Plutarco: Vite parallele. Lisandro e Silla. Testo greco a fronte 9788817128964, 8817128961

Questa sedicesima coppia di "Vite parallele" è una delle più belle scritte da Plutarco ed è dedicata a due gra

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Italian Pages 525 [97] Year 2001

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Plutarco: Vite parallele. Lisandro e Silla. Testo greco a fronte
 9788817128964, 8817128961

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Vite parallele Plutarco

Lisandra introdu:done di LUCIANO CANFORA traduzione e note di FEDERICOMARIA MUCCIOLI

Silla introduzione di ARTHUR KEAVENEY traduzione e note di LUCIA GHILLI

testo greco a fronte con contributi di Barbara Scardigli e Mario Manfredi

Biblioteca Universale Rizzoli

LA TRADIZIONE MANOSCRITTA DELLE V/TE

Le Vile di Ph.itarco sono tramandate, tutte o in parte, ta­ Jora anche per brevi excerpta, da poco meno di cento co­ dici, pochi dei quali tuttavia - neppure una decina, e tutti de! periodo umanistico - contengono l'intero corpus delle biografie. Essi si possono ricondurre ad una recensio bi­ partita o ad una recensio tripartita, secondo che risalga­ no ad una edizione antica, o meglio tardo antica se non pure ormai bizantina, in due o rispettivamente tre volumi delle biografie, con l'avvertenza tuttavia che l'appartenen­ za di un manoscritto all'una o-all'altra recensio none sem­ pre univoca, perche talora ii medesimo codice attiene per alcune Vile alla bipartita, per altre alla tripartita. Nell'edizione in due volumi - quale e dato ricostruire per ll I volume dai suoi rappresentanti a noi pervenuti, per ii II dagli excerpta nella Bibliotheca di Fozio, del sec. IX - le Vile erano disposte secondo la cronologia dei per­ sonaggi greci, nel seguente ordine: 1 [Theseus-Romulus] Lycurgus-Numa Solo-Publicola Aristides-Cato maior Themistocles-Camillus

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1 Fra pa�entesi si indicano le Yite non conservate in alcun manoscritto secondo la recensio bipartita.

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e di Holkh. Gr. 95, sec. XV (I 53a2b2a3b; III 5 + II 123471 · compilazione di alcuni capitoli della plutarchea Vita di Grasso, e negli Excerpta Constantiniana, nei quali alcuni fine mut.), i9 e in I 1 fors'anche ii gia citato Vind. Suppl. frammenti attribuiti a Dione Cassio sono tratti dalla Vita Gr. 11, sec. XV (I 98; II 56; I 1). Alla stessa fonte del capostipite della stirps luntina ri­ di Sil/a. salgono, per diversi rami e varie contaminazioni, Paris, Nessun apporto, infine, recano alla conoscenza della Gr. 1675, meta sec. XV (I 1-9; alcuni Moralia)30 e Am­ storia della trasmissione del testo i papiri, che ci hanno bros. E 11 inf. (= 1012),-sec. XV (I 1-9; Galba-Otho), tramandato in Pap. Heid. 209, a.180 ea., poco meno di Merita invece di essere accertata la posizione relativa nel­ un capitoJo_ deJla Vita di Pelop,aa; in Pap. Kooln 47 + la recensio tripartita di Marc. Gr. 526, a.1431/1436 (ex­ Pap: Gen. mv. 272a-b, provenienti dal medesimo rotolo, cerpta da I 53a; I 1-9; II 1-7; III 1-7), autografo del Bes­ prima meta sec. III, alcuni capitoli della Vita di Cesare e in Pap: O�y. 3684 poche ri�he della Vita di Licurgo: le lo­ sarione. Alcuni dei codici della recensio tripartita recano indl­ ro var1ant1, anche se genume, non offrono elementi per cazioni sticometriche relative all'intera coppia al' termine confrontarle con le diverse recensioni medievali, formate. di ciascuna delle Vite del I volume, tranne per le coppie si in epoca successiva.J2 Arist.-Cato ma., Dem.-Cic. (I lab2ab3ab5ab6ab7ab8ab), MARIO MANFREDINI e per ii II volume al termine di Dio, Brut., Flam., Alex., mentre esse mancano de! tutto nel III volume: 31 queste indicazioni sembrano risalire a precedenti raccolte niinori delle biografie, le cui notazioni sticometriche sono state mantenute soltanto dai codici della recensio'tripartita forse perche derivata da quelle raccolte. Tracee, sia pur lievi ma preziose, di redazioni molto an­ '. �a pre.s�nte nota,. di necessitA molto sintetica, anticipa talora i risul­ tiche, ii cui testo - fors'anche perche piu vicino all'ar- ; tall d1 stud_ ! m corso dt stampa !l che attendono di essere complefati; essa rev1�1one dt quella pubbhcata nella prefazione alla prima edizione. chetipo plutarcheo - appare meno cQrrotto di quello dei ) a�erunamolte mfo�mazioni e p�il ampli e puntuali riferimenti bibliografici si manoscritti pervenutici, restano nei codici di Appiano, che rmvla a K. Ziegler, Die Ober/ieferungsgeschichte der vergleichenden LelJ!nsbeschreibungen Plutarchs, Leipzig 1907; J. lrigoin, Les manu­ sotto ii nome di questo autore ci hanno tramandato la scnts de Plutarque a 32 lignes et a 22 /ignes, • Actes du XIV• Congra& 2

, lntemat1onal des Etudes Byzatins, Bucarest, 6-12 scptembre 1971», Bu­ c�r�st �976, lll, pp. 83-87; Id., La formation d'un corpu.1. Un prob/lme 29 Nella seconda parte (II 12347) e congiunto a Pal. Heid. Gr. I� + dh1sto1re des textes dans la tradition des Vies parallaJes de Plutarque •Revue d'Histoire des Textes», XII-XIII, 1982-1983 {198SJ pp 1-11: Pal. Heid. Gr. 16!). 30 M. Manfredini, La tradizione manoscritta de/la Vita Solonis 'di Plutar� Della stessa mano e, come si e visto, Crem. Gov. 160. 31 Per II I volume Vatic. Gr. 138, i planudei Paris. Gr. 1671, Paris. co, •Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa», S. Ill, VU, 1977, Gr. 1674 e Ambros. A 253 inf. ( = 831), noncte Ambros. E II inf. : pp, 945-998; Id., Nuovo contributo a/lo studio de/la tradiziofie mano­ scritta di Plutarco: le Vitae Lycurgi et Numae, • Annali della Scuola ( = I012l(quest'ultimo solo per I lab): per ii II volume Laur. conv. soppr, . 206, i planudei, Paris. Gr. 1671, Paris. Gr. 1674 e Marc. Gr. 384, ean, Normale Superiore di Pisa», S lll, XI, 1981, pp. 33-68; Id., Note su/la tradizione manoscritta de/le « Vitae Thesel-Romuli » e « Themistoc/is­ cora Athous Lavra r 84 ( = 324) (per II Sb), Monac. Gr. SS (per II 2ab), Vatic. Gr. Hl08 (per II 2abSb), Vind. Hist. Gr. 60 (per II 2,ibSb) e Pa, Camilli ». di Pluta!co, «CiviltA Clusica e Cristiana», IV, 1983, pp. 401-407; td., Codic, p/utarchei di umanistl ita/iani, «Annali della Scuo­ ris. Gr. 1676 (per II 2ab). la Normale Superiore di Pisa», S. Ill, XVII, 1987, pp. 1001-1043.

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ottimo li>ello • singole biografie' e pe, fa pubbli,,.ione degli J di singoli convegni e congressi (cfr. la bibliografia), e infine per\ volumi collettanei che includono, tra gli altri, saggi su Plutarco.5 i I Negli ultimi anni si e prestata particolare attenzione alle due bio., 6 grafie superstiti degli imperatori romani, scritte prima delle Viti • parallele, nelle quali Plutarco non operava una scelta secondo ii cr1.! terio della grandezza, ma presentava, come Svetonio, le biografie di' tutti gli imperatori in quanto tali, da Augusto a Vespasiano. Alla fortuna di Plutarco, alla quale hanno contribuito tante gene.\ razioni di due millenni, e auspicabile che cooperino anche quelle dei! terzo.

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4 Ad es. C. R Konrad, Sertorius, Univ. North Carolina 1994; H. Hef.1 • ter, Pompeius, vol. I, Lang, Bern-Frankfurt 1995; A. Georgiadou, Pelo,!, pidas, Teubner, Stuttgart-Leipzig 1997; D.R. Shipley, Agesilaos, Oxford! · 1997. i• 5 Ad es. le relazioni di B. Scardigli e M. Affortunati, Der gewaltsarne! Tod plutarchischer Heiden, p. 229 sgg.; E. G. Schmidt, Plutarchs AtheJ nerbiographien, p. 251 sgg. e K. Korus, De genio Socratis. Analyse und Interpretation eines plutarchischen Dialogs, p. 267 sgg., in Prinzipat und Kultur Im 1. und 2. Jahrhundert (ed. da B. Kllhnert, V. Riedel,R. Gordesiani), Bonn 1995; G. Ottone, Plut. Sert. 9, 6-10: ii problema de/, le fonti libiche, in «Simblos» 2, Bologna 1997, p. 151 sgg.; S. C.R. Swain, Plutarch, in Hellenism and Empire. Language, Classicism, and Power in the Greek World, AD 50-250, Oxford 1996, p. 136 sgg.; C. B. R. Felling, Plutarch on Caesar's fall, in Plutarch and his Intellectual World (ed. J. Mossman), London 1997, p. 42 sgg.; I. Gallo, Plutarco, in La civilta letteraria greca e romana, Torino 1998, p. 103 sgg.; M.-L. Freyburger, Plutarque et Va/ere Maxime, in Valeurs et memoire a Rome, Va/ere Maxime ou la vertu recomposee, Paris 1998, p. 157 sgg. 6 Ad es. R. Scuderi, Le vite plutarchee di Galba e Otone: teoria e prassi politica ne/la successione imperiale, in Atti V Conv. Pontignano, cit., p. 399 sgg.; E. Keitel, Plutarch's Ti·agedy Tyrants: Galba and Otho, in Papers of the Leeds Intern. Latin Seminar (a cura di R. Brock-A. J, Woodman), Leeds 1995, p. 275 sgg.; A. Timonen, Galba's violent death: A study on narrative techniques, in Utriusque linguae peritus. Studia in hon. T. Viljamaa (edd. J. Vaahtera-R. Vainio), Turku 1997, p. 48 sgg.; G, W. Bowersock, Vita Caesarum: Remembering and forgetting the Past, in La Biographie Antique, cit., p. 193 sgg.; R. Ash, Severed heads. lndivi• dual portraits and irrational forces in Plutarch's Galba (111d Otho, in_:, Plutarch and his lntel/ectual World (ed. J. Mossman), London 1997, p. ! 192 sgg.; I. Moreno Ge1Tero, Pragmatismo plutarquiano y dramatismo 1: suetoniano en /as Vitae Caesarum, in Plutarco y la Historia. Actas V simp. esp., Zaragoza 1997, p. 3 I5 sgg. : .,_ , �/

LISANDRO AYl:AN�POL

INTRODUZIONE

. i l, UNA STORIOGRAFIA «REALISTICA» j II maggior pregio della storiografia classica e nel suo parlar ! chiar o. I fattori che spingono gli uomini ad agire essa li invoca ; : con chiarezza quasi brutale. Anche se influenzati da "ideolo1 gie" e da simpatie politiche, gli storici di eta classica (ma la I ! considerazione vale anche per quello storico sui generis che fu Plutarco) cercano di porsi nella posizione dell'osservatore che ! da a ciascuno il suo, che ripartisce torti e ragioni, che sa guar­ ,: dare "sotto" i fatti. Nella storiografia classica, inoltre, trionfa / la visione realistica delle cose. E n la sua forza, e la ragione • i della sua durevolezza. Questa storiografia ha saputo vedere : lucidamente l'ipocrisia dei processi che i vincitori infliggono i ai vinti, e, percio, l'inconsistenza del concetto di giustizia nel l conflitto di potenza, (Un esempio eloquente e nelle parole di · Filocle, vinto ad Egospotami, al vincitore Lisandro, cfr. infra, cap. 13.) Di tale realismo fa parte-parte non secondaria-l'at­ tenzione riservata alla lotta tra le classi come fattore di storia, Una caratteristica, questa, che gli storici antichi non avevano motivo di nascondere, non essendovi, all'epoca, il timore di . essere tacciati di caldeggiare una «visione marxista» della sto1 ria, e tanto meno di essere, in ragione di cio, redarguiti. Storici ! moderni dell'antichita molto familiari con le fonti antiche ' hanno, senza complessi, assunto, appunto dalle fonti d'epoca, questo importante angolo visuale. Quando, nel 1858, appena ventottenne, Fustel de Coulanges presentava la sua tesi su 87 f

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Polybe ou la Grece conquise par les Romains, apriva la disa! 1 ,. aspiranti al potere monocratico), della piena coincidenza 1 mina intorno alle cause dell'intervento romano in Grecia co{�. U_ i\ proprio potere personale e l'interesse generale. Questa a ra un riferimento primario alle classi in lotta: «.Jn tutte le citta: f sembra illusione ottica o, piu spesso, consapevole mistifi­ 01 greche» scriveva «c'erano due classi: i ricchi e i poveri». E i{P zio ne: al conu·ario e, negli aspiranti al potere monocratico, a tempi a noi piu vicini, uno storico certo esente da ideologis1ui f onvinzione profonda e autentica, che diviene, a sua volta, · 'c ·' quaIe Jacques Le Goff, «mterv1stato» · · · a d'1 un potere sempre pm su11a stona, · ha defmito' 1 i' nta decisiva verso la conqu1st p la lotta di classe «l'unica spiegazione storica». 1 Lo stessoi � no cratico. Naturalmente in questo meccanismo mentale Marx, del resto, come la gran p arte degli intellettuali tedeschi!. /ll�erferisce, ad un certo momento, un fatt�re di accecamento: n prima del 1848, aveva avuto esperienza di un ordinamento cte,i 1, terviene l'adulazione, che spinge verso una ambizione in­ gli studi in cui il posto della storia antica era preponderante, Ei Jll ntrollata, e questa, a sua volta, costituisce elemento di cri­ tutta la teoria politica rinascimentale, da Machiavelli a Hob.ff? se non anche di caduta, del politico. 81 bes, si nuu·e, in ogni suo aspetto, di storiografia antica. Hobbei! i ' La traiettoria di Lisandra e esemplare. Egli ha r aggiunto il eso�·�isc� con la traduzi?ne di Tuc�dide, e M_a?hiavelli pensa la[ !massimo potere, anche perche graniticamen�e �e�·suaso del­ pohuca nleggendo e ch1osando D1odoro, L1v10, Plutarco. fl! effetto positivo generate del suo successo md1v1duale, ma, ' !,l a quel punto, l'eccesso di_ p�ter� pe1:�onale in?ontroll_ato lo ha al suo I i portato a compiere erron v1� v_ia pm dan_nost proprw _ e camp10n 2. PLUTARCO E LISANDRO come descntto vtene egh r Eppure 19). (cap. \ ipote e gge­ nella a r a sintetizz rco a Plut che realismo un 0, m I di realis Plutarco ha meritato, nella considerazione dei moderni, unUtante battuta detta in replica all'appassionato e irruento di­ posto particolare. Le sue bio�rafi_e hanno a_vuto una influenza[; scorso di un Megarese: «Le tu� p�rol�, stranie�·o, hanno biso­ e?orme_ anche p_er la lo�� efflcac1�for matzva (come pr_ oposi.lj no di avere alle spal�e una c1� ta (�OAEffi> . Atene, demo­ le oligarchie. Si puo dire che mentre cercava di "laconizza, • crazia totalitaria (come la descrive l'anonimo autore della re" Atene finiva, inevitabilmente, per "atenizzare" Sparta. · Costituzione di Atene), fu piegata dalla potenza rivale, senti­ Fino alla guerra infatti, come ben sapeva Tucidide, Sp arta ta co me leader naturale dalle oligarchie di tutto il mondo gre­ guidava alleati "autonomi" (e spontancamcnte tali). E con co. Rifare, dopo la vittoria, un impero ateniese di segno op­ Lisandro che ha creato un impero "ideologico" di stampo ··, posto. si _ ri:'�lo ben presto �er S�arta ii_npos�i?ile, �onte di cri­ ateniese, fondato sulla solidarieta attiva dei gruppi sociali in- si e dt d1v1s10ne anch� tra 1 sum alleatt tradtz1onah, pur s_ron­ teressati, e sulla diretta presenza militare spartana. Orbene, tanea men�e s�balter?t. Allo stes,so modo la trasforma�10n�, Nord �tlanttca 1 n di .tale impero, perche non si logorasse ripiombando nello dopo la v1ttona su!l URSS, d�ll Alleanz_ a , _ puo r�espans10ne 111 nte tendenztalm u aggress1vo � status qua ante, doveva far parte Atene. Percio la partita si e • n im?ero grave d1 quello commesso da Ltgiocata B:, percio Lisandro ha voluto ostinatamente persegu1·, velars1 un errore non meno . . f 1· alleatt trad'1z10nal'1 d e11a nuova 1 g orse Saranno sandro. . re quel suo disegno m · Att'zca; e 1· sum· avversan• a S parta, a••· .. 1. ' a n•r·mtare 1a segueIa d'1 avventure ag111dtetro, . . f,'.. , Sparta. a ttrarst . . . . lal·matt' d'1 que1 suo d'1segno, Io hanno contrastato m A ttzca . tutte 1deolog1camente moass1stiamo: tempo da cm . gress1ve · • no a f avonre · Tras1' bu1o e 1a nscossa d emocrattca. A costo d'1 • • he. . . tlvate, ma ne11a sostanza egemomc . . • far fa11ire l'111tera · costruz10ne dt Egospotamt. · de1 v111c1tore • Quel che e venuto dopo, dal contrasto crescente con Agesi­ LUCIANO CANFORA lao, cui tanta attenzione rivolge Plutarco, alla fine di Lisan­ dro in battaglia nella guerra corinzia, alla persecuzione postuma contt'o di lui (saggiamente fermata dagli efori), none. che uno sviluppo del cruciale conflitto che si e consumato in ·. Attica; e che, da un punto di vista ateniese, e stato letto con qualche unilateralita ed esaltato come una seconda «libera• zione». 100

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GIUDIZI CRITICI

I nche ora, qualora dessimo chiara dimostrazione, noi e voi, a guerra d mto. L sandro muore so«A ctto che prendiamo le armi insieme contro gli Spartani, state pur " · : sicuri che que11·1 che 1·1 d'1sprezzano sbucheranno fuon nume:! rosi. Se ci riflettete, capirete subito che diciamo il vero. Infat­ ' 11 chi rimane che sia ancora ben disposto nei loro confronti? Gli Argivi non sono da sempre ostili a loro? Ora gli Elei, pri­ �: vati di molto territorio e di molte citta, sono anch'essi diven­ Fj tati loro nemici. Che dire poi dei Corinzi, degli Arcadi e degli [; Ach ei, i quali, soggetti alle loro insistenti preghiere nella guer­ l: ra contro di voi, hanno condiviso tutte le fatiche, i pericoli e le / spese? Gli Spartani pero, quando hanno ottenuto quello che · volevano, quale potere, onore o ricchezza hanno condiviso con costoro? Ritengono giusto nominare armosti gli iloti e si comportano da padroni con gli alleati, che sono popoli liberi, ! una volta ottenuta la vittoria. Comunque e evidente che hanno ,; ingannato anche coloro che hanno defezionato da voi; al posto , della liberta hanno ricevuto una duplice schiavitu, perche su­ i biscono la tirannide sia degli armosti sia delle decarchie, che : Lisandro ha instaurato in ogni citta. Anche il re dell' Asia, il ,; cui intervento e stato determinante per la vostra sconfitta, subisce forse un destino diverso da quello che avrebbe sublto se , a vesse combattuto contro di loro al vostro fianco?»

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[Se ofont�, El�enich�, I !I, 5, 11-13, discorso degli am­ _ � bascrnton tebam agh Atemes1 nel 395] 105

in altre , Ii efori, introducendo i� alcun� �elle decad�rchie, , In­ archie, godeva d1 grand1ss11no prest1g10 a Spa�ta olig «Un altro scopo che la sedizione puo proporsi e quello di mu, �elle osta fine alla guerra del Peloponneso, aveva ass1curato tare una parte della costituzione, per esempio di istituire una , fa tti' p a l' egemonia, riconosciuta da tutti, per terra e per atri qualche magistratura o di abolirne qualcuna, come si dice che a lla p tanto, insuperbitosi per questo motlvo, med'1tava d'1 · . Per , . sia accaduto a Sparta dove Lisandro avrebbe voluto abolire ii mare . d' d 1 'b'l al regno degli Erachd1 e 1 ren ere e egg1 1 e ogm fine e , . . regno e Pausania, che era re, avrebbe voluto abolire I' eforato, poll. · tano come re. Sperava infatt1 �1 �onsegmre b e? pres�o 1·1. Un'altra occasione di rivolta si ha quando alcuni, che pur Spar regio grazie alle importantiss1me e splend1de az10m sono grandi e per nulla inferiori per virti't, sono disprezzati da potere ute. compi » altri, che hanno ricevuto pii't onori: a questo modo Lisandra [Diodoro, XIV, 13, 1-2] fu trattato dai re di Sparta.» II

[Aristotele, Politica, V, 1301b, 17-21; 1306b, 31-33, con lievi adattamenti] III

«Quasi tutti affermano che Pausania e Lisandro erano noti 11t; per la loro vita dissoluta, e per questo motivo Agide dice a 1 · proposito di Lisandro: "Ecco un secondo Pausania che 9i procura Sparta". Ma Teopompo, nel decimo libro delle sue Elleniche, dice proprio l'opposto riguardo a Lisandro, cioe che era Iaborioso, abile ad accattivarsi sia privati cittadini sia re, essendo pero dotato di moderazione e capace di resistere a ogni tipo di piacere. E sebbene avesse ottenuto il controllo di : quasi tutta la Grecia, in nessuna citta risultera essersi lasciato andare a piaceri sessuali o ad ubriacature e a simposi privi di ogni ritegno, » [Ateneo, Deipnosofisti, XII, 543b-c = Teopompo, Elle­ niche, FGrHist 115 F 20] IV

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«Lo spartiata Lisandro, dopo che ebbe regolato il governo di tutte le citta sottomesse ai Lacedemoni secondo il volere de106

V

se, ottenuto «Lo spartano Lisandro lascio un gran nome di ' . piu per la buona sorte che per la_r�·�pria virti't, � ben ?ot? mfatti che fu lui a sconfiggere def1mt1vamente gh Aten1es1. ch,e da venticinque anni erano in armi contro i Peloponnesiac1; ma e altresi noto come ci sia riuscito. Infatti cio avvenne non per i1 valore dei suoi ma per 1:i?disciplina degli av�er�a�i, i . qua li, contravvenendo agli ord1111 dei loro comanda?tl, f1111ro­ no in mano nemica, dopo aver abbandonato le nav1 ed esser­ si dispersi per i campi. In base a cio gli Ateniesi si arresero agli Spartani. » [Cornelio Nepote, Lisandra, l , 1-2] VI

«Sebbene si ritenga che grazie alle imprese di costoro [scil, Pausania e Lisandro] gli Spartani abbiano ottenuto la loro egemonia, tuttavia essi non sono minimamente da paragonare alle leggi e alla disciplina di Licurgo; anzi, fu proprio grazie a queste che ebbero milizie pii't disciplinate e pii't valorose. » [Cicerone, Sui doveri, I, 76] 107

VII

«Lisandra, il quale era divenuto un raggiratore abilissimo e tesseva per lo piu le sue trame con inganni, ponendo il giusto soltanto nell'utile e il bello nel vantaggioso, diceva che il ve, ra non e per natura migliore del falso, ma il valore e il pregio . . d.1 ciascun? de1. d�e sono determ111at1 . . da11'mteresse. A quelh che gh facevano una colpa di compiere la maggior parte delle imprese con l'inganno e conquistando il success o con i raggiri, non a viso aperto, in quanto era indegno di Era, cle, diceva ridendo che dove non arriva la pelle di leone si de, ve cucire in aggiunta la pelle di volpe. » . [Plutarco, Apoftegm1. spartam,. 229a-b, trad. SantameJ , lo1 VIII

«Per conto mio, seguendo i Persiani e conformandomi alla lora legge' ritengo che Lisandra sia stato piu di danno che d'1 utilita per gli Spartani.» [Pausania, IX, 32, 10] IX

«Lisandra porto il denaro a Sparta e insegno agli Spartani a trasgredire 1'ordine del dio che intimava di tenere lontano dalla citta ora e argento. Alcune persone piene di buon sen­ so, ancora dotate di laconico nobile sentire, degno di, Licur­ go e del dio di Pito, cercavano di impedire cio; gli Spartani, pero, accogliendo con favore il cambiamento, si esposero cosi al biasimo, e l'originaria virtu di Sparta a poco a poco si perse.» 108

[Eliano, Storia varia, XIV, 29]

X

Non-Spartano come era per molti aspetti, forse Lisandra :veva idee piu illuminate su come amministrare un impero dei suoi conterranei.» A History oif Greece to the Death : · [J . B. Bury-R. Me1ggs, I of lexander the Great, London-Basingstoke 19754 (rist. 198�), p. 3231 XI , . . , . , canco d1 c�?sei «Nei primi anni del dopoguerra I evento pm i uenze fu pero la caduta di Lisandra (fine del 403?). �la da g tem po il suo potere senza limiti era mal sopportato dagh efo­ ri · nessuna meraviglia, dunque, se a Sparta si presto ascolto alle continue lagnanze su di lui e sul comportamento dei suoi ufficiali. Lisandra cerco con ogni mezzo di ripristinare la propria influenza, ricorrendo ad intrighi a Sparta e, indiretta­ mente, presso i grandi santuari panellenici di Dodona e di ··• Delfi', perfino all'oracolo libico di Ammone. Ma tutto fu inui tile. Ancora una volta, l'ideale spartano dello Stato ebbe la meglio sulla grande personalita individuale. La caduta di Lisandra coincise con l'abbandono della po­ litica di potenza da parte spartana. La nuova parola d'ordine fu ii ritorno alla tradizionale politica del Peloponneso.» [H. Bengtson, Storia greca (trad. it. di Griechische Ge­ schichte. Von den Anfiingen bis in die romische Kaiserzeit, Mi.inchen 19653), !,Bologna 1985, pp. 418-419]

XII

«Euna fortuna per noi che Plutarco abbia avuto l'indipen­ de nza di giudizio di non ricorrere soltanto alle tradizioni che si fondavano su basi cosi malcerte, ma, dal momento che le 109

sue altre fonti sono andate quasi completamente perdute, i moderni hanno spesso disperato, senza ammetterlo, della lo, ra capacita di giudicarle in nome di un cumulo di ipotesi rite, nuto fragile. Abbiamo constatato i pericoli di questo ecces so di prudenza: per evitare una scelta talvolta difficile, si finirebbe per dare di Lisandra solo l'immagine di un brillante co, mandante, a cui si aggiunge forse anche quella di un agitato, re e, nel migliore dei casi, di un lontano precursore dei sovrani ellenistici, ma senza che risultino storicamente rapporti tra lui e lora; tutto sommato, il suo fallimento permetterebbe di passare sopra questo argomento. Questo atteggiamento ci e sembrato erraneo perche Lisandra ha prafondamente segnato il suo tempo anche se non sempre nella maniera e nel senso da lui desiderati. Al di la delle sue avventure politiche, san- •. zionate da dei chiari fallimenti, ma non spravviste di praspet- . . tiva futura, occorre soprattutto ricordare la sua azione sui co. ; stumi, meno evidente, ma piu duratura, e cosl carica di con. · seguenze sul doppio movimento di decomposizione e di irrigidimento che ha caratterizzato l'evoluzione della citta greca ·, nel IV secolo.» . ·, [J.-F. Bommelaer, Lysandre de Sparte. Histoire et tradi- .; tions, Paris l98 l , PP· 240-241]

XIII «Prima del 40 4 a.C. il prestigio personale di Lisandra rag- ; giunse vertici inimmaginabili: il sistema delle decarchie, ii \ consenso dei soldati e degli stranieri, la sanzione di onori di- ·i vini ne avevano fatto un personaggio eccezionale e pericolo- '" so per la costituzione di Sparta. In seguito, il cosiddetto "Ly­ sander's Fall" (che non rappresenta affatto la fine politica : dell' ex-navarca) testimonia la volonta sia di Agide II che di Pausania di ridurre questo ormai scomodo condottiera alle praporzioni consentite dalla tradizione della citta. Lisandra mantenne, tuttavia, anche dopo il 403/2 una posizione politi• 110

ea f orte e potenzialmente "destabilizzante", sia per il consen­ so che aveva in Sparta ed in Grecia per la vittoria su Atene, sia per la consistenza di un suo gruppo di amici fra gli spar­ tiati che non poteva non condizionare la politica interna ed estera della polis. La sua figura era "destabilizzante" perche, e i fatti lo avevano ampiamente dimostrato, non travava uno sbocco di potere nel sistema spartano.» [R. Vattuone, Problemi spartani: la congiura di Cinado­ ne, «Riv. Stor. Ant.», 12 (1982), pp. 19-52, partic. pp. 44-45]

XIV «Che l'ingerenza politica esercitata dai potenti rappresentan­ ti d elle citta-stato dovesse essere considerata qualcosa di equivalente alle imprese degli ecisti o dei re dalle citta piu piccole che al tempo della guerra del Peloponneso ne furono le vittime, esprime i sentimenti di relativa impotenza delle fa­ zioni di queste poleis rispetto ai lora "eraici" o "divini" libe­ ratori. E un atteggiamento squisitamente ellenistico, che fa vedere come uomini quali Lisandra anticipino i futuri tempi di autocrazia e contribuisce a fare del IV secolo l'epoca degli autocrati, delle individualita e del culto della personalita; questa e l'epoca, per fare un esempio, in cui l'arte del ritratto fa dei progressi: si pensi alle monete con Tissaferne e alla sta­ tua di Mausolo.» [S. Hornblower, La Grecia classica. Dalle guerre per­ siane ad Alessandro Magno (trad. it. di The Greek World 479323 BC, London-New York 1983), Milano 1997, pp. 302303]

xv «All'ambizione di Lisandra, comunque, non bastava la glo­ ria; egli voleva anche il potere. Una solida e attendibile tradi111

BIBLIOGRAFIA

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- Notion and Kyzikos: The Sources Compared, «JHS», Ioi'j ira ud J.-M., Lysandre et le chef ideal de Xenophon,