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Italian Pages [380] Year 2023
G CARLO CAMPANINI
PAOLO SCAGLIETTI
Il nuovo
Greco di Campanini
G
FONETICA E MORFOLOGIA
ELEMENTI DI SINTASSI
GRAMMATICA
Il nuovo Greco di Campanini è frutto del lavoro comune di Carlo Campanini e Paolo Scaglietti Coordinamento editoriale Iacopo Basagni Coordinamento redazionale e redazione Anna Bersotti Revisione dei testi Chiara Chisu Correzione di bozze Flaminia Beneventano della Corte Progetto grafico: Type & Type di Maurizio Belardinelli Impaginazione e realizzazione: Cdc Artigrafiche, Città di Castello, PG Copertine: Editmedia S.r.l., Omegna, VB In copertina: Duride (attribuito), Lèkythos con scena di Atalanta ed Eroti, 500-490 a.C., Cleveland (Ohio), The Cleveland Museum of Art. Stampa: Grafica Veneta, Trebaseleghe (PD) I diritti di traduzione e riproduzione, totali o parziali anche ad uso interno e didattico con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail [email protected] La realizzazione di un libro presenta aspetti complessi e richiede particolare attenzione nei controlli: per questo è molto difficile evitare completamente errori e imprecisioni. L’Editore ringrazia sin da ora chi vorrà segnalarli alle redazioni. Per segnalazioni o suggerimenti relativi al presente volume scrivere a: [email protected] L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani o delle illustrazioni riprodotte nel volume. L’Editore si scusa per i possibili errori di attribuzione e dichiara la propria disponibilità a regolarizzare. I nostri testi sono disponibili in formato accessibile e possono essere richiesti a: Biblioteca per i Ciechi Regina Margherita di Monza (http://www.bibliotecaciechi.it) o Biblioteca digitale dell’Associazione Italiana Dislessia “Giacomo Venuti” (http://www.libroaid.it). Il processo di progettazione, sviluppo, produzione e distribuzione dei testi scolastici dell’Editore è certificato UNI EN ISO 9001. Proprietà letteraria riservata L’Editore è presente su Internet all’indirizzo: http://www.rizzolieducation.it © 2021 Rizzoli Education S.p.A., Milano Tutti i diritti riservati Prima edizione: gennaio 2021 Ristampe 2025 2024
2023
2022
ISBN 978-88-383-3793-2
2021
0
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CARLO CAMPANINI
PAOLO SCAGLIETTI
Il nuovo
Greco di Campanini GRAMMATICA
G
PROGETTI EDITORIALI
FORMAZIONE EVENTI E CONVEGNI
LIBRI DI TESTO
IN PRESENZA E IN LIVE STREAMING
DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA
FORMAZIONE SU MISURA
MATERIALI PER IL DOCENTE
CLASSE CAPOVOLTA
INCLUSIONE
METODO DI STUDIO
RIFORMA PROFESSIONALI
COLLABORATIVA
R
NUOVO ESAME DI STATO
OGETT PR A
COMPETENZE
RE
DIDATTICA
PE
PERCORSI PER LE COMPETENZE TRASVERSALI E L’ORIENTAMENTO
CODING
COMPETENZE DEL XXI SECOLO VALUTARE PER APPRENDERE TUTORING
INVALSI
DIDATTICA PER LA CREATIVITÀ
CITTADINANZA DIGITALE
INSIEME A VOI DOCENTI
STUDENTESSE E STUDENTI
GENITORI
DIRIGENTI DELLA SCUOLA
Innovare insieme Docenti, studenti, genitori, dirigenti scolastici sono i protagonisti di una scuola che propone sempre nuove sfide: per esempio, le nuove metodologie didattiche, la valorizzazione delle differenze e degli stili di apprendimento, le nuove tecnologie e la multimedialità. Rizzoli Education propone un’offerta editoriale completa ed efficace per affrontare queste e altre sfide. L’offerta parte innanzitutto dall’ascolto di docenti, studenti e genitori ed è articolata per rispondere a tutte le loro esigenze. Soltanto così è possibile innovare insieme e rimanere al centro della scuola che cambia.
*
Progetti editoriali I progetti Rizzoli Education non offrono soltanto libri di testo, ma anche strumenti digitali e supporti per i docenti e gli studenti. I progetti sono sviluppati in collaborazione con partner quali Edizioni Centro Studi Erickson, Oxford e Università Ca’ Foscari, per offrire il meglio della ricerca didattica e dell’innovazione. Sono studiati per promuovere l’inclusione e valorizzare le specificità di ciascuno studente, garantire il successo formativo, sviluppare le competenze del futuro, far crescere i cittadini di domani.
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INDICE INTRODUZIONE
CAPITOLO 2
Il greco: una lingua e la sua storia 1 2 3 4 5
.............
1
Il greco tra le lingue indoeuropee ..................... 1 La prima fase del greco: il miceneo ................. 2 I dialetti greci ........................................................... 5 La koinè ...................................................................... 6 Dalla fine dell’impero romano ai nostri giorni ............................................................. 6
PARTE 1 Fonetica e morfologia
CAPITOLO 1 Leggere e scrivere il greco
..............................
8
1 L’alfabeto greco ......................................................... 8 2 La pronuncia del greco antico .............................. 9 2.1 La pronuncia erasmiana .................................... 9 2.2 La pronuncia reuchliniana .................................10 3 I segni diacritici e la punteggiatura ..................10 3.1 Gli spiriti ................................................................11 3.2 Gli accenti .............................................................11 3.3 Altri segni diacritici .............................................11 3.4 I segni di punteggiatura ....................................12 4 La classificazione dei suoni ...................................12 4.1 Le vocali .................................................................12 4.2 I dittonghi .............................................................13 4.3 Le semivocali ........................................................14 4.4 Le consonanti .......................................................14 4.5 Le sonanti vocali ..................................................15 5 Le sillabe .....................................................................15 5.1 La divisione delle sillabe ...................................15 5.2 La quantità delle sillabe ....................................16 6 Le leggi dell’accento .............................................16 6.1 Proprietà e sedi degli accenti: la legge
del trisillabismo e la legge dell’ultima ..........16 6.2 La legge del trocheo finale ..............................17
7 Proclitiche ed enclitiche ........................................17 8 Elisione, aferesi e crasi ..........................................19 8.1 L’elisione ................................................................19 8.2 L’aferesi ..................................................................19 8.3 La crasi ...................................................................19 VIII
Una lingua flessiva
............................................... 20
1 Introduzione alla flessione nominale
..............
20
1.1 Numero, genere e caso .................................. 20 1.2 Uso e funzioni dei casi ..................................... 21 1.3 Gli elementi costitutivi del nome ................. 22
2 L’articolo .................................................................... 23 3 Introduzione alla flessione verbale ................. 24 3.1 Persona, numero e diatesi .............................. 24 3.2 Tempi e modi ..................................................... 24 3.3 Verbi in -ω e verbi in -μι .................................. 25 3.4 Gli elementi costitutivi del verbo ................. 25 4 Indicativo presente attivo dei verbi in -ω ..... 26 4.1 Le desinenze primarie attive .......................... 26 4.2 Formazione e coniugazione ........................... 27 5 Imperativo presente attivo dei verbi in -ω ... 28 5.1 Le desinenze dell’imperativo attivo ............. 28 5.2 Formazione e coniugazione ........................... 28 6 Infinito presente attivo dei verbi in -ω .......... 28 7 Il presente indicativo, imperativo e infinito di εἰμί ....................................................... 29 Grammatica storica Il verbo”essere” in greco, latino e sanscrito ............................................................ 30
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: La formazione delle parole • L’articolo • Il presente indicativo di ειμι L’imperativo presente
CAPITOLO 3 La prima declinazione ........................................ 31 1 Caratteri generali .................................................. 2 Sostantivi femminili ............................................... 2.1 Temi in α puro .................................................... 2.2 Temi in α impuro ............................................... 3 Sostantivi maschili .................................................
31 32 32 33 33
Grammatica storica La prima declinazione greca e latina a confronto ............................................ 35
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: La I declinazione (1): temi in -α puro • La I declinazione (2): temi in -α impuro • La I declinazione (3): nomi maschili
INDICE
CAPITOLO 4
CAPITOLO 7
Il presente indicativo, imperativo e infinito attivo dei verbi in -μι ........................ 36 1 Classificazione dei verbi in -μι ............................ 2 Indicativo, imperativo e infinito presente attivo dei verbi in -μι della prima classe......... 2.1 Coniugazione di δίδωμι, τίθημι, ἵημι e ἵστημι ................................................................. 2.2 Gli altri verbi in -μι della prima classe ......... 3 Indicativo, imperativo e infinito presente attivo dei verbi in -μι della seconda classe ...
36 37 37 39 39
Grammatica storica La flessione verbale atematica in sanscrito e in greco ................................ 40
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: Il presente indicativo dei verbi in -μι (con raddoppiamento) • Il presente indicativo dei verbi in -μι (con suffisso -νυμι)
CAPITOLO 5 La seconda declinazione e la declinazione attica ...................................... 41 1 La seconda declinazione
...................................... 41
1.1 Sostantivi maschili e femminili ........................ 41 1.2 Sostantivi neutri .................................................. 42
2 La declinazione attica ............................................ 42 Grammatica storica La seconda declinazione greca e latina a confronto ............................................. 43 DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: La II declinazione (1): nomi maschili e femminili • La II declinazione (2): nomi neutri • La declinazione attica
CAPITOLO 6 Il presente indicativo, imperativo e infinito medio-passivo dei verbi in -ω e in -μι ............................................................................ 45
La prima classe degli aggettivi ................... 50 1 Classificazione degli aggettivi ........................... 50 2 Gli aggettivi della prima classe a tre e a due uscite ........................................................... 50 2.1 Gli aggettivi a tre uscite ................................... 50 2.2 Gli aggettivi a due uscite ................................. 51 3 Gli aggettivi della declinazione attica ............. 52 DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: Gli aggettivi della I classe (1): aggettivi a tre uscite • Gli aggettivi della I classe (2): aggettivi a due uscite
CAPITOLO 8 L’imperfetto
...............................................................
53
1 Caratteri generali .................................................... 53 2 L’aumento ................................................................... 53 2.1 L’aumento sillabico ............................................ 53 2.2 L’aumento temporale ........................................ 54 2.3 L’aumento nei verbi composti ........................ 55 3 Formazione e coniugazione dell’imperfetto 56 3.1 Le desinenze secondarie attive
e medio-passive ................................................. 56 3.2 L’imperfetto dei verbi in -ω ............................. 57 3.3 L’imperfetto dei verbi in -μι ............................. 57
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: L’imperfetto: l’aumento • L’imperfetto dei verbi in -ω • L’imperfetto dei verbi in -μι
CAPITOLO 9 Il presente congiuntivo e ottativo 1 Il congiuntivo
...........
61
............................................................ 61
1.1 Formazione del congiuntivo presente
dei verbi in -ω ..................................................... 61 1.2 Formazione del congiuntivo presente
dei verbi in -μι ..................................................... 62
1 Diatesi media e diatesi passiva .......................... 45 2 Indicativo, imperativo e infinito presente medio-passivo .......................................................... 46 2.1 Verbi in -ω ............................................................ 47 2.2 Verbi in -μι ............................................................ 47
2 L’ottativo
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA
Studia con schemi e sintesi digitali: Il presente indicativo dei verbi in -ω (attivo) • Il presente indicativo dei verbi in -ω (medio-passivo)
Studia con schemi e sintesi digitali: Il congiuntivo presente (attivo e medio-passivo) • L’ottativo presente (attivo e medio-passivo)
.................................................................... 64
2.1 Formazione dell’ottativo presente
dei verbi in -ω ..................................................... 64 2.2 Formazione dell’ottativo presente
dei verbi in -μι ..................................................... 64
IX
INDICE 2.1 Verbi in -ω ............................................................ 89 2.2 Verbi in -μι ............................................................ 91
CAPITOLO 10 Sostantivi, aggettivi e verbi contratti 1 Sostantivi contratti
...
67
................................................. 67
1.1 Sostantivi contratti della prima declinazione . 67 1.2 Sostantivi contratti della seconda declinazione . 68
2 Aggettivi contratti .................................................. 69 2.1 Aggettivi contratti a tre uscite ........................ 69 2.2 Aggettivi contratti a due uscite ...................... 70 3 Verbi contratti .......................................................... 70 3.1 Verbi in -αω .......................................................... 71 3.2 Verbi in -εω .......................................................... 72 3.3 Verbi in -οω .......................................................... 74 DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: I nomi contratti della I e della II declinazione • Gli aggettivi contratti • I verbi contratti
CAPITOLO 11 La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante muta 76 1 Caratteri generali .................................................... 76 1.1 I sostantivi della terza declinazione ............... 76 1.2 Gli aggettivi della seconda classe ................. 79 2 Sostantivi e aggettivi con il tema in occlusiva gutturale .................................................................... 79 3 Sostantivi e aggettivi con il tema in occlusiva labiale .......................................................................... 81 4 Sostantivi e aggettivi con il tema in occlusiva dentale ........................................................................ 82 4.1 Temi in dentale semplice ................................. 82 4.2 Temi in -ντ- ........................................................... 83 Grammatica storica La terza declinazione greca e latina a confronto ............................................. 86
3 Il participio presente medio-passivo ............... 95 3.1 I verbi in -ω .......................................................... 95 3.2 I verbi in -μι .......................................................... 95 DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: Il participio presente
CAPITOLO 13 La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante continua ....................................................................... 96 1 Sostantivi e aggettivi con il tema in liquida .. 96 2 Sostantivi e aggettivi con il tema in nasale ... 98 3 Sostantivi e aggettivi con il tema in sibilante 101 3.1 Temi in -εσ- ....................................................... 102 3.2 Temi in -ασ- ....................................................... 104 3.3 Temi in -oσ- ....................................................... 104 DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: La III declinazione (5): temi in nasale • La III declinazione (5): temi in liquida • La III declinazione (7): temi in -ρ con apofonia • La III declinazione (8): temi in sibilante • Gli aggettivi della II classe (1): aggettivi a tre uscite • Gli aggettivi della II classe (2): aggettivi a due uscite
CAPITOLO 14 I verbi εἶμι e φημί ................................................. 105 1 2 3 4
Il verbo εἶμι “andare” ......................................... 105 Il verbo φημί “dire” ............................................. 106 Il verbo difettivo ἠμί “dire” ............................. 106
Xρή “bisogna”, “è necessario” ....................... 106
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: La III declinazione (1): temi in occlusiva (labiale) • La III declinazione (2): temi in occlusiva (velare) • La III declinazione (3): temi in occlusiva (dentale) • La III declinazione (4): temi in -ντ • Gli aggettivi della II classe (1): aggettivi a tre uscite • Gli aggettivi della II classe (2): aggettivi a due uscite • Gli aggettivi della II classe (3): aggettivi a una uscita
CAPITOLO 12 Il participio presente
..........................................
89
1 Caratteri generali .................................................... 89 2 Il participio presente attivo ................................ 89 X
CAPITOLO 15 La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in vocale debole e in dittongo ........................................................... 108 1 Sostantivi e aggettivi con il tema in -ι- ........ 2 Sostantivi e aggettivi con il tema in -υ- ....... 3 Sostantivi con il tema in dittongo ................. 3.1 Temi in -ου- e in -αυ- ...................................... 3.2 Temi in -ευ- ....................................................... 3.3 Temi in -oj- ........................................................ 3.4 Temi in -ωϝ- ......................................................
108 109 111 111 112 113 114
INDICE
4 Altri pronomi dimostrativi ................................ 4.1 Ὅδε, ἥδε, τόδε .................................................. 4.2 Οὗτος, αὕτη, τοῦτο .......................................... 4.3 Ἐκεῖνος, ἐκείνη, ἐκεῖνο ..................................
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: La III declinazione (9): temi in vocale • La III declinazione (10): temi in dittongo
134 134 135 135
4.4 I pronomi dimostrativi di quantità,
di qualità e di età ............................................ 135
CAPITOLO 16
5 Il pronome relativo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: sostantivi e aggettivi irregolari ................ 115 1 Sostantivi irregolari della terza declinazione ................................................................. 115 2 Aggettivi irregolari della seconda classe
....
116
Il grado comparativo e superlativo dell’aggettivo ........................................................ 118 1 I tre gradi dell’aggettivo comparativo ........ 118 2 Comparativo di minoranza e di uguaglianza 118 3 Comparativo di maggioranza e superlativo 119 3.1 Prima forma di comparazione ..................... 120 3.2 Seconda forma di comparazione ............... 122 3.3 Comparativi e superlativi derivati da radici
avverbiali e da preposizioni ......................... 125
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: La prima forma di comparazione • La seconda forma di comparazione • Comparativi e superlativi con formazioni particolari
CAPITOLO 18 L’avverbio
..................................................................
126
1 Formazione degli avverbi ................................. 126 2 Comparativo e superlativo dell’avverbio .... 127 2.1 Avverbi di modo ............................................. 127 2.2 Avverbi derivati da preposizioni ................. 128
136
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: I pronomi personali • Il determinativo αυτος • I pronomi riflessivi • I pronomi dimostrativi
CAPITOLO 20 I pronomi (2)
CAPITOLO 17
..............................................
...........................................................
137
1 Pronomi interrogativi e indefiniti ................... 137 1.1 L’interrogativo τίς, τί e l’indefinito τις, τι ... 137 1.2 Altri interrogativi ............................................. 138 1.3 L’indefinito ὁ δεῖνα .......................................... 138 1.4 Pronomi indefiniti negativi ........................... 139 1.5 Altri pronomi indefiniti .................................. 139 1.6 Il pronome reciproco ..................................... 140 2 Pronomi relativi indefiniti e interrogativi indiretti .................................................................... 140 2.1 Ὅστις, ἥτις, ὅτι ................................................. 140 2.2 Altri relativi indefiniti e interrogativi
indiretti .............................................................. 141 3 Pronomi correlativi .............................................. 141 4 Avverbi correlativi ............................................... 142
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: I pronomi interrogativi • I pronomi indefiniti positivi • I pronomi indefiniti negativi • I pronomi relativi • I pronomi relativo-indefiniti
CAPITOLO 21 I numerali
..................................................................
143
1 Classificazione e prospetto .............................. 143 2 Numerali cardinali ............................................... 146 3 Numerali ordinali e avverbi numerali ........... 146
CAPITOLO 19 I pronomi (1)
...........................................................
129
1 I pronomi personali ............................................. 1.1 Altri usi di αὐτός, αὐτή, αὐτό ......................... 2 Pronomi riflessivi .................................................. 3 Pronomi e aggettivi possessivi .......................
129 130 132 133
CAPITOLO 22 I temi temporali e l’aspetto verbale ... 147 1 I temi temporali .................................................... 147 2 Formazione del tema del presente: le classi verbali ...................................................... 148 XI
INDICE 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6
Prima classe ...................................................... Seconda classe ................................................ Terza classe ....................................................... Quarta classe ................................................... Quinta classe ................................................... Sesta classe ......................................................
148 149 149 150 150 150
3 Valore dei temi temporali: l’aspetto verbale ..................................................................... 161
CAPITOLO 23 Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media ....................................................................... 163 1 Caratteri generali del sistema dell’aoristo . 163 2 L’aoristo primo o debole ................................... 164 2.1 L’aoristo primo sigmatico ............................. 164 2.2 L’aoristo primo asigmatico ........................... 168 3 L’aoristo secondo o forte (o tematico) ......... 171 3.1 Formazione ....................................................... 171 3.2 Flessione ........................................................... 172 3.3 Aoristi tematici più frequenti ....................... 174 4 L’aoristo terzo o fortissimo (o radicale o atematico) ........................................................... 176 4.1 Formazione ....................................................... 176 4.2 Flessione ........................................................... 176 4.3 Aoristi atematici più frequenti ..................... 180 5 L’aoristo cappatico ............................................... 181 DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: L’aoristo I sigmatico • L’aoristo I asigmatico • L’aoristo II • L’aoristo III • L’aoristo cappatico
CAPITOLO 24 Il sistema dell’aoristo: la diatesi passiva ......................................................................... 184 1 Caratteri generali ................................................ 184 2 L’aoristo passivo primo (o debole) ................. 184 2.1 Formazione ....................................................... 184 2.2 Flessione ........................................................... 187 3 L’aoristo passivo secondo (o forte) ................ 188 3.1 Formazione ....................................................... 188 3.2 Flessione ........................................................... 189 3.3 Verbi con aoristo passivo forte
di uso comune ................................................. 189
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: L’aoristo passivo debole • L’aoristo passivo forte
XII
CAPITOLO 25 Il sistema del futuro
..........................................
191
1 Caratteri generali ................................................ 191 2 Il futuro sigmatico ............................................... 192 2.1 Formazione ....................................................... 192 2.2 Flessione ........................................................... 194 2.3 Futuro di εἰμί .................................................... 195 3 Il futuro contratto ................................................ 195 3.1 Formazione ....................................................... 196 3.2 Flessione ........................................................... 196 4 Il futuro attico ....................................................... 197 5 Il futuro dorico ...................................................... 197 6 Il futuro passivo primo (o debole) ................. 198 6.1 Formazione ....................................................... 198 6.2 Flessione ........................................................... 199 7 Il futuro passivo secondo (o forte) ................ 200 7.1 Formazione ....................................................... 200 7.2 Flessione ........................................................... 201 7.3 Verbi con futuro passivo forte di uso comune 201 8 Elenco di futuri notevoli .................................... 202 DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: Il futuro sigmatico • Il futuro asigmatico • Il futuro attico e dorico
CAPITOLO 26 Il sistema del perfetto
.....................................
204
1 Caratteri generali del sistema del perfetto 204 2 Il raddoppiamento .............................................. 206 2.1 Verbi col tema che inizia in consonante ... 206 2.2 Verbi col tema che inizia in vocale ............. 207 2.3 Verbi composti ................................................ 208 3 Il perfetto e il piuccheperfetto primo (o debole) ............................................................... 208 3.1 Formazione ....................................................... 208 3.2 Flessione ........................................................... 211 Grammatica storica I suffissi -κα- e -κει- .............. 212 4 Il perfetto e il piuccheperfetto secondo (o forte) ................................................................... 213 4.1 Formazione ....................................................... 213 4.2 Flessione ........................................................... 214 4.3 Principali verbi con il perfetto forte ........... 215 5 Il perfetto e il piuccheperfetto terzo (o fortissimo o misto) ......................................... 217 6 I perfetti οἶδα, ἔοικα e δέδια ............................ 220 6.1 Il verbo οἶδα “sapere” ................................... 220 6.2 Il verbo ἔοικα “sembrare” ............................ 221 6.3 Il verbo δέδια “temere” ................................. 222
INDICE
7 Il perfetto e il piuccheperfetto medio-passivo ....................................................... 223 7.1 Formazione ....................................................... 223 7.2 Flessione ........................................................... 227
8 Il futuro perfetto
..................................................
8.1 Il futuro perfetto attivo .................................. 8.2 Il futuro perfetto medio ................................ 8.3 Il futuro perfetto passivo ...............................
232 232 233 233
4.3 L’accusativo di relazione ............................... 246 4.4 L’accusativo avverbiale .................................. 246 4.5 Il doppio accusativo ....................................... 246
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: Sintassi dei casi: nominativo • Sintassi dei casi: accusativo • Sintassi dei casi: genitivo • Sintassi dei casi: dativo
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA
CAPITOLO 29
Studia con schemi e sintesi digitali: Il perfetto: il raddoppiamento • Il perfetto debole attivo • Il perfetto forte attivo • Il perfetto medio-passivo • Il piuccheperfetto • Il futuro perfetto
La sintassi dei modi finiti ............................... 248 .......................................
248
................................................
248
1 Temi temporali e modi 2 Il modo indicativo
............................................
249
...................................................
250
3 Il modo congiuntivo
CAPITOLO 27 Gli aggettivi verbali
..........................................
234
1 Formazione ............................................................ 234 2 Uso e significato degli aggettivi verbali in -τός, -τή, -τόν .................................................... 235 3 Uso e significato degli aggettivi verbali in -τέος, -τέα, -τέον ............................................... 236 DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA
4 Il modo ottativo
5 Il modo imperativo
.............................................. ...........................................
251
.............................................................
251
6 Le negazioni οὐ e μή 7 Gli usi di ἄν
7.1 Azione condizionata ....................................... 251 7.2 Azione eventuale ............................................ 253 7.3 Azione possibile .............................................. 253
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA
Studia con schemi e sintesi digitali: L’aggettivo verbale
Studia con schemi e sintesi digitali: Sintassi del verbo: i tempi dell’indicativo • Sintassi del verbo: gli usi del congiuntivo • Sintassi del verbo: gli usi dell’ottativo
PARTE 2
CAPITOLO 30
Elementi di sintassi
La sintassi dei modi non finiti
CAPITOLO 28 La sintassi dei casi 1 Nominativo
1 L’infinito ..............................................
............................................................
238 238
1.1 La concordanza soggetto-predicato ......... 239 1.2 Il nominativo con l’infinito ............................ 239
2 Genitivo
...................................................................
240
2.1 Il genitivo adnominale ................................... 240 2.2 Il genitivo partitivo .......................................... 241 2.3 Il genitivo ablativale ....................................... 242
3 Dativo ....................................................................... 243 3.1 Il dativo propriamente detto ....................... 243 3.2 Il dativo strumentale ...................................... 244 3.3 Il dativo locativo .............................................. 245 4 Accusativo
..............................................................
250
245
4.1 L’accusativo dell’oggetto interno ............... 245 4.2 Altri complementi espressi con
l’accusativo semplice ..................................... 245
....................
254
...................................................................
254
1.1 L’uso nominale dell’infinito: l’infinito
sostantivato ...................................................... 255 1.2 L’uso verbale dell’infinito (infinito
senza articolo) .................................................. 256
2 Il participio
.............................................................
257
2.1 L’uso nominale del participio ..................... 259 2.2 L’uso verbale del participio .......................... 260
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: Sintassi del verbo: gli usi dell’infinito • Sintassi del verbo: gli usi del participio
CAPITOLO 31 Le proposizioni indipendenti
.....................
267
1 Classificazione delle proposizioni indipendenti ......................................................... 267
XIII
INDICE
2 Le proposizioni enunciative (negazione οὐ) 267 3 Le proposizioni volitive (negazione μή) ....... 268 4 Le proposizioni interrogative dirette ........... 269
10.1 Le proposizioni comparative semplici ..... 291 10.2 Le proposizioni comparative ipotetiche .. 291 10.3 Le proposizioni comparative di forma implicita 292
11 Le proposizioni modali
......................................
292
11.1 Le proposizioni modali di forma esplicita .. 292 11.2 Le proposizioni modali di forma implicita 293
CAPITOLO 32
12 Il periodo ipotetico
Le proposizioni subordinate
.......................
1 Classificazione delle proposizioni subordinate 271 2 Le proposizioni subordinate sostantive ....... 272 2.1 Le proposizioni sostantive soggettive ....... 272 2.2 Le proposizioni sostantive oggettive ........ 273 2.3 Particolarità delle proposizioni sostantive
soggettive e oggettive .................................. 274
3 Le proposizioni complementari dirette
.......
275
.............................................
293
12.1 Il periodo ipotetico indipendente ............ 293 12.2 Il periodo ipotetico dipendente ............... 296
271
13 Il discorso indiretto
.............................................
296
DDI DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA Studia con schemi e sintesi digitali: Sintassi del periodo: le completive (5) • Sintassi del periodo: le relative • Sintassi del periodo: le circostanziali (6) • Il periodo ipotetico • Il discorso indiretto
3.1 Le proposizioni complementari dirette
introdotte dai verba curandi ........................ 275 3.2 Le proposizioni complementari dirette
introdotte dai verba timendi ........................ 275 3.3 Le proposizioni complementari dirette
introdotte dai verba impediendi o recusandi 276 3.4 Le proposizioni interrogative indirette ...... 277
4 Le proposizioni relative
.....................................
279
4.1 Prolessi o anticipazione del pronome 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 4.7 4.8
relativo ............................................................... Assorbimento del pronome dimostrativo ... Attrazione diretta del pronome relativo ... Attrazione inversa del pronome relativo .. Il nesso relativo ................................................ Locuzioni particolari costruite con il pronome o gli avverbi relativi ................... Uso dei modi nelle proposizioni relative proprie ............................................................... Uso dei modi nelle proposizioni relative improprie ..........................................................
5 Le proposizioni temporali
.................................
5.1 Le proposizioni temporali di forma esplicita . 5.2 Le proposizioni temporali di forma implicita
6 Le proposizioni causali
.......................................
6.1 Le proposizioni causali di forma esplicita 6.2 Le proposizioni causali di forma implicita
7 Le proposizioni finali
..........................................
7.1 Le proposizioni finali di forma esplicita .... 7.2 Le proposizioni finali di forma implicita ....
8 Le proposizioni consecutive ............................. 8.1 Le proposizioni consecutive di forma esplicita ... 8.2 Le proposizioni consecutive di forma implicita
9 Le proposizioni concessive
...............................
9.1 Le proposizioni concessive di forma esplicita . 9.2 Le proposizioni concessive di forma implicita
10 Le proposizioni comparative XIV
...........................
279 280 280 281 281 281 282 282 283 283 284 284 284 285 287 287 287 288 288 289 290 290 290 291
PARTE 3 Appendici
APPENDICE 1 Repertorio di fonetica 1 2 3 4 5 6 7
.....................................
298
Abbreviamento di vocali ................................... 298 Aferesi ...................................................................... 298 Allungamento di vocali ...................................... 298 Anastrofe ................................................................ 299 Apocope ................................................................. 299 Apofonia ................................................................. 300 Consonanti e vocali (fenomeni delle) ........... 301
APPENDICE 2 Tavole della flessione verbale 1 2 3 4 5
...................
310
Schemi riassuntivi della formazione dei tempi 310 Flessione completa di λύω ............................... 314 Flessione completa dei verbi in -μι ............... 318 Flessione completa dei participi .................... 336 Paradigmi dei principali verbi ......................... 339
APPENDICE 3 Locuzioni idiomatiche e frasi utili Indice degli argomenti
.........
359
.........................................
364
INTRODUZIONE Il greco: una lingua e la sua storia 1 Il greco tra le lingue indoeuropee Agli inizi del XIX secolo alcuni studiosi, tra cui spiccano il tedesco Franz Bopp (1791-1867) e il danese Rasmus Christian Rask (1787-1832), cominciarono a indagare sistematicamente le sensibili analogie grammaticali e lessicali che accomunano, nonostante la loro distanza nello spazio e nel tempo, lingue come il sanscrito (antico indiano), il greco, il latino, il gotico e altre importanti lingue dell’Europa e dell’Asia. In virtù di corrispondenze come quelle riportate nella tabella sottostante, tanto puntuali e numerose, i grammatici hanno ipotizzato (ed è ormai un dato acquisito) che tali lingue costituiscano una famiglia e derivino da un antenato comune, denominato indoeuropeo, di cui non possediamo alcuna testimonianza diretta ma che possiamo, almeno in parte, ricostruire proprio attraverso il confronto delle lingue che ne sono derivate, attraverso il metodo della comparazione linguistica. Greco
pater meter phrater lykos deka estì
Latino
Sanscrito
pater mater frater lupus decem est
pitar matar bhratar vrkas dasa asta
Gotico
fadar muoter brodar wulfs taihun ist
BALTI
INDOEUROPEI CELTI
HITTITI ACHEI
ARMENI IRANICI PERSIANI
p Fig. 1. La carta illustra la teoria secondo cui gli indoeuropei si sarebbero diffusi in un’ampia area, compresa tra l’Europa e la penisola indiana, a partire dalle steppe eurasiatiche tra gli Urali e il Danubio.
Indoeuropeo
*pater *mater *bhrater *wlkwos *dekm *est(i)
Significato
padre madre fratello lupo dieci è
Secondo l’ipotesi oggi più accreditata, la culla dell’indoeuropeo sarebbero state le grandi pianure dell’Europa centro-settentrionale, nell’attuale Russia, tra la catena montuosa degli Urali e il Danubio, dove in epoca preistorica vivevano tribù nomadi dedite alla pastorizia, indipendenti le une dalle altre ma accomunate dalla lingua che parlavano [ Fig. 1]. All’incirca tra la fine del III e l’inizio del II millennio a.C. queste tribù abbandonarono, 1
INTRODUZIONE
per ragioni imprecisate, le loro terre d’origine, trasferendosi parte in Europa, parte in diverse regioni dell’Asia (Asia Minore, Persia, India), dove si unirono alle popolazioni indigene: dall’incontro tra la lingua dei nuovi arrivati e quelle locali ebbero origine le lingue indoeuropee [ Fig. 2].
italico italo-celtico celtico
greco italo-celtico
albanese greco-albanese
ario greco italo-celtico
greco indiano ario iranico
Indoeuropeo originario
germanico germanico
nordico gotico
slavo-tedesco balto-slavo
balto slavo
p Fig. 2. Albero genealogico delle lingue indoeuropee.
2 La prima fase del greco: il miceneo La presenza di genti indoeuropee in Grecia è attestata a partire dalla fine del III millennio a.C., ma la prima testimonianza scritta di una lingua indoeuropea in questa regione risale a un periodo compreso tra il XV e il XII secolo a.C. ed è costituita dalle tavolette micenee rinvenute a Micene, Pilo, Tirinto e altre località della Grecia continentale [ Fig. 3]. La lingua di queste tavolette è simile al greco storico, di cui può essere considerata una sorta di antenato: vi si riscontrano parole che si ritrovano anche in greco, quali wa-na-ka (gr. ἄναξ, anax “signore”, “sovrano”), da-mo (gr. δᾶμος, damos “popolo”), ke-ro-si-ja (gr. γηρουσία, ghērousia “assemblea degli anziani”) ecc. Il sistema di scrittura (lineare B) cui tale lingua è consegnata risulta però sensibilmente diverso da quello del greco, dato che si tratta di un sillabario concepito
Fig. 3. Tavoletta micenea con esempio di scrittura lineare B proveniente da Pilo (1400 a.C. circa).
2
Il greco: una lingua e la sua storia
Sillabario miceneo
a
e
i
o
u
da
de
di
do
du
ja
je
jo
ju
ka
ke
ki
ko
ku
ma
me
mi
mo
mu
na
ne
ni
no
nu
pa
pe
pi
po
pu
qa
qe
qi
qo
ra
re
ri
ro
ru
sa
se
si
so
su
ta
te
ti
to
tu
wa
we
wi
wo
za
ze
zo
verosimilmente per trascrivere una lingua con caratteristiche molto diverse da quelle del miceneo. La lineare B, decifrata nel 1953 dall’architetto inglese Michael Ventris, comprende più di novanta segni, ciascuno corrispondente a una sillaba aperta, come puoi vedere nella tabella sopra. Dopo il crollo della civiltà micenea (circa 1100 a.C.), ebbe inizio, in seguito alla diffusione dei Fenici nel Mediterraneo, il lento processo di appropriazione e adattamento da parte dei Greci del sistema di scrittura fenicio, basato su un alfabeto fonetico (ogni segno corrisponde a un suono). Alla luce dei più recenti dati archeologici, è ormai opinione di alcuni studiosi di epigrafia che l’origine dell’alfabeto greco debba essere anticipata rispetto alla datazione tradizionale (seconda metà dell’VIII sec., circa 750-700 a.C.), e collocata almeno nella prima metà dell’VIII secolo, in concomitanza con la diffusione dei Greci in Sicilia e in Italia meridionale (VIII sec. a.C.).
3
INTRODUZIONE
Alfabeto fenicio circa 900 a.C.
circa 830 a.C.
circa fine VIII 800 a.C. sec. a.C.
Alfabeto greco fine IX secolo a.C. circa 730 a.C.
Cretese
Attico
Pithecusa
Alef
Alpha
Bet
Beta
Gimel
Gamma
Dalet
Delta
He
Epsilon
Waw
Digamma Ypsilon
Zayin
Zeta
Het
Eta
T.et
Theta
Yod
Iota
Kaf
Kappa
Lamed
Lambda
Mem
My
Num
Ny
Samekh
Xi
‘Ayin
Omikron
Pe
Pi
S.ade
San
Qof
Qoppa
Resˇ
Rho
Sin
Sigma
Taw
Tau Phi Chi L’ascendenza fenicia dell’alfabeto greco appare evidente dal confronto con le prime testimonianze epigrafiche provenienti da diverse regioni del mondo greco: Creta, l’Attica e Pithecusa (Ischia), prima colonia greca d’Occidente.
4
Il greco: una lingua e la sua storia
3 I dialetti greci Con l’avvento della scrittura alfabetica incontriamo le prime testimonianze scritte del greco, che non si presenta tuttavia come una lingua unitaria, ma come un insieme di dialetti (διάλεκτοι, GLiOHNWRL), alcuni sensibilmente diversi tra loro. Tale varietà linguistica è verosimilmente connessa a quella frammentazione politica che costituisce una caratteristica essenziale della storia greca fino a tutto il IV secolo a.C. I principali gruppi dialettali greci sono: [ Fig. 4]
IA TRAC
IA ON ED C MA
ILLIRIA
Lemno
Larissa
EPIRO Corcira
Lesbo
TESSAGLIA
Smirne
Eubea
Delfi
BEOZIA Tebe
Chio
Calcide
ATTICA Corinto Megara ELIDE Atene ARGOLIDE Olimpia Argo ARCADIA Epidauro
CICLADI Nasso
Sparta Pilo
Efeso IONIA Mileto
Samo
Cos
LACONIA Tera
Rodi
DIALETTI GRECI Dorico e dialetti nord-occidentali Ionico-attico Eolico
Creta
Arcado-cipriota
p Fig. 4. I dialetti greci e le rispettive aree di diffusione nel bacino orientale del Mediterraneo.
• lo ionico-attico, usato in Attica, in Eubea, nelle Cicladi e in parte della costa della penisola anatolica; • l’eolico, parlato in Beozia e Tessaglia, nell’isola di Lesbo e nel settore settentrionale della costa della penisola anatolica; • il dorico e i dialetti nord-occidentali; il dorico era parlato nel Peloponneso (eccezion fatta per l’Arcadia), a Creta e in alcune isole quali Rodi, Cos e Tera, e in importanti colonie della Magna Grecia e della Sicilia (Taranto, Siracusa, Agrigento ecc.); i dialetti nord-occidentali erano usati in Locride, Focide, Etolia, Acarnania ed Epiro; affine al dorico, parlato nella regione della Panfilia, attorno all’odierno golfo di Antalya, è il panfilio; • l’arcadico-cipriota, usato nella regione centrale del Peloponneso, l’Arcadia, e nell’isola di Cipro. La lingua che chiamiamo genericamente “greco” e che si studia nelle scuole è in realtà l’attico letterario del V-IV secolo a.C., che fu la lingua della grande letteratura ateniese d’età classica. 5
INTRODUZIONE
4 La koinè Nella seconda metà del IV secolo a.C. il quadro politico del mondo ellenico cambiò radicalmente: Filippo di Macedonia riunificò la Grecia sotto il proprio potere (338 a.C.) e il figlio Alessandro Magno sottomise l’impero persiano, determinando alla sua morte (323 a.C.) la nascita in tutto il bacino orientale del Mediterraneo di una serie di regni assoluti, gestiti da monarchi e da una classe dirigente di origine, lingua e cultura greche. Fu l’inizio della cosiddetta età ellenistica. Si fece sentire a questo punto l’esigenza di poter disporre di una lingua che fosse comune a tutti e dunque relativamente accessibile: nacque allora, attraverso un processo di semplificazione del dialetto attico, che ne costituì la base, la κοινὴ διάλεκτος (koinè diálektos “lingua comune”), che divenne la lingua internazionale dell’Oriente mediterraneo e tale rimase anche dopo la conquista romana.
5 Dalla fine dell’impero romano ai nostri giorni Lingua ufficiale dell’impero romano d’Oriente che, come impero bizantino, sopravvisse alla caduta di quello d’Occidente (476 d.C.) per circa dieci secoli, il greco, in virtù del suo prestigio culturale, continuò a essere usato nel Mediterraneo orientale sia come lingua letteraria sia come lingua parlata per tutto il Medioevo: in questo periodo subì però profonde trasformazioni fonetiche, morfologiche, sintattiche e lessicali che anticipano in parte tratti del greco moderno. Dopo la conquista di Costantinopoli a opera dei Turchi (1453) e il crollo delle istituzioni culturali bizantine, molti dotti fuggirono in Occidente e in Italia, dove portarono numerosi testi antichi e diffusero l’insegnamento del greco classico, mentre in Grecia rimase vitale solo il greco popolare, quello parlato nei mercati, nelle campagne e nei villaggi. Quando nel 1822 la Grecia riacquistò la propria indipendenza, si avvertì la necessità di ricostituire una lingua colta che si riagganciasse alla gloriosa tradizione passata: nacque così una lingua anacronistica dai tratti fortemente artificiosi, la cosiddetta καθαρεύουσα (katharéuusa “lingua pura”), usata dagli intellettuali e dalle classi superiori e insegnata nelle scuole, cui continuò a contrapporsi la “lingua del popolo” (δημοτική, dimotikí), alla quale peraltro continuarono ad attingere numerosi poeti neogreci. Nel 1976 però la καθαρεύουσα venne abolita e sostituita dalla δημοτική come lingua ufficiale dello Stato greco.
6
PARTE 1
CAPITOLO 1
Fonetica e morfologia
L’imperfetto
PARTE 1 Fonetica e morfologia
PARTE 1
CAPITOLO 1
Fonetica e morfologia
Leggere e scrivere il greco 1 L’alfabeto greco L’alfabeto greco classico è costituito da 24 lettere (στοιχεῖα, stoichéia, o γράμματα, grámmata): 7 vocali (α, ε, η, ι, ο, υ, ω) e 17 consonanti (β, γ, δ, ζ, θ, κ, λ, μ, ν, ξ, π, ρ, σ, τ, φ, χ, ψ). Maiuscola
Minuscola
Nome
Trascrizione
Pronuncia
Α
α
ἄλφα
alpha
a
a
Β
β
βῆτα
beta
b
b
Γ
γ
γάμμα
gamma
g, n (seguito da γ, κ, χ) g (dura), n
Δ
δ
δέλτα
delta
d
d
Ε
ε
ἒ ψιλόν
epsilon
ĕ (e breve)
e (chiusa)
Ζ
ζ
ζῆτα
zeta
z
z
Η
η
ἦτα
eta
ē (e lunga)
e (aperta)
Θ
θ, ϑ
θῆτα
theta
th
th
Ι
ι
ἰῶτα
iota
i
i
Κ
κ
κάππα
kappa
k
k
Λ
λ
λάμβδα
lambda
l
l
Μ
μ
μῦ
my
m
m
Ν
ν
νῦ
ny
n
n
Ξ
ξ
ξῖ
xi
x
x
Ο
ο
ὂ μικρόν
omikron
ŏ (o breve)
o (chiusa)
Π
π
πῖ
pi
p
p
Ρ
ρ
ῥῶ
rho
r, rh (iniziale di parola)
r
Σ
σ, ς
σῖγμα
sigma
s
s
Τ
τ
ταῦ
tau
t
t
Υ
υ
ὗ ψιλόν
ypsilon
y, u (nei dittonghi)
ü, (u nei dittonghi)
Φ
φ
φῖ
phi
ph
f
Χ
χ
χῖ
chi
ch
ch
Ψ
ψ
ψῖ
psi
ps
ps
Ω
ω
ὦ μέγα
omega
ō (o lunga)
o (aperta)
8
Capitolo
Leggere e scrivere il greco
1
OSSERVAZIONI z L’alfabeto greco deriva da un adattamento di quello fenicio. Come effetto delle divisioni politiche e dialettali interne al mondo greco, per molti secoli sono testimoniate varianti alfabetiche locali, caratterizzate dall’impiego di un diverso numero di segni o dal modo di pronunciare le stesse lettere (la lettera H, per esempio, in alcuni alfabeti indica una aspirazione, in altri il suono /e/ lungo aperto). Col tempo, però, l’alfabeto ionico, adottato ufficialmente da Atene nel 403 a.C., si impose su tutti gli altri e ne determinò la graduale scomparsa. z Per il sigma si hanno due varianti minuscole: il segno σ, usato all’inizio o all’interno di parola (σιτίον “grano”; θάλασσα “mare”), e ς, che si trova solo in fine di parola (πόλις “città”). In alcune edizioni si può incontrare il
cosiddetto “sigma lunato” (C, c), che viene usato indifferentemente in qualsiasi posizione (cιτίον, θάλαccα, πόλιc). z Oltre alle 24 lettere dell’alfabeto ionico, esistono alcuni segni extra alfabetici. In particolare, lo jod (j) e il digamma (ϝ), corrispondenti rispettivamente alla /i/ e alla /u/ semivocaliche (cfr. in italiano ieri e uovo), vengono usati in grammatica per esprimere suoni scomparsi nel greco antico, ma connessi a fenomeni fonetici rilevanti per ricostruire la storia della lingua. Il coppa (ϙ), il sampi (ϡ) e lo stigma (ϛ), invece, sono impiegati per l’indicazione dei numerali e precisamente: X ϙ = 90; X ϡ = 900; X ϛ = 6.
2 La pronuncia del greco antico Conoscere e riprodurre l’esatta pronuncia di una lingua antica è pressoché impossibile a causa della naturale evoluzione che, nel corso dei secoli, ne ha trasformato il sistema fonetico. In questa prospettiva, la distanza che separa la pronuncia del greco bizantino e moderno da quella del greco antico è enorme. Ne erano ben consapevoli gli umanisti Erasmo da Rotterdam (1467-1536) e Giovanni Reuchlin (1455-1522) che, nel XVI secolo, animarono un acceso dibattito su come si dovesse leggere il greco antico. Secondo Erasmo, bisognava cercare di riprodurre la pronuncia del V-IV secolo a.C., ricostruendola attraverso le testimonianze disponibili e il confronto con le altre lingue; per Reuchlin, invece, il greco antico doveva essere letto in base alle regole della pronuncia bizantina, evitando l’arbitrio e l’artificiosità della ricostruzione proposta da Erasmo. Si affermarono così due modelli alternativi: quello della pronuncia erasmiana e quello della pronuncia reuchliniana, dette anche etacista e iotacista, in quanto la prima fa corrispondere alla lettera η il suono /e/, la seconda invece il suono /i/.
2.1
La pronuncia erasmiana Nella tradizione scolastica italiana è invalso l’uso di seguire le regole della pronuncia erasmiana, considerata più fedele a quella classica. Eccone un prospetto riassuntivo. Lettera
ε o η ω
Pronuncia
suono /e/ chiuso, come nell’italiano pésto suono /o/ chiuso, come nell’italiano mósto suono /e/ aperto, come nell’italiano sètte suono /o/ aperto, come nell’italiano òtto 9
Parte
1
Fonetica e morfologia
Lettera
2.2
Pronuncia
υ
• da sola corrisponde a /ü/ (ü lombardo o francese): λύκος pr. / lü’kos/ “lupo” • nei dittonghi αυ, ευ, ηυ, ωυ si pronuncia /u/: ναῦς pr. /náus/ “nave”; βασιλεύς pr. /basiléus/ “re” • il dittongo ου si pronuncia /u/: νοῦς pr. /nus/ “intelletto”; βούλομαι pr. /búlomai/ “io voglio” • il dittongo υι si pronuncia /üi/: μυῖα pr. /mü’ia/ “mosca”
γ
• ha sempre suono gutturale, anche quando seguita da ε, η, ι, λ e ν: γένος pr. /ghénos/ “stirpe”; γῆρας pr. /ghèras/ “vecchiaia”; γίγας pr. /ghigas/ “gigante”; γλοιός pr. /ghloiós/ “appiccicoso”; γνώμη pr. /ghnòme/ “sentenza” • quando è seguita da γ, κ, χ, ξ, ha suono nasale come nell’italiano angelo: ἄγγελος pr. /ánghelos/ “messaggero”; ἄγκυρα pr. /ánküra/ “àncora”; ἄγχι pr. /ánchi/ “vicino”; φάλαγξ pr. /fálanx/ “falange”
κ
ha sempre suono gutturale, anche quando seguita da ε, η, ι, λ e ν: κέρδος pr. /kérdos/ “stirpe”; κῆπος pr. /kèpos/ “giardino”; κιθάρα pr. /kithára/ “cetra”; κλέος pr. /kléos/ “fama”; κνέφας pr. /knéfas/ “tenebra”
ζ
ha suono dolce, come nell’italiano zio
θ
propriamente equivale a una /t/ seguita da aspirazione; convenzionalmente, però, si pronuncia come il /th/ dell’inglese think oppure, meno bene, come la /z/ dell’italiano forza o la semplice /t/
φ
propriamente equivale a una /p/ seguita da aspirazione; di solito però si pronuncia come la fricativa /f/ (secondo l’uso bizantino): φιλοσοφία pr. /filosofía/ “filosofia”
χ
propriamente equivarrebbe a una /k/ seguita da aspirazione; nella prassi scolastica però si pronuncia come il /ch/ tedesco o lo /j/ spagnolo (cfr. Bach, Juan): ἔχω pr. /écho/ “io ho”
La pronuncia reuchliniana La pronuncia reuchliniana è quella del neogreco e, rispetto a quella erasmiana, presenta le seguenti caratteristiche: ι, η, υ, ει, οι ª ι (Ἀθῆναι pr. athíne) αι ª ε (αἷμα pr. éma) av, ev (davanti a β, γ, δ, ζ, λ, μ, ν, ρ) (αὐγή pr. avghí ) αυ, ευ af, ef (davanti a κ, π, τ, χ, φ, θ, σ, ξ, ψ) (εὐχή pr. efchí ) • β ª v (βλέπω pr. vlépo) • γ + ι, ε ª ghie (γένος pr. ghiénos) • κ, χ + ε ª chie (κεφαλή pr. chiefalí)
• μπ ª mb (ἐμπόρευμα pr. embórevma) • ντ ª nd (πέντε pr. pénde) • γκ ª ng (ἄγκυρα pr. ánghira)
3 I segni diacritici e la punteggiatura Originariamente i testi greci erano scritti in lettere maiuscole e senza divisione tra una parola e l’altra (scriptio continua); non esistevano neppure segni per facilitare la lettura, come la punteggiatura, gli accenti, gli apostrofi ecc. I segni diacritici (dal 10
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1
greco διακριτικός “atto a separare, distinguere”, “distintivo”) e la punteggiatura furono introdotti a partire dal III secolo a.C. per essere poi definitivamente fissati in età bizantina nel IX secolo d.C. circa. I segni diacritici sono lo spirito, l’accento, l’apostrofo, la dieresi e la coronide.
3.1
Gli spiriti Lo spirito (τὸ πνεῦμα, “soffio”) è un segno che si trova sulle vocali, i dittonghi e la consonante rho (ρ) iniziali di parola, per segnalare la presenza o meno di una aspirazione. Esistono due tipi di spirito: • lo spirito dolce (᾿) segnala la mancanza di aspirazione iniziale (ἀνήρ pr. /anèr/ “uomo”); • lo spirito aspro (῾) segnala la presenza di una aspirazione iniziale (ὁπλίτης pr. /hoplítes/ “oplita”). OSSERVAZIONI z Presentano sempre spirito aspro: la υ all’inizio di parola (ὑγίεια pr. /hüghíeia/ “salute”); la consonante ρ iniziale di parola (ῥήτωρ / rhetor/ “oratore”).
z Anche se si tratta di una prassi ormai quasi del tutto abbandonata, in alcuni testi due ρ consecutivi nel mezzo di una parola possono presentare il primo lo spirito dolce, il secondo lo spirito aspro (Πύῤῥος “Pirro”).
Da un punto di vista grafico, lo spirito è posto: • sopra le lettere minuscole (ἀγορά “piazza”); • in alto a sinistra delle lettere maiuscole (Ἀγχίσης “Anchise”; Ὑάκινθος “Giacinto”; Ῥώμη “Roma”); • sul secondo elemento dei dittonghi (αἰτία “causa”; Εὐριπίδης “Euripide”).
3.2
Gli accenti Tutte le parole greche sono accentate, tranne le enclitiche e le proclitiche [ pp. 17-18]. Esistono tre diversi tipi di accento: • l’accento acuto (´) indica che la sillaba su cui è posto deve essere pronunciata con una elevazione di voce (ὁ ὀξὺς τόνος); • l’accento grave ( ` ) indica che la sillaba su cui è posto deve essere pronunciata con una intonazione abbassata (ὁ βαρὺς τόνος);l’accento circonflesso (˜) si trova solo sulle sillabe lunghe e indica che la sillaba su cui è posto deve essere pronunciata con una doppia intonazione, prima elevando e poi abbassando la voce (ἡ περισπωμένη προσῳδία). Da un punto di vista grafico, l’accento è posto: • sopra le lettere minuscole (ἀγορά “piazza”); se sulla stessa lettera si trova anche uno spirito, gli accenti acuto e grave si collocano alla sua destra (ἄνθρωπος “uomo”; ὕδωρ “acqua”), l’accento circonflesso sopra (ὦχρος “pallore”); • in alto a sinistra delle maiuscole (Ἄρτεμις “Artemide”; Ἆγις “Agide”). Nei dittonghi [ pp. 13-14], l’accento è segnato sul secondo elemento ma si pronuncia sul primo (καί pr. /kái/ “e”; λείπειν pr. /léipein/ “lasciare”).
3.3
Altri segni diacritici L’apostrofo (᾿), in greco come in italiano, indica il fenomeno dell’elisione, consistente nella caduta della vocale finale di una parola davanti alla vocale iniziale della parola successiva: κατὰ ἀγοράν κατ᾽ ἀγοράν “verso la piazza”. 11
Parte
1
Fonetica e morfologia
L’apostrofo può indicare anche l’afèresi (ἀφαίρεσις “asportazione”), un fenomeno in un certo senso opposto all’elisione, consistente nella caduta della vocale iniziale di una parola davanti alla vocale finale della parola precedente: ποῦ ἐστι ποῦ ᾽στι; “dov’è?”. X La dièresi (¨) viene impiegata per indicare lo iato, ovvero il fenomeno in base al quale due vocali che di norma costituiscono un dittongo appartengono a sillabe distinte: per esempio, nel verbo ἀϋτεῖν “gridare”, α e υ non costituiscono dittongo (ἀ-ϋ-τεῖν). Simile a uno spirito dolce, la coronide è il segno della crasi, un fenomeno per cui la vocale (o il dittongo) finale di una parola si contrae con la vocale (o il dittongo) iniziale della parola successiva, con il risultato che le due parole diventano una sola: τὰ ἀγαθά τἀγαθά “i beni”.
3.4
I segni di punteggiatura In greco i segni di punteggiatura sono: • la virgola (,), che equivale alla nostra virgola (,); • il punto (.), corrispondente al nostro punto fermo (.); • il punto in alto (·), equivalente ai due punti (:) e al punto e virgola italiani (;); • il punto e virgola (;), che corrisponde al nostro punto interrogativo (?). Manca un corrispettivo del nostro punto esclamativo (!).
4 La classificazione dei suoni 4.1
Le vocali Le vocali (τὰ φωνήεντα, “le risonanti”) sono suoni continui prodotti attraverso la vibrazione delle corde vocali, senza frapporre ostacoli al flusso di aria proveniente dai polmoni. Possono essere classificate in base a: • quantità, • intensità, • timbro, • apertura. La quantità indica la durata dell’emissione di fiato necessaria per articolare una vocale; si distinguono così vocali lunghe ( ̄ ) o brevi (˘); il tempo di pronuncia di una vocale lunga è pari a circa il doppio di quello richiesto da una vocale breve. Accanto a vocali che sono esclusivamente lunghe (η, ω) ο brevi (ε, ο), ci sono anche vocali ancìpiti (˘ˉ) che possono essere sia lunghe che brevi (ᾱ/ ᾰ, ῑ/ ῐ, ῡ/ ῠ). In base all’intensità del suono si distinguono vocali forti (o aspre), che richiedono una maggiore emissione di fiato (α, ε, η, ο, ω), e vocali deboli (o dolci), che richiedono una minore emissione di fiato (ι, υ). X Il tono con cui vengono pronunciate le vocali si definisce timbro e può essere scuro (o grave o basso) o chiaro (o acuto); si distinguono pertanto vocali cupe (ο, υ, ω) e vocali chiare (ε, η, ι); la vocale α, che non è propriamente né cupa né chiara, si definisce media.
12
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1
X In base al grado di apertura della bocca, si hanno vocali chiuse (ι, υ), semichiuse (ε, o), semiaperte (η, ω) e aperte (α). Intensità, timbro e apertura possono essere graficamente rappresentati attraverso il cosiddetto triangolo vocalico, in cui la massima apertura è rappresentata dal vertice in α, la massima chiusura dai vertici in ι e υ. Timbro
APERTURA
Vocali chiare
η
Apertura intermedia
4.2
Intensità
ω
Vocali forti
α
Apertura massima
Apertura minima
Vocali cupe
ε ι
o υ
Vocali deboli
I dittonghi Due vocali consecutive che vengono pronunciate con un’unica emissione di fiato e formano quindi una sola sillaba costituiscono un dittongo (δίφθογγος συλλαβή “sillaba dal doppio suono”). In greco i dittonghi sono formati dalla successione di una vocale forte (α, ε, η, ο, ω) e di una vocale debole (ι, υ). vocale forte + vocale debole dittongo Esiste, tuttavia, anche il dittongo υι, formato da due vocali deboli seguite da un’altra vocale (υἱός “figlio”, μυῖα “mosca”). I dittonghi in greco possono essere: • propri, se il primo elemento è breve (ᾰ, ε, ο); • impropri, se il primo elemento è lungo (ᾱ, η, ω). Sono dittonghi propri αι, ει, οι, αυ, ευ, ου, che si pronunciano come i corrispondenti italiani, con l’eccezione di ου, pronunciato /u/. Ἀθῆναι pr. /Athènai/ “Atene” παύω pr. /páuo/ “io faccio smettere” λείπω pr. /lèipo/ “io lascio” λευκός pr. /leukós/ “bianco” οἰκία pr. /oikía/ “casa” οὐρανός pr. /uranós/ “cielo” Sono dittonghi impropri ᾳ, ῃ, ῳ e, rarissimi o del tutto assenti in attico, ᾱυ, ηυ, ωυ. Nei dittonghi impropri formati da vocale forte + iota, quest’ultimo non viene pronunciato (ᾳ, ῃ, ῳ si pronunciano /a/, /e/, /o/), per cui, fin dall’età bizantina, è invalsa la prassi di sottoscriverlo al primo elemento del dittongo (iota sottoscritto). ᾄδειν pr. /ádein/ “cantare” θνῄσκειν pr. /thnèskein/ “morire” ᾠδή pr. /odè/ “canto” Se il primo elemento del dittongo è una lettera maiuscola, lo iota non si sottoscrive, ma si scrive accanto a essa, senza comunque pronunciarlo (iota ascritto). In questo caso, la posizione di spirito e accento permette di distinguere il dittongo improprio, in cui lo iota è muto (Ἅιδης pr. /hádes/ “Ade”), dal dittongo proprio, in cui lo iota viene pronunciato (Αἴγυπτος pr. /áigüptos/ “Egitto”). 13
Parte
1
Fonetica e morfologia
Per quanto riguarda la quantità, i dittonghi sono sempre lunghi; fanno però eccezione i dittonghi αι e οι, che di solito in fine di parola sono brevi (ἄνθρωποι ˘).
4.3
Le semivocali Se si pronunciano le parole italiane ieri, incudine, uovo e utensile, si noterà che le iniziali di ieri e uovo hanno minor sonorità rispetto a quelle di incudine e utensile. Questo dipende dal fatto che i grafemi /i/ e /u/ corrispondono nel primo caso a due semivocali (in gr. τὰ ἡμίφωνα “fonemi di sonorità intermedia”), nel secondo invece a due vocali vere e proprie. Lo stesso valore dei suoni /i/ e /u/ di ieri e uovo avevano in una fase arcaica della storia del greco le semivocali jod (j) e digamma (ϝ). Nel greco storico questi suoni sono scomparsi: • talvolta vocalizzandosi in ι e υ (*πόλjς πόλις, “città”; *πέλεκϝς πέλεκυς, “scure”); • talvolta determinando una modificazione delle consonanti vicine (*πραγjω πράσσω “io faccio”) o lasciando (ma non necessariamente) qualche altra traccia della loro antica presenza, per esempio in una aspirazione iniziale (*ϝεσπέρα ἑσπέρα “sera”).
4.4
Le consonanti Le consonanti (τὰ σύμφωνα, “suoni che risuonano con altri”) sono suoni che possono formare una sillaba solo in unione a una vocale. In greco si hanno 14 consonanti semplici (β, γ, δ, θ, κ, λ, μ, ν, π, ρ, σ, τ, φ, χ) e 3 doppie (ζ, ξ, ψ), derivanti dalla fusione di due consonanti semplici (ζ σ + δ, γ + j, δ + j; ξ γ + σ, κ + σ, χ + σ; ψ β + σ, π + σ, φ + σ). Le consonanti semplici, in base al modo di articolazione, si dividono in 2 gruppi: • occlusive (o esplosive o mute o momentanee) β, γ, δ, θ, κ, π, τ, φ, χ; • continue (o spiranti o fricative) λ, μ, ν, ρ, σ. Le consonanti occlusive hanno un suono “esplosivo”, derivante da una momentanea interruzione del flusso d’aria proveniente dai polmoni; le consonanti continue, invece, possono avere una durata prolungata, dal momento che il flusso d’aria non viene “bloccato”, ma fatto scorrere nel cavo orale in modo continuo. • • •
In base al punto di articolazione, le consonanti occlusive si dividono in: gutturali (o velari) γ, κ, χ ; dentali δ, τ, θ; labiali β, π, φ.
In base all’intensità del suono si hanno invece occlusive: • sorde (o tenui) κ, τ, π; • sonore (o medie) γ, δ, β; • aspirate χ, θ, φ. • • •
Le consonanti continue si dividono in: liquide λ, ρ; nasali (davanti a gutturale) μ, ν; sibilanti σ. Occlusive
14
Labiali
Gutturali
Dentali
Sorde
π
κ
τ
Sonore
β
γ
δ
Aspirate
φ
χ
θ
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Continue
Nasali Liquide Sibilanti
4.5
Labiali
Gutturali
Dentali
μ — —
γ (+ γ, κ, χ, ξ) — —
ν λ, ρ σ
1
Le sonanti vocali Le nasali (μ, ν) e le liquide (λ, ρ) potevano avere nell’indoeuropeo valore di consonante o di vocale, tanto da poter costituire il nucleo di una sillaba. In questo caso, si definiscono sonanti vocali e si indicano con un cerchietto o un puntino sottoscritto: ṃ, ṇ, ḷ, ṛ. Nel passaggio dall’indoeuropeo al greco le sonanti non conservarono il proprio valore di vocali, ma da esse si formò una vocale α che a volte affiancò, altre volte sostituì la sonante originaria. Tale fenomeno si indica come “vocalizzazione della sonante” ed è di grande rilevanza per lo studio della storia della lingua. Sonante Esito indoeuropea in greco
ṃ ṇ
α (αμ) α (αν)
ḷ
αλ, λα
ṛ
αρ, ρα
Esempi
*decṃ gr. δέκα, lat. decem “dieci” *tṇtos gr. τατός, lat. tentus “teso” *mḷdu- gr. βλαδύς (μλα- βλα-), lat. mollis ( *moldwis) “molle” *kṛd- gr. καρδία, lat. cor, cordis “cuore”
5 Le sillabe La sillaba (ἡ συλλαβή) è l’unità fonetica minima, pronunciata con un’unica emissione di fiato. È costituita da una vocale o un dittongo che costituiscono il nucleo sillabico e possono essere accompagnati o meno da consonanti. Se una sillaba termina con una vocale è aperta, se invece termina con una consonante è chiusa; nella parola φύσις, per esempio, la prima sillaba (φυ-) è aperta, la seconda (-σις) chiusa.
5.1
La divisione delle sillabe La divisione delle sillabe in greco segue regole affini all’italiano e al latino: • una consonante tra due vocali si unisce alla vocale che segue (ὁ-δός); • quando ci sono due consonanti uguali, la prima si unisce alla vocale che precede, la seconda a quella che segue (ἵπ-πος, βάλ-λω, Ὀ-δυσ-σεύς); • un gruppo di due o tre consonanti (o una consonante doppia) che può essere usato a inizio di parola, quando è tra due vocali, si unisce alla seconda (ἔ-δρα-μον, ἔ-σχηκα, γί-γνο-μαι); • se un gruppo di consonanti non può essere usato a inizio di parola, le due consonanti appartengono a sillabe distinte (ἀ-δελ-φός); • le parole composte sono divise secondo le loro componenti (ἔξ-ο-δος, φιλ-άρ-γυ-ρος). ATTENZIONE In genere non possono essere iniziali di parola i seguenti gruppi: • una sorda (π, κ, τ) seguita dall’aspirata corrispondente (φ, χ , θ); • le doppie consonanti (ββ, γγ, δδ ecc.); • una liquida o una nasale seguita da un’altra consonante (fatta eccezione per il gruppo μν).
15
Parte
1
Fonetica e morfologia
5.2
La quantità delle sillabe Le sillabe chiuse sono sempre lunghe, quelle aperte possono essere brevi o lunghe, a seconda del loro nucleo: se è una vocale breve, allora la sillaba è breve, se è una vocale lunga o dittongo, allora la sillaba è lunga. Convenzionalmente si dice che una sillaba è: • breve per natura, se contiene una vocale breve seguita da una vocale o da una sola consonante (νέ-ος, λέ-γο-μεν); • lunga per natura, se contiene una vocale lunga o un dittongo (ἥ-κω, κλαί-ω); • lunga per posizione, se contiene una vocale breve seguita da due o più consonanti (κόπ-τω, ἐχ-θρός); • ancipite, se contiene una vocale breve seguita da una consonante muta più liquida o nasale (ἀ-γρός, ἔ-βλε-πον). È d’altra parte evidente che tale distinzione risulta superflua, laddove si tenga conto della distinzione tra sillabe chiuse e sillabe aperte.
6 Le leggi dell’accento 6.1
Proprietà e sedi degli accenti: la legge del trisillabismo e la legge dell’ultima X Le leggi fondamentali che regolano la posizione dell’accento nelle parole grechew sono la legge del trisillabismo e la legge dell’ultima, in base alle quali: 1. l’accento non può risalire oltre la terzultima sillaba, se acuto, oltre la penultima, se circonflesso; 2. la posizione dell’accento è regolata dalla quantità dell’ultima sillaba e in particolare: • se l’ultima sillaba è breve, l’accento può occupare la posizione più ritirata possibile (la terzultima sillaba per l’acuto, la penultima per il circonflesso); • se l’ultima sillaba è lunga, l’accento acuto non può recedere oltre la penultima, quello circonflesso oltre l’ultima. Tipo di accento
Accento acuto (´)
Si trova su
sillabe lunghe e brevi
Accento circonflesso ( ˜ ) sillabe lunghe
Posizione
Può essere posto sull’ultima, sulla penultima o sulla terzultima sillaba di una parola, purché l’ultima sillaba sia breve; altrimenti, se questa è lunga, può occupare solo la penultima o l’ultima sillaba. Può essere posto sull’ultima o sulla penultima sillaba, purché l’ultima sillaba sia breve; altrimenti, se questa è lunga, può occupare solo l’ultima sillaba.
X L’accento grave ( ` ) sostituisce l’accento acuto nelle parole accentate sull’ultima sillaba, purché questa non sia seguita da un segno di interpunzione o da una parola atona. 16
X In base alla posizione e alla tipologia di accento che presentano, le parole gre-
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che si dividono in: • ossìtone, se hanno un accento acuto (o grave) sull’ultima sillaba (ἀγορά “piazza”); • parossìtone, se hanno un accento acuto sulla penultima sillaba (λόγος “parola”); • proparossìtone, se hanno un accento acuto sulla terzultima sillaba (ἄνθρωπος “uomo”); • perispòmene, se hanno un accento circonflesso sull’ultima sillaba (ἀκριβῶς “attentamente”); • properispòmene, se hanno un accento circonflesso sulla penultima sillaba (βῆμα “tribuna”). Tutte le parole che non sono accentate sull’ultima sillaba, cioè le parossitone, le proparossitone e le properispomene, sono dette baritone. Accento acuto
Quantità della sillaba finale
ossitona
ἀγαθός “buono” τιμή “onore”
Breve Lunga
6.2
parossitona
γένος “stirpe” κόρη “ragazza”
Accento circonflesso
proparossitona
perispomena
properispomena
σῶμα “corpo”
θάλασσα “mare”
—
—
σαφῶς — “saggiamente”
La legge del trocheo finale La cosiddetta legge del trocheo finale (o anche legge σωτῆρα) riguarda esclusivamente l’uso dell’accento circonflesso. In base ad essa, quando una parola termina con un trocheo (sequenza prosodica costituita da una sillaba lunga e da una sillaba breve: – ͝ ) e l’accento cade sulla penultima sillaba, esso è obbligatoriamente circonflesso. Per la legge del trocheo finale, parole ossitone come σωτήρ, “salvatore”, possono diventare properispomene nel corso della declinazione (genitivo σωτῆρος, dativo σωτῆρι, accusativo σωτῆρα ecc.)
7 Proclitiche ed enclitiche In greco esistono parole monosillabiche e bisillabiche che non hanno un accento proprio (atone), ma si appoggiano a quelle che seguono (proclitiche, da προκλίνω, “piegarsi in avanti”) o a quelle che precedono (enclitiche, da ἐγκλίνω, “piegarsi”), formando con esse un’unità fonetica (come l’italiano dimmi, formato dall’imperativo del verbo dire e dal pronome enclitico mi). X • • • •
Sono proclitiche: le forme dell’articolo comincianti per vocale (ὁ, ἡ, οἱ, αἱ); le preposizioni ἐν “in”, ἐκ/ ἐξ “da”, εἰς/ ἐς “verso”; le congiunzioni εἰ “se” e ὡς “come”; la negazione οὐ/ οὐκ/ οὐχ “non”.
OSSERVAZIONI z Le proclitiche presentano un loro accento quando sono seguite da un’enclitica (οἵ γε δοῦλοι “i servi certamente”) e quando sono in fine di periodo (πῶς δ᾽ οὔ “come no?”).
z Più proclitiche successive sono trattate come isolate (ὡς εἰ κυβερνήτης σοφός “come un esperto timoniere”).
17
Parte
1
Fonetica e morfologia
X Sono enclitiche: • alcune forme verbali (il presente indicativo di εἰμί “essere” e di φημί “dire”, eccettuata la 2a persona singolare) e pronominali (alcune voci dei pronomi personali e l’indefinito τις, τι), su cui avremo modo di tornare nello studio della morfologia; • le particelle γε “certo”, νυν “dunque”, περ “appunto”, τε “e”, τοι “veramente”; • gli avverbi indefiniti που “in qualche luogo”, ποι “verso qualche luogo”, ποθεν “da qualche luogo”, ποτε “un tempo”, πῃ e πως “in qualche modo”, πω “ancora”. L’enclitica forma con la parola a cui si appoggia un gruppo di enclisi, accentato secondo le norme riassunte nella seguente tabella. L’enclitica si presenta
Dopo una parola
se monosillaba
ossitona
parossitona
proparossitona o properispomena
Esempi
senza accento
σοφός τις “un saggio” καλόν ἐστι “è bello”
senza accento
senza accento
γραῦς τις “una vecchia” γραῦς ποτε “una vecchia una volta”
senza accento
νόμος τις con accento di “una legge” enclisi sull’ultima ἀδικία ἐστί sillaba “è un’ingiustizia”
senza accento
perispomena
se bisillaba
senza accento
senza accento
ἄνθρωπός τις “un uomo” δῶρόν ἐστι “è un dono”
Osservazioni
L’ossitona ha l’accento acuto e non grave
La parola tonica assume un accento di enclisi sull’ultima sillaba
Le enclitiche prendono l’accento nei seguenti casi: • quando sono all’inizio della frase (ποτὲ ἐβασίλευε “una volta regnava”); • quando sono precedute da parola che, per effetto di un’elisione, ha perduto la vocale accentata (ἀλλ᾽ εἰμί < ἀλλά εἰμι “ma io sono”); • quando sono seguite da un’altra enclitica; in una sequenza di tre o più enclitiche, l’ultima rimane senza accento, le altre assumono invece un accento acuto sull’ultima sillaba (ποτέ νυν “un tempo dunque”, φημί τέ τοι “e dico in verità”). OSSERVAZIONI z Alcune enclitiche nell’uso sono scritte in una parola sola con la parola che precede; in questo caso la parola è accentata come se l’enclitica fosse separata: troviamo così ὥσπερ, ὥστε, οὔτε, che costituiscono solo apparenti eccezioni alla legge del trocheo finale. z Le enclitiche bisillabiche, quando sono da sole (per esempio sul dizionario), si scrivono
18
convenzionalmente con l’accento sull’ultima sillaba. Questo serve anche a distinguerle da forme omografe ma toniche, cioè dotate di un proprio accento, e dal diverso significato: ad es. ποτέ (enclitica) “qualche volta” (avverbio indefinito), πότε (tonica) “quando” (avverbio interrogativo).
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8 Elisione, aferesi e crasi 8.1
L’elisione Una vocale breve in fine di parola può cadere davanti alla vocale iniziale, lunga o breve, della parola seguente. Si ha allora il fenomeno dell’elisione (ἔκθλιψις “eliminazione”), il cui segno è l’apostrofo. ἀντὶ ἐκείνης ἀντ᾽ ἐκείνης “al posto di quella” ἀλλὰ ἐγώ ἀλλ᾽ ἐγώ “ma io” OSSERVAZIONI z Le consonanti occlusive sorde π, κ, τ, quando per effetto dell’elisione vengono a contatto con vocale o dittongo iniziali di parola con spirito aspro, si trasformano nelle aspirate corrispondenti in virtù della legge dell’assimilazione (π φ; κ χ ; τ θ). κατὰ ἡμέραν καθ᾽ ἡμέραν “durante il giorno” z L’elisione si verifica spesso nelle parole composte, ma essendo interna non viene segnalata dall’apostrofo. παρά + ὁδός πάροδος “ingresso” z Non sono suscettibili di elisione: α e ο finali di monosillabi;
8.2
ι finale di ἄχρι e μέχρι “fino a”; περί “intorno a”; ὅτι, “che” (cong. dichiarativa); τί “che
cosa?” (pron. interr.); la ι della terminazione -σι del dativo plurale della terza declinazione; la υ finale. z Se la parola elisa è accentata sull’ultima sillaba, l’accento si ritrae sulla sillaba precedente, a meno che non si tratti di una preposizione o una congiunzione. καλὰ ἔπραττον κάλ᾽ ἔπραττον “facevano belle cose” κατὰ ἀρχήν κατ᾽ἀρχήν “all’inizio”
L’aferesi L’afèresi (ἀφαίρεσις “asportazione”), detta anche “elisione inversa”, è il fenomeno in base al quale una vocale breve (ᾰ, ε) a inizio di parola cade quando la precedente finisce per vocale lunga o dittongo. ποῦ ἐστι; ποῦ ᾽στι; “dov’è?” μὴ ἐγώ μὴ ᾽γώ “che io non” OSSERVAZIONI z Per quanto riguarda l’accento nell’aferesi nota che, se la vocale caduta era accentata, l’accento si sposta sulla vocale seguente. ἄλγη ἔπαθε ἄλγη ᾽πάθε “soffrì dolori” z Questo fenomeno, tuttavia, non si verifica
8.3
se la parola che precede è accentata sull’ultima sillaba (in tal caso l’accento da grave diventa acuto). ὅτε δὴ ἔγνων ὅτε δή ᾽γνων “quando poi seppi”
La crasi La crasi (κρᾶσις “mescolanza”), segnalata dalla coronide, è il fenomeno per cui la vocale (o il dittongo) finale di una parola si contrae con la vocale (o il dittongo) iniziale della parola successiva, con il risultato che le due parole diventano una sola. τὰ ἀγαθά τἀγαθά “i beni” τὸ ὄνομα τοὔνομα “il nome” ἐγὼ οἶδα ἐγι ὦδα “io so” OSSERVAZIONI z La crasi ha luogo specialmente con l’articolo, la preposizione πρό, la congiunzione καί e l’interiezione ὦ. z Anche nella crasi le occlusive sorde, quando vengono a contatto con vocale o dittongo ini-
ziali di parola con spirito aspro, si trasformano nelle aspirate corrispondenti in virtù della legge dell’assimilazione (π φ; κ χ; τ θ). καὶ οἱ χοἱ “e quelli”
Per una trattazione più dettagliata del fenomeno vai alle pp. 306-307. 19
PARTE 1
CAPITOLO 2
Fonetica e morfologia
Una lingua flessiva DDI
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali la formazione delle parole, l’articolo, il presente indicativo di ειμι e l’imperativo presente
1 Introduzione alla flessione nominale Ti presentiamo qui di seguito il testo originale di una favola di Esopo (VI sec. a.C.) con la traduzione italiana a fronte.
Ζεὺς καὶ πίθος ἀγαθῶν Ζεὺς ἐν πίθῳ τὰ ἀγαθὰ πάντα συγκλείσας ἀφῆκε παρὰ ἀνθρώπῳ τινί. Ὁ δὲ λίχνος ἄνθρωπος εἰδέναι θέλων τί ἐστιν ἐν αὐτῷ, τὸ πῶμα ἐκίνησε· πάντα δὲ ἐπετάσθησαν πρὸς τοὺς θεούς. Ὅτι τοῖς ἀνθρώποις ἐλπὶς μόνη σύνεστι τῶν πεφευγότων ἀγαθῶν ἐγγυωμένη δώσειν.
Zeus e il vaso dei beni Zeus racchiuse in un vaso tutti i beni e lo affidò a un uomo. Ma l’uomo curioso volle sapere che cosa c’era dentro: smosse il coperchio, e quelli se ne volarono su dagli dèi. Agli uomini è rimasta solo la speranza, che promette loro i beni sfuggiti.
Osservando il brano, noterai che la parola ἄνθρωπος, “uomo”, vi ritorna ben tre volte e sempre in forma diversa: 1. ἀνθρώπῳ “a un uomo”; 2. ἄνθρωπος “l’uomo” (sogg.); 3. ἀνθρώποις “agli uomini”. Questo accade perché il greco, come il latino, è una lingua flessiva che modifica la parte terminale del nome (articolo, sostantivo, aggettivo e pronome) per segnalarne non solo il genere e il numero, ma anche il caso, ovvero la funzione logica svolta all’interno della frase. Appare, quindi, evidente la radicale differenza con l’italiano, in cui la categoria grammaticale del caso sopravvive solo in alcune forme pronominali (io soggetto, me/mi complementi) e la funzione logica del nome all’interno della frase viene espressa attraverso l’ordine delle parole o l’utilizzo di preposizioni.
1.1
Numero, genere e caso X La flessione del nome si chiama declinazione. Nella declinazione greca si distinguono: • tre generi (maschile, femminile e neutro); • tre numeri (singolare, duale e plurale); • cinque casi (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo); X Per quanto riguarda il genere dei sostantivi, notiamo che generalmente sono: • maschili i nomi di esseri maschili e inoltre i nomi dei fiumi, dei venti e dei mesi;
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Capitolo
Una lingua fleeiia
2
• femminili i nomi di esseri femminili e inoltre i nomi dei paesi, delle città, delle isole e degli alberi, come anche la maggior parte dei sostantivi indicanti un modo di essere, una condizione, uno stato d’animo o un’azione; • neutri i nomi di oggetti, di cose concrete, di frutti e i diminutivi (anche dei nomi di persona). X Riguardo al numero, il duale è d’uso raro e può essere impiegato per indicare persone o cose esistenti in natura a gruppi di due, o comunque considerate tali da chi parla o scrive: τὼ ὀφθαλμώ “gli occhi”; τὼ Ἀτρείδα “gli Atridi”. X Il caso in greco presenta cinque forme distinte per il singolare e cinque per il plurale (nominativo, genitivo, dativo, accusativo e vocativo); al duale invece si hanno solo due forme, una per i casi diretti (nominativo, accusativo e vocativo) e una per i casi obliqui (genitivo e dativo). X • • •
1.2
In greco si possono distinguere tre modelli di flessione, ovvero declinazioni: prima declinazione, propria dei temi in -α; seconda declinazione, propria dei temi in -ο; terza declinazione (o declinazione atematica), propria dei temi in consonante, vocale debole (ι, υ) e dittongo.
Uso e funzioni dei casi X Nominativo: è il caso del soggetto e di tutto quanto a esso si riferisce (attributo, apposizione e complemento predicativo del soggetto, parte nominale del predicato). X Genitivo: è il caso del complemento di specificazione e di quello partitivo, ma ha anche ereditato parte delle funzioni dell’ablativo, esistente nell’indoeuropeo, ma che in greco è sparito. Pertanto esso è altresì impiegato, anche con l’aiuto di preposizioni, a esprimere complementi quali quello di agente, allontanamento, origine, separazione e materia, che in latino vengono resi mediante l’utilizzo dell’ablativo (semplice o preceduto dalle preposizioni a/ab, e/ex, de). X Dativo: è principalmente il caso del complemento di termine, ma assolve anche a molte altre funzioni, tanto più che in esso sono confluiti il locativo e lo strumentale nonché parte dell’ablativo, casi esistenti in indoeuropeo ma spariti in greco. Così esso si trova impiegato, anche con l’aiuto di preposizioni, a esprimere per esempio i complementi di causa, modo, mezzo, unione, tempo determinato e stato in luogo, che in latino vengono espressi mediante l’utilizzo dell’ablativo (semplice o preceduto da preposizione) e dell’accusativo (retto da preposizione). X Accusativo: è il caso del complemento oggetto e di tutto quanto a esso si riferisce (attributo, apposizione e complemento predicativo dell’oggetto), ma anche di altri complementi, quali per esempio il complemento di estensione nello spazio, di tempo continuato e di moto a luogo. X Vocativo: corrisponde al complemento di vocazione. Non è un caso in senso stretto, ma una forma allocutiva sintatticamente isolata, sicché non presenta una sua desinenza propria, bensì coincide con il nominativo o con il semplice tema. 21
Parte
1
Fonetica e morfologia
1.3
Gli elementi costitutivi del nome X Per meglio affrontare lo studio della flessione del nome è opportuno aver chiaro da quali elementi esso risulti costituito. Tali elementi sono: • la radice (o radicale); • il tema; • la desinenza. X La radice è un gruppo di suoni costante che sta alla base di una famiglia di parole e ne porta il significato essenziale. Dalla radice δικ-, esprimente l’idea di “giustizia”, derivano per esempio: δίκη “giustizia”, δίκαιος “giusto”, δικαστής “giudice”, ἄδικος “ingiusto”, ἀδικία “ingiustizia” ecc. X Il tema è la parte invariabile del nome nella flessione e si forma con l’aggiunta alla radice di uno o più suffissi o prefissi invariabili, che ne qualificano il senso o la categoria. Per esempio, l’aggettivo ἄδικος presenta il tema ἀδικο-, costituito da ἀ- privativo + radice δικ- + suffisso maschile tematico ο; ἀδικία, invece, ha come tema ἀδικια-, formato da ἀ- privativo + radice δικ- + suffisso di nome di qualità -ια. Tema e radice possono coincidere, qualora non vi sia alcuna aggiunta di prefissi o suffissi a quest’ultima. X La desinenza è la parte variabile del nome che si aggiunge al tema per segnalare, come si è visto sopra, genere, numero e caso. Per esempio, in ἄνθρωπος e ἄνθρωπον, rispettivamente nominativo e accusativo singolari del sostantivo che significa uomo, si individuano le desinenze -ς e -ν. Poiché le desinenze, incontrandosi e fondendosi col tema, subiscono spesso delle modificazioni e non sono sempre facilmente isolabili, si parla talora di terminazione con riferimento a tutta la parte finale della parola. Per esempio, nel genitivo plurale ἀνθρώπων -ων rappresenta la terminazione, derivante dalla fusione della desinenza -ων con la vocale finale del tema -ο.
W Aryballos a forma di civetta, 630 a.C., Parigi, Museo del Louvre.
22
Capitolo
Una lingua fleeiia
2
2 L’articolo Il greco, come l’italiano e a differenza del latino, possiede un articolo determinativo, che presenta una declinazione completa. Le desinenze sono analoghe a quelle della prima declinazione per il femminile e della seconda declinazione per il maschile e il neutro, a eccezione del nominativo singolare maschile e dei casi diretti del neutro singolare. Declinazione dell'articolo Maschile
Singolare
Duale
Plurale
Femminile
N.
ὁ
il, lo
la
τό
il, lo
G.
τοῦ
del, dello τῆς
della
τοῦ
del, dello
D.
τῷ
al, allo
τῇ
alla
τῷ
al, allo
A.
τόν
il, lo
τήν
la
τό
il, lo
N. A.
τώ
i due
τώ (τά)
le due
τώ
i due
G. D.
dei/ ai
τοῖν (ταῖν) delle/ alle due αἱ le
τοῖν due
dei/ ai
N.
τοῖν due οἱ
τά
gli
G.
τῶν
dei, degli τῶν
delle
τῶν
dei, degli
D.
τοῖς
ai, agli
ταῖς
alle
τοῖς
ai, agli
A.
τούς
i, gli
τάς
le
τά
i, gli
gli
ἡ
Neutro
OSSERVAZIONI z Non esiste forma dell’articolo per il caso vocativo: al suo posto viene impiegata l’interiezione ὦ “o” (non “oh”!): ὦ Σώκρατες “o Socrate!”. z Le forme τά, ταῖν del duale femminile sono usate raramente; al loro posto vengono regolarmente impiegate le parallele forme maschili τώ, τοῖν. z Originariamente, come testimonia anche l’uso che ne fa Omero, l’articolo aveva funzione di pronome dimostrativo (“quello”). Tale funzione si ritrova anche nel greco classico in espressioni del tipo: X ὁ δέ “e quello”, “ma quello”; ἡ δέ “e quella”, “ma quella”; τὸ δέ “e quella cosa”, “ma quella cosa” ecc.;
X
ὁ μέν … ὁ δέ, “questo … quello”, “l’uno … l’altro”; οἱ μέν … οἱ δέ “questi … quelli”, “gli uni
X
Ἀλέξανδρος ὁ Φιλίππου “Alessandro quello di Filippo” (cioè “il figlio di Filippo”); τὸ Σωκράτους “il detto di Socrate”, “l’esempio
X
ὁ ἐν τῇ πόλει “quello in città”; οἱ σὺν Ἀλεξάνδρῳ “quelli con Alessandro”.
… gli altri”;
di Socrate” (lett. “quella cosa di Socrate”);
z In greco, contrariamente all’uso dell’italiano, l’articolo viene di solito preposto ai nomi propri di persona, divinità e città; in questi casi esso non va reso nella traduzione italiana: ὁ Περικλῆς “Pericle”; ὁ Ἥφαιστος “Efesto”; αἱ Ἀθῆναι “Atene”.
23
Parte
1
Fonetica e morfologia
3 Introduzione alla flessione verbale Anche in greco, come in tutte le lingue indoeuropee, il verbo (ῥῆμα) presenta una flessione, detta coniugazione. Nella coniugazione greca si distinguono: • tre persone (prima, seconda e terza); • tre numeri (singolare, duale e plurale); • tre diatesi (attiva, media e passiva); • sette tempi (presente, imperfetto, futuro, aoristo, perfetto, piuccheperfetto, futuro perfetto); • quattro modi finiti (indicativo, imperativo, congiuntivo e ottativo); • tre modi indefiniti o nomi verbali (infinito, participio, aggettivo verbale).
3.1
Persona, numero e diatesi X Per quanto riguarda persona e numero, in greco troviamo tre persone singolari (“io”, “tu”, “egli”/ “ella”/ “esso”) e tre persone plurali (“noi”, “voi”, “essi”). Al duale, invece, si hanno solo la seconda e la terza persona (“voi due”, “loro due”); la prima è sostituita dal plurale. Tuttavia, come abbiamo già osservato a proposito del nome, l’uso del duale è limitato e spesso anche per indicare coppie di cose o persone vengono usate la seconda e la terza persona plurali. X La diatesi esprime la “disposizione” (questo significa, appunto, il greco διάθεσις) del soggetto in relazione all’azione espressa dal predicato. Le diatesi attiva e passiva corrispondono a quelle dell’italiano e indicano rispettivamente un’azione compiuta e un’azione subita dal soggetto. Per la diatesi media il discorso è più complesso: per il momento limitiamoci a dire che essa esprime un’azione compiuta dal soggetto nell’interesse del soggetto stesso, ma sull’argomento torneremo più avanti. La diatesi media e quella passiva sono in genere espresse con un’unica forma, detta perciò medio-passiva; solo al futuro e all’aoristo si hanno tre forme distinte per le tre diatesi.
3.2
Tempi e modi X In greco il tempo verbale può essere, come in latino e in italiano, principale o storico; si distinguono quindi: • quattro tempi principali (presente, futuro, perfetto, futuro perfetto); • tre tempi storici (imperfetto, aoristo, piuccheperfetto). Ti presentiamo ora una tabella di corrispondenza tra i tempi verbali dell’indicativo greco e quelli dell’indicativo italiano il cui valore è approsIndicativo greco Indicativo italiano simativo e la cui funzione è presente presente strettamente pragmatica. Con imperfetto imperfetto il tempo comprenderai le rilevanti differenze che corrono futuro futuro semplice tra i sistemi verbali delle due aoristo passato remoto lingue e imparerai a rendere perfetto passato prossimo con la dovuta elasticità i vari tempi, anche in relazione al piuccheperfetto trapassato prossimo contesto in cui di volta in volta futuro perfetto futuro anteriore li troverai utilizzati.
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Capitolo
Una lingua fleeiia
2
X Per quanto riguarda i modi finiti, osserviamo che l’indicativo, il congiuntivo e l’imperativo hanno in genere lo stesso significato che in italiano e in latino. L’ottativo (dal latino optativus “desiderativo”) esprime invece il desiderio in frasi del tipo “Oh, se venisse!” o, accompagnato dalla particella modale ἄν, il condizionale presente; inoltre, viene impiegato in numerose proposizioni subordinate. X Tra i modi indefiniti, l’infinito e il participio del greco corrispondono, in linea di massima, all’infinito e al participio del latino e dell’italiano. L’aggettivo verbale, invece, presenta due forme distinte, una corrispondente al participio passato dell’italiano (λυτός “sciolto”), l’altra analoga al gerundivo latino (λυτέος “da sciogliere”).
3.3
Verbi in -ω e verbi in -μι X Il sistema verbale greco si articola in due coniugazioni, che traggono la loro denominazione dall’uscita della 1ª persona singolare del presente indicativo attivo: • la coniugazione dei verbi in -ω, più recente e comprendente la maggior parte dei verbi greci; • la coniugazione dei verbi in -μι, più antica e comprendente un numero relativamente limitato di verbi. Le due coniugazioni differiscono tra loro solo al presente e all’imperfetto sotto due punti di vista: • le desinenze personali sono in alcuni casi diverse (per esempio, -ω e -μι alla 1ª persona singolare attiva); • nella coniugazione in -ω le desinenze sono unite al tema verbale attraverso una vocale di legamento -ε/ο- detta vocale tematica (λύ-ο-μεν “noi sciogliamo”), invece nella coniugazione in -μι le desinenze sono unite direttamente al tema verbale (ἐσ-μέν “noi siamo”); per tale motivo la coniugazione dei verbi in -ω è anche detta coniugazione tematica e quella dei verbi in -μι coniugazione atematica.
3.4
Gli elementi costitutivi del verbo X In ogni forma verbale possiamo riconoscere, innanzitutto, il tema, ovvero la parte che rimane immutata in tutta la coniugazione. Ogni tempo presenta un suo specifico tema, della cui formazione ci occuperemo più avanti. Per ora incontrerai il tema del presente (TP), che puoi ottenere empiricamente togliendo: • la -ω della 1ª persona singolare dell’indicativo per la coniugazione tematica; λύω “io sciolgo” TP: λυTP: τρεπτρέπω “io volgo” TP: λαμβανλαμβάνω “io prendo” • la desinenza -μεν della 1ª persona plurale dell’indicativo per la coniugazione atematica. ἐσμέν “noi siamo” TP: ἐσTP: ἱσταἵσταμεν “noi collochiamo” X Nei soli verbi in -ω, subito dopo il tema incontriamo la vocale tematica, che può essere: • -o- davanti a nasale; λύ-ο-μεν “noi sciogliamo” • -ε- in tutti gli altri casi. λύ-ε-τε “voi sciogliete” 25
Parte
1
Fonetica e morfologia
X Dopo la vocale tematica nei verbi in -ω, direttamente dopo il tema verbale nei verbi in -μι si trovano le desinenze, che possono indicare la persona, il numero, la diatesi e, talvolta, anche il modo. In greco esistono due serie di desinenze personali: • le desinenze primarie, proprie dei tempi principali; • le desinenze secondarie, proprie dei tempi storici. Ciascuna di queste due serie si suddivide a sua volta in due gruppi: • desinenze attive; • desinenze medio-passive. Una serie a parte è rappresentata dalle desinenze dell’imperativo, anch’esse suddivise in attive e medio-passive. X L’insieme di vocale tematica e desinenza prende il nome di uscita o terminazione. Tale denominazione viene necessariamente usata nei casi in cui vocale tematica e desinenza si sono fuse tra loro, così da non poter essere distinte l’una dall’altra.
λύομεν “noi sciogliamo” λύετε “voi sciogliete” λύουσι “essi sciolgono”
TERMINAZIONE -ομεν, formata dalla vocale tematica -οe dalla desinenza -μεν TERMINAZIONE -ετε, formata dalla vocale tematica -ε- e dalla desinenza -τε TERMINAZIONE -ουσι, formata dalla vocale tematica -οe dalla desinenza -ντι fuse tra di loro
4 Indicativo presente attivo dei verbi in -ω 4.1
Le desinenze primarie attive Per coniugare un verbo greco all’indicativo presente attivo, occorre innanzitutto memorizzare le desinenze primarie attive. Per completezza, forniamo le desinenze sia dei verbi in -ω sia dei verbi in -μι. I verbi in -μι saranno trattati nel capitolo 4. Desinenze primarie attive Verbi in -μι
Verbi in -ω
Singolare 1
a
—
-μι
2
a
-ις
-ς ( -σι)
3
a
-ι
-σι ( -τι)
2
a
-τον
-τον
3
a
-τον
-τον
1a
-μεν
-μεν
2a
-τε
-τε
-σι ( -ντι)
-ασι ( -ντι)
Duale Plurale
3 26
a
Capitolo
Una lingua fleeiia
2
OSSERVAZIONI z Alla 1ª persona singolare i verbi in -ω non presentano una vera e propria desinenza, ma l’allungamento della vocale tematica -o-. z Le desinenze di 2ª e 3ª persona singolare dei verbi in -ω sono di origine incerta e discussa; invece quelle dei verbi in -μι derivano dalle desinenze secondarie -ς e -τ (cfr. lat. amas, amat) con l’aggiunta del suffisso deittico -ι. z Le desinenze di 2ª e 3ª persona duale sono identiche e solo il contesto consente di distinguere le due forme.
4.2
z La desinenza della 3ª persona plurale era originariamente -ντι (forma che sopravvive nel dialetto dorico) per i verbi di entrambe le coniugazioni. Successivamente si è trasformata: X nei verbi in -ω è divenuta prima -νσι per un fenomeno fonetico detto assibilazione [ p. 302], poi -σι per effetto della caduta della nasale seguita da sigma [ p. 307]; X nei verbi in -μι, invece, la desinenza -ντι si è invece evoluta in -ασι per effetto della vocalizzazione della sonante [ p. 15].
Formazione e coniugazione Il presente indicativo attivo dei verbi in -ω si forma aggiungendo la vocale tematica e le desinenze primarie attive al tema del presente. Ricorda che la vocale tematica è -ο- davanti a nasale (μ, ν), -ε- in tutti gli altri casi. Indicativo presente attivo Verbi in -ω a
λύ-ω
io sciolgo
a
2
λύ-ε-ις
tu sciogli
3a
λύ-ε-ι
egli scioglie
a
λύ-ε-τον
voi due sciogliete
a
λύ-ε-τον
loro due sciolgono
a
1
λύ-ο-μεν
noi sciogliamo
2a
λύ-ε-τε
voi sciogliete
λύ-ου-σι(ν)
essi sciolgono
Singolare 1
Duale
2 3
Plurale
a
3
OSSERVAZIONI z Ricorda che nel verbo l’accento è recessivo, tende cioè a ritrarsi il più possibile nel rispetto della legge del trisillabismo. z Alla 3ª persona plurale l’evoluzione della desinenza -ντι comporta una modificazione della vocale tematica; infatti, dopo l’assibilazione (-ντι -νσι) la nasale davanti a sigma cade con allungamento di compenso
[ p. 299] della vocale precedente (o oυ): λύοντι λύονσι λύουσι. z Il -ν della 3ª persona plurale è efelcistico [ p. 308] e il suo impiego appare legato a ragioni eufoniche. Si trova generalmente quando la forma verbale è seguita da un forte segno di interpunzione oppure da parola che inizia per vocale (per evitare uno iato).
27
Parte
1
Fonetica e morfologia
5 Imperativo presente attivo dei verbi in -ω Le desinenze dell’imperativo attivo
5.1
In greco, come in latino e in italiano, l’imperativo non presenta la prima persona. Come abbiamo già fatto per le desinenze dell’indicativo presente attivo, anche per l’imperativo forniamo le desinenze sia dei verbi in -ω sia dei verbi in -μι. Desinenze imperativo attivo Verbi in -ω
Singolare 2a 3a Duale Plurale
Verbi in -μι
—
-θι, -ς
-τω
-τω
a
-τον
-τον
3a
-των
-των
2a
-τε
-τε
2
a
3
-ντων, -τωσαν -ντων, -τωσαν
OSSERVAZIONI z Noterai che le desinenze sono comuni a entrambe le coniugazioni. L’unica differenza si registra alla 2ª persona singolare che nei verbi in -ω è priva di desinenza (cfr. lat. ama, mone, lege, audi). z Alla 3ª persona plurale la desinenza -τωσαν risulta di formazione più recente rispetto a -ντων ed è attestata dal V secolo a.C.
Formazione e coniugazione
5.2
Il presente imperativo attivo dei verbi in -ω si forma aggiungendo la vocale tematica -ε/ο- e le desinenze attive proprie dell’imperativo al tema del presente. Imperativo presente attivo Verbi in -ω
Singolare 2a
λῦ-ε
sciogli tu!
a
λυ-έ-τω
sciolga egli!
a
λύ-ε-τον
sciogliete voi due!
3a
λυ-έ-των
sciolgano loro due!
2a
λύ-ε-τε λυ-ό-ντων (λυ-έ-τωσαν)
sciogliete voi!
3 Duale Plurale
2
a
3
OSSERVAZIONI z Per tradurre le forme dell’imperativo che non trovano corrispondenza in italiano (3ª persona singolare, duale e plurale) si ricorre al congiuntivo esortativo.
sciolgano essi!
6 Infinito presente attivo dei verbi in -ω L’infinito presente attivo è un nome verbale che si forma aggiungendo al tema del presente dei verbi in -ω la terminazione -ειν, derivante dalla contrazione [ pp. 305-306] della desinenza -εν con la vocale tematica -ε- (-εεν -ειν). Perciò l’infinito presente attivo di λύω è λύειν “sciogliere”.
28
Capitolo
Una lingua fleeiia
2
7 Il presente indicativo, imperativo e infinito di εἰμί Il verbo εἰμί “essere”, appartiene alla coniugazione atematica. La fusione del tema verbale (ἐσ-) con le desinenze ne rende, però, parzialmente irregolare la coniugazione, che studiamo dunque a parte. Coniugazione del verbo εἰμί “essere” Indicativo
Singolare
1
a a
2
a
Duale
3 2a
Plurale
3a 1a 2a a
3
εἰ-μί εἶ ἐσ-τί(ν) ἐσ-τόν
io sono
ἐσ-τόν ἐσ-μέν ἐσ-τέ εἰ-σί(ν)
loro due sono noi siamo
tu sei egli è voi due siete
voi siete essi sono
Imperativo
— ἴσ-θι ἔσ-τω ἔσ-τον
— sii tu! sia egli! siate voi due!
ἔσ-των — ἔσ-τε ἔσ-των (ὄν-των, ἔστωσαν)
siano loro due! — siate voi! siano essi!
Infinito
εἶ-ναι
essere
OSSERVAZIONI z L’indicativo presente è sempre enclitico, tranne la 2a persona singolare. Tuttavia, quando εἰμί assume il significato di “esistere” o “essere presente”, le forme sono toniche. Si usa inoltre ἔστι(ν) anziché ἐστί(ν) nei seguenti casi: X a inizio di frase; X quando, seguito da un infinito, significa “è possibile”; X dopo οὐκ “non”, μή “non”, ὡς “come”, καί “e” e dopo le forme elise ἀλλ᾽(ά) “ma” e τοῦτ᾽(ο) “ciò”. z La 1a persona singolare dell’indicativo deriva da *ἐσμι, con caduta di σ davanti a μ e successivo allungamento di compenso [ p. 299] della vocale precedente (ε ει). z Per la 2a persona singolare dell’indicativo la forma di partenza era ἔσσι (attestata in poesia), divenuta successivamente *ἔσι, per semplificazione del gruppo -σσ-, e infine εἶ per la caduta del σ intervocalico [ p. 303]. z La 3a persona plurale dell’indicativo deriva da *σ-εντι (cfr. lat. s-unt) con la radice al grado zero e la desinenza -ντι al grado
normale [ pp. 300-301]; il sigma iniziale è poi caduto senza lasciare nessuna aspirazione per analogia al resto della flessione, dando così origine alla forma ἔντι (attestata in dorico); da ἔντι, per l’assibilazione del gruppo -τι-, è derivato *ἔνσι che, dopo la caduta della nasale davanti a sigma e l’allungamento di compenso della vocale precedente (ε ει), ha prodotto la forma εἰσί. z La 2a persona singolare dell’imperativo, ἴσθι, appare di origine incerta. Spiegazione possibile è che anche in essa sia presente la radice del verbo a grado zero (σ-) e che lo iota sia una vocale protetica (= “premessa”). z La forma ὄντων, per la 3a persona plurale dell’imperativo, deriva dal tema al grado zero (σ-) e la desinenza -ντων al grado forte (-οντων). z L’infinito presente εἶναι deriva da *ἐσναι (-ναι è la normale desinenza con cui i verbi in -μι formano l’infinito presente attivo) per caduta di σ davanti a ν e allungamento di compenso della vocale precedente (ε ει).
29
Parte
1
Fonetica e morfologia
GRAMMATICA STORICA
Il verbo “essere” in greco, latino e sanscrito Può essere interessante un confronto fra la coniugazione del presente indicativo del verbo essere in greco, latino e sanscrito: in tutti e tre i casi è riconoscibile, infatti, la comune radice indoeuropea *es-/*s(alternanza apofonica). Se si considera il fatto che il vocalismo sanscrito tende generalmente all’esito a, si possono notare fortissime analogie nella flessione del verbo nelle tre diverse lingue. Indicativo del verbo “essere” Greco
Singolare
1
a
Plurale
Sanscrito
εἰ-μί ( ἐσ-μί)
sum ( *s-o-m)
as-mi
εἶ ( ἔσ-σι)
e-s ( *es-s)
as-i
3
a
ἐσ-τί(ν)
es-t
as-ti
1
a
—
—
s-vah
2
a
ἐσ-τόν
—
s-tah
3a
ἐσ-τόν
—
s-thah
a
ἐσ-μέν
sumus ( *s-o-mus)
s-mah
a
2
ἐσ-τέ
estis
s-tha
3a
εἰ-σί ( *σ-εντι)
sunt ( *s-ont)
s-anti
2a Duale
Latino
1
p Tempio di Egina, Guerrieri del frontone ovest, inizi del V secolo a.C., Monaco, Staatliche Antikensammlungen.
30
PARTE 1
CAPITOLO 3
Fonetica e morfologia
La prima declinazione DDI
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali la I declinazione (temi in -α puro, -α impuro e con nomi maschili)
1 Caratteri generali La prima declinazione greca comprende i sostantivi femminili e maschili il cui X tema termina con la vocale -α. Corrisponde alla prima e in parte alla quinta declinazione del latino. La declinazione dei femminili e quella dei maschili coincidono, tranne che al nominativo e al genitivo singolari. Nominativo singolare
Genitivo singolare
Esempi
Femminili
-α -η
-ας -ης
χώρα, χώρας “regione” δίκη, δίκης “giustizia”
Maschili
-ας -ης
-ου -ου
νεανίας, νεανίου “giovane” κριτής, κριτοῦ “giudice”
X L’alternanza α/η, presente del resto solo nel singolare, è dovuta a un fenomeno fonetico caratteristico del dialetto attico, in base al quale α lungo diventa η, quando non è preceduto da ε, ι, ρ. A questo proposito, i grammatici parlano di: • alfa puro (cioè preceduto da ε, ι, ρ), che rimane α sia quando è lungo sia quando è breve; • alfa impuro (in tutti gli altri casi), che rimane α se breve, ma diventa η se lungo. In base a questa distinzione, possiamo dunque suddividere i sostantivi della prima declinazione in tre gruppi: 1. sostantivi in α puro (uscenti al nominativo in -ρα, -εα o -ια), che conservano l’α in tutto il singolare; nom. sing. χώρα, gen. sing. χώρας 2. sostantivi in α impuro breve (uscenti al nominativo in -α preceduto da consonante diversa da ρ), che presentano nel singolare α nei casi diretti (nominativo, accusativo e vocativo) ed η in quelli obliqui (genitivo e dativo); nom. sing. θάλασσα, gen. sing. θαλάσσης 3. sostantivi in α impuro lungo (uscenti al nominativo in -η), che presentano η in tutte le forme del singolare. nom. sing. δίκη, gen. sing. δίκης Al duale e al plurale i sostantivi di tutti e tre i gruppi conservano α in tutte le voci della declinazione.
31
Parte
1
Fonetica e morfologia
X Per quanto riguarda l’accentazione, ricorda una norma generale valida per tutti i sostantivi. L’accento tende a conservare la posizione e la natura che presenta al nominativo, almeno finché lo permettono le leggi generali che ne governano l’uso. Tuttavia, per quanto concerne in modo specifico la prima declinazione: • i sostantivi ossitoni al nominativo diventano perispomeni nei casi obliqui (nom. sing. τιμή, gen. sing. τιμῆς); • il genitivo plurale è di norma perispomeno, salvo in alcune eccezioni che segnaleremo volta per volta.
2 Sostantivi femminili 2.1
Temi in α puro Come abbiamo visto, i sostantivi con il tema in α puro mantengono inalterato il suono α in tutta la declinazione. Ecco il prospetto della flessione di un tema in α puro lungo e di uno in α puro breve. Sostantivi femminili in α puro Temi
Singolare N. G. D. A. Duale Plurale
V. N. A. V. G. D. N. G. D. A. V.
ἡμέρᾱ- “giorno”
ἡ
ἡμέρᾱ ἡμέρας ἡμέρᾳ ἡμέρᾱν ἡμέρα ἡμέρᾱ ἡμέραιν ἡμέραι ἡμερῶν ἡμέραις ἡμέρᾱς ἡμέραι
γέφυρᾰ- “ponte”
ἡ
γέφυρᾰ γεφύρας γεφύρᾳ γέφυρᾰν γέφυρα γεφύρᾱ γεφύραιν γέφυραι γεφυρῶν γεφύραις γεφύρᾱς γέφυραι
OSSERVAZIONI z L’uscita -αι del nominativo e del vocativo plurale, benché prosodicamente lunga, è considerata breve ai fini dell’accento. z Il genitivo plurale deriva dalla contrazione della vocale finale del tema con la desinenza -ων (ἡμερῶν § ἡμεράων) e perciò è sempre perispomeno [ p. 306]. z La terminazione dei casi diretti del duale
32
e dell’accusativo plurale è sempre lunga, a prescindere dalla quantità originaria della vocale finale del tema [ p. 31]. z Rientra nel gruppo dei temi in α puro anche il sostantivo στοά, -ᾶς “portico”, il cui α è puro per ragioni etimologiche. Originariamente, infatti, era preceduto da uno j, che è poi caduto: *στοjα στοά.
Capitolo
La prima declinazione
3
Temi in α impuro
2.2
I temi in α impuro, come abbiamo visto, presentano due modelli alternativi di flessione, in base alla quantità dell’α. Sostantivi femminili in α impuro Breve
δόξᾰ-
Temi
Singolare
ἡ
G. D. A. V. Duale
δόξα δόξης δόξῃ δόξᾰν
ἡ
δίκᾱ-
κεφαλᾱ“testa”
“giustizia”
τράπεζα τραπέζης τραπέζῃ τράπεζᾰν
ἡ
δίκη δίκης δίκῃ δίκην
ἡ
κεφαλή κεφαλῆς κεφαλῇ κεφαλήν
δόξα δόξᾱ
τράπεζα τραπέζᾱ
δίκη δίκᾱ
κεφαλή κεφαλά
A.
δόξαιν δόξαι δοξῶν δόξαις δόξᾱς
τραπέζαιν τράπεζαι τραπεζῶν τραπέζαις τραπέζᾱς
δίκαιν δίκαι δικῶν δίκαις δίκᾱς
κεφαλαῖν κεφαλαί κεφαλῶν κεφαλαῖς κεφαλάς
V.
δόξαι
τράπεζαι
δίκαι
κεφαλαί
N. A. V. G. D.
Plurale
τράπεζᾰ“tavola”
“gloria”
N.
Lungo
N. G. D.
OSSERVAZIONI z Anche in questo caso, come abbiamo già notato per i temi in α puro, il genitivo plurale deriva dalla contrazione della vocale finale del tema con la desinenza -ων (τραπεζῶν § τραπεζάων) e perciò è sempre perispomeno [ p. 306]. Fa eccezione il solo sostantivo ἀφύη “acciuga” (gen. pl. ἀφύων).
z Appartengono a questo gruppo anche i sostantivi κόρη “fanciulla”, κόρρη “tempia” e δέρη “cervice”, che, nonostante l’apparenza, sono in α impuro per ragioni etimologiche; in origine, infatti, l’α finale del tema non era preceduta da ρ, ma da un elemento consonantico poi caduto o assimilato: *κόρϝη, *κόρση, *δέρϝη.
3 Sostantivi maschili La declinazione dei sostantivi maschili si distingue da quella dei femminili in due casi: • il nominativo singolare è sigmatico, nel senso che si forma aggiungendo una desinenza -ς al tema; • il genitivo singolare presenta la terminazione -ου, analogica a quella del genitivo singolare della seconda declinazione. Inoltre, i maschili della prima declinazione hanno tutti il tema in α lungo, per cui presentano due soli modelli di flessione: • i sostantivi in α puro, che escono in -ας al nominativo singolare e conservano l’α in tutta la flessione del singolare; • i sostantivi in α impuro, che sono in -ης al nominativo singolare e conservano l’η in tutta la flessione del singolare, tranne che nel genitivo. 33
Parte
1
Fonetica e morfologia
Sostantivi maschili in α puro
νεανῐᾱ-
Temi
Singolare
Duale Plurale
in α impuro
Ἀτρειδᾱ“Atride”
“giovane”
N.
ὁ
νεανίᾱς
ὁ
Ἀτρείδης
πολῑτᾱ“cittadino”
ὁ
πολίτης
G.
νεανίου
Ἀτρείδου
πολίτου
D.
νεανίᾳ
Ἀτρείδῃ
πολίτῃ
A.
νεανίᾱν
Ἀτρείδην
πολίτην
V.
νεανίᾱ
Ἀτρείδη
πολίτᾱ
N. A. V.
νεανίᾱ
Ἀτρείδᾱ
πολίτᾱ
G. D.
νεανίαιν
Ἀτρείδαιν
πολίταιν
N.
νεανίαι
Ἀτρεῖδαι
πολῖται
G.
νεανιῶν
Ἀτρειδῶν
πολίτῶν
D.
νεανίαις
Ἀτρείδαις
πολίταις
A.
νεανίᾱς
Ἀτρείδᾱς
πολίτᾱς
V.
νεανίαι
Ἀτρεῖδαι
πολῖται
OSSERVAZIONI z I composti in -μέτρης, pur presentando un tema in α puro, escono in -ης e si declinano come i sostantivi con il tema in α impuro. Invece, alcuni nomi propri di persona escono in -ας al nominativo singolare pur essendo in α impuro (Ἀννίβας “Annibale”, Λεωνίδας “Leonida” ecc.). z Alcuni nomi comuni e di persona uscenti in -ας al nominativo singolare presentano al genitivo singolare la terminazione -ᾱ (genitivo dorico) accanto alla normale forma in -ου: ὁ Ἀννίβας “Annibale” gen. sing. τοῦ Ἀννίβα; ὁ Λεωνίδας “Leonida” gen. sing. τοῦ Λεωνίδα; ὁ ὀρνιθοθήρας “cacciatore di uccelli” gen. sing. τοῦ
ὀρνιθοθήρα.
z Solitamente il vocativo singolare esce in -α nei sostantivi col tema in α puro (νεανία), in -η nei sostantivi col tema in α impuro (Ἀτρείδη). Presentano, tuttavia, vocativo in -ᾰ anziché in -η: X i nomi di popolo in -ης (ὁ Σκύθης “Scita”
34
voc. ὦ Σκύθα; ὁ Πέρσης “Persiano” voc. ὦ Πέρσα); X i nomi d’agente in -της (ὁ ποιητής “poeta” voc. ὦ ποιητά; ὁ στρατιώτης “soldato” voc. ὦ στρατιῶτα); X i composti in -μέτρης, -τρίβης e -πώλης (ὁ γεωμέτρης “geometra” voc. ὦ γεωμέτρα; ὁ παιδοτρίβης “maestro di ginnastica” voc. ὦ παιδοτρῖβα; ὁ βιβλιοπώλης “libraio” voc. ὦ βιβλιοπῶλα). X Al vocativo singolare, il sostantivo δεσπότης, -ου “padrone”, oltre all’uscita in -α, presenta anche l’accento ritratto: voc. ὦ δέσποτα. z Anche nei maschili il genitivo plurale è sempre perispomeno. È però parossitono nei sostantivi: X οἱ ἐτησίαι “venti etesii” gen. plur. τῶν X X
ἐτησίων ὁ χλούνης “cinghiale” gen. plur. τῶν χλούνων ὁ χρήστης “usuraio” gen. plur. τῶν χρήστων
Capitolo
La prima declinazione
3
GRAMMATICA STORICA
La prima declinazione greca e latina a confronto Le prime declinazioni greca e latina derivano entrambe dall’indoeuropeo e perciò presentano notevoli affinità. Il confronto puntuale delle desinenze consente di ricostruire un interessante capitolo di storia della lingua. X Nominativo singolare La prima declinazione In greco e in latino il nominativo singolare dei sostantivi femminili coincide con il puro tema, senza l’aggiunta di Greco Latino alcuna desinenza. In latino, tuttavia, la vocale -a del tema θεά, -ᾶς, ἡ dea, -ae si abbrevia sempre, mentre in greco mantiene la quantità θεά deă S. N. originaria (si hanno infatti temi in -ᾰ e temi in -ᾱ). Nella declinazione dei sostantivi maschili, il latino non θεᾶς deae G. presenta alcuna differenza rispetto a quella dei sostantivi θεᾷ deae D. femminili, il greco invece aggiunge al tema la desinenza θεάν deam A. -ς, che ritroveremo nella seconda declinazione. θεά dea V. X Genitivo singolare — deā Abl. L’antica terminazione indoeuropea *-as è conservata dal — D. N. A. V. θεά greco e in parte dal latino, in espressioni come pater familias — θεαῖν G. D. “padre di famiglia”. In latino questa antica terminazione fu però soppiantata già in età arcaica da un -ai (evolutosi poi in θεαί deae P. N. -ae), costituitosi molto probabilmente per effetto dell’unioθεῶν dearum G. ne della -a del tema con la desinenza -i propria del genitivo θεαῖς deis D. singolare della seconda declinazione. θεάς deas A. X Dativo singolare θεαί deae V. La terminazione -ᾳ deriva da -ᾱι, analogo alla forma ori— deis Abl. ginaria latina da cui discende l’uscita -ae (terrai terrae). X Accusativo singolare La desinenza indoeuropea *-m si conserva perfettamente in latino, mentre in greco passa a -ν per effetto di un fenomeno fonetico caratteristico di questa lingua (in fine di parola -μ -ν). X Nominativo plurale La terminazione latina -ae deriva da un più antico -ai, del tutto corrispondente al greco -αι. X Genitivo plurale Nonostante l’apparente diversità, le due terminazioni -ων e -arum sono in realtà molto vicine. Entrambe, infatti, derivano dalla stessa terminazione indoeuropea *-āsōm. In greco, si è innanzitutto verificato il passaggio da *-ᾱσωμ ad *-ᾱσων (analogo a quello che abbiamo già incontrato all’accusativo singolare), quindi la caduta del sigma in posizione intervocalica ha prodotto la forma -ᾱων, che incontriamo correntemente nei poemi omerici; l’ultimo passaggio è dato dalla contrazione di α e ω che produce ω con l’accento circonflesso [ p. 306]: *θεάσωμ *θεάσων θεάων θεῶν. In latino, invece, il suono /s/ intervocalico è passato a /r/ (rotacismo) e successivamente la /ō/ si è oscurata, trasformandosi in /u/: *deāsōm deārōm deārum. X Dativo plurale L’uscita latina -is deriva da un originario -ais, analogo alla terminazione greca -αις: familiais familieis familiis (ei i per effetto di monottongazione). X Accusativo plurale La desinenza dell’accusativo plurale era originariamente *-ms (derivante dall’unione della desinenza *-m dell’accusativo singolare con la desinenza *-s indicante l’idea di plurale). In seguito, tanto in greco quanto in latino, la nasale è caduta davanti a sibilante, determinando l’allungamento di compenso della vocale precedente: *θεάμς θεάς; *familiams familiās. 35
PARTE 1
CAPITOLO 4
Fonetica e morfologia
Il presente indicativo, imperativo e infinito attivo dei verbi in -μι
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali i verbi in -μι
DDI
1 Classificazione dei verbi in -μι X Come già sai, accanto alla coniugazione dei verbi in -ω, il greco presenta una seconda coniugazione, quella dei verbi in -μι, meno numerosi ma di uso assai frequente (in questa categoria rientra anche εἰμί). Nel sistema del presente abbiamo visto [h p. 25] che i verbi in -μι si differenziano da quelli in -ω per due tratti: • sono atematici (le desinenze si legano al tema del presente direttamente, senza l’inserimento della vocale tematica); • presentano desinenze diverse al singolare (-μι, -ς, -σι) e alla 3a persona plurale dell’indicativo presente (-ᾱσι), nonché all’infinito (-ναι) presente di forma attiva. X Da un punto di vista morfologico, i verbi in -μι si dividono in tre classi, come mostra la seguente tabella. Classe
Prima classe
Tipologia
verbi con raddoppiamento
Seconda verbi con classe ampliamento
36
Caratteristiche
Esempi
nella formazione del • δίδωμι “dare”, TV δω-/ δοpresente e dell’imperfetto La doppia forma δω-/ δο- è dovuta al fenomeno dell’apofonia, che al tema verbale vero e ritroveremo anche negli altri verbi proprio (TV) premettono di questa classe una sillaba costituita dalla [h pp. 300-301] consonante iniziale del tema stesso seguita dalla • τίθημι “porre”, TV θη-/ θεIn τίθημι il raddoppiamento è in τ vocale -ι per la legge di Grassmann • [h p. 303] • ἵημι “inviare”, TV ἡ-/ ἑLa forma ἵημι deriva da *jι-jημι con caduta dei due j; quello iniziale lascia lo spirito aspro [h p. 303] • ἵστημι “collocare”, TV στη-/ σταLa forma ἵστημι deriva da *σι-στημι con caduta del σ iniziale che lascia lo spirito aspro [h p. 303] formano il tema del presente con il suffisso -νυ(-ννυ-, se il TV esce in sigma)
• δείκνυμι “mostrare”, TV δεικ• σκεδάννυμι “disperdere”, TV σκεδασ-
Capitolo
Il presente indicativo, imperativo e infinito attivo dei verbi in -μι
Classe
Tipologia
Terza classe
verbi radicali
Caratteristiche
4
Esempi
non modificano il tema • εἰμί “essere”, TV ἐσverbale nella formazione • εἶμι “andare”, TV εἰ-/ ἰAnche in questo caso, la doppia del presente e dell’imperforma εἰ-/ ἰ- è dovuta al fenomeno fetto dell’apofonia [h pp. 300-301] • φημί “dire”, TV φη-/ φα-
In questo capitolo ci occuperemo solo dei verbi delle prime due classi, rinviando a un secondo momento lo studio della terza classe, che comprende in tutto una decina di verbi, la maggior parte dei quali presenta solo la forma medio-passiva.
2 Indicativo, imperativo e infinito presente attivo dei verbi in -μι della prima classe Coniugazione di δίδωμι, τίθημι, ἵημι e ἵστημι
2.1
Tra i verbi in -μι appartenenti alla prima classe si segnalano innanzitutto i quattro verbi ad altissima frequenza δίδωμι, τίθημι, ἵημι e ἵστημι, di cui riportiamo la coniugazione completa al presente indicativo, imperativo e infinito di forma attiva.
Coniugazione del verbo δίδωμι “dare” Indicativo
Singolare
Duale
δίδω-μι
io do
—
—
2a
δίδω-ς
tu dai
δίδ-ου
da’ tu!
3a
δίδω-σι(ν)
egli dà
διδό-τω
dia egli!
a
δίδο-τον
voi due date
δίδο-τον
date voi due!
a
δίδο-τον
loro due danno
διδό-των
diano loro due!
1a
δίδο-μεν
noi diamo
—
—
2a
δίδο-τε διδό-ᾱσι(ν)
voi date
δίδο-τε διδό-ντων (διδό-τωσαν)
date voi!
2 3
Plurale
Imperativo
1
a
3
a
essi danno
diano essi!
Infinito
διδό-ναι
dare
37
Parte
1
Fonetica e morfologia
Coniugazione del verbo τίθημι “porre” Indicativo
Singolare
a
1 2a 3
Duale Plurale
a a
2 3a 1a 2a 3a
Imperativo
τίθη-μι τίθη-ς
io pongo tu poni
τίθη-σι(ν) τίθε-τον τίθε-τον τίθε-μεν τίθε-τε τιθέ-ᾱσι(ν)
egli pone
—
τίθ-ει
τιθέ-τω τίθε-τον voi due ponete loro due pongono τιθέ-των — noi poniamo τίθε-τε voi ponete τιθέ-ντων essi pongono (τιθέ-τωσαν)
— poni tu! ponga egli! ponete voi due! pongano loro due! — ponete voi! pongano essi!
Infinito
porre
τιθέ-ναι
Coniugazione del verbo ἵημι “inviare” Indicativo
Singolare
a
1
a
Duale Plurale
2 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἵη-μι ἵη-ς ἵη-σι(ν) ἵε-τον ἵε-τον ἵε-μεν ἵε-τε ἱ-ᾶσι(ν)
Imperativo
io invio
—
—
tu invii egli invia voi due inviate loro due inviano noi inviamo voi inviate essi inviano
ἵ-ει ἱέ-τω ἵε-τον ἱέ-των
invia tu! invii egli! inviate voi due! inviino loro due! — inviate voi! inviino essi!
—
ἵε-τε ἱέ-ντων (ἱέ-τωσαν)
Infinito
inviare
ἱέ-ναι
Coniugazione del verbo ἵστημι “collocare” Indicativo
Singolare
Duale
Plurale
a
Imperativo
1 2a 3a 2a 3a
ἵστη-μι ἵστη-ς ἵστη-σι(ν) ἵστα-τον ἵστα-τον
io colloco tu collochi egli colloca voi due collocate loro due collocano
—
—
ἵστη ἱστά-τω ἵστα-τον ἱστά-των
1a 2a 3a
ἵστα-μεν ἵστα-τε ἱστ-ᾶσι(ν)
noi collochiamo voi collocate essi collocano
—
colloca tu! collochi egli! collocate voi due! collochino loro due! — collocate voi! collochino essi!
Infinito
ἱστά-ναι 38
collocare
ἵστα-τε ἱστά-ντων (ἱστά-τωσαν)
Capitolo
Il presente indicativo, imperativo e infinito attivo dei verbi in -μι
4
OSSERVAZIONI z Il tema di questi verbi è soggetto ad apofonia quantitativa [ p. 300] e presenta il grado allungato (διδω-, τιθη-, ἵη-, ἵστη-) al singolare dell’indicativo presente, il grado normale (διδο-, τιθε-, ἵε-, ἵστα-) nel resto della coniugazione. z La 3a persona plurale dell’indicativo di ἵημι e di ἵστημι è properispomena per effetto della contrazione tra la vocale finale del tema e la desinenza -ασι: *ἱέασι ἱᾶσι, *ἵστάασι ἱστᾶσι.
2.2
z La 2a persona singolare dell’imperativo di δίδωμι, τίθημι e ἵημι deriva dalla contrazione del tema verbale con la vocale tematica ε propria dei verbi in -ω: *δίδοε δίδου, *τίθεε τίθει, *ἵεε ἵει. La forma ἵστη, invece, deriva dal puro tema con allungamento apofonico della vocale finale. z L’infinito è sempre parossitono.
Gli altri verbi in -μι della prima classe Oltre a δίδωμι, τίθημι, ἵημι, ἵστημι e ai loro numerosi composti, appartengono alla prima classe dei verbi in -μι anche: • κίχρημι (TV χρη- / χρα-) “prestare”; • ὀνίνημι (TV ὀνη- / ὀνα-) “giovare”; • πίμπλημι (TV πλη- / πλα-) “riempire”; • πίμπρημι (TV πρη- / πρα-) “bruciare”. OSSERVAZIONI z Questi quattro verbi presentano tutti il tema verbale in -α e, nel sistema del presente, si coniugano come ἵστημι. z Il raddoppiamento di κίχρημι (TV χρη-/ χρα-) presenta κ e non χ per effetto della legge di Grassmann [ p. 303]. z Il verbo ὀνίνημι deriva dal TV ὀνη-/ὀνα- e
presenta un raddoppiamento interno, dopo la vocale protetica ὀ- [ p. 308]: ὀνίνημι. z In πίμπλημι e πίμπρημι possiamo notare la presenza di un infisso nasale -μ- ( -ν-) tra il raddoppiamento e il tema verbale [ p. 36]; spesso tale infisso sparisce nei composti (ἐμπίπλημι).
3 Indicativo, imperativo e infinito presente attivo dei verbi in -μι della seconda classe termina con σ). Anche in questo caso
a
persona sinδεικνῠ-), da cui derivano le
t Moschophoros, 560-550 a.C., Atene, Museo dell’Acropoli.
39
Parte
1
Fonetica e morfologia
Coniugazione del verbo δείκνυμι “mostrare” Indicativo
Singolare
a
1 2a a
Duale Plurale
3 2a 3a 1a 2a 3a
io mostro tu mostri
δείκνῡ-μι δείκνῡ-ς δείκνῡ-σι(ν) δείκνῠ-τον δείκνῠ-τον δείκνῠ-μεν δείκνῠ-τε δεικνύ-ᾱσι(ν)
Imperativo —
δείκνῡ δεικνύ-τω egli mostra δείκνυ-τον voi due mostrate loro due mostrano δεικνύ-των — noi mostriamo δείκνυ-τε voi mostrate δεικνύ-ντων essi mostrano (δεικνύ-τωσαν)
—
mostra tu! mostri egli! mostrate voi due! mostrino loro due! — mostrate voi! mostrino essi!
Infinito
mostrare
δεικνύ-ναι
Come δείκνυμι si coniugano gli altri verbi in -μι della seconda classe. Tra i più comuni ricordiamo: • ἄγνυμι (TV ἀγ-) “spezzare”; • πήγνυμι (TV πηγ-) “conficcare”; • ζεύγνυμι (TV ζευγ-) “aggiogare”; • ῥήγνυμι (TV ῥηγ-) “rompere”; • μ(ε)ίγνυμι (TV μιγ-) “mescolare”; • ῥώννυμι (TV ῥωσ-) “rinforzare”; • ὄλλυμι (TV ὀλ-) “rovinare”; • σβέννυμι (TV σβεσ-) “spegnere”; • ὄμνυμι (TV ὀμ-) “giurare”; • στρώννυμι (TV στρωσ-) “distendere”.
GRAMMATICA STORICA
La flessione verbale atematica in sanscrito e in greco La conservazione, nella flessione dell’indicativo presente atematico, di desinenze più vicine a quelle indoeuropee originarie rispetto a quelle dei verbi in -ω emerge chiaramente dal confronto con la flessione verbale sanscrita. Indicativo presente: flessione atematica Sanscrito
Singolare 1a 2a Duale
3a 1a 2a a
Plurale
3 1a 2a 3a
40
bharami “portare” bharā-mi bhara-si
bhara-ti bhara-vas bhara-thas bhara-tas bhara-maḥ bhara-tha bhara-nti
Greco ἵστημι “collocare” ἵστη-μι ἵστη-ς
ἵστη-σι —
ἵστα-τον ἵστα-τον ἵστα-μεν ἵστα-τε ἱστ-ᾶσι
OSSERVAZIONI z Alla 2a persona singolare la desinenza -si, presente in sanscrito, si mantiene in greco nella forma ἔσσι “tu sei”, attestata in Omero e nel dialetto dorico; tutti gli altri verbi atematici hanno assunto la desinenza -ς, presumibilmente mutuandola dai tempi storici. z Alla 3a persona singolare l’originaria desinenza -ti è passata a -σι in ionico-attico per effetto di un fenomeno di assibilazione. z Per capire l’origine della desinenza della 3a persona plurale in -ασι, occorre partire dall’originaria forma *φα-ντι della 3a persona plurale di φημί (TV φη-/ φᾰ-), dove: X il gruppo ντ passa a νσ per assibilazione (*φᾰντι *φᾰνσι); X nel gruppo νσ la nasale cade davanti a σ, allungando la vocale precedente (φᾱσί); X la terminazione -ᾱσι, sentita poi come una desinenza, è stata legata al tema verbale degli altri verbi atematici, contraendosi con la vocale finale del tema in ἵημι e ἵστημι, rimanendo invariata in δίδωμι, τίθημι, δείκνυμι ecc.
PARTE 1
CAPITOLO 5
Fonetica e morfologia
La seconda declinazione e la declinazione attica
DDI
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali la II declinazione (nomi maschili, femminili e neutri) e la declinazione attica
1 La seconda declinazione La seconda declinazione greca comprende i sostantivi maschili, femminili (meno numerosi) e neutri il cui tema termina con la vocale -o. Corrisponde alla seconda declinazione del latino. La declinazione dei femminili e quella dei maschili coincidono in tutti i casi; i neutri presentano invece uscite diverse per i casi diretti del singolare e del plurale. Ai fini dell’accentazione, vale la norma generale in base alla quale l’accento tende a conservare la posizione e la natura che presenta al nominativo, almeno finché lo consentono le leggi generali che ne governano l’uso. Tuttavia, anche in questo caso, come già abbiamo osservato a proposito della prima declinazione, i sostantivi ossitoni al nominativo diventano perispomeni nei casi obliqui (nom. sing. βωμός, gen. sing. βωμοῦ).
1.1
Sostantivi maschili e femminili Sostantivi maschili e femminili
λῠκο-
Temi
“lupo”
Singolare N.
Duale Plurale
ὁ λύκος λύκου G. λύκῳ D. λύκον A. λύκε V. λύκω N. A. V. λύκοιν G. D. λύκοι N. λύκων G.
ἀνθρωπο“uomo”
ποταμο“fiume”
νησο-
ὁ ἄνθρωπος ἀνθρώπου ἀνθρώπῳ ἄνθρωπον ἄνθρωπε ἀνθρώπω ἀνθρώποιν ἄνθρωποι ἀνθρώπων
ὁ ποταμός ποταμοῦ ποταμῷ ποταμόν ποταμέ ποταμώ ποταμοῖν ποταμοί ποταμῶν
ἡ νῆσος νήσου νήσῳ νῆσον νῆσε νήσω νήσοιν νῆσοι νήσων
“isola”
D.
λύκοις
ἀνθρώποις
ποταμοῖς
νήσοις
A.
λύκους
ἀνθρώπους
ποταμούς
νήσους
V.
λύκοι
ἄνθρωποι
ποταμοί
νῆσοι
41
Parte
1
Fonetica e morfologia
OSSERVAZIONI z Il vocativo singolare in -ε, sentito come un arcaismo, ha subìto la concorrenza del nominativo, adoperato con funzione di vocativo già in Omero, dove, per esempio, troviamo ὦ φίλος accanto a ὦ φίλε “o amico!”. In attico, peraltro, manca una forma specifica di vocativo per θεός “dio”, che si presenta uguale al nominativo (come accade del resto al latino deus); θεέ è attestato solamente
nel greco postclassico, a partire dal Nuovo Testamento. I composti, invece, si comportano regolarmente: per esempio Τιμόθεος presenta al vocativo la forma Τιμόθεε. z Il sostantivo ἀδελφός “fratello” al vocativo singolare ritrae l’accento: ὦ ἄδελφε. z L’uscita -οι del nominativo e del vocativo plurale, benché prosodicamente lunga, è considerata breve ai fini dell’accento.
Sostantivi neutri
1.2
I sostantivi neutri, in greco come nelle altre lingue indoeuropee, presentano un’unica uscita per i casi diretti: -ον per il singolare e -α per il plurale. Sostantivi neutri Temi
Singolare
Duale Plurale
N.
δενδρο-
δωρο-
“albero”
“dono”
τὸ δένδρον δένδρου G. δένδρῳ D. δένδρον A. δένδρον V. δένδρω N. A. V. δένδροιν G. D. δένδρα N. δένδρων G. δένδροις D. δένδρα A. δένδρα V.
τὸ δῶρον δώρου δώρῳ δῶρον δῶρον δώρω δώροιν δῶρα δώρων δώροις δῶρα δῶρα
OSSERVAZIONI z Vi sono alcuni sostantivi che hanno genere diverso al singolare e al plurale (nomi eterogenei): X X X X
ὁ σῖτος “cibo” ὁ δεσμός “catena” τὸ στάδιον “stadio” ὁ σταθμός “tappa”
plur. τὰ σῖτα “viveri” plur. τὰ δεσμά (ma anche οἱ δεσμοί) plur. οἱ στάδιοι (ma anche τὰ στάδια) plur. τὰ σταθμά (ma anche οἱ σταθμοί)
2 La declinazione attica La cosiddetta declinazione attica presenta notevoli affinità con la seconda declinazione, di cui può essere considerata un caso particolare. È propria di circa venti sostantivi maschili e femminili con il tema in -ω. L’incontro delle desinenze proprie della seconda declinazione con la vocale lunga del tema dà luogo a particolari terminazioni. 42
Capitolo
La seconda declinazione e la declinazione attica
OSSERVAZIONI
Declinazione attica “tempio”
Singolare N.
ὁ
G.
νεώς νεώ νεῴ νεών (νεώ) νεώς νεώ νεῴν νεῴ νεών
D.
νεῴς
A.
νεώς
V.
νεῴ
G. D. A. V. Duale
N. A. V. G. D.
Plurale
z La “declinazione attica” deriva il suo nome dal fatto che, pur comparendo anche nei poemi omerici, è testimoniata soprattutto nel dialetto attico dell’età classica (V-IV sec. a.C.). z La ω del tema può essere originaria (λαγώς “lepre”; κάλως “gòmena”) o derivare da metatesi quantitativa in sostantivi originariamente uscenti in -ηο (νηός νεώς). z Ai fini dell’accentazione possiamo notare che: l’accento rimane in tutti i casi sulla sillaba su cui si trova al nominativo (sostantivi come Μενέλεως “Menelao” sono parossitoni, dal momento che il gruppo εω costituisce un’unica sillaba per sinizesi; gli ossitoni conservano l’accento acuto anche nei casi obliqui.
νεω-
Temi
N.
5
GRAMMATICA STORICA
La seconda declinazione greca e latina a confronto Procediamo al confronto delle terminazioni della seconda declinazione in greco e in latino. Seconda declinazione
Singolare N.
Duale Plurale
Greco
Latino
λύκος, -ου, ὁ “lupo”
lupus, -i “lupo”
G.
λύκος λύκου
lupŭs lupī
D.
λύκῳ
lupō
A.
λύκον
lupŭm
V.
λύκε
lupĕ
Abl.
—
N. A. V.
λύκω
lupō —
G. D.
λύκοιν
—
N.
λύκοι
lupī
G.
λύκων
lupōrum
D.
λύκοις
lupīs
A.
λύκους
lupōs
V.
λύκοι
lupī
Abl.
—
lupīs 43
Parte
1
Fonetica e morfologia
Nominativo singolare Anche in latino come in greco i sostantivi della seconda declinazione uscivano anticamente in -os (uscita conservatasi sino all’età ciceroniana); in seguito la ŏ del tema in sillaba finale si è oscurata in ŭ (lupŏs lupŭs). Genitivo singolare In questo caso non esiste un parallelismo stretto tra greco e latino. La terminazione -i del latino pare essere, infatti, un’isoglossa italo-celtica. La terminazione greca -ου deriva invece da un antico *-οσjο (cfr. sanscrito -asya) evolutosi secondo questi passaggi intermedi: *-οσjο *-οjο -οο (con caduta di j intervocalico; in Omero, tuttavia è attestata anche la forma -οιο con vocalizzazione di j) -ου. Dativo singolare La terminazione del dativo singolare dei temi in -o sia in greco che in latino era originariamente -ōi. In seguito, a causa del fenomeno per cui nei dittonghi impropri il secondo elemento tende a sparire, in greco -ωι è passato a -ῳ, mentre in latino -ōi ha dato -ō. Accusativo singolare Come segnalato a proposito della prima declinazione [ p. 35], la desinenza indoeuropea dell’accusativo singolare era *-m. Appare pertanto evidente come vi sia piena corrispondenza tra l’accusativo singolare dei temi in -o greci e latini, se non per il fatto che in latino c’è stato il consueto oscuramento della ŏ in sillaba finale, come abbiamo già visto accadere al nominativo singolare, e in greco μ finale di parola dà come esito ν. Vocativo singolare Il vocativo singolare presenta tanto in greco quanto in latino il tema puro con la vocale conclusiva soggetta ad alternanza apofonica ο/ε [ p. 300]. Nominativo plurale La terminazione -i del latino deriva da un antico -ŏi (identico all’-οι del greco), divenuto in seguito -ei e poi -ī (monottongazione). Genitivo plurale Anche in latino l’uscita del genitivo plurale era anticamente -ōm (corrispondente all’-ων del greco), conservata da non pochi sostantivi che, soprattutto nella lingua poetica, presentano un genitivo plurale in -um (per es. Verg. Aen. 2.14 ductores Danaum; 248 delubra deum). L’uscita -ōrum, affermatasi in un secondo tempo, è dovuta ad analogia con i temi in -a (rosārum ≈ lupōrum). Dativo plurale L’uscita latina -is deriva da un originario -ois (lupois lupeis lupis) del tutto analogo alla terminazione greca -οις. Accusativo plurale La desinenza indoeuropea originaria era *-ms. Successivamente in entrambe le lingue la nasale m è caduta davanti a s determinando l’allungamento di compenso della vocale precedente: *λύκονς λύκους; *lupŏns lupōs (la o di lupos non ha subìto oscuramento perché lunga).
44
PARTE 1
CAPITOLO 6
Fonetica e morfologia
Il presente indicativo, imperativo e infinito medio-passivo dei verbi in -ω e in -μι
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali il presente indicativo dei verbi in -ω (attivo e medio-passivo)
DDI
1 Diatesi media e diatesi passiva X Come già sai, molti verbi greci presentano, oltre alla diatesi attiva, anche una diatesi media e una diatesi passiva, che nel sistema del presente sono espresse con un’unica forma, detta “medio-passiva”, caratterizzata da desinenze specifiche diverse da quelle della diatesi attiva. X La diatesi media è impiegata per caricare l’azione compiuta dal soggetto di alcune sfumature particolari, che non sempre possono essere rese in italiano. In particolare, possiamo distinguere: • il medio d’interesse, con il quale si indica che il soggetto compie l’azione nel proprio interesse o a proprio vantaggio
Ὁ δοῦλος τὸν ἵππον λύει. Ὁ στρατιώτης τὸν ἵππον λύεται.
Lo schiavo scioglie il cavallo. Il soldato si scioglie il cavallo.
Nel primo esempio lo schiavo scioglie il cavallo per qualcun altro (per il suo padrone, per un ospite ecc.), nel secondo invece il soldato scioglie il cavallo per sé. • il medio dinamico o intensivo (affine al precedente), con cui si esprime l’idea che il soggetto compie l’azione con le proprie forze o con particolare partecipazione
Ὁ στρατιώτης τὰ ὅπλα φέρεται.
Il soldato si porta le armi.
In questo caso il medio sottolinea il fatto che il soggetto compie l’azione direttamente e non avvalendosi dell’aiuto di un altro (il suo scudiero, per esempio). • il medio riflessivo (meno frequente), che conferisce al verbo valore riflessivo
Ἡ κόρη ἐν τῷ ποταμῷ λούεται.
La ragazza si lava nel fiume.
Qui il medio ha valore riflessivo, ma di solito in espressioni di questo genere in greco viene usato il pronome riflessivo.
45
Parte
1
Fonetica e morfologia
OSSERVAZIONI z Tra la diatesi attiva e quella media il verbo può presentare un sensibile slittamento semantico. πείθω “persuado” πείθομαι “mi persuado, sono persuaso obbedisco” ἵημι “invio” ἵεμαι “mi invio vado, mi affretto” ἵστημι “colloco” ἵσταμαι “mi colloco sto” Per converso vi sono casi in cui la forma media non presenta sostanziali differenze di si-
gnificato rispetto a quella attiva. ἀκούομαι = ascolto Dato che tutto questo (e altro ancora!) risulta dal vocabolario, te ne consigliamo un’attenta lettura quando devi tradurre un verbo di forma medio-passiva. z Alcuni verbi, detti “deponenti”, presentano solo la diatesi media. γίγνομαι “nascere”, “accadere”, “diventare” ἔρχομαι “recarsi”, “andare” μάχομαι “combattere”
ἀκούω = ascolto
X La diatesi passiva del greco è analoga in tutto e per tutto a quella del latino e dell’italiano; serve infatti per esprimere l’azione che il soggetto subisce.
Ὁ Σωκράτης καταδικάζεται.
Socrate è condannato.
Dal momento che, nel sistema del presente, la diatesi media e quella passiva sono espresse con un’unica forma, nella scelta della traduzione da adottare ti guiderà l’analisi del contesto in cui di volta in volta si trova il verbo: in particolare, la presenza di un eventuale complemento d’agente (ὑπό o πρός + genitivo) o di causa efficiente (dativo semplice) indicherà che la voce ha valore passivo.
2 Indicativo, imperativo e infinito presente medio-passivo Nella formazione del medio-passivo i verbi in -ω e quelli in -μι adottano le stesse desinenze. Le due coniugazioni rimangono, tuttavia, strutturalmente distinte, dal momento che, come sappiamo, quella dei verbi in -ω è tematica (λύ-ο-μαι), mentre quella dei verbi in -μι è atematica (τίθε-μαι). Desinenze medio-passive Indicativo
Singolare
Duale Plurale
a
Imperativo
1 2a
-μαι
—
-σαι
-σο
3a 2a
-ται
-σθω
-σθον
-σθον
3a
-σθον
-σθων
1a
-μεθα
—
2a
-σθε
-σθε
3a
-νται
-σθων (-σθωσαν)
Infinito -σθαι OSSERVAZIONI z Per la 1a persona plurale si può incontrare, specialmente in poesia, la desinenza -μεσθα.
46
Capitolo
Il presente indicativo, imperativo e infinito medio-passivo dei verbi in -ω e in -μι
6
Verbi in -ω
2.1
Presente medio-passivo
λύομαι “io mi sciolgo”, “io sono sciolto” Indicativo
Singolare
Duale Plurale
a
Imperativo
1 2a
λύ-ο-μαι
—
λύ-ῃ (λύ-ει)
λύ-ου
3a 2a
λύ-ε-ται
λυ-έ-σθω
λύ-ε-σθον
λύ-ε-σθον
3a
λύ-ε-σθον
λυ-έ-σθων
1a
λυ-ό-μεθα
—
2a
λύ-ε-σθε
λύ-ε-σθε
3a
λύ-ο-νται
λυ-έ-σθων (λυ-έ-σθωσαν)
Infinito λύ-ε-σθαι OSSERVAZIONI z La 2a persona singolare dell’indicativo presenta le due forme alternative λύῃ e λύει (da non confondere con la 3a persona dell’indicativo presente di forma attiva!), derivanti entrambe da *λύεσαι, che prima è divenuto λύεαι per effetto della caduta
del σ intervocalico e poi ha subito contrazione. z Analogamente la 2a persona singolare dell’imperativo deriva da un originario *λύεσο λύεο (caduta del -σ- intervocalico) λύου (contrazione di ε e ο).
Verbi in -μι
2.2
Prima classe (verbi con raddoppiamento)
2.2.1
Presente medio-passivo
δίδομαι
τίθεμαι
ἵεμαι
ἵσταμαι
“io mi do”, “io sono dato”
“io mi pongo”, “io sono posto”
“io vado”, “io sono inviato”
“io sto”, “io sono collocato”
Indicativo
Singolare
a
1 2a 3a
Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a a
3
δίδο-μαι δίδο-σαι δίδο-ται δίδο-σθον δίδο-σθον διδό-μεθα δίδο-σθε δίδο-νται
τίθε-μαι τίθε-σαι τίθε-ται τίθε-σθον τίθε-σθον τιθέ-μεθα τίθε-σθε τίθε-νται
ἵε-μαι ἵε-σαι ἵε-ται ἵε-σθον ἵε-σθον ἱέ-μεθα ἵε-σθε
ἵε-νται
ἵστα-μαι ἵστα-σαι ἵστα-ται ἵστα-σθον ἵστα-σθον ἱστά-μεθα ἵστα-σθε ἵστα-νται 47
Parte
1
Fonetica e morfologia
Presente medio-passivo
δίδομαι
τίθεμαι
ἵεμαι
ἵσταμαι
“io mi do”, “io sono dato”
“io mi pongo”, “io sono posto”
“io vado”, “io sono inviato”
“io sto”, “io sono collocato”
Imperativo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
—
—
—
δίδο-σο
τίθε-σο
ἵε-σο
— ἵστα-σο
διδό-σθω δίδο-σθον
τιθέ-σθω τίθε-σθον
ἱέ-σθω ἵε-σθον
ἱστά-σθω ἵστα-σθον
διδό-σθων
τιθέ-σθων
ἱέ-σθων
—
—
—
δίδο-σθε διδό-σθων (διδό-σθωσαν)
τίθε-σθε τιθέ-σθων (τιθέ-σθωσαν)
ἵε-σθε ἱέ-σθων (ἱέ-σθωσαν)
ἱστά-σθων — ἵστα-σθε ἱστά-σθων (ἱστά-σθωσαν)
ἵε-σθαι
ἵστα-σθαι
Infinito
δίδο-σθαι
τίθε-σθαι
OSSERVAZIONI z Nota che nella 2a persona singolare dell’indicativo e dell’imperativo non si verifica, contrariamente a quanto accade per i verbi in -ω, la caduta del σ intervocalico con la
2.2.2
conseguente contrazione delle due vocali. z Come ἵσταμαι si coniugano gli altri verbi appartenenti alla prima classe [h p. 39].
Seconda classe (verbi con ampliamento -νυ-) Presente medio-passivo
δείκνυμαι “io mi mostro”, “io sono mostrato” Indicativo
Singolare
a
1 2a a
Duale Plurale
3 2a 3a 1a 2a 3a
δείκνυ-μαι δείκνυ-σαι δείκνυ-ται δείκνυ-σθον δείκνυ-σθον δεικνύ-μεθα δείκνυ-σθε δείκνυ-νται
Imperativo —
δείκνυ-σο δεικνύ-σθω δείκνυ-σθον δεικνύ-σθων —
δείκνυ-σθε δεικνύ-σθων (δεικνύ-σθωσαν) Infinito
δείκνυ-σθαι OSSERVAZIONI z Come nei verbi della prima classe, alla 2a persona singolare dell’indicativo e dell’imperativo non si ha la caduta del σ intervocalico.
48
Capitolo
Il presente indicativo, imperativo e infinito medio-passivo dei verbi in -ω e in -μι
2.2.3
6
Terza classe (verbi radicali) La terza classe dei verbi in -μι, oltre a εἰμί e ad altri verbi dalla coniugazione particolare che studieremo più avanti, comprende alcuni deponenti di uso piuttosto frequente: • • • • • • •
ἄγαμαι (TV ἀγα-) “ammirare”; δύναμαι (TV δυνα-/δυνη-) “potere”; ἐπίσταμαι (TV ἐπιστα-/ἐπιστη-) “sapere”; ἔραμαι (TV ἐρα-) “amare”; κάθημαι (TV καθη-) “sedere”; κεῖμαι (TV κει-) “giacere”; κρέμαμαι (TV κρεμα-/κρεμη-) “essere appeso”. Presente medio-passivo
δύναμαι
κάθημαι
κεῖμαι
“io posso”
“io siedo”
“io giaccio”
Indicativo
Singolare
2a
δύνα-μαι δύνα-σαι (δύνῃ) δύνα-ται δύνα-σθον δύνα-σθον δυνά-μεθα δύνα-σθε
κάθη-μαι κάθη-σαι κάθη-ται κάθη-σθον κάθη-σθον καθή-μεθα κάθη-σθε
κεῖ-μαι κεῖ-σαι κεῖ-ται κεῖ-σθον κεῖ-σθον κεί-μεθα κεῖ-σθε
3a
δύνα-νται
κάθη-νται
κεῖ-νται
a
1
a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a
Imperativo
Singolare
a
—
—
—
a
3a
δύνα-σο (δύνω) δυνά-σθω δύνα-σθον δυνά-σθων
κάθη-σο καθή-σθω κάθη-σθον καθή-σθων
κεῖ-σο κεί-σθω κεῖ-σθον κεί-σθων
1a
—
—
—
2
δύνα-σθε
κάθη-σθε
κεῖ-σθε
3a
δυνά-σθων (δυνά-σθωσαν)
καθή-σθων (καθή-σθωσαν)
κεί-σθων (κεί-σθωσαν)
1
2
a
3 Duale Plurale
2a
a
Infinito
δύνα-σθαι
καθῆ-σθαι
κεῖ-σθαι
OSSERVAZIONI z Alla 2a persona singolare dell’indicativo e dell’imperativo anche ἐπίσταμαι, come δύναμαι, presenta talvolta la caduta del σ intervocalico e conseguente contrazione (ἐπίστῃ, ἐπίστω), talvolta no (ἐπίστασαι, ἐπίστασο).
z Il verbo κάθημαι è propriamente un composto di ἧμαι; quest’ultimo, però, si trova quasi solo in poesia, mentre κάθημαι è di uso comune in prosa.
49
PARTE 1
CAPITOLO 7
Fonetica e morfologia
La prima classe degli aggettivi
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali gli aggettivi della I classe a due e tre uscite
DDI
1 Classificazione degli aggettivi L’aggettivo in greco è una parte variabile del discorso che concorda con il sostantivo a cui si riferisce nel numero, nel genere e nel caso. X Da un punto di vista morfologico, la declinazione dell’aggettivo non presenta in greco, come del resto nelle altre lingue indoeuropee, forme proprie, ma condivide le stesse terminazioni dei sostantivi. A questo proposito si distinguono: • gli aggettivi della prima classe, che seguono la prima e la seconda declinazione; • gli aggettivi della seconda classe, che seguono la prima e la terza declinazione. X Inoltre, si possono incontrare: • aggettivi a tre uscite, che presentano terminazioni distinte per il maschile, per il femminile e per il neutro; • aggettivi a due uscite, che hanno una forma comune per il maschile e il femminile e una distinta per il neutro; • aggettivi a una uscita, che hanno una terminazione comune per tutti e tre i generi. Gli aggettivi della prima classe, di cui ci occupiamo in questo capitolo, possono essere a tre o a due uscite.
2 Gli aggettivi della prima classe a tre e a due uscite 2.1
Gli aggettivi a tre uscite Questi aggettivi seguono al maschile e al neutro la seconda declinazione (tema in -ο), al femminile la prima (tema in -ᾱ puro o impuro). In base all’uscita del femminile, si hanno così due possibili modelli: • ἄγριoς, ἀγρία, ἄγριoν “selvaggio” (al femminile -ᾱ puro si mantiene in tutta la declinazione); • κοινóς, κοινή, κοινóν “comune” (al femminile -ᾱ puro η al singolare).
50
Capitolo
La prima classe degli aggettivi
7
Aggettivi della prima classe a tre uscite Tema
ἀγριo- / ἀγριᾱ- “selvaggio” Femminile Neutro ἄγριoς ἀγρία ἄγριoν
κοινο- / κοινᾱ- “comune” Femminile Neutro κοινóς κοινή κοινóν
ἀγρίoυ ἀγρίῳ ἄγριoν ἄγριε ἀγρίω ἀγρίoιν ἄγριoι ἀγρίων ἀγρίoις ἀγρίoυς ἄγριoι
κοινοῦ κοινῷ κοινóν κοινέ κοινώ κοινοῖν κοινοί κοινῶν κοινοῖς κοινούς κοινοί
Maschile
Singolare N. G. D. A. V. Duale
N. A. V. G. D.
Plurale
N. G. D. A. V.
ἀγρίας ἀγρίᾳ ἀγρίαν ἀγρία ἀγρία ἀγρίαιν ἄγριαι ἀγρίων ἀγρίαις ἀγρίας ἄγριαι
ἀγρίoυ ἀγρίῳ ἄγριoν ἄγριον ἀγρίω ἀγρίoιν ἄγρια ἀγρίων ἀγρίoις ἄγρια ἄγρια
Maschile
κοινῆς κοινῇ κοινήν κοινή κοινά κοιναῖν κοιναί κοινῶν κοιναῖς κοινάς κοιναί
κοινοῦ κοινῷ κοινóν κοινόν κοινώ κοινοῖν κοινά κοινῶν κοινοῖς κοινά κοινά
OSSERVAZIONI z I femminili, per analogia, si accentano come i maschili al nominativo/ vocativo plurale (ἄγριαι e non ἀγρίαι) e al genitivo plurale (ἀγρίων e non ἀγριῶν).
2.2
z Come i sostantivi, anche gli aggettivi con nominativo ossitono diventano perispomeni nei casi indiretti (κοινός, κοινοῦ).
Gli aggettivi a due uscite Questi aggettivi, che presentano un’unica forma per il maschile e per il femminile, seguono esclusivamente il modello della seconda declinazione: uscita -ος per il nominativo maschile / femminile, -ον per quello neutro. Si tratta per lo più di aggettivi composti (ἄλογος, ἄλογον “stolto”, formato da ἀ- privativo + λόγος “ragione”) o derivati (μάχιμος, μάχιμον “bellicoso”, da μάχη “battaglia”). Aggettivi della prima classe a due uscite Tema
Singolare
Duale Plurale
N. G. D. A. V. N. A. V. G. D. N. G. D. A. V.
ἀλογο- “stolto” Maschile e femminile Neutro ἄλογος ἄλογον ἀλόγoυ ἀλόγoυ ἀλόγῳ ἀλόγῳ ἄλογον ἄλογον ἄλογε ἄλογον ἀλόγω ἀλόγω ἀλόγoιν ἀλόγoιν ἄλογοι ἄλογα ἀλόγων ἀλόγων ἀλόγoις ἀλόγoις ἀλόγoυς ἄλογα ἄλογοι ἄλογα 51
Parte
1
Fonetica e morfologia
OSSERVAZIONI z Alcuni di questi aggettivi a due uscite presentano talvolta anche una forma distinta in -α per il femminile: per esempio, accanto ad ἀθάνατος, ἀθάνατον “immortale”, troviamo
ἀθάνατος, ἀθανάτη, ἀθάνατον; accanto a ἴδιος, ἴδιον “privato”, ἴδιος, ἰδία, ἴδιον ecc. Il vocabolario, in ogni caso, registra puntualmente queste oscillazioni.
3 Gli aggettivi della declinazione attica Alcuni aggettivi seguono la cosiddetta declinazione attica. Si tratta di un gruppo molto ristretto: πλέως, πλέα, πλέων “pieno” è l’unico a tre uscite, tutti gli altri ne hanno due (ἵλεως, ἵλεων “benevolo”). Aggettivi della declinazione attica
ἱλεω-
Tema
“benevolo” Maschile e femminile
Singolare N. G. D. A. V. N. A. V. Duale G. D. Plurale N. G. D. A. V.
ἵλεως ἵλεω ἵλεῳ ἵλεων ἵλεως ἵλεω ἵλεῳν ἵλεῳ ἵλεων ἵλεῳς ἵλεως ἵλεῳ
Neutro
ἵλεων ἵλεω ἵλεῳ ἵλεων ἵλεων ἵλεω ἵλεῳν ἵλεα ἵλεων ἵλεῳς ἵλεα ἵλεα
OSSERVAZIONI z Gli aggettivi attici sono parossitoni in tutta la declinazione perché il gruppo -εω viene considerato alla stregua di un’unica sillaba ai fini dell’accento (sinizesi). z L’uscita in -α dei casi diretti del neutro plurale è dovuta ad analogia con gli altri aggettivi della prima classe. z L’aggettivo σῶος, σώα, σῶον “salvo” affianca alle forme regolari (σώου, σώας, σώου ecc.) alcune forme della declinazione attica:
52
X nom. sing. m. / f. σῶς, n. σῶν; X acc. sing. m. / f. σῶν, n. σῶν; X nom. pl. m. / f. σῷ, n. σᾶ; X acc. pl. m. / f. σῶς, n. σᾶ. z Negli aggettivi composti in -γελως, -γηρως, -ερως, -κερως, l’accento rimane sempre sulla sillaba finale del primo elemento contro la legge del trisillabismo: φιλόγελως “amante del riso”; δύσερως “che ama follemente” ecc.
PARTE 1
CAPITOLO 8
Fonetica e morfologia Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali l’imperfetto
L’imperfetto DDI
1 Caratteri generali L’imperfetto greco esprime un’azione durativa nel passato e corrisponde in genere all’imperfetto italiano, ma ha un uso molto più ampio. È un tempo storico, derivato dal tema del presente e caratterizzato dall’aumento. Ha un solo modo, l’indicativo, e due forme, quella attiva e quella medio-passiva.
2 L’aumento L’aumento (αὔξησις) è il contrassegno dell’azione passata e pertanto caratterizza l’indicativo dei tre tempi storici (imperfetto, aoristo, piuccheperfetto). Esso è rappresentato da una ἐ- premessa al tema del verbo. La tradizione scolastica distingue comunemente due tipi di aumento: aumento sillabico e aumento temporale.
2.1
L’aumento sillabico Quando un verbo comincia per consonante, l’aumento ἐ- premesso al tema forma una nuova sillaba. Si parla in questo caso di aumento sillabico. Verbo
Tema del presente
Tema + aumento
λύω “sciogliere”
λυ-
ἐ-λυ-
δίδωμι “dare”
διδο-
ἐ-διδο-
δείκνυμι “mostrare”
δεικνυ-
ἐ-δεικνυ-
OSSERVAZIONI z Quando il verbo inizia con la lettera ῥ-, questa si raddoppia dopo l’aumento. ῥέω “scorrere” tema del presente ῥεtema + aumento ἐρρεῥώννυμι “rafforzare” tema del presente ῥωννυtema + aumento ἐρρωνυz I verbi βούλομαι “volere”, δύναμαι “potere” e μέλλω “essere in procinto di”, presentano, a partire dal IV secolo a.C., l’aumento in ἠ- oltre che in ἐ-. βούλομαι tema del presente βουλtema + aumento ἐβουλ- / ἠβουλδύναμαι tema del presente δυναtema + aumento ἐδυνα- / ἠδυναμέλλω tema del presente μελλtema + aumento ἐμελλ- / ἠμελλ-
53
Parte
1
Fonetica e morfologia
2.2
L’aumento temporale L’aumento temporale si ha quando un verbo comincia per vocale o dittongo. In questo caso, l’aumento ἐ- si fonde con la vocale iniziale del tema provocandone l’allungamento secondo il seguente schema:
ἐ-
+
ἐ-
+
ἐ-
η
ῃ
+
α αι ᾳ αυ
ἐ-
+
ε
ἐἐἐἐἐἐἐ-
+
ει ευ ο οι ου ι υ
ηυ η ει ῃ, ει ηυ, ευ ω ῳ ου ῑ ῡ
+ + + + + +
ἄγω “condurre” αἰσχύνω “screditare” ᾄδω “cantare” αὐξάνω “accrescere” ἐρίζω “litigare” ἔχω “avere” εἰκάζω “supporre” εὑρίσκω “trovare” ὀρύσσω “scavare” οἰμώζω “lamentarsi” οὐτάζω “ferire” ἰσχύω “essere forte” ὑβρίζω “essere insolente”
ἠγᾐσχυνᾐδηὐξανἠριζεἰχᾐκαζ-, εἰκαζηὑρισκ-, εὑρισκὠρυσσᾠμωζοὐταζἰσχυὑβριζ-
OSSERVAZIONI fenomeno dipende dal fatto che questi verbi iniziavano originariamente per σ, ϝ, o σϝ, consonanti che in seguito all’aggiunta dell’aumento si sono venute a trovare in posizione intervocalica e sono cadute, provocando così la regolare contrazione tra l’ε dell’aumento e quella iniziale del nuovo tema.
z La fusione dell’aumento ἐ- con la vocale o il dittongo iniziale del tema produce esiti parzialmente diversi da quelli previsti dalle regole della contrazione [ pp. 305-306], che sembra costituire un fenomeno più recente. z Alcuni verbi inizianti per ε presentano l’allungamento temporale in ει anziché in η; tale Verbo
Tema del presente
• ἐάω “permettere”
*σεϝα-
εἰα- ( *ἐ-σεϝα-)
• • • • • • • •
*σϝεθιζ*ϝελισσ*σελκ*σεπ*ϝεργαζ*σερπ*ϝεστια*σεχ-
εἰθιζ- ( *ἐ-σϝεθιζ-) εἱλισσ- ( *ἐ-ϝελισσ-) εἱλκ- ( *ἐ-σελκ-) εἱπ- ( *ἐ-σεπ-) εἰργαζ- ( *ἐ-ϝεργαζ-) εἱρπ- ( *ἐ-σερπ-) εἱστια- ( *ἐ-ϝεστια-) εἰχ- ( *ἐ-σεχ-)
ἐθίζω “abituare” ἑλίσσω “arrotolare” ἕλκω “tirare” ἕπομαι “seguire” ἐργάζομαι “lavorare” ἕρπω “strisciare” ἑστιάω “offrire un banchetto” ἔχω “avere”
z I verbi inizianti per ει ed ευ, dal IV secolo a.C., non subirono alcuna modificazione a causa dell’aumento. Talvolta l’aumento temporale viene omesso anche con i dittonghi iniziali αυ e οι.
54
Tema + aumento
z Le vocali lunghe iniziali rimangono immutate: ἥκω “giungere” tema + aumento ἡκ-; ὠφελέω “essere utile” tema + aumento ὠφελε-. z I verbi ὠθέω “spingere” e ὠνέομαι “compra-
Capitolo
L’imperfetto
re”, originariamente inizianti per digamma, mantengono l’aumento ἐ- separato dalla vocale iniziale. ὠθέω ( *ϝωθέω) tema + aumento ἐωθε- ( *ἐϝώθε-) ὠνέομαι ( *ϝωνέομαι) ἐωνε- ( *ἐϝωνε-) z Il verbo ὁράω “vedere” presenta un apparente doppio aumento, sillabico e temporale: ἑωρα-.
2.3
8
z In realtà, questa forma si spiega a partire dall’etimologia del verbo, che originariamente cominciava per digamma. Postulando un aumento in ἠ-, analogo a quello di βούλομαι, δύναμαι e μέλλω, si ottiene la forma *ἠϝορα- e poi, per caduta del digamma e metatesi quantitativa [ p. 307], ἑωρα-. z Analogamente si spiega l’apparente doppio aumento di (ἀν)οίγω “aprire”: *(ἀν)ηϝοιγ- *(ἀν)εϝῳγ- (ἀν)εῳγ-.
L’aumento nei verbi composti Nei verbi composti con una o più preposizioni l’aumento si colloca tra le prepoX sizioni e il tema verbale. εἰσβαίνω “imbarcarsi” tema + aumento εἰσεβαινtema + aumento προεισεφερπροεισφέρω “pagare in anticipo” X Le preposizioni che terminano in vocale elidono la vocale finale davanti all’aumento. ἀποβαίνω “scendere” tema + aumento ἀπεβαινFanno eccezione a questo proposito περί e talvolta ἀμφί, che conservano la vocale. περιβαίνω “avanzare” tema + aumento περιεβαινtema + aumento ἀμφιεβαλλἀμφιβάλλω “cingere” La vocale finale di πρό talvolta si conserva, talvolta dà luogo a crasi [ pp. 306307] con l’aumento (προὐ-). προβαίνω “avanzare” tema + aumento πρoεβαιν- / πρoὐβαινX Le preposizioni che escono in consonante riprendono la loro forma originaria, se questa si è alterata nella formazione del composto. In particolare, questo avviene con le preposizioni σύν ed ἐν. ἐγγράφω “inscrivere” tema + aumento ἐνεγραφtema + aumento ἐνεμενἐμμένω “rimanere” tema + aumento συνελαμβανσυλλαμβάνω “raccogliere” tema + aumento συνεβαινσυμβαίνω “accadere” La preposizione ἐκ davanti all’aumento assume la forma ἐξ. ἐκβαίνω “uscire” tema + aumento ἐξεβαινX I composti con δυσ- presentano: • l’aumento prima di δυσ- se il tema verbale inizia per vocale lunga o consonante; • l’aumento dopo δυσ- se il tema verbale inizia per vocale breve. δυσφορέω “mal sopportare” tema + aumento ἐδυσφορtema + aumento δυσηλπιζδυσελπίζω “disperare” X Nei composti con εὐ- è possibile trovare l’aumento sulla vocale iniziale del tema verbale soltanto quando essa è breve; altrimenti, l’aumento o manca del tutto o cade sul prefisso. εὐεργετέω “fare del bene” tema + aumento εὐεργετε- / εὐηργετεtema + aumento εὐλαβε- / ηὐλαβεεὐλαβέομαι “stare in guardia” 55
Parte
1
Fonetica e morfologia
OSSERVAZIONI z Presentano l’aumento davanti alla preposizione alcuni verbi che col passare del tempo non sono stati più percepiti come composti. ἀμφιέννυμι “vestire” tema + aumento ἠμφιεννυἐπίσταμαι “sapere” tema + aumento ἠπιστακαθέζομαι “sedersi” tema + aumento ἐκαθεζκαθεύδω “dormire” tema + aumento ἐκαθευδ-
καθίζω “mettere a sedere” tema + aumento ἐκαθιζz Alcuni verbi presentano un doppio aumento, uno davanti al tema verbale, uno davanti al preverbio. ἀμφισβητέω “opporsi” tema + aumento ἠμφεσβητἀνορθόω “raddrizzare” tema + aumento ἠνωρθοἐνοχλέω “importunare” tema + aumento ἠνωχλε-
3 Formazione e coniugazione dell’imperfetto Il tema dell’imperfetto deriva da quello del presente con l’aggiunta dell’aumento. Le desinenze usate nella flessione sono quelle secondarie, sostanzialmente identiche per le due coniugazioni (verbi in -ω e verbi in -μι).
3.1
Le desinenze secondarie attive e medio-passive Desinenze secondarie Attive
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
-ν, -α -ς, -(σ)θα — -τον -την -μεν -τε -ν, -σαν
Medio-passive
-μην -σο -το -σθον -σθην -μεθα -σθε -ντο
OSSERVAZIONI z La desinenza della 1a persona singolare attiva era originariamente *-m (cfr. lat. laudabam), divenuta successivamente -ν. Tale desinenza si è conservata dopo vocale (cfr. l’impf. ἔλυον “io scioglievo”), mentre ha dato esito -α (vocalizzazione della sonante h p. 15) dopo consonante (cfr. l’aoristo ἔλυσα “io sciolsi”). z La desinenza della 2a persona singolare attiva -(σ)θα, più antica, rimane nei tempi storici di pochi verbi, perlopiù in -μι, come per esempio il verbo essere: ἦσθα “tu eri”. z La desinenza della 3a persona singolare attiva, originariamente *-t (cfr. lat. laudabat),
56
è caduta. z Per quanto concerne la 3a persona plurale attiva, la desinenza -ν, propria della coniugazione tematica, deriva da un originario *-nt, in cui la dentale è caduta. La desinenza -σαν è invece propria delle forme atematiche: ἔλυον (impf. di λύω), ἐδίδοσαν (impf. di δίδωμι). Esiste anche una desinenza di 3a persona plurale attiva -εν (da *-ent) che, come vedrai, sopravvive soltanto nel modo ottativo. z Per la 1a persona plurale medio-passiva si può incontrare la desinenza –μεσθα, usata per lo più in poesia.
Capitolo
L’imperfetto
3.2
8
L’imperfetto dei verbi in -ω L’imperfetto dei verbi in -ω è formato da: aumento + tema del presente + vocale tematica -ε/ο- + desinenze secondarie attive o medio-passive Imperfetto
λύω “sciogliere” Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
Medio-passivo
ἔ-λυ-ο-ν ἔ-λυ-ε-ς ἔ-λυ-ε(ν) ἐ-λύ-ε-τον ἐ-λυ-έ-την ἐ-λύ-ο-μεν ἐ-λύ-ε-τε ἔ-λυ-ο-ν
ἐ-λυ-ό-μην ἐ-λύ-ου ἐ-λύ-ε-το ἐ-λύ-ε-σθον ἐ-λυ-έ-σθην ἐ-λυ-ό-μεθα ἐ-λύ-ε-σθε ἐ-λύ-ο-ντο
OSSERVAZIONI z L’accento tende, come al solito nella flessione verbale, a occupare la posizione più arretrata possibile. Tuttavia, nei verbi composti l’accento non risale mai oltre l’aumento: παρεῖχον e non *πάρειχον. z La 3a persona singolare attiva è priva di desi-
3.3
nenza. Il -ν che s’incontra talvolta è efelcistico. z La 2a persona singolare medio-passiva deriva da un’originaria forma *ἐλύεσο, in cui la caduta del σ intervocalico ha provocato la contrazione tra la vocale tematica ε e la ο della desinenza (*ἐλύεσο ἐλύεο ἐλύου).
L’imperfetto dei verbi in -μι L’imperfetto dei verbi in -μι è formato da: aumento + tema del presente + desinenze secondarie attive o medio-passive
3.3.1
Prima classe (verbi con raddoppiamento) Imperfetto
δίδωμι “dare”
τίθημι
ἵημι
ἵστημι
“porre”
“inviare”
“collocare”
Attivo
Singolare
Duale
a
ἐ-δίδου-ν
ἐ-τίθη-ν
ἵη-ν (ἵει-ν)
ἵστη-ν
2
a
3
a
ἐ-δίδου-ς ἐ-δίδου ἐ-δίδο-τον
ἐ-τίθει-ς ἐ-τίθει ἐ-τίθε-τον
ἵει-ς ἵει ἵε-τον
ἵστη-ς ἵστη ἵστα-τον
1a
ἐ-διδό-την ἐ-δίδο-μεν
ἐ-τιθέ-την ἐ-τίθε-μεν
ἱέ-την ἵε-μεν
ἱστά-την ἵστα-μεν
2a
ἐ-δίδο-τε
ἐ-τίθε-τε
ἵε-τε
ἵστα-τε
ἐ-δίδο-σαν
ἐ-τίθε-σαν
ἵε-σαν
ἵστα-σαν
1
2a 3a
Plurale
3
a
57
Parte
1
Fonetica e morfologia
Imperfetto
δίδωμι “dare”
τίθημι
ἵημι
ἵστημι
“porre”
“inviare”
“collocare”
Medio-passivo
Singolare
Duale Plurale
1
a
ἐ-διδό-μην
ἐ-τιθέ-μην
ἱέ-μην
ἱστά-μην
2a
ἐ-δίδο-σο
ἐ-τίθε-σο
ἵε-σο
ἵστα-σο
3a
ἐ-δίδο-το
ἐ-τίθε-το
ἵε-το
ἵστα-το
2a
ἐ-δίδο-σθον
ἐ-τίθε-σθον
ἵε-σθον
ἵστα-σθον
a
3
ἐ-διδό-σθην
ἐ-τιθέ-σθην
ἱέ-σθην
ἱστά-σθην
1a
ἐ-διδό-μεθα
ἐ-τιθέ-μεθα
ἱέ-μεθα
ἱστά-μεθα
2a
ἐ-δίδο-σθε
ἐ-τίθε-σθε
ἵε-σθε
ἵστα-σθε
3a
ἐ-δίδο-ντο
ἐ-τίθε-ντο
ἵε-ντο
ἵστα-ντο
OSSERVAZIONI z Si notano delle particolarità nella formazione della 1a, 2a e 3a persona singolare di diatesi attiva. In particolare: X δίδωμι presenta forme tematiche analogiche a quelle dei verbi contratti in -οω [ pp. 74-75], con uscite derivanti dalla contrazione della vocale tematica -ε/ο- con la ο finale del tema (ἐδίδουν *ἐδίδοον; ἐδίδους *ἐδίδοες; ἐδίδου *ἐδίδοε); X come all’indicativo presente singolare, presentano il tema al grado apofonico allungato la 1a persona singolare di τίθημι (ἐτίθην), quella di ἵημι (ἵην) e 1a, 2a e 3a persona sin-
3.3.2
golare di ἵστημι (ἵστην, ἵστης, ἵστη); X alla 2a e alla 3a persona singolare τίθημι e ἵημι presentano forme tematiche analogiche a quelle dei verbi contratti in -εω [ pp. 72-74], con la contrazione della vocale tematica -ε/ο- e la ε finale del tema (ἐτίθεις *ἐτίθεες; ἐτίθει *ἐτίθεε ecc.). z Nota che nella 2a persona singolare del medio-passivo il σ intervocalico della desinenza non cade. z Gli altri verbi della prima classe (κίχρημι, ὀνίνημι, πίμπλημι e πίμπρημι) seguono all’imperfetto la flessione di ἵστημι.
Seconda classe (verbi con ampliamento -νυ-) Imperfetto
δείκνυμι “mostrare” Attivo
Singolare
Duale Plurale
1
ἐ-δείκ-νῡ-ν
ἐ-δεικ-νύ-μην
2
a
ἐ-δείκ-νῡ-ς
ἐ-δείκ-νυ-σο
3
a
ἐ-δείκ-νῡ
ἐ-δείκ-νυ-το
2a
ἐ-δείκ-νυ-τον
ἐ-δείκ-νυ-σθον
3
a
ἐ-δεικ-νύ-την
ἐ-δεικ-νύ-σθην
1
a
ἐ-δείκ-νυ-μεν
ἐ-δεικ-νύ-μεθα
2
a
ἐ-δείκ-νυ-τε
ἐ-δείκ-νυ-σθε
ἐ-δείκ-νυ-σαν
ἐ-δείκ-νυ-ντο
3a 58
Medio-passivo
a
Capitolo
L’imperfetto
8
OSSERVAZIONI z Come si può notare anche dal comportamento dell’accento, le tre persone singolari dell’imperfetto attivo derivano dal tema al grado apofonico allungato (δεικνῡ-), mentre tutte le altre forme presentano il grado normale (δεικνῠ-).
z Come nei verbi della prima classe, alla 2a persona singolare medio-passiva non si ha la caduta del σ intervocalico.
Terza classe (verbi radicali)
3.3.3
X L’imperfetto di εἰμί si forma a partire dal tema ἠσ- (aumento + ἐσ-), a cui vengono direttamente unite le desinenze secondarie. Imperfetto di εἰμί
Singolare
1a
ἦν (ἦ)
2a
ἦσθα (ἦς)
a
ἦν
a
2
ἦ(σ)τον
3a
ἤ(σ)την
1a
ἦμεν
3 Duale Plurale
a
ἦ(σ)τε
a
ἦσαν
2 3 OSSERVAZIONI
z Per la 1a persona singolare la forma originaria è ἦ: *ἠσ-ṃ *ἠσ-α (vocalizzazione della sonante) ἦα (caduta del σ intervocalico) ἦ (contrazione). La forma più diffusa (ἦν) deriva da essa con l’aggiunta della desinenza secondaria -ν, dovuta al fatto che la contrazione aveva reso irriconoscibile l’antica desinenza, pure presente. z La forma ἦς per la 2a persona singolare è tarda.
z La forma ἦν di 3a persona singolare (in Omero spesso ἦεν) è di origine oscura. z La voce ἦμεν di 1a persona plurale deriva da un più antico *ἠσμεν con caduta del σ davanti a μ. Tale fenomeno ha influenzato, per analogia, la 2a persona plurale (ἦτε) e il duale (ἦτον, ἤτην). z La 3a persona plurale viene da un originario *ἠσ-σαν (con successiva semplificazione del gruppo σσ).
X L’imperfetto dei deponenti della terza classe [ p. 49] non presenta caratteristiche particolari. Imperfetto
Singolare
κάθημαι
κεῖμαι
“io siedo”
“io giaccio”
1a
ἐ-δυνά-μην
ἐ-καθή-μην
o καθή-μην
ἐ-κεί-μην
2a
ἐ-δύνα-σο
ἐ-κάθη-σο
o καθῆ-σο
ἔ-κει-σο
a
ἐ-δύνα-το
ἐ-κάθη-το
o καθῆ-το (καθῆσ-το)
ἔ-κει-το
a
ἐ-δύνα-σθον
ἐ-κάθη-σθον
o καθῆ-σθον
ἔ-κει-σθον
3a
ἐ-δυνά-σθην
ἐ-καθή-σθην
o καθή-σθην
ἐ-κεί-σθην
3 Duale
δύναμαι “io posso”
2
59
Parte
1
Fonetica e morfologia
Imperfetto
Plurale
1a a
2
a
3
δύναμαι
κάθημαι
κεῖμαι
“io posso”
“io siedo”
“io giaccio”
ἐ-δυνά-μεθα
ἐ-καθή-μεθα
o καθή-μεθα
ἐ-κεί-μεθα
ἐ-δύνα-σθε ἐ-δύνα-ντο
ἐ-κάθη-σθε ἐ-κάθη-ντο
o καθῆ-σθε o καθῆ-ντο
ἔ-κει-σθε ἔ-κει-ντο
OSSERVAZIONI z Alla 2a persona singolare δύναμαι ed ἐπίσταμαι presentano talvolta la caduta del σ intervocalico e conseguente contrazione (ἐδύνω, ἐπίστω), talvolta no (δύνασαι, ἐπίστασαι). z Ricorda che il verbo δύναμαι può presentare anche l’aumento in ἠ-: ἠδυνάμην, ἠδύνασο, ἠδύνατο ecc. z Il verbo κάθημαι è propriamente un composto di ἧμαι (tema *ἡσ-, cfr. lat. sedeo). Le forme καθήμην, καθῆσο, καθῆτο ecc. derivano
da *καθ-ε-ή-μην, *καθ-έ-η-σο, *καθ-έ-η-το e presuppongono la contrazione dell’aumento con il tema verbale ἡ- (l’alternanza di forme parossitone e properispomene risponde alla norma che regola l’accento nella contrazione, p. 306). Le forme ἐκαθήμην, ἐκάθησο, ἐκάθητο ecc., con l’aggiunta dell’aumento sillabico davanti al preverbio καθ-, sono più recenti e dimostrano come, a un certo punto, si fosse persa la nozione di κάθημαι come composto.
t Agamennone in un frammento di lekanis attico, Taranto, Museo Archeologico Nazionale.
60
PARTE 1
CAPITOLO 9
Fonetica e morfologia
Il presente congiuntivo e ottativo
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali il congiuntivo e l’ottativo presenti
DDI
1 Il congiuntivo Il congiuntivo è in greco, come in latino e in italiano, il modo della soggettività e si oppone in quanto tale all’indicativo, che rappresenta invece il modo della oggettività. Quando è utilizzato in proposizioni principali, il congiuntivo può esprimere: • un’esortazione (congiuntivo volitivo) Ὦ ἑταῖροι, ὑπὲρ τῆς ἐλευθερίας μαχώμεθα. Compagni, combattiamo per la libertà! • un divieto (congiuntivo proibitivo) Μή τις τὴν φυγὴν οἴηται.
Che nessuno pensi alla fuga!
• un dubbio (congiuntivo dubitativo) Μένωμεν ἢ ἀπερχώμεθα;
Rimaniamo o ce ne andiamo?
Nelle proposizioni secondarie, come vedremo al momento opportuno, il congiuntivo può essere usato come modo della subordinazione o con valore eventuale (in unione con la particella ἄν).
1.1
Formazione del congiuntivo presente dei verbi in -ω Il congiuntivo presente dei verbi in -ω si forma aggiungendo al tema del presente la vocale tematica allungata -ω/η- (ω davanti a -μ e -ν; η in tutti gli altri casi) e le desinenze primarie attive e medio-passive. tema del presente + vocale tematica -ω/η- + desinenze primarie attive o medio-passive Congiuntivo presente dei verbi in -ω
λύω “sciogliere” Attivo
Singolare
a
1
a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
λύ-ω λύ-ῃς λύ-ῃ λύ-η-τον λύ-η-τον λύ-ω-μεν λύ-η-τε λύ-ω-σι(ν)
Medio-passivo
λύ-ω-μαι λύ-ῃ λύ-η-ται λύ-η-σθον λύ-η-σθον λυ-ώ-μεθα λύ-η-σθε λύ-ω-νται
OSSERVAZIONI z La 2a persona singolare medio-passiva deriva da un originario *λύησαι λύηαι (caduta del -σ- intervocalico) λύῃ (contrazione della vocale tematica η con il dittongo αι).
61
Parte
1
Fonetica e morfologia
1.2
Formazione del congiuntivo presente dei verbi in -μι Il congiuntivo presente dei verbi in -μι si forma, analogamente a quanto avviene con i verbi in -ω, aggiungendo al tema del presente la vocale tematica allungata -ω/η- e le desinenze primarie attive e medio-passive. tema del presente + vocale tematica -ω/η- + desinenze primarie attive o medio-passive Pur avendo la stessa struttura del congiuntivo presente dei verbi in -ω, le uscite sono, tuttavia, per lo più diverse, poiché la vocale finale del tema dei verbi in -μι (διδο-, τιθε-, ἱστα-, δυνα- ecc.) tende a contrarsi con la tematica -ω/η-, secondo il seguente schema:
α α α ε ε ε ο ο ο
+ + + + + + + + +
ω η ῃ ω η ῃ ω η ῃ
ω η ῃ ω η ῃ ω ω ῳ
ἱστάωμεν ἱστάητε ἱστάῃς τιθέωμεν τιθέητε τιθέῃς διδόωμεν διδόητε διδόῃς
ἱστῶμεν “che noi collochiamo” ἱστῆτε “che voi collochiate” ἱστῇς “che tu collochi” τιθῶμεν “che noi poniamo” τιθῆτε “che voi poniate” τιθῇς “che tu ponga” διδῶμεν “che noi diamo” διδῶτε “che voi diate” διδῷς “che tu dia”
Se l’accento cade sulla prima sillaba coinvolta nella contrazione, la sillaba contratta ha l’accento circonflesso (ἱστάωμεν ἱστῶμεν); se invece l’accento cade sulla seconda sillaba coinvolta nella contrazione, la sillaba contratta ha l’accento acuto (ἱσταώμεθα ἱστώμεθα).
1.2.1
Prima classe (verbi con raddoppiamento) Congiuntivo presente dei verbi in -μι (prima classe)
δίδωμι “dare”
τίθημι
ἵημι
ἵστημι
“porre”
“inviare”
“collocare”
Attivo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
διδῶ διδῷ-ς διδῷ διδῶ-τον διδῶ-τον διδῶ-μεν διδῶ-τε διδῶ-σι(ν)
τιθῶ τιθῇ-ς τιθῇ τιθῆ-τον τιθῆ-τον τιθῶ-μεν τιθῆ-τε τιθῶ-σι(ν)
a
διδῶ-μαι διδῷ διδῶ-ται διδῶ-σθον διδῶ-σθον διδώ-μεθα διδῶ-σθε διδῶ-νται
τιθῶ-μαι τιθῇ τιθῆ-ται τιθῆ-σθον τιθῆ-σθον τιθώ-μεθα τιθῆ-σθε τιθῶ-νται
ἱῶ ἱῇ-ς ἱῇ ἱῆ-τον ἱῆ-τον ἱῶ-μεν ἱῆ-τε ἱῶ-σι(ν)
ἱστῶ ἱστῇ-ς ἱστῇ ἱστῆ-τον ἱστῆ-τον ἱστῶ-μεν ἱστῆ-τε ἱστῶ-σι(ν)
ἱῶ-μαι ἱῇ ἱῆ-ται ἱῆ-σθον ἱῆ-σθον ἱώ-μεθα ἱῆ-σθε ἱῶ-νται
ἱστῶ-μαι ἱστῇ ἱστῆ-ται ἱστῆ-σθον ἱστῆ-σθον ἱστώ-μεθα ἱστῆ-σθε ἱστῶ-νται
Medio-passivo
Singolare
Duale Plurale
62
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
Capitolo
Il presente congiuntivo e ottativo
8
OSSERVAZIONI z Anche al congiuntivo gli altri verbi della prima classe (κίχρημι, ὀνίνημι, πίμπλημι e πίμπρημι) seguono la flessione di ἵστημι.
1.2.2
Seconda classe (verbi con ampliamento -νυ-) Nei verbi della seconda classe la υ finale del tema non contrae con la vocale tematica allungata -ω/η-, per cui le terminazioni risultano in questo caso perfettamente identiche a quelle dei verbi in -ω. Congiuntivo presente dei verbi in -μι (seconda classe)
δείκνυμι “mostrare” Attivo
Singolare
a
1
a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
1.2.3
δεικνύ-ω δεικνύ-ῃς δεικνύ-ῃ δεικνύ-η-τον δεικνύ-η-τον δεικνύ-ω-μεν δεικνύ-η-τε δεικνύ-ω-σι(ν)
Medio-passivo
δεικνύ-ω-μαι δεικνύ-ῃ δεικνύ-η-ται δεικνύ-η-σθον δεικνύ-η-σθον δεικνυ-ώ-μεθα δεικνύ-η-σθε δεικνύ-ω-νται
Terza classe (verbi radicali) X Il congiuntivo di εἰμί si forma a partire dal tema ἐσ- con l’aggiunta della vocale tematica allungata e delle desinenze primarie attive. Nel corso della flessione, il σ del tema viene a trovarsi sistematicamente in posizione intervocalica e quindi cade, provocando contrazione (*ἔσω *ἔω ὦ; *ἔσῃς *ἔῃς ᾖς ecc.). Congiuntivo di εἰμί
Singolare
Duale Plurale
1a
ὦ
2a
ᾖς
3a
ᾖ
a
ἦτον
3a
ἦτον
1a
ὦμεν
2a
ἦτε
3a
ὦσι(ν)
2
X Per quanto riguarda i deponenti della terza classe, il congiuntivo di κάθημαι (κάθωμαι o καθῶμαι) e quello di κεῖμαι (κέωμαι, κέῃ, κέηται ecc.) sono attestati molto raramente; gli altri verbi di questo gruppo, invece, presentano terminazioni analoghe a quelle del congiuntivo medio-passivo di ἵστημι, ma con l’accento ritirato (δύνωμαι, δύνῃ, δύνηται, δύνητον, δύνητον, δυνώμεθα, δύνησθε, δύνωνται). 63
Parte
1
Fonetica e morfologia
2 L’ottativo A differenza del latino, il greco presenta l’ottativo, un modo già presente nell’indoeuropeo, usato nelle proposizioni indipendenti per esprimere un desiderio realizzabile (ottativo desiderativo) o, in unione con la particella ἄν, una possibilità (ottativo potenziale). L’ottativo si trova inoltre al posto dell’indicativo o del congiuntivo in proposizioni subordinate dipendenti da tempi storici (ottativo obliquo).
2.1
Formazione dell’ottativo presente dei verbi in -ω L’ottativo presente dei verbi in -ω si forma aggiungendo al tema del presente la vocale tematica -o-, il suffisso modale -ι-, che formano un dittongo (οι), e le desinenze secondarie attive o medio-passive (con l’eccezione della 1a persona singolare attiva, che presenta la desinenza -μι). tema del presente + vocale tematica -o- + suffisso modale -ι- + desinenze secondarie
Ottativo presente dei verbi in -ω
λύω “sciogliere” Attivo
Singolare
1
a
2
a
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
2.2
λύ-o-ι-μι λύ-o-ι-ς λύ-o-ι λύ-o-ι-τον λυ-o-ί-την λύ-o-ι-μεν λύ-o-ι-τε λύ-o-ι-εν
Medio-passivo
λυ-o-ί-μην λύ-o-ι-ο λύ-o-ι-το λύ-o-ι-σθον λυ-o-ί-σθην λυ-o-ί-μεθα λύ-o-ι-σθε λύ-o-ι-ντο
Formazione dell’ottativo presente dei verbi in -μι L’ottativo presente dei verbi in -μι si forma in diversi modi in base alla classe di appartenenza.
2.2.1
Prima classe (verbi con raddoppiamento) L’ottativo presente dei verbi della prima classe si forma aggiungendo al tema del presente il suffisso modale -ι- (-ιη- nel singolare di forma attiva) e le desinenze secondarie attive o medio-passive. tema del presente + suffisso modale -ι(η)- + desinenze secondarie
64
Capitolo
Il presente congiuntivo e ottativo
8
Ottativo presente dei verbi in -μι (prima classe)
δίδωμι “dare”
τίθημι
ἵημι
ἵστημι
“porre”
“inviare”
“collocare”
Attivo
Singolare
1
a
2
a
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
διδο-ίη-ν διδο-ίη-ς διδο-ίη διδο-ῖ-τον διδο-ί-την διδο-ῖ-μεν διδο-ῖ-τε διδο-ῖ-εν
τιθε-ίη-ν τιθε-ίη-ς τιθε-ίη τιθε-ῖ-τον τιθε-ί-την τιθε-ῖ-μεν τιθε-ῖ-τε τιθε-ῖ-εν
ἱε-ίη-ν ἱε-ίη-ς ἱε-ίη ἱε-ῖ-τον ἱε-ί-την ἱε-ῖ-μεν ἱε-ῖ-τε ἱε-ῖ-εν
ἱστα-ίη-ν ἱστα-ίη-ς ἱστα-ίη ἱστα-ῖ-τον ἱστα-ί-την ἱστα-ῖ-μεν ἱστα-ῖ-τε ἱστα-ῖ-εν
ἱε-ί-μην ἱε-ῖ-ο ἱε-ῖ-το ἱε-ῖ-σθον ἱε-ί-σθην ἱε-ί-μεθα ἱε-ῖ-σθε ἱε-ῖ-ντο
ἱστα-ί-μην ἱστα-ῖ-ο ἱστα-ῖ-το ἱστα-ῖ-σθον ἱστα-ί-σθην ἱστα-ί-μεθα ἱστα-ῖ-σθε ἱστα-ῖ-ντο
Medio-passivo
Singolare
a
1
a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
διδο-ί-μην διδο-ῖ-ο διδο-ῖ-το διδο-ῖ-σθον διδο-ί-σθην διδο-ί-μεθα διδο-ῖ-σθε διδο-ῖ-ντο
τιθε-ί-μην τιθε-ῖ-ο τιθε-ῖ-το τιθε-ῖ-σθον τιθε-ί-σθην τιθε-ί-μεθα τιθε-ῖ-σθε τιθε-ῖ-ντο
OSSERVAZIONI z L’accento non è regressivo, ma rimane sempre sul dittongo formato dalla vocale del tema e dal suffisso caratteristico dell’ottativo. z Soprattutto in autori tardi, è possibile trovare esteso anche al plurale dell’attivo il suffisso -ιη- in forme del tipo τιθείημεν, τιθείητε, ἱσταίημεν, ἱσταίητε.
2.2.2
z Per l’ottativo presente medio-passivo sono testimoniate (soprattutto in Senofonte) forme tematiche contratte come τιθοῖτο *τιθέοιτο. z Anche all’ottativo κίχρημι, ὀνίνημι, πίμπλημι e πίμπρημι seguono la flessione di ἵστημι.
Seconda classe (verbi con ampliamento -νυ-) L’ottativo presente dei verbi in -μι della seconda classe si forma in modo del tutto analogo a quello dei verbi in -ω, aggiungendo al tema del presente la vocale tematica -o-, il suffisso modale -ι- e le desinenze secondarie attive e medio-passive (con l’eccezione della 1a persona singolare attiva, che presenta la desinenza -μι).
65
Parte
1
Fonetica e morfologia
Ottativo presente dei verbi in -μι (seconda classe)
δείκνυμι “mostrare” Attivo
Singolare
1a 2a 3a
Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
2.2.3
δεικνύ-o-ι-μι δεικνύ-o-ι-ς δεικνύ-o-ι δεικνύ-o-ι-τον δεικνυ-o-ί-την δεικνύ-o-ι-μεν δεικνύ-o-ι-τε δεικνύ-o-ι-εν
Medio-passivo
δεικνυ-o-ί-μην δεικνύ-o-ι-ο δεικνύ-o-ι-το δεικνύ-o-ι-σθον δεικνυ-o-ί-σθην δεικνυ-o-ί-μεθα δεικνύ-o-ι-σθε δεικνύ-o-ι-ντο
Terza classe (verbi radicali) X L’ottativo di εἰμί si forma a partire dal tema ἐσ- con l’aggiunta del suffisso modale -ι- (-ιη- per il singolare) e delle desinenze secondarie attive. Nel corso della flessione, il σ del tema viene a trovarsi sistematicamente in posizione intervocalica e quindi cade (*ἐσίην εἴην; *ἐσίης εἴης ecc.). Ottativo di εἰμί
Singolare
1
a
2
a
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
εἴην εἴης εἴη εἶτον (εἴητον) εἴτην (εἰήτην) εἶμεν (εἴημεν) εἶτε (εἴητε) εἶεν (εἴησαν)
X Per quanto riguarda i deponenti della terza classe, l’ottativo di κάθημαι non è attestato; quello di κεῖμαι risulta invece difettivo e molto raro (κεοίμην, κέοιτο, κέοιντο). Gli altri verbi di questo gruppo, invece, presentano terminazioni analoghe a quelle dell’ottativo medio-passivo di ἵστημι (δυναίμην, δύναιο, δύναιτο, δύναισθον, δυναίσθην, δυναίμεθα, δύναισθε, δύναιντο).
66
PARTE 1
CAPITOLO 10
Fonetica e morfologia
Sostantivi, aggettivi e verbi contratti
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali i nomi e gli aggettivi contratti della I e II declinazione e sui verbi contratti
DDI
1 Sostantivi contratti Si definiscono contratti alcuni sostantivi della prima e della seconda declinazione in cui la vocale finale del tema (-α per la prima declinazione, -o per la seconda) è preceduta da un’altra vocale (α, ε, o), con cui dà luogo a contrazione (per tale fenomeno e per le regole che lo governano h pp. 305-306).
1.1
Sostantivi contratti della prima declinazione Si tratta di un gruppo assai esiguo di sostantivi nei quali il tema termina in -αα- o in -εα-. In base all’esito della contrazione, si possono distinguere tre modelli: • sostantivi femminili uscenti al nominativo singolare in -ᾶ, che si flettono sul modello di στρατιά “esercito”; • sostantivi femminili uscenti al nominativo singolare in -ῆ, che si flettono sul modello di πηγή “fonte”; • sostantivi maschili uscenti al nominativo singolare in -ῆς, che si flettono sul modello di πολίτης “cittadino”. La flessione di questi sostantivi si differenzia da quella degli altri nomi della prima declinazione per l’accento, che è circonflesso e posto sull’ultima sillaba in tutti i casi. Sostantivi contratti della prima declinazione Femminili Temi μναα- “mina” ἡ μνᾶ Singolare N. μνᾶς G. μνᾷ D. μνᾶν A. μνᾶ V. μνᾶ Duale N. A. V. μναῖν G. D. μναῖ Plurale N. μνῶν G. μναῖς D. μνᾶς A. μναῖ V.
ἡ
συκεα- “fico” συκῆ συκῆς συκῇ συκῆν συκῆ συκᾶ συκαῖν συκαῖ συκῶν συκαῖς συκᾶς συκαῖ
Maschili
Ἑρμεα- “Hermes” ὁ Ἑρμῆς Ἑρμοῦ Ἑρμῇ Ἑρμῆν Ἑρμῆ Ἑρμᾶ Ἑρμαῖν Ἑρμαῖ Ἑρμῶν Ἑρμαῖς Ἑρμᾶς Ἑρμαῖ 67
Parte
1
Fonetica e morfologia
OSSERVAZIONI z Nel duale e nel plurale dei temi in -εα- si ha εα α (anziché η, come previsto dalle leggi della contrazione) per analogia con le corrispondenti forme non contratte. z Ἑρμῆς, al singolare nome proprio di divinità, indica al duale e al plurale le “erme”, ovvero piedistalli collocati di solito nelle vie e nei luoghi pubblici, sulla cui sommità era posto un busto del dio.
1.2
z Appartiene a questo gruppo di sostantivi anche un maschile uscente al nominativo in -ας e declinato solo al singolare: ὁ Βορρᾶς (“Borea”, il vento del Nord), τοῦ Βορρᾶ, τῷ Βορρᾷ, τὸν Βορρᾶν, ὦ Βορρᾶ. Accanto alla declinazione contratta, il nome presenta anche una flessione regolare: ὁ Βορέας, τοῦ Βορέου (o Βορέα) ecc.
Sostantivi contratti della seconda declinazione Si tratta di un gruppo molto ristretto di sostantivi nei quali il tema termina in -oo- o in -εo-. In base all’esito della contrazione, si possono distinguere due modelli: • sostantivi maschili uscenti al nominativo singolare in -oῦς; • sostantivi neutri uscenti al nominativo singolare in -oῦν. Sostantivi contratti della seconda declinazione Maschili Temi
Singolare
N. G. D. A.
ὀστεο“osso”
νοῦς νοῦ νῷ νοῦν
τὸ
ὀστοῦν ὀστοῦ ὀστῷ ὀστοῦν ὀστοῦν ὀστώ
A.
νοῖν νοῖ νῶν νοῖς νοῦς
ὀστοῖν ὀστᾶ ὀστῶν ὀστοῖς ὀστᾶ
V.
νοῖ
ὀστᾶ
N. A. V. G. D.
Plurale
νοο“mente”
νοῦ νώ
V. Duale
ὁ
Neutri
N. G. D.
OSSERVAZIONI z Nei casi diretti del neutro plurale ε + α dà α (anziché η, come previsto dalle leggi della contrazione) per analogia con le corrispondenti forme non contratte.
68
z I nomi contratti semplici sono perispomeni in tutti i casi, eccettuati il nominativo, l’accusativo e il vocativo del duale. I composti, invece, sono parossitoni: ad es. περίπλους ( περίπλοος).
Capitolo
Sostantivi, aggettivi e verbi contratti
10
2 Aggettivi contratti 2.1
Aggettivi contratti a tre uscite Si tratta di alcuni aggettivi della prima classe il cui tema termina in -εο- (femminile -εα-) oppure -οο- (femminile -οα-). Essi si flettono: • al maschile e al neutro rispettivamente sul modello di νοῦς e di ὀστοῦν; • al femminile sul modello di μνᾶ, se il gruppo -εα- è preceduto da ρ, su quello di συκῆ, invece, negli altri casi. Aggettivi contratti a tre uscite
πορφυρεο- / πορφυρεα“purpureo”
Tema Maschile
Singolare
N. G. D. A. V. N. A. V.
Duale
G. D. N.
Plurale
G. D. A. V.
πορφυροῦς πορφυροῦ πορφυρῷ πορφυροῦν πορφυροῦς πορφυρώ πορφυροῖν πορφυροῖ πορφυρῶν πορφυροῖς πορφυροῦς πορφυροῖ
Tema
N. G. D. A. V.
Duale
N. A. V. G. D.
Plurale
N. G. D. A. V.
πορφυρᾶ πορφυρᾶς πορφυρᾷ πορφυρᾶν πορφυρᾶ πορφυρᾶ πορφυραῖν πορφυραῖ πορφυρῶν πορφυραῖς πορφυρᾶς πορφυραῖ ἁπλοο- / ἁπλοα-
Neutro
πορφυροῦν πορφυροῦ πορφυρῷ πορφυροῦν πορφυροῦν πορφυρώ πορφυροῖν πορφυρᾶ πορφυρῶν πορφυροῖς πορφυρᾶ πορφυρᾶ
“semplice” Maschile
Singolare
Femminile
ἁπλοῦς ἁπλοῦ ἁπλῷ ἁπλοῦν ἁπλοῦς ἁπλώ ἁπλοῖν ἁπλοῖ ἁπλῶν ἁπλοῖς ἁπλοῦς ἁπλοῖ
Femminile
ἁπλῆ ἁπλῆς ἁπλῇ ἁπλῆν ἁπλῆ ἁπλᾶ ἁπλαῖν ἁπλαῖ ἁπλῶν ἁπλαῖς ἁπλᾶς ἁπλαῖ
Neutro
ἁπλοῦν ἁπλοῦ ἁπλῷ ἁπλοῦν ἁπλοῦν ἁπλώ ἁπλοῖν ἁπλᾶ ἁπλῶν ἁπλοῖς ἁπλᾶ ἁπλᾶ 69
Parte
1
Fonetica e morfologia
OSSERVAZIONI z Anche negli aggettivi le regole della contrazione sono disattese in virtù dell’analogia flessionale: X nel femminile singolare, laddove la contrazione ε + α dà α (anziché η) dopo ρ; X nei casi diretti del neutro plurale, dove la
2.2
contrazione ο + α dà α (anziché ω). z Gli aggettivi contratti sono perispomeni in tutti i casi, eccettuati il nominativo, l’accusativo e il vocativo del duale maschile e neutro. z Il vocativo singolare maschile è uguale al nominativo.
Aggettivi contratti a due uscite Appartengono a questo gruppo alcuni aggettivi composti con i sostantivi contratti della seconda declinazione νοῦς “mente”, πλοῦς “navigazione”, ῥοῦς “corrente” ecc. Essi sono sempre baritoni e conservano in tutta la flessione l’accento sulla stessa sillaba su cui si trova al nominativo singolare. Questi aggettivi si declinano: • al maschile e al femminile sul modello di νοῦς; • al neutro sul modello di ὀστοῦν. OSSERVAZIONI
Aggettivi contratti a due uscite
εὐνοο- (M., F. e N.) “benevolo”
Tema
Maschile / Femminile
εὔνους εὔνου G. εὔνῳ D. εὔνουν A. εὔνους V. N. A. V. εὔνω εὔνοιν G. D. εὖνοι N. εὔνων G. εὔνοις D. εὔνους A. εὖνοι V.
Singolare N.
Duale Plurale
Neutro
εὔνουν εὔνου εὔνῳ εὔνουν εὔνουν εὔνω εὔνοιν εὔνοα εὔνων εὔνοις εὔνοα εὔνοα
z La terminazione -οα dei casi diretti dal neutro plurale non si contrae mai.
3 Verbi contratti Molti verbi in -ω hanno un tema uscente in vocale α (τιμάω), ε (φιλέω) oppure ο (δηλόω). La loro particolarità consiste nel fatto che, al presente e all’imperfetto, presentano terminazioni sensibilmente diverse da quelle degli altri verbi in -ω a causa della contrazione che si determina tra la vocale finale del tema e la vocale tematica (-ε/ο-). Per questo vengono indicati come “verbi contratti”. Nelle seguenti tabelle troverai un prospetto della flessione dei verbi contratti in -αω, -εω e -οω; la forma contratta, evidenziata in neretto, è preceduta dalla forma originaria non contratta. 70
Capitolo
Sostantivi, aggettivi e verbi contratti
10
Verbi in -αω
3.1
Presente e imperfetto di τιμάω “onorare” Presente Indicativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
τιμά-ω τιμά-εις τιμά-ει τιμά-ετον τιμά-ετον τιμά-ομεν τιμά-ετε τιμά-ουσι(ν)
Medio-passivo
τιμῶ τιμᾷς τιμᾷ τιμᾶτον τιμᾶτον τιμῶμεν τιμᾶτε τιμῶσι(ν)
τιμά-ομαι τιμά-ει (-ῃ) τιμά-εται τιμά-εσθον τιμά-εσθον τιμα-όμεθα τιμά-εσθε τιμά-ονται
τιμῶμαι τιμᾷ τιμᾶται τιμᾶσθον τιμᾶσθον τιμώμεθα τιμᾶσθε τιμῶνται
Congiuntivo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
τιμά-ω τιμά-ῃς τιμά-ῃ τιμά-ητον τιμά-ητον τιμά-ωμεν τιμά-ητε τιμά-ωσι(ν)
Medio-passivo
τιμῶ τιμᾷς τιμᾷ τιμᾶτον τιμᾶτον τιμῶμεν τιμᾶτε τιμῶσι(ν)
τιμά-ωμαι τιμά-ῃ τιμά-ηται τιμά-ησθον τιμά-ησθον τιμα-ώμεθα τιμά-ησθε τιμά-ωνται
τιμῶμαι τιμᾷ τιμᾶται τιμᾶσθον τιμᾶσθον τιμώμεθα τιμᾶσθε τιμῶνται
Ottativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
τιμα-οίην τιμα-οίης τιμα-οίη τιμά-οιτον τιμα-οίτην τιμά-οιμεν τιμά-οιτε τιμά-οιεν
Medio-passivo
τιμῴην τιμῴης τιμῴη τιμῷτον τιμῴτην τιμῷμεν τιμῷτε τιμῷεν
τιμα-οίμην τιμά-οιο τιμά-οιτο τιμά-οισθον τιμα-οίσθην τιμα-οίμεθα τιμά-οισθε τιμά-οιντο
τιμῴμην τιμῷο τιμῷτο τιμῷσθον τιμῴσθην τιμῴμεθα τιμῷσθε τιμῷντο
Imperativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
—
τίμα-ε τιμα-έτω τιμά-ετον τιμα-έτων —
τιμά-ετε τιμα-όντων (τιμα-έτωσαν)
— τίμα τιμάτω τιμᾶτον τιμάτων — τιμᾶτε τιμώντων (τιμάτωσαν)
Medio-passivo
— τιμά-ου τιμα-έσθω τιμά-εσθον τιμα-έσθων —
τιμά-εσθε τιμα-έσθων (τιμα-έσθωσαν)
— τιμῶ τιμάσθω τιμᾶσθον τιμάσθων — τιμᾶσθε τιμάσθων (τιμάσθωσαν) 71
Parte
1
Fonetica e morfologia
Presente e imperfetto di τιμάω “onorare” Presente Infinito Attivo Medio-passivo
τιμά-ειν
τιμά-εσθαι
τιμᾶν
τιμᾶσθαι
Imperfetto Indicativo Attivo a
Singolare
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
Duale Plurale
ἐτίμα-ον ἐτίμα-ες ἐτίμα-ε ἐτιμά-ετον ἐτιμα-έτην ἐτιμά-ομεν ἐτιμά-ετε ἐτίμα-ον
Medio-passivo
ἐτίμων ἐτίμας ἐτίμα ἐτιμᾶτον ἐτιμάτην ἐτιμῶμεν ἐτιμᾶτε ἐτίμων
ἐτιμα-όμην ἐτιμά-ου ἐτιμά-ετο ἐτιμά-εσθον ἐτιμα-έσθην ἐτιμα-όμεθα ἐτιμά-εσθε ἐτιμά-οντο
ἐτιμώμην ἐτιμῶ ἐτιμᾶτο ἐτιμᾶσθον ἐτιμάσθην ἐτιμώμεθα ἐτιμᾶσθε ἐτιμῶντο
OSSERVAZIONI z All’ottativo singolare attivo τιμῴην, τιμῴης, τιμῴη, analogiche a quelle dei verbi in -μι, sono le più usate in attico. Accanto a esse, sono attestate anche quelle uscenti in -οιμι, -οις e -οι: τιμῷμι, τιμῷς, τιμῷ. Sia pur raramente, è anche possibile trovare alla 1a e 2a persona plurale forme in -οιη. z L’infinito attivo τιμᾶν ( τιμάειν) non ha lo iota sottoscritto, perché nella forma originaria ει non è un vero dittongo, ma semplicemente
l’indicazione grafica del suono /e/ chiuso lungo, perché la desinenza originaria dell’infinito è -εν (-ειν deriva da ε – voc. tem. – + εν). z Nelle forme con vocale tematica -ε- contraggono in η anziché in ᾱ i seguenti verbi: διψάω “aver sete”, ζάω “vivere”, κνάω “grattare”, πεινάω “aver fame”, χράω “dare oracoli”, χράομαι “usare”, ψάω “raschiare”. A partire dal IV secolo a.C., però, sono attestate anche forme contratte in ᾱ.
Verbi in -εω
3.2
Presente e imperfetto di φιλέω “amare” Presente Indicativo Attivo
Singolare
1
a a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
72
φιλέ-ω φιλέ-εις φιλέ-ει φιλέ-ετον φιλέ-ετον φιλέ-ομεν φιλέ-ετε φιλέ-ουσι(ν)
φιλῶ φιλεῖς φιλεῖ φιλεῖτον φιλεῖτον φιλοῦμεν φιλεῖτε φιλοῦσι(ν)
Medio-passivo
φιλέ-ομαι φιλῇ (-εῖ) φιλέ-εται φιλέ-εσθον φιλέ-εσθον φιλε-όμεθα φιλέ-εσθε φιλέ-ονται
φιλοῦμαι φιλεῖ (-ῇ) φιλεῖται φιλεῖσθον φιλεῖσθον φιλούμεθα φιλεῖσθε φιλοῦνται
Capitolo
Sostantivi, aggettivi e verbi contratti
10
Congiuntivo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
φιλέ-ω φιλέ-ῃς φιλέ-ῃ φιλέ-ητον φιλέ-ητον φιλέ-ωμεν φιλέ-ητε φιλέ-ωσι(ν)
Medio-passivo
φιλῶ φιλῇς φιλῇ φιλῆτον φιλῆτον φιλῶμεν φιλῆτε φιλῶσι(ν)
φιλῶμαι φιλῇ φιλῆται φιλῆσθον φιλῆσθον φιλώμεθα φιλῆσθε φιλῶνται
φιλέ-ωμαι φιλέ-ῃ φιλέ-ηται φιλέ-ησθον φιλέ-ησθον φιλε-ώμεθα φιλέ-ησθε φιλέ-ωνται
Ottativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
φιλε-οίην φιλε-οίης φιλε-οίη φιλέ-οιτον φιλε-οίτην φιλέ-οιμεν φιλέ-οιτε φιλέ-οιεν
Medio-passivo
φιλοίην φιλοίης φιλοίη φιλοῖτον φιλοίτην φιλοῖμεν φιλοῖτε φιλοῖεν
φιλοίμην φιλοῖο φιλοῖτο φιλοῖσθον φιλοίσθην φιλοίμεθα φιλοῖσθε φιλοῖντο
φιλε-οίμην φιλέ-οιο φιλέ-οιτο φιλέ-οισθον φιλε-οίσθην φιλε-οίμεθα φιλέ-οισθε φιλέ-οιντο
Imperativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
— φίλε-ε φιλε-έτω φιλέ-ετον φιλε-έτων — φιλέ-ετε φιλε-όντων (φιλε-έτωσαν)
Medio-passivo
— φίλει φιλείτω φιλεῖτον φιλείτων — φιλεῖτε φιλούντων (φιλείτωσαν)
— φιλέ-ου φιλε-έσθω φιλέ-εσθον φιλε-έσθων — φιλέ-εσθε φιλε-έσθων (φιλε-έσθωσαν)
— φιλοῦ φιλείσθω φιλεῖσθον φιλείσθων — φιλεῖσθε φιλείσθων (φιλείσθωσαν)
Infinito Attivo
φιλέ-ειν
φιλεῖν
Medio-passivo
φιλέ-εσθαι
φιλεῖσθαι 73
Parte
1
Fonetica e morfologia
Imperfetto Indicativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἐφίλε-ον ἐφίλε-ες ἐφίλε-ε ἐφιλέ-ετον ἐφιλε-έτην ἐφιλέ-ομεν ἐφιλέ-ετε ἐφίλε-ον
Medio-passivo
ἐφίλουν ἐφίλεις ἐφίλει ἐφιλεῖτον ἐφιλείτην ἐφιλοῦμεν ἐφιλεῖτε ἐφίλουν
ἐφιλε-όμην ἐφιλέ-ου ἐφιλέ-ετο ἐφιλέ-εσθον ἐφιλε-έσθην ἐφιλε-όμεθα ἐφιλέ-εσθε ἐφιλέ-οντο
ἐφιλούμην ἐφιλοῦ ἐφιλεῖτο ἐφιλεῖσθον ἐφιλείσθην ἐφιλούμεθα ἐφιλεῖσθε ἐφιλοῦντο
OSSERVAZIONI z Nell’ottativo singolare, accanto alle forme in -οιην, -οιης, -οιη, sono attestate anche quelle uscenti in -οιμι, -οις ed -οι: φιλοῖμι, φιλoῖς, φιλoῖ. Sia pur raramente, è anche possibile trovare alla 1a e alla 2a persona plurale forme con il suffisso -οίη- (φιλoίημεν, φιλoίητε). z I verbi in -έω con tema monosillabico contraggono solo quando l’esito della contrazione è ει; in tutti gli altri casi si trovano forme
non contratte: cfr. per es. l’indicativo presente di τρέω “tremare”, τρέω (e non *τρῶ), τρεῖς, τρεῖ, τρεῖτον, τρεῖτον, τρέoμεν (e non *τροῦμεν), τρεῖτε, τρέoυσιν (e non *τροῦσιν). Fa eccezione il verbo δέω “legare”, che segue il modello di φιλέω e contrae in tutte le voci; non si confonda questo verbo con l’omografo δέω “aver bisogno”, che si comporta come gli altri temi monosillabici.
Verbi in -οω
3.3
Presente e imperfetto di δηλόω “mostrare” Presente Indicativo Attivo Medio-passivo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
δηλό-ω δηλό-εις δηλό-ει δηλό-ετον δηλό-ετον δηλό-ομεν δηλό-ετε δηλό-ουσι(ν)
δηλῶ δηλοῖς δηλοῖ δηλοῦτον δηλοῦτον δηλοῦμεν δηλοῦτε δηλοῦσι(ν)
δηλό-ομαι δηλό-ῃ (-ει) δηλό-εται δηλό-εσθον δηλό-εσθον δηλο-όμεθα δηλό-εσθε δηλό-ονται
δηλοῦμαι δηλοῖ δηλοῦται δηλοῦσθον δηλοῦσθον δηλούμεθα δηλοῦσθε δηλοῦνται
Congiuntivo Attivo
Singolare
Duale Plurale
74
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
δηλό-ω δηλό-ῃς δηλό-ῃ δηλό-ητον δηλό-ητον δηλό-ωμεν δηλό-ητε δηλό-ωσι(ν)
δηλῶ δηλοῖς δηλοῖ δηλῶτον δηλῶτον δηλῶμεν δηλῶτε δηλῶσι(ν)
Medio-passivo
δηλό-ωμαι δηλό-ῃ δηλό-ηται δηλό-ησθον δηλό-ησθον δηλο-ώμεθα δηλό-ησθε δηλό-ωνται
δηλῶμαι δηλοῖ δηλῶται δηλῶσθον δηλῶσθον δηλώμεθα δηλῶσθε δηλῶνται
Capitolo
Sostantivi, aggettivi e verbi contratti
10
Ottativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
δηλο-οίην δηλο-οίης δηλο-οίη δηλό-οιτον δηλο-οίτην δηλό-οιμεν δηλό-οιτε δηλό-οιεν
Medio-passivo
δηλοίην δηλοίης δηλοίη δηλοῖτον δηλοίτην δηλοῖμεν δηλοῖτε δηλοῖεν
δηλο-οίμην δηλό-οιο δηλό-οιτο δηλό-οισθον δηλο-οίσθην δηλο-οίμεθα δηλό-οισθε δηλό-οιντο
δηλοίμην δηλοῖο δηλοῖτο δηλοῖσθον δηλοίσθην δηλοίμεθα δηλοῖσθε δηλοῖντο
Imperativo Attivo
Singolare
1
a a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
— δήλο-ε δηλο-έτω δηλό-ετον δηλο-έτων — δηλό-ετε δηλο-όντων (δηλο-έτωσαν)
Medio-passivo
— δήλου δηλούτω δηλοῦτον δηλούτων — δηλοῦτε δηλούντων (δηλούτωσαν)
— δηλό-ου δηλο-έσθω δηλό-εσθον δηλο-έσθων — δηλό-εσθε δηλο-έσθων (δηλο-έσθωσαν)
— δηλοῦ δηλούσθω δηλοῦσθον δηλούσθων — δηλοῦσθε δηλούσθων (δηλούσθωσαν)
Infinito Attivo
δηλό-ειν
Medio-passivo
δηλοῦν
δηλό-εσθαι
δηλοῦσθαι
Imperfetto Indicativo Attivo
Singolare
1a
2a
ἐδήλουν ἐδήλους ἐδήλου ἐδηλοῦτον ἐδηλούτην ἐδηλοῦμεν ἐδηλοῦτε
ἐδηλο-όμην ἐδηλό-ου ἐδηλό-ετο ἐδηλό-εσθον ἐδηλο-έσθην ἐδηλο-όμεθα ἐδηλό-εσθε
ἐδηλούμην ἐδηλοῦ ἐδηλοῦτο ἐδηλοῦσθον ἐδηλούσθην ἐδηλούμεθα ἐδηλοῦσθε
3a
ἐδήλο-ον
ἐδήλουν
ἐδηλό-οντο
ἐδηλοῦντο
2a 3a Duale
2a 3a
Plurale
Medio-passivo
ἐδήλο-ον ἐδήλο-ες ἐδήλο-ε ἐδηλό-ετον ἐδηλο-έτην ἐδηλό-ομεν ἐδηλό-ετε
1a
OSSERVAZIONI z Anche nei verbi in -όω l’ottativo singolare, accanto alle forme in -οιην, -οιης, -οιη, ammette quelle uscenti in -οιμι, -οις e -οι (δηλοῖμι, δηλoῖς, δηλoῖ); al plur. raramente (δηλοίημεν, δηλοίητε).
z I verbi ῥιγόω “aver freddo” e ἱδρόω “sudare” contraggono in ω e ῳ quando l’esito dovrebbe essere ου e οι (ῥιγῶ, ῥιγῷς, ῥιγῷ, ῥιγῶτον ecc.). Si trovano, comunque, anche forme analoghe a quelle di δηλόω.
75
PARTE 1
CAPITOLO 11
Fonetica e morfologia
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante muta
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali la III declinazione e gli aggettivi della II classe
DDI
1 Caratteri generali 1.1
I sostantivi della terza declinazione X La terza declinazione, in greco come in latino, comprende numerosi sostantivi maschili, femminili e neutri con il tema uscente in consonante, in vocale debole o in dittongo. I temi in consonante si suddividono in: gutturale (κ, γ, χ) • temi in consonante muta labiale (π, β, φ) dentale (τ, δ, θ) liquida (ρ, λ) • temi in consonante continua nasale (ν) sibilante (σ) I temi in vocale debole si suddividono in: • temi in -ι • temi in -υ I temi in dittongo si suddividono in: • temi in -ευ • temi in -αυ • temi in -ου • temi in in -oj • temi in -ωϝ Per individuare il tema di un sostantivo della terza declinazione potrai fare quasi sempre ricorso al genitivo singolare, privato della desinenza -ος. Nominativo singolare
ὁ κόλαξ “adulatore” ἡ φλέψ “vena” ὁ ποιμήν “pastore” τὸ σῶμα “corpo”
Genitivo singolare
κόλακος φλεβός ποιμένος σώματος
Tema
κολακφλεβποιμενσωματ-
X Come in latino, anche in greco i sostantivi della terza declinazione presentano al nominativo singolare varie uscite. In relazione a esse, si deve osservare più nello specifico che: • nei sostantivi maschili e femminili l’uscita del nominativo singolare è ottenuta 76
Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante muta
11
aggiungendo un -ς al tema (nominativo sigmatico) oppure allungando l’ultima vocale del tema stesso (nominativo asigmatico); • nei sostantivi neutri l’uscita del nominativo singolare è per lo più uguale al tema. Uscita del tema
Nominativo singolare
Esempi
Gutturale -γ, -κ, -χ
• sigmatico (uscita -ξ)
ὁ κόλαξ “adulatore” (tema κολακ-)
Labiale
-β, -π, -φ
• sigmatico (uscita -ψ)
ὁ κλώψ “ladro” (tema κλωπ-)
semplice (-δ, -τ, -θ)
• sigmatico per i maschili e i femminili (uscita -ς) ὁ ἔρως “amore” (tema ἐρωτ-) • tema puro per i neutri con caduta della den- τὸ σῶμα “corpo” (tema σωματ-) tale
Dentale
-ντ
-λ Liquida
-ϱ Nasale
-ν
-oντ • asigmatico con allungamento della vocale ὁ γέρων “vecchio” (tema γεροντ-) finale e caduta della dentale (uscita -ων) ὁ ἅλς “mare” • sigmatico (tema ἁλ-) • generalmente asigmatico con allungamento ὁ ῥήτωρ “oratore” della vocale finale (tema ῥητορ-) • generalmente asigmatico con allungamento ὁ λιμήν “porto” della vocale finale (tema λιμεν-) • asigmatico con allungamento della vocale finale per i maschili (uscita -ης) • puro tema per i neutri con apofonia ε/ο della vocale finale (uscita -ος)
ὁ Σωκράτης “Socrate” (tema Σωκρατες-) τὸ γένος “stirpe” (tema γενεσ-)
-ασ
• puro tema
τὸ κέρας “corno” (tema κερατ-)
-οσ
• asigmatico con allungamento della vocale ἡ αἰδώς “pudore” finale (uscita -ως) (tema αἰδοσ-)
-ῐ, -ῑ
• sigmatico (uscita -ις)
-εσ
Sibilante
Vocale
-αντ • sigmatico con caduta del gruppo -ντ- e allun- ὁ γίγας “gigante” gamento di compenso (uscita -ᾱς) (tema γιγαντ-)
-ῠ, -ῡ
ἡ πόλις “città” (tema πολι-)
• sigmatico per maschili e femminili (uscita -υς) ὁ μῦς “topo” (tema μυ-) τὸ ἄστυ “rocca” • puro tema per i neutri in -ῠ (tema ἀστυ-)
-ευ
• sigmatico (uscita -ευς)
-ου, -αυ
• sigmatico (uscita -ους, -αυς)
Dittongo
ὁ βασιλεύς “re” (tema βασιλευ-) ὁ βοῦς “bue” (tema βου-) ἡ γραῦς “vecchia” (tema γραυ-)
-οϳ
• asigmatico con caduta di -j e allungamento ἡ πειθώ “persuasione” della vocale finale (uscita -ω) (tema πειθοϳ-)
-ωϝ
• sigmatico con caduta del ϝ (uscita -ως)
ὁ ἥρως “eroe” (tema ἡρωϝ-) 77
Parte
1
Fonetica e morfologia
X Il prospetto generale delle desinenze della terza declinazione è il seguente: Desinenze della terza declinazione Maschile e femminile
Singolare
Duale Plurale
Neutro
N.
-ς / vocale tema allungata
tema puro
G.
-ος
-ος
D.
-ῐ
-ῐ
A.
-ν / -ᾰ
tema puro
V.
tema puro/ = al nominativo
tema puro
N. A. V.
-ε
-ε
G. D.
-οιν
-οιν
N.
-ες
-ᾰ
G.
-ων
-ων
D.
σῐ(ν)
σῐ(ν)
A.
-(ν)ς / -ᾰς
-ᾰ
V.
-ες
-ᾰ
Studiando la terza declinazione osserviamo come l’incontro tra le stesse desinenze e temi diversi possa dare luogo a vari fenomeni fonetici che interessano soprattutto il nominativo singolare, il vocativo singolare e il dativo plurale. Conseguenza di tale situazione è che non è possibile ricondurre tutti i sostantivi della terza declinazione a un unico schema di flessione, ma è necessario offrire tanti paradigmi quanti sono i tipi di tema. X Anche nei sostantivi della terza declinazione l’accento tende a conservare la posizione e la natura che presenta al nominativo, almeno finché lo permettono le leggi generali che ne governano l’uso. • nom. sing. δαίμων “demone”
gen. sing. δαίμονος
gen. pl. δαιμόνων
• nom. sing. σῶμᾰ “corpo”
gen. sing. σώματος
gen. pl. σωμάτων
Tuttavia, i sostantivi con il tema monosillabico tendono a: • mantenere l’accento sulla sillaba del tema nei casi diretti; • spostare l’accento sulla desinenza nei casi obliqui (accento acuto se la vocale è breve, circonflesso se è lunga). ἡ φλέψ “vena” (tema φλεβ-): gen. sing. φλεβός, dat. sing. φλεβί, acc. sing. φλέβα, gen. pl. φλεβῶν Fanno eccezione alcuni sostantivi fra cui παῖς, παιδός (ὁ) “ragazzo” e φῶς, φωτός (τό) “luce”, i quali mantengono l’accento sulla sillaba del tema nei casi obliqui del duale e nel genitivo plurale (παίδων, φώτων).
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Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante muta
11
Gli aggettivi della seconda classe
1.2
Gli aggettivi della seconda classe seguono in gran parte la terza declinazione e possono essere a tre, a due e a una sola uscita. Aggettivi a
tre uscite
Tema in
Esempi
Osservazioni
-ν
μέλας, μέλαινα, μέλαν “nero” (temi: m. e n. μελαν-, f. μελαινα-)
Presentano due temi: • uno per il maschile e il neutro che segue la terza declinazione; • uno per il femminile che segue la prima declinazione.
-ντ -υ -ιδ
πᾶς, πᾶσα, πᾶν “tutto” (temi: m. e n. παντ-, f. πασα-) βαρύς, βαρεῖα, βαρύ “grave” (temi: m. e n. βαρυ-, f. βαρεια-) εὔπατρις, εὔπατρι “nobile” (tema: εὐπατριδ-)
-ιτ
ἄχαρις, ἄχαρι “ingrato” (tema: ἄχαριτ-)
-ν
ἄρρην, ἄρρεν “maschio” (tema: ἀρρεν-)
-εσ
σαφής, σαφές “chiaro” (tema: σαφεσ-)
-ι
ἴδρις, ἴδρι “esperto” (tema: ἰδρι-)
-υ
ἄδακρυς, ἄδακρυ “senza lacrime” (tema: ἀδακρυ-)
gutturale
ἅρπαξ, ἅρπαγος “rapace” (tema: ἁρπαγ-)
due uscite
labiale dentale una uscita liquida nasale vocale
μονώψ, μονῶπος “con un occhio solo” (tema: μονωπ-) πένης, πένητος “povero” (tema: πενητ-) ἡμίθηρ, ἡμίθηρος “semiferino” (tema: ἡμιθηρ-) ἀπτήν, ἀπτῆνος “implume” (tema: ἀπτην-) νῆστις, νήστιος “digiuno” (tema: νηστι-)
• Presentano un unico tema che nella flessione segue la terza declinazione. • Il neutro si distingue dal maschile/femminile nei casi diretti del singolare e del plurale.
• Presentano un unico tema che nella flessione segue la terza declinazione. • Il neutro si distingue dal maschile/femminile all’accusativo singolare e nei casi diretti del plurale. • Si enunciano come i sostantivi, citando il nominativo e il genitivo singolari.
2 Sostantivi e aggettivi con il tema in occlusiva gutturale X La declinazione dei temi in gutturale (γ, κ, χ) comprende solamente sostantivi maschili e femminili, che si flettono allo stesso modo. Al nominativo singolare l’incontro tra la desinenza -ς e la gutturale finale del tema dà origine a -ξ; similmente al dativo plurale si ha -ξι. 79
Parte
1
Fonetica e morfologia
Sostantivi con il tema in gutturale Tema
κολακ-
φλογ-
θριχ-
“adulatore”
“fiamma”
“capello”
ὁ κόλαξ Singolare N. κόλακος G. κόλακι D. κόλακα A. κόλαξ V. κόλακε N. A. V. Duale κολάκοιν G. D. κόλακες N. Plurale κολάκων G. κόλαξι(ν) D. κόλακας A. κόλακες V.
ἡ φλόξ φλογός φλογί φλόγα φλόξ φλόγε φλογοῖν φλόγες φλογῶν φλοξί(ν) φλόγας φλόγες
ἡ θρίξ τριχός τριχί τρίχα θρίξ τρίχε τριχοῖν τρίχες τριχῶν θριξί(ν) τρίχας τρίχες
OSSERVAZIONI z Il vocativo singolare è uguale al nominativo. z Il sostantivo θρίξ, τριχός, ἡ “capello”, presenta l’alternanza dei temi θρικ- e τριχ- per la legge di Grassmann [ p. 303]. z Il sostantivo ἀλώπηξ, ἀλώπεκος, ἡ “volpe” al nominativo singolare presenta, oltre alla desinenza -ς, anche la vocale finale del tema allungata per apofonia [ pp. 300-301]. z I sostantivi che escono al nominativo sin-
golare in -γξ hanno tutti tema in -γγ (Σφίγξ, Σφιγγός, ἡ “Sfinge”). Fa eccezione λύγξ, λυγκός, ὁ, ἡ “lince”, che ha tema λυγκ-. z Il sostantivo γυνή, γυναικός, ἡ “donna”, nella flessione alterna i due temi γυνα- e γυναικ-: sing. N. γυνή, G. γυναικός, D. γυναικί, A. γυναῖκα, V. γύναι, duale N.A.V. γυναῖκε, G.D. γυναικοῖν, pl. N. γυναῖκες, G. γυναικῶν, D. γυναιξί(ν), A. γυναῖκας, V. γυναῖκες.
X Gli aggettivi della seconda classe con tema in gutturale sono rari e vengono spesso usati come sostantivi. Essi si declinano come i sostantivi aventi analogo tema e sono tutti a una sola uscita. Aggettivi con il tema in gutturale Tema
ἁρπαγ- “rapace” Maschile, femminile e neutro
Singolare N. G. D. A. V. Duale N. A. V. G. D. Plurale N. G. D. A. V. 80
ἅρπαξ ἅρπαγος ἅρπαγι ἅρπαγα (M., F.), ἅρπαξ (N.) ἅρπαξ ἅρπαγε ἁρπάγοιν ἅρπαγες (M., F.), ἅρπαγα (N.) ἁρπάγων ἅρπαξι(ν) ἅρπαγας (M., F.), ἅρπαγα (N.) ἅρπαγες (M., F.), ἅρπαγα (N.)
Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante muta
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3 Sostantivi e aggettivi con il tema in occlusiva labiale X La declinazione dei temi in labiale (β, π, φ) comprende solamente sostantivi maschili e femminili, che si flettono allo stesso modo. Al nominativo singolare l’incontro tra la desinenza -ς e la labiale finale del tema dà origine a -ψ; similmente al dativo plurale si ha -ψι. Sostantivi con il tema in labiale
κλωπ- “ladro”
Tema
ὁ κλώψ Singolare N. κλωπός G. κλωπί D. κλῶπα A. κλώψ V. κλῶπε Duale N. A. V. κλωποῖν G. D. κλῶπες N. Plurale κλωπῶν G. κλωψί(ν) D. κλῶπας A. κλῶπες V.
φλεβ- “vena”
ἡ φλέψ φλεβός φλεβί φλέβα φλέψ φλέβε φλεβοῖν φλέβες φλεβῶν φλεψί(ν) φλέβας φλέβες
κατηλιφ- “soffitta”
ἡ κατῆλιψ κατήλιφος κατήλιφι κατήλιφα κατῆλιψ κατήλιφε κατηλίφοιν κατήλιφες κατηλίφων κατήλιψι(ν) κατήλιφας κατήλιφες
OSSERVAZIONI z Il vocativo singolare è uguale al nominativo.
X Gli aggettivi della seconda classe con il tema in labiale si declinano come i sostantivi aventi analogo tema e sono tutti a una uscita. Aggettivi con il tema in labiale
μονωπ- “con un occhio solo”
Tema
Maschile, femminile e neutro
Singolare
Duale Plurale
N. G. D. A. V. N. A. V. G. D. N. G. D. A. V.
μονώψ μονῶπος μονῶπι μονῶπα (M., F.), μονώψ (N.) μονώψ μονῶπε μονώποιν μονῶπες (M., F.), μονῶπα (N.) μονώπων μονῶψι(ν) μονῶπας (M., F.), μονῶπα (N.) μονῶπες (M., F.), μονῶπα (N.) 81
Parte
1
Fonetica e morfologia
4 Sostantivi e aggettivi con il tema in occlusiva dentale X I sostantivi e gli aggettivi con il tema in dentale (δ, τ, θ) si dividono in due gruppi, a seconda che escano: • in dentale semplice; • in -ντ.
4.1
Temi in dentale semplice La declinazione dei temi in dentale semplice comprende sostantivi maschili, X femminili e neutri. Al nominativo singolare: • nei sostantivi maschili e femminili l’incontro tra la desinenza -ς e la dentale finale del tema provoca la caduta di quest’ultima, che scompare senza lasciare traccia (ἔρως *ἐρωτ-ς); • i sostantivi neutri presentano il puro tema, con caduta della dentale in fine di parola (σῶμα *σωματ). Al dativo plurale la dentale finale del tema cade sempre davanti alla desinenza -σι. Sostantivi con il tema in dentale semplice
Tema
ἐρωτ- “amore”
ὁ ἔρως Singolare N. ἔρωτος G. ἔρωτι D. ἔρωτα A. ἔρως V. ἔρωτε N. A. V. Duale ἐρώτοιν G. D. ἔρωτες Plurale N. ἐρώτων G. ἔρωσι(ν) D. ἔρωτας A. ἔρωτες V.
φυγαδ- “esule”
ὁ φυγάς φυγάδος φυγάδι φυγάδα φυγάς φυγάδε φυγάδοιν φυγάδες φυγάδων φυγάσι(ν) φυγάδας φυγάδες
κορυθ- “elmo”
ἡ κόρυς κόρυθος κόρυθι κόρυθα κόρυς κόρυθε κορύθοιν κόρυθες κορύθων κόρυσι(ν) κόρυθας κόρυθες
σωματ- “corpo”
τὸ σῶμα σώματος σώματι σῶμα σῶμα σώματε σωμάτοιν σώματα σωμάτων σώμασι(ν) σώματα σώματα
OSSERVAZIONI z All’accusativo singolare i sostantivi baritoni in -ις e -υς presentano spesso la desinenza -ν, propria dei temi in vocale, e la caduta della dentale finale del tema. ἡ χάρις: gen. sing. χάριτος (tema χαριτ-), acc. sing. χάριν (χάριτα) ἡ κόρυς: gen. sing. κόρυθος (tema κορυθ-), acc. sing. κόρυν (κόρυθα) z Il vocativo singolare è di solito uguale al nominativo. Fanno eccezione τυραννίς, -ίδος, ἡ “tirannide”, Ἄρτεμις, -ιδος, ἡ “Artemide” e παῖς, παιδός, ὁ “ragazzo”, che al vocativo singolare presentano rispettivamente τυραννί, Ἄρτεμι, παῖ. z Il sostantivo πούς, ποδός, ὁ “piede” ha il nominativo singolare sigmatico con allungamento della vocale del tema (πούς
82
*ποδ-ς). Al dativo plurale, però, troviamo regolarmente ποσί(ν). z Presentano anomalie di varia natura nella formazione del nominativo singolare i seguenti sostantivi: ἄλειφαρ, ἀλείφατος, τό “unguento” γάλα, γάλακτος, τό “latte” γόνυ, γόνατος, τό “ginocchio” δόρυ, δόρατος, τό “lancia” ἧπαρ, ἥπατος, τό “fegato” νύξ, νυκτός, ἡ “notte” (dat. pl. νυξίν) ὄναρ, ὀνείρατος, τό “sogno” οὖς, ὠτός, τό “orecchio” ὕδωρ, ὕδατος, τό “acqua” φρέαρ, φρέατος, τό “pozzo, sorgente” Tali sostantivi sono per altro regolari in tutto il resto della flessione.
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La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante muta
11
X Gli aggettivi con il tema in dentale si declinano come i sostantivi aventi analogo tema e possono essere a una o a due uscite. Aggettivi con il tema in dentale Tema
A due uscite
A una uscita
εὐχαριτ- “aggraziato”
πενητ- “povero”
Maschile e femminile
Singolare N. G. D. A. Duale Plurale
V. N. A. V. G. D. N. G. D. A. V.
Neutro
Maschile, femminile e neutro
εὔχαρις εὐχάριτος εὐχάριτι εὔχαριν
εὔχαρι εὐχάριτος εὐχάριτι εὔχαρι
πένης πένητος πένητι πένητα (M., F.), πένης (N.)
εὔχαρις εὐχάριτε εὐχαρίτοιν εὐχάριτες εὐχαρίτων εὐχάρισι(ν) εὐχάριτας εὐχάριτες
εὔχαρι εὐχάριτε εὐχαρίτοιν εὐχάριτα εὐχαρίτων εὐχάρισι(ν) εὐχάριτα εὐχάριτα
πένης πένητε πενήτοιν πένητες (M., F.), πένητα (N.) πενήτων πένησι(ν) πένητας (M., F.), πένητα (N.) πένητες (M., F.), πένητα (N.)
OSSERVAZIONI z Gli aggettivi a due uscite di questo gruppo sono tutti baritoni.
4.2
Temi in -ντLa declinazione dei temi in -ντ- comprende sostantivi solamente maschili, che si X dividono in due gruppi: • i sostantivi con il tema in -αντ, che presentano il nominativo in -ᾱς (nominativo sigmatico con caduta del gruppo ντ e allungamento di compenso della vocale del tema); • i sostantivi con il tema in -οντ, che al nominativo escono in -ων (nominativo asigmatico con allungamento organico della vocale del tema). Sostantivi con il tema in -ντTema
γιγαντ- “gigante”
ὁ γίγᾱς Singolare N. γίγαντος G. γίγαντι D. γίγαντα A. γίγᾰν V. γίγαντε N. A. V. Duale γιγάντοιν G. D. γίγαντες Plurale N. γιγάντων G. γίγᾱσι(ν) D. γίγαντας A. γίγαντες V.
γεροντ- “vecchio”
ὁ γέρων γέροντος γέροντι γέροντα γέρον γέροντε γερόντοιν γέροντες γερόντων γέρουσι(ν) γέροντας γέροντες
ὀδοντ- “dente”
ὁ ὀδών (ὀδούς) ὀδόντος ὀδόντι ὀδόντα ὀδών ὀδόντε ὀδόντοιν ὀδόντες ὀδόντων ὀδοῦσι(ν) ὀδόντας ὀδόντες 83
Parte
1
Fonetica e morfologia
OSSERVAZIONI z Il vocativo singolare può essere: X uguale al tema nei sostantivi baritoni (ὦ γέρον); X uguale al nominativo nei sostantivi ossitoni (ὦ ὀδών). z Il dativo plurale esce in -σι con allungamento di compenso della vocale del tema (*γιγᾰντσι γίγᾱσι; *γεροντ-σι γέρουσι). z Il tema ὀδοντ- (forse un’antica forma di par-
ticipio presente di una radice *ed- edo indicante “mangiare”, cfr. latino dens, dentis) presenta due forme di nominativo singolare: X una più antica ὀδών; X una più recente ὀδούς. z Alcuni temi in -αντ escono al vocativo singolare in -α anziché in -αν (Ἄτλας, Ἄτλαντος, voc. Ἄτλα).
X Gli aggettivi con il tema uscente in -αντ, -εντ, -οντ sono tutti a tre uscite. Al maschile e al neutro gli aggettivi in -αντ e in -εντ seguono sostanzialmente la flessione dei sostantivi come γίγας, -αντος, quelli in -οντ invece si declinano come γέρων, -οντος. Il femminile segue sempre la prima declinazione. Aggettivi con il tema in -αντ-
παντ- / πασα- (© *παντjα-) “tutto”
Tema
Maschile
V.
πᾶσα πάσης πάσῃ πᾶσαν πᾶσα
πᾶν παντός παντί πᾶν πᾶν
N. A. V.
—
—
—
G. D.
—
—
—
N.
πάντες πάντων πᾶσι(ν) πάντας πάντες
πᾶσαι πασῶν πάσαις πάσας πᾶσαι
πάντα πάντων πᾶσι(ν) πάντα πάντα
G. D. A.
Plurale
Neutro
πᾶς παντός παντί πάντα πᾶς
Singolare N.
Duale
Femminile
G. D. A. V. OSSERVAZIONI
z Il nominativo singolare maschile πᾶς presenta ᾱ per l’allungamento di compenso dovuto alla caduta del gruppo ντ seguito da sigma. Il neutro πᾶν (anziché πάν) può essere considerato analogico. z Il tema del femminile deriva da *πᾰντ- con l’aggiunta del suffisso -jᾰ: *πᾰντjᾰ- *πᾰνσᾰ-
84
(assibilazione del gruppo τj) *πᾱσᾰ- (la nasale cade davanti a sigma e provoca allungamento di compenso della vocale precedente). z Il genitivo e il dativo plurale maschile e neutro non accentano la desinenza, pur trattandosi di un tema monosillabico.
Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante muta
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Aggettivi con il tema in -εντTema
χαριεντ- / χαριεσσα- (© *χαριεντjα-) “grazioso” Maschile
Singolare N. G. D. A. V. Duale N. A. V. G. D. N. Plurale G. D. A. V.
Femminile
Neutro
χαρίεις χαρίεντος χαρίεντι χαρίεντα χαρίεις χαρίεντε
χαρίεσσα χαριέσσης χαριέσσῃ χαρίεσσαν χαρίεσσα χαριέσσα
χαρίεν χαρίεντος χαρίεντι χαρίεν χαρίεν χαρίεντε
χαριέντοιν χαρίεντες χαριέντων χαρίεσι(ν) χαρίεντας χαρίεντες
χαριέσσαιν χαρίεσσαι χαριεσσῶν χαριέσσαις χαριέσσας χαρίεσσαι
χαριέντοιν χαρίεντα χαριέντων χαρίεσι(ν) χαρίεντα χαρίεντα
OSSERVAZIONI z Gli aggettivi in -εντ sono usati soprattutto in poesia e si formano con il suffisso *-ϝεντ (grado normale) / *-ϝντ (grado zero). z Il nominativo singolare maschile χαρίεις deriva da *χαριεντ-ς con caduta del gruppo ντ e allungamento di compenso della vocale finale del tema. Il neutro χαρίεν corrisponde al puro tema con caduta della dentale in fine di parola. Il femminile è formato sul tema a grado zero (*χαριϝντ- *χαριϝṇτ- *χαριϝᾰτ- con vocalizzazione della sonante) con l’aggiunta del suffisso -jᾰ: *χαριϝᾰτjᾰ-
*χαριᾰσσᾰ- (assibilazione del gruppo τj e caduta di ϝ in posizione intervocalica) χαρίεσσᾰ (passaggio di α a ε per analogia al maschile e al neutro). z Il dativo plurale maschile e neutro degli aggettivi con tema in -εντ deriva dal tema al grado zero: *χαριϝντ-σι *χαριϝᾰτσι (vocalizzazione della sonante *χαριϝṇτ- *χαριϝᾰτ-) *χαριᾰσι (cadono senza lasciare traccia il ϝ intervocalico e la dentale seguita da sigma) χαρίεσι (passaggio di α a ε per analogia al resto della declinazione).
Aggettivi con il tema in -οντTema
ἑκοντ- / ἑκουσα- (© *ἑκοντjα-) “spontaneo” Maschile
Singolare N. G. D. A. V. N. A. V. Duale G. D. Plurale N. G. D. A. V.
ἑκών ἑκόντος ἑκόντι ἑκόντα ἑκών ἑκόντε ἑκόντοιν ἑκόντες ἑκόντων ἑκοῦσι(ν) ἑκόντας ἑκόντες
Femminile
ἑκοῦσα ἑκούσης ἑκούσῃ ἑκοῦσαν ἑκοῦσα ἑκούσα ἑκούσαιν ἑκοῦσαι ἑκουσῶν ἑκούσαις ἑκούσας ἑκοῦσαι
Neutro
ἑκόν ἑκόντος ἑκόντι ἑκόν ἑκόν ἑκόντε ἑκόντοιν ἑκόντα ἑκόντων ἑκοῦσι(ν) ἑκόντα ἑκόντα 85
Parte
1
Fonetica e morfologia
OSSERVAZIONI z Il nominativo singolare maschile è asigmatico e deriva dal tema con allungamento organico dell’ultima vocale e caduta della dentale in fine di parola. z Il tema del femminile deriva da *ἑκοντcon l’aggiunta del suffisso -jᾰ: *ἑκοντjᾰ- *ἑκονσᾰ- (assibilazione del gruppo τj)
ἑκοῦσᾰ (la nasale cade davanti a sigma e provoca allungamento di compenso della vocale precedente). z Il dativo plurale maschile e neutro deriva da *ἑκοντσι con caduta del gruppo ντ seguito da sigma e allungamento di compenso della vocale precedente.
t Lisippo, Kairos, copia romana dell’originale greco risalente al 330 a.C. circa, Torino, Museo Archeologico.
GRAMMATICA STORICA
La terza declinazione greca e latina a confronto Trattando la prima e la seconda declinazione ti sono state segnalate le forti analogie di flessione che avvicinano il greco al latino [ pp. 35; 43-44]. Tali analogie si confermano per la terza declinazione, benché sia talora più difficile comprenderle data la sua maggiore complessità ed eterogeneità. Per capire meglio in che cosa e perché la terza declinazione greca sia simile a quella latina è opportuno tenere presente quanto segue. La terza declinazione greca è – come quella latina – atematica: ciò significa che, in entrambe, le desinenze si legano direttamente al tema (senza l’inserimento di vocali tematiche). Per questa ragione, entrambe le declinazioni comprendono un elevato numero di sostantivi aventi temi differenti. Schematicamente si può dire che: con tema in consonante • la terza declinazione greca comprende sostantivi con tema in -ι, -υ con tema in -αυ, -ευ, -ου; con tema in consonante • la terza declinazione latina comprende sostantivi con tema in -i Tanto nella terza declinazione greca quanto in quella latina l’incontro tra uguali desinenze e temi differenti ha determinato esiti spesso problematici nella loro diversità. A fronte di tali diversità, le due lingue si sono comportate grosso modo come segue: • il greco tende a mantenere la pluralità di esiti frutto dell’incontro tra desinenze identiche e temi diversi: da ciò deriva il fatto che non è possibile ricostruire un paradigma unico, valido per tutta la declinazione, ma è necessario studiare tanti paradigmi quanti sono i temi; 86
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La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante muta
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• il latino, invece, tende con il tempo a fondere la flessione dei temi in consonante e quella dei temi in -i in un unico paradigma: in taluni casi i temi in -i assumono il comportamento proprio dei temi in consonante, in altri i temi in consonante si uniformano a quello dei temi in -i. Ripercorrere nel dettaglio tali esiti è compito della grammatica storica e comparativa: ti proponiamo la flessione in parallelo di un tema in occlusiva gutturale greco e latino. La terza declinazione Greco Tema
Singolare
Duale Plurale
N. G. D. A. V. Abl. N. A. V. G. D. N. G. D. A. V. Abl.
κορακ- “corvo” κόραξ κόρακος κόρακῐ κόρακᾰ κόραξ — κόρακε κοράκοιν κόρακες κοράκων κόραξῐ(ν) κόρακᾰς κόρακες —
Latino
duc- “condottiero” dux ducĭs ducī ducĕm dux ducĕ — — ducēs ducŭm ducĭbus ducēs ducēs ducĭbus
X Nominativo singolare Sia il greco che il latino formano il nominativo singolare aggiungendo la desinenza -s al tema (nominativo sigmatico); l’incontro tra la gutturale del tema e la desinenza -s dà esito a consonante doppia (-ξ in greco, -x in latino). X Genitivo singolare Il greco presenta una desinenza -ος. La desinenza -is del latino deriva da una più antica desinenza -es (ad es. ducis duces). Tanto l’-ος del greco, quanto l’-is del latino debbono essere ricondotti all’antica desinenza di genitivo singolare indoeuropea *-os/*-es/*-s, con alternanza apofonica qualitativa. Di tale sequenza (in questo caso) il greco ha salvato la prima variante, il latino la seconda. X Dativo singolare La desinenza -ῐ del greco sembra essere un’antica desinenza di locativo (caso dell’indoeuropeo, scomparso in greco e in latino) come parrebbero testimoniare forme come οἴκοι “in casa” (cfr. lat. domi, anch’esso locativo). La -ī del latino deriva da una più antica desinenza -ei (con monottongazione del dittongo). X Accusativo singolare La desinenza dell’accusativo singolare della terza declinazione era anticamente *-m (la stessa desinenza caratteristica dei temi in -a e in -o). Sia in greco che in latino, tale desinenza ha avuto due comportamenti: • ha mantenuto suono consonantico (-ν in greco, -m in latino) quando preceduta da vocale; • si è vocalizzata (-α in greco, -em in latino) quando preceduta da consonante. La situazione più antica era pertanto la seguente: • i temi in vocale o dittongo presentavano la desinenza -ν in greco e -m in latino (per es. πόλιν, acc. di πόλις “città” ≈ sitim, acc. da sitis “sete”); 87
Parte
1
Fonetica e morfologia
• i temi in consonante presentavano la desinenza -α in greco ed -em in latino (per es. αἶγα, acc. da αἴξ “capra” ≈ regem, acc. da rex “re”). In latino, però, si registra con il passare del tempo la tendenza a generalizzare l’utilizzo della desinenza -em propria dei temi in consonante estendendola anche ai temi in -i (per es. hostem, acc. da hostis “nemico”, tema hosti-). Una testimonianza di questo passaggio è offerta da alcuni sostantivi che presentano doppia uscita di accusativo singolare: navem/navim (acc. da navis “nave”, tema navi-); turrem/ turrim (acc. da turris “torre”, tema turri-) ecc. X Vocativo singolare Il vocativo singolare è uguale al nominativo. X Nominativo plurale In greco la desinenza del nominativo plurale -ες prosegue l’antica desinenza *-es dell’indoeuropeo. L’origine della desinenza -e¯s del latino può essere spiegata così: la desinenza del nominativo plurale era in origine -e˘s come in greco; l’incontro fra questa desinenza e i due gruppi di temi compresi nella terza declinazione determinò in un primo momento i seguenti esiti: • temi in consonante duc-e˘s (come in greco); • temi in -i hostei-e˘s hoste˘s (tema -ei- per alternanza apofonica, caduta della i intervocalica e contrazione delle due e in una e lunga). In seguito, l’uscita propria dei temi in -i fu estesa anche ai temi in consonante: ad es. duc-e˘s duc-e˘s (come hoste¯s). X Genitivo plurale Tanto la desinenza di genitivo plurale greca quanto quella latina proseguono la desinenza indoeuropea *-o¯m: • il greco ripropone la desinenza dell’indoeuropeo adattandola alle sue regole fonetiche (passaggio μ ν in fine di parola); • in latino si può ipotizzare una sequenza di questo tipo: passaggio da -o¯m a -o¯m (abbreviamento della vocale) e, in seguito, a -um (oscuramento della o in u). Secondo altri studiosi da -o¯m (variante apofonica) si ha il semplice oscuramento della vocale. X Dativo plurale Le due lingue utilizzano desinenze differenti e pertanto hanno comportamento diverso: • il greco utilizza una desinenza -σι (di locativo) che, a contatto con i diversi temi, produce esiti fonetici vari. Nel caso particolare di κόλαξ la gutturale del tema si fonde con il σ della desinenza nella doppia ξ (κόλακ-σι κόλαξι); • il latino ricorre a una desinenza -bus ( *-bhos). X Accusativo plurale La desinenza dell’accusativo plurale era anticamente *-ms (come per i temi in -a e i temi in -o). Nella terza declinazione l’incontro tra questa desinenza e i vari temi ha prodotto esiti problematici dovuti in parte a fenomeni fonetici, in parte a influssi analogici (soprattutto dell’uscita del nominativo su quella dell’accusativo). Nel caso che ti è stato proposto come esempio la desinenza *-ms quando incontra un tema in occlusiva si comporta come segue: • in greco la nasale m si vocalizza in α, incontrando una consonante muta (*κόλακ-μς *κόλακ-ṃς κόλακ-ᾰς); • in latino la nasale m si sonorizza in e˘m, incontrando una consonante muta (*duc-ms *duc-e˘ms), poi la nasale seguita da sibilante cade e provoca allungamento di compenso della vocale precedente (*duc-e˘ ms duc-e¯s).
88
PARTE 1
CAPITOLO 12
Fonetica e morfologia Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali il participio presente
Il participio presente DDI
1 Caratteri generali Il participio è un aggettivo verbale. Come un aggettivo, infatti, si declina ed esprime le categorie grammaticali del genere, del numero e del caso; come un verbo, si presenta con vari tempi e diverse diatesi. In greco, in particolare, si possono incontrare: • • • •
il participio presente (forma attiva e medio-passiva); il participio aoristo (forma attiva, media e passiva); il participio futuro (forma attiva, media e passiva); il participio perfetto (forma attiva e medio-passiva).
2 Il participio presente attivo Il participio presente attivo deriva dal tema temporale del presente ed è caratterizzato dal suffisso modale -ντ-. La sua declinazione risulta pertanto affine a quella degli aggettivi della seconda classe con il tema in -ντ-.
2.1
Verbi in -ω X Il tema del participio presente attivo dei verbi in -ω si forma con il tema temporale del presente, la vocale tematica -o-, il suffisso modale -ντ- (λυ-ο-ντ-) e si declina come gli aggettivi della seconda classe con il tema in -οντ-. Participio presente attivo dei verbi in -ω Tema
Singolare
N. G. D. A. V.
Duale
N. A. V. G. D.
λῡοντ- / λῡουσα- (© *λυοντjα-) “che scioglie” Maschile Femminile Neutro λύων λύουσα λῦον
λύοντος λύοντι λύοντα λύων λύοντε λυόντοιν
λυούσης λυούσῃ λύουσαν λύουσα λυούσα λυούσαιν
λύοντος λύοντι λῦον λῦον λύοντε λυόντοιν 89
Parte
1
Fonetica e morfologia
Participio presente attivo dei verbi in -ω Tema
Plurale
N. G. D. A. V.
λῡοντ- / λῡουσα- (© *λυοντjα-) “che scioglie” Maschile Femminile Neutro λύοντες λύουσαι λύοντα
λυόντων λύουσι(ν) λύοντας λύοντες
λυουσῶν λυούσαις λυούσας λύουσαι
λυόντων λύουσι(ν) λύοντα λύοντα
X Anche al participio presente attivo i verbi contratti mostrano terminazioni particolari derivanti dalla contrazione della vocale finale del tema verbale con la vocale tematica -o-. Participio presente attivo dei verbi in -αω Tema
τιμωντ- (© *τιμαοντ-) / τιμωσα- (© *τιμαουσα-) “che onora” Maschile Femminile Neutro τιμῶν τιμῶσα τιμῶν Singolare N. τιμῶντος τιμώσης τιμῶντος G. τιμῶντι τιμώσῃ τιμῶντι D. τιμῶντα τιμῶσαν τιμῶν A. τιμῶν τιμῶσα τιμῶν V. τιμώσα τιμῶντε Duale N. A. V. τιμῶντε τιμώντοιν τιμώσαιν τιμώντοιν G. D. τιμῶντες τιμῶσαι τιμῶντα N. Plurale τιμώντων τιμωσῶν τιμώντων G. τιμῶσι(ν) τιμώσαις τιμῶσι(ν) D. τιμῶντας τιμώσας τιμῶντα A. τιμῶντες τιμῶσαι τιμῶντα V. Participio presente attivo dei verbi in -εω
Tema
φιλουντ- (© *φιλεοντ-) / φιλουσα- (© *φιλεουσα-) “che ama” Maschile Femminile Neutro φιλῶν φιλοῦσα φιλοῦν Singolare N. φιλοῦντος φιλούσης φιλοῦντος G. φιλοῦντι φιλούσῃ φιλοῦντι D. φιλοῦντα φιλοῦσαν φιλοῦν A. φιλῶν φιλοῦσα φιλοῦν V. φιλούσα φιλοῦντε Duale N. A. V. φιλοῦντε φιλούντοιν φιλούσαιν φιλούντοιν G. D. φιλοῦντες φιλοῦσαι φιλοῦντα N. Plurale φιλούντων φιλουσῶν φιλούντων G. φιλοῦσι(ν) φιλούσαις φιλοῦσι(ν) D. φιλοῦντας φιλούσας φιλοῦντα A. φιλοῦντες φιλοῦσαι φιλοῦντα V.
90
Capitolo
Il participio presente
12
Participio presente attivo dei verbi in -οω Tema
δηλουντ- (© *δηλοοντ-) / δηλουσα- (© *δηλοουσα-) “che mostra” Maschile Femminile Neutro δηλῶν δηλοῦσα δηλοῦν Singolare N. δηλοῦντος δηλούσης δηλοῦντος G. δηλοῦντι δηλούσῃ δηλοῦντι D. δηλοῦντα δηλοῦσαν δηλοῦν A. δηλῶν δηλοῦσα δηλοῦν V. δηλούσα δηλοῦντε Duale N. A. V. δηλοῦντε δηλούντοιν δηλούσαιν δηλούντοιν G. D. δηλοῦντες δηλοῦσαι δηλοῦντα Plurale N. δηλούντων δηλουσῶν δηλούντων G. δηλοῦσι(ν) δηλούσαις δηλοῦσι(ν) D. δηλοῦντας δηλούσας δηλοῦντα A. δηλοῦντες δηλοῦσαι δηλοῦντα V.
2.2
Verbi in -μι X I verbi in -μι formano il tema del participio presente attivo unendo il suffisso modale -ντ- direttamente al tema temporale del presente. L’accento cade sempre sulla vocale finale del tema.
2.2.1
Prima classe (verbi con raddoppiamento) Al participio presente i verbi della prima classe presentano tre diversi modelli di flessione, in base alla vocale finale del tema verbale. In particolare: • la flessione del participio presente attivo di δίδωμι (tema διδο-) è affine a quella degli aggettivi della seconda classe con il tema in -οντ-, con la differenza che il nominativo singolare maschile è sigmatico ed esce in -ους, anziché in -ων; • la flessione del participio presente attivo dei verbi τίθημι (tema τιθε-) e ἵημι (tema ἱε-) segue sostanzialmente quella degli aggettivi della seconda classe con il tema in -εντ-, con la differenza che il nominativo singolare femminile esce in -εισα, anziché in -εσσα, e il dativo plurale maschile e neutro in -εισι, invece che in -εσι; • il participio presente attivo di ἵστημι (tema ἱστα-), κίχρημι (tema κιχρα-), ὀνίνημι (tema ὀνινα-), πίμπλημι (tema πιμπλα-) e πίμπρημι (tema πιμπρα-) è analoga a quella degli aggettivi della seconda classe con il tema in -αντ-. Participio presente attivo di δίδωμι διδοντ- / διδουσα- (© *διδοντjα-) “che dà”
Tema
Maschile
Singolare
Duale
N. G. D. A. V. N. A. V. G. D.
διδούς διδόντος διδόντι διδόντα διδούς διδόντε διδόντοιν
Femminile
διδοῦσα διδούσης διδούσῃ διδοῦσαν διδοῦσα διδούσα διδούσαιν
Neutro
διδόν διδόντος διδόντι διδόν διδόν διδόντε διδόντοιν 91
Parte
1
Fonetica e morfologia
Participio presente attivo di δίδωμι διδοντ- / διδουσα- (© *διδοντjα-) “che dà”
Tema
Maschile
Plurale
N. G. D. A. V.
διδόντες διδόντων διδοῦσι(ν) διδόντας διδόντες
Femminile
διδοῦσαι διδουσῶν διδούσαις διδούσας διδοῦσαι
Neutro
διδόντα διδόντων διδοῦσι(ν) διδόντα διδόντα
Participio presente attivo di -τίθημι Tema
Singolare
Duale Plurale
Tema
τιθεντ- / τιθεισα- (© *τιθεντjα-) Maschile Femminile τιθείς τιθεῖσα N. τιθέντος τιθείσης G. τιθέντι τιθείσῃ D. τιθέντα τιθεῖσαν A. τιθείς τιθεῖσα V. τιθείσα N. A. V. τιθέντε τιθέντοιν τιθείσαιν G. D. τιθέντες τιθεῖσαι N. τιθέντων τιθεισῶν G. τιθεῖσι(ν) τιθείσαις D. τιθέντας τιθείσας A. τιθέντες τιθεῖσαι V.
Neutro
τιθέν τιθέντος τιθέντι τιθέν τιθέν τιθέντε τιθέντοιν τιθέντα τιθέντων τιθεῖσι(ν) τιθέντα τιθέντα
Participio presente attivo di -ἵημι ἱεντ- / ἱεισα- (© *ἱεντjα-) “che invia” Maschile
ἱείς Singolare N. ἱέντος G. ἱέντι D. ἱέντα A. ἱείς V. N. A. V. ἱέντε Duale ἱέντοιν G. D. ἱέντες Plurale N. ἱέντων G. ἱεῖσι(ν) D. ἱέντας A. ἱέντες V. 92
“che pone”
Femminile
ἱεῖσα ἱείσης ἱείσῃ ἱεῖσαν ἱεῖσα ἱείσα ἱείσαιν ἱεῖσαι ἱεισῶν ἱείσαις ἱείσας ἱεῖσαι
Neutro
ἱέν ἱέντος ἱέντι ἱέν ἱέν ἱέντε ἱέντοιν ἱέντα ἱέντων ἱεῖσι(ν) ἱέντα ἱέντα
Capitolo
Il participio presente
Tema
Participio presente attivo di -ἵστημι ἱσταντ- / ἱστασα- (© *ἱσταντjα-) “che colloca” Maschile
Singolare N. G. D. A. V. N. A. V. Duale G. D. N. Plurale G. D. A. V.
2.2.2
12
ἱστάς ἱστάντος ἱστάντι ἱστάντα ἱστάς ἱστάντε ἱστάντοιν ἱστάντες ἱστάντων ἱστᾶσι(ν) ἱστάντας ἱστάντες
Femminile
ἱστᾶσα ἱστάσης ἱστάσῃ ἱστᾶσαν ἱστᾶσα ἱστάσα ἱστάσαιν ἱστᾶσαι ἱστασῶν ἱστάσαις ἱστάσας ἱστᾶσαι
Neutro
ἱστάν ἱστάντος ἱστάντι ἱστάν ἱστάν ἱστάντε ἱστάντοιν ἱστάντα ἱστάντων ἱστᾶσι(ν) ἱστάντα ἱστάντα
Seconda classe (verbi con ampliamento -νυ-) Il tema del participio presente attivo dei verbi in -μι della seconda classe deriva dall’unione del tema temporale del presente (δεικνυ-) con il consueto suffisso modale -ντ- (δεικνυντ-). Il nominativo singolare maschile è sigmatico, con caduta del gruppo ντ e allungamento di compenso della vocale precedente (δεικνύς); il nominativo singolare neutro deriva invece dal puro tema con caduta della dentale in fine di parola (δεικνύν). Il tema del femminile si forma, come al solito, aggiungendo il suffisso -jᾰ (*δεικνυντ-jᾰ *δεικνυνσᾰ δεικνῦσᾰ).
Tema
Participio presente attivo di -δείκνυμι δεικνῠντ- / δεικνῡσα- (© *δεικνῠντjα-) “che mostra” Maschile
Singolare N. G. D. A. V. N. A. V. Duale G. D. Plurale N. G. D. A. V.
δεικνύς δεικνύντος δεικνύντι δεικνύντα δεικνύς δεικνύντε δεικνύντοιν δεικνύντες δεικνύντων δεικνῦσι(ν) δεικνύντας δεικνύντες
Femminile
δεικνῦσα δεικνύσης δεικνύσῃ δεικνῦσαν δεικνῦσα δεικνύσα δεικνύσαιν δεικνῦσαι δεικνυσῶν δεικνύσαις δεικνύσας δεικνῦσαι
Neutro
δεικνύν δεικνύντος δεικνύντι δεικνύν δεικνύν δεικνύντε δεικνύντοιν δεικνύντα δεικνύντων δεικνῦσι(ν) δεικνύντα δεικνύντα 93
Parte
1
Fonetica e morfologia
2.2.3
Terza classe (verbi radicali) L’unico tra i verbi in -μι della terza classe che abbiamo studiato fino a questo momento a presentare il participio presente attivo è εἰμί. Participio presente attivo di εἰμί Tema
ὄντ- / οὐσα- (© *ὀντjα-) “che è” Maschile Femminile Neutro ὤν οὖσα ὄν Singolare N. ὄντος οὔσης ὄντος G. ὄντι οὔσῃ ὄντι D. ὄντα οὖσαν ὄν A. ὤν οὖσα ὄν V. οὔσα ὄντε Duale N. A. V. ὄντε ὄντοιν οὔσαιν ὄντοιν G. D. ὄντες οὖσαι ὄντα Plurale N. ὄντων οὐσῶν ὄντων G. οὖσι(ν) οὔσαις οὖσι(ν) D. ὄντας οὔσας ὄντα A. ὄντες οὖσαι ὄντα V. OSSERVAZIONI z Il participio di εἰμί deriva dal tema al grado zero σ- con l’aggiunta della vocale tematica -o- e del suffisso modale -ντ- (*σ-ο-ντ-).
X Pittore di Dario, Medea a Eleusi, 330 a.C. circa.
94
La perdita dell’aspirazione iniziale è dovuta all’analogia con il resto della flessione.
Capitolo
Il participio presente
12
3 Il participio presente medio-passivo 3.1
I verbi in -ω X Il participio presente medio-passivo dei verbi in -ω si forma con il tema temporale del presente, la vocale tematica -o-, il suffisso modale -μεν- e le terminazioni degli aggettivi della prima classe a tre uscite. λυ-ό-μεν-ος, λυ-ο-μέν-η, λυ-ό-μεν-ον “che si scioglie”, “che è sciolto” (gen. sing. λυομένου, λυομένης, λυομένου, dat. sing. λυομένῳ, λυομένῃ, λυομένῳ ecc.). X Nei verbi contratti la contrazione della vocale finale del tema verbale con la vocale tematica -o- produce i seguenti esiti. Tipologia
Verbo
Participio presente medio-passivo
Verbi in -αω τιμάω
τιμώ-μεν-ος, τιμω-μέν-η, τιμώ-μεν-ον ( τιμα-ό-μεν-ος, τιμα-ο-μέν-η, τιμα-ό-μεν-ον) “che si onora”, “che è onorato”
φιλέω
φιλού-μεν-ος, φιλου-μέν-η, φιλού-μεν-ον ( φιλε-ό-μεν-ος, φιλε-ο-μέν-η, φιλε-ό-μεν-ον) “che si ama”, “che è amato”
Verbi in -εω
δηλού-μεν-ος, δηλου-μέν-η, δηλού-μεν-ον ( δηλο-ό-μενVerbi in -οω δηλόω ος, δηλο-ο-μέν-η, δηλο-ό-μεν-ον) “che si mostra”, “che è mostrato”
3.2
I verbi in -μι Il participio presente medio-passivo dei verbi in -μι unendo il suffisso modale X -μεν- direttamente al tema temporale del presente; le terminazioni sono sempre quelle degli aggettivi della prima classe a tre uscite. Tipologia
Prima classe
Verbo
Participio presente medio-passivo
δίδωμι
διδό-μεν-ος, διδο-μέν-η, διδό-μεν-ον “che si dà”, “che è dato”
τίθημι
τιθέ-μεν-ος, τιθε-μέν-η, τιθέ-μεν-ον “che si pone”, “che è posto”
ἱέ-μεν-ος, ἱε-μέν-η, ἱέ-μεν-ον “che si affretta”, “che è inviato” ἵστημι ἱστά-μεν-ος, ἱστα-μέν-η, ἱστά-μεν-ον “che si colloca”, “che è collocato” δείκνυμι δεικνύ-μεν-ος, δεικνυ-μέν-η, δεικνύ-μεν-ον “che si Seconda classe mostra”, “che è mostrato” δύναμαι δυνά-μεν-ος, δυνα-μέν-η, δυνά-μεν-ον “che può” Terza classe κάθημαι καθή-μεν-ος, καθη-μέν-η, καθή-μεν-ον “che siede” κεῖμαι κεί-μεν-ος, κει-μέν-η, κεί-μεν-ον “che giace” ἵημι
95
PARTE 1
CAPITOLO 13
Fonetica e morfologia
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante continua
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali la III declinazione e gli aggettivi della II classe
DDI
1 Sostantivi e aggettivi con il tema in liquida X I sostantivi con il tema in liquida (λ, ρ) sono di genere maschile, femminile e neutro. È attestato un solo tema in -λ, ὁ ἅλς “sale”, che presenta il nominativo singolare sigmatico. I temi in -ρ invece hanno di norma il nominativo asigmatico: • i maschili e i femminili presentano l’allungamento organico della vocale finale del tema (αἰθήρ, αἰθέρος, ὁ “etere”; ῥήτωρ, ῥήτορος, ὁ “oratore” ecc.) e talvolta estendono la vocale lunga a tutta la flessione (δωτήρ, δωτῆρος, ὁ “dispensatore”; θήρ, θηρός, ὁ “belva” ecc.); • i neutri presentano nei casi diretti del singolare il puro tema. Sostantivi con il tema in liquida Tema
Singolare N.
Duale Plurale
96
ὁ
ἁλ-
ῥητορ-
κρατηρ-
ἠτορ-
“sale”
“oratore”
“cratere”
“cuore”
ἅλς
ὁ
ῥήτωρ
ὁ
κρατήρ
τὸ ἦτορ
G.
ἁλός
ῥήτορος
κρατῆρος
ἤτορος
D.
ἁλί
ῥήτορι
κρατῆρι
ἤτορι
A.
ἅλα
ῥήτορα
κρατῆρα
ἦτορ
V.
ἅλς
ῥῆτορ
κρατήρ
ἦτορ
N. A. V.
ἅλε
ῥήτορε
κρατῆρε
ἤτορε
G. D.
ἁλοῖν
ῥητόροιν
κρατήροιν
ἠτόροιν
N.
ἅλες
ῥήτορες
κρατῆρες
ἤτορα
G.
ἁλῶν
ῥητόρων
κρατήρων
ἠτόρων
D.
ἁλσί(ν)
ῥήτορσι(ν)
κρατῆρσι(ν)
ἤτορσι(ν)
A.
ἅλας
ῥήτορας
κρατῆρας
ἤτορα
V.
ἅλες
ῥήτορες
κρατῆρες
ἤτορα
Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante continua
13
OSSERVAZIONI z Il sostantivo μάρτυς, μάρτυρος, ὁ “testimone” (tema μαρτυρ-) presenta il nominativo sigmatico con caduta della liquida finale. Analogamente al dativo plurale si trova la forma μάρτυσι(ν). Per l’accusativo singolare nel greco tardo viene usata la forma μάρτυν, analogica ai temi in -υ. z Il sostantivo πῦρ, πυρός, τό “fuoco” (tema πῠρ-) allunga la vocale del tema nei casi diretti del singolare. Al plurale segue la seconda declinazione: πυρά, πυρῶν, πυροῖς ecc. z Il sostantivo χείρ, χειρός, ἡ “mano” presenta alcune forme derivate dal tema χερ-: X genitivo/dativo duale χεροῖν; X dativo plurale χερσί(ν).
z Il sostantivo ἅλς è usato sia al maschile che al femminile. Al maschile (ὁ ἅλς) significa “sale”; al femminile (ἡ ἅλς) significa “mare” ed è di uso poetico. Il plurale οἱ ἅλες assume il significato di “arguzie” (cfr. lat. sales). z Il vocativo singolare è: X uguale al tema nei sostantivi baritoni (ῥῆτορ voc. di ῥήτωρ, ῥήτορος); X uguale al nominativo nei sostantivi ossitoni (αἰθήρ voc. di αἰθήρ, αἰθέρος). z I sostantivi σωτήρ, σωτῆρος, ὁ “salvatore”, e δαήρ, δαέρος, ὁ “cognato” al vocativo singolare presentano le forme ὦ σῶτερ, ὦ δᾶερ, con la ritrazione dell’accento caratteristica dell’indoeuropeo.
X Gli aggettivi, molto rari, hanno tutti tema in -ρ e flessione uguale a quella dei sostantivi corrispondenti. Presentano tutti una uscita, tranne μάκαρ, μάκαιρα, μάκαρ “beato”, che al femminile segue la prima declinazione. X Alcuni sostantivi in -ρ presentano nella flessione l’alternanza di diversi gradi apofonici del tema ( apofonia, pp. 300-301). Si tratta di: • μήτηρ, μητρός, ἡ “madre”; • πατήρ, πατρός, ὁ “padre”; • θυγάτηρ, θυγατρός, ἡ “figlia”; • γαστήρ, γαστρός, ἡ “ventre”; • ἀνήρ, ἀνδρός, ὁ “uomo” (cfr. lat. vir). Sostantivi con il tema in liquida apofonici
μητερ-/ μητρ“madre”
Tema
Singolare N.
Duale Plurale
ἡ
μήτηρ
πατερ-/ πατρ“padre”
θυγατερ-/ θυγατρ“figlia”
ὁ
ἡ
πατήρ
θυγάτηρ
ἀνερ-/ ἀν(δ)ρ“uomo” (cfr. lat. vir)
ὁ
ἀνήρ
G.
μητρός
πατρός
θυγατρός
ἀνδρός
D.
μητρί
πατρί
θυγατρί
ἀνδρί
A. V.
μητέρα μῆτερ
πατέρα πάτερ
θυγατέρα θύγατερ
ἄνδρα ἄνερ
N. A. V.
μητέρε
πατέρε
θυγατέρε
ἄνδρε
G. D.
μητέροιν
πατέροιν
θυγατέροιν
ἀνδροῖν
N.
μητέρες
πατέρες
θυγατέρες
ἄνδρες
G.
μητέρων
πατέρων
θυγατέρων
ἀνδρῶν
D.
μητράσι(ν)
πατράσι(ν)
θυγατράσι(ν)
ἀνδράσι(ν)
A.
μητέρας
πατέρας
θυγατέρας
ἄνδρας
V.
μητέρες
πατέρες
θυγατέρες
ἄνδρες 97
Parte
1
Fonetica e morfologia
OSSERVAZIONI z Come puoi notare, i sostantivi μήτηρ, πατήρ e θυγάτηρ presentano: X il grado normale allungato al nominativo singolare (μητηρ-); X il grado zero nei casi obliqui del singolare e al dativo plurale (μητρ-); X il grado normale nel resto della flessione (μητερ-). Allo stesso modo si comporta γαστήρ, che ha una flessione in tutto e per tutto analoga a quella di πατήρ. z Il sostantivo ἀνήρ, ἀνδρός, ὁ “uomo” (cfr. lat. vir) ha il grado normale allungato al nominativo singolare e il grado normale al vocativo singolare; in tutto il resto della fles-
sione si incontra invece il grado zero (ἀνρche diventa ἀνδρ- con l’inserimento di un δ eufonico epèntesi, p. 307). z Al dativo plurale l’assenza di vocalismo fa sì che la liquida sonante ρ si vocalizzi in ρα-: *πατρ-σι *πατṛσι πατράσι. z Il nome proprio Δημήτηρ “Demetra”, composto di μήτηρ, tranne che al nominativo, presenta sempre il grado zero e l’accento ritratto: gen. Δήμητρος, dat. Δήμητρι, acc. Δήμητρα, voc. Δήμητερ. z Il sostantivo ἀστήρ, ἀστέρος, ὁ “stella” presenta il tema al grado zero solo al dativo plurale: ἀστράσι(ν).
2 Sostantivi e aggettivi con il tema in nasale I sostantivi con il tema in nasale (ν) sono prevalentemente maschili (pochi i femX minili, nessun neutro). Nella maggior parte dei casi il tema esce in -ον- o -εν-, più raramente in -αν- o -ιν-. Il nominativo singolare è: • generalmente asigmatico e presenta l’allungamento organico della vocale finale del tema (δαίμων, δαίμονος, ὁ “demone”; λιμήν, λιμένος, ὁ “porto”); in alcuni casi, il grado allungato è esteso a tutta la flessione (ἀγών, ἀγῶνος, ὁ “gara”; Ἕλλην, Ἕλληνος, ὁ “greco”; παιάν, παιᾶνος, ὁ “peana”); • sigmatico con caduta della -ν davanti a -ς, nei sostantivi con tema in -ιν- (ad es. ἀκτίς, ἀκτῖνος, ἡ “raggio”; δελφίς, δελφῖνος, ὁ “delfino” ecc.) e nel sostantivo κτείς, κτενός, ὁ “pettine”. Sostantivi con il tema in nasale (asigmatici) Tema
Singolare N. G. D. A. V. Duale
N. A. V. G. D.
Plurale
N. G. D. A. V.
98
ὁ
λιμεν-
δαιμον-
ἀγων-
παιᾱν-
“porto”
“demone”
“gara”
“peana”
λιμήν λιμένος λιμένι λιμένα λιμήν λιμένε λιμένοιν λιμένες λιμένων λιμέσι(ν) λιμένας λιμένες
ὁ δαίμων δαίμονος δαίμονι δαίμονα δαῖμον δαίμονε δαιμόνοιν δαίμονες δαιμόνων δαίμοσι(ν) δαίμονας δαίμονες
ὁ ἀγών ἀγῶνος ἀγῶνι ἀγῶνα ἀγών ἀγῶνε ἀγώνοιν ἀγῶνες ἀγώνων ἀγῶσι(ν) ἀγῶνας ἀγῶνες
ὁ παιάν παιᾶνος παιᾶνι παιᾶνα παιάν παιᾶνε παιάνοιν παιᾶνες παιάνων παιᾶσι(ν) παιᾶνας παιᾶνες
Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante continua
13
Sostantivi con il tema in nasale (sigmatici) Tema
ὁ Singolare N. G. D. A. V. N. A. V. Duale G. D. N. Plurale G. D. A. V.
δελφῑν- “delfino” δελφίς δελφῖνος δελφῖνι δελφῖνα δελφίς δελφῖνε δελφίνοιν δελφῖνες δελφίνων δελφῖσι(ν) δελφῖνας δελφῖνες
κτεν- “pettine”
ὁ
κτείς κτενός κτενί κτένα κτείς κτένε κτενοῖν κτένες κτενῶν κτεσί(ν) κτένας κτένες
OSSERVAZIONI z Il vocativo singolare è: X uguale al tema puro nei sostantivi baritoni; X uguale al nominativo nei sostantivi ossitoni. Inoltre, i nomi propri in -ων al vocativo diventano proparossitoni (ὦ Ἀγάμεμνον); fanno, però, eccezione i composti in -φρων, che rimangono parossitoni come al nominativo (ὦ Εὐθύφρον). z Nel dativo plurale sembra che la desinenza -σι(ν) provochi la caduta della nasale finale del tema, che sparirebbe senza lasciare traccia, contrariamente alla norma. In realtà, il dativo plurale deriva dal tema al grado zero *δαιμν-σι, con vocalizzazione della sonante (*δαιμṇσι *δαιμᾰσι) e successivo passaggio di ᾰ a o (*δαιμᾰσι δαίμοσι) per analogia al resto della flessione. z I nomi propri Ἀπόλλων, -ωνος “Apollo”
X Vaso François, 570-560 a.C. circa, Firenze, Museo Archeologico Nazionale.
e Ποσειδῶν, -ῶνος “Poseidone” al vocativo ritraggono l’accento (ὦ Ἄπολλον, ὦ Πόσειδον) e all’accusativo presentano le forme Ἀπόλλω e Ποσειδῶ, accanto alle regolari Ἀπόλλωνα e Ποσειδῶνα. z Il sostantivo ὁ κύων “cane” presenta l’alternanza tra il tema κυων-, usato al nominativo singolare, e il tema κυν-, su cui si fonda il resto della flessione: sing. G. κυνός, D. κυνί, A. κύνα, V. κύον, duale N.A.V. κύνε, G.D. κυνοῖν, pl. N. κύνες, G. κυνῶν, D. κυσί(ν), A. κύνας, V. κύνες. z Il sostantivo ὁ ἀρήν “agnello”, si declina sul grado zero del tema ἀρν-: sing. G. ἀρνός, D. ἀρνί, A. ἄρνα, V. —, duale N.A.V. ἄρνε, G.D. ἀρνοῖν, pl. N. ἄρνες, G. ἀρνῶν, D. ἄρνασι(ν), A. ἄρνας, V. ἄρνες.
Parte
1
Fonetica e morfologia
Aggettivi con il tema in nasale a tre uscite Tema
μελαν- / μελαινα- (© *μελανjα-) “nero” Maschile
Singolare N.
Duale Plurale
μέλᾱς μέλανος G. μέλανι D. μέλανα A. μέλαν V. N. A. V. μέλανε μελάνοιν G. D. μέλανες N. μελάνων G. μέλασι(ν) D. μέλανας A. μέλανες V.
Tema
Singolare N.
Plurale
Neutro
μέλαινα μελαίνης μελαίνῃ μέλαιναν μέλαινα μελαίνα μελαίναιν μέλαιναι μελαινῶν μελαίναις μελαίνας μέλαιναι
μέλαν μέλανος μέλανι μέλαν μέλαν μέλανε μελάνοιν μέλανα μελάνων μέλασι(ν) μέλανα μέλανα
τερεν- / τερεινα- (© *τερενjα-) “tenero” Maschile
Duale
Femminile
τέρην τέρενος G. τέρενι D. τέρενα A. τέρεν V. N. A. V. τέρενε τερένοιν G. D. τέρενες N. τερένων G. τέρεσι(ν) D. τέρενας A. τέρενες V.
Femminile
Neutro
τέρεινα τερείνης τερείνῃ τέρειναν τέρεινα τερείνα τερείναιν τέρειναι τερεινῶν τερείναις τερείνας τέρειναι
τέρεν τέρενος τέρενι τέρεν τέρεν τέρενε τερένοιν τέρενα τερένων τέρεσι(ν) τέρενα τέρενα
OSSERVAZIONI z Il nominativo singolare maschile è sigmatico nei temi in -αν (in questo caso, la caduta del ν seguito da sibilante provoca regolarmente allungamento di compenso: *μέλᾰνς μέλᾱς), asigmatico con allungamento organico della vocale finale del tema nell’unico tema in -εν a tre uscite (τέρην, τέρεινα, τέρεν). z Il vocativo singolare maschile coincide sempre con il puro tema.
100
z Il tema del femminile deriva da quello del maschile / neutro con l’aggiunta del suffisso -jᾰ e successiva metatesi [ p. 307]: *μελανjᾰ μέλαινᾰ; *τερενjᾰ τέρεινᾰ); il modello di flessione è quindi quello dei temi in -ᾰ impuro. z La genesi del dativo plurale maschile / neutro è analoga a quella dei sostantivi con il tema in nasale.
Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante continua
13
Aggettivi con il tema in nasale a due uscite
ἀρρεν- “virile”
Tema Maschile e femminile
Singolare N.
Duale Plurale
ἄρρην ἄρρενος G. ἄρρενι D. ἄρρενα A. ἄρρεν V. N. A. V. ἄρρενε ἀρρένοιν G. D. ἄρρενες N. ἀρρένων G. ἄρρεσι(ν) D. ἄρρενας A. ἄρρενες V.
Tema
ἄρρεν ἄρρενος ἄρρενι ἄρρεν ἄρρεν ἄρρενε ἀρρένοιν ἄρρενα ἀρρένων ἄρρεσι(ν) ἄρρενα ἄρρενα εὐδαιμον- “felice”
Maschile e femminile
Singolare N.
Duale Plurale
Neutro
εὐδαίμων εὐδαίμονος G. εὐδαίμονι D. εὐδαίμονα A. εὔδαιμον V. N. A. V. εὐδαίμονε εὐδαιμόνοιν G. D. εὐδαίμονες N. εὐδαιμόνων G. εὐδαίμοσι(ν) D. εὐδαίμονας A. εὐδαίμονες V.
Neutro
εὔδαιμον εὐδαίμονος εὐδαίμονι εὔδαιμον εὔδαιμον εὐδαίμονε εὐδαιμόνοιν εὐδαίμονα εὐδαιμόνων εὐδαίμοσι(ν) εὐδαίμονα εὐδαίμονα
OSSERVAZIONI z I composti baritoni come εὐδαίμων ritraggono l’accento al vocativo singolare maschi-
le / femminile e al neutro nei casi diretti del singolare.
3 Sostantivi e aggettivi con il tema in sibilante I temi in sibilante (-εσ-, -ασ-, -οσ-) comprendono sostantivi prevalentemente di genere neutro e aggettivi a due uscite. Nella flessione di questi temi il σ finale cade ogni volta che si trova in posizione intervocalica e, in attico, questo provoca la contrazione delle due vocali che vengono in contatto (dal tema γενεσ-, per esempio, si forma il genitivo *γένεσ-ος, che evolve prima in γένεος e poi in γένους). 101
Parte
1
Fonetica e morfologia
Temi in -εσ-
3.1
I sostantivi con il tema in -εσ- sono il gruppo più numeroso. Si tratta per lo più di X neutri che nei casi diretti del singolare presentano il puro tema con l’ultima sillaba al grado apofonico forte (tema γενεσ- “stirpe” τὸ γένος). I maschili sono tutti nomi propri e al nominativo hanno l’allungamento organico della vocale finale del tema (tema Σωκρατεσ- “Socrate” ὁ Σωκράτης); come i maschili si comporta l’unico femminile, ἡ τριήρης “trireme”, che originariamente era un aggettivo (ἡ τριήρης ναῦς “la nave trireme”). Sostantivi con il tema in -εσTema
Singolare
Duale Plurale
γενεσ- “stirpe” N.
τριηρεσ- “(nave) trireme”
τὸ γένος
G.
γένους
D.
γένει
A.
ἡ
τριήρης τριήρους
*γένε(σ)ος *γένε(σ)ι
τριήρει
τριήρε(σ)ος τριήρε(σ)ι
γένος
τριήρη
τριήρε(σ)α
V.
γένος
τρίηρες
N. A. V.
γένη (-ει)
G. D.
γενοῖν
N.
γένη
G.
γενῶν
D.
γένεσι(ν)
A. V.
*γένε(σ)ε *γενέ(σ)οιν
τριήρη (-ει)
*γένε(σ)α *γενέ(σ)ων
τριήρεις τριήρεσι(ν)
γένη
*γένε(σ)σι(ν) *γένε(σ)α
τριήρεις
τριήρε(σ)σι(ν) τριήρε(σ)ας
γένη
*γένε(σ)α
τριήρεις
τριήρε(σ)ες
τριήροιν τριήρων
τριήρε(σ)ε τριηρέ(σ)οιν τριήρε(σ)ες τριηρέ(σ)ων
OSSERVAZIONI z Al dativo singolare la caduta del σ intervocalico ha provocato la dittongazione della ε finale del tema con la desinenza -ι. z La terminazione -η nei casi diretti del duale è analogica al plurale. z Al dativo plurale si ha regolare riduzione di σσ a σ ( p. 29). z Nella flessione di τριήρης nota che:
X il vocativo singolare presenta il puro tema con l’accento ritratto nei maschili; X l’accusativo plurale τριήρεις (anziché *τριήρης *τριήρεσας) è analogico al nominativo e al vocativo; X i casi obliqui del duale e il genitivo plurale sono parossitoni e non perispomeni per analogia al resto della flessione.
Sostantivi con maschili con il tema in -εσTema
Singolare
102
Σωκρατεσ- “Socrate” N.
ὁ
Σωκράτης
Σοφοκλεες- “Sofocle”
ὁ
Σοφοκλῆς
G.
Σωκράτους
Σωκράτε(σ)ος
Σοφοκλέους
Σοφοκλέε(σ)ος
D.
Σωκράτει
Σωκράτε(σ)ι
Σοφοκλεῖ
Σοφοκλέε(σ)ι
A.
Σωκράτη (-ην)
Σωκράτε(σ)α
Σοφοκλέᾱ (-ῆ)
Σοφοκλέε(σ)α
V.
Σώκρατες
Σοφόκλεις (-εες)
Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in consonante continua
13
OSSERVAZIONI z Al vocativo singolare i nomi propri maschili presentano il puro tema e ritraggono l’accento.
z All’accusativo la terminazione -ην è analogica a quella dei maschili della prima declinazione come Ἀλκιβιάδης, Αἰσχύνης ecc.
X Gli aggettivi con il tema in -εσ- sono a due uscite e si declinano come i sostantivi aventi analogo tema. Aggettivi con il tema in sibilante
ἀσφαλεσ- “sicuro”
Tema
Maschile e femminile Neutro
Maschile e femminile
Neutro
ἀσφαλής
ἀσφαλές
εὐήθης
εὔηθες
G.
ἀσφαλοῦς
ἀσφαλοῦς
εὐήθους
εὐήθους
D.
ἀσφαλεῖ
ἀσφαλεῖ
εὐήθει
εὐήθει
A.
ἀσφαλῆ
ἀσφαλές
εὐήθη
εὔηθες
V.
ἀσφαλές
ἀσφαλές
εὔηθες
εὔηθες
N. A. V. ἀσφαλῆ (-εῖ)
ἀσφαλῆ (-εῖ)
εὐήθη (-ει)
εὐήθη (-ει)
G. D.
ἀσφαλοῖν
ἀσφαλοῖν
εὐήθοιν
εὐήθοιν
N.
ἀσφαλεῖς
ἀσφαλῆ
εὐήθεις
εὐήθη
G.
ἀσφαλῶν
ἀσφαλῶν
εὐήθων
εὐήθων
D.
ἀσφαλέσι(ν)
ἀσφαλέσι(ν)
εὐήθεσι(ν)
εὐήθεσι(ν)
A.
ἀσφαλεῖς
ἀσφαλῆ
εὐήθεις
εὐήθη
V.
ἀσφαλεῖς
ἀσφαλῆ
εὐήθεις
εὐήθη
Singolare N.
Duale Plurale
εὐηθεσ- “semplice, sciocco”
OSSERVAZIONI z Per la flessione di questo gruppo di aggettivi occorre tenere presente che: X l’accusativo plurale maschile e femminile contrae in -εις per analogia con le uscite corrispondenti del nominativo e del vocativo plurale; X gli aggettivi con il tema in -εεσ-, -ιεσ-, -υεσpossono uscire in -α anziché in -η all’accusa-
tivo singolare maschile e femminile e ai casi diretti del neutro plurale (da ἐνδεής, -ές ἐνδεᾶ). z I baritoni composti ritraggono l’accento al vocativo singolare maschile / femminile e nei casi diretti del neutro singolare. Fanno eccezione i composti in -ηρης e -ωδης, che lo mantengono sulla penultima.
Tre corridori che gareggiano alle Panatenee, VI secolo a.C., Museo di Compiegne.
103
Parte
1
Fonetica e morfologia
Temi in -ασ-
3.2
I sostantivi con il tema in -ασ- sono alquanto rari e tutti di genere neutro. Anche in questo caso, la caduta del σ finale del tema in posizione intervocalica dà luogo a contrazione. Sostantivi con il tema in -ασTema
κερασ- “corno, ala dell’esercito”
Singolare N. G. D. A. V. Duale
N. A. V. G. D.
Plurale
N. G. D. A. V.
τὸ
κέρας κέρως κέρᾳ κέρας κέρας κέρᾱ κερῷν κέρᾱ κερῶν κέρασι(ν) κέρᾱ κέρᾱ
κέρα(σ)ος κέρα(σ)ι
κέρα(σ)ε κερά(σ)οιν κέρα(σ)α κερά(σ)ων κέρα(σ)σι(ν) κέρα(σ)α κέρα(σ)α
OSSERVAZIONI z Alcuni di questi sostantivi, accanto al tema in -ασ- (in sibilante), presentano anche un tema in -ατ- che segue regolarmente la declinazione dei temi in dentale: sing. N.A.V.
κέρας, G. κέρατος, D. κέρατι, duale N.A.V. κέρατε, G.D. κεράτοιν, pl. N.A.V. κέρατα, G. κεράτων, D. κέρασι(ν).
Temi in -oσ-
3.3
Appartengono a questo gruppo solamente due sostantivi di genere femminile, difettivi del duale e del plurale. Sostantivi con maschili con il tema in -oσTema
Singolare
αἰδοσ- “vergogna” N. G. D. A. V.
ἡ
αἰδώς αἰδοῦς αἰδοῖ αἰδῶ αἰδώς
ἠοσ- “aurora”
ἡ αἰδό(σ)ος αἰδό(σ)ι αἰδό(σ)α
ἠώς ἠοῦς ἠοῖ ἠῶ ἠώς
ἠό(σ)ος ἠό(σ)ι ἠό(σ)α
OSSERVAZIONI z Al posto di ἠώς, -οῦς (proprio dello ionico) il dialetto attico usa normalmente ἕως, ἕω, che segue la declinazione attica.
104
PARTE 1
CAPITOLO 14
Fonetica e morfologia
I verbi εἶμι e φημί 1 Il verbo εἶμι “andare” Il verbo ad alta frequenza εἶμι “andare” appartiene alla terza classe dei verbi in -μι. Nella coniugazione il tema verbale presenta l’alternanza apofonica tra il grado normale εἰ- (usato al presente indicativo singolare e all’imperfetto) e il grado zero ἰ- (usato in tutti gli altri casi). Coniugazione di εἶμι Presente Indicativo
Singolare
2ª
εἶμι εἶ εἶσι ἴτον ἴτον ἴμεν ἴτε
ἴω ἴῃς ἴῃ ἴητον ἴητον ἴωμεν ἴητε
3ª
ἴασι(ν)
ἴωσι(ν)
1ª 2ª 3ª
Duale
2ª 3ª
Plurale
Congiuntivo
1ª
Imperfetto
Ottativo
ἴοιμι (ἰοίην) ἴοις (ἰοίης) ἴοι (ἰοίη) ἴοιτον ἰοίτην ἴοιμεν ἴοιτε ἴοιεν
Imperativo
Indicativo
— ἴθι ἴτω ἴτον ἴτων
ᾔειν (ᾖα) ᾔεις (ᾔεισθα) ᾔει (ᾖε) ᾖτον ᾔτην
—
ᾔειμεν (ᾖμεν) ᾔειτε (ᾖτε)
ἴτε ἰόντων
ᾔεσαν (ᾖσαν)
(ἴτων, ἴτωσαν) Infinito
ἰέναι
Participio
ἰών, ἰοῦσα, ἰόν (ἰόντος, ἰούσης, ἰόντος)
OSSERVAZIONI z Nell’indicativo presente la 2ª persona singolare εἶ deriva da *εἶ-σι con caduta del sigma intervocalico e contrazione; la 3ª persona singolare εἶσι deriva invece da *εἶ-τι con assibilazione del tau in posizione intervocalica. z Il congiuntivo e l’ottativo sono tematici e presentano le stesse terminazioni dei verbi in -ω. z All’imperfetto il tema εἰ- diventa ᾐ- per ef-
fetto dell’aumento. Le forme ᾔειν, ᾔεις, ᾔει, ᾔειμεν, ᾔειτε, ᾔεσαν sono tipiche dell’attico e seguono una flessione analoga a quella del piuccheperfetto. z L’indicativo presente ha spesso valore di futuro. z Nei composti l’accento si ritrae al presente indicativo e imperativo, rimane sulla stessa sillaba del verbo semplice in tutti gli altri casi.
105
Parte
1
Fonetica e morfologia
2 Il verbo φημί “dire” Alla terza classe dei verbi in -μι appartiene anche il verbo φημί “dire” derivato dalla radice indoeuropea *bha- (cfr. lat. fari, fabula). Nella coniugazione il tema verbale presenta l’alternanza apofonica tra il grado allungato φη- (usato al singolare del presente indicativo e dell’imperfetto) e il grado normale φα- (usato in tutti gli altri casi). Coniugazione di φημί Presente Indicativo
Singolare
1ª 2ª 3ª
Duale
2ª 3ª
Plurale
1ª 2ª 3ª
φημί φῄς (φής) φησί(ν) φατόν φατόν φαμέν φατέ φᾱσί(ν) Infinito
φάναι
Congiuntivo
φῶ φῇς φῇ φῆτον φῆτον φῶμεν φῆτε φῶσι(ν)
Imperfetto
Ottativo
φαίην φαίης φαίη φαῖτον φαίτην φαῖμεν φαῖτε φαῖεν
Imperativo
— φάθι (φαθί) φάτω φάτον φάτων —
φάτε φάντων (φάτωσαν)
Indicativo
ἔφην ἔφησθα ἔφη ἔφατον ἐφάτην ἔφαμεν ἔφατε ἔφασαν
Participio
φάς, φᾶσα, φάν (φάντος, φάσης, φάντος)
OSSERVAZIONI z Nell’indicativo presente la 2ª persona singolare φῄς deriva da *φη-σι con caduta del sigma intervocalico e aggiunta della desinenza secondaria -ς; la 3ª persona plurale deriva invece da *φᾰντι φᾰνσι (assibilazione del tau) φᾱσί (caduta di ν davanti a σ e allungamento di compenso di α). z L’indicativo presente è tutto enclitico, tran-
ne la 2ª persona singolare. z Nel congiuntivo la vocale finale del tema si contrae con la vocale tematica. z Il participio φάς, φᾶσα, φάν è molto raro. z Nei composti l’accento si ritrae al presente indicativo e imperativo, rimane sulla stessa sillaba del verbo semplice in tutti gli altri casi.
3 Il verbo difettivo ἠμί “dire” Del verbo ἠμί “dire” sono attestate in attico solamente la 1ª e la 3ª persona singolari dell’imperfetto (ἦν, ἦ) in locuzioni particolari come ἦν δ᾽ ἐγώ “io dicevo”, e ἦ δ᾽ ὅς “egli diceva”.
4 Xρή “bisogna”, “è necessario” X Il sostantivo della prima declinazione χρή (“bisogno”, “necessità”) usato in unione con εἰμί corrisponde all’espressione impersonale italiana “bisogna”, “è necessario” (cfr. lat. opus est). 106
Capitolo
I verbi εἶμι e φημί
14
Coniugazione di χρή Presente Indicativo
Congiuntivo
χρή (sott. ἐστί)
χρῇ ( χρὴ ᾖ) Infinito
χρῆναι ( χρὴ εἶναι)
Imperfetto Ottativo
Indicativo
χρείη ( χρὴ εἴη)
χρῆν ( χρὴ ἦν), ἐχρῆν
Participio
χρεών ( χρὴ ὄν)
OSSERVAZIONI z All’imperfetto, accanto alla forma originaria χρῆν, regolarmente derivata dalla fusione di χρή ed ἦν, si trova anche ἐχρῆν (forma analogica con gli altri imperfetti), in cui l’aggiunta dell’aumento riflette come a un certo momen-
to si fosse persa coscienza dell’avvenuta crasi. z Il participio χρεών, derivante per metatesi quantitativa da un originario *χρηόν, è usato di solito con valore sostantivato nell’accezione di “fato”, “destino”, “necessità”.
Giovane che si incorona dopo una vittoria (rilievo votivo da Sunio), 460 a.C., Atene, Museo Archeologico Nazionale.
107
PARTE 1
CAPITOLO 15
Fonetica e morfologia Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali la III declinazione
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in vocale debole e in dittongo DDI
1 Sostantivi e aggettivi con il tema in -ιI sostantivi con il tema in -ι- sono per lo più maschili e femminili; i neutri sono poX chissimi e si declinano solo al singolare. In base al modello di flessione si distinguono due gruppi: • sostantivi che mantengono il tema inalterato; • sostantivi che presentano l’alternanza tra diversi gradi apofonici del tema (ποληj/ πολεj- / πολῐ-). Sostantivi con il tema in -ιTemi in -ῑTema
Singolare
N. G. D. A. V.
Duale
N. A. V. G. D.
Plurale
N. G. D. A. V.
ὁ
Temi in -ῐ-
κῑ-
οἰ-
“tarlo”
“pecora”
κῖς κιός κιί κῖν κῖ (κῖς) κῖε κιοῖν κῖες κιῶν κισί(ν) κῖς κῖες
ἡ
οἶς οἰός οἰί (ὀί) οἶν οἶ οἶε οἰοῖν οἶες οἰῶν οἰσί(ν) οἶς οἶες
ποληj- / πολεj- / πολῐ“città” ἡ πόλις
πόλεως πόλει πόλιν πόλι πόλεε (πόλει, πόλη) πολέοιν πόλεις πόλεων πόλεσι(ν) πόλεις πόλεις
OSSERVAZIONI z Tutti i sostantivi con il tema in -ι- presentano alcuni elementi comuni: X nominativo singolare sigmatico nei sostantivi maschili e femminili; X nominativo singolare asigmatico, coinci-
108
dente con il puro tema, nei sostantivi neutri (τὸ σίναπι “senape”); X accusativo singolare con la desinenza -ν nei sostantivi maschili e femminili; X vocativo singolare di norma uguale al tema.
Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in vocale debole e in dittongo
z I sostantivi ὁ κῖς “tarlo” e ὁ λῖς “leone” (di uso omerico) sono gli unici a presentare il tema in -ῑ-. z Seguono lo stesso modello di flessione dei temi in -ῑ- alcuni sostantivi con il tema in -ῐ-, come ἡ οἶς “pecora” (cfr. lat. ovis), ὁ πόσις “sposo”, ἡ μῆνις “ira”, ὁ τίγρις “tigre” ecc. z La maggior parte dei sostantivi con il tema in -ι- si declina come πόλις, alternando nella flessione diversi gradi apofonici nel vocalismo della sillaba finale del tema: X il grado zero πολι- ( *πολj- con vocalizzazione di j) al nominativo, all’accusativo e al vocativo singolari; X il grado normale allungato ποληι- al genitivo e al dativo singolari (πόλεως *πόληjος,
15
πόλει *πόληjι con caduta dello j intervocalico e metatesi quantitativa) e al genitivo plurale (πόλεων *πόληjων con caduta dello j intervocalico e abbreviamento in iato di η); X il grado normale πολεj- al duale (πόλεε *πόλεjε, πολέοιν *πολέjοιν con caduta dello j intervocalico) e al plurale nominativo/ vocativo (πόλεις *πόλεjες con caduta dello j intervocalico e contrazione), dativo (πόλεσι *πόλεjσι con caduta di j per analogia) e accusativo (πόλεις *πόλενς *πόλεjνς). z Ai fini dell’accentazione, le terminazioni -εως ed -εων del genitivo singolare e plurale sono considerate una sillaba unica per sinizesi.
X Gli aggettivi con il tema in -ι- sono molto rari. Presentano di norma due uscite e si declinano come i sostantivi aventi tema in -ι- non apofonico. Aggettivi con il tema in -ι-
ἰδρι- esperto
Tema
Maschile e femminile
Singolare
Duale Plurale
ἴδρις ἴδριος G. ἴδριι D. ἴδριν A. ἴδρι V. N. A. V. ἴδριε ἰδρίοιν G. D. ἴδριες N. ἰδρίων G. D. ἴδρισι(ν) ἴδρις A. ἴδριες V. N.
Neutro
ἴδρι ἴδριος ἴδριι ἴδριν ἴδρι ἴδριε ἰδρίοιν ἴδρια ἰδρίων ἴδρισι(ν) ἴδρια ἴδρια
2 Sostantivi e aggettivi con il tema in -υI sostantivi con il tema in -υ- sono maschili, femminili e neutri. Come i temi in -ι-, X presentano due diversi modelli di flessione: • sostantivi in -ῡ- (più numerosi), che mantengono il tema inalterato in tutta la declinazione; • sostantivi in -ῠ-, che presentano l’alternanza tra diversi gradi apofonici del tema (πηχηϝ- / πηχεϝ- / πηχῠ-). 109
Parte
1
Fonetica e morfologia
Sostantivi con il tema in -υTema in -ῡ-
Tema in -ῠ-
μῡ-
πηχηϝ- / πηχεϝ- / πηχῠ- ἀστηϝ- / ἀστεϝ- / ἀστῠ“cubito” “città, rocca”
Tema
“topo”
Singolare N.
Duale Plurale
ὁ G. D. A. V. N. A. V. G. D. N. G. D. A. V.
μῦς μυός μυί μῦν μῦ μύε μυοῖν μύες μυῶν μυσί(ν) μῦς μύες
ὁ
πῆχυς πήχεως πήχει πῆχυν πῆχυ πήχεε (πήχει, πήχη) πηχέοιν πήχεις πήχεων πήχεσι(ν) πήχεις πήχεις
τὸ ἄστυ ἄστεως ἄστει ἄστυ ἄστυ ἄστεε (ἄστει, ἄστη) ἀστέοιν ἄστη (ἄστεα) ἄστεων ἄστεσι(ν) ἄστη (ἄστεα) ἄστη (ἄστεα)
OSSERVAZIONI z Tutti i sostantivi con il tema in -υ- presentano alcuni elementi comuni: X nominativo singolare sigmatico nei sostantivi maschili e femminili; X nominativo singolare asigmatico, coincidente con il puro tema, nei sostantivi neutri; X accusativo singolare con la desinenza -νnei sostantivi maschili e femminili; X vocativo singolare di norma uguale al tema. z I sostantivi con il tema in -ῡ- mantengono inalterata la quantità della vocale del tema ai casi retti del singolare, ma abbreviano la vocale del tema in tutto il resto della flessione. z Seguono lo stesso modello di flessione dei temi in -ῡ- alcuni sostantivi con il tema in -ῠ-, come ὁ βότρυς “grappolo”, ἡ γῆρυς “voce”, ἡ ἰσχύς “forza”, ἡ πίτυς “pino” ecc. z I sostantivi con il tema in -ῠ- alternano nella flessione diversi gradi apofonici nel vocalismo della sillaba finale del tema: X il grado zero πηχῠ- ( *πηχϝ- con vocalizzazione di ϝ) al nominativo, all’accusativo e al vocativo singolari;
X il grado normale allungato πηχηϝ- al genitivo e al dativo singolari (πήχεως *πήχηϝος, πήχει *πήχηϝι con caduta del ϝ intervocalico e metatesi quantitativa) e al genitivo plurale (πήχεων *πήχηϝων con caduta del ϝ intervocalico e abbreviamento in iato di η); X il grado normale πηχεϝ- al duale (πήχεε *πήχεϝε, πηχέοιν *πηχέϝοιν con caduta del ϝ intervocalico) e al plurale nominativo/ vocativo (πήχεις *πήχεϝες con caduta del ϝ intervocalico e contrazione), dativo (πήχεσι *πήχεϝσι con caduta di ϝ per analogia) e accusativo (πήχεις *πήχεϝς *πήχεϝνς). z Ai fini dell’accentazione, le terminazioni -εως ed -εων del genitivo singolare e plurale sono considerate una sillaba unica per sinizesi. z Il sostantivo υἱός, υἱοῦ, ὁ “figlio” segue la seconda declinazione, ma presenta anche delle forme derivate da un tema υἱε(ϝ)-: sing. G. υἱέος, D. υἱεῖ, A. υἱέα; duale N.A.V. υἱεῖ, G.D. υἱέοιν; pl. N.V. υἱεῖς, G. υἱέων, D. υἱέσι(ν), A. υἱεῖς/ υἱέας. Gli accusativi singolare υἱέα e plurale υἱέας sono omerici.
X Gli aggettivi con il tema in -υ- sono per lo più a tre uscite e seguono: • al maschile e al neutro la flessione dei sostantivi con il tema in -ῠ- apofonici; • al femminile la prima declinazione. 110
Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in vocale debole e in dittongo
15
Aggettivi con il tema in -υ-
M.N. βαρῠ- / βαρεϝ-, F. βαρεια- (© *βαρεϝjα-)- “pesante, grave”
Tema
Maschile
Singolare N.
Duale Plurale
βαρύς βαρέος G. βαρεῖ D. βαρύν A. βαρύ V. N. A. V. βαρέε βαρέοιν G. D. βαρεῖς N. βαρέων G. D. βαρέσι(ν) βαρεῖς A. βαρεῖς V.
Femminile
Neutro
βαρεῖα βαρείας βαρείᾳ βαρεῖαν βαρεῖα βαρεία βαρείαιν βαρεῖαι βαρειῶν βαρείαις βαρείας βαρεῖαι
βαρύ βαρέος βαρεῖ βαρύ βαρύ βαρέε βαρέοιν βαρέα βαρέων βαρέσι(ν) βαρέα βαρέα
OSSERVAZIONI z Il genitivo singolare maschile e neutro esce in -εος e non in -εως come nei sostantivi corrispondenti. z Gli aggettivi con il tema in -υ- sono di norma ossitoni. Fanno eccezione θῆλυς, -εια, -υ “femminile” e ἥμισυς, -εια, -υ “mezzo”. L’aggettivo ἐλαχύς “lieve” al femminile ritira l’accento: ἐλάχεια.
z Sono testimoniati anche aggettivi in -υ a due uscite; in genere si tratta di composti con i sostantivi βότρυς “grappolo” (εὔβοτρυς, εὔβοτρυ “dai bei grappoli”), δάκρυ “lacrima” (ἄδακρυς, -υ, “senza lacrime”) e πῆχυς “cubito” (πεντάπηχυς, -υν “di cinque cubiti”), di cui seguono la flessione (ma il genitivo singolare esce in -εος).
3 Sostantivi con il tema in dittongo 3.1
Temi in -ου- e in -αυSi tratta di un ristrettissimo gruppo di sostantivi maschili e femminili il cui tema usciva originariamente in -οϝ- e in -αϝ-. Nella flessione il digamma originale ha dato i seguenti esiti: • si è vocalizzato in υ davanti alle desinenze inizianti per consonante (tema *βοϝ nom. sing. *βόϝς βοῦς); • è caduto senza lasciare traccia davanti alle desinenze inizianti per vocale (gen. sing. *βοϝός βοός). 111
Parte
1
Fonetica e morfologia
Sostantivi con il tema in -ου- e in -αυTemi
Temi in -ου-
Temi in -αυ-
βο(ϝ)-/ βου-, “bue” Singolare N.
Duale Plurale
ὁ (ἡ) G. D. A. V. N. A. V. G. D. N. G. D. A. V.
βοῦς βοός βοΐ βοῦν βοῦ βόε βοοῖν βόες βοῶν βουσί(ν) βοῦς βόες
γρᾱ(ϝ)-/ γραυ-, “vecchia” ἡ γραῦς
νᾱ(ϝ)-/ ναυ-, “nave” ἡ ναῦς
γραός γραΐ γραῦν γραῦ γρᾶε γραοῖν γρᾶες γραῶν γραυσί(ν) γραῦς γρᾶες
νεώς νηΐ ναῦν ναῦ νῆε νεοῖν νῆες νεῶν ναυσί(ν) ναῦς νῆες
OSSERVAZIONI z Le vocali che vengono a trovarsi a contatto dopo la caduta del digamma non si contraggono. z Nei temi in -ᾱϝ- ᾱ si abbrevia davanti a υ seguito da consonante [legge di Osthoff p. 298]. z Le forme di accusativo plurale βοῦς, γραῦς, ναῦς derivano da più antiche forme *βοϝ-νς, *γραϝνς, *ναϝ-νς successivamente divenute *βου-νς, *γραυ-νς, *ναυ-νς (vocalizzazione di ϝ in υ) e infine βοῦς, γραῦς, ναῦς (caduta di ν davanti a σ).
3.2
z Nella flessione del sostantivo ναῦς, in attico, ᾱ impuro diventa regolarmente η davanti a desinenza iniziante per vocale, per cui troviamo il tema νηϝ- al dativo singolare (νηΐ) e al nominativo/vocativo duale (νῆε) e plurale (νῆες); al genitivo singolare il tema diventa νεϝ- per metatesi quantitativa (νηός νεώς); nei casi obliqui del duale (νεοῖν) e nel genitivo plurale (νεῶν) νηϝ- νεϝ- con abbreviamento della vocale in iato.
Temi in -ευIl gruppo comprende un cospicuo numero di sostantivi maschili con il tema uscente originariamente in -ηϝ-. Anche in questo caso il digamma ha prodotto due diversi esiti: • si è vocalizzato in υ davanti alle desinenze inizianti per consonante (tema *βασιληϝ nom. sing. *βασιλήϝς βασιλεύς con abbreviamento di η per la legge di Osthoff p. 298); • è caduto senza lasciare traccia davanti alle desinenze inizianti per vocale (gen. sing. *βασιλήϝος βασιλήος βασιλέως per effetto della metatesi quantitativa). Sostantivi con il tema in -ευ-
βασιλη(ϝ)-/ βασιλευ- “re”
Tema
Singolare
N. G. D. A. V.
112
ὁ
βασιλεύς βασιλέως βασιλεῖ βασιλέᾱ βασιλεῦ
Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: temi in vocale debole e in dittongo
15
Sostantivi con il tema in -ευ-
βασιλη(ϝ)-/ βασιλευ- “re”
Tema
Duale
N. A. V. G. D.
Plurale
N. G. D. A. V.
βασιλῆ (βασιλέε) βασιλέοιν βασιλεῖς (βασιλῆς) βασιλέων βασιλεῦσι(ν) βασιλέᾱς (βασιλεῖς) βασιλεῖς (βασιλῆς)
OSSERVAZIONI z I sostantivi con il tema in -ευ- sono tutti maschili e ossitoni. Per lo più essi designano persone che svolgono una determinata attività oppure che appartengono a un popolo, a una razza o a uno Stato: βασιλεύς “re”, χαλκεύς “fabbro”, ἱππεύς “cavaliere”, Φοκεύς “Focese”, Μεγαρεύς “Megarese” ecc. z Al nominativo singolare e al dativo il tema originario in -ηυ- si abbrevia in -ευ- per effetto della legge di Osthoff [ p. 298]. L’abbreviamento del vocativo singolare deve
3.3
essere considerato analogico z Le terminazioni del genitivo singolare e dell’accusativo singolare e plurale derivano da metatesi quantitativa: -εως -ηος, -εᾱ -ηᾰ, -εᾱς -ηᾰς. z Come abbreviamento in iato si spiega il passaggio da η a ε nel dativo singolare (-ει -ηι), nei casi obliqui del duale (-εοιν -ηοιν), nel nominativo/ vocativo (-εις -εες -ηες) e nel genitivo plurali (-εων -ηων). z Le forme tra parentesi sono meno frequenti.
Temi in -ojI sostantivi con il tema in -οj- sono tutti femminili e ossitoni. Essi sono per lo più nomi propri o astratti e si declinano di solito soltanto al singolare. Lo jod finale originario cade in tutta la flessione, tranne al vocativo singolare dove si vocalizza in iota. Sostantivi con il tema in -ojTema
Singolare
N. G. D. A. V.
πειθο(j)- / πειθοι“persuasione” ἡ πειθώ πειθοῦς πειθοῖ πειθώ πειθοῖ
OSSERVAZIONI z Il nominativo è asigmatico, con caduta di j e allungamento organico della vocale finale del tema. z Il vocativo è uguale all’antico tema, con vocalizzazione di j in ι (*πειθοj πειθοῖ). z Al genitivo e all’accusativo la caduta di j in posizione intervocalica ha provocato la contrazione della vocale finale del tema
con la desinenza: *πειθοj-ος πειθό-ος πειθοῦς; *πειθοj-α πειθό-α πειθώ (l’accento acuto, e non circonflesso come ci si aspetterebbe, è analogico al nominativo). z Il duale e il plurale dei temi in -οj- sono usati molto raramente e presentano le terminazioni proprie della seconda declinazione (nom. plur. πειθοί, gen. plur. πειθῶν; dat. plur. πειθοῖς ecc.)
113
Parte
1
Fonetica e morfologia
3.4
Temi in -ωϝSi tratta di un ristrettissimo gruppo di sostantivi maschili, in cui la caduta del digamma finale avviene senza lasciare traccia. Sostantivi con il tema in -ωϝTema
Singolare
Duale Plurale
ἡρω(ϝ)- “eroe” ὁ ἥρως N. ἥρωος G. ἥρωϊ D. ἥρωα A. ἥρως V. N. A. V. ἥρωε ἡρώοιν G. D. ἥρωες N. ἡρώων G. D. ἥρωσι(ν) ἥρωας A. ἥρωες V.
OSSERVAZIONI z In attico il sostantivo ἥρως può presentare al nominativo, accusativo e vocativo plurale la
forma contratta ἥρως. È attestata inoltre una forma di dativo singolare ἥρῳ.
Amasis (pittore), Donne tessono stoffe (decorazione di un lekythos), secondo quarto del VI secolo a.C., New York, Metropolitan Museum.
114
PARTE 1
CAPITOLO 16
Fonetica e morfologia
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: sostantivi e aggettivi irregolari 1 Sostantivi irregolari della terza declinazione Alcuni sostantivi della terza declinazione sono definiti “irregolari” perché nella flessione presentano l’alternanza di temi diversi (fenomeno detto metaplasmo, da μεταπλασμός “trasformazione”) o forme riconducibili a diverse declinazioni (sostantivi eterocliti, da ἑτέρα κλίσις “diversa declinazione”). Molti li hai già incontrati studiando i singoli gruppi di sostantivi. Ecco un elenco alfabetico dei più ricorrenti. 1. ὁ (ἡ) ἀρήν “agnello”: presenta sia una flessione atematica (ἀρήν, ἀρνός, ἀρνί, ἄρνα ecc.) sia una flessione tematica (ἀρνός, ἀρνοῦ, ἀρνῷ, ἀρνόν ecc.). 2. ὁ Ἄρης “Ares”: presenta forme differenti in relazione ai vari dialetti. In attico la flessione è la seguente: nom. Ἄρης, gen. Ἄρεως (Ἄρου), dat. Ἄρει, acc. Ἄρη (Ἄρην), voc. Ἄρες. Le forme di genitivo e accusativo riportate tra parentesi sono state coniate per analogia con i maschili della prima declinazione. 3. ἡ γυνή “donna”: forma tutti gli altri casi da un tema ampliato γυναικ- (γυναικός, γυναικί, γυναῖκα ecc.). Il vocativo singolare, γύναι, rappresenta il puro tema. 4. τὸ δάκρυον “lacrima”: segue normalmente la seconda declinazione. Al dativo plurale presenta, però, una forma δάκρυσι derivante da un tema δακρυ- che segue la terza declinazione. 5. τὸ δένδρον “albero”: il suo comportamento è analogo a quello di δάκρυον; esso segue la seconda declinazione, anche se al dativo plurale è attestata anche la forma δένδρεσι che segue la terza declinazione. 6. τὸ ἔαρ “primavera”: questo sostantivo presenta al genitivo e al dativo singolare, accanto alle forme ἔαρος ed ἔαρι anche le forme contratte ἦρος ed ἦρι. 7. ὁ Ζεύς “Zeus”: la sua flessione presenta due temi apparentemente diversi Ζευe Δι-, ma che in realtà possono essere ricondotti entrambi a *Δj(ε)ϝ- (cfr. lat. dies). In attico si incontrano le seguenti forme: nom. ὁ Ζεύς, gen. Διός, dat. Διί, acc. Δία, voc. Ζεῦ. 8. ὁ Ἰησοῦς “Gesù”: compare ovviamente in epoca postclassica. Il genitivo, dativo e vocativo fanno Ἰησοῦ; l’accusativo Ἰησοῦν. 9. ὁ (ἡ) κύων “cane”: ha tutti gli altri casi formati dal tema ridotto κυν- (κυνός, κυνί, κύνα ecc.). 10. ὁ (ἡ) ὄρνις “uccello”: questo sostantivo forma gli altri casi del singolare da un tema ὀρνιθ-; esso pertanto avrà: gen. ὄρνιθος, dat. ὄρνιθι, acc. ὄρνιθα (ὄρνιν), voc. ὄρνι. Al plurale sono utilizzate anche forme derivanti da un tema ὀρνεj-: nom. ὄρνιθες (ὄρνεις), gen. ὀρνέων, dat. ὄρνισι(ν), acc. ὄρνιθας (ὄρνεις, ὄρνις). 11. ἡ Πνύξ “Pnice” (colle ove si tenevano le adunanze dell’ἐκκλησία, l’assemblea popolare ateniese): forma il resto della flessione da un tema Πυκν- (metatesi consonantica): gen. Πυκνός, dat. Πυκνί, acc. Πύκνα. 115
Parte
1
Fonetica e morfologia
12. ὁ πρέσβυς “vecchio”: forma dal tema πρεσβυ- solamente il nominativo, l’accusativo (πρέσβυν) e vocativo (πρέσβυ) singolari. Per gli altri casi del singolare, vengono di norma utilizzate le forme del sostantivo πρεσβύτης della prima declinazione. Il plurale (πρέσβεις, πρέσβεων, πρέσβεσι, πρέσβεις) significa “ambasciatori” (“ambasciatore” al singolare si dice invece πρεσβευτής).
2 Aggettivi irregolari della seconda classe Gli aggettivi della seconda classe ad altissima frequenza μέγας, μεγάλη, μέγα X “grande” e πολύς, πολλή, πολύ “molto” presentano nella flessione l’alternanza di temi diversi. Tema
M. N. μεγα- / μεγαλο-, F. μεγαλᾱ- “grande” Maschile
Singolare
Duale Plurale
N.
μέγας μεγάλου G. μεγάλῳ D. μέγαν A. μέγας V. N. A. V. μεγάλω μεγάλοιν G. D. μεγάλοι N. μεγάλων G. μεγάλοις D. μεγάλους A. μεγάλοι V.
Femminile
μεγάλη μεγάλης μεγάλῃ μεγάλην μεγάλη μεγάλα μεγάλαιν μεγάλαι μεγάλων μεγάλαις μεγάλας μεγάλαι
Maschile
N.
N. A. V. —
—
—
G. D.
—
—
—
N.
πολλοί πολλῶν πολλοῖς πολλούς πολλοί
πολλαί πολλῶν πολλαῖς πολλάς πολλαί
πολλά πολλῶν πολλοῖς πολλά πολλά
A. V.
Plurale
G. D. A. V. 116
Neutro
πολύ πολλοῦ πολλῷ πολύ πολύ
D.
πολύς πολλοῦ πολλῷ πολύν πολύς
Femminile
πολλή πολλῆς πολλῇ πολλήν πολλή
G.
Duale
μέγα μεγάλου μεγάλῳ μέγα μέγα μεγάλω μεγάλοιν μεγάλα μεγάλων μεγάλοις μεγάλα μεγάλα
M. N. πολυ- / πολλο-, F. πολλᾱ- “molto”
Tema
Singolare
Neutro
Capitolo
La terza declinazione e la seconda classe degli aggettivi: sostantivi e aggettivi irregolari
16
OSSERVAZIONI z Gli aggettivi μέγας e πολύς sono detti a declinazione suppletivistica e formano la flessione a partire da due temi: X dai temi μεγα- e πολυ- (che seguono la terza declinazione) formano il nominativo,
accusativo e vocativo singolare maschile e neutro; X dai temi μεγαλο- / μεγαλα- e πολλο- / πολλα(che seguono la seconda e la prima declinazione) formano tutto il resto della flessione.
X L’aggettivo della prima classe πρᾶος, πραεῖα, πρᾶον “mite” presenta, nella κοινή, al maschile e al neutro forme derivate da un tema πρα(ε)ϝ- / πραυ-. Tema
M. N. πραο- / πρα(ε)ϝ- / πραυ-, F. πραεια- “mite” Maschile
Singolare N.
Duale Plurale
πρᾶος, πραΰς πράου, πραέος G. πράῳ D. πρᾶον, πραΰν A. πρᾶε V. N. A. V. πράω πράοιν G. D. πρᾶοι, πραεῖς N. πράων, πραέων G. D. πράοις, πραέσι(ν) πράους, πραεῖς A. πρᾶοι, πραεῖς V.
Femminile
Neutro
πραεῖα πραείας πραείᾳ πραεῖαν πραεῖα πραεία πραείαιν πραεῖαι πραειῶν πραείαις πραείας πραεῖαι
πρᾶον, πραΰ πράου, πραέος πράῳ πρᾶον, πραΰ πρᾶον, πραΰ πράω πράοιν πρᾶα, πραέα πράων, πραέων πράοις, πραέσι(ν) πρᾶα, πραέα πρᾶα, πραέα
X Lastra funeraria di terracotta con scene di pratiche funerari, 520-510 a.C., New York, Metropolitan Museum.
117
PARTE 1
CAPITOLO 17
Fonetica e morfologia
Il grado comparativo e superlativo dell’aggettivo
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali i comparativi e i superlativi
DDI
1 I tre gradi dell’aggettivo comparativo Finora abbiamo incontrato aggettivi qualificativi di grado positivo, che espriX mono una qualità del nome cui si riferiscono considerata in sé e per sé; ad esempio, la frase ὁ κριτὴς δίκαιός ἐστι (“il giudice è giusto”) ci dice solo che il giudice possiede la qualità della giustizia, senza altra connotazione. X Anche in greco però, come in latino, in italiano e nelle altre lingue indoeuropee, l’aggettivo può istituire un confronto tra due termini di paragone, indicando che uno di essi possiede una determinata qualità in grado minore, uguale o maggiore rispetto all’altro: in tal caso avremo un comparativo di minoranza, uguaglianza o maggioranza (in italiano “meno giusto di…”, “giusto come…”, “più giusto di…”). X Allo stesso modo, inoltre, anche l’aggettivo greco può indicare che una data qualità è posseduta in sommo grado o comunque in grado superiore (o inferiore) a tutte le altre persone o cose prese in esame: si avrà allora un aggettivo di grado superlativo assoluto o relativo (in italiano “bellissimo” e “il più / il meno bello”).
2 Comparativo di minoranza e di uguaglianza Il comparativo di minoranza è di uso assai raro in greco e si esprime, come in X italiano, in forma perifrastica premettendo all’aggettivo di grado positivo un avverbio come ἧσσον, μεῖον o ἔλασσον (“meno”). Il secondo termine di paragone è invece espresso con il genitivo semplice o con ἤ e il caso del primo termine.
Τοὺς πλουσίους ἧσσον μάκαρας ἢ τοὺς σοφοὺς / τῶν σοφῶν νομίζω. Divites minus beatos quam sapientes iudico. Ritengo i ricchi meno felici dei saggi. X Il comparativo di uguaglianza, anch’esso perifrastico, si ottiene con l’ausilio di avverbi correlativi posti dinanzi ai due termini del confronto: οὕτως … ὡς / ὥσπερ (“così … come”), τόσον/ τοσόνδε/ τοσοῦτον … ὅσον (“tanto … quanto”), οὐχ ἧσσον … ἤ (“non meno … che”).
Ἕκτωρ οὕτως ἀνδρεῖος ἦν ὡς Ἀχιλλεύς. Hector tam strenuus quam Achilles erat. Ettore era tanto valoroso quanto Achille. 118
Capitolo
Il grado comparativo e superlativo dell’aggettivo
17
3 Comparativo di maggioranza e superlativo X Il comparativo di maggioranza e il superlativo si formano in greco, come in latino, aggiungendo determinati suffissi al tema o alla radice dell’aggettivo (cfr. i suffissi latini -ior/ -ius e -issimus). In base al tipo di formazione e di suffisso, si distinguono due gruppi: • la maggior parte degli aggettivi qualificativi aggiungono al tema il suffisso -τερος, -τέρα, -τερον per il comparativo di maggioranza e -τατος, -τάτη, -τατον per il superlativo (prima forma di comparazione); grado positivo
grado comparativo
grado superlativo
δίκαιος
δικαιότερος
δικαιότατος
“giusto”
“più giusto”
“giustissimo / il più giusto”
• altri aggettivi, meno numerosi, aggiungono alla radice il suffisso -ίων, -ιον per il comparativo e -ιστος, -ίστη, -ιστον per il superlativo (seconda forma di comparazione). grado positivo
grado comparativo
grado superlativo
αἰσχρός
αἰσχίων
αἴσχιστος
“turpe”
“più turpe”
“turpissimo / il più turpe”
OSSERVAZIONI z Il tema dell’aggettivo positivo: X per gli aggettivi della I classe si ricava togliendo il -ς del nominativo maschile singolare; δίκαιος, δικαία, δίκαιον tema: δικαιοX per gli aggettivi della II classe a tre o due uscite coincide con il nominativo singolare neutro; σαφής, σαφές tema: σαφες-
μέλας, μέλαινα, μέλαν tema: μελανX per gli aggettivi della II classe a una uscita si ottiene togliendo la desinenza -ος del genitivo singolare. πένης, πένητος tema: πενητz Non esistono, invece, regole fisse che aiutino a ricostruire la radice di un aggettivo: solo consultando il vocabolario è possibile individuarla caso per caso.
X Il comparativo di maggioranza presuppone un secondo termine di paragone, che si esprime in genitivo semplice o con ἤ + il caso del primo termine.
Oἱ ἡμέτεροι στρατιῶται
τῶν πολεμίων ἢ οἱ πολέμιοι
ἀνδρειότεροί εἰσιν.
I nostri soldati sono più valorosi dei nemici. Quando però il secondo termine è rappresentato da un pronome dimostrativo, relativo o indefinito, si trova esclusivamente il genitivo. X Il superlativo relativo si distingue da quello assoluto perché è per lo più preceduto dall’articolo e accompagnato dal complemento partitivo, che si esprime in genitivo, semplice oppure preceduto da ἐκ, o con ἐν + dativo. 119
Parte
1
Fonetica e morfologia
Ὁ Σωκράτης σοφώτατος
(ἐκ) πάντων τῶν ἀνθρώπων
ἐστίν.
ἐν πᾶσι τοῖς ἀνθρώποις Socrate è il più saggio tra tutti gli / di tutti gli uomini. Ὁ Σωκράτης σοφώτατός ἐστιν. Socrate è sapientissimo.
3.1
Prima forma di comparazione La prima forma di comparazione si ottiene aggiungendo al tema dell’aggettivo X di grado positivo i suffissi: • -τερος, -τέρα, -τερον per il comparativo di maggioranza; • -τατος, -τάτη, -τατον per il superlativo. Aggettivo
Tema
Comparativo
Superlativo
ἀνδρεῖος, -α, -ον “valoroso” σαφής, -ές “chiaro” μέλας, μέλαινα, μέλαν “nero” γλυκύς, -εῖα, -ύ “dolce”
ἀνδρειο-
ἀνδρειότερος, -α, -ον
ἀνδρειότατος, -η, -ον
σαφεσ-
σαφέστερος, -α, -ον
σαφέστατος, -η, -ον
μελαν-
μελάντερος, -α, -ον
μελάντατος, -η, -ον
γλυκυ-
γλυκύτερος, -α, -ον
γλυκύτατος, -η, -ον
I comparativi e i superlativi formati in tal modo seguono regolarmente la flessione degli aggettivi della I classe a tre uscite. OSSERVAZIONI z Gli aggettivi con il tema in -ο- allungano la vocale finale in -ω- quando la sillaba precedente è breve, allo scopo di evitare la successione di quattro sillabe brevi.
ἄξῐος, -α, -ον
ἀξῐο-
ἀξιώτερος, -α, -ον
ἀξιώτατος, -η, -ον
νεο-
νεώτερος, -α, -ον
νεώτατος, -η, -ον
μαχῐμο-
μαχιμώτερος, -α, -ον
μαχιμώτατος, -η, -ον
σοφο-
σοφώτερος, -α, -ον
σοφώτατος, -η, -ον
“degno”
νέος, -α, -ον “nuovo, giovane”
μάχῐμος, -ον “bellicoso”
σοφός, -ή, -όν “saggio, sapiente”
Fanno eccezione gli aggettivi κενός, -ή, -όν (= “vuoto”) e στενός, -ή, -όν (= “stretto”) che fanno rispettivamente κενότερος, κενότατος e στενότερος, στενότατος. z Non conservano la -ο- del tema davanti ai suffissi del comparativo e del superlativo i seguenti aggettivi:
γεραιός, -ά, -όν
γεραιο-
γεραίτερος, -α, -ον
γεραίτατος, -η, -ον
παλαιο-
παλαίτερος, -α, -ον
παλαίτατος, -η, -ον
“vecchio”
παλαιός, -ά, -όν “antico”
120
Capitolo
Il grado comparativo e superlativo dell’aggettivo
σχολαῖος, -α, -ον
σχολαιο-
σχολαίτερος, -α, -ον
σχολαίτατος, -η, -ον
φιλο-
φίλτερος, -α, -ον
φίλτατος, -η, -ον
17
“lento”
φίλος, -η, -ον “caro”
Sono comunque attestate anche le forme γεραιότερος, παλαιότερος, σχολαιότερος ecc. z L’aggettivo φίλος presenta anche altre tre forme di comparativo e superlativo: φιλώτερος / φιλώτατος; φιλαίτερος / φιλαίτατος; μᾶλλον φίλος / μάλιστα φίλος. z Mutano in -αι- la -ο- finale del tema alcuni aggettivi, tra cui:
εὔδιος, -ον
εὐδιο-
εὐδιαίτερος, -α, -ον
εὐδιέστατος, -η, -ον
ἡσυχο-
ἡσυχαίτερος, -α, -ον
ἡσυχαίτατος, -η, -ον
ἰδιο-
ἰδιαίτερος, -α, -ον
ἰδιαίτατος, -η, -ον
ἰσο-
ἰσαίτερος, -α, -ον
ἰσαίτατος, -η, -ον
μεσο-
μεσαίτερος, -α, -ον
μεσαίτατος, -η, -ον
πλησιο-
πλησιαίτερος, -α, -ον
πλησιαίτατος, -η, -ον
“sereno”
ἥσυχος, -ον “tranquillo”
ἴδιος, -α, -ον “privato”
ἴσος, -η, -ον “imparziale”
μέσος, -η, -ον “centrale”
πλησίος, -α, -ον “vicino”
Per gli aggettivi ἥσυχος e ἴδιος sono attestate anche le forme ἡσυχώτερος, ἡσυχώτατος e ἰδιώτερος, ἰδιώτατος. z Aggiungono al tema suffissi -έστερος ed -έστατος: 1. gli aggettivi in -ων, -ον;
εὐδαίμων, -ον
εὐδαιμον-
εὐδαιμονέστερος, -α, -ον
εὐδαιμονέστατος, -η, -ον
σωφρον-
σωφρονέστερος, -α, -ον
σωφρονέστατος, -η, -ον
“felice”
σώφρων, -ον “moderato”
Fanno eccezione πέπων, -ον (“maturo”) e πίων, -ον (“grasso”, “fertile”), che fanno rispettivamente πεπαίτερος, πεπαίτατος e πιότερος, πιότατος. 2. gli aggettivi contratti in -οος (> -ους);
ἁπλοῦς, -ῆ, -οῦν
ἁπλοο-
“semplice”
ἁπλοέστερος, -α, -ον (ἁπλούστερος, -α, -ον)
ἁπλοέστατος, -η, -ον (ἁπλούστατος, -η, -ον)
3. i quattro aggettivi ἄκρατος, ἄσμενος, ἄφθονος, ἐρρωμένος (perdendo l’ultima -ο del tema).
ἄκρατος, -ον
ἀκρατο-
ἀκρατέστερος, -α, -ον
ἀκρατέστατος, -η, -ον
ἀσμενο-
ἀσμενέστερος, -α, -ον
ἀσμενέστατος, -η, -ον
ἀφθονο-
ἀφθονέστερος, -α, -ον
ἀφθονέστατος, -η, -ον
“puro”
ἄσμενος, -η, -ον “lieto”
ἄφθονος, -ον “abbondante”
ἐρρωμένος, -η, -ον
ἐρρωμενο-
ἐρρωμενέστερος, -α, -ον ἐρρωμενέστατος, -η, -ον
“forte”
121
Parte
1
Fonetica e morfologia
z Negli aggettivi con il tema in dentale si determina l’assibilazione della dentale davanti ai suffissi (-ττ- -στ-).
ἄχαρις, ἄχαρι
ἀχαριτ-
ἀχαρίστερος, -α, -ον
χαριεντ-
χαριέστερος, -α, -ον
χαριέστατος, -η, -ον
πενητ-
πενέστερος, -α, -ον
πενέστατος, -η, -ον
“sgraziato”
χαρίεις, -εσσα, -εν “grazioso”
πένης, -ητος “povero”
– I composti di χάρις, -ιτος si comportano in realtà variamente: ad esempio εὔχαρις (“grazioso”) fa εὐχαριτώτερος, εὐχαριτώτατος (aggiunta al tema di un -ο- che si allunga in -ω-). – L’aggettivo πένης abbrevia la -η- dando origine alle forme πενέστερος e πενέστατος, verosimilmente per analogia con il tipo σαφέστερος / σαφέστατος. – Nel caso di χαρίεις si verifica, oltre all’assibilazione della dentale, la caduta del -ν- che la precede: *χαριενττερος > *χαριενστερος > χαριέστερος. z I seguenti aggettivi aggiungono al tema, privato della vocale conclusiva quando si tratta di temi in vocale, i suffissi -ίστερος e -ίστατος:
ἅρπαξ, -γος
ἁρπαγ-
ἁρπαγίστερος, -α, -ον
ἁρπαγίστατος, -η, -ον
κλεπτα-
κλεπτίστερος, -α, -ον
κλεπτίστατος, -η, -ον
λαλο-
λαλίστερος, -α, -ον
λαλίστατος, -η, -ον
ὀψοφαγο-
ὀψοφαγίστερος, -α, -ον
ὀψοφαγίστατος, -η, -ον
πτωχο-
πτωχίστερος, -α, -ον
πτωχίστατος, -η, -ον
ψευδεσ-
ψευδίστερος, -α, -ον
ψευδίστατος, -η, -ον
“rapace”
κλέπτης, -ου “ladro”
λάλος, -ον “ciarliero”
ὀψοφάγος, -ον “goloso”
πτωχός, -ή, -όν “povero”
ψευδής, -ές “falso”
3.2
Seconda forma di comparazione X Un gruppo di aggettivi, limitati quanto al numero ma d’uso piuttosto comune, formano il comparativo e il superlativo aggiungendo alla radice (e non al tema) rispettivamente i suffissi: • -ίων per il maschile e il femminile, -ιον per il neutro al comparativo; • -ιστος, -ίστη, -ιστον al superlativo Aggettivo
Radice
Comparativo
Superlativo
ἡδύς, ἡδεῖα, ἡδύ
ἡδ-
ἡδίων, ἥδιον
ἥδιστος, -ίστη, -ιστον
αἰσχ-
αἰσχίων, αἴσχιον
αἴσχιστος, -η, -ον
“dolce”
αἰσχρός, -ά, -όν “turpe”
X Il comparativo si declina sostanzialmente come gli aggettivi della II classe a due uscite con il tema in nasale. Il superlativo segue invece la flessione degli aggettivi della I classe a tre uscite. 122
Capitolo
Il grado comparativo e superlativo dell’aggettivo
17
Seconda forma di comparazione
ἡδιον- “più dolce”
Tema
Maschile e femminile
Singolare
Duale Plurale
N.
ἡδίων ἡδίονος G. ἡδίονι D. ἡδίονα (ἡδίω) A. ἥδιον V. N. A.V . ἡδίονε ἡδιόνοιν G. D. ἡδίονες (ἡδίους) N. ἡδιόνων G. ἡδίοσι(ν) D. ἡδίονας (ἡδίους) A. ἡδίονες (ἡδίους) V.
Neutro
ἥδιον ἡδίονος ἡδίονι ἥδιον ἥδιον ἡδίονε ἡδιόνοιν ἡδίονα (ἡδίω) ἡδιόνων ἡδίοσι(ν) ἡδίονα (ἡδίω) ἡδίονα (ἡδίω)
OSSERVAZIONI Nell’accusativo singolare maschile/ femminile e nel nominativo, accusativo, vocativo plurale di tutti e tre i generi, accanto alle voci col tema in -ιον, sono attestate alcune forme derivate da un antico tema in -ιοσ (cfr. lat. -ior *-ios per rotacismo), in cui
però il -σ-, divenuto intervocalico per l’aggiunta della desinenza, cade determinando la contrazione οα > ω (con l’eccezione dell’accusativo plurale maschile/femminile che contrae in ου per analogia con il nominativo) e οε > ου.
X Presentano la seconda forma di comparazione la maggior parte degli aggettivi della seconda classe in -ύς, -εῖα, -ύ, che tuttavia ammettono anche la forma in -τερος e -τατος. Positivo
γλυκύς, -εῖα, -ύ (tema γλυκυ-, radice γλυκ-)
Comparativo
γλυκύτερος
γλυκίων
Superlativo
γλυκύτατος
γλύκιστος
Nota il particolare esito prodotto negli aggettivi ἐλαχύς, παχύς e ταχύς dall’incontro tra la radice e il suffisso del comparativo, che originariamente iniziava in -j (κ, γ, χ + j = σσ).
ἐλαχύς, -εῖα, -ύ “piccolo” παχύς, -εῖα, -ύ “grosso” ταχύς, -εῖα, -ύ “veloce”
ἐλαχπαχταχ-
ἐλάσσων, -ον πάσσων, -ον θάσσων, -ον
ἐλάχιστος, -η, -ον πάχιστος, -η, -ον τάχιστος, -η, -ον
Nel comparativo di ταχύς l’aspirazione è passata nella dentale tenue iniziale (τ > θ), secondo un processo già osservato a proposito del sostantivo θρίξ, τριχός. X Presentano la seconda forma di comparazione anche alcuni aggettivi della prima classe, tra cui segnaliamo qui i più comuni: 123
Parte
1
Fonetica e morfologia
αἰσχρός, -ά, -όν ἀλγεινός, -ή, -όν ἐχθρός, -ά, -όν καλός, -ή, -όν μακρός, -ά, -όν οἰκτρός, -ά, -όν ῥᾴδιος, -α, -ον
“turpe”
αἰσχἀλγ“doloroso” ἐχθ“ostile” καλλ“bello” μακ“lungo” “compassionevole” οἰκτῥᾳ“facile”
αἰσχίων, -ιον ἀλγίων, -ιον ἐχθίων, -ιον καλλίων, -ιον μάσσων, -ον οἰκτίων, -ιον ῥᾴων, -ον
αἴσχιστος, -η, -ον ἄλγιστος, -η, -ον ἔχθιστος, -η, -ον κάλλιστος, -η, -ον μήκιστος, -η, -ον οἴκτιστος, -η, -ον ῥᾷστος, -η, -ον
X Alcuni aggettivi di uso molto comune presentano notevoli anomalie nella formazione del comparativo e del superlativo, dovute a fenomeni fonetici oppure all’impiego di temi diversi da quelli del grado positivo. Aggettivo
Radice
Comparativo
ἀγαθός, -ή, -όν “buono”
ἀμεν-
ἀμείνων, -ον “più abile”
ἀρ-, ἀρε-
ἀρείων, -ιον “più nobile, più valoroso”
ἄριστος, -η, -ον
βελτ-
βελτίων, -ιον “migliore in senso morale”
βέλτιστος, -η, -ον
κρετ-/κρατ-
κρείττων, -ον “più forte”
κράτιστος, -η, -ον
λῳ-
λῴων, -ον “più conveniente, preferibile”
λῷστος, -η, -ον
φερ-
φέρτερος, -α, -ον “più produttivo”
φέρτατος, -η, -ον
κακ-
κακίων, -ιον “più malvagio”
κάκιστος, -η, -ον
χερ-
χείρων, -ον “di peggiore qualità”
χείριστος, -η, -ον
ἡκ-
ἥσσων, -ον “più debole, inferiore”
ἥκιστος, -η, -ον
μέγας, μεγάλη, μέγα “grande”
μεγ-
μείζων, -ον
μέγιστος, -η, -ον
μικρός, -ά, -όν “piccolo”
μικρομε-
μικρότερος, -α, -ον μείων, -ον
μικρότατος, -η, -ον —
πολύς, πολλή, πολύ “molto”
πλεj-
πλείων, -ιον
πλεῖστος, -η, -ον
ὀλίγος, -η, -ον “poco”
ὀλιγ-
ὀλείζων, -ον
ὀλίγιστος, -η, -ον
κακός, -ή, -όν “cattivo”
124
Superlativo
Capitolo
Il grado comparativo e superlativo dell’aggettivo
3.3
17
Comparativi e superlativi derivati da radici avverbiali e da preposizioni Come in latino, anche in greco vi sono comparativi o superlativi mancanti del corrispondente di grado positivo e derivati da radici che hanno altrimenti generato avverbi, preposizioni o voci verbali. Radice
Comparativo
Superlativo
ἄγχι “vicino” (avv.)
ἆσσον (avv.) “più vicino” δεύτερος, -α, -ον “secondo, posteriore, inferiore” ἐγγύτερος, -α, -ον “più vicino”
ἄγχιστος, -η, -ον “vicinissimo”
δευ-/δε(cfr. δέω “mancare”, “essere inferiore”) ἐγγύς “presso, vicino” ἐκ “da, da fuori” κάτω “infra giù, sotto” πέραν “al di là” πρό “davanti, prima” ὑπέρ “sopra” *ὑδ-
— κατώτερος, -α, -ον “inferiore” περαίτερος, -α, -ον “ulteriore” πρότερος, -α, -ον “primo tra due” ὑπέρτερος, -α, -ον “più alto, superiore” ὕστερος, -α, -ον “seguente”
— ἐγγύτατος, -η, -ον “vicinissimo” ἔσχατος, -η, -ον “estremo, ultimo” κατώτατος, -η, -ον “infimo, profondissimo” — πρῶτος, -η, -ον “primo tra molti” ὑπέρτατος, ὕπατος, -η, -ον “il più alto, sommo” ὕστατος, -η, -ον “ultimo”
Particolare dell'altare di Pergamo, 190-165 a.C., Berlino, Pergamonmuseum.
125
PARTE 1
CAPITOLO 18
Fonetica e morfologia
L’avverbio 1 Formazione degli avverbi In greco gli avverbi di modo, formati sul tema dei corrispondenti aggettivi qualiX ficativi, presentano di norma la terminazione -ως. In pratica, per formare un avverbio modale da un aggettivo basta sostituire la consonante finale -ν del genitivo maschile plurale con -ς, mantenendo l’accento nella stessa posizione. Aggettivo
Genitivo plurale maschile
Avverbio
δίκαιος, -α, -ον “giusto”
δικαίων
δικαίως “giustamente”
ἁπλοῦς, -ῆ, -οῦν “semplice”
ἁπλῶν
ἁπλῶς “semplicemente”
πᾶς, πᾶσα, πᾶν “tutto”
πάντων
πάντως “completamente”
σαφής, -ές “chiaro”
σαφῶν
σαφῶς “chiaramente”
ἡδύς, -εῖα, -ύ “dolce”
ἡδέων
ἡδέως “dolcemente”
Altri modi per la formazione degli avverbi di modo sono: • l’accusativo neutro di un aggettivo, singolare o plurale;
μέγα / μεγάλα “grandemente” μικρόν / ὀλίγον “poco” μόνον (= μόνως) “soltanto” πολύ “molto”
πολλά “molto, molte volte” συνεχές (= συνεχῶς) “continuamente” συχνά (= συχνῶς) “frequentemente” ταχύ (= ταχέως) “velocemente”
• il dativo singolare di sostantivi o aggettivi femminili;
δημοσίᾳ “pubblicamente” ἰδίᾳ “privatamente”
κοινῇ “in comune” πεζῇ “a piedi”
• il nominativo, il genitivo o l’accusativo di sostantivi o aggettivi;
ἅλις “assai, abbastanza” εὐθύς “subito” αὐτοῦ “là” δεξιᾶς “a destra” ἐκποδών “lontano” 126
ἐξαίφνης “all’improvviso” ἄγαν, λίαν “troppo” ἀρχήν “inizialmente” μάτην “invano” πάλιν “di nuovo”
Capitolo
L’avverbio
18
X Gli avverbi circostanziali (di tempo, luogo, quantità) presentano diverse formazioni. Di uso comune risultano i suffissi: • -θεν per il moto da luogo (οἴκοθεν “da casa”; ἐντεῦθεν “di qui”; οὐρανόθεν “dal cielo”; Ἀθήνηθεν “da Atene” ecc.); • -θι per lo stato in luogo (ἄλλοθι “altrove”; οἴκοθι “in casa”; Κορινθόθι “a Corinto” ecc.); • -δε / -ζε per il moto a luogo (θύραζε “verso la porta”; οἴκαδε “verso casa”; Ἀθήναζε “verso Atene” ecc.)
2 Comparativo e superlativo dell’avverbio 2.1
Avverbi di modo X Come comparativo e superlativo dell’avverbio si usano rispettivamente l’accusativo neutro singolare del comparativo e l’accusativo neutro plurale del superlativo dell’aggettivo corrispondente.
Grado positivo
Grado comparativo
Grado superlativo
σοφῶς (σοφός, -ή, -όν) “saggiamente”
σοφώτερον “più saggiamente”
σοφώτατα “assai saggiamente”
καλῶς (καλός, -ή, -όν) “bellamente, convenientemente”
κάλλιον κάλλιστα “più bellamente /conveniente- “assai bellamente/convenientemente” mente”
ταχέως (ταχύς, -εῖα, -ύ) “velocemente”
θᾶσσον “più velocemente”
τάχιστα “assai velocemente”
χαριέντως (χαρίεις, -εσσα, -εν) “gradevolmente”
χαριέστερον “più gradevolmente”
χαριέστατα “assai gradevolmente”
ἀσφαλῶς (ἀσφαλής, -ές) “sicuramente”
ἀσφαλέστερον “più sicuramente”
ἀσφαλέστατα “assai sicuramente”
μέγα (μέγας, μεγάλη, μέγα) “grandemente”
μεῖζον “più grandemente”
μέγιστα “assai grandemente”
OSSERVAZIONI z Alcuni avverbi presentano, accanto alla forma in -τερον, un comparativo in -τέρως. ἀσφαλῶς “sicuramente” ἀσφαλέστερον o ἀσφαλεστέρως γελοίως “ridicolmente” γελοιότερον o γελοιοτέρως εὐρέως “ampiamente” εὐρύτερον o εὐρυτέρως
127
Parte
1
Fonetica e morfologia
X Danno origine a serie particolari gli avverbi εὖ “bene” (usato come avverbio di ἀγαθός accanto al non molto frequente ἀγαθῶς); ἦκα “poco, lievemente”, e μάλα “molto”. Si tratta di avverbi piuttosto frequenti in tutti e tre i gradi. Grado positivo
εὖ ἦκα μάλα
2.2
Grado comparativo
ἄμεινον / βέλτιον “meglio” ἧσσον “meno” μᾶλλον “più”
Grado superlativo
ἄριστα / βέλτιστα “ottimamente” ἥκιστα “per nulla” μάλιστα “moltissimo”
Avverbi derivati da preposizioni Gli avverbi di luogo derivanti da preposizioni, molti dei quali terminano in -ω, X formano il comparativo e il superlativo rispettivamente con i suffissi -τέρω e -τάτω. Grado positivo
ἄνω “all’insù” κάτω “all’ingiù” ἔξω “fuori” ἔσω “dentro” ἔνδον “dentro” ἐγγύς “vicino” πλησίον “vicino” πόρρω “lontano”
128
Grado comparativo
Grado superlativo
ἀνωτέρω
ἀνωτάτω
κατωτέρω
κατωτάτω
ἐξωτέρω
ἐξωτάτω
ἐσωτέρω
ἐσωτάτω
ἐνδοτέρω
ἐνδοτάτω
ἐγγύτερον / ἐγγυτέρω
ἐγγύτατα / ἐγγυτάτω
πλησιαίτερον / πλησιαιτέρω
––––
πορρωτέρω
πορρωτάτω
PARTE 1
CAPITOLO 19
Fonetica e morfologia Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali i pronomi personali, riflessivi, dimostrativi e il determinativo αυτος
I pronomi (1) DDI
1 I pronomi personali I pronomi personali in greco presentano due particolari caratteristiche sul piano X morfologico: • vengono impiegati temi diversi per il singolare, il duale e il plurale; • non c’è differenza di genere tra maschile, femminile e neutro. 1a persona
2a persona
3a persona
“io / noi”
“tu / voi”
“egli / essi”
Singolare N.
ἐγώ (“io”)
σύ (“tu”)
αὐτός,
αὐτή,
G.
ἐμοῦ, μου
σοῦ, σου
αὐτοῦ,
αὐτῆς,
αὐτό (“egli, ella”) αὐτοῦ
D.
ἐμοί, μοι
σοί, σοι
αὐτῷ,
αὐτῇ,
αὐτῷ
A.
ἐμέ, με
σέ, σε
αὐτόν,
αὐτήν,
αὐτό
(σφώ) (“voi due”) (σφῷν)
αὐτώ,
αὐτά,
Duale
N. A. νώ (“noi due”) G. D. νῷν
Plurale
N.
ἡμεῖς (“noi”) ὑμεῖς (“voi”)
αὐτοί,
αὐταί,
G.
ἡμῶν
ὑμῶν
αὐτῶν,
αὐτῶν,
D.
ἡμῖν
ὑμῖν
αὐτοῖς, αὐταῖς,
αὐτοῖς
A.
ἡμᾶς
ὑμᾶς
αὐτούς, αὐτάς,
αὐτά
αὐτώ (“loro due”) αὐτοῖν, (αὐταῖν), αὐτοῖν αὐτά (“essi, esse”) αὐτῶν
OSSERVAZIONI z Di solito non viene espresso il nominativo dei pronomi personali, che ricorre solo in contesti enfatici. Λέγεις τἀληθῆ; Dici la verità?
Σὺ τἀληθῆ λέγεις; Ma tu, dici la verità? z I pronomi personali di 1a e 2a persona, come del resto in latino e in italiano, non presentano distinzione in generi. z Per la 1a e la 2a persona singolare si han-
no, accanto alle forme toniche, anche delle forme enclitiche. L’uso delle une o delle altre dipende dalla maggiore o minore enfasi posta sul pronome: si troveranno cioè le forme accentate nelle contrapposizioni e comunque laddove il pronome viene messo in evidenza.
Οὐκ ἐμέ, ἀλλὰ σὲ μέμφεται ὁ διδάσκαλος. Non me, ma te rimprovera il maestro.
Ὁ διδάσκαλός σε μέμφεται. Il maestro ti rimprovera.
129
Parte
1
Fonetica e morfologia
z Anche dopo una preposizione il pronome è generalmente accentato.
Οἱ φίλοι πρὸς ἐμὲ βαίνουσι. Gli amici vengono verso di me. z I pronomi di 1a e 2a persona possono essere rafforzati tramite l’enclitica -γε, che forma un tutt’uno con il pronome e determina la ritrazione dell’accento nelle forme bisillabiche. ἔμοιγε (ἐμοί + γε) “proprio a me” z Come pronome personale di 3a persona viene normalmente usato il dimostrativo αὐτός, Singolare
N. G. D. A.
αὐτή, αὐτό (cfr. lat. is, ea, id). z Esso segue la flessione degli aggettivi della I classe in tutte le voci, con l’eccezione dei casi diretti del neutro singolare, la cui terminazione -o è caratteristica della declinazione pronominale. z Sugli altri significati e impieghi di αὐτός [ sotto]. z In attico si trovano impiegate, sia pur con scarsa frequenza e per lo più in poesia, forme arcaiche del pronome di 3a persona:
— οὗ οἷ ἕ
N. A. V.
Duale
G. D. Plurale
N. G. D. A.
σφεῖς σφῶν / σφέων σφίσι(ν) / σφί(ν) σφᾶς / σφέας
— οὑ οἱ ἑ σφωε σφων
σφισι(ν) / σφι(ν) σφας / σφεας / σφε
z Le forme toniche hanno generalmente valore riflessivo. z Nella tragedia σφι(ν) e σφε possono essere usati anche per il singolare.
1.1
Altri usi di αὐτός, αὐτή, αὐτό La flessione di αὐτός, αὐτή, αὐτό è riportata a p. 129. Αὐτός sottolinea l’identità della persona o cosa cui ci si riferisce e può fungere sia da pronome sia da aggettivo. X Come pronome significa: • egli (cfr. lat. is, ea, id); è questo un significato che αὐτός raramente ha al nominativo; in tale accezione non è mai preceduto da articolo;
αὐτῷ τἀληθῆ λέγω ei veritatem dico gli (= a lui) dico la verità • io, tu, egli / ella stesso / -a; noi, voi, essi / -e stessi / -e (cfr. lat. ipse, ipsa, ipsum); in tale accezione non è mai preceduto da articolo;
αὐτὸς τὸ τῆς μάχης σημεῖον δίδωσι ipse pugnae signum dat egli stesso dà il segnale della battaglia αὐτοὶ λέγετε τὸν νεανίαν αἴτιον εἶναι ipsi dicitis iuvenem noxium esse voi stessi dite che il giovane è colpevole 130
Capitolo
I pronomi (1)
19
• il / la medesimo / -a (cfr. lat. idem, eadem, idem); in tale accezione è sempre preceduto da articolo;
τῷ αὐτῷ ἐπιτυγχάνω eidem occurro m’imbatto nella medesima persona X Come aggettivo significa: • quello (cfr. lat. is, ea, id e ille, illa, illud); quando è usato in questa accezione il sostantivo cui si riferisce non ha articolo;
αὐτὸς ἀνὴρ ὁ βασιλεύς ἐστι is (o ille) vir rex est quell’uomo è il re • stesso, in persona (cfr. lat. ipse, ipsa, ipsum); quando è usato in questa accezione si trova in posizione predicativa;
αὐτὸς ὁ βασιλεὺς τῆς στρατιᾶς ἡγεῖται ὁ βασιλεὺς αὐτὸς ipse rex exercitum ducit il re in persona (il re stesso) guida l’esercito • medesimo (cfr. lat. idem, eadem, idem); quando è usato in questa accezione si trova in posizione attributiva.
τῇ αὐτῇ μάχῃ οἱ Ἀθηναῖοι καὶ τοὺς Λακεδαιμονίους καὶ τοὺς Θηβαίους νικῶσιν eadem pugna Athenienses et Lacedaemonios et Thebanos vincunt con la medesima battaglia gli Ateniesi sconfiggono sia gli Spartani che i Tebani X Se c’è un complemento di paragone (lo stesso... che / di) questo si rende con il dativo semplice o con καί + il caso del primo termine.
παιδεύονται τὸν αὐτὸν τρόπον ἡμῖν παιδεύονται τὸν αὐτὸν τρόπον καὶ ἡμεῖς educantur eadem ratione ac nos sono educati nel nostro stesso modo (nello stesso modo che noi) X Αὐτός, quando è in posizione attributiva (cioè significa “medesimo”) e preceduto da articolo terminante in vocale, può subire crasi: Maschile
Singolare N. ὁ
Plurale
Femminile
Neutro
αὐτός αὑτός ἡ αὐτή αὑτή G. τοῦ αὐτοῦ ταὐτοῦ D. τῷ αὐτῷ ταὐτῷ τῇ αὐτῆ ταὐτῇ A. N. οἱ αὐτοί αὑτοί αἱ αὐταί αὑταί
τὸ αὐτό
ταὐτό τοῦ αὐτοῦ ταὐτοῦ
A.
τὰ αὐτά
τῷ αὐτῷ τὸ αὐτό τὰ αὐτά
ταὐτῷ ταὐτό ταὐτά ταὐτά 131
Parte
1
Fonetica e morfologia
2 Pronomi riflessivi X I pronomi riflessivi vengono usati per indicare che l’azione espressa dal verbo ricade sul soggetto stesso della proposizione (“Io mi ferisco”). Ne consegue che i riflessivi si riferiscono sempre al soggetto, ma non possono mai coincidere con esso e, pertanto, risultano privi del nominativo. In greco i riflessivi derivano dall’unione dei pronomi personali con αὐτός, αὐτή, αὐτό e in particolare: • nel singolare il tema dei pronomi personali ἐμ-, σ(ε)- ed ἑ- si fonde con αὐτός, dando origine a forme organiche (ἐμαυτοῦ, σεαυτοῦ, ἑαυτοῦ; ἐμαυτῷ, σεαυτῷ, ἑαυτῷ ecc.); • nel plurale le due forme pronominali rimangono invece separate e si flettono entrambe (ἡμῶν αὐτῶν, ὑμῶν αὐτῶν, σφῶν αὐτῶν; ἡμῖν αὐτοῖς, ὑμῖν αὐτοῖς, σφίσιν αὐτοῖς ecc.). Pronomi riflessivi a
2a persona “tu stesso”, “voi stessi”
1 persona “me stesso”, “noi stessi” Maschile
Singolare
Plurale
G. ἐμαυτοῦ D. ἐμαυτῷ A. ἐμαυτόν G. ἡμῶν αὐτῶν D. ἡμῖν αὐτοῖς A. ἡμᾶς αὐτούς
Femminile
ἐμαυτῆς ἐμαυτῇ ἐμαυτήν ἡμῶν αὐτῶν ἡμῖν αὐταῖς ἡμᾶς αὐτάς
Maschili
σεαυτοῦ, σαυτοῦ σεαυτῷ, σαυτῷ σεαυτόν, σαυτόν ὑμῶν αὐτῶν ὑμῖν αὐτοῖς ὑμᾶς αὐτούς
Femminile
σεαυτῆς, σαυτῆς σεαυτῇ, σαυτῇ σεαυτήν, σαυτήν ὑμῶν αὐτῶν ὑμῖν αὐταῖς ὑμᾶς αὐτάς
3a persona “egli stesso”, “loro stessi” Maschile
Singolare
Plurale
G. ἑαυτοῦ, αὑτοῦ D. ἑαυτῷ, αὑτῷ A. ἑαυτόν, αὑτόν G. σφῶν αὐτῶν (ἑαυτῶν, αὑτῶν) D. σφίσιν αὐτοῖς (ἑαυτοῖς, αὑτοῖς) A.
σφᾶς αὐτούς (ἑαυτούς, αὑτούς)
Femminile
ἑαυτῆς, αὑτῆς ἑαυτῇ, αὑτῇ ἑαυτήν, αὑτήν σφῶν αὐτῶν (ἑαυτῶν, αὑτῶν) σφίσιν αὐταῖς (ἑαυταῖς, αὑταῖς) σφᾶς αὐτάς (ἑαυτάς, αὑτάς)
Neutro
ἑαυτοῦ, αὑτοῦ ἑαυτῷ, αὑτῷ ἑαυτό, αὑτό σφῶν αὐτῶν (ἑαυτῶν, αὑτῶν) σφίσιν αὐτοῖς (ἑαυτοῖς, αὑτοῖς) —
(ἑαυτά, αὑτά)
OSSERVAZIONI z I pronomi riflessivi mancano del duale. z Solo la 3a persona ha il neutro, che presenta forme proprie nell’accusativo singolare e plurale. z Le forme in αὑ- della 3a persona derivano dalla contrazione del gruppo ἑαυ-. z Per quanto riguarda l’uso dei pronomi riflessivi, ricorda che essi rinviano alla persona che, nell’ottica del parlante, costituisce l’ele-
132
mento dominante della proposizione o della frase: può trattarsi del soggetto, ma anche di un complemento diretto o indiretto.
Κλέαρχος ἀφιππεύει εἰς τὴν ἑαυτοῦ σκηνήν. (Xen. An. 1. 5.12) Clearco torna a cavallo alla propria tenda
Ἀπὸ σαυτοῦ ’γώ σε διδάξω (Aristoph. Nub. 385) Ti istruirò partendo da te stesso.
Capitolo
I pronomi (1)
19
3 Pronomi e aggettivi possessivi X I possessivi si formano dai temi dei corrispondenti pronomi personali e si declinano come aggettivi della prima classe a tre uscite.
1a persona 2a persona 3a persona
Singolare
Plurale
ἐμός, ἐμή, ἐμόν “mio” σός, σή, σόν “tuo” ὅς, ἥ, ὅν “suo”
ἡμέτερος, ἡμετέρα, ἡμέτερον “nostro” ὑμέτερος, ὑμετέρα, ὑμέτερον “vostro” σφέτερος, σφετέρα, σφέτερον “loro”
OSSERVAZIONI z I possessivi di 1a e 2a persona hanno valore sia riflessivo sia non riflessivo. Invece, i possessivi di 3a persona hanno solo valore riflessivo e sono comunque d’uso assai raro: al loro posto viene di solito impiegato il genitivo del pronome riflessivo corrispondente. z I possessivi si trovano di norma in posizione attributiva (ὁ ἐμὸς ἵππος /ὁ ἵππος ὁ ἐμός, “il mio cavallo”). z A differenza di quel che accade in latino, in greco l’aggettivo possessivo può avere
valore tanto di genitivo soggettivo quanto di genitivo oggettivo; in altre parole può indicare sia il soggetto sia l’oggetto dell’azione implicita nel sostantivo cui si riferisce. Perciò, ἡ ἡμετέρα φιλία può significare sia “il nostro affetto, l’affetto che proviamo” (valore soggettivo), sia “l’affetto riposto in noi” (valore oggettivo). La scelta di quale dei due valori attribuire al possessivo richiede un’attenta valutazione del contesto della frase.
X Spesso al posto dell’aggettivo possessivo viene utilizzato il genitivo del pronome personale o riflessivo corrispondente. Ricorda che di solito: • il genitivo del pronome personale è in posizione predicativa;
Tὸ δῶρόν μου δέχου. Accetta il mio dono. • il genitivo del pronome riflessivo è invece in posizione attributiva. Tὴν ἡμῶν αὐτῶν αἰτίαν ὁμολογοῦμεν. Confessiamo la nostra colpa. X La scelta da parte degli autori di utilizzare il pronome personale o quello riflessivo dipende dal contesto della frase. In contesto riflessivo: • per la 1a e 2a persona troverai indifferentemente il pronome personale o riflessivo;
Τὴν πατρίδα ἐμοῦ στέργω. Τὴν ἐμαυτοῦ πατρίδα στέργω. Τὴν πατρίδα τὴν ἐμαυτοῦ στέργω.
}
Amo la mia patria.
• per la 3a persona troverai il riflessivo ἑαυτοῦ, -ῆς, -ῶν / αὑτοῦ, -ῆς, -ῶν.
Oἱ πατέρες τὰ αὑτῶν τέκνα ἀγαπῶσιν. Oἱ πατέρες τὰ τέκνα τὰ αὑτῶν ἀγαπῶσιν.
}
I padri amano i propri figli.
In contesto non riflessivo: • per la 1a e la 2a persona vedrai impiegato generalmente il pronome personale;
Τὸν πατέρα σου θαυμάζω.
Ammiro tuo padre. 133
Parte
1
Fonetica e morfologia
• per la 3a persona incontrerai il genitivo di αὐτός.
Τοὺς φίλους αὐτοῦ ἐπαινῶ.
Lodo i suoi amici
X Fa’ attenzione a non confondere: • αὐτοῦ, -ῆς, -ῶν con lo spirito dolce (non riflessivo; cfr. lat. eius, eorum, earum); • αὑτοῦ, -ῆς, -ῶν con lo spirito aspro (riflessivo; cfr. lat. sui).
4 Altri pronomi dimostrativi I dimostrativi hanno la funzione di collocare un termine dell’enunciato nello spaX zio o nel tempo, indicandone la vicinanza o la lontananza da chi parla. Possono essere usati sia come pronomi che come aggettivi. In greco essi sono derivati dal tema dell’articolo, anch’esso in origine un pronome dimostrativo. I principali dimostrativi in greco sono: • ὅδε, ἥδε, τόδε “questo”; • oὗτος, αὕτη, τοῦτο “questo”, “codesto”; • ἐκεῖνος, ἐκείνη, ἐκεῖνο “quello”.
4.1
Ὅδε, ἥδε, τόδε Il dimostrativo ὅδε, ἥδε, τόδε (“questo”) deriva dall’unione dell’articolo con il sufX fisso indeclinabile -δε. Indica persona o cosa vicina a chi sta parlando (cfr. lat. hic) e viene usato, in genere, con valore prolettico in riferimento a qualcosa che non è stato ancora menzionato. Pronomi dimostrativi
ὅδε, ἥδε, τόδε “questo” Maschile
Singolare
Duale Plurale
Femminile
Neutro
N.
ὅδε
ἥδε
τόδε
G.
τοῦδε
τῆσδε
τοῦδε
D.
τῷδε
τῇδε
τῷδε
A.
τόνδε
τήνδε
τόδε
N. A.
τώδε
(τάδε)
τώδε
G. D.
τοῖνδε
(ταῖνδε)
τοῖνδε
N.
οἵδε
αἵδε
τάδε
G.
τῶνδε
τῶνδε
τῶνδε
D.
τοῖσδε
ταῖσδε
τοῖσδε
A.
τούσδε
τάσδε
τάδε
OSSERVAZIONI z Nella flessione le forme atone dell’articolo assumono l’accento di enclisi (ὁ + δε ὅδε), quelle accentate conservano il proprio accento invariato (τούς + δε τούσδε e non τοῦσδε, dal momento che la legge del trocheo finale non è operativa nei gruppi di enclisi).
134
z Quando è usato come aggettivo, si trova in posizione predicativa (τῇδε τῇ ἡμέρᾳ, “in questo giorno”, “oggi”). z Talvolta il pronome ὅδε può essere rafforzato con il suffisso deittico -ι: ὁδί “questo qui”, “il qui presente”.
Capitolo
I pronomi (1)
4.2
19
Οὗτος, αὕτη, τοῦτο Il dimostrativo οὗτος, αὕτη, τοῦτο (“questo”, “codesto”) indica persona o cosa X vicina a chi parla (cfr. lat. hic) o a chi ascolta (cfr. lat. iste) e viene usato, in genere, con valore epanalettico in riferimento a qualcosa che non è già stato menzionato. Pronome / Aggettivo dimostrativo
οὗτος, αὕτη, τοῦτο “questo”, “codesto” Maschile
Singolare
Duale Plurale
N. G. D. A. N. A. G. D. N. G. D. A.
οὗτος τούτου τούτῳ τοῦτον τούτω τούτοιν οὗτοι τούτων τούτοις τούτους
Femminile
αὕτη ταύτης ταύτῃ ταύτην (ταύτα) (ταύταιν) αὗται τούτων ταύταις ταύτας
Neutro
τοῦτο τούτου τούτῳ τοῦτο τούτω τούτοιν ταῦτα τούτων τούτοις ταῦτα
OSSERVAZIONI z Nella flessione si alternano i tre temi: οὑτ, αὑτ-, τουτ-, ταυτ-; le terminazioni sono le stesse di αὐτός. Da notare il genitivo plurale femminile τούτων (e non *ταύτων), analogico al maschile e al neutro. z Il pronome οὗτος essere usato con valore dispregiativo o ironico (“costui”). z Quando è usato come aggettivo, si trova in
4.3
posizione predicativa (ταῦτα τὰ πράγματα, “queste imprese”). z Talvolta il pronome οὗτος è rafforzato con il suffisso deittico -ι: οὑτοσί “questo qui”, “il qui presente”, “codesto costì”. z Attenzione a non confondere ταῦτα (da οὗτος, “queste cose”, haec) con ταὐτά (da αὐτός, “le medesime cose”, eadem).
Ἐκεῖνος, ἐκείνη, ἐκεῖνο Il dimostrativo ἐκεῖνος, ἐκείνη, ἐκεῖνο (“quello”) indica persona o cosa lontana da X chi parla o ascolta (cfr. lat. ille). La flessione coincide con quella del determinativo αὐτός, αὐτή, αὐτό. Quando è usato in funzione aggettivale si trova in posizione predicativa. Può assumere valore enfatico: “quel famoso”.
4.4
I pronomi dimostrativi di quantità, di qualità e di età Vi sono anche altri pronomi dimostrativi, meno frequenti, usati in correlazione X con i relativi corrispondenti [ p. 136]: • • • • • •
τόσος, τόση, τόσον τοσόσδε, τοσήδε, τοσόνδε τοσοῦτος, τοσαύτη, τοσοῦτο τοῖος, τοία, τοῖον τοιόσδε, τοιάδε, τοιόνδε τοιοῦτος, τοιαύτη, τοιοῦτο
} }
“tanto grande”
“tale” 135
Parte
1
Fonetica e morfologia
• τηλίκος, τηλίκη, τηλίκον • τηλικόσδε, τηλικήδε, τηλικόνδε • τηλικοῦτος, τηλικαύτη, τηλικοῦτο
}
“di tale età”
5 Il pronome relativo X Il principale pronome relativo in greco è ὅς, ἥ, ὅ (cfr. lat. qui, quae, quod), derivato da un originario tema *jo-/ jα-. La declinazione risulta analoga a quella di αὐτός, αὐτή, αὐτό. Pronome relativo
ὅς, ἥ, ὅ “il quale”, “la quale”, “che” Maschile
Singolare
Duale Plurale
ὅς οὗ G. ᾧ D. ὅν A. N. A. ὥ G. D. οἷν οἵ N. ὧν G. οἷς D. οὕς A. N.
Femminile
ἥ ἧς ᾗ ἥν ἅ αἷν αἵ ὧν αἷς ἅς
Neutro
ὅ οὗ ᾧ ὅ ὥ οἷν ἅ ὧν οἷς ἅ
OSSERVAZIONI z Introduce la proposizione relativa. Come in latino, il pronome ὅς, ἥ, ὅ concorda in genere e numero con il sostantivo cui è correlato, mentre assume il caso previsto dalla funzione logica che svolge nella relativa.
Ὁ ἀνὴρ ὃν ὁρᾷς ὁ πατήρ μου ἐστίν. L’uomo che vedi è mio padre. z Talvolta il pronome relativo viene rafforzato con l’aggiunta del suffisso -περ: ὅσπερ, ἥπερ, ὅπερ (“il quale appunto”, “proprio quello che”).
Ὁ ἀνὴρ ὅνπερ ὁρᾷς ὁ πατήρ μου ἐστίν. Proprio l’uomo che vedi è mio padre. z Come correlativo dimostrativo di ὅς si usa generalmente οὗτος. Τοῦτον ὁρᾷς ὃς ἥκει; Vedi questo che viene? z In alcune espressioni idiomatiche, il pronome ὅς ha valore dimostrativo. ὃς καὶ ὅς “questo e quello” καὶ ὅς, καὶ ἥ “ed egli, ed ella” ἦ δ’ ὅς “disse egli (inciso)”.
X Vi sono pure altri pronomi relativi, meno frequenti, spesso usati anche in correlazione con i dimostrativi corrispondenti [ p. 135]. ὅσος, ὅση, ὅσον “quanto grande”, “quanto”, “tutto quello che” (cfr. lat. quantus) οἷος, οἵα, οἷον “quale” (cfr. lat. qualis) ἡλίκος, ἡλίκη, ἡλίκον “dell’età che”, “di importanza tale che”
Οἱ ἄνθρωποι ὅσοι τὴν πατρίδα στέργουσιν τὸν θάνατον οὐ δειμαίνουσιν. Tutti gli uomini che amano la patria non temono la morte. Τοῖος ὁ υἱός ἐστιν οἷος ὁ πατήρ. Tale è il figlio quale è il padre. 136
PARTE 1
CAPITOLO 20
Fonetica e morfologia Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali i pronomi interrogativi, indefiniti, relativi e relativoindefiniti
I pronomi (2) DDI
1 Pronomi interrogativi e indefiniti 1.1
L’interrogativo τίς, τί e l’indefinito τις, τι X Il pronome interrogativo e il pronome indefinito condividono in greco il tema τι- (cfr. lat. qui- di quis?, quid? “chi?”, “che cosa?” e quis, quid “qualcuno”, “qualcosa”) con la differenza che: • tutte le forme del pronome interrogativo (τίς, τί) sono toniche; • tutte le forme del pronome indefinito (τις, τι) sono invece enclitiche, eccetto il neutro plurale ἄττα.
Τίς ἄνθρωπος; Quale uomo? Ἄνθρωπός τις Un uomo Pronomi interrogativo e indefinito
τίς, τί “chi”, “quale” M. / F.
Singolare N.
Duale Plurale
τις, τι “qualcuno”, “qualcosa”, “qualche”
N.
M. / F.
τις
N.
τίς
τί
τι
G.
τίνος (τοῦ)
τίνος (τοῦ) τινός (του)
τινός (του)
D.
τίνι (τῷ)
τίνι (τῷ)
τινί (τῳ)
τινί (τῳ)
A.
τίνα
τί
τινά
τι
N. A. τίνε
τίνε
τινέ
τινέ
G. D. τίνοιν
τίνοιν
τινοῖν
τινοῖν
N.
τίνες
τίνα
τινές
τινά (ἄττα)
G.
τίνων
τίνων
τινῶν
τινῶν
D.
τίσι(ν)
τίσι(ν)
τισί(ν)
τισί(ν)
A.
τίνας
τίνα
τινάς
τινά (ἄττα)
137
Parte
1
Fonetica e morfologia
OSSERVAZIONI z I due pronomi si flettono secondo la terza declinazione (con alcune forme parallele, indicate tra parentesi, che seguono la seconda). z Le forme del pronome interrogativo hanno sempre l’accento sul tema (cioè sulla prima sillaba) e tale accento rimane sempre e comunque acuto (anche quando la forma è ossitona). z Le forme enclitiche bisillabiche del pronome / aggettivo indefinito sono, per convenzione, accentate sull’ultima sillaba, quando sono scritte isolate (questo è il motivo per
1.2
cui, anche nella tabella qui sopra, trovi forme accentate). z Tanto il pronome interrogativo quanto quello indefinito presentano le forme secondarie τοῦ, του (gen. sing.) e τῶ, τῳ (dat. sing.). Esse differiscono fra loro soltanto per l’accento, infatti: X τοῦ (lat. cuius?, cuius rei?) e τῷ (lat. cui?, cui rei?) hanno l’accento circonflesso e sono forme del pronome interrogativo; X του (lat. alicuius, alicuius rei) e τῳ (lat. alicui, alicui rei) sono enclitiche e sono forme del pronome indefinito.
Altri interrogativi Altri pronomi / aggettivi interrogativi di uso meno frequente sono: X • • • •
ποῖος, ποία, ποῖον; “quale?” (cfr. lat. qualis?) πόσος, πόση, πόσον; “quanto grande?” (cfr. lat. quantus?) πότερος, ποτέρα, πότερον; “quale dei due?” (cfr. lat. uter?) πηλίκος, πηλίκη, πηλίκον; “di che età?” Questi pronomi / aggettivi si declinano come dei normali aggettivi della prima classe a tre uscite.
1.3
L’indefinito ὁ δεῖνα X Il pronome ὁ δεῖνα “il tale”, “un tale” (cfr. lat. quidam) rimane per lo più indeclinato e la funzione logica da esso svolta nella frase è indicata dall’articolo (ὁ δεῖνα, τοῦ δεῖνα, τῷ δεῖνα ecc.). Talvolta però viene parzialmente declinato, secondo il seguente modello. Pronome indefinito
ὁ δεῖνα “il tale”, “un tale” Maschile
Singolare
Plurale
N. G. D. A. N. G. D. A.
ὁ δεῖνα τοῦ δεῖνος τῷ δεῖνι τὸν δεῖνα οἱ δεῖνες τῶν δείνων – τοὺς δεῖνας
Femminile
ἡ δεῖνα τῆς δεῖνος τῇ δεῖνι τὴν δεῖνα αἱ δεῖνες τῶν δείνων – τὰς δεῖνας
Neutro
τὸ δεῖνα τοῦ δεῖνος τῷ δεῖνι τὸ δεῖνα τὰ δεῖνα τῶν δείνων – τὰ δεῖνα
OSSERVAZIONI z Questo pronome è di uso piuttosto raro (in genere colloquiale), è sempre preceduto dall’articolo e serve, come il latino quidam,
138
per indicare qualcuno o qualcosa che non si vuole o non si ritiene importante menzionare esplicitamente.
Capitolo
I pronomi (2)
1.4
20
Pronomi indefiniti negativi I pronomi indefiniti negativi in greco, corrispondenti ai latini nemo e nihil, si X dividono in due gruppi: • οὔτις, οὔτι e μήτις, μήτι, “nessuno”, “niente”, derivati rispettivamente da οὐ e μή + τις, τι, di cui seguono la declinazione (gen. sing. οὔτινος / μήτινος, dat. sing. οὔτινι, μήτινι ecc.); • οὐδείς, οὐδεμία, οὐδέν e μηδείς, μηδεμία, μηδέν, derivati dagli avverbi negativi οὐδέ e μηδέ + il numerale εἷς, μία, ἕν “uno” [ p. 146]. Pronomi indefiniti negativi
οὐδείς, οὐδεμία, οὐδέν “nessuno”, “niente” Maschile
Singolare
Plurale
N. G. D. A. N. G. D. A.
Femminile
οὐδείς οὐδενός οὐδενί οὐδένα οὐδένες οὐδένων οὐδέσι(ν) οὐδένας
οὐδεμία οὐδεμιᾶς οὐδεμιᾷ οὐδεμίαν οὐδεμίαι οὐδεμιῶν οὐδεμίαις οὐδεμίας
Neutro
οὐδέν οὐδενός οὐδενί οὐδέν οὐδένα οὐδένων οὐδέσι(ν) οὐδένα
OSSERVAZIONI z La flessione di μηδείς è analoga a quella di οὐδείς. z I pronomi οὔτις, οὔτι e μήτις, μήτι sono di uso prevalentemente poetico.
1.5
Altri pronomi indefiniti Altri pronomi indefiniti sono: X Pronome indefinito
ἄλλος, ἄλλη, ἄλλο ἕτερος, ἑτέρα, ἕτερον ἄμφω ἀμφότερος, ἀμφοτέρα, ἀμφότερον μηδέτερος, μηδετέρα, μηδέτερον οὐδέτερος, οὐδετέρα, οὐδέτερον ἕκαστος, ἑκάστη, ἕκαστον ἑκάτερος, ἑκατέρα, ἑκάτερον ποιός, ποιά, ποιόν
Significato
In latino
“altro fra molti”
alius
“l’altro fra due”
alter
“ambedue”
ambo
“l’uno e l’altro di due”
uterque
“nessuno dei due”
neuter
“ciascuno di molti”
quisque
ciascuno di due
uterque
“di una certa qualità”, “tale”
ποσός, ποσή, ποσόν
“di una certa quantità”, “di una certa misura”
πηλίκος, πηλίκη, πηλίκον
“di una certa età”
Questi pronomi / aggettivi si declinano come normali aggettivi della prima classe a tre uscite. 139
Parte
1
Fonetica e morfologia
1.6
Il pronome reciproco In greco esiste anche un pronome reciproco, che non è utilizzato al nominativo X e si flette solo al plurale. Pronome reciproco
ἀλλήλων “l’un l’altro”, “reciprocamente” Maschile
Plurale
G. D. A.
ἀλλήλων ἀλλήλοις ἀλλήλους
Femminile
ἀλλήλων ἀλλήλαις ἀλλήλας
Neutro
ἀλλήλων ἀλλήλοις ἄλληλα
OSSERVAZIONI z Questo pronome, che indica reciprocità, può essere tradotto in italiano con “l’un l’altro”, “gli uni gli altri” o con “a vicenda”.
Ἠδίκουν ἀλλήλους. Alii alios vexabant. (Plat. Prot. 322b) Si offendevano gli uni gli altri / a vicenda. Come vedi, il greco dispone di un unico pronome per esprimere un’idea che il latino rende di norma con la ripetizione di alius, alia, aliud.
2 Pronomi relativi indefiniti e interrogativi indiretti 2.1
Ὅστις, ἥτις, ὅτι X Il pronome/ aggettivo ὅστις, ἥτις, ὅτι deriva dall’unione del pronome relativo ὅς, ἥ, ὅ con l’indefinito τις, τι. Nella flessione entrambi i componenti vengono regolarmente declinati. Pronome relativo indefinito e interrogativo indiretto
ὅστις, ἥτις, ὅτι “il quale”, “la quale”, “che”, “chiunque”, “chi”, “che cosa” Maschile
Singolare
Duale Plurale
N. G. D. A. N. A. G. D. N. G. D. A.
ὅστις οὗτινος (ὅτου) ᾧτινι (ὅτῳ) ὅντινα ὥτινε οἷντινοιν οἵτινες ὧντινων (ὅτων) οἷστισι(ν) (ὅτοισι) οὕστινας
Femminile
ἥτις ἧστινος ᾗτινι ἥντινα ἅτινε αἷντινοιν αἵτινες ὧντινων αἷστισι(ν) ἅστινας
Neutro
ὅτι οὗτινος (ὅτου) ᾧτινι (ὅτῳ) ὅτι ὥτινε οἷντινοιν ἅτινα (ἅττα) ὧντινων (ὅτων) οἷστισι(ν) (ὅτοισι) ἅτινα (ἅττα)
OSSERVAZIONI z Per quanto riguarda l’accento, noterai come esso rimanga sempre su ὅς, ἥ, ὅ e come τις, τι si comporti come una normale particella
140
enclitica unita a una parola accentata. z Il nominativo e accusativo neutro singolare ὅτι è spesso scritto ὅ τι (diviso) oppure an-
Capitolo
I pronomi (2)
che ὅ, τι (diviso e con la virgola in mezzo), perché non venga confuso con la congiunzione ὅτι. z Le forme più antiche ὅτου (gen. sing. m. e n.) e ὅτῳ (dat. sing. m. e n.) sono di uso piuttosto frequente. z Ai casi retti del neutro plurale la forma ἅττα è spesso usata al posto di ἅτινα. Devi sta-
20
re molto attento a non confondere questa forma con quella di ἄττα (con spirito dolce!) del nominativo e accusativo plurale neutro dell’indefinito τις, τι. z Il pronome / aggettivo ὅστις, ἥτις, ὅτι è spesso rafforzato mediante l’unione dei suffissi -δή, -δήποτε, -οῦν, dando origine a forme quali ὁστισοῦν, ἡτισοῦν, ὁτιοῦν ecc.
X Per quanto riguarda il valore, ὅστις, ἥτις, ὅτι può essere utilizzato essenzialmente in tre modi: 1.
come relativo indefinito (cfr. lat. quicumque; quisquis) in senso stretto aggiunge una sfumatura di indeterminatezza al valore del relativo e va tradotto con “chiunque”, “colui che, chiunque egli sia” ecc.;
Ὅστις τοὺς θεοὺς σέβει, δίκαιος νομίζεται. Chiunque onori gli dèi, è ritenuto giusto. 2.
come relativo in senso stretto (cfr. lat. qui). va tradotto con “che”, “il quale”;
Ἅπας δὲ (scil. τύραννος) τραχύς, ὅστις ἂν νέον κρατῇ. (Aeschyl. Prom. 35) Sono duri tutti i capi che comandano da poco (lett. è duro ogni capo che comandi da poco). 3.
come interrogativo va tradotto con “chi”, “che cosa” e introduce una proposizione subordinata interrogativa indiretta.
Καὶ μήν, ὦ Σώκρατες, ἄπορόν γε (ἔστι λέγειν) ὅτῳ χρὴ ἐπιδεῖξαι τεκμηρίῳ. (Plat. Theaet. 158c) In verità, Socrate, è impossibile dire attraverso quale prova si debba dare una dimostrazione (di quale prova ci si debba avvalere per dare una dimostrazione).
2.2
Altri relativi indefiniti e interrogativi indiretti Altri pronomi/aggettivi relativi indefiniti (utilizzati anche nelle proposizioni suX bordinate interrogative indirette) di uso meno frequente sono: • ὁποῖος, ὁποία, ὁποῖον “qualunque, quale” • ὁπηλίκος, ὁπηλίκη, ὁπηλίκον “di qualunque età”, “di quale età” • ὁπόσος, ὁπόση, ὁπόσον “quanto grande” • ὁπότερος, ὁποτέρα, ὁπότερον “quale dei due” Questi pronomi/ aggettivi si declinano come normali aggettivi della prima classe a tre uscite.
3 Pronomi correlativi In greco, come in latino e in italiano, alcuni pronomi (dimostrativi, relativi, interX rogativi, indefiniti, e relativi indefiniti) possono essere utilizzati in correlazione fra loro, per esprimere qualità, quantità ed età.
Οἵη περ φύλλων γενεή, τοίη δὲ καὶ ἀνδρῶν. (Hom. Il. 6.146) Quale è la generazione delle foglie, tale è quella degli uomini. 141
Parte
1
Fonetica e morfologia
Pronomi correlativi Pronomi e aggettivi Qualità
Dimostrativi
Relativi
τοιοῦτος, τοιόσδε, τοῖος; “tale“, “di tal
Interrogativi
οἷος
ποῖος
ποιός
ὁποῖος
“quale”
“quale?”
“di una certa qualità”, “di un certo tipo”
“qualunque”
ποσός
ὁπόσος
“di una certa quantità”, “di una certa grandezza”
“quanto grande”
genere” Quantità
τοσοῦτος, τοσόσδε, ὅσος πόσος τόσος; “tanto grande”, “quanto” “quanto?” “in tale quantità”
Età
Relativi indefiniti
Indefiniti
τηλικοῦτος,τηλικόσδε, ἡλίκος πηλίκος πηλίκος τηλίκος ; “di tale età” “di quale “di quale età?” “di una certa età” età”
ὁπηλίκος “di qualunque età”
4 Avverbi correlativi X Nello stesso modo dei pronomi, il greco presenta una serie di avverbi correlativi formati sugli stessi temi. Avverbi correlativi Avverbi Stato in luogo
Dimostrativi
αὐτοῦ, ἐκεῖ, ἐνθάδε, οὗ, ἔνθα ἐνταῦθα “qui”, “là” “dove”
αὐτόσε, ἐκεῖσε, ἐνθάδε, ἐνταῦθα “qui”, “là” Moto αὐτόθεν, ἐκεῖθεν, da luogo ἐνθένδε, ἐντεῦθεν “da qui”, “da là” Moto ταύτῃ, τῇδε per luogo “per di qui”, “per di là” Modo ταύτῃ, τῇδε, οὕτως, ὧδε, ὥς “così”, “in questo modo” Moto a luogo
Tempo
Relativi
τότε “allora”
Interrogativi
ποῦ; “dove?”
Indefiniti
που “in qualche ὅπου “in ogni luogo” luogo in cui”
οἷ, ἔνθα ποῖ; ποι “verso dove” “verso dove?” “in qualche luogo” ὅθεν, ἔνθεν “da dove”
πόθεν; “da dove?”
ᾗ, ᾗπερ “per dove”
πῇ; “per dove?”
ᾗ, ᾗπερ, πῇ, πῶς; ὥσπερ “nel “come?” modo in cui”
Relativi indefiniti
ὅποι “in ogni luogo in cui”
ποθέν “da ὁπόθεν qualche luogo” “da qualche luogo”, “da cui” πῃ “per qualὅπῃ “per dove” che luogo” πῃ, πω(ς) “in qualche modo”
ὅπῃ, ὅπως “come”
ὅτε “quando” πότε; “quando?” ποτέ “una volta” ὁπότε “ogni volta che”
X Esistono inoltre i seguenti altri avverbi di derivazione pronominale: Avverbi indefiniti
ἄλλοσε ἄλλοθεν ἄλλοτε ἄλλῃ
142
“altrove” (moto a luogo) “da un altro luogo” (moto da luogo) “un’altra volta” (tempo) “altrove”, “in un altro modo” (luogo e modo)
Avverbi indefiniti negativi
οὐδαμοῦ, μηδαμοῦ
“in nessun luogo” (stato in luogo)
οὐδαμοῖ, μηδαμοῖ
“verso nessun luogo” (moto a luogo)
οὐδαμόθεν, μηδαμόθεν οὔποτε, οὐδέποτε, μήποτε, μηδέποτε οὐδαμῶς, μηδαμῶς
“da nessun luogo” (moto da luogo) “non … mai” (tempo) “in nessun modo” (modo)
PARTE 1
CAPITOLO 21
Fonetica e morfologia
I numerali 1 Classificazione e prospetto I numerali in greco si suddividono in: X • cardinali; • ordinali; • avverbi. X I numerali cardinali indicano una precisa quantità numerica e costituiscono il “cardine” della numerazione. Rispondono alla domanda πόσοι; ( “quanti?”) e corrispondono ai numerali cardinali italiani. Sono per lo più indeclinabili e possono essere usati come sostantivi o come aggettivi: αἱ πέντε τριήρεις “le cinque triremi”, οἱ τριάκοντα “i trenta (tiranni)”. X I numerali ordinali indicano l’ordine occupato in una serie e corrispondono agli ordinali italiani. Si declinano come aggettivi della prima classe e possono, anch’essi, essere usati come aggettivi o come sostantivi: τῷ τρίτῳ ἔτει “il terzo anno”, οἱ πρῶτοι “i primi”. X Gli avverbi numerali esprimono quante volte si ripete una certa azione. Non hanno una corrispondenza con i numerali italiani: ἅπαξ “una volta”, τετράκις “per quattro volte”. X Per indicare i numeri i Greci si servivano nell’età ellenistica delle lettere dell’alfabeto con un apice in alto a destra per le unità, le decine e le centinaia, in basso a sinistra per le migliaia (α´ = 1; ͵α = 1000). Alle ventiquattro lettere dell’alfabeto si aggiungono anche i segni: • stigma (ϛ) per indicare il 6, • coppa (ϙ), per il 90, • sampi (ϡ), per il 900.
X La loggia delle cariatidi dell’Eretteo, sull’Acropoli di Atene, V secolo a.C.
143
Parte
1
Fonetica e morfologia
Cardinali
Ordinali
Avverbi numerali
1
α´
εἷς, μία, ἕν
2
β´
δύο
δεύτερος, -α, -ον
δίς
3
γ´
τρεῖς, τρία
τρίτος, -η, -ον
τρίς
4
δ´
τέτταρες, τέτταρα
τέταρτος, -η, -ον
τετράκις
5
ε´
πέντε
πέμπτος, -η, -ον
πεντάκις
6
ϛ´
ἕξ
ἕκτος, -η, -ον
ἑξάκις
7
ζ´
ἑπτά
ἕβδομος, -η, -ον
ἑπτάκις
8
η´
ὀκτώ
ὄγδοος, -η, -ον
ὀκτάκις
9
θ´
ἐννέα
ἔνατος, -η, -ον
ἐνάκις
10
ι´
δέκα
δέκατος, -η, -ον
δεκάκις
11
ια´
ἕνδεκα
ἑνδέκατος, -η, -ον
ἑνδεκάκις
12
ιβ´
δώδεκα
δωδέκατος, -η, -ον
δωδεκάκις
13
ιγ´
τρεῖς (τρία) καὶ δέκα
τρίτος καὶ δέκατος, -η, -ον
τρισκαιδεκάκις
14
ιδ´
τέτταρες (-α) καὶ δέκα
τέταρτος καὶ δέκατος, -η, -ον
τετρακαιδεκάκις
15
ιε´
πεντεκαίδεκα
πέμπτος καὶ δέκατος, -η, -ον
πεντεκαιδεκάκις
16
ιϛ´
ἑκκαίδεκα
ἑκκαιδέκατος, -η, -ον
ἑκκαιδεκάκις
17
ιζ´
ἑπτακαίδεκα
ἕβδομος καὶ δέκατος (-η, -ον)
ἑπτακαιδεκάκις
18
ιη´
ὀκτωκαίδεκα
ὄγδοος καὶ δέκατος (-η, -ον)
ὀκτωκαιδεκάκις
19
ιθ´
ἐννεακαίδεκα
ἔνατος, καὶ δέκατος (-η, -ον)
ἐννεακαιδεκάκις
20
κ´
εἴκοσι
εἰκοστός, -ή, -όν
εἰκοσάκις
21
κα´
εἷς (μία, ἕν) καὶ εἴκοσι
εἷς καὶ εἰκοστός, -ή, -όν
εἰκοσάκις ἅπαξ
22
κβ´
δύο καὶ εἴκοσι
δεύτερος καὶ εἰκοστός, -ή, -όν
εἰκοσάκις δίς
23
κγ´
τρεῖς (τρία) καὶ εἴκοσι
τρίτος καὶ εἰκοστός, -ή, -όν
εἰκοσάκις τρίς
24
κδ´
τέτταρες (-α) καὶ εἴκοσι
τέταρτος καὶ εἰκοστός, -ή, -όν
εἰκοσάκις τετράκις
25
κε´
πέντε καὶ εἴκοσι
πέμπτος καὶ εἰκοστός, -ή, -όν
εἰκοσάκις πεντάκις
26
κϛ´
ἕξ καὶ εἴκοσι
ἕκτος καὶ εἰκοστός, -ή, -όν
εἰκοσάκις ἑξάκις
27
κζ´
ἑπτὰ καὶ εἴκοσι
ἕβδομος καὶ εἰκοστός, -ή, -όν
εἰκοσάκις ἑπτάκις
28
κη´
ὀκτὼ καὶ εἴκοσι
ὄγδοος καὶ εἰκοστός, -ή, -όν
εἰκοσάκις ὀκτάκις
29
κθ´
ἐννέα καὶ εἴκοσι
ἔνατος, καὶ εἰκοστός, -ή, -όν
εἰκοσάκις ἐνάκις
30
λ´
τριάκοντα
τριακοστός, -ή, -όν
τριακοντάκις
40
μ´
τετταράκοντα
τετταρακοστός, -ή, -όν
τετταρακοντάκις
50
ν´
πεντήκοντα
πεντηκοστός, -ή, -όν
πεντηκοντάκις
144
“uno”
πρῶτος, -η, -ον
“primo”
ἅπαξ
“una volta”
Capitolo
I numerali
Cardinali
Ordinali
21
Avverbi numerali
60
ξ´
ἑξήκοντα
ἑξηκοστός, -ή, -όν
ἑξηκοντάκις
70
ο´
ἑβδομήκοντα
ἑβδομηκοστός, -ή, -όν
ἑβδομηκοντάκις
80
π´
ὀγδοήκοντα
ὀγδοηκοστός, -ή, -όν
ὀγδοηκοντάκις
90
ϙ´
ἐνενήκοντα
ἐνενηκοστός, -ή, -όν
ἐνενηκοντάκις
100
ρ´
ἑκατόν
ἑκατοστός, -ή, -όν
ἑκατοντάκις
200
σ´
διακόσιοι, -αι, -α
διακοσιοστός, -ή, -όν
διακοσιάκις
300
τ´
τριακόσιοι, -αι, -α
τριακοσιοστός, -ή, -όν
τριακοσιάκις
400
υ´
τετρακόσιοι, -αι, -α
τετρακοσιοστός, -ή, -όν
τετρακοσιάκις
500
φ´
πεντακόσιοι, -αι, -α
πεντακοσιοστός, -ή, -όν
πεντακοσιάκις
600
χ´
ἑξακόσιοι, -αι, -α
ἑξακοσιοστός, -ή, -όν
ἑξακοσιάκις
700
ψ´
ἑπτακόσιοι, -αι, -α
ἑπτακοσιοστός, -ή, -όν
ἑπτακοσιάκις
800
ω´
ὀκτακόσιοι, -αι, -α
ὀκτακοσιοστός, -ή, -όν
ὀκτακοσιάκις
900
ϡ´
ἐνακόσιοι, -αι, -α
ἐνακοσιοστός, -ή, -όν
ἐνακοσιάκις
1000
͵α
χίλιοι, -αι, -α
χιλιοστός, -ή, -όν
χιλιάκις
2000
͵β
δισχίλιοι, -αι, -α
δισχιλιοστός, -ή, -όν
δισχιλιάκις
3000
͵γ
τρισχίλιοι, -αι, -α
τρισχιλιοστός, -ή, -όν
τρισχιλιάκις
10000 ͵ι
μύριοι, -αι, -α
μυριοστός, -ή, -όν
μυριάκις
11000 ͵ια
μύριοι καὶ χίλιοι
μυριοστὸς καὶ χιλιοστός
μυριάκις καὶ χιλιάκις
20000 ͵κ
δισμύριοι, -αι, -α
δισμυριοστός, -ή, -όν
δισμυριάκις
OSSERVAZIONI z I numeri possono essere indicati, oltre che con l’apice, con una lineetta orizzontale posta al di sopra delle lettere: così γ´ o ¯ γ = 3. Quando la cifra è espressa con più lettere, l’apice si pone solo all’ultima, la linea invece su tutte: così τκβ´ oppure ¯ τ ¯κ ¯β = 322. z Un sistema diverso di numerazione attestato nelle epigrafi attiche dal VI al III secolo a.C. è il cosiddetto sistema acrofonico, che usava come simbolo di alcuni numeri la lettera iniziale del rispettivo nome e il simbolo I per indicare le unità. I segni usati sono: X I =1 (II= 2, III = 3 ecc.) X ΠoΓ =5 (πέντε) X Δ = 10 (δέκα) X Η = 100 (ἑκατόν, Η indica l’aspirazione iniziale) X Χ = 1000 (χίλιοι) X Μ = 10000 (μύριοι) Nel sistema acrofonico, un numero messo all’interno di un ΓΔ (forma epigrafica di Π H = 5) viene moltiplicato per cinque, per cui ΓΔ = 50, ΓH = 500. z In greco non esistono i numerali distributivi: il concetto è espresso mediante locuzioni in cui il numerale cardinale, messo (se declinabile) al caso accusativo, è preceduto da κατά o ἀνά. καθ’ ἕνα “uno per uno” ἀνὰ πέντε “cinque per ciascuno”
145
Parte
1
Fonetica e morfologia
2 Numerali cardinali X Da un punto di vista morfologico, i numerali cardinali sono generalmente indeclinabili tranne: • i primi quattro, da εἷς a τέτταρες, che presentano una flessione propria; • i numeri delle centinaia (escluso ἑκατόν) e delle migliaia, che si declinano come aggettivi della I classe a tre uscite. Numerali cardinali
εἷς, μία, ἕν (temi: ἑν- / μια-) “uno” Maschile
N. G. D. A.
εἷς ἑνός ἑνί ἕνα
Femminile
μία μιᾶς μιᾷ μίαν τρεῖς, τρία (tema: τρι-)
δύο (tema: δυ-) “due” Neutro
ἕν δύο ἑνός δυοῖν ἑνί δυοῖν ἕν δύο τέτταρες, τέτταρα (tema: τετταρ-)
“tre” Maschile / Femminile
N. G. D. A.
τρεῖς τριῶν τρισί(ν) τρεῖς
M. / F. / N.
“quattro” Neutro
τρία τριῶν τρισί(ν) τρία
Maschile / Femminile
τέτταρες τεττάρων τέτταρσι(ν) τέτταρας
Neutro
τέτταρα τεττάρων τέτταρσι(ν) τέτταρα
OSSERVAZIONI z Come δύο si declina ἄμφω (N.A. ἄμφω, G.D. ἀμφοῖν) “i due insieme”, “ambedue”. z Se si indica un numero, anziché con le lettere, scrivendolo per intero, il numero più piccolo può stare indifferentemente prima o dopo: se sta prima si unisce con καί, se sta dopo, il καί può anche essere omesso: πέντε καὶ εἴκοσι oppure εἴκοσι πέντε = 25. z Con i singolari collettivi, come ἡ ἵππος “la
cavalleria”, i numerali indicanti centinaia e migliaia possono essere usati anche al singolare (ἵππος χιλίη = “mille cavalieri”). z Non confondere μύριοι, -αι, -α (10.000) con μυρίοι, -αι, -α (innumerevoli). z Dal tema dei cardinali si formano sostantivi femminili in -άς, -άδος: τριάς, τριάδος “triade” (crist. “Trinità”); ἑβδομάς, ἑβδομάδος “settimana” ecc.
3 Numerali ordinali e avverbi numerali X Gli ordinali sono aggettivi della prima classe a tre uscite derivati dai cardinali corrispondenti (tranne i primi due) e caratterizzati dal suffisso -το-. Fino a εἰκοστός escluso tendono a ritirare l’accento il più possibile, da εἰκοστός in poi sono tutti ossitoni. Il neutro degli ordinali, con o senza articolo, può essere usato in funzione avverbiale: (τὸ) πρῶτον “per la prima volta”. X Gli avverbi numerali rispondono alla domanda “quante volte?” e derivano, anch’essi come gli ordinali, dai cardinali corrispondenti; da un punto di vista morfologico sono caratterizzati dal suffisso -κις (tranne i primi tre). 146
PARTE 1
CAPITOLO 22
Fonetica e morfologia
I temi temporali e l’aspetto verbale 1 I temi temporali In greco ogni tempo si forma su un diverso tema, detto tema temporale. CiaX scun tema temporale deriva a sua volta dal tema verbale che sta a fondamento dell’intero verbo, modificato per effetto di una serie di fenomeni, che possono verificarsi anche contemporaneamente: • mutamenti fonetici (allungamento di vocali, fenomeni apofonici ecc.)
φαίνω φανφην-
“mostrare” tema verbale tema dell’aoristo (per allungamento α η)
• aggiunta di suffissi consonantici
γράφω γραφγραψ-
“scrivere” tema verbale tema dell’aoristo (per aggiunta del suffisso -σ-)
• aggiunta di prefissi consonantici
λύω λυλελυκα-
“sciogliere” tema verbale tema del perfetto (per aggiunta di prefisso e di suffisso)
X Vi sono inoltre alcuni verbi, chiamati politematici, che formano i diversi tempi su temi di matrice differente, cioè non derivati dallo stesso tema verbale.
ὁράω ὁραἰδ-
“vedere” tema del presente tema dell’aoristo (εἶδον)
X Ciascun verbo ha in linea generale sei temi, corrispondenti ai tempi fondamentali dell’indicativo: • tema del presente; • tema dell’aoristo attivo; • tema dell’aoristo passivo; • tema del futuro attivo; • tema del futuro passivo; • tema del perfetto (che però può presentare delle differenze tra la forma attiva e quella medio-passiva).
147
Parte
1
Fonetica e morfologia
Un prospetto di questi temi è offerto dal paradigma del verbo, che trovi sul vocabolario. Esso indica le prime persone singolari dell’indicativo dei diversi tempi che, come vuole la tradizione scolastica, sono presentate nel seguente ordine: presente, futuro attivo, aoristo attivo, perfetto attivo, perfetto medio-passivo, aoristo passivo, futuro passivo. Presente
λύω att. “sciogliere” pass.
Futuro
λύσω λυθήσομαι
Aoristo
att. pass.
ἔλυσα ἐλύθην
Perfetto
att.
λέλυκα medio-pass. λέλυμαι
2 Formazione del tema del presente: le classi verbali Il tema del presente si forma per lo più attraverso l’aggiunta di determinati X suffissi al tema verbale. Conoscendo tali suffissi nonché gli esiti fonetici prodotti dall’incontro tra questi suffissi e il tema verbale, è possibile risalire dal tema del presente al tema verbale. Infatti, siamo in grado di istituire una correlazione tra l’uscita del presente e un dato tema verbale. Ad esempio, il tema del presente di πράσσω, πρασσ-, si forma a seguito dell’aggiunta al tema verbale πραγ- del suffisso -j, dove il gruppo velare (κ, γ, χ) + j dà come esito -σσ-. Poiché tale fenomeno è alla base della maggior parte dei verbi uscenti al presente indicativo in -σσω, potrai dedurne la regola pratica che in linea di massima a una uscita -σσω corrisponderà un tema in velare: così ταράσσω avrà tema ταραχ-, τάσσω tema ταγ- ecc. Sulla base dei diversi suffissi che si legano ai temi verbali a determinare i temi del presente, si usa convenzionalmente suddividere i verbi greci in sei classi.
2.1
Prima classe Appartengono alla prima classe i verbi in cui il tema verbale è uguale al tema X del presente ed esce in vocale, dittongo, consonante. λύω “sciogliere” TP λυTV λυπαιδεύω “educare” παιδευπαιδευγράφω “scrivere” γραφγραφOSSERVAZIONI z Alcuni di questi verbi uscenti in consonante sono apofonici e il tema verbale presenta vocalismo diverso nei vari tempi. z λείπω (lasciare) TP λειπTV λιπ-/ λειπ-/ λοιπz Appartengono a questa classe anche alcuni verbi il cui tema usciva originariamente in digamma (ϝ): nel tema del presente il digamma è caduto trovandosi in posizione intervocalica (ad es. *πλέϝω πλέω, navigare); in altri temi temporali, invece, si è conservato vocalizzandosi in υ (ad es. aor. ἔπλευσα dal tema verbale πλεϝ-/πλευ-). Si
148
tratta dei seguenti verbi: θέω “correre” TP θε- TV θε(υ)νέω “nuotare” νενε(υ)πλέω “navigare” πλεπλε(υ)πνέω “soffiare” πνεπνε(υ)ῥέω “scorrere” ῥεῥε(υ)χέω “versare” χεχε(υ)z Alcuni verbi uscenti al presente in -έω formano il tema del presente (e altri temi temporali) aggiungendo al tema verbale un suffisso -ε-. z γαμέω “prendere moglie” TP γαμεTV γαμ(ε)-
Capitolo
I temi temporali e l’aspetto verbale
2.2
22
Seconda classe Appartengono alla seconda classe i verbi il cui tema del presente è formato dal X tema verbale con l’aggiunta del suffisso -j-. In base agli esiti prodotti dall’incontro del tema verbale con il suffisso -j-, si possono distinguere diversi gruppi: • presenti in -πτω, derivanti da temi verbali in labiale (π, β, φ) + j; ῥίπτω “scagliare” TP ῥιπτTV ῥιπβλάπτω “danneggiare” βλαπτβλαβσκαπτσκαφσκάπτω “scavare” • presenti in -σσω (-ττω), derivanti da temi verbali in gutturale (κ, γ, χ) + j; φυλάσσω “custodire” TP φυλασσ- TV φυλακἀλλασσἀλλαγἀλλάσσω “mutare” ὀρυσσὀρυγὀρύσσω “scavare” • presenti in -ζω, derivanti da temi verbali in δ + j o γ + j; ἐλπίζω “sperare” TP ἐλπιζTV ἐλπιδκραζκραγκράζω “gridare” • presenti in -λλω, derivanti da temi verbali in λ + j; βάλλω “lanciare” TP βαλλTV βαλἀγγελλἀγγελἀγγέλλω “annunciare” • presenti in -αίνω, -είνω, -ίνω, -ύνω, -αίρω, -είρω, -ίρω, -ύρω, derivanti da temi verbali in -ᾰν + j, -εν + j, -ῐ + j, -ῠν + j, -ᾰρ + j, -ερ + j, -ῐρ + j, -ῠρ + j. φαίνω “mostrare” TP φαινTV φᾰνκτεινκτᾰν-/κτεν-/κτον- (verbo apofonico) κτείνω “uccidere” κρίνω “giudicare” κρῑνκρῐναἰσχῡναἰσχῠναἰσχύνω “disonorare” αἰρἀραἴρω “sollevare” φθειρφθαρ-/φθερ-/ φθορ- (verbo apofonico) φθείρω “distruggere” οἰκτίρω “avere pietà” οἰκτῑροἰκτῐρὀδῡρὀδῠρὀδύρομαι “lamentarsi” OSSERVAZIONI z Alcuni verbi in -σσω (-ττω) derivano da temi verbali in dentale (τ, δ, θ) + j. πλάσσω “plasmare” TP πλασσTV πλαθz Appartengono a questa classe anche καίω “bruciare” e κλαίω “piangere”, il cui comportamento però è particolare: infatti, essi presentano tema verbale καυ- e κλαυ- (con vocalizzazione in -υ- di un antico -ϝ-) e tema del presente και- e κλαι- (con caduta del digamma e vocalizzazione di -j- in -ι-).
2.3
Terza classe X Appartengono alla terza classe i verbi il cui tema del presente è formato dal tema verbale con l’aggiunta di un suffisso nasale. Essi si dividono in due gruppi: • presenti in -νω, -νέομαι, -άνω, che aggiungono al tema verbale i suffissi -ν-, -νε-, -αν-,
φθάνω “prevenire” ἀφικνέομαι “giungere” ἁμαρτάνω “sbagliare”
TP φθανἀφικνεἁμαρταν-
TV φθαἀφικἁμαρτ149
Parte
1
Fonetica e morfologia
• presenti in -(ν)νυμι, che aggiungono al tema verbale il suffisso -(ν)νυ-. δείκνυμι “mostrare” TP δεικνυTV δεικσκεδαννυσκεδασκεδάννυμι “disperdere” OSSERVAZIONI z Alcuni dei verbi del primo gruppo, oltre al suffisso -αν-, aggiungono una nasale anche all’interno del tema verbale [epentesi p. 307]. TP λαγχανTV λαχλαγχάνω “ottenere in sorte” λαμβάνω “afferrare” λαμβανλαβλανθάνω “stare nascosto” λανθανλαθ-
2.4
Quarta classe X Appartengono alla quarta classe i verbi il cui tema del presente è formato mediante il raddoppiamento della prima sillaba del tema verbale. Tale raddoppiamento consiste nel premettere al tema verbale una sillaba costituita dalla ripetizione della consonante iniziale del tema stesso seguita dalla vocale ι. γίγνομαι “diventare” TP γιγνTV γν-/ γεν-/ γον- (verbo apofonico) δίδωμι “dare” διδοδω-/ δο- (verbo apofonico)
2.5
Quinta classe X Appartengono alla quinta classe i verbi il cui tema del presente è formato dal tema verbale con l’aggiunta del suffisso -(ι)σκ-. Alcuni di questi verbi al presente, oltre al suffisso -(ι)σκ-, hanno anche il raddoppiamento. εὑρίσκω “trovare” TP εὑρισκTV εὑργιγνωσκγνωγιγνώσκω “conoscere”
2.6
Sesta classe Appartengono alla quinta classe i verbi politematici, che formano i temi tempoX rali da temi verbali diversi. τρέχω “correre” Presente τρέχω (dal tema θρεχ-) Aoristo ἔδραμον (dal tema δραμ-) λέγω “dire” Presente λέγω (dal tema λεγ-) Aoristo εἶπον (dal tema ἐπ-) Futuro ἐρῶ (dal tema ἐρ-) I. Verbi della prima classe A) Verbi il cui tema verbale termina in vocale o dittongo
Presente ἄγαμαι
“ammirare” αἰδέομαι “avere vergogna” “rispettare” (ἐπ)αινέω “lodare” 150
Tema verbale
ἀγᾰαἰδε(σ)-
αἰνε- / αἰνη-
Futuro
Aoristo
ἀγάσομαι ἀγασθήσομαι αἰδέσομαι αἰδεσθήσομαι
(ἠγασάμην) ἠγάσθην ᾐδεσάμην ᾐδέσθην
(ἐπ)αινέσομαι (ἐπ)αινεθήσομαι
(ἐπ)ῄνεσα (ἐπ)ῃνέθην
Perfetto
ᾔδεσμαι
(ἐπ)ῄνεκα (ἐπ)ῄνημαι
Capitolo
I temi temporali e l’aspetto verbale
ἀκούω “ascoltare” ἀρκέω “bastare” γελάω “ridere” δέω “legare” δηλόω “mostrare” δύναμαι “potere” δύω “immergere” (tr.) δύομαι “immergersi” (intr.) ἐάω “lasciare” ἐπίσταμαι “sapere” θηράω “cacciare” θύω “sacrificare” καλέω “chiamare” κελεύω “ordinare” κλείω “chiudere” κρέμαμαι “stare sospeso” λύω “sciogliere” μηνύω “rivelare” παιδεύω “educare” παύω “fare cessare” παύομαι “cessare, smettere” ποιέω “fare” σπάω “tirare”
ἀκοϝ- / ἀκουἀρκε(σ)γελᾰ(σ)δε- / δηδηλο- / δηλωδυνᾰ- / δυνηδῠ- / δῡ-
ἐαἐπιστᾰ- / ἐπιστηθηραθῠ- / θῡκαλε- / κλη-
κελευ(σ)κλει(σ)κρεμᾰ- / κρεμηλῠ- / λῡμηνυπαιδευπαυ-
ποιε- / ποιησπᾰ(σ)-
22
ἀκούσομαι ἀκουσθήσομαι ἀρκέσω ἀρκεσθήσομαι γελάσω γελασθήσομαι δήσω δεθήσομαι δηλώσω δηλωθήσομαι δυνήσομαι δυνηθήσομαι δύσω δῠθήσομαι
ἤκουσα ἠκούσθην ἤρκεσα ἠρκέσθην ἐγέλασα ἐγελάσθην ἔδησα ἐδέθην ἐδήλωσα ἐδηλώθην ἐδυνήθην ἐδυνάσθην ἔδῡσα ἔδῡν ἐδύθην
ἀκήκοα ἤκουσμαι (ἤρκεσμαι)
ἐάσω (ἐαθήσομαι) ἐπιστήσομαι
εἴασα εἰάθην ἠπιστήθην
εἴακα εἴαμαι
θηράσω θηραθήσομαι θύσω τῠθήσομαι καλέσω καλῶ κληθήσομαι κελεύσω κελευσθήσομαι κλείσω κλεισθήσομαι κρεμήσομαι
ἐθήρασα ἐθηράθην ἔθῡσα ἐτύθην ἐκάλεσα ἐκλήθην
τεθήρακα τεθήραμαι τέθῡκα τέθῠμαι κέκληκα κέκλημαι
ἐκέλευσα ἐκελεύσθην ἔκλεισα ἐκλείσθην ἐκρεμάσθην
λύσω λῠθήσομαι μηνύσω μηνυθήσομαι παιδεύσω παιδευθήσομαι παύσω παυθήσομαι
ἔλῡσα ἐλύθην ἐμήνυσα ἐμηνύθην ἐπαίδευσα ἐπαιδεύθην ἔπαυσα ἐπαύθην
κεκέλευκα κεκέλευσμαι κέκλεικα κέκλει(σ)μαι κεκρέμα(σ) μαι λέλῠκα λέλῠμαι μεμήνυκα μεμήνυμαι πεπαίδευκα πεπαίδευμαι πέπαυκα πέπαυμαι
ποιήσω ποιηθήσομαι σπάσω σπασθήσομαι
ἐποίησα ἐποιήθην ἔσπασα ἐσπάσθην
πεποίηκα πεποίημαι ἔσπακα ἔσπασμαι
γεγέλασμαι δέδεκα δέδεμαι δεδήλωκα δεδήλωμαι δεδύνημαι δέδῡκα δέδῠμαι
151
Parte
1
Fonetica e morfologia
τελέω “compiere”
τελε(σ)-
τιμάω “onorare” φημί “dire” φύω “generare” φύομαι “nascere” χρίω “ungere” χρῶμαι χράομαι (inf. χρῆσθαι) “usare”
τιμᾰ- / τιμη-
ἐτέλεσα ἐτελέσθην
τετέλεκα τετέλεσμαι
ἐτίμησα ἐτιμήθην ἔφησα
τετίμηκα τετίμημαι
φᾰ- / φη-
τελῶ τελέσω τελεσθήσομαι τιμήσω τιμηθήσομαι φήσω
φῠ- / φῡ-
φύσω
ἔφυσα ἔφυν
πέφυκα
χρῐ(σ)-
χρίσω χρισθήσομαι χρήσομαι
ἔχρισα ἐχρίσθην ἐχρησάμην ἐχρήσθην
κέχρικα κέχρι(σ)μαι κέχρημαι
χρη-
B) Verbi il cui tema verbale, con o senza variazioni per apofonia, termina in consonante Presente
Tema verbale
Futuro
Aoristo
ἄγω “guidare, condurre”
ἀγ-
ἄξω ἀχθήσομαι
ἤγαγον ἤχθην
ἄρχω “comandare, cominciare” γράφω “scrivere” δέρω “spellare” διώκω “inseguire ”
ἀρχ-
ἄρξω ἀρχθήσομαι
ἦρξα ἤρχθην
γραφ-
γράψω γραφήσομαι δερῶ δαρήσομαι (διώξω) διώξομαι διωχθήσομαι ἕλξω ἑλκύσω ἑλκυσθήσομαι ἕψομαι
ἔγραψα ἐγράφην ἔδειρα ἐδάρην ἐδίωξα ἐδιώχθην
δερ-/ δᾰρδιωκ-
ἕλκω, ἑλκύω “trascinare ”
ἑλκ-/ ἑλκυ-
ἕπομαι “seguire ” ἔχω “avere ”
ἑπ- ( *σεπ-) / σπ-
ἥδομαι “gioire, godere ” λέγω “dire ” λέγω “raccogliere ” λείπω “lasciare” 152
ἐχ- ( *σεχ-) / σχε- / σχ- ἕξω σχήσω σχεθήσομαι ἡδἡσθήσομαι λεγλεγ- / λογλειπ- / λιπ- / λοιπ-
λέξω λεχθήσομαι λέξω λεχθήσομαι λεγήσομαι λείψω λειφθήσομαι
Perfetto
ἦχα ἀγήοχα ἦγμαι ἦρχα ἦργμαι γέγραφα γέγραμμαι δέδαρμαι δεδίωχα δεδίωγμαι
εἷλξα εἵλκυσα εἱλκύσθην ἑσπόμην
εἵλκυκα εἵλκυσμαι
ἔσχον ἐσχέθην
ἔσχηκα ἔσχημαι
ἥσθην ἔλεξα ἐλέχθην ἔλεξα ἐλέχθην ἐλέγην ἔλιπον ἐλείφθην
λέλεγμαι εἴλοχα εἴλεγμαι λέλεγμαι λέλοιπα λέλειμμαι
Capitolo
I temi temporali e l’aspetto verbale
πείθω “persuadere” πείθομαι “obbedire” πέμπω “mandare” σπένδω “fare libagioni” στρέφω “volgere, rovesciare”
τήκω “liquefare” τήκομαι “fondere” (intr.) τρέπω “volgere” (tr.), “mettere in fuga” τρέπομαι “volgersi, fuggire” τρέφω “nutrire”
φεύγω “fuggire” ψεύδω “ingannare”
πειθ- / πιθ- / ποιθ-
πείσω πείσομαι πεισθήσομαι
ἔπεισα ἔπιθον ἐπείσθην
πέπεικα πέποιθα πέπεισμαι
πεμπ- / πομπ-
πέμψω πεμφθήσομαι σπείσω
ἔπεμψα ἐπέμφθην ἔσπεισα ἐσπείσθην ἔστρεψα ἐστρέφθην ἐστράφην ἐστράφθην ἔτηξα ἐτήχθην ἐτάκην
πέπομφα πέπεμμαι ἔσπεικα ἔσπεισμαι ἔστροφα ἔστραμμαι
σπενδ-
στρεφ- / στραφ- / στροφ- στρέψω στρεφθήσομαι στραφήσομαι
τέτηκα τέτηγμαι
τᾰκ- / τηκ-
τήξω τακήσομαι
τρεπ- / τραπ- / τροπ-
τρέψω τραπήσομαι
ἔτρεψα ἔτραπον ἐτρέφθην ἐτράπην
τέτροφα τέτραμμαι
θρεφ- / θραφ- / θροφ-
θρέψω τραφήσομαι
τέτροφα τέθραμμαι
φευγ- / φυγ-
φεύξομαι φευξοῦμαι ψεύσω ψευσθήσομαι
ἔθρεψα ἔτραφον ἐθρέφθην ἐτράφην ἔφυγον
πέφευγα
ἔψευσα ἐψεύσθην
ἔψευκα ἔψευσμαι
ψευδ-
22
C) Verbi il cui radicale terminava in digamma Presente
Tema verbale
καίω “bruciare”
καϝ- / καυ-
κλαίω “piangere”
κλαϝ- / κλαυ-
πλέω “navigare” πνέω “soffiare” ῥέω “scorrere” χέω “versare”
Futuro
καύσω καυθήσομαι
κλαύσομαι κλαυσοῦμαι κλαυσθήσομαι πλεϝ- / πλευπλεύσομαι πλευσοῦμαι πλευσθήσομαι πνεϝ- / πνευ- / πνυπνεύσομαι πνευσοῦμαι πνευσθήσομαι ῥεϝ- / ῥϝ- ( ῥυ-ε- / ῥευ-) ῥεύσομαι ῥευσοῦμαι ῥυήσομαι χεϝ-/ χευ-/ χυχέω χυθήσομαι
Aoristo
ἔκαυσα ἐκαύθην ἐκάην ἔκλαυσα ἐκλαύσθην
Perfetto
κέκαυκα κέκαυ(σ)μαι κέκλαυ(σ)μαι
ἔπλευσα ἐπλεύσθην
πέπλευκα πέπλευσμαι
ἔπνευσα ἐπνεύσθην
πέπνευκα πέπνυμαι
ἔρρευσα ἐρρύην
ἐρρύηκα
ἔχεα ἔχευσα ἐχύθην
κέχυκα κέχυμαι 153
Parte
1
Fonetica e morfologia
D) Verbi il cui tema verbale presenta un ampliamento in ε Presente
βούλομαι “volere” γαμέω “prendere moglie”
Tema verbale
βουλ- / βουληγαμ- / γαμε-
δοκέω “credere, sembrare”
δοκ- / δοκε-
μάχομαι “combattere” μένω “restare, aspettare” ὠθέω “spingere”
μαχ- / μαχεμεν- / μενη- / μονϝωθ- ὠθ- / ὠθε-
Futuro
βουλήσομαι βουληθήσομαι γαμῶ γαμήσω γαμηθήσομαι δόξω δοκήσω
Aoristo
ἐβουλήθην ἠβουλήθην ἔγημα ἐγάμησα ἐγαμήθην ἔδοξα ἐδόκησα ἐδόχθην ἐδοκήθην ἐμαχησάμην
μαχήσομαι μαχοῦμαι μενῶ
ἔμεινα
ὤσω ὠσθήσομαι
ἔωσα ἐώσθην
Perfetto
βεβούλημαι γεγάμηκα γεγάμημαι (δέδοχα) δεδόκηκα δέδογμαι δεδόκημαι μεμάχημαι μεμένηκα μέμονα ἔωκα ἔωσμαι
II. Verbi della seconda classe A) Verbi col presente in -πτω derivato da tema verbale in labiale (π, β, φ) + -jPresente
Tema verbale
Futuro
βλάπτω “danneggiare”
βλᾰβ-
βλάψω βλαβήσομαι
θάπτω “seppellire”
θᾰφ-
θάψω ταφήσομαι
κόπτω “tagliare, battere” κρύπτω “nascondere”
κοπ-
κόψω κοπήσομαι κρύψω κρυφθήσομαι κρυβήσομαι
ῥίπτω “gettare”
ῥιπ-
σκάπτω “scavare”
σκαφ-
κρῠφ- / κρῠβ-
ῥίψω ῥιφθήσομαι ῥιφήσομαι σκάψω σκαφήσομαι
Aoristo
ἔβλαψα ἐβλάφθην ἐβλάβην ἔθαψα ἐθάφθην ἐτάφην ἔκοψα ἐκόπην ἔκρυψα ἐκρύφθην ἐκρύφην ἐκρύβην ἔρριψα ἐρρίφθην ἐρρίφην ἔσκαψα ἐσκάφην
Perfetto
βέβλαφα βέβλαμμαι τέταφα τέθαμμαι κέκοφα κέκομμαι κέκρυφα κέκρυμμαι
ἔρριφα ἔρριμμαι ἔσκαφα ἔσκαμμαι
B) Verbi col presente in -σσω (-ττω) derivato da tema verbale in velare (κ, γ, χ) + -jPresente
Tema verbale
ἀλλάσσω “cambiare”
ἀλλαγ-
ἑλίσσω “avvolgere”
ἑλιγ- ( ϝελιγ-)
154
Futuro
ἀλλάξω ἀλλαχθήσομαι ἀλλαγήσομαι ἑλίξω
Aoristo
ἤλλαξα ἠλλάχθην ἠλλάγην εἵλιξα εἱλίχθην
Perfetto
ἤλλαχα ἤλλαγμαι εἵλιγμαι
Capitolo
I temi temporali e l’aspetto verbale
πλήσσω “colpire”
πληγ- / πλᾰγ-
πλήξω πληγήσομαι
πράσσω “fare”
πραγ-
πράξω πραχθήσομαι
ταράσσω “turbare”
ταραχ- / τρηχ-
ταράξω ταραχθήσομαι
ἔπληξα ἐπλήχθην ἐπλήγην ἔπραξα ἐπράχθην ἐπράγην ἐτάραξα ἐταράχθην
τάσσω “ordinare”
ταγ-
φρίσσω “inorridire” φύλασσω “custodire”
φρικ-
τάξω ταχθήσομαι ταγήσομαι φρίξω
ἔταξα ἐτάχθην ἐτάγην ἔφριξα
φυλάξω φυλαχθήσομαι
ἐφύλαξα ἐφυλάχθην
φυλακ-
22
πέπληγα πέπληχα πέπληγμαι πέπραχα πέπραγα πέπραγμαι (τετάραχα) τέτρηχα (intr.) τετάραγμαι τέταχα τέταγμαι πέφρικα πεφύλαχα πεφύλαγμαι
C) Verbi col presente in -σσω (-ττω) derivato da tema verbale in velare in dentale (τ, δ, θ) + -jPresente
ἁρμόσσω “adattare” ἐρέσσω “remare” πλάσσω “plasmare”
Tema verbale
ἁρμοδἐρετπλαθ-
Futuro
Aoristo
Perfetto
ἁρμόσω ἁρμοσθήσομαι ἐρέσω
ἥρμοσα ἡρμόσθην ἤρεσα
ἥρμοκα ἥρμοσμαι
πλάσω πλασθήσομαι
ἔπλασα ἐπλάσθην
πέπλακα πέπλασμαι
D) Verbi col presente in -ζω derivato da tema verbale in δ o in γ + -jPresente
ἁρμόζω “adattare” βιβάζω “fare, andare” γυμνάζω “esercitare” ἐθίζω “abituare” ἐλπίζω “sperare” καθίζω “fare, sedere” καθέζομαι “sedersi, essere seduto” κράζω “gridare”
Tema verbale
ἁρμοδ-
Futuro
Aoristo
ἥρμοσα ἡρμόσθην ἐβίβασα ἐβιβάσθην ἐγύμνασα ἐγυμνάσθην εἴθισα εἰθίσθην ἤλπισα ἠλπίσθην ἐκάθισα
καθεδ-
ἁρμόσω ἁρμοσθήσομαι βιβῶ βιβάσω γυμνάσω γυμνασθήσομαι ἐθιῶ ἐθισθήσομαι ἐλπίσω ἐλπιῶ καθίσω καθιῶ καθιζήσομαι καθεδοῦμαι
κραγ-
κράξω
ἔκραξα ἔκραγον
βιβαδγυμναδ(σεθιδ-) ἐθιδἐλπιδκαθιδ-
Perfetto
ἥρμοκα ἥρμοσμαι βεβίβασμαι γεγύμνακα γεγύμνασμαι εἴθικα εἴθισμαι ἤλπικα ἤλπισμαι κεκάθικα
κέκραγα
155
Parte
1
Fonetica e morfologia
κτίζω “fondare”
κτιδ-
κτίσω κτισθήσομαι
ἔκτισα ἐκτίσθην
νομίζω “credere”
νομιδ-
ἐνόμισα ἐνομίσθην
οἰμώζω “lamentarsi” σαλπίζω “suonare la tromba” στενάζω “gemere”
οἰμωγ-
νομίσω νομιῶ νομισθήσομαι (οἰμώξω) οἰμώξομαι σαλπίσω σαλπιῶ στενάξω
σαλπιγγ- / σαλπιδστεναγ-
ᾤμωξα ᾠμώχθην ἐσάλπιγξα (ἐσάλπισα) ἐστέναξα
κέκτικα ἔκτικα ἔκτισμαι νενόμικα νενόμισμαι ᾤμωγμαι
ἐστέναγμαι
E) Verbi col presente in -λλω derivato da tema verbale in liquida (λ) + -jPresente
ἀγγέλλω “annunciare” ἅλλομαι “salto” βάλλω “gettare” θάλλω “fiorire” στέλλω “mandare” σφάλλω “fare cadere”
Tema verbale
ἀγγελσαλ- ἁλβαλ- / βλη-
Futuro
ἀγγελῶ ἀγγελθήσομαι ἁλοῦμαι βαλῶ βληθήσομαι
θαλ- / θηλστελ- / σταλσφαλ-
στελῶ σταλήσομαι σφαλῶ σφαλήσομαι
Aoristo
ἤγγειλα ἠγγέλθην ἡλάμην ἡλόμην ἔβαλον ἐβλήθην ἔθηλα ἔθαλον ἔστειλα ἐστάλην ἔσφηλα ἐσφάλθην ἐσφάλην
Perfetto
ἤγγελκα ἤγγελμαι
βέβληκα βέβλημαι τέθηλα ἔσταλκα ἔσταλμαι ἔσφαλκα ἔσφαλμαι
F) Verbi col presente in -αινω, -εινω, -ινω, -υνω, -αιρω, -ειρω, -ιρω, -υρω derivato da tema verbale in -αν, -εν, -ιν, -υν, -αρ, -ερ, -ιρ, -υρ + -jPresente
Tema verbale
αἴρω “sollevare” ἐγείρω “risvegliare”
ἀρ-
καθαίρω “purificare” κλίνω “inclinare, piegare”
καθαρ-
κρίνω “giudicare”
κριν- / κρι-
156
ἐγερ- / ἐγορ- / ἐγρ-
κλιν- / κλι-
Futuro
Aoristo
Perfetto
ἀρῶ ἀρθήσομαι ἐγερῶ ἐγερθήσομαι
ἦρα ἤρθην ἤγειρα ἠγρόμην ἠγέρθην ἐκάθηρα ἐκαθάρθην ἔκλινα ἐκλί(ν)θην
ἦρκα ἦρμαι ἐγήγερκα ἐγρήγορα ἐγήγερμαι κεκάθαρκα κεκάθαρμαι κέκλικα κέκλιμαι
ἔκρινα ἐκρίθην
κέκρικα κέκριμαι
καθαρῶ καθαρθήσομαι κλινῶ κλιθήσομαι κλινήσομαι κρινῶ κριθήσομαι
Capitolo
I temi temporali e l’aspetto verbale
κτείνω “uccidere”
κτεν- / κτον- / κτα(ν)-
κτενῶ κτανθήσομαι
μαίνω “rendere pazzo” μαίνομαι “delirare” μαρτύρομαι “testimoniare” μιαίνω “contaminare” ὀδύρομαι “gemere” οἰκτίρω “avere pietà” πλύνω “lavare” σπείρω “seminare” τείνω “tendere” φαίνω “mostrare” φαίνομαι “appaiare”
μαν- / μανη-
μανοῦμαι μανήσομαι
ἔκτεινα ἔκτανον ἔκταν (ἐκτάνθην) ἔμηνα ἐμάνην
μαρτυρ-
μαρτυροῦμαι
ἐμαρτυράμην
μιανὀδυρ-
μιανῶ μιανθήσομαι ὀδυροῦμαι
ἐμίανα ἐμιάνθην ὠδυράμην
οἰκτιρ-
οἰκτιρῶ
ᾤκτιρα
πλυ- / πλυν-
πλυνῶ πλυθήσομαι σπερῶ σπαρήσομαι τενῶ ταθήσομαι φανῶ φανθήσομαι φανήσομαι
ἔπλυνα ἐπλύθην ἔσπειρα ἐσπάρην ἔτεινα ἐτάθην ἔφηνα ἐφάνθην ἐφάνην
σπερ- / σπαρτεν- / ταφαν- / φην-
22
ἔκτονα ἔκταμαι
μέμηνα μεμάνημαι
μεμίαγκα μεμίασμαι
πέπλυμαι πέπλυκα ἔσπαρκα ἔσπαρμαι τέτακα τέταμαι πέφαγκα πέφηνα πέφασμαι
III. Verbi della terza classe A) Verbi col presente con suffisso -ν-, -νε-, -ανPresente
αἰσθάνομαι “percepire, sentire” ἁμαρτάνω “sbagliare”
Tema verbale
Aoristo
Perfetto
αἰσθ- / αἰσθη-
αἰσθήσομαι
ᾐσθόμην
ᾔσθημαι
ἁμαρτ- / ἁμαρτη-
ἁμαρτήσω
ἡμάρτησα ἥμαρτον ἡμαρτήθην ηὔξησα ηὐξήθην ἔβησα ἔβην ἤλασα ἠλάθην
ἡμάρτηκα ἡμάρτημαι ηὔξηκα ηὔξημαι βέβηκα (βέβαμαι) ἐλήλακα ἐλήλαμαι
ἱκόμην
ἷγμαι
ἔκαμον
κέκμηκα
αὐξ- / αὐξηαὐξάνω “aumentare” βα- / βηβαίνω “andare, fare andare” ἐλα(ϝ)ἐλαύνω “spingere, spostarsi” ἱκνέομαι “giungere” κάμνω “faticare”
Futuro
ἱκ-
αὐξήσω αὐξηθήσομαι βήσω βήσομαι ἐλῶ ἐλάσω ἐλασθήσομαι ἵξομαι
καμ(ε)- / κμη-
καμοῦμαι
157
Parte
1
Fonetica e morfologia
λαγχάνω “ottenere in sorte”
λαχ- / ληχ- / λογχ-
λήξομαι
ἔλαχον ἐλήχθην
λαμβάνω “prendere”
λαβ- / ληβ-
λήψομαι ληφθήσομαι
ἔλαβον ἐλήφθην
λανθάνω “stare nascosto” μανθάνω “imparare” πίνω “bere” πυνθάνομαι “informarsi” τέμνω “tagliare” τίνω “pagare, espiare” τίνομαι “punire, vendicarsi” τυγχάνω “essere per caso, ottenere”
λαθ- / ληθ-
λήσω λελήσομαι μαθήσομαι
ἔλαθον ἐλήσθην ἔμαθον
πίομαι ποθήσομαι πεύσομαι
ἔπιον ἐπόθην ἐπυθόμην
εἴληχα λέλογχα εἴληγμαι εἴληφα εἴλημμαι λέλημμαι λέληθα λέλησμαι μεμάθηκα (μεμάθημαι) πέπωκα πέπομαι πέπυσμαι
τι- / τει-
τεμῶ τμηθήσομαι τ(ε)ίσω
ἔταμον ἐτμήθην ἔτ(ε)ισα ἐτ(ε)ίσθην
τέτμηκα τέτμημαι τέτ(ε)ικα τέτ(ε)ισμαι
τευχ- / τυχ- / τυχη-
τεύξομαι
τετύχηκα τέτευχα τέτευγμαι
φθάνω “prevenire“
φθα- / φθη-
(φθάσω) φθήσομαι
ἐτύχησα ἔτυχον ἐτύχθην ἐτεύχθην ἔφθασα ἔφθην
μαθ- / μαθηπι- / ποπευθ- / πυθτεμ- / ταμ- / τμη-
ἔφθακα
B) Verbi col presente in -μι con suffisso -νυPresente
ἀμφιέννυμι “vestire“ δείκνυμι “indicare“ ζεύγνυμι “aggiogare“
Tema verbale
ϝεσ ἑσδεικζευγ- / ζυγ-
κεράννυμι “mescolare“
κερα(σ)- / κρα-
κρεμάννυμι “appendere“ “sospendere“ κρέμαμαι “pendere, “stare sospeso“ μ(ε)ίγνυμι “mescolare“
κρεμα(σ)- / κρεμη-
158
μ(ε)ιγ-
Futuro
ἀμφιέσω ἀμφιῶ δείξω δειχθήσομαι ζεύξω ζευχθήσομαι κεράσω κερῶ κραθήσομαι κρεμῶ κρεμάσω κρεμασθήσομαι κρεμήσομαι
μ(ε)ίξω μειχθήσομαι μιγήσομαι
Aoristo
Perfetto
ἠμφίεσα
ἠμφίεσμαι
ἔδειξα ἐδείχθην ἔζευξα ἐζεύχθην ἐζύγην ἐκέρασα ἐκεράσθην ἐκράθην ἐκρέμασα ἐκρεμάσθην
δέδειχα δέδειγμαι (ἔζευχα) ἔζευγμαι
ἔμ(ε)ιξα ἐμείχθην ἐμίγην
μέμ(ε)ιχα μέμ(ε)ιγμαι
κέκραμαι κεκέρασμαι (κεκρέμακα) κεκρέμα(σ) μαι
Capitolo
I temi temporali e l’aspetto verbale
22
(ἀπ)όλλυμι “distruggere“ (ἀπ)όλλυμαι “perire“ ὄμνυμι “giurare“ πετάννυμι “distendere, aprire“
ὀλ- / ὀλε-
(ἀπ)ολῶ (ἀπ)ολοῦμαι ὀλέσω
(ἀπ)ώλεσα (ἀπ)ωλόμην
(ἀπ)ολώλεκα (ἀπ)όλωλα
ὀμ- / ὀμο-
ὀμοῦμαι ὀμοσθήσομαι πετάσω πετῶ (πετᾷς ecc.)
ὤμοσα ὠμό(σ)θην ἐπέτασα ἐπετάσθην
πήγνυμι “conficcare“
πηγ- / παγ-
ῥήγνυμι “spezzare, squarciare“ ῥώννυμι “rafforzare“ σβέννυμι “spegnere“
(ϝ)ραγ- / (ϝ)ρηγ-/ (ϝ) ρωγ- /
ὀμώμοκα ὀμώμο(σ)μαι πεπέτακα πέπταμαι πεπέτασμαι πέπηχα πέπηγα πέπηγμαι ἔρρηχα ἔρρωγα ἔρρηγμαι (ἔρρωκα) ἔρρω(σ)μαι ἔσβηκα ἔσβεσμαι
σκεδάννυμι “disperdere“
σκεδα(σ)-
στρώννυμι “stendere“
στρω-
πετα- / πτα-
πήξω παγήσομαι
ῥω(σ)σβε(σ)- / σβη-
ἔπηξα ἐπήχθην ἐπάγην ῥήξω ἔρρηξα ῥαγήσομαι ἐρράγην (ἐρρήχθην) ῥώσω ἔρρωσα ἐρρώσθην ῥωσθήσομαι σβέσω ἔσβεσα ἔσβην σβήσομαι ἐσβέσθην σβεσθήσομαι ἐσκέδασα σκεδάσω σκεδῶ (σκεδᾷς ecc.) ἐσκεδάσθην σκεδασθήσομαι στρώσω ἔστρωσα στρωθήσομαι ἐστρώθην
ἐσκέδασμαι
(ἔστρωκα) ἔστρωμαι
IV. Verbi della quarta classe Presente
γίγνομαι “diventare, essere” δίδωμι “dare” ἵημι “mandare, gettare” ἵστημι “collocare” ἵσταμαι “stare” ὀνίνημι “essere utile” ὀνίναμαι “trarre profitto” πίμπλημι “riempire” πίμπρημι “bruciare”
Tema verbale
Futuro
Aoristo
γενήσομαι γενηθήσομαι δώσω δοθήσομαι ἥσω ἑθήσομαι στήσω σταθήσομαι
ἐγενόμην ἐγενήθην ἔδωκα ἐδόθην ἧκα εἵθην ἔστησα ἔστην ἐστάθην
ὀνα- / ὀνη-
ὀνήσω ὀνήσομαι
ὤνησα ὠνήμην ὠνήθην
πλα- / πλη-
πλήσω πλησθήσομαι πρήσω πρησθήσομαι
ἔπλησα ἐπλήσθην ἔπρησα ἐπρήσθην
γεν(η)- / γν- / γονδο- / δωἑ- / ἡστα- / στη-
πρα- / πρη-
Perfetto
γέγονα γεγένημαι δέδωκα δέδομαι εἷκα εἷμαι ἕστηκα ἕσταμαι
πέπληκα πέπλησμαι πέπρηκα πέπρη(σ)μαι 159
Parte
1
Fonetica e morfologia
πίπτω “cadere” τίθημι “collocare” τίκτω “generare”
πετ- / πτ- / ποτ-(πτω-)
πεσοῦμαι
ἔπεσον
πέπτωκα
θε- / θη-
θήσω τεθήσομαι τέξω
ἔθηκα ἐτέθην ἔτεκον ἐτέχθην
τέθηκα τέθειμαι τέτοκα τέτεγμαι
τεκ- / τκ- / τοκ-
V. Verbi della quinta classe Presente
Tema verbale
Futuro
ἁλίσκομαι “essere preso” ἀν-αλίσκω “sperperare, spendere” ἀρέσκω “piacere” γηράσκω “invecchiare” γιγνώσκω “conoscere” διδάσκω “insegnare”
ἁλ- / ἁλω-
ἁλώσομαι
ἁλ- / ἁλω-
ἀν-αλώσω ἀν-αλωθήσομαι
ἀρε-
ἀρέσω
γηρα-
γηράσω
γνω-
γνώσομαι γνωσθήσομαι διδάξω διδαχθήσομαι
(ἀπο)διδράσκω “fuggire” εὑρίσκω “trovare”
δρα-
(ἀπο)δράσομαι
εὑρ- / εὑρε- / εὑρη-
εὑρήσω εὑρεθήσομαι
(ἀπο)θνῄσκω “morire” μιμνήσκω “ricordare medio “ricordarsi” πάσχω “subire” τιτρώσκω “ferire”
θαν(ε)- / θνη-
(ἀπο)θανοῦμαι
μνη(σ)-
διδαχ- / διδασκη-
πενθ- / παθ- / πονθτρω-
Aoristo
Perfetto
ἑάλων ἥλων ἀν-ήλωσα ἀν-ηλώθην
ἑάλωκα ἥλωκα ἀν-ήλωκα ἀν-ήλωμαι
ἤρεσα ἠρέσθην ἐγήρασα
ἀρήρεκα
ἔγνων ἐγνώσθην ἐδίδαξα ἐδιδάσκησα ἐδιδάχθην (ἀπ)έδραν (ἀπ)έδρασα ηὗρον εὗρον ηὑρέθην εὑρέθην (ἀπ)έθανον
ἔγνωκα ἔγνωσμαι δεδίδαχα δεδίδαγμαι
μνήσω μνησθήσομαι μεμνήσομαι πείσομαι
ἔμνησα ἐμνήσθην
μέμνημαι
ἔπαθον
πέπονθα
τρώσω τρωθήσομαι
ἔτρωσα ἐτρώθην
τέτρωκα τέτρωμαι
γεγήρακα
(ἀπο)δέδρακα ηὕρηκα εὕρηκα ηὕρημαι εὕρημαι τέθνηκα
VI. Verbi della sesta classe Presente
Tema verbale
αἱρέω “prendere”
αἱρεἑλ-
ἔρχομαι “andare, venire”
ἐρχἐλθ- / ἐλευθ- / ἐλυθ-
160
Futuro
αἱρήσω αἱρεθήσομαι ἑλῶ ἐλεύσομαι
Aoristo
ᾕρησα ᾑρέθην εἷλον ἦλθον ἤλυθον
Perfetto
ᾕρηκα ᾕρημαι ἐλήλυθα εἰλήλουθα
Capitolo
I temi temporali e l’aspetto verbale
ἐσθίω “mangiare” ἔδω “mangiare” λέγω “dire” ὁράω “vedere”
τρέχω “correre” φέρω “portare”
22
ἐσθιἐδφαγ-
ἔδομαι
ἔφαγον ἠδέσθην
ἐδήδοκα ἐδήδε(σ)μαι
ἐπ- ϝεπἐρ- ϝερ(ε)- / ῥη- ϝρηὁραὀπ(ϝ)ιδ- / (ϝ)ειδ- / (ϝ)οιδ-
ἐρῶ ῥηθήσομαι
εἶπον εἶπα ἐρρήθην εἶδον ὤφθην
εἴρηκα εἴρημαι
θρέχδραμ(η)φεροἰἐνεκ- / ἐγκ- / ἐνοκ-
θρέξομαι δραμοῦμαι οἴσω οἰσθήσομαι ἐνεχθήσομαι
ὄψομαι ὀφθήσομαι
ἔθρεξα ἔδραμον ἤνεγκον ἤνεγκα (ἤνεικα) ἠνέχθην
ἑόρακα (ἑώρ-) ὄπωπα οἶδα ἑόραμαι (ἑώρ-) ὦμμαι δεδράμηκα δεδράμημαι ἐνήνοχα ἐνήνεγμαι
3 Valore dei temi temporali: l’aspetto verbale X Il verbo greco esprime il tempo e l’aspetto (o qualità) dell’azione: • il tempo colloca l’azione nel passato, nel presente o nel futuro rispetto a chi parla o scrive, con la differenza nei confronti del latino e dell’italiano che il valore temporale è espresso solo dal modo indicativo; • più in particolare ciascuno dei quattro temi temporali fondamentali (presente, aoristo, perfetto e futuro) indica una specifica qualità dell’azione (aspetto verbale): − tema del presente = azione durativa (azione immaginata nel suo svolgimento; visivamente può essere rappresentata con una retta) φεύγειν = fuggire (il fuggire è qui concepito come azione che si protrae nel tempo) − tema dell’aoristo = azione momentanea o puntuale (azione considerata come fatto in sé, senza alcun riferimento alla sua durata; visivamente può essere rappresentata come un punto) φυγεῖν = fuggire (l’atto del fuggire, indipendentemente dalla sua durata o meno nel tempo) − tema del perfetto = azione compiuta (azione avvenuta nel passato i cui effetti permangono nel presente; graficamente può essere rappresentata come un cerchio) πεφευγέναι = essere fuggito (il fuggire è concepito come un’azione compiuta nel passato che ha determinato una certa conseguenza nel presente, in questo caso la salvezza del fuggitivo) − tema del futuro = azione durativa o momentanea φευξεῖσθαι = fuggire (il fuggire è concepito come azione che si protrae nel tempo o come l’atto del fuggire in sé) 161
Parte
1
Fonetica e morfologia
X A differenza del valore temporale, che è presente solo all’indicativo, il valore aspettuale è presente in tutti i modi e tempi. Da ciò consegue che nell’indicativo i due valori coesistono (ad es. presente indicativo = azione durativa nel presente; aoristo indicativo = azione momentanea nel passato ecc.), mentre negli altri modi, che danno voce solo alla qualità dell’azione, ciò non avviene (ad es. congiuntivo presente = azione durativa; congiuntivo aoristo = azione momentanea). Il valore dei tempi nell’indicativo Azione durativa
Azione momentanea
Azione compiuta
Presente
Presente
—
Perfetto
Passato
Imperfetto
Aoristo
Piuccheperfetto
Futuro
Futuro
Futuro
Futuro perfetto
Fidia e aiuti, Hestìa, Dione e Afrodite, particolare del frontone orientale del Partenone, 438-432 a.C., Londra, British Museum.
162
PARTE 1
CAPITOLO 23
Fonetica e morfologia
Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali l’aoristo I, II, III e cappatico
DDI
1 Caratteri generali del sistema dell’aoristo X La denominazione aoristo (ἀόριστος “indeterminato”, da ἀ- privativo e ὁρίζω “limitare”) è dovuta al fatto che esso esprime sul piano aspettuale un’azione indeterminata, cioè non definita nella sua durata temporale (azione momentanea). X Solo all’indicativo l’aoristo si fa carico di una valenza cronologica, collocando l’azione nel passato: è dunque un tempo storico, tant’è vero che presenta (nell’indicativo e soltanto in esso) l’aumento e le desinenze secondarie. Pertanto, l’indicativo aoristo si traduce generalmente con il passato remoto italiano; per la resa degli altri modi, che non esprimono prospettiva temporale, ti dovrai invece basare su quello che esige l’italiano in quel dato contesto.
Μοῦσαι γάρ μ’ ἐδίδαξαν ἀθέσφατον ὕμνον ἀείδειν. (Hes. Op. 662) Le Muse mi insegnarono a cantare un inno meraviglioso. Nota la differenza che corre tra l’indicativo aoristo e l’altro tempo storico che già conosci, l’imperfetto. L’opposizione tra questi due tempi ricalca grosso modo quella tra il passato remoto e l’imperfetto italiani: infatti i due tempi non esprimono azioni che si collochino in rapporto di antecedenza l’una rispetto all’altra, ma solo azioni qualitativamente diverse (azione momentanea nel passato l’aoristo, azione durativa nel passato l’imperfetto).
Tοῦ δ’ ἐπιγιγνομένου θέρους Πελοποννήσιοι καὶ οἱ ξύμμαχοι ἅμα τῷ σίτῳ ἀκμάζοντι ἐστράτευσαν ἐς τὴν Ἀττικήν· ἡγεῖτο δὲ αὐτῶν Ἀρχίδαμος. (Thuc. 3.1.1) L’estate successiva i Peloponnesi e gli alleati, quando il grano era maturo, mossero verso l’Attica; li guidava Archidamo. X L’aoristo presenta tre diatesi morfologicamente distinte: • diatesi attiva; • diatesi media; • diatesi passiva. Mentre la diatesi media si forma a partire da quella attiva, sostituendo le desinenze personali medie alle desinenze attive, la diatesi passiva è caratterizzata da un tema e una formazione particolari. 163
Parte
1
Fonetica e morfologia
X L’aoristo attivo e medio, che studierai in questo capitolo, si distingue, a seconda dei processi di formazione, in: • aoristo primo o debole, che presenta una forma sigmatica e una asigmatica; • aoristo secondo o forte o tematico; • aoristo terzo o fortissimo o radicale.
2 L’aoristo primo o debole 2.1
L’aoristo primo sigmatico X È la forma di aoristo più frequente e deve la sua denominazione al fatto che inserisce un suffisso -σα- tra il tema verbale e le desinenze personali. È proprio dei verbi che hanno il tema in vocale, dittongo o consonante muta (velare, labiale, dentale).
2.1.1
Formazione aumento + TV
ἐἐ-
+ -σα- + desinenze secondarie + λυ- + -σα- + -μεν ἐλύσαμεν (λύω) “noi sciogliemmo” + δεικ- + -σα- + -μεν ἐδείξαμεν (δείκνυμι) “noi mostrammo”
Operativamente, è opportuno tenere presente che: • la 1a persona singolare dell’indicativo attivo è formata mediante l’unione di aumento + TV + -σα + λυ- + -σα ἐ-
ἔλυσα
• la 1a persona singolare dell’indicativo medio è formata mediante l’unione di aumento + TV + λυἐ-
+ -σαμην + -σα ἐλυσάμην
X In base ai diversi esiti prodotti dall’incontro fra i vari temi verbali e il σ del suffisso -σα-, i verbi che hanno l’aoristo primo sigmatico possono essere suddivisi nei seguenti gruppi. • Primo gruppo I verbi il cui tema verbale esce in vocale breve tendono ad allungare la vocale finale del tema secondo lo schema seguente. Tema verbale
ᾰ puro ᾱ δράω “fare” ᾰ impuro η τιμάω “onorare” ἵστημι “collocare” ποιέω “fare” ε η τίω “pagare” ῐ ῑ δουλόω “assoggettare” ο ω λύω “sciogliere” ῠ ῡ 164
δρᾰ τιμᾰ στᾰ ποιε τῐ δουλο λῠ-
Aoristo
ἔδρᾱσα ἐτίμησα ἔστησα ἐποίησα ἔτῑσα ἐδούλωσα ἔλῡσα
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media
23
• Secondo gruppo I verbi il cui tema verbale esce in dittongo mantengono inalterato il dittongo del tema.
δουλεύω “essere schiavo” καίω “bruciare” πλέω “navigare”
TV
δουλευκαυπλε(υ)-
Aor. ἐδούλευσα ἔκαυσα ἔπλευσα
Occorre inoltre osservare come in queste forme di aoristo primo sigmatico il σ del suffisso non cada, benché venga a trovarsi in posizione intervocalica. • Terzo gruppo Nei verbi il cui tema verbale esce in consonante muta, l’incontro fra la muta del tema e il σ del suffisso determina i seguenti esiti: – le velari κ, γ, χ si fondono con il σ del suffisso -σα- nella consonante doppia ξ; – le labiali π, β, φ si fondono con il σ del suffisso -σα- nella consonante doppia ψ; – le dentali τ, δ, θ cadono davanti al σ del suffisso -σα- senza produrre ulteriori esiti; tuttavia, quando la dentale è preceduta da ω, i gruppi -ντ-, -νδ-, -νθ- cadono davanti al σ del suffisso -σα- determinando l’allungamento di compenso della vocale precedente. Temi in velare
κ, γ, χ + σ ξ
Tema verbale
φρίσσω “rabbrividire” δείκνυμι “mostrare” πράσσω “fare” ταράσσω “sconvolgere”
Temi in labiale
π, β, φ + σ ψ
Tema verbale
κόπτω “tagliare” τρίβω “strofinare” γράφω “scrivere”
Temi in dentale
τ, δ, θ + σ σ
φρικδεικπραγταραχκοπτριβγραφTema verbale
πάσσω “spargere” γυμνάζω “esercitare” πλάσσω “plasmare” σπένδω “fare libagioni”
πατγυμναδπλαθσπενδ-
Aoristo
ἔφριξα ἔδειξα ἔπραξα ἐτάραξα Aoristo
ἔκοψα ἔτριψα ἔγραψα Aoristo
ἔπασα ἐγύμνασα ἔπλασα *ἐσπενδσα ἔσπεισα
OSSERVAZIONI z I verbi aventi tema verbale apofonico fomano l’aoristo primo sigmatico dal tema con vocalismo di grado medio [ p. 300]. τρέπω “volgere” TV τραπ- / τρεπ- / τροπAor. ἔτρεψα πείθω “persuadere” πιθ- / πειθ- / ποιθἔπεισα z Alcuni verbi (o gruppi di verbi) presentano delle anomalie di varia natura nella formazione dell’aoristo primo sigmatico: X i verbi χράω e χράομαι, il cui tema verbale esce in -α puro, mutano l’α del tema in η (e non in α lungo”; Aor. ἔχρησα χράω “dare oracoli” χράομαι “servirsi, usare” ἐχρησάμην X nel verbo ἀκροάομαι, al contrario, l’α del tema verbale non si allunga in η, benché impuro; ἀκροάομαι “ascoltare” Aor. ἠκροασάμην X in alcuni verbi aventi tema verbale uscente in vocale breve, non si registra il normale allungamento della vocale finale del tema verbale;
165
Parte
1
Fonetica e morfologia
z Verbi in -ω αἰδέομαι “avere vergogna” αἰνέω “approvare” ἀρκέω “bastare” γελάω “ridere” καλέω “chiamare” τελέω “condurre a termine” Verbi in -μι κεράννυμι “mescolare” κρέμαμαι “pendere” ὄλλυμι “distruggere” ὄμνυμι “giurare” σβέννυμι “spegnere” σκεδάννυμι “disperdere”
Aor. ᾐδεσάμην
ᾔνεσα ἤρκεσα ἐγέλασα ἐκάλεσα ἐτέλεσα Aor. ἐκέρασα
ἐκρεμασάμην ὤλεσα ὤμοσα ἔσβεσα ἐσκέδασα
z Hanno l’aoristo primo sigmatico anche alcuni verbi il cui tema del presente è ampliato mediante l’aggiunta di un suffisso nasale (ν), che non compare nel tema verbale (da cui si forma l’aoristo). Questi verbi sono: Aor. ἡμάρτησα ἁμαρτάνω “sbagliare” βαίνω “andare” ἔβησα ἐλαύνω “spingere” ἤλασα τίνω “pagare” ἔτισα / ἔτεισα φθάνω “anticipare” ἔφθασα φθίνω “corrompere” ἔφθισα z Presentano particolarità nella formazione dell’aoristo primo sigmatico anche i seguenti verbi. ἅπτω “legare, unire” Aor. ἧψα θάπτω “seppellire” ἔθαψα θρύπτω “tritare” ἔθρυψα κλάζω “risuonare” ἔκλαγξα τρέφω “nutrire” ἔθρεψα
Flessione
2.1.2
X λύω “sciogliere”, TV λῠAoristo primo sigmatico Indicativo Attivo
Singolare
a
1
a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
166
ἔ-λυ-σα ἔ-λυ-σας ἔ-λυ-σε(ν) ἐ-λύ-σα-τον ἐ-λυ-σά-την ἐ-λύ-σα-μεν ἐ-λύ-σα-τε ἔ-λυ-σα-ν
Congiuntivo Medio
ἐ-λυ-σά-μην ἐ-λύ-σω ἐ-λύ-σα-το ἐ-λύ-σα-σθον ἐ-λυ-σά-σθην ἐ-λυ-σά-μεθα ἐ-λύ-σα-σθε ἐ-λύ-σα-ντο
Attivo
λύ-σω λύ-σῃς λύ-σῃ λύ-ση-τον λύ-ση-τον λύ-σω-μεν λύ-ση-τε λύ-σω-σι(ν)
Medio
λύ-σω-μαι λύ-σῃ λύ-ση-ται λύ-ση-σθον λύ-ση-σθον λυ-σώ-μεθα λύ-ση-σθε λύ-σω-νται
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media
Ottativo Attivo
Singolare
Duale
a
1 2a
3a 2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
Imperativo Medio
λύ-σαι-μι λύ-σαι-ς (λύσειας) λύ-σαι (λύσειε) λύ-σαι-τον λυ-σαί-την λύ-σαι-μεν λύ-σαι-τε λύ-σαι-εν (λύσειαν)
λυ-σαί-μην λύ-σαι-ο λύ-σαι-το λύ-σαι-σθον λυ-σαί-σθην λυ-σαί-μεθα λύ-σαι-σθε λύ-σαι-ντο
Attivo
— λῦ-σαι λυ-σά-σθω λύ-σα-σθον λυ-σά-σθων — λύ-σα-σθε λυ-σά-σθων (λυ-σά-σθωσαν) Participio
Medio
λῦ-σαι
Medio
— λῦ-σον λυ-σά-τω λύ-σα-τον λυ-σά-των — λύ-σα-τε λυ-σάν-των (λυ-σά-τωσαν)
Infinito Attivo
23
λύ-σα-σθαι
Attivo
Medio
λύ-σας (-αντος), λύ-σα-σα (-ασης), λῦ-σαν (-αντος)
λυ-σά-μενος (-ου), λυ-σα-μένη (-ης), λυ-σά-μενον (-ου)
X δείκνυμι “mostrare”, TV δεικAoristo primo sigmatico Indicativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
Congiuntivo Medio
ἔ-δειξα ἔ-δειξα-ς ἔ-δειξε(ν) ἐ-δείξα-τον ἐ-δειξά-την ἐ-δείξα-μεν ἐ-δείξα-τε ἔ-δειξα-ν
ἐ-δειξά-μην ἐ-δείξω ἐ-δείξα-το ἐ-δείξα-σθον ἐ-δειξά-σθην ἐ-δειξά-μεθα ἐ-δείξα-σθε ἐ-δείξα-ντο
Attivo
δείξω δείξῃ-ς δείξῃ δείξη-τον δείξη-τον δείξω-μεν δείξη-τε δείξω-σι(ν)
Ottativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
δείξαι-μι δείξαι-ς (δείξειας) δείξαι (δείξειε) δείξαι-τον δειξαί-την δείξαι-μεν δείξαι-τε δείξαι-εν (δείξειαν)
Medio
δείξω-μαι δείξῃ δείξη-ται δείξη-σθον δείξη-σθον δειξώ-μεθα δείξη-σθε δείξω-νται Imperativo
Medio
δειξαί-μην δείξαι-ο δείξαι-το δείξαι-σθον δειξαί-σθην δειξαί-μεθα δείξαι-σθε δείξαι-ντο
Attivo
— δεῖξον δειξά-τω δείξα-τον δειξά-των — δείξα-τε δειξά-ντων (δειξά-τωσαν)
Medio
— δεῖξαι δειξά-σθω δείξα-σθον δειξά-σθων — δείξα-σθε δειξά-σθων (δειξά-σθωσαν) 167
Parte
1
Fonetica e morfologia
Infinito Attivo
δεῖξαι
Participio Medio
δείξα-σθαι
Attivo
Medio
δείξας (-αντος), δείξασα (-ασης), δεῖξαν (-αντος)
δειξάμενος (-ου), δειξαμένη (-ης), δειξάμενον (-ου)
OSSERVAZIONI z Al modo indicativo, l’aoristo primo sigmatico ha le desinenze secondarie, cioè quelle proprie dei tempi storici. Noterai tuttavia che nella 1a persona singolare dell’indicativo attivo manca la desinenza personale -ν. z L’α del suffisso -σα- compare in tutta la flessione tranne che: X nella 3a persona singolare dell’indicativo attivo; X nella 2a persona singolare dell’imperativo attivo (cfr. λῦσον); in tutto il congiuntivo attivo e medio. z La vocale ε che caratterizza l’uscita della 3a persona singolare (-σε) è di origine discussa: essa potrebbe essere stata mutuata dall’aoristo secondo o dal perfetto o dall’imperfetto. Il ν tra parentesi è di natura efelcistica e viene utilizzato per ragioni eufoniche. z La 2a persona singolare dell’indicativo medio ἐλύσω deriva da una più antica forma *ἐλύσα-σο, divenuta ἐλύσαο per effetto della caduta di σ intervocalico e successivamente ἐλύσω per contrazione di α + ο. z Il congiuntivo si coniuga come il congiuntivo presente; esso mantiene, pertanto, le caratteristiche modali (allungamento della vocale tematica e desinenze personali principali). z Anche l’ottativo mantiene la caratteristica modale: esso infatti inserisce la vocale ι (caratteristica del modo ottativo) tra il suffisso temporale -σα- e le desinenze personali. Di origine oscura sono le forme alternative: X λύσειας (2a persona singolare attivo); X λύσειε (3a persona singolare attivo); X λύσειαν (3a persona plurale attivo).
2.2 2.2.1
z Le uscite della 2a persona singolare dell’imperativo attivo e medio (-ον e -αι) sono di origine oscura. z L’infinito attivo ha sempre l’accento sulla penultima sillaba. z L’uscita -σαι è comune a: X infinito attivo (λῦσαι); X imperativo medio 2a persona singolare (λῦσαι); X ottativo attivo 3a persona singolare (λύσαι). Le tre forme differiscono unicamente per la quantità del dittongo finale (breve nell’infinito e nell’imperativo, lungo nell’ottativo). Solamente il tipo di accento e la sua posizione ti consentirà (e non sempre!) di riconoscerle. da λύω aoristo ἔλυσα “sciogliere” infinito attivo λῦσαι impt. medio λῦσαι ottativo attivo λύσαι da τρέπω “volgere”
aoristo infinito attivo impt. medio ottativo attivo
ἔτρεψα τρέψαι τρέψαι τρέψαι
da ποιέω “fare”
aoristo ἐποίησα infinito attivo ποιῆσαι impt. medio ποίησαι ottativo attivo ποιήσαι z La flessione del participio attivo segue il paradigma degli aggettivi in -αντ-. La flessione del participio medio segue il paradigma degli aggettivi della I classe a tre uscite.
L’aoristo primo asigmatico Formazione X L’aoristo primo asigmatico è proprio dei verbi il cui tema termini in liquida (λ, ρ) o nasale (μ, ν). La denominazione di asigmatico è in realtà impropria, giacché anche questi verbi formano l’aoristo aggiungendo al tema verbale il suffisso -σα- segui-
168
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media
23
to dalle desinenze secondarie; solo che in essi il -σ-, trovandosi immediatamente dopo la liquida o la nasale, è caduto determinando l’allungamento di compenso della vocale interna del tema secondo le regole consuete.
φαίνω “mostrare” ἀμύνω “difendere” κρίνω “giudicare” μένω “restare” μιαίνω “contaminare” σφάλλω “far cadere”
TV φᾰνἀμῠνκρῐνμενμιᾰνσφᾰλ-
Aor. ἔφηνα ( *ἐφᾰν-σα) ἤμῡνα ( *ἠμυνσα) ἔκρῑνα ( *ἐκρινσα) ἔμεινα ( *ἐμενσα) ἐμίᾱνα ( *ἐμιανσα) ἔσφηλα ( *ἐσφαλσα)
Tale processo di formazione può essere così schematizzato: aumento + TV con allungamento + -α- + desinenze secondarie ἐ+ φην+ -α + -ν ἔφηναν “essi mostrarono” OSSERVAZIONI z I verbi κέλλω “spingere” e κύρω “incontrare”, pur avendo tema in liquida, formano l’aoristo sigmatico: ἔκελσα, ἔκυρσα. z Alcuni verbi allungano l’ᾰ impuro del tema in ᾱ anziché in η. Ricorda a titolo d’esempio: Aor. ἐκέρδᾱνα κερδαίνω “guadagnare” ποιμαίνω “far pascolare” ἐποίμᾱνα z Altri verbi allungano l’ᾰ puro del tema ora in ᾱ ora in η. Ricorda a titolo d’esempio: καθαίρω “purificare” Aor. ἐκάθᾱρα e ἐκάθηρα σημαίνω “segnalare” ἐσήμᾱνα e ἐσήμηνα z In ἦρα ed ἡλάμην, aoristi rispettivamente di αἴρω “sollevare” e di ἅλλομαι “saltare”, la η iniziale è dovuta solo all’aumento temporale e dunque si trova esclusivamente nell’indicativo: congiuntivo ἄρω e ἅλωμαι, ottativo ἄραιμι e ἁλαίμην, imperativo ἆρον e ἇλαι. z Sul modello dell’aoristo primo asigmatico si flettono anche alcuni aoristi radicali o atematici: ἔχεα da χέω “versare”, ἔκηα da καίω “ardere”, εἶπα dalla radice εἰπ- “dire”.
Flessione
2.2.2
X φαίνω “mostrare”, TV φανAoristo primo asigmatico Indicativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἔ-φην-α ἔ-φην-α-ς ἔ-φην-ε(ν) ἐ-φήν-α-τον ἐ-φην-ά-την ἐ-φήν-α-μεν ἐ-φήν-α-τε ἔ-φην-α-ν
Congiuntivo Medio
ἐ-φην-ά-μην ἐ-φήν-ω ἐ-φήν-α-το ἐ-φήν-α-σθον ἐ-φην-ά-σθην ἐ-φην-ά-μεθα ἐ-φήν-α-σθε ἐ-φήν-α-ντο
Attivo
φήν-ω φήν-ῃ-ς φήν-ῃ φήν-η-τον φήν-η-τον φήν-ω-μεν φήν-η-τε φήν-ω-σι(ν)
Medio
φήν-ω-μαι φήν-ῃ φήν-η-ται φήν-η-σθον φήν-η-σθον φην-ώ-μεθα φήν-η-σθε φήν-ω-νται 169
Parte
1
Fonetica e morfologia
Ottativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
Imperativo Medio
φήν-αι-μι φήν-αι-ς (φήνειας) φήν-αι (φήνειε) φήν-αι-τον φην-αί-την φήν-αι-μεν φήν-αι-τε φήν-αι-εν (φήνειαν)
φην-αί-μην φήν-αι-ο φήν-αι-το φήν-αι-σθον φην-αί-σθην φην-αί-μεθα φήν-αι-σθε φήν-αι-ντο
Attivo
Medio
— φῆν-ον φην-ά-τω φήν-α-τον φην-ά-των — φήν-α-τε φην-ά-ντων (φην-ά-τωσαν)
Infinito Attivo
φῆν-αι
— φῆν-αι φην-ά-σθω φήν-α-σθον φην-ά-σθων — φήν-α-σθε φην-ά-σθων (φην-ά-σθωσαν) Participio
Medio
φήν-α-σθαι
Attivo
Medio
φήν-α-ς (-αντος), φήν-α-σα (-ασης), φῆν-α-ν (-αντος)
φην-ά-μενος (-ου), φην-α-μένη (-ης), φην-ά-μενον (-ου)
X ἀγγέλλω “annunciare”, TV ἀγγελ-
Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἤγγειλ-α ἤγγειλ-α-ς ἤγγειλ-ε(ν) ἠγγείλ-α-τον ἠγγειλ-ά-την ἠγγείλ-α-μεν ἠγγείλ-α-τε ἤγγειλ-α-ν
Aoristo primo asigmatico Indicativo Medio
ἠγγειλ-ά-μην ἠγγείλ-ω ἠγγείλ-α-το ἠγγείλ-α-σθον ἠγγειλ-ά-σθην ἠγγειλ-ά-μεθα ἠγγείλ-α-σθε ἠγγείλ-α-ντο
Congiuntivo Attivo
ἀγγείλ-ω ἀγγείλ-ῃ-ς ἀγγείλ-ῃ ἀγγείλ-η-τον ἀγγείλ-η-τον ἀγγείλ-ω-μεν ἀγγείλ-η-τε ἀγγείλ-ω-σι(ν)
Ottativo
Singolare
a
1 2a 3a
Duale
2a a
Plurale
3 1a
2a 3a
170
Medio
ἀγγείλ-ω-μαι ἀγγείλ-ῃ ἀγγείλ-η-ται ἀγγείλ-η-σθον ἀγγείλ-η-σθον ἀγγειλ-ώ-μεθα ἀγγείλ-η-σθε ἀγγείλ-ω-νται Imperativo
Attivo
Medio
Attivo
Medio
ἀγγείλ-αι-μι ἀγγείλ-αι-ς (ἀγγείλειας) ἀγγείλ-αι (ἀγγείλειε) ἀγγείλ-αι-τον ἀγγειλ-αί-την ἀγγείλ-αι-μεν ἀγγείλ-αι-τε ἀγγείλ-αι-εν (ἀγγείλειαν)
ἀγγειλ-αί-μην ἀγγείλ-αι-ο
— ἄγγειλ-ον
— ἄγγειλ-αι
ἀγγείλ-αι-το
ἀγγειλ-ά-τω
ἀγγειλ-ά-σθω
ἀγγείλ-αι-σθον ἀγγειλ-αί-σθην ἀγγειλ-αί-μεθα ἀγγείλ-αι-σθε ἀγγείλ-αι-ντο
ἀγγείλ-α-τον ἀγγειλ-ά-των — ἀγγείλ-α-τε ἀγγειλ-ά-τωσαν
ἀγγείλ-α-σθον ἀγγειλ-ά-σθων — ἀγγείλ-α-σθε άγγειλ-ά-σθωσαν
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media
Infinito Attivo
Participio Medio
ἀγγεῖλ-αι
23
ἀγγείλ-α-σθαι
Attivo
Medio
ἀγγείλ-α-ς (-αντος), ἀγγείλ-α-σα (-ασης), ἀγγεῖλ-α-ν (-αντος)
ἀγγειλ-ά-μενος (-ου), ἀγγειλ-α-μένη (-ης), ἀγγειλ-ά-μενον (-ου)
3 L’aoristo secondo o forte (o tematico) X L’aoristo secondo o forte o tematico è la forma di aoristo propria di alcuni verbi aventi tema per lo più monosillabico in consonante. La denominazione di tematico è dovuta al fatto che esso inserisce la vocale tematica -ε/ο- fra il tema verbale e le desinenze personali.
3.1
Formazione L’aoristo secondo o tematico si forma, al modo indicativo, come segue: X aumento + TV
ἐἐ-
+ -ε/ο- + desinenze secondarie + βαλ- + -ε- + -τε + λιπ- + -ο- + -ν
ἐβάλετε (βάλλω) “voi lanciaste” ἔλιπον (λείπω) “essi lasciarono”
Operativamente, è opportuno tenere presente che:
• la 1a persona singolare dell’indicativo attivo è formata mediante l’unione di aumento + TV + -ον + βαλ- + -ον ἐ-
ἔβαλον
• la 1a persona singolare dell’indicativo medio è formata mediante l’unione di aumento + TV + -όμην ἐ+ βαλ- + -όμην
ἐβαλόμην
X Come avrai notato, la formazione dell’aoristo secondo o tematico è caratterizzata, al modo indicativo, da tre dati costanti: • presenza dell’aumento; • presenza delle desinenze secondarie (storiche); • fenomeno di alternanza nell’impiego della vocale tematica in quanto: – alla 1a persona singolare, 1a persona plurale, 3a persona plurale è impiegata la vocale tematica ο; – in tutte le altre persone è impiegata la vocale tematica ε. Questi dati sono comuni anche alla flessione dell’imperfetto dei verbi in -ω (in altre parole, da un punto di vista strettamente meccanico la forma di aoristo secondo ἔβαλον si coniuga come l’imperfetto ἔλυον). Non è tuttavia possibile confondere l’aoristo tematico con l’imperfetto in quanto il primo si forma dal tema verbale (ἔβαλον), mentre il secondo si forma dal tema del presente (ἔβαλλον). È quindi evi171
Parte
1
Fonetica e morfologia
dente che potranno avere l’aoristo tematico solamente i verbi aventi un tema del presente diverso dal tema verbale. Tali differenze possono essere sostanzialmente di tre tipi: • il tema del presente si differenzia dal tema verbale per l’aggiunta di suffissi (verbi con presente suffissale);
βάλλω “gettare” λαμβάνω “prendere”
TP
TV
Imperfetto
Aoristo II
βαλλλαμβαν-
βαλλαβ-
ἔβαλλον ἐλάμβανον
ἔβαλον ἔλαβον
• il tema del presente si differenzia dal tema verbale in quanto il primo presenta vocalismo di grado normale, il secondo vocalismo di grado zero (verbi apofonici);
λείπω “lasciare” φεύγω “fuggire”
TP
TV
Imperfetto
Aoristo II
λειπφευγ-
λιπ-/λειπ-/λοιπφυγ-/φευγ-
ἔλειπον ἔφευγον
ἔλιπον ἔφυγον
• il tema del presente e il tema dell’aoristo derivano da radicali completamente differenti (verbi politematici).
ὁράω “vedere”
TP
TV
Imperfetto
Aoristo II
ὁρα-
ἰδ-
ἑώρων
εἶδον
OSSERVAZIONI z Alcuni verbi presentano sia una forma di aoristo primo o debole, sia una forma di aoristo secondo o forte. Eccone alcuni: TV Aor. I Aor. II λείπω “lasciare” λιπ-/λειπ-/λοιπἔλειψα ἔλιπον τρέφω “nutrire” θραφ-/θρεφ-/θροφἔθρεψα ἔτραφον φέρω “portare” ἐγκ-/ἐνεκ-/ἐνοκἤνεγκα ἤνεγκον z In qualche caso è possibile che la forma di aoristo debole abbia valore transitivo, quella di aoristo forte abbia valore intransitivo: per es. del verbo τρέπω “volgere”, TV τραπ-/τρεπ-/τροπ-, l’aor. I ἔτρεψα significa “volsi”, l’aor. II ἔτραπον, “mi volsi”.
Flessione
3.2
βάλλω “gettare”, TV βαλX Aoristo secondo Indicativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
172
ἔ-βαλ-ο-ν ἔ-βαλ-ε-ς ἔ-βαλ-ε ἐ-βάλ-ε-τον ἐ-βαλ-έ-την ἐ-βάλ-ο-μεν ἐ-βάλ-ε-τε ἔ-βαλ-ο-ν
Congiuntivo Medio
ἐ-βαλ-ό-μην ἐ-βάλ-ου ἐ-βάλ-ε-το ἐ-βάλ-ε-σθον ἐ-βαλ-έ-σθην ἐ-βαλ-ό-μεθα ἐ-βάλ-ε-σθε ἐ-βάλ-ο-ντο
Attivo
βάλ-ω βάλ-ῃ-ς βάλ-ῃ βάλ-η-τον βάλ-η-τον βάλ-ω-μεν βάλ-η-τε βάλ-ω-σι(ν)
Medio
βάλ-ω-μαι βάλ-ῃ βάλ-η-ται βάλ-η-σθον βάλ-η-σθον βαλ-ώ-μεθα βάλ-η-σθε βάλ-ω-νται
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media
Ottativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
βάλ-οι-μι βάλ-οι-ς βάλ-οι βάλ-οι-τον βαλ-οί-την βάλ-οι-μεν βάλ-οι-τε βάλ-οι-εν
Imperativo Medio
Attivo
βαλ-οί-μην βάλ-οι-ο βάλ-οι-το βάλ-οι-σθον βαλ-οί-σθην βαλ-οί-μεθα βάλ-οι-σθε βάλ-οι-ντο
βαλ-εῖν
Medio
— βάλ-ε βαλ-έ-τω βάλ-ε-τον βαλ-έ-των — βάλ-ε-τε βαλ-ό-ντ-ων (βαλ-έ-τωσαν)
Infinito Attivo
23
— βαλ-οῦ βαλ-έ-σθω βάλ-ε-σθον βαλ-έ-σθων — βάλ-ε-σθε βαλ-έ-σθων (βαλ-έ-σθωσαν) Participio
Medio
Attivo
βαλ-έ-σθαι
Medio
βαλ-ών (-όντος), βαλ-ό-μενος (-ου), βαλ-οῦσα (-ούσης), βαλ-ο-μένη (-ης), βαλ-όν (-όντος) βαλ-ό-μενον (-ου)
X λείπω “lasciare”, TV λιπ- / λειπ- / λοιπAoristo secondo Indicativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἔ-λιπ-ο-ν ἔ-λιπ-ε-ς ἔ-λιπ-ε(ν) ἐ-λίπ-ε-τον ἐ-λιπ-έ-την ἐ-λίπ-ο-μεν ἐ-λίπ-ε-τε ἔ-λιπ-ο-ν
Congiuntivo Medio
ἐ-λιπ-ό-μην ἐ-λίπ-ου ἐ-λίπ-ε-το ἐ-λίπ-ε-σθον ἐ-λιπ-έ-σθην ἐ-λιπ-ό-μεθα ἐ-λίπ-ε-σθε ἐ-λίπ-ο-ντο
Attivo
λίπ-ω λίπ-ῃ-ς λίπ-ῃ λίπ-η-τον λίπ-η-τον λίπ-ω-μεν λίπ-η-τε λίπ-ω-σι(ν)
Ottativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
λίπ-οι-μι λίπ-οι-ς λίπ-οι λίπ-οι-τον λιπ-οί-την λίπ-οι-μεν λίπ-οι-τε λίπ-οι-εν
Medio
λίπ-ω-μαι λίπ-ῃ λίπ-η-ται λίπ-η-σθον λίπ-η-σθον λιπ-ώ-μεθα λίπ-η-σθε λίπ-ω-νται Imperativo
Medio
λιπ-οί-μην λίπ-οι-ο λίπ-οι-το λίπ-οι-σθον λιπ-οί-σθην λιπ-οί-μεθα λίπ-οι-σθε λίπ-οι-ντο
Attivo
— λίπ-ε λιπ-έ-τω λίπ-ε-τον λιπ-έ-των — λίπ-ε-τε λιπ-ό-ντ-ων (λιπ-έ-τωσαν)
Medio
— λιπ-οῦ λιπ-έ-σθω λίπ-ε-σθον λιπ-έ-σθων — λίπ-ε-σθε λιπ-έ-σθων (λιπ-έ-σθωσαν) 173
Parte
1
Fonetica e morfologia
Infinito Attivo
Participio Medio
λιπ-εῖν
λιπ-έ-σθαι
Attivo
Medio
λιπ-ών (-όντος), λιπ-ό-μενος (-ου), λιπ-οῦσα (-ούσης), λιπ-ο-μένη (-ης), λιπ-όν (-όντος) λιπ-ό-μενον (-ου)
OSSERVAZIONI z Molto concretamente la flessione dell’aoristo secondo è: X uguale a quella dell’imperfetto, per quanto riguarda l’indicativo; X uguale a quella del presente, per quanto riguarda gli altri modi. z Le voci dell’aoristo forte tendono in generale ad adeguarsi alle regole sull’accentazione del verbo comuni anche al sistema del presente (presente, imperfetto). Rispetto al presente, le uniche differenze riguardano: X l’infinito attivo che è perispomeno (λιπεῖν), invece che parossitono (λείπειν); X l’infinito medio che è parossitono (λιπέσθαι), invece che proparossitono (λείπεσθαι); X la 2a persona singolare dell’imperativo medio che è perispomena (λιποῦ), invece che parossitona (λείπου); X il participio attivo che è λιπών, λιποῦσα, λιπόν, mentre il participio presente è λείπων, λείπουσα, λεῖπον. z È ossitona la 2a persona singolare dell’imperativo attivo dei seguenti aoristi forti. Aor. ἦλθον Imp. Aor. ἐλθέ “va’” ἔρχομαι “andare” εὑρίσκω “trovare” εὗρον εὑρέ “trova” λαμβάνω “prendere” ἔλαβον λαβέ “prendi” λέγω, φημί “dire” εἶπον εἰπέ “di’” ὁράω “vedere” εἶδον ἰδέ “vedi”
3.3
Aoristi tematici più frequenti Forniamo un elenco degli aoristi tematici di uso più frequente. X Presente
174
Tema verbale
Aoristo
ἄγω “condurre”
ἀγ-
ἤγαγον
αἱρέω “prendere”
ἑλ-
εἷλον
αἰσθάνομαι “percepire”
αἰσθ(η)-
ᾐσθόμην
ἁμαρτάνω “sbagliare”
ἁμαρτ(η)-
ἥμαρτον
ἁνδάνω “piacere”
ἁδ(η)-
ἕαδον
(ἀπ)εχθάνομαι “essere odiato”
ἐχθ(η)-
ἀπηχθόμην
ἀφικνέομαι “giungere”
ἱκ-
ἀφικόμην
βάλλω “gettare”
βαλ-
ἔβαλον
βλαστάνω “germinare”
βλαστ(η)-
ἔβλαστον
γίγνομαι “diventare”
γεν(η)-
ἐγενόμην
δάκνω “mordere”
δακ-
ἔδακον
δαρθάνω “dormire”
δαρθ-
ἔδαρθον
ἐγείρομαι “svegliarsi”
ἐγρ-
ἠγρόμην
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media
Presente
Tema verbale
23
Aoristo
ἕπομαι “seguire”
σπ-
ἑσπόμην
ἔρχομαι “andare, venire”
ἐλθ-
ἦλθον
ἐσθίω “mangiare”
φαγ-
ἔφαγον
εὑρίσκω “trovare”
εὑρ-
εὗρον
ἔχω “avere”
σχ-
ἔσχον
θάλλω “fiorire”
θαλ-
ἔθαλον
θιγγάνω “toccare”
θιγ-
ἔθιγον
θνήσκω “morire”
θαν-
ἔθανον
θρῴσκω “saltare”
θορ-
ἔθορον
κάμνω “faticare, affaticarsi”
καμ-
ἔκαμον
κράζω “gridare”
κραγ-
ἔκραγον
κτείνω “uccidere”
κταν-
ἔκτανον
λαγχάνω “ottenere”
λαχ-
ἔλαχον
λαμβάνω “prendere”
λαβ-
ἔλαβον
λανθάνω “stare nascosto”
λαθ-
ἔλαθον
λέγω “dire”
ἐπ-
εἶπον
λείπω “lasciare”
λιπ-
ἔλιπον
μανθάνω “imparare”
μαθ(η)-
ἔμαθον
ὁράω “vedere”
ἰδ-
εἶδον
ὀφείλω “dovere”
ὀφελ-
ὤφελον
ὀφλισκάνω “essere debitore”
ὀφλ-
ὦφλον
πάσχω “subire”
παθ-
ἔπαθον
πέτομαι “volare”
πτ-
ἐπτόμην
πίνω “bere”
πι-
ἔπιον
πίπτω “cadere”
πετ-
ἔπεσον
πυνθάνομαι “informarsi”
πυθ-
ἐπυθόμην
τέμνω “tagliare”
τεμ-
ἔτεμον
τίκτω “generare”
τεκ-
ἔτεκον
τρέπω “voltare” (trans.)
τραπ-
ἔτραπον
τρέχω “correre”
δραμ-
ἔδραμον
τρώγω “mangiare”
τραγ-
ἔτραγον
τυγχάνω “ottenere, essere per caso”
τυχ-
ἔτυχον
ὑπισχνέομαι “promettere”
σχ-
ὑπεσχόμην
φέρω “portare”
ἐνεγκ-
ἤνεγκον
φεύγω “fuggire”
φυγ-
ἔφυγον
χάσκω/ χαίνω “stare a bocca aperta” χαν-
ἔχανον 175
Parte
1
Fonetica e morfologia
4 L’aoristo terzo o fortissimo (o radicale o atematico) X L’aoristo terzo o fortissimo (o radicale o atematico) è proprio di pochi verbi con tema verbale monosillabico terminante in vocale.
Formazione
4.1
X L’aoristo terzo si forma premettendo al tema verbale l’aumento (solo per l’indicativo) e aggiungendovi direttamente le desinenze personali secondarie o le appropriate terminazioni modali, generalmente senza l’inserimento né di vocale tematica né di suffisso temporale. La vocale finale del tema, se breve, si allunga davanti alle desinenze secondo le regole consuete (ᾰ puro ᾱ; ᾰ impuro η; ε η; o ω; ῠ ῡ). TV βᾰ- / βηδρᾱσβε- / σβηἁλωγνωδῠ- / δῡ
βαίνω “andare” ἀποδιδράσκω “fuggire” σβέννυμι “spegnere” ἁλίσκομαι “essere preso” γιγνώσκω “conoscere” δύω “immergere”
Aor. ἔβην ἀπέδρᾱν ἔσβην ἑάλων ἔγνων ἔδῡν
Davanti a ι o al gruppo ντ, tale allungamento non si verifica e la vocale del tema, se lunga, si abbrevia [ legge di Osthoff, p. 298].
βαίνω
TV
βᾰ-
1a pers. sing. indicativo aoristo 1a pers. sing. ottativo aoristo 3a pers. pl. imperativo aoristo
ἔβην βαίην βάντων
γιγνώσκω
TV
γνω-
1a pers. sing. indicativo aoristo 1a pers. sing. ottativo aoristo 3a pers. pl. imperativo aoristo
ἔγνων γνοίην γνοντων
X La formazione dell’aoristo terzo può essere così riassunta. aumento + TV con allungamento della vocale finale + desinenze secondarie ἐ+ βη+ -σαν + ἔβησαν (βαίνω) “essi andarono” ἐ+ δρα+ -σαν ἔλιπον (λείπω) “essi fuggirono”
Flessione
4.2
βαίνω “andare”, TV βᾰ- / βηX Aoristo terzo Indicativo
Singolare
Duale
a
1 2a
3a 2a 3a
176
ἔ-βη-ν ἔ-βη-ς ἔ-βη ἔ-βη-τον ἐ-βή-την
Congiuntivo
βῶ βῇ-ς βῇ βῆ-τον βῆ-τον
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media
Plurale
1a 2a 3a
ἔ-βη-μεν ἔ-βη-τε ἔ-βη-σαν
βῶ-μεν βῆ-τε βῶ-σι (ν) Ottativo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
23
Imperativo
βα-ίη-ν βα-ίη-ς βα-ίη βα-ῖ-τον βα-ί-την βα-ῖ-μεν βα-ῖ-τε βα-ῖ-εν
— βῆ-θι βή-τω βῆ-τον βή-των — βῆ-τε βά-ντων (βή-τωσαν) Infinito
Participio
βῆ-ναι
βάς, βᾶσα, βάν (βάντος, βάσης, βάντος)
X (ἀπο)διδράσκω “fuggire”, TV δρᾱAoristo terzo Indicativo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἔ-δρα-ν ἔ-δρα-ς ἔ-δρα ἔ-δρα-τον ἐ-δρά-την ἔ-δρα-μεν ἔ-δρα-τε ἔ-δρα-σαν
δρῶ δρᾷ-ς δρᾷ δρᾶ-τον δρᾶ-τον δρῶ-μεν δρᾶ-τε δρῶ-σι(ν) Ottativo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
δρα-ίη-ν δρα-ίη-ς δρα-ίη δρα-ῖ-τον δρα-ί-την δρα-ῖ-μεν δρα-ῖ-τε δρα-ῖ-εν
Imperativo
— δρᾶ-θι δρά-τω δρᾶ-τον δρά-των — δρᾶ-τε δρά-ντων (δρά-τωσαν) Infinito
δρᾶ-ναι
Congiuntivo
Participio
δράς, δρᾶσα, δράν (δράντος, δράσης, δράντος) 177
Parte
1
Fonetica e morfologia
X γιγνώσκω “conoscere”, TV γνωAoristo terzo Indicativo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
Congiuntivo
ἔ-γνω-ν ἔ-γνω-ς ἔ-γνω ἔ-γνω-τον ἐ-γνώ-την ἔ-γνω-μεν ἔ-γνω-τε ἔ-γνω-σαν
γνῶ γνῷ-ς γνῷ γνῶ-τον γνῶ-τον γνῶ-μεν γνῶ-τε γνῶ-σι(ν) Ottativo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
Imperativo
γνο-ίη-ν γνο-ίη-ς γνο-ίη γνο-ῖ-τον γνο-ί-την γνο-ῖ-μεν γνο-ῖ-τε γνο-ῖ-εν
— γνῶ-θι γνώ-τω γνῶ-τον γνώ-των — γνῶ-τε γνό-ντων (γνώτωσαν) Infinito
Participio
γνῶ-ναι
γνούς, γνοῦσα, γνόν (γνόντος, γνούσης, γνόντος)
X δύω “immergere”, TV δῠ- / δῡAoristo terzo Indicativo
Singolare
Duale
a
1 2a 3a 2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
ἔ-δυ-ν ἔ-δυ-ς ἔ-δυ ἔ-δυ-τον ἐ-δύ-την ἔ-δυ-μεν ἔ-δυ-τε ἔ-δυ-σαν
Congiuntivo
δύ-ω δύ-ῃς δύ-ῃ δύ-η-τον δύ-η-τον δύ-ω-μεν δύ-η-τε δύ-ω-σι(ν) Ottativo
Singolare
Duale
a
1 2a 3a 2a 3a
178
— — — — —
Imperativo
— δῦ-θι δύ-τω δῦ-τον δύ-των
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media
Plurale
1a 2a 3a
— — —
23
— δῦ-τε δύ-ντων (δύ-τωσαν) Infinito
δῦ-ναι
Participio
δύς, δῦσα, δύν (δύντος, δύσης, δύντος)
X σβέννυμι “spengere”, TV σβε- / σβηAoristo terzo Indicativo
Singolare
ἔ-σβη-ν
σβῶ
a
ἔ-σβη-ς ἔ-σβη ἔ-σβη-τον ἐ-σβή-την ἔ-σβη-μεν
σβῇ-ς σβῇ σβῆ-τον σβῆ-τον σβῶ-μεν
ἔ-σβη-τε ἔ-σβη-σαν
σβῆ-τε σβῶ-σι(ν)
1 2
a
3 Duale
2a 3a
Plurale
Congiuntivo
a
1a 2a a
3
Ottativo
Singolare
σβε-ίη-ν
—
a
σβε-ίη-ς σβε-ίη σβε-ῖ-τον σβε-ί-την σβε-ῖ-μεν
σβῆ-θι σβή-τω σβῆ-τον σβή-των —
σβε-ῖ-τε σβε-ῖ-εν
σβῆ-τε σβέ-ντων (σβή-τωσαν)
1 2
a
3 Duale
2a 3a
Plurale
Imperativo
a
1a 2a a
3
Infinito
σβῆ-ναι
Participio
σβείς, σβεῖσα, σβέν (σβέντος, σβείσης, σβέντος)
OSSERVAZIONI z La coniugazione dell’aoristo terzo si caratterizza per: X l’infinito in -ναι; X l’inserimento nella formazione dell’ottativo del suffisso modale -ιη-; tuttavia nel duale e nel plurale, pur essendo attestate forme del tipo βαίητον ecc., si trova preferibilmente una semplice ι, che forma dittongo con la vocale finale del tema; X la desinenza -θι alla 2a persona singolare dell’imperativo. z Il congiuntivo è tematico. In esso la vocale finale del tema verbale si contrae con la vocale tematica allungata η / ω.
179
Parte
1
Fonetica e morfologia
z Nel participio al nominativo singolare m. e f. e al dativo plurale la caduta del gruppo -ντ- davanti al σ determina l’allungamento di compenso (ᾰ ᾱ; ε ει; ο ου; ῠ ῡ) della vocale finale del tema. z Nei composti di norma l’imperativo ritrae l’accento il più possibile: ad es. ἀνάβηθι, κατάδυθι ecc. Bada che nei composti di βαίνω è possibile trovare espressa la 2a persona singolare dell’imperativo senza desinenza, ma con il puro tema βα- a vocale allungata: ad esempio κατάβα (da καταβαίνω). z La forma media dell’aoristo terzo è d’uso rarissimo e si coniuga sostituendo le desinenze medie a quelle attive: è possibile incontrare ἐπριάμην (dal disusato πρίαμαι “comprare”), ὠνήμην / ὠνάμην (da ὀνίνημι “giovare”) e poche altre forme isolate quali ad esempio ἔχυτο ed ἔχυντο (da χέω “versare”). z Può accadere che uno stesso verbo abbia, oltre all’aoristo terzo, anche un aoristo primo. In tal caso, l’aoristo terzo ha significato intransitivo o riflessivo, quello primo invece significato transitivo. Presente
TV
aoristo I
aoristo III
βαίνω “andare” δύω “immergere” ἵστημι “collocare” σβέννυμι “spegnere” φθάνω “prevenire” φύω “generare”
βα-/ βηδυ-/ δῡστα-/ στησβεσ-/ σβηφθα-/ φθηφῠ-/ φῡ-
ἔβησα “feci andare” ἔδυσα “immersi” ἔστησα “posi” ἔσβεσα “spensi” ἔφθασα “prevenni” ἔφυσα “generai”
ἔβην “andai” ἔδυν “mi immersi” ἔστην “mi posi, stetti” ἔσβην “mi spensi” ἔφθην “arrivai prima” ἔφυν “nacqui”
z Segue la flessione dell’aoristo terzo anche l’aoristo ἔτλην che deriva dalla radice τλα- (cfr. lat. tuli, latum), difettivo di presente, da cui derivano il futuro τλήσομαι e il perfetto τέτληκα. z Le seguenti forme isolate di aoristo terzo si trovano per lo più in poesia. da ἔχω “avere” da γηράσκω “invecchiare”
imperativo 2a pers. sing. indicativo infinito participio
da κλύω “ascoltare”
imperativo 2a pers. sing. imperativo 2a pers. pl.
da πίνω “bere”
imperativo 2a pers. sing.
da σκέλλω “disseccare”
indicativo infinito
4.3
σχές ἐγήραν γηρᾶναι γηράς κλῦθι κλῦτε πῖθι ἔσκλην σκλῆναι
Aoristi atematici più frequenti X Forniamo un elenco degli aoristi atematici di uso più frequente. Presente
ἁλίσκομαι “essere preso” βαίνω “andare” βιβρώσκω “divorare” βιόω “vivere” γιγνώσκω “conoscere” (ἀπο)διδράσκω “fuggire” δύω “immergere” ἵστημι “collocare” πέτομαι “volare” 180
Tema verbale
ἁλωβα-/ βηβρωβιωγνωδρᾱδῠ-/ δῡ στα-/ στηπετ(η)-/ πτα-/ πτ(η)-
Aoristo
ἑάλων ο ἥλων ἔβην ἔβρων ἐβίων ἔγνων (ἀπ)έδραν ἔδυν ἔστην ἔπτην
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media
σβέννυμι “spegnere” *τλάω “sopportare” φθάνω “prevenire” φύω “generare”
σβεσ-/ σβηταλ-/ τλα-/ τληφθα-/ φθηφῠ-/ φῡ-
23
ἔσβην ἔτλην ἔφθην ἔφυν
5 L’aoristo cappatico X I verbi δίδωμι, τίθημι e ἵημι presentano una forma particolare di aoristo terzo, caratterizzata dal fatto che: • nel singolare dell’indicativo attivo aggiungono al tema verbale il suffisso -κα-, seguito dalle desinenze secondarie (da cui il nome di “cappatico”); tale suffisso è assente nel duale e nel plurale e negli altri modi; • la vocale del tema si allunga davanti al suffisso -κα-, ma rimane breve nel duale e nel plurale; • tutti e tre questi verbi hanno una regolare forma media, che non presenta il suffisso -κα-, ma risulta dall’aggiunta diretta delle desinenze medie al tema verbale. Proponiamo di seguito la flessione completa dell’aoristo terzo di δίδωμι, τίθημι e ἵημι.
δίδωμι “dare”, TV δο- / δωX Aoristo cappatico Indicativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a
3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἔ-δω-κα ἔ-δω-κα-ς ἔ-δω-κε ἔ-δο-τον ἐ-δό-την ἔ-δο-μεν ἔ-δο-τε ἔ-δο-σαν
Congiuntivo Medio
ἐ-δό-μην ἔ-δου ἔ-δο-το ἔ-δο-σθον ἐ-δό-σθην ἐ-δό-μεθα ἔ-δο-σθε ἔ-δο-ντο
Attivo
δῶ δῷ-ς δῷ δῶ-τον δῶ-τον δῶ-μεν δῶ-τε δῶ-σι(ν)
Ottativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a
3a 2a 3a 1a 2a 3a
δο-ίη-ν δο-ίη-ς δο-ίη δο-ῖ-τον δο-ί-την δο-ῖ-μεν δο-ῖ-τε δο-ῖ-εν
Medio
δῶ-μαι δῷ δῶ-ται δῶ-σθον δῶ-σθον δώ-μεθα δῶ-σθε δῶ-νται Imperativo
Medio
δο-ί-μην δο-ῖ-ο δο-ῖ-το δο-ῖ-σθον δο-ί-σθην δο-ί-μεθα δο-ῖ-σθε δο-ῖ-ντο
Attivo
— δό-ς δό-τω δό-τον δό-των — δό-τε δό-ντων (δό-τωσαν)
Medio
— δοῦ δό-σθω δό-σθον δό-σθων — δό-σθε δό-σθων (δό-σθωσαν) 181
Parte
1
Fonetica e morfologia
Infinito
Participio
Attivo
δοῦ-ναι
Medio
Attivo
δό-σθαι
Medio
δούς (δόντος), δοῦσα (δούσης), δόν (δόντος)
δό-μενος (-ου), δο-μένη (-ης), δό-μενον (-ου)
X τίθημι “porre”, TV θε-/ θηAoristo cappatico Indicativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἔ-θη-κα ἔ-θη-κα-ς ἔ-θη-κε ἔ-θε-τον ἐ-θέ-την ἔ-θε-μεν ἔ-θε-τε ἔ-θε-σαν
Congiuntivo Medio
ἐ-θέ-μην ἔ-θου ἔ-θε-το ἔ-θε-σθον ἐ-θέ-σθην ἐ-θέ-μεθα ἔ-θε-σθε ἔ-θε-ντο
Attivo
θῶ θῇ-ς θῇ θῆ-τον θῆ-τον θῶ-μεν θῆ-τε θῶ-σι(ν)
Ottativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
θε-ίη-ν θε-ίη-ς θε-ίη θε-ῖ-τον θε-ί-την θε-ῖ-μεν θε-ῖ-τε θε-ῖ-εν
θεῖ-ναι
182
θῶ-μαι θῇ θῆ-ται θῆ-σθον θῆ-σθον θώ-μεθα θῆ-σθε θῶ-νται Imperativo
Medio
θε-ί-μην θε-ῖ-ο θε-ῖ-το θε-ῖ-σθον θε-ί-σθην θε-ί-μεθα θε-ῖ-σθε θε-ῖ-ντο
Attivo
— θέ-ς θέ-τω θέ-τον θέ-των — θέ-τε θέ-ντων (θέ-τωσαν)
Infinito Attivo
Medio
Medio
— θοῦ θέ-σθω θέ-σθον θέ-σθων — θέ-σθε θέ-σθων (θέ-σθωσαν) Participio
Medio
θέ-σθαι
Attivo
θείς (θέντος) θεῖσα (θείσης) θέν (θέντος)
Medio
θέ-μενος (-ου), θε-μένη (-ης), θέ-μενον (-ου)
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: le diatesi attiva e media
23
X ἵημι “inviare”, TV ἑ- / ἡAoristo cappatico Indicativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἧ-κα ἧ-κα-ς ἧ-κε εἷ-τον εἵ-την εἷ-μεν εἷ-τε εἷ-σαν
Congiuntivo Medio
εἵ-μην εἷ-σο εἷ-το εἷ-σθον εἵ-σθην εἵ-μεθα εἷ-σθε εἷ-ντο
Attivo
ὧ ᾗ-ς ᾗ ἧ-τον ἧ-τον ὧ-μεν ἧ-τε ὧ-σι(ν)
Ottativo Attivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ε-ἵη-ν ε-ἵη-ς ε-ἵη ε-ἷ-τον ε-ἵ-την ε-ἷ-μεν ε-ἷ-τε ε-ἷ-εν
εἷ-ναι
ὧ-μαι ᾗ ἧ-ται ἧ-σθον ἧ-σθον ὥ-μεθα ἧ-σθε ὧ-νται Imperativo
Medio
ε-ἵ-μην ε-ἷ-ο ε-ἷ-το ε-ἷ-σθον ε-ἵ-σθην ε-ἵ-μεθα ε-ἷ-σθε ε-ἷ-ντο
Attivo
— ἕ-ς ἕ-τω ἕ-τον ἕ-των — ἕ-τε ἕ-ντων (ἕ-τωσαν)
Infinito Attivo
Medio
Medio
— οὗ ἕ-σθω ἕ-σθον ἕ-σθων — ἕ-σθε ἕ-σθων (ἕ-σθωσαν) Participio
Medio
ἕ-σθαι
Attivo
εἵς (ἕντος) εἷσα (εἵσης) ἕν (ἕντος)
Medio
ἕ-μενος (-ου) ἑ-μένη (-ης) ἕ-μενον (-ου)
OSSERVAZIONI z La ἡ- del singolare indicativo di ἵημι è dovuta all’allungamento del tema ἑ davanti al suffisso -κα-; nel duale e nel plurale, invece, il tema, che si presenta nella forma breve, si contrae con l’aumento, determinando il dittongo iniziale εἱ-. z Le forme ἔδου e ἔθου della 2a persona singolare dell’indicativo medio risultano dalla caduta del σ della desinenza -σο e dalla successiva contrazione della vocale del tema con quella della desinenza. z Lo stesso fenomeno è alla base della 2a persona singolare dell’imperativo medio: δοῦ, θοῦ e οὗ. z Per il congiuntivo e l’ottativo vale quel che si è notato a proposito dell’aoristo terzo regolare. z La 2a persona singolare dell’imperativo attivo di δίδωμι, τίθημι e ἵημι presenta una desinenza -ς di oscura origine, davanti alla quale, peraltro, la vocale del tema rimane breve. z L’infinito attivo ha desinenza -εναι, che contrae con la vocale del tema: δοῦναι ( *δοεναι), θεῖναι ( *θεεναι) e εἷναι ( *ἑεναι) sono voci contratte.
183
PARTE 1
CAPITOLO 24
Fonetica e morfologia
Il sistema dell’aoristo: la diatesi passiva
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali l’aoristo passivo debole e forte
DDI
1 Caratteri generali L’aoristo è, insieme al futuro, l’unico tempo ad avere una forma distinta per la X diatesi passiva. L’aoristo passivo, a seconda dei modi di formazione, si suddivide in: • aoristo passivo primo o debole, caratterizzato dall’aggiunta del suffisso -θη- al tema verbale; • aoristo passivo secondo o forte, caratterizzato dall’aggiunta del suffisso -η- al tema verbale.
2 L’aoristo passivo primo (o debole) X Proprio della maggior parte dei verbi, sia in -ω che in -μι, l’aoristo passivo primo è caratterizzato dalla presenza del suffisso -θη-.
2.1
Formazione All’indicativo si forma premettendo al tema verbale l’aumento e aggiungendovi X il suffisso -θη- seguito dalle desinenze attive storiche. L’impiego delle desinenze attive pare dovuto al fatto che originariamente questo fosse un tempo attivo intransitivo. aumento + TV
ἐ-
+ suffisso +
+ λυ- + -θη-
+
desinenze secondarie -ν
ἐλύθην “io fui sciolto”
X Negli altri modi si forma aggiungendo al tema verbale il suffisso -θη- seguito dalle terminazioni solite. X Ricorda che nel caso di temi soggetti ad apofonia l’aoristo passivo primo si forma generalmente sul tema di grado medio. Non mancano alcune importanti eccezioni che presentano il grado ridotto. στέλλω “inviare” TV σταλ- / στελAor. p. ἐστάλθην τα- / τενἐτάθην τείνω “tendere” χυ- /χευἐχύθην χέω “versare” X In relazione agli esiti prodotti dall’incontro fra i vari temi verbali e il θ del suffisso -θη-, i verbi che hanno l’aoristo passivo primo possono essere suddivisi nei seguenti gruppi. 184
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: la diatesi passiva
24
• Primo gruppo I verbi il cui tema verbale esce in vocale breve tendono ad allungare la vocale finale del tema secondo lo schema già visto per l’aoristo attivo. Tema verbale
ᾱ ἐάω “lasciare” ᾰ impuro η τιμάω “onorare” ποιέω “compiere” ε η ᾰ puro
ο ω
Aoristo passivo
ἐᾰ-
εἰάθην
τιμᾰ-
ἐτιμήθην
ποιε-
ἐποιήθην
δουλόω “assoggettare” δουλο-
ἐδουλώθην
OSSERVAZIONI z Alcuni verbi mantengono breve la vocale finale del tema. TV αἰνεAor. ᾐνέθην αἰνέω “lodare” αἱρέω “prendere” αἱρεᾑρέθην δίδωμι “dare” δοἐδόθην τίθημι “porre” θεἐτέθην ἵημι “inviare” ἑεἵθην ἵστημι “collocare” σταἐστάθην In ἐτέθην la θ del tema si trasforma in tenue per la legge di Grassmann [ p. 303] z In certi verbi si verifica l’inserimento di un -σ- tra tema e suffisso -θη-. αἰδέομαι “vergognarsi” TV αἰδεAor. p. ᾐδέσθην γελάω “ridere” γελαἐγελάσθην γιγνώσκω “conoscere” γνωἐγνώσθην δράω “fare” δραἐδράσθην κλάω “rompere” κλαἐκλάσθην μιμνήσκω “ricordarsi” μνηἐμνήσθην σπάω “tirare” σπαἐσπάσθην τελέω “compiere” τελεἐτελέσθην χράομαι “usare” χρηἐχρήσθην χράω “dare oracoli” χρηἐχρήσθην Vi sono poi verbi che presentano doppia forma, con e senza -σ- interposto. ἐλαύνω “spingere” TV ἐλαAor. p. ἠλάθην o ἠλάσθην
• Secondo gruppo I verbi il cui tema verbale esce in dittongo mantengono inalterato il dittongo del tema. δουλεύω “essere schiavo” TV δουλευAor. p. ἐδουλεύθην καυἐκαύθην καίω “bruciare” OSSERVAZIONI z Anche alcuni verbi col tema uscente in dittongo inseriscono un -σ- prima del suffisso -θη-. TV ἀκουAor. p. ἠκούσθην ἀκούω “ascoltare” κλαίω “piangere” κλαυἐκλαύσθην κλείω “chiudere” κλειἐκλείσθην κελεύω “comandare” κελευἐκελεύσθην πλέω “navigare” πλε-/ πλευἐπλεύσθην πνέω “spirare” πνε-/ πνευἐπνεύσθην
• Terzo gruppo Nei verbi il cui tema verbale esce in consonante muta, l’incontro fra la muta del tema e la θ del suffisso determina i seguenti esiti: – le velari κ, γ, χ si mutano nell’aspirata χ; – le labiali π, β, φ si mutano nell’aspirata φ; – le dentali τ, δ, θ si mutano in σ. 185
Parte
1 Temi in velare
κ, γ, χ + θ χθ
Tema verbale
φυλακφυλάσσω “custodire” πραγπράσσω “fare” ταράσσω “sconvolgere” ταραχ-
Temi in labiale
ἐφυλάχθην ἐπράχθην ἐταράχθην
Tema verbale
π, β, φ + θ φθ λείπω “lasciare” βλάπτω “danneggiare” γράφω “scrivere” Temi in dentale
Aoristo
ἐλείφθην ἐβλάφθην ἐγράφθην
λειπβλαβγραφTema verbale
τ, δ, θ + θ σθ πασσω “spargere” κομίζω “portare” πλάσσω “plasmare”
Aoristo
Aoristo
ἐπάσθην ἐκομίσθην ἐπλάσθην
πατκομιδπλαθ-
OSSERVAZIONI z Fa eccezione il verbo σῴζω “salvare”, il cui aoristo passivo è ἐσώθην. z Quando il tema termina con il gruppo ν + dentale, davanti al θ del suffisso la dentale si muta in -σ-, la nasale cade determinando l’allungamento di compenso della vocale precedente. TV σπενδAor. p. ἐσπείσθην σπένδω “fare libagioni”
• Quarto gruppo Nei verbi il cui tema verbale esce in liquida e nasale le liquide λ, ρ e la nasale ν restano immutate. ἀγγέλλω “annunciare” TV ἀγγελAor. p. ἠγγέλθην ἀρἤρθην αἴρω “sollevare” φανἐφάνθην φαίνω “mostrare” OSSERVAZIONI z Perdono la nasale davanti al suffisso -θη- i seguenti verbi. TV κλινAor. p. ἐκλίθην κλίνω “piegare” κρίνω “giudicare” κρινἐκρίθην πλύνω “lavare” πλυνἐπλύθην τείνω “tendere” ταν-/τενἐτάθην
X Fenomeni fonetici particolari nella formazione dell’aoristo passivo primo presentano i seguenti verbi:
βάλλω “lanciare” θάπτω “seppellire” θρύπτω “tritare” καλέω “chiamare” τέμνω “tagliare” τρέφω “nutrire”
TV
βαλ-/ βληθαφθρυφκαλε-/ κλητεμ-/ ταμ-/ τμηθρεφ-
Aor. p.
Bada a non confondere ἐθρέφθην con ἐτρέφθην (da τρέπω). 186
ἐβλήθην ἐθάφθην ἐθρύφθην ἐκλήθην ἐτμήθην ἐθρέφθην
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: la diatesi passiva
24
X Nell’aoristo passivo debole presentano il tema verbale ampliato con -ε- (che per lo più si allunga in η) i seguenti verbi:
ἁμαρτάνω “sbagliare”
TV
Aor. p.
ἁμαρτ-
ἡμαρτήθην
αὐξάνω “accrescere”
αὐξ-
ηὐξήθην
βούλομαι “volere”
βουλ-
ἐβουλήθην
δέω “mancare”
δε-
ἐδεήθην
εὑρίσκω “trovare”
εὑρ-
εὑρέθην
ἐπιμέλω “stare a cuore”
μελ-
ἐπεμελήθην
οἴομαι “pensare”
οἰ-
ᾠήθην
στερίσκω “privare”
στερ-
ἐστερήθην
Flessione
2.2
λύω “sciogliere”, TV λυX Aoristo passivo primo Indicativo
Singolare
Duale
a
1 2a
Ottativo
2a
ἐ-λύ-θη-ν ἐ-λύ-θη-ς ἐ-λύ-θη ἐ-λύ-θη-τον ἐ-λυ-θή-την ἐ-λύ-θη-μεν ἐ-λύ-θη-τε
λυ-θῶ λυ-θῇ-ς λυ-θῇ λυ-θῆ-τον λυ-θῆ-τον λυ-θῶ-μεν λυ-θῆ-τε
λυ-θε-ίη-ν λυ-θε-ίη-ς λυ-θε-ίη λυ-θε-ῖ-τον λυ-θε-ί-την λυ-θε-ῖ-μεν λυ-θε-ῖ-τε
3a
ἐ-λύ-θη-σαν
λυ-θῶ-σι(ν)
λυ-θε-ῖ-εν
3a 2a 3a
Plurale
Congiuntivo
1a
Infinito
λυ-θῆ-ναι
Imperativo
— λύ-θη-τι λυ-θή-τω λύ-θη-τον λυ-θή-των — λύ-θη-τε λυ-θέ-ντων (λυ-θή-τωσαν)
Participio
λυ-θείς, λυ-θεῖσα, λυ-θέν (λυθέντος, λυθείσης, λυθέντος)
OSSERVAZIONI z Il congiuntivo è tematico: in esso la -η- del suffisso si contrae con la vocale tematica allungata (η / ω). z Nell’ottativo e nella 3a persona plurale dell’imperativo la -η- del suffisso si abbrevia per effetto della legge di Osthoff [ p. 298]. Ricorda che al plurale sono attestate anche le forme λυθείημεν, λυθείητε, λυθείησαν. z La desinenza -θι della 2a persona singolare dell’imperativo perde l’aspirazione, modificandosi in -τι, a causa della precedente aspirazione propria del suffisso -θη- [legge di Grassmann, p. 303]. z Nota che, contrariamente alle regole generali dell’accento nel verbo, l’infinito è sempre properispomeno. z Il participio, dal tema -εντ, si flette come il participio presente e aoristo di τίθημι.
187
Parte
1 z Alcuni verbi deponenti hanno l’aoristo di forma passiva e significato attivo (deponenti passivi). I più comuni sono: ἄγαμαι “ammirare” Aor. p. ἠγάσθην “ammirai” αἰδέομαι “rispettare” ᾐδέσθην “rispettai” αἰσχύνομαι “vergognarsi” ᾐσχύνθην “mi vergognai” ἄχθομαι “crucciarsi” ἠχθέσθην “mi crucciai” βούλομαι “volere” ἐβουλήθην “volli” δέομαι “aver bisogno” ἐδεήθην “ebbi bisogno” διανοέομαι “pensare” διενοήθην “pensai” ἐνθυμέομαι “considerare” ἐνεθυμήθην “considerai” ἐπιμέλομαι “occuparsi di” ἐπεμελήθην “mi occupai di” ἥδομαι “rallegrarsi” ἥσθην “mi rallegrai” λυπέομαι “addolorarsi” ἐλυπήθην “mi addolorai” μεταμέλομαι “pentirsi” μετεμελήθην “mi pentii” οἴομαι “pensare” ᾠήθην “pensai” ὀργίζομαι “adirarsi” ὠργίσθην “mi adirai”
3 L’aoristo passivo secondo (o forte) Nell’aoristo passivo forte si registra la presenza di una semplice -η- in luogo del X suffisso -θη- proprio dell’aoristo passivo debole: questa è l’unica differenza fra le due forme di aoristo passivo, che per il resto si flettono nello stesso modo. L’aoristo passivo forte è proprio di un limitato numero di verbi aventi tema per lo più monosillabico, uscente in consonante muta (gutturale, labiale, dentale), in liquida o in nasale.
3.1
Formazione L’aoristo passivo forte si forma, al modo indicativo, come segue: X aumento + TV + suffisso ἐ+ φαν- + -η-
+ desinenze secondarie + -ν ἐφάνην
“io apparvi”
X L’assenza del θ, proprio del suffisso -θη- dell’aoristo passivo debole, fa sì che non si registrino, nella formazione dell’aoristo passivo forte, fenomeni particolari. Devi tuttavia tenere presente che i verbi aventi tema verbale apofonico formano l’aoristo passivo forte dal tema con vocalismo di grado zero.
σπείρω “seminare”
X Resti del tempio E a Selinunte, 550 a.C. circa.
188
TV
σπαρ- / σπερ-
Aor. p. II ἐσπάρην
Capitolo
Il sistema dell’aoristo: la diatesi passiva
24
Flessione
3.2
φαίνω “mostrare”, TV φανX Aoristo passivo secondo Indicativo
Singolare
a
1 2a 3a 2a
Duale
3a Plurale
1a 2a 3a
ἐ-φάν-η-ν ἐ-φάν-η-ς ἐ-φάν-η ἐ-φάν-η-τον ἐ-φαν-ή-την ἐ-φάν-η-μεν ἐ-φάν-η-τε ἐ-φάν-η-σαν
Congiuntivo
φαν-ῶ φαν-ῇ-ς φαν-ῇ φαν-ῆ-τον φαν-ῆ-τον φαν-ῶ-μεν φαν-ῆ-τε φαν-ῶ-σι
Ottativo
φαν-ε-ίη-ν φαν-ε-ίη-ς φαν-ε-ίη φαν-ε-ῖ-τον φαν-ε-ί-την φαν-ε-ῖ-μεν φαν-ε-ῖ-τε φαν-ε-ῖ-εν
Infinito
φαν-ῆ-ναι
Imperativo
— φάν-η-θι φαν-ή-τω φάν-η-τον φαν-ή-των — φάν-η-τε φαν-έ-ντων (φαν-ή-τωσαν)
Participio
φαν-είς, φαν-εῖσα, φαν-έν (-έντος, -είσης, -έντος)
OSSERVAZIONI z La desinenza -θι, propria della 2a persona dell’imperativo aoristo singolare, si conserva immutata (a differenza che nell’aoristo passivo debole) in assenza di altre aspirazioni. λύω “sciogliere” Aor. pass. I ἐλύθην Imper. aor. pass. I λύθητι φαίνω “mostrare” Aor. pass. II ἐφάνην Imper. aor. pass. II φάνηθι z Non pochi verbi presentano entrambe le forme di aoristo passivo: quella debole di formazione più recente e quella forte di formazione più antica. In questo caso è possibile che la forma debole abbia valore passivo, la forma forte valore riflessivo-intransitivo. φαίνω (mostrare) Aor. pass. I ἐφάνθην (fui mostrato) Aor. pass. II ἐφάνην (mi mostrai, apparvi) τρέπω (volgere) Aor. pass. I ἐτρέφθην (fui volto) Aor. pass. II ἐτράπην (mi volsi) In molti casi, però, le due forme di aoristo passivo hanno grosso modo lo stesso valore.
3.3
Verbi con aoristo passivo forte di uso comune X Ti diamo qui di seguito un elenco dei principali verbi con aoristo passivo forte. Noterai come molti di questi verbi abbiano anche una forma di aoristo passivo debole. Temi con apofonia di grado ridotto Presente
Tema verbale
Aoristo passivo II
Aoristo passivo I
δέρω “scorticare”
δαρ-/ δερ-
ἐδάρην
ἐδάρθην
κείρω “tosare”
καρ-/ κερ-
ἐκάρην
ἐκέρθην
κλέπτω “rubare”
κλαπ-/ κλεπ-
ἐκλάπην
ἐκλέφθην
πείρω “trapassare”
παρ-/ περ-
ἐπάρην
πλέκω “intrecciare”
πλακ-/ πλεκ-
ἐπλάκην
σπείρω “seminare”
σπαρ-/ σπερ-
ἐσπάρην
ἐπλέχθην
189
Parte
1 στέλλω “mandare”
σταλ-/ στελ-
ἐστάλην
ἐστάλθην
στρέφω “voltare”
στραφ-/ στρεφ-
ἐστράφην
ἐστρέφθην
τρέπω “volgere”
τραπ-/ τρεπ-
ἐτράπην
ἐτρέφθην
τρέφω “nutrire”
θραφ-/ θρεφ-
ἐτράφην
ἐθρέφθην
φθείρω “corrompere”
φθαρ-/ φθερ-
ἐφθάρην
πλήσσω “percuotere”
πλαγ-/ πληγ-
ἐπλήγην/ ἐπλάγην
ἐπλήχθην
σήπω “putrefare”
σαπ-/ σηπ-
ἐσάπην
ἐσήφθην
τήκω “liquefare”
τακ-/ τηκ-
ἐτάκην
ἐτήχθην
ῥέω “scorrere”
ῥυ-/ ῥευ-
ἐρρύην
Temi senza apofonia Presente
190
Tema verbale Aoristo passivo II
Aoristo passivo I
ἀλλάσσω “mutare”
ἀλλαγ-
ἠλλάγην
ἠλλάχθην
βάπτω “immergere”
βαφ-
ἐβάφην
ἐβάφθην
βλάπτω “danneggiare” βλαβ-
ἐβλάβην
ἐβλάφθην
βλέπω “guardare”
βλεπ-
ἐβλέπην
γράφω “scrivere”
γραφ-
ἐγράφην
ἐγράφθην
θάπτω “seppellire”
θαφ-
ἐτάφην
ἐθάφθην
καίω “bruciare”
καϝ-/καυ-
ἐκάην
ἐκαύθην
κλίνω “piegare”
κλιν-/κλι-
ἐκλίνην
ἐκλίθην
κόπτω “tagliare”
κοπ-
ἐκόπην
κρύπτω “nascondere” κρυφ-/κρυβ-
ἐκρύφην/ἐκρύβην ἐκρύφθην
λέγω “dire, raccogliere” λεγ-
ἐλέγην
μαίνομαι “infuriare”
μαν-
ἐμάνην
μάσσω “impastare”
μαγ-
ἐμάγην
ἐμάχθην
πνίγω “soffocare”
πνιγ-
ἐπνίγην
ἐπνίχθην
ῥάπτω “cucire”
ῥαφ-
ἐρράφην
ῥίπτω “scagliare”
ῥιφ-
ἐρρίφην
σκάπτω “scavare”
σκαφ-
ἐσκάφην
σύρω “lacerare”
συρ-
ἐσύρην
σφάλλω “far cadere”
σφαλ-
ἐσφάλην
ἐσφάλθην
σφάττω “sacrificare”
σφαγ-
ἐσφάγην
ἐσφάχθην
τάσσω “ordinare”
ταγ-
ἐτάγην
ἐτάχθην
τρίβω “consumare”
τριβ-
ἐτρίβην
ἐτρίφθην
τύπτω “percuotere”
τυπ-
ἐτύπην
ἐτύφθην
φαίνω “mostrare”
φαν-
ἐφάνην “apparvi” ἐφάνθην “fui mostrato”
φλέγω “accendere”
φλεγ-
ἐφλέγην
χαίρω “godere”
χαρ-
ἐχάρην
ἐλέχθην
ἐρρίφθην
ἐφλέχθην
PARTE 1
CAPITOLO 25
Fonetica e morfologia Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali il futuro sigmatico e contratto e il futuro attico e dorico
Il sistema del futuro DDI
1 Caratteri generali X In greco il futuro è un tempo principale ed esprime un’azione che ha da compiersi, sia di natura durativa che momentanea. Da ciò deriva il fatto che il futuro presenta: • una valenza temporale, per cui al modo indicativo si traduce con il futuro;
Σωκράτη δ’ ἐγὼ ἐπαινεῖν, ὦ ἄνδρες, οὕτως ἐπιχειρήσω δι’ εἰκόνων. (Plat. Conv. 215a) Mi sforzerò, amici miei, di lodare Socrate così, per via d’immagini. • una valenza aspettuale, talvolta durativa (come il presente e l’imperfetto), talvolta momentanea (come l’aoristo); questa doppia valenza risulta particolarmente marcata per quei verbi che presentano una doppia forma di futuro, una costituita dal tema del presente, l’altra dal tema dell’aoristo.
ἔχω “avere” dal tema di ἔχω (presente) futuro ἕξω (“io avrò” durativo) dal tema di ἔσχον (aor. II) futuro σχήσω (“io mi impossesserò” momentaneo) X In greco il futuro presenta: • quattro modi (indicativo, ottativo, infinito, participio); • tre diatesi morfologicamente distinte (attiva, media, passiva). Mentre la diatesi media si forma a partire da quella attiva, sostituendo le desinenze personali medie a quelle attive, la diatesi passiva è caratterizzata da un tema e da una formazione particolari. X Caratteristica del futuro è sempre la presenza di un suffisso -σ-. Dal momento che l’incontro tra questo suffisso e i vari temi verbali produce esiti differenti, la prassi scolastica riconosce quattro forme distinte di futuro: • futuro sigmatico; • futuro contratto; • futuro attico; • futuro dorico.
191
Parte
1
Fonetica e morfologia
2 Il futuro sigmatico Il futuro sigmatico deve la sua denominazione al fatto che inserisce un suffisso X -σ- seguito dalla vocale -ε/ο- tra il tema verbale e le desinenze personali. Esso è proprio dei verbi che hanno il tema in vocale, dittongo o consonante muta (velare, labiale, dentale).
2.1
Formazione Il futuro sigmatico si forma, al modo indicativo, come segue: X TV + suffisso e vocale tematica + desinenze principali λυ- + -σε-/ -σο+ -μεν λύσομεν “noi scioglieremo” λυ- + -σε-/ -σο+ -τε λύσετε “voi scioglierete” Operativamente, è opportuno tenere presente che: • la 1a persona singolare dell’indicativo attivo è formata mediante l’unione di TV + -σω λυ- + -σω
λύσω
• la 1a persona singolare dell’indicativo medio è formata mediante l’unione di TV + -σομαι λυ- + -σομαι
λύσομαι
X L’incontro fra i vari temi verbali e il -σ- del suffisso proprio del futuro sigmatico, determina gli stessi fenomeni fonetici che hai conosciuto studiando l’aoristo debole sigmatico. In relazione a tali esiti, i verbi che hanno il futuro sigmatico possono essere suddivisi nei seguenti gruppi. • Primo gruppo I verbi il cui tema verbale esce in vocale breve tendono ad allungare la vocale finale del tema secondo lo schema consueto. Tema verbale
ᾰ puro ᾱ ᾰ impuro η ε η ῐ ῑ ο ω ῠ ῡ
Futuro sigmatico
δράω “fare” τιμάω “onorare” ἵστημι “collocare” ποιέω “fare” τίω “pagare” δουλόω “assoggettare”
δρᾰτιμᾰ στᾰποιετῐδουλο-
δράσω τιμήσω στήσω ποιήσω τίσω δουλώσω
λύω “sciogliere”
λῠ-
λύσω
Occorre sottolineare come in queste forme di futuro sigmatico il σ del suffisso non cada, benché venga a trovarsi in posizione intervocalica. 192
Capitolo
Il sistema del futuro
25
OSSERVAZIONI z In alcuni verbi che hanno il tema verbale uscente in vocale breve, non si registra il normale allungamento della vocale finale del tema verbale.
αἰδέομαι “vergognarsi” αἰνέω “lodare” ἀκέομαι “risanare” ἀλέω “macinare” ἀνύω “compiere” ἀρκέω “bastare” ἀρόω “arare” ἀρύω “attingere” ἑλκύω “tirare” ἐμέω “vomitare”
Fut. αἰδέσομαι
αἰνέσω ἀκέσομαι ἀλέσω ἀνύσω ἀρκέσω ἀρόσω ἀρύσω ἑλκύσω ἐμέσω
ζέω “bollire” Fut. ζέσω καλέω “chiamare” καλέσω μύω “chiudersi” μύσω ξέω “raschiare” ξέσω ποθέω “desiderare” ποθέσω πονέω “affaticarsi” πονέσω πτύω “sputare” πτύσω τανύω “stendere” τανύσω τελέω “compiere” τελέσω τρέω “tremare” τρέσω
• Secondo gruppo I verbi il cui tema verbale esce in dittongo mantengono inalterato il dittongo del tema. δουλεύω “essere schiavo” TV δουλευFuturo δουλεύσω καυκαύσω καίω “bruciare” πλε(υ)πλεύσω πλέω “navigare” • Terzo gruppo Nei verbi il cui tema verbale esce in consonante muta, l’incontro fra la muta del tema e il σ del suffisso determina i seguenti esiti: – le velari κ, γ, χ si fondono con il σ del suffisso nella consonante doppia ξ; – le labiali π, β, φ si fondono con il σ del suffisso nella consonante doppia ψ; – le dentali τ, δ, θ cadono davanti al σ del suffisso senza produrre ulteriori esiti; tuttavia, quando la dentale è preceduta da ω, i gruppi -ντ-, -νδ-, -νθ- cadono davanti al σ del suffisso determinando l’allungamento di compenso della vocale precedente. Tema in velare
κ, γ, χ + σ ξ
Tema verbale
φρίσσω “rabbrividire”
φρικ-
φρίξω
δείκνυμι “mostrare”
δεικ-
δείξω
πράσσω “fare”
πραγ-
πράξω
ταράσσω “sconvolgere” ταραχTema in labiale
π, β, φ + σ ψ
ταράξω
Tema verbale
Futuro
κόπτω “tagliare”
κοπ-
κόψω
τρίβω “strofinare”
τριβ-
τρίψω
γράφω “scrivere”
γραφ-
γράψω
Tema in dentale
τ, δ, θ + σ σ
Futuro
Tema verbale
Futuro
πάσσω “spargere”
πατ-
πάσω
γυμνάζω “esercitare” πλάσσω “plasmare”
γυμναδπλαθ-
γυμνάσω πλάσω
σπένδω “fare libagioni”
σπενδ-
*σπένδσω σπείσω 193
Parte
1
Fonetica e morfologia
OSSERVAZIONI z Relativamente alla formazione, dovrai tenere presente che i verbi aventi tema verbale apofonico formano il futuro sigmatico dal tema di grado medio. TV τραπ-/ τρεπ-/ τροπFut. τρέψω τρέπω “volgere” πείθω “persuadere” πιθ-/πειθ-/ποιθπείσω z Alcuni verbi (o gruppi di verbi) presentano anomalie di varia natura nella formazione del futuro sigmatico: X i verbi χράω “dare oracoli” e χράομαι “servirsi”, il cui tema verbale esce in α puro, mutano la α del tema in η (e non in α lungo); Fut. χρήσω χράω “dare oracoli” χράομαι “servirsi, usare” χρήσομαι X nel verbo ἀκροάομαι “ascoltare”, l’α del tema non si allunga in η ma in α lungo, benché impuro; ἀκροάομαι Fut. ἀκροάσομαι X alcuni verbi utilizzano antiche forme di presente in luogo del futuro. da ἐσθίω “mangiare” Fut. ἔδομαι “io mangerò” da πίνω “bere” πίομαι “io berrò” z In alcuni verbi il presente può assumere anche valore di futuro (χέω, χέομαι = “io verso, io verserò”). z Formano il futuro sigmatico in modo per diversi aspetti particolare i seguenti verbi. Fut. αὐξήσω αὐξάνω “aumentare” ἔχω “avere” ἕξω/ σχήσω μανθάνω “imparare” μαθήσομαι μάχομαι “combattere” μαχήσομαι τρέφω “nutrire” θρέψω
Flessione
2.2
X λύω “sciogliere”, TV λῠFuturo sigmatico Indicativo Attivo
Singolare
1a
Plurale
Medio
Attivo
λύ-σο-μαι
λύ-σοι-μι
λυ-σοί-μην
2
λύ-σε-ις
λύ-σ-ῃ (λύ-σει)
λύ-σοι-ς
λύ-σοι-ο
3a
λύ-σε-ι
λύ-σε-ται
λύ-σοι
λύ-σοι-το
2a
λύ-σε-τον
λύ-σε-σθον
λύ-σοι-τον
λύ-σοι-σθον
a
3
λύ-σε-τον
λύ-σε-σθον
λυ-σοί-την
λυ-σοί-σθην
1a
λύ-σο-μεν
λυ-σό-μεθα
λύ-σοι-μεν
λυ-σοί-μεθα
2
λύ-σε-τε
λύ-σε-σθε
λύ-σοι-τε
λύ-σοι-σθε
3a
λύ-σου-σι(ν)
λύ-σο-νται
λύ-σοι-εν
λύ-σοι-ντο
a
Infinito Attivo
λύ-σ-ειν
194
Medio
λύ-σω
a
Duale
Ottativo
Participio Medio
λύ-σε-σθαι
Attivo
Medio
λύ-σων (-οντος), λυ-σό-μενος (-ου), λύ-σουσα (-ούσης), λυ-σο-μένη (-ης), λῦ-σον (-οντος) λυ-σό-μενον (-ου)
Capitolo
Il sistema del futuro
25
OSSERVAZIONI z All’ottativo sono presenti entrambe le caratteristiche modali: X desinenze personali secondarie (tranne la 1a pers. sing. che esce in -μι); X inserimento della vocale ι (caratteristica del modo ottativo) tra il gruppo costituito dal suf-
2.3
fisso temporale e dalla vocale tematica e le desinenze personali (ott. att. 1a pers. sing. λύσο-ι-μι; ott. medio 1a pers. sing. λυ-σο-ί-μην). z Il participio attivo si declina come il participio presente attivo. Il participio medio si declina come il participio presente medio.
Futuro di εἰμί Il futuro di εἰμί si forma aggiungendo al tema ἐσ- il suffisso -σ-, seguito dalla X vocale tematica (-ε/ο-) e dalle desinenze principali medie. Il gruppo di -σσ- che si viene così a formare si semplifica però in -σ-: *ἐσσομαι ἔσομαι. Futuro di εἰμί Indicativo
Singolare 1a
ἔσομαι ἔσῃ (ἔσει)
ἐσοίμην ἔσοιο
2
ἔσται ἔσεσθον
ἔσοιτο ἔσοισθον
3a
ἔσεσθον
ἐσοίσθην
1a
ἐσόμεθα
ἐσοίμεθα
ἔσεσθε ἔσονται
ἔσοισθε ἔσοιντο
2a 3a Duale Plurale
Ottativo
a
a
2
a
3
Infinito
ἔσεσθαι
Participio
ἐσόμενος, -η, -ον (-ου, -ης, -ου)
3 Il futuro contratto X Il futuro contratto è proprio dei verbi col tema uscente in liquida (λ, ρ) o nasale (μ, ν). Spesso il futuro contratto viene anche indicato come futuro “asigmatico”, tale definizione è tuttavia impropria, giacché esso si forma aggiungendo al tema verbale il suffisso -εσ- seguito dalla vocale tematica -ε/ο-; il σ però, venendosi a trovare in posizione intervocalica (-εσο-/-εσε-), cade e le due vocali si contraggono secondo le regole usuali (ε + ε ει, ε + ο ου [ pp. 305-306). Ne risulta una coniugazione affine a del presente dei verbi contratti in -έω.
φαίνω “mostrare” TV φανφαίνω “mostrare”
Fut. *φανέσω *φανέω φανῶ “mostrerò”
*φανέσεις *φανέεις φανεῖς “mostrerai”
195
Parte
1
Fonetica e morfologia
Formazione
3.1
X La formazione del futuro contratto può essere così schematizzata: TV + φαν- +
φαν- +
suffisso e vocale tematica + desinenze principali -εσο+ -μεν φανέσομεν φανοῦμεν “noi mostreremo” -εσε+ τε φανέσετε φανεῖτε “voi mostrerete”
Ecco alcuni esempi di futuro contratto: TV ἀγγέλλω “annunciare” αἴρω “sollevare” αἰσχύνω “disonorare” βάλλω “gettare” κρίνω “giudicare” μένω “rimanere” ὄλλυμι “mandare in rovina” ὄμνυμι “giurare” τέμνω “tagliare” φθείρω “distruggere”
ἀγγελἀραἰσχυνβαλκρινμενὀλὀμτεμφθερ-
Futuro ἀγγελῶ ἀρῶ αἰσχυνῶ βαλῶ κρινῶ μενῶ ὀλῶ ὀμῶ τεμῶ φθερῶ
OSSERVAZIONI z I verbi κέλλω “spingere” e κύρω “incontrare”, pur avendo tema in liquida, presentano il futuro sigmatico: κέλσω, κύρσω.
Flessione
3.2
X φαίνω “mostrare”, TV φανFuturo contratto Indicativo Attivo
Singolare
1a
Plurale
Medio
Attivo
φαν-ῶ
φαν-οῦ-μαι
φαν-οίη-ν
φαν-οί-μην
φαν-εῖ-ς
φαν-ῇ (-εῖ)
φαν-οίη-ς
φαν-οῖ-ο
a
3
φαν-εῖ
φαν-εῖ-ται
φαν-οίη
φαν-οῖ-το
2a
φαν-εῖ-τον
φαν-εῖ-σθον
φαν-οῖ-τον
φαν-οῖ-σθον
3a
φαν-εῖ-τον
φαν-εῖ-σθον
φαν-οί-την
φαν-οί-σθην
a
φαν-οῦ-μεν
φαν-ού-μεθα
φαν-οῖ-μεν
φαν-οί-μεθα
a
φαν-εῖ-τε φαν-οῦ-σι(ν)
φαν-εῖ-σθε φαν-οῦ-νται
φαν-οῖ-τε φαν-οῖ-εν
φαν-οῖ-σθε φαν-οῖ-ντο
1 2
3a
Infinito Attivo
φαν-εῖν
196
Medio
a
2 Duale
Ottativo
Participio Medio
φαν-εῖ-σθαι
Attivo
Medio
φαν-ῶν (-οῦντος), φαν-ού-μενος (-ου), φαν-οῦσα (-ούσης), φαν-ου-μέν-η (-ης), φαν-οῦν (-οῦντος) φαν-ού-μεν-ον (-ου)
Capitolo
Il sistema del futuro
25
4 Il futuro attico X Alcuni verbi presentano, accanto al futuro sigmatico, una forma di futuro contratto detto futuro attico (perché caratteristico di questo dialetto). Si tratta di verbi in cui il σ, proprio del suffisso del futuro, viene a trovarsi tra due vocali brevi. In tale posizione, il σ cade con successiva contrazione delle due vocali. La coniugazione del futuro attivo è uguale a quella del presente dei verbi contratti in -άω e in -έω. X Il futuro attico è caratteristico di tre gruppi di verbi. • Primo gruppo
Verbi con tema in -ᾰ- e in -ε-. Tema verbale
ἐλαύνω “spingere” καλέω “chiamare” τελέω “compiere” • Secondo gruppo
ἐλακαλετελε-
Futuro sigmatico
ἐλάσω καλέσω τελέσω
Futuro attico
ἐλῶ, -ᾷς, -ᾷ καλῶ, -εῖς, -εῖ τελῶ, -εῖς, -εῖ
Alcuni verbi aventi tema in -αδ- e uscenti al presente in -άζω. Tema verbale
βιβάζω “far andare” βιβαδδαμαδδαμάζω “domare”
Futuro sigmatico
βιβάσω δαμάσω
Futuro attico
βιβῶ, -ᾷς, -ᾷ δαμῶ, -ᾷς, -ᾷ
• Terzo gruppo Tutti i verbi con tema non monosillabico in -ιδ-, uscenti al presente in -ίζω. Per analogia con il futuro asigmatico-contratto, il futuro attico dei verbi in -ίζω si flette come i contratti in -έω. Tema verbale
ἐλπίζω “sperare” κομίζω “portare” νομίζω “stimare”
ἐλπιδκομιδνομιδ-
Futuro sigmatico
ἐλπίσω κομίσω νομίσω
Futuro attico
ἐλπιῶ, -εῖς, -εῖ κομιῶ, -εῖς, -εῖ νομιῶ, -εῖς, -εῖ
I verbi con tema monosillabico non hanno il futuro attico (κτίζω “fondare”, fut. κτίσω).
5 Il futuro dorico X Deve il suo nome al fatto di essere frequente soprattutto nei dialetti del gruppo dorico occidentale. Esso presenta le seguenti caratteristiche: • ha forma media, ma significato attivo; • risulta dall’aggiunta al tema verbale del suffisso -σε- seguito dalla vocale tematica (-ε/ο-), con cui la ε del suffisso si contrae, e dalle desinenze principali medie; • si coniuga come il presente medio-passivo dei contratti in -έω.
φεύγω “fuggire” TV
φευγ-
Futuro dorico
φευξοῦμαι 197
Parte
1
Fonetica e morfologia
X Il futuro dorico è proprio di pochi verbi, che del resto presentano anche un normale futuro sigmatico. Ti indichiamo qui i più importanti. Futuro sigmatico
θέω “correre” καίω “bruciare” κλαίω “piangere” νέω “nuotare” παίζω “scherzare” πλέω “navigare” πνέω “soffiare” ῥέω “correre” φεύγω “fuggire”
θεύσομαι καύσομαι κλαύσομαι νεύσομαι παίξομαι πλεύσομαι πνεύσομαι ῥεύσομαι φεύξομαι
Futuro dorico
θευσοῦμαι καυσοῦμαι κλαυσοῦμαι νευσοῦμαι παιξοῦμαι πλευσοῦμαι πνευσοῦμαι ῥευσοῦμαι φευξοῦμαι
6 Il futuro passivo primo (o debole) 6.1
Formazione Il futuro passivo primo (o debole) è proprio dei verbi che hanno anche l’aoristo X passivo primo e si forma aggiungendo al tema verbale il suffisso passivante -θη- seguito dal -σ- caratteristico del futuro, dalla vocale tematica (-ε/ο-) e dalle desinenze principali medie.
λύω “sciogliere”
TV
λυ-
Futuro passivo
λυθήσομαι
La formazione del futuro passivo primo, dunque, può essere così schematizzata: TV + suffisso e vocale tematica + desinenze principali medie λυ- + -θησο+ -μαι λυθήσομαι “io sarò sciolto” X Le modificazioni fonetiche e le particolarità relative alla formazione del futuro passivo primo sono uguali a quelle già segnalate a proposito dell’aoristo passivo primo, cui rimandiamo per una trattazione più organica. Ti diamo qui di seguito qualche esempio riassuntivo. Tema verbale
Futuro passivo
Allungamento della vocale
τιμάω “onorare” ποιέω “compiere”
τιμαποιε-
τιμηθήσομαι ποιηθήσομαι
Mancato allungamento della vocale
αἱρέω “prendere” δίδωμι “dare” τίθημι “porre” ἵημι “inviare” ἵστημι “collocare” 198
αἱρεδοθεἑστα-
αἱρεθήσομαι δοθήσομαι τεθήσομαι ἑθήσομαι σταθήσομαι
Capitolo
Il sistema del futuro
25
Inserimento di -σ- tra tema e suffisso
γελάω “deridere” ἀκούω “ascoltare” καίω “bruciare”
γελαἀκουκα-/καυ-
γελασθήσομαι ἀκουσθήσομαι καυσθήσομαι
Tema in κ, γ, χ + θ χθ
πράσσω “fare”
πραγ-
πραχθήσομαι
Tema in π, β, φ + θ φθ
λείπω “lasciare”
λιπ-/λειπ-/λοιπTema in τ, δ, θ + θ σθ κομιδκομίζω “portare” eccezione: σῴζω “salvare” σω(δ)Tema in λ, ρ + θ λθ, ρθ ἀγγελἀγγέλλω “annunciare” ἀραἴρω “sollevare” Tema in ν + θ νθ εὐφρανεὐφραίνω “rallegrare” Eccezione: ν + θ θ κλινκλίνω “piegare” κρινκρίνω “giudicare” πλυνπλύνω “lavare”
λειφθήσομαι κομισθήσομαι σωθήσομαι ἀγγελθήσομαι ἀρθήσομαι εὐφρανθήσομαι κλιθήσομαι κριθήσομαι πλυθήσομαι
Formazione dal tema di grado ridotto
χέω “versare” τείνω “tendere”
χυ-/χευτα-/τεν-
χυθήσομαι ταθήσομαι
Fenomeni fonetici particolari
βάλλω “gettare” καλέω “chiamare” τέμνω “tagliare” θρύπτω “tritare”
βαλ-/βληκαλε-/κλητεμ-/ταμ-/τμηθρυφ-
βληθήσομαι κληθήσομαι τμηθήσομαι θρυφθήσομαι
Ampliamento del tema in -ε
αὐξάνω “accrescere” εὑρίσκω “trovare”
6.2
αὐξεὑρ-
αὐξηθήσομαι εὑρεθήσομαι
Flessione λύω “sciogliere”, TV λῠX FUTURO PASSIVO I Indicativo
Singolare
Duale
a
1 2a 3a 2a 3a
λυ-θή-σο-μαι λυ-θή-σῃ λυ-θή-σε-ται λυ-θή-σε-σθον λυ-θή-σε-σθον
Ottativo
λυ-θη-σοί-μην λυ-θή-σοι-ο λυ-θή-σοι-το λυ-θή-σοι-σθον λυ-θη-σοί-σθην 199
Parte
1
Fonetica e morfologia
Plurale
1a 2a 3a
λυ-θη-σό-μεθα λυ-θή-σε-σθε λυ-θή-σο-νται Infinito
λυ-θή-σε-σθαι
λυ-θη-σοί-μεθα λυ-θή-σοι-σθε λυ-θή-σοι-ντο Participio
λυ-θη-σό-μενος, -η, -ον
OSSERVAZIONI z Per la coniugazione del futuro passivo primo vedi sopra le osservazioni relative al futuro sigmatico medio. z Alcuni verbi deponenti hanno il futuro di forma passiva e significato attivo (deponenti passivi). Fut. διαλεχθήσομαι “discuterò” διαλέγομαι “discutere” z Inoltre, in alcuni verbi in cui una serie di voci attive si oppone nel significato a una serie di voci medie, il futuro passivo assume generalmente il valore delle forme medie (è comunque bene guardare con attenzione il vocabolario). Fut. ἐγερῶ “sveglierò” ἐγείρω “svegliare” ἐγείρομαι “svegliarsi” ἐγερθήσομαι “mi sveglierò” z Vi sono anche verbi deponenti che presentano tanto il futuro di forma media quanto quello di forma passiva: in tal caso è possibile che l’uno abbia valore attivo e l’altro invece passivo. Controlla bene sul vocabolario!
αἰτιάομαι “accusare” Fut. m. αἰτιάσομαι “accuserò” Fut. p. αἰτιαθήσομαι “sarò accusato”
ἐργάζομαι “lavorare, fare” Fut. m. ἐργάσομαι “lavorerò, farò” Fut. p. ἐργασθήσομαι “sarò lavorato, fatto”
7 Il futuro passivo secondo (o forte) X Il futuro passivo forte si forma aggiungendo al tema verbale il suffisso -η- seguito dal -σ- caratteristico del futuro, dalla vocale tematica (-ε/ο-) e dalle desinenze principali medie; pertanto differisce dal futuro passivo debole esclusivamente per l’assenza della dentale θ. Il futuro passivo secondo è proprio degli stessi verbi che hanno l’aoristo passivo secondo.
7.1
Formazione Il futuro passivo forte si forma, al modo indicativo, come segue: X TV + suffisso e vocale tematica + desinenze principali medie φαν- + -ησο+ -μαι φανήσομαι “io apparirò” φαν- + -ησε+ -σθε φανήσεσθε “voi apparirete” X L’assenza della θ propria del suffisso del futuro passivo debole, ha fatto sì che non si registrino, nella formazione del futuro passivo forte, i problematici fenomeni fonetici legati all’incontro fra l’eventuale consonante del tema verbale e la dentale aspirata (θ) propria del suffisso -θησο/ε-. OSSERVAZIONI z Relativamente alla formazione, devi tenere presente che i verbi aventi tema verbale apofonico formano il futuro passivo forte dallo stesso tema da cui formano l’aoristo passivo forte (tema verbale con vocalismo di grado zero). TV σπαρ- ( *σπρ-)/ σπερσπείρω (seminare) Aor. pass. II ἐσπάρην Fut. pass. II σπαρήσομαι
200
Capitolo
Il sistema del futuro
25
Flessione
7.2
φαίνω “mostrare”, TV φανX Futuro passivo II Indicativo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
φαν-ή-σο-μαι φαν-ή-σῃ φαν-ή-σε-ται φαν-ή-σε-σθον φαν-ή-σε-σθον φαν-η-σό-μεθα φαν-ή-σε-σθε φαν-ή-σο-νται
Ottativo
φαν-η-σοί-μην φαν-ή-σοι-ο φαν-ή-σοι-το φαν-ή-σοι-σθον φαν-η-σοί-σθην φαν-η-σοί-μεθα φαν-ή-σοι-σθε φαν-ή-σοι-ντο
Infinito
Participio
φαν-ή-σε-σθαι
φαν-η-σό-μενος, -η, -ον
OSSERVAZIONI z Per quanto riguarda il significato, dovrai tradurre il futuro passivo come il futuro semplice passivo italiano. φθείρω “corrompere” Fut. p. φθαρήσομαι “io sarò corrotto” z Alcuni verbi presentano entrambe le forme di futuro passivo. In questo caso è possibile che la forma debole abbia valore passivo (in senso stretto), mentre quella forte abbia valore riflessivo-intransitivo. φαίνω “mostrare” Fut. p. I φανθήσομαι “io sarò mostrato” Fut. p. II φανήσομαι “io mi mostrerò, apparirò”
7.3
Verbi con futuro passivo forte di uso comune X Ti diamo qui di seguito un elenco dei principali verbi con futuro passivo forte. Noterai come alcuni di questi verbi abbiano anche una forma di futuro passivo debole. Temi con apofonia di grado ridotto
Presente
Tema verbale
Futuro passivo II
δέρω “scorticare”
δαρ- / δερ-
δαρήσομαι
πλέκω “intrecciare”
πλακ- / πλεκ-
πλακήσομαι
πλήσσω “battere”
πλαγ- / πληγ-
πληγήσομαι / πλαγήσομαι
σήπω “putrefare”
σαπ- / σηπ-
σαπήσομαι
σπείρω “seminare”
σπαρ- / σπερ-
σπαρήσομαι
στέλλω “mandare”
σταλ- / στελ-
σταλήσομαι
στρέφω “voltare”
στραφ- / στρεφ-
στραφήσομαι
τήκω “liquefare”
τακ- / τηκ-
τακήσομαι
τρέπω “volgere”
τραπ- / τρεπ- / τροπ- τραπήσομαι
τρέφω “nutrire”
θραφ- / θρεφ-
φθείρω “rovinare”
φθαρ- / φθερ- / φθορ- φθαρήσομαι
Futuro passivo I
πλεχθήσομαι
τραφήσομαι
201
Parte
1
Fonetica e morfologia
Temi senza apofonia Presente
Tema verbale
ἀλλάττω “mutare” βάπτω “immergere” βλάπτω “danneggiare” γράφω “scrivere” θάπτω “seppellire” καίω “bruciare” κόπτω “tagliare” κρύπτω “nascondere” πνίγω “soffocare” ῥάπτω “cucire” ῥίπτω “scagliare” σκάπτω “scavare” σφάττω “uccidere” σφάλλω “far cadere” τάσσω “ordinare” τρίβω “tritare” τύφω “affumicare” φαίνω “mostrare” φλέγω “bruciare” χαίρω “godere”
ἀλλαγβαφβλαβγραφθαφκαυ-/κακοπκρυφ-/κρυβπνιγῥαφῥιπσκαφσφαγσφαλταγτριβτυφφανφλεγχαρ-
Futuro passivo II
ἀλλαγήσομαι βαφήσομαι βλαβήσομαι γραφήσομαι ταφήσομαι (καήσομαι) κοπήσομαι κρυβήσομαι πνιγήσομαι ῥαφήσομαι ῥιφήσομαι σκαφήσομαι σφαγήσομαι σφαλήσομαι ταγήσομαι τριβήσομαι τυφήσομαι φανήσομαι φλεγήσομαι χαρήσομαι
Futuro passivo I
ἀλλαχθήσομαι
καυθήσομαι κρυφθήσομαι
ῥιφθήσομαι
ταχθήσομαι τριφθήσομαι φανθήσομαι
8 Elenco di futuri notevoli Nel consultare la seguente tabella ricorda che: X • alcuni verbi attivi non hanno futuro di forma attiva, ma solo futuro di forma media, che conserva però significato attivo; • laddove non viene indicata, la diatesi media si forma a partire da quella attiva. Presente
αἱρέω “prendere” αἰσθάνομαι “percepire” ἁλίσκομαι “essere preso” βαίνω “andare, far andare” βλώσκω “andare” 202
Futuro attivo
Futuro medio
αἱρήσω ἑλῶ
αἱρεθήσομαι αἰσθήσομαι ἁλώσομαι
βήσω “farò andare”
Futuro passivo
βήσομαι “andrò” μολοῦμαι
Capitolo
Il sistema del futuro
Presente
γίγνομαι “diventare, essere” ἐλαύνω “spingere” ἐσθίω “mangiare” ἔχω “avere”
Futuro attivo
ἐλῶ ἐλάσω
ὠθέω “spingere”
ἐλασθήσομαι ἔδομαι
ἕξω σχήσω
σχηθήσομαι (ἀπο)θανοῦμαι
κτενῶ
κτανθήσομαι λήξομαι λήψομαι
ληφθήσομαι
λήσω λεχθήσομαι ῥηθήσομαι
λέξω ἐρῶ μαχοῦμαι μαχήσομαι
μάχομαι “combattere” ὄλλυμι “mandare in rovina” ὄλλυμαι “andare in rovina” ὁράω “vedere” πάσχω “subire” πίνω “bere” πίπτω “cadere” πυνθάνομαι “informarsi” τίκτω “generare” τίνω “espiare” τυγχάνω “essere per caso, ottenere” φέρω “portare”
Futuro passivo
γενήσομαι
(ἀπο)θνήσκω “morire” κτείνω “uccidere” λαγχάνω “ottenere in sorte” λαμβάνω “prendere” λανθάνω “star nascosto” λέγω “dire”
Futuro medio
25
ὀλῶ ὀλοῦμαι ὄψομαι
ὀφθήσομαι
πείσομαι πίομαι πεσοῦμαι πεύσομαι τέξω τ(ε)ίσω τεύξομαι οἴσω ὤσω
οἰσθήσομαι ἐνεχθήσομαι ὠσθήσομαι
203
PARTE 1
CAPITOLO 26
Fonetica e morfologia Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali il perfetto, il piuccheperfetto e il futuro perfetto
Il sistema del perfetto DDI
1 Caratteri generali del sistema del perfetto Da un punto di vista aspettuale (cioè della qualità dell’azione), il tema del perX fetto può esprimere essenzialmente due valori: • rimarcare uno stato o una condizione che permane come conseguenza di un’azione che si è compiuta (valore stativo, più antico); Io sono libero. Cioè: Io mi trovo ora nello stato (condizione) di persona libera, in conseguenza del fatto di essere stato liberato prima di ora. La prospettiva è quella di chi considera lo stato presente.
• rimarcare un risultato visto come il prodotto di un’azione compiuta (valore risultativo, più recente e più frequente). Io ho salvato la patria. Cioè la salvezza della patria è il risultato dell’azione da me compiuta. La prospettiva è quella di chi considera lo stato presente.
Dal tema del perfetto si formano il perfetto, il piuccheperfetto e il futuro perfetto. X Il perfetto presenta tutti i modi e, a differenza del perfetto latino, viene considerato un tempo principale. Il perfetto greco esprime entrambi i valori propri del tema da cui è formato. Si è infatti soliti distinguere due valori propri del perfetto: • valore stativo del perfetto; i perfetti che hanno questo valore sono quelli di formazione più antica; essi hanno valore intransitivo e si traducono in italiano con il presente;
πείθομαι: “mi lascio persuadere” Perf. πέποιθα: mi trovo nello stato di chi si è lasciato persuadere = “ho fiducia” Perf. πέφευγα: mi trovo nella condizione φεύγω: “fuggo” di chi è fuggito = “sono in salvo” φύω: “nasco, genero” Perf. πέφυκα: mi trovo nella condizione di chi è nato = “sono per natura” Ὁ τύραννος κακὸς πέφυκε. “Il tiranno è malvagio per natura.” Ἔγνωκα (perf. da γιγνώσκω), τοῖσδε κοὐδὲν ἀντειπεῖν ἔχω. (Aesch. Prom. 51) “Capisco, e non ho niente da replicare a queste argomentazioni.” 204
Capitolo
Il sistema del perfetto
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• valore risultativo del perfetto; i perfetti che hanno questo valore sono quelli di formazione più recente; essi hanno valore per lo più transitivo e, con il complemento oggetto espresso, si traducono in italiano con il passato prossimo.
Ὁ στρατιώτης τὴν πατρίδα σέσωκε (da σῴζω). “Il soldato ha salvato la patria.” Ἐγὼ δ’ ὑμῖν, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, βούλομαι πρῶτον μὲν περὶ ὧν Φίλιππος ἐπέσταλκε (da ἐπιστέλλω), περὶ τούτων διεξελθεῖν. (Dem. Halonn. 1) “Prima di tutto, Ateniesi, voglio parlarvi di quelle cose che Filippo ha scritto”. X Il piuccheperfetto è un tempo storico e si coniuga solamente all’indicativo (come l’imperfetto). Il piuccheperfetto sta al perfetto esattamente come l’imperfetto sta al presente. Infatti, come l’imperfetto colloca al passato l’aspetto durativo dell’azione espresso dal presente, così il piuccheperfetto colloca al passato l’aspetto stativo o risultativo dell’azione espressa dal perfetto. Molto concretamente, per tradurre il piuccheperfetto occorrerà che tu faccia riferimento al perfetto a cui esso corrisponde, regolandoti come segue: • se il perfetto corrispondente ha valore intransitivo-stativo tradurrai il piuccheperfetto con l’imperfetto italiano;
Ὁ τύραννος κακὸς πέφυκε. “Il tiranno è malvagio per natura.” Ὁ τύραννος κακὸς ἐπεφύκει. “Il tiranno era malvagio per natura.” • se il perfetto corrispondente ha valore transitivo-risultativo tradurrai il piuccheperfetto con il trapassato prossimo italiano (come il piuccheperfetto latino). Ὁ στρατιώτης τὴν πατρίδα σέσωκε. “Il soldato ha salvato la patria.” Ὁ στρατιώτης τὴν πατρίδα ἐσεσώκει. “Il soldato aveva salvato la patria.” X Di uso assai raro e normalmente espresso alla forma media, il futuro perfetto colloca al futuro l’aspetto stativo o risultativo dell’azione espressa dal perfetto. Per tradurre il futuro perfetto occorrerà che tu faccia riferimento al perfetto a cui esso corrisponde, regolandoti come segue: • se il perfetto corrispondente ha valore di presente tradurrai il futuro perfetto con il futuro semplice italiano;
Ἡ θύρα ἀνέῳκται (pf. da ἀνοίγω). “La porta è aperta.” Ἡ θύρα ἀνεῴξεται (fut. pf. da ἀνοίγω). “La porta sarà aperta.” • in tutti gli altri casi, tradurrai il futuro perfetto con il nostro futuro anteriore. Tὴν εἰρήνην πεποίημαι (pf. da ποιέω). “Ho fatto la pace.” Tὴν εἰρήνην πεποιήσομαι (pf. da ποιέω). “Avrò fatto la pace.” Sistema del perfetto: riepilogo Perfetto (attivo, medio-passivo)
Piuccheperfetto (attivo, medio-passivo)
Futuro perfetto (attivo, medio, passivo)
indicativo
indicativo
indicativo
congiuntivo
—
—
ottativo
—
ottativo
imperativo
—
—
infinito
—
infinito
participio
—
participio 205
Parte
1 X Accantonando per ora il futuro perfetto, di utilizzo molto raro, occorre precisare quanto segue: • il perfetto e il piuccheperfetto presentano, oltre alla diatesi attiva, una diatesi media (morfologicamente identica a quella passiva) la quale, a differenza di quanto accade per l’aoristo e il futuro, non si forma a partire da quella attiva; sarà pertanto necessario studiarla a parte; • per quanto riguarda il perfetto e il piuccheperfetto attivi, la prassi scolastica distingue tre forme: – perfetto e piuccheperfetto primo o debole; – perfetto e piuccheperfetto secondo o forte; – perfetto e piuccheperfetto terzo o fortissimo (o atematico o radicale o misto).
2 Il raddoppiamento Il raddoppiamento, in quanto contrassegno morfologico dell’azione compiuta, X è elemento caratteristico del tema del perfetto e ricorre in tutte le voci dei tempi da esso derivati.
2.1
Verbi col tema che inizia in consonante Nei verbi che iniziano in consonante muta seguita da vocale o da liquida, il radX doppiamento si ottiene premettendo al tema del verbo una sillaba costituita dalla consonante iniziale del tema verbale e dalla vocale. Tema verbale
βλάπτω “danneggiare” βουλεύω “deliberare” γράφω “scrivere” λύω “sciogliere” τιμάω “onorare” τρέφω “nutrire”
βλαπβουλευγραφλυτιμαθροφ-
Perfetto
βέ-βλαφα βε-βούλευκα γέ-γραφα λέ-λυκα τε-τίμηκα τέ-τροφα
X Quando il tema verbale inizia con una consonante aspirata (χ, φ, θ), il raddoppiamento si forma con la tenue corrispondente (κ, π, τ). Tema verbale
θαυμάζω “ammirare” φιλέω “amare” χρίω “ungere”
θαυμαδφιλεχρι-
Perfetto
τε-θαύμακα πε-φίληκα κέ-χρικα
X Il raddoppiamento è costituito dalla sola vocale ἐ- nei verbi il cui tema verbale inizia: • • • • 206
con due o più consonanti (che non siano muta + liquida); con il gruppo γν-; con la liquida ῥ- (con raddoppiamento del ρ iniziale come avviene all’imperfetto); con una consonante doppia (ξ, ψ, ζ).
Capitolo
Il sistema del perfetto
Tema verbale
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Perfetto
στέλλω “mandare”
στελ- / σταλ-
ἔ-σταλκα
γιγνώσκω “conoscere”
γνω-
ἔ-γνωκα
ῥίπτω “gettare”
ῥιπ-
ἔ-ρριφα
ζώννυμι “cingere”
ζω-
ἔ-ζωκα
ξαίνω “cardare, percuotere”
ξαν-
ἔ-ξαμμαι
ψεύδω “ingannare”
ψευδ-
ἔ-ψευκα
OSSERVAZIONI z Non mancano eccezioni: κτάομαι “acquistare” μιμνήσκω “ricordare” πίπτω “cadere”
TV κτα-
Perf. κέ-κτημαι
μέ-μνημαι πέ-πτωκα z Formano il raddoppiamento premettendo al tema verbale il prefisso εἰ- i seguenti verbi: λαγχάνω “ottenere in sorte” TV λαχ-/ ληχPerf. εἴ-ληχα λαμβάνω “prendere” λαβ-/ ληβεἴ-ληφα λέγω “raccogliere” λεγ-/ λογεἴ-λοχα λέγω “dire” ῥεεἴ-ρηκα μείρομαι “avere in sorte” μερ-/ μαρεἵ-μαρται (impers.)
2.2
μνηπτ-/ πετ-/ πτο-
Verbi col tema che inizia in vocale Nei verbi che iniziano in vocale il raddoppiamento è costituito dalla semplice X vocale ἐ-, che si contrae con la vocale iniziale del tema secondo le regole (e le eccezioni) già viste a proposito dell’aumento temporale. Tema verbale
ἀγγέλλω “annunciare” αἰτέω “chiedere” ἐάω “lasciare” ἐρίζω “litigare” ἱδρύω “edificare” οἰκέω “abitare” ὁμιλέω “frequentare” ὑβρίζω “essere tracotante”
ἀγγελαἰτεἐαἐριδἱδρυοἰκεὁμιλεὑβριδ-
Perfetto
ἤγγελκα ᾔτηκα εἴακα ἤρικα ἵδρυκα ᾤκηκα ὡμίληκα ὕβρικα
OSSERVAZIONI z La ἐ- del raddoppiamento non si contrae con la vocale iniziale del tema nei seguenti verbi: ὁράω “vedere” TV ὁραPerf. ἑόρακα ὠθέω “spingere” ὠθ(ε)ἔωκα z Il verbo ἔθω “essere solito” forma il raddoppiamento premettendo al tema verbale il prefisso εἰ- (TV ἐθ- / ὀθ-, Perf. εἴωθα). z Alcuni verbi inizianti in vocale forte (α, ε, ο) formano il raddoppiamento premettendo al tema verbale una sillaba costituita dalle prime due lettere del tema stesso e seguita dalla vocale iniziale allungata (raddoppiamento attico).
207
Parte
1 ἀκούω “ascoltare” TV ἀκοPerf. ἀλείφω “ungere” ἀλειφἐλαύνω “spingere” ἐλαἔρχομαι “andare” ἐλυθὄλλυμι “mandare in rovina” ὀλὄμνυμι “giurare” ὀμοὁράω “vedere” ὀπὀρύσσω “scavare” ὀρυγφέρω “portare” ἐγκ-/ἐνεκ-/ἐνοχ-
ἀκ-ήκοα ἀλ-ήλιφα ἐλ-ήλακα ἐλ-ήλυθα ὄλ-ωλα ὀμ-ώμοκα ὄπ-ωπα ὀρ-ώρυχα ἐν-ήνοχα z Una forma particolare di raddoppiamento presenta il verbo ἐγείρω “svegliare”: perfetto ἐγρήγορα.
2.3
Verbi composti Come accade anche con l’aumento, i verbi composti con una o più preposizioX ni inseriscono il raddoppiamento tra la preposizione (o l’ultima delle preposizioni) e il tema verbale.
ἀναγιγνώσκω “leggere” εἰσέρχομαι “entrare” καταλύω “abbattere” συλλέγω “raccogliere”
Perf. ἀν-έ-γνωκα εἰσ-ελ-ήλυθα κατα-λέ-λυκα συν-εί-λοχα
3 Il perfetto e il piuccheperfetto primo (o debole) X Il perfetto attivo primo o debole si forma inserendo il suffisso -κα- tra il tema verbale raddoppiato e le desinenze personali. Il piuccheperfetto attivo primo o debole si forma inserendo il suffisso -κει- ( *-κεσ-) tra il tema verbale raddoppiato e preceduto dall’aumento e le desinenze personali. Il perfetto e il piuccheperfetto primo sono propri dei verbi che hanno il tema in vocale, dittongo, consonante dentale, liquida o nasale.
3.1
Formazione Il perfetto primo o debole si forma, al modo indicativo, come segue: X raddoppiamento + TV + suffisso + desinenze primarie λε+ λυ- + -κα+ -τε λελύκατε “voi avete sciolto” X Il piuccheperfetto primo o debole si forma, al modo indicativo, come segue: aumento + raddoppiamento + TV + suffisso + desinenze secondarie ἐ+ λε+ λυ- + -κει+ -τε ἐλελύκειτε “voi avevate sciolto” X Operativamente, è opportuno tenere presente che: • la 1a persona singolare dell’indicativo perfetto è formata mediante l’unione di: raddoppiamento + TV + -κα λε+ λυ- + -κα λέλυκα “io ho sciolto”
208
Capitolo
Il sistema del perfetto
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• la 1a persona singolare dell’indicativo piuccheperfetto è formata mediante l’unione di: aumento + raddoppiamento + TV + -κειν + λε+ λυ- + -κειν ἐλελύκειν “io avevo sciolto” ἐX A proposito dell’aumento richiesto dal piuccheperfetto, nota che: • i verbi il cui raddoppiamento è costituito dalla semplice ἐ- non presentano aumento; στέλλω “mandare” Perf. ἔσταλκα Ppf. ἐστάλκειν • i verbi con raddoppiamento attico hanno l’aumento se iniziano in α- e ο-, non lo hanno se iniziano in ἐ-. ἀγείρω “raccogliere” Perf. ἀγ-ήγερκα Ppf. ἠγηγέρκειν ὀμ-ώμοκα ὠμωμόκειν ὄμνυμι “giurare” ἐλ-ήλυθα ἐληλύθειν ἔρχομαι “andare” X In relazione ai diversi esiti fonetici prodotti dall’incontro fra i vari temi verbali e la κ dei suffissi -κα- e -κει-, i verbi che hanno il perfetto e piuccheperfetto debole possono essere suddivisi nei seguenti gruppi. • Primo gruppo I verbi il cui tema verbale esce in vocale breve tendono ad allungare la vocale finale del tema secondo lo schema seguente. Tema verbale
ᾰ puro ᾱ ᾰ impuro η ε η ῐ ῑ ο ω
δράω “fare” τιμάω “onorare” ποιέω “fare” τίω “pagare” δουλόω “assoggettare”
ῠ ῡ
λύω “sciogliere”
δρᾰτιμαποιετῐδουλολῠ-
Aoristo
δέδρᾱκα τετίμηκα πεποίηκα τέτῑκα δεδούλωκα λέλῡκα
OSSERVAZIONI z Per ragioni di comodità, troverai indicato nelle tabelle solamente il perfetto. Per ottenere il piuccheperfetto ti basterà premettere l’aumento e inserire il suffisso -κει-, seguito dalle desinenze secondarie.
λύω “sciogliere”
Pf.
λέλυκα
Ppf.
ἐλελύκειν
• Secondo gruppo I verbi il cui tema verbale esce in dittongo mantengono inalterato il dittongo del tema. δουλεύω “essere schiavo” TV δουλευAor. δεδούλευκα καυκέκαυκα καίω “bruciare” πλε(υ)πέπλευκα πλέω “navigare” • Terzo gruppo Nei verbi il cui tema verbale esce in consonante dentale, liquida o nasale, l’incontro fra la consonante del tema e il κ del suffisso determina i seguenti esiti: – le dentali τ, δ, θ cadono davanti al κ del suffisso senza produrre altri esiti (come per aoristo e futuro); i gruppi -ντ-, -νδ-, -νθ- cadono davanti al κ del suffisso determinando l’allungamento di compenso della vocale precedente; – i verbi il cui tema verbale esce in consonante liquida (ρ, λ) mantengono generalmente inalterata la liquida del tema; 209
Parte
1 – i verbi il cui tema verbale esce in nasale ν mutano la ν in γ davanti al κ del suffisso (fenomeno di assimilazione nel luogo di articolazione, p. 301). Tema in dentale
τ, δ, θ + κ κ
Tema verbale
γυμναδγυμνάζω “esercitare” πλαθπλάσσω “plasmare” σπένδω “fare libagioni” σπενδ-
Tema in liquida
λ, ρ + κ λκ, ρκ
Tema verbale
ἀγγέλλω “annunciare”
Tema in nasale
ν + κ γκ
ἀγγελTema verbale
φαίνω “mostrare”
φαν-
Perfetto
γεγύμνακα πέπλακα *ἐσπενδκα ἔσπεικα Perfetto
ἤγγελκα Perfetto
πέφαγκα
OSSERVAZIONI z In alcuni verbi aventi tema verbale uscente in vocale breve non si registra il nomale allungamento della vocale finale. Eccone l’elenco: Pf. ᾔνε-κα αἰνέω “lodare” ἀλέω “macinare” ἀλ-ήλε-κα ἀνύω “compiere” ἤνῠ-κα δέω “legare” δέ-δε-κα ἐλαύνω “spingere” ἐλ-ήλα-κα ἑλκύω “trascinare” εἵλκῠ-κα θύω “scrificare” τέ-θῠ-κα λύω “sciogliere” λέ-λῠ-κα σπάω “tirare” ἔ-σπα-κα τελέω “terminare” τε-τέλε-κα φθάνω “prevenire” ἔ-φθα-κα z Il verbo θέω “correre” utilizza il perfetto δεδράμηκα (da TV δραμ-). z Il verbo ῥέω “scorrere” ha perfetto ἐρρύηκα (da TV ῥυ(η)-). z Il verbo χέω “versare” ha perfetto κέχυκα (da TV χυ-). z Alcuni temi monosillabici in liquida e in nasale (ν) sono apofonici. Essi formano il perfetto primo dal tema con vocalismo di grado zero. φθείρω “rovinare” TV φθαρ- (φθρ-) / φθερ- / φθορPf. ἔφθαρκα z I verbi κλίνω “piegare”, κρίνω “giudicare”, πλύνω “lavare”, τείνω “tendere”, perdono la ν del tema davanti al suffisso -κα-: κέκλικα, κέκρικα, πέπλυκα, τέτακα. z Presentano particolarità di vario genere nella formazione del perfetto primo i seguenti verbi: ἁμαρτάνω “sbagliare” TV ἁμαρτ(η)Pf. ἡμάρτηκα βάλλω “gettare” βαλ- / βληβέβληκα βλώσκω “andare” μολ- / μλω- μβλωμέμβλωκα ἐθέλω “volere” ἐθελἠθέληκα εὑρίσκω “trovare” εὑρεὕρηκα ἔχω “avere” σεχ- / σχεἔσχηκα καλέω “chiamare” καλ- / κληκέκληκα κάμνω “faticare” καμ- / κμηκέκμηκα μανθάνω “imparare” μαθμεμάθηκα μένω “rimanere” μενμεμένηκα νέμω “distribuire” νεμνενέμηκα τέμνω “tagliare” ταμ- / τμητέτμηκα τυγχάνω “ottenere” τυχτετύχηκα χαίρω “gioire” χαρκεχάρηκα
210
Capitolo
Il sistema del perfetto
26
Flessione
3.2
λύω “sciogliere”, TV λυX Perfetto debole Indicativo
Singolare
Duale
Ottativo
Imperativo
λέ-λυ-κα
λε-λύ-κω
λε-λύ-κοι-μι
—
2a
λέ-λυ-κα-ς
λε-λύ-κῃ-ς
λε-λύ-κοι-ς
λέ-λυ-κε
3a
λέ-λυ-κε(ν)
λε-λύ-κῃ
λε-λύ-κοι
λε-λυ-κέ-τω
a
λε-λύ-κα-τον
λε-λύ-κη-τον
λε-λύ-κοι-τον
λε-λύ-κε-τον
a
λε-λύ-κα-τον
λε-λύ-κη-τον
λε-λυ-κοί-την
λε-λυ-κέ-των
1a
λε-λύ-κα-μεν
λε-λύ-κω-μεν
λε-λύ-κοι-μεν
—
2a
λε-λύ-κα-τε
λε-λύ-κη-τε
λε-λύ-κοι-τε
λε-λύ-κε-τε
λε-λύ-κα-σι(ν)
λε-λύ-κω-σι(ν)
λε-λύ-κοι-εν
λε-λυ-κό-ντων (λε-λυ-κέ-τωσαν)
2 3
Plurale
Congiuntivo
1
a
3a
Infinito
Participio
λε-λυ-κέ-ναι
λε-λυ-κ-ώς, -υῖα, -ός (-ότος, -υίας, -ότος) Piuccheperfetto debole Indicativo
Singolare
Duale Plurale
ἐ-λε-λύ-κη
ἐ-λε-λύ-κει-ν
2a
ἐ-λε-λύ-κη-ς
ἐ-λε-λύ-κει-ς
3a
1
a
ἐ-λε-λύ-κει(ν)
—
a
ἐ-λε-λύ-κε-τον
ἐ-λε-λύ-κει-τον
a
3
ἐ-λε-λυ-κέ-την
ἐ-λε-λυ-κεί-την
1a
ἐ-λε-λύ-κε-μεν
ἐ-λε-λύ-κει-μεν
2a
ἐ-λε-λύ-κε-τε
ἐ-λε-λύ-κει-τε
ἐ-λε-λύ-κε-σαν
ἐ-λε-λύ-κει-σαν
2
a
3 OSSERVAZIONI
z A proposito delle desinenze dell’indicativo perfetto, noterai che: X in linea di massima sono utilizzate le desinenze principali (dato che in greco il perfetto è un tempo principale); X la 1a persona singolare non presenta alcuna desinenza; X alla 3a persona singolare la vocale α del suffisso, presente in tutta la flessione, si muta in ε; X l’uscita della 3a persona plurale era originariamente *-ᾰντι *-ᾰνσι -ᾱσι. I fenomeni verificatisi sono: a) passaggio τ σ (assibilazione); b) caduta della nasale ν davanti a σ con allungamento di compenso della vocale precedente. z L’infinito ha desinenza -ναι ed è sempre parossitono (λελυκέναι). z Il participio presenta un suffisso -(ο)τ- che lo differenzia marcatamente da tutti gli altri participi attivi (presente, aoristo, futuro), che sono caratterizzati dal suffisso -ντ-. Per quanto riguarda l’accento, ricorda che il nominativo singolare maschile e il nominativo-accusativo singolare neutro sono sempre ossitoni (λελυκώς, λελυκός).
211
Parte
1
Singolare
Maschile
Femminile
Neutro
G.
λε-λυ-κώς λε-λυ-κότ-ος λε-λυ-κότ-ι λε-λυ-κότ-α λε-λυ-κώς λε-λυ-κότ-ε λε-λυ-κότ-οιν λε-λυ-κότ-ες λε-λυ-κότ-ων
λε-λυ-κυῖα λε-λυ-κυίας λε-λυ-κυίᾳ λε-λυ-κυῖαν λε-λυ-κυῖα λε-λυ-κυία λε-λυ-κυίαιν λε-λυ-κυῖαι λε-λυ-κυιῶν
λε-λυ-κός λε-λυ-κότ-ος λε-λυ-κότ-ι λε-λυ-κός λε-λυ-κός λε-λυ-κότ-ε λε-λυ-κότ-οιν λε-λυ-κότ-α λε-λυ-κότ-ων
D.
λε-λυ-κόσι(ν) λε-λυ-κυίαις
λε-λυ-κόσι(ν)
A.
λε-λυ-κότ-ας
λε-λυ-κυίας
λε-λυ-κότ-α
V.
λε-λυ-κότ-ες
λε-λυ-κυῖαι
λε-λυ-κότ-α
N. G. D. A. V.
Duale
N. A. V. G. D.
Plurale
N.
z Il congiuntivo, l’ottativo e l’imperativo si coniugano come i corrispondenti modi del presente (con la vocale tematica -ε/ο- che subisce le stesse modificazioni che hai notato nel presente). z Le normali forme organiche del congiuntivo e dell’ottativo sono spesso sostituite da forme perifrastiche formate come segue: – congiuntivo: participio + congiuntivo di εἰμί, λελυκὼς ὦ; – ottativo: participio + ottativo di εἰμί, λελυκὼς εἴην. z Il piuccheperfetto è, come si è detto, un tempo storico e si flette solamente all’indicativo.
GRAMMATICA STORICA
I suffissi -κα- e -κειX Il perfetto primo era originariamente caratterizzato da un semplice suffisso *-κ-; -α era la desinenza propria della 1a persona singolare dell’indicativo perfetto. Con il passare del tempo, la vocale α è stata estesa a tutta la flessione dell’indicativo (con l’eccezione della 3a persona singolare) e perciò la sequenza -κ + -α- è stata a poco a poco percepita come un vero e proprio suffisso (-κα-), caratteristico del perfetto primo. Tale fenomeno ha per altro interessato il solo modo indicativo. Negli altri modi il suffisso è rimasto -κ- e si è regolarmente unito alle caratteristiche modali o alle desinenze personali mediante l’inserimento della vocale tematica -ε/ο-. X Il piuccheperfetto era originariamente caratterizzato dalla presenza di un suffisso *-κεσ-. Alla 1a persona singolare, tale suffisso incontrava una desinenza -ṃ, dando così vita a una forma *ἐλελυκεσṃ, successivamente divenuta ἐλελύκεσα (vocalizzazione di ṃ), poi ἐλελύκεα (caduta di σ intervocalico) e infine ἐλελύκη (contrazione ε + α > η). Tale uscita influenzò anche quella della 2a persona singolare che divenne così ἐλελύκης. La 3a persona singolare era in origine *ἐλελύκεσε, successivamente diventa ἐλελύκεε (caduta del σ intervocalico) e infine ἐλελύκει (contrazione ε + ε > ει). Il duale e il plurale dovettero conservare, per lo meno in origine, il σ del suffisso *-κεσ-, in quanto il σ non si veniva a trovare in posizione intervocalica. In seguito l’uscita -ει propria della 3a persona singolare finì con il generalizzarsi, influenzando l’intera flessione del piuccheperfetto. 212
Capitolo
Il sistema del perfetto
26
4 Il perfetto e il piuccheperfetto secondo (o forte) X Il perfetto e il piuccheperfetto forti sono propri: • dei verbi il cui tema verbale termina in velare e labiale; • di alcuni verbi il cui tema termina in dentale, liquida e nasale.
4.1
Formazione Il perfetto secondo si forma dal tema verbale preceduto dal raddoppiamento, cui X si aggiungono il suffisso -α- e le desinenze personali principali attive. Come nel perfetto primo, l’α del suffisso si mantiene inalterato nell’indicativo (con l’eccezione della 3a persona singolare), mentre negli altri modi è sostituito dalla vocale tematica -ε/ο-. La formazione del perfetto secondo, al modo indicativo, si può schematizzare così: raddoppiamento + TV + suffisso + desinenze primarie γε+ γραφ- + -α+ -τε γεγράφατε “voi avete scritto” X Il piuccheperfetto secondo, proprio dei verbi che hanno anche il perfetto secondo, si forma dal tema verbale preceduto da aumento e raddoppiamento, cui si aggiungono il suffisso -ει- e le desinenze personali secondarie attive. La formazione del piuccheperfetto secondo si può schematizzare così: aumento + raddoppiamento + TV + suffisso + desinenze secondarie ἐ+ γε+ γραφ- + -ει+ -τε ἐγεγράφειτε “voi avevate scritto” X In alcuni verbi il tema verbale rimane immutato nella formazione del perfetto secondo.
σκάπτω “scavare” φρίσσω “fremere”
TV σκαφφρικ-
Perf. ἔσκαφα πέφρικα
In altri però il tema verbale può subire le seguenti modificazioni: • aspirazione della consonante muta finale (perfetto secondo aspirato), sicché κ, γ, χ χ e π, β, φ φ;
ἄγω “condurre” ῥίπτω “scagliare”
TV ἀγῥιπ-
Perf. ἦχα ἔρριφα
• apofonia della vocale del tema, che assume per lo più grado forte (o medio) o allungato [perfetto secondo apofonico p. 300];
κτείνω “uccidere” λείπω “lasciare” φεύγω “fuggire”
TV κταν- / κτεν- / κτονλιπ- / λειπ- / λοιπφυγ- / φευγ-
Perf. ἔκτονα λέλοιπα πέφευγα
• aspirazione della consonante muta finale e apofonia al grado forte o medio della vocale del tema (perfetto secondo apofonico aspirato).
κλέπτω “rubare” λαμβάνω “prendere” πέμπω “mandare”
TV κλαπ-/ κλεπ-/ κλοπλαβ-/ ληβπεμπ-/ πομπ-
Perf. κέκλοφα εἴληφα πέπομφα 213
Parte
1 Flessione
4.2
φαίνω “mostrare”, TV φαν- / φηνX Perfetto forte Indicativo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
πέ-φην-α πέ-φην-α-ς πέ-φην-ε(ν) πε-φήν-α-τον πε-φήν-α-τον πε-φήν-α-μεν πε-φήν-α-τε πε-φήν-α-σι(ν)
Congiuntivo
Ottativo
πε-φήν-ω πε-φήν-ῃ-ς πε-φήν-ῃ πε-φήν-η-τον πε-φήν-η-τον πε-φήν-ω-μεν πε-φήν-η-τε πε-φήν-ω-σι(ν)
πε-φήν-οι-μι πε-φήν-οι-ς πε-φήν-οι πε-φήν-οι-τον πε-φην-οί-την πε-φήν-οι-μεν πε-φήν-οι-τε πε-φήν-οι-εν
Infinito
πε-φην-έναι
Imperativo
— πέ-φην-ε πε-φην-έ-τω πε-φήν-ε-τον πε-φην-έ-των — πε-φήν-ε-τε πε-φην-ό-ντων (πε-φην-έ-τωσαν)
Participio
πε-φην-ώς, -υῖα, -ός (-ότος, -υίας, -ότος) Piuccheperfetto forte Indicativo
Singolare
ἐ-πε-φήν-η
ἐ-πε-φήν-ει-ν
a
ἐ-πε-φήν-η-ς
ἐ-πε-φήν-ει-ς
a
3
ἐ-πε-φήν-ει
—
2a
ἐ-πε-φήν-ε-τον
ἐ-πε-φήν-ει-τον
3a
ἐ-πε-φην-έ-την
ἐ-πε-φην-εί-την
a
ἐ-πε-φήν-ε-μεν
ἐ-πε-φήν-ει-μεν
a
2
ἐ-πε-φήν-ε-τε
ἐ-πε-φήν-ει-τε
3a
ἐ-πε-φήν-ε-σαν
ἐ-πε-φήν-ει-σαν
1a 2
Duale Plurale
1
OSSERVAZIONI z Alcuni verbi presentano tanto un perfetto primo quanto un perfetto secondo: in tal caso il perfetto primo ha generalmente significato transitivo, il perfetto secondo, invece, significato intransitivo. ἐγείρω “svegliare” perf. I ἐγήγερκα: “ho destato” perf. II ἐγρήγορα: “mi sono destato, sono sveglio” ὄλλυμι “mandare in rovina” perf. I ὀλώληκα: “ho rovinato” perf. II ὄλωλα: “sono andato in rovina, sono perduto” πείθω “persuadere” perf. I πέπεικα: “ho persuaso” perf. II πέποιθα: “sono pesuaso, ho fiducia” φαίνω “mostrare” perf. I πέφαγκα: “ho mostrato” perf. II πέφηνα: “mi sono mostrato, appaio” z Lo stesso accade quando un verbo presenta due forme di perfetto secondo, una aspirata e una non aspirata: la prima ha significato transitivo, la seconda significato intransitivo. ἀνοίγνυμι “aprire” perf. I aspirato ἀνέῳχα: “ho aperto” perf. II non aspirato ἀνέῳγα: “sono aperto” πήγνυμι “conficcare” perf. I aspirato πέπηχα: “ho fissato” perf. II non aspirato πέπηγα: “sono saldo”
214
Capitolo
Il sistema del perfetto
4.3
26
Principali verbi con il perfetto forte Forniamo un elenco dei principali verbi con il perfetto forte. X I. Verbi con il tema verbale inalterato Presente
Tema verbale
Perfetto
ἀλείφω “ungere”
ἀλιφ-
ἀλήλιφα
ἀραρίσκω “adattare”
ἀρ-
ἄραρα
ἄρχω “comandare”
ἀρχ-
ἦρχα
γράφω “scrivere”
γραφ-
γέγραφα
διδάσκω “insegnare”
διδαχ-
δεδίδαχα
ἔρχομαι “andare”
ἐλυθ-
ἐλήλυθα
κλάζω “risuonare”
κλαγγ-
κέκλαγγα
κράζω “gridare”
κραγ-
κέκραγα
κύπτω “curvarsi”
κυφ-
κέκυφα
σκάπτω “scavare”
σκαφ-
ἔσκαφα
τεύχω “fabbricare”
τευχ-
τέτευχα
φρίσσω “fremere”
φρικ-
πέφρικα
II. Verbi con il tema verbale aspirato (perfetto forte aspirato) Presente
Tema verbale
Perfetto
ἄγω “condurre”
ἀγ-
ἦχα
ἀλλάσσω “allontanare”
ἀλλαγ-
ἤλλαχα
βλάπτω “danneggiare”
βλαβ-
βέβλαφα
δείκνυμι “mostrare”
δεικ-
δέδειχα
διώκω “inseguire”
διωκ-
δεδίωχα
θλίβω “schiacciare”
θλιβ-
τέθλιφα
κηρύσσω “bandire”
κηρυκ-
κεκήρυχα
κόπτω “tagliare”
κοπ-
κέκοφα
λάπτω “bere lambendo”
λαπ-
λέλαφα
μάσσω “impastare”
μαγ-
μέμαχα
ὀρύττω “zappare”
ὀρυγ-
ὀρώρυχα
πράσσω “fare”
πραγ-
πέπραχα1
ῥίπτω “gettare”
ῥιπ-
ἔρριφα
τάσσω “ordinare”
ταγ-
τέταχα
τρίβω “sfregare”
τριβ-
τέτριφα
φυλάσσω “custodire”
φυλακ-
πεφύλαχα
1. È attestata anche la forma πέπραγα.
215
Parte
1 III. Verbi con il tema verbale apofonico (perfetto forte apofonico) Presente
Tema verbale
Perfetto
γίγνομαι “diventare”
γεν-/ γον-/ γν-
γέγονα
ἐγείρω “svegliare”
ἐγερ-/ ἐγορ-
ἐγρήγορα
θάλλω “fiorire”
θαλ-/ θηλ-
τέθηλα
κτείνω “uccidere”
κτεν-/ κτον-
ἔκτονα
λαγχάνω “ottenere”
λαχ-/ ληχ-
εἴληχα
λανθάνω “nascondersi”
λαθ-/ ληθ-
λέληθα
λείπω “lasciare”
λιπ-/ λειπ-/ λοιπ-
λέλοιπα
μαίνομαι “essere pazzo”
μαν-/ μανη-
μέμηνα
ὄλλυμι “rovinare”
ὀλ-
ὄλωλα
πάσχω “soffrire”
πενθ-/ πονθ-
πέπονθα
πείθω “persuadere”
πιθ-/ πειθ- /ποιθ-
πέποιθα
πήγνυμι “conficcare”
παγ-/ πηγ-
πέπηγα
πλήσσω “battere”
πλαγ-/ πληγ-
πέπληγα
σήπω “far putrefare”
σαπ-/ σηπ-
σέσηπα
στρέφω “volgere”
στρεφ-/ στροφ-
ἔστροφα
τήκω “far liquefare”
τακ-/ τηκ-
τέτηκα
τίκτω “generare”
τεκ-/ τοκ-
τέτοκα
τρέφω “nutrire”
θρεφ-/ θροφ-/ θραφ-
τέτροφα
φαίνω “mostrare”
φαν-/ φην-
πέφηνα
φεύγω “fuggire”
φυγ-/ φευγ-
πέφευγα
φθείρω “guastare”
φθερ-/ φθορ-/ φθαρ-
ἔφθορα
χάσκω “aprire la bocca”
χαν-/ χην-
κέχηνα
IV. Verbi con il tema verbale apofonico e aspirato (perfetto forte apofonico aspirato) Presente
216
Tema verbale
Perfetto
δάκνω “mordere”
δακ-/ δηκ-
δέδηχα
κλέπτω “rubare”
κλεπ-/ κλοπ-
κέκλοφα
λαμβάνω “prendere”
λαβ-/ ληβ-
εἴληφα
λέγω “raccogliere”
λεγ-/ λογ-
εἴλοχα
πέμπω “mandare”
πεμπ-/ πομπ-
πέπομφα
πλέκω “intrecciare”
πλεκ-/ πλοκ-
πέπλοχα
πτήσσω “rannicchiarsi”
πτακ-
ἔπτηχα
τρέπω “volgere”
τρεπ-/ τροπ-/ τραπ-
τέτροφα
φέρω “portare”
ἐγκ- / ἐνεκ- / ἐνοκ-
ἐνήνοχα
Capitolo
Il sistema del perfetto
26
5 Il perfetto e il piuccheperfetto terzo (o fortissimo o misto) X È proprio di alcuni (pochi) verbi con il tema terminante in -α, che: • nel singolare dell’indicativo presentano normali forme di perfetto e piuccheperfetto primo caratterizzate rispettivamente dai suffissi -κα- e -κει-; • nel duale e nel plurale dell’indicativo, così come in tutti gli altri modi, presentano invece forme atematiche, in cui le desinenze e i suffissi modali si legano direttamente al tema. Si tratta dei verbi: βαίνω “andare” Perf. βέβηκα “sono andato” Ppf. ἐβεβήκειν “ero andato” (ἀπο)θνήσκω “morire” τέθνηκα “sono morto” ἐτεθνήκειν “ero morto” ἵστημι “collocare” ἕστηκα “sto” εἱστήκειν “stavo” Segue la flessione del perfetto misto anche il perfetto τέτληκα “soffrire”, che deriva dalla radice τλα-, difettiva di presente, da cui derivano il futuro τλήσομαι e l’aoristo terzo ἔτλην. X βαίνω “andare”, TV βα-/ βηPerfetto fortissimo Indicativo
Singolare
Imperativo
βέ-βη-κα
βε-βῶ
βε-βα-ίη-ν
—
2
βέ-βη-κα-ς
βε-βῇ-ς
βε-βα-ίη-ς
βέ-βα-θι
3
βέ-βη-κε(ν)
βε-βῇ
βε-βα-ίη
βε-βά-τω
a
2
βέ-βα-τον
βε-βῆ-τον
βε-βα-ῖ-τον
βέ-βα-τον
3a
βέ-βα-τον
βε-βῆ-τον
βε-βα-ί-την
βε-βά-των
1
βέ-βα-μεν
βε-βῶ-μεν
βε-βα-ῖ-μεν
—
2
βέ-βα-τε
βε-βῆ-τε
βε-βα-ῖ-τε
βέ-βα-τε
3
βε-βᾶ-σιν
βε-βῶ-σιν
βε-βα-ῖ-εν
βε-βά-ντων (βε-βά-τωσαν)
a
Plurale
Ottativo
1a a
Duale
Congiuntivo
a
a a
Infinito
Participio
βε-βά-ναι
βε-βώς, βε-βῶσα, βε-βός (βεβῶτος, βεβώσης, βεβῶτος)
Piuccheperfetto fortissimo Indicativo
Singolare
Duale Plurale
1
ἐ-βε-βή-κει-ν
2
ἐ-βε-βή-κει-ς
a a
3a
ἐ-βε-βή-κει
2a
ἐ-βέ-βα-τον
3a
ἐ-βε-βά-την
1
ἐ-βέ-βα-μεν
2a
ἐ-βέ-βα-τε
3a
ἐ-βέ-βα-σαν
a
217
Parte
1 X (ἀπο)θνήσκω “morire”, TV θαν-/ θνηPerfetto fortissimo Indicativo
Singolare
a
1 2
a
Duale
3a 2a
Plurale
3a 1a 2a 3a
τέ-θνη-κα τέ-θνη-κα-ς τέ-θνη-κε(ν) τέ-θνα-τον τέ-θνα-τον τέ-θνα-μεν τέ-θνα-τε τε-θνᾶ-σι(ν)
Congiuntivo
τε-θνῶ τε-θνῇ-ς τε-θνῇ τε-θνῆ-τον τε-θνῆ-τον τε-θνῶ-μεν τε-θνῆ-τε τε-θνῶ-σι(ν)
Ottativo
τε-θνα-ίη-ν τε-θνα-ίη-ς τε-θνα-ίη τε-θνα-ῖ-τον τε-θνα-ί-την τε-θνα-ῖ-μεν τε-θνα-ῖ-τε τε-θνα-ῖ-εν
Infinito
Imperativo
— τέ-θνα-θι τε-θνά-τω
τέ-θνα-τον τε-θνά-των — τέ-θνα-τε τε-θνά-τωσαν (τε-θνά-ντων)
Participio
τε-θνά-ναι
τε-θνη-ώς, τε-θνη-υῖα, τε-θνη-ός (τεθνηῶτος, -υίας, -ῶτος)
Piuccheperfetto fortissimo Indicativo
Singolare
Duale
a
ἐ-τε-θνή-κει-ν
a
2
ἐ-τε-θνή-κει-ς
3a
ἐ-τε-θνή-κει
2a
ἐ-τέ-θνα-τον
a
ἐ-τε-θνά-την
a
1
ἐ-τέ-θνα-μεν
2a
ἐ-τέ-θνα-τε
3a
ἐ-τέ-θνα-σαν
1
3 Plurale
X ἵστημι “collocare”, TV στα- / στηPerfetto fortissimo Indicativo
Singolare
1a 2a
Duale
3a 2a
Plurale
3a 1a 2a 3a
ἕ-στη-κα ἕ-στη-κα-ς ἕ-στη-κε(ν) ἕ-στα-τον ἕ-στα-τον ἕ-στα-μεν ἕ-στα-τε ἑ-στᾶ-σι(ν) Infinito
ἑ-στά-ναι 218
Congiuntivo
ἑ-στῶ ἑ-στῇ-ς ἑ-στῇ ἑ-στῆ-τον ἑ-στῆ-τον ἑ-στῶ-μεν ἑ-στῆ-τε ἑ-στῶ-σι(ν)
Ottativo
ἑ-στα-ίη-ν ἑ-στα-ίη-ς ἑ-στα-ίη ἑ-στα-ῖ-τον ἑ-στα-ί-την ἑ-στα-ῖ-μεν ἑ-στα-ῖ-τε ἑ-στα-ῖ-εν
Imperativo
— ἕ-στα-θι ἑ-στά-τω
ἕ-στα-τον ἑ-στά-των — ἑ-στα-τε ἑ-στά-τωσαν (ἑ-στά-ντων)
Participio
ἑ-στώς, ἑ-στῶσα, ἑ-στός (ἑστῶτος, -ώσης, -ῶτος)
Capitolo
Il sistema del perfetto
26
Piuccheperfetto fortissimo Indicativo
Singolare
Duale
a
1
εἱ-στή-κειν
2a
εἱ-στή-κεις
3a
εἱ-στή-κει
a
ἕ-στα-τον
a
ἑ-στά-την
1a
ἕ-στα-μεν
2a
ἕ-στα-τε
2 3
Plurale
3
a
ἕ-στα-σαν
X TV τλα- “tollerare” (senza presente) Perfetto fortissimo Indicativo
Singolare
Plurale
Ottativo
Imperativo
τέ-τλη-κα
τε-τλῶ
τε-τλα-ίη-ν
—
a
τέ-τλη-κα-ς
τε-τλῇ-ς
τε-τλα-ίη-ς
τέ-τλα-θι
a
3
τέ-τλη-κε(ν)
τε-τλῇ
τε-τλα-ίη
τε-τλά-τω
2a
τέ-τλα-τον
τε-τλῆ-τον
τε-τλα-ῖ-τον
τέ-τλα-τον
3a
τέ-τλα-τον
τε-τλῆ-τον
τε-τλα-ί-την
τε-τλά-των
a
τέ-τλα-μεν
τε-τλῶ-μεν
τε-τλα-ῖ-μεν
—
a
τέ-τλα-τε
τε-τλῆ-τε
τε-τλα-ῖ-τε
τέ-τλα-τε
τε-τλᾶ-σι(ν)
τε-τλῶ-σι(ν)
τε-τλα-ῖ-εν
τε-τλά-ντων (τε-τλά-τωσαν)
1 2
Duale
Congiuntivo
a
1 2
3a
Infinito
Participio
τε-τλά-ναι
τε-τλη-ώς, τε-τλη-υῖα, τε-τλη-ός (τετληότος, -υίας, -ότος)
Piuccheperfetto fortissimo Indicativo
Singolare
Duale Plurale
1a
ἐ-τε-τλή-κει-ν
2
a
ἐ-τε-τλή-κει-ς
3
a
ἐ-τε-τλή-κει
2a
ἐ-τέ-τλα-τον
3a
ἐ-τε-τλά-την
a
ἐ-τέ-τλα-μεν
a
ἐ-τέ-τλα-τε
1 2
3a
ἐ-τέ-τλα-σαν 219
Parte
1 OSSERVAZIONI z Nell’indicativo la vocale finale del tema si allunga regolarmente davanti ai suffissi -κα- e -κει-, mentre rimane breve nelle voci atematiche. La 3a persona plurale del perfetto deriva dalla contrazione della vocale del tema con l’α della desinenza (*βεβαασι βεβᾶσι). z Nel perfetto congiuntivo la vocale del tema si contrae con la vocale tematica allungata (η/ω), caratteristica del modo. z Nel duale e nel plurale del perfetto ottativo sono attestate, sebbene meno frequenti, le forme in -ίητον, -ιήτην-, -ίημεν, -ίητε, -ίησαν.
z A proposito del participio ricorda: X per βαίνω sono attestate anche le forme βεβαώς, βεβαυῖα, βεβαός, βεβαότος, βεβαυίας, βεβαότος ecc.; X per (ἀπο)θνήσκω sono attestate anche le forme τεθνεώς (ο τεθνώς), τεθνεῶσα, τεθνεός (ο τεθνός). z Il verbo ἵστημι presenta, accanto alle forme atematiche, anche le regolari forme del perfetto e del piuccheperfetto debole ἕστηκα ed εἱστήκην; entrambe hanno comunque il valore intransitivo di “stare”.
6 I perfetti οἶδα, ἔοικα e δέδια Le tre forme di perfetto οἶδα, ἔοικα e δέδια si formano a partire da radicali con X alternanza apofonica -ει-/ -οι-/ -ι- [ pp. 300-301]. La coniugazione di tali forme presenta alcune anomalie rispetto ai paradigmi di flessione che ti sono stati presentati come regolari: è pertanto opportuno prenderle in considerazione a parte.
Il verbo οἶδα “sapere”
6.1
X Deriva da un radicale apofonico ϝειδ-/ ϝοιδ-/ ϝιδ- (portatore del significato di vedere) da cui deriva anche la forma di aoristo forte εἶδον (cfr. lat. vidi). Da questo radicale si formano: • il perfetto οἶδα, un’antica forma di perfetto stativo e pertanto ha valore di presente: “io ho visto”, quindi “so”; • il piuccheperfetto ᾔδειν che ha valore di imperfetto: “io sapevo”; • il futuro perfetto εἴσομαι (raro εἰδήσομαι): “io saprò”. Il perfetto οἶδα “sapere” Indicativo
Singolare
1
οἶδα
2a
οἶσθα
a
εἰδῶ
εἰδείην
εἰδῇς
εἰδείης
ἴσθι
εἰδῇ
εἰδείη
ἴστω
οἶδε(ν) ἴστον
(οἴδατον)
εἰδῆτον
εἰδεῖτον (εἰδείητον)
ἴστον
a
ἴστον
(οἴδατον)
εἰδῆτον
εἰδείτην (εἰδειήτην)
ἴστων
1a
2
ἴσμεν
(οἴδαμεν)
εἰδῶμεν
εἰδεῖμεν (εἰδείημεν)
2
a
ἴστε
(οἴδατε)
εἰδῆτε
εἰδεῖτε (εἰδείητε)
ἴστε
3
a
ἴσασι(ν) (οἴδασιν)
εἰδῶσιν
εἰδεῖεν (εἰδείησαν)
ἴστων (ἴστωσαν)
Infinito
εἰδέναι 220
Imperativo
a
3 Plurale
Ottativo
a
3 Duale
(οἶδας)
Congiuntivo
Participio
εἰδώς, εἰδυῖα, εἰδός (εἰδότος, -υίας, -ότος)
Capitolo
Il sistema del perfetto
Il piuccheperfetto ᾔδειν
26
Il futuro perfetto εἴσομαι
Indicativo
Singolare
a
1 2a 3a 2a
Duale
3a 1a 2a
Plurale
3a
ᾔδειν (ᾔδη) ᾔδεισθα (ᾔδησθα, ᾔδης) ᾔδει(ν) (ᾔδη) ᾔδειτον (ᾖστον) ᾐδείτην (ᾔστην) ᾔδειμεν (ᾖσμεν, ᾔδεμεν) ᾔδειτε (ᾖστε, ᾔδετε) ᾔδεισαν (ᾖσαν, ᾔδεσαν)
εἴσομαι εἴσῃ εἴσεται εἴσεσθον εἴσεσθον εἰσόμεθα εἴσεσθε εἴσονται
(εἰδήσομαι)
OSSERVAZIONI z Il perfetto οἶδα presenta voci che si formano: X dal tema verbale con vocalismo di grado forte (οἰδ-): indicativo 1a, 2a, 3a persona singolare; X dal tema verbale con vocalismo di grado debole (ἰδ-): indicativo duale, plurale, imperativo;
X dal tema verbale con vocalismo di grado medio (εἰδ-): congiuntivo, ottativo, infinito, participio. z La 2a persona singolare dell’indicativo οἶσθα (da una precedente forma *οἶδ-θα con esito del gruppo δθ σθ) utilizza un’antica desinenza -θα che caratterizza anche la 2a persona singolare dell’imperfetto di εἰμί.
Il verbo ἔοικα “sembrare”
6.2
X Deriva da una radice apofonica ϝεικ-/ ϝοικ- / ϝικ- (portatrice del significato di sembrare, assomigliare). Si tratta di un’antica forma di perfetto stativo e pertanto ha valore di presente: “sono simile”. A eccezione di alcune forme dell’indicativo, infinito e participio, la sua flessione è regolare. Il perfetto ἔοικα “sembrare” Indicativo
Singolare
Duale Plurale
Congiuntivo
1a
ἔ-οικ-α
(ἐ-οίκ-ω)
2a
ἔ-οικ-α-ς
ἐ-οίκ-ῃς
3a
ἔ-οικ-ε(ν)
2
ἐ-οίκ-α-τον
3a
ἐ-οίκ-α-τον
1
ἐ-οίκ-α-μεν (ἔ-οιγ-μεν)
2a
ἐ-οίκ-α-τε
a
3
(ἐ-οίκ-ο-ι-μι) ἐ-οίκ-ο-ι
a
a
Ottativo
ἐ-οίκ-α-σι(ν) (ε-ἴξα-σι) Infinito
ἐ-οικ-έναι (εἰκέναι)
Participio
ἐ-(ο)ικ-ώς, εἰκ-υῖα, εἰκ-ός (ἐοικότος, -υίας, -ότος) 221
Parte
1 Il verbo δέδια “temere”
6.3
Da un radicale apofonico δει-/ δοι-/ δι- derivano: X • un perfetto δέδοικα e un piuccheperfetto ἐδεδοίκειν, che seguono regolarmente la flessione del perfetto e piuccheperfetto primo; • un perfetto e un piuccheperfetto terzo, rispettivamente δέδια ed ἐδεδίειν. Entrambe le forme hanno un valore stativo, perciò i perfetti δέδοικα e δέδια si traducono con il presente, i piuccheperfetti ἐδεδοίκειν ed ἐδεδίειν, invece, con l’imperfetto. Il perfetto δέδια “temere” Indicativo
Singolare
Duale Plurale
Congiuntivo
Imperativo
δέ-δι-α
δε-δί-ω
δε-δι-ε-ίη-ν
—
2
a
δέ-δι-ας
δε-δί-ῃ-ς
δε-δι-ε-ίη-ς
δέ-δι-θι
3
a
δέ-δι-ε(ν)
δε-δί-ῃ
δε-δι-ε-ίη
δε-δί-τω
a
2
δέ-δι-τον
δε-δί-η-τον
δε-δι-ε-ῖ-τον
δέ-δι-τον
3a
δέ-δι-τον
δε-δί-η-τον
δε-δι-ε-ί-την
δε-δί-των
a
δέ-δι-μεν
δε-δί-ω-μεν
δε-δι-ε-ῖ-μεν
—
a
δέ-δι-τε
δε-δί-η-τε
δε-δι-ε-ῖ-τε
δέ-δι-τε
δε-δί-ασι(ν)
δε-δί-ω-σι(ν)
δε-δι-ε-ῖ-εν
δε-δί-των (δε-δί-τωσαν)
1
1 2
3a
Infinito
Participio
δε-δι-έναι
δε-δι-ώς, δε-δι-υῖα, δε-δι-ός (δεδιότος, -υίας, -ότος)
Il piuccheperfetto ἐδεδίειν Indicativo
Singolare
Duale Plurale
a
1
ἐ-δε-δί-ει-ν
2a
ἐ-δε-δί-ει-ς
3a
ἐ-δε-δί-ει
a
ἐ-δέ-δι-τον
a
3
ἐ-δε-δί-την
1a
ἐ-δέ-δι-μεν
2a
ἐ-δέ-δι-τε
2
a
3
222
Ottativo
a
ἐ-δέ-δι-σαν
Capitolo
Il sistema del perfetto
26
7 Il perfetto e il piuccheperfetto medio-passivo X Il perfetto e il piuccheperfetto medio-passivo si formano aggiungendo direttamente al tema verbale raddoppiato le desinenze personali medio-passive. Dal momento che tale formazione non prevede l’inserimento né di suffissi, né di vocali tematiche, si è soliti parlare di tempi atematici.
7.1
Formazione La formazione del perfetto medio-passivo, al modo indicativo, si può schematizX zare così: raddoppiamento + TV + desinenze primarie medie λε+ λυ- + -μαι λέλυμαι “io sono stato sciolto” X La formazione del perfetto medio-passivo, al modo indicativo, si può invece schematizzare così: aumento + raddoppiamento + TV + desinenze secondarie medie ἐ+ λε+ λυ- + -μην ἐλελύμην “io ero stato sciolto” X L’incontro fra i diversi temi verbali e le desinenze personali medie (primarie e secondarie) determina esiti differenti. Andiamo a vederli nel dettaglio. • Temi in vocale I verbi il cui tema verbale esce in vocale breve tendono ad allungare la vocale finale del tema secondo lo schema solito.
δράω “fare” TV δρᾰPerf. m.-p. δέ-δρᾱ-μαι τιμᾰτε-τίμη-μαι τιμάω “onorare” ποιεπε-ποίη-μαι ποιέω “compiere” In questo gruppo di verbi, l’incontro fra il tema verbale e le desinenze personali non crea particolari problemi. Coniugherai pertanto il perfetto e piuccheperfetto medio-passivi aggiungendo al tema verbale le desinenze personali. OSSERVAZIONI z In alcuni verbi con tema verbale uscente in vocale breve non si registra il normale allungamento della vocale finale del tema verbale. λύω “sciogliere” TV λῠPerf. m.-p. λέλῠμαι θύω “sacrificare” θῠτέθῠμαι δέω “legare” δεδέδεμαι z Alcuni verbi, aventi tema verbale uscente in vocale breve, inseriscono un σ tra la vocale del tema verbale e le desinenze personali. γελάω “ridere” TV γελαPerf. m.-p. γεγέλα-σ-μαι σπάω “tirare” σπαἔσπα-σ-μαι z Per alcuni verbi è attestata sia una forma con il σ fra tema verbale e desinenze, sia una forma senza σ. TV χριPerf. m.-p. χέχρι(σ)μαι χρίω “ungere” z Nel verbo ἀκροάομαι “ascoltare” l’α del tema verbale non si allunga in η (ma in α lungo) benché impuro: ἠκρόᾱμαι.
223
Parte
1 • Temi in dittongo I verbi il cui tema verbale esce in dittongo tendono a mantenere inalterato il dittongo del tema.
παιδεύω “educare” καίω “bruciare”
TV
παιδευκαυ-
Perf. m.-p. πεπαίδευμαι κέκαυμαι
In questo gruppo di verbi, l’incontro fra il tema verbale e le desinenze personali non crea di norma alcun problema. Coniugherai pertanto perfetto e piuccheperfetto medio-passivi aggiungendo al tema verbale le desinenze personali. OSSERVAZIONI z Alcuni verbi aventi tema verbale uscente in dittongo inseriscono un σ fra il dittongo del tema verbale e le desinenze personali. κελεύω “ordinare” TV κελευPerf. m.-p. κεκέλευσμαι θραύω “spezzo” θραυτέθραυσμαι παίω “batto” παιπέπαισμαι z I verbi χέω “versare” e πνέω “soffiare” presentano al perfetto medio-passivo rispettivamente le forme κέχυμαι e πέπνυμαι.
• Temi in nasale I verbi il cui tema verbale termina in nasale ν mantengono la nasale inalterata sempre, tranne quando essa incontri una desinenza iniziante per μ; in questo caso la ν del tema verbale può passare: – a σ [fenomeno dell’assimilazione p. 301]; φαίνω “sembrare” TV φανPerf. m.-p. πέφασμαι – a μ [fenomeno dell’assimilazione p. 301]. ξηραίνω “disseccare” TV ξηρανPerf. m.-p. ἐξήραμμαι In sintesi, l’incontro fra il tema verbale e le desinenze personali determina i seguenti esiti:
ν ν ν ν
+ + + +
μ σ τ (σ)θ
σμ / μμ νσ ντ νθ
Tenendo conto di questi esiti, coniugherai il perfetto e il piuccheperfetto medio-passivi nel seguente modo: πέφαν-μαι πέφασμαι πέφαν-σαι πέφανσαι πέφαν-ται πέφανται πέφαν-(σ)θον πέφανθον ecc. OSSERVAZIONI z Alcuni verbi perdono il ν del tema davanti alle desinenze. κρίνω “giudicare” Perf. m.-p. κέκριμαι κλίνω “piegare” κέκλιμαι πλύνω “lavare” πέπλυμαι τείνω “tendere” τέταμαι
• Temi in liquida I verbi il cui tema verbale termina in liquida ρ e λ mantengono la consonante finale del tema verbale inalterata davanti alle consonanti iniziali 224
Capitolo
Il sistema del perfetto
26
delle desinenze personali. Tenendo conto di questi esiti, coniugherai il perfetto e piuccheperfetto medio-passivi nel seguente modo: ἤγγελ-μαι ἤγγελμαι ἤγγελ-σαι ἤγγελσαι ἤγγελ-ται ἤγγελται ἤγγελ-(σ)θον ἤγγελθον ecc. • Temi in occlusiva Nei verbi che hanno tema verbale uscente in occlusiva velare (κ, γ, χ), labiale (π, β, φ) e dentale (τ, δ, θ), si verifica l’incontro fra una consonante muta (quella del tema verbale) e un’altra consonante (quella della desinenza personale): tale incontro può determinare modificazioni fonetiche anche piuttosto sensibili. Per comprendere tali fenomeni ti sarà utile tenere presente il fatto che in greco (come per altro anche in latino e, in parte, in italiano) capita a volte che una consonante che precede si assimili (cioè divenga in qualche modo simile) a una che segue. Tale fenomeno può essere: – completo la consonante precedente diventa uguale a quella seguente (assimilazione totale); συν + λαμβάνω συλλαμβάνω – parziale la consonante precedente si uniforma a quella seguente o nel modo di articolazione o nel luogo di articolazione. συν + βάλλω συμβάλλω Come avrai notato le desinenze personali medie (sia quelle primarie che quelle secondarie) iniziano tutte per μ, per σ, per τ, oppure per i gruppi σθ o ντ. Sempre a proposito delle desinenze personali, occorre tenere presente che: – nelle desinenze che iniziano con σθ (-σθον, -σθην, -σθαι), il σ cade quando incontra un tema che termina in consonante; consonante + -σθον consonante aspirata + -θον – nelle desinenze che iniziano con ντ- (-νται, -ντο), il ν tende a vocalizzarsi ad α quando incontra un tema che termina in consonante (per evitare una sequenza di tre consonanti, difficilmente pronunciabile); consonante + -νται consonante + -αται – le desinenze che iniziano con μ, σ, τ producono esiti differenti a seconda che incontrino un tema verbale terminante in gutturale, labiale o dentale. • Temi in velare L’incontro fra il tema verbale e le desinenze personali determina i seguenti esiti fonetici:
κ, γ, χ κ, γ, χ κ, γ, χ κ, γ, χ
+ + + +
μ σ τ (σ)θ
γμ ξ κτ χθ
Tenendo conto di questi esiti, coniugherai il perfetto e piuccheperfetto medio-passivi nel seguente modo:
πέπραγ-μαι πέπραγ-σαι πέπραγ-ται πέπραγ-(σ)θον
πέπραγμαι πέπραξαι πέπρακται πέπραχθον ecc. 225
Parte
1 • Temi in labiale L’incontro fra il tema verbale e le desinenze personali determina i seguenti esiti fonetici:
π, β, φ π, β, φ π, β, φ π, β, φ
+ μ + σ + τ + (σ)θ
μμ ψ πτ φθ
Tenendo conto di questi esiti, coniugherai il perfetto e il piuccheperfetto medio-passivi nel seguente modo:
κέκοπ-μαι κέκοπ-σαι κέκοπ-ται κέκοπ(σ)θον
κέκομμαι κέκοψαι κέκοπται κέκοφθον ecc.
• Temi in dentale L’incontro fra il tema verbale e le desinenze personali determina i seguenti esiti fonetici:
τ, δ, θ τ, δ, θ τ, δ, θ τ, δ, θ
+ μ + σ + τ + (σ)θ
σμ σ στ σθ
Tenendo conto di questi esiti, coniugherai il perfetto e il piuccheperfetto medio-passivi nel seguente modo:
κεκόμιδ-μαι κεκόμιδ-σαι κεκόμιδ-ται κεκόμιδ(σ)θον
κεκόμισμαι κεκόμισαι κεκόμισται κεκόμισθον ecc.
OSSERVAZIONI z I temi uscenti in -μπ, -γγ, -γχ perdono l’ultima consonante del tema verbale, quando incontrano una desinenza che inizia per μ. πέμπω “mandare” Perf. m.-p. πέπεμπ-μαι πέπεμμαι σφίγγω “stringere” ἔσφιγγ-μαι ἔσφιγμαι z Il verbo σπένδω “fare libagioni” ha il perfetto ἔσπεισμαι e il piuccheperfetto ἐσπείσμην.
226
Capitolo
Il sistema del perfetto
7.2
26
Flessione X Temi in vocale e in liquida Il perfetto medio-passivo
λύω (TV λυ-)
ἀγγέλλω (TV ἀγγελ-)
Indicativo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
λέ-λυ-μαι λέ-λυ-σαι λέ-λυ-ται λέ-λυ-σθον λέ-λυ-σθον λε-λύ-μεθα λέ-λυ-σθε λέ-λυ-νται
ἤγγελ-μαι ἤγγελ-σαι ἤγγελ-ται ἤγγελ-θον ἤγγελ-θον ἠγγέλ-μεθα ἤγγελ-θε ἠγγελ-μένοι, -αι, -α εἰσί(ν) Congiuntivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
λελυμένος, -η, -ον λελυμένος, -η, -ον λελυμένος, -η, -ον λελυμένω, -α, -ω λελυμένω, -α, -ω λελυμένοι, -αι, -α λελυμένοι, -αι, -α λελυμένοι, -αι, -α
ὦ ᾖς ᾖ ἦτον ἦτον ὦμεν ἦτε ὦσι(ν)
ἠγγελμένος, -η, -ον ἠγγελμένος, -η, -ον ἠγγελμένος, -η, -ον ἠγγελμένω, -α, -ω ἠγγελμένω, -α, -ω ἠγγελμένοι, -αι, -α ἠγγελμένοι, -αι, -α ἠγγελμένοι, -αι, -α
ὦ ᾖς ᾖ ἦτον ἦτον ὦμεν ἦτε ὦσιν
ἠγγελμένος, -η, -ον ἠγγελμένος, -η, -ον ἠγγελμένος, -η, -ον ἠγγελμένω, -α, -ω ἠγγελμένω, -α, -ω ἠγγελμένοι, -αι, -α ἠγγελμένοι, -αι, -α ἠγγελμένοι, -αι, -α
εἴην εἴης εἴη εἶτον εἴτην εἶμεν εἶτε εἶεν
Ottativo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
λελυμένος, -η, -ον λελυμένος, -η, -ον λελυμένος, -η, -ον λελυμένω, -α, -ω λελυμένω, -α, -ω λελυμένοι, -αι, -α λελυμένοι, -αι, -α λελυμένοι, -αι, -α
εἴην εἴης εἴη εἶτον εἴτην εἶμεν εἶτε εἶεν Imperativo
Singolare Duale Plurale
a
2 3a 2a 3a 2a 3a
λέ-λυ-σο λε-λύ-σθω λέ-λυ-σθον λε-λύ-σθων λέ-λυ-σθε λε-λύ-σθων (λε-λύ-σθωσαν)
ἤγγελ-σο ἠγγέλ-θω ἤγγελ-θον ἠγγέλ-θων ἤγγελ-θε ἠγγέλ-θων (ἠγγέλ-θωσαν) 227
Parte
1 Infinito
λε-λύ-σθαι
ἠγγέλ-θαι Participio
λε-λυ-μένος, -η, -ον
ἠγγελμένος, -η, -ον
Il piuccheperfetto medio-passivo
λύω
ἀγγέλλω Indicativo
Singolare
Duale Plurale
ἐ-λε-λύ-μην
ἠγγέλ-μην
2
a
ἐ-λέ-λυ-σο
ἤγγελ-σο
3
a
ἐ-λέ-λυ-το
ἤγγελ-το
2a
ἐ-λέ-λυ-σθον
ἤγγελ-θον
3a
ἐ-λε-λύ-σθην
ἠγγέλ-θην
a
ἐ-λε-λύ-μεθα
ἠγγέλ-μεθα
a
2
ἐ-λέ-λυ-σθε
ἤγγελ-θε
3a
ἐ-λέ-λυ-ντο
ἠγγελμένοι, -αι, -α ἦσαν
1a
1
X Temi in nasale e in occlusiva velare Il perfetto medio-passivo
φαίνω (TV φαν-)
πράσσω (TV πραγ-)
Indicativo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
πέ-φασ-μαι πέ-φαν-σαι πέ-φαν-ται πέ-φαν-θον πέ-φαν-θον πε-φάσ-μεθα πέ-φαν-θε πε-φασ-μένοι, -αι, -α εἰσί(ν)
πέ-πραγ-μαι πέ-πραξαι πέ-πρακ-ται πέ-πραχ-θον πέ-πραχ-θον πε-πράγ-μεθα πέ-πραχ-θε πε-πραγ-μένοι, -αι, -α εἰσί(ν)
Congiuntivo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
228
πεφασμένος, -η, -ον πεφασμένος, -η, -ον πεφασμένος, -η, -ον πεφασμένω, -α, -ω πεφασμένω, -α, -ω πεφασμένοι, -αι, -α πεφασμένοι, -αι, -α πεφασμένοι, -αι, -α
ὦ ᾖς ᾖ ἦτον ἦτον ὦμεν ἦτε ὦσι(ν)
πεπραγμένος, -η, -ον πεπραγμένος, -η, -ον πεπραγμένος, -η, -ον πεπραγμένω, -α, -ω πεπραγμένω, -α, -ω πεπραγμένοι, -αι, -α πεπραγμένοι, -αι, -α πεπραγμένοι, -αι, -α
ὦ ᾖς ᾖ ἦτον ἦτον ὦμεν ἦτε ὦσιν
Capitolo
Il sistema del perfetto
26
Ottativo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
πεφασμένος, -η, -ον πεφασμένος, -η, -ον πεφασμένος, -η, -ον πεφασμένω, -α, -ω πεφασμένω, -α, -ω πεφασμένοι, -αι, -α πεφασμένοι, -αι, -α πεφασμένοι, -αι, -α
εἴην εἴης εἴη εἶτον εἴτην εἶμεν εἶτε εἶεν
πεπραγμένος, -η, -ον πεπραγμένος, -η, -ον πεπραγμένος, -η, -ον πεπραγμένω, -α, -ω πεπραγμένω, -α, -ω πεπραγμένοι, -αι, -α πεπραγμένοι, -αι, -α πεπραγμένοι, -αι, -α
εἴην εἴης εἴη εἶτον εἴτην εἶμεν εἶτε εἶεν
Imperativo
Singolare
2a a
Duale Plurale
3 2a
3a 2a 3a
πέ-φαν-σο πε-φάν-θω πέ-φαν-θον πε-φάν-θων πέ-φαν-θε πε-φάν-θων (πε-φάν-θωσαν)
πέ-πραξο πε-πράχ-θω πέ-πραχ-θον πε-πράχ-θων πέ-πραχ-θε πε-πράχ-θων (πε-πράχ-θωσαν)
Infinito
πε-φάν-θαι
πε-πρᾶχ-θαι Participio
πε-φασμένος, -η, -ον
πε-πραγμένος, -η, -ον
Il piuccheperfetto medio-passivo
φαίνω
πράσσω Indicativo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἐ-πε-φάσ-μην ἐ-πέ-φαν-σο ἐ-πέ-φαν-το ἐ-πέ-φαν-θον ἐ-πε-φάν-θην ἐ-πε-φάσ-μεθα ἐ-πέ-φαν-θε πε-φασμένοι, -αι, -α ἦσαν
ἐ-πε-πράγ-μην ἐ-πέ-πραξο ἐ-πέ-πρακ-το ἐ-πέ-πραχ-θον ἐ-πε-πράχ-θην ἐ-πε-πράγ-μεθα ἐ-πέ-πραχ-θε πε-πραγμένοι, -αι, -α ἦσαν
229
Parte
1 X Temi in occlusiva labiale e dentale Il perfetto medio-passivo
γράφω (TV γραφ-)
ψεύδω (TV ψευδ-)
Indicativo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
γέ-γραμ-μαι γέ-γραψαι γέ-γραπ-ται γέ-γραφ-θον γέ-γραφ-θον γε-γράμ-μεθα γέ-γραφ-θε γε-γραμμένοι, -αι, -α εἰσί(ν)
ἔ-ψευσ-μαι ἔ-ψευ-σαι ἔ-ψευσ-ται ἔ-ψευσ-θον ἔ-ψευσ-θον ἐ-ψεύσ-μεθα ἔ-ψευσ-θε ἐ-ψευσμένοι, -αι, -α εἰσί(ν)
Congiuntivo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a
3a 2a 3a 1a 2a 3a
γεγραμμένος, -η, -ον γεγραμμένος, -η, -ον γεγραμμένος, -η, -ον γεγραμμένω, -α, -ω γεγραμμένω, -α, -ω γεγραμμένοι, -αι, -α γεγραμμένοι, -αι, -α γεγραμμένοι, -αι, -α
ὦ ᾖς ᾖ ἦτον ἦτον ὦμεν ἦτε ὦσι(ν)
ἐψευσμένος, -η, -ον ἐψευσμένος, -η, -ον ἐψευσμένος, -η, -ον ἐψευσμένω, -α, -ω ἐψευσμένω, -α, -ω ἐψευσμένοι, -αι, -α ἐψευσμένοι, -αι, -α ἐψευσμένοι, -αι, -α
ὦ ᾖς ᾖ ἦτον ἦτον ὦμεν ἦτε ὦσιν
ἐψευσμένος, -η, -ον ἐψευσμένος, -η, -ον ἐψευσμένος, -η, -ον ἐψευσμένω, -α, -ω ἐψευσμένω, -α, -ω ἐψευσμένοι, -αι, -α ἐψευσμένοι, -αι, -α ἐψευσμένοι, -αι, -α
εἴην εἴης εἴη εἶτον εἴτην εἶμεν εἶτε εἶεν
Ottativo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a
3a 2a 3a 1a 2a 3a
γεγραμμένος, -η, -ον γεγραμμένος, -η, -ον γεγραμμένος, -η, -ον γεγραμμένω, -α, -ω γεγραμμένω, -α, -ω γεγραμμένοι, -αι, -α γεγραμμένοι, -αι, -α γεγραμμένοι, -αι, -α
εἴην εἴης εἴη εἶτον εἴτην εἶμεν εἶτε εἶεν
Imperativo
Singolare
2a
Duale
3a 2a
Plurale
3a 2a 3a
230
γέ-γραψο γε-γράφ-θω γέ-γραφ-θον γε-γράφ-θων γέ-γραφ-θε γε-γράφ-θων
ἔ-ψευσ-ο ἐ-ψεύσ-θω ἔ-ψευσ-θον ἐ-ψεύσ-θων ἔ-ψευσ-θε ἐ-ψεύσ-θων
Capitolo
Il sistema del perfetto
26
Infinito
γε-γράφ-θαι
ἐ-ψεῦσ-θαι Participio
γεγραμμένος, -η, -ον
ἐψευσμένος, -η, -ον
Il piuccheperfetto medio-passivo
γράφω
ψεύδω
Indicativo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἐ-γε-γράμ-μην ἐ-γέ-γραψο ἐ-γέ-γραπ-το ἐ-γέ-γραφ-θον ἐ-γε-γράφ-θην ἐ-γε-γράμ-μεθα ἐ-γέ-γραφ-θε γε-γραμμένοι, -αι, -α ἦσαν
ἐ-ψεύσ-μην ἔ-ψευ-σο ἔ-ψευσ-το ἔ-ψευσ-θον ἐ-ψεύσ-θην ἐ-ψεύσ-μεθα ἔ-ψευσ-θε ἐ-ψευσ-μένοι, -αι, -α ἦσαν
OSSERVAZIONI z Le desinenze di 3a persona plurale dell’indicativo perfetto e del piuccheperfetto sono rispettivamente -νται e -ντο; quando tali desinenze incontrano un tema che termina in consonante, la nasale ν della desinenza tende a vocalizzarsi ad α per evitare il succedersi di tre consonanti. τάσσω “ordinare” TV ταγ- Perf. m.-p. τετάχ- τετάχαται Ppf. m.-p. ἐτετάχ-ντο
ἐτετάχατο
In seguito, tali forme organiche furono sostituite da forme perifrastiche costituite dal participio perfetto + l’indicativo presente e imperfetto di εἰμί (τεταγμένοι εἰσίν, τεταγμένοι ἦσαν). z Anche il congiuntivo e l’ottativo perfetto sono formati perifrasticamente e più in particolare: X il congiuntivo è formato dal participio perfetto + il congiuntivo di εἰμί: λελυμένος, -η, -ον ὦ; X l’ottativo è formato dal participio perfetto + l’ottativo di εἰμί: λελυμένος, -η, -ον εἴην. z I verbi il cui tema verbale presenta fenomeni di alternanza apofonica, formano il perfetto e il piuccheperfetto medio-passivi come segue: X i verbi il cui tema verbale presenta alternanza ει/ οι/ ι formano il perfetto e il piuccheperfetto medio-passivi dal tema con vocalismo di grado medio ει; TV λιπ-/ λειπ-/ λοιπPerf. λέλειμμαι Ppf. ἐλελείμμην λείπω “lasciare” X i verbi il cui tema verbale presenta alternanza ει/ο/-(α) formano il perfetto e il piuccheperfetto medio-passivi dal tema con vocalismo di grado debole α; TV σταλ-/ στελ-/ στολ- Perf. ἔσταλμαι Ppf. ἐστάλμην στέλλω “mandare” τρέπω “volgere” τραπ-/ τρεπ-/ τροπτέτραμμαι ἐτετράμμην τρέφω “nutrire” θραφ-/ θρεφ-/ θροφτέθραμμαι ἐτεθράμμην φθείρω “rovinare” φθαρ-/ φθερ-/ φθορἔφθαρμαι ἐφθάρμην X i verbi il cui tema verbale presenta alternanza α/η formano il perfetto e piuccheperfetto medio-passivi dal tema con vocalismo η; TV δακ- / δηκPerf. δέδηγμαι Ppf. ἐδεδήγμην δάκνω “mordere” λαμβάνω “prendere” λαβ- / ληβεἴλημμαι εἰλήμμην λαγχάνω “ottenere in sorte” λαχ- / ληχεἴληγμαι εἰλήγμην λανθάνω “essere nascosto” λαθ- / ληθλέλησμαι ἐλελήσμην
231
Parte
1 X alcuni verbi inseriscono una vocale ε/η fra il tema verbale e le desinenze personali. αἰσθάνομαι “percepire” TV αἰσθPerf. ᾔσθημαι Ppf. ᾐσθήμην βούλομαι “volere” βουλβεβούλημαι ἐβεβουλήμην γίγνομαι “diventare” γενγεγένημαι ἐγεγενήμην z Il perfetto medio-passivo di δίδωμι, τίθημι, ἵημι e ἵστημι segue nella formazione e nella flessione le regole già viste a proposito dei temi in vocale. Osserviamo però che: X δίδωμι e ἵστημι non allungano la vocale del tema davanti alle desinenze personali (δέδομαι, ἕστᾰμαι); X la vocale del tema θε- di τίθημι allunga in ει (τέθειμαι); X il tema ἑ- di ἵημι raddoppia in εἱ- (εἷμαι).
8 Il futuro perfetto X Il futuro perfetto, d’uso in realtà assai raro, indica un’azione compiuta nel futuro, il cui effetto perdurerà nel tempo successivo. Si traduce per lo più con il futuro anteriore, ma, proprio per il suo valore stativo, può essere reso anche con il futuro semplice. In particolare il futuro perfetto assume valore di futuro semplice nei verbi il cui perfetto ha significato di presente. Perf. ἕστηκα “sto” Fut. perf. ἑστήξω “starò” ἵστημι “collocare” κτάομαι “acquistare” κέκτημαι “posseggo” κεκτήσομαι “possiederò” μιμνήσκω “far ricordare” μέμνημαι “ricordo” μεμνήσομαι “ricorderò” Il futuro perfetto presenta tre forme distinte: attiva, media e passiva.
Il futuro perfetto attivo
8.1
X Si forma perifrasticamente con il participio perfetto attivo in unione al futuro del verbo εἰμί. λύω “sciogliere” Fut. perf. attivo λελυκὼς ἔσομαι “avrò sciolto” Il futuro perfetto attivo Indicativo
Singolare
Duale Plurale
a
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
λελυκώς, -κυῖα, -ὸς
λελυκότε, -υία, -ότε λελυκότες, -υῖαι, -ότα
Ottativo
ἔσομαι ἔσῃ ἔσται ἔσεσθον ἔσεσθον ἐσόμεθα ἔσεσθε ἔσονται
λελυκώς, -κυῖα, -ὸς
λελυκότε, -υία, -ότε λελυκότες, -υῖαι, -ότα
ἐσοίμην ἔσοιο ἔσοιτο ἔσοισθον ἐσοίσθην ἐσοίμεθα ἔσοισθε ἔσοιντο
Infinito
λελυκότα, λελυκυῖαν, λελυκὸς ἔσεσθαι OSSERVAZIONI z Due verbi presentano una forma di futuro perfetto attivo non perifrastico, che si ottiene aggiungendo al tema raddoppiato il suffisso -ξο- / -ξε- (prodotto dalla fusione del -κ- caratteristico del perfetto e del -σο- / -σε- caratteristico del futuro) e le desinenze principali attive. (ἀπο)θνήσκω “morire” fut. perf. τεθνήξω “sarò morto” ἵστημι “collocare” ἑστήξω “starò” (valore intrans.)
232
Capitolo
Il sistema del perfetto
26
Il futuro perfetto medio
8.2
È proprio dei verbi deponenti e di alcuni verbi in liquida e nasale; è raro che l’abX biano i verbi in consonante muta. Ha generalmente significato attivo o medio, ma in alcuni verbi assume anche quello passivo. Si forma anch’esso perifrasticamente con il participio perfetto medio in unione al futuro del verbo εἰμί. λύω “sciogliere” Fut. perf. medio λελυμένος ἔσομαι “avrò sciolto per me, mi sarò sciolto” Il futuro perfetto medio Indicativo
Singolare
Duale Plurale
1 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a a
λελυμένος, -η, -ον
λελυμένω, -α, -ω λελυμένοι, -αι, -α
Ottativo
ἔσομαι ἔσῃ ἔσται ἔσεσθον ἔσεσθον ἐσόμεθα ἔσεσθε ἔσονται
λελυμένος, -η, -ον
λελυμένω, -α, -ω λελυμένοι, -αι, -α
ἐσοίμην ἔσοιο ἔσοιτο ἔσοισθον ἐσοίσθην ἐσοίμεθα ἔσοισθε ἔσοιντο
Infinito
λελυμένον, -ην, -ον ἔσεσθαι
8.3
Il futuro perfetto passivo Si forma aggiungendo al tema verbale raddoppiato il suffisso -σ- tipico del futuX ro seguito dalla vocale tematica -ο- / -ε- e dalle desinenze principali medie. λύω “sciogliere” Fut. perf. pass. λελύσομαι “sarò stato sciolto” Il futuro perfetto passivo Indicativo
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
λε-λύ-σο-μαι λε-λύ-σῃ λε-λύ-σε-ται λε-λύ-σε-σθον λε-λύ-σε-σθον λε-λυ-σό-μεθα λε-λύ-σε-σθε λε-λύ-σο-νται Infinito
λε-λύ-σε-σθαι
Ottativo
λε-λυ-σοί-μην λε-λύ-σοι-ο λε-λύ-σοι-το λε-λύ-σοι-σθον λε-λυ-σοί-σθην λε-λυ-σοί-μεθα λε-λύ-σοι-σθε λε-λύ-σοι-ντο Participio
λε-λυ-σό-μενος, -η, -ον
OSSERVAZIONI z È proprio di verbi in vocale e dittongo e in consonante muta. Tra i verbi in liquida e nasale, due soltanto hanno il perfetto futuro passivo. βάλλω “gettare” Fut. perf. pass. βεβλήσομαι “sarò gettato” τέμνω “tagliare” τετμήσομαι “sarò tagliato” z Bada che i verbi soggetti ad apofonia presentano nel futuro perfetto il grado debole. τρέπω “volgere” TV τραπ- / τρεπ- / τροπFut. perf. pass. τετράψομαι
233
PARTE 1
CAPITOLO 27
Fonetica e morfologia Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali l’aggettivo verbale
Gli aggettivi verbali DDI
1 Formazione Gli aggettivi verbali sono forme nominali del verbo di significato passivo e prive X di valore temporale. Ne esistono due tipi, che si formano rispettivamente: • il primo, aggiungendo al tema verbale il suffisso -τός, -τή, -τόν; • il secondo, aggiungendo al tema verbale il suffisso -τέος, -τέα, -τέον.
λύω “sciogliere”
Agg. verb. I λυ-τός Agg. verb. II λυ-τέος
Entrambi si declinano come normali aggettivi della I classe a tre uscite. X Ricorda che, nel caso dei temi soggetti ad apofonia, gli aggettivi verbali si formano generalmente sul grado che il tema assume nell’aoristo passivo.
λαμβάνω “prendere” TV λαβ- / ληβ- Aor. pass. ἐλήφθην Agg. verb. ληπτός; ληπτέος I temi apofonici monosillabici in liquida a grado medio ε, però, assumono sempre il grado ridotto.
στέλλω “mandare” TV στελ- / σταλ- Aor. pass. ἐστάλην Agg. verb. σταλτός; σταλτέος ἐσπάρην σπαρτός; σπαρτέος σπείρω “seminare” σπερ- / σπαρX L’incontro fra i vari temi verbali e il τ del suffisso determina alcuni fenomeni fonetici in parte già incontrati. • Temi in vocale I verbi il cui tema esce in vocale breve tendono ad allungare la voce finale del tema secondo lo schema consueto.
τιμάω “onorare” Agg. verb. I τιμητός, -ή, -όν ποιητός, -ή, -όν ποιέω “fare”
Agg. verb. II τιμητέος, -α, -ον ποιητέος, -α, -ον
Anche in questo caso, naturalmente non mancano eccezioni, giacché alcuni verbi non allungano la vocale.
αἱρέω “prendere” Agg. verb. I αἱρετός, -ή, -όν
Agg. verb. II αἱρετέος, -α, -ον
Ricorda inoltre che alcuni verbi in vocale o dittongo inseriscono un σ tra tema verbale e suffisso.
ἀκούω “ascoltare”Agg. verb. I ἀκουστός, -ή, -όν Agg. verb. II ἀκουστέος, -α, -ον γνωστός, -ή, -όν γνωστέος, -α, -ον γιγνώσκω “sapere” γελαστός, -ή, -όν γελαστέος, -α, -ον γελάω “(de)ridere” 234
Capitolo
Gli aggettivi verbali
27
• Temi in consonante Nei verbi il cui tema verbale esce in consonante, l’incontro fra la muta del tema e il τ del suffisso determina i seguenti esiti: – le velari si assimilano in κ (κ, γ, χ + τ κτ); τάσσω “disporre” Agg. verb. I τακτός, -ή, -όν
Agg. verb. II τακτέος, -α, -ον
– le labiali si assimilano in π (π, β, φ + τ πτ); γράφω “scrivere” Agg. verb. I γραπτός, -ή, -όν
Agg. verb. II γραπτέος, -α, -ον
– le dentali si trasformano in σ (τ, δ, θ + τ στ). κομίζω “portare” Agg. verb. I κομιστός, -ή, -όν Agg. verb. II κομιστέος, -α, -ον • Temi in liquida e nasale Nei verbi il cui tema verbale esce in liquida o nasale, la liquida e la nasale restano generalmente inalterate.
φθείρω “distruggere”Agg. verb. I φθαρτός, -ή, -όν Agg. verb. IIφθαρτέος, -α, -ον Fanno eccezione:
κρίνω “giudicare” τείνω “tendere”
Agg. verb. I κριτός, -ή, -όν τατός, -ή, -όν
Agg. verb. II κριτέος, -α, -ον τατέος, -α, -ον
X Fenomeni fonetici particolari nella formazione degli aggettivi verbali presentano i seguenti verbi:
βάλλω “lanciare” καλέω “chiamare” τέμνω “tagliare”
Agg. verb. I βλητός, -ή, -όν κλητός, -ή, -όν τμητός, -ή, -όν
Agg. verb. II βλητέος, -α, -ον κλητέος, -α, -ον τμητέος, -α, -ον
2 Uso e significato degli aggettivi verbali in -τός, -τή, -τόν X Gli aggettivi verbali in -τός, -τή, -τόν indicano un’azione possibile; talvolta corrispondono anche al participio passato italiano. Pertanto λυτός (da λύω “sciogliere”), a titolo d’esempio, può significare tanto “solubile” quanto “sciolto”.
Ἐγὼ γὰρ τοῦτο [...] οὐκ ᾤμην διδακτὸν εἶναι. (Plat. Prot. 319a-b) Non credevo che ciò fosse insegnabile. Ὄφρ’ ἔτι μᾶλλον / Τρωσὶ μὲν εὐκτὰ γένηται. (Hom. Il. 14.97s.) Affinché si realizzino ancor più i desideri (= le cose desiderate) dei Troiani. X Bada che non tutti gli aggettivi in -τός presentano entrambi i valori: devi guardare con attenzione sul dizionario. Vi sono anche alcuni aggettivi che hanno valore attivo. da δύναμαι
“potere” δυνατός, -ή, -όν “possibile” ma anche “capace” ἀδύνατος, -ον “impossibile” ma anche “incapace”
235
Parte
1
3 Uso e significato degli aggettivi verbali in -τέος, -τέα, -τέον X Gli aggettivi verbali in -τέος, -τέα, -τέον indicano un’azione che deve essere compiuta, con significato analogo a quello del gerundivo latino. λυτέος (da λύω, sciogliere): che deve essere sciolto, da sciogliere (cfr. lat. solvendus) X In unione al verbo εἰμί (che spesso è però sottinteso) questi aggettivi verbali formano la coniugazione perifrastica passiva che, come in latino, esprime il concetto di dovere, obbligo, necessità e presenta due costruzioni. COSTRUZIONE PERSONALE • L’aggettivo verbale e il verbo εἰμί concordano con il soggetto. • La persona da cui deve essere compiuta l’azione va espressa col dativo d’agente (più raramente con ὑπό + genitivo).
Ἡμῖν πατρὶς φυλακτέα ἐστίν. La patria deve essere difesa da noi Dobbiamo difendere la patria. Ὁρῶ δὲ καὶ νῦν ὁμοῖα καὶ παραπλήσια ξυμβουλευτέα μοι. (Thuc. 1.140.1) Vedo che anche ora (io) devo dare consigli uguali o simili. COSTRUZIONE IMPERSONALE • Il verbo εἰμί va alla 3ª persona singolare. • L’aggettivo verbale è reso al neutro singolare (o plurale) e può reggere un oggetto o una subordinata, espressi secondo le modalità volute dal verbo da cui l’aggettivo deriva. • Anche in questo caso la persona da cui deve essere compiuta l’azione va resa col dativo d’agente (più raramente con ὑπό + genitivo).
Ἡμῖν φυλακτέον ἐστὶ τὴν πατρίδα. Si deve difendere la patria da parte nostra Dobbiamo difendere la patria. ποιητέον (ἐστί) ἃ ἂν κελεύῃ ἡ πόλις καὶ ἡ πατρίς. (Plat. Crit. 51b-c) Bisogna fare ciò che ordini la città e la patria. Oὐ πάνυ ἡμῖν φροντιστέον (ἐστί) τί ἐροῦσιν οἱ πολλοί. (Plat. Crit. 48a) Non dobbiamo affatto darci pensiero di quel che dirà la maggioranza. Ἄλλοις μὲν γὰρ χρήματά ἐστι πολλὰ καὶ νῆες καὶ ἵπποι, ἡμῖν δὲ ξύμμαχοι ἀγαθοί, οὓς οὐ παραδοτέα τοῖς Ἀθηναίοις ἐστίν. (Thuc. 1.86.3) Gli altri hanno difatti molte risorse finanziarie e navi e cavalli, ma noi abbiamo buoni alleati che non si devono abbandonare agli Ateniesi. OSSERVAZIONI z I verbi transitivi ammettono entrambe le costruzioni, quelli intransitivi soltanto la costruzione impersonale. z Ricorda che l’aggettivo verbale, quando il verbo da cui deriva presenta una diatesi media di significato intransitivo, acquista anch’esso, in base al caso che regge, un significato transitivo o intransitivo. Bisogna persuadere lo stratego. πειστέον ( πείθω) ἐστὶ τὸν στρατηγόν. πειστέον ( πείθομαι) ἐστὶ τῷ στρατηγῷ. Bisogna obbedire allo stratego.
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PARTE 2 Elementi di sintassi
PARTE 2
CAPITOLO 28
Elementi di sintassi Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali la sintassi dei casi
La sintassi dei casi DDI
1 Nominativo Come in latino, anche in greco il nominativo è il caso del soggetto. X
Ὁ πολίτης τὴν πατρίδα στέργει. Il cittadino ama la patria. X Oltre al soggetto della proposizione, il greco esprime in caso nominativo tutto quanto al soggetto stesso si riferisca e più in particolare: • l’attributo del soggetto
Ὁ ἀγαθὸς πολίτης τὴν πατρίδα στέργει. Il buon cittadino ama la patria. • l’apposizione del soggetto
Ὁ στρατηγὸς Ἀλκιβιάδης τὴν πατρίδα στέργει. Lo stratego Alcibiade ama la patria. • il complemento predicativo del soggetto
Ὁ Ἀλκιβιάδης στρατηγὸς ἀποδείκνυται. Alcibiade viene eletto stratego. • la parte nominale (sostantivo, aggettivo, participio) del predicato nominale. A proposito della parte nominale, occorre precisare che: – se essa è un aggettivo o un participio, concorda con il soggetto nel genere, nel numero e nel caso
Ψευδεῖς λόγοι οὐκ ἄξιοι ἀγαθοῦ στρατηγοῦ εἰσιν. Delle parole false non sono degne di un buono stratego. – se essa è un sostantivo, concorda con il soggetto solamente nel caso Αἱ τῶν στρατιωτῶν ἧτται τοῖς πολίταις συμφορῶν αἰτία εἰσίν. Le sconfitte dei soldati sono causa di sventure per i cittadini. X In taluni casi, il nominativo viene utilizzato in luogo del vocativo nelle esclamazioni.
Ὦ δῖος αἰθὴρ καὶ ταχύπτεροι πνοαί. (Aeschyl. Prom. 88) O etere divino e venti dalle ali veloci! X Il nominativo viene inoltre utilizzato per indicare il titolo delle opere.
Βίοι παράλληλοι. Le Vite parallele (opera di Plutarco). 238
Capitolo
La sintassi dei casi
1.1
28
La concordanza soggetto-predicato A proposito del soggetto e della concordanza soggetto-predicato, occorre teX nere presente che: • è talora possibile che un aggettivo con valore di parte nominale si trovi al genere neutro, anche qualora il soggetto sia maschile o femminile (in questo caso si tratta di un aggettivo neutro usato con valore di sostantivo)
•
•
•
•
1.2
Ἡ τοῦ ἀνθρώπου ψυχὴ ἀθάνατον γίγνεται. L’anima dell’uomo è una cosa immortale (è immortale). quando il soggetto è rappresentato da un nome collettivo, il predicato può essere sia al singolare che al plurale (come in latino) Ὁ τῶν Ἀθηναίων δῆμος ὑπὲρ τῆς ἐλευθερίας ἐμάχοντο (ἐμάχετο). Il popolo ateniese combatteva in difesa della libertà. quando il soggetto è al duale, il predicato può essere sia al duale che al plurale Τὼ στρατιώτα ἀνδρείως μάχονται (μάχεσθον). I due soldati combattono valorosamente. quando in una frase ci sono due soggetti singolari, il verbo può essere sia al duale che al plurale Ζεὺς καὶ Ἄρτεμις ὑπὸ τῶν Ἑλλήνων μάλιστα ἐσεβέσθην (ἐσέβοντο). Zeus e Artemide erano molto venerati dai Greci. quando il soggetto è rappresentato da un neutro plurale, il verbo è molto spesso al singolare Τὰ τοῦ σοφοῦ ἔργα καλά ἐστιν. Le opere del sapiente sono belle.
Il nominativo con l’infinito X Un particolare tipo di costrutto è quello del nominativo con l’infinito. Esso è frequentemente utilizzato con alcuni verbi o locuzioni quali: • verba dicendi / declarandi, putandi, iubendi, cioè verbi che esprimono un’affermazione, un giudizio o un comando, come λέγομαι (lat. dicor), ἀγγέλλομαι (lat. nuntior), κελεύομαι (lat. iubeor) ecc.;
Ὁ Κῦρος λέγεται σοφὸς γενέσθαι. Si dice che Ciro (lett. “Ciro è detto”) sia stato sapiente. Tieni presente che con questi verbi è, in linea di massima, possibile anche la costruzione impersonale (verbo alla 3ª persona singolare + accusativo e infinito). Λέγεται τὸν Κῦρον σοφὸν γενέσθαι. Si dice che Ciro sia stato sapiente. • verbi indicanti “sembrare”, “apparire” quali δοκέω, φαίνομαι, ἔοικα (lat. videor) ecc.; Ἀρχαῖά σοι φαίνομαι λέγειν. Ti sembra che io dica cose antiquate (lett. “io sembro a te dire”). Tieni presente che questi verbi, come in latino, ammettono anche la costruzione impersonale (verbo alla 3ª persona singolare + accusativo e infinito), quando significano “sembrare bene”, “sembrare opportuno”. Δοκεῖ τοὺς ἀγαθοὺς ἀεὶ τἀληθῆ λέγειν. Sembra opportuno che i buoni dicano sempre la verità. 239
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2
Elementi di sintassi
• locuzioni costituite da un aggettivo + il verbo εἰμί o γίγνομαι, come ἀναγκαῖός εἰμι “è necessario che io”, lett. “io sono necessario che”); ἄξιός εἰμι “è giusto che io”; δῆλός εἰμι “è chiaro che io”; φανηρός εἰμι “è evidente che io” ecc.;
Ἄξιοί γε μέντοι ἐσμὲν τοῦ πράγματος τούτου ἀπολαῦσαι. È giusto che noi traiamo vantaggio da questo fatto. Tieni presente che queste locuzioni ammettono anche la costruzione impersonale: accusativo neutro dell’aggettivo + εἰμί alla 3ª persona singolare + infinitiva soggettiva (con il soggetto eventualmente espresso in caso accusativo). Così, ad esempio, la frase precedente potrebbe assumere questa forma: Ἄξιόν γε μέντοι ἐστὶ ἡμᾶς τοῦ πράγματος τούτου ἀπολαῦσαι.
2 Genitivo Il genitivo è un caso complesso, che accanto alle funzioni logiche sue proprie X raccoglie su di sé anche parte di quelle dell’antico ablativo indoeuropeo, scomparso nel greco. Ecco perché si è soliti distinguere tra un genitivo propriamente detto, che comprende due specie, il genitivo adnominale e il genitivo partitivo, e un genitivo ablativale.
2.1
Il genitivo adnominale Il genitivo adnominale esprime un rapporto tra nome e nome e adempie alle X seguenti funzioni: • specificazione
Ὀλίγοι εἰσὶν οἱ τῆς ἀληθείας φίλοι. Pochi sono gli amici della verità. Anche in greco, come in latino, il genitivo di specificazione che dipenda da un nomen actionis può esprimere il soggetto (genitivo soggettivo) o l’oggetto (genitivo oggettivo) dell’azione implicita nel sostantivo reggente. Τὸ τοῦ τυράννου μῖσος μεγάλων κακῶν τοῖς πολίταις αἰτία ἐστίν. L’odio del tiranno è causa di grandi sventure per i cittadini. (τὸ τοῦ τυράννου μῖσος = l’odio che il tiranno nutre: genitivo soggettivo)
Τὸ τοῦ τυράννου μῖσος μέγα τοῖς πολίταις ἔνεστι. L’odio del / per il tiranno è grande nei cittadini. (τὸ τοῦ τυράννου μῖσος = l’odio di cui il tiranno è oggetto: genitivo oggettivo)
• possesso Ἡ τοῦ δεσπότου οἰκία ἐν τῷ λόφῳ ἄκρῳ ἐστίν. La casa del padrone è in cima alla collina. • pertinenza Ἀγαθοῦ πολίτου ἐστὶ τοῖς νόμοις ἐμμένειν. È proprio di un buon cittadino rispettare le leggi.
Ἄρχοντός ἐστι τῶν ἀρχομένων ἐπιμελεῖσθαι. È dovere di un capo prendersi cura dei sudditi. • materia e contenuto Εὗρον πολλὰ νομίσματα χρυσοῦ καὶ ἀργυρίου. Trovarono molte monete d’oro e d’argento. 240
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28
• misura Οἱ πολῖται τεῖχος πεντήκοντα ποδῶν ἔδειμαν. I cittadini edificarono un muro di cinquanta piedi. • tempo Τῆς ὀπώρας τὰ φύλλα ἐκ τῶν δένδρων εἰς γῆν πίπτουσιν. In autunno le foglie cadono dagli alberi a terra. • età Ἀλέξανδρος δύο καὶ τριάκοντα ἐτῶν ἐτελεύτησε. Alessandro morì a trentadue anni. • prezzo e stima Ὁ Κικέρων τοῦ Δημοσθένους λόγους πολλοῦ ἐποιεῖτο. Cicerone stimava molto i discorsi di Demostene. • causa Πολλάκις τέχνης ἐζήλωσα ὑμᾶς. Spesso vi ho invidiato per la (vostra) abilità.
2.2
Il genitivo partitivo X Il genitivo partitivo indica il tutto di cui si considera una parte e si trova in dipendenza di: • sostantivi, aggettivi (specialmente di grado superlativo), pronomi, avverbi e participi;
Πλῆθος ἀνθρώπων προσέδραμε. Accorse un gran numero di uomini. Ὁ Σωκράτης ὁ σωφρονέστατος πάντων τῶν ἀνθρώπων ἐστίν. Socrate è il più saggio tra (di) tutti gli uomini. Τῶν στρατιωτῶν οἱ μὲν ἐλήφθησαν, οἱ δὲ ἀπέθανον. Dei (tra i) soldati alcuni furono catturati, altri morirono. Πόθεν τῶν πόλεων ἥκεις; Da quale tra le città (= da quale città) sei giunto? • verbi che indicano: – abbondanza, come γέμω “essere pieno”, κορέννυμι “saziare”, πίμπλημι “riempire” ecc.
Ὁ γεωργὸς τοὺς πίθους ἐλαίου ἔπλησε. Il contadino riempì gli orci d’olio. – partecipazione, come κοινωνέω, μεταδίδωμι “far partecipe di”, μετέχω “partecipare a” ecc. Ὁ Ἀγησίλαος τοῖς φίλοις τῆς ἑαυτοῦ εὐπραξίας μετέδωκε. Agesilao rese gli amici partecipi della sua fortuna. – desiderio o raggiungimento di un fine, come ἐπιθυμέω “desiderare”, ἐφίεμαι, ὀρέγομαι “aspirare a”, τυγχάνω “ottenere” Πάντες οἱ ἄνθρωποι τῆς δόξας ὀρέγονται. Tutti gli uomini aspirano alla gloria. 241
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2
Elementi di sintassi
– contatto, come ἅπτομαι “toccare”, “afferrare”, ψαύω “sfiorare”, ἔχομαι “attaccarsi”
Τῶν ἀλλοτρίων μὴ ἅπτεσθε. Non toccate la roba d’altri! • percezione fisica o intellettuale, come ἀκούω, ἀκροάομαι “ascoltare, sentire”, αἰσθάνομαι “accorgersi di”, πυνθάνομαι “informarsi di”, λανθάνομαι “dimenticarsi di” ecc.
Πολλάκις οἱ μαθηταὶ οὐκ ἀκούουσιν τοῦ διδασκάλου λέγοντος. Spesso gli allievi non ascoltano il maestro che parla. • dominio, come ἄρχω “comandare”, κρατέω “dominare, prevalere su”, βασιλεύω “regnare su”, ἡγέομαι “guidare, essere a capo di, esercitare il comando su” ecc.
Ὁ μέγας βασιλεὺς πάσης τῆς Ἀσίας κρατεῖ. Il Gran Re domina su tutta l’Asia. • interesse o disinteresse, disprezzo, derisione, come ἐπιμελέομαι “curarsi di”, κήδομαι “preoccuparsi di, per”, ὀλιγωρέω “trascurare”, καταφρονέω “disprezzare”, καταγελάω “ridere di” ecc.
Ὁ ἀγαθὸς βασιλεὺς τοῦ τῶν πολιτῶν ἀγαθοῦ κήδεται. Il buon re si preoccupa del bene dei cittadini.
2.3
Il genitivo ablativale Il genitivo ablativale indica il punto da cui parte o si allontana l’azione e si X trova in dipendenza da verbi e aggettivi che esprimono: • allontanamento o separazione, come ἀπέχω “star lontano da”, ἀπέχομαι “tenersi lontano da”, ἀπέρχομαι “andar lontano da”, ἀπαλλάσσω “allontanare da” ecc.
Οἱ γονεῖς ἐθέλουσιν τοὺς υἱοὺς τῶν κινδύνων ἀπαλλάσσειν. I genitori vogliono allontanare i figli dai pericoli. • origine e discendenza, come εἰμί, γίγνομαι “discendere, nascere” ecc.
Ὁ Ἡρακλῆς Διὸς ἐγένετο. Eracle nacque da Zeus. • principio, interruzione, fine, quali ἄρχομαι “cominciare”, παύομαι “cessare”, παύω, λήγω “far cessare”
Ὁ στρατηγὸς ἀναστὰς λόγου ἤρξατο. Lo stratego, alzatosi, cominciò il discorso. • liberazione, privazione o impedimento, come ἐλευθερόω “liberare da”, καθαίρω “purificare da”, ἀπολύω, εἴργω “liberare da”, ἀπορέω “essere privo di”, δέομαι “aver bisogno di”, στερέω “privare, derubare di”, κωλύω “impedire” ecc.
Ὁ βασιλεὺς ἐκέλευσε τοὺς ἀγγέλους τῶν ὅπλων στερηθῆναι. Il re ordinò che i messi fossero privati delle armi. • sentimento (verba affectuum), come θαυμάζω “meravigliarsi di, per”, φθονέω “invidiare per”, οἰκτίρω “avere compassione per”
Ὑμῶν θαυμάζω, ὡς ταῦτα εἴπετε. Mi meraviglio di voi, che abbiate detto queste cose (= mi meraviglio che voi abbiate detto...). 242
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• differenza, superiorità o inferiorità, come διαφέρω “distinguersi”, περιγίγνομαι, προέχω, ὑπερέχω “essere superiore”, ἡττάομαι “essere inferiore”. Οἱ Ἕλληνες τῇ παιδείᾳ τῶν βαρβάρων διαφέρουσιν. I Greci si distinguono dai barbari per la cultura.
3 Dativo Il dativo, oltre alle funzioni logiche sue proprie, raccoglie su di sé anche quelle X di antichi casi scomparsi nel greco: lo strumentale e il locativo. Ecco perché si è soliti distinguere tra un dativo propriamente detto, un dativo strumentale e un dativo locativo.
3.1
Il dativo propriamente detto X Il dativo propriamente detto adempie alle seguenti funzioni: • di termine, in dipendenza da: – verbi che significano dare, donare, offrire, dire, comandare, promettere, rimproverare, quali δίδωμι, δωρέω, παρέχω, λέγω, κελεύω, προστάσσω, ὑπισχνέομαι, ὀνειδίζω, μέμφομαι ecc. Ὁ διδάσκαλος τοῖς μαθηταῖς ὀνειδίζει. Il maestro rimprovera gli allievi. – verbi che significano aiutare, difendere, giovare, danneggiare, insidiare, minacciare, come βοηθέω, ἀμύνω, τιμωρέω, ἐνοχλέω, ἐπιβουλεύω, ἀπειλέω ecc. Οἱ στρατιῶται τῇ πόλει ἀμυνοῦσιν. I soldati difenderanno la città. – verbi che significano obbedire, confidare, fidarsi, diffidare, come ὑπακούω, πείθομαι, πιστεύω, ἀπιστέω ecc. Οἱ πολῖται τοῖς τοῦ ἄρχοντος λόγοις πιστεύουσιν. I cittadini si fidano delle parole dell’arconte. – verbi che significano perdonare, invidiare, come συγγιγνώσκω, φθονέω ecc. Οἱ πένητες τοῖς πλουσίοις φθονοῦσιν. I poveri invidiano i ricchi. –
verbi che significano avvicinarsi, essere vicino, cedere, quali ἀπαντάω, πλησιάζω, πελάζω, πλησίον εἶναι, παραχωρέω ecc. Νεανίας τῷ Σωκράτει πλησιάζει. Un giovane si avvicina a Socrate.
– verbi che significano convenire, essere utile, come πρέπει, λυσιτελεῖ. Σώφρονι οὐ πρέπει τῶν χρημάτων ὀρέγεσθαι. Non si addice al saggio aspirare alle ricchezze. – da verbi o aggettivi indicanti somiglianza / differenza o ostilità / amicizia, come ὅμοιος / ἀνόμοιος, ἴσος / ἄνισος, φίλος / ἐχθρός ecc. Οἱ Κορίνθιοι τοῖς Ἀθηναίοις ἐχθροί εἰσιν. I Corinzi sono nemici degli (= ostili agli) Ateniesi. 243
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• d’interesse (o vantaggio), quando indica la persona o la cosa a vantaggio o svantaggio della quale è compiuta una certa azione
Ἅμα τῷ ἔαρι οἱ Ἀθηναῖοι τῇ θεᾷ ἑορτὴν ποιοῦσιν. All’inizio della primavera gli Ateniesi celebrano una festa in onore della dea. Un tipo particolare di dativo d’interesse è rappresentato dal dativo di possesso: Τοῖς Λακεδαιμονίοις νῆες οὐκ ἦσαν ἐν τούτῳ τῷ λιμένι. Gli Spartani non avevano navi in questo porto. • di relazione, che indica la persona in relazione alla quale vale quanto affermato dal verbo reggente
Ἐπίδαμνός ἐστι πόλις ἐν δεξιᾷ εἰσπλέοντι τὸν Ἰόνιον κόλπον. (Thuc. 1.24.1) La città di Epidamno è sulla destra per chi naviga in direzione del Mar Ionio. • etico, quando esprime la partecipazione o il diretto coinvolgimento affettivo di chi parla o scrive all’azione espressa dal verbo
Μή μοι θορυβήσητε. Non mi fate chiasso. • d’agente
Πάνθ’ ἡμῖν πεποίηται. Da noi è stata fatta ogni cosa.
3.2
Il dativo strumentale Il dativo strumentale svolge le seguenti funzioni: X • funzione sociativa, quando indica la persona con cui si interagisce nel compiere una determinata azione e si trova in dipendenza da verbi che significano accompagnare, seguire, consigliarsi, combattere, usare, come ἀκολουθέω, ἕπομαι, συμβουλεύω, κοινοῦμαι, μάχομαι, πολεμέω, ἐρίζω, χράομαι ecc.
Οἱ νεανίαι οἱ ἀγαθοὶ τῷ τῶν σωφρόνων παραδείγματι ἕπονται. I bravi giovani seguono l’esempio dei saggi. Preceduto da σύν il dativo sociativo esprime il complemento di compagnia o unione. Ὁ γεωργὸς εἰς θήραν σὺν τοῖς υἱοῖς ἐξέρχεται. Il contadino va a caccia con i figli. • di modo o maniera
Τούτῳ τῷ τρόπῳ οἱ πολέμιοι τὴν πόλιν εἷλον. I nemici presero la città in questo modo. • di mezzo
Τῷ λιμῷ αὐτὸν ἀπέκτειναν. Lo uccisero per fame. • di causa
Ἀντισθένης ἐτελεύτησε ἀρρωστίᾳ. Antistene morì di debolezza. • di misura (per lo più davanti a comparativi o superlativi)
Οὗτος οὐκ ἂν προεῖχε τῷ διπλασίῳ μου. Costui non mi sarebbe superiore del doppio. 244
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Αὕτη ἡ θύελλα πολλῷ σφοδροτέρα τῶν προτέρων ἦν. Questa tempesta era molto più violenta delle precedenti. • di limitazione
Οἱ Ἕλληνες τῇ παιδείᾳ τῶν βαρβάρων διαφέρουσιν. I Greci si distinguono dai barbari per la cultura.
3.3
Il dativo locativo Il dativo locativo indica un punto nello spazio e nel tempo e adempie alle funX zioni: • di luogo (stato)
Οἱ Πέρσαι ὑπὸ τῶν Ἀθηναίων Μαραθῶνι ἡττήθησαν. I Persiani furono sconfitti a Maratona dagli Ateniesi. • di tempo (determinato)
Τῇ ὑστεραίᾳ ἡμέρᾳ ἀφίκοντο οἱ τῶν Λακεδαιμονίων ἄγγελοι. Il giorno dopo arrivarono i messi degli Spartani.
4 Accusativo L’accusativo è principalmente il caso del complemento oggetto e di tutti gli X elementi che a esso si riferiscono: attributo, apposizione e complemento predicativo dell’oggetto. Non è questo però l’unico uso dell’accusativo presente in greco. Te ne segnaliamo qui altri.
4.1
L’accusativo dell’oggetto interno X Si ha l’accusativo dell’oggetto interno quando il complemento oggetto è riconducibile alla medesima radice del verbo che lo regge (figura etimologica) o ha semplicemente un significato affine a esso (figura sinonimica): ad es. μάχην μάχεσθαι “combattere una battaglia”, νίκην νικᾶν “ottenere una vittoria”, ἔργον ἐργάζεσθαι “compiere un lavoro”, πόλεμον στρατεύειν “combattere una guerra”.
Ἄλλοι δ’ ἀμφ’ ἄλλῃσι μάχην ἐμάχοντο νέεσσιν. (Hom. Il. 15.414) Combattevano tutti, ciascuno per la propria nave.
4.2
Altri complementi espressi con l’accusativo semplice X Si rendono con l’accusativo semplice anche i seguenti complementi: • di distanza
Ἀπέχει δὲ σταδίους εἴκοσιν ἄκρα Κωλιάς. (Paus. 1.1.5) Il capo Coliade dista venti stadi. • di tempo continuato
Καὶ ἐγὼ πολλὰς μὲν ἀύπνους νύκτας ἴαυον. (Hom. Il. 9.325) E io vegliai per molte notti insonni. 245
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Elementi di sintassi
• di età
Ἐπεχείρει δημηγορεῖν, ἐπιθυμῶν προστατεύειν τῆς πόλεως οὐδέπω εἴκοσιν ἔτη γεγονώς. (Xen. Mem. 3.6.1) Tentava di parlare davanti al popolo, poiché desiderava diventare capo della città, pur non avendo ancora vent’anni. • di direzione (caratteristico della poesia)
Καὶ τότε μέν μιν (= αὐτόν) Λῆμνον εὐκτιμένην ἐπέρασσε. (Hom. Il. 21.40) Allora lo condusse a Lemno ben costruita.
4.3
L’accusativo di relazione L’accusativo di relazione è stato usato in riferimento a sostantivi, aggettivi o verX bi per delimitare l’ambito di validità del concetto da essi espresso.
Κεφαλήν τε καὶ ὄμματα καλὰ ἔοικας / κείνῳ. (Hom. Od. 1.208 s.) Somigli a quell’uomo nel capo e negli occhi belli.
4.4
L’accusativo avverbiale Alcuni sostantivi, aggettivi e pronomi sono spesso usati all’accusativo con valore X avverbiale: οὐδέν “per nulla” τὰ πολλά “molto, per lo più” μικρά “poco” τὸ μέγιστον “al massimo” τί “perché?” τὸ πρῶτον / τὰ πρῶτα “dapprima” πάντα τρόπον “in ogni modo” τέλος “alla fine” τρόπον τὸν αὐτόν “allo stesso modo” τὸ παλαιόν “anticamente” τοῦτον τὸν τρόπον “in questo modo” τὸ λοιπόν “per il futuro” τὸ ὅλον “insomma, generalmente” τὸ κατ’ ἐμέ “per quanto mi riguarda” τὸ σύμπαν “insomma” πρόφασιν “pretestuosamente” ἀρχήν “dapprima”
4.5
Il doppio accusativo Reggono il doppio accusativo, quello del complemento oggetto e quello del X suo predicativo, i verbi appellativi, elettivi ed estimativi.
Οἱ δ’ ἐκ τῆς αὐτῆς κώμης Μῆδοι ὁρῶντες αὐτοῦ τοὺς τρόπους δικαστὴν αὐτὸν ᾑροῦντο. (Hdt. 1.96.2) I Medi dello stesso villaggio, vedendo la sua condotta, lo elessero giudice. X Reggono il doppio accusativo, quello della cosa e quello della persona, alcuni verbi che significano: • insegnare, come διδάσκω e παιδεύω (cfr. lat. doceo) 246
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• chiedere, domandare, come αἰτέω, ἐρωτάω, εἴρομαι ecc. (cfr. lat. rogo, posco, reposco ecc.) • nascondere, come κρύπτω, ἀνακρύπτομαι ecc. (cfr. lat. celo)
Τὸν δὲ λόγον τὸν περὶ Ἔρωτος, ὅν ποτ’ ἤκουσα γυναικὸς Μαντινικῆς Διοτίμας, [...] ἣ δὴ καὶ ἐμὲ τὰ ἐρωτικὰ ἐδίδαξεν, [...] πειράσομαι ὑμῖν διελθεῖν. (Plat. Symp. 201d) Cercherò di esporvi [...] il discorso sull’amore che ho sentito da una donna di Mantinea, Diotima, che mi insegnò le cose d’amore. Quando il verbo è al passivo, la persona diventa soggetto, mentre la cosa rimane all’accusativo.
Μουσικὴν μὲν ὑπὸ Λάμπρου παιδευθείς, ῥητορικὴν δὲ ὑπ’ Ἀντιφῶντος τοῦ Ῥαμνουσίου. (Plat. Menex. 236a) Educato nella musica da Lampro, nella retorica da Antifonte di Ramnunte. X Si trova il doppio accusativo anche in dipendenza dal verbo ποιέω in espressioni quali κακόν (κακά) τινα ποιέω “fare del male a qualcuno” e ἀγαθόν (ἀγαθά) τινα ποιέω “fare del bene a qualcuno”.
247
PARTE 2
CAPITOLO 29
Elementi di sintassi
La sintassi dei modi finiti
Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali la sintassi del verbo (indicativo, congiuntivo e ottativo)
DDI
1 Temi temporali e modi X Come hai avuto modo di studiare nel corso dei capitoli dedicati alla morfologia del verbo, il sistema verbale greco ha la possibilità di esprimere, attraverso il tema temporale, l’aspetto o qualità dell’azione, ovvero il fatto che, in riferimento alla prospettiva di chi parla o scrive, l’azione verbale sia considerata: • durativa tema del presente • momentanea tema dell’aoristo • compiuta (con valore stativo o risultativo) tema del perfetto • durativa o momentanea da compiersi tema del futuro X Attraverso l’uso dei modi il greco “rappresenta l’idea verbale in relazione al soggetto”, vale a dire la maniera in cui chi parla o scrive vuole presentare il contenuto del proprio messaggio. In questo senso, il messaggio può essere presentato dal suo emittente come: • una affermazione o una constatazione di fatti reali modo indicativo • una esortazione o proibizione (cioè una volontà), un’aspettativa o un dubbio modo congiuntivo • un desiderio realizzabile o una possibilità modo ottativo • un comando modo imperativo Nei paragrafi seguenti ti verranno illustrati in via schematica alcuni dei principali valori dei singoli modi finiti.
2 Il modo indicativo X L’indicativo è, come hai visto, l’unico modo greco che, oltre ad esprimere la qualità dell’azione, si fa carico di una precisa valenza temporale. Esso pertanto indica: • limitatamente all’aspetto, se un’azione è durativa, momentanea o compiuta • limitatamente al tempo: se un’azione è presente, passata o futura
248
Capitolo
La sintassi dei modi fniti
29
X L’indicativo è, in linea di massima, il modo della realtà. Esso viene utilizzato: • per constatare o esprimere fatti reali o dati oggettivi (indicativo enunciativo)
Θουκυδίδης Ἀθηναῖος ξυνέγραψε τὸν πόλεμον τῶν Πελοποννησίων καὶ Ἀθηναίων (Thuc. 1.1.1) L’ateniese Tucidide descrisse la guerra tra i Peloponnesiaci e gli Ateniesi. • per esprimere una domanda in forma diretta (indicativo interrogativo)
Tί γὰρ τὸ φιλοκερδές; τί ποτέ ἐστιν, καὶ τίνες οἱ φιλοκερδεῖς; (Plat. Hipparc. 225a) Che cosa è la brama di guadagni? Che cosa è mai, e chi sono coloro che amano il guadagno? • per esprimere una esclamazione, spesso preceduto da ὡς (indicativo esclamativo)
Ὡς ἀγαθαὶ φρένες ἦσαν ἀμύμονι Πηνελοπείῃ (Hom. Od. 24.194) Che mente nobile aveva l’irreprensibile Penelope! • all’imperfetto e aoristo preceduto dalle particelle εἴθε, εἰ γάρ, ὡς (cfr. lat. utinam), per esprimere un desiderio irrealizzabile o un rimpianto (indicativo desiderativo); nonostante non sia possibile indicare un criterio di distinzione rigoroso come in latino, si può in linea di massima dire che:
εἴθε (εἰ γάρ, ὡς) + indicativo imperfetto desiderio irrealizzabile al presente εἴθε (εἰ γάρ, ὡς) + indicativo aoristo desiderio irrealizzabile al passato Eἰ γὰρ τοσαύτην δύναμιν εἶχον ὥστε σήν / ἐς φῶς πορεῦσαι νερτέρων ἐκ δωμάτων / γυναῖκα (Eur. Alc. 1072-1074) Potessi avere tanto potere da riportare alla luce dalle dimore degli Inferi la tua sposa! Eἴθε σοι ... τότε συνεγενόμην ὅτε δεινότατος σαυτοῦ ἦσθα (Xen. Mem. 1.2.46) Fossi stato insieme a te allora, quando tu possedevi il massimo della tua maestria! Dal momento che in questo caso l’indicativo non ha valore enunciativo ma volitivo, la negazione richiesta è μή.
Σ’ εἴθ’ ἐγὼ / μή ποτ’ εἰδόμαν (Soph. OT 1217-1218) Oh, non t’avessi mai visto!
3 Il modo congiuntivo X Come l’indicativo è il modo della realtà, così il congiuntivo è il modo della volontà o dell’eventualità. Quando è utilizzato in proposizioni principali, il congiuntivo di norma esprime: • un’esortazione (congiuntivo esortativo); con questo valore viene usato alla 1ª persona singolare e plurale ed è spesso preceduto da ἄγε, ἴθι, φέρε
Φεύγωμεν σὺν νηυσὶ φίλην ἐς πατρίδα γαῖαν. (Hom. Il. 2.140) Fuggiamo con le navi verso la nostra cara patria. Ἴθι δὴ καὶ τόδε ἐπισκεψώμεθα. (Plat. Gorg. 454c) Orsù, prendiamo in esame anche questo fatto. 249
Parte
2
Elementi di sintassi
• una proibizione (congiuntivo proibitivo); è normalmente usato con questo valore il congiuntivo aoristo preceduto dalla negazione μή (μηδείς ecc.), in luogo dell’imperativo aoristo che non si usa in forma negativa
Mὴ δή με ἕλωρ Δαναοῖσιν ἐάσῃς / κεῖσθαι. (Hom. Il. 5.684s.) Non lasciare che io giaccia qui in preda ai Danai. • un dubbio o un’incertezza (congiuntivo dubitativo); la sua negazione è μή.
Oἴμοι τί δράσω; ποῖ φύγω; (Eur. Med. 1271) Ahimè, che fare? dove fuggire?
4 Il modo ottativo X L’ottativo (in gr. ἡ εὐκτικὴ ἔγκλισις; cfr. εὔχομαι “pregare”) è il modo del desiderio e della possibilità. X Quando è usato in proposizioni principali, l’ottativo esprime un desiderio realizzabile nel presente o nel passato (ottativo desiderativo). In questo caso, esso è talora preceduto da εἴθε, εἰ γάρ, εἰ. La sua negazione è μή.
Eἰ γὰρ ὡς ἐμοὶ γένοιτο χεῖρα Νεοβούλης θιγεῖν. (Archil. 118 West) Potessi toccare la mano di Neobule! X Quando è usato in proposizioni secondarie, l’ottativo perde il suo antico valore di desiderativo e sostituisce l’indicativo o il congiuntivo, in dipendenza da un tempo storico (ottativo obliquo). La sua negazione è μή.
Kαὶ οὗτοι μὲν ἠρίστων καὶ ἔπινον, φύλακας δὲ κατέστησαν ἐπὶ τοῦ τέγους, ἵνα, ὁπότε ἐξέλθοι τὸ μειράκιον, εἰσαρπάσειαν (= εἰσαρπάσωσιν) αὐτόν. (Lys. 3.11-12) Questi mangiavano e bevevano, e avevano messo sul tetto delle vedette, affinché, non appena il ragazzo fosse uscito, lo rapissero (per rapire il ragazzo, non appena questi fosse uscito).
5 Il modo imperativo X L’imperativo è utilizzato per esprimere un comando. Esso può essere utilizzato: • in forma positiva (al presente, aoristo e perfetto) • in forma negativa (solo al presente e perfetto, mentre all’aoristo è sostituito dal congiuntivo preceduto dalla negazione μή) Alla 1ª persona singolare e plurale, l’imperativo è sostituito dal congiuntivo esortativo.
Ἄνδρα μοι ἔννεπε, Μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλά / πλάγχθη. (Hom. Od. 1.1-2) Narrami, o Musa, l’eroe astuto che molto a lungo errò. 250
Capitolo
La sintassi dei modi fniti
29
6 Le negazioni οὐ e μή X La lingua greca conosce due negazioni: • la negazione οὐ (οὐκ davanti a vocale; οὐχ davanti a vocale aspirata) • la negazione μή. X La negazione οὐ viene di norma impiegata per negare che un determinato fatto accada o sia accaduto: si tratta in sostanza di una negazione oggettiva.
Oὐ γὰρ ἐμὸς ὁ μῦθος, ἀλλὰ Φαίδρου τοῦδε, ὃν μέλλω λέγειν. (Plat. Symp. 177a) Il discorso che mi accingo a fare non è mio, ma di questo nostro Fedro. X La negazione μή viene di norma impiegata per esprimere una volontà, un rifiuto, un dubbio, un divieto: si può pertanto dire che essa sia una negazione soggettiva. Come tale essa viene utilizzata in espressioni indicanti desiderio, dubbio, esortazione e trova impiego in proposizioni quali le finali o le ipotetiche.
Mὴ θαυμάσῃς, εἰ πολλὰ τῶν εἰρημένων οὐ πρέπει σοι. (Isocr. 1.44) Non meravigliarti, se molte fra le cose dette non ti si convengono. Ἐπειδὴ δὲ τὸ παιδίον ἐγένετο ἡμῖν, ἡ μήτηρ αὐτὸ ἐθήλαζεν· ἵνα δὲ μή, ὁπότε λοῦσθαι δέοι, κινδυνεύη κατὰ τῆς κλίμακος καταβαίνουσα, ἐγὼ μὲν ἄνω διῃτώμην, αἱ δὲ γυναῖκες κάτω. (Lys. 1.9-10) Quando ci nacque il bambino, lo allattava la madre; affinché non corresse rischi di cadere dalla scala, quando lo doveva lavare, io vivevo al piano superiore, le donne a quello inferiore. La negazione μή è propria dell’imperativo, del congiuntivo e dell’ottativo desiderativo; l’indicativo e gli altri valori dell’ottativo possono avere di volta in volta come negazione sia οὐ, sia μή.
Ἃ μὴ οἶδα, οὐδὲ οἴομαι εἰδέναι. (Plat. Ap. 21d) Quelle cose che non so, neppure presumo di saperle.
7 Gli usi di ἄν X La particella ἄν si associa al verbo di modo indicativo, congiuntivo o ottativo ed esprime un’azione condizionata, eventuale o possibile.
7.1
Azione condizionata X Un’azione è assoluta quando viene enunciata come reale (ad es.: il soldato combatte), ovvero come vincolata al verificarsi di circostanze accessorie presentate come reali (ad es.: quando vede il nemico, il soldato combatte); è condizionata quando il suo compimento è subordinato al verificarsi di circostanze accessorie (espresse o sottintese), non presentate però come reali (ad es.: il soldato avrebbe 251
Parte
2
Elementi di sintassi
combattuto con coraggio; se non fosse impedito dalla malattia, il soldato combatterebbe con coraggio). In greco l’azione condizionata è espressa con: • ἄ ν + tempi storici dell’indicativo (proposizioni dipendenti e indipendenti) per indicare: – irrealtà nel presente (ἄν + imperfetto)
Ἔγραφον ἄν. Scriverei (ma nella realtà non scrivo). Ἐβουλόμην ἄν... οὕτως ἔχειν. (Xen. Cyr. 7.2.16) Vorrei che le cose stessero così (ma nella realtà non stanno così). – irrealtà nel passato (ἄν + aoristo)
Ἔγραψα ἄν. Avrei scritto (ma nella realtà non ho scritto). Εὐθὺς ἂν ἦλθον. Sarei venuto subito (ma nella realtà non sono venuto). Τὸ γὰρ ἔρυμα τῷ στρατοπέδῳ οὐκ ἂν ἐτειχίσαντο. (Thuc. 1.11.1) Infatti, non avrebbero costruito il muro di protezione per l’accampamento (ma nella realtà lo hanno costruito). – possibilità nel passato (ἄν + imperfetto o aoristo)
Ἔλεγέ τις ἄν. Qualcuno avrebbe potuto dire (e nella realtà è possibile che l’abbia detto). Ἔγνω τις ἄν. Qualcuno avrebbe potuto riconoscere (e nella realtà è possibile che abbia riconosciuto). Θᾶττον ἢ ὥς τις ἂν ᾤετο μετεώρους ἐξεκόμισαν τὰς ἁμάξας. (Xen. An. 1.5.8-9) Più velocemente di quanto si sarebbe potuto credere sollevarono e portarono fuori (dal fango) i carri. – azione iterativa, ovvero l’azione nel passato espressa dal verbo cui si lega la particella ἄν ha luogo tutte le volte che si realizza una condizione presentata come necessaria al suo svolgersi (ἄν + imperfetto o aoristo).
Ὁπότε προσβλέψειέ τινας τῶν ἐν ταῖς τάξεσι, τότε μὲν εἶπεν ἄν. (Xen. Cyr. 7.1.10) Ogni qual volta vedeva alcuni tra i soldati schierati, allora era solito dire.
OSSERVAZIONI z Per esprimere il ripetersi dell’azione, si può utilizzare nella traduzione una perifrasi costituita dal verbo solere + l’infinito del verbo. z ἄν + indicativo imperfetto o aoristo è usato anche nell’apodosi del periodo ipotetico di 4º tipo (irrealtà) per esprimere irrealtà al presente (imperfetto) o al passato (aoristo).
Εἰ μὴ εἴχομεν (τὸ φῶς), ὅμοιοι τοῖς τυφλοῖς ἂν ἦμεν. (Xen. Mem. 4.3.3) Se non avessimo (la luce), saremmo simili a ciechi.
252
Capitolo
La sintassi dei modi fniti
7.2
29
Azione eventuale X In greco l’azione eventuale è espressa con ἄν + congiuntivo, che ricorre solamente in proposizioni dipendenti (talvolta ἄν si fonde con la congiunzione che introduce la subordinata: ὅτε + ἄν = ὅταν; ἐπειδή + ἄν = ἐπειδάν; εἰ + ἄν = ἐάν / ἤν / ἄν)
Ὅποι ἂν ἔλθῃς, πάντες ἄσμενοι ἀποδέχονται. Dovunque (eventualmente) tu arrivi, tutti ti accolgono felici. Ὅταν δὲ Δημοσθένους τινὰ λάβω λόγον, ἐνθουσιῶ. (Dionigi Alic. De Demosth. 22) Qualora io (eventualmente) prenda (ovvero ogni qual volta io prenda) un discorso di Demostene, provo emozione. OSSERVAZIONI z ἄν + congiuntivo è usato nella protasi di periodo ipotetico dell’eventualità.
Ἐὰν ζητῇς καλῶς, εὑρήσεις. (Plat. Gorg. 503d) Se cercherai bene, troverai.
7.3
Azione possibile In greco l’azione eventuale è espressa con ἄν + ottativo, che ricorre in proposizioni dipendenti e indipendenti ed esprime potenzialità nel presente. Si può tradurre con il futuro indicativo o con il condizionale presente, oppure con una perifrasi costituita dal condizionale presente del verbo “potere” seguito dall’infinito del verbo.
Tοῦτο γένοιτ’ ἄν (γίγνοιτ’ ἄν). Questo potrebbe avvenire (avverrebbe, avverrà). Πολλὰς ἂν εὕροις μηχανάς. Potresti trovare (troveresti, troverai) molti artifici. Oἶδα γὰρ ὅτι καὶ Μυσοῖς βασιλεὺς πολλοὺς μὲν ἡγεμόνας ἂν δοίη. (Xen. An. 3.2.24) Sono certo che il re darebbe molte guide anche ai Misi.
OSSERVAZIONI z ἄν + ottativo è usato anche nell’apodosi del periodo ipotetico della possibilità.
Πολλὴ ἂν ἀλογία εἴη, εἰ φοβοῖτο τὸν θάνατον ὁ τοιοῦτος. (Plat. Phaedo 68b) Sarebbe una grande stoltezza, se un uomo simile temesse la morte.
253
PARTE 2
CAPITOLO 30
Elementi di sintassi Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali la sintassi del verbo (infinito e participio)
La sintassi dei modi non finiti
DDI
1 L’infinito X L’infinito è una forma nominale del verbo, e più precisamente un sostantivo verbale. Partecipa della natura del sostantivo in quanto può avere funzione di soggetto, oggetto o complemento nella frase; partecipa di quella del verbo in quanto: • regge lo stesso caso retto dalle altre forme del verbo da cui deriva • esprime l’aspetto dell’azione e la diatesi del verbo • può assumere valore temporale • è qualificato dall’avverbio Pertanto, l’infinito può essere usato sia in funzione nominale che in funzione verbale. X In base al valore del tema, nel presente, nell’aoristo e nel perfetto l’infinito esprime rispettivamente azione durativa, momentanea, compiuta; nel futuro, invece, non ha valore aspettuale, indicando soltanto un’azione futura rispetto a quella del verbo principale. In realtà, anche al presente, all’aoristo e al perfetto infinito può assumere valore temporale, indicando un’azione contemporanea (presente) o anteriore (aoristo e perfetto) rispetto a quella del verbo principale: non esistono regole pratiche per capire se l’infinito ha solo significato aspettuale o anche temporale, ti può aiutare a distinguere e a tradurre correttamente solo un’attenta analisi del contesto. L’infinito in greco Attivo Presente
λύειν “sciogliere”
Futuro
λύσειν “per sciogliere”
Aoristo
Perfetto
254
λῦσαι “sciogliere, aver sciolto” λελυκέναι “aver sciolto”
Medio
λύεσθαι “sciogliersi, sciogliere per sé” λύσεσθαι “per sciogliersi, per sciogliere per sé” λύσασθαι “sciogliersi, essersi sciolto” λελύσθαι “essersi sciolto aver sciolto per sé”
Passivo
λύεσθαι “essere sciolto” λυθήσεσθαι “per essere sciolto” λυθῆναι “essersi sciolto, essere stato sciolto” λελύσθαι “essere stato sciolto”
Capitolo
La sintassi dei modi non fniti
29
L’infinito in latino Attivo Presente Perfetto
Futuro
1.1
Passivo
Deponente
laudare “lodare”
laudari “essere lodato”
hortari “esortare”
laudavisse “aver lodato”
laudatum, -am, -um esse laudatos, -as, -a esse “essere stato lodato”
hortatum, -am, -um esse hortatos, -as, -a esse “aver esortato”
laudaturum, -am, -um esse laudatum iri “stare per essere lodato” laudaturos, -as, -a esse “stare per lodare”
hortaturum, -am, -um esse hortaturos, -as, -a esse “stare per esortare”
L’uso nominale dell’infinito: l’infinito sostantivato X Preceduto dall’articolo, l’infinito svolge le stesse funzioni del sostantivo e può essere declinato in tutti i casi, preceduto o meno da preposizione: Nom. (τὸ) λέγειν “il dire” (sogg.) Gen. τοῦ λέγειν “del dire” Dat. τῷ λέγειν “al, col dire” Acc. (τὸ) λέγειν “il dire” (ogg.) La negazione è per lo più μή.
cfr. lat. dicere cfr. lat. dicendi cfr. lat. dicendo cfr. lat. dicere
Τῷ ζῆν ἐστί τι ἐναντίον ὥσπερ τῷ ἐγρηγορέναι τὸ καθεύδειν. (Plat. Phaed. 71c) Vi è un opposto al vivere, come allo stare svegli il dormire. Ἐν δὲ τῷ λέγειν / κάκ’ ἂν λάβοις τὰ πλείον’ ἢ σωτήρια. (Soph. OC 795s.) Nel parlare potresti ricevere più mali che vantaggi. OSSERVAZIONI z L’infinito nominale in funzione di soggetto o di oggetto non è necessariamente preceduto dall’articolo.
X L’infinito sostantivato può anche svolgere la funzione di proposizione avverbiale, il cui valore è determinato dal caso o dalla preposizione che lo regge.
Valore finale genitivo (semplice o con ἕνεκα posposto); πρός, εἰς + accusativo; ἐπί + dativo Tὰς αἰτίας προὔγραψα πρῶτον ... τοῦ μή τινα ζητῆσαί ποτε ἐξ ὅτου τοσοῦτος πόλεμος τοῖς Ἕλλησι κατέστη. (Thuc. 1.23.5) Ho raccontato per prima cosa le cause ... affinché nessuno si chieda mai da cosa nacque una guerra tanto grande tra i Greci. Valore causale διά + accusativo; ἐκ + genitivo (Ἄνθρωποι) ἀπώλλυντο οὖν ὑπὸ τῶν θηρίων διὰ τὸ πανταχῇ αὐτῶν ἀσθενέστεροι εἶναι. (Plat. Prot. 322b) Gli uomini venivano uccisi dalle fiere poiché erano in tutto più deboli di esse. Valore temporale πρό + genitivo (anteriorità); ἐν, ἅμα + dativo (contemporaneità); μετά + accusativo (posteriorità) Ἆρ’ ἴστ’ ἀοιδὰς καὶ γόους πρὸ τοῦ θανεῖν / ὡς οὐδ’ ἂν εἷς παύσαιτ’ ἄν, εἰ χρείη, λέγειν. (Soph. Ant. 883s.) Non sapete forse che, prima di morire, nessuno smetterebbe di cantare e gemere, se potesse. 255
Parte
2
Elementi di sintassi
Valore concessivo/ aggiuntivo χωρίς + genitivo (a parte che); ἐν, πρός + dativo (oltre a) Πρὸς τῷ μηδὲν ἐκ τῆς πρεσβείας λαβεῖν, τοὺς αἰχμαλώτους ἐκ τῶν ἰδίων ἐλυσάμην. (Demosth. 19.229) Oltre a non aver tratto alcun guadagno dall’ambasceria, ho riscattato i prigionieri di tasca mia. Valore condizionale ὑπέρ (μή) + genitivo = a patto di (non), purché (non) Tὴν πόλιν ἐκλιπεῖν ὑπέμειναν ... ὑπὲρ τοῦ μὴ τὸ κελευόμενον ποιῆσαι. (Demosth. 18.204) Accettarono di abbandonare la città ... pur di non eseguire l’ordine. X Ricorda che il soggetto della subordinata espressa dall’infinito sostantivato si sottintende se è lo stesso della reggente (attributi e predicati vanno allora al nominativo); va invece all’accusativo, così come gli eventuali attributi e predicati, se è diverso.
Kαὶ μὴν περὶ τοῦ γ’ ἐν θεάτρῳ κηρύττεσθαι, τὸ μὲν μυριάκις μυρίους κεκηρῦχθαι παραλείπω. (Demosth. 18.120) Quanto al fatto di essere proclamato in teatro, tralascio l’essere state mille persone mille volte proclamate. Il soggetto di τοῦ ... κηρύττεσθαι è sottinteso perché coincide con quello di παραλείπω, il soggetto di τὸ ... κεκηρῦχθαι, invece, è espresso all’accusativo (μυρίους).
1.2 1.2.1
L’uso verbale dell’infinito (infinito senza articolo) L’infinito indipendente X L’infinito senza articolo può essere usato in frase indipendente a esprimere comando, preghiera (infinito imperativo). Si trova per lo più in poesia, soprattutto in Omero; è raro, invece, incontrarlo nella prosa. Il soggetto, quando espresso, è al nominativo o al vocativo. La negazione è μή.
Oἷς μὴ πελάζειν. (Aeschl. Pr. 712) Non ti avvicinare a loro. X Inoltre l’infinito senza articolo può essere usato in frase indipendente a esprimere meraviglia, stupore, sorpresa; ricorre anche nelle forme epistolari di saluto (infinito esclamativo). Il soggetto, se espresso, è al nominativo o all’accusativo.
Ἐμὲ παθεῖν τάδε. (Aeschl. Eum. 837) Io patire queste cose! Ἐπίκουρος Ἡροδότῳ χαίρειν. (Epic. Ep. II) Epicuro saluta Erodoto. 1.2.2
L’infinito determinativo (o limitativo) X Si trova in dipendenza da aggettivi che indicano capacità /incapacità, idoneità / inidoneità, facilità /difficoltà, a precisarne l’ambito di validità.
Σὺ μήτ’ ἐμὲ / πείθειν οἷός τ’ εἶ μήτε τούσδε τοὺς πέλας. (Soph. OC 802s.) Tu non sei in grado di persuadere né me né quelli a te vicini. 256
Capitolo
La sintassi dei modi non fniti
1.2.3
29
L’infinito completivo (finale-consecutivo) X È usato in dipendenza da verbi di movimento e da verbi che significano “avere”, “consegnare”, “affidare”, “dare” ecc., e ha valore finale-consecutivo.
Δέκα δὲ τῶν νεῶν προὔπεμψαν ἐς τὸν μέγαν λιμένα πλεῦσαι. (Thuc. 6.50.4) Mandarono avanti dieci navi perché entrassero nel porto grande. Ἵνα εἰς Ἅιδου ἐλθὼν ἔχῃς πάντα ταῦτα ἀπολογήσασθαι. (Plat. Crit. 54b) Per avere, una volta giunto nell’Ade, tutti questi argomenti per giustificarti. 1.2.4
L’infinito assoluto X In espressioni incidentali di senso limitativo si può trovare l’infinito, preceduto spesso dalla congiunzione ὡς, usato assolutamente:
ὡς ἐμοὶ δοκεῖν “a quanto mi pare” ὡς ἔπος εἰπεῖν “per così dire” ὡς ἁπλῶς (ὀρθῶς, σύμπαν ecc.) εἰπεῖν “a dir brevemente, esattamente, tutto ecc.” τὸ ἐπὶ ἐμοὶ / ἐμὲ ὑπάρχειν “per quanto sta in me” τὸ νῦν εἶναι “per ora” ὀλίγου δεῖν “manca poco, quasi” εἰκάσαι “a quanto si può congetturare” ἑκὼν εἶναι “spontaneamente” ecc. Ἀπεπέμπετο ἡ στρατιή, ὡς ἐμοὶ δοκεῖν, ἐπὶ Λιβύων καταστροφῇ. (Hdt. 4.167.3) L’esercito fu inviato, a quanto mi pare, per l’annientamento dei Libi. Οὔτε αὐτὸς ἔφη τῷ Ξέρξῃ ἑκὼν εἶναι δουλεύσειν. (Hdt. 8.116.1) Diceva che lui stesso non sarebbe mai diventato spontaneamente schiavo di Serse.
2 Il participio X Il participio è una forma nominale del verbo e più precisamente un aggettivo verbale. Esso partecipa sia della natura del nome (sostantivo e aggettivo; infatti si declina e presenta distinzione di genere), sia di quella del verbo (ha difatti la diatesi, i tempi e la reggenza propria dei verbi). Pertanto, il participio può essere usato sia in funzione nominale che in funzione verbale. X A proposito dei tempi del participio, valgono qui le stesse considerazioni già fatte a proposito dell’infinito: in base al valore del tema, nel presente, nell’aoristo e nel perfetto, il participio esprime rispettivamente un’azione durativa, momentanea, compiuta; nel futuro, invece, non ha valore aspettuale, indicando soltanto un’azione non ancora avvenuta rispetto a quella del verbo principale. X In realtà, anche al presente, all’aoristo e al perfetto il participio può assumere valore temporale, indicando un’azione contemporanea (presente) o anteriore (aoristo e perfetto) rispetto a quella del verbo principale: non esistono regole pratiche per capire se il participio ha solo significato aspettuale (participio acronico) o anche temporale (participio diacronico), ti può aiutare a distinguere e a tradurre correttamente solo un’attenta analisi del contesto. Schematizzando possiamo dire: 257
Parte
2
Elementi di sintassi
• il participio presente può esprimere un’azione durativa o un’azione contemporanea a quella espressa dal verbo reggente
Ἀκούοντες οὖν ταῦτα οἱ ἀπὸ τῶν πόλεων πρέσβεις, ἀπήγγελλον ἐπὶ τὰς ἑαυτῶν ἕκαστοι πόλεις. (Xen. Hell. 5.1.32) Venendo a conoscenza di queste cose, gli ambasciatori delle città le riferivano ciascuno alla propria patria. Αὕτη ἐγένετο ἡ ἐς Θεσσαλίην στρατιή, βασιλέως τε μέλλοντος διαβαίνειν ἐς Εὐρώπην. (Hdt. 7.174.1) Questa spedizione in Tessaglia avvenne mentre il re era in procinto di passare in Europa. • il participio aoristo può esprimere un’azione momentanea o un’azione anteriore a quella espressa dal verbo reggente; quando il participio aoristo indica azione momentanea tradurrai bene con il gerundio semplice o comunque con i modi della contemporaneità
Eὖ γ’ ἐποίησας ἀναμνήσας με. (Plat. Phaed. 60c) Hai fatto bene a ricordarmelo (= ricordandomelo). Tαῦτα εἰπὼν ἀνέστη. (Xen. An. 3.1.47) Dopo aver detto queste cose, si alzò. • il participio perfetto può esprimere un’azione compiuta rispetto a quella espressa dal verbo reggente o il risultato di un’azione passata
Οἱ δ’ ἐν τῷ Ἡραίῳ καταπεφευγότες ἐξῇσαν. (Xen. Hell. 4.5.5) Quelli che avevano trovato rifugio (= erano al riparo) nel tempio di Era ne uscirono. Ἀλλὰ νῦν μὲν ἠδικημένος ἄπει, ἐὰν ἀπίῃς, οὐχ ὑφ’ ἡμῶν τῶν νόμων, ἀλλὰ ὑπ’ ἀνθρώπων. (Plat. Crit. 54c) Ma ora te ne andrai, se te ne andrai, dopo aver subito ingiustizia non da noi, le leggi, bensì dagli uomini. • il participio futuro esprime un’azione non ancora compiuta, desiderata o attesa, e ha per lo più valore finale (in tale uso è spesso preceduto dalla particella ὡς). Il participio in greco, in latino e in italiano Greco
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Latino
Italiano
Presente
λύων λυόμενος
solvens —
“sciogliente scioglientesi, sciolto”
Futuro
λύσων λυσόμενος λυθησόμενος
soluturus — —
— — —
Aoristo
λύσας λυσάμενος λυθείς
— — solutus
— — “sciolto”
Perfetto
λελυκώς λελυμένος
— solutus
— “sciolto”
Capitolo
La sintassi dei modi non fniti
29
Il participio in greco: il significato Diatesi
Greco
Italiano
Presente
attivo medio-pass.
“sciogliente, che scioglie, sciogliendo“ “sciolto, che è sciolto, che scioglie per sé”
Futuro
attivo medio passivo
λύων λυόμενος λύσων λυσόμενος λυθησόμενος
attivo
λύσας
“avendo sciolto, che ha sciolto” (anche “sciogliendo”)
medio
λυσάμενος
“avendo sciolto per sé”, “che ha sciolto per sé” (anche “sciogliendo per sé”)
passivo
λυθείς
“essendo stato sciolto, che è stato sciolto” (anche “essendo sciolto”)
attivo medio-pass.
λελυκώς λελυμένος
“avendo sciolto, che ha sciolto” “essendo stato sciolto”
Aoristo
Perfetto
2.1 2.1.1
“che scioglierà” “che scioglierà per sé” “che sarà sciolto”
L’uso nominale del participio Il participio sostantivato X È generalmente preceduto dall’articolo e si traduce con un participio sostantivato italiano (ove possibile), con un sostantivo di significato corrispondente o con una perifrasi relativa. La negazione può essere οὐ oppure μή.
ὁ γράφων
{
lo scrivente lo scrittore colui che scrive (scriveva, scrisse, scriverà)
Ricorda che, quando traduci un participio sostantivato con una perifrasi relativa, devi conservare il rapporto temporale eventualmente istituito in greco dal participio (qualora sia diacronico) con il verbo reggente.
Ὁ λέγων τὴν ἀλήθειαν λέγει. Colui che parla dice la verità. Ὁ λέγων τὴν ἀλήθειαν ἔλεγε. Colui che parlava diceva la verità. Ὁ εἰπὼν τὴν ἀλήθειαν λέγει. Colui che ha parlato dice la verità. Θαυμάζω δὲ τῶν δυναστευόντων ἐν ταῖς πόλεσιν, εἰ προσήκειν αὑτοῖς ἡγοῦνται μέγα φρονεῖν. (Isocr. 4.170) Mi meraviglio che coloro che esercitano il potere nelle città ritengano di avere il diritto di andare fieri di se stessi. Ὁ μὲν λόγος μοι περὶ τούτων, ὁ δ’ ἀγὼν οὐ πρὸς τὰ τούτων ἔργα ἀλλὰ πρὸς τοὺς πρότερον ἐπ’ αὐτοῖς εἰρηκότας. (Lys. 2.2) Il mio discorso è su questi uomini, ma non gareggerò con le loro imprese, bensì con quelli che hanno parlato di loro in precedenza. OSSERVAZIONI z Quando πᾶς, πᾶσα, πᾶν è concordato con un participio o un aggettivo sostantivato singolare ha comunque il significato di “ogni”.
Πᾶς ὁ τὴν πατρίδα στέργων ἐπαίνου ἄξιός ἐστιν. Ogni amante della patria (= ogni persona che ama la patria ovvero tutti coloro che amano la patria) è degno di lode.
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Parte
2
Elementi di sintassi
z Il participio futuro sostantivato indica possibilità, capacità, disponibilità a fare qualcosa.
Ὁ ἡγησόμενος οὐδεὶς ἔσται. (Xen. An. 2.4.5) Non ci sarà nessuno che potrà guidarci.
2.1.2
Il participio attributivo X È legato al sostantivo cui si riferisce in qualità di attributo e può essere preceduto o meno dall’articolo. Si traduce in italiano con un aggettivo, una frase relativa o, più raramente, con un participio in funzione di attributo. Anche nella traduzione del participio attributivo devi fare attenzione al rapporto temporale eventualmente istituito in greco dal participio (qualora sia diacronico) con il verbo reggente. La negazione può essere οὐ oppure μή.
Oἱ πολιορκούμενοι στρατιῶται τῷ λιμῷ ἀπέθνῃσκον. I soldati assediati / che erano assediati morivano di fame. Ὁ μὴ δαρεὶς ἄνθρωπος οὐ παιδεύεται. (Men. Gn. 422) L’uomo che non è stato percosso non è educato. Ὕστερον οὐ πολλῷ διεκρίθησαν ... οἵ τε ἀποστάντες βασιλέως Ἕλληνες καὶ οἱ ξυμπολεμήσαντες. (Thuc. 1.18.2) Non molto tempo dopo, i Greci che si erano ribellati al re e che avevano combattuto insieme contro di lui si divisero.
2.2 2.2.1
L’uso verbale del participio Il participio congiunto X Il participio con funzione verbale concorda in genere, numero e caso con il soggetto o con qualsiasi altro nome della frase di cui fa parte (da ciò la denominazione di participio congiunto), ed esprime in forma implicita una proposizione subordinata circostanziale. A seconda della natura di questa subordinata, distinguiamo tra participi congiunti di valore: • temporale (negazione οὐ) Ὁρῶντες δὲ τοὺς πολεμίους ὁ Θρασύβουλος καὶ οἱ ἄλλοι ὁπλῖται ἐβοήθουν. Quando vedevano / vedendo i nemici Trasibulo e tutti gli altri opliti correvano in aiuto.
Ἐν δὲ τούτοις ὄντα [...] καῦμα περιφλεγὲς λαμβάνει αὐτόν. (Xen. Hell. 5.3.19) Proprio mentre è impegnato in queste attività [...] lo prende una febbre fortissima. Tότε δὴ οἰωνοῖς χρησάμενος αἰσίοις ἐνέβαλεν εἰς τὴν πολεμίαν. (Xen. Cyr. 3.3.22) Allora, dopo aver avuto auspici favorevoli, invase il territorio dei nemici. • causale (negazione οὐ) Ὁ στρατηγὸς τοῖς κατασκόποις πιστεύων φυλακῆς ἀμελεῖ. Lo stratego poiché si fida / fidandosi degli esploratori trascura la vigilanza.
Οἱ δὲ Λακεδαιμόνιοι [...], προσδεχόμενοι δὲ καὶ ἐς τὴν γῆν σφῶν ἀποβάσεις τοιαύτας ποιήσεσθαι, [...] κατὰ δὲ τὴν χώραν φρουρὰς διέπεμψαν. (Thuc. 4.55.1) I Lacedemoni [...], poiché si aspettavano che (gli Ateniesi) avrebbero fatto sbarchi analoghi nel territorio, [...] inviarono guarnigioni in varie parti del paese. 260
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La sintassi dei modi non fniti
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OSSERVAZIONI z Il participio congiunto di valore causale può essere preceduto dalle congiunzioni ἅτε e ὡς: quando è accompagnato da ἅτε esprime causa oggettiva, quando invece è accompagnato da ὡς esprime causa soggettiva o causa irreale (la connotazione soggettiva introdotta da ὡς può essere resa con le perifrasi “pensando che”, “dicendo che”, “secondo l’opinione”, “col pretesto che” ecc.).
Πακτύης ... ἅτε τὸν χρυσὸν ἔχων πάντα τὸν ἐκ τῶν Σαρδίων ἐπικούρους ἐμισθοῦτο. (Hdt. 1.154) Paktyes, poiché aveva tutto l’oro di Sardi, arruolava dei mercenari.
Πεισίστρατος [...] παρώξυνε τὸν δῆμον ὡς διὰ τὴν πολιτείαν ὑπὸ τῶν ἐχθρῶν ἐπιβεβουλευμένος. (Plut. Sol. 30.1) Pisistrato [...] incitò il popolo, dicendo che gli era stato fatto un attentato da parte degli avversari per motivi politici.
Ἵνα Κρίτων ῥᾷον φέρῃ, καὶ μή [...] ἀγανακτῇ ὑπὲρ ἐμοῦ ὡς δεινὰ πάσχοντος. (Plat. Phaed. 115e) Affinché Critone sopporti più facilmente la cosa e non [...] si rammarichi per me, pensando che io soffra terribilmente.
• concessivo (in tal caso il participio può essere in correlazione con ὅμως e accompagnato dalle congiunzioni concessive καί, καίπερ, περ; la negazione è οὐ)
Oἱ Ἀθηναῖοι τὸν Ἀλκιβιάδην, νέον (περ) ὄντα, στρατηγὸν ποιοῦσιν. Gli Ateniesi eleggono Alcibiade stratego sebbene sia giovane. Παυσανίας ὁρμήσας ἐπὶ τὸν λόγον καλῶς οὐχ ἱκανῶς ἀπετέλεσε. (Plat. Symp. 185e-186a) Pausania, pur avendo cominciato bene il discorso, non l’ha concluso in maniera adeguata. Ὁ δέ, καίπερ πολλὰ τραύματα ἔχων, ὅμως οὐκ ἐπελάθετο τοῦ θείου. (Xen. Hell. 4.3.20) Egli, nonostante avesse numerose ferite, non dimenticò tuttavia il rispetto per la divinità. • finale (possono avere valore finale solo il participio presente e soprattutto quello futuro; la negazione è μή)
Oἱ ἄγγελοι εἰς τὰς Ἀθήνας ἥκουσιν τὴν εἰρήνην αἰτοῦντες (ο αἰτήσοντες). I messi giungono ad Atene chiedendo / per chiedere la pace. Aὖθις ὁ βάρβαρος τῶ μεγάλῳ στόλῳ ἐπὶ τὴν Ἑλλάδα δουλωσόμενος ἦλθεν. (Thuc. 1.18.2) Di nuovo il barbaro marciò con il suo grande esercito contro la Grecia per asservirla. OSSERVAZIONI z Il participio futuro con valore finale può essere preceduto dalla congiunzione ὡς, che sottolinea l’intenzionalità dell’azione. διαβαίνει [...] ὡς ἀμήσων τὸν σῖτον. (Hdt. 6.28.2) Compie la traversata [...] con l’intenzione di mietere il grano.
• strumentale-modale
Oἱ στρατιῶται ἀνδρείως μαχόμενοι τὴν πατρίδα σῴζουσιν. I soldati combattendo valorosamente salvano la patria. Προείλετο μᾶλλον τοῖς νόμοις ἐμμένων ἀποθανεῖν ἢ παρανομῶν ζῆν. (Xen. Mem. 4.4.4-5) Preferì morire rispettando le leggi che vivere trasgredendole. 261
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2
Elementi di sintassi
Tοιούτοις τισὶ λόγοις χρησάμενος ὁ Ἀνάξαρχος τὸ μὲν πάθος ἐκούφισε τοῦ βασιλέως. (Plut. Alex. 52.7) Facendo ricorso ad alcune parole di questo genere Anassarco attenuò il dolore del re. • condizionale (quando esprime l’apodosi o la protasi di un periodo ipotetico; la negazione è μή)
Ἀποπλέον ἅμα τῇ ἡμέρᾳ, τὸ πλοῖον πρὸς ἑσπέραν εἰς τὴν νῆσον προσορμίζει. Se salpa / salpando sul far del mattino, la nave giunge all’isola verso sera. Oὔτε ὑμεῖς τούτῳ τὴν αὐτὴν ἔχετε γνώμην, οὔθ’ οὗτος, εὖ ποιῶν. (Lys. 24.13) Né voi avete la stessa opinione di costui, né l’avrebbe lui stesso, se agisse onestamente. OSSERVAZIONI z Preceduto da ὡς o da ὥσπερ, il participio congiunto può assumere anche valore comparativo ipotetico.
Kαταχθεὶς καὶ ἀφικόμενος εἰς ῾Ρόδον, ὥσπερ τῇ πατρίδι μεγάλας εὐτυχίας εὐαγγελιζόμενος, ἀπήγγελλεν ὡς τὸ μὲν ἄστυ τῆς πόλεως ἑαλωκὸς καταλίποι. (Lyc. 18) Presa terra e giunto a Rodi, riferiva, come se stesse annunciando grandi fortune occorse alla sua patria, di aver lasciato la rocca della città presa dai nemici. z Quando il participio congiunto concorda con il soggetto della frase puoi tradurlo con una subordinata implicita (gerundio, pur + gerundio, per + inf.) o esplicita (perché, quando, dopo che, se ecc. + un modo finito). Quando invece il participio si riferisce a un complemento dovrai risolverlo sempre con una subordinata esplicita.
2.2.2
Il genitivo assoluto X Un tipo particolare di participio congiunto è il genitivo assoluto, che corrisponde all’ablativo assoluto latino ed equivale a una proposizione subordinata temporale, causale, concessiva o alla protasi di un periodo ipotetico. A proposito del genitivo assoluto, noterai che: • il soggetto della frase subordinata è in caso genitivo • il verbo è al modo participio, anch’esso in caso genitivo, e concorda con il soggetto nel genere e nel numero
Tοῦ στρατηγοῦ κελεύοντος, οἱ στρατιῶται τὰ ὅπλα ἐλάμβανον. Dal momento che il generale lo comandava, i soldati prendevano le armi (comandandolo il generale). X Il genitivo assoluto greco è costrutto assai più libero di quanto non sia l’ablativo assoluto latino, infatti: • si può avere con il participio di tutti i verbi (compreso il verbo essere) • si può avere anche qualora nella reggente vi siano legami grammaticali con la subordinata (presenza nella reggente di pronomi che richiamino il soggetto del participio in caso genitivo) Tῶν στρατιωτῶν ἀνδρείων ὄντων, ὁ στρατηγὸς αὐτοὺς ἐπαινεῖ. Dal momento che i soldati sono valorosi, il generale li loda (essendo i soldati valorosi). X Nella traduzione dei diversi tempi del participio valgono le regole generali già enunciate. Tῶν Συρακοσίων ἱππέων βοηθησάντων [...] ἀπεκομίσθησαν ἐς Κατάνην. (Thuc. 6.52.2) Quando accorse la cavalleria siracusana [...] si ritirarono a Catania. 262
Capitolo
La sintassi dei modi non fniti
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Oὕτως ἐχόντων (sott. τῶν πραγμάτων) εἰκὸς τοῖς μὲν πολεμίοις ἐναντίους εἶναι τοὺς θεούς. (Xen. An. 3.2.10) Poiché le cose stanno così è ovvio che gli dèi sono ostili ai nemici. Ἀγησίλαος [...] τούτους μὲν οὐδ’ ὁρᾶν ἐδόκει, καίπερ Φάρακος τοῦ προξένου παρεστηκότος αὐτοῖς. (Xen. Hell. 4.5.6) Agesilao non sembrava neppure vederli, anche se li accompagnava il prosseno Farace. Bοηθησάντων δὲ ὑμῶν προθύμως πόλιν προσλήψεσθε ναυτικὸν ἔχουσαν μέγα. (Thuc. 3.13.7) Se ci verrete in aiuto con impegno conquisterete una città che possiede una grande flotta. OSSERVAZIONI z Il genitivo assoluto con valore causale può essere accompagnato, come il corrispondente participio congiunto, da ἅτε (per causa oggettiva) o da ὡς (per causa soggettiva o irreale).
Ἅτε τῶν ὁδῶν φυλασσομένων, ὁ δὲ ἐπιτεχνᾶται τοιόνδε. (Hdt. 1.123.3) Dal momento che le strade sono sorvegliate, egli escogita questo espediente.
Παρήγγειλε τοῖς φρουράρχοις ἑκάστοις λαμβάνειν ἄνδρας Πελοποννησίους ὅτι πλείστους [...], ὡς ἐπιβουλεύοντος Τισσαφέρνους ταῖς πόλεσι (Xen. An. 1.1.16) Ordinava a tutti i comandanti di presidio di arruolare il maggior numero possibile di Peloponnesiaci [...] col pretesto che Tissaferne minacciava le città.
2.2.3
L’accusativo assoluto X Si tratta di una costruzione tipica per lo più (ma non solo) di verbi o di espressioni verbali costituite dal verbo essere e da un aggettivo neutro che indicano “possibilità”, “necessità”, “convenienza”, “eventualità”, “verosomiglianza”. In essa il participio è usato impersonalmente nella forma dell’accusativo singolare neutro.
ἐξόν, παρόν, παρέχον “essendo possibile” δέον, χρεών (χρή + ὄν) “essendo necessario” πρέπον, προσῆκον “essendo conveniente” τυχόν “essendosi dato il caso, avendo avuto successo” δεδογμένον “essendo stato deciso” προσταχθέν “essendo stato ordinato” δυνατόν, ἀδύνατον, αἰσχρόν ecc. + ὄν, “essendo possibile, impossibile, turpe” ecc. X L’accusativo assoluto presenta tutti i valori del genitivo assoluto, ma nella maggior parte dei casi è usato con valore concessivo.
Tυχὸν μὲν γὰρ ἄν τι συνεπέραναν. (Isocr. 4.171) Se avessero avuto successo, avrebbero conseguito un qualche risultato. Παρέχον δὲ τῆς Ἀσίης πάσης ἄρχειν εὐπετέως, ἄλλο τι αἱρήσεσθε. (Hdt. 5.49.8) Pur avendo la possibilità di dominare facilmente l’intera Asia, mirerete a qualcos’altro. 2.2.4
Il nominativo assoluto X È un costrutto d’uso piuttosto limitato, ma presente tanto in Omero quanto nella prosa attica e in Platone. Esso consiste nell’esprimere una subordinata circostan263
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2
Elementi di sintassi
ziale attraverso un gruppo sostantivo / pronome + participio al nominativo slegato dalla reggente, che presenta un proprio soggetto e un proprio verbo.
Ἐκεῖνοι δὲ εἰσελθόντες σὺν τοῖς ὑπηρέταις [...] εἶπε μὲν ὁ Κριτίας· «Παραδίδομεν ὑμῖν, ἔφη, Θηραμένην τουτονὶ κατακεκριμένον κατὰ τὸν νόμον». (Xen. Hell. 2.3.54-55) Quando entrarono quelli con i loro aiutanti, [...] Crizia disse: «Vi consegniamo il qui presente Teramene, condannato in ossequio alla legge». 2.2.5
Il participio predicativo X Alcuni verbi trovano il loro completamento logico in un participio che funge da predicato del soggetto o dell’oggetto. Da qui la definizione di participio predicativo. Ricorda che il participio predicativo è sempre senza articolo. Sono costruiti con il participio predicativo i seguenti verbi: • verbi che esprimono l’idea di “iniziare, finire, continuare un’azione” come ἄρχομαι “cominciare”, παύομαι, λήγω “smettere”, διάγω, διατελέω “continuare” ecc.
Ὁ βασιλεὺς ἄρχεται λέγων. Il re comincia a parlare. Ῥᾳδίως ἂν ἀποκτείναιτε, εἶτα τὸν λοιπὸν βίον καθεύδοντες διατελοῖτε ἄν. (Plat. Ap. 31a) Potreste facilmente uccidermi e poi continuare a dormire per tutta la vita. • alcune locuzioni formate da un aggettivo e dal verbo essere, come δῆλός εἰμι “sono chiaro = è chiaro che io”, φανερός εἰμι “sono evidente = è evidente che io”, δικαιός εἰμι “sono giusto = è giusto che io” ecc.
Φανερὸς εἶ ἁμαρτάνων. È evidente che tu sbagli. Δῆλός ἐστιν ἀλγεινῶς φέρων. (Soph. Phil. 1011) È chiaro che sopporta con dolore. • verbi di percezione, fisica e intellettuale, come ὁράω “vedere”, ἀκούω “sentire”, αἰσθάνομαι “percepire”, πυνθάνομαι e μανθάνω “venire a sapere”, γιγνώσκω “sapere” ecc.
Ὁ στρατηγὸς πυνθάνεται τοὺς πολεμίους διὰ τῆς χώρας πορευομένους. Lo stratego viene a sapere che i nemici avanzano attraverso la regione. Oἱ δὲ Πλαταιῆς ὡς ᾔσθοντο ἔνδον τε ὄντας τοὺς Θηβαίους καὶ ἐξαπιναίως κατειλημμένην τὴν πόλιν [...] πρὸς ξύμβασιν ἐχώρησαν. (Thuc. 2.3.1) I Plateesi, quando si accorsero che i Tebani erano nella città e che essa era stata occupata improvvisamente, [...] accettarono un patto. • alcuni verbi che significano esporre, presentare, dimostrare, come ἀγγέλλω “annunciare”, δηλόω e δείκνυμι “mostrare”, ἐπιδείκνυμι “dimostrare”, ποιέω “rappresentare”, ἐξελέγχω “confutare”, εὑρίσκω “trovare” ecc.
Ἐθέλω ἐπιδεικνύναι τὸν στρατηγὸν προδότην ὄντα. Voglio dimostrare che lo stratego è un traditore. Oὐκ ἀπὸ γνώμης, ἀλλὰ δυστυχίᾳ τινὶ ταῦθ’ εὑρίσκομεν πεπραγμένα τοῦ βασιλέως. (Plut. Alex. 50.2) Troviamo che il re non ha compiuto tali gesti intenzionalmente, ma per un caso sfortunato. 264
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La sintassi dei modi non fniti
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• verbi che indicano stato d’animo, come ἥδομαι e χαίρω “rallegrarsi”, ἄχθομαι e ἀγανακτέω “adirarsi, mal sopportare”, αἰδέομαι e αἰσχύνομαι “vergognarsi” ecc.
Χαίρω τοὺς φίλους εὐεργετῶν. Mi rallegro di beneficare gli amici. Ἤχθετο τὸν Θεμιστοκλέα στρατηγὸν ὄντα. Mal sopportava che Temistocle fosse stratego. Oὐκ αἰσχύνει εἰς τοιαῦτα ἄγων τοὺς λόγους; (Plat. Gorg. 494e) Non ti vergogni di portare il discorso su simili argomenti? • i verbi φθάνω “prevenire, anticipare”, λανθάνω “stare nascosto”, τυγχάνω “essere per caso” e φαίνομαι “apparire”. Quando troverai questi verbi in unione a un participio predicativo, li tradurrai con un avverbio, e più precisamente: φθάνω “prima”; λανθάνω “di nascosto”, “senza saperlo”; τυγχάνω “per caso”; φαίνομαι “chiaramente”, “manifestamente”. Il participio predicativo andrà invece tradotto nel modo, nel tempo e nella persona del verbo reggente.
Oἱ στρατιῶται εἰς τὴν θάλατταν ἥκοντες φθάνουσιν. I soldati arrivano per primi al mare. Oἱ στρατιῶται εἰς τὴν θάλατταν ἥκοντες τοὺς πολεμίους φθάνουσιν. I soldati arrivano al mare prima dei nemici. Φθάνειν δεῖ πεφραγμένους τοὺς πόρους. (Xen. Cyr. 2.4.25) Occorre che prima siano bloccati i passaggi. Nυκτὸς οἱ πολέμιοι εἰς τὴν πόλιν εἰσερχόμενοι ἐλάνθανον. Di notte i nemici entravano di nascosto in città. Ὁ Οἰδίπους τὸν πατέρα κτείνων λανθάνει. Edipo uccide il padre senza saperlo. Oἱ ὅμηροι φεύγοντες τοὺς φύλακας λανθάνουσιν. Gli ostaggi fuggono senza che le sentinelle se ne accorgano (all’insaputa delle sentinelle). Παρεσκευάζοντο εὐθὺς ὅπως μὴ λήσουσιν αὐτοὺς αἱ νῆες ἀφορμηθεῖσαι. Prendevano subito misure affinché le navi non partissero di nascosto da loro. Ὁ βασιλεὺς εἰς τὸ στρατόπεδον ἀφικνούμενος ἐτύγχανε. Il re giungeva per caso all’accampamento. Tούτων δή τινες οἰκεῖοί τε ὄντες καὶ γνώριμοι ἐτύγχανον ἐμοί. (Plat. Ep. 324d) Per caso alcuni tra questi erano miei familiari e conoscenti. Φαίνῃ ἁμαρτάνων. Chiaramente sbagli. Κῦρος μέχρι μὲν δώδεκα ἐτῶν ἢ ὀλίγῳ πλεῖον τῇ Περσῶν παιδείᾳ ἐπαιδεύθη καὶ πάντων τῶν ἡλίκων διαφέρων ἐφαίνετο. (Xen. Cyr. 1.3.1) Fino a dodici anni o poco più Ciro fu educato secondo il sistema persiano e si distingueva in modo evidente da tutti i coetanei.
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Parte
2
Elementi di sintassi
OSSERVAZIONI z Ricorda che alcuni verbi reggenti il participio predicativo possono essere costruiti anche con l’infinito, con una proposizione infinitiva oppure con una sostantiva introdotta da ὅτι o ὡς. Poiché in tal caso il significato può cambiare, ti suggeriamo di guardare attentamente il dizionario.
Ὁ στρατηγὸς φαίνεται ψευδόμενος. Lo stratego dice chiaramente il falso. Ὁ στρατηγὸς φαίνεται ψεύδεσθαι. Sembra che lo stratego dica il falso.
2.2.6
Il participio con ἄν X Il participio nel suo uso verbale può essere accompagnato da ἄν in due circostanze: • quando ha valore condizionale e funge da protasi di un periodo ipotetico del 2º tipo (eventualità) o da apodosi di un periodo ipotetico del 3º o del 4º tipo (possibilità o irrealtà);
Ἠξίουν τε αὐτοὺς μὴ τειχίζειν [...] ὡς δὲ τοὺ βαρβάρου, εἰ αὖθις ἐπέλθοι, οὐκ ἂν ἔχοντος ἀπ’ ἐχυροῦ ποθὲν ὁρμᾶσθαι. (Thuc. 1.90.2) Li invitavano a non costruire mura [...] dicendo che, se il barbaro fosse tornato, non avrebbe avuto una base fortificata da cui partire. • quando non ha valore condizionale ed esprime azione possibile o irreale (e nella subordinata corrispondente si avrebbe ἄν + ottativo o i tempi storici dell’indicativo).
Πολλ’ ἂν ἔχων ἕτερ’ εἰπεῖν [...] παραλείπω. (Demosth. 18.258) Anche se potrei dire molte cose ancora [...] tralascio.
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PARTE 2
CAPITOLO 31
Elementi di sintassi
Le proposizioni indipendenti 1 Classificazione delle proposizioni indipendenti X Le proposizioni principali (o indipendenti o reggenti) sono frasi sintatticamente autonome (non dipendono da altre proposizioni) e dotate di un significato compiuto: possono pertanto essere utilizzate anche senza proposizioni subordinate, esprimendo pur sempre un messaggio di senso compiuto. In relazione al contenuto che veicolano e alle finalità che si prefiggono, le proposizioni principali vengono solitamente così suddivise: • proposizioni enunciative; • proposizioni volitive; • proposizioni interrogative dirette.
2 Le proposizioni enunciative (negazione οὐ) X Le proposizioni enunciative esprimono una realtà, una possibilità o una irrealtà affermandola o negandola. Si possono suddividere in:
Enunciative reali Affermano o negano un fatto reale, oggettivo. Il verbo è al modo indicativo, utilizzato in tutti i tempi. Λακεδαιμόνιοι δὲ καὶ Ἀθηναῖοι ἅμα ἦρι τοῦ ἐπιγιγνομένου θέρους εὐθὺς ἐκεχειρίαν ἐποιήσαντο ἐνιαύσιον. (Thuc. 4.117.1) I Lacedemoni e gli Ateniesi al sopraggiungere della primavera dell’estate successiva conclusero una tregua di un anno. Enunciative potenziali Esprimono un fatto considerato come possibile, affermandolo o negandolo. A seconda che tale possibilità sia riferita al presente / futuro, piuttosto che al passato, esse avranno: – possibilità al presente o futuro ἄν + ottativo Πόλλ’ ἂν ἐγὼ [...] ἔχοιμι δεῖξαι. (Demosth. 18.138) Avrei ancora da mostrare (potrei ancora mostrare) molte cose. – possibilità al passato ἄν + indicativo di tempo storico Ἦ τ’ ἂν πολὺ κέρδιον ἦεν. (Hom. Il. 5.201) E sarebbe stato molto meglio. 267
Parte
2
Elementi di sintassi
Enunciative irreali Esprimono un fatto considerato impossibile, irreale o irrealizzabile. A seconda che tale irrealtà sia riferita al presente piuttosto che al passato, esse avranno in linea di massima: – irrealtà al presente ἄν + indicativo imperfetto Ἠβουλόμην δ’ ἄν, ὥσπερ προσῆκόν ἐστι ἐπαινεῖσθαι τὴν ἀρετήν, οὕτω πρόχειρον εἶναι πεῖσαι τοὺς ἀκούοντας ἀσκεῖν αὐτήν. (Isocr. 8.36) Io vorrei che, come è giusto elogiare la virtù, così fosse facile persuadere gli uditori a praticarla. – irrealtà al passato ἄν + indicativo aoristo Eὐθὺς ἄν ἦλθον. Sarei giunto subito.
Tὸ γὰρ ἔρυμα τῷ στρατοπέδῳ οὐκ ἄν ἐτειχίσαντο. (Thuc. 1.11.1) Infatti, non avrebbero costruito il muro di protezione per l’accampamento. Occorre notare come espressioni indicanti obbligo o necessità, possibilità, convenienza esprimano l’irrealtà al presente o al passato attraverso l’indicativo imperfetto, talora usato senza ἄν.
(ἐ)χρῆν “sarebbe necessario, sarebbe stato necessario” ἔδει “sarebbe necessario, sarebbe stato necessario” ἐξῆν “sarebbe possibile, sarebbe stato possibile” ἄξιον ἦν “sarebbe giusto, sarebbe stato giusto” προσῆκεν “sarebbe conveniente, sarebbe stato conveniente” Ἐρεῖ τις, «οὐ χρῆν». (Aristoph. Ach. 540) Qualcuno dirà «non si sarebbe dovuto»
3 Le proposizioni volitive (negazione μή) X Le proposizioni volitive esprimono una volontà, un desiderio o un comando. Queste proposizioni si possono suddividere in: • proposizioni che esprimono un comando (il verbo è di norma all’imperativo)
Λέγε δή μοι. (Plat. Theag. 126c) Dimmi ancora. • proposizioni che esprimono un’esortazione (il verbo è al congiuntivo)
Ἀναλάβωμεν οὖν ἐξ ἀρχῆς τίς ἡ κατηγορία ἐστὶν ἐξ ἧς ἡ ἐμὴ διαβολὴ γέγονεν. (Plat. Ap. 19a-b) Riprendiamo dall’inizio quale sia l’accusa dalla quale si è originata la calunnia nei miei confronti. • proposizioni che esprimono un desiderio realizzabile al presente (sono precedute da εἴθε, εἰ γάρ, ὡς e hanno il verbo all’ottativo)
Eἰ γάρ σ’ ὣς ἐθέλοι φιλέειν γλαυκῶπις Ἀθήνη. (Hom. Od. 3.218) Voglia la glaucopide Atena esserti benevola!
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Capitolo
Le proposizioni indipendenti
31
• proposizioni che esprimono un desiderio irrealizzabile al presente o al passato (sono precedute da εἴθε, εἰ γάρ, ὡς e hanno il verbo a un tempo storico dell’indicativo)
Eἴθ’ εἶχες, ὦ τεκοῦσα, βελτίους φρένας. (Eur. El. 1061) Oh se tu avessi un animo migliore, madre! Questo valore viene di norma espresso anche da ὤφελον (l’indicativo aoristo del verbo ὀφείλω) seguito dall’infinito.
Eἴθ’ ὤφελ’ Ἀργοῦς μὴ διαπτάσθαι σκάφος. (Eur. Med. 1) Non fosse mai volata quella nave Argo. OSSERVAZIONI z L’ottativo può anche essere impiegato per esprimere un desiderio irrealizzabile.
Eἴθ’ ὡς ἡβώοιμι, βίη δέ μοι ἔμπεδος εἴη. (Hom. Od. 14.468) Oh se fossi ancora giovane, e avessi integra la mia forza! z L’ottativo aoristo può esprimere un desiderio formulato nel presente ma in riferimento ad azioni passate.
Ὡς ὄλοιτο [...] ἥτις [...] ἤρξατ’ αἰσχύνειν λέχη. (Eur. Hipp. 407s.) Possa essere morta colei che per prima disonorò il talamo!
4 Le proposizioni interrogative dirette X Le proposizioni interrogative esprimono una domanda in forma diretta. Nelle interrogative dirette si utilizzano i tempi e i modi propri delle proposizioni indipendenti. Più in particolare il verbo può essere: • all’indicativo per esprimere la realtà
Ἀλλὰ τί δή ἐστί ποτε οὗ ἐπιθυμεῖς; (Plat. Theag. 126a) Che cosa è mai allora ciò che desideri? • all’indicativo di un tempo storico preceduto da ἄν per esprimere la possibilità nel passato o l’irrealtà nel presente-passato
Eἰ ταῦτα (ἡ πόλις) προεῖτο ἀκονιτεί [...] τίς οὐχὶ κατέπτυσεν ἂν σοῦ; (Demosth. 18.200) Se la città avesse abbandonato queste cose senza lotta (lottare) [...] chi non ti avrebbe sputato in faccia? • all’ottativo potenziale
Tοῦτο δὲ ποιῶν ἄλλο τι ἢ τύραννος ἂν εἴης; (Plat. Theag. 125e) Facendo questo, che altro saresti se non un tiranno? • al congiuntivo dubitativo
Oἴμοι τί δράσω; ποῖ φύγω; (Eur. Med. 1271) Ahimè, che fare? dove fuggire? Le proposizioni interrogative si suddividono in dirette semplici e dirette doppie o disgiuntive. X Le interrogative dirette semplici possono essere introdotte da: • un pronome, aggettivo o avverbio interrogativo: – τίς, τί “chi?, che cosa?”; ποῦ “dove?” (stato in luogo) – τίς ποτε, τί ποτε “chi, cosa mai?” 269
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Elementi di sintassi
– – – – –
ποῖ “dove?” (moto a luogo) πότερος, -α, -ον “chi, cosa tra due?” πόθεν “da dove?” ποῖος, -α, -ον “quale?”; πῶς “come?” πόσος, -η, -ον “quanto?” Ποῦ ἔρχῃ; Dove vai? Tίνα δῶρα ἐτὶ τοῖς βωμοῖς τιθέασι; Quali doni pongono sugli altari? Tίς πόθεν εἰς ἀνδρῶν, ὅ μευ ἔτλης ἀντίος ἐλθεῖν; (Hom. Il. 21.150) Chi sei e da dove vieni tra gli uomini, tu che osasti affrontarmi?
• una particella interrogativa: – Ἆρα, ἦ (cfr. lat. ne), introducono una domanda di cui si ignora la risposta
Ἆρα τἀληθῆ λέγουσιν; Dicono la verità? Ἦ καὶ καλῶς δοκεῖ [...] οὕτω λέγεσθαι; (Plat. Phaed. 94a) Ti sembra bene [...] sostenere questa tesi? – μή, ἆρα μή, μῶν (crasi di μή οὖν; cfr. lat. num), introducono una domanda retorica che presuppone una risposta negativa;
Mῶν οἱ κλέπται τἀληθῆ λέγουσιν; Forse che i ladri dicono la verità? Ἀλλὰ μῶν καὶ πρὸς ἡμᾶς τοῦτο τείνει; (Plat. Rp. 454a) Forse che ciò riguarda anche noi? – οὐ, ἆρα οὐ, οὔκουν, οὐκοῦν (cfr. lat. nonne), introducono una domanda retorica che presuppone una risposta positiva;
Oὐκοῦν οἱ δίκαιοι τἀληθῆ λέγουσι; Forse che i giusti non dicono la verità? / Non è forse vero che i giusti dicono la verità? Oὔκουν ὅμαιμος [...] ὁ θανών; (Soph. Ant. 512) Non è forse tuo fratello [...] quello che è morto? X Le proposizioni interrogative dirette doppie o disgiuntive possono essere introdotte da πότερον (πότερα), ἆρα, μῶν ... ἤ (cfr. lat. utrum ... an)
Πότερον εἰς τὴν ἀγορὰν ἔρχῃ ἢ οἴκοι μένεις; Vai all’agorà o rimani in casa? Tίνες κατῆρξαν, πότερον Ἕλληνες [...] / ἢ παῖς ἐμός; (Aeschl. Pers. 351s.) Chi cominciò, i Greci o mio figlio?
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PARTE 2
CAPITOLO 32 Le proposizioni subordinate
Elementi di sintassi Inquadra il QR code per: studiare con schemi e sintesi digitali la sintassi del periodo, il periodo ipotetico e il discorso indiretto
DDI
1 Classificazione delle proposizioni subordinate X Le proposizioni subordinate (o secondarie o dipendenti) arricchiscono il significato del messaggio espresso dalla proposizione principale, ma non hanno una propria autonomia sintattica e non possono pertanto sussistere indipendentemente dalla loro reggente. Si può dunque dire che le subordinate ricoprono, all’interno del periodo, una funzione analoga a quella svolta, nella singola frase, dal soggetto, dall’attributo, dall’apposizione, dal complemento oggetto e dai singoli altri complementi. X In base alla loro funzione all’interno del periodo, le subordinate vengono solitamente distinte in:
Proposizioni subordinate sostantive (o complementari dirette o completive) Si tratta di proposizioni che ricoprono, all’interno del periodo, la funzione di un sostantivo soggetto o complemento oggetto. Tali proposizioni vengono a loro volta suddivise in: • proposizioni soggettive • proposizioni oggettive • proposizioni volitive (introdotte da verba timendi, impediendi, curandi) • proposizioni interrogative indirette Proposizioni subordinate aggettive (o attributive o appositive) Si tratta delle proposizioni relative, le quali ricoprono, all’interno del periodo, la funzione di un attributo o di un’apposizione. Proposizioni subordinate complementari indirette (o avverbiali) Si tratta di proposizioni che ricoprono, all’interno del periodo, la funzione di un complemento indiretto ovvero di un avverbio. Tali proposizioni vengono a loro volta suddivise in: • proposizioni temporali • proposizioni causali • proposizioni finali • proposizioni consecutive • proposizioni concessive • proposizioni comparative • proposizioni modali • protasi del periodo ipotetico 271
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2 Le proposizioni subordinate sostantive X Le proposizioni sostantive possono essere soggettive o oggettive, e sono così chiamate in quanto svolgono, all’interno del periodo, una funzione analoga a quella svolta nella singola frase da un sostantivo soggetto o complemento oggetto.
2.1
Le proposizioni sostantive soggettive X In greco le proposizioni soggettive sono introdotte da: • verbi e locuzioni impersonali quali χρή (ἐστι) “è necessario”, δεῖ “bisogna”, ἔξεστι “è possibile”, προσήκει, πρέπει “conviene”, συμβαίνει “accade”, δοκεῖ “sembra opportuno” ecc.; • espressioni formate da un sostantivo o da un aggettivo neutro in unione al verbo essere: ἀνάγκη ἐστί “è necessario”, δῆλόν ἐστι “è chiaro”, ἀναγκαῖόν ἐστι “è necessario”, αἰσχρόν ἐστι “è turpe” ecc.; • verba dicendi o sentiendi usati alla forma passiva: λέγεται “si dice”, ἀγγέλλεται “si annuncia”, νομίζεται “si ritiene” ecc. X Esse si rendono: • in forma esplicita: – con ὡς, ὅτι, διότι + indicativo in dipendenza da tempi principali
Ἀγαθόν ἐστι ὅτι οἱ πολῖται τοῖς νόμοις ἐμμένουσιν. È bello che i cittadini rispettino le leggi. Ἐκ τούτων οὖν φανερόν [...] ὅτι ὁ ἄνθρωπος (ἐστί) φύσει πολιτικὸν ζῷον. (Aristot. Pol. 1.1253a2-3) Da queste cose dunque risulta chiaro [...] che l’uomo è per natura un animale sociale. – con ὡς, ὅτι, διότι + ottativo (o indicativo) in dipendenza da tempi storici
Ὅτι σαφῶς λέγοις (ἔλεγες) δῆλον ἦν. Era chiaro che tu parlavi saggiamente. Ἠγγέλθη τοῖς τῶν Συρακοσίων στρατηγοῖς οἴκοθεν ὅτι φεύγοιεν ὑπὸ τοῦ δήμου. (Xen. Hell. 1.1.27) Fu annunciato agli strateghi dei Siracusani che erano stati condannati all’esilio dal popolo. • in forma implicita: – con l’infinito semplice
Tοῖς μὲν δειλοῖς φεύγειν, τοῖς δὲ ἀνδρείοις μάχεσθαι πρέπει. Ai vili conviene fuggire, ai valorosi combattere. Χρὴ καὶ τῶν ἐν τούτῳ πολέμῳ τελευτησάντων [...] μνείαν ἔχειν. (Plat. Menex. 244a) È necessario conservare la memoria anche di coloro che sono morti in questa guerra. – con il soggetto in accusativo e il verbo all’infinito
Xρὴ (ἐστί) τοὺς στρατιώτας τοῖς στρατηγοῖς πείθεσθαι. È necessario che i soldati obbediscano ai comandanti. 272
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Le proposizioni subordinate
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Xρὴ καὶ ἐμὲ ἑπόμενον τῷ νόμῳ πειρᾶσθαι ὑμῶν τῆς ἑκάστου βουλήσεώς τε καὶ δόξης τυχεῖν ὡς ἐπὶ πλεῖστον. (Thuc. 2.35.3) Bisogna che anche io, seguendo la consuetudine, cerchi di catturare il più possibile il desiderio e l’opinione di ciascuno di voi.
2.2
Le proposizioni sostantive oggettive X In greco le proposizioni oggettive sono introdotte da: • verba dicendi o declarandi come λέγω “dire”, ἀγγέλλω “annunciare”, γράφω “scrivere”, ἀποκρίνομαι “rispondere” ecc. • verba sentiendi o putandi come νομίζω “ritenere”, οἴομαι “credere”, πυνθάνομαι “venire a sapere” ecc. • verba voluntatis come βούλομαι, θέλω, ἐθέλω “volere” ecc. • verba affectuum come θαυμάζω “meravigliarsi”, αἰσχύνομαι “vergognarsi”, ἄχθομαι “adirarsi” ecc. X Esse si rendono: • in forma esplicita: – con ὡς, ὅτι, διότι + indicativo in dipendenza da tempi principali
Λέγεις ὡς ὁ φόβος κολάζει τοὺς ἀνθρώπους. Dici che la paura tormenta gli uomini. Eὖ γὰρ ἴσθι ὅτι τῶν ὁμοίων σωμάτων οἱ αὐτοὶ πόνοι οὐχ ὁμοίως ἅπτονται ἄρχοντός τε ἀνδρὸς καὶ ἰδιώτου. (Xen. Cyr. 1.6.25) Sappi che uguali fatiche non si adattano allo stesso modo a un comandante e a un soldato semplice, anche qualora essi siano della stessa corporatura. – con ὡς, ὅτι, διότι + ottativo (o indicativo) in dipendenza da tempi storici
Ἐγίγνωσκον ὅτι ἐνθάδε εἴης (= ἦσθα). Sapevo che eri qui. Ἐγίγνωσκον ὅτι τὸ πλοῖον ἐκ Δήλου ἀφιγμένον εἴη. (Plat. Phaed. 59e) Venni a sapere che la nave era giunta da Delo. • in forma implicita: – con l’infinito semplice se c’è identità di soggetto fra l’infinitiva e la reggente; in questo caso il verbo della reggente e quello dell’infinitiva costituiscono un unico predicato verbale e quindi tutti gli elementi che si riferiscono al soggetto vanno in caso nominativo
Nομίζω ἀγαθὸς εἶναι. Ritengo di essere buono. Ὁ μὲν (Κροῖσος) ἐλπίζων εἶναι ἀνθρώπων ὀλβιώτατος ταῦτα ἐπειρώτα. (Hdt. 1.30.3) Creso, pensando di essere il più felice fra gli uomini, chiedeva queste cose. – con il soggetto in accusativo e il verbo all’infinito, se il soggetto dell’infinitiva è diverso da quello della reggente.
Oἱ σοφοὶ λέγουσι τοὺς θεοὺς εὐεργετεῖν τοὺς ἀνθρώπους. I sapienti dicono che gli dèi fanno del bene agli uomini. 273
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Nομίζω οὖν τοὺς μὴ ὀρθῶς πράττοντας οὔτε σοφοὺς οὔτε σώφρονας εἶναι. Ritengo che coloro che non agiscono rettamente non siano né sapienti né temperanti. Ἔτι δὲ καὶ συλλέγεσθαί φησιν ἀνθρώπους ὡς ἐμὲ πονηροὺς καὶ πολλοὺς. (Lys. 24.19) Sostiene inoltre che a casa mia si radunano molti uomini malvagi.
2.3
Particolarità delle proposizioni sostantive soggettive e oggettive X La proposizione sostantiva è spesso anticipata, nella reggente, da un pronome o avverbio dimostrativo con valore prolettico. Meno frequentemente, l’intera proposizione si trova anticipata rispetto alla reggente (in posizione prolettica).
Ἐκεῖνο ἡμῖν θαυμαστέον μᾶλλον, ὡς ἰσχυρόν τι πόλις ἐστὶ φύσει; (Plat. Pol. 302a) Ci dobbiamo piuttosto meravigliare di questo, cioè del fatto che la polis sia per natura un qualcosa di solido? Ὅτι μέν, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, Φίλιππος οὐκ ἐποιήσατο τὴν εἰρήνην πρὸς ὑμᾶς, ἀλλ’ ἀνεβάλετο τὸν πόλεμον, πᾶσιν ὑμῖν φανερὸν γέγονεν. (Demosth. 11.1) Il fatto che Filippo, o Ateniesi, non abbia fatto la pace con voi, ma abbia rimandato la guerra, è chiaro a tutti voi. X Le proposizioni sostantive, specie in dipendenza da verbi di percezione, quali αἰσθάνομαι “percepire”, ἀκούω “ascoltare”, ὁράω “vedere” ecc., possono essere costruite con il participio predicativo [ h p. 264]; a tale proposito, occorre precisare che: • normalmente il soggetto della frase è all’accusativo e il verbo è al participio, anch’esso in caso accusativo
Ἡδὺ (ἐστι) μὲν πυνθάνεσθαι ἄνδρα φίλον καὶ ξεῖνον εὐ πρήσσοντα. (Hdt. 3.40.2) È bello sapere che un uomo amico e ospite gode di buona sorte. • è attestata anche la forma personale con il soggetto al nominativo.
Ἴσθι μέντοι ἀνόητος ὤν. (Xen. An. 2.1.13) Sappi tuttavia di essere folle. X Nelle proposizioni sostantive la possibilità e la irrealtà vengono rese come segue: • se la proposizione è di forma esplicita viene normalmente utilizzato ἄν + ottativo (valore potenziale) e ἄν + tempo storico dell’indicativo (valore irreale); • se la proposizione è di forma implicita, la presenza di ἄν marca tanto il valore potenziale quanto quello irreale: la corretta interpretazione deve essere ricavata dal contesto.
Καὶ γὰρ ἐν ταῖς μάχαις πολλάκις δῆλον γίγνεται ὅτι τό γε ἀποθανεῖν ἄν τις ἐκφύγοι καὶ ὅπλα ἀφεὶς καὶ ἐφ’ ἱκετείαν τραπόμενος τῶν διωκόντων. (Plat. Ap. 39a) Infatti anche nelle battaglie risulta spesso chiaro che uno potrebbe evitare di morire se gettasse le armi e se si volgesse a pregare coloro che lo inseguono. Δῆλον οὖν (ἐστί) ὅτι οὐκ ἂν προέλεγεν, εἰ μὴ ἐπίστευεν ἀληθεύσειν. (Xen. Mem. 1.1.5) È manifesto che non avrebbe espresso predizioni se non avesse saputo di dire la verità. 274
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Nομίζω δ’ ἄμεινον ἂν ὑμᾶς περὶ ὧν νῦν ἐρῶ κρῖναι, μικρὰ τῶν πρότερον ῥηθέντων ὑπ’ ἐμοῦ μνημονεύσαντας. (Demosth. 5.4) Ritengo che voi potreste meglio decidere sulle cose che dirò ora, se richiamaste alla memoria alcune fra le cose da me dette in precedenza. X Con alcuni verbi o espressioni come λέγομαι (cfr. lat. dicor), ἀγγέλλομαι (cfr. lat. nuntior), δοκέω (cfr. lat. videor), ἀναγκαῖος, ἔνδηλός εἰμι, il greco usa spesso la costruzione personale.
Δοκῶ μοι περὶ ὧν πυνθάνεσθε οὐκ ἀμελέτητος εἶναι. (Plat. Symp. 172a) Mi sembra di non essere impreparato sulle cose che mi domandate (lett.: “io sembro a me...”).
3 Le proposizioni complementari dirette 3.1
Le proposizioni complementari dirette introdotte dai verba curandi X I verba curandi, ossia quei verbi che esprimono preoccupazione, sollecitudine, cura – φροντίζω “mi preoccupo”, σπουδάζω “mi do cura”, ἐπιμελέομαι “mi do pensiero, mi preoccupo”, πράσσω “mi adopero” – reggono delle proposizioni subordinate completive (volitive) che si costruiscono come segue: • ὅπως (ὅπως μή); ὡς (ὡς μή) + indicativo futuro (più raramente ἄν + congiuntivo)
Oἱ Περσικοὶ νόμοι ἐπιμέλονται ὅπως μὴ τοιοῦτοι ἔσονται οἱ πολῖται οἷοι πονηροῦ τινος ἢ αἰσχροῦ ἔργου ἐφίεσθαι. (Xen. Cyr. 1.2.3) Le leggi persiane si preoccupano del fatto che i cittadini non siano tali da cercare di intraprendere qualche azione malvagia o turpe. • talvolta, in dipendenza da un tempo storico, il verbo della sostantiva può essere all’ottativo.
Ἐπεμέλετο δὲ καὶ τούτου ὁ Κῦρος ὅπως μήποτε ἀνίδρωτοι γενόμενοι ἐπὶ τὸ ἄριστον καὶ τὸ δεῖπνον εἰσίοιεν. (Xen. Cyr. 2.1.29) Ciro si preoccupava anche di questo, cioè del fatto che non entrassero per la colazione o la cena senza avere sudato.
3.2
Le proposizioni complementari dirette introdotte dai verba timendi X I verbi e le espressioni indicanti paura e timore / pericolo (δείδω, φοβέομαι, φόβος, δέος, κίνδυνός ἐστιν) reggono delle proposizioni subordinate completive al congiuntivo o all’ottativo (a seconda che nella reggente vi sia un tempo principale o un tempo storico) in base al seguente schema.
Proposizioni introdotte da μή (cfr. lat. ne) + congiuntivo o ottativo, quando si teme il verificarsi di qualcosa che si spera non avvenga (in italiano temo che). Φοβοῦμαι μὴ οἱ πολέμιοι τῆς μάχης ἅπτωνται. Temo che i nemici attacchino battaglia. 275
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Δείδω μὴ θήρεσσιν ἕλωρ καὶ κύρμα γένωμαι. (Hom. Od. 5.473) Temo di divenire preda e cibo per le fiere. Ἔδεισαν οἱ Ἕλληνες μὴ (οἱ πολέμιοι) προσάγοιεν πρὸς τὸ κέρας. (Xen. An. 1.10.9) I Greci temettero che i nemici avanzassero contro l’ala (del loro esercito). Proposizioni introdotte da μή οὐ o da ὡς (cfr. lat. ne non / ut) + congiuntivo o ottativo, quando si teme che non si verifichi qualcosa che si spera avvenga (in italiano “temo che non”). Οἱ στρατιῶται ἐφοβοῦντο μὴ οὐ οἱ σύμμαχοι τὴν βοήθειαν φέροιεν. I soldati temevano che gli alleati non portassero aiuto. Οἱ Περσέων στρατηγοί [...] καταρρώδεσαν μὴ οὐ δυνατοὶ γένωνται ὑπερβαλέσθαι. (Hdt. 6.9.1) I comandanti persiani [...] temettero di non essere capaci di avere la meglio. X Oltre che al congiuntivo o all’ottativo, le proposizioni complementari introdotte dai verba timendi, possono avere: • l’indicativo futuro
Φοβοῦμαι δὲ μή τινας ἡδονὰς ἡδοναῖς εὑρήσομεν ἐναντίας. (Plat. Phil. 13a) Temo che troveremo alcuni piaceri contrari ad altri piaceri. • l’indicativo perfetto, quando la subordinata si riferisce a un fatto già accaduto e si vuole sottolineare il risultato dell’azione verbale.
Νῦν δὲ φοβούμεθα μὴ ἀμφοτέρων ἅμα ἡμαρτήκαμεν. (Thuc. 3.53.2) Tra abbiamo paura di avere sbagliato in entrambe le cose. X Fra le espressioni indicanti timore rientra anche ὅρα μή, ὅρα ὅπως μή (cfr. lat. vide ne) + congiuntivo, ottativo o indicativo futuro.
Ὅρα ὅπως μή σευ ἀποστήσονται Πέρσαι. (Hdt. 3.36.2) Bada che i Persiani non si rivoltino contro di te. X Ricorda che è possibile trovare le espressioni ellittiche (cioè che sottintendono un verbo o un’espressione di timore) μή οὐ “non c’è da temere che” e μή (“c’è da temere che”, ovvero “esiste il pericolo o la possibilità che”) seguite dal congiuntivo.
Μὴ οὐχ οἱ αἰχμάλωτοι φεύγωσι. Non c’è da temere che (non c’è alcuna possibilità) che i prigionieri fuggano. Μὴ ἀγροικότερον ᾖ τὸ ἀληθὲς εἰπεῖν. (Plat. Gorg. 462e) C’è da temere che/ può darsi che sia troppo scortese dire la verità.
3.3
Le proposizioni complementari dirette introdotte dai verba impediendi o recusandi X I verbi che significano “impedire, ostacolare” (ad es. ἐμποδίζω, κωλύω ecc.) e “opporsi, contestare” (ad es. ἀντέχω, ἀμφισβητέω, ἀρνέομαι, διαμάχομαι ecc.) e le espressioni indicanti impedimento (ad es. ἐμποδών εἰμι ecc.) reggono delle proposizioni subordinate completive che si costruiscono come segue:
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Le proposizioni subordinate
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• μή + infinito se la reggente è di senso positivo
Ἐκώλυον οἱ Ἠλεῖοι μὴ προσεύχεσθαι νίκην τοῦ πολέμου. (Xen. Hell. 3.2.22) Gli Elei impedivano che si facessero suppliche per la vittoria nella guerra. • μή οὐ + infinito se la reggente è di senso negativo
Ὁ Ἀστυάγης δέ, ὅ τι δέοιτο αὐτοῦ ὁ Κῦρος, οὐδὲν ἐδύνατο ἀντέχειν μὴ οὐ χαρίζεσθαι. (Xen. Cyr. 1.4.2) Astiage, qualunque cosa Ciro gli chiedesse, non poteva fare a meno di compiacergli. X Il verbo κωλύω può reggere anche il participio predicativo.
Δεῖ [...] μὴ κωλύωνται ὑπ’ αὐτῶν κατὰ θάλασσαν περαιούμενοι. (Thuc. 1.26.2) Per la paura [...] che venissero impediti da questi di attraversare il mare (che questi impedissero loro...).
3.4
Le proposizioni interrogative indirette X I verbi e le espressioni indicanti domanda, dubbio, incertezza come “interrogare”, “chiedere”, “conoscere”, “sapere / non sapere”, reggono delle proposizioni subordinate sostantive interrogative, comunemente chiamate interrogative indirette. In greco le interrogative indirette sono introdotte essenzialmente dagli stessi pronomi, aggettivi, avverbi interrogativi che introducono le interrogative dirette, ovvero da alcune particelle. Esse inoltre – come le interrogative dirette – si suddividono in indirette semplici e indirette doppie o disgiuntive. X Più in particolare le proposizioni interrogative indirette semplici possono essere introdotte da: • un pronome o aggettivo interrogativo: – τίς, τί; “chi, che cosa?” – τίς ποτε, τί ποτε; “chi mai, cosa mai?” – πότερος, -α, -ον; “chi, quale tra due?” – ποῖος, -α, -ον; “quale?” – πόσος, -η, -ον; “quanto grande?” – ὅστις, ἥτις, ὅτι; “chi, cosa?” – ὁπότερος, -α,, -ον; “chi, quale tra due?” – ὁποῖος, -α, -ον; “quale?” – ὁπόσος, -η, -ον; “quanto grande?” • da un avverbio interrogativo: – ποῦ ο ὅπου; (“dove?” stato in luogo) – ποῖ ο ὅποι; (“dove?” moto a luogo) – πόθεν ο ὁπόθεν; (“da dove?” moto da luogo) – πῶς ο ὅπως; (“come?” modo). In assenza di pronomi, aggettivi o avverbi interrogativi, le interrogative indirette semplici possono essere introdotte dalle particelle εἰ + indicativo o ottativo, oppure ἐάν / ἤν + congiuntivo.
Λέγε μοι ὅ τι πράσσεις. Dimmi che cosa fai. 277
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Ἐπυνθάνετο εἰ Ἀθηναῖός ἐστιν. Chiedeva se fosse Ateniese. Ἆρ’ ἐρωτᾷς εἴ τιν’ ἔχω εἰπεῖν λόγον μακρόν, οἵους δὴ ἀκούειν εἴθισας; (Plat. Alc. I 106b) Mi chiedi forse se ho da farti un lungo discorso, di quelli che sei abituato ad ascoltare? X Le proposizioni interrogative indirette disgiuntive possono essere introdotte da πότερον ... ἤ, εἴτε ... εἴτε, εἰ ... ἤ.
Ὁ διδάσκαλος ἐρωτᾷ εἰ ἐγείρω ἢ καθεύδω. Il maestro chiede se io sia sveglio o dorma. Σκόπει εἴ ποτ’ ἐπεχείρησας σεαυτὸν πείθειν ὡς παντὸς μᾶλλον τὸ ἕτερον ἕτερόν ἐστιν, ἢ πᾶν τοὐναντίον οὐδ’ ἐν ὕπνῳ πώποτε ἐτόλμησας εἰπεῖν πρὸς σεαυτὸν ὡς παντάπασιν τὰ περιττὰ ἄρτιά ἐστιν, ἤ τι ἄλλο τοιοῦτον. (Plat. Theaet. 190b) Vedi se hai mai cercato di persuadere te stesso che in ogni modo il diverso è diverso, oppure, al contrario, se nemmeno in sogno hai mai avuto il coraggio di dire a te stesso che in senso assoluto il dispari è pari, o qualche altra cosa del genere. X Per quanto riguarda l’utilizzo dei modi verbali, le proposizioni interrogative indirette mantengono per lo più gli stessi modi e tempi che avrebbero se fossero indipendenti; ciò significa che vengono normalmente usati gli stessi modi e tempi delle interrogative dirette (e sotto questo aspetto il comportamento del greco è molto diverso da quello del latino e dell’italiano dove le interrogative indirette sono strettamente regolate dalla consecutio temporum). L’unica particolarità è rappresentata dal fatto che – quando nella reggente c’è un tempo storico – l’indicativo e il congiuntivo dubitativo possono essere sostituiti dall’ottativo obliquo. Ricapitolando, l’uso dei modi nelle interrogative indirette è il seguente: • indicativo semplice o di un tempo storico accompagnato da ἄν
Ὥστ’ οὐκ οἶδ’ ὅπως ἂν μᾶλλον κατὰ τὸν νόμον ἔπραξεν, ὃς τοὺς ὁμοίους κελεύει παῖδας εἰσποιεῖσθαι. (Isocr. 19.13) Sicché non so come avrebbe potuto comportarsi più conformemente alla legge che comanda di adottare come figli dei propri uguali. • ottativo potenziale (con ἄν) o congiuntivo dubitativo
Ὁ τοίνυν ἐπιστάμενος μὲν αὐτά, σκοπῶν δέ τι ὦν ὁρᾷ ἢ ἀκούει, ἄθρει εἰ ἄρα τοιῷδε τρόπῳ ψευδῆ ἂν δοξάσαι. (Plat. Theaet. 191e) Colui che ha dunque scienza di queste cose, ma che poi esamina qualcuna delle cose che vede o ascolta, considera se allora potrebbe esprimere opinioni false in tal modo. Ὑπερβιαζομένου γὰρ τοῦ κακοῦ οἱ ἄνθρωποι, οὐκ ἔχοντες ὅ τι γένωνται, ἐς ὀλιγορίαν ἐτράποντο καὶ ἱερῶν καὶ ὁσίων ὁμοίως. (Thuc. 2.52.3) Dal momento che la malattia infuriava con violenza, gli uomini non sapendo che cosa sarebbe stato di loro, iniziarono a trascurare sia le cose sacre sia quelle profane. • ottativo obliquo al posto dell’indicativo o del congiuntivo quando nella reggente c’è un tempo storico. (Κροῖσος) ἐπειρώτα τίνα δεύτερον μετ’ ἐκεῖνον ἴδοι. (Hdt. 1.31.1) Creso domandava chi ritenesse come secondo dopo quello. 278
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4 Le proposizioni relative X Le proposizioni relative si distinguono in: • proprie (o determinative), quando hanno funzione puramente relativa • improprie (o circostanziali), quando, in aggiunta alla funzione relativa, esprimono un valore proprio di altri tipi di subordinate (ad es. valore finale, consecutivo ecc.) Non esiste in greco, a differenza di quel che accade in latino, un tratto caratteristico che consenta di distinguere formalmente le relative proprie da quelle improprie: sono relative proprie solo quelle proposizioni relative che un’attenta analisi del contesto dimostra prive di qualsivoglia equivalenza con una subordinata circostanziale.
Ἐξελίμπανον / δόμους πατρῴους, ἀνδρὸς Ἕλληνος λόγοις / πεισθεῖσ’, ὃς ἡμῖν σὺν θεῷ τείσει δίκην. (Eur. Med. 800ss.) Lasciai la casa paterna fidandomi delle parole di un uomo greco, che, con l’aiuto degli dèi, mi pagherà il fio. (relativa propria) Οὐκ αἰσχύνει, ὦ Σώκρατες, τοιοῦτον ἐπιτήδευμα ἐπιτηδεύσας, ἐξ οὗ κινδυνεύεις νυνὶ ἀποθανεῖν; (Plat. Ap. 28b) Non ti vergogni, o Socrate, di aver esercitato un tale ufficio, per il quale rischi ora di morire? (= tale che ora per esso rischi di morire; relativa di natura consecutiva) X La proposizione relativa, propria o impropria, può essere introdotta da un pronome (ὅς, ὅστις, ὅσπερ, οἷος, ὅσος ecc.) o da un avverbio relativo (ἵνα, οὗ, ὅπου, ἔνθα = “dove”, stato in luogo, cfr. lat. ubi; οἷ, ὅποι = “dove”, moto a luogo, cfr. lat. quo; ὅθεν, ἔνθεν = “da dove”, cfr. lat. unde; ὅπῃ = “per dove”, moto per luogo, cfr. lat. quacumque; ὅτε = “quando”, cfr. lat. cum ecc.). X Il pronome e l’avverbio relativo possono essere in correlazione rispettivamente con un pronome / aggettivo o con un avverbio dimostrativo (οὗτος, ἐκεῖνος, τότε ecc.) Abbiamo già osservato che, come in latino, il pronome concorda in genere e numero con il sostantivo cui è correlato, mentre assume il caso previsto dalla funzione logica che svolge nella relativa.
Ὁ ἀνὴρ ὃν ὁρᾷς ὁ πατήρ μού ἐστιν. L’uomo che vedi è mio padre. Ci sono comunque, nella sintassi del pronome e della proposizione relativa, alcune differenze con l’italiano su cui è opportuno soffermarsi.
4.1
Prolessi o anticipazione del pronome relativo X Il pronome relativo può precedere il sostantivo cui si riferisce: in altri termini, la proposizione relativa può essere collocata nella frase prima della sua reggente. Poiché tale possibilità non è ammessa dall’italiano, nel tradurre dovrai costruire il periodo facendo seguire la relativa alla reggente (ricordando in particolare che nella nostra lingua, a differenza di quanto avviene in latino e in greco, il pronome relativo segue sempre immediatamente il termine cui si riferisce).
Ἃ λέγεις, ταῦτα οὐκ ἀγνοῶ. Non ignoro quello che dici. 279
Parte
2
Elementi di sintassi
Παρ’ ὧν [...] γὰρ πλεῖστα ἀγαθὰ πεπόνθαμεν, εἰς τούτους [...] εὐεργετοῦντας τὸν αὑτῶν βίον καταναλῶσαι μέγιστον ἀσέβημά ἐστιν. (Lyc. 94) È grandissima empietà verso coloro [...] dai quali [...] abbiamo ricevuto moltissimi beni il non spendere la propria vita nel beneficarli.
4.2
Assorbimento del pronome dimostrativo X Quando il relativo ha come termine di riferimento un dimostrativo, quest’ultimo può essere omesso.
Oὓς οἱ θεοὶ στέργουσιν τιμᾶτε (sott. τούτους). Onorate coloro che gli dèi amano. Ἃ λέγεις δίκαιά ἐστιν (sott. ταῦτα). Quel che dici è giusto. A differenza di quel che accade normalmente in latino, tale fenomeno in greco si può verificare anche quando il relativo e il dimostrativo sono in casi diversi.
Ὃν οἱ θεοὶ στέργουσιν νέος ἀποθνήσκει (sott. οὗτος). Muore giovane colui che gli dèi amano. Οἷς ὁ διδάσκαλος χαίρει οἱ μαθηταὶ ποιοῦσιν (sott. ταῦτα). Gli allievi fanno quelle cose di cui il maestro si compiace. Nομίζω γὰρ ὅστις (= τοῦτον ὅστις) ἐν πολέμῳ ὢν στασιάζει πρὸς ἄρχοντα, πρὸς τὴν ἑαυτοῦ σωτηρίαν στασιάζειν. (Xen. An. 6.1.29) Ritengo infatti che colui che in tempo di guerra si ribella contro il comandante, si ribella contro la propria salvezza.
4.3
Attrazione diretta del pronome relativo X Un pronome relativo al caso accusativo, quando ha come termine di riferimento un sostantivo o un pronome al caso genitivo o dativo, può assumere il caso di quest’ultimo. Mεγάλη ἐστὶ ἡ τόλμα τῶν ἀνδρῶν οὓς ἐπαινῶ Mεγάλη ἐστὶ ἡ τόλμα τῶν ἀνδρῶν ὧν ἐπαινῶ. Grande è l’audacia degli uomini che lodo.
Γύλιππος ἧκεν ἐς τὰς Συρακούσας, ἄγων ἀπὸ τῶν πόλεων ὧν (= ἃς) ἔπεισε στρατιάν. (Thuc. 7.21.1) Gilippo si recò a Siracusa portando un esercito dalle città che aveva persuaso. X In casi di questo genere è altresì possibile che il sostantivo di riferimento venga incluso nella relativa, messo in fondo e privato dell’articolo (naturalmente la traduzione non cambia).
Mεγάλη ἐστὶ ἡ τόλμα ὧν ἐπαινῶ ἀνδρῶν. Grande è l’audacia degli uomini che lodo. X Quando il termine di riferimento del relativo è costituito da un pronome dimostrativo, è possibile avere, accanto all’attrazione diretta, l’assorbimento del dimostrativo.
Tούτων ἀκούω ἃ λέγεις Tούτων ἀκούω ὧν λέγεις Ἀκούω ὧν λέγεις Ὧν λέγεις ἀκούω
280
Ascolto ciò che dici (attrazione diretta del pronome relativo) (attrazione diretta del pronome relativo + assorbimento del dimostrativo) (attrazione diretta del pronome relativo + assorbimento del dimostrativo + anticipazione del relativo)
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Le proposizioni subordinate
32
Σὺν οἷς (σὺν τούτοις οὓς) εἶχεν ᾔει πρὸς τὸ τεῖχος τῶν Ἁλιαρτίων. (Xen. Hell. 3.5.18) Avanzò con quelli che aveva fino alle mura di Aliarto.
4.4
Attrazione inversa del pronome relativo X Si tratta del fenomeno (piuttosto raro) per cui è il termine di riferimento a essere attratto nel caso del pronome relativo.
Ὁ ἀνὴρ ὃν ζητεῖς ὁ ἀδελφός μού ἐστιν. Τὸν ἄνδρα ὃν ζητεῖς ὁ ἀδελφός μού ἐστιν. L’uomo che cerchi è mio fratello. Δίκαιον ἦν [...] ἑτέρῳ (= ἕτερον) δ’ ὅτῳ κακόν τι δώσομεν ζητεῖν. (Demosth. 18.16) Sarebbe giusto [...] cercare qualcun altro cui fare del male. Come per l’attrazione diretta, anche qui si dà il caso che il termine di riferimento venga incluso nella relativa.
Ὃν ζητεῖς ἄνδρα ὁ ἀδελφός μού ἐστιν. L’uomo che cerchi è mio fratello. Kαὶ ἀνεῖλεν αὐτῷ ὁ Ἀπόλλων θεοῖς οἷς ἔδει θύειν. (Xen. An. 3.1.6-7) Apollo gli rivelò gli dèi a cui doveva fare sacrifici.
4.5
Il nesso relativo X Talora, all’inizio di un periodo, si può trovare un pronome relativo che si riferisce all’intero periodo precedente, oppure a una frase o a un termine in esso contenuti. In tal caso il pronome relativo andrà tradotto con un dimostrativo per lo più preceduto da una congiunzione, copulativa o avversativa in base al contesto. Σοφῶν ἀνθρώπων πλήρης ἐστὶ ἡ πόλις. Ὧν λόγους ἀκούοντες τῆς ἀρετῆς ὀρέγεσθε. La città è piena di uomini saggi. Ascoltando le loro parole, aspirate alla virtù.
Εὑρήσομεν γὰρ τοὺς Ἕλληνας δι’ αὐτὴν (Ἑλένην) [...] κοινὴν στρατείαν ἐπὶ τοὺς βαρβάρους ποιησαμένους, καὶ τότε πρῶτον τὴν Εὐρώπην τῆς Ἀσίας τρόπαιον στήσασαν· ἐξ ὧν τοσαύτης μεταβολῆς ἐτύχομεν, ὥστε... (Isocr. 10.67-68) Troveremo infatti che i Greci per essa hanno fatto una spedizione comune e che allora l’Europa ha trionfato per la prima volta sull’Asia; in conseguenza di questi avvenimenti, andammo incontro a un tale cambiamento che...
4.6
Locuzioni particolari costruite con il pronome o gli avverbi relativi X Si tratta di espressioni quali, ad esempio: ἔστιν ὅς “c’è qualcuno che, qualcuno” ἔστιν ᾧ “c’è qualcuno a cui, per cui, per qualcuno” ἔστιν / εἰσὶν οἵ “ci sono alcuni che, alcuni” ἔστιν ὧν “ci sono alcuni di cui, di qualcuno” ἔστιν οἷς “ci sono alcuni a cui, per cui, per alcuni” ἔστιν οὕς “ci sono alcuni che, alcuni” ἔστιν ἵνα “ci sono luoghi in cui, in qualche luogo” ἔστιν ὅπως “c’è qualche modo in cui, in qualche modo” ἔστιν ὅτε “ci sono momenti in cui, talvolta” 281
Parte
2
Elementi di sintassi
Ἔστιν οὕς τιμῶμεν. Ci sono alcuni che onoriamo / onoriamo alcuni. Ἔστιν ὅτε καὶ οἱ ἀνδρεῖοι στρατιῶται φεύγουσιν. Talvolta anche i soldati valorosi fuggono. Ἔστιν ὅτε καὶ οἷς βέλτιον ὂν τεθνάναι ἢ ζῆν. (Plat. Phaed. 62a) Vi sono circostanze e persone per le quali morire è meglio che vivere.
4.7
Uso dei modi nelle proposizioni relative proprie X Le relative proprie presentano gli stessi modi usati nelle proposizioni indipendenti. Più precisamente: • l’indicativo, se esprimono un fatto reale (quando la relativa è retta però da una proposizione con un tempo storico, è possibile trovare l’ottativo obliquo)
Oἱ εὕδοντι ἐπέστη ὄνειρος, ὃς οἱ τὴν ἀληθείην ἔφαινε τῶν μελλόντων γενέσθαι κακῶν κατὰ τὸν παῖδα. (Hdt. 1.34.1) Mentre dormiva ebbe un sogno che gli rivelava la verità dei mali che stavano per colpirlo attraverso suo figlio. • il congiuntivo con ἄν, se esprimono eventualità nel presente (Oἱ Πέρσαι) ὃν ἂν γνῶσι δυνάμενον μὲν χάριν ἀποδιδόναι, μὴ ἀποδιδόντα δέ, κολάζουσι ἰσχυρῶς. (Xen. Cyr. 1.2.7) (I Persiani) puniscono severamente colui che sappiano essere in grado di dimostrare la propria riconoscenza, ma non lo fa. • l’ottativo con ἄν, se esprimono potenzialità nel presente o eventualità nel passato Tῶν βαρβάρων τινὲς ἱππέων διὰ τοῦ πεδίου ἐλαύνοντες ᾧτινι ἐντυγχάνοιεν Ἕλληνι, ἢ δούλῳ, ἢ ἐλευθέρῳ, πάντας ἀπέκτεινον. (Xen. An. 2.5.32-33) Alcuni cavalieri barbari che scorrazzavano per la pianura massacravano qualsiasi greco incontrassero, schiavo o libero che fosse. • l’indicativo di un tempo storico con ἄν, se esprimono potenzialità nel passato o in realtà nel presente o nel passato
Oὐ γὰρ ἦν ὅ τι ἂν ἐποιεῖτε. (Demosth. 18.43) Non c’era nulla che avreste potuto fare. • il congiuntivo esortativo o l’ottativo desiderativo
Ἡμῖν Ἄνυτος ὅδε παρακαθέζετο ᾧ μεταδῶμεν τῆς ζητήσεως. (Plat. Men. 89e) Si sedette accanto a noi questo Anito, che dobbiamo informare della ricerca.
4.8
Uso dei modi nelle proposizioni relative improprie X Anche nelle relative circostanziali si usano i tempi e i modi propri delle proposizioni indipendenti secondo lo schema a te noto; certi usi particolari, tuttavia, si sono fissati nel tempo, quale ad esempio l’impiego del futuro nelle relative di natura finale.
Ἔδοξε τῷ δήμῳ τριάκοντα ἄνδρας ἑλέσθαι οἳ τοὺς πατρίους νόμους ξυγγράψουσιν. (Xen. Hell. 2.3.2) Il popolo decise di designare trenta uomini che redigessero (= per redigere) leggi conformi alla tradizione. (relativa di natura finale) 282
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Le proposizioni subordinate
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Τίς οὕτως εὐήθης ἐστὶν ὑμῶν ὅστις ἀγνοεῖ τὸν ἐκεῖθεν πόλεμον δεῦρ’ ἥξοντα. (Demosth. 1.15) Chi di voi è così ingenuo che non comprende (= da non comprendere) che la guerra che si svolge là arriverà qui? (relativa di natura consecutiva) Tαλαίπωρος [...] εἶ, ᾧ μήτε θεοὶ πατρῷοί εἰσιν μήτε ἱερά. (Plat. Euthyd. 302b-c) Sei [...] sventurato, tu che non hai (= poiché non hai) dèi patrii né culti familiari. (relativa di natura causale) Tῷ ἀνδρὶ ὃν ἂν ἕλησθε πείσομαι. (Xen. An. 2.5.32) Obbedirò all’uomo che voi scegliate (= qualora lo scegliate). (relativa di natura ipotetica)
5 Le proposizioni temporali X Le proposizioni temporali indicano la circostanza di tempo in cui si verifica l’azione espressa dalla reggente, con la quale istituiscono un rapporto di anteriorità, contemporaneità o posteriorità. Esse possono essere di forma esplicita o implicita.
5.1
Le proposizioni temporali di forma esplicita X Se esprimono contemporaneità o posteriorità, le temporali sono introdotte dalle congiunzioni ὅτε, ὁπότε, ὡς, ἡνίκα “quando”, ἕως, μέχρι, ἔστε “finché, fino a quando”, ἐπεί, ἐπειδή “quando, dopo che”, oppure dalle locuzioni ἐπεὶ πρῶτον, ἐπεὶ τάχιστα, ὡς τάχιστα “appena, non appena”, ὁσάκις, ὁποσάκις “tutte le volte che”, ἐν ᾧ, ἐν ὅσῳ “mentre”, ἀφ’ οὗ, ἐξ οὗ “da quando”. Esse sono costruite con i seguenti modi: • se esprimono circostanze reali presentano l’indicativo (negazione οὐ)
Ἐπεὶ δὲ κατεπέμφθη ὑπὸ τοῦ πατρὸς σατράπης Λυδίας [...], πρῶτον μὲν ἐπέδειξεν αὑτὸν ὅτι περὶ πλείστου ποιοῖτο [...] μηδὲν ψεύδεσθαι. (Xen. An. 1.9.7-8) Dopo che fu mandato dal padre come satrapo della Lidia [...] per prima cosa mostrò che teneva in grandissimo conto [...] il non venir meno in nulla alla parola data. • se esprimono circostanze ripetute o eventuali presentano il congiuntivo con ἄν in dipendenza da tempo principale, l’ottativo semplice in dipendenza da tempo storico (negazione μή)
Oὐ δέδοιχ’ ὑμᾶς, ἕως ἂν ζῇ τὸ βουλευτήριον. (Aristoph. Eq. 395) Non vi temo, finché esiste il Consiglio. Παράδεισος [...] ἀγρίων θηρίων πλήρης, ἃ ἐκεῖνος ἐθήρευεν ἀπὸ ἵππου, ὁπότε γυμνάσαι βούλοιτο. (Xen. An. 1.2.7) Un parco [...] pieno di belve feroci che egli cacciava a cavallo quando (= ogni volta che) voleva esercitarsi. La particella ἄν si fonde spesso con la congiunzione temporale: ad es. ὅτε ἄν = ὅταν; ἐπειδὴ ἄν = ἐπειδάν.
Ἐπειδὰν δὲ κρύψωσι γῇ, ἀνὴρ […] λέγει ἐπ’ αὐτοῖς ἔπαινον. (Thuc. 2.34.6) Dopo che li abbiano seppelliti, un uomo […] pronuncia un elogio su di loro. 283
Parte
2
Elementi di sintassi
X Quando invece le proposizioni temporali indicano anteriorità rispetto alla reggente sono formate da: • πρίν + infinito se la reggente è affermativa (il soggetto, se diverso da quello della reggente, va in accusativo)
Διέβησαν πρὶν τοὺς ἄλλους ἀποκρίνασθαι. (Xen. An. 1.4.16) Passarono (il fiume) prima che gli altri rispondessero. • πρίν + indicativo (per circostanze reali) o πρίν + congiuntivo con ἄν (per circostanze ripetute o eventuali) se la reggente è negativa; al posto dell’indicativo è comunque possibile trovare l’ottativo obliquo in dipendenza da tempo storico
Tούτου τοῦ ἔπεος Λυδοί τε καὶ οἱ βασιλεῖς αὐτῶν λόγον οὐδένα ἐποιεῦντο, πρὶν δὴ ἐπετελέσθη. (Hdt. 1.13.2) I Lidi e i loro re non tennero alcun conto di questo oracolo, prima che si compisse. Ἀμήχανον δὲ παντὸς ἀνδρὸς ἐκμαθεῖν / ψυχήν τε καὶ φρόνημα καὶ γνώμην πρὶν ἂν / ἀρχαῖς τε καὶ νόμοισιν ἐντριβὴς φανῇ. (Soph. Ant. 175ss.) È impossibile conoscere a fondo l’anima, l’intelligenza e il carattere di ciascun uomo, prima che si sia rivelato nell’esercizio del potere e delle leggi. La congiunzione πρίν è spesso in correlazione nella reggente con l’avverbio prolettico πρότερον (o più raramente, πρόσθεν), che nella traduzione puoi omettere. (Ὁ ποιητὴς) οὐ πρότερον οἷός τε ποιεῖν, πρὶν ἂν ἔνθεός τε γένηται. (Plat. Ion 534b) (Il poeta) non è in grado di creare prima di essere ispirato dal dio.
5.2
Le proposizioni temporali di forma implicita X Possono essere espresse con il participio congiunto, il genitivo assoluto o l’infinito sostantivato preceduto da ἅμα τῷ, ἐν τῷ (contemporaneità), πρὸ τοῦ (posteriorità), μετὰ τό (anteriorità).
6 Le proposizioni causali X Le proposizioni causali sono delle subordinate complementari indirette che svolgono, all’interno del periodo, una funzione analoga a quella svolta nella singola frase da un complemento indiretto di causa. Anche in greco, come in italiano e in latino, le proposizioni causali possono essere espresse in forma esplicita o implicita.
6.1
Le proposizioni causali di forma esplicita X Sono introdotte da: ὅτι, διότι, ὡς “poiché, dato che, siccome”; ἐπεί, ἐπείπερ, ἐπειδή, ἐπειδήπερ, ὅτε, ὁπότε “dal momento che”. Il verbo della causale è: • all’indicativo (negazione οὐ) quando la causa viene presentata come oggettiva
Δίκαιος εἶ, ὅτι οὐδένα ἐξαπατᾷς. Sei giusto, poiché non inganni nessuno. Mάλιστα δ’ αὐτοὺς ἐπεκαλέσαντο ὅτι τειχομαχεῖν ἐδόκουν δυνατοὶ εἶναι. (Thuc. 1.102.2) Li mandarono a chiamare soprattutto poiché sembravano essere abili ad assediare. 284
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Le proposizioni subordinate
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• all’ottativo (negazione μή) quando la causa viene presentata come soggettiva o quando nella reggente c’è un tempo storico (in questo caso la negazione è spesso οὐ); l’idea di soggettività può essere resa con perifrasi quali “ritenendo che”, “col pretesto che” ecc.
Ἐπῄνεσε αὐτόν, ὅτι ἀγαθὸς εἴη. Lo lodò, poiché (secondo lui) era buono. οὺς στρατηγοὺς ἐζημίωσαν, ὡς δώροις πεισθέντες ἀποχωρήσειαν. (Thuc. 65.3-4) Punirono gli strateghi, poiché ritenevano che si fossero ritirati essendo stati corrotti. • all’ottativo accompagnato da ἄν quando l’enunciato esprime un valore potenziale
Oὐ γὰρ ἡλικίαν / ἔχει παρὰ σοὶ καθεύδειν, τηλικοῦτος ὤν, ἐπεὶ / μήτηρ ἂν αὐτῷ εἴης ἢ γυνή. (Aristoph. Eccl. 1038ss.) Non ha l’età per dormire con te, giovane come è, perché tu potresti essere più sua madre che non la sua donna. • ai tempi storici dell’indicativo accompagnati da ἄν quando l’enunciato esprime irrealtà
Ἔξοιδα ὡς (θεοῖς) μέλει γ’· ἐπεὶ οὔποτε στόλον / ἐκπλεύσατ’ ἂν τόνδε. (Soph. Phil. 1037s.) So che agli dèi importa, poiché (altrimenti) non avreste mai intrapreso questa traversata. X La proposizione causale esplicita può anche essere espressa mediante: • una proposizione relativa con il verbo all’indicativo (per esprimere un fatto reale), al congiuntivo + ἄν (per esprimere un fatto eventuale) o all’ottativo (in dipendenza da un tempo storico)
Ἐγὼ μέν νυν θεοῖσι ἔχω χάριν, οἳ οὐκ ἐπὶ νόον ποιεῦσι Πέρσῃσι στρατεύεσθαι ἐπὶ Λυδούς. (Hdt. 1.71.4) Io ringrazio gli dèi per il fatto che (lett. “i quali”) non mettono nella mente dei Persiani di muovere guerra contro i Lidi. • una proposizione introdotta da εἰ (cfr. lat. si), εἴπερ (cfr. lat. siquidem), con il verbo di norma all’indicativo. Tale costrutto è frequente con i verba affectuum o con verbi indicanti meraviglia (θαυμάζω), vergogna (αἰσχύνομαι), indignazione (ἀγανακτέω), invidia (φθονέω)
Καίτοι ἔγωγ’ ἀγανακτῶ καὶ αὐτὸ τοῦτ’, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, εἰ τὰ μὲν χρήματα λυπεῖ τινας ὑμῶν εἰ διαρπασθήσεται, τὴν δ’ Ἑλλάδα πᾶσαν οὑτωσὶ Φίλιππος ἐφεξῆς ἁρπάζων οὐ λυπεῖ. (Demosth. 8.55) Ed io mi rattristo anche per questo, o Ateniesi, cioè per il fatto che qualcuno di voi si addolora se vengono dissipati dei danari, ma non si duole affatto che Filippo saccheggi in questo modo l’Ellade tutta.
6.2
Le proposizioni causali di forma implicita X Possono essere espresse con: • un participio congiunto o un participio assoluto (genitivo assoluto, accusativo assoluto), talora preceduti dalle seguenti particelle: – ὡς, ὥσπερ, καθάπερ (causa soggettiva) – ἅτε, οἷον, οἷα (causa oggettiva)
Οὗτοί γε οὐ καταπροίξονται ἀποστάσαντες. (Hdt. 5.105.1) Costoro non resteranno senza punizione, dal momento che si sono ribellati. 285
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Elementi di sintassi
Tοιαύτης δὲ τῆς τάξεως οὔσης ἐν τῇ πολιτείᾳ, καὶ τῶν πολλῶν δουλευόντων τοῖς ὀλίγοις, ἀντέστη τοῖς γνωρίμοις ὁ δῆμος. (Aristot. Ath. Resp. 5.1-2) Dal momento che l’organizzazione dello Stato era di tale genere, e la maggioranza era asservita agli oligarchi, il popolo si ribellò contro i notabili. Tὰς ἄλλας ἀρχὰς οὐκ ἐννοεῖς ὅτι οὐδεὶς ἐθέλει ἄρχειν ἑκών, ἀλλὰ μισθὸν αἰτοῦσιν, ὡς οὐχὶ αὐτοῖσιν ὠφελίαν ἐσομένην ἐκ τοῦ ἄρχειν, ἀλλὰ τοῖς ἀρχομένοις. (Plat. Resp. 345e-346a) Non ti rendi conto che le altre cariche pubbliche non le vuole assumere nessuno, ma anzi (tutti) chiedono un compenso, dal momento che ritengono che dall’esercizio del potere non venga nessun vantaggio a loro (lett. come se a loro non venisse nessun vantaggio), ma piuttosto a coloro che sono governati? Tοῦτο γὰρ τῶν μαθόντων λήθην μὲν ἐν ψυχαῖς παρέξει μνήμης ἀμελετησίᾳ, ἅτε διὰ πίστιν γραφῆς ἔξωθεν ὑπ’ ἀλλοτρίων τύπων, οὐκ ἔνδοθεν αὐτοὺς ὑφ’ αὑτῶν ἀναμιμνῃσκομένους. (Plat. Phaedr. 275a) Questo (la scrittura) per la mancanza di esercizio della memoria procurerà l’oblio nelle menti di coloro che la hanno appresa, dato che, a causa della fiducia nella scrittura, essi ricorderanno dal di fuori mediante segni (a loro) estranei, e non dal di dentro contando solo sulle proprie doti (lett. da loro stessi). • un infinito sostantivato al caso dativo, oppure con un infinito preceduto da preposizione in base allo schema seguente: – τῷ + infinito – διὰ τό + infinito – ἐκ τοῦ + infinito – ἐπὶ τῷ + infinito
Πέπεισμαι γὰρ ἐξ ὧν παρὼν καὶ ἀκούων σύνοιδα, τὰ πλείω τῶν πραγμάτων ἡμᾶς ἐκπεφευγέναι τῷ μὴ βούλεσθαι τὰ δέοντα ποιεῖν. (Demosth. 3.3) Sono infatti convinto, in base a quanto so perché sono qui e ascolto, che la maggior parte delle occasioni ci sono sfuggite perché non vogliamo fare quello che dobbiamo (lett. per il fatto di non volere...). Ὁρᾶτε γάρ, ὡς ἐκ τοῦ πρὸς χάριν δημηγορεῖν ἐνίους εἰς πᾶν προελήλυθε μοχθηρίας τὰ πράγματα. (Demosth. 3.3) Guardate fino a che punto la situazione si sia deteriorata, a seguito del fatto che alcuni fanno una politica demagogica.
XX Eracle e Anteo, particolare di un cratere a figure Parigi, Museo del Louvre.
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Le proposizioni subordinate
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7 Le proposizioni finali X Le proposizioni finali sono delle subordinate complementari indirette (o circostanziali) così chiamate in quanto svolgono, all’interno del periodo, una funzione analoga a quella svolta nella singola frase da un complemento indiretto di fine/ scopo. Anche in greco, come in italiano e in latino, le proposizioni finali possono essere espresse in forma esplicita o implicita.
7.1
Le proposizioni finali di forma esplicita X Sono introdotte da: ἵνα, ὅπως, ὡς, ὄφρα se la finale è positiva (cfr. lat. ut; it. affinché + cong./ per + inf.); ἵνα μή, ὅπως μή, ὡς μή se la finale è negativa (cfr. lat. ne; it. affinché non + cong./ per non + inf.). Il verbo della finale è: • al congiuntivo se il verbo della proposizione reggente è un tempo principale
Oἱ γεωργοὶ τὴν γῆν ἐργάζονται ἵνα καρποὺς συλλέγωσιν. I contadini lavorano la terra per raccogliere i frutti. Ἵνα δὲ σαφέστερον δηλωθῇ πᾶσα ἡ Περσῶν πολιτεία, μικρὸν ἐπάνειμι. (Xen. Cyr. 1.2.15) Faccio un breve passo indietro, affinché sia messa in luce più chiaramente la struttura statale persiana nel suo complesso. • all’ottativo (quasi sempre) se il verbo della proposizione reggente è a un tempo storico (ottativo obliquo)
Ὁ διδάσκαλος τὰ βιβλία ἔφερε ὅπως οἱ μαθηταὶ τὰς τῶν ποιητῶν ᾠδὰς ἀναγιγνώσκοιεν. Il maestro portava i libri affinché gli allievi leggessero i canti dei poeti. Ἡμῖν [...] ἔδοξε [...] ὑμᾶς παρακαλέσαι, ὅπως βουλευσαίμεθα. (Xen. An. 3.1.134) Ci parve opportuno convocarvi per consigliarci. X La proposizione finale esplicita può anche essere espressa: • con ὅπως ἄν, ὡς ἄν + il congiuntivo o l’ottativo, per esprimere una sfumatura di eventualità ovvero di possibilità
Tὰς πρῴρας [...] κατεβύρσωσαν, ὅπως ἂν ἀπολισθάνοι [...] ἡ χεὶρ ἐπιβαλλομένη. (Thuc. 7.65.2) Avevano munito di cuoio le prue (delle navi), affinché la mano (di ferro) gettata scivolasse. • con una proposizione relativa-finale con il verbo di norma all’indicativo futuro, tanto in dipendenza da un tempo principale, quanto in dipendenza da un tempo storico. Mάρτυρας πεπόρισται οἳ μαρτυρήσουσιν αὐτῷ. (Lys. 29.7) Si era procurato dei testimoni affinché (lett. “i quali”) testimoniassero a suo favore.
7.2
Le proposizioni finali di forma implicita X Possono essere espresse: • con un participio presente o futuro 287
Parte
2
Elementi di sintassi
Ὁ δέ [...] πέμπει παρὰ τοὺς Ἕλληνας πρέσβεις [...] λέγοντας ὅτι ἕτοιμος εἰς τοὺς Ἕλληνας μήτε ἀδικεῖν μήτε ἀδικεῖσθαι. (Xen. An. 6.1.2-3) Egli invia presso i Greci ambasciatori a dire che era pronto a porre fine all’ostilità, a patto che questi ultimi facessero altrettanto. Καὶ οὕτως ἤδη συνειθισμένον ἦν, ὥστε πολλάκις ἡ γυνὴ ἀπῄει κάτω καθευδήσουσα ὡς τὸ παιδίον. (Lys. 1.10) E così era diventata una cosa ormai abituale, tanto che spesso mia moglie scendeva da basso per dormire accanto al bambino. • con ὡς + il participio presente o futuro; con questa locuzione il greco esprime l’intenzione o il pensiero della persona di cui si sta parlando; pertanto, ὡς + il participio si potrà tradurre con espressioni come “pensando, volendo che”, “con l’intenzione di” ecc.
Ἦλθον ἐπί τινα τῶν δοκούντων σοφῶν εἶναι, ὡς ἐλέγξων τὸ μαντεῖον. (Plat. Ap. 21b-c) Mi recai da uno di coloro che avevano fama di essere sapienti, per confutare l’oracolo (con l’intenzione di, convinto di poter confutare l’oracolo). • con un infinito sostantivato al caso genitivo, oppure con un infinito preceduto da preposizioni in base al seguente schema: – τοῦ + infinito – ὑπέρ, ἕνεκα + τοῦ + infinito – ἐπί + τῷ + infinito – εἰς, πρός + τό + infinito
Τό τε λῃστικόν, ὡς εἰκός, καθῄρει ἐκ τῆς θαλάσσης [...] τοῦ τὰς προσόδους μᾶλλον ἰέναι αὐτῷ. (Thuc. 1.4.1) E, come è naturale, eliminò la pirateria dal mare [...] affinché i tributi gli arrivassero con più facilità.
8 Le proposizioni consecutive X Le proposizioni consecutive indicano la conseguenza, reale, possibile o solo pensata, dell’azione espressa dalla proposizione reggente. Esse sono introdotte dalle congiunzioni ὥστε o, più raramente, ὡς (“che, cosicché”; cfr. lat. ut), di solito precedute nella reggente da avverbi come οὕτως, ὧδε (“così”; cfr. lat. sic, ita) e da pronomi / aggettivi quali τοιοῦτος (“tale”; cfr. lat. talis), τοσοῦτος (“tanto grande”; cfr. lat. tantus) ecc. Le consecutive possono essere di forma esplicita o implicita.
8.1
Le proposizioni consecutive di forma esplicita X Le consecutive di forma esplicita hanno il verbo all’indicativo (quando la conseguenza è data come reale); la negazione è οὐ.
Oἱ στρατιῶται οὕτως ἀνδρείως μάχονται ὥστε οἱ πολέμιοι εἰς φυγὴν ἐκφέρονται. I soldati combattono così valorosamente che i nemici fuggono. Λακεδαιμόνιοι [...] εἰς τοῦτ’ ἀπληστίας ἦλθον ὥστ’ οὐκ ἐξήρκεσεν αὐτοῖς ἔχειν τὴν κατὰ γῆν ἀρχήν. (Isocr. 12.103) I Lacedemoni divennero così insaziabili che non bastò più a loro avere l’egemonia sulla terra. 288
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Le proposizioni subordinate
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X Quando però la consecutiva segnala una conseguenza solo eventuale, troverai al posto dell’indicativo il congiuntivo o l’ottativo con ἄν; se invece essa esprime irrealtà, il verbo andrà a un tempo storico dell’indicativo irreale accompagnato sempre da ἄν.
Tὸν δὲ τοῦ κυβερνήτου διάκονον [...] οὕτως εὕρον ἐπιστάμενον ἑκάστων τὴν χώραν ὡς καὶ ἀπὼν ἂν εἴποι ὅπου ἕκαστα κεῖται. (Xen. Oec. 8.14) Trovai che l’aiutante del pilota [...] era così a conoscenza del posto di ciascuna cosa che, anche assente, avrebbe potuto dire dove stava ogni cosa. X L’idea consecutiva può essere espressa anche da una proposizione relativa impropria o dalle perifrasi εἰσί τινες οἵ “ci sono alcuni che, vi è chi”, οὐκ ἔστιν ὅστις e οὐδείς ἐστιν ὅς “non c’è nessuno che”.
8.2
Le proposizioni consecutive di forma implicita X Le consecutive di forma implicita si usano quando la conseguenza è data come supposta o possibile, indipendentemente dal suo effettivo verificarsi, o la reggente è negativa; hanno il verbo all’infinito e negazione μή.
Ὁ Ἰσοκράτης οὕτω δεινὸς λέγειν ἦν ὥστε πάντας τοὺς ἀκροατάς πείθειν. Isocrate era tanto eloquente da persuadere tutti gli ascoltatori. oppure Isocrate era tanto eloquente che persuadeva tutti gli ascoltatori.
Οὐχ’ ὧδ’ ἔχει μοι [...] / ὥστ’ ἐς τυράννους ἄνδρας ἐξαμαρτάνειν. (Eur. Med. 307s.) Non sono in una situazione tale [...] da poter recare offesa a chi ha il potere. X Il soggetto di una consecutiva implicita, se diverso dal soggetto della reggente, va in accusativo. Οὕτως ἀγαθός ἐστιν ὁ διδάσκαλος ὥστε καὶ τοὺς ἀγρίους μαθητὰς σπουδαίους γίγνεσθαι. Il maestro è tanto bravo che anche gli allievi pigri possono diventare diligenti. (Ὁ ποταμὸς) μέγας οὕτως ἐρρύη ὥστε τοὺς ἱππεῖς μὴ οἵους τε γενέσθαι διαβῆναι. Il fiume si ingrossò a tal punto che i cavalieri non furono in grado di attraversarlo. Il soggetto della consecutiva implicita non è generalmente espresso quando coincide con quello della reggente; in tal caso tutti gli elementi che a esso si riferiscono vanno al nominativo.
Ποιητὴς ὁ θεὸς σοφὸς οὕτως ὥστε καὶ ἄλλον ποιῆσαι. (Plat. Symp. 196e) Il dio è un poeta così valente da rendere un altro poeta a sua volta. X La consecutiva implicita può essere introdotta anche da: • ὅσος o οἷος, in correlazione rispettivamente con τοσοῦτος e τοιοῦτος, seguiti dall’infinito o dall’accusativo + infinito • locuzioni del tipo ἐφ’ ᾧ, ἐφ’ ᾧτε “a patto che”, οἷός τέ εἰμι “sono capace di” o οἷόν τέ ἐστιν “è possibile”, μικροῦ (o ὀλίγου), πολλοῦ “manca poco, molto” seguite dall’infinito X Non è infrequente l’uso dell’infinito semplice con valore consecutivo. X Un particolare tipo di consecutiva è quello cui si ricorre in greco per esprimere sproporzione (troppo... per; troppo... da): tale idea è espressa da un comparativo seguito da ἢ ὥστε o ἢ ὡς + infinito (cfr. lat. quam ut + cong.). 289
Parte
2
Elementi di sintassi
Οἱ παῖδες νεώτεροί εἰσιν ἢ ὥστε τἀληθῆ γιγνώσκειν. I ragazzi sono troppo giovani per sapere la verità. Oἵ τε ἀκοντισταὶ βραχύτερα ἠκόντιζον ἢ ὡς ἐξικνεῖσθαι τῶν σφενδονητῶν. (Xen. An. 3.3.7-8) I soldati armati di giavellotto tiravano troppo corto per raggiungere i frombolieri.
9 Le proposizioni concessive X Le proposizioni concessive sono delle subordinate complementari indirette (o circostanziali) che esprimono un ostacolo al realizzarsi dell’azione espressa nella proposizione reggente, la quale azione trova tuttavia compimento nonostante tale ostacolo. Queste proposizioni si chiamano concessive, appunto in quanto concedono che possa intervenire un ostacolo, che tuttavia non può impedire il realizzarsi di quanto espresso nella reggente. Anche in greco – come in latino e in italiano – le proposizioni concessive possono essere espresse in forma esplicita o implicita.
9.1
Le proposizioni concessive di forma esplicita X Sono introdotte da: εἰ καί, ἐὰν καί, καὶ εἰ, καὶ ἐάν (κἄν). Sono spesso riprese nella reggente (di norma collocata dopo la concessiva) da nessi correlativi come ὅμως, οὐδὲν ἧττον, οὐ μέντοι ἀλλά (cfr. lat. tamen; nihilo minus; it. tuttavia, ciò nondimeno). Il verbo della concessiva può essere: • all’indicativo (concessione reale)
Oἱ μιν ἅδην ἐλόωσι [...] Ἕκτορα Πριαμίδην, καὶ εἰ μάλα καρτερός ἐστι. (Hom. Il. 13.315-316) Essi sapranno respingere [...] Ettore figlio di Priamo, per quanto sia molto forte. • al congiuntivo o ai tempi storici dell’indicativo (concessiva ipotetica o soggettiva)
Tοὺς υἱεῖς οἱ πατέρες, κἂν ὦσι σώφρονες, ὅμως ἀπὸ τῶν πονηρῶν ἀνθρώπων εἴργουσιν. (Xen. Mem. 1.2.20) I padri tengono lontani dagli uomini malvagi i figli, anche se sono saggi.
9.2
Le proposizioni concessive di forma implicita X Sono espresse attraverso un costrutto participiale (participio congiunto, genitivo assoluto, accusativo assoluto), spesso preceduto da καίπερ, καίτοι oppure seguito dall’enclitico περ.
Ἐπεὶ δὲ εἶδον αὐτὸν οἵπερ πρόσθεν προσεκύνουν, καὶ τότε προσεκύνησαν, καίπερ εἰδότες ὅτι επὶ θάνατον ἄγοιτο. (Xen. An. 1.6.10-11) Non appena lo videro coloro che erano soliti prostrarsi dinnanzi a lui, anche allora si prosternarono, benché sapessero che veniva condotto a morte. 290
Capitolo
Le proposizioni subordinate
32
10 Le proposizioni comparative X Le proposizioni comparative sono così chiamate in quanto istituiscono un paragone (di maggioranza, minoranza, uguaglianza) con l’azione, il fatto o la circostanza espressi nella reggente. Esse sono pertanto delle subordinate che fungono da secondo termine di paragone in relazione a quanto detto nella reggente. Le proposizioni comparative si suddividono in: • proposizioni comparative semplici, se si limitano a stabilire un paragone con la reggente I soldati furono più coraggiosi di quanto i nemici non si aspettassero. • proposizioni comparative-ipotetiche, se il paragone stabilito con la reggente è espresso sotto forma di ipotesi o condizione. Considera la mia casa come se fosse la tua casa.
10.1
Le proposizioni comparative semplici X Sono introdotte da: ὡς, ὥσπερ, καθάπερ (in riferimento ai correlativi οὕτω,ὧδε); οἷον, ὅσον, ὅσῳ (con un comparativo, in riferimento ai correlativi τοῖον, τοιοῦτον, τοσοῦτον). Il verbo della comparativa semplice può essere: • all’indicativo (o all’ottativo obliquo, in dipendenza da un tempo storico) quando esprime realtà
Ὥσπερ οἱ κορυβαντιῶντες οὐκ ἔμφρονες ὄντες ὀρχοῦνται, οὕτω καὶ οἱ μελοποιοί. (Plat. Ion 533e-534a) Come i Coribanti compiono le loro danze quando non sono in senno, così fanno i poeti melici. • al congiuntivo + ἄν quando esprime eventualità
Mαχόμενοι ὡς ἂν δυνώμεθα κράτιστα. (Xen. An. 3.2.6) Combattendo con tanta forza, quanta è quella di cui disponiamo. • all’ottativo + ἄν quando esprime possibilità al presente
Tοιοῦτος γίγνου περὶ τοὺς γονεῖς, οἵους ἂν εὔξαιο περὶ σεαυτὸν γενέσθαι τοὺς σεαυτοῦ παῖδας. (Isocr. 1.14) Comportati con i tuoi genitori così come vorresti che i tuoi figli si comportassero con te. • all’indicativo di un tempo storico quando esprime irrealtà o possibilità al passato
Eἰσπηδήσαντες εἰς τὸν πηλὸν θᾶττον ἢ ὥς τις ἂν ᾤετο μετεώρους ἐξεκόμισαν τὰς ἁμάξας. (Xen. An. 1.5.8-9) Balzati nel fango, sollevarono i carri più rapidamente di quanto qualcuno avrebbe potuto ritenere.
10.2
Le proposizioni comparative ipotetiche X Sono introdotte da: ὥσπερ εἰ, ὥσπερ ἂν εἰ (ὡσπερεί, ὡσπερανεί), καθάπερ εἰ, καθάπερ ἂν εἰ, οἷον εἰ, οἷόν περ, οἷόν περ ἂν εἰ ecc. Il verbo della comparativa ipotetica può essere: • all’ottativo se la sfumatura ipotetica è immaginata come possibile 291
Parte
2
Elementi di sintassi
Καθάπερ ἂν εἴ τις γυμνασταῖς ἢ ἰατροῖς προστάττοι μεθ’ ἡδονῆς θεραπεύειν τε καὶ ἰᾶσθαι τὰ θεραπευόμενα σώματα. (Plat. Leg. 684c) Come se uno ordinasse agli istruttori di ginnastica o ai medici di curare e guarire i corpi malati con cure piacevoli. • ai tempi storici dell’indicativo se la sfumatura ipotetica è immaginata come irreale.
Oἱ δὲ βάρβαροι τοσοῦτον ἐφρόνησαν ὅσον περ ἂν εἰ πάντων ἡμῶν ἐκράτησαν. (Isocr. 10.49) I barbari si insuperbirono come se avessero sconfitto tutti noi (lett. tanto quanto si sarebbero insuperbiti se avessero vinto...).
10.3
Le proposizioni comparative di forma implicita X Le proposizioni comparative semplici alla forma implicita sono di uso molto raro e sono costruite con l’infinito (il soggetto va in accusativo). X Le proposizioni comparative ipotetiche di forma implicita sono espresse attraverso un costrutto participiale (participio congiunto o assoluto), spesso preceduto da ὡς, ὥσπερ, ὡς εἰ, ὡς ἄν, ὥσπερ εἰ, ὥσπερ ἄν.
Ὑφ’ ὧν ἐκεῖνοι παρὰ πᾶσαν ἐπιβουλευόμενοι τὴν ὁδόν, ὁμοίως διεπορεύθησαν ὡσπερανεὶ προπεμπόμενοι. (Isocr. 4.148) E pur essendo stati da essi insidiati lungo tutta la strada, viaggiarono come se fossero scortati.
11 Le proposizioni modali X Le proposizioni modali sono delle subordinate complementari indirette (o circostanziali) così chiamate in quando indicano il modo in cui si svolge l’azione espressa dalla proposizione reggente. Anche in greco – come in latino e in italiano – le proposizioni modali possono essere espresse in forma esplicita o implicita.
11.1
Le proposizioni modali di forma esplicita X Sono introdotte da ὡς, ὥσπερ, ὅπως, ὅπῃ, οἷον, οἷα “come”; ὅσον, ὅσῳ “quanto”. Il verbo della modale può essere: • all’indicativo (all’ottativo obliquo, in dipendenza da un tempo storico) per esprimere un enunciato considerato come oggettivo
Tούτους λαβών, ποίει ὅπως ἄριστόν σοι δοκεῖ εἶναι. (Xen. Cyr. 4.5.50-51) Avendoli presi, fa’ come ti sembra più opportuno. • all’ottativo + ἄν per esprimere un enunciato considerato come possibile
Ἤρξαντο βουλεύεσθαι ὅπως ἂν ἐχείη αὐτοῖς τῇ πόλει χρῆσθαι ὅπως βούλοιντο. (Xen. Hell. 2.3.13) Iniziarono a progettare come avrebbero potuto servirsi della città come volevano. • al congiuntivo + ἄν per esprimere un enunciato considerato come eventuale
Ὡς ἂν ἐγὼ εἴπω, πειθώμεθα πάντες. (Hom. Il. 18.297) Come io dirò, obbediamo tutti! 292
Capitolo
Le proposizioni subordinate
11.2
32
Le proposizioni modali di forma implicita X Possono essere espresse mediante un participio congiunto o un genitivo assoluto.
Ἐκ τούτου δὲ ἐν τῇ διατριβῇ οἱ μὲν ἀπὸ τῆς ἀγορᾶς ἔζων, οἱ δὲ καὶ λῃζόμενοι ἐκ τῆς Παφλαγονίας. (Xen. An. 6.1.1) In seguito, durante il loro soggiorno, alcuni vivevano di quanto avevano acquistato al mercato, altri invece facendo razzie in Paflagonia. Ἀλλ’ οὐκ ἔστιν, οὐκ ἔστιν ὅπως ἡμάρτετ’, ἄνδρες Ἀθηναῖοι, τὸν ὑπὲρ τῆς ἁπάντων ἐλευθερίας καὶ σωτηρίας κίνδυνον ἀράμενοι. (Demosth. 18.208) Ma non è possibile, non è possibile che voi abbiate sbagliato, o Ateniesi, avendo affrontato il pericolo per la libertà e la salvezza di tutti.
12 Il periodo ipotetico X Il periodo ipotetico è un periodo costituito da una proposizione reggente da cui dipende una proposizione subordinata condizionale (o ipotetica o suppositiva). La subordinata condizionale precede la reggente sul piano logico (anche se su quello sintattico può essere collocata dopo la reggente) e ne rappresenta la premessa; pertanto essa viene chiamata protasi (πρότασις, cfr. il verbo προτείνω, “anticipare”). La proposizione reggente esprime invece la conseguenza che deriva o deriverebbe dal realizzarsi dell’ipotesi espressa nella frase condizionale, pertanto essa viene chiamata apodosi (dal greco ἀπόδοσις, cfr. il verbo ἀποδίδωμι, “compiere”). X In relazione al grado di probabilità espresso dal rapporto premessa-conseguenza (protasi-apodosi), il periodo ipotetico può essere, in greco, di quattro tipi: • • • •
1º tipo = realtà 2º tipo = eventualità 3º tipo = possibilità 4º tipo = irrealtà
1º tipo latino e italiano 2º tipo latino e italiano 2º tipo latino e italiano 3º tipo latino e italiano
X In greco, la protasi di un periodo ipotetico può essere espressa: • in forma esplicita, quando è introdotta da una particella come εἰ o ἐάν (composto di εἰ + ἄν) e ha il verbo a un modo finito • in forma implicita, quando è espressa mediante un participio congiunto o un genitivo assoluto. X In riferimento alla funzione logica dell’apodosi all’interno del periodo di cui essa fa parte si parla di: • periodo ipotetico indipendente, se l’apodosi è una frase indipendente • periodo ipotetico dipendente, se l’apodosi dipende da un’altra proposizione.
12.1
Il periodo ipotetico indipendente X Nel periodo ipotetico di 1º tipo (o della realtà) tanto l’ipotesi espressa dalla protasi, quanto il risultato enunciato nell’apodosi, vengono presentati come fatti reali. In questo caso si avrà: • nella protasi εἰ + indicativo • nell’apodosi i modi e i tempi delle proposizioni indipendenti (con l’unica eccezione di ἄν + i tempi storici dell’indicativo, che esprime irrealtà) 293
Parte
2
Elementi di sintassi
La negazione nella protasi è μή, nell’apodosi οὐ o μή.
Eἰ ταῦτα λέγεις, ἁμαρτάνεις. Se dici ciò, sbagli. Eἰ ταῦτα λέγων τοὺς πονηροὺς ἐπαινῶ, ταῦτ’ ἂν βλαβερὰ εἴη. Se dicendo queste cose elogio i malvagi, ciò potrebbe essere rovinoso. Eἴ τι οἶσθα, λέγε. Se sai qualcosa, parla! Eἰ γὰρ ἐξ ἴσου τῇ συμφορᾷ καὶ τὴν διάνοιαν ἕξω καὶ τὸν ἄλλον βίον διάξω, τί τούτου διοίσω. (Lys. 24.3) Se avrò un modo di pensare e condurrò il resto della mia vita in modo conforme alla mia sventura, in cosa differirò da costui? X Nel periodo ipotetico di 2º tipo (o della eventualità) l’ipotesi espressa dalla protasi è presentata come probabile o eventuale; il risultato del verificarsi di tale ipotesi enunciato nell’apodosi, invece, è dato come necessario. In tal caso si avrà: • nella protasi ἐάν (ἤν o ἄν) + congiuntivo (ipotesi riferita al presente); • nell’apodosi l’indicativo presente o futuro, l’ottativo potenziale o l’imperativo. La negazione nella protasi è μή, nell’apodosi è οὐ o μή.
Ἐὰν ταῦτα λέγῃς, ἁμαρτάνεις. Qualora tu dica (se dici) ciò, sbagli. Ἐὰν ταῦτα λέγῃς, ἁμαρτήσῃ. Qualora tu dica (se dici, se dirai) ciò, sbaglierai. Ἢν δὲ τὴν εἰρήνην ποιησώμεθα καὶ τοιούτους ἡμᾶς αὐτοὺς παράσχωμεν οἵους αἱ κοιναὶ συνθῆκαι προστάττουσιν, μετὰ πολλῆς μὲν ἀσφαλείας τὴν πόλιν οἰκήσομεν. (Isocr. 8.20) Se faremo la pace e ci adegueremo a quanto dispongono i comuni trattati, abiteremo la città in grande sicurezza. X Nel periodo ipotetico di 3º tipo (o della possibilità) l’ipotesi espressa dalla subordinata condizionale viene presentata come possibile a realizzarsi. In questo caso si avrà: • nella protasi εἰ + ottativo • nell’apodosi ἄν + ottativo La negazione nella protasi è μή, nell’apodosi è οὐ.
Eἰ ταῦτα λέγοις, ἂν ἁμαρτάνοις. Se dicessi ciò, sbaglieresti. Oὐ γὰρ ἂν γένοιτό ποτε ῥαψῳδός, εἰ μὴ συνείη τὰ λεγόμενα ὑπὸ τοῦ ποιητοῦ. (Plat. Ion 530c) Infatti non potrebbe mai essere rapsodo, se non comprendesse le cose dette dal poeta. X Nel periodo ipotetico di 4º tipo (o della irrealtà) l’ipotesi espressa dalla subordinata condizionale viene presentata come irrealizzabile, al presente o al passato. In questo caso si avrà: • nella protasi εἰ + tempi storici dell’indicativo • nell’apodosi ἄν + tempi storici dell’indicativo 294
Capitolo
Le proposizioni subordinate
32
Di norma viene utilizzato l’imperfetto per esprimere irrealtà al presente, l’aoristo o il piuccheperfetto per esprimere irrealtà al passato. La negazione è μή nella protasi, οὐ nell’apodosi.
Eἰ ταῦτα ἔλεγες, ἂν ἡμάρτανες. Se dicessi questo, sbaglieresti. Eἰ ταῦτα εἶπες, ἂν ἥμαρτες. Se avessi detto questo, avresti sbagliato. Eἰ γὰρ τέχνῃ οἷός τε ἦσθα (λέγειν), καὶ περὶ τῶν ἄλλων ποιητῶν ἁπάντων λέγειν οἷος τ’ ἂν ἦσθα. (Plat. Ion 532c) Se infatti tu fossi capace di parlarne in virtù di un’arte, saresti capace di parlare anche di tutti gli altri poeti. Ἴσως ἂν διὰ ταῦτ’ ἀπέθανον, εἰ μὴ ἀρχὴ διὰ ταχέων κατελύθη. (Plat. Ap. 32d) Forse sarei già stato messo a morte per queste ragioni, se il regime non fosse stato rovesciato velocemente. Nell’apodosi del periodo ipotetico di 4º tipo si possono trovare i tempi storici dell’indicativo senza ἄν in due casi: • quando si vuole indicare che l’azione si poteva considerare già compiuta, se non fosse sopraggiunto l’impedimento espresso dalla protasi
Φθίσεσθαι κακὸν οἶτον ἐνί μεγάροισιν ἔμελλον / εἰ μή μοι σὺ ἕκαστα, θεά, κατὰ μοῖραν ἔειπες. (Hom. Od. 13.384s.) Ero in procinto di fare una misera fine nel palazzo, se tu, o dea, non mi avessi detto ogni cosa. • con i verbi e le espressioni impersonali che indicano opportunità, necessità, obbligo, convenienza, quali ad esempio ἐξῆν, οἷόν τ’ ἦν, παρῆν (sarebbe o sarebbe stato possibile); ἐχρῆν, ἔδει (sarebbe o sarebbe stato necessario); δίκαιον, αἰσχρόν ecc. + ἦν (sarebbe o sarebbe stato giusto, turpe ecc.) Ἐχρῆν γὰρ αὐτούς, εἴπερ ἦσαν ἄξιοι τῆς παρούσης δόξης, [...] περὶ τοῦ πολέμου τοῦ πρὸς τοὺς βαρβάρους εἰσηγεῖσθαι καὶ συμβουλεύειν. (Isocr. 4.170) Se fossero stati degni del consenso di cui godono, avrebbero dovuto occuparsi della guerra contro i barbari. X In greco è possibile che un periodo ipotetico sia costituito da una protasi di un tipo e da un’apodosi di un tipo diverso; in questo caso si parla di periodo ipotetico misto.
Eἰ μὲν τοίνυν τοῦτ’ ἐπεχείρουν λέγειν, ὡς ἐγὼ προήγαγον ὑμᾶς ἄξια τῶν προγόνων φρονεῖν, οὐκ ἔσθ’ ὅστις οὐκ ἂν εἰκότως ἐπιτιμήσειέ μοι. (Demosth. 18.206) Se cercassi di dire che fui io che vi spinsi ad avere sentimenti degni dei vostri antenati, chiunque potrebbe rimproverarmi a buon diritto. X Talvolta la protasi non è costituita da una proposizione subordinata condizionale di forma esplicita, bensì da una proposizione di forma implicita espressa mediante un costrutto participiale (participio congiunto o genitivo assoluto). In questo caso, potrai comprendere il valore dell’enunciato espresso nella protasi (reale, eventuale, possibile, irreale), solamente facendo riferimento all’apodosi.
Περὶ πολλοῦ ἂν ποιησαίμην, ὦ ἄνδρες, τὸ τοιούτους ὑμᾶς ἐμοὶ δικαστὰς περὶ τούτου τοῦ πράγματος γενέσθαι, οἷοί περ ἂν ὑμῖν αὐτοῖς εἴητε τοιαῦτα πεπονθότες. (Lys. 1.1) Terrei in grande conto, o giudici, il fatto che voi mi giudicaste a proposito di questo affare così come giudichereste voi stessi, se aveste patito una simile disavventura. 295
Parte
2
Elementi di sintassi
12.2
Il periodo ipotetico dipendente X Se l’apodosi è costituita da una subordinata all’infinito o al participio: • la protasi conserva gli stessi modi e gli stessi tempi del periodo ipotetico indipendente • l’apodosi presenta l’infinito o il participio, con ἄν se si tratta di apodosi del 3º o del 4º tipo.
Nομίζω σε ἁμαρτάνειν, εἰ ταῦτα λέγει. Penso che tu sbagli, se dici ciò. (periodo ipotetico di 1º tipo) Nομίζω σε ἂν ἁμαρτάνειν, εἰ ταῦτα ἔλεγες. Penso che tu sbaglieresti, se dicessi ciò. (periodo ipotetico di 4º tipo, irrealtà nel presente) Ἀπεκρίνατο πολλοῦ ἂν ἄξιον εἶναι τὸν ἄτρακτον, λέγων τὸν οἰστόν, εἰ τοὺς ἀγαθοὺς διεγίγνωσκε. (Thuc. 4.40.2) Rispose che il fuso, intendendo la freccia, sarebbe degno di molta considerazione se distinguesse i valorosi. (periodo ipotetico di 4º tipo) X Se l’apodosi è costituita da una subordinata di modo finito: • la protasi conserva gli stessi modi e gli stessi tempi del periodo ipotetico indipendente • l’apodosi conserva gli stessi modi e gli stessi tempi del periodo ipotetico indipendente se è introdotta da ὅτι o da ὡς; presenta invece la forma richiesta dalla funzione logica da essa svolta nel caso sia una subordinata di tipo diverso (ad es. conserva il congiuntivo o l’ottativo se è una finale, quale sia il tipo di periodo ipotetico di cui rappresenta l’apodosi).
Ἀνελόντος δὲ τοῦ θεοῦ αὐτοῖς ὅτι τὴν πόλιν αἱρήσουσιν, ἐὰν μὴ τὸν βασιλέα τῶν Ἀθηναίων Κόδρον ἀποκτείνωσιν, ἐστράτευον ἐπὶ τὰς Ἀθήνας. (Lyc. 84-85) Poiché il dio aveva risposto che avrebbero preso la città, se non avessero ucciso il re degli Ateniesi Codro, mossero contro Atene. (periodo ipotetico di 2º tipo)
13 Il discorso indiretto X Per riferire le parole altrui si può ricorrere alla forma diretta, riportandole testualmente tra virgolette, o a quella indiretta, facendole dipendere da un verbo di “dire”, “riferire”, “narrare”, “rispondere” ecc. Ovviamente nel passaggio della forma diretta alla forma indiretta si verificano cambiamenti nell’uso dei modi e dei tempi, anche se in greco sono cambiamenti meno sensibili di quelli che troviamo in latino e in italiano. In particolare: • le proposizioni principali enunciative si trasformano in infinitive (con soggetto all’accusativo) o in dichiarative rette da ὅτι o da ὡς; in quest’ultimo caso conservano il tempo e il modo che avrebbero nel discorso diretto • le proposizioni principali volitive prendono l’infinito • le proposizioni subordinate conservano di norma tempi e modi che avrebbero nel discorso diretto; se il verbo della reggente è un tempo storico, vi si può trovare l’ottativo obliquo • i pronomi della 1a o 2a persona passano alla 3a persona, in forma dimostrativa o riflessiva 296
PARTE 3 Appendici APPENDICE 1
Repertorio di fonetica APPENDICE 2
Tavole della flessione verbale APPENDICE 3
Locuzioni idiomatiche e frasi utili
PARTE 3
APPENDICE 1
Appendici
Repertorio di fonetica 1 Abbreviamento di vocali X Una vocale lunga si abbrevia quando: • è seguita da liquida (λ, ρ) o nasale (μ, ν) più un’altra consonante; *γνωντες γνόντες “avendo saputo” *βηντες βάντες “essendo andati”
• è il primo elemento di un dittongo improprio cui segua una consonante. *τιμηις τιμαῖς “agli onori”, ma *τιμηι τιμῇ Tale fenomeno è noto come legge di Osthoff, dal nome del grammatico che l’ha rilevato.
2 Aferesi X L’aferesi (ἀφαίρεσις, da ἀφαιρέω “portare via”) è il fenomeno per cui talvolta la vocale breve iniziale di una parola cade quando la precedente termina in vocale lunga o dittongo. Si segna sempre con l’apostrofo.
ποῦ ἐστί; ποῦ ’στί; “dov’è?” Si incontra per lo più nei poeti e nelle iscrizioni.
3 Allungamento di vocali X Per circostanze legate alle esigenze della flessione nominale o verbale oppure per compensare la caduta di una consonante o di un gruppo consonantico, una vocale breve può subire allungamento. • Nel primo caso avremo il cosiddetto allungamento organico (la breve si trasforma nella lunga corrispondente), secondo lo schema della pagina accanto:
298
Appendice
Repertorio di fonetica
ᾰ ε ῐ ο˘ ῠ
ᾱ η η ῑ ω ῡ
1
se puro (ovvero preceduto da ε, ι, ρ) negli altri casi
• Nel secondo caso, invece, si parla di allungamento di compenso, che determina esiti in parte diversi da quello organico:
ᾰ ε ῐ ο˘ ῠ
ᾱ η ει ῑ ου ῡ
se puro (se impuro nelle formazioni più recenti) negli altri casi1
1. Per esempio *ἐφανσα ἔφηνα (“io sembrai”; caduta del σ e allungamento ᾰ η: formazione più antica), ma πανσα πᾶσα (“tutta”; caduta nasale ν e allungamento ᾰ ᾱ: formazione più recente).
4 Anastrofe X L’anastrofe (ἀναστροφή “inversione”) si verifica quando la preposizione bisillabica ossitona è posposta al termine cui si riferisce. A tale fenomeno segue la baritonesi, ritrazione dell’accento.
θεῶν πέρι (al posto di περί θεῶν) Fanno eccezione ἀμφί, ἀντί, διά. • Un analogo comportamento si registra nelle espressioni πάρα (= πάρεστι “è presente”) ed ἔνι (= ἔνεστι “è possibile, è dentro”), in cui le preposizioni, usate avverbialmente, lasciano sottintendere la presenza del verbo essere.
5 Apocope X Per apocope (ἀποκοπή “taglio”, da ἀποκόπτω “troncare, tagliare via”) si intende la caduta di una vocale breve in fine di parola davanti a una consonante. Questo fenomeno, presente quasi soltanto in poesia e per lo più limitato ad alcune preposizioni (ἀνά, κατά, παρά), determina l’incontro di due consonanti e i fenomeni fonetici che ne conseguono (assimilazione).
κατά πεδίον καππεδίον (“nel piano”) κατέλιπον κάλλιπον (“lasciai”) 299
Parte
3
Appendici
6 Apofonia X L’apofonia è un fenomeno caratteristico dell’indoeuropeo e delle lingue da esso derivate che riguarda il vocalismo delle radici, dei suffissi e delle desinenze. Tale fenomeno, probabilmente legato a ragioni grammaticali, è peraltro oscuro nella sua origine. Esso si manifesta di frequente in greco, dando vita a esiti spesso complicati. Ti diamo alcune informazioni indispensabili a comprenderne la natura. • Osserva attentamente le seguenti serie (in verticale):
πατρός (“del padre”; gen. sing.)
πτερόν “l’ala”
πατέρα (“il padre”; acc. sing.) πατήρ (“il padre”; nom. sing.)
ποτή “il volo” πωτάομαι “svolazzare”
X Come avrai notato, le serie che ti sono state proposte presentano dei fenomeni di alternanza o variazioni nel vocalismo delle sillabe sottolineate. Queste variazioni prendono il nome di apofonia e interessano in particolare il suono /e/ e il suono /o/, detti “caratteristici”. In questo caso esse coinvolgono la quantità delle vocali caratteristiche e ne comportano la scomparsa, la presenza e l’allungamento (02 – ε – η; 0 – ο – ω): in ragione dell’allungamento parliamo di apofonia quantitativa. In riferimento a questo tipo di apofonia siamo soliti distinguere tre gradi: • grado zero: assenza dei suoni /e/, /o/ (πατρός, πτερόν); • grado normale: presenza dei suoni /e/, /o/ nella loro forma breve ε/ο (πατέρα, ποτή); • grado allungato: presenza dei suoni /e/, /o/ nella loro forma allungata η/ω (πατήρ, πωτάομαι). Grado
Suono e
Suono o
Zero
—
—
Normale
ε
ο
Allungato
η
ω
• Osserva attentamente le seguenti serie (in verticale):
γίγνομαι “divento”
ἔλιπον “lasciai”
ἔτραπον “volsi”
ἐγενόμην “diventai” γέγονα “sono diventato”
λείπω “lascio” λέλοιπα “ho lasciato”
τρέπω “volgo” τρόπος “modo”
X Noterai come in questo caso l’alternanza riguardi il timbro, o qualità dei suoni (0 – ε – ο): per questa ragione parliamo di apofonia qualititativa. In riferimento a questo tipo di apofonia siamo soliti distinguere tre gradi: • grado zero: assenza dei suoni /e/, /o/ (γίγνομαι; ἔλιπον; ἔτραπον); • grado medio: presenza del suono /e/ (ἐγενόμην; λείπω; τρέπω); • grado forte: presenza del suono /o/ (γέγονα; λέλοιπα; τρόπος). 2. Lo “zero” è il segno convenzionale dell’assenza della vocale, più precisamente assenza
dei suoni /e/, /o/.
300
Appendice
Repertorio di fonetica
Grado
1
Suono
Zero
—
Medio
ε
Forte
ο
• Il grado zero dei due tipi di apofonia può produrre diversi esiti. – In qualche caso la scomparsa della vocale caratteristica non dà origine ad altri fenomeni fonetici in quanto la presenza di altri elementi vocalici garantisce comunque la pronunciabilità della parola (γίγνομαι; πατρός). – Se la vocale caratteristica al grado normale e medio è seguita da ι e υ (dando vita ai dittonghi ει, ευ, οι, ου), il grado ridotto è caratterizzato dalle sole vocali ι e υ (ἔλιπον). – Se la scomparsa della vocale caratteristica determina una sequenza consonantica non pronunciabile, alcune consonanti (λ, ρ, μ, ν) possono trasformarsi in vocali o sviluppare una vocale (*πατρσι πατράσι; *ἐτρπον ἔτραπον)3. • È possibile che una stessa famiglia di parole presenti entrambi i tipi di apofonia (quantitativa e qualitativa). Ad esempio dalla radice φερ- abbiamo tanto un’alternanza qualitativa φόρος “tributo” / φέρω “portare”, quanto un’alternanza quantitativa φόρος “tributo” / φώρ “ladro”. • Una particolare forma di apofonia è rappresentata dall’alternanza tra un grado ridotto -α- e un grado medio -η-, propria di alcuni temi verbali. TV λαμβάνω “prendere” λανθάνω “stare nascosto”
λαβ-/ληβλαθ-/ληθ-
Fut. λήψομαι Aor. ἔλαβον λήσω ἔλαθον
3. Non a caso i grammatici antichi classificavano le liquide e le nasali tra le sonanti, indicate
dai glottologi con i segni ˳l , ˳t , m ˳ , n˳.
7 Consonanti e vocali (fenomeni delle) 7.1
Incontro di due consonanti X Quando nelle declinazioni del nome e nella coniugazione del verbo si incontrano, in seguito all’aggiunta di una desinenza o di un suffisso al tema o alla radice, due consonanti, si determinano dei mutamenti fonetici, che possono essere schematicamente riconducibili ai seguenti fenomeni.
1. Assimilazione: quando due consonanti caratterizzate da un diverso grado di articolazione (sorde, sonore, aspirate) si incontrano, la prima si assimila alla seconda (assimilazione totale) o ne assume solo il modo di articolazione (assimilazione parziale)4. *γεγραφ-μαι γέγραμμαι *γεγραφ-ται γέγραπται
“sono stato scritto” “è stato scritto”
(assimilazione totale) (assimilazione parziale)
4. Questo tipo di assimilazione si chiama regressiva. È possibile, però, in determinati casi
che sia la seconda consonante ad assimilarsi alla prima (ad es. λι λλ): in tal caso si parlerà di assimilazione progressiva.
301
Parte
3
Appendici
2. Assibilazione: è il fenomeno per cui le dentali τ, δ, θ si trasformano in σ davanti ad altra dentale ο a μ. *κεκομιδ-ται κεκόμισται “è stato portato” *κεκομιδ-μαι κεκόμισμαι “sono stato portato” 3. Caduta: è il fenomeno per cui una consonante cade incontrandone un’altra. In dettaglio: • le dentali τ, δ, θ cadono davanti a κ e a σ *πεπειθ-κα “ho persuaso” πέπεικα *ἐλπιδ-σι “alle speranze” ἐλπίσι • il σ interconsonantico cade *βεβαφ-σθαι
“essere stato immerso”
βεβάφθαι
• le nasali μ, ν e il gruppo consonantico ντ cadono davanti a σ *ἡγεμον-σι *ἐλεφαντ-σι
“ai condottieri” “agli elefanti”
ἡγεμόσι ἐλέφασι
La caduta di una consonante o di un gruppo di consonanti può non lasciare traccia (cfr. ἡγεμόσι), oppure determinare un allungamento di compenso [ p. 299] della vocale precedente. *γεροντ-σι
γέρουσι
“ai vecchi”
Tavola riassuntiva dei fenomeni più comuni legati all’incontro delle occlusive con altre consonanti
+μ κ, γ, χ π, β, φ τ, δ, θ
+τ
γμ μμ σμ
κτ πτ στ
+θ
+σ 5
χθ φθ σθ
ξ ψ5 σ
Tavola riassuntiva dei fenomeni più comuni legati all’incontro della nasale ν con altre consonanti
ν+μ μμ
ν+λ λλ
ν+ρ ρρ
ν+π μπ
ν+β μβ
ν+φ μφ
5. La doppia risulta dal fatto che, per effetto della legge dell’assimilazione, le labiali π, β,
φ e le gutturali κ, γ, χ diventano sorde (rispettivamente π e κ) davanti a σ, anch’essa sorda.
7.2
Assimilazione e dissimilazione delle aspirate X Qualche considerazione aggiuntiva meritano i fenomeni di assimilazione e dissimilazione che coinvolgono le aspirate.
1. Le occlusive sorde (κ, π, τ), per effetto della legge dell’assimilazione, si trasformano in aspirate davanti a vocale o dittongo con spirito aspro. ἀντί-ὕπατος κατὰ ἑαυτόν οὐκ ὁπλίτης ἐπὶ ὧν 302
ἀντὕπατος ἀνθύπατος κατ’ ἑαυτόν καθ’ ἑαυτόν οὐχ ὁπλίτης ἐφ’ ὧν
“proconsole” “da solo, tra sé e sé” “non un soldato” “sui quali”
Appendice
Repertorio di fonetica
1
2. Quando in una parola due aspirate (vocale o consonante) si trovano in sillabe contigue, la prima perde l’aspirazione e diventa sorda se consonante, muta lo spirito aspro in dolce se vocale (legge di Grassmann). *φεφυκα “sono diventato” πέφυκα *ἑχω ἔχω “avere” Bada che non mancano però deroghe a questa legge.
ἐθρέφθην “fui nutrito” • Ricorda inoltre che alcuni temi, quando per ragioni legate alla flessione o ad altri fenomeni fonetici perdono la seconda aspirazione, recuperano quella della sillaba precedente. Ad esempio dal tema θριχ τριχ si forma il nominativo θρίξ ( *θρικς *τριχς “capello”), ma il genitivo τριχός.
7.3
Fenomeno dell’affievolimento della sibilante X Una caratteristica essenziale della fase più antica della storia della lingua greca è il fenomeno dell’affievolirsi della sibilante in alcune posizioni.
1. All’inizio di parola la sibilante è caduta, lasciando come traccia un’aspirazione (rappresentata graficamente dallo spirito aspro). *σαλς ἅλς “mare”; cfr. lat. sal 2. In posizione intervocalica e interconsonantica è caduta senza lasciare traccia [anche p. 302]. *γενεσος γένεος6 (γένους, “della stirpe”) *γεγραφσθαι γεγράφθαι “essere stato scritto” Questo non significa che in greco non esistano parole che iniziano per σ o che presentano un sigma intervocalico: si tratta di voci di origine più tarda rispetto al fenomeno descritto (ad es. σῴζω “salvare”; ἔλυσα “io sciolsi”). 6. Anche in latino, come in greco, per un certo periodo il suono s intervocalico non si è
mantenuto: però, invece di cadere, si è trasformato in r (rotacismo). Ad es. *genesis generis “della stirpe”.
7.4
Scomparsa dello jod X Come si è detto, il greco possedeva anticamente una semivocale jod (resa per convenzione con j) che scomparendo ha determinato una complessa serie di esiti. I principali sono:
1. in principio di parola è caduto lasciando uno spirito aspro o ζ: *jηπαρ ἧπαρ “fegato”; cfr. lat. iecur *jυμη ζύμη “lievito” 2. in posizione intervocalica. – talvolta è caduto senza lasciare traccia: *πολεjες *πολεες πόλεις “città” – talvolta si è vocalizzato: *ἀληθεσjα *ἀληθεjα (caduta del -σ-) ἀλήθεια “verità” 303
Parte
3
Appendici
– in qualche caso è caduto determinando l’allungamento della vocale precedente:
*διjος δῖος “divino” 3. quando era preceduto da una o più consonanti è scomparso con risultati diversi, di cui ti diamo qua di seguito i principali: γ+j δ+j π, φ + j λ+j αν, εν + j ῐν, ῠν + j αρ, ερ + j ῐρ, ῠρ + j κ, χ + j
σσ(ττ)
*φυλακjω
σσ(ττ) ζ ζ πτ λλ αιν, ειν ῑν, ῡν αιρ, ειρ ῑρ, ῡρ
*πραγjω *οἰμωγjω *κομιδjω *κοπjω *βαλjω *βανjω *κρινjω *φθερjω *ὀκτιρjω
φυλάσσω / φυλάττω “sorvegliare” πράσσω / πράττω οἰμώζω κομίζω κόπτω βάλλω βαίνω κρίνω φθείρω οἰκτίρω
“fare” “lamentarsi” “portare” “tagliare” “lanciare” “andare”7 “giudicare” “distruggere” “aver pietà”
7. In realtà il passaggio è *βανjω [ metatesi, p. 307] βαίνω (vocalizzazione di j davanti
ad α).
7.5
Scomparsa del digamma X Per quanto riguarda la scomparsa dell’altra semivocale arcaica, il digamma (ϝ), gli esiti sono i seguenti:
1. all’inizio della parola è caduto o senza lasciare traccia (è il caso più frequente) o determinando l’assunzione dell’aspirazione da parte della vocale; *ϝεπος ἔπος “parola” *ϝιστωρ ἵστωρ “testimone” 2. dopo vocale si è esso stesso vocalizzato, dando luogo ai dittonghi αυ/αυ, ευ/ηυ, ου/ωυ; *βασιλεϝς βασιλεύς “re” *βοϝς βοῦς “bue” 3. in posizione intervocalica è caduto per lo più senza lasciare traccia. *πλεϝω πλέω (navigare; nota però che il futuro fa πλεύσομαι per effetto della vocalizzazione del ϝ dopo la vocale ε)8.
8. Il ϝ faceva parte anche di gruppi consonantici τϝ e σϝ che sono spariti determinando i seguenti esiti: – τϝ σ (inizio di parola) o σσ/ττ (in corpo di parola): *τϝος σός (“tuo”; cfr. lat. tuus), *τετϝαρες τέτταρες (“quattro”); – σϝ aspirazione: *σϝαδυς *ἁδυς ἡδύς (“dolce”; cfr. lat. suavis).
304
Appendice
Repertorio di fonetica
7.6
1
Contrazione di vocali X L’incontro di una vocale forte o di un dittongo con un’altra vocale forte o con un dittongo all’interno di parola determina un fenomeno di contrazione, ovvero di fusione, da cui risulta un suono unico. Regole ed esiti della contrazione:
1. due vocali forti di suono uguale si contraggono nella lunga corrispondente: α + α ᾱ
ε ε η η
+ + + +
ε ει9 η η ε η η η
ο ο ω ω
+ + + +
ο ου9 ω ω ο ω ω ω
2. nell’incontro di α ed ε/η prevale il suono che precede nella forma lunga corrispondente: α + ε ᾱ α + η ᾱ
ε + α η η + α η
3. nell’incontro di α o ε con ο/ω prevale quest’ultimo sempre lungo: α + ο ω α + ω ω
ε ε η η
+ + + +
ο ου ω ω ω ω ω ω
ο ο ο ω ω
+ + + + +
α ω ε ου η ω ε ω α ω
4. nell’incontro tra vocale forte e dittongo, la vocale viene assorbita nel dittongo se uguale al suo primo elemento: α + αι αι α + ᾳ ᾳ
ε + ει ει ε + ῃ ῃ η + ῃ ῃ
ο + οι οι ο + ου ου ο + ῳ ῳ
5. nell’incontro tra vocale forte e dittongo il cui primo elemento sia diverso, la vocale si contrae con esso secondo le regole indicate qui sopra. Se il secondo elemento è ι si sottoscrive alla lunga prodotta dalla contrazione; se invece è una υ generalmente rimane, con l’eccezione della contrazione di α e di η con il dittongo ου, in cui scompare: α α α α
+ + + +
ει ᾳ10 ῃ ᾳ οι ῳ ου ω
ε ε ε ε
+ + + +
ᾳ ῃ αι ῃ αυ ηυ ου ου
η η η η
+ + + +
αι ῃ ει ῃ οι ῳ ου ω
ω + ει ῳ ω + ῃ ῳ
9. Gli esiti ει e ου sono soltanto un modo di scrivere ε e ο lunghi con pronuncia stretta. 10. Quando però ει risulta a sua volta dalla contrazione di εε, l’esito è α.
305
Parte
3
Appendici
Ricorda però che quando nella contrazione sono coinvolti i suoni /o/ e /i/ il risultato è sempre οι:
ε + οι οι
ο + ει οι11
ο + ῃ οι
• Per quanto riguarda il comportamento dell’accento nella contrazione, ricorda che:
1. quando nessuno degli elementi che si contraggono è accentato, anche la sillaba risultante dalla contrazione è atona; φίλεε φίλει 2. quando uno degli elementi che si contraggono porta l’accento, la sillaba risultante dalla contrazione è anch’essa accentata e ha: – l’accento circonflesso, nel caso fosse originariamente tonico il primo elemento della contrazione (συκέα συκῆ “fico”); – l’accento acuto nel caso fosse originariamente tonico il secondo elemento della contrazione (τιμαόμεθα τιμώμεθα “siamo onorati”). 11. Quando però ει risulta a sua volta dalla contrazione di εε, l’esito è ου.
7.7
Crasi X La crasi (κρᾶσις “mescolanza”) è il fenomeno per cui la vocale (o il dittongo) finale di una parola si contrae con la vocale (o il dittongo) iniziale della parola successiva, con il risultato che le due parole diventano una sola. Il fenomeno è segnalato da una coronide [ p. 12] posta sopra la vocale o il dittongo risultante dalla fusione.
τὰ ἀγαθά τἀγαθά “i beni” τὸ ὄνομα τοὔνομα “il nome” τὰ ἔργα τἆργα “le opere” Al posto della coronide, però, si trova lo spirito aspro se una delle vocali che si contraggono ha tale segno:
ὁ ἀνήρ ὡνήρ “l’uomo” Non sempre la crasi rispetta le regole della contrazione enunciate sopra, poiché talvolta prevale la vocale della parola più importante.
τῷ ἀνδρί τἀνδρί “all’uomo” anche se per le regole della contrazione ῳ + α ῳ • Ricorda altresì che nella crasi l’occlusiva sorda, quando viene a contatto con vocale o dittongo con spirito aspro, si trasforma in aspirata in virtù della legge dell’assimilazione.
καὶ ὅτι χὤτι “e perché” 306
Appendice
Repertorio di fonetica
1
• La crasi avviene per lo più quando la prima parola è: – l’articolo ὁ, ἡ, τό; τὰ ἄλλα τἆλλα “le altre cose” τῷ αὐτῷ ταὐτῷ “allo stesso” – il pronome relativo ὅς, ἥ, ὅ; ἃ ἐγώ ἁγώ “le cose che io” – il pronome personale; ἐγὼ οἶμαι ἐγᾦμαι “io credo” ἐγὼ οἶδα ἐγᾦδα “io so” – la congiunzione καί; καὶ εἶτα κᾆτα “e poi” καὶ οὐ κοὐ “e non” καὶ ἐάν κἄν “e se” καὶ ἐν κἀν “e in” – la preposizione πρό nei verbi composti; προέβαλλον προὔβαλλον “gettavano innanzi” – l’interiezione ὦ e alcune congiunzioni e particelle (ad es. εἰ “se”; μή “non”; τοί “certo” ecc.). ὦ ἀγαθέ ὠγαθέ “o caro” μή ἀλλά μἀλλά “ma non” τοι ἄν τἄν “certo se” • Per quanto riguarda l’accento, ricorda che la parola risultante dalla crasi generalmente porta quello della seconda delle parole che si sono fuse.
7.8
Epentesi X L’epentesi (ἐπένθεσις “inserimento”) è il fenomeno per cui all’interno di gruppi consonantici costituiti da μ o ν + liquida che si trovino in corpo di parola si inserisce (evidentemente per ragioni eufoniche) un’altra consonante: β nel primo caso, δ nel secondo.
*ἄμροτος ἄμβροτος “immortale” *ἀνρός ἀνδρός “dell’uomo”
7.9
Metatesi X La metatesi (μετάθεσις “trasposizione”) è il fenomeno per cui all’interno di parola si ha, per ragioni eufoniche, uno scambio di posizione tra due suoni, vicini o lontani:
*τίτκω τίκτω “generare” Un particolare tipo di metatesi è la cosiddetta metatesi quantitativa, che consiste nello scambio di quantità tra due vocali consecutive.
*πόληος πόλεως “della città” 307
Parte
3
Appendici
7.10
Paragoge X La paragoge (παραγωγή “aggiunta”) è il fenomeno per cui a parola terminante in vocale si aggiunge una consonante (detta consonante mobile) quando anche la parola seguente inizia per vocale. I casi di paragoge più comuni sono:
1. il ν efelcistico (ἐφελκυστικόν, da ἐφελκύω “trascinare”) che si aggiunge: – alle 3e persone singolari in -ε dei tempi storici: ἔφερε(ν) “egli portava”; – alle 3e persone singolari e plurali in -σι: δίδωσι(ν) “egli dà”, φέρουσι(ν) “essi portano”; – alla 3a persona singolare di εἰμί: ἐστί(ν); – a εἴκοσι(ν) “venti”, πέρυσι(ν) “l’anno scorso” e παντάπασι(ν) “del tutto”; – ai dativi plurali in -σι: γέρουσι(ν) “ai vecchi”. 2. il -σ che si aggiunge a οὕτω “così”, ἄχρι e μέχρι “fino a”, che davanti a vocale assumono la forma οὕτως, ἄχρις, μέχρις.
7.11
Protesi X Si intende per protesi (πρόθεσις “il porre in avanti”), l’aggiunta, dovuta a ragioni di eufonia, di una vocale o di una consonante all’inizio della parola.
θέλω “volere” ἐθέλω *ῥυθρός ἐρυθρός (“rosso”; cfr. lat. ruber)
7.12
Sillaba X In greco συλλαβή, da συλλαμβάνω “prendere insieme”.
Συλλαβὴ δέ ἐστι φωνὴ ἄσημος συνθετὴ ἐξ ἀφώνου καὶ φωνὴν ἔχοντος. (Aristot. Poet.1456b, 34s.) Sillaba è un suono senza significato composto di una muta e di un avente suono. Dalla definizione di Aristotele possiamo ricavare che:
1. la sillaba è una parte di parola pronunciata con un’unica emissione di voce; 2. è di per sé priva di significato; 3. è costituta da una parte sonante e una parte consonantica; più concretamente diremo che una sillaba può essere composta da vocale o dittongo in unione a una o più consonanti, ma anche da una semplice vocale o da un semplice dittongo. • A proposito della divisione di una parola in sillabe, tieni presente che:
1. una vocale che ne precede un’altra senza formare con essa dittongo costituisce una sillaba autonoma: Σικελία Σι-κε-λί-α (“Sicilia”; anche in lat. Si-ci-li-a, ma in it. Si-ci-lia); 308
Appendice
Repertorio di fonetica
1
2. gli elementi di un dittongo appartengono sempre alla medesima sillaba: ἄνθρωποι “uomini” ἄν-θρω-ποι; 3. una o più consonanti (comprese le doppie ξ, ψ, ζ) fanno generalmente sillaba con la vocale che segue: λέγομεν “diciamo” λέ-γο-μεν; τέκνον “figlio” τέ-κνον; 4. fanno eccezione i gruppi consonantici costituiti da: – consonanti uguali: πάππος “nonno” πάπ-πος – liquida o nasale + altra consonante: σπένδω “libare” σπέν-δω – sorda + aspirata: Βάκχαι “Baccanti” Βάκ-χαι
5. le parole composte si dividono per lo più in base ai componenti: δυστυχία “sventura”, da δυσ- + τύχη) δυσ-τυ-χί-α; προσάγω (“condurre avanti”, da πρός + ἄγω) προσ-ά-γω. • In relazione alla quantità le sillabe possono essere brevi o lunghe: – una sillaba è breve per natura quando la sua vocale è breve; – una sillaba è lunga per natura quando contiene una vocale lunga o un dittongo; – una sillaba è prosodicamente lunga (ovvero considerata lunga ai fini della metrica) anche quando contiene una vocale breve seguita da due consonanti o da consonante doppia. Se però le due consonanti sono muta + liquida/nasale (positio debilis) la sillaba è detta anche ancipite, ovvero può essere impiegata metricamente sia come breve sia come lunga.
7.13
Sincope X S’intende per sincope (συγκοπή, da συγκόπτω “spezzare”) la caduta di una lettera, quasi sempre una vocale, quando si trova in corpo di parola tra due consonanti.
*ἔσεται ἔσται “egli sarà”
7.14
Sinizesi X La sinizesi (συνίζησις “fusione”) è il fenomeno per cui due vocali appartenenti a due sillabe differenti o a due parole diverse vengono pronunciate come una sillaba unica. È possibile osservare questo fenomeno (che alcuni chiamano anche sineresi, συναίρεσις “raccolta”) soprattutto in poesia.
Μενέλεως “Menelao”: l’accento è sulla ε perché per sinizesi εω sono pronunciati come un’unica sillaba.
309
PARTE 3
APPENDICE 2
Appendici
Tavole della flessione verbale 1 Schemi riassuntivi della formazione dei tempi 1.1
Aoristo Aoristo I sigmatico
Aumento
ἐ ἐ
ἔλυσαν
ἐλύσαντο
“essi sciolsero”
“essi sciolsero per sé”
σα
Desinenze secondarie attive e medie
Tema verbale
λυ λυ
σα σα
ν ντο
Aoristo I asigmatico
Aumento
ἐ ἐ
ἔφηναν
ἐφήναντο
“essi mostrarono”
“essi si mostrarono”
α
Desinenze secondarie attive e medie
Tema verbale con allungamento di compenso della vocale interna
φην φην
α α
ν ντο
Aoristo II
Aumento
ἐ ἐ
Tema verbale
βαλ βαλ
ἔβαλον
ἐβάλοντο
“essi gettarono”
“essi gettarono per sé”
Vocale tematica
Desinenze secondarie attive e medie
ε/ο ο ο
ν ντο
Il tema verbale, se apofonico, assume di norma il grado debole. 310
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
2
Aoristo III
ἔβησαν “essi andarono” Tema verbale con allungamento della vocale finale
Aumento
ἐ
Desinenze secondarie attive
βη
σαν
Aoristo III cappatico
ἔδωκας “tu desti” Aumento
ἐ
Tema verbale
Desinenze secondarie attive
κα
δω
κα
ς
Questo schema di formazione vale esclusivamente per il singolare indicativo, tutte le altre voci si formano come l’aoristo III non cappatico.
Aoristo passivo I
ἐλύθησαν “essi furono sciolti” Aumento
ἐ
Tema verbale
Desinenze secondarie attive
θη
λυ
θη
σαν
Aoristo passivo II
ἐφάνησαν “essi apparvero” Aumento
ἐ
Tema verbale
φαν
1.2
Desinenze secondarie attive
η
η
σαν
Futuro Futuro sigmatico
Tema verbale
λυ λυ
σ
σ σ
ε/ο ο ο
λύσομεν
λυσόμεθα
“noi scioglieremo”
“noi scioglieremo per noi”
Vocale tematica
Desinenze principali attive e medie
μεν μεθα
311
Parte
3
Appendici
Futuro asigmatico-contratto
Tema verbale
εσ
φαν φαν
εσ
φαν φαν
εσ
φανοῦμεν
φανούμεθα
“noi mostreremo”
“noi ci mostreremo”
Vocale tematica
Desinenze principali attive e medie
ε/ο ο ου esito del suffisso -εσ- + vocale tematica ο ου esito del suffisso -εσ- + vocale tematica
μεν μεν
μεθα μεθα
Futuro passivo I
λυθησόμεθα “noi saremo sciolti” Tema verbale
Vocale tematica
θησ
λυ
θησ
Desinenze principali medie
ε/ο ο
μεθα Futuro passivo II
φανησόμεθα “ci mostreremo” Tema verbale
φαν
ησ
1.3
Vocale tematica
ησ
Desinenze principali medie
ε/ο ο
μεθα
Perfetto e piuccheperfetto Perfetto attivo I
λελύκασιν “essi hanno sciolto” Raddoppiamento
λε
Tema verbale
κα
λυ
κα
Desinenze principali attive
σι
Piuccheperfetto attivo I
ἐλελύκεισαν “essi avevano sciolto” Aumento
ἐ 312
Raddoppiamento
λε
Tema verbale
λυ
κει
κει
Desinenze secondarie attive
σαν
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
2
Perfetto attivo II
γεγράφασιν “essi hanno scritto” Raddoppiamento
γε
Tema verbale
α
γραφ
α
Desinenze principali attive
σι
Il tema verbale può subire apofonia al grado forte o, se terminante in consonante muta, l’aspirazione di quest’ultima. Perfetto attivo III
βέβαμεν “noi siamo andati” Raddoppiamento
βε
Desinenze principali attive
Tema verbale
βα
μεν
Nel singolare indicativo si forma come il perfetto attivo I. Piuccheperfetto attivo II
ἐγεγράφεισαν “essi avevano scritto” Aumento
ἐ
Raddoppiamento
γε
Tema verbale
γραφ
ει
ει
Desinenze secondarie attive
σαν
Il tema verbale può subire apofonia al grado forte o, se terminante in consonante muta, l’aspirazione di quest’ultima. Perfetto medio-passivo
λέλυμαι “sono stato sciolto” Raddoppiamento
λε
Desinenze principali medie
Tema verbale
λυ
μαι
Piuccheperfetto medio-passivo
ἐλελύμην “ero stato sciolto” Aumento
ἐ
Raddoppiamento
λε
Tema verbale
λυ
Desinenze secondarie medie
μην
313
Parte
3
Appendici
2 Flessione completa di λύω ATTIVO
Presente
Imperfetto
Futuro
INDICATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a
3a CONGIUNTIVO Singolare 1a 2a Duale Plurale
3a 2a 3a 1a 2a 3a
λύω λύεις λύει λύετον λύετον λύομεν λύετε λύουσι(ν)
ἔλυον ἔλυες ἔλυε(ν) ἐλύετον ἐλυέτην ἐλύομεν ἐλύετε ἔλυον
λύσω λύσεις λύσει λύσετον λύσετον λύσομεν λύσετε λύσουσι(ν)
λύω λύῃς λύῃ λύητον λύητον λύωμεν λύητε λύωσι(ν)
OTTATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
λύοιμι λύοις λύοι λύοιτον λυοίτην λύοιμεν λύοιτε λύοιεν
λύσοιμι λύσοις λύσοι λύσοιτον λυσοίτην λύσοιμεν λύσοιτε λύσοιεν
λῦε λυέτω λύετον λυέτων λύετε λυόντων (-έτωσαν) λύειν λύων λύουσα λῦον
λύσειν λύσων λύσουσα λῦσον
IMPERATIVO
Singolare Duale
2a 3a 2a
Plurale
3a 2a 3a
INFINITO PARTICIPIO
314
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Aoristo I
Perfetto I
ἔλυσα ἔλυσας ἔλυσε(ν) ἐλύσατον ἐλυσάτην ἐλύσαμεν ἐλύσατε ἔλυσαν
λέλυκα λέλυκας λέλυκε(ν) λελύκατον λελύκατον λελύκαμεν λελύκατε λελύκασι(ν)
λύσω λύσῃς λύσῃ λύσητον λύσητον λύσωμεν λύσητε λύσωσι(ν)
λελύκω λελύκῃς λελύκῃ λελύκητον λελύκητον λελύκωμεν λελύκητε λελύκωσι(ν)
λύσαιμι λύσαις (-σειας) λύσαι (-σειε) λύσαιτον λυσαίτην λύσαιμεν λύσαιτε λύσαιεν (-σειαν)
λελύκοιμι λελύκοις λελύκοι λελύκοιτον λελυκοίτην λελύκοιμεν λελύκοιτε λελύκοιεν
λῦσον λυσάτω λύσατον λυσάτων λύσατε λυσάντων (-τωσαν) λῦσαι λύσας λύσασα λῦσαν
λέλυκε λελυκέτω λελύκετον λελυκέτων λελύκετε λελυκόντων (-έτωσαν) λελυκέναι λελυκώς λελυκυῖα λελυκός
2
Piuccheperfetto I
ἐλελύκειν ἐλελύκεις ἐλελύκει ἐλελύκειτον ἐλελυκείτην ἐλελύκειμεν ἐλελύκειτε ἐλελύκε(ι)σαν
315
Parte
3
Appendici
MEDIO-PASSIVO
Presente
Imperfetto
Futuro medio
Futuro I passivo
INDICATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
λύομαι λύῃ(-ει) λύεται λύεσθον λύεσθον λυόμεθα λύεσθε λύονται
ἐλυόμην ἐλύου ἐλύετο ἐλύεσθον ἐλυέσθην ἐλυόμεθα ἐλύεσθε ἐλύοντο
λύσομαι λύσῃ (-ει) λύσεται λύσεσθον λύσεσθον λυσόμεθα λύσεσθε λύσονται
λυθήσομαι λυθήσῃ(-ει) λυθήσεται λυθήσεσθον λυθήσεσθον λυθησόμεθα λυθήσεσθε λυθήσονται
λυοίμην λύοιο λύοιτο λύοισθον λυοίσθην λυοίμεθα λύοισθε λύοιντο
λυσοίμην λύσοιο λύσοιτο λύσοισθον λυσοίσθην λυσοίμεθα λύσοισθε λύσοιντο
λυθησοίμην λυθήσοιο λυθήσοιτο λυθήσοισθον λυθησοίσθην λυθησοίμεθα λυθήσοισθε λυθήσοιντο
λύου λυέσθω λύεσθον λυέσθων λύεσθε λυέσθων (-σθωσαν) λύεσθαι
λύσεσθαι
λυθήσεσθαι
λυόμενος λυομένη λυόμενον
λυσόμενος λυσομένη λυσόμενον
λυθησόμενος λυθησομένη λυθησόμενον
CONGIUNTIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
λύωμαι λύῃ λύηται λύησθον λύησθον λυώμεθα λύησθε λύωνται
OTTATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
IMPERATIVO
Singolare Duale
2a 3a 2a
Plurale
3a 2a 3a
INFINITO PARTICIPIO
316
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Aoristo I medio
Aoristo I passivo
Perfetto
ἐλυσάμην ἐλύσω ἐλύσατο ἐλύσασθον ἐλυσάσθην ἐλυσάμεθα ἐλύσασθε ἐλύσαντο
ἐλύθην ἐλύθης ἐλύθη ἐλύθητον ἐλυθήτην ἐλύθημεν ἐλύθητε ἐλύθησαν
λέλυμαι λέλυσαι λέλυται λέλυσθον λέλυσθον λελύμεθα λέλυσθε λέλυνται
λύσωμαι λύσῃ λύσηται λύσησθον λύσησθον λυσώμεθα λύσησθε λύσωνται
λυθῶ λυθῇς λυθῇ λυθῆτον λυθῆτον λυθῶμεν λυθῆτε λυθῶσι(ν)
λελυμένος, η, ον ὦ ᾖς ᾖ λελυμένω, α, ω ἦτον ἦτον λελυμένοι, αι, α ὦμεν ἦτε ὦσι(ν)
λυσαίμην λύσαιο λύσαιτο λύσαισθον λυσαίσθην λυσαίμεθα λύσαισθε λύσαιντο
λυθείην λυθείης λυθείη λυθεῖτον λυθείτην λυθεῖμεν λυθεῖτε λυθεῖεν
λελυμένος, η, ον εἴην εἴης εἴη λελυμένω, α, ω εἶτον εἴτην λελυμένοι, αι, α εἶμεν εἶτε εἶεν
λῦσαι λυσάσθω λύσασθον λυσάσθων λύσασθε λυσάσθων (-σθωσαν) λύσασθαι
λύθητι λυθήτω λύθητον λυθήτων λύθητε λυθέντων (-θήτωσαν) λυθῆναι
λέλυσο λελύσθω λέλυσθον λελύσθων λέλυσθε λελύσθων (-σθωσαν) λελύσθαι
λυσάμενος λυσαμένη λυσάμενον
λυθείς λυθεῖσα λυθέν
λελυμένος λελυμένη λελυμένον
2
Piuccheperfetto
ἐλελύμην ἐλέλυσο ἐλέλυτο ἐλέλυσθον ἐλελύσθην ἐλελύμεθα ἐλέλυσθε ἐλέλυντο
317
Parte
3
Appendici
3 Flessione completa dei verbi in -μι 3.1 ATTIVO
Flessione di δίδωμι Presente
Imperfetto
Futuro
INDICATIVO
Singolare
1a 2a 3a Duale 2a 3a 1a Plurale 2a 3a CONGIUNTIVO Singolare 1a 2a 3a Duale 2a 3a 1a Plurale 2a 3a OTTATIVO Singolare 1a 2a 3a 2a Duale 3a 1a Plurale 2a 3a IMPERATIVO Singolare 2a 3a 2a Duale 3a 2a Plurale 3a INFINITO PARTICIPIO 318
δίδωμι δίδως δίδωσι(ν) δίδοτον δίδοτον δίδομεν δίδοτε διδόασι(ν)
ἐδίδουν ἐδίδους ἐδίδου ἐδίδοτον ἐδιδότην ἐδίδομεν ἐδίδοτε ἐδίδοσαν
δώσω δώσεις δώσει δώσετον δώσετον δώσομεν δώσετε δώσουσι
διδῶ διδῷς διδῷ διδῶτον διδῶτον διδῶμεν διδῶτε διδῶσι(ν) διδοίην διδοίης διδοίη (διδοίητον) διδοῖτον (διδοιήτην) διδοίτην (διδοίημεν) διδοῖμεν (διδοίητε) διδοῖτε (διδοίησαν) διδοῖεν
δώσοιμι δώσοις δώσοι δώσοιτον δωσοίτην δώσοιμεν δώσοιτε δώσοιεν
δίδου διδότω δίδοτον διδότων δίδοτε διδόντων (διδότωσαν) διδόναι διδούς διδοῦσα διδόν
δώσειν δώσων δώσουσα δῶσον
Appendice
2
Tavole della feeesooe veerale
Aoristo III
Perfetto I
ἔδωκα ἔδωκας ἔδωκε ἔδοτον ἐδότην ἔδομεν ἔδοτε ἔδοσαν
δέδωκα δέδωκας δέδωκε δεδώκατον δεδώκατον δεδώκαμεν δεδώκατε δεδώκασι(ν)
δῶ δῷς δῷ δῶτον δῶτον δῶμεν δῶτε δῶσι(ν)
δεδώκω δεδώκῃς δεδώκῃ δεδώκητον δεδώκητον δεδώκωμεν δεδώκητε δεδώκωσι(ν)
δοίην δοίης δοίη (δοίητον) δοῖτον (δοιήτην) δοίτην (δοίημεν) δοῖμεν (δοίητε) δοῖτε (δοίησαν) δοῖεν
δεδώκοιμι δεδώκοις δεδώκοι δεδώκοιτον δεδωκοίτην δεδώκοιμεν δεδώκοιτε δεδώκοιεν
δός δότω δότον δότων δότε δόντων (δότωσαν) δοῦναι δούς δοῦσα δόν
δέδωκε δεδωκέτω δεδώκετον δεδωκέτων δεδώκετε δεδωκόντων (δεδωκέτωσαν) δεδωκέναι δεδωκώς δεδωκυῖα δεδωκός
Piuccheperfetto I
ἐδεδώκειν ἐδεδώκεις ἐδεδώκει ἐδεδώκειτον ἐδεδωκείτην ἐδεδώκειμεν ἐδεδώκειτε ἐδεδώκεισαν
Futuro perfetto
δεδωκώς, -κυῖα, -κὸς
ἔσομαι ἔσῃ(-ει) ἔσται δεδωκότε, -κυία, -κότε ἔσεσθον ἔσεσθον δεδωκότες, -κυῖαι, -κότα ἐσόμεθα ἔσεσθε ἔσονται
δεδωκώς, -κυῖα, -κὸς
ἐσοίμην ἔσοιο ἔσοιτο δεδωκότε, -κυία, -κότε ἔσοισθον ἐσοίσθην δεδωκότες, -κυῖαι, -κότα ἐσοίμεθα ἔσοισθε ἔσοιντο
δεδωκότα, κυῖαν, κὸς
ἔσεσθαι
319
Parte
3
Appendici
MEDIO-PASSIVO
Presente
Imperfetto
Futuro medio
Futuro I passivo
INDICATIVO
Singolare
1a 2
a
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
δίδομαι δίδοσαι δίδοται δίδοσθον δίδοσθον διδόμεθα δίδοσθε δίδονται
ἐδιδόμην ἐδίδοσο ἐδίδοτο ἐδίδοσθον ἐδιδόσθην ἐδιδόμεθα ἐδίδοσθε ἐδίδοντο
δώσομαι δώσῃ (δώσει) δώσεται δώσεσθον δώσεσθον δωσόμεθα δώσεσθε δώσονται
δοθήσομαι δοθήσῃ (δοθήσει) δοθήσεται δοθήσεσθον δοθήσεσθον δοθησόμεθα δοθήσεσθε δοθήσονται
διδοίμην διδοῖο διδοῖτο διδοῖσθον διδοίσθην διδοίμεθα διδοῖσθε διδοῖντο
δωσοίμην δώσοιο δώσοιτο δώσοισθον δωσοίσθην δωσοίμεθα δώσοισθε δώσοιντο
δοθησοίμην δοθήσοιο δοθήσοιτο δοθήσοισθον δοθησοίσθην δοθησοίμεθα δοθήσοισθε δοθήσοιντο
δίδοσο διδόσθω δίδοσθον διδόσθων δίδοσθε διδόσθων (-σθωσαν) δίδοσθαι διδόμενος διδομένη διδόμενον
δώσεσθαι δωσόμενος δωσομένη δωσόμενον
δοθήσεσθαι δοθησόμενος δοθησομένη δοθησόμενον
CONGIUNTIVO
Singolare
1a 2a 3a
Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
διδῶμαι διδῷ διδῶται διδῶσθον διδῶσθον διδώμεθα διδῶσθε διδῶνται
OTTATIVO
Singolare
1a 2
a
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
IMPERATIVO
Singolare
2a 3
Duale
a
2a 3a
Plurale
2a 3a
INFINITO PARTICIPIO 320
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Aoristo medio
Aoristo I passivo
Perfetto
ἐδόμην ἔδου ἔδοτο ἔδοσθον ἐδόσθην ἐδόμεθα ἔδοσθε ἔδοντο
ἐδόθην ἐδόθης ἐδόθη ἐδόθητον ἐδοθήτην ἐδόθημεν ἐδόθητε ἐδόθησαν
δέδομαι δέδοσαι δέδοται δέδοσθον δέδοσθον δεδόμεθα δέδοσθε δέδονται
δῶμαι δῷ δῶται δῶσθον δῶσθον δώμεθα δῶσθε δῶνται
δοθῶ δοθῇς δοθῇ δοθῆτον δοθῆτον δοθῶμεν δοθῆτε δοθῶσι(ν)
δεδομένος, -η, -ον ὦ ᾖς ᾖ δεδομένω, -α, -ω, ἦτον ἦτον δεδομένοι, -αι, -α ὦμεν ἦτε ὦσι(ν)
δοίμην δοῖο δοῖτο δοῖσθον δοίσθην δοίμεθα δοῖσθε δοῖντο
δοθείην δοθείης δοθείη δοθεῖτον δοθείτην δοθεῖμεν δοθεῖτε δοθεῖεν
δεδομένος, -η, -ον εἴην εἴης εἴη δεδομένω, -α, -ω εἶτον εἴτην δεδομένοι, -αι, -α εἶμεν εἶτε εἶεν
δοῦ δόσθω δόσθον δόσθων δόσθε δόσθων (-σθωσαν) δόσθαι δόμενος δομένη δόμενον
δόθητι δοθήτω δόθητον δοθήτων δόθητε δοθέντων (-ήτωσαν) δοθῆναι δοθείς δοθεῖσα δοθέν
δέδοσο δεδόσθω δέδοσθον δεδόσθων δέδοσθε δεδόσθων (-σθωσαν) δεδόσθαι
2
Piuccheperfetto
Futuro perfetto
ἐδεδόμην ἐδέδοσο ἐδέδοτο ἐδέδοσθον ἐδεδόσθην ἐδεδόμεθα ἐδέδοσθε ἐδέδοντο
δεδόσομαι δεδόσῃ (δεδόσει) δεδόσεται δεδόσεσθον δεδόσεσθον δεδοσόμεθα δεδόσεσθε δεδόσονται
δεδοσοίμην δεδόσοιο δεδόσοιτο δεδόσοισθον δεδοσοίσθην δεδοσοίμεθα δεδόσοισθε δεδόσοιντο
δεδόσεσθαι δεδοσόμενος δεδοσομένη δεδοσόμενον 321
Parte
3
Appendici
Flessione di τίθημι
3.2 ATTIVO
Presente
Imperfetto
Futuro
INDICATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a
3a CONGIUNTIVO Singolare 1a 2 Duale Plurale
a
3a 2a 3a 1a 2a 3a
τίθημι τίθης τίθησι(ν) τίθετον τίθετον τίθεμεν τίθετε τιθέασι(ν)
ἐτίθην ἐτίθεις ἐτίθει ἐτίθετον ἐτιθέτην ἐτίθεμεν ἐτίθετε ἐτίθεσαν
θήσω θήσεις θήσει θήσετον θήσετον θήσομεν θήσετε θήσουσι
τιθῶ τιθῇς τιθῇ τιθῆτον τιθῆτον τιθῶμεν τιθῆτε τιθῶσι(ν)
OTTATIVO
Singolare
1a 2
Duale Plurale
a
3a 2a 3a 1a 2a 3a
τιθείην τιθείης τιθείη (τιθείητον) τιθεῖτον (τιθειήτην) τιθείτην (τιθείημεν) τιθεῖμεν (τιθείητε) τιθεῖτε (τιθείησαν) τιθεῖεν
θήσοιμι θήσοις θήσοι θήσοιτον θησοίτην θήσοιμεν θήσοιτε θήσοιεν
τίθει τιθέτω τίθετον τιθέτων τίθετε τιθέντων (τιθέτωσαν) τιθέναι τιθείς τιθεῖσα τιθέν
θήσειν θήσων θήσουσα θῆσον
IMPERATIVO
Singolare Duale Plurale
INFINITO PARTICIPIO 322
2a 3a 2a 3a 2a 3a
Appendice
2
Tavole della feeesooe veerale
Aoristo III
Perfetto I
ἔθηκα ἔθηκας ἔθηκε ἔθετον ἐθέτην ἔθεμεν ἔθετε ἔθεσαν
τέθεικα τέθεικας τέθεικε(ν) τεθείκατον τεθείκατον τεθείκαμεν τεθείκατε τεθείκασι
θῶ θῇς θῇ θῆτον θῆτον θῶμεν θῆτε θῶσι(ν)
τεθείκω τεθείκῃς τεθείκῃ τεθείκητον τεθείκητον τεθείκωμεν τεθείκητε τεθείκωσι(ν)
θείην θείης θείη (θείητον) θεῖτον (θειήτην) θείτην (θείημεν) θεῖμεν (θείητε) θεῖτε (θείησαν) θεῖεν
τεθείκοιμι τεθείκοις τεθείκοι τεθείκοιτον τεθεικοίτην τεθείκοιμεν τεθείκοιτε τεθείκοιεν
θές θέτω θέτον θέτων θέτε θέντων (θέτωσαν) θεῖναι θείς θεῖσα θέν
τέθεικε τεθεικέτω τεθείκετον τεθεικέτων τεθείκετε τεθεικόντων τεθεικέναι τεθεικώς τεθεικυῖα τεθεικός
Piuccheperfetto I
ἐτεθείκειν ἐτεθείκεις ἐτεθείκει ἐτεθείκειτον ἐτεθεικείτην ἐτεθείκειμεν ἐτεθείκειτε ἐτεθείκεισαν
Futuro perfetto
τεθεικώς, -κυῖα, -κὸς
ἔσομαι ἔσῃ ἔσται τεθεικότε, -κυία, -κότε ἔσεσθον ἔσεσθον τεθεικότες, -κυῖαι, -κότα ἐσόμεθα ἔσεσθε ἔσονται
τεθεικώς, -κυῖα, -κὸς
ἐσοίμην ἔσοιο ἔσοιτο τεθεικότε, -κυία, -κότε ἔσοισθον ἐσοίσθην τεθεικότες, -κυῖαι, -κότα ἐσοίμεθα ἔσοισθε ἔσοιντο
τεθεικότα, -κυῖαν, -κὸς
ἔσεσθαι
323
Parte
3
Appendici
MEDIO-PASSIVO
Presente
Imperfetto
Futuro medio
Futuro I passivo
INDICATIVO
Singolare
1a a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a
3a CONGIUNTIVO Singolare
1a a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
τίθεμαι τίθεσαι τίθεται τίθεσθον τίθεσθον τιθέμεθα τίθεσθε τίθενται
ἐτιθέμην ἐτίθεσο ἐτίθετο ἐτίθεσθον ἐτιθέσθην ἐτιθέμεθα ἐτίθεσθε ἐτίθεντο
θήσομαι θήσῃ (θήσει) θήσεται θήσεσθον θήσεσθον θησόμεθα θήσεσθε θήσονται
τεθήσομαι τεθήσῃ (τεθήσει) τεθήσεται τεθήσεσθον τεθήσεσθον τεθησόμεθα τεθήσεσθε τεθήσονται
τιθείμην τιθεῖο τιθεῖτο τιθεῖσθον τιθείσθην τιθείμεθα τιθεῖσθε τιθεῖντο
θησοίμην θήσοιο θήσοιτο θήσοισθον θησοίσθην θησοίμεθα θήσοισθε θήσοιντο
τεθησοίμην τεθήσοιο τεθήσοιτο τεθήσοισθον τεθησοίσθην τεθησοίμεθα τεθήσοισθε τεθήσοιντο
τίθεσο τιθέσθω τίθεσθον τιθέσθων τίθεσθε τιθέσθων (-σθωσαν) τίθεσθαι τιθέμενος τιθεμένη τιθέμενον
θήσεσθαι θησόμενος θησομένη θησόμενον
τεθήσεσθαι τεθησόμενος τεθησομένη τεθησόμενον
τιθῶμαι τιθῇ τιθῆται τιθῆσθον τιθῆσθον τιθώμεθα τιθῆσθε τιθῶνται
OTTATIVO
Singolare
1a a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
IMPERATIVO
Singolare
2a 3a
Duale
2a 3a
Plurale
2a 3a
INFINITO PARTICIPIO
324
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Aoristo medio Aoristo I passivo
Perfetto I
Piuccheperfetto
ἐτεθείμην ἐτέθεισο ἐτέθειτο ἐτέθεισθον ἐτεθείσθην ἐτεθείμεθα ἐτέθεισθε ἐτέθειντο
2
Futuro perfetto
ἐθέμην ἔθου ἔθετο ἔθεσθον ἐθέσθην ἐθέμεθα ἔθεσθε ἔθεντο
ἐτέθην ἐτέθης ἐτέθη ἐτέθητον ἐτεθήτην ἐτέθημεν ἐτέθητε ἐτέθησαν
τέθειμαι τέθεισαι τέθειται τέθεισθον τέθεισθον τεθείμεθα τέθεισθε τέθεινται
τεθείσομαι τεθείσῃ (τεθείσει) τεθείσεται τεθείσεσθον τεθείσεσθον τεθεισόμεθα τεθείσεσθε τεθείσονται
θῶμαι θῇ θῆται θῆσθον θῆσθον θώμεθα θῆσθε θῶνται
τεθῶ τεθῇς τεθῇ τεθῆτον τεθῆτον τεθῶμεν τεθῆτε τεθῶσι(ν)
τεθειμένος, -η, -ον ὦ ᾖς ᾖ τεθειμένω, -α, -ω ἦτον ἦτον τεθειμένοι, -αι, -α ὦμεν ἦτε ὦσι(ν)
θείμην θεῖο θεῖτο θεῖσθον θείσθην θείμεθα θεῖσθε θεῖντο
τεθείην τεθείης τεθείη τεθεῖτον τεθείτην τεθεῖμεν τεθεῖτε τεθεῖεν
τεθειμένος, -η, -ον εἴην εἴης εἴη τεθειμένω, -α, -ω εἶτον εἴτην τεθειμένοι, -αι, -α εἶμεν εἶτε εἶεν
τεθεισοίμην τεθείσοιο τεθείσοιτο τεθείσοισθον τεθεισοίσθην τεθεισοίμεθα τεθείσοισθε τεθείσοιντο
θοῦ θέσθω θέσθον θέσθων θέσθε θέσθων (-σθωσαν) θέσθαι θέμενος θεμένη θέμενον
τέθητι τεθήτω τέθητον τεθήτων τέθητε τεθέντων (-ήτωσαν) τεθῆναι τεθείς τεθεῖσα τεθέν
τέθεισο τεθείσθω τέθεισθον τεθείσθων τέθεισθε τεθείσθων (-σθωσαν) τεθεῖσθαι τεθειμένος τεθειμένη τεθειμένον
τεθείσεσθαι τεθεισόμενος τεθεισομένη τεθεισόμενον 325
Parte
3
Appendici
Flessione di ἵημι
3.3 ATTIVO
Presente
Imperfetto
Futuro
INDICATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a
3a CONGIUNTIVO Singolare 1a 2a Duale Plurale
3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἵημι ἵης ἵησι(ν) ἵετον ἵετον ἵεμεν ἵετε ἱᾶσι(ν)
ἵειν ἵεις ἵει ἵετον ἱέτην ἵεμεν ἵετε ἵεσαν
ἥσω ἥσεις ἥσει ἥσετον ἥσετον ἥσομεν ἥσετε ἥσουσι(ν)
ἱῶ ἱῇς ἱῇ ἱῆτον ἱῆτον ἱῶμεν ἱῆτε ἱῶσι(ν)
OTTATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἱείην ἱείης ἱείη (ἱείητον) ἱ-εῖ-τον (ἱειήτην) ἱ-εί-την (ἱείημεν) ἱ-εῖμεν (ἱείητε) ἱ-εῖτε (ἱείησαν) ἱ-εῖεν
ἥσοιμι ἥσοις ἥσοι ἥσοιτον ἡσοίτην ἥσοιμεν ἥσοιτε ἥσοιεν
IMPERATIVO
Singolare Duale Plurale
INFINITO PARTICIPIO 326
2a 3a 2a 3a 2a 3a
ἵει ἱέτω ἵετον ἱέτων ἵετε ἱέντων (ἱέτωσαν) ἱέναι ἱείς ἱεῖσα ἱέν
ἥσειν ἥσων ἥσουσα ἧσον
Appendice
2
Tavole della feeesooe veerale
Aoristo III
Perfetto I
ἧκα ἧκας ἧκε(ν) εἷτον εἵτην εἷμεν εἷτε εἷσαν
εἷκα εἷκας εἷκε(ν) εἵκατον εἵκατον εἵκαμεν εἵκατε εἵκασι(ν)
ὧ ᾗς ᾗ ἧτον ἧτον ὧμεν ἧτε ὧσι(ν)
εἵκω εἵκῃς εἵκῃ εἵκητον εἵκητον εἵκωμεν εἵκητε εἵκωσι(ν)
εἵην εἵης εἵη (εἵητον) εἷτον (εἱήτην) εἵτην (εἵημεν) εἷμεν (εἵητε) εἷτε (εἵησαν) εἷεν
εἵκοιμι εἵκοις εἵκοι εἵκοιτον εἱκοίτην εἵκοιμεν εἵκοιτε εἵκοιεν
ἕς ἕτω ἕτον ἕτων ἕτε ἕντων (ἕτωσαν) εἷναι εἵς εἷσα ἕν
εἷκε εἱκέτω εἵκετον εἱκέτων εἵκετε εἱκόντων εἱκέναι εἱκώς εἱκυῖα εἱκός
Piuccheperfetto
εἵκειν εἵκεις εἵκει εἵκειτον εἱκείτην εἵκειμεν εἵκειτε εἵκεισαν
Futuro perfetto
εἱκώς, -κυῖα, -κὸς
εἱκότε, -κυία, -κότε εἱκότες, -κυῖαι, -κότα
εἱκώς, -κυῖα, -κὸς
εἱκότε, -κυία, -κότε εἱκότες, -κυῖαι, -κότα
εἱκότα, -κυῖαν, -κὸς
ἔσομαι ἔσῃ ἔσται ἔσεσθον ἔσεσθον ἐσόμεθα ἔσεσθε ἔσονται
ἐσοίμην ἔσοιο ἔσοιτο ἔσοισθον ἐσοίσθην ἐσοίμεθα ἔσοισθε ἔσοιντο
ἔσεσθαι
327
Parte
3
Appendici
MEDIO-PASSIVO
Presente
Imperfetto
Futuro medio
Futuro I passivo
INDICATIVO
Singolare
1a 2
a
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
ἵεμαι ἵεσαι ἵεται ἵεσθον ἵεσθον ἱέμεθα ἵεσθε ἵενται
ἱέμην ἵεσο ἵετο ἵεσθον ἱέσθην ἱέμεθα ἵεσθε ἵεντο
ἥσομαι ἥσῃ (ἥσει) ἥσεται ἥσεσθον ἥσεσθον ἡσόμεθα ἥσεσθε ἥσονται
ἑθήσομαι ἑθήσῃ (ἑθήσει) ἑθήσεται ἑθήσεσθον ἑθήσεσθον ἑθησόμεθα ἑθήσεσθε ἑθήσονται
ἱείμην ἱεῖο ἱεῖτο ἱεῖσθον ἱείσθην ἱείμεθα ἱεῖσθε ἱεῖντο
ἡσοίμην ἥσοιο ἥσοιτο ἥσοισθον ἡσοίσθην ἡσοίμεθα ἥσοισθε ἥσοιντο
ἑθησοίμην ἑθήσοιο ἑθήσοιτο ἑθήσοισθον ἑθησοίσθην ἑθησοίμεθα ἑθήσοισθε ἑθήσοιντο
ἵεσο ἱέσθω ἵεσθον ἱέσθων ἵεσθε ἱέσθων (-σθωσαν) ἵεσθαι ἱέμενος ἱεμένη ἱέμενον
ἥσεσθαι ἡσόμενος ἡσομένη ἡσόμενον
ἑθήσεσθαι ἑθησόμενος ἑθησομένη ἑθησόμενον
CONGIUNTIVO
Singolare
1a 2
a
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
ἱῶμαι ἱῇ ἱῆται ἱῆσθον ἱῆσθον ἱώμεθα ἱῆσθε ἱῶνται
OTTATIVO
Singolare
1a 2
a
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
IMPERATIVO
Singolare
2a 3
Duale
a
2a 3a
Plurale
2a 3a
INFINITO PARTICIPIO 328
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Aoristo medio
Aoristo I passivo
Perfetto
εἵμην εἷσο εἷτο εἷσθον εἵσθην εἵμεθα εἷσθε εἷντο
εἵθην εἵθης εἵθη εἵθητον εἱθήτην εἵθημεν εἵθητε εἵθησαν
εἷμαι εἷσαι εἷται εἷσθον εἷσθον εἵμεθα εἷσθε εἷνται
ὧμαι ᾗ ἧται ἧσθον ἧσθον ὥμεθα ἧσθε ὧνται
ἑθῶ ἑθῇς ἑθῇ ἑθῆτον ἑθῆτον ἑθῶμεν ἑθῆτε ἑθῶσι(ν)
εἱμένος, -η, -ον
εἵμην εἷο εἷτο εἷσθον εἵσθην εἵμεθα εἷσθε εἷντο
ἑθείην ἑθείης ἑθείη ἑθεῖτον ἑθείτην ἑθεῖμεν ἑθεῖτε ἑθεῖεν
εἱμένος, -η, -ον
οὗ ἕσθω ἕσθον ἕσθων ἕσθε ἕσθων (ἕσθωσαν) ἕσθαι ἕμενος ἑμένη ἕμενον
ἕθητι ἑθήτω ἕθητον ἑθήτων ἕθητε ἑθέντων
εἷσο εἵσθω εἷσθον εἵσθων εἷσθε εἵσθων (-σθωσαν) εἷσθαι εἱμένος εἱμένη εἱμένον
ἑθῆναι ἑθείς ἑθεῖσα ἑθέν
εἱμένω, -α, -ω εἱμένοι, -αι, -α
εἱμένω, -α, -ω εἱμένοι, -αι, -α,
Piuccheperfetto
εἵμην εἷσο εἷτο εἷσθον εἵσθην εἵμεθα εἷσθε εἷντο
2
Futuro perfetto
εἵσομαι εἵσῃ (εἵσει) εἵσεται εἵσεσθον εἵσεσθον εἱσόμεθα εἵσεσθε εἵσονται
ὦ ᾖς ᾖ ἦτον ἦτον ὦμεν ἦτε ὦσι(ν) εἴην εἴης εἴη εἶτον εἴτην εἶμεν εἶτε εἶεν
εἱσοίμην εἵσοιο εἵσοιτο εἵσοισθον εἱσοίσθην εἱσοίμεθα εἵσοισθε εἵσοιντο
εἵσεσθαι εἱσόμενος εἱσομένη εἱσόμενον 329
Parte
3
Appendici
Flessione di ἵστημι
3.4 ATTIVO
Presente
Imperfetto
Futuro
INDICATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a
3a CONGIUNTIVO Singolare 1a a
2 Duale Plurale
3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἵστημι ἵστης ἵστησι(ν) ἵστατον ἵστατον ἵσταμεν ἵστατε ἱστᾶσι(ν)
ἵστην ἵστης ἵστη ἵστατον ἱστάτην ἵσταμεν ἵστατε ἵστασαν
στήσω στήσεις στήσει στήσετον στήσετον στήσομεν στήσετε στήσουσι(ν)
ἱστῶ ἱστῇς ἱστῇ ἱστῆτον ἱστῆτον ἱστῶμεν ἱστῆτε ἱστῶσι(ν)
OTTATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἱσταίην ἱσταίης ἱσταίη (ἱσταίητον) ἱσταῖτον (ἱσταιήτην) ἱσταίτην (ἱσταίημεν) ἱσταῖμεν (ἱσταίητε) ἱσταῖτε (ἱσταίησαν) ἱσταῖεν
στήσοιμι στήσοις στήσοι στήσοιτον στησοίτην στήσοιμεν στήσοιτε στήσοιεν
IMPERATIVO
Singolare Duale Plurale
INFINITO PARTICIPIO
330
2a 3a 2a 3a 2a 3a
ἵστη ἱστάτω ἵστατον ἱστάτων ἵστατε ἱστάντων (ἱστάτωσαν) ἱστάναι ἱστάς ἱστᾶσα ἱστάν
στήσειν στήσων στήσουσα στῆσον
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Aoristo III1
Perfetto I
ἔστην ἔστης ἔστη ἔστητον ἐστήτην ἔστημεν ἔστητε ἔστησαν
ἕστηκα ἕστηκας ἕστηκε ἑστήκατον ἑστήκατον ἑστήκαμεν ἑστήκατε ἑστήκασι
στῶ στῇς στῇ στῆτον στῆτον στῶμεν στῆτε στῶσι
ἑστήκω ἑστήκῃς ἑστήκῃ ἑστήκητον ἑστήκητον ἑστήκωμεν ἑστήκητε ἑστήκωσι(ν)
σταίην σταίης σταίη σταῖτον σταίτην σταῖμεν σταῖτε σταῖεν
ἑστήκοιμι ἑστήκοις ἑστήκοι ἑστήκοιτον ἑστηκοίτην ἑστήκοιμεν ἑστήκοιτε ἑστήκοιεν
Piuccheperfetto I
εἱστήκειν εἱστήκεις εἱστήκει εἱστήκειτον εἱστηκείτην εἱστήκειμεν εἱστήκειτε εἱστήκεισαν
στῆθι ἕστηκε στήτω ἑστηκέτω στῆτον ἑστήκετον στήτων ἑστηκέτων στῆτε ἑστήκετε στάντων ἑστηκόντων (στήτωσαν) στῆναι ἑστηκέναι στάς ἑστηκώς στᾶσα ἑστηκυῖα στάν ἑστηκός 1. Ricorda che il verbo ἵστημι presenta anche l’aoristo I ἔστησα.
2
Futuro perfetto
ἑστήξω ἑστήξεις ἑστήξει ἑστήξετον ἑστήξετον ἑστήξομεν ἑστήξετε ἑστήξουσι(ν)
ἑστήξοιμι ἑστήξοις ἑστήξοι ἑστήξοιτον ἑστηξοίτην ἑστήξοιμεν ἑστήξοιτε ἑστήξοιεν
ἑστήξειν ἑστήξων ἑστήξουσα ἑστῆξον 331
Parte
3
Appendici
MEDIO-PASSIVO
Presente
Imperfetto
Futuro medio
Futuro I passivo
INDICATIVO
Singolare
1a a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
ἵσταμαι ἵστασαι ἵσταται ἵστασθον ἵστασθον ἱστάμεθα ἵστασθε ἵστανται
ἱστάμην ἵστασο ἵστατο ἵστασθον ἱστάσθην ἱστάμεθα ἵστασθε ἵσταντο
στήσομαι στήσῃ (στήσει) στήσεται στήσεσθον στήσεσθον στησόμεθα στήσεσθε στήσονται
σταθήσομαι σταθήσῃ (σταθήσει) σταθήσεται σταθήσεσθον σταθήσεσθον σταθησόμεθα σταθήσεσθε σταθήσονται
ἱσταίμην ἱσταῖο ἱσταῖτο ἱσταῖσθον ἱσταίσθην ἱσταίμεθα ἱσταῖσθε ἱσταῖντο
στησοίμην στήσοιο στήσοιτο στήσοισθον στησοίσθην στησοίμεθα στήσοισθε στήσοιντο
σταθησοίμην σταθήσοιο σταθήσοιτο σταθήσοισθον σταθησοίσθην σταθησοίμεθα σταθήσοισθε σταθήσοιντο
ἵστασο ἱστάσθω ἵστασθον ἱστάσθων ἵστασθε ἱστάσθων (-σθωσαν) ἵστασθαι ἱστάμενος ἱσταμένη ἱστάμενον
στήσεσθαι στησόμενος στησομένη στησόμενον
σταθήσεσθαι σταθησόμενος σταθησομένη σταθησόμενον
CONGIUNTIVO
Singolare
1a a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
ἱστῶμαι ἱστῇ ἱστῆται ἱστῆσθον ἱστῆσθον ἱστώμεθα ἱστῆσθε ἱστῶνται
OTTATIVO
Singolare
1a a
2
3a Duale
2a 3a
Plurale
1a 2a 3a
IMPERATIVO
Singolare
2a a
3 Duale
2a 3a
Plurale
2a 3a
INFINITO PARTICIPIO 332
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Aoristo medio
Aoristo I passivo
ἐστησάμην ἐστήσω ἐστήσατο ἐστήσατον ἐστησάτην ἐστήσαμεν ἐστήσατε ἐστήσαντο
ἐστάθην ἐστάθης ἐστάθη ἐστάθητον ἐσταθήτην ἐστάθημεν ἐστάθητε ἐστάθησαν
ἕσταμαι ἕστασαι ἕσταται ἕστασθον ἕστασθον ἑστάμεθα ἕστασθε ἕστανται
στήσωμαι στήσῃ στήσηται στήσητον στήσητον στήσωμεν στήσητε στήσωσιν
σταθῶ σταθῇς σταθῇ σταθῆτον σταθῆτον σταθῶμεν σταθῆτε σταθῶσι(ν)
ἑσταμένος, -η, -ον ὦ ᾖς ᾖ ἑσταμένω, -α, -ω ὦτον ἦτον ἑσταμένοι, -αι, -α ὦμεν ἦτε ὦσι(ν)
στησαίμην στήσαιο στήσαιτο στήσαισθον στησαίσθην στησαίμεθα στήσαισθε στήσαιντο
σταθείην σταθείης σταθείη σταθεῖτον σταθείτην σταθεῖμεν σταθεῖτε σταθεῖεν
ἐσταμένος, -η, -ον εἴην εἴης εἴη ἑσταμένω, -α, -ω εἶτον εἴτην ἑσταμένοι, -αι, -α εἶμεν εἶτε εἶεν
στῆσαι στησάσθω στήσασθον στησάσθων στήσασθε στησάσθων (στησάσθωσαν) στήσασθαι στησάμενος στησαμένη στησάμενον
Perfetto I
Piuccheperfetto
ἑστάμην ἕστασο ἕστατο ἕστασθον ἑστάσθην ἑστάμεθα ἕστασθε ἕσταντο
2
Futuro perfetto
ἑστήξομαι ἑστήξῃ (ἑστήξει) ἑστήξεται ἑστήξεσθον ἑστήξεσθον ἑστηξόμεθα ἑστήξεσθε ἑστήξονται
ἑστηξοίμην ἑστήξοιο ἑστήξοιτο ἑστήξοισθον ἑστηξοίσθην ἑστηξοίμεθα ἑστήξοισθε ἑστήξοιντο
ἕστασο ἑστάσθω ἕστασθον ἑστάσθων ἕστασθε ἑστάσθων σταθῆναι σταθείς σταθεῖσα σταθέν
ἑστάσθαι ἑσταμένος ἑσταμένη ἑσταμένον
ἑστήξεσθαι ἑστηξόμενος ἑστηξομένη ἑστηξόμενον 333
Parte
3
Appendici
Flessione di εἰμί
3.5
Presente
εἰμί
Imperfetto
Futuro
INDICATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a
3a CONGIUNTIVO Singolare 1a 2 Duale Plurale
a
3a 2a 3a 1a 2a 3a
εἰμί εἶ ἐστί(ν) ἐστόν ἐστόν ἐσμέν ἐστέ εἰσί(ν)
ἦν (ἦ) ἦσθα (ἦς) ἦν ἦ(σ)τον ἤ(σ)την ἦμεν ἦ(σ)τε ἦσαν
ἔσομαι ἔσῃ (ἔσει) ἔσται ἔσεσθον ἔσεσθον ἐσόμεθα ἔσεσθε ἔσονται
ὦ ᾖς ᾖ ἦτον ἦτον ὦμεν ἦτε ὦσι(ν)
OTTATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
εἴην εἴης εἴη εἶτον εἴτην εἶμεν εἶτε εἶεν (εἴησαν)
ἐσοίμην ἔσοιο ἔσοιτο ἔσοισθον ἐσοίσθην ἐσοίμεθα ἔσοισθε ἔσοιντο
IMPERATIVO
Singolare Duale Plurale
INFINITO PARTICIPIO
334
2a 3a 2a 3a 2a 3a
ἴσθι ἔστω ἔστον ἔστων ἔστε ἔστων (ἔστωσαν) ὄντων εἶναι ὤν οὖσα ὄν
ἔσεσθαι ἐσόμενος ἐσομένη ἐσόμενον
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
3.6
2
Flessione di εἶμι εἶμι
Presente
Imperfetto
INDICATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
εἶμι εἶ εἶσι(ν) ἴτον ἴτον ἴμεν ἴτε ἴασι(ν)
ᾔειν (ᾖα) ᾔεις (ᾔεισθα) ᾔει ᾖτον ᾔτην ᾔειμεν (ᾖμεν) ᾔειτε (ᾖτε) ᾔεσαν (ᾖσαν)
CONGIUNTIVO
Singolare
1a a
2 Duale Plurale
3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἴω ἴῃς ἴῃ ἴητον ἴητον ἴωμεν ἴητε ἴωσι(ν)
OTTATIVO
Singolare
Duale Plurale
1a 2a 3a 2a 3a 1a 2a 3a
ἴοιμι (ἰοίην) ἴοις (ἰοίης) ἴοι (ἰοίη) ἴοιτον ἰοίτην ἴοιμεν ἴοιτε ἴοιεν
IMPERATIVO
Singolare Duale Plurale
INFINITO PARTICIPIO
2a 3a 2a 3a 2a 3a
ἴθι ἴτω ἴτον ἴτων ἴτε ἰόντων (ἴτωσαν) ἰέναι ἰών ἰοῦσα ἰόν 335
Parte
3
Appendici
4 Flessione completa dei participi 4.1
Participi con il tema in -οντParticipio presente attivo Participio futuro attivo Participio aoristo II attivo
TV λυοντ-
Maschile
Singolare
Duale
Plurale
4.2
λύων, λύουσα, λῦον λύσων, λύσουσα, λῦσον ἀποθανών, ἀποθανοῦσα, ἀποθανόν Neutro
N. V.
λύων
λύουσα
λῦον
G.
λύοντος
λυούσης
λύοντος
D.
λύοντι
λυούσῃ
λύοντι
A.
λύοντα
λύουσαν
λῦον
N. A. V.
λύοντε
λυούσα
λύοντε
G. D.
λυόντοιν
λυούσαιν
λυόντοιν
N.V.
λύοντες
λύουσαι
λύοντα
G.
λυόντων
λυουσῶν
λυόντων
D.
λύουσι(ν)
λυούσαις
λύουσι(ν)
A.
λύοντας
λυούσας
λύοντα
Participi con il tema in -αντParticipio aoristo I sigmatico attivo Participio aoristo I asigmatico attivo Maschile
TV λυσαντ-
Singolare
Duale
Plurale
336
Femminile
λύσας, λύσασα, λῦσαν κρίνας, κρίνασα, κρῖναν Femminile
Neutro
N. V.
λύσας
λύσασα
λῦσαν
G.
λύσαντος
λυσάσης
λύσαντος
D.
λύσαντι
λυσάσῃ
λύσαντι
A.
λύσαντα
λύσασαν
λῦσαν
N. A. V.
λύσαντε
λυσάσα
λύσαντε
G. D.
λυσάντοιν
λυσάσαιν
λυσάντοιν
N. V.
λύσαντες
λύσασαι
λύσαντα
G.
λυσάντων
λυσασῶν
λυσάντων
D.
λύσασι(ν)
λυσάσαις
λύσασι(ν)
A.
λύσαντας
λυσάσας
λύσαντα
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
4.3
Participi con il tema in -εντParticipio aoristo I passivo Participio aoristo II passivo
λυθείς, λυθεῖσα, λυθέν φανείς, φανεῖσα, φανέν
Maschile
TV λυθεντ-
Singolare
Duale
Plurale
4.4
2
Femminile
Neutro
N. V.
λυθείς
λυθεῖσα
λυθέν
G.
λυθέντος
λυθείσης
λυθέντος
D.
λυθέντι
λυθείσῃ
λυθέντι
A.
λυθέντα
λυθεῖσαν
λυθέν
N. A. V.
λυθέντε
λυθείσα
λυθέντε
G. D.
λυθέντοιν
λυθείσαιν
λυθέντοιν
N. V.
λυθέντες
λυθεῖσαι
λυθέντα
G.
λυθέντων
λυθεισῶν
λυθέντων
D.
λυθεῖσι(ν)
λυθείσαις
λυθεῖσι(ν)
A.
λυθέντας
λυθείσας
λυθέντα
Participi con il tema in -οτParticipio perfetto I attivo Participio perfetto II attivo
TV λελυκοτ-
λελυκώς, λελυκυῖα, λελυκός κεκλοφώς, κεκλοφυῖα, κεκλοφός
Maschile
Singolare
Duale
Plurale
Femminile
Neutro
N. V.
λελυκώς
λελυκυῖα
λελυκός
G.
λελυκότος
λελυκυίας
λελυκότος
D.
λελυκότι
λελυκυίᾳ
λελυκότι
A.
λελυκότα
λελυκυῖαν
λελυκός
N. A. V.
λελυκότε
λελυκυία
λελυκότε
G. D.
λελυκότοιν
λελυκυίαιν
λελυκότοιν
N. V.
λελυκότες
λελυκυῖαι
λελυκότα
G.
λελυκότων
λελυκυιῶν
λελυκότων
D.
λελυκόσι(ν)
λελυκυίαις
λελυκόσι(ν)
A.
λελυκότας
λελυκυίας
λελυκότα
337
Parte
3
Appendici
4.5
Participi in -μενος, -μένη, -μενον PARTICIPIO Presente medio-passivo
λυόμενος, λυομένη, λυόμενον
Futuro medio
λυσόμενος, λυσομένη, λυσόμενον
Futuro passivo
λυθησόμενος, λυθησομένη, λυθησόμενον
Aoristo I medio sigmatico
λυσάμενος, λυσαμένη, λυσάμενον
Aoristo I medio asigmatico
κρινάμενος, κριναμένη, κρινάμενον
Aoristo II medio
ἰδόμενος, ἰδομένη, ἰδόμενον
Perfetto medio-passivo
λελυμένος, λελυμένη, λελυμένον
TV m.-n. λυομενοf. λυομενα-
Maschile
Singolare
Duale
Plurale
Neutro
N.
λυόμενος
λυομένη
λυόμενον
G.
λυομένου
λυομένης
λυομένου
D.
λυομένῳ
λυομένῃ
λυομένῳ
A.
λυόμενον
λυομένην
λυόμενον
V.
λυόμενε
λυομένη
λυόμενον
N. A. V.
λυομένω
λυομένα
λυομένω
G. D.
λυομένοιν
λυομέναιν
λυομένοιν
N.V.
λυόμενοι
λυόμεναι
λυόμενα
G.
λυομένων
λυομένων
λυομένων
D.
λυομένοις
λυομέναις
λυομένοις
A.
λυομένους
λυομένας
λυόμενα
“Pittore di Penelope”, Sileno che spinge una menade sull’altalena, 440 a.C. circa, Berlino, Staatliche Museen.
338
Femminile
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
2
5 Paradigmi dei principali verbi Presente
1. 2. 3. 4. 5.
6. 7.
8. 9.
10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19.
Futuro
Aoristo
ἀγερ-
ἀγάσομαι ἀγάσθήσομαι ἀγγελῶ ἀγγελθήσομαι ἀγερῶ
ἀγ- (ϝαγ-)
ἄξω
᾽ ᾰγ-
ἄξω ἀχθήσομαι
ἠγάσθην (ἠγασάμην) ἤγγειλα ἠγγέλθην ἤγειρα ἠγέρθην ἔαξα ἐάγην ἤγαγον ἤχθην
ᾄδω “cantare” αἰδέομαι “aver vergogna, rispettare” (ἐπ)αινέω “lodare” αἱρέω “prendere”
ᾀδ- (ἀϝειδ-)
ᾄσομαι ᾀσθήσομαι αἰδέσομαι αἰδεσθήσομαι
ᾖσα ᾔσθην ᾐδεσάμην ᾐδέσθην
ἀρ-
(ἐπ)ῄνεσα (ἐπ)ῃνέθην (ᾕρησα) εἷλον ᾑρέθην ἦρα ἤρθην ᾐσθόμην
(ἐπ)ῄνεκα (ἐπ)ῄνημαι ᾕρηκα ᾕρημαι
αἴρω “sollevare” αἰσθάνομαι “percepire, sentire” αἰσχύνω “disonorare”, med. “vergognarsi” αἰτέω “chiedere” ἀκούω “ascoltare” ἀκροάομαι “ascoltare” ἀλάομαι “vagare” ἀλείφω “ungere” ἀλέξω “tenere lontano” ἁλίσκομαι “essere preso”
(ἐπ)αινέσομαι (ἐπ)αινεθήσομαι αἱρήσω ἑλῶ αἱρεθήσομαι ἀρῶ ἀρθήσομαι αἰσθήσομαι
ἀκροα-
αἰσχῠνῶ αἰσχυνθήσομαι αἰτήσω αἰτηθήσομαι ἀκούσομαι ἀκουσθήσομαι ἀκροάσομαι
ᾔσχῡνα ᾐσχύνθην ᾔτησα ᾐτήθην ἤκουσα ἠκούσθην ἠκροασάμην
ᾔσχῠγκα ᾔσχῠμμαι ᾔτηκα ᾔτημαι ἀκήκοα ἤκουσμαι ἠκρόαμαι
ἀλα-
ἀλήσομαι
ἀλήθην
ἀλάλημαι
ἀλειφ-/ἀλιφ-
ἀλείψω ἀλειφθήσομαι ἀλέξομαι ἀλεξήσω ἁλώσομαι
ἤλειψα ἠλείφθην ἤλεξα ἠλέξησα ἑάλων ἥλων
ἀλήλιφα ἀλήλιμμαι
ἄγαμαι “ammirare” ἀγγέλλω “annunciare” ἀγείρω “raccogliere” ἄγνυμι1 “spezzare” ἄγω “guidare, condurre”
Tema verbale
ἀγᾰἀγγελ-
αἰδε(σ)-
αἰνε-/αἰνηαἱρεἑλ-
αἰσθ-/αἰσθηαἰσχυναἰτεἀκο-/ἀκου-
ἀλεξ(η)ἁλ-/ἁλω-
Perfetto
ἤγγελκα ἤγγελμαι ἀγήγερμαι ἔᾱγα ἦχα ἀγήοχα ἦγμαι ᾖσμαι ᾔδεσμαι
ἦρκα ἦρμαι ᾔσθημαι
ἑάλωκα ἥλωκα
1. In prosa si trova più frequentemente il composto κατάγνυμι.
339
Parte
3
Appendici
Presente
Tema verbale
Futuro
Aoristo
Perfetto
20.
ἀλλάσσω “cambiare”
ἀλλαγ-
ἀλλάξω ἀλλαχθήσομαι ἀλλαγήσομαι
ἤλλαξα ἠλλάχθην ἠλλάγην
21.
ἅλλομαι “saltare”
ἁλ- (σαλ-)
ἁλοῦμαι
ἡλάμην ἡλόμην
22.
ἁμαρτάνω “sbagliare”
ἁμαρτ-/ ἁμαρτη-
ἁμαρτήσομαι (ἀμαρτήσω)
ἡμάρτησα ἥμαρτον ἡμαρτήθην
ἡμάρτηκα ἡμάρτημαι
23.
ἀμείβω “cambiare” ἀμῡ´ νω “respingere” med. “difendersi”
ἀμειβ-
ἀμείψω ἀμειφθήσομαι
ἤμειψα ἠμείφθην
ἤμειμμαι
ἀμυν-
ἀμῠνῶ ἀμυνοῦμαι
ἤμῡνα ἠμυνάμην
ἀν-αλώσω ἀν-αλωθήσομαι
ἀν-ήλωσα ἀν-ηλώθην
ἀν-ήλωκα ἀν-ήλωμαι
24.
ἤλλαχα ἤλλαγμαι
25.
ἀμφιέννυμι, cfr. (ἀμφι)έννυμι
26.
ἀν-αλίσκω ἁλ-/ἁλω“sperperare, spendere”
27.
ἁνδάνω “piacere”
ἁδ(η) (σϝαδ-) ἁδήσω
ἕᾰδον
ἅδηκα ἕᾱδα
28.
ἀξιόω “ritenere degno” o “giusto”
ἀξιο-/ἀξιω-
ἀξιώσω ἀξιωθήσομαι
ἠξίωσα ἠξιώθην
ἠξίωκα ἠξίωμαι
29.
ἀπ-εχθάνομαι “essere odiato”
ἀπ-εχθ(η)-
ἀπ-εχθήσομαι
ἀπ-ηχθόμην
ἀπ-ήχθημαι
30.
ἀπορέω “essere incerto”
ἀπορε-/ ἀπορη-
ἀπορήσω ἀπορηθήσομαι
ἠπόρησα ἠπορήθην
ἠπόρηκα ἠπόρημαι
31.
ἅπτω “attaccare”, med. “toccare”
ἁφ-
ἅψω ἁφθήσομαι
ἧψα ἥφθην
ἧμμαι
32.
ἀραρίσκω “adattare”
ἀρ-
ἄρσομαι
ἦρσα ἤραρον ἤρθην
ἄρᾱρα (intr.) ἀρήρεμαι
33.
ἀρέσκω “piacere”
ἀρε-
ἀρέσω
ἤρεσα ἠρέσθην
ἀρήρεκα
34.
ἀρκέω “bastare”
ἀρκε(σ)-
ἀρκέσω ἀρκεσθήσομαι
ἤρκεσα ἠρκέσθην
(ἤρκεσμαι)
35.
ἁρμόζω (ἁρμόσσω) “adattare”
ἁρμοδ-
ἁρμόσω ἁρμοσθήσομαι
ἥρμοσα ἡρμόσθην
ἥρμοκα ἥρμοσμαι
36.
ἁρπάζω “rubare”
ἁρπαγἁρπαδ-
ἁρπάξω ἁρπάσω ἁρπασθήσομαι ἁρπαγήσομαι
ἥρπαξα ἥρπασα ἡρπάσθην ἡρπάγην
ἥρπακα ἥρπασμαι ἥρπαγμαι
37.
ἄρχω “comandare, cominciare”
ᾰ᾽ρχ-
ἄρξω ἀρχθήσομαι
ἦρξα ἤρχθην
ἦρχα ἦργμαι
340
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Presente
Tema verbale
Futuro
Aoristo
2
Perfetto
38.
αὐξάνω “aumentare”
αὐξ-/αὐξη-
αὐξήσω αὐξηθήσομαι
ηὔξησα ηὐξήθην
ηὔξηκα ηὔξημαι
39.
ἀφανίζω “fare sparire”
ἀφανιδ-
ἀφανίσω ἀφανιῶ ἀφανισθήσομαι
ἠφάνισα ἠφανίσθην
ἠφάνικα ἠφάνισμαι
40.
ἀφικνέομαι2 “giungere”
(ἀφ-)ἱκ-
ἀφίξομαι
ἀφῑκόμην
ἀφῖγμαι
41.
ἄχθομαι “adirarsi, penare”
ἄχθ(ε/η)-
ἀχθέσομαι
ἠχθέσθην
ἤχθημαι
42.
βαίνω “andare, fare andare”
βᾰ-/βη-
βήσω βήσομαι
ἔβησα ἔβην
βέβηκα (βέβαμαι)
43.
βάλλω “gettare”
βαλ-/βαλε-/ βλη-
βαλῶ βληθήσομαι
ἔβαλον ἐβλήθην
βέβληκα βέβλημαι
44.
βάπτω “immergere”
βαφ-
βάψω βαφήσομαι
ἔβαψα (ἐβάφθην) ἐβάφην
βέβαμμαι
45.
βιάζω “costringere”
βιαδ-
βιάσομαι βιασθήσομαι
ἐβίασα ἐβιάσθην
βεβίασμαι
46.
βιβάζω “fare andare”
βιβαδ-
βιβῶ (βιβᾷς ecc.) βιβάσω
ἐβίβασα ἐβιβάσθην
βεβίβασμαι βεβίβακα
47.
βιβρώσκω “mangiare, divorare”
βρω-
βρώσομαι βρωθήσομαι
ἔβρων ἐβρώθην
βέβρωκα βέβρωμαι
48.
βιόω “vivere”
βιο-/βιω-
βιώσομαι
ἐβίωσα ἐβίων
βεβίωκα βεβίωμαι
49.
βλάπτω “danneggiare”
βλᾰβ-
βλάψω βλαβήσομαι
ἔβλαψα ἐβλάφθην ἐβλάβην
βέβλαφα βέβλαμμαι
50.
βλαστάνω “germinare”
βλαστ(η)-
βλαστήσω
ἐβλάστησα ἔβλαστον (ἐβλαστήθην)
βεβλάστηκα ἐβλάστηκα
51.
βλέπω “guardare”
βλεπ-
βλέψω
ἔβλεψα ἐβλέφθην
βέβλεφα βέβλεμμαι
52.
βλώσκω “andare”
μολ-/μλω-
μολοῦμαι
ἔμολον
μέμβλωκα
53.
βόσκω “pascolare”
βοσκ(η)-
βοσκήσω (βοσκηθήσομαι)
ἐβόσκησα ἐβοσκήθην
(βεβόσκηκα)
54.
βουλεύω “deliberare”
βουλευ-
βουλεύσω (βουλευθήσομαι)
ἐβούλευσα ἐβουλεύθην
βεβούλευκα βεβούλευμαι
55.
βούλομαι “volere”
βουλ(η)-
βουλήσομαι (βουληθήσομαι)
ἐβουλήθην
βεβούλημαι
2. Al posto del semplice ἱκνέομαι è usato generalmente il composto ἀφικνέομαι.
341
Parte
3
Appendici
Presente
56.
Tema verbale
Futuro
Aoristo
Perfetto
γαμέω “prendere moglie” med. “sposarsi” (di donna) γελάω “ridere” γεύω “fare gustare” med. “gustare” γηθέω “gioire” γηράσκω “invecchiare” γίγνομαι “diventare, essere” γιγνώσκω “conoscere” γράφω “scrivere”
γαμ-/γαμε-
γαμῶ γαμήσω γαμηθήσομαι
ἔγημα ἐγάμησα ἐγαμήθην
γεγάμηκα γεγάμημαι
γελα(σ)γευ-
γελάσω γελασθήσομαι γεύσω
ἐγέλασα ἐγελάσθην ἔγευσα ἐγεύσθην
(γεγέλασμαι) (γεγέλακα) γέγευμαι
γηθ(ε)-
γηθήσω
ἐγήθησα
γέγηθα
γηρα-
γηράσω
ἐγήρασα
γεγήρακα
γεν(η)-/γον-/ γνγνω-
γενήσομαι γενηθήσομαι γνώσομαι γνωσθήσομαι γράψω γραφήσομαι
γέγονα γεγένημαι ἔγνωκα ἔγνωσμαι γέγραφα γέγραμμαι
γυμνάζω “esercitare” δάκνω “mordere” δαμάζω “domare” δείδω “temere” δείκνυμι “indicare” δέρκομαι “guardare, vedere”
γυμναδ-
ἐγενόμην ἐγενήθην ἔγνων ἐγνώσθην ἔγραψα ἐγράφην (ἐγράφθην) ἐγύμνασα ἐγυμνάσθην ἔδακον ἐδήχθην ἐδάμασα ἐδαμάσθην ἔδεισα
70.
δέρω “spellare”
δερ-/δαρ-
δερῶ δαρήσομαι
71.
δέχομαι “ricevere” δέω “legare” δέω “mancare” med. “avere bisogno, chiedere” δηλόω “mostrare”
δεχ-
δέξομαι
δε-/δη-
δήσω δεθήσομαι δεήσω δεηθήσομαι
ἔδειξα ἐδείχθην ἔδρακον ἐδέρχθην (ἐδράκην) ἔδειρα ἐδάρην (ἐδάρθην) ἐδεξάμην ἐδέχθην ἔδησα ἐδέθην ἐδέησα ἐδεήθην
δηλο-/ δηλω-
δηλώσω δηλωθήσομαι
ἐδήλωσα ἐδηλώθην
δεδήλωκα δεδήλωμαι
διδάσκω “insegnare”
διδαχ-/ διδασκη-
διδάξω διδαχθήσομαι
ἐδίδαξα (ἐδιδάσκησα) ἐδιδάχθην
δεδίδαχα δεδίδαγμαι
57. 58.
59. 60. 61. 62. 63.
64. 65. 66. 67. 68. 69.
72. 73.
74. 75.
342
γρᾰφ-
δακ-/δηκδαμαδδει-/δοι-/διδεικδερκ-/δορκ-/ δρακ-
δε(η)-
γυμνάσω γυμνασθήσομαι δήξομαι δηχθήσομαι δαμάσω (δαμασθήσομαι) (δείσω) δείσομαι δείξω δειχθήσομαι δέρξομαι
γεγύμνακα γεγύμνασμαι δέδηχα δέδηγμαι δεδάμακα δεδάμασμαι δέδοικα δέδια δέδειχα δέδειγμαι δέδορκα
(δέδαρκα) δέδαρμαι δέδεγμαι δέδεκα δέδεμαι δεδέηκα δεδέημαι
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Presente
76. 77. 78.
79. 80.
81. 82. 83.
84. 85.
86. 87.
3
διδράσκω “fuggire” δίδωμι “dare” δικάζω “giudicare”
δράω “fare” δύναμαι “potere” δύω “immergere” med. “immergersi” ἐάω “lasciare” ἐγείρω “risvegliare” med. “risvegliarsi” (ἐ)θέλω “volere” ἐθίζω “abituare” ἔθω “essere solito”
89.
εἰκάζω “paragonare” εἰμί “essere” εἶμι “andare” εἴργω “chiudere” ἐλαύνω “spingere” med. “spostarsi” ἐλέγχω “confutare, biasimare”
91. 92. 93.
94.
Futuro
δρᾱ-
δράσομαι
δο-/δω-
δώσω δοθήσομαι δικάσω δικασθήσομαι δεδικάσομαι διώξω διωχθήσομαι δόξω δοκήσω
δικαδ-
διώκω διωκ“inseguire” δοκέω δοκ-/δοκε“credere, sembrare”
88.
90.
Tema verbale
δρα-
δράσω
δυνᾰ-/δυνη-
δυνήσομαι δυνηθήσομαι δύσω δυθήσομαι
δῡ-/δῠ-
ἐα-
ἐάσω
ἐγερ-/ἐγορ-/ ἐγρ-
ἐγερῶ ἐγερθήσομαι
(ἐ)θελ(η)-
ἐθελήσω θελήσω ἐθιῶ ἐθίσω ἐθισθήσομαι
ἐθιδ(σϝεθιδ-) ἐθ-/ὠθ(σϝεθ-/ σϝωθ-) εἰκαδἐσ-/σεἰ-/ἰεἰργ(ϝειργ-) ἐλα(ϝ-)
ἐλεγχ-
Aoristo
ἔδραν ἔδρασα ἔδωκα ἐδόθην ἐδίκασα ἐδικάσθην ἐδίωξα ἐδιώχθην ἔδοξα ἐδόκησα ἐδόχθην ἐδοκήθην ἔδρασα ἐδράσθην ἐδυνήθην ἐδυνάσθην ἔδυσα ἔδυν ἐδύθην εἴασα εἰάθην ἤγειρα ἠγρόμην ἠγέρθην ἠθέλησα ἐθέλησα εἴθισα εἰθίσθην
2
Perfetto
δέδρακα δέδωκα δέδομαι δεδίκακα δεδίκασμαι δεδίωχα δεδίωγμαι (δέδοχα) δεδόκηκα δέδογμαι δεδόκημαι δέδρακα δέδρα(σ)μαι δεδύνημαι δέδῠκα δέδῠμαι εἴακα εἴαμαι ἐγήγερκα ἐγρήγορα ἐγήγερμαι ἠθέληκα τεθέληκα εἴθικα εἴθισμαι εἴωθα4
εἰκάσω εἰκασθήσομαι ἔσομαι
εἴκασα ο ᾔκεἰκάσθην
εἴκακα εἴκασμαι
εἴρξω
εἶρξα εἴρχθην ἤλασα ἠλά(σ)θην
εἶργμαι
ἤλεγξα ἠλέγχθην
ἐλήλεγμαι
ἐλῶ (ἐλᾷς ecc.) ἐλάσω ἐλα(σ)θήσομαι ἐλέγξω ἐλεγχθήσομαι
3. Il verbo semplice è d’uso assai raro; generalmente ricorre il composto ἀποδιδράσκω. 4. Perfetto resultativo, “sono solito”.
ἐλήλακα ἐλήλαμαι
343
Parte
3
Appendici
Presente
Tema verbale
95.
ἑλίσσω “avvolgere”
ἑλιγ(ϝελιγ-)
96.
ἕλκω, ἑλκύω “trascinare”
ἑλκ-/ἑλκυ-/ (σελκ-)
97.
ἐλπίζω “sperare” (ἀμφι)έννυμι “vestire” med. “vestirsi” ἐπίσταμαι “sapere” ἕπομαι “seguire” ἐράω, ἔραμαι “amare” ἐργάζομαι “lavorare” ἐρείδω “appoggiare”
ἐλπιδ-
98. 99. 100. 101. 102. 103.
104. ἐρίζω “contendere” 105. ἕρπω, ἑρπύζω “strisciare” 106. ἐρύω “tirare, trascinare” ἔρχομαι 107. “andare, venire” 108. ἐσθίω / ἔδω “mangiare”
ἑσ- (ϝεσ-) ἐπιστη-/ ἐπιστᾰἑπ- (σεπ-)/ σπἐρᾰ(σ)-
Futuro
ἑλίξω ε(ἱ)λικθήσομαι ἑλγήσομαι ἕλξω ἑλκύσω ἑλκυσθήσομαι ἐλπίσω ἐλπιῶ ἀμφιέσω ἀμφιῶ ἐπιστήσομαι
εἵλιγμαι
εἷλξα εἵλκυσα εἱλκύσθην εἵλχθην ἤλπισα ἠλπίσθην ἠμφίεσα
εἵλκυκα εἵλκυσμαι
ἑσπόμην
ἐρασθήσομαι
ἐργαδ(ϝεργαδ-) ἐρειδ-
ἐργάσομαι ἐργασθήσομαι ἐρείσω (ἐρεισθήσομαι)
ἐριδ-
ἐρίσω
ἤρισα
ἑρπ(υ)(σερπ(υ)-) ἐρυ-
ἕρψω (ἑρπύσω) ἐρύω (pres. = fut.) ἐρύσω ἐλεύσομαι
εἷρψα ο ἧρψα εἵρπυσα εἴρυσα εἰρύσθην ἦλθον ἤλυθον (poet.)
ἔδομαι φάγομαι (post.)
ἔφαγον ἠδέσθην ηὗρον εὗρον ηὑρέθην εὑρέθην ηὔφρανα εὔφρανα5 ηὐφράνθην εὐφράνθην ηὐξάμην
εὑρ-/εὑρε-
εὑρήσω εὑρεθήσομαι
110. εὐφραίνω “allietare” med. “rallegrarsi”
εὐφραν-
εὐφρανῶ εὐφρανθήσομαι
111. εὔχομαι “pregare” ἔχω 112. “avere”
εὐχ-
εὔξομαι
ἐχἕξω (ἑχ- σεχ-)/ σχήσω σχε-/σχσχεθήσομαι
ἤλπικα ἤλπισμαι ἠμφίεσμαι
ἠπιστήθην
ἠρασάμην ἠράσθην εἰργασάμην εἰργάσθην ἤρεισα ἠρείσθην
ἐρχ-/ ἐλθ-/ἐλευθ-/ ἐλυθἐσθιἐδφαγ-
Perfetto
εἵλιξα εἱλίχθην
ἕψομαι
109. εὑρίσκω “trovare”
344
Aoristo
ἔσχον ἐσχέθην
ἤρασμαι εἴργασμαι ἐρήρεικα ἤρεικα ἐρήρεισμαι ἤρεισμαι ἤρικα ἐρήρισμαι
εἴρῡμαι (εἴρυσμαι) ἐλήλυθα εἰλήλουθα (poet.) ἐδήδοκα (ἔδηδα) (ἐδήδομαι) ἐδήδε(σ)μαι ηὕρηκα εὕρηκα ηὕρημαι εὕρημαι
ηὖγμαι ἔσχηκα ἔσχημαι
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Presente
Tema verbale
Futuro
113. ζέυγνυμι “aggiogare”
ζευγ-/ζυγ-
ζεύξω ζευχθήσομαι
114. ζέω “bollire” 115. ζῶ (inf. ζῆν) ζάω “vivere” 116. ζώννυμι “cingere” 117. ἡβάω “essere adulto” 118. ἡγέομαι “guidare, ritenere” 119. ἥδω “rallegrare” med. “gioire, godere” 120. ἥκω “essere arrivato, giungere, trovarsi” 121. ἡσσάομαι “essere inferiore, essere vinto” 122. θάλλω “fiorire” 123. θάπτω “seppellire”
ζε(σ)-
Aoristo
Perfetto
ζέσω
ἔζευξα ἐζεύχθην ἐζύγην ἔζεσα
(ἔζεσμαι)
ζα-/ζη-
ζήσω
ἔζησα
ἔζηκα
ζωσ-
ζώσω
ἡβα-/ἡβη-
ἡβήσω
ἔζωσα ἐζώσθην ἥβησα
ἔζωκα ἔζωσμαι ἥβηκα
ἡγε-/ἡγη-
ἡγήσομαι
ἥγημαι
ἡδ-
ἥσω ἡσθήσομαι
ἡγησάμην ἡγήθην ἥσα ἥσθην
ἡκ-
ἥξω
ἧξα
ἧκα
ἡσσα-
ἡσσήσομαι ἡσσηθήσομαι
ἡσσήθην
ἥσσημαι
ἔθηλα ἔθαλον ἔθαψα ἐθάφθην ἐτάφην ἐθαύμασα ἐθαυμάσθην ἐθεασάμην ἐθεάθην ἐθεράπευσα ἐθεραπεύθην (ἔθευσα)
τέθηλα
θᾰλ-/θηλθᾰφ-
θαυμαδ124. θαυμάζω “meravigliarsi” θεα125. θεάομαι “guardare” θεραπευ126. θεραπεύω “avere cura” θε-/θευ127. θέω “correre” θηρα128. θηράω “cacciare” θιγ129. θιγγάνω “toccare” θαν-/θνη130. (ἀπο)θνῄσκω “morire” θρω-/θορ131. θρώσκω6 “balzare” θῠ-/θῡ132. θῡ´ ω “sacrificare” 5. Si trovano anche le forme in -φρηνα. 6. Anche θρῴσκω, da θρω-ίσκ-ω.
θάψω ταφήσομαι θαυμάσω θαυμασθήσομαι θεάσομαι θεραπεύσω θεραπευθήσομαι θεύσομαι (θευσοῦμαι) θηράσω θηραθήσομαι θίξω
2
(ἔζευχα) ἔζευγμαι
τέθαμμαι τέταφα τεθαύμακα τεθαύμασμαι τεθέαμαι τεθεράπευκα τεθεράπευμαι
τεθήρακα τεθήραμαι
(ἀπο)θανοῦμαι
ἐθήρασα ἐθηράθην ἔθιγον (ἐθίχθην) (ἀπ)έθανον
θοροῦμαι
ἔθορον
τέθορα
θύσω τυθήσομαι
ἔθυσα ἐτύθην
τέθυκα τέθυμαι
(ἀπο)τέθνηκα
345
Parte
3
Appendici
Presente
133. ἵημι “mandare, gettare” ἱκνέομαι, cfr. ἀφικνέομαι 134. ἱλάσκομαι “placare” 135. ἵστημι “collocare” med. “stare” ἰσχνέομαι, cfr. ὑπισχνέομαι 136. καθαίρω “purificare” κάθημαι 137. “essere seduto” 138. καθίζω7 “fare sedere” med. “sedersi, essere seduto” καθέζομαι “sedersi, essere seduto” 139. καίω “bruciare”
Tema verbale
Futuro
Aoristo
ἑ-/ἡ- (jε-/ jη-)
ἥσω ἑθήσομαι
ἧκα εἵθην
ἱλα-
ἱλάσομαι
στᾰ-/στη-
στήσω σταθήσομαι
ἱλασάμην ἱλάσθην ἔστησα ἔστην ἐστάθην
καθᾰρ-
καθαρῶ καθαρθήσομαι καθήσομαι (tardo) καθίσω καθιῶ καθιζήσομαι
καθ(ἡσ-) καθιδ-
εἷκα εἷμαι
ἕστηκα ἕσταμαι
ἐκάθηρα ἐκαθάρθην
κεκάθαρκα κεκάθαρμαι
ἐκάθισα
κεκάθικα
ἔκαυσα ἐκαύθην ἐκάην ἐκάλεσα ἐκλήθην
κέκαυκα κέκαυ(σ)μαι
ἔκαμον
κέκμηκα
140. καλέω “chiamare”
καλε-/κλη-
141. κάμνω “faticare” 142. κατηγορέω “accusare” 143. κεῖμαι “giacere” 144. κελεύω “ordinare” 145. κεράννυμι “mescolare”
κᾰμ(ε)-/κμη-
καθεδοῦμαι καύσω καυθήσομαι (καήσομαι) καλέσω καλῶ κληθήσομαι καμοῦμαι
κατηγορε-/ κατηγορηκει-
κατηγορήσω κατηγορηθήσομαι κείσομαι
κατηγόρησα κατηγορήθην
κατηγόρηκα κατηγόρημαι
κελευ-
κελεύσω κελευσθήσομαι κεράσω κερῶ (κερᾷς ecc.) κραθήσομαι κερδανῶ κερδήσω (κερδηθήσομαι)
ἐκέλευσα ἐκελεύσθην ἐκέρασα ἐκεράσθην ἐκράθην ἐκέρδανα ἐκέρδηνα ἐκέρδησα ἐκερδάνθην ἐκήρυξα ἐκηρύχθην ἐκινδύνευσα ἐκινδυνεύθην
κεκέλευκα κεκέλευσμαι κέκραμαι κεκέρασμαι
146. κερδαίνω “guadagnare”
καθεδκαϝ-/καυ-
Perfetto
κερᾰ(σ)-/κρᾱ-
κερδᾰν-/ κερδα-/-η-
κηρυκκηρύξω 147. κηρύσσω “proclamare” κηρυχθήσομαι κινδυνευκινδυνεύσω 148. κινδυνεύω “rischiare” κινδυνευθήσομαι 7. Il verbo non è più sentito come composto: l’aumento, infatti, è premesso al preverbio. 346
κέκληκα κέκλημαι
κεκέρδακα κεκέρδηκα (κεκέρδαγκα) κεκήρυχα κεκήρυγμαι κεκινδύνευκα κεκινδύνευμαι
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Presente
Tema verbale
149. κινέω “muovere” 150. κλάζω “risuonare” 151. κλαίω “piangere”
κινε-/κινη-
152. κλάω “spezzare” 153. κλείω “chiudere” 154. κλέπτω “rubare”
κλα-
κλαγ(γ)κλαϝ-/κλαυ-
κλει(σ)κλεπ-/κλᾰπ-/ κλοπ-
155. κλῑ´νω “inclinare, piegare”
κλῐ(ν)-
156. κολάζω “punire” 157. κομίζω “portare”
κολαδκομιδ-
158. κόπτω “tagliare, battere”
κοπ-
159. κορέννυμι “saziare”
κορε(σ)-
160. κοσμέω “adornare”
Futuro
κινήσω κινηθήσομαι κλάγξω κεκλάγξομαι κλαύσομαι (κλαυσοῦμαι) κλαυσθήσομαι κλάσω κλασθήσομαι κλείσω κλεισθήσομαι κλέψω (κλαπήσομαι) κλῐνῶ κλῐθήσομαι κλῐνήσομαι κολάσω (κολασθήσομαι) κομιῶ κομίσω κομισθήσομαι κόψω κοπήσομαι
Aoristo
Perfetto
ἐκίνησα ἐκινήθην ἔκλαγον ἔκλαγξα ἔκλαυσα ἐκλαύσθην
κεκίνηκα κεκίνημαι κέκλαγγα (κέκληγα) κέκλαυ(σ)μαι
ἔκλασα ἐκλάσθην ἔκλεισα ἐκλείσθην ἔκλεψα ἐκλέφθην ἐκλάπην ἔκλῑνα ἐκλῑ´(ν)θην ἐκλῑ´νην ἐκόλασα ἐκολάσθην ἐκόμισα ἐκομίσθην
κέκλασμαι κέκλεικα κέκλει(σ)μαι κέκλοφα κέκλεμμαι κέκλῐκα κέκλῐμαι κεκόλασμαι κεκόμικα κεκόμισμαι
ἔκοψα ἐκόπην
κέκοφα κέκομμαι
ἐκόρεσα ἐκορέσθην
κεκόρημαι κεκόρεσμαι
κοσμε-/ κοσμη-
κορέσω (κορῶ) κορεσθήσομαι κοσμήσω κοσμηθήσομαι
ἐκόσμησα ἐκοσμήθην
κεκόσμηκα κεκόσμημαι
161. κράζω “gridare” 162. κρατέω “dominare” 163. κρεμάννυμι “appendere, sospendere” κρέμαμαι “pendere, stare sospeso” 164. κρίνω “giudicare” 165. κρύπτω “nascondere”
κραγ-
κράξω
ἔκραξα ἔκραγον ἐκράτησα ἐκρατήθην ἐκρέμασα ἐκρεμάσθην
κέκραγα
166. κτάομαι “acquistare”
κτα-/κτη-
κρατε-/κρατη- κρατήσω κρατηθήσομαι κρεμᾰ(σ)-/ κρεμῶ κρεμη(κρεμᾷς ecc.) κρεμάσω κρεμήσομαι κρεμασθήσομαι κρῐ(ν)κρῠφ-/κρῠβ-
κρῐνῶ κρῐθήσομαι κρύψω κρυφθήσομαι κρυβήσομαι κτήσομαι κτηθήσομαι
2
ἔκρῑνα ἐκρ´ῐθην ἔκρυψα ἐκρύφθην (ἐκρύφην) ἐκρύβην ἐκτησάμην ἐκτήθην
κεκράτηκα κεκράτημαι (κεκρέμακα) κεκρέμα(σ)μαι
κέκρῐκα κέκρῐμαι κέκρυφα κέκρυμμαι
κέκτημαι ἔκτημαι 347
Parte
3
Appendici
Presente
Tema verbale
Futuro
Aoristo
167. κτείνω “uccidere”
κτεν-/κτον-/ κταν-
κτενῶ κτανθήσομαι
168. κτίζω “fondare”
κτιδ-
κτίσω κτισθήσομαι
169. κωλύω “impedire” 170. λαγχάνω “ottenere in sorte”
κωλυ-
κωλύσω κωλυθήσομαι λήξομαι
ἐκώλυσα ἐκωλύθην ἔλᾰχον ἐλήχθην
171. λαμβάνω “prendere”
λᾰβ-/ληβ-
λήψομαι ληφθήσομαι
ἔλᾰβον ἐλήφθην
λήσω
ἔλᾰθον ἔλησα ἐλήσθην ἔλεξα εἶπον εἶπα ἐλέχθην ἐρρήθην ἔλεξα ἐλέχθην ἐλέγην ἔλιπον ἐλείφθην ἐλογισάμην ἐλογίσθην
8
λᾰχ-/ληχ-/ λογχ-
λᾰθ-/ληθ172. λανθάνω “stare nascosto” med. “dimenticarsi” λεγ173. λέγω “dire” ἐπ- (ϝεπ-) ἐρ- (ϝερ-) ῥη- (ϝρη-) 174. λέγω “raccogliere”
λεγ-/λογ-
175. λείπω “lasciare” 176. λογίζομαι “calcolare”
λειπ-/λιπ-/ λοιπλογιδ-
177. λῡ´ω “sciogliere” 178. μαίνομαι “delirare” μαίνω “rendere pazzo” 179. μανθάνω “imparare” 180. μαρτυρέω “testimoniare, asserire” μαρτύρομαι “chiamare a testimone, attestare” μάχομαι 181. “combattere”
λῠ-/λῡμαν-/μανη-
ἔκτονα ἔκταμαι
κέκτικα ἔκτικα ἔκτισμαι κεκώλυκα κεκώλυμαι εἴληχα λέλογχα εἴληγμαι εἴληφα εἴλημμαι λέλημμαι λέληθα λέλησμαι (λέλεχα) εἴρηκα λέλεγμαι εἴλεγμαι εἴρημαι εἴλοχα εἴλεγμαι λέλεγμαι λέλοιπα λέλειμμαι λελόγισμαι
ἔλῡσα ἐλύθην ἔμηνα ἐμάνην
λέλῠκα λέλῠμαι μέμηνα μεμάνημαι
μεμάθηκα (μεμάθημαι) μεμαρτύρηκα μεμαρτύρημαι
μαθ-/μαθη-
μαθήσομαι
ἔμᾰθον
μαρτυρ(ε)-/ μαρτυρ(η)-
μαρτυρήσω μαρτυρηθήσομαι μαρτυροῦμαι
ἐμαρτύρησα ἐμαρτυρήθην ἐμαρτυράμην
μαχ(ε/η)-
μαχοῦμαι μαχήσομαι
ἐμαχεσάμην ἐμαχέσθην
8. Più usato è il composto ἀποκτείνω.
348
λέξω λέξομαι ἐρῶ λεχθήσομαι ῥηθήσομαι λέξω (λεχθήσομαι) λεγήσομαι λείψω λειφθήσομαι λογίσομαι λογιοῦμαι λογισθήσομαι λύσω λῠθήσομαι μανοῦμαι μανήσομαι
ἔκτεινα ἔκτανον ἔκταν (ἐκτάνθην) ἔκτισα ἐκτίσθην
Perfetto
μεμάχημαι
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Presente
Tema verbale
Futuro
182. μ(ε)ίγνυμι “mescolare”
μ(ε)ιγ-
183. μείρομαι “partecipare” 184. μελετάω “curare” μέλλω 185. “stare per, esitare” 186. μέλω “stare a cuore, curarsi” 187. μέμφομαι “biasimare” μένω 188. “restare, aspettare” 189. μηνύω “rivelare” 190. μιαίνω “contaminare” 191. μιμνήσκω “ricordare” med. “ricordarsi” 192. μισθόω “affittare” νέμω 193. “distribuire, pascolare” 194. νέω “nuotare” 195. νικάω “vincere” 196. νοέω “pensare” 197. νομίζω “credere”
(σ)μερ-/ (σ)μαρ-/(σ)μορμελετα-/ μελετήσω μελετημελετηθήσομαι μελλ(η)μελλήσω
μ(ε)ίξω μ(ε)ιχθήσομαι μιγήσομαι
Aoristo
ἔμ(ε)ιξα ἐμείχθην ἐμίγην (ἔμμορον) ἐμελέτησα ἐμελετήθην ἐμέλλησα
μελ(η)-
μελήσω
ἐμέλησα ἐμελήθην
μεμφ-
μέμψομαι μεμφθήσομαι μενῶ
ἐμεμψάμην ἐμέμφθην ἔμεινα
μεν-/μον-/ μενημηνυ-
Perfetto
μέμ(ε)ιχα μέμ(ε)ιγμαι (ἔμμορα) εἵμαρμαι9 μεμελέτηκα
μέμηλα μεμέληκα μεμέλημαι
μεμένηκα μέμονα μεμήνυκα μεμήνυμαι μεμίαγκα μεμίασμαι μέμνημαι
μηνύσω μηνυθήσομαι μιανμιανῶ μιανθήσομαι μνημνήσω μνησθήσομαι μεμνήσομαι μισθο-/μισθω- μισθώσω (μισθωθήσομαι) νεμ(η)νεμῶ νεμηθήσομαι
ἐμίσθωσα ἐμισθώθην ἔνειμα ἐνεμήθην
μεμίσθωκα μεμίσθωμαι νενέμηκα νενέμημαι
νευ-/νεϝ-
ἔνευσα
νένευκα
ἐνικήθην ἐνίκησα ἐνόησα ἐνοήθην ἐνόμισα ἐνομίσθην
νενίκηκα νενίκημαι νενόηκα νενόημαι νενόμικα νενόμισμαι
νικα-/νικηνοε-/νοηνομιδ-
νεύσομαι (νευσοῦμαι) νικήσω νικηθήσομαι νοήσω νοηθήσομαι νομίσω νομιῶ νομισθήσομαι ξηρανῶ ξηρανθήσομαι ὀδυροῦμαι
ἐμήνυσα ἐμηνύθην ἐμίανα ἐμιάνθην ἔμνησα ἐμνήσθην
2
ξηρανἐξήρανα ἐξήρασμαι 198. ξηραίνω “disseccare” ἐξηράνθην ἐξήρα(μ)μαι ὀδυρὠδυράμην 199. ὀδύρομαι “lamentarsi” (ὠδύρθην) ὀζη-/ὀδὀζήσω ὤζησα ὄδωδα 200. ὄζω “odorare” (ὤδηκα) ἔῳξα ἔῳγα 201. οἴγνυμι10 οἰγ- (ϝοιγ-) οἴξω οἰχθήσομαι ἐῴχθην ἔῳχα (οἴγω) ἔῳγμαι “aprire” 9. Si trovano per lo più la 3a persona εἵμαρται “è destinato, è destino”; il participio sostantivato ἡ εἱμαρμένη “ciò che è destinato, il fato”; il piuccheperfetto εἵμαρτο “era destinato, era destino”. 10. Per lo più si trova il composto ἀνοίγνυμι.
349
Parte
3
Appendici
Presente
Tema verbale
Futuro
Aoristo
Perfetto
202. οἰκέω “abitare” 203. οἰκτίρω “avere pietà” 204. οἰμώζω “lamentarsi” 205. οἴομαι, οἶμαι “pensare, credere”
οἰκε-/οἰκη-
206. οἴχομαι “andare”
οἰχ(η)-/οἰχω-
οἰχήσομαι
207. ὄλλυμι11 “mandare in rovina” med. “andare in rovina” 208. ὁμιλέω “unirsi, frequentare” 209. ὄμνυμι “giurare” 210. ὁμολογέω “concordare” 211. ὀνειδίζω “biasimare”
ὀλ(ε)-
ὀλῶ ὀλέσω ((ἀπ)ολεσθήσομαι)
ὤλεσα ὠλόμην (ὠλέσθην)
ὁμιλε-/ὁμιλη-
ὁμιλήσω
ὀμ-/ὀμο-
ὡμίληκα ὡμίλημαι ὀμώμοκα ὀμώμο(σ)μαι ὡμολόγηκα ὡμολόγημαι ὠνείδικα
212. ὀνίνημι “essere utile” med. “trarre profitto” 213. ὁπλίζω “armare” 214. ὁράω “vedere”
ὀνα-/ὀνη-
ὀμοῦμαι(ὀμόσω) (ὀμοσθήσομαι) ὁμολογήσω ὁμολογηθήσομαι ὀνειδιῶ ὀνειδίσω ὀνειδισθήσομαι ὀνήσω (ὀνηθήσομαι)
ὡμίλησα (ὡμίλήθην) ὤμοσα ὠμό(σ)θην ὡμολόγησα ὡμολογήθην ὠνείδισα ὠνειδίσθην ὤνησα ὠνήμην ὠνήθην
ὤνημαι
ὁπλίσω(ὁπλιῶ) (ὁπλισθήσομαι) ὄψομαι ὀφθήσομαι
ὥπλισα ὡπλίσθην εἶδον ὤφθην
ὥπλισμαι
ὀργιδ-
ὀργιοῦμαι ὀργισθήσομαι
ὤργισα ὠργίσθην
ὀρεγ-
ὀρέξω
ὁριδ-
ὁριῶ(ὁρίσω) ὁρισθήσομαι
ὤρεξα ὠρέχθην ὥρισα ὡρίσθην
215. ὀργίζω “irritare” med. “adirarsi” 216. ὀρέγω “tendere” 217. ὁρίζω “delimitare”
οἰκτῐροἰμωγοἰ(η)-
ὁμολογε-/ ὁμολογηὀνειδιδ-
ὁπλιδὁραὀπ(ϝ)ιδ-/(ϝ)ειδ-/ (ϝ)οιδ-
οἰκήσω οἰκηθήσομαι οἰκτῐρῶ οἰκτερῶ (οἰμώξω) οἰμώξομαι οἰήσομαι οἰηθήσομαι
ᾤκησα ᾠκήθην ᾤκτῑρα
ᾤκηκα ᾤκημαι
ᾤμωξα (ᾠμώχθην) ᾠησάμην (ὠϊσάμην) ᾠήθην (ὠισθην)
(ᾤμωγμαι)
οἴχωκα ο ᾤχᾤχηκα ᾤχημαι ὀλώλεκα ὄλωλα
ἑόρακα (ἑώρ-) ὄπωπα οἶδα ἑόρᾱμαι (ἑώρ-) ὦμμαι ὤργισμαι
ὤρεγμαι ὥρικα ὥρισμαι
11. I composti, soprattutto ἀπόλλυμι, sono più usati del verbo semplice ὄλλυμι. Il perfetto (ἀπ)ολώλεκα ha
valore transitivo “ho distrutto”, “ho mandato in rovina”, mentre il perfetto (ἀπ)όλωλα ha valore intransitivo e resultativo: “sono distrutto”, “sono in rovina”.
350
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Presente
Tema verbale
Futuro
Aoristo
ὁρμα-/ὁρμη218. ὁρμάω “muovere, spingere” ὀρυγ219. ὀρύσσω “scavare”
ὁρμήσω ὁρμηθήσομαι ὀρύξω ὀρυχθήσομαι ὀρυγήσομαι
220. ὀφείλω “essere debitore”
ὀφελ-/ ὀφειλ(η)-
ὀφειλήσω
221. ὀφλισκάνω “essere debitore” παιδεύω 222. “educare” 223. παίζω “scherzare”
ὀφλ(η)-
ὀφλήσω
παιδευ-
παιδεύσω παιδευθήσομαι παίξω (παιξοῦμαι) (παιχθήσομαι)
ὥρμησα ὡρμήθην ὤρυξα ὤρυγον ὠρύχθην ὠρύγην ὠφείλησα ὤφελον (ὠφειλήθην) ὤφλησα ὦφλον ἐπαίδευσα ἐπαιδεύθην ἔπαισα ἔπαιξα ἐπαίχθην
224. παίω “battere” 225. παλαίω “lottare” 226. πάσχω “subire” 227. παύω “fare cessare” med. “cessare, smettere” 228. πείθω “persuadere” πείθομαι “obbedire” 229. πειράω “provare” 230. πελάζω “avvicinarsi” 231. πέμπω “mandare” 232. πέσσω, πέπτω “cuocere” 233. πετάννυμι “distendere, aprire”
παιη-/παι-
Perfetto
ὥρμηκα ὥρμημαι ὀρώρυχα ὀρώρυγμαι ὠφείληκα
πείσομαι
ἔπαισα ἐπαίσθην ἐπάλαισα ἐπαλαίσθην ἔπαθον
ὤφληκα (ὤφλημαι) πεπαίδευκα πεπαίδευμαι πέπαικα πέπαιχα πέπαισμαι πέπαιγμαι πέπαικα πέπαισμαι πεπάλαικα πεπάλαισμαι πέπονθα
παύσω παυ(σ)θήσομαι
ἔπαυσα ἐπαύ(σ)θην
πέπαυκα πέπαυμαι
πειθ-/πιθ-/ ποιθ-
πείσω πείσομαι πεισθήσομαι
ἔπεισα ἔπιθον ἐπείσθην
πέπεικα πέποιθα πέπεισμαι
πειρα-
πειράσω πειραθήσομαι πελῶ (πελᾷς ecc.) πελάσω πέμψω πεμφθήσομαι πέψω πεφθήσομαι πετάσω πετῶ (πετᾷς ecc.)
ἐπείρασα ἐπειράθην ἐπέλασα ἐπελάσθην ἔπεμψα ἐπέμφθην ἔπεψα ἐπέφθην ἐπέτασα ἐπετάσθην
πεπείρακα πεπείραμαι πέπλημαι
πετ(η)-/πτα-/ 234. πέτομαι “volare, volteggiare” πτ(η)-
πτήσομαι πετήσομαι
235. πήγνυμι “conficcare”
πήξω παγήσομαι
ἐπτόμην ἐπτάμην ἔπτην ἔπηξα ἐπήχθην ἐπάγην
παιγ-/παιδ-
παλαιπενθ-/πᾰθ-/ πονθπαυ-
πελαδ-/πλαπεμπ-/πομππεππετα-/πτα-
πηγ-/παγ-
παίσω παιήσω παλαίσω
2
πέπομφα πέπεμμαι πέπεμμαι πεπέτακα πέπταμαι πεπέτασμαι
πέπηχα πέπηγα12 πέπηγμαι
12. Il perfetto πέπηγα ha significato intransitivo: “sono conficcato, sto confitto”.
351
Parte
3
Appendici
Presente
236. πίμπλημι “riempire” 237. πίμπρημι “bruciare” 238. πίνω “bere” 239. πιπράσκω “vendere” πίπτω 240. “cadere” 241. πιστεύω “fidarsi” πλάσσω 242. “plasmare” 243. πλέκω “intrecciare”
Tema verbale
πλα-/πληπρᾰ-/πρηπι-/πο-/πωπρᾱπετ-/πτ-/ πτωπιστευπλᾰθπλεκ-/πλακ-/ πλοκ-
Futuro
πλήσω πλησθήσομαι πρήσω πρησθήσομαι πίομαι ποθήσομαι πραθήσομαι πεπράσομαι πεσοῦμαι πιστεύσω πιστευθήσομαι πλάσω πλασθήσομαι πλέξω (πλεχθήσομαι) πλακήσομαι πλεύσομαι πλευσοῦμαι (πλευσθήσομαι) πλήξω πληγήσομαι πεπλήξομαι πλᾰγήσομαι πνεύσομαι πνευσοῦμαι πνευσθήσομαι πνίξω πνιγήσομαι
244. πλέω “navigare”
πλεϝ-/πλευ-
245. πλήσσω “colpire”
πληγ-/πλᾰγ-
246. πνέω “soffiare”
πνεϝ-/πνευ-/ πνυ-
247. πνίγω “soffocare”
πνιγ-
248. ποθέω “desiderare” 249. ποιέω “fare” 250. πονέω “faticare” 251. πορεύω “fare passare” med. “procedere” 252. πράσσω “fare”
ποθε-/ποθη-
ποθήσω
ποιε-/ποιη-
ποιήσω ποιηθήσομαι πονήσω
253. πρέπω “distinguersi, convenire” 254. πυνθάνομαι “informarsi” ῥάπτω 255. “cucire” 352
Aoristo
ἔπλησα ἐπλήσθην ἔπρησα ἐπρήσθην ἔπιον ἐπόθην ἐπράθην ἔπεσον
Perfetto
πέπληκα πέπλησμαι πέπρηκα πέπρη(σ)μαι πέπωκα πέπομαι πέπρακα πέπραμαι πέπτωκα
ἐπίστευσα ἐπιστεύθην ἔπλασα ἐπλάσθην ἔπλεξα ἐπλέχθην ἐπλάκην ἔπλευσα ἐπλεύσθην
πεπίστευκα πεπίστευμαι πέπλακα πέπλασμαι (πέπλοχα) πέπλεγμαι
ἔπληξα (ἐπλήχθην) ἐπλήγην ἐπλάγην ἔπνευσα ἐπνεύσθην
πέπληγα πέπληχα πέπληγμαι
πέπνιγμαι
πέπλευκα πέπλευσμαι
πέπνευκα πέπνῡμαι
πορευ-
πορεύσω πορευθήσομαι
ἔπνιξα ἐπνίχθην ἐπνίγην ἐπόθησα (ἐ)πόθεσα ἐποίησα ἐποιήθην ἐπόνησα ἐπονήθην ἐπόρευσα ἐπορεύθην
πρᾱγ-
ἔπραξα ἐπράχθην ἐπράγην ἔπρεψα
πέπραχα πέπραγα πέπραγμαι
πρεπ-
πράξω πραχθήσομαι πεπράξομαι πρέψω
πευθ-/πυθ-
πεύσομαι
ἐπῠθόμην
πέπυσμαι
ῥαφ-
ῥάψω ῥαφήσομαι
ἔρραψα ἐρράφην
ἔρραμμαι
πονε-/πονη-
πεπόθηκα πεπόθημαι πεποίηκα πεποίημαι πεπόνηκα πεπόνημαι πεπόρευμαι
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Presente
Tema verbale
Futuro
256. ῥέω “scorrere”
ῥεϝ-/ ῥϝ- ῥυ-ε-
257. ῥήγνυμι “spezzare, squarciare” ῥίπτω 258. “gettare”
(ϝ)ραγ-/ (ϝ)ρηγ-/ (ϝ)ρωγῥῑπ-
259. ῥώννυμι “rafforzare” 260. σαλπίζω “suonare la tromba” 261. σβέννυμι “spegnere” med. “spegnersi” 262. σείω “scuotere” 263. σεύω “spingere, lanciare”
ῥω(σ)-
264. σημαίνω “segnalare”
σημαν-
σημανῶ σημανθήσομαι
265. σκάπτω “scavare” 266. σκεδάννυμι “disperdere”
σκᾰφ-
267. σκέπτομαι “osservare” 268. σκευάζω “preparare” 269. σπάω “tirare” 270. σπείρω “seminare” σπένδω 271. “fare libagioni” med. “concludere accordi” 272. σπέυδω “affrettarsi”
σκεπ-
σπενδ-
σκάψω σκαφήσομαι σκεδάσω σκεδῶ (σκεδᾷς ecc.) σκεδασθήσομαι σκέψομαι ἐσκέψομαι σκευάσω σκευασθήσομαι σπάσω σπασθήσομαι σπερῶ σπαρήσομαι σπείσω
σπευδ-
σπεύσω
σαλπιγγ-/ σαλπιδσβε-/σβη-
σει-
ῥεύσομαι ῥευσοῦμαι ῥυήσομαι ῥήξω ῥαγήσομαι ῥίψω ῥιφθήσομαι ῥιφήσομαι ἐρρίψομαι ῥώσω ῥωσθήσομαι σαλπίσω σαλπιῶ σβέσω σβήσομαι σβεσθήσομαι σείσω σεισθήσομαι
σευ-/συ-
σκεδα(σ)-
σκευαδσπα(σ)σπερ-/σπᾰρ-
Aoristo
Perfetto
ἔρρευσα ἐρρύην
ἐρρύηκα
ἔρρηξα ἐρράγην (ἐρρήχθην) ἔρριψα ἐρρίφθην ἐρρίφην
ἔρρηχα ἔρρωγα13 ἔρρηγμαι ἔρριφα ἔρριμμαι
ἔρρωσα ἐρρώσθην ἐσάλπιγξα (ἐσάλπισα) ἔσβεσα ἔσβην ἐσβέσθην ἔσεισα ἐσείσθην ἔ(σ)σευα ἐσσύμην ἐ(σ)σύθην ἐσήμηνα ἐσήμᾱνα ἐσημάνθην ἔσκαψα ἐσκάφην ἐσκέδασα ἐσκεδάσθην
(ἔρρωκα) ἔρρω(σ)μαι14
ἐσκεψάμην ἐσκέφθην ἐσκεύασα ἐσκευάσθην ἔσπασα ἐσπάσθην ἔσπειρα ἐσπάρην ἔσπεισα ἐσπείσθην
ἔσπευσα
2
ἔσβηκα ἔσβεσμαι σέσεικα σέσεισμαι ἔσσυμαι
σεσήμαγκα σεσήμασμαι ἔσκαφα ἔσκαμμαι ἐσκέδασμαι
ἔσκεμμαι ἐσκεύακα ἐσκεύασμαι ἔσπακα ἔσπασμαι ἔσπαρκα ἔσπαρμαι ἔσπεικα ἔσπεισμαι
ἔσπευκα ἔσπευσμαι
13. Il perfetto ἔρρωγα ha significato intransitivo e valore resultativo: “sono spezzato”. 14. Il perfetto ἔρρωμαι ha valore intransitivo e resultativo: “sono forte”.
353
Parte
3
Appendici
Presente
Tema verbale
Futuro
273. σπουδάζω “prendersi cura”
σπουδαδ-
274. στέλλω “mandare”
στελ-/στᾰλ-
275. στενάζω “gemere” 276. στέργω “amare” στερέω 277. “privare”
στεναγ-
στενάξω
στεργ-/ στοργστερ(ε)-
στέρξω
278. στέφω “incoronare” στρέφω 279. “volgere, rovesciare”
στεφ-
280. σφάζω σφάττω “sgozzare” 281. στρώννυμι “stendere” 282. σφάλλω “fare cadere” med. “cadere, sbagliare” 283. σχίζω “scindere” 284. σῴζω15 “salvare”
στρεφ-/ στρᾰφ-/ στροφ-
(σπουδάσω) σπουδάσομαι σπουδασθήσομαι στελῶ σταλήσομαι
στερήσω στερῶ στερηθήσομαι στερήσομαι στέψω στεφθήσομαι στρέψω στραφήσομαι
σφαγ-
σφάξω σφαγήσομαι
στρω-
στρώσω στρωθήσομαι σφαλῶ σφαλήσομαι
σφᾰλ-
σχιδσω-
Aoristo
ἐσπούδασα ἐσπουδάσθην
ἐσπούδακα ἐσπούδασμαι
ἔστειλα ἐστάλην (ἐστάλθην) ἐστέναξα
ἔσταλκα ἔσταλμαι
ἔστερξα ἐστέρχθην ἐστέρησα ἐστερήθην
ἔστοργα ἔστεργμαι ἐστέρηκα ἐστέρημαι
ἔστεψα ἐστέφθην ἔστρεψα ἐστρέφθην (ἐστράφθην) ἐστράφην ἔσφαξα ἐσφάχθην ἐσφάγην ἔστρωσα ἐστρώθην ἔσφηλα (ἐσφάλθην) ἐσφάλην
ἔστεμμαι
σχίσω σχισθήσομαι σώσω σωθήσομαι
ἔσχισα ἐσχίσθην ἔσωσα ἐσώθην
285. ταράσσω “turbare”
ταραχ-/τρηχ-
ταράξω ταραχθήσομαι
ἐτάραξα ἐταράχθην
286. τάσσω “ordinare”
τᾰγ-
ἔταξα ἐτάχθην ἐτάγην
287. τείνω “tendere” 288. τεκμαίρω “testimoniare, segnare, mostrare” med. “arguire”
τεν-/τᾰ-
τάξω ταχθήσομαι ταγήσομαι τετάξομαι τενῶ ταθήσομαι τεκμαροῦμαι
τεκμαρ-
Perfetto
ἔτεινα ἐτάθην (ἐτέκμηρα) ἐτεκμηράμην
ἐστέναγμαι
ἔστροφα ἔστραμμαι
ἔσφακα ἔσφαγμαι (ἔστρωκα) ἔστρωμαι ἔσφαλκα ἔσφαλμαι
ἔσχισμαι σέσωκα σέσω(σ)μαι (intr.) (τετάραχα) τέτρηχα τετάραγμαι τέταχα τέταγμαι
τέτακα τέταμαι
15. Presente da σωζω, formato dal tema dell’aggettivo σῶς “salvo”, più il suffisso denominativo -ιζω; le forme con lo iota sottoscritto si trovano per analogia anche negli altri tempi: σῴσω, ἔσῳσα, σέσῳκα; peraltro, anche nel presente si trova la forma senza iota sottoscritto, σώζω.
354
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Presente
Tema verbale
Futuro
Aoristo
Perfetto
ἐτελεύτησα ἐτελευτήθην ἐτέλεσα ἐτελέσθην
τετελεύτηκα
289. τελευτάω “finire” 290. τελέω “compiere”
τελευτα-/ τελευτητελε(σ)-
291. τέμνω “tagliare 292. τέρπω “dilettare, dilettarsi”
τεμ-/(ταμ)-/ τμητερπ-/ταρπ-
293. τήκω “liquefare” med. “fondersi” (intr.) 294. τίθημι “collocare”
τακ-/τηκ-
τήξω τακήσομαι
θε-/θη-
θήσω τεθήσομαι
ἔθηκα ἐτέθην
295. τιμάω “onorare” 296. τιμωρέω “vendicare” 297. τίνω “pagare, espiare” med. “punire, vendicarsi” 298. τιτρώσκω “ferire” 299. τρέπω “volgere” (tr.) “mettere in fuga” med. “volgersi, fuggire” 300. τρέφω “nutrire”
τιμᾰ-/τιμη-
τιμήσω τιμηθήσομαι τιμωρήσω τιμωρηθήσομαι τ(ε)ίσω
ἐτίμησα ἐτιμήθην ἐτιμώρησα ἐτιμωρήθην ἔτ(ε)ισα ἐτ(ε)ίσθην
τρεπ-/τραπ-/ τροπ-
τρώσω τρωθήσομαι τρέψω τραπήσομαι
ἔτρωσα ἐτρώθην ἔτρεψα ἔτραπον ἐτρέφθην ἐτράπην
τέτρωκα τέτρωμαι τέτροφα τέτραμμαι
θρεφ-/θραφ-/ θροφ-
θρέψω τραφήσομαι
τέτροφα τέθραμμαι
301. τρέχω “correre” 302. τρίβω “logorare”
θρεχ-/ δραμ(η)τριβ-
303. τυγχάνω “essere per caso, ottenere”
τευχ-/τυχ-/ τυχη-
(θρέξομαι) δραμοῦμαι τρῑ´ψω τριφθήσομαι τρῐῐβήσομαι τεύξομαι
ἔθρεψα ἔτραφον ἐθρέφθην ἐτράφην ἔθρεξα ἔδραμον ἔτρῑ´ψα ἐτρῑ´φθην ἐτρῐ´βην (ἐτῠ´χησα) ἔτυχον (ἐτεύχθην)
τιμωρε-/ τιμωρητι-/τει-
τρω-
τελευτήσω τελῶ τελέσω τελεσθήσομαι τεμῶ τμηθήσομαι τέρψω
ἔταμον/ἔτεμον ἐτμήθην ἔτερψα ἐτέρφθην (ἐτάρφθην) (ἐτάρπην) ἔτηξα ἐτήχθην ἐτάκην
2
τετέλεκα τετέλεσμαι τέτμηκα τέτμημαι
τέτηκα τέτηγμαι
τέθηκα τέθεικα τέθειμαι τετίμηκα τετίμημαι τετιμώρηκα τετιμώρημαι τέτ(ε)ικα τέτ(ε)ισμαι
δεδράμηκα δεδράμημαι τέτρῐφα τέτρῑμμαι τετύχηκα τέτευχα (τέτευγμαι)
355
Parte
3
Appendici
Presente
Tema verbale
Futuro
304. τύπτω “battere”
τυπ-/τυπτ(η)-
τύψω τυπτήσω
305. ὑβρίζω “essere tracotante”
ὑβριδ-
306. ὑγιαίνω “essere sano” 307. ὑπισχνέομαι16 “promettere” ὑφαίνω 308. “tessere” 309. φαίνω “mostrare” med. “apparire” φείδομαι 310. “risparmiare” 311. φέρω “portare”
ὑγιαν-
ὑβρίσω ὑβριῶ ὑβρισθήσομαι ὑγιανῶ
σχε-/σχ-
ὑποσχήσομαι
ὑφαν-
ὑφανῶ
φαν-/φην-
φανῶ φανήσομαι φανθήσομαι φείσομαι
312. φεύγω “fuggire” 313. φημί “dire” 314. φθάνω “prevenire” 315. φθέγγομαι “gridare” 316. φθείρω “distruggere” 317. φθίνω, φθίω “consumare” 318. φθονέω “essere malevolo, invidiare” 319. φιλέω “amare” 320. φλέγω “bruciare”
φειδφεροἰἐνεκ-/ἐγκ-/ ἐνοκφευγ-/φυγφᾰ-/φη-
οἴσω οἰσθήσομαι ἐνεχθήσομαι φεύξομαι φευξοῦμαι φήσω
ἔτυψα ἐτύπτησα ἔτυπον ἐτύφθην ἐτυπτήθην ἐτύπην ὕβρισα ὑβρίσθην ὑγίανα ὑγιάνθην ὑπεσχόμην ὑπεσχέθην ὕφηνα ὑφάνθην ἔφηνα ἐφάνθην ἐφάνην ἐφεισάμην
φθέγξομαι
φθερ-/ φθᾰρ-/ φθορφθι-
φθερῶ φθαρήσομαι
ἔφθειρα ἐφθάρην
φθινήσω φθ(ε)ίσω
ἔφθινα (ἐφθίνησα) ἔφθ(ε)ισα ἐφθίμην ἐφθόνησα ἐφθονήθην
φλεγ-
ὑπέσχημαι ὕφαγκα ὕφασμαι πέφαγκα πέφηνα πέφασμαι πέφεισμαι
ἔφθαρκα ἔφθορα ἔφθαρμαι ἔφθικα ἔφθιμαι
φθεγγ-
φιλήσω φιληθήσομαι φλέξω φλεγήσομαι (φλεχθήσομαι)
ὕβρικα ὕβρισμαι
ἔφθακα
ἔφθασα ἔφθην (ἐφθάσθην) ἐφθεγξάμην
φιλε-/φιλη-
τέτυφα τετύπτηκα τέτυμμαι τετύπτημαι
ἐνήνοχα ἐνήνεγμαι
(φθάσω) φθήσομαι
φθονε-/φθονη- φθονήσομαι φθονηθήσομαι
Perfetto
ἤνεγκα (ἤνεικα) ἤνεγκον ἠνέχθην ἔφυγον (ἐφεύχθην) ἔφησα
φθᾰ-/φθη-
16. Il composto ὑπισχνέομαι è molto più usato del verbo semplice.
356
Aoristo
ἐφίλησα ἐφιλήθην ἔφλεξα ἐφλέχθην ἐφλέγην
πέφευγα
ἔφθεγμαι
ἐφθόνημαι
πεφίληκα πεφίλημαι πέφλεγμαι
Appendice
Tavole della feeesooe veerale
Presente
Tema verbale
Futuro
Aoristo
2
Perfetto
321. φοβέω “spaventare” med. “temere” 322. φορέω “portare” 323. φράζω “dire” 324. φρίσσω “inorridire” 325. φρονέω “essere saggio, pensare” 326. φροντίζω “preoccuparsi” 327. φυλάσσω “custodire” 328. φύω “generare” med. “nascere” 329. φωνέω “parlare” 330. χαίνω, χάσκω “aprire la bocca” 331. χαίρω “gioire” 332. χαλάω “allentare” 333. χαρίζομαι “fare piacere”
φοβε-
φοβήσω φοβηθήσομαι
ἐφόβησα ἐφοβήθην
πεφόβημαι
φορε-/φορη-
φορήσω
πεφόρημαι
φραδ-
φράσω
φρικ-
φρίξω
ἐφόρησα ἐφορήθην ἔφρασα ἐφράσθην ἔφριξα
πέφρακα πέφρασμαι πέφρικα
φρονε-/φρονη- φρονήσω
ἐφρόνησα
πεφρόνηκα
φροντιδ-
φροντιῶ
φυλακ-
φυλάξω φυλαχθήσομαι φύσω φυήσομαι
ἐφρόντισα (ἐφροντίσθην) ἐφύλαξα ἐφυλάχθην ἔφῡσα ἔφυν ἐφύην ἐφώνησα ἐφωνήθην ἔχᾰνον
πεφρόντικα πεφρόντισμαι πεφύλαχα πεφύλαγμαι πέφῡκα
ἐχαίρησα ἐχάρην ἐχάλασα ἐχαλάσθην ἐχαρισάμην ἐχαρίσθην
κεχάρηκα κεχάρημαι κεχάλασμαι
334. χέω “versare”
χε-/χευ-/ χυ-
κέχυκα κέχυμαι
335. χράω “dare oracoli” χράομαι “usare” χρηματίζω 336. “occuparsi”
χρη-
χρήσω χρήσομαι χρησθήσομαι
ἔχεα ἔχευσα ἐχύθην ἔχρησα ἐχρησάμην ἐχρήσθην
κέχρηκα κέχρησμαι κέχρημαι
χρηματιδ-
χρηματίσω χρηματιῶ (χρηματισθήσομαι) χρίσω χρισθήσομαι χρώσω χρωσθήσομαι χωρήσω (χωρηθήσομαι)
ἐχρημάτισα ἐχρηματίσθην
κεχρημάτικα κεχρημάτισμαι
ἔχρισα ἐχρίσθην ἔχρωσα ἐχρώσθην ἐχώρησα ἐχωρήθην
κέχρικα κέχρι(σ)μαι (κέχρωκα) κέχρωσμαι κεχώρηκα κεχώρημαι
φῠ-/φῡ-
φωνε-/φωνη-
φωνήσω
χαν-/χην-
χανοῦμαι
χαιρη-/χᾰρ(η)- χαιρήσω χαρήσομαι χαλαχαλάσω χαριδ-
χρῑ(σ)337. χρίω “ungere” χρω338. χρώννυμι “tingere” χωρε-/χωρη339. χωρέω “andare via, andare”
χαρίσομαι χαριοῦμαι χαρισθήσομαι χέω χυθήσομαι
πεφώνηκα πεφώνημαι κέχηνα
κεχάρισμαι
357
Parte
3
Appendici
Presente
340. ψάυω “toccare” 341. ψέγω “biasimare” 342. ψεύδω “ingannare” med. “mentire” 343. ψηφίζω “contare” med. “votare, decidere” ὠθέω 344. “spingere” 345. ὠνέομαι “acquistare”
358
Tema verbale
Futuro
ψαυ-
ψαύσω
ψεγ-
Aoristo
Perfetto
ψέξω (ψεχθήσομαι) ψεύσω ψευσθήσομαι
ἔψαυσα ἐψαύσθην ἔψεξα (ἐψέχθην) ἔψευσα ἐψεύσθην
(ἔψαυκα) (ἔψαυσμαι) (ἔψεγμαι)
ψηφιδ-
ψηφιῶ ψηφισθήσομαι
ἐψήφισα ἐψηφίσθην
(ἐψήφικα) ἐψήφισμαι
ὠθ- (ϝωθ-)/ ὠθε-
ὤσω ὠσθήσομαι
ἔωσα, ὦσα, (ἔωκα) ὤθησα ἔωσμαι ἐώσθην, ὤσθην ἐωνησάμην ἐώνημαι (ὠνησάμην) ἐωνήθην
ψευδ-
ὠνε- (ϝωνε-) ὠνήσομαι (ὠνηθήσομαι)
ἔψευκα ἔψευσμαι
PARTE 3
APPENDICE 3
Appendici
Locuzioni idiomatiche e frasi utili A, α ἄγειν ἐκκλησίαν: tenere un’assemblea ἄγειν σπονδάς: osservare i patti ἄγειν σχολήν: stare in ozio ἄγειν πόλεμον, εἰρήνην: essere in guerra, in pace ἄγειν εὐδαιμονίαν: vivere felice ἄγειν ἡμέραν, νύκτα: trascorrere il giorno, la notte ἄγειν γυναῖκα: prendere moglie ἀδυνάτως ἔχειν: essere nell’impossibilità di... ἀέκων (ἄκων), -ουσα, -ον: malvolentieri αἱρεῖσθαί τί τινος: preferire una cosa a un’altra αἰτίαν ἔχειν: essere accusato ἀκμήν: in quel momento ἀκούειν κακῶς: avere cattiva reputazione (lat. male audire) ἀκούειν καλῶς: godere buona fama (lat. bene audire) ἀλλά γε: pur tuttavia ἀλλ’ ἤ: se non; eccetto ἄλλοι τε καί: fra gli altri ἄλλος ἄλλοθεν: chi di qua, chi di là (lat. alius aliunde) ἄλλος ἄλλως πράττει: chi agisce in un modo, chi in un altro ἄλλος ἐπ’ ἄλλῳ: l’uno dopo l’altro ἄλλο τι ἤ;: non è vero che? ἄλλως τε καί: soprattutto ἅμα ... καί: non appena ἅμα τῇ ἡμέρᾳ: sul far del giorno ἀμέλει: certamente; per esempio ἅμ’ ἕῳ: all’alba ἀμφ’ ἅλα: per mare ἀμῶς γέ πως: in qualche modo ἀνάγκῃ: necessariamente ἀνὰ κράτος: a tutta forza ἀνὰ λόγον: in proporzione ἀνὰ μέρος: a turno
ἀνθ’ ὧν: in cambio di che ἀπ’ ἀρχῆς: dall’inizio ἀπ’ ἐκείνου: da allora in poi ἀπ’ ἐμοῦ ἐστι: è in mio potere ἀπὸ γλώσσης: a voce ἀπὸ δόξης: inaspettatamente ἀπὸ καιροῦ: inopportunamente ἀπολείπειν μικρὸν τοῦ + inf.: mancare poco che... ἀπόρως ἔχειν + inf.: essere nell’incertezza di... ἀπὸ στόματος: a memoria ἀπὸ τοῦ νῦν: da ora in poi ἀρχήν: da principio ἀρχὴν οὐ: assolutamente no ἀρχόμενος, -η, -ον: all’inizio ἀφ’ ἑσπέρας: dopo l’imbrunire ἀφ’ οὗ: da quando
B, β βίᾳ: a forza
Γ, γ γραφὴν διώκειν τινά: accusare qualcuno in giudizio γράφειν γραφήν: muovere un’accusa
Δ, δ δῆλον ὅτι: evidentemente δημοσίᾳ: pubblicamente; a spese pubbliche διὰ βραχέων (λόγων): in breve διὰ δίκης ἐλθεῖν τινί: entrare in lite con qualcuno δίκην εἰπεῖν, κρίνειν: pronunciare un giudizio δίκην τίνειν, ἐκτίνειν: espiare la pena δίκην/δίκας ὑπέχειν: subire un processo δίκην φεύγειν: esser citato in giudizio διὰ μακροῦ: a lungo διὰ ὀλίγου: brevemente; poco dopo 359
Parte
3
Appendici
διὰ παντός: continuamente διὰ ταχίστων: in breve διὰ τέλους: completamente δίκῃ: con giustizia; equamente δίκην (col genitivo): a guisa di; come δόλῳ: con astuzia δουλοῦσθαι τὴν γνώμην (τῇ γνώμῃ): perdersi d’animo (lat. deficere animo) δωρεάν: gratis
E, ε εἶναι ἐπί τινι: essere in potere di qualcuno εἴπερ ποτέ: se (altri) mai εἴπερ τις καὶ ἄλλος: più di ogni altro εἰς ἀεί: per sempre εἰς ἐμέ: fino ai miei tempi εἰς κόρακας: (lett. “ai corvi”) alla malora εἰς πᾶν ἔρχεσθαι: tentare ogni mezzo εἰς τὸ ἐνδεχόμενον: quanto è possibile εἰς τὸ μέλλον: per l’avvenire εἴ τις καὶ ἄλλος: se altri mai; più d’ogni altro; quant’altri mai εἰ τύχοι: per caso ἐκ παίδων: fin dalla fanciullezza ἐκ παντὸς τρόπου: in ogni modo ἐκ ποδῶν ποιεῖσθαι: togliere di mezzo; uccidere ἐκ τοῦ ἐμφανοῦς: in pubblico; apertamente ἐκ τοῦ ἴσου: ugualmente ἐκ τούτου: quindi; in seguito ἐκ τοῦ φανεροῦ: evidentemente ἐκ τῶν παίδων εὐθύς - ἐκ παίδων: fin dalla fanciullezza ἐκ χειρός: corpo a corpo ἑκών (εἶναι): volentieri ἐν Ἅιδου: nell’Ade, nell’aldilà ἐν βραχεῖ: brevemente ἐν ἐμοῖ: a mio giudizio ἐν καιρῷ: in tempo opportuno ἐν νόμοις: secondo le leggi ἐν ὀφθαλμοῖς: davanti agli occhi; evidente ἐνταῦθα ἡλικίας: a quest’età ἐν τάχει: rapidamente ἔν τινι εἶναι: occuparsi di qualcuno ἐν τούτῳ: nel frattempo ἐν τῷ παραχρῆμα: sùbito ἐν τῷ παρόντι: al presente, attualmente ἐν τῷ τότε: in quel tempo 360
ἐν τῷ φανερῶ: manifestamente ἐν ὑπαίθρῳ: a cielo scoperto ἐν ὑστέρῳ: in seguito ἐν ᾧ: quando; finché ἐξ ἀέλπτου: insperatamente, inaspettatamente ἐξ ἀπροσδοκήτου: all’improvviso ἐξ ἑκουσίας: volendo ἐξ ἑνὸς στόματος: all’unanimità ἐξ ἐπιτηδές: di proposito ἔξεστι: è lecito ἐξ ἴσου: in ugual misura ἐξ ὀλίγου: subito ἐξόν: benché sia (poiché è) possibile ἐξ οὗ: da quando ἐπ’ αὐτοφώρῳ: in flagrante ἐπ’ ἐμοί ἐστι: è in mio potere ἐπὶ καιροῦ: secondo le circostanze ἐπὶ πᾶν: insomma ἐπὶ πάντων: in ogni occasione ἐπὶ πολύ: a grande distanza ἐπὶ ῥητοῖς: alle condizioni stabilite ἐπ’ ἴσης: ugualmente ἐπὶ τῇ ἴσῃ: a uguali condizioni ἐπὶ τοῦτο: inoltre ἐπ’ οὐδενί: senza condizioni ἐς δέον: al momento opportuno ἐς κοινόν: comunemente ἔστι μοι (σοι ecc.): posso, puoi ἔστιν ᾗ: in certo modo ἔστιν ὅπου: in certi luoghi ἔστιν ὅπως: in qualche maniera; può darsi ἔστιν ὅς: qualcuno ἔστιν ὅτε: talvolta ἔστιν ὡς: forse ἔστιν τῳ (= ἔξεστί τινι): qualcuno potrebbe εὖ ἀκούειν: aver buona fama εὖ (κακῶς) ἀκούω πρός τινος: sono trattato bene (male) da uno εὖ ἔχω: sto bene εὐμενῶς (κακῶς) διάκειμαι: sono ben disposto (sono maldisposto) εὖ οἶδα ὅτι (parentetico): lo so bene εὖ πάσχειν: ricevere un beneficio εὖ ποιεῖν: fare un beneficio εὖ πράττω: sono fortunato ἐφ’ ἡμᾶς: a nostro danno ἐφ’ ἡμῖν ἐστι: è in nostro potere
Appendice
Locuzioni idiomatiche e frasi utili
ἐφ’ ἡμῶν: ai nostri giorni ἐφ’ οἷς, ἐφ’ ᾧ, ᾧτε (con l’accusativo e l’infinito): a patto che
H, η ᾗ ἄριστα: il meglio possibile ἡγέομαί τι περὶ πολλοῦ: stimare molto una cosa ἡδέως ἔχειν: andare bene ἡδέως ἔχειν τι: contentarsi di una cosa ἡδέως ἔχειν τινί (πρός τινα): essere ben disposto verso qualcuno ἢ κατά (con l’accusativo, dopo un comparativo): troppo per... ἡσυχίαν ἄγειν (o ἔχειν): star tranquillo; star fermo ᾗ ... ταύτῃ: come ... così
Θ, θ θαυμαστὸς οἷος: di qualità straordinaria θαυμαστὸς ὅσος: in quantità straordinaria, straordinariamente
I, ι ἰδίᾳ: privatamente, individualmente ἱερὰ ἄγκυρα: l’ultima speranza ἴσα: in misura uguale
K, κ καθ’ ἕνα: uno alla volta καθ’ ἡδονήν (ἐστί) μοι: mi fa piacere καθ’ ἡμέραν: ogni giorno καθ’ ὅλον: in generale καὶ γὰρ καί: persino infatti καὶ γὰρ οὖν: e perciò καὶ γάρ τοι: dunque καὶ δὴ καί: e inoltre καὶ μάλα: certamente! καὶ ταῦτα: e per di più κακῶς ἀκούειν: aver cattiva fama κατὰ γῆν καὶ θάλατταν: per terra e per mare κατὰ δύναμιν εἶναι: con ogni possibile sforzo κατὰ δυνατὸν εἶναι: con ogni possibile sforzo κατὰ λόγον: ragionevolmente; proporzionalmente κατὰ μέρος: a turno κατὰ μικρόν: a poco a poco
3
κατὰ πάντα: del tutto κατὰ πόδα: subito κατ’ ἀρχάς: da principio κατὰ σπουδήν: in fretta κατὰ τὸ εἰωθός: come al solito κατ’ ἐμαυτόν: a modo mio κατ’ ἐξοχήν: per eccellenza, principalmente κατ’ ἔτος: ogni anno κατ’ ὀλίγον: a poco a poco κατ’ ὀλίγους: a pochi per volta κεφάλαιον: in conclusione κινδυνεύει: è probabile κοινῇ: in comune κομιδῇ: con impegno κομιδῇ μὲν οὖν: senz’altro κρείττων εἰμί (con participio): per me è preferibile
Λ, λ λόγου ἐλαχίστου εἶναι: essere di nessun conto; valere assai poco λόγου ἕνεκα: per esempio λόγῳ μέν ... ἔργῳ δέ: a parole ... di fatto
M, μ μακρὸν ἂν εἴη: sarebbe troppo lungo μακρῷ: di gran lunga; molto (con comparativi) μάλιστα: circa μᾶλλον ἐλπίδος: più di quel che si possa sperare μᾶλλον καιροῦ: più di quanto sia opportuno μᾶλλον τοῦ δέοντος: più del dovere μὰ τοὺς θεούς: no, per gli dèi! μέγα φρονεῖν: essere superbo μέλον: stando a cuore μεταμέλον (part. nt. ass.): pentendosi μετ’ ὀλίγον τούτων: poco dopo questi fatti μηδὲ μικρόν: neanche un po’ μηνὸς ἱσταμένου, μεσοῦντος, φθίνοντος: nella prima, seconda, terza decade del mese μικρὸν φρονεῖν: essere umile; essere afflitto μικροῦ: quasi; per poco μόνον οὐ: quasi; quasi quasi
N, ν νὴ Δία: per Zeus! 361
Parte
3
Appendici
O, o οἱ ἀμφὶ Κῦρον: i seguaci di Ciro οἱ ἄνω: i vivi οἱ ἀπὸ σκηνῆς: gli attori οἶδ’ ὅτι: certamente οἱ ἐν πράγμασιν: gli uomini di Stato οἱ ἐν τέλει: le autorità οἱ ἐν τῇ ἀγορᾷ: i mercanti οἱ ἐφ’ ἡμῶν: i contemporanei οἱ κάτω: i morti οἱ νῦν: i contemporanei οἱ ὀλίγοι: gli oligarchici οἷον: ad esempio; come οἷον τε (ἐστί): è possibile οἱ ὄντες: i viventi οἷός τε (εἰμί): sono capace; posso οἱ οὐκ ὄντες: i morti οἱ πάλαι: gli antichi οἱ παρ’ ἐμοί: i miei contemporanei οἱ περί: i seguaci οἱ πολλοί: i più; la maggior parte della popolazione οἵ τε ἄλλοι καί: gli altri, ma specialmente... οἱ τυχόντες: il volgo ὀλίγου: a buon prezzo ὀλίγου (δεῖ): manca poco che; quasi ὀλίγου χρόνου: in poco tempo ὄναρ: in sogno ὄρθιος, -α, -ον: di buon mattino ὅσα ἰδεῖν: per quanto si può vedere ὅσον οὐ: quasi ὅτι μή: eccetto che ὁ τυχών: il primo che capita οὐ γὰρ ἀλλά: senonché οὐδὲν ἄλλ’ ἤ: non (fare) altro che οὐδ’ ὁπωστιοῦν: in nessun modo οὐδ’ ὁστισοῦν: neppure uno solo οὐδ’ ὁτιοῦν: assolutamente nulla οὐκ ἄλλ’ ἤ: null’altro che; soltanto οὐκ ἂν φθάνοις λέγων: dillo subito (lett. non faresti troppo in fretta a dirlo) οὐκ ἔσθ’ ὅπως: in nessun modo οὐκ (ἐρῶ) ὅπως ... ἀλλὰ καί: non solo ... ma anche οὐκ ἔστιν ὅπου: mai; in nessun luogo οὐ μή: bada che: non c’è pericolo che οὐ πρότερον ... πρὶν ἤ: non prima ... che 362
οὔπω ... καί: non ancora ... quand’ecco che οὔτοι γε δή: tanto meno poi οὕτως ἔχει: la cosa sta così οὕτως πράττειν: essere così οὐ φθάνω ... καί: non appena ... subito οὐχ ἥκιστα: soprattutto οὐχ οἷόν τ’ ἄλλ’ ἤ: non è possibile se non... οὐχ ὅτι γε: nonché οὐχ οὕτως: neppure così; tuttavia non
Π, π πάντα λίθον κινεῖν: adroprare ogni mezzo πάντα τρόπον: in qualsiasi modo παντὸς μᾶλλον: sicuramente παρὰ δόξαν: contro l’aspettativa; straordinariamente παρέχον: potendo πάσχειν κακῶς: essere trattato male πεζῇ: a piedi περὶ λύχνων ἁφάς: sul far della notte περὶ πολλοῦ: molto (con verbi di stima) πλεῖστοι: moltissimi; οἱ πλεῖστοι: la maggioranza πολλαχῇ μὲν καὶ ἄλλῃ, πρῶτον δέ ... ὅτι: per molti altri motivi, ma anzitutto perché πολλαχοῦ δὲ καὶ ἄλλοθι: e anche in molti altri luoghi πολλοὶ καὶ ἄλλοι: molti altri πολλοῦ: molto (con verbi di stima) πολλοῦ (γε καὶ) δεῖ: assolutamente no; manca molto che πόσον;: a quale prezzo? ποῦ γῆς;: in quale parte del mondo? πρὸ πολλοῦ: molto (con verbi di stima) πρὸς ἀνάγκην: per necessità προσῆκον: poiché è conveniente πρὸς θεῶν: in nome degli dèi πρὸς τὴν δύναμιν: a seconda della forza προστίθεσθαι γνώμῃ: acconsentire πρὸς τοὺς καιρούς: a seconda delle circostanze πρὸς τοῦτο: inoltre πρὸ τοῦ: prima πρόφασιν: col pretesto di
Σ, σ σιγῇ: in silenzio σπουδῇ: in fretta
Appendice
Locuzioni idiomatiche e frasi utili
συνελόντι εἰπεῖν: per dirla in breve σχεδόν (τι): quasi; press’a poco
Τ, τ τὰ δύο μέρη: due terzi τὰ ἐν ποσί: gli avvenimenti presenti τὰ ἑξῆς: il futuro τὰ ἐπιφερόμενα: il futuro τἆλλα: del resto τὰ μέν ... τὰ δέ: parte ... parte τὰ νῦν εἶναι: per ora ταπεινῶς πράττειν: trovarsi in misero stato τὰ πλεῖστα: per lo più; in genere τὰ πολλά: per lo più τὰ πρῶτα φέρεσθαι: ottenere il primo posto τὰ τούτων ἐχόμενα: il seguito τὰ τυχόντα: le cose comuni, volgari ταύτῃ: così; qui ταὐτὸ τοῦτο: per questo appunto τέλει (o τέλος): alla fine τῇ μέν ... τῇ δέ: qui ... lì τὴν ἀρχήν: dapprima; nel principio τὴν ταχίστην (ὁδόν): al più presto τῇ ὑστεραίᾳ (ἡμέρᾳ): l’indomani τί μαθών;: perché? τό: perciò τὸ ἀπὸ τοῦδε: da allora in poi τὸ δέον: il dovere τὸ εἰκάσαι: per quanto si può congetturare τὸ ἐπ’ ἐμοί (εἶναι): per quanto sta in me τὸ ἐπὶ πᾶν: in tutto τὸ λεγόμενον: come suol dirsi τὸ λοιπόν: per il resto; per l’avvenire τὸ μέλλον, τὰ μέλλοντα: il futuro τὸ μετὰ ταῦτα: in seguito τὸν καὶ τόν: questo e quello τὸ νῦν (εἶναι): per il momento; ora τὸ πάλαι: anticamente τὸ παραπάν: affatto; del tutto τὸ πρίν: prima τοσοῦτον ἀπέχω τοῦ...: sono tanto lontano da τοσοῦτον δέω ὥστε + inf.: tantum abest ut... τὸ σύμπαν εἶναι: in una parola τὸ σύμπαν εἰπεῖν: in una parola; insomma τὸ συμφέρον: l’utile τὸ τρίτον μέρος: un terzo
3
τοῦ: perciò τοῦ λοιποῦ: nel tempo a venire τοῦ μηνός: ogni mese τοῦ πρόσω: innanzi τοῦ τέλος: alla fine τοῦτο μέν ... τοῦτο δέ: da una parte ... dall’altra τυχόν: forse τῷ: perciò τῷ δοκεῖν: in apparenza; a quanto sembra τῷ ὄντι: in realtà τῷ παντί: del tutto τῷ τοι: perciò
Υ, υ ὑπὸ ταῦτα: durante questi avvenimenti ὑστεραῖος, -α, -ον: il giorno dopo
Φ, φ φεύγω φόνου: essere accusato di omicidio φεύγω περὶ θανάτου: essere accusato e rischiare la pena di morte φρενῶν ἀφεστάναι: perdere la testa
Χ, χ χαίρειν ἐάω: lascio perdere; mando in malora χαίρειν λέγω: lascio perdere χαλεπῶς φέρω: sopporto a malincuore χάριν (col genitivo): in grazia di; grazie a
Ω, ω ὡς ἀληθῶς: effettivamente; in realtà ὡς εἰκάσαι, ὡς εἰκός: come sembra ὡς εἶναι: almeno per quanto riguarda ὡς ἐμῇ δόξῃ: a mio avviso ὡς ἐν βραχεῖ εἰπεῖν: per dirla in breve ὡς ἐπὶ τὸ πολύ: per lo più ὡς ἔπος εἰπεῖν: per così dire ὡς ἔχει ποδῶν: a gambe levate ὡς ἔχω: così come mi trovo ὡς οἷόν τε (col superlativo): il più possibile ὡς συνελόντι εἰπεῖν: per dirla in breve ὡς τάχιστα: al più presto ὤφελον: magari (lat. utinam)
363
Indice degli argomenti abbreviamento di vocali, 298 accento – acuto, grave, circonflesso, 11 – leggi sulla posizione e il tipo, 16-17 – posizione sulle enclitiche, 18 accusativo assoluto, 263 acrofonico, sistema numerico, 145 aferesi, 12, 298 affievolimento della sibilante, 303 aggettivi, 50 – comparativi e superlativi, vedi comparazione – contratti, 69-70 – declinazione attica, 52 – interrogativi di quantità, qualità, ed età, 137 – interrogativi e indefiniti, 136-138 – irregolari, 116-117 – numerali, 144-145 – possessivi, 132-133 – prima classe a due uscite, 51 – prima classe a tre uscite, 50 aggettivi verbali in -τός e -τέος, 234-236 – fenomeni fonetici, 234-235 – uso e significato, 235-236 alfa puro e impuro, 31 alfabeto, 8-9 – fenicio, 4 – greco arcaico, 4 – valori numerici, 144-145 allungamento organico e di compenso, 298-299 ἄν, usi di, 251-253 anastrofe, 299 aoristo, 163-164 – attivo: primo o debole asigmatico, 168-171; primitivo o debole sigmatico, 164-168; cappatico, 181-183; secondo (lista dei verbi più frequenti), 174-175; secondo o forte o tematico, 364
171-174; terzo (elenco dei principali verbi), 180-181; terzo o fortissimo o atematico, 176-180; diverso significato di aoristo primo e secondo, 172; diverso significato di aoristo primo e terzo, 180 – passivo: primo o debole, 184-188; secondo o forte, 188-190; secondo o forte (elenco dei principali verbi), 189-190; diverso significato dell’aoristo primo e secondo, 189; significato passivo e medio, 189; verbi che inseriscono -σ prima di θη, 185; verbi che perdono il -ν dinanzi a -θη, 186; verbi con tema ampliato in -ε/-η, 187 apocope, 299 apofonia, 300 – del perfetto, 210 – del perfetto medio-passivo, 231 – temi in -ι, 108-109 – temi in -υ, 110 apostrofo, 19 articolazione, luogo di, 14-15 articolo, 23 asigmatico: vedi aoristo primo o debole, 168 aspetto del verbo, 161, 248 aspirato: vedi perfetto secondo o forte, 213 assimilazione e dissimilazione, 301-303 attico/a – declinazione, 42-43 – futuro, 197 – raddoppiamento, 207-208 attrazione del pronome relativo, 280-281 aumento, 53 – nei verbi composti, 55-56 – sillabico, 53 – temporale, 54-55
avverbi – comparativi e superlativi, 127 – derivati da aggettivi, 126 – derivati da aggettivi o sostantivi, 127 – derivati da preposizioni, 128 – derivati da pronomi, 141-142 – neutri avverbiali, 126 – numerali, 144-145 casi, uso e funzioni, 21 classi verbali, 148-150 – elenco dei verbi, 150-161 comparativi e superlativi da temi avverbiali o preposizioni, 124-125 – di minoranza e di uguaglianza, 118 – prima e seconda forma, 124 – prima forma, 120-122 – seconda forma, 122-124 – secondo termine di paragone, 118-119 – superlativo relativo, 120 comparazione – avverbi, 127-128 condizionale, vedi ipotetico, periodo congiuntivo, 61; presente attivo e medio-passivo, 61; verbi in -μι, 62-63; verbi in -ω, 61; – verbo essere, 63 coniugazione – atematica, caratteri generali, 38 – tematica e atematica, 25 – coniugazione in -μι, 36-40 – coniugazione in -ω, 26-28 – verbi radicali, 49 consonanti, 14-15 contrazione delle vocali, 305-306 crasi, 19, 306-307 declinazione – aggettivi contratti a due uscite della prima classe, 70
Indice degli argomenti
– aggettivi contratti a tre uscite della prima classe, 69 – prima declinazione, 31-34; confronto fra greco e latino, 35; sostantivi contratti, 67; sostantivi maschili, 33-34 – seconda declinazione, 41-42; confronto fra greco e latino, 43-44; declinazione attica, 42-43; sostantivi contratti, 68 – terza declinazione, 76-79; confronto fra greco e latino, 86-88; participi presenti, 89-95; particolarità, 115-116; temi in dentale, 82-83; temi in -ευ, 112-113; temi in -ι, 108-109; temi in labiale, 81; temi in liquida, 96-98; temi in nasale, 98-101; temi in -ντ, 83-86; temi in occlusiva gutturale, 79-81; temi in -οj, 113; temi in -ου e -αυ, 111-112; tema in -ωϝ, 114; temi in -ρ con apofonia, 97-98; temi in sibilante, 101-104; temi in -υ, 109-111 deponenti: verbi con tema in -α, 49 desinenze del nome, 22 desinenze verbali, 26 – primarie attive, 26-27 – primarie medio-passive, 46-47 – secondarie (o storiche) attive e medio-passive, 56 diacritici, segni: accenti, 11; apostrofo, 11-12; coronide, 12; punteggiatura, 12; spiriti, 11 dialetti greci, 5 diatesi, 24, 45-46 digamma, 9 dimotikì, 6 dissimilazione, 302-303 dittonghi, propri e impropri, 13 dorico, futuro, 197-198 enclisi, 17-18 epentesi, 307
essere, verbo – accezioni e accentazione, 29 – congiuntivo presente, 61-63 – futuro, 191-203 – imperfetto, 53-60 – indicativo presente in greco, latino e sanscrito, 30 – ottativo presente, 64-66
– quarto tipo, 294-295 – secondo tipo, 294 – terzo tipo, 294 iterativa, azione, 252
flessione, principi generali, 20-22 flessione completa esemplare di λύω, 314-317 flessione completa dei verbi in μι: vedi verbi in -μι futuro, 191-203 – asigmatico-contratto, 195-196 – attico, 197 – di εἰμί, 195 – dorico, 197-198 – forme notevoli e da temi diversi, 202-203 – futuro perfetto, 232-233 – passivo: primo o debole, 198-200; secondo o forte, 200-201; secondo o forte (elenco dei principali verbi), 201-202 – sigmatico, 192-195 – verbi che non allungano la vocale del tema, 193
legge del trisillabismo, 16 – del trocheo finale, 17 – di Grassmann, 303 – di Osthoff, 298 – sulla posizione e il tipo di accento, 16-17
generi, 20-21 genitivo assoluto, 262-263 greca, lingua (storia), 1-6 greco moderno, 6
paradigmi dei principali verbi, 339-358 paragoge, 308 particelle proclitiche ed enclitiche, 17-18 participio, – flessione completa dei participi, 336-338 – sintassi, 257-266 – uso nominale, 259-260 – uso verbale, 260-266 perfetto, 204-206 – apofonia del medio-passivo, 231 – differenza di significato fra perfetto primo e secondo, 214
imperativo, 250 imperfetto indicativo, 53-60 – verbi atematici, 57-60 – verbi tematici, 57 indiretto, discorso, 296 indoeuropee, lingue, 1-2 iota ascritto e sottoscritto, 13 ipotetico, periodo, 293-296 – dipendente, 296 – misto, 295 – primo tipo, 293-294
jod, 9 katharéuusa, 6 koinè diálektos, 6
metatesi, 307 micenea, lingua e sillabario, 2-3 misto, vedi perfetto terzo e ipotetico, periodo modi verbali, 248-250 negazioni οὐ/μή, 251 nome, elementi costitutivi, 22 nominativo assoluto, 263-264 numerali, 143-146 numeri, 143-144 ottativo, 64-66 – presente attivo e mediopassivo: verbi in -μι, 64-66; verbi in -ω, 64
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Indice degli argomenti
– forme apofoniche particolari: δέδοικα e δέδια, 222; ἔοικα, 221; οἶδα, 220-221 – forme perifrastiche del medio-passivo, 231 – forme perifrastiche di congiuntivo e ottativo, 231 – futuro, 232-233 – medio-passivo, 223-232; flessione, 227-231; flessione di δίδωμι, τίθημι, ἵημι, ἵστημι, 276-278 – primo o debole, 208-121; flessione di δίδωμι, τίθημι, ἵημι, ἵστημι, 245-247; participio, 212; verbi con variazioni tematiche, 210 – schema del sistema del perfetto, 205 – secondo o forte, 213-214; apofonico, 213; aspirato, 213; elenco dei verbi più frequenti, 215-216 – suffisso -κα- e -κει-, 212 – terzo o fortissimo o misto, 217-220 piuccheperfetto, 205 – medio-passivo, 223-232 – primo o debole, 208-212 – secondo o forte, 213-216 possessivi – pronomi e aggettivi, 132-133 – pronomi riflessivi, 131-132 possibilità, 253 presente indicativo, – confronto fra greco e sanscrito, 40 – il verbo essere, 29 – prospetto esemplare di λύω, 27 proclisi, 17 prolessi del pronome relativo, 279-280 pronomi – altri indefiniti, 138 – correlativi, 140-141 – dimostrativi, 133-135 366
– dimostrativi di quantità, qualità ed età, 135 – interrogativi e indefiniti, 136-139 – interrogativi indiretti, 139-140 – personali, 129-130 – possessivi, 132-133 – reciproci, 139 – relativi, 135; assorbimento, 280; attrazione, 280-281; prolessi, 279-280 – relativi indefiniti, 139-140 – riflessivi, 131-132 pronuncia del greco, 9-10 – bizantina e moderna, 10 – erasmiana, 9-10 – reuchliniana, 10 proposizioni principali, 267-270 – enunciative, 267-268 – interrogative dirette, 269-270 – volitive, 268-269 proposizioni subordinate, 271-296 – causali, 284-286 – comparative, 291-292 – comparative-ipotetiche, 291-292 – complementari dirette, 275-278 – concessive, 290 – consecutive, 288-290 – finali, 287-288 – interrogative, 277-278 – ipotetiche, vedi ipotetico, periodo – modali, 292-293 – oggettive e soggettive, 272-275 – relative, 279-283 – temporali, 283-284 protesi, 308 raddoppiamento – attico, 207-208 – dei verbi col tema iniziante in consonante, 206-607 – dei verbi col tema iniziante in vocale, 207-208
– nei verbi composti, 208 radicale, vedi aoristo terzo radicali, verbi, vedi coniugazione relativo, nesso, 281 seconda coniugazione, vedi verbi in -μι, 36-37 secondo termine di paragone, 118-119 semivocali, 14 sibilante, affievolimento della, 303 sigma lunato, 9 sillaba, 308-309 sincope, 309 sintassi, vedi proposizioni e ipotetico, periodo sonanti, λ, μ, ν, ρ, 15 superlativo, vedi comparazione tema, 22, 25 – valore dei temi temporali, 161 – verbale e temporale, 147-148 tematico, vedi aoristo secondo tempi verbali, corrispondenze con l’italiano, 24 terminazione del verbo, 26 trisillabismo, legge del, 16 trocheo finale, legge del, 17 verba curandi, 275 verba impediendi, 276-277 verba timendi, 275-276 verbi contratti – in -άω, 71-72 – in -έω, 73-74 – in -όω, 74-75 verbi in -μι, 47-49 – flessione completa, 318-335 – prospetto della diatesi attiva (presente ind., imper., inf.), 37-38 – verbi radicali in -μι, 49 verbo, vedi classi verbali vocale tematica, 25 vocali – contrazione, 305-306 – forti e deboli, 12-13