La leggenda di Roma. La Costituzione [Vol. 3] 8804604239, 9788804604235

Attorno alle origini di Roma esiste una complessa, affascinante leggenda che l'opera della Fondazione Valla intende

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Italian Pages 472 Year 2011

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La leggenda di Roma. La Costituzione [Vol. 3]
 8804604239, 9788804604235

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«Vi è accordo sul fatto che Romolo fu abile e intrepi­ do in guerra e molto sapiente nell'elaborare la costitu­ zione migliore»: così il greco Dionisio di Alicarnasso apre la sua discussione sugli ordinamenti primigeni di Roma. Egli riconosce i due caratteri distintivi della cit­ tà: la forza nelle armi e la saggezza costituzionale. Il ro­ mano Cicerone concorda, sostenendo che l'ispirazione divina ha guidato la mano di chi ha organizzato le isti­ tuzioni romane. Anche la costituzione, dunque, fa parte della leggenda di Roma: di quella affascinante narrazione che attor­ no alle sue origini hanno creato i popoli che hanno co­ struito, subito, accettato e disprezzato la città. n terzo volume della fortunata Leggenda di Roma presenta tut­ ti i testi relativi a quella «Costituzione di Romolo» che sin dagli inizi ne ha fatto, secondo gli storici antichi, la fortuna: le tribù e le curie, la divisione del territorio, la costruzione del formidabile esercito, le istituzioni: re, sacerdoti, diritto. n segreto del successo che per mil­ le anni caratterizza le sorti di Roma sembra risiedere in una singolare contemperanza di elementi opposti. Ro­ molo si circonda di una schiera di trecento giovani ar­ mati, i «Celeri», ma divide la terra in trenta parti uguali e ne assegna una per ogni curia, dopo averne destina­ to una parte sufficiente a templi e santuari e riservato un'altra a uso pubblico. Un'organizzazione che impli­ ca > XCI I988, pp. I45-79· Albanese I992 B. Albanese, Brevi studi di diritto romano. V Note sugli opirna spo­ lia, «AUPA» XLII I992, pp. 7I -94. Albanese I998 B. Albanese, Macrobio (Sat. J, I I,J ss. ) ed il Ius Papirianurn, «AUPA» XLV 2, I998, pp. 5-30. Albanese I999 B. Albanese, «Appunti su XII Tab. 4· I (uccisione dei neonati de­ formi)», in Mélanges Fritz Sturm offerts par ses collègues et amis à l'occasion de son soixante-dixième anniversaire, Liège I999, pp. 3- I I. Albanese 2002 B. Albanese, Una ipotesi sulla /orma della confarreatio, «AUPA>> XLVTI 2002, pp. 96-Io6. Albanese 2006 B. Albanese, Questioni di diritto romano arcaico. Sulla legge di Nu­ ma a riguardo della paelex, «MEP>) IX (fase. 1 I) 2oo6, pp. 52-4. Alfoldi I952 A. Alfold.i, Der /ruhromische Reiteradel und seine Ehrenabzeichen, Baden-Baden I952· Alfold.i I957 A. Alfold.i, Die trojanischen Urahnen der Romer, Basel I957· Alfold.i I962 A. Alfold.i, Agerromanus antzquus, > s. II, L 2003, pp. n-84. Forni I963-64 G. Forni, Dalla tribù di formazione spontanea alla tribù di stato, «Annuario dell'Università di Urbino» I 963 -64, pp. 29-42 ( Id., Le tribù romane. IV Scripta minora, Roma 2006, pp. 57-69). Forsythe 2005 G. Forsythe, A Critical History o/Early Rome /rom Prehistory to the First Punic War, Berkeley-Los Angeles-London 2005. Fraccaro I93 I P. Fraccaro, «La storia dell'antichissimo esercito romano e l'età dell'ordinamento centuriato», in Atti del II Congresso di Studi Ro­ mani, pp. 9I-7 ( Opuscola II, Pavia I 957, pp. 287-92). Fraccaro I934 P. Fraccaro, Ancora sull'età dell'ordinamento centuriato, «Athe­ naeum» XXII I 9J4, pp. 57-7I ( Opuscola II, Pavia I 957, pp. 293-3 06). Fraccaro I975 P. Fraccaro, «L'età antichissima», in Opuscola IV, Pavia I 975, pp. 11-8. Franchini 2005 L. Franchini, La desuetudine delle XII Tavole nell'età arcaica, Mila­ no 2005. Franciosi I 964 G. Franciosi, «l creditori e l'obbligo dei sacra», in Synteleia V Aran­ gio-Ruiz II, Napoli I964, pp. 643-7. Franciosi 2000 G. Franciosi, Corso istituzionale di diritto romano, Torino 2000. Franciosi 2003 G. Franciosi (a cura di), Leges regiae, Napoli 2003. =

=

=

ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE

XXXVII

Fraschetti I996 A. Fraschetti, Il dies Cremerensis, Ovidio e i Fabii, «Eutopia» V I996, pp. 43-57· Fraschetti 2002 A. Fraschetti, Romolo ilfondatore, Roma-Bari 2002. Prezza I946 P. Prezza, «Intorno alla leggenda dei Fabi al Cremera», in Scritti di diritto romano in onore di Contardo Ferrini pubblicati dalla R. Uni­ versità di Pavia, Milano I946, pp. 297-306. Prezza I956 P. Prezza, Preistoria e storia della Iex publica, «BIDR» LIX-LX I956, pp. 55-82. Prezza I974 P. Prezza, Corso di storia del diritto romano, Roma I974· Fulminante 2006 F. Fulminante, «The Ager Romanus Antiquus. Defining the most Ancient Territory of Rome with Theoretical Approach», in Studi di protostoria in onore di Renato Peron i, Firenze 2006, pp. 5I3-2I. Fustel de Coulanges I874 N.D. Fustel de Coulanges, La cité antique. Étude sur le culte, le droit, les institutions de la Grèce et de Rome, Paris I874. Gabba I96o E. Gabba, Studi su Dionigi da Alicarnasso. I: La costituzione di Ro­ molo, «Athenaeum» XXXVIII I96o, pp. I75-225 (= Gabba 2ooo, pp. 69-I08). Gabba I96I E. Gabba, Studi su Dionigi da Alicarnasso. Il: Il regno di Servio Tul­ lt'o, «Athenaeum» XXXIX I96I, pp. 98-I2I (= Gabba 2000, pp. I09-28). Gabba I966

E. Gabba, Considerazioni sulla tradizione letteraria sulle origini del­ la Repubblica romana (Entretiens sur l'antiquité classique, Fond. Hardt XIII ), Genève I966. Gabba I978 E. Gabba, Per la tradizione dell'heredium romuleo, LXIII I 96o, pp. 2 I 3 -20. Grosso I 965 G . Grosso, Lezioni di storia del diritto romano, Torino I 96 5 . Guaitoli I 99 5 M. Guaitoli, in Enciclopedia dell'Arte Antica, Supplemento II, s. v. La Rustica, Roma I 99 5 , pp. 2 69-7 1 . Guarino I 98 8 A . Guarino, Il dubbio contenuto pubblicistico delle XII Tavole, «La­ beo» XXXIV I 98 8 , pp. 3 2 3 - 3 5 . Guarino I 9 8 8a A. Guarino, Novissima de patrum auctoritate, «BIDR>> XCI I 9 8 8 , pp. I I 7-43 · Guarino I 994 A. Guarino, «li ius osculi e Romolo», in Id., Pagine di diritto romano IV, Napoli I 994, pp. 5 7-9. Guarino I 994a A. Guarino, «Fulminibus occisus», in Id., Pagine di diritto romano IV, Napoli I 994, pp. 64-7. Guarino I 998 1 2 A. Guarino, Storia del diritto romano, Napoli I 998 1 2 . Guerrero Ayuso I 984 V.M. Guerrero Ayuso, Asentamiento punico de Na Guardis, Madrid I 984. Guidi I 98 2 A . Guidi, Sulle prime/asi dell'urbanizzazione nel Lazio protostorico , «Opus» I 2 , I 98 2 , pp. 2 79 - 89. Guidi I 9 8 5 A. Guidi, , in ThesCRA V, pp. 70-4. Venturini 1 997 C. Venturini, > «GGA» «G&R>> «HSCPh» «ILing» «]DAI» «]JP» > «WAC» «ZPE» «ZSS»

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FONTI LETTERARIE DELLA LEGGENDA DI ROMA

(Sezione VIII )

Antistio Labeone Morte prima del 22 d.C. Ateneo II-III secolo d.C. Cassio Dione Circa 1 5 5 -23 5 d.C. Cassio Emina II secolo a.C. Cassiodoro Circa 4 8 5 - 5 80 d.C. Catone 2J4- I 49 a.C. Cedreno, Giorgio XI-XIII secolo d.C. Cicerone I o6-43 a.C. Cincio, Lucio I secolo a.C. Cronografo dell'anno 3 54 d. C IV secolo d.C. Curiazio Età repubblicana Dionisio di Alicamasso Seconda metà I secolo a.C. Eliano Circa I 70-23 5 d.C. Ennio 239- I 69 a.C. Eusebio Circa 2 6 5 - 3 3 9 d.C. Eutropio Floruit 3 7 5 d.C. Fabio Pittore, Quinto Ultimo quarto del III secolo a.C. Floro Circa 70- I 40 d.C. Fulgenzio V secolo d.C. Fulvio Nobiliore Morte circa I 79 a.C. Gaio II secolo d.C. Gellio Circa I 30- I So d.C. Gerolamo 347-420 d.C. Giovanni di Antiochia VI secolo d.C.? Giulio Paolo Circa I 6o-230 d.C.

Giustiniano 4 8 2 - 5 6 5 d.C. Giustino II-m secolo d.C. Graccano, Giunio Seconda metà del II secolo a.C. Granio Liciniano II secolo d.C. Isidoro Circa 5 6o-63 6 d.C. Lattanzio 263 -3 2 5 d.C. Lelio Felice Prima metà II secolo d.C. Libri pontifica/i ? Lido, Giovanni VI secolo d.C. Livio 59 a.C.- I 7 d.C. Lucio Ampelio III secolo d.C.? Macrobio IV-V secolo d. C. Masurio Sabino I secolo d.C. Origo gentis Romanae 3 60- 3 9 5 d.C. Ovidio 43 a.C.- I 7 d.C. Paolo Diacono VIII secolo d.C. Papiniano, Emilio Morte 2 I 2 d.C. Pervigilium Veneris Dopo II secolo d.C. Plinio il Vecchio 2 3 -79 d.C. Plutarco Circa 5 0- 1 20 d.C. Polibio Circa 200- I I 8 a.C. Pompeo Festo, Sesto II-m secolo d.C. Properzio Nascita dopo il 5 o a.C. Pseudo-Asconio Pediano I se­ colo d.C.?

LXXXIV

ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE

Pseudo-Aurelio Vittore Fine IV secolo d.C. Pseudo-Quintiliano II secolo d.C. ? Rutilio Gemino ? Servio IV-V secolo d.C. Sesto Pomponio Metà II seco­ lo d.C. Siculo Fiacco II secolo d.C. Sincello, Giorgio Morte poco dopo 1'8 I o d.C. Stefano di Bisanzio Metà VI se­ colo d.C. Strabone Circa 64-24 a.C. Svetonio Circa 70- I 30 d.C.

Tacito Circa s s - 1 2o d.C. Tarrutenio Paterno Prima metà II secolo d.C. Tertulliano Circa I 6o-220 d.C. Trebazio Testa Circa 84 a . C . 4 d.C. Ulpiano Morte 228 d.C. Ulpio Marcello II secolo d.C. Valerio Anziate I secolo a.C. Valerio Massimo Età giulioclaudia Varrone I I 6-27 a.C. Velleio Patercolo Floruit 30 d.C. Virgilio 70- I 9 a.C. Zonara Morte circa I I 30 d.C.

TESTI E TRADUZIONI

Sezione VIII

LA COSTITUZIONE

A L'organizzazione civica e l'esercito

AI L'ordinamento della città 1.

Dionisio di Alicarnasso, Ant. Rom. II 7,

1 -2

ÒÈ •pw,.n)À.oç ànoÒELX-frEÌ.. ç 'tOii'tov 'tÒv 'tQonov vno n àvfrgc.imwv xaì. -frEwv �amÀ.EÙç 'ta LE noÀ.É�J.La ÒELvòç xaì. qnÀ.oxi. vbuvoç Ò�J.OÀ.oyEl'taL yEvÉo-fraL xaì. noÀ.L 't E i av È�TJ­ yijoao-frm 't�V XQU'tLO'tfJV V t4} Àoycibaç EL VaL to'Ùç !!UXL!!OUç ÈX JtclV'tWV.

SEZIONE VIII A

4.

Curiazio in Pompeo Festa,

4I

484, 9- 1 4

Torma di cavalli: Curiazio dice che fu detta così nel senso di «terza parte», poiché si sceglievano tre decine di cavalieri dalle tre tribù dei Tiziensi, dei Ramni e dei Luceri. Perciò i capi delle sin­ gole decurie furono chiamati decurioni, che da allora sono ancora oggi tre per ogni gruppo. 5.

Dionisio di Alicarnasso, Antichità romane II

2, 4

Tuttavia non restarono entrambi come condottieri della colo­ nia, perché entrarono in contesa per il comando. Romolo, quello che sopravvisse dei due dopo che l'altro cadde nella battaglia, di­ venne il fondatore della città e le pose il nome derivato dal proprio. n numero di quelli che parteciparono con lui alla fondazione, da ampio che era quando partirono all'inizio, era ora ridotto: tremila fanti e trecento cavalieri. 6. Ovidio, Fasti lll 1 2 8 - 3 2

Romolo, e istituì dieci ordini di hastati [«soldati con l'asta»] , e altrettanti ordini avevano i principes [«soldati di prima linea»] , altrettanti i pila n i [«soldati con il giavellotto»] e altrettanti ancora [coloro che militavano di diritto nella cavalleria. Ugualmente egli divise in altrettante parti i Tiziensi e i Luceri e quelli che chiamano Ramni.

7· Plutarco, Romolo

IJ, 1

Dopo aver fondato la città , per prima cosa Romolo suddi­ vise in contingenti militari tutti gli uomini in età di portare le armi. Ogni contingente era formato da tremila fanti e da trecento cavalieri; fu chiamato legione poiché i combattenti erano scelti Uogades] fra tutti.

42

8.

5

Io

I5

Tarrutenio Paterno in Giovanni Lido, de magistratibus I 9

... TIEQL ÒÈ "tf)ç Èv on:À.mç O"tQU"tEi.aç TichEgvoç ò 'Pw�atoç Èv JtQW"tU Taxnxwv a'Ù"totç Qi]�am xaW ÈQ�TJvEiav "taù"ta �PTJ­ mv · «Ò 'Pw�uÀ.oç ÒExougi.wvaç "twv L EQWv IPQOV"tta"tàç JtQOE "tQE"i ç unE"tclYYJOUV ÉXa"tOV"tUQXOl xaì, a'Ù{hç un' Èxd vmç ELEQOl "tàç unobeea"tÉQaç Exovnç àgxciç, o'L xa"tà noÀLv f.!Èv a t xf.!ocpo­ QOl n aÙ"t� JtUQYJXOÀ.m)'frouv xaì, "tv XEÀ.EUO!!Évwv UJtrJQÉ­ "tm , xa"tà ÒÈ "tàç O"tQantaç JtQOf.!UXOL "tE �aav xaì, nagaam-

SEZIONE VIII

A

47

5 . Paolo Diacono, Storia romana II ... (Romolo) scelse inoltre mille combattenti che chiamò mili­ tes per il loro numero . ... A II Trecento celeres I . Valeria Anziate in Dionisio di Alicarnasso, A ntichità romane II I J,

2

E tutti questi (trecento uomini) ricevettero il nome comune di Celeri, come scrivono i più, per la velocità dei loro servigi - infatti i Romani chiamano «Celeri» quelli pronti e veloci nell'agire -, ma secondo Valeria Anziate perché il loro capo aveva questo nome. 2.

Dionisio di Alicarnasso, Antichità romane II I J , 1 -4

I . Appena ebbe istituito anche l'organismo consultivo degli an­ ziani fatto di cento uomini, vedendo, come è probabile, che gli era necessario organizzare anche la gioventù, della quale si sarebbe servito come guardia del corpo e per le cose urgenti, avendo scel­ to dalle famiglie più illustri i trecento uomini più forti fisicamente, indicati dalle curie allo stesso modo dei senatori, cioè dieci giova­ ni per curia, li teneva sempre attorno a sé. 2 . E tutti questi rice­ vettero il nome comune di Celeri, come scrivono i più, per la ve­ locità dei loro servigi - infatti i Romani chiamano «Celeri» quelli pronti e veloci nell'agire -, ma secondo Valeria Anziate perché il loro capo aveva questo nome. 3 . Infatti anche tra costoro il più nobile era il capo, al quale erano sottoposti tre centurioni, e subito sotto a questi c'erano altri che avevano cariche inferiori. In città lo accompagnavano armati di lancia e pronti a eseguire i suoi ordini, nelle campagne militari combattevano davanti a lui ed erano suoi

48

LA LEGGENDA DI ROMA

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20

25

3.

Dionisio di Alicarnasso, An t. Rom. II 29,

I

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SEZIONE VIII B

6I

mità del Palatino, rasa al suolo dalle fiamme con le case intorno, quando il suolo venne ripulito per la ricostruzione, nel mezzo dello strato di cenere conservò integro il simbolo della fondazione della città: il bastone ricurvo a una delle estremità, come quello che han­ no i pastori di buoi e pecore, che alcuni chiamano kalaurops, altri lagobolon, con cui Romolo, al momento di prendere l'augurio quan­ do si accingeva a fondare la città, delimitò la regione degli auspici. 8. Plutarco, Romolo 22, 1 Si dice che Romolo, per primo, abbia istituito il culto del fuoco, designando vergini sacre, chiamate Vestali. Alcuni lo attribuiscono a Numa, ma dicono che per il resto Romolo era un uomo straordina­ riamente religioso e anche esperto di divinazione, e che per esercitar­ la portava quello che chiamano lituo; è un bastone ricurvo con cui ripartiscono le zone celesti, stando seduti per prendere gli auspici. 9· Plutarco, Camillo J 2, 6-9 6 . Quando le persone incaricate da Camillo di ritrovare e de­

limitare nella confusione generale i luoghi sacri giunsero alla cap­ pella di Marte, facendo il giro del Palatino, la trovarono come il resto distrutta e bruciata dai nemici; ma nell'ispezionare e sgom­ brare il luogo s'imbatterono nel bastone augurale di Romolo, se­ polto sotto un alto strato di cenere. 7· ll bastone, arcuato a una delle due estremità, si chiama lituo e viene impiegato per riparti­ re le zone celesti quando ci si siede per prendere gli auspici dal volo degli uccelli; così lo usava anche Romolo, ch'era un indovino espertissimo. 8 . Dopo la sua sparizione dal consorzio umano, i sacerdoti presero il suo bastone e lo conservarono come uno de­ gli oggetti sacri intoccabili. Allora, nella perdita di ogni altra cosa, esso scampò alla distruzione e la sua riscoperta li rallegrò e li fece

62 15

LA LEGGENDA DI

ROMA

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