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Italian Pages 300 Year 1917
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Presented to the
LIBRARY of the UNIVERSlTY OF TORONTO from the estate of
GIORGIOBANDlNI
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ETTORE
RO~IAGNOLI
1'{INER,TA E LO SCIM~IIONE SECONDA EDIZIONE
BOLOGNA NICOLA
ZANI-OHELLI EDITORE
PROPRIETÀ
Bologna -
LETTERA RIA
Coo11erativa tipografica Mareggiani -
xu-1917
ALLA
CARA :MEMORIA DI
DOMENICO
OLIVA
INDICE PREFAZIOXE
ALLA SECONDA EDlZIOXE
PREFAZIONE
ALLA PRL\IA
PAO.
IX
EDIZIOXE
I. - Il piede di creta . . .
21
47
II. - li corvo con le penne del pavone . Ili. - La trappola scientifica .
69
IV. - La macchina in funzione V. - Lohengrin filologo
))
89
,,
123
VI. - La filologia di ventnra.
14-9
VII. - La selezione alla ro,·escia
»
167
VIII. - Ceterum censeo philologiarn esse delendam
,.
187
APPENDICE
»
193
»
209
»
~11
I. - L' edizione
« Kolossal,.
Il. - Per l'affrancamento lll. - Intervista
del Decamerone
della libreria italiana
con Ugo Foscolo.
. . . . .
195
PREFAZIONE ALLA.
SECONDA.
EDIZIOXE
In talmie marcite dell' « alta jilologict », Minerva e lo Scimmione è piombato con lu schianto d-' un bolide. I filologi, li per U, sono rimasti S[/Omenti,. e si 801W sprofondati nel motriglio, come le rane > morale. lJ[a t,utto ct'.òfacevano con m.olf.cimodera» tezza, per non pe1·dere la repntazione di gravità » scientifica e per non f a.llire al rispetto dov·ntoall> namenti onde si cornpiacciono.filosofi, dilettanti e » ciarlatani ». Ohe cosa ne dicono gU ill1tstri zelatori della filologia scientifica? Sembra, o non sembra nn succoso riassnnto lli Minerva e lo Scimmione '! So bene che, itn passo pi·ii in là da. qnesta concordia iniziale, f1·a Croce e me dovrà incorninciare il dissenso. Il Croce pili d' nna 1)oltasi dirnostrò e si dichiarò dispo,>. Avi,ennto il collegame11to fa mi .fascio di tutte lo discipline storico-letterarie, s'intende che. si (ìe'l.'e applicare a,d esse '!tn metodo speciale (U lcworo, che U Bnonai1tti definisce « paziente industria del metodo indnttivo >>, La definizione è senza dnbbio sonora e decomti1:a. Stringere in fascio i diversi rami d' nna r1ottrina è operazione che semplifica ecl agevola l'economia del sapere ..Metodo induttii·o, ciò è Galileo, scien.ut moderna, scoperte, chiniamo, clico megtio, chino la fronte reverente. Jla vedùuno nn po' che cosa realmente significhino, a stringerle da i,icino, tntte queste belle parole. Le discipline da raccogliere) seconclo U Vico, 8otto le grandi ali clella filologia, sarebbero l'epigrafia, la., numùmwtica, la cronologia, « i commcntart » (non istorie, dunque) snlle repubbliche, i costumi, le leggi, le istit1tzioni. Aggiungiamo pure la etnografia, la geografict antica, la mitologia comparata, l' a.rcheologia, la diplomatica, la paleografia, ecc. La, mèta che si prcfir1go1io taU st'!tdl dev'essere, secondo i'/ Vico, (li confermare la tradizione [firmare »
constantiam auctoritatis].
alla Seconda Edizione
XXXI
E qua1e sarù il metoclo da appllcare per mggiwigere qnesto scopo ? La, tmdi.zione, con i suoi errori, le sne incertezze e le ,me (tltera.zioni,è nn fatto della . intelligenza umanct. Perciò cade 8otto certe leggi della psicologia, della ideologia e della lo[!ica(1). .A. queste scienze, e, in 1Jrcitica,pii, che ctltro, alla logica f ormale, attinge il suo metodo qitesto lai,oro di conferma della tradizione. Ora, se oiascnna llelle discipUne 8opra emwuHate, e le possibili a.fJìui, 1,ioletechiamarle .rwien.ze, padroni, è questione di nomi. Se 1,,oletebattezzwre seien.m .filologica il loro comples8o, accomodateii. Se i•olete formnlm·e le mhwte regole dei metodi applicati'.a studt'a,rle, nes.•.mnosi oppone. Il gnafo iucomhwia q1rando1.ioleteaccogliere sotto quella denominazione ed imporre quei metodi ad altre d-t'.soiplineche, pur movendo dai medesimi fatti, si prefiggono altro .fine ed esigono ctltro metodo: cioè allct storia, alla storia della letterat1ira e dell' arte, a-lla storia della .filosofia e alla filosofia (giacché anche questa, e ma.ssime la parte cmtfoa, si andava a1legra.rnenteeoni·ertendo 'in .filologia). 1
( 1) Kon ignoro, non (lispregio, ma neppure accolgo i detta.mi assiomatici della filosofia che oggi impera in Italia. Ciò valga anche per qu11,ntoclico piu oltre dellti scienze fisiche, che io non identifico davvero con la scienza filosofica., ma che pregio su ogni altra scienza, e reputo debbano formare la base ineliminabile d'ogni sana filosofia. Ancbe cli qnesto parlerò pio. lungamente altroYe.
XXXII
Prelazione
In queste df sciplineJ che per b,,·evità chiamer,"> moraliJ lo scopo supremo non è punto quello di a,llineare fattiJ e siano pure emendati} emendatlssùn,i. E perché questo non è il lo1·0 :wopoJnon ha diritto sovra esse il metodo che a quello scopo conduce: il metodo filologico, che solo per grave (l,bu,soJlo i:edremoJ il Bnonai11,tiidentifica col metodo incluttivo. Non già imporre orgogliosamente il proprio metodo} beusi offrire oon deferenza il materiale da lei raccolto deve la .filologia alle discipline morali. Tutto questo dovrebbe essere elementa.reJchiaro·. assiomatico. Se cosi oggi n' qu,esto, rientra, nell' àmhito delle vere e proprie
seienze esatte. Jl[a, 1ielle scMette discipline
-nwntli, [J in.sistere incleji1ìitamente sni fatti - una data storica, la originaria lezione d' nn passo, per.fino l' autenticità, di ·nn docwnento di pe,· Ré a grandi ris·nltati.
non conduce
Tentimno ora la controproi 1a. Poniamo, che in nna osser·vazioue d'ordine fisico, si ginngct ad -nna. analisi focompleta o inesa.tta. Ed ecco} la. legge i,i sfu.gge} o, peggio, stabilite mut falsa legge, che a S'tUt volta f ecowla if/ errori infiniti. Esempio}
S(trù.
il famoso principio
deW orrore pel moto.
Al con-
trarfo} nelle discipline storiche la minore esattezza del j'(ttto non conduce di per sé a conseguenze nefaste. Vico scopri
1.1eri
stupenrU lavorando
s·n m(l,teriale
limitato e viziato non solo clalla minore emendazione
XXXVI
Prefazione
obiett-iva, ma anche dalla tendenza (ìella sua mente ad alterare le accolte testimonianze .filologiche. La piii, bella, a,nzi V nnica storia, della letteratura italiana, fn scritta (fol -De Sanctis qiiando si conoscevano assai meno fatti e assai meno 1.·agliati di q1telli che conosca adesso ogni mediocre studioso. Sicché, per concl1ulcre, e tornan(1o al barbarico 9ergo e.tficace, la, « paziente in(l-ustria, del metodo indiath,o » applicata alle discipline moraUJ non le . costringe al massimo rendimento. Essa non ci pnò dare altro se non la emendazione del materiale. E non è qitesta, badùimo be1ie, mw tara che si sia cosi scoperta nel metodo -fnd,11tti·v0.. Perché qttesta. s,ua apJJlicaz·ione è mw scimmiottatura: peruhé il metodo che seri,e a scoprir leggi, applicato doi•e leggi da scoprire non ci sono, non conseriYt piii, la sua, vera, sostanza_. ma conseri·a solo una esterna pari·enza: non è pi11 metodo induttivo, ben.si metodo ordinativo. Ora) l) ordinamento è ·una bella cosaJ è, ripetiamolo, il primo gradino ii/ ogni studio; ma nel!' ordinamento non si esaurisce lo studio. E tutti sentono che ben altre sono le vette a etti debbono aspirare le disci·1Jline morali'. E bene osserva il Buonaiuti che ciascuna disciplina e ciasmtn gruppo di discipline dei1e Jormarsi il s1tu metodo. E ciascwna, infatti, delle discipline morale·, storia, letteratwra, filosofia, doi 1rà, crearsi nel proprio
alla Seconda Edizione
XXXVII
seno i propri metodi e le proprie leggi: come difatfl'. l; avven·uto in passato, sen.z·a chiedere -il permesso alla .filologia scientijic((,. 1lfa se i 1ogliwno poi trovare mut clisciplina e un metodo che accolga in sé, come sottordùti, tntte qnelle leggi'. e quei metodi, questa, disciplina non sarù, no, la filologia col sno metodo onUnativo. Sarù la disciplina che ha per proprio c,hnpito lo studio iP ogni fenomeno del pensiero mcc1iante i pi1't raJfinati strumenti clel pensiero: sarà, la .rìlosojia. Onde giusta è l'antica denominazione che chùimava filoso.fica la facoltù di lettere, che oggi si 1.:o·rrebbe ribattez.zare in filologiM.
E di fotto qnesto ragionerò ampiamente nel mio prossimo volllme, dove il B1wnaiuti vedrà, collocata anche materialmente, nel suo yiiisto lllogo, e con le 8ne clebite attribuzioni, la smui ecl onest(l,.filologia. lJfa fin cl' ora 1JOgUorispondere ad un altro nppunto sno, che, del resto,. e prhna e dopo di lui_. mi è .i.;tatorivolto e ripetnto centinaia. di volte. Eil è. questo. Che, a parte q-na/.,;ia.i.;i iUscnssione teorica, la 'Wia ribellione contro la microlo[/ict filologica p1cò indnrre altri et tmscnrare il minimo accertamento clei fatti, anche nei ca.,;ie nelle fasi ·c1i studio in cu-i lo proclamo anche io indispensabile ed nnico.
XX.XVIII
Prefazione
Sicché si crffacci il pericolo di tornare al periodo di ignoranza e di confnsione} alla fabbrica di castelli in aria} che screditavano l'Italia, di froute agli .-;tranieri} prima che prevalesse anche fra noi q1te8to òenedetto metodo scientifico. Q·ni rispondo i'.ntanto} in via preliminare} che mi sembra mal i,ezzo, e d' fodiretta importazione germa.nica} questo battezzare castelli frt aria tutte le opere fiorite· in, Ita.Ua prima ilel snlloclctto 1tzetodo 8cientifico. CasteW in ar-ia le opere di'. Genoi,esL di Romagnosi} di Gall-nppi} cli Verri} di Beccaria} di JHcali} di Amari, di Vanmwci, di Gioberti} di Rosm.ini} di De Sa11ctis} cli Giuseppe llerrari,. di Cattaneo, e la.sciamone tanti altri} e lasciamo i pnri e grandi artisti} che rif1tlgono c01~1estelle} e t-lt,tti li cmlmirano? Se gli stranieri dlallora traevano dalle opere )u quegli uomini insigni argomento di scredito per [}ItaUa'J peggio per loro: 'l'nol dire che erano ignari o prosuntuosi. Se gV Italiani d} oggi non leggono pi-ii le loro opere} peggio per loro: mwl dire che sono ùwUrnlUti e ùnbastwtditi. Lasciamo andare} jilolog,: scientifici e sofi rihegeliani: primft di spfff'erare certe sentenze} leggete mi po\ invece di tante contemporanee scipitezze a1emanne} le opere dei nostri grandi. 11Ia anc1iamo ai,anti. Io dommtdo ora qiiet1to :wlo al Bonaii1,U. Dato e no11 concesso che lct, irri-
alla Seconda Edizione
XXXIX
l'erenza mia, verso la filologia, scientifica) dm:csse inoora.ggiare questo o qnello stlldioso a bnttars1: suW hnbracci) e a far d) ogni erba fascio) ne discenderebbe forse la ineliminabile consegnen.za che civessero et dh'enire bctbbei tutti quelli che debbono leggere) e~(t}ninare,.o giUtlicare a. e.tfetti pratici le loro opere? Vi risnlta forse) oh pnri Scienziati) che nei concorsi ove ebbi V onore cU seder giudice al Vostro .fiaiuco, io mi sfa. compiacinto mai rli esaltare la.vori retorici, [/Onff.) cla acchiappctnwl'ole? Anche qui ai·cte giuocato snW eqnivoco, e non onestamente. Ripensateci sn, egregi Colleghi. E 'l'edrete che .frn Voi e me la d~tf'erenz·ciconsiste,.:a in ciò solwnente. Che io soffiavo tanto s·ni castelli d1: carte italiane qnanto sn qnelli di, carte tedesche. J[entre Voi, non dico tutti, ma parecchi cli Voi, quando al posto cVun pcwifico re di coppe 1:edernno nn maccllctro kaiser d-i spade, chinct'rnno ri'l,erenti lct fronte e il ciglio, e qnel castello iU carte lo pigliaur1w per nna, rocca, ciclopica. Rinfoderate, ca.r-i Oolle[Jhi, rinfoclerate q1iesto patriottico timore che ·i mie1:principi 11ossano indw-re i gi01.:aniallct fcmn·nllonaggine. Anzi) la i·ostra « filologia scientifica » che, ctlmeno in pratica, non i,a oltre alla rcwcolta, de-i fatti sgranati, alla mi' n-zttaosserva.zioneennmerativa, che Bacone dichiarava fanci1tllescaJ questa filologia) esaltatrice) non senza ;
XL
Prefazione
pl·oprio interesse, della inoperosa dott'ì'ina, consente, s?tto le pompose apparenze, la pro.fonda inerz-ia, intellettuale. ]Ifa nessnna inerzia consentono i principi miei, che in ogni ordine di disciplina morale richiedono pensiero, pensiero e pensiero.
*** Il fatto ohe il Buonai-nti, ad onta, della indiscutibile s·na b1wna fede ha frainteso a.lc·un-i degli appunti miei principali, mi dimostra poi chiara,mente mw cosa,. Che cioè, pi(i che non dalle mie idee, egli è rimasto i'.lnpressionato dalla forma impressa alle id,ee. Il modo l1 hci o.tfeso, pizi ohe non fo cosa. E tanto, che ha .finito per i,edere solo il modo, e per esempio, ha combattuto come affermato in linea perentoria ed a.ssol·uta il mio delenda philologia, che era invece temperato da parecchie modalità. ]Ifa di questo fa.tto io non mi ramrnarico: anzi me ne allz'.eto, come d' un sintomo della prevagheguiata e prevedu,ta c.ffi.ca.cfo del mio libro. JJii spz'.ego subito. Dice Pindaro che infiniti err01·i sono appesi cille menti cle[Jli nomini'.. Vo1-rò io forse immaginare che soltanto fo mente mia vada sceiira cli tali 'i'ngombri? Dffm•ero, io non esercito la professione ilell' nomo modesto, ohe troppo ~nvente vci a, braccetto
alla Seconda Edizione
XLI
con la ipocrisia e con la interessosa iiolponeria; ma neppure n11tro 1ina cos-ì stolta pres1tnzione. Però) prima di giudicare entro me ·una cosa') ne esmnino i fondamenti: prima di es11rimereil gindizfo) ci penso sn d·ue volte: sicché non m) avviene di asserire nulla d'i cni non possa poi rendere le mie rngioui. Queste potranno parere buone o cattive) e sarò sempre grato a chi mi dimostrerà che erro. .Ma non permetto che chicchesia,venga) con arbitrario atto d) autorità) a tonarmi il quos ego. Ora, a1.:endodedicato la mia vita agli stnc1i delFantichità clas:,foa, e parendom2'.che tali studi siano ct1.,:·viati in Italia su, 'Ima. ~trac7ctfalsa) da pareccld anm'. i,ad,o esponendo le mie ragioni) e cerco di richiamare i .filologi ad una ordinata discus8fone ùitonw al carattere, alla ragion iP essere, e ai metodi che si coni•engono a tali st·ndi (1). IJia i .filologi) no. I .filologi, o, pe1· meglio dire_. mi certo gr-uppo di .tìlologi) che per lunghi e l'!.oighi anni ha tenuto il mestolo delle cose classiche) ai•ei·a concepito il lai·oro .filologico come 1.i1ui pesante facchinata da compiere senza mai chiedere il pe1·ché. O, meglio) come mut specie di corslt nel sacco.
( 1 ) Vedi il mio volume T"iyilit! Italiche (Breviari intellettuali, N. !l!l), e specialmente il capitolo: I sassolini, pubblicato circa venti anni fa, e nel quale si coutieue il nucleo fondamentale di .Jlineri·a e lo Scimmione.
Prefazione
XLII
0" erano certi assiomi., e certe regolette e formulette, un[1,specie di dottrinella .filologica., che cia.1scnnadepto clo1_,c1,,1a imparare e ripetere e ginrare S'n quella., e poi., gambe e ca110 nel sacco., e via-., ai•anti., c1,vanti} a balzelloni., a sdr'llccioloni., a rotoloni. E se qualcmw tenta,va di fermarli} mnto la, metafora., si appallottolavano come tanti porcospini., e gli (7ar>, io faccio q1ti 1ma profezia: che qumzdo la, uiina.cciata Collezione d'op,uscoli sarù completa, se ne potrà stralciare mw. preziosa mitologia, il' impertinenze contro il mio povero me; ma l' acconlo fm me ed i mfoi oppositori sarà pienamente raggiunto. Ché già fm d'ora,: molti di essi, pure con l' a.rfo e la convinzione di ferocemente comba,ttermi_, hanno alleri'to a pa,recchie delle mie idee e delle mie proposte prntiohe. Alcnne di q-neste a,desioni si _possono vedere in questo volwue, nel crtpitolo snll' « Afj"'.mncarnento delln libreria italiana » . .Anche pù't note1.wle è la coucl,usioue pare una sua impronta non cancellabile ». Ora) lasciamo le bizze polemiche) e veniamo al sodo. Queste parole tli Calò sembrano un) eco di talune pagine d.i « .1llinerva e lo Scinrniione )), Qnl) come negli altri punti eh) io registro) l' acco1·do è raggiunto. *** E questo è V essenziale) q11,estoè quello che mi importa,. Kon sono né cosi semplice né cosi vanitoso da sperare o da pretendere che altri repudi e confessi
di replidiare
dei miei argomenti.
le sue convinzioni
per
la forza
In verità) le convin.zioni aderi-
alla Seconda Edizione
XLV
scono alla nostra coscienza con grovigli di radici &entimenta.li e pratiche troppo .fitti ed intricati perché possa reciderU mai lama tU dialettica, per qnanto salda e affilata. Se contro esse vecUcmwav1:entarsi la impalpabile e corroditrice ·soldera delle cwmi logiche,_t·ntto l' iutimo essere nostro insorge et difesli; e qzia1itopi1f 1.wrranno stringerei al miirn, tanto pizi ci schermiremo e frrigidiremo; e la sofi,!tica.., lodi le siano rese om e 8empre, fornisce a t·utti anni cosi manevoli e sottili, che chi si risolve atl impngnar1e, difficilmente si vedrà costretto a chieder mercede. .Ma per fortuna, -in queste schermaglie cUalettiche accade spesso che, pa.rato il colpo} rintitzzato l' av'nersario, il n~~tro pensiero, eccitato dall' assalto, 8i ripieghi sn sé stes8o, e venga indotto, quasi involontariamente, a meditare sn qitelle convinz·ioni. E allora pnò anche av·venire che ci balenino argomenti no8tri, o creduti 1w8tri, pe1' forza dei q·naliJ p·nre escl1tdendo ogni possibile connessione fra essi e quelli dell' avversario, ci risolviamo ad accogliere qualche temperamento della prim-itiva nostra convinzione. E non è raro il caso che il temperamento implichi addirittnra -nn capovolgimento. Qnesto caso app·unto sembra essersi avverato nei rigna.rcU degli 1.trbanimiei oppositori. Onde io sopporto in pace le loro impertinenze. Perché, come ho detto ora esplici1
1
XLVI
Prefazione
t
essere naturalmente
>>
campo
»
menti. La mente umana in siffatta situazione è pili inerte e meno inclustriosa ch'altri non crede >'>,
»
ad agire
la memoria.
229
straordinaria. senza
anche senza trova libero il
interruzione
né impedì-
(IV, 2791. Io - E questa è la bella stima.che tu fai degli eruditi 'l Li reputi anime e cervelli ,noti "l Foscolo - ~~noti no. ma colmi di stoppa. « Hanno )} si pieno il capo di alfabeti >'
esservi il cuore: ed il cuore .... do,' ei sia. né io né tu né essi lo sanno·,,. (I, JOil. Io -
~rande
e --ç-a a stanziare
che il
eeI:vello
»
fugge
e di citazioni,
>'
E come spieghi che riscuotono
dunque
ove don·ebbe
la reputazione
presso 1n gente?
Foscolo - Varie ne sono le ragioni. ed io t'esporrò le principali. Innanzi tutto. « pochissimo scrivono »
tII, 14-!), e questo pochissimo
in
«
latino
barbaro.
in italiano !-emibarbaro, con formole matematiche: ,, un caos pieno di citazioni e di note che non »
" possono stare né col testo 11é senza il testo : C'ome » i carciofi vecchi, spinf' di sopra, barbaccia irta cli sotto ». lll. 269.l. Poi « nei loro libri recitano ,, a un tempo da sofisti e da poetastri, assottigliando
»
»
il fumo. e gonfiando
le minime
cose. E minar-
ciano e ~ridano per c1:u· peso alle loro inette ·~ tragedie, di che van pieni infiniti volumi che >'
230
~
Jfine1·va
fanno
Terzo
«
noiosa
e lo Scimmione
la lettura
son gente
dei classici ». (I, 2-12).
clamorosa,
implacabile,
intenta
ad angariare i sudditi ed a scomunicare i ribelli ». (I, 242). Sicché, tra per non potere leggerli né capirli. e per credere alle loro apologie, e per »
~
temere le loro furie, la gente si tace e li ammira. Aggiungi poi che, sebbene si azzannano e dilaniano fra loro perennemente, dinanzi alle credule turbe non ristanno dal magnificare le opere uno dell' altro. Già Addison, con parole che 1mre ho riferite nei miei scritti, osservava come questi rugumatori di pergamene »
«
fan grido
assai piu che non le persone
l' uno
all' altro
di -vero ingegno.
A leggere i titoli magni ond' essi onorano chi, -verbigrazia, stampò un classico o collazionò uu » manoscritto, lo crederesti gloria della repubblica » letteraria e meraviglia dell'età sua. E, se cerchi » bene~ avrà rettificata una particella greca o aggiu» stato un periodo fra le sue virgole ». (I, 228). Io - Dunque non è cosa: tanto difficile • procacciarsi fama di erudito ? >>
»
Foscolo »
impresa
No no:•« fu sempre ed è agevole l'usurparsi titolo di Maestro con poco
sudore, e l' ostentare al volgo dei letterati e dei » grandi certo lusso d'inoperosa dottrina ». (II, 79). Io - Beh, insomma è inutile insistere: tu hai proprio in uggia grammatici dotti ed eruditi. »
lntervi:sta con Ugo Foscolo
231
Fosoolo -
» »
Assai più che uon immagini. « Io l' ho giurata all' anima. dei pedanti. Il cane è nemico del gatto, il gatto del topo, il rn.gno dei
moscherini, il lupo clelle pecore ed io de' pe» danti ». (I, 40i). Io - E nessun conto fai di quella multiforme atti vith che essi