Le vite di Lisandro e di Silla 8804417846


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Le vite di Lisandro e di Silla
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PLUTARCO

LE VITE DI LISANDRO Ε DI SILLA a cura di Maria Gabriella Angeli Bertinelli, Mario Manfredini, Luigi Piccirilli e Giuliano Pisani

FONDAZIONE LORENZO VALLA ARNOLDO MONDADORI EDΠORE

Questo volume e stato pubblicato con il con tribu to del CREDIOP S.p.A.

Giuliano Pisani ha tτadotto il testo; Mario Manfredini il testo e g/i scolt e scritto la nota α/ testo; Luigi Piccirilli ha scritto l'introdw:ione e il commento alla > LXII

1984, pp. 90-6; Id., Silla, trad. it., Roma 1990, pp. 2.5 5-60. 3 F. Blaive, Sylla ou le guerrier impie inacheve, « Latomus >> XLVII 1988, pp. 812.-2.0. 4 Α. Alfoldi, Die Geburt der kaiserlichen Bildsymbolik, « Museum Helveticum >> VIII 1951, pp, 2.05-6; ΙΧ 1952., pp. 2.12., u6-8, 2.2.5; Χ 1953, p. 104; ΧΙ 1954, p. 139; Ε. Gabba, Studi su Dionigi di Alicarnasso Ι. La costituzione di Romolo, « Athe­ naeum >> XLVIII 1960, pp. 2.2.0-1; Μ. Sordi, « Silla e lo "ius pomerii proferendi">>, in Ead. (ed.), ΙΖ confine nel mondo classico. Contributi del!Ίstituto di storia antica dell'Vniversita del Sacro Cuore ΧΙΙΙ, Milano 1987, p. 2.ο8; Ead., « La "costituzione di Romolo e le critiche di Dionigi di Alicarnasso alla Roma del suo tempo >>, in Ac­ tes du ςotloque a l'Universite Ρ. Valέry, Montpellier ΠΙ 2.0-r Mars 199 2. = « Pallas. Re­ vue d'Etudes Antiques >> ΧΧΧΙΧ 1993, pp. 1π-5; R. Reggiani, Silla 'peior atque in­ testabilior' e 'scaevus Romulus' (Nota α Sall. Ήist. ' 1,5 5 ,Ι e 5 Μ.), «Athenaeum >> LXXXII 1994, pp. 2.07-2.1. 5 Ε. Taeubler, « Camillus und Sulla. Zur Entstehung der Camilluslegende>>, in Id., Ausgewiihlte Schriften zur Alten Geschichte, Vorw. von G. Alfoldy, Stuttgart­ Wiesbaden 1987, pp. 105-19. 6 U. Laffi, ΙΖ mito di Silla, p. 2.68. 7 F. Hinard, Silla, pp. 2. 5 5 -6ο; B.R. Katz, Sertorius, Caesar and Sallust, «Acta Anti­ qua Academiae Scientiarum Hungaricae >> ΧΧΙΧ 1981, pp. 2.85-313. 8 Ponendosi sotto il segno della felicitas e della fortuna e sotto la protezione degli dei, egli rivendica per se un divino χιΧpισμιχ estraneo alla cultura politica romana, •

IN'fRODUZIONE

ΧΧΙΙΙ

coeνa si impostano due tradizioni, una faνoreνole e una contra­ ria, in una sfumata e νariegata contrapposizione per il condizio­ namento delle distinte ideologie politiche, di parte e oligarchica e popolare. Cosl da un lato il filosillano L. Cornelio Sisenna esprime nelle Histσriae il consenso di un gruppo almeno della nσbilitas senatoria e l' antimariano Q. Claudio Quadrigario condiνide nella sua sto­ ria annalistica un seppur implicito e indiretto apprezzamento1 ; dall'altro lato il ferνente democratico C. Licinio Macro fa esplo­ dere negli Annales l'ostilita della sua parte, tale da ispirare il noto discorso riferito da C. Sallustio Crispo nelle Histσriae e il νiolen­ to attacco riportato da Dionigi d'Alicarnasso nell'Archeσlσgia rσ­ mana2.

Il giudizio sembra quasi comporsi, senza tuttaνia fondersi, in altri scrittori. Mentre Μ . Tullio Cicerone, richiamandosi a una tendenza genericamente riconoscibile come filosenatoria, mostra di apprezzare l'opera di restaurazione dello stato da parte di Sil­ la, ma ne dissocia l'uomo, che condanna come maestro dei tre νί­ zί pestiferi della lussuria, dell' aνarizia e della crudelta e che de­ nuncia come tiranno3, C. Sallustio Crispo, ricollegandosi al filone di parte popolare, stigmatizza il regime instaurato da Silla, pur senza ignorare alcune qualita positiνe della sua persona4• Diνersa­ mente Τ. Lίνίο, come C . Velleio Patercolo e Dione Cassio Coc­ ceiano5, distingue due fasi nella νita di Silla, prima e dopo la νίteppure, richiamandosi persino alla figura illustre di Ρ. Cornelio Scipione Africano, sa rievocare i valori tradizionali della piu pura aristocrazia romana: ved. Α. Setaio­ li, Gli epitaffi di due illustri Romani, ΧΙΧ 1977, pp. 699·709; Id., , in Actes du Χ" Congres de la Fιfderation Intemationale des A ssociations d'Etudes Classiques, Vniversitιf Laval 2 3-7 Aout 1994 Rιfsumιfs,

Quebec 1994, pp. 99·100. 1 U. Laffi, ΙΖ mito di Silla, p. 2.59, e S. Laconi Bastian, Osservazioni suiframmenti 83 Ρ. e 88 Ο. di Claudio Quadrigprio, > IV 198ο, pp. 2.83-306. 2 Sallustio, Hist. ΠΙ 48 Μ; Dionigi d'Aiicarnasso, Ant. Rom. V 77· 3 Cicerone, Π Ver. ΠΙ 81; Font. 6 ; Har. 54; Brut. 2.2.7, 311; Off. Π 2.7; Fin. ΠΙ 75; de lege agraria ΠΙ 5 . 4 Sallustio, Hist. Ι 5 5 Μ; Iug. 9 5 · 3-45 Livio, Periocha LXXXVΠI; Velleio Patercolo, Π 17,1; 2.5>' e 3-4; 2.7, 5 ; Dione Cassio, XXX-XXXV fr. 109,1-4 Boissevain.

XXIV

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toriosa presa del potere, l'una positivamente e l'altra negativa­ mente caratterizzata. Ne deriva una valutazione duplice di Silla, articolata ο in una combinazione chiastica e capovolta dei termini favorevoli e contrari ο in una distinzione cronologica di periodi di opposto segno, con l'effetto di una pur discorde assonanza. Con il passare del tempo finisce tuttavia per prevalere e im­ porsi il cliche negativo di Silla, che lo addita come esempio dei peggiori mali, che affliggono l'umanita, e lo bolla come il tiranno, il cui nome rievoca crudelta, proscrizione, sangue. Cosi per esem­ pio Silla, dipinto a fosche tinte da Μ . Anneo Lucano, viene accu­ sato di decapitazioni in massa da Valerio Massimo, indicato come assetato di sangue da Anneo Seneca il Retore, e ritenuto n obi­ lium saevissimus da Ρ. Cornelio Tacito. La sua efferata crudelta e un τόπος al tempo di Giulio Firmico Materno e di Aurelio Ago­ stino1. Sull'evoluzione del giudizio su Silla possono aver influito vari fattori: il trionfo della pars contraria dei p opulares e 1' avvento al potere di C. Giulio Cesare, con la conseguente manipolazione dalla propaganda politica2; la rielaborazione letteraria in chiave topica ed esemplare3, con una riduttiva semplificazione in senso negativo; il cambiamento, oltre che degli interessi politici, dei gu­ sti letterari di una memoria collettiva, sempre piiι dimentica, nel­ la successiva realta multietnica dell'impero, delle grandi lotte ci­ vili e delle riforme istituzionali del passato repubblicano e piiι in­ teressata ad aspetti di cupa e violenta drammaticita; alla fine, in eta tarda, la polemica religiosa cristiana. L'elaborazione dell'immagine di Silla appare come fissata in un determinato momento, entro certi limiti e con peculiari carat­ teri, nella biografia di Plutarco, il quale caratterizza il personag-

1 Lucano, Pharsalia Ι μ6, 3 30, 3 3 5 , s8r; Π 139·2.32.; IV 8 2.2.; VI 303, 7 8 7 ; VΠ 307 ; Valerio Massimo, ΠΙ r,2.; ΙΧ 2.,r; Seneca il Retore, Suasoriae 6,3; ved. anche Sene­ ca, Clem. Ι Ι2.·, Ι ·2., e Benef V r6, 3, oltre ai vari accenni nei Dialogi; Tacito, Hist. Π 38,3; cfr. ΠΙ 8 3>4; Firmico Materno, Matheseos lib:I 7 ,2.5·8; Agostino, Civ. ΠΙ 2.8·302 Sulla reputazione di Silla nella tarda eta repubblicana ved. fra gli altri: R.F. Ros­ si, Sulla lotta politica in Roma dopo la morte di Silla, « La Parola del Passato >> ΧΧ 1965, pp. 13 3-μ; R.V. Desrosiers, The Reputation and Political Influence of Lucius Cornelius Sulla in the Roman Republic, Diss. University of North Carolina 1969. 3 S. Lanciotti, Silla e la tipologia del tiranno nella letteratura latina repubblicana, « Quaderni di storia» ΠΙ 1977, pp. 12.9- 5 3 ; IV 19 78, pp. Ι9Ι·2.2.) .

!NfRODUZIONE

XXV

gio con tratti discordi, con annotazioni di valore contrastante, positive e negative, in un giudizio complessivamente composito. Eppure le notizie sfavorevoli a Silla sembrano prevalere. Gia all'inizio della biografia e introdotta la sua famiglia come colpevo­ le di infamia, per l'indebito possesso da parte di un antenato con­ sole di un'esorbitante quantita di vasellame d'argento (r,r), e a Sil­ la si rinfaccia il fatto di aver accumulato una fortuna con mezzi il­ leciti (r, 3-7). Ne Plutarco, che pure altrove indulge all'ammirazio­ ne per i costumi frugali dei Romani (Cras. r,r-2.), mostra qui di ap­ prezzare la semplice vita di Silla, che da giovane abitava in una modesta casa d'affitto; al contrario, ne denuncia la vita sregolata e sconveniente, in compagnia di mimi e di buffoni (2., 3-6). Piu oltre lo accusa, per bocca di C. Giulio Cesare Strabone Vopisco, di aver comprato la carica di pretore ( 5 , 5), cosl come gli attribuisce una profonda ingratitudine nei confronti di C. Mario, per aver posto sulla sua testa una taglia in denaro, dopo la presa di Roma nell'88, benche gli fosse debitore della vita (ro,2.-3). Nel racconto dei successi militari, i n cui ricorrono varie note positive, queste tuttavia si combinano cοή segni di valore oppo­ sto. Per esempio e riconosciuta a Silla la grande stima, che seppe conquistarsi nella guerra contro Giugurta, quando riuscl a farsi consegnare il principe numida (3,2.-6) , ma poi non ne e taciuto il vanitoso comportamento per tale azione (3 ,8). Analogamente so­ no ricordate le sue imprese vittoriose nella guerra cimbrica (4,2.5), ma subito dopo e introdotto il motivo dell'inimicizia con C. Mario, tanto futile e tanto grave da causare la rovina dello stato e l'avvento della tirannide (4, 5 -6). La pesante responsabilita, che pure e inizialmente attribuita a C. Mario (forse per l'influsso del­ la fonte sillana, espressamente citata), finisce con il ricadere sullo stesso Silla, annullando quasi il merito dei suoi successi (sebbene l'elemento del conftonto con l'antagonista abbia nel racconto una funzione drammatica, come la rivalita fra Μ. Licinio Crasso e Cn. Pompeo nelle rispettive Vite). Incerto appare il giudizio sul­ l'operato di Silla nei confronti dei capi barbari, Ariobarzane re di Cappadocia e Orobazo ambasciatore del re dei Parti: lodato da alcuni per il contegno altero, egli fu da altri accusato di modi roz­ zi e vanitosi ( 5 ,9-ro). Plutarco non sceglie fra gli opposti elementi di valutazione ne in quella circostanza, ne nel corso della guerra sociale, in cui, pur riconoscendo a Silla di aver compiuto grandi e meritorie imprese, non sa ο non vuole decidere se egli fosse un

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MARIA GABRIELLA ANGELI BEKΠNElll

condottiero grandissimo ο fortunatissimo, come diversamente pretendevano fautori e oppositori (6,4) . Non mancano altri elementi negativi. Quando Silla, nell'assal­ to contro Roma dell'88, ordino di appiccare il fuoco alle case, il suo comportamento inconsulto fu senza pieta alcuna, oltre che verso i nemici, verso gli amici e i familiari (9,Ι2.- 3). Cosl, quando passo in Grecia per portare guerra a Mitridate, si macchio della colpa di depredare i sacri tesori degli dei, nei templi di Epidauro, di Olimpia e di Delfi (η., s-8), e si lascio travolgere da una passio­ ne atroce nella decisione .di conquistare Atene (r3 ,r), senza mo­ strare segno di umanita e di moderazione (r4,8). Nell'azione mili­ tare, pur coronata da successo, pote avvalersi dei lusinghieri ri­ sultati gia ottenuti dal luogotenente Q. Bruzio Sura (π,6-8); abu­ so del denaro per indurre a tradire i soldati militanti nelle file av­ verse e per consentire di vivere in maniera dissoluta a quelli del suo esercito (n.,r2.-4), come lui addestrati a ogni sorta di inganni e di astuzie (2.8 , 2.); nella battaglia di Cheronea, sfrutto l'aiuto di due Cheronei, per annientare i nemici sul Turio (r7,ro-r8,2.), e la vittoria fu offuscata dal sospetto di slealta, per un segreto accor­ do con il generale nemico Archelao (η, 3 -4); non ebbe mai, nem­ meno dopo la battaglia di Orcomeno, un prestigio politico e mili­ tare, tale da spaventare e costringere alla resa il re Mitridate, in realta spinto a trattare dal timore dell'avanzata dell'altro comune avversario C. Flavio Fimbria (η,π). Quando poi, rientrato in Italia, riporto la vittoria risolutiva nella battaglia di porta Colli­ na, il merito non fu suo, ma del luogotenente Μ. Licinio Crasso (2.9 ,9-3o,r; Cras. 6 ,7). Plutarco, in genere poco attento alla vita politica e alle vicen­ de istituzionali interne di Roma, non evita di riferire il malcon­ tento del popolo per i provvedimenti di Silla, che assunse un at­ teggiamento cosl arrogante e dispotico, da far apparire odiosi per­ sino i suoi favori e doni ( 3 3 ,1-3), e si permise di trasgredire alle leggi, da lui stesso emanate ( 3 s, 3 -4). Il biografo non risparmia le critiche alla vita privata di Silla: riferisce in modo insinuante che questi, quando era gia console, era stimato indegno di sposare una Cecilia, figlia del pontefice massimo L. Cecilio Metello Dal­ matico (6 ,r8-9); non si astiene dal riprovarne l'amore senile, quasi una passione turpe e vergognosa, per Valeria, l'ultima moglie (3s:s- n); ricorda il suo rapporto impudico e manifesto con Me­ trobio, l'attore che Silla amo tutta la vita, e stigmatizza infine la .

INτRODUZIONE

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sua condotta dissoluta, in cattiva compagnia di artisti, mιmι e musici (2.,5-6; 36,r-3), fino alla morte, sopraggiunta per l'aggra­ varsi di una malattia orribile, una verminosi purulenta e putrida, quasi una punizione divina (36,3-4). In particolare Plutarco si sofferma due volte almeno, sospen­ dendo il racconto, in alcune considerazioni su Silla e ripropone poi i termini del suo giudizio nel confronto con Lisandro. Cosl dapprima (6,r4-5) descrive il suo carattere come incoerente e con­ traddittorio, oscillante fra le qualita estreme e contrastanti dell'a­ vidita e della generosita, del rispetto e del disprezzo verso gli al­ tri, dell'orgoglio e del servilismo, della passione sfrenata e del cal­ colo opportunistico nell'esercizio della vendetta e del perdono. Piu oltre (30,6-7), traendo spunto da una riflessione di tono filo­ sofico sul mutamento nell'indole degli uomini, osserva il cambia­ mento di Silla, da giovane incline al riso, sensibile fino alla com­ mozione per il dolore altrui, sollecito delle sorti del popolo oltre che degli interessi dei nobili, ma dopo la vittoria impassibile alle grida di seimila uomini, trucidati per suo ordine nell'ippodromo, capriccioso, arrogante e disumano1• Si delinea dunque come una cesura cronologica nella vita di Silla, in coincidenza e per effetto del suo successo. Se qui Plutarco, pur dubitando che 1' alterazione del carattere sia piuttosto la rivelazione di una malvagita latente, preferisce sospendere il giudizio, fa invece esplodere alla fine la condanna contro Silla (Comparatio r,r-3,8): in un crescendo di ac­ cuse e di toni, attribuisce la sua conquista del potere e della tiran­ nide piu alla discordia e depravazione altrui, che non al suo meri­ to, e ne denuncia l'ingiustizia e l'ostilita anche verso gli amici, la ricerca affannosa dei piaceri e del denaro, la vita nella lussuria, nell'adulterio e nello sperpero. Il giudizio fortemente ostile, che colpisce la sfera privata, coinvolge anche l'azione politica2: lo contraddice soltanto, ancora una volta come elemento discorde, 1' apprezzamento per le vittorie militari e per i successi diplomati-

1 Α proposito del cambiamento di carattere dei personaggi plutarchei, S.C.R. Swain, Character Change in Plutarch, « Phoenix >> XLIII 1989, pp. 62.-8, osserva che Silla era naturalmente disposto al male. L'opinione di Plutarco resta pero ambigua, come inespressa. 2 Insiste infatti sulla caratterizzazione in negativo della figura di Silla, specialmen­ te nel confronto con Lisandro, Ρ.Α. Stadter, « Paradoxical Paradigms. Lysander and Sulla >>, in Id. (ed.), Plutarch and the Historical Tradition, London-New York 1992• pp. 41"55·

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MARI A GABRIEu.A ANGEil BER'ΠNELI..J

ci, tale da far attribuire a Silla il primato, in particolare rispetto a Lisandro, della genialita e del valore in guerra (Comparatio 4,r-

5 ,6).

In complesso dunque resta traccia nella biografia plutarchea di valutazioni difformi su Silla, sia basate su aspetti ο del carattere ο del ruolo pubblico sia impostate su un mutamento della condot­ ta di vita, nella quale il Wendepunkt coincide con l'ascesa al pote­ re e assume un valore cronologico oltre che morale. Se traspaiono qua e la spunti di una connotazione positiva, prevalgono larga­ mente gli elementi negativi. Si affaccia del resto con insistenza il motivo del sangue, che nella presa di Atene scorrendo dall'agora invase il quartiere del Ceramico fino al Dipilo e straripando oltre le porte inondo il sobborgo (r4, 6); che nella battaglia di Orcome­ no rigurgito dalle paludi ( u , 8); che durante le proscrizioni mac­ chio i templi degli dei, i focolari degli ospiti, le case paterne, non soltanto a Roma, ma in tutte le citta d'Italia (31,9). Riecheggia inoltre piu volte l'infamante richiamo alla tirannide, quel potere odioso alla mentalita politica tanto dei Greci quanto dei Romani, a cui la dittatura di Silla poteva paragonarsi (4,6; 30, 5 ; Compara­ tio μ). Il ritratto plutarcheo del personaggio rivela percio la matrice culturale, per cosl dire a largo spettro: vi si ritrova, oltre alla sug­ gestione discontinua dello scritto autobiografico di Silla, l'influs­ so di tradizioni variamente connotate nell'ispirazione politico-i­ deologica e nei contenuti; vi si affaccia la tendenza all'esaspera­ zione degli aspetti negativi, destinata a prevalere con il trascorre­ re del tempo nell'elaborazione dell'immagine. Α questa Plutarco pare aggiungere di suo la condanna morale. Non si ritrova invece nella biografia di Silla la presenza di un motivo dominante, quale si e soliti ravvisare in altre Vite plutar­ chee (come per esempio la φιλοπλοuτίcχ, ο ambiziosa avidita, nel­ la Vita di Crasso) 1 • Forse un Leitmotiv puo essere additato nella fortuna, che pare scandire i vari momenti della carriera di Silla. Se gia nella guerra contro Giugurta gli capito un'occasione fortu­ nosa, e dunque fortunata (3,2), che lo porto alla cattura del re ne­ mico, gli tocco anche la grande fortuna di ·essere il primo dei Ro-

1 M.G. Angeli Bertinelli, in Plutarco, Le vite di Nicia e di Crasso, Milano 1993, p.

χχιχ.

IN'fRODUZIONE

ΧΧΙΧ

mani, a cui ί Parti chiesero amicizia e alleanza (s, 8); durante la guerra sociale fu considerato dai suoi stessi avversari quale con­ dottiero εuτuχέστοιτος, fortunatissimo (6,4), al punto di essere paragonato a τimoteo figlio di Conone, lo stratego ateniese che dormiva, mentre la Fortuna conquistava per lui le citta nemiche (6,s-6); quando rientro in Italia dalla spedizione contro Mitrida­ te, la divinita gli annuncio con segni inconfondibili τdις εuτuχίοις, ί felici eventi (2.7,6). Silla credette nella protezione della Τόχη, a cui attribul ί suoi successi (6 ,7), riconoscendo nelle Memorie piu credito a lei che alla virtu e citando sempre ί suoi favori insieme con ί propri atti di valore (34, 3), e, come seppe approfittare della fortuna nella prima parte almeno della vita, dovette forse a quella anche il cambiamento del suo destino, oltre che del carattere (30,7). Ν ση e un caso che egli si fece soprannominare Εuτuχής, il Fortunato, titolo dal medesimo significato di quello latino di Fe­ lix (34, 3), cosl come chiamo ί figli gemelli, avuti da Cecilia Me­ tella, con ί nomi di Fausto e Fausta, da faustum, cio che e εuτu ­ χές, fortunato oltre che di buon augurio (34, s). Plutarco conclu­ de annotando che la Τόχη sembro accompagnare Silla fino alla fi­ ne, scendendo con lui nella tomba ( 3 8, 5). Dal punto di vista narrativo, se Silla resta l' indiscusso prota­ gonista e non vi e spazio per medaglioni di figure minori (come per esempio nella Vita di Crasso)1, cio nonostante egli appare con­ tornato di continuo da altri personaggi, come comprimari di vario rango e ruolo, che appaiono e scompaiono e che agiscono talora in primo piano talora sullo sfondo, con un effetto di varieta d'a­ zione e di movimento nel racconto. Fra tutti, si distinguono due figure, il romano Ρ. Sulpicio Rufo, tribuno della; plebe nell'88, uomo non inferiore a nessuno per malvagita, crίιdele, audace e avido senza alcun limite (S,r-2.), e il greco Aristione, tiranno di Atene, dalle aberranti passioni, un morbo letale per la citta (r3 , 2.) . Questi assurgono a exempla negativi, ancor piu fortemente caratterizzati della figura di · Silla, forse quasi ad attenuarne le peggiori attitudini del carattere ο del comportamento. La varietas narrativa e costruita anche con un continuo cam­ biamento di ambienti, di genti e di paesaggi. Al sapore del quoti­ diano, con cui si apre il racconto, nello scenario urbano delle in-

1 M.G. Angeli Bertinelli, in Plutarco, Le vite di Nicia e di Crasso, p. ΧΧΧΙΧ .

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MARIA

GABRIEil.A ANGEU BERΠNE.I..LI

sulae e delle vie di Roma e nell'intreccio di relazioni fra persone diverse, subentra con stacco repentino il senso dell'incognito sel­ vaggio, nel pieno della guerra in Africa, fra i principi e i briganti numidi, e oltre le Alpi, contro le tribu dei Volci Tectosagi e dei Germani Marsi. Ροί si affaccia il fascino dell'Oriente, nella spe­ dizione in Asia Minore e sull'Eufrate, fra i barbari Cappadoci, Armeni e Parti, a cui si accompagnano bruscamente i cupi toni della guerra sociale e della lotta civile in Italia e a Roma, fino alla prima presa dell'Urbe. Si dispiega, nella parte centrale della bio­ grafia, la forte suggestione del mondo greco, di cui e impregnato l'evento quasi epocale della conquista di Atene. Esplode poi an­ cora il violento dramma della guerra civile, fino alla seconda pre­ sa di Roma e all'orrore delle proscrizioni, e si riapre 1' ambiente urbano, che fa poi da sfondo al trionfo sfarzoso, al cambiamento politico e istituzionale, al ritorno alla vita quotidiana, nel foro tra la gente comune ο fra i festini e i banchetti in compagnia di tea­ tranti ο a uno spettacolo gladiatorio. n racconto si chiude nella quiete del ritiro in Campania, nell'ozio letterario e nell'impegno politico, quasi una sine cura, nell'ambito locale, fino al precipitare della malattia e alla morte. Nell'arte narrativa di Plutarco si combinano felicemente altri motivi, in una continua variatio di contenuti e di toni. Se l'uso del discorso diretto e la forma dialogica ravvivano il ritmo del racconto1, questo indugia nelle pause descrittive soprattutto in Grecia, dove la minuziosa conoscenza topografica si illumina di una ·partecipazione affettiva; si anima nella ricostruzione concita­ ta delle battaglie, in cui le valutazioni di strategia militare si uni­ scono alla particolareggiata informazione, anche onomastica, sui personaggi coinvolti a diverso livello, dai grandi generali nemici ai vari comandanti e soldati dell'esercito romano e agli altrimenti ignoti « partigiani » greci, ai quali va la simpatia umana del com­ patriota Plutarco; si sostanzia infine di riflessioni filosofiche (30,7), di annotazioni di scienza medica (36, 3-4) e di scienze na­ turali (38,3)2, di digressioni culturali, sia letterarie (2.6,1-3), sia religiose (7,7-n; 9,7; η,8).

1 Ε. Valgiglio, in Plutarco, Vita di Silla, Torino 1967, p.

XV.

2 Sulle conoscenze di Plutarco nel campo delle scienze ved. Ι. Gallo (ed.), Plutarco e le scienze (Atti del W Convegno plutarcheo, Genova-Bocca di Magn:ι, 22-5 aprile

IJJI), Genova 1992; per quanto riguarda la medicina ved. ].Α. Lόpez Ferez, « Plu-

INTRODUZIONE

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Scandisce la Vita di Silla, come altre biografie plutarchee1, il ricorso all' elemento « meraviglioso », dei presagi e dei prodigi2• Cosl, quando lungo le rive dell'Eufrate Silla ricevette la legazione partica, un Caldeo gli predisse un altissimo destino (s ,rr); duran­ te la guerra sociale l'esplosione di un grande fuoco diede spunto agli indovini per presagire la conquista del potere da parte di un uomo straordinario, in cui Silla si riconobbe (6 ,rr- 3). Mentre in­ fausti segni premonitori annunciarono la fatale sedizione tramata da C. Mario (7,4-η), a Silla, esitante a muovere contro Roma, l'aruspice Postumio diede incitamento all'impresa (9 ,6) e la divi­ nita dei Cappadoci gli ordino in sogno, ponendogli in mano un fulmine, di colpire i nemici (9,7-8); durante la spedizione militare in Grecia contro Mitridate, l'oracolo Trofonio e le visioni di un uomo d'affari e di un soldato preannunciarono la vittoria e 1' esito delle vicende in Italia (r7 ,r-4). Se, al termine della guerra, la cat­ tura di un satiro nel Ninfeo presso Apollonia spavento Silla quale infausto omen (2.7,3-4), altri inequivoci segni divini anticiparono i futuri successi: a Taranto una corona d'oro con i nastri pendenti apparve impressa nel lobo del fegato della vittima sacrificale; in Campania, la visione di un combattimento di caproni si alzo da terra e si dissolse nell'aria; a Silvio uno schiavo invasato dalla di­ vinita presagl successo e vittoria in guerra (2.7 ,6-η). Infine la pre­ dizione dei Caldei della morte al culmine della fortuna e l'esorta­ zione in sogno del figlio defunto, a raggiungere insieme con lui la madre, fecero intuire a Silla l'approssimarsi della fine (37,2.-3). Cosl, se il motivo profetico diventa espediente narrativo, ser-

tarco y la medicina>>, in Α. Perez Jimenez-G. Del Cerro Calderon (edd.), Estudios sobre Plutarco: obra y tradicion (Actas del Ι Symposion Espaiiol sobre Plutarco, Fuen­ girola 1988), Malaga 1990, pp. '-'7-'-7 · 1 Ved. in generale F.E. Brenk, The Dreams of Plutarch's Lives, « Latomus »

XXXIV 1975, pp. 3 36-49; Υ. Verniere, « Masques et visages du destin dans les 'Vies' de Plutarque », in F. Jouan (ed.), Visages du destin dans les mythologies. Me­ langes ]. Duchemin (Actes du colloque de Chantilly, f-2 mai 198ο), Paris 198 3, pp. n-9; F.E . Brenk, « An lmperial Heritage: The Religious Spirit of Plutarch of Chai­ roneia », in Au/stieg und Niedergang der r6mischen Welt Π/ 36.1, Berlin-New York 1987, pp. 3'-'-·7; Μ. Garcίa Valdes (ed.), Estudios sobre Plutarco: ideas religiosas (Ac­

tas del ΠΙ Simposio Internacional sobre Plutarco, Oviedo 30 de abril α 2 de mayo de 1992), Madrid 1994; in particolare per alcune Vite L. Piccirilli, in Plutarco, Le vite di Cimone e di Lucullo, Milano 1990, p. ΧΧΧVΙΠ ; M.G. Aήgeli Bertinelli, in Plutar­ co, Le vite di Nicia e di Crasso, pp. XXXIX -XL. 2 R. Flaceliere, in Plutarque, Vies VI. Pyrrhos-Marius, Lysandre-Sylla, Paris 1971,

pp.

'-'-4- s ·

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MARIA GABRIELLA ANGELI BERΠNELU

νendo a incitare all'azione, a giustificare 1'iniziatiνa e ad attenua­ re 1a responsabilita, contribuisce soprattutto a introdurre 1'inter­ νento diνino nella νita umana, come a rompere gli schemi di 1ogi­ ca razionalita, contro cui urta i1 senso de1 destino. Rispetto ad a1tri personaggi, per esempio a Mitridate re de1 Ponto (π,r-2.) e ad Aristione tiranno di Atene (4,12), a cui pure apparνero infausti omina, ο a Μ. Terenzio Varrone Lucullo, a cui una pioggia di petali di fiori caduta sui so1dati fu propizio prodi­ gio (2.7 ,r 5 -6), per Silla 1' e1emento « meraνiglioso » serνe a stabilire un suo rapporto privi1egiato con 1a diνinita: egli e 1'uomo « fata1e », che gode de1 favore degli dei e che ricambia con una sorta di deνota superstizione (2.9,π-2.), perνasa da una concezione utilita­ ristica della religione tipicamente romana e segnata dallo scettici­ smo de1 dubbio (6,7) e dall'irriνerenza dello scherno (!2.,7-8). 5 · Le fonti della « Vita di Silla ». Se c'e nella biografia un recu­ pero di motiνi ricorrenti nella mu1tip1a tradizione su Silla, 1a νa­ rieta dei riferimenti cu1turali, che traspare ne1 gioco di allusioni talora scoperte talora nascoste, e spia della dottrina di P1utarco, impostata su numerose 1etture, sia soprattuttΌ di opere in greco, sia anche di scritti in 1atino1, e co1tiνata con 1' apporto di una per­ sona1e riflessione e con 1'aiuto di una memoria esercitata. Non sono mo1ti gli scrittori citati per nome nella Vita di Silla2• P1utarco menziona espressamente so1tanto sei storiografi (le co­ siddette fonti determinate) : in successione, L. Cornelio Silla, Τ.

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rum regiae Borussicae editae, Berolini 1873-192.7.

IG2 Inscriptiones Graecae, consilio et auctoritate Academiae littera­

rum Borussicae editae, editio minor, Berolini 1913 sgg.

IG3 Inscriptiones Graecae, consilio et auctoritate Academiae scientia­

rum Rei Publicae Democraticae Germanicae editae Ι/1, Berolini­ Novi Eboraci 1981.

IGR Inscriptiones Graecae ad res Romanas pertinentes 1-111-IV, edd. R.

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SR

ST

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Staatsvertrάge Die Vertrάge der griechisch-rδmischen Welt von 700 bis 338 v.Chr. , unter Mitwirkung von R. Werner, bearb. von Η. Bengtson (Die Staatsvertrάge des Altertums Π), Mίirichen 1975 2 .

ABBREVIAZIONI BIBUOGRAFICHE

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Syllσge3 Syllσge inscriptiσnum Graecarum 1-IV, a G. Dittenbergero condita

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ΤΑΜ Tituli Asiae Minσris, conlecti et editi auspiciis Academiae littera­

rum Vindobonensis, Vindobonae 1901 sgg.

TGF Tragicσrum Graecσrum Fragmenta, rec. Α. Nauck, Lipsiae 18992 . Supplementum adiecit Β. Snell, Hildesheim 1964.

Tod

Α

Selectiσn σf Greek Histσrical Inscriptiσns Π. Frσm 403 tσ 3 23 B.C. , ed. by Μ.Ν. Tod, Oxford 1948 . TrGF Tragicσrum Graecσrum Fragmenta Ι, Gottingen 1971 (ed. corr. et

add. aucta cur. R. Kannicht, 1986) sgg. Valgiglio Plutarco, Vita di Silla, introduzione e commento a cura di Ε . Val­ giglio, Torino 1967. Valgiglio, Silla Ε . Valgiglio, Silla e la crisi repubblicana, Firenze 19 56. van Ooteghem ]. van Ooteghem, Caius Marius, Bruxelles 1964. van Ooteghem, Lucullus ]. van Ooteghem, Lucius Licinius Lucullus, Bruxelles 19 59. van Ooteghem, Metelli ]. van Ooteghem, Les Caecilii Metelli de la Republique, Bruxelles 1967. van Ooteghem, Pσmpee ]. van Ooteghem, Pσmpee le Grand bJtisseur d'empire, Bruxelles 1954· Vattuone R. Vattuone, Prσblemi spartani: la cσngiura di Cinadσne, « Rivista Storica dell' Antichita » ΧΙΙ 1982, pp. 4o- so. Vitucci G. Vitucci, Il regnσ dί Bitinia, Roma 19 5 3·

LXX

ABBREVIAZIONI BllillOGRAFICHE

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ΤΑVΟιΕ GENEAιOGICHE

Elenco I. ιa famiglia di ιisandro

π.

ΠΙ.

IV.

ν. VI.

ιa famiglia degli Euripontidi Agide Il e Agesilao Il I,a famiglia dell'Agiade Pausania Gli antenati e i collaterali di ι. Cornelio Silla ιa famiglia di ι. Cornelio Silla Ι re di Numidia

p.

LΧΧΙΠ LXXIV LXXV

LXXVI-LXXVΠ

LXXVIΠ-LXXIX LXXX

Tavola I

LA FAMIGLIA Dl LISANDRO

ARISTOCRITO

I LISANDRO

��I

FIGLIA

LIBYS

- - - - - - - - - - -- - - � '

FIGLIA

Tavola 1 1 LA FAMIGLIA DEGLI EURIPONτiDI AGIDE 11 Ε AGESILAO 11

_j



Χ (1) = LEOτiCHIDA Π = (2) Euridame (491-469)

Zeussid

ίI

o/Cinisco

I

Eupolia (2) = ARCHIDAMO Π = (1) Lampito (469-427 ) AGIDE Π = Timea (427 - 400 ο 398) :

Aristomenida

I

- - - - - - - -,

Cleora = AGESILAO Π (400 ο 398-360 ο 359/8)

Eupolia

I

Proauga/Prolyta παλαιc"i> χαt πώγωνα χαθειμ.iνοu γενναίον. 2.. ou γάp, ώς &νιοί φασιν, 'Αpγείων μ.ετdι τiιν μ.εγάλην τjτταν έπt πένθει χαpέντων, οί Σπαpτι&ται πpος το &ν- Ι τίπαλον αuτοίς τΟις χόμ.ας &γαλλόμ.ενοι τοίς πεπpαγμ.ένοις άνηκαν, οuδ& Βακχιαδών των έχ Κοpίνθοu φuγόντων είς Λαχεδαί- 94 z μ.ονα ταπεινών χαt &μ.όpφων διdι το χείpασθαι τΟις χεφαλdις φα­ νέντων είς ζijλον αuτοt τοu χομ.&ν ηλθον, άλλΟι χαt τοuτο Λu- 434 χοόpγειόν έστι . 3 . χαί φασιν αuτον είπείν ώς ή χόμ.η τοuς μ.&ν χαλοuς εuπpεπεστέpοίις δp&σθαι ποιεί, τοuς δ' αίσχpοuς φο­ βεpωτέpοuς.

2 , Ι . λέγεται δ' δ Λuσάνδpοu πατiιp 'Αpιστόχpιτος οίχίας μ.&ν ou γενέσθαι βασιλιχijς, ιΧλλως δ& γένοuς είναι τοu τών Ήpα-

1 , ι . δ om. ΙΝ 5· &θει τiί> Mu. : &θει G &πειτcχ LABNR έπ . . . τ ... Ρ έπί τω Ι I &θει τiί> πcχλcχιCϊ> om. C 8 . cχότοϊς C: cχότοί cett. 9· βcχκχιιΧθωv L 1 G βcχκχειcχθώv ΒΡ ιι-2.. λuκούργιόv G ι2.. ε!πείv cχότόv Υ 2, ι. Άριστόκριτος Paus. inscr.: όφιστόκλειτος Υ όφιστόκλητος G

LA VΙΊΑ DI LISANDRO

ι,

Ι.

Sul tesoro degli Acanti a Delfi c'e la seguente iscrizione:
ouo στολΟις έκείνοu και κελεuσαν­ τος ην βοόλεται τοότων έλόμενον τΌ θuγατρι κομίζειν, αuτiιν έκείνην tφη βέλτιον αίρήσεσθαι, και λαβων άμφοτέρας άπijλθεν. έπει δέ τοίί Πελοποννησιακοίί πολέμοu μijκος λαμβά­ νοντος, και μετdι τiιν έν Σικελίqι κακοπραγίαν των 'Αθηναίων αuτίκα μ.έν έπιδόξων οντων έκπεσείσθαι τijς θαλάττης, ou πολλίi) δ' ίίστερον άπαγορεόσειν παντάπασιν, 'Αλκιβιάδης άπο τijς φuγijς έπιστdις τοίς πράγμασι μεγάλην μεταβολiιν έποίησε και κατέστησε τοuς ναuτικοuς άγώνας είς άντίπαλον αu­ τοίς, �- δείσαντες οίίν οί Λακεδαιμόνιοι πάλιν και γενόμενοι ταίς προθuμίαις καινοι προς τον πόλεμον, ώς ήγεμόνος τε δει­ νοίί και παρασκεuijς έρρωμενεστέρας δεόμενον, έκπέμποuσιν έπι ro τiιν τijς θαλάττης ήγεμονίαν Λόσανδρον . 3· γενόμενος δ' έν 'Εφέσeι>, και τiιν πόλιν είιρων εuνοuν μέν αίιτίi) και λακωνίζοu­ σαν προθυμότατα, πράττοuσαν δέ τότε λuπρώς και κινδuνεόοu­ σαν έκβαρβαρωθijναι τοίς Περσικοίς eθεσι διdι τΟις έπιμειξίας, όίτε δη τijς Λuδίας περικεχuμένης και των βασιλικών στραr5 τηγών αuτόθι τdι πολλdι διατριβόντων, 4· στρατόπεδον βαλό- 96 z μενος και τdι πλοία πανταχόθεν tλκεσθαι κελεόσας έκεί τdι ι φορτηγά, και ναuπηγίαν τριήρων έκεί κατασκεuασάμενος, ταίς μέν έμπορίαις τοuς λιμένας αuτών άνέλαβεν, έργασίαις δέ τiιν 3, 1.

1..7 . σικελικών Ι Ιuηt . : ·αικελών cett. 7..9 . οιuτης del. Helrnbold I πρεαβεuτης: 'Αρ(ατοις Sansone cl. mor. 7..7..9 a 3ο. τις add. Renehan 3 �- lπηλθεν G ], r. πελλοποννηαιοικοίί G πελοπονηαιοικοίί Ι 1.. . τών &θηνοι!ων κοικοπροιγ(οιν YG: em. Sint. 3· θοιλ&ααης Υ 7 · οtίν om. Ρ del. Cor. ro. θοιλ&ααης 13. lπιμ.ιξ(οις YG: em. Zie. 4· Ποt· ΑΒΙΝ ΙΙ. οιuτώ YG: em. Sint. ροικεχuμ.ένης Ι 1 5 . ατροιτόπεθοι G rs-6. βοιλλόμ.ενος Ι r6. &νέλκεαθοιι Zie. I lκεί del. Schae. Ί7. lκεί τριήρων Ν r8. lμ.πορε(οιις C

USANDRO

Ι5

2.-3

indietro, dicendo di temere che cosl agghindate apparissero piu brutte. 8 . Ma poco dopo da Sparta venne inviato un ambascia­ tore presso lo stesso tiranno: quando questi gli fece recapitare due vesti, invitandolo a scegliere quella che voleva per portarla alla figlia, rispose che lei avrebbe saputo scegliere meglio di lui e ripartl prendendole entrambe. 3, Ι.

La guerra del Peloponneso si trascinava per le lunghe, ma quando ormai si pensava che gli Ateniesi, dopo il disastro patito in Sicilia, sarebbero stati immediatamente scacciati dal mare e di ll a poco costretti a una resa definitiva, Alcibiade rientro dall'esilio e, presa in mano la situazione, opero un profondo cambiamento, ristabilendo l'equilibrio di forze negli scontri navali. 2. . Gli Spartani furono nuovamente assaliti dal timore e s'accinsero con rinnovato slancio alla guerra: rendendosi conto che essa esigeva un comandante abile e un apparato militare piu robusto, affidarono il comando della flotta a Lisandro. 3 · Giunto a Efeso, trovo che la citta era bendisposta nei suoi confronti e animata da accesi sentimenti filospartani, ma che in quei momenti era ridotta a malpartito e correva il rischio d'essere completamente imbarbarita dai modelli di vita persiani per la promiscuita dei rapporti esi­ stenti: era circondata dalla Lidia e i generali del Gran Re vi pas­ savano la maggior parte del loro tempo . 4· Stabilito qui il suo quartier generale, diede ordine che da ogni parte vi confluissero navi da carico, fece allestire un arsenale per la costruzione di tri­ remi, rianimo di traffici i porti e di attivita economiche il merca-

3, 9· Cf. Xenoph. Hίst.

noph. Hίst. Gr. Ι

s ,ro

Gr. Ι

5 ,r;

Diod. ΧΙΙΙ

7o,r-2.;

Iustin. V

5 ,r

15.

Cf. Xe-


βιβλί� ΚΙΧτοtλοtμβάνοντες. ΙΟ . τοίίτΟ δε ποιήσοιvτες & βούλονται κοιτοιγράφοuσιν είς το βιβλίον, ώσπερ έστt τ'fi σκuτάλn περικείμενοv - οτοιν δε γράΦωσιν, άφε­ λόντες το βιβλίον ιΧνεu τοίί ξuλοu προς τον στροιτηγον άποστέλλοuσι. π. δεξάμενος δ' έκείνος άλλως μεν οuδεν άνοιλέξοισθοιι Μνοιτοιι, των γραμμάτων σuνοιφi}ν οuκ έχόντων, άλλα διεσποι­ σμένων, την δε παρ' οιuτtϊ> σκuτάλην λοιβων το τμijμοι τοίί βι­ βλίοu περt οιuτi}ν περιέτεινεν, ώστε τijν eλικος είς τάξιν όμοίως άποκοιθιστοιμένης, έπιβάλλοντοι τοίς πρώτοις τα δεύτεροι κuκλ� τiJν σφιν έπάγειν το σuνεχες &νεuρίσκοuσοιν. η. κοιλεττοιι δ' όμωνuμως τtϊ> ξuλ� σκuτάλη το βιβλίον, ώς τtϊ> μετροίίντι το μετροuμενον .

n6 Z

b

ο

35

40

45

20, 1 . ό δε Λύσανδρος, έλθοuσης τijς σκuτάλης προς οιuτον είς τον Έλλήσποντον, διετοιράχθη ΚIXL μάλιστα τας τοίί Φοιρνοιβά­ ζοu δε.Οιως κατηγορίας έσποuδοισεν είς λόγοuς οιuτtϊ> σuνελθείν ώς λuσων τi}ν διοιφοράv- 2 . ΚΙΧL' σuνελθων έδείτο γράΦοιι περt

2.7· έκε(νω c Ald. : έκείνον cett. I eπεμ.Φcχν CP: &πέπεμ.Φcχν cett. 2.8. έκπέμ.Φω· σι Υ 31. το: τόι L 11 I τοϊς πεμ.πομ.ένοις R 33· βuβλίον semper GLA et hic Β 34· &νελίττοuσι C 34·5 . ήi - σκuτόιλ'!Ι Rei. textum ne hiatus fiat tue· tur Zie. 36. βuβλίω hic Β 38. έστ!: έπ! Ι 42.. cχύτώ C: cχότώ cett. 4 5 . πεpιόιγειν Zie. I έπόιγει - &νεupίσκοuσcχ L 1 20, 3·4- σuνελθετν ώς λuσων CP: ώς λuσων σuνελθετν cett.

c

d

USANDRO

Ιψ 2.0

59

flagrante detenzione privata di denaro, e a Lisandro inviarono una scitale con l'ordine di rientrare in patria. 8 . La scitale con- < siste in questo. Quando mandano in missione un navarco ο un ge­ nerale, gli efori prendono due bastoni rotondi e li rendono esatta­ mente uguali in lunghezza e larghezza, in modo che al taglio com­ bacino perfettamente: uno lo conservano loro, mentre l'altro lo consegnano a chi sta per partire. Questi due legni li chiamano sci­ tale. 9· Quando vogliono comunicare una notizia segreta e im­ portante, prendono un papiro, lo riducono a una striscia lunga e sottile e poi 1' avvolgono intorno alla scitale in loro possesso, senza lasciare intervalli, ma coprendone da ogni parte tutt' attorno la superficie con il papiro. ro. Fatto questo, scrivono cio che vo­ gliono sul papiro, cosl com'e, avvolto tutt'intorno alla scitale; quando hanno finito, levano il papiro e lo inviano, senza il legno, al generale. π. Appena lo riceve, costui non riesce a leggerlo, perche le lettere non hanno nessuna consequenzialita, ma sono sωllegate; prendendo pero la scitale in suo possesso e arrotolan­ dovi sopra la striscia di papiro, la spirale riacquista l'ordine origi­ nario e cosl, accostando tutt'attorno alle prime lettere quelle suc­ cessive e scorrendo con gli occhi, egli ritrova l'esatta sequenza del testo. 12. Anche il papiro viene chiamato scitale, come il bastone, come si da lo stesso nome alla cosa misurata e alla sua unita di misura. 20, r . Quando la scitale arrivo nell'Ellesponto e gli fu conse­ gnata, Lisandro ne rimase profondamente turbato e temendo so­ prattutto le accuse di Farnabazo s' affretto a incontrarsi con lui per cercar d' appianare i contrasti. 2. Una volta a colloquio, lo

18. Cf. Athen. Χ 451 d; Clem. ΑΙ. Strom. 11 4,19; Schol. Pίnd. ΟΖ. 6,154 b; Schol. Aristoph. Av. 12.83 ; Lys. 991; Schol. Thuc. Ι 131; Diogen. ΠΙ 2.5; Phot. Lex. s.v. σχu­ τάλη; Hesych. s.v. σχuτάλη; Suίda s.v. σχuτάλη; Gell. Noct. Att. XVII 9,6-15; Au­ son. Epίst. 2. 5 , 2.3-7 20, Ι. Cf. Polyaen. VII 19; Nep. Lys. 4,1-3

6ο s

ιο

ιs

ΛΥΣΑΝΔΡΟΣ

αuτοu προς τοuς &ρχοντας έτέραν έπιστολήν, ώς οuδtν ήδικημέ­ νον οuδ' έγκαλοuντα. προς Κρijτα δ' &ρα, το τοu λόγοu , κρητίζων ήγνόει τον Φαρνάβαζον. 3 · uποσχόμενος γdφ &παντα ποιήσειν, φανερώς μtν tγραΦεν οίαν δ Λόσανδρος ήξίωσεν έπι­ στολήν, κρόφα δ' είχεν έτέραν αuτόθι γεγραμμένην- έν δt τ(i) τ&ς σφραγίδας έπιβάλλειν έναλλάξας τ& βιβλία μηδtν διαφέρον­ τα τΌ οΦει, δίδωσιν έκείνην αuτc"i) την κρuφα γεγραμμένην. 4· &φικόμενος οuν δ Λόσανδρος είς Λακεδαίμονα, καt πορεuθεtς ώσπερ tθος έστtν είς το &ρχεϊον, &πέδωκε τοϊς έφόροις τ& γράμ­ ματα τοu Φαρναβάζοu, πεπεισμένος &νυρijσθαι το μέγιστον αuτοu των έγκλημάτων- ήγαπατ γ&ρ δ Φαρνάβαζος uπο των Λακεδαιμονίων, προθuμότατος έν τ(i) πολέμ� των βασιλέως στρατηγών γεγενημένος. S · έπεt δ' &ναγνόντες οί tφοροι τi)ν έπιστολi)ν tδειξαν αuτc"i), καt σuνijκεν ώς

ιη Ζ

οuκ &ρ' Όδuσσεός έστιν αίμόλος μόνος, 2.0 τότε μtν ίσχuρώς τεθορuβημένος &πηλθεν, 6. ήμέραις δ' f όλίγαις uστερον έντuχων τοϊς &ρχοuσιν tφη δεϊν αuτον είς "Αμμωνος &ναβijναι καt τ(i) θε(i) θuσαι θuσίας &ς ηuξατο προ των &γώνων. 7 tνιοι μtν οuν ώς &ληθώς φασιν αuτc"i) πολιορ­ κοuντι τi)ν των 'Αφuταίων πόλιν έν Θρ�ΚΌ κατ& τοuς uπνοuς 2.5 παραστijναι τον 'Άμμωνα· διο καt τi)ν πολιορκίαν άφείς, ώς τοu θεοu προστάξαντος, έκέλεuσε τοuς 'Αφuταίοuς "Αμμωνι θόειν καt τον θεον iσποuδααιv είς τi)ν Λιβόηv πορεuθεtς έξιλάσα­ σθαι. 8 τοϊς δε πλείστοις έδόκει πρόσχημα ποιεϊσθαι τον θεόν, &λλως δt τοuς έφόροuς δεδοικως καt τον οϊκοι ζuγον ou 44! 30 φέρων οuδ' uπομένων &ρχεσθαι, πλάνης όρέγεσθαι καt περιφοιο

ο

8. �θtλ7]αεν c 9· έ-ι:lριχν om. L1 I ιχu-ι:όθι έ-ι:έριχν ΑΒ 10. -ι:dις om. c I βu· βλ!ιχ hic Β 12.. ε!ς CG: προς Υ 19. oux ίΧριχ YG ou γdιρ Stob. οίί -ι:όίρ' Pors. Nauck: em. Va. I όδuαεuς LA'N I ιχ!μuλος G Ι μόνος Stob.: μόνον YG 2.2.. είiξιχ-ι:ο Υ η. ιχu-ι:ώ φιχαι C '-4· &φuγιχ(ων Υ &φuγέων G: em. Xy. Mu. 2.6. &φuγιχ(οuς Υ &φuγέοuς G: em. Xy. Mu. 2.8. πρόαχ7]μιχ A'BCNP lunt. : πρόααχ7]μιχ cett.

LISANDRO

esortava a scrivere alle autorita un' a1tra 1ettera su1 suo conto, chiarendo di non aver subito alcun torto da 1ui e che non aveva nessun motivo d'accusar1o. Evidentemente non s'accorgeva di fare, con Farnabazo, il cretese con un cretese, come dice il prover- < bio. 3 . Costui, dopo avergli promesso che 1' avrebbe acconten­ tato in tutto, scrisse effettivamente sotto i suoi occhi una 1ettera come Lisandro gli aveva richiesto, ma di nascosto ne teneva pronta un' altra gia scritta e nell' atto d' apporre i sigilli scambio i papiri, che all' esterno non presentavano alcuna differenza, e gli diede quella che aveva scritto di nascosto. 4· Giunto a Sparta, secondo 1'usanza Lisandro si reco al palazzo de1 governo e conse­ gno agli efori 1a 1ettera di Farnabazo, convinto d'avere rimosso 1a piu grave delle accuse nei suoi confronti: Famabazo era amato dagli Spartani, perche ne1 corso della guerra era stato, tra i satrapi del Gran Re, il piu fede1e alla 1oro causa. 5 . Quando pero gli efori, 1etta 1a 1ettera, glie1a mostrarono, e 1ui comprese che Odisseo non e il so1o astuto, in

que1 momento, fortemente confuso, si ritiro. 6. Ma pochi giorni dopo si ripresento ai magistrati, dicendo che doveva recarsi al tempio di Ammone e ce1ebrare in onore de1 dio i sacrifici che < gli aveva promesso al1a vigilia delle sue battaglie. 7. A1cuni di­ cono che mentre cingeva d' assedio 1a citta di Afiti in Tracia gli fosse davvero apparso in sogno Ammone: per questo, come se glie1' avesse ordinato il dio, aveva to1to 1' assedio, raccomandando agli Afitei di sacrificare ad Ammone, ed era divenuto ansioso di recarsi in Africa per renderse1o propizio. 8 . Ai piu, comunque, sembrava che il dio fosse so1o un pretesto e che fossero piuttosto il timore degli efori, 1'insofferenza per il giogo che gli veniva im­ posto in patria e 1'intolleranza agli ordini, a destare in 1ui il desi-

6. Cf. Plut. Aem. 2.μο 19 . Eur. Tel. F 715 ,1 Nauckz = 972.,1 Mette; cf. Stob. ΠΙ 2.9,5 5 η. FGrHist 596 F 2.9 a; cf. Paus. ΠΙ 18, 3 = FGrHist 596 F 2.9 b

62

ΛΥΣΑΝΔΡΟΣ

τήσεώς τινος, ωσπερ ϊππος έκ νομης άφέτου κα.i λειμώνος α.δθις 7\κων έπi φάτνην κα.i προς το σύνηθες tργον α.δθις άγόμενος. 9· 7Ίν μεν γιΧρ 'Έφορος της άποδημία.ς τα.ύτης α.ίτία.ν άνα.γράφει, μετιΧ μικρον άφηγήσομα.ι. 2 1 , r. μόλις δε κα.i χαλεπώς άφεθηνα.ι δια.πρα.�άμενος ίιπο τών έφόρων έ�έπλευσεν. 2. οί δε βασιλείς άποδημήσα.ντος α.ύ­ τοu, συμφρονήσα.ντες οτι τα.ίς έτα.ιρεία.ις τιΧς πόλεις κατέχων διιΧ πα.ντος άρχει κα.i κύριός έστι της 'Ελλάδος, f:πρα.σσον οπως 5 άποδώσουσι τοίς δημότα.ις τιΧ πράγματα. τοuς έκείνου φίλους έκβα.λόντες. 3· ού μην άλλιΧ πάλιν προς τα.uτα. κινήματος γενο­ μένου, κα.i πρώτον τών άπο Φυλης 'Αθηναίων έπιθεμένων τοίς τριάκοντα. κα.i κρατούντων, έπα.νελθ τείχει κατείδον, έξαπίνηc;; &νοίξαν35 τεc;; τιΧc;; πόλαc;; και προσπεσόντεc;; αuτόν τε μετιΧ τοu μάντεωc;; κα­ τέβαλον καt τών &λλων όλίγοuc;; τινάς οί γιΧρ πλείστοι ταχέως &νέφuγον προc;; τi}ν φάλαγγα. η. τών δε Θηβαίων ούκ &νιέντων, &λλιΧ προσκειμένων αuτοίc;;, έτράποντο πάντες &να τouc;; λόφοuc;; φεόγειν, και χίλιοι πίπτοuσιν αuτών. Ι�. &πέθα40 νον δέ. καt Θηβαίων τριακόσιοι, προc;; τιΧ τραχέα καt καρτεριΧ τοίc;; πολεμίοιc;; σuνεκπεσόντες οuτοι ο' ήσαν έν αίτίqι τοu λακω­ νίζειν, 7]ν σποuδάζοντεc;; &πολόσασθαι τοίc;; πολίταιc;; καt σφών αuτών &φειοοuντεc;; έν τϋ διώξει παραναλώθησαν. f 29, Ι . τc'i> δε Παuσανίqι το πάθος &γγέλλεται καθ' δοον έκ Πλαταιών είc;; ΘεσπιιΧc;; πορεuομέν�, και σuνταξάμενοc;; ijκε προc;;

2.1. πσιρά:: κσιτά: Hart. 2 2.4. κιααοuασιν YG Κιααόεαασιν mor . : em. 2.7. πεφύκσιαιν Na. 2.8. &λι�ρτιοι BNG: 2.6. χρώμ.σι: αώμ.σι R 2.9. Άλl.οu mor. et Zie. 1 : &λε& YG 30. &λ[σιρτοι (άλ[σιρτοι Ι) cett. σημείον G Η· κσιτείχον G 29> 2.. θεαπειά:ς L2ABNR Schae.

mura.

7 . Α questo punto ί Tebani che erano rimasti all' esterno,

lasciando la citta alla loro sinistra, attaccavano la retroguardia ne­ mica all'altezza della fonte chiamata Cissussa, la dove, secondo il < mito, le nutriciιavevano lavato il neonato Dioniso dopo il parto: l'acqua riluce d'un colore vinoso ed e limpida e gradevolissima da bere.

8 . Tutt'intorno, a poca distanza, crescono gli storaci cre-
γενομένην, προμηνόοντσι. η. fιν δε τοιοuτοc;·

ι3οz d

έσχσιτιdιν πεφόλσιξο λuκouc; κσιμιΧκεσσι δοκεόων ΚIXL λόφον Όρχσιλίδην, ον &λώπηξ οuποτε λείπει. 12.. τον μεν οuν περt Δήλιον τόπον έσχσιτιdιν προσεϊπε, κσιθ' ον ή 45 Βοιωτίσι ήj 'ΑττικΌ σόνορόc; έστιν, Όρχσιλίδην δε λόφον ον νuν 'Αλώπεκον κσιλοuσιν, έν τοίc; προς τον Έλικώνσι μέρεσι τοu ΆλιιΧρτοu κείμενον .

5

30, 1 . τοισιότηc; δε τ4> ΛuσιΧνδρ� τ'ijc; τελεuτ'ijc; γενομένης, πσιρσιχρijμσι μεν οuτωc; ήνεγκσιν οί Σπσιρτιiiτσιι βσιρέωc; ώστε τ4> βσισιλετ κρίσιν προγριΧΦσιι θσινσιτικήv- ην οuχ uποστdιc; έκετνοc; ε!c; Τεγέσιν ϊφuγε, κ&κεί κσιτεβίωσεν ίκέτηc; έν τ4> τεμένει τ'ijc; 'Αθηνiic;. 2.. ΚIXL γdιρ ή πενίσι τοu ΛuσιΧνδροu τελεuτήσσιντοc; έκκσιλuφθείσσι φσινερωτέρσιν έποίησε την &ρετήν, &πο χρημάτων

31. δριΧχοντcχ YG: em. Steph. 32.. &λιιΧρτων G 33· χορωνείcχ Β/ Zie.: χορώνειcχν cett. I φιλιΧρω YG: em. Latte 34· όπλίcχ G 38. πελοπ�νηαtcχ· χόν Ι 39· tαμην(ω YG: em. Rei., qui et Ίαμηνίου 40. την s.s. 1 G 42.. λύχου YG: em. Anon. Mu. I χcχμιΧχεαt Ι 44· δν: iιν Ι 45· τ'ίjς &ττιχijς C I 'Αρχελίδην mor. 46. &λώπεχcχ Ρ' 'Αλώπηχον mor. Ι lλιχώνcχ LN

30, 2.. βcχρέως ο! aπcxpτtίiτcxt Υ

YG: em. Schae.

4· τέγεcχν 3· προαγριΧΦcχι YG: em. Rei. 5-6. lχχcχλυφθείαcχ om. C 6. &ρετήν: &ρχήν Β

e

Dall'Oplita scrosciante t'invito a guardarti, e dal terrigeno infido drago, che assale alle spalle. 8. Secondo alcuni, pero, l'Oplita non scorre vicino ad Aliarto, ma

e un torrente poco lontano da Coronea, che confluisce nel fiu-

me Falaro nei pressi della citta, e che un tempo chiamavano Oplia e ora Isomanto.

9 . Α uccidere Lisandro fu un uomo di

Aliarto, che si chiamava Neocoro e il cui scudo aveva come em- < blema un drago: a questo si presumeva alludesse l'oracolo.

10.

Si racconta anche che i Tebani, durante la guerra del Peloponneso, avessero ricevuto nel santuario di Apollo Ismenio un oracolo < che prediceva contemporaneamente la battaglia di Delio e quella

di Aliarto, che ebbe luogo trent' anni dopo.

11 . Diceva cosl:

Braccando i lupi con le lance, guardati dal limite e dalla collina Orcalide, che la volpe non lascia mai. 12. Con la parola limite si indicavano i dintorni di Delio, dove la

Beozia confina con Ι'Attica, e con Orcalide la collina che ora chiamano Alopeco e che si trova in quella parte del territorio di Aliarto che guarda verso l'Elicona. 30, 1. Questa fu la fine di Lisandro e subito gli Spartiati ne fu­

rono tanto indignati che citarono in giudizio capitale il re Pausa­ nia, che pero si sottrasse al processo e riparo a Tegea, dove finl supplice i suoi giorni nel santuario di Atena.

2. La poverta di

Lisandro, messa in luce dopo la sua morte, ne aveva resa ancor piu evidente la virtu: delle molte ricchezze, della potenza e dei

30. 132- Hendess = Parke-Wormell, Π η. 173 3 3 · Cf. Paus. ΙΧ 34, 5 42.. 12.8 Hendess 30, r. Cf. Xenoph. Hist. Gr. ΠΙ 5 ,2.5; Diod. XIV 89,r; Paus. ΠΙ 5 , 5-6; Iustin. VI 4,7

5 · Cf. cap. 2.,6; Athen. ΧΠ 543 b-c

88

ιο

,5

2.0

2.5

3ο

ΛΥΣΑΝΔΡΟΣ

πολλών κcxt δuνάμ.εωc; θερcχπείcχc; τε πόλεων κcxt βcχσιλέωc; το­ σcχότηc; μ.ηδ& μ.ικρον έπιλcχμ.πρόνcχντοc; τον οίκον είc; χρημ.άτων λόγον, ώc; ίστορεί Θεόπομ.ποc;, φ μ.iiλλον έπcχινοίίντι πιστεόσειεν ιΧν τις η Φέγοντι · Φέγει γιΧρ i]διον η έπcχινεί. 3 . χρόν� δ' ίίστερον 'Έφορόc; φησιν &ντιλογίcχc; τινοc; σuμ.μ.cχχικijc; έν Σπάρτη γενομ.ένηc;, κcxt τιΧ γράμ.μ.cχτcχ διcχσκέΦcχσθcχι δεijσcχν & ι πcχρ' έcxuτ{i) κcχτέσχεν ό Λόσcχνδροc;, έλθείν έπt τi)ν οίκίcχν τον ΙJΙ Ζ 'Αγησίλcχον, 4· είιρόντcχ δ& το βιβλίον έν φ γεγpcχμ.μ.ένοc; ήν ό περt της πολιτείcχc; λόγοι;, ώc; χρη των Είιρuπωντιδων κcxt 'Αγιcχδών τi)ν βcχσιλείcχν &φελομ.ένοuc; είc; μ.έσον θείνcχι κcxt ποιεί­ σθcχι την cχίρεσιν έκ των &ρίστων, όρμ.ijσcχι μ.&ν είc; τouc; πολίτcχc; τον λόγον έξενεγκείν κcxt πcχρcχδεικνόνcχι τον Λόσcχνδρον οίοι; ών πολίτης διcχλάθοι, 5 . Λcχκρcχτίδcχν δ', ιΧνδρcχ φρόνιμ.ον κcxt τό- 451 τε προεστώτcχ των έφόρων, έπιλcχβέσθcχι τοu 'Αγησιλάοu, κcxt είπεί'ν ώc; δεί μ.η &νορόττειν τον Λόσcχνδρον, &λλιΧ κcxt τον λόγον cχίιτ{i) σuγκcχτορόττειν, οίίτω σuντετcχγμ.ένον πιθcχνώc; κcxt πcχ­ νοόργωc;. 6. οίι μ.i)ν &λλιΧ τάc; τ' ιΧλλcχc; τιμ.ιΧc; &πέδοσcχν cχίιτ{i) τελεuτήσcχντι, κcxt τouc; μ.νηστεuσcχμ.ένοuc; τιΧc; θuγcχτέρcχc;, είτcχ μ.ετιΧ την τελεuτην τοίί Λuσάνδροu πένητοc; είιρεθέντοc; &πειπcχ­ μ.ένοuc; έζημ.ίωσcχν, οτι πλοόσιον μ.&ν νομ.ίζοντεc; έθεράπεuον, δί­ κcχιον δ& κcxt χρηστον έκ τijc; πενίcχc; έπιγνόντεc; έγκcχτέλι­ πον. 7· ήν γιΧρ ώc; &οικεν έν Σπάρτyι κcxt &γcχμ.ίοu δίκη κcxt όΦιγcχμ.ίοu κcxt κcχκογcχμ.ίοu· τcχuτυ δ' ίιπηγον μ.άλιστcχ τouc; &ντt b των &γcχθών κcxt οίκείων τοίc; πλοuσίοιc; κηδεόοντcχc;. 8 . τιΧ μ.&ν οuν περt Λόσcχνδρον οίίτωc; ίστορήσcχμ.εν &χοντcχ.

7-8. βοισιλε!cχς τοιcχύτης YG: em. Emp. ιο. Φέγει - έπcχινεί So.: Φέγειν έπcχινείν YG om. C del. Cob.2 Na. '4· βuβλ!ον Α ι 5 . εύpuτιωντίδων YG εύpuτιων(δων Ρ εύpuωντ(δων C R : em. Schae. ι6. &γιάδων ABCPG dιγιάδων LINR: em. Schae. 19. Κpcχτ(δην mor. 2.2.9 f 2.5. την om. C 2.9. &ντ! om. Ν 30. τών om. R

tanti omaggi che gli erano stati tributati dalle citta e dal Gran

Re, non aveva approfittato neppure in piccola parte per ingrandi­ e abbellire la sua casa, come attesta Teopompo, che e piu at­

re

tendibile quando elogia di quando critica, perche prova piu gusto a criticare che a lodare.

3 . Racconta Eforo che tempo dopo

scoppio a Sparta una controversia con gli alleati e si ritenne ne­ cessaria la consultazione delle carte che Lisandro aveva trattenu­ to presso di se; Agesilao ando a casa sua,

4· e rinvenne il fasci­

colo che conteneva il discorso sulla costituzione, in cui si sostene­ va che si dovesse togliere il regno agli Agiadi e agli Euripontidi e renderlo accessibile a tutti, scegliendo tra ί migliori. Il suo primo impulso fu di divulgare quel testo e mostrare a tutti che razza di cittadino fosse, a loro insaputa, Lisandro;

5 . ma Lacratida, che

era uomo intelligente e presiedeva in quel momento gli efori, trattenne Agesilao e gli disse che, invece di disseppellire Lisan­

dro, conveniva seppellire con lui quel discorso cosl persuasivo e

scellerato.

6 . In ogni caso, alla sua morte gli vennero tributati

tutti gli onori, e ί pretendenti alla mano delle figlie, che s'erano fatti da parte quando, dopo la scomparsa di Lisandro, s' era sco­ perta la sua poverta, furono multati, perche le corteggiavano pen­ sando che fosse ricco e le avevano abbandonate quando dalla sua poverta avevanσ appurato che era un uomo giusto e onesto.

7.

Pare infatti che a Sparta fosse prevista una pena per chi non si sposava, per chi si sposava tardi e per chi contraeva un matrimonio cattivo: quest'ultima accusa era rivolta soprattutto a chi mira- < va a imparentarsi con gente ricca invece che con persone rette e idonee.

8 . Questo e quanto abbiamo trovato su Lisandro.

9· Theop. FGrHist "5 F 333 ΙΙ. Ephor. FGrHist 70 F 2.o7 i cf. cap. 2-μ; Plut. Ages. 2.0,3·5; Mor. 1.12. c-d; 2.2.9 e-f; Diod. XIV 13,8; Nep. Lys. 3 · 5 '-4· Cf. Plut. Mor. ηο a; Aelian. Var. Hist. VI 4; Χ 15; Stob. IV 32. a,1.1 2.8. Cf. Plut. Lyc. 15,1-3; Mor. 2.2.7 f; Xenoph. Lac. Resp. 1,6; Plat. Leg. 72.1 b-d; Clearch. F 73 Wehrli2; Aristo Ceus F 2.6 Wehrli2 = Aristo Chius SVF I 89 F 4οο; Clem. ΑΙ. Strom. 11 φ,4; Poll. 111 48 ; VIII 40; Hesych. s.v. &:γιχμ(οu ζημ(ιχ

ΣΎΛΛΑΣ

5

10

15

ι , 1. Λεuχιοc; δε Κορνήλιος Σuλλιχc; γένει μεν τjν έχ πιχτρι­ χίων, ouc; είιπιχτρίδιχc; &ν τις είποι, τών δε προγόνων ιχίιτοu λέ­ γοuσι 'Ροuφίνον ίιπιχτεuσιχι, χιχt τοuτφ δε τijc; τιμijc; έπιφιχνεστέ­ ριχν γενέσθιχι την &τιμίιχν- είιρέθη γcχν μη διcχφuλαεcχντcχc;. 6 . uστερον δ' ήδη κρcχτοuντοc; cχίιτοu κcxt foλλouc; &ποκτιννόντοc;, &πελεuθερικοc; &νθρωποc;, δοκών κρόπτειν ενcχ τών προγεγρcχμμένων κcxt κcχτcχκρημνίζεσθcχι διιΧ τοuτο μέλλων, ώνείδισε τον Σόλλcχν οτι πολuν χρόνον έν μι� σuνοικί� διτιτώντο, φέροντες ένοίκιον cχίιτοc; μεν τών &νω δισχιλίοuc; νοόμμοuc;, έκείνοc; δε τών ίιποκιiτω τρισχιλίοuc;, 7· ώστε τijc; τόχηc; cχίιτών το με­ τcχζU χιλίοuc; είνcχι νοόμμοuc;, ο'ί πεντήκοντα κcxt διcχκοσίcχc; δρcχχμιΧc; 'ΑττικιΧc; Μνcχντcχι. τcxuτcx μεν οuν ίστοροuσι περt τijc; ΠIX­ λcxιcxc; τοu Σόλλcχ τόχηc;. Ι.

τΟU δε σώμcχτος IXUτOU τΟ μεν όtλλο είδος έπL τών &ν­ δριιiντων φcχίνετcχι, τi)ν δε τών όμμιiτων γλcχuκότητcχ δεινώc; πικριΧν κcxt &κρcχτον οuσcχν ή χρόcχ τοu προσώποu φοβερωτέρcχν Ι έποίει προσιδείν . 2.. ιεήνθει γιΧρ το έρόθημcχ τρcχχu κcxt σποριiδην κcχτcχμεμειγμένον τΌ λεuκότητι προς ο κcxt τοίίνομcχ λέ- IJJ γοuσιν cχίιτίi) γενέσθαι τijc; χρόcχc; έπίθετον, κcxt τών 'Αθήνησι γεφuριστών έπέσκωΦέ τις είc; τοuτο ποιήσcχς 2,

5

e

·

σuκάμινόν έσθ' δ Σόλλcχc; &λφίτ� πεπcχσμένον. τοίc; δε τοιοότοιc; τών τεκμηρίων οίικ &τοπόν έστι χρijσθcχι πειο ρt &νδρόc;, ον οuτω φιλοσκώμμονcχ φόσει γεγονένcχι λέγοuσιν, ώστε νέον μεν ετι κcxt &δοεον οντcχ μετιΧ μίμων κcxt γελωτο­ ποιών διcχιτcχσθcχι κcxt σuνcχκολcχστcχίνειν, 4- έπεt δε κόριοc; &πάντων κατέστη, σuνcχγcχγόντcχ τών &πο σκηνijc; κcxt θεάτροu 3·

ι6. lτ(θετο L1 CIG η. &.ποτελέσοιντοις R ι8. &.ποχτινόντος R 2.1 . σuνδιητώντο Ι 14- 5 . δροιγμόtς Υ 2.5 . οδν om. BD 5 · χοιτοιμεμιγμένον YG: em. Zie. 6. οιδτω NPG et mg. 2, ι. &.πό Latte L1 : om. cett. π . νέον μ&ν οντοι χοιί όίδοξον &τι G 1 3 . τών: τούς C

451

Sll.LA

93

ra 1ο stesso biasimo a chi aveva dilapidato 1e proprie sostanze e a

chi non s'era attenuto alla poνerta dei padri.

6. Piu tardi,

quando era a1 potere e faceva ammazzare mo1ta gente, un liberto,

che staνa pe.r essere precipitato dalla rupe perche 1ο si sospettaνa


γένει τοιπεινιΧ πράττειν, οιuτοσχέοιον οίίσοιν τιΧ πολλιΧ ΚΙΧL οι' άμuορών ΚΙΧL σκοτεινών όργάνων τοίί μέλλοντος άπτομένην. π. τοιίίτοι μΕ.ν οίίν οί λογιώτοιτοι Τuρρηνών κοιt πλέον τι τών άλλων ε!Οένοιι οοκοίίντες έμuθολόγοuν. !2. της οΕ. σuγκλήτοu τοίς μάντεσι περt τούτων σχολοιζούσης κοιt κοιθημένης έν τ4> νοι4> της Ένu­ οίίς, στροuθος ε!σέπτη πάντων όρώντων τέττιγοι φέρων τ4> στό- c μοιτι, ΚΙΧL το μΕ.ν έκβοιλων μέρος οιuτοίί κοιτέλιπε, το ο ' έχων άπηλθεν. 1 3 · uφεωρώντο δη στάσιν οί τεροιτοσκόποι ΚΙΧL οιοι­ φοριΧν τών κτηματικών προς τον άστικον οχλον ΚΙΧL άγοροιίον ­ φωνάεντοι γιΧρ τοίίτον είναι κοιθάπερ τέπιγοι, τοuς οΕ. χωρίτοις ( κοιL) άροuροιίοuς. ο

2.2.. &νθρώπων om. YG I τά σUμπcχντcχ om. Suida exc. Plan. I διαφερόντων Suida exc. Plan. η . ijθεσιν Ρ Suida exc. Plan. Cor.: ijθεσι δι' YG 2.4· χρόνων &ριθμόν YG: χρόνον Suida exc. Plan. 2. 5 . cχ&τη YG: em. Rei. I &νιστcχμένης exc. Plan. 2.6. χινεϊσθcχι YG: yενέσθcχι Emp. I η lξ Zie. I ιί> Bernhardy: ώς YG δ Suida η exc. Plan. ti Bekk. I εtνcχι YG: yενέσθcχι Suida exc. Plan. 2.7. τοίς πε­

φροντιχόσι τά τοιcχiϊτcχ xcxt μεμcχθηχόσιν YG: τοίς τά τοιcχiϊτcχ (τά cχuτά exc. Plan.) σοφοϊς Suida exc. Plan. 2.8 . yεrόνcχσι χρώμtνοι exc. Plan. 2.9. η_ι.ιaλλον om. Suida exc. Plan. Ι μέλοντες Bmcpr Steph.: μέλλοντες cett. exc. Plan. μέλλονται Suida μ. προσcχyορεtίσεσι LB'INR Η· προΟ'Πέμποντος Rei. 36. λοyιώτcχτοι: φρονιμώτcχτοι Q2 Steph. Laur. 37· μcχντεtίμcχσι C 41. &νηλθεν L1 42.. &ττιχόν Ρ 43· φωνήεντcχ Schae. textum tuetur Zie. 43·4· χcχθ&περ στ pοuθόν, τοtίς δέ χωρ(τcχς &ροuρcχ(οuς χcχθ&περ τέττιycχς Anon. χcχθ&περ τέττιycχ, τοuς δέ χωρ(τcχς (sive &ροuρcχ(οuς) χcχθ&περ στροuθόν Schae. χcχθ&περ τέτ­ τιycχ, στροuθοtίς δέ χωρ(τcχς (sive &ροuρcχ(οuς) vel χcχθ&περ τέττιycχ, τοtίς δέ χωρ(τcχς Sint. 44· xcxt add. Emp. I &yoρcx(ouς Ι

ΙΙ 3

Sll.LA 7

Per loro, infatti, ci sono in tutto otto razze umane, distinte per modi di vita e costumi, a ciascuna delle quali

il

dio ha assegnato

un arco temporale scandito dal periodo d'un grande anno.

g.

Quando u n ciclo e arrivato alla fine e n e inizia u n altro, in terra ο

in cielo si manifesta un segno prodigioso, che rende subito evi­

dente, a chi ha studiato questa materia e la conosce a fondo, che sono venuti al mondo uomini dotati di un altro carattere e di di­ verse abitudini di vita, che stanno a cuore agli dei piu quelli che li hanno preceduti.

ο

meno di

10 . Secondo loro, infatti, nel mo­

mento in cui s' avvicendano le razze, si verificano profonde inno­ vazioni in ogni campo, e in particolare la divinazione ora cresce nella considerazione generale e coglie appieno le sue predizioni, perche la divinita invia segni puri e chiari, e ora invece, all' av­ vento di un'altra razza, diventa meno efficace, essendo per lo piu improvvisata e investigando oscuri.

π.

il

futuro con strumenti spuntati e

Questa era dunque l'opinione dei migliori indovini

etruschi, quelli cioe che godevano fama di sapere piu degli altri.

12.. Ora, mentre

il

senato sedeva nel tempio di Bellona e

consultava gli indovini su questi presagi, sotto gli occhi di tutti entro a volo un passero che teneva stretta nel becco una cicala, e ne lascio cadere a terra un pezzo, portando' sf.

1' altro

via con

13. Gli auguri vi scorgevano una sedizione e un conflitto tra

i proprietari terrieri e la plebe della citta e del foro, perche que­ st'ultima era canora come una cicala, mentre i primi erano cam­ pagnoli e contadini.


δικqιστηρί� χοιίρειν έάσοις έπt Μι· θριδάτην &πijρεν.

λέγεται δ' uπο τdtς ήμ.έροις έκείνοις έν οιΙς ό Σόλλοις άπο τijς 'Ιτοιλίοις έκίνει τον στόλον, άλλοι τε πολλdt Μιθριδάττι διοιτρίβοντι περt το Πέργοιμ.ον έπισκηφοιι δοιιμ.όνιοι, ΚIXL Νίκην στεcpοινηcpόρον, κοιθιεμ.ένην uπο των Περγοιμ.ηνών έπ' οιίιτόν, εκ 5 τινων όργάνων όίνωθεν οσον οίίπω τijς κεcpοιλijς Φοιόοuσοιν σuν· τριβijνοιι, 2. ΚIXL τον στέφανον έκπεσόντοι κοιτdt τοίί θεάτροu cpέρεσθοιι χοιμ.δίζε διοιθρuπτόμ.ενον, ωστε cpρίκην μ.εν τι!> δήμ.�. &θuμ.ίοιν δε πολλi)ν Μιθριδάτυ ποιροισχείν, καίπερ οιίιτφ τότε των προιγμ.άτων έλπίδος πέρα προχωροόντων. 3 · οιuτος μ.εν 10 γdtρ 'Ασίοιν τε 'Ρωμ.οιίων ΚIXL Βιθuνίοιν ΚIXL Κοιπποιδοκίοιν των βασιλέων &cpυρημ.ένος έν Περγάμ.� κοιθijστο, πλοότοuς κοιt δu­ νοιστείοις κοιt τuροιννίδοις διοινέμ.ων τοίς cpίλοις, 4· των δε παίδων ό μ.tν έν Πόντ� ΚIXL Βοσπόρ� την ποιλοιιdtν όίχρι των umρ την Μοιιώτιν &οικήτων &ρχi)ν κοιτεϊχεν οίιδενος ποιρενο· ι5 χλοίίντος, 'Αριοιράθης δε Θριμην κοιt Μοικεδονίοιν έπiιει στροιτφ μ.εγάλ� προσοιγόμ.ενος · 5 . όίλλοuς δ' οί στροιτηγοt τόποuς έχειροίίντο δuνάμ.εις ίχοντες, ών ό μ.έγιστος 'Αρχέλοιος τοιίς μ.εν νοιuσtν όμ.οίί τι σuμ.πάσης έπικροιτών τijς θοιλάττης, τάς τε Ku· κλάδοις νήσοuς έδοuλοίίτο ΚIXL των όίλλων οσοιι Μοιλέοις έντΟς 2.0 ί'δρuντοιι, κοιt τi)ν Είίβοιοιν οιίιτi)ν εΙχεν, έκ δ' 'Αθηνών όρμ.ώμ.ε· νος τdt μ.έχρι Θεττοιλίοις ϊθνη τijς 'Ελλάδος άcpίστη, μ.ικρdt προσ· κροόaοις περt Χοιιρώνειοιν. 6. έντοιίίθοι γdtρ οιίιτφ Βρέπιος ι ι , 1.

2.6. Ούεργίλιοv Flac. 2.7. ώv C 2.7-8. τόv μιθριδιΧτηv C ι ι , 3· τόv πέργcχμοv G 7· θρuπτόμεvοv L1 9 · χωρούvτωv G" (corr. 1 G) 14. &οίχητοv YG: em. Am. Mu. 1 5 . έπ"fιει Rei.: έπί YG ι 8. σUv 1 πιΧσης G I θcχλιΧσσης Ν 19. μcχλεδίς L μcχλcχιδίς G 2.2.. Βρcχ(τιος Flac.

c

u

d

sll.LA

ιη

e lo scaglio a terra alla presenza di molti testimoni.

8 . Una

volta assunta la carica, pero, metteva subito mano a sovvertire l'ordine costituito e intento un processo a Silla, affidando l'accu­ sa

a Virginio, uno dei tribuni della plebe; ma Silla se ne infischio

di lui e del suo tribunale e parti per la guerra contro Mitridate.


των βελτιόνων aρχειν. 1 3 . ταίίτ' έξ�λαυνε Μάριον, είτ' αίiθις έπt Σύλλαν κατijγε, ταίίτ' Όκταου·tου τοuς περt Κίνναν, ταίίτα Φλάκκου τοuς περt Φιμ· βρίαν αuτόχειpας έποίΥJσεν. 14. ών οuχ ijκιστα Σύλλας ένέδω­ κεν άρχάς, έπt τci> διαφθείρειν και μετακαλείν τοuς ύπ' aλλοις ταττομένους καταχορ'ηγών είς τοuς ύφ' αύτci> και δαπανώμενος, ώσθ' άμα τοuς aλλους μεν είς προδοσίαν, τοuς δ' ύφ' αύτci> δια· ./

38. φλαμ.(νιον YG exc. Const.: em. Rei. I αίμ.ίλιον YG exc. Const.: em. Ald. 41. καί1 om. Ν 4'-· πολλήν Ι.πέθεσαν σεμνότητα C 43· τε om. exc. Const. 44· χρείας exc. Const.: χείρας YG I -ήγοόμ.ενα exc. Const. 45 · διαίταις εύσταλείς exc. Const.: δαπάναις εύτελείς YG I οντες om. exc. Const. 48. ούκ: καί LA'BNPR 46. καί τεταγμ.ένοις άναλώμ.ασι τό om. exc. Const. 50-3. -ήναγκιΧζοντο - δοό· καί μ.-ή C 49 · 7i G: 7i έπί exc. Const. καί Υ λους: -ήναγκιΧζοντο δ1]μ.αγωγείν. καί έν τcϊ> στρατηγείν τοίς στρατευομ.ένοις ές τάι; -ήδυπαθε(ας άνήλισκον, ώνοόμ.ενοι τούς πόνους αuτών. καί Ελαθον ώνιον τ-ήν πατρ(· δα ποι-ήσαντες ολψ, έαυτούς δΙ. δούλους exc. Const. μ. ολψ τ-ήν πατρίδα ποι-ήσαντες YG 54· αδθις τούς περί σόλλαν κατ-ήγαγεν exc. Const. 55· όκταβίου CN 5 5-6. φαβρίαν exc. Const. 56-7. εδωκεν exc. Const. 1 57· είς άρχάι; Α I τώ C exc. ConstΌ : τό YG I τούς: τοίς L R I όίλλους exc. Const. 58. αύτcϊ> καταχορ1]γών exc. Const. αύτός καταχορ1]γών Valesius I ές exc. Const. (item infra) 59· όφ' αότόν Sint. 59-60. είς άσωτίαν δια· φθε!ρων YG διαφθε!ρων καί παρασκευιΧζων exc. Const.: trp. Zie.

SILLA

di Tito Flaminino e di Manio Acilio, e ancora di Emilio Pao-

lo,

10. i quali, uno dopo aver cacciato Antioco dalla Grecia, e

gli altri due dopo aver debellato i re di Macedonia, non solo s'e­ rano astenuti dal violare i santuari ellenici, ma vi avevano inviato doni e li avevano tenuti in grande onore e venerazione.

π. Co­

storo, pero, che erano comandanti legittimamente eletti di uomi- < ni sobri e addestrati a eseguire in silenzio gli ordini dei capi, e che personalmente erano regali nell' anima e frugali nel modo di vivere, spendevano con misura e nei limiti prefissati, ritenendo

che adulare i soldati fosse piu vergognoso del temere i nemi-

ci;

12. i generali di quel tempo, invece, che acquisivano il pri­

mato con la violenza e non per merito, e che avevano bisogno delle armi piu per combattersi tra loro che per combattere i nemi-

ci,

erano costretti a esercitare demagogicamente il comando e

poi, con il denaro che spendevano per i piaceri dei loro soldati e potersene cosl comperare i servigi, non s'accorsero d'aver reso

venale tutta la patria e d' essersi asserviti ai peggiori per comandare

ai migliori.

1 3 . Fu questo modo d'agire a scacciare Mario e

poi a farlo ritornare contro Silla; questo porto Cinna ad assassi­ nare Ottavio e Fimbria a eliminare Flacco.

14. Il principale re­

sponsabile d'una simile degenerazione fu proprio Silla, che, pur

cli corrompere e attirare a se i soldati che militavano agli ordini di

altri comandanti, spendeva senza ritegno per i suoi, sicche, per

47 · Cf. cap. 6,16-7; Plut. Luc. 7,1-3; Sall.

Cat. π, 5-7 54· Cf. cap. η ,π ; Plut. 5 5 · Cf. Cίc. Tusc. V 19, 5 5 ; Lίv. Per. LXXX; Vell. Pat. Π 1.1.,1.; Val. Max. Ι 6,1ο; Appίan. BC Ι 71,31.7-8; Chron. Rom. FGrHist 1.51. F Α 1. j Cf. cap. η,π

Mar. 35 ,41

Ι )Ο

ΣΤΛΛΑΣ

6ο φθείρων εlς &σωτίιχν χρημάτων δείσθιχι πολλών, κιχt μ.άλιστιχ προς τi)ν πολιορκίιχν εκείνην.

Ιο

Ij

,_ο

13, r . δεινος γάρ τις &ριχ κιχt &πιχριχίτητος εtχεν ιχuτον tρως έλείν τΟις 'Αθήνας, είτε ζήλ� τινt προς τi)ν πάλαι σκιιχμ.ιχχοίίντιχ τf)ς πόλεως δόζιχν, είτε θuμ.φ τdι σκώμ.μ.ιχτιχ φέροντα κιχt τΟις βωμολοχίας ιχtς ιχuτόν τε κιχt τi)ν Μετέλλιχν &πο τών τειχών lκάστοτε γεφuρίζων κιχt κιχτορχοuμ.ενος εςηρέθιζεν ό τuριχννος 'Αριστίων, 1.. άνθρωπος ες &σελγείιχς όμ.οίί κιχt ωμ.ότητος tχων σuγκειμ.ένην τi)ν φuχήν, κιχt τdι χείριστοι τών Μιθρι­ διχτικών σuνερρuηκότιχ νοσημάτων κιχt παθών εlς έιχuτον &νειληφώς, κιχt τΌ πόλει μ.uρίοuς μ.εν πολέμ.οuς, πολλdις δε τuριχννίδιχς κιχt στάσεις διιχπεφεuγuίqι πρότερον ώσπερ νόσημ.ιχ θιχ­ νιχτηφόρον εlς τοuς εσχάτοuς κιχιροuς επιγενόμενος- } . δς χι­ λίων δριχχμ.ών ωνίοu τοίί μ.εδίμ.νοu τών πuρών οντος εν άστει τότε, τών &νθρώπων σιτοuμ.ένων το περt τi)ν &κρόπολιν φuόμ.ε­ νον παρθένιον, uποδήμ.ιχτιχ δε κιχt ληκuθοuς έφθdις εσθιόντων, ΟtUτΟς ενδελεχώς Πότοις μ.εθημ.ερινοίς ΚOtL Κώμ.οις χρώμ.εν0ς ΚOtL πuρριχίζων κιχt γελωτοποιών προς τοuς πολεμ.ίοuς, τον μ.εν ίε­ ρον τf)ς θεοίί λuχνον &πεσβηκότιχ διdι σπάνιν ελοιίοu περιεί­ δε, 4- τΌ δ' ίεροφάντιδι πuρών ήμ.ίεκτον προσιχιτοuσn πεπέ­ ρεως tπεμ.φε, τοuς δε βοuλεuτdις κιχt ίερείς ίκετεuοντιχς οlκτίριχι τi)ν πόλιν κιχt διιχλuσιχσθιχι προς Σuλλιχν τοζεuμ.ιχσι βάλλων διε­ σκέδιχσεν. 5 . σφε δ· ηδη ποu μ.όλις εςέπεμ.Φεν uπερ εlρήνης δόο η τρείς τών σuμ.ποτώv- προς οuς οuδεν &ζιοίίντιχς σωτήριον, άλλΟι τον Θησέα κιχt τον Είίμ.ολπον κιχt τdι Μηδικdι σεμ.νολογοu-

61. προς YG: καt ές exc. Const. I έκείνην YG: τοu πειραιwς exc. Const.

13, ι. Ιiρα s.s. L1 '- είτα L 1 6-u. Ιiνθρωπος - διεσκέδασεν exscripsit exc. Const. 109 7· σuνεγκειμένην G 8. ές exc. Const. ψrο. τΌ πόλει - διαπεcpεuγuίQ< So.: πόλει - διαπεcpεuγuίυ exc. Const. τ-ήν πόλιν - διαπεcpεuγuίαν YG 11. έν τοίς έσχάτοις χαιροίς exc. Const. I έπιτιθέμενος YG I ος om. YG η. δραγμwν L1 13. των δέ &νθρώπων exc. Const. 13-4. cpuόμενον om. exc. Const. 14. δΕ: τε exc. Const. I λικόθοuς G 17. το6 θεοu exc. Const. 18. πuρον LABN 1R 19. βοuλεuτιΧς: πρεσβεuτιΧς C Ι ο!κτείραι YG exc. Const.: em. Zie. '-Ο. προς τον l exc. Const. ·

46ο

φΖ

b

c

Sll.LA

IJI

12.-13

indurre gli altri a l tradimento e i suoi alla dissolutezza, aveva bi­ sogno di molti soldi, e in modo particolare per quell'assedio.

13,

r.

Lo possedeva una bramosia terribile e irrefrenabile di

conquistare Atene,

ο

per ambizione di misurarsi con le ombre

dell'antica gloria della citta

ο

per la collera suscitata in lui dagli

sberleffi e dalle scurrilita che in continuazione, dall' alto delle mu­ ra,

il tiranno Aristione scagliava verso di lui e Metella, accompa­

gnando le sue insolenze con mossette di danza; duo, che aveva

�- quest'indivi­

1' anima intrisa insieme di licenziosita e crudelta e

che aveva accolto e concentrato in se le peggiori aberrazioni e passioni di Mitridate, aveva colpito come un morbo letale, cosl da ridurla all' estrema rovina, la citta, che pure in passato era so­ pravvissuta a innumerevoli guerre, a tante tirannidi e lotte civi­ li;

3 · lui che, mentre nella citta assediata un medimno di grano

si vendeva a mille dracme e la popolazione era ridotta a cibarsi . del partenio che cresceva intorno all' acropoli e a bollire scarpe e fiasche di cuoio per sfamarsi, s'abbandonava senza posa a bevute in pieno giorno e a bagordi, danzando la pirrica e facendo

il buf­

fone davanti ai nemici; lui che lascio che la lampada sacra della

dea si spegnesse per mancanza di olio,

4· che invio alla gran sa­

cerdotessa, che gli chiedeva un dodicesimo di medimno di grano,

un'uguale quantita di pepe, e fece disperdere a colpi di frecce i membri del Consiglio e i sacerdoti, che lo scongiuravano di scen­ dere a patti con Silla.

5 . Ε quando ormai era troppo tardi, a

malincuore si decise a inviare due

ο

tre suoi compagni di baldoria

a trattare la pace; ma invece di cercare un accordo per salvare la citta, quelli non facevano che vantare Teseo, Eumolpo e le guerre

13, 3· Cf. cap. 2.,2.; 6,η; Plut. Mor. 505 b-c; Suida s.v. γεφuρίζωv 12.. Cf. Flor. Ι 40,10 14- Cf. Appiaή. Mithr. 38,147 18. Cf. Plut. Num. 9,12.; Paus. Ι 2.6,6-7; Eus. Praep. ev. IV 2.,8; Anon. Matr. 43,7; Hieron. Chron. p. 151 Helm2


στενωπών έσποι· σμ.ένοιc; τοίc; ;ίφεσιν, ώστ' &:ριθμ.ον μ.ηδένοι γενέσθαι των &:ποσφοι· γέντων, &:λλdt τ� τόπ� τοίί puέντοc; οιίμ.οιτοc; &τι ( κοιt) νίίν μ.ε· τρείσθοιι το πλijθος. 6. όίνεu γdtρ τών ΚΙΧτΟt τijν όίλλην πόλιν &:νοιιpεθέντων ό περt τijν &:γορdtν φόνος έπέσχε πά:ντοι τον έντοc; τοίί Διπόλοu Κεροιμ.εικόν, πολuc; δε λέγεται κοιt διdt πuλών κοι·

1.5 . φιλομ.οιθfις ών YG: em. Rei. 14, 5 . τοϊς πολεμίοις Rei. 7 . εuρων ιiλώσιμον Rei. ιiλώσιμον οντιχ Schae. 9 · μ&ρχον YG: em. Zie. I τήϊον YG: em. Br. I πολεμίων G•' (corr. 1 G) 10. περιχuχλώσιχι C 1 1. . πρεσβίίτιχι Kurtz textum tuetur Zie. 13. πuριχΙΧ�ς Β 1 5 . Ι.σήλιχuνε BPR 16. χριχγ1j 1 1 17. ιiφtε· 19. χιχ! add. Cor. 1.0. πολιτε(ιχν R 1.1.. μένης Zie. I των add. Zie. πολλοίς YG: em. Sint.

113 z d

e

persiane, sicche Silla disse loro: «Andate pure, miei cari, e porta­ te con voi questi discorsi: i Romani non m'hanno mandato ad Atene per prendere lezioni, ma per sottomettere i ribelli!». 14, 1 . Si racconta che nel frattempo alcuni sentirono al Cera­ mico dei vecchi che parlottavano tra loro e criticavano il tiranno perche lasciava sguarnito proprio il tratto di mura che consentiva d'accedere e attaccare l'Eptacalco, l'unico punto in cui la scalata era per i nemici possibile e agevole, e riferirono la cosa a Sil­

la.

2..

Lui non sottovaluto l'informazione, ma nottetempo si re­

ro sul posto, constato che la posizione era prendibile e diede il

via alle operazioni. 3 · Lo stesso Silla racconta nelle sue Memo­ rie che il primo a montare sulle mura fu Marco Ateio, il quale spezιO la spada calando un fendente sull'elmo d'un nemico che gli si era parato davanti, e nondimeno non indietreggio d'un pal­ mo, ma riuscl a resistere e a mantenere la posizione.

4· La citta

fu dunque espugnata da quel punto, come ricordavano gli Atenie­

sί pίu anziani.

5 . Silla fece abbattere e spianare il trat!o di mu­ ra compreso tra la porta del Pireo e la porta Sacra, e poi, verso mezzanotte, faceva il suo ingresso in citta, seminando il panico con il suono di molte trombe e corni e le grida di guerra e il cla­

more dei soldati, che s' abbandonavano su suo ordine al saccheg­ gίo e al massacro e scorrazzavano per le vie con le spade sguaina­

te, tanto che fu impossibile calc9lare il numero delle persone am­ mazzate, ma che fosse ingentissimo si puo dedurre ancor oggi dal luogo in cui scorse il sangue.

6 . Senza contare la gente trucida­

ta nel resto della citta, il sangue versato nell'agora coprl tutto il Ceramico fino al Dipilo: e molto sangue si dice che colasse anche

14, r. Cf. Plut. Mor. 505 a-b

Mithr. 38 ,148-9

8 . Sulla HRR !2 2.00 F 12. r8 . Cf. Appian. 2.0. Cf. Vell. Pat. Π 2.3 , 3 2.2.. Cf. Paus. Ι 2.0,6

J}4

ΣΥΛΛΑΣ

τcχκλόσοιι το προάστειοv. 7. &λλdι των οuτως &ποθοιvόvτωv ' τοσοότωv γεvομ.έvωv, οuκ ελάσσονες f)σcxv ot σφCiς cxuτouς διοι2.5 φθείροιvτες οίκτ� κcxt πόθ� τijς πατρίδος ώς &vοιφεθησο­ μ.έvης. 8 . τοίίτο γdιρ φοβηθijvοιι κcxt &πογvώvοιι τfιv σωτηρίαν Ι εποίησε τοuς βελτίστοuς, οuδεv εv τίi) Σόλλqι φιλάνθρωπο\/ οuδε μ.έτριοv ελπίσοιvτοις. 9 · &λλdι γdιρ τοίίτο μ.εv Μειδίοu κcxt Κοιλ­ λιφώvτος τώv φuγάδωv δεομ.έvωv κcxt προκuλιvδοuμ.έvωv οιuτοίί, 3ο τοίίτο δε τώv σuγκλητικώv, οσοι σuvεστράτεuοv, εξοιιτοuμ.έvωv ,54Ζ τi)v πόλιν, οιuτός τε μ.εστος ώv ήδη της τιμ.ωρίοις, εγκώμ.ιόv τι τώv ποιλοιιώv 'Αθηναίων όπειπώv t"φη χοιρίζεσθοιι πολλοuς μ.εv 4& ολίγοις, ζωvτοις δε τεθvηκόσιv. ΙΟ. έλείv δε τΟις ' Αθήvοις οιuτός φησιv εv τοίς όπομ.vήμ.οισι Μοιρτίοιις κοιλάvδοιις, i]τις ήμ.έροι μ.άλι35 στοι σuμ.πίπτει ήί vοuμ.ηvίqι τοίί 'Αvθεστηριώvος μ.ηvός, εv Ό κοιτdι τόχηv όπομ.vήμ.οιτοι πολλdι τοίί διdι τi)v επομ.βρίοιv ολέθροu κcxt της φθορCiς εκείνης δρώσι\1, ώς τότε ΚOtL περt τΟ\1 χρόνον εκεί\10\1 μ.άλι­ στσt τοίί κοιτcχκλuσμ.οίί σuμ.πεσόvτος. π . έοιλωκότος δε τοίί όίστεος, ό μ.εv τόροιvvος είς τi)v &κρόπολιv κοιτοιφuγώv επολιορ40 κείτο, Κοuρίωvος επt τοότ� τετοιγμ.έvοu· κcxt χρόνον εγκοιρ­ τερήσοις σuχvόv, οιuτος έcxuτov εvεχείρισε δίΦει πιεσθείς. 1 2. . κcxt το δοιιμ.όvιοv εuθuς επεσήμ.ηvε . τijς γdιρ cxuτijς ήμ.έροις τε κcxt ώροις εκείvόv τε Κοuρίωv κοιτijγε, κcxt νεφών εξ οιίθρίοις σuvδροι- b μ.όvτω\1 πλijθος ομ.βροu κοιτοφροιγεv επλήρωσε\1 ίίδοιτος Πιv &45 κρόπολιv. η . είλε δε κcxt τον ΠεφοιιCi μ.ετ' ou πολuv χρόνον ό Σόλλοις, κcxt τdι πλείστοι κοιτέκοιuσεv, ώv f)v κcxt ή Φίλωvος όπλοθήκη, θοιuμ.οιζόμ.εvοv t"ργοv.

η. προάστιον dub. Con. I Ιίντως Ν 4· 5 . διιχφθείροντες YG: em. Cor. 2.6. τιχύτό Kron. I &πογνώνιχι χιχ! φοβηθijνιχι YG: trp. Rei. 2.8. μη· δίοu G Μηδείοu Wil. 2.9"33· τών φυγάδων - τεθνηχόσιν libere exscripsit exc. Plan. 38 2.9. προχuλινδομένων G 32.· πάλιχι exc. Plan. I tπειπών Dml διεξελθών exc. Plan. 32.·3 &χείνοις πολλοίς μεν όλίγοuς exc. Plan. Sint. 34· 5 . συμπίπτει μ&λιστιχ Υ 3 5 · &ν ώ YG: em. Emp. 36. πολλών Α 40·1. &γχιχρτερήσιχντος G 4'· &νεχείρησε G I δίφη L'N' 42.. 1 όπεσήμηνε Ν 43· ijγεν G 4 5 · είλε C' Emp. : είχε YG 46. σόλιχς C .

Sll.LA Ι4 attraverso le porte e inondasse il sobborgo.

Ι3 5

7· Tanti cittadini

morirono in questo modo, ma non meno numerosi furono quelli che si suicidarono spinti da compassione e rimpianto per la pa­ tria, pensando che sarebbe stata distrutta.

8 . Α incutere questo

timore nei migliori e a farli disperare della salvezza era la convin­ zione che in Silla non potesse esserci un barlume d'umanita e di 9 · Ε invece, un po' per le suppliche di due esuli,

moderazione.

Midia e Callifonte, che si prostravano ai suoi piedi, un po' perche

ί senatori che

facevano parte del suo esercito intercedevano a fa­

vore della citta,

ο

infine perche anche lui era ormai sazio di ven­

detta, tenne un breve discorso in elogio degli antichi Ateniesi e concluse dicendo che faceva grazia a molti per riguardo a pochi, ai vivi per riguardo ai morti.

ro .

Lui stesso narra nelle sue Me­

morie che prese Atene alle calende di marzo, giorno che corri­ sponde esattamente al primo del mese di Antesterione, in cui caso

vuole che gli Ateniesi commemorino con molte cerimonie la

distruzione e la devastazione provocata dal diluvio, perche pensa-


τρίβειy τον πόλεμ.ον ΚΙΧL τdις εuπορίοις οιdτών &φοιιρεϊν. 2. & δη πολu μ.Οίλλον έκεί­ νοu σuνορών δ Σόλλοις &νέζεuξεν είς Βοιωτίοιν έκ χωρίων γλί­ σχρων ΚΙΧL μ.ηο' έν είρήντι τρέφειν ίκοινών οντων. 3· κοιίτοι ro πολλοίς έΟόκει σφιΧλλεσθοιι τον λογισμ.όν, οτι τfιν 'Απικfιν τροι­ χεϊοιν οuσοιν ΚΙΧL Οόσιππον &πολιπων ένέβοιλεν έοιuτον πεοιιΧσι κοι\ &νοιπεπτοιμ.ένοιις τοιίς περ\ τfιν Βοιωτίοιν χώροιις, δρών έν &ρμ.οισι ΚΙΧL ϊπποις τfιν βοιρβοιρικfιν οuσοιν &λκήν. 4· &λλdι φεόγων ώσπερ είρητοιι λιμ.ον ΚΙΧL σπιΧνιν ήνοιγκιΧζετο οιώκειν τον Ij έκ της μ.ά;χης κίνοuνον. eτι ο' Όρτήσιος οιuτον έφόβει, στροι­ τηγικος &νfιρ κοι\ φιλόνικος, ον έκ Θεττοιλίοις &γοντοι τ4> ΣόλλQC d Οόνοιμ.ιν έν τοίς στενοίς οί βιΧρβοιροι ποιρεφόλοιττον . 5 ο οιdι τοιuτοι μ.eν ( οuν ) ε!ς τfιν Βοιωτίοιν &νέζεuξεν δ Σόλλοις- Όρ­ τήσιον Ot ΚΟίφις δ Τιθορεuς έτέροιις δοοίς ΦεuσιΧμ.ενος τοuς βοιρ2.0 βιΧροuς οιdι τοu Ποιρνοισσοu κοιτijγεν uπ' οιuτfιν τfιν Τιθόροιν, οuπω τοσοιuτην πόλιν οuσοιν οση νuν έστιν, &λλdι φρούριον &πορρώγι κρημ.ν4> περικοπτόμ.ενον, είς ο κοι\ πιΧλοιι ποτt Φω­ κέων οί Ξέρξην έπιόντοι φεόγοντες &νεσκεuιΧσοιντο ΚΙΧL οιεσώθη­ σοιν . 6. έντοιuθοι κοιτοιστροιτοπεοεόσοις Όρτήσιος ήμ.έροις μ.eν 2.j &πεκροόσοιτο τοιίς οuσχωρίοιις τοuς πολεμ.ίοuς, νόκτωρ ο' έπ\ 6. τp(βειν χρόνω Υ χpονοτpιβείν Bekk. Sint. 15, r. τcχξtλης C: τcχξtλλης YG textum tuetur Zie. 8-9. έχ χωp!ων - ΟΙΙ'tων exscripsit Suida s.ν. γλ(. σχpος 9· χcχ(τοι Rei.: χcχί τοίς YG ro. τών λογι"μών G rs-6. Όp­ τη,ιος - φιλόνιχος exscripsit exc. Const. ΙΙο rs . όpτή"ιος Rl Ald.: όpτή"ιος YG exc. Const. r6 . 'j'ιλόνιχος Zie.: φιλόνειχος YG πολεμιχος ήσχημένος exc. Const. r8. οuν acld. Rei. r8-9. όpτή"iον Rl Ald.: όpτή"ιον YG 19. χιΧφις YG: em. Latte I ό Τιθοpεuς Latte: ήμέτεpος ών YG 2.0. πcxpνcx""ou Q Sint.: πcxpνcx"ou YG 2.2.. ιiποppωγει (sic) G '-4· όpτή"ιος YG: em. Ald. 2.5-6. ciπεxpou"cxτo τcχίς δuσχωp(cχις - xcxτcxβciς Rei.: τcχίς δuσχωp!cχις ciπεxpou"cxτo - xcxτcxβciς dub. Zie. ciπεxpou"cxτo - τcχίς δuσχωp(cχις xcxτcxβciς YG 2.5. διci τi'jς δuσχωp(cχς Emp. ·

SILLA

15

137

15, ι. Nel frattempo Tassile, il generale di Mitridate, che era

sceso dalla Tracia e dalla Macedonia con centomila fanti, diecimila cavalieri e novanta quadrighe falcate, convocava Archelao, che si teneva ancora alla fonda nei pressi di Munichia e non aveva in­ tenzione d' allontanarsi dal mare e nemmeno voglia di scontrarsi ωη ro

i Romani, ma preferiva tirare in lungo la guerra e tagliare lo-

i rifornimenti.

2..

Allora Silla, comprendendo la situazione

molto meglio di lui, levo il campo da un paese povero e che perfino in tempo di pace non era in grado di sostentare la popolazione, e passo in Beozia.

3 . Α molti sembrava che stesse facendo

un calcolo sbagliato, perche aveva lasciato l'Attica, un territorio accidentato e poco adatto alla cavalleria, per avventurarsi nelle ampie e pianeggianti distese della Beozia, pur vedendo che il nerbo delle forze barbariche era formato da carri e cavalli.

4· Ma

voleva sottrarsi, come s'e detto, alla fame e alla carestia, e percio era costretto a correre il rischio d'una battaglia. Per di piu era in ansia per Ortensio, un comandante abile e risoluto, che stava portando a Silla un esercito dalla Tessaglia e che i barbari aspet­ tavano alle Termopili.

5 . Per questi motivi Silla passo in Beo­

zia; quanto a Ortensio, Cafis di Ύitora riuscl a ingannare i barbari facendogli seguire un altro percorso e a guidarlo attraverso il

Parnaso fino ai piedi della stessa Ύitora, che non era ancora la

grande citta di oggi, ma un castello circondato da burroni scoscesi, dove anticamente erano sfollati, trovandovi salvezza, anche i Focesi che fuggivano davanti all'avanzata di Serse.

6. Ortensio

si accampo qui e dopo aver respinto, di giorno, i nemici, scese di

15, r. Cf. Liv. Per. LXXXII; Appian. Mithr. 41,r56 et 158; Paus. Ι 1.ο,6; Memnon FGrHist 434 F 1.1.,13 '5 · Cf. Memnon FGrHist 434 F 1.1.,13 rB. Cf. cap. 11,6-8

1.1.. Cf. Hdt. VIII μ,r


τοu 'Ακοντίου και τοu Ήδυλίου προς τοίς λεγομένοις 'Ασσίοις ό μέντοι τόπος έν � κατεσκήνωσεν 463 όίχρι νuν 'Αρχέλαος άπ' έκείνου καλείται. 6. διαλιπών δε μίαν ήμέραν ό Σύλλας Μουρήναν μεν tχοντα τάγμα και σπεί­ ρας δύο προς το τοίς πολεμίοις ένοχλijσαι παραταττομένοις ,_ο άπέλιπεν, αύτος δε παρdt τον Κηφισον έσφαγιάζετο, και των μ. rοιμ!νιον Α (item infra) s 3 · χερρωνεϊς G s6. Έρόχιον Zie.: ερχιον LABNR eρχιον CPG Έρ!χιον Steph. edd. 17, ι. λεβοιΒ!οις G 3· ώς: ό C 4- χόιντος C Iunt.: χο(ντιος YG 6. χερρων!οιι G 1 χερρωνε!οιι G2 7-8. προαημοι(νει YG: em. Sint. 9· αοιλοu(­ νιος C Σοιλοuϊηνος Zie. cl. Mϋnzer ιι. τοιίίτοι YG: em. Steph. I τοίί θεοίί: τοίί Α" τοότοu Ν om. D/ Iunt. I μορφijς Zie. 1 3 . lίαον C I προελθωv Zie. 'S· χοιρτερών Α ι6. &αα(οις Α Iunt.: &α!οις Υ &αήοις G ι8. μοuρ(νοιν C I τιΧr· μοιτοι RG '9· τοιροιπομένοις YG: em. Rei.

citta al suo destino, e lui v'invio una legione, al comando del tri­ buno militar� Gabinio, e lascio partire i Cheronesi, che pero, pur volendolo, non riuscirono a precedere Gabinio: tanto era valoroso e piu sollecito nel portare aiuto di chi lo chiedeva. 1 5 ,. Giuba sostiene che la missione non fu affidata a Gabinio, ma a Ericio: comunque sia, la nostra citta scampo per un soffio al pericolo. 17, ι. Da Lebadea e dall'antro di Trofonio giungevano intanto

ai Romani presagi favorevoli e oracoli che annunciavano vittoria.

Gli abitanti del luogo ne riportano numerose versioni,

2..

ma,

stando a cio che ha scritto lo stesso Silla nel decimo libro delle sue Memorie, Quinto τizio, un noto uomo d'affari che operava in Grecia,

� reco da lui, quando gia aveva vinto la battaglia di Che­

ronea, e gli annuncio che Trofonio prediceva che di ll a poco avrebbe sostenuto nello stesso luogo una seconda vittoriosa bat­

taglia.

3 · Dopo di lui, uno dei suoi legionari, Salvenio, gli riferl

da parte del dio l' esito che avrebbero avuto le vicende d'Ita­ lia.

4· Sull'apparizione profetica del dio davano entrambi la

stessa versione: dicevano d'aver visto qualcuno che per bellezza e grandezza somigliava a Zeus Olimpio.

5 . Passato

Ι' Asso,

Silla

avanzo fin sotto l'Edilio e pose il campo a breve distanza da Ar­

chelao, che s'era saldamente trincerato tra l'Aconzio e l'Edilio,

nei pressi della localita chiamata Assi; il luogo in cui Archelao

pianto le tende, porta ancor .oggi il suo nome.

6 . Dopo un gior­

no di sosta, Silla lascio sul posto Murena con una legione e due coorti, per disturbare i nemici.mentre si schieravano a battaglia, e andava a sacrificare sulla riva del Cefiso: visti gli auspici favore-

5 5 · Iubas FGrHist 2.7 5 F 2.7 17, 3· Sulla HRR 12 2.01 F ι6; cf. Augustin. Civ.

Π 24


νόμcχστcχι YG: em. Zie. I χέρρωνος G 2.9. lπ' Α 3 5 . χερρωνέων G I δμολώιχος G: δμολόϊχος Υ (item infra) 38. πετρώχοu LABN"P"R 39. μοuσ!ον G 4'· γcχμινιοu Α 42.. &νδρε!cχν LABN I lχέλεuσεν C Sint. 44· τό μεν δεζιόν Anon. 45. μοuρ!νcχ C μοuρήνcχν Α I γ&λλος Α I όρτήσιος YG: em. Ald. 46. Ε:σχcχτον C I πcχρενέβcχλλον LBCNP

'59 Ζ b

c

Sll.LA

17

14 )

voli, proseguiva alla vo1ta di Cheronea per recuperare 1e truppe dis1ocate 1aggiu e per osservare il sito chiamato Turio, che era gia stato occupato dai nemici.

7 . Si tratta della cima rocciosa e di

forma conica di una montagna, che noi chiamiamo Ortopago: alle sue fa1de scorre il Morio e si e1eva il tempio di Apollo Turio.

8.

L'appellativo de1 dio deriva d a Turo, madre di Cherone, che si tramanda sia stato il fondatore di Cheronea. Per a1tri, invece, proprio qui sarebbe apparsa a Cadmo 1a mucca che Pizio gli aveva assegnato come guida, e il 1uogo sarebbe stato cosl chiamato per­ che thor e il nome che i Fenici danno alla mucca.

9 · Mentre Sil-

la s'avvicinava a Cheronea, il tήbuno che era stato mandato a presidiare 1a citta gli ando incontro con i so1dati in assetto di combattimento, stringendo in mano una corona d'alloro.

10.

Silla 1' accetto, sa1uto i so1dati e li sprono al1o scontro; in quella si fanno avanti due cheronesi, Omo1oico e Anassidamo, e gli assicu­ rano che, se avesse dato 1oro pochi so1dati, avrebbero annientato i nemici che occupavano il Turio.

π.

C'era un sentiero, diceva-

no, fuori della vista dei barbari, che partiva da1 Petraco e passando accanto a1 santuario delle Muse menava dritto a1 Turio, sopra

la testa dei nemici; seguendo1o, non sarebbe stato difficile piom­

bar 1oro addosso di sorpresa e sterminarli dal1'a1to a co1pi di pietre

ο

ricacciarli in pianura. ,

12..

Gabinio gli garantl il coraggio e

la 1ea1ta di quegli uorήini, e Silla ne autorizzo il tentativo; 1ui in­ tanto provvedeva a schierare 1'esercito in ordine di battaglia e di­

spose 1a cavalleria alle due ali, assumendo persona1mente il co­ mando di quella destra e affidando 1a sinistra a Murena.

η. Ι

1egati Ga1ba e Ortensio, con 1e coorti di riserva, si disposero in retroguardia sulle a1ture, per caute1arsi contro eventuali manovre

1.6. Cf. Plut. Mor. 515 c; Hes. F '-5'- M.-W . ; Aristoph. Boeot. FGrHist 379 F 3 ; Steph. Byz. s.v. Χcχιρώvειcχ; Paus. Ι Χ 40, 5-6 3 0. Cf. cap . r6,14 4 5 · Cf. cap. 15 ,4


.ο

,_5

30

35

\

12.. τούς C Mu.: lπί τούς YG η-8. i]δη &ξιομ.Χχως i]δη L" 18. σuνε· στηχώς L 1C"G 19. lξεδ(ωχον C 2.2.. τούς νιχώντοις R I τότε om. C τότε δη vel τότε i]δη Zie. 24· πλείστοι: πολλοί C 2.5 . διοιπεσείν YG: em. Gίirtner 2.7. οιύτοu Υ 2.8. όίpην Α' 32.· μέχρι del. Emp. I Μόλου: Μωpίοu Flac. 3 3 · βεβηχώς L"A έστηχός Hart.2 34· όμολόϊχον ABPR όμολοίχον LCN

contro Murena, sicche Silla, dato che il clamore proveniva da due parti diverse e per di piu i monti ne rimandavano l'eco, si ar­ resto e non riusciva a capire dove dovesse accorrere.

5 . Ma alla

fine decise di riguadagnare la posizione iniziale e in soccorso di Murena invio Ortensio con quattro coorti, mentre lui, dopo aver ordinato alla quinta di seguirlo, s'affrettava a raggiungere l'ala destra, che, da sola, si stava gia battendo valorosamente contro Archelao, e al suo apparire i Romani travolsero completamente i nemici e li sbaragliarono, lanciandosi poi al loro inseguimento mentre, in rotta disordinata, fuggivano verso il fiume e il monte 6 . Comunque Silla non si scordo che Murena si tro­

Aconzio.

vava in pericolo e corse in suo aiuto; ma quando vide che stava vincendo, prendeva parte anche lui all'inseguimento.

7. Molti

barbari venivano uccisi nella pianura, moltissimi furono fatti a pezzi mentre si riversavano in massa addosso al loro stesso vallo, sicche di tante migliaia soltanto diecimila riuscirono a riparare a 8. Silla racconta che dei suoi soldati ne mancarono al-

Calcide.


Πuθί� κοιί τc!> Ό λuμπί� κοιθιέρωσεν, έκ τών προσόδων κελεόσοις άποδίδο­ σθοιι τά χρήματα τοίς θεοίς όίπερ οιύτός είλήφει. μετά τοιuτοι πuνθοινόμενος Φ λά.κκον άπό τijς ένοιντίαις στάσεως ϋποιτον 'iJρημένον διοιπερiiν τόν Ίόνιον μετά δuνά.μεως, λόγ� μέν έπί Μιθριδά.την, εργ� δ' έπ' έκείνον οιύτόν, ώρμησεν έπί Θεττοιλίοις ώς άποιντήσων. :ι.. . γενομέν� δ' οιύτc!> περί πόλιν Μελίτειοιν άφικνοϋντο πολλαχόθεν άγγελίοιι πορθείσθοιι τά κατόπιν οιuθις οuκ έλά.ττονι στροιτι� βασιλικΌ της πρότε· ρον. 3 · Δορόλοιος γάρ είς Χαλκίδα κοιτοιχθείς ποιροισκεuΌ πολλΌ νεών, έν οιίς 1jγεν όκτώ μuριά.δοις ήσκημένοις κοιί σuντε· τοιγμένοις άριστοι δή τijς Μιθριδοιτικijς στροιτιiiς, εύθύς είς Βοιωτίοιν ένέβοιλε κοιί κατείχε τήν χώραν, προθuμοόμενος είς μά.χην έπισπά.σοισθοιι τόν Σό λλοιν, ou προσέχων 'Αρχελά.� διοικωλόον­ τι, κοιί λόγον περί τijς προτέροις μά.χης διοιδιδούς ώς ούκ &νεu προδοσίας μuριά.δες τοσοιϋτοιι διοιφθοιρείεν. 4· ou μήν άλλ ' δ Σύ λλας ταχέως ύποστρέφοις άπέδειξε τc!> Δορuλά.� τόν 'Αρχέλοιον &νδροι φρόνιμον κοιί τijς 'Ρωμαίων έμπειρότοιτον άρετijς, ώστε μικρά οιύτόν τc!> Σό λλqι περί τό Τιλφώσσιον έμπτοιίσοιντοι πρώτον είναι των ούκ άξιοόντων κρίνεσθοιι διά μά.χης, άλλά δοι20, Ι .

5

ιο

ι5

38. γε Ald.: τε YG

39· όιποτεμ.νόμ.ενος G 5 · μ.ελιτείrι.ν BR μ.ελιτίrι.ν UPG I όιιpιχνοuντrι.ι Υ 6. . , στρrι.τειrι. YG: em. Reι. 7· οορίλrι.ος R (item infra) 8. νεων πολλη YG: trp. Zie. I οίς R 9· στρrι.τείrι.ς YG: em. Rei. ι2. οιrι.οιοοuς BCN: οιrι.οοuς cett. ι6-7. rι.dτόν post πρώτον trp. Zie. ι6. έμ.πτrι.ίσrι.ντrι. Wy.: έμ.πεσόντrι. YG σuμ.πεσόντrι. Rei. 20, 4· rι.dτω s.s. L1

46!

ι63

Edipo. 12.. Ι giudici, pero, li fece νenire dalle altre citta greche, perche .nutriνa un odio irriducibile nei confronti dei Tebani, ai quali tolse anche meta del territorio, consacrandolo ad Apollo Pi­ zio e a Zeus Olimpio, e dando ordine che con le rendite di quelle terre fosse restituito agli dei il denaro che aνeνa preleνato lui stesso. Subito dopo νeniνa informato che Flacco, esponente della fazione aννersa alla sua, era stato eletto console e staνa at­ traνersando lo Ionio al comando d'un esercito, a parole per anda­ re contro Mitridate, di fatto proprio contro di lui, e partl per la Tessaglia con l'intenzione d'affrontarlo. 2.. Ma quando fu nei pressi della citta di Melitea, da molte parti gli giungeνano notizie che ί territori che si lasciaνa alle spalle νeniνano nuoνamente sac­ cheggiati da un esercito regio non inferiore al precedente. 3 · Doήlao era infatti approdato a Calcide con un grande spiegamen­ to di naνi, su cui trasportaνa ottantarnila uomini� ί piu addestrati e disciplinati dell'esercito di Mitridate, e aνeνa subito inνaso la Beozia e occupato il paese, smanioso �ί trascinare Silla a batta­ glia; Archelao cercaνa di dissuaderlo, ma lui non gli daνa retta, e a proposito della battaglia precedente spargeνa la νoce che tante migliaia di soldati non poteνano essere state annientate senza che ci fosse stato un tradimento. 4· Cio nonostante, Silla torno ra­ pidamente sui suoi passi, e mostro a Dorilao che Archelao era uo­ mo accorto e quanto mai esperto del νalore dei Romani, tanto e vero che, dopo alcune scaramucce con Silla nei dintorni de1 Til­ fossio, era proprio Dorilao il primo a pensare che il conflitto non doνesse essere deciso da una battaglia campale, ma da una tattica temporeggiatrice, che cercasse di logorare il nemico con ί forti co20,

r.

38. Cf. cap. 12.,5·9; Paus. ΙΧ 7,5·6; Appian. Mithr. 30,π7; 54,2.17; Diod. XXXVIII-XXXIX 7 40. Cf. cap. 12.,6 20, 4· Cf. Liv. Per. LXXXII; Flor. Ι 4ο,π; Eutrop. V 6, 2.; Oros. VI 2.,6·7; Appian. Mithr. 49,194·7 7· Cf. Gran. Lic. XXXV 62.·3; Appian. Mithr. 51,2.05 r6. Cf. Strab. ΙΧ 413

1 )4

2.0

2.5

30

10

ΣΥΛΛΑΣ

πάναις και χρόν� τρίβειν τον πόλεμον. 5 · ομως δε θάρσος τι τ� 'Αρχελά� παρείχεν ό προς ' Ορχομεν� τόπος, έν ι;> κατε· στρατοπέδευσαν, εύφυέστατος ών ίπποκρατοuσιν έναγωνίσα· σθαι. 6. τών γαρ Βοιωτίων πεδίων οτιπέρ έστι κάλλιστον και μέγιστον, τοuτο τijς ' Ορχομενίων έζηρτημένον πόλεως όμαλον &ναπέπταται καt &δενδρον &χρι τών έλών έν οίς ό Μέλας κατα· ναλίσκεται ποταμός, &νατέλλων μεν ύπο τi}ν πόλιν τών ' Ο ρ· χομενίων πολuς καt πλώιμος έν πηγαίς μόνος τών 'Ελληνικών ποταμών, αύζόμενος δ' ύπο τροπας θερινας ώσπερ ό Νείλος, και φέρων ομοια τοίς έκεί τα φυόμενα, πλi}ν άκαρπα και &ναυ· ζij. 7 · πόρρω δ' ού πρόεισιν, άλλα το μεν πλείστον εύθuς είς λίμνας τυφλας καt ίλυώδεις &φανίζεται, μέρος δ' ού πολu τ� Κηφισ� συμμείγνυται, περt ον μάλιστα τόπον ή λίμνη δοκεί τον αύλητικον έκφέρειν κάλαμον. 2 1 , 1. έπεt δ' έγγuς κατεστρατοπέδευσαν, ό μεν 'Αρχέλαος ήσύχαζεν, ό δε Σύλλας ώρυττε τάφρους έκατέρωθεν, οπως εί δύναιτο τών στερεών και ίππασίμων &ποτεμόμενος τοuς πολε­ μίους ώσειεν είς τα ελη. 2.. τών δ' ούκ &νασχομένων, &λλ' ώς &φείθησαν ύπο τών στρατηγών έντόνως καt pύδην έλαυ· νόντων, ού μόνον οί περt τα έργα τοu Σύλλα διεσκεδάσθησαν, άλλα και τοu παρατεταγμένου σuνεχύθη το πλείστον t φυγόν­ τες. 3· ένθα δη Σύλλας αύτος &ποπηδήσας τοu ίππου καt σημείον &ναρπάσας ώθείτο δια τών φευγόντων είς τοuς πολεμίους, βοών- « έμοt μεν ένταuθά που καλόν, ώ 'Ρωμαίοι, τε·

19-2.0. κcχτεστρcχτοπέδευσεν G 2.2.. όμcχλόν Rei.: μόνον YG η . &νcχπέπτcχντcχt L" &νcχπέπcχντcχt G 2.5 . πλόϊμος YG: em. Steph. I έκ πηγijς Sint. I μόνος έν πηγcχίς C 2.7·8. &νcχύξη G 2.9. ύλώδεις YG έλώδεις Br.: em. Latte 30. κηφισσώ CQ I σuμμ[γνυτcχt YG: em. Zie. 21, r. κcχτεστρcχτοπέδευσεν YG: em. Ald. 3· στερρεών Ν 7-8 . φυγόντος Α Iunt. φεύγοντες Ν fφυγέν τε Ma.: cruce not. Zie. 8-r 5 . &ποπηδήσcχς τούς πολεμίους exscripserunt Polyaen. VIII 9 , 2. et exc. Plan. 39 8. &ποβ&ς exc. Plaη. 9· σημείον στρcχτιωτικόν exc. Plan. I &ρπάσcχς .Polyaen. exc. Plan. Appian. I φευγόντων Polyaen. exc. Plan. Br.: φονευόντων YG I ές Ρο· lyaen. ro. που om. Polyaen.

SILLA

2.0·21

Ι55

sti della guerra. 5 . Ι dintorni di Orcomeno, doνe s ' erano ac­ campati, restituiνano tuttaνia un po' di fiducia ad Archelao, per­ che erano quanto mai favoreνoli per combatterνi a chi era supe­ ήore in caνalleria. 6. Di tutte le pianure di Beozia, in effetti, la piu bella ed estesa e proprio quella che dalla citta di Orcomeno si stende, piatta e senz'alberi, fino alle paludi in cui νa a perdersi il fiume Melas, che nasce ai piedi della citta di Orcomeno, unico fiume in Grecia a essere ampio e naνigabile fin dalla sorgente, e che s'ingrossa al solstizio d'estate, come il Nilo, dando νita a piante simili a quelle che crescono laggiu, salνo che sono sterili e di dimensioni ridotte. 7. Ma ha corso breνe, perche quasi tutte le sue acque scompaiono ben presto in paludi cieche e limacciose e solo una piccola parte di esse si riνersa nel Cefiso, proprio nel luogo in cui il lago, a quel che sembra, produce la canna utilizzata nella fabbricazione degli auli. 2 1 , Ι.

Dopo che si furono accampati a breνe distanza, Arche­

lao rimaneνa inattiνo, mentre Silla faceνa scaνare fossati su en­

trambi i lati, nel tentatiνo di escludere i nemici, se poteνa, dal terreno solido e favoreνole alla caνalleria e spingerli nelle palu­ di. 2.. Ma i barbari non lo permisero e, quando i comandanti diedero loro il νia, si lanciaνano in un attacco disordinato e furio­ so, disperdendo non solo gli uomini di Silla intenti ai laνori, ma sbaragliando e mettendo in fuga anche la maggior parte delle truppe addette alla loro protezione. 3· Α questo punto Silla balzo da caνallo, afferro un'insegna e, facendosi largo tra i suoi che fuggiνano, si spingeνa incontro ai nemici gridando: «Bello e per me morire qui, Romani! Voi, inνece, se νi chiederanno doνe

Cf. Plut. Pel. ι6,4-8; Strab. ΙΧ 407 ; Paus. ΙΧ 38,6 30. Cf. Strab. ΙΧ 4" 8. Cf. Frontin. Strat. 11 Liv . Per. LXXXII; Anon. de vir. ill. 7 5 • 7 8,ι