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Italian Pages 705 Year 1853
STORIA DELLA
FILOSOFIA DEL DIRITTO
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STORIA DELLA
FILOSOFIA DEL DIRITTO DI
FEDERICO GIULIO STAHL PROFESSORE ORDINARIO MB1.I.A
VNIVEMMTA
BI
DI
DRITTO
BEBLIWO
TRADOTTA DA
PIETRO TORRE |lt«fr»»ert bt JDcitio nrlla UnÌD(t«ità ti Ucrddii
ED ARROTATA DA
RAPPAEliE CONFORTI t Ti 3có;;
ri ri iròv
Oió; ò TxvTa
;
fiponit.
PINDARO.
TORINO TIP. G.
FAYALE E COMPAGNIA. 1853.
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(\
uzihh
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Coogle
L
opera
scritta in
di
,
cui
pubblica
si
un tempo, che
cosi pronte e vivaci,
le
la
versione
,
è
stata
passioni politiche non erano
come sono
oggidì, e grintclletti po-
tevano attendere riposatamente agli studi speculativi senza essere
distolti
della
vita
dere,
come
o
sviati
pratica. si
la
stessa,
filosofico, nel
politica e spesso
nascosto o palese
accade che
sempre mutabili
interessi
si
compren-
sa
possa stampare un libro, e fosse anche di
argomento puramente che parte
dagli
Ai nostri giorni non
la
lo spirito
,
che muova
verità
non
è
non la
quale non abbia qualsia
il
fine principale,
mente dello
scrittore
amata e cercata per
non è libero assolutamente
;
sè
nella inve-
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Vi
stigaziono, e
sempre dinanzi
lia
si
pratico e positivo, a cui e
le
si
soluzioni de’ problemi
adattano e
;
i
gli le
uno scopo
ocelli
formolc scientifiche
sistemi non
appariscono
che come altrettante apoteosi o almeno come mezzi
vittoria
(li
parte propria.
della
e |iarlicolarmente
iicienza,
natura line a sè stessa
menlo gnarsi
trasmuta
utilità
che comprenda e soddisfaccia i
in
(juelle
dissidi
come
file
chi cerca
i
private
le sette
di
di
tutt’ altro
che
nella
spontaneiti'i
stessa in
(juestc-
la
ora
,
qual cosa
una dottrina
un’opinione scientifica, sovente
sistema,
componga
ella
Per
vero,
del
opposte e
soldato di ventura.
motivo o l’origine
il
e non che inge-
e combatte ora in
,
la
semplice stro-
in
,
guisa
quale è di sua
umana, discende
famiglia
della
conflitti
campo, fomenta
la
altrettanti
tal
una ferma più universale
trovare
di
la filosofia,
si
,
ambizioni ed
di
In
la
d’
,
un
trova in
dell’ intelligenza
o nella
varietà e ricchezza infinita dei progressi ideali. Il
pregio principalissimo di quest’opera è appunto c
sincerità
tore è di
la
mosso non da
parte;
ma
E quanto sono
indipendenza nella ricerca del vero
in
vogliono
la
l’au-
non da studio
unicamente dalfamore della scienza. a’ principi
brevi parole.
e perpetuo
interesse particolare,
:
della
alcuni
,
della
e non
filosofia
in
sua
filosofia
,
ecco
quali
L’autore crede nel progresso reale
una
semplice
della sapienza degli antichi,
la
fa
consistere
applicazione
,
come
formale
nè tampoco nella restaurazione
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VII
della scolastica del
che tutta
la
medio evo
nè pensa
;
come
,
moderna da Cartesio sino
filosofia
tore deiridealismo assoluto,
altri
,
all’inven-
debba considerarsi come non
avvenuta, come una lunga serie di errori, come un vano
sogno di
un
degl’intelletti speculativi, c fiato
però convenga o crearne
una nuova senza badare a quella, o dispe-
mente umana procedere a
rando della potenza della troso per la vecchia via
aggiungendo ad
,
senza sapere sin dove
altri difetti
l’incoerenza
riconoscere sino ad un certo punto e poi zione,
rompere a un
tratto
il
il
,
che
Wolf 0
,
debba
principio cartesiano,
necessario della dedu-
filo
per adagiarsi come meglio talenta o nel
tismo di
si
ri-
nè
;
nello scetticismo di
cologismo degli Scozzesi, negando
il
Hume
dogma-
o nello psi-
criticismo di Kant,
0 in quest’ultimo, negando l’idealismo soggettivo di Fichte, e così via discojTendo.
Il
che certo non vuol dire, che
fautore tenga per buono e incontrastabile Cartesio e l’ultima forma in cui sofia
moderna,
maggior parte strare
la
falsità
cioè,
in
il
principio di
è manifestato nella
sistema di Hegel
;
filo-
al contrario, la
questo libro ha per abbietto di dimo-
di
di
guenze, non solo nel
anche
il
si
un
tal
campo
principio e delle
sue conse-
della filosofia speculativa,
ma
quello della filosofia del diritto e della morale.
Se non che questa dimostrazione
,
questa guerra aperta
contro tutta la scuola cartesiana, non riesce al dispregio e
alla intolleranza
,
o
alla
conclusione
,
che se
ella
non
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vili
fosse stala,
la
avrebbe più facilmente fornito
filosofia
il
suo cammino e conseguito una maggior copia di verità teoriche e pratiche
scrittore
allo
agevole
umano non
quest’opera
di
secondo
,
tra gli
uomini
do questo precede, ed efficace
Ora
tutta
la
lismo i
è che
r onnipotenza
:
,
la
cioè,
cartesiana lo
della
la
le
il
ogni
non
Quindi
il
il
Raziona-
mondo
dello spirito
non
,
ma
,
l’universo ,
a dedurre
solo la fonna,
cognizione
compongono
tutte queste cose
siero,
morbo.
un principio uni-
di
ragione.
la
società civile e le sue istituzioni,
—
dub-
il
il
dal suo fondatore fino
sviluppo
leggi dell’ intelligenza
degli oggetti che
natura e
dopo
meno avvertitamente intendono
materia di
logiche e
dopo
fede
la
sanità
della
dalla ragione o dal pensiero
che
quan-
;
quella generazione di sistemi filosofici,
tutta
quali più 0
può avere
coscienza dell’altro
verità susseguente è più splendida
vigore
il
filosofia
ad Hegel non co
la
cosi
dichia-
autore, non è possibile
dell’
siccome è più viva
,
bio e più forte
impresa ideale,
storia
verità senza l’errore, nè si
la
coscienza dell’ima senza
la
di
le
può rimproverare
una pura perdita di tempo. Pe-
,
mente
la
si
nè 6 una
;
cancellare tre secoli
il
randola un puro caso
rocché
leggerezza nel giudicare
siffatta
;
produzioni dello spirilo
tutta la :
il
religione,
il
,
an-
varietà
mondo
l’umanità e
non sono che
quale è identico all’essere
ma
solo le regole
l’
la
della
arte,
la
storia:
prodotto del
pen-
anzi è l’unico e vero
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i
IX
essere il
Dio stesso non è che
;
movimento
perchè gione
accorgesse
si
non che a produrre
,
pensiero, e la creazione è
incapacità
della
ma
,
vita
si
manifestasse in tutte
,
a spiegare la realità e
le
sue forme e arrivasse al punto
estremo della sua perfezione; era sto orgoglio del
pensiero
Dio, fosse giudicato e cosi nascesse
fetti,
della ra-
era necessario che questo movimento filosofico
la
di
Ora,
dialettico di questa potenza assoluta.
uomo
1’
il
che que-
necessario
umano, che usurpa e
inutile
vuoto dagli
il
luogo
stessi
ef-
bisogno di tenere un’altra via,
il
e fosse per
sempre
l’antica.
sistema di Hegel è rullimo grado dello svi-
Il
tolta
luppo del razionalismo
concetti fondamentali, perchè
moda,
ma non
è
nè basta
il
l’
insussistenza de’ suoi
possa concludere a quella
dire che l’Hegelismo è pas-
anzi è morto e seppellito
meno
dati alcuna
;
si
la
ma
chiamandolo empio,
dimostrando con buoni argomenti
sato di
nel-
non solo indicando
,
de’ suoi risultali pratici o
delfiniera dottrina
ritornare
di
quindi la necessità di occupar-
seriamente
cene e combatterlo falsità
;
possibilità
la
vero che per quelli
,
i
ciò
può
essere,
quali
non
si
;
pena di conoscerlo, e credono di
sono
assistere ora
a suoi funerali; f Hegelismo vive tuttavia loro malgrado, al-
meno come
terribile
e minaccioso spettro
,
il
quale non
può essere scongiurato che dalla magica virtù della scienza.
— Ora,
cosa
,
che
secondo la
la
ragione
mente
dell’autore,
vi
ha qualche
da sè non basta a spiegare
;
e
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X
ma
questo è non solo Dio, il
fatto,
storia,
la
parola, lavila.
l’
l’esistenza concreta, l’azione,
Ethos del
umano:
genere
La ragione può,
una
in
assegnare
tutto al più,
le
leggi logiche e le determinazioni immobili delle esistenze,
può comprendere non mai del
fatto,
forme necessarie ed universali,
le loro
La creazione appunto perchè
della creazione.
è creazione, è libera, e però cipi
della
necessità
gione, che è
produrre, liberi
ma nemmeno
effetti
della
la
la
creativa.
ra-
la
non solo non può
come
cose
le
Nè da
ciò
vuol
si
ragione non valga a nulla, e tutta
debba essere
ragione e quindi
qualunque ordine, come
l’
il
Se
la
ra-
razionalismo in quella
come sistema
cioè,
senza
etenie e immutabili,
distrutta.
è parte della verità; e però
verità,
la
palle che ha di vero,
le
quali
di quelle leggi
cosi gli esistenti di
Essere •stesso non
potrebbero essere conosciuti;
ma
.vareftòcro,
nè
queste leggi non sono
base negativa dell’essere in generale, e non sono
la
buone a determinare positiva; nessuna
ma
leggi, realità
prin-
a’
quindi
da sè
intendere
causalità
l’opera del razionalismo
gione non è tutta
rimanga pure
non è sottoposta universalità:
e della
facoltà del necessario,
la
conchiudere, che
che
ma
leggi e le determinazioni viventi dell’azione,
le
,
nè
sua
la
cosa
vera natura,
queste leggi non sono il
divenire
la
sua natura
potrebbe sussistere senza
,
nè
la
tutta la
cosa,
mutazione
d’uopo d’un altro jirincipio, che non
sia la
.
nè
queste la
Epperò
sua fa
semplice ra-
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,
XI
gione,
il
pensiero, e di un’altra legge diversa dalla Lo-
gica 0 Dialettica; d’un principio superiore,
a spiegare tutto ciò -die non
Tale è
ma
plicemente opposto all’altro,
primo vero non è
si
logico,
nè
conferisce
anzi
,
e
crea
la
facoltà
ed
forma
tuito stesso e
come si
rintelletto
la
zionalismo principio
;
ad un
attivo,
reale
la
quanto nega sione, senza
il
o
la
il
la
intuito
,
fondata
come
(juale essa
le
intuito,
rifles-
la
contenuto deH’iii-
Senza
il
reale
e senza
possibilità,
E qui del
verità e la
falsità
quanto
riconosce
in
e
prima cosa come
luce e l’atto della visione,
tempo
rillessione \'
umana
apprenderlo
di
e poi mediante
scienza.
quale è vero
il
risplende di
non sarebbe che una vuota
l’occhio senza la
manifesta
fatto psico-
Questa facoltà è V
sione e l’opera dell’intelletto esplica
l’intuito,
ma
intelligenza
il
Egli
intelligente.
all’
rivela.
si
universale
principio
lei
apprende
spirito
lo
in
come
reale o l’intelli-
il
come un puro
rivela
si
che
nell’atto stesso
quale
ma
dimostra col ragionamento,
si
•
sem-
comprende. Perchè
lo
supremo
il
manifesta alla coscienza
luce sua propria,
col
pensiero,
il
che ad un tempo è
idea-
sia
è superiore,
gli
base positiva di ogni esistenza, e
gibile,
ragione.
necessità^, della
nè bisogna credere che questo principio
lilà\
non
la
principio deiraaione, della libertà, della realtà,
il
opposto a quello del pensiero, della
il
quale basti
il
può spiegare
nell’ intuito
;
ra-
come
è falso
,
in
principio superiore alla rifles-
non avrebbe nè contenuto nè
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MI
flessione,
è filosofia positiva,
combattere
di Hegel.
ma
senza
è
l’intuito
che muove dall’intuito e n’esplica
fondamentale della di
riflessione
filosofìa
secondo l’espressione di Schelling, negativa;
astratta o,
finita,
La
alcuna.
realità
Nè
è
la
Tale è
vera.
modo
concetto
il
dell’autore, c cosi egli crede
filosofia
razionalismo e particolarmente
il
questo
la ri-
la ricchezza in-
di filosofare è tutto
appartiene a molti avversari
dell’
il
sistema
suo proprio,
Idealismo assoluto ;
i
quali 0 spaventati dalle conseguenze pratiche dell’ Hegeli-
smo
0 mossi da ragioni puramente speculative non vogliono
più saperne di ragione impersoncUet d’identità assduta del pensiero e dell’essere, e di altrettali supposti
sono ritoniati
ammettendo
ai
la
puri
principi
della
della creazione,
libertà
filosofici,
personalità di
la
Dio, ecc. Tutte queste direzioni hanno origine nella
forma della
chiama idea deU’a«iu«Yà
di Schelling,
storica,
perchè fondata nel principio supremo
libera del reale,
è stata spinta cosi oltre
assoluta,
non può
di
,
le
è soltanto
forme
Estetica).
nel principio dell’azione.
,
che taluno
essere, se
il
ideali
Come
è
E
ha
scritto
mediante
le
lettica,
la
più accurata e severa dia-
pronta a seguire la via della
quale è altrettanto
la
più sconfinata astrazione che discorre nelle vuote determinalogiche, quanto quella della considerazione dell’ attività
zioni
vivente e reolc nell’ universo; e che nondimeno tra
ora, e
non acconsente a passare dall’una
razionalismo
egli stesso
La
avversario. fitto
tien
fermo e regge a
La
richiede.
il
d’
nelle altre sfere della cognizione.
dove
filosofia,
Laonde
quanto più
nalismo nella
filosofia
ritto positivo,
considerato in
ciò
si
ei
si
potrà,
Schelling
tutti
nell’ altra;
c tutte
ha
dato
il
cam-
nel
fiato
credea più ricco d’idee e
tutti
i
in
si
gli
del diritto c nella
non apparirà generalmente
avverrà
esame, quale
se egli verrà scon-
ciò che bisogna fare,
in piena luce
falsità
ad
recare
uopo vedere se
cosilTatto
segnale della lolla; e lo ha disperso quasi d’un
d’ intelligenza.
due
teologia combatte ancora con questo
vittoria le sarà agevolata,
po stesso della
le
sino
in
all’altra e a
questa ciò che ha trovato in quella. Fa
in il
che ha tenuto
ostina a rimanere sulla prima
si
è di mettere
effetti
del
trattazione
razio-
del
di-
rapporti.
Dove
una parte
della scienza,
aiutandosi
la
sua
reciprocamente a
provarla, non rimarrà più dubbio della sua nullità.
Cosi
si
vedrà, quanto alla giurisprudenza, che la più parte del gran
male, che ria
come
tutti
hanno scorto non senza dolore,
nella pratica,
ma
indarno cercato
di
cosi nella teo-
schivare, ha la
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xni
sua più intima cagione
ne! razionalismo.
apparirà come un errore mostruoso,
suma
la vita e
il
una degna impresa
me
pare che
sia,
ove
altro
— Riu-
mancasse,
perocché quando quella infesta potenza
,
verrà conosciuta quale il
In questa guisa egli
quale pene’ra e con-
sapere in tutte le loro ramificazioni.
scire a tal punto, a
della vita,
il
ella è, e
però respinta, allora
il
germe
quale essa sola solToca ed opprime, spunterà da
sé stesso in tutta
la
sua virtù creatrice.
Decerabre 1829.
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,
INTRODUZIONE
La
è la scienza
del diritto
tilosofìa
Or questa
del giusto.
scienza può essere variamente concepita. Si può intendere per
un
essa
soltanto
sistema di decisioni
reali
una regola per giudicare
questo è incontrastabile
che
,
il
,
un codice superiore
delle leggi positive (4).
,
o
Ma
giusto debbe avere esistenza e
valore indipendentemente dal riconoscimento che ne fanno gli
uomini, e però vigente
ritto
,
sua notizia essere diversa da quella del di-
la
questo medesimo diritto
anzi cosiffatta che a
essa sola possa servire di misura c di prova. Taluni veramente
come moralmente
riuscirono a considerare tutte le istituzioni
oppure a negare
indifferenti, di
conoscere
che
vi
(i) I.a
sia
il
vero e
una
il
clic
giustizia, c
ambula merum
il
luogo dove
in jus.
K
p. e. il
diruto romano. K
flelso.
Jus
'
est
ars boni
il
si
aequi.
vari
conoscenza
la
giustizia,
come
senatum
nella formola,
di più leggi delia stessa
giurisprudenza
Preso
significati.
legge « non ambigilur
rende
complesso
la ste.ssa
ri
romane
leggi
la facoltà
è fede sacra dell’umanità
che noi ne abbiamo
obbiettivamente jus è una singola
jus facere possr. K
Ma
giusto.
parola jus ha nelle
all’uomo sia data
come
natura
in quel passo di
Da questa definizione apparisce che
romani non facevano distinzione tra
ia
morale e
il
diritto.
Veg-
gasi Ilaimberger, libro primo, parte generale, pag. 33, edizione na-
poletana
—
CoNFOBTr.
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,
XVI
pur limitata c imperfetta. Ora, se vi ha una conoscenza,
fosse
è necessario che in essa sia e possa essere trovata una qual-
che
unità
qualunque
Ma
una connessione
,
sia la
dal pensare, che la in
,
e
però esista
medesima cosa
modi diversi e con diversi
possono restare
una scienza
sua natura.
chi voglia dar opera a conseguirla, non fu
può rimanersi
tentala anche da altri
Questi
risultati.
senza effetto e considerazione
non
tentativi
perocché la
;
natura deH’uomo è tale, ch’egli non è veramente convinto e
non crede
aver raggiunto la meta, alla quale intende
di
non quando ha
la
vinzione opposta alla sua. di
,
se
coscienza di signoreggiare sopra ogni con-
Onde accade,
ch’egli sia tratto
come
necessità a prender parte alle ricerche ed agli sforzi del
tempo nel quale vive. debba sempre avere in ogni
il
E
sebbene
la investigazione del giusto
medesimo scopo, nondimeno può tenere
tempo determinato una via particolare, secondo
Ma
della scienza che a quello corrisponde.
d’una via del tutto speciale
;
perchè
il
lo stato
oggidì fa d’uopo
umano
giudizio
è in-
certo e diviso non solamente intorno alle particolari istituzioni,
ma anche di quelle.
intorno a ciò che può servire a provare
la giustizia
Quell’incertezza universale del pensiero e della co-
gnizione, onde nacque la rapida vicenda de’sistcmi filosofici, i
quali
si
combatterono c distrussero tra
municata anche
loro,
oggi
si
è co-
alla filosofia del diritto, la quale, oltre a ciò,
nella sua propria sfera fu agitata c sconvolta (i).
(1)
Essendo
soggetto alle
il
diritto razionale
medesime
fasi
autori di.icordarono intorno al
una parte
ed evoluzioni al
di
della
filosofia,
questa
;
gli
suo contenuto, ne diedero svariatissime definizioni. Avremo oc-
casione di far rilucere questa discordanza, allorché sarà di
andò
c jxiichè
principio foiitaledei diritto ed intorno
Dante Alighieri,
il
ragionato
quale diede una definizione del diritto, degna
del suo pellegrino ingegno e della sua vasta dottrina
—
Conforti.
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XVII
Quando
in
sul finire del passato secolo
manireslava un
si
novello indirizzo nell’ attività dell’ intelligenza
e
poi
si
estese
operare
di
tutte le
tempo
lungo
per
e di pensare
I’
istinto,
questo
di
orgoglio
appalesava col distruggere ogni cosa preesistente.
rietà de’ rapporti determinati
libertà
anima informante
Aspirando a dominare assolu-
ricerche scìentitìclie.
tamente, come ogni nuovo e vivace si
,
orgoglio della
1’ ,
come
era,
quale durò
il
e
particolari
nientala, e demolito l’intero edificio del
La va-
dovea essere an-
mondo morale, perchè
se non ciò che la ragione fosse riuscita
nuU’altro esistesse,
da sè sola a trovare e produrre. Questo indirizzo durò tanto
tempo, quanto era mestieri perchè consumasse
di bel
in
luogo
la
un
Che uvea distrutto. Allora fu
di quello
nuovo riconosciuta ed onorata quella suprema potenza,
la
quale, sebbene a noi occulta, informa nondimeno e matura
le
umane
condizioni.
Tornò novellamente
rato
come un
in pregio
istituzione nella quale fosse la
individuale, ed ogni
dell’attività delf individuo.
Il
diritto
mente ed universalmente
al
si
movimento
per cosi dire a
fatta
nome
forma
il
rovescio di quella
della libertà
per lo innanzi
gli
tradizionale
nuovo
delia
e
cosi
avversione ad ogni libero esame.
sere
contenti a oonscrvare qual era
a
conoscere le
prima
ora I
li
era
gran quale stata
siccome
contro ogni
una
spingeva
governi doveano es-
lo stato
istituzioni
— Ma
in la
Imperocché,
mussi dall’odio
positiva,
fiera
giurispru'Jenti
storia. riesci
indirizzo,
clic
di |iensarc.
animi erano
anzi è parto
ricongiunge intima-
una naturale reazione questo mutamento
parte ad una guerra contro quel fu
ma
prodotto delle leggi logiche (Dcnkgcsetz),
organica della gran vita de’ popoli, e
per
vita
la
impronta
non venne più conside-
sibbenc come qualche cosa che realmente vive,
•
propria so-
sua inettitudine a creare
stanza, e facesse manifesta la
nuovo mondo
delle cose,
presenti
e la
i
loro
»
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XVIII
storica derivazione, senza
però giudicare di
Di
quelle.
tal
guisa comhntU'ndo la filosofia del tempo finirono col ripudiare
ogni
filosofia.
—
Si avvidero di poi
che questa era una maniera derare vita,
le
e ciò fu reffettu di
cose,
condizioni
umane,
consi-
quella stessa potenza della
quale richiede e promuove necessariamente
la
zione delle
mano
e toccarono quasi con
parziale od esclusiva di
la perfe-
e invita le menti a giudicare c
investigare senza posa; donde nacque la scuola storica, nella
quale di
manifestò
si
di
nuovo e
in
modo universale
bisogno
il
trovare una regola del giusto, però senza una nozione de-
terminata della origine, da eui debbe essere
derivato.
—
In-
tanto col sistema di Hegel nacque una nuova maniera di trattare la filosofia del diritto. Questo sistema
oppone, alle due direzioni sopra mentovate,
pone un modo
ridurre tutte le investigazioni sofia i
del
ma
pensare insino ad ora ignoto.
di
che
si
quali, in parte appoggiandosi a quelle, in parte
tennero dietro agli
queste
possano
si
filo-
scrittori,
indipendenti,
interessi pratici senza penetrare nelle pro-
scienza:
della
fondità
—A
succedettero nella
Ottengono un grado inferiore quegli
diritto.
si
esige e c'im-
noi crediamo che
scuole scientifiche
tre opposte
non solamente
rappresentanti
son
questi
d’ infinite
sette politiche.
Tale è adunque la presente per
diritto,
modo che
chi voglia porre in essa
0 può ammettere una opinione,
scuna
di quelle
seguirla;
Ondechè
ma gli
condizione della
la
scienza
quale sia contraria
bisogna sin dal primo passo di giustificarsi contro giustificazione va
folta in
guisa, che debba essere riconosciuta anche da coloro
sostengono.
a cia-
sopra riferite, o tra queste scicglicre una e
in ogni caso incontrerà la opposizione delle altre.
tutte quelle che rigetta; e questa
'
del
l’opera sua,
Cosi
sareblic
ella nel
che
le
tempo stesso nnelie un
giudizio sicuro e fondato intorno a queste
medesime
o|iiaioni.
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XIX
Senza questa giusti6cazione non di arbitrio
;
ne facesse
cbi
gli avversari, nè
potrebbe evitare
si
meno non
dì
E
il
medesimo è da
opinioni che prevalsero ne’ tempi passali
coltura
potrebbe convincere
però essere sicuro del proprio
—
starsi tranquillo.
storica le trasporta
,
fare
per cosi dire
e
nostro
nel
,
le
nostra
la
le
dire in
starci dal
chiaro c preciso quello che nc pensiamo.
Se non che, sin dal primo cominciare coltà di questa impresa.
come
bile di porsi
superiore,
i
supremo
la
prova
tali
ciascuna.
di
quali bisogna giudicare in
contrastabile, sono
la difG'
ò altrimenti possi'
non riconoscono un principio comune e
quale serva a far
il
sistemi, contro
manifcshi
si
nm
Imperocché
giudice a decidere circa le ragioni di parti
così opposte, se esse
cipio
pensiero e
anche circa
perocché
;
rende presenti; e però noi non dobbiamo
modo
la taccia
modo
Ora
i
sicuro c in-
che rappresentano e svolgono un prin-
del diritto, anzi in parte
una suprema legge
del pensiero e della conoscenza; e però contengono in sé stessi la
ragione più ulta, la quale
nessuna guisa
in
trario
rigetta questo criterio
toglie
riconoscono
la
Laonde a ciascuno gli
.si
concede so-
a criterio del vero. Se
ciò
si
e non
conceder tutto, se
lamente
egli
come misura
deve valere
dovechussia.
di se
fuori
di essi sarà mestieri di
che
.sola
principj c deduzioni,
di tutti gli altri
e se ne elegge
un
può più richiedere da esso alcuna concessione.
Ma
si
dimandare; questo la
zia
criterio del vero
donde attinge
prova della sua verità? Quale che fosse
che
si
sliibilissc,
dimostrazioni, non
si
la
lì
es.so
con-
non
potrebbe
medesimo
regola di giusti-
o la legge logica delle conclusioni e delle farebbe altro che aggiungere un nuovo
sistema ai sistemi anteriori, egualmente isolato,
da quelli,
))cr
altro, si
respingerebbe a sua posta.
acquistare veruna autorità sopra
ciascuna delle quali, a
mudo
d’
le
Egli
il
quale respìnto
non
potrebbe
diverse maniere di pensare;
una
line:)
circolare,
rigiran-
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,
XX centro, ritorna al suo punto di par-
dosi intorno ni proprio
forma come un mondo separato c chiuso
tcnza, c cosi
Se
quale solo basta a sè stesso.
poi
si
il
volesse scieglicrc
il
vero da ciascuno, sarebbe a eiò necessaria innanzi tutto una
comune
regola ricerca;
il
—
,
che scontenterebbe
composizione
egualmente fare
della quale converrebbe
di varii colori,
tutti,
c produrrebbe solamente
la
una
senza unità ed intimo fondamento.
Così sin dal principio apparisce impossibile ravcrc qualche
comune con
cosa di
opinioni, c però Tesser certo
le diverse
c sicuro della ]>ropria, quale che sia.
Ma
questi sistemi
tutti
,
che considerati a parte c
belli
e
compiuti come sono, rassomigliano a tanti mondi che esistono c
muovono da
si
mondo, che è
tuttavia
un e
—
dal quale egli
il
loro
mo-
medesimi
reale o di fallo fuori di sè stessi.
forma da sè;
si
ammesso e
questa ragione è di
mezzo
di
pongono; quale
che è
ma
viene formato dagli uo-
umana un
istinto,
venga prodotto c pel quale duri
il
tal
riconosciuto
ma
ella
non è altro
sua propria essenza
determina sempre conchiudere c
sistemi
si
il
di
,
stesso.
metodo
i
intelligenza.
Ora
quali anzi la presup-
clic quello stesso
pensatore trova nella parte
la
dalla
natura, che non può essere dedotta per
conclusioni c di sillogismi,
disfare, senza disfare sè
i
questo unico
manlcngi. Vi ha certo una ragione fondamentale, onde
egli viene
di
in
entro di loro
e però vi deve essere nella natura
intere.sse,
si
nondimeno
c finisca
un fondamento
Nessun sistema mini;
— nacquero
ideale incominci
vimento
hanno
sè,
nostro c di tutti; c quantunque
il
|
interesse,
iù intima di sè
della
Una
quale egli tal
scicnlilìco, la
il
medesimo,
non
si
può
ragione è quella che
maniera
di asserire,
provare, c però l’intero sistema. Laonde
sono avvicendati, a misura che pel progresso della
storia si produssero diversi stati o complessioni nello
spirito
ornano, c vennero ad esistere nuove c differenti cagioni che
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XXI
ne promossero
genera e mantiene una vato che quella
misura della «
dice:
che
filosofia,
Bene ò
il
quell’ intcressci
di
questa proposizione non
Bene possiede potesse
nità
che
potenza
nel
realmente
motivi
il
di
La
Ora
una
,
perché
ciliazione,
opposti.
non
sì
il
come
tra
Male
»
la
ma
sua
la
primitiva del
fonte
queste
tale
e. si
prova di
la
fìc
ideo
la
uma-
e
dalla
separazione dovrebbe
corso della storia e la na-
Il
vero tribunale che decide circa lo stesso
si-
santo della leggenda, deve cercare
il
il
non
vero e
si il
possono assolutamente conci-
falso
non è
|H)ssibilc
alcuna con-
e nulla esiste di comune tra prineipj fondamentali
Quanto
all’interesse
che ha generato ciascuna
può dire nnticipalamcnle che esso debba
di
essi sia
filosofia,
sua natura
escludere ogni altro. Al contrario bisogna pensare,
scuno dì
e
la
torte.
diversi sistemi
i
il
ogni sistema filosofico, e però circa scienza,
padrone più
liare,
da
staccjirsi
tura reale degli uomini, sono
stema.
che
ciò,
aver luogo anche nella scienza.
i
essere
stesso la onnipotenza,
conserva
le
anche
può avmc logicamente,
si
tempo
ele-
piìi
esistenza
la stabilità di questa.
deve
Male è
il
verità consiste solamente in
quale
ha prodotto. Quando p.
egli
Bene, e
il
il
.
di
perocché' dalla
;
dipende resistenza e
misura
la
intere.ssc
I’
qualche cosa
iìlosaGa, ò
stessa fìlosofìa
sUibilità di quello
Ondechc
Epperò
svolgimento.
Io
che cia-
vero in sé stesso, perché è un interesse uma-
no, e la storia volle
che fosse soddisfatto; che esso
lamente nel suo prodotto,
il
quale fu da
lui
sia falso so-
messo
al
mondo
separato dagli altri. Ora se esistesse un interesse più vivace e profondo, che in sé contenesse lutti colari,
ed esso solo
li
avesse
quando egli fosse sodisfatto,
tutti gii altri
egualmente. In questo caso, quella cura, la quale fosse generata
questi interessi
eccitati,
riesce
parti-
evidente che
sarebbero soddisfatti
filosofia
sarebbe la più
da questo interesse e a
lui
si-
cor-
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un rispondesse. Essa comprenderebbe in sè tutte le altre, riunendo
non già
loro affermazioni,
le
ma
quali furono cagione che cosi esistessero realmente dire,
il
;
i
sibbene
veri loro istinti,
i
come
falsi,
i
principio vitale di ciascuna.
i
veri loro risultati
cioc accogliendo in sè slessii
,
Adunque questo
per cosi interesse
universale, nella ricchezza del suo contenuto, non sarebbe altro
che
la
essenza vera c originaria dell’uomo, donde procedettero
e a cui vogliono essere ricondotti tutti gli stati differenti dello
umano, e
spirito
tutte
Una opinione non
ma
in sè stessa,
nel
tempo
le
clendorc
essi
l'occlùo fu de'
colore altro
l'
e la
Idea è
determinazioni
dello
dello spìrito, perchè dovreblie ella esser limitata alla imper-
fezinne
di
quelle; perchè dovrebbero
semplicemente formuli,
bene ed
una somma
ossia
senza contenuto particolare?
il
L' Idea
il
giusto essere
di regole universali
crrtamcnlc è
sua natura, e niente impedisce che, come
attiva di
sole,
il
non
ella
abbia in sò stessa una infinita ricclu‘zza, e con mirabile
ma-
gniticenza irradiando generi tanta copia di colori e di figure.
Eppcrò per Platone un sistema reale
varia
,
Repubblica è ci
mostra
i
I'
ed istrutti, ciò
i
modo
dì vivere
un' altra costituzione.
non è
e considerarlo Stato
altro se
Perchè quando
lalmcntechè è
,
È
,
quantochè
come
medesimo, non
platonica in
stima,
con
indissolubile
tanto questi
impossibile di
vìvano
sotto
impossibile distinguere e determinare
non si
unità
di
La costituzione
di spregio.
una
in
questo Stato ciò che forma
zioni.
loro oc-
le
come vengano educati
reputano buono e degno
clic essi
applicarla ad altri cittadini
ciò clic
sua
la
,
forma dello Stalo sono
questo
di un’altivìlà
quali siano
loro bisogni
ai
loro sforzi spirituali,
che reputano cattivo e degno
e la
immagine
determinala. Perciò
esemplare della concretezza nciropcrarc. Egli
cupazioni, quali
in
perfetta
la
suoi cittadini in tutta l’operosità della loro vita:
come soddisfacciano
ciò
ma
ed assolutamente
,
non è nè una regola, nò
la giustizia
di regole;
In
f elemento eterno
,
ideale
,
e
parte nreidenlalc delle manifesta-
volesse ricavare da quello un principio,
ciò si
che
vi
ha
imgliercbbc
di il
vero ed eterno nello senso
della
dottrina
nessuna guisa. Imperocché non è da intendere.
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,
4
come liiài
se gl’ individui dovessero perdere la propria individua*-
e darsi
per così dire
,
in preda al Tutto
,
qucsPi perfetta annegozione stere quello che vi
solamente
tale è
servono e
si
dell’attività
,
il
ha
mostra esplicita in tutta
duale, anche in quel
mentre
Tutto, cioè
momento
che comprende
sentimento e
modo
al
la
in sè,
il
come parte i
;
essenziale,
quali
uomo
scientifica
;
retto.
Egli
si
la varietà
le
ma-
perfino
il
nondimeno cangiano,
principj universali della costituzione
i
uomini saggi sono più pregevoli che dica ogn’
particolare
determinato ed indivi-
così
stesso, nel quale vien fatto
la virtù de’ rettori
ma
gl’ individui
abbandonano
umane. L’Ideale è
se in
nella vita;
determinato, coi quale
quale egli
delle occupazioni
nifesto,
come
b
,
ateniese facesse consi-
filosofo
vero ed eccellente
di
modo
il
rimangono. Gli
savie leggi; cosi giu-
manifesta qui in un’attività tutta
concetto dello Stato platonico consiste nel governo
il
de’ Savii (filosofi).
Anzi quanto
a’
rapporti di cittadini fra loro,
esso non deve avere regola alcuna. La sicura sentenza degli
uomini ben educati deve decidere
in ogni
questi rapporti. Quindi Platone è
ben lontano dal pensare che
le
caso particolare circa
massime universali dichiarate dallo Stato
promulgate nella sua costituzione Qui non
si
tratta
di
,
nelle sue leggi, e
contengano
questo elemento
in sè
immobile
bile, di questa architettonica della vita pubblica; trario
il
giusto è qualche cosa che vive e
stato vivente
momento.
—
Il
metodo
scientifico
le istituzioni,
col
quale
ai
con-
Platone trova in
che serve a dedurre necessariamente
il
risultato reale di quelle,
riva quello stato o condizione, Infatti,
ma
muove, è uno
non consiste
date determinazioni altre determinazioni; considerare
inaltera-
e consiste nell’ attività reale c determinata del
,
esamina e dimostra cesso logico,
si
giusto.
il
e
che
egli
ma
egli
quel pro-
da
certe
toglie
a
per vedere se ne devuol trovare nel tutto.
se l’idea del bene e del giusto è qualche cosa di diverso
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Google
5 chi l’avrebbe
dalla cooforinazione (organisation) dcll’iatciletto,
coatretta a voler
una terza cosa, soln perchè
due precedenti
e perchè non
un
voglia d'
;
volere
sol
si
potrà
liberamente
e
la richieggono le
dire,
siano molteplici le parti essenziali che
piuttosto
che
ella
per quanto
il
tulio,
lo
costituiscono? Nel
processo logico la connessione somiglia a quella di un ediBcio,
sempre
in cui
porte inferiore sostiene la superiore
la
ma
sere sostenuta da questa; la
nell’Intuito
connessione somiglia ad un corpo vivente
bro,
mentre regge e mantiene
l’altro
senza es-
,
che è destato dall’Idea, ,
mem-
in cui ogni
è nel tempo stesso
,
man-
tenuto e retto da questo. L’analogia però che Platone mette fra
r unità
dell’
uomo c
non cerca già
I’
quella dello Stato
manifesto che egli
ci fa
,
unità della nozione (BegrilT)
,
ma
luce e
manifesta d’un colpo
sì
,
— Adunque
dalla testa di Giove.
Stato,
lo
tori della
sua Repubblica
,
fuori alla
come Minerva
bello c compiuto,
com’ è esemplato
originalmente da Platone, o viene immaginato da
si
unità vi-
la
Lo Stato Platonico 6 qualche cosa che esce
vente.
imita-
altri
è interamente diverso da quello che
fonda in concetti astratti e nelle moderne teorie politiche.
Questo lità;
si
può chiamare primo quella
il
dire che in quello
(subsumtion) cioè
il
I’
la
immagine
dell’
azione
del riposo c della immobie del
movimento.
Vale a
concetto fondamentale è la sussunzione
applicazione esteriore d’una
regola senza
oontenutò, c però atta a riceverne donde che venga, p. e. della
regola
libertà
eguale
per
tutti
data fuori di essa ed indiflercntc toriale, si
il
,
—
commercio, ecc., quali che
può dire dpllo Stato Platonico
,
che
— ad p.
e.
siano. il
possesso terri-
ÀI contrario non
proprio esemplare gli
conferisca ed assicuri alcuna regola a parte, e che egli far altro
non debba
che riceverla ed applicarla; nè vi ha materia che
possa soddisfarlo, la
mente
la
una materia già il
dall’ Idea.
quale non sia stata tutta formata
Laonde ogni
testa logica
unica-
può introdurre
in
un
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G paese
giustizia di
l:i
dc.'li Stati,
Kant o
di
Hegel
ma
;
tenza creativa.
formare
chi volesse
seguendo Piatone o qualunque altra
ritto nello stesso
filosofia del di-
senso, dovrebbe al certo essere dotato di po-
Adunque
deve rassomigliare
all’
lo
Stato,
secondo
la
esemplare anche nel
prima maniera,
ripo.so
e nella im-
mobilità; vale a dire, le istituzioni concrete e positive debbono,
e veramente possono com'oaciarc a rigor matematico co’princi|>j universali.
.Al
contrario lo Stato Platonico deve rassomigliare
airescmplarc anebe ncH'azionc e nel movimento;
lo stesso spirito
deve essere neiresemplare e nel l’esempla lo; uno e medesimo deve essere
cITello di ciascuno.
Così
un
in
pittura
non deve certamente, nè può rassomigliare a capello
all’ori-
I’
ginale; ina deve però produrre
vìva, cioè
la
ritratto
persona
lo stesso cilctlo della
stessa intuizione che questa produce in
mira. Ondecbè la misura
mcn
chi
la
propria a giudicare della re-
pubblica dì Plalonc consiste nel dimandare:
è ella possibile
ad cITetluarc? Imperocché non bisogna intendere che queste leggi,
quali egli le ha concepite e disegnate,
eseguite letteralmente in uno Stalo: creto ed esistente abbia
lo
stesso
ma
debbano essere
che uno Stato con-
produca ne’ suoi
spirilo,
cittadini gli stessi sentimenti, e co’ suoi ordini d'ogni
maniera
ingeneri ncH’aniino deH’osservalorc, quella stessa impressione elle
lo
Stato ideato
in pratica, e se non
da si
lui.
I^a
qual
cosa
sì
può mcllere
jwtcssc arrivare ad eseguirla sino a
questo punto, pure ciò non toglierebbe che vessero scegliere istituzioni
tali
che se
gli
gli Stali
non do-
accostassero. Ep-
pure, a dir vero, questa idea delio Stato l'Iatonico è quella soltanto clic realmente mosse gli Stati Greci, e a cui essi nel
periodo del loro splendore e della loro grandezza,
zarono
di
pervenire con maggiore o minore
Negli ultimi tempi è invalso
il
costume
tutti si sfor-
felicità di
dì
successo.
considerare
la
forma reale dd!c cose, siccome l’unica manirestoziouc del Buono
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,
7 e del Giusto, e di non nltribuirc, n dir vero, un’esistenza alle cose senza
una
ma
Idea,
l’
non
nnclic di
allribuirc all’ Idea
esistenza senza le case. Di questa guisa
qualiGcare anche
si
6 tentato di
secondo Platone, 6
idee platoniche. Ora,
le
vero che l’Idea ha prodotto tutte
ma
le cose;
sua sussi-
la
stenza propria non dipende assolutamente da quello che ella
produsse
ella
;
non
semplicemente una jmrtc
è
se, una forma, o una
forza
come
esistenza reale, sostanziale, le
non ostante che non
,
vegetazione da Platone
chiaramente
anima grande trova
non
zione
cose
nelle
terrene.
potè
manifestarlo,
come
sguardo interna. La rcaltè, che non
lo
que- to ideale non è
cose sussistenti;
come
ma
di loro al presente,
vità
la
suo
di
ò quella d’una qualche cosa che sta fuori
intuito
umane, che
si
è,
anlkipato (Voranschauung). ci
mostra una moltitudine
indirizzate in tutta la loro atti-
richiede in primo
si
che ognuno svolga senza impedimenti
turali disposizioni,
le
sue na-
rimanga nascosta,
aflìnchè nessuna facoltà
sviluppi tutta la ricchezza che la natura pose negli uo-
mini. In secondo luogo che venga ad ogni posto che gli spelta e che lento. si
al
cognizione
ad un solo scopo, vengono mantenute da un’unica mente
luogo
si
sua propria crea-
Perciò
ordinatrice, in giusta misura. Quello che
e
suo ideale non
Il
la
avea dinanzi
lo
In
ogni
c sarò forse in loro solamente ncH’avve-
Ora questa immagine dello Stato di varie facoltà
che
quella d’uiia qualche cosa che è nelle
una parola un
oirc: è in
vedesse.
contiene, deve solamente
prender forma da esso.
sforzarsi a
lo
scontentezza,
nessun luogo del mondo: anzi
esìste in
so-
da illuminare
oggetti
la
ma una
sempre
sole sarebbe
promuovere, ed occhio che
scorge
si
Jl
esistessero
una ba-
,
prodotto;
istintiva del
Da
ultimo,
che
in
questo
si
uomo assegnato
adoperi a suo
tanta molliplicità di azioni,
limitano reciprocamente, sia tutta
il
ta-
le quali
governata da un'unica
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8 volontà
—
e da un unico interesse
,
Primamente Platone distingue quella dei rettori: a quelli
si
clic
Stato sia txso.
lo
condizione dei sudditi, «da
la
appartiene
provvedere ai
di
sogni materiali, a questi di difendere e dirigere blica.
La prima
distinzione
secondo
fa
si
il
questo stato resta ereditario; perchè solo
produrre buoni
quel lavoro che egli
mente
Da questo passo
'{1)
per
e
vi
ma
sceglie,
si
esprìme
che
il
a
altre parti T
vantaf^l delta di-
i
ciascuno degli abitanti lavorasse
campagnuoln preparasse
per quat-
vitto
il
adoprasse un tempo e una fatica quadrupla; o pensiero degli
tempo a preparare
quarta parte del
scarpe
parla più
si
Ogni città è composta di
«
cosi.
nerebbe meglio die, senza darsi la
perfezione, non già
quello ni quale è naturai'
che Platone presenti
riluce
ma bisognerebbe che
tutti gli altri,
tro,
;
si
visione del lavoro. Kgli
molte persone,
vengono nuovamente
sudditi
Dì questo stato o classe poi non
atto (i).
una casa
fabliricarsi
A me sembra che
a
,
farsi
primo modo
il
non tor-
impiegasse
altri,
suo nudrìmento, e
il
gii
perocché noi non nasciamo con
taggioso;
le
degli
stiere;
perocché
risponde
altra cura ».
che
i
il
medesime
uomo
ogni
se
Nel riportare
vantaggi
chiaramente presentisse
,
della
definiti.
il
si
limita.sse
còmpito 6 meglio e più agevolmente
gusti dell’ individuo, e
ai
quando questi è
questo passo
divisione
— Noi
del
di Platone,
lavoro
le
c delle
abiti
tornerebbe più vanattitudini,
ciascuno manifesta delle disposizioni particolari, .\dunque
procederebbero meglio
poscia
a ciascuno deve essere assegnato un
afiìnchè lo conduca a
lavoro particolare,
ma
buona pianta può
la
deve aver cura che essa
si
classe dei
diversi lavori
i
e quindi
frutti,
non degeneri. Nella divisi
merito;
bi-
cosa pub-
la
non
e
le
cose
ad un
me-
fatto,
quando
libero da ogni
Blanqni
dice
furono mai più
ccrtameute non neghiamo che Platone
principio della divi.sione del
lavoro
;
ma
vi
è una
gran differenza tra un vago presentimento, ed un principio scientifico,
dal quale
Senofonte grandi città
.si
.
si
deducono
le
sue ultime conseguenze.
esprime anche più chiaramente. Egli dice in
cui
una moltitudine
di
abitanti
bamio
:
i
« Nelle
mode-
Digitized by
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9 da Piatone. Esso costituisce secondo fondamentale,
quale
il
perrJiè sopra di esso
simi bisogni
sì
s’
greco
lo strato
lo inviluppa,
tutta la magnificenza dell’edi-
innalzi
un solo mestiere è
,
spirito
lo
scava nella terra che
a nudrire un artigiano;
sufllciente
qualche volta questi adempie solo una parte del mestiere. Tal calsolaio Ta scarpe solo per gli uomini s’
,
per
tal altro
applica solamente a cucire, l'altro a tagliare
tori, questi
taglia
ne
stoffe, quegli
le
as.sesta
che intende ad una speciale operazione eccellente.
donne,
le
Tra
cuoi. parti.
necessità
di
,
i
le
uno
l'
i
sai^
Un uomo diventerà
»
Beccarla vide e discorse
i
fenomeni della divisione del lavoro;
ma
colui che la ridusse a dottrina fu .\damo Smith. Onesto gran pensatore,
che può
uomo
dirsi
il
padre
dell'
economia
politica,
dimostra che quando
un
applica co.stantemente ad una operazione spicciolata, non
si
una grande
solo acquista
tempo che
si
facilità
a
compierla,
ma
ri.sparmia
il
richiede necessariamente, passando da un' operazione '
ad un'
altra.
Adamo
Inoltre
sona
che
applica
si
siasi
,
la
trovati industriali
pre più
il
.Smith dimostra,
che ailorchò una medesima per-
a compiere costantemente
un' operazione, quale
conosce profondamente c rendasi atta a scoprire
che simpliffcano
le
i
macchine, ed addos.sano sem-
lavoro materiale alle forze della natura.
E qui Adamo
.Smith mette in mostra le belle invenzioni, che de' fanciulli fecero
intendendo a lavori semplicissimi. Ala a malgrado del grandls.simo merito di lavoro,
Adamo
non ò
risultano.
che meritano Allorché
pera
i
Smith, la sua dottrina,
sufficiente a
Onde di
altri
tale
)
ne
aggiunsero altre osservazioni,
un uomo compie sempre
la
medesima operazione, ado-
medesimi istrumenti; dovechè, passando da un'operazione ad
e quindi
adoperare istrumenti ed ordigni di varie
una parte
del capitale
{
gl'
istrumenti
.son
capi-
rimane inattiva e non viene usufruttuata. Ora, nell'industria
agricola, manifattrice e zione,
vi
essere riportate.
un’ altra, è costretto di sorte,
intorno alla divisione del
spiegarci gli effetti maravigliosi che
economisti
è mestieri cavare
impiegato;
il
commerciale, a far procedere il
maggior
partito
la
produ-
possibile dal capitale
che non avviene allorquando per
la
transizione
da
Digitized by
Google
10 Nella classe dei rcUori (custodi) si manifesta nella sua
deio.
suoi
membri
sono dispcns.atì da ogni pubblica cura e occupazione;
lo Stato
forma più vera
concetto di questo Stato.
il
una operazione ad
6 forza lasciare
un'altra,
1
in riposo
una parte
degl' istrunienti. Infine
non
vuol pretermettere un' osservazione del signor Bab-
si
bage, che ci sembra della maggiore importanza, e che sfuggi
Adamo operai
zione
Smith.
grande vantaggio
più
Il
quale
il
)
{
dopo
origini dalla divisione del
.si
più economica del lavoro
stesso
,
ad
la destrezza degli
ò la distribu-
lavoro,
assegnando
operai
agli
quello operazioni che rispondono alla loro sufìicienza ed attitudine.
Le
parti differenti della stessa serie di operazioni richiedono gradi
disuguali di abilità e di forza corporea abilità
per
le più
dure, diventano
camente
esse
in
non
nelle
la
sue
sei scellini
tutti
zione, egli lavorerebbe per
lavoro
,
e
la
il
tre quarti
la differenza
rimunerazione
dei
Yeggansi
uffici
che e
soldi
pagato a
necessari
hanno
diversi
richiede i
salari
mezzo
a
prezzo cosi
alla
fabbrica-
con un cone quattro
che ha luogo nella quan-
che un solo operaio potesse fare
tempo che
dieci
operai
a lavoro
signor Dabbage stima che costereb-
di
più
che non costano
Nella fabbrica degli
sarebbe anche maggiore
i
spilli
abilità,
dei suo tempo,
alla perdita
nell' ifmtesi
la divisione del lavoro.
—
gli
di spilli, nello stesso
bero tre volte e
scellinL
di
alla differenza fra tre scellini
Senza riguardo
riunito possono farne dieci,
giugne ,
quali
ciascuna parte di essa
da quattro
una parte
.sumo giornaliero, equivalente
una libbra
dilfurenza
tale
giorno, e se l'operaio eh' è
elevato, dovesse eseguire
tità del
in
manifattura degli
della
impiegate, variano
soldi e mezzo.
i
e sufficiente forza per
lasciano a quelli che non sono idonei per
si
diverse parti
al
e coloro
coll'essere impiegati uni-
quantità esatta di abilità e di forza eh' è richiesta,
L'operazione
più.
delle persone
mercè
utili
La produzione ù miglioro, quando
è impiegata e
;
difficile,
molto più
intanto che le operazioni, di cui gli operai in-
;
sono capaci,
feriori altre.
lavoro più
del
parti
le
;
al
presente,
aghi, egli
ag-
dappoiché in essa
impiagati varia da sei soldi a venti
l’rincipj
di
economia
di
Staart MilL
—
Co.vrosTi.
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ii basta a provvedere a’ loro bisogni.
cevono
Sin dalla fanciullezza
educazione più accurata
la
viene
e
,
coltivato ogni sentimento sublime, rimossa
perturbatrice
;
menomamente
concesso
Ma
d’altra parte
avere un
d’
possono viaggiare per propri
ogni impressione
musica maturano tutte
la ginnastica e la
facoltà corporali e spirituali.
ri-
animi
ne’ loro
ad
le loro
non è
essi
Non
proprio.
interesse
nè servirsi di oro ed ar-
affari,
gento, nè possedere beni in particolare.
Lo stesso vincolo
di
famiglia è infranto per essi. Le nozze sono sante, dice Pla-
ma
tone,
e dei
che
santissime quelle ebe sono allo Slato maggiormente Perciò conviene introdurre
proficue.
figli,
la
comunanza
riguardi
soltanto
e
lui
non anche
questa classe deve comprendere tutte valore, la prudenza,
le
tutti gli altri.
natura
deliberare,
ad
destinala
Ma
l’amor patrio, ecc.
la benignità,
Cosi
virtù più sublimi,
scuna di queste virtù deve prendere c mantenere fu per
donne
delle
aflìnchè a nessuno resti più alcuna cura e desiderio
il
il
cia-
posto che
La intelligenza deve
occupare.
valore eseguire. Quella facoltà che dall’ Idea è
il
destinata a dominare deve comandare, quella che è destinata a servire deve obbedire; e bisogna
oltrepassando
la
propria
sfera
fc)
re
in
indirizzate i
sapienti
modo che nessuna
invada quella delle
necessario che sia tenuta questa misura, e
le
altre.
È
sparse attività
ad un termine unico; che stiano a capo dello Stato
—
cioè coloro
cupidigia di denaro o di
i
quali
non
piaceri,
nè
si
lasciano
temono
la
muovere da morte;
ma
che forniti di energia spirituale, ricchi di memoria ed intelligenza,
intendono a conoscere ed effettuare
il
Bene; che non
cercano l’apparenza,
ma
rauLibili c fugaci,
sforzano solamente di conseguire quello
si
la verità,
ed elevandosi sopra
le cose
che sta ed è eterno. Costoro compresi dalla grandezza deale,
ed incapaci
di
egoismo,
dell’i-
saranno come l’anima, che
informerà col ritmo della vita tutta
la
massa della comunità.
3
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i2 In quelli
a loro,
assolve e
si
si
compie
ha, per cosi dire,
si
perpetua e piena
Stato che essi compongono,
Bene rappresentata da
e molteplice
,
adorano
uomini
gli
si
ma
aduna
priva Il
idea del
la
giustizia dello Stato, è piuttosto la
poiché ciò che distingue
;
quella divozione
di
quello.
Ciò che Platone chiama
è questo: nel Bello
siano soddisfatte.
Stato Platonico ; guardando
imagine
entusiasmo, onde nella eccellenza dello
di
bellezza di quello
lo
la
la ricchezza
il
Giusto dal Bello
d’una esistenza varia
che
coscienza c senza
di
Giusto invece conferisce
le
parti
ad ogni essere
una sussistenza propria, una interna soddisfazione e un movimento indipendente, acciocché anch’esso a sua voltaentricome
un
tutto, e
non
si
sua
felicità,
infatti
si
attui liberamente nel tutto
sua libertà,
la
destinati che a servire, della sua costruzione.
come
livo,
tutte
le
meno
esistere
di
Ma
ciò
la
stessa sua morale
perfezione;
questo Stato non esiste che per sé stesso, perché appaia
sua nobiltà e magnificenza, e
la
maggiore.
trova nello Stato di Platone. Egli sacrifica l’uomo, la
come
i
cittadini
semplici
Quindi egli ha
il
non sono ad
membri
altro
alla bellezza
carattere rappresenta-
cose belle; é un’opera artistica che sembra,
per
le
sue
proprie
parti,
che per chi
la
contempla.
Ma
é legge eterna e necessaria,
per vero che sia,
un non
altro, fa
se
che ogni sforzo umano,
adoprandosi separatamente nc offende
riesca a distruggere
anche
sé stesso. .Appunto perché
alcuna stima degli interessi deWindìnduo, Platone non
può raggiungere travaglia,
il
punto più
alto, pel
quale principalmente
si
vogliam dire l'interna armonia dello Stato.
Platone vuole altresì che
il
suo Stato presenti un’armonia
più sublime di quella della natura, anzi l’armonia suprema. .Ma lo Stato
non può esser
come un regno
di
libertà,
tale,
se
cosicché
non
esiste
ad un tempo
la bellezza della
sua strut-
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13 non
tura
semplicemente come
esista
moménto venga
creata
nuovo
di
le stesse
cittadini
nè
ma
,
volontà
dalla
ciò
quasi ogni
reale
degli
rendono impos-
Imperocché non vicn concesso
istituzioni.
nè elezione
diritto,
natura
essa#Ora
individui, mossi ed ispirati da sibili
la
ai
alcuna maniera ; a ciascuno
di
è assegnato un posto, al quale egli devd stare, sebbene non
Non
possa.
vi
sua
tro la
ma
ha alcuna guarentigia della persona,
lamente delle altitudini naturali che volontà
per
;
modo che
so-
ella possiede,
anche con-
a dir vero
quello che
,
,
qui è guarentito, è solamente Tesemplare o l’ideale, al quale
conformano e servono utilmente
si
le attitudini della
Solamente pochissimi debbono partecipare r ideale che
rappresentano,
grande opera che
della
duce nello Stato. Platone togliendo alla classe de’ ciò
umano,
toglie
pro-
loro perfino la possibilità di sacrifi-
ha uomini generosi
non
si
magnanimi, ma uomini senza mezzi
di
a prò dello Stalo. Così
egli
produrre alcuno
ef-
L’armonia, come nota Aristotele contro Platone, non
fetto.
sempre
consiste nel toccar loro
si
rettori tutto
che forma l’oggetto delle disposizioni, del possesso e del
desiderio carsi
e
persona.
alla cognizione del-
si
accordino.
lamente che
lo
nella unità sia
la
lui,
molti che tra
è necessario non so-
come vuole Platone, ma che
Stato sia uno,
anche
ma
stesso tono,
lo
Eppcrò, secondo
moUiplicità
,
ed armonia. Esso dev’esser composto
per conseguire bellezza
uomini che scelgano
di
liberamente ed operino per propria volontà. Platone non am-
mettendo questa condizione,
fa
alla
felicità
de’
rettori
de’ suoi cittadini,
possa
loro assegnato, gile e
p.
c.,
essere soddisfatta
anzi
quando
perfino
i
suo Stato
il
Quando
lascia
malsana complessione, come
e sbandisce
che
si
feriore in bellezza alla natura,
non
si
resti
in-
non considera
egli
cura, se la classe
del
posto
morire
gli
che
egli
uomini
inabili a servire
lo
di
ha fra-
Stalo,
medici che loro prolungano un’ inutile
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14 vita
crede
egli stesso
;
cendo che quando
essere obbligato a giustificarsi, di-
di
tutto
il
si
conserva
un
e non cale di sapere se
e naturalissimo, stia
bene o nò, purché
Ma
perchè
si
abbia’
chiede che esista anche
una cura speciale
sacri cità e
non ad
— Ma
a ciò
oltre
ma
pertanto sublime ognora c bella;
mini non
possono
ma
ed
rozzi
interesse per noi
questione
;
Questa
debba
cioè
se
fezionare
il
guerriero come
tenza militare nello
nieri, lo
colare
così egli
si
esclusiva,
,
nell’
preferita
ma al
A.
virili,
suole
si
ninno è dato
condo natura, dello Stato.
di
ma
'luella
’ìi.'
guerra
diventare
cura di per-
di sviluppare
ciò
il
po-
stra-
gli
perfezione;
una
direzione
acquistare le
perparti-
una più
donne
alle
patria.
e
che
deve,
come uomo
soltanto ciò che riesc’® ^ maggiore
Cosi non solo
la
primo modo contrad-
l’altra
qua.'“^o segue
alla
perfezione
la
grande potenza. Anche più assurd. “ ^ l’educare occupazioni
sé d’ alcun
in
animo umano contro
a pr,.^muoverc
umano,
spirito
ed
fa
uomo
Siccome
i.Slato.
dice l’odio natura lissim,"*
chè
non è
nasce da essa una grave
essere
uomo, o quella dello Stato. Platone non
dell’
volere che
di
verso quei della
cani contro gli stranieri,
istituzione
ma nondimeno
;
degli uo-
un’ indole dura non conviene in nes-
senza considerare che
sun tempo 0 luogo.
come
ostili
non
e resta
,
istituzioni
suoi guerrieri siano educati ad esser miti
stessa patria,
potenza della
la
cadere nell’assurdo. Aristotele biasima Platone i
feli-,
processo inesorabile senza
questo
imitare
le
ri-
con-
rigori platonici
i
esseri viventi
gli
si si
miri a questa stessa
sono assolutamente senza bellezza. Certamente natura procede distruggendo
Stato,
dello
degli uomini, e le
quale
la
,
perfetta
felicità
la
altro fine.
effetto necessario
una qualche classe
Stato corrisponda al suo esemplare.
lo
immagine
l’
buona condizione
in
e prospera, la felicità d(gli individui è
perfezionamen
se-
utilità
*®
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45 uomini
a quello dello Stato
sacrificato
è
delle relazioni e delle
-destinava natura.
le
ogni interesse
Il
quali
le
debbono ne-
adempire
lo Stato,
poesia sbandita
la
;
piccole,
le
anche quello
il
fine
a cui
vincolo di famiglia è rotto per evitare
particolare
imitando tanto
,
quanto
le
perchè essa
che
bisogno allo Stato platonico. La unità e
fa di
connessione di
non servono a
di questo' Stato
;
la perfetta
togliere la
mancanza
sforzi generosi c sublimi, c la profanazione de’rapporti più sa-
Lo Stato Platonico sarebbe più
cri.
alla bellezza
e all'
entusiasmo
bello, se intendesse
ma anche
,
buono, secondo
umanità.
Poiché
essere di
una bellezza anche maggiore
spirito
informa
cioè
necessità
la
il
Ma
lo
mini
queste
tutte
r individuo verso
di lo
vera e
per la legge;
razioni,
mento
del bello.
— Un
alto
della vita pubblica,
ed illimitata devozione del-
un’ assoluta
Stato, senza alcun riguardo a sè stesso.
i
consolante
ma
coscienza
suoi adoratori e
quella
la legge è per
politica di Platone
verità
non solo
libertà e alla
stesso Platone, deve
lo
istituzioni
come un simulacro senza
è più
alla
Stato, oggetto di questa devozione, sovrasta agli uo-
controcambiare
la
,
grandi cose, non è atta
render l’anima pura e disposta a conformarsi alla legge
a il
tendenze umane,
meno che
cessariamente, non
ma
,
sentenza:
ruomo
Li
»
!
quale non può vederli.
« L’
Quanto
uomo non
è
— Ciò non ostante
rimane, come tipo alle seguenti gene-
alle quali alcuni punti della
mostrano
il
,
nemmeno
retta
via.
positivo delle facoltà,
la
sua dottrina splendidi
Questi
punti
sono
lo
di
svolgi-
bellezza della forma e L interno
sentimento ed entusiasmo, riconosciuti come
le condizioni
ne-
cessarie della vita pubblica.
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.,
SEZIONE SECONDA
ABiSTOTELE. Principio fondamenlale d’ Aristotele politica io
— Confronto con — Valore
rica
— Spiegazione
dell’
La Idea platonica non
esiste ancora,
e solamente
Platone
l’
lo spirito
che è
la
a
Bene
deve
rivela esistere,
anticipato
che
dote particolare
di
stessa
Ma
le
si
conferisce
questo intuito,
manca ad
aristotelica
leggi che visibilmente
esistenza di quello.
Per
ha
Aristotele.
lui
la
percezione
la
presentimento e
non è una forma liberamente
di
sono
certa
entusiasmo. il
mondo,
mantengono
si
Il
tale
e reggono
causa c la misura del giusto
ideata,
la
quale sovrasta alla
come qualche cosa avvenire, che non è ancora
giunta e forse non
raggiungerà mai;
ma
sihhene
la
rag-
stessa
cui vivace istinto produce le cose senza coscienza,
Natura,
il
come
condizioni e relazioni
le
Elhos
un ohbietto avvenire; ella
di Platone,
fondamento della cognizione
realità,
l’
costui è neccsMrio di derivare la notizia del giusto
e sicura, senza bisogno
la
natura e
una qualche cosa, che
conoscere esso Bene.
dalla realità concreta, della quale
quale è, e
e processo della sua
fra la
e della cognizione empi-
opposizione fra Platone ed Aristotele.
del
ma
intuito
abilita
Laonde a
— Principio — Rapporto
dell’ intuizione ideale
generale
zione, la quale
si
umane. È giusta quella
conforma a questo
istinto.
Usuo motto
è;
istitu-
«Nis-
suna cosa può essere buona ed eccellente, che è contro natura
»
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47
Epperò e
morale
egli deriva la legge
contenuto
il
di
dall’
elemento naturale
quella è uno e medesimo
col
;
contenuto della
natura, se non che è attuato da esseri dotati
libera
ele-
sè stessa
una
di
zione.
Pare che questa
proposizione contenga
in
contraddizione. Perocché la natura opera con forza irresistibile;
dove
manifesta
si
il
suo istinto non è possibile alcuna scelta, e
però nessuna legge morale. Al contrario dove è scelta e deliberazione e perù ha luogo la legge morale, avviene appunto per
questa cagione che la natura dà indietro e non porge più alcuna
norma. Oltre a
miche
ciò la
L’
tra loro.
natura eccita tendenze opposte e ne-
egoismo e
1’
sono entrambi opera
sacrificio
ralità richiede
il
la
,
sino
disinteressato
che
ed è certo
la
al
mo-
piu delle volte che sia domato qualche istinto
od impulso naturale.
due awersarj,
amore sua
Laonde
natura e
la
quando
,
moralità
sceglie
si
^
tra
questi
bisogna pensare che
vi sia un’altra legge, oltre quella della natura, cioè
una legge
che è tutta morale, fondamento e causa della deliberazione.
Ma
di
niera.
questa legge Aristotele non ha bisogno in alcuna ma-
Queste contraddizioi.i non sono fondate che quando
considerano la
in
e le azioni particolari. la
Ma
si
per Aristotele
natura, e la sua intenzione nel tutto.
una forza
attiva,
quale, manifestandosi negli individui e nelle cose particolari
una
serie di opposizioni,
nel tutto. di
effetti
universo è mosso e penetrato da
L’ intero la
gli
misura del giusto è
si
accorda nondimeno con sè stessa
La incosciente natura mostra dapcrtutto un
formazione, una tendenza alla conservazione,
all’
istinto
accresci-
mento, ed alla propagazione della esistenza; per esso vengono ad esistere e festa
anche
si
moltiplicano le creature. Questo istinto
r incalzante bisogno e tra loro
si
mani-
nella sfera degli esseri spirituali. Esso fa nascere
muove
gli
uomini ad unirsi c stringersi
insensibilmente; e cosi produce le
diverse
relazioni
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48 La natura cerca, quanto può maggiore,
sociali.
e la varietà delle produzioni
quantunque, quasi
tarsi,
quà e
là tanti esseri
ogni volta ginaria.
Per
e
dila-
ribelle al suo proprio fine distrugga
e mostri
esistenti,
sue formazioni
le
la ricchezza
vuole esplicarsi
essa
;
conforme
la qual cosa egli è
servare, mediante argini e ripari,
voler
di
risolvere
materia sempliee ed ori-
nella
natura
alla
pre-
il
mondo organieo
il
delle
piante dagli elementi rozzi e grossolani; ed è parimenti con-
forme
alla
zioni,
e a suoi prodotti nel
gl’
impeti
natura d’assicurare a quello istinto delle associa-
dell’
che spinge
1’
uomo
lusso, essendoché
ma r
mondo
È
egoismo.
certo
gli
Aristotele
le
naturale quello ricchezze
e
natura pose in quello certi
debbono unicamente
averi
alla propria conservazione,
Onde
istinto
il
sempre ad ampliarsi
tende
ogni attività
mostrando che
Stato (1).
un
a crescere di continuo
istinto universale della
mili,
spirituale, la signoria sopra
;
li-
servire
cd a quella della famiglia e dello
non ha bisogno
0 misura che sia fuori della realità;
di
alcuna regola
regola egli
la
la trae
dalla realità stessa mediante confronti ed analogie, essendo che trovi in essa
veramente vuole c versale non di
ubbidire o
tendenze ed
ciò
;
particolari cd opposti
E quanto
alla necessità c gli obblighi
l’
il
le
non sono quest’unia ciò che esso esige,
che esso produce, è chiaro
distrutti dall’
principio aristotelico;
della sua politica e
(I)
l’uni-
individuo è libero
Ethos (Ethos, mos),
piuttosto essere conformi a ciò è riconosciuto il
che essa
nò. Essa non è in sé stessa contraddittoria; istinti
che non debbono essere
desto è
ciò
che deve essere. Questa regola o
necessita irresistibilmente
versale che penetra ogni cosa.
quanto
come
riconosca,
l’universale c lo
da ciò
come
risulla
il
tale.
ma Co-
carattere
suo rapporto con Platone.
Nel primo libro della Politica.
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49 Egli comincia a considerare lo Stato senza pensare nè punto
nè poco fine
esaminando semplicemente come ed a qual
dovere,
al
natura costituisca realmente
la
ad osservare
si
fa
lo
Stato,
risalendo sino
E da
tutto
che
uopo
tal
la schiavitù,
villaggi.
i
l’istinto della conservazione
della felicità è quello che essendo, a dir vero, in'queste
ma non
unioni soddisfatto efficacemente,
questo istinto è
riduce a questo;
la politica si
servazione e della in
parte
esistono
da
esso
vengono
tuzioni ste
,
circa
ed
possono
soddisfarlo
ingiuste.
un
In
esso
a
oltre
,
parte
le
isti-
siano giudicate giud’investigazioni
giusto e l’ingiusto, apparentemente confuse e disordi-
il
nate, questo istinto è
il
filo
sicuro e la
norma
tamente. Dopoaver considerato generalmente miglia
come base
grado
di
quell’ istinto,
ad esporre
stotele passa
passa fra
il
dello
gli
unicamente
uomini per
conservarsi
indirizzata a questo in cui
c a
uniti
mente ingiusta qualunque
di quelle,
rapporti della fa-
dopo aver
il
primo
esaminato
Stato,
Ari-
prima
trattando
di
che
rapporto
cioè del
regnare e Tobbedire; perchè dio riguarda diretta-
la conservazione,
Poiché
giudicare ret-
p'er
altri sistemi politici,
propria idea,
la
costituzione
tutto della
i
dello Stato, perchè essi costituiscono
sodisfaziorie di
con la stessa norma sopra indicata
mente
che
,
in
,
che
ciò,
genere
tal
rapporti
i
da
formati:
con-
l’istinto della
tutti
indipendentemente
quali
le
,
le opposte
che cioè attui in
felicità si
soddisfazione
la
natura dello Stato. Ora tutta
fine della
il
e
prime
interamente, giunge
Laonde
nello Stato alla sua ultima perfeziono. di
egli
uomini a formare
gli
cioè alle più piccole ed
,
matrimonio,
il
deduce,
ciò
primordj
a’
elementari associazioni;
A
Stati.
gli
che muove
l’istinto
il
modo
di
insieme
ed
conseguenza
essere
felici
costituzione politica
scopo;
e ciò
la
costituiscono
devesi
,
,
dire
è
felicità. lo
Stato
assoluta-
che non
sia
specialmente
governo in modo analogo alla relazione di
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,
“20
padroni
e schiavi, esiste non già pel meglio de’ governati
ma
un suo proprio
per
vogliam
fine;
tali
Le
tirannide.
dire la
non possono essere
costituzioni giustd poi
che relalivamenle;
vale a dire, secondo le diverse circostanze, anche diversi sono i
mezzi che conducono alla conservazione cd
sono giusti solamente quei mezzi,
menano
Siccome
allo scopo.
anche
zioni diversi?, cosi
Quindi
essere diverso.
narchia sono
0 ingiuste, secondo che
può raggiungere
la
mo-
lo
scopo della natura in tutte
trova, possono essere più o
vigilanza
c
giusta,
e
non può esistere; perchè nessuna
condizioni e
le
,
sono tra
cittadini di quel dato Stato
una costituzione assolutamente
perfettissima in sè stessa,
Nondimeno
deve
giusto,
il
aristocrazia
onori, la nascita, la ispezione
gli
Epperò
de’ rettori.
1’ ,
governo, che possono esSere giuste
di i
c
circa quelle cose che loro principalmente im-
loro eguali o nò,
portano; cioè
sua volontà, ci:è
la
alla felicità;
quali nelle date circostanze
i
natura presenta delle condi-
democrazia
la
forme
tali
la
le
circostanze
meno buone
le circostanze.
in cui
lo
Stato
si
a conseguire quel fine,
anzi possono essere assolutamente le migliori possibili. Quelle istituzioni
debbono essere scelte nelle più favorevoli
poi che
circostanze, Aristotele le chiama assolutamente giuste, sebbene
ma
non esse stesse, le
rendono
perfezione
necessarie possibile.
,
Queste
come abitualo ad osservare
nella
sovranità
tali
condizioni
posseggano
la
e
qualità
circostanze
quasi
relazioni
della
che
maggior
assolutamente
nel predominio del celo medio; perchè egli
giuste consistono
è
quelle
la
tanto
giusta misura,
nell’ubbidienza, quanto
e perciò
da esso, più che
da qualsiàsi altro, devesi aspettare un governo pacifico, stabile, durevole, e sicuro.
Dopo aver riscono
così
all’ istinto
esaminato tulle
le
circostanze che
si
rife-
della conservazione, e giudicatele con questa
unica norma, Aristotele viene ad applicare una regola o misura
Digitized by
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,
24
più elevata
cioè
,
istinto della
l’
felicità.
A
questo istinto sono
necessarie soprattutto delle circostanze o condizioni esterne
vorevoli: buon terreno, buona situazione, buona allora solamente riconoscono
uomini che
gli
fazione consiste nella virtù, non già che questa apparisca a
come
ma
scopo per sè stessa,
stra che. soltanto
i
virtuosi sono felici, e che la felicità è
stessa
forza
spiega perehè egli considera esser cosa
si
stessa legge
si
cittadino,
la
che produce
vare
il
la
necessità
La natura, ed stenza fuori
il
il
mezzo
in
tutti
sè
gli
— Adunque
naturali
efletti
autorità
l’
e
la
è anche
i
doveri del
l’essenza della virtù.
suo fine ha, come l’idea
umano.
Platone, un’esi-
di
Aristotele perciò
bene che quasi per mezzo d’un’attività dello
mente nello
,
o morale giustifica-
regola delle sue istituzioni,
dell’ intelletto
all’obbietto, cioè
due estremi,
fra
distruggerebbero fra loro.
quella che comprende zione dello StJlo,
nella
conservatrice che egli osservò
essenziale a qualunque virtù che tenga quali altrimenti
fine
istituzioni, eccetto
costituzione dello Stato. Aristotele però non ritrova
nella natura. Cosi
i
il
regola della educazione, della
la
coltura della musica e delle altre pubbliche
virtù che quella
loro,
solo perchè l’osservazione dimo-
della natura. La virtù è dunque
la
fa-
difesa ecc.;
più alta soddis-
la
mediante l’intuizione.
spirito l’obbietto,
Ma
non può
come qualche cosa che non
ancora, come un avvenire; Aristotele vede proprio della cognizione aristotelica è
tro-
spirilo rivolta
Platone vede interna-
reale.
il
Il
esiste
mezzo
V esiwricnza, V osserva-
zione. L’ intuizione di
Platone è solo per sè stessa sulTicicnle a
conoscere
perchè egli non vede che
dell’
idea
il
,
giusto,
la perfezione.
può essere come
tale
la
Ma
deve prima paragonare tra loro
del le
vare r universale ricavandolo dal
occupato necessariamente in
il
contenuto
che Aristotele osserva
ciò
norma
una
perocché
giusto;
non egli
cose che vede, e poi troparticolare
continua
,
e però egli è
astrazione.
Non
Digitized by
Crtògle
,
22 pertanto quest’astrazione è usata da Aristotele nel suo vero senso, cioè nel senso negativo di limilarc, ordinare, fissare.
non dà
Essa ,
modo
alcun
in
questo contenuto Aristotele
che egli
che
,
Tessenza e
dedurre da un pensiero
Anche per
za.
la
stato
misura
loro
logico
ed
Nondimeno
,
lo Stato
entrambi
in
come
la
E
le
pregio,
loro
producono nelle relazioni e
fondamentale è
stessa;
(1)
avvicina
si
Perchè
si
membrare che
ma
una qualche esisten-
non
negli
filosofi
i
it
di
hanno
già nel retto ordine
che
reali
cITctti
esse
degli uomini.
greci la determinazione
ambedue considerano
perocché
civile,
apparentemente
comprenda bene il
come
giuridiche istituzioni
subordinati al fine della sua esistenza. in questo
libero
,
logica
come Platone,
non è già un sistema
nei sentimenti
primo nel convitto
il
cosi egli,
la necessità di
umano.
il
presente sentiamo
pensiero puro
fare astrazione dalle cose reali, e dal
conseguenza
nella
,
Ma
Aristotele la giustizia
ma uno
regole,
al
il
e la legge
sensibile,
cose (1).
la verità delle
rimangono sempre dal
vero che
;
nuove
dalle* osservazioni
riconosce
egli
da qualunque particolarità
si
È
ad ogni passo.
fa
dire di Aristotele
contenuto alla cognizione
il
ricava
lo
È al
e gli uomini
come
vero che Aristotele pensiero
moderno
pensiero dell'autore, conviene ri-
principio fondamentale della filosofia di Hegel è la
identità del pensiero e deH'essere, del reale e deH'ideate, del subbiettivo e deU'obbiettlvo. .Nelt'opera
Hegel
è fatto
si
sua intitolata. Storia della
si
rigirano
i
Hegel,
il
quale grandemente pregiava
di dimostrare
che
espresso da Aristotele nel sare di
l’unità del
modo
il
meno
sistemi filosofici
degni di essere riniemorati. A fortificare questa sua maniera
gegnò
filosofia,
a dimostrare che intorno a questa idea pià o
esplicata, e presentata sotto varie forme,
di
vedere,
genio di Aristotele, s’in-
subbiettivo e deU’obbiettivo
è
più formale. Questa maniera di pen-
Hegel intorno alla dottrina
comune, ed a quanto pare, da quelia
di
Aristotele
si
discorda dails
dei nostro autore. Cokfobti.
Digitized by
Google
23 specialmente
sue
nelle
contro Platone;
obbiezioni
una considerazione più accurata,
non
egli
ci
rende impossibile
razione. Ma
anche per
nè tampoco
governare
sia
,
che
gli
volontà dell’uomo non è
causa
la
lo
altri
di
esse.
11
povertà
la
eia mode-
beneficenza
a’ rettori la
lui la
instituzioni,
il
fine delle
più illustre deve
vogliano o nò; oltre a ciò,
dice, che se lo stesso Giove vivesse fra gli uomini,
egli gl’
la libertà per-
quando biasima Platone, perchè, mediante
forzata,
un
accorderebbero Nello
essi stessi.
cità
,
da
diverso
diritto
stesso
contro Platone
zioni
modo
quello
procede nelle sue obbie-
egli
osservando che questi sacrifica
e la perfezione degli uomini allo Stato.
come
tutto
il
è
primo rispetto
il
la
alle parti
ma
tempo,
la
e.,
Tali sono
tone
mano
per l’uomo,
adunque
quantunque
;
esistono solamente per i
cittadini pel
feli-
Poiché anch’egli
cosi
,
Stato rispetto a’ cittadini. Cioè a dire, le parti, nell’ idea,
non
che hanno
espone come pensiero fondamentale questa proposizione
p.
fatta
mostra asso-
si
lutamente diverso da quello. Sembra che voglia sonale,
ma
:
sic-
anche
lo
non già nel fine del tutto,
il
fine dello Stato.
punti che Aristotele ha comuni con Pla-
i
in lui
trovino in minor grado
si
,
e però
facciano minore impressione.
Ecco ora
in
che consiste
Questi riconosce uno scopo, ci
offre
non
può
la il
opposizione fra lui e Platone.
quale sovrasta a tutto ciò che
mondo
reale coi suoi fenomeni, anzi
essere
mai raggiunto da quello. Aristotele invece
il
non riconosce alcun dovere (Solien) cose,
come
0 con
che
senso
Laonde
le
consueto:
mente ed eccellenti «
la
,
nessun fine
natura manifesta
di essere
averlo già conseguilo, o col porgere
guirlo. il
ciò
,
i
come
(tOo,-)
pare,
delle
sua volontà,
mezzi
di conse-
sue obbiezioni contro Platone non hanno « ,
Queste
ma
non
intenzioni si
sono sincere certa-
possono effettuare
:
»
ma
:
Esse contraddicono alle condizioni della natura, e però non
Digitized by
Coogle
—
24 sono ciò che ella, sorgente
tutta
nè giuste.
sforza di
si
Da
»
ciò
nasce
carattere e del metodo della loro teoria.
la diversità del
Aristotele
Ethos, vuole e
dell’
non sono nè vere,
conseguire;
ha bisogno
d’
indagare tutto ciò che
la
natura ha
formato insino ad ora, ciò che da per tutto egli vede mutare
Le varie condizioni
e riprodursi.
uomini e dei loro negozi, le
sociali
differenze degli
le
,
fortuna e disposizioni naturali
di
loro relazioni determinate da avvenimenti anteriori,
desiderii,
tendenze;
e
istinti
oltre
a
funzioni
ciò le
,
loro
i
dello
Stato risultanti dal bisogno naturale, l’amministrazione della giustizia
loro
governo
il
,
distribuzione
forza militare
la
,
combinazione
,
infinita moltiplicità delle costituzioni:
carne
si
producono, e ciò che
cose che ad Aristotele
fa
questa conclusione: che
conforme
natura.
alla
naturali
la possibilità della
—
elle stesse
,
e
quindi la
aggiunto anche
tali,
producono, sono
il
le
mestieri di esaminare, per venire a
il
giusto è ciò
Così
si
può
creato la vera scienza politica, cioè de’ contrasti
,
rapporti
e
la
istituzioni
delle,
che
dire,
,
è
e
che
mantiene
si
scienza degli i
ha
Aristolele
quali
effetti
e
hanno luogo
da per tutto nello stesso modo o in modo consimile, ed hanno il
medesimo rapporto
colle tendenze e lo spirito di ogni tem|)o
e nazione, che le leggi meccaniche cogli esseri organici.
questa cognizione, indispensabile gliere
i
mezzi
atti
bisogno, secondo si
era projiosto.
cesso
delle
il
a conseguire
uomo
di
Di
Stalo per iscc-
l’intento, Aristotele aven-
suo principio, per giungere allo scopo che
— Questo
sue
all’
è
dunque
investigazioni.
Egli
il
fondamento c
non
fa
il
pro-
che disporre ed
ordinare ciò che è dato nella realità concreta, e ne trova risultato, di
ricavandolo da molte considerazioni isolate.
meno, con
il
Non però
tutta la precisione di questa ricerca e la verità
delle particolari osservazioni, sario di giungere
,
1’
ultima forma, a cui è neces-
cioè lo Stato,
il
quale deve corrispondere
Digitized by
Google
25 perfettamente intelligibile il
al fine della
natura, non riesce del tutto chiara e
L’investigazione aristotelica somiglia ad
.
quale, dopo lungo e superbo corso,
si
un torrente,
perde finalmente nella
sabbia. Platone al contrario non ha bisogno di tutte queste
cerche per trovare
come qualche
il
giusto;
quale
il
cosa più nobile ed eccellente
ogni altra, che
di
possa derivare dalla comparazione delle esistenze la
mente
del suo esemplare egli crea
mira che ad uno Stato,
una
si
egli
,
sembrare
Se, quanto alla determinazione del
pare tutta l’eccellenza
di Aristotele, egli
riesce spesso nello strano, anzi contraddice a natura;
nondimeno
è,
tutto
il
per cosi dire, circonfuso da un’aureola di mo-
rale grandezza,
(t)
non
Stato perfetto, lo vede tutto in
allo
e viva (1).
particolare, e in ciò
Pieno
reali.
nuove forme
volta; e lo rappresenta con tanta chiarezza, da
una cosa reale
ri-
dato immediatamente,
gli è
mondo
quale appartiene ad un
la
n giudizio che Vincenzo
Buono, dà rispetto a
F
iatone,
aftatto
di-
Gioberti, nella sua stupenda opera sul si
riscontra mirabilmente con quello di
Stahl. L’etica di Platone, dice questo insigne filosofo, si fonda nel con-
suo valore scientifico, perchè nessuna dot-
creto assoluto, e ne deriva trina è autorevole, se
antico, ideale,
che abbia perchè
il.
ha per unica base
le astrattezze.
\on
vi
ha
possedeva in
sommo grado
che nella Repubblica è chiamato l'occhio nella speculazione
un
templazione degli
astri.
officio simile
Imperò
l’Ente nella causa necessaria
dell’
quell'organo dialettico,
anima, e che esercita
a quello del telescopio nella con-
egli
immedesima
l’idea
con
l'Ente, e
ed assoluta, ponendo in questo
concreto reale ed ideale l'origine di ogni altra concretezza, ed cipio autoritativo di ogni giudizio. risalire tutte le discipline
contentano
filosofo
colto, al pari di Platone, la concretezza della verità
egli
sommo il
prin-
\ questo sommo concreto debbono
che aspirano
di essere semplici opinioni
;
al titolo
onde
di scienza, e
la stessa
non
geometria, e
si
gli
assiomi che la corteggiano, sono semplici ipotesi, se all’oggetto su-
premo
della dialettica
non
si
riferiscono.
— Co.^FORTl.
Digitized by
Coogle
,
26 verso dalla naturale consistenza e buona complessione delle istituzioni aristoteliche.
Da
doveano
così opposti principj
Ma
assolutamente contrarie. tenza, quella che produce
che
e quella
associazioni
assegna
devono
fine
il
Le condizioni
assoluta
,
in cui
trimonio e dell’
Ethos
diverso.
,
la ,
ma
quale
la
chiara la rela-
trova nella realtà, e
Ora
i
figliuoli
,
provvedere
di
modo
considerati a questo
,
patria potestà,
ad esso
però in
,
natura aclualiler, cioè
la
il
ai
ma-
una legge
non solo ricevono
ne impongono una
L’Ethos domina
la patria potestà si fon-
propagazione, nella privazione
sono da prima ccc.
si
sue libere
c le
fa
si
natura sono un fondamento
matrimonio,
11
nell’istintu naturale della
propri bisogni
ciò
Platone ed .\ristotele.
fra
prodotte dalla
necessario dell’ Ethos.
dano
Da
uomo
1’
a cui
indirizzarsi.
zione fra la natura e l’Ethos,
però anche quella
a conseguenze
essi riuscire
sono una sola e medesima pocondizioni naturali e gl’ istinti
le
modo natura
la
viene determinata e modificata dall’atto e dalla volontà po-
deH’Ethos ed ordinata
sitiva il
padrone
domina
il
a’ fini di
servo.
Cosi
quello
naturale forma l’instituzione tutta morale
anche
la
il
,
cosi assurda
richiede qualche
quello che
posto ancora che vi fosse
:
da ordinare 'la potestà dei
in
una legge
fanciulli sopra gli a-
questa potestà non potrebbe esistere realmente in al-
cuna guisa.
Ma anche
alle
vere esigenze morali pone
mite l’impotenza della natura terrena
come
si
Ma
suo proprio;
possa dare
conviene eh’ essa
viene richiesto. Per cs.
,
congiungimento
di essere
servo al padrone. Imperocché se
cosa dalla natura
dulti
nella stessa guisa
del matrimonio.
natura dà all’Ethos una legge subslanlialiler, cioè
quanto essa ha una qualità e un modo
come
:
esso dal
;
quella legge ora recata ad esempio, se non
riguardo a questo limite
,
un
li-
ed esse riescono false
anzi non intendono
hanno alcun
che a rimuo-
Digitized by
Google
“27
verlo.
— Però
condizioni di natura sono,
le
delle condizioni morali (etiche). Esse
grande catena, che
di poi viene
dello stesso Ethos.
Nell’ istinto
senza senso delle piante, potenza, che
sono
il
come
preludio
il
primo anello dclki
formata dal progresso storico
animale dei bruti
comiticia già a
in quello
,
manifestarsi quella
come moralità muove l’uomo
diverse epo-
nelle
che della storia a raggiungere una forma, sempre più perfetta di
vita civile.
— Questa è
la giustificazione d’Aristotele.
tendenza delle cose senza senso, egli eonchiude esseri
intelligenti,
La natura finalmente ha anche questo cioè
,
la
natura
nifestazione,
,
Dalla
al dovere degli
procedendo per gradi e senza interruzione. di
comune con
aH’esserc materia
oltre
dell’
f Ethos;
Ethos e ma-
mena
perù poco sviluppata, delle sue forme,
nei
rapporti etici, allo stesso ritiUlalo, indipendentemente da quello. L’ istinto di
natura è tale da divenire, solamente in virtù della
sua particolare qualità, un motivo determinante per
pimento
di quelle
esigenze,
radice di esso istinto. il
bisogno naturale
di
Se
che non hanno
gli
Eppure
Stato non consiste in questa
rore dei delitti.
Ma
la
li
ademstessa
la
volessero
si
aiutarsi fra loro
unirsi c fondare lo Stato.
della sicurezza richiede
uomini
l’
allatto
separare
muoverebbe a
,
ri-
la significazione propria dello
prestazione di aiuti.
pena pubblica, perchè
bisogno
Il
si
desti l’or-
questa pena pubblica, come giusta compensa-
zione, è fondata nell’ordine superiore del
mondo morale.
Questo è l’elemento comune fra Platone ed Aristotele
—
;
e cosi
eglino, intendendo a cose opposte, riesc-ono senza volerlo,
quanto
al tutto, allo
stesso risultato. Platone,
per l’armonia e la ric-
chezza del suo ideale, ha d’uopo d’una moltiplicità di forze, le
quali
debbono
essere
sostiene la gradazione la
perfettamente sviluppate
con Platone
e
;
però
dei celi. Questa gradazione Aristotele
conosce dal bisogno naturale la ricchezza della
,
e però
ammette
forma. Lo Stalo
aneli’ egli
platonico ink
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Google
Ì8 tende ad attuare l’idea del giusto, onde deriva come conse-
guenza
la felicità.
si
Lo Stato
aristotelico
non intende che
alla
e da ciò nasce anche la virtù. Platone ed Aristotele
felicità,
possono paragonare a due architetti; dei quali l’uno, men-
tre cerca soltanto di conformarsi allo scopo deH’edificio, senza
intenzione fa un’ opera artistica; l’altro invece vuole soddisfare
a tutte
mente
non può natural-
bellezza, e però
le leggi della
rimanersi dal soddisfare anche a tutto ciò
che è
ri-
chiesto dallo scopo dell’edifizio.
Entrambi riconoscono uno creato
ma
;
senza
l’
aiuto di quelli
;
manifesta nelle cose inferiori
della cognizione (1).
umana
gradi della cognizione
altri
:
il
e si
e cosi acquista la certezza delle
,
anche l’
,
conosce come esso
Aristotele lo
superiori. Questi poi sono
empirica
che regge tutto
spirilo unico
Platone crede di averne l'intuito immediato in un
superiore a tulli gli
grado
due modi unicamente veri
i
intuito
Questi modi non
si
separare l’uno dall’altro. Platone
ideale c
possono si
l’
|>erò
investigazione
assolutamente
serve sempre dell’osserva-
zione della realtà per elevarsi all’ideale, e se .Aristotele non
compreso anticipatamente dall’armonia ed univer-
fosse stato
salità dell’intuito,
che
non sarebbe
ciascuno de’ due
in
riuscito a questi risultati; se
filosofi
l’uno e l’altro de’ due
non
modi è
nascosto, per cosi dire, nel fondo della cognizione. Cosi l’uno
manifestano precisamente
c r altro
si
filosofia
c di questa guisa fan fede dell’ unità del loro og-
getto,
;
ma
non però meno
modo empirico pare
della loro propria insuflicienza.
più che suflicientc e
neU’andamcnto tenuto finora dal Klimax,
(t,
pirica
Non ò nemmeno bisogno non
st
eli
vi
la
il
sicuro a trovare,
legge del suo pro-
ricordare che qui la cognizione em-
prende nel senso ordinario
passiva, senza che
dal principio della
fin
domini e inmetri
d'iina pere^ezione l'
puramente
intelletto.
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29 grosso, e cosi determinarne
i
gradi futuri. Se non che
pro-
il
gresso nella natura non è simile ad una linea retta, in cui con
due punti
seme e frutto.
determina
si
una pianta
tazione di
tronco
il
È
certo, che
dente
il
contrario
simile alla vivente vege-
guarda solamente
della quale, chi
inferire quale
comprendesse
chi
dovrebbe sapere anche
ma
terzo,
il
,
non può
,
fine.
il
il
fiore
men
è
ci
il
il
vero ed evi-
che cioè noi non comprendiamo
:
senso del principio, appunto perchè
ed
senso del principio
il
Ma non
sarà
è occulto
il
questo
Da
fine.
ciò
viene la totale incertezza, e spesso l’inversione dell’analogia
Ogni tutto nella natura è maggiore delle
aristotelica. «
Da
conchiude
ciò egli
mo.
>
fica,
Ma
agli
uomini.
non
sia
il
anche
in ogni tutto naturale
dònno moto
uomini
gli
l’istinto
E
quale
,
ehi ci assicura, che
come
dice
Dei? Perchè la natura
Aristotele offre
non esistono certo per sé
,
si
egli
median-
lo Stato,
diventa simile agli
stessi,
ma
per un altro,
una
istroinento
sfera
i
quali
Aristotele
come istromenlo
può conoscere c decidere se
gnando ad un semplice
lo vivi-
più alta destinazione
la
conservazione della famiglia.
comparazione non
che
nello Stalo per
non già questo
istroinenti per ogni cosa,
crede che la schiavitù sia giustificata, rio all’esistenza c
;
allo Stato,
perfezionamento dell’uomo senza
il
parti. »
Stalo è maggiore dcU’uo-
lo
viene dal tutto stesso e non dalle parti
converso
te
Anche
«
;
Ma
necessa-
da quella
lo spirito,
asse-
inferiore,
non
ne escluda appunto per questo l’esistenza dalla sfera superiore degli esseri liberi
;
qui dunque è l’errore in cui
tanto celebre difesa della schiavitù (1).
(l)
Ecco
il
ragionamento, o meglio
stificare la schiavitù
contro natura.
Il
:
«
l’ubbidienza
i
fonda la
vero che essa non è
sofisma di Aristotele per giu-
Conviene esaminare se
ragionamento ed
tione. 1,'autorità e
il
È
si
fatti
la schiavitù
siaun fatto
modo
della que-
solvono
il
non pure sono cose necessarie
;
ma
Digitized by
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30 tempi moderni
affano riconosciuta nei
ma
;
ragionamento
il
ricavato dalle esigenze della natura, è stimato però sempre da molli
come
grado più alto ha sempre una legge
infallibile. Il
lutto nuovo,
un genere del
di
appunto perchè è più
ma
ricchezza contiene certamente la povertà,
comprende
la
Laonde l’osservazione
ricchezza.
terminare c confermare
grandemente utili. no
destinali
scelta
la
Per
stessa la vera cognizione.
.Alcuni esseri, dai
ad ubbidire, alcuni
ma
,
non procurarle da sè
momento
altri
anlc-
mente a de-
la
qual cosa, acciò
la
La
alto.
povertà non
de’ falli
può sollanlo guidare
loro progresso
riori e del
la
si
conosca
stesso che nascono, so-
a comandare, benché con gradi
diversissimi. » «
Da prima
runa
fatta
l'essere vivente è
per comandare,
composto
l’altro
di un'
le
anima e d'un corpo,
per ubbidire. .-Unieno questo è
voto de'la natura, che bisogna studiare negli
e.s,seri
il
sviluppati, secondo
sue leggi regolari. Conviene dunque, dice Aristotele, riconoscere da
prima
vivente l'esistenza
nell' essserc loro)
mini
il
meglio
si
natura medesima beri, differenti
da
si
il
corpo è inferiore
(tale è la condizione di coloro, il
migliore partito che
perocché ha
fatti
i
quelli degli schiavi; que.sti
i
può
di
un padrone.
la loro diritta
doli agli uflìci della vita civile,
della guerra e quelle della pace.
— La
corpi degli uomini
ha
fatto vigorosi
cicnti alle opere grossolane della .società, quelli per l’opposto
incapaci d’inchinare
si
ò schiavo per natura. Per simiglianti uo-
è di sottomettersi aH’auloritù lo vuole;
all’a-
pres.se
,
ha
li-
suflì-
fatto
statura alle aspro fatiche, destinan-
che per
essi si
parte tra
le
occupazioni
»
Digitized by
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31 quello che deve essere o sarà
percezione immediata, perchè esso solo rende cose anteriori alla sua esistenza, e non è da quelle
tale è
;
ideale.
l'intuito
una
è necessario di averne
,
Ma
,
intelligibili
questo
è
intuito,
dono particolare deirintelletto, e per sua natura non
le
dato
al contrario,
un
pro-
ci
mette che una scienza limitata. Se l’occhio non vede che per
mezzo
del sole,
meno
rivelargli. Cosi
non è
lo spirito,
«
somma
In
gli altri
non iseorgerà che quello che
la
pure se
facoltà
di
il
sole vorrà più o
lo spirito
riceve daH’ldea, che
conoscere
il
bene,
sua cognì-
la
riesce evidente che gii uni sono naturalmente liberi, e
naturalmente
scdiiavi
e che per questi ultimi
,
la
schiavitù è
altrettanto utile che giu.sta. »
Aristotele nella sua famosa teorica della schiavitù era stato,
meno
esplicitamente preceduto da Platone;
il
l’ordine degli artigiani, rispondenti alle tre principali
nima,
la
-
la volontà
od
il
cuore, e la
aggravando Terrore del maestro, differenza,
che
vi
Questa distinzione
il
facoltà dell’ aAristotele,
sensibililà.
stabili tra gli
ha tra l’anima ed artificiale
comechè
quale stabili tre ordini
governanti, l'ordine de’ guerrieri , e
distinti di cittadini, l’ordine de’
uomini
la
medesima
corpo sfornito d’intelligenza.
era la più cattiva applicazione che
il
fon-
datore della logica astratta potesse farne.
Ma non
bisogna maravigliarsi di questo sofisma aristotelico. La
schiavitù era al anzi
una
anche
di
tempo
un
di Aristotele
istituzione sulla quale
si
fatto storico quasi universale,
fondavano
gli Stati greci.
smisurato ingegno, a fatica può elevarsi
nione universale, e trionfare
tutti
i
un altro una
tale assurdità,
nella rimota antichità
addivengono
nell’ età
che
si
Ora l’uomo
sopra
dell’ opi-
pregiudizi del suo tempo. Per la
legge del progresso, la credenza universale di
potuto prestarle fede.
al di
un secolo diviene per
dura fatica a concepire, come
Onde Hegel ebbe a
dire che quei veri
occuparono seriamente
i
,
i
si sia
quali
più grandi ingegni,
seguenti balocchi da fanciulli. Non pertanto la
dottrina sconsolata d’Aristotele ha ritrovato de’ partegiani anche ne*
tempi nostri, e dura tuttavia in forma d’istituzione negli Stati Uniti d’America, d’altra parte liberissimi.
— Coufobti.
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32 zione dipende dalla quantità dei raggi, che ella invia airocchio
E
espande nei mondo.
deirintelligenza
fino
concesse ancora all’uomo mortale tutto luce.
può quasi
Si
ai nostri giorni
ha conservato
il
che un solo raggio
di
dell’ingegno più
non
filosofia,
si
ma-
è
questa luce. La storia dopo di
ma
fonda che egli non abbia presentito: servare
il
bidarono
splendore. Se ora l’empirismo e la intuizione ideale
lo
compenetrano, aumenteranno di
Nasce ora
la
cognizione
ci
:
dizioni di quella
appariscono divisi
— Ciò
;
,
anzi
ostili
l’attività reale
c quel che è più,
luce dell’Idea, c
si
fra loro ?
modo
contrario alle con-
come mai
Aristotele chiude
contenta del
Da entrambi
tura inanimata, fino al
si
mondo
ammette un
mondo, e
umane sulla manca
il
istinto,
l’unità di questi
modo
di il
Ma
sa-
l’ugual gra-
futuro cangiamento delle condizioni
il
terra; tutte queste cose essi
due elementi
zione, e la sua perfezione l’altro
fine.
che
della na-
progresso delle generazioni e delle epoche
oltre a ciò,
e ciò che essa deve essere
questo, che
imperfet-
supremo grado deH'umanità e della
adopera efficacemente ad un
dazione nel tempo, del
Come
spiega solamente pel difetto del carattere storico
si
nella filosofia greca.
si
ma
e concreta della na-
contemporaneamente progredendo daU’infimo grado
pienza,
,
perfetta.
donde viene, che questi due modi
tura, anzi in parte forma lo Stato in
gli occhi alla
nel grado
la cognizione
una cognizione imperfetta, una questione
mai Platone non interroga
to ?
non potè pre-
egli
suo ideale daH’ombra di alcuni errori, che ne intor-
non faranno
di
non
ella
quale fino
il
produsse pensieri più elevati, una vita più ricca e pro-
lui
si
ad ora
splendore della sua
nome
glorioso
sublime, che mai siasi consacrato alla nifestato
lo
che allo stesso Piatone,
dire,
;
;
;
non
le
considerano. Cosi
cioè la condizione data
in altri termini
,
la
sqa imperfe-
e però la parzialità dell’uno o del-
conoscere è inevitabile. Platone sta fermo a perfetto
deve essere.
Ma
per lui la realità non
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33 ha alcun rapporto con quello, perchè
una cosa accidentale e priva può apprendere nulla da
essa,
co’ suoi difetti apparisce
di chiarezza
nè
v’
:
cpperò egli non
è motivo di considerarla.
Aristotele al contrario sta fermo a ciò, che
il
reale
mette perfezione alcuna. Ondecbè per
lui l’obbietto
ed ultimo è appunto VimperfeUo. Cosi
egli
traddizione
:
la
natura
si .sforza di
cade
perfezionarsi
in ,
non am-
più elevato
questa con-
eppure ha in
sè stessa la legge di non poter raggiungere la perfezione.
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»
SEZIONE TERZA
I.'
ETHOS
DE' 6RECI.
Principio religioso dei Greci. Quindi idea antistorica del l'Kthos.
— Mancanza
—
Carattere oggettivo della
Abbiamo veduto che dritto di Platone
—
ed
Ethos esistente
dell' la
mancanza
mondo
del
e del-
— — Formazione libera degli — Mancanza del concetto del dritto personale.
della carità.
Oggettività dell’Ethos.
i
a
Stati.
greca.
filosofia
comuni
caratteri
quella
alla filosofia del
Aristotele sono
di
se ed estrinseca alla
|)cr
principio
storico
—
la
:
umana
causa
ragione
predominio dello
il
Stato sull' uomo, la cui fortuna, libertà e morale perfezione
viene a quello sacrificato. Soltanto ciò che hanno di loro questi
fra
sono,
due profondi pensatori, c l’opposizione
comune in
cui
antiche ed in parte colle mo-
in jwrte colle idee più
derne, basta a provare che questi punti della loro dottrina
non sono
ma
di
il
una
risultato di
serie particolare di ragionamenti,
una particolare proprietà del loro
spirito
—
della col-
tura della loro nazione.
Se
le
cagioni
che muovono
nella sua diversa attività in
condotte alla loro
mente
di
r intelligenza, e
Ora per
i
comune
considerare
le
un popolo
modi
origine;
la coscienza del
si
manifestano
è necessario
idee più elevate
Greci, gli Dei nella
e
devono essere
diversi,
,
che
ri-
principal-
egli
ha nel-
suo rapporto colla divinità.
loro personalità
non sono in
Digitized by
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\
35 veruna guisa
ad
sovrasta
i
supremi reggitori delle cose; e produce
essi
morale sta sotto
buono
l'
dei bello
,
gli
Ma
mondo
il
impero delle idee, ossia delle forme del del sublime.
,
cieco destino
il
avvenimenti.
destino e le idee
Il
senza
,
avere coscienza di sè medesimi, senza essere determinati da
nè determinare sè
altri,
mettono tutto
stessi,
movimento
in
e tengono Io scettro sopra gli Dei c sopra gli uomini. Questo
non è certamente
pensiero
più antico fra
il
pensiero primitivo dell’ umanità.
un altro,
narlo con
il
cumenti, tramandato vata
,
è tuttavia
anche
forse
fra
nuovo mondo
noi
come
non hanno
la
sua
della
sua onnipotenza: « Voi non dovete fare
solamente
io
sono
perchè
il
Signore
egli
e di-
»
Il
o
volle
lo
il
loro line.
suo vo-
il
l'impronta
male l’uno
il
bene ed lo
volontà
lil>era
umane hanno
ed istituzioni
Tutti gli ordini
all’altro, perchè
,
prototipo del-
fondamento che
altro
lere.
esiste
il
destini del mondo, c prescrìve agli uomini
precetti morali
ele-
comune
Dio personale è quello che
il
non è limitato da nessuna cosa, secondo ì
una forma più
in
sostanza della fede
la
l’uomo. Stando all’idea ebraica,
regge
il
parago-
di
che non credono alia loro origine
quelli
vina, può pretendere di essere considerata
I
non è
,
permesso
Ci sia
quale, conservato in antichis.simi do-
al
fra
tutti
proibì
male
il
giacché
,
soltanto l’Essere è quanto vi ha di più eccellente. Ora presso i
la
«
Greci
vi
ha una
credenza assolutamente contraria
vediamo espressa precisamente 11
bene non è bene, perchè
« Dei lo vogliono, perchè è' l’essenza
divina
in
prio del politeismo.
il
:
come
Eutìfronc di Platone:
vogliono
lo
bene:
modo anche
»
gli
Dei,
ma
,
ma
personalità stessa,
la
contenuto della sua volontà
potenze interamente separate
I’
gli
Questo è scindere
diverso da quello che è pro-
Vale a dire cke non solamente essa
divide in differenti Dei e
il
nell'
,
la
una
cosa voluta
il
,
si
volente,
sono due
dall'altra, stanti
da sè.
Digitized by
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56 e l’obbìetto del volere,
il
semplice prodotto, è posto al di sopra
del suo produttore. Imperocché quello che ai Greci apparisce
come
idea superiore a Dio, non è veramente
come
destino,
da quello che
altro
meta e
— Così
fine.
ha decretato, che ha
egli
ente libero e cosciente. Egli
è degradato.
si
mezzo a queste potenze separate, non paventa
più libero.
Egli
può da
volere, se
dire;
lui
lui.
r uomo
e r eroe
pieni di perìgli
stesse
s’
,
i
illustre
città natale
il
di
impe-
die
fatti gloriosi
il
Greco riconosce come
Cosi, secondo racconta
critica l’oracolo, per
i
consegnare
gli uccelli nidificanti
protetti
dal
aver dato alla
l’ospite
Per-
ai
nel sacro bosco,
nume. Da
ciò nasce la
che colla libera sua opera soggioga
,
e
debbono
gli eroi
1, p. S5, n. clix, edit. Firmin-Didot,
lib.
Cimeo
uomo
dell’
quanto
uomini sono sottoposti alle
a’ suoi Dei.
vile consìglio di
quali erano anch’essi
non
gli
,
e la misura che
,
ed oltre a ciò scova
grandezza
Dei
gli
Dei e
le loro sorti. Gli
Erodoto (Historìar.,
siani,
non
nè tampoco sdegnarsi
incoraggia ad intraprendere
perchè tanto
leggi morali
18àà), un
in
,
destino; perchè questo
il
pietà dell’uomo,
sua, osa anche applicarla
sua
un
l’uomo
è elevalo, ed è divenuto
Gli Dei poi sono dominati dalla stessa necessità
contro di
adempiere
Ma
di essere
non quello che non ha potere
non può muoversi a
,
si
come
prefisso
Ente supremo ha cessato
1’
il
libero destino, e quella stessa anima altiera ed ostinata di
Prometeo, che
si ribella
tere l’Orientale
agl’
immortali Numi; nel qual carat-
non vedrebbe certo
la
vera grandezza
,
ma un*
orribile cosa.
Ponendo
al di si
non
idee
sopra degli
smarrisce
intelletto,
storia altro
è
che
di
il
Dei una necessità
prodotto
potenza il
cieca e
principio
dell’azione.
senza
storico.
non sono, se non come una qualche cosa che
eterno ed
eternamente
;
in
loro
non
hawi
La
destino e le
Il
è
ab
deliberazione,
non azione, non progresso. Nel Giudaismo non
solo
i
de-
Digilized by
Google
37 stini
umani manifestano una
d^tini.
NegU avvenimenti
storia
r archetipo
tutto nasce
apparisce
di
,
La narrazione ebreo-cristiana nel
perchè esso è
ogni tragedia,
chiuso in sè stesso
relazioni
fonte
,
che
si
dell’Ethos,
stesso che accade
a
dairefletto reciproco
come un gran dramma meditato; come
na. Gli stessi precetti morali sono ideale
anche chi regge questi
dciruomo verso Dio, e dcirazione non meno
libera di Dio sopra gii uomini. ci
ma
tutto è previdenza ed apparecchio
una determinazione futura; della libera azione
complesso
,
come
,
formano
una
fuori di lui
la tragedia divi-
Non
storia.
norma
regola e
ma
;
evvi alcun
delle diverse
colui che è la sola
comparte ad ogni avvenimento, nel tempo
una legge sua propria ; perchè non accade
,
cosa alcuna in cui non sia presente la sua volontà. Jeova or-
dina egli stesso dove
una
— direbbero
debba esterminare, dove risparmiare. rifiuta
moderni, disumano.
il
esista
nondimeno l’Ethos
Ebrei non sarebbe compiutamente esplicato, anzi nèn
potrebbe mostrare quello che in esso vi ha di più essenziale,
mancassero
se
le prescrizioni
e
informano e costituiscono tutta pure qualsiasi storia
,
i
comandamenti
la loro storia.
piono tutti gli avvenimenti
,
e la
una forma del tutto nuova, e per brata.
La libertà
di
maturano e com-
si
lo innanzi
solamente adom-
nel governo e nella predistinazione divina, toglie
contraddizione della disuguaglianza fra
diceva nondimeno: «
gli
che
legge prende un’altra forma,
il
principio ed
e l’annunziatore della verità, mentre fondava
a compiere ».
individuali,
Epperò esso, come
non può esser esposto se non per via
narrazione. Finalmente nella redenzione
la
comando incompren-
— E quantunque
istituzione e legislazione stabile c certa,
degli si
i
si
anche chi
L’ira divina colpisce sibile
— Lo
io
spirito
fine;
ma
greco al contrario vede succedere
avvenimenti, senza essere indirizzati ad un fine;
perciò appariscono
il
un regno novello,
non son già venuto a distruggere,
come una continua ed eterna
i
quali
ripetizione.
Digitized by
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38 archetipi e con essi
Gli
di on-
queste furono rispuardate
come im'emanazione
introdotto
dai barbari
mondo greco ed anche
al
ro-
parla di libertà nell’antico incivilimento, non s’in-
tende parlare della libertà personale,
rispetti
la
«
sentimento della personalità,
nella civiltà europea, era incognito
le
possono ricercare,
si
giusto consiste
il
Fra tutte
Platone.
di
che secondo
zioni
del
Ora
l’idea
.se
compatibile con
gli
ma
politica
Stati greci,
della libertà politica, della di i
l’iatone (juali
si
era sotto certi
fondavano sulla
schiavitù e sulla conquista, essa è affatto incompatibile con gli stati della
moderna
Kuixtpa,
fondarsi sulla libertà
i
quali
del
si
lavoro.
fondano,
od almeno aspirano a
Kpperò sono biasimevoli coloro
i
quali, disconosciuta la natura dell’uomo e la differenza tra
e
la
nuova
civiltà,
foggiarono degli
glianza di quelli di Platone.
l’antica
ordini politico-sociali, a simi-
— Conpohti.
kk che
ciò il
male
che
debba bensì
si
Laonde per
ai nemici.
sauro)
il
nel senso
dritto
Platone, esaminando più pel sottile questo prin-
trova
cipio, vi
di scoprire in queste parole
Romani, c quindi
dei
tribite
Ma
moderno.
Crederemmo
spetta ».
gli
sauro cuiquc
le
bene
far
agli
amici,
non intende già una cosa
l'uomo a suo talento
di cui
disporre, appropriarsela, o rimanersi dal farne uso;
possa
una cosa che
lo
concerne
non può essere
nemici
;
e però non è
il
male
nemmeno
dritto
secondo
tutelatrice,
la regola
del
diritto
romano,
compensativa.
la
Questo è
il
carattere oggettivo dello spirito greco: l’Ethos ab-
braccia tutto quanto
il
mondo
oggettivo, e richiede
perfezionamento deH’uomo individuo,
na
somma, non ha luogo
ricevere del bene. Qui, in
la giustizia
ma
dritto dei
ma
secondo una norma di-
di necessità,
versa dalla sua volontà, anzi contraria a questa. Patire
degli amici
ma
(tioos^xo.
parole « ciò che spetta »
attività
non deve
Fai
il
non già
il
suo proprio, e l’uma-
nessun punto esser determinata sempli-
in
cemente dal proprio volere, ad esso sovrasta.
ma
ma
universalmente dall’ordine che
stesso carattere è nella scienza.
Tosto-
chè rintelligenza è travagliata dalla questione generale sulla cau-sa
e
delle cose, ella
sul fine
non
si ritira
in
nessun modo
nella propria intimità del pensiero, pci' trovare cosi la risposta
a lutto
che
ciò
esiste
nel
mondo
esteriore. Ella
si
rivolge
continuamente
al
grande abbietto che
che
la
circonda, e che ella apprende e raccoglie
l’universo
in sè stessa
be
,
sta dinnanzi
,
al-
con nativa contemplazione. Ella ricerca l’unità
e la connessione che in quelle.
le
è nelle
cose,
l’idea
che è
impressa
Ella non ha la pretensione e, volendo, noi potreb-
di cercare
una soluzione prima
di
considerare a ciò che
deve essere spiegato e compreso. Perciò
la filosofia
cede liberamente c piena di
si
vita.
Essa
greca pro-
appropria tutta la
ricchezza del crealo, abbraccia tutto ciò che avviene sotto
i
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45 occhi
suoi
nascere e
il
:
crescere
il
il
,
mutare e
perire
il
delle cose in tutta la varietà e mobilità, che è propria della
mondo, che essa ricono-
vita deU’universo. Epperò da questo
sce fuori della ragione dell’osservatore, doveva anche giungere
ad un principio del mondo medesimo,
fuoco, fine della natura cipio
,
idea.
una proprietà ed una
che ciò stima necessario
secondo che
quale esistesse fuori
Essa attribuisce a questo prin-
forza attiva
particolare,
alla spiegazione del
richiede
riflessione
la
il
ad un principio oggettivo: acqua,
della sua propria ragione,
do, e stando semplicemente
alla
secondo
mondo, e non
senza o.sservarc
sua propria natura
mon-
il
c
non
a quella del mondo. Nella moderna cosi egli trova
Da
ciò nasce
personalità.
il
il
filosofìa
il
pensatore
si
ritira in
sè stesso
;
principio soggettivo, la sua propria ragione.
formalismo.
Ma
egli trova in sè
E quando mmdimeno
anche
libertà e
vedesi alla fine costretto di
riconoscere di nuovo, l’esistenza sostanziale ed esterna, non la
potrà più considerare a
damento
modo
dei Greci,
come
nell’idea o nella legge di natura,
della libera attività di
ciò
che ha fon-
ma come
1’
opera
Dio
Digitized by
Google
.
APPENDICE
AL LIBRO PRIMO
(I
L'epoca del
ROMANI)
mondo romano contiene
della coscienza giuridico- politica
ordine giuridico,
il
:
morali, non può però nè piegare dei casi particolari
senso
subbicttivo
tempi
ai nostri
,
)
in sè
cioè tanto
un gran progresso pensiero del puro
il
quale, quantunque determinato dalle idee
quanto
;
come
il
nè cedere
ai
molivi morali
pensiero dei diritto (diritto nel
quale non
il
,
cioè
il
ci
apparisce ancora
come
pensiero del diritto che è per
natura proprio deU’uomo (tanto nel vero quanto nel falso significalo)
,
ma
semplicemente come quello del
cioè del diritto che
dico (1).
(1)
che
si
I
Ma nondimeno
l’epoca del
mondo romano non
Itoaiaoì signiGcai'ono la giustizia obbiettiva
deriva da jubere, parola di
opinione
dell’
diritto acquisito,
compete all’uomo, secondo l’ordine giuri-
autore che
i
comando
;
con
la qual
Romani riguardavano
il
la
ci
pre-
parola jus,
cosa rafforza la diritto, qual
por-
tato dalla legge giuridica, qual conseguenza dell’ autorità imperiante.
Per l’opposto, nelle principali lingue viventi, tiva vien siguificata
con una parola, che
si
la
giustizia obbiet-
riferisce
ad un’origine ra-
zionale ed anteriore ad ogni legge positiva.
Ed invero
nella favella
Digitìzed by
Google
hi senta ancora verun progresso della coscienza, intorno
menti ideali del diritto, vcrun progresso della I
Romani
tura greca. in questo
filosofia del diritto.
non fecero che appropriarsi
altro
Cicerone,
ramo
il
fonda-
ai
quale è primo fra
risultati della col-
i
gli
romani
scrittori
della scienza, attinse tutte le sue idee ed
principj da Platone ed Aristotele, senza
i
suoi
mai aggiungere un pen-
siero essenzialmente nuovo. Quello stesso pensiero che viveva
nella coscienza nazionale, cioè lo
egli
fa ne' suoi
in cui
,
non
e
si
accorge
filosofia
egli
non
nemmeno
Le ricerche che
trova coi Greci.
sì
di
scrìtti
diritto soggettivo,
il
eleva a cognizione scientifica
della opposizione
del diritto e di polìtiea (4)
trattano diffusamente soltanto delle due questioni
:
della esi-
stenza di una legge morale naturale, e della migliore costituzione di
uno Stato. Egli
sostiene,
come
già aveano fatto
Greci,
i
,
la esistenza di
una legge morale
chiama
italiana, la giustizia obbiettiva si
nell’alemanna
di natura {lex aelerna), special-
che va direttamente razione,
al fine; ciò
nella francese droit
la linea retta,
che rectum,
che debbe
salvo quella della cosa stessa
procede come
diritto-,
;
Rccht-, nella favella inglese rigkt.
Diritto, droit, Itrrht, right è io stesso
;
farsi
il
quale indica ciò
senza altra conside-
infine indica
che
il
diritto
a differenza del delitto che devia, che
procede per vie coperte ed oblique. Non dobbiamo dissimulare, che questa etimologia della parola jus, ripugna a quella che ne diede profondi.ssimo Vico,
il
il
quale derivò la parola jus da Jous, che in an-
tico significava Giove. Il
cavaliere Nicolini,
il
quale con felice successo applicò la filologia
alla legislazione, accettò cotesta etimologia.
dissima riverenza che abbiamo
teniamo bere,
all'
come
all’
opinione di coloro,
quella che ci
'1
Nicolini: prò. pen.
considerano qui specialmente
ttepubtica et
De
— A malgrado della gran-
autore della scienza nuova, ci atquali derivano ia parola jus da ju-
sembra più naturale e spontanea.
Vico: de un. univer. jur. prin. e (1) Si
i
le
— Vedi
— Conforti.
due opere
di
Cicerone; De
Legtbus.
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48 mente contro
lo scetticismo di
Cameade: ma
procede sol-
egli
tanto sui generali, affermando cioè che la morale sia qualche
cosa di vero e di sostanziale, e non e
non va
si
;
;
la esi-
che pure sarebbe
il
romano. Anche
romana
costituzione politica
particolarmente
giuridica naturale
stato di tanto rilievo al
prudenza
l’efletto della
sino a considerare anche
una legge
stenza di
sue ricerche sulla
le
fondano nella scienza politica dei
Greci, colla sola differenza che Cicerone, conforme allo spirito della sua patria, riesce a dichiarare che la costituzione mista
(poiché tale egli reputa la romana) è la più perfetta. tica degli stoici
maggiore
ha acquistato presso
realità pratica,
riguarda piuttosto dizioni
sociali
,
In essa
politica.
Romani
che una vera forma
lato della morale,
il
problemi della
i
i
il
l’e-
una
scientifica.
Essa
che l'ordine delle condiritto c della
del
filosofia
potrebbe notare soltanto
si
umanità universale,
Anche
piuttosto
il
tnoimilo della
quale fu applicato ne’ tempi seguenti^
particolarmente al senso morale (p. e. Seneca, Marco Aurelio);
ma nondimeno non nè
tica,
giunse mai ad informare nè
Per
la
c
losofici
qual cosa assai più importanti che politici
dei
delle idee del diritto, idee, e in parte tivi (1).
sono
modo
il
,
Vedi I
(2)
«
rotti
li
tomo,
1
giuriconsultl
generazione ,
le stesse
di
specialmente
Sull’ essenza del dritto
(1)
ni
Romani, pel progresso
gli
liberi
d’
sez.,
uti-
fi-
forme giuridiche
di
queste
intenderle dei giureconsulti posi-
nell’
romano
p.
scrittori
storico universale
Di ciò abbiamo trattato per disteso in
quest’ opera «
la vita pra-
modo, che ne venisse qualche
la loro dottrina in
alle istituzioni giuridiche e politiche.
lità
appendice »
(2)
,
al
altri
luoghi di
dritto privato
possiamo
e
perciò
393.
romani vennero descritti da Pietro Giorda-
uomini nuova
sotto mostruosa
,
ammirabile ;
tirannide
;
dotti
intrepidi
,
incor-
e sapienti in molta
Digitized by
Coogle
49 passar incontanente al periodo più vicino a noi, che
ci
pre-
senta delle idee scientifiche realmente nuove, cioè alla filosofia del
dritto nel
medio evo.
ignoranza universale; virtuosi e magnanimi in popolo abbietto e corrottl-ssimo; con. che oggidì è una parola segnata solamente da coloro,
così
una ve-
d’oggi
al di
si
non è opvivamente
separazione della d' ordine,
che o partecipano
è in-
essi stessi
a
questo difetto di fede, o non sanno rappresentarsi uno stato di cose diverso
da quello che
li
circonda.
Digitized
by
Google
,
SEZIONE SECONDA
SCBITTORI 6EBn« NICI. Tommaso
d' Aquino.
—
—
Elemento
aristotelico
Evo
Idea dell’ etica
—
Connessione di entrambi
L’Etica del medio evo
,
mente rappresentata dalla conosce
Tommaso
lex naturalis
gubemativa ragione
Questa
creazione (
arlis
,
Romani, e
lo
Ma
d’
Aquino,
ri-
oltre
ha
,
vel
qualunque
la
il
).
(
e
universi
governativa
in
dall’ antichità
lex (eterna
La legge eterna è
mondo,
totius
a ciò accoglie ancora
trasmesso
combina con quello. Perciò
distingue la legge eterna (
ordina e governa (
— allo
può riguardarsi esatta-
quale
la
concetto di una legge di natura
e spezialmente dai
ratio
Medio
essenziale
teocratico
suo principio supremo in un Dio vivente, in confor-
il
naturale
politica del
Dottrina
Somma dil.Tommaso
mità del suo fondamento cristiano. il
—
Elemento cristiano speculativo principio
medio evo.
del
spirito
— Il
risiede
in
nello
mente
)
e la legge
la ragione
spirito
divina
che
divino
existens).
sé stessa e in rapporto alla
natura di un’arte, di un tipo, di un’ idea
exemplaris, nel idea
),
nello stesso
artista esiste anticipatamente
il
modo che
in
concetto della sua
Digitized
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58 opera nico,
quale però vuol essere
la
(
non già
umane che
muove
essa
natura di una legge. Or la « partecipazione »
quanto riguarda
legge
la
dell’
meta
naturale
uomo a questa
la distinzione fra
il
dal
rapporto
in
stessa
alla
presa
qui
ma
dallo estetico )j
ha
,
buono e
il
tiva esiste diversamente nel regolatore
l’uomo
non è impressa
essii
),
la
non è che
altro
,
per
cattivo, o la
Ma
essa
non
perchè la ragione governa-
riesce uguale alla legge eterna,
(
azioni
altresi
legge eterna
impressione » della luce divina sopra di noi.
«
lato* tec-
alle
(
Dio
)
c nel regolato
uomo che
nell’
un grado
in
e in una sfera limitata, spezialmente nel suo stalo di deca-
denza.
Ma
tutta
cognizione e
la
vocazione
morale che
l’effclto di
quella legge
la
l’uomo ha da natura, non è se non eterna che è in Dio.
Ora
conduce a quest’altra questione
ciò
:
quale è
la
:
volontà di Dio in sè e nella sua sostanza non
è soggetta alla legge eterna,
Ma
tica cosa.
la
volere.
Laonde
gimento del
),
in
quello che egli vuole nelle
è sottoposta alla legge eterna, in
volontà divina è
la
ma
vera origine
Certo qui
di
in
un motivo
c
sapienza
si
a questo
i
risultato,
una
alla
regola
della
ragione
vede profondamente riconosciuta
divina
;
ma
però
si
volontà colla
viene con questo a
introdurre una inammissibile separazione, fra
volontà divina e
questo
ogni precetto morale nella ragione e nella
sapienza divina, ed altresì l’unità della divina ragione
di
sè e per sò stessa
relativamente alla creazione c al reg-
mondo, è sottoposta
est rationabils ).
la
è con essa una stessa ed iden-
esiste nella divina sapienza
cosa colla ragione,
(
ma
volontà di Dio
creature {circa crealuras
quanto che
rap-
il
Tommaso
porto di Dio con questa legge in lui esistente? Qui distingue
la
sostanza della
decreti divini; la quale nel progresso
che
la
mena
sostanza della volontà, cioè la legge
eterna che è in Dio, apparisca semplicemente
come una
re-
Digitized
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Google
59 gola
suprema
come un dato senza alcuna conclusione
,
che più tardi è realmente avvenuto. Ora questo è
;
il
filosofi-
,
camente parlando, tanto meno fondato,
in
maso non
sostanza della volontà
|>onc la legge eterna,
come
divina,
suo ordine cosmico
il
la
(1). In
a certi molivi
presso
ralio
(
coloro che ne fanno
veci
le
modo
quanto che qui Tom-
si
divino, ed
mentre
);
l’uomo è sottoposto
,
la
questo
decreto
interna libertà del
fatto
o
Dio,
ma come
viene a
menomare
l'essenza eterna e la santità di
subordinarla af-
a
come vedremo
,
alla volontà di
come
,
una volontà
ad
ap-
in
Dio, e quindi
di
senza
ragione e fondamento.
È rale
quindi evidente che in questa dottrina, per legge natu-
non s’intcndc
rale,
I'
trapposta alla legge
uomo
per
via
diritto posilipo.
Quindi
Tommaso
in
dal lato della sua positività
umana,
dritto
il
del
tratta
rapporto
del
nostro senso, c non può di
(t)
Per
la
più esalta
quest' opera, 2. (9)
ancora
Anche si
fa
così:-
tona.
nel lib.
ogni
la
è con-
perviene al-
Tom-
questo
umana
legge
solo
,
in
(
lex
quanto è
dritto è preso soltanto
contrappone
di
,
una
alla morale,
vita speciale.
positivo ,
col
ma
Non
naturale
nel
soltanto
del
precetto morale naturale, c
U'gge positiva {lex humana)
eli
questa
questione
si
non è
raffronti
1.
de reg, prfne.
distinzione
la
ma
esso trattarsi
intelligenza
lib.
lo
drillo
rapporto delle leggi positive col viene espresso
mo-
o vugliam dire della sanzione
,
e solo da questo lato ei
e non dal lato di un contenuto SI
il
,
:
e
Per
(!2).
terza legge
QuesUt comprende
).
umana
Dio
in
rivelazione
la
Se non che qui
nella natura
che è eterna
,
della
maso aggiunge ancora una fiumana
propriamente soltanto
Cicerone.
Etica in
immanente
legge morale che è
r
ma
dritto,
il
appunto come
fra
diritto c
lib.
t
cap.
lif.
si
vede che non
virtù.
6
Digitized
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Google
)
60 che l’etnanazione della legge morale naturale (secundum qxum disponwUur, qua
in particulari
non
è giustificata, se non
altra parte la legge positiva
prendere tutta quanta prohibere palesi
),
la
non omnia
è
vi
per mezzo
Ma
della morale;
umana
dell' autoritù
se a
Tommaso
morale e del
umana ed
che spetta alla virtù
per ciò
Così fra le virtù
pone come principale rendere a ciascuno
il
della
ha però un certo presentimento,
all’elemento specifico del diritto (epperò
subbiettivo).
Come
e del reggime penale.
rapporto alla legge e alla vita pratica
in
dritto,
sebbene assai indeterminato,
umane
egli
dal
giustizia, c questa per lui consiste nel
la
suo drillo con eguale misura
(
aqualilas
caratteri specifici di questa virtù della giustizia,
guenti, cioè
verso
gli
ch’essa riguarda e
:
altri (ad
perciò non
si
lo
comprende soltanto
fiat)
ed ha per oggetto
non comprende
considera, se non
le
la
quale domini
come oggetto
Il
giusto c
E
così
naturale
e
:
le azioni
,
o
esterne e non
Quindi
il
dritto ci
della virtù, cioè della na-
come cosa che ci
li
positivo;
particolare stia
la
da
una
dichiara
comprende ancora il
le
or questi sono evi-
come una legge
dritto ( jusltim et jus
c medesima cosa. dritto
umana
la vita
le azioni
passioni
propri del dritto.
tura morale dell’ individuo, e non
il
se-
i
alterum) e non le azioni verso sè stesso; che
tutti caratteri
il
).
quali la
i
occujja punto dell’intenzione (non considerato, qua-
ab agente
interne, e perù
dentemente
lato
annovera, ed anzi
distinguono dalle altre {proprium hiter rirhtles), egli pone
fra
la
dritto positivo
il
sfuggiva interamente la differenza
(cioè dal lato oggettivo), ei ne
non
vilia
differenza alcuna
non è che una sanzione parziale della legge morale,
altro
liter
per
com-
non può
) (
e
)
Ma
tale.
per la moltitudine,
fatta
non
Laonde
l’idea del dritto e quella
humana naturale
legge
perchè essa è
cui virtù è imperfetta. fra
quanto essa è lex
(
natura continentur
'in lege
in
sè.
sola
distinzione
vale a dire,
ciò
che
Digitized
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,
,,
61 spetta ad alcuno,
o per la natura della
da coloro cut appartiene, o
stato così stabilito è per lui giusto:
cosa^ o per
e quella
legge
della
tribunale (judirnm) egli non lo considera,
il
stituzione,
ma come emanazione
nemmeno
ed ordina 0
verso le
In quanto
uomini
altri
gli
azioni rivolte al
modo che a ciascuno essa è
giustizia
ed ordina
il
suo
il
(particularh).
particolare
un tempo
la
altre,
La
che
ogni
qiuetizi» legale altro
,
scopo che
poiché
le
comprenda
tutte nel
la stessa
il
quale è
cosa che
legge
la
(
per
le
virtù
celesti
il
fine
anche appellare
Essa perciò devesi
anche
scopo e
lo
terrena
non
)
bene comune. Nella stessa guisa
il
virtù universeralionetu
Dante
I
terra
in
et
Ili, p.
Italia,
in
henedirtio
infumi il
suii,mi pontipcis
forse fu Titigeguo più smisurato che sorgesse
Aligliieri
anzi nel
del filosofo.
mondo; ma mentre
tutti
riconoscono iu
lavori di parecchi scrittori, e specialmente
1
e del Giuliani, il
intesi
velame
a far rilucere la dottrina
quali
.\
la
i
l'
in
gran-
deH’Ozanani
diesi a.scondc
come Dante di
encomiano,
;
e
però
(lerchè cantò
dimostrare rpianto rUighieri fosse profondo nella scienza razio-
quale
di
unicamente
la
grandezza
melodia del paradi.so.
nale, basta rinieniorare
U
lui
la
suoi coetanei per concetti filosofici
i
s'ingannano coloro
con
filo.-
prevalga un’ altra
insi(!ine
principio
il
come
considerandoli
divisione fatta da PulTcndorf e
Wolf
Diritto naturale in tre classi di doveri, ed anzi limita la
del
sua disciplina dieUo
nendola
essi
in
soltanto
primo luogo i
dritti,
per
doveri,
dei
ma da
come
il
movimento
universale
delle
Kant, perchè egli già più volle sostiene
delia
,
specialmente
proprietà, sia in quella
Wolf relativamente Episodio,
che
ci
del
alla filosofia
ricorda
il
del
tempo
si
deti-
tratta
dedurre da
poi
modo
per tutto e a
principio decisivo nel drillo
Gundiing,
e
mlwali. Egli non
medesimi. Nello stesso tempo
dei dritti lui,
Tomasio
di
teoria dei doveri roattki
la
nemmeno
orme
le
principio
di
vede idee
anche
diritto
La
non
il
deduzione
sia nella
contralto.
in
conduce a
essere Ut volontà
teoria
è
di
che un
trascorso fra Tomasio
e
Kant.
Ma mentre stema perchè vincoli
a questo modo
del Drillo
naturale,
giustamente
che legano
il
si
si
sviluppava e prevaleva
non mancò chi
riconobbe
mondo umano
come
vi
si
si-
opponesse,
sciogliesse
a Dio.
il
Di ciò
lutti si
i
occu-
Digitized by
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Ì06 parono
mente
Seldeno
c Cocccio
non potevano nè
(1)
e
;
far notare l’intima
mondo da
questa separazione del
appresso
più
Ma
morale anche Crusio.
alla filosofia
relativa-
questi avversari
eagione deU’errorc e
Dio, nè tampoco darci
qualche teoria che ctonservasse quei vincoli c fosse ficamente soddisfacente.
Seldeno non vuol
fondare
di
una
scientiil
Dritto
naturale nella semplice ragione umana, perchè trova in questa il
difetto di
una
facoltà creativa, c mostra
opposizione che
1'
è nella ragione di diversi uomini e scrittori teorici, ed arguisce
da tutto
la
necessità d’un autore
Ma quando
sanzione del Dritto naturale.
non dice
londarlo,
altro
supremo e d’una suprema
che questo:
—
egli
fa
si
stesso a
legge naturale de-
la
rivante da Dio ha due parti essenziali, una obbligativa ed una permissiva; l’obbligativa consiste in ciò che patti c alle costituzioni
deli ai
si
debba restar
politiche, alle quali gli
anche hanno acconsentito come per contratto
minnm ciò
in
civililer milis slanduin);
formtUis
che
la sfera
lasciata libera
mini determinare in modo senso
(2);
dal patto
ma
tale
(
ex
la
siviplici
jaermissiva consiste
per
via del
forza obbligativa
hoinimm
mutuo
(I)
rum
comandino
inlìibere).
ciò
Seldenus de jure naturali et gentium IGàO c in ispccie Lib.
paucutac «
et
non nasce
mutuo consenso
in sè (ea' roiMcnsii
Finalmente per mezzo della rivelazione
I,
de principio juris natur. 1699,
(3)
che è libero
cap. 7 e
Ileiiricus
nelle
Cocceius
seti
poeto,
conslilulum sive
est,
diss.
sue Positiones
tirotianis prannissac.
Simutalque ex ejiismodi permissione quid ab hominibus
cocrcitum, vetituin,
la
ju.xta disciplinam ebraeo-
8.
e specialmente
generalissimac prarleclionibus
« serant ipsi sire
uo-
loro con-
ratione et cotisetisu),
dalla permissione di Dio che essi mediante
proibiscano, o
«
la
può anch’essa dagli
obbligatorio
nel qual caso però
come
si
fe-
uomini
(paclis oc regi-
ad
iltud in
deditione, sivr aliter,
sociatis
quod sic constnobservnndum
« obligalos esse, »
Digilized by
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207 scrittura
manifesta
ci
divine, che sono universalmente
le leggi
una parte
e assolutamente obbligatorie. Seldeno combatte così del sistema del Dritto naturale, gli
stessi
di Dritto naturale sovente di
scrittori
concedevano che l’obbligazione ha
damento senziali
in Dìo, c
innanzi tutto
che
pregio
patti
i
al
sono
i
immediatamente
quanto agli elementi
,
naturale:
ogni
fonte di
la
buon grado
suo ultimo (remoto) fon-
il
quello del Dritto
ha sugli
egli
gine divina di tutti cetti
suo risultato
il
coincide con
,
meno importante; mentre
la
es-
che
cioè,
L’unico
dritto.
è che attenendosi airori-
altri, si
morali precetti, può rivendicare ai prerivelati
grado
il
elevalo
più
,
mentre
contrario sono lasciati interamente da parte dai puri mo-
ralisti
razionali.
Cocceio nella polemica concorda essenzialmente con Seldeno. Kgli
non
trova nell’
sociaie
ragione una forza obbligalim
umana
meno
(sebbene ciò dica
,
e
esplicitamente) nel principio della vita
e pacifica un contenuto necessario dei precetti. La sua
propria teoria che contrappone a questa è più meditata e precisa di
quella di Seldeno.
a principio
perfezione
dell’
essenza
divini
(
non
—
non
e
solo
mezzo
pef
ed opere, e dalia
atti
vi
rivelazione), e da questo
zione della
mente
volere divino che Cocceio eleva
Il
deve conoscere dai suoi
si
di
alcuna men-
fa
si
volere
deriva diretta-
un patto o
una
di
deduzione da un principio semplice che deve in sè tutto com-
prendere
—
lutti
proprie azioni, cessità i
diritti
della
preeetti del Dritto naturale; la libertà delle
i
divieto
di recar
comune
fra
il
vita
chiarazione della
volontà
ereditario nei figli, l’autorità e si
gli
che nascono da quella,
il
,
danno
uomini gli
agli
,
ne-
communis) c
giuridici
la disposizione del stto
la patria potestà
la
altri,
(societas
effetti
,
della diil
dritto
la necessità dello Stato,
potere del sovrano. In questo senza dubbio Cocceio
oppose realmente aU’errore
di
quel sistema; cioè, a quel vezzo
Digilized by
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,
:208 di sillogizzare in ogni cosa e di fondare l’ordine giuridico nella
volontà e nel contratto umano; ed è senza ragione
che
gli si fece di
non aver dello
il
rimprovero
non quello che avea
altro, se
in-
segnato Putfendorf, perchè anche costui riconosce la ragione
siccome un’opera liazione fra
non
guire in
volere divino
il
(i
si
primo luogo manca quella conci-
suoi
atti, la
nei
comprendere
in
sua perfezione) e
i
ri-
contenuto di questo vo-
stessi
modo
opposizione
Tautorità
,
(il
sovrana
assolutamente poco
anzi
positivo,
di quest’ordine
e simili) sono intesi in
,
1’
,
ecc.;
ordine
contribuì a farlo
una maniera più profonda;
stabilito soltanto in
ed esalta, che
figli
non comprese
egli
elico c giuridico in sé
damentali
il
vede come dalla perfezione divina debba conse-
dritto ereditario
secondo luogo
tale
in
che Gocceio insegna essere
sultati lere;
il
Ma
di Dio.
tutto è
da
e gli stessi concetti
lui
fon-
concetto del dritto, della facoltà
una forma mollo meno soddisfacente
in
Grozio e nei suoi più distinti seguaci. Perciò al
fatUi
Dritto naturale
riesci
interamente
infruttuosa e inutile.
Le
altre obbiezioni
,
specialmente quelle che
e
gli
mosse
contro l’autore dello scritto, in quel tempo molto encomiato c
cricnza. Ondechè ogni nostra cognizione è una
cognizione sperimentale; e al di là deU’csperienza possibile
,
c
quindi delle cose soprasensibili, che non fanno alcun effetto nei nostri sensi (Dio,
la
libertà),
non possiamo avere
in generale
alcuna cognizione. .Ma v’è ancora di più! Anche questa nostra cognizione reale, c perciò la cognizione sperimentale, non è
vera
;
perocché
noi
1’
acquistiamo
soltantó pel
mezzo
delle
nostre due intuizioni sensibili spazio c tempo, e queste non sono
che pure forme immanenti (soggettive) reale (oggettiva).
Non
è già che
si
in noi,
senza esistenza
|)o5sa porre in
dubbio
la sus-
sistenza delle cose, anzi al contrario senza di essa noi non po-
tremmo
in
generale avere impressioni sensibili e
nemmeno
al-
Digitized by
Google
2H Ma
cuna rappresentazione (Vorstellung).
non è conosciuta, perchè
cosa in sé)
non esistono intuire,
se
nel
nello spazio e
non come
le
tempo
,
apparizioni
)
,
ma
oggetti del nostro sapere sè),
si
nostro
conformano
modo
somma
di
,
non
e
esistenti nello spazio e nel
nostre cognizioni non contengono
le
stazioni
vera natura
la loro
non
le
modo
possiamo
le
tempo. Perciò
che fenomeni
cose in
(
manife-
E
gli
oggetti
in
stesse.
sè
non
(naturalmente
al nostro
gli
conoscere, non
di
(la
cose (oggettivamente)
già
conoscere agli oggetti. Per conseguenza
il
la
è questa: noi non abbiamo nessuna cognizione delle
cose soprasensibili, e la nostra cognizione delle cose sensibili
non è vera, non
si
ci
dà che
rimedia anche col dire
gione teoretica, cioè, a conoscere
fenomeno, non
:
e perciò
dove
oggetti
egli
come
il
Ma
si
e del tempo,
ma
leg^.
cioè,
Esiste,
La ragione
che non esistono,
(azioni),
manifesta come dovere (obbligo), trova
fine,
senza
che abbia bisogno d’impressenza
mezzo dello
il
spazio
semplicemente ricavandoli dalle sue proprie in noi
un precetto del Bene, che non
viene daircspericnza, e che
ci
comanda
riguardo alcuno all’esperienza, cioè, piacere che ce ne possa derivare,
amore del bene:
lui.
pensiero in quanto che intende a
degli oggetti
sioni esterne sui sensi c perciò
è
cosa in sè.
Tutto questo vale soltanto della ra-
che esistono fuori di
gli oggetti
pratica al contrario, cioè,
al
la
del jrensiero, in quanto che egli intende
produrre egli stesso
questi
il
sarebbe un rinunciare a qualunque cognizione. Però vi
questo
«
di fare
al successo,
ma
ci
bene senza
il
all’utile,
semplicemente per
un imperativo categorico
».
E
però questa
una cognizione razionale pura. Da questo precetto assoluto
del
bene conseguono anche
puramente a
la
libertà,
l’
immortalità
priori; la libertà, perchè senza di essa
sarebbe assurdo;
quaggiù
la
V immortalità o un
ricompensa e
la
mondo
c Dio
un precetto
avvenire, perchè
pena non tiene dietro aH’adem-
DigitizedSjy
Google
212 pimento o
alla trasgressione,
il
che
deve esigere; Dio, perchè senza
ragione necessariamente
la
lui
di
la
ricompensa e
pena non potrebbero essere poste realmente ad gione pratica pertanto è zione razionale
(
ha luogo
in cui
sfera
la
realmente pura
effetto.
giudizi
la
La ra-
la cogni-
a priori
sintetici
);
e però per mezzo di essa solamente noi acquistiamo una scienza delle cose soprasensibili
sono
le
avendo
È
sole il
vere
,
e oltre a ciò le cognizioni pratiche
e sicure
,
mentre
cognizioni teoriche
le
evidente che questo difetto di veritù in qualunque
ricnza>
il
dubbio,
quale Kant pone
ma
suo sistema.
come fondamento, non
un'asserzione positiva c sicura, e
sin dal principio
come un
Quindi
,
non sono vere.
loro contenuto dall’esperienza,
è
ci si
cspe-
un puro
manifesta
carattere particolare e proprio del
conviene mostrare
da che mai
,
venne condotto a questa asserzione, perchè
Kant
sia chiara l'essenza
della filosofia critica. Il
motivo nel quale essa
tempo e
lo spazio,
ma
fonda
si
specialmente
è
,
supposto che
il
tem|)o, altro
il
che un' intuizione soltanto della nostra propria quale intuizione niente corrisponde neità della intuizione del
da
ciò;
che
il
tempo
sensibilità,
nell’ oggetto.
tempo Kant
il
non sono alla
Questa erro-
deduce, a dir vero,
la
non ha veruna esistenza
sussistente
ed inerente alle cose, e non è neppure un concetto astiatto;
ma un
tale
ragionamento circa un elemento particolare della
cognizione, è impossibile che sia
ma,
il
il
motivo interno
quale fonda una nuova epoca della
argomento Kant avrebbe potuto negare
filosofìa
la
.-
di
Con
un
siste-
lo stesso
verità e l'oggettì-
vità anche a tutte le forme logiche (principio e conseguenza
Assoluto). .Ma tutto ciò nasce da
che solo determinava Kant a ragionare
Se noi volgiamo
lo
sguardo
—
un motivo molto più profondo,
al
de’ cangiamenti, delle azioni, de’
in
questo modo.
mondo, vediamo da per fatti.
Il
tutto
nesso razionale però
Digilized by
Googl
«universale e necessario». Ora se Kant voleva
è immutabile
mondo che
questo
riconoscere
si
doveva
muta,
anche
ri-
conoscere una causa ed una connessione del mondo, che non
ragione c che
è la
perciò
ragione non può trovare.
la
Ciò
riusciva impossibile, perocché è contrario al supposto fon-
gli
damentale della
razionale.
filosofia
Ora se
voleva negare
egli
r esistenza delle cose che mutano, trovava anche questo impossible; di
perchè vedea bene e dichiarava che senza l’esistenza
queste cose non
potrebbe in alcun
si
modo comprendere,
per qual cagione noi ci rappresentiamo questo e quello c non sempre lo stesso (1), e che le forme del pensiero per sé cognizioni e di
ma
per esser
tali
un contenuto (2). Quindi non
il
nesso razionale
negare soltanto
stesse
lo
rimaneva che un unico espe-
d’inciampo, cioè,
la pietra
spazio non
l’altra di
il
queste cose:
basi egli fondava
ma
carattere mutabile il
suo sistema.
11
sono veri, solamente
perchè sono
le
forme della mutazione. Se non fossimo cosi crede
a queste forme,
di
un oggetto
di
c che le cose sussistono realmente,
è,
Su queste
delle ultime.
tempo e
gli
non sono ancora
hanno d’uopo
ammellere come certa l’una e
diente: cioè,
che
,
Kant, «le
costretti di stare
stesse determinazioni,-
rappresentiamo come cangiamento,
«
che noi ora
«
bero una cognizione, in cui la rappresentazione del tempo
« e
ci
dareb-
perciò anche quella del cangiamento non avrebbe luogo in
nessuna maniera (3)»; e allora noi conosceremmo delle cose.
dizione) di ciò
ci
non
ci
Ora
lo
spazio ed
tempo sono
il
la
vera natura
mezzo
di oggetti esistenti;
(la
con-
questa per-
può dare che fenomeni (apparizioni ). Per conseguenza
egli scioglie la difficoltù,
(1}
il
qualunque cognizione
negando insieme
col
tempo anche
la
Critica della ragion pura, p. 21U, 275
12)
Ibidem, p.
(3)
Ibid.,
p.
lite.
-
5Zi.
Digilized by
Gopgle
mutazione,
come
tempo
»
e tutto
come
causalità,
cosicché non
;
ci
un punto matematico
la
Questa ò
(1).
la idea
senza saperlo,
che investiga. Kant, vedendo
sicuro, nella sfera pratica.
esige che
i
come
pensiero,
Il
porta seco
nissuna rea-
la
come
in asilo
postulato etico,
suoi oggetti siano senza tempo, eterni, immutabili.
Imperocché questa é appunto tempi,
suoi
fondamenta-
la
questo risultato, crede di potersi ritirare
di
il
logici,
non acquista già per avventura
ma
investigazione,
nell’atto stesso
ai
stessa realtà,
la
restano che rapporti meramente
la lìlosofia razionalista
mediante
lità
negando
fatto, anzi
il
restringe e rimpicciolisce nelle pure leggi del pensiero,
si
in
che
le,
la
quella che non è secondo lui se non « ciò che riempie
che, cioè,
l’
come
idea presupposta
1’
Ethos non
sia
certa
che un sistema
di
pure regole logiche, e una tale idea non poteva, come quella del
nesso puramente logico nelle cose fisiche, essere contrad-
detta da ogni sguardo che si
zionale.
(1)
Questo
mondo; e però l’Ethos
rivolga al
nessun altro
0
doveva essere
luogo
il
di
Perfino la nostra funzione intellettiva « priore è secondo Kant
infetta i
si
poteva supporre come fondato solamente in un nesso ra-
perla mescolanza della falsa intuizione del tempo, cioè adire,
giudizi n priori, applicando le categorie
ad un oggetto
(
se
non ad un
oggetto determinato, nondimeno ad un oggetto qualunque possibile, pensabile
)
che dal
mondo
racchiudono una relazione
ha una causa
di
si
tempo;
a determinare
rebbe possibile,
il
giudizio a ciò che avviene
tempo; e quindi con dòsi nega,
cominciare cadendo fuori
i
i
rapporti reali delle cose,
principi, senza
ma non
i
le leggi del
ma
quali la hostra esperienza
mondo
oggettivo.
lativamente alle sue conclusioni supreme o idee;
non
in
unità
quanto
si
af-
solo per la nostra
Kant pone nella ragione stessa delle contraddizioni
luogo, se
dell’
anche questi nostri giudizi a priori non valgono
di tempo. Perciò
esperienza; sono
di nuovo
presenta alla nostra percezione
p. e.
» è fondato sull' unità di
che possa qualche cosa
fatto
sensibile
{
non
.sa-
Conforme a
ciò
antinomie
re-
le quali
)
non hanno
fondano sull’intuizione del tempo.
Digitized by
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,
215 conoscere puramente a priori, e perciò ottengono, acquistano da questo punto tà,
si
la certezza delle
che se ne
risultati
i
leggi logiche. Partendo
devono dimostrare Dio, Timmortalità,
la liber-
perchè siano sopra qualunque dubbio. — Adunque tutto questo
sistema venne prodotto dal postulato cardinale del razionalismo:
non
dà eangiamento
si
mondo
zionale del
sorta. Spinosa
di
Kant
reale;
sostiene
—
al contrario,
il
nesso ra-
perchè venuto
tra
più tardi e perchè spinto alla investigazione dalle ricerche della
scuola Wolfiana risolvere
tazione
arbitrio
,
siccome altro
falso e
che
,
risolvere
me
il
in sè
con
primo come Dio
come prima
,
ma
un
cerca
che
mu-
mondo
ragione in un ,
ed
dispone
lo
Egli
non. faccia
in esso
questo
autorità della
1’
perchè
questo.
di
abbandona
da sè col pensiero
crea
problema,
troviamo
noi
Perciò
ritira si
mondo empirico
il
una causa sui nel senso
dizionato) il
che
dappoiché
fatto.
,
si
egli
natura
alla
non è
— pensa,
problema,
il
c in cui
può
ordina confor-
assoluto (incon-
Spinosa, cioè, tale che
di
nostro pensiero contiene
il
rappresentazione. Questo è
secondo
lui
il
pensiero dcirinco»«lj.:iona/i7ò stessa co’ suoi caratteri essenziali della
universalità e della necessità.
Da
esso devono derivare
ed egualmente secondo una legge logica tutte ciò consiste
l’
Ethos.
Esse non possono essere
sun’ altra cosa; altrimenti l’assoluto
esprime Quindi
il
suo concetto,
1’
siero);
si
proprio
all’
uomo
principio o ragione del condizionato.
il
del volere. Cioè a dire, che
potere (morale) di determinarsi
rigetta
—
pure
quali sono
ogni motivo posto fuori del pensiero l’amore,
l’entusiasmo come interesse
— considerandoli come contrari
alla
morale. Quindi
gione esige le azioni calcgorieamenle ed assolutamente soltanto
nes-
non sarebbe più, come
appetito (e però secondo gli eggctli esteriori al pen-
secondo
razionale
il
postulato della libertà
il
venendo negato
azioni; in
le
l’effetto di
come conseguenze
di sè
stessa.
Il
bene ed
il
,
la ra-
cioè
male non
Digitized hy
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216 sono qualità, che precedano
ma
nascono solo
il
nostro pensiero e lo determinino,
mezzo
per
forma
della
Ma
è nondimeno un potere reale e contiene anche
in
mutazione, perchè
mondo
essere applicato che al
vieto per questa sola ragione, che noi
mondo
della mutazione.
ma
alcun dovere,
mente da
Kant
deduce
mondo
luì
per la beatitudine
;
il
merito
anche tare
,
Dio.
in questo
mondo
Da
ciò
mente
il
come si
a meglio
solamente
azione
dell’
a
ste.sso,
conseguenza richiede
ma
che sottoponga a
quello « e
il
Fichte non arrivò alla
fa
a provarle in
guisa che liberi;
da
quello,
astrazione
per esso una
sia
non
limiti
principio
«ama
che
al contrario
me gli
altri. Il
io,
tuo prossimo per limitazione ed
una doppia
dica che mediante si
deduce
conseguenza
io
sopra ogni cosa» segue dalla mia libertà illimitata;
te stesso
ma non
si
interamente
fatta
,
o soltanto un dovere o pure una cosa del tutto indi/-
necessità, ferenle.
il
modo
illusione.
positivo
,
essi
di
tc
stesso. »
comunanza
giuri-
La ragione, con cui
è questa:
ente ragionevole, ho posto
devo anche volere che
amor
alla
me
« nella stessa
e gli altri
come
mi riconoscano come ente
ragionevole (libero); questo noi posso ottenere se non mode-
randomi
».
Ora
la
vera moderazione (senza dubbio
la
sua pos-
Dìgitized
by
Google
264 sibiliti)
non è propria
del dritto
in
non
nata,
ed
ed
fatto di
me
di quella
stesso
potrebbe
stare
,
dovrei operare a perfezione, per
io
come ente
stesso punto di quelli che
mia
la
interamente determi-
sarebbe
;
base
la
non in quanto sono mosso
Se fosse vera quest’ ultima condizione,
nosciuto dagli altri
la
ho
io
quanto sono libero
dalla ragione. libertà
ma
essenza della libertà,
dell’
della tendenza morale,
essere
rico-
razionale; c così ci troviamo nello
ricavano
il
— Ma
diritto d&ÌY Ethos.
manifesta inconseguenza nella quale incorro, quando prima
mi pongo come illimitatamente
libero e poscia
nuovamente mi
circoscrivo, Fichte cerca di evitarla, col dire che la limitazione
è piuttosto a favore della libertà.
dere
la
mia
libertà con la libertà
che appunto sulla distinzione
di
Ma
questo ò un
comune o degli
confon-
dove
altri,
queste due libertà
fonda
si
il
carattere particolare del suo sistema. Nella stessa guisa che il
primo principio era questo:
mia
limitata che dalla
libertà
mia
la
libertà
non può essere
(non da quella degli
o dai
altri
pensiero della libertà), altrimenti non sarebbe limitata come libertà,
ma
—
distrutta
guente tenore:
la
mia
così
tra.
comune),
Se Fichte
ecc. la
ritratta
principio diverso dall’ Io
ritorna al principio di alla seconda 'dalla
mia
vartela,
ti
vila, dissimula
mia di
libertà (e
non per quella
queste cose vuole
libero,
che usa della coazione ; vi persiste,
deve anche
non richiede che primieramente
sottoporre a schiavitù,
quando
ciò !
l’al-
prima proposizione, allora ha un
Kant; se
parola quando fa bisogno chiavelli.
la
Una
se-
conforme alla conse-
proposizione, e allora la conseguenza che
libertà
non
deve,
libertà
guenza, limitarsi soltanto per degli altri o
secondo deve essere del
il
sii
:
fa di
prudente e
egli
stare
deriva
conser-
circoscri-
non facendo potresti perderla,
tieni
sistema che fu sviluppato da Mac-
E secondariamente
in
modo
positivo
:
costituisci la
tua libertà, che tu da prima ponesti come illimitata e cui non
Digitized
by
Google
—
265 hai contrapposto gli altri, se
mediante
non per giungere
a conoscerla
cosi
opposizione ; costituiscila ora anche realmente
la
illi-
mitata, sottomettendo a te quelli che sono dotati di libertà, e pronti sempre a resistere, e conservandoli in questa loro sog-
gezione. Costituisci te stesso, se
A
questo
lo puoi,
mena necessariamente
ci
sovrano del mondo.
come
la libertà dell’individuo
principio della teoria del dritto.
La
da per tutto più conseguente
vita e
Mentre
razionalismo alemanno,
il
scientifica
in
non separa giustamente
,
necessità del pensiero e
appunto dimostrammo, sue conseguenze, e in Francia
pose
li
si
si 1’
Io reale
l’
,
secondo
il
primo;
altro in tutta
all’
la
come
,
più delle volte delle
il
risultati del
pallia coi
—
due principi
— ma
sgomenta ancora
uno accanto
scienza.
la
tutta la sua direzione
suoi
i
che
la storia
quanta
la
loro precisione. La somiglianza di principi e di elementi che
ha
vi
fra
Diritto naturale e la rivoluzione francese, salta
il
per così dire
go tempo;
e però è stata riconosciuta da lun-
agli occhi,
non
nelle gradazioni.
esiste però soltanto in generale,
ma
altresì
non
già,
a
La republica corrisponde
vero, nella sua origine dopo
ma di
bensì
Kant.
r idea
nelle
È
massime
libertà
pesi su tutti gli individui loro dritto
alcun
il
,
,
da
c la
cui
uomo
dal-
della
necessità
,
,
che
unicamente
ragione impersonale
L’
principio
procede pensiero
ricevano
dir
Re,
sul
,
tiene
non
lo
aveva
reale non segue
matematiche della ragione; essa voleva dominare su vi
ha
era più forte. nale
ma
;
ai
)
non
che
non è ancora una
reale per sostenersi.
potere
le linee
che
la ragione
esistenza
ciò
distrutto
Però essa, come anche quella di Kant
scettro.
ciò
;
sua
tutto
vien
libertà e dell’ uguaglianza
il
giudizio pronunziato
il
della
vero che qui
delia
(
reale,
il
di personale
— Allora sistema di
nell’
uomo ;
apparve
il
ma
questo elemento
sistema
Napoleone,
il
dell’ Io
perso-
quale non ha più
Digilized by
Google
266 se non quello della sua propria libertà, e
altro pensiero,
quando
circoscrive soltanto
lo
vuole,
e
jmssanza. Egli è legato dalla conseguenza
che deriva dalia sua volontà propria; ciò altri
conquistatori
e però egli
;
suali^ in direzioni senza scopo. lata attuazione della
non Pare
sua possanza
Ma
può farne a suo talento.
,
logica c razionale lo distingue
perde
si
si
per acquistare
solo
in
più la calco-
Io diletti
che non
dagli
imprese ca-
1'
uso reale ohe
questa sola conseguenza è perciò
quella che l'obbliga. «
Facilmente
u le cose
si
i
pensieri stanno l’uno accanto
Fichte poteva ingannarsi e dedurre
come
principio
libero
non va debitore e della
,
della
pel
una limitazione.
Ma
e imporsi
altro
— non
un
limite
,
suo lo, posto l’
ma
i>
in
lo vivente, che
sua libertà alla legge della republica
uguaglianza che nasce da quella,
forza reale
all'
urtano violentemente fra loro nello spezio.
poteva commettere per
gli
altri.
E
ma
alla
propria
questa inconseguenza solo
«»
tale Io
,
se è
conseguente, può trovar luogo nel mondo.
Digitized
by
Google
,
CAPITOLO SETTIMO
Damo
miA
NATCR.UE
Mescolanza della dottrina
SIA CITOIA FORMA
Kant e
di
—
MSQTATI
EPIIOSO DEI Il
come
di quella di Fichte
ca-
rattere del Diritto naturale, e in quanto informa la civiltà universale.
— Abbozzo della dottrina
del Diritto naturale,
come
si
pre-
senta complessivamente nei Manuali
Kant recò a perfezione
scientifica
Dritto naturale
il
fondato
da Grozio. Lo sviluppo posteriore datogli da Fichte non sorpassò e non tolse di mezzo fece ta
solamente
critica
la
potuto farla a Fichte.
porto non
è
i
Imperocché
che questo
altro
per cosi dire, fra
principio kantiano
il
quali
il
:
il
loro
,
cioè,
r
lo libero e la
non
v’
d’
Kant
ha dubbio chq
necessaria ;
al contrario si
sofferma
teoria di Fichte,
la
sos-
contemporanea-
logicamente
legge
vol-
appoggio
Drillo naturale sta vacillante e
Fichte elegge solamente rullimo: nel primo. Anzi
del quale
reciproco rap-
due punti
dei
peso, non potendo star fermo su tulli e due
mente
,
come Kant avrebbe a sua
,
nel
disegno e nella idea generale, apparisce più che un eccesso verso la
moderazione
Diritto naturale
di
Kant; e
però la forma, che
il
prese ultimamente nella scienza alemanna è
sopralutlo la teoria di
Kant. Da
lui
si
ricava tutto
il
fonda -
19
Digitized
by
Coogie
, ,
268 mento
del Diritto naturale; solamente nei risultati
propende a seguire Fichte
parziali si
niera di vedere superficiale e leggiera, è più evidente dell’
uomo
sario di
Manuale
lo empirico)
(l’
Kant
(V
che
il
1’
arhitrio
precetto semplicemente neces-
homo noumenon). Ciò specialmente
si
tempo. La sostanza del Diritto naturale
in
del
dica
Gros più ricercato e più spesso ristampato
di
ma-
perchè in costui, alla comune
,
quel
in
questa sua’ nuova
forma, sciolta dal nesso con un determinato sistema di filosofia,
come modo la
seguente
di
vedere scientifico comunemente dominante, è
:
La teoria del Dritto naturale «o del Diritto razionale natura
partire dallo stato di cioè,
da uno stato
tamente non
mente;
ma
fa
di
,
contrapposto
allo
stato
deve
»
civile
naturale arbitrio senza dritto e Stato. Cer-
d'uopo che una tale condizione
sia esistita real-
deve ammettersi mentalmente, e bisogna anche
mentalmente
fare astrazione dal dritto e dallo
per dedurre puramente dalla natura o ragione
r individuo
)
che insegna
Stato esistente dell’
la necessità del diritto e dello Stato, e il
modo
ond’essi
devono
esistere e fin
uomo la
del-
(
regola,
dove
obbli-
gano.
Ora dalla natura o ragione dell’uomo risulta, che l’uomo
come
essere sensibile-razionale,
tanto la libertà
interna,
cioè,
dalle impressioni esterne
gione
la
(
legge logica
ciocché egli legge logica leggi
come Ente )
)
,
essere
libertà;
ed anzi
indipendentemente
determinato unicamente dalla ra-
,
quanto anche
la
libertà esterna
possa essere
attivo
nel
mondo
esterna e per essa
,
,
è in
sè
co-
,
morale; e quelle che derivano
dalla
costituiscono la sfera del dritto.
libertà esterna,
zionale
Le
dei sensi.
che conseguono dalla libertà interna e per essa
,
ac-
,
razionale (cioè conformemente a quella
stituiscono la sfera della
La
deve avere di
che compete
illimitata.
all’uomo come Ente
Ma una
tale
ra-
illimitata libertà
Digilized by
Google
269 competendo a ciascun uomo, e retta
ad un unico e medesimo oggetto,
libertà degli associati
le
si
,
come
non-
della
limitare la sua
li-
tanto che quella degli altri possa con essa esistere;
bertà di
questa è
massima
la
premo, anzi
della coesistenza
matrimonio,
il
che stanno da
sè
;
lo
ma
,
Stato
e
principio su-
il
Tutti gli altri (circa
non sono massime
)
di
solo applicazioni di questo unico
principio a divèrse circostanze di fatto
da questa massima,
che è
Dritto naturale.
solo del
il
proprietà,
dritto
sensibile;
reciprocamente. legge
dalla
ognuno deve
principio:
il
mondo
il
distruggerebbero
Perciò procede dalla ragione,
contraddizionc
la
libertà di tutti essendo di-
la
e ciò che
;
non deriva
quindi ciò che non ha per iscopo la
reciproca ricognizione c limitazione della propria libertà possibile che appartenga alla sfera morale
ma non
,
,
sarà
già
a
quella del dritto, c però non potrà mai essere coattivamente ordinato. Questa libertà illimitata in sè e limitata dalla uguale libertà degli altri
è
,
{ Il
dritto primitivo
ciò
che
Perciò
la il
massima diritto
appunto
non
è
della coesistenza esprime oggettivamente
primitivo
non essere obbligato verso essi
pure
alla
dinota
Questo include anche
diventi
un semplice mozzo per
Questa è
impresa c
la
la
il
dritto
se
non a
altri
c
l’
di
l’
;
ora ne con-
applicazione di questo principio alle
umani (Subsumtion).
In questa idea del dritto primitivo dataci
riconoscere
verso
cessi di essere
deduzione del principio del dritto, la prima
condizioni e rapporti
fatica a
).
di
l’uomo non
che
non
di
quello, a cui
obbligati
essere
principio, gli
dell’uomo,
più essenziale del Dritto naturale
segue la seconda, cioè,
(I)
il
altri
gli
volta possono
lor
lui (1).
fine.
soggettiva
espressione
1’
deW uomo.
primitivo
dritto
il
che
da Kant non
si
dura
influenza dell’idea di Rousseau, che, cioè, la
libertà si fondi sulla reciprocità assoluta.
Digitized
by
Google
270 Dalla coesistenza della
consegue immediatamente
libertà
—
rispetto (non lesione) reciproco della persona
corporea
questi sono
dell’
Da
).
uomo
mondo
nel
(
che non
e
l’
gettamento della cosa è
da essa V obbligazione
1’
—
eausalità
(
quale ha fatto
il
tale assog-
finalmente
mondo
l’atto di
dappoiché in forra
sensibile
l’
dell’arbitrio di questo
nondimeno
,
mente
sin
dove
sibilità
di
r atto
è
il
questi
il
di siffatto
dall’ altra
della ,
è
il
fondamento
contenuto del
ciò
delle azioni );
,
acconsente.
Ma
questi
perchè è anche della
ha
,
la
essenza
sola-
pos-
della
poter liberamente limitare sè stessa: perciò
consenso
spontanea
dell’
patto
ampliazionc della. libertà da una
di
limitazione
della
propria libertà
(Ora se questo puro accordo di volontà
patto.
ne segue che
obbligazione dei patti, è
patto, qualunque ne sia
modo;
,
prender possesso
(
come causa determinativa
acconsentire
e
sensibile
perchè
in forza della coesistente libertà di altrui
libertà esterna
parte,
mondo
quella
di
uomo deve anche
poter assoggettare' alla sua volontà le azioni di altrui
anch’ esse appartengono al
)
che egli possa sotcoesistenza di questa
occupazione. Consegue
dei palli;
nel
attività
;
un
ciò nel suo rapporto con la cosa;
assoluta
attività ,
la
che l’uno non turbi l’altro,
libertà vuole,
—
devono scambiare
si
assoluta
sensibile richiede
ogni cosa al suo volere, e
tomettere
il
dell’ esistenza
dell’onore
spazio,
essa deriva direttamente la proprietà;
libertà esterna
la
nello
connaturali
drilli
i
col dritto primitivo infatti
movimento
del libero
,
non ostante
giuridicamente indifferente, il
gli
ed
il
ogni
tenore, è obbligatorio nello stesso scrittori
di Dritto
naturale
non
citano che quella specie di patti che trovano nel gius comune).
Non
si
può certo dedurre direttamente dalla massima
coesistenza più di quello che il
fin
qui abbiamo notato.
valore che può avere ogni altra cosa,
dica,
dipende solamente dal patto.
Il
come
E
della
però
istituzione giuri-
matrimonio è un patto
Digilized by
Google
271 uso reciproco delle funzioni del sesso. Nella natura giu-
sull’
non
ridica del patto nuziale
cialmente
la
comunione
comprende
si
della
vita
altro
purché su
,
fine
spe-
,
non
ciò
siasi
convenuto accessoriamente, ed ogni tenore del patto nuziale (il
matrimonio per un dato tempo,
in
forza del consenso di
ammessibile e valido.
ambedue
Cos'i
Kant però cerca dimostrare
me
poligamia, l’incesto),
la
parti
le
è
giuridicamente
Gres seguendo l’esempio
di Fichte
esclusiva unione sessuale co-
la
necessaria del patto nuziale, deducendola diret-
essenza
tamente dalla massima della coesistenza e dal dritto primitivo dell’
uomo
mentre nel caso opposto
,
non sarebbe che semplice mezzo. Non ridica
alcun dovere nei genitori
nano tanto ed altri tori
) ;
voglia
,
ma
bensì secondo Gros ognuno
educare
dritto di
come incapace
anche a questo
al
i
loro
che figli
mondo una persona
così in certo
qual
(
modo ne ha
slalo
Così
(
così opi-
una vera
dell’ offerente e )
conserva
all’
1’
non solo
geni-
i
sua
sostiene
pel motivo che colui
il
quale
consenso di essa »
il
(
offesa la volontà ), è obbligato
ugualmente un patto, però con
irrevocabile e quindi
cietà
de’ coniugi
hanno per natura
genitori
i
,
« senza
ha luogo un momento di perplessità
morte
figli
Ma Kant
contentarsi anche della condizione in cui essa ereditario è
uno
minore, anche contro
il
di volere realmente.
proposito
r obbligo di educare
ha posto
i
predecessori di Kant, Grozio, Tomasio, quanto Gros
i
ha un
)
l’
esiste nella sfera giu-
educare
di
fra
offerta
,
se
1’
la
si
trova.
Il
e
a
dritto
modificazione che
offerta
(
che non è
non dal punto
accettazione; durante
il
quale
della la
crede la cosa (Kant). La successione ab
soinle-
naturalmente non vale che come testamentaria presuntiva. i
rapporti di famiglia
non sono fondati che sopra un patto
volontario, oppure, secondo l’opinione della scrittori di Dritto
maggior parte degli
naturale, sono interamente estranei alla sfera
del diritto.
Digitized by
Coogle
,,
272
Una
specie
patio è
"di
»7
paJto
sono
Tali
società
la
sono giuridicamente il
supremo
il
matrimonio,
del dritto razionale
dei patti
sensibile natura,
);
ma
(
gli
matrimonio
il
Tutte
si
la
,
le altre società
secondo
principio
il
Una
Chiesa.
la
sola so-
principio del dritto vuole
Cioè a dire, che quel
comanda
,
è vero
uomini individui
,
,
prin-
reciproco
il
persona, della
l’inviolabilità della
attesa
loro
la
non ubbidiscono ad un simile precetto. Non
può adempierlo, se non quando forze costituiscano in caso
il
lo Stato.
riconoscimento della libertà ,
cioè,
necessaria ;
che essa esista, e questa è
proprietà
lo Stato.
indifferenti,
cietà è giuridicamente
cipio
quale
pel
,
medesimo che esse abbiano luogo o nò. Tale sarebbe
commerciale,
la società
industriale,
va distinto
Cliiesa, e sopra tutto
giuridico è
comune
ed obblighi in coloro che vi prendono
stabiliscono dei dritti parte.
spontanea
cioè, la
di società,
riunione di più individui per uno scopo
un potere
non voglia,
all’
stituita è lo Stato; e
,
il
gli
uomini riunendo
sì
loro
le
quale costringa ogni privato
adempimento. La società a
però esso, e solo esso è un
tal
uopo
co-
postulato del
princìpio del dritto.
Per la qual cosa
mediante
Laonde
lo Stato è la società instituiUi,
la coazione, la
è la tutela dei tutto
massima
dritti individuali
ciò
,
per effettuare,
della coesistenza.
Usuo
scopo
derivanti da questa massima.
che non deriva da questa massima e ad essa
non serve, non può ragionevolmente essere oggetto della unione politica, delle leggi politiche, in litica, p. e., la pulìbliea
poche parole, della coazione po-
coltura, la pubblica moralità,
sere pubblico. Usare la coazione per questo il
,
il
benes-
è cosa che offende
principio del dritto. (FjC molteplici instiluzioni, negli stati reali,
mediante
le quali esiste
vengono da alcuni salvate
con
certi
una coazione per conseguire questi
rigettate a rigore di conseguenza,
sotterfugi
vono indirettamente
,
o col dire che
alla difesa dei dritti,
questi
da
fini,
altri
fini ser-
mentre l’uomo costu-
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273 maio, còlto e facoltoso arreca meno pericolo proprietà; oppure che
i
membri
alla vita
dello Stato, oltre
il
ed
alla
contratto
propriamente detto, abbiano anche conchiuso un patto
politico
Ora per quanto anche
tacito per questi altri fini).
nerale sia un postulato del principio del dritto
inge-
lo Stato
nondimeno
,
fra
determinati individui, in virtù della libertà dell’ente razionale, egli
non può esser attuato se non
perciò mediante
mente mente
il
Che
patto.
il
potere dello Stato e
il
le
conseguenze che da questo
Questa è
la
patto
tacito, e giudicato
,
nome
di
«Di-
dopo che venne
tolta
sostanza della dottrina, che porta
ritto naturale » o di « Diritto razionale »
sviluppata e formata in tutta la sua purezza. il
dell’uomo (individuo).
11
il
modo che
fu
suo metodo particonatura o ragione
carattere peculiare della sua teoria
dello Stato alla tutela dei dritti nel
Il
dritto e lo Stato dalla
consiste in primo luogo nel limitare
condo luogo
e
giuridica-
derivano.
si
via dalla sua sfera ogni materia eterogenea, per
lare consiste nel dedurre
;
o nò, real-
ma
dovere d’obbedienza dei sudditi
può essere solamente fondato sopra un secondo
consenso
col proprio loro
gli Stati siano nati,
in forza del patto, è cosa qui indifferente;
i
precetti coattivi e lo scopo
dell’uomo individuo, e in se-
negare qualunque potere esistente da sè
,
e nel
fondarlo unicamente sul consenso e delegazione data dai sudditi.
Quindi
il
diritto e lo
Stato non esistono se non in virtù
della libertà individuale e solo per servire ad essa.
Digilized by
Google
SEZIONE QUARTA
eiCDlZIO SULLA FILOSOFIA
La
filosofìa astratta del dritto
minata e chiusa con Fichte
,
ASTRATTA DEL DRITTO
deve considerarsi siccome ter-
sebbene
il
razionalismo continui a
dominare anche nei sistemi venuti dopo
non
sia stato recato
l’ultimo sistema le
nalismo;
ma
non fece
altro che soddisfare d’una
rtwieresse di questo fu soddisfatto,
rale poteva essere per opera di Fichte.
prime
ed in un certo senso
si
scosta dagli avvenimenti del
della scienza, per dar luogo ad
un
sistemi
venuti
più
appresso,
il'carattere astratto e quindi
quanto
mondo.c dagli
altro interesse
nei
in
gene-
Ora questo interesse
sino ad esso contraddittorio in sul principio.
nei
maniera
esigenze del metodo scientifico richiesto dal razio-
compiuta
sulle
,
a perfezione se non da Hegel. Imperocché
Da
in
sforzi
nuovo, e perciò
segue che
quali prevale sempre
evidentemente
il
motivo deH’umano
isolamento, esso non vuole tuttavia confessare a sè stesso che questo isolamento abbia luogo; e segue ancora che della filosofia del dritto,
i
i
risultati
quali fino ad ora tendevano alla
li-
bertà individuale, tengono d'ora innanzi la direzione opposta, e così,
sebbene trovati per mezzo deH’aslrazionc, non pertanto
dono
l’interesse,
che unicamente conduceva
all’
astrazione
Digilized by
le-
e
;
Google
275 questo è precisamente
caso di Hegel. Cioè a dire, che alla
ii
tendenza di soddisfare pienamente
da Fichte
razionalismo,
al
si
aggiunge
sebbene non sempre con coscienza, quella op-
in poi,
tanto che
posta di liberarsene afTatto. Fino a
principio del
il
razionalismo continuò ad essere quello della vita, potè mostrarsi tal
quale è,
venne riconosciuto generalmente. Ora non è
e
più che un principio scolastico; contrario
deve a
quelli accomodarsi, e
Cosi
fare.
stesso
lo
ai
tempi che corrono,
non pertanto non può loro soddis-
sistema di Hegel non ebbe
la
splendida
sorte che toccò a quelli che lo precedettero. Questi trassero seco tutto
il
secolo
come una
vertigine;
dero volenterosi a svilupparli
manza; e nelle
,
i
corifei di ogni specie si die-
e in ciò cercarono la loro rino-
stesse sfere inferiori del
presto penetrarono le nuove idee e sto
mondo
colto e civile
ben
mentre que-
sentimenti;
recentissimo sistema non solo resta circoscritto puramente
dentro
lo stretto cerchio della
scuola
,
ma anche
mini eminenti non è appoggiato, e spesso trova
presso
gli
uo-
la più risoluta
avversione. Ciò che in Schelling comprese ed oceupò immedia-
tamente
le più
razionalisla
,
c
grandi intelligenze fu appunto il
la qualità anti-
sentimento che questa non era ancora pene-
trata negli animi, impedì poi che di
nuovo
si
propagasse. Tutto
questo verrà confermato appresso nella nostra esposizione. Qui
non bisognava
far altro
che una osservazione preliminare, per
giustificarci del giudizio 1’
esame
fra le altre cose si
che diamo sul Diritto
della dottrina di Fichte
,
e nondimeno
tratta degli elementi caratteristici generali
mente
si
naturale neldi
ragionare
anehe de’sistemi, che vennero dopo, che
in essi
là
dove
nuova-
presentano.
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CAPITOLO PRIMO
ESAME LOGICO DEL DRITTO
NATCBAU
Contraddizione logica nel processo razionalista ritto
— Difetto
naturale
di certezza
per
la
—
Applicazione
chiedono dal Dritto naturale
—
delle
al Di-
pura prova razionale
Contraddizione del contenuto: dei concetti fondamentali che Instituzioni
—
si
ri-
che da caso
ri-
sultano.
È di
facil
cosa affermare tn abslraclo che: «ogni cosa è
una legge che opera necessariamente. Essa
ilmondodisua natura,
ma
quello che è;
ciò
che
è,
Sembra che questo pensiero in sè stesso, e
il
solo
il
prodotto
(Dio) contiene in sé
e niente poteva prodursi (divenire) se non
dovea necessariamente divenire. sia
il
più semplice, e
il
»
più concorde
che possa soddisfare compiutamente
il
pen-
Ma
satore mediantel’unità cheesso conferisceatuttociòchc esiste.
non può esser provato, se non quando questa legge venga espressa realmente,
e
sia fatto
intelligibile
da essa derivano. Tralascia folla si
di
il
modo onde
d’ innoltrarsi in
coloro che cercano salute in
le
questa
una simile
cose tutte ricerca
filosofìa;
la
essi
acquietano in quella supposizione, prestandovi fede senza pen-
sare, e ciò è dinotato nel
modo
più esatto da quell’eterna sen-
tenza: la semi-filosoGa allontana da Dio, la vera a lui ci ricon-
duce. Chi avesse trovato quella legge e
duce
le cose,
il
modo, con cui pro-
dovrebbe senza dubbio essere in
grado
di
tro-
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277 vare da sè stesso tutto quanto
cuna esperienza
di quello,
il
mondo esistente, senza
essendoché non esiste se non ciò che
secondo quella legge non poteva non
appunto per sere sati.
un
il
quest’uomo
futuro; dovrebbe es-
profeta di gran lunga superiore a quelli dei tempi pas-
Egli non sarebbe illuminato da semplici lampi di una luce
parziale comunicatigli da qualche altro essere
dinanti discoprirsi tutto quanto
lui
Ma
esistere.
dovrebbe sapere anche
ciò
avereal-
E
mondo.
da nessun’ altra fonte
,
ina dovrebbe a
futuro sino alla fine del
il
potrebbe aver derivato
egli
sua notizia, fuorché dal suo proprio pensiero
,
la
quale deve sa-
il
pere tutto ciò meglio di ognialtro, essendo anzi egli stesso Iddio,
che produsse il presente e compirà
il
futuro.
secolari per apprendere a conoscere la legge
modo
di
sua produzione, da che
grande di cose e
mente
si
di
Dopo tante ricerche una e semplice e
!
Ma
limitava ad assicurarci
che
cose altro non siano che modi necessari
le
:
si
manifestazione
di
non ha dimostrato perché
egli
final-
nessun sistema può peranco glo-
di
una sostanza
il
serie cosi
avvenimenti che sono derivati da essa,
dovea riuscire
un simile trovato. Spinosa
riarsi
di
una
sott’occhio
ci sta
la
sostanza do-
veva, 0 anche solo poteva avere questi modi. Ficthe, Schelling nel
periodo, Hegel, hanno
suo primo
strazione e data.
non è
d’uopo che noi di
sistemi che
fallita
difiìcil
Kant, adir vero, ci
che
il
traddittorio, e perciò
la
,
dimo-
questa
tentato
non ce
positivamente.
riportiamo alla esperienza
non riuscirono;
solo perche
serzione
cosa mostrare
vi rinunziò
l’hanno
Ma non
senza
fa qui
eccezione,
desiderata dimostrazione andò
processo che presuppone é in sé stesso con-
assolutamente impossibile;
—
ciò è un’as-
puramente negativa, e quindi può essere provata dal
concetto di questo stesso processo che essa richiede. Nello stesso tanto
modo che
la scienza
meno può pretermettere
non può trascurare
la varietà, la
negabile e che vuol essere spiegato. Perciò
1’
unità,
quale è un fatto insi
domanda, come
il
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Google
,
278 vario possa coesistere con quella unità razionale? Qui ci
sentano due modi
di risolvere la questione. Il
vare dallo stesso uno
ammette che
L’altro
già
diversa in
sè
per sè semplice, scuola prima di
medesimo:
facile
una contraddizione. U soltanto secondo
può produrre (sia
mediante
manifesUi
È
quale
la
l'
una
materia
ragione,
essa
Kant e
Cosi
di tersamente.
,
il
la
primo modo contiene
il
indifferente
quale
il
opera
una legge necessaria e sempre uguale, non eterogeneo
niente di
perchè
;
dall’ assoluto
io
secondo
questo secondo Spinosa la sostanza universale*, o
Fichte
pre-
razionalismo vero
il
ragione
vedere che
semplice
si
Io fa deri-
cosi Spinosa, Fichte, Hegel.
della
esiste fuori
stessa,
si
lui.
questo è
e semplice;
e che ha coseienza di sè
primo
concetto della coseienza) deduco una
non sempre una e medesima cosa?
un’altra volta l’animale, e
Ciò mi riesce impossibile
volta la pianta,
se io comincio
,
intelligenza ancora indeterminala,
lo
sostanza
dalla
o
dunque dovrei a quest’
uopo ammettere ancora prima della mia deduzione una pluralità
determinazioni
di
da parte l’unità stessa,
mezzo
di
vi sia
consistere
varietà
la
nella
dia soltanto la unità,
un rapporto che
le
ancora nulla
questo movimento
uniforme, nascono le differenze.
le
—
modo
mette
si
di differente
Bcwegung
L’altro
modo,
e
;
sebbene
)
quale
il
la
riuscire a porre fra
fa
ragione
ambedue
congiunga insieme. La legge semplice del fra
genee, e non possono produrre niente unito in
(
materia, e lascia che
non può
pensiero c la materia diversa sono
dovrebbe già
allora
quale consiste appunto in ciò: che
prima della deduzione non soltanto per
Ma
nell’ assoluto.
la
necessario al vario della
contenere
in
loro del tutto etero-
di
comune. Per essere materia,
sè relazioni diverse
denti ad essa materia e perciò
un
vario.
il
pensiero
e corrispon-
Non pertanto
si
ca-
varono dalle semplici e pure leggi razionali, e da quella materia diverse
conseguenze, e furono considerate come neces-
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Google
279 Questo era
sarie.
il
processo della
dogmatica prima
filosofìa
Ma
Kant, anzi dello stesso Kant nella sua parte pratica. la
conclusione è usurpala, come nel primo
modo
di
qui
è usurpata la
minore. Queste due usurpazioni hanno luogo, perchè nel principio,
il
quale
pone come
si
suppongono nondimeno
indifferente per via di postulalo
,
prima
delle determinazioni diverse
qualunque deduzione, e poi
crede falsamente che queste
si
si
di si
*
siano ottenute solamente per vuol’ essere
conseguente
compiuta prima
bella c
cuna nella
materia che
alcuna
in
Adunque
di
unità
Ma
dello
connessione necessaria questo caso
in
che
la varietà delle
ma
ragione,
esiste
pensiero
;
vanta,
si
e
perciò
non ottiene mai
,
la
non è
riceve e con la quale 1’
unità.
dovrebbe o rinunziare a
si
quella esigenza scientifica dcH’unità, di
,
allora l’unità che
stesso
quello raccoglie c
anche
Se Tultimo modo
essa.
di
questa; la ragione non ha parte al-
loro produzione.
non è che
altro
mezzo
bisogna dire
non procede dalla
e delle regole
cose
,
oppure andare in cerca
un altro centro fuori del pensiero, dal quale potesse real-
mente procedere losofia
razionale.
lunque
il
vario, cioè,
altro la insuflìcienza
tiamo alcuna materia
non
siero ),
mo sta
diverse
può
si
idee
si
dovrebbe rinunziare alla
Kant riconobbe più
(
in
e
le
della
cose
profondamente
fi-
qua-
non ammet-
ragione. Se
poste
di
del nostro pen-
fuora
nissuna guisa spiegsye perchè abbia-
rappresentazioni
;
se
ammettiamo que-
materia diversa, ne conseguirà che la ragione, la quale non
permette alcun dicerso nel vero senso della parola, non sarà più
il
cosa il
principio,
la
causa delle cose, e non potrà più trovare
alcuna da sè stessa. In questa stretta
sistema
parte la
Kant.
di
scenza a priori nella pratica;
non
si
trova appunto
Egli avrebbe dovuto perciò mettere
derivazione del
mondo
solo nella filosofia
avrebbe dovuto,
da
dal puro pensiero, e la conoteoretica
,
oltre a eiò, nella
ma
anche
prima ab-
280 bandonarla non solo provvisoriamente e relativamente, atteso la nostra idea della
Invece
lutamente.
ma
mutazione, di
definitivamente ed asso-
questo egli
far
cercò di soddisfare ad
esigenze contraddittorie, col postulare una condizione contraddittoria:
la
vario che
conoscenza
non è
senza mutazione, cioè
sintetica
un
,
vario.
Adunque anche
il
presenta questi tentativi
diritto naturale ci
Fichte ed Hegel, cominciando
e la impossibilità della riuscita.
dal presupposto dell’Uno e semplice, vogliono dedurre mediante,
non solo
stesso processo logico
lo
anche
regole del
le
Fichte ha
si
come semplice presupposto
cetto della coscienza senz’altro contenuto che
opposizione di un non-Io all’Io.
i
essere
oggetto di essa
Perchè ora
di nutrirsi,
la pluralità delle
riamente,
ma
si
è
seguente:
il
me
devo adesso, che
falsità
sopra
che
si
biso-
donde procede
e tutto ciò
non
arbitracose
la
p.
seconda, e perciò questa e.
se io ho da prima ri-
necessari degli uomini
ragionevoli
fuori
di
cominciando immediatamente dalla legge della coscienza;
sibile
La
:
il
La risposta che Fichte tiene
i?
una nuova ragione che determina
come
concetto
uomini e
ripitato della mia prima deduzione
deve riuscire diversa da quella; conosciuti
debba
contrappongano appunto queste
secondo una deduzione necessaria in pronto, è la
altri
l’abitazione, l’educazione ecc.,
giuridiche instituzioni
ogni volta
il
con-
il
dcbbe richiedere: che ora
contrapponga un corpo organizzato, ora
gno
con-
caratteri della
Questa opposizione è
opposizione.
della coscienza
sempre uguale
terrà
il
cetto della coscienza ed è tale senza che questo o quello 1’
ma
dritto,
umane. Di Hegel
diversi rapporti e condizioni
i
discorso a parte.
la
io
ma
solo adesso,
dedurne che debba essere pos-
operi su di loro, che io debba avere
un enrpo.
consiste principalmente in ciò, che l’azione astratta
gli altri sia
corpo determinato;
prima deduzione ha dato un
ma
consiste anche in ciò,
risultato determinato. Quel
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Google
281 concetto della coscienza, se è realmente dinotato con la oppo-
non
sizione del
io,
non può secondo ve-
è già qualche .cosa;
runa regola del pensiero dare per risultato un qualche non-Io determinato,
sia
questo un corpo,
—
un abisso insuperabile. e
e delle condizioni
meno
sia
vi è
Tutti gli scrittori del Dritto naturale
con loro Kant presuppongono
porti
uomini, o qualsivoglia
altri
ad un concreto quale che
Dall’ astratto
altra cosa.
umane
al contrario la varietà de’ rap-
fuori della ragione
ma
;
nondi-
ciò che in quelle havvi di
giusto deve sempre essere la
Una
proposizione o principio non è
semplice regola razionale.
che
giusto,
in
quanto ha luogo necessariamente
mediante
,
l’applicazione di questa regola al rapporto o condizione ancora
eticamente indifferente (mediante alla regola).
Ma
principi
di tali
a ciò
si
solamente ciò che essa
La
è, la
regola
sempre
razionale resta
regola senza materia
e
,
i
rap-
restano sempre ciò che sono, cioè, rapporti eticamente
porti
La regola riceve
indifferenti.
ma ne
riceverebbe
logica della
la
parimente
assimilano mai per dare
materia che
un’altra;
un prodotto,
non contraddizione,
conseguente
di
quando non
si
legge,
un
fine
quali per certo
e
il
sotto
non
nome
il
si
di
la
morale
un Francesco Moor, come quella
di
Kant,
voglia
ammettere un
deU’uomo e
fine posto
umani
de’ rapporti
ripugna una cosiffatta morale. il
.
fuori di quella
nel
Ma
mondo,
ai
allora questo
principio positivo della la
risulta dal concetto astratto
limitazione uniforme per gli altri, ridica
sottopone,
Alla legge
come pura legge razionale
quale produce e determina
meno
si
adatterebbe così
si
non quella legge razionale è
morale,
Tanto
le
ambedue
indivisibile.
che Kant
universalità e necessità considerate eleva a principio della morale;
fine
sussunzione del rapporto
la
oppone l’ostacolo che non hanno luogo
necessari.
varietà dei precetti. della libertà
una qualche
e della
istituzione giu-
determinata. Anzi in questa libertà, prima
della
sus-
Digilized by
Google
282 sunzione, non
può ancora ammettere
si
Dalla
0 sulle cose e simili.
vita,
dritto sulla propria
il
inbnita
libertà
e che ab-
braccia tutti gli oggetti, la semplice limitazione per un’uguale
deve sola produrre
tutela degli altri
Siccome da
libertà.
esclude e
secondo
ostilità
deduce
ciò si
può con
e di guerra. Infatti un
vuoto
tal
che con
bero secondo
le cose, le quali tutte
lo stesso
non riescono
I patti
della
un nesso
storico fra
non
se la libertà
il
così si
quando
è lesa
stima che sia lesa
mento
io
deU’uomo
di
riguardi, p.
e.,
che
ci
serviamo
quell’uomo come domestico?
—
senza cadere in contraddizione, quando
si
concetto della eguale libertà di tutti c
porti la
ammetta
asserioriamente ?
,
quale
il
non
coniuge
il
,
Se Kant
lo
dirà lo
stesso
di questo c
ad un
si
Tutto ciò potrebbe caso
togliesse a principio si
applicasse a’ rap-
umani. Ciò che necessita una retta decisione non è che
vocazione divina, per la quale
bertà j è
il
contenuto che a
è data realmente la
ci
le leggi
cazione dell’uomo è quella di conservarsi
mercio, di
del pensiero.
mediante
Solo’ la destinazione delle cose,
cose comuni
,
,
decide
o private.
se
il
modo
debbano essere
Adunque
i
rapporti
La
vo-
com-
il
obbligarsi coi patti, di vivere in connubio
vengono usate
li-
questa è concesso, e non quello
che deve esserle concesso secondo
sivo.
si
susseguente:
e sempre e in ogni
essere stabilito così od altrimenti
il
il
intelligibile
mezzo, quando
degrada e diventa
altri
tempo
sue membra.
mento promissoriamente
io
la libertà
ha esclusivamente per coniuge, perchè non per
le
anche quando
moìnenla, della promessa e
perchè sarà lesa quando
li-
membra
a questo apparterreb-
meno che
concetto, non
affatto necessari,
ragione dritto di
concetto
bertà infinita non ha un rapporto più stretto con le di altrui,
quale
il
stessa
la
dedurre un
determinate
norrhc
uguali
dritto sulle rose,
il
così si
dritto di altrui,
il
determinati oggeili della
i
esclu-
e lo scopo onde res
communes
,
hanno già una
Dìgitized
by
Google
285 prima
varietà di determinazioni etiche zionale
questa non
quali
le
,
duce; e se non l’avessero, trovarle. sia
per
Il
pensiero non è
che riconoscere e non pro-
fa
nemmeno
deduzione
la
generatore dell’Ethos, e
determinatamente
per conoscere
mantenere
il
deduzione ra-
della
in esse l’unità,
esigenze
le
vero non può mai essere
il
contrario al pensiero, e quelle regole logiche o
Un
qualunque Ethos. sarebbe
giusto
da date
dritto
senza
pibile
;
quindi
di essi;
nessun dritto. Essi non sono che sono compatibili coi contenuto
ci
sussisterebbe.
i
ma
(jiuslo,
limiti del
di
inconce-
eterno è
,
un
stessi
sottoponga non
si
produrne alcuno, non solo alcun dritto
Questo è
concetti ri-
indistruttibili
non sono per sè
questi
e qualunque materia loro
diritto,
caratteri
i
diritto giusto
il
ma
non
generale
in
La libertà e la limitazione sono qualsiasi
i
devono trovarsi in
istituzioni
precetto contradditorio a sè stesso non
perciocché
;
scienza
deve cercare un’altro principio,
che non è la ragione. Certamente
cavati per astrazione
potrebbe la
morali, sia
possono generale
in
diritto,
i
quali
più vario ed opposto che sia.
appunto da Spinosa fino ad Hegel l'errore che sempre
apparisce sotto nuove e
diverse forme
concezione razionalista; cioè dalla realtà e sottoporle al
,
di ricavare
inganno della
l’eterno
;
le
cose e
i
postulati
etici
suo sviluppo e di vantare, come necessa-
riamente richiesto dalla ragione, tutto ciò che non è contrario ad
una qualche forma
del pensiero.
Tutto ciò che è necessario non ha che un carattere ana-
non può per qualunque deduzione e movimento porre
litico;
che quello che già era, e che appartiene necessariamente ai suo coneetto prima della deduzione. Se cipio
di
Spinosa,
causa
è dato
non
è che
v’
semplice,
un
ci
attenghìamo
al
prin-
a quel nervo del Razionalismo: « con
inevitabilmente solo
essere.
d'indifferente,
e
1’
effetto »;
tutto
è
Questo o è qualche cosa
allora
con
qualunque
la
analisi
,
di
sviluppo
20
Digitized
by
Coogle
,
immaginabile produrre
conforme
non
se
propria legge
alla
semplice,
il
l’
mette con anticipazione come determinata collettivo
e
;
Oppure
della scienza
pensiero umano.
il
esigenza dell'
la
,
uomo, che,
esista l’unità nella moltiplicità delle cose e nelle
non
resta
dunque
massime
soddisfatta col processo astratto
questa unità nella ragione. Infatti
cerc^
am-
si
avremo cominciato con un concetto
allora
che appunto non comporta
il
,
La esigenza
niente può
egli
,
indifferente.
una qualche cosa variamente
cioè,
etiche,
quale
il
,
se questa unità
,
si
trovasse nella ragione, non potrebbe esservi niente di vario.
Al contrario, se prodotta
innegabilmente esistente deve essere
la varietà
unità
dall'
mondo
il
,
e
I’
Ethos non possono avere
per causa una legge necessaria.
Con cetto della
ciò
e
,
non
anche
cosi
nostra
quello
Ma
le
tuttavia che
desimo.
ed
i
il
suoi liberi atti
fisso al
in
mondo.
E
del
,
la
Il
confonda con
si
perfino
vero
senso più profondo e sostanziale),
concetto fuori
non
,
1’
noi:
di
Essa vede
la
,
il
giusto
mezzo
luce e fa fede della
e non ha fatto
la
luce.
,
non è
oggetto
il
,
quindi
è
In questo
di
fine
essa,
luce
,
ma
me-
divino storia
la
che ha prea
ciò
cui
che
quello e
altro
del
spirito
lo
natura che egli ha creata,
per
altro:
pensiero e la cono-
il
ragione perviene nella sua attività, e non
è; ciocché è trovato
si
un contenuto che noi già
perda, o
parola che annunzia
la
,
si
queste vuote forme isolale
in
mezzo
Questo oggetto è
che governa
fissare
negativo.
scenza attiva (la ragione
che non consiste
la
fisse,
non sono
astratta per la Ragione,
non a distinguere e
possediamo, ad impedire che
— un uso puramente
anche che
concesso
.
determinazioni logiche, immobili,
quali intende la filosofia
atte, se
per mezzo soltanto
del giusto,
conoscitiva
facoltà
chiami Ragione. le
nega che noi acquistiamo qualunque con-
si
la
essa
non
da
non è
la
luce
1’
assur-
appunto consiste
essa.
Digitized
by
Google
28
decomponendo ed osservando
per la verità stessa,
e perciò
quest'organo, crede
avere acquistato altresì
di
creatrice
apparentemente consideri
la
pure cerca ogni cognizione
,
contenuto del
il
Lo stesso Fichte,
vero, che solo questo gli deve procacciare.
sebbene
:ì
cbc esso prende l’organo della verità
dità del razionalismo:
come
ragione
attiva e
che essa è
in ciò
in
,
che è contenuto come carattere necessario nel concetto della
ciò
coscienza separato dall’azione. Nessuno fu ancora tanto pazzo
da asserire,
cbc
distribuiscono
asserzione però corrisponde
tale
La
zionalismo.
ragiono
essere obbietto di
che
cibo
le si
non
processo
lei
il
lei
,
ma nf*
tutto e dare
la
quale esiste
il
l'accidentale di
supremo
del tutto, l’essenza
tutte
apparizioni,
mondo
sol
vi
non
appunto quella
que.sta ò
del
necessaria ed eterna che
fondamento
si
non
sol
uno
mostra in
il
legame
sua rappresentazione; quindi una
e della
getto,
sensibile, ove,
—
.sensi
e però un fondamento assoluto e
una moltitudine incoerente
,
come
tanto le cose particolari, quanto la loro
cognizione non sono veramente connesse, senza le altre.
1
variabile giuoco
interno permanente nel mutamento e.sterno;
necessario dell' oggetto
un
il
una necessità
una può essere questa essenza necessaria,
filosofia di
nel
ed
successione e di legame, senza
richiede
Klla
particolare,
i’
che non
infinita e necessaria, in guisa
senza una necessità
filosofìa,
sapere una
al
possa mutarsi od aumentarsi.
fenomeni
,
il
una essenza permanente, ferma, eterna; e cerca
il
—
comprendere
de’
le
di
risultato in tutte le sfere del sapere (1).
già limitata,
nulla fuori di
e sola
,
ce
fanno conoscere altro che
pel
degno
è
c non considera che
— come
ci
l'he
seguito dal ra-
che
ciò
e
A
nutrimento.
per consumarsi in sé stessa
La ragione vuol
sfera .sia
il
ricevono
quali
i
nostro
tutto
scienza fuori di
offre,
ha dimostiato
(1;
ignora
il
che è attiva nella cognizione. Essa ha a schifo
sé stessa,
lo
organi del corpo,
gli
nutrimento, siano
il
In questa guisa
sofi razionalisti dell’ Alemagna.
si
ma
le
une possono stare
esprime uno degli ultimi
SchmidL Storia
della filosofìa.
filo-
— Co.v-
rOBTI.
Digitized
by Cioogle
'iati
La ragione
come
,
modo non
universali
interessi
la insulTicicnza della tutti
scienza
della
assoluto, sia che con ciò
s’
intenda
nessuno
soddisfa a
Kant mostra
stessa.
prova ontologica, sulla quale
sistemi razionali. Cioè a dire, che
i
in
nemmeno alcuna
e
di sorta,
certezza della verità; e per tal degli
non contiene
principio della scienza
come dimostrammo, unità
sè,
fondano
si
concetto didl'Ente
il
Dio personale, oppure
il
solamente quello della vuota esistenza, non contiene ancora in sè la necessità
non
realmente una sussistenza. Che
vi sia
alcuno, non è cosa che implichi contraddi-
siavi essere
zione col
che
Kant qui, conformemente
concetto dell’essere.
suo carattere generale indicato di sopra certezza che
questa
prova
di chi si fa a filosofare,
come
postulato
Altrimenti
l’esistenza
c
secondo
,
procura
ci
potrebbe andare più
si
cioè
;
,
al
la vera
esistenza
l’
generale,
in
principio
il
non vede
,
voluta
contraddizione.
della
Kant e dimandare
là di
;
chi ci è mallevadore dello stesso principio di contraddizione,
quale deve o nò guarentirci
il
un
un
reale,
e però un
essere che sussista
soggetto
altre esistenze.
zioni
(
scientifiche
ha luogo relativamente si
trattandosi
per
r
potere
« io di
di
sono »
sapere se
messa
troviamo
)
lo stesso
vi io
ci
sono
un
»
,
e
scienza.
progresso che
Ora
medesime.
che deve
,
se
darci
non è una buona guaren-
finito
certezza
sarò
da Fichte
prime proposi-
aspettiamo di averne alcuna: !
Ente è
di
general-
teoria della
propria esistenza
la
io
posta
è luce
in
sua
della
prova di sè e
la
che
,
alla certezza delle
invano
Quanto è vero che
tigia
e la sua unità col sapere,
alle proposizioni
pone come principio
questa guarentigia, «
fu
,
principio
relativamente
ipotesi
,
Questa guarentigia
bel
sul
prova ontologicaV Solamente
che può contenere
mente come fondamento spiegata
Così anche
la
anche
,
perocché
;
non nel
nemmenu
essendo
momento
in
mio
seguente.
Digilized by
Coogle
“287
Ma
tutto
che
ciò
coscienza dell’esistenza,
più
per
gura
che
,
schiavi
Andromaca dopo
di
consola: questa sciagura non sarà
venga
sorprende più di molti
ci
sua verità, Ettore inorridisce pensando alla scia-
la
degli
anche con essa. In uno dei
cessa
Omero
rinomati passi di
altri
come conseguenza su questa
fondato
è
—dappoiché
—per
egli stesso, Ettore,
la
sua morte
ma
;
si
qi/anto sia certo che av-
certamente allora non sarà
più. La sostanza astratta che è posta logicamente con la mia esi-
stenza
,
non può essere cairn
sono causa
mei.
sui,
perchè
io stesso al
eterno come fondamento.
una qualcosa
del
mio essere.
Io,
sto reale del pensiero, e però
volta
di
pensiero non può essere questo fonda-
11
mento, perchè esso stesso non è che conseguenza; conseguenza
certo non
La mia vita stessa altro non è se non una cosa
dell’ esperienza, mutabile, passeggierà, e vuole
il
come
non è semplice
e
essere, sono
il
presuppo-
pensiero non può essere a sua
mio presupposto. Si deve dunque ammettere un’esi-
il
stenza reale fuori
me, come qualcosa
di
eterna guarentigia e certezza alia realtà del
zione non
mia
di eterno,
che procura
stessa esistenza
mio pensiero. Ciò che ingenera
in
me
,
la
e però
convin-
è già quel che consegue logicamente dal concetto
della mia esistenza,
Una prova
come
posta
bensì ciò che spiega in effetto).
alla
e
modo
ma
principio e fondamento;
reale tutta la
mia natura
(
come
conferma anche più grande non può
sere desiderata da mente umana.
—
Il
metodo
es-
del Dritto natu-
«
rale
ha
il
senso seguente
sere pensante. se
non
questo,
tu sei
e
criterio
pensi
per
giudicare
io
sono un es-
In primo luogo
:
rettamente
,
se
può essere giusto e sicuro tanto
;
quanto quello. In secondo luogo: ancorché ne deri-
vassero determinati risultati
alcuna
modo che
C’è da fare quest’ obbiezione
havvi altro
non che
Questo e questo è eternamente ed as-
:
hello stesso
solutamente giusto,
della
loro
verità
,
non avrebbero però guarentigia
eterna
ed
assoluta;
perciocché
il
Digilized by
Google
288 tuo pensiero non ha di per sè veruna realtà, e tu medesimo
non
una
che
hai
Cosi
noscendo
la
passaggera e relativa.
realtà
dimostra che
si
mlodo
il
del Diritto naturale, rico-
varietà de’ precetti etici, e
nondimeno deducen-
doli dalla ragione,
è in contraddizione con sè stesso.
contraddittorio è
contenuto, e nella stessa guisa,
il
Nè meno
come
si fa
chiaro dalla precedente esposizione c da ciò che diremo ora,
solamente a modo
A
di epilogo.
due postulati
come
,
del
basi
l’astrazione:
libertà dell’individuo,
pura che
limiti.
loro. la
Se
la
dritto
la legge razionala è principio della
mostrano
si
di
Kant c
ha questo
nella
un
diritto
(
,
da
oltre questi
,
Kant, cominciando
,
al
gli
;
si
dalla
non-divieto, non
contrario
comin-
,
terzo partito
scrittori di
Diritto natu-
universali. Egli consiste in ciò che
senza saperlo ora^ eleva a principio l’una, ora ste cose opposte
il
Un
anarchìa.
all’
insieme
filosofi
fra
fondamentali
ai concetti
Fichte
) ;
arriva
tutti
patisce
Questi due principi
può dedurre solatnente un
autorizzazione
dall’ lo reale
poi è formato rale,
quanto
in
risultato certo c sicuro:
necessità logica
ciando
non
più vivace opposizione ne’ sistemi
loro
E
di Fichte.
,
non rimane che a scegliere
Altro
dispotismo logico e l’arbitrio individuale. ci
deduzione, esclude
individuale
libertà; se è principio la libertà
alcuna limitazione.
dee attenere
si
,
ed una legge della ragion
Queste basi però sono inconciliabili tra
dì que-
l’altra
qui la contraddizione è evidente e
s’
incon-
tra da per tutto. Così Wolf, partendo dal principio della
li-
bertà, asserisce: non v’è societas ed imperium senza volontario accordo.
Al contrario
deduce nuovamente
egli
la società
di famiglia dal precetto razionale dell’educazione dei figliuoli;
e così infinite altre cose.
Il
Feuerbach. Egli sovrasta a l’esattezza e la circospezione
rappresentante di questo partito lutti
;
e
il
è
cotesti scrittori per l’acume,
Dritto naturale
—
in
quanto
Digilized by
Coogle
“289
sviluppò
si
in
modo
sistema universale
e
sogno la
e perciò ad
filosofia,
giurìdico
criterio
da un
particolare e indipendentemente
di
— ha
un tempo dal
bi-
per opera di
lui
raggiunto
perfezione de’ suoi concetti fondamentali. Anche nella de-
duzione
rimane sempre fedele
egli
cade in contraddizioni prìncipi
dai
fede
ciò
,
a
dipende
sé
quando
c
stesso;
nondimeno unicamente
ha cominciato. La sua professione
di
nella sua critica del Diritto naturale è anche una me-
scolanza poiché
due
da’ quali
del
Kant e
principio di
la teoria del diritto
principi
coraggio
,
quando
la
di rinunziare
liare tra loro,
di
quello di
Fichte
non può mai fare a meno
(
dap-
di questi
speculazione pura avesse perfino
ad uno; e che
essi
non
si
il
possano conci-
conosce appunto dalla sicurezza del processo
si
de’ suoi pensieri). Egli,
come Fichte, vuole
dritto dell’indi-
il
viduo come principio della legge giuridica, acciocché questa
si
distingua dalla morale; essa non dev’essere una permissione pu-
ramente una « la
ma
negativa,
un'autorità «sanzionata positivamente,»
facoltà giuridica. »
ragion pratica
Ma anche
come Kant, che
egli vuole
sia principio della legge giuridica
;
quella fa-
coltà giuridica deve conseguire dalla ragion pratica ed esistere
morale)
pel fine di essa (della tificata e limitata.
incontrastabile. stretto da
Ma
,
eticamente san-
affinchè sìa
Questi due punti sono dimostrati in
modo
appositamente per questo Feuerbach
vede
una quistìone decisiva
:
come può
si
l’autorità positiva
conseguire dalla ragion pratica, come può ella da questa derivarsi? Egli non può nascondere a sé stesso che ciò non è possibile,
e però ricorre al principio Kantiano della « impossibilità
di conoscere le cose »
dalla ragione, è
:
ma non
essere certo che essa debba conseguire potersi intendere
evidentemente un uso del tutto
(1)
L.
c.,
p.
il
come
(1).
Ora questo
falso della cosa in sé. Infatti,
265.
Digitized by
toogle
290 il
comeconspguadallaragioneunaqualche cosa che realmente da
essa consegue,
Kant crede certamente che
possa conoscere
si
;
altrimenti dovrebbe egli rinunziare a qualunque cognizione. La impossibilità di conoscere
come,
il
Kant, soltanto
riferisce, in
si
sentimento reale del dovere, e non a ciò che è l’og-
al nostro
getto di questo dovere, c alla maniera onde la ragione lo con-
come
tiene
necessario.
Oltracciò,
Kantiano della impossibilità
critica di
Feuerbach
naturale
— non ha
pra
Drillo
il
:
— che è
la
nalurale
richiede
queslo sia possibile, non
Potremmo
l’
tollerare
ramente
scientifico
;
ma
non quello espresso
una
l'uomo
di Stato,
si
,
si
deve concederle
la
ineguaglianza dello
corporazione, privilegi
bene
acquisiti di
fende
la
contrario
i
la
deter-
alle istituzioni
risultati opposti; e
Dritto naturale si vede
il
la libertà
|>ussibilità
di
dell’uomo at-
operare un
prodotti di quest’ azione
stato
giuridico
politici;
in
qualunque specie
proprietà
:
poche parole essi siano;
dritti
,
tutti
ma
can-
c quindi
,
di
dritti
i
allora
si of-
uguaglianza invariabile della legge razionale. Se ,
si
vuole
soddisfare
gna distruggere qualunque ricamente; non solo ne,
conte
vede nella dct
stabilire delle istituzioni contradditto-
prende per norma
giamento, c riconoscere
si
perchè ha un interesse me-
anche quanto
che riconosce e segue
Cioè a dire, se
ma
legge razionale;
contraddizione che
minate quei principi opposti conducono a
generalmente costretto a
di so-
aulorizzazione posiliva del-
può comprendere.
si
la
dazione dei concetti universali,
tivo
scudo
lo
forma più perfetta del Dritto
altro risultato, se
l’individuo, e che essa proceda da
rie.
con
coprirsi
il
conoscenza non varrebbe
della
parlando generalmente, come una buona difesa. Cosila
oggi,
ma anche
le
a questa eguaglianza
privilegio
prerogative
che
si
i
dritti
di
al
biso-
è formato
di classe e di
la proprietà ineguale,
,
sto-
professio-
esigere nati
dal patto. In vero la possibilità primitivamente uguale in cia-
Digitized
by
Google
—
scuno,
di
nulla 0
conservare
stessi dritti
gli
una
è in tutto
sentemente
sono una contraddizione
turale « libertà ed eguaglianza » gica.
È
vero che esse non
ma
positiva, in
modo
chiede
ci
danno
L’ uguaglianza
il
al
si
nulla
cioè,
contrario
mutamento
libertà
ri-
e ineguaglianza (4).
perpetuamente
richiede
esclude l’azione e la libertà. Ora se
tal
lo-
una decisione
La
distruggono a vicenda.
fatto,
l’uno, quando l’altro principio,
che un
in
è anche certo che conforme al loro concetto e
negativo
l’azione,
riabilità,
non è in
o
degli altri,
giustificazione della ineguaglianza pre-
esistente. Così le parole sagramentali del Dritto na-
si
1’
inva-
segue quando
bisogna almeno confessare,
processo non può spacciarsi
come
regolato necessa-
riamente dalla ragione.
(1)
fu
La contraddizione che
veduta dai
socialisti,
avrebbero voluto abolire del principio storico,
l’autore vede tra libertà ed eguaglianza
ma mentre
questi ad effettuare l'eguaglianza
la libertà, l'autore,
con ragione
la
per l’apposito, partigiano
propugna e
sostiene.
L’ugua-
glianza giuridica è una vuota pos.sibilità senza alcun contenuto particolare, e riesce derisoria per coloro
1
quali furono disfavoriti dalla
natura, o volti in basso dalja ruota della fortuna.
Comforti. «
Digitized by
Google
CAPITOLO SECONDO
ESINE BEALE DEL DIRITTO NATURALE.
— Negatività del— Rapporto della — Distruzione del
Riduzione della moralità alla pura conseguenza. l'etica, della morale
e del
bertà e dell’ eguaglianza dritto pubblico.
— La
,
Dritto naturale.
li-
negative e positive.
verità del
motivo del razionalismo e del
dritto razionale.
Quando
in
una
ricerca scientifica
norma unicamente umani e critica
la
loro
ma
la logica,
soddisfazione
notando semplicemente
,
i
non
si
vuol prendere per
ad un tempo è
lecito di
risultati
gli
interessi
procedere
nella
che più importano e
sono, per così dire, decisivi: c nella stessa guisa che fino ad
ora dalla insussistenza dei principi
è dedotta logicamente
si
quella dei risultati, così viceversa dalla contraddizione dei
ri-
sultati dimostrare la falsità de’ principi.
Nel razionalismo in generale,
non che
il
nalismo soggettivo ) sia (razionalismo oggettivo). carattere
si
deduce dal solo pensiero,
contenuto determinato dell’ethos,
desimo; sia dal concetto di dai
me come pensiero
Con
ciò
si
ma
l’ethos
essere pensante
come causa viene a
speciale e proprio dell’ ethos,
il
del
(
me-
razio-
mondo
distruggere
quale
consiste
Digitized
il
in
by
Google
293 un rapporto originariamente reale
(4).
La moralità non ha più
non
altro pregio che quello della conseguenza, e Timmoralità
è che una specie d’inconseguenza, cioè, gica fra
il
ramente questo
morale della
la
mediata che hanno
quale
teoria, di essa,
stanziale e di particolare sè.
contraddizione
risultato; solamente quegli scrittori,
non seguono un sistema compiuto ed tale
la
lo-
pensiero e l’azione. Fichte e Kant avvertono chia-
la
cioè,
reputa la coscienza im-
come qualche cosa
come qualche cosa che
,
Cosi la tonte dell’ethos,
il
quali
i
reputano ancora
intero,
pensiero, viene, per
di
so-,
esiste
da
modo
di
più direttamente contaminato da una falsa conseguenza,
dire,
che da una maniera di azioni
che a
,
lui sia contradditoria
;
e però quella sarebbe un peccato molto più grave. Ripugna
(1)
A
mostrare quanto
del nostro autore, e
basta
gne
il
filosofo torinese,
con quella
la filosofia del Gioberti si riscontri
ad un tempo
discordi da quella dei razionalisti,
si
seguente brano dell'opera del Buono.
La
«
legge, dice l’insi-
non è una nozione morta e generica, ma una
cosa viva, individua che possiede in
Realmente da Dio non
si
sommo grado
l'essere di persona.
distingue ed è legge e legislatore insieme.
Se non fosse personale, non sarebbe concreta ed imperlante ; se da Dio veramente luto è l’idea
si
distinguesse,
uno sostanzialmente,
Dio, in
quanto comanda
lo stesso intelletto
sori e
non sarebbe assoluta; perchè
l'asso-
e molti assoluti ripugnano. Perciò,
è Dio, in quanto risplende
all'Intelletto,
alla volontà.
divino che per
comunica qualche raggio
E come
la
come
legge è parimenti
l’idea rispetto
modo immediato
ci
apre
di luce, cosi la legge è la
i
a noi, è suoi te-
volontà di-
vina e creatrice, che fa risuonare la sua voce dolce e imperiosa nel
santuario della coscienza, affine di renderci partecipi del santo.
Lo
mente e
spirito
Buono e
del
umano ha dunque un intimo commercio con
col volere divino, e
vilegiata della sua natura. S’ingannano perciò
moderni, senza escludere
la
da questa fonte deriva l’eccellenza pri-
gli stoici
e
i
i
razionalisti antichi
e
partigiani della filosofia crìtica,
spogliando la legge della sua individualità personale.
»
— Cospobti.
Digilized by
Coogle
294 ammettere un
di
c
e l’intelligenza non
risultato
tal
oppone per quanto
si
nondimeno se ne trova un
acqueta
si
che esso derivi dal principio;
sia certa
vestigio nell’ afiermazione di Hegel
che l’opinione della limitazione della nostra conoscenza
sia
il
peccato mortale (1) (2). Dal mio concetto non può mai derivare io sono qualche cosa, e non che
altra conseguenza, se non che io devo
qualche cosa. Perchè
mio pensiero non ha alcun
il
una tendenza, come quella che
potere reale sopra di me;
contenuta nel dovere è incomprensibile, quando dere prodotta dal pensiero perturbazione
si
d’
ammettano due
ma
e
,
così
pure
animo che va unita
coscienza morale) non
(Gewissen,
enti reali
mondo
del
consiste
,
necessità
esclude
veramente
(I)
Enciclopedia di Hegel,
(J)
Secondo
i
dovere
edizione
razionalisti,
il
di sé,
è cosa anche
perocché
esige,
dovere
il
l’altro
però può
p. 363.
§ 386,
concetto dell’assoluto è qualche cosa
di generale che ab1>raccia tutto
ché non ha nulla fuori
Ella
;
che l’uno
ciò:
quella
come causa universale
logica,
qualsiasi in
o
La coscienza
subbietto che opera,
il
anche colui che ordina e prescrive.
più evidente, che la
timore
il
all’Ethos.
pensabile; esso è infinito, peroc-
il
racchiude in sé ogni cosa,
ultimo fondamento del tutto, da
lui
come
e,
esce ogni cosa; esso é uno e
semplice, come quello che elimina c fa cessare ogni opposto,
quale include una limitazione; esso è infinito ed insieme cioè, questo è in lui inchiuso: è
sar
puro, pel quale tutto
il
è
voglia cre-
è intelligibile che quando
non solo
,
si
il
puro pensiero stesso, è
resto vien pensato.
Secondo
il
finito, il
pen-
l'idea-
lismo assoluto, la ragione umana, identica alla ragione divina, può esaurire tutto
e
’l
mondo
il
pensabile e costruire a priori
il
mondo
della natura
della storia, e la filosofia, propriamente detta, è la ripro-
duzione ideale della creazione, Hegel,
il
fc
facile quindi
quale condusse agli ultimi termini
il
il
comprendere perchè
razionalismo che suona:
l'onnipotenza della ragione, disdegnasse l’opinione di coloro,
ammettevano
la finità
della
i
quali
conoscenza Cosforti.
Digilized by
Coogle
,
29S
ma
rimanersi;
in ogni caso
rebbe
la
che quella legge della necessità porta seco
ciò
determinato è
conseguenza
altrimenti
inevitabile,
una legge necessaria. Per
di
Spinosa apertamente ed intrepidamente nega dovere, del bene e del male apparirà in appresso,
e
;
il
non
sa-
qual cosa
concetto del
con Hegel come
verità,
in
la
la filosofia ritorna di bel
nuovo a questa
negazione.
Ma dalla
il
contenuto o essenza
escludere.
dell’
Ethos, la quale
non può essere che
ragione,
ragione non vuol
natura
di
produrre cosa alcuna;
essa
suo precetto può prescrivere delle
11
si
deduce
negativa.
La
limita
ad
si
azioni o delle
*
ommissioni; e tare
quello
tralasciato.
in
tal
non
che
è
stato
ad altro che ad evi-
tende
che
latto,
non
può
essere
L’Ethos ha anticipatamente un concetto già for-
mato c compiuto,
e ciò che
divenga ed accada
Conviene
caso non
,
ma
richiede non è che qualche cosa
si
che quel concetto non
far quello soltanto
sia
distrutto.
cui opposto contraddice alla ra-
il
gione. Ogni virtù è adempimento del dovere, non trasgressione.
Quindi
il
pregio originario e sostanziale dell’azione non
è riconosciuto; essa non ne ha che uno derivato per via di
conseguenza; ciò che decide è
secondo
le quali
e positiva virtù
si
la
concordanza delle massime
opera, e non già essa stessa. Ogni vera
— amore,
terruzione; essa non
fede
—è
un
può assolutamente
atto,
ed è senza
in-
concepirsi inattiva.
Al contrario l’adempimento del dovere è in sè inattivo, perchè,
quantunque non
ha luogo alcun precetto, nondimeno
questa virtù non è interrotta, è appunto che l’operare
cosa principale è la massima, il
mezzo d’impedire che
si
deve risolvere ed
e perciò se
non è
si
opera, la cagione
l’intima essenza di quella; la
per
la
quale l’atto non è che
sia priva di sussistenza.
esporre
Perciò Ethos
come un esempio matematico:
bisogna che sia provato ciò che è e ciò che non è dovere
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-290
c se da per tutto
il
dovere è o non è adempiuto; perocché
l’adempimento del dovere, nello stesso modo che manca
aumento. che
ciò
vi
Ma
anima imparziale onora, come
quello che ogni
ha
di
più hello
sublime
e
virtù positive, che in origine e
E
di necessità risultano dal concetto si
appagherà
dell’
gran tratto
morale che possa osare
qual cosa
il
jiensiero,
non
e
havvi
la impossibilità di
nuova creazione
filosofia
produce.
egli
di
Per
,
ci fa
sentire,
,
è
ci
anche nostro mal-
dedurla a priori; perchè essa è una
prodigiosa
come
la
creazione in universale.
più piccolo oggetto fuori di noi, se lo consideriamo seria-
mente,
ci
riempie del sentimento della nostra inettitudine a
comprenderlo.
Il
pensiero: questa cosa è, è fonte di maraviglia.
« Questi è tuo padre,
il
tuo amico; per opera loro tu sei qui
in questo stato e condizione »; perchè
perchè tu stesso impossibilità di si
si
ogni azione magnanima, ogni manifestazione del
cagione di sorpresa e stupore, e
Il
il
che
,
esiste,
anche solamente
che
ciò
e
amorc? o pure
di cotesto azioni
egli
sentimento eroico, dell’animo veramente pieno di Dio
grado,
si
e.
p.
quali siano le azioni
dell
di prescrivere o
voler conoscere per anticipazione la
non
amore
debbono derivarsi dal suo concetto? L’amore dove lascia dietro di
le
nel-
con alcun concetto adeguato
dal concetto del pensiero o del dovere?
vero e reale amore
sono
consistono
e che perciò
l’azione, infinitamente attive e creative,
possono trovare cd esaurire
mondo,
al
natura
per
compiuto. Chi potrebbe dedurre la essenza
che
di
valore intensivo positivo, non è neppure capace di
qualsiasi
sci
appunto questi
appunto quello che ora
comprendere consiste
in ciò,
,
ma ha fondamento
superiore e libera. Quanto debbono essere più
questa stessa
?
anzi
questa
che l’essere non
può risolvere ed esporre nel pensiero: che
gicamente necessario
E
sei ?
egli
in
una
non è
lo-
potenza
incomprensibili
potenza. Iddio e le virtù positive che egli vuole
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297 e che
rendono somiglianza
umano
perde
si
Dio personale:
ma
Spinosa;
della sua
conosco, o non io
Non
profondità.
nella loro
io lo
sibbene:
natura!
ma
infinitamente di più. Lo stesso dicasi
stiane:
l’uomo
ha praticate,
le
non
più
Non
mai
trascende
havvi
limite
fervore
e
fin
dove possono
ma
zione,
la
cospicuo ed
che
eccellente.
che non può mancare il
che
suo
c delle virtù
,
li
un
da Kant a ragione riore
ha
fatti
fiore.
,
In
tal
sono
cui
il
ha
vi
in esse di
il
luogo
un adempimento solamente
dei
in
Con
pensiero.
meno
virtù
ragione
è
misteriosi
positiva.
ciò
questi
perchè e
,
L’amore
come un motivo
morale). Hegel lo tollera la
ancora
lui
dal-
viene
contrario alla
come un grado
frammista
mira-
infe-
materia;
alla
l’adempimento dei
quale è inevitabilmente voluto dal processo logico e soltanto nella coscienza
bisognava che
(t)
di
azione
modo dovrebbe scomparire
dirittura sbandito
(alla
in
doveri,
ha
l’
della loro manifesta-
che
consiste
grado più elevato è anche secondo
il
e
cd esporre nel suo pensiero, essi
moderna qualunque
l’etica
vita
la
può procedere a suo talento, può comprenderli
interamente, risolverli egli solo
quale
opposto distruggerebbe
egli
astratti
di
ciò
od
arrivare
razionalismo però non vuole che quello
Il
valore etico del
doveri,
bili
di
sa di dominare, perciò fa di Dio un astratto dell’essere
egli
il
essenza,
loro stessa
ancora
sempre crescere
perchè
,
sono semplicemente un elemento
non
virtù cri-
praticarle infinitamente di
il
fede possono
la
energia cd eccitamento
,
jiraticarle
facea
conoscere
delle
che esse richieggono dall’uomo.
ciò
che segni
aumentare. L’amore
ma può
ma
questo esse richiedono,
come
lo potrei
ancora
più,
può dire del
si
conosco,
lo
conosco,
lo
L’ intelletto
la
fede
non
fosse
di sè
(i).
Prima
più riconosciuta
di
tutto
come ap-
Hegel, enciclopedìa, $i!0.
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298 perocché ella è sommamente positiva:
partenentc è una
una
(Setzcn, porre)
tesi
sintesi e l’estremo
opposto del
pensiero puramente analitico. Ella non consiste
come
questo
un
altro,
e per-
neU’cscludere semplicemente ciò nel porre soltanto ciò
opposto
che già
ad
avvenire
e.
p.
,
si
possiede. Quello
come
può sempre pensare,
si
possibile
la possibilità di
cui
il
non che
verisimile,
che Cristo sia risuscitato, che
noi risusciteremo: taU c simili cose con la potenza della
—
bertà
e però
non contenute
mitive ed originarie
— con
un
in un’altra precedente,
ma
li-
pri-
atto creativo divengono oggetto
della cognizione, e cosi sono l’azione più pura del volere. Sicco-
me
non
solo coraggio e
il
tezza,
la
possibile
cattiva;
la
deduzione logicamente
Quanto
libertà.
la inquieta considerazione della cer-
non è sicura della buona
quale
non vede
così
necessaria
la fede
conferisce
libero
non
la
manifesta
la
fede e
e
altrettanto è cosa
stessa è positiva,
positiva che ella è un’esigenza morale (etica). atto
che quando
riuscita,
sola
la
poteva stabilire questa esigenza,
la
Solamente un quale non
si
può dedurre da nessuna legge necessaria, perchè questa per sussistere
non può aver d’uopo
deve sapere 11
ciò
dal fare
Egli può esigerla,
che
ciò
fa,
creature non sanno, farà.
Ma
e
,
,
e si
perchè ciò
alla
fine
che esclude.
annulla
col Dio
perchè potrebbe anche rimanersi
perciò accade continuamente che
ma
se egli richiede
richiederla, e della
racchiude
fede
della fede sussiste o
etico
significato
cristiano.
che la
non può
e perciò
di fede,
volerne alcuna; anzi la rende impossibile
possono soltanto credere che egli la
non perchè essa
fede sia
,
ciò
avviene perchè
le il
volle
una conseguenza necessaria
esistenza e del concetto di Dio, senza che l’atto vi abbia
alcuna parte. Ck)si
nell’
pure
la eccellenza del Dritto
naturale consiste solamente
escludere ciò che è contraddittorio al concetto del dritto.
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299 il
qu
proscrisse dalla l’astra-
delle nobili produ-
21
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Goeglc
,
300 Così bisognò rigettare tutto quanto
zionì.
quale era nel medio evo, quest’ opera
sistema degli Stati
il
veramente
d’ arte
blime, senza alcuna considerazione delle parti lo
componevano, senza esaminare se questa o quella
biasimare; e
il
motivo
cbe un sistema
fu,
per questo venga a mancare il
che
il
,
fosse da
può pen-
di Stati si
sare anche diverso da quello che allora esisteva
è
su-
essenziali cbe
senza che
concetto del dritto; perchè esso
prodotto d’una forza, la quale può formare cose nuove e la
ragione è incapace d’ imitare.
ed ‘ultimo della umanità,
— Lo
quale Kant
al
è quello della pace perpetua
:
uno
cioè,
stato più perfetto
leva col pensiero,
si
stato in cui
non
sia
guerra c distruzione. La ragione non ha altro da mettere luogo dello stato positivo, republica
Platone c dagli
di
sebbene soltanto Tali esigenze finità diretta le
il
in
quale
ci
scrittori
in
è indicato p. e. dalla
veramente
cristiani
alcuni tratti particolari.
puramente negative hanno non pertanto una
af-
con resigenze positive superiori, in opposizione con
condizioni mutabili
meno
perfette; c per questa sola cagione,
chi giudichi a prima vista c badi soltanto al suono delle parole,
crede in quelle, e cosi guadagnano nella opinione degli uomini.
Con
tutto ciò esse so. o assolutamente opposte alle esigenze po-
sitive.
— Per mezzo
di
questa affinità
il
j)ensiero della uguaglianza
del dritto degli uomini destò l’universale entusiasmo; ed anche a’
tempi nostri, che questo fuoco è spento
scondere a sè stesso che questa è soddisfa l’animo
ripugnanza.
Ma
umano,
e
il
,
niuno potrà na-
idea che veramente
cotcsta uguaglianza del dritto di tutti appare
cosi bella
ad ognuno e piena
cetto dell’
uomo
la
contenga
dell’
uomo,
cui
questa e non quello
la
la sola
contrario produce certamente una
di tanta luce,
in sè
,
ma
non perchè
perchè
la
sua divina destinazione: e solo nel la
esige,
essa ha
tale
vuole
il
con-
l’idea
modo con potenza
di
convinzione.
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301
La
che
libertà
deriva dal concetto è uguale per tutti so-
lamente perchè non è per nessuno una libertà determinata,
ma
sibbenc un' uguaglianza della vuota possibilità
un contenuto, acquista determinati
essa riceve
determinata libertà, allora contrario, alla quale
1’
uomo
quando
;
dritti,
anche ineguale. La
si fa
diventa
libertà per
come ad
è destinato da Dio,
ul-
timo termine, è una libertà positiva, e nella sua realtà e nel 'suo contenuto, la
il
quale forma tutto
Essa non
stessa.
come
soffre
sesso, di godimento,
sitiva
afflitti
il
aspirare
cupi unicamente in cose
ticolare la capacità di
positiva, la quale considerata l’
libertà
al
divino
E
questa libertà po-
;
che
la
più parte degli
che
,
in
ella si oc-
non è meno
ciò
una
classe par-
acquistare è contraria alla uguaglianza
un esempio
Questo è solamente
Imperciocché
La
puramente
comuni e volgari;
contrario alla uguaglianza dell’ idea
del concetto.
di pos-
soltanto del nutrimento, che
sia sollecita
tutti
una diversità
da alcuna cura terrena
deve appartenere ad ogni uomo.
uomini
suo pregio, è per
altra
e di cognizione spirituale ecc.
dei nobili platonici, di potere
senza essere
l’
secondo
l’idea è
intero contenuto di essa
non
della
uguale per si
libertà tutti.
può determi-
nare ed esaurire anticipatamente, come quella della libertà
ma
negativa;
tinuo,
il
è cosa che concerne
cui termine ci è occulto.
il
—
futuro, è Si
un aumento con-
potrebbe obbiettare, che
questa uguaglianza positiva non è riposta nella eterna giustizia:
che mai
t’
importa che presso a te
ed eccellente, che esista una abbi
il
gnarsi
dritto d’essere quel di
che
non essere l’albero
diamante?
Ma
si
svolga una vita più nobile
felicità
sci
;
più grande, basta che tu
può
egli forse l’arbusto la-
fruttifero, o la selce di
non essere
il
questa obbiezione sarebbe senza fondamento; per-
ciocché non è dato ad
uomo alcuno
di essere quel
tantoché egli non può essere quel che é stessa cosi nell’uno
come
la
che
egli è, fin-
sua idea; e questa è
nell’altro! cioè, di essere
la
l’immagine
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Gobgle
302
altresì
jMjrò a (juesla destinazione
Conforme
di Dio.
supremo
il
ciaseuno dee avere
supremo non havvent
diritto; olire ilDirillo
maggiore. Quindi secondo la stessa idea che esige come
altro
termine ultimo
anche
uguiiglianza degli uomini
positiva
la
giustificaia
Quindi è giusto che
(I)
non
Senza
è
dubbio
1’
inevitabile,
quest’ ordine di
per opera
di
che
la
l’una più che l'altro.
(1). 1/
relazioni
l'
per essa
senza dubbio neila so-
una cosa vuota, necessario
ma
ordine delle relazioni;
non debbo essere immobile e permanente
un’aristocrazia artinciale. Per noi
non
ha
vi
altra
salvo quella dell’ingegno a cui s’inchina volentieri
aristocrazia,
il
uomo deve avere
eguaglianza è impossibile, quando
anzi
e'
selce stia sulla strada ed
corona del monarca
voglia intendere
si
cietà
ma
arbusto sia abbandonato a sè stesso
l'
l’albero fruttifero coltivato, fregi la
complesso
l’umanità nel suo
non è ad essa conforme, nè l’individuo;
diamante
viene
,
ineguaglianza clic non può evitarsi nelle
la
condizioni reali della vita. Infatti
l’u-
niversale, perocché l’ingegno è naturalmente principe e benefattore dell’
umanità. Per
la
sapremmo ammettere che
qual cosa non
a simiglianza di un arbusto, di una a sè stesso; anzi possibile,
perchè
emancipi
si
,
divisiamo che l’
uomo
si
Infatti
il
regolato,
come
consideri che
mento venne
.selce,
effettuato
ora è
libero,
fu tanto ;
dell’
si
elevi
sentito
e finalmente bisogno
il
un grande
ultima- classe
della
rivolgisocietà.
schiavo, poscia fu servo, quindi
fu
od almeno
lo è in
divisiamo che la plebe abbia diritto
di
nè questa parrà un’ utopia,
corso dei secoli
a prò
lavoro da prima
debba fare ogni opera
sempre più
oggidì
nel
debba essere abbandonato
società
la
plebe)
ed in nessun tempo
questa emancipazione,
quando
(la
l’uomo,
di
gran parte.
fu
Ma mentre
emanciparsi, e
la società
debba cooperarvi, non ammettiamo che l’emancipazione abbia ad effettuarsi a scapito di
problema deve consistere
del
a
i
quali,
sia
per un lavoro anteriore,
per un lavoro prc-sente, tengono un maggior grado. La soluzione
sia
e
coloro
il
in
ciò: che
ceto medio non discenda, e questo
schivare quella
guerra implacabile
il
ceto plebeo
è l’unico degli
si
elevi,
modo acconcio
interessi
rivali
,
Digitized
la
by
Google
30S
un
da quello della donna e del
dirillo diverso
fanciullo
;
un
altro rincollo operaio dedito a basse occupazioni, un altro
possidente libero dal lavoro
e
— Quella
è in
istante;
il
della
compiuta
concetto dell’essere pensante
il
concetto, la differenza della fede deve essere
il
esclusa dalla sfera del diritto; cosi il
ceto o
ne-
ed essere sollevato da Dio. Nello stesso
ideale
all’
secondo
perocché
di
uomini; e pure è vero che l’uomo deve formarsi
tutti gli
modo
del
libertà negativa, al contrario, è di già
richiesta ad ogni
solamente
ciò è richiesto
vocazione del sesso, dell’età,
cessità dalla classe.
6n dove
:
vuole presentemente; im-
si
concetto non contiene in sé veruna determinata re-
ligione e giustifìca del pari ogni religione, solamente perchè
non ne
giustifìca alcuna.
l’uomo è
Al contrario, secondo
quando questa idea
cristiano;
giunta, non vi sarebbe differenza
fede sarebbe
giustificata in
propria del cristianesimo.
quale,
L' si
luogo di
in
anni e
Ma
accelerare,
deriva.
secondo
guisa; cioè,
indugerebbe
arte.
come
l’una
metalli preziosi
trae fuori,
adornamenti
li
gli
si
illustre scrittore,
La prima somministra
del
La
i
fa
lei
di
creare
divino,
come
ma
atto
ma che
in diversa la deter-
solo radicalmente,
come
nelle viscere delle montagne; laddove l’ingegno
fonde,
li
accomoda.
viva e più singolare.
ed iniqua, se non
1’
semi feraci, che
plebe e l’ingegno sono
potenza, e l’altra
trova ogni dovizia,
da
ufficio
quello che
cola, I.a
li
purga,
plebe
in
gli
aggiusta,
somma
Laonde
si
nulla, e seco
la gloria dell’ingegno
e a vari
è quasi la specie
dell’umanità, onde l’ingegno è l’individuazione più
non può
ed ogni
lungo corso di
per
come
la plebe,
nutre e feconda.
svolge,
mina. Nella plebe
li
,
sublime e tutta
fintantoché l’umanità non abbia
La plebe, secondo un
concreatori, cioè, compartecipi
i
maniera
forse di secoli la sospirata emancipazione.
ingegno non può inimicare
natura e l’ingegno di il
quella
sua idea,
la
veramente rag-
fosse
giustificazione
di
risentita,
più
sarebbe usurpata
facesse risalire alla plebe, senza la quale egli
può ogni cosa.
— Conforti.
Digilized by
Coogle
504 raggiunto questo termine,
il
Annullando
zione. la
le differenze
non
,
reli-
uguaglianza della destinariuscirà a
si
conseguire
eguaglianza positiva, perchè bisognerebbe con essa distrug-
gere anche in
ineguale delle parti
diritto
giose è giustificato appunto dalla
contenuto,
il
quanto che
il
quale non è determinato, se non
lega necessariamente al presente stato d’ ine-
si
guaglianza. Però una tale libertà ed uguaglianza, la quale non
ha
d’
uopo
alcun contenuto determinato, non deve che
di
struggere questa ineguaglianza per instaurarla.
condo
questo principio negativo
o nell’ altro
nel
mezzo
giusta avuto
la
,
positivo
imperfezione,
riguardo
al
tempo e
termine ultimo delle cose.
delin-
ha ancora un giu-
quale
la
è relativamente
alle condizioni
reali della al
Essa servirà anche a distinguere
che per loro natura non possono competere
privilegi
che ad alcuni con danno degli
altri,
delle circostanze considereranno
come
sti;
dritto o
relativamente ingiusta, avuto riguardo
vita (circostanze);
fra quei
diversità del
di-
se-
dovrà rigettarsi come
caso
La norma del principio
giustizia. dizio
;
ogni
perchè è posta. fuori della sfera
apparirà eorae giusta, r uguaglianza
Adunque
e che questi a seconda imperfetti o
come
ingiu-
e fra quelli che o non ledono affatto, o solo, atteso l’essere
limitato della data condizione o stato, ledono gli altri, p. e. la
sicurezza
delle
loro splendore e
catena
famiglie
signorili
loro averi, di
di
non perdere mai
mantenere una non
grandi memorie nelle generazioni,
di
clericale di siastiche.
i
il
il
interrotta
diritto del ceto
non doversi alimentare che con occupazioni eccleOra quella opinione guarda
i
privilegi
dell’
ultima
specie con occhio invidioso e cerca di distruggerli, solo perchè li
crede contrari
di già tutti
;
specie
il
al
concetto. Questa al contrario vede in essi
contenuto della libertà positiva
,
un tempo uguale per
benché essa non approvi precisamente questa determinata di
privilegi,
sia
durabilmente
,
sia
transitoriamente.
Digitized
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Google
30 $ Essa non parte dal
anche
principio di distruggerli
godimento
al
altri
gli
ma
fare la nobiltà cittadina,
Cosi pure nel complesso
quanto
umano
nello stato
il
medesimi
dei
ma
,
di sollevare
non vuole già
;
cittadino nobile.
il
dritto positivamente giusto
perfetto
può
si
si
questo, pel diritto eccellente, perchè è immutabile,
immutabile perchè è
dritto più eccellente.
il
determinata forma giuridica, c
suo contenuto
(
per
far parola di dritto
pretende, come l’astratto, aU’eternilà. Però non
)
tiene,
come
ma
crede
si
Esso è anche una
sua eccellenza consiste nel
la
nelle forze che esso produce, nella sua cor-
,
rispondenza a nature superiori
,
a
dati
esseri
viventi.
Esso
dichiara variabili le forme giuridiche pratiche, non già perchè
ogni data forma
ma
sitoria,
giuridica dovrebbe
perchè esse tutte non sono ancora quella deter-
minata forma che deve Per
la
per natura essere tran-
qual cosa
esistere.
carattere peculiare della concezione sto-
il
rica dell’ethos non consiste di nessuna guisa in ciò
ammetta solamente un passato,
ma
delle cose,
il
Queste sono il
giudizio relativo, o
si
,
che essa
attenga al solo
suo assoluto è un futuro, un termine ultimo
il
quale deve venire. le
conseguenze del carattere astratto, secondo,
quale soltanto ciò che è logicamente necessario ha un vero
pregio.
Esse riescono perciò
inevitabili
in ogni
sistema ra-
zionale, sebbene appariscano sotto diverso aspetto, e ncH’uno,
per così dire, più velate che neH’altro. Ora dobbiamo ancora dare uno soggettivo,
sguardo
alle
punto a distinguere tra e
il
conseguenze
come causa immediata
susseguente.
—
Il
il
;
processo
,
prodotte dal
principio
perchè esse servono apdel dritto fino a Fichte,
principio soggettivo guastò la concezione
morale meno nella scienza che nella vita pratica. In questa, cioè, la violazione dei rapporti più sacri
stimata lieve mancamento,
cominciò ad essere
anzi cosa lecita, purché da esso
Digilized by
Coogle
S06 direttamente uh male
non venisse però non
La
agli uomini.
neppure rinunziare
poteva
alla dignità
scienza
morale, e
trovò nella sua necessità logica supcriore agli uomini, un’egida, con la quale
forza di
tempi
in questi
proteggere que’ rapporti
sebbene
;
tampoco
nè
non
come
ebbe paura
dei
si
travagliosi potè
che derivano
principio delle leggi
,
solamente
la
la
degli altri
nemmeno
contrario
giuridica al risultati
in
p. e. l’assoluto
può provare nè con benessere
del
dal principio
uomini. Nella concezione filosofia
c
non avvenisse che
una supposizione arbitraria; dappoiché
divieto dell’adulterio e dell’incesto logica,
stretti
ciò
la
dall’ attuare,
libertà
e
il
dritto
dell’uomo. Essa avea appunto un sostegno nella sua morale,
quanto
e per dritto,
fossero
sacre quelle cose
che distruggeva nel
poteva sempre servirsi della scusa, che queste veni-
vano solamente separate dalle
instituzioni coattive,
annullate. Così in buona conseguenza,
il
non
già
riguardo alla esterna
dignità e bellezza dello Stato venne sbandito dalle leggi della sua instituzione
—
la
bestemmia,
il
suicidio, lo spergiuro,
recassero nocumento a date persone
individuo condannato a morte, dritto
il
,
lo
alcuno sulla propria vita, non poteano
matrimonio doveva
quando non
stesso assassinio d’un
quale però non ba neanche piè dirsi delitti.
—
il
sciogliersi a piacere, la violazione della fede
coniugale essere liberamente permessa. Ogni restrizione nel disporre delle cose (siano esse anche dalla natura destinate per
le
boschi), o neircsercizio di mestieri, fatta
generazioni, p. e.
i
con rintcndimento
di
promuovere
il
benessere universale, fu
dichiarata per sè stessa inaccettabile senza avere riguardo agli effetti.
Le idee
tano l’uomo libera scelta Dritto.
in ,
di
patria, di nazione, le quali
ci
rappresen-
alcuni rapporti e legami indipendenti dalla sua
non hanno
l.U(»go
alcuno
Ogni aggregato d’uomini può
popolo non è tale
,
se essi
non
lo
in
questa
teoria del
costituirsi popolo,
vogliono,
fai
cd ogni
essenza del
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,
307 Dritto naturale, come teoria
nità del popolo
appunto
un
quanto
cessa
,
cosa alcuna
non
legge soltanto quello che
e
,
cosi
come sovranità
popolo,
uomo
di
da
vincolato
è
È
sottoponga spontaneamente.
si
tutti
sovra-
la
degli individui
Nessun
gl’ individui.
cui egli
,
la sovranità
sovranità del
la
sopra
tutto
non è tanto
filosofica,
vogliono accidentalmente; se non
sono concordi, questo volere non può giungere ad essere una legge. Questa sovranità di ogni individuo fonda lo Stato come
patto
politico,
di
Essa
deliberazione concorde: sia
quella
di
il
esso poi
una rappresentanza, od anche
della maggioranza dei voti.
una
governa continuamente;
lo
pe-
qualunque potere non ha valore che come prodotto
monarca,
lutto
richiede quindi
e sostanza
sussistenza
cui
la
l’unanimità de’ voleri.
rocché
re
Il
,
potere di un
semplice potere
rappresentanza
la
popolo, in quanto prende delle deliberazioni
,
anzi
secondo
,
legge di votazione, non sono altro che mandatari e funprimitivo, cioè, degli uomini individui
zionari di quel popolo disuniti.
Nella chiesa questa idea condusse al perfezionamento collegiale, secondo
del sistema
quale
il
la chiesa
immutabile essenza non è più legge per lontà de'
non
membri è legge per
la
il
e la
membri, ma
Con
chiesa.
che col loro principio,
altrimenti
i
la
sua vo-
questi risultati,
concetto del dritto
pubblico resta interamente distrutto. Non havvi più Stato
nè
sorta, nè chiesa,
ma
soltanto
un
famiglia,
dritto
mente, e a modo
degli
il
cui
individui
di addizione; tutto è
dritto ,
abbia
considerati
singoiar-
dritto privato.
mini sono nello Stato non già per costituire un’unità, assicurare la loro
—
perchè cosi vuole ,
ciò
perchè
gli
eonoseiiiti
ma
separata esistenza. Laddove quei
dritto
pubblico
,
l'inciilzanle
bisogno
—
di
valore,
Gli uo-
ma
per
rapporti
sono ancora
ri-
non avviene
per rispetto di questi rapporti
uomini
hanno deliberalo
in
così
apparenza
,
altro
di
accordo;
il
non è che una delega-
Digilized by
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308 zione volontaria e perciò rivocabile del dritto privato. In
guisa Velhos del
mondo
è distrutto,
Sta nell’arbitrio degli uomini
varlo
nell’
desiderio
,
ma
interno dell’ anima;
tal
divino scompare dalla
il
terra.
nò
se vogliono o
colti-
agli archetipi divini c ai
che accendono nello spirito umano, non può mai
corrispondere anche una forma esterna, nella quale siano impressi
e
,
il
loro senso ideale
secondo una
siffatta
mondo
un
comportare Ciò che
teoria.
vivente dal vuoto e dalla negazione.
non soddisfatte
che s’imporrebbe
pena,
razionale, se potesse
E
la
e ciò che è
morte, per
per sé inevitabilmente
di
aspi-
le
per tedio della monotonia
o
,
creato
è destinato alla santi-
ficazione sarebbe distrutto dagli elementi profani,
razioni
Nes-
manifesti visibilmente.
si
sun animo umano potrebbe
è la
,
Dritto
il
ad attuare ciò che esso vuole,
riuscire
e conservarlo durevolmente.
Ma
sostanziale del Dritto naturale,
la falsità
modo onde viene
uomo
espressa
spregiudicato > è questa
:
che
egli
quale nel
la
evidente ad ogni
deve riuscire
,
non
fa
alcuna stima
della destinazione essenziale dei rapporti o coìidizioni della cita.
Ogni umano rapporto
di questo
genere ha in sè una desit-
nazione sua propria, e impone quindi agli uomini un obbligo di
attuarlo e
conformarlo in
In ciò consistono porti,
p.
come anche la
e.
e non
iugi,
è
il
trimonio;
la
corrispondente a quella.
o fine essenziale del matrimonio (la
coniugi in una reciproca
l’obbligo
di il
perfetta
remissione
vero principio
di
tutta la
fedeltà
e
comunione
della
di
vita)
di
libertà fra
i
con-
forma giuridica del masopportare
in
comune
divieto della poligamia, dell’incesto
separazione arbitraria; e similmente
una parte del
rap-
tali
quelle del loro ordinamento giuridico. Cosi,
qualunque sventura, delia
modo
esigenze morali che concernono
destinazione
concordia dei
—
le
il
,
fondamento da
dritto della patria potestà, dall’altra del
dovere
Digitized
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30'J
di nutrire
qualunque
casi lo stesso di
dei beni, la
è appunto
figliuoli,
i
rapporto di famìglia. Di-
il
come sono
altro:
le classi industriali, le politiche,
i
Questa destinazione dei rapporti
Chiesa.
commercio
il
Comuni, della
principio così dell’etica,
come
qualunque
c la razionalità del diritto
diritto reale;
dal grado, a cui arriva
nell’
del dritto.
tutti
i
la
guire quello
mezzo
di
questi
si
di necessità le
conforme
che Iddio o
norma
la
Non cerca
;
di
conse-
rapporto e per
natura in ogni
la loro libertà,
stretto a qualche cosa che
ma
in ciascuno di
e ninno di essi
non abbia
venga co-
egli stesso voluta.
Quindi
Diritto naturale distrugge in tutte le sfere della vita,
chè distruggere
altro
non suona se non difacimento
dine, che è richiesto dalla natura di un
strugge nella famiglia
permessi
in
sol-
sforza d’ottenere soltanto V uniformità: cioè, che gli
uomini conservino
il
modo che
per
;
vere esigenze di un di-
alla natura.
rapporto vuol conseguire
ogni
il
reciproca ricognizione della libertà degli
uomini; e quindi ignora ritto razionale o
è
misura
pel Diritto naturale questa
ha alcun valore
rapporti sociali, invece di essa, prende per
tanto la libertà e
si
attuare quei rapporti in confor-
mità della loro destinazione. Ora, interna destinazione non
lo Stato,
vita
ad essa mira
Infatti
l’
incesto
,
:
secondo
la poligamia
la ,
la sicurezza di
rapporto. Esso di-
sua teoria
devono essere
la volontaria separazione
cura dev’essere
distrugge nella società: la principal
conservazione c
per-
dell’or-
tutti
,
ma
il
non
;
la
lasciar fare libe-
ramente; distrugge in ispecial guisa nello Stato. Egli non
ri-
conosce in alcun modo
al
proprio
fine: cioè,
ordine superiore sociali il
;
d’
il
compito che questo ha
imporre e mantenere tra
,
conforme
gli
uomini un
nè l’organica distribuzione delle condizioni
perchè quell’ordine venga effettuato, nè raiHorità ed
potere
ehe
gli
appunto per quel
compete assolutam?nte ed originalmente, fine
;
ma
considera lo Stato siccome
una
Digilized by
Google
3rincipc, c poi
nazione partecipò aneli’ essa
questo potere unitivo. Macchiavclli e Montesquieu
tere universale dello spirito scientifico di quel
tempo
di
danno en-
ci
trambi l'immagine dello Stato moderno; però, secondo
lo
teoria,
primo fonda-
detta teoria costituzionale; sistema che favorisce
nondimeno ambiduc
al
la
ma
quello di Macchiavclli favorisce
storica e graduale
progredì sino
conseguire,
tenne dietro un’ altra
(conformità col fine) delle azioni de’ rettori,
il
il
ha per oggetto non giù
jierchè
la
degli Stati.
Macchiavclli
|>olitica di
di
apparisce nella
mento
più scientifica
negli animi
ostilità dei potenti.
sforza
si
ci
(|uelIo
moderno
modo
estrema rovina, per
all’
che Macchiavclli
,
sebbene con mezzi non
desiderio vivissi-
Il
questa unitù dovea destarsi in particolar
,
il
carat-
essi
non
considerano che dal lato meccanico.
Locke è
il
primo inventore della teoria costituzionale,
quella della divisione necessaria de’ due poteri,
r esecutivo. Per fondare questa divisione egli
si
il
cioè,
legislativo c
serve de’ prin-
cipi del Dritto naturale e della teoria della sovranità del popolo;
cioè,
(I)
De
affermando che solo
il
popolo ha autorità di dar leggi a sè
Locke, due trattati del governo, 1680, trattato H. Montesquieu,
Cespril
dn
lois,
Ì7à8, livre XI, chap. 1,
7.
Digitized by
Google
370 stesso
e perciò
,
il
principale ufficio del re è solainente quello di
essere esecutore delle leggi. Quindi in
meno cipi,
una ragione meccanica
in
meno
è
Ma appunto
teoria
la
che giuridico-filosofica
politica
è ad un tempo predecessore
Rousseau.
lui
meno che
Montesquieu; e se Locke
un sistema
l’unica teoria politica
che per lungo spazio di tempo
,
dominante
E
giuridico-filosofica.
stessa forma che gli
Gii Stati
,
,
come
ligione,
,
come
i
oltre
,
romani
la
libertà politica;
questo fece
stituzione sono
i
l'
lui ,
accordata se
,
e
il
commercio.
particolare
dalle
non con una
di
l(‘ggi
;
A
c ,
poli-
la indipen-
non essere disturbato
istituzione
la
principi della sua co-
i
secondo Montesquieu,
r abuso del potere dello Stato. i
gl'indiani la re-
principi universalmente necessari per la
tica liberti. Quest' ultima è,
a
particolare, che
come scopo
inglese
denza e sicurezza dell'individuo
conseguila
,
Marsigliesi
i
Così uno Stato può prefiggersi anche
sfera
nella
scopo generale della
lo
uno scopo conquista
Cinesi la quiete pubblica,
i
fu
Dritto naturale l’unica
però conviene di esporlo,
dice .Montesquieu
prefiggono
il
ha dato Montesquieu.
propria conservazione, hanno ancora essi si
opi-
la
insegna dei mliluzionalimo, a differenza del liberalismo.
Egli compiva
teoria
la
guisa che la sua dottrina è dive-
in
,
fece
propria costituzione, con
la
Montesquieu formò sul continente
efficacia
nione scientifica universale la
come
potentemente sul modo, onde
influì
nazione inglese comprende ed attua
nuta
di
per questa cagione egli non l'ha svilup-
pata e determinata da quel lato politico o meccanico,
non minore
di prin-
e perciò I^ockc
;
Montesquieu, non
di
fonda
si
che in una necessitò
,
però non
può
nella
essere
che renda impossibile
questo fine
il
potere^ secondo
suoi diversi rami, dev’essere scompartito in diversi subbietti,
cosicché questi reciprocamente la dtsjmilion des choses le
si
v\vcoscù\am
pouvoir arréle
le
(il
faut que par
ponvoir).
In questa
reciproca limitazione de’ poteri l'individuo resta assicurato
Digilized
nella
by
Coogle
zìi sua sfera legale. La riunione de’tre poteri
ed
legislativo, giudiziario
esecu,
gione universale
ma
alle cose materiali fuori dì noi,
ma
solo la ragione è (4);
i
del-
altro. Perciò Schelling si attiene al risultato dì Fichte, che,
fondamentale
sono cose fuori
al
quale
si
riducono
tutti
di noi. » Schelling, Idea-
8.
Digilized by
Googie
418 rìenza dalla ragione
rappresentato
non
strare
perchè
il
deve formarlo
non già come un mondo
,
ma come un mondo
,
debbo pensarlo,
io
tenze, che in Fichte costituiscono l’Io
Ciò che in Fichte apparisce
,
egualmente assolute
senza
l’altra
,
ma come
modi
,
e cosi ha luogo una
la
,
viventi e attive
come
reale ed
ri-
o po-
della coscienza,
perche
;
esiste
compenetrano
si
in
perpetua ascensione dal :
—
il
stessa personalità, altro
grado in questo processo soltanto
di
nessuna mai
quali
delle
predominio del reale a quello dell’ideale
uomo,
ragione
serie
nel reale e nell'ideale.
come processo
sono
L’
la
mezzo
il
mondo. Ambedue queste potenze
in Schelling è processo del
potenze.
perchè
quelle due
solvere questo problema appunto in
diversi
ma
me. Schelling trova
fuori di
puramente
reale; consiste nel mo-
assoluto,
l’
ideale in pari
tempo
processo delle
non è che un quale esiste
il
è già attivo in
,
questa doppia forma prima di essere giunto a questo grado nei più infimi prodotti della natura.
e
l'obbietto
il
losofi anteriori
lato ideale
il
(
universale
;
) ;
reale
non sono più
nelle cose
mini, e
(I)
Non
i
si
arresta all’uomo
fi-
già
essere da
;
i
Il
noi
divina
conosciute
processo delle po-
rapporti fra
i
molti uo-
era assolutamente pericolo nel sistema di Schelling, che
lo spirito fosse materiali::ato,
della natura.
un
ne’
sia
avvenimenti del mondo, non potendo essere
reali
vi
stesse vi è già la ragione
nemmeno
della ragione universale (1).
tenze però non
come
senza questo esse non potrebbero essere cose
determinate e limitate, e
come dimora
la stessa cosa,
perchè non esìste oggetto in cui non
;
,
Epperò secondo Schelling
sè intelletto.
come
facea temere
La natura appunto per mezzo
essere, è vero, 11
non
intelligente,
pericolo era
al
ma
il
di questo
nome
di GlosoDa
processo diventa
però intellettuale, avente in
contrario questo solo
:
che
ella
non
conservasse più alcun vestigio del reale e cosi divenisse una semplice
copia delle forme logiche.
Digilized
by
Coogle
419 che
altro
gli effetti di quella
mente essere
come
spiegati con questo processo. Si
l’assoluto,
con
come
e la Natura
ragione universale, devono ugual-
la stessa necessità,
deve dimostrare
onde diventa Natura,
determinata, esistente, cosi dovea dive-
è,
come
nire Stato e Storia, e la Storia
è,
come realmente
è av-
venuta. Ogni cosa, ogni rapporto, ogni avvenimento, tutto ciò
che
esiste
che il
il
realmente o soltanto come pensiero, non può essere
risultato di questo processo.
problema della
filosofia è
Onde è manifesto che qui
mondo
il
come
solo in tutta la sua estensione,
sua propria connessione. Quindi nascono
comuni e generalmente
tanto
mento
:
filosofia della
natura
le
si
nella
presente
della filosofia,
avea alcun presenti-
filosofia della
,
ma anche
scienze al
come rami
coltivate
Schelling non
quali prima di
delle
considerato non
reale,
in Fichte,
storia
filosofia
,
della religione, filosofia della mitologia, della rivelazione ecc.;
vale a dire, non già quelle che sotto questi
sanno
cioè,
dell’
precedenti intendevano
il
coloro
fatti
ed avvenimenti il
modo,
storici,
come, secondo
universo trovate dalla in questo
che nulla
considerare e giudicare la verità o
religione positiva, le cause empiriche o
falsità della
stono nel dimostrare
appunto
filosofi
c intendono anche oggidì
titoli
di filosofia,
morale dei
i
in
filosofia,
ma le
dovea
e.splicarsi
avvenimenti
umano dovea
coscienza religiosa del genere
valore
potenze costitutive
la storia
questi fatti cd
il
quelle che consi-
,
c
la
manifestarsi con
progresso necessario appunto in queste forme, e quindi questi culti
(1)
succedere a questi
Ammettiamo con
altri
l'autore
(1).
che
«ste nel considerare e giudicare positiva, le
menti
cause empiriche o
storici;
ma
il
la
la filosofia della storia
non con-
verità o falsità della religione
valore morale de’fattl ed avveni-
slbbene nella dimostrazione del come, secondo le
potenze costitutive dell'universo, trovate dalla
filosofia, la storia
do-
Digilized
by
Google
420 In si
grande riforma della
ciò consiste la
può esprimere
riflessione.
della speculazione è riposta nel conoscere ogni in-
ÌA essenza
veva esplicarsi appunto in giusti modi, in questi
ma non
filosofia; la quale
opposta alla
cosi: la speculazione
possiamo ammettere con
fatti
che prima
lui,
di
ed a^Tenimenti ; Schelling non
avesse alcun presentimento della filosofìa della storia. Al contrario trovato
non perituro di questa
appartiene
all' Italia
scienza nuova
come
la quale
,
si il
— lafilosofiadella storia— anche
in altre discipline,
in
questa accese la prima fiaccola che doveva rischiarare l'umanità.—
Questa gloria appartiene a Vico,
quale, procedendo a ritroso dei
il
suo secolo invaso dal cartesianismo, partendo dall’ontologia, e non dalla psicologia, dalla sintesi, e i\uova,
die per
non
superiore
al
diede fuori la Scienza
dall’analisi,
per
l'altezza del concetto,
la forza dialettica fu
la vastità dell’erudizione, per
suo secolo; onde
rimase non curato, anzi non inteso. Considerando della storia ideale, secondo le quali corrono
i
egli, il
genio
solitario,
Vico le leggi eterne
fatti di tutte le
nazioni ne'
loro sorgimenti, stali, decadenze e fini, è chiaro checonsidera le potenze costitutive dell'universo, trovate dalla filosofia, storia necessariamente
questo
si
esplica. Vico,
Mondo di Nazioni per tutta
riconobbe che
il
mondo
biettiva, dell’arbitrio
della
la
fine razionale.
della storia
deH’uomo;
non è un
ma
le quali
riflesso della
la
Divine Idee
tempie
varietà,
volontà sub-
nel giro de’ generali è l'opera
quale volge le stesse passioni degli uomini ad un
Senza che. Vico trovò
la
vera arte critica de’fatti e delle
lingue antiche, chiari la prima giurisprudenza
fosse
non curato, anzi non inteso,
sentì
la
romana e
E quantunque
le
diede un
dal suo secolo
sentì l'altezza della
sua mente,
grandezza del suo genio, sentì che aveva creato una scien-
za di cui, può dirsi con verità, che prima di
un
nelle
la distesa de’ loro luoghi,
aspetto del tutto nuovo ed inopinato.
vestigio,
sunzione
secondo
contemplando
lui
non v’era, non che
un presentimento, e potè chiamarla senza boria o
la Scienza
pre-
Nuova.
Certamente questa nuova scienza non potè uscire dalla mente Vico bella e compiuta,
come Minerva
concesso ad alcun mortale esaurire ad un tratto tutto conseguire la perfezione:
ma
del
dal cervello di Giove. Non è il
pensabile e
certo egli fu l'inventore della
filosofia
Digitized by
Google
421 dividuo nella totalità dell’essere e quindi nella sua causa assoluta e nel suo assoluto significato,
mentre
la
ha
riflessione
per oggetto l’individuo soltanto in rapporto e in connessione
dopo l'orma profonda stampata
della storia, anzi possiamo dire che
da
lui in
questa via novella, nel corso
videro somlgliantL
un secolo non
oltre
di
— Lo stesso Gans, discepolo
se ne
che raccolse
di Hegel,
e pubblicò le lezioni della filosofìa della storia del suo maestro, nella prefazione che
luce una
prepone, dichiara che quattro scrittori diedero alla
vi
filosofia della storia,
e di merito è Vico. Se
propriamente detta , e primo
consideri che ai
si
l’erudizione orientale, e quella critica che
ma
venimenti,
non
di
se la
si
infine
che
egli visse sotto la
suo genio prepotente
il
fatti
e
gli
av-
consideri che egli ebbe la forza
si
seme
destinata ad uccidere ogni
,
che
i
dominare dal cartesianismo allora imperlante;
lasciarsi
consideri
sviscera; se
li
tempo
di
tempi del Vico mancava
non sorvola
dominazione spagnuo-
di vita in Italia, bisogna dire
svolse
si
e fecondò
a malgrado del
,
suo secolo, deli'oppressura forestiera e della malvagità costante della fortuna.
Non neghiamo che Vico considerando mente
Il
il
mondo
romano, applicò quello che appartiene
gressi, le decadenze
0
/ini di
i
corsi e ricorsi,
cioè,
che
manca si
i
nella Scienza
rigirarsi nello stesso ciclo.
divino informa
Nuova del Vico
U mondo
non nacque primamente Condorcet,
i
ma
in
delia storia.
l'idea del progresso
è fatta una fede santa della umanità.
samente;
sorgimenti,
1
pro-
Quindi
quali contraddicono a quello ch'egli stesso sostenne:
pensiero
il
i
ciascuna nazione, credette che tutta
quanta l’umanità fosse destinata a 1
greco, e special-
alle nazioni in parti-
colare a tutta l’umanità, e veggendo nella storia
— Ma
Germania, nè in Francia con Turgot e
quali, a dir vero,
ne parlarono esplicitamente e diste-
neila stessa Italia. Fin dal secolo
nato in Calabria, l’abbate Gioacchino e
Parma, nella loro teoria
Insomma
che oramai
l’idea del progresso
il
duodecimo un uomo
suo discepolo, Giovanni di
dell' Evangetio eterno svolsero
distesamente la
idea del progresso.
Un
altro italiano
anche nato in Calabria, Tommaso Campanella, nel
secolo decimosesto discorse
in
modo veramente
dottrinale
della
Digilized
by
Gpoglc
:)
422 con
e però solamente
altri individui
gii
signiGcato relativo. La riflessione sico, p. e. la liquidità dell’acqua, la pressione dell’aria
:
come
l’acqua non è
ma
gli
una causa particolare
corpi
altri
fenomeno derivandolo dal
cause derivate e
ciò fa nascere la questione
esimili? La speculazione
all'aria,
le
il
cerca per un fenomeno 6-
di
al
UU natura da
esterna, :
perchè
resistere
contrario spiega questo
significato assoluto dell’acqua, cioè,
aflìermando che questa è la manifestazione dell’inflnito nel
fi-
ogni parte deve essere uguale
al
da un
e quindi
nito,
lato
tutto, e dall’altro
deve apparire
teoria del progres.so
;
dagli Atti
tolti «
del progresso
u
—
si
Questo grande
sotto
il
Maniiani ne'suoi dotti discorsi che sono di filosofia italica,
si
esprime così
me, dico con piena lìducia che questo vanto
autori citali
altri
onde
HeW Hccademia
In quanto a
questo apparire
la finitudine e
con più
appartien'c
dagli stranieri
:
— l'idea
Campanella che ad
diritto a
».
filosofo stabiliva
che tutte
una teocrazia armata, nella quale tutto
le nazioni il
incominciano
sistema sociale è in-
formato dal principio della più assoluta unità: unità di credenze, unità di leggi e di governo. .Ma poi grado a grado questa unità viene alterandosi,
struggono
iJ
potere
la verità
si
divide in civile ed in militare,
religiosa,
i
l’
eresie di-
sofismi filosofici la unità dottrinale;
e cosi cadute in basso le nazioni, giacciono in preda della corruzione e della tirannide. Quindi, per l’eccesso dello stesso dolore e della miseria, esse ritornano a stituisce
:
nuovo ardore
di religione e la unità si rico-
verrà finalmente una civiltà vera e compiuta. Nè questo av-
vicendarsi di luce e di tenebre
si
conclude, per Campanella, nel cir-
colo; conciossiachè ogni rivoluzione, giudicava egli, arrechi nell'u-
mano
consorzio un nuovo progresso di
E coordinando questa teorica Cosmologia, egli
cedere
il
di pari
dell’
fede,’ di
umanità con
scienza e di bene. la
sua Ontologia e
passo col progresso dell'uomo faceva pro-
progresso della Natura. Scorgendo neirultima essenza
di
ogni essere le sue famose primalità del potere, del volere e del conoscere, teneva CiV. p.
173 .
che
il
Cosmo
intero progredisca
».
Vedi Saggi di
Al.
— COBFORTI.
Digilized
by
Cooglc
423
nimento
La
dell’acqua.
sia la liquidità
storico, p.
un avve-
riflessione cerca per
cause empi-
le singole
la rivoluzione,
e.
che ciascuna
riche, le quali sono in verità tanto inesauribili
La speculazione
esse rinvia di nuovo ad altre cause.
di
lo spiega
per mezzo del suo significato assoluto nella totalità della storia (1)
affermando che dovea aver luogo un momento
:
prevalesse sul reale
l’ideale (riflessione, volontà)
storica)
;
questo
momento
è
(
in cui
resistenza
La quale è perciò
la rivoluzione.
assolutamente necessaria, e quelle stesse cause empiriche non
sono che
che
emanazione
la
questa assoluta necessità. Quello
di
dice delle cause dicasi pure dei
si
una
sidera
a dire
istituzione della
matrimonio come puro mezzo
il
e dà luogo cosi alla questione Cioè, la propagazione di
l)erchè rio
:
;
non ha creato
legame o
creativa.
nale;
u
il
propagazione,
tali le
fine,
infinito
condizioni della natura
altri
mezzi
?
La speculazione
;
al contra-
cerca l’assoluta necessità di questa istituzione (della divi-
principi demiurgici il
p. e. per la
non possa conseguirsi se non con quel mezzo
fine
(della moltiplicità degli
c
riflessione con-
a che deve servire questo
sione de’ sessi, dell’accoppiamento)
i
La
perchè deve esistere un numero
uomini, e del pari, perchè sono
che quel
fini.
natura o dcH'umana società, come
ma
I^a
come quella
uomini) nella
devono
la unità de’
alla fine manifestarsi
come
medesimi avverarsi come
riflessione discorre
:
sessi,
attività
sempre nel nesso causale e
fi-
questi due nessi presuppongono la natura esistente,
mondo come natura determinata, quale
stano a spiegare
Ora
il
essa è
;
c
non ba-
perchè e a qual fine essa divenne appunto
quello che è. Quindi la speculazione assoluto.
questo fine
di
totalità della creazione
si fa
a dimostrare
mezzo per conoscere questo
il
nesso
significato asso-
luto delle cose è appunto quel processo delle potenze (più lardi
(I) Cfr.
quest’opera
il
lom.
I Jj là.
Digilized
by fe.oogle
424 in
Hegel
il
processo dialettico).
suprema ed unica
di
tutto ciò
Il
quale, siccome è la causa
che è ed avviene
co^ deve
,
essere ancora la fonte sufficiente della spiegazione e conoscenza di questi Il
suoi effetti.
grado più elevato nella creazione e nella storia, e
trebbe dire, secondo la maniera volgare di considerare l’ultimo fine di quelle è
ché ella è appunto
,
ì’arte.
Imperoc-
suprema ad un tempo
reale ed
secondo Schelling
l’attività
si po-
le cose,
,
ideale, e quindi la più perfetta efficienza della forza primitiva,
essenza è di formare
la cui
suoi prodotti nella compenetra-
i
zione delle due potenze. Mentre Hegel
,
come
riconoscendo
forza formatrice universale le pure determinazioni del pensiero, cioè la logica, considera in
grado subordinato e assoluta
;
trice universale
deve con
buona conseguenza
la scienza
piuttosto
come un
l’arte
come
la
perfezione
Schelling al contrario, riconoscendo la forza forma-
come
la stessa
già originariamente c realmente attiva,
conseguenza considerare
suprema espressione. Egli perciò
l’arte
come
la
requisito d’ogni opera eccellente e l'essenza intrinseca cose.
11
fine dello Stato è quello di
;
artistica.
perfezione deve apparire
Ma
si
mutazione era più si
stessa nella sua
come riproduzione
dà luogo
Kant pose da parte:
non
La scienza
maggiore
artistica.
riconoscendo interamente l’obbietto, ammettendo
esistenza reale,
cioè,
se è vero che
,
pos.sibilc
avesse
di
negare
di bel
come
nuovo
sia
tutto ò ragione e il
tempo e
voluto perdere quello
la
che
conosciuti,
però sono
la
la
alla difficoltà,
possibile
nel
sua
che
mondo
necessità.
la
Non
mutazione, quando si
era guadagna-
to: che, cioè, la ragione è attiva e gli obbietti possono e
;
come
può esporla
e lo storico vero è colui che
una creazione
il
delle
essere un’opera d’arte
sua intrinseca essenza e nel suo supremo
tale è la storia nella
significato
sua
fa del carattere artistico
essere
materia stessa della deduzione,
Digilized
la
by
Coogle
non
stessa ragione; quando, in poche parole,
rinunziare a tutto
il
progresso della
mutazione fosse riconosciuta, non
la
non
di
filosofia
vi
era altro spediente, se
ammettere che anch'essa è contenuta nel principio immu-
tabile,
in
una maniera immutabile,
di considerare l’uno
molteplice di sua natura e la vicissitudine o
modo
il
fosse voluto
si
dopo Kant. Perchè
necessario dell’esistenza. Epperò
ma
sono forme soggettive,
sono enti
il
tempo e
reali,
come
progresso
il
come non
lo spazio
sono forme che
l’as-
soluto deve ammettere nel suo processo, cioè, le sue necessarie affezioni (1). Essi perciò
Se
ti] i
il
grandemente discordarono e discordano li
il
qual pronunziato
snU'etemità della materia. *^ag^,
i
— Ed
avvicina aH'errore degli antichi
si
— Lo spazio, dice
un rapporto ed un ordine
è la sorgente.
tra
i
il
Leibnitz ne'suoi Nuovi
coesistenti ed i possibili di cui
altrove: «il tempo e lo spazio dinotano delle
possibilità al di là della supposizione dell’ esistenze. Il
tempo
e lo
sono della natura delle verità eterne che riguardano egualmente bile e l’esistente.
Spatium perinde oc tempus ordo
actualia tantum sed et possibilia complectitur.
dam. .. Spatium lo spazio
i
est
continuum quoddam, sed
phanlasma
come forme unde
Newton
Clorke ne fecero due cose coeteme aU’Eterno, e quasi un sen-
sorio divino;
Dio
non sono veri come tempo, come muta-
è dottrina in cui
è quella che risguarda la idea di spazio e di tempo,
filosofi
(>d
vi
existenlis.
Kant,
ed
i
il
ideale.
come è
spazio possi-
quidam... qui non
Unde indefinitum est
— Hobbes
risaputo,
della sensibilità esterna ed interna.
sensualisti
est
il
qtiid-
definiva
riguardava
— È risaputo
il
modo
psicologi spiegano la formazione dell’uno e
dell’altro.
Vincenzo Gioberti prendendo si
esprime cosi:
«
Per conoscere
le il
mosse dalla sua formala
ideale
genuino valore del tempo e dello
spazio, bisogna considerarli nel loro rispetto verso la formola ideate,
a tenore del processo ontologico, discorrendo non a subiccto obieclo, e
in
ab
questo progresso, passando dal
primo all’ultimo membro della formola, trova
come due
ma
discendendo dall’Ente all’esistenza, invece di camminare
a rovescio. Lo spirito dell’uomo
concetti che
la creazione. Perciò gli
il
tempo e
s’immedesimano nel mezzo termine, si
afiacciano,
lo spazio
cioè,
non già come cosa semplice,
con
ma
426
ma
zioue;
il
vero, l’unità nel tempo, è la eternità, cioè, la priva-
zione assoluta di tempo (Zeitlosigkeil) aetemitas e Cosi pure
tas (1).
vero,
il
r indeterminato
Adunque
(2).
tutto
mantiene
si
in
senza tempo
tabile,
mondo con
il
come una
sintesi di
fatti
necessaria nella sua
due elementi, uno apodittico e
moderni, cioè
il
non sono
spazio
tempo e nello spazio puro.
che
11
primo di
Il
finite
che
si
quando
spazio puri, ne' quali col il
mero
potenze ven-
tali
succedono o coesistono. Mi
la
ed estrinseca
steso; in questo
momento
la potenzialità della
derivi.
,
spirito e
e
la possi-
()uesta sintesi è l'idea del
Or
l’
studio di
(1)
Dell'Io
(2)
Ibid.
p.
fìl.
come
è
tempo e
dello spazio pretti
Il
;
la potenzialità stessa del creato,
sintesi ob-
Ente ed è
i
ne-
risultato
di
quali consi-
propria
r Ente, e ad extra, l'attuazione contingente di questa potenza Intr. allo
quale
l'atto estrin-
formano una
l'uno de' quali riguarda
concerne resistenze ed è contingente.
ad intra sono
riscontra
successione e dello
indivisibile la virtù intrinseca
che ha due oggetti
cessario, l'altro
derati
uopo cercare donde
compenetrano nel nostro
si
biettiva
si
concetto del tempo e dello
creazione? La virtù creatrice, attuandosi
di fuori, attua
seco
il
trova un'attualità ed una realtà inesplicabile
si
possibile, egli è d'
suo principio, se non
lo
successione e
Imperocché non bastando
a compiere
bilità della virtù creatrice
ha
vi
tempo e
il
questa definizione non è nè compiuta nè chiara, se non col processo della formola ideale.
tali ele-
principe degli Ontologi
la possibilità della
della coesistenza, aggiuntovi la realtà loro,
gono attuate nelle monadi
contingente,
l'altro
Lelbnitz avverti profondamente che altro in effetto
immu-
che costituisce ciò che
la possibilità della creazione,
di necessario nel
tutte le sue
stessa variazione.
l'uno infinito ed eterno, l'altro temporario e finito.
menti è
al-
ed avvenimenti
sè stesso, in quanto è la ragione
,
il
dovere in nient’ altro con-
diverse forme di tempo e mutazione di sta e
le
dell’ lo particolare all’ assoluto,
fuorché nel ritorno
siste,
11
tutte
l’Assoluto,
vicissitudini delle cose e degli avvenimenti, è
quale non è nulla di determinato.
non aevUerni-
l'ultimo in
primitivo,
il
del-
». Vedi
— Co.nforti.
principio della filosofìa, p.
57, 59.
55 57.
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—
427
Ma
la
facoltà di
apprendere quello, che è senza tempo, nel
tempo, l’uno in quello che è veramente molteplice, nel mo-
vimento e nell’azione, è r intuito.
intuito intellettuale, perchè l’obbietto di esso
già determinate in
modo
—
nello stesso
filosofia.
non sono
ma
stabile e sensibilmente,
efficienza delle forze prime.
r intuito,
questa facoltà
la totalità nei particolare:
Quindi l’intuito è l’organo della
che
L’ esposizione
modo che
Egli è le
cose
la stessa
fonda nel-
si
mutabile è contenuto ne-
il
cessariamente ed eternamente (senza tempo) neH’immutabile c però
il
metodo
indicare
I’
che questo sistema richiede
scientifico
denominazione che è
costruzione}
tolta dalla
dicesi
geometria e deve
opposto del metodo logico, che procede dal prin-
cipio della contraddizione;
perocché trovare
vero dalla co-
il
struzione, vuol dire : trovarlo dalla totalità d’una figura. Questa
è come tale
un assoluto, nè abbisogna
periori 0 fondamenti, in sè racchiude
una
moltiplicità di parti,
un
mente organico. Alla costruzione è opposta la
quale
si
che
si
vuol provare,
rata dalla prima e a quelle
dell’ lo
le
sue
zione di Fichte
Nelle
si
dissertazioni
prodotti
come però
fra
loro,
i
Se non che
la
costru-
dell’universo. sull’ lo
assoluto
scendentale ecc. Schelling pose
nettono
me-
fonda sull’intuito della coscienza, quella di
sull’ intuito
edificio filosofico.
il
la coscienza
proprie leggi, le quali
è una totalità, che in sè contiene tutti
secondo
e
come sepa-
Anche
in questo senso;
esistono fuori di questi prodotti.
Schelling
prova; secondo
considera
si
poi si subordina.
Fichte è costruzione
parti integrali,
non
tutto originaria-
la
presuppone sempre una proposizione superiore,
la proposizione
todo di
ragioni su-
di altre
ed obbedisce alla sua propria legge, e
11
ci
i
,
sull’
viene
idealismo
tra-
fondamenti logici del suo
modo generale, onde mostrato nelle
le parti
si
sue lezioni
consugli
studi accademici. Qui nello sue lezioni e conferenze sull'arte, 211
Digilized
by
Coògle
428 si
manifesta l’elemento vitale, creativo, del suo sistema,
come
espressione reale delle idee, il
vero sviluppo del
tone
della natura; quindi
nome
il
Qui egli espone quel pensiero natura in
la intera
tutti
di
già
,
mondo
principio del
con
incomincia
sistema
nalura.
della
filosofia
indicato
di
sopra
che
:
me-
suoi gradi e formazioni crea
i
la
ma
;
considera-
la
diante le due potenze del reale e dell'ideale e la loro unità.
L’unità di
la
entrambi,
di
nuovo come una
forza
copula (copula), egli
la
non è che
,
come
la
le
nell’ identità.
infinito di sè stessa, la voluttà
mondo
prodotto e la imagine di questa volontà infinita,
il
vuole
ella
sè
Essa secondo l’uno de’ suoi
stessa.
reale), è nella natura
tutte
considera
la
centro
di voler sè stessa, di affermarsi. Il
infinita di rivelarsi,
(il
il
essenza, che consiste appunto
sua propria
Può anche esser detta l’amore
onde
come
potenza, anzi
veramente creatrice. Questa copula esprime nel copfdato
spingendole
cose, e
lati
siccome quella che lega
la gravità,
tutte
centro
al
pone
l’
uno
nella totalità; secondo l’altro lato (l’ideale) è la luce (principio
luminoso), in
come
quantochè
presente in
esterna,
sono
riunite
voyance).
all’
Da
spazio è la
ciò
altra si
il
un
in
ogni le
(come
cose
moto
il
alle cose,
mezzo
per
La gravità e
la
del
nella onnipresenza della clairlo spazio il
ed
legame,
legame (come gravità) è
tempo; iwicliè spingendole il
ri-
unità
interna, sono presenti a sè
cose senza
e mediante
cui
hanno una
la
il
tempo. Lo
la
negazione
negazione dello
spazio (r attrazione del centro annulla lo spazio).
gravità nasce
cose,
le
ed interamente
oggetto, in
punto;
sol
la unità
derivano anche
forma delle
del legame; c
gravità
hanno
unisce
tutto è presente
parte e in
della
principio della luce stesse, l’una
come
sua
Per mezzo
siede.
che ugualmente
quello
la luce
ogni
luce sono quindi
i
Cosi dalia
al centro essa dà
moto è posto anche
il
tempo.
due principi che nella
loro
Digilized by
Google
,
,
429 opposizione e compenetrazione costituiscono la la
imagine della
che è
(isso
perfetta
gravità
immobile
,
per sè
di
,
la
terra
(
qui ogni
relativamente
larmente opposta a quella);
natura.
sua propria
nella
Cosi
sfera è quello
è
parte
finita
diversa dall’ altra e po-
imagine dei principio della
la
luce nella sfera della gravità è l’aria (qui
il
tutto è
contenuto
nel particolare, ogni parte è assoluta dalla natura dei Tutto); la
imagine della identità
di
entrambi è l’acqua; perciò l’acqua
ha la liquidità dal principio della gravità (principio della
li-
mitazione, del finito) e dal principio della luce ha la presenza del tutto nelle parti.
La luce stessa come
tale opera
su questo
intero regno delle gravità (questi tre elementi) e sviluppa
germe
modo
Lo
delle cose, per intuire sè stessa in quelle.
a stabilire
di costruzione serve
della natura
(magnetismo ed
elettricità)
creazioni: la natura organica,
e finalmente
l’uomo,
(luce e gravità)
maschile e
si
in cui
il
la
il
stesso
fondamentali
forze
e similmente le loro
regno vegetabile ed animale opposizione de’ due principi
come
manifesta
femminile, dove
il
le
si
opposizione
tra
il
sesso
avvera che l’unità {copula)
è quella che crea, mentre dall’unione de’ sessi viene la nuova esistenza. Però nello
stesso
uomo
quell’eterno legame (della
luce e della gravità, dell’infinito e del finito) non ha che una
espressione passaggiera; bisogna che trovi la sua espressione perfetta e dell’
non
peritura
universo e
;
ciò
ha
le stelle divine
luogo
mediante
il
che tutto abbracciano.
sistema
Ma
che
è mai Iddio in cotesto edificio della natura? Egli è appunto
l’uno nel tutto,
il
tutto
nell’
uno, la copula
universale
ed
assoluta (Alikopula). Cercare la prova della sua esistenza è pazzia; chi può far questione della esistenza della sua esistenza?
Noi sentiamo Iddio come doppia potenza nella vicenda della nostra vita, nel sonno e nella veglia, quando ora alla gravità,
ora
ci
ci
ritorna al principio della luce.
abbandona
Ma
la co-
Digilized
by
Googl
430 univ>Tsalc è in noi stessi
pula
come
non una cosa esterna e sovranaturale (Schelling non ha la notizia di
una persona
immediatamente
vicino,
sovranaturale),
che solo è
limite,
di
separare quello
ma
si
afTatto
che è
quello
a cui noi
attuale,
apparteniamo e in cui siamo. Qui non
un
ne
ragione, la quale
testimonianza al nostro spirito. Qui s’intende per Dio
rende
stessi
tratta di distinguere
che è dentro e quello che
è
perchè, a dir vero, non vi ha alcun limite. La imma-
fuori;
nenza, e la trascendenza hanno qui lo stesso significato, cioè,
non ne hanno più alcuno; perchè questo vero intuito annulla la stessa opposizione e in esso tutto si riunisce in
un mondo
unico e pieno di Dio. Quindi Dio non è altro che
anima
Mondo:
la forza
che crea
mondo, ed esce da sè e
il
Egli è la natura eternamente creatrice (1). Qui
in sè.
teismo apparisce nella
gonare
al detto di
siccome in Hegel
sua
forma più
pan-
il
(da
splendida
del
ritorna
para-
Goethe nel Fausto: chi può nominare Dio?),« manifesta nella sua forma più arida ed
si
astratta.
Ma
il
sistema di Schelling prende una nuova forma e però
entra in un la
nuovo periodo
materia stessa della
tura passa a quella
problema con
la
filosofico,
,
quando
egli
filosofia, dalla
dell’
cioè,
uomo, e quindi la
storia.
soltanto,
come
dice
il
come
richiedeva
all’
altro
lato
del
Questo periodo comincia
dissertazione sìdla essenza della libertà
blema non è
,
considerazione della na-
umana. Qui
il
ma
titolo, la libertà,
pro-
com-
preso in una maniera più profonda, è la stessa creazione delr
uomo
(t)
e la storia del genere umano; cioè a dire che
Cfr.
specfalmente Schelling: L’anima del morufo
(sul
si tratta
rapporto
del reale e dell’ ideale nella natura). Vi è detto anche: la gravità es-
sere Dio in tutta la sua significa:ione, iu quanto che egli
molteplice
come
si
esprime
nel
unità.
Dìgilized by
Google
431 di spiegare 1’esistenza di
e
tratta di spiegare le
quali ci (cioè,
un Ente, che ha
e però insieme
libertà,
la
coscienza di Dio
la
possibilità dì
la
fare
male;
il
si
determinate di questa coscienza,
torme
vengono mostrate dalla
storia nelle sue diverse epoche,
dichiarare la necessità di queste forme). Egli risolve
il
parte principale coi mezzi che gli sommini-
problema nella
strava lo stesso suo sistema,
come
l'avea in sino allora svi-
luppato. Vi ha una potenza reale in Dio, la quale costituisce la
materia d’ogni esistenza, e rende possibile
stanziale
—
«
principio incomprensibile »
il
(
la
creatura so-
dcr dunkle Grund)
l’aspirazione in Dio, la natura in Dio, che è distinta dalla sua forza formatrice (dalla potenza ideale e spirituale di Dio);
potenza ideale in Dìo,
lo spirito divino,
quella le forme degli esseri (in
dente
la
produce cd ordina in
modo interamente
al principio della gravità e della luce).
corrispon-
La espressione
perfetta dello spirito in questo principio ìncomprensibile è l’uo-
mo,
il
quale è così nel centro della creazione ed ha
di Dio,
perchè qui
lo spirilo
(Stoft);
ma
coscienza
l'uomo porta in sè
anche quel principio incomprensibile, oscuro, due potenze divine, perciò ha
egli consta di
la
è giunto ad esprimersi o svilupparsi
compiutamente nella materia
abbandonarsi a quella, prima di fare che
l’altra
potenza;
la possibilità di
ella operi in lui, e cosi
cade nella materialità, da cui era stato sollevato: e questo è
male
(i).
Ora
divino: Iddio in
il
si
succedersi delle religioni è appunto realizza solo nell’uomo,
una gradazione
duale è appunto
(1)
ma
il
il
processo
in rapporti diversi,
delle sue proprie potenze, e questa serie grala mitologia.
Ciò spiega quella esorbitante
La spiegazione del eonu l’uomo individuo
nel caso concreto si
decida liberamente, e nondimeno vi sia una necessità d'agire per la
natura determinata o carattere dì esso uomo, non è qui d’alcun interesse. Cfr.
il II
tom. 1 § Ul-
Digilized
by
Coogle
432 asserzione di Schelling: che gli dei mitologici realtà, ciò suti
come
non vuol
dire,
esseri individuali
ma
loro attribuisce;
con tutta
tempo
e ornamenti poetici). altro
non
sia
che
lo
la storia
che
vis-
la poesia
che allora Dio non fosse altro realmente
che una potenza cosiOatta, come se religiosa di quel
abbiano avuto
che Giove, Venere ecc. siano
rappresentava
la
(la mitologia, fatta
È naturalissimo
che
la coscienza
astrazione dalle forme
la
coscienza mitologica
specchio o piuttosto l’unica attuazione di
Dio, cioè, delle potenze cosmiche in quel periodo. Quindi stesso Dio sottosta ad
un processo;
lo
la storia della coscienza re-
siccome tale è anche
ligiosa è la storia di Dio,
la
natura. Perciò
Jacohi a buon dritto rimprovera a questo trattato, di ammettere
un Dio che diventa; e Schelling, a da questa accusa, anzi
mandare
:
se
mai
il
la
non sa difendersi
Dio dell’antico patto non sia un Dio
diverso da quello del nuovo ?
chiude già quello,
dir vero,
conferma nella sua risposta
col diafiatto
problema qui cominciato rac-
Il
che è oggetto delle presenti ricerche
di
Schelling: mitologia, rivelazione, cioè, la storia più intima del
genere umano. Analizzando
questo
nelle
sue
meno
infruttuoso che
sistema
nei
fondamentali
proposizioni i
modo
diverso
principi
e
potremo stimarlo non
l’antico postulato della filosofia razionale:
condo una legge
primi
suoi ,
sistemi anteriori. In lui vi ha ancora
che tutto esista se-
necessaria, e non possa essere
da quello che è
(I).
Per
pensato
lui tv «ai
in
n» è an-
cora una sostanza vuota, e due movimenti di quella, egual-
(1)
Schelling rigetta è vero sin dal principio
rere dalle vuote categorie della ragione;
è però racchiuso ancora in sale e
modo
il
ma per
ragionare o discorlui
ogni particolare
necessario e legittimo nell’univer-
deve perciò poter essere dedotto da questa legge
(a priori).
L'universale ha d’uopo del particolare per la sua esistenza.
Digilized
by
433 mente senza contenuto, maraviglia
far
manca
trovare
mondo.
il
nello sviluppo
in tutte le filosofie
pensieri
di
il
producono
sempre nuovi, mentre
quello
anteriori
razionali
Uno
principio.
di
contrario
al
che
spirito
ed una copia
,
fanno che applicare in modo sempre uniforme
che loro serve
deve
Quindi
non
quelle
unica idea,
1’
sviluppo ricco d’idee ed un
sistema morto, sono due cose che non vanno unite cosi per caso. Perchè la prima possa comprendersi, è necessario che
r altra contenga già principio
Lo
reale,
il
E
un germe vivente.
sè
in
questo
è
il
principio dell’azione.
stesso Spinosa,
non ha un principio
per quanto paia realista la sua teoria,
veramente
In lui la realtà della
reale.
sostanza è dedotta solamente dal concetto della sostanza stessa (causa sui), e però anch’essa
non è
altro che
un prodotto
pensiero puro. Perciò secondo Spinosa la connessione del
non è che
si
fisica,
ma
puramente
matematica. Fichte è
del
mondo
il
primo
serva della realtà, di quella che sola è accessibile al ra-
zionalismo, cioè, l’atto dei soggetto; e così egli fece senza saperlo il
primo passo per superarlo. Schelling ha ritenuto questo
pel suo assoluto; e così
si
differenzia da Spinosa.
sostanza non è un essere, una cosa,
ma
nel potere, nel porre (Kònnen, Setzen); tiene le affezioni
compiute,
ma
le
possibili
i
tetìci
(1); la
giudizi sintetici, cioè,
cose fuori di
sè? diventa qui
atto primitivo cd assoluto
la
reale
pura
modo, come essa conin sè belle c
nel produrle, nell’esplicarle (sebbene
diventano in Schelling
lui la
consiste assolutamente il
non consiste nel comprenderle
sariamente): è una relazione di forze vive.
sono
Per
1
principi analitici
dimanda
come
anche neces-
di
Kant: come
la ragione contiene
seguente:
come
perviene a fare qualche
il
puro
cosa
di
determinato, che non è più puro atto? Con ciò è riconosciuto,
(Ij Dell’ Io
come
principio ecc., p. 81.
Digilized
by
Google
434 che solo nell’azione è possibile «.sistema dell’ identità dell’
la sintesi.
Lo
stesso titolo di
potrebbe cambiarsi in quello di sistema
ì>
azione. Imperciocché l’azione contiene l’unità tra l’attivo
e l’afiezione
cuna.
una
Il
di
fuori di ciò
nell’ attività;
puro essere,
non havvi identità al-
essere non attivo è necessariamente
l’
verso di un altro: o è interamente
queste due cose
identico a questo, e però esclude
qualunque dualità: o non
è che diverso, e cosi vi ha dualità assoluta. Quindi in Spinosa
Kant
e della cosa è soltanto asserita; in
la identità dell’idea
è messa da parte; e
si
può conoscere solamente
in Fichte
e
Schelling, mentre che in Hegel diventa di nuovo incomprensibile.
Ora questo principio reale non diventa veramente
efficace,
se non in quanto che l’azione creativa non è più quella del-
l’uomo; sia
quale,
il
come è
certo,
non può niente produrre che
per sé e in sé sostanziale. Soltanto
mento
reale
di
(del soggetto)
dell’azione
questa guisa all’eiesi
aggiunge anche
l’elemento reale del suo prodotto (del soggetto).
avea
che toglier
fatto
mezzo
di
l’obbietto morto:
stesso diventa vivo (1). Quindi la creazione
come
centro Tindividuo umano, cesso di
essere
(opponendo a e quindi
me
un corpo
punto
il
al
più non
quale
condizioni,
ecc.).
modo
11
nessione, nella loro
io
riferite
bisogna considerare come
natura e
la
Ck>si
secondo le sue proprie la storia nella loro
nostre vuote categorie
diventa possibile alia
(1) Sull' essenza dell’
con-
successione e gradazione, e cessare di
trarre la spiegazione delle cose dalle
(ì)
cose vengono
centro è la forza stessa primitiva ed
reale, e perciò
comprendere
razionali (2).
non ha più per ha per autore;
stesso prima degli uomini, poscia delle cose,
assoluta della creazione (Urkraft);
essa opera in
le
1’
Fichte non qui l’obbietto
umana
filosofia di accogliere
libertà p. àSO.
Esposizione del vero rapporto della filosofia naturale con la teoria
di Fichte migliorata, p. 36, 36.
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43S nuovamente
in sè la
tutta la ricchezza c vitalità della creazione;
natura non è più
perchè
siccome in Fichte
,
soggetti ragionevoli
i
camente e
comune accordo
di
,
un semplice mezzo,
vengono a determinare recipro-
ma
loro diritti;
i
ha
ella
il
suo
signihcato in sè stessa, ed anzi non solo quello che le viene attribuito da Kant, di essere, cioè,
conforme
ma
al fine,
quello
di essere espressione del divino (p. e. la luce è la manifestazione
dell’essenza dello spirito nell’elemento corporale, e per questo
essa è). In ciò consiste la oggettività del sistema di Schelling;
con
quale ha cessato di esistere
la
valore, finché essa sarà
Ma
il
con essa cessa anche
il
razionalismo, nè avrà più
princìpio delle ricerche filosofiche. l’
idea prammatica;
mondo,
il
natura, non è più un contrapposto della ragione;
due principi sovrani,
r uno nè luzione.
l’
Se
altro, gli
ma
l’uomo ragionevole,
cieco caso e
il
ha un principio
storia
unico e supremo, la
potenza
dell’ assoluto
elezione
umana.
Il
l’
e
la
è nè
sua evo-
la
avvenimenti appartengono necessariamente
processo cosmico, non possono essere della
quale non
il
la
invece di
al
opera del calcolo e
grado particolare,
al
quale ogni
secolo giunge in questo processo, ne determina l’Ethos, e questo
determina
gli
sforzi e le azioni degli
che è un prodotto oggettivo, cioè, fuori di
me, assume una forma
ripete la sua
individui.
l’effetto di
esistenza semplicemente dalla
zione. Imperocché gli atti della
Ora
una
affatto diversa
il
mondo
forza reale
da quella, che
mia rappresenta-
mia coscienza sono
arbitrari,
0 in verità destati accidentalmente ogni volta dagli oggetti; essi
possono o devono
in ogni
momento
restare interrotti senza
alcuna continuità ne’ loro prodotti. ÀI contrario
mondo, se derivano da una luzione contìnua di quella,
mente il
r
— un
divenire
divenire, formano
attività fuori di
una vena
— Questi il
due elementi,
carattere
i
prodotti del
me, sono
la
evo-
che sgorga perpetual’oggettivìtà
particolare del sistema
e di
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«36 Schelling, per cui merita
perocché
più
il
luce solamente
ma
lui,
l’
anche per
di Goethe,
non
come
per ultimo prevale e
A
si
se fosse
stata
cosi,
ma
il
gigante e
fa
si
movimento e
gradazioni;
ci
I’
alito della
pare che essa ci
come della trasformazione; indarno cerchiamo
quale ella passa
egualmente e
i
una
invisibile si
rapporti. E,
della vita, ci
e
dall’
come
altro
dove e
punto, nel
il
Ckm uno sviluppo
mutano intorno ad
essa le circostanze
nelle nostre proprie sorti e
accompagna
il
condizioni
sentimento d’una esistenza eterna sua
della
nascita e
mutazione
nel
perpetuo di evoluzione, questo vivente
divenire domina anche
non è
il
all’altra forma.
necessaria e insieme
tempo. Questo molo
sia
avvediamo che
ha mutato forma, e nondimeno indarno cerchiamo il
di
passione
luogo di ogni altra cosa.
poniamo mente,
se
in
divertire
una
Noi vediamo
realtà.
sue più leggiere
sempre
rappresentano un
essi
noi pare di sentire in quella
vita nelle
ri-
opera
trova in nessun' altra
mette in
si
non
tempi
de’ nostri
che è tanto ammirata
vediamo che cresce e
nel primo suo germe,
Im-
di filosofia del secolo.
,
elemento. La bellezza de’ romanzi
che
poesia, consiste in ciò:
continuo,
nome poeta
oggettività
l’altro
quale
la
il
celebrato
per
1’
intuito di Sbelling: e
il
suo sistema
che uno sforzo continuo per esprimerlo.
stesso elemento forma
il
carattere
il
Questo
Savigny nella
speciale di
sua sfera; onde egli è considerato siccome
fondatore della
idea storica del dritto, sebbene altri elementi essenziali di questa idea siano stati sviluppati da altri prima di lui e in
modo
piuto. Questa elevazione della filosofia
nascere in essa
la
necessità del carattere artistico
una imitazione
Ma
sotto
un
far
perchè
l’
più com-
arte è appunto
dello spirito attivo e vivente nella creazione.
Perciò Schelling è
gno ed anche
;
doveva
il
primo che abbia mostrato questo
l’unico ne’ tempi altro aspetto,
biso-
moderni che l’abbia adempite.
questo gran progresso della
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fi-
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h^J losoRa è accompagnato da un difetto tanto più manifesto, cioè
a
mente già
e
da questo primo passo del sistema conseguita natural-
dire, :
,
mente
che l’Assoluto non è una personalità. L’Io del mondo e forma la intera
produce
come
,
prima
che ha di sè
la coscienza^
Io
che dico
,
che è tiMo
come
,
in
diventare vera-
di
Nichtseyendes); non
coscienza di Fichte
la
questa distinzione. Egli non
di Dio.
,
come un non-ente (e
bietto e però la
natura
Egli la produce, prima di distinguersi dal suo ob-
Io.
la creatura,
« sono »
:
origine della personalità
nell’ allo stesso di
non è
non sono Dio
,
non può
tale
,
diventa mai personalità; poiché
dir
umana non
mai
:
io
la
e
;
personalità
ragione
la
sono. La stessa
è che una astrazione
la
,
quale ha luogo nella ragione impersonale universale e di cui
ha coscienza solamente la
forma
Quindi
(1).
il
il
prodotto di essa e non l’essere che
panteismo, che
stema; non già nel senso
si
Aeìl’ immanenza,
teme
ma
in questo si-
in quello,
che
Dio non ha una coscienza di sè diversa dalle creature. Di questo
modo
la filosofia dalla
come causa
coscienza umana,
e
centro delle cose, ha fatto ritorno all'universo, ed acquistato
ma non ha
oggettività;
la
ancora raggiunto
la
personalità
dell’assoluto.
Era questo un punto, per cui dovea natoralmante passare la filosofia;
la
a Dio; prima stata tolta.
quale non poteva ad un tratto saltare dall’uomo si
dovea ridonare
Ma a
al
ciò la costringeva
mondo anche
la vita
che
gli
era
la esigenza del ra-
zionalismo: che ogni cosa debbe poter essere trovata dallo spirito
umano si
—
persiste
mondo
del
la possibilità illimitaUt d’ investigare
in questa si
trovi,
r essere pensante
(I)
;
esigenza
,
sì
il
presuppone
vero. Finché
che
la
causa
perfetta quale essa è, nella coscienza dcl-
come potrebbe
egli
altrimenti sapere
gli
Idee di una filosofia della natura, pag. 130=; 140,
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— ,
438 effetti
causa? Ora
di questa
la
trovo in me, non è la causa del
libertÀ e la
mondo
anche diverso da quello che è
farlo
cemente
mia
la
e
,
ha una
,
la
questa libertà è sempli-
non ha alcuna influenza su
me
contrario, ciò che io trovo in necessario,
;
elezione che io
altrimenti io potrei
;
Imperoechè
legge.
è appunto
di
la
al
;
la
il
se egli ne
libertà di Dio,
V incomunicabile;
esso
di
universale non è che
sua personalità deve
rimanere sua proprietà, noi non possiamo mai diventar Lui. Ciò che egli volle e vuole nel segreto deila sua risoluzione
non per mezzo
noi noi possiamo sapere, se
comunicazione e solo fino
sua libera
della
E
punto a cui essa arriva.
al
se noi dobbiamo trovar l’assoluto e la connessione del
mediante
il
nostro pensiero, bisogna che l’assoluto stesso non
ma
sia nulla di libero,
soltanto l’universale, ciò che
completamente anche in noi la
però
mondo
,
si
trova
ciò che opera necessariamente
ragione impersonale. Perciò questa supposizione è di neces-
sità
inerente alla filosofia razionale
da questa, non dì Schelling,
si
connette in
ma
all’essenza del
riduee in semplice apparenza
se
fa
si
co’ princìpi
che non possa separarsene
rittura contraddittoria
come
;
modo
;
astrazione
del sistema
ai contrario è
a di-
medesimo. Per essa
tutto ciò
si
che viene dichiarato
carattere proprio di questa filosofia,
come un gran
gresso. L’atto e la creazione non sono più
tali,
pro-
se tutto deve
avvenire secondo una necessità precedente.
Ix)
stesso divenire
non sarebbe più divenire; se
non
fosse possibile
fin dal principio
niente altro da ciò che è, se quello nella sua più intima essenza
non il
fosse
una
Ma non
storia.
libero autore,
è tale, se Dio invece d’esseme
fosse a quello sottoposto; la
stenza, invece di essere un’azione, fosse 11
nostro interesse,
il
sentimento delia
sua propria
un semplice verità
esi-
divenire.
una
richiede
necessità in ogni cosa creata; e ciò è soltanto la indipendenza dal
nostro arbitrio e
il
domìnio di un’altra intelligenza
:
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qui
Google
439 però questa necessità diverrebbe tale in sè stessa, diverreb-
be
Si dovrebbe
per Dio.
tale
rinunciare alla libertà dell’in-
dividuo e dW'Elhof, che sin dal principio del sistema vengono
con forza maravigliosa contro
ditesi
panteismo; |K)sto in
come anche
una
trambe consistono, aU’annientamento
qualunque personalità
gresso infinito sono
senza
essere
ri-
il
che contraddi-
il
;
produzione reale, e
la
pro-
il
ed assoluta,
forza primitiva
fine della
viventi
forze
non
,
può ritenere e sviluppare
si
una personalità. Imperciocché
principio ad
questo determinato grado
[>rodotto
ciò
;
,
non può essere
queste forze
della quale
,
sarebbero
la necessità,
un prodotto. Certamente
zione è
,
il
reale e
universale di queste forze
cazione
speciale
;
tale in ogni caso ? :
ma
Se questa ranatura propria
il
carattere
semplici
devono dare come
prodotto contiene l’uno e
ideale
l’
il
diverrebbero
altra
;
di
ma
la
sua determina-
diverso dalla
essenza
essa è per cosi dire, la loro appli-
questa applicazione è appunto
perchè
natura della forza vivente. Se ciò non
libertà
,
principio sarebbe ella stessa. dice,
deve
Creare qualche cosa di diverso da ciò che
tale è la
avvenisse secondo
;
la
perderebbero
ma all’
ancora qualche cosa
però
è ella stessa
,
;
sostanze, le quali aggiunte l’una
r altro elemento
filosofia
non potessero andar prive, esse
che appartiene loro come forze
fattori
la
compenetrano appunto
effetto del caso.
viventi
più forze
si
,
dal
inerenti sin
e formano questo determinato
gione 0 motivo dovesse essere
non
come
esse vengano considerale
che
sapere per qual motivo queste forze
di
di
più alta verità di questo sistema, che, cioè, l’universo è for-
mato da
in
invece
divina e l’umana, dovrebbe equivalere
la
di
rebbe all’idea fondamentale: che
f^a
assalti prepotenti del
gli
fine del dovere,
il
positiva riunione di personalità, nella quale en-
tronco e foglie,
ma
prima cosa a creare
la
È
che
il
sin
dal
necessario che l’albero sia ra-
seme
ci
dia
I’
albero, è un
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m una creazione ed opera
portento,
— dacché
dimandare,
tre a ciò devesi
tutto
della libertà
sebbene non
;
questo caso opera della libertà stessa del seme.
sia in
r universo dal suo assoluto
rivelazione di quello, soluto
prima che
,
non resta
allora
,
mondo
e nelle cose
la
e
;
indifferenza del
ma
del soggetto e dell’oggetto:
,
ol-
come una
cosa sia in sé stesso questo as-
rivelato nel
altro che l’astratto: cioè,
reale e dell’ideale
ragione non
— che
siasi
Ed
Schelling fa procedere
e lo considera
da questa
può comprendere come questo assoluto, vuoto,
si
privo di contenuto, senza spirito, debba manifestarsi in
do ripieno di tanta ricchezza
,
e
come
la ricchezza
un mon-
possa essere
una manifestazione, anzi una spontanea attuazione del vuoto. Questo è dunque Schelling
ma
:
—
carattere che informa tutti gli
il
nello sviluppo
se vieni
alia ragione
ultima
fredda astrattezza, nella quale
,
di
ma
se risali
;
trovi
inaridita
,
tanta ricchezza.
alla
non incontri che
fonte a cui
il
li
vorresti
fa
maravi-
attingere
la
,
come abbia potuto produrre
Sono due uomini
pieno di presentimento,
la più
estingue tutta la vita. La co-
si
e non intendi
vita
di
presentimenti profondi);
pia e, per cosi dire, la piena di queste forme,, gliare
scritti di
abbondanza e ricchezza
che svegliano Tintelligenza,
(d’idee
diversi nel sistema;
un poeta
quale canta cose divine; ed
un
fi-
che riduce a scheletro l’universo.
losofo astratto
Schelling diede anche vita a quella opinione che può riguar-
come
darsi, cioè,
il
carattere proprio ed intimo dei panteismo
la vita individuale apparisca
dell’universale.
Ad
come negazione
essa faremo ritorno,
:
che
e privazione
quando esporremo
il
sistema di Hegel. Cosi è dell’essenza di questo
riconosce
come
tività della ragione,
stessa
,
—
di
sistema,
l’assoluto (incondizionato)
il
nè
quale perciò non la soggettiva at-
nè alcuna potenza immobile c chiusa in
condurci ad un Uio personale, e liberamente
si'
atti
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m Un
vo.
principio creatore è quindi
sin dal principio
postulato che Schelling fa
sin dai primi suoi scritti egli tratta le po-
;
tenze con piena libertà la
il
non prescrive legge alcuna, secondo
,
quale debbano compenetrai si, cosicché producano necessa-
riamente appunto queste forme e non altre, nè più nè meno; anzi
potremmo
tica.
Non havvi
le
dire in
che
,
lui
con una licenza poe-
egli le tratta
ordine e necessità di processo; e spesso
relazioni più particolari diventano
membri importanti
nel-
l'organismo del sistema. Cosi in lui gli astri divini, che tutto
abbracciano, costituiscono verso
compimento
il
finale della creazione,
quale essa progredisce cominciando dall’uomo,
il
che dovrebbe essere
ciò
verato
tempo, come prodotto della gravità; cosi
il
come semplice surrogazione
;
—
il
con-
nel sistema è anno-
trario di
così
la Chiesa,
della vecchia forma democratica
dello Stato e simili. Ne’ successori di Schelling questa libertà
divenne
arbitrio.
regole universali
secondo
il
Se
paragone
Kantiani non facevano che applicare
i
paricolari (subsumiren)
casi
ai
di Jacobi
può dire della scuola
l’Io, si
,
lavora a maglia
meno
riuscire, in
il
se Fichte,
non-Io con
che essa giuoca
di Schelling,
dadi con le sue potenze (ideale e reale) ;
;
il
ai
che però poteva tanto
quanto che in questo giuoco
ci
vuole
na del genio. Da questo arbitrio nacque anche
il
la fortu-
tentativo di
spiegare l’universo coi rapporti numerici, e in generale quella
maniera ingegnosa,
gami dcH’antica nazioni ciò
;
alla
la
quale nella gioia di esser libera da’
logica,
quale
si
si
diletta delle più accidentali
dà orecchio tanto più volentieri
che essa dice è chiaro come
tra cosa, anzi l’opposto,
.Vnche
Adamo
Muller,
contro dell’
gli
nomo
elementi e della
il
,
il
;
ma nondimeno la
,
che
un’al-
stessa chiarezza.
quale del resto è pieno d’ingegno
maniera
partecipa di questa
la luce
potrebbe avere
le-
combi-
,
mentre
egli
con
la
,
sua guerra
suo rapporto uno: due, la similitudine
donna, della gioventù e della vecchiaia
,
Digilized
by
Google
,
442 cerca di spiegare
proprie e particolari della
tutte
le relazioni
vita pubblica.
Ti ha un continuo progresso nel sistema di Schelling
quale sempre più prevale la personalità di Dio;
che avviene questo progresso, scomparisce
modo che
per
e la fine più
principio
il
Cosi egli dice dapprima
:
ma
nel
,
secondo
la filosofia razionale,
non
si
Fuori della ragione niente
è tutto, e simili (1). Al contrario in progresso
:
pareggiano. è, e
in etta
L’intera natura
ci
manifesta che essa non esiste affatto in forza di una necessità pu-
ramente geometrica; non havvi in essa pura ragione, e spirito.
lità
— La
ma persona-
un avvenimento,
creazione non è
ma
una
ma
azione.
Non
cioè, la
persona di Dio, è la legge universale, e tutto ciò che accade,
vi
sono
effetti
provenienti da leggi generali;
Dio
accade in virtù della personalità di Dio, e non in conseguenza di
una
necessità astratta, che noi
meno Iddio
tanto
glisi ?
— Quindi
non comporteremmo
(2). Essi dicono:
sovrumano. Ora, se io
egli volesse essere
umano, chi potrebbe oppor-
non posso neanche prescrivergli anticipatamente
ciò che egli deve essere;
egli è quello che vuole essere.
debbo prima cercar d’ ituìagare la volontà di lui;
cipatamente impedirgli
di
essere
ciò
di
nell’ attività
(|uesta dissertazione in sino si
Perciò
ma non
La
essere (3).
umana forma
Ma durante
la
io
anU-
epo-
Schelling, così quanto
mattina, come rispetto alla teoria.
che ha avuto luogo
alla
lunga pausa
letteraria di Schelling, dopo
ad ora, una
tale trasformazione della
mostrò in modo chiaro e preciso. Forse
concorsero a promuoverla
(1)
che vuole
essenza della libertà
dissertazione sulla
ca nello sviluppo del sistema
idea fondamentale
nell’ operare, e
Dio deve essere assolutamente
le
accuse di lacobi e
Io
Giornale di fisica speculativa, 2 tomo, 2 fase., p.
umana,
(2)
Siiiressenza della libertà
(3)
Lettera ad Esebenmayer, p. 91.
sviluppo
del
i.
p. 482.
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.
hk5 sistema di Hegel avvenuto in quel frattempo, nei quale Schelling diveniva, per cosi dire, obbiettivo a sè stesso in
forme
ai
ma
suo proprio principio panteista;
una maniera con-
senza dubbio essa è
sopratutto i’efletto della stessa materia. Dopoché Schelling nel
processo delle sue ricerche filosofiche non ebbe più per oggetto la
ma
natura,
la coscienza religiosa,
non potea più persistere nella
deduzione a priori e nella ipotesi di una causa impersonale dell'universo
,
perocché a e
non già
che avea ammesso importava
lui
d’ imporgli
di spiegare
come
,
e comprendere l’obbùlto
facea Hegel
senza alcun riguardo certe forme belle e
1828
fzioni del
distingueva
come
tesio sino al presente,
i
risolutamente;
fin dai principio
anticipatamente e
,
Cosi nelle sue
fatte.
sistemi del razionalismo, da Car-
quelli
che hanno
il
caraiiere pura-
mente hgieo in opposizione al carattere etorieo, nel senso che espo-
nemmo
di
sopra (Lib. HI, Sez. I), se io ho bene inteso.
questo in verità
un
atto da Sansone,
col
sciava le colonne del tempio delia filosofia,
È
quale egli rove-
quale era stata
sinora, e seppelliva sotto le rovine l’intero esercito de’ suoi
nemici e sé stesso con quelli. Nella recente teoria di Schelling
—
se bisogna giudicarne da quel poco che è venuto a
pubblica notizia spiegare
il
—
vero motivo non é altro che questo:
il
grande abbietto della
filosofia,
religiosa dell’uomo nel suo processo.
spiegazione de’ mezzi che
Come
le
umana
sotto
incomprensibile,
mente
di
c(»cienza
serve in questa
suo primitivo sistema
gli fornisce il
si
presentano nella dissertazione sulla
una forma nuova, cioè, come
come
aspirazione, ecc.
Non è meno
così ora
;
riconoscersi in queste espressioni
che deve essere, ecc. (das
di
si
la
potenze del Reale e dell’Ideale, della gravità, e della
luce e della copula ci libertà
Egli
cioè,
:
ciò che
principio
possono
può
facil-
essere
,
ciò
Seyn-kónnende, dasSeyn-mOssende).
certo però che Schelling
credere alla personalità di Dio,
—
il
professa chiaramente
quale, secondo lui
,
non
30
Digilized
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Google
hhh è solloposlo allo sviluppo della coscienza religiosa, tna è sem-
— ed
pre a quella superiore,
non
reale (di fatto) c
ai fatti della rivelazione
allegorica. Ora,
come
mentale, che appartiene alla prima forma della sua c al quale
egli
non rinuncia
Dio personale e de’ suoi zione e la rivelazione
che non
si
di
atti reali
filosofia
questa ricognizione di un
c
che devono essere
,
siano insieme conciliabili
,
è
la creatal cosa
può decidere scientificamente e in modo certo,
tantoché non ria
,
,
si
In ogni caso
Schelling.
,
di
però
era nella essenza nel
non poter restare
ne’ termini del pan-
come semplice
teismo a priori , di perfezionarsi altrimenti che razionale.
filosofia
Hegel, al contrailo, partendo dal principio
di
SchelUng,
attenne a quell’ elemento razionalista contraddittorio, e :
fin-
conosca in una forma autentica l’ultima teo-
sistema di Schelling
luppò
verità
se quell* intuito fonda-
la necessità razionale nel
nalità di Dio.
che forma
il
mondo
e quindi la imperso-
Ei fu quindi costretto di rinunziare a tutto ciò
carattere proprio del sistema di Schelling:
il
reale
primitivo, l’azione, la vita, la creazione. Cosi
andò perduto
palladio della filosofia di Schelling,
pericoli
e tutti
minacciavano nascente, dovettero aver luogo.
nuovo una sostanza inerte , senza
di
affezioni il
e
sono
dovere e il
fine di
sì
lo svi-
le
cose; la identità
la libertà individuale
attività
i
Il
,
mondo le
cui
che
il
la
diventa logiche
si
risolve nella monotonia,
si
cangiano in apparenza,
ogni essere vivente è quello di sparire nel nulla.
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CAPITOLO SECONDO
FILOSOFU DEI DRIHO
Volontà oggettiva
Di SCHELLINC
— organismi morali e loro processo nella storia — — Distruzione dell’antico — Oggettività
Costruzione dello Stato e della storia
Diritto naturaie, delle sue teorie e dei suoi problemi.
e
vitalità delia filosofia del diritto.
sofìa del diritto di Schelling.
—
— Principio
Germi
dell’
cattivo nella
Hegelismo.
filo-
— Carat-
tere proprio ed universale di quel periodo scientifico.
L’ idea della volontà universale,
lontà individuali,
che sta
ma una
non già
la
somma
al di sopra di tutte le singole volontà
oggettiva,
—
è la prima cosa che Schelling
Filosofia del diritto (1).
assoluto,
come
delle vo-
volontà immediatamente assoluta,
ci
,
e puramente
presenta nella sua
Essa corrisponde perfettamente
principio della filosofia teoretica
del pari nella volontà individuale di Fichte.
,
all’
Io
ed ha origine
Come
l’Io sta alla
sostanza di Spinosa, cosi questo volere sta alla ragione o l’uomo in sè di
Kant. Cioè a dire,
determinata, compiuta;
(1)
il
la
ragione è immobile, perfettamente
volere, al contrario, è attivo. Questa
Trattato sul Diritto naturale nel giornale filosofico di Fichte e
Nleth. à” e 5° tomo.
Di..;.;---
;
,
hhd volontà univcistile è però iincoia, come
come
l’Io assoluto,
modo che non
prenderla in versale
,
ma sempre una
,
A
gradi.
un puro
condusse
ciò
il
la
astratto, e fu
ragione di Kant e
un progresso
il
com-
mai volontà semplicemente uni-
sìa
volontà determinata ne’ suoi diversi
perfezionamento del sistema, cioè,
la
costruzione deH’Universo, dalie due attività dell’ Assoluto. Ora la
volontà oggettiva (l'assoluto) assume nello sviluppo graduale
di
queste attività diverse forme,
—
tipi
del dovere morale (I) ed
— che appunto perchè derivano da questo
obblighi giuridici,
pro-
cesso universale (cosmico), sono totalità, cioè, organismi morali. Nello stesso
modo che
quel processo creativo ascendente pro-
duceva necessariamente nella natura specie la
,
cosi nel
La diversa forma che queste
Chiesa.
storia
,
i
diversi regni
mondo morale produce
e perciò successwamente
la famiglia
generi e
,
lo Stato
,
istituzioni presero nella
è nella stessa guisa soltanto
,
l’opera della produzione regolare
che nella natura crea con-
,
giuntamente. Così Io Stato è r organismo della libertà (2)
anche l’armonta
della necessità e
vera qualità è questa
:
un tempo liberamente ; e
tutto ciò che liberamente avviene,
questa armonia nel Reale
spirituale
e quindi libera
(
convalidala cessario
—
;
,
)
— in
è
vale a dire, che egli è una vita
una forma
e per ciò tale che la
si
spirituale (soggettivo),
1’
esternamenk* ,
nel ne-
espressione dell’armo-
comunione esterna ne!
re-
della cognizione e della fede.
Lo
una formazione
,
stabile,
manifesta nel reale
Chiesa, al contrario, è
nia nell’ Ideale
gno
od
,
e quindi la sua
tempo cosa necessaria. Lo Stalo è però l’espressione
nello stesso di
della libertà ;
che tutto ciò che è necessario, avviene ad
e
Stato è anche la espressione più elevala della identità dell’ uni versale e del particolare (dell’iino e del molteplice)
(1)
Lezioni sul
ra) Ibid
,
metodo
degli studi accademici, pag.
;
jmichè un
I 'i6.
p. •226.
Digitized
by
Coogle
,
447 unico ordine pubblico unisce qui e lega una moltitudine di vo lontà particolari.
c
i
molti,
la storia del
e
nità
diverso
Il
modo
.Mondo. Nell’antico Stato
erano unite
la moltiplicità
soluta): la moltitudine
avea
momenti, l'uno
in cui questi
compenetrano, costituisce
si
(
la storia dello Stato,
nelle Repubbliche) l’u-
una maniera immediata
in
uno
la coscienza di essere
quale non poteva sciogliersi, e l’unità dello Stalo,
Io
(as-
Stato, dal
Stato medesi-
mo, esisteva a sua volta soltanto in questa moltitudine, nel popolo. L’ unità (potere dello Stato), che allora dominava, altro, se
non
i
molti che obbedivano. Nello Stato
contrario , questa identità è distrutta
che non è ad un tempo
i
molti , sta a fronte della moltiplicità
del popolo, nel quale ciascuno
individuo. Cosi la unità
da
essa
,
lità,
e
domina
d’essere
come
mentre
;
disgiunta dall’ altra
diventa individua-
all’unità,
strumento
io
semplice
di essere
la moltiplicità,
coH’opporsi
cessa
cosi
ha coscienza
nella forma astratta
e perciò
parte la pluralità,
;
non era
moderno, per
come monarca
unità
la
dell’ universalità.
Ondechè, come compenso della perdita della vera unità (identità) nello Stato
,
il
mondo moderno abbisognava
esprime questa unità della
nell’ ideale
(
monarchia essenzialmente congiunto a quello
trambi sono
effetti
che abbiamo perduto
tale
da congratularsene molto
(1). Perciò lo Stato ,
mentre
pubblico (soggettività ed oggettività) l’altro.
Per la stessa ragione
un’applicazione d’ idee,
empiriche
il
ma
si
la
si
,
En-
dell’an->
moderno non è
diritto privato
il
che
concetto
della Chiesa.
o sostituzioni dello Stato vero, cioè,
Ileo
(1)
della Chiesa
soggettivo). Quindi
sono staccati
l’
uno
ed
il
dal-
presente giurisprudenza non è
fonda soltanto sopra sottigliezze
('2).
Lezioni sugli studi accademici, p. 229, 230.
(2) SI
troverà qui non solo la maniera,
mentale, da cui derivò
ma anche
la filosofla del diritto di
li
pensiero fonda-
Hegel e
la
sua costru-
zione filosofica della storia dei. mondo.
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m Cosi, secondo
i
principi di
questo sistema, anche
dritto
il
apparisce nella totalità di tutt'i rapporti universali
nella sua
tempo come una
necessaria
connessione assoluta, e in pari
manifestazione della ragione formatrice del mondo. Nella stessa guisa che questa nel processo graduale delle sue potenze, deter-
mina
sè
mondo;
come natura, come uomo, come
stessa cosi
determina anche come
si
diritto c
storia del
come
Stato.
E
però conviene alla
filosofia
idee, cioè, d’intuire
e dimostrare come l’assoluto debba produrre
(essere) necessariamente loro speciali istituti in essi
del dritto di costruire
il
lo
diritto e lo Stato in
Stalo dalle
generale, e
e la formazione storica di questi
,
medesimi, non
meno che
i
e come
;
in queste diverse formazioni, è
però sempre espresso solamente l’uno, l’universale, l’assoluto.
Questo metodo distrugge tutto
l’edificio del Diritto
quale era stato fondato dagli antichi scrittori
malismo,
il
lazioni senza ragione
quale
si
ad una regola generale razionale
il
,
for-
nella
elegge arbitrariamente un rapporto parziale (una parti-
colarità, p. e., quella della libertà) per applicarla tutta la
naturale,
distrugge
;
quale consiste nel sottoporre (Subsuntion) delle re-
massa che
resta.
regola appariscono
Qui per contrario
le
beneo male a
relazioni e la loto
massimamente e inseparabilmente come un
prodotto unico dell’ idea. L’etica non è più dedotta dal concetto
dell’uomo;
ma
la forza primitiva
duzione genera
giuntamente persona
;
le cose^ gli
la libera
ed assoluta, e
uomini e
persona per
le leggi
la
sua reale pro-
morali, eJ anzi con-
la legge, la legge
per la libera
« poiché tutta la vita consta soltanto di forze che si circo-
scrivono reciprocamente ». Spariscono le contraddizioni e
mi, che consistono nei dedurre dalla ragione delle
la libertà
i
proble-
e le leggi
due specie ; perocché quella forza primitiva produce
totalità di relazioni contenenti
condo ambedue
le
forze
l’una e
l’altra,
fondamentali,
debbono compcnetrare da per
delle
e nelle quali, se-
anche
gli opposti
si
tutto.
Digilized
by
Google
,
449 Fondando
il
umana,
volontà
e
esistenza
una esistenza e volontà superiore
diritto in
teoria giuridica.
Le
alla
raggiunge l’oggettività nella
si
non sono più semplicemente per
istituzioni
ma hanno una significazione più elevata; c non sono ordinate conforme al fine di quello, ma conforme aH’archctipo che l’uomo,
devono esprimere. Quindi
la necessità
che
Stato sia un’opera
lo
che esistano
vi sia heliczza nella vita pubblica,
che
artistica,
grandi e sublimi istituzioni per sè stesse e non già per soddis-
come ultimo
fare,
un
un qualche individuo. Lo Stato ha
fine,
La conseguenza
dritto di essere Stato.
nanzi riconosciuta tanto nel dritto positivo
come
nale
il
punto più
L’ azione vivente delle forze
due potenze necessità
forme al
—
è ciò che deve essere.
suo contenuto ,
dal
principio
delia conformità col dovere
ad un sopra
principio
uomo
dell’
,
il
cioè
,
per
lo in-
subordinata (1).
svariato con cui quelle la libertà e la
,
una ricchezza
cosi
La moralità
si
di
eleva, quanto
limitato della particolarità :
io devo fare questo e quello!
ricognizione
alla
totale,
,
quanto nel razio-
particolare
il
compenetrano e producono
si
,
modo
il
,
universale e
1’ ,
logica ,
è ora
rilevante,
un universale
di
quale non vale che come parte di quello
;
ed esige, che la intenzione umana sia simile alla divina, che
tuomo divenga uno con Dio e
oggettività
vitalità
creativo del sistema
;
dal i
(2).
L’ etica acquistava
principio
reale
quali caratteri
tempo, avrebbero dovuto trovare non ed essere
intesi
generalmente
contrario, del quale
stema, non
si fosse
,
se
,
e
una
tale
universalmente
stante
il
solo favore,
bisogno del
ma
durare
quell’ ostacolo o principio
abbiamo parlato nella esposizione del
si-
esteso anche all’Etica.
(i }
Lezioni sugi! studi accademici, p, 228.
(2)
Rapporto della
filosofia della
natura con la dottrina di Fichte,
p. 10. Studi accademici, p. 145.
Digilized
by
Google
,
4S0 fondamentale del sistema è
principio
Il
potenza primitiva cd assoluta
quanta
tutta
la libertà divina^
manca
gli
come Dio cagione tali
stesso fave e
il
l’
il
ha posto
cioè
,
mentre
contrario
al
,
come
,
riferiscono
si
,
riferito
fare
il
dotto della scelta, è specificamente
quale non è
come ce
spontaneo,
Se perciò
universale.
dire
il
,
soltanto all’ as-
dell’
individuo
colore del
qui
,
dritto
,
dritto
il
unicamente per
,
Ethos de’ Greci
all’
il
,
coscienza
la
morale stessa ha
accosta
quale riesce a questo: che nel
pro-
il
,
sapere
al
conferma
lo
tutto riesce
la
si
superiore
quello;
di
uomo
ali’
Diritto naturale
nell’ antico
risolve quasi nella morale, cioè,
r azione
centro. Per questa
apprezzano soltanto come espressioni
si
ammette
vera forza crea-
la
nella sua propria sfera,
sapere appariscono qui d’un ugual valore (i);
devono apparire quando
soluto, e
concetto della
il
fintantoché non
nè può considerare l’uomo,
tiva,
e
ma
;
mondo morale abbiano
si
alcosi ,
il
luogo
certe determinate manifestazioni. Ogni dovere deriva da una
idea (prodotto delle potenze), la quale deve essere espressa dall’azione (2)
cui
il
;
tmo^tne che un
atto.
scopo sembra di essere piuttosto una
Ma
scemerebbe nuovamente l'era
,
ma
la semplice
moralità pubblica
non piu perocché
sarebbe
nell’ intrinseca
la
questa guisa
di
differente
essenza,
vera differenza
nella moralità dell’
non
di pregio;
la vitalità
si
uomo
vi
tra
ha
ma 1’
da
primitiva
avrebbe più
quella
dell’
solo quanto al
una e
l’
la intenzione
la vita
Lo Stato come
espressione della vita.
altra ,
uomo grado;
è questa
:
accompagnata
dalla coscienza, quindi dipendente dalla scelta e tale che
si
produce e rinnova ad ogni istante; nella moralità dello Stato
(1) Lezioni sugli studi
accademici Delia prima lezione o
al principio
della lezione sesta. (2) Ibid., p. 1Ò6.
Digilized by
Google
,
4S4 ha
vi
la regola
c immobile
fissa
c semplicemente espressa in
senza coscienza di sè stessa
.
una
vengono considerate come
mondo.
forze produttive del
progresso
come
soluta
esistenza
norma
—
più libera
sostanziale,
,
potenza primitiva cd as-
la
più creativa
c tale che voglia una
,
individuale e secondo questa,
unicamente que* concetti che nella teoria
come germi
e
non è che un
è attuata nell’azione
ma
nello
alla superficie
secondo
,
il
quale
capitolo del Diritto naturale, c
uomo,
dell’
dell’ assoluto
stadio
la
di Schelling esistono
mostrano appena
si
riuscirebbe a’ risultati del sistema di Hegel la moralità
dia
Ora chi volesse appropriarsi e sviluppare
alle azioni.
soltanto
due moraliU
le
manifestazioni delle
Perciò era necessario questo
comprendere
cioè, di
:
necessarie
le
pubblica. Ora
istituzione
appunto questa differenza sparisce, quando
nell 'adempimento del
nella
,
sussislensa
non
dovere; del
stessa
dovere.
Un’ altra conseguenza è quella ha per di
fine
sè
1’
uomo
,
in
è a
Egli
stesso.
quantochè appartiene dell’Assoluto.
ma in
che
,
medesimo
sè
una maniera
Quindi non
si
a qual
fine
la
Dio
natura
esiste ? »
,
»
Ma
solo
non
fine
il
supremo
in
,
necessaria alla esistenza
può più dimandare
vuole Iddio (l’Assoluto) con lo Stato?» cosa vuole con
non
lo Stato
generale non ha alcun fine fuori
:
«
che cosa
nè tampoco: « cAe
o « che cosa vuole con sè stesso
,
Dio in un grado determinato è
Natura, in un altro è Stato; e non può essere diversamente.
Ora è vero che sonale
,
lo Stato e la
sono divini
,
ma
immediatamente superiori vuole essi
,
di
ciò
Dio
,
all’
,
voluti
uomo
,
,
essi
;
sono
e in quanto che Dio
fine e volere di
r uomo personale
che non agguaglia Dio.
da un Dio per-
lo stesso Iddio
sottoporsi ed ubbidire
non sono l’ultimo
magine tutto
r uomo deve
Chiesa
non sono
ad entrambi ;
li
ma
Dio, perchè l’im-
deve essere superiore a
Ed
è possibile
,
anzi da
Digilized
by
Coogle
,
m attendersi
che Dio un giorno non voglia più
,
subordinazione passeggierà, che
cosi cessi la
non è tributata Dio non è
il
sottoposto
al
Stato
ma
allo Stato,
creatore
del
divenire
divenire,
modo
esige in
stesso; e
non
solo
beneficio
che
esso sia
Ma
subordinazione
la
lo
se lo Stato
uomo
dell’
Dio più elevata che non sia l’uomo
dì
non è cosa pregiudicievole
nuovamente perduto
,
ma un
vero
un impersonale. Nello Stato, Dio ha personalità e la coscienza di sé stesso,
modo che non
nello stesso
la
,
per contrario egli è
determinata.
incontrastabile
deve essere una forma
ma
e
,
Ora se
conseguita che Dio è lo Stato e
,
Dìo in una affezime
è
Stato
lo
a dir vero
,
alla persona di Dio.
le
aveva
in origine
come
Assoluto;
egli è ritornato in sè stesso.
Finalmente non che da
dere,
fa
bisogno di alcuna dimostrazione per ve-
astrattezze, quali sono rtmipersale,
tali
lare, l’untià, la moltiplicilà, la libertà, la necessità
alcuno Stato
,
—
nello stesso
modo che
il
partico-
— non
risulta
dalle astrattezze del
Reale e dell’Ideale non risulta una Natura; e quando Schelling
rimprovera agli rare
non
meno
si
scrittori anteriori di filosofia del dritto, di alte-
rapporto naturale delle cose, questo rimprovero non
il
torce
contro
lui
medesimo, sebbene
può osteggiare con più
mondo
di quello
che
come un surrogato dute secondo plicità.
il
in altro
si ri-
modo, poiché
di forza le istituzioni della storia del
quando rappresenta
fa Schelling,
delle antiche
la Chiesa,
costituzioni politiche già ca-
principio deU’idcntità, dell’ unità e della molti-
Ciò non riesce ad altro, che a prendere per unica regola
um cosa particolare,
e applicarla
a rovescio alla
totalità delle cose.
Tali sono gli errori che in sè racchiude questo sistema, e i quali
appariscono anche più gravi c manifesti nella dottrina
che appresso esporremo.
mente
filosofica
Questi eiTori non potevano intera-
prevalere nella dottrina di Schelling, perchè trovavano
ostacolo in
un elemento migliore
,
—
il
reale primitivo, al quale
Digilized by
Google
4S3 si
attenne.
è
tale,
Schelling ha origine da Fichte, e questa orìgine
da formare un punto fermo e determinato, una
dalla quale egli procede nella costruzione del suo sistema
appunto questa base, e non
altro, è
connettono quegli errori. Quindi arbitrio,
ho esposto
se
io
ora
principio col quale
il
non posso essere
dottrina
la
base, ;
di
si
tacciato di
modo
Schelling in
al-
quanto indeterminato ed incerto ; per comprenderla giustamente fa d’
uopo
non tenere alcun momento, alcun pensiero come
di
compiuto, perfetto, immobile. Imperocché in questo sistema
ha un progresso ed una derare
le
gemme,
dalle quali
Qui ogni concetto
prima
vista,
denza.
— La
ma
,
ciò
debbono ancora spuntare
fiorì
i
e
i
frutti.
ogni proposizione, non è ciò che mostra a
che vuole raggiungere,
è la
comoda per
via più semplice e
stata di passare dall’Io di Fichte
a quello
sua slessa ten-
la filosofia
Dio
di
sarebbe
quando essa
,
non dovesse adempiere ad una destinazione più sublime ; d’intendere la
dovea prima nosciuto
templato
immanenza
del
dì tutto intuire
come superìoie anche
in
al
quello.
mondo
presenza e
l’attività
mondo,
si
un’immagine ,
sforza
E però il
dizio e
il
rendere
,
principio
per tórre da
lui
ignoto e ìncomprensibile, che
è l’aspirazione infinita a produrre Dio; perciò nè
dare per sè solo come
dì
all’occhio dello spi-
universale di Dio.
al princìpio
si
poi, rico-
sempre con-
fosse però
Schelling
cioè,
quest’uopo
Dio nel mondo, affinchè
(cominciamento) del suo sistema rassomiglia stesso
A
tn Dio.
sempre più chiara, sempre più vicina rito la
vi
vita continua, e perciò bisogna consi-
sue forme e produzioni come altrettanti germi c
si
può riguar-
vero, nè formare sopra di esso
un giu-
neppure un semplice concetto, fatta astrazione dall’aspira-
zione verso ciò che egli vuole creare. Imperocché « egli non ha so-
lamente quest’aspirazione,
ma
arresti lo sviluppo nella sua
tendenza vivente e
è questa stessa aspirazione. infinita, ciò
Se che
tu t’immaginavi di determinare e ritenere non è più quello che
Digilized
by
Ccxjgle
m è. Il
giovine non può essere conservato giovine; o bisogna
uomo, o ridurlo
sciarlo diventar
senso io
feci
a
ling stesso
non
occupò più tardi
si
di dritto e di Stato:
ma
una
molto più ricca, vivente, intima e per usare
umana
molto più
espressione vera,
da chi scrisse
la
» Essenza
della libertà
questa trattazione bisognava che
facesse
si
che trovasi
di quella
sarebbesì dovuta aspet-
nelle Lezioni sugli studi accademici,
tare
lato della teoria di
sistema d’Hegel ripete la sua origine. Schel-
il
filosofia del dritto
la
posta risaltare quel
bella
Schelling, da cui
la-
in ìstato di cadavere. In questo
umana
nè
un progresso
in
tale da
mutare ogni cosa, ma bastava per avventura una proposizione
come
la
seguente
« La volontà «
n nifestò, erò l’uomo, la filosofia,
non deve avere mai per obbietto
costruire la storia da sé
di
stessa (a priori), la quale è fatta dallo spirito universale
;
ma
ha
soltanto per ohhietto di comprenderla da sé {a priori), di ripro-
durla nel pensiero. Così la storia e
un
dato, e questo è
in lui, cioè, di
il
il
che è avvenuto
ciò
stimano essere filosofia
;
rito
lo spirito del
ma
suoi discepoli biasimano
i
—
modo
che
i
discepoli
mondo
è
,
nel siècle des lumières.
dapprima
in
di
Francia nello scorso
in sè, poscia
vogliono d’oggi innanzi
il
Secondo
diventa per
contrario
:
lo spi-
in sè.
Questa ricaduta della giovane scuola
è un
mondo> a crearlo
credeva
dell’antico principio della soggettività
ma
il
si
dee prima essere per sè e poi
casuale,
Essi al contrario
lei.
quali rappresentanti della
— chiamati a cominciare da capo
secolo, nel siècle phylosophique
sè
suo prodotto è da per tutto
e prima di
fuori
la filosofia e sè stessi
nuovo, nello stesso
Hegel
il
positivismo, che
circoscrivere la filosofia alla semplice intelligenza
in tutte le
conseguenze
non è però un avvenimento Hegel, e però
effetto della stessa teoria di
sotto questo aspetto era inevitabile; la cagione è in ciò, che la oggettività di
fuori di sè
altro
siero il
che ,
è soltanto apparente.
come potenza
la
per
Hegel
somma
delle determinazioni
modo che
prodotto di questo
sori
da quest’
Io
;
Ciò che egli ammette
oggettiva formatrice del
in realtà
non è se non
il
usato in simile guisa:
altri
nello stesso
è
suo proprio lo e
perciò è cosa naturale che
abbiano ricavati
mondo, non
che trova nel suo pen-
i
suoi succes-
momenti e ne abbiano
modo che
egli ojjieKiva le
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S36 categorie logiche, cosi Feuerbach oggettiva le proprietà antropo-
logiche; e cosi discorrendo.
Se Hegel avesse nel suo sistema una oggettività reale, una potenza reale fuora c sopra bile alla
dell’
uomo
non sarebbe stato
,
Un
sua scuola una simile ricaduta.
pramondano (trascendente) non potea essere mai creazione dell’
uomo puramente
psicologica
può essere un Dio che consta solo
di
;
ridotto
ma
realmente oggettiva nello Stato,
umane determinazioni
quale, in forza delia san-
la
zione divina, sovrasta al popolo, non potea versi nella volontà del popolo,
che non è altro se non
Hegel avesse fondato
ma bensì una
nuovamente
la storia del
inondo nell’ordine divino,
rivoluzionariamente contro di esso.
secondo Hegel altro
essi
che
le loro
essi
lo
logos e tutti
del
lo spirito
i
mondo
pretende averlo compreso Hegel
momenti, come ce
li
il
logos che,
medesimi
suoi mezzi
,
;
E 1’
uomo
compiutamente, come
cosi
se egli lo analizza ed
:
esamina
come non dovrebbe anche avere
capacità di porsi egli stesso nel luogo dello spirito del
mondo?
impedirà dì fare d’oggi innanzi con coscienza
Che cosa
gl’
storia del
mondo
Egli certamente
,
che
fino
allora
fece
si
del
mondo con
Hegel verso tutto ciò che
11
rispetto dì
si
è prodotto senza di lui
,
la
senza coscienza?
Dio ad un grado più sublime
innalza
quello della produzione
e
;
però,
perchè non de-
dovrebbe e non altrimenti presen-
tare la storia nel loro sviluppo la
Ma
in sé
prendere anche sopra di sè l’opera sua? Se
può comprendere
ne’ suoi
posseggono
la
punto da
al
proprie determinazioni logiche.
hanno questo
se costoro
vono
la fcce>
,
risol-
volontà sostanziale,
nel concetto della volontà. Se
momenti
i
sua scuola non avrebbe potuto mai giungere sino
non è
so-
ad una
tale in verità
non è altroché queste determinazioni. Un’autorità
logiche, e
sollevarsi
possi-
Uio personale
a
,
intelletto c coscienza
esiste
!
oggettivamente e
merita certamente molta stima e
considerazione sotto l’aspetto morale
,
ma
è scientificamente io-
Digilized by
Google
.
537 conseguente. Se
formano il
il
le
mondo
determinazioni logiche sono
principi
i
grado più alto e però assolutamente necessario sarà
che l’uomo produca la
storia,
poiché
il
È
non fanno molta stima cosa principale, cioè
pace
senza avere an-
di sè
finalmente anche degno di osservazione, che
la
di ciò
sua logica
;
la
discepoli
ed informare
Che cosa dunque hanno
le
produzioni
comune
essi di
col loro
lui si
oppon-
tratta di risultati tanto importanti e di cosi
si
la
quale è senza vita, inca-
maestro, se rigettano la chiave del suo sistema^ e a
gono quando
i
che Hegel considera siccome
moltitudine,
d’ influire sulla
dell’universo.
alla fine
Dio che comprende sè
stesso è di necessità superiore al Dio che crea
cora coscienza
che
e non hanno la coscienza di sè che nell’uomo;
im-
portanti condizioni delia vita? Nient’altro che la concezione panteistica dell’universo e la
culatimmenle, cioè, luto del
mondo
!
la
pretensione di considerare le cose spe-
pretensione di comprendere
Riesce così evidente, che
la
nesso asso-
il
potenza della teoria
d’Hegel non consiste nella giustezza della sua logica; sto nella
profondità
realmente non del
del
sia sciolto
ma
piutto-
problema speculativo; poiché sebbene e non possa sciogliersi, la intelligenza
problema stesso è già una grande superiorità sugli
altri
modi e principi della scienza ; essa consiste appunto nella concezione panteistica dell’universo, la quale molti altri seguaci
,
come
tale oggi
ha
e in generale corrisponde c conviene
al
presente indirizzo del secolo, perchè
si
oppone
alla
credenza re-
ligiosa rivelata.
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SEZIONE TERZA
StJlXA FILOSOFIA SPECULATIWA E
SULLA DIALETTICA
nelle nostre condizioni — nel — indagine sull'essenza dell'unità e del sistema. — Appli— Legame tra l'uno e molteplice. e — Facoltà positiva della cognizione — speculativa. — Dialettica — Platone, Hegel, Kant. — l’regio della — Uso
L'uno nel molteplice e nel mutabile
mondo.
cazione
aU'L'i/ioj
al dritto.
il
filosofìa
dialettica.
della dialettica fatto
Dopo Fichle Già
culativa.
sta tendenza fu
vamente r
alto
Fichle.
principio
Con essa
pregio della dialettica
sia
fondato
veramente
il
in
es.sa
si
i
,
che que-
attivo
,
come
riconosce nuo-
che Platone espone
,
sistema di Hegel
il
Bisogna quindi vedere
motivo che condusse a questo pun-
quale sia
rannodare ad un
risultati di
spe-
filosofia
la
quale sia real-
vera dialettica, e
rapportino quelle adottate al presente.
siami permesso di scientifico
essa.
si
questa dialettica non soddisfa,
la filosofia speculativa,
come ad
col
scienza più ardua e sublime, e
la
e poiché
mente
tende a divenire
debbe connettersi
esclusivamente
che cosa to,
filosofia
scorge sin dal cominciamento
si
ammesso prima da
come è
la
,
da Hegel.
filo
Fichte e Schelling e
Ma
ora
proprio di processo le
mie applicazioni
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S39 medesimi ad un
de’
esame, tra
cui
i
fini
il
non troviamo
Noi
ed anzi comincerò dialetticamente un
tutto,
meno importante non
è certo la dialettica.
mondo
reale nessuna cosa
tutto
in
semplice, nessuna cosa di se
non
si
possano dire più co-
non pertanto questo molteplice non è neppur esso
e
,
il
cui
senza unità, a cui appartenga. Nello stesso
non è realmente,
semplice
come
pensare
modo che un
possiamo pensarlo
Per
esistente.
lo
tal
come
può neppure
si
motivo
stesso
non sqIo non è realmente,
unità
senza
non
noi
che non può essere, non
poiché ciò
reale;
molteplice
il
ma non
é neppure
pensabile. Se volessimo pensare l’una o l’altra cosa, riusci-
remmo la
,
tale analisi è quel-
occupa Platone nel suo Parmenide. Adunque
si
r apparente contraddizione è tempo un molteplice, e
il
che
,
1’
uno dev’ essere ad un
molteplice nello stesso tempo l’uno.
vediamo nel mondo
Oltre a ciò noi le
Una
all’assurdità più manifesta.
di cui
il
cangiamento. Cioè,
cose hanno in diverso tempo delle determinazioni, che non insieme, e nondimeno le
possono sussistere
mangono; tento
stesse cose
ed è sempre
lo stesso
uomo,
sebbene la salute e la
infermità escludansi vicendevolmente. Nello stesso
spazio:
lo stesso
uomo
stà nello
nella parte di spazio a e b.
mutamento e
simile
credere, che
il
Come
vicissitudine?
stesso
modo
ora è possibile (pensabile)
Dovremmo
sano sia qualche cosa
in
primo luogo
di diverso dal
e più non potremmo dire che egli sia sempre
malato,
accadrà
nell’ altro
salto,
di
Se
;
ove io
in ò;
uo-
lo stesso
mo. In secondo luogo bisogna certo ammettere uno
in cui passa ?
nello
ugualmente
tempo
r allegro dal mesto, quello che è in a da quello che è
passare
ri-
un uomo è sano e malato, turbato e con-
e.
p.
stato per
trovasi ora ciò che passa nel tempo
divido lo spazio ancora
non passare da un punto
appunto come quando
io
all’altro
di
dippiù
,
mi
che per via d’un
passo dalla salute alla infer-
30
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540 Cosi quando
mità.
a e
zio
6
nello
non
io
,
tempo mi
stesso
sono
Adunque non havvi assolutamente interruzione, in cui
opposta;
ma
intrecciati
i
come
nella mutazione alcuna in-
cominci quella ad essa
cessi, e
dice Socrate nel Fedone, insieme
E
delle cose opposte.
fini
che realmente
ma
runa cosa
Iddio ha^
trovo nello spa-
questo assolutamente diviso ?
per
se ciò
non
muta non potrebbe rimanere
si
dovrebbe cessare ogni nesso tra
che
tinuità nel nesso tra le cose
si
cosa
;
cosa nello stato pas-
la
E però
sato c la cosa stessa nello stato presente.
fosse, la cosa
la stessa
una con-
esiste
escludono ; ora come
pensare questo nesso senza contraddizione? Poiché
gli
può
si
opposti non
possono in nessun punto essere una e medesima cosa; segue
punto
che nel
una
in cui
essere più assolutamente
l’
può esistere alcun nesso.
non
queste cose è, dovrebbe
di
altra
;
cioè
con altre parole, non
,
come può
questioni quindi sono:
Ije
una cosa avere ad un tempo più determinazioni e nondimeno una unità? Di
essere
poi
come può una cosa mutarsi,
diverso tempo o spazio avere delle determinazioni donsi a vicenda, cosicché
ad esistere
tinui
La soluzione tale
il
nesso fra
i
,
cioè,
in
che esclu-
suoi stati opposti con-
?
di queste questioni non può essere
che nella pluralità e nella mutazione
medesimo
de’
,
se non
predicati
re-
non
sin
che uno c non possa mai diventar un altro, nè mutare
co-
sti
me
sempre
uno
soggetto.
e
Perciò
si
soggetto
ste
immobili qualità dell’essere
dicati,
0
li
tal
tanto
i
quale
—
i
suoi predicati
e però sia libero
soggetto, nell’atto che contiene
prende l’uno dopo
ostante sempre lo stesso suoi predicati,
sempre un
il
dee cercare un soggetto che per sua
natura sia ancora qualche cosa oltre
Solamente un
,
altro. Cosi
come
mutando
l’altro,
i
—
que-
da
essi.
molti pre-
può rimanere
ciò
non
soggetto; dappoiché se fosse solquesti,
però sono uniti
i
dovrebbe anch’esso essere predicati,
mentre esistono
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ma
per Io stesso subbictto;
non è
ma
l’altro,
numerevoli
i
solo
il
sono separati fra
mutare relativamente non da
qualità, cioè, tali che sono liberi da alcune e di soggetti
assolutamente
liberi
ma
j
soggetto conscio di sè,
il
La personalità è
soggetto personale.
le loro
altre
da ogni qualità determinata non
ve ne ha che un solo, e questo è: il
perchè l’uno
di loro,
soggetto è l’uno e l’altro. Ora sono in-
soggetti che possono
la
magica
virtù
del-
r unità, che nessuna vicenda distrugge, che può passare per tutte
e nondimeno
condizioni,
possibili
le
resta
sempre
la
congiunge insieme queste stesse condizioni me-
stessa, e lega e
diante la unità della coscienza (Seibstbewusstseyn). lo posso
nondimeno non cesso d’esser
far tutto e diventare tutto e
che non posso diventare, se rimango come
L’ unica cosa si
è (u
colui
,
quello
,
;
io.
Io,
non posso diventare, nè con-
ciò io
temporaneamente, nè successivamente, perchè è una contrad-
E
dizione assoluta.
il
passaggio
al tu o agli altri de’
dall’ io
termini sopra indicati, se fosse possibile, non esisterebbe, sopra, senza interruzione; dall’ uno all’altro vi ha infinito:
dove comincia uno
già ha cessato ciò
che passa
tampoco teriore.
l’
c nondimeno non
io,
si
trovi
II
è alcun punto dove il
passaggio,
nè
può pensare col suo essere an-
pensiero di una migrazione dello anime o di una
immortalità senza Il
reminiscenza è già una
cosa nell’altra, l’altra, è la
contraddizione in
potere che noi abbiamo di pensare un passaggio
da ogni condizione o stato
ma non
già
in il
prova certa, che
unisce gli opposti.
da delle condizioni; loro,
v’
framezzo; perciò nè
l’unità del passato, si
sè stessa.
come
un abisso
di quei termini (tu, egli, quello),
E
un altro
,
la
mutazione
d’
una
passaggio da una persona nelessa è
il
soggetto, che
solo
perciò non può essere affetta dalla vicen-
ma
ha una determinazione propria
che rimane sempre
la stessa;
fuori di
questa però olla non può
nè variare nò distruggere. Questa determinazione
,
per cui la
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542 persona è appunto quella persona, non è da considerarsi co-
me
qualità
poiché la qualità non
;
non appartiene
sempre soggetto,
persona è
soltanto predicato
non
della persona
non ciò che
se
,
al soggetto.
Tu, Egli,
Io,
non è una proposizione. La
io,
ed
ogni
altro
contrario è
al
quando apparisce come soggetto
;
può
si
definire
non solo non può essere
;
ma
dell’intendimento (logiche),
risoluta in categorie
è per-
,
Questa determinazione
determinato.
rapporto
nel
sonificato
io sono
è altro
ma
persona,
alla
non sono qualità; e
ge-
in
nerale non può condurre ad alcuna identità, perchè fuori di niente le somiglia; solo
Adunque
si
può dire
in virtù della nostra personalità
soltanto
determinazioni che
come accade personali
,
appartengono
ci
primo luogo,
in
le quali
,
stare ancora le stesse,
e come
che diverse personalità, tra
verso è
il
di
nello stesso
mutazione
la coscienza di sé,
ogni individuo,
tal
la unità
Non
Dìo personale.
unità; poiché
possono re-
si
luogo
non ha luogo alcun pas-
deve anche il
Ciò
;
nate affezioni. Se
si
l’uni-
ciò che cangia in esso deve esiste
indipenden-
soggetto è soltanto quello che ha
non può essere anche in
può pensare che
la
lui
che
sostanza sia
non ha alcuna determinazione, alcuna realtà
delle sue affezioni
che
accadere
medesimo. Se
ugualmente spettare ad un soggetto, che
il
,
è possibile in secondo
le quali
un molteplice e mutabile,
Ma
tempo.
mutazione nelle cose imla
processo deve essere
temente da esso. Se un
è pos-
la pluralità delle
appartenere ad uno stesso mondo?
possono
veggiamo accadere deir universo;
la
non ostante
lei
questo]
essa è
mutazione delle nostre condizioni e
sibile la
saggio,
di lei:
la
fuori
essa non è, se non in quanto è le determidice u tutte queste affezioni sono»
non
si
ha
d’uopo di dire « la sostanza è »; al contrario solamente con
prima proposizione, e non con cosa. In tal
la
seconda
si
la
è detto qualche
guisa qui ogni determinazione è soltanto nei pre-
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S43 quanto
dicati;
al
soggetto non rimane altro, fuorché l’indeter-
minato puro e vuoto, l’astrazione e
Ora nessuno vorrà
minazione.
(r essere di Hegel in ogni la
pietra, ecc.; e per
E
fra di loro. »
Adunque secondo un che non
vuoto indeterminato
il
conseguenza sono inseparabilmente uniti
nessuno dirà « appunto
e per conseguenza
;
«
dire
esistenza) è l’animale, la pianta,
nato è quello che rimanendo altro
negazione della deter-
la
il
vuoto
— La
non creare
le
la
si
ma
che ha creato,
e
egli è quello lui la
che
è,
anche
loro unità.
in
un
mentre
,
lui
loro,
e perciò
una nuova unità più
libero
non è personalità
in
da predicati mediante
personalità di Dio; cioè a dire, può
che è in
le singole
moltiplicità di determinazioni
può essere un soggetto
terminazioni e non
anche
nondimeno rima-
fuori di
prodotto. Cosi anche quello che
sé stesso, la
una
egli unisce
il
Ora ogni suo pensiero ed
intenzione forma in questa grande unità piccola
non v’ha
ammette
solo per libera risoluzione, così potendo
tutto quello
queste hanno in
un
materia del mondo; come
nere Dio, è nell’universo un soggetto, che non è cose;
in
mutazione».
quali
cosa è ben diversa, quando
Dio personale. La sua volontà è egli crea tutto,
la
sistema rimane un aggregato di cose,
tal
possono pensare senza unità, e senza
si
unità alcuna.
indetermi-
passa da uno
lo stesso,
può comprendere
si
cangiare
pertanto rimane lo stesso,
le
fino
sue
de-
a tanto
quella intenzione. L’albero può fiorire e dissec-
care ed è nondimeno sempre albero l’albero e l’albero
non è
il
;
il
germe però non è
germe, e non pertanto non sono
tra loro diversi; la stessa intenzione divina è quella, che nel
germe è
(1)
Se
già
ci
1’
albero futuro (4).
rappresentiamo in Dio
contraddittorie di Platone suite
ficate.— Le idee hamio prodotto
le Idee
a questo modo, le sentenze
medesime sono armonizzate e il
mondo, e sono quindi
reali;
giusti-
e pure
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S44 Ora chè
uomiai diversi non
la unità fra gli
essi
nel senso
non sono persone
dappoiché solo
onnipotente
l’
suna determinazione
ma
,
ne prende e smette a sua volon-
tà, è libero nel senso assoluto.
molte leggi, e Dio stesso ce vero, persone a
rendoci a
modo
Ma
da
noi siamo dipendenti
perciò noi siamo, a dir
le diede;
ma
di derivazione;
non siamo che
lui,
come è Dio;
quale non dipende da nes-
il
,
non per-
esiste, se
elevato,
predicati,
e
in origine,
che
rife-
ammette a
egli
suo piacimento e a cui secondo la sua volontà comparte
egli solo è si
il
come verso
proprie qualità
bertà verso le loro
legame
fra gli
uomini e
li-
lui
stesso;
le generazioni.
Epperò
può comprendere, come noi a poco a poco acquistiamo
coscienza di noi medesimi, e non
come parte
e stimiamo perfino
ci
la
crediamo un altro uomo,
della nostra esistenza l’imme-
morabile condizione della prima fanciullezza, in sostanza ì’iUud. Ciò che lega ed unisce queste condizioni è la intenzione del creatore, la idea della nostra esistenza.
che Dio stesso abbia acquistato che non ha
gli
ancora
sarebbero due enti non si
la
Ma non
è concepibile
coscienza di sè; poiché que-
coscienza di sé, e quegli che
meno
separati che l’Io, e
il
1’
ha,
Tu; non
potrebbe vedere dove sia la loro unione, e così dire che
esse sono l’elemento idi-e
comune
sono immutabili, e
Le
transitorie.
ha unicamente la cosa più
idee
le
alia
ha
la più spiacevole,
di più eccellente, ciò
non è senza
la intenzione di Dio,
ii
sua intenzione totale nella creazione.
di altra dichiarazione
una
vi
di eccellente e di vero in tutte le cose, e
comune,
nessuna cosa esiste senza
scuna
delle cose molteplici e determinate. Le
cose che sono fatte a loro imagine sono
sono ciò che
filosofia
vivente,
per vedere, che
non
indipendente (stante da
si
sè),
il
la
vi
quale riferisce cia-
— Qui non
fa d'uopo
fondamento necessario
può intendere, se pensiamo senza Dio, o
che
non pertanto
sua idea; poiché
come puri
la
di
idea come
concetti razionai!,
secondo Kant ed Uegel.
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m pur sempre uno e medesimo Dio. Così nella intera crea-
egli è
zione
c«me
non sono
nella nostra esistenza la varietà e
possibili,
che quando
da qualunque qualità
Ma la
guisa
in tal
persona è già
dunque contiene è la sola
Dio
,
spiega solamente
unità nelle condi-
la
anche una
unità
il
mondo;
Se
il
Dio personale
mondo, che cosa è di semplice,
non può più aver luogo questa domanda;
adunque
il
di
a dire,
come
la stessa contraddizione.
possibile unità del
conoscono
subbictto libero
unità stessa di Dio. Cioè
la
La vuota sostanza è qualcosa
?
cangiamento
il
ammette un
per sè un vario, un molteplice: essere, sapere,
di
nondimeno
ecc., e
si
mondo, e non
zioni del
si
un Dio personale.
cioè,
essa
la unità in
intorno a cui
quelli però
che
ri-
Dio personale debbono dare una risposta. Importa determinare con precisione in che consista
unità
la
in generale.
La unità
che
di diverse cose richiede
in ciascuna di esse sìa
qualche cosa che è anche nell’altra, ed anzi in ciascuna da sè,*
come
essa esiste,
concetto
e non solamente se
dell’animale è nel cavallo
animale da
sè,
il
traia è nelle singole pietre
loro unità.
si
lega
nel leone
concetto dell’essere in tutte
è l’unità delle medesime.
la
,
Eppure
Ma non ;
nelle
così
il
le
all’ altra.
Il
ciascuno
in
;
cose
perciò
;
concetto della pe-
perciò essa è un aggregato e
non
membra
non
della statua per sè
v’è la statua, nelle foglie dell’albero non v’è l’albero, e nul-
lameno
la statua è la unità
delle
sue
membra,
l’albero la
unità delle foglie. Perchè la petraia non è la unità delle pietre,
ma
l’albero,
l’albero la unità delle foglie;
sebbene nè nelle
nè nelle pietre
la pietraia?
ragione che
il
sia
contenuta
Per
pensiero di tutto l’albero e di tutta
la
foglie
la sola
statua
è anche nelle singole foglie, nelle singole membra, e senza
un
tal
concetto
non sarebbero queste
foglie e queste
mem-
bra. Se noi potessimo pensare che le foglie esìstessero anche
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546 senza l’albero, questo non sarebbe questa specie presuppone
di
sempre una esistenza
,
come
Ora
la loro unità.
la unità
già abbiamo detto di sopra,
fuori delle cose unite
come
tali; le quali
vengono tenute insieme e collegate dal concetto e dalla potenza di quella
ma
la
;
quale perciò non è nelle cose unite
Ma
esterna ad esse.
questo è incontrastabile
:
come
tali;
che ciò che
è la unità del diverso deve già esistere in ogni individuo e non
quando
già aver luogo solamente
diamo che laddove
come senza
di essa
esiste
si
aggiunga
realmente unità
,
non potrebb’essere quello che è
tanto da essa staccato
,
dall’individuo. Questa è
Così ve-
l’altro.
— —
l’individuo
sic-
è sol-
e non viceversa la unità è formata
dunque
la
diilerenza fra sistema ed
aggregato.
Ma può
essere che l’individuo solo in qualche rapporto non
esista senza ciò
pie solo
una
che unisce;
sfera del
que soltanto una unità formale; p. e.
quale non
si
e per conseguenza l’unità riemil
tutto; questo
è dun-
Tale è sopra tutto la uuùd
parziale.
concetto dell’animale è certo in ogni deter-
il
minato animale
—
medesimo, e non
,
ma
ogni animale ha anche un'esistenza, alla
estende quel concetto universale; p. e. se l’ani-
male è malato, non per questo è malato
concetto deH’ani-
il
male. Noi non cerchiamo nel mondo e in Dio una unità par-
ma
ziale,
che non
intera, assoluta; e però
sìa ripiena dì quell’llno
,
non dev’esservi alcuna cosa e questo noi troviamo real-
mente
nella personalità. In ogni atto di essa, in ogni condi-
zione
,
in ogni predicato è contenuto
di sè
,
che è
la loro unità
,
il
assolutamente ed interamente, e perciò non dell’animale nei singoli animali. Se io
—
il
tutto,
la
unità
— sono
la
come
il
,
ma
eoncetto
un membro mio è malato,
malato; se
sante è occupata in qualche cosa,
Ma
coscienza
tutto della
e non nei singoli rapporti
io
la
mia facoltà pen-
ne sono pure occupato.
coscienza di sè è nei singoli membri, condizioni e azioni
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847 modo
della persona in
foglia; poiché l’albero la
personalità d'un
che
del tutto diverso
non è che un
l’
albero
tutto derivato
nella
mediante
perciò può essere ridotto in brani,
altro;
e la coscienza della personalità superiore mantiene ancora unità; nell’individuo il
pensiero,
periore.
non è
non rimane più
al contrario
possibile di ridurla in brani;
mente, e non già
Adunque
il
suo
in
effetto,
ma
ma
la
solo
l’ha la personalità su-
è
il
tutto originario
e
,
ogni parte deve essere
come pensiero e
presente la unità, non solo
in
come
rapporto col tutto,
il
La personalità
lo stesso tutto,
rapporto,
ma
real-
essa stessa.
coscienza (Seibstbewusstseyn) ha questa unità:
la
quanto è uno, essa
esiste già
interamente
in ogni parte, in
ogni condizione, in ogni atto, od anzi non solo come pensata,
modo che
nello stesso
non solo
in
gole cose,
un rapporto, come
ma
nella foglia
l’albero il
,
ma
realmente
;
concetto universale nelle sin-
riempie tutta la esistenza di esse.
Il
primo di
questi caratteri forma la differenza della unità interna dalla
esterna, la seconda, la differenza della unità vivente dalla for-
estrema dell’aggregato è
male; epperò
l’antitesi
La quale è
sistema più compiuto
non
vi
il
ha alcun sistema
fuori di lei.
ogni unità nell’arte, sono il
pensiero d’un altro
Noi
diante sé stessa.
tali
la
;
ci
,
il
la
persona.
sistema primitivo
,
e
Ogni sistema nella scienza,
soltanto esternamente mediante
persona
è tale interiormente
me-
sforziamo di fare tutto sistematica-
mente, solo perchè Dio è personale.
Ma
per questa ragione
grado supremo,
il
dell’uomo; tanto
bello
meno
la unità
poi la unità formale.
sentimento vero quando disse che
stematicamente; se non che
una conseguenza logica riore,
come
si
esterna non può essere
maggiore del buono,
,
ma
ei
lo Stato
il
maggiore
Kant ebbe un pre-
l’uomo debbe operare
si-
deve operare nom già secondo
secondo una conseguenza supe-
suole universalmente dire,
senza aver chiara
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!S48
coscienza, in che consista questa conseguenza superiore e per-
chè essa sia
È grandemente
tale.
pone tutta
atto
sua esistenza,
la
luogo nella presenza di spirito
la
stimato colui che in ogni
sua personalità
nella energia
,
coglimento delle potenze dell’anima.
Ma
essenza più intima della sua personalità essa
come è
,
anche contro
—
un’ unità
,
;
lo
tutti
membri
— Lo
Tale
la unità della personalità.
uno
spirito vìvente è
presente
La
costru-
conduce soltanto alla unità
formale, e non a questa imagine del sistema primitivo perciò
si
può anche sostenere che
il
nico è più sistematico del romano. Imperocché
manico ha una unità vivente;
la
il
tendenza di tutta
dritti
al contrario
sono
mezzo
uniti per
separati dallo
di criteri astratti.
nazione
la
dimeno più facilmente da per essa non corrisponde
,
tutto
da principio promise. Essa
crifica
la
il
il
sì
meglio , e alla fine
ro-
,
e solo
manifesta non-
ed è tenuta per vera all’archetipo
;
ma
,
cp-
mai quella soddisfazione che rassomiglia
si
all’
oro del diavolo si
trova che non è già oro
Ora è un tentativo
voler costruire la
il
singoli
popolare credenza, al quale di buon grado
polvere e sabbia. dittorio
si
,
come dimostrammo,
pcrò nel progresso non arreca
secondo
Stato
i
La unità formale, sebbene
che non dev’essere per sè sola
sia quella
Ur-
dritto ger-
ha un’unità puramente formale:
nel loro contenuto
(
germa-
dritto
è contìnuamente attiva in ogni istituzione c la compie;
mano
in
perciò Platone sviluppa da per tutto l'analo-
;
zione col concetto del dritto ci
;
—
Stato deve
gia fra la giustizia dell’uomo e quella dello Stato.
System)
di
deve esprimere esternamente
egli
stato platonico, in cui i
la
determinazione
logicamente dedotto
di principi
più sistematico.
che Dio è internamente,
ciò
che ha
ogni atto ed in ogni pensiero
in
,
sistema
è l’uomo più perfetto
anche essere
è
in Dio
ogni
il
che pone
colui la
,
;
nel serio rac-
,
,
sa-
ma
in sè stesso contrad-
unità vivente,
la
persona, per
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849 mezzo
di serie, atti, potenze,
come
p. e.
un’attività che esce
da sè e poi ritorna in sè ; perchè allora nella personalità che esce da sè p non ancora è ritornata in sè,
— sebbene
non nel tempo
ancora personalità , un'altra cosa
si
la
,
ma
come viene
— non
logicamente
aggiungesse, cioè
ritorno
il
vi
distinta,
sarebbe
momento che
quale nascerebbe solo dal
epperò diverrebbe
;
un puro aggregato.
Da
che
ciò è manifesto
la
unità vera,' cioè, quella che do-
mina assolutamente ed interamente ogni
cosa, la unità vivente,
non
I nostri
ci
è data che dal Dio personale.
hanno alcuna unità nel mondo; e quando
mondo
noi abbiamo l’unità nel di vantaggiarci
Abbiam qui dimostrato che
modo
nello stesso
il
mondo da
essa, le
ma
alla
dee già attribuire
si
parlicolarifà
stanza, dice Spinosa;
ma
avere
,
sue affezioni
puro e con la sostanza
moto
una legge
,
la
l’essere
,
rasia
lei,
in
originariamente di
movimento
;
quanto che essa
può essere che una sola
so-
legge secondo la quale essa deve
è una seconda sostanza fuori di
la legge dialettica. ,
vi
modo Hegel comincia
dialettico, ecc.,
c dicono
,
Cioè a dire, per formare
questa è però qualche cosa fuori di
Nello stesso
Dio
sebbene apparentemente
,
di sorta.
non è che pura materia. Non
le
in
pretensione è falsa.
è unità nel Dio personale; e
vi
mondo
non v’ha unità
una tendenza
non già l’altra
può dimostrare che nel fondamento o
si
gione impersonale del semplice,
ma
,
per questo, l’una e
avversari non
rimproverano che
ci
il
lei.
suo sistema con l’essere
Ogni cosa per
sè,
— da una parte
dall’altra la legge della individuazione
— non è Dio; c
Dio, in quanto
si
,
il
consi-
dera totalmente, e nondimeno è soltanto Dio, non è per sè
neU’una o neU’altra. Se ora entrambe insieme formano Dio, noi formano cosi,
come
il
sieme sono
= io, ma come
la petraia.
Nel primo
mio pensiero presi
in-
diverse pietre prese insieme sono
=
mio essere e
caso vi
ha una
il
forza,
un volere
primitivo.
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SKO che pone in moto l’essere e
pensiero e senza
il
quale nè
il
l’uno nè l’altro potrebbe essere; nel secondo, quale sarebbe la forza superiore all’essere ed alla sua
Non
unisce?
il
legge, che entrambi
volere, nè Incoscienza
adunque un concetto? Ma questo origine che da entrambi
scuna delie quali non costituisce la unità,
Se
.
si
può fare
si
può anche essere
tutto l’universo.
Come
di
:
« tutte le cose prese insieme
risultato è teplice
in
,
tutte.
si
dice
sono
il
solo la personalità costituisce
:
che
Se Dìo,
«.
:
tale
que’ due
mondo
»
.
Quindi
unità in sè
,
perchè
il
ma
che essa è
,
in-
una
oltre a ciò solo la personalità è
tutto
il
una unità nel mol-
che essa contiene; perchè essa ha una determinazione
dipendente da quello;
;
cia-
comodamente
presi insieme sono Dio », si potrebbe assai più
dire
)
non potrebbe avere
ancora separatamente ciò
esiste
medesimo
il
piuttosto
può unire due cose
maggiore semplicità, può essere un aggregato,
ridotto alla
li
Selbstbewusstseyn
(
è già presente nei molti
com-
individui che contiene, informando ciascuno realmente e
piutamente.
Ora
potrebbe dire: in questa guisa
si
messa da parte,
soltanto
ma non
contraddizione logica è
la
distrutta;
perocché noi abbiamo
qui appunto un molteplice, che già in origine è un’unità, eppure la moltiplicità e la unità sono concetti contraddittori.
ancora vedere
come
di
Laonde
si
dee
quale specie sia il legame trail molteplicee l’uno,
come
quello con questo, e però
essi
si
connettano tra
loro.
Le diverse determinazioni non possono convenire all’Uno modo, che esso ha
il
=
;
oltre a
dovrebbero, siccome uguali loro.
Ma
esse
una parte
sta biblioteca è le opere di
a
ciò l’uno
al
ciò
determinazioni opposte
le
soggetto
,
essere pure uguali tra
non possono neppure competergli,
siano uguali ad
in
stesso sia queste determinazioni; la copula non
significato del
di quello,
Omero,
non consterebbe che
in
modo
come per avventura;
di Sofocle, di
di queste
Piatone
determinazioni
:
,
che queoltre
e sa-
Digitized by
Coogle
,
551 rebbe soltanto un aggregato. Quindi queste determinazioni de-
vono avere una
con l’uno, che in virtù di essa
tale relazione
l’uno sia queste determinazioni cioè, possa
una ha
;
ma anche non
appunto perciò queste determina-
è queste determinazioni, perchè sarebbe
è
la libertà
intima essenza della personalità. Ogni azione
l’
è nel suo concetto una creazione
e la creazione non
,
pensare che come un’azione libera ; perocché mediante il
quali
non appartengono
fuori di Dio:
— sono un
non già che
11
—
unità logica
dairUno e da esso dominato
:
lo
ma
;
mondo
— unità
ma
produsse senza doil
molteplice sia
che esso sia creato
reale, la unità
dell’a-
questa unità tende pure lo Stato di Platone. Così ogni
intelletto spregiudicato si rappresenta le cose
neppure che
vi abbia
una contraddizione
che l’uno non possa comprendere ,
il
nuovo noi volesse;
sistema vero non è già che
contenuto neH’Uno :
A
prodotto. Cosi
di
mondo, e
il
le
indipendente, o che po-
lui
momento
perchè Dio è Dio senza essere verlo produrre.
da
sia
tesse essere, se egli in ogni
Ora
può
sua essenza, e perciò sono
affatto alla
qualche cosa fuori di essa:
zione.
si
la crea-
volere conscio di sè acquista delie determinazioni,
zione
è
sia,-
soggetto
il
soggetto anche senza di questa azione. Azione è libertà,
lo stesso
e
solamente l’azione. In questa
delle determinazioni, ed è
zioni
nondimeno anche non
e
,
anche sussistere, senza essere queste determinazioni;
tale relazione è
come
la
il
;
egli
non sospetta
ne’ nostri
molteplice,
concetti
e simili.
scienza viene a scoprire quelle contraddizioni
che non sono punto
visibili al
genere umano? Unicamente col
disconoscere quel legame che solo rannoda le cose separate e contraddittorie
immobilità
che
la
,
—
l’
azione
—
.
Ella vuole tutto
scomporre ciò che ogni cosa è
cosa produce liberamente
,
fuori di sè
;
non-creazione. Quindi per essa non sussiste che porto, cioè, quello della identità
(
±
)
,
ritenere nella
non mirare a ella
ciò
vuole una
un unico rap-
sia intera o
parziale
,
Digilized by
Google
,
552 tra
soggetto e
il
i
predicati
non sa comprendere, come
cosi
;
l’uno possa anche essere un molteplice,
possano essere conciliati ed unite
crede necessario che contraddizioni;
suo
nel
per
creazione
la
ella
tali
Ciò che non
supposto.
che non
sia
La
onde
facoltà
;
azione, la libertà, siano
ma
punto
il
Àd
esso
si
l’
azione è
perchè
,
oppone
il
cosi
siccome non trova da sè
,
non può neanche trovare
seguenti e
i
,
ma
che niente
i
il
intuito.
nesso fra loro
dell’ intuito; solo l’intuito
;
rappren-
è la facoltà
conoscere quello che veramente è, la delertninaziotu. Egli è
di il
Questo
suoi primi dati
tutto questo, perchè fondato nel volere e nell’ azione,
diamo soltanto per mezzo
la
pensiero anali-
forme logiche noi le ap-
prendiamo solamente per mezzo dell’interno pensiero analitico
intuito.
materia quella co
gli fornisse la
le stesse
1’
una coscienza,
che esamina solamente ciò che già esiste
,
il
di partenza.
apprende
avrebbe da esaminare, se non gnizione creativa
non sono che
può trovare da sè stessa,
atto (azione), e crea
quale non esisteva ancora. tico
ma
lo spirito
un
muove
e perciò
libertà,
questa asserzione non è per altro
risultato della sua indagine,
L’intuito è anch’esso
l’
,
spaccia,
le
contraddittori
i
non hawi creazione, azione,
dal principio che
ella sostiene
come
cose separate; essa
le
sapere prima
solo ci abilita
di
qualunque storia esternamente appresa, e che
ad apprendere e giudicare
coltà per cui lo spirito conosce
a priori
la storia;
,
il
quale
egli
è
la fa-
possiede
la
,
perchè è d’una stessa essenza con Dio, perchè è creato nella
grande armonia dell’universo, quasi mediante una simpatia con sto
la
natura e
modo a
gli
avvenimenti.
priori, lo sa
Ma
come una
ciò
che
sa in que-
lo spirito
cosa che è, e non che debbe
essere cosi, con la convinzione della fede, e non con la necessità (Iella
matematica
una cosa
,
nè
dall’ altra
anche capace
di
,
lo
sa nello stesso
ma come un
sapere
il
futuro,
fatto
come
modo che totale.
ciò si
si
conosce
Questa facoltà è avvera negli uo-
Digitized by
Coogle
,,
553 avvererebbe ancora
roini in cui vive lo spirito, e si
non avesse troncato
l’odierna civiltà
può derivare
dal quale solamente
il
di più
se
,
nesso dell’uomo con Dio,
Ma
conoscenza del futuro.
la
questa facoltà creativa della cognizione è un dono speciale, che
non appartiene
ai
concetto stesso del sapere, la quale,
ogni facoltà positiva è compartita più all’uno e in ciò consiste
il
meno
genio, la rivelazione intellettuale,
come
divinazione cosi nelle piccole,
Ora
stesse e nel tutto. alle regole logiche
il
il
come
all’altro;
dono della
nelle grandi cose, per sè
razionalismo attribuiva siflatta facoltà
da per tutto uniformi ; e però , secondo
lui
che può esser saputo, deve essere saputo come una cosa
ciò
necessaria; quindi la verità dev’essere conoscibile e dimostra* bile
ad un uomo come all’altro, purché
strammo
di
buono 0
esiste
nello stesso
,
o non esiste
modo che
la
da cui
umana
la filosofia astratta,
,
libertà dell’uomo, si
che è dedotta dal
dica lo stesso della cogni-
facoltà conoscitiva in abstraclo, cioè, quello
in questa facoltà
non
può prescindere
si
,
noi
di
categorie
le
universali e le leggi logiche bastano a conoscere ;
deve essere capace
il
che non v’è aumento possibile :
concetto, esiste o non esiste. Ora zione; se la
uomo. Dimo-
egli sia
sopra neH’eh'ca che, secondo
ogni
uomo
ogni cognizione possibile in generale
dobbiamo poter comprendere
vi
può essere alcuna
in
modo che per avventura
una cosa come
cosi
l’altra
,
e
,
nè
dififerenza negli oggetti della cognizione l’
,
uno richieda una potenza mag-
giore di spirito che l’altro; perchè lo spirito in questo senso ne-
gativo non è capace di aumento.
che
le teorie cristiane, p. e.,
Che Dio
sia trino
non è
Da
ciò
modo una
se non in quanto che in generale l’uno è nel
tempo
stesso più uomini
coscienza, le quali però tutte
meno non possono
nascono
le obbiezioni
quella della trinità, siano assurde.
in altro
,
contraddizione logica,
il
molto, e in Dio sono
anzi non sono che cose prive di
non sono
essere fuori di
lui,
lui
medesimo, e nondi-
o in quanto che
io
penso
Digitized
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,
tempo
nello stesso
mollo^
il
come
quanto
alle
il
dkerso o
che concerne la
fa dell'altra
vero che
ma
prime, trova un impedimento alla negazione nell’in-
la
£
ultima.
all’
facoltà di produrre qualche cosa fuori di sè e di
nondimeno questa cosa, nè
essere
filosofia
Dio;
trinità di
che è dato ad ogni uomo; non così quanto
tuito,
La
gli opposti.
dovrebbe negare tutte queste ultime pro-
razionaie, se potesse, posizioni,
da sè
lasciarla staccare
,
è
da per tutto quella stessa che rende possibile da una parte
la
umana, non ostante
la
Dio e
trinità di
la
onnipotenza divina albero
(
libertà della volontà
e dall’altra
,
secondo Schelling
la esistenza di
nostra coscienza e la sua unità.
Ma
diante
il
noi
nel minimo,
aumento
quella è
infinito
la facoltà
,
una
)
,
e la
primo
il
,
nel
quale nello stesso
capace
facoltà interamente positiva e
tutto dipende dal
dell’ intuito
il
non conosciamo ogni creazione che me-
nostro intuito che le corrisponde
modo che
Dio
quest’ultimo vero è la ma^
nifestazione di questa forza creatrice
massimo grado. Se
un albero come
la realtà de’ pensieri di
grado in cui
ci
di
è accordata
per decidere qual atto della divina eà-
stenza noi possiamo maggiormente comprendere o nò.
E
niente
havvi di contraddittorio in ciò che noi con lo stesso spirito, che basta ad intuire
0 anche tuito
1’
un mondo
alcuno del come siamo
l’assistenza divina, o
dimeno Dio.
Il
come
nostra
della
attività
l’
esistenza d’
in Dio,
liberi, il
propria
in-
e nondimeno.dipendenti dal-
Salvatore sia
Dio, e non-
figlio di
razionalismo dovrà ciò confessare
vertirà ohe solo per sapere e
coscienza
non abbiamo però
comprendere
il
,
tostochè av-
fatto più inconclu-
dente non basta la sua faeoltà conoscitiva negativa,
ma
si
ri-
chiede la facoltà positiva dell’intuito, alla quale, una volta data,
non
si
può più prefiggere alcun
limite
,
partendo da quella
base (I). (1)
Io
non
pretendo di avere esaurito tutta la materia
sente ricerca; so bene quali nuove quistioni nascano
con
la pre-
da quella; nè
Digitized by
Coogle
,
.
come
Identica aH’intuito,
è la speculazione. Quindi sidera tale
il
è manifesto dallo stesso vocabolo,
la filosofia speculativa
mondo come un’azione
è quella che con-
libera del Dio personale; e però
è la tendenza della biosofia moderna dopo Fichte.
Ora se
l’astrazione persiste nel suo processo, applicando la sua
propria misura alle cose e dichiarando falso quello che essa non
contiene; se essa ritiene que’ primi dati, ottenuti, a dir vero, col solo aiuto dell’ intuito interno cosi
dà una mentita
all’ intuito
negando ogni
,
come dovrà
:
altra cosa
essere
e
,
convinta
Nel retto senso, mediante l’intuito stesso; poiché
ella stessa?
chi nel tutto concorda con sé medesimo, crede generalmente al solo intuito.
Ma come
a.strazione e
a
La
lei si
che
in colui
affida?
si
abbandonò una volta
— Mediante
dialettica consiste nel
alla
la dialettica!
una cosa
discorrere da
in un’altra
Bisogna mostrare all’astrazione come essa trasporta discorrendo in
un
ciò
altro
che crede tuttavia
contraddice a sé stessa. Cosi non (fuella
10
,
e però
sfugge che una cosa sola,
punto al quale questa riesce
il
intima contraddizione
penso
(|ue
fermo
appunto che essa vuol negare, cioè l’azione, e non può
vedere che ([uella
le
di tener
l’infinito;
me
—
stesso o
una parte
stesso pensiero
anche
il
porto anche
finito.
Adunque
il
;
tale
è sempre
in cui si fonda la dialettica.
questo non è mio effetto (azione)
finito
;
di
me. Ora
e però il
io
io
;
è dun-
penso con
lo
sono nello stesso rap-
devono
finito e l’infinito
es-
sere fra loro uguali. In ciò consistono tutte le note conclusioni fallaci
;
p. e.
ho indicato nemmeno la soluzione, e
dove
la
cagna è tua,
il
limite,
sia
la
cagna è madre; dun-
per sapere fino a qual punto è giunta
ancora da trovare. L’oggetto è cosi ricco,
da non potermi in esso addentrare più profondamente, nè questo è 11
fine particolare del presente lavoro.
punti principali
una grande
,
Io
dovea soltanto notare
a cui accenna la moderna
filosofia
,
i
e che hanno
Influenza suU’etics e sulla filosofia del dritto.
37
Digilized by
Google
,
,
K56 quc è tua madre.
1
diversi significati della copula,
acquistare solamente mediante
il
che essa può
rapporto dell’agire e dell’esse-
re attivo, scompariscono, e resta soltanto quella del
=;
e allora
quella illazione è giusta. Cosi pure la falsa conclusione dedotta dalla continuità del passare da
non sono una greggia, sono traddkione non unisce
gli opposti
un termine
tali
il
,
quale può porre
il
(2 pecore
all’altro
3, à, 5
.
?) la cui con-
ciò,
che un agente
.
può distruggere se non con
si
.
o tenerlo
limite preciso
sospeso, mediante la sua risoluzione determinata o dubbiosa.
Cosi procede anche getti
concreti.
la dialettica di
Se analizziamo
la
Platone, massime negli og-
prodezza e la distinguiamo
dalla intrepidità e dall’ardire, troviamo che ciò è possibile solo
pel suo rapporto con la virtù della prodezza,
si
havvi alcun rapporto
=
Adunque
la virtù.
;
quindi per sostenere
concetto
il
dee ammettere questo rapporto. Ora di
,
se non
azione, la prodezza è necessariamente
l’astrazione,
sebbene voglia tener ferma
ogni cosa per sè, è appunto costretta di dire quanto al diverso,
che è
lo slesso.
In simili oggetti concreti vi ha
a mostrare, che, cioè, niente
si
naturalmente
il
una cosa
può tener separato;
più arduo ne’ puri concetti astratti
,
e
il
ma ciò
facile
riesce
più decisivo è qui
concetto della semplicità stessa. Se è dimostrato
che l’astrazione non può tener fermo
menomamente
questo
concetto, ed anche mediante la sua analisi riesce necessaria-
mente ad un
altro, essa è
completamente vinta. Questo ora
si
ottiene mediante la ingegnosissima dialettica di Platone nel suo
Parmenide all’esistenza
nel quale egli comincia col riferire questo concetto ,
con applicarlo alla realtà. Fino a che Parme-
nide considera
1’
uno come
semplice determinazione
logica
pare che possa compiutamente cansare quella del molto. Egli è
costretto
a
negare
la
seconda
r uno anche come esistente alle questioni:
,
,
reale.
tostochè
Ora non
vuole pensare riesce
dove, quando e come è l’Uno?
Ma
soltanto Io stesso
Digitized by
Coogle
557 pensiero dell’esistere già
sembra
si
accompagna con l’Uno. Questa mi
chiave per comprendere
la
della contraddizione
La soluzione
nazioni opposte siano le stesse,
piacere
dolore
il
il
,
Parmenide
di
Platone.
non è già che
le
determi-
il
finito l’infinito
il
vegliare sìa l’
,
uno
dormire,
il
molto
il
ma
;
produce operando. Adunque
l’uno, colui che è, è tutto e
il
strare negli stessi concetti puri la impossibilità che siano
il
che
mo-
fisssi.
immobili, senza azione, mediante la contraddizione che ne deri-
va
è
,
supremo
l’ufficio
a compiere,
resta
della dialettica ;
ma
pure una cosa
merito nella scienza, egli
ne
il
all’astrazione di tener fermi
i
stra la contraddizione soltanto
quando
si
una determinazione è anche un’ azione far
la
creazione del
insufficienza. Porre V essere,
qualche cosa che è venire. cosi si
fatta,
modo onde
Il
con
la
pone e
tali;
e
mo-
contengono, se non
,
di
cui
l’
sì
fissare
astrazione
alcun uso, se non vuole riconoscere in generale
libero,
l’atto
come
riferiscono alla realtà.
essi la
persona liberamente attiva; poiché questo
la
non può
suo gran
come dimostrammo,
concetti puri
Però anche senza questa relazione
suppone
il
quale scema soltanto pel falso uso che
Cioè a dire, Platone permette,
fa.
le
quale manca al processo platonico. Questa
la
perfezione le è stata data da Hegel, e in ciò consiste
il
il
mondo
e quindi la sua propria
anche nel solo pensiero, è
nulla,
che avvenne e poteva anche non av-
finito
esclude l’infinito quando procede
pura astrazione, non è che la sua propria azione ; solo
con
mezzo esclude
tal
l’infinito.
egli
Laonde se noi
pensiamo ancora in modo esatto nella pura astrazione,
ciò
av-
viene soltanto perchè personifichiamo questi astratti, e loro attribuiamo, senza saperlo, essi
escludono
pensare
non si
si
nega
1’
l’infinito
opposto. :
una volontà ed un’azione, con
Ma
quello ha
può escludere la diversità
però nel
si
deve
con questo un rapporto
nell’ analisi
delle
finito
relazioni,
del
suo concetto.
cui
anche ,
che
Ora se
che l’azione produce
—
Digitized
by
Google
,
SK8 e perciò di necessità
dtre
— segue, che
secondo
anche
la differenza
che è non può essere che
tutto ciò
fra
;
l’uno è
saggio
=> vorrebbe
una mutazione. Questa
dialettica
concetti puri distruggono sè stessi, se
l’infinito,
e se
un
pas-
ciò sarebbe ,
non
per cui anche
solamente nel considerarla come
dimostreremo più
sotto.
Anche
la dialettica dì
che qui abbiamo detto; Hegel ha dimostrato che
il
pero,
il
suo
il
che
Kant prova
le
i
una vo-
ritiene
li
lontà, Hegel ce la mostra con la più rigorosa conseguenza; difetto consiste
,
ap-
,
non è assolutamente
finito
azione
1’
D’altra parte la
lo stesso.
non può divenire, perchè
l’altro
,
,
il
:
l’esclu-
stessa negazione
se si nega
stessa astrazione che qui vedesi costretta al
punto l’opposto
porre e
il
La
finito è •=aU’infinito.
il
suo concetto è un’ azione
il
ciò
antinomie ne’
non sono distrutte dalla sua
concetti supremi esposti da Kant,
negazione del tempo, mentre sono appunto contraddizioni logiche. « Tutto «
servi
presuppone una causa sino aU’ìnfinito, eppure dev’es-
sempre una cosa che
ancora quando della causa
io
fo
sia la
prima
astrazione dal tempo
!
;
» Questo avviene
poiché
cede, e la conseguenza consegue.
vuto negare la mutazione
nomie. Non
gli
il
principio pre-
Kant avrebbe realmente
allora avrebbe
;
distrutto
do-
le anti-
sarebbe, è vero, rimasto niente se non ciò che
è assolutamente
semplice
ab aetemo cd eternamente
come Hegel, sebbene con la
concetto
il
anche solo del principio e della
c dcH’cffctto, o
conseguenza, rimane ancora, e fuori del tempo
,
,
che è una determinazione unica cioè
—
il
nulla. Così
anche
egli
intenzione affatto diversa, ha esposto
contraddizione nelle pure categorie della ragione; che, cioè,
ciascuna
,
se viene sviluppata
,
conduce all’opposta
dimeno ragion vuole che ogni cosa
resti
e non-
;
quello che è.
—
Solo
l’intuito dell’ attività
vivente distrugge veramente le antino-
mie, p. e. quella del
finito c dell’infinito nello spazio.
Certamente ogni uomo
fin
dall’infanzia dura fatica a rap-
Digitized
by
Google
559 « Al di sopra di queste
presentarsi l’Infinito.
di
stelle,
que-
sto cielo vi sono altre stelle, altri cieli, altro spazio, e cosi
ha un termine ?
via discorrendo ; dove ciò
comprensibile,
siderano tali
stelle,
le
ciclo,
il
che esistono. Nè
ciamo un
cielo
Ondechè
»
contraddittorio viene da questo, che
il
come
lo spazio
turba
ci
sostanziali,
,
nondimeno sempre imaginarne uno più grande j finito
in noi.
abbiamo per
purché
,
Nè
racchiusi e
più
conturba
ci
fermo
il
indetei'minato,
il
consiste
poiché allora
Onde che
Laonde
e
il
Allora
che
le
due cose
si
siamo
altro
che
da
,
ci tra-
che noi infinito;
consiste appunto
quale
noi ci rappresenteremo
— conforme
un
ciò
come
nondimeno
epperò essere deil
turbazione, se ci rappresenteremo l’universo
continua di Dio
all’ in-
formiamo
e nondimeno siamo
dovrebbe esistere
,
e cosi
presente è ancora un
al
esiste.
l’illimitato,
l’infinito,
nella indeterminazione
terminato.
potere
solamente nel pensare
cielo fuori di noi,
come
il
lo
pensiero
nel
— che
una cosa che non
vaglia e confonde,
e
pensare, che noi stessi
formare
di
quello che siamo noi medesimi,
facciamo
che ce
,
limitati dalla nostra natura,
illimitati nella facoltà
in-
con-
rappresentarci che noi fac-
il
una determinata grandezza
di
l’
si
cielo
senza per-
come
1’
azione
alla attività della nostra fantasia.
conciliano bene insieme, così la infinità
la finità dello spazio;
quella consìste in ciò, che Dio
creare sempre più e sempre cose più estese;
questa
può
in ciò
che Egli ha creato e conserva delle cose determinate, e perciò
uno spazio bilità,
la
limitato. L’infinito del
libertà,
liberazione.
la
Soltanto da
e della deliberazione
mondo
onnipotenza di Dio;
si
è dunque il
finito
la possi-
è la sua de-
questo rapporto vivente della libertà
può comprendere quello
delle
leggi
logiche delia finità e dell’infinità; e però la via tenuta da gel è appunto l’opposta della nostra rapporti logici vuol far
;
comprendere
He-
dappoiché egli con questi la libertà del
volere e
Digitized
by
Google
,
SCO la deliberazione.
Cosi
avvera ciò che Schelling ha accen-
si
nato nella sua lettera ad Eschenmayer e di poi dichiarava
espressamente: che
solamente
la
durre aU’intelligenza de' rapporti
vera
debba
filosofìa
con-
e non già che questa
logici,
f
una vera
intelligenza, se precede, possa produrre
Da
manifesto che la intenzione della
ciò è
consiste nello spacciare
come
zione, quel passare da
un termine
è
buono.
come può
Essa
procede
se non vi in
riuscire a
che tutto nel mondo lettica
come
ha soltanto un pregio negativo;
dice Platone
,
funzioni,
nelle
dialettica si attenga
,
Così
la
cosi dia-
chi è preso
libera
,
se
non che tolga
la
,
co-
disar-
non già che essa medesima compia
sempre
deve schiudere
fu fatto
non
mediante l’astrazione. Essa è
che
a Platone
le
la sua
e non arrivi ad
al solo negativo
alcun risultato positivo ; questo è appunto dialettica
astrazione
perciò
da sè stessa;
medicina dello spirito, però dalla me-
la
funzioni. Perciò si rimprovera a torto
come
l’
e
libera,
per azione libera.
dicina non possiamo aspettarci
monia
tutto
azione
conseguenze assurde, e provare
esiste
ne’ lacci dell’ astrazione
me
per
mostrare una tale suo procedere non
il
generale aspettare alcun risultato vero
può solo
essa
da
alcuna
fosse
col
che
non
senza un punto
all’altro,
fermo, al quale appoggiarsi. Appunto contraddizione essa deve rivelare,
filosofia.
dialettica
intima contraddi-
verità quella
il
suo pregio. La
ma non
la via alla speculazione;
può,
da Hegel, porre sè stessa nel luogo della spe-
culazione, 0 essere tenuta per tale.
Platone non vuole, a dir vero
da quello ch’esposi
di
(
come potrebbe sembrare
sopra), oppugnare con
sua
la
dialet-
tica l’astrazione assoluta c scientifica
da qualunque contenuto
che ancora non
modo;
pratica, che
uomo, che
si
sia
gli
è
noto in alcun
arresta a
mezza via a
dominato da
cui si
ma
1’
astrazione
abbandona ogni
qualche fenomeno
passaggero,
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come
se non esìstesse più niente fuori di questo.
noi la dialettica, oltre
presente
essere
I’
come anche
nei tempi passati.
di essere considerata
come
l’arte e
la
tura classica
però anche in questo
;
ma
tempi passati;
i
la
il
Platone,
pregio della col-
dialettica
mostra soltanto
del presente; l’intuito, la esperienza,
la
non inventa limitazione
la tradizione
e appropriarselo nel suo carattere
l’antico,
il
pu-
intelligenza propria del
saggio. In questa facoltà dialettica consiste
0 trova
Cosi
come vuole
giudizio c le ricerche, e merita,
il
dominato dal
perciò la dialettica deve trasportare col discorso
;
presente nel futuro, rifica
Anche per
suo uso scientifico, ha pure quest’uso
il
una astrattezza
pratico. Egli è p. e.
mostrano
peculiare non
è
dialettica.
ha una
Laonde Hegel
falsa idea dell’ unità
perciò anche la sua dialettica è
vrebbe essere, 11
lo
il
del
;
rovescio di quello che do-
stesso vero in essa diventa falso.
punto fermo e certo, da cui essa comincia,
la unità nella
mondo
mondo non può
vicenda del
è
questo:
essere ehe movi-
mento; l’astrazione, che rende immobile ogni cosa, esclude il
passaggio da una cosa in un’ altra, è falsa. Però
mento
reale,
che è
libero atto di Dio,
il
da Hegel secondo
sto
suo principio
il
ad un movimento logico, perchè mostra
il
il
—
l’essere
— che dee
terminazione fuori di loro complesso.
e però
il
modo onde
che una identità
lui
{=)
il
egli
mai non viene diverso, non
è soltanto li
essi gli
unisce
i
ricorre
fuori
da
sè.
ha alcuna de-
predicati particolari nel
mediante
la
sua
azione;
competono, non può essere altro
totale o parziale.
nella sua essenza è lo le
;
però
quale in verità non è movimento
riunire
Egli non
e
movi-
come immutabilmente contenuto
prodollo,
nell’essenza del produttore, e perciò
Dio
;
il
non può essere po-
Hegel non può dire: Dio
slem, direrso nella sua azione; poiché
cose diverse non sono la sua azione,
ma
la
sua essenza
Digilized by
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r»62
che risulta dall’analisi del suo concetto. Se dunque
ciò
cose diverse, lo stesso Dio, che
0
le
cose essere uno? Per
argomento
spiegarsi circa questo
fino a qual
:
danno
punto
è già
deve
sotto qual rapporto
cagione Hegel non
tal
si
queste cose,
tutte
è.
— ora
diverso nella sua essenza;
potè
egli
mai
gli opposti
sono una medesima cosa, sino a qual punto sono realmente opposti? Imperocché quando egli dice che per l’Intelletto astratte essi
sono opposti, e che per
ciò
stimare
ragione sono uno, non
la
come spiegazione
segno, che Hegel chiama intelletto zione e ragione quella dell’unità. fino a qual
dritto e
come
stimarli
l’
anione
dell’ opposi,
e però
gli il
vi
ha nulla che
Questo è vero;
ma
se
non
non v’ha alcuna unità
l’azione
;
si
d’ attività
come accade
uguale
al
suo opposto
mondo
« vi è unità nel
:
:
Gli antichi sistemi di>>.
ammette razione, segue: « dunque
punto
il
:
mondo». Egli non
».
« gli opposti sono
sua dialettica;
falso della
che la vera dialettica presuppone so-
,
lamente per provare, mediante la necessità del
sia
resta,
seguente dilemma
quindi la conseguenza
loro eguali ». Questo è
mancanza
con qual
l’intelletto possa
tra gii opposti, alcuna unità nel
Hegel procede viceversa
la
sua idea
soltanto
,
,
cevano: «non
lira
può
è provato
diverso è senza unità o è identico.
ammette
si
come un
solo
uno.
Hegel ha negato
il
la
Non
punto la ragione contro
dopo qualunque astrazione 0
ma
cosa,
della
nesso fra
che ne
la contraddizione
gli
opposti in virtù
dell’
risulta,
azione
:
questa inattività è presupposta dalla dialettica d’Hcgel, perchè
Una
essa stessa vi crede.
che ogni cosa diventa
presupposto,
una evidenza senza inferire
,
che
ciò
esempio.
se
essa
noi
il
suo contrario, e con
Donde avrebbe essa dovuto
che può solo assicurare ad ogni cosa
può porla,
esistenza, ciò che solo
Ma
ha mostrato con questo
tale dialettica
fa
,
è
costretta
l’atto
a
libero,
ritenere
la
è realmente.
come
risultato
Digitized by
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BG3 costaDle,
che appunto per
ciò
sua assurdità deve servire
la
a rimuovere quel presupposto. La
non principio negativo che principio positivo,' e però distruzione. Egli
vero che
il
tale,
che sola
questa
mazione
una cosa
nell’ altra
ciò
anche nel
ripete
si
e questo resti!
secondo Hegel,
ma nondimeno
non è altro che
certificato: di
l’altra,
finale;
risultato
il
come
spaccia
ehe
essere
conservatore dei
al
questo diventi,
sia,
negare ogni idea per
non è per anco egli
non può
risultato
contenta della distruzione, invece di ele-
si
che dice: questo
tutto,
il
è per essa la gua-
che non può essere se
sua natura distrugge, fece un
di
che solo difende da essa,
varsi a colui
È
crisi
Cosi Hegel, della dialettica
rigione.
reciproca
il
negazione
ha consistenza c
terzo che
eiò
ehe
chiaramente
fatto
e trasforverità.
segue da’ due
Ma
opposti ?
Tale è la questione a cui Hegel non può rispondere ; cioè a dire,
dove
fin
il
terzo è identico coi
diverso? Fino a qual punto p.
e.,
il
due primi,
nulla, fino a qual punto è diverso da essi?
non sarà che
la loro analisi,
eguali ad esso; eppure non
fin
dove è
divenire è l'essere e Il
il
divenire altro
c però entrambi debbono essere
possono
esser tali, vi dev’ es-
sere qualche cosa di nuovo.
Adunque Hegel negando
la personalità e la libera azione di
Dio, più
non ha alcuna unità per
temente
le colleghi
di loro:
il
le
forme
cosa; nè cioè
si si
le, cose diverse,
il
che costan-
deve solo asserire che sono uguali
nemmeno può ammettere
che
Perciò tutto
egli
;
fra
e confessare a sè stesso.
suo sistema è una vicenda fantasmagorica, in cui
confondono, cangiano, sono la stessa ed una diversa sa
come; quindi
una moltitudine
il
movimento eterno senza quiete
di predicali
,
senza soggetto. Egli non può
dire di nessuna cosa che essa sia; tutto nasce e trapassa, o piuttosto apparisce e scompare. L’unica cosa di cui qui
trebbe dire che è, è
il
si
po-
non-esislere, la stessa vicenda, l’astratto
Digitized
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564 movimento;
del
tale è
riconduce tutto
lo spirito
processo del
il
E
eternamente presso sè stesso.
può cessare finché nulla
Nella
moderna
affini
di
,
l’una nell’ altra,
;
al
,
sua fenomenologia.
la
son forse due fenomeni più
vi
persone
le
ma
reali
sono
un
le fantastiche
tratto dall’
una potenza occulta
di
confondono e cangiano
si
e le fanta-
non possono essere che una cosa o
esse passano ad
possibile ritenerle;
forme
in questa le
stiche le reali; eppure
è
dice lo stesso Hegel nel
questo giuoco dialettico di Hegel e della poesia
Hoffmann. Anche
tra
non
letteratura
spinto che
sono più prodotti
vi
come
,
quale chiude
col
h
:
questa persecuzione infinita non
dove non
arrivi là
alla quiete del cimitero
,
passo memorabile
cui parla sempre, e acni
di
suo sistema
una
nell’altra
le spinge,
l’al-
ed è im-
e noi non pos-
siamo guardare questa fantasmagoria senza essere allucinati. Pla-
come
tone considerava la dialettica
la scienza
essa innalza l’anima dal mutabile all’Uno,
non presentiva che soltanto
all’
suprema, perchè immutabile ; ma
mutazione eterna dovesse
la stessa
essere V immutabile.
Adunque
è impossibile di cercare la unità del
che, secondo
mondo
il
sistema di Hegel, è
il
principio c
stesso; questo principio è ancora
il
mondo il
in ciò
motore
del
vuoto indeterminato,
e quindi non esiste alcun soggetto fuori de’ diversi predicati.
Ora
si
potrebbe cercare
fine del
mondo,
nell’ intenzione
unità
la
:
non già nel principio
la unità di tutti
Ma
finale di Dio.
mente del Dio impersonale la intenzione nel
,
che è prodotto dal movimento
in ciò
ciamo certo a ragione
di
ciò
non
i
,
ma
nel
come
di-
,
fenomeni è riposta si
può dire ugual-
Hegel; poiché questo Dio non ha
cominciamento
,
ma nel
cominciamento non
vi
ha che sviluppo senza coscienza e secondo una legge necessaria, e solo alla fine
corona i
Dio ha
l’
intelligenza
di questo sviluppo.
dell’edificio, la filosofia, contiene,
momenti precedenti
,
a dir vero, in sé
e così Hegel la spaccia
La
tutti
come unità
del
Digilized by
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S65
mondo circa
ma non può
:
che
,
generalmente
illudendosi
significato vero dell’ unità cercata dalla scienza, circa
il
la differenza tra
che
farlo
Mostrammo
sistema ed aggregato.
è questa
la differenza
nel sistema
:
l
’
di sopra
uno come
deve
tale
essere presente in ogni parte ; nell’aggregato al contrario non
è presente in ogni singola parte,
sono unite; nel sistema
il
ma
solo apparisce
quando
conseguita ad esse. Ora ciò che Hegel in tutta
deduzione
la
sua dottrina spaccia per unità, non è altro che
della
tutte
tutto precede le parti, nell’aggregato
unità
la
dell’aggregato, e non già quella del sistema. Imperocché per lui la
riunione di due idee in una terza è l’unità delle stesse
p. e.,
il
del divenire fosse presente sere,
come
la
il
come
mia intenzione è
mia azione, e perciò ne sonalità,
,
bisognerebbe che
come
pensiero
il
divenire nel pensiero dell’es-
tutta presente nel principio della
costituisce la unità: o
come
la
mia per-
sentimento della mia esistenza è già in ciascuna delle
mie membra, e per questo esse sono sere
;
divenire è la unità dell’essere e del nulla. Ora perchè
questo fosse un’ unità sistematica
tale
manca ancora quella
presente in essa; nulla e dal loro
il
tali.
mutuo rapporto. E però
mia azione come
la
ma
solo mediante
nell’idea dell’es-
non è
divenire non nasce che dallo svilupparsi del
che rimane tale, non contiene che
Ma
del divenire, la quale
la
tale
il
come
l’essere
essere e
divenire, nello stesso
non contiene
la
negazione dell’essere,
modo
mia personalità coll’
;
aggiungere
qualche altra cosa, nasce l’idea del divenire, come nella pietra
ma
individua non è ancora presente l’idea della petraia,
nasce quando sere e si
il
si
aggiungono ancora
divenire sono
altre pietre.
una semplice unità
di
Adunque
aggregato
ha ancora un soggetto superiore ad entrambi che
per
modo che non accade che
del nulla, stesso
si
ma
solo quel
il
li
,
se
solo l’es-
non
unisca,
divenire sia unità dell’essere e
soggetto è l’unità dì tutti e tre. Lo
dica dell’ unità finale, della filosofia. Essa è nata dallo
Digitized
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r.66
sviluppo di tutti
non
tutto
dei
momenti
E
riuniti.
momenti
i
ma
;
— non
essa non ha luogo che
;
qui pure questi
momenti
p. e., nello Stato, nella famiglia
quando
tutti
sono insieme
la filosofia, bensì
dialettico,
ma non
e non
il
principio,
ma
unità.
La intenzione del Dìo personale è
il
mo-
questo movimento;
la intelligen7ii di
fine
la idea che
,
è contenuta in alcuno
esìstono ancora fuori di lei;
non è
vimento
il
cioè
la filosofia,
che moto dialettico
sìa
deve qui considerarsi siccome in tutte le cose, in ogni
singola cosa, perciò la sua unità è sistematica; al contrario
la
somma
di
tutt’
i
scuno
meno
sistema di Hegel nasce soltanto dalla
nel
filosofia
momenti di essi
,
senza essere stata già trovata esistente in cia-
come
al presente.
senza essere in ciascuno dì essi nem-
tale, e
La conclusione
di
questo sistema è dunque
anche un semplice prodotto delle sue parti , come e non la unità che tutto informa.
delle pietre,
questo sistema non
non è il
fine
La
che
altro
le
ci
procura unità veruna
sue manifestazioni
,
e neppure
;
il
petraia
la
princìpio di
Il
perchè
princìpio
il
fine, perchè
come è, non è presente nelle singole manifestazioni. filosofia
speculativa è la cognizione dei movimento. Ora,
siccome questo movimento
,
secondo Hegel
non è realmente
,
azione, cosi anche la speculazione non è per lui intuito,
ma
ri-
cerca (persecuzione) del movimento logico (dialettico). Cosi dialettii;a
dee soltanto mostrare
deve trovare quindi
il
le idee,
il
le
passaggio da un’idea nell'altra,
cose stesse,
come può
vuoto movimento della separazione e
costituire
la
entra nel luogo della speculazione; e però essa non
il
mondo, e
il
meccanismo
logico,
ma
fare l’intuito;
dell’
che
unione deve
dovrebbe
si
appunto distruggere dalla dialettica, torna a prevalere, seb-
bene in altra guisa. Si vanta qual merito di Hegel, l’avere oggeUivato la dialettica.
arte
,
Se intendiamo con la
ciò
che
egli
come
la tratti
quale non serve ad un trastullo fallace
,
ma
Digitized
un’
dee
by
Google
1)67
dimostrare cesso
si
Piatone
la
vera e perpetua mabililà della vita
trova già in si
è,
un
tal pro-
Ciò che differenzia Hegel da
che questo processo deve fornire ad Hegel non
solo la mobilità ciò
Platone.
,
,
ma
il
movimento stesso
,
il
contenuto.
Ora
non è rendere oggettivo quello che prima era solamente
soggettivo;
ma
mente negativo; questa dialettica.
rendere positivo ciò che in Platone è purail
Il
che non rivela
il
merito,
ma
la falsità di
vero merito di essa è stato già notato
innanzi.
Dìgitized by
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SEZIONE QUARTA
SCBLEIEBHACBBB
Principio.
(I)
— Costruzione del mondo morale. — Dritto e Stata — Rap— Costituzione dello
porto delio Stato con la scienza e la religione. Stato.
— Giudizio
La concezione
sopra Scbleiermacber.
filosofica di
Spinosa; se non
di
che
come
Fichte, e finalmente
quale lui
la
si
fu
Schleiermacher procede da quella determinata
particolarmente da
quella di Hegel da Schelling, al
Anche secondo
accosta in molti punti più che l’altra.
ragione è potenza universale, impersonale ed oggettiva,
che nella sua spontanea realizzazione, nel suo processo forma r universo dell’ essere rale;
e
questo
zione dalla perciò
(1)
si
tanto la natura, quanto
,
processo
identità
consiste
primitiva negli opposti
sempre
determinano
,
ediz. di Brandis.
forme politiche (Accademia
,
i
mondo moesplica-
quali appunto
reciprocamente
Schleiermacher, Critica dell’Etica. •— Etica
sten. Teoria delio Stato
il
egualmente nella
ogni
esi-
filosof., ediz. di
Twe-
— Sulle
:
idee deile varie
di Berlino, 181à).
Digitized by
Google
S69 ste
nza
fonda nella unità dell’essere e del sapere, del reale
si
e deir ideale, dell' universale e del partieolare
Ora mostrare
necessaria opposizione.
ragione
realizza
si
luppi in diversi
lati
,
perfetta.
epperò
;
:
ella è
«no, benché
ed è assoluta, sebbene
Ora
1’
ma
mondo morale.
il
etica c la storia
le quali
j
loro la stessa relazione che la forza o l’essenza e
Cioè a dire, essa
le
del
concreto
tutto
,
personalità,
formano
sarebbe
Hegel. Nel primo
di
applicazione de’ principii etici ad
soltanto
materia particolare; in Hegel è l’applicazione
si
In
mondo
del
sfera
la
modo sopra
L’ essenza
gione
(
mondo,
una
dell’ etica
è
la
personalità
quale
unico della sua se
nelle leggi etiche.
è
il
e
non che
teatro di tutta
insieme altre sfere e in
Schleiermacher
secondo
,
in
,
ma
nondimeno attuazione
la
ha
la
Schleiermacher
ragione
per
(
non è
non è
che la la rala
ra-
impersonale del
organo
personalità
essa
)
,
Qui
si unifichino.
c di ciò sempre dobbiamo ricordarci
d’
mondo
altre sfere.
dell’ etica
ragione e la natura si competietrino,
gione
una
un principio
quale è già compiuta prima della storia stessa;
la
Hegel è
certo
,
storia
la
di
che appunto nella storia del
una forma più elevata che
in
Schleiermacher
l’Etica, in
Etica stes.sa
all’
esprime
l’etica;
Epperò
della storia, secondo l’idea di Schleiermacher,
filosofia
superiore
tra
onde essa realizza queste sue
avrebbe un carattere diverso da quella essa
a
tolse
In questo
hanno
leggi universali nello spazio e nel tempo, è la storia.
una
svi-
fenomeno.
il
umane, come
realizza mediante le azioni
si
modo
tale
leggi generali della ragione, secondo le quali
stato giuridico. Stato, costumi sociali. Chiesa, il
si
tempi nostri
a’
che Schleiermacher
lato
il
considerare non è la natura, distingue due parti
,
processo col quale la
il
come natura e come mondo morale,
è l’obbietto della scienza
non ancora
e nella loro
necessario
come
in
come
Hegel in
ed )
;
Hegel
Digitized
bv^Google
una somma fedele
momenti
di
all’idea
un indeterminato, che sua opposizione con
medesima. Essa è
si
la
egli
ma
determinati,
già
logici
di Schelling,
più
considera ancora come
la
determina soltanto per mezzo della
natura e della sua espressione nella
in sé soltanto
l’
indifferenza assoluta
identità (Einsseyn) dell’essere e del sapere,
,
rappresentiamo la ragione prima del processo etico si
compenetra appunto con
la
la
nella quale non
è peranco distinto alcun essere e sapere determinato. Se ,
ci
in cui
natura, ella non è che un sem-
plice principio senza contenuto concreto.
Da
ciò è
manifesto,
come potenza
che
e.ssendo la ragione
considerata
universale, e consistendo la sua propria attua-
zione nell’ etica,
l’etica stessa
oggettivo, anzi dirò di più,
ha un carattere interamente
un carattere assolutamente im-
personale. Imperocché quanto alla sua forza causale essa é primieramente
ma
una legge per l’uomo,
adempiuta perpetuamente;
perciò
modo
secondo
di considerare l’etica
non
legge inerente
universale, ed é da questa
come potenza
alla ragione stessa
la
Schleiemarcher
rigetta
il
l’idea del dovere (SoUen),
perché questo sarebbe una legge per l’uomo individuo, la cui
adempimento umano
attuazione dipenderebbe puramente dall’ individuale; ora
una
tale
dipendenza dall’uomo non é per questo
vero rapporto etico che un lato puramente subordinato. Cosi
pure
l’etica
quanto
al fine
non ha per obbietto
1’
uomo, come
se dovesse per avventura condurlo alla perfezione,
potenza universale impersonale, nel
modo
perché questa
si
ma
solo la
compenetri
più perfetto con la natura. Epperò l’azione perfetta
dell’uomo non é che un momento secondario; é la realizzazione delle forme etiche
:
l’
il
vero
momento
esistenza della diffe-
renza sessuale, della famìglia, della nazione, dello Stato, della società.
Tale é
il
fondamento della divisione
dell’etica in tre parti:
Digitized by
Google
,
S71 che però sono nuovamente una i
che
ciò
nome
Col
doveri.
lingua,
glia,
1’
della
arte,
realizzare,
l’assennatezza.
doveri
I
più importante
termina
le
altre
istitituite
lamente il
la
per
fra
due
ma
;
,
dell’
ultimo
con
significano
le
parti
le
quali
concetto
il
dell’ etica
uomo
forme del
de’
beni
poiché
;
etici
esso
esistono solo per esso
come
è
deanzi
,
,
al contrario
il
potrebbe
sembrare dal-
fine diretto
de’ beni è so-
dell’
uomo non
come
è,
distingue
dai
beni
interamente diverso,
del
la
etici
tutto
felicità
disparato,
chiara espressamente che la virtù il
singole
le
la totalità delle
ragione universale, l’attuazione delle sue forme;
soddisfacimento
solo
con-
le
l’amore, la perseveranza
sopra, che
mento subordinato e senza necessità alcuna ; cher
la e.
per esso. Ora per beni qui non s’intende un
soddisfacimento
r espressione
le
,
per
richiedono per la realizzazione de’ beni, le re-
si
mondo morale. È evidente che
sono
come
rapporti giuridici, la fami-
i
come
lazioni diverse dell’ individuo
il
suo fine ultimo
ragione produce queste forme, e
serva nel loro vero aspetto,
che
virtù,
le
virtù sono le qualità e forze dell’uomo, per
delle quali la
azioni,
il
ragione con la natura,
proprietà,
la
Le
lo Stato.
mezzo
beni,
mondo morale, che contengono appunto
del
compenetrazione la
i
cioè di beni etici Scbieiermacber dinota
ragione vuole
la
formazioni
cosa:
sola
merito per
come un concetto e oltre a ciò di-
non procura
ottenerla.' Nello
stesso
modo
premo per Schleiermacher non è Dio come una superiore al
mondo
,
nè
la
un mo-
cosi Schleierma-
felicità, il
ma
bene su-
personalità
personale unione con Dio ;
ma
è
soltanto la totalità di que’ singoli beni morali: Simiglia, Stato, società.
La relazione
e con la divina c solo
si
dei beni
con l’umana personalità
risolve di necessità nell’ idea
rimane nel mezzo
causa e fine
etici
in sè, a cui
la gli
panteistica,
forma morale del mondo, come uomini
servono come semplici
58
Digitized by
Google
S72 L’idea
strumenti. tutto
il
processo
Hegel
è sostanzialmente
la
stessa;
della sua filosofia del dritto vuole
appunto
di
esporre ciò che Schleiermacher chiama
beni (proprietà,
i
fa-
miglia, Stato ecc.); con la sola dilTerenza che egli considera la virtù e
dovere
il
(amore
de’ beni etici (Morale), e alla
bene
maniera
di
in
etico determinato (p. e.
cificarli
come una
ecc.) in parte
parte
sfera
considera, a dir vero,
li
Schleiermacher come semplici correlalivi
separatamente. Anche in Hegel
senza fondamentale
dell’ etica
ma
della famiglia),
ma
,
dovere non è
il
una
solo
del
senza spe-
sue
delle
l'es-
sfere
0 de’ suoi modi di manifestazione, anzi una sfera subordinata.
Ora, siccome
il
processo che assoggetta la natura
processo della ragione individuale,
ma
non è un
della ragione universale
impersonale, così esso non ha nè un principio assoluto fine assoluto; cioè
esiste già
a
dire, questo
nè un
,
assoggettamento della natura
da per tutto, è un dato universale, dal quale emana
il
processo, e l’assoggettamento non è mai interamente compiuto.
La esistenza
dell’
uomo
è già una tale compenetrazione della
natura e della ragione. (Egli è, come più sotto mostreremo,
come coscienza simbolo è
della ragione e
organo della ragione).
dalla ragione
che
si
Questa
come ente operativo
compenetrazione,
prodotta
immediatamente o impersonalmente e come an-
potrebbe dire fisicamente, è già presupposta daU’etica.
La quale
toglie a considerare,
come
la
mezzo
ragione per
degli uomini e perciò di enti consci di sè e personali, si
penetra in
modo
più perfetto con la natura. Dall’altra
non avrà mai luogo una condizione,
in cui più
non
comparte
resti alcun
oggetto naturale, che non sia già compiutamente appropriato alla ragione.
Schleiermacher
avesse considerato come parte la unità presupposta della
ferisce tutta
sarebbe
stato
dell’ etica
ciò
conseguente, eh’ egli
natura e della ragione, mentre
r etica non all’individuo,
ma
se
chiama
alla ragione
ri-
come
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573 potenza
universale; almeno, secondo
secondo quello di Schelling,
non
ferenza generica fra quella
unità e
vi
suo principio, come
il
può essere nessuna l’
Imperocché
etica.
ragione produce e compie ogni cosa secondo
un
meno che
Secondo questo modo opposti
in
positivi.
Il
e della memoria nel trattare de’ beni
natura
non-bene. Anzi, siccome
non ha
finito,
realizzata, e realizzata;
che
nessun il
fino a qual
processo etico
grado essa
,
il
il
,
poiché
fine,
bene e
un in-
male non possono indicare
altro,
grado una esistenza naturale già entrata nel sia
compenetrata dalla ragione, o
sia rimasta
ma
un non ancora (Nochnicht)
l’elica
Il
bene e
relativo e derivato, e
è un opposto diretto del bene,
La compenetrazione
a qual
fino
ancora fuori del processo, e sarà com-
non sono che un rapporto
quale consiste
sia stata
compiutamente
nel quale essa sia il
natura
la
soltanto
non é che un processo
che deve essere,
etica
penetrata dalla ragione solamente più tardi.
difetto,
male non sono
non-compenetrazione
la
c quindi
^
cota 1’
bene e
prima del quale essa non
principio,
cosi
vedere,
ma
anche
sé stessa é
e lo Stato.
la proprietà di
male è soltanto
ragione e della
della
l’idea
Schleiermacher deduce col suo processo etico
dovere.
la esistenza della lingua
morali, non
la
sue leggi im-
le
manenti e come un processo necessario, e non secondo di
dif-
della
il
il
male
male non
esprime semplicemente un (I).
natura
o dalla quale
ragione,
e' della
nascono
i
beni
nella
etici,
ha
luogo mediante una duplice funzione, la formatrice (organatrice)
(1)
la
e la denotativa (conoscitiva, simboleggiatrice): cioè, la
L'antitesi del bene e del male altro
non
significa,
se non
opposizione, in ogni singoia sfera morale, di ciò che in essa è
posto
come compenetrazione
che è posto come separazione
della ragione e della natura e dì
entrambe. Etica, pag.
di ciò
26.
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574 ragione fa della natura della natura
Essa
suo organo e U suo simbolo.
il
fa
suo organo in quanto che è creata un’esistenza
il
naturale esterna, la quale serve poi a quel Gne della ragione,
che è di assoggettare della ragione è
stenza stesso
naturale, serve
modo
tutte
morale sono proprietà,
natura. Cosi
la
le
le espressioni
realizza applicando
1’
(dapprima
Nè
i
qui ha
scienza
,
attività
le
Queste ragione
quali la
sua ad una natura più ampia, fa al
contrario della
si
intelligenza dì sè stessa
coscienza e la
organo primitivo delia ragione sensi, c poi rintellètto) è
termine
Come
dimora della ragione.
la esistenza naturale è la
è
organativa; p. e. la
famiglia, lo Stato.
mediante
suo simbolo, manifestandosi in una esistenza natu-
il
rale con la
umano
la
nello
mondo
forme del
e
non è ancora penetrata. Essa
nella quale
natura
1’
esterne
dell' attività
forme sono esistenze naturali si
primo atto organati vo
come strumento;
alla ragione
esistenze
rapporti giuridici,
i
il
corpo umano, perchè questo, sebbene esi-
il
il
,
cosi
il
corpo
suo simbolo originario.
questo sviluppo; nella
religione e nella
simboleggiatriec delia
manifesta l'attività
e così
;
coscienza
la
ragione
formativo universale, come nella famiglia,
col suo processo
sua attività organatrice; quella
nel popolo, e nello Stato la
è un formare, questa un divenir consapevole del formato. Mediante
quella
si
potrebbe dire,
natura, mediante l’altra Questi
sono
i
due
poli,
che
ritorna
che
la
entra
ragione
nuovamente
costituiscono le
nella
in sè stessa.
forme
morali.
Cosi procedono dall’attività organatrice della ragione la stessa personalità, la proprietà,
popolo, e la razza, leggiatrice
il
lo
i
rapporti giuridici, la
Stato ccc.;
pensiero, la
al
gione, e perciò anche la comunione scientiGca c
Ora con questa opposizione ganativa e
la
famiglia,
il
contrario dalla sìmbo-
lingua, l’arte, la scienza, la reli-
dellè
la
Chiesa.
due funzioni morali,
la or-
denotativa (formativa e conoscitiva), s’intreccia
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S7» anche uu’
Imperocché
altra.
la
ragione
esprime nella natura,
si
un processo, una
e questa espressione è
esplicazione, per
che ella non accolga in sé come ragione universa
la
modo
universa
natura; da ciò nasce la singolarità, la particolarità. La natura
umana
sopratutto
ma nondimeno
dirama
si
essa
in
una
come ragione
pluralità di enti particolari;
è sempre l’universale, e non
è eompiuta che mediante la totalità degli esseri particolari, in cui la
si
è divisa. Perciò l’etica è una costante correlazione fra
particolarità e
universalità, tra
la
separazione e
la
la
co-
munione. Lo stesso concetto della persona non è che questo: la
sé ad esistere
ragione universale viene da
un
larità in
tutto naturale,
sostanziale per sé totalità delle
noscitiva. Tutta la
ha un
giatricc)
1’
lato proprio,
sono
iiìcomunicabile ed
il
ciò che è stato prodotto
Schleiermacher
la
stessi,
altri).
presentano
questo
quello non
ma
che è avvenuto (mentre secondo
soltanto pel fine
Nello stesso
come corpo
modo
della
comu-
tutta la sfera organa-
lati.
Nell’opposizione assoluta
dell’
individuo e
come
globo
solamente
per
la
ragione
nella
comunità;
può essere comunicato, questo non può appartenere
a nessuno separatamente. Tutto si
lui
Quello è organo solamente per la ragione nell’ in-
terrestre.
ridici,
ciò
da
memoria non deve avere nessuna
va 0 formativa ha questi due
lora
lato comune,
pensiero: quello è
memoria consistono
nicazione con
dividuo,
un
il
la
importanza per noi
si
la co-
sentimento, e
tali
nell’ individuo,
essi
come
sfera della coscienza (funzione simboleg-
nella possibilità di comunicare ad altri
ti
Questa cor-
organativa
r altro è comune. La lingua e
comunicabile;
l’idea di
partico-
e parte correlativa della comunità o della
manifestazioni reali della ragione.
relazione informa le due sfere, cosi
proprio,
come
quale è ad un tempo un centro
il
manifesta la opposizione acquisto e permuta,
il
rimanente è relativo e al-
come
come
proprietà e rapporti giu-
dritto domestico e ospitalità.
S76 Secondo Schleiermacher nel porre di molli
la separazione
individualità assolutamente diflerenti.
ogni esistenza
o
,
,
non consiste solamente
ma
esemplari particolari,
come
egli
dice
diOerenza nazionale ne-
la
,
un postulato
cessaria di ogni esistenza dall'altra, è per lui
supremo.
etico di
tutti
bene
i
E
sia in
sè perfettamente la stessa
come questa
quanto che
insieme con
e quindi opera
Ma
differenziarsi (1).
quanto
al
la
di
si
serve
nuovo
natura
,
in
deve
perchè la natura è
anzi specifica in ogni esistenza, Schleiermacher non
,
dà alcuna spiegazione. Cosi
in
in
,
come simbolo od organo per operare
un’altra natura
ci
fisico-
quanto
ciò vale tanto degli uomini in sè stessi,
rapporti, in cui essi operano. Poiché la ragione, seb-
della natura
differente
nel porre delle
carattere specifico di
Il
il
mondo morale
generale
le
e le forme etiche (anzi possiamo dire
forme) della esistenza umana
una doppia opposizione
,
e però
si
sviluppano da
girano intorno a quattro
si
poli (2).
dritto
Il
secondo questo sistema è
esseri individuali fra loro
quanto
particolare e alla comunità
al
il
rapporto morale degU
commercio, cioè, aU’acquisto
possesso degli oggetti
del
esterni
della terra. Esso appartiene alla sfera organativa della ragione, alla
sua azione sugli oggetti esterni, e comprende in questa quel
dualismo della comunione e della separazione degli individui;
ma
lo
comprende
in
modo che
comunione apparisce
la
sola-
mente come un continuo passare da un individuo particolare
(1)
Etica, pag. àO, il.
(S)
Queste quattro categorie
alle funzioni
particolare
11
11
l’/n-iè e
sostanziale e
come separate cosi
trovano, a dir vero, anche in Hegd;
si
organativa e denotativa di Schleiermacher corrispon-
dono a un dipresso
le
il
Per-sè di Hegel;
il
soggettivo
due polarità,
ma
soggettivo diventi appunto
il
;
In
se
ali'
universale e
al
non che Hegel non pone
modo che
mezzo del
si
compenetrino
e
Per-sè.
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577 in
un
altro
(
come rapporto
intende Schleiermacher dritto privato,
il
mio e
non conduce
tratto
,
il
di contratto ).
come fanno e però
(uo;
allo Stato
molli il
Laonde per ,
puro rapporto
o, in altre parole
,
dritto
semplicemente
è una semplice relazione degli individui con gl’individui,
sibbenc
la
comunione degli uomini come
tali
il
con-
Stato non
lo
,
di
ma
per quella orga-
nizzazione 0 sottomissione della natura.
Imperocché
la
essenza e
mativo della natura
come
siderata
,
unità e
ciale nazionale.
fine dello Stato è
il
processo for-
il
derivante dalla totalità degli uomini con-
come unità prodotta
dal carattere spe-
Questo processo che indica l’essenza e
il
fine
dello Stato, consiste nell’accomodare gli oggetti esterni all’u-
mana
intelligenza ed ai suoi
dell’uomo,
ma
ed anche
fini,
le disposizioni
naturali
solamente sin dove esse servono a sottomettere
e godere la natura. Esso comprende la ginnastica, la meuanica e Vagricollura, secondo la significazione certamente più ampia
data da Schleiermacher a queste espressioni. sione della 10
individui c loro
11
nuovamente
non già, secondo
dritto,
come semplice rapporto
gli
comunica, quindi
si
individui,
cresce
il
Il
i
totalità,
dritto.
commercio
il
Lo Stato contiene
individui, ai quali
fra gli
quale appunto
il
antichi scrittori di Dritto naturale,
ma come un
comunità solo per difenderlo,
umana.
sottomis-
comprende necessariamente quella che nasce dagli
Stato
e la proprietà, o in poche parole
la
Come
natura per opera degli uomini nella loro
si
aggiunge
rapporto fra gli
fonda in quello della comunità
si
popolo s’impadronisce del terreno,
produce ed ac-
mezzi del soddisfacimento umano, mediante
gli
ordini
e le istituzioni del convitto pubblico; questa produzione collettiva è la cui
muove
il
principio che genera
forma morale è il
il
drillo
il
;
commercio
fra gli individui,
e lo Stato poi difende e pro-
commercio (cambio) come
dritto particolare (il lato
incomunicabile come lato della comunità). Questo è senza dub-
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«78 bio il
il
pensiero di Schleiermacher. Cosi la sfera dello Stato è
dominio del genere umano sulla natura e ad un tempo or-
dine e distribuzione in questo per conseguire un il
tal fine, cioè,
rapporto degli individui col tutto e tra loro. Al contrario
l’uomo stesso come intelligenza è fuori della sfera dello Stato.
come
Imperocché
in
non serve
semplicemente a sottomettere
primo luogo
,
sapere
il
In secondo luogo
sapere e
il
dallo Stato.
il
sentimento sono obbietto
Finalmente
sapere
il
sentimento religioso, e per
non è oggetto
la religione,
(
sentimento e specialmente
il
supremo grado del sentimento, conseguenza
tanto che
,
natura
non è oggetto della signoria
speculativo opposto al tecnico), dello Stato.
tale
la
di quella signoria.
separate
associazioni
di
la stessa socialità libera
Il
non derivante
(
da alcuna riunione particolare o corporazione), cioè, l’amicizia e la ospitalità sto
,
non è soggetta
non ha
Stato.
allo
processo formativo della natura
dello Stato,
il
,
Ma
soggettamento reale della natura alla ragione,
emana
dal popolo
come moltitudine
,
il
mento
della
della natura è
personalità
popolo
del
,
as-
,
e in esso
si
nell’assoggetta-
vero ed ultimo fine dello Stato. Ora
il
popolo attua dapprima questo processo da sò in
dinato
un
che quando
carattere speciale, la personalità del popolo. Questa
manifestazione
il
essenza
l’
associata in virtù di un
tipo dell’attività organatrice e simboleggiatrice
rivela
tutto que-
quale è
suo significato razionale, non è
il
come orda
;
ma
la distinzione di rettore
criterio dello Stato è
Limitando
hanno due
lo
tostochè egli
e di suddito,
un rapporto
si
nasce
altre associazioni distinte tra loro,
scientifica (scuola,
la
ragione
si
si
lo Stato.
di autorità e di
Stato al processo formativo
mente necessarie, perchè
modo
ordina e
subor-
produce Quindi
il
sudditanza.
della natura,
si
che sono egual-
realizzi: l’associazione
università, accademia) c la Chiesa, quella
per la comunione del pensiero
,
questa per la comunione del
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S79
Entrambe costituiscono insieme
sealiiuento.
Stato, perchè
l’opposto
dello
riferiscono alla funzione conoscitiva, e lo Stato
si
organatrice; esse vogliono conseguire un
al contrario alla
sultato neU’interno dell’uomo o
della ragione
,
ri-
lo Stato nello
esterno, nella natura (1). Esse però sono anche opposte fra di
perchè in questa sfera dell’attività conoscitiva
loro;
zione scientifica rappresenta siero;
Chiesa
la
uomo ha
il
l’associa-
lato comunicabile, cioè
pen-
il
un
lato proprio, incomunicabile (ciò che
il
per sè, non può interamente comunicarlo, trasferirlo cioè
nell’altro),
sentimento. Quindi per l’associazione scien-
il
mezzo per
esìstere realmente
tifica
il
vella
come espressione
Come
espressione del sentimento.
fondano nel
è la fa-
la religione
come
e la Chiesa
si
lato proprio, incomunicabile, così la differenza delle
almeno
religioni,
razionali),
come comunità
del pensiero, per la Chiesa è l’arte
ha
loro classe superiore
nella
lo stesso
(delle
religioni
fondamento; l’errore e Torìgìne del
fanatismo consistono nello spiegare questa differenza
come una
differenza oggettiva tra la verità e l’errore.
Anche per queste due comunità Schleiermacber vuole una base naturale
,
mezzo del quale un’ unità
(
un
cioè, i
membri
nello stesso
Ora
zione scientifica appunto ;
comune dato
la scuola e
dalla natura
costituenti l’associazione già
e perciò un processo razionale
attività collettiva,
tipo nella nazionalità.
turale
tipo
la
modo che
egli
per
prima della loro
lo Stato
ha questo
appropria a questa associa-
nazionalità
l’accademia
)
,
formano
si
come sua base na-
fondano nel sapere nazio-
nale (solamente, a dir vero, perchè sono esercitate dallo Stato);
ma
quanto alla Chiesa
naturale
,
e spera in
,
non sa
finora indicarci questa base
una futura scoperta
,
per quanto
difficile
ella sia.
(1)
Cfr. l'idea
interamente simile di SchelUug; sopra p. 599.
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,
580
Da
ciò
consegue che
rapporto fra lo Stato da un canto e
il
queste due comunioni, associazione scientifica e Chiesa, dall’altro,
non è, secondo Scblciermacher
canza
di
unione ; perchè
si
che una assoluta man-
,
fondano in diversi
lati
antropologici
che non hanno alcuna connes-
(o funzioni razionali oggettive),
« Queste associazioni sono destinate
sione tra loro.
ad essere
« sottratte al dominio dello Stato e ad appartenere alla sfera « dell'individuo «
non importa
tale.
Che
afiatto allo Stato
((Costituite, ci
pone tra
come
esse
si
e che
,
costituiscano o no, ciò lo
Stato
,
quando sono
badi o nò, dipende dalle circostanze ». Egli
lo Stato
e quelle associazioni soltanto
una unione
negativa inevitabile ; cioè che lo Stato deve loro dar luogo, e assicurarne l’esterna sussistenza, e viceversa esse non possono
contenere nulla che nel senso più stretto della parola sia pericoloso allo Stato. Perciò egli vuole piena liberUi di credenza
nel senso che lo Stato
non possa non solo appartenere ad una
confessione cristiana particolare
,
ma
neppure professare
di es-
sere cristiano in universale (1).
Se
lo Stato è
formativo della natura e sottomis-
processo
sione degli oggetti esterni al
cause che determinano
condizioni e leggi naturali
d’uomini
si
comune dominio
degli uomini,
le
Stato devono anche fondarsi in certe
lo ;
cioè,
il
modo onde una
moltitudine
deve ordinare, riunire, distribuire tra sè
e instituìre le funzioni diverse
,
i
gradi
per conseguire questo comune
dominio sul mondo esterno, è determinato dalle leggi naturali.
Quindi la trattazione scientifica dello Stato è una
dello Stato.
Ma
siccome
lo Stato
della individualità nazionale,
deve essere
che appartiene
la
fisiologia
manifestazione
al lato della
na-
tura (poiché ogni differenza deriva dalla natura, essendo la
(1)
Politica, pag.
14 e 70.
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,
S81 ragione universalmente la stessa Stato (Politica metafisica
—
)
cosi ogni
,
metafìsica dello
ideale dello Stato),
come
ci
è data
da Platone e da Fichte, è inammissibile. Sotto questo aspetto
Schleiermacher vuole che Egli espone
Stato.
sia considerata la
processo della
il
certamente
in cui riori
secondo
il
processo medesimo,
debba veramente essere. infimo, la
necessità naturale
;
forme superiori provengono dalle infe-
le
monarchia
formazione degli Stati
come una
dal grado primitivo delle orde,
sua teoria dello
il
ma non
dice mai che cosi
La democrazia è per
lui
grado più
il
più elevato dello Stato (semplice). Egli
considera siccome l’ultima e più perfetta forma della monarchia, la costituzionale altri, il
senza usar questo nome. Egli
muovendo
legislativo
la costruisce,
come
dal concetto e dal rapporto dei due poteri,
ma
e l’esecutivo,
senza dello Stato è che
un modo
in
speciale; cioè, la es-
la totalità de’ cittadini faccia delle re-
gole e quindi le ponga ad effetto
— potere
legislativo ed ese-
cutivo 0 amministrativo. Egli pone entrambi questi poteri ori-
ginariamente
nella
massa
le esperienze
;
ed osservazioni che
essa fa nella vita, sono la fonte della legge, e per potere ese-
cutivo Schleiermacher intende la esecuzione della legge
me
procede dalla massa.
Ma
ciò
non basta
,
co-
,
a cagione della
diversità dell’esperienza della vita (specialmente del
modo
di
considerare la vita), che s’incontra nella divisione del lavoro e
nella
differenza
degl’interessi;
un’ autorità permanente
come membro
idea del potere legislativo ed
compresa
vuol
quando
il
l’
però riesce
e
autorità
,
necessaria
intermedio. Quindi nella
esecutivo Schleiermacher non
la
quale è solamente
vero potere legislativo
,
lo spirito
necessaria
nazionale
,
e
il
vero potere esecutivo non bastano effettivamente. Simili autorità
come membri intermedi sono
ma
specialmente
è
fine del potere legislativo e
il
il
re.
Quindi
il
il
i
corpi
rappresentativi,
re nella costituzione perfetta principio dell’esecutivo.
La
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582 opinione pubblica svolge e forma le leggi fino al punto cbe
vengono sanzionate da tutto
da
lui fino al
realmente ad
effetto.
lui
e la loro esecuzione procede anzi
;
punto cbe
Scbleiermacber rigetta tanto il
potere esecutivo (secondo (autorità
al legislativo
la sovranità del popolo,
lui la
cbe, cioè,
il
parlamento) sovrasti all’esecutivo (qui iniziatore del potere esecutivo);
sto riguardo
il
che
la
che, cioè,
massa cbe obbedisce) sovrasti
permanente, re, parlamento), quanto
la risponsabilità de’ ministri,
risponsabili verso
a sua volta la ponga
la ?nassa
Quindi nell’organismo perfetto dello Stato
re e le facoltà
ma
i
potere legislativo
nuovo
di
devono essere
ministri che
Camere non possono avere a quedi
farne querela al
principe.
volere una cosa diversa secondo queste due relazioni,
Ma un
questa sfera
,
tale effetto deriva
ha luogo solamente, perchè
vade una
sfera,
lo Stato in
che non appartiene a
lui,
ma
cosi la
;
generale
—
tendenza pratica peculiare nella teoria politica
Scbleiermacber, è questa:
la
in-
alla vita indi-
viduale, specialmente la stera religiosa e la scientifica. la
diffi-
da una cagione estranea a
e però deve essere da essa rimosso
diffidenza
somma
Il
fonda
si
sopra la falsa idea della necessaria sicurezza, cioè, nella
denza.
(il
come
re
il
Indi
stera religiosa e la scientifica
debbono essere lìbere da ogni ingerenza dello Stato
in altri
:
termini lo Stato deve essere interamente separato dalla gione, dalla Chiesa e dalla scienza,
come abbiamo
reli-
osservato
di sopra.
Dopo Schelling da superare
le
la
scienza in generale è salita a tale altezza,
più grandi concezioni de’ tempi passati, tra per
la ricchezza e profondità de’ pensieri e
ella riconosce
il
particolarmente perchè
mondo morale come un
tutto,
consiste soltanto di relazioni verso l'individuo,
il
ma
propria connessione in sè stesso. Ora questo pregio
anche
in
Schleiermacher.
Da
quale non
ha si
la sua
ammira
ciò deriva specialmente la sua
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583 morali, onde egli considera le istituzioni
teoria dei beni
damentali della esistenza comune
come
Chiesa, la scuola
l’intima essenza dell’etica, e
Ma
fon-*
lo Stato
la famiglia,
,
la
,
doveri
i
dell’individuo
come cosa
tutti gli errori
che nascono dal principio dei panteismo specu-
lativo di
derivata.
che furono notati
,
Quella
Hegel.
di sopra
oscura
ragione
nebulosa
,
suo contenuto solamente dalla natura,
nonna
essere
natura
della
,
anche a
egli partecipa
ne’ sistemi di
che non
Schelling e riceve
clic
,
il
non pertanto deve
e
realizza
si
non
se
,
per mezzo delle personalità e nelle personalità , e nondimeno essa sola produce le personalità, non basta a spiegare l’uni-
verso
nè
,
la
creazione della natura
nò
,
il
Certamente ogni terrena esistenza cade sotto gorie
attività conoscitiva
:
e particolarità
;
ma
mondo morale. le
ed attività formativa
quattro cate,
universalità
che per mezzo di queste categorie
una qualche esistenza naturale, specialmenlo quella tno fico
,
;
0 qualche è
la
rapporto
stessa illusione
,
che abbiamo osservato
stadio dello sviluppo del razionalismo. Nello stesso
ìermaeber non
fa
uo-
ogni
in
modo
Scble-
che hilanciare e proporzionare ingegnosa-
mente ogni cosa con quegli opposti la
trovi
si
dell’
morale nel suo significato speci-
,
ne’ quali discorre tutta
sua deduzione, senza spiegare realmente, nè esporre l’origine
0 la necessità delle formazioni morali. Con ciò
negare che
egli
abbia arricchito l’etica
strando e giudicando rettamente
i
dal lato della morale soggettiva
;
io
non voglio
di molti veri,
dimo-
rapporti etici, specialmente
ma
questo pregio,
come
in
Hegel, non è effetto delle sue categorie filosofiche; anzi conti’addice
a quelle.
E
ha anche
vi
di più
!
Conforme
ai
con-
cetto fondamentale della sua filosofia in Schleiermacher; dei pari
che
in
Hegel e ne’ suoi predecessori, è distrutta
intima essenza deU’ctica
anche per
lui
;
la
la più
quale nel suo significato assoluto
non è qualità d’ima volontà ed anzi nella vo-
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,
584
ma
una
vittoria del pensiero,
dell’atti-
vità logica, della coscienza (ragione) sopra la natura
non pen-
]oQtà stessa,
soltanto
sante, senza coscienza. Egli crede di aver
compreso
zione dei Creatore, cioè, della ragione demiurgica
secondo
non ha
lui
l’altra delle
sue due potenze
del volere,
come
non
e
,
ciò
un mezzo per questo proche deve essere in origine
non ha nel nesso cosmico assoluto
e in fine. Cosi tutta l’etica
alcun significato propriamente morale,
che essa
cioè,
nali viventi
bene c
ciò
il
la
male sono opposti
0 disobbedienza verso
solo intellettuale o
la
umana
(1)
lui
e quello con
della esistenza
priticipio
di due volontà perso,
secondo
assoluti e positivi,
quale
il
potenza morale, e secondo ,
umana conforme a
questa essenza, costituiscono
secondo certe
relazioni
risultare
e della ragione.
Il
;
egli
il
subordinate
e
arbitrarie
le
,
,
l’etica
quali
che da quell’opposizione delia natura
male consiste semplicemente ;
quindi
in ciò il
che
morale
la ri-
male produce nell’animo umano, non è spiegato
alcuna guisa
;
la religione è soltanto
un momento omoge-
neo e coordinato nella sfera universalissima de’ beni sua intrinseca essenza non è che
(I)
morale
deve perciò intendere
natura non è ancora divenuta ragione
in
i
l’unione
divina e con la perfezione
della Chiesa e dello Stato
brezzo, che
quale
il
cioè,
la c.ssenza
la differenza delle varie sfere della religione e della
non possono
il
come conformità
diversi rapporti, quello con la persona di Dio
con
suo
il
vero carattere fondamentale del-
il
una relazione
sia
la divina e
,
ma
Suhieiermacher secondo
nega interamente
filosofico l’etica,
a
materiale
che apparisce come qualità
ciò
;
virtù, è soltanto
cesso di sottomissione
Oltre
la quale
altro fine (o piuttosto altra necessità), che
di assoggettare all’attività del pensiero l’elemento
artificiale.
la inten-
;
Vedi quest’opera,
li
tomo,
il
etici, la
diverso organo antropo-
libro 1,
§
28.
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S8S 0
logico,
,
se vuoisi
,
prio, incomunicabile,
la diversa funzione razionale (lato
sentimento), e non già
pro-
grande og-
il
getto e fine, Dio e la unione personale dell’uomo con Dio.
contenuto della religione,
eterni che essa ci
gli atti
sono messi da parte come cose senza rilievo, e solo imporla
modo, onde essa
muove ed
Il
rivela
,
il
eccita gli uomini.
particolare che Schleiermacher dà al principio
Lo sviluppo
panteista-speculativo, consiste in ciò, che non ostante la oggettività della concezione scientifica
tiene necessariamente, prevale gettività
per
lui
,
r Elhos non è
umana,
cui
in
l’Ethos consiste
il
si
il
lato della sog-
il
còmpito dell’individuo
mondo,
del
realizza
,
ma
;
A
della ra-
epperò della so-
però quanto al
non già negli ordini
nello sviluppo della personalità.
tende
che questo in sé con-
pura libertà umana individuale. Certamente
della
gione oggettiva e formatrice cietà
,
ne’ risultati
superiori,
contenuto,
ma
solamente
questo solo e non ad altro
processo della ragione. Cosi secondo Schleiermacher
rintima essenza dello Stato non è un ordine superiore al popolo, sia secondo la idea cristiana
come
un’autorità posta da
Dio per attuare la giustizia e la pace, o secondo Hegel come un’architettonica di leggi razionali
;
ma
piuttosto soltanto la
modo onde
rivelazione della individualità del popolo nel
egli si
assoggetta la natura. Similmente l’intima essenza della Chiesa,
che secondo nunziare del
la
idea cristiana è
la dottrina
una
istituzione divina per
data da Dio e per diffondere
sacramento proveniente da Dio stesso
,
buona conseguenza non ammette, non è per
il
an-
mistero
e che Hegel lui
che
in
la espres-
sione e l’attuazione del sentimento religioso (soggettivo) degli
uomini nella società. La punizione divina è soltanto opera naturale del peccato
,
la civile è
difesa della società contro
delinquente, e la oppugnazione della pena di morte, egli
ha
trattato
in
una predica apposita
,
è
il
di cui
una necessa-
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S8f)
conseguenza
ria
(Stato
di
considerare
solamente come soggettività
pena.
la
sono
fra
oggettività e soggettività,
ma
Chiesa) e
e
come
opposte non già
di loro
maniera
questa
di
La cosa pubblica
privata
la
una moltitudine (di un’unità
d’
nazionale o relativamente di una grande associazione fondata nella conformità de’ sentimenti) e soggettività di
E
però
concetto
il
un individuo.
Schleiermacber è
dello Stato in
pratico
diametralmente opposto a quello di Hegel; cosi di Schelling si è esplicato il
governo deve
r ultima nel
determinare
convitto
il
principio
due estremi. In Hegel
questi
in
ogni cosa dalla prima sino alla resistenza delle classi,
politico;
e
sopra tutto degli individui contro l’elemento oggettivo razio-
rappresentato dallo
nale
appena è considerato
in
;
non ha alcun potere
Stato
liturgico
:
della
anche
nella
nella quale è
fare alcuna alla
E
può costringere questa individualità.
chiaramente
mutazione
,
detto
dello Stato il
e nessuna
che nella liturgia non
Qui non
monarchia e della democrazia,
viduale. Tale è
,
ciò si manifesta
sua opera pseudonima sul dritto si
può
fintantoché essa non riesca molesta
coscienza individuale.
potere
anzi
Schleiermacher al contrario tutto
deve procedere dalla individualità della persona forza
,
si
tratta dell’opposizione
ma
dell’opposizione del
o dell’ ecclesiastico e della volontà indi-
fondamento della assoluta separazione dello
Stato, della Chiesa c della scuola.
Se Schleiermacher avesse sviluppato a rigor '
principi,
di logica questi
non avrebbe mai potuto giungere ad una teologia
sostanziale e
veramente degna
sistere la religione in
di questo
nome. Facendo con-
una semplice forma
dell’ attività
sim-
boleggiatrice (conoscitiva), nel sentimento, siccome Hegel nella
rappresentazione, egli dovea anche
come
questi negare la verità
oggettiva della religione, e non pregiarla che soggettiva e
come impulso
del
come concezione
sentimento. Schleiermacher
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,
r>87
pecca contro tutte
regole del pensiero logico, quando ciò
le
non ostante riconosce nel una verità sostanziale, e
umana
zione
del
risultato cosi
sentimento religioso
pone un dualismo della cogni-
considerata nel suo contenuto oggettivo: vale a
dire ciò che
il
pensiero c’insegna, e che è un nesso cosmico-
panteistico, in cui la ragione impersonale
non è niente r esistenza
)
,
(che
solo nella natura acquista
mondo
il
insegna
sentimento, un Dio
e ciò
che
sono
l’amore
c’
ma
ha formato
e
il
,
i
contenuto e
cui attributi
e la speranza della vita
misericordia^
la
in sè stessa
il
e determinato la morale
eterna. Schleiermacher concilia questi opposti assoluti per via
un
di
postulato
,
ammettendo un
cioè,
principio superiore
,
Irascemknle, la cui natura ci è però sempre ignota (4); quan-
tunque
che
interno del nostfo pensiero sia pienamente chiaro,
nell’
concordia
tale
assolutamente impossibile
è
parte non ve ne abbia punto bisogno; dappoiché
che
religioso,
dotto
,
e d’ altra
sentimento
Schleiermacher dinota come un pro-
lo stesso
necessario
il
del processo razionale
può essere assolutamente qualche cosa dipendente da questo processo
,
(
di
impersonale
)
non
,
sostanziale ed
nè sovrastare ad esso
,
in-
ma
deve necessariamente e può essere spiegato assai bene me-
come una
diante questo processo
infrazione della verità pura
oggettiva del pensiero per mezzo della soggettività del senti-
mento. Se
la
ragione impersonale
e formatrice del
produce anche un’ aspirazione verso un Dio
Redentore
un
,
tale Dio,
ha
di
certi
necessità della
(1)
mondo
amore ed un
c cosi distruggere quel Dio impersonale e pro-
duttivo sin dal principio? Soltanto egli
di
è necessario per questo di porre oggettivamente
fatti
redenzione
Teoria della fede,
il
sentimento profondo che
fondamentali del cristianesimo e della
I,
e della redenzione per mezzo del
171.
39
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R88 Salvatore
eleva Schleiermacher al di sopra di tutte queste
,
contraddizioni e lo conduce ad una teoria religiosa cristiana.
Ciò
deve ascrivere meno a debolezza d’intelligenza
si
sofica, clic ligioso
ad una gran forza ed intensità
perchè scientificamente è
;
la stessa
cosa
con una inconseguenza un obbietto superiore lente,
Ma
filo-
sentimento
di
il
grande
,
re-
riconoscere po-
,
e negarlo per la conseguenza di un pensiero filosofico.
a prima
cristiana
vista
quale è messa e come incastrata a suo luogo in
la
,
un sistema lutamente
che
filosofico
le
contraddice, non può essere asso-
Per quanto siano sem-
pura e vera dottrina.
la
pre grandi e durevoli perfezione
che una dottrina religiosa
chiaro
fa
si
meriti di Schleiermacher rispetto alla
i
della
scientifica
teologia
,
egli
nondimeno
altera
nella sua dogmatica la luce e la energia del contenuto dcl'a
fede cristiana (1).
Quanto
alla teoria del dritto e dello Stato,
discipline.
suo modo
Il
infinitamente
più
d’ intendere lo Stato è
oggettivo
più
,
condo
lui
,
ma
si
fonda
ciò
che
conosce nello Stato
in gli ,
una
naturali
comunità
manca
,
è appunto
Imperocché l’assoggcttarc
al
deU’uumo non
la
ricco
ciò il
altre
a dir vero
,
,
c pieno di vita che
Kant e Fichte
quello dell’ epoca anteriore di
positivi;
Schleiermacher,
ha minor merito che nelle
fatta la debita proporzione,
;
lo
Stato
primitiva ed
,
se-
ha
fini
che Schleiermacher non
ri-
suo più intimo significato.
natura esterna e
le
disposizioni
costituisce la eccellenza morale, etica;
contrario la giustizia c la pena, che sono la essenza elica
del governo
,
c la maestà
a sè stessa, che è
la
d’
una autorità morale come
fine
essenza etica della costituzione, non ha
luogo nella sua teoria. L’amministrazione del dritto non ap-
(1)
ciò è stato
dimostrato più
ampiamente
ne’ miei Fondamrnti
li'una filosofia cristiana, p. 185.
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589
come
parisce
come
dell’ idea
attuazione
distribuzione
de’ beni
della giustizia
acquistati
tura; quindi non è che mezzo al fine di soggiogare
La negazione del principio veramente
l’intero fine dello Stato
segue che
lo Stato
Chiesa e con
la
lazione esterna, tro di esse
;
anche
natura
scientifica
ma
,
Schleiermacher
;
qui
posto da
sforzati di attuare nel
difende con-
si
non sono
e non hanno che una
,
La
in tutto
il
realtà
contraddice
corso
della storia
nè quello
,
Kant;
tempo
la
re-
fine dell’assoggettamento della
il
da Schleiermacher
individuali,
ma
Laonde
una
soltanto
quanto loro dà luogo e
in
non è bastato nè posto
,
na-
è principalmente tecnico, e da ciò
unità ideale nella concezione filosofica.
diritti
scientifica,
ai risultati.
Stato, Chiesa e associazione scientifica
al pensiero di
solo
natura.
non ha alcuna relazione interna con
comunanza
che sfere separate senza unità reale
agli Stati
la
etico si estende nella
morale soggettiva soltanto alla concezione nella dottrina dello Stato si estende
ma
,
lavoro sulla
col
essi
si
di
difendere
i
sono da per tutto
stesso le idee etiche
come sacre
c necessarie in sè stesse.
Da
ciò è
fica dello
logica,
anche manifesto che
Stato in Schleiermacher deve essere
non un’
noscere
il
suprema
la
etica,
ma una
teoria
Egli non cerca di co-
fisiologia.
significato etico assoluto della
monarchia, de’
bunali, della rappresentanza popolare, della giustizia polizia,
ma
solamente quali sono
leggi naturali viene conseguito
il
le
scienti-
per necessità
tri-
c della
vie per cui secondo le
fine tecnico dello Stato (del
processo formativo della natura) mediante quelle istituzioni e le
loro funzioni.
Cosi in
fatti
è distrutta la teoria dello Stalo
nel suo lato più eccellente ed essenziale; poiché questo lato
è etica e non fisiologia, etico degl’ istituti e politico astratto
cd ha per obbietto quel significato
nondimeno non
si
conlonde con un’ideale
c senza coscienza del carattere peculiare della
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B90 nazione, nel alternativa
modo che Schlciennachcr
in
principio
sul
guisa egli non riconosce nel suo
;
Nella
politica.
profondo
cesso storico universale degli Stati cesso d’idee etiche e non
presuppone come
lo
sua
delia
stessa
significato
pro-
il
perchè questo è un pro-
un mero processo fisiologico per impulsi
come vuole Schlciermacher. Ma anche
naturali e meccanici,
quel lato della teoria dello Stato, che
deduce mediante
si
il
processo fisiologico, non è interamente puro e per cosi dire
senza mescolanza. Poiché la fisiologia secondo la sua natura
non può essere che pura scienza
storica
oggetto l’intera materia storica, e per
questa
forma
le offre sotto
Ora
strativi, d’idee etiche direttrici.
di
come
;
la
soltanto ciò che
di
,
ha per
tale essa
norma
costituzioni
di
ammini-
fini
fisiologia delio
Stato
Schleiermacher ha una norma e scopo d'investigazione già
dati
prima e fuori
di essa
:
cioè,
il
processo formativo della
natura; egli ammette anticipatamente che
non
può essere che questo,
abbiano con esso
il
solo indaga
e
le condizioni
fine dello Stato
quale
rapporto
naturali dello Stato: sono
in-
dagini storiche secondo un concetto dato a priori. Arrogo a tutto ciò
il
metodo usato da Schleiermacher,
far astrazione dalla realtà
determinata e chiudersi nella sfera
delle determinazioni universalissime del pensiero; lo
quello di
cioè,
conduce a non attendere
al
e vero degli elementi politici,
significato
e
il
che spesso
semplice,
proprio
comprenderli secondo certi
rapporti che destano meraviglia, più che non dinotino la vera
essenza della cosa. Cosi p.
e.
egli dichiara
sdizione civile parte essenziale e legislativa
,
perchè
essa
dubbio, « nello stesso dell’
,
come questa
modo che
essere
complemento
le
,
la
giuri-
della funzione
determina
discussioni
e
i
il
dritto
risultati
amministrazione della giustizia forniscono da per tutto
fondamento
a’
commenti ed
avendo riguardo a
tutti
i
alle
riforme del codice »,
il
non
caratteri essenziali che la dilleren-
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,
S9i ziano dalla legislazione
cioè,
:
rapplicazione al caso speciale
concreto, l’effetto in una data persona che ha diritto
ad una forma legale
bligo di stare
l’
Cosi egli
positiva.
fonde insieme Taroministrazione della
,
penale
giustizia
ob-
cone
il
servizio militare, riducendoli al concetto della difesa deUo stato
0 della guerra contro
il
nemico interno e l'esterno,
non con-
siderando che la prima ha per essenza l’attuazione
per cui coincide con
della giustizia, giustizia
civile,
e la seconda
l’
dell’ idea
amministrazione della
tende alla potenza
fisica
coi
mezzi tecnici. Cosi egli chiama potere esecutivo l’obbedienza
non vedendo che l’essenza
alla legge,
non consiste semplicemente
delle funzioni politiche
nell’ effettuare
una forma ^
forza della autorità politica,
nell’ efieltuarla in
modo
considera
egli
gislativo
motivi
i
della legge
,
(
come
occasioni
la esperienza
parte )
che
mediante
la
diventano
i
deriva
si
la moltitudine
e non la sanzione. Cosi dichiara che
mocrazia, anzi
si
potere
le-
contenuto
fa della vita
quando alcuni
cognizione delle cose e la potenza corifei del
il
devia dalla pura de-
riesce alla vera aristocrazia,
si
Nello stesso
principale del
da’ quali
ma
anche laddove
questa non esercita attualmente una coazione.
della parola
popolo e per avventura trovano ne’ di-
scepoli de’ successori simili
a loro medesimi
:
non considerando
che l’essenza della forma goveniativa consiste nel sapere quale volontà decida, volta
in
;
anche
la
e
non da chi essa venga determinata ogni
caso contrario
,
uno Stato monarchico cangerebbe
sua costituzione, secondocbè
il
principe fosse deter-
minato dal favore popolare, dalla corte, dal Clero, ecc. Ora, sebbene questa non sia una pura esplicazione del principio fisiologico,
nondimeno contiene molte idee preziose
allo sviluppo del principio stesso.
cher,
come opera d’un ingegno
servci-à
sempre
il
suo pregio;
La
politica di
proficue
Schleierma-
coltissimo ed eccellente, con-
ma
le si
può appena
attribuire
Digilized by
Google
592 una grande
efficacia sulla teoria scientifica dello Stato,
maggior merito
Il
È
vero che
dimostrato
il
Schleiermacher nella
di
è
filosofia
sulle
l’Etica.
suo fondamento non regge, come sopra abbiamo
come può
e infatti
;
o
pratiche.
idee politiche
esser vero
un sistema
di etica,
che non ammette alcun Male nel proprio senso, alcuna pena, alcuna espiazione? Se non che Schleiermacher non solo
quanto
ai
progredire essenzialmente la cognizione
ma
pose in luce tutto un lato dell’etica, del
quale sino allora non tifica
;
fece,
particolari,
de’ rapporti elici,
cioè,
il
si
avea una notizia
della particolarità
lato
(
cosi chiara c scien-
individualità
),
che è
r intimo centro della persona. La libertà delle sfere spirituali superiori, cioè
della
dalla esterna
religione e della scienza,
coazione, la tolleranza dell’individuo verso le convinzioni
verse dalle proprie,
il
di-
valore di ogni individualità nel libero
consorzio sociale: tutte queste cose derivano da ciò, che l’uomo nel suo interno ha un lato proprio,
comune con
altri,
della ragione (di Dio), e
mitivo dell’ uomo,
Da
il
come
si
quale non ha nulla
potrebbe dire,
come
energia
fece
ciò deriva altresì l’essere indelebile e
individualità
sario delle
il
dritto pri-
lo
Schleiermacher. sviluppo neces-
popoli, e quel pensiero nuovo,
dei
non che vero e fecondo sino ad un certo grado, che diversità della
confessione religiosa
differenza della verità c dell’errore, differenza
delle
individualità.
nemerito non solo della scienza, il
fondamento
di
si
fondi
ma
la stessa
non solo nella
ad un tempo
Sviluppando questo lato
quel
nella parti-
si
è fatto grandemente be-
ma
anche della nazione; co»
colare dell’ Elica, Schleiermacher
egli pose
di
un prodotto primitivo
quale forse verun altro filosofo espose
chiarezza ed
con tanta
il
c che questo lato è
nobile e bel
sentimento
di
umanità, che deve essere consideralo come un frutto proprio della Chiesa e della coltura evangelica; cosi egli
comprese
Digitized by
la
Google
595
'
libertà nella sua radice più intima e morale, e in quel
che essa corrisponde direttamente allo
come
individuale
morale
in-
in Rousseau, o nella inviolabilità del possesso
come
in
allora essa
,
modo
alemanno. Quando
non viene fondata nel puro valore della volontà
la libertà
dividuale
spirito
Locke,
ma
piuttosto nella
individualità
ha non solo una maggiore dignità ,
anche non può, come ne’ sistemi dall’etica, dai costumi.
Ora qui
il
ma
di costoro, essere separata
difetto di
Schleiermacher, come
apparisce dall’esame che abbiam fatto innanzi del suo principio, consiste in ciò: che di questo lato essenziale, che
presenta con tanta luce e nobiltà cipio esclusivo:
di
pensieri,
rap-
egli
forma un prin-
che nella sfera religiosa considera anche
la
negazione delle verità più essenziali come semplice diversità di opinioni individuali,
tabile
,
c quindi distrugge la dottrina
oggettiva dell’ evangelio
;
immu-
che nella sfera politica an-
nulla l’interno nesso dello Stato con la Chiesa c con la scienza,
volendo non solo
la libertà de’ culti,
ogni autenticazione simili cose.
I
due
d’
ma combattendo anche
una credenza pubblica e nazionale
poli del
mondo morale sono
cessità oggettiva e la libertà dell’ individualità
,
e
la verità c ne-
umana
:
le
quali
nel nostro stato d’imperfezione riescono a contraddirsi c però
devono
limitarsi
dello Stato
reciprocamente.
la
principio
della religione
non può compiutamente attuarsi nelle sue conse-
guenze, perchè distruggerebbe e
Il
la libertà religiosa dell’individuo;
libertà religiosa dell’individuo
attuare in tutte le
non
si
può compiutamente
sue conseguenze, perchè distruggerebbe la
religione dello Stato; importa trovare la giusta misura secondo la
vita e
il
bisogno del tempo. Ora Schleiermacher toglie ad
unico principio uno di questi due estremi, la libertà assoluta dell’individuo.
La
teoria politica di Agostino
no imperfetto, nel quale manca
pone uno stato uma-^
la libertà della vita individuale,
e una Chiesa unica attua tutte le conseguenze che derivano
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Sfi4
dal suo concetto; la teoria di Schleiermacher di distruzione (la
nel quale è
abbandonata
mancanza
lità,
con
stato
possibilità
che la religione
sia
alla coscienza degli individui e alle loro volon-
Ma
di questi
gli
chi
due
la vivacità
dimostrando
pone uno
ogni credenza nazionale comune),
un bisogno o una
tarie associazioni.
un solo
di
propugna come Schleiermacher anche
Iati,
cioè, quello della libera individua-
e l’entusiasmo d’una convinzione profonda,
elementi
elici essenziali
che essa contiene,
—
merita nondimeno ugni considerazione anche da coloro
che
sono chiamati principalmetile a propugnare l’altro
lato
forse
contro la tendenza del secolo.
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LIBRO SESTO
FILOSOFIA
STORICA
DEL
DRITTO
SEZIONE PRIMA
«LI SCBITTORI
DELLA rOKTKORlVDLlJZlO^^B
Loro carattere grenerale
— Maistre ~ Burke — Mailer —
Adamo
Mailer.
Fino alla rivoluzione francese
le teorie
sistema costituzionale furono tenute per deale delle istituzioni politiche
tava
,
a dir poco
,
la
;
del liberalismo e del infallibili
e come
dalla loro attuazione
perfezione
si
dominio della ragione assoluta. Dopoché entrambe furono tuate nella rivoluzione e l’aspettativa
e seco portarono
una lunga
non rimase
l’I-
aspet-
umana
della esistenza
,
il
at-
soddisfatta,
serie di mali, anzi di fatti abbo-
minevoli, che però non poteano essere casuali,
ma
soltanto
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.
ii96 la
conseguenza dei prìncipi
una scontentezza contro
concorde
entusiasmo per
di
dell’
opinioni
affatto
Tale è
secoli.
Le
scientifiche
teorie e
mità, cioè,
i
il
scrittori delta conlrormltizione
la origine degli
motivi comuni a
—
costoro sono:
tutti
la
opposta alla
convento degl’individui e
il
costituzione organica fatta di elementi e parti
la
legilli-
un senso
opposto alta sovranità
) ,
la unità primitiva dello Stato, il
delle
quelle de’ due ultimi
opposte a
potere fondato nella propria autorità (in
tuzione di esso, mediante
—
vedere tanta
da ciò derivarono
;
più profondo nella divina sanzione del popolo;
e un sentimento
di esse
gli ordini antichi, nel
avvenire
rovina e pel timore
nacque
quelle stesse teorìe,
di
negli animi
isti-
patto;
naturali,
opposta alla democrazia astratta e al meccanismo costituzionale
;
—
cittadini
le corporazioni
;
—
1’
isolamento assoluto de’
opposte allo
ordine tradizionale
,
opposto alla rivoluzione e
alla pretensione di edificare ogni cosa
Queste sono in
tatto verità
l’edificio politico.
Per quanto
genere essere approvate, pure
dati.
Come
la rivoluzione
loro essi
propugna
propria ragione.
la
le applicazioni
controrivoluzionari fanno di questi in
con
immortali, sono
fondamenti del-
i
che
gli
scrittori
non possano
principi
sono interamente fon-
de’ postulati veri, cosi la
controrivoluzione propugna principi veri. Quella combatte per ciò che
il
presente deve acquistare di nuovo dopo grandi sforzi,
questa per ciò che deve essere conservato
in tutti
i
tempi.
Nello sviluppo delle teorie questi scrittori hanno per lo più dinanzi gli occhi la imagine del passato e sono compresi dallo spirito delle patrie istituzioni,
che
la
rivoluzione distruggeva
senza intenderle; e naturalmente ciascuno trae cotesta immagine dalla storia della propria nazione; perciò essi sono diversi fra di loro.
Ed ebbero maggiore
efficacia coloro,
i
quali s’appro-
priarono e riprodussero questo spirito della storia nazionale,
senza alterarlo con concetti particolari e personali. Perciò sono
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»97 tre gli scrittori controrivoluzionari che a
secondo
stano,
nazioni
tre
le
più
sovra-
lutti gli altri
importanti
Europa:
di
Maistre, Burke, Mailer.
non hanno alcuna forma
Gli scritti politici di Maistre (1)
sistematica
hanno appena un ordine intrinseco
anzi
,
tratta diffusamente delle cose più svariale,
una società
una
tiene
si
così: Gli Stati, le costituzioni,
i
ma
da
sé,
può esprimere brevemente non sono opera
re
simile temerità
in
male, e distrugge invece
stituzioni,
la
si
dell’
la
Fra
di edificare. la
diveree co-
le
più perfetta,
profondità della sapienza divina
r uomo seguendo
i
fa
di
come
superiore
la in
,
e però la violazione
Come corona temporale,
romana e
separazione di dritto
ed
di
la
costi-
questo ceto
onore
l’
autorità
superiore
,
della
una
del
pari
fellonia.
che è cosa tutta Chiesa
cattolico-
del suo capo, che Cristo istituì direttamente il
legale e che di
promuova verità;
come
papa. Ciò che vuole la rivoluzione, la difesa
contro l’arbilrio c la ingiustizia,
damento
quest’ ordine è
dell’intero edificio dello Stato,
sta
suo successore,
(1)
monarchia ekuiva,
scelta delle schiatte che debbono formarlo, è opera
la
Dio
la
buona prova. Una parte necessaria della
tuzione perfetta è la nobiltà; altri
dimo-
mentre
dettami della sua propria ragione riesce
necessariamente a credere migliore quale non
quella
si
stra nella eccellenza c stabilità di questa costituzione,
che
uomo,
appiglia neeessariamentc
monarchia ereditaria è
che Dio vuole; e
dagli
in
essenza
la
Dio; e quando l’uomo staccandosi da Dio imprende a
di
stabilirli
ai
Ma
brillante conversazione.
delle sue convinzioni politiche
egli
;
come uno che
la guarentigia d’
la felicità de’
ma non può
un governo
governati, ha
un
fon-
essere derivato dalla plebe,
De-Malstre, Essai sur le principe générateur des constitutions
poìitiques.
— Soirées
de St-Pétersbourg.
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598 elevandola,
come
fa la rivoluzione,
sopra
ma
re,
i
vuole essere
derivato dall’alto, da una autorità anche maggiore di quella de' re.
La sottomissione
dei principi e de’ p
ed
un
fine proprio,
quale indirizzano tutta la loro attività. In ciò consiste
pensare,
scientifica di
di
nazioni che in
hanno ciascuna un modo proprio d’intendere
carattere etico-ideale di
la cono-
in ciò che
,
di proprio e nella loro precisa diversità dai pre-
sente; le epoche differenti, anzi le differenti
al
differenzia
da quella de’ precedenti, cioè,
tutta la sua civiltà
scenza storica. Egli ha
un
(1) In
romana,
,
spirito,
si
chiami come meglio talenta
individualità,
o secondo
la
,
il
loro
maniera
espressione
Hegel e Schleiermacher , coscienza d’un’ epoca
popolo (1).
Da
procedono
i
c
caratteri peculiari
questo senso -speciale Hegel parla di una coscienza grecod'
una cosciema germanica
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617 della lìngua, delia scienza
dell’ arte
,
de’ costumi
,
e questo processo ha luogo con tale necessità questi elementi si determinano in guisa
festazione
d’
un
principio
e
interiore
nuovo pensiero non è più possibile tare nel passato
i
il
ideale e tutti
Con questo
vezzo di traspor-
rapporti e le idee morali del presente per
epoche anteriori^ nè di spiegare
illustrare le
mani-
indivisibile
vìvente.
mal
recìproca-
loro
tra
mente, da apparire come una grande ed
del diritto;
,
i
grandi
fatti
delle nazioni derivandoli dalla riflessione e dalla intenzione;
una parola non è più
in
come è
ciò
possibile
il
stalo esposto di sopra (Libro
stro secolo
non ha meno
che contengono
la storia del
di
l’
concetto
V, Sez.
intuito di lutti
i
prammatico,
Ma
111).
no-
il
tempi passati
,
in
comune, nella loro connessione. Tutta
genere umano, dal principio sino a noi
che una continua tradizione e progresso di
stati
e
non è
,
di idee;
presente non è che un motnenio in questo fiume perenne
il
delia vita; esso è determinato dal passato te,
in ogni
sua par-
e però non può esistere separatamente nè cominciar sem-
pre di nuovo cosi nelle istituzioni sere compreso veramente
quando
,
sua genesi dal passato. Tale è di cui
noi possiamo gloriarci,
paragone
civiltà nostra, in
come si
nel pensiero, nè es-
tralascia dì esporre la
l’idea e la conoscenza slorica,
come
di tutte le
del maggior pregio della
generazioni che
ci
hanno
preceduto. La sua esplicazione nella scienza del diritto forma
a scuola storica
primo esempio
de’ giuristi,
di
come
è stata fondata secondo
Hugo da Savigny
il
e Niebubr ed estesa da
Eìcbiiorn anche al dritto germanico (1).
(1)
Oltre l'opera di Savigny: «Sulla vocazionr del nostro secolo
per la legislazione e
la
scienza del
diritto », nella quale la idea
storica del diritto è esposta ne' suoi elementi essenziali
,
si
possono
confrontare generalmente le opere de' citati scrittori.
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,
648 L’ essenza della scuola storica in giurisprudenza è dell’
origine del drillo.
un popolo
il
,
quale
dritto è
Il
si
come
lingua,
la
come
diritto,
costumi,
ma
in
un senso ed
festa e pubblica nella realtà dell’
prende
e
tica,
più
il
delle
azioni
simboliche. Di poi
mente
i
,
rapporti giuridici,
stato a parte,
il
quale
si
una forma
volte
nella
,
di
stabile nelle
sviluppano più ampia-
si
giurisprudenti
i
immanente
quale diventa mani-
la
elemento stesso, nella pra-
siccome
occupa
del
scelta c
nella
è
istinto
un elemento necessario,
d’
L’origine vera
non
forme,
gli altri
attività di quello
l’
la scienza.
di tutte queste
nella riflessione,
coscienza
i
manifesta
si
idea
la
lato della intera vita di
connette inseparabilmente con
e forme diverse in cui
lati
un
compongono uno
esporre scientificamente
c ridurre in proposizioni pratiche e particolari quelle massime
fondamentali derivate immediatamente dalla coscienza nazionale.
Coà
dal principio dcirclemento nazionale
un elemento
la legislazione,
per ordinare
i
bisogno, e non per creare
il
|ja
classe de’ giurisprudenti c
fezionare
nuovo gli
suoi prodotti o dare
i
forma naturalmente si
a^iunge anche
singoli rapporti giuridici, secondo di
l’intero stato giuridico.
stessi
che r organo della coscienza nazionale
cisa) alla
si
Finalmente a tutto ciò
tecnico.
,
legislatori
non sono
e non fanno che per-
una forma determinata
(pre-
tendenza che ella ha di svilupparsi. Onde avviene,
che essendo
il
diritto
una emanazione della coscienza
nazio-
nale, sia direttamente, sia per opera de’ giurisprudenti e del l('.gislatore,
le
progredisce continuamente nello stesso
condizioni
esteriori e
lo spirito della
nazione, c non può
nè essere separato dal passato, nè divenire un Tale
futuro. i
popoli
;
è
tale è la
dobbiamo scostarci dell'opera
;
sulla
processo
il
del
diritto
nella
sua genesi vera e naturale (
modo che
questo è senza dubbio
il
ostacolo pel vita
,
dì
tutti
da cui
non
risultato finale
Vocazione ) anche ne’ tempi di libera
rifles-
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,
619 sionc
ne’ quali
,
siamo mossi quasi nostro malgrado a fare
contrario. Quindi le teorie la connessione del
sono:
nazionale il
sua prima origine senza
la
,
con Incoscienza
riflessione^
spontanea,
postulato della continuità nel progresso delle sue forme.
A
modo
questo
scuola storica
la
tura anteriore e particolarmente la
il
fondamentali della scuola storica
dritto col popolo e
quale tutte
norme ed
le
ma non meno fondano
il
a
sario
,
si
e
la col-
secondo
nacquero
questo e quello scopo
un principio universale
dritto in
gli altri
tutti
vuole cosiffatto
lo
,
agli scrittori del diritto naturale; poiché questi
alcuna connessione con popolo
oppone a tutta
istituzioni giuridiche
riflessione e dall’ intenzione
dalla
si
idea prammatica
all’
applica a tutti
i
(astratto),
senza
elementi della vita d’un
che come razionalmente neces-
,
tempi c quindi
non
più
ammette
ulteriore sviluppo.
Questa opposizione ha anzitutto trattare scientificamente sori dell’ antico
sommo
Questo
il
nuova;
rappresenta
ma
in lui prevaleva
tico Diritto naturale
idea prammatica.
,
come
concetto e
si
vede
tra
il
1’
comprendere
di
metodo
dell’
cose
altre
an-
dalla
meglio comprendeva la
nè
Anche Feuerbach deve
esser mentovato sic-
corifeo della scuola antica.
Le diverse direzioni cominciano deUe fonti del
che
di
antica nella
coltura
la
non era capace il
forma astratta del suo sistema;
come
modo
positivo; e qui tra’ difen-
dritto
metodo è da notare particolarmente Thibaut. civilista
sua maggior perfezione; la
suo effetto nel
il
diritto.
legislazione è
la
Mentre 1’
1’
unica via
a
separarsi
antica
scuola
,
introdurre
d’
nella
teoria
considerando il
diritto
con
intenzione e coscienza, la reputa anche siccome la vera ed
unica sorgente del diritto medesimo, e tradizione valgono
mente
,
ma
come
fonti
non
la
consuetudine e la
in sè stesse
ed assoluta-
solo in conseguenza della permissione del legis-
ti
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620 per la scuola storica al contrario la fonte originaria
latore;
e principale è la consuetudine o si
costume, perchè in essa
il
manifesta appunto la potenza istintiva e senza intenzione,
della coscienza giuridiea d’un popolo; anzi la stessa autorità
non
del legislatore
per
è
che emanazione
lei
un
d’
consuetudinario, cioè del rapporto dell’ imperare e bedire conforme alla costituzione dello Stato, presso tutti
Ma
legge.
speciale,
metodo
Prima
popoli
i
della
altro
scienza
del
di questa scuola le
e
atti liberi
,
del
essendo
dritto
pubblicate. Allora tutta
da’ presunti molivi legislativi
la
regole
volontà
leggi mediante certe categorie logiche
perciò
si
acquisto
perdita
,
,
,
La scuola
storica operò
In
della
ha importanza
toglieva a primo
volontà
le
in
delle
come
p. e. sog-
e che
,
materie giuridiche. as|)ctto
una salu-
c
legislatore,
che
dritto scritto,
ella
del
solamente pel
principio
universale
regola
concetti e caratteri stabili del diritto zioni di questa
somma
primo luogo stabiliva un concetto più pro-
fondo del diritto; invece oltre a ciò
la
che non hanno alcuna
un duplice
sotto
legislatore,
esercizio dei diritti
applicavano ugualmente a tutte
tare riforma.
far
stesso che
linguaggio e
del
del
relazione col contenuto concreto c particolare, ,
considerate
non bisognava
momento
parte nel recare in un ordine esterno tutta
oggetto
il
storica.
opera della scienza con-
1’
dalle
,
teoria
tulio
scuola
la
legislatore,
del
quali erano nel
tali
una
in
metodo era puramente dogmatico;
il
nonne
sisteva in parte nell’ inferire
getto
qual rapi>orto
non che
se
mutò con
dritto
riflessi
che chiarirle
venivano
il
forma in origine dall’uso c non dalla
quantunque multo importante;
imperocché tutte
come
si
non sarebbe che una differenza
ciò
diritto
dell’ ob-
,
piuttosto
contenuti nelle
i
istitu-
natura conforme alla diversa coltura nazio-
nale (romana o germanica) lontà del legislatore
,
per
modo che
la
presunta
non appariva che come un principio
vose-
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621 condarìo
essendo essa solamente applicabile alle disposizioni
,
anche spesso conosciuta
speciali c
mezzo
col solo
profonda considerazione. Seguendo questo metodo ziò a quelle vuote, universali l)er
comprendere
la
,
quella
di
ella rinun-
ed uniformi classificazioni logiche
materia del
e cercò in ogni materia
diritto,
l’ordine interno, che risulta dal contenuto particolare e dal si-
gnificato della istituzione correlativa c richiede per ciascuno
modo
particolare di considerazione.
mente da Savigny c dai più valenti si
suoi seguaci senza che
i
ma
rendessero ragione di quello che facevano;
turale dell’avere abbandonato
un
Tutto questo fu fatto realfra
fu reCfetto na-
metodo puramente logico ed
il
esterno e dell’intuito potente della vita, che già in loro era ridesto. Si confronti p. e.
dritto di
Savigny
non
baut. Qui dell’
ma
,
coi sistema di Thi-
)
soltanto della naturalezza e bellezza
tratta
si
ordine scientifico
Quando
sistema delle istituzioni e della storia del
il
pubblicato da Pernice
(
della giustezza
de’ risultati
pratici.
Thibaut discorre deH’istituto specifico dei rap-
p. e.
porti di proprietà
possesso
del
,
,
sotto la categoria generale
dell’esercizio dei dritti,
o dello istituto specifico del dritto di
azione
sotto la categoria generale dell’
dono
,
della cessione
,
de’ dritti; tutto ciò
conduce anche a conseguenze erronee che è
stabilito
azioni.
—
sulla
,
p. e.
ella
,
anche prima pregio;
se
;
metodo
il
e questa è
la ri-
vi
,
è
che consegue necessariamente dalla in-
telligenza del processo continuo tutti gli stati
ma
cessione dell’ eredità alla cessione delle
imprende con piena coscienza ed intenzione
una riforma radicale
come
,
ad applicare ciò
In secondo luogo questa scuola ha fondato
storico nella trattazione della scienza del diritto
forma che
abban-
non solo è disordine e confusione
umani. Non
,
al
si
quale è sottoposto
il
diritto
può certo contrastare che
era una storia del dritto
,
e
si
aveva
in
gran
non che veniva sempre considerata come semplice
sussidio esterno, del quale
si
faceva uso per conoscere
i
motivi
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6Ì2 c
le
intenzinni del legislatore dalle circostanze
la legge
e al quale
,
in cui egli fece
,
può nuovamente rinunciare, tostochè
si
questo scopo è conseguito; nello stesso modo, che la cognizione della lingua latina è
un mezzo ettemo per aiutare
romano, e se ne potrebbe
del corpus juris
avesse una buona traduzione
,
non è
ma
la
lingua in se stessa
La scuoia
la materia.
,
la intelligenza
far senza,
in
teriori si
storica al contrario,
giurisprudenza.
rappresentano
si
quanto serve a comprendere
conforme a quella idea
come un
del processo continuo, considera la storia del dritto essetiziale della stessa
quando
perchè ciò che importa di sapere
la storia
ed
lato
scuole an-
1 giuristi delle
il
passato solamente
come
causa Iransiloria del presente ; questo è un semplice effetto ,
non ha più che
quale tostochè è prodotto,
causa, c certamente
nell’ esercizio del dritto
non
il
con quella tratta che
si
che è attuale, vigente. Secondo questa maniera di vedere
di ciò
Feuerbach dice
(1): «
La
storia
cosa
si
produsse a poco a poco;
non
si
può apprendere dalla
storia è già
morto
come
ciò
alla vita. »
spiega
ci
ma
Ma
che
è
stato
è
,
La condizione presente
ancora
del diritto
il
,
,
è la
somma
cui vero senso
nel significato
,
,
onde una
e che cosa sia
,
alla
,
e come passato,
contenuto nel presente. nel suo contenuto
,
de’ concetti
che
ed
di
nuovo
si
essen-
possono
istituti giuridici ante-
ed applicazione non può cercarsi ebe
che avevano
nell'
epoca del lor nascimento. E
abbiamo un esempio decisivo
di ciò
modo
che appartiene
passato non è soltanto tran-
il
ziale c senza pregiudizio degli elementi
aggiungere
il
come essa sia
storia; ciò
causa immanente del presente
sitorio; esso è
riori
fare
nello stesso
concetto su-
premo
della nostra pratica: in quello del gius comuiie. Tutti gli
effetti
presenti di questo concetto
fetti di
(1)
un concetto passato
;
,
sono
nondimeno anche
ef-
poiché la sua causa più non ap-
Feuerb. Prefazione a Borst suironcre probatorio.
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C25 partiene alla nostra vita
,
c perciò noi stessi non possiamo
egli è inalterabile
,
immobile
tarlo
;
nondimeno ha un’ porto giuridico pensiero
,
,
efficacia reale nel presente
che egli non determini
,
solamente
.
Ora
e non
,
si
,
e
dà rap-
secondo questo
,
può essere una
la storia del dritto vigente
parte della giurisprudenza, poiché essa sola è
immanente
esistenza del diritto medesimo. Volere nello stesso
una
mu-
come ogni cosa morta
nella
modo anche
storia del diritto indiano e persiano ecc., o considerarla
come più
utile di quella del diritto
romano, come fecero Thi-
baut e Feuerbach, non è possibile che quando storia del diritto
ma come un mezzo
ridico,
vigny ha ragione
di dire,
studi storici al diritto
Da
tali
stima
si
la
non come una parte essenziale dello stato giu-
elementi
di coltura in generale.
Quindi Sa-
che noi dobbiamo limitare
romano ed
scientifici la
al
i
nostri
germanico.
scuola storica derivò quella pro-
fonda cognizione del nostro diritto vigente, romano e germanico, della quale
prima non
si
aveva alcun presentimento.
appartiene principalmente il merito di aver ristaurato so del diritto romano,
mal compreso od rito;
il
A Savigny il
alterato nelle idee
moderne, e però s’era smar-
ed Eichhorn con forza veramente erculea ha fatto
che nella vasta ed intricata materia del aino ad ora non
si
vero sen-
quale dopo l’antica scuola francese era
diritto
tali ricer-
germanico, che
in-
è andato più oltre, quanto alle cose essenziali.
Chi voglia giudicare senza aSetto di parte dovrà riconoscere,
che
la
scuola storica, e non solamente quelli che vennero dopo,
ha prodotto una compiuta e salutare riforma nella scienza del diritto,
e tale forse che nessun tempo ha fatto
il
simigliante.
presente non vi ha alcuno scrittore di diritto civile, sia che confessi partigiano od avversario della scuola storica, tratti
il
diritto
romano
alla
maniera
di
il
Al si
quale
Thibaut, e non segua da
per tutto l’esempio dato da Savigny nella sua opera sulpossmo.
Nè con
ciò
vogliamo dire che muovendo dal principio della
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-
624 scuola storica non sia possibile di riuscire ad una falsa vìa contrario. Perchè
quando
mostra
fa la
scuola storica, lo sviluppo vario e continuo del diritto
un e
il
però
tutto e
ammette che alcun periodo
si
germanico non
si
sia
considera
il
;
come
fatto
,
come
romano
dei dritto
senza effetto nel nostro stato giuridico,
è tentati naturalmente di fare lo stesso gìudicìo di tutti
i
si
periodi
e di studiarli e dichiararli con eguale zelo. Quindi la micrologia e l’antiquaria s’introdussero sotto molti rapporti nella giurispru-
denza; quindi la stima esagerata delle scoperte storiche,
gonate specialmente
a’ risultati
del
nella cognizione d;l diritto vigente.
para-
metodo dogmatico-pratico che certo è un gran male;
Il
ma, non che essere una conseguenza necessaria
dello scopo e
del metodo, che la scuola storica assegnò alla scienza del diritto, è derivato unicamente dal sa.
falso uso
che ne fecero
cultori di es-
i
La giurisprudenza sarà sempre una scienza pratica;
essere applicata alla vita ed al presente;
amministrazione del
il
ella deve
suo ultimo fine 6
diritto c della giustizia, al
sempre subordinala quella soddisfazione contemplativa, che spirito cerca nella storia del diritto.
È
vero che all’indagine
rica del diritto, considerala in sè stessa,
non
si
la
quale dev’essere lo
sto-
può prescrivere
alcun limite, specialmente perchè non è possìbile prevedere in quale connessione essa sarà ancora col presente.
Ma
quanto
allo studio universale ed alle esposizioni dottrinali è desiderabile
una misura, c questa dritto, si
ma
conoscere
è, il
che non
si
vuole imparare la storia del
dritto storicamente.
richiede, che l’interesse, al quale
Prima
di tutto
adempie chi coltiva
però
la giu-
risprudenza, sia sopra ogni altro interesse pratico, la giustaapplicazione del diritto vigente.
Quanto all’accusa che
si
è mossa
particolarmente contro Savigny di avere terminato la sua esposizione del diritto
mente
romano
col corpus juris giustinianeo, special
nella sua opera sul Possesso, e che la sua storia di questo
diritto sìa piuttosto
letteraria
che dottrinale, è certo che
egli
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62S non
stesso
che
altri
l’ha respinta,
nè negato che qui
vi
ha una lacuna
cercarono di riempire; cosi una tale accusa,
non importa
esaminare se
di
significa altro se
non che un uomo
tutta la scienza del diritto.
per giudicare
l’
sia giusta
E
solo
tanto
indirizzo universale
non
,
non ha potuto bastare a
meno può ,
che ora
materialmente
che
la
essere un criterio
scuola storica ha
dato alla giurisprudenza, quella predilezione pel diritto romano sopra
germanic^o,
il
la
quale
osserva in un altro corifeo di
si
questa scuola. L’ohhiezione principale che le hanno fatto presentanti dell’antica scuola,
havvi qualche cosa
di
i
rap-
è di non essere pratica. In ciò
vero. La schietta intelligenza del diritto
romano -ed anzitutto si tratta della sua applicazione, - contraddice alia pratica,
perchè questa sotto molti rapporti è fondata nella
falsa intelligenza di esso diritto.
Questa opposizione è necessaria ; t
è cosa naturale, che un concetto più profondo, riformare la pratica, apparisca essa non
si
trasformi. Ora vi sono certamente
zioni, derivate
mano
da questo
i
quale dovrà
perchè servono ad un bisogno reale e proprio delle no-
quali
hanno
chino di abbattere Thibaut,
il
quale
la
si
può spesso avvenire, che
vera cognizione del diritto romano cer-
tali istituzioni
,
e che un giureconsulto, come
è profondato nella dottrina e nella pratica
quali erano negli ultimi tempi, senza alcuna conformità con fonti, le ditenda
come una necessità
le
norme d’un tempo
anteriore debbano essere applicate a quello, in
cui la potenza
vivente e creativa del diritto ha già prodotto e stabilito stato della coscienza sociale, un’altra
(1;
ma
piuttosto
consegue
il
,
le
reale della vita e dell’uso.
Ora dall’idea storica non consegue, che
vili;
in
istitu-
difetto nella intelligenza del diritto ro-
stre presenti condizioni. In questo caso
coloro
il
essa, finché
non poche
però non possono essere sacrificate alle fonti
le quali
,
scritte,
come opposto ad
un
altro
forma delle condizioni
ci-
contrario (1), e questa contraddi-
Savigny, Pandette I, pag. 93.
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,
62C zionc non apparisce che nel diritto
conforme
al
primo stadio della trattazione
principio
storico ed alle fonti.
del
Compiuto
questo stadio, anche rispetto al diritto germanico ed alla mo-
derna doUrina,
conduce appunto a separare
ciò
che nella pratica attuale è realmente una forma nuova e
ciò
la idea storica
che non è altro se non incapacità
scientifica. Così p.
e.
è
fuori
dubbio che Savigny, quanto alla istituzione del possesso, ha tolto ogni valore alla pratica antica, c
Ma appunto la
essenza
ritto
Thihaut che trattava
la
non ebbe potere d’impedire questa mutazione.
stessa materia,
continuazione dell’opera
la
dell’ idea
storica
posizioni della pratica
,
specialmente nella sfera del
procedura
canonico e della ,
Savigny secondo
di
ha dimostrato
,
sebbene deviino dalle
,
di-
quali dis-
romane
fonti
devono essere conservate. storica
ha pro-
dotto nella trattazione scientifica del dritto positivo.
Se essa
Questa 6
grande riforma che
la
la
scuola
dovesse sempre esistere come scuola,
primo apparire,
ciò
sarebbe
allora riuscirebbe a tutte giudizi parziali
,
quale è stata nel suo
ma
,
si
come
con termini
piuttosto di
I’
quei la
antica coltura (1).
tecnici
,
maniere
ed
assiomi suoi
una radicale ampliazione, d’una vera
se stessero a fronte
la presente
perchè
tutti
tratta d’una scuola nel vero significato
emancipazione dello studio
che
a
a cui ella è tentata di abbandonarsi per
Se non che qui non
propri,
male;
imperfezioni,
natura stessa della cosa nella lotta contro
della parola
un
certamente
quelle
del
due
giurisprudenza
dritto.
Non è da intendere,
partiti di giurisprudenti si
oppone
alla
;
ma
passata per
una cognizione più vasta e profonda.
Nè r
opposizione della scuola storica verso l’antica coltura
concerne solamente la trattazione del dritto positivo;
(1)
Savigny Pandette
1,
p.
ma
anche
XVI.
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,
,
(327 il
perfezionamento dei dritto in generale e della legislazione.
Secondo l’idea antica e signore dello stato
nuovo si
spiega
uni
da
sè;
deve
egli
ogni giorno darci
un
nesso coll’anteriore,
ma
come vogliono
gii
può
alcun
come creatore
far ciò,
sia,
per istabilire lo stato giurìdico assolutamente razionale,
,
sia,
giurìdico,
non ha
che
dritto,
legislatore apparisce
il
come vogliono
menti
dello
altri
per rimuovere le
,
presente,
giurìdico
stato
e impedi-
difficoltà
prodotti
naturalmente
dalie fonti straniere e dalla moltiplicità degli statuti particolari.
Quest’ ultima opinione è propugnata specialmente da Thibaut nel suo trattato « Sulla necessità d’
Germania. » Secondo è soltanto
l’
deve lasciare che
e solo quando
si
compia
si
diante altri organi
codice
il
legislatore
come
,
la
consuetudine e
E
però tutta
o sono
,
deve venir si
riduce a
o materie particolari ; essa non
giuridico
,
nè quanto
cioè, variando nell’ insieme e perciò senza fin
,
opera della legislazione
I’
lo stato
egli
;
giurisprudenza
immediati della vita
disposizioni
deve rinnovare tutto
norme invalse
la
avvede che queste divengono incerte
prescrivere delle
cioè,
universale in
civile
perfezionamento del dritto me-
il
in contraddizione coi bisogni
loro in aiuto.
un
scuola storica al contrario
la
organo della coscienza giuridica nazionale
al
contenuto,
motivo speciale
,
le
qui, nè quanto alla forma della loro autorità,
riducendo tutto
ad un codice, per
dritto invalso finora
il
modo che oramai solamente l’ammissione
nel codice decida della
validità e del senso delle disposizioni giuridiche: la codificazione.
In questo senso Savigny
baut. Egli vuole che
si
oppose a quella proposta
zionale dello stato giurìdico in codificazione
e
d’
comune
,
ma
,
è
Germania non per mezzo
per mezzo
una pratica comune ; e
tutto alla codificazione,
zione di costituirlo
Thi-
di
conseguisca principalmente la unità na-
si
il
una coltura
momento che
mentre nega 1’
d’
egli
al nostro secolo
elemento tecnico
o
,
dì
una
scientifica
oppone anzi-
come
la io
voca-
amerei
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Coo
;Ic
,
628 meglio chiamarlo,
la struttura del dritto.
specialmente da’ recenti
ricavati
le idee giuridiche
ne scelgano altre in
siansi accettate nei codice idee
che 10
chiama con Bacone ex
delia scuola storica sto lato
,
I’
d’
non essere
diritto
che cresce e
si
se questa esistesse,
,
stato giuridico
lo
come una
secondo quella
,
sviluppa
vi abbia
come una
,
specie di
che un
pianta
,
popolo non abbia
il
cioè, in
Ma
stesso.
natura
;
in secondo
,
fatto
naturale
senza che la
intelli-
ma
luogo
,
se
ma ha per norma
primo luogo, che
cresce e
,
non è realmente
ciò
vuole escludere la inten-
suo cominciamento,
tiva nella riflessione
come una
vegetazione ;
alcuna parte, e non riesce a bene
questa scuola. Essa non
due principi;
appena
avversari
gli
hanno combattuta principalmente da que-
zione e la coscienza nel progresso del diritto; questi
egli
una chiara cognizione
codici
ma,
non quando è abbandonato a sè la teoria di
,
e che
procedere
tal
un nuovo codice. Ora
dicendo che ella intende
genza umana
si
nè se
,
incerte ed indeterminate,
così
de’ nuovi
pura produzione della natura 11
che nè
presente
,
delle
vinculis sermocinari. Essere quindi con-
delle idee giuridiche presenti;
sarebbe più bisogno
ma
,
stato
debita chiarezza
la
devono indurre confusione. Un
in pratica
dizione indispensabile
vi
dello
vece con
lor
fatte
state
scopo
e contrarie allo
ingiuste
comprendano
codificazione
di
non già che siano
intendono a mostrare, disposizioni
suoi argomenti,
I
tentativi
la
il
diritto in ogni
sua origine primi-
esplica
si
realmente dalla
che col volgere del tempo questo
prodotto naturale nato in origine spontaneamente o tramandato di
generazione in generazione, divenga
formazione libera e riflessa del diritto
mincia
in
una maniera assoluta
,
mente formale. Secondo questa idea
,
come la
il
substratum della
quale perciò non co-
nè è senza materia o purasi
dovrebbe opporre non già
la spontaneità naturale dello sviluppo alla legislazione,
ma la
le-
gislazione fondala negli elementi tradizionali alla legislazione as-
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G29 soluta, che fa astrazione dalle condizioni presenti e positive. Nel far valere questo pensiero
storica
ha
mos'rato una eccessiva avversione contro
forse
testà sovrana, in
e vuole.
Ma
a fronte del sistema dominante, la scuola
quanto che ordinando
sua polemica contro
la
le leggi, riflette,
la idea c
modo
il
la po-
delibera
della codi-
ficazione, che erano in gran favore, è del tutto fondata; c per
modo
vedere in
certo e sicuro che ella ebbe ragione di combat-
tere Thibaut e di
non riconoscere
zione per la legislazione
,
diGcazione per la Germania
condo
fatta nel senso assoluto del in quel
diritto
,
,
se-
sarebbe stata
romano come era compreso
potere della cognizione del diritto germanico
il
sullo stato giuridico
,
quale
la
d’ allora in poi
vita. Oggidì alle questioni
zione 0 lo sviluppo scientifico
nica 0 la particolare locale essere
Blunschii
voca-
che una co-
tempo, e cosi avrebbe, se non impedito, almeno ridotto
quasi a nulla
nuova
:
allora avesse avuto luogo
se
,
osservazione verissima di
la
tempo alcuna
in qitel
solamente notare
basta
,
:
la
,
se
il
legislazione
da per tutto è
di
persone
dalle
considerare
gli
comune germa-
contenuto delle leggi debba
romano o nazionale, germanico? non
dere in abstraclo
ha acquistato una
se sia da preferire la legisla-
si
può più rispon-
assennate; ciò che importa oggetti e
i
bisogni determinali
e di fare che la conoscenza legislativa sia matura^ certa e precisa.
La scuola
storica ci
ha aQrancati dal metodo schematico
e meccanico di intendere lo stato giuridico c dischiusa la via
per comprendere e giudicare imparzialmente la vita reale in tutta la sua ricchezza e ne’ suoi bisogni particolari
chè
veramente
frutti
,
fa
d’
uopo che
venga anch’ essa uno schema ai bisogni della
(2)
Cfr.
,
ma
si
la
;
ma
sua teoria non
perdi-
adatti alla realità ed
vita (1).
su tutto ciò
la
presente opera T.
II,
I
libro
§
16 e p. àOl
e seguenti.
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,
630 La scuola presentanti
,
storica,
non
si
particolarmente
veramente, come scuola dovea occuparsene tivo
ma
;
i
suoi più illustri rap-
occuparono della di
E
filosofia del diritto.
giurisprudenza positiva, ella non
a ciò
aggiunse forse un altro mo-
si
ed era un’ intima ripugnanza per questo genere di studi
,
perchè ella attese principalmente a combattere una filosofia del
diritto
e
che
fiducia,
la falsa
neva. Ella era formata di valentuomini,
come
consisteva nel comprendere
il
per
criterio
sicuro,
erronea ripo-
si
cui merito peculiare
intuito
ad
vita e la storia in tutta la loro ricchezza,
norma morale con
quella
in
ma non
immediato
la
applicare
la
già nel risolvere
tutta questa cognizione in concetti e fondarla nella deduzione
metafisica. Cosi questa parte della scienza del diritto tivata dalla scuola storica.
non può essere storica, e
La
non fu
in generale stimata
come un prodotto
nemmeno come un documento
col-
Hugo
filosofia del dritto positivo di
della scuola
della fede filosofica di
questa scuola. Questo libro è prezioso nella sua polemica e ricco di osservazioni giudiziose ricavate dalla realità della vita,
tutto oscuro
segue
quanto
al principio.
metodo prammatico, tralasciando ogni
il
c giudicando solamente fine
) ;
secondo
la
(conformità
finalità
;
zionalità, senza
da un’ altra parte applica
la
col
regola della ra-
che dica espressamente o almeno
dere dalla stessa applicazione
,
si
possa ve-
che cosa intende per raziona-
Questo libro non contiene alcun vestigio di ciò che
chiamare
il
può
si
carattere proprio della scuola storica ; cioè, la idea
della individualità e destinazione
morale delle nazioni e
sviluppo continuo e tradizionale del diritto;
ancora
Hugo
regola elica
da ciò nascono quelle brutte apologie della schiavitù
e della tortura
lità.
ma del
In grandissima parte
Io spirito dell’ antica
coltura
,
il
ma
vi
delio
domina
quale però qui
di-
strugge scetticamente tutte le sue produzioni.
Questo difetto
di
una fede
filosofica
fu
sovente
causa
di
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,
631 errori nell’ interno della scuola e di falsi giudizi al di fuori.
Cioè a dire,
si
suppose che
non ammettesse alcuna re-
ella
gola etica assoluta del diritto,
ma
una regola
soltanto
rela-
tiva e proporzionata alla diversità di condizioni e di coltura
0 che ella credesse vana e da schivare ogni ricerca scientifica
(
del diritto
filosofia
)
di quella regola.
allo spirito di questa scuola.
11
nella coscienza, che questo
giudizio
concetti razionali e principi astratti
tempo zione
lo
cercava la
umana
;
filosofia
ciò è contrario
— ma
si
—
istituzioni
fondi
non
ma
,
puri
nei
ne’ quali insino a quel
quanta
in tutta
la
cogni-
e particolarmente che debba ad un tempo de-
rivarsi dallo stesso
sviluppo
storico; che, presupposti
i
cri-
moralità (Sittlichkeit),
universali della giustizia e della
teri
Ma
quale non consiste nel rinun-
ad ogni giudizio morale sulle leggi ed
ziare
tutta la individMlità tradizionale delle leggi e delle istituzioni
progredita nel volgere de’tempi sia bligatorio,
ma
quale non
si
un elemento moralmente ob-
possa mettere da parte senza necessità,
bisogna sempre seguire come norma nel perfezionamento del
diritto.
La scuola storica non
ma nega di
il
fa
zialissimo di questa scuola,
quantunque
contenuto
ella
11
non
principio essenl'abbia espresso,
è una profonda verità filosofica
anzi sia forse ignoto a’ più, il
il
valere la regola relativa o piuttosto indivi-
duale che fino allora era stata trascurata (1).
cioè,
morale assoluta ;
rigetta la regola
solamente ciò che allora si considerava come
questa regola, e
il
rispetto di ciò che esiste, la
e cautela nei cangiamenti,
il
gliori e più essenziali.
moderazione
pensiero e considerazione di una
potenza superioi'e, dalla quale bisogna attendersi
le
Vedi quest'opera,
cose mi-
In ciò consiste la pietà considerata nel
suo motivo più intimo; c tale è quella sollecitudine per
(1)
,
riconoscere nella storia una intelligenza vivente, un go-
verno divino. Quindi
lib.
II,
scz. II,
§
la storia,
6à.
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,
conservazione di ogni
la
sacro terrore, che
ci si
particolare e
istituto
proprio, e quel
apprende neH’animo innanzi a tutto
ciò
che è avvenuto senza nostra coopcrazione. Lo stesso pregio considerevole e sostanziale, che
si
attribuisce alla tolalilÀ dei par-
«
diritto positivo nel passato
ticolari sulle disposizioni del
presente, presuppone un nesso cosmico, secondo
una legge
logica,
prema d’ogni
ma
e
la personalità
causa su-
libertà è la
la
c nel
quale non
il
esistenza (I). Quindi Thibaut nella sua ultima ope-
non senza
ricciuola, piuttosto piccante contro la scuola storica,
ragione la chiama pietista.
Adunque
la
cioè,
filosofia,
scuola storica ben lungi dal mettere da parte la l’elica del dritto,
contiene piuttosto un nuovo e
più profondo principio filosofico; se non che questo
solamente
modo, come
al
dotto e perfezionato, istituzioni
rali
non
È
fa
dritto nasce,
si riferisce
e dev’essere intro-
al contenuto, cioè le giuste
c leggi. Ella non esclude una teoria
intorno a quest’oggetto, ella
il
e non
ma
e mo-
filos