discostarsi da quello proprio delle orazioni sopravvissute . Il silenzio di Sinesio e di Fozio non è tuttavia elemento sufficiente a porre in dubbio la paternità dionea delle opere citate nel lessico, posto che l'edizione di Dione usata da Sinesio è ricostruibile solo par­ zialmente c che quella nota al patriarca rappresenta già un cpopwv 'ltpoi:Éva.L. i'jv lìÈ À.E'!t"t"Òc; -.ò crwJ..La. , xa.L lì LÉ"t" pL\jJE -. ò '!t À.Ei:cr-. o v 'lta.pà Tpa.La.v«fi -.«fj Ka.�cra.pL, wc; xa.l cruyxa.Ot\!;ecrOu.L EV "t"«fj �t'l..CTLÀ.LX«fj ÒXTJJ..La."t" L. Éypa.ljlev, Et cpOa.p-.òc; o x6crJ..Lo c;, 'Eyxw!J.LCV 'HpaxÀ.Éouc; xa-.à llM.-. wvo c; , 'Y1tÈp 'OJ..LT] pou 1tpòc; llM.-.wva Il ', llepL -.wv 'AÀ.E�avllpou ape-.wv T)'. Quanto al secondo titolo (Encomio di Eracle contro Pla­ tone), accettiamo l'emendamento (xa-.a pro xaC) proposto da C. GAL­ LAVOTTI, Sopra un opuscolo perduto di Dione Crisostomo, « Rivista di filologia e di istruzione classica », XXXIX ( 193 1 ) pp. 504-08. 2 Cfr., supra, p. 207.

«

247

SUDA »

prodotto di selezione rispetto all'esemplare sinesiano . Quanto ai titoli dionei menzionati da Filostrato, è noto che essi non hanno nessuna pretesa di informazione esaustiva. Inoltre, vari indizi suggeriscono che il sofista di Lemno abbia conosciuto opere di Dione più tardi destinate a cadere nell'oblio : esem­ plare è il caso della Storia dei Geti (rE'ttxci) , di cui si è già parlato e che torneremo a discutere . In considerazione di tutto ciò ; vista l 'opera di progressiva selezione prodottasi nella pubblicazione del lascito letterario dioneo ; tenuto anche conto del carattere omogeneo e particolare degli scritti ricordati dalla Suda, non sarà azzardato ipotizzare che quella lista riproduca uno sp ecimen della produzione filosofica di Dione, pervenuto alla stessa Suda tramite la mediazione dell'Epitome di Esichio . Vedremo tra poco quali elementi accreditino la nostra ipotesi . Intanto va segnalato un dato : il sospetto di inauten­ ticità che, seppur non dichiarato, grava sulla tradizione raccolta dalla Suda, ha determinato un sostanziale disinteresse della critica nei confronti di tali titoli : un'indagine su di essi è apparsa , presumibilmente, tanto meno necessaria se confron­ tata con il numero abbondante di opere dionee sopravvissute. Può essere utile, invece, verificare il grado di congruenza tra i titoli menzionati nel lessico e opere conservate nel corpus Dioneum : tale esame, mentre mostrerà come non vi sia ragione di dubitare della paternità dionea di quegli scritti, offrirà qualche ragguaglio su aspetti di rilievo della produzione e degli interessi intellettuali di Dione.

IL TRATTATO

«

S uL LE VIRTÙ DI ALE S S ANDRO »

Si consideri innanzitutto il trattato in otto libri Sulle virtù

di Alessandro 3 • Esso ci riporta immediatamente a quella 3 A favore della effettiva paternità dionea di questo trattato si può forse allegare il passo, già citato, di IuL. orat. VII p. 212 c, in cui G. RocHEFORT, Discours de Julien Empereur, II 2, Paris 1963, comm. ad 1. ,

248

RHETORIKE PHILOSOPHOUSA

Alexanderromantik dominante nella letteratura del II secolo d.C. e attestata, per Diane, dalla seconda orazione Sulla regalità 4• È noto che la figura del re macedone era stata per

secoli al centro di un dibattito ideologico e filosofico connesso al problema della definizione della �a.cnÀ.Ela. e dei rapporti tra re e filosofo . Di fronte all'utilizzazione in senso para­ digmatico di Alessandro da parte dei monarchi ellenistici pri­ ma, dei grandi condottieri della repubblica romana poi, l'atteg­ giamento mostrato da intellettuali e filosofi era stato di netta diffidenza, se non di dichiarata ostilità, come mostra soprat­ tutto il filone letterario ispirato al cinismo e allo stoicismo, tendente a identificare il re macedone con il modello negativo del .,;upa.vvoc; 5• La nuova fortuna di Alessandro nel secolo di Diane è stata posta in rapporto con i tentativi di concilia­ zione ricercati, alla morte di Domiziano, tra imperatore e filo­ sofi : essa avrebbe trovato un importante elemento propulsore nell'avvento di Traiano e nelle sue ambizioni filoalessandree, che furono all'origine della preminenza della sua figura in una fortunata politica culturale 6 • Espressa in questi termini, tutta­ via, tale tesi è discutibile, giacché la rappresentazione di Ales­ sandro elaborata dai filosofi non è riconducibile a un tipo univoco, come mostra proprio il caso della seconda e della ravvisa un'allusione all'opera perduta. A conferma di questa ipotesi si può osservare che, se l'opera perduta aveva carattere politico, come cercheremo di mostrare, allora c'è una probabilità in più che il passo giulianeo si riferisca ad essa. 4 Cfr. su ciò F. WEBER, Alexander der Grosse im Urteil der Grie­ chen und Romer bis in die Konstantinische Zeit, diss. Giessen, Boma­ Leipzig 1909, pp. 37-53. 5 Cfr. su ciò J. R. FEARS, The Stoic View of Alexander the Great, « Philologus », cxvm ( 1974) pp. 1 1 3-30; P. A. BRUNT, From Epictetus to Arrian, « Athenaeum », LV ( 1977) pp. 37-48. 6 Cfr. almeno F. WEBER, op. cit., pp. 107-8 ; L. EICKE, Veterum philosophorum qualia fuerint de Alexandro Magno iudicia, diss. Ro­ stochii 1909, pp. 38-9 e 48. Sull 'imitatio Alexandri di Traiano cfr. W. HoFFMANN , Das literarische Portriit Alexanders des Grossen im griechischen und romischen Altertum, Leipzig 1907, pp. 74-80.

« SUDA »

249

quarta orazione Sulla regalità dionee. Il loro tono discordante conferma come il trattamento del re macedone sia strettamente connesso ai successivi momenti del rapporto di Dione con la domus imperiale e alle diverse fasi del dibattito sulla �rxcnÀ.Etrx. Da questo punto di vista, l'utilizzazione della figura di Ales­ sandro negli scritti dionei disegna una sorta di topos della regalità la cui evoluzione può essere ricostruita nel modo che segue. Nella sesta orazione, Diogene o della tirannide - in cui Alessandro, e non a caso, è assente - la delineazione della figura moralmente indegna del "tvprxwoç si accompagna a una radicale condanna del potere monarchico in quanto tale ; nes­ suna distinzione è operata tra re e tiranno, anzi, i termini "tvprxwoç e (J.O'Vttpxoç sono usati nello stesso senso e scambie­ volmente 7• Dione afferma cosl, tramite l'esaltazione della fi­ gura di Diogene e la sua contrapposizione a quella del "tuptt'V­ '\Ioç, dietro il quale è adombrato l'imperatore Domiziano, l'as­ soluta supremazia del filosofo rispetto al monarca. Nella quarta Sulla regalità, la quale corrisponde al passaggio al regno di Traiano, compare Alessandro, e le sue relazioni con Diogene - tema caratteristico della letteratura apoftegmatica cinica 8 sono oggetto, per esplicita dichiarazione di Dione , di una deli­ berata reinterpretazione 9• Qui Alessandro, in cui si è voluta vedere una trasposizione letteraria del nuovo imperatore 10, è

7 Cfr. DIO CHRYSOST. orat. VI 40-42, 43, 46-48 : particolarmente significativa è orat. VI 39. Questo scambio fu già notato da ARNI M p. 262. Per l'identificazione tra Dione e Diogene dr . A. BRANCACCI, Tradizione cinica cit. , pp . 99- 110. 8 Cfr. i testi raccolti da G. GIANNANTONI, Socraticorum Reliquiae, Roma-Napoli 1 9 83 , 11 pp. 422-3 1 ( DIOGENE S v B 31-49) . 9 Cfr . Dro CHRYSOST. orat. x v 2-3 . IO A RNIM p. 412 assegnava anche la quarta Sulla regalità al 104 e la considerava riferita a Traiano : ma il trattamento negativo di Alessandro ha fatto supporre che essa fu redatta negli anni d'esilio : dr. L. EICKE, Vetemm philosophorum cit., pp. 49-53 . Altri, rilevando il carattere oscillante della rappresentazione di Alessandro, ha prefe-

250

RHETORIKE

PHILO S O PHOU S A

nettamente contrapposto a l filosofo cinico , nei panni del quale si nasconde Dione e le sue personali concezioni sulla �a.cnÀ.Eta. : da Diogene riceverà gli insegnamenti e le direttive morali ne­ cessarie al �a.cnÀ.Euç per realizzare nella città terrena quel­ l 'ordine supremo realizzato, a livello cosmico, dal regno di Zeus . La natura del rapporto , che si potrebbe definire peda­ gogico, posto tra Alessandro e Diogene spiega agevolmente quel tanto di negatività che virtualmente permane nella rap­ presentazione del re macedone. Ciò corrisponde, in ultima ana­ lisi, all'oscillazione tra i concetti di �a.cnÀ.Euç e di "t'Upa.woç, che nella sesta orazione non erano neppure distinti , come in­ vece si preoccuperà di fare Dione in tutta la fase successiva della sua riflessione politica. Nella quarta orazione la rcgalità proviene ad Alessandro dall'applicazione delle norme etico­ politiche suggeritegli da Diogene : laddove se ne distaccasse , egli finirebbe per rappresentate il potere monarchico ille­ gittimo 1 1 • A un atteggiamento alquanto più morbido corrisponde la terza orazione Sulla regalità, ove si registrano due significativi mutamenti rispetto all'utilizzazione delle tessere mitiche pro­ pria degli scritti precedenti : qui , infatti , non solo Alessandro viene messo da patte, ma scompare, parallelamente, anche Diogene, da cui dipendeva il trattamento severamente peda­ gogico del �a.cnÀ.Euç. L'obiettivo che Dione si pone in questo scritto è tematizzare il rapporto tra re e filosofo , ovvero il motivo della funzione del consigliere regale in vista di u n a

rito zate

spostare i l problema, i po ti zz ando u n a doppia

serie di fonti utiliz­ cfr. E. THOMAS, Quaestiones Dioneae, diss . Lip si ae 1 909, p p . 67-8 1 . Degna di nota è l'osservazione di A. MOMIGLIANO, Dio Chrysostomos cit. , p. 265 , il quale ritrova in questa orazione allu­ sioni critiche a Traiano e ritiene che essa fu scritta per uditorio greco. Recentemente ha riesaminato il problema J. MoLES, The Date and Purpose of the Fourth Kingship Oration of Dio Chrysostom, « Oassical Antiquity », n ( 1 983) pp. 2 5 1 -78, il quale assegna tale orazione al da Dione :

1 00 d .C . Il

S i ved a almeno Dro CHRYSOST. orat. I V 2 1 -23 e 26-2 8 .

«

25 1

SUDA »

autoresponsabilizzazione del monarca nell'esercizio del potere assoluto 12 • Dione mette in scena Socrate, dietro il quale si nasconde lui stesso, e il re dei Persiani, modello del 'tvpawoc;, il cui esempio negativo deve essere accuratamente evitato . Lo stesso Traiano è presentato nell'invocazione iniziale 1 3 , a con­ ferma del fatto che il modello del buon re, di cui tutto lo scritto si occupa, non ha bisogno di nessun travestimento mi­ tico . Il quadro ideologico è ancora diverso nell'orazione cro­ nologicamente successiva, la prima Sulla regalità, ove Dione torna a una caratterizzazione in senso strettamente pedagogico delle figure mitiche : il tema della regalità e quello ddla fun­ zione politico-ideologica del filosofo si trovano qui perfetta­ mente saldati . Da un lato c'è, ora, il musico Timoteo , dal­ l 'altro Alessandro, discepolo di quello . Il rapporto istituito tra Dione e Timoteo è evidente, pur se complicato dal fatto che, mentre il musico è un maestro insufficiente per Alessandro , Dione si considera capace di assolvere in modo senz'altro su­ periore alla funzione etica e pedagogica che attribuisce al filo­ sofo nei confronti dd re 14 • Questo dato è in accordo con il parallelismo posto tra Alessandro e Traiano, che culmina nella seconda parte del discorso, ove Dione, reinterpretando in senso politico il vecchio mito di Eracle al bivio, recupera la figura di Eracle a modello di perfetta regalità 1 5 •

1 2 Non è un caso che in questo scri tto si arrivi a ll a formulazione del concetto di v6JJ.oc; come �