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Italian Pages 270 [136] Year 1963
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Antonio La Penna C
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Orazio e Pideologia del pr1nc1pat0
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Copyright © 1963 Giulio Einaudi cditorc s.p. a., Torino
Seconda edizionc
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Giulio Einaudi editore
Indice Q
P-9
Avvertenza
Orazio e l’icleologia del principato I3
La lirica civile e l’ideologia del principato
125
Poesia civile e vita galante ne1l’et51 augustea
136
Architettura e motivi del quarto libro delle Odi
148
Orazio, Augusto e la questione del teatro latino I1 significato culturale e sociale del classicismo latino
163
Appendici 203
1. (Epist. I 6, 15 sg.). Non era pero la filosofia degli straccioni, con la sua esasperazione dell’ou3-toipxsta che menava alla fuga dal mondo, la pifi adatta a influire sulle discussioni politiche. Il motivo in cui diatriba e politica si incontravano pifi felicemente, era il ritorno aHa semplicita e purezza dei costumi antichi: come in Grecia platonismo, cinismo, stoicismo idealizzavano Sparta e davano un sostegno ideologico alla reazione
antidemocratica, cosi la diatriba alimentava l’esaltazione della Roma arcaica, ideale del catonismo. Anche su questo terreno incontriamo, naturalmente, Varrone, che preparo la cultura e gli ideali etico-politici augustei non meno, e forse piu, di Cicerone: la ricostruzione delle antichita romane e italiche e la satira diatribica sono animate, in parte, da uno spirito unico 3. Ma, come era accaduto che la Sparta di Licurgo servisse di ideale nella rivoluzione antiaristocratica e antilatifondista dei tempi di Agide e Cleomene, con il contributo ideologico dello stoicismo di Sfairo, cosi, ma in misura pifi larga e con maggior continuita, l’ideale di Roma arcaica agi anche tra le masse romane ed italiche in favore dei populares: la Roma arcaica, anteriore alla distruzione di Cartagine, non era solo la Roma senza lusso e sen-
‘ La precarieta di questo equilibrio diventa aperta, insanabile contraddizione ne1l’0pera interessante e stimolante di H. DREXLER, Horaz. Lehenswirlelichkeit und ethische Theorie,
Gottingen 1953. L’0pera, che qui non é possibile discutere, e ancora inedita, ma si pub leggere in microfilm.
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Per l’elogio dei costumi arcaici nelle Sat. Men. cfr. fr. 11, 63, 186-90, 195 sg., 479, 488
524-27, 537 Buech.°.
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Orazio e l’ideologia del principato
za corruzione, ma era la Roma dei piccoli proprietari. Cio si avverte in Sallustio e ancora al principio dell’eta augustea: le odi civili di Orazio hanno sotto questo riguardo un significato importante. Iam pauca aratro iugera regiae Moles relinquent... 3.
L’ode incomincia con una descrizione indignata del lusso contemporaneo: laghi artificiali enormi, immensi giardini lussuosi; di fronte a questo l’ideale del passato, la Roma di Romolo e di Catone, e questa e caratterizzata soprattutto dalla modestia del censo: Privatus illis census erat brevis, Commune magnum... 3.
La mania delle grandi ville marine e condannata nelle odi romane (III 1, 33 sgg.), come é derisa nelle Epistole (I 1, 83 sgg.). Ma, senza stare a ricordare luoghi comuni a tutti noti, richiamero un passo in cui la tradizione graccana si sente viva e dolorosa (Carm. II 18, 15 sgg.): Truditur dies die Novaeque pergunt interire lunae; Tu secanda marmora Locas sub ipsum funus et sepulcri Inmemor struis domos Marisque Bais obstrepentis urges Summovere litora, Parum locuples continente ripa. Quid quod usque proximos . Revellis agri terminos et ultra Limites clientium Salis avarusP Pellitur paternos In sinu ferens deos Et uxor et vir sordidosque natos.
Questo latifondista insaziabile, la cui empieta (. Il passo non ricorre precisamente in un’ode civile, ma alla sua luce la polemica di Orazio contro la ricchezza smisurata e insaziabile acquista un valore che va al di la della letteratura 0 della ripetizione dei luoghi comuni diatribici; acquista tutto il suo valore, per es., Carm. III 24, ode che probabilmente precede le odi romane e forse accompagna le prime formulazioni del programma etico-politico di Ottaviano dopo Azio. Le piaghe fondamentali da eliminare sono la fame di ricchezza e di lusso (l’ode incomincia con una condanna dei palazzi immensi) e la licenza sessuale; ma la : vale per Augusto, pur su un piano diverso, l’ammonimento che Orazio rivolge ad ogni Romano (Carm. III 6, 5): '. Lo
slogan della libertas é non solo letterario, ma >. Come il mos e la tradizione contavano pifi della legge scritta, cosi queste manifestazioni di massa spontanee (o considerate tali) servivano a consolidate il regime piu dei comizi o dei decteti del senato '. Con questo clima si accorda la forma che in questo periodo va prendendo il culto impetiale, forma piti familiare e popolare che solenne e ben radicata nelle tradizioni religiose familiari e popolari. Il Genius dell’imperatore 8 venerato tra i Lares; Augusto il 14 o poco dopo colla divisione della citta in quartieri organizza accuratamente
il culto dei Lares Compitalicii e, implicitamente, il proprio culto ’. Anche in questo Augusto ha dato prova del suo tatto politico: inserendo il culto in una forte tradizione romana, mostrava di rispettarla, ma nello stesso tempo dava al culto dell’imperatore una penetrazione popolare che non avrebbe potuto conoscete sotto altta forma: il culto arrivava ai compita e penetrava nelle famiglie; si dava nuova vita ad associazioni religiose plebee, che verso la fine della repubblica avevano dato pteoccupazioni ai ceti dominanti come organizzazioni sediziose e che adesso, invece, servivano a sostenere il regime paternalistico. Inoltre questa nuova forma di culto assorbiva l’assimilazione agli eroi salvatoti e benefattori, Ercole, Bacco, i Dioscuri, Romolo: giacché verso la fine della repubblica (e anche in questo l’influenza di Varrone dev’essere stata decisiva) i Lares erano stati assimilati ai Souiuovag e questi almeno fin dal tempo di Esiodo erano ‘ Sul motivo ideologico del consensus universorum cfr. 1-1. U. INSTINSKY, oc Bloc: l’autorc si accontenta di una brevissima chiusa in cui esorta se stesso e gli ascoltatori a celebrate >: > (5 sg.), e, meglio, nel carme seguente, dove ricompare la varieta delle condizioni umane, ciascune delle quali, tuttavia, pub menare alla virtfi e a Dio’. I1 confronto, perb, piii calzante con Orazio si trova nell’inno .9 di Sinesio (90 sgg.)