Elegie
 9788862272926, 9788862272933

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P RO P E RZI O · E L E G I E

isbn 978-88-6227-292-6 (brossura) isbn 978-88-6227-293-3 (rilegato) issn 1828-5848

ELEGIE PROPE R ZIO e di zi on e cr i ti ca e tr a du zi on e r i v e duta e cor r etta a cu r a di g i a n ca r lo g i a r di na

testi e commenti · 2 5.

P I SA · RO MA FABR IZIO SER R A EDITOR E 2010

T E S T I E CO M M E N T I Collana diretta da W. Geoffrey Arnott, Bruno Gentili, Giuseppe Giangrande

T E X T E S A N D CO M M E N TARIE S 25.

I ST I TUTO D I F I LOLOG I A C L A SSI C A CEN TRO I N TER NA ZI ONA L E DI ST UDI SULLA CULTUR A G R E C A A N TI C A un iver s ità deg li stu d i d i ur b i n o

ELEGIE PRO PERZIO ed i z i on e c r i t i c a e tr ad uzione r i v ed uta e cor retta a c ur a d i g i a n c a r lo g i ard ina

P I S A · RO M A FA B RI Z I O SERRA E D I TO R E 2010

Sono rigorosamente vietati la riproduzione, la traduzione, l’adattamento, anche parziale o per estratti, per qualsiasi uso e con qualsiasi mezzo effettuati, compresi la copia fotostatica, il microfilm, la memorizzazione elettronica, ecc., senza la preventiva autorizzazione scritta della Fabrizio Serra editore®, Pisa - Roma. Proprietà riservata · All rights reserved © Copyright 2010 by Fabrizio Serra editore®, Pisa - Roma Uffici di Pisa: Via Santa Bibbiana 28, i 56127 Pisa, tel. +39 050 542332, fax +39 050 574888, [email protected] Uffici di Roma: Via Carlo Emanuele I 48, i 00185 Roma, tel. +39 06 70493456, fax +39 06 70476605, [email protected] www.libraweb.net isbn 978-88-6227-292-6 (brossura) isbn 978-88-6227-293-3 (rilegato) issn 1828-5848

a giulia e federico mea lumina

S OM M ARI O Premessa Introduzione Bibliografia Sigla Codicum liber liber liber liber

primus · libro primo secundus · libro secondo tertius · libro terzo quartus · libro quarto

Index Nominum

13 15 37 41 43 119 253 349 445

The really insoluble difficulties are usually not the poet’s fault, but a scribe’s. Margaret Hubbard, Oxford Classical Dictionary2, s.v. Propertius

PR EM ES SA

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a presente edizione si presenta come una ristampa largamente riveduta e corretta della mia edizione del 2005: Properzio. Elegie, edizione critica e traduzione a cura di G. G., Roma, Edizioni dell’Ateneo, 2005, pp. 418. Con la nota ‘2005’ in apparato mi riferisco dunque a quella edizione. Inoltre è da tenere presente la mia edizione, con commento latino, del secondo libro, pubblicata per il Corpus Paravianum: Sex. Properti elegiarum liber ii , edidit breui commentario instruxit I. C. G., Torino «Corpus Scriptorum Latinorum Paravianum», 1977, pp. xvi-189.

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INTRODU Z I O NE La tradizione manoscritta

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a tradizione manoscritta di Properzio si fonda su un totale di 148 codici medievali, tra cui vanno considerati indispensabili per la ricostruzione del perduto archetipo (O) i seguenti manoscritti: prima classe (N) N Guelferbytanus Gudianus 224, olim Neapolitanus (s. xii in.) [4, 11,17-76 caret]

seconda classe (P) A Leidensis Vossianus lat. 38 (ca. 1230-60) [desinit 2,1,63] F Laurentianus Mediceus plut. 36,49 (ca. 1380) L Oxoniensis Bodleianus Holkhamicus misc. 36 (a. 1421) [incipit 2, 21,3] P Parisinus Bibl. Nat. lat. 7989 (a. 1423) Alla seconda classe va ascritto il seguente codice, come ha indicato James Butrica nel suo libro sulla tradizione manoscritta di Properzio:1 Z Marcianus Fondo Antico 443 (1453) [tale codice segue la tradizione di P da 2,29 sino alla fine]. La classe P presenta due distinti gruppi: uno dato dal cod. A, l’altro dai manoscritti da esso discesi non immediatamente, ma attraverso il filtro di un codice, ora perduto, che appartenne al Petrarca. Il rapporto intercedente fra le due classi è tale, che un’altissima percentuale di discrepanze fra i due rami è dovuta a lezioni genuine conservate da N e corrotte nel ramo P. Do di seguito un elenco non completo di tali divergenze, dal quale risulta evidente la superiorità di N rispetto a A P L P Z (o tutti o quanti sono disponibili in ciascun luogo): 1,1,1 cepit N: fecit A F P. 22 palleat N: placeat A F P. 2,26 culta N: una A F P (vd. il precedente una). 6,6 colore N: dolore A F P. 7,20 1 J. Butrica, The Manuscript Tradition of Propertius, Toronto 1984.

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serus N: uerus A F P. 8,1 cura N: culpa A* F P*. 22 uita N: tuta A F P. 9,32 nedum N: necdum A F P. 13,11 compescet N: componet A F P. 18,19 arbor N: ardor A F P. 2,9,38 precor N: quidem F P. 16,15 amorem N: amicam F P. 24,46 seruato N: ab infido P: om. F L. 25,42 ducit N: dulcis F: lucus L: lucet P. 43 prodire N: prodente F L P. 26,5 agitatam N: agitaui F: agitauit L P. 44 modo N: quoque F L P. 29,27 narratum N: narrabat F L P Z (narabat). 31,10 carius N (il tempio romano di Febo più ‘caro’ al dio della natale Ortigia): clarior F L P Z (e vd. v.8 claro). 34,40 magno N: om. F L P Z. 3,1,5 tenuastis N (un verbo raro): tenuistis F L P Z. 4,22 sacra N: media F P Z: om. L. 5,6 clade N: classe L P Z: pace F. 5,12 nectimus N: quaerimus F L P Z* (vd. il precedente quaerimus). arces N: artes L P: arcem Z: arem F. 7,49 thalamo N: calamo F L P Z. 8,19 in iurgia N: in iuria Z: iniuria L P: iuria F (la parola rara iurgia non è stata intesa nel secondo ramo). 13,23 hic nulla N: innupta L P Z: nupta F. 53 mons N: mox F L P Z. 14,19 papillis N: capillis F L P Z. 15,45 concitet N: conscitet F L P Z. 27 amantum N: amantes F L P: amates Z. 17,16 nullae N: mille F L P Z. 25,8 ire N: esse F L P Z. 4,1,25 cauo N: suo P: om. F L P. 28 nuda N: facta F L P Z. 31 soloni N: coloni F L P Z. 36 isse N: ire F L P Z (l’aoristo viene normalizzato in presente). 81 nunc N: in F L P Z. 142 nichil erit N: nil premit F L P* Z (vd. il successivo premet). 44 quoque N: quidem F L P Z. 2,2 paterna dei N: petenda deo F L P Z (isolatemente, Hanslik accoglie quest’ultima lezione). 44 notat N: necat F L P Z. 52 contudit N: contulit F L P Z (non si tratta di un errore riguardante la lettera d trascritta come l, ma di sostituzione di verbo più raro con verbo più familiare ai copisti). 4,69 uesta N: ueste F L P Z (il nome proprio della dea diventa comune). 58 aere N: arte F L P Z (un uso raro di aes = pecunia, non compreso dai copisti del secondo ramo, provoca il banale ablativo arte, poiché si parla della lira). 7,15 furta N: tecta F L P Z. 20 pallia N: pectora F L P Z (vd. il precedente pectore). 41 rependit N (un verbo raro): effundit P: fundit F L Z. 9,36 succepto N: suscepto F L P Z. Si danno tuttavia isolati casi in cui i codici della seconda famiglia conservano la lezione genuina laddove N reca un errore abbastanza banale. Segue una lista (non completa) di tali occorrenze: 1,5,24 nescit A F P: ne sit N. 2,28,8 iurarunt F L P: iurarem N. 3,5,28 luna F L P Z: plena N (un errore di persistenza, causato dal precedente plenum). 13,33 antra F L P Z: rara N. 14,28 odoratae L P

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Z: oderate F: adoratae N. Inoltre, N omette 2,22,50 e le ultime tre parole di 2,34,83, nonché i due ultimi piedi dell’esametro 3,1,27: versi che i codici del secondo ramo tramandano completi. James Butrica, nel saggio complessivo sulla tradizione manoscritta di Properzio sopra citato e, indipendentemente, Stephen Heyworth nella sua (inedita) dissertazione,1 avanzano la tesi dell’esistenza di un terzo ramo della tradizione, che Butrica indica con la sigla X, Heyworth con la sigla L,2 indicativa altresì del capostipite del ramo. Questo sarebbe stato un manoscritto, che Poggio Bracciolini forse durante il suo viaggio in Inghilterra nel 1418 acquistò ‘around Paris’ (Butrica). Nella nuova edizione di Properzio per gli Oxford Classical Texts3 Heyworth registra sistematicamente le varianti di tutti i codici del gruppo L. Nella prefazione della sua edizione egli offre una approfondita analisi del valore di questi codici. Tuttavia, se tali codici fossero realmente indipendenti sia dalla tradizione di N che da quella di P, essi dovrebbero preservare, abbastanza spesso e non isolatamente, lezioni eccellenti là dove i testimoni dei primi due rami recano lezioni corrotte. Questo non accade mai. Il caso più significativo di conservazione nei codici del presunto terzo ramo di una lezione genuina a fronte di lezioni errate presenti nei primi due rami della tradizione dovrebbe riguardare 2,3,22. In T mg., S mg., Y C troviamo la lezione carminaque lyrines; attraverso un percorso assai tortuoso, sia Butrica che Heyworth fanno risalire lyrines a una ipotetica lezione Erinnes/Erinnae del’archetipo. La variante Erinnae/-es compare in alcuni recentiores della seconda metà del xv secolo, e il sintagma carminaque Erinnes viene poi riproposto come congettura da Volsco e Beroaldo. A questa lezione si possono 1 S. J. Heyworth, The Elegies of Propertius: towards a critical edition, Diss. Cambridge 1986. 2 Adottiamo, nel seguito, le sigle secondo Heyworth, sia per il perduto iparchetipo del (presunto) terzo ramo della tradizione che per i singoli codici di questo ramo, che sono:Vaticanus lat. 3273 (T), Monacensis Uniu. Cim. 22 (S), Parmensis Palatinus Parm. 140 (J), Vratislaviensis Univ. Akc. 1948 KN 197 olim Lusaticus (K), Vaticanus Capponianus 196 (W), Parisinus Bibl. Nat. lat. 8233 (M), Vaticanus Urbinas lat. 641 (U), Genauensis Bodmerianus 141 (R), Romanus Casanatensis 15 (C). Quasi tutti sono compresi fra i recentiores di cui l’apparato della edizione teubneriana di R. Hanslik (Leipzig 1979) registra non sistematicamente le varianti. 3 Sexti Properti Elegos crit. app. instructos edidit S. J. Heyworth, Oxford 2007.

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opporre alcune obiezioni. Una prima obiezione è che Properzio segnalerebbe una maggiore abilità poetica di Corinna rispetto a Erinna: Cinzia ‘equipara’ (committit) le sue poesie a quelle di Corinna, ma considera le poesie di Erinna ‘inferiori’ (non aequa) alle sue. Non sembra probabile che Properzio potesse differenziare in tal modo la bravura delle due poetesse greche. La seconda obiezione è che, laddove di Corinna nella letteratura latina vi sono alcune tracce (fra l’altro, Ovidio ‘copre’ per la sua amante mediante lo pseudonimo Corinna, come Catullo copriva la ‘sua’ Clodia con lo pseudonimo Lesbia) – l’unica menzione di Erinna nella letteratura latina si trova in un passo di Pinio il Vecchio (nat. 34,57), che ricorda una poesia scritta da Erinna, quando a una sua amica erano morte una cicala e un cavalletta (!): si può seriamente dubitare che ai lettori di Properzio il semplice nome di Erinna suonasse in alcun modo familiare. Una terza obiezione è che difficilmente un poeta di golden artistry come Properzio avrebbe potuto offrire nei due versi di un distico elegiaco la (cacofonica) paronomasia Corinnae/Erinnae. Posto che la lezione dei primi due rami carmina quae quiuis non può esssere accolta (come mostrano tutti i più recenti editori e commentatori di Properzio), la lezione genuina è quasi certamente carmina quod quaeuis, una lettura che si ottiene recependo quaeuis (già in Vat. Chigi. 123ac, poi approvato da Palmer) e l’emendamento di quae in quod, suggerito dubitanter da Barber nell’apparato critico della sua edizione oxoniense. Nel codice T (Vaticanus lat. 3273), indicato da Heyworth come il migliore del presunto terzo ramo, scritto – come ritiene lo stesso Heyworth – da Antonio Beccadelli il Panormita, autore di finissime elegie latine, la presenza di lezioni buone a fronte di errori nel primo e/o nel secondo ramo non è la prova certa della indipendenza di tale codice da quei due rami; può bensì spiegarsi all’interno del processo di contaminazione e revisione del testo properziano nel XV secolo (La Penna). Heyworth stesso offre un elenco di luoghi, in cui T mostra chiari errores coniunctiui con le tradizioni di N e/o P, errori a suo giudizio ‘such as occur by chance’. Ma vediamo alcuni casi di errori comuni a T e P: 2,32,22 meretur N: mereris P T 3,6,22 et qualem N: (a)equalem P T 3,7,25 est N: -que P T

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3,7,49 thalamo N: calamo P T 3,8,19 in iurgia N: iniuria Fpc L P T 3,15,3 praetexti N: pr(a)etexta P T 4,2,52 contudit N: contulit P T 4,3,52 meas N: tuas P T Casi come 3,7,49. 3,15,3. 4,2,52 non indicano un errore per passaggio da lettera a lettera, che si può produrre ‘by chance’ in modo indipendente in due o più rami della tradizione, ma una corruttela derivante da una banalizzazione della lezione genuina, conservata qui solo da N (sulla assoluta eccellenza di N su tutti gli altri codici properziani non si dovrebbero nutrire dubbi). Il quadro che emerge è quello di un codice (T) da ascrivere al secondo ramo, alla tradizione di P, un codice che in alcuni casi attinge alla tradizione di N, secondo il costume contaminatorio dei copisti della seconda metà del Quattrocento, riscontrabile anche nella tradizione manoscritta delle tragedie di Seneca (i relativi codici, del ramo A con contaminazioni con il ramo E, sono indicati da Philp1 con la sigla ‘AE’). Gli altri manoscritti del presunto terzo ramo sono dei comuni recentiores, con sporadici miglioramenti rispetto ai codici principali dei due rami accertati, dovuti alla nota prassi dei copisti-umanisti della seconda metà del xv secolo di emendare in scribendo). In conclusione, nell’apparato critico della presente edizione non sono mai registrate varianti dei codici del presunto terzo ramo (L di Heyworth, X di Butrica) con l’indicazione precisa dei singoli codici (vengono registrate come varianti dei recentiores con la sigla ~). Poiché le bonae lectiones spesso offerte dai recentiores non sono lezioni di tradizione, ma frutto di congettura dei copisti-umanisti di fine Quattrocento, nel mio apparato registro, accanto alla sigla ~ dei recentiores, il nome del primo filologo che ha (ri)proposto quelle congetture. Il mio apparato critico registra di norma le lezioni dei codici N A F L P Z (per il ramo P solo di quei codici che in ciascun passo sono disponibili). Le correzioni nel codice F apportate da mani recenti del xv secolo (Fr) attingono sistematicamente alla tradizione di 1 R. Philp, The Manuscript Tradition of Seneca’s Tragedies, “Classical Quarterly” NS 18 (1968), 150.179.

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N: pertanto, ho ritenuto privo di sostanza darne conto in apparato. Ho eliminato dall’apparato anche le numerose varianti isolate di N in errore, che denotano banali lapsus scrittorii, e non mettono in alcun modo in dubbio le lezioni esatte fornite da tutti (o quasi) gli altri codici. Parimenti non ho registrato le varianti meramente grafiche relative a nomi propri la cui grafia esatta ci è comunque nota grazie alla testimonianza di attendibili fonti antiche mitografiche o geografiche. Un cenno a parte merita il trattamento, che ho riservato ai codici del c.d. gruppo D (Dauentriensis 1.82 [D]. Vaticanus Ottobonianus lat. 1514 [V]. Leidensis Vossianus 117 [Vo]). Adeguandomi alla ormai communis opinio degli studiosi properziani (Fedeli, Heyworth etc.), li ho eliminati del tutto dall’apparato critico. L’intervento dei copisti di tali manoscritti assume spesso la forma di tentativi rozzi e inefficaci di emendare il testo dei restanti codici. Per esempio, a 2,1,5, di fronte a una lezione generalizzata in tutti gli altri codici, cogis, che appariva (giustamente) corrotta, D e la prima mano di V recano togis, un maldestro tentativo congetturale, tradito dalla sua impossibilità metrica. Due casi di analoghi tentativi congetturali dei copisti dei codici D, su cui voglio attirare l’attenzione, sono 2,11,2 e 2,14,16. Ivi gli editori moderni si sono convinti addirittura del fatto che le varianti di tali codici rappresentino lezioni genuine: e in entrambi i passi, la lezione di tali codici è ormai entrata a far parte della vulgata del testo properziano. Grave è il caso di 2,11,2, dove la lezione dei codici D laudet è stata promossa a testo da tutti gli editori recenti, incluso Heyworth. Accettando laudet si avrebbe una sequenza logico-grammaticale inversa rispetto a quella che la logica e la grammatica consigliano: ‘ti lodi chi porrà il seme su un terreno sterile’, anziché ‘chi ti loderà porrà il seme etc.’. Per altro, la lezione esatta, da me restituita, fundit, è più prossima alla variante di N P ludet che alla variante di D laudet. Altrettanto grave è il caso di 2,14,16, in cui a torto gli editori moderni, e da ultimo anche Heyworth, recepiscono la lezione dei codici D. Qui, a fronte di condito dei più autorevoli manoscritti (N F P), ovviamente impossibile per ragioni metriche, i codici D recano condicio/-tio, assunta come lezione a testo nelle edizioni recenti. Ciò costringe ad arrischiate spiegazioni dell’abrupto condicio. Esso, per Shackleton Bailey, vale: ‘the terms on which we (lovers) live’;

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per Enk: ‘modus agendi, “this kind of dealing”’. In realtà, la lezione da restituire è composito, la cui topicissima iunctura con cinis/cineres ne garantisce la genuinità. Secondo la mia ipotesi, la lezione condito di N F P a un certo stadio della tradizione fu ascritta a composito come una glossa, finendo poi per rimuovere dal testo la lezione genuina. Il condicio/-tio dei codici D si rivela dunque come il loro ennesimo (infelice) tentativo di migliorare quanto la tradizione consegnava loro, cioè l’ametrico condito. In conclusione, nella presente edizione le varianti dei codici D non vengono più registrate o sono indicate con la sigla ~ dei recentiores. La presente edizione Dare l’edizione critica di tutto Properzio è compito difficile anche rispetto alla mole di lavoro sul testo, che è necessaria per fornire l’edizione di autori come Virgilio o Orazio. Il ricorso alla critica congetturale è inevitabile: si può discutere sull’ampiezza di tale ricorso. Autorevoli studiosi ritengono che il testo di Properzio già nell’alto Medioevo abbia subito l’intervento di una o più mani interpolatorie: certo è che si ha spesso la sensazione di trovarsi davanti a un testo scompaginato e confuso. Stephen Heyworth apre la prefazione al suo nuovo Properzio con le parole (che sottoscrivo): ‘The text of Propertius is one of the worst transmitted of the classical Latin authors; any edition must therefore be seen as provisional, a contribution to a continuing debate’. Come ha puntualmente rilevato James Butrica,1 i critici del testo properziano si dividono in due campi irreconciliabili: quelli che considerano i fenomeni (frequenti nel testo tramandato) di oscurità, usi linguistici senza paralleli in tutta la latinità, vere e proprie inintelligibilità, come corruttele testuali da rimuovere mediante opportune congetture, e gli altri (i più oggi, specialmente in Italia, in Francia e negli Stati Uniti), che considerano le sopra citate anomalie del testo tramandato altrettanti segni di una creatività verbale e una bellezza poetica ascrivibile allo stesso Properzio. Credo di dovermi collocare, senza esitazione, nel primo dei due campi. Grande è stato, negli ultimi decenni, il lavorio del campo conservatore per difendere il testo tramandato anche in presenza di gravi 1 J. Butrica, Editing Propertius, “Classical Quarterly” 91 (1997), 177-208.

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difficoltà e anomalie. Tali difese assumono talvolta la forma di semplici argomentazioni logico-semantiche, ma più spesso si risolvono nella produzione di supposti paralleli, di loci similes dello stesso Properzio o di altri poeti in generale, o infine di altri autori (fino alla tarda latinità). In questo benemerito lavoro di raccolta di loci similes, comunque illustranti i contatti del nostro poeta con altre esperienze poetiche e linguistiche, non di rado i critici conservatori cadono in un grave errore di metodo: essi cioè rimandano a presunti loci similes, che ad una attenta analisi si rivelano non pertinenti, una sorta di loci…dissimiles. Darò ora qualche esempio particolarmente istruttivo, facendo grazia al lettore dei nomi dei critici responsabili di tali immetodicità. In 1,3,16 si difende et arma (l’intero verso essendo: osculaque admota sumere et arma manu) nel senso di arma Veneris (= il membro virile!) adducendo il presunto parallelo di Ouid. her. 13,141 arma dabit, dumque arma dabit, simul oscula sumet. Ma l’intero contesto ovidiano, cioè i vv. 139-141, è: ipsa suis manibus forti noua nupta marito/imponet galeam Dardanaque arma dabit;/arma dabit eqs. Qui si immaginano le spose Troiane, che sistemano i mariti nella loro armatura (reali arma, non gli arma Veneris) e intanto scambiano con loro i (forse ultimi) baci prima della battaglia. In Ovidio, come in Properzio 1,3,16, abbiamo gli arma, gli oscula, il verbo sumo – ma il contesto properziano è totalmente differente da quello di Ovidio. Un preteso locus similis si rivela essere in realtà un locus dissimilis. Tuttavia, gli editori che conservano sumere arma manu riferendolo a un assalto sessuale non sono privi di validi motivi, poiché sembra improbabile che sia Bacco che Cupido – durus uterque deus – spingessero Properzio a cogliere soltanto dei baci (oscula). Il testo da me restaurato (gaudia que admoto sumere rara sinu) si regge sull’ipotesi – suffragata per esempio dalla isolata variante oscula della lezione di tutti i codici gaudia in Orazio carm. 3,6,28 – che in Properzio un originario gaudia, esplcitamente allusivo al piacere sessuale, sia stato ‘censurato’ da un casto amanuense medioevale e mutato nell’innocuo oscula. In 1,16,29 si difende patientior, della tradizione unanime, detto del saxum Sicanum, la lava dell’Etna, intendendo patientior come sinonimo di durior e rinviando al presunto parallelo di Ouid. am. 1,15,31 dens patientis aratri: dove però patiens non equivale affatto a durus,

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ma significa: ‘capable of standing up to hard use’ (vd. Oxford Latin Dictionary, s.v. 2 b). Mi chiedo: qual è l’uso della lava Etnea, il logorio, che questa è in grado di sopportare? Dunque siamo in presenza di un presunto locus similis: in realtà dissimilis. In luogo di patientior io leggo candentior, e penso alla irruenza e forse agli accessi d’ira della donna nei riguardi del suo amante. In 4,3,10 vi è chi difende ustus della paradosis, rinviando a Catull. 45,6 India…tosta. Tibull. 2,3,55 quos India torret. Sen. Med. 484 perustis Indiae populis. etc. Nei tre presunti passi paralleli, si fa cenno della (creduta) estrema vicinanza del sole all’India, che appunto rende gl’Indiani usti, tosti etc. Ma in Properzio il participio è accompagnato dall’ablativo d’agente Eoa…aqua. Dunque: l’India non è ‘bruciata’, ‘riarsa’ etc. dalle onde del mare d’Oriente, ma è ‘battuta’ da queste. La lezione esatta è stata indicata da Housman: tu(n)sus. Il parallelo decisivo è Catull. 11,2 ss. Indos,/litus ut…Eoa/tunditur unda. I presunti loci similes addotti dai critici conservatori a difesa della lezione tramandata sono in realtà dissimiles. La difesa delle lezioni della paradosis si scontra talvolta con gravissime difficoltà di lingua e grammatica. Ad esempio, in 1,13,23-24 i codici unanimemente recano: nec sic caelestem flagrans amor Herculis Heben/sensit in Oetaeis gaudia prima iugis. Si commenta, da parte dei critici conservatori, rilevando (giustamente) la unicità di una costruzione di flagro nel senso di ‘ardere di passione amorosa (per)’ con l’accusativo anziché con l’ablativo. Qualcuno ha tentato di proporre il presunto parallelo di Stat. silu. 5,2,120 [Ascanius] miseram… patri flagrabat Elissam; ma opportunamente si è fatto notare che in Stazio flagro significa ‘accendere d’amore’ (transitivo), pertanto lì la reggenza del verbo è con l’accusativo secondo grammatica. La nostra risistemazione del verso elimina la discutibile anomalia sintattica: nec sic caelestis, flagrans amor Herculis, Hebe eqs. Oltretutto, così leggendo non si è più costretti ad attribuire all’eroe-semidio Ercole il successivo verso 24, ma lo si attribuisce ad Ebe, la cui perduta verginità ad opera di Ercole fa parte di un famoso mito ripreso da tutta la tradizione greca e romana, e presente fin nella poesia latina del Quattrocento italiano.1 Sarebbe ben singolare la circostanza di un 1 Cf. Giovanni Pontano, De amore coniugali 1,3,43-44 qualis ab Herculeis surgens complexibus Hebe/uisa est erepta uirginitate queri.

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Ercole, che prova i primi piaceri erotici solo nelle braccia della giovane Ebe, offrendosi ancora ‘vergine’ a lei. L’intera parte finale dell’elegia 3,13 mostra segni evidenti di corruttela, e ho dovuto ricorrere a una vasta, radicale chirurgia. Il testo tramandato dei vv. 63-66 è il seguente (i punti interrogativi evidenziano i miei sospetti di corruttela): sola Parim (?) Phrygiae fatum (?) componere, sola 63 fallacem (?) patriae serpere (?) dixit equum. 64 ille furor (?) patriae fuit utilis (?) ille parenti: 65 experta est ueros irrita lingua (?) deos. 66 Anzitutto, Paride non c’entra proprio: per quanto gli si potesse attribuire la colpa per la guerra contro i Greci, e di qui indirettamente per l’esito finale di tale guerra, la sconfitta e la distruzione di Troia, mi sembra che non gli si possa attribuire l’intenzione di preparare il disastro per la sua patria (fatum componere patriae). Ancora meno, se si accoglie la mia correzione di fatum, cioé fraudem (l’ovvio sintagma è componere fraudem, non componere fatum), Paride potrà esser indicato dall’autore come colui che tesseva trame fraudolente ai danni di Troia. Al posto di Parim va inserito un nome quale hostem, o un sinonimo di Achei, Greci etc.: sono questi ultimi a preparare a Troia l’inganno fatale del cavallo di legno. Al v. 64 la costruzione fallacem esse più il dativo appare sospetta, e riconducibile alla normalità solo mutando l’aggettivo: occorre scrivere fatalem. Vi è stato, dunque, nella tradizione, uno scambio fra fatum, fatalem e fraudem, fallacem. Il verbo ‘strisciare’ (serpere) detto di un cavallo (e non di un rettile, come di norma) è improprio: esso è l’esito di una corruttela piuttosto complessa; noi abbiamo tentato di sanarla mediante la lettura mox fore. Al v. 65 il nesso furor…utilis appare sospetto: anche concedendo che Cassandra, in quanto invasata dal dio Febo, possa essere definita ‘pazza’ (vd. il sostantivo furor), tale invasamento profetico produsse forse un vaticinio ‘utile’ a Troia e a Priamo? Sottolineo il perfetto fuit, che indica un fatto puntuale e non una eventualità ipotetica. La mia lettura restaura il nesso dies…ultimus (‘ultimo’ travaglio per Troia e per Priamo). In conclusione, il mio testo è: sola hostem Phrygiae fraudem componere, sola 63 fatalem patriae mox fore dixit equum. 64

Introduzione ille dies patriae fuit ultimus, ille parenti: experta est ueros irrita uirgo deos.

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Alcuni versi dell’elegia 3,9, facenti parte della lista di pittori e scultori greci, la cui opera è ricordata da Properzio come prova del principio che naturae sequitur semina quisque suae (20), mostrano segni di vaste e profonde corruttele. Il v. 12, riferito a Parrasio, nel testo tramandato offre un’informazione assai generica sulla sua arte: Parrhasius parua uindicat arte locum. Ciò poi non costituisce affatto il contrappunto in tono minore dell’affermazione contenuta nel verso precedente (in Veneris tabula summam sibi poscit Apelles), mentre ogni distico nelle serie degli artisti citati sembra dare nell’esametro un esempio di arte ‘sublime’, nel pentametro di arte pur grande, ma comparativamente ‘minore’. Se per accennare all’arte di Apelle si cita una sua Venere come tipico capolavoro, ci si aspetterebbe che l’arte di Parrasio fosse ricordata attraverso la citazione di un suo tipico capolavoro: e questo potrebbe essere un Giove. Non è difficile scorgere, sotto il tramandato locum, un accusativo Iouem. Le tre parole parua uindicat arte a questo punto risultano incongrue, e un emendamento possibile è: rara pingit ab arte. Esso permette di porre in contrasto l’arte ‘sublime’ di Apelle e l’arte ‘minore’ di Parrasio. Il v. 16 della medesima elegia presenta un testo tramandato, che già ha spinto diversi editori a interventi emendatorii, generalmente concentrati su uindicat (uenditat Burman, uendit at Housman, uendit ab Barber). Credo invece che la corruttela investa l’intero verso. Non mi sembra appropriato un accenno al ‘vendere’; piuttosto penso a un intervento emendatorio radicale, come: Praxitelis Cyprio splendet in aere Venus. Poiché al verso precedente si ricorda, come esempio dell’arte di Fidia, il suo Giove, scolpito in un materiale nobile come l’avorio (Phidiacus signo se Iuppiter ornat eburno), sarebbe del tutto appropriato che di Prassitele venisse citata una statua altrettanto tipica (ed egli era famoso sopra tutto per le sue Veneri) – perciò nel mio emendamento compare il nome di Venere (Venus in luogo del tramandato lapis)– e scolpita in un materiale ‘minore’ rispetto all’avorio (del Giove Fidiaco) o, per esempio, al marmo – perciò nel mio emendamento compare un riferimento al bronzo (aere in luogo del tramandato urbe). Sappiamo che Prassitele operò, oltre che nel ‘nobile’ marmo (che qui sarebbe fuori luogo menzionare) nel ‘minore’, o più umile, bronzo; cf. A.F. Stewart, s.v. Praxiteles, in Oxford Clas-

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sical Dictionary, Oxford 19963: ‘He worked in both bronze and marble, though he was more successful at the latter’. Plinio il Vecchio (nat. 34,69) scrive: Praxiteles…marmore felicior, ideo et clarior fuit. fecit tamen et ex aere pulcherrima opera: Proserpinae raptum, item catagusam et Liberum patrem, et Ebrietatem nobilemque una Satyrum, quem Graeci periboeton cognominant, et signa, quae ante Felicitatis aedem fuere, Veneremque, quae ipsa aedis incendio cremata est Claudii principatu, marmoreae illi suae per terras inclutae parem. A parte la conferma del valore artistico delle Veneri bronzee di Prassitele, il passo pliniano lascia credere che un esemplare (forse l’unico?) della celebre Venere bronzea dello scultore greco si trovasse a Roma nell’età di Claudio, dunque presumibilmente fin dall’età di Augusto: e Properzio avrebbe potuto ammirarla personalmente. Alla luce di tutto questo, io ho proceduto nella ricerca di un aggettivo, celato sotto la lezione corrotta dei manoscritti propria, che fosse appropriato ad aere: e questo è, credo, Cyprio. Infatti, come si può vedere da una ricognizione, ad esempio, della voce Cyprius nell’Oxford Latin Dictionary, esiste negli autori latini un tipico sintagma aes Cyprium (cf. Plin. nat. 34,4. Larg. 16). Lo spazio occupato nei codici dal verbo uindicat non andrà ricoperto da verbi dell’ambito semantico di ‘vendere’, come nelle congetture più accreditate, ma da un verbo adatto a un soggetto come la statua bronzea di Venere: ho pensato a splendet (accogliendo questo verbo si rende necessario premettere all’ablativo aere una preposizione, per esempio in); tuttavia, si può prendere in considerazione un emendamento alternativo, equivalente sul piano semantico, ma graficamente sovrapponibile al tramandato uindicat, cioé splendicat. Tale verbo è però attestato per la prima volta in Apuleio (met. 5,9. 7,8), e potrebbe essere parte del colorito ‘barocco’ tipico di tale scrittore, forse non proponibile nell’augusteo Properzio. Ho commentato finora alcuni miei interventi radicali: tuttavia, vorrei accennare ad alcuni miei interventi, che uniscono alla correttezza sul piano semantico una certa solidità sul piano paleografico. Presento tre miei emendamenti ora accolti nel testo da Heyworth (mi servirò anche dei suoi commenti).1 In 2,4,13 il testo tramandato è: ambulat – et subito mirantur funus amici. Già nella mia edizione Paraviana del secondo libro (Torino 1 S. J. Heyworth, Cynthia. A Companion to the Text of Propertius, New York 2007.

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1977) io scrivevo, in luogo di mirantur, comitantur. Heyworth, che recepisce nel testo la mia congettura, scrive: ‘Though mirantur in 13 is not impossible, Giardina’s conjecture comitantur gives a far more idiomatic phrase, and the explanation for the corruption is simple (co lost after subito); et subito effectively gets across the sense of shocked surprise’ (H. cita 2,16,28. Ouid. met. 4,600. 7,598. 838. Petron. 62,6). Heyworth, per il verbo comito(r) con funus oggetto, rimanda a: Ouid. Pont. 1,9,47 funera non potui comitare. Plin. nat. 35,6 imagines, quae comitarentur gentilicia funera. Il. Lat. 1036 pater comitabor funera nati. In 2,9,17-18 il testo tramandato è: tunc igitur +uiris+ gaudebat Graecia +natis+;/tunc etiam felix inter et arma pudor. Nel v. 17 l’impossibile uiris viene variamente emendato: alcuni recepiscono ueris (P mg. u.l., ~); nella mia edizione 2005 stampavo certis (Baehrens); nella presente edizione stampo la mia congettura raris. In luogo del tramandato natis (conservato da Simone Viarre nella sua conservativa edizione per la Collection Budé) la generalità degli editori leggono nuptis (Baehrens, Sandström). Per quanto riguarda il successivo pentametro, nella mia edizione Paraviana io proponevo in apparato la lettura: tunc etiam caedes (cf. Petron. 123 v. 215 arma, cruor, caedes). La mia congettura caedes è stata accolta a testo da Hanslik,1 Goold,2 Fedeli3 e ora da Heyworth. Questi analizza la struttura del verso: ‘Latin poets occasionally place inter followed by the copula at the start of the line; when the combination inter et comes later […] there is a regular pattern’; vengono citati: 3,11,46 statuas inter et arma. Hor. carm. 3,23,10 quercus inter et ilices. epist. 1,4,12 timores inter et iras. Verg. Aen. 2,632 flammam inter et hostis. 10,778 latus inter et ilia. Ouid. Pont. 1,8,61 quos inter et hostes. Cons. Liu. 235 arma inter et enses. Sen. Herc. 883 Auroram inter et Hesperum. Phaed. 409 siluas inter et lucos. Stat. Theb. 10,279 uina inter et arma. Aetna 430-431 Neapolin inter/et Cumas. Dunque, bisogna inserire un primo nome, che faccia coppia con arma: Koch proponeva imbelles, lo scrivente caedes. Heyworth nota: ‘Koch’s imbelles makes for an 1 Sexti Propertii Elegiarum libri IV. Edidit R. Hanslik, Leipzig 1979. 2 Propertius. Elegies. Edited and translated by G. P. Goold, Cambridge Mass./London 19992. 3 Properzio. Elegie. Libro ii . Introd. testo e comm. di P. Fedeli, Cambridge 2005.

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awkward pair, and a strange way of presenting Penelope’; per contro, scrive Heyworth: ‘In recalling the funeral of the slaughtered Achilles, Giardina’s caedes is more plausible than anything I have tried (e.g. famulas ‘servant-women’; pelles, ‘skins’, i.e. military tents): “then even amid slaughter and warfare there was a sense of proper behaviour.” Thus too etiam gains is point. felix look more like an attempt to mend a gap than a straightforward slip’. In 3,5,3-4 il testo tramandato è: nec tamen inuiso pectus mihi carpitur auro,/nec bibit e gemma diuite nostra sitis. Nel verso 3 io1 ho emendato pectus in uictus. Nella presente edizione, ho anche emendato inuiso in incuso (vd. il mio apparato critico). Heyworth, che stampa nel testo uictus, scrive al riguardo: ‘As transmitted, verse 3 means “nor is my heart plucked at by hateful gold”; the awkward ellipsis is avoided by Giardina’s conjecture, which also marries the hexameter neatly with the reference to drinking in the pentameter’. Io citavo Stat. Theb. 1,149-150 nec cura mero committere gemmas/atque aurum uiolare cibis. Sen. Thy. 452-453 tutusque mensa capitur angusta cibus;/uenenum in auro bibitur. Heyworth poi osserva: ‘uictus is not used elsewhere by Propertius, but it does occur in the other Augustan poets’ (fra questi, Heyworth cita gli elegiaci: Tibull. 2,1,43. Ouid. fast. 3,666. 6.373). Fra le mie numerose congetture ho scelto di illustrare, in questa sede, solo alcune fra le più significative. In 2,13 a,1 i codici recano: non tot Achaemeniis armatur +etrusca+ sagittis. Il misterioso etrusca è stato oggetto di molti emendamenti: menzionerò soltanto Susa (Volsco e Beroaldo: già in alcuni recentiores, come congettura), Persa (Barber), Bactra (Oudendorp, stampato da me nel 2005), infine Creta (proposto da me in apparato nel 2005 e ora nel mio testo). Con Susa e con Bactra il singolare armatur va portato al plurale armantur (già in alcuni recentiores). Non si può dar torto a Heyworth, quando scrive che tali congetture ‘are palaeographically remote’ rispetto al tramandato etrusca. Ciò non autorizza certo a scrivere, come fa Heyworth, Iture, una parola sconosciuta ai lessici. La mia congettura Creta si fonda sopra tutto sulla largamente attestata fama dei Cretesi come arcieri: cf. Pind. Pyth. 1 Cf. “Museum Criticum” 19-20 (1984-85), 203-204 = Contributi di critica testuale, Roma 2003, 45-46.

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5,41 KÚÉÙ˜ ÙÔÍÔÊfiÚÔÈ. Verg. ecl. 10,59-60 libet Partho torquere Cydonia cornu/spicula. georg. 3,345 Cressam pharetram. Aen. 5,306-307 Cnosia… spicula. 11,733 spicula torquebat Lycio Gortynia cornu. Hor. carm. 1,15,17 calami spicula Cnosii. Lucan. 3,184-186 uenit in arma/Creta uetus… Cnosasque agitare pharetras/docta nec Eois peior Gortyna sagittis. [Sen.] HO 819-820 harundo…quam Cydos excussit. Sil. 2,90-91 Gortynia…tela. Prud. cath. 5,51-52 ille uolantia/praefigit calamis spicula Cnosiis. Claud. paneg. Hon. Aug. IV cos. 527-528 Gortynia…spicula. 530 scis quo more Cydon…derigat…sagittas. Il percorso della corruttela che ha portato a etrusca si può forse ricostruire così: *creta > *crusta > *trusca [per il passaggio da *crusta a *trusca si vedano le varianti in: Ouid. her. 9,20 stupri : turpis. Pont. 3,3,102 serpit : repsit] > etrusca [per il passaggio da *trusca a etrusca cf. Verg. georg. 2,413 rusti M2 P R: rusci : etrusci M1]. In 2,26 b,23-24 il testo tramandato è: non, si Cambysae redeant et flumina Croesi/dicat: ‘De nostro surge, poeta, toro’. Gli editori (non fanno eccezione i recentissimi Fedeli e Heyworth) partono dal presupposto che il nome di Creso insieme con flumina (considerato, a torto, inattaccabile) alluda al fiume della Lidia Pattolo, che trasportava frammenti aurei. Poiché riesce impossibile rintracciare un analogo flumen di Cambise, ossia della Persia, quasi tutti gli studiosi hanno ritenuto corrotta la lezione Cambysae. Più in generale, si è rilevato che ‘…Cambise non è mai citato […] quale prototipo dell’uomo dalle straordinarie ricchezze’ (Fedeli). Eppure, già Camps nella sua edizione commentata del secondo libro (Cambridge 1967) citava Iuuen. 14,328 nec Croesi fortuna…nec Persica regna, un passo cui si può aggiungere Stat. silu. 1,3,105 Midae Croesique bonis et Perside gaza e Claud. Ruf. 1,198 iungantur solium Croesi Cyrique tiaras. Cambise e Creso erano stati re di due nazioni orientali, la Persia e la Lidia, rispettivamente, la cui leggendaria ricchezza e opulenza nei tempi antichi era proverbiale, anche per i Romani. L’ostinazione nel conservare flumina (un nome dattilico, si noti) ha spinto a escogitare le più folli congetture intervenendo su Cambysae. Heyworth stampa gaza Midae (Palmer) e menziona in apparato iam Gygae (Schrader) e iam Nysae (Housman). In realtà, ciò che non funziona è proprio flumina: come ha ben visto Camps, che propone l’emendamento munera. Si tratterebbe di un tipico scambio fra nomi dattilici, una tipologia di errore segnalata già da Markland, e studiata in tempi più

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recenti da Housman. Ma perché concettualmente flumina è intenibile? Il periodo ipotetico è della irrealtà, e i congiuntivi presenti stanno in luogo di congiuntivi imperfetti, esclusi dal metro: si redeant = si redirent. In Hor. epist. 2,1,1-4 i congiuntivi presenti peccem e morer sostituiscono gli imperfetti peccarem e morarer, metricamente impervii. Ora, numerose fonti letterarie dell’età di Augusto e oltre attestano che il fiume Pattolo trasportava ancora frammenti aurei: cf. 1,14,11 tum mihi Pactoli ueniunt sub tecta liquores. Varr. Men. 234 Pactolus aureas undas agens. Verg. Aen. 10.141-142 ubi pinguia culta…Pactolus…inrigat auro. Dunque, un congiuntivo dell’irrealtà redirent (per motivi metrici messo al presente redeant) non si giustifica. Quello che non può più ritornare è il tempo antico, il tempo della leggendaria prosperità dei regni orientali, Persia e Lidia. L’intervento deve dunque riguardare la voce flumina; meglio che munera (Camps) sarà: saecula, anche alla luce di Hor. carm. 1,2,6 graue ne rediret saeculum Pyrrhae. Nella tradizione manoscritta di Properzio è avvenuto uno scambio tra due nomi dattilici, saecula e flumina, passando forse per uno stadio intermedio semina. In 3,4,1 il testo tramandato (e conservato da tutti gli editori recenti tranne lo scrivente nella edizione 2005) è: arma deus Caesar dites meditatur ad Indos. Già un sintagma ‘solenne’ come deus Caesar introdotto quasi di passaggio appare singolare (così riteneva Heinsius, che emendava deus in meus: un emendamento che ho accolto nella mia edizione 2005, ma che – come vedremo – non è soddisfacente). Il problema non è se Augusto fosse considerato un dio già da vivo, poiché tre poeti augustei, fra cui lo stesso Properzio altrove, lo attestano. Si vedano Prop. 4,11,60 lacrimas uidimus ire deo (il fantasma di Cornelia si riferisce alle lacrime di Augusto al funerale di lei). Hor. carm. 3,5,2-3 praesens diuus habebitur/Augustus eqs. Verg. ecl. 1,6-7 deus nobis haec otia fecit./namque erit ille mihi semper deus. Il problema è se il sintagma deus Caesar potesse suonare ai lettori di Prop. 3,4 come sinonimo di diuus Augustus. Di fatto, non poteva. Nelle tre iscrizioni a noi note, in cui compare il sintagma deus Caesar, questo è riferito a Giulio Cesare, e non a Ottaviano: CIL 6,14211 magnifici coniunx Caesaris illa dei. 10,1271 nific. dei Caesaris. 10,3903 iudicia dei C. Nelle fonti letterarie il sintagma diuus Caesar (non vi compare mai il sintagma deus Caesar, attestato solo nelle tre iscrizioni sopra citate) indica sempre

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Giulio Cesare, e non Ottaviano (cf. e.g. Liu. 34,9,3 ab diuo Caesare. Vitr. 2,9,15 diuus Caesar. Suet. Aug. 96,1 auctore diuo Caesare. Porph. ad Hor. AP 65 [p. 165, 26 Holder] diuus Caesar), così come, ovviamente, il sintagma diuus Iulius (cf. e.g. Cic. Phil. 2,110. Ouid. met. 15,842. Pont. 2,2,86). In tre passi di Scribonio Largo sembra attestato il sintagma deus Caesar, in riferimento a un imperatore (Claudio): ep. 13 deo nostro Caesari. 60 dei nostri Caesaris. 163 cum deo nostro Caesare; in Sen. dial. 9,14,9 sembra attestato il sintagma deus Caesar, in riferimento a un imperatore (Caligola). In realtà, sia in Scribonio Largo che in Seneca deus non va ‘preso insieme’ con Caesar, ma con il possessivo noster: ‘il nostro dio, [cioé] Cesare’. Il sintagma che definisce la divinità di Augusto, sia in vita che dopo la morte, è: diuus Augustus (isolatamente, in CIL 3,7061, compare il più ampio sintagma diuus Augustus Caesar; si noti: Augustus Caesar, non solo Caesar). Questo sintagma è presente sia nelle iscrizioni che nelle fonti letterarie (cf. e.g. Gell. 10,2,2 diuo Augusto imperante. Val. Max. 1,7,1 diui Augusti. Phaedr. 3,10,39 a diuo Augusto. Sen. apocol. 1,2 diuum Augustum et Tiberium Caesarem. Ascon. tog. cand. p. 69,31 Stangl imperator Caesar, quem nunc diuum Augustum dicimus). Quanto al problema, se Properzio scrivesse l’elegia 3,4 prima o dopo il 27 a.e.v., quando Ottaviano venne insignito dal Senato dell’appellativo Augustus, la risposta è: dopo. In tre luoghi dei primi tre libri (che furono certo pubblicati anche insieme) egli usa il termine Augustus per indicare Ottaviano: 2,10,15 India quin, Auguste, tuo dat colla triumpho. 3,11,50 et longum Augusto salua precare diem. 3,12,2 miles et Augusti fortia signa sequi. Se il poeta avesse voluto qualificare di ‘divino’ Ottaviano in 3,4,1, lo avrebbe fatto usando la voce Augustus. Un sintagma come deus Caesar – se sotto gli imperatori succeduti ad Augusto avrebbe potuto teoricamente (comunque non abbiamo attestazioni né epigrafiche né letterarie di tale uso) riferirsi a uno di questi – nell’età augustea, quando i possibili Caesares erano solo due, Giulio Cesare e Ottaviano, sarebbe stato inteso da tutti i lettori di Properzio come riferito al primo dei due. Si è visto come da una parte Iulius – e anche Caesar da solo – dall’altra Augustus indicavano rispettivamente Cesare-padre e Cesare-figlio. Dunque non è possibile che Properzio abbia unito al nome Caesar l’appellativo di deus, se intendeva riferirsi ad Augusto. L’emendamento di Heinsius meus in

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luogo di deus (da me accolto a testo nella edizione 2005), forse presuppone in Properzio una familiarità con il princeps, che solo un Orazio o un Virgilio poteva avere. Ritengo che l’emendamento risolutivo di deus sia ferus, ovviamente non nel senso di ‘barbaro’ o ‘crudele’, ma nella accezione dell’it. ‘bellicoso’, ‘fiero’, e dell’ingl. warlike, come proprio in un verso di Properzio (2,22,31 ferus Andromachae lecto cum surgeret Hector) l’eroe Troiano Ettore reca l’attributo ferus. Adottando questo emendamento, si ottiene una opposizione contrastiva fra l’attributo di Augusto (‘bellicoso’, ‘fiero’) e l’attributo degli Indiani (‘ricchi’, ‘opulenti’, quindi forse anche ‘non adatti alla guerra’, ‘imbelli’). In 4,5,21 la mezzana, rivolta alla giovane donna che cerca di ammaestrare, elenca il pimo di una breve serie di prodotti preziosi da farsi regalare dagli uomini; il testo tramandato è: si te Eoa +dorozantum+(così N: derorantum L: de rorantum F P: dezozantum Z) iuuat aurea ripa. Sui molti e vani tentativi di emendare il problematico dorozantum giustamente nota Hutchinson:1 ‘No satisfactory correction is close enough to the MSS to be compelling’. Io scrivo: topazontis, un genitivo del nome topazon attestato una volta in Prudenzio (psych. 861). Se si ammettono i passaggi in corruttela d > t e p > r – entrambi possibili sul piano paleografico – la sovrapponibilità di topazontis e dorozantum appare evidente e mi induce a credere di avere indicato la probabile soluzione di questa conclamata crux testuale. Fa difficoltà ripa, per il quale posso suggerire emendamenti come gemma o baca (stampo quest’ultimo in via provvisoria, come più giustificabile palograficamente rispetto a gemma). In 4,7,95-96 il testo tramandato è: haec postquam querula mecum sub lite peregit,/inter complexus excidit umbra meis. In questo distico finale dell’elegia 4,7 il fantasma di Cinzia scompare rendendo vano il tentativo di Properzio di stringerla forte in un abbraccio. Tutti gli editori recenti (tranne lo scivente nella edizione 2005) conservano il testo tramandato del v. 95. Hutchinson2 per questo uso di sub rimanda all’Oxford Latin Dictionary s.v. sub 11 a: ‘(denoting circumstances which in any way affect the situation, action, etc., concerned) Under, to the accompaniment of ’. Gli esempi registrati nel1 Propertius. Elegies Book iv . Edited by G. Hutchinson, Cambrideg 2006, 143. 2 Propertius cit., 189.

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l’OLD sono lontanissimi dal presunto nesso properziano sub lite. Come è stato opportunamente rilevato,1 ‘il nesso sub lite, al posto dei consueti ex/de lite, o post litem, sembra praticamente un hapax (un’occorrenza nei Disticha Catonis, 3,16 sub iniqua lite)’. Questo sul piano propriamente linguistico. Sul piano letterario, una caratterizzazione, da parte di Properzio, delle parole a lui rivolte dal fantasma di Cinzia come una querula lis contrasterebbe drammaticamente con il gesto di appassionato amore dell’uomo per lei menzionato nel verso successivo. Se è vero che la prima parte del discorso di Cinzia contiene rimproveri anche forti a Properzio, almeno a partire dall’enfatico me seruasse fidem al v. 53, il tono del suo discorso muta, per arrivare alla fine ad accenti di vivo amore, come la frase nunc te possideant aliae: mox sola tenebo,/mecum eris et mixtis ossibus ossa teram (vv. 93-94). Già nella mia edizione 2005 il testo del v. 95 era: haec postquam tremula mecum sub luce peregit. Io ipotizzo anzitutto che lite sia un errore di tradizione per luce (in Manil. 5,281 si registrano queste varianti: luci G L V: luti Mpc: liti Mac). In un momento successivo al prodursi della corruttela *luce > lite un ignoto copista non ignaro di poesia latina adeguò l’attributo *tremula alla lezione corrotta lite, scrivendo querula (di simili adattamenti erano capaci anche i copisti medievali). Mentre il nesso sub lite appare isolato, il nesso sub luce è largamente attestato. Come indica l’OLD s.v. sub 8, questa preposizione può valare ‘(in a temporal sense) Immediately before, at the approach of ’: cf. Ouid. her. 19,195-196 sub aurora…somnia quo cerni tempore uera solent. Larg. 20 sub uespere. Alla voce lux del Thesaurus sono registrati molti esempi di sub luce (et sim.) in riferimento alla prima luce del sole: cf. Verg. georg. 4,490 iam luce sub ipsa. Val. Fl. 2,587 prima…sub luce. Claud. rapt. Pros. 3,232 prima sub luce. Il. Lat. 736 primae sub tempore lucis. Pallad. 12,13,4 sub lucis initio. Se al v. 95 la lezione genuina è tremula sub luce, le parole di Cinzia al v. 91 anticipano il distico 95-96: luce iubent leges Lethaea ad stagna reuerti; con la prima luce del giorno i fantasmi – come i sogni – si dileguano. 1 M. Tartari, Retractando atque expoliendo. Propertius totus noster est, “Giornale Italiano di Filologia” 59 (2007), 155.

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Quanto all’attributo tremula, detto della prima luce del sole, in due luoghi Lucrezio riferisce tale aggettivo alla luce solare. Ci interessa qui, più che 5,697 (sub terris ideo tremulum iubar haesitat ignis), 4,404 ss. iamque rubrum tremulis iubar ignibus erigere alte/cum coeptat natura eqs., dove si accenna proprio al sole sorgente. Se in Apul. met. 9,9,5 adhuc luce dubia è riferito all’alba, più chiaramente Isid. orig. 5,31,13-14 scrive: mane lux matura et plena, nec iam crepusculum. Dunque, anche alla incerta luce del primo sole si applica il termine ‘crepuscolo’, un tempo caratterizzato appunto da una luce incerta e ‘tremante’ (Prop. tremula sub luce). * La presente edizione, dunque, si caratterizza come fortemente, spesso audacemente, innovativa. Non credo che le mie congetture promosse a testo colgano sempre nel segno. Ma ho scelto la linea, seguita anche da Stephen Heyworth nella sua edizione oxoniense, di evitare del tutto le cruces desperationis: queste non sono certo di aiuto al lettore, mentre congetture anche audaci, se indicano comunque la direzione verso cui dovrà muovere chi in futuro vorrà sanare in modo definitivo le cruces del testo, se cioé sono inscrivibili nel numero delle congetture diagnostiche (nel senso in cui usava il termine Paul Maas) – e le mie congetture lo sono sempre – sono uno strumento quanto meno utile alla lettura e all’interpretazione del testo nei suoi punti resi difficili da una scorretta tradizione manoscritta, come accade abbastanza spesso con Properzio. Nessuna delle mie letture congetturali urta drammaticamente contro la verosimiglianza paleografica, come accade per le congetture di Heyworth a 4,5,21 lecta lapis (+dorozantum+ N) e di Müller a 4,8,87 res pacta (respondi O), accolta a testo da Heyworth. Ma ora intendo riferirmi alla congettura di Gustav Wolff a 3,1,27 cum prole Scamandro (cunabula parui F L P Z: om. N), serenamente recepita da tutti gli editori moderni, compresi quelli più strenuamente conservatori. La testimonianza del secondo ramo della tradizione qui viene ingiustamente svalutata. Eppure, vi sono luoghi che attestano la indipendenza del secondo ramo dalla tradizione di N; voglio citare solo due luoghi. In 2,34,53, dove N reca restabit omettendo di completare l’esametro, il secondo ramo tramanda restabit erumnas; se la lezione genuina (da me restaurata) è: uectabitur undas (undas è già

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nei sospetti codici D V Vo, certo come emendamento congetturale), la lezione del secondo ramo (er-umnas) reca traccia del genuino -ur undas. Ancora, a 4,4,1, posto che la lezione esatta è putre (si veda il mio testo con il relativo lemma dell’apparato critico), non solo N ne reca traccia con turpe (si tratta di un tipico errore per metatesi), ma anche F L P Z ne recano traccia con pulc(h)re. Non vi è alcun motivo cogente per svalutare la testimonianza del secondo ramo della tradizione in 3,1,27. Per la restituzione della lezione genuina, rimando al mio testo e al mio apparato critico ad locum: comunque credo di poter affermare che le probabilità che cum prole Scamandro sia la lettura di Properzio stesso, e non del solo Wolff, sono minime. Tale congettura, almeno, andrebbe stampata in carattere corsivo dagli editori che la accolgono a testo, per distinguerla da ciò che veramente – o probabilmente – è properziano. Si dice: habent sua fata libelli. Ebbene, Margaret Hubbard, nella sua recensione della mia edizione Paraviana del secondo libro di Properzio,1 elenca alcune mie congetture, e le commenta così: ‘None seem imposing’. Ebbene, fra queste congetture vi erano: 2,4,13 comitantur (ora accolta a testo da Heyworth nella edizione oxoniense). 2,9,18 caedes (accolta da Heyworth c. s., ma anche da Hanslik e Fedeli). 2,32,23 manauit (accolta a testo da Heyworth c. s.); inoltre: 2,4,20 gurgitis. 2,18,6 laceret. 2,20,31 pulpa uoretur (tutte segnalate nel selettivo apparato critico di Heyworth c. s.). No comment. Il miglior elogio della mia edizione 2005, di cui presento qui la ristampa interamente riveduta, è stato fatto da Michela Patrone, nella sua recensione2 ‘…l’audacia di certe scelte appare dettata, oltre che da un certo raffinato compiacimento di sapore umanistico, dal nobile fine di fornire una direzione attraverso la quale giungere all’eliminazione delle cruces del testo properziano. Ne trae vantaggio l’occhio del lettore, che scorre senza soluzione di continuità su un testo pulito, grammaticalmente corretto, privo di spazi bianchi e dal senso compiuto, con il grande pregio di una traduzione italiana’. A proposito della traduzione italiana, devo sottolineare con forza che questa non aspira a una sua autonoma validità linguisticoletteraria, ma si pone totalmente al servizio del testo, di cui spesso esplicita e chiarisce il senso. In questa sede voglio segnalare un 1 “Journal of Roman Studies” 68 (1978), 233.

2 “Maia” NS 59 (2007), 590.

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Introduzione

errore di metodo, in cui spesso incorrono i traduttori italiani di Properzio (ma ciò vale anche per gli altri poeti latini). A fronte di un testo lasciato nella forma più o meno palesemente corrotta data dalla paradosis, essi offrono una traduzione che – infedelmente, e scorrettamente nei riguardi del lettore – risponde a un testo emendato, che essi hanno in mente senza osare stamparlo. Do due esempi tipici. In 2,1,5 si stampa il tramandato cogis, ma constatando che al contesto è estranea ogni idea di costrizione (la donna non è forzata da nessuno a ‘incedere fulgida nella serica veste di Cos’ etc., anzi lo fa per sua libera scelta e piacere) si traduce: ‘Se la lasci incedere etc.’: ciò che non traduce cogis, ma qualche altro verbo di ‘consentire’, ‘lasciare’, che i traduttori hanno in mente. Un caso analogo è 1,8,7, dove i codici recano il verbo fulcire, che ha un senso opposto a quello richiesto dal contesto: ‘sostenere’, e non ‘calpestare’, ‘calcare’ etc. (il soggetto è la donna con i suoi teneri piedi, l’oggetto le brine depositate sul terreno in Illiria). E appunto si stampa fulcire, ma si traduce: ‘calcare’. Non sarebbe più corretto stampare calcare, che per altro è ottimo e decisivo emendamento già proposto da autorevoli studiosi dei secoli xvi e xvii (Passerat, Marolles, Heinsius, Ayrmann)? Da questo difetto, quanto meno, la mia traduzione dovrebbe essere immune.

BIBL IOGR AF I A Edizioni complete Beroaldus, P. (Filippo Beroaldo), Bologna 1487. Muretus, M. A. (Marc Antoine Muret), Venezia 1558, 1562. Scaliger, J. J. ( Joseph Juste de l’Escale), Paris 1577. Antwerpen 1582. Passerat, J., Paris 1608. Variorum, attribuita a Graeuius, J. G. ( Johann Georg Graeve/Greffe). Broekhuyzen, J. van, Amsterdam 1702, 1727. Vulpius, J. A. (Giannantonio Volpi), Padova 1710, 1755. Barth, F. G., Leipzig 1777. Burman, P., Utrecht 1780. Kuinoel, C. T., Leipzig 1805. Lachmann, K., Leipzig 1816. Jacob, F., Leipzig 1827. Hertzberg, W. A. B., Halle 1843-45. Müller, L., Leipzig 1870. Paley, F. A., London 18722. Baehrens, E., Leipzig 1880. Palmer, A., Dublin 1880. Postgate, J. P., London/Cambridge 1894. Phillimore, J. S., Oxford 1901. Butler, H. E., London 1905. Hosius, C., 1911. 19323. Rothstein, M., Berlin 1898, 1920-242. Richmond, O. L., Cambridge 1928. Butler, H. H. e Barber, E. A., Oxford 1933. Schuster, M., Leipzig 19582 (cur. Dornseiff, F.). Barber, E. A., Oxford 1953, 19602. Luck, G., Zürich 1964. Richardson, L., Norman 1976. Hanslik, R., Leipzig 1979. Fedeli, P., Stuttgart 1984. Goold, G. P., Cambridge Mass./London 1990, 19992. Luck. G., Zürich 1996.

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Bibliografia

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Butrica, J., conjectures in Propertius, book 3 [comunicazione epistolare all’A.]. Ferraro, V., Propertianum, “Quaderni dell’Istituto di Lingua e Letteratura latina” 1 (1979), 25-30. Hall, J. B., congetture inedite. vd. Heyworth, Bibliography. Heyworth, S. J., Notes on Propertius Books i and ii , “C Q” 34 (1984), 394-405. —, Notes on Propertius Books iii and iv , “C Q” 36 (1986), 199-211. —, Textual notes on Propertius iv iii , iv , v , “PCPhS” suppl. vol. 22 (1999), 71-93.

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S IGL A C ODICUM Prior classis (N): N Guelferbytanus Gudianus 224, olim Neapolitanus (s. xii in.) [4,11,17-76 caret] Altera classis (P): A Leidensis Vossianus lat. 38 (ca. 1230-60) [desinit 2,1,63] F Laurentianus Mediceus plut. 36,49 (ca. 1380) L Oxoniensis Bodleianus Holkhamicus misc. 36 (a. 1241) [incipit 2,21,3] P Parisinus Bibl Nat. lat. 7989 (a. 1423) Z Marcianus Fondo Antico 443 (a. 1453) [huic classi adhaeret inde a 2,29] O consensus duarum classium ~ codices recentiores unus uel plures (Hac nota Gd. meum nomen significatur)

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LIBER PRIMUS · LIBRO PRIMO

L IBER PRI MUS 1

Cynthia prima suis miserum me cepit ocellis, contactum nullis ante Cupidinibus. nam mea constantis deiecit lumina fastus et caput impositis pressit Amor pedibus, donec me docuit castas odisse puellas improbus et nullo uiuere consilio. et mihi iam toto furor hic non deficit anno, cum tamen aduersos cogor habere deos. Milanion nullos fugiendo, Tulle, labores saeuitiam durae contudit Iasidos. nam modo Partheniis amens errabat in antris, ibat et hirsutas saepe ferire leas; ille etiam Hylaei percussus uulnere nerui

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subscriptio Incipit propertius N2: incipit monobiblos propertii aurelii naute ad tullum A F (-lium F): Monobiblos Propertii Aurelii Naute ad Tullum. Incipit liber primus feliciter P 1 prima N A F Ppc: sola Pac cepit N Ppc: fecit A F Pac 2 Cupidinibus Lachmann 3 nam Gd.: tum N: tunc A F P mea Gd.: mihi O constantis] fort. perstantis (cf. Cic. Luc. 26 in ista prauitate perstabitis? Ouid. met. 4,368 sq. perstat Atlantiades sperataque gaudia nymphae/denegat) 5 castas] fort. saeuas (cf. u. 10 saeuitiam durae…Iasidos. 1,3,18 expertae…saeuitiae [scil. Cynthiae]. Tibull. 1,8,61 fugit ex ipso saeua puella toro. 2,4,6 uror io: remoue, saeua, puella faces) uel tristes (cf. 1,6,10. 10,21. Plaut. Cas. 230 heia, mea Iuno, non decet esse te tam tristem tuo Ioui. [Tibull.] 3,10,22 si quando fuerit tristior illa tibi) 7 mihi] me Heinsius toto…anno N: toto…annis A F: totis…annis P: totum…annum Heinsius 8 tamen] fort. nimis 9 milanion ~, Volscus: minalion O 11 amens] scil. propter amorem: fort. ardens (cf. Catull. 62,23. 64,197. Verg. Aen. 4,101. Ouid. rem. 13. et al.) 12 saepe ~: ille O ferire Heinsius: uidere O leas Gd. (cf. Ouid. fast. 5,176 hirsutas…leas. 2,339 sq. fului saetis hirsuta leonis/uellera): feras O 13 hylei uel ilei ~: psilli O uulnere N Ppc (in ac ras.): arbore A F: ab arbore P nerui Heinsius (cf. Ouid. ars 2,191 [scil. Milanion] sensit et Hylaei contentum saucius arcum): rami O

L IBRO PR I MO 1

Cinzia per prima mi ha conquistato con i suoi begli occhi, [me infelice, mai prima ferito da alcun Cupido. Dunque il dio Amore ha fatto abbassare il mio sguardo [pieno di pervicace superbia e mi ha fissato i suoi piedi sul capo, finché, crudele, mi ha insegnato a provare fastidio per le [donne che non si concedono, e a vivere senza più seguire la ragione. Ed è ormai un anno intero che questa frenesia non mi lascia [mai, dato che sono costretto a affrontare l’inimicizia degli dei. Milanione, non rifiutandosi ad alcuna prova, Tullo, riuscì a infrangere la crudeltà della dura figlia di Iaso, [Atalanta. Infatti, ora fuori di sé andava vagando per le valli del [Partenio, spesso poi andava a ferire le irsute leonesse; egli anche, ferito dalle frecce dell’arco di Ileo,

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Elegie saucius Arcadiis rupibus ingemuit. ergo uelocem potuit domuisse puellam: tantum in amore fides et benefacta ualent. in me tardus Amor non ullas cogitat artes, nec meminit notas, ut prius, ire uias. at uos, deductae quibus est audacia lunae, et labor in magicis sacra litare focis, en agedum dominae mentem conuertite nostrae et facite illa meo palleat ore magis! tunc ego crediderim uobis uos sidera et amnes posse Cytaeaeis ducere carminibus. et uos, qui sero lapsum reuocatis, amici, quaerite non sani pectoris auxilia. fortiter et ferrum saeuos patiemur et ignes, sit modo libertas quae uolet ira loqui. ferte per extremas gentes et ferte per undas, qua non ulla meum femina norit iter. uos remanete, quibus facili deus annuit aure, sitis et in tuto semper amore pares. in me saeua Venus noctes exercet amaras,

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16 fides Fontein (cf. 2,26,27 multum in amore fides, multum constantia prodest): preces O 17 non ullas ~: non nullas O 18 meminit N: memini AFP 19 deductae N P: deducto A F: fort. ducendae audacia Otto (cf. 1,19,23 haec…mihi sit…audacia/excipere et…figere): fallacia O 20 litare Gd. (cf. Ouid. fast. 4,630 sacra litate. Lucan. 1,632 sq. litaui/…hoc sacrum. Stat. Theb. 10,338 sacra litaui. et al.): piare O 22 palleat N: placeat A F P 23 uos Fruterius: et O sidera et amnes: cf. Verg. Aen. 4,489 sistere aquam fluuiis et uertere sidera retro. Tibull. 1,2,4 sq. hanc [scil. sagam] ego de caelo sidera ducentem uidi,/fluuiis haec rapidi carmine uertit iter 24 Cytaeaeis Guyet: cythainis Npc: cythalinis Nac A Fpc Ppc: ac ac citalinis F P 25 et O: at ~ 28 uolet ~, Gebhard: uelit O 30 femina N Fpc P: semina A F: semita ~, Barth fort. semita monstret (cf. 2, 32, 17 ista tui furtum uia monstrat amoris. Hor. epist. 1, 17,4 ut si caecus iter monstrare uelit. Prud. perist. 11,134 deuia quo fractum semita monstrat iter) 31 aure O (cf. Publil. sent. N 36 non semper aurem facilem habet Felicitas): ore ~, Heinsius 33 saeua Gd. (cf. Hor. carm. 1,19,1 et 4,1,5 mater saeua Cupidinum): nostra O exercet] fort. inducit (cf. 4,3,29 at mihi cum noctes induxit uesper amaras)

Liber primus · Libro primo gemette ferito sulle rocce dell’Arcadia. Ma così gli riuscì di conquistare la veloce fanciulla: tanta forza hanno in amore la fedeltà e le imprese coraggiose. Ma nel mio caso il dio Amore, lento ad agire, non escogita [alcuno stratagemma, e non ricorda più come percorrere le sue note vie, secondo [quanto aveva fatto in passato. E voi, maghe, che avete l’audacia di attrarre la luna giù dal [cielo, e vi affaticate a offrire sacrifici sugli altari magici, ora finalmente cambiate le intenzioni della mia padrona e fate che il suo viso diventi pallido d’amore ancor più del mio. Allora sì che potrei credervi, quando affermate di poter [dominare il corso delle stelle e dei fiumi con i vostri incantesimi degni di Medea, la maga di Cita. E voi, amici, che troppo tardi mi richiamate indietro, ora che [sono già caduto, cercate una medicina per un cuore malato. Sopporterò con coraggio i ferri e il crudele fuoco dei [chirurghi, purché io possa liberamente dire quel che vorrà la mia ira. Portatemi fra nazioni lontane e su mari remoti, fino là dove nessuna donna possa conoscere il mio itinerario. Voi invece rimanete in patria, tutti voi ai quali il dio ha [manifestato il suo assenso con orecchie benigne, e siate sempre ricambiati di un amore sicuro. Ma a me la crudele Venere agita notti amare,

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Elegie et nullo uacuus tempore defit Amor. hoc, moneo, uitate malum: sua quemque moretur cura, nec assueto mutet amore torum. quod si quis monitis tardas aduerterit aures, heu referet quanto uerba dolore mea!

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2 Quid iuuat ornato procedere, uita, capillo, et tenues Coa ueste mouere sinus? aut quid Orontea crines perfundere murra, teque peregrinis uendere muneribus, naturaeque decus mercato perdere cultu, nec sinere in propriis membra nitere bonis? crede mihi, non ulla tuae est medicina figurae: nudus Amor formam non amat artificem. aspice quot summittat humus generosa colores, ut ueniant hederae sponte sua melius, surgat et in solis frondosior arbutus antris, et sciat indociles currere lympha uias; litora natiuis resplendent picta lapillis, et uolucres nulla dulcius arte canunt. non sic Leucippis succendit Castora Phoebe,

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36 torum Otto: locum O 2 titulus ad cynthiam A: ad cinthiam F: ad cinthiam uitupperatio nimii cultus P 1 uita N P3(s. l.): uicta N2 F P: uincta F3 fort. et teneros C. u. fouere (fouere iam Heinsius, qui tenues) sinus (i.e. pectus) 7 tuae ~: tua O 8 formam Heinsius (cf. Pers. 5,40 artificem…uultum. Val. Fl. 6,465 artificis…formae): formae O 9 quot ~, Volscus: quos O generosa Gd. (hic generosa fere i. q. fertilis, fecunda: cf. Ouid. rem. 567 generosae fertilis uuae uinea. Colum. 4,29,5 quos [scil. malleolos] ubi generosos et fecundos et quam maturissimos detraxerit): formosa O (sed. ud. u.8 formam): fort. fecunda 10 ut ~, Petreius: et O 11 frondosior Heinsius (cf. Verg. georg. 3,300 sq. frondentia…arbuta. Ouid. fast. 6,155 sq. arbutea…fronde): formosius O (sed ud. u. 8 formam) 13 resplendent Postgate (cf. Verg. Aen. 12,741 fulua resplendent fragmina harena. Mart. 9,2,9 splendet Erythraeis perlucida moecha lapillis): persuadent O: percandent Ferraro

Liber primus · Libro primo e Cupido non sta mai in pace e non cessa mai di essermi [presente. Vi avverto, coppie di amanti, evitate questo male: ciascuno [resti avvinto al proprio amore, e non vada a cercare un altro letto, se il [suo amore gli è ormai abituale. E se poi qualcuno darà scarso ascolto ai miei consigli, ahimé, con quanta pena dovrà riandare alle mie attuali parole!

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2 A che ti serve, vita mia, incedere con i capelli acconciati e agitare le sottili pieghe di una veste di Cos, o inzuppare le tue chiome di mirra Siriana, e metterti in vendita grazie a prodotti stranieri, e rovinare la bellezza naturale con trucchi comprati e non lasciare che le tue membra risplendano per le loro [qualità intrinseche? Credimi, non c’è modo di migliorare la tua figura: il dio Amore, che è nudo, non ama una bellezza artificiosa. Guarda quanti fiori la terra generosa fa spuntare, come vengono su anche meglio le edere spontanee, e nelle solitarie valli boscose cresce più frondoso il [corbezzolo, e l’acqua sorgiva sa scorrere per canali che nessuno ha [tracciato; le spiagge risplendono colorate di naturali pietre preziose e gli uccelli cantano dolcemente senza che sia stata loro [insegnata alcuna arte. Non così la figlia di Leucippo, Febe, infiammò d’amore [Castore,

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Elegie Pollucem cultu non Hilaira soror, non, Idae et cupido quondam discordia Phoebo, Eueni patriis filia litoribus, nec Phrygium falso traxit candore maritum auecta externis Hippodamia rotis: sed facies aderat nullis obnoxia cretis, qualis Apelleis est color in tabulis. non illis studium cultu conquirere amantes: illis ampla satis forma pudicitia. non ego nunc uereor ne sis mihi uilior istis: uni si qua placet, culta puella sat est. cum tibi praesertim Phoebus sua carmina donet Aoniamque libens Calliopea lyram, unica nec desit iucundis gratia uerbis, omnia quaeque Venus quaeque Minerua probat. his tu semper eris nostrae carissima uitae, taedia dum nimiae sint tibi luxuriae.

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3 Qualis Thesea iacuit cedente carina languida desertis Cnosia litoribus, qualis et accubuit primo Cepheia somno libera iam duris cotibus Andromede, nec minus assiduis Edonis fessa choreis

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21 cretis Gd. (cf. Ouid. ars 3,199 scitis et inducta candorem quaerere creta. Petron. 23,5. Mart. 6,93,9. 6,33,117): gemmis O 23 cultu Nodell: uulgo O: fuco van Eldik conquirere N: aquirere A Fac: acquirere Fpc P 24 ampla satis forma N: forma satis ampla A F P 25 nunc Npc A F P: non Nac sis mihi ~, Passerat: sim tibi O: sis tibi ~, Wehle 26 culta N: una A F P 30 probat] probet Liuineius: probent Burman 31 carissima Gd. (cf. Plaut. Epid. 133 quia meo neque cara est cordi neque placet. Ouid. trist. 5,14,2 o mihi me coniunx carior. et al.): gratissima O (sed ud. u. 29 gratia) uitae] menti Heinsius 32 nimiae Gd. (cf. Liu. 7,32,7 nimio luxu fluentibus rebus): miserae O 3 titulus ad cynthiam N A F (ci-): de accessu suo ad cinthiam dormientem P 4 cautibus ~, Gebhard

Liber primus · Libro primo o sua sorella Ilaira infiammò d’amore Polluce con i suoi [modi di acconciarsi, né così un tempo, sulle rive patrie, la figlia di Eveno oppose Ida al voglioso Febo; né con un falso biancore dell’incarnato Ippodamia, che poi [fu portata via su ruote straniere, attrasse il Frigio pretendente, Pelope: ma lei aveva un volto che nulla doveva alla biacca, proprio come è puro il colorito delle donne nei quadri [di Apelle. Quelle donne non avevano come scopo il cercare amanti con [l’adornarsi: la fedeltà era per loro una bellezza sufficiente. Ora non temo proprio che tu sia per me meno apprezzabile [di codeste bellezze: se una donna piace a un uomo solo, è sufficientemente [ornata. Specialmente poiché Febo a te dona i suoi canti e Calliope dona volentieri la lira Aonia, e non manca alle tue amabili parole un fascino unico, e tutto quanto Venere e Minerva apprezzano. Per queste doti mi sarai sempre più cara di qualunque altra, [per tutta la vita, a patto che tu provi disgusto per il lusso smodato.

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3 Come la Cretese Arianna si lasciò cadere esausta nel sonno [sulla spiaggia deserta, mentre la nave di Teseo si allontanava, e come la figlia di Cefeo, Andromeda, ormai libera dalla dura roccia, si adagiò nel primo sonno, e come la baccante Tracia, sfinita dalle incessanti danze,

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Elegie qualis in herboso concidit Apidano; talis uisa mihi mollem spirare quietem Cynthia non certis nixa caput manibus, ebria cum multo traherem uestigia Baccho et quaterent sera nocte faces pueri. hanc ego, nondum etiam sensus deperditus omnes, molliter impresso conor adire toro. et quamuis duplici correptum ardore iuberent hac Amor hac Liber, durus uterque deus, subiecto leuiter positam temptare lacerto, gaudiaque admoto sumere rara sinu, non tamen ausus eram dominae turbare quietem expertae metuens fulmina saeuitiae; sed sic intentis haerebam fixus ocellis, Argus ut innocuis cornibus Inachidos. et modo soluebam nostra de fronte corollas ponebamque tuis, Cynthia, temporibus, et modo gaudebam passos formare capillos, nunc furtiua cauis poma dabam manibus, omniaque ingrato largibar munera somno, munera de prono saepe uoluta sinu. et quotiens tardo duxti suspiria motu,

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8 non certis: cf. Hor. AP 154 pede certo. Liu. 42,59,6 certo incedentibus gradu. Stat. Theb. 9,289 sq. gressuque manuque/certior: consertis Guyet: fort. non firmis (cf. Sen. apocol. 6,2 solutae manus et ad hoc unum satis firmae. Mart. 14,30,2 sit modo firma manus) 10 faces ~ (cf. 3,16,16 ipse Amor accensas concutit [Francius: per- O] ante faces. et. al.): facem O 16 gaudia Gd. (ud. u. 14 Amor…Liber, durus uterque deus. cf. Ouid. rem. 401 gaudia…dominae si pleno corpore sumes. Nemes. ecl. 4,59 sic olim gaudia sumet): oscula O (de errore in codd. ud. Hor. carm. 3,6,28 gaudia] oscula u) admoto…sinu Gd. (cf. 4,7,19 pectore mixto. Lucil. 305 M. tum latus conponit lateri et cum pectore pectus. Ouid. her. 19,62 pectora nunc iuncto nostra fouere sinu. Stat. Ach. 1,642 sq. toto pectore ueros/admouet amplexus): admota…manu O rara Struve (qui oscula): et arma O 18 fulmina Bolt (cf. Petron. 75,1 post hoc fulmen Habinnas rogare coepit ut iam desineret irasci): iurgia O: fort. crimina 20 innocuis Gd. (cf. [scil. aquila] unguibus innocuis Phrygium rapuit Ganymeden): ignotis O 23 passos Gd.: lapsos O 27 tardo Gd.: raro O duxti uel duxsti ~: duxit O

Liber primus · Libro primo si lascia cadere nel sonno sulla riva erbosa dell’Apidano, così mi apparve Cinzia, mentre respirava in un dolce riposo, con il capo appoggiato sulle mani instabili. Io allora stavo trascinando i miei passi ebbri per il troppo vino, e nella notte fonda i miei schiavi agitavano le fiaccole per [ravvivarle. Io, che non avevo ancora perduto tutti i miei sensi razionali, tentai di raggiungerla sul letto facendo pressione su di esso [con estremo garbo; e anche se da una parte il dio Amore, dall’altra il dio Bacco, [entrambi dei inesorabili, mi spingevano, preso da un duplice impulso, a toccare il suo corpo disteso nel letto delicatamente con un [braccio infilato sotto di lei, e, premendo il mio petto contro il suo, cogliere un piacere [sessuale di rara intensità, tuttavia non avevo osato turbare il riposo della mia padrona temendo gl’insulti che avrei ricevuto dalla sua crudeltà già [da me provata altre volte, ma restavo così, con lo sguardo fisso su di lei, come Argo sulle corna innocue della figlia di Inaco. E in un momento scioglievo dalla mia fronte le ghirlande e le sistemavo sulle tue tempie, Cinzia; in un altro momento mi divertivo a dare un ordine ai tuoi [capelli sparsi, talora offrivo alle tue mani aperte le mele portate via dalla [cena e elargivo tutti questi doni a un sonno che non poteva ringraziarmi, doni che più volte ricadevano giù dal tuo grembo prono. E quando, con un lento movimento, traevi profondi sospiri,

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Elegie obstupui uano credulus auspicio, ne qua tibi insolitos portarent uisa timores, neue quis inuitam cogeret esse suam: donec diuersas praecurrens luna fenestras, luna moraturis pendula luminibus, compositos leuibus radiis patefecit ocellos. sic ait in molli nixa toro cubitum: ‘Tandem te nostro referens iniuria lecto alterius clausis expulit e foribus? nempe ibi longa tuae consumpsti tempora noctis languidus exactis, ei mihi, sideribus? o utinam tales perducas, improbe, noctes, me miseram quales semper habere iubes! nam modo purpureo fallebam stamine somnum, rursus et argutae carmine maesta lyrae; interdum leuiter mecum deserta querebar externo longas saepe in amore moras, dum me iucundis lassam Sopor impulit alis. illa fuit lacrimis ultima creta meis’.

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4 Quid mihi multas laudando, Basse, puellas mutatum domina cogis abire mea? quid me non pateris, uitae quodcumque sequetur, hoc magis assueto ducere seruitio? tu licet Antiopae formam Nycteidos et tu Spartanae referas laudibus Hermionae

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29 cogeret N Fpc P: cogerit A Fac 30 diuersas] fort. diductas 31 pendula Gd.: sedula O 32 compositos…ocellos N: compositis…ocellis A F P 34 nixa ~, Passerat: fixa O 37 nempe ibi Burman: namque ubi O tuae Gd.: meae O 39 perducas O: producas ~ 42 argutae Gd.: orpheae O 43 interea ~, Broekhuyzen 45 dum O: cum Guyet lassam Ppc: lapsam N A F Pac 46 creta Scaliger (cf. 4,2,58 haec spatiis ultima creta meis): cura O 4 titulus ad bassum A F: ad bassum cupientem poetam seducere ab amore cinthie P

Liber primus · Libro primo rimanevo turbato prestando fede a vani presagi, non volendo che i sogni ti recassero insolite paure, o che qualcuno in sogno ti costringesse ad essere sua contro [la tua volontà: finché, passando oltre la finestra con i battenti aperti, la luna, la luna che, incerta, su di te avrebbe volentieri indugiato con [la sua luce, alla fine con i suoi lievi raggi fece aprire i tuoi occhi chiusi. Mi disse così, poggiando il gomito sul morbido letto: ‘Finalmente, riportandoti al nostro letto, l’oltraggio subito da parte di un’altra donna ti ha scacciato dalla sua porta [chiusa? Naturalmente tu lì hai consumato il lungo tempo della tua [notte, sfinito, quando (ahimé) sono già tramontate le stelle? Ah, ma che tu possa, svergognato, passare delle notti simili a quelle che fai sempre passare a una disgraziata come [me! Io cercavo di ingannare il sonno tessendo i rossi fili, o ancora suonando, mesta, la lira dal timbro acuto; talvolta, abbandonata, mi lamentavo sommessamente delle frequenti mie lunghe attese di un amante che non abita [con me. Finché il Sonno mi sospinse ormai esausta con le sue dolci ali. Questo fu il traguardo finale per le mie lacrime’.

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4 Perché, Basso, lodandomi tante donne mi spingi a mutare i miei sentimenti e abbandonare la mia [padrona? Perché non lasci che io passi quel che resta della mia vita, [poco o molto che sia, piuttosto in questa schiavitù d’amore, che mi è ormai ben nota? Tu puoi anche esaltare la bellezza della figlia di Nitteo, [Antiope, e della Spartana Ermione,

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Elegie et quascumque tulit famosi temporis aetas, Cynthia non illas nomen habere sinat; nedum, si Latiis fuerit collata figuris, inferior duro iudice semper eat. haec sed forma mei pars est extrema furoris; sunt maiora, quibus, Basse, perire iuuat: ingenuus color et nullis datus artibus, et quae gaudia sub tacita sumere nocte libet. quo magis et nostros contendis soluere amores, hoc minus acceptam fallit uterque fidem. non impune feres: sciet haec insana puella, et tibi non modicis uocibus hostis erit, nec tibi se post haec committet Cynthia nec te quaeret: erit tanti criminis illa memor, et te circum omnes alias irata puellas differet. heu nullo limine carus eris! multas illa suis consternet fletibus aras, et quicumque sacer qualis ubique lapis. non ullo grauius temptatur Cynthia damno,

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7 famosi Struve: formosi O (sed ud. u.5 formam) temporis aetas: cf. Lucr. 1,558. Tibull. 1,8,47. et al. 8 sinat O: sinet ~, Dousa: sinit ~, Volscus Latiis Gd.: leuibus O 10 semper Gd.: turpis O eat N: e = at A: erat F: erit P 13 nullis Ppc ~: multis N A F Pac datus Gd. (cf. 1,2,19 nec Phrygium falso traxit candore maritum): decus O: decor ~ fort. nudis decor artubus (artubus Marcilius) 14 tacita…nocte: cf. Catull. 7,7 cum tacet nox. Verg. georg. 1,247 intempesta silet nox. Hor. carm. 2,8,10 taciturnae noctis. Tibull. 1,6,6 tacita…nocte. Ouid. her. 18,78 in tacita nocte. et al. sumere Gd. (cf. Ouid. rem. 401 gaudia…dominae, pleno si corpore sumes): dicere O nocte Faltin, Palmer (cf. Verg. Aen. 6,268 sola sub nocte. El. Maec. 131 placida sub nocte): ueste O libet] fort. iuuat 16 minus…fallit Gd. (cf. Plaut. Cas. 805 quanto ego plus propero, procedit minus): magis…fallit O acceptam…fidem Gd.: accepta…fide O 17 haec O: hoc ~, Dousa 18 modicis Gd. (cf. Quint. 11,2,33 uox…modica et magis murmur. Iuuen. 10,289 sq. formam optat modico pueris, maiore puellis/murmure…mater. Tac. ann. 1,34,4 silentio…uel murmure modico): tacitis O 19 se Housman: me O 22 differet N P: differt A F 23 multas Ruhnken: nullas N P: nullos A F consternet Gd.: contemnet O

Liber primus · Libro primo e di quante altre donne offrì il mitico tempo dell’età antica, Cinzia non lascerebbe loro alcuna fama: tanto meno, se verrà paragonata alle bellezze Latine, potrebbe sempre riuscire inferiore nel giudizio di un arbitro [troppo severo. Ma questa sua bellezza è solo una minima parte della mia [follia d’amore; ci sono in lei qualità più importanti, per cui può essere bello [morire di passione: il suo colorito candido, naturale e non procurato con artifici, e i piaceri che è bello cogliere durante la notte silenziosa. Quanto più ti sforzi di separare i nostri amori, tanto meno io e lei tradiamo la fedeltà promessa. Non resterai impunito: la mia donna saprà tutto questo, folle [di sdegno, e ti sarà nemica rivolgendoti parole di tono tutt’altro che [moderato, e dopo tutto ciò non si affiderà più a te, e non ti cercherà più: si ricorderà di una simile infamia e, piena di rancore, con tutte le altre donne ti svergognerà: ah, non sarai più gradito in nessuna casa! Quella inonderà con i suoi pianti molti altari e qualunque pietra sacra si trovi in qualsiasi luogo. Cinzia non si sente toccata da nessun danno più grave

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Elegie quam sibi cum erepto cessat amore Venus, praecipue nostro. maneat sic semper, adoro, nec quicquam ex illa, quod querar, inueniam! 5 Inuide, tu tandem uoces compesce molestas et sine nos cursu, quo sumus, ire pares! quid tibi uis, insane? nouos sentire furores? infelix, properas ultima nosse mala, et miser occultos uestigia ferre per ignes, et bibere e dira toxica Thessalia. non est illa rudis timidis collata puellis: molliter irasci non uolet illa tibi. quod si forte tuis non sit contraria uotis, at tibi curarum milia quanta dabit! non tibi iam somnos, non illa relinquet ocellos: illa ferox uinclis alligat usque uiros. a, mea contemptus quotiens ad limina curres!

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26 erepto Gd. (cf. 2,8,36 tantus in erepto saeuit amore dolor. 2,34,2 sic erepta mihi paene puella mea est): rapto O Venus van Eldik: deus O 27 nostro ~: nostri O fort. nostri maneant sic semper amores 5 titulus ad gallum F: ad gallum amoris improperatorem et inuidum P 3 nouos Gd. (cf. Verg. Aen. 5,670 quis furor iste nouus? Ciris 130 Scylla nouo correpta furore. Sen. Ag. 720 furoris incitam stimulis noui. Stat. Theb. 12,593 nouus unde furor? Ammian. 28,1,15 tot calentibus malis et nouo furore): meos N P: tuos Aac: meros Apc (ut uid.): om. F 5 occultos Burman: ignotos O: fort. infestos (cf. Ouid. trist. 1,1,82 infesto…igne [scil. fulminis]. Stat. Theb. 10,42 ignibus infestis. Val. Fl. 2,314 infestos…ignes) 6 dira Gd. (cf. Lucan. 6,564 sq. dira/Thessalis): tota O thessalia N P: tessalica A: texalica F 7 rudis Gd. (cf. 2,6,30 nequitiae…suae noluit esse rudes. 4,3,12 cum rudis urgenti bracchia uicta dedi): uagis N (de errore ud. Ouid. am. 2,10,33 lassarit P w: lassarat S ~: lassauit p H f. [Sen.] HO 1935 dentes A: gentes E): magis A F P timidis Gd. (cf. Ouid. am. 2,6,43 timidae pro te pia uota puellae. am. 3,13,23 et rem. 33 iuuenes timidaeque puellae): similis O 8 uolet Palmer: solet O: sciet ~, Scaliger 9 tuis ~: ruis O sit Gd.: est O uotis ~: nostris O 12 ferox Luck: feros O uinclis Gd. (cf. 3,11,4 fracto rumpere uincla [scil. feminae] iugo): animis O usque Gd.: una O

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di quando le viene a mancare ogni gioia di Venere, poiché le [hanno strappato il suo amore, specialmente il mio amore. Lei resti sempre, prego, così come [è ora, e io non debba mai trovare in lei nulla di cui lamentarmi! 5 Invidioso, frena una buona volta le tue parole moleste e lascia che noi due procediamo insieme per il cammino [intrapreso! Pazzo, cosa vuoi ottenere? Provare una inaudita follia? Infelice, ti avvii a conoscere mali estremi, e, sventurato, a camminare su fuochi nascosti, e a bere veleni provenienti dalla orrenda Tessaglia. Lei non è, in confronto con le donne timorose, una donna alle [prime armi: lei non è vorrù infuriarsi con te in modo misurato. E se anche non sarà contraria a soddisfare i tuoi desiderii, ah, quanti infiniti affanni ti procurerà! Lei non ti lascerà sonni, non ti lascerà occhi: lei più di qualunque altra, feroce, lega sempre strettamente a [sé gli uomini con catene. Ah, quante volte dopo un suo rifiuto correrai alla mia porta! Allora ti usciranno dalla bocca, fra i singhiozzi, parole forti, e ti prenderà un grande tremore fra le lacrime amare, e la paura ti segnerà orribilmente il viso, e ti sfuggirà qualunque parola vorrai, fra i lamenti, e non potrai più sapere chi sei né dove ti trovi, sventurato! Allora dovrai per forza imparare a essere schiavo della mia [padrona, e cosa vuol dire tornare alla tua casa dopo essere stato chiuso [fuori dalla sua; non ti meraviglierai più tanto spesso del mio pallore, o del fatto che io con tutto il mio corpo sia ormai [inesistente. Nel tuo innamoramento non ti sarà utile la tua nobiltà di [natali:

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Elegie tum tibi singultu fortia uerba cadent, et tremulus maestis orietur fletibus horror, et timor informem ducet in ore notam, et quaecumque uoles fugient tibi uerba querenti, nec poteris qui sis aut ubi nosse miser! tum graue seruitium nostrae cogere puellae discere et exclusum quid sit abire domum; nec iam pallorem totiens mirabere nostrum, aut cur sim toto corpore nullus ego. nec tibi nobilitas poterit succurrere amanti: nescit Amor priscis cedere imaginibus. quod si parua tuae dederis uestigia culpae, quam cito de tanto nomine rumor eris! non ego tum potero solacia ferre roganti, cum mihi nulla mei sit medicina mali, sed pariter miseri socio cogemur amore alter in alterius mutua flere sinu. quare, quid possit mea Cynthia desine, Galle, quaerere: non impune illa rogata uenit.

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6 Non ego nunc Hadriae uereor mare uisere tecum, Tulle, neque Aegaeo fundere uela salo, cum quo Ripaeos possim conscendere montes ulteriusque domos uadere Cimmerias; 14 tum Liberman: cum O 16 ducet N: docet A F P A: tu F 31 quid N P: quod A F

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6 titulus ad tullum A F: ad tullum excusatio quod non timore maris desistat secum transfetare, sed amore ac precibus cinthie P 1 nunc N Fpc pc ac ac P :AF P uisere Gd.: noscere O: fort. carpere (cf. 33 seu pontum remige carpes. Ouid. met. 11,752 mare carpentem. et al.) 2 fundere Gd. (cf. Sil. 2,25 fundentem uela carinam): ducere O: pandere Guyet 3 quo ripeos Npc: coripeos Nac: corripeos A F P 4 Cimmerias Gd. (ud. u. 3 Ripaeos…montes. cf. Val. Fl. 3,399 Cimmerium domos et superis incognita tellus. Licent. carm. ad Aug. 119 oppida Caspii Cimmeriasque domos): memnonias N: memonias A F: in emonias P

Liber primus · Libro primo il dio Amore non si inchina di fronte alle immagini degli [antenati. Se poi lascerai trapelare una minima traccia della tua colpa in [amore, in poco tempo da un nome illustre ti ridurrai a essere la [chiacchiera del popolino! Allora neanche io potrò portarti aiuto, se me lo chiederai, poiché io stesso non dispongo di alcuna medicina per la mia [malattia d’amore, ma tutti e due insieme saremo costretti da una passione [condivisa a piangere a turno l’uno nelle braccia dell’altro. Perciò, Gallo, smetti di interrogarti sui poteri della mia Cinzia: lei non accoglie i suoi pretendenti senza far loro pagare un [duro prezzo. 6 Non è che io tema di andare a vedere il mare Adriatico con te, Tullo, o di spandere le vele sul mare Egeo – tu sei uno con cui potrei scalare i monti Ripei e, ancora più oltre, spingermi fino alle dimore dei Cimmerii;

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Elegie sed me complexae remorantur uerba puellae mutatoque graues saepe colore preces. illa mihi totis obtundit noctibus aures et queritur nullos esse relicta deos; illa etiam mihi nunc se denegat, illa minatur quae solet ingrato tristis amica uiro. has ego non horam possum durare querelas: a pereat, si quis lentus amare potest! an mihi sit tanti doctas cognoscere Athenas atque Asiae ueteres cernere diuitias, ut mihi deducta faciat conuicia puppi Cynthia et insanis ora petat manibus, osculaque opposito dicat sibi didita uento et nihil infido durius esse uiro? tu patrui ueritas conare anteire secures, et uetera oblitis iura refer sociis: nam tua non aetas umquam cessauit amori, semper et armatae cura fuit patriae; at tibi non umquam nostros puer iste labores adferat et lacrimis limina lota meis!

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5 remorantur N P: memorantur A F 6 colore N: dolore A F P 7 obtundit Gd. (de aures cum uerbo obtundendi cf. Plaut. Cist. 118. Rhet. Her. 3,17): argutat O noctibus] fort. uocibus aures Gd.: ignes O 9 etiam Fontein: meam O nunc Gd.: iam O 10 ingrato ~, Heinsius: irato O 11 has…querelas Gd. (ud. “Museum Criticum” 23-24 [1988-89], 311 sq.), Liberman (ud. “RPh” 76 [2002], 67 sq.): his…querelis O 12 amare Npc ~, Colucius: amore O 15 hic uersus deest in A F P, suppl. in mg. A2, in textu P1 16 insanis] fort. infestis (cf. 1,8 a,16 crudelem infesta saepe uocare manu. Suet. Gai. 25,4 ut infestis digitis…oculos simul ludentium infantium incesseret) petat Gd.: notet O 17 didita Auratus: debita O ~ 19 ueritas Gd. (sensu passiuo ut 1,2,5 mercato…cultu. 1,19,6 oblito…amore. 4,7,55 sortita…pila. cf. Hor. saec. 54 Medus Albanas…timet securis. Sen. apocol. 12,3 uu. 31 sq. iussit et ipsum noua Romanae/iura securis tremere Oceanum): meritas O 20 uetera] fort. Latia sociis] fort. populis 21 umquam N: numquam A F P (nun-) 22 et P ~, Guyet: at N A F armatae] fort. antiquae 23 at Turnebus: et O 24 limina Heinsius: omnia O: fort. lumina lota Gd. (cf. 1,16,3 sq. limina…captorum lacrimis umida supplicibus. Ouid. am. 1,6,18 uda sit ut lacrimis ianua facta meis): nota N A P: uota F

Liber primus · Libro primo ma è che mi trattengono qui le parole della mia donna che si [stringe a me e le sue preghiere dolenti, che spesso le fanno cambiare colore. Lei per notti intere mi ottunde le orecchie, e, sentendosi abbandonata, dice che gli dei non esistono; in più, lei ora si nega a me, lei mi minaccia quanto suole minacciare una amante sconvolta al suo uomo [ingrato. Io non posso sopportare simili querimonie neanche per la [durata di un’ora: ah, sia maledetto l’uomo che sa amare senza provare mai [turbamenti! O forse dovrebbe per me essere così importante conoscere la [dottissima Atene e vedere le antiche ricchezze dell’Asia, al punto di accettare che Cinzia, mentre la mia nave salperà, [mi copra d’insulti e si graffi il volto con le mani impazzite di dolore, e gridi che i suoi baci sono dispersi al vento contrario e che nulla è più crudele di un amante infido? Tu, cerca di superare i temuti fasci di tuo zio, e riconduci sotto le antiche leggi i nostri alleati, che le hanno [dimenticate. Infatti, la tua giovane vita non si è mai dedicata agli amori, e tu hai sempre profuso ogni tua cura per la tua patria in armi. Questo fanciullo, Cupido, non ti faccia mai conoscere le mie [pene e la soglia della casa della donna bagnata di lacrime!

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Elegie me sine, quem semper uoluit fortuna iacere, huic animam extremae reddere nequitiae. multi longinquo periere in amore libenter, in quorum numero me quoque terra tegat. non ego sum gladiis, non natus idoneus armis: hanc me militiam fata subire uolunt. at seu se mollis qua tendit Ionia seu qua Lydia Pactoli tingit arata liquor, seu pedibus terras seu pontum remige carpes, ibis, et accepti pars eris imperii: tum tibi si qua mei ueniet non immemor aura, uiuere me duro sidere certus eris.

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7 Dum tibi Cadmeae dicuntur, Pontice, Thebae armaque fraternae tristia militiae, atque, ita sim felix, primo contendis Homero (sint modo fata tuis mollia carminibus): nos, ut consuemus, nostros agitamus amores atque aditum duram quaerimus ad dominam; nec tantum ingenio quantum seruire dolori cogor et aetatis tempora dura queri. hic mihi conteritur uitae modus, haec mea fama est,

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25 quem N: iam A F P 26 huic Housman (qui extremam): hanc O 29 gladiis Gd. (cf. Ouid. fast. 4,925 gladios et tela. Lucan. 7,574 gladios ac tela. 8,386 bella gerit gladiis): laudi O 31 seu se Gd. (cf. Lucr. 5,481 qua nunc se ponti plaga caerula tendit. Ciris 216 qua se ad patrium…tendebat semita limen): tu seu O 33 remige carpes Skutsch: carpere remis O 35 aura Gd. (cf. Cic. Mur. 35 totam opinionem parua non numquam commutat aura rumoris. Verg. Aen. 7,646 ad nos uix tenuis famae perlabitur aura): hora O 7 titulus ad ponticum A F: ad pontium P 4 mollia] fort. mitia (cf. Ouid. Pont. 2,1,48 cum uideam mites hostibus esse deos. 3,9,27 di mites. Stat. silu. 3,4,24 sq. festinantia sistere/fata salutifero mitis deus incubat angui) 6  aditum…ad Burman (cf. Tibull. 2,4,19 ad dominam faciles aditus per carmina quaero): aliquid…in O 7 tantum N: tamen A F P

Liber primus · Libro primo Lascia che io, che la fortuna ha voluto sempre soggiacente, renda questa mia anima nel segno di una dissolutezza vissuta [fino all’ultimo istante. Molti sono morti contenti dopo una lunga relazione amorosa: mi annnoveri fra questi la terra che mi ricoprirà. Io non sono nato per adattarmi alle spade e alle armi: il destino vuole che io presti un diverso servizio militare. Ma là dove si estende la regione degli effeminati Ioni, o dove le acque del Pattolo bagnano i campi arati della Lidia, se attraverserai a piedi la terra o a forza di remi il mare, andrai per la tua giusta strada, e sarai parte del potere [Romano accettato dai popoli: in quei giorni, se giungerà fino a te qualche notizia non [immemore di me, potrai essere sicuro che io starò vivendo sotto astri avversi.

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7 Mentre tu, Pontico, canti la storia di Tebe fondata da Cadmo e le tristi battaglie della guerra tra i due fratelli, e, che la fortuna mi assista, tu rivaleggi con Omero, il massimo [fra i poeti, (il destino sia propizio alla tua poesia), io, come sono abituato a fare, mi devo occupare dei miei amori, e cerco un modo per poter avvicinare la mia crudele padrona; e sono costretto a seguire non tanto la mia ispirazione poetica, [quanto le mie pene d’amore, e a lamentare i tempi duri della mia gioventù. Questo genere di vita io vado consumando: questa la fama [legata alla mia poesia,

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Elegie hinc cupio nomen carminis ire mei. me laudent doctae solum seruisse puellae, Pontice, et iniustas saepe tulisse minas; me legat assidue post haec neglectus amator, et prosint illi cognita nostra mala! te quoque si certo puer hic percusserit arcu – quod non uis nostros euoluisse iocos – longe castra tibi, longe miser agmina septem flebis in aeterno muta iacere situ; et frustra cupies mollem componere uersum, nec tibi subiciet carmina saeuus Amor. tum me non humilem mirabere saepe poetam, tunc ego Maeoniis praeferar ingeniis; nec poterunt iuuenes nostro reticere sepulcro: ‘Ardoris nostri magne poeta places’. tu caue nostra alto contemnas carmina fastu: saepe uenit magno fenore tardus Honos.

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11 laudent N: laudant A F P seruisse Gd.: docuisse Nac: placuisse A F P modus] fort. gradus uel dies 16 non uis Gd. (iam nolis Heinsius): nollim N: nolim A F P euoluisse ~: euiolasse O iocos Gd. (cf. Hor. carm. 2,1,37 relictis Musa…iocis. Ouid. trist. 2,238 te numquam nostros euoluisse iocos): deos O 17 tibi N: sibi A F P 18 muta Burman: surda O 21 saeuus ~, Volscus, Beroaldus: serus N: uerus A F P 22 tum N: tu A F P: tunc ~ 23 Maeoniis Liberman: romanis O: fort. diuinis (cf. Cic. de orat. 2,152 illius diuini ingeni [i.e. Aristoteles]. fin. 1,7 diuina illa ingenia [i.e. Graeci philosophi]. or. 109 poetas diuino ingenio [i.e. Ennius, Horatius et al.]. Val. Max. 3,7 ext. 3 Homerus diuino ingenio. Veg. mil. 4,41,6 quae Vergilius in Georgicis diuino paene comprehendit ingenio) 24 places Gd. (cf. Hor. carm. 4,3,24 quod spiro et placeo, si placeo, tuum est. Ouid. trist. 2,463 sq. legiturque Tibullus/et placet. rem. 363 dummodo sic placeam. et al.): iaces O 25 alto Gd. (cf. Ammian. 27,7,9 altiore fastu. Claud. Stil. 2,158 sq. alto/turgidus…fastu): tuo O 26 Honos Heyworth (Honor iam Rossberg; cf. 3,1,22 post obitum duplici fenore reddet Honos): amor O

Liber primus · Libro primo a questi temi voglio che sia legato il successo della mia opera [poetica. Mi lodino tutti per essermi fatto schiavo solo di una donna di [grande cultura, Pontico, e per aver così spesso sopportato le sue ingiuste [minacce; dopo tutto ciò, non si stanchi di leggermi ogni amante [trascurato, e gli sia utile poter conoscere le mie sofferenze d’amore. E se il fanciullo Cupido ti colpirà con il suo arco infallibile – dato che non vuoi leggere le mie poesie d’amore – lamenterai, poveretto, che lontano da te gli accampamenti [militari e i sette eserciti giacciano muti in un eterno abbandono; e invano desidererai comporre teneri versi d’amore, e lo stesso dio Amore, crudele, non ti fornirà materia di canto. Allora proverai ammirazione per me, poeta spesso non umile, allora io verrò anteposto ai grandi poeti epici che imitano [Omero, e i giovani non potranno tacere queste parole, davanti alla mia [tomba: ‘Cantore del nostro ardore amoroso, tu sei il nostro poeta [preferito’. Quanto a te, non sottovalutare, con altezzosa superbia, le mie [poesie: spesso la Fama arriva in ritardo, ma ripaga con l’interesse.

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Elegie 8a Tune igitur demens, nec te mea cura moratur? an tibi sum gelida uilior Illyria, et tibi iam tanti, quicumque est, iste uidetur, ut sine me uento quolibet ire uelis? tune audire potes uesani murmura ponti mollis et in dura naue iacere potes? tu pedibus teneris positas calcare pruinas, tu potes insolitas, Cynthia, ferre niues? o utinam hibernae duplicentur tempora brumae, et sit iners tardis nauita Vergiliis, nec tibi Tyrrhena soluatur funis harena, neue inimica meas eleuet aura preces! atque ego non uideam ualidos succedere uentos, cum tibi prouectas auferet unda rates, et me defixum uacua spectabis in ora crudelem infesta saepe uocare manu! sed quodcumque malum de me, periura, mereris, sit Galatea tuae non aliena uiae. sic te, felici post stricta Ceraunia remo,

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8a titulus ad cynthiam A F P: ad cinthiam preces ut desistat a nauigatione P2 1 cura N: culpa Aac F Pac 2 sum N F: sim A P 4 me om. A F 6 mollis Gd.: fortis O 7 calcare Passerat: fulcire O: sulcare Ppc ~, Beroaldus pruinas ~: ruinas O 13 atque O: aut ~, Huschke non] fort. ne ualidos Gd. (cf. Lucr. 3,494 uentorum ualidis feruescunt uiribus undae. Cic. Arat. 141 ualidas Aquilonis ad auras. Sen. nat. 5,9,1 quare…tales uenti uere et aestate ualidiores sunt?): tales O: faciles Heinsius succedere Heinsius: subsidere O (subdire F) 15 spectabis Gd.: patiatur O: patieris Hemsterhuys ora Npc F pc: aura Nac: hora A Fac P 16 infesta] fort. intenta (cf. Petron. 9,6 intentaui in oculos Ascylti manus) 17 quodcumque N A: quocumque F P malum Gd. (cf. Plaut. mil. 547 meruisse…me maxumum fateor malum): modo O 19 sic te Gd. (cf. Hor. carm. 1,3,1 sqq. sic te diua potens Cypri…regat…nauis eqs. Catull. 17,5. Ouid. her. 16,282): ut te N A F: utere P post stricta Gd. (cf. Verg. Aen. 5,163 laeua stringat sine palmula cautes. Il. Lat. 1065 remis quem cernis stringentem litora paucis): praeuecta O: post uicta Heinsius

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8a Dunque tu sei folle, e non ti trattiene il pensiero di me? Conto meno, per te, della gelida Illiria? E questo tuo uomo, chiunque sia, ti sembra così importante, che sei disposta a andare via, con qualsiasi vento che spira, [senza di me? Ma tu puoi sopportare di udire i boati del mare in tempesta, e sdraiarti, tu tenera donna, sul legno di una dura nave? Tu puoi calcare con i teneri piedi la gelata depositata sul [suolo, tu, Cinzia, puoi sopportare le nevicate a cui non sei abituata? Oh se mai si potessero raddoppiare i giorni della stagione [invernale e il marinaio dovesse restare inerte per il ritardo delle Pleiadi, e non si sciogliessero per te le gomene sulla spiaggia Etrusca, e l’aria nemica non portasse via le mie preghiere! E io non debba vedere sollevarsi forti venti quando l’onda ti porterà via con la nave, e mi guarderai, solo immobile sulla spiaggia deserta, urlarti contro: ‘Crudele!’ con le mani rivolte contro di te! Ma qualunque male ti meriti da parte mia, spergiura, Galatea non sia avversa al tuo viaggio; Così, dopo aver rasentato con remi fortunati gli scogli [Cerauni,

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Elegie accipiat placidis Oricos aequoribus. nam me non ullae poterunt corrumpere amicae, quin ego, uita, tuo limine multa querar. nec me deficiet nautas rogitare citatos: ‘Dicite, quo portu clausa puella mea est?’ et dicam: ‘Licet Atraciis considat in oris et licet Hylleis, illa puella mea est’.

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8b Hic erat, hic iurata manet: rumpantur iniqui! uicimus: assiduas non tulit illa preces. falsa licet tumidus deponat gaudia Liuor: destitit ire nouas Cynthia nostra uias. illi carus ego et per me carissima Roma dicitur, et sine me dulcia tecta negat. illa uel angusto mecum requiescere lecto et quocumque modo maluit esse mea, quam bene dotatae regnum uetus Hippodamiae

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20 placidis N Fpc: placidos A Fac P 21 corrumpere] fort. seducere amicae Gd.: de te O 22 uita N: tuta A F P tuo O: meo ~ limine ~: lumine O multa Gd. (cf. Verg. georg. 4,320 multa querens. Ouid. met. 8,176 multa querenti): uerba O: fort. serta feram (cf. Lucr. 4,1177 sq. exclusus amator limina saepe/floribus et sertis operit. Verg. Aen. 4,202 uariis florentia limina sertis. Catalepton 14,7 puris serta feram manibus. Tibull. 2,6,32 madefacta meis serta feram lacrimis. Ouid. fast. 2,644 bina…serta tibi… ferunt) 23 defitiet N: deficiat A F P 25 Atraciis] fort. Ambraciis 26 Hylleis] hileis N: hyleis A: hyleys F: fort. Illyriis puella Gd.: futura O 8b separauit Lipsius 27 erat N A F Pac: erit Ppc ~ 28 uicimus O: uincimus ~, Volscus, Beroaldus 29 tumidus Gd.: cupidus O deponat] deponas Heinsius (Liuor uocatiuus) 33 tecta Gd. (cf. 3,7,43 dulces…Penates. Hor. carm. 4,5,12 dulci distinet a domo. Verg. georg. 2,511 exilio…domos et dulcia limina mutant. Sil. 11,591 ne dulces spoliate domos. 17,216 patriam…dulcesque Penates. et al.): regna O (sed ud. u. 35 regnum) 35 bene Gd. (cf. Cic. leg. agr. 2,59 adulescens non minus bene nummatus quam bene capillatus. Ouid. ars 2,263 bene diues ager. Apul. flor. 22 bene praediatus): sibi O

Liber primus · Libro primo ti possa accogliere Orico con le sue acque tranquille. Quanto a me, nessuna amante mi potrà corrompere al punto che io, vita mia, non mi lamenti molto sulla soglia [della tua casa; e non cesserò mai di chiamare a me i marinai e interrogarli [così: ‘Ditemi, in quale porto è chiusa la mia donna?’ E dirò ancora: ‘Si trovi pure nelle contrade Atracie o al di là della Scizia, lei è la mia donna’.

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8b Era qui, ha giurato e rimane qui! Schiattino i miei nemici! Abbiamo vinto: non ha resistito alle mie continue preghiere. Il tronfio Livore lasci perdere la sua fallace esultanza: la mia Cinzia ha deciso di non affontare nuovi viaggi. Si va dicendo ora che io le sono caro e per amore mio le è [molto cara Roma, e lei dice che nemmeno la sua casa potrebbe esserle dolce [senza di me. Lei ha preferito riposare in un angusto letto con me e ha voluto esser mia a qualunque condizione, piuttosto che avere l’antico regno di Ippodamia, sposa con una [ingente dote,

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Elegie et quas Elis opes apta pararat equis. quamuis magna daret, quamuis maiora daturus, non tamen illa meos fugit auara sinus. hanc ego non auro, non Indis flectere conchis, sed potui blandi carminis obsequio. sunt igitur Musae, neque amanti tardus Apollo, quis ego fretus amo: Cynthia rara mea est! nunc mihi summa licet contingere sidera palmis: siue dies seu nox uenerit, illa mea est! nec mihi riualis certos subducet amores: ista meam norit gloria canitiem.

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9 Dicebam tibi uenturos, irrisor, amores nec tibi perpetuo libera uerba fore: ecce iaces supplexque uenis ad iura puellae, et tibi nunc quouis imperat ista modo. non me Chaoniae uincant in amore columbae dicere quos iuuenes quaeque puella domet. me dolor et lacrimae merito fecere peritum: atque utinam posito dicar amore rudis! quid tibi nunc misero prodest graue dicere carmen aut Amphionia moenia structa lyra? plus in amore ualet Mimnermi uersus Homero: carmina manuetus lenia quaerit Amor.

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36 apta Phillimore (cf. Hor. carm. 1,7,9 aptum…equis Argos. epist. 1,7,41 non est aptus equis Ithace locus): ante O pararat N F: parauit P: parat A 42 rara N A P: mera F 43 palmis ~, Scaliger: plantis O 44 seu ~: siue O 45 certos N: summos A F P subducet ~, Burman: subducit O 9 titulus ad (a)emulum irrisorem A F (ponticum add. F3) P 2 uerba] fort. membra (cf. Cato or. fr. 57,1 uim in corpus liberum…adferri. Sall. Cat. 33,1 neque amisso patrimonio liberum corpus habere. Liu. 3,56,8 qui liberum corpus in seruitutem addixisset) 4 quouis ~: quaeuis O (que uis N) ista Heyworth dub.: empta O: illa Fontein 10 Amphionia…lyra Gd.: amphioniae…lyrae O structa Gd.: flere O 12 lenia A P: leuia NF

Liber primus · Libro primo e le ricchezze che si era guadagnata l’Elide che nutre cavalli. Sebbene quello le regalasse tante cose, sebbene fosse pronto [a regalarne anche di più, tuttavia lei non fu avida e non abbandonò il mio abbraccio. Io sono stato capace di piegarla non con dell’oro o con le [perle dell’India, ma con l’omaggio di tenere poesie d’amore. Allora esistono le Muse e Apollo non è lento verso [gl’innamorati: io conto su questi due numi, nel mio amore: Cinzia, quella [donna eccezionale, è mia! Ora posso toccare le stelle altissime con i piedi: verrà il giorno e verrà la notte, lei è sempre mia! E un rivale non mi potrà sottrarre un amore sicuro: questa gloria accompagni la mia vecchiaia.

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9 Quando mi irridevi, ti dicevo che un innamoramento ti [avrebbe preso, e non avresti avuto per sempre libertà di parola: ecco, ora sei a terra, e, supplice, ti sottometti alla legge di una [donna, e ora costei domina su di te in ogni senso. Le colombe di Dodona non mi vincerebbero se si tratta di [narrare quanti giovani uomini in amore una sola donna può domare. Il dolore e le lacrime a buona ragione mi hanno fatto esperto [in questo campo: e potessi io, deposta la passione amorosa, meritare il nome di [inesperto d’amore! E ora a te infelice che giova cantare un solenne poema epico o le mure costruite dalla lira di Anfione? In materia d’amore, il verso di Minermo vale di più di Omero: Amore, che è pacifico, richiede poesie delicate.

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Elegie i quaeso et tristes istos compone libellos, et cane quod quaeuis nosse puella uelit! quid si non esset facilis tibi copia? nunc tu insanus medio flumine quaeris aquam. necdum etiam palles, uiuo nec tangeris igni: haec est uenturi prima fauilla mali. tum magis Armenias cupies accedere tigres et magis infernae uincula ferre rotae, quam pueri teneris arcum sentire medullis nil et adoratae posse negare tuae. nullus Amor cuiquam faciles ita praebuit alas, ut non astricta presserit ille manu. nec te decipiat, quod sit satis illa parata: acrius illa furit, Pontice, si qua tua est; quippe ubi non liceat uacuos subducere ocellos, ac uigilare adeo lumina cogat amor. qui non ante uacat, donec media attigit ossa: quisquis es, assiduas a! caue blanditias! illis et silices et uelint cedere quercus,

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13 compone O (i.q. ital. ‘metti da parte’ Angl. ‘lay aside’): sepone Heinsius 16 insanus NpcA P: insanis Nac F 17 uiuo (uel saeuo) Gd. (de uiuo cf. 4,1,54 uiuos…focos. Ouid. fast. 6,291 uiuam…flammam. de saeuo cf. 1,1,27 saeuos…ignes): uero O tangeris] carperis Burman igni N A F: igne P 19 tum N A P: tunc F 20 ferre Heyworth: nosse O 21 teneris Gd. (cf. Ouid. am. 3,10,27 tenerae…medullae. Catull. 45,16 mollibus…in medullis. Verg. Aen. 4,66 mollis…medullas): totiens O 22 nil et adoratae Gd.: et  nil irat(a)e O 23 nullus…cuiquam] fort. saeuus…numquam 24 astricta Gd. (cf. Varr. ap. Isid. orig. 2,23,1 pugnos astrictos): alterna O ille] fort. ipse 27 subducere Gd.: seducere O 28 ac Gd.: nec O adeo lumina Gd. (cf. Verg. Aen. 5,438 oculis uigilantibus): alio nomine O cogat Gd.: cedat N: cedit A F P 29 uacat Gd. (cf. 1,1,34 et nullo uacuus tempore defit Amor): patet O media Heinsius: manus O 30 a! caue Gd. (caue: de e correpta ud. 1,7,25. 1,10,21. 2,13,41): aufuge O 31 silices N Ppc: salices A FP uelint Gd. (cf. Ouid. her. 19,172 uel timidus famae cedere uelit amor. Sen. contr. 10,2,2 uolui cedere. Mart. 8,18,10 qui uelit ingenio cedere rarus erit): possint O cedere] fort. credere (cf. 1,15,42 a! nullis tutum credere blanditiis) fort. illis haut silices possintue obsistere quercus (cf. Cic. sen. 44 eius [scil. uoluptatis] blanditiis non facile obsistimus)

Liber primus · Libro primo Ti prego, vai a mettere da parte codesti libri tristi, e piuttosto canta i temi che una giovane donna vuole [ascoltare! Cosa faresti se non avessi materiale poetico a tua disposizione? [Ma tu, folle, in mezzo alla corrente del fiume cerchi dell’acqua. Non sei ancora pallido e toccato dalla viva fiamma della [passione: questa è la prima scintilla del male che ti verrà addosso. Allora preferirai affrontare le tigri Armene e sopportare le catene della ruota di Issione, piuttosto che sentire nelle tenere midolla i dardi del fanciullo [Cupido e non saper negare nulla alla tua donna adorata. Il dio Amore non ha mai offerto a nessuno ali così libere da non comprimerle poi con la mano stretta. E non ti lasciare ingannare dal fatto che lei sia ben disposta: se una donna è tua, Pontico, ti devasta con maggiore violenza: poiché non è possibile distrarre da lei gli occhi resi liberi e addirittura il dio Amore costringe i tuoi occhi a vegliare. Questo non si dà tregua, finché non ha colpito in pieno le tue [ossa: chiunque tu sia, ah, guardati dalle continue lusinghe! A queste vorrebbero cedere le dure selci e le rigide querce,

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Elegie nedum tu uelis, spiritus iste leuis. quare, si pudor est, quam primum errata fatere: dicere qua pereas saepe in amore leuat. 10 O iucunda dies, miro cum testis amori adfueram uestris conscius alloquiis! o noctem meminisse illam iucunda uoluptas, o quotiens uotis illa petita meis, cum te complexa marcentem, Galle, puella uidimus et longa ducere membra mora! quamuis labentes premeret mihi somnus ocellos et nitidis caelo luna ruberet equis, non tamen a uestro potui secedere lusu: tantus in alternis uocibus ardor erat. sed quoniam non es ueritus concredere nobis, accipe commissae munera laetitiae. non solum uestros didici reticere furores: est quiddam in nobis maius, amice, fide. possum ego diuisos iterum coniungere amantes

32 nedum N: necdum A F P 34 qua ~, Dousa f.: quo O

uelis Gd.: possis O

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33 si] ni Dousa f.

10 titulus ad gallum A F P 1 dies Graeuius: quies O miro Gd. (cf. Verg. Aen. 3,298 miro…amore): primo O 2 adfueram A: affueram F P: adsueram N (ut uid.) alloquiis Gd. (cf. Stat. silu. 2,1,232 dulcibus alloquiis): in lacrimis O 3 illam Gd.: mihi O 4 petita Gd. (cf. Verg. Aen. 12,259 hoc erat, hoc uotis…quod saepe petiui. Liu. 32,21,35 quod omnibus uotis petendum erat. Sen. dial. 12,10,10 quod alii uoto petunt. Oed. 205 petitus omnibus uotis Creo. [Sen.] Oct. 693 petitus precibus et uotis dies): uocanda O: uocata Liberman 5 marcentem Heinsius: morientem O 6 membra Gd. (cf. 2,26,2 Ionio lassas ducere rore manus. Sen. contr. 10,4,10 illa membra quae trahis debilia. Liu. 22,2,7 fessa aegre trahentes membra. et al.): uerba O 8 nitidis Gd. (cf. Sen. Phaed. 310 sq. [scil. Phoebe-Luna] nitidos…fratri/tradidit currus. Claud. carm. min. 27,60 sq. nitidos stupefacta iuuencos/Luna premit): mediis O 10 alternis N: alterius A F P 11 concredere ~: concedere O 13 furores ~, Volscus: dolores O: calores Guyet 15 diuisos ~, Beroaldus (cf. 2,33,5 quae dea tam cupidos totiens diuisit amantes): diuersos O

Liber primus · Libro primo

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tanto più vorresti tu, che sei uno spirito leggero. Pertanto, se ti resta un minimo di pudore, confessa al più [presto i tuoi errori d’amore: dire per quale donna hai perso la testa può essere utile in [amore. 10 O giorno meraviglioso, quando io, testimone di uno [straordinario amore, assistetti, complice, alle vostre conversazioni! O piacere immenso di ricordare quella notte, notte da me invocata tante volte nei miei voti, quando vidi te, Gallo, languidamente abbracciato alla tua [donna, trascinare le membra con un lungo indugio! Sebbene il sonno mi pesasse sugli occhi vacillanti e la luna con i suoi luminosi cavalli splendesse nel cielo di [rosso colore, tuttavia non riuscii ad allontanarmi dal vostro gioco amoroso: tanto era l’ardore delle reciproche parole. Ma poiché non hai temuto di fidarti di me, accetta la ricompensa per la gioia di cui mi hai reso partecipe: io non solo ho appreso a tacere i vostri furori amorosi, ma c’è in me qualcosa di più grande della lealtà, amico mio. Io sono in grado di ricongiungere gl’innamorati divisi,

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Elegie et dominae ualidas possum aperire fores, et possum alterius curas sanare nocentes, nec leuis in uerbis est medicina meis. Cynthia me docuit semper quae cuique petenda quaeque cauenda forent: non nihil egit Amor. tu caue ne tristi cupias pugnare puellae, neue superba loqui neue tacere diu, neu, si quid petiit, contracta fronte negaris, neu tibi pro uano uerba benigna cadant. irritata uenit, quando contemnitur, illa, nec meminit tristes ponere laesa minas: at quo fis humilis magis et subiectus amori, hoc magis euentu saepe fruere bono. is poterit felix una remanere puella, qui numquam uacuo pectore liber erit.

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11 Ecquid te tepidis cessantem, Cynthia, Bais, qua patet Herculeis semita litoribus, 16 ualidas Gd. (cf. Val. Fl. 1,609 sq. tum ualidam…portam/impulit Hippotades. 2,271 sq, impulit acri/tum ualidas stridore fores): tardas O 17 nocentes Gd. (cf. CE 1504 A 6 dissipem curas animo nocentes): recentes O (-tes P: -tis N A F) 20 egit N A: eget F: eger P 23 contracta Cornelissen (cf. Hor. serm. 2,2,125 contractae seria frontis. Porph. ad Hor. epod. 13,5 [pp. 208,30. 209,1 Holder] obducta: id est in rugas contracta ac per hoc seuera et tristis. Petron. 132,15 u. 1 constricta…fronte): ingrata O 25 irritata N: irritatura A Fac Pac 26 tristes Gd. (cf. Verg. ecl. 2,14 tristes Amaryllidis iras. Sen. Oed. 411 tristes Erebi minas. Lucil. 1014 M. tuis saeuis factis et tristibus dictis. Cic. Cael. 27 tristisimis uerbis): iustas O 27 fis Gd.: sis O 28 euentu Heinsius (cf. Larg. 271 prosperos euentus. Varr. rust. 1,1,6 precor…bonum euentum. Sen. epist. 118,4 bellorum euentus prosperos triumphosque): effecto N A Fac P: effectu ~ fruere Gd.: fruare O 29 is N P: his A F 11 titulus ad cynthiam A Fr: ad cynthiam reuocatoria a balneis baiarum P 1 ecquid P Fr: et quid N A F tepidis Heinsius (cf. 3,18,2 Baiarum…tepentes aquae. Sil. 12,113 sq. docet ille tepentes/unde ferant nomen Baiae. Flor. epit. 1,11 et 1,22 tepentes fontibus Baiae): mediis O 2 patet Burman: iacet O

Liber primus · Libro primo sono in grado di aprire la rubusta porta di una padrona, sono in grado di guarire le nocive pene d’amore di un altro [uomo, nelle mie parole c’è una medicina non inefficace. Cinzia mi ha insegnato quel che sempre ogni uomo deve [cercare e quel che deve evitare: anche il dio Amore ha fatto la sua [parte. Tu, non scontrarti con la tua donna se è di cattivo umore, e non parlare in tono arrogante, né stare in silenzio troppo a [lungo; se lei vuole qualcosa, non negarglielo con la fronte corrugata, e non lasciare cadere nel vuoto le sue parole generose. La donna, se è stata trascurata, viene da te in preda [all’irritazione, e, se è stata offesa, non si astiene dal rivolgerti gravi minacce: Ma tu, quanto più ti fai umile e sottomesso al tuo amore, tanto più spesso otterrai buoni risultati. Saprà restare sempre felice di avere una sola donna l’uomo che non si considererà mai libero e con l’animo [disimpegnato dall’amore. 11 Forse dunque, Cinzia, mentre ti riposi a Baia, ricca di calde [acque vulcaniche, dove si apre il sentiero che conduce al lido di Ercole,

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Elegie et modo Thesproti mirantem subdita regno proxima Misenis aequora uerticibus nostri cura subit memores educere noctes? ecquis in extremo restat amore calor? an te nescio quis simulatis ignibus hostis sustulit e nostris, Cynthia, luminibus? atque utinam mage te remis confisa minutis paruula Lucrina cumba moretur aqua aut teneat clausam tenui Teuthrantis in unda alternae facilis cedere lympha manu, quam uacet alterius blandos audire susurros molliter in placido litore compositam, ut solet amota labi custode puella perfida communes nec meminisse deos; non quia perspecta non es mihi cognita fama, sed quod in hac omnis parte cauetur amans. ignosces igitur, si quid tibi triste libelli attulerint nostri: culpa timoris erit. an mihi nunc maior carae custodia matris aut sine te uitae cura sit ulla meae? tu mihi sola domus, tu, Cynthia, sola parentes, omnia tu nostrae tempora laetitiae. seu tristis ueniam seu contra laetus amicis, quicquid ero, dicam: ‘Cynthia causa fuit’. tu modo quam primum corruptas desere Baias: multis ista dabunt litora discidium,

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4 misenis N: miscenis A P: misteriis F uerticibus Senger (plur. pro sing. ut 2,2,14 Idaeis…uerticibus): nobilibus O 5 educere Barber: adducere O 6 ecquis N P: et quis A F calor Gd.: locus O 8 luminibus Markland: carminibus O 11 Teuthrantis Scaliger (-os Hertzberg): teutantis N: tuetantis A F: metantis P 12 alternae O: alterna ~, Heinsius facilis N: facili A F P 14 placido Gd. (cf. 1,20,21 placidis…oris. Stat. Ach. 1,696 sq. placidi…litoris): tacito O 15 amoto P: amota N A F 18 in hac parte] explanat Shackleton Bailey (‘in this matter’,’in this respect’) coll. Quint. 1,1,17. 1,7,19. 2,12,3 cauetur Gd.: timetur O (sed ud. u.20 timoris) amans Gd.: amor O 21 fort. potior 22 aut O: haud ~, Paldam

Liber primus · Libro primo e mentre ammiri il tratto di mare sul quale regnò Tesproto, mare vicino al promontorio Miseno, il pensiero di me ti costringe a passare notti memori di noi? Forse, dunque, anche in un amore quasi finito rimane vivo il [calore di un affetto? O invece un mio nemico sconosciuto, fingendo un ardore [inesistente, ti ha sottratto, Cinzia, al mio sguardo? Ah se piuttosto una piccola barca, affidata a remi minuti, ti trattenesse sul lago Lucrino, o se le acque di Cuma, che sanno cedere facilmente al moto [alterno dei nuotatori, ti trattenessero chiusa fra le onde di Teutrante; piuttosto che tu avessi agio di ascoltare i dolci sussurri di un [altro uomo, stando mollemente sdraiata sulla quieta spiaggia; come usa fare la donna, che, allontanato il suo guardiano, [cade nella colpa, traditrice, e si dimentica degli dei, che ha in comune con il suo [uomo? Dico questo, non perché tu non mi sia nota per la tua fama più [volte provata, ma perché su questo punto ogni innamorato deve stare in [guardia. Mi perdonerai, allora, se i miei libri di poesie ti recheranno qualche elemento di tristezza: sarà tutta colpa [della mia paura. O forse dovrebbe ora essere per me più importante custodire [la mia cara madre o forse potrebbe senza di te restare in me alcun interesse per [la mia stessa vita? Tu sola per me sei la casa, Cinzia, tu sola i genitori, tu sei ogni momento della mia gioia. Se poi inconterò gli amici triste o allegro, di qualunque umore sarò, dirò: ‘La ragione è stata Cinzia’. Tu, soltanto, abbandona quanto prima la corrotta Baia: questa tua spiaggia provocherà a molte coppie la separazione,

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Elegie litora quae fuerunt castis inimica puellis. a pereant Baiae, funera amoris aquae!

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12 Quid mihi desidiae non cessas fingere crimen, quod faciat nobis conscia Roma moram? tam multa illa meo diuisa est milia lecto, quantum Hypanis Veneto dissidet Eridano, nec mihi consuetos amplexu nutrit amores Cynthia, nec nostra dulcis in aure sonat. olim gratus eram: non illo tempore cuiquam contigit ut simili posset amare fide. inuidiae fuimus: num me sopor obruit? an quae lecta Prometheis deuouet herba iugis? non sum ego qui fueram: mutat uia longa puellas. quantus in exiguo tempore fugit amor! nunc primum longas solus cognoscere noctes cogor et ipse meis auribus esse grauis. felix qui potuit praesenti flere puellae:

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29 fuerunt Scaliger: fuerant O 30 Baiae: nomen, non adiectiuum funera Gd. (cf. Lucr. 5,316 funera Troiae. Hor. carm. 1,8,14 sq. Lucan. 4,231 sq. pro dira pudoris/funera! Drac. Orest. 917 post tot funera mentis): crimen O (nomina dactylica inter se confusa sunt. ud. e.g. Ouid. am. 3,14,42 muneris P ~: criminis w) 12 nouam el. indicant N2 P2 (P2 mg.: epistola ad improperatorem desidiae), priori continuant O 4 quantum] quanta Heinsius desidet P 7 ullo ~, Heinsius: illo O 9 num Ppc: nunc Pac: non N A F sopor Gd. (cf. Lucan. 9,671 sq. sopor…/obruit haud totam. Stat. Theb. 10,194 obruta somno. Apul. met. 2,22 diris cantaminibus somno custodes obruunt. Sen. ben. 5,13,4 ueneficus qui soporem…miscuit): deus O quae N: quem A F P 10 deuouet Scaliger (cf. Tibull. 1,8,17sq. num te carminibus, num te pallentibus herbis/deuouit tacito tempore noctis anus? Ouid. am. 3,7,27 sq. num mea Thessalico languent deuota ueneno/corpora?): diuidit N P: diuitis AF 15 puellae O: puella Heinsius

Liber primus · Libro primo una spiaggia che è sempre stata nemica alle donne fedeli. Vada in malora Baia, acque che sono la morte dell’amore!

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12 Perché non smetti d’inventarti un’accusa di pigrizia contro di [me, secondo cui Roma, mia complice, mi trattiene qui? Lei è divisa dal mio letto da tante miglia quanto l’Ipani dista dal Veneto Po; e non dà nutrimento alla mia consueta passione con i suoi [amplessi Cinzia, e non risuona dolce alle mie orecchie la sua voce. Un tempo le ero caro: a nessun altro uomo mai toccò di poter amare ricambiato da una tale fedeltà. Poi ha preso ad odiarmi: forse un sonnifero mi ha sopraffatto? [O quella erba magica che si coglie sulle pendici del Caucaso e può [stregare? Non sono più quello che ero. I viaggi in paesi lontani [cambiano le donne. Che amore così grande è fuggito via in poco tempo! E adesso per la prima volta sono costretto a conoscere lunghe [notti solitarie e ad essere pesante alle mie stesse orecchie con le mie urla. Felice chi ha potuto piangere alla presenza della sua donna:

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Elegie non nihil abstersis gaudet amans lacrimis; at si despectus potuit mutare calores, sunt quoque translato gaudia seruitio. mi neque amare aliam neque ab hac desciscere fas est: Cynthia prima fuit, Cynthia finis erit. 20 13 Tu, quod saepe soles, nostro laetabere casu, Galle, quod erepto solus amore uacem. at non ipse tuas imitabor, perfide, uoces: fallere te numquam, Galle, puella uelit. dum tibi deceptis augetur fama puellis certus et in nullo quaeris amore moram, perditus in quadam tardis pallescere curis incipis et trepido lapsus abire gradu. haec erit illarum contempti poena doloris, multarum meritas exiget una uices. haec tibi uulgares istos compescet amores, nec noua quaerendo semper ineptus eris. haec ego non rumore malo, non augure nosco: uidi ego me, quaeso, teste negare potes?

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16 abstersis Garrod (cf. Lucil. 206 absterge lacrimas. Ouid. met. 13,746 quas [scil. lacrimas]…detersit pollice uirgo. Petron. 99,2 manantes lacrimas pollice extersit [Fr. Pithoeus: expressit L]): aspersis O: fort. expressis (cf. Ter. Eun. 67 sq. una…lacrimula/quam oculos terendo expresserit) amans Gd.: amor O 17 at Burman: aut O despectos ~, Heinsius 19 mi neque N A: minimeque Fac: me neque Fpc P desciscere Heinsius: dissistere N A: desistere F P 13 titulus ad gallum A F P 2 erepto Gd. (cf. 2,8,36 tantus in erepto saeuit amore dolor. 2,34,2 sic erepta mihi paene puella mea est): abrepto O 5 fama N Ppc: forma A F Pac 78 perditus N: queritis A F P 8 trepido pc Gd.: primo O lapsus N P : lapsis A F Pac abire ~, Scioppius: adire O 9 contempti N: contenti A F P 10 meritas Gd.: miseras O 11 haec N: nec A F P compescet N: componet A F P 12 ineptus Gd. (cf. 2,29,14 at tu nescio quas quaeris, inepte, foris): amicus O (sed ud. u.11 amores) 13 nosco Gd.: doctus O

Liber primus · Libro primo un uomo innamorato si compiace non poco di farsi [asciugare da lei le sue lacrime; ma se poi, essendo disprezzato dalla donna amata, ha [trasferito altrove i suoi affetti, vi può essere qualche piacere anche nel cambiare la donna, di [cui essere schiavo d’amore. A me non è dato dalla legge divina né di amare un’altra né di [abbandonare questa donna: Cinzia è stata la prima, Cinzia sarà l’ultima.

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13 Tu, Gallo, come sei solito fare, ti rallegrerai della mia sfortuna, poiché, dato che il mio amore mi è stato rubato, sono rimasto [solo. Ma io non ricalcherò il tuo linguaggio, malfidato: mai nessuna donna voglia tradirti, Gallo. Mentre cresce la tua fama di seduttore di donne, e non cerchi un legame stabile, concedendoti con certezza [ad alcun amore, cominci a impallidire, perduto per una donna, in ritardo, e ad uscirne, dopo uno scivolone, con un passo tremante. Questa sarà la punizione per aver disprezzato le pene [d’amore di tutte quelle altre donne, una sola ti farà pagare il meritato fio a nome di molte. Questa porrà fine a questi tuoi amori promiscui, e non sarai sempre, insensato, alla ricerca di nuove esperienze. Tutto ciò lo sto apprendendo non in seguito a malevole [chiacchiere o grazie a un indovino: l’ho visto io personalmente. Prego, saresti capace di [smentire ciò di cui sono stato testimone?

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Elegie uidi ego te toto uinctum languescere collo et flere iniectis, Galle, diu manibus, et cupere optatis animam deponere labris, et quae deinde meus celat, amice, pudor. non ego complexus potui diducere uestros: tantus erat demens inter utrosque furor. non sic Haemonio Salmonida mixtus Enipeo Taenarius facili pressit in amne deus. nec sic caelestis, flagrans amor Herculis, Hebe sensit in Oetaeis gaudia prima iugis. una dies omnes potuit praecurrere menses: nam tibi non tepidas subdidit illa faces, nec tibi praeteritos passa est accedere fastus: huic semel addictum te tuus ardor aget. nec mirum, cum sit Ioue dignae proxima Ledae et Ledae partu gratior, una tribus; illa sit Inachiis et blandior heroinis, illa suis uerbis cogat amare Iouem; tu uero, quoniam semel es periturus amore, utere: non alio munere dignus eras.

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16 iniectis ~: inlectis N: in lectis A F P: innexis Gebhard: insertis Phillimore 17 labris Passerat: uerbis O 21 mixtus N A P: missus F: fort. mersus 22 in amne Gd. (u. 22 in amne ~ u. 23 in iugis. cf. 4,4,24): amore O facili… amne: [Tibull.] 3,5,30 facilis…unda. Lucan. 1,222 faciles…undas. Stat. silu. 3,2,84 facili…unda. Mart. spect. 30(26),2 faciles…aquas 23 caelestis… Hebe Gd.: caelestem…heben O amor: i. e. puella amata. cf. Verg. ecl. 7,21 nymphae, noster amor, Libethrides. Ouid. am. 3,9,32 altera [scil. Delia] primus amor. met. 1,452 primus amor Phoebi Daphne 24 de toto uersu cf. Ouid. her. 19,204 gaudet in Idaeis concubuisse iugis 25 menses Gd.: amantes 27 accedere Gd.: succedere O (sed ud. u.26 subdidit) 28 ac huic semel Gd.: nec sinet O addictum Skutsch: adduci N A F P : abduci L Ppc 29 dignae Heinsius: digna et O 32 post Iouem commate distinxi (sit…cogat coniunctiui concessiui) 34 utere O (cf. Tibull. 1,8,47 sq. at tu dum primi floret tibi temporis aetas/utere: non tardo labitur illa pede): urere ~, Puccius, Beroaldus munere Gd.: limine N A: lumine F P

Liber primus · Libro primo Ti ho visto languire strettamente avvinto al collo di lei e piangere a lungo, Gallo, con le braccia attorno a lei, e desiderare di esalare il respiro su quelle labbra bramate, e tutto il resto poi, che il mio pudore, amico mio, mi fa tenere [nascosto. Io non ebbi la forza di sciogliere i vostri abbracci: tanto era il furore che univa l’uno all’altra. Non così, unito alle onde dell’Enipeo in Tessaglia, il dio di Tenaro, Nettuno, strinse a sé la figlia di Salmoneo nella [cedevole acqua del fiume, né la divina Ebe, oggetto dell’ardente passione di Ercole, provò i primi piaceri dell’amore sui gioghi del monte Eta. Un solo giorno ha potuto precorrere tutti i mesi, perché costei ha acceso in te un fuoco non tiepido, e non ha permesso che ti si aggiungesse l’antica superbia: una buona volta per sempre il tuo ardente amore ti porterà [schiavo ai suoi piedi. E non c’è da stupirsi, dato che lei è degna di Giove e pari a [Leda, e più piacevole della prole di Leda, lei sola a paragone di ben [tre donne; sia pure, dunque, più affascinante anche delle eroine Greche, sappia pure farsi amare da Giove con le sue parole; tu, dato che sei una buona volta sulla strada di morire d’amore, ora approfitta di questo amore: non saresti stato degno di un [diverso compito.

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Elegie hic tibi sit felix, qui iam bonus incidit error; et quodcumque uoles una sit ista tibi!

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14 Tu licet abiectus Tiberina molliter unda Lesbia Mentoreo uina bibas opere, et modo tam celeres mireris currere lintres et modo tam tardas funibus ire rates, et nemus innumeras intendat uertice siluas, urgetur quantis Caucasus arboribus; non tamen ista meo ualeant contendere amori: nescit Amor magnis cedere diuitiis. nam siue optatam mecum trahit illa quietem, seu facili totum ducit amore diem, tum mihi Pactoli ueniunt sub tecta liquores et legitur Rubris gemma sub aequoribus; tum mihi cessuros spondent mea sidera reges: quae maneant, dum me fata perire uolent! nam quis diuitiis aduerso gaudet Amore? nulla mihi tristi praemia sint Venere! illa potest magnas heroum infringere uires, illa etiam duris mentibus esse dolor; illa nec Arabium metuit transcendere limen, nec timet ostrino, Tulle, subire toro, et miserum toto iuuenem uersare cubili:

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35 hic Gd.: quae O: qui (incidit, error) Palmer qui iam Gd.: quoniam O (sed ud. u. 33 quoniam) bonus Gd. (cf. Stat. Theb. 11,450 auertit bonus error equos): nouus O 36 quodcumque ~, Volscus, Beroaldus: quocumque O: quotcumque Fruterius 14 titulus ad diuitem A P: ad mitem F 3 et 4 tam N: iam A F P 5 innumeras Gd.: omne satas O 6 quantis Npc: quantus A F Pac 11 tum N A F: tunc P 13 sidera Gd. (cf. Ouid. Ib. 213 sq. fera nec quicquam placidum spondentia Martis/sidera): gaudia O (sed ud. u. 15 gaudet) 16 sint N Fpc: sunt A P: sinit Fac 19 auratum Heinsius conscendere ~, Burman (qui lectum) limen N: om. A F P

Liber primus · Libro primo Sia per te fortunato questo tuo errore amoroso, che è già [stato benefico; sia costei per te tutto quello che vorresti poter desiderare!

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14 Tu puoi anche, stando sdraiato mollemente vicino alle onde [del Tevere, sorseggiare vino Lesbico in argentee coppe lavorate da [Mentore, e contemplare la corsa dei battelli tanto veloci e il cammino lento delle navi trainate dalle funi; il tuo boschetto privato può anche tutto intero protendere [verso di te le sue innumerevoli fronde con alberi così numerosi come quelli da cui è coperto il [Caucaso; in ogni modo, tutte queste raffinatezze non potrebbero stare [alla pari con il mio amore: Amore non sa cedere di fronte alle grandi ricchezze. Perché, se lei trascorre con me una notte di desiderato riposo, o se passa con me tutto un giorno concedendomi il suo amore [senza farsi pregare, allora è come se le acque del Pattolo scorressero sotto il mio [tetto e si cogliessero per me delle gemme dal Mar Rosso. Allora le mie stelle mi assicurano che perfino i re non [supereranno la mia sorte: tutto ciò possa durare, finché il destino deciderà la mia morte! Di fatto, chi può godere delle proprie ricchezze, se il dio [Amore gli è nemico? Non ci saranno mai piaceri per me, se Venere mi sarà ostile! Venere può spezzare la possente forza degli eroi, provocare dolore anche agli spiriti più insensibili; Venere non teme di varcare una soglia fatta di onice Arabo, o di insinuarsi in un letto di porpora, Tullo, e di fare rivoltare per tutto il suo giaciglio il povero giovane [innamorato:

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Elegie quid releuant uariis serica textilibus? quae mihi dum placata aderit, non ulla uerebor magna uel Alcinoi munera despicere. 15 Ipse ego nulla tuae leuitatis iura timebam, hac tamen excepta, Cynthia, perfidia. aspice me quanto rapiat fortuna periclo! tu tamen in nostro lenta labore uenis, et potes hesternos manibus componere crines et longa faciem tergere desidia, nec minus Eois pectus uariare lapillis, ut formosa suo quae parat ire uiro. at non sic Ithaci digressu fracta Calypso desertis olim fleuerat aequoribus: multos illa dies incomptis maesta capillis sederat, infesto multa locuta salo; et quamuis numquam post haec uisura, dolebat illa minus, longae conscia laetitiae.

22 releuant N: releuent A F P: releuat ~, Bonazzi gna O

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24 magna Gd.: re-

15 titulus ad cy(i)nthiam A F: ad cinthiam de leuitate P 1 ipse Gd.: saepe O nulla Gd.: multa O iura P2 in ras., ~: dura O 4 labore Gd.: timore O (sed ud. u.1 timebam) 5 hesternos N A P: externos F 6 tergere Gd. (cf. Plaut. Stich. 745 bene cum mulier lauta est, tersa, ornata, ficta est eqs): quaerere O 7 eois P: et chois N: haec cois A: hec choys Fac 8  ut N: et A F P suo Gd.: nouo O 9 fracta Gd. (cf. Cic. Tusc. 2,31 frangi, debilitari dolore. Sull. 15 fractum ila calamitate atque afflictum. [Tibull.] 3,2,6 frangit fortia corda dolor. et al.): mota O 10 desertis] fort. Hesperiis (cf. 1,1,13 saucius Arcadiis rupibus ingemuit. 4,1,86 Hesperia… aqua. Ouid. am. 1,28,26 Hesperius…liquor. Prisc. perieg. 39 finibus Hesperiis Atlanticus uocatur. Boeth. cons. 1,2,16 Hesperias…undas) 12 infesto Gd. (cf. Ouid. am. 2,11,12 infesti…maris Heinsius: iniusti maris P S. trist. 1,11,26 infesta…aqua scil. maris): iniusto O 14 minus Gd.: tamen O

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a che servono le sue sete con le trame variegate? Ma se lei mi sarà vicina e sarà in pace con me, non esiterò a disprezzare perfino le grandi ricchezze di Alcinoo. 15 Io proprio non temevo le arbitrarie leggi della tua incostanza, ma non questo tuo tradimento, Cinzia. Guarda a quale pericolo mi espone la sorte! Ma tu comunque vieni da me indifferente nella mia sventura, e hai cuore di ricomporti con le tue mani i capelli disordinati [dal giorno prima, e di tergerti il viso con prolungata indolenza, e anche di decorarti il petto con le gemme dell’Oriente, così come una bella donna che si appresta a incontrare il suo [uomo. Non così Calipso, turbata dalla partenza di Ulisse, pianse un tempo davanti alle deserte distese del mare: per molti giorni lei, infelice, con i capelli incolti restò seduta a parlare a lungo con il mare a lei ostile. E benché sapesse che non lo avrebbe mai più rivisto, si [affliggeva meno, essendo memore della prolungata felicità di cui aveva [goduto.

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Elegie nec sic Aesoniden rapientibus anxia uentis Hypsipyle uacuo constitit in thalamo: Hypsipyle nullos post illos sensit amores, ut semel Haemonio tabuit hospitio. Alphesiboea suos ulta est pro coniuge fratres, sanguinis et cari uincula rupit amor. coniugis Euadne miseros elata per ignes occidit, Argiuae fama pudicitiae. quarum nulla tuos potuit conuertere mores, tu quoque ne fieres nobilis historia. desine iam renouare tuis periuria uerbis, Cynthia, et oblitos parce mouere deos, audax a! nimium nostro dolitura periclo, si quid forte tibi durius inciderit! nulla prius uasto labentur flumina ponto, annus et inuersas duxerit ante uices, quam tua sub nostro mutetur pectore cura: sis quodcumque uoles, non aliena tamen. tam tibi ne uiles isti uideantur ocelli, per quos saepe mihi credita perfidia est! hos tu iurabas, si quid mentita fuisses, ut tibi suppositis exciderent manibus: et contra magnum potes hos attollere Solem nec tremis admissae conscia nequitiae! quis te cogebat multos pallere colores et fletum inuitis ducere luminibus? quis ego nunc pereo similes moniturus amantes: ‘A! nullis tutum credere blanditiis!’

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15-16 post 20 traiecit Markland, post 22 Lachmann 24 ne Gd.: ut O 25 nouam el. indicat Ribbeck renouare Francius: reuocare O 28 quid Fpc ~: quod N A Fac 29 nulla Canter: multa O 30 inuersas N P: inuersis A F uices N P: uias A F 33 tam Madvig: quam O 35 quid N: quod A F P 41 A! Gd.: O O

Liber primus · Libro primo Non così, angosciata mentre i venti le portavano via il figlio [di Esone, Ipsipile stette vicina al talamo ormai vuoto: Ipsipile non provò mai più un simile amore, da quando si era consumata di passione per l’ospite Tessalo. Alfesibea, per vendicare il marito, uccise i suoi stessi fratelli, e il suo amore ruppe i vincoli del sangue. Precipitandosi nel funesto rogo del marito, morì Evadne, gloria della fedeltà Greca. Ma nessuna di queste donne è riuscita a cambiare i tuoi [costumi, sì che tu pure non divenissi una famosa leggenda. Smetti ormai di proferire nuovi spergiuri con le tue parole, Cinzia, e evita di provocare gli dei che li avevano dimenticati. Tu ahimé temeraria, finirai per dolerti anche troppo del mio [pericolo attuale, se mai ti cadrà addosso un grave danno! I fiumi prima cesseranno di riversarsi nel mare immenso, e prima l’anno porterà le stagioni in ordine inverso, che il mio amore per te possa mutare nel mio cuore: sia tu pure quello che vorrai essere, comunque non sarai mai [per me un’estranea. Non mostrare di disprezzare questi tuoi occhi: grazie a loro, spesso ho dato credito alle tue menzogne! Tu giuravi che quegli stessi occhi, se tu avessi mentito, ti dovevano cadere sulle mani pronte a raccoglierli: e ora hai cuore di sollevarli verso il potente Sole, e non tremi al pensiero della colpa commesa? Chi ti costringeva a cambiare colore in volto e a spremere lacrime non volute? A motivo di queste tue menzogne, ora io muoio di gelosia, e [avviserò gli altri uomini innamorati: ‘Ah, nessuno può credere alle lusinghe delle donne senza [patirne le amare conseguenze’.

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Elegie 16 Quae fueram magnis olim patefacta triumphis, ianua plebeiae sacra Pudicitiae, cuius inaurati celebrarunt limina currus captorum lacrimis umida supplicibus, nunc ego, nocturnis potorum saucia rixis, pulsata indignis saepe queror manibus, et mihi non desunt putres pendere corollae, semper et exclusi serta iacere uiri. nec possum infames dominae defendere uoces, nobilis obscenis reddita carminibus, nec tamen illa suae reuocatur parcere famae, turpi sed pergit uiuere luxuria. hanc propter grauibus cogor deflere querelis supplicis, a!, longis tristior excubiis. ille meos numquam patitur requiescere postes arguta repetens murmura blanditia: ‘Ianua uel domina penitus crudelior ipsa, quidnam tam duris clausa taces foribus? cur numquam reserata meos admittis amores, nescia furtiuas tradere mota preces? nullane finis erit nostro concessa dolori,

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16 titulus uerba ianue conquerentis A P 2 sacra Gd.: nota N F P: uota A plebeiae Gd.: tarpeiae O: patriciae Phillimore 7 putres Burman: turpes O 8 exclusi ~, Lipsius: exclusis O serta Gd. (‘si tratta…delle ghirlande lasciate dopo la notte passata all’addiaccio dallo spasimante escluso’ [Fedeli]. cf. Lucr. 4,1178 sq. exclusus amator limina saepe/floribus et sertis operit. Lucan. 2,354 festa coronato non pendent limine serta): signa O uiri Gd.: faces O 9 uoces Housman: noctes O 10 nobilis: i. q. famosa (cf. 1,13,24) reddita Gd.: tradita O 12 turpi sed pergit Gd.: turpior et saecli O 13 hanc propter Gd.: has inter O 16 repetens murmura Gd. (cf. Ouid. ars 3,795 blandae uoces iucundaque murmura): referens carmina O 18 quidnam Gd.: quid mihi O (de errore in codd. cf. [Sen.] HO 1777 quisnam Gronouius: quis me codd.) tam ~: iam O taces N A F: iaces P

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16 Io, che un tempo venivo aperta in occasione di magnifici cortei [trionfali, la porta sacra alla Fedeltà plebea, io la cui soglia, umida delle lacrime supplicanti dei prigionieri, era attraversata da cocchi dorati. io ora, ferita dalle risse notturne di bevitori ubriachi, spesso devo lamentare di essere picchiata da mani indegne, e non mancano ghirlande appassite appese su di me, sempre, e i serti dell’uomo chiuso fuori sparsi per terra. Né posso tener lontane parole infamanti per la mia padrona, poiché io stessa sono stata resa famosa da versacci osceni, e lei comunque non la si può richiamare al rispetto per il suo [buon nome, ma insiste a vivere in una vergognosa lussuria. A causa di lei io sono costretta a piangere con gravi lamenti, resa più triste dalle lunghe veglie di un uomo che supplica di [aprirgli. Lui non lascia mai riposare i miei battenti, ripetendo i suoi mormorii con voce lusingatrice ‘Porta, profondamente crudele perfino più della tua stessa [padrona, ma perché stai in silenzio ora chiusa con le dure imposte? Perché non ti apri mai per lasciare entrare il mio amore, incapace di muoverti appena per poter consegnare a lei le mie [furtive preghiere? Ma non sarà mai concesso un termine al mio dolore,

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Elegie tristis et in rigido limine somnus erit? mi mediae noctes, mi sidera clara iacenti, frigidaque Arctoo mi nocet aura gelu: tu, saeua, humanos numquam miserata dolores respondes tacitis mutua cardinibus. o utinam traiecta caua mea uocula rima percussas dominae uertat in auriculas! sit licet et saxo candentior illa Sicano, sit licet et ferro durior et chalybe, non tamen illa suos poterit compescere ocellos, surget et inuitis spiritus in lacrimis. nunc iacet alterius felici nixa lacerto, at mea nocturno uerba cadunt Zephyro. sed tu sola mei, tu maxima causa doloris, uicta meis numquam, ianua, muneribus. te non ulla meae laesit petulantia linguae (quae solet ingrato dicere iura foro), ut me tam longa raucum patiare querela sollicitas triuio peruigilare moras. at tibi saepe nouo deduxi carmina uersu,

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22 tristis P2 mg., ~, Beroaldus: turpis O rigido Heinsius (cf. Ouid. am. 1,6,73 crudeles rigido cum limine postes): tepido O 22-23 mi…mi…iacenti…mi…Gd.: me…me…iacentem…me…O 23 mediae N: medice AFP clara Gd. (cf. Hor. carm. 4,8,31 clarum Tyndaridae sidus. Ouid. Pont. 2,2,10 clara…sidera. et al.): plena O: prona ~ 24 Arctoo Gd. (cf. Lucan. 10.250 frigore…Arctoo. [Sen.] Oct. 234 Bootes frigore Arctoo rigens. Sil. 15,49 glaciem Arctoam): eoo O (aeoo N) nocet Gd. (cf. 2,4,12 huic nullum caeli tempus et aura nocet. Verg. georg. 2,376 sq. frigora nec tantum…quantum illi nocuere greges. Tibull. 1.2,31 non mihi pigra nocent hibernae frigora noctis. Ouid. met. 5,484 sidera uentique nocent. fast. 5,321 uenti nocucere proterui. Maxim. el. 1,242 frigus et aura nocet): dolet O (sed ud. u. 21 dolori. u. 25 dolores. u. 35 doloris) 25 saeua Gd.: sola O (de errore ud. [Sen.] HO 1985 s(a)eua A: sola E) tu saeua humanos] fort. tu saeua meos 29 candentior Gd. (cf. Aetna 452 candentes…lapides. Sen. Thy. 583 rupe feruentis…Aetnae): patientior O 26 mutua] fort.obdita (cf. Plaut. Cas. 891. Ouid. fast. 1,281. Pont. 2.2.40) 38 ingrato Fruterus: irato O iura foro Gd. (cf. 3,9,24 medio ponere iura foro. iam foro Kershaw, qui turba foro): tota loco O (dota F) 41 fort. nouos…carmine uersus

Liber primus · Libro primo mi si darà un mesto sonno sula tua rigida soglia? Mi fanno male, mentre sto qui steso per terra, le notti giunte [a metà e le stelle lucenti, mi fa male il vento con il gelo del Nord. Tu, crudele, mai presa da compassione per il dolore umano, mi rispondi con il silenzio dei tuoi cardini, porta. Oh se un mio filo di voce, passando per una tua fessura, potesse giungere fino alle orecchie della mia padrona! Sia lei pure più violenta della lava dell’Etna in Sicilia, sia lei pure più dura del ferro e dell’acciaio, non potrà dominare i suoi occhi, e in mezzo alle involontarie lacrime emetterà un sospiro. Ora giace a letto posata tra le braccia felici di un altro; ma le mie parole cadono nel vuoto al vento della notte. Ma tu sei la sola, la massima responsabile del mio dolore, porta mai vinta dai miei regali. Mai ti ha recato offesa l’insolenza della mia lingua (abituata a rendere giustizia nell’ingrato Foro), perché tu debba sopportare che io, con la voce ormai roca [per i prolungati lamenti, passi vegliando in un crocicchio di strada ore di angosciosa [attesa. Ma pure, tante volte ho composto per te versi nuovi di poesie,

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Elegie osculaque impressis fixa dedi foribus. ante tuos quotiens uexi mea munera postes debitaque innocuis uota tuli manibus!’ haec ille et si quae miseri nouistis amantes, haec matutinis obstrepit alitibus. sic ego nunc dominae uitiis et semper amantis fletibus alterna differor inuidia.

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17 Et merito, quoniam potui fugisse puellam, nunc ego desertas alloquor alcyonas. nec mea Cassiopen tuto uisura carina , omniaque irato gurgite uerba cadunt. quin etiam absenti prosunt tibi Cynthia, uenti: aspice quam saeuas increpet aura minas. nullane placatae ueniet fortuna procellae? haecine parua meum funus harena teget? tu tamen in melius tristes conuerte querelas:

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42 fixa Heinsius: nixa O: spissa van Eld 42 foribus Gd. (cf. Lucr. 4,1179 [scil. exclusus amator] foribus…oscula figit): gradibus O 43 uexi mea munera Gd.: uerti me perfida O (uerti me: ordine non usitato) 44 debita-…uota] fort. florida-…serta (cf. Catalepton 14,6 et puris serta feram manibus. Catull. 63,66 floridis corollis. Tibull. 1,1,12 et Ouid. fast. 6,312 florida serta) innocuis Gd. (cf. Catalept. 14,6. Ouid. Pont. 2,9,74 innocuas… manus. Sen. Herc. 740 innocuas manus): occultis O (ocu- N F) 46 haec ~, Liuineius: et O 47 uitiis] fort. dictis 48 fletibus] fort. uocibus alterna Markland: aeterna O differor ~: deferor O 17 titulus ad cy(i)nthiam A F P 3 mea Francius: mihi O Cassiopen… carina Francius: cassiope…carinam O tuto Gd. (cf. Plaut. Most. 739 [nauis] quae…subducta erat tuto in terra): solito O est suppl. Puccius 4 irato gurgite Gd. (cf. Hor. epod. 2,6 iratum mare. Petron. 81,3 et 114,9 iratum…mare. Sen. epist. 53,4 tam irato mari): ingrato litore O (de nominibus dactylicis inter se confusis ud. 2,4,20 gurgitis Gd.: litoris O. 2,26,38 gurgite Gd.: litore O) uerba Gd. (ud. supra ad flamine): uota O 5 tibi om. N (sscr. m. r.) 6 increpet P (cf. 1,15,3. 2,16,29. 2,22.35. 2,29, 37): increpat N A F 9 tristes Gd (cf. Hor. carm. 3,24,33 tristes querimoniae): saeuas O (sed ud. u.6 saeuas)

Liber primus · Libro primo e ti ho distribuito baci imprimendo le labbra sui tuoi battenti. Quante volte ho portato i miei presenti davanti ai tuoi portali e ho offerto con mani innocenti i doni che ti dovevo!’ Queste sono le parole di quell’uomo, e quante altre voi [innamorati infelici conoscete bene; queste parole alla fine della notte quello grida coprendo il [canto degli uccelli mattutini. Così io ora, per colpa dei vizi della mia padrona e [degl’incessanti lamenti del suo innamorato, subisco la vergogna di essere malvista da tutti per l’uno e per [l’altro motivo.

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17 E meritatamente, poiché ho avuto cuore di abbandonare la [mia donna, ora io parlo alle solitarie alcioni. E la mia nave non è destinata a vedere senza rischi il porto di [Cassiope, e tutte le mie parole cadono nel vuoto sul mare infuriato. Anzi, benché tu sia lontana, Cinzia, i venti ti sono favorevoli: guarda quali fiere minacce urla il vento di burrasca. ma non verrà mai la buona sorte di una tempesta ormai [placata? E questa poca sabbia coprirà il mio cadavere? Tu però metti da parte le tue sgradevoli lamentele;

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Elegie sat tibi sit poenae nox et iniqua uada. an poteris siccis mea busta reponere ocellis, ossaque nulla tuo nostra tenere sinu? a pereat quicumque rates et uela parauit primus, et inuito gurgite fecit iter! nonne fuit leuius dominae peruincere mores (quamuis dura, tamen rara puella fuit), quam sic ignotis circumdata litora siluis cernere et optatos quaerere Tyndaridas? illic si qua meam sepelissent busta fauillam, ultimus et posito staret in ore sopor, illa meo laceros soluisset funere crines, molliter et tenera sterneret ossa rosa; illa meum extremo clamasset murmure nomen, ut mihi non ullo pondere terra foret. at uos, aequoreae formosa Doride natae, turgida felici soluite uela Noto.

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11 busta Gd. (cf. 4,7,34 fracto busta piare cado. Lucan. 8,850 summus feret tua busta sacerdos. Stat. Theb. 12,248 haud procul…egena sepulcri busta iacere reor): fata O 16 rara O: cara ~, Wyttenbach 19 meum N P: pc pc demum A: om. F sepelissent N A P : peperissent A F P busta Gd. (i.q. funebris rogus. cf. Manil. 4,54 ut corpus sepeliret…ignis. Flor. Epit. 2,9 = 3,21,21 Mucius Scaeuola…tantum non eodem igne sepeliretur): fata O meam…fauillam Gd. (cf. 2,1,77 taliaque illacrimans mutae iace uerba fauillae. Hor. carm. 2,6,22 sqq. ibi tu calentem/debita sparges lacrima fauillam/uatis amici. Verg. Aen. 6,226 sqq. postquam conlapsi cineres et flamma quieuit,/reliquias uino et bibulam lauere fauillam/ossaque lecta cado texit Corynaeus aeno): meum…dolorem O 20 in ore Gd.: amore O sopor Gd. (ultimus sopor scil. mortis, cf. [Ho m.] Hymn. Merc. 289 ˘Ì·ÙfiÓ Ù ηd ≈ÛÙ·ÙÔÓ ≈ÓÔÓ): lapis O uu. 19-20 ≈ÛÙÂÚÔÓ ÚfiÙÂÚÔÓ efficere uidentur 21 laceros Burman: caros O soluisset Gd. (cf. Catull. 64,350 sq. gnatorum in funere matres/cum incultum…soluent…crinem. Verg. Aen. 11,35 maestum Iliades crinem de more solutae. et al.): donasset O 22 sterneret Gd. poneret O (at ud. u.20 posito) 23 murmure Heinsius: puluere O 26 turgida Gd. (cf. Hor. carm. 2,10,24 et Ouid. am. 2,11,42 turgida uela. Hor. epist. 2,2,201 tumidis uelis. et al.): candida O noto ~. Baehrens: choro O

Liber primus · Libro primo sii soddisfatta di sapere che io devo affrontare la notte e i [fondali infidi. O avrai cuore di seppellire i miei resti con gli occhi asciutti di [pianto, e non tenere strette al tuo grembo le mie ossa? Ah, morte a chi per primo ha costruito una nave e le vele e ha aperto una via nel mare vorticoso contro il volere di [questo! Quanto a me, non facevo meglio a dominare i capricci della [mia padrona (lei era crudele in amore, ma era pur sempre una donna [eccezionale), piuttosto che vedere spiagge circondate da inesplorati boschi, e cercare in cielo la auspicata costellazione dei Gemelli, figli [di Tindareo? Se là, dove ci sei tu, il rogo funebre avesse consumato i miei [resti, e sul mio volto deposto nella bara stesse immobile l’ultimo [sonno della morte, lei avrebbe sciolto i capelli strappati durante le mie esequie, e ricoprirebbe delicatamente le mie ossa con teneri petali di [rose; lei, con un supremo grido, avrebbe invocato il mio nome, perché la terra non fosse pesante su di me. Ma voi, equoree figlie della bella Doride, sciogliete le vele gonfie al favorevole vento del Sud.

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Elegie si quando uestras labens Amor attigit undas, mansuetae sociis parcite pectoribus! 18 Haec certe deserta loca haud nocitura querenti, et uacuum Zephyri possidet aura nemus: hic licet occultos proferre impune dolores, si modo surda queant saxa tenere fidem. unde tuos primum repetam, mea Cynthia, fastus? quod mihi das flendi, Cynthia, principium? qui modo felices inter numerabar amantes nunc in amore tuo cogor habere notam. quid tantum merui? quae te mea crimina mutant? an noua tristitiae causa puella tuae? sic mihi te referas lenem, ut non altera nostra limina formosos transtulit ulla pedes. quamuis uerba tibi dolor hic meus aspera dictet, non ita saeua tamen uenerit ira mea,

28 mansuetae sociis Gd.: mansuetis socio O ribus O

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pectoribus Housman: lito-

18 titulus ad cynthiam uel ad cinthiam A F P 1 haud Gd.: et O nocitura Gd.: tacitura ~: taciturna O 4 surda Gd. (cf. Hor. epod. 17,54 saxa nudis surdiora nauitis. Sen. Herc. 576 surdis…in locis): sola O 7 inter numerabar N P: numerabar inter A F 9 mea Gd.: mihi O crimina ~, Puccius: carmina O 10 tue est P 11 lenem ~ (cf. Hor. carm. 1,19,16 mactata ueniet lenior hostia [scil. Glycera]. Porph. ad. l. Veneri scilicet mactata hostia, Glycera lenior ueniet, de qua bene hoc dictum est, quia proteruam esse iam dudum ostenderat. Ouid. Pont. 4,6,27 lenem te miseris genuit natura. Stat. Theb. 11,190 sis lenis cineri. et al.): leuis O 11-12 nostra/limina Gd.: nostro/limine O 12 transtulit Gd. (cf. Catull. 61,166 sq. transfer…limen aureolos pedes. Lucan. 2,359 translata uitat contingere limina planta. et al.): intulit O 13-16 ab hoc loco alieni uidentur 13 uerba…dictet Gd. (cf. Lucan. 5,318 haec ira dictante profatur. Sil. 10,272 dolor uerba aspera dictat): multa…debet O

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Se mai il dio Amore calando dal cielo ha toccato le vostre [onde, nella vostra mitezza d’animo siate propizie a chi, come voi, ha [un un cuore innamorato. 18 Questi luoghi certamente sono deserti e non potranno [nuocermi quando proferirò i miei lamenti, e la brezza dello Zefiro domina un bosco disabitato: qui posso svelare le mie nascoste pene senza alcun rischio, purché le sorde rocce sappiano conservare i segreti. Da cosa ha preso avvio, mia amata Cinzia, la tua superbia? A quale tuo motivo iniziale devo far risalire, Cinzia, i miei [attuali pianti? Io, che fino a poco tempo fa ero messo nel numero degli [innamorati felici, ora sono costretto a subire, nel mio amore per te, un marchio [di infamia. Cosa ho fatto di tanto grave per meritare questo? Quali mie [colpe ti hanno tanto cambiata? O forse la ragione della tua collera è l’esistenza di un’altra [donna? Possa tu mostrati dolce verso di me, come è vero che [nessun’altra donna ha varcato con i suoi bei piedi la soglia della mia casa. Anche se questo mio rancore mi fa dire a te parole amare, tuttavia la mia ira non sarà mai tanto crudele,

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Elegie ut tibi sim miserae semper ferus et tua flendo lumina deiectis turgida sint lacrimis. an quia rara damus mutato signa colore, et non ulla meo pallet in ore cutis? uos eritis testes, si quos habet arbor amores, fagus et Arcadio pinus amica deo. a! quotiens tenues resonant mea uerba sub umbras, scribitur et uestris ‘Cynthia’ corticibus! a! tua quot peperit nobis iniuria curas, quae solum tacitis cognita sunt auibus! omnia consueui timidus perferre superbae iussa neque assueto furta dolore queri. pro quo deserti montes et frigida rupes et datur inculto tramite dura quies. et quodcumque meae possunt narrare querelae, cogor ad argutas dicere solus aues. sed qualiscumque es, resonent mihi ‘Cynthia’ siluae nec deserta tuo nomine saxa uacent!

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15 miserae Gd.: merito O ferus Gd. (cf. Ter. Andr. 278 adeon me ignauom putas…aut inhumanum aut ferum? Cic. S. Rosc. 74 hunc hominem ferum atque agrestem. Petron. 99,3 feras…mentes [scil. ira] obsidet, eruditas praelabitur. et al.): furor O 16 deiectis P2 mg., ~: delectis N: dilectis A F: dillectis P turgida Heinsius: turpia O 17 rara Burman: parua O colore N Apc F: calore Aac P, Volscus, Beroaldus 18 ulla A F: nulla N: illa P pallet Gd. (coll. 1,1,22 illa meo palleat ore magis. Ouid. ars 1,729 palleat omnis amans. et. al.): clamat O cutis Gd.: fides O 19 arbor N: ardor A F P 21 tenues Gd. (cf. 2,12,20 tenuis…umbra mea. 3,9,29 in tenues…umbras. Ouid. ars 3,723 tenues…umbras. met. 6,62 tenues…umbrae. Val. Fl. 3,525 tenui…umbra): teneras O 23 a…quot Palmier (quot ~): an…quod O 24 auibus Gd. (cf. u. 30): foribus O 26 assueto Gd. (cf. 1,1,36. 1,4,4. 2,3,48): arguto O (sed ud. u. 30 argutas) furta Smyth: facta N A Fpc P: fassa Fac 27 deserti Gd. (cf. Val. Max. 2,8,5 ex desertis montibus. Manil. 1,75 in deserttis…montibus. Culex 51 desertas…rupes): diuini O montes Heinsius: fontes O 31 resonent N P: resonant A F 32 deserta] fort. defixa

Liber primus · Libro primo che io sia così rude nei tuoi confronti, poveretta, che i tuoi [occhi per il pianto dirotto si gonfino di lacrime. O forse perché do rari segnali di aver mutato il mio colorito, e la pelle sulla mia faccia non è pallida? Mi sarete testimoni voi, se pure gli alberi sanno provare [l’amore, faggio e pino, caro al dio dell’Arcadia. Ah, quante volte le mie parole riecheggiano sotto le vostre [tenui ombre, e scrivo sulla vostra corteccia: ‘Cinzia’! Ah, Cinzia, quanti affanni mi ha procurato la tua ingiusta [condotta, affanni noti solo agli uccelli, che non possono parlare! Mi sono abituato, per la paura, a sopportare le tue leggi, [donna arrogante, e a non lamentare i tuoi tradimenti, tanto sono abituato a [soffrire. In cambio di tutto questo mi si offrono monti deserti e gelide [rocce e un dificile sonno sopra un sentiero non battuto da alcuno. E, tutte le vicende, che i miei lamenti narrano, posso esporle solo ai canori uccelli. Ma non mi importa come mi tratti: i boschi mi rimandino [l’eco del mio grido: ‘Cinzia!’ e le solitarie rocce odano anch’esse il suono del tuo nome.

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Elegie 19 Non ego nunc tristes uereor, mea Cynthia, Manes, nec moror extremo debita sacra rogo; sed ne forte tuo careat mihi funus honore, hic timor est ipsis durior exsequiis. non adeo leuiter nostris Puer haesit ocellis, ut meus oblito puluis amore uacet. illic Phylacides iucundae coniugis heros non potuit caecis immemor esse locis, sed cupidus passis attingere sidera palmis Thessalis antiquam uisitat umbra domum. illic quidquid ero, semper tua dicar imago: cit et Ditis limina magnus amor. illic formosae ueniant chorus heroinae, quas dedit Argiuis Dardana praeda uiris; quarum nulla tua fuerit mihi, Cynthia, forma gratior, et Venus hoc ita iusta sinat. quamuis te longae remorentur fata senectae, uda tuis lacrimis ossa repone mea;

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19 titulus ad cynthiam uel ad cinthiam A F P 2 sacra Gd.: fata O 3 honore Heinsius: amore O 5 Puer] fort. amor 9 passis Gd. (Verg. Aen. 3,263 et pater Anchises passis de litore palmis): falsis O sidera Gd. (cf. 1,8,43 nunc mihi summa licet contingere sidera palmis [Scaliger: plantis O]. Cic. Att. 2,1,7 nostri…principes digito se caelum putent attingere. et al.): gaudia O 10 thessalis ~: thessalus O uisitat Gd.: uenerat O 12 Ditis Gd. (cf. Verg. georg. 4,467 ostia Ditis. Sen. Herc. 47 limen inferni Iouis. Troad. 723 perfracto limine Ditis. [Sen.] HO 1921 in primo limine Ditis): fati O limina Heyworth dub. (qui fati): litora O 16 Venus Gd. (cf. Lucan. 5,728 iusta Venus. Stat. Theb. 1,531 iustae Veneri): tellus O non suppleui 17 te longae F P: longae te N A 18 sparsa Heinsius (cf. Ouid. fast. 5,454 spargebant lacrimis ossa perusta suis): cara O tuis Gd.: tamen O repone Gd. (cf. CIL 6,12097 ossua hic reponantur Apellionis. et al.): futura O mea Gd. (ud. 2,8,20 et 4,11,58 ossa mea): meis O

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19 Non è che io ora tema i tristi Mani, Cinzia mia, né che io voglia ritardare il culto dovuto al mio ultimo rogo; ma il timore che il mio funerale sia privo degli onori resimi [da te, tale timore sì è più duro da accettare delle stesse esequie. Il fanciullo Cupido non mi si è posato sugli occhi così [lievemente che le mie ceneri possano dimenticare il mio amore per te per [te e rimanerne prive. Là, l’eroe figlio di Filaco anche in quei luoghi tenebrosi non poté dimenticare la cara sposa, ma, desiderando di toccare il cielo con le dita distese, il fantasma Tessalo visita spesso la sua antica casa. Là, qualunque cosa sarà di me, si dirà che il mio spettro [appartiene a te: un grande amore oltrepassa anche la soglia di Dite. Là vengano a me in gruppo le belle eroine, che il saccheggio di Troia consegnò agli eroi Argivi; nessuna di queste più di te, bellissima Cinzia, potrà piacermi, e la giusta Venere non permetta ciò. Sebbene rallenti tuoi movimenti il destino di una prolungata [vecchiaia, riponi le mie ossa, bagnate dalle tue lacrime,

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Elegie quae tu ambusta mea possis sepelire fauilla: tum mihi non ullo mors sit amara loco. quam uereor ne te contempto, Cynthia, busto abstrahat a nostro puluere iniquus amans, cogat et inuitam lacrimas siccare cadentes: flectitur assiduis certa puella minis. quare, dum licet, interdum laetemur amantes: non satis est ullo tempore longus amor.

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20 Hoc pro longinquo te, Galle, monemus amore, – id tibi ne uacuo decidat ex animo – saepe imprudenti fortuna occurrit amanti: crudelis Minyis fluxerat Ascanius. est tibi non infra speciem, non nomine dispar Theiodamanteo proximus ardor Hylae: huic tu, siue leges umbrosae litora ripae, siue Aniena tuos tinxerit unda pedes,

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19 ambusta Gd. (cf. Tibull. 1,3,6 et Ouid. fast. 4,454 ossa perusta. Cons. Liu. 43 ambustis…ossibus. Lucan. 8,786 sq. semusta…ossa): uiua O sepelire van Eldik (qui meam…fauillam. cf. Nep. Them. 10,5 ossa…ab amicis sepulta. Ouid. her. 1,127 et sepeli lacrimis perfusa fidelibus ossa. Plin. ep. 7.27,11 [scil. ossa] collecta publice sepeliuntur): sentire O 22 a ~: e O amans Gd.: amor O minis] uiris Kraffert 25 interdum Gd. (cf. Sil. 4,489 sqq. d u m…uada et molles aditus per deuia flexo/circuitu petit…/interdum rapta uicinis saltibus alno/flumineam texit…classem): inter nos O: integris Gd. olim (cf. Catull. 21,12 quare desine, dum licet pudico) amantes: scil. nos, cf. 3,5,1 pacem ueneramur amantes 20 titulus ad Gallum A F: ad Gallum et ipsum monet exemplo yle rapti a nymphis P 1 hoc N: haec Fpc P: nec A F longinquo Gd. (cf. 1,6,27 longinquo amore. Caes. Gall. 1,47,4 longinqua consuetudine. Liu. 7,16,3 pace longinqua. et al.): continuo O 2 decidat Gd.: defluat O 3 occurrit N: currit A F Pac fluxerat Liberman: dixerit N: dixerat A Fpc P 7 huic Auratus: hunc N A F: nunc P litora Gd. (cf. Verg. georg. 2,44 primi lege litoris oram): flumina O ripae Gd. (cf. Hor. carm. 3,1,23 umbrosamque ripam): siluae O 8 tinxerit N A P: traxerit F

Liber primus · Libro primo e, dopo che saranno state bruciacchiate dal rogo funebre, [possa tu seppellirle: allora sì che la morte non mi sarà amara in qualsiasi luogo. Come temo che un tuo amante a me ostile, facendoti [disprezzare la mia tomba, ti trascini lontano dalle mie polveri, e ti costringa, contro la tua volontà, ad asciugarti le lacrime [che ti sgorgano: una donna, anche la più fedele, è piegata dalle continue [minacce. Perciò, finché ci è possibile, nell’ora presente noi due [innamorati abbandoniamoci alla gioia: un amore, per quanto possa durare per molto tempo, non [dura mai abbastanza a lungo.

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20 Di una cosa ti avverto, Gallo, in nome del nostro affetto, che [dura da tanto tempo, (e ciò che sto per dirti non sia lasciato cadere dalla tua mente [distratta) spesso la sorte avversa colpisce gli innamorati quando meno [se lo aspettano: il fiume Ascanio scorse crudele verso gli Argonauti. La tua fiamma è un ragazzo non inferiore quanto a bellezza, [né impari quanto a fama, ad Ila, il figlio di Teodamante. Da lui tu – sia che costeggi una ombrosa riva, sia che l’onda dell’Aniene bagni i tuoi piedi,

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Elegie siue Gigantei spatiabere litoris ora siue ubicumque fugis militis officia, Nympharum semper cupidas defende rapinas (non minor Ausoniis est amor Adryasin), ne tibi sit duros montes et frigida saxa, Galle, neque exesos semper adire specus: quae miseri ignotis error perpessus in oris Herculis indomito fleuerat Ascanio. namque ferunt olim Pagasae naualibus Argon egressam longe Phasidos isse uiam, et iam praeteritis labentem Athamantidos undis Mysorum scopulis adplicuisse ratem. hic manus heroum, placidis ut constitit oris, mollia composita litora fronde tegit. at comes inuicti iuuenis processerat ultra puram sepositi quaerere fontis aquam. hunc duo sectati fratres, Aquilonia proles, (hunc cupit et Zetes, hunc cupit et Calais) oscula suspensis instabant carpere pennis, oscula et alterna ferre subinde uice.

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9 gigantei ~: gigantea O 10 fugis militis officia Gd. (de iunctura militis officia cf. Caes. Gall. 5,33,2 in appellandis…militibus imperatoris et in pugna militis officia praestabat. de Galli militiis cf. Verg. ecl. 10,44 sq. nunc insanus amor duri me Martis in armis/tela inter media atque aduersos detinet hostis. E. Courtney in Oxford Classical 3 s.u. Cornelius Gallus: ‘In 30 as praefectus fabrum […] he took an active part in Octavian’s Egyptian campaign after Actium’ etc.): uago (-gi ~) fluminis hospitio O 12 Adryasin Struve: adriacis O 13 sit ~, Lipsius: sint O duros Lipsius: duri O frigida N: turbida A Fpc: tribida Ppc 14 exesos…specus Gd.: expertos… lacus O 15 miseri Heinsius: miser O 24 puram Fontein: raram O 26 cupit (bis) Gd.: super (bis) O 27 pennis Guyet (cf. Liu. 1,34,8 aquila suspensis demissa leuiter alis): palmis O: plumis ~ 28 subinde Gd.: supina O uice Gd. (cf. Sen. dial. 8,1,3 alternae…uices. Thy. 25 alterna uice. Plin. ep. 4,30,7 uicibus alternis. Maur. 2880 alterna uice): fuga O

Liber primus · Libro primo sia che passeggi lungo la spiaggia di Cuma, famosa per la [Gigantomachia, sia dovunque tu cerchi un rifugio dagli impegni militari, tieni lontano il tuo ragazzo dalle Greche ninfe, abituate a [rapire i bei giovani, (quanto a ardori erotici le Italiche Driadi non sono da meno). Non devi andare sempre per duri monti e fredde rocce, Gallo, e per cavernose grotte: tutto questo dovette sopportare errando per contrade ignote l’infelice Ercole, e ne pianse sulla riva dell’impetuoso Ascanio. Raccontano infatti che un tempo la nave Argo, uscita dai [cantieri navali di Pagasa, iniziò il suo lungo viaggio verso il fiume Fasi, e lasciatesi alle spalle nel suo cammino veloce le onde [dell’Ellesponto, attraccò lo scafo alle scogliere della Misia. Qui quella famosa schiera di eroi, appena approdò sulla quieta [spiaggia, ricoprì il soffice arenile con un letto di fronde. Ma il compagno di viaggio dell’eroe invincibile, Ila, si era [spinto oltre per cercare l’acqua pura di una sorgente appartata. I due fratelli figli del vento del Nord, (lo desidera Zete e lo desidera Calais) lo inseguirono e tentavano stando con le ali sospese a [mezz’aria, di strappargli baci e subito dopo, alternandosi l’uno all’altro, di porgergli baci.

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Elegie ille sub excelsa trepidans absconditur alno et uolucres ramo submouet insidias. iam Pandioniae cessit genus Orithyiae: candidus ibat Hylas, ibat Hamadryasin. hic erat Arganthi Pege sub uertice montis grata domus Nymphis umida Thyniasin, quam supra nullae pendebant debita curae rustica desertis poma sub arboribus, et circum irriguo surgebant lilia prato candida purpureis mixta papaueribus. quae modo decerpens tenui pueriliter ungui proposito flores praetulit officio, et modo damnosis incumbens nescius undis errorem blandis tardat imaginibus. tandem haurire parat demissis flumina palmis innixus dextro plena trahens umero; cuius ut accensae Dryades candore puellae miratae solitos destituere choros, prolapsum leuiter facili traxere labore: tum sonitum rapto corpore fecit Hylas.

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29 excelsa Gd. (cf. Verg. ecl. 6,63 proceras…alnos. Ouid. met. 13,790 Galatea…procerior alno. Sen. Phaed. 10 alta…alno. Plin. nat. 8,29 palmas excelsiores. Val. Fl. 3,485 excelsas…ornos): extrema O trepidans Gd. (cf. 4,1,43 pater in nati trepidus ceruice pependit. et al.): pendens O (sed ud. u. 27 suspensis) absconditur Gd. (cf. Caecil. com. 40 hic in tenebris intus sese abscondit. Ulp. dig. 47,2,7,1 abscondisti te, ne te occidam): secluditur O alno Liberman: ala N P: ali A F 31 cessit ~: cesset O: cessat ~ orithyiae ~: orithie N sim. cet. 32 candidus Gd. (ud. u. 45 cuius accensae Dryades candore puellae): a dolor O Hamadryasin Turnebus: amadrias hinc O 33 Pege Turnebus: phege O 35 nullae O: nulli ~, Beroaldus 39 tenui Gd. (cf. Catull. 62,43 [scil. flos] tenui carptus…ungui. Ouid. her. 4,30 tenui primam deligere ungue rosam. prouerbium illud de tenero ungui spectat ad infantes puerulos, quorum ungues nondum solidae sunt): tenero O 40 flores Guyet: florem O 41 damnosis Gd. (ud. nescius): formosis O 43 flumina N: flumine A F P 47 et suppl. Heinsius labore Gd. (cf. Cic. inu. 2,169 facile id dicemus, quod sine magno aut sine ullo labore…confici potest. Verr. 2,5,26. Verg. georg. 1,79 facilis labor. Lucan. 3,479 facilis labor est. 6,20 humanusque labor facilis. Iust. 3,2,10): liquore O

Liber primus · Libro primo Lui, Ila, si nasconde trepidante sotto un altissimo ontano, e con un ramo respinge gli assalti degli alati Boreadi. Alla fine, i due figli dell’Attica Orizia dovettero arrendersi: ma ormai il candido Ila andava oltre, andava verso le [Amadriadi. Qui, proprio sotto la cresta del monte Argante, c’era la fonte [di Pege, umida dimora gradita alle ninfe della Tinia; sopra quella fonte, senza essere dovuti alle cure degli uomini, [pendevano rugiadosi pomi su alberi abbandonati, e tutt’intorno nel prato irrigato dalle acque sorgevano candidi [gigli frammisti a rossi papaveri. Ila, ora staccandoli con le sottili unghie, in un giuoco [fanciullesco, anteponeva i fiori al compito che si era dato, ora, sporgendosi inconsapevole sulle acque della sorgente, [che gli dovevano poi procurare un danno, prolungava il suo smarrimento guardando la sua vaga [immagine là riflessa. Alla fine, si prepara ad attingere l’acqua con le palme [abbassate, appoggiandosi sull’omero destro per trarne una misura [piena. Le ninfe Driadi, accese di desiderio dalla sua carnagione [candida, lasciarono attonite le consuete danze, e, facendolo sbilanciare in avanti, lo trassero giù con una [fatica ben lieve: in quell’istante Ila produsse un rumore di tonfo con il suo [corpo rapito.

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Elegie quem procul Alcides rogitat responsa, sed illi nomen ab extremis montibus aura refert. his, o Galle, tuos monitus seruabis amores: formosum Nymphis credere nil sit Hylan.

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21 Tu qui consortem properas euadere casum, miles, ab Etruscis saucius aggeribus, quin ad nos fletu turgentia lumina torques? pars ego sum uestrae proxima militiae. sic te seruato [ut] possint gaudere parentes, ut soror Acca tuis sentiat e lacrimis Gallum per medios ereptum Caesaris enses effugere infestas non potuisse manus; et quicumque super dispersa inuenerit ossa montibus Etruscis, haec sciat esse mea.’

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22 Qualis et unde genus, qui sint mihi, Tulle, Penates, quaeris pro nostra semper amicitia. si Perusina tibi patriae sunt nota sepulcra, Italiae duris funera temporibus, cum Romana suos egit discordia ciues (es mihi perpetuo, uallis Etrusca, dolor:

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49 quem Gd.: cui O rogitat Gd. (cf. 1,8,23 nautas rogitare citatos): iterat O 50 montibus Heinsius: fontibus O 52 nil sit (uel ne sit) Gd. (cf. 1,20,13 ne…sit…adire. 3,3,41 nil…sit…flare nec…tingere): uisus O 21 priori el. continuant F P fragmentum maioris elegiae putat Heinsius 3 quin Onions: quid O ad nos Gd.: nostro O fletu Gd.: gemitu O 5 del. Puccius 6 ut Passerat: ne O Acca Scaliger: acta O: fort. aegra 9 et O: ut Passerat: at Ayrmann quicumque ~: quaecumque O 22 titulus ad tullum A F: ad tullum que sit patria sua P 5 egit] fregit Burman 6 es Gd.: sit O: sis ~, Lachmann perpetuo Gd. (cf. 1,9,2. 2,20,35): praecipue O uallis Gd. (cf. 4,165 candentes qui Asisi cernit de uallibus arces): puluis O

Liber primus · Libro primo Ercole da lontano gli chiede ripetutamente di rispondere, ma [a lui il vento riporta il nome di Ila dalle lontane montagne. Tu, Gallo, reso avvertito da questo racconto, saprai conservare [a te stesso il ragazzo oggetto del tuo amore: non ti succeda mai di affidare il tuo bell’Ila alle ninfe.

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21 ‘Tu che ti affretti a sfuggire al destino del tuo compagno, soldato ferito sui bastioni Etruschi, perché non volgi verso di me i tuoi occhi gonfi di pianto? Io sono uno che ha militato vicino a te, nel tuo stesso reparto. Così possano i tuoi genitori godere di vederti salvo, come possa mia sorella Acca sentire raccontare da te in [lacrime che Gallo, passato incolume fra le spade di Cesare, non ha potuto sfuggire a ignote mani di banditi; e chiunque troverà delle ossa sparse sui monti dell’Etruria, sappia che queste sono le mie ossa’.

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22 Che tipo di uomo io sia, da quali antenati io discenda, dove si [trovi la mia casa, Tullo, mi chiedi in nome della nostra perdurante amicizia. Se ti sono noti i luoghi intorno a Perugia, che furono la tomba [dei nostri compatrioti, di quanti sono caduti nel tempo oscuro della nostra Italia, quando la discordia nata a Roma travolse i propri concittadini (tu sei per me fonte perpetua di dolore, vallata Etrusca,

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Elegie tu porrecta mei perpessa es membra propinqui, tu nullo miseri contegis ossa solo), proxima supposito se tendens Umbria campo me genuit terris fertilis uberibus.

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7 porrecta Gd. (cf. Catull. 67,6 postquam es porrecto facta marita sene): proiecta O 9 se tendens Gd. (cf. 1,6,31): contingens O (sed ud. u. 8 contegis) Incipit liber secundus A: liber primus explicit incipit secundus ad maecenatem F: Propertii Aurelii Naute ad Tullum liber primus explicit Propertii Aurelii Naute liber secundus incipit P

Liber primus · Libro primo tu hai sopportato il peso delle membra di un mio parente [steso morto per terra, tu non copri le ossa di quell’infelice con un poco di terra), l’Umbria, là dove si estende con la pianura ai suoi piedi, mi ha dato i natali, fertile di campi ubertosi.

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LIBER SECUNDUS · LIBRO SEC ONDO

L IBER S ECUNDUS 1a

Quaeritis unde mei totiens scribantur amores, unde meus ueniat mollis in ora liber. non haec Calliope, non haec mihi dictat Apollo: ingenium nobis ipsa puella facit. siue illam Cois fulgentem incedere uidi, actutum e Coa ueste uolumen erit, seu uidi ad frontem sparsos errare capillos, gaudet laudatis ire superba comis; siue lyrae stamen digitis percurrit eburnis, miramur faciles ut premat arte manus; seu iam poscentes somnum declinat ocellos, inuenio causas mille poeta nouas; seu nuda erepto mecum luctatur amictu, tum uero longas condimus Iliadas; seu quidquid fecit siue est quodcumque locuta,

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1 titulus ad mecenatem A F: ad mecenatem cur de rebus bellicis non tractet P 1 mei Gd. (cf. 2,10,8 scripta puella mea est): mihi O dictat ~, Liuineius, Heinsius (cf. 4,1,133 tum tibi pauca suo de pectore [Gd.: carmine O] dictat Apollo. Ouid. am. 2,1,38 carmina…quae mihi dictat Apollo. Pont. 3,3,29 tu mihi dictasti iuuenilia carmina primus. [Ouid.] her. 15,27 mihi Pegasides blandissima carmina dictant. Mart. 8,73,8 Lesbia dictauit, docte Catulle, tibi. CE 937,1 scribenti mi dictat Amor monstratque Cupido): cantat O 5 uidi ~ (cf. 2,26,17 sed tibi subsidio delphinum currere uidi. Ouid. am. 2,2,3 hesterna uidi spatiantem luce puellam. met. 2,445 sed postquam pariter nymphas incedere uidit. de iteratione u. 5 uidi u. 7 uidi cf. 2,29,26 uisa 29 uisa et 1,13,14.15. 4,5,60.67): cogis O: cerno Leo 6 actutum Rossberg: hoc totum O 9 stamen Heinsius (cf. Ouid. met. 11,169 stamina [scil. lyrae] docto pollice sollicitat): carmen O percurrit ~, Dousa f. (f. Ouid. am. 2,4,27 haec querulas habili percurrit pollice chordas): percussit O 10 miramur…ut premat] de ut cum uerbo mirandi iuncto cf. Hor. epod. 16,53 sqq. plura…miramur: ut…Eurus…radat…nec…urantur semina 11 iam poscentes Baehrens: cum poscentes O (cposcentes N): compescentes Leo

L IBRO S EC O NDO 1a

Mi chiedete perché così spesso io canto i miei amori, perché il mio libro di poesie d’amore suona così tenero sulle vostre labbra. Questi versi non me li detta Calliope, non me li detta Apollo: la fonte della mia ispirazione è proprio la mia donna. Se la ho vista incedere fulgida nella purpurea veste di seta, subito sarà pronto un libro che trae spunto dalla veste di seta; se ho visto i capelli errare sparsi sulla sua fronte, lei va felice perché ho lodato le sue chiome; se con le sue dita d’avorio tocca le corde della lira, sono ammirato da come imprime con facilità le sue mani [nello strumento; se abbassa le palpebre degli occhi che ormai desiderano il [sonno, io, il suo poeta, trovo mille nuovi motivi di canto; se nuda senza alcuna veste lotta con me nell’amore, allora sì che compongo una lunga Iliade: qualunque cosa fa o dice,

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Elegie maxima de nihilo nascitur historia. quod mihi si tantum, Maecenas, fata dedissent, ut possem heroas ducere in arma manus, non ego Titanas canerem, non Ossan Olympo impositam, ut caelo Pelion esset iter, nec ueteres Thebas, nec Pergama nomen Homeri, Xersis et imperio bina coisse uada, regnaue prima Remi aut animos Carthaginis altae, Cimbrorumque minas et bene facta Mari: bellaque resque tui memorarem Caesaris, et tu Caesare sub magno cura secunda fores. nam quotiens Mutinam aut ciuilia busta Philippos aut canerem Siculae classica bella plagae, euersosque focos antiquae gentis Etruscae, et Ptolemaeae litora capta Phari, aut canerem Aegyptum et Nilum, cum tractus in urbem septem captiuis flebilis ibat aquis, aut regum aeratis circumdata colla catenis, Actiaque in Sacra currere rostra Via; te mea Musa illis semper conecteret armis, et sumpto et posito fasce fidele caput: Theseus infernis, superis comitauit Achilles, hic Ixioniden, ille Menoetiaden.

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18 fort. heroos fundere ab ore sonos (cf. Cic. de orat. 3,194 uersus hexametros…fundere. Ouid. fast. 2,94 lyricis…sonis. Tac. dial. 10,4 heroici carminis sonum. et al.) 19 ossan N Ppc(in ras.): thitan F: tytan A 20 caelo Broekhuyzen: caeli O 21 nec (prius) N: non A F P 28 plagae Gd. (cf. Enn. sat. 65 marinas…plagas): fugae O 30 Ptolemaeae ~: ptolomenei N, sim. cet. 31 tractus Ppc (cf. Hor. carm. 4,2,34 sqq. quandoque trahet feroces/per sacrum cliuum…Sygambros): attractus N (ex attraetus) A: atractactus F: atratactus P: fort. ductus (cf. Hor. carm. 2,11,11 sq. ducta per uias/regum colla minacium. Lucan. 8,342 captos ducere reges. et al.) 32  flebilis Gd. (cf. Ouid. 2,1,32 raptus…flebilis Hector equis): debilis O 33 aeratis Gd.: auratis O 35 conecteret Gd. (cf. contexeret P: contexerit NAF 36 sumpto et posito Gd.: sumpta et posita O fasce Gd. (cf. Hor. carm. 3,2,19 nec sumit aut ponit securis): face ~: pace O (ras. unius lit. post e N) 37 comitauit Gd. (cf, Ouid. Pont. 2,3,43 Pirithoum Theseus Stygias comitauit ad undas): testatur O: sectatur Fleischmann

Liber secundus · Libro secondo da un niente nasce una grandiosa storia. Ma se soltanto, Mecenate, il destino mi avesse concesso di guidare in battaglia schiere di eroi, non canterei dei Titani, o dell’Ossa sovrapposto all’Olimpo perché il Pelio aprisse la via verso il cielo, né dell’antica Tebe o di Pergamo, che diede fama a Omero, o che i due mari per ordine di Serse si congiungessero, o il vetusto regno di Remo o l’arroganza dell’alta Cartagine, e le minacce dei Cimbri e le gloriose gesta di Mario, invece canterei le guerre e le imprese del tuo Cesare, e dopo il grande Cesare tu saresti il mio secondo tema. Perché, ogni volta che io dovessi cantare Modena o Filippi, [sepolcro di concittadini, o le battaglie navali nella distesa marina al largo della Sicilia, e i focolari distrutti dell’antica stirpe Etrusca, e la conquista dei lidi dove sorge il Faro Tolemaico, e ogni volta che io dovessi cantare l’Egitto e il Nilo, quando [questo, trascinato a Roma nel trionfo, avanzava, ridotto in modo pietoso, con le sue sette foci ora [nostre prigioniere, o i colli dei re circondati da catene di bronzo, e le prue Aziache che percorrevano la Via Sacra, la mia Musa congiungerebbe sempre alle gesta belliche di [Cesare te, suo fedele sia nell’assumere che nel deporre le cariche [pubbliche; fra gl’inferi Teseo, fra i superi Achille accompagnarono l’uno Piritoo, l’altro Patroclo.

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Elegie sed neque Phlegraeos Iouis Enceladique tumultus intonat inflato pectore Callimachus, nec mea conueniat duro praecordia uersu Caesaris in Phrygios condere nomen auos. nauita de uentis, de tauris narrat arator, enumerat miles uulnera, pastor oues, nos nostra angusto uersamus proelia lecto: qua pote quisque, in ea conterat arte diem.

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1b laus in amore mori: laus altera, si datur illo posse frui; fruar o solus amore meo! [si memini, solet illa leues culpare puellas, et totam ex Helena non probat Iliada.] seu mihi sunt ducenda nouercae pocula Phaedrae, pocula priuigno uel nocitura fero, seu mihi Circaeo perendum est gramine, siue

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40 intonat ~: intonet O inflato Gd. (2,34,32 non inflati…Callimachi. Hor. serm. 1.1.20 sq. quin…Iuppiter ambas…buccas inflet): angusto O (sed ud. u. 45 angusto. cf. 4,1,59 [de semet Prop.] exiguo…pectore. Iuuen. 3,90 miratur uocem angustam) inflato pectore] fort. ingenti murmure (cf. Lucr. 6,1284 ingenti clamore. Mela 3,40 ingenti cum murmure) 41 conueniat Gd. (cf. Plaut. Bacch. 658. Rud. 703. Trin. 681 sqq.): conueniunt N: praeueniunt A F P 42 nomen] cf. Sil. 3,71 factis tibi nomina condas: fort. carmen 44 enumerat A F P: et numerat N: dinumerat, connumerat ~: fort. commemorat 45 nostra Gd.: contra O: fort. magna uel longa uersamus ~, Volscus, Beroaldus: uersantes O fort. at nostra (uel nostra sed) a. uersantur p. l. 47 nouam elegiam ind. Ballheimer altera] fort. optima illo Gd.: uno N P (de errore in codd. ud. [Sen.] HO 472 illum ~, Richter: unum E A): uni Aac, Bosscha: una ~, Heinsius: uiro Fac 48 solus: cf. 1,8,45 nec mihi riualis certos subducet amores. 2,7,19 placeam tibi, Cynthia, solus. Ouid. fast. 5,528 coniugio…sola fruere meo. Tibull. 1,5,17 fruitur nunc alter amore 49-50 del. Carutti 52 uel Camps: non O 51 ducenda Gd. (cf. 2,9,1 duxistis pocula. Hor. carm. 1,17,21 sq. pocula Lesbii/duces. Apul. met. 10,5,1 uini poculum, in quo uenenum latebat inclusum…continuo perduxit haustu): tangenda O 52 fero Gd. (cf. Sen. Phaed. 240 [scil. Hippolytus] ferus est? amore didicimus uinci feros): suo O

Liber secundus · Libro secondo Ma Calimaco non canta con voce tonante a pieni polmoni le guerre Flegree tra Giove e Encelado, né ai miei precordi si addica nei duri versi di un poema epico far risalire il nome di Cesare ai suoi antenati Troiani. Il marinaio parla dei venti, l’agricoltore dei tori all’aratro, il soldato enumera le sue ferite, il pastore le pecore; noi conduciamo le nostre battaglie amorose in uno stretto [lettino: ciascuno passi la sua giornata nell’arte che più gli si addice.

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1b È motivo di gloria morire in amore: è un secondo, e diverso, [motivo di gloria, se è dato di poter godere di quell’amore; possa io essere il solo a godere [dell’amore della mia donna! [Se ben ricordo, lei suole biasimare le donne leggere, e non approva l’intera Iliade a causa di Elena.] Sia che io debba bere i filtri della matrigna Fedra, filtri che facevano effetto perfino sul suo ritroso figliastro, sia che io debba morire per colpa delle erbe di Circe, sia che

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Elegie Colchis Iolciacis urat aena focis, una meos quoniam praedata est femina sensus, ex hac ducentur funera nostra domo. omnes humanos sanat medicina dolores: solus amor curam non habet artificem. tarda Philoctetae sanauit crura Machaon, Phoenicis Chiron lumina Phillyrides, et deus exstinctum Cressis Epidaurius herbis restituit patriis Androgeona focis, Mysus et Haemonia iuuenis qua cuspide uulnus senserat, hac ipsa cuspide sensit opem. hoc si quis uitium poterit mihi demere, solus Tantaleae poterit tradere poma manu; dolia uirgineis idem ille repleuerit urnis, ne tenera assidua colla grauentur aqua; idem Caucasia soluet de rupe Promethei bracchia et a medio pectore pellet auem. quandocumque igitur uitam me fata reposcent, et breue in exiguo marmore nomen ero, Maecenas, nostrae laus inuidiosa iuuentae, et uitae et mortis gloria iusta meae, si te forte meo ducet uia proxima busto, esseda caelatis siste Britanna iugis, taliaque illacrimans mutae iace uerba fauillae: ‘Huic misero fatum dura puella fuit’.

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54 Iolciacis Scaliger: c(h)olciacis O (col- N) 58 curam Gd. (cf. Plin. nat. 7,58 medicina et cura uicere. et al.): morbi O habet ~, Schrader: amat O 60 uulnera ~ 61 cressis ~: craesis O 63 qui Heinsius hic desinit A (cum u.63) 66 Tantaleae ~: Tantalea O (-telea N) 67 urnis O: ulnis ~, Pocchus: undis ~ fort. uirginibus…undis 71 me ~, Liuineius: mea N P: meam F1 72 erit ~ 73 laus Gd. (cf. Ouid. Pont. 4,6,9 Fabiae laus, Maxime, gentis): spes O 74 mortis Torrentius: morti O iusta] iuncta Guyet: tuta Burman: fort. certa (cf. Hor. saec. 74 spem bonam certamque)

Liber secundus · Libro secondo Medea scaldi per me il suo calderone sui fuochi di Iolco, poiché una sola donna ha rubato i miei sensi, il mio funerale partirà dalla sua casa. La medicina guarisce tutte le malattie umane: soltanto l’amore non ha una cura dovuta all’arte medica. Macaone risanò le gambe azzoppate di Filottete, Chirone, il figlio di Fillira, sanò gli occhi di Fenice, e il dio di Epidauro per mezzo delle sue erbe Cretesi restituì al focolare paterno Androgeone che era ormai morto, e il giovane Telefo, re della Misia, trovò la guarigione in quella stesa lancia Tessala che lo aveva ferito. Se un uomo sarà capace di strapparmi questa malattia, lui solo riuscirà anche a consegnare alle mani di Tantalo i frutti che [questo tenta di afferrare invano, saprà riempire i vasi con le urne delle vergini Danaidi, così che i loro teneri colli non siano sempre oppressi dal peso [dell’acqua, scioglierà le braccia di Prometeo dalla roccia del Caucaso e scaccerà dal suo petto l’avvoltoio che lo rode. Dunque, quando sarà che il destino mi richieda indietro la mia [vita che mi aveva prestato, e sarò soltanto un breve nome su una piccola stele di marmo, Mecenate, gloria, da tutti invidiata, della mia gioventù, giustificato motivo di onore per me, sia nella mia vita che [nella mia morte, se per caso la tua strada ti condurrà vicino alla mia tomba, ferma per un momento solo il carro Britannico dai gioghi [istoriati, e lancia queste parole piangendo alle mie mute ceneri: ‘Questo sventurato è morto per colpa di una donna crudele’.

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Elegie 2 Liber eram et uacuo meditabar uiuere lecto: at me composita pace fefellit Amor. cur haec in terris facies diuina moratur? Iuppiter, ignosco pristina furta tibi. flaua coma est longaeque manus, et maxima corpore, ut incedit cum Ioue magna soror, aut cum Munychias Pallas spatiatur ad arces, Gorgonis anguiferis pectus operta comis, qualis et Ischomache Lapithae genus heroine, Centauris medio grata rapina mero; Mercurio talis fertur Boebeidos uluis uirgineum Brimo composuisse latus. cedite iam, diuae, quas pastor uiderat olim Idaeis tunicas ponere uerticibus! hanc utinam faciem nolit mutare senectus, etsi Cumaeae saecula uatis aget!

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2 titulus Ad cynthiam ~: Ad Sinchiam F: Laudes Cinthie P 3 diuina Dousa: humana O 4 ignosco Npc P mg. (pro.u.l.): ignoro N F P furta A F P: fata N tibi Heinsius: tua O 5 flaua Gd. (cf. de formosarum mulierum flauis comis cf. [de Didone] Verg. Aen. 4,590. 698. [de Helena] Eur. Hel. 1224. Sapph. fr. 23,5 Voigt. Ibyc. fr. 35 Diehl. [de Ariadna] Catull. 64,63. [de Lucretia] Ouid. fast. 2,763. [de Horatianis puellis] Hor. carm. 2,4,14 Phyllidis flauae. 3,9,19 flaua…Chloe): fulua O (de flauus/fuluus confusis cf. e.g. Claud. Ruf. 1,91 fuluis n1, Exc. Flor., Exc. Gyr.: flauis cet.) 6 corpore ut ed. Gryphiana: corpore et N A: corporeque Fac P cum Gd.: uel O magna Gd. (cf. Enn. ann. 445 Sk. Saturnia magna dearum. Verg. Aen. 8,84 maxima Iuno): digna O 7 Munychias ~, Puccius: dulichias O arces Gd. (cf. Stat. silu. 5,3,107 Munychiae…arces): aras O: auras ~ 8 anguiferis Gd. (cf. Ouid. met. 4,699 Gorgonis anguicomae. 4,741 anguiferum…caput. Stat. Theb. 1,544 anguicomam…Gorgonam): anguifer(a)e O 9-12 ab hoc loco alienos putat Housman 10 medio] fort. nimio (cf. Catalepton 11,2 nimio pocula ducta [Heinsius: dura codd.] mero) 11 talis Haupt: satis N F: qualis Pac: sais Ppc uluis Gd. (cf. Verg. ecl. 8,87 propter aqua riuum uiridi procumbit in ulua. georg. 3,175 uluam…palustrem. Vitr. 2,1,5 ulua palustri. Ouid. met. 6,345 gratam…paludibus uluam): undis O 12 Brimo Turnebus: primo O 13 iam ~: etiam O 16 aget O: agat ~

Liber secundus · Libro secondo

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2 Ero libero e meditavo di vivere in un letto vuoto; ma il dio Amore mi ingannò con una falsa pace. Perché questa bellezza divina indugia sulla terra? Giove, ti perdono i tuoi vecchi adulterii. Lei ha i capelli biondi ed ha grandi mani, ed è alta in tutta la [sua figura, come incede, accanto a Giove, la sua grande sorella Giunone, o come quando Pallade avanza verso la rocca di Atene con il petto coperto dalle chiome serpentine della Gorgone; e come l’eroina Iscomache, figlia di un Lapita, pregevole preda per i Centauri eccitati dal vino puro; così si racconta che Brimo, sulle erbe palustri in riva alla [laguna Boebeide, unì il suo fianco virginale a quello di Mercurio. Fatevi ormai da parte, dee che un tempo il pastore vide deporre le sottovesti sulla cima del monte Ida! Oh che la vecchiaia non voglia mai mutare questa sua [bellezza, anche se dovesse vivere gli anni della profetessa Cumana!

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Elegie 3a ‘Qui nullam tibi dicebas iam posse nocere, haesisti, cecidit spiritus ille tuus! uix unum potes, infelix, requiescere mensem, et tristis de te iam liber alter erit’. quaerebam, sicca si posset piscis harena nec solitus ponto uiuere toruus aper; aut ego si possem studiis uigilare seueris: differtur, numquam tollitur ullus amor. nec me tam facies, quamuis sit candida, cepit (lilia non domina sunt magis alba mea; * ut Maeotica nix minio si certat Hibero utque rosae puro lacte natant folia), nec de more comae per leuia colla fluentes, non oculi, geminae, sidera nostra, faces, nec si illa Assyrio lucet bombyce puella (non sum de nihilo blandus amator ego), quantum quod posito formose saltat Iaccho, egit ut euhantes dux Ariadna choros, et quantum, Aonio cum temptat stamina plectro, par Aganippaeae ludere docta lyrae,

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3a titulus ad irrisorem F P 1 nullam Heinsius: nullum O 3 unum potes infelix O: potes infelix unum ~, Broekhuyzen requiescere N: cognoscere F P 4 tristis Baehrens: turpis O 10 sunt ~: sint N F P post 10 lacunam notaui 11 certat ~: certet O 12 natant Npc F: natent ac N P 15 illa Gd.: qua O Assyrio Heyworth dub. (ud. S. H., Cynthia 120. cf. Verg. georg. 2,465 alba neque Assyrio fucatur lana ueneno. Culex 62 Assyrio…bis lota colore. Ciris 440 Assyrio…ostro. Plin. nat. 11,78 Assyria… bombyce): arabio O 11 certat ~: certet O 12 natant Npc F: natent Nac P 17 saltat N: iactat F P 19 Aonio ~, Müller: aeolio O stamina Gd. (cf. Phaedr. app. 12,2 temptauit chordas ungula. Ouid. met. 10,145 ut satis impulsas temptauit pollice chordas. Claud. epithal. Hon. Aug. et Mar. 9 pr. 19 pectine temptauit nobiliore lyram): carmina O

Liber secundus · Libro secondo

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3a ‘Tu, che dicevi che nessuna donna ormai ti poteva far del male, sei finito ancora nella rete: la tua arroganza è finita per terra! Puoi appena, infelice, riposare un mese e subito apparirà un secondo triste libro che parla ancora di te’. Mi chiedevo se un pesce può vivere sull’arida spiaggia o un cinghiale torvo vivere nel mare contro i suoi costumi; o se io potevo vegliare su studi severi: un amore si può rimandare, ma non si può mai eliminare. Non mi ha conquistato tanto il suo viso, per quanto sia [candido, (i gigli non sono più bianchi della mia padrona), * come se la neve Meotica contrasta con il minio Iberico, e come i petali di un rosa galleggiano nel latte puro, né i suoi capelli fluenti, come si usa, sul collo levigato, né i suoi occhi, due fiaccole gemelle, le mie stelle, né se il corpo di quella donna traluce sotto un abito di seta [Assira, (non senza buoni motivi sono un amante affettuoso), quanto perché, una volta servito il vino nei calici, lei danza [meravigliosamente, simile ad Arianna, quando guida i cori delle Baccanti, e quanto perché, se tocca le corde dello strumento musicale [con un plettro degno delle Muse Aonie, esperta nel suonare musiche che gareggiano con quelle della [lira Aganippea,

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Elegie et sua cum antiquae committit dicta Corinnae, carmina quod quaeuis non putat aequa suis. non tibi nascenti primis, mea uita, diebus candidus argutum sternuit omen Amor? haec tibi contulerunt caelestia munera diui, haec tibi ne matrem forte dedisse putes. iam non humani partus sunt talia dona: ista decem menses non peperere bona. gloria Romanis una es tu nata puellis: Romana accumbes prima puella Ioui, nec semper nobiscum humana cubilia uises; post Helenam haec caelo forma secunda redit. hac ego nunc mirer si flagrat nostra iuuentus? pulchrius hac fuerat, Troia, perire tibi. olim mirabar, quod tanti ad Pergama belli Europae atque Asiae causa puella fuit: nunc, Pari, tu sapiens et tu, Menelae, fuisti, tu quia poscebas, tu quia lentus eras. digna quidem facies, pro qua uel obiret Achilles; uel Priamo belli causa probanda fuit. si quis uult fama tabulas anteire uetustas,

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21 dicta Gd. (cf. 4,1,61 Ennius hirsuta cingat sua dicta corona. Lucr. 1,28 aeternum da dictis, diua, leporem): scripta O 22 quod Barber dub.: qu(a)e O (quae N): -que ~ qu(a)euis ~, Palmer: quiuis O: cuiuis, lyrines, lyricis ~ 23 non N: num F P: nam ~, Ayrmann 24 candidus Macrob. GL 5,626,15 (cf. Tibull. 1,7,64 at tu…candidior semper candidiorque ueni [scil. dies natalis]. Laus Pis. 258 si quid…nostris subscribis, candide, uotis): feruidus Beroaldus (cf. Hor. carm. 1,30,5 feruidus…puer. Porph. ad loc. id est Cupido, qui feruorem amoris inferat. CIL 14,3565 feruidus Cupido): ardidus N F P argutum] argute Heinsius 25 tibi om. N contulerunt ~: contulerint O 26 ne N: me F P: nec ~ 26 forte O: stulta ~, Pocchus 27 iam Gd.: non O: nam Heyworth partus sunt N: sunt partus F P 29-31 commutauit Lachmann 30 accumbes ~: accumbens O 32 caelo Gd. (cf. Cic. Mil. 97 etiam in caelum homines uiderentur ascendere): terris O (de errore in codd. cf. 2,2,2 cur haec in terris facies diuina [Dousa: humana O] moratur?) 33 flagrat ~: flagret O 35 quod O: cur ~, Broekhuyzen 36 fuit O: foret ~ 37 fuistis Heinsius: fuisti O 40 priamo Nac: priamus Npc F P fuit O: foret ~

Liber secundus · Libro secondo e se mette i suoi versi in gara con i versi dell’antica Corinna, lei crede che nessun canto possa uguagliare il suo. Non è forse vero che, mentre nascevi e nei primi giorni di [vita, il dio Amore propizio diede un sonoro segnale di augurio [sternutendo da destra? Queste tue divine qualità te le hanno donate gli dei, non pensare mai che te le abbia trasmesse tua madre. E poi simili qualità non provengono da un parto umano, tali doti non sono state prodotte dai dieci mesi lunari della [gravidanza di tua madre. Tu sei nata per essere un gloria senza paralleli per tutte le [donne Romane, tu sarai la prima donna Romana che giacerà con Giove; e non vedrai sempre, vivendo fra noi, letti umani; dopo Elena, sei la seconda bellezza divina che torna in cielo. Dovrei ora meravigliarmi se la mia giovinezza arde per questa [donna? Troia, sarebbe stato più onorevole per te perire per questa [donna. Un tempo mi stupivo che una donna fosse stata la causa per l’Europa e per l’Asia di una guerra così terribile sotto la [rocca di Pergamo: ma tu, Paride, e tu, Menelao, foste ben saggi, uno nel reclamarla, l’altro nel resisterle. Era una bellezza che meritava che perfino Achille morisse per [lei; un tale motivo di guerra doveva essere approvato perfino da [Priamo. Se uno vuole superare per fama gli antichi pittori,

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Elegie hic dominam exemplo ponat in arte meam: siue illam Hesperiis, siue illam ostendet Eois, uret et Eoos, uret et Hesperios. 3b His saltem [ut] tenear iam finibus! at mihi ne quis, acrius ut moriar, uenerit alter amor! ac ueluti primo taurus detractat aratra, post uenit assueto mollis ad arua iugo, sic primo iuuenes trepidant in amore feroces, dehinc domiti post haec aequa et iniqua ferunt. turpia perpessus uates est uincla Melampus, cognitus Iphicli surripuisse boues; quem non lucra, magis Pero formosa coegit, mox Amithaonia nupta futura domo.

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4 Multa prius dominae delicta querartis oportet, saepe roges aditus, saepe repulsus eas, et saepe immeritos corrumpas dentibus ungues, et crepitum trepido suscitet ira pede! nequiquam profusa meis unguenta capillis, 42 exemplo O: exemplum ~: exemplar ~

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arte ~: ante N F P

3b unam elegiam uel unius elegiae fragmentum puto; 45-54 sequenti elegiae coniungit ed. Aldina 1502; finem elegiae 3, ut codices indicant, facere putat Shackleton Bailey 45 ut del. Heyworth teneat O: teneat ~ aut N P: a F1: ah Puccius ne quis Puccius: si quis O 47 ac N: at F P detractat O: detrectat ~ 4 titulus ad amantem F: ad se ipsum P 2 aditus Gd. (cf. Tibull. 2,4,19 ad dominam faciles aditus per carmina quaero. Phaedr.4,18(19),21 rogantes aditum. et al.): aliquid O 3 corrodas Guyet 4 strepitum P trepido (uel tremulo) Gd. (cf. Ouid. met. 14,739 pedum…trepidantum): dubio O: adducto Heinsius 5 profusa Gd. (cf. 2,26,50 aurea diuinas urna profudit aquas. Ouid. met. 13,636 uino…in tura profuso. et al.): perfusa O

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prenda a modello, nel dipingere, la mia padrona: se andrà a mostrarla a occidente e ad oriente, infiammerà d’amore gli uomini di tutto l’occidente e di tutto [l’oriente. 3b Se almeno potessi restare entro questi confini! Ma che, perché io ne muoia atrocemente, nessun altro amore mi [venga addosso! E come il toro dapprima respinge l’aratro, ma poi, quando il giogo gli è divenuto familiare, scende [docilmente nei campi, così i giovani uomini dapprima di fronte all’amore si agitano [e si sfrenano, poi, una volta domati, sopportano ogni estremità. Melampo, l’indovino, tollerò infamanti catene, essendo stato scoperto a rubare i buoi di Ificlo; non lo spinse a ciò il miraggio del guadagno, ma la bella Pero, destinata presto a essergli sposa nella casa di Amitaone.

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4 Prima bisogna che tu lamenti le molte colpe della tua [padrona, che spesso tu chieda di vederla, e spesso tu vada via respinto, e che spesso ti rovini con i denti le incolpevoli unghie, e che la tua ira ti faccia far strepito con il tuo piede tremante! Inutilmente sono stati da me profusi unguenti sui miei capelli,

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Elegie ibat et expenso planta morata gradu. non hic herba ualet, non hic nocturna Cytaeis, non Perimedea gramina cocta manu; nam cui non ego sum fallaci praemia uati? quae mea non decies somnia uersat anus? quippe ubi nec causas nec apertos cernimus ictus, unde tamen ueniant tot mala caeca uia est; non eget hic medicis, non lectis mollibus aeger, huic nullum caeli tempus et aura nocet; ambulat – et subito comitantur funus amici! sic est incautus, quidquid habetur, amor. hostis si quis erit nobis, amet ille puellas; gaudeat in pueris, si quis amicus erit. tranquillo tuta descendis flumine cumba: quid tibi tam parui gurgitis unda nocet? alter saepe uno mutat praecordia uerbo, altera uix misso sanguine mollis erit.

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6 expenso O (cf. Ter. Phorm. 867 fores suspenso gradu placide ire perrexi. Sen. nat. 7,31,2 tenero et molli incessu suspendimus gradum. et al.): extenso ~, Heinsius 8 perimedea ~, Muretus: permedeae uel per medeae O trita Heinsius manu Muretus: manus O 15-16 transtulit Birt 13 comitantur Gd. (cf. Verg. Aen. 11,51 sq. nos iuuenem exanimum…uano maesti comitamur honore. Ouid. Pont. 1,9,47 funera non potui comitare. Stat. Theb. 5,650 sq. laceras comitata Thoantis/aduehit exsequias. Plin. nat. 11,63 [scil. apes] funerantium…more comitantur exsequias. 35,6 imagines quae comitarentur gentilicia funera. Tac. ann. 2,32,1 ne imago Libonis exsequias posterorum comitaretur. Il. Lat. 1036 pater comitabor funera nati. Apul. met. 4,34,1 Psyche comitatur non nuptias, sed exsequias suas): mirantur O (mu- F) 14 incautus Gd.: incautum O 18 pueris Gd.: puero O 20 parui] fort. exigui (cf. Verg. georg. 1,70 exiguus…umor. Ulp. dig. 43,12,1,15 [aqua] exiguior facta. et al.) gurgitis Gd. (cf. Ouid. met. 14,51 paruus erat gurges curuos sinuatus in arcus. et al.): litoris O 22 misso Heinsius (cf. Enn. scen. 14 Joc. misso sanguine tepido. Lucr. 2,194 e nostro… missus corpore sanguis. Sen. dial. 3,16,1 misso per uenas sanguine. et al.): mitis ~, Markland: fort. lenis (cf. Hor. carm. 1,19,16 ueniet lenior. et al.)

Liber secundus · Libro secondo e i miei piedi procedevano con passo studiato. In questo caso non valgono le erbe, né la notturna maga di [Cita, né le droghe distillate dalla mano di Perimede. Infatti di quale falso indovino io non sono preda? Quale vecchia maga non ha fra le mani dozzine di volte i miei [sogni? Infatti là non vediamo né cause né colpi evidenti, e tuttavia è oscuro il percorso su cui vengono addosso tanti [mali; questo malato non ha bisogno di medici o di morbidi letti, a lui non nuoce la stagione del cielo o l’aria del posto; cammina e all’improvviso ecco che gli amici accompagnano il [suo funerale! A tal punto l’amore, comunque lo si voglia definire, è esposto [al rischio. Se uno mi vuole essere nemico, preferisca le donne: ma sia contento dei ragazzi, se mi sarà amico. Discendi per una corrente tranquilla su una barca sicura: che male ti può fare l’onda di una corrente così scarsa? Un ragazzo spesso a una sola parola muta i sentimenti in [meglio; una donna difficilmente sarà tenera neanche se ti sarai cavato [il sangue per lei.

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Elegie 5 Hoc uerum est, tota te quaeri, Cynthia, Roma et non ignota uiuere nequitia? haec merui sperare? dabis mihi, perfida, poenas, et nobis facilis, Cynthia, uentus erit. inueniam tandem e multis fallacibus unam, quae fieri nostro carmine nota uelit, nec mihi tam duris insultet moribus et te uellicet: heu sero flebis amata diu! nunc est ira recens, nunc est discedere tempus: si dolor afuerit, crede, redibit amor. non ita Carpathiae uariant Aquilonibus undae, nec rapido nubes uertitur atra Noto, quam facile irati uerbo mutantur amantes: dum licet, iniusto subtrahe colla iugo. nec tu non aliquid, sed prima nocte, dolebis; omne in amore malum, si patiare, leue est. at tu per dominae Iunonis dulcia iura parce tuis uitiis, uita, nocere mihi. non solum taurus ferit uncis cornibus hostem, uerum etiam instanti laesa repugnat ouis. nec tibi periuro scindam de corpore uestem, nec mea praeclusas fregerit ira fores,

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5 titulus ad cynthiam ~ priori el. continuant N F P 1 quaeri Gd. (cf. 2,21,10 iam pridem quaeritur alter. 24,9 me quaerere uiles. 29,14 tu nescio quas quaeris): ferri O 3 hoc F P mihi Ppc: mi N F Pac 4 facilis Gd. (cf. Ouid. am. 3,2,37 faciles arcessere uentos. her. 16,23 faciles auras uentosque secundos. trist. 1,2,81 faciles opto uentos): aquilo O 5 tandem Burman: tamen O 12 rapido Gd. (cf. Hor. carm. 1,28,21 sq. rapidus… Notus. Lucan. 6,27 rapido…Austro. et al.): dubio O acta ~, Turnebus 18 uitiis Gd. (coll. 2,16,32 an dolor hic uitiis nescit obesse tuis?): animis O mihi Heyworth: tibi O 21 periuro N F: periurae P: fort. periuras (cf. Aetna 21 periurae…mendacia puppis. Stat. silu. 4,6,77 s. periuro ense superbus/Hannibal) uestem ~, Broekhuyzen: uestes O

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5 Allora è vero che per tutta Roma gli uomini cercano te, [Cinzia, e che tu vivi in uno stato di non segreta dissolutezza? Ho forse meritato di aspettarmi ciò da te? Infedele, me la [pagherai; anche per me, Cinzia, spirerà un vento favorevole. Finalmente, dopo tante donne false, ne troverò una che voglia diventare celebre grazie alla mia poesia e non mi offenda con una condotta così spudorata e ti farà soffrire di gelosia: ah troppo tardi piangerai, tu che [eri stata amata per tanto tempo! Ora la tua ira, Properzio, è recente, ora è il momento di [partire: se la causa del tuo rancore sarà lontana da te, credimi, anche [il tuo amore ritornerà. Le onde del mare Carpazio non mutano allo spirare del vento [del nord, e una nube nera non è girata all’inverso dal vorticoso vento [del sud, così facilmente, come una sola parola placa gl’innamorati [adirati: tu, finché puoi, sottrai il tuo collo a un giogo tanto ingiusto. E tu, Properzio, soffrirai, ma solo la prima notte; in amore, nessuna avversità è veramente grave, purché la sia [sappia sopportare bene. Ma tu, vita mia, in nome delle dolci leggi della sovrana [Giunone, evita di farmi del male con i tuoi tradimenti. Non solo il toro ferisce il nemico con le corna ricurve, ma anche la pecora, se viene offesa, si rivolta contro [l’aggressore. Non succeda mai che io ti strappi la veste dal tuo corpo [infedele, o che la mia ira sfondi la tua porta chiusa,

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Elegie nec tibi conuulsos iratus carpere crines nec duris ausim laedere pollicibus: rusticus haec aliquis tam turpia proelia quaerat, cuius non hederae circumiere caput. scribam igitur quod non umquam tua deleat aetas: ‘Cynthia forma potens, Cynthia moecha leuis’. crede mihi, quamuis contemnas murmura Famae, hic tibi pallori, Cynthia, uersus erit.

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6 Non ita complebant Ephyraeae Laidos aedes, ad cuius iacuit Graecia tota fores; turba Menandreae fuerat nec Thaidos olim tanta, in qua populus lusit Ericthonius; nec quae deletas uoluit componere Thebas, Phryne tam multis facta beata uiris

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* quin etiam falsos fingis tibi saepe propinquos, oscula nec desunt qui tibi iure ferant. me iuuenum pictae facies, me nomina laedunt, 23 conuulsos Gd. (cf. 3,25,13 uellere tum cupies albos a stirpe capillos. Sen. contr. 2,5,5 omnes artus conuolsi sunt. Gell. 12,5,8 adfectiones…conuellere a stirpe): conuexos P: conexos N F: fort. uexatos (cf. Ouid. am. 1,14,24 heu male uexatae quanta tulere comae) 26 circumiere N Pac (cf. Papirianum pc ap. Cassiod. GL 7,164, 7-10): circuiere F P 27 non umquam Npc (m. rec.) ac F P: numquam N 28 moecha Gd. (cf. 4,5,44 comica moecha. Catull. 42,3 moecha turpis. Hor. serm. 1,4,113 ne sequerer moechas. Mart. 7,10,13 uxor moecha tibi est. et al.): uerba O: fort. uirgo (cf. Verg. ecl. 6,47 uirgo infelix [scil. Pasiphae]. Ouid. her. 6,133 adultera uirgo. de prosodia cf. Sen. Med. 49-. 350) 6 titulus ad cinthiam F: ad cynthiam redargutio P priori continuat N 5 deletas Npc(m. rec.) P: delectas Nac F: deiectas Gebhard: disiectas Schrader 5 uoluit Gd. (cf Athen. 13,591 d): potuit O 6 Phryne tam ~: Phyrnae tam N: Phymeram Fac P post 6 lacunam indic. Burman 8 nec desunt N: ne desint P: ue desunt F 9 pictae facies N: facies picte F P

Liber secundus · Libro secondo o che io, infuriato, osi strapparti i capelli dalla radice o pecuoterti con le mie dure mani: vada a cercare un tipo di battaglia così vergognosa un uomo [rozzo, uno che non ha il capo circondato di edera. Dunque scriverò ciò che la tua vita non cancellerà mai: ‘Cinzia una potente bellezza, Cinzia una adultera dai facili [costumi’. Credimi, benché tu non ti curi delle voci della Fama, questo verso, Cinzia, ti farà impallidire.

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6 Non affollavano tanto la casa della Corinzia Laide, davanti alla cui porta l’intera Grecia attese, stesa per terra, e non fu tanta la folla accolta da Taide, immortalata da [Menandro, con la quale gli uomini di Atene ebbero rapporti sessuali, e Frine, che avrebbe voluto ricostruire Tebe distrutta, non fu arricchita da tanti clienti. * Tu anzi spesso ti inventi falsi parenti, perché non manchi chi abbia titolo a baciarti. Io poi soffro, se vedo ritratti di altri uomini e sento pronunciare [i loro nomi,

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Elegie me tener in cunis et sine uoce puer; me laedet, si multa tibi dabit oscula mater, me soror et cum qua dormis amica simul. omnia me laedunt: timidus sum (ignosce timori) et miser in tunica suspicor esse uirum. his olim, ut fama est, uitiis ad proelia uentum est, his Troiana uides funera principiis; aspera Centauros eadem dementia iussit frangere in aduersum pocula Pirithoum. cur exempla petam Graium? tu criminis auctor, nutritus duro, Romule, lacte lupae: tu rapere intactas docuisti impune Sabinas: per te nunc Romae quidlibet audet Amor. felix Admeti coniunx et pignus Ulixis, et quaecumque uiri femina nomen amat! templa Pudicitiae quid opus statuisse puellis, si cuiuis nuptae quidlibet esse licet? quae manus obscenas depinxit prima tabellas et posuit casta turpia uisa domo, illa puellarum ingenuos corrupit ocellos nequitiaeque suae noluit esse rudes. a gemat in tenebris, ista qui protulit arte crimina sub tacita condita laetitia! non istis olim uariabant tecta figuris: tum paries nullo crimine pictus erat. sed non immerito uelauit aranea fana et mala desertos occupat herba deos! quos igitur tibi custodes, quae limina ponam,

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12 dormis F P ~: dormit N 13 laedunt P ~: laedent N F timori N F: timenti P 20 duro O: durae ~ 22 amans ~ 23 pignus Gd. (cf. Petron. 108,14 u. 3 uehit decepti pignus Atridae i.e. Helenen. Liu. 2,1,5 pignera coniugum ac liberorum. Tac. ann. 16,26 in coniugem, in filiam, in cetera pignora): lectus O 24 uiri Fpc P, Colucius: feri N Fac nomen Gd. (cf. Ouid. Pont. 3,2,32 nomen honorque): limen O 26 cuiuis N P: cuius F quidlibet N: cuilibet F P: quodlibet ~ 31 tenebris Fontein: terris O 32 crimina Gd. (cf. u. 34 tum paries nullo crimine pictus erat): iurgia O (nomina dactylica inter se confusa sunt) 35 fana Guyet: fanum O

Liber secundus · Libro secondo soffro vedendo un tenero neonato, ancora nella culla e ancora [incapace di parlare; soffrirò, se vedrò tua madre darti dei baci, se vedrò tua sorella e l’amica con la quale dormi. Tutto mi fa soffrire: ho una grande paura (perdona la mia [paura) e, disgraziato che sono, sospetto che in una sottoveste da [donna ci sia un uomo. Per questi peccati delle donne, come tutti sanno, un tempo si [arrivò alla guerra, a un simile inizio seguì poi la rovina di Troia; una analoga follia spinse i Centauri a rompere i loro bicchieri sulla testa di Piritoo, che li [fronteggiava. Ma perché vado cercare esempi fra i Greci? L’iniziatore di tali [delitti fosti tu, Romolo, nutrito dal latte non umano di una lupa: tu insegnasti a rapire impunemente le intatte Sabine, seguendo il tuo esempio, adesso a Roma Amore osa qualsiasi [peccato. Felice la sposa di Admeto e la moglie di Ulisse, e qualunque donna ha caro l’onore del marito! Che bisogno c’era di dedicare templi alla Fedeltà per farvi [entrare le giovani donne, se poi qualsiasi donna sposata può comportarsi in qualsiasi [modo? La mano che per prima ha dipinto quadri osceni e ha riempito di tali indecenti immagini tante case onorate, ha corrotto gli occhi ingenui delle giovani donne e non le ha lasciate nella loro innocenza. Ah, gema nelle tenebre infernali colui che ha inventato con [questa arte veri delitti nascosti sotto una tacita allegria! Un tempo le case non erano abbellite da siffatti disegni: allora le pareti non erano affrescate con scene nefande. Ma non senza motivo le ragnatele hanno invaso i templi e l’erbaccia cresce sulle immagini abbandonate degli dei! E ora, quali guardiani dovrò importi, quali soglie di casa [dovrò importi,

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Elegie quae numquam supra pes inimicus eat? nam nihil inuitae tristis custodia prodest: quam peccare piget, Cynthia, tuta sat est. nos uxor numquam, numquam subducet amica: semper amica mihi, semper et uxor eris.

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7 Gauisa es certe sublatam, Cynthia, legem, qua quondam edicta flemus uterque diu, ni nos diuideret: quamuis diducere amantes non queat inuitos Iuppiter ipse duos. ‘At magnus Caesar’: sed magnus Caesar in armis; deuictae gentes nil in amore ualent. nam citius paterer caput hoc discedere collo quam possem nuptae pandere in ore faces, aut ego transirem tua limina clausa maritus, respiciens udis obdita luminibus. a, caua tum quales faceret tibi, Cynthia, somnos tibia funesta tristior illa tuba! unde mihi patriis natos praebere triumphis? nullus de nostro sanguine miles erit. quod si saeua meae comitarer castra puellae,

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41 subducet Burman: me ducet O: seducet Birt 2 flemus 7 titulus de cinthiam F: de cinthia P 1 es ~, Schrader: est O ~, Beroaldus: stemus O 3 ni N P mg. (pro u.l.): quis F: qui P 5 at Nac: an Npc F P sed N: an F P 7 haec per comp. N 8 pandere Gd.: perdere O: prodere ~, Liuineius in ore P (m. rec.): more N F Pac 10  obdita Heinsius: prodita O 11 caua Gd. (cf. 4.8.42 caua buxa. Lucr. 2,620 caua tibia): mea O faceret Heinsius (cf. Ouid. met. 7,153uerba…ter dixit placidos facientia somnos. fast. 1,421 uino somnum faciente. et al.): caneret O Cynthia P2 in ras. (cinthia), ~: tibia O (sed ud. tibi) 13 nouam el. incip. codd. fere omnes: priori continuat Volscus titulus ad cinthiam. se non nobilem sed eius amatorem P 15 saeua Gd. (cf. Ouid. am. 3,8,26 fera castra sequi. Verg. Aen. 9,650 et Ouid. Ib. 141 et Claud. carm. min. 30,213 et Macrob. Sat. 5,5,12 saeua…arma): uera O comitarer ~, Puccius: comitarent O: comitarem ~, Beroaldus fort. comitarer arma

Liber secundus · Libro secondo che nessun piede di un mio nemico possa superare? Non serve a nulla imporre a una donna male intenzionata un [guardiano: solo quella che ha ritegno a peccare, Cinzia, è veramente [fidata. Quanto a me, nessuna moglie e nessuna amante mi porterà [mai via da te: sarai sempre per me la amante e la moglie.

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7 Certamente ti sei rallegrata, Cinzia, per il fatto che è stata [abrogata quella legge, alla cui promulgazione tutti e due piangemmo a lungo, temendo che ci dividesse: per quanto due innamorati contro la loro volontà nemmeno Giove li potrebbe separare. ‘Ma Cesare è grande’: sì, ma è grande nelle armi; avere debellato intere nazioni non conta nulla in amore. Infatti io mi lascerei staccare questo capo dal collo piuttosto che aver cuore di spandere sul volto di una novella sposa la [luce delle torce nuziali, e passare, io marito di un’altra, oltre la tua soglia chiusa, voltandomi a guardarla, così serrata, con le lacrime agli occhi. Ah, quali sonni mai ti indurrebbe allora, Cinzia, il suono del forato flauto, più funesto della tromba [annunziatrice di morte! Per quale motivo dovrei offrire figli ai trionfi patrii? Dal mio sangue non verrà nessun soldato. Ma se io seguissi il duro accampamento della mia donna,

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Elegie non mihi sat magnus Castoris iret equus. hinc etenim tantum meruit mea gloria nomen, gloria ad hibernos lata Borysthenidas. tu mihi sola places, placeam tibi, Cynthia, solus; hic erit et patrio munere pluris amor.

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8 Eripitur nobis iam pridem cara puella, et tu me lacrimas fundere, amice, uetas? nullae sunt inimicitiae nisi amoris acerbae: ipsum me iugula, lenior hostis ero. possum ego in alterius positam spectare lacerto? nec mea dicetur quae modo dicta mea est? omnia uertuntur, certe uertuntur amores. uinceris aut uincis: sic in amore rota est. magni nempe duces, magni cecidere tyranni, et Thebae steterunt altaque Troia fuit. munera quanta dedi uel qualia carmina feci! illa tamen numquam ferrea dixit: ‘Amo’. ergo sum multos nimium temerarius annos, improba, qui tulerim teque tuamque domum? ecquandone tibi dignus sum uisus? an usque in nostrum iacies uerba superba caput?

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20 patrio] fort. publico munere Gd. (cf. Cic. de or. 1,199 honoribus et rei publicae muneribus. Caes. Gall. 6,18,3 munus militiae sustinere. Liu. 27,9,9 non detractationem eam munerum militiae. et al.): sanguine O (sed ud. u.14 sanguine) 8 titulus ad amicum F: ad amicum de amica sublata P 7-8 post 10 ~, Scaliger 6 quae modo N: quomodo F P 8 uinces (haec) Palmer sic Palmer: haec O est] fort. it (cf. Hor. carm. 3,10,10 currente…rota. AP 22 currente rota. Sidon. carm. 5,295 fatorum currente rota) 9 nempe Heyworth: saepe O 10 steterunt Scaliger: steterant O 12 dixit N: dicit F P 13 sum Gd.: iam N F P mg. (u.l.): tam F P ergo fui Gd. olim (de o correpta cf. Ouid. her. 5,59. trist. 1,1,87. et al.) 15 dignus Gd. (cf. Plaut. Epid. 25b-26 quem/dices digniorem esse hominem hodie Athenis alterum? Verg. ecl. 8,32 digno coniuncta uiro): liber O

Liber secundus · Libro secondo non mi accontenterei neppure di montare il cavallo di [Castore. Da questa schiavitù d’amore il mio nome ha tratto una fama diffusa fino ai Boristenidi, che abitano in un perenne inverno. Tu sola mi piaci, possa io solo piacerti, Cinzia; questo amore varrà per me più di qualsiasi dovere patriottico.

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8 Mi portano via la donna che da anni mi è cara, e tu, amico mio, non vuoi che io pianga? Nessuna inimicizia è tanto forte come quella in amore: strozzami pure, ti sarò meno nemico. E io posso vederla sdraiata fra le braccia di un altro? E non diranno più che è mia quella donna che fino a poco [tempo fa dicevano mia? Tutto cambia, e non meno gli amori: sei vinto o vinci, così va la ruota in amore. Certo, grandi comandanti, grandi tiranni finirono per cadere [vinti, Tebe un tempo si ergeva alta, e anche Troia un tempo esisteva. Ma quanti regali le avevo fatto, quante poesie avevo scritto per [lei! Eppure lei non mi disse mai: ‘Ti amo’, lei una donna di sasso. Dunque sono uno sconsiderato io, che per lunghi anni ho sopportato te, spudorata, e la tua casa? Quando mai mi hai considerato un uomo degno di rispetto? [O all’infinito continuerai a rovesciare parole insolenti sul mio capo?

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Elegie sic igitur prima moriere aetate, Properti? sed morere; interitu gaudeat illa tuo! exagitet nostros Manes, sectetur et umbram, insultetque rogis, calcet et ossa mea! quid? non Antigonae tumulo Boeeotius Haemon contudit ipse suo saucius ense latus, et sua cum miserae permiscuit ossa puellae, qua sine Thebanam noluit ire domum? sed non effugies: mecum moriaris oportet; hoc eodem ferro stillet uterque cruor. quamuis ista mihi mors est inhonesta futura: mors inhonesta quidem, tu moriere tamen. ille etiam abrepta desertus coniuge Achilles cessare in Teucros pertulit arma sua. uiderat ille fuga stratos in litore Achiuos, feruere et Hectorea Dorica castra face; uiderat informem multa Patroclon harena porrectum et sparsas caede iacere comas, omnia formosam propter Briseida passus: tantus in erepto saeuit amore dolor. at postquam sera captiua est reddita poena, fortem illum Haemoniis Hectora traxit equis. inferior multo cum sim uel matre uel armis, mirum, si de me iure triumphat Amor?

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19 umbram Gd. (cf. Verg. Aen. 2,772 umbra Creusae. [Tibull.] 3,2,9 cum tenuem fuero mutatus in umbram. Ouid. trist. 5,14,12 nil feret ad manes diuitis umbra suos): umbras O 22 contudit Francius: corruit O 25 Sed non effugies Npc: Sed efficies Nac: Sed non efficies cet. 26 eodem ferro F P: ferro eodem N post 28 lacunam notauit Baehrens 29-40 separauit Baehrens 30 Teucros ~, Postgate: tectis O: Teucris Housman 31 fuga P ~: fugas cet.: frigis P mg. pro u.l. stratos Passerat: tractos O 37 sera N P: om. F 38 ille van Kooten 39 matre ~: marte O

Liber secundus · Libro secondo Così, Properzio, morirai ancor giovane? Ma sì, muori; e lei esulti per la tua fine! Tormenti i miei Mani, perseguiti la mia ombra, salti di gioia sul mio rogo funebre e calpesti le mie ossa! E come? Non è forse vero che l’eroe Beotico Emone sulla [tomba di Antigone cadde morto, dopo essersi trafitto il fianco con la sua stessa [spada e confuse le proprie ossa con quelle della sventurata donna, senza cui non volle tornare nella sua casa a Tebe? Ma non sfuggirai: tu devi morire con me; il sangue di entrambi stilli da questo unico pugnale. Per quanto vergognosa per me possa essere la tua morte, sia pure vergognosa per me, in ogni modo tu morirai. Achille, il famoso eroe, rimasto solo dopo che gli fu sottratta [la moglie, lasciò che le sue armi restassero inerti senza attaccare i [Troiani. Lui aveva pur visto gli Achei in fuga decimati sulla spiaggia [davanti a Troia, e l’accampamento greco incendiato dalle torce di Ettore; aveva visto il corpo di Patroclo sporco di sabbia giacere cadavere e i capelli di lui cosparsi di sangue; e sopportava tutto questo per amore della bella Briseide: così forte è lo sconvolgente dolore per un amore sottratto. Ma, quando con tardiva riparazione gli fu restituita la sua [prigioniera, finì per trascinare con i cavalli Tessali il corpo del valoroso [Ettore. Dato che io sono molto inferiore a lui per la madre e per le [armi, ci si meraviglia se il dio Amore ben giustamente celebra su di [me i suoi trionfi?

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Elegie 9 Iste quod est ego saepe fui; sed fors et in hora hoc ipso exacto carior alter erit. Penelope poterat bis denos tuta per annos uiuere, tam multis femina grata procis; coniugium falsa poterat differre Minerua, nocturno soluens texta diurna dolo; uisuram et quamuis numquam speraret Ulixen, illum exspectando cana remansit anus. nec non exanimem amplectens Briseis Achillem candida uesana uerberat ora manu; et dominum lauit maerens captiua cruentum, propositum flauis in Simoente uadis, mundauitque comas, et tanti corpus Achilli maximaque in parua sustulit ossa manu, non ibi tunc Peleus aderat nec caerula mater, Scyria nec uiduo Deidamia toro. tunc igitur raris gaudebat Graecia nuptis, tunc etiam caedes inter et arma pudor.

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9 titulus ad amicam de riuali F: ad amicam de riuali admisso et se excluso P 2 exacto Gd. (cf. Plaut. Mil. 1277 tua caussa [scil. mulier] exegit uirum ab se): electo N F: e lecto P: eiecto ~: erepto ~ 3 tuta Gd. (cf. 2,6,40 quam peccare pudet…tuta sat est): salua O 4 grata Gd.: digna O 7 uisupc ram P (m. rec.) ~: uisura O 8 cana Gd.: facta O: casta Waardenburgh: fort. curua (cf. 2,18,20 ipsa anus haud longa futura die. [Tibull.] 3,5,16 et Ouid. ars 2,670 curua senecta) 11 maerens] fort. florens 12 flauis ~, Guyet: fluuiis O: fuluis ~, Ellis Simoente Guyet: simoenta N: simeonta F: symounta P 13 mundauitque Gd.: foedauitque O achilli N: hachilli Pac (-s add. m. rec.): achillis F 15 non ibi tunc Gd.: cum tibi nec N F: tunc tibi nec P 17 raris Gd. (cf. 1,8,42 Cynthia rara. 13,16 rara puella. Stat. silu. 2 pr. Polla Argentaria, rarissima uxorum. Ouid. met. 14,337 [scil. Canens] rara quidm facie, sed rarior arte canendi): uiris N Fpc P: iuris Fac: ueris P mg. (u. l.), ~ nuptis Baehrens, Sandström: natis O 18 caedes Gd. (cf. Petron.123 u.215 arma, cruor, caedes): felix O caedes inter et arma: cf. 3,11,46 statua inter et arma. Cons. Liu. 235 arma inter et enses. Stat. Theb. 10,279 uina inter et arma tunc acies felix Liberman

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9 Quel che adesso è quest’uomo, anch’io lo sono stato più volte: [ma forse nel giro di un’ora, ripudiato questo, un altro amante ti sarà caro. Penelope riuscì a restare senza danno per vent’anni, donna gradita a tanti pretendenti; riusciva a differire le nozze con un ingannevole lavoro tessile, disfacendo con notturno dolo quanto aveva tessuto di giorno: e benché non sperasse di più rivedere Ulisse, aspettando lui, rimase lì ormai una canuta vecchia. E Briseide abbracciando il corpo esanime di Achille si batteva il candido viso con le mani impazzite; e lavò piangendo, lei semplice prigioniera, il padrone sporco [di sangue, dopo averlo deposto sulle bionde acque del Simoenta, e gli pulì i capelli, e infine il cadavere di Achille, uomo tanto [grande, lei sollevò e portò le sue enormi ossa nella piccola mano; alora là non c’era Peleo né l’azzurra madre, né la Scira Deidamia, sola nel vedovo letto. Allora sì che la Grecia si compiaceva di avere spose eccezionali, allora, anche in mezzo alle stragi e alle armi, esisteva la fedeltà [coniugale.

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Elegie at tu non una potuisiti nocte uacare, impia, non unum sola manere diem! quin etiam multo duxistis pocula risu; forsitan et de me uerba fuere mala. hic etiam petitur, qui te prius ipse reliquit: di faciant, isto laeta fruare uiro! haec mihi uota tuam propter suscepta salutem, cum capite hoc Stygiae iam poterentur aquae, et lectum flentes circum staremus amici? hic ubi tum, pro di, perfida, quisque fuit? quid si longinquos retinerer miles ad Indos, aut mea si staret nauis in Oceano? sed uobis facile est uerba et componere fraudes: hoc unum didicit femina semper opus. non sic infesto mutantur flamine Syrtes, nec folia hiberno tam tremefacta Noto, quam cito feminea non constat pectus in ira, siue ea causa grauis siue ea causa leuis. nunc, quoniam ista tibi placuit sententia, cedam: tela, precor, pueri, promite acuta magis, figite certantes atque hanc mihi soluite uitam! sanguis erit uobis maxima palma meus. sidera sunt testes et matutina pruina, et furtim misero ianua aperta mihi, te nihil in uita nobis acceptius umquam: nunc quoque eris, quamuis sis inimica, mea. nec domina ulla meo ponet uestigia lecto: solus ero, quoniam non licet esse tuus.

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21 duxistis N: duxisti cet. 24 laeta Gd.: capta O 33 infesto Gd. (cf. Sen. suas. 3,2 infestae sunt tempestates et saeuiunt maria): incerto O iactantur Gd. (cf. Plaut. Rud. 370 nos uentisque fuctibusque iactatae. Hor. serm. 1,1,6 nauem iactatibus Austris): mutantur O 35 pectus Gd. (cf. 1,1,26.10,30. 15,31. Sen. dial. 4,6,1 ira ob alienum peccatum sordida et angusti pectoris est): foedus O 38 precor N: quidem Fac P 39 fort. hac me soluite uita 41-48 alienos censet Wakker 43-44 om., in mg. suppl. P 44 sis Fac P mg.: sic N: sit Fpc mea Palmer: mi(c)hi O

Liber secundus · Libro secondo Ma tu non sei stata capace di rimanere senza compagnia una [sola notte, empia, un solo giorno! Anzi, mandavate giù coppe piene di vino con folli risate, e forse avete parlato anche male di me. Ora perfino corteggi quell’uomo che per primo ti aveva [lasciato: gli dei facciano che tu, contenta, possa godere fino in fondo [di quest’uomo! Erano questi i voti che io facevo per la tua salute, quando ormai le acque dello Stige erano padrone della tua [vita, e noi amici stavamo in piedi, piangendo, attorno al tuo letto? Allora dove era quest’uomo, per gli dei, donna infedele, o che [significava per te? Che succederebbe se io fossi trattenuto sotto servizio militare [nella remota India, o se la mia nave restasse incagliata in mezzo all’Oceano? Ma per voi è facile mettere insieme parole e falsità: la donna ha sempre imparato bene questo mestiere. Le Sirti non sono tanto agitate dal vento avverso, né così in inverno tremano le foglie al Noto, come in breve tempo non resta costante il cuore della donna [sotto l’impulso dell’ira, che ci sia un motivo valido o che ci sia un motivo irrisorio. Ma ora, dato che hai deciso così, io devo cedere il passo: putti d’amore, vi prego, trafiggetemi con dardi più acuminati, infilzatemi a gara, liberatemi da questa vita! Il mio sangue sarà per voi un immenso trionfo. Mi sono testimoni le stelle e la brina mattutina, e la porta della tua casa aperta furtivamente per me [sventurato, che nulla nella mia vita mi è mai stato più caro di te: mia tu ancora sarai, per quanto nemica tu possa essere verso [di me. E nessun’altra padrona calpesterà il mio letto: vivrò solo, dato che non posso vivere con te.

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Elegie atque utinam, si forte pios eduximus annos, ille uir in medio fiat amore lapis! * non ob regna magis diris cecidere sub armis Thebani media non sine matre duces, quam, mihi si media liceat pugnare puella, mortem ego non fugiam morte subire tua.

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10 Est tempus lustrare aliis Helicona choreis, et campum Aonio iam dare tempus equo. iam libet et fortes memorare ad proelia turmas et Romana mei dicere castra ducis. quod si deficiant uires, audacia certe laus erit: in magnis et uoluisse sat est. aetas prima canat Veneres, extrema tumultus: bella canam, quando scripta puella mea est. nunc uolo subducto grauior procedere uultu, nunc aliam citharam me mea Musa docet. surge, anime, ex humili; iam, carmina, sumite uires; Pierides, magni nunc erit oris opus. iam negat Euphrates equitem post terga tueri Parthorum et Crassos detinuisse dolet. India quin, Auguste, tuo dat colla triumpho, et domus intactae te tremit Arabiae; et si qua extremis tellus se subtrahit oris, 49-52 alienos esse uidit Wakker

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10 priori el. continuant F P 1 est Heinsius: sed O 2 Aonio Barth (de Pegaso sermo est, illo Musarum equo): haemonio O 8 fort. mihi 10 nunc pc pc N: nam F P: namque F P 11 anime Heinsius: anima O carmina F: carmine cet. 13 fort. equites 14 fort. piget Euphraten detinuisse Bonazzi: se tenuisse O 15 quin ~: quis O 16 Arabiae] cf. Verg. georg. 2,115 Eoas…domos Arabum. Hor. epist. 1,6,6 maris extremos Arabas…et Indos

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E se è vero che ho passato anni interi nella fedeltà a te sola, mi auguro che quell’uomo, proprio nel fare l’amore con te, si [faccia di pietra! * Non caddero sotto armi più crudeli combattendo per il regno i due condottieri Tebani alla presenza della madre, di quanto io, se avessi modo di sfidarti a duello di fronte alla [mia donna, non eviterei di affrontare la morte in cambio della tua stessa [morte, mio rivale.

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10 È tempo di percorrere l’Elicona con altre danze e di cedere il campo a Pegaso, il cavallo Beotico delle Muse. Ora mi piace celebrare le cavallerie forti nella battaglia, e narrare gli accampamenti di guerra del mio comandante [supremo. E se le forze dovessero venirmi meno, comunque il solo aver [osato tale impresa poetica sarà per me motivo di gloria: in grandi imprese la volontà può [bastare. La giovinezza canti gli amori, la vecchiaia i conflitti: canterò dunque le guerre, poiché la mia donna la ho già [cantata. Adesso voglio andare in giro in atteggiamento severo, con il [volto accigliato, adesso la mia Musa mi prescrive una diversa cetra. Animo mio, elevati dal tuo umile stato; e voi, poesie, ora [assumete un nuovo vigore; Muse Pieridi, ora avrò bisogno di una voce possente. L’Eufrate, ormai, si rifiuta di vedere alle spalle i cavalieri Parti e si rammarica di aver tenuto prigioniere le salme dei Crassi. L’India, anzi, offre il collo al tuo trionfo, Augusto, e le contrade dell’inviolata Arabia tremano di fronte a te; e se c’è nelle estreme regioni del mondo una terra che ancora [si sottrae al tuo imperio,

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Elegie sentiat illa tuas postmodo capta manus! haec ego castra sequar; uates tua castra canendo magnus ero: seruent hunc mihi fata diem! * ut caput in magnis ubi non est tangere signis, ponitur atque imos ante corona pedes, sic nos nunc, inopes Laudis conscendere currum, pauperibus sacris uilia tura damus. nondum etiam Ascraeos norunt mea carmina fontes, sed modo Permessi flumine lauit Amor.

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11 Scribant de te alii uel sis ignota licebit: fundit qui sterili semina ponit humo. omnia, crede mihi, tecum uno munera lecto auferet extremi funeris atra dies; et tua transibit contemnens ossa uiator, nec dicet: ‘Cinis hic docta puella fuit’.

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18 sentiet ~, Puccius 21-26 separaui, quia appendiculam quandam carminis 2,10, 1-20 faciunt, et eum sermonem in u. 21-26 recusationem, (scil. carminis heroi) puto 22 atque Birt: hac N F P: hic uel haec ~: his Scaliger 23 Laudis: i.q. Famae (cf. 3,1,11 et mecum in curru parui uectantur Amores) currum Markland (cf. 2,18,12): carmen O fort. Musarum ascendere collem 25 nondum etiam: ud. Ter. Hec. 192 quid egerint inter se nondum etiam scio) etiam ascraeos F P: ascreos etiam N 11 titulus ad cynthiam ~ priori el. continuant F P 1 scribant N: scribebant F P 2 fundit Gd (cf. Verg. Aen. 7,421 tot in cassum fusos…labores. Sen. ben. 7,10,6 diuitias suas disposuit ac fudit. Apul. Plat. 2,4 immoderatius fundendo patrimonia. Paneg. 3[11]18,6 molestius esse pecuniam quam preces fundere): ludet O: laudet ~ 6 hic N1 P: haec per compendium F: hec N2 1-6 fort. post 2,12,24 traiciendi, ut elegiae 2,12 finem faciant

Liber secundus · Libro secondo essa possa sentire presto, prigioniera, la potenza della tua [mano! Io viaggerò al seguito di questi tuoi accampamenti; cantando [i tuoi accampamenti diventerò un grandissimo vate: che il destino mi riservi un [simile giorno! * Ma, come quando nelle statue troppo alte non si riesce a [toccarne il capo, e allora si depone una ghirlanda ai loro piedi, così ora io, incapace di montare sul carro della Fama, offro un umile incenso con un povero rito. Le mie poesie non hanno ancora conosciuto la fonte di Ascra, ma, soltanto, il dio Amore le ha bagnate con le onde del [Permesso.

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11 Potrà succedere che altri scrivano di te, come potrà succedere [che tu resti sconosciuta: chi depone il seme su un terreno sterile lo spreca. Credimi, tutte le tue doti se le porterà via in una bara il nero giorno del tuo ultimo funerale; e i viandanti passeranno oltre senza curarsi delle tue ossa e non diranno: ‘Queste ceneri un tempo erano una donna di [grande cultura’.

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Elegie 12 Quicumque ille fuit, primus qui pinxit Amorem, nonne putas miras hunc habuisse manus? is primus uidit sine sensu uiuere amantes, et leuibus causis magna perire bona. idem non frustra uentosas addidit alas, fecit et insano corde uolare deum: scilicet alterna quoniam iactamur in unda, saecuaque non ullis permanet aura locis. et merito hamatis manus est armata sagittis, et pharetra ex umero Cnosia utroque iacet: ante ferit quoniam tuti quam cernimus hostem, nec quisquam ex illo uulnere sanus abit. in me tela manent, manet et puerilis harundo: sed certe pennas perdidit ille suas; euolat heu nostro quoniam de pectore numquam, assiduusque meo sanguine bella gerit. quid tibi iucundum est siccis habitare medullis? si pudor est, alio traice bella tua! intactos isto satius temptare ueneno: non ego, sed tenuis uapulat umbra mea.

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12 titulus de amore F P 1 primus F, Volscus (cf. 1,17,13 sq. a pereat quicumque…primus…inuito gurgite fecit iter! et al.): puerum N P 3 is N: hic F P primus Burman: primum O 4 causis Heinsius (cf. 2,9,36 siue ea causa grauis siue ea causa leuis): curis O 6 insano Gd. (cf. Tibull. 2,6,18 insana mente. Sen. Phaed. 640 pectus insanum. et al.): humano O 8 saeua- Gd. (cf. 1,17,6 aspice quam saeuas increpet aura minas. Cic. Att. 5,12,1 saeuo uento non aduerso. Liu. 28,18,12 saeuis in alto iactatus uentis. Germ. Arat. 106 saeuis maria increbrescere uentis. Ouid. her. 11,13 saeuis…uentis. Tac. ann. 4,67,2 saeua uentorum): nostra- O non ullis N P: non nullis F 12 abit N: erit F P 13 harundo Gd. (cf. Verg. Aen. 4,73 haeret lateri letalis harundo. Ouid. met. 10,525 sq. pharetratus dum dat puer oscula matri,/inscius extanti destrinxit harundine pectus): imago O 15 heu Muretus: e N: e cet: en Passerat: hei Liuineius: a! Baehrens numquam Ppc ~: nusquam ac ac NFP 17 est] et N 18 pudor ~: puer O bella ~: puella O: tela ~: pc duella Lipsius tua ~: tuo N: loco N (m. rec.) ~: puer ~

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12 Chiunque sia stato a dipingere per primo il dio Amore, non pensi che abbia avuto una mano felice? Lui per primo vide che gl’innamorati vivono in uno stato di [follia, e che per motivi non importanti grandi qualità vanno [disperse. Egli sempre a ragione aggiunse al dio Amore due ali in [movimento, e immaginò che il dio volasse dentro il nostro cuore pazzo; certo, perché noi innamorati siamo sbattuti da onde alterne [ora in una direzione ora nella direzione opposta, e il vento impetuoso non trova pace in nessun luogo. E giustamente la sua mano è armata di frecce uncinate, e una faretra Cretese gli pende da entrambe le spalle: poiché lui ferisce prima che noi possiamo accorgerci del [nemico e metterci al riparo, e nessuno esce incolume da quella ferita d’amore. In me restano vive le sue piaghe e la sua freccia di fanciullo: ma certo egli ha perduto le ali; visto che, ahimé, non vola più via dal mio petto e mi fa una continua guerra nel mio sangue. Ma perché ti diverti ad abitare nelle mie vene ormai asciutte? Se hai un poco di pudore, trasferisci i tuoi dardi su un altro [bersaglio! Sarebbe meglio per te attaccare con il tuo veleno quelli che [ne sono ancora indenni: non sono più io a subire i tuoi assalti, ma la povera ombra di [me stesso.

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Elegie quam si perdideris, quis erit qui talia cantet, (haec mea Musa leuis gloria magna tua est), qui caput et digitos et lumina nigra puellae et canat ut soleant molliter ire pedes? 13a Non tot Achaemeniis armatur Creta sagittis, spicula quot nostro pectore fixit Amor. hic me tam graciles uetuit contemnere Musas, iussit et Ascraeum sic habitare nemus, non ut Pieriae quercus mea uerba sequantur, aut possim Ismaria ducere ualle feras, sed magis ut nostro stupefiat Cynthia uersu: tunc ego sim Inachio notior arte Lino. non ego sum formae tantum mirator honestae, nec si qua illustres femina iactat auos: me iuuet in gremio doctae legisse puellae, auribus et pulchris scripta probasse mea. haec ubi contigerint, populi confusa ualeto fabula: iam domina iudice tutus ero. quae si forte bonas ad pacem uerterit aures, possum inimicitias tunc ego ferre Iouis.

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13b Quandocumque igitur nostros mors claudet ocellos, accipe quae serues funeris acta mei. 21 perdiderit ~, Volscus, Beroaldus 13a titulus de amore F: de amore et ad cinthiam mandata in funere suo P 1 achaemeniis ~: achimeniis O Creta Gd. (cf. Introduzione 28-29): etrusca O 6 Ismaria] hismarias Nac 12 pulchris Gd. (cf. 1,18,12 formosos… pedes. Ouid. her. 17,16 formosam…manum. et al.): pueris N F: puris P: fort. raris (cf. Mart. 2,86,11 sq. scribat carmina circulis Palaemon:/me raris iuuat auribus placere) 13 contigerint N: confugerint F P: cum fuerint P2 mg. (pro u. l.) 14 iam ~, Heinsius: nam O 13b separauit Broekhuyzen

17 nostros mors N F: mors nostros P

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Se tu, dio Amore, la distruggerai, chi ci sarà dopo a cantare [tali tue imprese (questa mia leggera Musa è una tua grande ragione di gloria), a cantare il volto e le dita e i neri occhi della mia donna e il delicato passo dei suoi bei piedi? 13a Creta non si arma di altrettante frecce Achemenie, quante sono le frecce che il dio Amore mi ha conficcato nel [petto. Questi mi ha proibito di evitare una poesia tanto leggera, e mi ha prescritto di continuare a frequentare il bosco Ascreo non allo scopo di far seguire le mie parole dalle querce Pierie, o di poter trascinare dietro di me gli animali nella valle [dell’Ismaro, ma piuttosto perché Cinzia sia presa da ammirazione per i [miei versi: in tal caso, possa io essere più celebre, nell’arte poetica, [dell’Argivo Lino. Io non sono tanto ammiratore di una bellezza perfetta, né di una donna che può vantare illustri antenati: la mia gioia deve consistere nel leggere le mie poesie stando [appoggiato al grembo di una donna di grande cultura e sottoporre le mie poesie all’approvazione delle sue [bellissime orecchie. Se mi toccherà una simile sorte, allora addio, confuse [chiacchiere del volgo: ormai sarò al sicuro, avendo come giudice la mia padrona. E se lei presterà mai favorevole ascolto alle mie proposte di [pace, potrò perfino reggere l’ostilità di Giove. 13b Dunque, quando, in qualunque momento ciò avverrà, la [morte chiuderà i miei occhi, ascolta quali disposizioni dovrai osservare nel mio funerale.

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Elegie nec mea tunc longa spatietur imagine pompa, nec tuba sit fati uana querela mei; nec mihi tunc sternatur lectus eburno, nec sit in Attalico mors mea nixa toro. desit odoriferis ordo mihi lancibus, adsint plebei paruae funeris exsequiae; sat mihi sint magnae, si tres sint pompa libelli, quos ego Persephonae maxima dona feram. tu uero nudum pectus lacerata sequeris, nec fueris nomen lassa uocare meum, osculaque in gelidis pones suprema labellis, cum dabitur Syrio munere plenus onyx. deinde, ubi suppositus cinerem me fecerit ardor, accipiat manes paruula testa meos, et sit in exiguo laurus super addita busto, quae tegat exstincti funeris usque locum, et duo sint uersus: ‘Qui nunc iacet arida puluis, unius hic quondam seruus amoris erat’. nec minus haec nostri notescet fama sepulcri, quam cluerant Pthii busta cruenta uiri. tuque haec si quando uenies ad busta, memento, hoc iter ad cineres, cara, tene memores. interea caue sis nos aspernata sepultos: non nihil ad uerum conscia terra sapit. atque utinam primis animam me ponere cunis iussisset saeuis de Tribus una Soror!

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25 mihi Nobbe: mea O sint magnae Gd.: sit magna O 31 ubi N: ut P: ac om. F ardor N F P mg. (u. l.): ignis P 34 tegat N pc P: tetigit Nac: regat F usque Gd.: umbra O 35 arida ~. Volscus, Beroaldus: horrida O 38 cluerant Gd. (cf. Plaut. Capt. 689 ut Accherunti clueas gloria. Pseud. 591 magna…facinora…quae post mihi clara et diu clueant. Lucr. 1,119 [scil. corona] quae clara clueret. et al.): fuerant O busta N: fama Fac P 39 tuque haec Gd.: tu quoque O busta Gd. (cf. u.37 nostri…sepulcri): fata O 40 hoc N A P: haec per compendium F cineres Gd.: lapides O cara Heinsius: cana O tene Barber (cf. Verg. Aen. 2,360 mediae…tenemus urbis iter): ueni O 44 saeuis Heinsius: quaeuis O

Liber secundus · Libro secondo Quel giorno, il mio corteo funebre non avanzi con una [lunga teoria di immagini dei miei antenati, e nessuna tromba effonda un vano lamento per il mio destino [di morte; quel giorno, la mia bara non si appoggi su sostegni d’avorio, il mio cadavere non riposi su un giaciglio ricco come quelli [cari al re Attalo. Per me, non ci sia una serie di vasi di profumo fumante; siano, le mie, esequie modeste di un uomo qualsiasi. Saranno sufficienti a me quelle esequie, se ci saranno con me [i tre libri delle mie poesie, come corteo accompagnatorio, che io porterò a Persefone quale mio massimo dono. Ma tu, mi accompagnerai col petto nudo e segnato dai tuoi [pugni, e non stancarti mai di chiamarmi per nome e porgi il supremo bacio sulle mie labbra fredde, quando sarà versato sul rogo il vaso pieno di unguento Siriano. Poi, quando il fuoco posto sotto i miei resti mi avrà ridotto in [cenere, una piccola urna di coccio accolga le mie ceneri, e sopra l’umile sepolcro sia piantato un alloro, che copra per tutto il tempo a venire il luogo del sepolcro, e provvedi a un’iscrizione con due soli versi: ‘Colui che ora [qui giace, arida polvere, un tempo fu schiavo di un unico amore’. E la fama di questo mio sepolcro si diffonderà non meno di quanto era stata famosa la tomba cruenta dell’eroe di Ftia. E se tu mai giungerai a questo sepolcro, ricorda, segui questo percorso, cara, fino alle mie ceneri memori di te. Nel frattempo non disprezzare me che sono sepolto: la terra partecipe conosce tutta la verità. Oh se avessi esalato l’ultimo respiro nella prima culla, per ordine di una delle tre crudeli Sorelle!

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Elegie nam quo tam trepidae seruetur spiritus horae? Nestoris est positus post tria saecla cinis: cui si longaeuae minuisset fata senectae squalidus Iliacis miles in aggeribus, non ille Antilochi uidisset corpus humari, diceret aut: ‘O Mors, cur mihi sera uenis?’ tu tamen amisso non numquam flebis amico: fas est praeteritos semper amare uiros. testis qui niueum quondam percussit Adonem uenantem Idalio uertice durus aper; udis formosus iacuisse paludibus, illuc diceris effusa tu, Venus, isse coma. sed frustra mutos reuocabis, Cynthia, manes: nam mea qui poterunt ossa minuta loqui? 14a Non ita Dardanio gauisus Atrida triumpho est, cum caderent magnae Laomedontis opes; nec sic errore exacto laetatus Ulixes, cum tetigit carae litora Dulichiae; nec sic Electra, saluum cum aspexit Oresten, cuius falsa tenens fleuerat ossa soror; nec sic incolumem Minois Thesea uidit, Daedalium lino cum duce rexit iter; quanta ego praeterita collegi gaudia nocte:

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45 trepidae Gd.: dubiae O 46 positus Bosscha: uisus O 47 cui si ~, Liuineius: quis O ~ minuisset N P: iurauisset Fac (-rasset Fpc) 48 squalidus Gd. (cf. Paul. Fest, p. 329 M. squalidum incultum et sordidum. Plin. nat. 7,108 bellatorem…militia sordidum): gallicus O 49 ille om. N 53 qui O (cf. Cic. fin. 2,109 quibus [scil. bestiis] uos de summo bono testibus uti soletis): cui Huschke 55 udis Gd. (cf. Ouid. met. 1,418 udae…paludes. Lucan. 3,85 Pomptinas uia diuidit uda paludes): illis O formosus Postgate: formosum O 58 qui N: quid F P 14 a titulus de receptione in nocte F P 1 est om. Charis. p. 85,10 Barwick. ~ 2 magnae] magni Markland 5 Electra] electre ~, Guyet

Liber secundus · Libro secondo A che scopo riservare il soffio vitale a un’ora così angosciosa? Le ceneri di Nestore furono inumate dopo tre generazioni [dalla sua nascita: ma se il destino di una longeva vecchiaia gli fossero stati [troncati da un soldato, insozzato dalle battaglie, nei terrapieni davanti [a Troia, egli non avrebbe visto seppellire il cadavere di Antiloco né avrebbe gridato: ‘O Morte, perché tardi tanto a venire su di [me?’ Tu in ogni caso piangerai spesso l’amante perduto: per le donne è una regola amare per sempre gli uomini [trapassati. Ne è la prova il crudele cinghiale, che un tempo uccise Adone [candido come la neve, mentre andava a caccia sulla cima del monte Idalio. Si dice che il bellissimo giovane giacesse esanime nelle paludi [acquitrinose, là si dice che tu, Venere, andasti con i capelli lasciati sciolti per il [dolore. Ma inutilmente tu, Cinzia, richiamerai indietro le mie mute [ceneri: infatti come potranno parlare le mie ossa ridotte in polvere?

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14a Non altrettanto esultò l’Atride per il trionfo su Troia, quando caddero le grandi mura costruite da Laomedonte, non altrettanto gioì Ulisse, finite le sue peregrinazioni, quando toccò il lido della cara Itaca; non altrettanto gioì Elettra vedendo vivo Oreste, dopo aver tenuto le ossa credute sue, piangente sorella; non altrettanto gioì la figlia di Minosse, vedendo incolume [Teseo, il cui cammino attraverso il labirinto aveva guidato con un [filo di lana; quante gioie io ho raccolto nella notte appena trascorsa:

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Elegie immortalis ero, si altera talis erit. at dum demissis supplex ceruicibus ibam, dicebar sicco uilior esse lacu. nec mihi iam fastus opponere quaerit iniquos, nec mihi ploranti lenta sedere potest. atque utinam non tam sero mihi nota fuisset! composito cineri nunc medicina datur. ante pedes caecis lucebat semita nobis: scilicet insano nemo in amore uidet. hoc sensi prodesse magis: contemnite, amantes! sic hodie ueniet, si qua negauit heri. pulsabant alii frustra dominamque uocabant: mecum habuit positum lenta puella caput. haec mihi deuictis potior uictoria Parthis, haec spolia, hi reges, hic mihi currus erit. magna ego dona tua figam, Cytherea, columna, taleque sub nostro munere carmen erit: ‘Has pono ante tuam tibi, diua, Propertius aedem exuuias, tota nocte receptus amans’.

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14b Nunc a te est, mea lux, ueniatne ad litora nauis seruata, an mediis sidat onusta uadis.

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11 dum N: cum P: tum F 13-14 post 10 Fontein 13 quaerit] fort. pergit fastus…iniquos] fort. uoces…iniquas (cf. Caes. ciu. 2,2,19 contumeliosis… uocibus prosequebantur nostros) sedere] fort. negare (cf. 2,32,60 [scil. Danae] non potuit magno casta negare Ioui. Ouid. met. 13,741 potes his inpune negare) 16 composito Gd. (cf. 2,34,35. Catull. 68,98. Ouid. fast. 3,547. Lucan. 1,568. Auson. parent. praef. B 11.et al.): condito N F: condicio ~ 24 hi…hic Gd.: haec…haec O erit P: erunt N F 25 tuae…columnae ~: tua…columna O: tuis…columnis Francius 26 munere ~, Scaliger: nomine O 27 tuam…aedem Scaliger: tuas…aedes O 29-32 fragmentum esse uidit Fischer 29 a te est Luck: a te ~, Puccius: ad te O ueniatne Luck: ueniat mea ~: ueniet mea O litora F: li(t)tore N P 30 sidat O: sistat ~, Housman

Liber secundus · Libro secondo diventerò immortale, se ve ne sarà un’altra eguale. Ma quando andavo in giro a supplicarla a capo chino, si diceva che valevo meno di un lago prosciugato. Lei non cerca più di oppone alle mie richieste la sua maligna [arroganza, e non resta più a sedere indifferente, mentre io piango; Ah, se almeno non avessi scoperto così tardi come lei è [veramente fatta! Ora si dà una medicina alle ceneri ormai composte nell’urna. Davanti a me era ben visibile la strada giusta, ma io ero cieco: è ovvio, chi è follemente innamorato non vede nulla. Ho capito che questa è la chiave del successo in amore: [uomini innamorati, fingete di ignorare la donna amata. Soltanto così verrà oggi da voi quella che ieri si è negata. Tanti altri pretendenti bussavano inutilmente alla sua porta e [le gridavano: ‘Padrona!’; lei, la mia donna, indifferente a loro, posava il suo capo su di [me. Questa vittoria per me vale di più della sconfitta dei Parti, per me queste saranno le spoglie, i re vinti, questo sarà il carro [del trionfo. Appenderò generosi doni alla tua colonna, Citerea, e sotto i miei regali ci sarà questo epigramma: ‘Queste spoglie davanti al tuo tempio per te, divina, le pongo [io, Properzio, innamorato ricevuto dalla sua donna per una notte intera.

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14b Ora dipende da te, luce mia, se la mia nave raggiungerà [incolume la spiaggia o affonderà sotto il suo peso nei fondali sabbiosi.

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Elegie quod si forte aliqua nobis mutabere culpa, uestibulum iaceam mortuus ante tuum! 15 O me felicem! o nox mihi candida! et o tu lectule deliciis facte beate meis! quam multa apposita narramus uerba lucerna, quantaque sublato lumine rixa fuit! nam modo nudatis mecum est luctata papillis, interdum tunica traxit operta moram. illa meos somno lapsos patefecit ocellos ore suo et dixit: ‘Sicine, lente, iaces? quam uario amplexu iactamus bracchia! quantum oscula sunt labris nostra morata tuis! non iuuat in caeco Venerem consumere motu: si nescis, oculi sunt in amore duces. nempe Paris nudam fertur periisse Lacaenam, cum Menelaeo surgeret e thalamo; pulcher et Endymion Phoebi cepisse sororem dicitur et nudae concubuisse deae. quod si pertendens tunica uestita cubaris, scissa ueste meas experiere manus.

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15 titulus intimatio animi F: de lusibus in nocte actis et animi intimatio et amoris persuasio P 6 traxit Gd. (cf. Verg. Aen. 10,888 ubi tot traxisse moras…taedet): duxit O 7 lapsos ~, Puccius: lassos O 8 lente P: lecte N F iaces N F: taces P: uacas Broekhuyzen 9 iactamus Gd. (cf. Lucr. 4,769 bracchia…in numerum iactare et cetera membra. Cels. 2,4,3 iactare bracchia et crura. et al.): mutamus O 10 tuis N F: suis P 11 consumere Gd. (cf. Cic. Verr. 4,144 omnis uigilias in stupris constat…esse consumptas. Att. 5,211,9 Quintilis…in itinere est…consumendus. et. al.): corrumpere O 13 nempe Gd.: ipse O nudam…Lacaenam Scaliger: nuda…lacaena O 15 pulcher Gd. (cf. Ap. Rhod.4,57 ηφ…EÓ‰˘Ì›ˆÓÈ. Apollod. 1,7,5 ÙÔ‡ÙÔ˘ [scil. Endymionis] οÏÏÂÈ ‰ÈÂÓ¤ÁÎÔÓÙÔ˜ ËÚ¿ÛıË ™ÂÏ‹ÓË. Hyg. fab. 241,1 qui ephebi formosissimi fuerunt:…Endymion…quem Luna amauit): nudus O 17 tunica Gd. (cf. u. 6): animo O cubaris ~, Muretus: cubares O

Liber secundus · Libro secondo

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Se mai in seguito a qualche mia colpa mi sarai nemica, possa io cadere morto davanti alla soglia della tua casa! 15 O me felice! O notte per me radiosa! E tu lettuccio caro, reso beato dai miei piaceri d’amore! Quante parole narrammo alla luce della lampada, e quale rissa seguì, una volta spento il lume! Lei ora lottava con me a seno nudo, ora invece coprendosi con la sottoveste ritardava le mie [manovre. Lei, dopo, mi schiuse gli occhi scivolati nel sonno con la sua bocca e disse: ‘Così dunque, pigro, te ne stai inerte?’ In quanti svariati amplessi agitammo le braccia! Quanto a [lungo i miei baci posarono sulle tue labbra! Non ha senso consumare il piacere di Venere in un cieco [movimento. Se tu non lo sapessi, gli occhi nell’amore fanno da guida. Certo si racconta che Paride perse la testa per la bellezza [Spartana vedendola nuda, quando lei si alzava dal letto di Menelao; e si dice che il bellissimo Endimione conquistò la sorella di [Febo e giacque con quella dea completamente nuda. Se poi ti ostinerai a venire a letto con la sottoveste addosso, farai prova delle mie mani, perché la farò a pezzi:

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Elegie quin etiam, si me ulterius prouexerit ira, ostendes matri bracchia laesa tuae. necdum inclinatae prohibent te ludere mammae: uiderit haec si quam iam peperisse piget. dum nos fata sinunt, oculos satiemus amore: nox tibi longa uenit nec reditura dies. atque utinam haerentes sic nos uincire catena uelles, ut numquam solueret ulla dies! exemplo iunctae tibi sint in amore columbae, masculus et certum femina coniugium. errat qui finem uesani quaerit amoris: uerus amor nullum nouit habere modum terra prius falso partu deludet arantes, et citius nigros Sol agitabit equos, fluminaque ad caput incipient reuocare liquores, aridus et sicco gurgite piscis erit. quam possim nostros alio transferre calores: huius ero uiuus, mortuus huius ero. quod mihi si interdum tales concedere noctes illa uelit, uitae longus et annus erit. si dabit et multas, fiam immortalis in illis: nocte una quiuis uel deus esse potest. qualem si cuncti cuperent decurrere uitam et pressi multo membra leuare mero, non ferrum crudele neque esset bellica nauis, nec nostra Actiacum uolueret ossa mare,

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22 haec N F: hoc P piget Gd.: pudet O 26 ulla N P: illa F, Volscus 27 iunctae F P: uinctae N 28 certum Gd.: totum O coniugium: i.e. nupta. cf. 3,13,20 quae…sequatur coniugium 35 possit N calores ~, Volscus, Beroaldus: dolores O 37 interdum Housman: tecum O: secum pc P ~ 38 uelit] fort. uolet 39 et Schackleton Bailey: haec O 41 cuperent N: uellent Fr mg.: uellem F P 42 leuare Gd. (cf. Hor. epist. 1,1,140 leuantes tempore festo corpus. Tibull. 1,1,44 solito membra leuare toro): iacere O 44 uolueret Gd. (cf. Verg. georg. 4,525 sqq. Hor. carm. 3,29,38 sq. Lucan. 8,272): uerteret O

Liber secundus · Libro secondo e anzi, se l’ira mi spingerà a ulteriori azioni, mostrerai a tua madre le braccia livide per i miei colpi. Non hai ancora il seno cadente, che ti impedisce certi giochi [amorosi: lascia che se ne preoccupino quelle donne a cui dà fastidio [aver già partorito. Fin tanto che il destino ce lo permette, saziamo d’amore i [nostri occhi: ti viene incontro una lunga notte e un giorno che non tornerà [più. Ah se almeno tu volessi stringerci l’uno all’altra con una [catena, in modo che nessun giorno mai ci sciogliesse! Ti siano d’esempio le colombe unite nell’amore, il maschio e la femmina, sposa costante in amore. Sbaglia chi ricerca un termine per un folle amore: un amore vero non sa conoscere limite. La terra ingannerà gli agricoltori con un falso raccolto, e il Sole spronerà cavalli diventati neri, e il fiumi cominceranno a richiamare le loro acque verso la [sorgente, e il pesce si troverà secco in un mare prosciugato, prima che io possa trasferire altrove il mio affetto: sarò di questa donna da vivo, sarò di lei dopo morto. Se ogni tanto lei mi vorrà concedere altre notti simili, per me anche un solo anno di vita sarà lungo. Se poi me ne concederà molte, diventerò immortale nel corso [di quelle notti: in una notte, chiunque può essere uguale a un dio. Se tutti quanti si accontentassero di passare la vita in questo [modo, e di ristorare le membra gravate dall’abbondante vino puro, non ci sarebbero la crudele spada né le navi da guerra, né il mare Aziaco porterebbe via con sé le ossa di tanti [Romani,

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Elegie nec totiens patriis circum oppugnata cateruis lassa foret crines soluere Roma suos. nos certe merito poterunt laudare minores: laeserunt nullos proelia nostra deos. tu modo, dum floret, fructum nunc demete uitae: omnia si dederis gaudia, pauca dabis. ac ueluti folia arentes liquere corollas, quae passim calathis strata iacere uides, sic nobis, qui nunc magnum spiramus amantes, forsitan inducet crastina fata dies. 16 Praetor ab Illyricis uenit modo, Cynthia, terris, maxima praeda tibi, maxima cura mihi. non potuit saxo uitam posuisse Cerauno? a, Neptune, tibi qualia dona darem! nunc sine me plena fiunt conuiuia mensa, nunc sine me tota ianua nocte patet. quare, si sapis, oblatas nunc demete messes

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45 patriis Burman: propriis O cateruis Gd. (cf. Hor. epist. 2,1,190. Tibull. 1,2,67. Sen. Ag. 601. Lucan. 7,545. et al.): triumphis O 47 nos Baehrens (cf. u.48 proelia nostra): nec N F P: haec Npc Fpc: me ~, Heinsius 49 proelia Fontein (cf. 2,1,45. 3,5,2): pocula O 49 floret Gd. (cf. Tibull. 1,8,47 sq. tu dum primi floret tibi temporis aetas/utere. Mart. 10,86,3 dum floruit aetas. CIL 3,3397 huic aetas prima cum florebat in annis): lucet N: licet F: licitum est Pac: licet hunc Ppc (m. rec.) nunc demete Gd. (cf. Verg. Aen. 11,68 demessum pollice florem): ne desere O (ud. 2,16,7) 50 gaudia Gd. (cf. Hor. carm. 3,6,27 sq. cui donet…gaudia [oscula u]): oscula O 52 calathus: canistrum floribus aptum (cf. 3,13,30. Copa 16. Verg. ecl. 2,46. Ouid. fast. 4,435) iacere Gd. (cf. Verg. ecl. 7,54 strata iacent passim sua quaeque sub arbore poma): natare O 53 spiramus ~, Burman: speramus O sic magnum nobis nunc qui N 54 inducet ~, Burman: includet O: fort. adducet 16 titulus ad cinthiam de emulo F: ad cynthiam de emulo admisso P 5 fort. apposita 7 nunc demete Gd. (cf. Caes. Gall. 4,32, 4 demesso frumento. Liu. 42,64,7 demessis…segetibus. et al.): ne desere O (ud. 2,15, 49)

Liber secundus · Libro secondo né Roma, tante volte assediata da bande irregolari di suoi [cittadini, sarebbe stanca di sciogliere i suoi capelli nel lutto. Almeno i nostri discendenti a buon titolo ci potranno lodare: le nostre battaglie amorose non hanno offeso nessun dio. Soltanto, Cinzia, tu, mentre è in fiore, cogli ora il frutto della [vita: se anche mi farai provare tutti i piaceri amorosi possibili, me [ne farai provare sempre troppo pochi. E come i petali cadono giù dalle ghirlande appassite, e poi li vedi uscire dai canestri e spargersi per terra, così a noi, che ora, da innamorati, godiamo della pienezza [della vita, forse il giorno stesso di domani porterà la morte.

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16 Il tuo propretore è appena tornato dalle contrade Illiriche, [Cinzia, una grande preda per te, una grande preoccupazione per me. Non poteva andare a morire sugli scogli Cerauni? Ah, Nettuno, quali doni ti avrei offerto! Ora invece senza di me si fanno banchetti con la tavola piena [di cibi, ora senza di me la tua porta resta aperta per tutta la notte. Perciò, se sei saggia, mieti ora le messi che ti si offrono,

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Elegie et solidum lanae uellere tonde pecus; deinde, ubi consumpto restabit fenore pauper, dic ad eas iterum nauiget Illyrias! Cynthia non sequitur fasces nec curat honores: semper amatorum ponderat illa sinus. at tu nunc nostro, Venus, o succurre dolori, rumpat ut assiduis membra libidinibus! ergo muneribus quiuis mercatur amorem? Iuppiter, (indignum!) merce puella furit. semper in Oceanum mittit me quaerere gemmas, et iubet ex ipsa tollere cocca Tyro! atque utinam Romae nemo esset diues et ipse straminea posset dux habitare casa! numquam uenales essent ad munus amicae, atque una fieret cana puella domo; aspice quid donis Eriphyla impendit auaris, arserit et quantis nupta Creusa datis. non quia septenas noctes seiuncta cubaris, candida tam foedo bracchia fusa uiro, non quia peccaris, te insector, sed quia uulgo

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8 solidum Gd. (cf. Sen. Oed. 564 solidas…pecudes urit): stolidum O lanae Gd. (coll. Lucr. 6,504 ueluti pendentia uellera lanae. Verg. georg. 1,397 tenuia nec lanae per caelum uellera ferri): pleno O (sed ud. u. 5 plena) tonde Gd. (de e correpts ud. 1,7,25. 1,10,21 caue. cf. Varr. rust. 1,37,2 in ouibus tondendis. Verg. georg. 3,561 sq. ne tondere quidem…uellera…possunt. Hor. carm. 3,15,13 sq. lanae prope nobilem/tonsae Luceriam): carpe O 9  fenore Gd.: munere O 10 ad eas Gd.: alias O 12 illa ~: una O 15 amorem N: amicam F P 16 indignum ~, Palmier (cf. Ouid. am. 1,6,1 Iuppiter – indignum! – dura religate catena): indigna O furit Gd. (cf. Plin. nat. 33,147 nec copia argenti tantum furit uita): perit O 18 cocca Gd. (cf. Plin. nat. 9,140 cocco…Tyrio. Sil. 17,395 ardenti radiabat Scipio cocco. Mart. 10,76,9 cocco…fulget Incitatus. Fro. 1 p. 98 (12 N) amicti cocco alii, alii luteo et ostro et purpura): dona O 29-30 post 22 traiecit Otto 29 impendit Gd.: inuenit O auaris Liuineius: amaris O 30 datis Gd. (cf. 3,15,6): malis O 23 seiuncta Fpc mg., P: seuincta N: semucta Fac: an deuincta? 25 peccaris ~, Beroaldus: peccarim O te insector Gd. (cf. 4,7,49 non tamen insector, quamuis mereare, Properti): testor te O: sector te Markland

Liber secundus · Libro secondo e tosa tutta intera questa pecora del suo vello di lana; poi, quando avrà esaurito le sue rendite e resterà povero, digli che navighi di nuovo verso la sua solita Illiria! Cinzia non va dietro al potere politico e non si cura delle [cariche pubbliche: lei sempre soppesa per bene le tasche degli amanti. Ma tu ora, Venere, soddisfa il mio rancore, fa che lei gli rompa i fianchi con continui amplessi! Dunque chiunque può comprare l’amore con grandi regali? Perdio, (che cosa indegna!) una donna perde la testa per merci [costose. Cinzia mi spedisce sempre sui mari d’oriente a cercare delle [pietre preziose, e mi ordina di andare a prendere addirittura a Tiro le vesti [scarlatte. Ah, se a Roma nessuno fosse ricco e lo stesso comandante supremo se la sentisse di abitare in una capanna [di strame! Allora le amanti non si venderebbero per un regalo, e ogni donna diventerebbe con il tempo canuta restando [sempre nella stessa casa del marito, Guarda come Erifila pagò caro l’aver accettato un lauto [compenso, e per quanti regali la novella sposa Creusa bruciò viva. Non perché hai giaciuto per sette notti separata da me, tu candida donna con le braccia avvolte attorno un uomo [così orrendo, non perché hai peccato me la prendo con te, ma perché

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Elegie formosis leuitas semper amica fuit. barbarus extensis agitat uestigia lumbis, et subito felix hic mea regna tenet! nullane sedabit nostros iniuria fletus? an dolor hic uitiis nescit obesse tuis? tot iam abiere dies, cum me nec cura theatri nec tetigit Campi, nec bona mensa iuuat. at pudeat certe, pudeat! nisi forte, quod aiunt, stultus amans surdis auribus esse solet. cerne ducem, modo qui fremitu compleuit inani Actia damnatis aequora militibus: hunc insanus amor uersis dare terga carinis iussit et extremo quaerere in orbe fugam. [Caesaris haec uirtus et gloria Caesaris haec est: illa, qua uicit, condidit arma manu.] * sed quascumque tibi uestes, quoscumque smaragdos, quosue dedit flauo lumine chrysolithos, haec uideam rapidas in uanum ferre procellas: quae tibi terra, uelim, quae tibi fiet aqua. non semper placidus periuros ridet amantes Iuppiter et surda neglegit aure preces. uidisti toto sonitus discurrere caelo,

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27 extensis Gd. (Cic. de orat. 2,242 extento bracchio. Vell. 2,70,2 extentam… ceruicem interritus liberto praebuit. Petron 97,4 extentus infra grabatum): exclusis F P: exclusit N: excussis ~ 28 hic Gd.: nunc O 32 tuis ~: suis O 34 campi om. N1 bona Gd. (cf. Mart. 10,54,1 mensas…bonas ponis. Catull. 13,3 sq. si tecum attuleris bonam atque magnam/cenam): mea O mensa N F (cf. Catull. 50,9 ut nec me miserum cibus iuuaret. Ouid. Pont. 1,10,7 positae…mouent fastidia mensae. Val. Fl. 8,162 sq. nullae te…dapes…iuuabunt): musa P ~ 35 at N F: ac P certe pudeat N F: pudeat certe P 36 stultus amans Gd.: turpis amor O 39 insanus F P (cf. Verg. Aen. 2,343 insano Cassandrae accensus amore): infamis N 4142 alienos esse uidit Fontein 43-56 fragmentum alius cuiusdam elegiae puto 44 flauo N: flauos F P 46 fiat ~: fiet O 49 uidisti Barber: uidistis O discurrere Gd.: percurrere O: procurrere ~, Guyet

Liber secundus · Libro secondo alle belle donne si associa sempre la leggerezza. Un barbaro, con le membra distese nel letto, agita i piedi, e subito beato usurpa il mio regno! Dunque nessuna ingiuria sarà tanto grave da far cessare il mio [pianto? O forse questo mio dolore non sa ostacolare i tuoi peccati? Sono già passati tanti giorni da quando non provo alcun [interesse per il teatro e per il Campo Marzio, e non mi dà piacere neanche la buona [tavola. Ma almeno vergognati, vergognati! A meno che, come dicono, lo stolto amante di solito ha orecchi sordi. Guarda il comandante che poco tempo fa riempì di un inane [fracasso le acque di Azio con soldati condannati a morire: un folle amore lo costrinse a volgere la schiena invertendo la [rotta delle navi e a cercare scampo in terre remote. [È merito di Cesare ed è motivo di gloria per Cesare questo [fatto, che egli ha rinfoderato le armi con la stessa mano con cui [aveva ottenuto la vittoria.] * Ma quanti vestiti, quanti smeraldi, quanti crisoliti dai dorati riflessi ti ha regalato quell’uomo, vorrei vederli spazzati via nel vuoto da vorticose tempeste di [venti: diventino per te, così mi auguro, terra e acqua. Non sempre sorride serenamente degl’innamorati spergiuri Giove, e con orecchie sorde lascia cadere le suppliche [degl’innamorati traditi. Hai visto i tuoni correre per tutto il cielo

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Elegie fulminaque aetheria desiluisse domo: non haec Pleiades faciunt neque aquosus Orion, nec sic de nihilo fulminis ira cadit; periuras tunc ille solet punire puellas, deceptus quoniam fleuit et ipse deus. quare ne tibi sit tanti Sidonia uestis, ut timeas, quotiens nubilus Auster erit. 17 Mentiri noctem, promissis ludere amantes, hoc erit infectas sanguine habere manus! horum ego sum uates, qui tot desertus amaras expleui noctes, fractus utroque toro. uel tu Tantaleam miserere in flumine sortem, ut liquor arenti fallat ab ore sitim, uel tu Sisyphios licet admirere labores, difficili ut tantum monte uolutet onus, durius in terris nihil est quod uiuat amante, nec, modo si sapias, quod minus esse uelis. quem modo felicem inuidia mordente uidebant, nunc decimo admittor uix ego quoque die. nunc libet in triuiis sicca requiescere luna, ac per rimosas mittere uerba fores.

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17 titulus de exclusione F P 1 ludere Gd. (cf. Tibull. 1,6,9 sq. quo posset ludere pacto/custodes. Ouid. Pont. 2,8,71 me fallo nimiaque cupidine ludor. Val. F1. 6,13 sq. quos malus hospitio iunctaque ad foedera dextra/luserit. et al.): ducere O: fallere ~ amantes ~ (ud. u.3 horum): amantem O 2 erit O: erat ~, Liuineius 3 qui tot Gd.: quotiens O 4 fractus] iactus Heinsius: stratus Keil 5 Tantaleam…sortem Gd.: tantalea…sorte O miserere Gd. (cf. Verg. 1,579 [scil. Dido] sola…Troiae miserata labores. Ouid. am. 2,13,19 tuque [scil. Ilithyia] laborantes utero miserata puellas. et al.: moueare O in flumine Gd.: ad flumina O 8 difficili Gd. (cf. Plaut. Trin. 646 ut difficili foret [uia]. Caes. Gall. 6,7,5 difficili transitu flumen): difficile O tantum Gd.: toto O 11 mordente Gd. (cf. Cic. Balb. 57 inuident…non illo inimico, sed hoc malo dente carpunt. Hor. carm. 4,3,16 dente minus mordeor inuido. et al.): admirante O (sed ud. u.7 admirere) uidebant Gd. (cf. Liu. 9,46,9 anxios inuidia inimicos spectauit): ferebant O 15 nunc libet Guyet (nunc ~): nec licet O 15-16 post 12 traiecit Lachmann

Liber secundus · Libro secondo e i fulmini precipitare dalla loro sede celeste: Ciò non è opera delle Pleiadi o del piovoso Orione, né l’irato fulmine piomba dall’alto così senza motivo; in quei casi, è Giove stesso che castiga le donne, anche lui, un dio, pianse per gli inganni delle donne. Dunque, un vestito di seta Fenicia non deve valere per te tanto, che, se l’Austro spira e addensa nembi, tu debba temere il [castigo del dio.

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17 Promettere falsamente una notte d’amore, illudere con [ingannevoli promesse i propri innamorati, questo vorrà dire avere le mani lorde di sangue! Di questi innamorati delusi sono il vate io, che tante notti [amare abbandonato ho dovuto passare sfinito nelle due piazze del mio letto. Tu puoi aver compassione della sorte di Tantalo nel fiume, di come l’acqua inganni la sua sete nella bocca riarsa [allontanandosi da questa, o tu puoi stupirti delle fatiche di Sisifo, come faccia rotolare su per l’ardua collina un così grande peso, ma non c’è sulla terra niente che viva in condizioni più dure [di chi ama, e niente che, se solo sei un poco saggio, vorresti meno essere. Io, che vedevano con mordente invidia felice, ora vengo ricevuto sì e no ogni dieci giorni. Mi piace riposare sui crocicchi con la luna decrescente, e trasmettere messaggi attraverso le fessure della sua porta.

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Elegie nunc iacere e duro corpus iuuat, improba, saxo, sumere et in nostros taetra uenena sinus. quod quamuis ita sit, dominam mutare cauebo: mutabit, cum in me senserit esse fidem.

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18a Assiduae multis odium peperere querelae: frangitur in tacito femina saepe uiro. si quid uidisti, semper uidisse nega! aut si quid doluit forte, dolere nega! 18b * quid mea si seris aetas canesceret annis, et laceret scissas languida ruga genas? at non Tithoni spernens Aurora senectam desertum Eoa passa iacere domo est: illum ad uicinos cum amplexa quiesceret Indos, maturos iterum est questa redire dies; illum saepe suis decedens fouit in ulnis, quam primum adiunctos sedula lauit equos;

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13 improba Gd.: impia O 14 nostros…sinus Gd. (cf. hic sinus i.q. cor, cf. Ouid. her. 1,45 metu micuere sinus. et cf. Larg. 188 [aconitum] cor adficit): nostras…manus O tetra P: trita N F 18 mutabit Gd. (ud. u.17 mutare): tum flebit O 18 titulus ad Cinthiam F: ad amicam improperatio quod ipsum dimiserit. demum se illi in fratrem et filium offert P 18a separauit Hetzel: priori elegiae coniungit Scaliger 3 uidisti F P: uidistis N 18b separauit Rossberg 5 quid mea si N: quid si iam F P seris Gd. (cf. Ouid. met. 6,29 seris…annis. Sen. Med. 374 sq. annis…seris): canis O canesceret N: mea caneret F P 6 laceret Gd.: faceret O 7 at ~: an O 9-10 post 12 transp. Hertzberg 9 ulnis ~, Beroaldus: undis O 10 primum Gd.: prius O adiunctos ~: aduinctos N: om. F P 12 iterum N: uerum FP

Liber secundus · Libro secondo Ora vorrei precipitare il mio corpo da una dura rupe, e introdurre tetri veleni nel mio cuore. Ma benché le cose stiano così, mi guarderò bene dal cercare [di far cambiare umore alla mia padrona: lei cambierà da sola, una volta che si sarà accorta di quanta [fedeltà c’è in me verso di lei.

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18a A molti uomini i continui lamenti hanno procurato l’odio [delle donne: spesso la donna si rende disponibile di fronte al silenzio [dell’uomo. Se hai visto qualcosa, nega sempre di aver visto! O se per caso qualcosa ti ha recato dolore, nega di essere [addolorato! 18b * E se la mia età nei suoi tardi anni s’imbiancasse, e una stanca ruga segnasse le mie guance? Ma Aurora, non disprezzando la vecchiaia di Titono, mal sopportava che lui giacesse solo nella loro dimora [orientale: mentre si riposava abbracciandolo vicino all’India, si lamentò che il giorno ritornasse così presto; spesso partendo lo riscaldò fra le sue braccia, e al più presto in gran fretta bagnò nell’oceano i suoi cavalli [aggiogati;

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Elegie illa deos currum conscendens dixit iniquos, inuitum et terris praestitit officium. cui maiora senis Tithoni gaudia uiui quam grauis amisso Memnone luctus erat. cum sene non piguit teneram dormire puellam et canae totiens oscula ferre comae. at tu etiam iuuenem odisti me, perfida, cum sis ipsa anus haud longa curua futura die. quin ego deminuo curam, quod saepe Cupido huic bonus esse solet, cui malus ante fuit.

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18c Nunc uitro infectos demens imitare Britannos uadis et externo tincta colore caput? ut natura dedit, sic omnis recta figura est: turpis Romano Belgicus ore color. illi sub terris fiant mala multa puellae, quae mentita suas uertit inepta comas! an si caeruleo quaedam sua tempora fuco tinxerit, idcirco caerula forma bona est? semper mi certe poteris formosa uideri: mi formosa sat es, si modo saepe uenis. [cum tibi nec frater nec sit tibi filius ullus, frater ego et tibi sim filius unus ego.] ipse tuus semper tibi sit custodia uultus,

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17 piguit Gd.: puduit O teneram Gd. (cf. 2,25,41 pleno teneram candore puellam. et al.): talem O 20 haud Fpc ~, Colucius: aut O 22 huic N: nunc F P bonus…malus Guyet: malus…bonus O 18c separauit Kuinoel 23 uitro Gd. (cf. Caes. Gall. 5,14,3 omnes…se Britanni uitro inficiunt): etiam O 24 uadis Housman (cf. 2,23,13 reiecto quae libero uadit amictu): ludis O colore Gd. (cf. u. 26 color): nitore O 25 est om. F P 28 uertit] fort. mutat (cf. Tibull. 1,8,43 coma tum mutatur, ut annos dissimulet. et al.) 31-32 post 28 traiecit Camps 29 semper Gd.: de me O mi ~, Baehrens: mi F: mihi P: michi N 30 sat es Heinsius: satis O 33-34 alienos esse uidit Housman 35 uultus Goold: lectus O

Liber secundus · Libro secondo salendo sul suo carro chiamò ingiusti gli dei, e compì controvoglia il suo servizio a favore della terra. Fu più forte la sua gioia per avere Titono vivo, di quanto fosse grave per lei il lutto per Memnone perduto. A quella tenera fanciulla non diede fastidio dormire con un [vecchio e baciare tante volte i suoi capelli bianchi. Ma tu, donna infida, tratti con odio un uomo ancora giovane [come me, quando tu stessa fra non molto sarai una vecchia curva. Io però non sono troppo amareggiato, perché spesso Cupido si mostra propizio verso colui a cui prima si mostrava avverso.

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18c E ora, folle, imiti i Britanni dipinti di guado e vai con il capo tinto di un colore straniero? Ogni bellezza è perfetta così come l’ha data la Natura: è scandalosa una tinta Belga su un volto Romano. Sopporti sotto le tenebre infernali ogni pena la donna, che per prima stupidamente ha cambiato il colore dei suoi [capelli! Se una si tinge le tempie di belletto azzurro, per ciò stesso una bellezza azzurra è apprezzabile? Ma tu, per me almeno, sarai sempre bellissima: la tua bellezza mi basta, se soltanto vieni spesso da me. [Poiché non hai un fratello né un figlio, possa io essere per te e fratello e figlio unico.] Il tuo stesso volto sia per te sempre il miglior custode,

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Elegie nec nimis ornato crine sedere uelis. credam ego narranti, noli committere, famae: et terras rumor transilit et maria. 19 Etsi me inuito discedis, Cynthia, Roma, laetor quod sine me deuia rura coles. nullus erit castis iuuenis corruptor in agris, qui te blanditiis non sinat esse probam, uana neque ante tuas orientur rixa fenestras, nec tibi clamatae somnus amarus erit. sola eris et celsos spectabis, Cynthia, montes et pecus et fines pauperis agricolae. illic te nulli poterunt corrumpere ludi, fanaque peccatis plurima causa tuis. illic assidue tauros spectabis arantes, et uitem docta ponere falce comas; atque ibi rara feres inculto tura sacello, haedus ibi agrestes corruet ante focos; protinus et nuda choreas imitabere sura; omnia ab externo sint modo tuta uiro.

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36 ornato crine Gd. (cf. 1,2,1 quid iuuat ornato procedere, uita, capillo…? Varr. Lat. 5,129 his [scil. calamistris] calfactis in cinere capillus ornatur. Verg. ecl. 6,68 floribus atque apio crinis ornatus. Ouid. met.11,385 nondum tortos ornata capillos. et al.): ornata fronte O sedere O: fort. ad Circum aut theatrum illud uerbum spectat 37 committere: i.q. delinquere âÚÔÙÈÎᘠ(cf. Papin. dig. 48, 5,40[39] mulierem…in legem Iuliam de adulteriis non commisisse respondi) 38 terras Guyet: terram O 19 titulus ad Cinthiam F: ad Cinthiam abeuntem roma rus P 2 coles ~: colis O 4 sinet uel sinit ~ 5 uana Gd. (cf. Cic. de orat. 3,7 inanis nostras contentiones. Calp. ecl. 6,27 uana…lite. et al.): nulla O: ulla ~, Gebhard 7 celsos Gd. (cf. Acc. trag. 177 in celsis montibus. Verg. Aen. 8,604 celso…de colle. Lucan. 4,158 sq. celsos/colles. Sen. Ag. 96 celsos…colles. Sil. 4,222 celso de colle. 12,567 celsis…in collibus): solos O 10 fanaue Guyet 14 corruat ~, Puccius

Liber secundus · Libro secondo

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e non stare seduta in pubblico con i capelli troppo acconciati. Crederò a tutte le voci sul tuo conto – non fare cose turpi: la voce pubblica si diffonde al di là di tutti i mari e di tutte le [terre. 19 Anche se vai via da Roma contro il mio parere, Cinzia, mi compiaccio che tu, senza di me, vada a soggiornare in una [campagna fuori mano. Nella campagna casta non ci sarà nessun seduttore che con la sua corte ti spinga all’infedeltà; e davanti alle tue finestre non nasceranno futili risse fra [uomini, il tuo sonno non sarà reso amaro da quelli che gridano il tuo [nome. Sarai sola, Cinzia, e osserverai davanti a te gli alti monti, e le greggi e i terreni dell’umile agricoltore. Là non ti potranno tentare i giochi circensi e i templi di Venere, occasione frequente per le tue [trasgressioni. Là osserverai i tori che incessantemente arano i campi, e la vite che perde le sue chiome sotto i sapienti colpi della [falce; là offrirai qualche granello d’incenso a un disadorno sacello, dove un capretto cadrà come vittima sacrificale davanti al [rustico altare; subito dopo, potrai mimare le danze agresti con le gambe [scoperte: l’importante è che tutto si svolga al riparo dalle intromissioni [di un altro uomo.

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Elegie ipse ego uenabor: iam nunc me sacra Dianae suscipere et pariter soluere uota iuuat. incipiam captare feras et tendere pinnis cornua et argutos ipse monere canes; non tamen aut uastos ausim temptare leones aut celer agrestes comminus ire sues. haec etenim mihi sit lepores audacia molles excipere et stricto tangere aues calamo. qua formosa sacro Clitumnus flumina luco integit et niueos abluit unda boues, hic me nec solae poterunt auertere siluae, nec uaga muscosis flumina fusa iugis,

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17-18 sacra…uota] iungenda: cf. Ouid. met. 9,136 sq. [scil. Hercules] sacra parabat/uota Ioui. de iunctura suscipere uota cf. 2,9,25 uota…suscepta. Ouid. met. 9,304 uota…suscipiunt. Sen. nat. 2,37,3 uota non suscipis. Plin. ep. Trai. 10,35 sollemnia uota pro incolumitate tua…et suscepimus…pariter et soluimus 18 pariter Gd. (cf. Plin. ep. Tra. 10,35 supra): ueneri O: ueneris ~ soluere Gd. (cf. 2,25,23 persoluit uota. 4,2,17 soluit…uota. Verg. georg. 1,436. Aen. 3.404. 11,4. Ouid. fast. 4,932. 6,248. met. 7,652. 8,152 sq. Sen. Herc. 1037. Ciris 23 debita…castae soluuntur uota Mineruae. Cons Liu. 22 armiferae soluere uota deae): ponere O 19 tendere Hosius (cf. Hor. carm. 2,10,19 sq. neque semper arcum/tendit Apollo. Ouid. her. 4,91 sq. arcus…si numquam cesses tendere, mollis erit. Phaedr. 3,14,10 rumpes arcum semper si tensum habueris): reddere O pinnis Gd. (hic pinna i. q. sagitta. cf. Ouid. fast. 2,110 traiectus pinna tempora…olor. Val. Fl. 6,420 sq. ceruos…non penna petit): pinu N: pinni P: pumi F 20 cornua] hic cornu i. q. arcus. cf. Verg. Aen. 11,858 sq. sagittam…cornu infensa tetendit. Laus Pis. 142 sq. nec semper Cnosius arcum/destinat, exempto sed laxat cornua neruo) argutos Gd. (cf. Sen. Phaed. 81 sq. arguti…canes): audaces O (sed ud. u. 23 audacia) monere N: mouere F P 21 aut Ayrmann: ut O 23 etenim Gd. (cf. 2,7,17 hanc etenim eqs.): igitur O 24 stricto O: structo ~, Salmasius tangere Heyworth: figere O aues Gd. (cf. 4,2,37 pisces calamo praedabor): auem O 24-25 post calamo puncto, post boues commate distinxi 25 formosa] fort. famosa (cf. Stat. silu. 1,1,66 sq. loci…cuius sacrata uorago/famosique lacus nomen memorabile seruant) sacro Gd. (cf. Verg. Aen. 5,761 lucus late sacer. et al.): suo O 27-28 post 32 traiecit Peiper 29 hic Passerat: sic O

Liber secundus · Libro secondo Quanto a me, andrò a caccia: ecco, sento il desiderio di fare e [insieme sciogliere solenni voti a Diana, protettrice dei cacciatori. Inizierò a dare la caccia agli animali selvatici e a tendere con [le frecce l’arco e ad incitare con la mia voce i cani che abbaiano; Non oserei certo o sfidare i terribili leoni o incalzare in corsa i cinghiali selvatici. Infatti la mia audacia consisterà nel catturare le tenere lepri e nel toccare gli uccelli con la canna impaniata tenuta ben [stretta. Là dove il Clitunno ricopre con le fronde di un nero bosco le [sue belle acque, e l’onda della sorgente lava i candidi buoi. proprio lì, né le solitarie foreste né i corsi d’acqua che sgorgano [da muscose colline potranno dissuadermi

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Elegie quin ego in assidua iactem tua nomina lingua: absenti nemo iam nocuisse uolet. tu, quotiens aliquid conabere, uita, memento uenturum paucis me tibi Luciferis.

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20 Quid fles abducta grauius Briseide? quid fles anxia captiua tristius Andromacha? quidue mea de fraude deos, insana, fatigas? quid quereris nostram sic cecidisse fidem? non tam nocturna uolucris funesta querela Attica Cecropiis obstrepit in foliis, nec tantum Niobe, bis sex ad busta superba, sollicito lacrimas detulit a Sipylo. mi licet aeratis astringant bracchia nodis, sint mea uel Danaes condita membra domo, in te ego et aeratas rumpam, mea uita, catenas, ferratam Danaes transiliamque domum. de te quodcumque, ad surdas mihi dicitur aures: tu modo ne dubita de grauitate mea. ossa tibi iuro per matris et ossa parentis (si fallo, cinis heu sit mihi uterque grauis!) me tibi ad extremas mansurum, uita, tenebras: ambos una fides auferet, una dies. quod si nec nomen nec me tua forma teneret, posset seruitium mite tenere tuum. septima iam plenae deducitur orbita lunae,

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31 de toto uersu confer Mart. 3,5,4 Iulius, assiduum nomen in ore meo iactem Papanghelis (cf. Ouid. am. 3,6,102 iactasse indigne nomina tanta pudet. Ib. 14 iactat…in toto nomina nostra foro. Sen. epist. 119,1 nolo proxenetae nomen tuum iactent): mutem O 32 iam ~: non O: ne ~, Volscus: sic Ayrmann uolet Liberman: uelit O 20 titulus ad cynthiam ~ priori continuant F P 7 septem Beroaldus superba ~, Beroaldus: superbe O 8 lacrimas N: lacrimans F P detulit Gd.: defluit O 9 mi ~: me O astringant N F P (abs-): astringas Baehrens 12 transiliamque ~: stasiliamque O

Liber secundus · Libro secondo dal gridare il tuo nome con una lingua che non conosce soste: ormai nessuno vorrà cercare di corromperti mentre sei [lontana da me. Quanto a te, vita mia, ogni volta che mediterai qualche [tradimento, tieni ben a mente che io arriverò subito da te, entro pochi giorni. 20 Perché piangi più amaramente di Briseide quando venne [sequestrata? perché piangi più mestamente di Andromaca quando venne fatta [prigioniera? O perché, pazza, sfinisci gli dei con i tuoi discorsi sul mio [preteso inganno? Perché ti lamenti del fatto che la mia fedeltà è così crollata? Non strepita altrettanto fortemente con i lamenti notturni sugli alberi di Atene l’uccello lugubre, né Niobe, superba accanto ai sepolcri dei dodici figli, trae giù dal monte Sipilo, partecipe della sua angoscia, [altrettante lacrime. Mi potrebbero stringere le braccia fra nodi di bronzo, le mie membra potrebbero essere rinchiuse nella torre di [Danae, io riuscirei sempre a spezzare le catene di bronzo per te, vita [mia, e a oltrepassare le mura di bronzo della torre di Danae. Qualsiasi voce facciano circolare riguardo a te, è come se [parlassero alle mie orecchie fatte sorde: tu, solo, non avere dubbi sulla mia serietà. Per le ossa di mia madre e di mio padre giuro (e se mento, le ceneri di tutti e due mi siano funeste) che resterò fedele a te fino alla estrema tenebra della mia [morte: un solo amore, un solo giorno ci porterà via entrambi. E se non mi mantenessero fedele il rispetto per il tuo nome e [la tua bellezza, potrebbe mantenermi tale la dolcezza del tuo servizio [d’amore verso di me. Già si sta completando la settima orbita della luna piena,

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Elegie cum de me et de te compita nulla tacent: interea nobis numquam non ianua mollis, numquam non lecti copia facta tui. nec mihi muneribus nox ulla est empta beatis: quidquid eram, hoc animi gratia magna tui. cum te tam multi peterent, tu me ipsa petisti: possum ego nequitiae non meminisse tuae? tum me uos tetricae uexetis Erinyes, et me inferno damnes, Aeace, iudicio, atque inter Tityi uolucres mea pulpa uoretur, tumque ego Sisyphio saxa labore geram! nec tu supplicibus me sis uenerata tabellis: ultima talis erit quae mea prima fides. hic mihi praecipue mos est, quod solus amator nec cito desisto nec temere incipio.

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21 At quantum de me Panthi tibi pagina dixit, tantum illi Pantho ne sit amica Venus! sed tibi iam uidear Dodona uerior augur: uxorem ille tuus pulcher amator habet! 23 et 24 numquam non Weidgen praeeunte Keil: non numquam F P: non umquam N 25-26 om., in mg. postea add. P 26 fort. erat 27 ipsa Gd.: una O 28 nequitiae Gd. (cf. 3,10,24 et sint nequitiae libera uerba tuae. Ouid. am. 2,1,2 ille ego nequitiae Naso poeta meae. 3,14,17 est qui nequitiam locus exigat. Mart. 3,91,4 insignis forma nequitiaque puer. 9,67,1 sq. lasciuam tota possedi nocte puellam,/cuius nequitias uincere nemo potest): naturae O fort. nocturnas…fugas 29 uos Gd.: uel O tetricae Gd. (Verg. Aen. 2,337 tristis Erinys. [de Parcis] Mart. 4,73,6 et 7,96,4 tetricae… deae): tragicae O 31 pulpa uoretur Gd. (cf. Mart. 3,77,6 pulpam uoras): poena uagetur O 35 hic…mos Gd.: hoc…ius O praecipue Gd.: perpetuo O solus] fort. uerus uel fidus (de uerus cf. 2,29,34 uel tu uel si quis uerior esse potest. Mart. 4,5,1 uir bonus…linguaque et pectore uerus. de fidus cf. Hor. carm. 4,9,40 bonus atque fidus iudex): solus O 21 titulus ad cinthiam de pantho F: ad cinthiam de pantho F: ad cinthiam de pantho riuali P 1 at Heinsius: a(h) O dixit Gd. (cf. Ouid. fast. 3,791 qui sint sua pagina dicet): finxit O 3 uidear Liuineius: uideor O

Liber secundus · Libro secondo da quando ogni crocevia parla di me e di te insieme: nel frattempo, la tua porta mi è stata sempre propizia, io ho avuto sempre via libera al tuo letto. E non ho dovuto comprare con regali importanti neanche [una notte con te: qualunque successo io ho potuto avere, lo devo alla grande [generosità del tuo animo. Quando tanti uomini ti facevano la corte, tu stessa mi hai [cercato: posso forse dimenticare la tua carica erotica? Se ciò avvenisse, voi dure Erinni, perseguitatemi, e tu, Eaco, condannami nel tuo giudizio agl’inferi e possa la mia carne viva esser divorata dagli avvoltoi di Tizio, possa io allora spingere in su enormi massi con la fatica di [Sisifo! Non implorarmi con lettere di supplica: la mia lealtà estrema verso di te sarà quella che fu la mia [prima lealtà. Questa è per me in particolare una regola di vita, che io, unico [fra gli amanti. non smetto di amare all’improvviso né comincio ad amare [alla leggera. 21 Ma quanto su di me ti ha detto la pagina di Panto, altrettanto a quel Panto non sia amica Venere! Ma ormai ti sembrerò un augure più veritiero dell’oracolo di [Dodona: quel tuo bell’amante ha moglie!

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Elegie tot noctes periere? nihil pudet: aspice, cantat laetus; tu, nimium credula, sola iaces. et nunc inter eos tu sermo es, te ille superbus dicit se inuito saepe fuisse domi. dispeream, si quicquam aliud quam gloria de te quaeritur: has laudes ille maritus amat. Colchida sic hospes quondam decepit Iason: ereptam tenuit namque Creusa domun. sic a Dulichio iuuene est elusa Calypso: uidit amatorem pandere uela suum. a, nimium faciles aurem praebere puellae, discite deceptae non temere esse bonae! huic quoque qui subeat, iam pridem quaeritur alter: experta in primo, stulta, cauere potes. nos quocumque loco, nos omni tempore tecum siue aegra pariter siue ualente sumus. 22a Scis here mi multas pariter placuisse puellas, scis mihi, Demophoon, multa uenisse mala. nulla meis frustra lustrantur compita plantis; o nimis exitio nata theatra meo! siue aliqua est, molli quae ducit candida gestu

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5 post periere interrogatiue, post pudet puncto distinxi: post periere duobus punctis, post pudet interrogatiue dist. edd. nichil N: nichit L F: mihi P pudet om. L F Pac 6 laetus Gd.: liber O: fort. ludit 7 te om. F L P 10 amat Gd.: habet O 12 ereptam Gd. (cf. Plaut. Pers. 63. Cic. dom. 147 domo per scelus erepta): eiecta est O tenuit ~: tenuis O domum ~: domo O 16 deceptae Gd. (ud. u.11 decepit): desertae O 17 huic N L P: hinc F subeat Gd. (cf. Manil. 5,736. Ouid.met. 3,259. et al.): restat O 18 potes O: potest ~, Volscus 22a titulus ad herenium demophoontem F (-phon-) L P 1 here mi ~: heremi N F: heremy L: hereni P pariter] fort. semper placuisse] fort. nocuisse 2 uenisse ~: uenire O 3 meis N: mihi F L P 5 aliqua est Gd. (cf. Ouid. am. 2,4,13 siue procax aliquast): aliquis O quae ducit Gd. (cf. Ouid. am. 2,4,29 illa placet gestu numerosaque bracchia ducit): deducit O

Liber secundus · Libro secondo Sono andate sprecate tante notti? non se ne vergogna per [nulla: guarda, canta allegro; tu, troppo credula, giaci sola nel letto. E ora fra di loro tu sei oggetto di chiacchiere, quell’uomo [insolente dice che tu sei stata spesso a casa sua contro la sua volontà. Vorrei crepare, se non è vero che nient’altro che gloria a tue [spese si vuole ottenere: queste lodi ama quell’uomo sposato. Così una volta l’ospite Giasone ingannò Medea: infatti Creusa occupò la sua casa a lei strappata. Così dal giovane Itacese fu ingannata Calipso: vide il suo amante spiegare le vele. Ah, donne troppo inclini a prestare ascolto, imparate, dopo essere state ingannate, a non essere buone [avventatamente! Anche da un pezzo tu vai cercando un altro che subentri a [questo: stolta, poiché hai fatto prova di ciò, potresti prendere le tue [precauzioni. Io in qualunque luogo e in ogni momento resterò sempre con [te, indifferentemente se sarai malata o se godrai di una buona [salute.

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22a Sai che pur ieri mi sono piaciute molte donne nella stessa [misura, sai, Demofoonte, che me ne sono derivati molti guai. Nessun crocevia è attraversato dai miei passi senza [conseguenze; ah, teatri nati troppo per la mia rovina! Se c’è una che con un molle gesto muove in circolo

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Elegie bracchia, seu uarios incinit ore modos, interea nostri quaerunt sibi uulnus ocelli, femina non tecto pectore si qua sedet, siue uagi crines puris in frontibus errant, Indica quos medio uertice gemma tenet. [quae si forte aliquid nimium mihi dura negarat, frigida de tota fronte cadebat aqua.] quaeris, Demophoon, cur sim tam mollis in omnes? quod quaeris curae non habet ullus amans. cum aliquis sacris laniat sua bracchia cultris et Phrygis insanos caeditur ad numeros? unum cuique dedit uitium natura creato: mi fortuna aliquam semper amare dedit. me licet et Thamyrae cantoris fata sequantur, numquam ad formosas, inuide, caecus ero. sed tibi si exiles uideor tenuatus in artus, falleris: haud umquam est culta labore Venus. percontere licet: saepe est experta puella officium tota nocte ualere meum. Iuppiter Alcmenae geminas requieuerat Arctos, et caelum noctu bis sine rege fuit. nec tamen idcirco languens ad culmina uenit: nullus amor uires exigit ipse suas.

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6 incinit N L P: iucunt F 7 nostri N: quoniam F L P 8 femina Gd.: candida O (sed ud. u.5 candida) 11-12 secl. Housman 11 nimium Gd.: uultu O aliquid N F: aliquis L P negarat N ~: negaret Fpc P: negarent Fac L 14 curae Huschke (cf. Ouid. am. 1,8,32 curae quid sibi desit habet): quare O amans Gd.: amor O 16 caeditur N L: quaeritur F: frangitur P 17 unum Waardenburgh: uni O 18 aliquam Heimreich: aliquid O 19 fata sequantur] fort. poena sequatur (cf. Caes. Gall. 1,4,1 damnatum poenam sequi oportebat. Tac. ann. 4,28,3 filium…supplicia sequerentur) 24 officium N: hospitium F L P 25 de requiescendi uerbo transitiue posito cf. Verg. ecl. 8,4. Calu. poet. 13 Courtney = 24 Hollis. Ciris 233 27 culmina Gd. (cf. Cic. Arat. 307 [scil. orbes] culmina transuerso retinentes sidera fulta. Manil. 3,593 sub culmine summo consistet. Stat. Theb. 10,840 ardua mox toruo metitur culmina nisu. Apul. met. 6,15,2 alti culminis Diales uias deserit): fulmina O 28 exigit Gd.: eripit O: deterit Heinsius

Liber secundus · Libro secondo le candide braccia, o se una intona con la sua bocca le più [varie melodie, intanto i miei occhi vanno in cerca di una nuova ferita [d’amore, se una donna siede fra gli spettatori con il petto non ben [coperto, o se ondeggiano su una fronte levigata sparsi capelli, che una gemma Indiana raccoglie sulla punta del capo. [E se per caso lei, troppo crudele, mi negava qualcosa, mi colava giù da tutta la fronte un gelido sudore.] Mi chiedi, Demofoonte, perché sono così tenero con tutte le [donne? Di ciò che mi chiedi nessun innamorato si preoccupa. Perché qualcuno si dilania le braccia con i coltelli rituali e ferisce se stesso sui ritmi folli della Frigia? La natura ha dato ad ogni essere vivente un suo vizio [particolare: a me la sorte ha voluto dare il desiderio di essere sempre [innamorato di qualcuna. Anche se mi dovesse attendere il destino del bardo Tamira, a un maligno invidioso come te, dico che non sarò mai cieco [di fronte a una bella donna. Ma se ti sembra che io mi sia smagrito in tutte le membra [diventate esili, ti sbagli: mai Venere è stata onorata a prezzo di particolari [fatiche. Domanda pure in giro: spesso una donna ha avuto la prova che la mia virilità regge per una notte intera. Per godersi Alcmena, Giove fece riposare le due Orse, e per due volte di notte il cielo restò senza re. E nondimeno Giove non tornò stanco in cielo: nessun amore da se stesso scaccia le proprie forze.

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Elegie quid? cum e complexu Briseidos iret Achilles, num fugere minus Thessala tela Phryges? quid? ferus Andromachae lecto cum surgeret Hector, tela Mycenaeae non timuere rates? ille uel hic classes poterant uel frangere muros: hic ego Pelides, hic ferus Hector ego. aspice uti caelo modo sol modo luna ministret: sic etiam nobis una puella parum est. altera me tepidis teneat foueatque lacertis, altera si quando non sinit esse locum. aut si forte irata meo sit facta libello, ut sciat esse aliam, quae uelit esse mea! nam melius duo defendunt retinacula nauim, tutius et geminos anxia mater alit.

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22b At si es dura, nega; sin es non dura, uenito! quid iuuat, a!, nullo perdere uerba lucro? hic unus dolor est ex omnibus acer amanti, speranti subito si qua uenire negat. quanta illum toto uersant suspiria lecto! cur recipi se non siuerit illa, rogat,

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29 e om. F L P 30 num F Lpc (in ras.-) P: non N 31 e lecto Hertzberg 32 tela Gd. (cf. u. 30 tela): bella O 33 classes N: calces F L: casces P: fort. naues poterant N: poterat cet. frangere Gd.: perdere O 37 tepidis Gd. (ud. foueat): cupidis O fort. teneris cingat (cf. 4,3,23 num teneros urit lorica lacertos?) 39 libello Gd. (cf. 2,5,5 sq. inueniam tamen e multis fallacibus unam,/quae fieri nostro carmine nota uelit): ministro O (sed ud. u.35 ministret) 22b separau. ~ 43 at Gd.: aut O si non es ~ 44 quid N: quod F L P a! Müller: et O perdere Gd. (cf. Sen. dial. 5, 23,4 nec perderat dicta): ponere O lucro Gd.: loco O 48 se Gd.: quae O siuerit Gd.: nouerit O illa ~: ille O rogat Gd.: uetat O

Liber secundus · Libro secondo E allora? quando Achille veniva via dall’amplesso di Briseide, forse i Troiani fuggirono di meno di fronte ai dardi Tessali? E allora? quando il fiero Ettore si alzava dal letto di [Andromaca, forse le navi Greche non temettero più le sue armi? L’uno e l’altro erano capaci di fare a pezzi una flotta o le mura [di una città: qui, nell’amore, io sono un Achille e un fiero Ettore. Guarda come ora il sole ora la luna sia al servizio del cielo: così anche a me una sola donna non basta. Una mi cinga e mi riscaldi con le tiepide braccia, se mai un’altra non mi concede spazio. O se una si è infuriata per un mio libro di poesie, sappia che c’è sempre un’altra che vuole essere mia! Infatti due gomene proteggono meglio una nave, e una madre ansiosa nutre due figli gemelli con maggiore [serenità di chi ha un figlio unico.

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22b Ma se sei crudele, negati; se invece non sei crudele, vieni! A che serve, ahimé, sprecare le parole senza alcun profitto? Questo fra tutti è il dolore più acuto per un innamorato, se una donna rifiuta di venire ad aprire a colui che sperava. Quanti sospiri lo agitano per tutto il letto! Egli chiede perché quella donna non abbia permesso che lui [fosse ricevuto,

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Elegie et rursus puerum quaerendo multa fatigat, quem, quae scire timet, discere facta iuuat.

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23 Cui fuit indocti fugienda et semita uulgi, ipsa petita lacu nunc mihi dulcis aqua est. ingenuus quisquam alterius dat munera seruo, ut commissa suae uerba ferat dominae? et quaerit totiens: ‘Quaenam nunc porticus illam integit?’ et: ‘Campo quo mouet illa pedes?’; deinde ubi pertulerit quos dicit fama labores Herculis, ut scribat: ‘Muneris ecquid habes?’, cernere uti possit uultum custodis amarum, saeptus et immunda saepe latere casa? quam care semel in toto nox emitur anno! a pereant, si quos ianua clausa iuuat! contra reiecto quae libera uadit amictu custodum [et] nullo capta timore placet;

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49 rursus N F: rursum L F multa Gd. (cf. 3,12,4 Galla multa rogante. Plaut. Trin. 880 multa simul rogitas): audita O 50 om. N, damnat Heimreich quem quae F: quae quoque L P discere Gd.: quaerere O (sed ud. u. 49 quaerendo) facta Baehrens: fata F L: plura Ppc(in ras.) iuuat Ayrmann: iubet O fort. cui…libet 23 titulus de seruitute amoris F L: de seruitute amoris et ad cinthiam de suspicione riualis P 1 cui F L P: qui N et] haec ~ cui fugienda fuit|indocti semita uulgi Housman (fuit: de i ante caesuram producta cf. 4,1,17 nulli cura fuit|externos quaerere diuos) 4 commissa Beroaldus: promissa O fort. professa…uota (cf. Sen. ep. 67,7 quaedam uota aperta et professa) 7 pertulerit Ayrmann: pertuleris O 8 ecquid N P: et quid F L 9 possit Ayrmann: possis O amarum Gd.: amari O 10 saeptus Gd. (cf. Cic. Scaur. 4 corpore animus tamquam carcere saeptus. Sen. Ag. 999 saepta nocte tenebrosi specus): captus O casa] fort. in hara (cf. Ouid. her. 1,104 immundae…harae. am. 3,13,16. Tibull. 1,10,26. Priap. 65,2) 11 emitur Gd. (cf. Cato mor. 2 J. equos carius quam coquos emebant. Varr. rust. 1,16,3 unde non care emere possis quae opus sunt. Cic. dom. 115 emit domum… prope dimidio carius quam aestimabatur): uertitur O 14 et del. Hemsterhuys capta Gd. (cf. Verg. Aen. 2,384 formidime captos): s(a)epta O

Liber secundus · Libro secondo e sempre di nuovo ponendogli molte domande sfinisce il suo [schiavo, al quale ordina di raccontare quelle stesse azioni di lei, che [teme di apprendere.

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23 A me, che dovevo evitare anche il sentiero battuto dal volgo [ignorante, ora sembra dolce perfino l’acqua attinta da una cisterna [pubblica. E un uomo nato libero dà la mancia allo schiavo di un’altra [persona, perché riferisca le parole, che gli sono state affidate, alla sua [padrona? E chiede insistentemente: ‘Sotto quale portico si trova ora?’ e ‘In quale Campo sta passeggiando?’; poi, una volta che ha sopportato quelle che la fama definisce [le fatiche di Ercole, perché lei gli scriva: ‘Hai qualche regalo per me?’ o perché possa vedere il volto truce del suo guardiano, e stare nascosto chiuso in un sozza baracca? A che caro prezzo si paga una notte sola con lei in un anno [intero! Ah, vadano alla malora quelli che amano la porta chiusa della [donna! Per contro quella che va libera con il mantello mandato giù [sulla schiena, non presa dalla paura dei guardiani, quella sì mi piace;

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Elegie cui saepe immundo Sacra conteritur Via socco, non sinit esse moram, si quis adire uelit. differet haec numquam, nec poscet garrula quod te astrictus ploret saepe dedisse pater. nec dicet: ‘Timeo, propera iam surgere, quaeso: infelix, hodie uir mihi rure uenit’. et quas Euphrates et quas mihi misit Orontes me iuerint: nolim furta pigenda tori. libertas quoniam nulli non restat amandi, multas liber erit si quis amare uolet.

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24a ‘Tu loqueris, cum sis iam trito fabula libro et tua sit toto Cynthia lecta Foro?’ cui non his uerbis aspergat tempora sudor? uel pudor ingenuus uel retinendus amor. quod si iam facilis spiraret Cynthia nobis, non ego nequitiae dicerer esse caput, nec sic per totam infamis traducerer urbem, urerer et quamuis, non mihi uerba daret. quare ne tibi sit mirum me quaerere uiles: parcius infamant. num tibi causa leuis?

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15 immundo] fort. immisso uel impresso 22 iuuerint O: capiant cet. pigenda Postgate: pudica O: pudenda Baehrens 23 amandi Gd.: amanti O 24 multas Otto: nullus O 24 liber] fort. laetus 24a titulus ad cynthiam ~ priori el. continuant L P 1 sis ~, Beroaldus: sit O (sic Ppc) trito Gd. (cf. Mart. 8,3,4 teritur noster ubique liber): noto O 4 uel…uel Gd. (cf. Cic. leg. 3,32 pauci…uel corrumpere mores ciuitatis uel corrigere possunt. Tac. ann. 14,35,2 uincendum illa acie uel cadendum esse): aut…aut O pudor ingenuus: cf. Catull. 61,79 tardet ingenuus pudor retinendus Baehrens (cf. Cic. Sull. 80 ut nobis libertatem retinere liceat, si minus dignitatem. et al.): reticendus O: fort. reprimendus (cf. Sis.hist. fr. 114 illorum dementem reprimere audaciam. Sen. epist. 55,37 nec haec audacia reprimi potest. et al.) in fine uersus punctum interrogatiuum habet N 5 iam ~, Puccius: tam O 8 urerer ~: ureret O 9 non mihi Palmer: nomine O daret Barber: darem O

Liber secundus · Libro secondo lei, che spesso batte la Via Sacra con i suoi sandali trasandati, non lascia porre tempo in mezzo, se uno vuole avvicinarla. Questa non rimanderà mai, e non pretenderà da te con voce [pettegola quanto il tuo frugale padre rimpiangerebbe spesso di averti [dato. E non dirà: ‘Ho paura: ti prego, affrettati ad alzarti dal mio [letto. Povera me, oggi mi arriva dalla campagna il marito’. Quelle prostitute che mi ha mandato l’Eufrate e l’Oronte mi devono piacere: non mi attirano gli amori con donne [sposate, che possono creare fastidi. Poiché chi è innamorato di una sola donna perde la sua [libertà, sarà veramente libero chi sceglierà di amare molte donne.

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24a ‘Parli così proprio tu, che sei la favola di tutti grazie al tuo [libro, consumato dalle mani di numerosi lettori, e le tue poesie dedicate a Cinzia sono lettura corrente in tutto [il Foro della città?’ Chi a tali parole non sentirebbe il sudore bagnargli le tempie? Si deve conservare o l’innato senso del pudore o la passione [d’amore. Ma se ora Cinzia si mostrasse accondiscendente verso di me, non si direbbe in giro che sono un esempio di inettitudine, e non sarei così diffamato per tutta la città, e, per quanto io ardessi d’amore, lei non si prenderebbe gioco [di me. Perciò non stupirti del fatto che vado a cercare donne [prezzolate: queste danneggiano la reputazione meno delle altre. Ti [sembra un motivo di poco conto?

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Elegie 24b * et modo pauonis caudae flabella superbae et manibus dura frigus habere pila, et cupit interdum talos me poscere eburnos, quaeque nitent Sacra ditia dona Via. a peream, si me ista mouent dispendia, sed me audaci dominae iam piget esse iocum!

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24c Hoc erat in primis quod me gaudere iubebas? tam te formosam non pudet esse leuem? una aut altera nox nondum est in amore peracta, et dicor lecto iam grauis esse tuo. me modo laudabas et carmina nostra legebas: ille tuus pennas tam cito uertit amor? * contendat mecum ingenio, contendat et arte, in primis ista discat amare domo. si libitum tibi erit, Lernaeas pugnat ad hydras et tibi ab Hesperio mala dracone ferat; taetra uenena furens et naufragus ebibat undas, et numquam pro te deneget esse miser

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24b ut fragmentum separau. Scaliger post 10 lacunam Baehrens 11-16 post 23,8 Scaliger 11 haec Lachmann superbi Broekhuyzen 12 durae… pilae Heinsius 13 interdum Phillimore: iratum O 14 ditia Gd. (cf. 3,5,4 e gemma diuite. Curt. 5,1,10 diti…gaza. et al.): uilia O 15 sed ~, Volscus, Beroaldus: si O 16 audaci Gd.: fallaci O piget Gd.: pudet O 17 tam ~, Lachmann 24c separau. Canter 18 formosam N F: formosa L P post 22 lacunam statuit Müller 24 ista Gd.: una O 27 taetra N (cf. Dirae 23 taetra uenena): terra F L P furens Gd.: libens N F (sed ud.u. 25 libitum erit): bibens L P

Liber secundus · Libro secondo

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24b * …lei in un momento desidera avere un ventaglio fatto di [piume del superbo pavone, e di avere nelle mani una fonte di frescura come una pallina [di cristallo, in un altro momento desidera che io acquisti degli astragali [d’avorio, e tutti quei regali costosi che luccicano nella Via Sacra. Che io possa morire, se mi turbano simili spese: ma è che è che mi dà molto fastidio essere lo zimbello di una padrona [sfrontata!

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24c Era principalmente per questo che mi dicevi di rallegrarmi? Non ti vergogni di essere una donna tanto leggera pur [essendo una donna assai bella? Non si è ancora compiuta una notte, o due, di amore, che si dice che io sia di peso al tuo letto. Fino a poco fa, tessevi le mie lodi e leggevi le mie poesie: quel tuo amore tanto in fretta ha volto altrove le sue ali? * Lui può gareggiare con me quanto a intelligenza e arte, e può imparare anzitutto a conoscere l’amore in questa tua [casa: se tu vorrai, combatta con le idre di Lerna e ti porti le mele tolte al drago del giardino delle Esperidi, inghiotta impazzito amari veleni e le acque del mare dopo [aver fatto naufragio, e per amor tuo non ricusi di subire casi avversi:

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Elegie (quos numquam in nobis, uita, experiare labores). iam tibi de timidis iste proteruus erit, qui nunc se [in] nimium iactando sumit honorem: discidium uobis proximus annus erit. at me non aetas mutabit tota Sibyllae, non labor Alcidae, non niger ille dies. tu me compones et dices: ‘Ossa, Properti, haec tua sunt? eheu tu mihi certus eras, certus eras eheu, quamuis nec sanguine auito nobilis et quamuis non ego diues eram’. nil ego non patiar, numquam me iniuria mutat: ferre ego formosam nullum onus esse puto. credo ego non paucos ista periisse figura, credo ego sed multos non habuisse fidem. paruo dilexit spatio Minoida Theseus, Phyllidas Demophoon, hospes uterque malus. iam primo Iasonia auecta est Medea carina, postmodo seruato sola relicta uiro. [dura est quae multis simulatum fingit amorem, et se plus uni si qua parare potest.] noli nobilibus, noli gaudere beatis: uix uenit extremo qui legat ossa die. hi tibi nos erimus: sed tu potius precor in me demissis plangas pectora nuda comis.

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29 numquam Gd. (nusquam Markland): utinam O 31 in om. P nimium Heinsius: tumidum N L (sed ud. u. 30 timidis): tumide F P sumit Gd. (cf. Caes. Gall. 1,33,5 Ariouistus tantos sibi spiritus, tantam arrogantiam sumpserat. Hor. carm. 3,30,14 sume superbiam quaesitam meritis): uenit O 35-38 post 52 transp. Carutti 35 tu me Porson: tu mea O: tum me Baehrens 38 non ego Gd.: nauita O: non ita Pontanus: haud ita Heinsius eram Beaumont: eras O 41 periisse Npc P: perisse Npc: peperisse F L 45 primo Gd.: tibi O auecta Gd. (cf. 1,2,20 auecta externis Hippodamia rotis. Lucan. 6,363 auectae…Isidis. et al.): nota O: uecta Heinsius 46  postmodo Gd.: et modo O seruato N: ab infido P: om. F L 47-48 secl. Postgate 49 gaudere anon. ap. Schrader (cf. Tibull. 2,3,49 eheu, diuitibus uideo gaudere puellas): conferre O 50 legit ~, Volscus 51 in me Lachmann: ut me O 52 pectora O (cf. Ouid. her. 12,155 abscissa planxi mea pectora ueste. et al.): pectore Scaliger

Liber secundus · Libro secondo (prove che tu, vita mia, non voglia mai sperimentare su di me) entro poco tempo questo tuo uomo finora timoroso [diventerà protervo, lui che ora vantandosi troppo si arroga un onore non dovuto: tra voi due, il prossimo anno segnerà il distacco definitivo. Ma io non sarò cambiato, verso di te, né da tutta la longeva [età della Sibilla, né dalle fatiche di Ercole, né da quel nero giorno della mia [morte. Tu mi comporrai nella tomba e dirai: ‘Properzio, dunque [queste sono le tue ossa? Ahimé, tu eri per me un amante sicuro, ah veramente sicuro, per quanto io non fossi nobile per [sangue avito né ricca’. Io, non vi è cosa che non sopporterò per te, nessuna tua [offesa mi farà cambiare: io non considero un peso il dover sopportare una bella donna. Credo che non pochi si siano innamorati perdutamente di [questa tua bellezza, ma credo altresì che molti non abbiano conservato, verso di [te, la loro fedeltà. Per poco tempo Teseo amò la figlia di Minosse, Arianna, e Demofoonte amò Fillide, entrambi detestabili ospiti. Medea dapprima fu portata via dalla nave di Giasone ma ben presto, nonostante avesse salvato il suo uomo, fu [lasciata sola da lui. [È crudele una che finge con molti uomini un amore falso, e se ha cuore di farsi bella per più di un uomo.] Non compiacerti di uomini nobili, non compiacerti di uomini [ricchi: fra costoro difficilmente troverai chi venga a raccogliere le tue [ossa nel giorno supremo. Io invece sarò per te un simile amante: ma prego che tu [piuttosto per me abbia a batterti il petto ignudo e a sciogliere i tuoi capelli.

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Elegie 25 Unica nata meo pulcherrima cura dolori, (excludi quoniam fors mihi saepe tulit) ista meis fiet notissima forma libellis, Calue, tua uenia, pace, Catulle, tua. miles depositis annosus secubat armis, grandaeuique negant ducere aratra boues; putris et in uacua requiescit nauis harena, et uetus in templo bellica parma iacet. at me ab amore tuo subducet nulla senectus, siue ego Tithonus siue ego Nestor ero. nonne fuit satius duro seruire tyranno et gemere in tauro, saeue Perille, tuo? Gorgonis et satius fuit obdurescere uultu, Caucasias satius sic pateremur aues. sed tamen obsistam. teritur robigine mucro ferreus et raro saepe liquore silex. at nullo dominae teritur sub fulmine amans, qui perstat et immeritas sustinet aure minas. ultro contemptus rogat et peccasse fatetur pulsus et inuitis saepe redit pedibus. tu quoque, qui pleno fastus assumis honore, credule, nulla diu femina pondus habet.

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25 titulus ad amicam F: ad amicam iratam L: ad amicam iratam et ad riualem receptum P 2 excludi Scaliger: excludit O fors Lachmann: sors O mihi Baehrens: mea O tulit Gd. (cf. Enn. ann. 186 Sk. quidue ferat fors. Lucr. 3,983 casum…quem cuique ferat fors. Liu. 5,11,1 fors ita tulit ut eo anno tribunus plebis Cn. Trebonius esset): uenit Nac: ueni cet.: (mea) fuit Watt. 8 iacet Gd.: uacat O (sed ud. u. 7 uacua) 9 subducet Gd.: deducet O 14 satius sic Gd.: etiam si O 16 raro Gd.: paruo O 17 sub fulmine Fontein (cf. Publil. sent. 214 fulmen est ubi cum potestate habitat iracundia. Petron. 75,1 post hoc fulmen Habinnas rogare coepit ut iam desineret irasci): sublimine Ppc: sub limine N (ut uid.) L P amans Gd.: amor O 18 perstat Ayrmann, Wakker: restat O immeritas ~: immerita O 20 pulsus Gd.: laesus O saepe Gd.: ipse O 21 plenos…absumis N honore Gd.: amore O 22 credule N: credula F L P

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25 Mio unico bellissimo amore, nato per farmi soffrire, (poiché la sorte spesso mi ha fatto restare chiuso fuori dalla [tua casa) questa tua bellezza diventerà famosa grazie ai miei libri, con tua venia, Calvo, con tua pace, Catullo. Il vecchio soldato deposte le armi vive in ritiro, e i buoi anziani non vogliono più trascinare gli aratri; e una nave ormai putrida riposa sulla sabbia deserta, e uno scudo di guerra quando è vecchio giace riposto nel [tempio di Marte. Ma nessuna vecchiaia mi sottrarrà al tuo amore, dovessi vivere a lungo quanto Titono o Nestore. Non era meglio pormi al servizio di un crudele tiranno e gemere di dolore dentro il tuo toro, feroce Perillo? E era meglio impietrire dinanzi al volto della Gorgone, era meglio se dovevo sopportare gli uccelli del Caucaso. Ma tuttavia terrò duro. Spesso la punta di ferro di una spada [viene consumata dalla ruggine e spesso una pietra dura viene consumata da una goccia che [cade. Ma un innamorato non si lascia disintegrare sotto i fulmini [della sua padrona, lui che resiste a piè fermo e sostiene con le sue orecchie il peso di [immeritate minacce. Pur se disprezzato da lei, di sua iniziativa chiede di vederla e [ammette di avere lui delle colpe, spesso torna da lei con passo riluttante dopo essere stato [scacciato. Anche tu, che con pieno onore assumi un tono superbo, credulone, nessuna donna conserva a lungo la sua credibilità.

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Elegie an quisquam in mediis persoluit uota procellis, cum saeuo in ponto fracta carina natet? an quisquam infecto deposcit praemia cursu, septima quam metam triuerit ante rota? mendaces ludunt flatus in amore secundi: si qua uenit subito, magna procella uenit. tu tamen interea, quamuis te diligat illa, in tacito cohibe gaudia clausa sinu. namque in amore suo semper sua libera cuique nescio quo pacto uerba nocere solent. quamuis te persaepe uocet, semel ire memento: inuidiam quod habet non solet esse diu. saecula si redeant antiquis grata puellis, essem ego quod nunc tu: tempore uincor ego. non tamen ista meos mutabunt saecula mores: unus quisque sua nouerit ire uia. at uos, qui officia ad multos reuocatis amores: quantus sic cruciat pectora nostra dolor! si uidi claro niueam candore puellam,

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24 saeuo…ponto Gd.: saepe…portu O 28 subito Gd. (cf. 25 an quisquam Gd. (cf. u.23. an iam ~): aut prius O Plaut. Amph. 1062 ut subito, ut prope, ut ualide tonuit!): sero O procella Gd. (cf. Lucr. 6,124 ualidi uenti collecta procella. Stat. Ach. 1,960 inrita uentosae rapiebant uerba procellae. Plin. nat. 2,131 maiore…inlati [scil. flatus] pondere…procellam gignunt. cf. contra u. 27 flatus…secundi): ruina O 31 libera Gd. (cf. 1,9,2 nec tibi perpetuo libera uerba fore): maxima O 35 saecula si redeant Gd. (cf. 2,26,23 si Cambysae redeant et saecula Croesi): at (N L P: et F) si saecla forent O grata] nota Passerat: clara Jacobs 39 officia] fort. ora mea (ud. u. 40 lumina nostra. cf. 3.13.12 et spolia opprobrii nostra per ora trahit. Cic. Catil. 4,1 omnium uestrum ora atque oculos esse conuersos. Liu. 22,5,4 circumferebant ora oculosque. Hor. epist. 2,1,196 uulgi conuereret ora) ad Gd.: in N: om. cet. 40 quantus ~: quantum O sic ~: si O pectora Gd.: lumina O 41-44 si uidi Gd.: uidistis O 41 claro Gd. (cf. Lucr. 4,232 in luce et claro candore): pleno O niueam Gd. (cf. 2,13,53 niueum…Adonem. Catull. 64,364 niueos…uirginis artus): teneram O

Liber secundus · Libro secondo O forse qualcuno scioglie i voti mentre è ancora in mezzo alla [tempesta, quando la nave a pezzi galleggia nel mare burrascoso? O forse qualcuno pretende il premio quando ancora la corsa [non è finita, prima che la ruota abbia sfiorato per la settima volta la meta? In amore illudono, menzogneri, i venti favorevoli: se arriva all’improvviso, una tempesta è forte. Tu intanto, per quanto lei ti ami, contieni le tue gioie chiuse nel tuo seno silenzioso. Infatti in amore sempre sono solite nuocere ad ognuno le sue [parole libere non so per quale motivo. Anche se lei ti chiama spesso, tu ricordati di andare una volta [sola: non dura a lungo ciò che provoca invidia. Se ritornassero i secoli grati alle antiche donne, io sarei quel che tu sei ora: sono vinto dai tempi. E tuttavia questi tempi non muteranno i miei costumi: ciascuno sappia seguire la sua strada. Ma voi che richiamate il mio impegno a molti amori, anche così, quanto dolore tormenta già il mio cuore! Se ho visto una donna, con una carnagione bianca come la [neve,

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Elegie si uidi fuscam, ducit uterque color; si uidi quandam Argiua prodire figura, si uidi nostras, utraque forma capit. illa in plebeio uel sit sandycis amictu, haec atque illa mali uulneris una uia est. cum tanta una meis insomnia portet ocellis, una feret cuiuis femina multa mala.

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26a Vidi te in somnis fracta, mea uita, carina Ionio lassas ducere rore manus, et quaecumque in me fueras mentita fateri, nec iam umore graues tollere posse comas, qualem purpureis agitatam fluctibus Hellen, aurea quam molli tergore uexit ouis. at tu uix primas extollens gurgite palmas saepe meum nomen iam peritura uocas. quam timui ne forte tuum mare nomen haberet, teque tua labens nauita fleret aqua! quae tum ego Neptuno, quae tum cum Castore fratri, quaeque tibi excepi, candida Leucothoe! quod si forte tuos uidisset Glaucus ocellos, esses Ionii facta puella maris, et tibi ob inuidiam Nereides increpitarent, candida Nesaee, caerula Cymothoe.

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42 fuscam Müller: fusco O ducit N: dulcis F: lucus L: lucet P 43 prodire N: prodente F L P 44 capit ~: rapit O 45 illa in Gd.: illaque O 47 tanta Gd.: satis O meis Markland: tuis O 48 feret Gd. (cf. u. 47 portet): sit et O: sat est Scaliger 26a titulus somnium de amica F L: ad amicam somnium de ipsa habitum. demum fidem sui amoris narrat P 1 uidi ego te ~, Burman 3 fueris FL 5 agitatam N: agitaui F: agitauit L P 11-12 post 6 traieci 8 teque Heinsius: atque O fort. nauta uocaret 9 quae N: quem F L P quae tum N: quem tum F P: quantum L 10 candida Heinsius (ud. u. 16 candida Cymothoe): iam dea O 15 ob inuidiam N L P: prae inuidia F: ab inuidia Markland

Liber secundus · Libro secondo e se ho visto una donna con una carnagione scura, l’uno e [l’altro colorito mi attrae; se ho visto una donna incedere con un portamento da Argiva, e se ho visto le nostre donne, entrambi i tipi di bellezza mi [conquistano. Se una donna indossa un abito modesto o un prezioso abito [in tinta scarlatta, questa e quella è una sola strada per una brutta ferita. Poiché una sola donna porta tanta insonnia ai miei occhi, è chiaro che una sola donna porterà sempre molti guai a ogni [uomo.

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26a Ti ho visto in sogno, vita mia, dopo il naufragio nuotare a bracciate stanche nei flutti del mar Ionio, e confessare tutto quello che mi avevi falsamente detto, e non riuscire più a sollevare i capelli appesantiti dalle onde, come Elle sballottata qua e là dai flutti rigonfi, lei che l’aureo montone trasportò sul morbido dorso. Ma tu, sollevando a stento sopra i marosi le punte delle tue [dita, spesso invochi il mio nome sul punto di morire. Quanto ho temuto che mai il mare dovesse prendere il tuo [nome, e il marinaio navigando attraverso le tue acque piangesse per [te! Quanti voti allora feci a Nettuno, a Castore e il suo fratello, e a te, candida Leucotoe! E se per caso Glauco avesse visto i tuoi occhi, saresti diventata una sirena del mar Ionio, e per la gelosia ti sgriderebbero le Nereidi, la candida Nesea e l’azzurra Cimotoe.

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Elegie sed tibi subsidio delphinum currere uidi, qui, puto, Arioniam uexerat ante lyram. iamque ego conabar summo me mittere saxo, cum mihi discussit talia uisa dies. 26b Nunc admirentur quod tam mihi pulchra puella seruiat et tota dicar in urbe potens! non, si Cambysae redeant et saecula Croesi, dicat: ‘De nostro surge, poeta, toro’. nam, mea cum recitat, dicit se odisse beatos: carmina tam sancte nulla puella colit. multum in amore fides, multum constantia prodest: qui dare multa potest multa et habere uolet. 26c Nunc mare per nigrum mea cogitat ire puella, hanc sequar et nautas una aget aura duos. et tabula una duos poterit componere amantes, prora cubile mihi seu mihi puppis erit. unus lectus erit resupinis unaque mensa, amphora et ex una saepe bibemus aquam. omnia perpetiar: saeuus licet urgeat Eurus, uelaque in incertum frigidus Auster agat,

18 qui Fpc P: quam N: quod Fac L

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20 dies Solbisky: metus O

26b 21-28 separau. Richmond; 21-28 separau. Van Lennep 23 saecula Gd. (cf. Hor. carm. 1,2,6 graue ne rediret saeculum Pyrrhae. Iuuen. 14,328 nec Croesi fortuna…nec Persica regna. Stat. silu. 1,3,105 Midae Croesique bonis et Perside gaza. Claud. Ruf. 1,198 iungantur solium Croesi Cyrique tiaras): flumina O 28 habere uolet Gd.: amare potest O 26c hinc nouam el. inc. N 29 nunc Gd.: seu O nigrum Gd. (cf. Hom. Il. 24,79 Ì›ϷÓÈ fiÓÙÅ. Hor. carm. 3,27,23 aequoris nigri fremitum. et al.): longum O cogitat P: cogitet N L F 30 nautas Gd.: fidos O 33-34 ante 31 transp. Baehrens 31 unus lectus Gd.: unum litus O resupinis Gd.: sopitis O mensa Gd.: tecto O 32 amphora Gd.: arbor O aquam Gd.: aqua O 36 -que N F: quod L P in ~: om. O

Liber secundus · Libro secondo Ma poi vedevo accorrere in tuo aiuto un delfino, quello che, credo, prima aveva trasportato la lira di Arione. E io ormai tentavo di precipitarmi da un’alta rupe, quando il giorno dissipò il mio sogno.

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26b Ora si meraviglino che una così bella donna è mia schiava e in tutta Roma si dice che sono forte! Neanche se ritornassero i secoli di Cambise e di Creso, lei direbbe mai: ‘Poeta, alzati dal mio letto’. Infatti quando recita le mie cose, dice di odiare gli uomini [ricchi: nessun’altra donna ha un culto così religioso per la poesia. Molto giova in amore la fedeltà, molto la costanza: chi sa dare molto vorrà anche ricevere molto.

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26c Ora la mia donna medita di viaggiare sulle nere onde del [mare: io la seguirò e un unico vento sospingerà i due naviganti. E una sola coperta della nave riunirà insieme i due innamorati, sia che io abbia per giaciglio la prura sia la poppa. Noi due giaceremo distesi su un unico letto e avremo una [unica tavola per il cibo, e spesso attingeremo acqua da una unica anfora. Sopporterò ogni prova: se pure c’incalzerà il violento Euro, e il freddo Austro spingerà le nostre vele in incerte rotte,

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Elegie quicumque et uenti miserum uexastis Ulixem, et Danaum Euboico gurgite mille rates, et qui mouistis duo litora, cum rudis Argo dux erat ignoto missa columba mari. illa meis tantum non umquam desit ocellis, incendat nauem Iuppiter ipse licet. certe isdem nudi pariter iactabimur oris: me licet unda ferat, te modo terra tegat. ne sit Neptunus nostro crudelis amori, Neptunus fratri par in amore Ioui: testis Amymone, latices dum ferret, in aruis compressa et Lernae pulsa tridente palus. iam deus amplexu uotum persoluit, at illi aurea diuinas urna profudit aquas. crudelem et Borean rapta Orithyia negauit: hic deus et terras et maria alta domat. crede mihi, nobis mitescet Scylla nec umquam alternante morans uasta Charybdis aqua, ipsaque sidera erunt nullis obscura tenebris, purus et Orion, purus et Haedus erit. quod mihi si ponenda tuo sit pectore uita, exitus hic nobis non inhonestus erit.

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27 At uos incertam, mortales, funeris horam 38 gurgite Gd. (cf. Verg. Aen. 11,913 gurges Hiberus. et al.): litore O (sed ud. u. 39 litora) 39 mouistis N F P: nouistis L rudis F2mg., Pac ~ (cf. Lucan. 3,193 rudis Argo): ratis O (sed ud. u. 38 rates) argo N F2 mg., Ppc (de Argo genetiuo cf. Hyg. fab. 14,10 is fuit gubernator nauis Argo): ergo F L Pac: argus ~ 42 desit N: spectat F L P 43 isdem N: hisdem F2 mg., Ppc (in ras.): his’am F: hys’am L 44 modo N: quoque F L P 45 ne sit Gd.: sed non O nostro Gd.: tanto O 47 dum N: cum cet. 50 profudit N L P: perfudit F: fort. defudit 53 mitescet N P: mutescet F L 54 morans B. A. Müller: uorans O 57 pectore Gd.: corpore O 27 titulus de incerta hora mortis F L: de incerta hora mortis et solum amantem scire horam mortis P priori el. continuant ~ 1 at] fort. cur

Liber secundus · Libro secondo e voi, venti che tormentaste l’infelice Ulisse, e le mille navi Greche per il mare Euboico, quando alla [inesperta nave Argo fu guida una colomba spedita su un mare ignoto. Se soltanto quella mia donna non verrà mai meno ai miei [occhi, Giove stesso incendi pure la nave con il fulmine. Quanto meno saremo sbattuti contemporaneamente verso [gli stessi lidi: le onde trasportino pure me, ma tu sii ricoperta dalla terra. Ma non sia crudele verso il nostro amore Nettuno, Nettuno uguale al fratello Giove nell’amore: ne è testimone Amimone, che sulla promessa di poter avere [dell’acqua da portare via, fu posseduta da lui nei campi, e la palude di Lerna sgorgata [sotto il colpo del suo tridente; il dio in cambio dell’amplesso subito sciolse il voto, e a lei la sua urna d’oro versò fuori un’acqua divina. E Oritia, quando fu rapita da Borea, dichiarò che questi non [era crudele, nemmeno lui: questo dio, Amore, domina la terra e i mari profondi. Credimi, saranno miti con noi due Scilla e Cariddi, mai ferma con il suo alterno getto di acqua; e le stelle, addirittura, non verranno oscurate da alcuna [tenebra, e Orione rifulgerà puro, e altrettanto rifulgerà il Capretto. E se io dovrò abbandonare la vita sul tuo petto, una simile morte per me non sarà priva di onore. 27 Ma voi, mortali, cercate l’incerta ora del vostro decesso

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Elegie quaeritis, et qua sit mors obeunda uia; quaeritis et caelo Phoenicum inuenta sereno, quae sit stella homini commoda quaeque mala! seu pedibus Parthos sequeris seu classe Britannos, 5 et maris et terrae caeca pericla subis; horres obiectum subito caput esse tumultu, cum Mauors trepidas miscet utrimque manus; ne noceant domibus flammae metuisque ruinae neu subeant labris pocula nigra tuis. 10 solus amans nouit quando periturus et a qua morte, neque hic Boreae flabra neque arma timet. iam licet et Stygia sedeat sub harundine remex, pandat et infernae tristia uela ratis, si modo clamantis reuocauerit aura puellae, 15 concessum nulla lege redibit iter. 28a Iuppiter, affectae tandem miserere puellae: haec formosa tuum mortua crimen erit. hoc tibi uel poterit coniunx ignoscere Iuno: frangitur et Iuno, si qua puella perit. uenit enim tempus, quo torridus aestuat aer, incipit et sicco feruere terra Cane.

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2 obeunda Heinsius: aditura O 5 sequeris Gd.: sequimur O 6 subis Gd. (cf. Hor. epod. 1,3 sq. paratus omne Caesaris periculum/subire): uiae O (sed ud. u.2 uia) 7 horres Gd.: rursus et O subito Gd. (cf. Hirt. Gall. 8,11,2 subitas incursiones hostium. Caes. Gall. 3,7,1 subitum bellum in Gallia coortum est. et al.): fletu Na: fletus Npc: flemus F L P caput N F: capiti L P tumultu ~: tumultum O 8 trepidas Gd.: dubias O 9 ne noceant Gd.: praeterea O flammae…ruinae Gd. (scil. subeant): flammam…ruinas O (-am F L) metuisque Müller: domibusque O (sed ud. domibus) 14 pandat Gd. (cf. 2,21,4 pandere uela. Ouid. ars 3,500 plena… curuato pandere uela sinu. et al.): cernat O: soluat Broekhuyzen 28a in quattuor el. diu. Jacob titulus de amica egrotante F L: ad iouem pro amica egrotante P 1 afflictae Burman 2 haec Gd.: iam N: tam F L P 33-34 post 2 transp. Passerat 33 poterit N P: poterat F L

Liber secundus · Libro secondo e per quale via dovrete affrontare la morte; e cercate, secondo l’invenzione dei Fenici, nel cielo sereno quale stella sia favorevole e quale avversa all’uomo! Sia che tu vada a far guerra ai Parti restando sulla terraferma, [o ai Britanni attraversando il mare, tu affronti sempre gl’invisibili rischi della terra e del mare, e rabbrividisci quando il tuo capo è esposto a un improvviso [conflitto, quando Marte fa scontrare le trepidanti schiere; paventi che le fiamme o i crolli danneggino le tue case, o che coppe piene di nero veleno passino sulle tue labbra. Soltanto l’innamorato sa quando morirà e di quale morte, e non teme né le folate del vento del nord né le armi. Anche se il traghettatore è assiso sulla sua barca fra le canne [dello Stige, e spiega le vele funeste della sua imbarcazione infernale, se soltanto la voce della sua donna che grida il suo nome [giungerà fino a lui sul vento e lo richiamerà alla vita, l’innamorato potrà tornare indietro, lungo un itinerario che [nessuna legge concede ai morti.

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28a Giove, abbi finalmente pietà della mia donna malata: sarà colpa tua, se questa bella donna morirà. Se la salvi, potrà perdonarti questo gesto perfino la tua sposa [Giunone: Anche Giunone s’intenerisce se una giovane donna muore. È infatti giunta la stagione in cui l’aria torrida ribolle, e la terra comincia ad avvampare sotto la canicola che [inaridisce.

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Elegie sed non tam ardoris culpa est neque crimina caeli, quam totiens sanctos non habuisse deos. [hoc perdit miseras, hoc perdidit ante puellas: quidquid iurarunt uentus et unda rapit.] an sibi collatam doluit Venus? illa peraeque semper formosis inuidiosa dea est. an contempta tibi Iunonis terga Pelasgae? Palladis aut oculos ausa notare bonos? semper, formosae, non nostis parcere uerbis: hoc tibi lingua nocens, hoc tibi forma dedit. sed tibi uersatae per multa pericula uitae extremo ueniat mollior aura die! Io uersa caput primos mugiuerat annos: est dea quae Nili flumina uacca bibit. Ino etiam prima uertex aetate uorauit: hanc tandem implorat nauita Leucothoen. Andromede monstris fuerat deuota marinis: haec tandem Persei nobilis uxor erat. Callisto Arcadios errauerat ursa per agros: haec nocturna suo sidere uela regit. quod si forte tibi properarint fata quietem, illa sepulturae fata beata tuae, narrabis Semelae quo sis formosa periclo, credet et illa, suo docta puella malo; et tibi Maeonias omnes heroidas inter

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7-8 del. Heimreich 8 iurarunt F L P: iurarem N 9 an Gd.: non N: num F L P 10 semper Markland: prae se O 11 terga Gd. (cf. Ouid. met. 10,592 [scil. Atalantae] terga…iactantur crines per eburnea): templa O 12 notare Gd. (cf. Hor. serm. 1,3,29 dignus…notari. Suet. Dom. 8,3 scripta… quibus primores uiri notabantur. et al.): negare O 12 an Gd.: aut O 15 uersatae Burman: uexatae O 16 ueniat Gd.: ueniet O aura Passerat: hora O 17 primos] fort. plures 18 est Gd.: nunc O 19 uertex Gd. (cf. Verg. Aen. 1,115 sqq. [scil. nauim] …ter fluctus ibidem/torquet agens circum et rapidus uorat aequore uertex): terris O uorauit Gd.: uagata est O (de errore in codd. ud. 2,20,31 uoretur Gd.: uagetur O) 20 haec N P: nec F L tandem Gd.: eadem O 21 deuota N: monstrata F L P 27 sis Canter: sit N: fit F L P 29 o. h. i. ~: i. h. o. O

Liber secundus · Libro secondo Ma non è tanto colpa del caldo o della malignità del cielo, quanto il non aver tenuto come sacrosanti gli dei. Questo ora e già prima manda in rovina le donne: i loro giuramenti, qualunque siano, li porta via il vento e [l’onda. O forse Venere si è adontata perché tu ti sei paragonata a lei? [Quella è una dea ugualmente gelosa di tutte le giovani spose belle. O hai disprezzato la schiena dell’Argiva Giunone? O hai osato denigrare i buoni occhi di Pallade? Voi belle donne non sapete mai misurare le parole. Questa malattia te la ha procurata una lingua maligna e la tua [stessa bellezza. Ma a te, sbalestrata fra molti pericoli di morte, possa giungere più dolce la brezza del giorno supremo. Io con il capo trasformato muggì nei suoi giovani anni: ora è una dea colei che nelle forme d’una vacca bevve le acque [del Nilo. Ino, anche lei in giovane età la inghiottì un gorgo: lei, con il nome di Leucotea, implora il marinaio in pericolo. Andromeda era stata offerta in sacrificio a mostri marini: lei alla fine era la nobile moglie di Perseo. Callisto con l’aspetto di un’orsa vagò per i campi dell’Arcadia: ora lei con la sua costellazione di notte guida le navi. E se mai il destino ti approssimerà l’ultimo riposo, un destino felice ti attende dopo la tua sepoltura, racconterai a Semele quali rischi corri tu essendo una bella [donna, e quella ti crederà, resa edotta dalla sua stessa disgrazia; e a te, in mezzo tutte le eroine cantate da Omero,

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Elegie primus erit nulla non tribuente locus. nunc, utcumque potes, fato gere saucia morem: et deus assidua uertitur ipse prece.

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28b 35 Deficiunt magico torti sub uerbere rhombi, et iacet exstincto laurus adusta foco; et iam Luna negat totiens descendere caelo, nigraque funestum concinit omen auis. una ratis fati nostros portabit amores caerula ad infernos uelificata lacus. 40 si non unius, quaeso, miserere duorum! uiuam, si uiuet; si cadet illa, cadam. pro quibus optatis sacro me carmine damno: scribam ego: ‘Per magnum est salua puella Iouem’; ante tuosque pedes illa ipsa operata sedebit, 45 narrabitque sedens longa pericla sua.

28c Haec tua, Persephone, maneat clementia, nec tu Persephonae coniunx, saeuior esse uelis. sunt apud infernos tot milia formosarum: pulchra sit in superis, si licet, una locis! uobiscum Antiope , uobiscum candida Tyro, uobiscum Europe nec proba Pasiphae,

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32 assidua…prece Gd. (cf. 1,8b,28 assiduas non tulit illa preces): et durus… dies O 28b 35 nouam el. incipit N uerbere Gd. (cf. Verg. Aen. 7,378 torto uolitans sub uerbere turbo): carmine N: imagine uel ym- F L P: turbine Heinsius 36 tacet Canter 38 concinit ~: condidit O 40 cerula N: garrula F L P 45 operata P: operta N F L: adoperta ~ 28c separauit Lachmann 47 haec N: hec L P: nec F 48 persephones ~, Volscus, Beroaldus 50 si licet N: L P: scl’et F 51 antiope ~, Puccius: est iope O: est iole ~ est add. Luck

Liber secundus · Libro secondo spetterà il primo posto, con il consenso di tutte. Ma ora, poiché sei malata, piegati al tuo destino: perfino il dio è spinto a mutare le sue intenzioni da preghiere [incessanti.

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28b I rombi, dopo essere stati fatti girare sotto le frustate, ora si [arrestano, e l’alloro giace bruciacchiato sul fuoco spento; e la Luna si rifiuta di venir giù da cielo ancora una volta, e il nero uccello canta un motivo funesto di cattivo augurio. Una sola barca fatale porterà noi due con il nostro amore, la barca che issa le scure vele sul lago infernale. Se non vuoi aver pietà di lei sola, ti prego, dio, abbi pietà [almeno di tutti e due! Se vivrà, vivrò anch’io; se cadrà lei, anch’io cadrò. Per questo voto m’impegno a un poema solenne; scriverò: ‘La mia donna è salva grazie al grande Giove’; e lei stessa dopo aver offerto il sacrificio dovuto, siederà ai tuoi [piedi, e stando così seduta racconterà i pericoli lungamente corsi.

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28c Duri la tua clemenza, Persefone, e tu, marito di Persefone, non voler essere più crudele. Vi sono negl’inferi molte migliaia di belle donne: se possibile, ve ne sia una, bella, nel mondo supero! Con voi è Antiope, con voi è la bianca Tiro, con voi è Europa e la infame Pasifae,

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Elegie et quot Creta tulit uetus et quot Achaia formas, et Sparte et Priami diruta regna senis: et quaecumque erat in numero Romana puella 55 occidit: has omnes ignis auarus habet. nec forma aeternum aut cuiquam est fortuna perennis: longius aut propius mors sua quemque manet. 28d Tu quoniam es, mea lux, magno dimissa periclo, munera Dianae debita redde tholo, redde etiam excubias diuae nunc, ante iuuencae; uotiuas noctes me sine solue decem!

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29a Hesterna, mea lux, cum potus nocte uagarer, nec me seruorum duceret ulla manus, obuia nescio quot pueri mihi turba minuta uenerat (hos uetuit me numerare timor); quorum alii faculas, alii retinere sagittas, pars etiam uisa est uincla parare mihi. sed nudi fuerant. quorum lasciuior unus: ‘Arripite hunc’, inquit, ‘iam bene nostis eum. hic erat, hunc mulier nobis irata locauit’: dixit, et in collo iam mihi nodus erat.

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* 53 Creta Rossberg (cf. Lucan. 3,185 Creta uetus. Iuuen. 14,270 antiquae…Cretae): troia O 54 Sparte Gd. (de Helena cogitat poeta): phoebi O: Thebae Scaliger 58 propius Fpc L P: proprius N Fac 28d separauit Jacob 59 dimissa ~: demissa O 60 tholo Heinsius: choros O: choro ~, Volscus 62 me sine Gd. (cf. 2,8,24 qua sine): et mihi O titulus ad cynthiam L2: 29a priori continuat F: in duas el. diuis. ~, Guyet ad cinthiam casum habitum. demum illam monet P 1 extrema Heinsius mea N Ppc: modo F L Pac Z 3 minuti Heinsius 4 Ppc Z: hoc N ac FLP 7 fuerunt ~, Heinsius 8 iam N: nam cet. post 10 distichon excidisse putat Butler

Liber secundus · Libro secondo e quant’altre bellezze generò la vetusta Creta, e quante ne [generò la Acaia e Sparta, e il regno del vecchio Priamo completamente [distrutto. e le donne Romane che erano nel numero delle belle sono tutte morte: il rapace rogo funebre le ha portate via. La bellezza non è un possesso eterno, nessuno può godere di [una fortuna perpetua: più da lontano o più da vicino, su ciascuno incombe la sua [morte.

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28d Tu, luce mia, poiché sei stata sciolta da un enorme pericolo, offri il dovuto tributo a Diana nella sua cappella, e offri anche in voto le veglie a colei che ora è una dea, ma un [tempo fu una giovenca, Io-Iside, adempi senza di me il voto delle dieci notti a lei sacre!

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29a La scorsa notte, luce mia, mentre vagavo ubriaco, e non mi faceva strada una scorta di schiavi, mi si fece incontro una piccola compagnia di non so quanti [fanciulli, (la paura mi impedì di contarli); Mi parve che alcuni di loro reggessero delle torce, altri delle [frecce, altri ancora mi preparassero delle catene. Ma erano nudi. Uno di loro, più impudente degli altri, disse ‘Arrestatelo, lo conoscete bene, infatti. Era lui l’uomo che quella donna furente ci ha consegnato’. Così parlò, e subito avevo già un cappio intorno al collo *

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Elegie hic alter iubet in medium propellere, at alter: ‘Intereat qui nos non putat esse deos! haec te non meritum seras exspectat in horas: at tu nescio quas quaeris, inepte, foris. quae cum Sidoniae nocturna ligamina mitrae soluerit atque oculos mouerit illa nigros, afflabunt tibi non Arabum de gramine odores, sed quos ipse suis fecit Amor manibus. parcite iam, fratres, iam certos spondet amores; et iam and mandatam uenimus ecce domum’. atque ita mi iniecto dixerunt rursus amictu: ‘I nunc et noctu disce manere domi’.

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29b Mane erat, et uolui si sola quiesceret illa uisere: at in lecto Cynthia sola fuit. obstupui: non illa mihi formosior umquam uisa, neque ostrina cum fuit in tunica, ibat et hinc castae narratum somnia Vestae, neu sibi neue mihi quae nocitura forent, * talis uisa mihi somno dimissa recenti. heu quantum per se candida forma ualet! ‘Quid tu matutinus’, ait, ‘speculator amicae? me similem uestris moribus esse putas? non ego tam facilis: sat erit mihi cognitus unus,

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11 et F Z 13 seras (uel multas) Gd.: totas O 14 foris uel foras Dousa p.: fores O 16 nigros Gd. (cf. 2,12,23 lumina nigra puellae): graues O 21  mi Canter: me O iniecto ~: in lecto O (inl- Z) dixerunt F: duxerunt N L P Z 22 noctu Heinsius: noctes O 29b separauerunt ~ 24 at N F P: aut L: et Z 25 mihi est P 26 tum ~, Volscus 27 hinc N F: huic L P Z narratum N: narrabat F L P Z (nara-) lac. ante 29 notauit Richardson (qui huc 2,2,9-12 transp.) 29 dimissa ~, Guyet: demissa O 31 quid ~: quod O

Liber secundus · Libro secondo Un altro ordina di spingermi in mezzo a loro, un altro ancora [grida: ‘Morte a chi non ci considera degli dei veri! Questa donna aspetta te, che non lo meriti, fino a ore tarde; ma tu, stupido, vai a cercare fuori casa non si sa bene quale [altra donna. Quando costei scioglierà i laccetti della sua cuffia da notte di [seta Fenicia e volgerà verso di te i suoi occhi neri, aleggeranno su di te non i semplici profumi delle spezie [Arabiche, ma i profumi che il dio Amore ha preparato lui stesso con le [tue mani. Fratelli, risparmiatelo ora! Ora promette un amore fedele alla [sua donna; ecco, siamo già arrivati alla casa che ci hanno indicato’. E dopo avermi rimesso addosso il mantello, dissero: ‘Adesso vai, e impara a rimanere a casa la notte’.

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29b Era mattina, e volli andare a vedere se lei riposava sola: Ebbene, Cinzia era sola nel letto. Restai ammirato: lei non mi era apparsa mai così bella, neanche quando indossava la tunica di porpora e andava da là a raccontare i suoi sogni a Vesta, che non dovessero recare danno a lei stessa o a me: tanto bella mi apparve appena sciolta dal sonno. Ah, quanto è potente il fascino di una bellezza candida! Mi disse: ‘Che fai tu qui, mattutina spia della tua amante? Credi forse che mi comporti come voi uomini? Io non sono così leggera: mi basterà conoscere un solo uomo,

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Elegie uel tu uel si quis uerior esse potest. apparent non ulla toro uestigia presso, signa uolutantes hic iacuisse duos. aspice ut in toto nullus mihi pectore surgat spiritus admisso motus adulterio’. dixit, et opposita propellens sauia dextra prosilit in laxa nixa pedem solea. sic ego tam sanctae custos eludor amicae: ex illo felix nox mihi nulla fuit.

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30a Quo fugis, a, demens? nulla est fuga: tu licet usque ad Tanain fugias, usque sequetur Amor. non si Pegaseo uecteris in aere dorso, nec tibi si Persei mouerit ala pedes; uel si te sectae rapiant talaribus aurae, nil tibi Mercurii proderit alta uia. instat semper Amor supra caput, instat amanti, et grauis ipse super liuida colla sedet, incubat ille acer custos et tollere numquam te patietur humo lumina capta semel.

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36 uolutantis L P: uoluntantis Fpc: uoluntatis N Fac: uoluptatis Z hic Jacobs: nec N L P Z: non F fort. concubuisse 37 pectore ~, Markland: corpore O 38 motus Marcilius: notus O fort. admissi testis adulterii (admissi…adulterii iam Markland. cf. Cic. Clu. 25 illam…fugam, sceleris et conscientiae testem. Curt. 7,1,16 linguae uiolentiam…scelesti animi indicem ac testem) 39 dextra ~: nostra O 40 laxa Fpc Ppc: saxa O 41 sanctae…amicae Gd.: sancti…amoris O custos ~: custode N L P Z: custodis F eludor Burman (cf. 2,21,13 sic a Dulichio iuuene est elusa Calypso. 4,1,140 eludet palmas una puella tuas): reludor N: rector F L P Z: deludor Otto (cf. 2,15,31 terra…deludet arantes. Ouid. am. 2,19,33 si qua uolet regnare diu deludat amantem) 42 nox ~: non O 30a priori continuant F L P Z titulus ad cynthiam ~ 8 liuida Gd. (cf. Ouid. am. 1,8,98 facta lasciuis liuida colla notis): libera O 9 incubat Gd. (cf. Mart. 12,53,3 sq. incubas…gazae/ut magnus draco): excubat O nusquam ~, Broekhuyzen

Liber secundus · Libro secondo o te o se c’è qualcuno più fedele di te. Nel letto non appare alcuna impronta di due corpi, i segni che qui hanno giaciuto insieme e vi si sono rigirati due [amanti. Guarda come da tutto il mio petto non si leva un respiro [affannoso, provocato da un adulterio appena consumato’. Così parlò, e respingendo con la mano i miei baci scese giù dal letto calzando i sandali sciolti. Così io, guardiano di una amante tanto casta, vengo beffato: da quel momento non c’è più stata per me una notte felice.

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30a Dove fuggi, ah folle? Non c’è via di scampo: tu puoi anche fuggire fino al fiume Tanai, il dio Amore ti seguirà sempre. Neanche se tu fossi trasportato attraverso l’aria sul dorso di [Pegaso, o se le ali di Perseo muovessero i tuoi piedi, o se ti portasse via a volo l’aria solcata da calzari alati, la via usuale al volo di Mercurio ti gioverebbe in alcuna [misura. Il dio Amore incalza sempre l’innamorato, gli sta sopra il capo, e lui stesso grava con il suo peso sul suo collo livido. Quel dio, custode zelante, sta sempre di guardia e non ti [lascerà mai sollevare da terra gli occhi, una volta che li ha fatti suoi [prigionieri.

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Elegie etiamsi pecces, deus exorabilis ille est, si modo praesentes uiderit esse preces. 30b Ista senes licet accusent conubia duri: nos modo propositum, uita, teramus iter. illorum antiquis onerentur uocibus aures: hic locus est in quo, tibia docta, sones, quae non iure uado Maeandri iacta natasti, turpia cum faceret Palladis ora tumor. [non tamen immerito! Phrygias iuuat ire per undas et petere Hyrcani litora uasta maris, spargere et alterna communes caede Penates et ferre ad patrios praemia dira Lares!] una contentum pudeat me uiuere amica? hoc si crimen erit, crimen Amoris erit: quod si nemo exstat, qui uicerit Alitis arma, communis culpae cur reus unus agor? mi nemo obiciat. liceat mihi, Cynthia, tecum rorida muscosis antra subire iugis.

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11 pecces] fort. saeuus: de ellipsi uerbi cf. Sen. contr, 9,5(28),15 homo rarissimi etiamsi non emendatissimi ingeni. Sen. epist. 103,1 rariores sunt casus, etiamsi graues. cf. Verg. ecl. 8,47 et [Tibull.] 3,4,65 et Ouid. am. 1,6,34. rem. 530 saeuus Amor. Ouid. am. 1,1,5 saeue puer. Apul. met. 2,16 saeui Cupidinis. Aegr. Perd. 2 saeue Cupido 30b separau. Lachmann post 12 lacunam notauit Baehrens 13 conubia Baehrens: conuiuia O 15 onerentur Ppc ~: onerantur O uocibus Gd. (cf. Plaut. Mil. 751 quin tu istanc orationem hinc ueterem atque antiquam amoues?): legibus O 16 sones N PpcZpc: senes Fpc L Pac Zac: senet Fac 17 maeandri Npc ~: menandri cet. 18 Pallados Heyworth: palladis N Ppc: pallidus cet. 19-22 del. multi 19 non N: nunc N2mg., F L P Z: num Scaliger tamen N: tu L P: om. F Z immerito N: dura paras cet. iuuat Gd.: nunc O 20 uasta Gd.: nota O: muta Postgate 21 spargere et N: spargereque cet. 31-32 post 24 traiecit Peiper 25 liceat ~: libeat O mihi Gd.: tibi O tecum ~, Liuineius: mecum O 26 subire ~, Burman: pc ac tenere N F P Z: detenere N : tedere L

Liber secundus · Libro secondo

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Anche se tu peccassi, egli è un dio che ascolta le preghiere, purché veda che tali preghiere vengono dal cuore. 30b Lascia pure che i vecchi troppo severi accusino questa nostra [relazione: noi due, vita mia, proseguiamo per la strada intrapresa. Le loro orecchie siano pure appesantite da frasi antiquate: questo è il posto adatto perché tu, dotta tibia, risuoni, tu che immeritatamente galleggiasti nel fiume Meandro, [dopo esservi stata gettata dalla dea, quando il gonfiore delle gote imbruttì il volto di Pallade. [Non senza ragione piace andare sulle onde Frigie e dirigersi verso i desolati lidi del mare Ircano, e macchiare i comuni penati con il sangue dell’uno e [dell’altro alternatamente, e riportare nelle patrie dimore protette dai Lari un maledetto [bottino!] Dovrei vergognarmi di vivere soddisfatto di una sola amante? Se questo è un delitto, è un delitto dovuto al dio Amore: E se non c’è nessuno che abbia potuto vincere le armi del dio [alato perché solo io vengo accusato di una colpa che è comune a [tutti? Nessuno la rinfacci a me. Mi auguro di potere, Cinzia, insieme [con te inoltrarmi nei rugiadosi antri sui gioghi muschiosi di una [montagna.

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Elegie illis aspicies scopulis haerere Sorores et canere antiqui dulcia furta Iouis: ut Semelam est complexus, ut est deperditus Io, denique ut ad Troiae tecta uolauit auis. quod si nemo exstat, qui uicerit Alitis arma, communis culpae cur reus unus agor? nec tu Virginibus reuerentia moueris ora; hic quoque non nescit quid sit amare chorus: sic tandem Oeagro Clio compressa feroci Bistonis olim rupibus accubuit. hic ubi me prima statuent in parte choreae, et medius docta cuspide Bacchus erit, tum capiti sacros patiar pendere corymbos: nam sine te nostrum non ualet ingenium.

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31 Quaeris cur ueniam tibi tardior: aurea Phoebi porticus a magno Caesare aperta fuit. totum erat in spatium Poenis digesta columnis, inter quas Danai femina turba senis. tum medium claro surgebat marmore templum, uel patria Phoebo carius Ortygia.

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27 illis Heinsius: illic O 29 Semelam…complexus Gd. (cf. Plaut. Amph. 132 cubat complexus cuius cupiens maxime est. Pseud. 1259 amans complexust amantem. Mart. 11,23,7 complectar…meam…amicam. Apul. 2,10,2 artius eam complexus coepi sauiari): semela…combustus O 30 uolauit Gd. (cf. u. 29 est…est…): uolarit Npc P: uolari N: uolaret F P Z: uolares L 35 sic tandem Gd.: si tamen O (set N) Oeagro Burman sen.: oeagri O Clio Gd.: quaedam O feroci Gd. (cf. Catull. 64,73 ferox…Theseus): figura O 37 te Guyet 39 capiti N: campi F L P Z 31 priori el. continuant F L P Z titulus ad cynthiam ~ ordinem uersuum ita restitui 1 tardior? dist. N 2eN 3 totum Gd.: tanta O: tantam ed. Aldina: tota ~, Scaliger spatium Heinsius: speciem O poenis Z mg., ~: penis N P: om. F Z columnis ~: columbis O 10 uel Bergk: et O carius N P1mg.: clarior F L P Z (sed ud. u.9 claro)

Liber secundus · Libro secondo Vedrai le Sorelle Muse sedute su quelle rocce cantare i dolci adulterii di Giove nei tempi antichi: come abbracciò Semele, come si consumò d’amore per Io, infine come volò in forma d’aquila alle case di Troia. E se non c’è nessuno che abbia potuto vincere le armi del dio [alato Amore, perché solo io vengo accusato di una colpa che è comune a [tutti? Tu non muovere il volto intimidito verso le Vergini Muse; anche questa compagnia non ignora che cosa è l’amore: così alla fine Clio, posseduta dal fiero Eagro, si giacque con lui sulle rupi Tracie, un tempo. Quando si porranno nella prima fila del coro danzante delle [Muse, qui, e vi sarà in mezzo Bacco con il magistrale suo tirso, allora lascerò pendere sulla mia fronte i sacri corimbi: ma perché senza di te il mio ingegno non ha forza.

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31 Mi chiedi perché vengo da te in ritardo: è stato aperto dal [grande Cesare l’aureo portico di Febo. Esso era scandito, in tutta la sua lunghezza, da colonne di [marmo Africano, in mezzo alle quali stavano effigiate le molte figlie di Danao. Poi nel mezzo sorgeva il tempio di Febo, in luccicante marmo [bianco, un tempio più caro al dio della natia Ortigia.

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Elegie hic fidicen Phoebo uisus mihi pulchrior ipso marmoreus tacita carmen hiare lyra. atque aram circum steterant armenta Myronis, quattuor artifices, uiuida signa, boues. aeque Solis erant supra fastigia currus, et ualuae, Libyci nobile dentis opus: altera deiectos Parnasi uertice Gallos, altera maerebat funera Tantalidos. deinde inter matrem deus ipse interque sororem Pythius in longa carmina ueste sonat.

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32 Qui uidet, is peccat: qui te non uiderit ergo, non cupiet: facti lumina crimen habent. nunc quid Praenesti dubias, o Cynthia, sortes,: quid petis Aeaei moenia Telegoni? cur tua te Herculeum deportant esseda Tibur? Appia cur ducit te uia Lanuuium? hoc utinam spatiere loco, quodcumque uacabis, Cynthia! sed tibi me credere turba uetat, cum uidet accensis deuotam currere taedis in nemus et Triuiae lumina ferre deae. scilicet umbrosis sordet Pompeia columnis porticus, aulaeis nobilis Attalicis,

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5 fidicen Huschke: equidem O phoebo O: phoebus ~ 7 steterunt F 8 artifices Broekhuyzen: artificis O 11 aeque Gd.: et quo O: in quo ~: e quo ~, Richmond erant ~: erat O post 16 lacunam indic. Puccius 1 non te F Z 2 lumina crimen Z ~: 32 separau. ~, priori cont. O crimina lumen O habet P Z 3 nunc Gd.: nam O 5 cur tua te Baehrens: curua te N: cur uatem cet. deportantes sed abitur N 6 ducit Gd. (cf. Verg. ecl. 9,1 an, quo uia ducit, in urbem? et al.): totiens O Lanuuium Jortin: dicit anum N: ducit anum F L P 7 spatiare P Z (-ci-) sed] nam ~, Lachmann 8 tibi me Ppc time N: timeo F L Pac 9 cur ~, Waardenburgh

Liber secundus · Libro secondo Qui, in un rilievo marmoreo, un suonatore di lira più bello [dello stesso Febo mi sembrò aprire la bocca nel canto con il tacito [accompagnamento della lira. E intorno all’altare vi era la scultura dovuta a Mirone di [quattro buoi, un’opera d’arte, che sembravano vivi. Ugualmente, vi erano il carro del Sole in alto sul frontone, e in basso i due battenti della porta, ottima fattura di avorio [Libico; uno offriva una mesta descrizione dei Galli respinti giù dalla [cima del monte Parnaso, l’altro delle morti dei figli di Niobe, la Tantalide. Poi, lo stesso dio Pitico, fra la madre e la sorella, nel suo lungo mantello suona le sue musiche.

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32 Se un uomo ti vede, vuole peccare con te; se non ti vede [dunque, non spasimerà per te; la colpa di tutto è degli occhi. E allora perché, Cinzia, vai a cercare i misteriosi responsi [dell’oracolo a Preneste, o le mura di Telegono di Eea a Tuscolo? Perché il tuo carretto da viaggio ti porta a Tivoli, con il suo [tempio di Ercole? Perché la via Appia ti porta a Lanuvio? Oh se tu potessi, Cinzia, passeggiare qui per Roma, per tutto [il tuo tempo libero! Ma m’impedisce di crederti la folla che ti vede correre con le [torce accese in devozione religiosa al bosco di Ariccia e portare luci alla dea trivia, Diana, a Nemi. Ovviamente, non ti accontenti del portico di Pompeo a Roma, [con le sue colonne che danno ombra, abbellito da tendaggi ricamati degni di Attalo,

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Elegie et platanis creber pariter surgentibus ordo, flumina sopito quaeque Marone cadunt, et leuiter lymphis toto crepitantibus orbe cum subito Triton ore refundit aquam. falleris, ista tui furtum uia monstrat amoris: non urbem, demens, pectora nostra fugis! nil agis, insidias in me componis inanes, tendis iners docto retia nota mihi. sed de me minus est: famae iactura pudicae tanta tibi miserae, quanta meretur, erit. nuper enim de te nostras manauit ad aures rumor, et in tota non bonus urbe fuit. sed tu non debes inimicae credere linguae: semper formosis fabula poena fuit. non tua deprenso damnata est fama ueneno: testis eris puras, Phoebe, uidere manus. sin autem longo nox una aut altera lusu consumpta est, non me crimina parua mouent. Tyndaris externo patriam mutauit amore, et sine iactura tuta reducta domum est. ipsa Venus fertur correpta libidine Martis; nec minus in caelo semper honesta fuit,

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13 plat. creb. pariter N: creb. plat. pariter Fac (pariterque Fpc) L P Z surgentibus ~: urgentibus O: uergentibus Palmer 15 lymphis ~: nymphis O toto…orbe Heinsius: tota…urbe O 16 quam Housman: qua Butler refundit Heinsius: recondit O: recludit ~, Baehrens 18 pectora Gd.: lumina O (de confusione nominum dactylicorum ud. Sen. Herc. 219 lumine S: pectore A) 21 fama N pudicitiae N 22 meretur N: mereris cet. 23 nostras F Ppc: nostra N L Pac Z manauit Gd. (cf. Cic. Phil. 14,15 tristis a Mutina fama manaret. Hor. serm. 2,6,50 frigidus a rostris…manat rumor. Liu. 2,49,1 manat tota urba rumor): me ledit O (-et Z) 25 credere O: cedere Wakker 30 crimina Npc L P Z: scrinia Nac: carmina F 32 iactura Baehrens: decreto O tuta Gd. (cf. Ouid. trist. 2,366 tuta tamen Sappho…fuit): uiua O 33 fertur N: quamuis cet. martis N F: uixit L P Z

Liber secundus · Libro secondo né del viale folto di platani che si elevano alla stessa altezza, o dei getti d’acqua che sgorgano dalla statua di Marone [dormiente, o delle acque che lievemente crepitano tutt’intorno, quando il Tritone ad un tratto riversa un flusso d’acqua dalla [bocca. Ti sbagli, questi tuoi viaggi denunciano i tuoi tradimenti: tu, folle, non vuoi andare lontano da Roma, ma dal mio [cuore! I tuoi sforzi sono inutili, escogiti vani tranelli a mio danno, stendi per me, che sono un esperto in questo campo, reti e [me ben note, tu incapace. Ma il danno che io ne trarrò m’importa di meno: la perdita di [una buona fama di donna fedele peserà su di te, sventurata, in misura pari alla tua colpa. Ultimamente, una diceria sul tuo conto proprio non buona ha [raggiunto i miei orecchi e si è diffusa per tutta la città di Roma. Ma tu non devi dare credito ad una lingua ostile: le chiacchiere malevole sono da sempre il prezzo che le belle [donne devono pagare. Il tuo buon nome non è stato macchiato da un reato flagrante [di avvelenamento: Febo Sole, sarai tu testimone che le sue mani da te illuminate [sono pure. E se poi una o due notti sono state da te consumate con un [altro uomo in un prolungato gioco erotico, io non sono uno che si lascia [turbare da piccoli delitti. La figlia di Tindaro prima abbandonò la sua patria per una [seconda patria in seguito ad un amore straniero, eppure alla fine fu ricondotta a casa senza subire danno né [punizione. Venere stessa si narra che venisse sedotta dal desiderio per il [dio Marte, e nondimeno continuò ad abitare in cielo onorata:

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Elegie quamuis fama Phrygem pastorem dicat amasse atque inter pecudes accubuisse deam; hoc et Hamadryadum spectauit turba sororum Silenique senes et pater ipse chori; cum quibus Idaeo legisti poma sub antro, supposita excipiens, Nai, caduca manu. an quisquam in tanto stuprorum examine quaerit ‘Cur haec tam diues? quis dedit? unde dedit?’ o nimium nostro felicem tempore Romam, si contra mores una puella facit! haec eadem ante illam iam impune et Lesbia fecit: quae sequitur certe est inuidiosa minus. qui quaerit Tatios ueteres durasque Sabinas, hic posuit nostra nuper in urbe pedem. tu prius et fluctus poteris siccare marinos, altaque mortali deripere astra manu, quam facere ut nostrae nolint peccare puellae: hic mos Saturno regna tenente fuit; at cum Deucalionis aquae fluxere per orbem, et post antiqui Deucalionis aquas, femina quae potuit lectum seruare pudicum, quae dea cum solo uiuere sola deo? uxorem quondam magni Minois, ut aiunt, corrupit torui candida forma bouis; nec minus aerato Danae circumdata muro

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35 fama Gd. (cf. 2,23,7 quos dicit fama labores. 2,18,37 narranti…famae. Ouid. her. 21,53 neue nihil credas in te quoque dicere famam. Apul. met. 8,1 id…sic erat et fama dicebat. Vell. 2,93,2 ut fama loquitur. [Sen.] HO 206 uolucrem…Iolen fama loquetur. Mart. spect. 1,8 fama loquetur opus. Flor. epit. 4,10,7 uos uictores fama loquetur): ida O Phrygem Schrader: parim O 37 et ~: etiam O 38 senes ~: senis O 40 Nai caduca Scaliger: nai(y)ca dona O 45 iam ~: om. O 47 quae P durasque Sabinas Dousa: durosque…sabinos O 48 haec L P: hac ~ 50 deripere Burman: deligere O 51 nolint Fpc Z: noluit N L: uoluit Fac 52 hic N: his Fac L Z: is Fpc 53 at Beroaldus: et O 54 antiqui Markland: antiquas O 55 femina quae Gd. (ud. u. 56 quae dea): dic mihi quis O

Liber secundus · Libro secondo per quanto la fama dica che lei, una dea, amò il Frigio pastore [Anchise, e si giacque con lui vicino a greggi di pecore; fu spettatrice di ciò la turba delle sorelle Amadriadi e i vecchi Sileni e il padre stesso di quel coro, Sileno, insieme con i quali tu, Naiade, cogliesti le mele nella valle [dell’Ida ricevendole nelle tue mani aperte via via che cadevano. In una simile folla di adulterii c’è forse qualcuno che si [domanda: ‘Come mai costei è tanto ricca? chi l’ha arricchita? e per [quali meriti? O Roma, fin troppo felice per i nostri tempi, se una sola donna contravviene alle regole della morale! Tutto questo prima di te lo ha già fatto impunemente Lesbia: quella che viene dopo quanto meno merita minore [condanna. Chi cerca i Tazi antichi e le rigide Sabine oggi a Roma ha messo piede nella nostra città soltanto da poco. Tu, moralista qualunque, sarai capace di asciugare le onde del [mare e di strappare via gli astri celesti con una mano mortale, prima che tu possa fare in modo che le nostre donne rinuncino a [peccare: tale era il costume sotto il regno di Saturno. Ma quando il diluvio di Deucalione sommerse il mondo e dopo il diluvio dell’antico Deucalione, quale donna poté conservare intatto il suo letto matrimoniale, quale dea poté vivere sola insieme con un solo dio? La moglie del grande Minosse, a quanto dicono, un tempo fu sedotta dall’aspetto candido di un toro dallo sguardo bieco: e non diversamente Danae, benché circondata da un muro di [bronzo,

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Elegie non potuit magno casta negare Ioui. quod si tu Graias es tuque imitata Latinas, semper uiue meo libera iudicio!

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33a Tristia iam redeunt iterum sollemnia nobis: Cynthia iam noctes est operata decem. atque utinam pereant, Nilo quae sacra tepente misit matronis Inachis Ausoniis! quae dea tam cupidos totiens diuisit amantes, quaecumque illa fuit, semper amara fuit. tu certe Iouis occultis in amoribus, Io, sensisti multas quid sit inire uias, cum te iussit habere puellam cornua Iuno et pecoris duro fundere uerba sono. a quotiens quernis clausisti glandibus ora, mandisti et stabulis arbuta pasta tuis! an, quoniam agrestem detraxit ab ore figuram Iuppiter, idcirco facta superba dea es? an tibi non satis est fuscis Aegyptus alumnis? cur tibi tam longa Roma petita uia? quidue tibi prodest uiduas dormire puellas? sed tibi, crede mihi, cornua rursus erunt, aut nos e nostra te, saeua, fugabimus urbe:

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61 es tuque Baehrens: tuque es O 33a nouam el. indic. N (inc. man. mg.), continuat N titulus de cynthia L Z: ad cinthiam F: queritur de secubitu Cinthie propter solemnia io et in eam inuehit et in linceum Cinthiam solicitantem et ipsum ortatur ad modos liricos et aliquas refert famam habere dilectas a poetis P 2 nouem ~ 3 pereant N P: pereat cet., Volscus, Beroaldus 8 obire Francius 9 cornua cum iuno te iussit habere puellam P 10 fundere Gd.: perdere O 11 clausisti Gd. (cf. 3,7,56 cum moribunda niger clauderet ora liquor): laesisti O glandibus Gd. (cf. Verg. georg. 1,305 quernas glandes. Tibull. 2,1,38 querna…glande. Ouid. fast. 1,676 querna…glans): frondibus O 12 mandisti Palmer: mansisti O et ~, Heinsius: om. O arbuta Palmer: abdita pc O 16 uia est P Z 19 fugabimus N F P Z: fugauimus Fac L

Liber secundus · Libro secondo non poté negarsi, restando integra, al grande Giove. E se poi tu, Cinzia, hai seguito l’esempio delle donne Greche [e delle donne Latine, se spetta a me emettere un giudizio, vivi per sempre in [libertà.

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33a Già un’altra volta mi ritornano le tetre solennità di Iside: già per dieci notti Cinzia ha prestato culto alla dea. Ma potessero andare in malora i riti che la figlia di Inaco ha mandato dal caldo Nilo alle mogli Italiche! Una dea, che ha diviso tante volte gl’innamorati pieni di [desiderio, qualunque sia stata, è stata comunque una dea amara. Almeno, tu, Io, nel tuo segreto amore con Giove hai provato cosa vuol dire dover errare per molte strade, quando Giunone fece in modo che tu, una donna, avessi le [corna e emettessi parole con il rauco suono di una giovenca. Ah, quante volte chiudesti la tua bocca, piena di glande di [quercia, e ruminasti nella tua stalla il corbezzolo di cui ti nutrivi! O forse, poiché Giove ha tolto alle tue fattezze l’aspetto [ferino, per questo stesso sei diventata una dea superba? O forse non ti basta l’Egitto con le sue scure figlie? Perché mai hai fatto un così lungo viaggio fino a Roma? O che ti giova che le giovani donne dormano sole? Ma, credimi, o ti spunteranno di nuovo le corna, o noi ti scacceremo, crudele dea, dalla nostra città:

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Elegie cum Tiberi Nilo gratia nulla fuit. at tu, quae nostro nimum placata dolore es, noctibus his uacui ter faciamus iter.

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33b Non audis et uerba sinis me fundere, cum iam flectant Icarii sidera tarda boues. lenta bibis: mediae nequeunt te frangere noctes. an nondum est talos mittere lassa manus? a! pereat quicumque meracas repperit uuas corrupitque bonas nectare primus aquas! Icare, Cecropiis merito iugulate colonis, pampineus nosti quam sit amarus odor! tuque o Eurytion uino Centaure peristi, nec non Ismario tu, Polypheme, mero. uino forma perit, uino corrumpitur aetas, uino saepe suum nescit amica uirum. me miserum, ut multo nihil est mutata Lyaeo! iam bibe; formosa es: nil tibi uina nocent. cum tua praependent demissae in pocula sertae, et mea deducta carmina uoce legis, largius effuso madeat tibi mensa Falerno, spumet et aurato mollius in calice. nulla tamen lecto recipit se sola libenter: est quiddam, quod uos quaerere cogat Amor. semper in absentes felicior aestus amantes: eleuat assiduos copia longa uiros.

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21 pacata ~, Markland 33b separauit Hertzberg 23 me ~, Heinsius: mea O fundere Watt (cf. Ter. Ad. 769 tu uerba fundis. et al): ludere O 26 at Volscus, Beroaldus es F fort. es…manu 27 repperit F Z: reperit N L P 31 tuque o N: tu quoque L P Z: tu F 35 nihil] non ~ es F 37 praependent N F Ppc, Charisius: perpendent L Pac Z demissae…sertae N, Charisius: demissa…serta cet. 38 legit F 39 madeat N: madent L: madet F P Z 41-42 post 44 transp. Barber 42 uos N: nos F L P Z

Liber secundus · Libro secondo fra Tevere e Nilo non vi è mai stata armonia. Ma Cinzia, che a prezzo del mio dolore hai placato la dea, noi due, in queste notti, senza occuparci d’altro, ora [compiamo l’itinerario dell’amore per tre volte!

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33b Non ascolti e mi lasci dire tante parole, mentre già i buoi Attici girano verso il tramonto le lente stelle. Tu bevi indifferente: le notti giunte ormai a metà non ti [fiaccano? la tua mano non si è ancora stancata di gettare i dadi? Ah! vada alla malora chiunque ha scoperto le uve schiette e ha corrotto per primo la sana acqua con il vino! Icaro, sgozzato dai contadini Ateniesi per un ottimo motivo, hai provato quanto sia amaro l’odore dei pampini! E tu, centauro Euritione, per colpa del vino finisti ucciso, e anche tu, Polifemo, per il vino puro dell’Ismaro. Per colpa del vino la bellezza svanisce, per colpa del vino la [giovinezza viene guastata, per colpa del vino spesso la donna non riconosce il suo [amante. Me infelice, lei invece, pur dopo abbondanti bevute, non è [cambiata in niente! Dunque bevi ancora: sei bella, il vino non ti nuoce per nulla. Quando le ghirlande ti scendono fin nelle tue coppe, e leggi le mie poesie con voce sommessa, la tavola bassa della cena ti trasudi Falerno pronto a essere [versato in ancor più larga quantità, e spumeggi ancor più dolcemente nel dorato calice. Tuttavia, nessuna donna si ritira volentieri nel suo letto sola: c’è in voi qualcosa, che il dio Amore vi spinge a cercare. Ma la passione è sempre più forte verso gl’innamorati lontani: una assidua vicinanza toglie attrattiva agli uomini troppo [presenti.

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Elegie 34a An quisquam facili dominam iam credat amico? sic erepta mihi paene puella mea est. expertus dico: nemo est in amore fidelis, formosam raro non sibi quisque petit. pollut ille deus cognatos, soluit amicos, et bene concordes tristia ad arma uocat. hospes in exitium Menelao uenit adulter Colchis et Argiuum nempe secuta uirum est. Lynceu, tune meam potuisti, perfide, curam tangere? nonne tuae tum cecidere manus? quid si non constans illa et tam certa fuisset? possesne in tanto uiuere flagitio? tu mihi uel ferro pectus uel perde ueneno: a domina tantum te modo tolle mea. te socium uitae, te funeris esse licebit, te dominum admitto rebus, amice, meis; lecto te solum, lecto te deprecor uno: riualem possum non ego ferre Iouem. ipse meas solus, quod nil est, aemulor umbras, stultus et in nullo saepe timore tremo. una tamen causa est, qua crimina tanta remitto,

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34a nouam el. inc. ~: priori cont. O 1 an Gd. (cf. Cic. Mil. 8 an est quisquam qui hoc ignoret?): cur O facili dominam Gd.: faciem dominae O iam N: non F L P Z credat N: credit F L P Z amico ~, Puccius: amori O 4 formosam N P (-osam in ras.): et formam F Z: formaui L (ut uid.) 7 exitium Gd. (cf. Tibull. 1,5,48 uenit in exitium callida lena meum): hospitium O 8 Argiuum Gd. (cf. Catull. 64,4 [de Argonautis] Argiuae robora pubis): ignotum O nempe Housman: nonne O 9-10 perfide…tangere N: tangere…perfide F L P Z 12 possesne Heinsius: posses N: posses et L P Z: posset et F 15 funeris (i.q. mortis) Gd. (cf. uitae): corporis O 19 nil N F Z: uille L: uile P 20 et in nullo Heinsius: quod stulto O 21 qua F L P Z: cur N (tanta remitto crimina causa est): cui Heinsius

Liber secundus · Libro secondo

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34a O forse d’ora in poi qualcuno potrebbe ancora affidare la sua [padrona ad un amico compiacente? Così per poco non mi è stata portata via la mia donna. Parlo per esperienza: nessuno è fedele quando si tratta di [amore, è raro che ognuno non voglia per sé una donna bella. Quel dio, Amore, inquina i parenti, divide gli amici, e spinge ad aspra guerra quanti erano felicemente concordi. L’adultero Paride venne da Menelao per la rovina di questo [come ospite straniero e la donna della Colchide, Medea, seguì un uomo Greco, [ovviamente, uno straniero. Linceo, e tu, traditore, sei stato capace di mettere le mani [addosso alla mia donna? E allora non ti sono cascate le mani? E se per caso lei non fosse stata così costante e fedele? Avresti potuto vivere in un simile disonore? Tu puoi uccidere il mio cuore con la spada o con il veleno: soltanto, stai lontano dalla mia padrona. Tu potrai essermi compagno nella vita e nella morte, ti faccio signore delle mie ricchezze, amico mio; ma solamente ti scongiuro di star lontano dal mio letto: non potrei tollerare nemmeno Giove come rivale in amore. Quando sono da solo, provo gelosia perfino della mia ombra, e spesso, stupido che non sono altro, tremo anche se non c’è [nulla di cui aver paura. C’è tuttavia un solo motivo, per cui ti perdono un simile [delitto,

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Elegie feruebant multo quod tua membra mero. sed numquam frontis fallet me ruga seuerae: omnes iam norint quam sit amare bonum. 34b Lynceus ipse meus saeuos insanit amores: tandem te nostros laetor adire deos. quid tua Socraticis tibi nunc sapientia libris proderit aut rerum dicere posse uias? aut quid Erecthei tibi prosunt carmina uatis? nil iuuat in magno uester amore senex. tu potius teneri Musas imitare Philitae et non inflati somnia Callimachi. nam cursus licet Aetoli referas Acheloi, fluxerit ut magnus factus ab imbre liquor, atque etiam ut Phrygio flexus Maeandria campo errat et ipsa suas decipit unda uias,

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22 feruebant Gd. (cf. Iuuen. 5,49 si stomachus…feruet uinoque ciboque.): errabant O membra Rossberg (cf. Tibull. 1,4,70 secet ad Phrygios uilia membra modos. Ouid. am. 3,7,65 nostra…iacuere uelut praemortua membra. et al.): uerba O 23 fallet me N Vo: me fallet cet. frontis Gd. (cf. Plaut. Epid. 609 quod illi caperrat frons seueritudine. Mil. 201 seuero fronte curans, cogitans. Ouid. trist. 2,241 sq. frontis non esse seuerae/scripta. et al.): uitae O 24 norint Gd.: norunt O 34b separauit Barth 25 fort. ecce saeuos Gd. (cf. Enn. scen. 103 = 216 Joc. Medea animo aegro amore saeuo saucia): seros N: sacros F L P Z 26 tandem Gd.: solum O 29 erec(h)th(a)ei ~ (i. e. Atheniensis, nam et Aristarchus et Dionysius Thrax Homerum Atheniensem fuisse putabant; cf. Vitas Homeri II [p. 244,13 Allen]. IV [p. 245,7 sq.Allen]. V [p. 247, 1 sqq. Allen]): erecthi N: crethei(-y) F L P Z uatis ~ (?), Gd.: lecta O: lecti ~ 31 potius Schrader: satius O teneri van Eldik (qui lusus): memorem N Ppc: musis F L Pac Z Musas Gd. (cf. Ouid. ars 3, 330 sq. sit tibi Callimachi, sit Coi nota poetae/…Musa): musis N Ppc: memorem F L Pac Z imitare Gulielmius: imitere O Philitae Struchtmeyer: philitam O 32 inflati somnia ~: inflatis omnia O somnia] carmina Koppiers 33 cursus ~: rursus O 34 magnus Gd.: magno O ab imbre Gd.: amore O: ab ore Camps 35 flexus Gd.: fallax O

Liber secundus · Libro secondo

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ed è perché le tue membra erano calde a causa del troppo [vino. Ma non mi ingannerà mai la ruga di una fronte severa: a questo punto, tutti sappiano che piacere si trae dall’amore di [una donna. 34b Anche il mio caro Linceo impazzisce per un crudele amore! Finalmente, sono contento che tu ti accosti ai miei dei. E ora che ti gioverà la saggezza desunta dai libri Socratici o la capacità di descrivere le leggi della natura? O a che cosa ti serve la poesia epica del vate Ateniese, Omero? Quel vostro anziano maestro non può aiutare per nulla in [amore. Tu piuttosto imita la Musa del tenero Filita, e il sogno di Callimaco, poeta non turgido. Puoi pure cantare il corso dell’Acheloo, il fiume dell’Etolia, come defluirono le sue acque ingrossate dalla pioggia, e anche come il Meandro scorre sinuoso per la pianura Frigia e la sua onda nasconde il proprio corso,

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Elegie qualis et Adrasti fuerit uocalis Arion, tristia ad Archemori funera uictor equus; [non] Amphiaraeae prosunt [tibi] fata quadrigae aut Capanei magno grata ruina Ioui. desine et Aeschyleo componere uerba coturno, desine, et ad molles membra resolue modos. incipe iam angusto uersus incudere torno, inque tuos ignes, dure poeta, ueni. tu non Antimacho, non tutior ibis Homero: despicit et magnos recta puella uiros. harum nulla solet rationem quaerere mundi, nec cur atratis Luna laboret equis, nec si per Stygias aliquid uectabitur undas, nec si consulto fulmina missa tonent. sed non ante graui taurus succumbit aratro, cornua quam ualidis haeserit in laqueis, nec tu tam duros per te patieris amores: trux tamen a nobis ante domandus eris. aspice me, cui parua domi fortuna relicta est nullus et antiquo Marte triumphus aui, ut regnem mixtas inter conuiua puellas hoc ego, quo tibi nunc eleuor, ingenio! me iuuet hesternis positum languere corollis, quem tetigit iactu certus ad ossa deus;

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37 arion ~: orion O 38 tristia Heinsius: tristis O equus ~: equos O 39 amphiaraeae (non om.) ~ nil prosunt Ast (nil prosint ~): prosint (-sunt F) tibi O 40 magno om. F L P Z 42 modos Gd. (cf. Pers. 1,63 sq.carmina…molli/…numero fluere. Quint.9.4,78 mollissimo rhythmorum genere. et al.): choros O 43 incudere Dilthey: includere N L P: componere F Z 46 uiros Gd.: deos O 47-50 post 54 transp. Müller 52 atratis Gd. (cf. 3,5,34 solis et atratis luxerit orbis equis. Varr. Men. 231 Bü. eclispis quando fit, cur luna laboret? Verg. georg. 2,478 lunae…labores. Ouid. met. 7,207. Lucan. 6,505): fraternis O 53 per Lucarini: post O uectabitur Gd. (cf. Verg.en. 6,391 corpora uiua nefas Stygia uectare carina. et al.): restabit O: restabimus Wassebergh undas ~: erum(p)as F L P Z: om. N 47 graui ~: grauis O 48 laqueis N: lacrimis F L Pac Z 49 iam N 55 est om. F L Z 59 nouam el. incipit Jacob 59 iuuat P ac pc hesternis ~: externis N: ecternis F : eternis F L P: eternum Z

Liber secundus · Libro secondo e come Arione, il cavallo parlante di Adrasto, vinse ai giochi funebri in memoria di Archemoro; non ti potrebbe giovare comporre poemi sul destino della [quadriga di Anfiarao o la rovina di Capaneo, di cui il grande Giove si compiacque. E smetti di comporre versi adatti al coturno tragico di un [Eschilo, smettila, e distendi le tue membra al suono di languide [melodie. Ormai comincia a coniare i tuoi versi su un piccolo tornio, e tu, che eri duro poeta di carmi eroici, accostati ora ai tuoi [amori vissuti. Tu non trarrai sicurezza in amore dal tuo Antimaco e dal tuo [Omero: una donna bella e diritta non si fa impressionare dai grandi [uomini. Nessuna di queste donna si dedica allo studio dell’ordine [cosmico, o perché la Luna si eclissa con i suoi cavalli anneriti, o se qualcosa di vivo verrà traghettato attraverso le onde [Stigie, o se i fulmini rimbombano e sono spediti da una forza [cosciente. Ma il toro non si sottopone al pesante giogo dell’aratro finché le sue corna non sono imbrigliate in un solido cappio, ugualmente tu non sei disposto a accettare l’amore con le sue [difficoltà: un uomo truce come te prima dovrò domarlo io. Guarda me, uno che dai parenti ha ereditato una ben scarsa [fortuna, uno che non può vantare trionfi bellici di suoi antenati, guarda come io, come se fossi un re, partecipo a conviti [circondato da tante giovani donne! A me piace stare disteso a cena con il capo coperto dalle [ghirlande del giorno prima, dato che il dio Amore mi ha colpito con i suoi infallibili dardi [fin nelle ossa;

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Elegie Actia Vergilium custodis limina Phoebi, Caesaris et fortes dicere posse rates, qui nunc Aeneae Troiani suscitat arma iactaque Lauinis moenia litoribus. cedite Romani scriptores, cedite Grai! nescio quid maius nascitur Iliade. tu canis umbrosi subter pineta Galaesi Thyrsin et attritis Daphnin herundinibus, utque decem possint corrumpere mala puellas missus et impressis haedus ab uberibus. felix qui uiles pomis mercaris amores! huic licet ingratae Tityrus ipse canat. felix intactum Corydon qui temptat Alexin agricolae domini carpere delicias! quamuis ille caua lassus requiescat auena, laudatur faciles inter Hamadryadas. tu canis Ascraei ueteris praecepta poetae, quo seges in campo, quo uiret uua iugo. tale facis carmen docta testudine quale Cynthius impositis temperat articulis. non tamen haec ulli uenient ingrata legenti, siue in amore rudis siue peritus erit. haec quoque perfecto ludebat Iasone Varro, Varro Leucadiae maxima flamma suae; haec quoque lasciui cantarunt scripta Catulli, Lesbia quis ipsa notior est Helena; haec etiam docti confessa est pagina Calui, cum caneret miserae funera Quintiliae. et modo formosa quam multa Lycoride Gallus mortuus inferna uulnera lauit aqua! nec minor his animis aut sim minor ore: canorus

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61 uirgilium ~, ed. Iuntina: uirgilio O limina Gd. (cf. 4,4,2 antiqui limina…Iouis): litora O 63 troianaque ~, Passerat 66 quid F P Z: quod NL post 66 lacunam indic. Baehrens 69 puellam ~ 72 huic N Ppc: ac pc ac hinc F L P Z ipse F P ~: ipsa N F L Z 75 caua Gd.: sua O 8384 post 92 traieci 92 fleuit Postgate 83 his O (hiis F): scil. poetis animis N P (-s fort. additum): animi F L Z animis et ore ablatiui limitationis

Liber secundus · Libro secondo a Virgilio piace cantare il tempio Aziaco di Apollo protettore [dei Romani, e le navi possenti di Cesare, a Virgilio, che ora chiama alla vita le armi del Troiano Enea e le mura da lui innalzate sulle spiagge di Lavinio. Fate largo, scrittori romani, fate largo, scrittori greci! Ora sta nascendo qualcosa di più grandioso dell’Iliade. Tu canti, sotto le pinete ombrose di Galeso, Tirsi e Dafni con le consunte canne della zampogna, come dieci mele o il dono di un capretto fresco dalle poppe [della madre possono sedurre le giovani donne. Beato tu che compri il tuo amore con le mele a poco prezzo! Ad una donna così anche Titiro potrebbe dedicare un canto. Beato Coridone, che tenta di sedurre Alessi ancora inviolato, favorito del suo rustico padrone! Benché quello, stanco del cavo flauto, riposi, viene lodato tra le compiacenti Amadriadi. Tu canti gl’insegnamenti dell’antico poeta di Ascra, che spiega in quale campo verdeggiano le messi, in quale [declivio i vigneti. Sulla tua erudita lira componi una poesia come quella che il Cinzio Apollo ricava dalla sua lira [imprimendovi le dita. E tuttavia queste mie poesie non riusciranno sgradite ai lettori, sia agli inesperti che agli esperti in amore. Simili poesie componeva Varrone dopo aver completato il [poema su Giasone, Varrone grande fiamma della sua Leucadia; simili poesie compose l’amoroso Catullo, poesie grazie alle quali Lesbia è più celebre perfino di Elena; simili poesie offrirono le pagine dell’erudito Calvo, quando cantava la morte della sua sventurata Quintilia. E poco tempo fa quante piaghe d’amore, dovute alla bella [Licoride, Gallo ha lavato dopo la sua morte con l’acqua dei fiumi [infernali! Possa io non risultare inferiore a questi poeti né quanto a [ispirazione né quanto a tecnica poetica:

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Elegie anseris indocto carmine cessit olor. Cynthia quin uiuet uersu laudata Properti, hos inter si me ponere Fama uolet.

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93 uiuet Barber: etiam O Liber secundus explicit, incipit liber tertius F: incipit liber tertius L: Propertij Aurelij Naute Ad Tullum Liber Secundus Explicit…Propertij Aurelij Naute Ad Tullum Liber Tercius Incipit P

Liber secundus · Libro secondo il canoro cigno alla fine risultò sconfitto dal canto inesperto [dell’oca. Ma certamente avrà sempre vita Cinzia, celebrata dai versi di [Properzio, se la fama mi vorrà annoverare tra questi poeti.

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LIBER TERTIUS · LIBRO TERZO

L IBER TE RT I US 1

Callimachi manes, [et] Coi simulacra Philitae, in uestrum, quaeso, me sinite ire nemus! primus ego ingredior pura cum mente sacerdos Itala per Graios orgia ferre focos. dicite, quo pariter carmen tenuastis in antro? quoue pede ingressi? quamue bibistis aquam? a ualeat Phoebum quicumque moratur in armis! deductus tenui stamine uersus eat, quo me Fama leuat terra sublimis et a me culta coronatis Musa triumphat equis, et mecum in curru parui uectantur Amores, scriptorumque meat turba secuta rotas.

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1 titulus ad callimachum et philitam poetas defunctos. et inuidis respondet P 1 et del. Gd. simulacra Kämmerer (qui Coi et simulacra. cf. 4,11,83 atque ubi secreto nostra ad simulacra loqueris. Ouid. met. 4,434 sq. umbrae…recentes/descendunt illuc simulacraque functa sepulcris. 14,112 simulacra…cara parentis): sacra O philite F L P Z: philete N 2 uestrum] fort. sacrum (cf. Mart. 1,12,3 rura nemusque sacrum dilectaque iugera Musis. Sen. Med. 608 nemoris…sacri. [Sen.] HO 957 sq. nemoris sacri/lucos) 3 pura cum mente (cf. Cic. nat. deor. 2,71 pura integra incorrupta et mente et uoce. Culex 80 mente pura. Petron. 44,18 mentibus puris. Plin. paneg. 3,5 puram castamque mentem. Aus. grat.63 mente pura): puro de fonte O 4 focos Gd. (cf. Lucan. 8,338 Chaldaeos…focos et barbara sacra. Cic. nat. deor. 2,67 aras et focos): choros O 5 tenuastis N: tenuistis F L P Z 8 deductus Gd. (cf. Hor. epist. 2,1,225 tenui deducta poemata filo. serm. 2,1,4 mille die uersus deduci posse. Ouid. Pont. 1,5,13 luctor deducere uersum): exactus O stamine Gd. (cf. Hor. epist. 2,1,225 tenui…filo. Colum. 10,40 Pierides, tenui deducite stamine [Gd.: carmine codd.] filo. 227 gracili conectere carmina filo. Aus. grat. 61 tenuiore filo…deducta): pumice O 9 terra] fort. curru (ud. u. 11 et mecum in curru uectantur Amores) 10 culta Gd. (cf. Tibull. 2,4,15 sq. Musae…non ego uos colo. Mart. 9,11,17 qui Musas colimus seueriores): nata O 11 curru F P Z: currum N L parui] fort. pueri 12 meat Rossberg: meas O

L IBRO TERZ O 1

Mani di Callimaco, ombra di Filita di Cos, vi prego, lasciatemi entrare nel vostro bosco! Io per primo, sacerdote con animo puro, mi avvio a portare gli strumenti rituali Italici per gli altari Greci. Ditemi, in quale grotta avete raffinato il vostro canto con [ritmo concorde? O con quale piede siete entrati? O quale acqua avete bevuto? Vada alla malora chiunque attarda Febo, il dio della poesia, [con le armi cantate in un poema epico! Composto sul sottile filo di uno stile raffinato, si levi il mio [verso, grazie al quale la Fama mi solleva in alto dalla terra, e la Musa da me onorata trionfa con i suoi cavalli [inghirlandati, e con me sul suo cocchio sono trasportati i fanciulli Amorini, e procede una folla di scrittori che segue le ruote del carro.

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Elegie quid frustra immissis mecum certatis habenis? non facit ad metas currere rapta uia. multi, Roma, tuas laudes annalibus addent, qui finem imperii Bactra futura canent. sed, quod pace legas, opus hoc de monte Sororum detulit intacta pagina nostra uia. mollia, Pegasides, date uestro serta poetae: non faciet capiti dura corona meo. at mihi quod uiuo detraxerit inuida Parca post obitum duplici fenore reddet Honos. carmina post obitum fiunt meliora poetae: maius ab exsequiis nomen in ora uenit. nam quis equo pulsas abiegno nosceret arces fluminaque Haemonio comminus isse uiro, Idaeum montem Iouis et cunabula magni, Hectora per campum ter maculasse rotas?

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13 immissis Auratus: missis O mecum P: in me N F L Z 14 facit Gd.: datur O metas Gd. (cf. 4,1,70 has meus ad metas sudet oportet equus. Manil. 5,83 nunc meta currere acuta. Mart. 10,50,7 sq. curribus illa tuis semper properata breuisque/cur fuit et uitae tam prope meta tuae?): musas O rapta Gd. (cf. Lucan. 4,151 sq. rapuit…ruens in proelia miles/quod fugiens timuisset iter. Sen. Ag. 154 rapienda rebus in malis praeceps uia est. Sil. 9,33 dux sibi quisque uiam rapito. et al.): lata O 21 Parca Gd. (cf. Mart. 10,53,3 et Aus. parent. 29,5 inuida…Lachesis. CE 1206,1 inuida Parcarum series. Hor. carm. 2,6,9 Parcae…iniquae): turba O 22 reddet ~: reddit O honos ~: onus O 23 carmina Gd.: fame N: omnia F L P Z fiunt Gd.: fingit O meliora Gd. (cf. Hor. epist. 2,1,34 si meliora dies… poemata reddit): maiora O poetae Gd.: uetustae N: uetustas F L P Z 24 nomen] cf. 3,9,32 uenies tu quoque in ora uirum: fort. carmen (cf. 2,1,2 unde meus ueniat mollis in ora liber. Ouid. Pont. 4,6,18 uestra procul positus carmen in ora dedi) uenit N L: meum F P Z 26 isse L P Z: esse N: ille F 27 Idaeum montem Gd. (Idaeos montes Palmer): idaeum simoenta O cunabula magni ed. Graeuiana in comm. cf. schol. Ap. Rhod. 3,134 ôÓÙÚÅ âÓ \I‰·Ï›ÅØ ì Ùɘ KÚ‹Ù˘ ì Ù Ùɘ TÚÔ›·˜. àÓÙÈÔÈÔÜÓÙ·È ÁaÚ Î·d TÚᘠÙɘ Ùfi˘ ¢Èe˜ ÁÂÓ¤Ûˆ˜. ηı¿ ÊËÛÈ ¢ËÌ‹ÙÚÈÔ˜ ï ™Î‹„ÈÔ˜. Manil. 2,15 Iouis et cunabula magni): cunabula parui F L (can-) P Z: om N

Liber tertius · Libro terzo Perché invano gareggiate con me a briglie sciolte? Non fa permette di correre fino alla meta un percorso troppo [affrettato. Molti, Roma, aggiungeranno gloria ai tuoi annali, quando canteranno Battra futuro confine dell’impero. Ma, questa mia opera, che tu possa leggere in tempo di pace, [giù dal monte delle Muse, l’Elicona, la ha riportata la mia pagina per una via intatta. Pegasidi, concedete al vostro poeta ghirlande delicate: una ghirlanda dura non sarà adatta al mio capo. Ma quel che mi avrà sottratto da vivo la invidiosa Parca me lo restituirà con un doppio interesse l’Onore dopo la mia [morte. Le poesie dopo la morte del poeta appaiono ancora più belle: il nome di chi è morto, dopo i funerali, è sulla bocca di tutti [con maggiore onore. Chi infatti conoscerebbe la fortezza distrutta dal cavallo di [legno, e saprebbe che i due fiumi scesero in lotta con l’eroe Tessalo, [Achille, chi conoscerebbe il monte Ida e i luoghi natali del grande [Giove, e saprebbero che il corpo di Ettore per tre volte macchiò le [ruote nella pianura?

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Elegie Deiphobumque Helenumque et Polydamanta et in armis 30 qualemcumque Parim uix sua nosset humus. exiguo sermone fores nunc, Ilion, et tu, Troia bis Oetaei numine capta dei. nec non ille tui casus memorator Homerus posteritate suum crescere sensit opus. meque inter seros laudabit Fama nepotes: 35 illum post cineres auguror ipse diem. ne mea contempto lapis indicet ossa sepulcro, prouisum est Lycio uota probante deo. 2 Carminis interea nostri redeamus in orbem; gaudeat in solito laeta puella sono. Orphea detinuisse feras et concita dicunt flumina Threicia constituisse lyra; saxa Cithaeronis Thebas aduecta per artem sponte sua in muri claustra coisse ferunt; quin etiam, Polypheme, fera Galatea sub Aetna ad tua rorantes carmina flexit equos: miremur, nobis et Baccho et Apolline dextro turba puellarum si mea uerba colit?

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29 Polydamanta Scaliger: poli ledamantes N, sim. cet. et in Lachmann: in O: sub Puccius 30 nosset N F: noscet L P Z 32 numina F 33 memorator F L P Z: memoratur N 35 Fama Gd. (cf. 2,34,94 hos inter si me ponere Fama uolet. Hor. carm. 2,2,8 Fama superstes. et al.): roma O 2 priori el. coniungit ed. Aldina 1515 titulus ad librum suum L: ad librum secundum F: ad librum reuertitur et dicit famam P: quid ingenium ualeat Z 2 in O (cf. 2,4,28 gaudeat in puero. 4,8,63 Cynthia gaudet in exuuiis): ut ~, Volscus, Beroaldus laeta Postgate: tacta O 3 detinuisse O (cf. Mart. 14,166,2 [scil. Orpheus] eduxit siluas detinuitque feras): delinisse Ayrmann (cf. Hor. ars 393 [scil. Orpheus] dictus ob hoc lenire tigris rabidosque leones) 4 constituisse Gd. (cf. Catull. 68, 71 sq. trito fulgentem in limine plantam/innixa arguta constituit solea. Sall. Iug. 49,5 paulisper agmen constituit): sustinuisse O (sed. ud. u.3 detinuisse) 6 in muri ~: innumeri ac pc N L P: imineri F (imm- F ): in numeri Z 9 nobis N: nostro F L P Z

Liber tertius · Libro terzo E Deifobo e Eleno e Polidamante e Paride, poco adatto alle [armi, a mala pena sarebbero noti alla loro terra. Ilio, ben poco ora si parlerebbe di te, e di te, Troia conquistata per due volte dalla potenza del dio eteo, [Ercole. Omero, il cronista della tua rovina, ha sentito crescere la sua opera con il passare delle [generazioni. Anche me la Fama celebrerà fra i lontani discendenti: Io predico un giorno simile dopo il mio rogo funebre. A che una pietra tombale non indichi le mie ossa in un [dispregiato sepolcro ha provveduto il dio Licio, Apollo, che accoglie le mie [preghiere.

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2 Intanto rientriamo nell’orbita della nostra poesia: la mia donna, felice, goda di riudire il suono consueto. Dicono che Orfeo tenesse avvinti gli animali selvaggi e arrestasse il corso dei fiumi, con il suono della sua lira Tracia; dicono che le rocce del Citerone giunte fino a Tebe per l’arte [di Anfione spontaneamente si combinarono per formare la chiostra delle [mura di Tebe; di più, perfino Galatea sulle pendici del selvaggio Etna piegò i suoi delfini ancora bagnati dall’acqua marina al suono [del tuo canto, Polifemo: dovrei dunque stupirmi se, godendo io del favore di Bacco e [di Apollo, una folla di giovani donne adora le mie parole?

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Elegie si non Taenariis domus est mihi fulta columnis, nec camera auratas inter eburna trabes, nec mea Phaeacas aequant pomaria siluas, non hederosa rigat Marcius antra liquor; at Musae comites, et carmina grata legenti, nec defessa choris Calliopea meis. fortunata, meo si qua es celebrata libello! carmina erunt formae tot monumenta tuae. nam neque Pyramidum lapides ad sidera ducti nec Iouis Elei caelum imitata domus nec Mausolei diues structura sepulcri mortis ab extrema condicione uacant. aut illis flamma aut imber subducet honorem, annorum aut subito pondere uicta ruent. at non ingenio quaesitum nomen ab aeuo excidet: ingenio stat sine morte decus.

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3 Visus eram molli recubans Heliconis in umbra, Bellerophontei qua fluit umor equi, reges, Alba, tuos et rerum fata tuarum, 11 si Volscus: quod O 13 Phaeacas ~: phaeacias O 14 hederosa Gd. (cf. 4,4,3 hederoso…antro): operosa O 15 comites ~: comitis N: comiti F L PZ grata Gd.: cara O 16 nec Baehrens: et F L P Z: om. N choris] fort. modis 17 es ~: est O 19 lapides Gd. (cf. Plin. nat. 36,78 pyramis amplissima ex Arabicis lapicidinis constat): sumptus O 21 structura Gd. (cf. Plin. nat. 36,83. Vitr. 2,3,2. et al.): fortuna O 22 uacant N F: uacat L P Z 23 subducit N honorem Gd.: honores O 24 subito Gd. (cf. Lucr. 5,315 [de silicibus] neque enim caderent auulsa repente): ictu O de toto uersu cf. Lucr. 5,306 sq. denique non lapides quoque uinci cernis ab aeuo,/non altas turris ruere et putrescere saxa…? 3 titulus somnium propertii L: tertium somnium propertii F: refert uerba quae uisus est recepisse in somnis a phebo et a caliope P: de somnio propertii Z 1 nisus ~, Puccius 3 rerum fata tuarum Liberman (fata iam Markland. cf. Sil. 3,7 rerum praenoscere fata. Flor. 1,32,4 fata rerum. Plin. nat. 28,15 magnarum rerum fata): regum facta tuorum O

Liber tertius · Libro terzo Se è pur vero che la mia casa non poggia su colonne di [Tenaro, e il mio soffitto non è di avorio né lo circondano travi dorate, e i miei pomari non sono all’altezza dei giardini dei Feaci, e non possiedo grotte artificiali ricoperte d’edera e irrigate [dalla corrente dell’acquedotto Marcio, – è anche vero che le Muse mi sono compagne e che le mie [poesie sono gradite alle lettrici, e la musa Calliope non si stanca mai di danzare sui miei ritmi. Felice tu, donna che sei stata celebrata da pur un solo mio [libro! Queste poesie saranno altrettanti memoriali della tua [bellezza. Infatti né le pietre delle Piramidi che si innalzano verso il cielo, né la dimora di Giove Eleo che imita il cielo, né la preziosa struttura architettonica del sepolcro di Mausolo sfuggono alla estrema necessità della morte. O il fuoco o la pioggia sottrarranno loro ogni splendore o esse stesse, vinte dal peso degli anni, all’improvviso [crolleranno. Ma la gloria ottenuta grazie alle opere dell’ingegno con il [passare del tempo non verrà mai meno: all’ingegno spetta un onore immortale. 3 Sognavo di essere disteso sotto la dolce ombra dell’Elicona, là, dove sgorga la fonte aperta dallo zoccolo del cavallo di [Bellerofonte, e che i tuoi re, Alba, e le sorti delle tue vicende,

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Elegie tantum operis, neruis hiscere posse meis puraque tam sanctis admoram fontibus ora, unde pater sitiens Ennius ante bibit, et cecinit Curios fratres et Horatia pila regiaque Aemilia uecta tropaea rate uictricesque moras Fabii pugnamque sinistram Cannensem et uersos ad pia uota deos Hannibalemque Lares Romana sede fugantes, anseris et tutum uoce fuisse Iouem – cum me Castalio speculans e gurgite Phoebus sic ait, aurata nixus ad antra lyra: ‘Quid tibi cum tali, demens, est munere? quis te carminis heroi tangere iussit opus? non hinc ulla tibi speranda est fama, Properti: mollia sunt leuibus prata terenda rotis, ut tuus in manibus iactetur saepe libellus, quem legat exspectans culta puella uirum. cur tua praescriptos euecta est pagina gyros? non est ingenii cumba grauanda tui. alter remus aquas, alter tibi radat harenas:

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5 puraque Gd.: paruaque O sanctis Gd. (cf. Verg. georg. 2,175 sanctos ausus recludere fontis): magnis O 8 Aemilia] milia N 9 uictricesque N: uictrices F L P Z 10 ad pia] apia N 11 lacies N: lacres L P Z fort. Hannibalisque acies (scil. deos) fugantes (cf. e.g. Cic. Caec. 41 exercitus…pulsos et fugatos) 13 Castalio…e gurgite Gd. (cf. Claud. carm. min. 3,1 quidquid Castalio de gurgite Phoebus anhelat. Lucan. 5,125 Castalios circum latices. Ven. Fort. carm. 8,1,2 Castalius…liquor): castalia…ex arbore O 15 munere Gd.: flumine O (nomina dactylica inter se confusa sunt. ud. Ouid. am. 3,14,42 muneris P ~: criminis w) 16 heroi N F: heroici LPZ 17 hinc ~, Volscus: hic O illa Nac 18 leuibus Gd. (cf. Verg. Aen. 1,147 atque rotis summas leuibus perlabitur undas. Manil. 5,78 uixque rotis leuibus summum contingere campum): paruis O 19 manibus Gd. (cf. Cic. Mur. 26 peruolgata atque in manibus iactata et excussa): scamno O 20 culta Gd. (cf. 1,2,26 uni si qua placet, culta puella sat est. Tibull. 1,9,74 senis amplexus culta puella fugit): sola O 21 praescriptos euecta…gyros Lipsius: praescripto (per- N) seuecta…gyro (uiro Nac) O est om. F L Z

Liber tertius · Libro terzo arduo compito, io potessi cantare sulle corde della mia lira; e avevo già accostato la mia bocca pura a quella tanto sacra [sorgente, alla quale un tempo attinse, assetato, il padre Ennio, e poi cantò i fratelli Curiazi e i giavellotti degli Orazi, e i trofei reali trasportati dalla nave di Emilio, e le vittoriose tattiche dilatorie di Fabio e la infausta battaglia di Canne, e gli dei che si volsero a rispondere alle pie preghiere e i Lari che scacciarono dalla loro città Annibale, e Giove salvato dal suono delle oche del Campidoglio – quando, osservandomi dalle acque della fonte Castalia, Febo, appoggiato sull’aurea lira presso una grotta, così parlò: ‘Cosa hai a che fare, folle, con un tale compito? chi ti ha spinto a tentare l’impresa di un poema epico? Da qui non puoi sperare di ricavare alcuna fama, Properzio: un morbido prato deve essere tocato da ruote leggere; cosicché il tuo libro di elegie sia spesso in mano ai tuoi lettori, e lo legga una donna dai gusti raffinati in attesa del suo uomo. perché la tua pagina ha girato fuori dall’orbita prescritta? La piccola imbarcazione del tuo genio non deve essere [gravata di un forte peso. Se un remo sfiorerà l’acqua e un altro raderà la sabbia,

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Elegie tutus eris; medio maxima turba mari est.’ dixerat et digito rupem mihi monstrat eburno, qua noua muscoso semita facta solo est. hic erat affixis uiridis spelunca lapillis, pendebantque cauis tympana pumicibus, orgia mystarum et Sileni patris imago fictilis et calami, Pan Tegeaee, tui; et Veneris dominae uolucres, mea turba, columbae tingunt Gorgoneo punica rostra lacu; diuersaeque nouem sortitae iura Puellae exercent teneras in sua dona manus: haec hederas legit in thyrsos, haec stamina neruis aptat, at illa manu nectit utraque rosas. e quarum numero me contigit una dearum (ut reor a facie, Calliopea fuit): ‘Contentus niueis semper uectabere cycnis, nec te fortis equi ducet ad arma sonus. nil tibi sit rauco praeconia classica cornu flare nec Aonium tingere caede nemus, aut quibus in campis Mariano proelia signo stent et Teutonicas Roma refringat opes, barbarus aut Sueuo perfusus sanguine Rhenus

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25 digito Gd. (cf. 2,1,9 digitis…eburnis. Ouid. am. 3,7,7 eburnea…bracchia): plectro O rupem Gd.: sedem O 26 qua F L P Z: quo N 29 orgia Heinsius (cf. Catull. 64,259 pars obscura cauis celebrabant orgia cistis. Stat. Ach. 1,812 sq. Bacchea ferentes/orgia. [Sen.] HO 594 sq. nos Cadmeis orgia ferre/tecum solitae condita cistis): ergo O mystarum Unger (cf. Sen. Oed. 431 condita lasciui deducunt orgia mystae. Apul. apol. 55 Liberi patris mystae): musarum O 32 rostra Ppc ~: nostra O 33 iura ~, Scaliger: rura O 36 et F nectit Gd. (cf. Hor. carm. 4,11,3 nectendis…coronis. Verg. ecl.8,77 necte tribus nodis ternos…colores): texit O rosas Gd.: rosam O 41 ne Passerat (cf. 1,20,13 sq. ne tibi sit duros montes et frigida saxa…adire): nil O 42 flare Fruter (cf. Mart. 11,3,8 Pieria proelia flare tuba): flere O caede Gd. (cf. Ouid. Pont. 2,9,56 hostili tingere caede manum. Verg. Aen. 4,21 sparsos fraterna caede penates Sil. 15,757 multo tincta cruore. et al.): marte O 44 refringat N L Z: refringet P: restigat F 45 sueuo (-bo) ~, Puccius: seuo O

Liber tertius · Libro terzo sarai al sicuro: nel mare aperto è massimo il rischio della [tempesta.’ Così parlò e mi mostrò con il suo dito bianco come l’avorio [una rupe, dove sul terreno muschioso era stato tracciato un nuovo [sentiero. Qui c’era una grotta verde di pietruzze incastonate, e dalla volta di pomice pendevano dei timpani, arredi sacri degli iniziati al culto bacchico, e una statuetta [fittile del padre Sileno, e la tua zampogna, Arcade Pan; e qui le colombe, uccelli cari alla signora nostra Venere, mia [diletta compagnia, bagnano i rossi becchi nella laguna di Gorgona; e le nove vergini Muse, ciascuna assegnata al suo settore di [competenza, tengono impegnate le mani nei rispettivi doni: una raccoglie edere per i tirsi, un’altra adatta le corde della [lira, un’altra ancora intreccia ghirlande di rose con entrambe le [mani. Una di quelle dee mi toccò (a quanto potevo giudicare dall’aspetto, doveva essere [Calliope): ‘Verrai sempre trasportato, con tua soddisfazione, da candidi [cigni, né ti chiamerà alle armi il nitrito del forte destriero di guerra. Non ti accada di annunciare battaglie navali con il sordo suono [della tromba di guerra né di bagnare di sangue il bosco dell’Elicona; in quali campi si combatte sotto le insegne Mariane, e dove Roma respinga la potenza Teutonica, o il barbarico Reno, intriso del sangue Svevo,

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Elegie saucia torrenti corpora uectet aqua. quippe coronatos alienum ad limen amantes nocturnaeque canes feruida bella fugae, ut per te clausas sciat excantare puellas, qui uolet austeros anteuenire uiros.’ talia Calliope lymphisque a fonte petitis ora Philitea nostra rigauit aqua.

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4 Arma ferus Caesar dites meditatur ad Indos et freta gemmiferi findere classe maris. magna uiae merces: parat ultima terra triumphos; Tigris et Euphrates sub noua iura fluent Persae et Ausoniis uenient prouincia uirgis, adsuescent Latio Partha tropaea Ioui.

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46 torrenti Gd. (cf. Verg. georg. 2,451 torrentem undam. Sen. nat. 3,27,8 Rhenum atque Danuuium, quibus torrens etiam in canali suo cursus est): merenti O uectet N F Z: nectet L: nectat P 47 coronatos N: coronatas F L P Zac 48 feruida Gd. (cf. Sil. 8,11 feruida bella): ebria O bella Gd. (cf. Verg. Aen. 11,736 non in Venerem segnes nocturnaque bella. Hor. carm. 4,1,2 intermissa, Venus, diu rursus bella moues? Ouid. am. 1,9,45 inde uides agilem nocturnaque bella gerentem [scil. Amorem]): signa O (de errore in codd. cf. Lucan. 2,293 bella W; signa G V) 49 excantare N L P Z: extaurare F: exorare Puccius: expugnare Liuineius 50 anteuenire Gd. (cf. Sall. Iug. 56,2 Metellum anteuenit. Tac. ann. 1,63,4 onustum sarcinis… militem cum anteuenisset): arte ferire O 51 petitis Npc F L Z: petistis ac ac N : peritis P (ut uid.) 4 titulus de triumpho caesaris L: de triumpho quartum capitulum F: uaticinatur de triumpho habendo a caesare P: descriptio triumphi Z 1 ferus Gd. (cf. 2,22,31 ferus…Hector. Verg. Aen. 2,326 ferus…Iuppiter. Stat. Theb. 8,74 ferum…Tonantem): deus O (deus Caesar in inscriptionibus [CIL 6,14211. 10,1271. 10,3903], diuus Caesar apud auctores [cf. e.g. Liu. 343,9,3. Vitr. 2,9,15. Suet. Aug. 96,1. Porph. ad Hor. AP 65, p. 165,26 Holder] semper Caesarem dictatorem numquam Octauianum Caesarem indicat) 3 uiae Heinsius: uiri O 4 noua Heinsius: tua O: sua Ppc ~, Broekhuyzen 5 Persae et Gd.: sera sed O (set N) uenient ~: ueniet O

Liber tertius · Libro terzo trasporti cadaveri sfigurati dalle ferite con le sue acque [impetuose. Dato che tu canterai gl’innamorati giovani che stanno [incoronati di ghirlande davanti alla porta di una casa di un altro uomo e le ardenti guerre amorose che si risolvono in fughe [notturne, sì che sappia per tuo tramite attirare fuori le giovani donne [chiuse in casa chiunque vorrà prevenire i severi mariti’. Così parlò Calliope, e attingendo acqua alla fonte mi bagnò le labbra con l’acqua sacra già a Filita di Cos.

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4 Il bellicoso Cesare progetta di guidare una campagna contro [gli opulenti Indiani, prevede di solcare con la sua flotta le acque di un mare ricco [di perle. Un viaggio tanto lungo sarà ricompensato: la terra più [lontana fra tutte, l’India, ci prepara un trionfo; il Tigri e l’Eufrate scorreranno sotto un dominio per loro [nuovo; e i Persiani diventeranno una provincia sottomessa al potere [Italico, i trofei Partici dovranno abituarsi al Giove Laziale.

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Elegie ite, agite, expertae bello date lintea prorae, et solitum armigeris ducite munus equis. omina fausta cano: Crassos clademque piate, ite et Romanae consulite historiae! Mars pater et sacrae fatalia numina Vestae, ante meos obitus sit, precor, illa dies, qua uideam spoliis oneratos Caesaris axes, et uulgi plausu saepe resistere equos, tela fugacis equi et bracati militis arcus et subter captos arma uenire duces. inque sinu carae nixus spectare puellae incipiam et titulis oppida capta legam. ipsa tuam serua prolem, Venus: hoc sit in aeuum cernis ab Aenea quod superesse caput. praeda sit haec illis, quorum meruere labores: mi sat erit Sacra plaudere posse Via.

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5 Pacis Amor deus est, pacem ueneramur amantes: sat mihi cum domina proelia dura mea. nec tamen incuso uictus mihi carpitur auro, nec bibit e gemma diuite nostra sitis, nec mihi mille iugis Campania pinguis aratur, nec miser aera paro clade, Corinthe, tua.

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8 armigeris…equis Gd.: armigeri…equi O 9 omina P: omnia N F L Z 11 castae Gd. (cf. 2,29 b,27 et Ouid. fast. 3,417 castae…Vestae): sacrae O numina ~ (cf. Verg. Aen. 3,543 numina sancta…Palladis. Hor. epod. 17,3 Dianae…numina): lumina O 14 et Gd.: ad O plausu Barth: plausus O 17-18 post 14 traiecit Keil 18 uenire Gd.: sedere O 22 mi F L P: me N Z sacra N: media F P Z: om. L 5 titulus ad amicam iratam F L: laudat pacem spernit auiditatem…P: de amica irata Z 1 ueneremur ~ 2 sat Liuineius: stant O 3 nec O: non ~ tamen] fort. uero incuso Gd. (cf. Pers. 2,52 sq. creterras argenti incusaque pingui/auro dona): inuiso O uictus Gd.: pectus O 6 aera ~: aere N: ire F L P Z clade N: classe L P Z: pace F

Liber tertius · Libro terzo Su, andate, salpate le navi avvezze al combattimento, e fate il vostro dovere di soldati con i vostri cavalli abituati alle [battaglie. Gli auspici che canto sono favorevoli: espiate i Crassi e la loro [sconfitta! Andate e servite bene la storia di Roma! Padre Marte e fatale nume della casta Vesta, prego che vi sia prima della mia morte un giorno, in cui io possa vedere il carro di Cesare carico di spoglie [nemiche, e i cavalli drizzarsi agli applausi della gente, vedere i dardi dei cavalieri in fuga e gli archi dei soldati vestiti [con le brache e i loro comandanti venire avanti sotto le loro armi! E io, appoggiandomi al grembo della mia cara donna, possa [cominciare ad osservare bene la scena e leggere sui cartelli i nomi delle città conquistate Venere, conserva in vita i tuoi discendenti: viva per sempre questa persona, che tu ora vedi unico superstite della stirpe di [Enea. Il bottino vada a coloro che lo hanno meritato con le loro [fatiche: a me basterà potere applaudire nella Via Sacra.

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5 Amore è un dio di pace, noi che amiamo veneriamo la pace: mi bastano le dure battaglie che ho con la mia padrona. E tuttavia non prendo il cibo da vassoi d’oro decorato a sbalzi, né la mia sete si abbevera a coppe impreziosite di gemme, né arano per me il pingue suolo della Campania mille coppie [di buoi, né penosamente mi procuro bronzi fusi dopo la tua [distruzione, Corinto.

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Elegie o prima infelix frangenti terra Prometheo! ille parum cauti pectoris egit opus. corpora disponens menti non cauit in ante: recta animi primum debuit esse uia. nunc maris in ponto uento iactamur et hostem quaerimus atque armis nectimus arma noua. haud ullas portabis opes Acherontis ad undas, nudus et inferna, stulte, uehere rate. uictor cum uictis pariter miscebitur umbris: consule cum Mario, capte Iugurtha, sedes. Lydus Dulichio non distat Croesus ab Iro: optima mors propero quae uenit acta gradu. me iuuat in prima coluisse Helicona iuuenta Musarumque choris implicuisse manus; me iuuet et multo mentem uincire Lyaeo et caput in uerna semper habere rosa. atque ubi iam Venerem grauis interceperit aetas sparserit et nigras alba senecta comas, tum mihi naturae libeat perdiscere mores: qua deus hanc mundi temperet arte domum, qua uenit exoriens, qua deficit, unde coactis cornibus in plenum menstrua luna redit, unde salo superant uenti, quid flamine captet

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7 frangenti N (cf. Varr. rust. 1,32,1 ut frangantur glebae. Verg. georg. 3,161 fractis…glebis. terra scil. et aqua usus est Prometheus iuxta Hes. op. 61. Ouid. met. 1,80 sqq.): fingenti L P Z (cf. e.g. Cic. Pis. 59. Porph. ad Hor. carm. 1,16,13): frugenti F 8 cauti ~: caute O 9 menti Gd.: mentem O cauit Gd. (ud. u.8 cauti): uidit O in ante Gd. (ante iam Baehrens): in arte O 12 nectimus N Ppc Zpc: quaerimus F L Pac Zac arma N Ppc Zpc: ora F L Pac Zac 14 et Gd.: ad O inferna ~, Puccius: infernas O rate ~, Puccius: rates O 18 propero Gd. (propera iam Heinsius): parca O acta N L Pac (cf. Val. Fl. 3,8 ipse agit…gressus. 441 ter…egere gradus): apta F (pta in ras.) Ppc Z gradu Gd. (cf. Hor. carm. 1,3,17 quem Mortis timuit gradum. Lucan. 2,100 quanto…gradu Mors saeua cucurrit!): die O: fort. pede (cf. Ouid. ars 3,65 cito pede labitur aetas) de tota sententia cf. Soph. OC. 1225 sqq. Ùe ‰’ ÂÂd Ê·Ó”,/‚ÉÓ·È ÎÂÖıÂÓ ¬ıÂÓ ÂÚ ≥/ÎÂÈ ÔÏf ‰Â‡ÙÂÚÔÓ ó˜ 21 iuuet N F L: iuuat P Z 24 sparserit N Zpc: sparsit F L P Zac Ù¿¯ÈÛÙ· nigras ~: integras O 26 qua ~, Richards: quis O 27 peractis ~

Liber tertius · Libro terzo O zolla di terra originaria infausta a Prometeo quando [t’infranse per formare il primo uomo! Egli fu troppo poco attento in quel suo lavoro. Nel dare forma ai corpi umani, non ebbe prima cura della [loro anima: anzitutto la via dell’anima doveva essere diritta. Così noi ora siamo sbattuti dal vento nella vastità del mare, e andiamo a cercare un nemico da combattere e [aggiungiamo nuove guerre a quelle appena concluse. Tu non porterai nessuna ricchezza alle onde dell’Acheronte e, povero stolto, sarai traghettato ignudo dalla nave infernale. L’ombra del vincitore si confonderà con le ombre dei vinti: Giugurta, tu prigioniero siedi là vicino al console Mario che [ti sconfisse. Creso re di Lidia là non è differente da Iro di Dulichio. La morte migliore è quella che arriva spinta da un passo [rapido. A me piace aver frequentato l’Elicona nella prima giovinezza e aver intrecciato le mani con le Muse danzanti; a me piaccia ora legare la mente con abbondanti sorsi di vino e guarnire sempre il mio capo di rose primaverili. E quando l’età ormai tarda mi avrà tolto i piaceri di Venere, e la vecchiaia avrà cosparso di bianco i miei capelli neri, allora mi sia gradito apprendere le leggi della natura, con quale metodo il dio governa questa casa che è il mondo, da dove il sole sorgendo provenga e dove tramonti, per quale [motivo la luna ogni mese ricompone le sue falci ritornando a essere [piena, per quale ragione i venti dominano il mare, che cosa voglia [cacciare con il suo soffio

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Elegie Eurus, et in nubes unde perennis aqua; sit uentura dies, mundi quae subruat arces, purpureus pluuias cur bibit arcus aquas, aut cur Perrhaebi tremuere cacumina Pindi, solis et atratis luxerit orbis equis, cur serus uersare boues et plaustra Bootes, Pleiadum spisso cur coit igne chorus, curue suos fines altum non exeat aequor, plenus et in partes quattuor annus eat; sub terris sint iura deum et tormenta Gigantum, Tisiphones atro sibilet angue caput, aut Alcmaeoniae furiae aut ieiunia Phinei, num rota, num scopuli, num sitis inter aquas, num tribus infernum custodit faucibus antrum Cerberus, et Tityo iugera pauca nouem, an ficta in miseras descendit fabula mentes, et timor haut ultra quam rogus esse potest. exitus hic uitae superest mihi: uos, quibus arma grata magis, Crassi signa referte domum!

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6 Dic mihi de nostra quae nosti uera puella: sic tibi sint dominae, Lygdame, lenta iuga! num me laetitia tumefactum fallis inani haec referens, quae me credere uelle putas? 31 si ~, Volscus arces N Ppc: artes L P: arcem Z: arem F 34 atratis N L: attratis Ppc: attractis F Lpc Pac: atractis Z 35 serus F Z: seros N: ferus L Pac: segnis ~, Scaliger plaustra bootes ~: plaustra boetes P (in ras.): flamma boon N: flamma palustra Fac L Z 36 imbre Heinsius 39 gigantum om. N 40 sibilet Gd. (cf. 4,7,54 uipera nostris sibilet in tumulis. Verg. Aen. 7, 447 tot Erinys sibilat hydris. et al.): si furit O 42-43 num] non (quater) N L 45 mentes Heinsius: gentes O (-tis N) 46 haut N: aut F L P Z 47 superest O: superet ~: superat Modius 6 titulus ad ligdamum F L Z: ad ligdamum de amica irata interrogatio de uerbis ab ea prolata P 1 nosti Gd.: sentis O 2 si Lpc P Z lenta ~, Volscus: dempta O (depta N) 3 num ~: non N: dum F L P Z

Liber tertius · Libro terzo l’Euro, e come mai perennemente l’acqua rifornisce le nubi; se verrà mai un giorno, che distruggerà queste rocche del [mondo, perché l’arcobaleno variopinto assorbe le acque piovane, o perché tremano le cime del monte Pindo in Tessaglia, e perché talvolta il sole con il suo disco prende il colore del [lutto e i suoi destrieri si anneriscono nell’eclissi, perché la costellazione di Boote, il mandriano del cielo, è così [lento nel voltare i suoi buoi e il suo carro, perché il gruppo delle Pleiadi si compatta serrando i suoi [fuochi, o perché il profondo mare non esce mai dai suoi confini [invadendo la terra, e l’anno completo si divide in quattro parti; se nell’inferno vi sia il giudizio degli dei e le pene dei Giganti, se la testa di Tisifone sibili per i neri serpenti, o se esistano i furori di Alcmeone o i digiuni di Fineo, se vi siano davvero la ruota di Issione, i massi di Sisifo, la sete [di Tantalo pur in mezzo alle acque, se Cerbero custodisce con le tre gole l’antro infernale, e se non bastano per il gigante Tizio nove iugeri, infine se invece tutto ciò è una favola che entra nelle menti [infelici degli esseri umani, e non ci può essere più paura alcuna dopo il rogo funebre. Questo finale di vita oramai mi aspetta: voi, che preferite le [armi, riportate a Roma, alla loro casa, le insegne di Crasso! 6 Dimmi quello che sai sulla mia donna, ma la verità: e che il giogo della tua padrona ti sia allentato! Non vorrai ingannarmi riempiendomi di una vana gioia riferendo solo quanto tu pensi che io voglia credere?

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Elegie omnis enim debet sino uano nuntius esse, maioremque uetus seruus habere fidem. nunc mihi, si qua tenes, ab origine dicere prima incipe: subrectis auribus ista bibam. sicine eam incomptis uidisti flere capillis? illius ex oculis multa cadebat aqua? nec speculum strato uidisti, Lygdame, lecto? ornabat niueas nullane gemma manus? uidistin teneris uestem pendere lacertis scriniaque ad lecti clausa iacere pedes? tristis erat domus, et tristes sua pensa ministrae carpebant, media nebat et ipsa domo, umidaque impressa siccabat lumina lana, rettulit et querulo crimina nostra sono? ‘Haec te teste mihi promissa est, Lygdame, merces? est culpae seruo rumpere teste fidem. ille potest solo miseram me linquere tecto, et qualem nolo dicere habere domi? gaudet me uacuo solam tabescere lecto: si placet, insultet, Lygdame, busta mea! non me moribus illa, sed herbis improba uicit: staminea rhombi ducitur ille rota; illum turgentis ranae portenta rubetae

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5 sine uano N: siue uanus F: sine uanus Lac: sine uanis Lpc P Z nuntius ac ac esse N: esse F L : esse relator L P Z 6 uetus Gd. (cf. Verg. ecl. 9,4 ueteres…coloni. [Cic.] Sall. 7,20 cum tu uetus uillae dominus sis. Hor. serm. 2,6,81 ueterem uetus hospes amicus. Ouid. ars 3,565 uetus miles. Petron. 33,8 ueterem conuiuam): timens O: fort. senex (cf. Cato agr. 2,7 seruum senem. Mart. 11,70,9 senex seruus) 8 subrectis Gd.: suspensis O 9 sicine ~: si N: sicut F L P Z 11 in add. Heinsius 13 uidistin Gd.: ac uestam N: ac mestam F L P 16 media…domo Burman (cf. Liu. 1,57,9 in medio aedium): medio…loco O 18 crimina Gd.: iurgia O 20 culpae Gd. (cf. 3,13,38 nec fuerat nudas culpa [Gd.: poenae O] uidere deas): poenae O 21 solo…tecto Gd.: nullo…facto O 22 et qualem N: aequalem F L P Z nolo Palmer (cf. Catull. 67, 45-6 quem dicere nolo. Iuuen. 8,275 quod dicere nolo): nullo N: nulla F L P Z domi ~, Heinsius: domo O 24 busta Gd.: morte O

Liber tertius · Libro terzo Infatti, ogni messaggero deve essere attendibile, e uno vecchio schiavo deve essere ancor più affidabile. Ora, se sai qualcosa, comincia a dirmelo iniziando dal [principio: io poi berrò tutto ciò con le orecchie tese. E così la hai vista piangere con i capelli scompigliati? Dai suoi occhi cadeva un copioso pianto? E non hai visto, Ligdamo, nessuno specchio sul suo letto? E nessuna gemma le ornava le candide mani? E hai visto la sua veste penzolare dalle tenere braccia? La casa era triste, e tristi le ancelle filavano la loro lana, e lei stessa filava nel centro della casa, e si asciugava gli occhi umidi di pianto con la pressione di un [panno di lana, e ripeteva in tono dolente i miei delitti? ‘È questa la ricompensa che mi era stata promessa alla tua [presenza, Ligdamo? È una colpa mancare alla parola data in presenza di uno [schiavo. Lui ha cuore di abbandonarmi infelice nella mia casa deserta? e ha cuore di tenersi in casa una donna che andrebbe definita [con un termine che non voglio usare? Si compiace del fatto che mi struggo da sola in un letto vuoto: se gli garba, Ligdamo, danzi di gioia sulla mia tomba! Quella mi ha battuto non grazie al suo carattere, ma per [mezzo di erbe magiche: lui è guidato dai fili della trottola magica; e lo trascinano gli effetti stregati che derivano dalle rane [gonfie

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Elegie et lecta ex sectis anguibus ossa trahunt et strigis inuentae per busta tepentia plumae iunctaque funesto lanea uitta foco. si non uana canunt mea somnia, Lygdame, testor: poena erit ante meos sera, sed ampla, pedes, putris et in uacuo texetur aranea lecto, noctibus illorum dormiet ipsa Venus.’ quae tibi si ueris animis est questa puella, hac eadem rursus, Lygdame, curre uia, et mea cum multis lacrimis mandata reporta: iram, non fraudes, esse in amore meo, me quoque consimili impositum torquerier igni; iurabo bis sex integer esse dies. quod mihi si e tanto felix concordia bello exstiterit, per me, Lygdame, liber eris.

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7 Ergo sollicitae tu causa, pecunia, uitae! per te immaturum mortis adimus iter. tu uitiis hominum crudelia pabula praebes; semina curarum de capite orta tuo. tu Paetum ad Pharios tendentem lintea portus obruis insano terque quaterque mari. nam, dum te sequitur, primo miser excidit aeuo et noua longinquis piscibus esca natat.

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28 ex sectis P: exectis N L: exactis F Z: exsuctis Burman: enectis Heinsius 29 tepentia Heinsius: iacentia O: fort. calentia 30 iunctaque Gd. (cf. 4,6,6 terque focum circa laneus orbis eat. Verg. ecl. 8,64 molli cinge haec altaria uitta. Seru. Dan. ad molli: ‘lanea scilicet’): cinctaque F L P Z: cincta N (-que add. N2) uitta P Z: uicta F: uita N L foco Gd.: uiro O: toro Heinsius (at cf. 4,6,6) 39 consimili F L P: consuli N: cum simili Z 41 quod N Ppc: quid F L P mihi si F L P: mi si Z: nisi N e Lachmann: et N: om. F L P Z 7 titulus de morte peti et malo auaritiae L2: queritur de morte peti naufragio defuncti P nouam el. indic. N (l. m.), L mg. P Z: priori elegiae continuant F L 1 ergone ~, Dousa f. uitae N F L: uitae es P Z

Liber tertius · Libro terzo e le ossa raccolte dal corpo di serpenti sezionati e le piume di strige trovate fra i roghi funebri ancora tiepidi e fasce di lana strette attorno ad altari contaminati. Se i miei sogni, Ligdamo, non indicano falsi presagi, ti [chiamo a testimone di questo: lui sconterà una tardiva, ma dura pena qui davanti ai miei [piedi, e una polverosa ragnatela verrà tessuta sul letto vuoto, e durante le loro presunte notti d’amore la stessa dea Venere [sarà addormentata.’ Se la mia donna si è lamentata con te di tutto ciò con mente [sincera, tu, Ligdamo, per la medesima strada corri a riferirle questo messaggio: nel mio amore, vi è ira, ma non l’inganno, anch’io sono afflitto da un analogo fuoco; le giurerò che sono ancora casto dopo dodici giorni. Se poi da una guerra amorosa tanto grave deriverà una fausta [unità dei nostri cuori, tu, Ligdamo, per quanto mi riguarda, sarai un uomo libero.

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7 Dunque, tu, denaro, sei la causa che rende la nostra vita così [angosciata! Per causa tua intraprendiamo anzitempo il percorso che [conduce alla morte. Tu offri un crudele alimento ai vizi degli uomini; dal tuo capo nascono i germi dei nostri affanni. Tu ricopri Peto, mentre navigava verso il porto di Faro, tre e quattro volte con le onde del mare in tempesta. Infatti, mentre t’inseguiva, infelice, nella sua giovane età [incontrò la morte, poi restò a galleggiare, insolita preda per i pesci esotici.

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Elegie huic fluctus uiuo radicitus abstulit ungues, et celer in uastam traxit hiatus aquam; hunc paruo ferri uidit nox improba ligno: Paetus ut occideret, tot coiere mala. flens tamen extremis dedit haec mandata querelis, cum moribunda niger clauderet ora liquor: ‘Di maris Aegaei, quos sunt penes aequora ponti, et quaecumque meum degrauat unda caput, quo rapitis miseros primae lanuginis annos? attulimus uacuas in freta uestra manus. a miser alcyonum scopulis adfigar acutis! in me caeruleo fuscina sumpta deo est. at saltem Italiae regionibus aduehat aestus: hoc de me sat erit, si prope matrem adero’. subtrahit haec fantem torta uertigine fluctus; ultima quae Paeto uoxque diesque fuit. Paete, quid aetatem memoras? quid cara natanti mater in ore tibi est? non habet unda fidem. nam tibi nocturnis ad saxa ligata procellis omnia detrito uincula fune cadunt. [sunt Agamemnonias testantia litora curas, qua natat Argynni corpus amantis aqua. hoc iuuene amisso classem non soluit Atrides, pro qua mactata est Iphigenia mora.] saxa triumphales fregere Capherea puppes, naufraga cum uasto Graecia tracta salo est.

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52 celer Gd.: miser O in uastam Fürstenau: in uisam N: inuisam L P Z: inuitam F 57 di N: dii F L P Z ponti ~, Scaliger: uenti O 60 uacuas Gd.: longas O: castas uel puras Francius 61 adfigar ~, Heinsius: adfligar O 63 aduehat ~, Scaliger: euehat P: eueat N F L Z 64 prope matrem adero Gd. (cf. Ter. Ad. 453 utinam hic prope adesset alicubi. Sall. Iug. 102,7 si prope adessemus. et al.): modo matris erit O 66 uoxque N: noxque F L P Z 17 memoras ~, Schrader: numeras O 18 tibi in ore N fidem Gd.: deos O 20 detrito N P Z: deterto F Lac uincula N: ac luncula F L P Z 21-24 del. Willymott 22 qua N L P Z: quae F natat ~, Beroaldus notat O corpus amantis Gd.: poena minantis O aqua Burman: aquae O 23 hoc N: nec F L P Z

Liber tertius · Libro terzo Invece, mentre era ancora vivo, i marosi gli strapparono le [unghie dalle radici, e un vorticoso gorgo lo trascinò nell’acqua agitata; la notte spietata lo vide aggrappato a una stretta trave: perché Peto potesse morire, cospirarono tanti casi avversi. E tuttavia egli piangendo affidò alla sua estrema voce dolente [questo messaggio, mentre le nere onde chiudevano la sua bocca moribonda: ‘Dei del mare Egeo, che avete il controllo delle acque marine, e voi onde tutte che gravate sul mio capo, dove trascinate i miei anni segnati appena dalla prima [lanugine? Ho messo mani disarmate sulle vostre onde. Ah sventurato, io finirò infilzato agli scogli aguzzi dove [posano le alcioni, contro di me il dio azzurro, Nettuno, ha sollevato il tridente. Ma almeno potesse la corrente marina trasportarmi fino alle [regioni dell’Italia: per me sarà sufficiente che io arrivi vicino a mia madre’. Mentre così parlava, le onde lo risucchiarono in un vortice [ruotante; queste furono le ultime parole e l’ultimo giorno di Peto. Peto, perché accenni alla tua età? Perché mentre vai alla deriva hai ancora sulla bocca il nome della cara madre? Sul mare non [si può fare affidamento. Di fatto, tutte le gomene, che tenevano legata alle rocce la tua [nave, sotto una tempesta notturna si spezzarono per il logorio delle funi. [Ci sono spiagge, che attestano gli amori di Agamennone, là dove il cadavere del suo amante Arginno galleggia sulle [acque del Cefiso. Una volta perduto questo giovane, l’Atride non fece salpare [la flotta Greca, e per superare l’intralcio fu sacrificata Ifigenia.] Le rocce del Cafareo infransero le vittoriose navi dei Greci, quando la Grecia naufragando affondò nel mare tempestoso.

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Elegie paulatim socium iacturam fleuit Ulixes, in mare cui soliti non ualuere doli. at mater non iusta piae dare debita terrae nec pote cognatos inter humare rogos, sed tua nunc uolucres astant super ossa marinae, nunc tibi pro tumulo Carpathium omne mare est. reddite corpus humo, posita est in gurgite uita; Paetum sponte tua, mollis harena, tegas, et quotiens Paeti transibit nauta sepulcrum, dicat: ‘Et audaci tu timor esse potes’. ite, rates curuas et leti quaerite causas: ista per humanas mors uenit acta manus. terra parum fuerat, fatis adiecimus undas: fortunae miseras auximus arte uias. ancora te teneat, quem non tenuere Penates? quid meritum dicas, cui sua terra parum est? uentorum est quodcumque paras: haut ulla carina consenuit, fallit portus et ipse fidem. natura insidiis pontum substrauit opertis: ut tibi succedat, uix semel esse potest. quod si contentus patrios boue uerteret agros uerbaque duxisset pondus habere mea, uiseret ante suos dulces coniugia natos pauper, at integras nunc retineret opes.

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42 soliti ~, Lipsius: soli O 9 at Guyet: et O 25 est N: -que F L P Z 26 mollis Markland: uilis O 29 curuas Passerat: curuae O quaerite Gd.: terite N: texite F L P Z 33 quem N Fac: quam Fpc L P Z 37 insidiis Gd.: insidians O opertis Gd.: auaris O: an amaris? 43 contentus N P: contentos F L P Z: contemptos Butrica patrios Heinsius: patrio O 44 duxisset N: dixisset F L P Z 45 uiseret Gd. (cf. Verg. Aen. 11,270 coniugium optatum…uideret. Plaut. most. 793 uise, specta. Apul. met. 11,24,1 quaqua…uiseres): uiueret O dulces coniugia natos Gd. (de iunctura dulces nati cf. Lucr. 3,895. 4,1234. Verg. georg. 2,523. Aen. 4,33. Lucan. 9,231. Val. Fl. 4,89. de coniugium/-ia = uxor cf. Sen. Troad. 59 Hectoris coniugia [i. e. Andromachen]. Val. Fl. 8,392 sq. raptis…coniugiis [i. e. Medea]): dulcis conuiua penates O 46 et P integras Gd. (cf. Hor. serm. 2,2,113 integris opibus): in terra O nunc retineret Gd. (cf. Cic. Verr. 3,202. Val.Max. 7,7,4. Iuuen. 13.201): nil ubi flere O (nil nisi Fpc) opes Baehrens: potest O

Liber tertius · Libro terzo A poco a poco dovette piangere la perdita dei compagni [Ulisse, a cui, nel mare, a nulla valsero i consueti inganni. Ma tua madre, Peto, non può celebrare il doveroso rito di una [pia sepoltura dei tuoi resti, né può inumarti fra le ceneri dei tuoi consanguinei, ma ora gli uccelli marini volteggiano sopra le tue ossa [insepolte, ora tutto il mare Egeo ti fa da sepolcro. Restituite alla terra il suo cadavere, la sua vita cessò fra i [gorghi; tu, morbida sabbia, copri Peto secondo la tua volontà, e tutte le volte che un marinaio passerà oltre il sepolcro di [Peto, dica: ‘Tu puoi essere motivo di paura anche per i coraggiosi’. Andate, via, ricercate ricurve navi e nuovi motivi di morte: questa tua morte è stata causata da mani umane. La terra non era sufficiente; abbiamo aggiunto le onde agli [altri motivi di morte: con la nostra bravura abbiamo accresciuto le tristi vie della [fortuna. Potrebbe trattenerti un’ancora, quando non lo ha potuto il [pensiero dei tuoi Penati? Dimmi cosa mai può meritare chi non si accontenta della [propria terra? Qualunque convoglio tu prepari, sarà comunque in balia dei [venti: mai nessuna nave ha raggiunto la vecchiaia, perfino un porto può tradire. La natura ha disseminato i mari di insidie nascoste: se pure ti può andare ben fatta, ciò può succedere appena una [sola volta. Ma se invece avesse arato i campi paterni contento dei suoi [buoi, e avesse dato peso alle mie parole, guarderebbe la sua sposa davanti ai suoi cari figli, povero sì, ma ora conserverebbe integre le sue pur limitate [risorse.

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Elegie non tulit haec Paetus: stridorem audire procellae et duro teneras laedere fune manus, sed thyio thalamo aut Oricia terebintho effultum pluma uersicolore caput. o centum aequoreae Nereo genitore puellae, et tu, materno fracta dolore, Theti, uos decuit lasso supponere bracchia mento: non poterat uestras ille grauare manus. infelix Aquilo, raptae dolor Orithyiae, quae spolia ex illo tanta fuere tibi? aut quidnam fracta gaudes, Neptune, carina? portabat sanctos alueus ille uiros. at tu, saeue Aquilo, numquam mea uela uidebis: ante fores dominae condar oportet iners.

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8 Turpis ad hesternas fuerat mihi rixa lucernas uocis et iratae tot maledicta tuae, cum furibunda mero mensam propellis et in me proicis insana cymbia plena manu. tu uero nostros audax inuade capillos et mea probrosis unguibus ora nota, tu minitare oculos subiecta exurere flamma,

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47 non tulit O: noluit Skutsch haec N: hoc F Z: hunc L P 49 thyio Santen: chio O thalamo N: calamo F L P Z oricia ~: orythia N: cory(i)thi(y)a L P Z: corinthia F 50 effultum ~, Beroaldus: et fultum N L P Z: furtum F 68 fracta Heinsius (cf. [Tibull.] 3,2,6 frangit fortia corda dolor): tracta O: tacta ~: fort. carpta (cf. Verg. Aen. 4,2. Ouid. ars 3.680. Apul. met. 8,7 luctu ac maerore carpebat animum) 69 lapso ~ 13 dolor Gd. (cf. Ouid. her. 11,111. Mart. 7,96,1. et al.): timor O: memor ~, Puccius 8 titulus ad amicam in cena ebriam P priori el. continuant F L Z 1 turpis Gd. (cf. 4,8,3 turpis in arcana sonuit cum rixa taberna. Petron. 10,3 ex turpissima lite in risum diffusi): dulcis O 2 iratae Camps: insanae O (sed ud. u. 4 insana) 3 cum ~, Beroaldus: cur O 6 probrosis Gd.: formosis O 7 minitare N P Z: mutare F L

Liber tertius · Libro terzo Eppure Peto non tollerava tutto ciò: udire il sibilo della [tempesta, e logorare le delicate mani con le dure sartie, ma piuttosto amava, stando in un talamo di cedro o di [terebinto Epirota, appoggiare il capo su cuscini dai molti colori. E voi, cento Nereidi marine figlie di un dio, e tu, Teti, spezzata dal tuo dolore di madre, voi tutte avreste dovuto sorreggere il mento di Peto con le [vostre braccia: egli non poteva essere troppo di peso alle vostre mani. Infausto Aquilone, motivo di dolore per la rapita Orizia, quali grandi spoglie hai riportato da Peto? O perché tu, Nettuno, ti compiaci del naufragio della sua [nave? Quello scafo trasportava uomini irreprensibili. Ma tu, crudele Aquilone, non vedrai mai le mie vele: è opportuno che io muoia inattivo e vengo così composto [davanti alla porta della mia donna.

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8 Questa notte, alla luce della lampada, ho dovuto subire una [lite infame, e tutti gli insulti della tua voce infuriata, quando, folle per il troppo vino schietto, hai rovesciato il [tavolino della cena e contro di me hai scagliato coppe piene di vino con una mano impazzita. Ma tu, osa pure strapparmi i capelli e graffia il mio viso con le tue unghie infami, tu minaccia di bruciarmi gli occhi col fuoco,

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Elegie fac mea rescisso pectora nuda sinu! nimirum ueri dantur mihi signa caloris: nam sine amore graui femina nulla dolet. quae mulier rabida iactat conuicia lingua, haec Veneris magnae uoluitur ante pedes; custodum grex hanc circa seu stipat euntem, seu sequitur medias, Maenas ut icta, uias, seu timidam crebro dementia somnia terrent, seu miseram in tabula picta puella mouet: his ego tormentis animi sum uerus haruspex, has didici certo saepe in amore notas. non est certa fides, quam non in iurgia uertas. hostibus eueniat lenta puella meis! in morso aequales uideant mea uulnera collo: me discat liuor mecum habuisse meam. aut in amore dolere uolo aut audire dolentem, siue meas lacrimas siue uidere tuas, tecta superciliis si quando uerba remittis, aut tu cum digitis scripta silenda notas. odi ego quos numquam pungunt suspiria somnos: semper in irata pallidus esse uelim. dulcior ignis erat Paridi, cum Graia per arma Tyndaridi poterat gaudia ferre suae: dum uincunt Danai, dum restat Dardarus Hector, ille Helenae in gremio maxima bella gerit. aut tecum aut pro te mihi cum riualibus arma semper erunt: in te pax mihi nulla placet. gaude, quod nulla est aeque formosa; doleres, si qua foret: nunc sis iure superba licet.

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8 rescisso N L: reciso Fpc P: recisso Fac Z 11 rabida Scaliger: grauida O (sed ud. u. 10 graui) 12 haec Liuineius: et O 13 grex hanc Gd.: gregibus O seu Lachmann: se O 14 acta ~, Volscus, Beroaldus 18 has N: nam F L P Z 19 in iurgia N: iniuria Fpc L P: iuria Fac: in iuria Z uertas Vahlen: uertat F: uersat N L P Z 21 immorso ~, Heinsius 22 discat Kraffert: doceat O 27 quos ~, Passerat: quae O 28 irata N: iratam L P Z: miratam F 29 Graia Beroaldus: grata O 30 Tyndaridis ~, Phillimore 31 Dardanus Heinsius: barbarus O

Liber tertius · Libro terzo lacera il mio vestito e metti a nudo il mio petto! Senza dubbio tu mi offri altrettanti segni di un vero amore: perché nessuna donna soffre se non per una seria passione. Ogni donna che lancia insulti con voce rabbiosa in realtà si prostra davanti ai piedi della grande dea Venere; sia che, quando questa donna esce fuori di casa, la circondi di [una folla di custodi, sia che vada percorrendo le strade in mezzo alla gente, come [una Menade posseduta dal dio, sia che spesso folli incubi la atterriscano, sia che la poverina sia sconvolta da quadri con i ritratti di altre [donne: io sono l’interprete autentico di simili tormenti mentali, io ho appreso che questi sono spesso i segni di un amore certo. Non è un amore certo quello che non si trasforma in litigio. Ai miei nemici tocchi in sorte una donna senza passione! I miei coetanei rivali vedano le mie ferite sul collo morsicato [dalla mia donna: tali lividi dimostrino che io l’ho avuta mia insieme con me! In amore, voglio soffrire o ascoltarti soffrire, vedere o le mie lacrime o le tue, se a volte tu mandi un messaggio segreto muovendo le [sopracciglia, o tracci parole da non pronunciare con le tue dita. Io non sopporto i sonni che non sono mai tormentati dai [sospiri: se la mia donna è irata, vorrei sempre essere pallido. Per Paride il suo ardore era più dolce quando, in mezzo alle [battaglie contro i Greci, poteva portare il piacere alla sua Tindaride: mentre i Greci vincono, mentre il Troiano Ettore resiste, lui conduce una grande guerra in grembo a Elena. O con te o con i miei rivali ci sarà per me sempre guerra: quando si tratta di te, non amo la pace. Rallegrati, poiché nessuna è bella come te; saresti triste se qualcuna lo fosse: ma ora puoi essere a buon diritto [superba.

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Elegie at tibi, qui nostro tendisti retia lecto, sit dolor aeternus nec sine morte malum! cui nunc si qua data est furandae copia noctis, offensa illa mihi, non tibi amica, dedit.

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9 Maecenas, eques Etrusco de sanguine regum, infra fortunam qui cupis esse tuam, quid me scribendi tam uastum mittis in aequor? non sunt apta meae grandia uela rati. turpe est, quod nequeas, capiti committere pondus et rursum inflexo mox dare terga genu. omnia non pariter rebus sunt omnibus apta, flaua nec ex acri ducitur uua iugo. gloria Lysippo est animarum effingere signa, exactus Calamis se magis aptat equis; in Veneris tabula summam sibi poscit Apelles, Parrhasius rara pingit ab arte Iouem;

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37 tendisti O: nexisti Ppc (in ras.) ~, Priscianus, Diomedes 38 dolor aeternus Gd. (cf. Stat. Theb. 8,195 sq. aeternus Phoebo dolor…semper eris): socer aeternum O morte Gd.: matre O malum Gd. (cf. Larg. 171 nemo…correptus hoc malo. Iuuen. 6,109 acre malum semper stillantis ocelli. Plin. nat. 22,158 parotidum et carcinomatum malis): domus O 40 offensa ~, Puccius: offensam O: infensa ~, Beroaldus 9 titulus ad mecenatem F L: ad mecenatem excusatio cur non scribat de aliquibus gestis urbis ad quae scribenda mecenas ipsum inuitauerat P 1 infra Liuineius: intra N L P: inter F Z 6 rursum Gd.: pressum O 7-8: cf. Ouid. ars 1,757 sq. nec tellus eadem parit omnia: uitibus illa/conuenit, haec oleis, hic bene farra uirent 7 rebus Eyb: rerum O 8 flaua Gd.: flamma N F P: flamina L acri Gd. (cf. Mart. 10,103,1 sq. acri/monte): aequo O uua Peiper: ulla O 9 animarum Gd. (cf. Petron. 88, 5 Myron, qui paene animas hominum ferarumque aere comprehendit): animosa O 10 exactus Gd. (cf. Plin. ep. 8,23,5 Seruiano, exactissimo uiro): exactis O calamis ~: calamus O magis aptat Gd.: mihi iactat O 12 rara…ab arte Gd. (cf. Ouid. am. 2,4,30 et tenerum molli torquet ab arte latus): parua…arte O pingit Gd.: uindicat O Iouem Gd.: locum O

Liber tertius · Libro terzo Ma a te, che hai teso le reti al nostro letto, tocchi in sorte un dolore eterno e una malattia che ti conduca [alla morte! E se hai avuto la possibilità di rubarmi una notte d’amore con [lei, sappi che lei te l’ha concessa perché è offesa con me, non [perché ti sia amica.

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9 Mecenate, cavaliere Romano disceso da regale stirpe Etrusca, che vorresti sempre contenerti al di sotto della tua fortuna, perché mi immetti nell’immenso mare della scrittura poetica? Vele troppo grandi non sono adatte alla mia piccola barca. È vergognoso voler portare sul capo un peso che non si sa [reggere e invece piegare le ginocchia a terra e darsi alla fuga. Tutte le cause non sono atte a produrre tutti gli effetti in egual [misura, la bionda uva non si può ricavare da un monte scosceso. È gloria di Lisippo scolpire le stesse tracce del respiro delle sue [figure, il preciso Calamide si adatta piuttosto a rappresentare cavalli; Apelle pretende per sé il massimo ruolo per il suo quadro di [Venere, Parrasio dipinge Giove con rara arte;

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Elegie arbuta tam magnae sunt Mentoris inclita formae, at Myos exiguum flectit acanthus iter; Phidiacus signo se Iuppiter ornat eburno, Praxitelis Cyprio splendet in aere Venus. sunt quibus Eleae conducit palma quadrigae, sunt quibus in celeres gloria lata pedes. hic satus ad pacem, hic castrensibus utilis armis: naturae sequitur semina quisque suae. at tua, Maecenas, uitae praecepta recepi, conor et exemplis te superare tuis. cum tibi Romano dominas in honore secures et liceat medio ponere iura foro, uel tibi Medorum pugnaces ire per hastas, atque onerare tuam fixa per arma domum, et tibi ad effectum uires det Caesar, et omni tempore tam faciles insinuentur opes, parcis et in tenues humilem te colligis umbras: uelorum plenos subtrahis ipse sinus. crede mihi, magnos aequabunt ista Camillos officia, et uenies tu quoque in ora uirum, Caesaris et famae uestigia iuncta tenebis:

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13 arbuta tam magnae Gd. (cf. Liu. 26,47,5 catapulta maximae formae. Petron. 64,7 ingentis formae…canis): argumenta magis O inclita Postgate: addita O 14 at ~: ad O 16 Praxitelis Gd.: praxitelem O Cyprio…in aere Gd. (cf. Vitr. 7,11,1. Plin. nat. 34,4. Larg. 16): propria…urbe O splendet Gd.: uindicat N F L Z: uendicat P Venus Gd. (cf. Plin. nat. 34,69 [scil. Praxiteles] fecit tamen et ex aere pulcherrima opera:… Venerem…marmoreae illi suae per terras inclutae parem): lapis O 17-18 sunt…sunt Gd.: est…est O 17 conducit Gd.: concurrit O 18 lata Gd. (cf. 2,7,18 gloria ad hibernos lata Borystenidas): nata O 21 at N L P Z: et F: haec Baehrens 22 conor Heinsius: cogor O te O: me Burman meis Npc 24 promere Ruhnken 26 onerare P: onaerare N: honerare F: honorare L Z: ornare Dempster 27 affectum ~, Beroaldus 32 officia Gd. (cf. Cic. Verr. 3,170 nullam [scil. ciuitatem]…reperietis… officiis fideliorem. Att. 7,17,4 non deero offficio nec dignitati meae. Caes. Gall. 4,25,3 ego certe meum rei publicae atque imperatori officium praestitero): iudicia O fastigia Palmier

Liber tertius · Libro terzo sono famosi i corbezzoli, di ingente forma, di Mentore, invece l’acanto di Mys si snoda in esili tracciati; il Giove di Fidia si adorna di una statua eburnea, la Venere di Prassitele splende nel bronzo Cipriota. Vi sono alcuni ai quali conviene la palma per la corsa delle [quadrighe a Elea, vi sono alcuni la cui gloria si riferisce alla celerità dei piedi [nella corsa. Questi è nato per la pace, questi è utile alle armi castrensi: ognuno segue i princípi della propria natura. Ma io ho raccolto l’insegnamento della tua vita, Mecenate, e tento di superarti seguendo il tuo stesso esempio. Mentre potresti insignirti delle scuri simbolo di potere, [assumendo cariche pubbliche a Roma, e render giustizia nel Foro romano, o passare indenne fra le bellicose lance dei Medi, e ornare la tua casa di armi appese alle pareti, e mentre Cesare stesso ti offre la forza per conseguire i tuoi [scopi, e in ogni momento la ricchezza può filtrare fino a te con tanta facilità, tu ti fai da parte e ti riduci umilmente in una vita umbratile: sei tu stesso che raccogli le tue vele gonfie. Credimi, questi tuoi servigi resi allo Stato ti accosteranno ai [grandi Camilli, e anche tu sarai sulla bocca di tutti, e muoverai il passo a fianco di Cesare, e parteciperai alla sua [fama:

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Elegie Maecenatis erunt uera tropaea fides. non ego uelifera tumidum mare findo carina: tota sub exiguo flumine nostra mora est. non flabo in cineres arcem sidisse tepentes Cadmi, nec semper proelia clade pari, nec referam Scaeas et Pergama, Apollinis arces, et Danaum decimo uere redisse rates, moenia cum Graio Neptunia pressit aratro uictor Palladiae ligneus artis equus. inter Callimachi sat erit iacuisse libellos et cecinisse modis, culte Philita, tuis. haec urant pueros, haec urant scripta puellas, meque deum clament et mihi sacra ferant!

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* te duce uel Iouis arma canam caeloque minantem Coeum et Phlegraeis Oromedonta iugis, celsaque Romanis decerpta Palatia tauris ordiar et caeso moenia firma Remo eductosque pares siluestri ex ubere reges, crescet et ingenium sub tua iussa meum; prosequar et currus utroque ab litore ouantes, Parthorum astutae tela remissa fugae, claustraque Pelusi Romano subruta ferro

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36 tota O: tuta ~ 37 sidisse Heinsius: sedisse O tepentes Heyworth: paternos O 38 semper O: septem Lipsius 42 uector Heinsius 43  iacuisse anon.ap. Burman: placuisse O 44 culte Gd. (cf. Ouid. am. 1,15,28 culte Tibulle): dure N L P Z: ture F: coe ~, Puccius philita ~: poeta O 45 urant (bis) ~, Volscus: curant (bis) O post 46 poeta ad perfectum carmen, quo eius heroi poematis recusatio continebatur, quasi appendicem iunxit postea, idest uersus 47-60, ubi se auctore Maecenate epica carmina scripturum professus est. illius consilia in uu. 1-45 et in uu. 47-60 inter se ualde repugnant. neque hoc praeter consuetudinem facit: confer 2,10 (1-20 ad heroica carmina se paratum poeta dicit. 21-26 tamen nunc solis elegiis amatoriis aptus est) 48 coeum ~: caeum O oromedonta ~, Volscus, Beroaldus: oromodunta N, sim. alii: Eurymedonta Huschke 55 claustraque Palmier: castraque O pelusii N

Liber tertius · Libro terzo la fedeltà sarà il vero trionfo di Mecenate. Non spetta me solcare il mare rigonfio di flutti con una nave [a vele spiegate: io passo tutto il tempo sulle onde di un piccolo fiumicello. Non intonerò un canto sulla fortezza Tebana di Cadmo [crollata sulle ceneri ardenti, e sulla battaglia non più segnata da perdite su entrambi i [fronti; né canterò le porte Scee e Pergamo, fortezza di Apollo, e le navi Greche che tornano dopo dieci anni in patria, dopo che il cavallo di legno, disegnato da Atena, vittorioso rase al suolo con l’aratro Greco le mura costruite [da Nettuno. Mi basterà l’aver trovato posto accanto ai libri di Callimaco, e l’aver cantato imitando i tuoi ritmi, raffinato Filita. Queste poesie infiammino i giovani uomini e le giovani [donne, e tutti mi acclamino come il loro dio e mi rendano culto!

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* Se tu mi guidi, sarò capace anche di cantare le armi di Giove, e Ceo e Oromedonte che minacciano il cielo dalle alture [Flegree; e l’alto Palatino pascolo per i tori Romani, e le mura fondate dopo l’uccisione di Remo, e i re gemelli nutriti dalle poppe di una lupa selvaggia; e la mia vena poetica andrà sempre crescendo sotto la tua [guida. E accompagnerò i carri Romani trionfanti da oriente a [occidente, gli archi dei Parti con le loro astute fughe, finalmente [allentati, e i bastioni di Peluso distrutti dalle armi Romane,

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Elegie Antonique graues in sua fata manus. mollia tu coeptae fautor cape lora iuuentae dexteraque immissis da mihi signa rotis! hoc mihi, Maecenas, laudis concedis, et a te est quod ferar in partes ipse fuisse tuas.

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10 Mirabar cur me uisissent mane Camenae ante meum stantes sole rubente torum. natalis nostrae signum misere puellae et manibus faustos ter crepuere sonos. transeat hic sine nube dies, stent aere uenti, ponat et in sicco molliter unda minas. aspiciam nullos hodierna luce dolentes et Niobe lacrimas supprimat ipsa suas, alcyonum positis requiescant ora querelis, increpet absumptum nec sua mater Ityn. tuque, o cara mihi, felicibus edita signis surge et praesentes iusta precare deos! ac primum pura somnum tibi discute lympha et nitidas presso pollice finge comas; dein, qua primum oculos cepisti ueste Properti indue nec uacuum flore relinque caput; et pete, qua polles, ut sit tibi forma perennis

56 antonique ~: antoniique O 57 mollia Broekhuyzen: mollis O tor F mg., ~: faustor F L P Z: factor N

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10 titulus de niobe F L: de natali amicae P 1 cur me Gd.: quidnam O: quid me Guyet uisissent ~, Guyet: misissent O: risissent Passerat: iussissent Volscus 6 ponat Fpc P: ponet N Fac L Z minas Fpc ~: minax O 8 niobe N F L: nyobe Z: niobes P ipsa suas Heinsius: ipse lapis O 11  signis Gd. (hic signa i.q. praesagia, omina etc. cf. Paul. Fest. p. 260 M. quique genera signorum obseruant augures): pennis O 12 praesentes Passerat: poscentes O iusta cum precare coniungitur (cf. Ouid. am. 1,3,1. Sil. 4,793) 15 dein qua N: denique F: te qua L P Z 17-18 om. N, damnauit Lachmann 17 polles ~: pelles F L P Z

Liber tertius · Libro terzo e le mani di Antonio spietate nel darsi la morte. Tu, patrono dell’opera giovanile ora da me intrapresa, [impugna le redini, e dai alle mie ruote pronte a correre un segnale propizio! Concedimi la mia parte di gloria, Mecenate, e da te dipenderà se io sarò ricordato come uno che ti è stato compagno.

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10 Mi chiedevo perché mi fossero venute a far visita così di prima [mattina le Camene, ritte in piedi davanti al mio letto mentre in cielo rosseggiava [il sole. Mi diedero il segnale che era il compleanno della mia donna e con le mani produssero tre volte un rumore beneagurante. Questo giorno passi senza nubi, i venti siano fermi nell’aria, e l’onda plachi dolcemente le sue minacce sulla spiaggia. Che io nella luce di questo giorno non veda nessuno [affliggersi, e perfino Niobe reprima le sue lacrime, le bocche degli alcioni cessati i lamenti riposino, e la madre di Iti non pianga la perdita del figlio. E tu, cara a me, nata sotto felici auspici, alzati e offri le dovute preghiere agli dei propizi! E per prima cosa con un getto di acqua fredda scuoti via il [sonno e con la pressione delle tue dita dai forma ai tuoi fulgidi [capelli; poi, indossa la veste nella quale per la prima volta [conquistasti gli occhi di Properzio, e non lasciare nudo di fiori il tuo capo; e chiedi che la tua bellezza, grazie alla quale domini, sia [duratura,

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Elegie inque meum semper stent tua signa caput! inde coronatas ubi ture piaueris aras, luxerit et tota flamma secunda domo sit mensae ratio, noxque inter pocula currat, et crocino nares murreus ungat onyx. tibia nocturnis succentet rauca choreis, et sint nequitiae libera uerba tuae, dulciaque ingratos adimant conuiuia somnos, publica uicinae perstrepat aura uiae; sit sors et nobis talorum interprete iactu, quem leuibus telis uulneret ille puer. cum fuerit multis exacta trientibus hora, noctis et instituet sacra magistra Venus, annua soluamus thalamo sollemnia nostro natalisque tui sic peregamus iter!

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11 Quid mirare meam si uersat femina uitam et trahit addictum sub sua iura uirum, criminaque ignaui capitis mihi turpia fingis, quod nequeam fracto rumpere uincla iugo? 18 signa Gd. (cf. Cic. fin. 5,74 fures earum rerum quas ceperunt signa commutant. Verg. georg. 1,263 pecori signum…impressit): regna O 19 ubi N: tibi F L Z:…bi P 23 succentet Gd. (cf. succentus, succentiuus [de tibia apud Varr. rust. 1,2,15 dictum]): succumbat O rauca N Fpc: pauca Fac L P 26 perstrepat F, ~: perstrepet N F L P 27 iactu N P Z: tactu F L 28 leuibus Gd. (cf. Verg. Aen. 5,68 leuibus…sagittis. Liu. 10,2,7 missis leuibus telis. et al.): grauibus O telis Gd. (cf. 2,12,18 tela tua [scil. Amoris]. Lucr. 4, 1052. Ouid. ars 1,169 telumque uolatile sensit. trist. 4,10,65 Cupidineis… telis. et al.): pennis O(scil. Cupido non pennis sed sagittis, spiculis, telis etc. amantes uulnerat) uulneret Gd. (cf. Ouid. ars 1,21 sq. et mihi cedit Amor, quamuis mea uulneret arcu/pectora. et al.): uerberet O 30 magistra Gd. (cf. CIL 10,3692 Venus rerum humanarum diuinarumque magistra): ministra O 31 sollempnia N: et solemnia F L P Z 32 ter ~ 11 titulus de imperiis feminarum L: de imperio mulierum in uiris P 3 fort. cordis

Liber tertius · Libro terzo e resti per sempre sul mio capo il tuo marchio di proprietà! Quindi, dopo che avrai purificato con l’incenso gli altari [inghirlandati, e per tutta la casa splenderà una fiamma di buon augurio, occupati del tavolino per la cena, e la notte corra via tra i calici, e un vasetto di murra effonda fino alle nostre narici il [profumo dello zafferano. Il suono sordo del flauto accompagni le danze notturne, e dai libero corso alle tue parole lascive, e il dolce convito porti lontano il sonno ingrato, l’aria pubblica della strada vicina sia avvolta nel chiasso; e noi due saggiamo la sorte avendo come interprete il lancio [dei dadi, per scoprire chi è ferito dai leggeri dardi del fanciullo Cupido. Quando infine le ore saranno state consumate nel bere molti [litri di vino, e la nostra maestra Venere darà il via ai suoi riti notturni, noi due osserviamo il rito annuale nel nostro letto e così completiamo il percorso del tuo compleanno! 11 Perché ti stupisci se una donna agita la mia vita ora in una ora [in un’altra direzione, e trascina sotto il suo potere, schiavo, il suo uomo, e mi formuli accuse infamanti di viltà, perché io non riesco a spezzare il giogo e a rompere le mie [catene?

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Elegie annosus melius praesagit nauita uentos, uulneribus didicit miles habere metum. ista ego praeterita iactaui uerba iuuenta: tu nunc exemplo disce timere meo. Colchis flagrantes adamantina sub iuga tauros egit et armifera semina sparsit humo. custodisque feros clausit serpentis hiatus, iret ut Aesonias aurea lana domos. ausa ferox ab equo quandam oppugnare sagittis Maeotis Danaum Penthesilea rates; aurea cui postquam nudauit cassida frontem, uicit uictorem candida forma uirum; Omphale in tantum formae processit honorem, Lydia Gygaeo tincta puella lacu, ut qui pacato statuisset in orbe columnas tam dura traheret mollia pensa manu. Persarum statuit Babylona Semiramis urbem, et solidum structo sustulit aggere opus, ut duo in aduersum missi per moenia currus possent intactum stringere ab axe latus; duxit et Euphraten medium, qua condidit arces, iussit et imperio subdere Bactra caput. nam quid heroas, quid damnem hoc crimine diuos?

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5 annosus Jacobs (cf. 2,25,4 miles…annosus): uenturam O uentos Gd.: pc mortem N F L Z: noctem F P 10 armifera Liuineius (cf. Sen. Med. 468 armifero in aruo): armigera O semina sparsit Gd. (cf. Ouid. am. 3,12,35 Thebanaque semina dentes. met. 7,121 sqq. sumit…/uipereos dentes et aratos spargit in agros./semina mollit humus. Hyg. fab. 178,5 dentes…eius [scil. draconis]…sparsit et arauit. et al.): pr(o)elia seuit O 14 maeotis N P mg.: nectis L: iniectis F P Z 15 citant Charisius GL 1,103,17, auctor de dub. nom. GL 5,576,22 sq. cui N: qui F L P Z 17 et suppleui 21 nouam el. inc. F L P Z 22 et Gd.: ut O sustulit Gd.: tolleret O structo Gd. (cf. Plin. nat. 8,24 ceteri aggeres construunt. et al.): cocto O 23 ut N: et F L P Z 24 possent intactum Gd.: nec possent tacto O (ne P) 25 qua N Ppc: F L Pac Z 26 subdere ~, Burman sen.: surgere O 27 damnem hoc Gd. (cf. Cic. Verr. 4,100 ut is eo crimine damnaretur. Verg. Aen. 6,430 falso damnati crimine): raptem in O

Liber tertius · Libro terzo Il marinaio anziano presagisce meglio i venti, e il soldato in seguito alle ferite riportate ha appreso a temere. Parole come queste tue io le lanciavo nella passata giovinezza: ora tu, sul mio esempio, impara ad avere timore! La donna della Colchide, Medea, costrinse sotto un giogo di [diamante i tori che spiravano fiamme, e sparse i semi sulla terra che avrebbe poi prodotto uomini [armati, e chiuse le feroci fauci del serpente custode, in modo che il vello d’oro potesse arrivare fino alla casa di [Esone. Un tempo la Meotide Pentesilea osò assalire, fiera dal suo [cavallo, le navi dei Greci con le sue frecce; quando si tolse l’elmo dorato e rivelò il suo volto, la sua candida bellezza vinse Achille, l’eroe suo vincitore; e Onfale, la ragazza Lidia che si bagnava nel lago di Gige, arrivò a tale fama di bellezza, che Ercole, dopo aver fondato le sue colonne nel mondo [pacificato, finì per filare con le dure mani il penso di lana. Semiramide costruì la capitale della Persia Babilonia, in guisa che innalzasse un edificio solido con una muraglia [costruita tutt’attorno, perché così due carri lanciati in corsa sulle mura in senso [opposto l’uno all’altro potessero soltanto sfiorare il fianco non toccato dell’altro [governando l’asse; e incanalò l’Eufrate attraverso la città da lei fondata, e impose a Battra di piegare il capo al suo dominio. Ma perché dovrei condannare per questo delitto gli eroi o gli [dei?

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Elegie Romulus infamat seque suamque domum. quid? modo quae nostris opprobria nexuit armis, et famulos inter femina trita suos, coniugii obsceni pretium Romana poposcit moenia et addictos sub sua iura patres. noxia Alexandria, dolis aptissima tellus, et totiens nostro Memphi cruenta malo, tres ubi Pompeio detraxit harena triumphos! tollet nulla dies hanc tibi, Nile, notam. issent Phlegraeo melius tibi funera campo, uel tua si socero colla daturus eras. scilicet incesti meretrix regina Canopi, una Philippeo sanguine inusta nota. ausa Ioui nostro latrantem opponere Anubim, et Tiberim Nili cogere ferre minas, Romanamque tubam crepitanti pellere sistro, baridos et contis rostra Liburna sequi, foedaque Tarpeio conopia tendere saxo, iura daret et statuas inter et arma Mari! quid nunc Tarquinii fractas iuuat esse secures, nomine quem simili uita superba notat, si mulier metuenda fuit? cape, Roma, triumphum et longum Augusto salua precare diem! fugisti tandem in tumidi uada turgida Nili: nec cepere tuae Romula uincla manus.

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28 Romulus Gd. (cf.2,6,21 sq. tu [scil. Romulus] rapere intactas docuisti impune Sabinas:/per te nunc Romae quidlibet audet Amor): iuppiter O (sed ud. u.27 quid damnem hoc crimine diuos?) 29 nexuit Gd. (nexerit iam ~, Shackleton Bailey): uexerit O 31 coniugii Passerat: coniugis O 32 sub…iura Heinsius: in…regna O 35 tres N Ppc: hec F: res L: re Pac: rex Z ubi N: tibi F L P Z 36 Nile Gd. (cf. 2,33,20 cum Tiberi Nilo gratia nulla fuit): roma O 39 nouam el. inc. F L P 40 inusta Petreius (cf. Cic. Catil. 1,13. Plin. ep. 9,3,16. et al.): adusta O 41 nostro est P 43 fort. tollere 45 conopia ~, Heinsius: canopeia O 46 daret ~, Calderinus: dare O 49 metuenda Gd.: patienda O cape O: rape Heinsius 51 tandem Gd.: tamen O in tumidi ~ (cf. Hor. carm. 3,3,48 qua tumidus rigat arua Nilus): in timidi N L P: in timida F: intimidi Z uaga ~: uada O 52 nec cepere Markland: accepere O

Liber tertius · Libro terzo Romolo infama sé e la sua casa. E allora? Quella donna che pur ora ha portato la sua vergogna [nelle nostre contrade, e che si è fatta penetrare fino allo sfinimento dai suoi schiavi, ha preteso come compenso per l’osceno connubio le mura Romane e i nostri senatori resi schiavi sotto il suo [potere. Colpevole Alessandria, terra troppo adatta agl’inganni, e tu, Menfi, tante volte insanguinata dalla nostra mala sorte, dove la sabbia privò Pompeo di tre trionfi! Nessun giorno futuro toglierà a te, Nilo, questa infamia. Per te, Pompeo, era meglio trovare la morte nei campi [Flegrei, era meglio se tu avessi offerto il tuo collo alla lama di Cesare. Certamente, la regina prostituta dell’impuro Canopo, unica del sangue di Alessandro è stata marchiata con un segno [d’infamia, dopo aver osato opporre il suo latrante Anubi al nostro Giove, e costringere il Tevere a subire le minacce del Nilo, e scacciare il suono della tromba Romana con quello del [crepitante sistro, e inseguire i rostri delle nostre Liburne con le pertiche delle [sue imbarcazioni Egizie, e stendere sulla rocca Tarpea le orribili zanzariere, avrebbe amministrato la giustizia fra le statue e le armi di [Mario! Ora a che serve che siano state spezzate le scuri di Tarquinio, quello che la sua vita superba marchiò con un nome uguale, se si doveva sopportare una donna? Roma, celebra il trionfo e poiché sei salva invoca in preghiera lunghi giorni ad [Augusto! Tu, Cleopatra, alla fine fuggisti fra i meandri del Nilo in piena: le tue mani non ricevettero le catene Romane.

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Elegie bracchia spectasti taetris admorsa colubris, et rapere occultum membra soporis iter. ‘Non hoc, Roma, fui tanto tibi ciue uerenda’ dixit iam assiduo lingua sepulta malo. septem urbs alta iugis, toto quae praesidet orbi, femineas timuit territa in ante minas. nunc ubi Scipiadae classes, ubi signa Camilli, aut modo Pompeia, Bospore, capta manu, Hannibalis spolia et uicti monumenta Syphacis et Pyrrhi ad nostros gloria tracta pedes? Curtius expletis meruit monumenta lacunis, at Decius misso moenia rupit equo, Coclite abscissos testantur lumina pontes, est cui cognomen coruus habere dedit. haec di condiderant, haec di quoque moenia seruant: uix timeat saluo Caesare Roma Iouem. Leucadius uersas acies memorabit Apollo: tantum operis belli sustulit una dies. ant tu, siue petes portus seu, nauita, linques, Caesaris in toto sis memor Ionio.

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53 spectasti Markland: spectaui O taetris Gd. (cf. Macer poet. 8 Courtney qua taeter labitur anguis): sacris O 54 et rapere Gd. (cf. Acc. trag. 123. Sil. 3,156 iter liquidum rapiente carina): et trahere O: et terere Alton: fort. carpere et (cf. Hor. carm. 2,17,12. Ouid. her. 17,34. Petron. 116,1) 55 fui ~, Haupt: fuit O 56 iam Gd.: et O malo Gd. (cf. Verg. Aen. 7,375 serpentis furiale malum): mero O (numquid Cleopatra moribunda merum potabat?) 57 toti F3 58 om. N timuit P ~: om. F L Z in ante Gd.: in arce Z: marte F L P 67-68 post 58 traiecit Passerat 68 modo N L P Z: ubi F 59 documenta uel hic uel in 61 Burman 60 tracta Fea: fracta O 61 meruit Gd.: statuit O (at non Curtius ipse, eius posteri monumentum illi statuerunt) 62 at N F: ac L P Z adscisos N moenia Gd. (cf. Tac. ann. 12,16,2 moenia non saxo sed cratibus et uimentis…inualida erant): proelia O 63 testantur lumina Gd. (cf. T.J. Cornell, Oxford Classical Dictionary3, s. v. Horatius Cocles: ‘An archaic statue of a one-eyed man, which stood in the Volcanal in the Comitium, was thought by the Romans to represent Horatius’): testatur semita O 64 est Puccius: et O 65 dii ~: di O condiderant O: condiderunt Liuineius 68 tantum operis: cf. 3,3,4 belli cum una dies coniunctum 69 ac P

Liber tertius · Libro terzo Vedesti le tue braccia morsicate dagli orribili serpenti, e le tue membra avviarsi per l’occulto cammino del sonno più [profondo. ‘Roma, non dovevi proprio temermi se avevi un tale cittadino’ Così disse la sua lingua ormai sepolta dal veleno che senza [sosta le penetrava dentro. la città alta sui sette colli, che è preposta al mondo intero, temette le minacce di una donna, fin da prima spaventata. Dove sono ora la flotta di Scipione, le insegne di Camillo, o le insegne da poco conquistate, Bosforo, dalla mano di [Pompeo, le spoglie di Annibale e i memoriali della sconfitta di Siface e la gloria di Pirro trascinata ai nostri piedi? Curzio meritò un monumento per aver fatto riempire la [voragine, ma poi Decio sfondò le fortificazioni nemiche lanciando il suo [cavallo fra i nemici, gli occhi della statua di Coclite recano testimonianza del [ponte Sublicio squarciato, vi è un altro eroe che ha ricevuto il suo soprannome da un [corvo. Queste mura le fondarono gli dei, queste mura ancora gli dei [le proteggono: purché sia salvo Cesare, Roma può persino non temere [Giove. Apollo Leucadico ricorderà sempre le schiere volte in fuga: un solo giorno di guerra ha eliminato una simile potenza. Ma tu, marinaio, sia quando ti dirigi verso i porti che quando [li lasci, nell’attraversare tutto il mar Ionio sii memore di Cesare!

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Elegie 12 Postume, plorantem potuisti linquerente Gallam, miles et Augusti fortia signa sequi? tantine ulla fuit spoliatis gloria Parthis, ne faceres Galla multa querente tua? si fas est, omnes pariter pereatis auari et quisquis fido praetulit arma toro! tu tamen iniecta tectus, uesane, lacerna portabis galea fessus Araxis aquam. illa quidem interea cura tabescet inani, haec tua ne uirtus fiat amara sibi, neue tua Medae laetentur caede sagittae Sericus armato neu cataphractus equo; neue aliquod de te membrum referatur in urna: sic redeunt, illis qui cecidere locis. ter quater in casta felix, o Postume, Galla! moribus his alia coniuge dignus eras. quid faciet nullo munita puella timore, cum sit luxuriae Roma magistra suae? sed securus eas: Gallam non munera uincent, duritiaeque tuae non erit illa memor. nam quocumque die saluum te fata remittent, pendebit collo Galla pudica tuo.

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12 titulus ad postumum de galla F L: ad postumum in militiam abeuntem inuita galla P 3 spoliatis…Parthis Gd. (cf. 1,13,5 dum tibi deceptis augetur fama puellis): spoliati…parthi O: spoliandi…parthi ~, Francius 4 faceres N: facias F L Pac: fugeres Heinsius querente Gd. (cf. 1,8,22): rogante O 7 iniecta ~, Beroaldus: intecta O: intexta ~, Kühlewein: interea ~, Volscus 8 portabis ~, Camps (cf. Tibull. 2,6,8 [scil. miles] ipse leuem galea qui sibi portet aquam): potabis O 9 cura Heinsius (cf. Lucr. 3,116. 5,1431. Verg. georg. 4,345. et al.): fama O 10 fiet F, Volscus sibi ~, Liuineius: tibi O 12 Sericus Markland: ferreus O aerato Guyet: aurato O: armato Broekhuyzen 13 aliquod…membrum Gd. (cf. Cic. Phil. 8,15 membrum aliquod potius quam totum corpus. et al.): aliquid…flendum O 14 sic redeunt ~, Volscus, Beroaldus: si credunt N: si credent F L P Z qui N: quae F L P Z 18 suae ~: tuae O 21 sanum F

Liber tertius · Libro terzo

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12 Postumo, hai potuto lasciare Galla in lacrime e seguire da soldato le valorose insegne di Augusto? Attribuivi tanta importanza alla eventuale fama per aver [sconfitto e saccheggiato la Partia, nonostante che la tua Galla molto si lamentasse, perché tu [non partissi? Se mi è lecito dirlo, andate in malora insieme tutti voi [uomini avidi di bottino, e chiunque preferisce le armi al suo letto e alla sua moglie [fedele! Tuttavia, tu coperto, nella tua follia, da un mantello militare [buttato lì porterai nel tuo elmo con fatica l’acqua dell’Arasse. Nel frattempo, lei si consumerà per una vana angoscia, temendo che questo tuo coraggio in guerra non debba [risultare amaro per lei, o che le frecce dei Medi gioiscano della tua morte, o che gioisca per tale motivo il nemico Cinese catafratto nel [suo cavallo dall’armatura bronzea; o che qualche membro di te venga riportato in patria dentro [un’urna: così ritornano quelli che cadono in quelle contrade. Felice tre e quattro volte per una moglie tanto casta, la tua [Galla, o Postumo! Con una vita simile, avresti meritato ben altra moglie. E che può mai fare una giovane donna Romana, non custodita [da alcuna forma di timore, quando Roma le è maestra di lussuria? Ma tu, Postumo, vai sicuro: nessun regalo potrà sedurre [Gallia, e lei non si ricorderà nemmeno di quanto sei stato duro con [lei. In realtà, in qualsiasi giorno il destino ti rispedirà salvo a casa, Galla, la moglie fedele, starà aggrappata al tuo collo.

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Elegie Postumus alter erit miranda coniuge Ulixes: non illi longae tot nocuere morae, castra decem annorum, et Ciconum mons Ismara, Calpe, 25 exustaeque tuae trux Polypheme, genae, et Circae fraudes lotosque herbaeque tenaces Scyllaque et alternans scissa Charybdis aquas, Lampeties Ithacis ueribus mugisse iuuencos (pauerat hos Phoebo filia Lampetie), 30 et thalamum Aeaeae flentis fugisse puellae, totque hiemis noctes totque natasse dies, nigrantesque domos animarum intrasse silentum, Sirenum surdo remige adisse lacus, et ueteres arcus leto renouasse procorum, 35 errorisque sic statuisse modum. nec frustra, quia casta domi persederat uxor. uincit Penelopes Aelia Galla fidem. 13 Quaeritis unde auidis nox sit pretiosa puellis et iuuenum exhaustas damna sequantur opes.

25 mons O: mors Volscus calpe N F: talpe L P Z: capta Fontein 26 trux Markland: mox O 27 circe N: cure F L P Z herbaeque: cf. Quint. 5,8,1 cuiusdam apud Lotophagos graminis tenaces. Hom. Od. 9,94 sq. ¬˜ ÙȘ ψÙÔÖÔ Ê¿ÁÔȅηÚfiÓ,/ÔéΤْ··ÁÁÂÖÏ·È ¿ÏÈÓ õıÂÏÂÓ Ôé‰b Ó¤ÂÛı·È 28 alternans Rossberg: alternas O 29 ithacis ~: sithicis N: sitticis L P: syticis F: siticis Z 32 natasse N Fpc: notasse F L P: uacasse P mg. ~ 34 lacus N (cf. Lucr. 3,1031 salsas…lacunas, i.e. mare): latus F: latreus L P: locos Schrader: sinus Burman: domos Housman 35 artus F3 leto ~: lecto O 38 uicit P penelopes P: penelope N: penelope F L Z Aelia Gulielmius: l(a)elia O 13 titulus de auaritia et luxu matronarum F L: de auaritia et luxuria et luxu uiuendi matronarum P 2 iuuenum Baehrens: uenerem O exhaustas Gd.: exhausto N: exhaustae F L P Z sequantur Gd. (cf. Sall. hist. 1,77,9 Maur. ubi malos praemia secuntur. Verg. Aen. 12, 153 miseros meliora sequentur. et al.): querantur O

Liber tertius · Libro terzo Grazie a una sposa così ammirevole, Postumo sarà come un [secondo Ulisse: a quell’eroe non portarono alcun male le lunghe soste [lontano da casa: l’accampamento Greco rimasto per dieci anni sotto Troia, [l’Ismaro monte dei Ciconi, Calpe, e i tuoi occhi arsi, truce Polifemo le trappole di Circe, il loto, l’erba che non permette di partire, Scilla e Cariddi squarciata in due, che alternativamente [divora e vomita le acque, i muggiti dei giovenchi di Lampezia messi ad arrostire sugli [spiedi di Itaca (Lampezia li aveva condotti al pascolo per il padre Febo-Sole), e aver lasciato il talamo della giovane Calipso piangente [sull’isola di Eea, e aver nuotato per tanti giorni e notti di tempesta, e essere penetrato nelle tenebrose dimore delle anime senza [più voce, e avere oltrepassato la laguna delle Sirene con i suoi rematori [resi sordi dalla cera, e aver ridato una nuova vita al suo antico arco con la strage [dei proci, e avere così fissato un termine al suo peregrinare. E non aveva fatto tutto ciò inutilmente, poiché la moglie lo [aveva atteso in casa restandogli fedele. Ma ora Elia Galla ha superato la fedeltà di Penelope. 13 Mi domandate perché una notte d’amore sia fatta pagare [tanto dalle donne avide di guadagno e perché gravi perdite riguardino le prosciugate finanze degli [uomini giovani.

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Elegie certa eadem tantis causa et manifesta ruinis: luxuriae nimium libera facta uia est. Inda cauis aurum mittit formica metallis, et uenit e Rubro concha Erycina salo, et Tyros ostrinos praebet Cadmea colores, cinnamon et multi praestat odoris Arabs: haec etiam clausas expugnant arma puellas, haec superant fastus, Icarioti, tuos. matrona incedit census induta nepotum et spolia opprobrii nostra per ora trahit. nulla est poscendi, nulla est reuerentia dandi; aut, si qua est, pretio tollitur ipsa mora. felix Eois lex funeris una maritis, quos Aurora suis rubra colorat equis! namque ubi mortifero iacta est fax ultima lecto, uxorum passis stat pia turba comis, et certamen habent laetae, quae nupta sequatur coniugium: pudor est non licuisse mori. plaudunt uictrices et flammae pectora praebent, imponuntque suis membra perusta uiris. hoc genus infidum nuptarum, hic nulla puella nec fida Euadne nec pia Penelope. felix agrestum quondam pagana iuuentus, diuitiae quorum messis et arbor erant.

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3 eadem Gd.: quidem N L P Z: quidam F: fort. subest (cf. 4,6,52 sq. quae [scil. causa] nisi iusta subest,/excutit arma pauor. Cic. off. 1,38 causas…subesse…oportet easdem. Curt. 4,12,14 pauor, quibus causa non suberat. Ouid. fast. 6,266 formae [scil. templi] causa probanda subest) et N L Z: est F P rapinis Palmer 4 lubrica ~, Palmier 5 formica: Italice interpretor ‘marmotta’; cf. Herod. 3,102 et Liddell-Scott-Jones, Greek-English Lexicon s.u. ̇ÚÌËÍ: ‘fabulous animal in India’ 8 praestat Rossberg: pastor O 9 puellas Markland (cf. 3,3,49. 14,23): pudicas O 10 haec superant Gd. (quae superant iam Heinsius): quaeque terunt O 18 passis Palmier: fusis O 19 laetae Lipsius: laeti N: leti F L P Z nupta Gd.: uiua O 21 plaudunt Gd.: ardent O: gaudent Stephanus 22 membra Gd.: ora O 23 hoc N L P Z: hic ~: om. F hic nulla N: innupta L Pac: nupta F Ppc 25 pagana Gulielmius: pacata O 26 quorum N: quarum F L P Z

Liber tertius · Libro terzo Per tali rovine economiche c’è una medesima evidente e [manifesta ragione: il cammino verso lo spreco è stato reso troppo libero. La marmotta Indiana ci manda oro ricavato dalle profonde [miniere, e arriva fino a noi la perla sacra a Venere Ericina dal mar [Rosso, e Tiro, patria di Cadmo, ci offre tinte purpuree, e l’Arabia ci fornisce il cinnamo dall’intenso profumo: queste armi espugnano anche le donne chiuse in casa, queste armi vincono la tua superbia in amore, Penelope. Una madre di famiglia incede per la via vestita del patrimonio [di scialacquatori e trascina di fronte alla nostra faccia le spoglie del disonore. Non vi è ritegno nel chiedere, o nel dare; oppure, se vi è qualche ritegno, anche questa esitazione viene [cancellata dal denaro. Felice quella unica legge sui funerali dei mariti orientali, che la rossa Aurora abbronza con i suoi cavalli! Infatti, non appena l’ultima torcia vien lanciata sulla bara degli [uomini sposati, la piccola folla delle loro mogli si presenta in devota pietà con [i capelli in disordine, ed esse lietamente affrontano una gara per vedere quale sposa [segua il marito: è considerata una vergogna il non poter morire. Le vincitrici plaudono e offrono il petto alla fiamma, e collocano le membra bruciate sui loro mariti. Ma questa nostra stirpe di mogli è infido, qui da noi nessuna [donna è una fedele Euadne o una pia Penelope. Felice un tempo la gioventù campestre degli agricoltori, le cui ricchezze erano le messi e gli alberi!

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Elegie illis munus erant decussa Cydonia ramo, et dare puniceis plena canistra rubis, nunc uiolas tondere manu, nunc lecta referre lilia uimineos candida per calathos, et portare suis uestitas frondibus uuas aut uariam plumae uersicoloris auem. his tum blanditiis muscosa per antra puellae oscula siluicolis grata dedere uiris. atque hinni pellis positos operibat amantes, altaque natiuo creuerat herba toro; pinus et incumbens lentas circumdabat umbras, nec fuerat nudas culpa uidere deas; corniger Idaei uacuam pastoris in aulam dux aries saturas saepe reduxit oues; di deaeque omnes, quibus est tutela per agros, praebebant uestris dona benigna focis. [et leporem, quicumque uenis, uenaberis, hospes, et, si forte meo tramite quaeris, auem: et me Pana tibi comitem de rupe uocato, siue petes calamo praemia siue cane.] at nunc desertis cessant sacraria lucis: aurum omnes uicta iam pietate colunt. auro pulsa fides, auro uenalia iura,

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27 discussa N 29 lecta Gd.: mixta O 30 uimineos Fruterius (cf. Ouid. fast. 4,335 lento calathos e uimine nexos. Copa 16 lilia uimineis attulit in calathis. Mart. 3,48,39 et dona matrum uimine offerunt texto): uirgineos O candida Gd.: lucida O 32 uersicoloris P (cf. 3,7,50 pluma uersicolore. Cic. fin. 3,18 plumae uersicolores columbis. et al.): uiricoloris N F L Z 33 muscosa Gd. (cf. 2,30,26 rorida muscosis antra tenere iugis): furtiua O 34 grata Gd.: empta O 35 atque hinni Gd. (hinni iam Garrod): atque hunili N: atque hinuli ~: atque humili F L Z: atque humilis P positos Heinsius: totos O 37 lentas] laetas Fac: latas ~ 38 culpa Gd.: poena O 39  Idaei Volscus (cf. Hor. carm. 1,15,2 sq. pastor cum traheret per freta nauibus/Idaeis Helenen perfidus hospitam. Stat. silu. 1,2,43 Dardania pastor temerarius Ida. et al.): atque dei O 40 saepe Gd.: ipse O 42 dona Gd. (cf. Verg. Aen. 1,446 sq. Stat. Ach. 1,423. Tac. ann. 14,64,. Apul. met. 6,3. et al.): uerba O 43-46 alienos esse uidit Housman 43 et N: ut F L P Z uenaberis N: ueneraberis F L Ppc Z 47 at N: et F L P Z

Liber tertius · Libro terzo Per loro il dovere consisteva nello scuotere giù dai rami le [mele cotogne, e recare canestri pieni di rosse more, ora staccare con la mano le viole, ora cogliere e portar via nei cesti di vimine i candidi gigli, e trasportare le uve rivestite delle loro foglie o un variopinto uccello dalle piume multicolori. Allora in piccole valli ricoperte di muschi le giovani donne davano a quegli uomini abitatori di selve baci a loro graditi. E una pelle di bardotto copriva gli amanti sdraiati per terra, e l’erba cresceva alta per fornire loro un letto naturale. e il pino sovrastante spargeva tutt’intorno placide ombre, non era una colpa veder nude le dee. Al vuoto ovile del pastore Frigio, Paride, l’ariete cornuto, guida del gregge, spesso ricondusse le pecore [sazie; dei e dee tutte, che proteggete i campi, quegli uomini antichi offrivano generosi doni ai vostri altari. [Ospite, chiunque tu sia, che qui vieni, caccerai la lepre e, se mai lo cercherai lungo il mio sentiero, l’uccello: e chiama dal dirupo ad accompagnarti me, il dio Pan, sia che tu cerchi un bottino della caccia con la pania sia con [l’aiuto dei cani.] Ma ora i santuari degli dei giacciono in abbandono in boschi [deserti: tutti ormai onorano l’oro, dopo che la pietà è stata sconfitta. Dall’oro è stata scacciata la lealtà, la giustizia si compra con [l’oro,

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Elegie aurum lex sequitur, nil sine munere abit. torrida sacrilegum testantur limina Brennum, dum petit intonsi Pythia fana dei; at mons laurigeri concussus fulmine diui Gallica Parnasus sparsit in arma niues. te domus accepto Thracis Polymestoris auro nutrit in hospitio non, Polydore, pio. tu quoque ut auratos gereres, Eriphyla, lacertos, delapsis nusquam est Amphiaraus equis. proloquar (atque utinam patriae sim uerus haruspex!): frangitur ipsa suis Roma superba bonis. certa loquor, sed nulla fides; neque enim Ilia quondam uerax Pergameis maenas habenda uiris. sola hostem Phrygiae fraudem componere, sola fatalem patriae mox fore dixit equum. ille dies patriae fuit ultimus, ille parenti: experta est ueros irrita uirgo deos.

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50 nil sine munere abit Gd. (cf. Ter. Hec. 853 sinam sine munere a me abire. Iuuen. 1,35 quem munere palpat. et al.): mox sine lege pudor O (sed ud. lex) 51 limina N F mg.: lumina F L P Z 52 fana Gd. (cf. Cic. diu. 1,81 cum [scil. Brennus] fano Apollinis Delphici nefarium bellum intulisset): regna O 53 mons N: mox F L P Z laurigeri Gd.: laurigero ~: aurigero O fulmine Gd. (cf. Paus. 10,23,1 ‚ÚÔÓÙ·› Ù ηd ÎÂÚ·˘ÓÔd…âÁ¤ÓÔÓÙÔ): uertice O (nomina dactylica inter se confusa sunt) diui Gd.: diras N: duras F L P Z 54 parnasus N: parnassis L P: parnasi F Z 55 te ~, Puccius: et O domus Gd.: scelus O 56 pio N: tuo F L P Z 58 delapsis ~, Jacob: dilapsis N F: dilapsus L P Z nusquam N (cf. Hor. serm. 2,5,101 sq. ergo nunc Dama sodalis/nusquam est? i.e. mortuus est): numquam F L P Z 59 uerus O: uanus ~: falsus F mg., ~ 61 sed] fort. mihi 62 uiris Gd. (cf. Ouid. met. 13,429 sq. tellus/Bistoniis habitata uiris. et al.): malis O 63 hostem Gd.: parim N L P Z: parum F fraudem Gd. (cf. 2,9,31 sed uobis facile est uerba et componere fraudes. Liu. 26,12,16 Numidas fraude composita transisse): fatum O 64 fatalem Gd.: fallacem O Troiae Schackleton Bailey mox fore Gd. (cf. Liu. 3,2,4 deos nunc testes esse, mox fore ultores): serpere O 65 dies Gd. (cf. Apul. met. 5,12,4 dies ultima et casus extremus): furor O: fort. labor ultimus Gd.: utilis O 66 ueros N L P Z: uerax F uirgo Gd. (de prosodia cf. Sen. Med. 49. 350): lingua O

Liber tertius · Libro terzo le leggi obbediscono all’oro, nulla riesce senza che si versi una [tangente. La soglia bruciata dal fulmine attesta il passaggio del sacrilego [Brenno, quando assalì il tempio Pitico del dio chiomato, Apollo; e però il monte Parnaso, scosso dal fulmine del dio che reca [l’alloro, sparse la neve sulle armi Galliche. La casa del Tracio Polimestore, che aveva ricevuto in cambio [dell’oro, ti nutrì, Polidoro, con un’ospitalità rivelatasi poi empia. E perché tu, Erifila, potessi portare dei braccialetti d’oro, Anfiarao, sprofondati i suoi cavalli nell’abisso, scomparve. Farò una dichiarazione solenne (e possa io essere aruspice [veritiero per la mia patria): la superba Roma è vinta dalla sua stessa prosperità. Dico certe cose, ma non mi si crede; di fatto, un tempo [neppure la menade Troiana, Cassandra, doveva essere considerata [veritiera dai Troiani. Lei sola affermò che il nemico preparava un tranello alla [Frigia, lei sola affermò che il cavallo di legno sarebbe di lì a poco stato fatale [alla patria. Quello fu l’ultimo giorno per la patria, l’ultimo giorno per il [padre di Cassandra, Priamo: la vergine mai creduta ebbe la prova che gli dei erano veritieri.

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Elegie 14 Cuncta tuae, Sparte, miramur iura palaestrae, sed mage uirginei tota bona gymnasii, quod non infami se exercet corpore ludo inter nudatos nuda puella uiros, cum pila ueloces librat per bracchia iactus, increpat et uersi clauis adunca trochi, puluerulentaque ad extremas stat femina metas, et patitur duro uulnera pancratio. nunc ligat ad caestum pendentia bracchia loris, missile nunc disci pondus in orbe rotat, et modo Taygeti crines aspersa pruina sectatur patrios per iuga longa canes; gyrum pulsat equis, niueum latus ense reuincit, uirgineumque cauo protegit aere caput, qualis Amazonidum nudatis bellica mammis Thermodontiacis turba lauatur aquis; qualis in Eurotae Pollux et Castor harenis, huic uictor pugnis, ille superbus equis, inter quos Helene nudis capere arma papillis fertur nec fratres erubuisse duos. lex igitur Spartana uetat secedere amantes, et licet in triuiis ad latus esse suae,

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14 titulus ad spartam F L: ad spartum de ludis in palestra P priori el. continuat N1 1 cuncta Gd.: multa O 3 infami se Palmer: infamis O ludo Gd.: ludos Auantius: laudes O 4 nudatos Gd. (cf. Ouid. her. 16,151 sq. nitida…nuda palaestra/ludis et es nudis femina mixta uiris): luctantes O 5 librat Gd. (cf. Liu. 38,29,6 [scil. glans] librata cum sederit, uelut neruo emissa excutiatur. [Quint.] decl. 1,10 non…tam feliciter librasset ictum): fallit O 9 pendentia Gd.: gaudentia O 11 reuicit N 15-16 post 10 traiecit Palmer 14 termodontiacis Fr: thermodoontiacis N: termodont(h)eis F L P Z turma Gulielmius 17 in Gd.: et O harenis ~, Volscus: habenis N: athenis F L P Z 18 superbus Gd. (cf. Hor. serm. 2,1,26 Castor gaudet equis): futurus O 19 capere arma N: armata P Z: est armata F: arma L papillis N: capillis F L P Z 22 isse Heinsius tuae Barber

Liber tertius · Libro terzo

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14 Ammiriamo tutte quante le regole della tua ginnastica, Sparta, ma particolarmente i tanti meriti della tua atletica femminile, dato che una ragazza nuda può impegnarsi in esercizi fisici senza discredito, fra gli uomini anch’essi nudi, quando vola fra le braccia delle giocatrici la palla in veloci [lanci, e quando si ode il rumore della bacchetta uncinata che fa [girare il cerchio, e la donna coperta di polvere si staglia sulla ultima meta della [sua corsa, e accetta le ferite prodotte dal duro pancrazio. Ora lei stringe le braccia, che penzolano sospese in attesa del [pugilato, entro fasce di cuoio, ora fa ruotare in un cerchio il peso volante del disco, ora invece, con i capelli cosparsi della brina del monte Taigeto, insegue per le sue lunghe balze i cani Spartani; fa calpestare la pista circolare dai cavalli, si cinge i nivei fianchi [con la spada, e protegge il corpo virginale con il concavo elmo di bronzo, come, messe a nudo le mammelle, la schiera guerriera delle Amazzoni si bagna nelle acque del Termodonte; come nelle sabbie dell’Eurota Castore e Polluce, l’uno vittorioso nel pugilato, l’altro fiero dei suoi cavalli, in mezzo ai quali si narra che Elena con il seno ignudo indossò [le armi, e non ebbe vergogna dei due fratelli. Dunque la legge Spartana fa divieto agl’innamorati di [separarsi, e così si può stare al fianco della propria donna anche nei [crocevia,

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Elegie nec timor aut ulla est clausae tutela puellae, nec grauis austeri poena cauenda uiri. nullo praemisso de rebus tute loquaris ipse tuis: longae nulla repulsa morae. nec Tyriae uestes errantia lumina fallunt, est neque odoratae cura molesta comae. at nostra ingenti uadit circumdata turba, nec digitum angustae est inseruisse serae. nec qui sint aditus nec quae sint uerba rogandi inuenias: caecum uersat amator iter. quod si iura fores legesque imitata Laconum, carior hoc esses tu mihi, Roma, bono!

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15 Sic ego non ullos iam norim in amore tumultus, nec ueniat sine te nox uigilanda mihi! ut mihi praetexti rubor est sublatus amictus et data libertas noscere amoris iter, illa rudes animos per noctes conscia primas imbuit, heu nullo capta Lycinna datis!

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23 nec N: non F L P Z 25 tuta ~, Gebhard 27 nec N: non F L P Z lumina fallunt: cf. Ouid. fast. 2,357 fallentes lumina uestes 28 odoratae L P Z (cf. Ouid. ars 2,734 odoratae…comae. med. 19 odoratos…capillos): oderate F: adoratae N comae Canter, Heinsius: domi O 30 angustae…serae Heinsius: angusta…uia O fere (uia N, P in ras.: iua Fac: nia Fpc: tria L: tua Z 31 qui…aditus Heinsius: quae…facies O rogandi L F P Z: rogand N: roganda ~ 33 legesque Butrica (cf. Plaut. Epid. 523 omnium legum atque iurum fictor. Caes. Gall. 2,3,5 qui eodem iure et isdem legibus utantur. et al.): pugnasque O: moresque Shackleton Bailey 15 titulus ad cynthiam de lycinna F P: ad cynthiam L 1 sic F L P Z: hic N (rubricatoris errore, corr. prima m. in mg.) ullos N: nullos F L P Z 3 praetexti N: praetexta F L P Z rubor Gd. (cf. Isid. orig. 19,24,16 praetexta puerile est pallium…dicta autem praetexta, quia praetexebatur ei latior purpura): pudor O sublatus ~, Palmer: uelatus O: ablatus Heinsius amictus L P Z: amicus N F 5 illa] fort. una

Liber tertius · Libro terzo e non hanno le giovani donne da temere alcunché o da [subire una sorveglianza chiuse in casa, e non devono guardarsi dalle crudeli vendette di un marito [troppo severo. Tu stesso di persona, senza dover contare su intermediari, [puoi parlare con lei di quanto ti concerne: non vi è alcun rifiuto dopo una lunga attesa. Non ti incantano lo sguardo errante vesti purpuree di Fenicia, e non vi è alcuna molesta cura per i capelli intrisi di profumi. Al contrario, la donna delle nostre parti va in giro circondata [da una gran folla di custodi, e non vale tentare di inserire un dito nel catenaccio della sua [porta angusta. Non sai trovare né un modo opportuno di approccio né le [parole giuste per chiedere: l’amante uomo si fa strada a tentoni lungo un buio percorso. Ma se tu, Roma, avessi imitato le regole e le leggi degli [Spartani, per questo tuo merito mi saresti più cara.

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15 E possa così io non conoscere più alcuna guerra in amore, e non mi capiti una notte da dover vegliare senza di te! Quando mi fu tolta la striscia rossa della toga pretesta e mi fu data licenza di apprendere il percorso dell’amore, fu lei, mia complice, a educare il mio animo inesperto [durante le mie prime notti d’amore, lei Licinna, una che non si faceva conquistare dai regali!

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Elegie tertius aut paulo minus est cum ducitur annus: uix memini nobis uerba coisse decem. cuncta tuus sepeliuit amor, nec femina post te ulla dedit collo dulcia uincla meo. * testis erit Dirce non uero crimine questa Nycteos Antiopen accubuisse Lyco. a, quotiens pulchros uulsit regina capillos molliaque immites fixit in ora manus! a, quotiens famulam pensis onerauit iniquis et caput in dura ponere iussit humo! saepe illam immundis passa est habitare tenebris, uilem ieiunae saepe negauit aquam. Iuppiter, Antiopae numquam succurris habenti tot mala? corrumpit dura catena manus. si pudor est, tibi turpe tuam seruire puellam: inuocet Antiope quem nisi uincta Iouem? sola tamen, quaecumque aderant in corpore uires, regales manicas rupit utraque manu. inde Cithaeronis timido pede currit in arces. nox erat, et sparso triste cubile gelu. saepe uaga Asopi sonitu permota fluentis credebat dominae pone uenire pedes. et durum Zethum et lacrimis Amphiona mollem experta est stabulis mater abacta suis. ac ueluti magnos cum ponunt aequora motus,

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7 aut N: haud F2(?) L P Z: hanc F post 10 uu. 43-44 traiec. Vulpius, lacunam not. Guyet 11 ut nouum carmen inc. cum titulo fabula anthiopae F L P Z (sine titulo Z) 11 non Gd.: tam O questa Gd.: saeua O 13 uulsit Titius: ussit O 14 immites ~: inmittens N L P: inmictens F: immittens Z 15 pensis N P: impensis F L Z 19 numquam Gd.: nusquam O 21 si pudor est Gd.: si deus est N F L Z: si deus es P 22 uincta P: uicta N F L Z: fort. amata 27 asopi ~: aesopi O 30 stabulis ~: tubulis O 31 at F L

Liber tertius · Libro terzo È ormai passato il terzo anno o poco meno: ebbene, non ricordo che fra noi siano intercorse neanche [dieci parole. Il tuo amore ha seppellito ogni altra cosa, e dopo di te nessun’altra donna ha avvinto intorno al mio collo i suoi [dolci lacci. * Di tutto ciò sarà prova Dirce, che con un’accusa non vera [lamentò che la figlia di Nitteo, Antiope, si fosse giaciuta con Lico. Ah, quante volte quella regina le strappò i bei capelli, Ah, quante volte gravò l’ancella di iniqui lavori e la costrinse a dormire con il capo sulla dura terra! Spesso la lasciò abitare in tuguri bui e immondi, e spesso, quando aveva sete, le negò della semplice acqua. Giove, non soccorri mai Antiope che sopporta tanti mali? La dura catena le logora i polsi. Se hai senso del pudore, che la tua donna debba così servire è [una vergogna per te: chi dovrebbe invocare Antiope incatenata se non Giove? E pur tuttavia, da sola, con quante forze le restavano in corpo, spezzò con entrambe le mani le regali catene. Poi con passo tremante corse sulla cima del Citerone. Era notte, e il suo giaciglio per terra era cosparso di brina. Spesso, impaurita dal rumore del fiume Asopo mentre [andava errabonda, credette che la incalzassero i piedi della padrona. E ebbe la prova di quanto Zeto fosse insensibile alle sue [lacrime, ma che Anfione era mosso a pietà da quelle, lei, madre, scacciata dalla stalla che pur era sua. E come quando il mare placa il suo impetuoso movimento,

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Elegie Eurus in aduersos desinit ire Notos, litore et in placido sonitus rarescit aquarum – sic cadit inflexo lapsa puella gradu. sera tamen pietas natis et cognitus error. digne Iouis natos qui tueare senex, tu reddis pueris matrem, puerique trahendam uinxerunt Dircen sub trucis ora bouis. Antiope, cognosce Iouem: tibi gloria Dirce ducitur in multis mortem obitura locis. pectora laetantur Zethi uictorque canebat paeana Amphion rupe, Aracynthe, tua. at tu non meritam parcas uexare Lycinnam: nescit uestra ruens ira referre pedem. fabula nulla tuas de nobis concitet aures: te solam et lignis funeris ustus amem.

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16 Nox media: en dominae mihi uenit epistula nostrae: Tibure me nulla iussit adesse mora, candida qua geminas ostendunt culmina turres et cadit in patulos lympha Aniena lacus. quid faciam? obductis committam mene tenebris ut timeam audaces in mea terga manus? at si distulero haec nostro mandata timore,

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32 in aduersos…not(h)os F L P Z: sub aduerso…notho N 33 et in Gd.: sic O placido Gd. (cf. 1,11,14. Stat. Ach. 1,696 sq. placidi…litoris): tacito O aquarum Gd. (cf. 1,8,5 uesani murmura ponti. Tibull. 1,2,80 sonitus… placidae aquae. Lucan. 5,443 stagna tacentis aquae): harenae O 34 sic N: si F L P Z 35 et ~, Guyet: est O 38 uinxerunt L P Z: uixerunt N: uincerunt F 40 obitura Heinsius: habitura O 41 pectora laetantur Gd. (cf. Cic. Clu. 28 laetanti…animo. et al.): parta cruentantur O 43 lycinnam om. N 45 concitet N: conscitet F L P Z 16 titulus de imperio amicae F L: de imperio amicae et exhortatio circa illud P 1 en Heinsius: et O 2 tibure Fpc Ppc: tiburi uel tyburi O nulla F P (ut uid.) ~: missa N L Z 4 cadit N: cadet F L P Z lympha ~: nympha O 6 terga Gd.: membra O 7 distulero haec N: haec distulero F L P Z

Liber tertius · Libro terzo Euro smette di avventarsi contro Noto a lui ostile, e sulla quieta spiaggia si attutisce il rumore delle onde [marine – così la giovane donna cade a terra, scivolando sulle ginocchia [piegate. Seppur in ritardo i suoi figli provarono pietà e riconobbero il [loro errore. Vecchio pastore, tu degno di custodire i figli di Giove, tu restituisci la madre ai figli; e i suoi figli legarono Dirce sotto la testa di un toro infuriato perché se la [trascinasse via. Antiope, riconosci Giove: per tua gloria Dirce è trascinata per trovare la morte sparsa per molti luoghi. Il cuore di Zeto si rallegra, e il vittorioso Anfione canta il peana sulle tue rocce, monte Aracinto. Ma tu, Cinzia, evita di tormentare Licinna, che non se lo [merita: l’impetuosa ira di voi donne non sa fare marcia indietro. E che nessuna chiacchiera su di me turbi i tuoi orecchi; possa io continuare ad amare te sola anche quando sarò arso [dal rogo funebre.

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16 Mezzanotte: ecco che mi giunge una lettera della mia [padrona: mi ordina di trovarmi subito senza indugio a Tivoli, là dove le candide cime dei colli mostrano le torri gemelle e dove l’acqua dell’Aniene scende a formare vaste lagune. Che fare? mi dovrò affidare alle tenebre fitte, sì da dover temere le mani dei malviventi audaci contro la mia [schiena? Ma se, per il mio timore, rimanderò quanto mi viene ordinato,

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Elegie nocturno fuerit saeuior hoste mihi. peccaram semel, et toto sum laesus in ore: in me mansuetas non habet illa manus. nec tamen est quisquam, sacros qui laedat amantes: Scironis media sic licet ire uia. quisquis amator erit Scythiae licet ambulet oris, nemo adeo, ut noceat, barbarus esse uolet. luna ministrat iter, demonstrant astra salebras, ipse Amor accensas concutit usque faces. saeua canum rabies morsus auertit hiantes: huic generi quouis tempore tuta uia est. sanguine tam raro quis enim spargatur amantis improbus? inlaesis fit comes ipsa Venus. * quod si certa meos sequerentur funera casus, talis mors pretio uel sit emenda mihi. afferet haec unguenta mihi sertisque sepulcrum ornabit custos ad mea busta sedens. di faciant mea ne terra locet ossa frequenti, qua facit assiduo tramite uulgus iter: post mortem tumuli sic infamantur amantum. me tegat arborea deuia terra coma, aut humer ingestae cumulis uallatus harenae. non iuuat in media nomen habere uiam.

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8 fuerit Gd. (de futuro II in apodosi cum in protasi etiam futurum sit cf. KühnerStegmann I 149): fletus O 9 toto…in ore Gd.: totum…in annum O laesus Gd.: portus N: pulsus F L P Z: passus ~ 11 laedat N: laedit F L P Z 12 sic licet ~, Puccius: scilicet N: silicet Z: si licet F L P 13-14 = CIL 4,1950 scythiae inscr.: scythicis fere O ambulet P, inscr.: ambulat N F LZ 16 concutit Francius: percutit O usque Gd.: ante O 19 raro Gd.: paruo O 20 inlaesis Gd.: exclusis O 21-30 separau. Richmond 22 tali ~, Heinsius 23 haec ~, Guyet: huc O 25 dii codd. 27 amantum N: amantes F L P: amates Z 29 humer ~: humeri N: humor F L P Z ingestae Gd. (cf. Plin. nat. 17,160 in scrobe…super quam tenerrima ingeritur terra. Stat. Theb. 6,874 exuit ingestas fluuio sudoris harenas. et al.): ignotae O cumulis N Ppc: tumulis Pac Z: cumulus F: tumulus L 30 non N P: me F L Ppc Z

Liber tertius · Libro terzo lei sarà più crudele verso di me di un notturno nemico. Avevo peccato una sola volta, e ho subito lesioni su tutto il [viso: lei verso di me non ha proprio mani mansuete. E tuttavia non c’è nessuno che voglia provocare lesioni agli [uomini innamorati: questi possono anche andare per le vie note al brigante [Scirone. Chiunque sia un uomo che ama, può camminare per le [contrade della Scizia; nessuno vorrà essere tanto barbaro da fargli del male. La luna gli dirige il cammino, le stelle gli mostrano le asperità [del terreno, Amore stesso agita sempre le torce accese. La crudele rabbia dei cani volge altrove i musi aperti per [mordere; a questo genere di uomini la strada è sicura in ogni momento. Infatti, chi mai vorrebbe sporcarsi, malvagio, del sangue così [scarso di un innamorato? Agli innamorati indisturbati si fa compagna di viaggio la [stessa Venere. * E se una morte certa seguisse a tali miei incidenti dolorosi, una simile morte la vorrei comprare anche a caro prezzo. Lei mi porterà dei profumi e ornerà di ghirlande il mio [sepolcro, sedendo accanto ai miei resti come custode. Gli dei facciano sì che lei non collochi le mie ossa in un sito [molto frequentato, dove il volgo passa per un percorso continuamente battuto: dopo la morte in tal modo i sepolcri degl’innamorati [vengono dissacrati. Mi ricopra con le fronde di un albero una terra fuori mano o possa io venire sepolto circondato da cumuli di sabbia [ammucchiata sopra: non mi piacerebbe avere il nome indicato in mezzo a una [strada.

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Elegie 17 Nunc, o Bacche, tuis humiles aduoluimur aris: da mihi pacatus uela secunda pater! tu potes insanos Veneris compescere fluctus, curarumque tuo fit medicina mero. per te iunguntur, per te soluuntur amantes: tu uitium ex animo dilue, Bacche, meo! te quoque enim non esse rudem testatur in astris lyncibus ad caelum uecta Ariadna tuis. hoc mihi, quod saeuos succendit in ossibus ignes, funera sanabunt aut tua uina malum. semper enim uacuos nox sobria torquet amantes, spesque timorque animos uersat utroque toro. quod si, Bacche, tuis per feruida tempora donis accersitus erit somnus in ossa mea, ipse seram uites pangamque ex ordine colles, quos carpant nullae me uigilante ferae. dum modo purpureo spument mihi dolia musto et noua pressantes inquinet uua pedes, quod superest uitae, per te et tua pocula ducam, uirtutisque tuae, Bacche, poeta ferar. dicam ego maternos Aetnaeo fulmine partus,

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17 titulus ab bacchum F L: supplicatio ad bacchum P 2 pacatus Auratus: pacato O 3 insanos Gd. (cf. Verg. ecl. 9,43 insani feriant sine litora fluctus): insanae O compescere O (cf. Ouid. trist. 1,287 tantos compescite fluctus): componere ~, Gebhard fluctus Gd. (cf. Verg. Aen. 12,831 irarum tantos uoluis sub pectore fluctus): fastus O 9 saeuos Gd. (cf. 1,1,27 saeuos…ignes): ueteres O succendit Gd.: custodit O 12 animos ~, Beroaldus: animo O toro Palmer (cf. 2,17,3 sq. quotiens desertus amaras/ expleui noctes, fractus utroque toro): modo O 16 carpent Camps nullae N: mille F L P Z 17 spument ~, Volscus: numen N: mihi numine pc F: numerem L : numem P Z: tumeant Phillimore 19 pocula ducam Gd.: cornua uiuam O 21 aetnaeo N L P (cf. Ouid. met. 3,305 sq. est aliud leuius fulmen, cui dextra Cyclopum/saeuitiae flammaeque minus, minus addidit irae): aeterno F: etheo Z: fort. properatos (cf. Verg. georg. 1,196 ut…igni exiguo properata maderent) fulmine N Lpc: flumine F Lac P Z

Liber tertius · Libro terzo

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17 Ora, o Bacco, curvi fino a terra ci prostriamo davanti al tuo [altare: tu, padre, dio pacifico, dammi vele prospere! Tu puoi frenare i flutti tempestosi di Venere, e nel tuo vino puro si trova il rimedio agli affanni d’amore. Per il tuo tramite gl’innamorati si uniscono e si separano: tu, Bacco, lava via dal mio animo questo morbo! Infatti, che tu non sia inesperto d’amore lo attesta fra gli astri Arianna sollevata fino al cielo dalle tue linci. Questo morbo, che mi accende nelle ossa un terribile fuoco, sarà guarito o dalla mia morte o dai tuoi vini. Perché sempre una notte sobria tormenta gl’innamorati soli, e speranza e paura agita i loro animi per l’uno o per l’altro [letto. Ma se, Bacco, grazie ai tuoi doni che mi scorrono per le [tempie infuocate sarà recato alle mie ossa il sonno, io in persona pianterò le viti e le disporrò in filari sui colli, e nessuna bestia le brucherà poiché io vigilerò. Purché i tini mi spumeggino di rosso mosto e l’uva novella macchi i piedi dei pigiatori, tutto il tempo restante della mia vita lo passerò con te e con [le tue coppe di vino, e sarò famoso come il poeta delle tue virtù, Bacco. Io narrerò il parto di tua madre Semele dovuto al fulmine [preparato dai Ciclopi,

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Elegie Indica Nysaeis arma fugata choris, uesanumque noua nequiquam in uite Lycurgum, Pentheos in triplices funera carpta greges, curuaque Tyrrhenos delphinum corpora nautas in uada pampinea desiluisse rate, et tibi per mediam bene olentia flumina Naxon, unde tuum potant, maxima turba, merum. candida laxatis onerato colla corymbis cinget Bassaricas Lydia mitra comas, leuis odorato ceruix manabit oliuo, et sternes nitidos ueste fluente pedes. mollia Dircaeae pulsabunt tympana Thebae, capripedes calamo Panes hiante canent, uertice turrigero iuxta dea magna Cybebe tundet ad Idaeos cymbala rauca choros. ante fores templi cratere antistes et auro libabit fundens in tua labra merum. haec ego non humili referam memoranda coturno, qualis Pindarico spiritus ore tonat: tu modo seruitio uacuum me siste superbo, atque hoc sollicitum uince sopore caput.

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18 Clausus ab umbroso qua iungit portus Auerno 24 carpta Heinsius: grata O: rapta Scaliger 28 maxima Fr mg. (cf. 4,1,34 maxima turba Gabi): uaxia F: naxia N L P Z 30 cinget ~, Beroaldus: cingit O 32 sternes Gd. (cf. Catull. 64,163 purpurea…consternens ueste cubile): feries O nitidos Passerat: nudos O 35 cybebe ~: cibele uel cybele O 36 tundet Canter: fundet O 37 cratere ~, Heinsius: crater O antistes et Heinsius: antistites O auro: cf. Verg. georg. 2,192 pateris libamus et auro 38 libabit Foster: libatum O fundens] fundet Burman labra Gd. (cf. Verg. georg. 2,6 spumat plenis uindemia labris): sacra O 18 titulus quod mors sit ineuitabilis (sit om. F) F L P 1 clausus O: plausus ~, Scaliger iungit Gd. (cf. Curt. 4,2,8 continenti insulam iungere. Liu. 21,45,1 Romani ponte Ticinum iungunt): ludit O: tundit Baehrens portus Heinsius (de portu Iulio cogitans): pontus O

Liber tertius · Libro terzo le armi Indiane messe in fuga dai danzatori di Nisa, e Licurgo invano furioso per la vite appena scoperta, il corpo di Penteo dilacerato dalle tre schiere di Baccanti, e i marinai del Tirreno che, mutati in ricurvi corpi di delfini, si gettarono giù dalla tua nave coronata di pampini, e le odorose correnti d’acqua che attraversano Nasso, onde bevono, una gran folla, il tuo vino puro. A te carico sul candido collo di grappoli sparsi d’edera la mitra Lidia cingerà le chiome Bassariche, la tua levigata nuca profumerà di olio odoroso, e ricoprirai i luminosi piedi con una veste fluente. La Dircea Tebe batterà i lascivi tamburi, i Pani dai piedi di capro suoneranno le zampogne di canna, lì vicino la grande dea Cibele col turrito copricapo batterà i sordi cimbali accompagnando le danze dell’Ida. Davanti alla porta del tempio, il sacerdote da un cratere e da [una tazza d’oro liberà spargendo sui tuoi bacini il vino puro. Tutte queste solennità io le racconterò, degne come sono di [un non umile coturno, quale tuona il grande respiro della bocca di Pindaro: soltanto, tu fammi cessare da questa superba schiavitù [d’amore, e vinci col sonno questo mio capo affannato. 18 Là dove un porto, racchiuso dall’ombroso lago Averno, [congiunge

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Elegie fumida Baiarum stagna tepentis aquae, qua iacet et Troiae tubicen Misenus harena, et patet Herculeo structa labore uia, hic, ubi, mortales Liber cum quaereret urbes, cymbala Thebano concrepuere deo, at nunc inuisae magno sunt crimine Baiae, qua deus in uestra constitit hospes aqua, hic Marcus Stygias corpus demisit in undas, errat et in uestro spiritus ille lacu. quid genus aut uirtus aut optima profuit illi mater, et amplexum Caesaris esse sinus, aut modo tam pleno fluitantia uela theatro et per maternas ludicra gesta manus? occidit, et misero steterat uicesimus annus: tot bona tam paruo clausit in orbe deus. i nunc, tolle animos et tecum finge triumphos, stantiaque in plausum tota theatra sonent, Attalicas reperi uestes, atque atria canis gemmea sint lygdis: ignibus ista dabis. tendimus huc omnes, hic primus et ultimus ordo: est mala, sed cunctis ista terenda uia est. exhorrenda canis tria sunt latrantia colla, scandenda est torui publica cumba senis. ille licet ferro miles se condat et aere:

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2 fumida Scaliger: humida O 3 iacet N F: latet L P Z 4 patet Gd. (cf. Cic. Deiot. 11 patebat ad orientem uia. Liu. 2,34,10 patet uia in Sacrum Montem aliosque colles): sonat O 5 Liber Gd.: dexter N F Pac: dextra pc L (in ras.) P Z: 8 qua Gd.: quis O hospes Gd.: hostis O 9 Marcus Gd. (hoc praenomen fuit Claudi Marcelli): pressus O hic Guyet: his N F L Z: bis P corpus Gd.: uultum O (mul-F) demersit ~, Broekhuyzen 14 ludicra Gd. (scil. illi ludi, quos Marcellus aedilis dedit): omnia O 15 uicesimus N Z: uigesimus F L P 16 deus Gd.: dies O 19 reperi Gd.: supera O atria Gd.: omnia O canis Gd.: magnis O 20 sint N: sunt F L P lygdis Garrod: ludis O 21 tendimus Heinsius: sed tamen O huc Ppc ~: hoc O hic ~: huc O 23 exhorrenda Gd.: exoranda O 24 torui N F mg.: torci F: torti L (?) Pac Z: curui Ppc 25 miles Gd.: cautus O

Liber tertius · Libro terzo i fumidi stagni della tiepida acqua di Baia, e là dove giace sepolto nella sabbia Miseno, il trombettiere di [Troia, e si apre la via costruita dalla fatica di Ercole, là dove, quando andava a cerca di città mortali, Libero, crepitarono i cembali per il dio Tebano, ed ora Baia è stata resa invisa per un suo grande delitto, là dove il dio ospite si fermò nelle vostre acque, qua Marco ha affondato il suo corpo nelle onde Stigie, e quel suo spirito va errando nel vostro lago. Che gli giovò la stirpe nobile o il valore civile, o l’ottima madre, e il fatto di aver tenuto stretto il petto di Cesare, o, proprio poco fa, i tendoni ondeggianti al vento sui teatri [pieni, e i ludi gestiti dalle mani della madre? È morto, eppure per lui, infelice, il ventesimo anno fu [l’ultimo: il dio ha racchiuso tanti beni in un tanto ristretto cerchio. E vai ora, solleva tanto in alto i tuoi pensieri e immaginati fra [te stesso dei trionfi, e risuonino interi teatri che in piedi applaudono, tròvati delle vesti di Attalo, e il tuo atrio risplenda di candide pietre di Paro: tutto ciò lo dovrai [consegnare alle fiamme. Tutti ci avviamo là, questa è la prima e l’ultima fila: questa è una via maligna, ma la devono percorrere tutti. Bisognerà inorridire davanti ai tre colli latranti del cane [Cerbero, bisognerà salire sulla barca, comune a tutti, del torvo vecchio. Un combattente può ben affondarsi entro armature di ferro e [di bronzo:

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Elegie mors tamen inclusum protrahet inde caput. Nirea non facies, non uis exemit Achillem, Croesum haud, Pactoli quas gerit umor, opes. [sic olim ignauos luctus populauit Achiuos, Atridae magno cum stetit alter amor.] at tibi, nauta, pias hominum qui traicis umbras, huc animae portent corpus inane suae, qua Siculae uictor telluris Claudius et qua Caesar ab humana cessit in astra uia.

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19 Obicitur totiens a te mihi nostra libido: crede mihi, uobis imperat ista magis. uos, ubi contempti rupistis frena pudoris, nescitis captae mentis habere modum. flamma per incensas citius sedetur aristas fluminaque ad fontis sint reditura caput et placidum Syrtes portum et bona litora nautis praebeat hospitio saeua Malea suo, quam possit uestros quisquam reprehendere cursus et rabidae stimulos frangere nequitiae. testis Cretaei fastus quae passa iuuenci

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26 protrahet Liuineius: protrahit O 27 nirea ~: nerea O 28 haud ~, Guyet: aut O gerit Gebhard: parit O 29-30 del. Carutti 29 sic Heinsius: hic O ignauos ~: ignaros O 30 alter amor: uidelicet Briseidos, cf. 2,8,29-36 fuga stratos in litore Achiuos,/omnia formosam propter Briseida passus [scil. Achilles]/tantus in erepto [nimirum ab Atride] saeuit amore dolor) 32 huc O: haec Guyet animae…inane suae: cf. Ouid. met. 2,611 corpus inane animae. 13,488 corpus…animae tam fortis inane. suae Heinsius: tuae O 19 titulus de incontinentia mulierum F L: de incontinentia muliebri et quod sit acrior uirili P 2 illa ~ 4 captae N (cf. Liu. 39,13,12 uelut mente capta…uaticinari. Ouid. met. 4,.62 captis ardebant mentibus ambo): liberae F L P: cupidae Heinsius 5 sedetur: cf. Ouid.rem. 117 noua… sedare incendia. fort. morietur (cf. Ouid. am. 1,2,11 sq. flammas…mori) 6 fontis N: fontes L P: montes F 10 rabidae ~, Dousa: rapidae O

Liber tertius · Libro terzo la morte comunque tirerà fuori di là il suo capo ben chiuso. Né la bellezza Nireo, né la forza risparmiò Achille, non le ricchezze, che porta la corrente del Pattolo, [risparmiarono Creso. [Così un tempo il lutto devastò gli Achei ignavi, quando all’Atride costò caro il secondo amore.] Ma a te, nocchiero che traghetti le anime pie degli uomini, fino qui portino il corpo di Marcello privo ormai della sua [anima, qui dove venne Claudio, vincitore della regione Siciliana, e [dove Cesare allontanandosi dalle vie umane salì fra gli astri.

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19 Mi rinfacci sempre la eccessiva libidine di noi uomini: ma credimi, questa ha ancora più potere su voi donne. Voi, una volta che avete infranto i freni di un pudore ormai [messo da parte, non sapete trovare un limite alla eccitazione della vostra [mente. Prima si potrebbe spegnere da sé il fuoco appiccato alle spighe [dei campi, e le correnti dei fiumi potrebbero tornare indietro verso la [loro sorgente, e la Sirte potrebbe offrire un porto tranquillo, il crudele promontorio Malea un lido opportuno e [un’accoglienza favorevole, ai marinai, prima che vi sia chi possa arrestare la vostra corsa e reprimere il pungolo che vi spinge a una furiosa libidine. Ne è prova quella donna che, subíto l’affronto di un rifiuto dal [toro Cretese,

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Elegie induit abiegnae cornua falsa bouis; testis Thessalico flagrans Salmonis Enipeo, quae uoluit liquido tota subire deo. crimen et illa fuit patria succensa senecta arboris in frondes consita Myrrha nouas. nam quid Medeam referam, quo tempore mater iram natorum caede piauit amans? quidue Clytaemestram, propter quam tota Mycenis infamis stupro stat Pelopea domus? tuque o Minoa uenumdata, Scylla, figura, tondes purpurea regna paterna coma. hanc igitur dotem uirgo desponderat hosti. Nise, tuas portas fraude reclusit Amor. at uos, innuptae, felicius urite taedas: pendet Cretaea tracta puella rate. non tamen immerito! Minos sedet arbiter Orci: uictor erat quamuis, aequus in hoste fuit.

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20 Credis eum iam posse tuae meminisse figurae, uidisti a lecto quem dare uela tuo? durus qui lucro potuit mutare puellam! tantisne illa lucris Africa tota fuit? at tu stulta adeo, tu fingis inania uerba:

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12 abiegnae F L P: aiegno N bouis ~: boui O 14 tota] fort. nuda 15-16 post 20 transp. Postgate 16 consita Gd. (cf. Liu. 10,24,5 quam arborem conseuisset. Tibull. 2,1,43 tum consita poma. et al.): condita O nouas Gd. (ut fiat homoeoptoton in fine hemistichii et uersus) nouem N: nouae F L P Z 17 Medeam Guyet: medeae O mater Gd.: matris O 18 amans Gd.: amor O 19 Clytaemestram Guyet: cly(-i-)temestrae O 20 infamis N: infantis F L P Z 22 tondes ~: tondens O: fort. uendis uel perdis 25 at N P: et F: ut L Z 20 titulus de contemptore amicae F L: de amica de qua sperat et primo de eius contemptore P 4 tantisne N: tantis F L P: tantine ~, Puccius illa lucris Gd.: in lacrimis O 5 adeo Gd. (iam adeo es Rossberg): deos O

Liber tertius · Libro terzo rivestì le false corna di una giovenca di legno; ne è la prova Tiro, la figlia di Salmoneo, che ardendo d’amore [per il Tessalo Enipeo accettò di giacere con tutto il suo corpo sotto il dio del mare. Fu una vivente accusa contro voi donne la famosa Mirra, che, [accesa di passione per il vecchio padre, fu infine piantata nel suolo come un albero con le sue inaudite [fronde. Ma perché dovrei citare Medea, quando lei madre innamorata placò la sua ira con la strage dei figli? O perché dovrei citare Clitemestra, per la cui colpa a Micene l’intera dimora dei Pelopidi è infamata dal suo adulterio? E tu, Scilla, che ti sei svenduta per la bellezza di Minosse, recidi, insieme con il capello rosso di Niso, il regno paterno. Dunque tale dote quella vergine aveva promesso al nemico! Niso, fu l’Amore a schiudere le tue porte con l’inganno. Ma voi, donne ancora non sposate, fate bruciare le vostre [future torce nuziali con più felice esito: la giovane Scilla finì appesa e trascinata per il mare dalla nave [Cretese di Minosse. E non senza una giusta ragione! Minosse, invece, siede come [giudice negl’inferi: benché fosse lui il vincitore, si comportò verso il nemico con [equità.

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20 Credi che possa ancora ricordarsi della tua bellezza [quell’uomo che hai visto fuggire a vele spiegate dal tuo letto? È crudele uno che ha potuto cambiare la sua donna per un [lucro. Dunque quella decantata Africa tutt’intera valeva per lui [tanto? Ma tu, stolta a tal punto, tu ti fingi nella fantasia parole vane:

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Elegie forsitan ille alio uictus amore fugit. est tibi forma potens, sunt castae Palladis artes, splendidaque a docto fama refulget auo. fortunata nimis, modo sit tibi fidus amicus; fidus ero: in nostros curre, puella, sinus! nox mihi prima uenit, primae data tempora noctis: longius in primo, Luna, morare polo. tu quoque, qui aestiuos spatiosius exigis ignes, Phoebe, moraturae contrahe lucis iter. quam multae ante meis cedent sermonibus horae, dulcia quam nobis concitet arma Venus! foedera sunt ponenda prius signandaque iura et scribenda mihi lex in amore noua. haec Amor ipse suo confirmat pignora signo: testis sidereae rapta corona deae. namque ubi non certo uincitur foedere lectus, non habet ultores nox uigilanda deos, et quibus imposuit, soluit mox uincla libido: contineant nobis omina prima fidem! ergo qui tactis haec foedera ruperit aris pollueritque nouo sacra marita toro, illi sint quicumque solent in amore dolores, et caput argutae praebeat historiae;

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6 uictus Gd.: pectus O fugit Gd. (de forsitan cum indicatiuo cf. 2,9,22 forsitan…fuere. Ouid. am. 1,6,45 forsitan…requiescit): terat N F P: creat L: terit ~ 7 ast N fort. sanctae Cypridis (cf. Prud. perist. 10,230 Cypridis sanctae. Peru. Ven. 23 Cypridis [O. Müller: prius codd.]) 9 nimis Markland (cf. Verg. georg. 2,458 sq. o fortunatos nimium, sua si bona norint/agricolas): domus O 10 sinus ~: toros O 13-14 ante 11 transp. Scaliger 13 data ~: date O 14 polo Heinsius: toro O 19-20 ante 15 transp. Lachmann 19 cadent N: cedant F L P 16 noua ~, Helmbold: nouo O 17 confirmat Gd. (confirmet iam Fontein): constringit N: confringit F L P pignora P: pignera N F mg. L 18 rapta Gd. (de Ariadna agitur): torta O: tota ~, Passerat 21 uincetur N 22 uigilanda F L P: uigila N: uiolata Heinsius: uigilata Palmer 23 mox ~: nox O 24 omina P: omnia N F L: fort. numina (fausta) 25 tactis haec f.r. aris Burman: pactas in f.r. aras O: fort. pactas in f. r. arras (arra = Ital. ‘pegno’) 27 sint pc ac N P : sunt F L P

Liber tertius · Libro terzo forse quello fugge da te perché vinto da un altro amore. Tu possiedi una potente bellezza, e le arti della casta Pallade, e la tua splendida fama rifulge grazie a un tuo coltissimo [antenato. Saresti fin troppo fortunata tu, se solo avessi un amico fedele; io sarò a te fedele: donna, accorri verso il mio petto! E arriva la prima notte, sono stati dati i tempi della prima [notte: tu, Luna, indugia più a lungo nel primo cielo. E tu pure, Febo, che estendi la tua luce estiva per maggiori [spazi di tempo, abbrevia il corso della tua luce, che tenderebbe a indugiare. Quante ore dovranno dar luogo alle mie parole di [corteggiamento, prima che Venere ci sproni alle dolci battaglie amorose! Anzitutto io con te devo fare un patto e sigillarlo, e devo dettare nuove norme in amore. Il dio Amore in persona ratifica questi accordi con il suo [sigillo: lo testimonia la corona tolta via alla dea-stella Arianna. Infatti, quando un letto di coppia non è legato da un patto ben [certo, le notti insonni non trovano dei che le vendichino, e la libidine scioglie i lacci ben presto a coloro cui li aveva [imposti: a noi due i primi auspici diano la garanzia dovuta! Dunque, chi, dopo aver toccato l’altare con la sua mano, [romperà tali patti, e contaminerà i sacri riti del matrimonio con un nuovo letto [di coppia, sopporti tutte le sofferenze consuete in amore, e offra la sua persona come oggetto di sonore chiacchiere,

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Elegie nec flenti dominae patefiant nocte fenestrae: semper amet, fructu semper amoris egens.

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21 Magnum iter ad doctas proficisci cogor Athenas, ut me longa graui soluat amore uia. crescit enim assiduae spectando cura puellae: ipse alimenta sibi maxima praebet Amor. omnia sunt temptata mihi, quacumque fugari possit; at ex omni me premit ipse deus. uix tamen aut semel admittit, cum saepe negarit; seu uenit, extremo dormit amicta toro. unum erit auxilium mutatis Cynthia terris: quantum oculis, animo tam procul ibit amor. nunc agite, o socii, propellite in aequora nauem remorumque pares ducite sorte uices iungiteque extremo felicia lintea malo: iam liquidum nautis aura secundat iter. Romani colles et uos ualeatis, amici, qualiscumque mihi tuque, puella, uale. ergo ego nunc rudis Hadriaci uehar aequoris hospes, cogar et undisonos nunc prece adire deos. deinde per Ionium uectus cum fessa Lechaeo sedarit placida uela phaselus aqua, quod superest, sufferre, pedes, properate laborem,

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21 titulus ad cynthiam F L: ad cynthiam et refert se profecturum athenas causa amoris abiciendi P 3 assiduae N (cf. 2,33,44 assiduos…uiros): assidue cet. spectando F L P: spectandi N: spectanti docti ap. Müller, Müller ipse 4 inde Burman 6 posset Richards ex omni: cf. Anth. Pal. 5,139,3 [Meleagri] ¿ÓÙ– Ì ÂÚÈÛÙ›¯Ô˘ÛÈÓ òEÚˆÙ˜): exsomnis Barber (iam exsomnem Heinsius) 7 admittit ~: amittit N L Ppc (ammi- Pac): ac pc amictat F (-tt- F ) 8 sin Passerat amicta Scaliger: amica O 11 aequora F: aequore N L P 12 sorte N: forte F L P 14 nam F 15 Romani colles Gd. (cf. 4,1,1 sq. qua maxima Roma est…collis et herba fuit. Hor. saec. 7 septem…colles. Ouid. met. 14,845 sq. Romuleos…colles. Paneg. 12,45,7 e tuis collibus, Roma. Claud. paneg. Hon. Aug. VI cos. 529 sq. insignior auctis/collibus…Roma): romanae turres O

Liber tertius · Libro terzo e le finestre della padrona non si aprano a lui di notte per [quanto possa piangere: sia sempre in amore, ma sempre privato del frutto del suo [amore.

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21 Sono costretto a partire per un lungo viaggio avendo come [meta la dottissima Atene, in modo che il lungo viaggio mi liberi da un amore [opprimente. Infatti la mia passione per una donna sempre presente cresce [via via che la guardo: Amore si nutre sopra tutto di se stesso. Ho provato di tutto per potergli sfuggire in qualsiasi luogo: ma quel dio proprio mi preme contro da ogni parte. Lei, mi riceve o per niente affatto o al massimo una sola [volta, dopo essersi negata tante volte; o, se viene da me, dorme sul bordo del letto tutta vestita. Sarà il mio unico aiuto Cinzia stessa, se mi lascerà andare a [vivere in altri paesi: l’amore si allontanerà dalla mia mente, per quanto lontana [sarà lei dai miei occhi. Ora, avanti, amici, lanciate a mare la mia nave, e tirate a sorte a due per volta i posti dei rematori, e issate sulla parte più alta dell’albero maestro vele fortunate: già il vento propizia ai naviganti un buon viaggio per mare. Colli Romani e voi, amici, addio; e anche tu, donna, in qualsiasi modo ti sia comportata verso [di me, addio! Dunque, ora io viaggerò come ospite nuovo del mare [Adriatico, ora sarò costretto a rivolgere le mie preghiere agli dei [protettori delle risonanti onde. Poi, quando il battello, attraversato lo Ionio, farà riposare le stanche vele nelle tranquille acque del Lecheo, piedi miei, affrettatevi ad affrontare la fatica per il viaggio [rimanente,

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Elegie Isthmos qua terris arcet utrumque mare. inde ubi Piraei capient me litora portus, scandam ego Theseae bracchia longa uiae. illic uel spatiis animum emendare Platonis incipiam aut hortis, docte Epicure, tuis, persequar aut studium linguae, Demosthenis arma, urbanosque tuos, culte Menandre, sales; aut uarie tabulae capient mea lumina pictae, ac, si ebore efficta est, seu magis aere, Venus. aut spatia annorum aut longa interualla profundi lenibunt tacito uulnera nostra sinu. seu moriar, fato, non turpi fractus amore; atque erit illa mihi mortis honesta dies. 22 Frigida si multum placuit tibi Cyzicus una, Tulle, Propontiacas qua secat isthmos aquas, Dindymus et sacra fabricata e uite Cybebe, raptorisque tulit quae uia Ditis equos, si te forte iuuant Helles Athamantidos undae, et desiderio, Tulle, mouere tuo,

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25 spatiis (uel stadiis) Broekhuyzen (cf. Cic. fin. 5,1 Academiae…spatia): studiis O 26 hortis N: ortis F L P 27 prosequar ~ linguae O: linguae et ~, Volscus 28 urbanosque Gd. (cf. Cic. fam. 9,15,2. Brut. 167): librorumque O: libaboue Butrica: fort. sermonumque uel uerborumque culte Heinsius: docte O (cf. Manil. 5,475 doctior urbe sua linguae sub flore Menander) 29 uarie Gd.: certe O 30 ac si Gd.: siue O efficta est Gd. (cf. 3,9,9 effingere signa. et al.): exact(a)e O Venus Gd.: manus O 31 et Scaliger: aut O 32 sinu O (cf. 2,25,30 in tacito cohibe gaudia clausa sinu. [Tibull.] 3,19,8 in tacito gaudeat illa sinu): situ ~, D. Heinsius 22 titulus ad tullum F L: ad tullum exhortatio de incolenda urbe romana et laudes urbis P 1 si Gd.: tam O multum Gd.: multos O una Gd. (cf. Cic. Verr. 4,3 ea ciuitate quae tibi una…in deliciis fuit): annus N F L: annos Fpc(?) Lpc P: amnis Z 2 Propontiacas…aquas Gd.: propontiaca… aqua O qua ~: quae O secat Gd.: fluit O 3 e uite Haupt: inuenta O (iu- F) Cybebe Haupt: cibele N, sim. cet. quae ~, Guyet: qua O 5 undae Gd.: urbes O 6 mouere: cf. 3,11,1. 4,2,1 mirare tuo Gd.: meo O

Liber tertius · Libro terzo là dove l’Istmo con una striscia di terra divide un mare [dall’altro. Poi, quando mi avranno accolto le spiagge del porto Pireo, salirò verso le lunghe mura della strada legata al nome di [Teseo. Là, ad Atene, comincerò a guarire il mio spirito o nei luoghi di Platone o nel tuo giardino, dotto Epicuro. Oppure dedicherò la mia attenzione allo studio della lingua [Greca, l’arma principale di Demostene, o alle tue urbane facezie, fine Menandro. O conquisteranno il mio sguardo i dipinti con i vari colori, e, se è stata effigiata nell’avorio, o, ancor meglio, nel bronzo, [Venere. O il passare degli anni e le grandi distanze del mare profondo cureranno le mie ferite nascoste nel mio silenzioso petto: o se dovrò morire, sarà perché sono stato vinto dal destino, [non da un amore infamante: e quel giorno fatale non sarà motivo di biasimo nei miei [confronti.

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22 Se la fredda Cizico in particolare molto ti è piaciuta, Tullo, là dove l’istmo divide le acque della Propontide, e ti è piaciuta Dindimo e Cibele, fabbricata con la sacra vite, e la via che sostenne il passaggio dei cavalli del rapitore Dite, se per caso ti piacciono le onde di Elle figlia di Atamante, e sei guidato dal tuo desiderio,

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Elegie et si cycnigeri uisenda est unda Caystri, et quae septenas digerit ora uias: tu licet aspicias caelum omne Atlanta gerentem, sectaque Persea Phorcidos ora manu, Geryonis stabula et luctantum in puluere nisus Herculis Antaeique, Hesperidumque domos; arboreasque cruces Sinis, et non hospita Grais saxa et curuatas in sua fata rates; tuque tuo Colchum propellas remige Phasim, Peliacaeque trabis totum iter ipse legas, qua rudis Argoa natat inter saxa columba in faciem prorae pinus adacta nouae, – omnia Romanae cedent miracula terrae; natura hic posuit quidquid ubique fuit. armis apta magis tellus quam commoda noxae: Famam, Roma, tuae non pudet historiae. nam quantum ferro, tantum pietate potentes stamus: uictrices temperat illa manus. hic, Anio Tiburne, fluis, Clitumnus ab Umbro tramite et aeternum Marcius umor opus, Albanus lacus et socia Nemorensis ab unda, potaque Pollucis lympha salubris equo. at non squamoso labuntur uentre cerestae, Itala portentis nec fluit unda nouis;

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15-16 post 6 transp. Housman 15 et N: at F L Z: aut P cycnigeri Gd. (iam si qua et cycnaei Heinsius: si quaue olorigeri Baehrens): qua orige O unda Gd.: ora O (ex u. 16 illatum) 16 digerit Gd. (cf. Ouid. met. 9,774 septem digestum in cornua Nilum): temperat O ora Gd.: unda O (ex u.15 illatum) 9 nisus Gd. (cf. Verg. Aen. 5,437 stat grauis Entellus nisuque immotus eodem eqs): signa O: fort. pugnos 10 domos Burman: choros O 37 Sinis Canter: senis O (cinis Npc) 38 rates Gd. (de Graecis ratibus cursu cedentibus a Nauplio deceptis agitur): trabes O 13 argoa N L P Z: argea F 22 illa ~, Lipsius: ira O 23 fluis ~: flues O 25 socia ~: socii N L P Z: sotii F 26 lympha Ppc: nympha cet. 27 labuntur N P: lambuntur Fpc L Z: lanibuntur Fac 28 fluit ~, Puccius: furit O unda ~, Puccius: una O

Liber tertius · Libro terzo e se devi vedere da vicino l’onda del Caistro ricco di cigni, e il lido che spartisce le sette correnti del Nilo alla foce: tu puoi certo osservare Atlante che regge tutto il cielo, e il capo della Gorgone reciso dalla mano di Perseo, le stalle di Gerione e gli sforzi di Ercole e Anteo in lotta sulla [polvere, e le dimore delle Esperidi; e le croci di Sinis fatte di alberi, e le rocce poco ospitali per i [Greci e le loro navi piegate fuori della rotta per il fatale naufragio; e puoi certo solcare con i tuoi remi il Colchico fiume Fasi, e ripercorrere tutto l’itinerario della nave costruita sul monte [Pelio, là dove, grazie alla colomba d’Argo ancora inesperta, prende [il largo la nave di pino, ritagliata nella forma di una inedita prua: tutte queste meraviglie cederanno di fronte alla regione di [Roma; qui la natura ha collocato tutte le cose più belle che si [possono trovare in tutto il mondo. Questa è una terra più adatta alle armi che disposta al delitto: la dea Fama non prova alcuna vergogna davanti alla tua storia. Di fatto, noi Romani siamo potenti non tanto per la forza [delle armi quanto per la nostra pietà: essa impone la moderazione alle nostre mani vittoriose. Qui, tu Aniene Tiburtino, scorri, qui scorre il Clitumno dalla [sua Umbra sorgente, e l’acqua Marcia, opera immortale, il lago Albano e quello di Nemi, da uguale sorgente, e la salutare acqua sorgiva cui si abbeverò il cavallo di Polluce. Ma qui non strisciano ceraste con il loro ventre squamoso, le onde Italiche non brulicano di mostri inauditi;

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Elegie non hic Andromeden religant pro matre catenae, nec tremis Argolicas, Phoebe fugate, dapes, nec cuiquam absentes arserunt in caput ignes exitium nato matre parante suo, Penthea non saeuae uenantur in arbore Bacchae, nec soluit Danaas subdita cerua rates, cornua nec ualuit curuare in paelice Iuno aut faciem turpi dedecorare Ioui. haec tibi, Tulle, parens, haec est pulcherrima sedes, hic tibi pro digna gente petendus honos, hic tibi ad elogium uiues, hic ampla nepotum spes et uenturae coniugis adstat amor.

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23 Ergo tam doctae nobis periere tabellae, scripta quibus pariter tot periere bona! has quondam nostris manibus detraxerat unus, qui non signatas uidit habere fidem. illae iam sine me norant placare puellas, et quaedam sine me uerba diserta loqui. non illas flauum caras effecerat aurum: uulgari buxo sordida cera fuit. qualescumque mihi semper mansere fideles, semper et effectus promeruere bonos. forsitan haec illis fuerint mandata tabellis: ‘Irascor, quoniam es, lente, moratus heri. an tibi nescio quae uisa est formosior? an tu

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29 Andromeden Gd.: andromedae fere codd. religant Gd. (cf. Ouid. her. 10,89 ne religer dura…catena): resonant O 30 Argolicas Rossberg: ausonias O 32 parante ~, Beroaldus: mouente O 36 Ioui Unger: boui O: boue Fpc ~ 41 elogium Gd.: eloquium O uiues Gd.: ciues O 42 adstat Gd. (scil. tibi): aptus O 23 titulus de tabulis perditis F L: de tabellis amissis querela P2 tot N: non F L P Z 3 nostris Npc L P Z: nostras Nac: uestris F detraxerat Gd.: detriuerat O (defuerit F) unus Gd.: usus O 4 uidit Gd.: iussit O 7 flauum Gd.: fixum O 11 fuerint N: fuerant F L P Z

Liber tertius · Libro terzo qui le catene non legano Andromeda al posto della madre né tu, Febo-Sole, devi inorridire e fuggire per la cena di Tieste [ad Argo, a nessuno arsero sul capo fuochi distanti, quando la madre procurò la morte a suo figlio, le Baccanti crudeli non stanano su un albero Penteo, né una cerva sostituita a Ifigenia fa salpare le navi Greche, né Giunone riuscì a dare corna ricurve alla sua rivale, o sfigurare la faccia a un infame Giove. Questa è per te, Tullo, la madre, questa è la tua bellissima [dimora, qui tu ambirai a cariche pubbliche degne dei tuoi avi, qui vivrai fino all’estremo elogio funebre, qui ti aspetta una [ricca speranza di nipoti e l’amore di una moglie che verrà.

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23 E così mi sono andate perdute le mie tavolette tanto erudite, con le quali insieme sono andati perduti tanti ottimi scritti. Quelle tavolette le aveva tolte dalle mie mani qualcuno, che vide come, pur senza sigilli miei, meritassero fede. Quelle tavolette ormai anche senza di me sapevano placare [le donne, e anche senza di me dire parole eloquenti. Non le aveva rese preziose il biondo oro: era solo volgare cera su comune legno di bosso. Ma, comunque fossero, quelle mi rimasero sempre fedeli, e sempre mi procurarono buoni risultati. Forse a quelle tavolette erano affidati messaggi come: ‘Sono adirata con te, perché ieri tu, indifferente, sei venuto [tardi. O forse non so che donna ti è apparsa più bella di me? O tu

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Elegie non bene de nobis crimina ficta agitas?’ aut dixit: ‘Venies hodie, cessabimus una: officium tota nocte parabit Amor’, et quoscumque dolos reperit non stulta puella, garrula cum blandis ducitur hora iocis. me miserum, horum aliquis rationes iussit haberi et posuit diras inter ephemeridas! quas si quis mihi rettulerit, donabitur auro: quis pro diuitiis ligna reperta uelit? i, puer, et citus haec aliqua propone columna, et dominum Esquiliis scribe habitare tuum! 24 Falsa est ista tuae, mulier, fiducia formae, olim elegis nimium facta superba meis. noster amor tales tribuit tibi, Cynthia, laudes: uersibus insignem te iuuat esse meis. mixtam te uaria laudaui saepe figura, ut, quod non esset, esse putaret amor; et color est totiens roseo collatus Eoo, cum tibi quaesitus candor in ore foret: quae mihi non patrii poterant auertere amici,

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14 agitas Gd. (cf. [Tibull.] 3,4,59 diuersasque suas agitat mens impia curas. Ouid. met. 7,336 nec spes agitatis inanes): iacis O 15 dixit P: dixi N F L Z cessabimus ~, Heinsius: cessauimus O 16 officium Gd. (officium âÚˆÙÈÎá˜: cf. 2,22,24. Ouid. am. 1,10,46. 3,3,38. 3,7,24. ars 2,688. fast. 5,232): hospitium O parabit ~, Heinsius: cessauit O 17 quoscumque Gd.: quaecumque O dolos Gd. (iam doli Heinsius): dolens O 18 garrula] fort. candida (cf. Ouid. Pont. 3,5,52 candida iudiciis illa sit hora meis) iocis ~, Heinsius: dolis O (sed ud. u. 17 dolens) 19 horum Gd.: his O iussit Gd.: scribit O haberi Bonazzi: auari O 20 posuit Gd.: ponit O diras N: duras F L P Z 22 ligna ~, Puccius: signa O reperta Gd.: retenta O 24 titulus ad amicam superbientem F: ad cynthiam iurgia et separatio ab amore suo P 2 elegis Schrader: oculis O 4 iuuat Gd.: pudet O 6 esset F mg. ~: esses N L P Z: essem F esse N: saepe F L P Z 9 quae Guyet: quod O

Liber tertius · Libro terzo ti tormenti al pensiero di miei immaginari tradimenti?’ Oppure lei diceva: ‘Verrai oggi stesso, staremo a nostro agio [insieme: il dio Amore farà sì che il nostro impegno erotico duri tutta la [notte’, e tutti quei piccoli inganni che una donna non stolta sa [trovare, quando si passa in dolci scherzi verbali una ora loquace. Me sventurato, qualcuno ha ordinato di tenere conto di [questi scritti e li ha messi fra le infami rubriche del giorno! Ma se qualcuno me le restituirà, le mie tavolette, gli farò un [regalo di vero oro: chi mai potrebbe preferire dei legni trovati alla ricchezza? Vai, schiavetto, e subito esponi queste mie parole su una [qualche colonna, e scrivi che il tuo padrone abita sull’Esquilino!

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24 È infondata questa tua fiiducia nella tua bellezza, donna, tu resa un tempo troppo superba dalle mie elegie. Il mio amore ti ha tributato simili elogi, Cinzia: ti piace essere famosa grazie ai miei versi. Spesso ti ho esaltata perché con la tua bellezza multiforme [univi in te differenti tipi di donna, in modo che il mio amore potesse credere all’esistenza di doti [inesistenti; e tante volte il tuo colorito è stato da me comparato alla rosea [Aurora, mentre in realtà il candore del tuo volto era ricercato ad arte: quella malattia amorosa che gli amici di famiglia non potevano [allontanare da me,

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Elegie eluere aut uasto Thessala saga lacu, haec ego non ferro, non igne resectus, at ipse naufragus Aegaea mersa medebar aqua. correptus saeuis Veneris torquebar habenis, uinctus eram uersas in mea terga manus. ecce coronatae portum tetigere carinae, traiectae Syrtes, ancora iacta mihi est. nunc demum usato fessi resipiscimus aestu, uulneraque ad sanum nunc coiere mea. Mens Bona, si qua dea es, tua me in sacraria dono: exciderant surdo tot mea uota Ioui. 25 Risus eram positis inter conuiuia mensis, et de me poterat quilibet esse loquax. quinque tibi potui seruire fideliter annos: ungue meam morso saepe querere fidem. nil moueor lacrimis: ista sum cautus ab arte: semper ab insidiis, Cynthia, stare soles. flebam ego discedens, sed fletum iniuria uicit: tu bene conueniens non sinis ire iugum. limina iam nostris ualeant fragrantia sertis,

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10 eluere Ppc: fluere N F L Z: fleuere Pac lacu Gd. (cf. Varr. Lat. 5,26 lacus lacuna magna, ubi aqua contineri potest): mari O 11 haec] hoc Foster resectus Gd.: coactus O at ~, Birt: et O ipse Baehrens: ipsa O 12 mersa medebar Gd.: uerba fatebor O 13 saeuis…torquebar habenis fere Unger (qui: saeua…habena): saeuo…torrebar aeno O 14 uinctus L P Z: uictus N F 19 dea ~, Beroaldus: deo O es ~, Beroaldus: est O 25 nouam el. incipit N, priori continuant F L P 5 cautus Heimreich (cf. Lucan. 4, 409 cautus ab incursu belli): captus O 6 stare Gd. (cf. Plaut. mil. 1389 paratae insidiae sunt: in statu stat senex, ut adoriatur moechum): flere N L P Z: ferre F solet ~, Volscus 7 flebam Guyet: flebo O uicit Helmbold: uincit O 8 ire N: esse F L P Z 9 limina N Fpc Ppc: lumiac ac na F L P Z fragrantia sertis Wassenberg (sertis iam Heinsius. cf. 1,16,7 mihi non desunt…pendere corollae. Lucr. 4,1178 exclusus amator limina sertis operit. Catull. 6,8 sertis ac Syrio fragrans oliuo. et al.): lacrimantia uerbis O

Liber tertius · Libro terzo o una maga Tessala lavare via con larghe masse d’acqua, questa malattia io, senza essere operato con il ferro o con il [fuoco, ma io da solo naufrago nel mare Egeo la ho curata sprofondandola [sott’acqua. Strappato via dalle briglie crudeli di Venere subivo le sue [torture, ero legato con le mani avvinte dietro la schiena. Ma ecco ora la mia nave inghirlandata di fiori ha toccato il [porto le Sirti sono ormai state superate, ho gettato l’ancora. Ora finalmente, pur sfinito dai terribili flutti della passione, ho [riacquistato la ragione, e le mie ferite ora si sono rimarginate. Retta Ragione, se tu, dea, esisti, mi dedico al tuo santuario: le tante mie preghiere cadevano nel vuoto se indirizzate a [Giove, che ad esse era sordo.

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25 Ero oggetto di riso durante le cene, a tavole servite, e chiunque su di me poteva sparlare. Ho avuto cuore di prestarti fedelmentre servizio per cinque [anni: mordendoti le unghie un giorno spesso rimpiangerai la mia [fedeltà. Non mi lascio commuovere per nulla dalle lacrime: sono al [sicuro da tale tua arte: tu, Cinzia, sei abituata a stare sempre in agguato. Io, andandomene via, piangevo, ma l’offesa ricevuta prevalse [sul pianto: tu non consenti ad una coppia affiatata di proseguire il suo [cammino. Ormai, addio, soglia di casa che odori delle mie ghirlande,

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Elegie nec tamen irata ianua fracta manu. at te prouectis aetas grauis urgeat annis, et ueniat formae ruga inimica tuae! uellere tum cupies albos a stirpe capillos a, speculo rugas increpitante tibi, exclusa inque uicem fastus patiere superbos, et quae fecisti furta quereris anus. has tibi fatales cecinit mea pagina diras: euentum formae disce timere tuae!

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10 de toto uersu cf. 2,5,22 nec mea praeclusas fregerit ira fores 11 prouectis Gd. (cf. Cic. sen. 10 iam aetate prouectus. Sen. contr. 9,6,14 debere esse aetatem prouectam. Aus. epigr. 20,5 Nestore prouectior): celatis O 12 inimica Gd.: sinistra O 13 tum N Fpc: cum Fac L P Z cupies ~, Heinsius: cupias L P Z: capias N F 15 patiere ~, Heinsius 16 furta Gd.: facta O quereris ~, Heinsius: queraris O 18 formae N: dominae F L PZ Explicit liber tertius incipit quartus F: Propertii Aurelii Naute ad Tullum liber quartus incipit P

Liber tertius · Libro terzo e la porta che non fu infranta, comunque, dalla mia mano [irata. Ma te schiacci col suo peso l’età carica di anni prolungati, e venga la ruga nemica della tua bellezza! Allora desidererai di strappare alla radice i capelli bianchi, ah, mentre lo specchio ti rinfaccerà le rughe, e tu, a tua volta chiusa fuori dagli amanti, dovrai sopportare [i loro superbi rifiuti, e dovrai lamentare da vecchia tutti i tradimenti che compiesti. La mia pagina ti ha profetizzato questa fatale maledizione: Impara a temere la fine della tua bellezza!

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LIBER QUARTUS · LIBRO QUARTO

L IBER QUART US 1

‘Hoc, quodcumque uides, hospes, qua maxima Roma est, ante Phrygem Aenean collis et herba fuit; atque ubi Nauali stant sacra palatia Phoebo, Euandri profugae decubuere boues. fictilibus creuere deis haec aurea templa, 5 nec fuit opprobrio facta sine arte casa. Tarpeiusque pater nuda de rupe tonabat, et Tiberis rostris aduena nudus erat. qua gradibus domus ista Remi se sustinet, olim unus erat fratrum maxima regna focus. 10 Curia, praetexto quae nunc patet ampla senatu, pellitos habuit, rustica corda, patres. bucina cogebat priscos ad bella Quirites. centum illi in prato saepe senatus erant. nec sinuosa cauo pendebant uela theatro, 15 pulpita sollemnes non oluere crocos. nulli cura fuit externos quaerere diuos, cum fremeret patrio credula turba sacro annua succenso celebrare Parilia faeno, qualia nunc curto lustra nouantur equo. 20 Vesta coronatis pauper gaudebat asellis, ducebant macrae uilia sacra boues. Explicit liber tertius incipit quartus F 1 qua ~, Carrio: quam O 4 decubuere Alton: concubuere O: procubuere ~ (sed ud. profugae) 6 nec N: non F L P Z 8 rostris Postgate: nostris O nudus (uel liber) Gd.: bobus N: bobus Ppc: tutus F L Pac Z 9 qua ~, Heinsius: quod N: quo F LPZ sustinet Gd.: sustulit O 11 patet Gd.: nitet O ampla Gd. (cf. Cic. Verr. 4,119 in qua [scil. urbe]…amplissima est curia): alta O 13 bella P: uerba N L Z: arma Isid. orig. 18,4,1 14 erant Heinsius: erat O 15 cauo N: suo P: om. F L Z 17 externos] fort. peregrinos 18 fremeret Gd.: tremeret O credula Liuineius: pendula O 19 annua succenso Gd.: annuaque accenso O 21 uesta Ppc ~: uestra O

L IBRO QUARTO 1

‘Tutto ciò che vedi, straniero, dove è ora la potente Roma, prima della venuta del Troiano Enea erano colli e praterie; e dove ora si erge il Palatino sacro a Apollo Navale, si coricavano le mandrie dell’esule Evandro. Questi templi aurei furono prima eretti in onore di dei [d’argilla, e non consideravano una vergogna abitare in una capanna [senz’arte; e Giove Tarpeo tuonava da una nuda roccia e lo straniero Tevere era spoglio di rostri di navi. Dove ora si innalza sui gradini questo tempio di Quirino, una [volta un unico focolare era il grandissimo regno dei due fratelli. La curia, che si apre, spaziosa, al senato vestito di pretesta, allora ospitava i Padri vestiti di pelle, gente rusticana. Il corno chiamava alla guerra i primitivi Quiriti. Spesso cento di loro su una prateria formavano il senato. E non erano sospesi sui concavi teatri grandi veli e le scene non profumavano di rituale croco. Non si preoccupavano di cercare dei stranieri, quando la folla, piena di fede nel rito patrio, fremeva per celebrare con fuochi di fieno la festa annuale di Pales, come ora si rinnovano le purificazioni con la mutilazione del [cavallo vincitore a ottobre. L’ancor povera Vesta si compiaceva di asinelli coperti di [ghirlande e magri bovini aprivano un modesto corteo rituale.

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Elegie parua saginati lustrabant compita porci, pastor et ad calamos exta litabat ouis. uerbera pellitus saetosa mouebat arator, unde licens Fabius sacra Lupercus habet. nec rudis infestis miles radiabat in armis: miscebant usta proelia nuda sude. prima galeritus posuit praetoria Lycmon, magnaque pars Tatio rerum erat inter oues. hinc Tities Ramnesque uiri Luceresque Soloni, quattuor hinc albos Romulus egit equos. quippe suburbanae parua minus Urbe Bouillae et, qui nunc nulli, maxima turba Gabi, et stetit Alba potens, albae suis omine nata, hac ubi Fidenas longa erat isse uia. nil patrium nisi nomen habet Romanus alumnus: sanguinis altricem non pudet esse lupam. huc melius profugos misisti, Troia, Penates; heu quali uecta est Dardana puppis aue! iam bene spondebant tunc omina, quod nihil illos laeserat abiegni uenter apertus equi, cum pater in nati trepidus ceruice pependit, et uerita est umeros urere flamma pios. hinc animi uenere Deci Brutique secures, uexit et ipsa sui Caesaris arma Venus arma resurgentis portans uictricia Troiae. felix terra tuos cepit, Iule, deos. si modo Auernalis tremulae cortina Sibyllae

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23 rara Hertzberg 24 extra litabat N: exta libabat Fpc: excalitabat Fac L Z 25 uellera ~, Heinsius 28 nuda N: facta F L P Z 31 soloni N: coloni FLPZ 32 albos N: alios P: allos F L Z 33 parua O: paruae ~, Passerat: paruae haud Hanslik bouillae ~: uiolae O 36 hac O: ac ~, Baehrens: atque ~, Müller: hanc ~ ubi O: tibi ~, Baehrens longa…uia Pocchus: longe…uias O isse N: ire F L P Z 38 pudet P: putet N F L Z 40 heu N F L Z: o(h) P ~, Pocchus: huc Palmer 41 omina N: omnia F L P Z illos Schrader: illam O 45 tunc O: hinc Heinsius decii N L P Z: decis F 46 sanguinis Barber: coniugis Shackleton Bailey 47 resurgenti ~, Gebhard

Liber quartus · Libro quarto Porcelli ingrassati purificavano umili incroci di strade e il pastore al suono della zampogna offriva in sacrificio [viscere di pecore. L’aratore vestito di pelli agitava la frusta setolosa, da cui deriva il procace rito che il Luperco Fabiano celebra. E il soldato ancor rude non riluceva nelle armi minacciose: con pertiche rese dure dal fuoco intrecciavano combattimenti [privi di armi. La prima tenda da capitano pose Licmone, e la gran parte della ricchezza di Tazio consisteva in branchi [di pecore. Da queste origini discendono i Tizi, i Ramnesi e i Luceri di [Solonio, partendo di qui Romolo spingeva davanti a sé quattro cavalli [candidi. Boville, certo, era anche meno di un sobborgo quando Roma [era piccola e Gabii, che ora è niente, era una città popolosa, e si ergeva potente Alba, nata dall’auspicio di una scrofa [bianca, e in quel tempo andare a Fidene era un viaggio lungo. Il Romano discendente di quegli avi non conserva nulla di [tale origine avita se non il nome: non prova alcuna vergogna al pensiero che la nutrice di quel [suo sangue era una lupa. Qui per un migliore destino, Troia, mandasti i tuoi Penati [fuggiaschi: ah, quale auspicio accompagnò il viaggio della nave Troiana! Già allora promettevano bene gli auspici, poiché il ventre aperto del cavallo di legno non aveva fatto alcun [male ai tuoi Penati, quando il padre tremante stette sospeso al collo del figlio [Enea, e le fiamme ebbero ritegno a bruciare le sue spalle pie. Poi vennero l’eroismo di Decio e le scuri di Bruto, e Venere portò le armi del suo Cesare, recando le armi vittoriose di una risorta Troia. Felice la terra che accolse i tuoi dei, Iulo, se solo il tripode Avernio della Sibilla scossa dal dio

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Elegie dixit Auentino rura pianda Remo, aut si Pergameae sero rata carmina uatis longaeuum ad Priami uera fuere caput: ‘Vertite equum, Danai! male uincitis: Ilia tellus uiuet, et huic cineri Iuppiter arma dabit.’ optima nutricum nostris, lupa Martia, rebus, qualia creuerunt moenia lacte tuo! moenia nempe pio conor disponere uersu: ei mihi, quod nostro est paruus in ore sonus! sed tamen exiguo quodcumque e pectore riui fluxerit, hoc patriae seruiet omne meae. Ennius hirsuta cingat sua dicta corona: mi folia ex hedera porrige, Bacche, tua, ut nostris tumefacta superbiat Umbria libris, Umbria Romani patria Callimachi! candentes qui Asisi cernit de uallibus arces, ingenio muros aestimet ille meo! Roma, faue, tibi surgit opus: date candida, ciues, omina et inceptis dextera cantet auis! sacra deosque canam et cognomina prisca deorum: has meus ad metas sudet oportet equus.

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Quo ruis, imprudens? fuge dicere sacra, Properti! non sunt a dextro candida fila colo. 54 uiuet O: uincet ~, Scaliger 57 nempe Gd.: namque O conor ~: coner O 59 exigui F 63 stupefacta ~, Markland 65 candentes Gd. (praeeunte Phillimore): scandentes O qui Asisi Gd. (cf. Ptolem. 3,1,46 AåÛÈÛÈÔÓ. sed ud. 2,26,51 Orion priore o producta, 2,16,51 Orion priore o correpta [Graec. \øÚ›ˆÓ): qui Asis ~, Butler: quisquis N ( fort. ex corr.): quasuis Fac L Z: si quis P (in ras.) cernet F 68 inceptis N Ppc (in ras.): intectis LZ 69 deosque Wellesley: diesque O deorum Gd.: locorum O Horos add. Itali 71 fuge Liuineius: uage O sacra ~ (ud. u. 69 sacra deosque canam): fata O 72 sunt a dextro…colo] cf. 1,21,2 miles ab Etruscis saucius aggeribus. Verg. georg. 2,243 dulces…a fontibus undae. et al. candida Heinsius: condita O

Liber quartus · Libro quarto disse che i campi dovevano essere purificati con il sangue di [Remo sull’Aventino, o se le predizioni della profetessa Troiana, Cassandra, sempre [credute troppo tardi, furono annunciate all’anziano Priamo per dover poi avverarsi: ‘Greci, volgete indietro il vostro cavallo: vincete inutilmente, [la terra di Ilio vivrà e Giove darà le armi alle sue ceneri!’ Lupa di Marte, la migliore delle nutrici per la nostra [grandezza futura: quali mura sono cresciute grazie al tuo latte! Certo io ora tento di disporre in versi pii la storia di quelle [mura: ahimé, la mia bocca produce un suono troppo piccolo! Ma tuttavia qualsiasi corrente di poesia sgorgherà dal mio [petto troppo debole, questa sarà messa interamente al servizio della mia patria. Ennio incoroni i suoi versi con una ghirlanda ispida: a me, Bacco, porgi foglie della tua edera, sì che l’Umbria possa gonfiarsi d’orgoglio per i miei libri, l’Umbria patria del Callimaco Romano! Chi vede dalla valle le candide rocche di Assisi, misuri l’altezza di quelle mura dall’altezza del mio genio. Roma, siimi propizia; per te sorge la mia opera; concittadini, [pronunciate un augurio favorevole, e un uccello cantando da destra bene auguri alla mia impresa [poetica! Canterò le cerimonie e gli dei e i nomi antichi degli dei: il mio destriero deve sudare in direzione di questa meta.

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Dove ti precipiti, sconsiderato? Evita di cantare le cerimonie [sacre, Properzio! I tuoi fili non sono candidi e non provengono da una [conocchia favorevole.

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Elegie accersis lacrimas cantans: auersus Apollo; poscis ab inuita uerba pigenda lyra. certa feram certis auctoribus, aut ego uates nescius aerata signa mouere pila. me creat Archytae suboles Babylonius Orops Horon, et a proauo ducta Conone domus. di mihi sunt testes non degenerasse propinquos inque meis libris nil prius esse fide. (nunc pretium fecere deos et fallitur auro Iuppiter). obliquae signa iterata rotae, felicesque Iouis stellas Martisque rapaces et graue Saturni sidus in omne caput, quid moueant Pisces animosaque signa Leonis, lotus et Hesperia quid Capricornus aqua, dicam: ‘Troia, cades et, Troica Roma, resurges’ et maris et terrae longa pericla canam. dixi ego, cum geminos produceret Arria natos (illa dabat natis arma uetante deo), non posse ad patrios sua pila referre Penates: nempe meam firmant nunc duo busta fidem. quippe Lupercus, equi dum saucia protegit ora, heu, sibi prolapso non bene cauit equo; Gallus at, in castris dum credita signa tuetur, concidit ante aquilae rostra cruenta suae: fatales pueri, duo funera matris auarae! uera sed inuito contigit ista fides. idem ego, cum Cinarae traheret Lucina dolores et facerent uteri pondera lenta moram, ‘Iunonis facito uotum impetrabile’ dixi:

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73 cantans ~, Baehrens: cantas O apollo est P 75 haud ~ 77 babilonius N F Z: babilonios L P 79 propinquis ~, Beroaldus 81 nunc N: in F L P Z 83 rapaces ~, Liuineius: rapacis N L P Z: capacis F 85 moneant L 88 pericla ~, Marcilius: sepulcra O 94 eques Heinsius 95 et ~ 98 inuito N: in uno F L P Z 101 iunoni ~, Burman facito Lachmann (uotum f. iam Burman): facite O

Liber quartus · Libro quarto

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Con il canto attiri su di te soltanto lacrime: Apollo ti è avverso; chiedi a una lira riluttante responsi di cui dovrai pentirti. Io ti darò responsi certi fondati su fonti autorevoli, o io sono [un veggente 75 incapace di muovere i segni zodiacali sulla sfera di bronzo. Io, Horos, sono figlio del Babilonese Orops e questi discende [da Archita, la mia casata risale al suo progenitore Conone. Gli dei mi sono testimoni che io non ho disonorato i miei [parenti, e che nei miei libri niente è più importante della verità. 80 (Ora invece hanno fatto degli dei una fonte di guadagno e [Giove stesso viene ingannato per denaro). Dirò i segni sempre ritornanti sull’obliqua eclittica e i pianeti di Giove propizio e di Marte rapace, e sulla stella di Saturno malaugorosa per ogni uomo, quello che i Pesci e il fiero segno del Leone fanno muovere, 85 e il Capricorno che si bagna nelle acque occidentali [dell’oceano, dirò: ‘Cadrai, Troia, e risorgerai come la Troiana Roma’ e canterò i lunghi pericoli corsi per mare e per terra. Quando Arria lasciò partire in guerra i figli gemelli (lei dava ai figli le armi nonostante il divieto del dio), 90 io dissi che essi non avrebbero potuto riportare indietro ai [Penati patrii i loro giavellotti: ora difatti i due sepolcri attestano la veridicità delle mie [predizioni. Luperco, mentre proteggeva il muso ferito del suo cavallo, come questo stramazzò, non badò, ahimé, bene a se stesso; Gallo poi, montando la guardia nell’accampamento ai [vessilli a lui affidati, 95 cadde morto davanti al becco insanguinato della sua aquila: ragazzi dal triste destino, vittime entrambi dell’avidità di [guadagno della madre! Benché io non volessi, queste mie profezie si avverarono. Io ancora, quando Lucina prolungava il travaglio di parto di [Cinara, e il peso del suo utero rallentava il processo in corso, dissi: 100 ‘Faccia a Giunone un voto facilmente ottenibile’:

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Elegie illa parit; libris est data palma meis! hoc neque harenosum Libyae Iouis explicat antrum aut sibi commissos fibra locuta deos, aut si quis motas cornicis senserit alas, umbraue quae magicis mortua prodit aquis: aspicienda uia est caeli curuusque per astra trames et ab zonis quinque petenda fides. exemplum graue erit Calchas: namque Aulide soluit ille bene haerentes ad fera saxa rates; idem Agamemnoniae ferrum ceruice puellae tinxit, et Atrides uela secunda dedit; nec rediere tamen Danai. tu diruta fletum supprime et Euboicos respice, Troia, sinus! Nauplius ultores sub noctem porrigit ignes et natat exuuiis Graecia pressa suis. uictor Oiliade, rape nunc et dilige uatem, quam uetat auelli sede Minerua sua! hactenus historiae: nunc ad tua deuehar astra; incipe tu patriis aequus adesse focis. Umbria te notis antiqua Penatibus edit – mentior an patriae tangitur ora tuae? – qua nebulosa cauo rorat Meuania campo et lacus aestiuis intepet Umber aquis, candentisque Asisi consurgit uertice murus, murus ab ingenio notior ille tuo.

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104 aut N: at F L P Z 106 umbraue quae ~, Turnebus: umbrane quae N: umbraque ne F L P Z 107 curuus Gd. (cf. Isid. orig. 3,39 conuexa…caeli extrema eius sunt a curuitate dicta…conuexum enim curum est): uerusque O: uersus Volscus, Beroaldus: sursus Heinsius: certus Keil: rectus Schneidewin: uarus Palmer 110 fera Gd. (cf. 3,2,7 fera…Aetna. Verg. ecl. 5,28 montes…feri): pia O 112 secunda Gd. (ud. u. 113 nec rediere tamen Danai. cf. Ouid. ars 2,64 uela secunda dato. fast. 3,790 des…uela secunda. Stat. silu. 3,1,107 uelis…secundis): cruenta O 118 sede Pocchus: ueste O 120 patriis…focis Gd. (cf. 2,1,62 restituit patriis Androgeona focis): lacrimis…nouis O 123 qua P: quam N F L Z 125 candentisque Heinsius: scandentisque N L P Z: scandentis et F Asisi Lachmann (de prosodia ud. supra ad u. 65): asis N Fac L P Z: arcis Guyet

Liber quartus · Libro quarto quella partorì; fu una vittoria per i miei libri che registrano i [miei vaticinii! Non può spiegare tutto ciò il vano desertico del Libico Giove, o le viscere che rivelano il messaggio degli dei loro [consegnato, o colui che intende il volo del corvo, o l’ombra di un trapassato che balza fuori dalle acque [magiche di una coppa: e si deve cercare di ottenere responsi veritieri dalle cinque [zone celesti. Calcante sarà un importante esempio: infatti in Aulide fece [prendere il largo alle navi che non si volevano staccare dal selvaggio [promontorio; egli stesso macchiò di sangue la spada affondandola nel collo [della figlia di Agamennone e l’Atride spiegò le vele al vento favorevole; e ciò nonostante i Greci non ritornarono più: tu, Troia [distrutta, smetti di piangere e pensa alle baie dell’Eubea! Nauplio al cader della notte diffonde la luce dei suoi fuochi [vendicatori, e la Grecia sotto il peso del bottino fa naufragio. Figlio di Oileo, tu trionfante rapisci ora e possiedi l’indovina [Cassandra, che Minerva non permette di strappare al suo tempio. Fin qui le varie leggende: ma ora vengo al tuo oroscopo; apprestati a visitare con animo sereno il tuo focolare paterno. Ti genera l’antica Umbria in una casata illustre – sto forse mentendo o si sta accennando alla tua terra natia? – là dove la nebbiosa Bevagna sparge rugiade sui campi del [fondovalle, e il lago Umbro d’estate reca acque calde, e s’innalza il muro sulla punta più alta della candida Assisi, quel muro reso famoso dalla tua bravura di poeta.

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Elegie ossaque legisti non illa aetate legenda patris et in tenues cogeris ipse lares: nam tua cum multi uersarent rura iuuenci abstulit excultas pertica tristis opes. mox ubi bulla rudi dimissa est aurea collo, patris et ante deos libera sumpta toga, tum tibi pauca suo de pectore dictat Apollo et uetat insano uerba tonare Foro. at tu finge elegos, audax opus (haec tua castra), scribat ut exemplo cetera turba tuo. militiam Veneris blandis patiere sub armis et Veneris pueri futilis hostis eris. nam tibi uictrices quascumque labore parasti eludet palmas una puella tuas. et bene cum fixum mento decusseris uncum, nil erit hoc: rostro te premet ansa suo. illius arbitrio noctem lucemque uidebis, gutta quoque ex oculis non nisi iussa cadet;

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132 patris Gd. (cf. Cic. Phil. 2,72 deos patrios arasque et focos. et al.): matris O 133 tum N Ppc: cum F L Pac Z pectore Gd. (cf. 59 sq. exiguo quodcumque e pectore riui/fluxerit. Acc. trag. 46 Klotz sic multi…composita dicta e pectore euoluunt suo. Catull. 64,383 carmina diuino cecinere < e > [suppl. Baehrens] pectore Parcae): carmine O (dactylica uerba inter se confusa sunt. cf.Ouid. am. 3,14,42 muneris P Y ~: criminis y w. Sen. Herc. 219 lumine S: pectore A) 135 et F audax Gd.: fallax O 137 patiare P 138 pueri Gd. (cf. Ouid. am. 1,10,17 puerum Veneris. 3,9,7 et ars 1,165 puer Veneris. ars 3,762 Veneris puero. Plin. min. carm. fr. 2,4 Courtney nunc Venerem effingat, nunc Veneris puerum. Apul. met. 4,30,4 [scil. Venus] uocat… puerum suum pinnatum): pueris O futilis Gd. (cf. Paneg. 4, [10], 24,6 Antoninus…non iners nec futtilis bello. Gell. 4,8,4 cum…competitores eius essent imbelles quidam et futtiles. Sil. 13,363 magnis fautor non futilis ausis): utilis O 139 iam Pocchus 140 eludet ~, Beroaldus: eludit N F Ppc: et ludit Pac L Z: eludat ~, Volscus 141 cum fixum ~: confixum O mento N: merito F L P Z decusseris Broekhuyzen: discusserit O: discusseris ~, Calderinus 142 nil erit P in ras.: nichil erit N: nil premit F L Pac rostro ~, Calderinus: nostro O premet ~, Pocchus: premat N L P Z: premit F ansa ~, Beroaldus: ausa O suo F L P Z: tuo N 144 quoque N: quidem F L P non F L P Z: nunc N

Liber quartus · Libro quarto

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E raccogliesti le ossa di tuo padre, che non dovevi essere [costretto a raccogliere a quell’età, e fosti avviato verso una povera casa: perché, mentre molti tori aravano la tua campagna, l’infausta pertica degli ufficiali civili ti espropriò del podere [ben coltivato. 130 Subito dopo, quando l’amuleto d’oro fu tolto al tuo collo [innocente, e assumesti la toga virile davanti agli dei paterni, allora Apollo dal fondo del suo petto ti detta poche poesie [d’amore, e ti proibisce di pronunciare tonanti arringhe nel delirante [Foro. Ma tu piuttosto componi elegie, opera audace (ma questo è il [tuo campo di battaglia), 135 in modo che tutti gli altri poeti in gran numero scrivano [avendoti come modello. Dovrai sopportare il duro servizio militare sotto le insegne di [Venere, e sarai un nemico impotente del figlio di Venere Cupido. Perché tutte le vittorie, che hai ottenuto faticosamente in [amore, le renderà vane una sola donna. 140 E quand’anche riuscirai a staccare l’uncino ben conficcato nel [tuo mento, ciò non servirà a nulla: l’uncino tornerà a serrare il tuo [mento. Secondo il volere di lei vedrai notte e giorno, neanche una goccia di lacrime cadrà dai tuoi occhi senza il suo [permesso;

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Elegie nec mille excubiae nec te signata iuuabunt limina: persuasae fallere rima sat est. nunc tua uel mediis puppis luctetur in undis, uel licet armatis hostis inermis eas, uel tremefacta cauo tellus diducat hiatum, octipedis Cancri signa sinistra time!

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2 Quid mirare meas tot in uno corpore formas? accipe Vertumni signa paterna dei. Tuscus ego e Tuscis orior, nec paenitet inter proelia Volsinios deseruisse focos. haec me turba iuuat nec templo laetor eburno: Romanum satis est posse uidere Forum. hac quondam Tiberinus iter faciebat, et aiunt remorum auditos per uada pulsa sonos; at postquam ille suis tortus concessit alumnis, Vertumnus uerso dicor ab amne meo; seu, quia uertentis fructum praecerpsimus anni, Vertumni uulgus credidit esse sacrum. prima mihi uariat liuentibus uua racemis et coma lactenti spicea fruge tumet;

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146 limina Ppc: lumina N F L Pac Z rima ~, Beroaldus: prima O (om. F) 149 cauum ~, Pocchus diducat N: deducat F L P Z 150 signa Gd. (cf. Ouid. fast. 6,727 Cancri signa rubescunt): terga O time N F: caue L PZ 2 titulus fabula uertumni F L P 1 quid O: qui ~, Guyet 2 paterna N: petenda F L P Z: fort.uetusta dei N Z: deo F L P 3 e ~ Heinsius: om. O: et ~, Heinsius 3 proelia O: praedia Heinsius 4 uolsinios ~, Beroaldus: uolsanios N L Z: uolsanos F Pac: uolscenos Ppc 5 haec O: nec ~, Heinsius, Ayrmann me P Z: mea N F L 9 tortus Gd. (cf. Lucan. 10,290 [de Nilo] rursus in occasus flexus torqueris et ortus. Plin. nat. 3,16 torsere se fluminum aut correxere flexus): tantum O: tandem Annius 10 Vertamnus Paley meo Gd.: deus O 11 praecerpsimus Heinsius (cf. Cic. Verr. 4, 80. Ouid. her. 20,145): praecepimus N: percepimus F L P Z: praecerpimus Fea 12 Vertumni] Vertanni Paley: Vertumno Ayrmann uulgus ~: rursus O

Liber quartus · Libro quarto

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non ti aiuteranno mille guardie notturne né i sigilli 145 messi alla sua porta da te: se una donna vuole ingannare il suo [amante, basta una fessura. Ma ora, sia che la tua nave lotti in mezzo ai flutti tempestosi, sia che tu vada inerme incontro a nemici ben armati, sia che la terra, tremando fin nelle sue profondità, apra grandi [voragini, temi sempre il sinistro segno del Cancro dagli otto piedi! 2 Perché vedi con stupore tanti aspetti compresenti nel mio [unico corpo? Impara i segni aviti del dio Vertumno. Io sono Etrusco e discendo da antenati Etruschi, e non [rimpiango di aver lasciato i focolari di Bolsena in mezzo alle battaglie. A me piace questa mia folla e non preferirei un tempio [d’avorio: mi basta di poter vedere il Foro Romano. Per questi luoghi un tempo correva il Tevere, e dicono che per di qui si udiva il suono dei remi lungo tutte le acque [da loro battute: ma quando il Tevere, deviato, ha lasciato spazio ai suoi [affluenti, dalla corrente deviata (uersus) del mio fiume (amnis), l’Etrusco [Tevere, deriva il mio nome Vertumno. Oppure, poiché ho già colto precocemente i frutti dell’anno [(annus) che si volge (uertens), il popolino ha creduto che quei frutti fossero sacri a [Vertumno. È destinata al mio culto la prima uva che cambia colore nei [grappoli grigio-azzurri, la pannocchia di grano che con le sue spighe si gonfia di [lattiginosa messe;

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Elegie hic dulces cerasos, hic autumnalia pruna cernis et aestiuo mora rubere die; insitor hic soluit pomosa uota corona, cum pirus inuito stipite mala tulit. mendax fama, noces: alius mihi nominis index; de se narranti tu modo crede deo. opportuna mea est cunctis natura figuris: in quamcumque uoles uerte, decorus ero. indue me Cois, fiam non dura puella, meque uirum sumpta quis neget esse toga? da falcem et torto frontem mihi comprime faeno: iurabis nostra gramina secta manu. arma tuli quondam et, memini, laudabar in illis. corbis in imposito pondere messor ero. sobrius ad luces: at cum est imposta corona, clamabis capiti uina subisse meo. cinge caput mitra, speciem furabor Iacchi, furabor Phoebi, si mihi plectra dabis. cassibus impositis uenor, sed harundine sumpta laetor plumoso subdolus aucupio. est etiam aurigae species Vertumnus et eius traicit alterno qui leue pondus equo. suggesto pisces calamo praedabor, at ibo mundus demissis institor in tunicis.

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19 noces N: uoces F L P: uaces ~, Phillimore falsus Ribbeck (iaces; f.) 22 quamcumque N: quacumque F L P Z 24 negat L P 26 secta N: facta F L P Z 28 in N: ab ~: et ~: om. F L P Z ero Gd.: eram O (ud. u. 27 laudabar) 29 luces Gd. (cf. Plaut. Men. 928 perdormiscin usque ad lucem? Hor. carm. 3,8,14 sq. uigiles lucernas/perfer in lucem. Petron. 73,6 usque in lucem cenemus): lites O fort. lucem: sed 31 iacchi ~: achei (-y) 32 mihi Francius: modo O 34 laetor Gd: fauor N: fauuor Fac: faunor Fpc L Z: faunus ~ subdolus Gd. (cf. 4,3,66 subdolus…arcus [scil. Parthi equitis]. Mart. 3,58,26 tendit auidis rete subdolum turdis): sum deus O aucupio] hic non ars aucupis, sed ipsae aues captae: cf. Catull. 114,3 aucupium omne genus. Sen. dial. 1,3,6 peregrina aucupia 35 specie Heinsius: specimen Butler eius ~: elus N L P Z: zebas Fac (zelus Fpc) 36 alternos…equos Heinsius 37 suggesto Gd.: supperat hoc N: suppetat hoc L P Z: suppeta hoc Fac (-at Fpc): sub petaso Alton at Gd.: et O

Liber quartus · Libro quarto qui ai miei piedi vedi rosseggiare dolci ciliegie, prugne [autunnali e more d’estate; qui ai miei piedi adempie i suoi voti con una ghirlanda di [frutti l’innestatore, quando il pero, nonostante la riluttanza del tronco, gli ha [portato delle mele. Fama menzognera, mi danneggi: la spiegazione del mio [nome è un’altra; solo, credi al dio che ti parla di se stesso. La mia natura si adatta a tutti gli aspetti: in qualunque forma mi vorrai mutare, io sarò sempre a posto. Vestimi di sete di Cos, diventerò una donna non troppo rigida; e se indosso la toga, chi potrebbe dire che non sono un uomo? Dammi una falce e legami la fronte con un ciuffo di fieno: giurerai che la mia mano ha falciato l’erba. Un tempo portai le armi e, ricordo, le portavo con onore. Con un pesante canestro sulla schiena sarò un mietitore. Sono capace di restare sobrio fino all’alba: ma quando mi si [mette una ghirlanda di fiori sul capo, proclamerai che il vino mi è andato alla testa. Cingimi il capo con un turbante, usurperò le sembianze di [Bacco: e quelle di Apollo, se mi darai il plettro. Con le reti venatorie addosso, vado a caccia di quadrupedi: ma [se impugno la canna impaniata, mi compiaccio dei pennuti che astutamente ho preso. C’è anche un mio aspetto di auriga con la frusta in mano e [del cavallerizzo che sposta il suo corpo leggero da un cavallo all’altro. Se mi si procura una lenza, farò bottino di pesci; e cin indosso una tunica che arriva ai piedi, andrò per la strada [a vendere al dettaglio.

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Elegie pastor me ad baculum possum curuare uel idem sirpiculis medio puluere ferre rosam. nam quid ego adiciam, de quo mihi maxima fama est, hortorum in manibus dona probata meis? caeruleus cucumis tumidoque cucurbita uentre me notat et iunco brassica uincta leui; nec flos ullus hiat pratis, quin ille decenter impositus fronti fulgeat usque meae. at mihi, quod formas unus uertebar in omnes, nomen ab euentu patria lingua dedit; et tu, Roma, meis tribuisti praemia Tuscis (unde hodie Vicus nomina Tuscus habet), tempore quo sociis uenit Lycomedius armis atque Sabina feri contudit arma Tati. uidi ego labentes acies et tela caduca atque hostes turpi terga dedisse fugae. sed facias, diuum sator, ut Romana per aeuum transeat ante meos turba togata pedes. sex superant uersus; te, qui ad uadimonia curris, non moror: haec spatiis ultima creta meis. stipes acernus eram properanti falce dolatus, ante Numam grata pauper in urbe deus. at tibi, Mamurri, formae caelator aenae, tellus artifices ne terat Osca manus, qui me tam dociles potuisti fundere in usus. unum opus est, operi non datur unus honos.

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39 pastor me Ayrmann: pastorem O curuare ~, Passerat: curare O 40 sirpiculis ~, Burman: ser- Npc F L P: sepiculis Nac 44 notat N: necat F L P Z iunco L P Z: uinco N: uinci F uincta N: iuncta F L P Z 46 fulgeat Gd. (cf. Lucr. 5,785 florida fulserunt uiridanti prata colore. Verg. Aen. 11,70 [scil. florem] cui neque fulgor adhuc nec dum sua forma recessit. Ouid. am. 2,5,37 quale rosae fulgent. Apul. met. 4,2,1 fulgentium rosaum mineus color): langueat O (sd ud. u. 45 decenter) usque Gd.: ante O 49 et N: at F L P Z 52 contudit N: contulit F L P Z 55 sed O (set N): sat Annius: sic Broekhuyzen faciam Annius 58 creta O: meta ~: cera Petreius 59 stipes Ppc: stipis N F L P: stips Z 62 premat Liuineius 63 qui N F: quod L P Z dociles Ppc: docilis N F L Pac Z 64 opus N: usus F L P Z

Liber quartus · Libro quarto So piegarmi sul bastone in veste di pastore, e sempre io so portare le rose in un cestino di giunco in mezzo alla [polvere dell’anfiteatro. Perché dovrei aggiungere, cosa che mi procura il massimo di [gloria, i frutti degli orti, così belli fra le mie mani? Sono caratteristici su di me il verde cupo cetriolo, la zucca col [ventre rigonfio e il cavolo annodato da un leggero giunco; e non si schiude fiore nei prati, che non venga disposto con [garbo sulla mia fronte e vi risplenda poi sempre. Ma in realtà, dato che mi mutavo (uertebar) in ogni (omnis) [possibile aspetto pur restando uno (unus) solo, la lingua materna mi ha dato un nome che parte da questo [risultato. E tu, Roma, stabilisti una ricompensa per gli Etruschi, ai quali [anche io appartengo (e dai quali oggi il Vico Etrusco prende nome), nel tempo in cui Licomedio venne con le truppe tue alleate e sconfisse le armi Sabine del feroce Tazio. Io vidi le schiere vacillanti e le armi giù a terra, e i nemici che giravano la schiena in vergognosa fuga. Ma fai in modo, padre degli dei, che la gente Romana nelle sue toghe continui per sempre a passare davanti ai miei [piedi. Restano sei versi; non ti voglio trattenere, passante che corri a comparire in giudizio: questo è il traguardo ultimo della mia [corsa. Ero un tronco d’acero, sgrossato da una falce frettolosa, prima di Numa un dio povero in una amata città. Ma che la terra Osca non consumi le tue mani creatrici, [Mamurrio, che hai saputo fondermi nel bronzo adatto a tanti usi facili. La tua opera, questa mia statua, è una sola, ma l’onore che le [viene reso non è unico.

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Elegie 3 Haec Arethusa suo mittit mandata Lycotae, cum totiens absis, si petis esse meus. si qua tamen tibi lecturo pars oblita derit, haec erit e lacrimis facta litura meis; aut si qua incerto fallet te littera tractu, signa meae dextrae iam morientis erunt. te modo uiderunt pharetratas Bactra per arces, te modo munito Sericus hostis equo, hibernique Getae pictoque Britannia curru tunsus et Eoa decolor Indus aqua. haecne marita fides et paruae gaudia noctis,

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1 titulus epistola (h)aret(h)usae ad lycotem F L: epistola arethuse ad licorem coniugem P 1 haec P: om. N F L Z 2 petis Gd. (cf. Lucr. 3,68 uitare Acherusia templa petentes. Hor. epist. 1,11,29 petimus bene uiuere. Ouid. met. 8,421 petunt dextrae coniungere dextram): potes O 3 derit Pac: deerit N F Ppc Z 7 pharetratas…arces Gd. (cf. Curt. 9,7,2 Bactriana arce. Verg. georg. 4,290 pharetratae…Persidis. Claud. Stil. 1,55 Parthorum proceres et plebs pharetrata.Gild. 32 sq. pharetrata…Susa): iteratos…ortus O fort. pharetrata sub arce bactra per ortus om. N 8 munito ~, Beroaldus: munitus N L P Z: minutus F Sericus ~, Beroaldus (cf. Hor. 3,29,26 sqq. times/quid Seres et regnata Cyro/Bactra parent. 4,15,22 sq. non Getae,/non Seres infidiue Persae. Lucan. 1,19 sub iuga iam Seres, iam barbarus isset Araxes): hericus O 10 tu(n)sus Housman (cf. Catull. 11,2 sqq. Indos,/litus ut longe resonante Eoa/tunditur unda): ustus O 11 paruae Gd. (cf. 2,24,43 paruo dilexit spatio Minoida Theseus. Ouid. her. 18,114 et querimur paruas noctibus esse moras. Pont. 2,10,37 saepe dies sermone minor fuit. Manil. 3,648 per minimas luces [luces i. q. dies]. Lucan. 4,476 libera non ultra parua quam nocte iuuentus): parce N (de errore cf. 2,6,35 uelauit] celauit Laur. 33,15 a.c.): pactae P Z (de parc(a)e N > pactae P Z cf. Sen. Med. 55 parta E: pacta A): pacate F L gaudia noctis Müller (cf. 2,14,9 quanta ego praeterita collegi gaudia nocte. Ouid. her. 18,107 illius numerari gaudia noctis. ars 2,308 gaudia noctis. rem. 728. Tibull. 2,1,11): auia noctes N: iam mihi noctes P: mihi noctes F L Z

Liber quartus · Libro quarto

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3 Aretusa spedisce questa lettera con istruzioni varie al suo [Licota, poiché tanto spesso sei lontano da me, se desideri veramente [essere mio. Tuttavia se, quando mi leggerai, qualche tratto della mia [scrittura ti sfuggirà, questa cancellatura sarà stata provocata dalle mie lacrime: o se qualche lettera dai tratti incerti ti ingannerà, questo sarà il segno che la mia mano ormai muore. Ti ha visto poco tempo fa Battra fra le sue rocche armate di [faretre, ti ha visto poco tempo fa il nemico Cinese dal suo destriero [chiuso nell’armatura di ferro, e ti hanno visto i Geti, per i quali è sempre inverno, e la [Britannia dai cocchi dipinti, e l’India annerita dal sole e battuta dalle onde del mare [d’oriente. È questa dunque la tua promessa di marito, sono questi i [piaceri di quella notte troppo breve,

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Elegie cum rudis urgenti bracchia uicta dedi? quae mihi deductae fax omen praetulit, illa traxit ab euerso lumina nigra rogo, et Stygio sum sparsa lacu, nec recta capillis uitta data est: nupsi non comitante deo. omnibus heu portis pendent mea noxia uota: texitur haec umeris quarta lacerna tuis. occidat, immerita qui carpsit ab arbore uallum et struxit querulas rauca per aera tubas, dignior obliquo funem qui torqueat Ocno aeternusque tuam pascat, aselle, famem! dic mihi, num teneros urit lorica lacertos, num grauis exiles atterit hasta manus? haec noceant potius, quam dentibus ulla puella det mihi plorandas per tua colla notas! diceris et macie uultum tenuasse: sed opto, e desiderio sit color iste meo. et mihi cum noctes induxit uesper amaras, si qua efficta nitent, osculor ora tua. tum queror in toto non sidere pallia lecto, lucis et auctores non dare carmen aues. noctibus hibernis candentia pensa laboro et Tyria in tunicas uellera secta suo; et disco qua parte fluat frangendus Araxes, quot sine aqua Parthus milia currat equus.

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13 omen N: omni F L P Z: lumen Liuineius 16 uitta N: uicta Ppc: uita F L Pac Z 17 obnoxia Heinsius 18 umeris Gd.: castris O dum N F L Pac Z 24 exiles Gd. (cf. 2,22,21 exiles…artus. Ouid. met. 6,143 exiles digiti. et al.): imbelles O 29 inducit F 30 efficta nitent…ora Gd. (cf. Cic. diu. 1,23. leg. 1,9. Mart. 10,89,1 sqq. Iuno, labor, Polyclite, tuus…ore nitet eqs): relicta iacent…arma O 33 candentia Gd.: castrentia N F: castrensia L PZ 34 tunicas Gd. (cf. Plin. nat. 1,77 bonycas…tunicas): gladios O: clauos Passerat texta ~: secta O suo Rossberg: suos O 35 frangendus Gd. (cf. Sen. Oed. 427 sq. niueumque quisquis/frangit Araxen): uincendus O 36 quot F L P Z: quod N (qua Npc) eques Scaliger

Liber quartus · Libro quarto quando io, inesperta d’amore, consegnai le mie braccia vinte [a te, che premevi contro il mio corpo? Le torce che avrebbero dovuto essere di buon augurio in capo [al mio corteo nuziale, proprio loro avevano tratto la loro nera luce dalle legna di un rogo [abbattuto; e mi asperse l’acqua dello Stige, e mi bendò i capelli una fascia storta: mi sposai senza che il dio mi accompagnasse. Ah, da tutte le porte pendono le mie offerte votive che [recano solo danno: questo è il quarto mantello che tesso per le tue spalle. Possa morire chi ha tratto da un albero innocuo il legno per [farne un palo da trincea e ha costruito le querule trombe di guerra usando il [risonante bronzo, più degno, lui, di Ocno di attorcigliare la fune stando di [sgembo, e di nutrire per sempre la tua fame, caro asinello! Dimmi, forse la corazza ulcera le tue spalle delicate, forse la pesante lancia irrita le tue esili mani? Sarebbe meglio che ti facessero del male questi aggeggi, [piuttosto che una donna con i denti imprima sul tuo collo i segni dei morsi d’amore, e io li debba [piangere a calde lacrime! Si dice anche che il tuo volto è smagrito per la macilenza: ma [mi auguro che questo tuo pallore derivi dalla tua nostalgia di me. Ma quando la stella del vespro, Venere, mi porta notti amare, bacio il tuo viso che risplende nei ritratti. Allora mi lamento che le coperte non stiano distese per tutto [il letto, e che gli uccelli messaggeri del giorno non facciano risuonare [il loro canto. Nelle notti invernali, mi sforzo a filare la candida lana e cucio tessuti di Fenicia per farne tuniche di seta; e mi informo dove scorre l’Arasse, il cui ghiaccio si deve [fendere, per quante miglia può correre un cavallo Partico senza acqua;

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Elegie conor et e tabula Scythicos ediscere montes, qualis et Euxini sit positura maris, quae tellus sit lenta gelu, quae putris ab aestu, uentus in Italiam qui bene uela ferat. assidet una soror curis, et pallida nutrix deierat hiberni temporis esse moras. felix Hippolyte! nuda tulit arma papilla et texit galea strenua molle caput. Romanis utinam patuissent castra puellis! essem militiae sarcina fida tuae. nec me tardarent Scythiae iuga, cum Fretus altas adstricto in glaciem frigore nectit aquas. omnis amor magnus, sed aperto in coniuge maior: hanc Venus, ut uiuat, uentilat ipsa facem. nam mea quo Poenis nunc purpura fulgeat ostris crystallusque meas ornet aquosa manus? omnia surda tacent, rarisque assueta kalendis uix aperit clausos una puella Lares; Craugidos et catulae uox est mihi grata querentis: illa tui partem uindicat una toro. flore sacella tego, uerbenis compita uelo, et crepat ad ueteres herba Sabina focos. siue in finitimo gemuit stans noctua tigno,

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37 conor Broekhuyzen: cogor O Scythicos Gd. (cf. u. 47 Scythiae iuga): pictos O montes Gd.: mundos O 38 Euxini…maris Gd. (cf. u. 47 Fretus): haec docti…dei O 42 deierat Liuineius: peierat O 44 strenua Gd. (cf. Cato agr. pr. 4 milites strenuissimi. Sall. Cat. 61,7 strenuissumus quisque…occiderat in proelio. et al.): barbara O 47 Fretus Gd. (scil. Euxinus. cf. Lucr. 5,507. Ouid. trist. 1,10,31. 4,4,55. Phaed. 4,7,10 et potissimum: Ouid. Pont. 2,2,2 Euxini…sinistra Freti. de fretum, -i cf. Lucil. 939. Naeu. trag. inc. 53 Klotz dubii fauentem per fretum [‘Euxini sc.’ Klotz] intro currimus. Lucr. 1,720. et al.): pater O 48 adstricto van Eldik (cf. Lucan.1,18 astringit Scythicum glaciali frigore pontum. 5,436 sq. sic stat iners Scythicas astringens Bosporus undas,/cum glacie retinente fretum non improbat Hister. 8,178 Bosporon et Scythiae curuantem litora Pontum): africus O 51 mea Gd.: mihi O nunc Housman: te N: tibi F L P Z 52 meas N: tuas F L P Z 53 rarisque N: raris F L P Z 55 Craugidos Bergk: graucidos N, sim. alii 59 tecto Burman

Liber quartus · Libro quarto e mi sforzo di apprendere da una mappa dove sono i monti [Scitici, e quale è la posizione del Ponto Eusino; quale terra è sempre indurita dal gelo, quale altra terra è [sgretolata dal caldo, qual vento spinga propizio le vele verso l’Italia. Stan seduta accanto a me in silenzio e pallida per l’angoscia la [mia nutrice, giura che il tuo ritardo è dovuto alla stagione invernale. Fortunata Ippolita! A seno nudo prese le armi e coraggiosamente rivestì il tenero capo di donna con l’elmo. Oh se gli accampamenti fossero accessibili alle donne [Romane! Sarei il fido bagaglio delle tue campagne militari. E non mi scoraggerebbero i monti della Scizia, quando il [Ponto Eusino rapprende le sue acque profonde per il gelo che serra in una [morsa di ghiaccio tutte le cose. Ogni amore è grande, ma è più grande verso il coniuge [legittimo: Venere stessa dà ossigeno a una tale fiaccola, perché resti viva. Ma poi, perché ora una mia veste purpurea dovrebbe [risplendere di seta Fenicia e il cristallo trasparente dovrebbe ornare le mie mani? Nella nostra casa, tutto è silenzio, e tutt’al più una solitaria [ragazza, seguendo la sua abitudine, alle Calende occasionalmente a mala pena apre il sacello chiuso dei Lari; Mi riesce gradito anche il verso lamentoso della cagnetta [Craugide: lei sola rivendica per sé la tua parte nel nostro letto. Io ricopro di fiori le cappelle dei Lari, adorno di verbena i [crocicchi con i loro tempietti, e crepita l’erba Sabina sui vetusti camini. Se una civetta, ritta sul tetto di un vicino, lancia il suo grido,

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Elegie seu uoluit tingi parca lucerna mero, illa dies hornis caedem denuntiat agnis, succinctique uolant ad noua sacra popae. ne, precor, ascensis tanti sit gloria Bactris raptaue odorato carbasa lina duci, plumbea cum tortae sparguntur pondera fundae, subdolus et uersis increpat arcus equis. sed (tua sic domitis Parthae telluris alumnis pura triumphantis hasta sequatur equos) incorrupta mei conserua foedera lecti: hac ego te sola lege redisse uelim; armaque cum tulero portae uotiua Capenae, subscribam: salvo grata pvella viro.

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4 Tarpeium montem et Tarpeiae putre sepulcrum fabor et antiqui limina capta Iouis. lucus erat felix hederoso conditus antro, multaque natiuis obstrepit arbor aquis, Siluani ramosa domus, quo dulcis ab aestu fistula poturas ire iubebat oues.

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60 tingi ~, Pontanus: tangi O 61 agnis Npc L Z: anuis Nac: anguis F2 P 62 succinctique ~, Pontanus: succinctaeque O uolant Gd. (cf. Ter. Hec. 438): calent O sacra ~, Burman: lucra O 63 nec L, Puccius ascensis O (cf. Curt. 9,7,2 Bactriana arce): accensis ~, ed. Brix.: fort. obsessis (cf. Hor. epod. 14,14 obsessam Ilion) 64 carbasa lina] fort. barbara signa (cf. Hor. carm. 4,15,6 sqq. signa…derepta Parthorum superbis/postibus. Ouid. Pont. 3,4,109 barbara…insignia. Lucan. 9,761 iussit signa rapi…Cato. Cons. Liu. 335 Germanica signa. Val. Fl. 3,493 sq. Perses/barbaricas iam mouit opes Hyrcanaque signa) 67 sic N Ppc: sit L Pac Z: sint F subdomitis Guyet 71 tuleris Heinsius 4 titulus fabula tarpeiae F P: fabula tarpee L 1 montem Gd. (cf. u. 93. Varr. Lat. 5,41): nemus O putre Gd. (cf. Hor. epist. 1,10,49 fanum putre Vacunae. Lucan. 7,397 sq. monimenta…rerum/putria): turpe N: pulc(h)re FLPZ 2 limina N Fpc Ppc: lumina F L P Z 3 hederoso N L: oderoso F P: ederoso Z

Liber quartus · Libro quarto o se una fioca lucerna vuol essere bagnata con un poco di [vino puro, quel giorno preannunzia il sacrificio agli agnelli di un anno, e gli addetti al rito si precipitano verso nuove cerimonie, e si [cingono in vita. Ti prego, che non comporti per te un prezzo così alto la [gloria di aver dato la scalata all’alta Battra, o aver strappato vesti di lino a qualche principe profumato, quando proiettili di piombo vengono scagliati da vorticose [fionde, e i subdoli archi vibrano dai cavalli in fuga! Ma (così possa l’asta senza cuspide accompagnare i tuoi [destrieri nel trionfo, quando i figli della terra Partica saranno stati sconfitti) tu conserva inviolato il patto nuziale che ti lega al mio letto: solo a questa condizione vorrei che tu tornassi; e quando offrirò in voto le tue armi alla porta Capena, scriverò sotto: ‘una donna grata per la salvezza del suo [uomo ’.

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4 Racconterò del monte Tarpeo, del sepolcro cadente di Tarpea, e la conquista straniera dell’antico tempio di Giove. Vi era un tempo un rigoglioso boschetto riparato in una [piccola valle ricoperta d’edera, e il fitto fogliame degli alberi rimandava l’eco delle acque [sorgive, la dimora ramosa di Silvano, dove la dolce zampogna [segnalava alle pecore di abbeverarsi al riparo della calura.

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Elegie hunc Tatius lucum uallo praecingit acerno nudaque suggesta castra coronat humo. quid tum Roma fuit, tubicen uicina Curetis cum quateret lento murmure sacra Iouis, atque, ubi nunc terris dicuntur iura subactis, stabant Romano pila Sabina Foro? murus erant montes; ubi nunc est Curia, saepta: bellicus ex illo fonte bibebat equus. hic Tarpeia sedens fontem libauit; at illi urgebat medium fictilis urna caput. [et satis una malae potuit mors esse puellae quae uoluit flammas fallere, Vesta, tuas?] uidit harenosis Tatium proludere campis pictaque per flauas lora leuare iubas: obstupuit regis facie et regalibus armis interque oblitas excidit urna manus. saepe illa immeritae causata est lumina lunae, et sibi tingendas dixit in amne comas; saepe tulit blandis argentea lilia Nymphis, Romula ne faciem laederet hasta Tati. dumque subit primo Capitolia nubila fumo rettulit hirsutis bracchia secta rubis. et sua Tarpeia residens ita uoluit ab arce murmura, uicino non patienda Ioui: ‘Ignes castrorum et Tatiae praetoria turmae et formosa oculis arma Sabina meis,

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7 lucum Gd. (cf. u. 3): fontem O (sed ud. u. 14 fonte. u. 15 fontem) 8 nudaque Gd.: fidaque O 9 quid N Z: quod L P: qui P2 tum N: cum F LPZ 10 cum N F: tum L P Z sacra Gd.: saxa N Ppc: facta F L P Z pc 12 foro P : foco O 15 hic ~, Guyet: hinc O: hunc Canter sedens Gd.: deae O 17-18 post 92 transp. Broekhuyzen: ab hoc loco alienos utique puto 20 lora Hartman (cf. Ouid. met. 5, 403 sq. exhortatur equos, quorum per colla iubasque/excutit obscura tinctas ferrugine habenas): arma O leuare O: mouere Hartman 23 lumina ~, Pontanus: omina O 29 uoluit Gd. (cf. Stat. Theb. 10,440 suprema…murmura uoluens): fleuit O: fort. fudit (cf. Sen. Oed. 572 rata uerba fudi) 30 murmura Gd.: uulnera O pc non patienda N P : compatienda F L P Z 32 formosa ~: famosa O

Liber quartus · Libro quarto Proprio questo boschetto Tazio lo fa recingere con pali d’acero e circonda tutt’intorno l’accampamento, che era privo di [protezione, con terra di riporto. Cosa era allora Roma, quando il trombettiere di Cures faceva risuonare il vicino santuario di Giove con una lenta [melodia, e dove ora si danno le leggi ai paesi sottomessi a Roma, nell’attuale Foro Romano si drizzavano i giavellotti Sabini? Al posto delle mura c’erano i colli; dove ora c’è la Curia, vi [erano delle palizzate; a quella fonte attingevano i cavalli da guerra. Sedendo qui Tarpea sorseggiò l’acqua di questa fonte; ma a lei un’urna di terracotta poggiava in mezzo al capo. [E poté bastare una sola morte per quella donna che volle tradire i tuoi fuochi, Vesta?] Tarpea vide Tazio allenarsi con il suo cavallo sulla pianura [sabbiosa e sollevare le briglie tinte di ruggine sulla sua criniera dorata: restò colpita dalla bellezza di quel re e dalle sue vesti regali, e l’urna le scivolò giù dalle mani dimentiche di tutto. Spesso accusò la luce della luna incolpevole e disse di doversi purificare i capelli immergendoli nel fiume. Spesso offrì argentei gigli alle gentili Ninfe, chiedendo che l’asta romana non ferisse il bel Tazio. E mentre saliva al Campidoglio avvolto nei primi fumi della [sera, riportò le braccia graffiate dai rovi spinosi, e stando seduta sulla rocca Tarpea così diede sfogo alle sue parole sommesse, intollerabili per il vicino Giove: ‘Fuochi dell’accampamento e tende della cavalleria di Tazio, e voi, armi Sabine, belle ai miei occhi,

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Elegie o utinam ad uestros sedeam captiua Penates, dum captiua mei conspicer ora Tati! Romani montes, et montibus addita Roma, et ualeat probro Vesta pudenda meo: ille equus, ille meos in castra reponet amores, cui Tatius pexas colligat ipse iubas! quid mirum patrios Scyllam secuisse capillos, candidaque in saeuos inguina uersa canes? prodita quid mirum fraterni cornua monstri, cum patuit recto stamine torta uia? quantum ego sum Ausoniis crimen factura puellis, improba uirgineo lecta ministra foco! Pallados exstinctos si quis mirabitur ignes, ignoscat: lacrimis spargitur ara meis. cras, ut rumor ait, tota lustrabitur urbe: tu cape spinosi rorida terga iugi. lubrica tota uia est et perfida: quippe latentes fallaci celat limite semper aquas. o utinam magicae nossem cantamina Musae! haec quoque formoso lingua tulisset opem. te toga picta decet, non quem sine matris honore nutrit inhumanae dura papilla lupae. si sospes Tatiam ueniam regina sub aulam,

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33 o om. F 34 ora Gronouius: esse O: arma ~ 37 reponet O: reponat Puccius: reportet Passerat 38 pexas Burman: dextras O colligat Heinsius (cf. Plaut. Epid. 684 tu habes lora…conliga [scil. manus]): collocat O (colat F) comas P 39 in ante patrios habent O: om. ~, Phillimore secuisse ~, Phillimore (cf. Ouid. met. 8,1-151): saeuisse O (sed ud. u. 40 saeuos) 42 cui Liuineius recto Pocchus (cf. 2,14,8 Daedalium lino cum duce rexit iter. Catull. 64,113. Verg. Aen. 6,30. Ouid. her. 10,74. et al.): lecto O (sed ud.u. 44 lecto) torta] cf. Ouid. her.10,73 tecto…recuruo [scil. Labyrintho]. Stat. Theb. 12,668 monstrosi ambagibus antri [scil. Labyrinthi]: certa Pocchus 45 pallados N F: palladis L P Z 47 lustrabitur Gd. (cf. Ouid. fast. 4,735 [scil. Parilibus] pastor, oues saturas ad prima crepuscula lustra): pugnabitur O: purgabitur ~, Huleatt (cf. Ouid. fast. 4,640 luce Palis populos purget…illa cinis) 49 latentes Rossberg: tacentes O 55 si Petreius: sic O sospes Pontanus: hospes O Tatiam ueniam Gd.: pariamne tua N: patria ue tua P: patrianue tua F: patrare tua L: paciare tua Z

Liber quartus · Libro quarto ah se potessi sedere prigioniera nelle vostre case, pur che vedessi, anche da prigioniera, il volto del mio Tazio! Colli Romani e tu, Roma, costruita su quei colli, addio, e addio Vesta, che sarai infamata dal mio delitto: quel suo destriero, lui solo, a cui Tazio di persona raccoglie la [criniera ben pettinata in un laccio, ricollocherà al sicuro nell’accampamento Sabino il mio cuore [innamorato! Vi è da stupirsi se Scilla tagliò via il capello rosso del padre, e il candido ventre di lei fu mutato in rabbiose cagne? Vi è da stupirsi se furono tradite da Arianna le corna del [mostruoso fratello, quando un filo tenuto dritto da lei indicò a Teseo la via per [uscire dal tortuoso labirinto? Che grave accusa verrà in futuro rivolta alle donne Italiche per [causa mia, di me che ero stata scelta per custodire il fuoco virginale e mi [rivelerò infame! Se qualcuno si meraviglia che i fuochi di Pallade siano spenti, sappia perdonare: l’altare è inondato dalle mie lacrime. Domani, a quanto si dice, ci saranno in tutta la città i riti di [purificazione. Tu, Tazio, incamminati lungo il fianco del colle, tutto umido [di rugiada. Il percorso è tutto scivoloso e infido: perché nel suo sentiero [ingannevole sempre cela acque nascoste. Oh potessi io conoscere gl’incantesimi della Musa magica! Anche questa mia lingua porterebbe aiuto al mio bellissimo [amore. La toga dai vari colori si addice a te, non a Romolo, che senza [onore di madre fu nutrito dalla dura mammella di una selvaggia lupa. se sana e salva verrò da regina nel palazzo reale di Tazio,

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Elegie dos tibi non humilis prodita Roma manet; si minus, at raptae ne sint impune Sabinae: me rape et alterna lege repende uices! commissas acies ego possum soluere; nuptae, uos mediae palla foedus inite mea! 60 adde, Hymenaee, modos; tubicen, fera murmura conde: credite, uestra meus molliet arma torus. et iam quarta canit uenturam bucina lucem, ipsaque in Oceanum sidera lapsa cadunt. experiar somnum, de te mihi somnia quaeram: 65 fac uenias oculis umbra benigna meis’. dixit, et incerto permisit lumina somno, nescia se flammis incaluisse nouis. nam uirgo, Iliacae felix tutela fauillae, culpam alit et plures condit in ossa faces. 70 illa ruit, qualis celerem prope Thermodonta Strymonis abscisso pectus aperta sinu. urbi festus erat (dixere Parilia patres), hic primus coepit moenibus esse dies, annua pastorum conuiuia, lusus in urbe, 75 cum pagana madent fercula lautitiis, cumque super raros faeni flammantis aceruos traicit immundos ebria turba pedes. Romulus excubias decreuit in otia solui atque intermissa castra silere tuba. 80

56 manet Gd.: uenit O 57 at Npc F P: aut Nac: ac L Z 59 soluere; nuptae dist. Gd. nuptae O: nupta ~, Lütjohann 60 mediae Shackleton Bailey: medium O: media Baehrens 67 lumina Markland (cf. Ouid. rem. 500 somno lumina uicta dedi. et al.): bracchia O 68 se flammis Bapt. Pius: nefariis O: se furiis ed. Brix. incaluisse Gd.: accubuisse O 69 uirgo Gd. (cf. Verg. Aen. 4,2 [scil. Dido] uulnus alite uenis et caeco carpitur igni): uesta N: ueste F L P Z: Venus Kraffert 71 abscisso ~: absciso O (cf. Ouid. fast. 4,448 ipsa suos absciderat…sinus) pectus Hertzberg (cf. Tibull. 1,6,18. Ouid. fast. 1,408. epist. Sapph. 122): fertur O (cf. [Sen.] HO 700 sqq. sed quid pauido terita uultu,/qualis Baccho saucia maenas,/fertur rapido regina gradu?) 76 lautitiis Postgate: diuitiis O 78 immundos…pedes ~, Guyet, Heinsius: immundas…dapes O

Liber quartus · Libro quarto Roma da me tradita sarà per te una dote non modesta. Se no, almeno non resti impunito il ratto delle Sabine, e tu rapiscimi e a tua volta ricambia la punizione subita! Io sono in grado di separare i due eserciti schierati in [battaglia; giovani spose, voi, frapponendovi fra le due schiere nemiche, siglate un patto [di pace sul mio mantello nuziale. Imeneo, aggiungi le tue musiche! Trombettiere, fa tacere i [tuoi bellicosi acuti! Credetemi, guerrieri, il mio matrimonio placherà le vostre [armi. E già il quarto segnale della tromba annuncia l’approssimarsi [del giorno, e le stelle al tramonto precipitano nell’oceano. Proverò a dormire, cercherò di sognarti: fa in modo di mostrarti ai miei occhi come una benigna [visione’. Così disse, e abbandonò gli occhi a un malcerto sonno, ignorando di ardere per una nuova fiamma d’amore. Infatti la vergine, fausta custode del focolare Troiano, dà alimento alla sua colpa e si affonda nelle ossa sempre [nuove fiamme di passione. Tarpea ora si affretta, come sulle rive del rapido Termodonte l’Amazzone Strimonia, la cui veste strappata lascia vedere la [nudità del seno. Per la città di Roma quello era un giorno di festa (i nostri [progenitori la chiamarono Parilia), questo fu il primo giorno in cui si costruirono le mura, ora ad ogni anno banchetti di pastori, tempo di baldoria per [la città, quando i rustici vassoi abbondano di delicati cibi, e quando sui mucchi sparsi di fieno acceso una folla ubriaca fa passare alti i piedi insozzati. Romolo decise che le sentinelle allentassero la guardia e si [riposassero,

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Elegie hoc Tarpeia suum tempus rata conuenit hostem: pacta ligat, pactis ipsa futura comes. mons erat ascensu dubio festoque remissus: nec mora, uocales occupat ense canes. omnia praebebant somnos, sed Iuppiter unus decreuit culpis inuigilare tuis. prodiderat portaeque fidem patriamque iacentem, nubendique petit quem uelit ipsa diem. at Tatius (neque enim sceleri dedit hostis honorem): ‘Nube’ ait ‘et tecti scande cubile mei!’ dixit et ingestis comitum super obruit armis. haec, uirgo, officiis dos erat apta tuis. a nece Tarpeiae mons est cognomen adeptus. o uigil, infaustae praemia noctis habes!

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5 Terra tuum spinis obducat, lena, sepulcrum, et tua, quod non uis, sentiat umbra sitim; nec faueant cineri Manes, et Cerberus ultro putria ieiuno terreat ossa sono! docta uel Hippolytum Veneri mollire negantem, concordique toro pessima semper auis,

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83 ascensu O: accessu Burman dubio ~, Enk (cf. Cic. Verr. 4,51 [oppidum] erat difficili ascensu atque arduo): dubius O festoque remissus O (cf. Front. strat. 3,3,2 cognouit remissiores custodias fore die festo) 86 culpis Gd. (cf. 3,13,38 nec fuerat nudas culpa [Gd.: poena O] uidere deas): poenis O 88 ipsa O (tempus nubendi a muliere petitur): ipse ~, Heinsius 90 tecti Gd.: regni O: lecti Heinsius 93 nece Tarpeiae Andreas Bassanus: a duce tarpeio O (tarpeio N P Z: tarpeyo L: carpeo Fac: tarpeo Fpc) 94 infaustae Gd.: iniustae N Z: iniuste F L P noctis ~ (cf. Stat. Theb. 10,337 monstratae praemia noctis): sortis O 5 titulus ad laenam L: ad laenan P 2 quod O: quam ~. Broekhuyzen non uis O: nolis Burman: meruit Broekhuyzen 3 faueant Gd.: sedeant O ultro (i.q. etiam) Gd.: ultor O: alter Hartman 4 putria Alton: turpia O 5 docta N: nocte L P Z: nocto F

Liber quartus · Libro quarto e che il campo fortificato restasse silenzioso sospendendosi i [segnali con le trombe. Tarpea, sentendo che il suo tempo era venuto, contatta il [nemico: stabilisce il patto e si prepara a esser parte di quel patto [personalmente. Il colle era arduo da scalare e incustodito per il giorno di festa. Senza indugi lei con un fendente della spada previene il [latrato dei cani. Tutto induceva al sonno: ma il solo Giove decise di vegliare attento alle tue colpe, Tarpea. Lei già aveva tradito la porta a lei affidata e tutta Roma che era [immersa nel sonno, e ora pretende di fissare subito il giorno delle sue nozze, [secondo le sue preferenze. Ma Tazio (difatti non intendeva premiare, pur essendoci [nemico, il delitto di Tarpea) le disse ‘Sposati con me e sali sul talamo della mia casa!’ così disse, e la schiacciò sotto il peso delle armi dei suoi [camerati Sabini. Questa, vergine, era la dote adatta ai tuoi servigi. Dall’uccisione di Tarpea quel colle ricevette il nome di [Tarpeo: così tu che vegliasti al fine di tradire, hai ora il premio dovuto [alla notte infausta per la tua patria.

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5 La terra copra di spine il tuo sepolcro, ruffiana, e la tua ombra, quello che proprio non vorresti, provi la sete; e i Mani non siano propizi alle tue ceneri, e Cerbero, per [aggiunta, atterrisca le tue ossa putride con affamati latrati! Costei, esperta nell’attirare all’amore perfino Ippolito che vi [si opponeva,

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Elegie Penelopen quoque neglecto pudore marito nubere lasciuo cogeret Antinoo. illa uelit, poterit magnes non ducere ferrum et uolucris nidis esse nouerca suis. quippe et, Collinas ad fossam si coquat herbas, montes currenti diluerentur aqua. audax cantatae leges imponere lunae et sua nocturno tollere terga lupo, posset ut infensos astu caecare inimicos cornicum immeritas eruit ungue genas; consuluitque striges nostro de sanguine et in me hippomanes fetae semina legit equae. exorabat anus uerbis ceu blanda terebrat saxosamque forat sedula gutta uiam:

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7 pudore marito Gd. (hic maritus i.q. Angl. ‘conjugal’, cf. 4,3,11 haecne marita fides?): rumore mariti O 9 non ducere N: inducere F L P Z 11 si coquat Gd. (cf. Ouid. met. 7,264 sq. illic Haemonia radices ualle resectas/seminaque floresque et sucos incoquit acres): mouerit O 12 montes Gd. (cf. Plin. nat. 33,76 ruptusque mons diluitur. Apul. met. 1,8 saga… pontes…montes diluere): stantia O 11-12 coquat…diluerentur: de discrepantia temporum cf. 3,16,21 sq. quod si…sequerentur…sit emenda. Lucr. 1,356 quod nisi…sint…uideres. Catull. 6,2 nei sint…uelles dicere nec tacere posses. Verg. georg. 4,117 sq. ni…traham et…festinem…canerem. Tibull. 1,4,63 sq. ni sint…non nituisset. 1,8,22 faceret, si non…sonent 14 tollere Gd.: fallere O fort. nectere uerba dolo 15 ut N (ut uid.), ~: et F L P Z infensos…inimicos O: intentos…maritos O 19 exorabat O (hic exorare i. q. Angl. ‘to win over by entreaty’, ‘persuade’): exornabat ~, Burman: exercebat Housman anus Gd. (cf. Ouid. am. 1,8,1 sq. est quaedam – quicumque uolet cognoscere lenam/audiat – est quaedam nomine Dipsas anus): opus O terebrat Palmer (cf. Lucr. 5,1268 terebrare etiam ac pertundere perque forare): perure N F L Z: peruret P: perurens P mg.: perurat ~ 20 forat Rossberg (cf. Lucr. cit. perque forare): ferat O gutta Jacob: culpa O

Liber quartus · Libro quarto sempre uccello del malaugurio per le unioni concordi fra [uomo e donna, sarebbe capace di spingere anche una Penelope a mettere da [parte la fedeltà coniugale, e sposarsi con il libidinoso Antinoo. Se lei vuole, la calamita potrebbe cessare di attrarre il ferro, e un uccello-femmina potrebbe dimostrarsi una matrigna [verso la sua nidiata. Davvero, se lei cuocesse sul fosso magico erbe prese vicino al [Ponte Collino, i monti si scioglierebbero in acqua corrente. Osando di imporre la sua legge alla luna stregata e rubare la sua schiena ad un lupo notturno, per poter accecare i suoi ostili nemici personali con i suoi [inganni, ha strappato gli occhi innocenti delle cornacchie con le [unghie; e ha consultato le strigi per sapere come avere il mio sangue, [e per la mia rovina ha raccolto le secrezioni di una giumenta gravida. La vecchia cercava di convincere la mia donna con le sue [parole, come una lieve continua goccia scava e alla fine perfora il pietroso selciato.

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Elegie ‘Si te Eoa topazontis iuuat aurea baca, et quae sub Tyria concha rubescit aqua, Eurypylique placet Coae textura Mineruae, sectaque ab Attalicis fulgida signa toris, seu quae palmiferae mittunt uenalia Thebae, murreaque in Parthis pocula cocta focis… * sperne fidem, prouolue deos, mendacia uincant, frange haec damnosae iura pudicitiae! et simulare uirum pretium facit: utere causis! maior dilata nocte recurret amor. si tibi forte comas uexauerit, utilis ira: postmodo mercata pace premendus erit. denique ubi amplexu Venerem promiseris empto, fac simules puros Isidis esse dies. ingerat Apriles Iole tibi, dictet Amycle natalem Maiis Idibus esse tuum. supplex ille sedet: posita tu scribe cathedra quidlibet; has artes si pauet ille, tenes.

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21 Eoa…baca] cf. 1,15,7 Eois…lapillis. Lucan. 9,516 Eois…gemmis. Sil. 13,335 Eoa…gemma topazontis Gd (iam topazitum Posgate. cf. Prud. psych. 861 pulcherque topazon. Isid. orig. 16,7,9 topazion ex uirenti genere est omnique colore resplendens): dorozantum N: derorantum L: de rorantum F P (de- exp.): dezozantum Z aurea: hic i. q. Angl. ‘gold-coloured’. cf Plin. nat. 19,45 folia aurei coloris baca Gd. (cf. Isid. orig. 16,7,9 [scil. topazion] est…amplissima gemmarum. Hor. epod. 8,13 sq. rotundioribus… bacis. Schol. ad loc. bacas gemmas dixit. Ouid. met. 10,116 auribus e geminis…bacae. Culex 68 Indi conchea baca maris. Pers. 2,66 bacam conchae. Schol. ad loc. bacca…gemmae genus quod in conchis. et al.): ripa O 22 rubescit Gd.: superbit O 24 sectaque N: sextaque F L P Z: lectaque Heinsius fulgida Gd.: putria O 25 seu quae Ppc: seuque N F: seu quam P post 27 lacunam notaui 28 frange haec Gd.: frangent O: cedant ~, Beroaldus 34 simules ~, Pocchus: similes N P (in ras.) Zpc: om. F ac ac LP Z isidis ~, Beroaldus: sideris O dies N F: deos L P Z 35 tibi dictet Gd.: tibi tundat N P: tibi tondat L Z: circumdat F: fort. pandat uel cantet 36 maiis ~: malis O 38 quidlibet: N: quilibet F L P Z papc uet N F L Z: paues Fac: timet P

Liber quartus · Libro quarto ‘Se ti piace una perla orientale di topazio dai riflessi dorati, e il murice che rosseggia nelle profondità del mare Fenicio, e ti piace il tessuto che si produce a Cos, antico regno di [Euripilo, e le lucenti figure ricamate tolte ai letti Attalici, o le merci spedite fino a noi da Tebe ricca di palmeti, e le coppe murrine cotte nelle fornaci Partiche… * Trascura la fedeltà, travolgi gli dei, prevalgano le menzogne, e fai a pezzi queste leggi della esiziale fedeltà! Anche il fingere di avere un altro uomo alza il tuo prezzo: [inventa pretesti! Rimanda un incontro notturno: lui tornerà da te ancor più [innamorato. Se per caso ti dovesse strapazzare i capelli, la sua ira ti procuri [vantaggio: in seguito, lui verrà da te spremuto dovendo pagare a caro [prezzo la pace. Infine, quando gli avrai promesso i piaceri di Venere con i [tuoi amplessi ben pagati, fa in modo di fingere che siano arrivati i giorni d’astinenza da [dedicare a Iside. Iole ti ripeta che è Aprile, Amicle ripeta che il tuo compleanno [cade alle Idi di maggio. Lui sta seduto con aria da supplice: e tu fatti portare una [poltrona e scrivi qualsiasi cosa, come ad un altro; se quello teme queste tue [finzioni, allora lo tieni in pugno.

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Elegie semper habe morsus circa tua colla recentes, dentibus alterius quos putet esse datos. nec te Medeae delectent uerba sequacis (nempe tulit fastus ausa rogare prior), sed potius mundi Thais pretiosa Menandri, cum petit astutos comica moecha Getas. in mores te uerte uiri: si cantica temptat, i comes et uoces ebria iunge tuas. ianitor ad dantes uigilet; si pulset inanis surdus in obductam somniet usque seram. nec tibi displiceat miles non aptus amori, nauta nec attrita si ferat aera manu, aut quorum titulus per barbara colla pependit cretati medio cum saluere foro. aurum spectato, non quae manus afferat aurum: uersibus auditis quid nisi uerba feres? [quid iuuat ornato procedere, uita, capillo et tenues Coa ueste mouere sinus?] qui uersus, Coae dederit nec munera uestis, istius tibi sit surda sine aere lyra. dum feruet sanguis, dum rugis integer aluus,

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40 dentibus Heinsius: litibus O alterius F L P Z: alternis N F2 mg.: fort. externis putet N Fpc P: putat Fac L Z 41 nec N: non F L P Z uerba Gd.: probra O 44 petit Gd. (cf. 2,20,27 cum te tam multi peterent, tu me una petisti. Hor. carm. 4.11.21 Telephum, quem tu [scil. Phyllis] petis. Ouid. met. 13,755 me Cyclops…petebat): ferit O astutos…Getas: cf. Ouid. ars 3,332 cuiue pater uafri luditur arte Getae getas F L P Z: getes N 45 temptat Gd.: iactat O 47 pulsat CIL 4,1894: pulset O 50 aera Ppc, Colucius: acra N F L Z 49 aptus Gd.: factus O 52 cretati Passerat: caelati O: elati ~, Heinsius: gypsati Canter 55-56 om. ~, del. Scaliger 57 qui N Ppc: quid F L Pac Z 58 istius ~: ipsius O aere N: arte F L P Z 59 feruet Gd. (cf. Petron. 59,1 sanguen illi feruet. Sil. 10,334 dum feruet cruor. et al.): uernat O aluus Fea (cf. Ouid. ars 3,73 laxantur corpora rugis. 785 tu quoque cui rugis uterum Lucina notauit. am. 1,5,21 planus sub pectore uenter. Plin. nat. 22,65 [scil. adiantum] inlitum uentri mulierum ne rugosus fiat. et al.): annus O

Liber quartus · Libro quarto Cerca di avere sempre segni recenti di morsi sul tuo collo [tutt’attorno, morsi che lui possa credere ti siano stati impressi dai denti di [un altro uomo. Non ti attraggano le parole di Medea, che inseguiva lei [Giasone (naturalmente, dovette poi subire il ripudio, dopo aver osato [corteggiarlo per prima), ma piuttosto ti attraggano le parole della pregevole Taide [descritta dal fine Menandro, quando quella amante da commedia corteggia gli astuti Geti. Adeguati ai gusti dell’uomo: se lui accenna dei canti, tu accompagnalo e unisci, ubriaca, la tua voce alla sua. Il portinaio stia ben sveglio se arriva chi paga: se bussa, invece, [uno squattrinato, il portinaio, sordo al suo bussare, continui a sognare accanto [al catenaccio ben serrato. E non disdegnare il soldato non adatto all’amore, né il marinaio, se nella mano callosa reca abbondante denaro, e quelli sul cui collo straniero stette appeso un cartello, mentre saltellavano a comando nel Foro con i piedi spalmati [di gesso. Guarda all’oro, non a quale mano ti porta l’oro. Se ascolti i versi delle loro poesie, che ne ricaverai eccetto [parole vuote? [A che ti serve, vita mia, incedere con i capelli acconciati e agitare le sottili pieghe di una veste di Cos?] Chi ti sa dare dei versi, ma non regali sul tipo di una veste di [Cos, la sua lira priva di soldi sia come sorda per te. Finché il sangue ti brucia nelle vene, finché hai un ventre [liscio e senza rughe,

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Elegie utere: nam uolucris labitur usque dies. uidi ego odorati uictura rosaria Paesti sub matutino cocta iacere Noto’. his animum nostrae dum uersat Acanthis amicae, per tenuem ossa sunt numerata cutem. sed cape torquatae, Venus o regina, columbae ob meritum ante tuos guttura secta focos. uidi ego rugoso tussim concrescere collo, sputaque per dentes ira cruenta cauos, atque animam in gelida putrem exspirare lacerna; horruit algenti pergula nuda foco. exsequiae fuerant rari furtiua capilli uincula et immundo squalida mitra situ, et canis, in nostros nimis experrecta dolores, cum fallenda meo pollice claustra forent. sit tumulus lenae curto uetus amphora collo: urgeat hunc supra uis, caprifice, tua. quisquis ades, scabris hoc bustum caedite saxis, mixtaque cum saxis addite uerba mala!

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60 nam uolucris labitur usque dies Gd. (cf. Hor. carm. 4,13,16 uolucris dies. Manil. 2,855 labentem…diem uitae. Tibull. 1,8,47 sq. at tu, dum primi floret tibi temporis aetas,/utere: non tardo labitur illa pede. Sen. Herc. 179 sq. uolucri…die/rota praecipitis uertitur anni. Ouid. am. 1,8,49 labitur occulte fallitque uolatilis aetas. ars 3,65 utendum est aetate: cito pede labitur aetas. Mart. 10,70.4 labantur toti cum mihi saepe dies): ne quid cras libet ab ore dies O fort. uolucri labitur hora pede 63 animum ~: animus N L P Z: animis F: animos ~ 64 tenuem…cutem Burman: tenues…cutes O meam Gd.: mihi Jacob: suam Palmer 65-66 post 78 Burman, post 70 Lütjohann 68 cauos N: canos F L P Z 69 gelida (uel trita)…lacerna Gd. (cf. Mart. 3,38,9 gelidis…lacernis. 7,92,7 gelidas…tritasque lacernas. 9,57,1 nil est tritius Hedyli lacernis. Pers. 1,54 comitem horridulum trita donare lacerna. Iuuen. 1,62 lacernatae…amicae): tegetes…paternas O 70 pergula ~: percula N L P Z: peruula (uel paru-) F torua Gd. (cf. Stat. Theb. 4,526 sq. Stygiae…seueros/Iunonis thalamos et torua cubilia. silu. 5,2,179 sq. torua…casside): curua O 71 fuerunt Passerat: fuerant O: fuerint Graeuius 72 squalida Heinsius: pallida F L P Z: pallia N 73 experrecta F3 ~: exporrecta O 74 claustra (uel clatra) ~, Beroaldus: caltra N F L Z: cultra P 76 hanc Pocchus 77 ades Gd.: amas O caedite ~, Liuineius: caedito O

Liber quartus · Libro quarto approfittane: perché il fuggevole giorno corre sempre via. Io ho visto i profumati roseti di Pesto, che sembravano dover [vivere tanto a lungo, appassiti dal vento caldo del sud giacere a terra la mattina [dopo!’ Per tutto il tempo in cui Acantide si lavorava la mente della [mia amante, mi si sarebbero potute contare le ossa attraverso la mia pelle [assottigliata. Ma tu, regina Venere, accetta in cambio del tuo favore la gola di una colomba dal collare recisa davanti al tuo altare. Io ho visto il catarro raggrumarsi nel suo collo rugoso, e gli sputi con il sangue passare per i suoi denti cariati, e ho visto lei esalare l’ultimo respiro avvolta in un gelido [mantello da uomo; il suo sinistro tugurio tremava dal freddo, perché il focolare [era ormai spento. La sua pompa funebre consisté in alcune bende, rubate, per i [radi capelli, e un cappuccio lurido per la sporcizia e lo squallore, e una cagna, che per mio danno era stata ben sveglia, quando avevo dovuto forzare con le mie dita il cancello [chiuso. Per questa ruffiana la tomba sia formata da una vecchia giara [con il collo rotto: sopra tale tomba fai sentire tutto il tuo peso, caprifico. Tutti voi che arrivate qui, colpite questo sepolcro con pietre [appuntite, e insieme con le pietre, aggiungete parole di maledizione!

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Elegie 6 Sacra facit uates: sint ora fauentia sacris et cadat ante meos icta iuuenca focos. ara Philiteis niteat Romana corymbis et Cyrenaeas urna ministret aquas. costum molle date et blandi mihi turis honores, terque focum circa laneus orbis eat. spargite me lymphis, carmenque tepentibus aris tibia Mygdoniis fundat eburna modis. ite procul fraudes, alio sint aere noxae: pura nouum uati laurea mollit iter. Musa, Palatini referemus Apollinis aedem: res est, Calliope, digna fauore tuo. Caesaris in nomen ducuntur carmina: Caesar dum canitur, quaeso, Iuppiter ipse tace. est Phoebi fulgens Athamana ad litora templum, qua sinus Ioniae marmora condit aquae;

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6 adhaeret priori el. in N F L P, separat N (nota marg.) 2 cadat N: cadet F L P Z focos] fort. pedes (cf. 2,10,22. 14,1. 28,45. 3,6,42) 3 ara Haupt: cera O niteat Gd. (cf. Manil. 1,421 ara niteat sacris. Culex 405 hederaeque nitor pallente corymbo.Ouid. fast. 3,11 Vesta…folio niteat uelata recenti. et al.): certet O Philiteis ~, Beroaldus (-le-): philippeis O 7 tepentibus Gd.: recentibus O 9 fundat Gd. (cf. Lucr. 4,584 sq. dulcis…querellas,/tibia quas fundit. Stat. silu. 5,5,33 sq. iuuat inlaudabile carmen/fundere): libet O modis ~, Pocchus: cadis O 11 hinc incipiunt nouam el. N (nota marg.) F L P Z titulus ad iouem L: de uictoria Augusti contra Antonium fauore Apollinis et fuga cleopatre P 13 numen Helmbold ducuntur O: dicuntur ~: dicentur Richards 14 tace Gd.: uaces O 15 fulgens Gd. (cf. [Sen.] HO 783 fulgent templa Cenaei Iouis. Sil. 3,667 Iouis… fulgentia templa. 12,85 sq. Mart. 8,65,1 sq. Fortunae Reducis fulgentia late/templa nitent): fugiens O templum Gd. (cf. Sil. 15,301 sq. pepulit uada feruida remis/Leucatae et Phoebi uidit citus Actia templa. Sen. Oed. 225 sacrata templa Phoebi): portus O 16 marmora Heinsius: murmura O claudit Gd. (cf. Lucan. 1,420 sq. qua litore curuo/molliter admissum claudit Tarbellicus aequor): condit O

Liber quartus · Libro quarto

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6 Il vate inizia il rito sacro: le vostre lingue favoriscano il rito [tacendo, e cada una giovenca colpita davanti al mio altare. L’altare Romano risplenda dei corimbi di Filita, e fornisca l’acqua una brocca di Cirene, patria di Callimaco. Datemi dolce costo e offerte di soave incenso, e tre volte la benda di lana avvolga l’altare. Irroratemi con acqua pura, e sull’altare caldo per il fuoco un flauto d’avorio spanda il suono di melodie Frigie. Andate lontano da qua, inganni; i delitti abitino sotto un altro [cielo: una fronda pura d’alloro rende più facile al sacerdote il [cammino per lui nuovo. Musa, dirò del tempio di Apollo sul Palatino: l’argomento è degno del tuo favore, Calliope. Il mio canto viene modulato nel nome di Cesare: mentre [canterò Cesare, ti prego, Giove, perfino tu devi tacere. C’è un fulgido tempio di Febo sulla costa dell’Epiro, là dove un’insenatura racchiude le acque del mare Ionio;

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Elegie Actia Iuleae relegunt monimenta carinae, nautarum uotis non superata uada. huc mundi coiere manus; stetit aequore moles pinea, nec remis aequa fauebat auis. hostica classis erat Teucro damnata Quirino pilaque femineae turpiter apta manu; hinc Augusta ratis plenis Iouis omine uelis signaque iam Latiae uincere docta aquilae. tandem acies geminos Mauors lunarat in arcus, armorum et radiis icta tremebat aqua, cum Phoebus linquens stantem se uindice Delon (nam tulit iratos mobilis illa Notos) adstitit Augusti puppim super, et noua flamma luxit in obliquam ter sinuata facem. non ille attulerat crines in colla solutos aut testudineae carmen inerme lyrae, sed quali aspexit Pelopeum Agamennona uultu egessitque auidis Dorica castra rogis, aut qualis flexos soluit Pythona per orbes serpentem, imbelles quem timuere uiri.

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17 relegunt Gd. (cf. Sil.17,232 castrorum relegens monimenta meorum): pelagus O monimenta N L Pac Z: monumenta F Ppc 18 superata Gd. (cf. Verg. Aen. 8,60 sq. Iunoni fer rite preces iramque minasque/supplicibus supera uotis): operosa O uada Gd. (cf. 2,14,30 mediis sidat onusta uadis): uia N L Z: uia est P: tuto F 21 hostica Gd. (cf. Varr. Men. 332 hostica acies. et al.): altera O 22 femineae Markland: feminea O apta N F L Pac Z: acta Frmg. Ppc 23 hic F 24 Latiae…aquilae Gd. (cf. 4,1,96 aquilae rostra cruenta suae. Seru. Aen. 9,561 aquilae militum signa. Flor. 2,5,5 signa aquilae et uexilla. Claud. Eutr.2,225 aquilae Romanaque signa. et al): patriae…suae O 25 acies ~, Burman (geminas): aciem O Mauors Gd. (cf. 2,27,8 cum Mauors trepidas [Gd.: dubias O] miscet utrimque manus): neruis O: nereus ~ lunarat F: limarat N P Z: liniarat (mox lani-) L 26 icta ~, Dusqueius (cf. Enn. ann. 90 candida se radiis dedit icta foras lux. Tac. ann. 2,61,1 Memnonis saxea effigies, ubi radiis solis icta est. et al.): picta O 28 nam] non ~, Gebhard illa ~, Pocchus: una ~, Volscus: unda O 34 egessitque ~: egissetque O 36 uiri Sterke (cf. Ouid. met.1,439 sq. populisque nouis, incognite serpens,/terror eras): lirae N, sim. cet. (sed ud. u.32 lyrae)

Liber quartus · Libro quarto le navi Cesariane riattraversano il mare di Azio, che è un [luogo della memoria, acque, la cui pericolosità non è stata vinta dai voti dei marinai. Qui si scontrarono i due eserciti più forti del mondo: qui [ferma nella distesa marina si levò la mole delle navi fatte di pino, ma i remi delle due flotte non erano [ugualmente favoriti dalla fortuna. Erano condannate dai voti del Troiano Quirino la flotta [nemica e i giavellotti, che si adattavano con infamia a una mano di [donna: dalla parte opposta stavano la nave ammiraglia di Augusto, [con le vele spiegate e il favore di Giove, e le insegne delle aquile Romane già esperte nel vincere. Alla fine, Marte aveva disposto ad arco i due schieramenti in [due mezzelune identiche, ed erano tremolanti le acque, colpite dal luccichio delle armi, quando Febo, lasciato Delo, l’isola che diventò immobile [grazie al suo intervento (infatti essa resse alla furia dei venti), si erse al di sopra della nave di Augusto, e allora una [improvvisa fiamma balenò nell’aria tre volte, seguendo il percorso sinuoso di un [obliquo fulmine. Quel dio non aveva portato fino là i suoi capelli sparsi sul [collo o il suono imbelle della lira fatta con il guscio di una tartaruga, ma con il viso con cui guardò sdegnato il Pelopide [Agamennone, e svuotò il campo Greco con insaziabili roghi funebri, o come abbatté Pitone che strisciava con spire flessuose, Pitone tanto temuto dagli imbelli uomini di quell’età.

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Elegie mox ait: ‘O longa mundi seruator ab Alba, Auguste, Hectoreis cognite maior auis, uince mari: iam terra tua est; tibi militat arcus et fauet ex umeris hoc onus omne meis. solue metu patriam, quae nunc te uindice freta imposuit prorae publica uota tuae. quam nisi defendes, murorum Romulus augur ire Palatinas non bene uidit aues. et nimium Romae accedunt prope: turpe Latinos principe te fluctus regia uela pati. nec te quod passis centenis remigat alis terreat (inuito labitur illa mari), quodque uehunt prorae Centaurica saxa minantes (tigna caua et fictos experiere metus). frangit et attollit uires in milite causa: quae nisi iusta subest, excutit arma pauor. tempus adest: committe rates; ego Caesaris ultor ducam laurigera Iulia rostra manu!’ dixerat et pharetrae pondus consumit in hostes: proxima post arcus Caesaris hasta fuit. uincit Roma fide Phoebi; dat femina poenas: transtra per Ionias fracta uehuntur aquas. at pater Idalio miratus Caesar ab astro: ‘Es meus; est nostri sanguinis ista fides’.

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43 auctor Heinsius 45 nimium N: numen L P Z: lumen F Romae accedunt Gd. (cf. Cic. fam. 15,1,3 exercitum p.R. …propius accedere. Liu. 24,20,11 cum prope moenibus accessisset. et al.): remis audent O (sed ud. u. 47 remiget) Latinos Markland: latinis O 47 passis Gd. (cf. Verg. Aen, 3,520 uelorum pandimus alas): classis O remigat ~, Schrader: remiget N L P Z: remiges F: fort. nauigat 49 quodque N F Z: quique L P: quotque ~, Carutti 50 fictos Gd.: pictos O experiere N: experiare F2mg.L P Z: expirare F 52 pauor Gd.: pudor O 53 Caesaris ultor Gd.: temporis auctor O 55 hostes Heyworth: arcus O (sed ud. u. 56 arcu) 58 transtra Gd. (coll. Lucr. 2,553 naufragiis…coortis disiectare solet magnum mare transtra): sceptra O 59 miratus Muretus: miratur O 60 es meus Gd. (meus iam Baehrens): sum deus O

Liber quartus · Libro quarto poi disse: ‘O salvatore del mondo che discendi da Alba Longa, Augusto, che hai dato prova di essere più grande dei tuoi avi [Troiani, vinci ora sui mari: la terra è ormai tua, il mio arco combatte [per te e tutto il pesante fardello di frecce che mi grava sulle spalle è [dalla tua parte. Libera la patria dalla paura; essa ora, contando su di te come [suo campione, ha posto sulla tua prora i voti del tuo popolo. Se non la difenderai, vorrà dire che Romolo, quando trasse gli [auspici per le mura di Roma, vide gli uccelli volare sul Palatino con cattivo presagio. E si avvicinano troppo a Roma: sarebbe una vergogna se i flutti Laziali dovessero sopportare il passaggio delle vele [di una regina. E non lasciarti intimorire dal fatto che va sulle onde con cento [vele spiegate, (lei naviga per un mare che le è avverso), né dal fatto che sulle sue prore sono effigiati Centauri, che [minacciano di lanciare i loro macigni (scoprirai che non sono altro che vuote tavole e terrori [immaginari). In chi combatte in guerra, la causa per cui combatte [indebolisce o moltiplica le sue forze: se la causa non è giusta, la paura fa cadere le armi. Ora è tempo, manda le navi all’attacco: io, il vendicatore di [Cesare, guiderò le navi Cesariane con il mio alloro nella mano’. Disse così, e scaricò il peso della faretra contro i nemici: al secondo posto dopo l’arco di Apollo si collocò la lancia di [Cesare. Roma vince (la parola di Febo viene mantenuta): una donna [paga il fio; i legni delle navi fatte a pezzi galleggiano sulle onde Ionie. Ma il padre Cesare, che osserva ammirato dalla stella di [Venere, dice: ‘Tu sei uno dei miei, questa è la prova che sei del mio sangue’.

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Elegie prosequitur cantu Triton omnesque marinae plauserunt circa Iulia signa deae. illa petit Nilum cumba male fisa fugaci, regina iniusso non moritura die. di melius! quantus mulier foret una triumphus, ductus erat per quas ante Iugurtha uias! Actius hinc traxit Phoebus monimenta, quod eius una decem uicit missa sagitta rates. * Bella satis cecini: citharam iam poscit Apollo uictor et ad placidos exuit arma modos. languida nunc molli subeant conuiuia lecto, purpureaeque fluant per mea colla rosae. uinaque fundantur prelis elisa Falernis, perque lauet nostras spica Cilissa comas. ingenium potis irritet Musa poetis: Bacche, soles Phoebo fertilis esse tuo. ille paludosos memoret seruire Sygambros, Cepheam hic Meroen fuscaque regna canat; hic referat sero confisum foedere Parthum: ‘Reddat signa Remi, mox dabit ipse suas: seu placidus pharetris Augustus parcet Eois,

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62 Iulia Gd. (cf. u. 54 Iulia rostra): libera O fort. rostra 63 illa N P: ille F L Z fisa Gd. (cf. 1,10,9 sq. te remis confisa minutis/paruula Lucrina cumba moretur aqua): nixa O 64 regina Gd. (cf. 3,11,39. Hor. carm. 1,37,7. Verg. Aen. 8,696. 707): hoc unum O iniusso Gd.: iusso O 65 di uulgo: dii O 67 monimenta N L P Z: monumenta F 70 modos Gd.: choros N F P Z: toros L 71 languida Gd. (cf. Cic. Tusc. 5,16 languidis…uoluptatibus. [Tibull.] 3,7,181 languida…otia): candida O lecto Ayrmann: luco O 72 purpureaeque Gd. (cf. Hor. carm. 3,15,15 flos purpureus rosae): bladitiaeque O 75 potis ~, Puccius: positis O 79 hic N: haec F L P: hoc Z confisum Gd.: confessum O 80 suas Gd. (cf. Petron. 45,9 Glyco dedit suas): sua O 81 seu placidus Gd. (cf. [de Augusto] Ouid. fast. 6,92 placidi…ducis. trist. 4,5,20 placido…deo. Pont. 1,2,101 sq. tam placido…iudice. 2,2,115 placidus facilisque parens): siue aliquis O

Liber quartus · Libro quarto Salutò l’evento Tritone con la sua tromba, e tutte le dee [marine proruppero in un applauso intorno alle insegne Cesariane. Quella donna incautamente affidandosi a un piccolo vascello [in fuga punta verso il Nilo, una regina, che non voleva morire in un giorno imposto da [altri. Grazie agli dei! Che grandioso trionfo sarebbe stato vedere [una sola donna trascinata lungo la via, che prima aveva attraversato Giugurta [prigioniero! Apollo Aziaco ottenne il suo memoriale, il suo tempio, per [tale motivo, che ogni sua freccia aveva affondato dieci navi nemiche. * Ho cantato a sufficienza la guerra: ora Apollo vincitore esige la cetra e si spoglia delle armi al suono di pacifiche melodie. Ora subentrino conviti in ozio su un morbido letto; e ondeggino lungo il mio collo rose purpuree, e mi si versino vini spremuti dai torchi di Falerno, e mi impregni i capelli lo zafferano di Cilicia. La Musa solleciti l’ispirazione ai poeti che hanno bevuto in [abbondanza. Bacco, tu di solito offri numerosi spunti al dio della poesia, [Apollo. Un poeta ricordi i Sigambri, abitanti delle paludi, appena [sottomessi, e canti l’Etiope Meroe, e il suo regno di gente dalla pelle [scura; un altro poeta racconti come i Parti, sia pure tardi, si sono [affidati a un patto: ‘Per ora restituiscano le insegne di Crasso; poi pagheranno per [le loro colpe: o se Augusto con spirito di pace risparmierà i Parti armati di [faretre, i nostri nemici a Oriente,

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Elegie differet in pueros ista tropaea duos. gaude, Crasse, nigras si quid sapis inter harenas: ire per Euphraten ad tua busta licet’. sic noctem patera, sic ducam carmine, donec iniciat radios in mea regna dies.

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7 Sunt aliquid Manes: letum non omnia finit, luridaque exstructos effugit umbra rogos. Cynthia namque meo uisa est incumbere fulcro, marmor ad extremae nuper humata uiae, cum mihi somnus ab exsequiis penderet amarus, et quererer lecti frigida ligna mei. eosdem habuit secum quibus est elata capillos, eosdem oculos: lateri uestis adusta fuit, et solidum digito beryllon adederat ignis, summaque Lethaeus triuerat ora liquor. spirantisque animos et uocem misit, at illi pollicibus fragiles increpuere manus: ‘Perfide nec cuiquam melior sperande puellae, in te iam uires somnus habere potest? iamne tibi exciderunt uigilacis furta Suburae

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82 differet Francius: differat O duos Gd. (scil. Iulium Caesarem et L. Caesarem, quos Augustus anno 17 a. adoptauit): suos O 85 noctem N Ppc: uocem F L Z 86 regna Gd.: uina O: fort. tecta 7 titulus de cynthia L: de cinthia ad ipsum post mortem uenientem P 2 exstructos ~, Passerat, Heinsius (cf. Ouid. trist. 4,10,86 et graciles structos effugit umbra rogos. Pont. 3,2,32 effugiunt structos nomen honorque rogos. et al.): eiunctos N: euinctos Fpc L Z: euictos Fac 4 marmor ~, Lipsius(cf. Mart.7,31,10 aut rus marmore tertio notatum): murmur O 5 amarus Liuineius: amores N: amoris F L P Z 6 ligna Gd.: regna O 7 eosdem ~: hosdem O capillos P Z: capillis N F L 8 eosdem N: hosdem F L P Z 9 solidum Gd. (cf. Verg. georg. 3,26 ex auro solidoque elephanto. Aen.6,69 solido de marmore. Stat.Theb. 3,16 solido…adamante): solitum O beryllos N 15 exciderunt ~: exciderant O furta N: tecta F L P Z

Liber quartus · Libro quarto rinvierà ai suoi due figli tale vittoria. Gioisci, Crasso, se ancora percepisci qualcosa giù tra le nere [sabbie del tuo sepolcro: ora è possibile raggiungere la tua tomba attraversando [l’Eufrate’. Così passerò la notte, tenendo in mano una coppa di vino e i [libri delle le mie poesie, finché il giorno immetterà i suoi raggi nel mio regno, la mia casa.

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7 I Mani esistono: la morte non è la fine di tutto, e la pallida ombra sfugge al rogo innalzato. Infatti, ho sognato che Cinzia si chinava sul mio letto, lei da poco sepolta alla pietra miliare della Via Estrema, quando il mio sonno amaro era reso incerto dalle sue esequie, e mi lamentavo del legno gelido del mio letto. Lei portava con sé gli stessi capelli con cui era stata condotta [alla tomba, gli stessi occhi: la veste era bruciacchiata su un fianco, e il fuoco aveva eroso il berillo puro al suo dito, e l’acqua del Lete aveva consumato l’orlo della sua bocca. Emetteva un respiro e una voce come di persona viva: ma lei fece schioccare il pollice della sua fragile mano: ‘Uomo infido e che nessun’altra donna potrebbe sperare [fedele, il sonno può già avere forza su di te? Hai già dimenticato i nostri amori furtivi nell’insonne [Suburra

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Elegie et mea nocturnis trita fenestra solis, per quam demisso quotiens tibi fune pependi alterna ueniens in tua colla manu? saepe acies triuio commissa est, murmure mixto fecerunt tremulas proelia nostra uias. foederis heu sancti, cuius fallacia uerba non audituri diripuere Noti! at mihi non oculos quisquam inclinauit hiantes: unum impetrassem te reuocante diem. nec crepuit fissa me propter harundine custos, laesit et obiectum tegula curta caput. denique quis nostro flentem te funere uidit, atram quis lacrimis immaduisse togam? si piguit portas ultra procedere, at illuc iussisses lectum lentius ire meum. curnam tus non ipse rogis, ingrate, dedisti? cur nardo flammae non oluere meae? hoc etiam graue erat, nulla mercede hyacinthos inicere et fracto busta piare cado? Lygdamus uratur, candescat lamina uernae:

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16 trita N F: trista L Z: certa P solis Gd. (cf. Lucr. 1,926 sq. loca nullis ante/trita solo. Cic. Tusc. 5,90 calciamentum solorum callum): dolis O 19 acies Gd. (cf. 4,4,59 commissas acies. Lucan. 6,323 aciem committere): uenus O murmure Gd. (cf. Verg. Aen. 1,124. 4,160 magno misceri murmure. Stat. Theb. 9,696 tremulum…pharetra murmur): pectore O 20 tremulas Gd. (cf. Verg. Aen. 3,581 sq. intremuere omnem/murmure Trinacriam. Stat. Theb. supra laud.): trepidas F L Pac Z: tepidas N Ppc proelia anon. ap. Lütjohann: pallia N: pectora F L P Z 21 sancti Gd. (cf. Liu. 41,19,6 sanctum habere foedus. Sen. Med. 605 sq. sancta/foedera mundi): taciti O 23 inclinauit ~: inclamauit O hiantes Heinsius (cf. Plaut. Merc. 183 oculis…hiantibus): euntes O 25 fixa F 27 toruum Gd. (cf. Ouid. her. 17,17 sq. si non est secto [Gd.: ficto codd.] tristis mihi uultus in ore/nec sedeo duris torua superciliis. et al.): curuum O 28 immaduisse ~, Bern. Realinus: incaluisse O 31 curnam tus Gd. (iam cur breue tus Heinsius. cf. Tibull. 1,8,70 sanctis tura dedisse focis. Ouid. her. 21,9 cum dem pia tura Dianae. Mart. 11,52,2 tura…de medio semicremata rogo): cur uentos O dedisti Fruter: petisti O

Liber quartus · Libro quarto e la mia finestra consumata dalle suole delle tue scarpe di [notte, Quante volte mi calai verso di te con una fune, e con un moto alterno delle mani venni al tuo abbraccio! Spesso la nostra battaglia amorosa fu avviata in un crocevia, [e essendosi prodotto un gran rumore i nostri combattimenti fecero tremare le strade. Ah il nostro santo patto d’amore, i cui termini ingannevoli il vento del sud non volle ascoltare e disperse! Ma nessuno abbassò le palpebre dei miei occhi rimasti aperti: e se tu mi avessi richiamata indietro, avrei ottenuto un [giorno ancora di vita. Nessun guardiano fece risuonare per me una canna spaccata, e una tegola infranta sfregiò la mia testa non protetta. Infine chi ti vide accigliato al mio funerale, chi vide la tua toga nera bagnarsi delle tue lacrime? Se ti dava noia procedere oltre le porte della città, avresti dovuto ordinare che la mia bara andasse più [lentamente in quella direzione. Ma perché tu stesso, ingrato, non hai offerto incenso al mio [rogo? Perché le mie fiamme non hanno odorato di nardo? Ti pesava anche questo, lanciare fiori di giacinto poco [costosi sul mio rogo e onorare i miei resti con vino versato da una giara rotta? Ligdamo passi alla prova del fuoco, per questo schiavo nato [in casa la placca rovente viri al color bianco:

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Elegie paene ego ab insidiis pulla uenena bibi; at Nomas arcanas tollat uersuta saliuas: laedat damnatas ignea testa manus. quae modo per uiles inspecta est Publia uestes, haec nunc aurata cyclade stringit humum; et grauiora rependit iniquis pensa quasillis, garrula de facie si qua locuta mea est; nostraque quod Petale tulit ad monumenta coronas, codicis immundi uincula sentit anus; caeditur et Lalage tortis suspensa capillis, per nomen quoniam est ausa rogare meum. te patiente meae conflauit imaginis aurum, ingentem e nostro dotem habitura rogo. non tamen insector, quamuis mereare, Properti: longa mea in libris regna fuere tuis. iuro ego fatorum nulli reuolubile stamen, tergeminusque canis sic mihi molle sonet, me seruasse fidem; si fallo, uipera nostris sibilet in tumulis et super ossa cubet. nam gemina est sedes tristem sortita per amnem: turbaque diuersa nauigat omnis aqua. una Clytaemestrae stuprum, ratis altera Cressae portat mentitae lignea monstra bouis. itque coronato pars cetera uecta phaselo,

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36 paene Gd.: sensi O ab Gd. (cf. 3,25,6 semper ab insidiis…stare soles): cum O pulla uenena Heinsius (cf. Mart. 9,2,6): pallia uina N: pallida uina F L P Z 37 at ~: aut O saliuas Z ~: salinas N F L: sabinas P 38 laedat Gd.: dicet O 39 Publia Gd.: publica O uestes Gd. (cf. Ouid. met. 8,859 uili…ueste. et al.): noctes O 40 stringit Gd. (cf. 3,11,24 stringere…latus. Ouid. met. 11,734 stringebat summas ales…undas): signat O 41 rependit N: fundit F L Z: effundit P 43 monimenta N 44 sentit] sensit P 48 ingentem Gd.: ardent O: ardente ~ 50 longa] fort. magna 51 stamen ~, Guyet, Heinsius: carmen O 55 tristem Burman: turpem O 56 cumbaque Housman nauigat Volscus, Beroaldus: remigat O 57 ratis Palmer: uehit O 59 itque Gd. (cf. Enn. 502 Sk. it atrum campis agmen. Verg. Aen. 4,130 it portis…iuuentus. Hor. serm. 1,9,1 ibam…uia Sacra): ecce O cetera Gd.: altera O (sed ud. u. 57 altera) uecta ~: parta O

Liber quartus · Libro quarto io per poco non ho bevuto, per un suo inganno, neri veleni; La subdola Nomade metta da parte i suoi intrugli velenosi: il coccio arroventato ferisca le sue mani colpevoli. Publia, che fino a poco tempo fa si faceva vedere con [addosso abiti da poco prezzo, ora sfiora la terra con la sua gonna ricamata d’oro. E ingiustamente pagano con cestini più pesanti di lana le ancelle troppo loquaci l’aver parlato della mia bellezza; e la vecchia Petale, per aver portato ghirlande di fiori sulla [mia tomba, subisce la pena di venire legata a un lurido ceppo di legno; e viene frustata Lalage, appesa per le trecce, perché ha osato chiedere un favore a mio nome. Senza che tu ti opponessi, lei ha fuso l’oro di un mio ritratto, allo scopo di ricavare una sostanziosa dote dal mio rogo [funebre. Tuttavia non mi accanisco contro di te, anche se lo [meriteresti: il mio regno nei tuoi libri di poesie è durato a lungo. Giuro per il filo del destino, che a nessuno è dato riavvolgere [indietro, e così possa abbaiare mitemente verso di me il cane a tre [teste, che io ho mantenuto la parola che ti avevo data. Se mento, [una vipera mandi il suo sibilo dalla mia tomba e gravi sulle mie ossa. Una volta oltrepassato il tetro fiume infernale, ai morti sono [assegnate due diverse dimore: tutta la folla dei morti naviga attraverso due diverse acque. Una nave trasporta l’adultera Clitemestra, un’altra la [adultera Cretese, che inventò la mostruosa giovenca di legno. E va la restante schiera trasportata da un battello [inghirlandato,

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Elegie mulcet ubi Elysias aura beata rosas, qua numerosa fides quaque aera rotunda Cybebes mitratisque sonant Lydia plectra choris. Andromedeque et Hypermestre sine fraude maritae narrant historiae tempora nota suae: haec sua maternis queritur liuere catenis bracchia nec meritas frigida saxa manus; narrat Hypermestre magnum ausas esse sorores, in scelus hoc animum non ualuisse suum. si maestis lacrimis ueteres renouamus amores, celo ego perfidiae crimina multa tuae. sed tibi nunc mandata damus, si forte moueris, si te non totum Chloridos herba tenet: nutrix in tremulis ne quid desideret annis Parthenie: potuit, nec tibi auara fuit. deliciaeque meae Latris, cui nomen ab usu est, ne speculum dominae porrigat illa nouae. et quoscumque meo fecisti nomine uersus, ure: tibi laudes desine habere meas. sterne hederam tumulo, mihi quae nigrante corymbo mollia contortis alliget ossa comis. ramosis Anio qua pomifer incubat aruis et numquam Herculeo numine pallet ebur,

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61 quaque aera rotunda ~, Turnebus: qua quaerar ut unda N: quae quaerat nuda F (et unda Fr s.l.): qua quaerat ut unda L P Z Cybebes edd. uulgo: cybeles N: cibelles uel cybelles cet. 64 tempora Ayrmann: pectora O 65 sua maternis ~: summa aeternis N: suma eternis L P: summa ecternis F: suma eterna Z 69 si Gd.: sic O maestis Gd, (cf. 1,5,15 maestis…fletibus. Tibull. 1,1,62 tristibus…lacrimis. Boeth. cons. 4 carm., 7,12 maestis lacrimis): mortis O ueteres Burman: uitae O renouamus Gd. (cf. Catull. 96,3 quo desiderio ueteres renouamus amores. et al.): sanamus O 72 si N: set F: sed L P Z 73 quid N Z: quod F L P 74 auara N P Z: amara P 78 tibi Burman: mihi O 79 sterne Gd.: pelle O nigrante Gd. (cf. Plin. nat. 16,145 est enim candida aut nigra hedera. 25,114 folia habet minora quam hedera nigrioraque. Cels. 5,28 nigra hedera ex uino austero cocta): pugnante O 80 mollia ~, Volscus, Beroaldus: molli O alliget Shackleton Bailey: alligat O

Liber quartus · Libro quarto là dove una felice brezza sfiora le rose dell’Elisio, dove risuonano la melodiosa cetra, i cembali di Cibele e i plettri Lidii per le danze dei cori inturbantati. Andromeda e Ipermestra, spose senza inganni, narrano i noti tempi delle loro storie: una lamenta che recarono i lividi delle catene volute dalla [madre le sue braccia e le sue mani ingiustamente avvinte a una [fredda roccia; Ipermestra racconta come le sorelle osarono un enorme [delitto, ma il suo cuore non ebbe la forza di commetterlo. Se fra meste lacrime rievochiamo gli antichi amori, io tengo nascoste le numerose colpe dovute alla tua infedeltà. Ma ora ti affido queste mie volontà, se pur ti lasci [influenzare da me, se pure l’erba stregata di Cloride non ti domina interamente: la mia nutrice Partenia non debba mancare di nulla nella sua [tremante vecchiaia: pur avendo potuto esserlo, non fu mai esosa con te. La mia preferita Latride, il cui nome rivela la sua fedeltà nel [servire, non debba porgere lo specchio a una nuova padrona. E tutti i versi che hai scritto su di me, bruciali: smetti di attribuirti una gloria che spetta solo a me. Distendi dell’edera sulla mia tomba, in modo che quella con [i neri grappoli avvinca le mie tenere ossa alle sue chiome intrecciate. Dove l’Aniene, che favorisce i frutti, scorre fra i campi [alberati, e dove, grazie alla protezione di Ercole, l’avorio non si [ingiallisce mai,

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Elegie hic carmen media dignum me scribe columna, sed breue quod currens uector ab urbe legat: hic tibvrtina iacet [hic] avrea cynthia terra: accessit ripae lavs, aniene, tvae. nec tu sperne piis uenientia somnia portis: cum pia uenerunt, somnia pondus habent. nocte uagae ferimur, nox clausas liberat umbras, errat et abiecta Cerberus ipse sera. luce iubent leges Lethaea ad stagna reuerti: nos uehimur, uectum nauta recenset onus. nunc te possideant aliae, mox sola tenebo: mecum eris et mixtis ossibus ossa teram’. haec postquam tremula mecum sub luce peregit, inter complexus excidit umbra meos.

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8 Disce quid Esquilias hac nocte agitarit aquosas, cum uicina nouis turba cubaret agris. Lanuuium annosi uetus est tutela draconis: 83 hic N: hoc F L P Z 84 uector N: uictor F L P Z 85 hic Ppc ~: sed O tiburtina F Ppc (cf. Stat. silu.1,3, tit. uilla Tiburtina Flaui Vopisci. 4,4,17 Tiburis hi lucos Anienaque frigora captant): tiburna N Pac: tribuna L post iacet add. hic N L F Z 87 portis] fort. ab umbris (cf. 3,18,31 pias hominum…umbras. Lucan. 6,792 pias…umbras) 92 nauita censet P 93 nunc N: nec F L P Z 95 tremula…luce Gd. (cf. Lucr. 4,404 sq. iamque rubrum tremulis iubar ignibus erigere alte/…coeptat natura. Verg. georg. 4,490 iam luce sub ipsa. Val. Fl. 2,587 prima…sub luce. Claud. rapt. Pros. 3,232 prima sub luce. Il. Lat. 736 primae sub tempore lucis. Pallad. 12,13,4 sub lucis initio.de Luna: cf. Verg. Aen. 7,9 tremulo sub lumine): querula… lite O (iunctura sub lite inuenitur tantum ap. Dist. Cat. 3,16 sub iniqua lite) 8 priori elegiae continuat N: nouam elegiam indicant N (n. mg.) F L P Z 1 pc ac quid F L P Z: quod N F agitarit Heinsius: fugarit O 2 cubaret Gd. (cf. 2,15,17 si…uestita cubaris. 2,16,23 septenas noctes…cubares. Tibull. 1,6,11 ut sola cubaret. Ouid. met. 11,612 quo cubet ipse deus membris languore solutis): cucurrit O 3 tutela draconis: cf. Lucan. 9, 357 sq. insopiti…tutela draconis/Hesperidum…hortus

Liber quartus · Libro quarto qui tu incidi a metà di una colonna un epitaffio degno di me, ma breve, sì che anche il frettoloso viandante proveniente da [Roma riesca a leggerlo: ‘Qui, nella terra di Tivoli, giace sepolta l’aurea Cinzia: alla tua riva, Aniene, si è aggiunta un nuovo motivo di gloria’. E tu non disprezzare i sogni che vengono dalla porta santa [nell’Elisio: quando sono anch’essi santi, i sogni hanno peso. Di notte noi andiamo vagando, la notte libera le ombre [prigioniere, e perfino Cerbero può muoversi, poiché la sua catena è [sciolta. Quando fa giorno la nostra legge c’impone di ritornare alla [laguna del Lete: noi veniamo di nuovo traghettate, e il barcaiolo controlla il [carico da trasportare. Ora altre donne ti possiedano pure, ben presto ti avrò io sola: sarai accanto a me, e nell’incontro con le mie ossa toccherò [le tue’. Dopo che alla luce tremula dell’alba ebbe terminato di dire [queste parole insieme con me, la sua ombra svanì, sfuggendo al mio abbraccio. 8 Ascolta cosa ha messo in agitazione l’Esquilino ricco di acque [stanotte, mentre la gente vicina ai Giardini Nuovi dormiva. Lanuvio da molto tempo protegge un vetusto serpente:

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Elegie hic ibidem paruae non perit hora morae. qua patet abruptus caeco descensus hiatu, huc penetrat uirgo (tale iter omne caue!), ieiuni serpentis ubi os sua pabula poscit annua et ex ima sibila torquet humo. talia demissae properant ad sacra puellae, cum tenera anguino conditur ore manus. ille sibi admotas a uirgine corripit escas: uirginis in palmis plena canistra tremunt. si fuerint castae, redeunt in colla parentum, clamantque agricolae: ‘Fertilis annus erit!’ huc mea detonsis auecta est Cynthia mannis: causa fuit Iuno, sed mage causa Venus. Appia, dic quaeso, quantum te teste triumphum egerit effusis per tua saxa rotis, spectaclum: ipsa sedens primo temone pependit, ausa per obscuros frena leuare locos. serica nam taceo uulsi carpenta nepotis atque armillati colla Molossa canis, cui dabit immundae uenalia farta saginae,

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4 ibidem Gd.: ubi tam O paruae Gd. (cf. Cic. Verr. 5,165 paruam moram saltem posset adferre): rarae O 5 patet abruptus Heinsius (cf. Hirt. Gall. 8,40,4 difficilis et praeruptus…descensus): sacer abripitur O 6 huc Gd.: qua O: hac Heinsius 7 ubi os sua Gd.: honos cum O 8 ima uel yma Fr P pc: una O 9 fort. deductae properant Gd.: pallent O 10 tenera ~, Scaliger: temere O conditur Birt: creditur O 11 corripit N: colligit F L P Z 12 plena Gd.: ipsa O 13 fuerint N L P Z: fuerunt F 15 aduecta P mannis ~, Beroaldus: ab annis O 19-20 post 62 traieci 21 ita ipse distinxi spectaclum Fr mg.,~: spectaculum N L P Z: spectandum F: cf. Hor. serm. 1,7,21 in ius/acres procurrunt, magnum spectaculum uterque 22 obscuros Gd.: impuros O leuare Gd. (ut sit fere i. q. remittere [frena], cf. Sen. dial. 6,20,2 haec seruitutem inuito domino remittit, haec captiuorum catenas leuat. Verg. Aen.2,146 sq. arta leuari/uincla iubet: hic leuare interpretatur soluere Nonius p. 336,15, laxare Seru. Dan. Aen. 2,145): mouere O: fort. tenere (cf, Ouid. met. 2,191 sq. fast. 1,532. Stat. Theb. 7,637. et al.) 23 Cimbrica nam taceo Gd. (cf. Flor. 3,3,16. iam Serica nam taceo Beroaldus): si riganam tacto O nepotis ~: nepoti O 24 armillati…canis Gd.: armillatos…canes O 25 cui Gd.: qui O farta Beroaldus: fata O

Liber quartus · Libro quarto qui stesso non è sprecata un’ora di una sosta pur piccola. Là dove si apre con una buia voragine una discesa ripida, qui penetra una vergine (tieniti lontana da tutto questo [itinerario!), dove la bocca del serpente digiuno chiede il suo cibo annuale e lancia sibili dal profondo della terra. Le ragazze mandate giù si affrettano a compiere tale rito [sacro, quando la tenera mano di una di loro viene affondata nella [bocca del serpente. Quello afferra i cibi porti a lui dalla vergine: nelle mani della vergine il cesto pieno trema. Se sono state caste, tornano ad abbracciare i genitori, e gli agricoltori gridano: ‘Quest’anno sarà fecondo!’ La mia Cinzia fu trasportata fin qui da due cavallini con la [criniera ben rasata: il motivo da lei addotto era il culto di Giunone, ma si trattava [piuttosto del culto di Venere. Ti prego, via Appia, dimmi, tu che hai assistito alla scena, [quale trionfo è stato per lei andare sui tuoi pietroni con il carro lanciato al [massimo della velocità; una scena da vedersi proprio: lei, assestata all’estremità del [timone, si sporse poi sempre in avanti, osando andare a briglie sciolte per luoghi oscuri. Non parlo poi della carro Cimbrico di quel depilato [dissipatore o del collo circondato da un braccialetto del suo cane [Molosso, a cui darà da mangiare il ripieno comprato al mercato di un [immondo pastone,

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Elegie uincet ubi erasas barba pigenda genas. cum fieret nostro totiens iniuria lecto, polluto uolui strata nouare toro. Phyllis Auentinae quaedam est uicina Dianae, sobria grata parum; cum bibit, omne decet. altera Tarpeios est inter Teia lucos, languida, sed potae non satis unus erit. his ego constitui noctem uigilare uocatis et Venerem ignota furta nouare mea. unus erat tribus in secreto lectulus horto, quaeris discubitus? inter utramque fui. Lygdamus ad cyathos, uitrique Argiua supellex et Methymnaei grata saliua meri. Teia, tu tibicina eras, crotalistria Phyllis, cui facilis spargi munda sine arte coma. Nanus exiles breuiter contractus in artus aptabat truncas ad caua buxa manus. sed neque suppletis constabat flamma lucernis,

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26 pigenda Hall: pudenda O 28 polluto Gd.: mul(c)tato O (-lt- N) uolui ~, Beroaldus: uoluit N F P: noluit L Z strata nouare Gd. (cf. Lucr. 4,849 lecti mollia strata. Ouid. met. 10.267 stratis comcha Sidonide tinctis): castra mouere O 29 hinc nouam el. indic. N (nota marg.) F L P Z 32 languida Gd.: candida O 33 uigilare Gd. (cf. 3,15,2 sine te nox uigilanda mihi. Hor. serm. 1,3,17. et al.): uenire N: lenire F L P Z 34 nouare N: notare F L P Z 35 secreto…horto Gd. (cf. Liu. 1,54,6 in hortum aedium transit. Hor. carm.4,11,2 sq. est in horto…nectendis apium coronis, ridet argento domus): secreta…herba O 36 discubitus Palmer: concubitus O utramque Lac P: utraque N F Lpc Z 37 uitrique Scaliger: utrique N Lpc: ac uterque F L P Z Argiua Gd.: aestiua O 38 grata ~: graeca O 39  Teia, tu tibicina eras Palmer (qui tibicen): nile tuus tibicen erat O crotalistria Turnebus: eboralistria N: c(h)oralistria Fr L P Z 40 cui Gd.: et O coma Gd. (cf. Ouid. her. 4,77 positi…sine arte capilli. met. 3,190 [de Diana] spargens…comas. et al.): rosa O (cf. H. von Kamptz in TlL 8,1631,26: ‘vix rosa munda dicitur’) 41 nanus ~, Beroaldus: magnus O exiles Gd. (cf. 2,22,21 tibi si exiles uideor tenautus in artus): ipse suos O contractus ~, Guyet: concretus O 42 aptabat Gd. (cf. Ouid. am. 1,3,14 et miles saeuas aptat ad arma manus. Sen. Ag. 425 ad militares remos aptatur manus. et al.): iactabat O

Liber quartus · Libro quarto quando una molesta barba dominerà le sue guance ben [rasate. Visto che tante volte il mio letto aveva subito offese, decisi di rinnovare le lenzuola a quel letto contaminato. C’è una donna di nome Fillide, che abita vicino al tempio di [Diana sull’Aventino: finché è sobria, dà poche soddisfazioni; ma se ha bevuto, con [lei tutto è consentito. C’è un’altra donna, di nome Teia, che abita dentro il bosco [Tarpeo; un tipo stanco all’apparenza; ma se ha bevuto, non le basta un [solo uomo. Decisi di vegliare tutta la notte con questi ospiti, da me [invitati, e rinverdire i miei amori furtivi con esperienze erotiche [nuove. Nel mio giardino appartato era collocato un divanetto per tre; vuoi sapere come eravamo disposti sul divano? Io stavo fra [una donna e l’altra. Ligdamo si occupava dei calici per bere, c’erano poi una [suppellettile di vetro di fattura Greca e la piacevole fragranza del vino di Metimna. Teia, tu facevi la flautista, la danzatrice al suono delle [nacchere era Fillide, che aveva dei capelli nitidi privi di acconciatura, facili da [lasciare andare sciolti. E il nano, rattrappito in breve spazio con i suoi esili arti, adattava le corte mani al flauto di bosso. Ma, per quanto rifornite di olio, le lampade davano una luce [incerta,

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Elegie reccidit inque suos mensa supina pedes. me quoque per talos Venerem quaerente secundos semper damnosi subsiluere canes. cantabant surdo, nudabant pectora caeco: Lanuuii ad portas, ei mihi, totus eram! cum subito rauci sonuerunt cardine postes nec leuia ad primos murmura facta Lares. nec mora, cum totas resupinat Cynthia ualuas, non operosa comas sed furibunda gerens. pocula mi digitos inter cecidere remissos torpuerantque atro membra soluta metu. fulminat illa oculis et quantum fulmina saeuit, spectaclum capta nec minus urbe fuit. Phyllidos iratos in uultum conicit ungues: territa ‘uicini,’ Teia clamat ‘aquas!’ murmura sopitos turbant elata Quirites, omnis et insana semita uoce sonat. illas direptisque comis tunicisque solutis excipit obscurae prima taberna uiae. turpis in arcana sonuit tum rixa taberna; si sine me, famae non sine labe meae. Cynthia gaudet in exuuiis uictrixque triumphat

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44 reccidit N: recidit F L P Z 45 secundos ~: secundo O: secundam ~, Palmer 48 lanuuii N: laminii L Z: laminum P: lanium F totus Kuypers: solus O 50 nec Burman: et O 51 motas uel emotas Heinsius 52 comas Broekhuyzen: comis O gerens Gd.: decens O 54 torpuerantque atro membra…metu Gd. (cf. Sen. Med. 926 membra torpescunt gelu. Lucr. 4,173 atrae formidinis. Verg. Aen. 9,719 atrum…Timorem. et al.): palluerant ipso labra…mero O 55 fulmina Gd.: femina O 56 spectaclum L Fr: spectaculum N P Z: spectandum F nec N: ne L P Z: non F fuit O: fui ~, Heinsius 58 uicini (uocat. casu) Palmer (cf. Aristoph. Thesm. 241 ≈‰ˆÚ, ≈‰ˆÚ, t Á›وÓ˜): uicinas O aquam Palmer 59 murmura anon. ap. Burman: lumina O 60 uoce Fruterius: nocte O 19-20 post 62 traieci 19 arcana] cf. Mart. 5,84,4 arcana modo raptus e popina: Aricina Passerat tum Gd.: cum O 63 triumphat Gd. (cf. Cic. Clu. 14 mater triumphare gaudio coepit, uictrix filiae non libidinis. Ouid. met. 6,283 exulta uictrixque inimica triumpha. Apul. met. 11,15 gaudens Lucius de sua fortuna triumphat): recurrit O

Liber quartus · Libro quarto e la tavola da pranzo crollò rovesciandosi sui piedi. In più, mentre cercavo di fare con il favore dei dadi il colpo di [Venere, mi saltava fuori la gettata maligna del Cane. Quelle cantavano a un sordo, si denudavano il seno per un [cieco: io ero tutto, ahimé, alle porte di Lanuvio! Quando improvvisamente si udì il rumore sordo della porta [di casa sui suoi cardini, e lo strepito forte di una voce nell’ingresso. È un attimo: spalanca completamente i battenti della porta [Cinzia, che ha i capelli non di una donna ordinata ma di una donna [furibonda. Allentai la presa sulla coppa e questa mi sfuggì dalle dita, e mi si erano paralizzate le membra, allentate dalla [tremenda paura. Lei mi fulmina con lo sguardo e infuria quanto i fulmini, era una scena non meno terribile di quando una città viene [conquistata. Attacca con le unghie furenti il volto di Fillide: Teia atterrita grida: ‘Vicini, al fuoco! Portate acqua!’ Le alte grida turbano il riposo dei vicini addormentati, e tutta la strada risuona di quella voce impazzita. Quelle due donnine trovano rifugio, con i capelli strappati e [le tuniche in completo disordine, nella prima locanda sulla strada buia. Allora in quella locanda si levò il frastuono di una vergognosa [rissa; una rissa che, pur avvenenendo in mia assenza, comunque [macchiò la mia reputazione. Cinzia esulta sulle sue spoglie e, trionfante, torna di corsa da [me

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Elegie et mea uesana sauciat ora manu, imponitque notam collo morsuque cruentat, praecipueque oculos, qui meruere, petit. atque ubi iam nostris lassauit bracchia plagis, Lygdamus ad plutei fulcra sinistra latens eruitur geniumque meum prostratus adorat. Lygdame, nil potui: tecum ego captus eram. supplicibus palmis tum demum ad foedera ueni cum mihi tangendos praebuit illa pedes, atque ait: ‘Admissae si uis me ignoscere culpae, accipe quae nostrae formula legis erit. tu neque Pompeia spatiabere lentus in umbra, nec tibi lasciuum sternet harena Forum. colla caue inflectas ad summum obliqua theatrum, aut lectica diu sidat aperta morans. Lygdamus in primis, omnis mihi causa querelae, ueneat et pedibus uincula bina trahat’. indixit leges; respondi ego: ‘Legibus utar’. riserat imperio facta superba dato. dein quemcumque locum hesternae tetigere puellae suffiit et pura limina tergit aqua;

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64 uesana Heinsius: peruersa O 66 petit Heinsius: ferit O 68 fulcra ~, Beroaldus: fusca O 69 prostratus ~: protractus N L P Z: protactus F 71 ueni ~: uenit O 72 cum N: cur F: cui L P Z mihi Gd.: uix O 74 lentus Francius: cultus O 76 tibi Gd.: cum O sternat Gd.: sternet O 78 nec Lipsius: aut O diu…morans Gd. (cf. Ter. Haut. 834 nil est illic quod moremur diutius. Cic. Phil. 11,26 tam diu morari. et al.): tuae… morae O sidat Palmier: sudet O 81 leges ~: legem O respondi] fort. despondi 82 rato Heinsius 83 dein N: ue in F L P Z hesternae Gd.: extern(a)e O 84 suffiit et (at Hertzberg) ~: sufficat N F Lpc Z: sufficiat//P (iat//ex corr.) limina N Lpc Z: lumina F Lac P

Liber quartus · Libro quarto e mi colpisce al volto con un manrovescio, mi lascia il segno sul collo e mi morde a sangue, e mira soprattutto agli occhi, che lo avrebbero meritato. E quando ormai si era stancata le braccia a forza di [malmenarmi, Ligdamo, nascosto dietro la spalliera del divano, sulla sinistra, viene da lei trascinato fuori e implora il mio genio tutelare, [prostrato davanti a me. Ligdamo, non ci potei fare nulla, io prigioniero come te Poi, alla fine, atteggiando le mani alla supplica, scesi a patti [con lei, che mi offrì i piedi perché io li toccassi, e disse: ‘Se vuoi che io ti perdoni la colpa che hai commesso, ascolta le condizioni che ti presento. Tu non passeggerai lentamente sotto il portico di Pompeo, o per il Foro, quando verrà coperto di sabbia per frivole [occasioni. e non sporgerti all’indietro nel teatro, per vedere i gradini più [alti, o una lettiga aperta non resti ferma a lungo, per permetterti [una sosta protratta. E prima di tutto, Ligdamo, che è la ragione di tutte le mie [lamentele, sia messo in vendita e trascini i piedi serrati nei ceppi’. Dettò le sue condizioni, e io risposi: ‘Mi atterrò alle tue [condizioni’. Rise, fiera del potere a lei conferito. Quindi, ogni luogo che le donne della notte prima avevano [toccato lo irrora di suffimigi e deterge la soglia di casa con acqua pura,

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Elegie imperat et lotas iterum mundare lacernas, terque meum tetigit sulpuris igne caput. atque ita mutato per singula pallia lecto ascendi, et toto mouimus arma toro.

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9 Amphitryoniades qua tempestate iuuencos egerat a stabulis, o Erythia, tuis uenit et ad sanctos, nemorosa Palatia, montes, hic statuit fessos, fessus et ipse, boues, qua Velabra pigro stagnabant flumine quaque nauta per urbanas uelificabat aquas. sed non infido manserunt hospite Caco

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85 lotas Heinsius: totas O: fort. tritas (cf. Pers. 1,54 trita…lacerna. Mart. 9,57,1 tritius Hedyli lacernis) iterum] hic i. q. bis. cf. Ouid. met. 13,753 octonis iterum natalibus actis. SHA 21,7,1 iterum consul. Porph. ad Hor. epod. 12,21 [p. 208,13 Holder] iterum id est bis. Seru. ad Verg. Aen. 5,80 sq. ‘recepti iterum cineres’: semel ex Troia, semel a Diomede mundare Burman: mutare O: lustrare Broekhuyzen lacernas L Ppc Z (ud. u. 86 caput: cf. Hor. serm. 2,7,55 caput obscurante lucerna. de sing. pro plur. cf. Mart. 4,2,2. et al.): laternas F Pac: lucernas N (de errore cf. Hor. serm. 2,7,55 lacerna] lucerna E a2 lac Áac g) 87 lecto. 88 toro] cf. 1,13,21 lectus. 22 toro 88 ascendi Koch (cf. 4,46,2 scande cubile. Verg. Aen. 143 sq. quaecumque Latinae/…Iouis… ascendere cubile. Val. Fl. 6,45 thalamos ascendere): respondi O mouimus Heinsius (cf. Verg. Aen. 8,566 terna arma mouenda. Ouid. ars 1,191 arma mouebis. met. 5,197 magica arma mouentem. 219 pro coniuge mouimus arma. Pont. 2,2,12 in rerum dominos mouimus arma deos): soluimus O 9 titulus de hercule et cac(h)o ~ nouam elegiam indic. N (in mg.) 2 Erythia Turnebus: erithea N: eritrea F L P Z: Erythea Scaliger 3 et ad sanctos Gd.: et aduictos N: et adiutos F: adiunctos Z: ad iunctos L P: ad inuictos ~, Volscus, Beroaldus nemorosa ~ (cf.Verg. Aen.8,215 sq. omne querelis/impleri nemus. Ouid. ars 1,105 nemorosa Palatia. met. 14,822 nemorosi colle Palati. Ouid. fast. 1,562 impia per siluas ultor ad antra uenit. 4,815 nemorosi saxa Palati): pecorosa O 4 hic Gd.: et O 5 pigro Gd. (cf. Varr. Lat. 5,156 palus fuit in minimo Velabro. Ouid. fast. 6,412 [de Velabro] pede uelato non adeunda palus. Pont. 4,10,61 pigrae paludi): suo O flumine F2 mg., ~: flumina N: fulmine F L P Z quaque ~: quoque O

Liber quartus · Libro quarto e mi ordina di pulire lavandolo per due volte il mio mantello, e tocca il mio capo per tre volte con zolfo ardente. E dopo che il nostro letto fu cambiato lenzuolo per lenzuolo, io vi salii sopra, e iniziammo la amorosa battaglia per tutto il [letto.

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9 Nel tempo in cui il figlio di Anfitrione, Ercole, aveva fatto [uscire i buoi dalle tue stalle, isola di Eritia, ed arrivò ai piedi del venerabile colle, il Palatino boscoso, fermò qui gli stanchi buoi, stanco egli stesso, là dove il Velabro stagnava con la pigra corrente e dove il marinaio veleggiava sulle acque della città di Roma.

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Elegie incolumes: furto polluit ille locum. accola Cacus erat, metuendo raptor ab antro, per tria partitos qui dabat ora focos. hic, ne certa forent manifestae signa rapinae, auersos cauda traxit in antra boues. senserat Alcides furtum: sonuere iuuenci, furis et infractas diruit ille fores. Maenalio iacuit pulsus tria tempora ramo Cacus et Alcides sic ait: ‘Ite, boues, Herculis ite boues, nostrae labor ultime clauae, bis mihi quaesiti, bis mea praeda, boues, aruaque mugitu resonate Bouaria longo: nobile erit Romae pascua uestra Forum’. dixerat, et sicco torret sitis ora palato, terraque non ullas uasta ministrat aquas. sed procul inclusas audit ridere puellas: lucus ab umbroso fecerat orbe nemus, femineae loca sacra deae postesque piandos,

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8 incolumes ~: incolumis O locum ~, Volscus, Beroaldus: iouem O 9  accola Schrader (cf. Liu. 1,7,5 pastor accola eius loci Cacus): insula O: incola ~, Volscus, Beroaldus 10 focos ~, Palmier (cf. Verg. Aen. 8,198 sq. atros/ore uomens ignis. Ouid. fast 1,572 flammas ore sonante uomit): sonos O 13 senserat Alcides Gd. (cf. Liu. 1,7,6 Hercules…cum…partem abesse numero sensisset eqs. Ouid. met. 2,684 sqq. incustoditae Pylios memorantur in agros/processisse boues, uidet hos Atlantide Maia/natus et arte sua siluis occultat abactas…senserat hoc furtum nemo nisi notus in illo/rure senex): nec sine teste deo O furtum Heyworth: furem O 14 infractas Gd. (iam in fractas irruit Baehrens): implacidas O ille Heyworth olim: ira O 18 quaesiti Heyworth: quaesitae O 19 resonate Gd. (cf. Verg. Aen. 7,11 sq. Solis filia lucos/adsiduo resonat cantu. Sil. 14,29 sq. [uates] sacras qui carmine siluas/quique Syracosia resonant Helicona camena. Verg. ecl. 2,13 resonat arbusta cicadis. 7,13 eque…resonant examina [scil. apium] quercu. georg. 1,486 resonare lupis ululantibus urbes): sancite O (sanctite Z) 21 torret ~ (cf. Lucan. 9,744 sq. Stat. Theb. 4,731): torque O 22 ullas ~: nullas O uasta Gd. (cf. Sall. Iug. 89,5 omnia uasta, inculta, egentia aquae): feta O (faeta N) ministrat ~: ministret O 25 sacra Gd.: clausa O postesque Gd.: fontesque O

Liber quartus · Libro quarto Ma quei buoi non restarono seza danno per colpa di Caco, un [ospite infido: Caco era un abitante di quei luoghi, un rapinatore che usciva [per le sue rapine dal temibile antro, uno che emetteva fuochi diversi dalle tre bocche. Questo, perché non vi fossero segni chiari di un’aperta rapina, trascinò dentro la caverna i buoi tirandoli per la coda; l’Alcide si era accorto del furto, poiché i buoi muggirono, e allora egli infranse e distrusse la porta del ladrone. Caco, colpito sulle tre tempie dalla clava di Ercole, restò a [terra morto. E l’Alcide disse così: ‘Andate, buoi, Andate, bovini di Ercole, ultima fatica della mia clava, bovini da me due volte ricercati, e per due volte riconquistati, e fate risuonare i Campi Boarii di un lungo muggito: il vostro pascolo di oggi sarà un giorno a Roma il celebre [Foro’. Così parlò, e intanto nel palato arido la sete gli riarde la [bocca, e la terra desolata non offre alcuna fonte di acqua. Ma egli sente ridere delle giovani donne lontane, in uno [spazio interno, dove un boschetto aveva formato una zona d’ombra circolare, uno spazio chiuso dedicato al culto di una dea, e le venerabili [porte,

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Elegie impune et nullis claustra refracta uiris. deuia puniceae uelabant limina uittae, putris odorato luxerat igne casa, populus et longis ornabat frondibus aedem, multaque cantantes umbra tegebat aues. huc ruit in siccam congesta puluere barbam, et iacit ante fores uerba minora deae: ‘Vos precor, o luci sacro quae luditis antro, parcite defessis hospita fana uiris! fontis egens erro per tesqua carentia lymphis: at caua succepto flumine palma sat est. audistisne aliquem tergo qui sustulit orbem? ille ego sum. Alciden terra redempta uocat: quis facta Herculeae non audit fortia clauae et numquam ad saeuas irrita tela feras, atque uni Stygias homini luxisse tenebras? accipite: haec fesso iam mihi terra patet. quod si Iunoni sacrum faceretis amarae, non clausisset aquas ipsa nouerca suas.

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26 claustra refracta Gd. (cf. Lucr. 1,70 sq. effringere ut arta/naturae primus portarum claustra cupiret. Val. Fl. 1,595 aditus et claustra refregit): sacra retecta O 27 limina N: lumina cet. uittae N: uitrae F(r del. F3?) L Z: iute P (ut uid.) 32 minora O (minore N): minora uerba sunt supplicia, precantia uerba, cf. Ouid. her. 12,181 sqq. deae Gd.: deo O (Hercule?: at ud. u. 33 precor. 41 homini) 33 luci ~: lucis O fana uiris Scaliger (uiris iam ~): uana uiis O 35 per tesqua Heinsius (cf. Acc. trag. 554 in deserta et tesqua…loca. Hor. epist. 1,14,19 deserta et inhospita tesqua. Verg. Aen. 4,41 sq. inhospita Syrtis;/hinc deserta siti regio. Lucan. 6,41 nemorosa…tesqua. uide u. 24 nemus): circaque O carentia Gd. (cf. Ouid. Pont. 1,4,18 quae numquam liquidis sicca carebit aquis. Ibis 474 liquidis quae caret Arctos aquis. et al.): sonantia O 36 at Gd.: et O: sed Burman succepto N: suscepto F L P Z 38 alciden N F: alcide L Z: alcides P redempta Gd.: recepta F L P Z: suscepta N (ud. u. 36 succepto) 40 saeuas Gd. (cf. Lucr. 5,862 genus acre leonum saeuaque saecla. Hor. carm. 1,12,22 saeuis… beluis. [Sen.] HO 1327 saeuas…feras. [Sen.] Oct. 515 feras saeuas. 637 saeuae…ferae. et al.): uatas N L: natas F L2 P: uacas Z: uastas ~ 42 uersum fere eundem ac u. 66 del. Scaliger accipite ~: accipit O haec L P: hic F Z: et N (in u. 66 haec) iam Gd. (uel nunc): uix O

Liber quartus · Libro quarto e i riti sacri, mai aperti agli uomini. Ghirlande purpuree velavano la solitaria soglia, una capanna cadente risplendeva della luce di un focolare [profumato d’incenso, e un pioppo adornava il santuario con le lunghe fronde, e una fitta ombra copriva i canori uccelli. Qui si precipita Ercole, con la barba incrostata dalla polvere, e rivolge parole supplichevoli davanti alla porta della dea: ‘Prego voi, che vi divertite nella grotta dentro il boschetto [sacro, aprite il vostro tempio per ospitarvi gli uomini esausti come [me! Io, che ho bisogno di acqua, vado errando per luoghi [desolati privi di acque sorgive: ma mi basterebbe quanta acqua può stare nel cavo della mia [mano. Voi non avete mai sentito parlare di un uomo che sostenne [sulla sua schiena il mondo? Quell’uomo sono io. La terra liberata dai mostri mi chiama [Alcide: chi non ha sentito parlare delle valorose imprese della clava [di Ercole e dei suoi dardi mai senza effetto lanciati contro bestie feroci, e non ha mai sentito dire che le tenebre infernali [s’illuminarono per un solo uomo? Accoglietemi: questa terra ora si apre a me stanco. Se anche voi celebraste un rito della crudele Giunone, lei stessa, la mia matrigna, non avrebbe chiuso a me le sue [acque.

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Elegie sin aliquem uultusque meus saetaeque leonis terrent et Libyco sole perusta coma, idem ego Sidonia feci seruilia palla officia et Lydo pensa diurna colo, mollis et hirsutum texit mihi fascia pectus et manibus puris casta puella fui’. talibus Alcides; at talibus alma sacerdos puniceo canae stamine uincta comas: ‘Parce oculis, hospes, lucoque abscede uerendo. cede agedum et sancta limina linque fuga! interdicta uiris metuenda lege piatur quae se sub modica continet ara casa. nudam Tiresias aspexit Pallada uates, fortia dum posita Gorgone membra lauat. di tibi dent alios fontes: haec lympha puellis auia secreti gurgitis una fluit’. sic anus. ille umeris postes concussit opacos nec tulit iratam ianua clausa manum. at postquam exhausto iam flumine uicerat aestum, ponit uix siccis tristia iura labris:

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49 texit Heyworth dub. (cf. 2,22,8 non tecto pectore si qua sedet. Ouid. met. 11,2 sq. ecce nurus Ciconum tectae lymphata ferinis/pectora uelleribus): cepit O 50 puris Gd. (cf. 2,32,28 [et Ouid. am. 1,12,16] puras…manus. Hor. epod. 17,49 purae manus. serm. 1,4,68 puris manibus. Tibull. 2,1,14 manibus puris): duris O casta Gd. (cf. Catull. 62,23 iuueni ardenti castam donare puellam. et al.): apta O 51 at N Z: et P: ad F 52 uincta F P Z: iuncta N L 54 limina N Ppc: lumina F L Pac Z 56 sub modica Gd. (cf. Apul. met. 9,35,2 paupere modicae casulae domino. Plin. nat. 9,171 uillulam…modicam. Suet. Iul. 46 modicis aedibus): summota O continet Gd. (cf. Cis. Pis. 91 Aetoliam, quae…medio fere Graeciae gremio continetur. Caes. ciu. 2,32,2 hic locus…duobus eminentibus promunturiis continetur. Liu. 25,22,9 ut postremo portis muroque se contineret Campanus. 29,5,9 si Poenus sub angulo Alpium quietus se continet. Cels. 2,12,2.E continere se in lecticulo debet aeger. et al.): uindicat O 57 nudam Gd. (cf. Callim. lau. Pall. 70 sqq.): magnam O 59 di N: dii cet. 60 gurgitis Gd. (cf. Verg. Aen. 9,23 hausit de gurgite lymphas. Stat. Theb. 4,823 sqq. amnis…modo…gurgite puro/perspicuus. et al.): limitis O fluit Fruterius: fuit O 64 fort. fudit…uerba

Liber quartus · Libro quarto O se qualcuno è spaventato dal mio volto e dalla criniera del [mio leone, e i miei capelli riarsi dal sole Libico lo atterriscono, sappia che proprio io ho svolto mansioni servili vestito con [un mantello Sidonio e ho compiuto i lavori quotidiani alla conocchia Lidia. Un molle reggiseno mi ha coperto il petto irsuto e io sono stato una casta vergine con le mani pure’. Così parlò Ercole; e così rispose la benevola sacerdotessa, che aveva i canuti capelli legati insieme da un rosso filo: ‘Ospite straniero, se vuoi salvare i tuoi occhi, tieniti lontano [da questo bosco sacro: dunque, vai via e allontanati sollecitamente da questa sacra [soglia. Interdetto agli uomini e da espiare secondo una terribile legge è l’altare, confinato sotto una umile capanna. Il vaticinatore Tiresia vide nuda Pallade, mentre, messa da parte l’egida, lavava le forti membra. Gli dei ti offrano altre fonti: solo a vantaggio delle donne [quest’acqua di un fiume segreto scorre impervia’. Così parlò la vecchia: ma lui con una spinta delle sue spalle [urtò i battenti serrati, e la porta chiusa non poté resistere alla sua mano furente. Ma dopo che, ormai prosciugando quel flusso, ebbe vinto [l’arsura, con le labbra non ancora secche stabilì queste severe norme:

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Elegie ‘Angulus hic mundi nunc me mea membra trahentem accipit: haec fesso iam mihi terra patet’. Maxima quae gregibus deuota est Ara repertis, Ara per has’ inquit ‘Maxima facta manus, haec nullis umquam pateat temeranda puellis, Herculis extorris ne sit inulta sitis’. hunc, quoniam manibus purgatum sanxerat orbem, sic Sanctum Tatii consecrauere Cures. Sance pater salue, cui iam fauet aspera Iuno: Sance, uelis libro dexter adesse meo! 10 Nunc Iouis incipiam causas aperire Feretri armaque de ducibus trina recepta tribus. magnum iter intendo, sed dat mihi gloria uires: non iuuat e facili lecta corona iugo. imbuis exemplum primae tu, Romule, palmae huius et exuuiis plenus ab hoste redis, tempore quo portas Caeninum Acrona petentem uictor in auerso cuspide tundis equo.

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65 membra Gd. (cf. Liu. 22,2,7 fessa aegre trahentes membra. Sen. contr. 10,4,10 illa membra quae trahitis debilia. Sen. epist. 114,3 trahi membra et pigre moueri pedes. et al.): fata O 66 iam (uel nunc) Gd.: uix O (sed ud. u. 64 uix) 69 temeranda Heinsius: ueneranda O 70 herculis P: hercule N F Z: hercle L extorris Gd.: extremum P: exterminium N F L Z ne sit P: nescit N Fpc (?): uescit Fac 71-72 post 74 traiecit Passerat 73 hunc O: hinc Heinsius 74 Sancum Heinsius: sanctum O Tatii Scaliger: tatiae O consecrauere Gd. (cf. Curt. 8,5,17 Herculem…et Patrem Liberum consecratae immortalitatis exempla referebas. Cic. Verr. 4,128 Aristaeus…eodem erat in templo consecratus. et al.): composuere O 71-72 Sance Richmond: sancte O 72 adesse P: inesse N F L P 10 priori el. continuat N titulus quare dicitur iupiter feretrius P 2 trina N F Lpc Z: terna P Lac 3 intendo Gd. (cf. Liu. 27,46,9 nec ad sequendum se iter intendisse. 21,30,4. 31,33,6 quonam hostes iter intendisse. Sen. dial. 2,14,4 ut sidera contrarium mundo iter intendunt): ascendo O 5 imbuis N: induis F L P Z 6 exuuiis ~: exuuio L P: exuiuo N: exuio Z: eximio F 7 acrona ~: acronta O 8 in auerso…equo Gd.: in euersum…equum ~: nec uersum…equum O tundis Gd. (scil. cuspide): fundis O

Liber quartus · Libro quarto ‘Questo angolo del mondo ora mentre trascino le mie membra mi accoglie: questa terra ora si apre a me stanco. L’Ara Massima, consacrata in occasione del ritrovamento [della mia mandria, l’Ara resa Massima dall’opera di queste mie mani, – così [diceva – non sia mai aperta al culto da parte di donne, perché la sete dell’esule Ercole non resti invendicata’. Questo eroe, poiché aveva consacrato (sanxerat) il mondo [ripulito dalle sue mani, la città Sabina di Curi lo divinizzò con il nome di Sanco. Salute a te, padre Sanco, a cui perfino Giunone, prima ostile, [è ormai propizia: Sanco, voglia tu essere propizio al mio libro di elegie!

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10 Ora comincerò a illustrare le origini di Giove Feretrio e le tre armi che questi ricevette come bottino di guerra da tre [comandanti. Mi metto per un cammino arduo, ma la speranza di gloria mi [dà forza: non amo i serti colti da un monte di facile ascesa. Tu, Romolo, mi offri un primo esempio di tale palma [vittoriosa, e ritorni dallo scontro con il nemico onusto di spoglie, nella circostanza in cui, mentre questi assaliva le porte di [Roma, tu vincitore trafiggesti il Sabino Acrone con la tua lancia sul [cavallo rivolto all’indietro.

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Elegie Acron Herculeus Caenina ductor ab arce, Roma, tuis quondam ciuibus horror erat. hic spolia ex umeris ausus rapuisse Quirini ipse dedit, sed non sanguine sicca suo. hunc uidet ante cauas librantem spicula turres Romulus et uotis occupat ante ratis: ‘Iuppiter, haec hodie tiibi uictima corruet Acron’. uouerat, et spolium corruit ille Ioui. urbis uirtutisque parens sic uincere sueuit: mutauit parco frigida castra lare. idem eques et frenis, idem fuit aptus aratris, et galea hirsuta compta lupina iuba. picta neque inducto fulgebat parma pyropo: praebebant caesi baltea lenta boues. necdum ultra Tiberim belli sonus, ultima praeda Nomentum et captae iugera terna Corae. Cossus at hunc sequitur Veientis caede Tolumni, uincere cum Veios posse laboris erat. heu Veii ueteres! et uos tum regna fuistis et uestro posita est aurea sella foro; nunc intra muros pastoris bucina lenti cantat et in uestris moenibus arua metunt. ipse super Romae dux Veiens astitit arcem colloquiumque sacra tutus ab arce petit:

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10 ciuibus Fontein: finibus O 11 rapuisse Gd. (cf. Ouid. met. 6,566 sq. uelamina Procne/deripit ex umeris. Petron. 119 u. 46 fasces…pudet rapuisse Catoni): sperare O 13 uibrantem ~, Volscus, Beroaldus 14 ratis Ppc ~: ac pc rates N L F Z: ratas P (uoces) 17 uirtutisque N P : uirtutemque F L PZ parens N: parem F L Pac Z 18 mutauit Gd.: qui tulit O parco pc Gd.: a porco O: aprico Fr P 21 pyropo ~: piroto O 25-26 post 22 transp. Passerat 23 hunc sequitur Gd.: insequitur O 26 captae ~: capta O terna ~: terra O 27 heu Lütjohann: e N Fac: et Fpc (mg.) L P Z: o P2 (mg.) 30 moenibus Gd.: ossibus O arua N F L Z: aura P metunt N: metum F L P Z post 31 lacunam notaui 31 ipse Gd.: forte O Romae Gd. (cf. Liu. 5,47,1 arx Romae): port(a)e O Veiens Dempster: ueius O 32 sacra tutus ab arce Gd. (cf. Hor. carm. 1,2,3 sacras…arces. Claud. Stil. 3,204 sacras…arces [u.l. aedes]): sua fretus ab urbe O petit Heinsius: dedit O

Liber quartus · Libro quarto Acrone, discendente di Ercole, comandante venuto dalla [rocca di Cenina, una volta era un motivo di terrore per i tuoi cittadini, Roma. Qui egli stesso offrì le spoglie che aveva osato strappare alle [spalle di Quirino, ma intrise del suo sangue. Romolo vide questo nemico brandire il giavellotto davanti [alle concave torri e lo prevenne con voti che furono poi adempiuti: ‘Giove, oggi questa vittima, Acrone, cadrà in tuo onore’. Tale fu il suo voto, e quello cadde, preda di guerra di Giove. Così fu aduso a vincere il padre della città di Roma, e padre [del valore guerresco: egli cambiò la modesta abitazione privata per il gelido [accampamento militare. Lui fu un esperto cavaliere e un provetto agricoltore e aratore, e il suo elmo, fatto con la pelle di un lupo, era ornato da un [pennacchio di irsuta criniera. Il suo scudo non luccicava per il rivestimento in piropo: gli facevano da pieghevole cintura le pelli di buoi uccisi. Non si udiva ancora il rumore della guerra al di là del [Tevere, le prede più lontane di Roma erano Nomento e i tre acri di Cori conquistata. Ma dopo Romolo viene Cosso con la sua uccisione del Veiente [Tolunno, un tempo in cui riuscire a vincere Veii era impresa che [costava un grande sforzo. Ah, antica Veii! Anche tu allora eri un regno a sé stante, e nel tuo foro era collocato il trono dorato: ora invece dentro le tue mura risuona il corno del pigro [pastore e si mietono i campi dentro le tue mura. Per caso un giorno il comandante Veiente si fermò sulla rocca [Capitolina e bene al sicuro da quella rocca sacra richiese un colloquio al [nemico,

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Elegie dumque aries murum cornu pulsabat aeno, uinea qua ductum longa tegebat opus, Cossus ait: ‘Lato melius concurrere campo’. nec mora fit, plano sistit uterque gradum. di Latias iuuere manus: desecta Tolumni ceruix Romanos sanguine lauit equos. Claudius Eridanum traiectos arcuit hostes, Belgica cum uasti parma relicta ducis Britomani: genus hic Phoebo iactabat ab ipso, nobilis exsertis fundere gaesa toris. illi uirgatis maculatis sanguine bracis torquis ab incisa decidit unca gula. nunc spolia in templo tria condita; causa Feretri, uulnere quod certo dux ferit ense ducem; seu quia capta suis umeris haec arma ferebant, hinc Feretri dicta est ara uerenda Iouis.

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34 tegebat N L P Z: regebat F 35 lato Gd.: forti O 36 gradum ~, Puccius: gradu O 37 di latias N L P Z (dii L P Z): romuleas F 39 Eridanum Guyet: a rheno O 40 belgica N P Z: belgerica L: uelgita Fac: belgita Fpc: bellica Passerat relicta Gd. (cf. Hor. carm. 2,7,10 relicta non bene parmula): relata O 41 Britomani Petreius: uirtomane Nac (-ni Npc): uutomani F: untoniani L: uncomani Z: uircumani P: Virdomari ~ Phoebo Gd. (cf. Caes. Gall. 6,17,1 sq. [scil.Galli] deorum maxime Mercurium colunt…post hunc Apollinem et Martem et Iouem et Mineruam): rheno O 42 nobilis Ppc ~ (cf. Hor. carm. 1,12,26 sq. superare…/nobilem. epist. 1,7,56 sq. notum/et properare loco et cessare et quaerere et uti): mobilis O exsertis Heinsius: effecti F L P Z: erecti N: erectis ~ gesa ~: caesa O 43 uirgatis L P Z: iurgatis N: nigratis F maculatis Csengeri: iaculantis O sanguine Csengeri: ab inguine P: ab agmine F L P Z: ab agmina N 45 nunc N: haec P Fpc Z: nec Fac L 46 uulnere Gd. (cf. Ouid. met. 1,458 qui dare certa ferae, dare uulnera possumus hosti. Sen. Oed. 136 dum manus certum part alta uulnus): omine N: crimine F L P Z (in codd. nomina dactylica inter se confusa sunt) 47 capta Gd. (cf. Liu. 8,7,13 haec spolia capta ex hoste caeso porto. Varr. Men. 61 Büch. spolia capta fixa in stipitibus. Sil. 7,324 capta manu spolia): uicta O 48 uerenda Gd. (cf. 3,11,55 non hoc, Roma, fui tanto tibi ciue uerenda. 4,9,53 luco…uerendo. Ouid. am. 2,13,11 Anubidis ora uerendi. et al.): superba O

Liber quartus · Libro quarto e mentre l’ariete con il corno di bronzo batteva contro il [muro, là dove una lunga vigna proteggeva l’opera d’assedio, Cosso rispose: ‘È meglio combattere in campo aperto’. E senza alcun indugio entrambi arrestano il passo nella [pianura. Gli dei aiutarono le schiere Latine, il collo reciso di Tolunno spruzzò di sangue i cavalli Romani. Claudio respinse i nemici che avevano attraversato il Po, quando fu riportato a Roma lo scudo Belgico del terribile [comandante Britomano: questi si vantava di discendere addirittura da [Apollo, era famoso per saper lanciare i giavellotti con le braccia [scoperte. A lui, con le brache a strisce macchiate di sangue, la ricurva collana cadde giù dalla gola recisa. Ora le tre spoglie sono collocate nel tempio; la causa del nome [Feretrio è che un comandante ferì ( ferit) l’altro comandante con un [colpo preciso; oppure, poiché portavano ( ferebant) sulle spalle le armi [catturate al nemico, da ciò ha preso il nome la venerabile ara di Giove Feretrio

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Elegie 11 Desine, Paulle, meum lacrimis urgere sepulcrum: panditur ad nullas ianua nigra preces. cum semel infernas intrarunt funera sedes, non exorato stant adamante serae. te licet orantem furuae deus audiat aulae, nempe tuas lacrimas limina surda bibent. uota mouent superos: ubi portitor aeras recepit, obserat umbrosos turbida porta locos. sic maestae cecinere tubae, cum subdita nostrum detraheret lecto fax inimica caput. quid mihi coniugium Paulli, quid census auorum profuit aut famae pignora tanta meae? non minus immites habuit Cornelia Parcas, et sum quod digitis quinque legatur onus. damnatae gentes et uos, uada lenta, paludes, et quaecumque meos implicat unda pedes, immatura licet, tamen huc non noxia ueni: sint, precor, hic umbrae mollia iura meae! ac si cum apposita iudex sedet Aeacus urna,

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11 nouam el. indic. F L P Z, priori el. continuat N 1 urgere sepulcrum] fort. turbare soporem(cf. 1,3,17 non tamen ausus eram dominae turbare quietem. Hor. carm. 1,24,5 perpetuus sopor) 3 sedes Heinsius (cf. Ouid. met. 4,433 ducit ad infernas per muta silentia sedes): leges O 4 serae Heinsius (cf. Ouid. met. 4,453 carceris ante fores clausas adamante sedebant): uiae O (sed ud. u. 5 aulae) 5 furuae Heinsius (cf. Hor. carm. 2,13,21 furuae regna Proserpinae. [Sen.] HO 559 furua nigri sceptra…poli): fuscae O 6 limina Fontein: litora O 8 umbrosos ~ (cf. Sen. Med. 741 opacam Ditis umbrosi domum): herbosos O turbida Gd. (cf. Sil. 13,421 turbida portae ostia Tartareae): lurida O locos Liuineius: rogos O 11 census Gd.: currus O 15 gentes Gd. (cf. Hom. Od. 11,632 öıÓÂ[·]…Ì˘Ú›· ÓÂÎÚáÓ. Verg. Aen. 6,706 innumerae gentes. Sen. Herc. 556 gentes innumerae. Claud. rapt. Pros. 2,326 pallida regio gentesque sepultae): noctes O 17-76 desunt in N folio interciso 18 sint precor Gd. (iam nec precor Peerlkamp): det pater F L P Z hic F L Z: huic P 19 ac Gd.: aut F L P Z: at ~ cum apposita Gd.: quis posita F L P Z

Liber quartus · Libro quarto

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11 Paolo, cessa di gravare con le tue lacrime sul mio sepolcro: la nera porta degl’inferi non si apre per alcuna preghiera; una volta che i resti dei morti sono entrati nelle dimore [infernali, si chiude alle loro spalle una porta fatta di diamante che [nessuna preghiera potrebbe aprire. Lascia pure che ti senta pregare il dio signore della reggia [tenebrosa degl’inferi, certo la soglia infernale, sorda ad ogni preghiera, assorbirà le [tue lacrime. Le preghiere possono commuovere gli dei superi: ma quando [il traghettatore Caronte ha riscosso il pedaggio, una porta scura rinserra quei luoghi tenebrosi. Così hanno risuonato le luttuose trombe, quando la torcia mia nemica fu appiccata al mio letto funebre e si [portò via la mia persona. Cosa mi servirono le nozze con Paolo, il censo dei miei [antenati, o i miei figli, pegni certi del mio buon nome? Cornelia non ebbe per questo meno spietate le Parche: e sono ora un piccolo peso, da sollevare con solo cinque dita. Genti dannate e voi, paludi, acque stagnanti, e qualunque onda lega i miei piedi, io sono arrivata fino qui magari precocemente, ma innocente: sia emessa, io prego, una sentenza mite per la mia ombra! E se il giudice Eaco sta assiso con l’urna accanto a lui,

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Elegie iam mea sortitus uindicet ossa lapis; assideant fratres, iuxta et Minoida sellam Eumenidum intentum, turba seuera, forum: Sisyphe, mole uaces; iaceant Ixionis orbes; fallax Tantaleus constituare liquor; Cerberus et nullas hodie petat improbus umbras et iaceat rigida laxa catena sera. ipsa loquor pro me. si fallo, poena sororum infelix umeros urgeat urna meos. si cui fama fuit per auita tropaea decori, nostra Numantinos signa locuntur auos; patria materni exaequant arma Libones, et domus est titulis utraque fulta suis. mox, ubi iam facibus cessit praetexta maritis, uinxit et acceptas altera uitta comas, iungor, Paulle, tuo sic discessura cubili, ut lapide hoc uni nupta fuisse legar. testor maiorum cineres tibi, Roma, colendos, sub quorum titulis, Africa, tunsa iaces,

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20 iam Gd.: in F L P Z sortitus…lapis Koppiers (qui uindicat): sortita… pila F L P Z uindicet F Pac: iudicet L Ppc 21 et add. ~ minoida ~: minoia F L P Z sellam ~, Heinsius: sella F L Pac Zac: sella et Ppc Zpc 22 intentum…forum Gd.: intento…foro F L P Z 23 iaceant Heinsius: taceant F L P Z 24 Tantaleus ~, Rossberg (de nominatiuo Tantaleus cum uocatiuo liquor cf. Liu. 8,9,4 agedum, pontifex publicus populi Romani. Verg. Aen. 1,664 nate, meae uires, mea magna potentia solus): tantaleo F L P Z constituare Gd.: corripiare F L P Z 26 laxa L Z: lapsa F: lassa P rigida Gd. (cf. Ouid. fast. 1,124 ni teneant rigidae condita bella serae): tacita F L P Z 27 loquar ~, Pocchus: loquor F L P Z fallo ~, Puccius: fallor F L P Z 29 tropaea decori ~: decora trophei F L P Z 30 om. F (spat. rel.) nostra Baehrens: aera Fr ~: et L P Z signa Baehrens: regna L P Z 31 patria Gd.: altera F L P Z materni Kraffert: maternos F L P Z exaequant Heyne: exaequat F L P Z arma Gd. (cf. 2,34,63 Aenae Troiani…arma. Verg. Aen. 1,1 arma uirumque. Ouid. fast. 1,260 Oebalii… arma Tati. et al.): turba F L P Z libones ~: ligones F L P Z 34 uitta ~: uicta F L P Z 35 sic discessura P: sic dissessura L Z: condissessura F 36 ut Graeuius: in F L P Z

Liber quartus · Libro quarto la pietruzza con il mio nome, estratta a sorte dall’urna, sia [favorevole ale mie ossa; siedano vicino a lui i fratelli, e, accanto al seggio Minoico, la dura schiera delle Eumenidi, rigoroso tribunale. Sisifo, sii libero dal macigno; stia ferma la ruota di Issione; acqua che inganni Tantalo, ora arrestati, e oggi il feroce Cerbero non assalga le ombre dei morti; e la catena penda allentata dalla rigida serratura. Io parlerò in mia difesa: se dirò falsità, la brocca infausta, che è parte della pena delle sorelle Danaidi, [gravi sulle mie spalle. Se mai alcuno ha tratto motivo di gloria dai trofei degli avi, le nostre insegne di guerra ricordano la vittoria Numantina [dei miei avi; i Liboni, miei avi materni, uguagliano le vittorie belliche dei [miei avi paterni, e le due casate poggiano entrambe su propri titoli d’onore. Poi, quando la mia toga virginale cedette il posto alle torce [nuziali, e un’altra benda fasciò le mie chiome raccolte, mi unii a te, Paolo, nel letto nuziale, con l’intenzione di [lasciarlo morendo, in modo tale che sulla mia lapide si legga che io fui sposata ad [un solo uomo nella vita. Chiamo a testimoni le ceneri, degne di essere onorate da te, [Roma, dei miei antenati, sotto i cui cartelli trionfali tu, Africa, giaci percossa,

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Elegie qui Persei proauo tumefactum pectus Achille quique truces proauo fregit Achille manus, me neque mansuram sedem uiolasse nec ulla labe mea uestros erubuisse Lares. non fuit exuuiis tantis Cornelia damno: quin et erat magnae laus imitanda domus. nec mea mutata est aetas: sine crimine tota est. uiximus insignes inter utramque facem. mi natura dedit mores a sanguine ductos, ut posset leuior iudicis esse nota. quamlibet austeros de me ferat urna lapillos, tristior excessu non erit ulla meo: uel tu, quae tardam mouisti fune Cybeben, Claudia, turritae grata ministra deae, uel cuius raros cum Vesta reposceret ignes, exhibuit uiuos carbasus alba focos. nec te, dulce caput, mater Scribonia, laesi:

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39 qui Persei Gd.: et persen L: et perseu P: et proseu F: et persem Z proauo…Achille Heinsius: proaui…achilli F L P Z tumefactum Gd.: stimulantem F L P Z 40 truces Schneidewin (cf. Tac. hist. 1.40,2 truces armis. an. 3,8,1 fratris interitu trucem): tuas F L P Z manus Gd. (cf. 2,1,18 heroas ducere in arma manus. et al.): turba F L P Z 41 mansuram sedem Gd. (cf. Tac. ann. 14,20,2 mansuram theatri sedem): censurae legem F L P Z uiolasse Heinsius: mollisse F L P Z 42 Lares Koppiers: focos F L P Z 43 non fuit Fpc P: ton fuit Fac L: con fuit Z exuuiis P: exuuii L Z: eximii F Z tantis P: stantis F L Z damno Dousa: damnum F L P: damni Z 44 laus Gd. (cf. 2,10,5 sq. audacia certe/laus erit. Sall. Caes. 1,4,3 quorum flagitiis commacularetur bonorum laus. Cic. Brut. 28 hac… fuit laude clarissimus. red. pop. 21 laudi et dignitati meae. et al.): pars F L P Z 46 insignes Fr Ppc: insignem F L Pac Z 47 mores…ductos Gd. (cf. u. 101 moribus et caelum patuit): leges…ductas O 48 ut Gd.: ne F L P posset melior Gd.: possis melior F L Z: melior possis Pac: melior possem Ppc nota Gd.: metu F L P Z 49 quamlibet ~, Liuineius: qua(a)elibet F L P Z austeros…lapillos Gd. (austeros i. q. nigros): austeras…tabellas F L P Z 50 laetior Gd.: turpior F L P Z euentu Gd.: assensu L P Z: asensu F: assessu ~, Muretus 51 Cybeben edd. uulgo: cibelen P: cibelem F L Z 52 grata Gd.: rara F L P Z 53 raros Gd. (cf. Lucr. 1,656 ignes…rari relinqui): rasos F L P Z

Liber quartus · Libro quarto e il vincitore di Perseo, reso arrogante nel suo cuore dal fatto [di discendere da Achille, e delle sue schiere, rese feroci dal fatto di discendere da [Achille. testimoni del fatto che io non ho mai violato la mia duratura [dimora e che di nessuna mia colpa i vostri Lari hanno dovuto arrossire. Cornelia non è stata fonte di scadimento per cotante spoglie [avite: anzi, io dovevo mostrarmi all’altezza della reputazione della [grande casata. La mia vita successiva non è stata diversa: essa è totalmente [priva di colpe. Ho vissuto con un nome stimato tutto il tempo intercorso [fra le torce nuziali e quelle funebri. A me la natura ha dato virtuosi costumi derivati dalla mia [stirpe, perché potesse essere migliore il giudizio che di me farà il [giudice infernale. L’urna mi porti pure pietruzze nere, nessun’altra donna sarà più favorita nel suo destino di me: sia tu, Claudia, sacerdotessa cara alla dea turrita, che disincagliasti con un cavo la nave di Cibele che si era [arenata, o tu, Emilia, la cui bianca veste, quando Vesta reclamava i [suoi fuochi ormai rarefatti, fece sì che quei fuochi fossero ravvivati. E tu, madre mia, Scribonia, dolce anima, io non ti ho mai [ferita:

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Elegie in me mutatum quid nisi fata uides? externis ploror lacrimis urbisque querelis, defleta et gemitu Caesaris ossa mea. ille suae natae dulcem uixisse sororem increpat, et lacrimas uidimus ire deo. et tamen emerui generosos uestis honores nec mea de sterili facta caterua toro. tu, Lepide, et tu, Paulle, meum post fata leuamen, condita sunt uestra lumina nostra manu. uidimus et fratrem sellam geminasse curulem, consule quo fato tempore rapta soror. filia, tu speculum censurae nata paternae, fac teneas unum nos imitata uirum! et serie fulcite genus: mihi cumba uolenti soluitur aucturis tot mea facta meis. haec est feminei merces extrema pudoris, laudat ubi emeritum libera fama torum. nunc tibi commendo, communia pignora, natos: haec aura et cineres spirat in usque meos. fungere maternis uicibus, pater: illa meorum omnis erit collo turba fouenda tuo.

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56 uides Gd.: uelis F L P Z 57 externis Gd. (cf. 1,2,20 externis…rotis. Liu. 8,26,5 non externis modo sed etiam popularibus): maternis F L P Z ploror Gd. (cf. Hor. carm. 3,3,67 sq. Ouid. am. 3,9,1. et al.): laudor F L P Z 58 defleta Volscus: defensa F L P Z 59 dulcem Gd.: dignam F L P Z suae natae Peerlkamp: sua nata F L P Z 62 caterua Gd. (ud. u. 98): rapina FLP 63 tu…tu ~: te…te F L P Z 64 uestra…manu Scaliger (cf. Ouid. ars 3,742. trist. 3,3,44. Sen. Troad. 788 sq. et al.): uestro…sinu P Z: uestro om. F L 66 fato Heinsius (cf. Quint. 6 pr. 4 rapta fatis. Stat. Theb. 10,316 rapitur fatis. et al.): facto F L P Z 67 speculum Gd. (cf. Lucr. 3,974 sq. Cic. fin. 2,32. et al.): specimen Ppc Z: speciem F L Pac Z 68 unum om. F L Pac Z: suppl. Ppc 70 aucturis ~, Heinsius (cf. Tibull. 1,7,55 sq. proles…quae facta parentis/augeat): uncturis L P Z: nupturis F facta ~, Kindscher: fata F LPZ meis ed. Brix.: malis F L P 71 pudoris Gd.: triumphi F L P Z 72 torum Koppiers: rogum F L P Z 74 aura Gd. (cf. Verg. georg. 4,417. Aen. 5,844. Lucan. 8,246. et al.): cura F L P Z cineres…meos Gd.: cineri… meo F L P Z in usque Gd.: inusta F L P Z 76 fouenda Müller: ferenda F L P Z

Liber quartus · Libro quarto in me cosa vedi ora di cambiato da allora tranne il destino? Sono compianta dalle lacrime degli stranieri e dalle [lamentazioni della città di Roma, e sono piante dai lamenti di Cesare le mie ossa. Egli protesta perché con me è scomparsa una sorella dolce [alla sua figlia, e abbiamo veduto sgorgarele lacrime a lui, a un dio. E comunque ho vissuto tanto da meritare l’onore della veste [matronale, e la folla piccola dei miei figli non è stata creata da un letto [sterile. Tu, Lepido, e tu, Paolo, mia consolazione dopo la morte, le palpebre dei miei occhi sono state abbassate dalla vostra [mano. Vidi mio fratello sul seggio curule per due volte; nel tempo del suo consolato io, sua sorella, fui rapita dal fato. Emilia, figlia mia, tu che sei nata per fare da specchio alla [censura tenuta da tuo padre, fa in modo di tenerti stretta a un solo uomo nella vita, [imitando me. Rafforzate la casata dandole una discendenza: il traghetto di Caronte salperà avendo a bordo me rassegnata, [se tanti miei discendenti aumenteranno la fama delle mie imprese. Questo è il massimo premio per la fedeltà femminile: quando la libera voce della gente loda un matrimonio durato [una vita. Ma ora, Paolo, ti affido i nostri figli, pegni del nostro amore: questa brezza favorevole spira fin giù alle mie ceneri. Ora fa le veci della madre, tu padre: quella piccola folla dei [miei figli la dovrai riscaldare tutta tu con il tuo abbraccio.

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Elegie oscula cum dederis tua flentibus, adice matris. tota domus coepit nunc onus esse tuum. et si quid doliturus eris, sine testibus illis; cum uenient, siccis oscula sume genis! sat tibi sint noctes, quas de me, Paulle, fatiges, somniaque in speciem credita saepe meam. atque ubi secreto nostra ad simulacra loqueris, ut responsurae singula uerba iace. si nimis aduersum mutarit improba lectum, sederit et nostro saeua nouerca toro, coniugium, pueri, laudate et ferte paternum: uicta dabit uestris legibus illa manus. nec matrem laudate nimis: collata priori uertet in offensas libera uerba suas. seu memor ille mea contentus manserit umbra et tanti cineres duxerit esse meos, discite uenturam iam nunc lenire senectam, caelibis ad curas nec uacet ulla uia. quod mihi detractum est, uestros accedat ad annos: prole mea Paullum sic iuuet esse senem. et bene habet: numquam mater lugubria sumpsi: uenit in exsequias tota caterua meas. causa perorata est. stantes consurgite, patres,

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77 matris ~, Puccius: mater O 79 quid…eris ~: quis…erit O 80 sume Gd.: falle O 81 sint N: sunt F L P Z 82 speciem Gd. (cf. Lucr. 1,124 sq. Ouid. trist. 3,3,3, sq. et al.): faciem O credita uix sanum 84 iace ~, Beroaldus: tace O 85 si Baehrens: seu O nimis…improba Gd. (cf. 2,8,14) tamen…ianua O 86 saeua Gd. (cf. Sen. Phaed. 357 saeuas…nouercas. [Sen.] Oct. 21 saeuae…nouercae. 170 sq. saeua…nouerca. Quint. 2,10,5 saeuiores tragicis nouercas): cauta O 88 uicta Peerlkamp: capta O legibus Gd. (cf. Plaut. Capt. 181 meis me addicam legibus. Ouid. her. 4,14 captos legibus ure tuis. et al.): moribus O 92 duxerit N F: dixerit L P Z 93 lenire amicus Wyllimottii (ut testatur Heyworth): sentire O 97 lugubria ~, Puccius: lubrigia N: lubrica F L P Z sumpsi ~, Puccius: sumptum O 99 stantes Gd.: flentes O consurgite Gd. (cf. Cic. Clu. 75 consurgitur in consilio, cum sententias…palam ferri dixisset. et al.): me surgite O patres Gd.: testes O

Liber quartus · Libro quarto Quando darai baci tuoi a loro piangenti, aggiungi i baci della [madre: tutta la casa ora comincia a essere un tuo onere. E se vorrai dar luogo al tuo dolore, fallo in loro assenza. Quando arriveranno, cogli i loro baci offrendo loro le tue [guance asciutte! Ti bastino le notti che trascorrerai nel pensiero snervante di [me, e i sogni che spesso crederai veri per la mia apparizione. E quando parlerai in segreto con il mio fantasma, pronuncia le tue parole come se da me ti attendessi risposta. Se una crudele matrigna, fin troppo arrogante, farà cambiare [il letto nuziale e si assiderà sul nostro comune talamo, voi, bambini miei, approvate e sopportate il nuovo [matrimonio di vostro padre: Quella, ormai conquistata da voi, si arrenderà alle vostre [leggi. E non lodate troppo vostra madre: se verrà paragonata alla [precedente moglie, quella percepirà come un’offesa le vostre ingenue parole. E se invece lui, memore di me, resterà contento di avere la mia [sola ombra, e a tal punto stimerà le mie ceneri degne della rinuncia a [nuove nozze, voi imparate fin da ora a curare come una malattia la [vecchiaia destinata a colpirlo, e nessuno spazio si offra alla sua sofferenza di vedovo. Ciò che è stato detratto dalla mia vita, si aggiunga ai vostri [anni: grazie alla mia prole Paolo accetti meglio di diventare vecchio. E va bene così: io, come madre, non ho mai dovuto indossare [l’abito del lutto per un mio figlio: infatti tutta la brigata dei nostri figlioli ha seguito il mio [funerale. Ho perorato la mia causa. Alzatevi in piedi, padri senatori,

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Elegie dum pretium uitae grata reposcit anus. moribus et caelum patuit: sim digna merendo, cuius inauratis ossa uehantur equis.

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100 reposcit Gd. (cf. Plin. paneg. 32,4 reposcimus fenus. ep. 7,12,6 cuius pretium reposcaris. et al.): rependit O anus Gd. (de se cogitat Cornelia): humus O 101 merendo: cf. Cic. am. 32 propensiores…ad bene merendum quam ad reposcendum 102 inauratis…equis Hertzberg: honoratis…aquis O (equis Ppc) uehantur N: uehuntur F L P Z Explicit N L: Explicit liber propertii ultimus F: Propertii Aurelii Naute liber quartus et ultimus ad Tullum explicit P: Propertii Aurelii poetae finis Z

Liber quartus · Libro quarto

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mentre una vecchia donna riconoscente chiede la ricompensa [per la sua vita. 100 Ai buoni costumi perfino il cielo si apre: possa io per i miei [meriti essere degna di ciò: che le mie ossa vengano trasportate, come in trionfo, da [cavalli ornati di festoni d’oro.

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INDEX NOMI NUM Magnam partem ex Mauritio Schuster repetitus (Carminum partitiones [a, b, c, d] hic non notantur. Lectiones corruptae cruce, lectiones per coniecturam restitutae asterisco notantur)

Acanthis lena quaedam 4,5,63 Achaemenius Persicus 2,13,1 Achaia Graecia 2,28,53 Achelous maximus Graeciae fluuius 2,34,33 Acheron flumen apud inferos 3,5,13 Achilles 2,1,37; 2,3,39; 2,8,29; 2,9,9; 2,9,13; 2,22,29; 3,18,27; 4,11,39; 4,11,40 Achiui 2,8,31; 3,18,29 Acron Caeninensium rex, qui ab Hercule originem traxit 4,10,7; 4,10,9; 4,10,15 Actiacus (Actium promunturium) 2,15,44 Actius (ud. Actiacus) 2,1,34; 2,16,38; 2,34,61; 4,6,17; 4,6,67 Admetus rex Pherarum 2,6,63 Adon adulescentulus a Venere adamatus 2,13,53 Adrastus rex urbis Argorum 2,34,37 Adryas, -adis Adryades et arborum (nemorum) et fontium nymphae sunt 1,20,12 Aeacus Iouis filius, iudex apud inferos 2,20,30; 4,11,19 Aeaeus (adiect., Aea fabularis insula) 2,34,4; 3,12,31 Aegaeus 1,6,2; 3,7,57; 3,24,12 Aegyptus 2,1,31; 2,33,15 *Aelia Galla uxor Postumi cuiusdam 3,12,38 Aemilius (adiect.) 3,3,8

Aeneas 2,34,63; 3,4,20; 4,1,2 +Aeolius 2,3,19 Aeschyleus 2,34,41 Aesonides Iason 1,15,17; ud. Iason Aesonius Aeson, rex Iolci urbis, pater Iasonis 3,11,12 Aetna 3,2,5 Aetnaeus 3,17,21 Aetolus (adiect.) 2,34,33 Africa 3,20,4; 4,11,38 +Africus 4,3,38 Agamemno(n) 4,6,33; ud. Atrides Agamemnonius 3,7,21; 4,1,111 Aganippeus (Aganippe fons Heliconius Musis sacer) 2,3,20 Aiax ud. Oiliades Alba Longa 3,3,3; 4,1,35; 4,6,37 Albanus 3,22,25 Alcides Hercules, Alcei nepos 1,20,49; 2,24,34; *4,9,13; 4,9,16; 4,9,38 Alcinous Phaeacum rex 1,14,24 Alcmaeonius (Alcmaeo Amphiarai regis filius, matricida) 3,5,41 Alcmena Herculis mater 2,22,25 Ales = Amor 2,30,31 Alexandria 3,11,33 Alexis puer pulcher Vergili eclogis notus 2,34,73 Alphesiboea Alcmaeonis uxor 1,15,15 Amazonides 3,14,13 Amor 1,1,4; 1,1,17; 1,1,34; 1,2,8; 1,3,14; 1,5,24; 1,7,20; 1,7,26; 1,9,12; 1,9,23; 1,9,28; 1,10,20; 1,11,30; 1,12,16;

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Index Nominum

1,14,8; 1,14,15; +1,17,26; 1,19,22; 2,2,2; 2,3,24; 2,6,22; 2,8,40; 2,10,26; 2,12,1; 2,13,2; 2,29,18; 2,30,2; 2,30,7; 12,30,24; 2,33,42; +2,34,1; 3,1,11; 3,5,1; 3,16,16; 3,19,24; 3,20,17; 3,23,16; ud. Ales Amphiaraus Argorum rex, Eryphiles coniux 3,13,58 Amphiareus (adiect., ud. Amphiraus) 2,34,39 Amphion, -ionis Iouis filius, lyristes nobilis, arcis Thebarum conditor 3,15,29; 3,15,42 Amphionius (ud. Amphion) 1,9,10 Amphitryoniades (Amphitryon coniux Alcmenae, Herculis matris) Hercules 4,9,1 Amycle ancillae nomen 4,5,35 Amymone Danai filia 2,26,47 Amythaonius (Amythaon pater Melampi) 2,3,54 Androgeos filius Minois regis 2,1,62 Andromacha Hectoris uxor 2,20,2; 2,22,31 Adromede filia Cephei regis (ud. Cepheius) 1,3,4; 2,28,21; 3,22,29; 4,7,63 Anienus (adiect., ud. Anio) 1,20,8; 3,16,4; (substantiue usurp.) 4,7,86 Anio flumen, 3,22,23; 4,7,81 Antaeus homo immanis magnitudinis roborisque ab Hercule superatus 3,22,10 Antigona Oedipodis filia 2,8,21 Antilochus Nestoris filius 2,13,49 Antimachus poeta epicus 2,34,45 Antinous unus e procis Penelopae 4,5,8 Antiope Nyctei filia ab Ioue adamata 1,4,5; *2,28,51; 3,15,12; 3,15,19; 3,15,22

Antonius 3,9,56 Anubis deus Aegyptiorum infernus 3,11,41 Aonius (Aon fabularis gentis Boeotiae auctor) Boeotius 1,2,28; *2,3,19; *2,10,2; 3,3,42 Apelles pictor nobilis 3,9,11 Apelleus (adiect., ud. Apelles) 1,2,22 Apidanus Thessaliae flumen 1,3,6 Apollo 1,8,41; 2,1,3; 3,2,7; 3, 9,39; 3,11,69; 4,1,73; 4,1,133; 4,6,11; 4,6,69; ud. Cynthius, Lycius, Phoebus, Pythius Appius (adiect.) 2,32,6; 4,8,17 Aprilis 4,5,35 Aquilo uentus septemtrionalis +2,5,4; 2,5,11; 3,7,13; 3,7,71; ud. Boreas Aquilonius (adiect., Aquilo pater Calais Zethaeque) 1,20,25 Ara Maxima 4,9,67 Arabia 2,10,16 Arabius 1,14,19; +2,3,15 Arabs 2,29,17; 3,13,8 Aracynthus mons Boeotius 3,15,42 Araxes flumen Armenium 3,12,8; 4,3,35 Arcadius 1,1,14; 1,18,20 (i.q. Pan); 2,28,23 Archemorus cognomen Opheltis, qui filius fuit Lycurgi regis Nemeaei 2,34,38 Archytas Tarentinus, Pythagoreae disciplinae sectator 4,1,77 *Arctous (adiect.) ad Arctos spectans, i.q. septemtrionalis 1,16,24 Arctus duorum siderum nomen 2,22,25 Arethusa uxor Lycotae 4,3,1 Arganthus mons Bithynius 1,20,33 Argiuus Graecus 1,15,22; 1,19,14; *2,34,8; 2,25,43; *4,8,37

Index Nominum Argo nauis Argonautarum 1,20,17 Argous (adiect., ud. Argo) 3,22,13 Argus Ionis custos centum oculis instructus 1,3,20 Argus fabricator nauis Argus 2,26,39 Argynnus adulescentulus Agamemnoni carus 3,7,22 Ariadna Minois et Pasiphaes filia 2,3,18 Arion equus Adrasti 2,34,37 Arionius (adiect., Arion citharoedus ille fabularis) 2,26,18 Armenius 1,9,19 Arria mulier quaedam geminos enixa 4,1,89 Ascanius lacus Bithynicus 1,20,4; 1,20,16 Ascraeus (adiect., Ascra patria Hesiodi) 2,10,25; 2,13,4; 2,34,77 Asia 1,6,14; 2,3,36 Asisium patria Properti *4,1,65; *4,1,125 Asopus fluuius Boeotiae 3,15,27 *Assyrius (adi.) ad Assyriam spectans 2,3, Athamantis, -idos (adiect., Athamas Aeoli filius, pater Phrixi Hellesque) 1,20,19; 3,22,5 Athamanus (adi., Athamanes gens quaedam Epirum meridianam incolens) 4,6,,15 Athenae 1,6,13; 3,21,1 Atla(n)s 3,22,7 Atracius = Thessalicus 1,8,25 Atrida s. Atrides Agamemnon 2,14,1; 3,7,23; 3,18,30; 4,1,112 Attalicus (Attalus III rex Pergami nobilis) 2,13,22; 2,32,12; 3,18,19; 4,5,24 Atticus (uolucris Attica = Philomela) 2,20,6

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Augustus 2,10,15; 3,11,50; 3,12,2; 4,6,29; 4,6,38; ud. Caesar Augustus (adiect.) 4,6,23 Aulis portus Boeotiae nobilis 4,1,109 Aurora 2,8,7; 3,13,16 Ausonius Italicus 1,20,12; 2,33,4; 3,4,5; 3,22,30; 4,4,43 Auster uentus meridionalis 2,16,55; 2,26,36; ud. Notus Auentinus (adiect.) 4,1,50; 4,8,29 Auernalis (ud. Auernus) 4,1,49 Auernus lacus Campaniae nobilis 3,18,1

Babylon 3,11,21 Babylonius (adiect., ud. Babylon) 4,1,77 Bacchae feminae Bacchi comites 3,22,33 Bacchus 2,30,38; 3,2,7; 3,17,1; 3,17,6; 3,17,13; 3,17,20; 4,1,62; 4,6,76; ud. Iacchus, Liber, Lyaeus Bacchus per meton. = uinum 1,3,9 Bactra caput Bactrianae regionis 3,1,16; 3,11,26; 4,3,7; 4,3,63 Baiae 1,11,1; 1,11,30; 3,18,2; 3,18,7 Bassaricus Bacchicus 3,17,30 Bassus Properti amicus 1,4,1; 1,4,12 Belgicus 2,8,26; 4,10,40 Bellerophonteus (adiect., Bellerophontes Sisyphi nepos) 3,3,2 Bistonius Thracius 2,30,36 Boebeis lacus Thessaliae 2,2,11 Boeotius 2,8,21 Bootes caeli signum 3,5,35 Boreas, -ae uentus Aquilo 2,26,51; 2,27,12 Borysthenidae (Borysthenes flumen Sarmaticum) 2,7,18 Bosp(h)orus Bosporus Cimmerius 3,11,63

448

Index Nominum

Bouarius 4,9,19 *Bouillae 4,1,33 Brennus Gallorum dux 3,13,51 *Brimo dea quaedam Mercuri amica 2,2,12 Briseis Hippodamia, bello capta, Achillis serua 2,8,35; 2,9,9; 2,20,1; 2,22,29 Britanni 2,18,23; 2,27,5 Britannia 4,3,9 Britannus (adiect. = Britannicus) 2,1,76 *Britomanus dux Gallorum 4,10,41 Brutus primus ille consul 4,1,45

Cacus Vulcani filius ab Hercule occisus 4,9,7; 4,9,9; 4,9,15 sq. Cadmeus (adiect., ud. Cadmus) 1,7,1; 3,13,7 Cadmus conditor Thebarum 3,9,38 Caeninus (adiect., Caenina oppidulum Lati) 4,10,7; 4,10,9 Caesar C. Iulius, dictator ille nobilis 3,8,34; 4,6,59 Caesar Octauianus = Augustus 1,21,7; 2,1,25; 2,1,26; 2,1,42; 2,7,5; 2,16,41; 2,31,2; 2,34,62; 3,4,1; 3,4,13; 3,9,27; 3,9,33; 3,11,66; 3,11,72; 3,18,12; 4,1,46; 4,6,13 (bis); *4,6,53; 4,6,56; 4,11,58 Calais uolucer Borae filius 1,20,26; ud. Zetes Calamis sculptur nobilis 3,9,10 Calchas fatidicus Graecus 4,1,109 Callimachus 2,1,40; 2,34,32; 3,1,1; 3,9,43; 4,1,64 Calliope Musa 2,1,3; 3,3,51; 4,6,12 Calliopea i.q. Calliope 1,2,28; 3,2,14; 3,3,38 Callisto, -us Lycaonis filia, ab Ioue adamata 2,28,23

*Calpe mons prope fretum Gaditanum situs 3,12,25 Caluus Catulli amicus, poeta ille nouus 2,25,4; 2,34,89 Calypso, -us nympha insulam Ogygiam incolens 1,15,9; 2,21,13 Cambyses 2,26,23 Camena proprie Italica Musa, i.q. Musa *2,30,35; 3,10,1 Camillus Gallorum uictor 3,9,31; 3,11,67 Campania 3,5,5 Campus Martius 2,16,34 Cancer caeli signum 4,1,150 Canis caeli signum 2,28,4 Cannensis 3,3,10 Canopus urbs Aegypti portu nobilis 3,11,39 Capaneus deorum contemptor ille 2,34,40 Capena porta 4,3,71 Caphareus (adiect., Caphareus promunturium insulae Euboeae) 3,7,39 Capitolia (plur. metri causa positus, = Capitolium) 4,4,27 Capricornus astrum 4,1,86 Carpathius 2,5,11; 3,7,12 Carthago 2,1,23 (Cassandra 3,13,62; *3,13,66; 4,1,51) Cassiope Corcyrae insulae nobilis portus 1,17,3 Castalius (adiect., Castalia fons Musis sacer) 3,3,13 Castor 1,2,15; 2,7,16; 2,26,9; 3,14,17 Catullus 2,25,4; 2,34,87 Caucasius uel -seus 2,1,69; 2,25,14 Caucasus 1,14,6 Caystros flumen prope urbem Ephesum 3,22,15 Cecropius (adiect., Cecrops fabulosus Atticae rex, = Atticus) 2,20,6; 2,33,29

Index Nominum Centauricus 4,6,49 Centaurus 2,33,31 Cepheius (adiect., Cepheus Aethiopiae rex fabularis) 1,3,3 sq.; ud. Cepheus Cepheus = Cepheius 4,6,78 Ceraunia 1,8,19 Ceraunius (adiect., = Ceraunius) 2,16,3 Cerberus 3,5,14; 4,5,3; 4,7,90; 4,11,25 Chaonius (adiect., Chaones gens Epirotica) 1,9,5 Charybdis 2,26,54; 3,12,28 Chiron Phillyrae filius (ud. Phillyrides), Centaurus artis medicae peritus 2,1,60 +Chius 3,7,49 Chloris florum dea 4,7,72 Cicones gens Thracia 3,12,25 Cilissa i.q. Cilicia 4,6,74 Cimbri 2,1,24 *Cimbricus (adi.) ad Cimbros spectans 4,8,23 *Cimmerius (adi.) ad fabulosam gentem, quae ultra Pontum Euxinum incolebat, spectans Cinara 4,1,99 Circaeus (ud. Circe) 2,1,53 Circe 3,12,27 Cithaeron mons in confinio Atticae Boeotiaque situs 3,2,3; 3,15,25 Claudia Appi Claudi Caeci neptis, ut uid. 4,11,52 Claudius Marcellus, qui Insubres deuicit, Syracusas cepit 3,18,33; 4,10,39 (Cleopatra 3,11,29 sq.) Clitumnus Umbriae fluuius (deusque fluuii) 2,19,25; 3,22,23 Clytaemestra uxor Agamemnonis 3,19,19; 4,7,57

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Cocles Horatius 3,11,63 Coeus Titan 3,9,48 Colchis, -idis Medea 2,1,54; 2,21,11; 2,34,8; 3,11,9 Colchus (adiect. = Colchicus) 3,22,11 Collinus (Collina porta in colle Quirinali) 4,5,11 Conon mathematicus Alexandrinus 4,1,78 Cora oppidulum Latii 4,10,26 Corinna poetria nobilis 2,3,21 Corinthus 3,5,6 Cornelia Paulli uxor 4,11,13; 4,11,43 Corydon pastor quidam 2,34,73 Cossus tribunus militum, qui Tolumnium Veientum regem occidit 4,10, 23; 4,10,35 Cous (adiect., Cos insula nobilis) 1,2,2; 2,1,5; 2,1,6; 3,1,1; 4,5,23; 4,5,56; 4,5,57 Crassus triumuir 3,5,48; 4,6,83 Crassus idem quod supra eiusque filius P. Crassus 2,10,14; 3,4,9 *Craugis, -idos nomen catulae 4,3,55 Cressa i.q. Cretaea 2,1,61; 4,7,57 * Creta insula in mare Aegaeo 2,13,1; 2,28,53 Cretaeus 3,19,11; 3,19,26 Creusa Iasonis uxor 2,16,30; 2,21,12 Croesus diues ille Lydorum rex 2,26,23; 3,5,17; 3,18,28 Cumaeus (Cumae urbs Campaniae) 2,2,16 Cupido 2,18,21; ud. Arnor Cures, -ium uestustum Sabinorum caput 4,9,74 Curetis (adiect., ud. Cures) 4,4,9 Curius (adiect., = Curiatius) 3,3,7 Curtius fabularis iuuenis Romanus 3,11,61 *Cybebe 3,17,35; 3,22,3; 4,7,61; 4,11,51 +Cybele ud. locos supra laudatos

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Index Nominum

Cydonius (adiect., Cydonia urbs Cretensis) 3,13,27 Cymothoe Nereis 2,26,16 Cynthia nomen ficticium puellae a Propertio adamatae 1,1,1 et passim Cynthius Apollo 2,34,80 *Cyprius (adiect., Cyprum insula nobilis) 3,9,16 Cyrenaeus (adiect., Cyrene nobilis urbs Libyae, patria Callimachi) 4,6,4 *Cytaeaeus (adiect., Cyta urbs Colchidis) 1,1,24 Cytaeis, -idis Medea 2,4,7 +Cythalinus (adiect.) 1,1,24 Cytherea Venus 2,14,25 Cyzicus urbs Propontiaca 3,22,1

Daedalius

(adiect., Daedalus labyrinthi aedificator) 2,14,8 Danae filia Acrisii, regis Argiui 2,20,10; 2,20,12; 2,32,59 Danai Graeci 2,26,38; 3,8,31; 3,9,40; 3,11,14; 4,1,53 Danaus Argorum rex 2,31,4 Danaus (adiect.) Argiuus uel Graecus 3,22,34 Daphnis pastor Siculus 2,34,68 Dardanius (adiect. = Troianus) 2,14,1 Dardanus (adiect., i.q. Dardanius) 1,19,14; * 3,8,31; 4,1,40 Decius P. Decius Mus 3,11,62; 4,1,45 Deidamia Scyria puella, regis Lycomedis filia, ab Achille adamata 2,9,16 Deiphobus Priami filius 3,1,29 Delos nobilis insula 4,6,27 Demophoon Thesei filius 2,24,44 Demophoon ficticium nomen amici cuiusdam Properti 2,22,2; 2,22,13

Demosthenes orator ille nobilis 3,21,27 Deucalion Promethei filius ex orbis eluuione seruatus 2,32,53; 2,32,54 Diana (2,15,15); 2,19,17; 2,28,60; 4,8,29; ud. Triuia Dindymus mons Phrygiae 3,22,3 Dircaeus (adiect., Dirce fons prope Thebas situs) 3,17,33 Dirce uxor Lyci Thebarum regis 3,15,11; 3,15,38; 3,15,39 Dis Pluto *1,19,123,22,4; ud. Pluto Dodona Iouis nobile oraculum 2,21,3 Doricus Argiuus uel Graecus 2,8,32; 4,6,34 Doris uxor Nerei 1,17,25 +Dorozantes 4,5,21 Dryades nymphae arborum nemorumque 1,20,45 Dulichia (subst. = Dulichium, insula Ulixis) i.q. Ithaca 2,14,4 Dulichius (adiect., ud. Dulichia) +2,2,7; 2,21,13; 3,5,17

Edonis,

-idis (Edoni gens Thracia) 1,3,5 Electra 2,14,5 Eleus (adiect., ud. Elis, = Olympicus) 3,2,18; 3,9,17 Elis, -idis terra Peloponnesi in oocidentem spectans 1,8,36 Elysius 4,7,60 Enceladus Gigas 2,1,39 Endymion Iouis filius, a dea Luna adamatus 2,15,15 Enipeus Thessaliae fluuius; idem deus 1,13,21; 3,19,13 Ennius 3,3,6; 4,1,61 Eous Lucifer 3,24,7 Eous orientis incola 2,3,43; 2,3,44

Index Nominum Eous (adiect., = orientalis) 1,15,7; +1,16,24; 2,18,8; 3,13,15; 4,3,10; 4,5,21; 4,6,81 Ephyraeus Corinthius 2,6,1 Epicurus 3,21,26 Epidaurius (adiect., Epidaurus urbs Argolica nobili Aesculapi aede clara) 2,1,61 Erechtheus i.q. Atheniensis 2,34,29 Ericthonius i.q. Atheniensis 2,6,4 Eridanus i.q. Padum flumen 1,12,4; *4,10,39 Erinys Furia 2,20,29 Eriphyla Amphiarai uxor 2,6,29; 3,13,57 Erycinus (Eryx Veneris filius et mons Siculus aede Veneris nobilis) 3,13,6 Erythea parua insula in sinu Gaditano sita 4,9,2 Esquiliae 3,23,24; 4,8,1 Etruscus (adiect.) 1,21,2; 1,21,10; 1,22,6; 2,1,29; +2,13, 1; 3,9,1; ud. Tuscus Euadne Capanei uxor 1,15,21; 3,13,24 Euander uel -drus deus siue daemon in Arcadia cultus 4,1,4 Euboicus 2,26,38; 4,1,114 Euenus Aetoliae fluuius, idem deus 1,2,18 Eumenides 4,11,22 Euphrates Mesopotamiae amnis 2,10,13; 2,23,21; 3,4,4; 3,11,25; 4,6,84 Europa pars orbis terrarum 2,3,36 Europe, -es Agenoris Phoenicum regis filia 2,28,52 Eurotas maximus Laconices fluuius 3,14,17 Eurus uentus orientalis 2,26,35; 3,5,30 Eurypylus fabularis rex insulae Coae 4,5,23 Eurytion Centaurus 2,33,31

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*Euxinus (adiect.) cf. Gr. ÂûÍÂÈÓÔ˜, ad Pontum Scythicum spectans 4,3,38

Fabius Q. Fabius Maximus Cunctator 3,3,9 Fabius (adiect.) 4,1,26 Falernum nobile uinum Campaniae 2,33,39; ud. Falernus Falernus (adiect., ager Falernus) 4,6,73; ud. Falernum Fama dea 2,34,94; 3,1,9; *3,1,35; 3,22,20 Fata, -orum = Parcae 4,7,51 Feretrius nomen Iouis 4,10,1; 4,10,45; 4,10,48 Fidenae municipium Sabinum 4,1,36

Gabi = Gabii, urbs Latialis 4,1,34 Galaesus fluuius prope Tarentum manans 2,34,67 Galatea nympha marina a Polyphemo adamata 1,8,18; 3,2,5 Galla Aelia Galla Postumi uxor 3,12,1; 3,12,4; 3,12,15; 3,12,19; 3,12,22; 3,12,38 Galli Celtae 2,31,13 Gallicus i.q. Gallorum (Celtarum) 3,13,54 Gallicus i.q. Phrygius 2,13,48 Gallus Properti amicus 1,5,31; 1,10,5; 1,13,2; 1,13,4; 1,13,16; 1,20,1; 1,20,14; 1,20,51 Gallus Properti cognatus 1,21,7 Gallus elegiarum scriptor 2,34,91 Gallus Romanus miles quidam 4,1,95 Geryones fabularis homo, cuius boues Hercules rapuit 3,22,9 Geta gens Thracia 4,3,9 Geta nomen callidi serui in comoedia obuius 4,5,44

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Index Nominum

Giganteus (ud. Gigas) 1,20,9 Gigas 3,5,39 Glaucus deus marinus 2,26,13 Gnosia (subst., ud. Gnosius, = Cretaea) Ariadna 1,3,2; ud. Ariadna Gnosius (adiect., = Cretaeus) 2,12,10 Gorgo, -onis Medusa 2,2,28; 2,25,13; 4,9,58 Gorgoneus (ud., Gorgo, G. lacus = Hippocrene) 3,3,32 Graecia 2,6,2; 2,9,17; 3,7,40; 4,1,116 Graecus 4,8,38 Grai i.q. Graeci 2,6,19; 3,22,37 Graiae (subst.) mulieres Graecae 2,32,61 Graius (adiect.) i.q. Graecus 2,34,65; 3,1,4; *3,8,29; 3,9,41 Gygaeus (Gieges uetus Lydiae rex) Lydius 3,11,18

Hadria 1,6,1 Hadriacus 3,21,17 Haedus sidus 2,26,56 Haemon Creontis filius, Antigonae amator 2,8,21 Haemonius (adiect., Haemon pater Thessali) Thessalus 1,13,21; 1,15,20; 2,1,63; 2,8,38; +2,10,2; 3,1,26 Hamadryas nympha arborea *1,20, 32; 2,32,37; 2,34,76 Hannibal 3,3,11; 3,11,59 Hebe dea, Iunonis filia, Herculis uxor 1,13,23 Hector 2,8,38; 2,22,31; 2,22,34; 3,1, 28; 3,8,31 Hectoreus (ud. Hector) 2,8,32; 4,6, 38 Helena uel -ne Menelai uxor 2,1,50; 2,3,32; 2,34,88; 3,8,32; 3,14,19; ud. Lacaena, Tyndaris Helenus Priami filius 3,1,29

Helicon mons Boeotius 2,10,1; 3,3,1; 3,5,19 Helle, -es Phrixi soror 2,26,5; 3,22,5 Hercules 1,13,23; 1,20,16; 2,23,8; 3,22,10; 4,9,17; 4,9,70; ud. Alcides, Amphitryoniades, Oetaeus Herculeus (ud. Hercules) 1,11,2; 2,32,5; 3,18,4; 4,7,82; 4,9,39; 4,10,9 Hermiona Menelai Helenaeque filia 1,4,6 Hesperides fabulares Noctis filiae 3,22,10 Hesperii (ud. Hesperius) occidentis incolae 2,3,43; 2,3,44 Hesperius ad occidentem uergens 2,24,26; 4,1,86; ud. Hesperii Hiberus (adiect., = Hibericus) i.q. Hispanus 2,3,11 Hilaira Leucippi filia 1,2,16 Hippodamia filia Oenomai regis Pisae 1,2,20; 1,8,35 Hippolyte, -es regina Amazonum 4,3,43 Hippolytus Hippolytes filius (ud. Hippolyte) 4,5,5 Homerus 1,7,3; 1,9,11; 2,1,21; 2,34,45; 3,1,33 Honos honos diuina specie indutus *1,7,26; 3,1,22 Horatius (adiect., Horatii fratres illi Romani) 3,3,7 Horus astrologus quidam Aegyptius 4,1,78 *Hylaeus (adiect., Hylaeus Centaurus quidam) 1,1,13 Hylas Herculis comes 1,20,6; 1,20,32; 1,20,52 Hylleus (adiect., Hyllei gens Illyrica) 1,8,26 Hymenaeus deus nuptialis 4,4,61 Hypanis flumen Sarmaticum 1,12,4

Index Nominum Hypermestre Danai filia 4,7,63; 4,7,67 Hypsipyle, -es insulae Lemni regina 1,15,18; 1,15,19 Hyrcanus uel -ius (adiect., Hyrcania terra mari Caspio adiacens) 2,30,20

Iacchus

nomen Bacchi Eleusini 2,3,17; 4,2,31 Iasis, -idos Atalanta, filia Iasii 1,1,10 Iason dux Argonautarum 2,21,11; 2,34,85; ud. Aesonides Iasonius (adiect., ud. Iason) 2,24,45 Icariotis, -idis (Icarius pater Penelopae) = Penelope 3,13,10; ud. Penelope Icarius (adiect., ud. Icarus) 2,33,24 Icarus fabularis agricola Atheniensis 2,33,29 +Ida mons Phrygiae 2,32,35 Idaeus (adiect., ud. Ida) 2,2,14; 2,32,39; 3,1,27; *3,13,39; 3,17,36 Idalius (adiect., Idalium insulae Cypri urbs) 2,13,54; 4,6,59 Idas Argonauta, coniux Marpessae 1,2,17 Iliacus Troianus uel Troiae 2,13,48; 4,4,6 Ilias, -adis carmen Homeri 2,1,14; 2,1,50; 2,34,66 Ilion i.q. Troia 3,1,31; ud. Pergama, Troia Ilius (adiect., ud. Ilion) 3,13,61; 4,1,53 Illyria i.q. Ilyricum 1,8,2; 2,16,10 Illyricus (adiect., ud. Illyria) 2,16,1 Inachis, -idos Isis dea aequata Ioni Inachi filiae 2,33,4 Inachis, -idos Io Inachi filia 2,33,4 Inachius (adiect., = Argiuus uel Graecus) 1,13,21; 2,13,8 India 2,10,15

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Indicus (adiect.) 2,22,10; 3,17,22 Indus (subst.) Indiae incola 2,9,29; 2,18,11; 3,4,1; 4,3,10 Indus (adiect.) i.q. Indicus 1,8,39; 3,13,5 Ino, -us Cadmi filia, Athamantis uxor 2,28,19 Io Inachi filia ab Ioue adamata 2,28,17; (2,28,61); 2,30,29; 2,33,7 Iole, -es ancillae nomen 4,5,35 *Iolciacus (adiect., Iolcus Thessaliae urbs) 2,1,54 Ionia Asiae minoris terra 1,6,31 Ionium (sc. mare; ud. Ionius) 3,11,72; 3,21,19 Ionius (adiect., ud. Ionium) 2,26,2; 2,26,14; 4,6,16; 4,6,58 +Iope 2,28,51 Iphiclus Phylaci filius diues boum 2,3,52 Iphigenia Agamemnonis filia 3,7,24 Irus mendicus Ithacensis 3,5,17 Ischomache Pirithoi uxor, i.q. Hippodamia 2,2,9 *Isis, -idis dea Aegyptia 1,5,34 Ismara, -orum mons Thracius 3,12,25 Ismarius (adiect., Ismaros oppidum et mons Thraciae) Thracius 2,13,6; 2,33,32; ud. Ismara Isthmos Corinthius 3,21,22 Isthmos Cyzicenus 3,22,2 Italia 1,22,4; 3,7,63; 4,3,40 Italus (adiect.) 3,1,4; 3,22,28 Ithacus (subst.) = Ulixes 1,15,9 Ithacus (adiect., = Ithacensis) 3,12,29 Itys, -yos Terei et Procnes filius 3,10,10 Iugurtha rex Numidiae 3,5,16; 4,6,66 Iuleus (adiect., gens Iulia Caesaris gens, = Caesareus) 4,6,17 Iulius (adiect., ud. Iuleus) Caesareus 4,6,55; *4,6,62

454

Index Nominum

Iulus Aeneae filius 4,1,48 Iuno uxor Iouis 2,5,17; 2,28,11; 2,28,33; 2,28,34; 2,33,9; 3,22,35; 4,1,101; 4,8,16; 4,9,43; 4,9,71 Iuppiter passim Ixion, -onis rex Lapithum 4,11,23 Ixionides, -ae Pirithous, Ixionis filius 2,1,38

Lacaena (sc. mulier, = Spartana, i.q. Helena) 2,15,13; ud. Helena Laco, -onis Spartiates 3,14,33 +Laelia 3,12,38 Lais, -idos nobilis meretrix Corinthia 2,6,1 Lalage nomen ancillae 4,7,45 Lampetie, -es Solis filia 3,12,29; 3,12,30 Lanuuium oppidum Latii *2,32,6; 4,8,3; 4,8,48 Laomedon, -ontis rex Troiae, pater Priami 2,14,2 Lapitha, -ae auctor fabularis gentis Lapithum 2,2,9 Lar (s. -lar) 2,30,22; 3,3,11; 4,1,128; 4,3,54; 4,8,50; 4,10,18 Latinae (subst.) mulieres Latinae 2,32,61; ud. Latini Latini (subst.) populus Latinus 4,6,45 Latius (adiect., i.q. Latinus) *1,4,9; 3,4,6; *4,6,24; 4,10,37 Latris, -idis Cynthiae ancilla 4,7,75 Lauinus uel -ius (adiect., Lauinium urbs Latialis ab Aenea condita) 2,34,64. Lechaeus (adiect., Lechaeum portus urbis Corinthi) 3,21,19 Leda mater Helenae, Castoris, Pollucis 1,13,29; 1,13,30 Leo astrum 4,1,85 Lepidus Corneliae filius, consul anno 6 4,11,63

Lerna lacus Argolicus 2,26,48; ud. Lernaeus Lernaeus (adiect, ud. Lerna) 2,24,25 Lesbia nomen ficticium puellae a Catullo adamatae 2,32,45; 2,34,88 Lesbius (adiect, Lesbos insula maris Aegaei nobilis) 1,14,2 *Lethe (flumen infernum) 1,9,12 Lethaeus (adiect.) 4,7,10; 4,7,91 Leucadia nomen ficticium puellae a Varrone Atacino adamatae 2,34,86 Leucadius (adiect., Leucas maris Ionii insula) 3,11,69 Leucippis, -idos (Leucippus Messeniae rex, pater Phoebes et Hilairae) 1,2,15 Leucothoe, -es dea marina 2,26,10; 2,28,20 Liber Bacchus 1,3,14; *3,18,5 Libo cognomen gentis Scriboniae 4,11,31 Liburnus (adiect., Liburni gens Illyria) 3,11,41 Libya 4,1,103 Libycus (adiect. ud. Libya) 2,31,12; 4,9,46 Linus fabularis uates 2,13,8; ud. Inachius Luceres una ex antiquissimis Romae tribubus 4,1,31 Lucifer (subst.) i.q. dies 2,19,28 Lucina nomen Iunonis puerperis opem afferentis 4,1,99 Lucrinus (adiect., Lucrinus lacus iuxta Baias) 1,11,10 Luna uel luna 1,10,8; 2,28,37; 2,34,52; 3,16,15; 3,20,14; 4,4,23 Lupercus Fabius 4,1,26; ud. Fabius Lupercus Arriae filius, fortasse prafectus alae 4,1,93 Lyaeus nomen Bacchi 2,33,35; 3,5,21

Index Nominum Lycinna ancilla adulescens a Propertio ante Cynthiam adamata 3,15,6; 3,15,43 Lycius (adiect., Lycia Asiae minoris terra) 3,1,38 Lycmon Lucumo, fabularis Etruscorum rex 4,1,29 Lycomedius (subst.) i.q. Lucumo 4,2,51 Lycoris nomen ficticium puellae a Gallo adamatae 2,34,91 Lycotas, -ae nomen ficticium coniugis Arethusae 4,3,1 Lycurgus fabularis rex Thracius 3,17,23 Lycus frater Nyctei, regis Boeotii 3,15,12 Lydius (adiect., Lydia Asiae minoris terra) 1,6,32; 3,11,18; 3,17,30; 4,7,62; ud. Lydus Lydus (adiect., i.q. Lydius) 3,5,17; 4,9,48; ud. Lydius Lygdamus modo Cynthiae modo Properti seruus 3,6,2; 3,6,11; 3,6,19; 3,6,24; 3,6,31; 3,6,36; 3,6,42; 4,7,35; 4,8,37; 4,8,68; 4,8,70; 4,8,79 Lynceus Properti amicus per nomen ficticium significatus 2,34,9; 2,34,25 Lysippus nobilis sculptor 3,9,9

Machaon, -onis Aesculapi filius 2,1,59 Maeander flumen Ioniae 2,30,17 Maeandrius (adiect., ud. Maeander) 2,34,35 Maecenas nobilis ille eques Etruscae stirpis 2,1,17; 2,1,73; 3,9,1; 3,9,21; 3,9,34; 3,9,59 Maenalius (adiect., Maenalus mons Arcadiae) 4,9,15 Maenas Baccha 3,8,14; 3,13,62

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Maeonius (adiect., Maeones populus Lydiae) i.q. Homericus * 1,7,23; 2,28,29 Meoticus (adiect., Maeotis: palus, nunc ‘Azovskoje more’) 2,3,11 Maeotis, -idos (adiect., = Maeoticus, ud.) 3,11,14 Magnus nomen pumilionis 4,8,41 Maius (adiect.) 4,5,36 Malea promunturium Laconicum 3,19,8 Mamurrius fabularis ancilium fabricator 4,2,61 Marcius (adiect., Marcius praetor annis 144-140 aquam Marciam in urbem perduxit) 3,2,12; 3,22,24 Marianus (adiect., Marius popularis ille factionis princeps) 3,3,43 *Marius M. Claudius Marcellus (RE 230), Octauiae Augusti sororis filius 3,18,9 Marius (ud. Marianus) 2,1,24; 3,5,16; 3,11,46 Maro (aut Dionysi aut Sileni filius) 2,32,14 (Marpessa Eueni filia 1,2,18) Mars deus 2,32,33; 2,34,56; 3,3,42; 3,4,11; +3,11,58; 4.1.83; ud. Mauors Martius (adiect., ud. Mars) 4,1,55 Mausoleus (adiect., Mausolus rex Halicarnasi) 3,2,19 Mauors (ud. Mars) 2,27,8; *4,6,25 Medea Iasonis uxor 2,24,45; 3,19,17; 4,5,41; ud. Colchis, Cytaeis Medi i.q. Parthi 3,9,25 Medus (adiect., ud. Medi) 3,12,11 Melampus fabularis uates 2,3,51; ud. Iphiclus (Meleager Oenei et Altheae filius 3,22,31) Memnon Aethiopum rex 2,18,16

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Index Nominum

+Memnonius (adi.= Aethiopicus) 1,6,4 Memphis uetustum Aegypti caput 3,11,34 Menander poeta comicus 3,21,28; 4,5,43 Menandreus (ud. Menander) 2,6,3 Menelaeus (adiect., ud. Menelaus) 2,15,14 Menelaus rex Lacedaemonius, Helenae coniux 2,3,37; 2,34,7 Menoetiades (Menoetii filius, = Patroclus) 2,1,38; ud. Patroclus Mens Bona dea 3,24,19 Mentor toreuta nobilis 3,9,13; ud. Mentoreus Mentoreus (adiect., ud. Mentor) 1,14,2 Mercurius deus 2,30,6 Meroe, -es Aethiopiae urbs et regio 4,6,78 Methymnaeus (adiect., Methymna urbs in insula Lesbo) 4,8,38 Meuania urbs Umbriae 4,1,123 *Milanion Atalantae coniux 1,1,9 Mimnermus elegiarum ille scriptor 1,9,11 Minerua dea 1,2,30; 2,9,5; 4,1,118; 4,5,23; ud. Pallas Minois, -idos Ariadna, filia Minois regis 2,14,7; 2,24,43 Minoius (adiect., ud. Minos) 4,11,21 Minos rex Cretum 2,32,57; 3,19,27 Minous (adiect., ud. Minos) 3,19,21 Minyae Argonautae 1,20,4 Misenus (adiect., Misenum promunturium Campaniae) 1,11,4 Misenus (subst., Aeneae comes) 3,18,3 Molossus (adiect., Molossi gens Epirotica) 4,8,24 * Munychius (adiect.) i. q. Atheniensis 2,2,7

Musa 1,8,41; 2,1,35; 2,10,10; 2,12,22; 2,16,34; 2,34,31; 3,1,10; 3,1,14; 3,2,13; 3,3,29; 3,5,20; 4,4,51; 4,6,11; 4,6,75; ud. Camenae, Pegasides, Pierides, Puellae, Sorores, Virgines Mutina 2,1,27 Mycenae urbs Argolica 3,19,19 Mycenaeus (adiect., ud., Mycenae) i.q. Argiuus, Graecus 2,22,32 Mygdonius (adiect., Mygdon rex Phrygiae) i.q. Phrygius 4,6,8 Myro nobilis sculptor 2,31,7 Myrrha, filia Cinyrae fabularis regis Cypri 3,19,16 *Mys, -yos nobilis sculptor 3,9,14 Mysi gens Thracia 1,20,20 Mysus (adiect., ud. Mysi) 2,1,63 +Naicus (adiect., ud. Nais) 2,32,40 *Nais aquarum nympha 2,32,40 Nauplius insulae Euboeae rex 4,1,115 Naualis Phoebus i.e. Apollo, classium tutor 4,1,3 Naxius (adiect., ud. Naxos) 3,17,28 Naxos maris Aegaei insula 3,17,27 Nemorensis (adiect., lacus N. nunc ‘lago di Nemi’) 3,22,25 Neptunius (adiect., ud. Neptunus) 3,9,41 Neptunus deus 2,16,4; 2,26,9; 2,26,45; 2,26,46; 3,7,15; (3,7,62); ud. Taenarius Nereis, -idos nympha maritima 2,26,15; (4,6,62) Nereus deus marinus 3,7,67; +4,6,25 Nesaee Nereis 2,26,16 Nestor rex Pylius ille 2,13,46; 2,25,10 Nilus flumen 2,1,31; 2,28,18; 2,33,3; 2,33,20; *3,11,36; 3,11,42; 4,6,63; 4,8,39 Niobe Tantali filia 2,20,7; 3,10,8

Index Nominum Nireus, -eos uir Graecus formosissimus 3,8,27 Nisus rex Megaricus 3,9,24 Nomas ancilla Properti 4,7,37 Nomentum oppidulum Latinum 4,10,26 Notus uentus meridianus 2,5,12; 2,9,34; 3,15,32; 4,5,62; 4,6,28; 4,7,22; ud. Auster Numa rex 4,2,60 Numantinus (adiect., Numantia urbs Hispaniae) 4,11,30 Nycteis, -idos (adiect., Nycteus rex Boeotius) i.q. Antiope 1,4,5; ud. Antiope Nympha 1,20,11; 1,20,34; 1,20,52; 4,4,25 Nysaeus (adiect., Nysa urbs et mons Indiae) 3,17,22

Oceanus

i.q. mare 2,9,30; 2,16,17; 4,4,64 Ocnus fabularis homo piger 4,3,21 Oeagrus Orphei pater, rex Thracius 2,30,35 Oetaeus (adiect., Oeta mons Thessaliae) 1,13,24; 3,1,32 Oiliades (adiect., Oileus pater Aiacis minoris) i.q. Aiax Locrus 4,1,117 Olympus 2,1,19 Omphale, -es regina Lydiae 3,11,17 Orcus i.q. inferi 3,19,27 Orestes filius Agamemnonis 2,14,5 Oricius (adiect, ud. Oricos) 3,7,49 Oricos nobilis portus Illyricus 1,8,20 Orion sidus 2,16,51; 2,26,56 Orithyia filia Erecthei regis Atheniensis 1,20,31; 2,26,51; 3,7,13 *Oromedon, -ontis Gigantum rex 3,9,48 Orontes Syriae flumen 2,23,21

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Oronteus (adiect., ud. Orontes) i.q. Syrius 1,2,3 Orops astrologus 4,1,77 Orpheus citharoedus ille fabulosus 3,2,1 Orpheus (adiect., ud. Orpheus) +1,3,42 Ortygia i.q. insula Delos 2,31,10 Oscus (adiect., Osci gens Campaniae) 4,2,62 Ossa mons Thessaliae 2,1,19

Pactolus

Lydiae fluuius 1,6,32; 1,14,11; 3,18,28 Paestum urbs Lucaniae 4,5,61 Paetus Properti amicus 3,7,5; 3,7,17; 3,7,26; 3,7,27; 3,7,47; 3,7,54; 3,7,66 Pagasa urbs Thessaliae 1,20,17 Palatia, -orum i.q. Palatium 3,9,49; 4,1,3; 4,9,3 Palatinus (adiect., ud. Palatia) 4,6,11; 4,6,44 Palladius (adiect., ud. Pallas) 3,9,42 Pallas cognomen Mineruae 2,2,7; 2,28,12; 2,30,18; 3,20,7; 4,4,45; 4,9,57; ud. Minerua Pan deus 3,3,30; 3,13,45; 3,17,34 Pandionius (adiect., Pandion fabularis rex Atheniensis) 1,20,31 Panthus (Properti riualis quidam per nomen ficticium significatus) 2,21,1; 2,21,2 Parca (2,13,44); *3,1,21; 4,11,13 Parilia dies festus Palis 4,1,19; 4,4,73 Paris, -idos Priami filius (2,2,13); 2,3,37; 2,15,13; +2,32,35; (2,34,7); 3,1,30; +3,13,63 Parnasus mons ille Phoceus 2,31,13; 3,13,54 Parrhasius pictor nobilis 3,9,12 Parthenie, -es nutrix Cynthiae 4,7,74

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Index Nominum

Parthenius (adiect., Parthenius mons Arcadiae) 1,1,11 Parthi 2,10,14; 2,14,23; 2,27,5; 3,9,54; *4,3,64; 4,6,79 Parthus (adiect., i.q. Parthicus) 3,4,6; 4,3,36; 4,3,67; 4,5,26 Pasiphae, es Minois uxor 2,28,52; (3,19,11) +Pater i.e. Iuppiter (?) 4,3,47 Pater Dis pater, Pluto 4,11,18 Patroclus Achillis amicus 2,8,33 Paullus (pater) 4,11,1; 4,11,11; 4,11,35; 4,11,81; 4,11,96 Paullus (filius) 4,11,63 Pegaseus (adiect., Pegasus equus ille uolucer) 2,30,3 Pegasis, -idos (subst., i.q. Musa) 3,1,19 *Pege, -es fons Bithyniae 1,20,33 Pelasgus (adiect., Pelasgi ueterrimi incolae Graeciae) i.q. Graecus 2,28,11 Peleus rex Thessalus, Achillis pater 2,9,15 Peliacus (adiect., ud. Pelion) i.q. Thessalus 3,22,12 Pelides (filius Pelei, i.e. Achilles) 2,22,34 Pelion mons Thessaliae 2,1,20 Pelopeus (adiect., Pelops Tantali filius) 3,19,20; 4,6,33 Penates 1,22,1; 2,30,21; 3,7,33; 3,7,45; 4,1,33; 4,1,39; 4,1,91; 4,1,121: 4,4,33 Penelope, -es uxor Ulixis 2,9,3; 3,12,38; 3,14,24 Penthesilea regina Amazonum 3,11,14 Pentheus, -eos rex Thebarum 3,17,24; 3,22,33 Pergama, -orum arx Troiae s. urbs Troia 2,1,21; 2,3,35; 3,9,39

Pergameus (adiect., ud. Pergama) 3,13,62; 4,1,51 Perillus aeris fusor Atheniensis 2,25,12 *Perimedeus (adiect., Perimede maga quaedam) 2,4,8 Permessus flumen Boeotiae 2,10,26 Pero filia Nelei regis Pylii 2,3,53 Perrhaebus (adiect., Perrhaebi gens Thessaliae) i.q. Thessalus 3,5,33 Persae 3,11,21 Persephone, -ae 2,13,26; 2,28,47; 2,28,48 Perses rex Macedoniae, 4,11,39 Perseus Iouis filius 2,28,22; 2,30,4 Perseus (adiect., ud. Perseus) 3,22,8 Perusinus (adiect., Perusia urbs Etrusca) 1,22,3 Petale serua 4,7,43 Phaeacus (adiect., Phaeaces insulae Scheriae incolae) 3,2,11 Phaedra Thesei uxor 2,1,51 Pharius (adiect., ud. Pharos) 3,7,5 Pharos parua insula prope Alexandriam sita 2,1,30 Phasis, -idos flumen Colchicum 1,20,18 Phidiacus (adiect., Phidias nobilis ille sculptor) 3,9,15 Philetas s. Philitas elegiarum scriptor 2,34,31; 3,1,1; *3,9,44 Philippeus (adiect., Philippus rex Macedonum) 3,11,40 +Philippeus 4,6,3 Philippi, -orum urbs Macedoniae 2,1,27 Philitaeus (adiect., ud. Philetas) 3, 3,52; *4,6,3 Phillyrides filius Philyrae, i.q. Chiron 2,1,60; ud. Chiron Philoctetes Herculis socius 2,1,59

Index Nominum Phineus, Agenoris filius 3,5,41 Phlegraeus (adiect., Phlegra oppidum Macedoniae) i.q. Macedonicus 3,11,37 Phlegraeus (adiect, campi Phlegraei in Campania prope Cumas) 2,1,39; 3,9,48 Phoebe filia Leucippi 1,2,15; ud. Leucippis Phoebus deus 1,2,17; 1,2,27, 2,15,15; +2,28,54; 2,31,1; 2,31,5; 2,31,10; 2,32,28; 2,34,61; +3,1,7; 3,3,13; 3,12,30; 3,20,12; 3,22,30; 4,1,3; 4,2,32; 4,6,15; 4,6,27; 4,6,57; 4,6,67; 4,6,76; *4,10,41; ud. Apollo Phoenices 2,27,3 Phoenix, -icis Achillis educator 2,1,60 Phorcis, -idos Phorci filia, i.e. Medusa 3,22,8 Phrygia Asiae terra *2,28,54; 3,13,63 Phrygius (adiect., ud. Phrygia) 1,2,19; 2,1,42; 2,30,19; 2,34,35 Phryne nobillis meretrix Thespias 2,6,6 Phryx, -gis (adiect., ud. Phrygia) 2,22,16; 2,22,30; *2,32,35; 4,1,2 Phylacides Phylaci progenies i.e. Protesilaus 1,19,7 Phyllis, -idos filia reglis cuiusdam Thracii, futura Thraciae regina 2,24,44 +Phyllis, -idos meretrix 4,8,29; 4,8,39; 4,8,57 Pieris, -idis (adiect., Pieria Macedoniae terra) i.q. Musa 2,10,12 Pierius (adiect., ud. Pieris) 2,13,5 Pindaricus (adiect., Pindarus poeta ille lyricus) 3,17,40 Pindus mons inter Epirum et Thessaliam situs 3,5,33

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Piraeus portus Athenarum 3,21,23 Pirithous rex Lapithum 2,6,18; ud. Ixionides Pisces sidus 4,1,85 Plato philosophus 3,21,25 Pleiades Vergiliarum astrum 2,16,51; 3,5,36; ud. Vergiliae (Pluto deus 2,28,48; 4,11,5); ud. Dis Poenus (adiect., Punicus s. purpureus) 4,3,51 Poenus (adiect, i.q. Africanus s. Numidicus) 2,31,3 Pollux Castoris frater gemellus 1,2,16; (2,26,9) 3,14,17; 3,22,26 Polydamas, -antis Panthoi filius 3,1,29 Polydorus Priami filius 3,13,56 Polymestor, -oris rex Bistonum 3,13,55 Polyphemus Cyclops 2,33,32; 3,2,5; 3,12,26 Pompeius (subst., Cn. Pompeius Magnus) 3,11,35 Pompeius (adiect.) 2,32,11; 3,11,68; 4,8,75 Ponticus poeta epicus, Properti amicus 1,7,1; 1,7,12; 1,9,26 Postumus amicus Properti 3,12,1; 3,12,15; 3,12,23 Praeneste urbs Latii 2,32,3 Praxiteles sculptor nobilis 3,9,16 Priamus Troiae rex 2,3,40; 2,28,54; 4,1,52 Prometheus Iapeti filius, Titan 2,1,69; 3,5,7 Prometheus (adiect, ud. Prometheus) 1,12,10 Propertius 2,8,17; 2,14,27; 2,24,35; 2,34,93; 3,3,17; 3,10,15; 4,1,71; 4,7,49 Propontiacus (adiect., Propontis mare internum nunc ‘Marmara Dentzi’) 3,22,2

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Index Nominum

Pthius (adiect., Pthia Thessaliae urbs) 2,13,38 Ptolemaeeus (adiect.) i.q. Aegyptius 2,1,30 *Publia ancilla quaedam Cynthiae 4,8,39 Pudicitia dea 1,16,2; 2,6,25 Puellae nouem = Musae 3,3,33; ud. Musa Punicus i.q. purpureus 3,3,32; ud. Sidonius Pyrrhus rex Epiri 3,11,60 Pythius (adiect., Pytho nomen Delphorum uetustissimum) 2,31,16; 3,13,52 Python immanis ille serpens 4,6,35

Quintilia uxor uel amica Licini Calui poetae 2,34,90 Quirinus Romuli consecrati nomen 4,6,21; 4,10,11 Quirites togati ciues Romani 4,1,13; 4,8,59

Ramnes

(adiect., Ramnes una ex tribus tribubus antiquae Romae) 4,1,31 Remus Romuli frater 3,9,50; 4,1,50 Remus, Romulus, metri gratia 2,1,23; 4,1,9; 4,6,80 Rhenus flumen 3,3,45; 4,10,39; +4,10,41 Ripaeus s. Riphaeus (adiect., i.q. Scythicus) 1,6,3 Roma 1,8,31; 1,12,2; 2,5,1; 2,6,22; 2,15,46; 2,16,19; 2,19,1; 2,32,43; 2,33,16; 3,1,15; +3,1,35; 3,3,44; +3,11,36; 3,11,49; 3,11,55; 3,11,66; 3,12,18; 3,13,60; 3,14,34; 3,22,20; 4,1,1; 4,1,67; 4,1,87; 4,2,49; 4,4,9; 4,4,35; 4,4,56; *4,6,45; 4,6,57; 4,9,20; 4,10,10; *4,10,31; 4,11,37

Romanus 1,7,22; 1,22,5; 2,3,29; 2,3,30; 2,10,4; 2,18,26; 2,28,55; 2,34,65; 3,3,11; 3,4,10; 3,9,23; 3,9,49; 3,9,55; 3,11,31; 3,11,43; 3,21,15; 3,22,17; 4,1,37; 4,1,64; 4,2,6; 4,2,55; 4,3,45; 4,4,12; 4,4,35; 4,6,3; 4,10,38 Romulus (subst.) 2,6,20; *3,11,28; 4,1,32; 4,4,79; 4,6,43; 4,10,5; 4,10,14; (4,4,53) Romulus (adiect., i.q. Romuleus) 3,11,52; 4,4,26 Rubrum (mare) sinus Persicus 1,14,12; 3,13,6

Sabini (-ae, subst.) uetus gens Italica 2,6,21; 2,32,47; 4,4,57 Sabinus (adiect., ud. Sabini) 4,2,52; 4,3,58; 4,4,12; 4,4,32 Sacra uia 2,1,34; 2,23,15; 2,24,14; 3,4,22 Salmonis, -idis Tyro, Salmonei regis filia 1,13,21; 3,19,13 *Sancus Semo Sancus Dius Fidius 4,9,71; 4,9,74 Saturnus 2,32,52 Saturnus sidus 4,1,84 Scaeae (portae, Troiae porta in occidentem conuersa) 3,9,39 Scipiades, -ae (i.q. P. Cornelius Scipio Africanus) 3,11,67 Sciron latro fabularis 3,16,12 Scribonia mater Corneliae Iuliaeque 4,11,55 Scylla Scylla monstrum 2,26,53; 3,12,28 Scylla Nisi regis filia 3,19,21; 4,4,39 Scyrius (adiect., Scyrus parua insula prope Euboeam sita) 2,9,16 Scythia Scytharum terra 4,3,47 Scythicus (adiect., ud. Scythia) 3,16,13; *4,3,37

Index Nominum Semela Cadmi filia, Bacchi mater 2,28,27; 2,30,29 Semiramis regina Assyriorum 3,11,21 Seres (gens Asiae, Sinenses) *3,4,5 *Sericus (adiect.) 3,12,12; 4,3,8 Sibylla anus fatidica Cumana 2,24,33; 4,1,49 Sicanus (adiect., Sicani gens Sicula) 1,16,29 Siculus (adiect., i.q. Siciliensis) 2,1,28; 3,18,33 Sidonius (adiect., Sidon uetus Phoenices urbs) 2,16,55; 2,29,15; 4,9,47 *Sidus 4,5,34 Sileni Bacchi comites 2,32,28 Silenus Bacchi educator (2,32,28); 3,3,29 Siluanus nomen Fauni, postea siluarum agrorumque deus 4,4,5 +Simois, -entis fluuius, in Scamandrum influens 2,9,12 Sinis latro fabularis 3,22,37 Sipylus mons Lydius 2,20,8 Sirenes marinae uirgines 3,12,34 Sisyphius (adiect., ud. Sisyphus) 2,17,7; 2,20,32 Sisyphus Aeoli filius, 4,11,23 Socraticus (adiect., Socrates philosophus) 2,34,27 Sol deus 2,15,32; 2,31,11 Solonius (adiect., Solonium ager prope Lanuuium) 4,1,31 Sopor deus 1,3,45 Soror Parca 2,13,44; ud. Parca Sorores Musae 2,30,27; 3,1,17 Spartanus (adiect.) 1,4,6; 3,14,21 Sparte Laconices caput *2,28,54; 3,14,1 Strimonis, -idis (Strimon flumen Thraciae, i.q. Penthesilea) 4,4,72

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Stygius (adiect., Styx palus illa inferna) 2,9,26; 2,27,13; 2,34,53; 3,18,9; 4,3,15; 4,9,41 Subura urbis Romae regio 4,7,15 *Suebus (adiect., Suebi Germanica gens) 3,3,45 Sygambri Germanica gens 4,6,77 Syphax rex Numidicus 3,11,59 Syrius (adiect.) 2,13,30 Syrtis uadum Libycum 2,9,33; 3,19,7; 3,24,16

Taenarius

(subst., i.q. Neptunus) 1,13,22 Tanais flumen Scyrthicum 2,30,2 Tantaleus (adiect., Tantalus filius Iouis) 2,1,66; 2,17,5; 4,11,24 Tatalis, -idos Niobe, Tantali filia 2,31,14 Tarpeia filia Tarpei 4,4,1; 4,4,15; 4,4,81; 4,4,93 Tarpeius (adiect.) + 1,16,2; 3,11,45; 4,1,7; 4,4,29; 4,8,31; ud. Tarpeia Tarquinius Superbus 3,11,47 Tatii gens Sabina 2,32,47 Tatius (subst., rex Sabinus) 4,1,30; 4,2,32; 4,4,7; 4,7,19; 4,7,26; 4,7,34; 4,7,38; 4,7,89 Tatius (adiect., i.q. Sabinus) 4,4,31; 4,9,74 Taygetus montes positi inter Messenian et Laconiam 3,14,15 Tegaeus (adiect., Tegea uetus Arcadiae urbs) i.q. Arcadius 3,3,30 Teia (Teos urbs Ionia in ora Lydia sita) nomen meretricis 4,8,31 Telegonus Ulixis Circaeque filius, conditor Tusculi 2,32,4 (Telephus 2,1,63; ud. Mysus) Tellus terra mater, dea 1,19,16 *Teucri (subst., i.q. Troiani) 2,8,30

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Index Nominum

Teucrus (adiect., Teucros primus Troiae rex) i.q. Troianus 4,6,21 *Teuthras, -antis (T. rex Mysiae, Cumae a Mysiis condita esse traditur) fluuius prope Cumas (?) 1,11,1 Teutonicus (adiect., Teutoni gens Germanica) 3,3,44 Thais, -idos meretrix nobilis 2,6,3; 4,5,43 Thamyras fabularis cantor Thracius 2,22,19 Thebae urbs Boeotia 1,7,1; 2,1,21; 2,6,5; 2,8,10; 3,2,5; 3,17,33 Thebae urbs Aegypthia 4,5,25 Thebanus (adiect. ad Thebas Boeotias pertinens) 2,8,24; 2,9,50; 3,18,6 Theiodamanteus (adiect., Theiodamas rex Dryopum Epirensis) 1,20,6 Thermodon, -ontis flumen Ponticum 4,4,71 Thermodontiacus (adiect., ud. Thermodon) 3,14,14 Theseus rex Atheniensis 2,1,37; 2,14,7; 2,24,43 Theseus (adiect., ud. Theseus) 1,3,1; 3,21,24 Thesprotus fabularis rex Epirensis 1,11,3 Thessalia 1,5,6 Thessalicus (adiect.) 3,19,13 *Thessalis, -idos (adiect.) Protesilaus rex Thessalus 1,19,10 Thessalus (adiect.) +1,19,10; 2,22,30; 3,24,10 Thetis, -idis dea marina uxor Pelei 3,7,68 Thrax i.q. Thracius 3,11,55 Threcius i.q. Thracius 3,2,2 Thynias, -adis (adiect., Thyni gens Bithyniae occidentalis) 1,20,34

Thyrsis pastoris nomen 2,34,68 Tiberinus (adiect., ud. Tiberis) 1,14,1 Tiberinus (subst., i.q. Tiberis) 4,2,7 Tiberis amnis 2,33,20; 3,11,42; 4,1,8; 4,10,25 Tibur oppidum Latinum 2,32,5; 3,16,2 Tiburnus (adiect., ud. Tibur) 3,22,23 Tiburtinus (adiect., ud. Tibur) 4,7,85 Tigris amnis 3,4,4 Tiresias caecus uates Thebanus 4,9,57 Tisiphone Furia 3,5,40 Titan, -is (Titanes deorum genus contra Iouem pugnans) 2,1,19 Tithonus Aurorae maritus 2,18,7; 2,18,15; 2,25,10 Tities (adiect., Tities una ex tribus tribubus antiquae Romae) 4,1,31; ud. Ramnes Tityos Terrae filius 2,20,31; 3,5,44 Tityrus nomen pastoris 2,34,72 Tolumnis Veientum rex 4,10,23; 4,10,37 Triton deus marinus 2,32,16; 4,6,61 Triuia Diana 2,32,10 Troia 2,3,34; 2,8,10; +2,28,53; 2,30,30; 3,1,32; 3,13,64; 3,18,3; 4,1,39; 4,1,47; 4,1,87; 4,1,114; ud. Ilion, Pergama Troianus 2,6,16; 2,34,63 Troicus 4,1,87 Tullus Properti amicus 1,1,9; 1,6,2; 1,14,20, 1,22,1; 3,22,2; 3,22,6; 3,22,39 Tuscus (subst.) i.q. Etruscus 4,2,3; 4,2,49; ud. Tuscus (adiect.) Tuscus (adiect. ud. Tuscus subst.) 4,2,50 Tyndaridae (Tyndareus fabularis rex

Index Nominum Spartae, pater Helenae Castoris, Pollucis) i.q. Tyndarei filii 1,17,18 Tyndaris, -idos Helena 2,32,31; 3,8,30; ud. Helena Tyrius (adiect., Tyros urbs Phoenices) 3,14,27; 4,3,34; 4,5,22 Tyro Salmonei filia 2,28,51; ud. Salmonis Tyros urbs Phoenices 2,16,18; 3,13,7 Tyrrhenus Etruscus 1,8,11; 3,17,25

Ulixes 2,6,23; 2,9,7; 2,14,3; 2,26,37; 3,7,41; 3,12,23 ud. Dulichius, Ithacus Umber (adiect.) 1,20,7; 3,22,23; 4,11,124 Umbria 1,22,9; 4,1,63; 4,1,121

Varro Atacinus poeta epicus et elegiacus 2,34,85; 2,34,86 Veiens, -entis (adiect., ud. Veii) 4,10,23 Veii s. Vei urbs Etrusca 4,10,24; 4,10,27 Veius (adiect., i.q. Veiens) 4,10,31

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Velabra, -orum maius minusque rerum uenalium forum 4,9,5 Venetus (adiect., Veneti gens Illyria) 1,12,4 Venus passim Vergiliae Pleiadum sidus 1,8,10; ud. Pleiades Vergilius poeta 2,34,61 Vertumnus deus Etruscus 4,2,2; 4,2,10; 4,2,12; 4,2,35 Vesta dea 2,29,27; 3,4,11; 4,1,21; 4,4,18; 4,4,36; 4,4,69; 4,11,53 +Virdomarus dux Gallorum 4,10,41 Virgines Musae 2,30,33; ud. Musa Volsinius (adiect., Volsinii urbs Etrusca) 4,2,4

Xerses Persarum rex 2,1,22 Zephyrus uentus Fauonius 1,16,34; 1,18,2 Zetes Boreae fìlius 1,20,26; ud. Calais Zethus filius Iouis et Antiopae, frater Amphionis 3,15,29; 3,15,41

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* Aprile 2010 (cz 2 · fg 21)

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T E S T I E CO M M E N T I Collana diretta da W. Geoffrey Arnott, Bruno Gentili, Giuseppe Giangrande

T E X T E S A N D CO M M E N TARIE S * 19. Giuliano Imperatore, Contra Galilaeos, introduzione, testo critico e traduzione a cura di E. Masaracchia, 1990. 11. Svetonio, Vita di Domiziano, introduzione, traduzione e commento a cura di F. Galli, 1991. 12. Canti e aedi nei poemi omerici, edizione e commento a cura di S. Grandolini, 1996. 13. Plutarco, De Iside et Osiride, introducción, texto critico, traducción y comentario a cura di M. García Valdés, 1996. 14. Dionigi D’Alicarnasso, Sull’imitazione, a cura di D. G. Battisti, 1997. 15. Euripide, I Cretesi, a cura di A.-T. Cozzoli, 2002. 16. I frammenti papiracei della Vita Aesopi, introduzione, testo critico, traduzione e commento a cura di R. Giannattasio Andria, 2002. 17. Dione di Prusa, Troiano, Or. XI, edizione critica, traduzione e commento a cura di G. Vagnone, 2003. 18. Pseudo-Dionigi di Alicarnasso, I Discorsi per le feste e per i giochi (Ars Rhet. i e vii Us.-Rad.), edizione, traduzione e commento a cura di A. Manieri, 2005. 19. Properzio, Elegie, edizione critica e traduzione a cura di G. Giardina, 2005. 20. Favorino di Arelate, L’esilio (Pap. Vat. Gr. 11 verso), edizione critica, traduzione e commento a cura di A. Tepedino Guerra, 2007. 21. Omero, Margite, introduzione, testimonianze, testo critico, traduzione e commento a cura di A. Gostoli, 2007. 22. Lucio Anneo Seneca, Tragedie, i. Ercole, Le troiane, Le fenicie, Medea, Fedra, edizione critica a cura di G. Giardina, 2007. 23. Iperide, Epitafio per i caduti della prima guerra lamiaca (PLit. Lond. 133v), introduzione, testo critico, traduzione e commento a cura di L. Petruzziello, 2009. 24. Lucio Anneo Seneca, Tragedie, ii. Edipo, Agamennone, Tieste, edizione critica a cura di G. Giardina, 2009. 25. Properzio, Elegie, edizione critica e traduzione a cura di G. Giardina, ristampa riveduta e corretta, 2010.