La Bibbia dei Settanta. Testo greco a fronte. Pentateuco [Vol. 1] 8837225466, 9788837225469

Qual è il significato di proporre in italiano la prima traduzione della Bibbia greca dei Settanta? Non c'è solo un

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Table of contents :
Premessa
Introduzione storica ai LXX
La questione filologica
Tradurre i LXX
Bibliografia essenziale
Indice delle abbreviazioni
Nota alle trascrizioni dall'ebraico e dall'aramaico
Prefazione al Pentateuco dei LXX
Genesi
Esodo
Levitico
Numeri
Deuteronomio
Sommario
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La Bibbia dei Settanta. Testo greco a fronte. Pentateuco [Vol. 1]
 8837225466, 9788837225469

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La Bibbia dei Settanta Opera diretta da Paolo Sacchi in collaborazione con Luca Mazzinghi

1.

Pentateuco

a cura di Paolo Lucca

MORCELLIANA

Titolo originale:

Septuaginta © 2012 Editrice Morcelliana Via Gabriele Rosa 71 - 25121 Brescia

Traduzione di: Paolo Lucca - Elena Sgiarovello - Giovanni Ibba - Cristina Termini

Redazione di Marco Bertagna

Prima edizione: giugno 2012

Con il sostegno di

o a2a

www.morcelliana.com

l diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo

(compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SlAE del compenso previsto dall'art. 68, comma

4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dell'accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS, SLSl e CNA, CONFARTIGIANATO,

CASARTlGIANl, CLAAl e LEGACOOP il 17 novembre 2005. Le riproduzioni ad uso differente da quello personale potranno

avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rila­ sciata da AIDRO, via delle Erbe n. 2, 20121 Milano, telefax 02.809506, e-mail [email protected]

ISBN 978-88-372-2546-9 Tipografia La Grafica s.n.c. - Vago di Lavagno (Vr)

PREMESSA

Tutto cominciò il 3 febbraio 2004, quando fui raggiunto per telefono da Edoardo Pia, redattore della casa editrice UTET di Torino. Pia mi offrì a nome della UTET di assumere la direzione di una traduzione della Bibbia dal greco e di organizzare il lavoro. In realtà il 3 febbraio 2004 non fu il vero punto d' inizio. Il problema era nell'aria da tempo. Quando, negli anni 80, lavoravo con Pia e con Anna Ferrari all 'edizione degli apocrifi dell 'Antico Testamento per la UTET, mi capitava spesso di parlare coi redattori di molte cose e non solo dell 'edi­ zione che curavo. Così, parlando di apocrifi, il discorso sconfinava natural­ mente nel contesto culturale dell 'ellenismo e delle origini cristiane. I testi di Qumran, che la UTET aveva già pubblicato nel 197 1 ad opera di Luigi Moraldi, e gli apocrifi dell 'Antico Testamento, che cominciava allora a pubblicare, fanno parte del tessuto religioso e culturale dell 'elleni­ smo, nel quale anche i Settanta videro la luce. Alcuni apocrifi come il Terzo Libro di Ezra o i Salmi di Salomone si trovano anche nelle bibbie greche, e nelle grotte di Qumran sono stati scoperti frammenti di apocrifi in lingua originale: se non li avessimo già conosciuti nelle traduzioni operate da cristiani e noti per tradizione manoscritta, li considereremmo frammenti qumranici alla stregua di quelli prima ignoti e pubblicati nelle raccolte di testi qumranici. C'è qualcosa che unisce e attraversa tutti i libri della reli­ giosità giudaica precristiana. Come si può intuire da quanto detto, il concetto di apocrifi, come cor­ pus letterario, è sfuggente. Per fare una lista di apocrifi, bisogna sempre rifarsi a un canone. Testi oggi considerati apocrifi ed esclusi dal canone dei libri ispirati sia dalla sinagoga sia da tutte le chiese cristiane d'occidente, possono trovarsi fra i libri considerati ispirati dalle chiese orientali e da quella copta. Non tutti, ché molti sono fuori anche da queste, specialmen­ te quelli di ambiente egiziano. La chiesa copta è quella che ha tradotto e conservato il maggior numero di libri che per l ' occidente sono apocrifi . Va, però, notato che il confronto fra chiese orientali e occidentali è squilibrato, perché l 'unico elenco di libri ispirati e dichiarati tali da un concilio è quello stilato dai padri conciliari di Trento e le chiese ortodosse non partecipava­ no a questo concilio. I padri conciliari di Trento non stilarono un solo elenco, ma ne fecero due: primo canone e secondo canone. Nel primo stanno i libri accolti da tutte le tradizioni : sono i libri della Bibbia ebraica; nel secondo ci sono solo alcuni di quelli trasmessi dalle tradizioni delle chiese cristiane, libri

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Paolo Sacchi

che, quindi, non si trovano nelle bibbie ebraiche. I protestanti chiamano apocrifi proprio questi libri del secondo canone, mentre agli apocrifi della tradizione attribuiscono il nome di pseudepigrafi . Considerando questa situazione dei testi della letteratura religiosa giudaica precristiana e del cristianesimo delle prime origini, l 'opportuni­ tà di pubblicare la traduzione della Bibbia dal greco si andava delineando nell 'ambiente della UTET, ma era frenata dalle esigenze di bilancio, che ritardavano la stessa uscita degli apocrifi, tanto che la UTET finì col rinun­ ciare alla continuazione della loro pubblicazione. In effetti l 'edizione degli apocrifi continuò presso la Paideia di Brescia che la condusse a termine nel giro di pochi anni, fra il 1997 e il 2000. Sembrava che per la traduzione della Bibbia dal greco non ci fosse spazio. Invece Pia trovò all ' improvviso uno spiraglio nei bilanci UTET per infilarci la traduzione della Bibbia dal greco. Pia mi disse che l 'edizione doveva avere un carattere "laico" e il taglio dell 'alta divulgazione. In quanto a "laico", intesi "storico" e accettai. Non volevo entrare in problemi teologici, per i quali non ho nessuna competen­ za, ma solo spiegare il pensiero antico. In questa prospettiva aveva grande importanza il rilievo delle differenze fra Bibbia ebraica e Bibbia greca. Pia mi chiese di fare tutto in un anno o, comunque, nel più breve tem­ po possibile. Per accorciare al massimo i tempi, pensai il lavoro diviso in quattro sezioni parallele corrispondenti alle quattro grandi divisioni della Bibbia greca: Pentateuco, Libri storici, Libri sapienziali e Libri profetici. Li affidai, neli' ordine, a Piero Capelli, a Pier Giorgio Borbone, a Corrado Martone, a Liliana Rosso Ubigli. Lasciai ai quattro curatori la responsabi­ lità della scelta dei collaboratori, possibilmente uno per ogni libro, in modo da far procedere il lavoro nella maniera più veloce possibile. Ho intuito dopo quelli che possono essere stati i motivi della fretta. I libri erano consegnati alla UTET via via che erano approvati. Il pro­ getto prevedeva che l 'opera uscisse in maniera compatta: il numero dei vo­ lumi non fu stabilito. Il testo greco da cui tradurre fu individuato nell'edi­ zione del Rahlfs, un'edizione completa e facilmente accessibile. La revisio­ ne dello Hahnhart ancora non esisteva. Il testo greco in forma informatica fu trasmesso a tutti i collaboratori perché adattassero al testo greco i numeri delle note esplicative. Non volevamo fare nessuna nuova edizione del testo greco, ma solo offrire alla cultura italiana non specializzata la possibilità di leggere la Bibbia in una tradizione diversa da quella ebraica e cristiana occidentale. Il testo tradotto è pertanto solo la traduzione del Rahlfs: se in certi casi il traduttore ha sentito la necessità di scostarsi dal testo affidatogli, deve averlo dichiarato in nota. I criteri di edizione furono discussi e decisi in una riunione globale di tutti i collaboratori e traduttori che si tenne nei locali della UTET il 19 no-

Premessa

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vembre 2004. Dopo questi accordi le cose sono continuate, ma in maniera non così lineare. La UTET passò ad altro editore e Pia e Ferrari si ritirarono. Nella nuova politica editoriale della UTET la Bibbia greca si trovava fuori posto, ma sembrava che qualche possibilità restasse: ancora l'anno passato, nel febbraio 20 l O, si parlava di una ripresa per il completamento del lavoro di edizione. Intanto Piero Capelli aveva dato le dimissioni e la responsa­ bilità del Pentateuco passava a Paolo Lucca che già aveva collaborato con Capelli curando l'edizione del Levitico e dei Numeri. Poi, in data 4 maggio 20 l O, mi è arrivata la rinuncia definitiva da parte della UTET alla pubblicazione dell'opera. Dopo un momento di panico, perché non si possono perdere senza dolore anni di lavoro - dolore per co­ loro che vedevano nullificate le loro fatiche, dolore per la perdita di un'o­ pera che doveva riempire un vuoto vero e proprio nella nostra cultura -, la casa editrice Morcelliana ha ripreso in mano l 'edizione grazie all' interesse di Ilario Bertoletti. L'organizzazione del lavoro è restata la medesima, solo che ho voluto inserire nell 'organigramma della direzione dell'opera anche Luca Mazzin­ ghi per essere aiutato nel lavoro di coordinamento e controllo. Il mio ringraziamento va a tutti i collaboratori, che hanno lavorato non certo guidati da interesse economico, ma da quella passione per l 'antico, che si ricerca non perché antico, ma perché fa parte di noi. Nelle caratte­ ristiche della Bibbia greca, percepibili soprattutto nei libri sapienziali e profetici, sta un po' il segreto della sistemazione organica del primo pen­ siero cristiano. Gli autori del Nuovo Testamento mostrano di conoscere la Bibbia sia nella forma dell'ebraico sia in quella del greco, ma fu solo in greco che lessero la Bibbia apologisti e Padri. Esprimo poi, a nome mio personale e con la certezza di rappresentare il sentimento di quanti hanno lavorato al progetto, la mia gratitudine a Ila­ rio Bertoletti, che ha creduto in questo lavoro e col suo interessamento ne ha permesso la pubblicazione. Paolo Sacchi

PAOLO SACCHI INTRODUZIONE STO RI C A AI LXX

l. Generalia

Qualcuno può domandarsi se ha un senso presentare nel XXI secolo una traduzione della Bibbia fatta su un'altra traduzione sia pur antica. Ha un senso richiamare l 'attenzione sulla traduzione greca della Bibbia, se questa fu scritta in ebraico? Se la traduzione greca fosse una traduzione eseguita su base esclusivamente filologica e su un testo ebraico che fosse sicuramente lo stesso che leggiamo oggi, l 'operazione sarebbe inutile, ma sta di fatto che i traduttori greci non solo tradussero, ma anche interpre­ tarono; inoltre, tradussero da un testo ebraico che, in alcuni casi almeno, mostra di essere stato diverso da quello che abbiamo noi. L' intrecciarsi di queste realtà, che non sempre è facile distinguere, dette vita a un libro che assomiglia moltissimo alla Bibbia ebraica, ma non è uguale. Inoltre nelle bibbie greche c 'erano alcuni libri in più rispetto anche alla bibbie cattoli­ che, che già contengono qualche libro in più rispetto a quelle protestanti. Anche questo è un motivo di interesse. Può sembrare che il testo greco della Bibbia sia per noi solo un testo letterario del passato senza o con poche ricadute nella storia. La risposta è negativa. I primi cristiani e i Padri della chiesa lessero la Bibbia in greco e sul greco fu fatta la più antica versione latina. Questo equivale a dire che tutta la chiesa d'Occidente per almeno quattro secoli conobbe la Bibbia soltanto nella forma che ebbe in greco. È intuitivo che questo ha importanza nella sto­ ria delle chiese cristiane. La tendenza delle chiese occidentali va oggi verso il recupero sempre più pieno dell'originale ebraico; le traduzioni odierne ad uso dei fedeli sono tutte fatte sulla base del testo ebraico, al quale si cerca di avvicinarsi sempre meglio, anche se con dei limiti che chiariremo. Ma all ' inizio non fu così. Nelle pagine che seguono darò alcuni spunti, appoggiati da qual­ che esempio, per illustrare la storia della Bibbia greca nei suoi momenti fondamentali a partire dalla nascita avvenuta ad Alessandria, nell'Egitto tolemaico. Vanno chiarite alcune cose: la prima è che ad Alessandria fu tradotta soltanto la prima parte della Bibbia, il Pentateuco. Il resto seguì lentamente. Inoltre, i singoli libri mostrano di essere stati tradotti da perso­ ne diverse per gusto della lingua e per la loro comprensione del testo stesso della Bibbia ebraica. Di fronte a questa situazione la presentazione della

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Paolo Sacchi

Bibbia greca dipende un po ' dai testi presi in esame, ma la sua importanza nella storia della chiesa e della cultura è ben unitaria. Lascio a Corrado Martone il compito di illustrare gli aspetti più filologici del processo stori­ co che ha portato alla situazione attuale. La traduzione qui presentata è condotta sul testo di Alfred Rahlfs: Sep­ tuaginta, id est Vetus Testamentum Graece iuxta LXX interpretes, edidit Al­ fred Rahlfs, 2 voll., Privilegierte Wtirtembergische Bibelanstalt, Stuttgart 1935, ristampata più volte. Il titolo con quel iuxta LXX interpretes chiari­ sce che della Bibbia furono fatte in greco più traduzioni e che il testo edito è solo uno di questi, anche se il più antico e storicamente più importan­ te. È la traduzione fatta in ambienti ebraici grecofoni in epoca ellenistica precristiana e poi trasmessa dalla tradizione cristiana, mentre in ambienti ebraici nascevano altre traduzioni. Per queste si veda la seconda introdu­ zione, quella di Martone. Il testo del Rahlfs fu distribuito nel 2004 in forma informatica ai traduttori e commentatori perché adattassero i numeri delle note nel testo greco. Questo libro è destinato essenzialmente a lettori che si interessano di cultura e letteratura greca, non a ebraisti. Perciò, si evitano in maniera assoluta i caratteri ebraici. I testi ebraici sono sempre dati in traduzione, eventualmente scrivendo in traslitterazione parole ebraiche chiave. Qual­ che rara volta nelle note al testo può apparire anche un' intera frase ebraica, se il collaboratore lo ha ritenuto opportuno per la comprensione del proble­ ma. Il greco, ovviamente, non è mai trascritto.

2. Il nome e le origini La traduzione greca della Bibbia ebraica è generalmente chiamata Bibbia dei Settanta, normalmente abbreviata con LXX. Nell 'uso poi si scrive "i LXX" con la possibilità di avere anche "la Settanta" o "la LXX" secondo l ' uso di altre lingue europee. In francese i Settanta sono "la Sep­ tante", in inglese "the Septuagint (sing.)", in tedesco "die (femm. sing.) Septuaginta". In realtà, il nome di Bibbia dei LXX dovrebbe essere limita­ to al solo Pentateuco, come si vede dalle notizie che seguono. Il nome, Bibbia dei LXX, appare strano. La stranezza è spiegata dal racconto degli avvenimenti che portarono alla prima traduzione in greco del Pentateuco. Il racconto si trova nella Lettera di Aristea a Filocrate1, un 1 Per il testo della Lettera di Aristea, cfr. F. Calabi, Lettera di Aristea a Filocrate (l classici della BUR), Rizzoli, Milano 1 995, con testo greco a fronte. Senza testo a fronte, cfr. C. Kraus Reggiani, La Lettera di Aristea a Filocrate, Istituto di Filologia Classica Università di Roma, Roma 1 979; cfr. anche L. Troiani, in AAT 5, pp. 1 73-2 1 7 .

Introduzione storica ai

LXX

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libretto datato intorno al II sec. a. C. senza che si possa essere più precisi. Sotto lo pseudonimo greco di Aristea si nascondeva un ebreo dell ' Alessan­ dria ellenistica che si accreditava presso l 'ambiente greco con lo pseudo­ nimo greco; anche il nome del destinatario, Filocrate, è uno pseudonimo e anche questo greco. A parte la parola usata nel titolo, la Lettera di Aristea non ha nessun carattere epistolare. È un buon documento per illustrare i rapporti che esi­ stevano fra ebrei e ambiente grecofono nell ' Egitto tolemaico. Ho usato l 'aggettivo "tolemaico", perché si riferisce a un lasso di tempo molto va­ sto. In effetti, la data di composizione dell' opera è un problema aperto: con certezza si può dire solo che fu anteriore all 'opera di Flavio Giuseppe, per­ ché da questo riassunta (cfr. Flavio Giuseppe, An t. XII, 1 2- 1 1 8) e posteriore a Tolomeo II Filadelfo (283-246 a.C.) o, per essere più precisi a Demetrio Falereo, direttore, se così può dirsi, della famosa biblioteca d'Alessandria e scomparso in disgrazia del re nei primi anni di regno di questo. Demetrio è personaggio importante della Lettera. Inoltre è certo per l'analisi inter­ na che l' autore non era contemporaneo degli avvenimenti che narrava. La data più probabile dell ' opera è fra la fine del m e il II sec. a.C. L'autore racconta che Demetrio Falereo era stato messo a capo del­ la biblioteca di Alessandria da parte del re, il quale gli aveva affidato un immenso progetto culturale finanziato con fondi adeguati: «raccogliere, se mai possibile, tutti i libri del mondo», EÌ OUV(X't"OV, a7mv·ra Tà xaTà T'JÌv oìxouJlÉVTJV �t�Àia (Arist. § 9). In questo sforzo di fare dell' Egitto ellenistico il centro culturale e spirituale del mondo, il libro sacro degli ebrei non poteva mancare. Demetrio dice al re di aver già raccolto più di ventimila libri, ma che presto arriverà ai cinquecentomila. Se qualcosa su­ scita stupore nel progetto ebraico di Demetrio è la sua limitatezza. È mol­ to probabile che al suo tempo non esistesse ancora il concetto di Bibbia, come opera unica raggruppante una tradizione religiosa, ma accanto alla Legge (in ebraico Torah, il Pentateuco della tradizione cristiana) esisteva­ no sicuramente - già nel m sec. a.C. - le raccolte degli scritti profetici e l'opera storica che terminava con la caduta di Nabucodonosor e l 'avvento di Awil Marduk (56 1 a.C.), in pratica le parti narrative del Pentateuco se­ guite dai libri «storici», dai Giudici fino all 'ultimo libro dei Re. Demetrio cercò di procurarsi soltanto quella parte della Bibbia, in cui la legge era predominante. Lo scopo per cui Demetrio volle avere nella Biblioteca di Alessandria la traduzione in greco della Torah poteva essere molteplice. La notizia della Lettera che Demetrio cercasse di raccogliere nella biblioteca di Alessandria quanti più libri possibile è accettabile e l ' esistenza di libri ebraici doveva essere ben nota. Il fatto, però, che Demetrio, d'accordo col re, si limitasse a cercare solo la parte legislativa della Bibbia fa pensare

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che, oltre all' interesse di politica culturale, ci fosse il desiderio di mettere a disposizione del governo tolemaico anche le leggi cui si atteneva la nu­ merosa comunità ebraica d'Egitto. Se poi alla traduzione della Torah seguì lentamente la traduzione completa, questo è da imputarsi all' interesse reli­ gioso degli ebrei che col passare delle generazioni perdevano sempre più la conoscenza dell'ebraico e avevano bisogno di una Bibbia tradotta. L'autore della Lettera mette queste parole sulla bocca di Demetrio: «Mi hanno informato che anche le leggi (voJ.ltJ.la) degli ebrei meritano di essere tradotte e di stare nella tua biblioteca». Demetrio sembra cercare espressamente solo le leggi. Il re ordinò di scrivere al sommo sacerdote degli ebrei per poter realizzare il progetto. Il re chiedeva, evidentemente, data l ' importanza e la delicatezza dell'argomento, un testo autorizzato dal tempio, che rappresentava il centro spirituale dell'ebraismo. L'autore dice di avere assistito a questo colloquio fra il re e Demetrio (rraQ6vnov tlJ.lOOV), ma è certamente falso. Resta comunque che l'analisi interna dei libri tradotti in greco conferma che ci fu un primo nucleo di libri tradotti, i cinque del Pentateuco, e che questa traduzione può ben risalire al 111 sec . a.C. Gli altri libri seguirono via via: la traduzione può considerarsi completata nel 1 sec. a.C. Comunque, nell'ambiente alessandrino ai libri della Bibbia ebraica furono aggiunti altri libri che non appaiono nel cano­ ne ebraico quale si formò nella nostra era. Alcuni di questi libri aggiunti erano tradotti da originali ebraici composti in Palestina, come il libro del Siracide, scritto in ebraico intorno al 1 80 a.C. e tradotto in greco intorno al 1 30, o composti direttamente in greco come i Maccabei o la Sapienza. Così la Bibbia greca, detta nell'uso ormai dei LXX, è più ampia di quella della tradizione ebraica. L'autore della Lettera ci tiene a sottolineare alcuni aspetti della tradu­ zione, aspetti che hanno interesse anche per la storia. Se, soprattutto nel passato recente, il contenuto della Lettera era ritenuto leggendario, oggi si presta molta più fiducia al suo autore di una volta per un motivo che vedre­ mo. In ogni caso le notizie della Lettera nell'antichità furono ritenute vere e questo influì sull'importanza e la diffusione del testo greco, anche oltre il testo della Torah, perché col nome di Settanta si intese già nell'antichità tutta la Bibbia greca precristiana. L'autore della Lettera sottolinea che il libro da tradurre veniva dal Tempio di Gerusalemme. Non solo, il Sommo sacerdote non si limitò a inviare ad Alessandria il libro richiesto, ma prov­ vide anche a formare un 'équipe di traduttori di tutto riguardo: «Alla pre­ senza di tutto il popolo abbiamo scelto nobili e venerandi Anziani, sei per ogni tribù, e li abbiamo mandati consegnando loro la Legge. Farai dunque bene, o re giusto, a dare ordine che, avvenuta la traduzione dei libri, tali uomini ritornino in piena sicurezza presso di noi» (§ 46). Segue la lista dei

Introduzione storica ai LXX

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settantadue nomi. Per lo storico che narra i fatti, i settantadue nomi sono inventati, ma per chi studia i LXX, questi settantadue nomi di personaggi scelti da tutte e dodici le tribù di Israele hanno un altro valore: c 'era ad Alessandria una comunità che leggeva una Bibbia che era la traduzione di un testo uscito dal Tempio di Gerusalemme, affidato dal Sommo Sacerdote a uomini particolarmente degni di fiducia e appartenenti a tutte e dodici le tribù di Israele, quando la Palestina era ormai sede della sola tribù di Giuda. L'autore della Lettera ci tiene a mettere in evidenza che il testo ebraico che fu tradotto proveniva dal Tempio, cioè dal centro spirituale di tutti gli ebrei, non solo degli abitanti della Giudea, ma di tutto il mondo e i saggi appartenenti a tutte le tribù di Israele e mandati dal tempio erano la conferma dell 'universalità ebraica della traduzione. Restava all 'autore della Lettera di garantire la bontà della traduzione: Filone d'Alessandria (1 sec. d.C.) era convinto della fedeltà all 'originale della Bibbia dei LXX e parlò di un miracolo, perché evidentemente anche lui ci teneva a garantire se non altro a se stesso la bontà della Bibbia che leggeva: i settantadue traduttori avrebbero tradotto tutti il testo completo della Torah e si sarebbe constatato alla fine che tutte e settantadue le tra­ duzioni erano uguali2• L'autore della Lettera raccontava, invece, qualco­ sa di più umano e verosimile. Demetrio condusse i settantadue traduttori nell'isoletta di Faro dove lavorarono tranquilli sotto la sua direzione, oggi diremmo coordinamento, per settantadue giorni (§ 307). «Essi eseguiva­ no il lavoro accordandosi tra loro attraverso confronti» (§ 302). Dunque, gli ebrei d'Egitto si vantavano di avere un'ottima traduzione della Bibbia, almeno per ciò che riguarda il Pentateuco. L'opera di Filone è documento di come quel filosofo e ottimo ebreo che fu Filone usava la Bibbia greca senza dare importanza al fatto che era una traduzione; era sì, una traduzio­ ne, ma garantita da un miracolo. Ciò che poi assimilava ulteriormente la traduzione greca ali ' originale ebraico era il fatto che la traduzione fu letta a tutto il popolo: «Quando il lavoro fu a fine, Demetrio radunò il popolo degli ebrei nel luogo dove era stata fatta la traduzione, la lesse a tutti, alla presenza anche dei traduttori che ebbero una grande accoglienza da parte della folla, perché avevano cooperato a un'opera molto buona» (§ 308). Qui non si tratta di stabilire se è più attendibile e quindi filologica­ mente migliore il testo ebraico o quello greco, ma vogliamo solo mettere in evidenza il fatto che ebrei della diaspora ellenistica usavano una Bibbia della bontà della cui tradizione erano certi. La usavano pertanto nelle loro sinagoghe. La predicazione cristiana che si appoggiava, almeno nei primi tempi, sulle comunità ebraiche della diaspora poté esporre il suo credo facendo riferimento a profezie che gli ascoltatori potevano leggere. I LXX 2 Filone, Mos.

n,

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finirono così col diventare il testo della Bibbia dei cristiani. Effettivamente fra le molte divergenze fra Bibbia ebraica e Bibbia greca ve ne sono alcune che si prestavano facilmente all' interpretazione cristiana. Gli ebrei restati fedeli alla tradizione non si fidarono più di questo testo e dettero vita ad altre traduzioni, delle quali è data notizia nella seconda introduzione3•

3 . Le caratteristiche dei LXX difronte al testo ebraico La Bibbia, dunque, dei LXX presenta divergenze rispetto al testo ebraico receptus, quello di tutte le edizioni medievali e moderne, detto co­ munemente testo masoretico4• La caratteristica del testo ebraico, a partire almeno dall'epoca cristiana, è di avere una tradizione straordinariamente unitaria. Questa tradizione con scrittura puramente consonantica è con­ tinuata fin verso la fine del primo millennio, quando si sentì il bisogno di fissare la pronuncia aggiungendo segni vocalici sotto forma di punti e lineette, generalmente posti sotto le consonanti. Naturalmente l ' inserimen­ to delle vocali costituì un' interpretazione precisa del testo e spiega come traduzioni antiche, quali i LXX, possano talora divergere dal testo ebraico, senza che si possa parlare di varianti nella tradizione manoscritta: talvolta i traduttori, vocalizzando mentalmente, leggevano il testo in maniera diver­ sa da come fu vocalizzato e scritto, quindi fissato, dai masoreti medievali. Alcuni casi di questo genere sono segnalati nelle note al passo. Resta il fatto che in epoca precristiana degli ebrei leggevano passi del testo conso­ nantico in maniera diversa, cioè con vocali diverse e quindi con significati diversi, da come fu letto verso la fine del primo millennio nella scuola, nel senso alto del termine, ebraica di Tiberiade. Tre furono i sistemi di vocalizzazione che fanno capo a tre scuole diverse, dette palestinese5, babilonese6 e tiberiense7• Quella che si è affer­ mata è l 'ultima. 3 Giova ricordare che accanto al testo del Pentateuco ebraico e a quello che fu dei LXX, esistette in Palestina un altro Pentateuco, quello dei Samaritani . 4 L'aggettivo "masoretico" deriva dalla parola ebraica masorah, che significa «tradizione>>. l masoreti erano coloro che curavano la tradizione del testo, e avevano due funzioni principali che li distinguevano: c'erano quelli che si occupavano della trasmissione e quindi della scrittura del testo consonantico e quelli (detti puntatori, naqdanim) che si occupavano di aggiungere le vocali al testo consonantico. Le vocali erano rappresentate da piccoli segni, normalmente punti, da scriversi per lo più sotto ogni consonante. 5 Cfr. B. Chiesa, L 'Antico Testamento Ebraico secondo la tradizione 'palestinese ', Bottega d'E­ rasmo, Torino 1 978. 6 Cfr. P. Kahle, Der masoretische Text des A. T.s nach der Ueberlieferung der babylonischen Juden, Leipzig 1 902 [ristampa Olms, Hildesheim 1 966]; G. Mi letto, L 'antico testo ebraico nella tradi­ zione babilonese: i frammenti della Genizah (Quaderni di Henoch, 3), Zamorani, Torino 1 992. 7 Cfr. B. Chiesa, The Emergence of Hebrew Biblica/ Pointing. The Direct Sources (Judentum

Introduzione storica ai LXX

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A parte i l fatto non trascurabile che i libri della Bibbia greca sono più numerosi di quella ebraica, anche ali 'interno dei libri comuni a entrambe le tradizioni esistono differenze. Le divergenze sono di più tipi. Ci sono varianti attribuibili a deficienze del traduttore nella conoscenza di una delle due lingue, varianti costituite semplicemente da aver letto le stesse conso­ nanti ebraiche in modo diverso da come fu letto dalla tradizione ebraica medievale, piccole e grandi omissioni o aggiunte che non cambiano molto il senso, varianti che incidono sul senso indipendentemente dalla loro gran­ dezza. Il libro di Geremia greco, per esempio, è assai più lungo di quello ebraico e il materiale comune è ordinato in maniera diversa. Anche se le differenze fra testo ebraico e LXX sono numerose, tutta­ via è difficile indicare una tendenza precisa nelle variazioni. Non si può parlare di una teologia dei LXX, anche perché la necessità di studi in tal senso appare qua e là fra gli studiosi, ma per ora non esiste nessun tentativo di interpretazione globale8• A parte il fatto che non è sempre chiaro se le differenze del testo greco dipendono dalla traduzione o da aver usato come modello un testo ebraico già divergente nelle stesse consonanti da quello che sarà il masoretico medievale, resta che il testo greco fu tradotto durante tempi diversi da traduttori diversi. Questo fa sì che certe traduzioni che possono essere definite antiantropomorfiche sono accompagnate da altre dove l ' antropomorfismo dell'originale è mantenuto. Il traduttore dei Salmi tradusse normalmente $Ur con rtÉ't'Q> ( 1 9 1 5), pp. 399-439.

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Il problema dei LXX nel Nuovo Testamento è posto in nuova luce dal­ la scoperta a Qumran di alcuni frammenti ebraici che contengono un testo che è il modello di quello dei LXX. Troppo pochi per affermare che i LXX sono la traduzione di un testo ebraico diverso da quello receptus, ma resta il fatto che almeno alcune varianti dei LXX devono adesso essere studiate come varianti interne dell' ebraico2 8• Il passo di Mt 1, 29 considera la nascita verginale di Gesù come realiz­ zazione della profezia contenuta nel testo greco di fs 1, 1 4 che abbiamo già incontrato come uno dei passi che caratterizzano i LXX di fronte al testo ebraico. Il testo ebraico leggeva che Dio avrebbe dato al re Acaz un segno riguardante la prossima liberazione da un nemico e il segno era «Ecco, la giovane donna è incinta e partorisce un figlio e tu (riferito al re Acaz) lo chiamerai Emanuele». La profezia di Isaia come è scritta nel testo ebrai­ co riguardava un avvenimento che si sarebbe dovuto verificare in breve tempo: la donna è già incinta. L'ebraico seguita: «Prima che l 'adolescente sappia rigettare il male e scegliere il bene, il paese, per cui tu tremi a causa dei suoi due re, sarà abbandonato». I LXX tradussero: «Ecco, la vergine (rta.Q9Évoç) concepirà (EI;Et Èv ya.> e che può essere letta con valore di futuro impersonale29• Forse 28

Cfr. La questione filologica di C . Martone.

29 Il codice S (Sinaitico) ha xaì..&cret, che corrisponde ali ' interpretazione/traduzione più comune

de li' ebraico wqr Kaì..&cret, letto nel contesto greco, ha come soggetto la vergine, ma in ebraico questa ·.

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Paolo Sacchi

Matteo non operò nessun cambiamento nel testo che aveva a disposizione. Nel mondo giudaico del 1 secolo dovevano girare vari tipi di testo.

5. I LXX nella chiesa delle origini

Con la sua affermazione in occidente, il cristianesimo diffuse il testo greco della Bibbia, cioè quello dei LXX30• La speculazione teologica e filo­ sofica cristiana aveva necessariamente come base il testo greco, in quanto l 'ebraico era ignorato. Gli elementi più colti dell 'ambiente grecofono in cui veniva tradotta la Bibbia non potevano non cercare di inserire la rivela­ zione ebraica nella loro tradizione culturale. Scriveva Giustino: «La dottrina di Platone non è estranea a quella di Cristo»3 1 • Nel mondo ellenistico romano il confronto fra ebrei, che legge­ vano la Bibbia in ebraico o in nuove traduzioni letterali fatte a partire dal n secolo, e cristiani che continuavano a leggere la Bibbia della traduzione dei LXX era inevitabile. Così il discorso cadde non solo sull'interpretazione della scrittura, ma sullo stesso testo: Giustino è convinto che il testo usato dagli ebrei è falsificato. Scrive in Dia/. 71, 2 : «Voglio inoltre che sappiate che (i vostri maestri) hanno soppresso del tutto numerosi passi della Scrit­ tura dalla traduzione fatta dai settanta anziani di Tolomeo, passi dai quali si evince con tutta chiarezza che proprio di colui che è stato crocifisso si preannunciava che era Dio e uomo, che sarebbe stato messo in croce e che sarebbe morto. Ma poiché so bene che tutti quelli della vostra razza li rigettano . . . ». Giustino si rifà esplicitamente al testo dei LXX e accusa l 'avversario Trifone che i suoi maestri hanno falsificato il testo ebraico. Il punto più controverso - ritorna due volte nel Dialogo con Trifone - è fs 7, 14: «Voi e i vostri maestri osate sostenere che nella profezia di Isaia non è detto "Ecco la vergine concepirà", bensì "Ecco, la fanciulla (vsàvtç)))32• Alcune di queste lezioni/interpretazioni dei LXX sono restate come testo valido nella tradizione occidentale.

interpretazione è impossibile, perché qr · è maschile e manca qualsiasi soggetto maschile cui attribuire l'azione. L' interpretazione di wqr ' come impersonale sembra la più probabile. 30 Per la conoscenza della Bibbia in Occidente, cfr. G. Rinaldi, Bib/ia gentium, Primo contributo per un indice delle citazioni, dei riferimenti e delle allusioni alla bibbia negli autori pagani, greci e latini, di età imperiale, Libreria Sacre Scritture, Roma 1 989. 3 1 Apo/. n, 1 3 , 2. 32 Dia/. 43, 8. Cfr. anche 67, l .

Introduzione storica ai LXX

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Quando Mosè salì sul Sinai e parlò con la voce che usciva dal roveto ardente, fra l 'altro chiese a Dio che cosa dovesse rispondere ai suoi conna­ zionali, quando gli chiederanno il nome del Dio che mandava loro Mosè a salvarli. Dio nel testo ebraico rispose con una frase sibillina. (Ex 3, 14) «Rispose Dio a Mosè: "Sono colui che sono". Continuò: "Così dirai ai figli di Israele: '"Sono" mi ha mandato a voi '"». L' interpretazione delle due frasette (la seconda è una parola sola) è discussa, ma è escluso che voles­ sero alludere al problema dell'essere, un tema tipicamente greco. Ed ecco il traduttore greco che traduce la prima frasetta con: 'Eyro ctJ.Lt ò mv, Sono colui che è, e la seconda, in ebraico chiaramente soltanto la prima persona del verbo essere, con ò mv, Colui che è. Il lettore greco e occidentale in genere trovava così nella rivelazione del testo biblico il rapporto che la filosofia greca aveva già posto fra Dio e l 'essere. La rivelazione ebraica poteva bene strutturarsi secondo schemi del pensiero greco, o meglio, il pensiero greco poteva nutrirsi del pensiero biblico adattandolo alle proprie esigenze. Questa interpretazione filosofeggiante della frase ebraica è resta­ ta nella tradizione occidentale, aiutata dalla traduzione della Vulgata, che, se rende la prima frase con ego sum qui sum, traduce la seconda con qui est, traduzione latina dell'interpretazione greca. Si veda ancora il caso della creazione dell 'uomo in Gen 1, 26. Dis­ se Dio: «Facciamo l'uomo a nostra immagine (be$almènu), e somiglianza (kidmutènu)». La preposizione che regge $èlem (be-) è diversa da quel­ la che regge demut (ke-) , ma è nell 'uso instaurato dai LXX di tradurle tutte e due allo stesso modo, come se fossero sinonime. Si legge in gre­ co: n o n1crOOJ.Lf:V av9Q001tOV XGn ' dx6va TJJ.lf:'t"É:Q. Cfr. Die Bibel oder die ganze heilige Schrift a/ten und neuen Testaments. Dr. Martin Luthers Uebersetzung nach dem Grundtext berichtigt, lm Verlage der Hahnschen Hof-Buchhandlung, Halle 1 843, pp. 43-44 . 41 /bi, p. 674. «Eine Jungfrau ist schwanger, und wird einen Sohn gebiiren, den wird sie heissen lmmanueb>.

CORRADO MARTONE LA QUESTIONE FILOLOGICA

Con le conquiste di Alessandro Magno la cultura greca irruppe nel mondo ebraico e il suo influsso fu tanto più forte e incisivo nelle varie co­ munità ebraiche sparse nel mondo ellenistico, in particolare ad Alessandria d' Egitto 1 • Frutto dell'esperienza spirituale e culturale d i questi ebrei fu una vasta letteratura in lingua greca dedicata essenzialmente ali ' esegesi biblica e alla storiografia e, soprattutto, la traduzione in greco delle Sacre Scritture detta dei LXX, cui gli ebrei di Alessandria tanto tenevano da dedicarvi, stando a Filone Alessandrino (Mos. n, 4 1 ) una festa annuale: OlÒ xaì lliXQl vuv àvà rtiiv STO. E quindi fino a oggi, si tiene ogni anno una riunione solenne e si celebra una festa nell' isola di Faro, cui giungono in nave non solo ebrei, ma anche moltissimi altri che onorano il luogo in cui per la prima volta brillò l ' interpretazione e ringraziano Dio per quell 'antico bene che non invecchia.

Il graduale distacco del giudaismo dalla traduzione greca delle Sacre Scritture è invece icasticamente descritto in un passo del trattato post-tal­ mudico Soferim2 :

1 Cfr. P. Sacchi, Storia del Secondo Tempio. Israele tra VI secolo a. C. e 1 secolo d. C. , SEI, Torino 1 994, pp. 1 78- 1 86. 2 Cfr. E. Tov, The Evaluation of the Greek Scripture Translations in Rabbinic Sources, in lnterpreting Translation. Studies on the LXX and Ezekiel in Honour ofJohan Lust, University Press­ Peeters, Leuven-Paris-Dudley, Mass. 2005, pp. 385-399, che fa notare, a ulteriore riprova del mutare dell'atteggiamento giudaico nei confronti della traduzione in greco, che il passo riportato modifica in maniera sostanziale un passo del Talmud di Gerusalemme (jMegil/ah 1 0,2) secondo cui la Torah poteva essere tradotta fedelmente solo in greco (cfr. anche bMegillah 9b). Il numero di cinque è probabilmente un 'indicazione tradizionale di un gruppo di saggi (cfr. D.J. Wasserstein, The Legend ofthe Septuagint: From Classica/ Antiquity to Today, Cambridge University Press, Cambridge 2006, p. 73); cfr. anche A. Aptowitzer, Die rabbinischen Berichte iiber die Entstehung der Septuaginta, in «Ha-Kedem» 2 ( 1 908), p. 1 20: «Denn Fiinf war eine bei Kommissionen aus der Mitte des grossen Beth-Din gelaufige Zahl».

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Corrado Martone

avvenne dunque che cinque anziani scrissero per il re Tolomeo la Torah in greco; e fu quello un giorno duro per Israele quanto il giorno in cui fu fatto il vitello (d'oro), poiché era possibile che la Torah non fosse tradotta con la necessaria precisione.

l . Il contesto storico 1.1. A lessandro Magno

Si è detto che l ' incontro-scontro tra giudaismo ed ellenismo ebbe ini­ zio eone le conquiste di Alessandro Magno. Dopo oltre due secoli di domi­ nio persiano, l ' area siro-palestinese venne conquistata dai macedoni, gui­ dati da Alessandro Magno3, che sconfisse i persiani di Dario m Codomanno nel 334 al Granico nei pressi del Mar di Marmara nell'odierna Turchia, e a Isso sul golfo di Iskendurun ancora nell'odierna Turchia, e proseguì la sua marcia conquistando la Fenicia, Filistea e, nel 332 a.C., l 'Egitto. Solo alcune città tentarono senza successo una qualche resistenza, in generale il nuovo dominatore venne accettato e gli ebrei, secondo quanto ci narra Flavio Giuseppe, gli inviarono una delegazione di benvenuto otte­ nendo in cambio il permesso dal re di continuare a vivere secondo i propri costumi, come già avevano fatto sotto l ' impero persiano. Secondo il rac­ conto di Flavio Giuseppe (Ant. XI, 338), Alessandro non solo fece queste concessioni agli ebrei di Palestina, ma, su loro richiesta, le estese anche a quelli residenti in Babilonia e in Persia. Al di là del racconto sicuramente romanzato di Flavio Giuseppe, che sottolinea con grande enfasi l 'entusiasmo di Alessandro nei suoi rapporti con i giudei, è probabile che il re non intendesse creare inutilmente si­ tuazioni di malcontento tra i suoi nuovi sudditi e abbia quindi ritenuto di non dover mutare la loro situazione di relativa autonomia di cui godevano sotto i persiani. Tale fu l 'entusiasmo degli ebrei per questi provvedimenti di Alessandro che, sempre secondo il racconto di Flavio Giuseppe, «molti)) di loro si arruolarono nell 'esercito macedone sempre, ovviamente, a condi­ zione di poter continuare a seguire le leggi dei loro antenati. Lo sconvolgimento che l 'esercito di Alessandro stava portando nel mondo circostante non riguardò quindi in maniera particolare gli ebrei, ma ormai la strada dell' ellenismo si andava aprendo in Giudea e la morte del giovane imperatore (323 a.C.) avrebbe provveduto a spianarla nel volgere di non troppi anni. 3 Sul l 'argomento la bibliografia è sconfinata. Ci limitiamo a rimandare a G.R. Bugh, The Cam­ bridge Companion to the Hellenistic Wor/d, Cambridge University Press, Cambridge 2006.

La questione filologica

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1 .2. La Giudea dopo A lessandro Magno Alessandro morì, giovanissimo, nel 323 a.C. e lasciò un immenso im­ pero da spartire tra i suoi alti ufficiali, i cosiddetti "diadochi": Antigono I, Antipatro, Cassandro, Lisimaco, Tolomeo I, Seleuco 1. Come ci si poteva aspettare, i diadochi aprirono fin da subito le reci­ proche ostilità, cui tentarono di por rimedio nel convegno di Triparadiso (32 1 a.C.): Antipatro fu fatto reggente, ad Antigono toccò la Frigia Mag­ giore, a Lisimaco la Tracia, a Tolomeo t l 'Egitto, a Seleuco t toccò Babilo­ nia e, con essa, la regione siro-palestinese. La pacificazione prospettata a Triparadiso fu di breve durata: Antigono t tentò di ampliare il suo potere a discapito di Seleuco t, governatore di Babilonia. A fronte della mire espan­ sionistiche di Antigono, gli altri diadochi si allearono e nella battaglia di Gaza (3 1 2 a.C.) sconfissero suo figlio Demetrio Poliorcete e Tolomeo I ne approfittò per annettersi la regione siro-palestinese, che in precedenza non risulta fosse stata coinvolta nelle varie lotte tra i diadochi. Flavio Giuseppe narra tuttavia che Tolomeo I, entrato a Gerusalemme a séguito della bat­ taglia di Gaza, trattò gli ebrei «con durezza» (Ant. xn, 4), ciò che ha fatto supporre ad alcuni studiosi che gli ebrei dovessero aver preso parte alle lotte in maniera non favorevole a Tolomeo.

1 .3 . Sotto i Tolomei (301- 1 98 a. C.) : la comunità di A lessandria Il potere tolemaico sulla regione siro-palestinese e, di conseguenza, sulla Giudea si rafforzò e consolidò con la battaglia di Ipso (30 1 a.C.) che vide la morte di Antigono e della sua sempre risorgente aspirazione a ri­ creare l ' impero di Alessandro Magno. Tolomeo 1 non prese parte attiva alla battaglia di Ipso, cui parteciparono Lisimaco e Seleuco I , ma nella spar­ tizione delle province che ne seguì vide u:ffi c ializzato il suo potere sulla Giudea, che mantenne per sé e per i propri discendenti per circa due secoli. È nell'Egitto dei Tolomei che, come si è accennato, prende forma la traduzione dei LXX, e, più precisamente, nella capitale del regno, Ales­ sandria. La città, non l'unica con questo nome, fu fondata da Alessandro Ma­ gno nell ' inverno del 322/ 1 a.C.4 e diverrà in età augustea, secondo Strabo-

4 Si veda l ' ancora utilissimo

G. Lumbroso, L 'Egitto al Tempo dei Greci e dei Romani, Fratelli 1 882; più di recente cfr. Ch. Haas, Alexandria in Late Antiquity. Topography and So­ eia/ Conjlict, The Johns Hopkins University Press, Baltimore, MD - London 1 997 ; W.V. Harri s - G. Ruffini, Ancient Alexandria between Egypt and Greece, Brill, Leiden 2004. Bocca, Roma

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ne, il «più grande centro mercantile del mondo abitatm> ( Geogr. 1 7, 1 . 1 3 : llÉYUJ TOV È1J.1tOQlOV -rfjç OÌXOUIJ.ÉVT]ç). Per quanto riguarda la presenza ebraica nella città, narra Flavio Giu­ seppe in un passo famoso (An t. XIX, 28 1 ) che gli ebrei vi si insediarono «fin dai primissimi tempi» (cruyxa-rotxtcr8Év-raç -roìç 7tQOOTOtç �::ùeù xatQoìç) «e ricevettero dai re uguali diritti» (tcrT]ç no A.t-rdaç rtaQà. -r&v (3amA.Éoov -r�::-r�:: uxo-raç). In relativamente breve tempo la comunità giu­ daica di Alessandria dovette raggiungere una notevole importanza e pro­ sperità se a un certo punto ebbe un etnarca «che governa la nazione, decide le controversie, ha la supervisione dei contratti e delle ordinanze, proprio come il capo di Stato sovrano» (xa8icr-ra-rm of; xaì f:SvaQxTJç aù-r&v, oç ÒtolXet Te TÒ e8vo ç xaÌ ÒtaH> 8 1 ( 1 990), pp. 255-260 [p. 259, a commento della riga 22)). 9 1 E. Norden, Agnostos Theos. Untersuchungen zur Formengeschichte religioser Rede, Teubner, Leipzig-Berlin 1 9 1 3, p. 1 34. 92 A. Rahlfs Verzeichnis der griechischen Handschriften des A lten Testaments. Bd. 1: Die Vber/ieferung bis zum vm. Jahrhundert, bearbeitet von Detlef Fraenkel, Vandenhoeck & Ruprecht, Giittingen 2004.

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Ci limitiamo qui a ricordare i più antichi e più completi manoscritti unciali, che sono poi quelli che servirono di base al Rahlfs per la sua edi­ zione: Il codice Vaticano (siglato B), risalente all 'ultima parte del IV secolo. Oltre ali ' Antico, contiene anche il Nuovo Testamento. Non ha conservato Gen 1 -46, 28, Ps 1 05-137 ed era privo di 1-1v Mac. Il codice Sinaitico (siglato S), risalente anch'esso al IV secolo, contiene il testo completo del Nuovo Testamento, mentre, per quan­ to riguarda l 'Antico Testamento, manca quasi per intero del Pentateuco. Il codice Alessandrino (siglato A), risalente al v secolo contiene, tranne alcune poche lacune, il testo completo dell'Antico Testamento. Vista l ' importanza della testimonianza qumranica per una corretta va­ lutazione dei LXX, si dà qui di séguito in dettaglio l 'elenco dei manoscritti "biblici" in greco provenienti dalla zona del Mar Morto e, più oltre, l'e­ lenco dettagliato di quelli in ebraico considerati a vario titolo in relazione con i LXX. Manoscritti in greco

4Q l l 9 (4QLXXLev")93 : una colonna del Levitico in greco con resti di Lev 26. Il manoscritto è stato definito su base paleografica non più tardo del I sec. a.C. Fr. l Lev 26, 2- 1 6. 4Q 1 20 (4QpapLXXLevb)94: frammenti in papiro delle prime tre co­ lonne di una copia del Levitico in greco, con resti dei capp. da l a 5 del Levitico. Può essere datato paleograficamente al I sec. a.C. 4Q 1 2 1 (4QLXXNum)95: il manoscritto può essere datato paleografica­ mente alla fase di passaggio tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C. e contiene resti dei capitoli 3 e 4 del libro dei Numeri.

93 Cfr. P.W. Skehan - E. Ulrich - J.E. Sanderson, Qumran Cave 4. JV: Palaeo-Hebrew and Greek Biblica/ Manuscripts (DJD IX ) , Clarendon, Oxford I 992, pp. 1 6 I - 1 65, tav. xxxvii; si veda ora lo studio di 1 .B. Faulkenberry Miller, 4QLXXL eV' and Proto-Septuagint Studies: Reassessing Qumran Evidence for the Urtext Theory, in Qumran Studies: New Approaches. New Questions, Eerdmans, Grand Rapids 2007, pp. 1 -28 94 Cfr. E. Ulrich, Greek Biblica/ Manuscripts, cit., pp. 1 67- 1 86, tavv. XXX IX-XLI. E. Ulrich, The Greek Manuscripts of the Pentateuch from Qumran. lncluding New/y-ident!fied Fragments of Deuteronomy (4QLXXDeut), in A. Pietersma - C. Cox (eds.), De Septuaginta, cit., pp. 7 1 -72, 79-80, presenta uno studio di tutte le varianti. Fr. 1 : Lev 1, I l ; 2, 3-5; 2, 7-8?; 3, 4; 3, 7; 3, 9- 1 3 ; 4, 4-8; 4, I O­ I l ; 4, 1 8-20; 4, 26-29; S, 8- 1 0; S, 1 8-24; 6, 2-4. 95 Cfr. E. Ulrich, Greek Biblica/ Manuscripts, cit., pp. 1 87- 1 94, tavv. XLII-XLII I . P.W. Skehan, 4QLXXNu m: A Pre-Christian Reworking of the Septuaginl, in «HTR)) 70 ( 1 977), pp. 39-50.

La questione filologica

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4Q l 22 (4QLXX:Deut)96: il manoscritto contiene resti del cap. 1 1 del

Deuteronomio e può essere, con molta incertezza, datato alla metà del II

sec. a.C. A questi testi bisogna ancora aggiungere due manoscritti provenienti dalla grotta 7, entrambi databili paleograficamente alla fine del II sec. a.C., segnatamente: 7Q l (7QLXXExod)97: un manoscritto contenente resti del cap. 28 dell 'Esodo. 7Q2 (7QLXXEpJer)98: un manoscritto contenente resti dell'Epistola di Geremia vv. 43-44. 8HevxiiGr: Rotolo dei XII profeti, proveniente da Nahal Hever (cfr. s upra)99• Manoscritti in ebraico in relazione con i LXX

Emanuel Tov ha presentato un quadro d' insieme dei testi biblici sco­ perti a Qurnran che può essere così riassunto 100: 4Q7 1 (4QJer')101 : il manoscritto contiene resti di Ier 9, 2 1 -10, 22 ed è databile paleograficamente, come si è visto, alla prima metà del 11 sec. a.C. 4Q7 1 a (4QJetl)102: un frammento di Ier 43, 2- 1 0, databile paleografi­ camente, come il precedente, alla prima metà del II sec. a.C.

96 Cfr. E. Ulrich, Greek Biblica/ Manuscripls, ci t., pp. 1 95- 1 97, ta v . XLIII. Id., Greek Manuscripls, cit., pp. 72-77. 97 Cfr. M. Baillet - J.T. Milik - R. de Vaux, Les 'peliles grolles ' de Qumrtin (DJD III), 2 voli., Clarendon, Oxford 1 962, pp. 1 42- 1 43, ta v . x xx . 9 8 Cfr. Baillet, Les 'peliles grolles ', cit., p. 1 43, tav. xxx . 99 Cfr. D. Barthelémy, Les devanciers, cit., pp. 1 70- 1 78; E. Tov, The Greek Minor Prophels Scroll, cit.; questo il contenuto del rotolo: col. I: fon l , 1 4, 1 6 ; 2, l , 4-7 ; col. n: fon 3, 7-4, 2, 5; col. m : Mich l , 1 -7 ; col. I V : Mich l , 7 - 8 ; col. v: Mich 2 , 7 - 8 ; 3, 5-6; col. VJ: Mich 4, 3 - 5 ; col. v n : Mich 4, 6-5, 4; col. VIII : Mich 5, 4-6; col. Ix: Na 2, 5- 1 0, 1 3- 1 4; col. x: Na 3, 6- 1 7; col. xi: Hab l, 5- 1 1 ; col. xn: Hab l , 14-2, 8; col. Xlii: Hab 2 , 1 3-20; col. xiV: Hab 3, 9- 1 0, 1 3 - 1 5 ; col. xv : Soph l , 1 -5; col. XVI : Soph l , 1 31 7; col. xvn: Soph 2, 9- 1 0; col. XVIII: Soph 3, 6-7; col. XIX : Zach l, l , 3-4; col. xx: Zach l, 1 3 - 1 4 ; col. xxi : Zach 2, 2, 7 ; col. xxn : Zach 2, 1 6- 1 7-3, l , 4-7; col. xxm : Zach 8, 1 9-2 1 , 23; col. xXIv: 8, 24-9, 1 -4. 1 00 Cfr. E. Tov, Groups ofBiblica/ Texts Found al Qumran, cit; cfr. anche Id., A Calegorized Lisi of All lhe "Biblica/ Texts " Found in lhe Judean Deserl, in «DSD» 8 (200 1 ), pp. 67-84. 101 Cfr. F.M . Cross, The Ancienl Library of Qumran, Academic Press, Sheffield 1 9953, pp. 1 39140; E. Tov, Three Fragmenls ofJeremiahfrom Qumran Cave 4, in «RQ» 1 5 ( 1 992), pp. 53 1 -537; E. Tov, in E. Ulrich et al., Qumran Cave 4.XI: Psa/ms lo Chronic/es (DJD XVI), Clarendon Press, Oxford 2000, pp. l 7 1 - 1 76. 1 02 Cfr. E. Tov, The Jeremiah Scrolls from Cave 4, in F. Garcia Martinez (ed.), The Texls of Qumran and the History of lhe Community, Gabalda, Paris 1 990, vol. I, pp. 1 89-206; Id., Three Fragments, cit., pp. 538-540; E. Tov, in E. Ulrich et al., Qumran Cave 4.x, cit , pp. 1 7 1 - 1 76.

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I testi seguenti, secondo E. Tov, art. cit., sono in relazione con i LXX «to a lesser degree)) (p. 96): 4Q26 (4QLevd) 103 : numerosi frammenti, di piccole dimensioni e mal conservati, di Lev 14-15; questo testo è databile paleograficamente alla fase di passaggio tra il periodo asmoneo e quello erodiano, quindi alla II metà del I sec. a.C. 4Q44 (4QDeut'1) 104: resti del Cantico di Mosè, Deut 32, 37-43 . Questo testo è redatto in una mano formale databile alla fase di passaggio tra il periodo asmoneo e quello erodiano, quindi alla II metà del I sec. a.C. c) Testi che, ancora secondo E. Tov10S, furono in passato considerati erroneamente in relazione con i LXX; segnati con l 'asterisco sono quei testi che gli editori considerano in relazione con i LXX e che Tov non cita: 2Q 1 2 (2QDeut")106: il manoscritto contiene resti del cap. lO del Deute­ ronomio ed è redatto in una grafia erodiana risalente al I sec. d.C. (tardiva); Deut 1 0, 8- 1 2. 4Q30 (4QDeut")107: ampia copia di Deut, in relazione con i LXX, con­ tiene resti di brani del libro del Deuteronomio da 3, 25 a 32, 3. Si tratta di un testo asmoneo formale databile paleograficamente alla seconda metà del II sec. a.C. 4Q5 1 (4QSam•) 108: il manoscritto contiene resti dei capitoli da l a 31 di 1 Regn e resti dei capitoli da 2 a 24 di II Regn. È databile paleografica1 03 Cfr. E. Tov, 4QLeV' (4Q26), in F . Garcia Martinez et al. (eds.), The Scriptures and the Scrolls. Studies in Honour of A. S. van der Woude on the Occasion ofhis 65th Birthday, Brill, Leiden 1 992, pp. 1 -5; E. Tov, in E. U lrich - F.M. Cross, Qumran Cave 4. vu. Genesis lo Numbers (DJD xn), Clarendon Press, Oxford 1 994, pp. 1 93- 1 95, tav. xxxVI. 1 04 Cfr. P. W. Skehan, A Fragment ofthe "Song of Moses ' (Deut 32)from Qumran, in «BASOR» 1 36 ( 1 954), pp. 1 2- 1 5 ; Id., Qumran Manuscripts and Textua/ Criticism, in AA. VV., Volume du congrès, Strasbourg 1 956, Brill, Leiden 1 957, p. ! 50; P. W. Skehan - E. Ulrich, Qumran Cave 4.IX. Deuteronomy lo Kings (DJD XIV), Clarendon Press, Oxford 1 995, pp. 1 37- 1 42, tav. XXXI. 105 Cfr. Tov, A Modem Textual Outlook, cit. 106 Cfr. M. Baillet, Les 'petites grolles , cit., pp. 6 1 -62, tav. XII . 1 07 Cfr. S.A. White, A Critica/ Edition ofSeven Deuteronomy Manuscripts, Diss. Harvard 1 988, pp. 1 9- 1 32; Ead. - P.W. Skehan - E. Ulrich, Qumran Cave 4.IX. , cit., pp. 1 5-34, tavv. m-Ix. II manoscritto contiene, per la precisione: fr. l Deut 3, 25-26; fr. 2-3 Deut 4, 1 3- 1 7, 3 1 -32; fr. 4 Deut 1, 3-4; fr. 5 Deut 8, 1 -5; fr. 6 Deut 9, 1 1 - 1 2; fr. 7-8 Deut 9, 1 7- 1 9; fr. 9 Deut 9, 29-10, 2; fr. ! 0 Deut 10, 5-8; fr. I l Deut 1 1 , 3-4; fr. 1 2- 1 4 Deut 1 1 , 9- 1 3 ; fr. 1 5 Deut 1 1 , 1 8- 1 9; fr. 1 6- 1 7 Deut 12, 1 8- 1 9; fr. 1 8 Deut 12, 26; fr. 1 9 Deut 12, 30-3 1 ; fr. 20 Deut 13, 5-6; fr. 2 1 - 22 Deut 13, 7; fr. 23 Deut 13, 1 1 - 1 2; fr. 24 Deut 13, 1 6; fr. 25 Deut 1 S, 1 -4; fr. 26- 28 Deut lS, 1 5- 1 9; fr. 29 Deut 16, 2-3; fr. 30-3 1 Deut 16, 6- 1 1 ; fr. 30.32 Deut 16, 20 17, 5; fr. 33 Deut 11, 7; fr. 34-39 Deut 11, 1 5- 1 8, l ; fr. 40 Deut 26, 1 9-27, 2; fr. 4 1 -43 Deut 21, 24-28, 7; fr. 43 n Deut 28, 22-25; fr. 44-45 Deut 28, 8- 1 1 ; fr. 46 Deut 28, 1 2- 1 3 ; fr. 47 Deut 28, 1 8-20; fr. 48 Deut 28, 29-30; fr. 49 Deut 28, 48-50; fr. 50 Deut 28, 6 1 ; fr. 51 Deut 29, 1 7- 1 9; fr. 52-53 Deut 31, 1 6- 1 9; 32, 3 ; undici frammenti non sono stati identificati. 1 08 Cfr. F.M . Cross, A New Qumran Biblica/ Fragmenl Related lo the Origina/ Hebrew Underlying the Septuagint, in «BASOR>> 1 32 ( 1 953), pp. 1 5-26; Id., The 0/dest Manuscripts from Qumran, in '

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La questione filologica

mente alla fase d i passaggio tra i l periodo asmoneo e i l periodo erodiano, quindi alla seconda metà del 1 sec. a.C. 4Q52 (4QSamb)1 09: resti di un'altra copia di 1 Regn. Contiene fram­ menti dei capp. 1 6, 1 9, 2 1 e 23 del libro; si tratta del testo che è stato de­ finito da F.M . Cross il più antico testo biblico proveniente da Qumran ed è databile paleograficamente alla fase di passaggio tra il m e il II sec. a.C. 4Q53 (4QSamc) 1 10: resti di una copia di 1 e 11 Regn, contiene frammenti del cap. 25 di 1 Regn e dei capitoli 14 e 1 5 di 11 Regn; il testo è databile paleograficamente alla prima metà del II sec. a.C. ed è stato redatto dallo stesso scriba cui dobbiamo la Regola della Comunità. 4Q80 (4QXII•) 1 1 1 : il manoscritto contiene frammenti quasi esclusiva­ mente di Zaccaria, ed è databile paleograficamente alla fase di passaggio tra il periodo asmoneo e il periodo erodiano, quindi al 1 sec. a.C. 5Q l (5QDeut) 1 1 2 : un frammento con resti dei capitoli 7 e 8 del Deute­ ronomio, si tratta di un manoscritto redatto in una grafia corsiva risalente agli inizi del II sec. a.C. Fr. l 1: Deut 1, 1 5-24; fr. l I I : Deut 8, 5-9, 2. 5Q2 (5QKgs)1 13 : resti del cap. l d i III Regn; s i tratta di un manoscritto redatto in una grafia asmonea risalente alla metà del II sec. a.C. Fr. l III Regn l , l , 1 6- 1 7, 27-3 7.

, ovvero: io sono qua, sono presente. Il traduttore greco traduce tuttavia così questa frase ebraica: Èyoo EÌJ.I.l o rov, ovvero «io sono colui che è», dando perciò a questa espressione un senso ben più filosofico di quello che essa può avere nel testo ebraico; Dio è dun­ que l'esistente per eccellenza; e tuttavia il traduttore greco usa il maschile, o rov, pensando al Dio personale della Bibbia; un filosofo greco avrebbe probabilmente scritto TÒ ov. Ex 3, 1 4, letto nella traduzione greca, acquista certamente un peso diverso per ebrei ormai versati nella cultura ellenistica: il sapore di un incontro tra due culture12• Sempre a proposito del modo utilizzato dai LXX per parlare di Dio, possiamo notare una tendenza diffusa tesa a eliminare i molti antropomor­ fismi diffusi nella Bibbia ebraaica che potevano creare difficoltà teologiche in un contesto ellenizzato. Così quando nei Salmi si parla di Dio come "roccia" (in ebraico $Ur) il traduttore greco, che rende normalmente questo termine con il suo naturale equivalente rrÉTQ> 4 ( 1 999), pp. 1 3 1 - 1 56. Revelli D. , La Vorlage ebraica dei LXX relatori P. Sacchi e L. Rosso Ubigli, Torino 1 998 (tesi di laurea non pubblicata). ,

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82

Bibliografia essenziale

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INDICE DELLE ABBREVIAZIONI

Riviste «AION»

«Annali dell ' Istituto Universitario Orientale di Napoli»

«AntCl»

«L' Antiquité classique»

«APJ»

«ì\vayÉvvT)cnç: A Papyrological

«ASR»

«Annali di Scienze Religiose»

«AtRo»

«Atene e Roma»

«BASOR»

«Bulletin of the American School of Oriental Research»

«BGL»

Journal»

«Bollettino del Comitato per la preparazione del l ' Edizione na­ zionale dei Classici greci e latini»

«BeO» «BIOSCS»

«Bibbia e Oriente» «Bulletin of the Intemational Organization for Septuagint and Cognate Studies»

«BZ»

«Biblische Zeitschrift»

«CBQ»

«Catholic Biblica) Quarterly»

«CRAI»

«Comptes rendus de I 'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres»

«DSD»

«Dead Sea Discoveries»

«EL»

«Ephemerides Liturgicae»

«EspVie»

«Esprit et Vie>>

«EstB»

«Estudios biblicos»

«EThL»

«Ephemerides Theologicae Lovanienses»

«EVO»

«Egitto e Vicino Oriente»

«FOm

«F olia Orientalia»

«HThR>>

«Harvard Theological Review»

«HUCA»

«Hebrew Union College Annua!»

«ThZ»

«Theologische Zeitschrift»

«VT»

«Vetus Testamenturm>

«ZAW»

«Zeitschrift fiir Alttestamentliche Wissenschaft»

«ZDMG»

«Zeitschrift der Deutschen Morgenliindischen Gesellschaft» «Zeitschrift fiir di e Neutestamentliche Wissenschaft»

«ZPE»

«Zeitschrift fiir Papyrologie und Epigraphik»

Indice delle abbreviazioni

85

Collane, raccolte e opere di consultazione ABD

D.N. Freedman (ed.), Anchor Bible Dictionary, 6 voli. , Doubleday, New York 1 992

AnBib

Analecta biblica

A ThANT

Abhandlungen zur Theologie des Alten und Neuen Testaments

BA

Harl M. (gen. ed.), La Bible d 'Alexandrie, Éditions du Cerf, Paris 1 986 ss. (ogni libro biblico è un volume)

BDAG

A Greek-English Lexicon of the New Testament and Other Early Christian Literature, third edition, revised and edited by Frederick Wiliiam Danker, based on Walter Bauer's Griechisch­ deutsches Worterbuch zu den Schriften des Neuen Testaments und der frilhchristlichen Literatur, sixth edition, ed. Kurt Aland, Barbara Aland with Viktor Reichmann and on previous English editions by W.F. Arndt, F. W. Gingrich and F. W. Fanker, University of Chicago Press, Chicago - London 2000

BOB

F. Brown - S. Rolies Driver - C.A. Briggs, A Hebrew-Aramaic and English Lexicon of the Old Testament, Clarendon Press, Oxford 1 95 1

BEThL

Bibliotheca Ephemeridum Theologicarum Lovaniensium

BHQ

A. Schenker - Y.A.P. Goldman - A. van der Kooij - G.J. Norton ­ S. Pisano - J. de Waard - R.D. Weis (gen. eds.), Biblia Hebraica quinta editione cum apparatu critico novis curis elaborato, Deutsche Bibelgeselischaft, Stuttgart 1 998 ss.

BHS

K. Eliiger - W. Rudolph (gen. eds.), Biblia Hebraica Stuttgartensia, Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart 1 977

BTS

Biblica! Tools and Studies

CBETh

Contributions to Biblica! Exegesis and Theology

DBS

Dictionnaire de la Bible, Supplement, eds. L. Pirot - A. Robert, Letouzey et Ané, Paris 1 928 ss.

DJD

Discoveries in the Judean Desert, Clarendon Press, Oxford 1 95 5 ss.

GI

Elio Montanari, Vocabolario della lingua greca. Greco-italiano, Loescher, Torino 20042

GLNT

G. Kittel - G. Friedrich (eds.), Grande lessico del Nuovo Testa­ mento, 1 6 voli., Paideia, Brescia 1 965- 1 992

IG

Inscriptiones Graecae, Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften, de Gruyter, Berlin 1 873 ss.

86

Indice delle abbreviazioni H ALOT

L. Koehler - W. Baumgartner, The Hebrew and Aramaic Lexicon ofthe Old Testament, translated and edited under the supervision of M.E.J. Richardson, 5 voli., Brill, Leiden 1 994-2000

JSNTS

Journal for the Study of the New Testament, Supplement

JSOTS

Journal for the Study of the O Id Testament, Supplement

MSUAWG

Mitteilungen des Septuaginta-Unternehmens der Akademie der Wissenschaften in Gottingen

NETS

A. Pietersma - B.G. Wright (eds.), A New English Translation of the Septuagint and the Other Greek Translations Traditionally Included Under that Title, Oxford University Press, Oxford 2009

OBO

Orbis biblicus et orientalis

OtSt

Oudtestamentische Studien

PSEF

Publications de la Société d'Exégèse de Finlande

SChr

Sources chrétiennes

scs

Septuagint and Cognate Studies

SNTG

Studies in New Testament Greek

SPB

Studia Post Biblica

SRB

Supplementi alla Rivista Biblica

StS

Studi Semitici

SVF

H.F.A. von Amim (ed.), Stoicorum Veterum Fragmento, 4 voli., Leipzig 1 903- 1 924

SVTP

Studia in Veteris Testamenti Pseudoepigrapha

TSAJ

Texte und Studien zum Antiken Judentum

VTS

Vetus Testamentum, Supplements

Testi di Qumran 1 e altri scritti giudaici l QM

Rotolo della Guerra

4QRP

Rewritten Pentateuch (Parafrasi del Pentateuco)

4QTest

Testimonia

' Nelle sigle dei manoscritti ebraici e greci ritrovati in vari siti presso il Mar Morto il primo numero indica la grotta dove il documento è stato rinvenuto; esso è seguito dall' indicazione della lo­ calità presso cui il testo è stato scoperto (Q per Qumran, Hev per Nahal Hever ecc.) e, in ultimo, da un numero progressivo o da una sigla che designano il contenuto del manoscritto (p.es. 4Q27 4QNumb indica il testo frammentario di Numeri ritrovato nella quarta grotta di Qumran). =

87

Indice delle abbreviazioni l l QT

Rotolo del Tempio

Arist.

Lettera di A ristea

LS

Libro dei Sogni

LV

Libro dei Vigilanti

DD

Documento di Damasco

SeDeut

Sifré al Deuteronomio

Test. Ruben Testamento di Ruben

TM

Testo masoretico

Autori e opere citati Agostino

Civ. Dei Doctr. Chr.

De civitate Dei De doctrina Christiana

Nu.

Nubes

Eth. Nic. Hist. A n. Pari. A n. Poi.

Ethica Nichomachea Historia animalium De partibus animalium Politica

Ep. ad Marcel/.

Epistula ad Marcellinum

Pani.

Contra Pantaenetum

Aristofane

Aristotele

Atanasio

Demostene

Diodoro Siculo

Bibliotheca historica Dionigi di Alicarnasso

A nt. Rom.

A ntiquitates Romanae

Epifanio

De mens. et pond. De mensuris et ponderibus Haer. Adversus haereses Erodoto

Historiae Eschilo

Eum. Prom.

Eumenides Prometheus vinctus

88

Indice delle abbreviazioni Euripide

Andr. Hec. Hipp.

Andromache Hecuba Hippolytus

Eusebio di Cesarea

Hist. Ecc/.

Historia Ecclesiastica

Filone d'Alessandria

Conf Dee. De t. Ebr. Her. Le g. Mos. Mut. Omn. Prob. Piant. Post. QE Sacr. Sobr. Somn. Spec. Vìrt.

De confusione linguarum De decalogo Quod deterius potiori insidari so/eat De ebrietate Quis rerum divinarum heres sit Legum allegoriae De vita Mosis De mutatione hominum Quod omnis probus sit De plantatione De posteritate Caini Quaestiones et solutiones in Exodum De sacrificiis Abelis et Caini De sobrietate De somniis De specialibus /egibus De virtutibus

Flavio Giuseppe

Ant. Bel/.

Antiquitates ludaicae Bellum ludaicum

Ep. ad Pau/. Praef in Jos. Praef in Par. Quaest. Hebr.

Epistula ad Pau/am Praefatio in librum Josue Praefatio in librum Para/ipomenon Quaestiones Hebraicae in Genesim

Girolamo

Giustino Martire

Apol. Dia/.

Apologia Dialogus cum Tryphone Iudaeo

De m.

Demonstratio aposto/icae praedicationis

Ireneo

Isidoro di Siviglia

Etym.

Etymologiae

Areop. Panath.

Areopagiticus Panathenaicus

Il. Od.

1/ias Odyssea

Isocrate

Omero

89

Indice delle abbreviazioni Ori gene

Comm. in Gv. Hom. Gen. Hom. Jos. Prin.

Commentarii in Evange/ium Joannis Homiliae in Genesim Homi/iae in Josuem De principiis

Ne m. Pyth.

Nemea Pythia

Crat. Le g. Phaedr. nm.

Cratylus Leges Phaedrus nmaeus

Def Per. Thes.

De defectu oracu/orum Peric/es Theseus

Pindaro

Platone

Plutarco

Polibio

Historiae Sallustio

Cat.

De Catilinae coniuratione

A n. Cyrop. Hel/.

A nabasis Cyropaedia Hellenica

A nt. Oed. Col. Oed. Tyr. Phil.

A ntigone Oedipus Coloneus Oedipus Tyrannus Philoctetes

Geogr.

Geographica

Senofonte

Sofocle

Strabone

Teodoreto di Ciro Qu.

Deut.

Quaestiones in Deuteronomium

Teofrasto

Caus. P/. Hist. P/.

De causis p/antarum Historia plantarum

Adv. Mare.

Adversus Marcionem

Tertulliano

Tucidide

De bello Peloponnesiaco

NOTA ALLE TRASCRIZIONI DALL'EBRAICO E DALL'ARAMAICO

K

' alef

:l

bet

(occlusiva glottidale sorda)

blv

(sempre

(g

)

gimel

g

i

dalet

d

i1

he

h

b nei termini non

vocalizzati)

dura, come in gatto)

(h aspirata, come nell'inglese have; in fine di parola normalmente non si pronuncia)

n

waw

w

zayin

z

(s sonora, come in rosa)

bet

/.1

(in origine fricativa laringale sorda, ora perlopiù fricativa velare sorda, come nel tedesco Buch)

1:)

(in origine occlusiva alveolare sorda enfatica, ora occlusiva

tet

alveolare sorda, come in tono) yod

y

:l

kaf

k

"

lamed

c

mem

)

nun

n

c

samek

s

p

' ayin

m

(in origine fricativa faringale sonora, ora perlopiù realizzata come

'a/ef)

!l

peh

p /f

(sempre p nei termini non vocalizzati)



$ade

$

(in origine sibilante alveolare sorda enfatica, ora affricata

p

qof

alveolare sorda, come in azione)

q

i

res

r



sin

s

(in origine fricativa laterale sorda, ora sibilante alveolare sorda, come in sole)

rzj

sin

n

taw

s

(se di scena)

Nella trascrizione non si distingue tra pronuncia plosiva e fricativa delle consonanti g,

d, k e t; si è scelto inoltre di non segnare la quantità delle vocali e di indicare con e lo schewa mobile, omettendo di traslitterare quello quiescente. L'accento tonico ebraico cade in genere sull'ultima sillaba; in trascrizione si segnale­ ranno dunque soltanto quei casi in cui esso si ritrae sulla penultima.

Pentateuco a cura di Paolo Lucca

PREFAZIONE AL PENTATEUCO DEI LXX

Il termine rrEVT>, manca nel ΤΜ ; in 32, 2 άναβλέψας είδεν παρεμβολt1ν θεοu παρεμβεβληκυί'αν, «guardό su e vide montato un accampamento di Dio», manca nel ΤΜ ; ecc.; - differenze dovute a letture eπate dell 'ebraico, come in 10, 1 1 έκ τfίς γης έκεί νης έξfίλθεν Ασσουρ, «da quella teπa partί Assour», che nei LXX e nome propήo soggetto mentre nel τΜ e complemento di moto a luogo; in 26, 32, doνe il τΜ scήve: i servitoή d'lsacco «gli dissero: abbiamo trovato ι' acqua» (W@'O 'mru /ο ma$iι 'nu mayίm) i LXX danno: «Essi dissero: non abbiamo trovato l'acqua» (είπαν ούχ εuρομεν uδωρ, diνergenza spiegabile a causa della frequente confusione fra la negazione /ο ' e il pronome personale /ο); - letture semplicemente diverse, come in 17, 20 δώδεκα έθνη γεννήσει, «generera dodici nazioni» (LXX), anziche senem 'asar nesί 'ίm yolίd, «generera dodici pήncipi» (τΜ ); ο in 20, 1 6 πάντα άλήθευσον, «di tutta 1a veήta» (LXX), invece di 'et kol wenokiι/:ιat, «sarai ήabilitata presso tutti» ο «in tutto» (τΜ ). L' ebraico e i1 greco divergono spesso nelle genealogie e nei computi degli anni: si vedano, p.es., 5, 3 ss.; 11, 1 2 ss.; 46, 8 ss. Differenze di tra­ dizione si registrano in 3 1 ,48 ss. ήguardo l'accordo fra Laban e Giacobbe; in 47 , 5-6 quando il faraone attήbuisce la teπa di Gesem ai parenti di Gia­ cobbe; nella composizione poetica conclusiva di 49, 1 -27, probabilmente a causa della complessa lettura ebraica. Secondo alcuni studiosi6 le discrepanze relative alle genealogie sareb­ bero basate su diνersi sistemi cronologici facenti capo ad altrettante tra­ dizioni; per G. Borgonovo7, invece, le differenze cronologiche relative ai 6 S. Jellicoe, The Septuagίnt and Modern Study, Clarendon Press, Oxford 1 968, p. 245; Ε. Τον, The Text-Crίtίcal Use ofthe Septuagίnt ίn Bίblίcal Research, Simor, Jerusalem 1 997, p. 253. 7 G. Borgonovo, Sίgnificato numerίco delle cronologίe bibliche e rίlevanza del/e varίantί testualί (l'M- LXX - SAM), in «RSB» I ( 1 997), pp. 1 39- 1 70.

Introduzίone

1 07

computi degli anni dei patriarchi in Gen 5 e Gen 1 1 , 1 0-26 sono ascήvibili ai tentativi di razionalizzazione del testo da parte dei LXX e del Pentateuco Samaήtano per coπeggere le incongruenze dell 'oήginale. Quest'ultimo, secondo Borgonovo, e rappresentato dal τΜ sulla base del presupposto che la cronologia oήginaήa e quella apparentemente meno logica, in ana­ logia con il cήteήo filologico della lectίo difficilίor. Lo studioso avanza l'ipotesi che il computo cronologico complessivo desumibile dal τΜ non sia affatto disordinato e casuale, bensi coerente con il «calendaήo dei sa­ bati)) in uso nella comunita di Qumran, basato su combinazioni numeήche dei multipli di sette, cosiddetto perche evita che le feste mobili si sovrap­ pongano allo sabbat. Secondo C. Martone8, invece, le discrepanze nei numeή della genea­ logia dei patriarchi dipendono da una diversa concezione della stoήa e dal differente sistema metrico utilizzato. Nella Bibbia ebraica il punto di ήfe­ ήmento sarebbe dato dalla fine di Gerusalemme corήspondente all 'anno 3600 della creazione del mondo ( questo numero e significativo nel sistema metrico sessagesimale in uso a Babilonia); i LXX, invece, articolerebbero \a loro cronologia in relazione all 'anno 5000, corήspondente all 'anno suc­ cessivo all'editto di Ciro, dagli autoή ήtenuto certo, in un computo fondato sul sistema decimale (5000 e la meta dell'anno cosmico). Le analogie ήscontrabili fra la tradizione testuale della Genesί dei LXX e quelle del Samaήtano, sebbene importanti per ήcostruire il testo ebraico sottostante ai LXX, non vanno comunque sopravvalutate. Α titolo d'esempio, le seguenti letture dei LXX coincidono con il Sam contro il τΜ: in 2, 2 έν τn ήμέρ � τn εκτn, ™ «nel settimo giomω); 2, 24 οί δύο, «loro due)); 3, 6 έφαγεν, «mangiarono»; 4, 8 διέλθωμεν είς το πεδίον, «andiamo nella pianura)); 6, 20 κατα γένος αυτων, «secondo la loro specίθ); 1 1 , 8 πύργον, «tOΠe)); 12, 20 και Λωτ μετ' αότοu, «e Lot con lui )); 1 7, 1 4 τn ήμέρ� τn όγδόn, «l'ottavo giomO)) ecc. Le coincidenze fra Samaήtano e LXX contro il τΜ spesso concorda­ no con le vaήanti delle versioni aramaiche, che talvolta ήspecchiano testi premasoretici9• Le varianti del Samaήtano ήspetto al τΜ sono all 'incirca 6000, di cui 2000 concordano con i LXX : nell 'insieme, quindi, il Sam e piu vicino a1 τΜ che ai LXX. Pήma delle scoperte di Qumran ( 1 947) si conoscevano solo due papiή precήstiani egiziani del π-ι sec a.C. con frammenti in greco del Deutero­ nomίo. Α partire dal 1 947 in alcune grotte del deserto di Giuda, in prossi8 C. Martone, Cronologie bibliche e tradizioni testuali, in «ASR» 6 (200 1 ), 1 67- 1 90. 9 AA.VV., La Bibbia nel suo contesto, a cura di Α. Zani, Paideia, Brescia 1 994, p. 430.

1 08

Genesί

mίta del sίto dί Κhίrbet Qumran, sono statί ήnvenutί, fra glί altή, numerosί frammentί deί ιχχ. Questί ήtrovamentί testίmonίano un testo greco pre­ esaplare, pήma sconoscίuto se non grazίe alle cίtazίonί nel ΝΤ. Ι rotolί ίη ebraίco dί Qumran, a loro volta, ήportano lezίonί dίverse da quelle del τΜ e coίncίdenti in svaήati casί con ί LXX (p.es. 1 , 9 συναγωγηv μίαν, «una sola massa», e συνήχθη το ϋδωρ το ύποκάτω του οuρανου είς ηχς συναγωγaς αuτ&ν καl ώφθη ή ξηρά, «sί raccolga l'acqua sotto ίl cielo ίη un'unίca massa, e sί veda l'asciutto»; 4 1 , 7 άνεμόφθοροι, «rovίnate dal vento»; ίη 41, 1 6 iiνευ του θεου οuκ άποκριθήσεται το σωτήριον Φαραω, «senza Οίο non si potra dare una ήsposta per la salvezza dί Fa­ raone» e 4 1 , 24 οί έπτa στάχυες, «le sette spighe»): ήvestono un ruolo fondamentale nell'ambίto deglί studί bίblίcί relativί aί LXX e dίmostrano che questi ultίmi, lungi dall'inventare, hanno attίnto dalla tradίzίone te­ stuale ebraίca allora cίrcolante10• Talί coίncidenze hanno portato, quindi, a ήvalutare ί LXX: sί e appreso, ίnfatti, che la versίone deί LXX ήspecchia una Vorlage ebraica diversa da quella trasmessa dalla tradίzίone masore­ tίca. Valgono quί, comunque, le consίderazίonί gίa espresse a proposίto delle coίncidenze fra LXX e Samaήtano.

Cennί al racconto dί Gίuseppe

Le stoήe deί patrίarchί naπante nella Genesί sono divίse ίη tre cίclί che hanno per protagonίstί Abramo (capp. 1 2-25), la coppίa Isacco e Gίa­ cobbe (capp. 26-36) e, infine, Gίuseppe (capp. 37-50). Sί fa breve cenno ίη questa sede alla stoήa dί Gίuseppe ίη ragίone del suo ampio successo nel­ la letteratura gίudaίca extrabίblίca1 1 • La vίcenda dί Gίuseppe sί dίstίngue nettamente da quella degli altή patriarchί : eglί, ίnfattί, non invoca maί Οίο ne questi glί appare; ίnoltre, sposa Asenet, figlίa del sacerdote dί Elίopolί, senza attίrarsί l'ίra dίνίηa. Nel corso deί secolί la figura dί Gίuseppe vίene ήvίsίtata sottolίneandone la saggezza, la castίta e ί sentίmentί dί amore fratemo. Questί temί sono ήpresί nel romanzo ellenίstίco anonίmo Gίu­ seppe e Asenet, nato dallo svίluppo mίdrashίco dί Gen 4 1 , 41-52 e 46, 20 e scήtto, probabίlmente ίη lίngua greca, ίη ambίentί egίzίani fra ίl Ι sec. a.C. e ίl Ι sec. d.C .. L' ίnteresse del romanzo per ί lettoή modemί rίsίede nel fatto che esso sί svίluppa ίntomo a due nucleί pήncίpalί : da una parte ίl tema della conversίone dί Asenet per poter sposare Gίuseppe, sorta dί dίfesa da 1 ° C. Martone, Qumran Readings in Agreement with the Septuagint against the Masoretic Text ­ Part One: 1'he Pentateuch, in «Henoch» 26 (2004), pp. 243-30 1 . 1 1 Α. Catastini, Storia di Giuseppe (Genesi 3 7-50), Marsiiio, Venezia Ι 994, pp. 24-27.

Introduzίone

1 09

parte giudaica dei matήmoni misti; dall'altra il rovesciamento delle regole alimentari che si leggono nella Genesί a proposito di Giuseppe, per il quale e una profanazione mangiare con gli egiziani e non il contraήo. In linea generale, la formazione dei cicli naπativi relativi ai patήarchi nella Genesί, i mateήali tradizionali che li compongono e i problemi di datazione hanno generato un fervido dibattito fra gli studiosi. Per ulteήoή approfondimenti si ήmanda alle indicazioni bibliografiche di cui in nota12•

Νοtα Bίb/ίogrα.ficα G. Borgonovo, Sίgnίficαto numerίco delle cronologίe bίblίche e rίlevαn­ zα delle vαrίαntί testuαlί (ΤΜ- LXX - SAM), in «RSB» 1 ( 1 997), pp. 1 39- 1 70.

Id., Dα Genesί α Re: differenze trα LXX e testo mαssoretίco. Prolegomenί per unα ίnterpretαzίone, in «ASR» 4 ( 1 999), pp. 1 57- 1 70. Α . Catastini, Storία dί Gίuseppe (Genesί 3 7-50), Marsi1io, Venezia 1 994.

Id., Sul testo dί Genesί 49:/0, in «Henoch» 1 6 (1994), pp. 1 5-22. Id., Un errore sίgnίficαtίvo nellα trαdίzίone dί Genesi 4 7:5-6, in «Sefarad» 54 ( 1 994), pp. 253-25 8. Id., Le testίmonίαnze dί Mαnetone e /α "storία dί Gίuseppe" (Genesi 3 750), in «Henoch» 1 7 ( 1 995), pp. 279-300. Id., L 'ίtίnerαrίo dί Giuseppe. Studίo sullα trαdizione di Genesi 3 7-50 (StS 1 3), Roma 1 995 . Id., Ancorα sullα dαtαzίone dellα "storία dί Gίuseppe" (Genesi 3 7-50), in «Henoch» 20 ( 1 998), pp. 208-224. Cook, τhe Trαnslαtor ofthe Greek Genesίs, in Ν. Femandez Marcos, Lα Septuαgίntα en /α ίnvestίgαtίon contemporαneα, Aήas Montano, Madήd 1985, pp. 1 69- 1 82.

J.

Id., The Septuαgίnt of Genesίs - Text αndlor Interpretαtίon?, in Α. We­ nin (ed.), Studίes ίn the Book of Genesίs (BEThL 1 55), Leuven University Press, Leuven 200 1 , pp. 3 1 5-329.

1 994,

1 2 Bibliografia a cura di J . Asunnendi e da F.G. Martίnez in AA. VV ., La Bibbia ne/ suo contesto, 1 24- 1 25.

pp.

1 10

Genesί

Α. De Pury, Sίtuer le cycle de Jαcob. Quelques rejiexίons, vίngt-cinq αns plus tαrd, in Α. Wenin, Studίes ίn the Book ofGenesίs, cit., pp. 2 1 3-24 1 . L.H. Feldman, The Destructίon of Sodom αnd Gomorrαh αccordίng to Philo, Pseudo-Philo, αnd Josephus, in «Henoch» 23 (200 1 ), pp. 1 85- 1 97. Μ. Harl, Lα Bible d Άlexαndrie. Ι : Lα Genese, Editions du Cerf, Paήs 1 986 (2• ediz., 1 994). H.S. Kvanvig, Gen 6, 3 αnd the Wαtcher Story, in «Henoch» 25 (2003), pp. 277-300. C. Martone, Cronologie bib/iche e trαdizioni testuα/ί, in «ASR» 6 (200 1 ), 1 67- 1 90. Ο. Mortaή, Lα Bibbiα deί LXX. 1/ Pentαteuco, Ed. Dehoniane, Roma 1 999. L.A. Quincoces, Νοtα testuαle α Gen. 39, 20 nel/α versίone dellα LXX, in «Henoch» 23 (200 1 ), pp. 39-4 1 . Id., Gen. 48, 7: trαdίzίonί α confronto. Lα morte dί Rαchele trα ίndίcαzioni di spαzio e di tempo, in «Henoch» 24 (2002), pp. 255-265 . Id., Un 'αnα/ίsί lessίcαle dί Genesί 3 7-50 dellα LXX: αnnotαzίonί per /α comprensίone dί unα trαduzione, in «MG» 1 0/1 (2005), pp. 73-84. T.C. Rδmer, Recherches αctuelles sur le cycle d Άbrαm, ίη Α. Wenin, Stud­ ίes ίn the Book of Genesίs, cit., pp. 1 79-2 1 1 . Ρ. Sacchi, 1/ problemα dellα dαtαzίone dellα storία di Gίuseppe (Gen 3750), in «Henoch» 1 8 ( 1 996), pp. 357-364. J.L. Ska, Essαi sur /α nαture et /α sίgnificαtίon du cycle d Άbrαm (Gn 11,27 - 25, 11), in A. Wenin, Studίes ίn the Book ofGenesίs, cit., pp. 1 53 - 1 77. Id., Le geneαlogίe dellα Genesί e le rίsposte αlle sfide dellα storiα, in «RSB» Ι (2005), pp. 89- 1 1 1 . Ν. Steinberg, The Geneαlogicαl Frαmework of the Fαmίly Storίes ίn Gen­ esίs, in «Semeia» 46 ( 1 989), pp. 4 1 -50. F. Vattioni, Genesi 45, 1 7: cαrri ο αnίmαlί?, in «Henoch» 13 ( 1 99 1 ), pp. 1 5 1 - 1 56. J.W. Wevers, Septuαgίntα: Vetus Testαmentum Grαecum, Band ι, Genesίs, Vandenhoeck und Ruprecht, Gδttingen 1 974. Id., Notes on The Greek Text of Genesίs (Septuagint and Cognate Studies 35), Georgia Scholars Press, Atlanta, Ga. 1 993 .

Testo greco e italiano

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Γένεσις

[ 1 , Ι ] Έν άρχft έποίησεν ό θεος τον ούρανον καΙ. την γην. [2] ή δf; γη iiν άόρατος1 καΙ. άκατασκεύαστος, καΙ. σκότος έπάνω της άβύσ­ σου2, καΙ. πνευμα θεου έπεφέρετο έπάνω του ϋδατος. [3] καΙ. εtπεν ό θεός Γενηθήτω φrος. καi. έγένετο φrος. [4] καi. εtδεν ό θεος το φrος οτι καλόν3• καΙ. διεχώρισεν ό θεος άνf:ι. μέσον του φωτος καΙ. άν f:ι. μέσον του σκότους4• [5] καΙ. έκάλεσεν ό θεος το φrος ήμέραν καΙ. το σκότος έκάλεσεν νύκτα. καΙ. έγένετο έσπέρα καΙ. έγένετο πρωί, ήμέρα μία5• [6] Κα\.6 εtπεν ό θεός Γενηθήτω στερέωμα7 έν μέσφ του ϋδατος καΙ. έστω διαχωρίζον άνf:ι. μέσον ϋδατος καΙ. ϋδατος. καΙ. έγένετο οϋτως. [7] καΙ. έποί ησεν ό θεος το στερέωμα, καΙ. διεχώρισεν ό θεος άνf:ι. μέσον του ϋδατος, δ iiν ύποκάτω του στερεώματος, καΙ. άνf:ι. μέσον του ϋδατος του έπάνω του στερεώματος. [8] καΙ. έκάλεσεν ό θεος το στερέωμα ο ύρανόν. καΙ. εtδεν ό θεος οτι καλόν. καΙ. έγένετο έσπέρα καΙ. έγένετο πρωί, ήμέρα δευτέρα. [9] Κα\. εtπεν ό θεός Συναχθήτω το ϋδωρ το ύποκάτω του ούρανου είς συναγωγην8 μίαν, καΙ. όφθήτω ή ξηρά. καΙ. έγένετο οϋτως. καΙ. συνήχθη το ϋδωρ το ύποκάτω του ούρανου είς τf:ι.ς συναγωγf:ι.ς αύτrον, καΙ. rοφθη ή ξηρά9• [ 1 0] και έκά­ λεσεν ό θεος την ξηρf:ι. ν γην καΙ. τα συστήματα των ύδάτων έκάλεσεν θαλάσσας. καi. εtδεν ό θεος οτι καλόν. - [ 1 1 ] καi. εtπεν ό θεός Βλα­ στησάτω ή γη βοτάνην χόρτου, σπεtρον σπέρμα1 0 κατα γένος καΙ. 1 lnvisibi/e: άόρατος, tennίne raro neί LXX (all'ίnfuori dί questo passo ricoιτe soltanto in Mac 5 e Is 45, 3) che manca dί un corrispettίνo ebraίco detenninato e rende ίn questo caso ίl τΜ ιohu, «deser\0)) (GLNT vm, coll. 1 035 ss.). Per la creazίone come operazίone dall'ίnνίsίbίle al νίsίbίle c&. 2Enoch 24, 2, doνe Οίο, parlando della propria creazίone dίce: «[ . . . ] tutto cίό che ho creato dal ποπ essere all'essere, dall'ίπνίsίbίle al νίsίbίle)). 2 Abisso: ίl greco gίudaίco deί LXX amplίa la sfera semantίca dί άβυσσος, agg. sostantίνato, in direzίoπe dί quella dell'ebraίco tehom, che desίgna l'ίπsίeme della acque primordίalί da cuί hanno origine fiumί e sorgeπtί (ΒΑ ι, p. 87). ' Cosa bel/a: traduce l'ebraίco tov, che ha un campo semantίco molto νasto, anche se pίiι affiπe all'ίdea dί "buoπo" che a quella dί "bello". Lo stesso καλός possίede, tuttaνίa, gίiι in greco classίco anche ίl sίgnίficato dί "buoπo", "utίle" (GI, s. ν., ld). 4 Dio ... tenebra: ί! passo suona alla lettera «nel mezzo della luce e πel mezzo della tenebra)). 11 greco άνa μέσον τοϋ φωτΟς καl άνa μέσον τοϋ σκότους, quί come πeί νersettί successίνί del cap. 1, e un calco sull' ebraίco ben ha Όr uven ha/:ιosek. ' Giorno uno: Flaνίo Gίuseppe spίega: «Questa sarebbe la prima gίomata, ma Mosi: dίsse dί essa "una" gίomaw) (Αnι. ι, 29). 6 Vv. 6-9: nell'apparato critίco della BHS le aggίunte deί LXX rispetto all'ebraίco νengoπo utίlίz­ zate per ίntegrare ίl ΤΜ: sulla scorta del greco, alla fine deί νν. 6 e 20 e ίπserito wayehi ken e in chίusura del ν. 7 e aggίunta la &ase WQY.)'are 'e/ohim ki fov «e Οίο νίde che era buοπω), che πeί LXX sί legge al ν. 8 («e Οίο νίde che era una cosa bella))). La secoπda parte del ν. 9 («e l'acqua sotto ίl cίelo . . . sί ιι9,

·

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Genesί

[ 1 , 1 ] In pήncίpίo Οίο fece ίl cίelo e la teπa. [2] Ma la teπa era ίnvίsί­ bίle1 e dίsorganίzzata, e c'era tenebra sopra l'abίsso2, e Οίο dίsse: «Che cί sίa luce)). Ε cί fu luce. [4] Ε Οίο vίde che la luce era una cosa bella3. Ε Οίο separo la luce e la tenebra4• [5] Ε Οίο chiamo la luce giomo e la tenebra la chiamo notte. Ε fu sera e fu mattino: giomo uno5• [6] Ε6 Οίο disse: «Che ci sia un firmamento7 in mezzo all'acqua e che sίa a dίvidere acqua e acqua)). Ε fu cosi. [7] Ε Οίο fece il firmamento, e Οίο separo l'acqua che era sotto ίl firmamento dall'acqua che era sopra il firmamento. [8] Ε Οίο chίamo ίl firmamento cielo. Ε Οίο vide che era una cosa bella. Ε fu sera e fu mattino: secondo giomo. [9] Ε Οίο disse: «Si raccolga l'acqua sotto il cielo in un'unica massa8 e si veda l'asciutto)). Ε fu cosi. Ε L'acqua sotto il cίelo si raduno nelle loro masse e si vide l'asciutto9• [ 1 0] Ε Οίο chiamo l'asciutto teπa e l'insieme delle acque lo chiamό mare. Ε Οίο vide che era una cosa bella. [1 1 ] Ε Οίο disse: «Che la teπa faccia spuntare un pascolo d'erba, seme che sparge seme10 secondo la specie e secondo la somiglianza, e albero fruttifero che

vide l'asciutto»), tuttavia, non e ήtenuta da Rahlfs deήvante da un presunto oήginale del τΜ. Secondo Cook, tali aggiunte dei LXX non sono attήbuibili a lezioni premasoretiche, quanto piuttosto a processi di armonizzazione del testo da parte del traduttore greco e non dovrebbero dunque essere retrovertite in ebraico (J. Cook, The Trαnslαtor ofthe Greek Genesis, in Ν. Femandez Marcos, Lα Septuαgintα en /α inνestigαciόn contemporάneα, Aήas Montano, Madήd 1 985, p. ι 72, η. 2). 7 Firmαmento: στερέωμα, «ciό che e fisso, solidσ>>, e un neologismo semantico dei LXX: indica la volta celeste e rende la radice ebraico rq , che espήme l ' idea di un corpo solidamente battuto (ΒΑ 1, p. 89; Ο. Montevecchi, Lα linguα dei pαpiri e quellα dellα νersione dei LXX: Due reα/ta che se illuminαno α νicendα, in . 11 Ι 7 del secondo mese era domenica, pήmo giomo della settimana dopo il ήposo del sabato, secondo il calendaήo solare. 11 27 del secondo mese era mercoledi, giomo forte della settimana: era il giomo in cui cadeva la Pasqua tutti gli anni, essendo il calendaήo solare a date fisse. 79 Con lui: il τΜ legge «con Ιοrω> riferendo il pronome anche ai figli di Noe. 80 Dal difUori: letteralmente Άνάβλεψον δfι εiς τον ού­ ρανον και ό.ρίθμησον τοuς αστέρας, εi δυνήσn έξαριθμησαι αύτούς. και είπεν Οϋτως έσται το σπέρμα σου. [6] και έπίστευσεν Αβραμ τη> θεiρ, και έλογίσθη αύτη> εiς δικαιοσύνην. [7] είπεν δέ προς αύτόν Έγrο ό θεος ό έξαγαγών σε έκ χώρας Χαλδαίων iόστε δοuναί σοι την γην ταύτην κληρονομησαι. [8] είπεν δέ Δέσποτα κύριε, κατα τί γνώ­ σομαι οτι κληρονομήσω αύτήν; [9] είπεν δέ αύτη> Λαβέ μοι δάμαλιν τριετίζουσαν και αίγα τριετίζουσαν και κριον τριετίζοντα και τρυ­ γόνα και περιστεράν. [ 1 0] έλαβεν δέ αύτη> πάντα ταuτα και διε'iλεν αύτα μέσα καl έθηκεν αύτα ό.ντιπρόσωπα ό.λλήλοις, τα δέ όρνεα ού διεtλεν. [ 1 1 ] κατέβη δέ όρνεα έπl. τα σώματα, τα διχοτομήματα αύ­ των, και συνεκάθισεν αύτο\ς Αβραμ141 • [ 1 2] περι δέ ήλίου δυσμας έκ­ στασις έπέπεσεν τiρ Αβραμ, και ίδοu φόβος σκοτεινος μέγας έπιπί­ πτει αύτη>. [ 1 3] και έρρέθη προς Αβραμ Γινώσκων γνώση οτι πάροι­ κον έσται142 το σπέρμα σου Εν γfί ΟύΚ tδί ςι , και δουλώσουσιν αύτΟUζ καl. κακώσουσιν αύτοuς καl. ταπεινώσουσιν αύτοuς τετρακόσια έτη. [ 1 4] το δέ έθνος, φ εαν δουλεύσωσιν, κρινω έγώ· μετα δέ ταuτα έξε-

1 38 Non prendero: letteralmente «se prenderό . . . ». L'uso del greco εί e un ebraismo sintattico (cfi". ebraico "im, "se"): la fi"ase assume valore negativo dopo un giuramento di cui e omessa la formula imprecativa (J.W. Wevers, Notes, cit., p. 200). 1 39 Sovrano: δέσποτα rende in modo insolito l 'espressione ebraica 'adonay YHWH, «Signore Dio», tradotta al ν. 8 con δέσποτα κύριε.

Genesί

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tue manί». Ed eglί glί dίede la decίma dί tutto. [2 1 ] Ροί ίl re dί Sodoma dίsse ad Abramo: «Dammί gli uomίnί, e tίenίtί la cavalleήa». [22] Abramo dίsse al re dί Sodoma: «Tenderό la mίa mano verso Οίο altίssίmo, che ha creato ίl cίelo e la teπa, [23] non prenderό138 uno spago ο un laccίo dί san­ dalo da tutte le tue cose, affinche tu non dίca: 'Ίο ho aπicchίto Abramo"; [24] tranne cίό che hanno mangίato ί gίovanί e la parte spettante aglί uomί­ nί che sono venutί con me, Eschol, Aunan, Mambre, questί ne prenderanno una parte». [15, 1 ] Dopo questί fattί la parola del Sίgnore fu ad Abramo in una vίsίone dίcendo: «Non temere, Abramo: ίο tί faccίo da scudo. La tua ή­ compensa sara davvero molto grande». [2] Abramo dίce: «Sovrano139, cosa mί daraί? Ιο me ne vado senza figli; ίl figlίo dί Masek, la mίa serva dί casa, questί e Damasco Elίezer140». [3] Ε Abramo dίsse «Poίche non mί haί dato una dίscendenza, ίl mίο servo dί casa ereditera da me». [4] Ε subίto la voce del Sίgnore fu da luί dίcendo: «Non sara luί tuo erede, ma chί uscίra da te, questi eredίtera da te». [5] Lo condusse fuoή e glί dίsse: «Alza glί occhί al cίelo e conta le stelle, se saraί ίη grado dί contarle». Ε dίsse: «Cosi sara la tua dίscendenza». [6] Ε Abramo credette a Οίο, e cίό glί fu contato a gίu­ stίzίa. [7] Ροί glί dίsse: «lo sono ίl Οίο che tί ha condotto fuoή dal paese deί chaldeί per dartί questa teπa ίη eredίta». [8] Abramo dίsse: «Sovrano, Sίgnore, come saprό che la eredίterό?». [9] Allora Οίο glί dίsse: «Prendίmί una gίovenca dί tre annί, una capra dί tre annί, un arίete di tre annί, una tortora e una colomba». [ 1 0] Glί prese tutte queste cose, le dίvίse a meta e mίse ί pezzί uno dί fronte all 'altro, ma non dίvίse glί uccelli. [ 1 1 ] Degli uccellί scesero suί corpί, suί loro pezzi divisί, e Abramo sί sedette con loro141• [ 1 2] Al tramonto del sole un senso dί agitazione cadde su Abramo, ed ecco una paura oscura, grande cade su di lui. [ 1 3] Ε fu detto ad Abra­ mo: «Saprai per certo che la tua discendenza soggiornera142 ίη una teπa non sua, che lί renderanno schίavί, lί maltratteranno e li umilieranno per quattrocento annί. [ 1 4] La nazίone dί cuί saranno schίavί, ίο la giudίcherό:

1 40 Ilfig/io . . . E/iezer: ι'ebraico ben meseq beti hu ' dammeseq Έ/i 'ezer e probιematico. Meseq e hapax /egomenon aι quaιe diverse versioni modeme (tra ιe quaιi ιa CEI) assegnano ίι significato di «possesso», traducendo conseguentemente ben meseq (ιetteralmente «figιio deι possesso») con «erede». ι LXX ιο ιeggono invece come nome propήo femminiιe, facendo di Masek una domestica «nata in casa» ( ebraico beti). La seconda parte della proposizione, hu ' dammeseq 'e/i 'ezer, anch' essa di incerto significato (ιa CEI rende «Eιiezer di Damasco» ), e resa alla ιettera daι greco, ίι quaιe ne mantiene ιa dubbia perspicuita. 141 Abramo... loro: in ebraico si ιegge «Abramo ιί scacciό». 11 traduttore potrebbe aver confuso i . verbi ebraico nαSav, "far fuggire" e yαSav, "ήsiedere", "stare". 142 Soggiornera: ιetteraιmente «sara residente come straniera». Πάροικος traduce ι' ebraico ger e indica lo straniero residente in via temporanea in un altro paese (cfi". nota a ν. 12, I 0). un

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Γένεσις

λεύσονται iliδε μετα άποσκευης πολλης. [ 1 5] σu δέ άπελεύσn προς τοuς πατέρας σου μετ' είρήνης, ταφε\ς143 έν γήρει καλ. 1 46 Davvero . . . apparso: ίπ ebraico la frase suoπa come uπ'iπterrogatiνa: «Davvero ho potuto νe­ dere qui dopo che mi ha νista?». Secoπdo la tradizioπe, iπfatti, ποπ si puό νedere il νolto di Dio e sopraννiνere (cfr. p.es. νν. 32, 3 ι ; Εχ 33, 20). 1 47 Pozzo .. .faccia: l'etimologia del topoπimo ebraico Lal;ay Ro 'ί si spiega, ίπ realtiι come «Poz­ zo di colui che νίνe [be 'er la-l;ay] e mi νede (ro 'i]». «lπ Gen 1 6,7- 1 4, l'angelo di Jahνe si maπifesta a Hagar presso uπa foπte (ν. 7, 'yn); il ν. 14 ha uπa funzioπe eziologia: be 'er la-l;ay ro i, 'il pozzo ( coπsacrato) al νiνeπte, che mi νede' . Aπche se il seπso οήgίπaήο del πome e ancora iπcerto, possiamo seπz'altro peπsare, cοπ Guπkel, a uπ esempio di manifestazioπe diνiπa (cfr. ν. 1 3 : 'e/ ro 'ί) connessa con uπ pozzo e che, πel corso del tempo e ποπ seπza un acceππo di polemica coπtro lo spiήto πatuήstico, fu '

Genesί

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saranno contro tutti, e 1e mani di tutti contro di 1ui, e abitera dinnanzi a tutti i suoi fratelli)). [ 1 3] Ε Agar chiamό i1 Signore che 1e par1ava «Tu sei i1 Dio che mi ha guardato145)); perche disse: «Ε davvero ho visto in faccia co1ui che mi e apparso146)). [ 1 4] Perciό chiamό i1 pozzo "Pozzo di co1ui che ho visto in faccia147": ecco, e fra Kades e Barad. [ 1 5] Ε Agar generό ad Abramo un figlio, e Abramo chiamό suo figlio, che Agar gli aveva generato, Ismaele. [ 1 6] Abramo aveva ottantasei anni, quando Agar generό lsmael ad Abramo. [ 1 7, Ι ] Avvenne, quando Abramo aveva novantanove anni, che il Si­ gnore apparve ad Abramo e gli disse: «lo sono il tuo Dio148• Sii gradito dinnanzi a me e sii iπeprensibile, [2] e pοπό la mia alleanza fra me e te e ti mo1tip1icherό enormemente)). [3] Ε Abramo cadde su1 suo viso, e Dio gli par1ό dicendo: [4] «Eccomi, la mia alleanza e con te, e sarai padre di una mo1titudine di nazioni. [5] Ε non ti chiamerai piu Abramo, ma i1 tuo nome sara Abraamo149, poiche ti ho reso padre di mo1te nazioni. [6] Ε ti accresce­ rό enormemente, enormemente, farό di te nazioni, e re discenderanno da te. [7] Ε stabi1irό 1a mia alleanza fra me e te e 1a tua discendenza dopo di te per 1e 1oro150 generazioni ίη un'alleanza etema, per essere i1 Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. [8] Ε darό a te e alla tua discendenza dopo di te 1a teπa in cui abiti, tutta la teπa di Chanaan, come possesso perenne e sarό 1oro Dio)). [9] Ε disse Dio ad Abraamo: «Ε tu osserverai 1a mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te per 1e 1oro generazioni. [ 1 0] Ε questa sara l 'alleanza che manteπai fra me e voi e 1a tua discendenza dopo di te per 1e loro generazioni: sara circonciso ogni vostro maschio, [ 1 1 ] e sarete circon­ cisi nella came de1 vostro prepuzio, e sara in segno del\ 'al\eanza fra me e

ροί trasfeήta ai Dio d Ίsraeie» ( G.J. Botterweck - Η. Riπggreπ, Grande Lessico de/1 Άntico Testamento, Paideia, Brescia Ι 988, νοΙ. ι, col. Ι Ο Ι Ι ). ((La spiegazioπe dei πome dei pozzo diverge πella LXX e πeΙ ™ · Nella LXX I'idea di 'Ύita" (labay) e asseπte. ΙΙ πome labay-ro 'i e iπteso "(pozzo) di coiui che ho νisto in faccia" (enόpios, aggettivo) ο (pozzo) "infaccia α/ quale ho visto" (enόpion come prepo­ sizioπe cοπ ii geπitivo ). Questa iπterpretazioπe di labay ro ·; ποπ sariι ήpresa ίπ 24,62 e 25, Ι Ι , dove si troνeriι "Pozzo-della-visioπe", cοπ Ia parola hόrasis. Sembra che Filoπe abbia compreso: "(pozzo) davanti al quale ho visto">> (ΒΑ ι, p. 1 69). 1 48 // tuo Dio: πel τΜ si legge 'e/ sadday, ((Dio onnipoteπte>>. Ι LXX potrebbero aνer iπterpretato Ι 'espressioπe ebraica come υπ aramaismo composto dal relatiνo se-, "[colui] che" e day, "apparteπeπte a" (cfi. 35, 1 1 ; 28, 3; 43, 14; 48, 3; J.W. Wevers, lnterprelative Character, cit., p. 1 05). 1 49 Abraamo: l'ebraico iπterpreta Avraham (probabiimeπte una vaήante diaiettaie dei πome Avram, cfi. G.J. Wenham, Word Bib/ica/ Commentaιy Vol. / : Genesis 16-50, Word Pubiishers, Waco, ΤΧ Ι 994, p. 2 Ι ) a partire da 'αν, "padre", e hamon, "moititudiπe". Cfr. anche Μ. Liverani, Un 'ipotesi su/ nome di Abramo, ίπ ((Heπoch>> Ι ( Ι 979), pp. 9- Ι 8 "0 Loro: rifeήto a seπso ai disceπdeπti.

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Γένεσις

διαθήκης άνa μέσον έμου και ύμων. [ 1 2] και παιδίον όκτrο ήμερων περιτμηθήσεται ύμίν παν άρσενικον εiς τaς γενεaς ύμων, ό οiκογε­ νης της οiκίας σου και ό άργυρώνητος άπο παντος υίου άλλοτρίου151 ' δς ούκ έστιν έκ του σπέρματός σου. [ 1 3] περιτομfί περιτμηθήσεται ό οiκογενης της οiκίας σου και ό άργυρώνητος, και έσται ή διαθή­ κη μου έπι της σαρκος ύμων εiς διαθήκην αiώνιον. [ 1 4] και άπερί­ τμητος άρσην, δς ού περιτμηθήσεται την σάρκα της άκροβυστίας αύτου τfί ήμέρςι τfί όγδόη15 2 , έξολεθρευθήσεται ή ψυχη153 έκείνη έκ του γένους αύτης, οτι την διαθήκην μου διεσκέδασεν. [ 1 5) Εiπεν δε ό θεος τ(i) Αβρααμ Σαρα ή γυνή σου, ού κληθήσεται το όνομα αύτης Σα­ ρα154, άλλa Σαρρα155 έσται το όνομα αύτης. [ 1 6] εύλογήσω δε αύτην και δώσω σοι έξ αύτης τέκνον· και εύλογήσω αύτόν156 , και έσται εiς έθνη, και βασιλείς έθνων έξ αύτου έσονται. [ 1 7] και έπεσεν Αβρααμ έπι πρόσωπον και έγέλασεν και εiπεν έν τfί διανοί ςι αύτου λέγων Ei τ(i) έκατονταετεί γενήσεται, και εί Σαρρα ένενήκοντα έτων οu­ σα τέξεται; [ 1 8] εiπεν δε Αβρααμ προς τον θεόν Ισμαηλ οuτος ζήτω έναντίον σου. [ 1 9] εiπεν δε ό θεος τφ Αβρααμ Ναί 157· iδou Σαρρα ή γυνή σου τέξεταί σοι υίόν, και καλέσεις το όνομα αύτου Ισαακ158, και στήσω την διαθήκην μου προς αύτον εiς διαθήκην αiώνιον και τφ σπέρματι αύτου μετ' αύτόν. [20] περι δέ Ισμαηλ iδou έπήκου­ σά σου· iδou εύλόγησα αύτον και αύξανω αύτον και πληθυνω αύτον σφόδρα· δώδεκα έθνη159 γεννήσει, και δώσω αύτον εiς έθνος μέγα . [2 1 ] την δέ διαθήκην μου στήσω προς Ισαακ, δ ν τέξεταί σοι Σαρρα εiς τον καιρον τουτον έν τφ ένιαυτφ τφ έτέρφ. [22] συνετέλεσεν δέ λαλων προς αύτον και άνέβη ό θεος άπο Αβρααμ. [23] Και έλαβεν Αβρααμ Ισμαηλ τον υίον αύτου και πάντας τοuς οiκογενείς αύτοu και πάντας τοuς άργυρωνήτους και παν άρσεν των άνδρων των έν τφ οίκφ Αβρααμ και περιέτεμεν τaς άκροβυστίας αύτων έν τφ και­ ρφ της ήμέρας έκείνης, καθa έλάλησεν αύτφ ό θεός. [24] Αβρααμ δέ fiν ένενήκοντα έννέα έτων, ήνίκα περιέτεμεν την σάρκα της άκρο­ βυστίας αύτου· [25) Ισμαηλ δέ ό υίος αύτου έτων δέκα τριων fjν, ήνί­ κα περιετμήθη την σάρκα της άκροβυστίας αύτου. [26] έν τ(i) καιρ>. [6] Abraamo prese la legna del sacήficio e la caήcό su Isacco suo figlio; poi prese ίπ maπo anche il fuoco e il coltello, e si avviarono loro due iπsieme. [7] lsacco disse ad Abraamo suo padre: «Padre». Egli disse: «Cosa c'e, figlio?». Ε dice: «Ecco il fuoco e la legna: dov'e la pecora per il sacήficio?». [8] Abraamo disse: «Dio si provvedera una pecora per il sacήficio, figlio». Proseguiroπo eπtrambi iπsieme [9] e raggiunsero il luogo che gli aveva detto Dio. Ε la Abraamo costrui un altare197 e vi mise sopra la legna e, dopo aver legato lsacco suo figlio, lo mise sull'altare sopra le legna. [ 1 0] Ε Abraamo allungό la sua mano a prendere il coltello per sgozzare suo figlio. [ 1 1 ] Ε un aπgelo del Signore lo chiamό dal cielo e gli disse: «Abraamo, Abraamo». Egli disse: «Eccomi». [ 1 2] Ε disse: «Νοπ scagliare198 la tua mano sul ragazzo e ποπ

1 95 Terra a/ta: in ebraico >. [ 1 1 ] Abimelech ordinό a tutto il suo popolo dicendo: «Chiunque tocchi quest'uomo ο sua moglie saπi passibile di morte)). [ 1 2] Isacco seminό in quella teπa e trovό, in quell 'anno, orzo225 che rendeva cento volte: il Signore lo aveva benedetto. [ 1 3] Ε l'uomo fu ele­ vato e, andando avanti, divenne piu grande, fino a che divenne veramente grande. [ 1 4] Possedeva greggi di pecore e greggi di buoi e molti campi226• Ι Phulistiim divennero invidiosi di lui [ 1 5] e tutti i pozzi, che i servi di suo padre avevano scavato al tempo di suo padre, i Phulistiim li ostruirono e li ήempirono di teπa. [ 1 6] Abimelech disse a Isacco: «Vattene via da noi, poiche sei diventato molto piu potente di noi)). [ 1 7] Ε Isacco se ne andό da li e sostό nella valle di Gerar e si stabilί la. [ 1 8] Ε lsacco scavό di nuovo i pozzi dell 'acqua, che i servi di Abraamo suo padre avevano scavato e che i Phulistiim avevano ostruito dopo la morte di Abraamo suo padre, e li chia­ mό con ί nomi con cui li aveva chiamati Abraamo suo padre. [ 1 9] Ε i servi di Isacco scavarono nella valle di Gerar e vi trovarono un pozzo di acqua viva. [20] Ε i pastoή di Gerar combatterono con i pastoή di Isacco dicendo che l'acqua era loro; e diede al pozzo il nome di Ingiustizia227: perche gli avevano fatto un'ingiustizia. [2 1 ] lsacco se ne andό da Η e scavό un altro pozzo, ma litigarono anche per quello: gli diede il nome di Inimicizia228• [22] Se ne andό da li e scavό un altro pozzo, e per quello non combattero­ no; e gli diede il nome di "Spazio Vasto"229 dicendo: «Poiche ora il Signore ci ha ampliati e ci ha accresciuti sulla teπa».

ranza". «I LXX riprendono l 'accezione giuridica del terrnine [ . . . ] e la allaτgano quando usano &γνοια (come pure άγνόημα) nel senso di peccato commesso per inavvertenza [ . . . ]» (GLNT ι, coll. 3 14 ss.). L'ebraico ha 'asam, "delitto", 'Όffesa". 225 Orz o: ί L:XX Jeggono se 'orim, «ΟΓΖΟ», ίη Juogo dell'hapax se 'arim, «misure», presente neJ τΜ (ΒΑ ι, p. 2 1 3). 226 Mo/ti campi: «numerosa servitiι» in ebraico »? Ingiustizia: i LXX traducono con άδικία il toponimo 'ι�seq, confondendo i νerbi, ebraico 'αSaq, 'Ίitigare", e 'asaq, "commettere un torto ai danni di q.no", i due segni s e s non essendo distinti nella grafia arcaica (Ε. Τον, The Text-Critica/ Use, cit., p. 1 1 Ι ). 228 lnimicizia: έχθρία, forrna tarda per ι':χθρα, traduce il toponimo ebraico sψιah, ricondotto a Satan, "'avversario·', "nemico". 229 «Spazio Vasto»: il greco Εύρυχωρία traduce il toponimo ebraico Rel:ιoνot, dal verbo rα/:ιαν, "ampliare".

Γένεσις

1 98

έπl της γης. [23] Άνέβη δέ έκείθεν έπl το φρέαρ του ορκου. [24] και ώφθη αύτ πυρ&ν και εδρεν μηλα μανδραγόρου έν τίj) aγρίj) και f1νεγκεν αύτa προς Λειαν την μητέρα αύτοu. είπεν δε Ραχηλ τn Λεια Δός μοι τ&ν μανδραγορ&ν τοu υίοu σου. [ 1 5] είπεν δε Λεια Ούχ ίκανόν σοι οτι έλαβες τον iiνδρα μου; μη και τοuς μανδρα­ γόρας τοu υίοu μου λήμψn; είπεν δε Ραχηλ Ούχ οϋτως251 • κοιμηθήτω μετα σου την νύκτα ταύτην aντι τ&ν μανδραγορ&ν του υίοu σου. [ 1 6] είσηλθεν δε Ιακωβ έξ aγροu έσπέρας, κα\ έξηλθεν Λεια είς συ­ νάντησιν αύτίj) και είπεν Πρός με είσελεύσn σήμερον· μεμίσθωμαι γάρ σε aντ\ τ&ν μανδραγορ&ν του υίοu μου. και έκοιμήθη μετ' αύτης την νύκτα έκείνην. [ 1 7] και έπήκουσεν ό θεος Λειας, και συλλαβοu­ σα έτεκεν τίj) Ιακωβ υίον πέμπτον. [ 1 8] και είπεν Λεια 'Έδωκεν ό θεος τον μισθόν μου aνθ' οδ έδωκα την παιδίσκην μου τίj) aνδρί μου· και έκάλεσεν το ονομα αύτοu Ισσαχαρ252, ο έστιν Μισθός. [ 1 9] κα\ συνέλαβεν έτι Λεια και έτεκεν υίον εκτον τίj) Ιακωβ. [20] και είπεν Λεια Δεδώρηταί μοι ό θεος δ&ρον καλόν· έν τίj) νuν καιρίj) αίρετιε'i' με ό aνήρ μου, έτεκον γaρ αύτίj) υίοuς εξ· και έκάλεσεν το ονομα αύτοu Ζαβουλων253• (2 1 ] και μετa τοuτο έτεκεν θυγατέρα και έκά­ λεσεν το ονομα αύτης Δινα. [22] Έμνήσθη δε ό θεος της Ραχηλ, κα\ έπήκουσεν αύτης ό θεος και aνέφξεν αύτης την μήτραν, [23] κα\ συλλαβοuσα έτεκεν τίj) Ιακωβ υίόν. είπεν δε Ραχηλ Άφείλεν254 ό θε­ ός μου το ονειδος [24] και έκάλεσεν το ονομα αύτοu Ιωσηφ λέγουσα Προσθέτω ό θεός μοι υίον ετερον. [25] 'Εγένετο δε ώς έτεκεν Ραχηλ τον Ιωσηφ, είπεν Ιακωβ τίj) Λαβαν Άπόστειλόν με, ϊνα aπέλθω είς τον τόπον μου και είς την γην μου. [26] aπόδος τaς γυναίκάς μου κα\ τα παιδία, περ\ ών δεδούλευκά σοι, ϊνα aπέλθω· σu γaρ γινώσκεις την δουλείαν , ilν δεδούλευκά σοι. [27] είπεν δε αύτίj) Λαβαν Εί εδρον χάριν έναντίον σου, οίωνισάμην iiν· εύλόγησεν γάρ με ό θεος τn σn 2 50 Dio mi ha aiutata: assente nel ΤΜ. '" Non e cosi: cft. nota a ν. 4, 1 5 .

Genesi

213

concepi ancora e generό un secondo figlίo a Gίacobbe. [8] Ε Rachele dίsse: «Οίο mί ha aίutata250, e ho rίvaleggίato con mίa sorella e mί sono ίmposta»; e lo chίamό Nephthalί. [9] Lίa vίde che aveva smesso dί generare, e prese Zelpha la sua serva e la dίede a Gίacobbe ίη moglίe. [ Ι Ο] Gίacobbe andό da leί, e Zelpha, la serva dί Lίa, concepi e generό a Gίacobbe un figlίo. [ l l ] Ε Lίa dίsse: «Che fortuna»; e lo chίamό Gad. [ 1 2] Ε Zelpha, la serva dί Lίa, concepi e generό ancora a Gίacobbe un secondo figlίo. [ 1 3] Ε Lίa dίsse: «lo sono felίce, perche le donne mί consίderano felίce»; e lo chίamό Aser. [ 1 4] Rouben se ne usci neί gίornί del raccolto del grano e trovό deί fruttί dί mandragora nella campagna e lί portό a Lίa sua madre. Rache1e dίsse a Lίa: «Oammί delle mandragore dί tuo figlίo». [ 1 5] Lίa dίsse: «Non tί basta aver preso mίο maήto? Prenderaί anche le mandragore dί mίο fi­ glίo?». Rachele dίsse: «Non e cosi251 : che gίaccίa pure con te questa notte ίη cambίo delle mandragore dί tuo figlίo». [ 1 6] Gίacobbe venne dalla cam­ pagna la sera, e Lίa gli andό ίncontro e dίsse: «Veπaί da me oggί, perche tί ho preso a pegno delle mandragore dί mίο figlίo». Ε sί cοήcό con leί quella notte [ 1 7] Ε Οίο ascoltό Lίa, e avendo concepίto, generό a Gίacobbe un quίnto fig1ίo. [ 1 8] Ε Lίa dίsse: «Οίο mί ha dato la ήcompensa per ίl fatto che ho dato la mίa serva a mίο maήto»; e lo chίamό Issachar, cίoe Rίcom­ pensa252. [ 1 9] Ε Lίa concepi ancora e generό un sesto figlίo a Gίacobbe. [20] Ε Lίa dίsse: «Οίο mί ha donato propήo un bel dono: al momento at­ tuale mίο maήto prefeήra me, perche gli ho generato seί figlί»; e lo chίamό Zaboulon253. [2 1 ] Ε dopo questo generό una figlίa e la chίamό Dίna. [22] Οίο, allora, sί ήcordό dί Rachele, e Οίο la esaudi e dίschίuse la sua matήce, [23] e, dopo aver concepίto, generό un figlίo a Gίacobbe. Ra­ chele dίsse: «Οίο ha levato254 ίl mίο dίsonore». [24] Ε lo chίamό Gίuseppe dίcendo: «Che Οίο mί aggίunga un altro figlίo». [25] Ε avvenne, quando Rachele generό Gίuseppe, che Gίacobbe dίsse a Laban: «Lascίamί partίre, affinche vada al mίο luogo e alla mίa teπa. [26] Rendίmί le mίe mog1ί e ί figlί, per cuί tί ho servίto, affinche me ne vada; perche tu saί ίl servίzio che tί ho prestato». [27] Laban glί dίsse: «Se avessί trovato grazίa dίnnanzί a te, l 'avreί presagίto; perche Οίο mί ha benedetto .

'" Cioe Ricompensa: glossa dei LXX che iπterpretano !ssakar deήvandolo da sakar, "compeπ­ so", "salaήo". 253 Zaboulon: il greco ποπ reπde il gioco di parole dell 'ebraico, dove zeνed "dοπο", ήchiama per assoπanza il verbo zava/, 'Όπorare", "prefeήre" e coπseguentemente il nome Zevulun. 254 Ha /eνato; Giuseppe (ν. 24); aggiunga (ν. 24) : in ebraico il nome Yosef e consonante con le forme verbali 'asaf «togliere», «levare» e yasaf«aggiungere» (ΒΑ I, p. 23 ι ).

Γένεσις

214

εiσόδφ. [28] διάστειλον τον μισθόν σου πρός με, και δώσω. [29] είπεν δε αύτφ Ιακωβ Σu γινώσκεις & δεδούλευκά σοι και οσα ijν κτήνη σου μετ' έμοu· [30] μικρα γαρ ijν οσα σοι ijν έναντίον έμοu255, και ηύξήθη εiς πληθος, και ηύλόγησέν σε κύριος έπι τφ ποδί μου. νuν οuν πότε ποιήσω κάγrο έμαυτφ οίκον; [3 1 ] και είπεν αύτφ Λαβαν Τί σοι δώσω; είπεν δέ αύτφ Ιακωβ Ού δώσεις μοι ούθέν· έαν ποιήσnς μοι το ρημα τοuτο, πάλιν ποιμανω τα πρόβατά σου και φυλάξω. [32] παρελθάτω πάντα τα πρόβατά σου σήμερον, και διαχώρισον έκειθεν παν πρό­ βατον φαιον έν τοις άρνάσιν και παν διάλευκον και ραντον έν ταις αiξίν· έσται μοι μισθός. [33] και έπακούσεταί μοι ή δικαιοσύνη μου έν τn ήμέρ, del ν. 25 e he 'aveq del ν. 26. 2 76 Con lui: nel senso di ((Contro di lui». La preposizione μετά, "con", assume, qui e nei vv. suc­ cessiνi, il senso di "contro", inusuale in greco classico (ΒΑ ι, p. 77). '

Genesί

225

renderό la tua discendenza come la sabbia del mare, che non si potn\ con­ tare per la sua moltitudine». [ 1 4] Ε quella notte dormi la. Ε prese dei doni fra quelli che aveva portato e li mandό a Esau suo fratello: [ 1 5] duecento capre, venti caproni, duecento pecore, venti aήeti, [ 1 6] trenta cammelle che allattavano e i loro piccoli, quaranta mucche, dieci tοή, venti asine e dieci giovani asini. [ 1 7] Ε diede in mano ai suoi servi un gregge alla volta. Disse ai suoi servi: «Procedete davanti a me e lasciate un intervallo fra gregge e gregge». [ 1 8] Ε ordinό al pήmo dicendo: «Se ti viene incontro Esau mio fratello e ti chiede dicendo: "Di chi sei e dove vai, e di chi sono questi animali che ti precedono?", [ 1 9] dirai : "Del tuo servo Giacobbe: ha mandato doni al mio signore Esau, ed ecco, egli e dietro di noi"». [20] Ε diede ordini al pήmo e al secondo e al terzo e a tutti coloro che precedeva­ no dietro queste greggi dicendo: «Parlate in questi termini a Esau quando lo incontrerete [2 1 ] e direte: 'Έcco, il tuo servo Giacobbe viene dietro di noi"». Perche disse: «Me lo renderό propizio con i doni che gli sfilano da­ vanti, e dopo di che vedrό il suo volto: perche forse ammettera il mio volto alla sua presenza274». [22] Ε i doni gli passarono davanti, ed egli quella notte dormi nell'accampamento. [23] Quella notte si alzό, prese le due mogli e le due serve e i suoi undici figli e attraversό il guado dello labok275• [24] Ε li prese e attraversό il toπente e trasportό oltre tutti i suoi beni. [25] Giacobbe ήmase solo, e un uomo lottό con lui276 fino al mattino. [26] Vide che non riusciva a prevalere su di lui, e toccό la parte piatta della sua anca277, e la parte piatta dell 'anca di Giacobbe si intorpidi mentre lottava con lui. [27] Ε gli disse: «Lasciami andare, perche e spuntata l 'alba». Egli disse: «Νο, non ti lascio andare se non mi benedici». [28] Gli disse: «Qual e il tuo nome?». Egli disse: «Gia­ cobbe)). [29] Gli disse: «Non ti chiamerai piu Giacobbe, ma Israele sara il tuo nome, perche sei stato forte con Οίο e con gli uomini potente278)). [30] Giacobbe domandό e disse: «annunciami il tuo nome)). Ε disse: «Perche chiedi questo, il mio nome?)), e lo benedisse li. [3 1 ] Ε Giacobbe chiamό

"' Toccό . . . anca: ί\ τΜ dίce ). [3] Giuda gli parlό dicendo: «L'uomo ci ha affermato esplicitamente dicendo: "Non vedrete il mio volto se il vostro fratello piύ giovane non e con voi". [4] Dunque, se mandi nostro fratello con noi, scenderemo e ti compreremo cibo; [5] se, invece, non mandi nostro fratello con noi, non partiremo. Percbe l'uomo ci ha parlato dicendo: "Non vedrete il mio volto se il vostro fratello piύ giovane non e con voi")). [6] Israele disse: «Perche mi avete fatto del male ήferendo all 'uomo che372 avete un fratello?)). [7] Essi dissero: «L'uomo ha fatto insistenti domande su di noi e sulla nostra famiglia dicendo: ''Vostro padre e ancora vivo? avete un fratello?". Ε noi gli abbiamo ήsposto secon­ do questa domanda. Potevamo sapere che ci avrebbe detto: "Portate vostro fratello"?)). [8] Giuda disse a Israele suo padre: «Manda il ragazzo con me, ci leveremo e partiremo, affincbe viviamo e non moήamo, sia noi sia tu sia Ia nostra famiglia373• [9] Ι ο mi prendo la responsabilitiι di lui37\ dalla mia mano lo devi chiedere: se non lo riconduco da te e se non te lo metto dinnanzi, sarό colpevole nei tuoi confronti per tutti i giomi. [ 1 Ο] Perche, se non avessimo indugiato, saremmo gia tomati due volte)). [ 1 1 ] Israele loro padre disse loro: «Se e cosi, fate questo: prendete dei frutti della terra nelle vostre sporte e portate all 'uomo doni, resina e miele, incenso e miπa e terebinto e noci. [ 1 2] Ε prendete nelle vostre mani il doppio di denaro; il denaro che e stato rimesso nelle vostre borse riportatelo con voi: forse e un

373 La nostra.famiglia: per άποσκευή e i suoi possibili significati cfr. nota a ν. 34, 29. 374 Mi prendo . . . lui: il verbo έκδέχομαι, che nell'uso classico significa "ήcevo", "prendo", nella koine si specializza nel senso di "dare garanzia", "essere garante per qualcuno" (J.A.L. Lee, Lexical Studγ, cit., pp. 59-60; ΒΑ ι, p. 283). 11 terrn i ne riflette il lessico giuήdico-giudiziaήo tipico dell'etiι tolemaica (cfi. Α. Passoni Dell'Acqua, Pentateuco, cit., p. 1 93).

266

Γένεσις

έν τοις μαρσίπποις ύμ&ν άποστρέψατε μεθ ' ύμ&ν· μήποτε άγνόημά έστιν. [ 1 3] και τον άδελφον ύμ&ν λάβετε και άναστάντες κατάβη­ τε προς τον &.νθρωπον. [ 1 4] ό δε θεός μου375 δq}η ύμιν χάριν έναντίον του άνθρώπου, και άποστείλαι τον άδελφον ύμ&ν τον ενα376 και τον Βενιαμιν· έγrο μέν γάρ, καθα ήτέκνωμαι, ήτέκνωμαι377• [ 1 5] Λαβόν­ τες δέ οί &.νδρες τα δώρα ταυτα και το άργύριον διπλουν έλαβον έν ταις χερσιν αύτ&ν και τον Βενιαμιν και άναστάντες κατέβησαν είς Α1γυπτον και έστησαν έναντίον Ιωσηφ. [ 1 6] είδεν δέ Ιωσηφ αύτούς και τον Βενιαμιν τον άδελφον αύτου τον όμομήτριον378 και είπεν τίρ έπι τfjς οίκίας αύτου Είσάγαγε τούς άνθρώπους είς η1ν οίκίαν και σφάξον θύματα379 και έτοίμασον· μετ ' έμου γαρ φάγονται οί &.νθρω­ ποι &.ρτους τfιν μεσημβρίαν. [ 1 7] έποίησεν δέ ό &.νθρωπος, καθα εί­ πεν Ιωσηφ, και είσήγαγεν τούς άνθρώπους είς τον οίκον Ιωσηφ. [ 1 8] ίδόντες δέ οί &.νθρωποι οτι είσήχθησαν είς τον οίκον Ιωσηφ, είπαν Δια το άργύριον το άποστραφέν έν τοις μαρσίπποις ήμ&ν τfιν άρ­ χfιν ήμεις είσαγόμεθα του συκοφαντfjσαι ήμας και έπιθέσθαι ήμιν του λαβειν ήμας είς παιδας και τούς ονους ήμ&ν. [ 1 9] προσελθόντες δέ προς τον &.νθρωπον τον έπι του ο1κου Ιωσηφ έλάλησαν αύτίρ έν τίρ πυλ&νι του ο1κου [20] λέγοντες Δεόμεθα, κύριε· κατέβημεν τfιν άρχfιν πρίασθαι βρώματα· [2 1 ] έγένετο δέ ήνίκα ήλθομεν είς το κα­ ταλυσαι και ήνοίξαμεν τούς μαρσίππους ήμ&ν, και τόδε το άργύριον έκάστου έν τφ μαρσίππφ αύτου· το άργύριον ήμ&ν έν σταθμ>. Ed essi si s' inchinarono e si prostrarono davanti a lui. [29] Giuseppe, alzando � li occhi, vide Beniamino, suo fratello nato dalla stessa madre, e disse: «Ε questo il vostro fratello piu giovane, che avete detto mi avreste condotto?». Ε disse: «Che Dio abbia miseήcordia di te, figlio». [30] Giuseppe si turbό - perche le sue viscere si strinsero per via di suo fratello - e voleva piangere; allora entrό nella camera e li pianse. [3 1 ] Ε , dopo essersi lavato i l volto, usci, si fece coraggio e disse: «Servite il pane». [32] Ε servirono lui da solo e loro a parte e gli egiziani che mangia­ vano con lui a parte: perche gli egiziani non potevano mangiare pane con gli ebrei, poiche e un abominio383 per gli egiziani. [33] Si sedettero davanti a lui, il pήmogenito, secondo la sua anzianita e il piu giovane, secondo la sua giovinezza: gli uomini erano stupiti, un fratello con l'altro. [34] Porta­ rono a loro porzioni da parte sua; la porzione di Beniamino era piu grande delle porzioni di tutti, cinque volte tanto ήspetto alle loro. Bevvero e si ubήacarono con lui. [ 44, Ι ] Ε Giuseppe ordinό al sovήntendente della sua casa dicendo: «Riempite le borse degli uomini di cibo, quanto ne possono portare, e met­ tete il denaro di ciascuno sull'apertura della borsa, [2] e infilate la mia cop­ pa d'argento nella borsa del piu giovane insieme al prezzo del suo grano». Fu fatto secondo la parola di Giuseppe, come aveva detto. [3] Al mattino spuntό l'alba, e gli uomini vennero congedati, essi e ί loro asini. [4] Dopo che uscirono dalla citta (non erano molto distanti), allora Giuseppe disse al sovήntendente della sua casa: «Vai, insegui gli uomini, e li fermerai e dirai loro: "Perche avete restituito il male in cambio del bene? [5] Perche avete rubato la mia coppa d'argento?"384 Non e questa in cui beve il mio signore? Egli trae presagi in essa385• In modo malvagio avete compiuto ciό

rore" mangiare determinati animaιi, oppure ι 'incesto e ίι mondo pagano νengono quaιificati come "abomineνoιi" [ . . . ]. La radice βδελυκ- nei LXX e traduzione costante della radice ebraica t 'b (92 νοιte)» (GLNT π, coιl. 22 ι ss.). 384 Perche ... d 'argento?: assente neι ΤΜ; Weνers colloca questa inteπogatiνa alla fine deι ν. 4. «Α detta di Weνers, ιa frase dei LXX costituirebbe un "necessary bridge for what follows in ν. 5" [υπ raccordo necessario a quanto segue neι ν. 5, n.d.t.]. Questa affermazione e condiνisibiιe se si accetta ιa ιezione come faci/ior e utiιe per espιicare un originario testo ebraico ellittico» (Α. Catastini, L 'itinera­ rio di Giuseppe, cit., p. ι 5 ι ). 385 Trae presagi in essa: traduzione ιetteraιe dall'ebraico, doνe ίι compιemento di stato in ιuogo puό essere interpretato coπettamente anche come compl. di mezzo. Il νerbo οiωνίζομαι allude alla pratica diνinatoria detta ιecanomanzia, osservazione delle forme assunte dall'acqua in una coppa per ricaνame presagi.

270

Γένεσις

εlπεν αύτο'iς κατα τα ρήματα ταυτα. [7] οί δε εlπον αύτq> 'Ίνα τί λαλε'i ό κύριος κατα τα ρήματα ταυτα; μη γένοιτο το'iς παισίν σου ποιησαι κατα το ρημα τουτο. [8] εί το μεν αργύρων, δ εϋρομεν εν το'iς μαρσίπποις ήμ&ν, απεστρέψαμεν προς σε εκ γης Χανααν, π&ς άν κλέψαιμεν εκ του οίκου του κυρίου σου αργύρων η χρυσίον; [9] παρ ' φ άν εύρεθfί το κόνδυ τ&ν παίδων σου, αποθνnσκέτω· και ήμε'iς δε εσόμεθα πα'iδες τφ κυρίφ ήμ&ν. [ 1 0] ό δε εlπεν και νυν ώς λέγετε, οϋτως έσται· ό άνθρωπος, παρ ' φ άν εύρεθfί το κόνδυ, αύτος έσται μου πα'iς, ύμε'iς δε έσεσθε καθαροί. [ 1 1 ] και έσπευσαν και καθε'iλαν εκαστος τον μάρσ ιππον αύτου επι την γϊ;ν και ήνοιξαν εκαστος τον μάρσιππον αύτου. [ 1 2] ήρεύνα δε απο του πρεσβυτέρου αρξάμενος εως ήλθεν επι τον νεώτερον, και εδρεν το κόνδυ εν τφ μαρσίππφ τφ Βενιαμιν. [ 1 3] και διέρρηξαν τα ίμάτια αύτ&ν και επέθηκαν εκαστος τον μάρσιππον αύτου επι τον ονον αύτου και επέστρεψαν είς την πόλιν. [ 1 4] Είσηλθεν δε Ιουδας και οί αδελφοι αύτου προς Ιωσηφ έτι αύτου οντος εκε'i και έπεσον εναντίον αύτου επι την γην. [ 1 5] εi­ πεν δε αύτο'iς Ιωσηφ Τί το πρίiγμα τουτο, δ εποιήσατε; ούκ οίδατε οτι οίωνισμiρ οίωνιε'iται386 άνθρωπος οίος εγώ; [ 1 6] εlπεν δε Ιουδας Τί αντερουμεν τφ κυρίφ η τί λαλήσωμεν η τί δικαιωθ&μεν; ό δε θε­ ος εδρεν την αδικίαν τ&ν παίδων σου. ίδού εσμεν οίκέται τφ κυρίφ ήμ&ν, και ήμε'iς και παρ ' φ εύρέθη το κόνδυ. [ 1 7] εlπεν δε Ιωσηφ Μή μοι γένοιτο ποιη σαι το ρημα τουτο· ό άνθρωπος, παρ ' φ εύρέθη το κόνδυ, αύτος έσται μου πα'iς, ύμε'iς δε ανάβητε μετα σωτηρίας προς τον πατέρα ύμ&ν. [ 1 8] Έγγίσας δε αύτq> Ιουδας εiπεν Δέομαι, κύριε, λαλησάτω ό πα'iς σου ρημα εναντίον σου, και μη θυμωθfίς τφ παιδί σου, οτι σu εl μετα Φαραω387• [ 1 9] κύριε, σu ήρώτησας τοuς πα'iδάς σου λέγων Εί έχετε πατέρα η αδελφόν; [20] και είπαμεν τiρ κυρίcρ 'Έστιν ήμ'iν παη)ρ πρεσβύτερος και παιδίον γήρως νεώτερον αύτq>, και ό αδελφος αύτου απέθανεν, αύτος δε μόνος ύπελείφθη τft μητρι αύτου, ό δε πατηρ αύτον ήγάπησεν. [2 1 ] εlπας δε το'iς παισίν σου Καταγάγετε αύτον πρός με, και επιμελουμαι αύτου. [22] και είπα­ μεν τq> κυρίφ Ού δυνήσεται το παιδίον καταλιπε'iν τον πατέρα· εf:ι.ν δε καταλίπn τον πατέρα, αποθανε'iται. [23] σu δε εlπας το'iς παισίν σου Έ αν μη καταβft ό αδελφος ύμ&ν ό νεώτερος μεθ ' ύμ&ν, ού προ­ σθήσεσθε έτι ίδε'iν το πρόσωπόν μου. [24] εγένετο δε ήνίκα ανέβη­ μεν προς τον πα'iδά σου πατέρα δε ήμ&ν, απηγγείλαμεν αύτφ τα ρή­ ματα του κυρίου. [25] εlπεν δε ήμ'iν ό πατηρ ήμ&ν Βαδίσατε πάλιν, 386 Ε in grado di traπe presagi: οίωνιεί ται e un futuro che il redattore «aνrebbe scelto intenzio­ nalmente per indicare ai fratelli che non poteνano sperare di andarsene con il bottino, perche Giuseppe aνrebbe per certo divinato dove si trovava la coppa rubata» (J .W. Wevers, Notes, cit., p. 746).

Genesί

27 1

che avete fatto». [6] Li trovό e disse loro secondo queste parole. [7] Essi gli dissero: «Perche il signore parla secondo queste parole? Non sia mai che i tuoi servi agiscano secoπdo questa parola. [8] Se il denaro, che abbiamo trovato nelle nostre borse, te lo abbiamo ήportato dalla teπa di Chanaan, come avremmo potuto rubare dalla casa del tuo signore argento od oro? [9] Quello dei tuoi servi da cui sia trovata la coppa, che muoia; e noi sare­ mo servi di nostro signore». [ 1 0] Egli disse: «Ε ora, sara cosi come dite: Ι 'uomo da cui sia trovata la coppa, questi sara mio servo, mentre voi sarete innocenti». [ 1 1 ] Ε si affrettarono a mettere giiι a teπa ciascuno la sua borsa e apήrono ciascuno la sua borsa. [ 1 2) Cercό cominciaπdo dal maggiore finche arήνό al minore, e trovό la coppa πella borsa di Beniamino. [ 1 3] Ε si stracciarono le loro vesti, e ήmisero ciascuno la propήa borsa sul suo asino e ήtomarono nella citta. [ 1 4] Giuda e i suoi fratelli eπtrarono da Giuseppe, che era ancora la, e caddero a teπa davanti a lui. [ 1 5] Giuseppe disse loro: «Cos'e questa cosa che avete fatto? Non sapete che un uomo come me e in grado di traπe pre­ sagi386?». [ 1 6] Giuda disse: «Cosa ήsponderemo al signore, ο cosa possia­ mo dire ο come possiamo essere giustificati? Dio ha scoperto l'ingiustizia dei tuoi servi. Ecco, saremo servitoή del nostro signore, sia noi sia quello da cui e stata trovata la coppa». [ 1 7] Giuseppe disse: «Non sia mai che ίο faccia questo. L'uomo da cui e stata trovata la coppa, questi sara mio schia­ vo, νοί, iπvece, ήsalite in sicurezza da vostro padre». [ 1 8] Giuda si avvicinό a lui e disse: «Ti prego, signore, lascia che il tuo servo dica una parola davanti a te, e non aπabbiarti con il tuo servo, perche tu sei con Faraone387. [ 1 9] Signore, tu hai chiesto ai tuoi servi di­ cendo: 'Άvete uπ padre ο uπ fratello?". [20] Ε abbiamo detto al signore: 'Άbbiamo un padre anziano ed egli ha un figlio alquanto giovane della sua vecchiaia, e suo fratello e morto, egli e il solo lasciato da sua madre, perciό il padre Ι ο ha tenuto in particolare affetto". [2 1 ] Hai detto ai tuoi servi: "Conducetelo da me, e mi prenderό cura di lui". [22] Ε noi abbiamo detto al signore: 'ΊΙ ragazzo ποπ potra lasciare il padre; se abbandonasse il padre, questi moήra". [23] Tu hai detto ai tuoi servi: "Se il vostro fratello piiι giovane non scendera cοπ νοί, ποπ vedrete piiι il mio volto". [24] Ε avvenπe che, quando ήsalimmo dal tuo servo nostro padre, gli ήfeήmmo le parole del signore. [25] Nostro padre ci disse: 'Ίncamminatevi di nuovo,

387 Con Faraone: ebraico «come il Faraone»; l'espressione μετι'Ι Φαραω si puό anche intendere «dopo Faraone», in relazione all'autoήtiι di Giuseppe, seconda solo a quella del sovrano d'Egitto (J.W. Wevers, Notes, cit., p. 748).

Γένεσις

272

άγοράσατε ήμίν μικρα βρώματα. [26] ήμείς δε εϊπαμεν ου δυνησό­ μεθα καταβηναι· άλλ' εί μεν ό άδελφος ήμων ό νεώτερος καταβαίνει μεθ' ήμων, καταβησόμεθα· ou γiχρ δυνησόμεθα ίδείν το πρόσωπον του άνθρώπου, του άδελφοu του νεωτέρου μη οντος μεθ' ήμων. [27] είπεν δε ό παίς σου ό πατηρ ήμων προς ήμίiς ' Υμείς γινώσκετε οτι δύο ετεκέν μοι ή γυνή· [28] και έξηλθεν ό είς άπ' έμοu, και εϊπατε οτι θηριόβρωτος γέγονεν388, και οuκ είδον αuτον ετι και νuν· [29] έiχν οuν λάβητε και τοuτον έκ προσώπου μου και συμβfi αuτφ μαλα­ κία έν τn όδφ, και κατάξετέ μου το γηρας μετα λύπης είς ί;iδου. [30] νuν οuν έiχν είσπορεύωμαι προς τον παίδά σου πατέρα δε ήμων καl. το παιδάριον μη n μεθ' ήμων- ή δε ψυχη αuτοu έκκρέμαται έκ της τούτου ψυχης-, [3 1 ] και εσται έν τφ ίδείν αuτον μη ον το παιδάριον μεθ' ήμων τελευτήσει, και κατάξουσιν οί παίδές σου το γηρας του παιδός σου πατρος δε ήμων μετ' όδύνης είς ί;iδου. [32] ό γiχρ παίς σου έκδέδεκται το παιδίον παρiχ τοu πατρος λέγων Έiχν μη άγάγω αu­ τον προς σε και στήσω αuτον έναντίον σου, ήμαρτηκiος εσομαι προς τον πατέρα πάσας τiχς ήμέρας. [33] νuν οuν παραμενω σοι παίς άντl. του παιδίου, οiκέτης του κυρίου· το δε παιδίον αναβήτω μετα των άδελφων. [34] πως γiχρ aναβήσομαι προς τον πατέρα, του παιδίου μη οντος μεθ' ήμων; ϊνα μη ϊδω τα κακά, α εύρήσει τον πατέρα μου.

[ 45, 1 ] Και οuκ ήδύνατο Ιωσηφ άνέχεσθαι πάντων των παρεστη­ κότων αuτiρ389, άλλ' είπεν Έξαποστείλατε πάντας άπ' έμοu. και ού παρειστήκει οuδεις ετι τ>). Nel ν. successiνo i LXX seguono inνece Ι Όrdine delle paro\e presentato dal τΜ e \eggono «i giomi degli anni>>. 408 In cuί soggίorno: ί \ greco παρακαλiίi traduce \'ebraico megιιray, «[i giomi degli anni] del mio soggiomo in territorio stranierω>.

282

Γένεσις

μέτρει αύτοΊς, και είσήνεγκεν Ιωσηφ παν το άργύριον είς τον οί­ κον Φαραω. [ 1 5] και έξέλιπεν παν το άργύριον έκ γης Αίγύπτου και έκ γης Χανααν. lΊλθον δε πάντες οί Αίγύπτιοι προς Ιωσηφ λέγοντες Δος ήμΊν iiρτους, και ϊνα τί άποθνflσκομεν έναντίον σου; έκλέλοιπεν γαρ το άργύριον ήμοον. [ 1 6] είπεν δέ αύτοΊς Ιωσηφ Φέρετε τα κτήνη ύμοον, και δώσω ύμΊν iiρτους άντι τοον κτηνών ύμοον, εί έκλέλοιπεν το άργύριον. [ 1 7] flγαγον δέ τα κτήνη προς Ιωσηφ, και εδωκεν αύτοΊς Ιωσηφ iiρτους άντι τοον ϊππων και άντι τοον προβάτων και άντι τοον βοοον και άντι των ονων και έξέθρεψεν αύτοuς έν iiρτοις άντι πάν­ των των κτηνών αύτοον έν τ μνημείφ, έν γfj Χανααν, έκει με θάψεις νυν οuν άναβας θάψω τον πατέρα μου καt έπανελεύσομαι. [6) καt είπεν Φαραω Άνάβηθι, θάψον τον πατέρα σου, καθάπερ rορκισέν σε. [7] και άνέβη Ιωσηφ θάψαι τον πατέρα αuτου, καi. συνανέβησαν μετ' αuτου πάντες οί παιδες Φαραω και οί πρεσβύτεροι του οίκου αuτου καΙ. πάντες οί πρεσβύτεροι της γης Αί γύπτου [8] καt πίiσα ή πανοικία451 Ιωσηφ καi. οί άδελφοι αuτου καΙ. πασα ή οίκία ή πατρικfι αuτου, καΙ. τfιν συγγένειαν καΙ. τα πρό­ βατα καi. τοuς βόας ύπελίποντο έν γfj Γεσεμ. [9] καt συνανέβησαν μετ' αuτου καΙ. &.ρματα καΙ. ίππεις, και έγένετο ή παρεμβολfι με­ γάλη σφόδρα. [ 1 0] και παρεγένοντο έφ' πατρt αuτου έπτα ήμέρας. 446 Ι dodicifigli di Giacobbe:

in ebraico si ha «le dodici tribu di Israele».

447 Grotta doppia: cΠ. nota a 23, 9. 448 Daifigli di Chet: costruzione a senso su κτήσει, nel senso di «acquistata da . . . ».

449 Ai servi imbalsamatori di imbalsamare: il verbo ένταφιάζω viene qui tradotto nel senso di "imbalsamare", data la diffusione della pratica nell'antico Egitto fino alla tarda epoca romana (J.W.

Genesί

295

[28] Tutti questi erano ί dodici figli di Giacobbe446, e cosi parlό ad essi il loro padre e li benedi, ciascuno secondo la sua benedizione li benedi. [29] Ε disse loro: «lo sono aggiunto al mio popolo: seppellitemi con ί miei padή nella grotta, che si trova nel campo di Ephron il chetteo, [30] nella grotta doppia447 che e di fronte a Mambre nella teπa di Chanaan, la grotta che Abraamo comprό da Ephron il chetteo come propήeta di una tomba. [3 1 ] La seppellirono Abraamo e Saπa sua moglie, la seppellirono Isacco e Rebecca sua moglie, e la ho seppellito Lia, [32] nella propήeta del campo e della grotta che vi si trova, dai figli di Chet448». [33] Ε Giacobbe terminό di dare ordini ai suoi figli e, dopo aver sollevato ί suoi piedi sul letto, spirό e fu aggiunto al suo popolo. [50, 1 ] Ε Giuseppe si gettό sul volto di suo padre, pianse su di lui e lo baciό. [2] Ε Giuseppe ordinό ai suoi servi imbalsamatoή di imbalsamare449 suo padre, e gli imbalsamatoή imbalsamarono Israele. [3] Ε si compirono ί suoi quaranta giomi : perche cosi sono contati ί giorni della sepoltura. Ε l'Egitto lo pianse per settanta giorni. [4] Dopo che passarono ί giorni del lutto, Giuseppe parlό ai dignitaή di Faraone dicendo: «Se ho trovato grazia dinnanzi a voi, parlate di me alle orecchie di Faraone dicendo: [5] "Mio padre mi ha fatto giurare450 dicendo: "Nella tomba, che mi sono scavato in teπa di Chanaan, la mi seppellirai". Ora, dunque, salirό, seppellirό mio padre e farό ήtorno». [6] Ε Faraone disse: «Sali, seppellisci tuo padre come ti ha fatto giurare)). [7] Ε Giuseppe sali per seppellire suo padre, e salirono con lui tutti i servi di Faraone e gli anziani della sua casa e tutti gli anziani della teπa d'Egitto, [8] e tutto il ca­ sato45 1 di Giuseppe, e i suoi fratelli e tutta la sua casa paterna. Ma i parenti e le greggi e i buoi li lasciarono in teπa di Gesem. [9] Ε salirono con lui carή e cavalieή, e si formό un accampamento molto grande. [ 1 0] Ε arήvarono nell 'aia di Atad, che si trova oltre il Giordano, e si batterono il petto per lui con colpi in modo molto grande e forte452: e fece il lutto per suo padre per

Weνers, Notes, cit., p. 839); una simile interpretazione e perfettamente legittimata dal τΜ, doνe si legge il verbo banat, "speziare". 450 Mio padre mi ha fallo giurare: il Samaritano e alcuni mss. dei LXX premettono, sulla scorta del ν. 1 6, >. 11 Samaritano, inoltre, dopo «seppellirό mio padre>> dello stesso ν. aggiunge «come mi ha fatto giurare>> ( Α . Catastini, Storia di Giιιseppe, cit., p. 1 94). >.

311

Esodo

[1, 1 ] Questi sono i nomi dei figli d'Israele che erano entrati in Egitto assieme a Giacobbe loro padre1 - ognuno era entrato con tutta la propήa famiglia -: [2] Ruben, Simeone, Levi, Giuda, [3] Issachar, Zabulon e Be­ niamino, [4] Dan e Nefthali, Gad e Aser. [5] Giuseppe si trovava gia in Egitto2; tutte le persone discendenti da Giacobbe3 erano dunque settanta­ cinque4. [ 6] Poi moήrono Giuseppe e tutti i suoi fratelli e tutta quella gene­ razione; [7] ma i figli d'lsraele si moltiplicarono, si accrebbero, divennero numerosi e fortissimi, poiche la teπa li fece crescere5• [8] Ora sorse un altro re in Egitto che non conosceva Giuseppe. [9] Disse al propήo popolo: «Ecco, la stirpe6 dei figli d'Israele e una grande moltitudine e prevale su di noi. [ 1 Ο] Coraggio allora, raggiήamoli, che non si accresca, perche non succeda, se ci sopraggiungesse una gueπa, che anche loro si uniscano ai nostή avversari e se ne vadano7 dal paese dopo averci fatto gueπa». [ 1 1 ] Ε prepose sopra di 1oro sovήntendenti ai lavori affinche essi fossero maltrattati con lavori8• Ed essi costruirono citta fortificate9 per Faraone, non solo Pithom, ma anche Ramesse e On, che e Eliopo1i10• [ 1 2] Ma piύ essi erano umiliati piύ diventavano numerosi e molto potenti; e avevano in odio gli Egiziani 1 1 i figli d' Israele. [ 1 3] Ε in­ fliggevano gli Egiziani ai figli d'Israele una dominazione violenta, [ 1 4] e affiigevano12 la loro vita con duή lavori, fango e fabbricazione di mattoni e tutti i lavori nei campi, con tutti i lavori con cui 1i asservivano con violenza.

• Popolo; stirpe: in entrambi i casi l'ebraico ήporta ·am, "popolo"; il traduttore dei Settanta ήcοπe invece a due termini differenti per distinguere il popolo egizio (εθνος) da quello dei fi g li d'lsraele (γένος) 7 Raggiriamoli; si accresca; si ιιniscano; se ne νadano: mentre il greco oscilla tra singolare e plurale per indicare il popolo d'lsraele, nel ™ compare costantemente la forma singolare. 8 Laνori; laνori: il greco ήcοπe a ερyον dove l'ebraico impiega invece due termini diνersi, missim, «lavori forzati» e seνaloι, «caήchi». Quest'ultimo compare nel ™ anche in Εχ 2, I Ι ; 6, 6, 7, dove e tradotto ήspettivamente con πόνος, δυναστείας e καταδυναστείας. Considerato che giiι in epoca classica ερyον poteva assumere il significato di "problema", "difficoltiι" (Gl, s. v. , d), ποπ e dunque da escludersi che qui e in altre occoπenze (p.es. 2, 23 [bis]) ίΙ termine possa essere interpretato come 'Ίavoro gravoso", in diretta connessione con la situazione di servitiι degli Ebrei. 9 Cittiιfortificate: 'are miskenot, «cittiι deposito», nel ™ 10 Ε On . . . Eiiopoli: assente nel τΜ (cfr. Gen 46, 20). " Gli Egiziani: aggiunta del greco, che esplicita il soggetto dell'azione. 1 2 Ajjliggendo: neologismo dei LXX a rendere la radice m. r. r. che nel ™ compare in formapi "el, nel senso di "rendere amaro". .

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'Έξοδος

3 12

[ 1 5] Κα1. εiπεν ό βασιλεuς των Αίγυπτίων ταις μαίαις των Εβραί­ ων, τfi μι� αuτων, n ονομα Σεπφωρα13, και το ονομα τfίς δευτέρας Φουα, [ 1 6] κα1. εiπεν ''Οταν μαιοuσθε τας Εβραίας κα1. ώσιν προς τφ τίκτειν14, έαν μέν aρσεν η, άΠΟΚτείνατε αuτό, εαν δέ θfίλυ, Περιποι­ εισθε αuτό. [ 1 7] έφοβήθησαν δέ αί μαιαι τον θεον και οuκ έποίησαν καθότι συνέταξεν αuταις ό βασιλεuς Αίγύπτου, κα1. έζωογόνουν τα aρσενα. [ 1 8] έκάλεσεν δέ ό βασιλεuς Αίγύπτου τας μαίας καt εiπεν αuταις Τί οτι έποιήσατε το πραγμα τοuτο κα1. έζωογονειτε τα aρ­ σενα; [ 1 9] εiπαν δέ αί μαιαι τφ Φαραω Οuχ ώς γυναικες Αίγύπτου αί Εβραιαι, τίκτουσιν γαρ πρtν η είσελθειν προς αuτας τας μαίας και έτικτον15. [20] εδ δέ έποίει ό θεός ταις μαίαις, και έπλήθυνεν ό λαός και i:σχυεν σφόδρα. [2 1 ] έπειδfι έφοβοuντο αί μαιαι τον θε­ όν, έποί ησαν έαυταις οίκίας16. [22] συνέταξεν δέ Φαραω παντ1. τφ λαφ αuτοu λέγων παν aρσεν, ο έαν τεχθfi τοις Εβραίοις17, είς τον ποταμόν ρίψατε· και παν θfίλυ, ζωογονειτε αuτό. -

[2, 1 ] ';' Ην δέ18 τις έκ τfίς φυλfίς Λευι, ος έλαβεν των θυγατέρων Λευι κα1. έσχεν αuτήν. [2] κα1. έν γαστρ1. έλαβεν κα1. έτεκεν aρσεν· ίδόντες δέ αuτό άστειον έσκέπασαν αuτό μfίνας τρεις. [3] έπε\ δέ ΟUΚ i]δύναντο19 αUτΟ έτι κρύπτειν, έλαβεν20 αuτφ ή μήτηρ αUτΟU θι­ βιν21 και κατέχρισεν αuτfιν άσφαλτοπίσσn22 και ένέβαλεν το παι­ δίον είς αuτfιν και έθηκεν αuτfιν είς το ελος παρα τον ποταμόν. [4] και κατεσκόπευεν ή άδελφfι αuτοu μακρόθεν μαθειν, τί το άποβη­ σόμενον αuτφ. [5] κατέβη δέ ή θυγάτηρ Φαραω λούσασθαι έπ1. τον ποταμόν, και αί aβραι αuτfίς παρεπορεύοντο παρα τον ποταμόν· και ίδοuσα τfιν θιβιν έν τφ ελει άποστείλασα τfιν aβραν άνείλατο αυ­ τήν. [6] άνοίξασα δέ όρ� παιδίον κλαιον έν τfi θίβει, και έφείσα­ το αuτοu ή θυγάτηρ Φαραω κα1. έφη Άπό των παιδίων των Εβραίων τοuτο. [7] κα1. εiπεν ή άδελφfι αuτοu τfi θυγατρ1. Φαραω Θέλεις κα­ λέσω σοι γυναικα τροφεύουσαν έκ των Εβραίων κα1. θηλάσει σοι το

1 3 Sepphora: Sifrah neι ΤΜ. Ι LXX ιο confondono forse per assonanza con quello della mogιie di Mose (Εχ 2, 2 1 ), $ipporah, traducendo di conseguenza. 1 4 Quando . . . generare: cosi i LXX interpretano ι'ebraico ur 'iten 'α/ ha Όvnayim, compare regolarmente nei LXX come traduzione dell'ebraico har ha 'e/ohim ai νν. 4, 27; 18, 5; 24, 1 3 nei LXX. 3 8 Per di qui: traduce l 'ebraico halom, "qui", 'Όitre". Non e escluso che un lettore greco potesse intendere qui ώδε come avverbio di modo e non di luogo («non avvicinarti in questo modo!», ossia . [3] Ε disse: «Gettalo in teπa». Ε lo gettό in teπa ed esso divenne un serpente54; e fuggi Mose da lui. [4] Ε disse il Signore a Mose: «Stendi la mano e affeπa la coda»: stesa allora la mano affeπό la coda e ήdivenne ba­ stone nella sua mano. [5] «Affinche credano a te, che ti e apparso il Signore il Dio dei tuoi padή, Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe». [6] Gli disse ancora il Signore: «Porta la tua mano al tuo petto». Ε portό la sua mano al suo petto; e ήportό la sua mano dal suo petto e divenne la mano come neve55• [7] Ε disse: «Metti ancora la tua mano sul tuo petto». Ε portό la sua mano al suo petto; e la ήportό dal suo petto e tornό nuovamente al colore della sua carne. [8] «Se poi non crederanno e non ascolteranno la voce del pήmo segno, ti crederanno per la voce del secondo segno. [9] Ε avveπa che se non ti crederanno con questi due segni e non ascolteranno la tua voce, prenderai un po' dell 'acqua del fiume e la verserai sulla teπa asciutta: e l'acqua che avrai preso dal fiume sara sangue sulla terra asciut­ ta». [ 1 0] Disse allora Mose al Signore: «Ti supplico, Signore, non sono capace, ne ieή ne 1' altro ieή e neppure da quando cominciasti a parlare al tuo attendente: sono balbuziente e lento di lingua». [ 1 1 ] Disse allora il Signore a Mose: «Chi ha dato la bocca all 'uomo e chi ha fatto il sordo e il

(ΒΑ 11, p. 36). Tannin indica nei libri della Genesi ( 1 , 2 1 ) e di Giobbe (7, 1 2) un animale acquatico mostruoso, mentre in Ez 29, 3 diventa apposizione del faraone, a indicare il coccordήllo del Nilo. Sulla scorta di quest'ultimo passo e accettando la proposta di Eynikel a Hauspie ( τhe Use οfδράκωv in the Septuagint, in Β.Α. Taylor - A.L.J. Lee - P.R. Burton - R.E. Whitaker [eds.], Biblical Greek. Language and Lexicography, Wm. Eerdmans Publishing Co., Grand Rapids, Mich. 2004, pp. 1 3 1 , 1 35), secondo i quali soltanto in 6 delle sue 36 occoπenze nei LXX δράκων indica indiscutibilmente un serpente (animale per cui, quando si tratti di un rettile ordinario, il greco preferisce ricoπere a οφις), il teπnine sara reso nelle sue occoπenze in Esodo con «coccodήllo». 55 Ε diνenne ... neve: in ebraico «la mano era ricoperta di lebbra, bianca come la neνe». Omettere la menzione della lebbra potrebbe segnalare il tentativo di evitare una confeπna scritturistica all'opinione, riportata anche in numerosi autori ellenistici, che gli ebrei fossero stati scacciati daii'Egitto poiche lebbrosi; il testo greco elimina la menzione della lebbra (cfr. C. Houtman, Α Note on the LXX Version ofExodus 4. 6, in «ZAW» 97 [ 1 985], pp. 253-254).

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"'Εξοδος

δύσκωφον καl κωφόν56 , βλέποντα καl τυφλόν; ούκ έγrο ό θεός; [ 1 2] καl νuν πορεύου, καl έγrο άνοίξω το στόμα σου57 καl συμβιβάσω σε ο μέλλεις λαλϊϊσαι. [ 1 3] καl είπεν Μωυσης Δέομαι, κύριε, προχείρισαι δυνάμενον &.λλον, ον άποστελε1ς5 8 • [ 1 4] καl θυμωθεlς όργfi59 κύριος έπl Μωυσην είπεν Ούκ ίδού Ααρων ό άδελφός σου ό Λευίτης; έπί­ σταμαι Ο τι λαλrον λαλήσει60 αύτός σοι61 • Καt ίδού αύτος έξελεύσεται είς συνάντησίν σοι καl ίδών σε χαρήσεται έν έαυτq>. [ 1 5] καl έρε'i'ς προς αύτον καl δώσεις τα ρήματά μου62 είς το στόμα αύτοu· καl έγrο άνοίξω το στόμα σου καl το στόμα αuτοu καl συμβιβάσω ύμας α ποι­ ήσετε. [ 1 6] καl αύτός σοι προσλαλήσει προς τον λαόν, καl αύτος έσται σου στόμα, σύ δε αύτφ έσn τα προς τον θεόν63• [ 1 7] καl την ράβδον ταύτην την στραφε'i'σαν είς οφιν64 λήμψn έν τn χειρί σου, έν n ποιήσεις έν αύτn τα σημεtα. [ 1 8] Έπορεύθη δε Μωυσης καl άπέστρεψεν προς Ιοθορ τον γαμ­ βρον αύτοu καl λέγει Πορεύσομαι καl άποστρέψω προς τούς άδελ­ φούς μου τούς έν Αίγύπτφ καl όψομαι εί έτι ζ&σιν. καl είπεν Ιοθορ Μωυσn Βάδιζε ύγιαίνων. [ 1 9] μετα δε τας ήμέρας τας πολλας έκεί­ νας έτελεύτησεν ό βασιλεύς Αίγύπτου. είπεν δε κύριος προς Μωυ­ σϊϊν έν Μαδιαμ Βάδιζε &.πελθε είς Αίγυπτον· τεθνήκασιν γαρ πάντες οί ζητοuντές σου την ψυχήν. [20] άναλαβrον δε Μωυσης την γυνα'i'κα καl τα παιδία άνεβίβασεν αύτα έπl τα ύποζύγια καl έπέστρεψεν είς Αίγυπτον· έλαβεν δε Μωυσης την ράβδον την παρα τοu θεοu έν τn χειρl αuτοu. [2 1 ] είπεν δε κύριος προς Μωυσην Πορευομένου σου καl άποστρέφοντος είς Αίγυπτον ορα πάντα τα τέρατα, α έδωκα έν τα'i'ς χερσίν σου, ποιήσεις αύτα έναντίον Φαραω· έγrο δε σκληρυν& την καρδίαν αύτοu, καl ou μη έξαποστείλn τον λαόν. [22] σύ δε έρε'i'ς τij> Φαραω Τάδε λέγει κύριος ίίος πρωτότοκός μου Ισραηλ· [23] εί­ πα δέ σοι 'Εξαπόστειλον τον λαόν μου, ϊνα μοι λατρεύσπ εί μεν οδν μη βούλει έξαποστεtλαι αuτούς, ορα οδν έγrο άποκτενω τον υίόν σου τον πρωτότοκον. [24] 'Εγένετο δε έν τn όδij> έν τij> καταλύματι συνήντησεν αύ­ τφ &.γγελος κυρίου65 και έζήτει αύτον άποκτεtναι. [25] καl λαβοuσα Σεπφωρα ψηφον περιέτεμεν την άκροβυστίαν τοu υίοu αύτης καl. προσέπεσεν προς τούς πόδας66 καl είπεν "'Εστη το αlμα της περι-

16 Sordo e muto: il greco inverte IΌrdine dell'ebraico, ove si legge «muto e sordo». " Io . . . bocca: i LXX interpretano cosi il τΜ in cui si ha «io sarό con la tua bocca». 18 Designa . . . inνierai: ίΙ greco, insistendo sull' incapacita di Mose a parlare, paraΠasa il testo ebraico che legge semplicemente «manda chi vuoi mandare». 19 Sdegnatosi con furore: l'espressione ebraica wayyibar 'af, letteralmente «arse il volto/naso [del Signore]», in cinque delle sue sei occorrenze nell'Esodo e tradotta con il ήcorso alle forrne verbali

Esodo

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muto56, il vedente e ίl cίeco? Non sono ίο Dio? [ 1 2] Ε ora va' e ίο apήrό la tua bocca57 e ti indicherό ciό che dovrai dire. [ 1 3] Ε disse Mose: «Ti supplico, Signore, designa un altro che e capace, uno che invierai58>>. [ 1 4] Ε il Signore, sdegnatosi con furore59 con Mose, disse: «Ecco, non c 'e forse Aronne, tuo fratello, il Levίta? So che parlera60 per te6 1 ; ecco, ti sta venen­ do incontro e appena ti vedra, gioira. [ 1 5] Ε glί parlerai e metterai le mie62 parole sulla sua bocca; e ίο apήrό la tua bocca e la sua bocca e vi indicherό che cosa farete. [ 1 6] Ed egli stesso parlera per te al popolo, ed egli stesso sara la tua bocca, ma tu sarai per lui ciό che e presso a Dio63. [ 1 7] Ε questo bastone, che si e trasformato in serpente64, prendilo nella tua mano, con la quale compirai i segnί». [ 1 8] Andό Mose e tomό da lothor, suo suocero, e disse: «Andrό e tor­ nerό dai miei fratelli ίη Egitto e vedrό se sono ancora νίνi». Ε disse Iothor a Mose: «Va', sta' bene! >>. [ 1 9] Dopo quei gίomi, che furono molti, mori il re d'Egitto. Disse il Signore a Mose in Madian: «Va', toma in Egitto, perche sono morti tutti quelli che volevano la tua vita». [20] Mose, presa sua moglie e ί suoi figli, li fece montare sugli asini e ήtοmό in Egitto; prese Mose ίη mano il bastone che Dio gli aveva dato. [2 1 ] Disse allora i1 Signore a Mose: «Ora che parti e tomi in Egitto, osserva tutti i prodigi che ho messo nelle tue mani: li userai davantί a Faraone; ma ίο induήrό il suo cuore ed egli non 1ascera andare il popolo. [22] Tu allora dirai a Faraone: "Cosi dίce il Signore: Israele e il mio figlio pήmogenito"; [23] ti ho detto: "Lascia andare il mio popolo, affinche mi serva; se invece non li νuοί la­ sciare andare, fai dunque attenzίone: ucciderό il tuo figlio pήmogenito». [24] Accade che lungo la strada, al luogo di sosta, un nunzio del Sί­ gnore65 lo affrontό e cercava dί ucciderlo. [25] Ε Sepphora, presa una pie­ tra, tagliό il prepuzio di suo figlio e si gettό ai suoi piedi66 e disse: «Si e

όργίζω ο θυμόω accompagnate dai dativi όρΎfi (4, 1 3 ; 32, 1 0, 1 1 ) ο θυμίρ (22, 24; 32, 1 9). Ugua1mente, 'a[e reso ίο Esodo con θυμός ( 1 1 , 8; IS, 8; 32, 1 2) per evitare possibi1i antropomorfismi. 60 Parleriι: esito del costrutto intensivo ebraico dabber yedabber, qui traducibile con >, quindi anche «impure>>. ΑΙ ν. 6, 30 il medesimo ebraico

e reso con ίσχνόφωνος, "balbuziente". 90 Dette. . . terra d 'Egίtto: l'ebraico suona leggermente diverso: «diede loro ordini per gli lsraeliti e per il faraone, re d' Egitto, allo scopo di far uscire gli lsraeliti dalla teπa d' Egittσ>>. Nel τΜ sono Mose e Aronne i soggetti dell' infinito /eho$ί ', mentre in greco soggetto di έξαποστεϊ:λαι diventa il faraone.

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'Έξοδος

[ 1 4] Καl οδτοι άρχηγοl οίκων πατριών αύτrον. υίοl Ρουβην πρω­ τοτόκου Ισραηλ· Ενωχ καl Φαλλους, Ασρων καl Χαρμι· αϋτη ή συγ­ γένεια91 Ρουβην. [ 1 5] καl υίοl Συμεων· Ιεμουηλ καl Ιαμιν καl Αωδ καl Ιαχιν καl Σααρ καl Σαουλ ό έκ της Φοινίσσης92 · αδται αί πατριαl τrον υίrον Συμεων. [ 1 6] καl ταυτα τα όνόματα τrον υίrον Λευι κατα συγγενείας αύτrον· Γεδσων93, Κααθ καl Μεραρι· καl τα έτη της ζω­ ης Λευι έκατον τριάκοντα έπτά. [ 1 7] καl οuτοι υίοl Γεδσων· Λοβενι καl Σεμεϊ, οίκοι πατριας αύτrον. [ 1 8] καl υίοl Κααθ· Αμβραμ94 καl Ισσααρ, Χεβρων καl Οζιηλ· καl τα έτη της ζωης Κααθ έκατον τρι­ άκοντα95 έτη. [ 1 9] καl υίοl Μεραρι· Μοολι καl Ομουσι. οδτοι οίκοι πατριών Λευι κατα συγγενείας αύτrον. [20] καl έλαβεν Αμβραμ τfιν Ιωχαβεδ θυγατέρα του άδελφου του πατρος αύτου96 έαυτq> είς γυ­ να'lκα, καl έγέννησεν αύτφ τόν τε Ααρων καl Μωυσην καl Μαριαμ τfιν άδελφfιν αύτrον97 · τα δf; έτη της ζωης Αμβραμ έκατον τριάκοντα δύο έτη. [2 1 ] καl υίοl Ισσααρ· Κορε καl Ναφεκ καl Ζεχρι. [22] καl υίοl Οζιηλ98 • Ελισαφαν καl Σετρι. [23] έλαβεν δε Ααρων τfιν Ελισα­ βεθ θυγατέρα Αμιναδαβ άδελφfιν Ναασσων αύτφ γυναtκα, καl έτε­ κεν αύτφ τόν τε Ναδαβ καl Αβιουδ καl Ελεαζαρ καl Ιθαμαρ. [24] υίοl δε Κορε· Ασιρ καl Ελκανα καl Αβιασαψ αδται αί γενέσεις Κορε. [25] καl Ελεαζαρ ό του Ααρων έλαβεν τrον θυγατέρων Φουτιηλ αύτq> γυναtκα, καl έτεκεν αύτq> τον Φινεες. αuται αί άρχαl πατρι&ς Λευ­ ιτών κατα γενέσεις αύτrον. [26] οδτος Ααρων καl Μωυσης, οlς είπεν αύτοtς ό θεος έξαγαγε'lν τοUς υίοuς Ισραηλ έκ γης Αίγύπτου σuν δυνάμει99 αύτrον· [27] οδτοί είσιν οί διαλεγόμενοι προς Φαραω βασι­ λέα Αί γύπτου καl έξήγαγον τοuς υίοUς Ισραηλ έξ Αί γύπτου· αύτος Ααρων καl Μωυσης1 00 . [28] 7Ηι ήμέρι;χ έλάλησεν κύριος Μωυσfί έν γfί Αίγύπτφ, [29] καl έλάλησεν κύριος προς Μωυσην λέγων Έγrο κύριος λάλησον προς Φαραω βασιλέα Αίγύπτου οσα έγrο λέγω προς σέ. [30] καl εiπεν Μω­ υσης έναντίον κυρίου Ίδοu έγrο ίσχνόφωνός1 01 είμι, καl πrος είσακού­ σεταί μου Φαραω;

9 1 Parentela: il tennine ebraico mispa/:ιah, "famiglia", compare i n questo capitolo sei νolte. Ι LXX ήcοποηο a cinque differenti scelte di traduzione: συγγενεία al ν. 14; πατριαί al ν. Ι 5 ; οΤκοι πατριί'iς al ν. Ι 7; οίκοι πατριών al ν. 1 9 e γενέσεις ai vv. 24 e 25. 92 Fenicia: «Cananea» nel l"M. 93 Gedson: qui e di seguito, Gerson nel l"M. La Iezione del greco dipende dalla somiglianza tra le lettere dalet e res nell'alfabeto ebraico. La fonna Γεδσων, che compare per la pήma νolta neli Esodo sara ήpresa in seguito anche nella νersione greca di Numeri, Giosue e Cronache (fatta eccezione per ι Par 15, 7). '

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Esodo

[ 1 4] Ε questί sono ί capί delle casate delle loro famίglie. Fίglί dί Ruben, primogenίto d'Israele; Enoch e Phallus, Asron e Charmί; questa la parente­ la91 dί Ruben. [ 1 5] Ε ί figlί dί Sίmeone: Iemuel, Iamίn, Aod, lachίn, Saar e Saul, ίl figlίo della Fenίcίa92; queste sono le famίglie deί figlί dί Sίmeone. [ 1 6] Ε questί ί nomί deί figlί dί Levί secondo le loro parentele: Gedson93, Kaath e Merari; e glί annί della vίta dί Levί: centotrentasette. [ 1 7] Ε questί ί figlί dί Gedson: Lobenί e Semeί, casate della loro famίglίa. [ 1 8] Ε ί figlί dί Kaath: Ambram94 e lssaar, Chebron e Ozίel; e gli annί della vίta dί Kaath: centotrenta95 anni. [ 1 9] Ε ί figli dί Merari: Mooli e Omusί; queste le casate delle famίglίe dί Levί, secondo le loro parentele. [20] Ε prese Ambram ίη moglie lochabed, figlίa del fratello dί suo padre96, e glί partori Aronne, Mose e Mariam, loro sorella97; glί annί della vίta dί Ambram: centotren­ tadue anni. [2 1 ] Ε ί figlί dί Issaar: Kore, Naphek e Zechri. [22] Fίglί dί Ozίel98: Elίsaphan e Setή. [23] Prese Aronne ίη moglίe Elίsabeth, figlίa dί Amίnadab, sorella dί Naasson, ed ella glί partori Nadab, Abίud, Eleazar e lthamar. [24] Fίgli dί Kore: Asίr, Elkana e Abίasaph; queste le generazίonί dί Kore. [25] Ed Eleazar, figlio dί Aronne, prese ίη moglίe una delle figlίe dί Phutίel, ed ella glί partori Phίnees. Questί ί capostίpίtί della casata deί Levίtί secondo le loro generazίoni. [26] Questo e Aronne e questo e Mose, aί qualί Οίο dίsse dί far uscίre ί figlί d'Israele dalla teπa d'Egίtto con la loro schίera99• [27] Questί sono coloro ί qualί, dίscutendo con Faraone, re d'Egίtto, fecero uscίre ί figli d'Israele dall'Egίtto: Aronne stesso e Mose100. [28] Nel gίomo ίη cuί parlό ίl Sίgnore a Mose nella teπa d'Egίtto, [29] parlό ίl Sίgnore a Mose dίcendo: «lo sono ίl Sίgnore: dί' a Faraone, re d'Egίtto, tutto quello che ίο tί dίco». [30] Ε dίsse Mose davantί al Sίgnore: «Ecco, ίο sono balbuzίente101, e come mί ascolten\ Faraone?».

94 Ambram: «Amram>> πel τΜ 95 Centotrenta: «centotreπtatre» πell'ebraico. 11 greco dipeπde probabilmeπe da un errore di lettura dovuto a omeoarco (il testo ebraico legge salos uselosim, letteralmeπte «tre e treπta» ). 96 Iochabed. . .padre: ebraico «lochebed sua zia». 97 Mariam . . . sorella: asseπte πel τΜ ma attestata dal Samaήtaπo (mιym 'l:ιtm). 98 Oziel: πel τΜ segue il πome del pήmo figlio, Misa 'el, omesso dal greco. 99 Schiera: il termine δύναμις, "schiera" (ma anche "esercito"), ίπ base all 'uso dell 'ebraico $GVG ' (qui al plurale), ποπ indica πecessaήameπte un raggruppameπto militare, quanto piuttosto un gruppo che si muoνe in modo ordiπato. 11 greco ήcorre al siπgolare collettiνo ίπ luogo del plurale dell'ebraico anche ai νν. 7, 4; 12, 1 7, 4 1 . 100 Aronne . . . Mose: il proπome determinatiνo utilizzato dai LXX (che iπoltre iπνertoπo l'ordiπe in cui i πomi compaioπo πel testo ebraico) inteπde ήprodurre il proπome di terza persoπa maschile singolare hu ' che compare πel τΜ il quale deν'essere interpretato per la siπtassi ebraica «questi [sοπο] Mose e Aronne». 1 0 1 Balbuziente: c&. πota a ν. 6, 1 2. .

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'Έξοδος

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[7, 1 ] Κα\ είπεν κύριος προς Μωυσην λέγων Ίδοu δέδωκά σε θε­ ον Φαραω, καl Ααρων ό άδελφός σου έσται σου προφήτης [2] σu δε λαλήσεις αύτψ 02 πάντα, οσα σοι έντέλλομαι, ό δε Ααρων ό άδελφός σου λαλήσει προς Φαραω rοστε έξαποστείλαι τοuς υίοuς Ισραηλ έκ της γης αύτοu. [3] έγrο δε σκληρυνω την καρδίαν Φαραω καl πλη­ θυνω τα σημείά μου καl τα τέρατα έν γft Αίγύπτφ. [4] καl ούκ εί­ σακούσεται ύμων Φαραω· καl έπιβαλω την χείρά μου έπ' Αίγυπτον καl έξάξω σuν δυνάμει μου τον λαόν μου τοuς υίοuς Ισραηλ έκ γi'ίς Αίγύπτου σuν έκδικήσει μεγάλη. [5] καl γνώσονται πάντες οί Αί­ γύπτιοι οτι έγώ είμι κύριος έκτείνων την χείρα έπ' Αίγυπτον, καl έξάξω τοuς υίοUς Ισραηλ έκ μέσου αύτων. [6] έποίησεν δε Μωυσης καl Ααρων, καθάπερ ένετείλατο αύτοίς κύριος, οϋτως έποίησαν. [7] Μωυσης δε ijν έτων όγδοήκοντα, Ααρων δε ό άδελφος αύτοu1 03 έτων όγδοήκοντα τριων, ήνίκα έλάλησεν προς Φαραω. [8] Κα\ είπεν κύριος προς Μωυσην καl Ααρων λέγων [9] Κα\ έαν λαλήση προς ύμας Φαραω λέγων Δότε ήμίν σημείον η τέρας104, καl έρείς Ααρων τij) άδελφ(j) σου Λαβε την ράβδον καl ρίψον αύ­ την έπl την γην 105 έναντίον Φαραω καl έναντίον των θεραπόντων αύτοu, καl έσται δράκων1 06 • [ 1 0] είσηλθεν δε Μωυσης καl Ααρων έναντίον Φαραω καl των θεραπόντων αύτοu καl έποί ησαν οϋτως, καθάπερ ένετείλατο αύτοίς κύριος καl έρριψεν Ααρων την ράβδον έναντίον Φαραω καl έναντίον των θεραπόντων αύτοu, καl έγένετο δράκων. [ 1 1 ] συνεκάλεσεν δε Φαραω τοuς σοφιστας 107 Αίγύπτου καl τοUς φαρμάκους, καl έποίησαν καl οί έπαοιδοl των Αίγυπτίων ταίς φαρμακείαις αύτων ώσαύτως. [ 1 2] καl έρριψαν εκαστος την ράβδον αύτοu, καl έγένοντο δράκοντες καl κατέπιεν ή ράβδος ή Ααρων τας έκείνων ράβδους. [ 1 3] καl κατίσχυσεν ή καρδία Φαραω, καl ούκ εί­ σήκουσεν αύτων, καθάπερ έλάλησεν αύτοίς κύριος. [ 1 4] Είπεν δε κύριος προς Μωυσην Βεβάρηται ή καρδία Φαραω τοu μη έξαποστείλαι τον λαόν. [ 1 5] βάδισον προς Φαραω το πρωί · ίδοu αύτος έκπορεύεται έπl το ϋδωρ, καl στήση συναντων αύτ(j) έπl το χείλος του ποταμοu καl την ράβδον την στραφείσαν είς οφιν λήμψη έν τft χειρί σου. [ 1 6] καl έρείς προς αύτόν Κύριος ό θεος των Εβραίων άπέσταλκέν με προς σε λέγων Έ ξαπόστειλον τον λαόν μου, ϊνα μοι λατρεύση έν τn έρήμψ καl ίδοu ούκ είσήκουσας εως τούτου. [ 1 7] τάδε λέγει κύριος Έν τούτφ γνώση οτι έγrο κύριος ίδοu έγrο τύπτω τn ράβδφ τn έν τn χειρ ί μου έπl το ϋδωρ το έν τij) ποταμ(j),

102 Tu . . . dirai: l'ebraico omette il pronome personale. 103 Suofratel/o: qui e al ν. 9 («tuo fratello») aggiunta dei LXX.

Esodo

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[7, 1] Ε parlό ίl Sίgnore a Mose dίcendo: «Ecco, tί ho posto come Οίο per Faraone, ed Aronne tuo fratello san\ tuo profeta; [2] tu glί dίraί102 tutto quanto tί prescήvo, e tuo fratello Aronne parlera a Faraone affinche lascί andare ί figlί d'lsraele dalla sua teπa; [3] ma ίο ίnduήrό ίl cuore dί Faraone e moltίplίcherό ί mίeί segnί e prodίgί ίη teπa d'Egίtto. [4] Ε non νί ascol­ tera Faraone; e ίmpοπό la mίa mano sull Έgίtto e farό uscίre con la mίa schίera ίl mίο popolo, ί figlί d'lsraele, dalla teπa d'Egίtto con una grande vendetta; [ 5] e sapranno tuttί gli Egίzίanί che ίο sono ίl Sίgnore che stende la mano sull'Egίtto, e che conduπό ί figlί d'lsraele νίa da loro». [6] Allora fecero Mose e Aronne come ίl Sίgnore aveva loro prescήtto; cosί fecero. [7] Mose aveva ottant'annί e suo fratello103 Aronne ottantatre quando parlό a Faraone. [8] Ε parlό ίl Sίgnore a Mose e ad Aronne, dίcendo: [9] «Ε se Faraone νί parlera dίcendo: "Oatecί un segno ο un prodίgίo104", dίraί a tuo fratello Aronne: "Prendί ίl bastone e gettalo a teπa105 davantί a Faraone e davantί aί suoί attendentί, e dίveπa un coccodήllo106"». [ 1 Ο] Venne Mose con Aronne davantί a Faraone e aί suoί attendentί, ed essί fecero cosί come aveva pre­ scήtto loro ίl Sίgnore: e gettό Aronne ί1 bastone davantί a Faraone e davan­ tί aί suoί attendentί, e dίvenne un coccodήllo. [ 1 1 ] Convocό allora Faraone ί sapίentί107 d'Egίtto, ί maghί, e fecero anche glί ίncantatoή deglί Egίzίanί ίncantesίmί come ί loro. [ 1 2] Ε gettarono cίascuno ίl propήo bastone, e dίvennero coccodήllί; e ίnghίotti ίl bastone dί Aronne ί loro bastoni. [ 1 3] Ε s'ίnduri ίl cuore dί Faraone, ed eglί non Ιί ascoltό, come aveva detto loro ίl Sίgnore. [ 1 4] Oίsse allora ίl Sίgnore a Mose: «Sί e appesantίto ίl cuore dί Farao­ ne al punto da non lascίare andare ίl popolo. [ 1 5] Va' da Faraone dί buon ora; ecco che esce per andare verso l'acqua, e tί metteraί per ίncontrarlo sulla sponda del fiume, e prenderaί nella tua mano il bastone che sί e tra­ sformato ίη serpente. [ 1 6] Ε glί dίraί: «Il Sίgnore, ίl Οίο deglί Ebreί, mί ha ίnvίato a te, dίcendo: "Lascίa andare ίl mίο popolo, affinche mί renda culto nel deserto; ed ecco, fino ad ora non haί ascoltato". [ 1 7] Cosi dίce ίl Sίgno­ re: 'Ίη questo saprai che ίο sono ίl Sίgnore; ecco ίο batto con ίl bastone che 1 04 Datecί un ...prodίgίo: in ebraico tenu /akem mofet, «datevi un prodigio», dove il pronome «νi», «a voi» dev'essere intesto come dativo di vantaggio (la CEI traduce «fare un prodigio a vostro sostegno» ) . ΙΙ Pentateuco samaήtano, pur conservando il pronome di seconda persona plurale, come il τΜ, mostra un forma testuale piiι vicina a quella dei LXX (tnw lkm 'wt 'w mwpt, «datevi un segno ο un prodigio» ). 105 Α teπa: assente nel τ�ι L'aggiunta del greco ήmanda probabilmente al ν. 4, 3. 1 06 Coccodrίl/o: qui e di seguito, cfi-. nota a 4, 3. 107 Sapίentί: unica occoπenza nel Pentateuco greco della parola σοφιστής, a tradurre I'ebraico /:ιakam, "sapiente", "saggio". Σοφιστής compare solo altre otto volte nei LXX e sempre nel libro di Daniele in ήfeήmento ai saggi di Babilonia.

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'Έξοδος

και μεταβαλε'ί είς αlμα· [ 1 8] και οί ίχθύες οί έν τίρ ποταμίρ τελευτή­ σουσιν, και έποζέσει ό ποταμός, και ού δυνήσονται1 08 οί Αίγύπτιοι πιε'ίν ϋδωρ άπο τοu ποταμοί>. [ 1 9] εΤπεν δε κύριος προς Μωυσflν Εί­ πον Ααρων τίρ άδελφίρ σου Λαβε την ράβδον σου και έκτεινον την χε'ίρά σου έπι τα ϋδατα Αί γύπτου και έπι τοUς ποταμούς αύτων και έπι τας διώρυγας αύτων και έπι τα ελη αύτων και έπι παν συνε­ στηκος ϋδωρ αύτων, και έσται αlμα. και έγένετο αlμα109 έν πάση ΥΠ Αίγύπτου έν τε το'ίς ξύλοις και έν το'ίς λίθοις. [20] και έποίησαν οϋτως Μωυσflς και Ααρων, καθάπερ ένετείλατο αύτο'ίς κύριος και έπάρας τn ράβδφ αύτοu έπάταξεν το ϋδωρ το έν τίρ ποταμίρ έναντί­ ον Φαραω και έναντίον των θεραπόντων αύτοu και μετέβαλεν παν το ϋδωρ το έν τίρ ποταμίρ είς αlμα. [2 1 ] και οί ίχθύες οί έν τίρ πο­ ταμίρ έτελεύτησαν, και έπώζεσεν ό ποταμός, και ούκ ήδύναντο οί Αίγύπτιοι πιε'ίν ϋδωρ έκ τοu ποταμοί>, και ilν το αlμα έν πάση γfi Αίγύπτου. [22] έποίησαν δΕ ώσαύτως και οί έπαοιδοι των Αίγυπτί­ ων τα'ίς φαρμακείαις αύτων· και έσκληρύνθη ή καρδία Φαραω, και ούκ είσήκουσεν αύτων, καθάπερ εΤπεν κύριος. [23] έπιστραφεις δΕ Φαραω είσflλθεν είς τον οίκον αύτοu και ούκ έπέστησεν τον νοuν αύτοu ούδΕ έπι τούτφ. [24] ώρυξαν δΕ πάντες οί Αίγύπτιοι κύκλφ του ποταμοί) iόστε πιε'ίν ϋδωρ, και ούκ ήδύναντο πιε'ίν ϋδωρ άπο του ποταμοί>. [25] και άνεπληρώθησαν έπτα ήμέραι μετα το πατάξαι κύ­ ριον τον ποταμόν. [26] ΕΤπεν δε κύριος προς Μωυσflν Είσελθε προς Φαραω και έρε'ίς πρός αύτόν Τάδε λέγει κύριος Έξαπόστειλον τον λαόν μου, ϊνα μοι λατρεύσωσιν· [27] εί δΕ μη βούλει σύ έξαποστε'ίλαι, ίδού έγοο τύ­ πτω πάντα τα οριά σου το'ίς βατράχοις. [28] και έξερεύξεται ό ποτα­ μος βατράχους, και άναβάντες είσελεύσονται είς τούς οίκους σου καl. είς τα ταμιε'ία των κοιτώνων σου καl. έm των κλινων σου και είς τούς οίκους των θεραπόντων σου και τΟU λαΟU σου 1 10 και έν το'ίς ψυράμα­ σίν σου και έν το'ίς κλιβάνοις σου1 1 1 • [29] και έm σε και έm τούς θερά­ ΠΟντάς σου και έπι τον λαόν σου άναβήσονται οί βάτραχοι.

[8, 1 ] Εlπεν δΕ κύριος προς Μωυσflν Είπον Ααρων τίρ άδελφφ σου1 12 'Έκτεινον τn χειρ\ την ράβδον σου1 13 έπι τοUς ποταμούς και έπι τας διώρυγας και έπι τα ελη και άνάγαγε τοUς βατράχους. [2] και έξέτεινεν Ααρων την χε'ίρα έπι τα ϋδατα Αί γύπτου και άνή­ γαγεν τοUς βατράχους114• και άνεβιβάσθη ό βάτραχος και έκάλυψεν 108 Non potranno: cosi i LXX interpretano I'ambiguo nil 'u, che potrebbe essere tradotto anche con «si stancheranno» ο «si sentiranno stanchi» (la Vulgata, che rende a.f!ligentur, segue probabilrnente questa linea interpretativa).

Esodo

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e nella mia mano sull'acqua del fiume, ed essa si trasfoπnera in sangue; [ 1 8] e i pesci che sono nel fiume moπanno e diveπa fetido il fiume, e non potranno108 gli Egiziani bere acqua dal fiume"». [ 1 9] Disse allora il Signore a Mose: «Di' a tuo fratello Aronne: "Prendi ίl tuo bastone e stendί la tua mano sulle acque d'Egίtto, suί loro fiumί e suί loro canali, sulle loro paludί e su ognί loro ήserva d'acqua, e sara sangue">>. Ε dίvenne sangue109 ίη tutta la teπa d'Egitto, sia neglί oggetί dί legno sίa in quelli dί pίetra. [20] Ε fe­ cero Mose e Aronne cosi come aveva comandato loro ίl Signore: e levato ίl suo bastone colpi l'acqua che era nel fiume davantί a Faraone e davantί aί suoί attendentί e trasfoπnό tutta 1 'acqua che era nel fiume ίη sangue. [2 1 ] Ε ί pescί che erano nel fiume moήrono, e dίvenne fetίdo ίl fiume, e non poterono gli Egίzίanί bere acqua dal fiume, ed era il sangue in tutta la teπa d'Egίtto. [22] Ma fecero allo stesso modo anche glί ίncantatorί degli Egίzίanί con ί loro ίncantesίmί; e s'ίnduri ίl cuore di Faraone ed eglί non lί ascoltό, come aveva detto ίl Sίgnore. [23] Voltatosί, Faraone se ne andό nella propήa casa e non volse il propήo pensίero neppure a questo. [24] Allora scavarono tuttί gli Egίzίanί ίntorno al fiume per bere acqua, e non potevano bere acqua dal fiume. [25] Ε sί compίrono sette gίornί dopo che ίl Sίgnore ebbe colpίto ίl fiume. [26] Dίsse allora ίl Sίgnore a Mose: «Va' da Faraone e gli dίraί: "Cosi dίce ίl Sίgnore: ' Lascίa andare il mίο popolo, affinche mί renda culto. [27] Se tu ροί non lo νοπaί lascίar andare, ecco ίο colpίro tutto il tuo teπitoήo con le rane. [28] Ε vomίtera ίl fiume rane che, salendo, entreranno nelle tue abίtazίonί, neί rίpostigli delle tue camere da letto, neί tuoί lettί, ίη tutte le case deί tuoί attendentί e del tuo popolo1 10, neί tuoί ίmpasti e neί tuoί fornί 1 1 1 • [29] Ε saliranno le rane su dί te, suί tuoί attendentί e sul tuo popolo "'». [8, 1 ] Disse allora ίl Signore a Mose: «Dί' ad Aronne tuo fratello1 12: "Stendί con la mano ίl tuo bastone1 1 3 suί fiumί, suί canali e sulle paludί, e fa' salire le rane"». [2] Ε stese Aronne la mano sulle acque d'Egίtto e fece salίre le rane1 1\ fu fatta salire la rana ed essa copri la teπa d'Egίtto. [3] Ma

109 Divenne sangue: soggetto e l'acqua. 110 Del tuo popolo: «Πa il tuo popolo» in ebraico. 1 1 1 Nei tuoi impasti ...forni: i LXX invertono l'ordine dell'ebraico, che legge «nei tuoi fomi e nelle tue madie». Φύραμα per mis 'eret, il cui senso e quello di "madia", ricorre anche al ν. 12, 34. 1 1 2 Tuofratello: assente nel ΤΜ. 1 1 3 Stendi ... bastone: l'ebraico legge invece «stendi la mano con il tuo bastone». Ι LXX ripropongono la medesima traduzione anche ai vv. 1 2 e 1 3 del capitolo. 1 1 4 Εfece . . . rane: aggiunta del greco ispirata al contenuto del versetto precedente.

'Έξοδος

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την γην Αίγύπτου. [3] έποίησαν δέ ώσαύτως και οί έπαοιδοι τ&ν Αί­ γυπτίων1 15 ταίς φαρμακείαις αύτ&ν και άνήγαγον τοuς βατράχους έπι γ1ϊν Αίγύπτου. [4] κα1. έκάλεσεν Φαραω Μωυσην κα1. Ααρων κα1. εiπεν Εύξασθε περ1. έμου1 16 προς κύριον, κα1. περιελέτω τοUς βατρά­ χους άπ' έμου και άπο του έμου λαου. και έξαποστελ& τον λαόν, και θύσωσιν κυρίφ. [5] εlπεν δε Μωυσης προς Φαραω Τάξαι πρός με, πότε εύξωμαι περ1. σου και περι των θεραπόντων σου και περ1. του λαου σου άφανίσαι τοuς βατράχους άπο σου και άπο του λαου σου και έκ των οίκι&ν ύμ&ν1 17, πλην έν τφ ποταμφ ύπολειφθήσονται. [6] ό δε εiπεν Είς αύριον. εiπεν οuν Ώς είρηκας ϊνα είδftς οτι ούκ εστιν άλλος πλην κυρίου1 18· [7] και περιαιρεθήσονται οί βάτραχοι άπο σου και έκ των οίκι&ν ύμ&ν και έκ των έπαύλεων και άπο των θερα­ πόντων σου και άπο του λαου σου, πλην έν τφ ποταμφ ύπολειφθή­ σονται. [8] έξηλθεν δε Μωυσης και Ααρων άπο Φαραω· κα1. έβόησεν Μωυσης προς κύριον περ1. του όρισμου τ&ν βατράχων1 19, ώς έτάξατο Φαραω. [9] έποίησεν δε κύριος καθάπερ εlπεν Μωυσης, κα1. έτελεύ­ τησαν οί βάτραχοι έκ των οίκι&ν και έκ των έπαύλεων και έκ των άγρ&ν 120• [ 1 0] και συνήγαγον αύτοUς θημωνιiχς θημωνιάς, και ώζεσεν ή γη. [ 1 1 ] ίδrον δε Φαραω οτι γέγονεν άνάψυξις, έβαρύνθη ή καρδία αUτου, Καl ΟUΚ είσήκουσεν αύτrον121 , Καθάπερ έλάλησεν κύριος. [ 1 2] Εiπεν δε κύριος προς Μωυσην Είπον Ααρων "Έκτεινον τft χειρ! την ράβδον σου122 και πάταξον το χώμα της γης, και εσονται σκνίφες εν τε τοίς άνθρώποις και έν τοίς τετράποσιν και 123 έν πά­ ση γft Αίγύπτου. [ 1 3] έξέτεινεν οuν Ααρων124 τft χειρ! την ράβδον και έπάταξεν το χώμα της γης, και έγένοντο οί σκνίφες εν τε τοίς άνθρώποις και έν τοίς τετράποσιν, και έν παντ1. χώματι της γης έγέ­ νοντο οί σκνίφες έν πάση γft Αίγύπτου. [ 1 4] έποίησαν δε ώσαύτως και οί έπαοιδο1. ταίς φαρμακείαις αύτ&ν έξαγαγείν τον σκνίφα και ούκ ήδύναντο. και έγένοντο οί σκνίφες έν τοίς άνθρώποις και έν τοίς τετράποσιν. [ 1 5] εlπαν οuν οί έπαοιδο1. τiρ Φαραω Δάκτυλος θεου έστιν τουτο. και έσκληρύνθη ή καρδία Φαραω, και ούκ είσή­ κουσεν αύτ&ν, καθάπερ έλάλησεν κύριος. [ 1 6] Εiπεν δε κύριος προς Μωυσην 'Όρθρισον το πρω1. κα1. στηθι έναντίον Φαραω· κα1. ίδοu αύτος έξελεύσεται έπ1. το ϋδωρ, κα1. έρείς 1 1 5 Degli Egiziani:

assente nel ™ · 1 16 Per me: aggiunta dei LXX. 1 1 7 Da te . . . case: «da te e dalle tue case». Ι1 Samaήtano e Vu/gata aggiungoπo dopo «case» «dai tuoi serνitoή e dal tuo popolo>>. 1 1 8 Non c 'e ... Signore: «ποπ esiste πessuno paή al Siπgore, πostro Diσ>>. Ι LXX iπsistoπo piiι del τΜ sull 'unicita del Signore, come dimostrerebbe inoltre anche l'omissioπe dell'apposizioπe «πostro Diσ>>; per il traduttore il faraoπe ήcoπosce dunque che la fede d'Jsraele e un moπoteismo (J.W. Wevers, Notes, cit., p. 1 1 1 ) .

Esodo

337

allo stesso modo fecero anche gli incantatoή degli Egiziani1 1 5 con i loro in­ cantesimi e fecero salire le rane sulla teπa d'Egitto. [4] Ε chiamό Faraone Mose e Aronne e disse: «Pregate per me1 16 il Signore, che ήmuova le rane da me e dal mio popolo; ίο lascerό andare il popolo e sacήficheranno al Si­ gnore>>. [5] Disse allora Mose a Faraone: «lndicami quando pregare per te, per i tuoi attendenti e per il tuo popolo, perche possano spaήre le rane da te, dal tuo popolo e dalle vostre case1 17, soltanto nel fiume saranno lasciate». [6] Ed egli disse: «Per domani». Disse dunque: «Come hai detto: affinche tu sappia che non c'e altή eccetto il Signore1 18• [7] Ε saranno allontanate le rane da te, dalle vostre case, dalle vostre cisterne, dai tuoi attendenti e dal tuo popolo, soltanto nel fiume saranno lasciate». [8] Se ne parti allora Mose con Aronne da Faraone; e invocό Mose il Signore per poπe un limite alle rane1 19, come aveva ordinato Faraone. [9] Fece allora il Signore come aveva detto Mose e moήrono le rane nelle case, nei podeή e nei campi120• [ 1 0] Ε le raccolsero in mucchi e mucchi e la teπa mandό odore. [ 1 1 ] Ve­ dendo dunque Faraone che c'era stato sollievo, si appesanti il suo cuore ed egli non li 121 ascoltό, come aveva detto il Signore. [ 1 2] Disse allora il Signore a Mose: «Di ' ad Aronne: "Stendi con la mano il tuo bastone122 e colpisci la polvere della teπa, e ci saranno zanzare sugli uomini, sugli animali domestici e123 su tutta la teπa d'Egitto"». [ 1 3] Stese dunque Aronne124 con la mano il bastone e colpi la polvere della teπa, e ci furono zanzare sugli uomini, sugli animali domestici e su tutta la polvere della teπa; ci furono le zanzare in tutta la teπa d'Egitto. [ 1 4] Fe­ cero allo stesso modo anche gli incantatoή con i loro incantesimi per fare uscire la zanzara e non ne furono capaci. Ε furono le zanzare sugli uomini e sugli animali domestici. [ 1 5] Dissero dunque gli incantatoή a Faraone: «Questo e il dito di Dio». Ε s'induri il cuore di Faraone ed egli non li ascol­ tό, come aveva detto il Signore. [ 1 6] Disse allora il Signore a Mose: «Alzati di buon ora e mettiti da­ vanti a lui; ed ecco che egli uscin\ verso l'acqua, e tu gli dirai : «Cosi dice 1 1 9 lnνoco . . . rαne: Ι ' ebraico legge «supplico il Signore riguardo le rane ( 'α/ deναr h�:,efαrde 'im)». Secondo ΒΑ ιι (p. 1 24), con il ricorso a ορισμός i LXX sembrano intendere daναr del τΜ nel senso di "decisione", "parola" e non di "cosa". Tuttavia, 'α/ deναr ha gia un traducente perfetto in περί; il greco, quindi, potrebbe aver semplicemente deciso di esplicitare l 'oggetto della supplica, ossia il contenimento delle rane entro i loro 'Ίimiti" ( όρισμός) naturali, vale a dire le acque del fiume. 120 Morirono . . . cαmpi: il greco legge alla lettera «morirono le rane dalle case, dai poderi e dai campi», riproducendo fedelmente la propria Vor/αge ebraica (wayyαmutu min hαbbαttim . . . ). 1 2 1 Li: ossia Mose e Aronne. 122 Stendi . . . bastone: «stendi ί1 tuo bastone» nel ΤΜ; il Samaritano legge «stendi la tua mano con il bastone», per cui si veda la nota a 8, I . 123 Sugli uomini . . . Egitto: l 'ebraico ha soltanto «su tutta la terra d'Egitto»; i LXX uniformano il contenuto del versetto a quello dei νν. \3 e 14. 124 V. /3: nel τΜ il versetto si apre con wayyα 'αsu ken, «e cosi fecero», omesso dai LXX.

"Εξοδος

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προς αuτόν Τάδε λέγει κύριος 'Εξαπόστειλον τον λαόν μου, ϊνα μοι λατρεύσωσιν έν τfί έρήμφ125· [ 1 7] έaν δΕ μη βούλn έξαποστείλαι 126 τον λαόν μου, ίδοu έγrο έπαποστέλλω έπι σε και έπι τοuς θεράπον­ τάς σου και έπι τον λαόν σου και έπι τοuς οίκους ύμών κυνόμυιαν, και πλησθήσονται αί οίκίαι τrον Ai γυπτίων της κυνομυί ης και είς την γην 127, έφ ' ης είσιν έπ' αuτης. [ 1 8] και παραδοξάσω128 έν τfί ήμέ­ ρι;χ έκείνn την γην Γεσεμ, έφ' ης ό λαός μου έπεστιν έπ' αuτης, έφ' ης οuκ έσται έκεί' ή κυνόμυια, ϊνα είδfίς οτι έγώ είμι κύριος ό κύριος πάσης της γης129. [ 1 9] και δώσω διαστολην130 άνa μέσον του έμου λαου και άνa μέσον του σου λαου· έν δf: τfί αύριον έσται το σημείον τουτο έπι της γης131 • [20] έποίησεν δΕ κύριος οϋτως, και παρεγένε­ το ή κυνόμυια πληθος είς τοUς οίκους Φαραω και είς τοUς οίκους τών θεραπόντων αuτου και είς πiiσαν την γην Ai γύπτου, και έξω­ λεθρεύθη ή γη άπο της κυνομυί ης. [2 1 ] έκάλεσεν δΕ Φαραω Μωυσην και Ααρων λέγων Έλθόντες θύσατε τ>. [23] Allora tese ιa mano149 Mose verso ίι cieιo, e iι Signore emise rombi150 e grandine e ίι fuoco corse sulla teπa e ίι Signore fece cadere grandine su tutta ιa teπa d'Egitto. [24] Ε c'era ιa grandine e il fuoco ardente nella grandine: e ci fu moιtissima grandine come non ci fu mai in Egitto151 da quando in esso152 c'era un popoιo. [25] Coιpi ιa grandine tutto iι paese d'Egitto, dall'uomo aι capo di bestiame, e coιpi ιa grandine153 tutta ι' erba che era neι campo e spezzό ιa grandine tutti gιi aιbeή che erano neί campί; [26] solo nella teπa di Ghesem, dove erano ί figιί d'lsraeιe, non ci fu ιa grandίne. [27] Faraone mandό a chίamare Mose e Aronne e gli dίs­ se: «Ηο peccato, questa voιta: gίusto e il Sίgnore, empί ίο e il mίο popoιo. [28] Pregate dunque per me154 iι Signore, e che cessino di esserci rombi dί Οίο, grandίne e fuoco155: e vi ιascerό andare e non resterete pίύ156». [29] Αι­ ιοra gιί disse Mose: «Quando uscirό dalla citta dίspiegherό ιe manί verso ίι Signore e i rombi cesseranno e ιa grandine e ιa pioggίa157 non cί saranno pίύ, perche tu sappίa che ιa teπa e deι Signore. [30] Ε tu e ί tuoί attendentί, so che ancora non temete ίι Sίgnore». [3 1 ] Il ιίηο e ι 'orzo furono coιpίti:

1 50 Rombi: i LXX ήcorrono a φωνή quale calco di qol, 'Ύoce", "suono", che qui indica chiaramente il rumore dei tuoni. Non e chiaro tuttaνia come un Iettore greco, per quanto ebreo, doνesse intendere φωνή (il cui significato greco e associato pήncipalmente alla νoce umana, al νerso di un animale ο al suono di uno strumento) in contesti come questo (cfr. anche 19, 1 3). 1 " ln Egitto: «in tutta la terra d'Egitto» πel 'fM. 1 52 In esso: aggiunta dei LXX. 1 53 La grandine: Ia secoπda e la terza occorrenza di χάλαζα all 'intemo del νersetto ποπ hanno corrispoπdeπza πel 'fM, doνe il soggetto (barad) ηοπ e ήpetuto. 1 54 Per me: aggiuπta dei LXX. 1 55 E.fuoco: aggiunta dei LXX (cfr. νν. 9, 23, 24, doνe πϋρ compare accaπto a χάλαζα). 1 56 Non resterete piiι: per l 'ebraismo προστίθημι + iπfiπito si νeda Ia πota al ν. S, 7. 1 57 Ε /α pioggia: aggiunta dei LXX (cfr. νν. 9, 33, 34, doνe ύετός compare iπsieme a φωναί e χάλαζα).

"Εξοδος

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λίνον σπερματίζον15 8 . [32] ό δε πυρος Καt ή όλύρα ΟUΚ έπλήγη· Οψιμα γαρ ijν. [33] έξηλθεν δε Μωυσης άπο Φαραω έκτος της πόλεως καΙ. έξεπέτασεν τας χεΊρας προς κύριον, καΙ. αί φωναl έπαύσαντο καΙ. ή χάλαζα, καΙ. ό ύετος ούκ έσταξεν έτι έπl η)ν γην. [34] ίδiον δε Φαραω οτι πέπαυται ό ύετος καΙ. ή χάλαζα καΙ. αί φωναί, προσέθετο του άμαρτάνειν καΙ. έβάρυνεν αύτοu η1ν καρδίαν καΙ. των θεραπόντων αύτοu. [35] καΙ. έσκληρύνθη ή καρδία Φαραω, καi. ούκ έξαπέστειλεν τοuς υίοuς Ισραηλ, καθάπερ έλάλησεν κύριος τψ59 Μωυσfί.

[10, 1 ] ΕΤπεν δε κύριος προς Μωυσην λέγων Είσελθε προς Φα­ ραω· έγiο γαρ έσκλήρυνα αύτοu τfιν καρδίαν καΙ. των θεραπόντων αύτοu, ϊνα έξης έπέλθn τα σημεΊα ταuτα έπ' αύτούς160· [2] οπως δι­ ηγήσησθε161 είς τα ώτα των τέκνων ύμων καΙ. τοΊς τέκνοις των τέ­ κνων ύμων οσα έμπέπαιχα τοΊς Αίγυπτίοις, καi. τα σημεΊά μου, α έποίησα έν αύτοΊς, και γνώσεσθε οτι έγiο κύριος. [3] είσηλθεν δε Μωυσης καΙ. Ααρων έναντίον Φαραω καΙ. είπαν αύτip Τάδε λέγει κύ­ ριος ό θεος των Εβραίων 'Έως τίνος ού βούλει έντραπηναί με162; έξα­ πόστειλον τον λαόν μου, ϊνα λατρεύσωσίν μοι. [4] έαν δε μη θέλnς σu έξαΠΟστεΊλαι τον λαόν μου, ίδΟU έγrο έπάγω ταύτην τfιν rοραν163 αuριον άκρίδα πολλfιν έπl πάντα164 τα οριά σου, [5] καΙ. καλύψει τfιν οψιν της γης, καΙ. ού δυνήσn κατιδεΊν τfιν γην, καΙ. κατέδεται παν το περισσον της γης το καταλειφθέν, δ κατέλιπεν ύμΊν ή χάλαζα, και κατέδεται παν ξύλον το φυόμενον ύμΊν έπl της γης [6] καΙ. πλησθή­ σονταί σου αί οίκίαι καΙ. αί οίκίαι των θεραπόντων σου καΙ. πασαι αί οίκίαι έν πάση γfi των Αίγυπτίων, α ούδέποτε έωράκασιν οί πατέ­ ρες σου ούδε οί πρόπαπποι αύτων άφ' ής ήμέρας γεγόνασιν έπl της γης εως της ήμέρας ταύτης. καi. έκκλίνας Μωυσης έξηλθεν άπο Φα­ ραω. [7] καΙ. λέγουσιν οί θεράποντες Φαραω προς αύτόν 'Έως τίνος Εσται τΟUτΟ ήμΊν σκωλον165; έξαπόστειλον τοUς άνθρώπους, ΟΠως λατρεύσωσιν τip θεip αύτων· fι είδέναι βούλει οτι άπόλωλεν Αίγυ­ πτος 166 ; [8] καi. άπέστρεψαν τόν τε Μωυσην καi. Ααρων167 προς Φα­ ραω, καΙ. εΤπεν αύτοΊς Πορεύεσθε καΙ. λατρεύσατε τip θεip ύμων168· τίνες δε καi. τίνες είσlν οί πορευόμενοι; [9] καi. λέγει Μωυσης Σuν τοΊς νεανίσκοις καΙ. πρεσβυτέροις πορευσόμεθα, σuν τοΊς υίοΊς καΙ.

1 58 Maturato; daνa seme: i due participi del greco rendono ήspettivamente i due sostantivi 'aνiv e giv ΌΙ, che la CEI traduce con «spiga» e «fiore». Ι1 perfetto di παρ ίστημι e attestato con il senso di "divenire adatto/pronto", ήfeήto al vino, giiι in Teofτasto (cfτ. Gl, s. ν. , 2d; Caus. Pl. νι, 1 4, 1 0). 1 59 Α Mose: il τΜ Iegge «per mezzo di» (beyad, alla Iettera «per mano di»). 160 Affinche . loro: i LXX modificano leggermente Ia struttura della fτase che in ebraico suona «per compiere questi miei segni in mezzo a loro». 1 61 Raccontiate: nel τΜ la forma verbale e alla seconda persona singolare. .

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Esodo

l'orzo infatti era gia maturato, mentre il lino dava seme158• [32] Il grano e la spelta invece non furono colpiti: erano infatti tardivi. [33] Se ne parti Mose da Faraone fuoή dalla citta e stese le mani verso il Signore e cessarono i rombi e la grandine e la pioggia non si ήversό piu sulla teπa. [34] Vedendo Faraone che era cessata la pioggia e la grandine e i rombi, continuό a pec­ care; appesanti il suo cuore e quello dei suoi attendenti. [35] Ε fu indurito il cuore di Faraone ed egli non lasciό andare i figli d'Israele, come aveva detto il Signore a159 Mose. [10, 1 ] Parlό allora il Signore a Mose, dicendo: «Va' da Faraone: ίο infatti ho indurito il suo cuore e quello dei suoi attendenti, affinche uno dopo l'altro giungano questi segni su dί loro160; [2] affinche raccontίate161 nelle orecchίe deί vostή figli e aί figlί deί vostή figli quanto mί sono burlato degli Egizίanί e i miei segnί che ho compiuto ίη mezzo a loro e conoscerete che ίο sono ίl Sίgnore». [3] Vennero Mose e Aronne davantί a Faraone e glί dίssero: «Cosi dίce il Signore, il Dίο degli Ebrei: "Fino a quando non proverai vergogna nei miei confronti162? Lascia andare ίl mio popolo, af­ finche mi rendano culto. [4] Se ροί non νοπaί lasciar andare il mio popolo, ecco, domanί a quest'ora163, farό venίre una moltίtudίne di cavallette su tutto164 il tuo terήtoήo, [5] e coprira la vίsta della teπa, e non potrai vedere la teπa, e dίvorera tutto ίl resto del paese che e scampato, che la grandi­ ne vi ha lascίato, e dίvorera ogni albero che cresce per voi nel paese; [6] saranno ήempite le tue case e le case dei tuoi attendenti e tutte le case in tutto il paese deglί Egiziani, cosa che mai hanno visto i tuoi padή ne i loro avi dal giorno che furono su questa teπa fino a questo giorno")). Ε, voltatosi, Mose se ne parti da Faraone. [7] Ε dίcono glί attendenti di Fara­ one: «Fino a quando questo sara per noi un tormento?165 Lascia andare gli uomini, affinche rendano culto al loro Dio; ο voπesti sapere che l'Egitto e peήto166?)). [8] Ε rίportarono Mose e Aronne167 da Faraone, e disse loro: «Andate e rendete culto al vostro Dio168; chi sono quelli che partono?)). [9] Ε dice Mose: «Partίremo cοί giovani e glί anzίani, cοί nostή figli e figlie,

162 Proveraί . . . confronti: il verbo ebraico 'anah, di cui έντρέπω ("proνare ήguardo/ήspetto/ νergogna") e la traduzione in questo versetto, significa piuttosto "umiliare", "piegare", "affliggere". L'immagiπe del τΜ e dunque pίίι forte ήspetto a quel\a offerta dai LXX. 163 Α quest Όra: asseπte πel ΤΜ; ί LXX \ο aggiungoπo ήfaceπdosi a\ ν. 9, Ι 8. 164 Tutto: aggiunta dei LXX. 165 Tormento: σκίiiλον, "spina", qui inteso ίπ seπso metafoήco, rende \ 'ebraico moqes 'Ίrappola". 166 O .perito: ί LXX cambiano il seπso dell'iπteπogativa ebraica che \egge «ποπ ti accorgi che l'Egitto va in roviπa?» traduceπdola come una disgiuntiva che iπtroduce la coπseguenza (mentre il τΜ \a preseπta gia come un fatto coπcreto) a\ ποπ \asciar partire gli Israeliti. 167 E .. .Aronne: «Mosi: e Aronne furoπo ήchiamati» πel ™ · 168 ΑΙ vostro Dio: nel testo ebraico «al Signore vostro Dio». ..

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θυγατράσιν και προβάτοις και βουσιν ήμrον· έστιν γaρ έορτή κυρίου του θεου ήμrον169• [ 1 0] και είπεν προς αύτούς "Εστω οϋτως, κύριος μεθ' ύμrον· Καθότι άποστέλλω ύμ(Χς, μή και τήν άποσκευήν170 ύμrον; ίδετε οτι πονηρία πρόκειται ύμ'ίν. [ 1 1 ] μή οϋτως πορευέσθωσαν δε οί άνδρες, και λατρεύσατε τφ θε(\)171 • τουτο γaρ αύτοι ζητε'ίτε. έξέ­ βαλον δε αύτοuς άπο προσώπου Φαραω. - [ 1 2] εiπεν δε κύριος προς Μωυσην "Εκτεινον τήν χε'ίρα έπι γlϊν Αίγύπτου, και άναβήτω άκρις έπι τήν γην και κατέδεται πaσαν βοτάνην της γης και πάντα τον καρπον τrον ξύλων, ον ύπελίπετο ή χάλαζα. [ 1 3] και έπηρεν Μωυσης τήν Qάβδον είς τΟν ούρανόν172, και κύριος έπήγαγεν άνεμον νότον173 έm τήν γην ολην τήν ήμέραν έκείνην και ολην τήν νύκτα· το πρωι έγενήθη, και ό άνεμος ό νότος άνέλαβεν τήν άκρίδα [ 1 4] και άνήγα­ γεν αύτήν174 έπι π>, «al.za>>, «leva [il rnio peccato]» (da cui «perdona» della traduzione CEI). 1 77 Mose: aggiunta dei LXX con intento chiaήficatore. 1 78 Dio: YHWH, «il Signore», nel ™· 1 79 Tenebra ... tempesta: l'ebraico ha l'espressione tautologica /:ιδsek 'afelah, alla lettera . [ 1 3] Oisse allora Mose a1 popo1o: «Coraggio258 ! Sίate sa1dί e osservate 1a salvezza che vίene da Οίο, che oggί eglί realίzzera per νοί: come ίnfattί oggί avete vίsto glί Egίzίanί, non li vedrete pίu per l'etemita deί tempί: [ 1 4] il Sίgnore combattera per voi e νοί tacerete». [ 1 5] Oίsse il Signore a Mose: «Perche gridi verso di me? Parla ai figli d'lsraele, che levino il campo; [ 1 6] e tu alza ί1 tuo bastone e stendί la tua mano sul mare e dίvίdίlo, ed entrino i figlί d'Israele nel mezzo del mare, sull'ascίutto. [ 1 7] Ed ecco, ίο ίndurirό ίl cuore dί Faraone e di tuttί gli Egi­ zianί ed essi entreranno dietro a loro; e sarό glorificato medίante Faraone e mediante tutto ίl suo esercito, ί suoi carri e cavalli». [ 1 8] Ε sapranno tuttί259 gli Egίzίani che ίο sono ίl Signore, per il fatto che sarό glorificato medίan­ te Faraone e mediante ί suoi carri e cavallί». [ 1 9] Sί spostό il nunzio dί Οίο, che avanzava davantί allo schieramento dei figlί d'Israele e procedette dietro dί loro; sί spostό da davantί a loro anche la colonna della nube e si pose dίetro di 1oro. [20] Ed essa andό ίη mezzo tra lo schίeramento deglί Egίzianί e Ι ο schίeramento d 'Israele e sί aπestό260; e cί fu buio e oscurita, e 1a notte passό261 e non sί avvicίnarono gli uni agli altri per tutta la notte. [2 1 ] Stese Mose la mano sul mare e il Signore fece ritraπe ίl mare con un forte vento da1 Sud per tutta la notte e 1'acqua fu dίvίsa. [22] Ed entrarono

d 'Israele e videro ed ecco, gli Egiziani . . . »). Ι LXX, comunque, sembrano considerare Ί 'ynyhm ( «i loro occhi») complemento di yr w ( >. 11 nif'al di yar 'e, "essere teπίbile", "essere temibile", normalmente tτadotto con φοβέω ο composti, e reso con θαυμάζω anche al ν. 34, 1 0, dove descήve I 'opera di Dio. 28 1 Giustizia: in ebraico /:ιesed, "miseήcordia", "bontiι", reso con δικαιοσύνη anche in Gen 20, 1 3 . 282 Si ... irritati: l 'ebraico legge «sono atteπίti». Όργίζω rende la radice r.g.z. anche in Gen 45, 24; in ΒΑ ιι si nota come il verbo greco presenti le medesime consonanti della radice ebraica, a denotare forse una scelta di tτaduzione dettata dall'assonanza tτa le due forme (p. 1 75). 283 Governanti: «potenti>> nel ™·

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"Εξοδος

[ 1 6] έπιπέσοι έπ' αύτοuς φόβος καl τρόμος, μεγέθει βραχίονός σου άπολιθωθήτωσαν, εως άν παρέλθn ό λαός σου, κύριε, εως άν παρέλθn ό λαός σου284 οuτος, ον έκτήσω. [ 1 7] είσαγαγrον καταφύτευσον αύτοuς είς ορος κληρονομίας σου, είς ετοιμον κατοικητήριόν σου, ο κατειργάσω285, κύριε, άγίασμα, κύριε, ο ήτοίμασαν αί χείρές σου. [ 1 8] κύριος βασιλεύων τον αίrονα κα\ έπ' αίrονα κα\ ετι. [ 1 9] 'Ότι είσηλθεν ϊππος Φαραω σuν &ρμασιν κα\ άναβάταις εiς θάλασσαν, κα\ έπήγαγεν έπ' αύτοUς κύριος το ϋδωρ της θαλάσσης οί δε υίο\ Ισραηλ έπορεύθησαν δια ξηρας έν μέσφ της θαλάσσης. [20]Λαβουσα δε Μαριαμ ή προφητις ή άδελφfι Ααρων το τύμ­ πανον έν τfί χειρ\ αύτης, κα\ έξήλθοσαν πασαι αί γυναίκες όπίσω αύτης μετα τυμπάνων κα\ χορrον, [2 1 ] έξηρχεν δε αύτrον Μαριαμ λέ­ γουσα 'Άισωμεν286 τiρ κυρίφ, ένδόξως γαρ δεδόξασται · ϊππον κα\ άναβάτην ερριψεν είς θάλασσαν. [22] 'Εξηρεν δε Μωυσης τοuς υίοUς Ισραηλ άπο θαλάσσης έρυ­ θρας κα\ fίγαγεν αύτοuς είς τfιν ερημον Σουρ· καl έπορεύοντο τρείς ήμέρας έν τfί έρήμφ κα\ ούχ ηϋρισκον ϋδωρ rοστε πιείν. [23] rjλθον δε εiς Μερρα287 κα\ ούκ ijδύναντο πιε'i' ν έκ Μερρας288 , πικρόν γαρ rjv· δια τουτο έπωνομάσθη το ονομα του τόπου έκείνου289 Πικρία290• [24] κα\ διεγόγγυζεν ό λαός έπ\ Μωυσην λέγοντες Τί πιόμεθα; [25] έβόη­ σεν δε Μωυσης291 προς κύριον· κα\ εδειξεν αύτψ92 κύριος ξύλον, κα\ ένέβαλεν αύτο εiς το ϋδωρ, κα\ έγλυκάνθη το ϋδωρ. έκεί εθετο αύτ> nel ™· 287 Merra: marah, traslitterazione del toponimo Marah, "amara", in ebraico.

Esodo

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[ 1 6] Che piombi su di loro paura e tremore, dalla graπdezza del tuo braccio siaπo pietrificati, finche san'ι passato i1 tuo popo1o, Signore, fiπcbe sara passato questo tuo284 popo1o, che ti sei acquistato. [ 1 7] Iπtroducili e innestali su1 moπte della tua eredita, πella tua dimora proπta che hai allestito285, Signore, saπtuario, Signore, che 1e tue maπi hanno preparato. [ 1 8] Il Signore regna πei seco1i dei seco1i e o1tre». [ 1 9] Quaπdo eπtrό 1a cavalleria di Faraoπe cοπ carri e cava1ieri ne1 mare, il Signore rovesciό su di 1oro 1'acqua de1 mare; ma i fig1i d'Israe1e cammiπaroπo sull'asciutto πel mezzo de1 mare. [20] Quaπdo Mariam la profetessa, 1a sorella di Aronne, prese i1 tim­ paπo πella sua maπo, tutte 1e dοππe uscirono dietro di 1ei cοπ timpaπi e danze; [2 1 ] cosi 1e guidava diceπdo: «Caπtiamo286 a1 Signore, poiche mirabi1meπte si e g1orificato: cavallo e cava1iere ha gettato πel mare». [22] Trasse Mose i fig1i d'Israe1e da1 mar Rosso e 1i coπdusse πe1 de­ serto di Sur; e cammiπaroπo tre giomi πe1 deserto e ποπ trovavaπo acqua da bere. [23] Arrivaroπo a Meπa287 e ποπ potevaπo bere da Meπa288, poicbe era amara: perciό fu chiamato questo 1uogo289 co1 πome di 'Άmarezza"290• [24] Ε mormorava i1 popo1o coπtro Mose diceπdo: «Che cosa beπemo?». [25] Ιπνοcό Mose291 i1 Sigπore e i1 Signore gli mostrό292 uπ 1egno ed egli 1ο gettό πell 'acqua e 1 ' acqua fu addo1cita. La g1i dette decreti293 e leggi e 1a 1ο mise alla prova [26] e disse: «Se presterai orecchio294 alla voce de1 Signore Dio tuo e farai quaπto e gradito davaπti a Lui e presterai 1 'orecchio ai suoi ordiπi e custodirai tutti i suoi decreti, ogni ma1attia che ho fatto cadere sugli Egiziaπi ποπ farό cadere su di te: poiche ίο sοπο i1 Signore che saπa». [27] Ε arrivaroπo ad A1im e 1a c 'eraπo dodici sorgeπti di acque e set­ taπta troπchi di pa1me295: si accamparoπo 1a presso 1e acque.

2 88 Da Merra: l'ebraico legge invece miιyim mimmarah, «acqua da Mara»; i LXX omettono miιyim per omeoarco. 289 Questo /uogo: aggiunta dei LXX. 290 Amarezza: traduzione del toponimo Marah, in precedenza traslitterato. 29 1 Mose: aggiunta dei LXX. 292 G/i mostro: cosi anche il Samaήtano (»yr 'hw), mentre il τΜ e i targumim hanno letteralmente 329 &.νδρας δυνατοUς330 καl έξελθiον παράταξαι τq> Αμαληκ αϋριον, καl ίδοu έγiο έ:στηκα έπl τfίς κορυφfjς του βουνου331 , καl ή ράβδος του θεου έν τn χειρί μου. [ 1 Ο] καl έποίησεν ΊησοUς καθάπερ είπεν αύτφ Μωυσfίς, καl έξελθiον παρετάξατο τφ Αμαληκ· καl Μωυσfίς καl Ααρων καl Ωρ άνέβησαν έπl τfιν κορυφfιν του βουνου. [ 1 1 ] καl έγί νετο οταν έπfίρεν Μωυ­ σfίς τας χε1ρας332, κατίσχυεν Ισραηλ· οταν δf; καθfίκεν τας χεtρας, κατίσχυεν Αμαληκ. [ 1 2] αί δε χετρες Μωυσfί βαρεται· καl λαβόντες λίθον ύπέθηκαν ύπ' αύτόν, καl έκάθητο έπ' αύτου, καl Ααρων καl Ωρ έστήριζον τας χεtρας αύτου, έντευθεν είς καl έντευθεν είς καl έγένοντο αί χεtρες Μωυσfί333 έστηριγμέναι έ:ως δυσμrον ήλίου. [ 1 3] καl έτρέψατο334 Ίησους τον Αμαληκ καl πάντα335 τον λαον αύτου έν φόνφ μαχαίρας336 • [ 1 4] είπεν δε κύριος προς Μωυσfίν Κατάγραψον τουτο είς μνημόσυνον έν βιβλίφ καl δος είς τα &τα Ίησοτ οτι Άλοιφft έξαλείψω το μνημόσυνον Αμαληκ έκ τfίς ύπο τον ούρανόν337• [ 1 5] καl Φκοδόμησεν Μωυσfίς θυσιαστήριον κυρίφ καl έπωνόμασεν το ονομα αύτου Κύριός μου καταφυγή338• [ 1 6] οτι έν χειρl κρυφαίι;χ πολεμεt κύριος έπl Αμαληκ339 άπο γενεrον είς γενεάς.

[18, 1 ] 'Ήκουσεν δε Ιοθορ ό ίερεuς Μαδιαμ ό γαμβρος Μωυσfί πάντα, οσα έποί ησεν κύριος340 Ισραηλ τq> έαυτου λαq>· έξήγαγεν γαρ κύριος τον Ισραηλ έξ Αί γύπτου. [2] έλαβεν δέ Ιοθορ ό γαμβρος Μωυ­ σfί Σεπφωραν τfιν γυνατκα Μωυσfί μετα τfιν &.φεσιν αύτfίς341 [3] και τοuς δύο υίοUς αύτου· ονομα τq> ένl αύτrον Γηρσαμ λέγων Πάροικος fίμην έν γft άλλοτρί ι;χ342 • [4] και το ονομα του δευτέρου Ελιεζερ λέγων 3 28 Tentazione; Jngiuria: coπispoπdoπo rispenivameπte a Massah, «teπtazioπe» e Meriνa, dalla stessa radice del verbo riν (per cui si veda la πota al ν. 2 ), cosi come Λοιδόρησις e formato da λοιδορέω. 3 29 Scegliti: «scegli per ποi» πell 'ebraico. 330 Va/orosi: l'aggettivo e asseπte πel ΤΜ; l'aggiuπta del greco e tunavia da coπsiderarsi piiι formale che sostanziale. 33 1 Ed esci ... co//e: il τΜ scaπdisce la sceπa in modo diverso: Mose ordiπa l'iπizio immediato della banaglia e ήmaπda al giomo dopo il suo iπterveπto ( «ed esci iπ banaglia contro Amalek. Domani ίο staro ήtto sulla cima del colle» ). Tunavia, presciπdeπdo dall' iπterpretazione masoretica, la struttura del testo ebraico legittima appieπo la lettura del greco, secondo il quale ma/:ιar, «domani» (αι)ριον), completa il seπso di $e «esci» (έξελθών), e ποπ di ni$$aV, «starό ήtto» (ί;στηκα). 33 2 Le mani: al singolare πel ΤΜ; legge al plurale come il greco anche il Samaήtano. 333 Le mani . . . Mose: «le sue mani» πel ™ · 334 Mise . . .fiιga: l'ebraico legge wayya/:ιalos, da /:ιls, di uso poco trequeπte πel τΜ e traducibile cοπ «scoπfisse». ',

Esodo

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«lngiuήa))328, a causa dell' insulto dei figli d'Israele e perche essi tentarono il Signore dicendo: «11 Signore e in mezzo a noi ο no?)). [8] Venne Amalek e combatte contro Israele a Raphidin. [9] Disse al­ lora Mose a Giosue: «Scegliti329 uomini valorosi330 ed esci per schierarli contro Amalek domani ed ecco, ίο sto sulla cima del colle331 e il bastone di Dio e nella mia mano)). [ 1 0] Ε fece Giosue come aveva detto Mose e, usci­ to, si schierό contro Amalek; e Mose, Aronne e Or salirono sulla cima del colle. [ 1 1 ] Ε accadeva che quando Mose sollevava le manί332, lsraele pre­ valeva; ma quando abbassava le mani, Amalek prevaleva. [ 1 2] Ma le mani di Mose erano pesanti; e, presa una pietra, la posero sotto di lui ed egli se­ deva su di essa; e Aronne e Or sostenevano le sue mani, uno da una parte e l'altro dall'altra; e cosi ήmasero le mani di Mose333 ferme fino al tramonto del sole. [ 1 3] Ε mise in fuga334 Giosue Amalek e tutto335 il suo popolo, a fil di spada336• [ 1 4] Disse il Signore a Mose: «lnscήvi questo come memoήale in un libro e metti nelle orecchie di Giosue che cancellerό del tutto il ήcor­ do di Amelek dalla teπa sotto il cielo337)). [ 1 5] Ε costrui Mose un altare e lo chiamό «Signore mio ήfugio338)); [ 1 6] perche con mano nascosta combatte il Signore contro Amalek339, di generazione in generazione. [18, 1 ] Seppe Iothor, il sacerdote di Madian, il suocero di Mose, tutto quello che aveva fatto il Signore340 per Israele, il suo popolo; infatti aveva fatto il Signore uscire Israele fuoή dall 'Egitto. [2] Ε prese lothor, il suocero di Mose, Sepphora, la moglie di Mose, dopo il suo congedo341, [3] e i due suoi figli; il nome di uno di loro era Gersam, poiche diceva: «Perche ero uno straniero in teπa straniera342)), [4] e il nome del secondo era Eliezer,

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Tutto: aggiunta dei LXX. η• A ... spada: il greco ha letteralmeπte «cοπ uccisioπe di spada [geπ. soggettiνo]>>, che qui e ίπ Num 21, 24; Deut 13, 1 5; 20, 1 3 traduce l'ebraico leji fιereν, alla lettera >, che in ebraico regge mizbeafι, «altare», il quale diνenta nel greco oggetto diretto di καθαριεϊ:ς.

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Esodo

parte prescelta per il Signore. [29] Ε l'abito del santo590, che e di Aronne, sara dei suoi figli dopo di lui, affinche siano unti ίη esso e rendano perfette le loro mani591 • [30] Sette giorni lo vestira il sacerdote suo successore fra ί suoi figli, colui che entrera nella tenda della testimonianza per officiare nel santo. [3 1 ] Ε prenderai l'ariete dell'investitura e bollirai le carni in luogo santo, [32] e mangeranno Aronne e i suoi figli le carni dell'ariete e i pani che sono nel canestro presso le porte della tenda della testimonianza; [33] le mangeranno, le offerte con cui sono stati santificati592 per rendere perfette le loro mani e santificarli, e nessun straniero ne mangera: infatti sono cose sante. [34] Ma se resta della carne dell'offerta dell'investitura e dei pani fino al mattino, il resto lo brucerai con fuoco: non si mangeran­ no, sono infatti cosa consacrata. [35] Ε farai cosi per Aronne e i suoi figli secondo tutto quanto ti ho comandato: per sette giorni renderai perfette le loro mani. [36] Ε sacήficherai593 il vitellino del peccato594 per il giorno della puήficazione e puήficherai l 'altare595 operando la santificazione su di esso e l'ungerai in modo da santificarlo. [37] Sette giorni puήficherai l'altare596 e lo santificherai e l'altare sara santissimo; e chiunque tocchera l'altare sara santificato. [38] Ε questo e cίό che offrirai sull'altare: agnelli di un anno senza difetto597, due ogni giorno, sull'altare598 perpetuamente, offerta perpetua599• [39] Il pήmo agnello lo immolerai al mattino e il secondo agnello lo im­ molerai la sera600; [40] e un decimo di fior di faήna intήsa in un quarto di in di olio battuto601 e una libagione di un quarto di ίn di vino per il pήmo agnello; [4 1 ] e il secondo agnello lo irnmolerai la sera, come il sacrificio del mattino, e con la sua602 libagione lo sacήficherai in essenza di fra­ granza, un 'offerta per il Signore, [42] un sacrificio perpetuo per le vostre generazioni alle porte della tenda della testimonianza davanti al Signore, dove mi farό conoscere603 da te per parlarti. [43] Ε la darό ordini ai figli

596 Purificheraί I 'a/tare: >; Ia νaήaπte potrebbe quiπdi dipeπdere da uπa metatesi tra Ie ultime due coπsoπaπti del νerbo ( 'ayίn e da/et) e troνerebbe oήgine ίπ uπa Vor/age diνersa dal 'fM ο in υπ errore di lettura del traduttore. Secoπdo J.W. Weνers, tuttaνia, poiche l 'idea di un Οίο che si fa coπoscere ήcorre piiι νolte πel testo greco dell Esodo (2, 25; 25, 2 1 ; 30, 6, 3 6), la modifica potrebbe essere iπteπzioπale (cfr. πota a 25, 2 I ). '

"Εξοδος

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υίοίς Ισραηλ604 και άγιασθήσομαι έν δόξn μου· [44] και άγιάσω τfιν σκηνfιν τοu μαρτυρίου και το θυσιαστήριον· και Ααρων και τοUς υί­ οUς αύτοu άγιάσω ίερατεύειν μοι. [45] και έπικληθήσομαι605 έν τοίς υίοίς Ισραηλ και έσομαι αύτων θεός, [ 46] και γνώσονται οτι έγώ είμι κύριος ό θεος αύτων ό έξαγαγοον αύτοUς έκ γης Αίγύπτου έπικληθfj­ ναι αύτοίς και θεος είναι αύτων.

[30, 1 ] και ποιήσεις θυσιαστήριον θυμιάματος έκ ξύλων άσή­ πτων· και ποιήσεις αύτο [2] πήχεος το μηκος και πήχεος το εuρος τετράγωνον έσται - και δύο πήχεων το ϋψος έξ αύτοu έσται τα κέ­ ρατα αύτοu. [3] και καταχρυσώσεις αύτα χρυσίφ καθαρφ, τfιν έσχά­ ραν αύτοu και τοuς τοίχους αύτοu κύκλφ και τα κέρατα αύτοu, και ποιήσεις αύτφ στρεπτfιν στεφάνην χρυσην κύκλφ. [4] και δύο δα­ κτυλίους χρυσοUς καθαροuς ποιήσεις ύπο τfιν στρεπτfιν στεφάνην αύτοu, είς τα δύο κλίτη ποιήσεις έν τοίς δυσι πλευροίς και έσονται ψαλίδες606 ταίς σκυτάλαις iόστε αίρειν αύτο έν αύταίς. [5) και ποι­ ήσεις σκυτάλας έκ ξύλων άσήπτων και καταχρυσώσεις αύτας χρυ­ σίφ. [ 6] και θήσεις αύτο άπέναντι του καταπετάσματος του οντος έπι της κιβωτοu των μαρτυρίων607, έν οίς γνωσθήσομαί σοι έκε'i θεν608 • [7] και θυμιάσει έπ' αύτοu Ααρων θυμίαμα σύνθετον λεπτόν609• το πρωι πρωί 610 , οταν έπισκευάζn τοUς λύχνους, θυμιάσει έπ' αύτΟU, [8) και οταν έξάπτn Ααρων τοuς λύχνους όψέ611 , θυμιάσει έπ' αύτοu· θυ­ μίαμα ένδελεχισμοu δια παντος612 έναντι κυρίου είς γενεας αύτων61 3 • [9] και ούκ άνοίσεις614 έπ' αύτοu θυμίαμα ετερον, κάρπωμα, θυσίαν· και σπονδfιν ού σπείσεις έπ' αύτοu. [ 1 0] και έξιλάσεται615 έπ' αύτο Ααρων έπι των κεράτων αύτοu aπαξ τοu ένιαυτοu· άπο τοu αϊματος του καθαρισμοί) των άμαρτιων616 του έξιλασμοu aπαξ του ένιαυτοu καθαριε'i αύτο είς τας γενεας αύτων· &γιον των άγίων έστιν κυρίιp. [ 1 1 ) Και έλάλησεν κύριος προς Μωυσην λέγων [ 1 2] ' Εiχ.ν λάβnς τον συλλογισμον των υίων Ισραηλ έν τn έπισκοπn αύτων, και δώ-

604 E . lsrae/e: «e liι incontrerό i figli d'Israele)) nel ™ · 605 E inνocato: l'ebraico legge «e abiterό)); i LXX eνitano l 'idea di un Dio che dimora tra gli Israeliti, forse ήtenendola troppo fisica (cft. anche al ν. 46, doνe a > corήsponde il greco έπικληθiϊναι αύτοίς; J.W. Weνers, Notes, cit., p. 487). 606 Modanature: traduce qui νatim /eνaddim, alla lettera «case per stanghe)), ossia «anelli)). \η 27, 1 0- 1 1 il medesimo termine greco traduceνa l'ebraico bαSuqim, che significa "aste", "pertiche". 607 Testimonianze: unico caso nell'Esodo greco in cui 'dwt dell'ebraico, «testimonianza», preceduto da 'aron, «arca)), e tradotto al plurale (cft. nota a ν. 25, 1 6); il testo ebraico prosegue con «daνanti al propiziatoήo che e sopra la testimonianza)), che il greco ha omesso per salto da uguale a uguale. 608 Mi . . . te: ι>; i LXX intendono probabilmente attenuare la gravitιi della ήbellione del popolo, attribuendola alla sua iπuenza piiι che alla sua malvagitιi. 668 Disperso: traduce I'ebraicopariιa che significa qualcosa come «libero da ogni fteno morale>>. 669 Gioia maligna: il vocabolo, di uso classico, traduce l'hapax legomenon d'incerto significato sifn$ah, tradotto generalmente con «schemo», «deήsione>>. ·

·,

'

437

Esodo

fatto, lo bruciό nel fuoco, lo polveήzzό finemente, lo sparse sull'acqua e la fece bere a tutti i figli d'lsraele. [2 1 ] Ε disse Mose ad Aronne: «Che ti ha fatto questo popolo, da rovesciare su di loro un cosi grande peccato?»; [22] e disse Aronne a Mose: «Non ti sdegnare, signore: tu infatti conosci l'impeto di questo popolo667. [23] Mi dicono infatti: "Facci degli dei che procedano davanti a noi: infatti Mose, quest'uomo che ci ha condotti fuoή dall'Egitto, non sappiamo che cosa gli sia accaduto". [24] Ε ho detto loro: "Se qualcuno ha omamenti d'oro, toglieteveli"; e me li hanno dati; e li ho gettati nel fuoco ed e uscito questo vitellω>. [25] Ε vedendo Mose che il popolo era disperso668 - infatti li aveva fatti disperdere Aronne, gioia mali­ gna669 per i loro avversaή , [26] allora stette Mose alla porta dell'accampa­ mento e disse: «Chi e per il Signore? Che venga a me! ». Si ήunirono allora presso di lui tutti i figli di Levi. [27] Ε dice loro: «Questo dice il Signore, il Dio d'lsraele: "Ciascuno di voi metta la sua spada sulla coscia, andate e tomate670 da porta a porta attraverso l'accampamento e uccidete ciascuno il propήo fratello, ciascuno il propήo prossimo e ciascuno il propήo amico. [28] Ε fecero i figli di Levi secondo quanto aveva detto loro Mose e del po­ polo caddero in quel giomo quasi tremila uomini. [29] Ε disse loro Mose: «Oggi avete ήempito le vostre mani671 per il Signore, ciascuno sul figlio ο sul fratello, affinche sia concessa672 su di voi una benedizione». [30] Ε avvenne l'indomani che disse Mose al popolo: «Voi avete com­ messo un grande peccato; e ora salirό presso Οίο, per fare espiazione ή­ guardo al vostro peccato». [3 1 ] Ε tomό Mose presso il Signore e disse: «Ti prego, Signore: questo popolo ha commesso un grande peccato e si sono fatti dei d'oro. [32] Ε ora, se perdoni il loro peccato, perdona673 ! Altήmenti cancellami dal tuo 1ibro che hai scήtto». [33] Ε disse il Signore a Mose: «Se qualcuno ha peccato davanti a me, e 1ui che cancellerό dal mio libro. [34] Ε ora va' , scendi e conduci questo popolo al luogo che ti ho detto. Ecco, i1 mio nunzio ti precede davanti a te: ma nel giomo in cui li visiterό, rovescerό674 su di loro il loro peccato». [35] Ε percosse il Signore il popolo per la fabbήcazione del vitello che aveva fatto Aronne. -

670 Andate e tornate: rende 'ivru wαSiιvu, il cui significato e ης συνέστηκεν ). 23, 1 9: ποιήσουσιν la traduzione legge ποιήσετε; la presenza di una terza persona plurale laddoνe Ι' ebraico presenta inνece la seconda persona sarebbe dovuta se­ condo il Weνers alla doppia ήcoπenza del pronome αύτrον nel νersetto precedente. 25, 27: και άποδώσει δ ύπερέχει τφ άνθρώπφ, φ άπέδοτο έαυτον αύται il m�schile έαυτόν e sostituito dal femminile άυτήν, da ήfeήrsi a της κατασχέσεως del ν. 25, 25. 25, 28: έαν δε μη εύπορηθii ή χειρ αύτου το ίκανόν la forma passiνa presentata dal testo del Rahlfs non troνa spiegazione, con­ siderato che il neutro τό ίκανόν puό essere soltanto in caso accusatiνo, essendo ή χείρ soggetto del νerbo. Il testo greco e stato dunque letto come ευρn, congiuntiνo aoήsto attiνo (cfr. al ν. 25, 47). 25, 47 : ό άδελφός σου πραθfl τφ προσηλύτφ ή τφ παροίκφ τφ παρα σοι έκ γενετης προσηλύτφ nel testo νiene inseήto un secondo η pήma di έκ γενετης. La presente edίzίone

Una traduzione italiana esclusiνamente interpretatiνa, che ήleggesse cioe il greco alla luce della sua Vor/age ebraica e lo ήcodificasse attraνer­ so di essa, smussandone le spigolosita grammaticali e sintattiche, avrebbe

476

Levίtίco

svilito stile e personalita del testo ellenistico. Per quanto possibile, dunque, i teπnini greci sono stati tradotti secondo il loro significato greco e non alla luce del senso della parola ebraica cui coπispondono, se non qualora il contesto in cui sono inseήti richieda necessaήamente un ampliamen­ to della loro gamma semantica secondo 1 'interpretazione loro data dallo stesso traduttore ο nella letteratura post-LXX12• Per lo stesso motivo sono state mantenute molte delle peculiaήta sintattiche del testo dei LXX: la posposizione del soggetto al verbo, gli anacoluti e le iπegolaήta dipendenti dall'ebraico, nonche le ήpetizioni di teπnini e foπnule di cui il Levίtίco, in quanto codice legale, abbonda. Il ήsultato e un italiano spesso poco scoπevole, a tratti oscuro, che intende tuttavia ήpropoπe la sensazione di straniamento e spaesamento e le difficolta che un lettore greco avrebbe sicuramente speήmentato di fronte a questo testo.

Nota bίblίografica

D. Bίichner, Translatίon Technίque ίn the Septuagίnt Levίtίcus, in S.E. Por­ ter (ed.), Dίglossίa and Other Topίcs ίn New Testament Lίnguίstίcs (JSNTS 1 93, SNTG 6), Sheffield Academic Press, London 2000, pp. 92- 1 06 . Id., Some Rejlectίons on Wrίtίng α Commentary on the Septuagίnt of Le­ vίtίcus, in R.J.V. Riebert (ed.), Translatίon Is Requίred: The Septuagίnt ίn Retrospect and Prospect (SCS 56), Society of Biblical Literature, Atlanta, Ga. 20 1 0, pp. 1 07- 1 1 7 . G. Deiana, Levίtίco. Nuova versίone, ίntroduzione e commento, Paoline Editoήa1e Libή, Milano 2005 . J.B. Faulkenberry Miller, 4QLXXLev" and Proto-Septuagίnt Studies, in Μ.Τ. Davis - Β.Α. Strawn (eds.), Qumran Studies, Eerdmans, Grand Rap­ ids - Cambήdge 2007, pp. 1 -28 . Ρ. Harle - D. Pralon (eds.), La Bίble d Ά/έxandrie 3: Le Levίtίque, Editions du Cerf, Paήs 1 998. Κ. Huber, Untersuchungen iίber der Sprachcharakter des grίechίschen Le­

vίtίcus, Α. Tδpe1mann, Giessen 1 9 1 6 .

12 Cft. G.A. Chamberlain, Method in Septuagint Lexicography, in L.M. Hopfe (ed.), Uncovering Ancient Stones: Essays in Memory of Η. Nei/ Richardson, Eisenbrauns, Winona Lake 1 994, p. 1 9 1 e Ε. Τον, 'Γhree Dimensions of Words in the Septuagint, in Ε. Τον, 'Γhe Greek and Hebrew Bib/e, Bήll, Leiden-Boston-Kδln 1 999, p. 9 1 .

Introduzione

477

L. Mortaή ( ed. ), La Bibbia dei Settanta Ι : Il Pentateuco, Dehoniane, Roma 1 999, pp. 397-533. R. Rendtorff - R.A. Kugler - S. Smith Bartel (eds.), The Book ofLeviticus: Composition and reception, Bήll, Leiden 2003 . J.W. Wevers, Text History of the Greek Leviticus (MSUAWG 1 9), Van­ denhoek und Ruprecht, Gδttingen 1 986. Id. (ed.), Septuaginta: Vetus Testamentum Graecum, Band ιι,2, Leviticus, Vandenhoeck & Ruprecht, Gδttingen 1 986. Id., Notes on the Greek Text ofLeviticus (SCS 44), Scholars Press, Atlanta, Ga. 1 997. Μ.Α. Zipor, The Greek Version of Leviticus, in «Biblica)) 79 ( 1 998), pp. 55 1 -562.

Testo greco e italiano

480

Λευιτικόν

[ 1 , 1 ] και άνεκάλεσεν1 Μωυσfjν και έλάλησεν κύριος αύτφ έκ τfjς σκηνfjς του μαρτυρίου2 λέγων [2] Λάλησον τοϊς υίοϊς Ισραηλ και έρεϊς προς αύτούς 'Άνθρωπος3 έξ ύμrον έαν προσαγάγn δrορα4 τφ κυρίφ, άπο των κτηνών, άπο των βοών και άπο των προβάτων5, προσοίσετε τα δώρα ύμrον6 • [3] έαν όλοκαύτωμα7 το δώρον αύτου έκ των βοών, άρσεν άμωμον προσάξει· προς τfιν θύραν τfjς σκηνfjς του μαρτυρίου προσοίσει αύτο δεκτον έναντί ον κυρίου. [4] και έπιθήσει τfιν χείρα έπι τfιν κεφαλfιν του καρπώματος, δεκτον αύτφ έξιλάσα­ σθαι περι αύτου. [5] και σφάξουσι8 τον μόσχον έναντι κυρίου, και προσοίσουσιν οί υίοι Ααρων οί ίερεϊς το αίμα και προσχεουσιν το αίμα έπι το θυσιαστήριον9 κύκλφ το έπι των θυρών τfjς σκηνfjς του μαρτυρίου. [6] και έκδείραντες το όλοκαύτωμα μελιουσιν αύτο κα­ τα μέλη 10, [7] και έπιθήσουσιν οί υίοι Ααρων οί ίερεϊς1 1 πυρ έπι το θυσιαστήριον και έπιστοιβάσουσιν ξύλα έπι το πυρ, [8] και έπιστοι­ βάσουσιν οί υίοι Ααρων οί ίερεϊς τα διχοτομήματα και τfιν κεφαλfιν

1 Chiamo di nuoνo: ι'ebraico wayyiqra , «e chiamό», in un simiιe contesto soιitamente tradotto con καl έκάλεσεν, e reso in questo caso dai LXX con ιa forrna composta άνακαλέω, "chiamo in­ dietro", "ήchiamo", probabilmente per indicare ιa stretta reιazione e ιa continuita che ιegano Esodo a Levitico. Dopo che Mose ha compiuto tutto quanto gιi e stato comandato (cfr. Εχ 40, 1 - ι 5, in cui ίι Signore si ήνοιge a Mose, e Εχ 40, 1 6-38, doνe νiene descήtto come quest'uιtimo agisca secondo i suoi comandi), ίι Signore torna ( άνα-) a chiamarιo. Lo stesso νerbo greco νiene utiιizzato per tradurre ι'ebraico qara ' sοιο aιtre tre νοιte in tutto ι• Antico Testamento greco (Εχ 3 1 , 3; 35, 30 e /os 4, 4). 2 Tenda della testimonianza: neι τΜ Όhel mo 'ed, . [ 1 2] Ε disse Mose ad Aronne e a E1eazar e a lthamar, i figli di Aronne che erano ήmasti: «Prendete il sacήficio ήmasto dalle offerte del Signore e mangiatelo azzimo171 accanto all'altare: sono cose santissime. [ 1 3] Ε lo mangerete in un luogo sacro, poiche e una norma per te e una norma per i tuoi figli ήguardo alle offerte del Signore, poiche cosi mi e stato ordina­ to. [ 1 4] Ε mangerete tu, i tuoi figli e la tua casa172 insieme con te il petto della parte ήservata173 e la spalla della parte asportata in un luogo sacro174, poiche e una norma per te e una norma per i tuoi figli ήguardo ai sacήfici di salvezza dei figli d 'lsraele. [ 1 5] La spalla della parte asportata e il petto della parte ήservata li presenteranno insieme alle offerte delle parti grasse, per destinarli come parte ήservata175 davanti al Signore. Ε sara una norma etema per te, per i tuoi figli e per le tue figlie insieme con te, come ha co­ mandato il Signore a Mose176».

La costruzione con il doppio accusatiνo (quella propήa per i verba docendi) e indice della νaήazione di significato. 1 7 1 Mangiatelo azzi mo: il neutro plurale ι'iζυμα puό essere ήfeήto sia a τίiΊν παρπωμάτων sia a τi]ν θυσίαν η)ν καταλειφθείσαν. Ι1 traduttore del Levitico si seινe infatti del neutro plurale quando l'antecedente non e chiaro (cfi'. J.W. Weνers, Notes, cit., p. 1 36). 1 72 Ε /α tua casa: uvnoteka, «e le tue figlie», nel testo ebraico. Si tratta forse di un'eco del ν. 9, 7 ο dei νν 16, 1 1 , 1 7 e 24. ΑΙ ν. 10, 1 5, tuttaνia, i LXX e il Samaήtano aggiungono entrarnbi ήspetto all'ebraico «e per le tue figlie». 1 73 Parte riservata, άφόρισμα: traduce l'ebraico tenufah, «offerta agitata», comparso giiι al ν. 7, 30. Per la resa greca dell 'ebraico nel νersetto citato si νeda la nota corήspondente. 1 74 Sacro: (ahor, «puro», in ebraico. Probabile armonizzazione con i νν 10, 1 3, 17 e 1 8, dove &γιον rende l'ebraico qόdes (cfi'. nota al ν. 5, 1 5). 1 71 Per destinarli. .. riservata: all'ebraico /ehaniftenufah (cfi'. il ν. 7, 30) ί LXX ήspondono con la figura etimologica άφόρισμα άφορίσαι. 1 76 Α Mose: aggiunta dei LXX (cfi'. ί νν 8, 9, 36; 9, 1 0, 2 1 ). .

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520

Λευιτικόν

[ 1 6] Κα\ τον χίμαρον τον περl της άμαρτίας ζητων έξεζήτησεν 177 Μωυσης, καl οδε ένεπεπύριστο· καl έθυμώθη Μωυσης έπl Ελεαζαρ καl Ιθαμαρ τοUς υίοuς Ααρων τοuς καταλελειμμένους λέγων [ 1 7] Δια τί ΟύΚ έφάγετε το Περt της άμαρτίας έν τόπψ άγίψ; Οτι γαρ 178 aγια άγίων έστίν, τοuτο εδωκεν ύμίν φαγείν179, ϊνα αφέλητε η1ν άμαρ­ τίαν της συναγωγης και έξιλάσησθε περl αύτων εναντι κυρίου· [ 1 8] ού γαρ εiσήχθη του αϊματος αύτοu εiς το iiγιον· κατα πρόσωπον εσω φάγεσθε αύτο έν τόπφ άγίφ, δν τρόπον μοι συνέταξεν κύριος 180. [ 1 9] καl έλάλησεν Ααρων προς Μωυσην λέγων Ei σήμερον προσα­ γειόχασιν τα περl της άμαρτίας αύτων και τα όλοκαυτώματα αύτων εναντι κυρίου, και συμβέβηκέν μοι ταuτα· και φάγομαι τα περl της άμαρτίας σήμερον, μη αρεστον εσται κυρίφ; [20] καl ilκουσεν Μωυ­ σης, και ηρεσεν αύτφ. [11, 1 ] Κα\ έλάλησεν κύριος προς Μωυσην καl Ααρων λέγων 181 [2] Λαλήσατε τοίς υίοίς Ισραηλ λέγοντες Ταuτα τα κτήνη, &. φάγε­ σθε απο πάντων των κτηνων των έπl της γης· [3] παν κτηνος διχη­ λοuν όπλην και όνυχιστηρας όνυχίζον δύο χηλων 182 και ανάγον μηρυ­ κισμον183 έν τοίς κτήνεσιν, ταuτα φάγεσθε. [4] πλην απο τούτων ού φάγεσθε· απο των αναγόντων μηρυκισμον και απο των διχηλούντων τας όπλας και όνυχιζόντων όνυχιστηρας τον κάμηλον, οτι ανάγει μηρυκισμον τοuτο, όπλην δε ού διχηλεί, ακάθαρτον τοuτο ύμίν· [5] και τον δασύποδα184, οτι ανάγει μηρυκισμον τοuτο και όπλην ού δι­ χηλεί, ακάθαρτον τοuτο ύμίν· [6] και τον χοιρογρύλλιον185, οτι ανά­ γει μηρυκισμον τοuτο και όπλην ού διχηλεί, ακάθαρτον τοuτο ύμίν· [7] και τον δν, οτι διχηλεί όπλην τοuτο και όνυχίζει ονυχας όπλilς, και τοuτο ούκ ανάγει μηρυκισμόν, ακάθαρτον τοuτο ύμίν· [8] απο των κρεων αύτων ού φάγεσθε και των θνησιμαίων αύτων ούχ αψε­ σθε, ακάθαρτα ταuτα ύμίν. 1 77 Ε chiese... accuratamente: ζητών έξεζήτησεν, letteralmente «indagando indago», in ebraico daros darαS, con valore intensivo (cff. nota al ν. 7, 1 8). 1 78 Dato... davνero: l'accostarnento di οτι a γάρ occoπe soltanto in questo passo lungo tutto il Pentateuco greco. Si tratta probabilmente di una doppia traduzione dell'ebraico ki, dove γάρ assume valore confermativo. 1 79 Da mangiare: glossa dei LXX. 180 Come...Signore: in ebraico ka 'αSer $iwweti, «come ίο avevo ordinato» (cff. nota a 8, 3 1 ). 181 Ι LXX omettono l'ebraico 'a/ehem,«a loro». 182 Lo zocco/o...parti: όνυχιστijρας όνυχίζον δύο χηλών traduce la figura etimologica ebraica sosa 'at sesa ' perasot (il δύο della versione greca, e attestato in alcuni manoscήtti ebraici che ήpor­ tan o sO') . 183 Ruminante: il greco traduce alla lettera la foπnula ebraica ma 'a/at gerah, «che fa salire il bolo» (vale a dire il prodotto della ruminazione), con άνάγον μηρυχισμόν. L'espressione άνάγειν μηρυχισμόν per "ruminare" non e attestata pήma dei LXX, essendo utilizzato unicamente il νerbo

52 1

Levίtίco

[ 1 6] Ε chiese coπto accuratameπte177 Mose del capretto per il sacήficio espiatoήo, e questo era stato bruciato; e si adirό Mose coπtro Eleazar e Ithamar, i figli di Αrοππe che eraπo ήmasti, e disse: [ 1 7] «Perche ποπ avete maπgiato il sacήficio espiatoήo ίπ uπ luogo sacro? Dato che davvero178 si tratta di cose saπtissime, ciό vi e stato dato da maπgiare179 per togliere il peccato dell 'assemblea e per fare espiazioπe per loro davaπti al Signore. [ 1 8] Iπfatti ποπ e stato portato πemmeπo uπ ρο' del suo saπgue πel luogo sacro; dovrete maπgiarlo di froπte, all'iπterno, ίπ uπ luogo sacro, come mi ha comaπdato ί1 Sigπore180». [ 1 9] Ε parlό Aronne a Mose diceπdo: «Se oggi haππο preseπtato i loro sacήfici espiatoή e i loro olocausti davaπti al Signore e mi e capitata questa cosa, se maπgerό oggi i sacήfici espiatoή, forse ciό san'ι gradito al Signore?)). [20] Ε ascoltό Mose e πe fu soddisfatto. [ 1 1 , 1 ] Ε parlό il Signore a Mose e ad Aronne diceπdo181 : [2] «Parlate ai figli d'lsraele diceπdo: "Questi sοπο gli aπimali che maπgerete fra tutti quelli che esistoπo sulla teπa: [3] ogni aπimale che abbia l'uπghia bipartita e lo zoccolo fesso ίπ due parti182 e che tra gli aπimali sia uπ rumiπaπte183 lo mangerete. [4] Ma questi ποπ li maπgerete, tra ί rumiπaπti e tra quelli cοπ l'uπghia bipartita e lo zoccolo fesso: il cammello, perche rumiπa ma ποπ ha l'uπghia bipartita, e impuro per νοί; [5] la lepre18\ perche rumiπa ma ποπ ha l'uπghia bipartita, e impura per νοί; [6] l'irace185, perche rumiπa ma ποπ ha l'uπghia bipartita, e impuro per νοί. [7] Ε ί1 maiale, perche ha 1 'uπghia bipartita e lo zoccolo fesso ma ποπ rumiπa, e impuro per νοί. [8] Νοπ maπgerete la loro carne πe toccherete le loro carogπe: questi aπimali sοπο ιmpun per ν οι. .

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μηρυκάζω (ο μηρυχίζω), ίι cui participio sostantivato τc'χ μηρυκάζοντα sta nella Historia animalium di Aήstoteιe per "ruminanti" (per esempio 522b, 8). Per un aιtro esito greco dell'espressione ebraica si veda ίι ν. 1 1 , 26. 184 Lepre: δασύπους, ιetteraιmente «dai piedi peιosi», termine gia attestato in Cratino ed Aιceo. La sceιta di δασύπους e non deι piiι comune λαγώς per tradurre (qui e in Deut ι4, 7) ι'ebraico 'amevet si dovrebbe aι timore di urtare ιa sensibiιita dei Toιomei associando iι nome deι padre di Toιomeo ι Sotere - Lago - a un animaιe impuro (cfr. E.J. Bickerman, G/i ebrei in eta greca, ίι Muιino, Boιogna ι 99 ι , p. ι 53). 11 Taιmud babiιonese ήporta neι trattato Megillah (9b) che ιa sceιta di tradurre 'amevet con $ 'yrt hrglym, «[animaιe] dai piedi piccoιi», era dipesa daι fatto che ιa mogιie di Toιomeo si chia­ masse Amevet e che gιi ebrei temevano che ίι re potesse pensare che avessero voιuto prendersi gioco deι sovrano inserendo ίι nome di sua mogιie nella Torah. "' Jrace: termine non attestato aι di fuoή dei LXX, indica probabilmente un erbivoro di piccoιa tagιia noto anche come Procavia deι Capo ο delle rocce, diffuso a partire dalla Siήa ιungo tutta ιa parte oήentaιe della Penisoιa arabica, nell'Africa Nordoήentaιe e Subsahaήana. Χοιρογρύλλιος potrebbe essere tradotto alla ιettera con >. L'omissione dei LXX dipenderebbe dal fatto che σκηνή e il traducente greco di entrambi i termini ebraici (J.W. Weνers, Notes, cit., p. 43). " Cortina; copertura; νelo (ν. 26): nel Ί'Μ i sostantiνi impiegati sono due, mikseh (ν. 25) e ma­ sak (νν. 25 e 26), «copertura» e «cortina». Con l'intento di differenziare i due oggetti, i LXX offiono per quest'ultimo una doppia traduzione, la pήma - κατακάλυμμα - semanticamente molto νicina a κάλυμμα, la seconda - καταπέτασμα - utilizzata regolarmente in Esodo e Leνitico in corήspondenza dell'ebraico paroket, > ). 11 greco pare invece considerarli entrarnbi in stato assoluto e di conseguenza li traduce con due norninativi, intendendo forse il secondo corne una glossa del pήmo, sernpre che si possa accettare l'ipotesi di Η. Snyder Gehrnan, secondo il quale έπίσκεψις avrebbe subito il rnedesirno sviluppo sernantico della radice p.q.d. , giungendo a significare anche "incaήco", "sovrintendenza" (Έmσκέπτομαι, έπίσκεφις, έπίσκοπος, and έmσκοπή in the Septuagint ίn Re­

latίon to pqd and Other Hebrew Roots. Α Case ofSemantίc Development Similar /ο that ofHebrew, in «νΤ>> 22/2 [ 1 972], pp. 204-205). 84 Ι capitelli. .. tenda: il Ί'Μ legge qarse hammiSkan, «ie assi della tenda». Α qeres ebraico corή­ sponde sovente nei LXX στύλος, "colonna" (cfr. p.es. le sue ήcoπenze in Εχ 26, 1 5-29), che tuttavia cornpare gia corne traducente di 'amudaw nel prosieguo del versetto e di 'amude del versetto succes-

Numeri

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[33] Α Merari il demo di Mooli e il demo di Musi: questi sono i demi di Merari. [34] La loro ήvista secondo ί1 numero, ogni maschio dall'eta di un mese in su: seimila e cinquanta82• [35] Ε il capo della casata delle fami­ glie del demo di Merari: Suήel figlio di Abichail; si accamperanno ai lati della tenda, a settentήone. [36] La ήvista, la consegna83 dei figli di Merari: i capitelli della tenda84, le sue spranghe, le sue colonne, i suoi piedistalli, tutti i loro arredi e le loro occupazioni85, [37] i pilastή intomo al cortile, i loro piedistalli e i paletti e le loro corde. [38] Ε quelli che si accampano di fronte alla tenda della testimonianza, a levante86, saranno Mose, Aronne e ί suoi figli che si occupano dei tumi di guardia del santuaήo per i tumi di guardia dei figli d Ίsraele; e colui che appartiene a un'altra stirpe e tocca, peήra8\). [39] L'intera ήvista dei Leviti che condussero88 Mose e Aronne a cau­ sa della voce del Signore secondo i loro demi, ogni maschio dall 'eta di un mese in su: ventiduemila. [40] Ε parlό il Signore a Mose dicendo89: «Passa in ήvista ogni pή­ mogenito maschio dei figli d'Israele dall'eta di un mese in su e prendine la somma in base al nome; [4 1 ] e prendi i Leviti per me, ίο sono il Signore, al posto di tutti i pήmogeniti dei figli d'Israele e il bestiame dei Leviti al posto dei pήmogeniti nel bestiame dei figli d'Israele. [42] Ε passό in ή­ vista Mose, come aveva ordinato90 ί1 Signore, ogni pήmogenito tra ί figli d'Israele; [43] e tutti i pήmogeniti maschi, secondo il numero, in base al nome, a partire dall 'eta di un mese in su, in base alla loro ήvista, furono91 ventiduemiladuecentosettantatre.

sίνο. Da qui la scelta del traduttore di ήcoπere a un altro tennine, legato comunque concettualmente al medesimo oggetto. " Ι loro ... occupazioni: entrambi ί pronomi, plurali nei LXX, che si ήfeήscono ai capitelli, alle spranghe, alle colonne e ai piedistalli, sono inνece espressi al singolare nel testo ebraico, doνe ήman­ dano alla tenda. Sempre al singolare nel 'fM , e preceduto da /ω/, «tutto», e anche τCι ί:ργα del greco (νedi nota a 3, 26). 86 Difronte ... leνante: il testo ebraico fa precedere lifne hammiSkan qedmah, «daνanti alla tenda, a oήente», che ί LXX omettono probabilmente per eπore in lettura (saltando da qedmah a mizral;ιah, che significano entrambi «a oήente») ο per eνitare quella che poteνa suonare alle loro orecchie come una ήpetizione. 87 Ε tocca, perirά: cfr. commento al ν. 3, 1 0. 88 Rivista ... condussero: il greco mantiene la figura etimologica ebraica pequde lewim 'αSer paqad, conservando la fonna νerbale al singolare, cosi come compare nel τΜ (νedi commento a ν. Ι , I 7). 89 Dicendo: glossa dei LXX. 90 Come . . . ordinato: ί LXX omettono di traduπe Όtο dell 'ebraico, che espήme il complemento di tennine del νerbo: «a lui», νale a dire «a Mose». 9 1 Ε tutti ... maschi [. . .] furono: al plurale dei LXX corήsponde il singolare testimoniato nel τΜ (e del Pentateuco samaήtano, che perό ήporta al plurale la fonna νerbale) e nel fuunrnento greco di Qumran 4QLXXNum (χα!. έγένετο πiiν πρωτότοκον ίiρσην; ctr. P.W. Skehan, 4QLXXNum: Λ Pre­ Christian Reworking ofthe Septuagint, in «HThR» 70/ 1 -2 [ 1 977], p. 44).

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Άριθμοί

(44] Και έλάλησεν κύριος προς Μωυσην λέγων [45] Λαβf; τοUς Λευί τας άντι πάντων των πρωτοτόκων των υίων Ισραηλ και τα κτή­ νη των Λευιτων άντι των κτηνων αύτων, και έσονται έμοι οί Λευί­ ται· έγrο κύριος. [46] και τα λύτρα τριων και έβδομήκοντα και διακο­ σίων, οί πλεονάζοντες παρα τοUς Λευίτας άπο των πρωτοτόκων των υίων Ισραηλ, [47] και λήμψn πέντε σίκλουξ2 κατα κεφαλήν, κατα το δίδραχμον το aγιον λήμψn. είκοσι όβολοUς του σίκλου, [48] και δώσεις το άργύριον Ααρων και τοίς υίοίς αύτου λύτρα των πλεονα­ ζόντων έν αύτοίς. [49] και έλαβεν Μωυσης το άργύριον, τα λύτρα93 των πλεοναζόντων, είς η1ν έκλύτρωσιν των Λευιτων· (50] παρα των πρωτοτόκων των υίων Ισραηλ έλαβεν το άργύριον, χιλίους τριακο­ σίους έξήκοντα πέντε σίκλους94 κατα τον σίκλον τον aγιον. [5 1 ] καl. έδωκεν Μωυσης τα λύτρα των πλεοναζόντων95 Ααρων και τοίς υίοίς αύτου δια φωνης κυρίου, ον τρόπον συνέταξεν κύριος τφ Μωυσfί. [4, 1 ] Και έλάλησεν κύριος προς Μωυσην και Ααρων λέγων (2] Λαβf; το κεφάλαιον των υίων Κααθ έκ μέσου υίων Λευι κατα δή­ μους αύτων κατ' οίκους πατριων αύτων (3] άπο είκοσι και πέντε96 έτων και έπάνω και εως πεντήκοντα έτων, πας ό είσπορευόμενος λειτουργείν ποιησαι πάντα τα έργα97 έν τfί σκηνfί του μαρτυρίου. [4] και ταυτα τα έργα των υίων Κααθ έν τfί σκηνfί του μαρτυρί­ ου· aγιον των άγίων. (5] και είσελεύσεται Ααρων και οί υίοι αύτου, οταν έξαίρn ή παρεμβολή, και καθελουσιν το καταπέτασμα το συ­ σκιάζον98 και κατακαλύψουσιν έν αύτφ τfιν κιβωτον του μαρτυρίου [6] και έπιθήσουσιν έπ' αύτο κατακάλυμμα δέρμα ύακίνθινον99 καl. έπιβαλουσιν έπ' αύτfιν100 ίμάτιον 0λ0ν ύακίνθινΟν άνωθεν και διεμ­ βαλουσιν τοuς άναφορείς 101• [7] και έπι τfιν τράπεζαν τfιν προκειμέ -

92 Sic/i; didramma; sic/o: variatio del greco rispetto all'ebraico, che in tutti e tre i casi riporta seqe/ (sull'altemanza greca tra δίδραχμον e σίκλος e sul possibile νalore dello seqe/ del santuaήo, νedi nota a Lev 21, 3). ln corήspondenza di «didramma sacro», l'ebraico parla di seqe/ haqqodes, «si· clo del santuaήo»: i LXX potrebbero aνer letto qados, "santo", "sacro", in luogo di qodes, "santuaήo". 93 Riscatto; affrancamento: la coppia sinonimica del greco (con Ι' hapax /egomenon έκλύτρωσις) riflette quella presente nel τΜ, pidyom Ipeduyim (peduyim potrebbe anche essere interpretato come un participio perfetto passiνo forma qa/ di pdh, «riscattare»; in questo caso, ipotizzando che anche i LXX I'abbiano inteso in questo modo, la traduzione greca propone una soluzione simile a quella per cui da pequdim si arήνa al sostantiνo greco έπίσκεψις, cft. nota a ν. 1, 2 1 ) 94 Sic/i: assente nel τΜ. 95 1/ riscatto ... eccesso: l'ebraico legge hakld!sefhappeduyim, «il denaro del riscatto/di coloro che sono stati riscattati». Ι LXX intendono probabilmente chiaήre chi fosse I'oggetto del riscatto. 96 Venticinque anni: . 11 participio τα αί ρόμενα rende ι 'ebraico mαS.ia . con una variante di numero dovuta aι pιuraιe τα έργα (di cui in greco τι'χ αί ρόμενα diventa attributo) in ιuogo deι singoιare 'avodah. ·Εργον e qui tτadotto neι suo senso piiι generico di «faccenda», ). 1 5 1 Tenendolo in disprezzo : ΒΑ ιν (ρ. 236) interpreta l'uso della preposizione prefissa ύπερ-- in luogo di παρά- (cfr. al ν. 5, 6 e commento ad /oc. ) come un espediente del traduttore greco per comu­ nicare quale sia la (per cui νedi sopra a ν. 3 ), omesso dal greco. 244 Α causa . . . uomo: qui e ai vv. 7 e 1 0 il greco ήproduce a ca\co \ 'ebraico /enefes 'adam, \ette­ ralmeπte ((per la νita/l'anima di un uomo>> (per nefes come "morto", "cadaνere", cfi". πota a Lev 19, 28; cfi". anche Lev 21, Ι, 5, 1 1 ). 245 Forse ... mancheremo: \'ebraico ποπ preseπta un 'iπteπogatiνa retoήca; πel 'fM gli uomiπi in stato di impuήtiι chiedoπo direttarneπte: ((Perche ci e impedito di ce\ebrare la pasqua?>>. La scelta de\ greco - che gioca sul doppio significato del νerbo ύστερέω, "giungere ίπ ήtardo" e "νeπire a mancare" - dipeπde probabilmeπte dalla ήsposta che il Signore diι a Mose πel ν. 1 1 : chi e impuro ο chi si troνa ίπ νiaggio ritardera di un mese \a ce\ebrazioπe della pasqua. ,.. Qui: asseπte πel 'fM 247 Ogni uomo che: reπde al\a Iettera Ia forrnula ebraica 'is 'is ki, con νalore distήbutiνo, ((Chiun­ que>> (cfi". πota a\ ν. ι, 4). ,

.

674

Άριθμοί

θαρτος έπι ψυχft άνθρώπου η έν όδφ μακράν ύμ'ίν η έν τα'ίς γενεα'ίς ύμοον, και248 ποιήσει τό πασχα κυρίψ [ 1 1 ] έν τφ μηνι τφ δευτέρφ έν τn τεσσαρεσκαιδεκάτn ήμέρ� τό προς έσπέραν ποιήσουσιν αύτό, έπ ' άζύμων και πικρίδων φάγονται αύτό, [ 1 2] ού καταλείψουσιν άπ ' αύτου είς τό πρωι και όστουν ού συντρίψουσιν άπ ' αύτου· κατά τον νόμον του πασχα ποιήσουσιν αύτό. [ 1 3] και άνθρωπος, ος έάν καθα­ ρός n και έν όδφ μακρ�249 ούκ εστιν και ύστερήσn ποιijσαι τό πασχα, έξολεθρευθήσεται ή ψυχη έκεί νη έκ του λαου αύτijς οτι τό δοορον κυρίφ ού προσήνεγκεν κατά τον καιρόν αύτου, άμαρτίαν αύτου λήμ­ ψεται ό άνθρωπος έκε'ίνος. - [ 1 4] έάν δε προσέλθn προς ύμiiς προσή­ λυτος250 έν τn γft ύμοον και ποιήσει τό πασχα κυρίφ, κατά τον νόμον του Πασχα και κατά την σύνταξιν αύτου ΠΟιήσει αύτό251 · νόμος εiς εσται ύμ'ίν και τφ προσηλύτφ και τφ αύτόχθονι τijς γijς. [ 1 5] και τn ήμέρ�. η έστάθη ή σκηνή, έκάλυψεν ή νεφέλη η1ν σκηνήν, τον οίκον252 του μαρτυρίου· και τό έσπέρας flν έπι τijς σκη­ νijς ώς είδος πυρός εως πρωί. [ 1 6] οϋτως έγίνετο διά παντός ή νεφέ­ λη έκάλυπτεν αύτην ήμέρας253 και είδος πυρός την νύκτα. [ 1 7] και ήνίκα άνέβη ή νεφέλη άπό τijς σκηνijς, και μετά ταυτα άπijραν οί υίοι Ισραηλ· και έν τij) τόπφ, οδ άν εστη ή νεφέλη, έκε'ί παρενέβα­ λον οί υίοι Ισραηλ. [ 1 8] διά προστάγματος κυρίου254 παρεμβαλοοοιν οί υίοι Ισραηλ και διά προστάγματος κυρίου άπαρουσιν· πάσας τάς ήμέρας, έν αiς σκιάζει255 ή νεφέλη έπι τijς σκηνijς, παρεμβαλουσιν οί υίοι Ισραηλ· [ 1 9] και οταν έφέλκηται ή νεφέλη έπι τijς σκηνijς ήμέρας πλείους, και φυλάξονται οί υίοι Ισραηλ την φυλακην τοu θεου256 και ού μη έξάρωσιν· [20] και εσται οταν σκεπάσn257 ή νεφέ­ λη ήμέρας άριθμφ έπι τijς σκηνijς, διά φωνijς κυρίου παρεμβαλουσιν και διά προστάγματος κυρίου άπαρουσιν· [2 1 ] και εσται οταν γένη­ ται ή νεφέλη άφ' έσπέρας εως πρωι και άναβft ή νεφέλη τό πρωί, και άπαρουσιν ήμέρας η νυκτός258 · [22] μηνός ήμέρας πλεοναζούσης

248 Anch 'egli: qui e al ν. 14 la traduzione italiana assegna al καί greco νalore copulatiνo, non potendo ποιήσει, forrna all'indicatiνo futuro, essere coordinata con il congiuntiνo eνentuale γένηται. 249 Lontano: aggiunta dei LXX, che arrnonizzano con il ν. 1 0. La traduzione italiana segue la lezione μακράν del testo cήtico del Weνers, che considera l 'aggettiνo μαXQi:i dell'edizione del Rahlfs una semplificazione. 2 50 lmmigrato: sul terrnine προσήλυτος, neologismo dei LXX che fa la sua pήma comparsa in Εχ 12, 48, cfi:. nota a Lev 16, 29. 2" Lo: pronome assente nel testo ebraico. 2 52 Dimora: l 'ebraico legge hammi.Skan le 'ι3hel ha 'edut, «[copri] il tabemacolo, dalla parte della tenda della testimonianza». Nei LXX σκηνή e il traducente sia di miskan sia di 'όhel (νedi nota a 3, 25); da qui probabilmente la difficoltiι dei traduttoή di fi"onte a questo passo, che νedeνa in successione

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Numerί

sia divenuto impuro a causa del cadavere di un uomo ο si trovi lontano in viaggio, anch' egli248 fara la pasqua per il Signore; [ 1 1 ] la faranno nel secondo mese, nel quattordicesimo giomo, verso sera, la mangeranno su azzimi ed erbe amare, [ 1 2] non ne avanzeranno per il mattino e non ne spezzeranno osso: secondo la legge della pasqua la faranno. [ 1 3] Ε l'uomo che sia puro e non si trovi lontano249 in viaggio e manchi di fare la pasqua, sara eliminata quella persona dal suo popolo; poiche non ha offerto il dono per il Signore nel tempo fissato, si assumera quell'uomo la responsabilita del proprio sbaglio. [ 1 4] Qualora poi sia giunto presso di voi nella vostra teπa un immigrato,250 anch'egli fara la pasqua per il Signore: secondo la legge della pasqua e secondo la sua regola la251 fara. Ci sara un'unica legge per voi, per l'immigrato e per l'autoctono della teπa. [ 1 5] Ε nel giomo in cui fu drizzata la tenda, la nube avvolse la tenda, la dimora252 della testimonianza; e la sera vi fu sulla tenda come una specie di fuoco fino al mattino. [ 1 6] Cosi avvenne per tutto il tempo: la nube l'av­ volgeva di giomo253 e una specie di fuoco la notte. [ 1 7] Ε quando si alzό la nube dalla tenda, allora dopo di ciό partirono i figli d'lsraele; e nel luogo in cui si fermό, li si accamparono i figli d 'lsraele. [ 1 8] Α causa del precetto del Signore254 si accamperanno i figli d'Israele e a causa del precetto del Signore partiranno: per tutti i giomi in cui fa ombra255 la nube sulla tenda, resteranno accampati i figli d'lsraele. [ 1 9] Ε quando si tratteπa la nube sulla tenda per piu giomi, allora osserveranno i figli d'lsraele la consegna di Dio256 e non leveranno il campo. [20] Ε accadra, quando ricoprira257 la nube per alcuni giomi la tenda, a causa della voce del Signore si accampe­ ranno e a causa del precetto del Signore partiranno; [2 1 ] Ε accadra, quando rimaπa la nuvola da sera fino al mattino e si levera la nuvola il mattino, allora partiranno; e quando di giomo ο di notte si alzera la nube, allora partiranno258; [22] quando si prolunghera oltre un giomo ο oltre un mese ο

entrambi i teπnini ebraici, ήsolta omettendo la traduzione della preposizione prefissa le- e rendendo 'ohel (tradotto con οίκος) apposizione di mi.Skan. 253 Di giorno: assente nel τΜ Ι LXX Ιο aggiungono in opposizione a Π,ν νύκτα che chiude il νersetto. 2 54 Α causa ... Signore: qui e ai vv. 20 e 23 ebraico 'a/ pi YHWH (cfr. commento a ν. 3, 1 6). 25' Fa ombra: il νerbo corήspondente in ebraico e yi.Skan, da skn, "dimorare", "ήsiedere", tra­ dotto nel νersetto precedente con εστη. La variatio intende forse insistere sulla natura protettiνa della presenza diνina (J.W. Weνers, Notes, cit., pp. 1 42; 1 43). 256 Di Dio: «del Signore» nel τΜ . La lezione dei LXX appare difficilmente spiegabile, conside­ rato anche il fatto che al ν. 23 il testo greco rende coπettamente mi.Smeret YHWH con φυλακη κυρίου. 257 Ricoprirι'ι: come al ν. 1 8 il greco propone una traduzione interpretatiνa del τΜ ήguardo alla nube. All'ebraico yihyeh, «Sara», i LXX ήspondono con σκεπάσn, a connotare nuoνamente la nube come una presenza protettήce. 2 58 Di notte . . .partiranno: il testo del Rahlfs e qui reintegrato secondo l'edizione gottingense che dopo νυκτός legge και άναβn ή νεφέλη άπαeοοοιν. .

Άριθμοί

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τfίς νεφέλης σκιαζούσης έπ' αύτfίς259 παρεμβαλοUσιν οί υίοι Ισραηλ και ού μη άπάρωσιν260 • [23] οτι δια προστάγματος κυρίου άπαροuσιν, τfιν φυλακfιν κυρίου έφυλάξαντο δια προστάγματος κυρίου έν χειρι Μωυση. [10, 1 ] Και έλάλησεν κύριος πρΟς Μωυσην λέγων [2] Ποίησον σε­ αυτφ δύο σάλπιγγας άργυρας, έλατας ποιήσεις αύτάς, και έσονταί σοι άνακαλε'tν τfιν συναγωγfιν και έξαίρειν τας παρεμβολάς. [3] και σαλπίσεις261 έν αύτα'tς, και συναχθήσεται πiiσα ή συναγωγiJ262 έπ1 τfιν θύραν της σκηνης τοu μαρτυρίου· [4] έαν δέ έν μιξi σαλπίσωσιν, προσελεύσονται263 προς σέ πάντες οί άρχοντες, άρχηγοι 264 Ισραηλ. [5] και σαλπιε'tτε σημασίαν265, και έξαροuσιν αί παρεμβολαι αί πα­ ρεμβάλλουσαι266 άνατολάς [6] και σαλπιε'tτε σημασίαν δευτέραν, και έξαροUσιν αί παρεμβολαι αί παρεμβάλλουσαι λίβα· και σαλπι­ ε'tτε σημασίαν τρίτην, και έξαροUσιν αί παρεμβολαι αί παρεμβάλ­ λουσαι παρα θάλασσαν· και σαλπιε'tτε σημασίαν τετάρτην, και έξαροuσιν αί παρεμβολαι αί παρεμβάλλουσαι προς βορρiiν267· σημα­ σίg. σαλπιοuσιν έν τfί έξάρσει αύτών. [7] και οταν συναγάγητε τfιν συναγωγήγ268, σαλπιε'tτε και ού σημασίg.. [8] και οί υίοι Ααρων οί ίερε'tς σαλπιοUσιν τα'tς σάλπιγξιν, και έσται ύμ'tν νόμιμον αίώνιον269 είς τας γενεας ύμών. [9] έαν δέ έξέλθητε είς πόλεμον έν τfί γfί ύμών προς τοUς ύπεναντίους τοuς άνθεστηκότας ύμ'tν270 , και σημανε'tτε τα'tς σάλπιγξιν και άναμνησθήσεσθε έναντι κυρίου και διασωθήσε­ σθε άπο των έχθρών ύμών. [ 1 0] και έν τα'tς ήμέραις271 της εύφροσύ­ νης ύμών και έν τα'tς έορτα'tς ύμών272 και έν τα'tς νουμηνίαις ύμrον

259 Quando . . . nube: l'ebraico ha «se la nube sul tabemacolo ήmaneνa ferma sopra di esso due giomi ο un mese ο un anno». La traduzione italiana segue nuoνamente il testo cήtico del Weνers che pήma di μηνός legge ψέρας ή. Ι LXX omettono di traduπe l'ebraico 'al hammiSkan, «sul tabemaco­ lo», ma dal contesto e chiaro di quale nube si stia parlando e έπ' αύτης e sufficiente per permettere al lettore di comprendere doνe essa si troνasse. 260 Partiranno: i LXX, per salto da uguale a uguale (yissa 'u [uνehe 'aloto] yissa 'u) omettono di tradurre quanto segue nel τΜ: «ma quando si alzaνa, leνaνano le tende». 26 1 Suonerai: forma alla terza persona plurale nel τΜ. 262 Sara ... comunita: rende I'ebraico no adu kal ha 'edah (νedi nota a 8, 9). 263 Verranno: I'ebraico impiega il medesimo νerbo in forma passiνa utilizzato nel νersetto prece­ dente, no adu «si raduneranno ». 264 Comandanti: I'ebraico ha ro 'se 'alfe YΊsra 'el, «capi delle migliaia d'Israele», che al ν. I, 1 6 e tradotto con χιλίαρχοι. In questo caso il greco sembra omettere «migliaia», rendendo l'ebraico con il meno tecnico άρχηγός. 265 Suonerete ... segnale: il greco σαλmείτε σημασίαν traduce il τΜ utqa 'tem teru'ah, che la CEI rende con «suonerete a squillo disteso». Teru 'ah indica in ebraico un «gήdo ο un suono di gueπa, allarme ο gioia» (BDB, s. v. ). La scelta dei LXX rappresenta un'innoνazione semantica del termine '

'

,

Numeri

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per alcuni giomi e fariι ombra su di essa la nube259, si accamperanno i figli d'Israele e non partiranno.260 [23] Perche a causa del precetto del Signore partiranno, osserveranno la consegna del Signore a causa del precetto del Signore per mano di Mose. [10, 1 ] Ε parlό il Signore a Mose dicendo: [2] «Fatti due trombe d'ar­ gento, le farai battute, e ti serviranno per convocare la comunitiι e levare gli accampamenti. [3] Ε suonerai261 con esse e sariι radunata tutta la comu­ nitiι262 all 'ingresso della tenda della testimonianza; [4] ma qualora ne suo­ nino una, veπanno263 da te i capi, comandanti264 d'Israele. [5] Ε suonerete annunciando un segnale265, e leveranno il campo gli eserciti accampati266 a levante; [ 6] e suonerete annunciando un secondo segnale, e leveranno il campo gli eserciti accampati a meridione; e suonerete annunciando un terzo segnale, e leveranno il campo gli eserciti accampati lungo il mare; e suonerete annunciando un quarto segnale, e leveranno il campo gli eser­ citi accampati a settentrione267; suoneranno un segnale quando leveranno il campo. [7] Ε quando radunerete la comunitiι268 suonerete, ma senza an­ nunciare un segnale. [8] Ε i figli di Aronne, i sacerdoti, suoneranno con le trombe, e avrete una legge etema269 lungo le vostre generazioni. [9] Qua­ lora siate andati in gueπa nella vostra teπa contro gli avversari che si sono opposti a νοί270, allora darete il segnale con le trombe e sarete ricordati davanti al Signore e sarete salvati dai vostri nemici. [ 1 0] Ε nei giomi271 della vostra gioia, nelle vostre feste272 e nei vostri noviluni suonerete con le

σημασία, seppur gia in greco classico il verbo σημαίνω assuma il significato di "dare un segnale" in senso militare (p.es. Senofonte, An. rv, 2; cfr. ΒΑ ιν, pp. 1 65 - 1 66). Σημασία e traducente di teru'ah soltanto in Numeri, in cui ήcorτe per la medesima parola ebraica anche al ν. 29, Ι , doνe indica il segna­ le di inizio del\'anno agricolo (J.W. Weνers, Notes, cit., p. 483). 266 G/i eserciti accampati: qui e di seguito rende la figura etimologica ebraica hamma/:ιanot ha/:ιonim. 267 Ε suonerete (2") . . . settentrione: aggiunta dei LXX, a completare le disposizioni sul\o smantel­ lamento del\ 'accampamento d'Israele. 268 Quando ... comunita: ήproduce la figura etimologica ebraica behaqhil 'et haqqahal (cfr. nota a ν. 8, 9). 269 E .. . etema: il greco, per ήsolvere il problema rappresentato da wehayu, «e saranno», del τΜ il quale (se escludiamo bene Άharon, (cfτ. R. Le Deaut - 1. Robert, Targum du Pentateuque πι: Nombres [SChr 26 1 ], Editioπs du Cerf, Paήs p. 1 67), vicina al seπso di είς γέρας. 520 Tra le offerte: il testo ebraico ha min ha 'es, «dal fuocω>, che i LXX leggoπo come min ha 'isseh e traducoπo pertanto cοπ τrov καρπωμάτων, ometteπdo comunque la preposizioπe min, «da>>. 521 Da ogni loro ... espiatori: l'ordine e trasposto nel τΜ (ulekol /:ιatatam ulekol 'αSamam). 522 Tu . . figli: glossa dei LXX, forse inseήta in analogia con la conclusione del versetto preceden­ te e ίπ parte cοπ il coπteπuto di quello successivo, dove il τΜ fa ήfeήmeπto anche alle «figlie>> (ma cfτ. Rδsel, Die Septuaginta und der Kult, cίt., p. 32, che vede πell'aggiunta - che secoπdo lo studioso iπteπde espressameπte Iimitare il coπsumo delle offerte ai soli sacerdoti, figli di Aronne - un 'ulteήore prova dell 'ideologia sacerdotale del traduttore greco). 523 Primizia: άπαρχή πelle sue due pήme occoπenze ίπ questo versetto e ai vv. 30 e 32 reπde /:ιi!Zev, «grasso», del ™·

Άριθμοί

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ου και πασα άπαρχι) ο\νου και σίτου, άπαρχι) αύτων, οσα άν δωσι τφ κυρίφ, σοι δέδωκα αύτά. [ 1 3] τα πρωτογενήματα πάντα, οσα έν τfί γfί αύτων, οσα άν ένέγκωσιν κυρίφ, σοι εσται· πας καθαρος έν τφ ο\κφ σου εδεται αύτά. [ 1 4] παν άνατεθεματισμένον524 έν υίοίς Ισραηλ525 σοι εσται. [ 1 5] και παν διανοίγον μήτραν άπο πάσης σαρ­ κός, α προσφέρουσιν κυρίφ άπο άνθρώπου εως κτήνους, σοι εσται· άλλ' η λύτροις λυτρωθήσεται526 τα πρωτότοκα των άνθρώπων, και τα πρωτότοκα των κτηνων των άκαθάρτων λυτρώσn. [ 1 6] και ή λύ­ τρωσις αύτου άπο μηνιαίου· ή συντίμησις527 πέντε σίκλων κατα τον σίκλον τον aγιον528 (ε\κοσι οβολοί είσιν). [ 1 7] πλfιν πρωτότοκα μό­ σχων και πρωτότοκα προβάτων και πρωτότοκα αί γων ού λυτρώσπ aγιά έστιν· και το αΙμα αύτων προσχεείς προς το θυσιαστήριον και το στέαρ529 άνοίσεις κάρπωμα είς όσμfιν εύωδίας κυρίφ- [ 1 8] και τα κρέα εσται σοί . καθα και το στηθύνιον του έπιθέματος και κατα τον βραχίονα τον δεξιον σοι εσται. [ 1 9] παν άφαίρεμα των άγίων, οσα άν άφέλωσιν530 οί υίοι Ισραηλ κυρίφ, σοι δέδωκα και τοίς υίοίς σου και ταίς θυγατράσιν σου μετα σου, νόμιμον αίώνιον· διαθήκη άλος αίωνίου531 έστιν εναντι κυρίου σοι και τφ σπέρματί σου μετα σέ. [20] Και έλάλησεν κύριος προς Ααρων Έν τfί γfί αύτων ού κλη­ ρονομήσεις, και μερις ούκ εσται σοι έν αύτοίς, οτι53 2 έγrο μερίς σου και κληρονομία σου έν μέσφ των υίων Ισραηλ. [2 1 ] και τοίς υίοίς Λευι ίδοu δέδωκα παν έπιδέκατον έν Ισραηλ έν κλήρφ άντι των λει­ τουργιων αύτων, οσα αύτοι λειτουργουσιν λειτουργίαν έν τfί σκηνfί του μαρτυρίου. [22] και ού προσελεύσονται ετι οί υίοι Ισραηλ είς τiιν σκηνfιν του μαρτυρίου λαβείν άμαρτίαν θανατηφόρον533• [23] και λειτουργήσει ό Λευίτης αύτος τfιν λειτουργίαν της σκηνijς τοu μαρτυρίου, και αύτοι λήμψονται τα άμαρτήματα αύτων, νόμιμον αί­ ώνιον είς τας γενεας αύτων· και έν μέσφ υίων Ισραηλ ού κληρονομή­ σουσιν κληρονομίαν534 • [24] οτι τα έπιδέκατα των υίων Ισραηλ, οσα 524 Cosa ... distruzione: traduzione dell'ebraico /:ιerem, che in ebraico indica un oggetto, un ani­ male ο una persona dedicati al Signore e quindi destinati alla distruzione. In questo \'uso dei LXX e da considerarsi un'innovazione semantica, percbe caήca il termine greco di un'accezione negativa altri­ menti non attestata in greco classico (ma cfr. nota a Deut 7, 26; vedi anche commento a Leν 27, 2 1 , 28). 525 Tra ... lsraele: nel τΜ «in Israe\e)). 526 Saranno ...pagamento: tautologia greca che ήproduce il costrutto intensivo ebraico padoh tifdeh. 527 Valore: per συντίμησις come traduzione dell'ebraico 'erek, cfr. nota a Leν 27, 2. In ebraico segue kέsef, "argento", "denaro", che ί LXX omettono. 528 Siclo sacro: «siclo del santuaήo» in ebraico (cfr. nota a 3, 47). 529 ll grasso; la carne (ν. /8) : manca nel greco il pronome di terza persona che in ebraico ήmanda ai pήmogeniti di buoi, pecore e capre. 530 Parte asportata ...preleνato: qui e ai vv 28, 29 le figure etimologiche del greco ήproducono \ 'ebraico terumah 'αSer yarimu (tarimu termumah, vv 28, 29), espressione con il medesimo significa.

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72 1

Numerί

:fuιmento, la loro pήmίzίa, quanto essί daranno al Sίgnore, ίο Ι 'ho dato a te. [ 1 3] Tuttί ί pήmί :fuιttί, quantί sono nella loro teπa, quantί ne porteranno al Sίgnore, spetteranno a te. Chίunque nella tua casata e puro mangera queste cose. [ 1 4] Qualsiasί cosa che sίa stata consacrata alla dίstruzione524 tra ί figlί d'Israele525 sara tua. [ 1 5] Ε ognί essere che apre l'utero da ogni corpo e che essί presentano al Sίgnore, dall'uomo al capo di bestίame, sara tuo; ma saranno ήscattatί dίetro pagamento526 ί prίmogenίtί deglί uomini, e ί pήmogenίtί deί capί dί bestiame impuή tu ήscatteraί. [ 1 6] Ε il suo ήscatto avveπa dall 'eta di un mese; il suo valore527: cinque sίclί secondo il sίclo sacro528 (sono ventί obolί). [ 1 7] Solo, non ήscatteraί ί pήmogenίtί deί buoί, ί pήmogenitί delle pecore e ί pήmogenίti delle capre: sono sacή; e verse­ raί il loro sangue sull'altare dell 'altare ed eleveraί ίη sacήficίo il grasso529 come un' offerta ίη ftagranza dί profumo per ίl Sίgnore. [ 1 8] Ε la came apparteπa a te; apparteπa a te come anche ίl petto della parte aggίunta e come la spalla destra. [ 1 9] Ognί parte asportata tra le cose sante che avran­ no prelevato530 ί figlί d'Israele per il Sίgnore le ho date a te, aί tuoί e alle tue figlίe con te, norma etema. Ε un patto dί sale etemo531 davantί al Sίgnore per te e per la tua stίrpe con te. [20] Ε parlό ίl Sίgnore ad Aronne: «Nella loro teπa non avraί eredίta e non avraί parte tra loro, perche532 ίο sono la tua parte e la tua eredita in mezzo ai figlί d 'Israle. [2 1 ] Ed ecco, aί figli dί Levί ho dato in eredίta ogni decima parte in Israele in cambίo dei loro servizί, quanti essi prestano come servίzίo nella tenda della testίmonίanza. [22] Ε non sί avvicίneranno piu ί figli d'Israele alla tenda della testίmonίanza, cosi da commettere uno sbaglίo mortale533• [23] Ε prestera il Levίta stesso il servizio della tenda della testimonίanza, ed essi si assumeranno la responsabilita deί loro er­ roή, norma etema lungo le loro generazίonί, e in mezzo ai figli d 'Israele non avranno eredita;534 [24] perche le decime dei figli d'Israele, quante essi

to, che al ν. 24 il greco traduce, cοπ una variatio, cοπ άφορί ζω seguito dall'oggetto άφαί ρεμα (cfr. anche πota a 15, 1 9). ΑΙ ν. 26, άφελεϊτε [ . . . ] άφαίρεμα ήspoπde inνece all'ebraico haremottem terumah, «farete salire un Όfferta asportata». 53 1 Patto ... etemo: eπore dei LXX che - ποπ interpretando coπettarneπte I 'ebraico - coπcordano Όlam, «etemo», cοπ mela}:ι, «sale», inνece che con berit, «pattσ>> (cfr. inνece al ν. 25, 1 3 doνe l'agget­ tiνo e posto correttarnente corne attήbuto di διαθήκη riguardo al «patto etemo di sacerdozio» stipulato dal Signore con Eleazar e ί suoi disceπdeπti). 532 Perche: ί LXX reπdoπo corne uπa causale quella che πel τΜ e una coordinata ίπ asindeto, νedeπdo ίπ essa la ragioπe per cui alla casta sacerdotale sara negato ogni possesso πella teπa prornessa. 533 Mortale: il greco reπde corne aggettiνo ήfeήto a άμαρτί αν quello che ίπ ebraico e /amut, «per rnorire», un infiπito costrutto coordinato cοπ /αSe Ί J:ιefa , «per caήcarsi di un peccato». 5 34 Non ... ereditiι: i LXX ήproducoπo la figura etirnologia dell'ebraico yin}:ιalu na}:ιalah; il rnede­ sirno costrutto ebraico e reso πel νersetto successiνo sostitueπdo κλi'jρον a κληρονομί αν corne oggetto di κληρονομέω. '

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Άριθμοί

&.ν αφορίσωσιν κυρίφ αφαίρεμα, δέδωκα τοίς Λευί ταις έν κλήρφ· δια τουτο είρηκα αύτοίς Έν μέσφ υίων Ισραηλ ού κληρονομήσουσιν κληρον. [25] Καl έλάλησεν κύριος προς Μωυσην λέγων [26] Καl τοις Λευί ταις λαλήσεις καl έρεις προς αύτούς '.Εα.ν λάβητε παρα των υί­ ων Ισραηλ το έπιδέκατον, ο δέδωκα ύμιν παρ' αύτων έν κλήρφ, καl αφελειτε ύμεις απ· αύτου αφαίρεμα κυρίφ έπιδέκατον απο του έπι­ δεκάτου. [27] καl λογισθήσεται ύμιν τα αφαιρέματα ύμων ώς σιτος απο ίiλω καl αφαίρεμα535 απο ληνου. [28] οϋτως αφελειτε καl ύμείς απο των αφαιρεμάτων536 κυρίου απο πάντων έπιδεκάτων ύμων, οσα έαν λάβητε παρα των υίων Ισραηλ, καl δώσετε απ· αύτων αφαίρεμα κυρίφ Ααρων τφ ίερει. [29] απο πάντων των δομάτων ύμων αφελει­ τε αφαίρεμα κυρίφ η απο πάντων των απαρχων το ήγιασμένον απ· αύτου537. [30] καl έρεις προς αύτούς 'Όταν αφαιρητε την απαρχην απ • αύτου, καl λογισθήσεται τοις Λευίταις ώς γένημα απο ίiλω καl ώς γένημα απο ληνου. [3 1 ] καl έδεσθε αύτο έν παντl τόπφ ύμεις καl οί οίκοι ύμων, οτι μισθος οuτος ύμιν έστιν αντl των λειτουργιων ύμων των έν τn σκηνft του μαρτυρίου· [32] καl ού λήμψεσθε δι' αύτο άμαρτίαν, οτι &.ν αφαιρητε την απαρχην απ· αύτου· καl τα ίiγια των υίων Ισραηλ ού βεβηλώσετε, ϊνα μη αποθάνητε. [19, 1 ] Καl έλάλησεν κύριος προς Μωυσην καl Ααρων λέγων [2] Αϋτη ή διαστολΝ38 του νόμου, οσα συνέταξεν κύριος λέγων Λάλησον τοις υίοις Ισραηλ καl λαβέτωσαν προς σέ δάμαλιν539 πυρραν άμω­ μον, ilτις ούκ έχει έν αύτft μωμον540 καl n ούκ έπεβλήθη έπ' αύτην ζυγός. [3] καl δώσεις541 αύτην προς Ελεαζαρ τον ίερέα, καl έξάξου­ σιν542 αύτην έξω της παρεμβολης είς τόπον καθαρον καl σφάξουσιν αύτην ένώπιον αύτου. [4] καl λήμψεται Ελεαζαρ543 απο του αϊματος αύτης544 καl ρανει απέναντι του προσώπου της σκηνης του μαρτυρί­ ου απο του αϊματος αύτης έπτάκις. [5] καl κατακαύσουσιν αύτην545

535 Parti asportate: forse influenzato dalle occoπenze di άφαίρεμα in apertura di versetto e ai 26, 28-29, il traduttore greco rende con questo teπnine anche me Ίe 'ah, "prodotto", "ftutto", che nelle sue altre uniche due occoπenze nella Scήttura mostra invece di comprendere traducendolo con άπαρχfι &λωνος in Εχ 22, 28 e con γένημα in Deut 22, 9. 536 Dalle ... asportate: in ebraico e oggetto diretto di >. [20] Ma quello disse: «Non mi attraverserai»; e marciό Edom incontro a lui con un esercito armato alla pesante e una potente schiera576• [2 1 ] Ε non volle Edom concedere a Israele di attraversare i suoi confini; e deviό Israele da esso.

tuttavia il nome e chiaramente percepito in greco come un toponimo - e fanno seguire una subordinata causale in luogo della relativa locativa dell'ebraico. Me merivah ricorre anche al ν. 24, dove ί LXX, variando, traducono con ϋδωρ τijς λοιδορίας. 573 Ι/ Signore: aggiunta dei LXX, che esplicitano il soggetto del verbo. 574 Passeremo . . . il monte: nella prima occorrenza all' intemo del versetto traduce bamesil/ah na 'a/eh, , ήcorreπdo alla medesima forrna νerbale irnpiegata ίπ 16, 3 1 πei coπfroπti d i Kore e d i coloro che aνeνano preso parte alla sua ήνolta (cfr. anche ν. 27, 1 4). 5 81 Acqua de/l 'insolenza: ebraico me merivah, νedi πota a ν. 1 3 . 582 Davanti . . . comunita: aggiunta dei LXX, che armoπizzano con il ν. 27.

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Numerί

[22] Ε partirono da Kades e giunsero i figli d'Israele, tutta la comunita, al monte Or-577• [23] Ε parlό Signore a Mose e ad Aronne sul monte Or, ai confini della teπa di Edom, dicendo: [24] «Sia aggiunto578 Aronne al suo popolo, perche non entrerete579 nella teπa che ho dato ai figli d'Israele, perche mi avete esasperato580 presso l'acqua dell'insolenza581 • (25] Prendi Aronne e suo figlio Eleazar e falli salire sul monte Or davanti a tutta la comunita582, (26] e spoglia Aronne della sua veste583 e falla indossare a suo figlio Eleazar, ed essendo stato aggiunto584 Aronne muoia cola». [27] Ε fece Mose come aveva ordinato il Signore e lo fece salire585 sul monte Or davanti a tutta la comunita; [28] e spogliό Aronne delle sue vesti e le fece indossare a suo figlio Eleazar; e mori Aronne sulla vetta del monte e disce­ sero Mose ed Eleazar dal monte. [29] Ε vide tutta la comunita che Aronne se n'era andato586 e pianse587 Aronne tutta la casa d'Israele per trenta giorni. [21 , 1 ] Ε udi il Cananeo588 re di Arad che ήsiedeva nel deserto - viag­ giό infatti Israele per la via di Athaήm - e mosse gueπa a Israele e razziό pήgionieή tra loro. [2] Ε forrnulό Israele un voto589 al Signore e disse: «Se consegnerai in mio potere questo popolo, voterό alla distruzione590 lui e591 le sue citta>>. [3] Ε prestό ascolto il Signore alla voce d'Israele e consegnό in suo potere592 Chananis, e votό alla distruzione lui e le sue citta e chiama­ rono il nome di quel luogo «Votato alla distruzione»593• [4] Ε partendo dal monte Or sulla strada per il Mar Rosso aggirarono la teπa di Edom; e si scoraggiό594 il popolo lungo il cammino. [5] Ε parlό

583 La ... veste: al plurale nel τΜ (begadaw), come correttamente rendono ί LXX al ν. 28. 584 Ed ... aggiunto: cft. nota a ν. 24. 5 85 Lo ... salire: l'ebraico ha «ed essi salirono»; i LXX modificano il testo uniforrnandolo all'ordine espresso dal Signore al ν. 25. 586 Se ... andato: il greco ricorre all'eufemistico passiνo di άπολύω (di uso classico; cft. p.es. So­ focle, Ant. 1 268) per rendere l'ebraico gawa che nelle altre sue occorrenze in Numeri e tradotto con έξαναλί σκω (17, 27) e άποθνfισκω (17, 28; 20, 3). 587 Pianse: il greco mantiene il plurale presente nel ™· 588 Cananeo: cft. nota a ν. 3, 27. 589 Formulo ... voto: la figura etimologica riproduce quella presente nel τΜ (wayyidar neder). 590 Votero ... distruzione: traduce l'ebraico ha/:ιaramti, νerbo che significa «destinare al /:ιerem» (sulla corrispondenza άνάθημα [άναθηματί ζω] I /:ιerem, cft. nota a 18, 1 4). 59 1 Lui ... citta: l'ebraico legge soltanto «le sue citta». 592 In suo potere: assente nel τΜ, ma il Pentateuco samaritano riporta bydw, «in mano sua». 593 Votato . . . distruzione: ί LXX interpretano il toponimo ebraico ljormah (gia comparso al ν. 14, 45 e li tradotto con Errna) deriνandolo dalla radice /:ι.r.m. e lo traducono come se fosse /:ιerem, forse anche nell'intento di differenziare ί due luoghi (cft. ΒΑ ιν, p. 144). 594 Si scoraggio: cosi il greco traduce tiq$ar nefes del ΤΜ, letteralmente «si accorciό Ι' anima [del popolo ]», ossia «si spazienti [il popolo ]», ricorrendo alla forrna classica deriνata da ολιγος e ψυχή e rendendo dunque con un unico terrnine il νerbo q0$ar, "essere corto", "essere breνe" e il sostantiνo nejei, "anima". ·,

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Άριθμοί

και κατελάλει ό λαος προς τον θεον και κατα Μωυση λέγοντες 'Ίνα τί έξήγαγες595 ήμaς έξ Αίγύπτου άποκτε'ίναι ήμaς έν τn έρήμφ; οτι ούκ εστιν άρτος ούδε ϋδωρ, ή δε ψυχη ήμων προσώχθισεν596 έν τiρ άρ­ τφ τiρ διακένφ597 • [ 6] και άπέστειλεν κύριος είς τον λαον τοuς όφεις τοuς θανατουντας598 , και εδακνον τον λαόν, και άπέθανεν λαος πο­ λUς των υίων599 Ισραηλ. [7] και παραγενόμενος ό λαος προς Μωυσην ελεγον οτι Ήμάρτομεν οτι κατελαλήσαμεν κατα του κυρίου και κα­ τα σου· εuξαι οuν προς κύριον, και άφελέτω άφ' ήμων τον όφιν600 • και ηϋξατο Μωυσης προς κύριον601 περι του λαου. [8] και είπεν κύ­ ριος προς Μωυσην Ποί ησον σεαυτiρ όφιν και θf;ς αύτον έπι σημείου, και εσται έαν δάκn όφις άνθρωπον602, πaς ό δεδηγμένος ίδrον αύτον ζήσεται. [9] και έποίησεν Μωυσης όφιν χαλκουν και εστησεν αύτον έπι σημείου, και έγένετο οταν εδακνεν όφις άνθρωπον, και έπέβλε­ ψεν έπι τον όφιν τον χαλκουν και εζη. [ 1 0] Και άπηραν οί υίοι Ισραηλ και παρενέβαλον έν Ωβωθ. [ 1 1 ] και έξάραντες έξ Ωβωθ παρενέβαλον έν Αχελγαι έκ του πέραν603 έν τn έρήμφ, fl έστιν κατα πρόσωπον Μωαβ κατα άνατολας ήλίου. [ 1 2] έκε'ίθεν άπηραν και παρενέβαλον είς φάραγγα Ζαρετ. [ 1 3] και έκε'ίθεν άπάραντες παρενέβαλον είς το πέραν Αρνων έν τn έρήμφ το έξέχον άπο των όρίων των Αμορραίωv- εστιν γαρ Αρνων ορια Μωαβ άνα μέσον Μωαβ και άνα μέσον του Αμορραίου. [ 1 4] δια τουτο λέγε­ ται έν βιβλίφ Πόλεμος του κυρίου την Ζωοβ έφλόγισεν και τοuς χειμάρρους Αρνων604, [ 1 5] και τοUς χειμάρρους κατέστησεν κατοικίσαι Ηρ και πρόσκειται το'ίς όρίοις Μωαβ605• [ 1 6] και έκε'ίθεν το φρέαρ606 • τουτό έστιν το φρέαρ, δ είπεν κύ­ ριος προς Μωυσην Συνάγαγε τον λαόν, και δώσω αύτο'ίς ϋδωρ πιε'ίν. [ 1 7] τότε nσεν Ισραηλ το ι;χ,σμα607 τουτο έπι του φρέατος 595 Ci hai condotti: a\ plurale nel testo ebraico (legge a\ singolare, come il greco, anche il Penta­ teuco samaήtano). 596 La . . . aborrisce: \ 'ebraico \egge «le nostre anime (ossia "noi") sono nauseate di . . . ». 597 /nconsistente: traduce I'hapax legomenon qeloqel, interpretato come "disprezzabi\e", "pήνο di valore" (BDB, s. ν. ) . 598 Mortali: I'ebraico ha «brucianti», in ήfeήmento alla sensazione provocata dal veleno de\ loro morso. 599 Tra ifigli: aggiunta dei LXX. 600 Serpenti: \'uso sineddotico del singolare ήcalca quel\o del τΜ (cfr. anche «la quaglia» del v. l1, 3 1 ). 601 /1 Signore: assente nel τΜ. 602 Se ... uomo: glossa dei LXX. 603 Achelgai ... opposta: il testo ebraico ήporta il toponimo 'i.Y.Ye ha 'avarim, «lie Abarim». 11 Wevers ipotizza come Vorlgage di έν Αχελγαι dei LXX bn/:ιl 'yy, «nella valle di Iie»: \a lezione oήginaήa del

Numerί

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il popolo contro Dio e contro Mose dicendo: «Α che scopo ci hai condot­ ti595 fuoή dall'Egitto per ucciderci nel deserto? Giacche non c'e ne cibo ne acqua e la nostra anima aborήsce596 questo cibo inconsistente597». [6] Ε ίηνίό il Signore tra il popolo i serpenti mortali598 ed essi morsero il popolo e moήrono molti uomini tra i figli599 d ' Israele. [7] Ε avvicinatosi il popolo a Mose diceva: «Abbiamo commesso un eπore, poiche abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; prega dunque il Signore, ed egli allontani da noi i serpenti600». Ε pregό Mose il Signore601 per il popolo. [8] Ε disse il Signore a Mose: «Fatti un serpente e ponilo su un'insegna e avveπa che, se un serpente mordera un uomo602, chiunque sia stato morso, guardandolo, vivra». [9] Ε fece Mose un serpente di bronzo e lo collocό su un'insegna ed avvenne che, quando mordeva un serpente un uomo, allora volgeva lo sguardo al serpente di bronzo e viveva. [ 1 0] Ε partirono i figli d'Israele e si accamparono a Oboth. [ 1 1 ] Ε levato il campo da Oboth si accamparono ad Achelgai dalla parte oppo­ sta603 nel deserto che e di fronte a Moab, a oήente. [ 1 2] Partirono da la e si accamparono nella gola di Zaret. [ 1 3] Ε partiti da la si accamparono dalla parte opposta di Amon, nel deserto che si estende dai confini degli Amoπei; Amon, infatti, e il confine tra Moab e 1' Amoπeo. [ 1 4] Per questo in uno scήtto si dice: «La gueπa del Signore ha arso Zoob e i toπenti di Amon604 [ 1 5] e ha posto toπenti per far dimorare Er e sta presso ai confini di Moab605». [ 1 6] Ε di la il pozzo606; quest'ultimo e il pozzo ήguardo al quale disse il Signore a Mose: «Raduna il popolo e darό loro acqua da bere». [ 1 7] Al­ lora levό lsraele questo canto607 presso il pozzo:

greco, che avrebbe letto anche nl:ιl (na/:ιal, "νalle") corne un toponirno, lirnitandosi quindi a traslitte­ rarlo, sarebbe dunque stata ΕΝΝΑΧΕΛΓΑΙ, che in seguito avrebbe perso una ν per aplografia. Ι LXX interpretano inoltre 'avarim alla luce di 'avar, "passare", "attraνersare", e Ιο traducono conseguente­ mente con έκ τοϋ πέeαν (cft. anche νν. 27, 12; 33, 44). 604 Per questo (v. 14) ... Amon: in ebraico: «Per questo si dice nel libro delle guerre del Signore: "Vaeb in Sufa e i torrenti, I' Amon"». Ι LXX hanno il singolare ίη luogo del plurale mill:ιamot, «guerre», e al posto di 't whν, «Vaeb», leggono 't zhν (confusione doνuta alla somiglianza tra z e w nell'alfabeto ebraico ). Per chiarire i νersi dell ' ebraico, piuttosto oscuή, il greco inseήsce έφλόγισεν corne predicato di πόλεμος κυρίου (non e tuttaνia da escludere che qui e al versetto successivo il greco dipenda da una Vor/age ebraica differente, cft. ΒΑ ιν, p. 403). 605 V. 15: nel 'fM : «Ε il pendio dei torrenti, che declina verso la sede di Ar e si appoggia alla ftontiera di Moab». 606 /l pozzo: «νerso il pozzo» nel 'fM. 607 Leνo . . canto: ήprende la figura etimologica del τΜ yaiir 'et haisirah. 'Άσμα e impiegato nel Pentateuco greco soltanto in questo νersetto, e rnai all'intemo dei Ιίbή stoήci (R. Brucker, Obserνa­ tions on the Wirkungsgeschichte ofthe Septuagint Psa/ms, in Septuagint Research, cit., p. 358.) .

734

Άριθμοί

Έ ξάρχετε608 αύτίρ· [ 1 8] φρέαρ, ώρυξαν αύτο &ρχοντες, έξελατόμησαν αύτο βασιλείς έθνων609 έν τn βασιλείι,χ αύτων, έν τίρ κυριευσαι αύτων610• και άπο φρέατος είς Μανθαναιν61 1 • [ 1 9] και άπο Μανθαναιν είς Νααλιηλ· κα1. άπο Νααλιηλ είς Βαμωθ· [20] κα1. άπο Βαμωθ είς νά­ πην, fl έστιν έν τίρ πεδίφ Μωαβ άπο κορυφης του λελαξευμένου612 το βλέπον κατiχ. πρόσωπον της έρήμου. [2 1 ] Κα\ άπέστειλεν Μωυσης πρέσβεις προς Σηων βασιλέα Αμορραίων λόγοις είρηνικοίς613 λέγων [22] Παρελευσόμεθα διiχ. της γης σου· τn όδφ ΠΟρευσόμεθα614, ΟύΚ έκκλινουμεν ούτε είς άγρον ο ύ­ τε είς άμπελωνα, ού πιόμεθα ϋδωρ έκ φρέατός σου· όδίρ βασιλικn πορευσόμεθα, εως παρέλθωμεν τiχ. οριά σου. [23] κα1. ούκ έδωκεν Ση­ ων τίρ Ισραηλ παρελθείν διiχ. των όρίων αύτου, κα1. συνήγαγεν Σηων πάντα τον λαον αύτου και έξηλθεν παρατάξασθαι615 τίρ Ισραηλ είς τfιν έρημον και fjλθεν είς Ιασσα κα1. παρετάξατο τίρ Ισραηλ. [24] και έπάταξεν αύτον Ισραηλ φόνφ μαχαίρης και κατεκυρίευσαν της γης αύτου άπο Αρνων εως Ιαβοκ εως υίων Αμμαν616 • οτι Ιαζηρ ορια617 υίων Αμμων618 έστί ν. [25] κα1. έλαβεν Ισραηλ πάσας τiχ.ς πόλεις ταύ­ τας, και κατq)κησεν Ισραηλ έν πάσαις ταίς πόλεσιν των Αμορραίων, έν Εσεβων και έν πάσαις ταίς συγκυρούσαις αύτft619• [26] έστιν γaρ Εσεβων πόλις Σηων του βασιλέως των Αμορραίων, κα1. οδτος έπολέ­ μησεν βασιλέα Μωαβ το πρότερον και έλαβον πίiσαν τfιν γην αύτοu άπο Αροηρ620 εως Αρνων. [27] διiχ. τουτο έρουσιν οί αίνιγματισταί621 'Έλθετε είς Εσεβων, ϊνα622 οίκοδομηθft και κατασκευασθft πόλις Σηων. [28] οτι πυρ έξηλθεν έξ Εσεβων, φλοξ έκ πόλεως Σηων

608 Intonate: ι'uso di έξάρχω con ίι significato di "iniziare un canto", ossia "intonare" (cοή, ιamenti, peana) e ben attestato anche in greco cιassico (GI, s. v. , n. ι ). 609 Dei popo/i: sono due gιi accorgimenti adottati daι traduttore per impedire che ίι ιettore potesse pensare in questo caso agιi Israeιiti: ιa sceιta di έθνος (che indica ιe popoιazioni straniere ήspetto aι λαός israeιita) e ίι suo impiego aι pιuraιe in ιuogo deι singoιare ha 'am, > (= τί), in luogo di my, «chi». 638 Li; dicendo: aggiunte del greco. .

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Numerί

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dalla pίanura». Ε a quel tempo era re dί Moab Balak figlio dί Sepfor. [5] Ε ίηνίό a Balaam figlίo dί Beor dί Fathura, che sί trova sul fiume della teπa deί figli del suo popolo, ambascίatori per chίamarlo, dίcendo: «Ecco, un popolo e uscίto dall ' Egίtto ed ecco, ha coperto la vίsta della teπa ed esso sta ίη agguato νίcίηο a me. [ 6] Ε ora νίeηί quί, maledίcίmί questo popolo, perche e pίiι forte questo dί ηοί634; se riuscίremo a colpίre qualcuno fra essί, allora lί scaccerό635 dalla teπa, poίche so che quellί che tu haί benedetto sono statί benedettί e quellί che tu maledίcί sono statί maledettί». [7] Ε andarono ίl consesso degli anzίanί dί Moab e ίl consesso deglί anzίanί dί Madίam, e ίl necessario per la dίvίnazίone636 era nelle loro manί, e gίunsero da Balam e glί dissero le parole di Balak. [8] Ε disse loro: «Fermatevi qui per la notte e vi dirό in risposta le cose che il Signore mi dίn1». Ε rimasero ί capί di Moab presso Balam. [9] Ε venne Οίο da Balam e gli dίsse: «Perche questi uomini sono637 accanto a te?». [ 1 0] Ε dίsse Balam a Οίο: «Balak figlio dί Sepfor re dί Moab lί638 ha ίnviati da me dicendo: [ 1 1 ] ''Ecco, un popolo e uscito dall 'Egitto ed ecco, ha coperto la vista della teπa ed esso sta in agguato vicίno a me. Ε ora vienί qui, maledicίmilo; se ίnfattί riuscirό a colpirlo639, allora lo scaccerό dalla teπa640"». [ 1 2] Ε disse Οίο a Balam: «Non andrai con loro e non maledίraί il popolo; eglί infatti e benedetto». [ 1 3] Ε levatosi Balaam di buon mattίno disse aί capί dί Balak: άγγέλφ κυρίου662 Ήμάρτηκα, ού γiχρ ήπιστά­ μην οτι σύ μοι άνθέστηκας έν τn όδq> εiς συνάντησιv- και νυν εi μή σοι άρέσκει663, άποστραφήσομαι. [35) και είπεν ό άγγελος του θεου προς Βαλααμ Συμπορεύθητι μετa των άνθρώπων· πλfιν το ρημα, δ έaν είπω προς σέ, τουτο φυλάξη λαλησαι664• και έπορεύθη Βαλααμ μετiχ των άρχόντων Βαλακ. [36] Και άκούσας Βαλακ οτι ilκει Βαλααμ, έξηλθεν εiς συνάντη­ σιν αύτq> εiς πόλιν Μωαβ, η έστιν έπι των όρίων Αρνων, ο έστιν έκ μέρους των όρίων. [37] και είπεν Βαλακ προς Βαλααμ Ούχι άπέστει­ λα προς σε καλέσαι σε; δια τί ούκ ήρχου πρός με; όντως ού δυνήσο­ μαι τιμησαί σε; [38] και είπεν Βαλααμ προς Βαλακ Ίδοu ilκω προς σέ· νυν δυνατος έσομαι λαλησαί τι; το ρημα, δ έiχν βάλη ό θεος εiς το στόμα μου, τουτο λαλήσω. [39) και έπορεύθη Βαλααμ μετa Βα­ λακ, και fiλθον εiς πόλεις έπαύλεων665• [ 40] και έθυσεν Βαλακ πρό­ βατα και μόσχους και άπέστειλεν τq> Βαλααμ και τοις άρχουσι τοις μετ' αύτου. [4 1 ] και έγενήθη πρωι και παραλαβrον Βαλακ τον Βαλα­ αμ άνεβίβασεν αύτον έπι τfιν στήλην του Βααλ666 και έδειξεν αύτiρ έκειθεν μέρος τι του λαου. [23, 1 ] και είπεν Βαλααμ τq> Βαλακ Οiκοδόμησόν μοι ένταυθα έπτα βωμοUς667 και έτοίμασόν μοι ένταυθα έπτα μόσχους και έπτa κριούς. [2] και έποί ησεν Βαλα κ ον τρόπον είπεν αύτq>668 Βαλααμ, και άνήνεγκεν669 μόσχον και κριον έπι τον βωμόν. [3] και είπεν Βαλααμ προς Βαλακ Παράστηθι έπι της θυσίας σου, και πορεύσομαι, εί μοι φανειται ό θεος έν συναντήσει670 , και ρημα, δ έάν μοι δείξη. άναγγε660 Il ... buono: la Vorlage del greco leggeva probabilmente hr ' drkk, come il Pentateuco samari· tano, contro yaraf hadderek, «il tuo cammino e precipitoso», del ™· 66 1 Da . . . m e : «davanti a me» nel testo ebraico (la lezione del Pentateuco samaritano e di 4QNum•, m/pny, concorda con il greco). 662 Nunzio del Signore: e l'unico caso nell'episodio di Balaam in cui άγγελος e accompagnato dal genitivo κυρίου e non da θεοu: secondo il traduttore, Ia confessione di Balaam e ήvolta direttamen­ te al Οίο d'lsraele, il Signore (J.W. Wevers, Notes, cit., p. 379). 663 Se ... piace: il greco evita l'antropomorfismo dell'espressione «se e male ai tuoi occhi» pre­ sente nel τM.

Numerί

743

scoperse il Signore gli occhi di Balaam ed egli vide il nunzio del Signore frappostosi sulla via e la spada sguainata nella sua mano e, chinatosi, si prostrό alla sua presenza. [32] Ε gli disse il nunzio di Dio: «Perche hai col­ pito la tua asina questa terza volta? Ed ecco, ίο sono venuto per accusarti, poiche il tuo cammino contro di me ποπ e buono660• [33] Ε, dopo avermi visto, l ' asina ha deviato da davanti a me661 per questa terza volta, e se non avesse deviato ora avrei ucciso te e avrei ήsparmiato lei>>. [34] Ε disse Ba­ laam al nunzio del Signore662: «Ηο sbagliato, giacche non sapevo che tu ti eή frapposto sulla via per venirmi incontro; e ora, se ποπ ti piace663, tomerό indietro)). [35] Ε disse il nunzio di Dio a Balaam: «Vai con gli uomini, ma starai attento a pronunciare664 la parola che ti dirό)). Ε andό Balaam con i capi di Balak. [36] Ε, udito Balak che Balaam era giunto, gli andό incontrό nella citta di Moab che si trova sui confini dell 'Arnon, che e dal terήtoήo dei confini. [37] Ε disse Balak a Balaam: «Non ti ho dunque mandato a chiamare? Per­ che non venivi da me? Davvero non sono in grado di renderti onore?)). [38] Ε disse Balaam a Balak: «Ecco, son giunto da te; ora potrό dirti qualcosa? Pronuncerό la parola che ha messo Dio nella mia bocca)). [39] Ε andό Balaam con Balak e giunsero nelle citta dei bivacchi665• [40] Ε sacήficό Balak pecore e vitelli e li ίηνίό a Balaam e ai capi che erano con lui. [4 1 ] Ε fu mattino e, dopo che Balak ebbe preso con se Balaam, lo fece salire alla stele di Baal666 e di la gli mostrό una parte del popolo.

[23, Ι ] Ε disse Balaam a Balak: «Edificami qui sette altaή667 e prepa­ rami qui sette vitelli e sette montoni)). [2] Ε fece Balak come glί668 aveva detto Balaam ed elevό in sacήficio669 sull 'altare un vitello e un montone. [3] Ε disse Balaam a Balak: «Sta presso il tuo sacήficio e ίο andrό, se mi appaήra Dio in un incontro670, e ti ήfeήrό la parola che mi avra mostrato)).

664 Starai attento α pronunciare: «dirai» nel testo ebraico. Con φυλάξn λαλϊ;σαι i LXX dimo­ strano di seguire la medesima Vorlage del Pentateuco samaήtano, che legge tsmr ldbr. 665 Citta dei bivacchi: l'ebraico ha il toponimo Qiryat /fwιot. Ι LXX potrebbero aver letto b$rw1 (reso appunto con επαυλις in Lev 25, 3 \ ) in luogo di /fU$01. ln Numeri έπαύλις traduce fίrah, "accam­ pamento" (31, 1 0), gederah I gederet, "muro", "recinto", 'Όvile" (32, \ 6, 24, 36), bawwah, "accampa­ mento di tende" (32, 4 1 ) e il toponimo lf�ar (34, 4). 666 Stele di Baal: vedi nota a 21, 28. 667 A/tari: qui e nel corso della pericope di Balaam la scelta di βωμός nella traduzione di mizbea/:ι in luogo di θυσιαστήριον, neologismo dei LXX, intende sottolineare che si tratta di altari differenti da quelli Israeliti e adibiti a culti pagani. 668 G/i: aggiunta dei LXX. 669 E/evo in sacri.ficio: nel τΜ seguono i soggetti del verbo: «Balak e Balaam». 670 Se . . . incontro: «e forse il Signore mi νeπiι incontro» nel testo ebraico (il Pentateuco samaή­ tano ha Ίhym θεός). =

744

Άριθμοί

σοι. και παρέστη Βαλακ έπι της θυσίας αύτοu, και Βαλααμ έπο­ ρεύθη έπερωτϊ;σαι τον θεον και έπορεύθη εύθείαν671 • [4] και έφάνη ό θεος τ(i) Βαλααμ, και εlπεν προς αύτον Βαλααμ ΤοUς έπτιχ βωμοUς ήτοίμασα και άνεβίβασα μόσχον και κριον έπι τον βωμόν. [5] καΙ. ένέβαλεν ό θεος672 ρημα είς το στόμα Βαλααμ και εlπεν Έπιστρα­ φεlς προς Βαλακ οϋτως λαλήσεις. [6] και άπεστράφη προς αύτόν, και οδε έφειστήκει έπι των όλοκαυτωμάτων αύτοu, και πάντες οί άρχοντες Μωαβ μετ' αύτοu. [7] και έγενήθη πνεuμα θεοu έπ' αύτίρ, και άναλαβων η1ν παραβολιΊν αύτοu673 είπεν Έκ Μεσοποταμίας μετεπέμψατό με Βαλακ, βασιλεUς Μωαβ έξ όρέων άπ' άνατολών λέγων Δεuρο άρασαί μοι τον Ιακωβ και δεUρο έπικατάρασαί μοι τον Ισραηλ. [8] τί άράσωμαι ον μη καταρίiται κύριος, fι τί καταράσωμαι ον μη καταρίiται ό θεός; [9] οτι άπο κορυφϊ;ς όρέων όψομαι αύτον και άπο βουνών προσνοήσω αύτόν. ίδοu λαος μόνος κατοικήσει και έν έθνεσιν ού συλλογισθήσεται. [ 1 Ο] τίς έξηκριβάσατο το σπέρμα674 Ιακωβ, και τίς έξαριθμήσεται δήμους675 Ισραηλ; άποθάνοι ή ψυχή μου έν ψυχαίς δικαίων, και γένοιτο το σπέρμα μου ώς το σπέρμα τούτων676• [ 1 1 ] και είπεν Βαλακ προς Βαλααμ Τί πεποίηκάς μοι; είς κατά­ ρασιν έχθρών μου κέκληκά σε, και ίδοu εύλόγηκας εύλογίαν677• [ 1 2] και είπεν Βαλααμ προς Βαλακ678 Ούχι οσα έCι.ν έμβάλn ό θεος είς το στόμα μου, τοuτο φυλάξω λαλϊ;σαι; λώ

67 1 Ε stette . . . dίrettamente: 1 'ebraico che ha wayyelek se.fi, «e andό su un a1tura scoperta I brulla». Ι LXX presentano una 1ezione che coincide con quella di 4QNum• , che Jastram suggeήsce come origi­ niaήa ( τhe Text of 4QNumb, cit., pp. Ι 85- Ι 56; cfτ. anche ν. Ι 5: παράστηθι έπl της θυσίας σου. έγοο δε πορεύσομαι έπερωτijσαι τον θεόν). Se.fi (1a cui traduzione con "1uogo I aitura scoperta" troνe­ rebbe giustificazione ίο lob 33, 2 1 , doνe sembra stare per "ca1νizie"; cfτ. Ph.J. Budd, Numbers, cίt., p. 524), che pare qui corήspondere a εύθείαν, e νaήamente reso nei targumίm, i qua1i tuttaνia non sono d'aiuto per comprendere 1 Όήgine dell 'ίoterpretazione greca (cfτ. tuttaνia S. Danie1, Recherches, cίt., p. 245-246, doνe καi παρέστη Βαλακ έm τfις θυσίας αuτοu, καi Βαλααμ έπορεύθη έπερωτfισαι τον θεον e ritenuto un' interpo1azione tarda e si considera οήgίοaήa soitanto 1a 1ezione καΙ έπορεύθη εύθείαν). 672 Dίο: qui e ai νν. Ι 6, 26 YHWH ne1 τΜ (νedi commento a 22, 1 3). 673 Dato ίnίzίo . . .parabola: qui e di seguito i1 greco αναλαμβάνω τi]ν παραβολi]ν αUτοu corri­ sponde all' ebraico nαSa · masalo, Ietteraimente «solleνό ίΙ propήo poema», ossia «1eνό 1a νoce per pro­ nunciare ii propήo poema». In effetti, aναλμβάνω ήcorre gia ίο Numerί con φωνήν come compiemen­ to oggetto per "Ieνare 1a νoce" (ν. 14, Ι ); ίΙ νerbo e a1tresi attestato in greco ne1 senso di "ingaggiare", "ίoiziare", soνente in senso bellico (Po1ibio ιι, 46; cfτ. GI, s. v. , n. Ι b), ed e questo il significato prescelto

Numerί

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Ε stette Balak presso il suo sacήficio e Balaam andό a inteπogare Dio e andό direttamente671 • [4] Ε apparve Dio a Balaam e gli disse Balaam: «Ηο preparato i sette altaή e ho fatto salire in sacήficio sull 'altare un vitello e un montone». [5] Ε mise Dio672 una parola nella bocca di Balaam e disse: «Quando sarai tornato da Balak, cosi parlerai». [6] Ε tornό da lui e questi stava presso i suoi olocausti e tutti i capi di Moab erano con lui. [7] Ε fu lo spiήto di Dio su di lui ed egli, dato inizio alla propήa parabola673, disse: «Dalla Mesopotamia mi ha mandato a chiamare Balak, re di Moab, dai monti da oήente dicendo: "Vieni qui, maledicimi Giacobbe e imprecami contro Israele". [8] Perche maledirό quello contro cui il Signore non impreca? Ο perche imprecherό contro chi il Signore non impreca? [9] Poiche dalla cima dei monti lo vedrό e dalle colline lo osserverό. Ecco, un popolo ήsiedera da solo e tra i popoli non sara computato. [ Ι Ο] Chi ha calcolato la discendenza674 di Giacobbe, e chi enumerera i demi675 d'lsraele? Possa moήre l'anima mia tra le anime dei giusti ed essere la mia discendenza come la discendenza di questi676 ! ». [ 1 1 ] Ε disse Balak a Balaam: «Che cosa mi hai fatto? τί ho chiamato per maledire i miei nemici ed ecco, hai formulato una benedizione677 !». [ 1 2] Ε disse Balaam a Balak678: «Dunque non mi curerό di pronunciare quanto ha messo Dio nella mia bocca?»

per la traduzione italiana. La scelta dei LXX lascia tuttavia aperta un 'ulteήore interpretazione: nel suo significato di "prendere su di se", "assumersi", άναλαμβάνω potrebbe indicare l'atteggiamento del profeta che "accoglie" l' ispirazione divina, quella parola che Dio letteralmente "getta" (βάλλω I έπιβάλλω, vedi νν. 22, 38; 23, 5, 1 6) sulla bocca di Balaam. 674 Discendenza: 'afar «polvere» nel Ί"Μ; i LXX interpretano il testo ebraico alla luce di Gen 13, 1 6 : «Renderό la tua discendenza come la polvere della terra» (ΒΑ ιν, cit., p. 1 36). 675 Chi ... demi: l'ebraico legge umispar 'et roba ', «e il numero, un quarto», probabilmente en­ trambi da intendersi come complemento oggetto del precedente «chi ha calcolato»; il Pentateuco sama­ ήtano d3 tuttavia testimonianza della tradizione testuale seguita dal greco, leggendo (m.v spr). 676 Possa . . . questi: in ebraico .

Άριθμοί

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[ 1 3] Και είπεν προς αύτον Βαλακ Δεuρο έτι679 μετ' έμοu είς τό­ πον άλλον, έξ ών ούκ ο Φη αύτον έκεϊθεν, άλλ' η μέρος τι αύτοu οΦn. πάντας δΕ ού μη ίδης, και κατάρασαί μοι αύτον έκείθεν. [ 1 4] κα\ παρέλαβεν αύτον είς άγροu σκοπιaν680 έπι κορυφην λελαξευμένου και Φκοδόμησεν έκεϊ έπτα βωμοUς και άνεβίβασεν μόσχον και κρι­ ον έm τον βωμόν. [ 1 5] και είπεν Βαλααμ681 προς Βαλακ Παράστηθι έπι της θυσίας σου, έγrο δΕ πορεύσομαι έπερωτησαι τον θεόν682• [ 1 6] και συνήντησεν ό θεος τφ Βαλααμ και ένέβαλεν ρημα είς το στόμα αύτοu και είπεν Άποστράφητι προς Βαλακ και τάδε λαλήσεις. [ 1 7] και άπεστράφη προς αύτόν, και οδε έφειστήκει έπι της όλοκαυτώ­ σεως αύτοu, και πάντες οί άρχοντες Μωαβ μετ' αύτοu. και είπεν αύτφ Βαλακ Τί έλάλησεν κύριος; [ 1 8] κα\ άναλαβrον την παραβολην . ... αυτου ειπεν Άνάστηθι, Βαλακ, και άκουε· ένώτισαι μάρτυς683, υίος Σεπφωρ. [ 1 9] ούχ ώς άνθρωπος ό θεος διαρτηθηναι ούδf: ώς υίος άνθρώπου άπειληθηναι684 • αύτος είπας ούχι ποιήσει; λαλήσει, και ούχι έμμενεί; [20] ίδοu εύλογείν παρείλημμαι685 • εύλογήσω και ού μη άποστρέψω686• [2 1 ] ούκ έσται μόχθος έν Ιακωβ, ούδf: όφθήσεται πόνος έν Ισραηλ687 • κύριος ό θεος αύτοu μετ' αύτοu, τα ένδοξα άρχόντων688 έν αύτφ. [22] θεος ό έξαγαγrον αύτοuς έξ Αί γύπτου· ώς δόξα μονοκέρωτος689 αύτφ. [23] ού γάρ έστιν οίωνισμος έν Ιακωβ ούδΕ μαντεία έν Ισραηλ·

679 Ancora: aggiunta del greco. 680 Su . . . campo: il testo ebraico ha il toponimo «campo di Sofim [da fiαfah, 'Όsservare"]», che i ιχχ traducono invertendo il raρporto genitivale del τΜ. 681 Ba/aam: aggiunta dei LXX. 682 Andro . . . Dio: il greco esρlicita il contenuto del testo ebraico che legge «andrό incontro [a Dio] lassu». 683 Presta ... testimone: il traduttore greco legge 'ed, "testimone", in luogo di dy "[presta orec­ chio] α me" del τΜ . 684 Non ... minacciato: in ebraico «Dio non e un uomo perche egli menta; non e un figlio d'uo­ mo perche egli ήtratti». l'inserzione di ώς davanti a ίiνθρωπος intende evitare l'antropomorfismo ebraico; i LXX sostituiscono inoltre wikazzev, «mentira», e yitnefιam, «ήtrattera», con διαρτηθijναι e άπειληθijναι: Dio non ρuό ne pentirsi ne ήtrattare (J.W. Wevers, Notes, cit., ρ. 394; ΒΑ ιν classifica la scelta di traduzione come «eufemismo», ρ. 1 57). '

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Numerί

747

[ 1 3] Ε gli disse Balak: «Vieni ancora679 con me in un altro luogo, da dove non lo vedrai, ne vedrai una parte, ma non li vedrai tutti, e maledici­ melo da li». [ 1 4] Ε lo portό con se su punto d'osservazione di un campo680, sulla cima della Roccia tagliata, e la edificό sette altaή e fece salire in sa­ cήficio sull'altare un vitello e un montone. [ 1 5] Ε disse Balaam681 a Balak: «Sta presso il tuo sacήficio, mentre ίο andrό a inteπogare Dio682». [ 1 6] Ε s 'incontrό Dio con Balaam e mise una parola nella sua bocca e disse: «Ritoma da Balak, e dirai queste cose». [ 1 7] Ε tomό da lui, e questo stava presso i suoi olocausti e tutti i capi di Moab erano con lui. [ 1 8] Ε, dato inizio alla propήa parabola, disse: «Alzati, Balak, e ascolta; presta orecchio da testimone683, figlio di Sepfor. [ 1 9] Non come un uomo e Dio, da essere ingannato, ne come un figlio d'uomo, da essere minacciato684: dopo che egli ha parlato, forse non agira? Parlera, e forse non manteπa? [20] Ecco, sono stato invitato per benedire685; benedirό e non tomerό indietro686• [2 1 ] Non vi sara sofferenza in Giacobbe, ne si vedra dolore ίη Israele687; il Signore suo Dio e con lui, la gloήa dei capi688 e in lui. [22] Dio e colui che li ha fatti uscire dall'Egitto; e per lui come gloήa di unicomo689• [23] Non v'e infatti auspicio in Giacobbe, ne oracolo in Israele;

685 Sono ... benedire: il greco legge al passiνo laqιΊbti (>. L'aggiunta potrebbe essere una glossa, legata a Num 14, 27, 35: cft. Ν. Lohfink, Canonical, cit., pp. 36-37. 50 Questa: manca nel τΜ ; il greco si armonizza con 4, 22 e 9, 6, ma e possibile che nella Vorlage ebraica νί siano oscillazioni in questa forrnula, come conferrna di νolta in νolta il conftonto con il Samaήtano e con ί ftammenti qurnranici. 5 1 Loro padri: τΜ «di dare ai νοstή padή)). L'infinito manca anche nel Samaήtano e nella Vul­ gata e forse la lectio brevior qui e da prefeήre, anche se e difficile νalutare ί fenomeni di assimilazione all'intemo delle espressioni forrnulaή; secondo Ν. Lohfink l'addizione serve a collegare il passo deu­ teronomico con Ios 21,43-45 (Canonical, cit., p. 37).

Δευτερονόμιον

830

αύτον τα προς κύριον52 . [37] και έμοι έθυμώθη κύριος δι' ύμας λέγων Ούδε σu ού μη είσέλθnς έκε'ί· [38] ΊησοUς υίος Ναυη ό παρεστηκώς σοι, οδτος είσελεύσεται έκε'ί· αύτον κατίσχυσον, οτι αύτος κατα­ κληρονομήσει αύτην τί!) Ισραηλ. [39] και παν παιδίον νέον, οστις ούκ οίδεν σήμερον άγαθον η κακόν53, οδτοι είσελεύσονται έκε'ί, και τού­ τοις δώσω αύτήν, και αύτοι κληρονομήσουσιν αύτήν. [40] και ύμε'ίς έπιστραφέντες έστρατοπεδεύσατε είς την ερημον όδον την επι της έρυθρίiς θαλάσσης54. [4 1 ] και άπεκρίθητέ μοι και εί'πατε Ήμάρτο­ μεν εναντι κυρίου του θεοu ήμων55· ήμε'ίς άναβάντες πολεμήσομεν κατα πάντα, οσα ένετείλατο κύριος ό θεος ήμων ήμ'ίν. και άναλα­ βόντες56 εκαστος τα σκεύη τα πολεμικα αύτοu και συναθροισθέν­ τες57 άνεβαίνετε είς το όρος. [42] και είπεν κύριος πρός με Είπον αύτο'ίς Ούκ άναβήσεσθε ούδε μη πολεμήσετε, ού γάρ είμι μεθ' ύμων· και ού μη συντριβητε ενώπιον των έχθρων ύμων. [43] και έλάλησα ύμ'ίν, και ούκ είσηκούσατέ μου και παρέβητε το ρημα58 κυρίου και παραβιασάμενοι άνέβητε είς το όρος. [44] και έξfίλθεν ό Αμορρα'ίος ό κατοικων έν τί!) όρει έκείνφ είς συνάντησιν ύμ'ίν και κατεδίωξαν ύμίiς, ώς εί ποιήσαισαν αί μέλισσα ι, και έτί τρωσκον ύμ, localita posta nella parte meridionale di Moab, che il traduttore greco rende con Seir in 2, 9 e 1 8 (in entrambi i casi il toponimo e preceduto dal\'articolo femminile) e con Aroer in 2, 29. 70 Ommin: la ni finale al posto della mem presente nel τΜ e dovuta ad aramaismo (cfi". anche Raphain al ν. 1 1 ) : J. W. Weνers, LXX Translator, cit., p. 83. 7 1 Partite: l'imperatiνo, assente nel τΜ si arrnonizza con 2, 24. 72 Scomparendo: manca nel τΜ ma lamut, «morendo», e presente nel ν. 1 6; l'aggiunta dei LXX e dunque secondaria. 73 Dio: YHWH nel τΜ ,

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Δευτερονόμιον

834

έκ τijς παρεμβολijς, εως ou διέπεσαν. - [ 1 6] καΙ. έγενήθη έπε\. διέπε­ σαν πάντες οί &.νδρες οί πολεμιστα\. άποθνήσκοντες έκ μέσου τοu λαοu, [ 1 7] καΙ. έλάλησεν κύριος πρός με λέγων [ 1 8] Σu παραπορεύσn σήμερον τα ορια Μωαβ την Σηιρ [ 1 9] καi. προσάξετε74 έγγuς υίrον Αμ­ μαν· μη έχθραίνετε αύτο'iς καΙ. μη συνάψητε αύτο'iς είς πόλεμον· ού γαρ μη δrο άπο τijς γijς υίrον Αμμαν σο\. έν κλήρφ, οτι το'iς υίο'iς Λωτ δέδωκα αύτην έν κλήρφ. [20] [γij Ραφαϊν λογισθήσεται· καΙ. γαρ έπ' αύτijς κατq)κουν οί Ραφαϊν το πρότερον, καi. οί Αμμαν'iται όνομά­ ζουσιν αύτοuς Ζομζομμιν, [2 1 ] έθνος μέγα καΙ. πολu καΙ. δυνατώτερον ύμrον75 rοσπερ οί Ενακιμ, καi. άπώλεσεν αύτοUς κύριος προ προσώπου αύτrον, καΙ. κατεκληρονόμησαν καΙ. κατφκίσθησαν άντ' αύτrον εως τijς ήμέρας ταύτης76· [22] rοσπερ έποίησαν77 το'iς υίο'iς Ησαυ το'iς κατοικοuσιν έν Σηιρ, ον τρόπον έξέτριψαν τον Χορρα'iον άπο προ­ σώπου αύτrον καΙ. κατεκληρονόμησαν καΙ. κατφκίσθησαν άντ' αύ­ τrον εως τijς ήμέρας ταύτης [23] καi. οί Ευα'iοι78 οί κατοικοuντες έν ασηρωθ79 Εως Γάζης, καi. οί Καππάδοκες οί έξελθόντες έκ Καππα­ δοκίας 80 έξέτριψαν αύτοuς καΙ. κατφκίσθησαν άντ' αύτrον]. [24] νuν οuν άνάστητε καΙ. άπάρατε καΙ. παρέλθατε ύμε'iς την φάραγγα Αρ­ νων· ίδοu παραδέδωκα είς τας χε'iράς σου τον Σηων βασιλέα Εσεβων τον Αμορρα'iον καi. την γijν αύτοu· ένάρχου κληρονομε'iν, σύναπτε προς αύτον πόλεμον. (25] έν τfί ήμέρι;χ ταύτη ένάρχου81 δοuναι τον τρόμον σου καΙ. τον φόβον σου έπ\. πρόσωπον πάντων82 των έθνrον των ύποκάτω του ούρανου, οϊτινες άκούσαντες το όνομά σου ταρα­ χθήσονται καΙ. rοδ'iνας εξουσιν άπο προσώπου σου. [26] Κα\. άπέστειλα πρέσβεις έκ τijς έρήμου Κεδαμωθ προς Ση­ ων βασιλέα Εσεβων λόγοις είρηνικο'iς λέγων [27] Παρελεύσομαι83 δια τijς γijς σου· έν τfί όδiρ84 παρελεύσομαι, ούχ\. έκκλινrο δεξια ούδε άριστερά· [28] βρώματα άργυρίου άποδώσn μοι, καΙ. φάγομαι, καΙ. ϋδωρ άργυρίου άποδώσn μοι, καΙ. πίομαι· πλην οτι παρελεύσομαι το'iς ποσίν, [29] καθοος έποίησάν μοι οί υίο\. Ησαυ οί κατοικοuντες έν Σηιρ καi. οί Μωαβ'i τα ι οί κατοικοuντες έν Αροηρ, Εως παρέλθω τον Ιορδάνην είς την γijν, ilν κύριος ό θεος ήμrον δίδωσιν ήμ'iν. [30] καΙ. ούκ ήθέλησεν Σηων βασιλεUς Εσεβων παρελθε'iν ήμίiς δι' αύτοu,

74 Vι avvicinerete: l 'ebraico prosegue in modo coerente il ν. 1 8 : «ti avvicinerai . . . non ti compor­ tare in modo ostile . . . non attaccare». 75 Di voi: manca nel ™ 76 Fino ... giorno: omesso nel ™ 77 Avevanofatto: ebraico «aνeνa fatto». " Evei: traduce l'ebraico Άwwim, ma in 7, ι e 20, ι 7 coπisponde a /:liwwi. 79 Aseroth: c&. nota al ν. 1, ι . ·

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Deuteronomίo

835

campameπto, fiπche peήroπo. [ 1 6] Ε quaπdo tutti gli uomiπi addestrati alla gueπa caddero morti iπ mezzo al popolo, [ 1 7] allora il Sigπore mi disse: [ 1 8] "Tu passerai oggi i confiπi di Moab, la teπa di Seir [ 1 9] e vi avviciπerete74 ai figli di Ammaπ: ποπ siate ostili πei loro coπfronti e ποπ muovete gueπa coπtro di loro; iπfatti, ποπ ho iπtenzioπe di darti iπ eredita alcuπa parte della teπa dei figli di Ammaπ, poiche l 'ho doπata iπ eredita ai figli di Lot. [20] (Sara coπsiderata teπa dei Raphaiπ; iπfatti, su di essa iπ passato abitavaπo i Raphaiπ, che gli Ammaπiti chiamaπo Zomzommiπ, [2 1 ] popolo graπde, πumeroso e piu forte di voi75 come gli Enakim, e il Signore li distrusse davanti a loro, ed essi presero possesso della teπa e abitaroπo al posto loro fiπo a questo giomo76; [22] come avevaπo fatto77 cοπ i figli di Esau che abitaπo iπ Seir, quaπdo distrussero i Choπei davaπti a loro e presero iπ possesso la loro teπa e abitaroπo al loro posto fiπo a questo giomo; [23] ροί distrussero gli Evei78 che abitavaπo iπ aseroth79 fiπo a Gazes, e i Cappadoci che veπnero dalla Cappadocia80 e abitarono al posto loro.) [24] Ora dunque alzatevi e partite e attraversate la gola dell' Amon; ecco ίο ho coπsegnato πelle tue mani Seoπ re di Eseboπ, Ι ' Amoπeo, e la sua teπa; comiπcia a preπdere possesso dell'eredita, attacca gueπa coπtro di lui ! [25] Ιπ questo giomo iπcomincia81 a iπcutere teπore di te e paura a tutti82 i popoli che abitaπo sotto il cielo, i quali, seπteπdo il tuo πome, saranno scoπvolti e proveranno dolori da parte tua". [26] Allora iπviai ambasciatoή dal deserto di Kedamoth a Seon re di Eseboπ che annuπciassero parole pacifiche: [27] "Passerό83 attraverso la tua teπa; passerό luπgo la strada84, senza deviare πe a destra ne a siπistra; [28] tu mi darai iπ cambio di deπaro cibo da mangiare e acqua da bere; passerό a piedi, [29] come mi hanno coπcesso i figli di Esau che abitano iπ Seir e ί Moabiti che abitano ad Aroer, fiπche abbia attraversato il Gior­ daπo per eπtrare πella teπa, che il Signore πostro Dio ci dona". [30] Ma Seoπ, re di Eseboπ, ποπ volle che noi percoπessimo i suoi terήtoή, poiche -

8° Cappadocia: ίl topoπίmo ebraίco Kaftor, tradίzίoπalmeπte ίdeπtίficato cοπ Creta, e localίzzato daί LXX ίπ A sίa Μίποre: cft. G. Α. Waίπwήght, 7'he Septuagint s Καππαδοχίαfοr Caphtor, ίπ Αβρααμ και τ Ισαακ και τ Ιακωβ. [6] και γνώση σήμε­ ρον374 οτι οuχι διa τaς δικαιοσύνας σου κύριος ό θεός σου δίδωσί ν σοι τfιν γf\ν τfιν ό.γαθfιν ταύτην κληρονομf\σαι, οτι λαος σκληροτράχη­ λος ει [7] μνήσθητι μη έπιλάθn οσα παρώξυνας κύριον τον θεόν σου έν τfi έρήμφ- ό.φ' ης ήμέρας έξήλθετε375 έξ Αίγύπτου376 εως ilλθετε είς τον τόπον τουτον, ό.πειθουντες377 διετελείτε τα προς κύριον. [8] και έν Χωρηβ παρωξύνατε κύριον, και έθυμώθη κύριος έφ' ύμίν έξο­ λεθρευσαι ύμίiς [9] ό.ναβαίνοντός μου είς το ορος λαβείν τaς πλάκας τaς λιθίνας, πλάκας διαθήκης. &ς διέθετο κύριος προς ύμίiς. και κα­ τεγινόμην378 έν τφ ορει τεσσαράκοντα ήμέρας και τεσσαράκοντα νύκτας άρτον ούκ εφαγον και ϋδωρ ούκ επιον. [ 1 0] και εδωκεν κύρι­ ος έμοι τaς δύο πλάκας τaς λιθί νας γεγραμμένας έν τφ δακτύλφ του θεου, και έπ' αύταίς έγέγραπτο379 πάντες οί λόγοι, οϋς έλάλησεν κύριος προς ύμίiς έν τφ ορει380 ήμέρι;χ έκκλησίας [ 1 1 ] και έγένετο διa τεσσαράκοντα ήμερων και τεσσαράκοντα νυκτων εδωκεν κύρι­ ος έμοι τaς δύο πλάκας τaς λιθίνας, πλάκας διαθήκης. [ 1 2] και είπεν κύριος πρός με Άνάστηθι κατάβηθι το τάχος381 έντευθεν, οτι ήνόμη­ σεν ό λαός σου, οuς έξήγαγες έκ γf\ς Αί γύπτου382· παρέβησαν ταχu έκ τf\ς όδου, ης ένετείλω αύτοίς έποίησαν έαυτοίς χώνευμα. [ 1 3] και είπεν κύριος πρός με Λελάληκα προς σέ aπαξ και δις383 λέγων Έώρακα τον λαον τουτον, και ίδοu λαος σκληροτράχηλός έστιν· [ 1 4] εασόν με έξολεθρευσαι αύτούς, και έξαλείψω το ονομα αύτων ύπο­ κάτωθεν του ούρανου και ποιήσω σέ είς εθνος μέγα3 84 και ίσχυρον

368 Sterminera: si νeda nota a 4, 38; il testo greco insiste piiι di quello ebraico sulla completa distruzione del nemico. 369 Santita: ebraico «rettitudine», termine religiosamente meno connotato di όσιότης, attestato solo qui nel Pentateuco. 370 Signore: il τΜ aggiunge «tuo Dio»; il Samaήtano appoggia la lezione del greco 37 1 Distruggera: τΜ «scacceriι» (ctr. nota a 4, 38). 372 Alleanza: τΜ «parola»; il testo greco si armonizza con 8, I 8. 373 Vostri: τΜ >; cfi". ν. 29 e nota a 3, 24.

Deuteronomίo

877

ίl Signore aveva mίnacciato dί distruggervί - [26] e ίηνοcaί Οίο dicendo: "Signore, Sίgnore, re deglί deί400, non stermίnare ίl tuo popolo e la tua par­ te40 1 , che hai ήscattato con la tua grande402 potenza, che hai fatto uscίre dal paese403 d'Egίtto con la tua forza imponente, con la tua mano potente e con il tuo braccio levato404; [27] ήcordatί di Abramo, dί Isacco e di Gίacobbe, ί tuoί servi, aί quali haί gίurato per te stesso405; non guardare alla durezza di questo popolo, ne alle azίonί empie e ai loro peccatί406, [28] affinche glί abίtantί del paese407 da cuί ci hai fattί uscire, non dicano cosi408: Poiche il Signore non era in grado dί condurlί nella teπa, che aveva promesso loro, e poίche li aveva ίη οdίο, lί ha fattί uscire per farlί moήre nel deserto. [29] Ma costoro sono tuo popolo e tua eredίtiι, quelli che hai fatto uscίre dal paese d'Egίtto409 con la tua grande potenza e con ίl tuo braccio levato".

[10, 1 ] In quel tempo il Signore mί dίsse: "Tagliati due tavole di pietra come le pήme e sali da me sul monte; costruίrai anche un'arca dί legno; [2] ίο scήverό sulle tavole le parole, che sί trovavano nelle tavole precedentί, che hai spezzato, e tu le metterai nell'arca". [3] Allora fabbήcai un'arca dί legno che non marcίsce410 e tagliai due tavole di pίetra similί alle pήme; ροί salii sul monte, e avevo nelle mίe manί41 1 le due tavole. [4] Scήsse sulle tavole la medesίma iscήzίone di pήma, cίoe le diecί parole, che ίl Sίgnore aveva pronunciato davanti a νοί sulla montagna in mezzo al fuoco412, e il Signore me le dίede. [5] Allora mi voltaί, scesi dalla montagna e collocaί le tavole nell'arca, che avevo costruίto, e ήmasero la, come il Sίgnore mi aveva ordinato. -

405 Ai ... stesso: la frase manca nel l'M, ma e presente sia in ebraico sia in greco in Εχ 32, 1 3 : po­ trebbe trattarsi di un infiusso da un passo paralle1o (J. W. Wevers, LXX Translator, cit., p. 68). 406 Alle . . .peccati: 1'Μ «alla sua malvagitiι e al suo peccato». 11 termine άσέβημα, presente nel Pentateuco solo in Leν 1 8, 17 e in Deut 9, 27, connota in modo re1igioso il comportamento malvagio del popolo; il plura1e, che intensifica la colpa, e una resa legittima dell'ebraico e probabilmente non presuppone una Vor/age diversa. 407 G/i . . .paese: 1'Μ «il paese»; il termine e inteso in senso metonimico anche nel Samaritano che attesta «il popolo del paese». 408 Cosi: manca in ebraico l'equivalente del participio pleonastico λέγοντες. 409 Da/ . . . Egitto: omesso nel ΤΜ; il Samaritano attesta «daliΈgitto»; cfr. 1, 30. 4 1 ° Che ... marcisce: 1'Μ «di acacia». Π traduttore greco pone probabilmente in luogo del mateήale \a qualitiι che \ο caratteήzza. 4 1 1 Ne//e mie mani: nell'ebraico il sostantivo e al singolare; il traduttore adatta all'uso consueto, come la Vu/gata e la Peshitta. 4 12 Fuoco: il l'M aggiunge «nel giorno dell'assemblea» (cfr. 9, 1 0); cosi anche il Samaritano, la Vu/gata, la Peshitta e i targumim. 1. W. Wevers (Notes, cit., p. 1 76) ήtiene che il traduttore abbia elimi­ nato I' espressione perche inopportuna.

878

Δευτερονόμιον

ριος. - [6] και οί υίοι Ισραηλ aπηραν έκ Βηρωθ υί&ν Ιακιμ413 Μισα­ δαι414· έκε'ί aπέθανεν Ααρων και έτάφη έκε'ί, και ίεράτευσεν Ελε­ αζαρ υίος αύτου aντ' αύτου. [7] έκε'ίθεν aπηραν εiς Γαδγαδ415 και aπο Γαδγαδ εiς Ετεβαθα416, γη χείμαρροι ύδάτων. [8] έν έκείνφ τίρ καιρ>, UΠ3 locuzίoπe che chίarisce il fatto che e il pareπte prossimo ad aνere il diritto e il dovere di veπdicare il sangue della vittima (cfi". anche ν. 1 2); i LXX coπferiscoπo ad άγχιστεύω uπa πuova sfumatura giuridica associandolo a go 'e/. 787 Α morte: p/us chiarificante del greco, che ricalca il ν. 1 1 . 788 Questo ordine: manca πel ™·

Δευτερονόμιον

922

τρόπον ώμοσεν τοίς πατράσιν σου, καΙ. δ(j) σοι κύριοξ89 πίiσαν τfιν γfίν, fιν είπεν δοuναι τοίς πατράσιν σου, (9] έfι.ν άκούσnς ποιείν πά­ σας τfι.ς έντολf:ι.ς ταύταξ90, &ς έγrο έντέλλομαί σοι σήμερον, άγαπίiν κύριον τον θεόν σου, πορεύεσθαι έν πάσαις791 ταίς όδοίς αύτοu πά­ σας τfι.ς ήμέρας, καΙ. προσθήσεις σεαυτφ ετι τρείς πόλεις προς τfι.ς τρείς ταύτας, [ 1 0] καΙ. ούκ έκχυθήσεται αlμα άναίτιον έν τn rn σου, n κύριος ό θεός σου δίδωσί ν σοι έν κλήρφ, καΙ. ούκ εσται έν σο\. αϊ­ ματι ενοχοξ92. - [ 1 1 ] έfι.ν δε γένηται άνθρωπος μισων τον πλησίον καΙ. ένεδρεύσn αύτον καΙ. έπαναστn έπ' αύτον καΙ. πατάξn αύτου ψυχήν, καΙ. άπεθάνn, καΙ. φύγn εiς μίαν των πόλεων τούτων, [ 1 2] καΙ. άποστελοuσιν ή γερουσία793 τfίς πόλεως αύτου καΙ. λήμψονται αύτον έκείθεν καΙ. παραδώσουσιν αύτον εiς χείραξ94 τφ άγχιστεύοντι του αϊματος, καΙ. άποθανείται· [ 1 3] ού φείσεται ό όφθαλμός σου έπ' αύ­ τ(ρ , καi. καθαριείς το αίμα το άναί τιον έξ Ισραηλ, καi. εu σοι εσται. [ 1 4] Ού μετακινήσεις ορια τοu πλησίον σου, & εστησαν οί πα­ τέρες795 σου έν τn κληρονομί � σου, n κατεκληρονομήθης έν τn γfl, n κύριος ό θεός σου δίδωσίν σοι έν κλήρφ. [ 1 5] Ούκ έμμενεί μάρτυς είς μαρτυρfίσαι796 κατfι. άνθρώπου κα­ τα πίiσαν άδικίαν καΙ. κατα πίiν άμάρτημα καΙ. κατα πίiσαν άμαρ­ τίαν797, fιν άν άμάρτπ έπ\. στόματος δύο μαρτύρων καΙ. έπ\. στόμα­ τος τριων μαρτύρων σταθήσεται πίiν798 ρημα. [ 1 6] έfι.ν δέ καταστn μάρτυς άδικος799 κατα άνθρώπου καταλέγων αύτοu άσέβειαν800, [ 1 7] καΙ. στήσονται οί δύο άνθρωποι, οίς έστιν αύτοίς ή άντιλογία, εναν­ τι κυρίου καΙ. εναντι των ίερέων καΙ. εναντι801 των κριτων, o'i έfι.ν &σιν έν ταίς ήμέραις έκείναις, [ 1 8] καΙ. έξετάσωσιν οί κριτα\. άκρι­ βως, καΙ. iδou μάρτυς άδικος έμαρτύρησεν άδικα802, άντέστη κατα του άδελφοu αύτο\3803, [ 1 9] καΙ. ποιήσετε αύτφ ον τρόπον έπονηρεύ-

789 1/ Signore: ampliameπto del greco, che ripropoπe Ia fonnula estesa. 790 Comandi: al singolare πel 'fM: cfr. πota a S, 3 1 . 79 1 Tutte: manca πel ΤΜ; Ia scelta del traduttore si accorda cοπ 10, 1 2 . 792 Tu ... omicidio: 'fM «ποπ c i sara sangue s u d i te»; i l traduttore esplicita e cosi l a Vu/gata e i targumim. 793 1/ . . anziani: ebraico semplicemeπte «gli anziani» (cfr. πota a S, 23). 794 Mani: al siπgolare πell'ebraico 795 Padri: ebraico >; cοπ i ιχχ si accorda 4QDeut• che attesta «[ . . . ] delle νostre tήbiι e i νοstή anziani e i νοstή giudici e i νοstή scήbi>> (cfr. C. Martoπe, Qumran Readings, cit. , p. 295 e πota a 29, 9). Α faνore deι testo dei ιχχ si proπuncia ι. Laberge (τexte, cit., pp. l 57- 1 59), meπtre F. Nwachukwu (τextua/, cit., p. 88) e Ν. ιohfink (Studien ιv, cit., p. 266, nota 8) ήteπgοπο prefeήbiιe ιa forma breνe deι ™· 1 344 Tutte: plus dei ιχχ, presente aπche πeι Targum Pseudo-Yoπatan. 1 345 Nei . . . confronti: τΜ «coπtro di ισrο>>. 1 346 Commetterete ... iniquita: πell' ebraico occoπe ίι νerbo sl;t aι pi 'e/, πeι senso di "agire maιe". Per un approfoπdimeπto ιessicaιe su questa corήspoπdenza si νeda ΒΑ ιι, p. 320. ,

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Δευτερονόμιον

ένετειλάμην ύμtν, και συναντήσεται ύμtν τα κακα1347 εσχατον των ήμερων, οτι ποιήσετε το πονηρον έναντίον 1 348 κυρίου παροργίσαι αύτον έν τΟtζ εργοις1349 των χειρων ύμων. [30] Και έλάλησεν Μωυσης είς τα ώτα πάσης έκκλησίας Ισραηλ τα ρήματα της φδης ταύτης εως εiς τέλος [32, 1 ] 1 350 Πρόσεχε, ούρανέ135 1 , και λαλήσω, και άκουέτω γη ρήματα έκ στόματός μου. [2] Προσδοκάσθω1352 ώς ύετος το άπόφθεγμά μου1353, και 1 354 καταβήτω ώς δρόσος τα ρήματά μου1355 ' ώσει ομβρος έπ' άγρωστιν Και ώσει νιφετος έπι χόρτον1356• [3] οτι όνομα κυρίου έκάλεσα 1 357 • δότε μεγαλωσ ύνην 1 358 τij) θείj) ήμων. [4] θεός1359, άληθινα τα εργα αύτοu 1 360, και 1 361 πaσαι αί όδοι αύτοu κρίσεις1362 • θεος πιστός, και ούκ εστιν άδικία, δίκαιος και οσιος κύριος1363• [5] ήμάρτοσαν ούκ αύτίj) τέκνα μωμητά1364, γενεα σκολια και διεστραμμένη.

1 347 Le sνenture: 'ΓΜ «il male». 1 348 ΑΙ cospetto: ebraico «agli occhi». 1 349 Le opere: al siπgolare in ebraico. 1 3 50 Il cantico che abbraccia i vv. 1 -43 e espresso in poesia, sia ίπ ebraico sia in greco Filone lo appella «graπde cantico» ο piiι spesso «cantico maggiore» per distiπguerlo da Εχ 15 (Leg. m, I 05; Det. 1 14; Post. 1 2 1 e 1 67; Plant. 59; Sobr. 1 0; Mut. 1 82; Somn. ιι, 1 9 1 ); Flaνio Giuseppe, Ant. ιν, 303, dice che il poema, scήtto in esametή, era coπservato πel tempio, per un uso liturgico defiπito, e prediceνa gli eνenti che si sarebbero realizzati e che ancora erano in corso di compimeπto. L'importanza di que­ sto testo e coπfermata dai ήtroνameπti di Qumran, doν'era ήcopiato su un rotolo a parte, e dalle sue attestazioπi in frarnmeπti papiracei (il piiι antico e il papiro Fouad 266 della meta del ι secolo a.C.). 1 351 Presta... cie/o: 'ΓΜ «ascoltate, ο cieli»; simile e l 'avvio di Is Ι , 2 che affianca come haftarah la lettura liturgica di Deut 32 (cfr. ΒΑ ν, p. 32 1 ). 1 352 Sia atteso: ebraico «disceπda». 1 353 Inno: ί1 termiπe άπόφθεγμα, che di solito significa "seπtenza", si colora qui di un significato particolare, avvicinandosi all'ebraico /eqa/:ι "dottήna", "insegnameπto". 1354 Ε: la coπgiunzioπe manca πel 'ΓΜ rna e preseπte πel Samaήtano, πella Peshitta, πel Targum Pseudo-Yonatan e πel Targum Neofiti per facilitazioπe sintattica. 1 355 Parole: al singolare in ebraico. 1 356 Come . . . erba: si notano alcuni termini raή, poetici e ήcercati, come ομβeος, "acquazzoπe" (solo in Sap 16, 1 6; Sir 49, 9 e Dan 3, 64), νιφετός, "neνicata" (solo in Dan 3, 68; il τΜ, inνece, at­ testa «gocce»), ίiγρωστις, "gramigna" (Od. νι, 90; Os 1 0, 4; Mich 5, 6; Is 9, 1 7; 37, 27), che ha come equiνaleπte ebraico «erba νerde». 1357 Ηο inνocato: in ebraico «inνocherό» ο «νoglio inνocare». 1358 Magni.ficenza: hapax del Pentateuco, ποπ apparteπeπte all'uso classico ma beπ attestato negli scήtti del giudaismo ellenistico che teπdoπo a esaltare la grandezza di Οίο (cfr. Arist. § 1 92; Sir 2, 1 8; ,

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dalla via, che vi ho prescήtto e le sventure1347 vi incontreranno alla fine dei giorni, poiche farete ciό che e male al cospetto1 348 del Signore, irήtandolo con le opere 1349 delle vostre mani». [30] Poi Mose pronunciό agli orecchi di tutta l 'assemblea di Israele le parole di questo cantico fino alla fine. [32, 1 ] 1350 Presta attenzione, ο cielo135 1 , e parlerό, e ascolti la teπa le parole della mia bocca. [2] Sia atteso1 352 come pioggia il mio inno1 353, e 1 354 scendano come rugiada le mie parole1 355, come un acquazzone sulla gramigna e come una nevicata sull'erba1356• [3] Poiche ho invocato1 357 il nome del Signore; date magnificenza1 358 al nostro Dio. [4] Dio1359, veraci sono le sue opere1 360, e1361 tutte le sue vie sono giudizi 1 362; Dio fedele, e non c 'e ingiustizia, giusto e santo (e) il Signore1 363• [5] Hanno commesso peccato: non appartengono a lui i figli degni di biasimo1 364, una generazione tortuosa e perversa.

18, 5; 39, 1 5; 44, 2; Tob 12, 6; 13, 4). La partico1are ήcchezza 1essicale dispiegata dai testi giudaico­ el\eπistici πe1 de1iπeare g1i attήbuti dίνίπί e trattata da Α. Passoπi Dei\Άcqua, Innoνazioni /essicαli e αttributi diνini: unα cαrαtteristicα del giudαismo α/essαndrino?, ίπ R. Fabήs (ed.), La pαrolα di Dio cresceνα (At /2,24). Scritti in onore di C.M Mαrtini, EDB, Bo1ogna 1 998, pp. 87- 1 08. 1 359 Dio: τΜ «ia Roccia». Oltre al casus pendens (J.W. Wevers, LXX Trαns/αtor, cit., p. 63), si πota una sostituzioπe che appare aπche ai vv. ι 5, 1 8, 30, 3ι e 37: ιa metafora della roccia vieπe evitata dai LXX perche ormai estranea e poco compreπsibiιe; anche la Peshitta e i tαrgumim impiegano υπ epiteto piiι opportuno (cfr. Α. Passoπi Dei\ Άcqua, Lα metαforα bib/icα di Dio come rocciα e /α suα soppressione nelle αntiche νersioni, in «EL» 9 ι [ ι 977], pp. 4 ι 7-453; J. De Waard, La Septαnte: une trαduction, ίπ R. Kuntzmann - J. Schlosser [eds.], Etudes sur /e Judαϊsme hellenistique, Editioπs du Cerf, Paήs 1 984, p. ι 44; S. Oιofssoπ, God Is My Rock. Α Study of Trαnslαtion Tecnique αnd τheologi­ cαl Exegesis in the Septuαgint, Aιmqvist & Wiksell lntematioπaι, Stockhoιm ι 990, pp. 38-40). 1 360 Verαci . . . opere: τΜ «perfetta e ιa sua opera)). 1 361 Ε: ebraico >. 1 368 Ricordate: τΜ «ήcordί>>; coπcordano cοπ ί LXX ίl Samaήtano, il Targum Pseudo-Yonatan, ίl Targum Neofitί e ίl Targum Frammeπtaήo. 1 369 Della ... generazioni: la locuzίone puo essere ίntesa come una forma dί superlatίνo; πel τΜ sί legge «dί generazίone in generazίone>>. 1370 Diνideva: ebraίco «faceνa eredίtare>>; la forma hif'il dί ntιl usualmeπte coπisponde ίη greco a κατακληρονομέω, ma ί traduttoή ήservano questo νerbo alla terra che e data in eredίta a lsraele (cfr. Μ. Harl, Le grand, cίt., pp. 1 32- 1 33). 1 37 1 Degli . . . Dio: τΜ e Samaήtano «deί figli di Israele>>, ma 4QOeuti ιdigli dί Οίω>. έ probabίle che quest'ultίma lezione sia da coπsίderare come oήgiπale e ί LXX abbiano tradotto «angeli dί Οίω> per eνίtare possίbilί ίllazίoπi politeίstίche; infiπe, il testo e stato ήtoccato ίπ epoca asmonea (Barthelemy) ο alla fine del I secolo d.C. (Himbaza), ίη modo da elimiπare il coπcetto mίtologico dell'unioπe tra esseή angelicί e uomini, creando aπche υπ aggancio con le settanta famίglίe che sono scese ίπ Egitto (cfr. Gen 46, 27 e Εχ I , 5; il Targum Pseudo-Yonatan esplίcίta questa connessione; cfr. Ο. Barthelemy, Les Ώqqune Sopherim e/ la crilique textuelle de I Άncien Testament, ίπ ιινΤ.S>> 9 [ 1 963], pp. 285-304; I . Himbaza, Dt 32,8, une coπection tardiνe des scribes. Essai d 'interpre/alion et de datalion, ί η «Biblί­ ca>> 83 [2002], pp. 527-548). In Giubilei 15, 3 1 -32 si dice che Οίο lascia ί popoli ίη balίa degli spiήtί, ma protegge Israele dagli angeli e dagli spiήti, perche lo ha scelto come suo popolo.

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[6] Queste cose cosi 1365 rendete in cambio al Signore, popolo insensato e stolto? Non e lui in persona1366 tuo padre, che ti ha acquistato, che ti ha fatto e ti ha creato1367? [7] Ricordate1368 ί giorni trascorsi, comprendete gli anni della generazione delle generazioni 1369; inteπoga tuo padre, e te lo annuncera, ί tuoi anziani, e te lo diranno. [8] Quando l 'Altissimo divideva 1370 le nazioni, allorche disperdeva ί figli di Adam, stabili ί confini dei popoli secondo il numero degli angeli di Dio1371 , [9] e parte del Signore divenne il suo popolo, Giacobbe, porzione della sua eredita Israele1372• [ 1 0] Lo forni del necessaήo1373 nel deserto, nella sete bruciante in una landa senz'acqua1374; lo circondό e lo educό e lo custodi come pupilla dell 'occhio, [ 1 1 ] come un 'aquila protegge1375 il suo nido e brama1376 ί suoi piccoli,

' "' V. 9: τΜ «poiche/iπ verita parte del Sigπore i: il sυο popolo, Giacobbe i: porzioπe della sυa ereditiι». 11 tradυttore ha elimiπato la coπgiυπzioπe iπiziale di valore caυsale ο asseverativo e ha creato υπ parallelismo coπfermato aπche dal Samaήtano, che legge alla fine del ν. «sυa eredita lsraele» (c&. J.W. Wevers, Notes, cit., pp. 5 1 3-5 14; sυll'aggiυπta di «lsraele» si veda A. Passoπi Deli'Acqυa, Diffe­ renze nel/'uso del nome «lsraele» nel confronto tra il testo ebraico e /α versione dei LXX, ίπ «RSB» I [ 1 989], pp. 229-256 e ίπ particolare 24 1 e Μ. Harl, Le grand, cit., pp. 1 33). Ιπ greco spicca il termiπe σχοίνισμα, πeologismo dei LXX, ήcalcato sυll'ebraico /:ιevel, "corda" (ίπ greco σχοινίον significa "cordicella" e iπdica per deήvazioπe υπ teπeπo misυrato cοπ la corda). 1 373 Lo ... necessario: τΜ «lo trovό». Per reπdere m� ', "trovare", al qυale corήspoπde abitualmeπ­ te εύρίσχω, il tradυttore ha ήcercato υπ effetto particolare υsando υπ πeologismo, αύταρχέω, hapax πei LXX (c&. J.W. Wevers, Notes, cit., p. 5 1 4); anche il Samaήtaπo evita l 'idea che Οίο "trova" Israe1e e ha ·m� (cοπ metatesi ήspetto a1 τΜ) all' hif 'i/: «lo ha reso forte». Il Targum Onqelos reπde cοπ «ha provvedυto alle loro πecessita», meπtre gli altή targumim iπterpretano il verbo "trovare" πel seπso di "iπcoπtrare". 1 374 Nella ... acqua: τΜ >. ι LXX, modificando ιa forma νerbaιe, cercaπo di

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άναστήτωσαν και βοηθησάτωσαν ύμίν και γενηθήτωσαν ύμίν σκεπασταί 1433• [39] ίδετε ίδετε οτι έγώ είμι1434, και ούκ έστιν θεος πλην έμοu1435 • έγrο άποκτενrο και ζi;ν ποιήσω, πατάξω κάγrο ίάσομαι, και ούκ έστιν δς έξελεί ται έκ των χειρrον1436 μου. [40] οτι άρω είς τον ούρανον την χείρά μου και όμοuμαι τn δεξι� μου1437 και έρrο zω έγrο είς τον αίrονα, (4 1 ) οτι Παροξυνrο ώς άστραπην την μάχαιράν μου1438, και άνθέξεται κρίματος ή χείρ μου, και άνταποδώσω δίκην τοίς έχθροίς1439 και τοίς μισοuσίν με άνταποδώσω· [42] μεθύσω τα βέλη μου άφ' αϊματος, και ή μάχαιρά μου καταφάγεται κρέα, άφ' αϊματος τραυματιών και αίχμαλωσίας, άπο κεφαλi;ς άρχόντων1 440 έχθρrον. [43] εύφράνθητε, ούρανοί, aμα αύτiρ1441 , και προσκυνησάτωσαν αύτiρ πάντες υίοι θεοu1442 • εύφράνθητε, έθνη, μετα του λαοu αύτοu1443 ' και ένισχυσάτωσαν αύτiρ πάντες άγγελοι θεοu·

dίssocίare g1ί ίsrae1ίtί daί cu1tί ίdo1atricί ίstίtuίtί dalle nazίonί pagane: g1ί ίsrae1ίtί hanno preso parte, ma non hanno fondato ta1ί pratίche re1ίgίose (cfr. ΒΑ ν, p. 338 e J.W. Wevers, Notes, cίt., p. 530). 1433 Siano ... protettori: ί1 terrnίne σκεπαστής , "protettore", e un a1tro neo1ogίsmo, raro e dί uso poetίco neί LXX; ί1 τΜ ha «sίa per νοί ήfugίo»; ί1 νerbo ίη terza persona p1ura1e e attestato ne1 Sama­ ήtano, nella Vulgata, nella Peshίtta e neί targumim, ad eccezίone de1 Targum Pseudo-Yonatan. 1434 Vedete ... sono: ne1 τΜ sί trova una delle espressίonί che servono a sostίtuire ί1 nome dίvino e che ήsu1tano ίntraducίbί1ί alla 1ettera: «ora vedete che ίο ίο eg1ί». Ne1 greco sί nota un'anadίp1osί enfatίca de1 verbo "νedere" e 1'uso dί έγώ είμι, tίto1o dίνίηο che sί 1egge anche ίη Is 43, 1 0, 25; 51, 12; 52, 6 e ήpreso ροί ne1 ΝΤ; ί1 passo e cίtato da Fί1one, Post. 1 67- 1 68, per afferrnare che 1'esίstenza dell'Essere puό essere co1ta trarnίte 1a ragίone. Infattί, ί1 τΜ ίdentίfica Οίο, mentre 1a 1ocuzίone greca enfatίzza 1'esίstenza dί Οίο (J.W. Wevers, LXX Trans/ator, cίt., p. 89). Ε probabί1e che ί LXX abbίano avuto una Vor/age pίιΊ breνe de1 ΤΜ, sίmί1e a 4QOeut" (cfr. J. Lust, Raised Hand, cίt., pp. 38 e 40-4 1 ) . 1 4 3 5 A/ ... me: τΜ «accanto a me». 1 436 Mani: a1 sίngo1are nell'ebraίco; ί1 p1ura1e e presente nella Peshίtta e ne1 Targum Neofitί in 1ίnea con 1'uso consueto. 1437 E . . . destra: assente ne1 ΤΜ; ί1 traduttore cosi crea un paralle1ismo (cfr. Od 2, 40). J. Lust (Rai­ sed Hand, cίt., pp. 40-45) sostiene che ί1 gesto dί a1zare 1a mano ίη 40a espήma 1' intervento da parte di Οίο e non sί accordί con 40b, che sί ήfeήsce ίnνece a1 gίuramento: dunque 40a andrebbe 1egato a1 ν. 39; contro questa tesί argomenta J. W. Weνers (Notes, cίt., pp. 53 1 -532) osservando opportunamente che 1a partίcella ki all' ίnίzίo de1 ν. 40 imp1ίca 1a decίsίone dί mettere ίη atto cίό che νίene promesso. Anche ί1 Targum Pseudo-Yonatan, ί1 Targum Neofiti e ί1 Targum Frarnmentaήo fanno ήcorso a1 campo 1essίca1e de1 gίuramento nella 1oro parafrasί de1 ν. 40.

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Sί levίno e νί prestίno soccorso e sίano per νοί protettoή 1433 ! [39] Vedete, vedete che ίο sono143\ e non c'e Οίο al dί fuoή dί me1435; ίο uccίdero e faro vίvere, ίο colpίro e guaήro, e non c'e nessuno che potra lίberare dalle mίe manί1436• [40] Poίche alzero fino al cίelo la mίa mano e giurero per la mia destra1437 e diro: Ιο vivo per sempre, [4 1 ] perche affilero come un fulmίne la mίa spada 1438, e la mίa mano teπa saldamente ίl gίudίzίo, e daro il castίgo dovuto aί nemicί1439 e ήpaghero coloro che mί odίano; [42] ίnebήero ί miei dardί di sangue, e la mίa spada sί pascera di carne, del sangue dei feήti e dei pήgίonieή, e della testa deί capί1440 deί nemίcί. [43] Rallegratevί, ο cίeli, con luί 1 44 1 , e s ί prostήno a lui tuttί i figlί d i Dio1442; rallegratevi, ο nazίoni, con il suo popolo1443, e glί ίnfondano forza tutti gli angelί dί Οίο;

1 438 Come ... spada: τΜ «la folgore della mia spada», una metafora per la lama. 1 439 Ai nemici: τΜ «ai miei nemici». 1 440 Capi: TM par 'ot, termine poco ftequente che designa i "principi", i "capi", ήconoscibili per i lunghi capelli (cfr. /ud S, 2). 1 44 1 Rallegrateνi . . . lui: il ν. 43 presenta una situazione testuale particolare. Degli otto stichi del greco mancano nel τΜ i pήmi due, il quarto e il settimo; in 4QDeut" si leggono sei stichi, che corή­ spondono alle ήghe 1 -2 e 5-8 dei LXX, e questa potrebbe essere la forma oήginaήa (cfr. P.W. Skehan, Α Fragment, cit., pp. 1 2- 1 5; R. Meyer, Die Bedeutung von Dt 32,8/43 [4Q] fiίr die Auslegung des Moseliedes, in Α. Kuschke [ed.], Verbannung und Heimkehr: Beitriige zur Geschichte und τheologie lsraels im 6. und 5. Jahrhundert ν. Chr. FS W. Rudolph, Mohr, Tϋbingen 1 96 1 , pp. 1 97-209; C.J. Labuschagne, τhe &Jng of Moses: Its Framework and Structure, in Ι. Η. Eybers et alii [eds.], De fructu oris sui. Essays in Honour of Α. van Selms, Bήll, Leiden 1 97 1 , pp. 85-98; Ρ.-Μ. Bogaert, Le trois redactions conservees et la forme originale de / 'envoi du Cantique de Moϊse {Dt 32,43], in Ν. Lohfink [ed.], Das Deuteronomium: Entstehung, Gestalt und Botschaft, University Press - Peeters, Leuven 1 985, pp. 329-347; Α. van der Kooij, The Ending ofthe Song ofMoses: On the Pre-Masoretic Version ofDeut 32:43, in F. Garcίa Martinez et alii [eds.], Studies in Deuteronomy in Honour ofC. J. Labuschagne, Bήll, Leiden - New York - Koln 1 994, pp. 93- 1 00). 1 442 E . . . Dio: assente ne1 τΜ ma attestato in 4QDeut", che alla fine pone «tutti (voi) dei»; una parte dei manoscήtti greci ήporta «g1i angeli di Dio», come in Eb l, 6 (cfr. J.W. Wevers, Notes, cit., ρ. 534). 1 443 Rallegrateνi ... popolo: τΜ «acc1amate, ο nazioni, il suo popolo». Nel τΜ le nazioni sono chiamate a esaltare Israele in una prospettiva piiι particolaήstica, mentre nel greco le nazioni si unisco­ no alla gioia di Israele. Lo stico manca in 4QDeut". ,

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οτι το αΤμα των υίrον1444 αύτου έκδικaται, και έκδικήσει και άνταποδώσει δίκην τοίς έχθροίς1445 και τοίς μισοuσιν άνταποδώσει1 446 , και έκκαθαριεί κύριος τfιν γijν του λαου αύτου1447• [44] Και εγραψεν Μωυσijς τfιν δfιν ταύτην έν έκείνη τfi ήμέρ� και έδίδαξεν αύτfιν τοUς υίοuς Ισραηλ1448• και είσijλθεν Μωυσijς και έλάλησεν πάντας τοuς λόγους του νόμου τούτου1449 εtς τα ΟΟτα του λαου, αύτος και Ίησους1450 ό του Ναυη. [45] και συνετέλεσεν Μωυ­ σijς λαλrον1451 παντι Ισραηλ [46] και είπεν προς αύτούς Προσέχετε τfi καρδί � 1452 έπι πάντας τΟUς λόγους τούτους, οUς έγοο διαμαρτύρο­ μαι ύμίν1453 σήμερον, a έντελείσθε τοίς υίοίς ύμrον ψυλάσσειν και 1454 ΠΟtείν πάντας τοuς λόγους του νόμου τούτου· [47] Ο τι ούχι λόγος1455 κενος οuτος ύμίν, οτι αϋτη ή ζωfι ύμrον, και ενεκεν του λόγου τούτου μακροημερεύσετε έπι τijς γijς, είς ην ύμείς διαβαίνετε τον Ιορδάνην έκεί κληρονομijσαι αύτήν. [48] και έλάλησεν κύριος προς Μωυσijν έν τfi ήμέρ� ταύτη λέ­ γων [49] Άνάβηθι είς το ορος το Αβαριν τουτο, ορος Ναβαυ1456 , ο έστιν έν γfi Μωαβ κατα πρόσωπον Ιεριχω, και ίδε τfιν γijν Χανααν, ην έγοο δίδωμι τοίς υίοίς Ισραηλ είς κατάσχεσιν, [50] και τελεύτα έν τiρ ορει, είς δ άναβαίνεις έκεί, και προστέθητι προς τον λαόν σου1457, δν τρόπον άπέθανεν Ααρων ό άδελφός σου έν Ωρ1458 τφ ορει και προσε­ τέθη προς τον λαον αύτου, [5 1 ] διότι fιπειθήσατε τφ ρήματί μου1459 έν τοίς υίοίς Ισραηλ έπι του ϋδατος άντιλογίας1460 Καδης έν τfi έρήμφ

1 444 Figli: ebraico «servi)); la lezione dei LXX e confeπnata da 4QDeurι. 11 Targum Onqelos segue il ΊΜ e aggiunge «i suoi servi giusti)); cosi anche il Targum Neofiti e il Targum Frammentario. 1 445 Fara . . . nemici: ΊΜ >. Ιπ Εχ 1 7, 1 -7 e Num 20, 1 - 1 3 a essere protagoπisti sοπο ήspettivameπte Mose e Mose e Aroπ­ πe, meπtre in Deut 33, 8 l'uomo santo e Aronne. Nel greco i topoπimi Massa e Meήba scompaioπo (cfr. 32, 5 1 ); il traduttore poπe il verbo in terza plurale da iπteπdersi come plurale iπdefiπito (cft. J. W. Wevers, Notes, cit., p. 543). 1 479 n : τΜ «lo»; 4QDeut" si accorda cοπ i LXX, preseπtando la ftase come discorso diretto. ,

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[6] Viva Ruben e non muoia e sia numeroso1474• [7] Ε questa ( e la benedizione) per Giuda: Ascolta, Signore, la voce di Giuda, verso il suo popolo possano venire1475; le sue mani decideranno1476 per lui, e lo soccoπerai dai suoi nemici. [8] Ε a Levi ha detto: Date a Levi ί suoi simboli di ήvelazione e la sua veήta all 'uomo santo1477, che hanno messo alla prova, l 'hanno ingiuήato presso l'acqua della contesa1478; [9] egli che ha detto al padre e alla madre: Non ti 1479 ho visto, e non ha ήconosciuto ί suoi fratelli e ha disconosciuto ί suoi figli 1480; ha osservato ί tuoi oracoli1481 e ha custodito1 482 la tua alleanza. [ 1 0] Mostreranno1483 le tue norme a Giacobbe e la tua legge a Israele; offriranno incensi nel momento della tua ira, continuamente1484 sul tuo altare.

1480 / ..fig/i: ιa ιezione dei LXX segue ίι qere (cfi". aπche ιa Vulgata, ιa Peshitta, ίι Targum Onqe­ ιos, ίι Targum Neofiti e ίι Targum Frammentario); ίι ketiv attesta una scriptio defectiνa (bnw, ιett. «suo figιio», per bnyw, «suoi figιi») coπfermata daι Samaritaπo, 4QDeut• e 4QTest ι 6- ι 6 (cfi". 2, 33). 148 1 Ha . . . oracoli: ίι τΜ aggiunge all 'inizio deι ν.