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Italian Pages 136 [132] Year 2006
fuoricollana 19
Francesco Bono
kino
Il cinema in Germania dopo la riunificazione
Sette Città
Proprietà letteraria riservata. La riproduzione in qualsiasi forma è vietata senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. © 2006 Sette Città di Fernandez srl Via Mazzini, 87 • 01100 Viterbo tel 0761 304967 fax 0761 303020 www.settecitta.it • [email protected] Progetto grafico e impaginazione Emanuele Paris Finito di stampare nel mese di luglio 2006 dalla Tipolitografia Quatrini A. & F. - Viterbo Questo volume è composto in Minion Pro disegnato da Robert Slimbach e prodotto in formato digitale dalla Adobe System nel 1989; è stampato su carta Pordenone delle cartiere del gruppo Cordenons; le segnature sono piegate a sedicesimo (formato 13 x 20) con legatura in brossura e cucitura filo refe. Questo volume è stato stampato grazie al contributo dell’Università degli Studi della Tuscia - Viterbo Kino : Il cinema in Germania dopo la riunificazione. / Francesco Bono. - Viterbo : Sette Città, 2006. 132 p. ; 20 cm. - (Fuori Collana ; 19). isbn 88-7853-062-x. 1. Cinematografo tedesco - 1990-2005. 791.430943 CIP - Biblioteca della Facoltà di Lingue e Letterature dell’Università della Tuscia “A. Montaigne”
INDICE
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9 Premessa 13 Profilo del cinema in Germania dopo la riunificazione 27 Il mercato 49 L’esercizio 73 La produzione 89 Il pubblico 105 Tabelle 123 Indice dei nomi e dei titoli
PREMESSA
Alla fine degli anni ‘80, quando un muro ancora divide la città di Berlino, segnando il confine fra una Germania e l’altra, la Repubblica Federale e la DDR, il cinema attraversava in Germania Ovest un declino che al tempo stesso è culturale ed economico. Con l’esaurirsi dell’esperienza del Neuer Deutscher Film lungo gli anni ‘80, di cui la morte di R.W. Fassbinder assurge a emblema, il cinema tedesco appariva incapace di rinnovarsi. Cala la produzione, che si contrae a 59 film nel 1990, è la cifra più bassa dalla fine della guerra, e la sua quota di mercato oscilla intorno al 10% all’inizio del decennio. Nel corso degli anni ‘90 la Germania cambia profondamente. Insieme alla DDR, il muro di Berlino che si ergeva a limite fra l’Occidente e il comunismo, in una contrapposizione che appariva irriducibile, non esiste più. Si è sgretolato in una notte, fra 9 e 10 novembre 1989, e quel che rimane è una curiosità, che i turisti fotografano distrattamente. Anche il cinema, dal mercato all’esercizio, alla produzione, è notevolmente cambiato. Lungo gli anni ’90, sull’onda della riunificazione della Germania, il settore conosce un boom. Aumenta il pubblico, che dal 1991 al 2001 cresce del 48%, sfiorando la quota di 178 milioni di biglietti nel 2001, una cifra che non si registrava dall’inizio degli anni ’70. Contemporaneamente il box office supera il valore di 980 milioni di euro; e cresce l’esercizio. Il nume7
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ro degli schermi aumenta di un migliaio rispetto al 1991, attestandosi intorno a 4.800, e l’esercizio si trasforma significativamente sull’onda del boom di multiplex, che attualmente sfiorano la cifra di 150 ed a cui va più del 45% del box office. Oggi la Germania è, dopo la Francia, per valore del mercato e per film che si producono all’anno, il maggior polo cinematografico in Europa. Partendo dal crollo del Muro e dalla riunificazione del paese, si ripercorre in questo lavoro lo sviluppo dell’industria del cinema in Germania dall’inizio degli anni ’90 a oggi. Il volume nasce da una collaborazione col Giornale dello Spettacolo, il settimanale dell’Agis, per il quale ho scritto dal 1999 al 2005 sull’argomento. A un capitolo d’introduzione, dove traccio un profilo del settore lungo il decennio, segue una parte di approfondimento sul mercato, l’esercizio, la produzione e il pubblico dal 1999 al 2005, in cui si raccolgono, organizzandoli per argomento, gli articoli per il Giornale dello Spettacolo. Per l’occasione li si è in parte riscritti, sfrondandoli delle informazioni che talvolta tornavano fra uno e l’altro, per comodità del lettore del Giornale, in considerazione della distanza che spesso separava gli articoli, e si è proceduto a integrazioni dove è parso opportuno, per uniformarli all’ordine del capitolo. Completa il volume una appendice con i dati di maggior interesse sul cinema in Germania dal 1991 a oggi. Quali fonti d’informazione per redigere gli articoli si è ricorso principalmente al bollettino della Filmförderungsanstalt FFA - Intern e al sito dell’Entertainment Media Verlag mediabiz.de, che offre un servizio d’informazione sull’industria del cinema e i media in Germania, oltre al settimanale Filmecho/Filmwoche e agli studi che la Filmförderungsanstalt svolge periodicamente 8
premessa
sul mercato, l’esercizio e il pubblico. Se si fa riferimento in un articolo specificamente a una fonte d’informazione o si riporta una dichiarazione, se ne dà conto in nota. Per semplicità si indicano i film col titolo con cui sono stati distribuiti in Italia, quando ciò è il caso, integrandolo nell’indice con il titolo originale. Per gli anni che precedono l’introduzione dell’euro, si mantiene l’uso del marco; il tasso di conversione del marco in euro è 0,511. Ringrazio il direttore del Giornale dello Spettacolo, Luigi Filippi e il caporedattore Roberta Romei per l’opportunità di collaborare col Giornale, Sabine Matthiesen, Joachim Weiduschat, il Deutsches Filmmuseum (Francoforte), la Filmförderungsanstalt (Berlino) e il Filmmuseum Berlin - Deutsche Kinemathek. Il volume è pubblicato con il contributo dell’Università della Tuscia, Viterbo; sono grato al direttore del Dipartimento di Scienze Umane, Gaetano Platania, al preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Moderne, Giorgio Manacorda e al rettore, Marco Mancini per l’attenzione con cui considerano il mio lavoro. Senza l’affetto di mia moglie Maria Vittoria il volume non ci sarebbe.
f.b.
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KINO. IL CINEMA IN GERMANIA DOPO LA RIUNIFICAZIONE
PROFILO DEL CINEMA IN GERMANIA DOPO LA RIUNIFICAZIONE
È il 10 ottobre 1990 quando s’inaugura il primo multiplex in Germania, a Hürth, alla periferia di Colonia. Si chiama Cinedom. L’inaugurazione segue di qualche giorno la riunificazione del paese, che si compie ufficialmente il 3 ottobre 1990. Gli avvenimenti sono incomparabili e la coincidenza è casuale, ma entrambi segnano significativamente lo sviluppo del cinema in Germania lungo gli anni ’90. Con il Cinedom è introdotto in Germania un nuovo modello di cinema, il multiplex, che trasforma in profondità il panorama dell’esercizio oltre Alpe, contribuendo decisivamente a un boom del pubblico durante il decennio. Contemporaneamente, con la riunificazione del paese, si assiste a una radicale trasformazione dell’economia in quel che è stata la Germania dell’est, che investe anche il cinema. sull’onda del boom Inizialmente il cinema subisce il contraccolpo del dissolversi della Repubblica Democratica e della crisi in cui l’economia precipita ad est a ridosso della riunificazione. Durante gli anni ’80 si contano più di 800 cinema nella DDR e gli spettatori oscillano fra 70 e 80 milioni. Rispetto alla popolazione ciò significa una frequenza di più di quattro volte all’anno per abitante, un valore che 13
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risulta doppio rispetto alla Germania Occidentale e a cui contribuisce il modesto costo del biglietto e una minore offerta di attività di svago, che spiegano la popolarità del cinema nella DDR. L’anno che trascorre fra la caduta del Muro e la riunificazione vede drasticamente contrarsi il pubblico nella Germania dell’est, causando una moria fra l’esercizio, che in gran parte è composto di cinema di stampo tradizionale, a uno schermo. Di fronte al diffondersi dell’home video e al moltiplicarsi dell’offerta televisiva, gli spettatori scendono a 10 milioni nel 1990 ed oltre metà degli esercizi chiudono. Sull’onda della riunificazione si assiste a un intervento massiccio di società dell’ovest nel settore. Un cospicuo numero di cinema passa di proprietà all’inizio degli anni ’90 e l’assetto dell’esercizio ad est cambia rapidamente. Il settore si modernizza, parallelamente alla trasformazione che investe tutta l’economia nei Länder di nuova costituzione, in cui è articolato il territorio della Germania Orientale dopo l’unificazione con la Repubblica Federale; e il pubblico registra una crescita a metà degli anni ’90. Fra 1991 e 1993 gli spettatori passano da 13 a 16,8 milioni. Nel 1994 sono 19,7 milioni e il box office cresce nei nuovi Länder da 63,9 a 136,8 milioni di marchi. Gli schermi aumentano da 430 a 467 fra 1993 e 1994 ed ammontano a 526 nel 1995. Dopo l’esordio del Cinedom la costruzione di multiplex inizialmente procede con lentezza. Alla fine del 1993 se ne contano 10 in Germania per complessivi 113 schermi e 28.902 posti a sedere. Rispetto al totale degli schermi (che sono 3.735 nel 1993), rappresentano intorno al 3%, tuttavia contano 10 milioni di spettatori, equivalenti al 7,8% del pubblico, ed ottengono una quota del 9,4% del box office. Nel 1995 il numero di multiplex 14
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aumenta a 17, che rappresentano il 4,5% dell’esercizio per numero di schermi, ma ottengono 13,7 milioni di spettatori, pari all’11% del pubblico. Il successo che rapidamente arride ai multiplex innesca un boom che conduce nel volgere di pochi anni all’apertura di oltre cento multiplex in tutta la Germania. Il boom di multiplex, che raggiunge il picco fra 1996 e 1998, insieme a un generale rinnovamento dell’esercizio, che coinvolge anche la Germania dell’est dopo la riunificazione, si colloca fra i fattori che concorrono decisivamente ad arrestare l’emorragia di pubblico che si protrae lungo tutti gli anni ’80, analogamente a quel che si verifica in gran parte d’Europa. Nel 1980 gli spettatori ammontano a 143,8 milioni nella Repubblica Federale, nel 1986 se ne contano 105,2 milioni, che scendono a 101,6 nel 1989. Contemporaneamente si assiste a una diminuzione del pubblico da 174,8 a 120,9 milioni in Francia ed a un tracollo in Italia, dove gli spettatori si contraggono da 242 a 95 milioni fra 1980 e 1989. Con l’inizio degli anni ’90 si registra una inversione di tendenza in Germania. Il cinema riconquista una capacità di attrazione sul pubblico, a cui contribuisce l’ammodernamento dell’esercizio, e si assiste a una ripresa del consumo di film. Nel 1993 gli spettatori sono 130,5 milioni, nel 1994 se ne contano 132,8 milioni e, dopo una flessione nel 1995, il pubblico prosegue a crescere costantemente, oltrepassando 140 milioni nel 1997 e sfiorando la soglia di 150 milioni nel 1998. Complessivamente, considerando il decennio dal 1991 al 2001, si riscontra una crescita del pubblico intorno al 50%, pari a un incremento di 58 milioni di biglietti. Sull’onda del boom di multiplex il panorama dell’esercizio cambia radicalmente durante il decennio. Il 15
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numero degli schermi è in crescita dall’inizio degli anni ’90. Se ne contano 3.735 nel 1993 e salgono a 3.901 nel 1995, superando la quota di 4.000 un anno dopo, per raggiungere la cifra di 4.651 alla fine degli anni ’90. L’incremento non è circoscritto ai multiplex. Si registra anche uno sviluppo dell’esercizio di stampo tradizionale. Nel 1999, ad esempio, sul totale di 478 schermi di nuova costruzione o che riaprono dopo ristrutturazione, 247 non si trovano in multiplex; 40 appartengono ad esercizi a uno schermo, la maggior parte si trova in complessi di media dimensione, da due a sei schermi. Il rinnovamento non è indolore e avviene a costo di una parte dell’esercizio che è costretto a chiudere di fronte ai multiplex, ai quali va una quota crescente di pubblico. Nel 2001 gli schermi che si trovano in multiplex oltrepassano 1.200. Vi si stacca il 43% di tutti i biglietti e i multiplex intercettano il 46% del box office. Contemporaneamente avviene un processo di concentrazione dell’esercizio, che ha inizio durante gli anni ’80, ma accelera significativamente col diffondersi di multiplex. Lungo il decennio si è progressivamente ridotto il numero degli esercizi a conduzione familiare. Nel 1985, il dato si riferisce alla Repubblica Federale, su un totale di 1.277 imprese di esercizio, 662 operano uno schermo, 242 ne gestiscono due; il numero di società che possiedono più di 11 schermi si restringe a 31. Nel 1993 aumentano a 39, parallelamente diminuisce il numero di imprese che gestiscono da uno a due schermi; complessivamente si riducono a 1.020. Si assiste anche a una concentrazione del box office. Un piccolo numero di schermi conquista una quota preponderante. Sul totale di 4.651, un decimo registra nel 1999 un incasso oltre 700.000 marchi e si accaparra il 16
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35% del pubblico. Si contrappongono oltre 1.000 schermi, pari a un quarto sul totale, che incassano meno di 100.000 marchi e in cui si reca il 5% del pubblico. Con l’ingresso di società d’oltreoceano nel campo dell’esercizio, si verifica una internazionalizzazione del settore. Alla Uci (United Cinemas International), che fa capo a Paramount e Universal, e alla Warner Bros. seguono le australiane Village Roadshow Exhibition, Greater Union, che si associa con Kieft & Kieft, e Hoyts Cinemas. Al tempo stesso si registra l’impegno di società di distribuzione nell’esercizio; la Senator Film si allea con CinemaxX e Kinowelt, al 1° posto alla fine degli anni ’90 fra le case di distribuzione per film in listino, s’impegna nel settore con una partecipazione alla Theile Hoyts Entertainment, oltre che in multiplex della Warner Bros. e della Village Roadshow Exhibition. Il fenomeno s’intreccia con una politica di espansione in Europa, con CinemaxX che si amplia in Danimarca, Polonia, Svizzera, Turchia e Ungheria, mentre Kieft & Kieft e Theile Hoyts guardano all’Olanda e all’Austria. Il vorticoso sviluppo dell’esercizio raggiunge l’apice fra 1998 e 1999, quando il mercato si mostra prossimo alla saturazione. Pur registrandosi ancora un incremento di pubblico, che raggiunge l’apice nel 2001, sfiorando la quota di 180 milioni di biglietti, il numero di schermi in funzione, sono più di 4.800 all’inizio del nuovo millennio, si mostra eccessivo rispetto al pubblico e lo squilibrio si ripercuote negativamente sul settore. Il boom di multiplex volge al termine e diviene chiaro che l’aspettativa che si è nutrita riguardo allo sviluppo del mercato, scommettendo sul raggiungimento di 200 milioni di spettatori all’anno, è stata eccessiva. Il settore si trova a confrontarsi con un fenomeno di over screening e la concorrenza sospinge il 17
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prezzo del biglietto al ribasso, incidendo negativamente sul box office, che accusa una flessione nel 1999. Si contraggono i margini di profitto e una parte dell’esercizio si scopre in difficoltà. La contrapposizione fra multiplex ed esercizio di stampo tradizionale sfocia in una spaccatura dello ������ Hauptverband����������������������������������������������� Deutscher Filmtheater, l’associazione che raggruppa gli esercenti; i circuiti di multiplex ne escono alla fine del 1999. Contemporaneamente cresce la conflittualità fra l’esercizio e la distribuzione (l’associazione di categoria è il Verband der Filmverleiher), mentre la crisi travolge due fra i giganti del settore, Kinowelt, che è schiacciato dal peso di debiti per 800 milioni di marchi, e la Ufa-Theater, che costituisce il 3° circuito in Germania, con 38 cinema per 234 schermi. Dopo l’annullamento dell’accordo di collaborazione con CinemaxX, a cui si lega nell’autunno 2000, la Ufa-Theater fallisce nel 2002 e il circuito è rilevato dal gruppo Kieft & Kieft. cosa offre il mercato Lungo il decennio, parallelamente all’incremento del box office e allo sviluppo dell’esercizio, il mercato si è modificato significativamente. È cresciuta l’offerta di film che annualmente giungono in sala. A metà del decennio la cifra oscilla intorno a 300, nel 1999 sono 350 e il fenomeno raggiunge l’apice nel 2000, quando si tocca il record di 416 film, provenienti da 33 paesi; la cifra ridiscende a 375 nel 2001. A fronte del moltiplicarsi di film sul mercato, tuttavia si registra una concentrazione del pubblico su un minor numero di titoli, a cui va una parte preminente del box office. Rispetto all’inizio degli anni ’90, il numero di film per i quali si staccano fra due e tre milioni di 18
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biglietti risulta doppio alla fine del decennio. A fronte di quattro nel 1991, si contano 10 film nel 1995, che salgono a 11 nel 1998. Contemporaneamente cresce il numero di copie con cui i film di maggior peso giungono in sala. Il fenomeno ha radice negli anni ’80 e si accentua col decennio successivo. All’inizio degli anni ’80 i film di maggior appeal escono in 100 copie in Germania. La cifra si attesta al termine del decennio fra 200 e 300, in concomitanza con la trasformazione dell’esercizio, in cui si assiste progressivamente alla scomparsa del circuito di seconda visione e, con l’inizio degli anni ’90, a un incremento vorticoso degli schermi. Si aggiunge la necessità di concentrare lo sfruttamento in sala nell’arco di qualche settimana, prima dell’immissione sul mercato dell’home video. Fra 1991 e 1998 i film che escono in più di 300 copie crescono dal 4% al 12%, il numero per i quali si oltrepassano 600 copie è di 21 nel 2001. Con il blockbuster di George Lucas Star Wars Episodio I è infranta la soglia di 1.000 copie. Per converso diminuisce gradualmente il numero di film che escono in meno di 50 copie; ammontano a due terzi sul totale all’inizio degli anni ’90, la percentuale oggi è intorno al 45%. In contrasto con l’ampliarsi dell’offerta si assiste nel corso degli anni ’90 a un rafforzamento di Hollywood al box office, sul quale esercita saldamente il dominio. La produzione d’oltreoceano si aggiudica oltre due terzi del box office in Germania. Durante gli anni ’80 la sua quota di mercato oscilla intorno al 60%. All’inizio degli anni ’90 sale all’80%, segnando un picco dell’88% nel 1993. L’espansione si è compiuta a discapito della produzione di area europea, in particolare del cinema francese ed italiano, i quali detengono precedentemente una quota signifi19
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cativa del mercato tedesco. Rispetto all’inizio degli anni ’80, quando all’incirca il 10% di film che annualmente escono in Germania, è di produzione italiana, la percentuale oggi oscilla fra l’1% e il 2%; si tratta di un pugno di film all’anno e l’incidenza sul box office è marginale. Con l’eccezione di La vita è bella, che sull’onda dell’Oscar è stato visto da più di due milioni di spettatori, e di Silvio Soldini che ne ottiene 1,3 milioni con Pane e tulipani, cogliendo un successo che non ha eguali per un film italiano oltre Alpe, raramente questi si collocano oltre la soglia di 100.000 biglietti. Fal 2000 e 2005 si contano Malena e La stanza del figlio, forti della notorietà del regista e, a sorpresa, il film d’esordio di Emanuele Crialese Respiro, mentre sfiorano la soglia Giuseppe Piccioni con Fuori dal mondo e i film di animazione di Enzo D’Alò La gabbianella e il gatto e Momo alla conquista del tempo, a conferma della rilevanza che ha la produzione per bambini sul mercato d’oltralpe. Casomai, Le fate ignoranti, Il più bel giorno della mia vita, L’ultimo bacio, in contrasto con il successo che colgono in Italia, si arrestano fra 30.000 e 40.000 spettatori; e si rivela assente, con l’eccezione di Manuale d’amore, la commedia di taglio popolare, di Carlo Verdone, Aldo, Giovanni e Giacomo, Leonardo Pieraccioni, Christian De Sica e Massimo Boldi, che domina al botteghino in Italia, ma ha difficoltà a superare il confine. dal neuer deutscher film a lola Gli anni ’90 vedono un rilancio del cinema tedesco, che gradualmente ritrova uno spazio e l’attenzione del pubblico. La ripresa segue a una situazione di crisi in cui scivola sul finire degli anni ’80, quando il suo futuro, come osserva Eric Rentschler, riconsiderando il periodo, 20
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si presenta come un campo aperto e dall’incerta prospettiva. Erano gli anni di “un declino a rate”, per ricorrere a una espressione di Georg Sesslen, e il processo di riunificazione che faticosamente segue al crollo del Muro lo aggrava inizialmente. Insieme al Muro si sgretola anche la struttura che, dalla produzione alla distribuzione, all’esercizio governa il cinema ad est dalla fine della guerra, dove il settore è interamente in mano allo stato. Con l’integrazione della DDR nella Repubblica Federale il mantenimento della Defa, a cui fa capo tutta la produzione durante la DDR, si rivela oneroso e impossibile e si procede allo smantellamento della società. Per gestire i film di produzione della Defa è costituita una fondazione, la Defa-Stiftung, mentre si privatizzano gli studios di Babelsberg, alla periferia di Berlino, che appartenevano alla Ufa prima della guerra. Il complesso è acquistato dalla francese Compagnie Générale des Eaux e il regista Volker Schlöndorf assume la direzione, tuttavia il rilancio si rivela difficile. Mentre Hollywood invade il mercato, la produzione si restringe ad est a un pugno di film durante la fase di transizione dalla DDR alla riunificazione. La situazione si sovrappone al declino che il cinema attraversa in Germania Ovest durante gli anni ’80. Con l’esaurirsi della esperienza del Neuer Deutscher Film lungo il decennio, di cui la morte di Rainer Werner Fassbinder assurge a emblema, il cinema tedesco appare incapace di rinnovarsi e, di fronte al caduta del Muro e alla realtà del paese in mutamento, perde il contatto con il pubblico. “All’inizio degli anni ’90 non c’era quasi un regista che sviluppasse una curiosità creativa, […] che avesse dell’interesse per un confronto estetico con la realtà”, scrive Katja Nicodemus. Il declino al tempo stesso è culturale e di carattere 21
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economico e si assiste a un contrarsi della produzione nel corso degli anni ’80, che scende a 59 film nel 1990; è la cifra più bassa dalla fine della guerra. Cala anche la quota che la produzione nazionale detiene sul mercato, che oscilla intorno al 10% all’inizio del decennio. La tendenza s’inverte a metà degli anni ’90. Gradualmente risale il numero di film di produzione tedesca, che si assesta intorno a 80 a metà del decennio, prima di balzare oltre 90 nel 1999; il dato include i film di coproduzione. E il cinema tedesco riconquista l’apprezzamento del pubblico, toccando una quota del 16,2% e 17,3% al box office fra 1996 e 1997. Sull’onda della commedia di Sönke Wortmann Tutti lo vogliono, che è vista da 6,5 milioni di spettatori, s’impone un filone di ambiente urbano e borghese e dalla facile comicità, che si guadagnano l’etichetta di neudeutsche Komödie, di “neocommedia tedesca”. Il filone contraddistingue significativamente il cinema tedesco lungo gli anni ’90, caratterizzandosi per una indifferenza per la realtà del paese, dalla quale la neudeutsche Komödie si mantiene a distanza. Se la critica li disdegna e i film raramente varcano il confine, il pubblico ne decreta il successo e va il merito al filone di riportare la produzione nazionale in cima al box office. Dopo il successo del film di Sönke Wortmann, nel 1996 è la volta di Werner - Das muss kesseln, che si piazza al 2° posto al box office, Männerpension e Das Superweib, per i quali si staccano 3,3 e 2,4 milioni di biglietti. Il thriller di Thomas Jahr Knockin’ on Heaven’s Door, una commedia, Rossini oder die mörderische Frage, wer schläft mit wem e il film di animazione Kleines Arschloch ottengono più di tre milioni di spettatori nel 1997. Al termine degli anni ‘90 si parla diffusamente di un risveglio del cinema tedesco. Dopo un decennio 22
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di difficoltà torna a contendere una fetta del mercato a Hollywood. Nel 1999 la sua quota è del 14%, con un incremento degli spettatori da 13,5 a 19,8 milioni rispetto al 1998. Nel 2001 diventano 30,9 milioni e conquista il 18,4% del box office, al vertice del quale piazza la commedia di Michael Herbig Der Schuh des Manitu. Il film, una parodia del western, è visto da 10,5 milioni di spettatori e infrange il record di Otto - Der Film che con 8,7 milioni di spettatori era dal 1985 il film tedesco di maggior successo. Il successo è replicato nel 2004 con (T)Raumschiff Surprise - Periode 1, per il quale si staccano 9,1 milioni di biglietti. In totale gli spettatori di film tedeschi crescono a 37 milioni nel 2004, assicurando una quota del 24% al box office per la produzione nazionale, che registra il miglior risultato dagli anni ’80 a oggi. Cresce anche la produzione, nel 2001 si contano 107 film, e si rafforza il sostegno del governo e dei Länder, sono le regioni in cui si articola la Repubblica Federale, al cinema. Quest’ultimi, che detengono la competenza per la cultura e lo spettacolo in Germania, finanziano il settore con 123,7 milioni di euro nel 2001, a cui si aggiungono 78,8 milioni di euro a livello federale. Complessivamente la cifra sfiora 242 milioni di euro nel 2004. Per la parte di competenza federale, gestiscono i finanziamenti la �������� Filmförderungsanstalt e il Beauftragter der Bundesregierung für Kultur und Medien; la figura di un “Incaricato del governo per la cultura e i media” è istituita nel 1998, insieme alla riforma della legge sul cinema, ed è comparabile a un ministro. Insieme alla produzione, la Filmförderungsanstalt sostiene anche l’esercizio e il fondo è alimentato principalmente da un prelievo sul box office e l’home video. Dopo un decennio in ombra, in cui domina il prodotto di cassetta, di fronte alla difficoltà del cinema d’au23
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tore di colloquiare con il pubblico, alla fine degli anni ‘90 si riaffaccia nel cinema tedesco una produzione di qualità, che si sforza di coniugare il mercato con il cinema d’autore. Ne diviene l’emblema il film di Tom Tykwer Lola corre, che conquista più di due milioni di spettatori ed è distribuito internazionalmente; incassa sette milioni di dollari in America, conseguendo il miglior risultato per un film di produzione tedesca dopo U-Boot 96. “Dopo Lola corre”, scrive Michael Töteberg, “il cinema tedesco conosce un rilancio. È finito il tempo della commedia di coppia, l’Autorenfilm si è congedato”. E l’inizio del nuovo millennio conferma la rinascita. Dopo l’Orso d’argento che Andreas Dresen ottiene per Catastrofi d’amore al festival di Berlino nel 2002, nel 2003 l’Oscar per il miglior film straniero va al film di Caroline Link Nowhere in Africa e Good Bye, Lenin!, in cui Wolfgang Becker si confronta con la Ostalgie, la nostalgia che aleggia ad est per la DDR, alimentandosi della delusione e della diffidenza con cui in molti guardano alla riunificazione, registra più di sei milioni di spettatori. Un anno dopo Fatih Akin, l’esponente di punta di un gruppo di registi di origine turca, che si è recentemente imposto all’attenzione, vince il festival di Berlino con La sposa turca. Il cinema tedesco torna a far parlare di sé. Per la redazione del capitolo si è fatto uso principalmente di Pätzold Röper, Kinos in NRW. Vom Dorfkino zum Multiplex, Filmstiftung Nordrhein-Wesrfalen, Düsseldorf 1992; Lydia Trotz, Filmförderung in den neuen Bundesländern, Vistas, Berlin 1996; Heike Amend, Michael Bütow, Der bewegte Film. Aufbruch zu neuen deutschen Erfolgen, Vistas, Berlino 1997; Michael Töteberg (a cura di), Szenenwechsel. Momentaufnahmen des jungen deutschen Films, Rowohlt, Hamburg 1999; Stefan Simonis, Thorals Reise, Multiplex-Kinos. Entwicklung der Kinolandschaft in Deutschland, Shaker, Aachen
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profilo 2000; Leonie Naughton, That Was the Wild East. Film Culture, Unification and the ‘New’ Germany, The University of Michigan Press, Ann Arbor 2002. Si segnalano anche i capitoli di Eric Rentschler Film der achtziger Jahre e Katja Nicodemus Film der neunziger Jahre in Wolfgang Jacobsen, Anton Kaes, Hans Helmut Prinzler (a cura di), Geschichte des deutschen Films, J.B. Metzler, Stoccarda 2004, pp. 281-318 e 319-356; gli interventi di Georg Sesslen, Zur Lage des deutschen Films e Conny E. Voester, Filmförderung in der Bundesrepublik Deutschland in Bernhard Frankfurter (a cura di), Offene Bilder. Film, Staat und Gesellschaft im Europa nach der Wende, Promedia, Vienna 1995, pp. 197-212 e 213-222; nonché i contributi di Wolfgang Schneider, Film braucht Politik! Anmerkung zur Filmpolitik in Deutschland und Europa, Karl H. Müller-Sachse, Kino im Wandel kultureller Publikumsinteressen, Kim Ludolf Koch, Multiplexe - Chance oder Bedrohung kommunaler Kinos e Albrecht Göschel, Kino-Geschmack und Generationen in Ostund West-Deutschland in Hans-Peter Burmeister (a cura di), Transformationen von Film und Kino in der europäischen Integration, Evangelische Akademie Loccum, Rehburg-Loccum 2000, pp. 11-28, 63-94, 95- 108 e 141-165. Fra i periodici, oltre al bollettino della Filmförderungsanstalt FFA - Intern, si è utilmente consultato Media Perspektiven. In particolare, si vedano sullo sviluppo del cinema in Germania dagli anni ’90 ad oggi gli interventi di Dirk Blothner, Kinofilme und Lebensalter, n. 9/1998, pp. 479-485; Johannes Klingsporn, Zur Lage der deutschen Kinowirtschaft, n. 12/1991, pp. 794-805; Gerhard Neckermann, Multiplexe verändern Kinomarktstruktur e Neue Besuchergruppen erschlossen, n. 9/1994, pp. 450-458 e 459-466; Kinostruktur und Multiplexentwicklung, n. 3/1997, pp. 114-123 (è firmato insieme a Rolf Bähr); Kinobesuch: Starkes Wachstum trotz demographisch bedingter Rückgänge, n. 9/1998, pp. 472-478; Kinobranche im Umbruch, n. 9/2000, pp. 406-413; Multiplexe in der Krise? e Das Kinopublikum 1993 bis 2000, n. 10/2001, pp. 505-513 e 514-523; Aussergewöhnliches Filmjahr bringt Rekordbesuch, n. 11/2002, pp. 557-567.
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IL MERCATO
il pubblico è da record * L’anno 1999 segna un record per il cinema in Germania, confermando un boom del mercato che prosegue dall’inizio degli anni ’90. Grazie a 149 milioni di spettatori l’anno supera il 1998, che con 148,9 milioni di biglietti appariva difficile da eguagliare, mancando un film quale Titanic a fare da traino. Con uno sprint a dicembre, in cui si è registrato un aumento di pubblico del 15,5%, il mercato cancella il calo nel 1° semestre dell’anno (in cui si registrava una flessione dell’11,5%), raggiungendo con 120.000 biglietti in più in confronto al 1998 il miglior risultato da 20 anni a oggi. Al box office dominano i film d’oltreoceano, con Star Wars Episodio I - La minaccia fantasma che si piazza al vertice della top ten nel 1999 con 7,9 milioni di spettatori. Seguono Notting Hill con 5,4 milioni di biglietti, La mummia e Se scappi ti sposo, che si contendono il 3° posto con 4,8 milioni di spettatori. Dopo il film di animazione della Disney Tarzan, al 6° e al 7° si collocano Matrix e A Bug’s Life, per i quali si sono staccati 4,3 milioni e 3,5 milioni di biglietti. La coproduzione fra Francia, Germania e Italia Asterix & Obelix contro Cesare si * Giornale dello Spettacolo, n. 6, 18 febbraio 2000.
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piazza al 9° posto fra James Bond con Il mondo non basta e C’è posta per te. Tuttavia il 1999 mostra anche un lato in ombra. Al record di spettatori non corrisponde un incremento del box office che, con un totale di 1,581 miliardi di marchi, registra una perdita di 20 milioni rispetto al 1998, con una flessione dell’1,2%. È inusuale che a un aumento del pubblico non corrisponda un incremento del box office, solitamente questo lo sopravanza in percentuale, e il risultato preoccupa. La causa risiede in una flessione del prezzo del biglietto. Questo è aumentato intorno al 4% all’anno fra 1995 e 1998, raggiungendo una media di 10,75 marchi, e ci si attendeva il superamento della soglia di 11 marchi nel 1999. Tuttavia la concorrenza che si fa crescente nell’esercizio, in particolare in località dove il boom di multiplex conduce a una saturazione del mercato, ha avuto per effetto un contenimento del prezzo del biglietto, al punto da influire negativamente sul box ������� office alla fine dell’anno. al cinema d’estate * Il cinema piace in Germania d’estate. Con un totale di 14,4 milioni di biglietti (il dato si riferisce al 1999) il mese di agosto è prossimo a dicembre, in cui si sono contati 14,7 milioni di spettatori. Soltanto ad ottobre sono stati di più, oltrepassando la soglia di 16 milioni. Il pubblico che va al cinema d’estate è in aumento dal 1995. Nel 1995 erano 6,9 milioni a giugno, nel 1999 sono stati 10,8 milioni, con un incremento del 77% rispetto al 1998. Fra 1995 e 1999 gli spettatori sono aumentati da 7,6 a 10,9 milioni * Giornale dello Spettacolo, n. 15, 5 maggio 2000.
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a luglio, da 9,9 a 14,4 milioni ad agosto. Sul totale di 149 milioni di biglietti, da giugno ad agosto se ne sono staccati 36,2 milioni (nel 1998 sono stati 29,3) e l’apporto dell’estate al box office è stato del 24%, con un aumento di quattro punti in percentuale rispetto al 1998. “Dalla metà degli anni ’90 la situazione è nettamente migliorata”, spiega il segretario del Verband der Filmverleiher, Johannes Klingsporn.1 “Prima si evitava di uscire con titoli di rilievo durante l’estate, poi il clima è cambiato. Grazie all’iniziativa delle major e di distributori tedeschi il tabù è stato infranto. Ora il cinema va forte d’estate”. Guardando al 1999, il successo di La mummia, Matrix, Notting Hill e Star Wars fra giugno e agosto lo conferma. “Il merito è anche dell’esercizio, che si è profondamente rinnovato”, precisa il presidente dello Hauptverband Deutscher Filmtheater, Steffen Kuchenreuther.2 “Si è fatto molto per alzare lo standard e offrire il comfort che il pubblico si aspetta. Al tempo stesso è migliorata la collaborazione con la distribuzione. Si è compreso che una suddivisione del prodotto nell’arco dell’anno favorisce tutti”. Un ruolo gioca anche il supporto dello stato. “Per incoraggiare l’uscita di film durante l’estate”, spiega AnnMalen Witt per conto della Filmförderungsanstalt,3 “sosteniamo la stampa di copie in più per i cinema in località con meno di 20.0000 abitanti. Per i film che escono in estate il contributo aumenta”. La misura va a vantaggio della distribuzione e degli esercenti in provincia, con l’effetto di favorire la diffusione di film sul territorio. La Filmförderungsanstalt finanzia anche una campagna per promuovere il consumo di cinema in estate. “L’esperienza è positiva. Ora si tratta di raggiungere il pubblico che va al cinema raramente. Penso alla fascia di 50 anni e agli an29
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ziani. Considerando l’evolversi della società, sono il pubblico di domani”. Si annunciano numerosi i film di richiamo che usciranno d’estate nel 2000, da I Flinstones in Viva Rock Vegas a Mission: Impossible-2, La tempesta perfetta, Il patriota e Sai che c’è di nuovo?. “In generale”, spiega Johannes Klingsporn, “in estate funzionano di più i film d’azione. Per esempio, la Uip tradizionalmente propone James Bond ad agosto. Va bene anche la commedia di produzione tedesca, ma il successo di un film d’autore come Buena Vista Social Club mostra che, se l’offerta è valida, c’è uno spazio per tutti”. il mercato cresce ancora * L’anno 2000 inizia positivamente. Rispetto al 1999, da gennaio a marzo gli spettatori passano da 37,9 a 42,6 milioni, registrando un aumento di 4,7 milioni, e il box office cresce da 403 a 460 milioni di marchi, con un incremento di 15 punti in percentuale. In particolare, il pubblico è aumentato del 26,9% a gennaio; una percentuale vicina al boom che si registrava all’inizio del 1998, quando il kolossal di James Cameron Titanic infiammava il box office in Germania. Dopo una flessione a marzo, il periodo di Pasqua e il weekend del 1° maggio fanno di nuovo registrare un incremento del consumo di cinema. Fra marzo e l’inizio di aprile gli spettatori oscillavano fra 1,7 e 1,5 milioni per weekend, poi il mercato è ripreso a crescere. Nel weekend della domenica delle Palme, che segna in molti Länder l’inizio delle vacanze di Pasqua, si sono staccati 2,7 milio* Giornale dello Spettacolo, n. 18, 2 giugno 2000.
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ni di biglietti. Nel weekend di Pasqua sono stati 2,4 milioni e 2,1 in quello del 1° maggio. Hollywood domina il botteghino nel 1° quadrimestre 2000. American Pie è primo con 5,9 milioni di spettatori e un incasso di 67,8 milioni di marchi. Seguono The Sixth Sense con 3,9 milioni di spettatori e American Beauty, che è stato visto da 3,7 milioni di spettatori, totalizzando 45,5 milioni di marchi. La classifica prosegue col film per bambini Toy Story 2, dopo il quale si colloca la commedia di Marc Rothemund Harte Jungs, mentre Pokémon il film, il film di Steven Soderbergh Erin Brockovich e Il miglio verde si attestano intorno a due milioni di spettatori. Seguono un thriller di produzione tedesca, Anatomie e Il mistero di Sleepy Hollow, per i quali si sono staccati 1,9 e 1,7 milioni di biglietti, mentre un altro film per famiglie si appresta a scalare il box office; è Stuart Little che, in sala da Pasqua, è stato visto in due settimane da più di 900.000 spettatori, con un incasso di 8,8 milioni di marchi. l’estate è un flop * In controtendenza rispetto all’Europa, dalla Francia alla Spagna, all’Inghilterra, dove l’estate si è caratterizzata per un aumento di pubblico, in Germania si è rivelata un flop. Rispetto al 1999 il box office accusa una flessione di sei punti in percentuale fra giugno e agosto, con una perdita di 24 milioni di marchi. Fra le cause per la flessione in molti indicano l’eccesso di film che è giunto sul mercato durante l’estate, impedendo di valorizzare i titoli che lo meritavano e in* Giornale dello Spettacolo, n. 28, 29 settembre 2000.
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ducendo una saturazione fra il pubblico. “È necessario riflettere sulla opportunità d’immettere sul mercato un numero di film di questa dimensione”, osserva Peter König,4 che programma il circuito di CinemaxX, ma Johannes Klingsporn��������������������������������������������� , a nome del Verband der Filmverleiher, smorza la polemica; “è impossibile che il mercato cresca sempre, una oscillazione appare fisiologica”.5 Il flop durante l’estate scalfisce appena la crescita del mercato. Da gennaio a giugno il pubblico aumenta del 12% rispetto al 1999, mentre il box office cresce del 13% e la soglia di 150 milioni di biglietti appare a portata di mano per la fine dell’anno. Grazie a 74,6 milioni di spettatori, il box office vale 796 milioni di marchi nel 1° semestre 2000, rispetto a 706 milioni nel 1999 ed a 802 nel 1998. Hollywood domina il box office con una quota del 78% e un incasso di 594 milioni di marchi, tuttavia la produzione tedesca si attesta sul 15%, in linea con l’anno precedente. In totale sono 196 i film usciti nel 1° semestre 2000, con un aumento di 37 titoli in confronto al 1999. Fra questi 46 sono di produzione tedesca (erano 47 l’anno scorso), per i quali si sono staccati 11 milioni di biglietti. l’anno si chiude in attivo * Malgrado una flessione del pubblico fra l’estate e l’autunno, l’anno 2000 si chiude in attivo, con una crescita del 2,4% degli spettatori, che raggiungono la cifra di 152,5 milioni, e un incremento del 2% del box office, che sfiora 1,612 miliardi di marchi. L’esito, che migliora il risultato * Giornale dello Spettacolo, n. 3, 19 gennaio 2001.
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del 1998 e del 1999, segnando di nuovo un record, fuga il timore di una stagnazione del mercato, che si è inizialmente diffuso fra gli esercenti e la distribuzione dopo l’estate. Dopo un calo del box office, oscillante dal 20% nel mese di agosto all’8% in novembre, che erodeva progressivamente il margine di vantaggio rispetto al 1999, il pubblico è tornato al cinema a dicembre, con un aumento del 3,7% in confronto all’anno precedente, e l’anno si chiude con 3,5 milioni di spettatori in più. Il consumo di cinema continua a crescere in Germania, ma il mercato è in affanno di fronte all’aumento di film in uscita, che in molti giudicano eccessivo, e ad una crescita degli schermi (nel corso del 2000 se ne sono inaugurati 448, portando il totale a 4.783) che non trova un corrispettivo nell’aumento di pubblico. Il numero di film che escono annualmente è passato da 312 a 416 dal 1998 al 2000, con un incremento del 19% in confronto al 1999, quando erano 350. Il fenomeno si ripercuote negativamente sull’incasso per film. Pur aumentando il pubblico, questo si divide fra un maggior numero di film, con la conseguenza che diminuiscono in media gli spettatori per titolo. Soltanto un film, American Pie, ottiene più di sei milioni di spettatori nel 2000, piazzandosi al 1° posto al box office, mentre Mission: Impossible-2 è al 2° posto con 4,4 milioni di biglietti. Seguono American Beauty, The Sixth Sense, Il gladiatore, Pokémon il film e Scary Movie, per i quali si sono staccati da 3,9 a 3,1 milioni di biglietti. Si conferma il predominio di Hollywood al box ������� office e la produzione europea è assente nel 2000 dalla top ten (nel 1999 Asterix & Obelix contro Cesare era al 9° posto e La vita è bella otteneva 1,5 milioni di spettatori). Il cinema tedesco si ferma al 15° posto con Anatomie e Galline 33
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in fuga, di nazionalità inglese, è in 17° posizione con 1,9 milioni di biglietti; ma l’Italia figura a sorpresa in graduatoria all’inizio del 2001 grazie a Pane e tulipani che, in sala da Natale, è stato visto a gennaio da 132.000 spettatori, mentre stanno per esser distribuiti Malena e Un amore di Gianluca Maria Tavarelli. la crescita prosegue * Il mercato continua nel 2001 a crescere in Germania. In confronto al 2000 il pubblico è aumentato del 9% da gennaio a marzo e il box office registra un incremento di 40 milioni di marchi, oltrepassando 486 milioni nel 1° trimestre 2001. In testa al box office si colloca la commedia con Mel Gibson What Women Want con 6,2 milioni di spettatori, staccando Hannibal per tre milioni di biglietti; al 3° posto si trova Miss Detective, che è stato visto da 2,6 milioni di spettatori. Seguono il cartoon della Disney Le follie dell’imperatore e Chocolat, per i quali si sono staccati fra 2,3 e due milioni di biglietti, mentre prosegue il successo di Pane e tulipani, che conta 947.000 spettatori alla fine di aprile, con un incasso che supera 10 milioni di marchi. Fra gennaio e marzo Hollywood si aggiudica tre quarti del box office, mentre il prodotto nazionale si confronta con una perdita di pubblico, che prosegue dal 2000. La quota di mercato del cinema tedesco scende nel 1° trimestre 2001 al di sotto del 10%. Solamente tre film superano la soglia del milione di biglietti, la commedia Mädchen, Mädchen, il film per bambini Emil und die De* Giornale dello Spettacolo, n. 16, 11 maggio 2001.
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tektive (è il rifacimento di un titolo degli anni ’30) e il thriller The Experiment. Per sostenere la crescita, incoraggiando il pubblico a recarsi di più al cinema, lo Hauptverband Deutscher Filmtheater e lo Verband der Verleiher promuovono dal 1° maggio lo Half Price Day. L’iniziativa prevede una riduzione del prezzo del biglietto nel giorno di martedì e, come spiega il presidente dello Hauptverband Deutscher Filmtheater, Steffen Kuchenreuther, è anche una risposta agli sconti che gli esercenti spesso propongono singolarmente, col rischio di confondere il pubblico.6 L’iniziativa incontra la perplessità di parte dell’esercizio, che punta sulla modulazione del prezzo del biglietto per differenziarsi. Fra l’attività di promozione che lo Hauptverband der Deutschen Filmtheater e il Verband der Verleiher perseguono con il supporto della Filmförderungsanstalt, si colloca anche un evento sul modello della Fête du Cinéma che annualmente ha luogo in Francia. Si chiama Kinofest e l’iniziativa prevede una tessera che, dal 1° luglio a mezzanotte del 2 luglio 2001, consente di recarsi al cinema in tutta la Germania ad un prezzo fra tre e cinque marchi. un bilancio dell’anno * Nel corso del 2001 il mercato registra in Germania una crescita del 16,7% per numero di spettatori, che aumentano di 25,4 milioni, e del 19,7% per incassi rispetto al 2000, un successo al quale contribuiscono significativamente Harry Potter e la pietra filosofale, Il signore degli * Giornale dello Spettacolo, n. 1, 11 gennaio 2002.
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anelli e una commedia di produzione tedesca, Der Schuh des Manitu, di Michael Herbig. Il risultato conferma il favore di cui il cinema attualmente gode in Germania. Fra gennaio e giugno il pubblico è cresciuto del 7%, segnando a marzo un boom del 50% rispetto al 2000, una tendenza che si è consolidata con l’estate, che si conferma un periodo chiave per il box office. Ad agosto, in cui sono usciti Il diario di Bridget Jones, Jurassic Park III, Il favoloso mondo di Amelie, Il pianeta delle scimmie, The Mexican, Il dottor Dolittle 2 e Final Fantasy, si sono staccati il 51% in più di biglietti in confronto al 2000; con 17,5 milioni di spettatori è stato il mese con maggior affluenza da 10 anni a oggi. Ad eccezione di Der Schuh des Manitu, al 1° posto, Hollywood regna sul box office; il primo film di produzione europea, in 16° posizione, è Il favoloso mondo di Amelie. Harry Potter è secondo con 10,4 milioni di spettatori e un incasso di 65 milioni di euro e sono state sufficienti due settimane (dal 19 dicembre alla fine dell’anno) al Signore degli anelli per guadagnare la 5° posizione con 37 milioni di euro e 5,1 milioni di biglietti, dopo What Women Want e American Pie 2, sorpassando Cast Away, Pearl Harbor, Il diario di Bridget Jones, La mummia - Il ritorno e Shrek, che seguono dal 6° al 10° posto. nel segno della continuità * Sulla scia del successo che suggella il 2001, l’anno comincia per il cinema nel segno della continuità col vecchio. Dopo l’exploit fra Natale e capodanno il kolossal di Peter Jackson Il signore degli anelli domina il box office * Giornale dello Spettacolo, n. 9, 15 marzo 2002.
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all’inizio del 2002. Alla fine di febbraio è stato visto da oltre 10 milioni di spettatori, tallonando Harry Potter e la pietra filosofale dal quale lo separano due milioni di biglietti. Grazie a 12,2 milioni di spettatori Harry Potter si conferma il maggior successo dal 1999 a oggi e si approssima al primato di Titanic. Sull’onda di Harry Potter e Il signore degli anelli il mercato si conferma in crescita, seppure l’aumento di pubblico risulti modesto. Fra gennaio e febbraio gli spettatori sfiorano 30 milioni, rispetto a 29,7 milioni nel 2001, ma il box office aumenta da 163,5 a 181,3 milioni di euro, con un incremento dell’11%. Soltanto l’accattivante Ocean’s Eleven regge la forza d’urto de Il signore degli anelli e Harry Potter. In sala all’indomani dell’Epifania, George Clooney & Co. conquistano 3,7 milioni di spettatori e un incasso di 25 milioni di euro. Invece delude Vanilla Sky. Nonostante la presenza di Tom Cruise e Penelope Cruz si arresta a 1,3 milioni di biglietti e Arnold Schwarzenegger subisce un flop con Danni collaterali. Pur contando su 486 copie, lo hanno visto in 10 giorni in 248.000. Assieme a Ocean’s Eleven, sono un cartoon della Disney, Monsters & Co. (che registra 2,6 milioni di spettatori e un incasso di 15 milioni di euro), Colpo grosso al Drago Rosso e la commedia Amore a prima svista con Gwyneth Paltrow che scalano il box office all’inizio del 2002. una estate con spider-man * Durante l’estate il cinema va forte in Germania. Nel 2001 si sono staccati 42,3 milioni di biglietti fra giugno e * Giornale dello Spettacolo, n. 26, 6 settembre 2002.
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agosto, su un totale di 177,9 milioni nel corso dell’anno, e il dato palesa l’importanza che la stagione assume per il box office. Nel 2002 l’estate è trascorsa nel segno di Spider-Man, che ottiene 5,1 milioni di spettatori e un incasso oltre 30 milioni di euro. Lo tallona Men in Black II, con cinque milioni di biglietti, mentre la saga di George Lucas Star Wars Episodio II - L’attacco dei cloni, in sala a maggio, è stata vista da 5,4 milioni di spettatori. Nella top ten d’estate s’inseriscono anche la commedia 40 giorni e 40 notti con 2,4 milioni di spettatori, Blade II e i film d’animazione Lilo & Stitch e Spirit - Cavallo selvaggio, per i quali si sono staccati fra 1,7 e 1,4 milioni di biglietti. Ma l’estate non è trascorsa tutta nel segno dell’action. Accanto a Spider-Man, Men in Black II, Windtalkers è stata ricca la proposta di titoli di qualità, da Gosford Park a Parla con lei. Un contributo al successo dell’estate è giunto dal Kinofest, che lo Hauptverband Deutscher Filmtheater e il Verband der Filmverleiher organizzano dal 2001, per promuovere il cinema in estate. Quest’anno il Kinofest si è svolto alla fine di giugno. Rispetto al 2001 l’adesione è cresciuta significativamente. Hanno partecipato 719 cinema per un totale di 3.007 schermi, in confronto a 1.200 l’anno scorso. Anche la partecipazione di pubblico è stata massiccia. Durante il Kinofest si sono staccati 1,7 milioni di biglietti, a conferma che il cinema attrae d’estate in Germania. il pubblico è in flessione * Dopo l’estate il mercato si scopre in difficoltà. Il pubblico diminuisce del 30% nel mese di settembre ri* Giornale dello Spettacolo, n. 34, 22 novembre 2002.
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spetto al 2001. Con l’uscita di The Bourne Identity, Minority Report, XXX, Austin Powers in Goldmember e The Red Dragon si assiste ad una ripresa in ottobre, ma mancano 10 milioni di spettatori all’appello. Il pubblico cala dell’8% rispetto a un anno fa e il box office registra una flessione intorno al 2%, intaccando la crescita che il mercato otteneva nel 1° semestre 2002. La flessione è il risultato dell’alluvione che colpisce una parte della Germania, da Magdeburgo a Passau, passando per Dresda, intorno alla metà di agosto e del bel tempo, con temperature al di sopra della media, che è seguito fra la fine di agosto e settembre. Uno e l’altro, allontanando il pubblico dal cinema, influiscono negativamente sul box office. A ciò si è aggiunto l’assenza di film in grado di attrarre il pubblico. Pochi sono stati i film di richiamo fra la fine di agosto e settembre. Si segnalano nell’ordine al box office Signs, About a Boy, Stuart Little 2 e The Bourne Identity, per i quali si sono staccati da 2,4 a 1,5 milioni di biglietti. È mancato anche un titolo di produzione tedesca, come è stato Der Schuh des Manitu l’anno scorso, capace di confrontarsi con Hollywood e la quota del cinema tedesco al box office è scesa dal 18% al 12,4% fra gennaio e settembre, con un calo degli spettatori da 21,4 a 14 milioni. il mercato stenta * Alla fine del 2002 il mercato registra un momento di stanchezza in Germania. All’inizio di dicembre la diminuzione di pubblico si conferma intorno all’8% rispetto * Giornale dello Spettacolo, n. 37, 20 dicembre 2002.
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al 2001. Non basta Harry Potter e la Camera dei segreti, con sette milioni di spettatori in tre settimane e un incasso di 45 milioni di euro, per colmare il divario. Mancano all’incirca 12 milioni di spettatori all’appello, con una perdita di 14 milioni di euro al box office. Sarà sufficiente il 2° episodio del Signore degli anelli, in uscita a Natale, per recuperare lo svantaggio? Sulla situazione fa il punto Paul Steinschulte, alla guida della Uip tedesca, che si mostra fiducioso riguardo al 2003.7 La flessione è momentanea e la battuta d’arresto non mette a rischio lo sviluppo del mercato, che proseguirà nel 2003; “puntiamo a raggiungere 200 milioni di spettatori e ritengo che sia possibile”. Per sviluppare il mercato è importante ampliare la base di pubblico. “È necessario coinvolgere di più le famiglie”, spiega Paul Steinschulte. “Se il 50% dei bambini fra sei e otto anni, come rivela una indagine, non è mai andata al cinema, questo è grave. È un errore rivolgersi soltanto a teenager e giovani. È necessario sviluppare una programmazione e un marketing per le famiglie. Si potrebbero, per esempio, proporre delle matinée durante il weekend”. Al contempo Paul Steinschulte mette in guardia di fronte al rischio di perdere il pubblico di più di 40 anni. “È un pubblico che non gradisce i multiplex, preferendo gli esercizi di stampo tradizionale. Per questo è importante che la diffusione di multiplex non vada a scapito del cinema in centro, in città”. Inoltre è necessario sintonizzare il marketing sul pubblico. “Rispetto ai ragazzi, il pubblico al di sopra di 35 anni mostra una inerzia a recarsi al cinema, che è necessario scalfire. Spesso la campagna che precede un film, concentrandosi sulla uscita, non basta. Per A Beautiful Mind la Uip ha proseguito la pubblicità per un 40
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mese e mezzo. È necessario che ci sia il tempo di vedere il film, tenendolo in programmazione, per non perdere una parte di pubblico”. l’anno si chiude in perdita * Chi vince la battaglia di Natale al cinema nel 2003? In vetta al box office sono in due e si chiamano Il signore degli anelli - Il ritorno del re e Alla ricerca di Nemo, il pesciolino che nasce dalla Pixar e incanta i bambini (e gli adulti che li accompagnano). Grazie a 6,6 milioni di spettatori, ma proseguono ad aumentare all’inizio del 2004, Il signore degli anelli distacca nettamente Matrix Reload������� ed, che è stato visto da 4,7 milioni di spettatori (Matrix Revolutions si è arrestato a 2,2 milioni), La maledizione della prima luna, che lo sopravanza per un milione di biglietti e si colloca al 4° posto, mentre Steven Spielberg si piazza in 7° posizione con Prova a prendermi che, grazie a 3,4 milioni di spettatori, supera di un soffio Johnny English, la parodia di 007 per mano di Rowan Atkinson, l’inventore di Mr. Bean. Si tratta di film in sala fra l’inizio del 2003 e l’autunno, mentre il mercato è stato preso in ostaggio a Natale dal Signore degli anelli, che è stato lanciato dalla Warner Bros. in 1.330 copie. È un record in Germania e, di fronte alla forza d’urto del Signore degli anelli, soltanto un pesciolino è stato in grado di opporsi, forte di 7,6 milioni di spettatori. Il film con Russel Crowe Master & Commander si è fermato a 679.000 spettatori, mentre S.W.A.T. sfiora 850.000 biglietti. Se il cinema d’avventura e d’azione accusa il colpo, la commedia è riuscita a ritagliarsi uno spazio * Giornale dello Spettacolo, n. 1, 16 gennaio 2004.
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all’ombra del Signore degli anelli e Alla ricerca di Nemo. Fra i film in uscita da novembre a Natale Love actually e Quel pazzo venerdì rispettivamente totalizzano 1,4 milioni e 672.000 spettatori. Tuttavia il successo del Signore degli anelli e Alla ricerca di Nemo non basta per ribaltare il flop in autunno e l’anno 2003 è terminato con un calo di 15 milioni di spettatori rispetto al 2002; questi diminuiscono da 163,9 a 149 milioni. il cinema è in ripresa? * Il mercato si trova in una fase di transizione in Germania. Questa è l’impressione dopo il flop con cui si è chiuso l’anno 2003, mentre quello in corso promette una inversione di tendenza, se si mantiene l’aumento di pubblico che, nel 1° semestre 2004, è stato del 1,4% rispetto al 2003. Facendo il punto sulla situazione, Wilfried Geike, a capo della Warner Bros. Pictures Germany, volge l’attenzione ai problemi che il mercato ha di fronte.8 “Ci confrontiamo con un doppio problema. Da un lato ci danneggia la stagnazione che colpisce l’economia nel paese, che si riflette sul potere di acquisto della popolazione. Dall’altro c’è il problema della pirateria. Questa ci ha colpito gravemente. Ci è costata una fetta di pubblico giovanile, a cui sembra più cool scaricarsi i film illegalmente da internet, insieme agli amici, piuttosto che recarsi al cinema. Ci stiamo adoperando per contrastare la tendenza. È in corso una riforma della legislazione in materia e la distribuzione si è adoperata per rafforzare il controllo”. * Giornale dello Spettacolo, n. 25, 17 settembre 2004.
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Wilfried Geike si mostra fiducioso. “Grazie all’intervento della Gesellschaft zur Verfolgung von Urheberrechtsverletzungen, a cui compete il controllo sul copy����� right, contro i release groups che offrivano Troy in rete, il film è apparso in internet soltanto a cinque giorni dall’uscita in sala, mentre Matrix Revolutions, per fare un confronto, era disponibile il giorno dopo”. In particolare la pirateria colpisce il mercato dell’home video. “Si stimano in 1,6 milioni i dvd del 2° episodio del Signore degli anelli di origine illegale in circolazione dopo l’uscita del film. La vendita di dvd player è in aumento dall’inizio del 2003 e la potenzialità del mercato dell’home video è enorme. Eppure la vendita di new releases, di film di recente produzione, non aumenta e questo è preoccupante. Nel 2003 la crescita del settore si è basata interamente su titoli di catalogo. Il danno che procura la pirateria è incalcolabile”. Il settore è di fronte ad una sfida per rilanciare il mercato. “La situazione non è facile. La flessione del pubblico ha messo in difficoltà l’esercizio, sono numerosi i multiplex in sofferenza. Negli anni ‘90 si è avuto un boom dell’esercizio, ma non sono mancati gli errori. Vi è un eccesso di multiplex in parti della Germania e il pubblico non è cresciuto come ci si aspettava. Ora ci troviamo in una fase di razionalizzazione del settore. La sfida che abbiamo di fronte è il consolidamento del pubblico. Questo si va modificando. Come avviene nel resto d’Europa, la popolazione invecchia e la fascia con meno di 25 anni, che rappresenta il nocciolo del pubblico, è in diminuzione in Germania. Per questo è necessario ripensare la politica di marketing e la produzione, per riguadagnare un pubblico che al momento va poco al cinema o lo ignora”. 43
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star wars non argina il calo * Dopo aver concluso l’anno 2004 con 7,8 milioni di spettatori in più e l’affluenza che è tornata sopra la soglia di 150 milioni di biglietti, con una crescita del box office di cinque punti in percentuale rispetto al 2003, il cinema conosce di nuovo una flessione di pubblico all’inizio del 2005. Di fronte a un mercato in calo, mentre gli spettatori diminuiscono consistentemente, si è attesa l’uscita dell’ultimo episodio di Star Wars a maggio, con la speranza che la saga di George Lucas restituisse un po’ di ossigeno al settore, su cui si allunga l’ombra della stagnazione. E lo spettacolare Star Wars non ha deluso l’aspettativa, mettendo a segno una sequela di record. Nel primo giorno di programmazione Star Wars, che è sbarcato in Germania in 1.182 copie, è stato visto da 705.348 spettatori, un risultato che non ha precedenti ed è bastato un weekend agli eroi di George Lucas per sfiorare due milioni di biglietti, registrando una media di 1.662 spettatori per copia. Il successo è superiore agli episodi precedenti, Star Wars - Episodio I è stato visto nel primo weekend da 1,8 milioni di spettatori, Episodio II si è attestato su un milione e mezzo di biglietti. Tuttavia il risultato non è sufficiente a capovolgere una situazione che perdura dall’inizio dell’anno e vede il mercato perdere all’incirca quattro milioni di biglietti a maggio in confronto al 2004, con un calo di nove punti in percentuale. Guardando al box office, fra i film che sono usciti in Germania dall’inizio del 2004, il 2° posto spetta a Hitch, * Giornale dello Spettacolo, n. 19, 17 giugno 2005.
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grazie a 4,2 milioni di spettatori e un incasso di 25 milioni di euro, mentre la saga di George Lucas svetta al 1° posto grazie a 5,3 milioni di spettatori. Scendendo la graduatoria, si trovano la commedia Mi presenti i tuoi?, per la quale si sono venduti tre milioni di biglietti, il kolossal di Ridley Scott con Orlando Bloom Le crociate, che si posiziona al 4° posto con 1,8 milioni di spettatori e 12 milioni di euro d’incasso, staccando il film d’animazione Robots per 200.000 biglietti. A fronte della flessione nel 1° semestre sembra difficile eguagliare il 2004 e ci si affida a una pattuglia di blockbuster in arrivo da Hollywood, da Batman Begins a Steven Spielberg con La guerra dei mondi, dal film d’animazione Madagascar con la firma del regista di Z la formica Eric Darnell al fantascientifico I Fantastici 4, che porta sullo schermo un fumetto della Marvell. il mercato è in crisi * Il cinema si scopre in crisi in Germania. Il mercato risulta in flessione dall’inizio del 2005 e la situazione segna un peggioramento con l’arrivo dell’autunno. Fra luglio e settembre il pubblico registra una diminuzione di 27 punti in percentuale rispetto al 3° trimestre 2004 e il box office cala del 25%. L’estate è stata ricca di film di richiamo, ma non è bastato a contenere l’emorragia e il numero di biglietti è crollato del 40% a settembre. Complessivamente il pubblico diminuisce di un quarto da gennaio a oggi rispetto al 2004. La responsabilità per il crollo è imputata in primo luogo allo scarso appeal del prodotto che è giunto in sala * Giornale dello Spettacolo, n. 30, 21 ottobre 2005.
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fra l’estate e settembre, tuttavia la crisi s’inserisce al tempo stesso in un contesto di stagnazione dell’economia e di difficoltà del paese, come emerge da una ricerca della Gesellschaft für Konsumforschung, una società di ricerca con sede a Norimberga,9 che si riflette negativamente sulla capacità di spesa della popolazione, fra cui domina un sentimento d’incertezza riguardo al futuro. Ed è improbabile che bastino il remake di King Kong a firma di ��� Peter Jackson, il nuovo episodio della saga di Harry Potter, Harry Potter e il calice di fuoco o il cartoon della Disney Le cronache di Narnia, in arrivo fra l’autunno e Natale, per esorcizzare la crisi. crolla il pubblico * L’anno 2005 si chiude con un calo di pubblico oltre il 18%. Gli spettatori sono stati 127,3 milioni e il box office accusa una perdita da 893 a 745 milioni di euro. In percentuale è una contrazione del 16,6% rispetto al 2004. Il tracollo marca una inversione di tendenza rispetto allo sviluppo che il mercato ha conosciuto continuativamente in Germania lungo gli anni ‘90. Il successo di Harry Potter e il calice di fuoco non è bastato per ribaltare la tendenza. A fronte di 7,5 milioni di spettatori per il mago in età adolescenziale, che sospingono il film in vetta al box office del 2005, rimangono al di sotto dell’aspettativa il risultato dell’evangelico Le cronache di Narnia, per il quale si registrano 2,6 milioni di spettatori alla fine dell’anno, e del blockbuster King Kong, che è stato accolto con freddezza dalla critica e dal pubblico oltre Alpe. In due settimane, dal 14 dicembre a Ca* Giornale dello Spettacolo, n. 2, 20 gennaio 2006.
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podanno, lo hanno visto in 1,8 milioni. Ad una spanna da Harry Potter e il calice di fuoco si colloca Madagascar, l’avventura di una zebra, un leone e un ippopotamo fra la Grande Mela e l’isola che non c’è. Per il cartoon della DreamWorks si sono staccati 6,6 milioni di biglietti. Seguono Star Wars Episodio III con 5,6 milioni di spettatori, Hitch con 4,3 e Mr. & Mrs. Smith con 3,5 milioni, mentre il kolossal di fantascienza a firma di Steven Spielberg La guerra dei mondi è stato un flop in Germania, fermandosi a 2,7 milioni di spettatori. Nella top ten del 2005 s’inserisce anche un film di produzione tedesca, Die weisse Massai, per il quale si sono staccati 2,1 milioni di biglietti, che assicurano all’adattamento per lo schermo del romanzo di Corinne Hofmann il 9° posto al box office, precedendo Le crociate. La produzione tedesca, che registra con una quota di mercato del 14,1%, una perdita di 10 punti in percentuale rispetto al 2004, conta nel 2005 su otto film con più di un milione di spettatori. Sono Die wilden Kerle 2, Barfuss, Der kleine Eisbär 2, Siegfried, Felix - Ein Hase auf Weltreise, La rosa bianca - Sophie Scholl, Es ist ein Elch entsprungen e Zucker!. Per metà, e il dato appare significativo, si tratta di pellicole per bambini. Lo sono la commedia d’avventura Die wilden Kerle e Es ist ein Elch entsprungen e i cartoon Der kleine Eisbär e Felix - Ein Hase auf Weltreise, a conferma dell’importanza che il segmento della produzione per bambini riveste in Germania. Riguardo alla causa per il tracollo di pubblico, questo probabilmente ha più di una origine. Si va dalla pirateria in internet alla stagnazione dell’economia, alla concorrenza dell’home video che modifica la modalità di consumo di film, che progressivamente si trasferisce 47
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dalla sala al salotto, al disinteresse per il prodotto che giunge da Hollywood fra un pubblico in cui la fascia fra 10 e 20 anni gradualmente perde in rilevanza, in connessione con l’invecchiamento della popolazione, mentre aumentano gli spettatori con più di 40 anni. Il dibattito è aperto. 1 2 3 4 5 6 7 8 9
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Intervista con Johannes Klingsporn (26 aprile 2000). Intervista con Steffen Kuchenreuther (27 aprile 2000). Intervista con Ann-Malen Witt (26 aprile 2000). Cit. in Deutscher Kinosommer endet mit Umsatzflaute, in www. mediabiz.de, 21 settembre 2000. Ibidem Si veda Branchenstimmen zu Half Price Day und Kinofest, in www. mediabiz.de, 19 aprile 2001. L’intervista è in www.mediabiz.de, 31 ottobre 2002; il titolo è UipGf Paul Steinschulte zur Entwicklung im Kinomarkt. L’intervista è in www.mediabiz.de, 8 luglio 2004; il titolo è Warner-Chef Wilfried Geike: Erst-Release im Kino bleibt entscheidend. Si veda Bundestagwahl verpasst Konsumklima einen Dämpfer, in www.mediabiz.de, 28 settembre 2005.
L’ESERCIZIO
si moltiplicano gli schermi * Dall’inizio degli anni ’90 l’esercizio è in espansione in Germania. Dal 1991 al 1999 il numero degli schermi è aumentato da 3.706 a 4.651. Nel corso del 1999 sono state inaugurate (o riaperte dopo ristrutturazione) 478 sale, rispetto a 413 nel 1998. Considerando i cinema che chiudono, il totale è cresciuto di 216 (erano 4.435 nel 1998), con un incremento che non si registrava da 10 anni. Nell’insieme più di un quarto ha meno di tre anni. L’aumento non è dovuto soltanto al boom di multiplex. Sul totale di 4.651 schermi, 957 appartengono a multiplex, ma si constata anche un incremento fra l’esercizio di minor dimensione. Nel 1998 si sono inaugurati 51 cinema a uno schermo, nel 1999 sono stati 40. In totale, su 478 sale che aprono nel 1999, 247 non si trovano in multiplex. L’aumento è dovuto in gran parte alla costruzione di cinema da due a sei schermi. A fronte di quelle che aprono, tuttavia sono numerose le sale che chiudono. Nel corso del 1999 sono state 262. Fra le cause di chiusura, come documenta una indagine della Filmförderungsanstalt,1 la concorrenza di multiplex non è più al primo posto, contrariamente agli anni * Giornale dello Spettacolo, n. 2, 21 gennaio 2000 e n. 8, 3 marzo 2000.
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precedenti. In un terzo di casi la chiusura è imputata a mancanza di redditività dell’esercizio. Nel 1999 è proseguita la costruzione di multiplex, con l’inaugurazione di 28 complessi (sono stati 25 nel 1998), per un totale di 235 schermi e una capienza di più di 54.000 posti a sedere. Di questi, otto appartengono al gruppo Kieft & Kieft, cinque all’Uci, tre al circuito di CinemaxX. Complessivamente il numero di multiplex è salito a 105. Con 964 schermi rappresentano un quinto dell’esercizio, tuttavia totalizzano il 34,4% del pubblico e il 38,5% box office. Pur dominando il mercato, il settore soffre per la concorrenza fra multiplex, che si fronteggiano con sconti sul prezzo d’ingresso, mentre i complessi che risalgono all’inizio ed a metà degli anni ’90 accusano un calo di pubblico. Rispetto al 1998 gli incassi si contraggono del 14,7% per i multiplex di prima generazione (risalenti al 1990 e al 1991) e dell’11,3% per quelli costruiti fra 1996 e 1997. È in difficoltà anche il gruppo CinemaxX, che ha una posizione di rilievo fra i circuiti di multiplex ed è quotato in borsa dal giugno 1998. Nel 1999 la crescita di CinemaxX segna una battuta d’arresto, registrando un profitto di 2,1 milioni di marchi, inferiore all’aspettativa. In particolare i multiplex di nuova costruzione a Hamm, Mannheim, Mülheim an der Ruhr e Berlin-Hohenschönhausen faticano a conquistarsi un pubblico, stretti dalla concorrenza. Si diffonde il timore che il mercato non offra più margine di sviluppo. Di fronte al rischio di danneggiarsi vicendevolmente si afferma l’idea di una cooperazione fra i circuiti di multiplex; ed è in vista una fusione fra CinemaxX e la Ufa. 50
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Nonostante la situazione appaia sfavorevole, il settore prosegue una politica di espansione. In particolare, si punta su centri di provincia con meno di 100.000 abitanti, dove il consumo di cinema proporzionalmente è cresciuto di più, presentando ancora uno spazio di sviluppo per l’esercizio. l’esercizio si divide * Ha da poco festeggiato 50 anni di vita lo Hauptverband Deutscher Filmtheater, che nasce il 2 marzo 1950, mentre una tempesta squassa l’esercizio. Ne è causa il diffondersi di multiplex, che ha profondamente modificato il mercato, incidendo negativamente sull’esercizio di stampo tradizionale. La situazione si è fatta difficile sul fronte del rapporto con la distribuzione, che tende ad applicare anche a mono e multisale di piccola dimensione la percentuale di noleggio per i multiplex, con la conseguenza di un livellamento verso l’alto. All’inizio del 2000 la percentuale raggiunge il 53%, con un amento del 6% nel corso del 1999. In particolare, lo Hauptverband contesta che la percentuale si applichi ai film di produzione tedesca, che usufruiscono del contributo dello stato in fase di realizzazione. Indirettamente il denaro, è l’argomento, proviene dall’esercizio, poiché il sostegno alla produzione è alimentato in parte con un prelievo sul box office. Fra le questioni sul tappeto c’è il rapporto con i circuiti di multiplex, che è sfociato nel novembre 1999 nella fuoriuscita di CinemaxX, Kieft & Kieft e Ufa dallo ������ Hauptverband Deutscher Filmtheater. Questi rimproverano allo * L’articolo, del 24 marzo 2000, è inedito.
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Hauptverband una insufficiente attenzione agli interessi del settore, mentre una parte dell’esercizio si sente in difficoltà di fronte ai multiplex. Fra i circuiti di multiplex soltanto l’Uci è rimasto nello Hauptverband. E la flessione del box office a causa della concorrenza in seno all’esercizio esaspera il confronto, mentre le società di multiplex mirano a espandersi in Europa. Il gruppo Kieft & Kieft, che annuncia la costruzione di 20 multiplex in Germania nel 2000, si è alleato con l’italiana Mediaport e si appresta a sbarcare in Olanda. CinemaxX, che dal febbraio 1999 è di proprietà al 30% della belga Kinepolis, guarda alla Scandinavia e ai paesi dell’est Europa. cinemaxx si espande * L’alleanza fra CinemaxX e Ufa, a cui si giunge nella primavera 2000, cambia il panorama dell’esercizio in Germania. Una cooperazione fra il maggior circuito di multiplex e la Ufa-Theater era nell’aria. Al momento la Ufa-Theater prosegue l’attività, ma l’accordo di cooperazione, che ha una durata di cinque anni, è considerato la premessa per una fusione. CinemaxX è in possesso del 10% della Ufa-Theater e dal 1° maggio gestisce i cinema di proprietà della società. Dall’alleanza nasce un gigante dell’esercizio, che non ha eguali in Germania. Insieme CinemaxX e Ufa gestiscono più di 600 schermi, che garantiscono al gruppo una quota di mercato del 20%. Il giro d’affari del colosso che nascerà dalla fusione è valutato intorno a 500 milioni di marchi. Se il presidente dello Hauptverband Deutscher Filmtheater, Steffen Kuchenreuther giudica positi* Giornale dello Spettacolo, n. 25, 8 settembre 2000.
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vamente l’accordo, con l’auspicio che l’intesa consenta di razionalizzare il settore,2 a fronte di una proliferazione di schermi che danneggia l’esercizio, fra i distributori serpeggia la preoccupazione per il predominio che CinemaxX acquisisce sul mercato grazie all’alleanza con la Ufa-Theater. Contemporaneamente si registra un accordo fra CinemaxX e Senator Film. La società di distribuzione ha acquisito il 25% di CinemaxX, con un esborso fra 100 e 120 milioni di marchi. Il fatto non ha precedenti in Germania. Per la prima volta la distribuzione entra nel campo dell’esercizio, con una partecipazione in un circuito che dopo l’accordo con la Ufa detiene una posizione di predominio. Come spiega il presidente della Senator Film, Christoph Ott, la cooperazione con CinemaxX non è funzionale soltanto a una miglior collocazione del proprio listino in Germania.3 Grazie all’espansione di CinemaxX in Scandinavia, nell’Europa orientale e in Turchia, Senator Film si ripromette di rafforzare il rapporto con Hollywood, garantendo alle major una distribuzione del prodotto in più paesi d’Europa. prosegue la crescita * In parallelo con l’incremento di pubblico (da gennaio a giugno si registra una crescita del 12%), con l’inizio del 2000 proseguono ad aumentare gli schermi. In confronto al 1999 il numero di nuove sale quasi è doppio. Rispetto a 132 nel 1999 ed a 131 l’anno precedente, ne sono entrate in funzione 236 fra gennaio e giugno. Attualmente si contano 4.734 schermi, tuttavia cresce anche il numero * Giornale dello Spettacolo, n. 31, 27 ottobre 2000.
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degli esercizi che chiudono. Sono 153 da gennaio a giugno, rispetto a 109 nel 1999. Il dato suggerisce l’ampiezza della trasformazione che è in corso nell’esercizio. In particolare la situazione appare critica nelle città di maggior dimensione, come dimostra uno studio della RMC Medien Consult sulla evoluzione dell’esercizio ad Amburgo dal 1995,4 indicativo di un andamento che coinvolge tutta la Germania. Ad Amburgo i multiplex dominano il mercato, detenendo una quota intorno al 70% e confinando in un angolo l’esercizio di stampo tradizionale. Dal 1995 a oggi si registra un incremento del 67% del numero di posti a sedere, che sale al 78% fra i multiplex, a cui corrisponde una perdita di più di un terzo fra i cinema di vecchia generazione. La conseguenza è una concentrazione dell’esercizio fra poche società. Sono una dozzina ad Amburgo, con Ufa, CinemaxX, Warner Village e Uci che detengono oltre l’80% del box office. La quota di mercato dei multiplex è inferiore a livello nazionale, tuttavia l’incidenza sul box office è in costante crescita. Sul totale di 236 sale inaugurate (o riaperte dopo ristrutturazione) dall’inizio dell’anno, 114 si concentrano in 13 multiplex. In totale, i multiplex sono 117 a metà del 2000 (erano 82 nel 1° semestre 1999) e si aggiudicano il 39% del pubblico da gennaio a giugno, staccando 29,1 milioni di biglietti, con un incremento del 28,8% rispetto al 1999. un punto di vista * Luci e ombre contrassegnano l’esercizio in Germania. Continuano ad aumentare il pubblico e gli schermi, * Giornale dello Spettacolo, n. 34, 8 dicembre 2000.
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ma si moltiplicano anche i cinema che chiudono. Sulla situazione fa il punto Ralf Schilling,5 a capo dell’Uci tedesca; la società è presente in Germania dall’inizio degli anni ’90, dove gestisce 19 multiplex per un totale di 175 schermi. Malgrado il momento di difficoltà Ralf Schilling si mostra ottimista. Non lo preoccupa una saturazione del mercato e vede nei multiplex il futuro dell’esercizio. “Il problema è diverso. Si tratta di invogliare il pubblico ad andare di più al cinema. Cresce il numero degli spettatori, ma in troppi ci vanno occasionalmente, da una a due volte in un anno. È necessario lavorare insieme alla distribuzione, per mantenere la sala al centro del processo di sfruttamento del film, salvaguardando la posizione che possiede tradizionalmente. Puntiamo sugli aficionados, incoraggiando la frequenza con una modulazione del prezzo del biglietto”. L’esperienza dell’Uci, che propone una riduzione del biglietto dal lunedì al martedì, è positiva, “senza perdere uno spettatore nel weekend, è possibile aumentare il pubblico durante la settimana, al tempo stesso incrementando l’incasso”, e Ralf Schilling respinge l’accusa di danneggiare il mercato con una politica di dumping. “Modulare il prezzo non significa che svendiamo. Operando una media, il costo del biglietto nei multiplex dell’Uci è in linea con quello che si pratica in Germania”. “Ignorando la realtà del mercato”, è il giudizio di Ralf Schilling, “la distribuzione si oppone a una flessibilità nel rapporto con l’esercente, adeguando la percentuale di noleggio al contesto. Se ne avvantaggerebbero entrambi. Al contrario, di fronte a una crescita del pubblico che si rivela inferiore all’aspettativa, la distribuzione si rivale sull’esercizio e chiede di più”. 55
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l’esercizio d’essai * Si chiamano Programmkinos o Filmkunsttheater e sono l’equivalente dei cinema d’essai in Italia. Una stima gli attribuisce una quota dal 5% al 10% del mercato, con sette milioni di spettatori nel corso del 2000, sul totale di 152 milioni. Insieme alla Gilde Deutscher Filmkunsttheater la AG Kino rappresenta l’esercizio d’essai in Germania. Vi fanno capo 168 cinema per un totale di 248 schermi. “La AG Kino esiste dal 1972”, spiega Eva Matlok,6 che ne coordina l’attività, “e lavoriamo per promuovere il cinema d’essai in Germania”. A fronte del diffondersi di multiplex, “ci siamo qualificati per offrire una alternativa, differenziando la programmazione e puntando al rapporto con il pubblico”. Insieme al numero di Programmkinos è cresciuto anche il pubblico e il successo, per esempio, di Buena Vista Social Club o Pane e tulipani, che è stato visto da 1,3 milioni di spettatori, dimostra che c’è un mercato per i film d’essai in Germania. È un pubblico a cui anche i multiplex guardano con interesse, con l’obiettivo di ampliare il bacino di utenza. “Aumentano i multiplex che offrono una programmazione d’essai”, conferma Eva Matlok. Il fenomeno preoccupa la AG Kino, che paventa il rischio che i multiplex fagocitino il pubblico d’essai. “L’esercente che proietta Pearl Harbour non influisce sul successo del film. Accetta la merce che gli giunge dal distributore. Per i Programmkinos è diverso. Quando si propongono film che spesso il pubblico non conosce, il modo con cui l’esercente li presenta è importante”. Uno strumento è il bollettino che * Giornale dello Spettacolo, n. 29, 28 settembre 2001.
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ciascun cinema pubblica mensilmente, per presentare i film. “Creiamo un rapporto col pubblico, che si fida del Programmkino”. “È necessario sviluppare insieme alla distribuzione un marketing per i film d’essai. Non può essere quello con cui si vende un blockbuster”. Alla distribuzione i Programmkinos rimproverano di non promuovere i film d’essai adeguatamente. “È necessario studiare una strategia per raggiungere il pubblico che ci interessa, che non è quello che va nei multiplex”. A sostegno del settore la Filmförderungsanstalt annualmente contribuisce all’incirca con 440.000 marchi alla stampa di copie per i film d’essai (la qualifica è attribuita da una commissione su richiesta del distributore). Le copie che il distributore stampa grazie al contributo sono obbligatoriamente per gli esercizi d’essai, favorendo in particolare quelli in provincia, così da porli in grado di programmare i film in contemporanea con l’uscita. Inoltre la Filmfördergunsanstalt gestisce un fondo di 2,3 milioni di marchi (la disponibilità è stata recentemente accresciuta), con premi da 5.000 a 40.000 marchi agli esercizi d’essai che si distinguono per qualità della programmazione. “È un premio che conta”, commenta Eva Matlok. “Non per il denaro, ma per l’attenzione di cui testimonia verso il settore d’essai”. il rinnovamento fa da traino al pubblico * Nel 2001 si sono venduti 177,9 milioni di biglietti in Germania, con un incremento del 16,7%, a fronte di un aumento dell’8% negli Stati Uniti, del 9,5% in Gran Breta* Giornale dello Spettacolo, n. 19, 14 giugno 2002.
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gna e dell’11,4% in Francia, collocando la Germania fra i paesi in Europa dove il cinema è cresciuto di più nel corso dell’anno. Interrogandosi sul boom, uno studio della Filmförderungsanstalt pone in relazione il fenomeno con il rinnovamento dell’esercizio.7 Un aumento di pubblico (o una flessione) sono correlati solitamente al gradimento del prodotto sul mercato. Secondo la Filmförderungsanstalt ciò è vero in parte. Indubbiamente la qualità dell’offerta influisce e il successo di Harry Potter e Il signore degli anelli ha contribuito al boom di pubblico nel 2001, ma non pare sufficiente per spiegare la crescita che in particolare si verifica in Germania, con una percentuale che si distacca dal resto d’Europa. L’offerta è analoga in tutto il continente, trattandosi in primo luogo di blockbuster d’oltreoceano, e la crescita si colloca intorno al 15% in Germania prima dell’uscita di Harry Potter e Il signore degli anelli alla fine dell’anno. Determinante per l’aumento degli spettatori, a giudizio della Filmförderungsanstalt, è stato il rinnovamento che l’esercizio conosce da metà degli anni ’90. Complessivamente si sono costruite o ristrutturate 2.500 sale dal 1995 al 2001, investendo fra 350 e 500 milioni di marchi nel 1995 e nel 1996, una cifra che è progressivamente cresciuta, attestandosi fra 400 e 450 milioni di euro per anno fra 1997 e 2000. Considerando il totale degli schermi in Germania (4.792 alla fine del 2001), metà non ha più di cinque anni. Dopo il 1995 il numero di sale di nuova costruzione o ristrutturate è cresciuto continuamente, passando da 321 nel 1996 a 382 nel 1997, a 413 nel 1998. Un anno dopo, per 262 schermi che chiudono, se ne inaugurano 478. Il numero di schermi in dismissione è aumentato nel 2000 (sono stati 316, a fronte di 448 che 58
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entrano in funzione), mentre si è registrata una flessione nel 2001, col totale degli schermi di nuova costruzione che pareggia con quelli che chiudono (rispettivamente sono 273 e 264). Si osserva anche una variazione riguardo al tipo di cinema che si costruiscono. Dopo il successo del multiplex a metà del decennio, con il numero di multiplex che cresce vorticosamente, passando da 17 a 30 dal 1995 al 1996, per raddoppiare di nuovo nel 1997, a partire dal 1999 si è registrata una preferenza per il modello del city����� plex. Questi offrono da tre a sette sale e sono di minore dimensione rispetto ai multiplex. Nel 2001 s’inaugurano più di 100 schermi in cityplex, rispetto a 88 che aprono in multiplex e il numero di nuovi multiplex (sono 10) si dimezza rispetto al 2000, quando erano 24 per complessivi 198 schermi. È interessante una comparazione fra l’andamento del mercato e gli esercizi in attività dal 1995. Ne emerge l’attrazione che i cinema di nuova costruzione esercitano sul pubblico. Questi registrano un aumento di pubblico superiore a quello che il mercato ottiene complessivamente. A fronte di una crescita degli spettatori da 149,0 a 152,5 milioni fra 1999 e 2000, registrano un aumento di 15 milioni di biglietti. Nel 2001 l’incremento è di 21,7 milioni di spettatori sul totale di 25,4 milioni che si è recato al cinema in più rispetto al 2000. Invece il pubblico aumenta soltanto di 3,7 milioni negli esercizi che hanno aperto fra 1995 e 1998 e di 3,4 milioni in quelli in funzione anteriormente al 1995. Circoscrivendo l’esame ai multiplex, a cui va una quota di mercato del 43% nel 2001, per un totale di 76,5 milioni di biglietti (con un incremento quasi di tre punti in percentuale in un anno e di nove in confronto al 1999), 59
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si osserva che l’87% del pubblico si è recato in multiplex costruiti fra 1995 e 2001; in quelli che risalgono al periodo fra 1990 e 1994 (si tratta di 12 multiplex per 134 schermi) si sono staccati meno di 10 milioni di biglietti. Fra quelli in funzione dal 1995, è considerevole la differenza fra i multiplex in attività dal 1999, che registrano un incremento di pubblico del 23%, e i complessi in funzione prima del 1998, in cui la crescita oscilla dal 9% al 4%, diminuendo in proporzione all’età. È un segno che i multiplex invecchiano rapidamente? l’esercizio di fronte al digitale * Ferve la discussione intorno al digitale, ma è ancora una realtà di là da venire in Germania, dove sono appena una decina le sale (il dato è ufficioso) a esser dotate di un impianto per la proiezione di film in digitale. “Nessuno sa esattamente come l’introduzione del digitale cambierà il mondo del cinema, ma una cosa è certa”, è l’opinione del segretario dello Hauptverband Deutscher Filmtheater, Andreas Kramer, “il cambiamento sarà grande e coinvolgerà tutti, dall’esercizio alla distribuzione, alla produzione. Per questo è necessario confrontarsi subito con il digitale, per non farsi cogliere impreparati di fronte alla novità”.8 Lo Hauptverband ha avviato un progetto a Berlino e Monaco, con il supporto degli enti locali e della distribuzione, per attrezzare alcuni cinema per proiezioni in digitale, con l’obiettivo di verificare la tecnologia e l’accoglienza che il pubblico le riserva. Nella capitale, oltre al Filmpalast am Zoo, un complesso all’avanguardia in * Giornale dello Spettacolo, n. 12, 12 aprile 2002.
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Germania nel campo del digitale, che tradizionalmente ospitava il festival di Berlino, prima del suo trasferimento al Sony Center al Potsdamer Platz, il progetto coinvolge anche degli esercizi d’essai, che intraprenderanno una programmazione di film in digitale. “Il problema è l’incertezza in cui ci troviamo di fronte al digitale”, spiega Andreas Kramer. “Sappiamo che il futuro appartiene al digitale, ma non sappiamo come sarà. Mentre la qualità non è più in dubbio, il progresso è stato considerevole e proseguirà, eguagliando la pellicola, i tempi e il costo per il passaggio al digitale sono incerti, ma è chiaro che saranno elevati”. Per questo lo Hauptverband auspica un confronto con la distribuzione, che è ugualmente coinvolta nella trasformazione ed insieme alla quale è necessario gestirla. “Sono in corso colloqui, per vedere come affrontare congiuntamente il passaggio, chi ne pagherà il costo, considerando che la distribuzione ne trae il maggior vantaggio nell’immediato, risparmiando sulla spesa di stampa per le copie”. Per agevolare la conversione al digitale lo Hauptverband chiede un sostegno dello stato e il coinvolgimento della Filmförderungsanstalt e guarda con favore a una partecipazione della distribuzione. “Tuttavia è necessario salvaguardare l’indipendenza dell’esercizio”, avverte Andreas Kramer. “È importante che l’esercente, grande o piccolo, non subisca il ricatto della distribuzione. Se questa, come è auspicabile, partecipa al costo del passaggio, c’è il rischio che si voglia poi esercitare un controllo”. Al tempo stesso è necessario definire degli standard per la tecnologia. “È opportuno, come accade per l’informatica, che si abbia una concorrenza nel settore dello hardware, ma è necessario stabilire degli standard a cui tutti si confaran61
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no, garantendo una compatibilità fra i film e la tecnologia con cui l’esercizio si attrezzerà”. Di fronte al rischio di snaturare il cinema con l’introduzione del digitale, con contenuti che gli sono estranei, dalla partita di calcio al concerto, Andreas Kramer si mostra fiducioso. “Sicuramente il digitale cambierà profondamente l’esercizio. Trasformerà anche la programmazione, ma non credo che snaturerà il cinema. Dipende dall’impiego che si farà della tecnologia. Se la partita di calcio, il concerto portano del pubblico al cinema, perché non proiettarli?”. Riguardo al pericolo che, di fronte alla facilità di programmare un film a tappeto, liberandosi dal costo di stampa per centinaia di copie, si punti soltanto su blockbuster a scapito della varietà dell’offerta, Andreas Kramer formula l’auspicio che “il digitale favorisca la varietà e l’esercizio non si omologhi, cogliendone la potenzialità per incrementare il pubblico”. il digitale è lontano * “Del digitale si parla da qualche tempo, ma non lo vedo dietro l’angolo”. È cauto il segretario del Verband der Filmverleiher, Johannes Klingsporn riguardo al futuro del digitale. “Ci troviamo in una fase di sperimentazione”.9 “Due sono i fattori in gioco nel passaggio al digitale, la qualità e il costo. Se si passerà dalla pellicola al digitale e quando ciò avverrà, dipende per un verso dalla qualità che il digitale è in grado di offrire, per l’altro dal vantaggio economico che se ne trae. Riguardo alla qualità, questa deve uguagliare o (sarebbe preferibile) superare * Giornale dello Spettacolo, n. 12, 11 aprile 2003.
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la pellicola, una condizione che la tecnologia non soddisfa ancora. Questo è il punto di partenza, poi si pone l’esigenza di sviluppare uno schema per finanziare la conversione. Al momento il costo è enorme. Si va da 100.000 a 250.000 euro per l’impianto di proiezione, a cui si aggiunge il costo per il servizio di distribuzione del prodotto, sia che ciò avvenga per satellite o per cavo, secondo il sistema che si sceglierà”. Per finanziare il passaggio al digitale, superando la contrapposizione fra la distribuzione e l’esercizio Johannes Klingsporn auspica un coinvolgimento delle società, dalla Deutsche Telekom alla Kodak, che operano nel settore della telefonia, radiotelevisivo o della produzione di pellicola. “Sarebbe vantaggioso se queste si impegnassero nel processo di conversione, entrando nel business. La domanda è chi pagherà il costo per passare al digitale. Al momento non c’è accordo fra gli esercenti, i distributori e le società che detengono la tecnologia per la trasmissione e la proiezione di contenuti in digitale. L’auspicio è che queste sostengano in parte il costo, operando da volano per il passaggio. Si porrebbero da anello di congiunzione fra la distribuzione e l’esercizio, recuperando l’investimento con una partecipazione al box office”. Riguardo al costo che la conversione al digitale comporterebbe in Germania, Johannes Klingsporn abbozza una valutazione. “Ci sono all’incirca 4.800 sale in Germania. Se si considera un costo da 100.000 a 250.000 euro per attrezzare ognuna con il digitale, giungiamo a una cifra gigantesca, che nessuno è in grado di sostenere. Perché il passaggio al digitale sia sostenibile è necessario che il vantaggio sia superiore al costo che il cambiamento comporta. Grazie al digitale si ovvierà al costo di stampa delle copie. Annualmente si stampano da 55.000 a 62.000 63
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copie di film in Germania, con un costo di 1.000 euro per copia, a cui si aggiunge una spesa da 10.000 a 15.000 euro per il trasporto, il magazzinaggio e la distruzione dopo l’impiego. La domanda è se quel che si risparmia è in ragionevole rapporto con la spesa che si affronta. Affinché il passaggio sia finanziabile, è necessario poter recuperare l’investimento in quattro o cinque anni. Tuttavia la risposta è incerta”. “Al tempo stesso, affinché il passaggio sia vantaggioso, deve interessare tutto l’esercizio. Se la conversione riguarda soltanto i circuiti di multiplex, non sarebbe sostenibile per la distribuzione. Se il passaggio non coinvolge anche l’esercizio di stampo tradizionale, qual è il vantaggio? Per la distribuzione significherebbe fornire un film contemporaneamente in digitale e in pellicola, con un incremento dei costi. O la conversione riguarda tutti oppure è insostenibile. Per questo non credo che il passaggio sia vicino. Ci vorrà del tempo perché il digitale si affermi”. hulk sfida l’esercizio * La polemica intorno a Hulk infiamma l’estate. A scatenarla è stata la decisione della Uip, che distribuisce il film, di modificare la percentuale di noleggio. Per il film di Ang Lee questa è del 52,2% per la prima settimana di programmazione e la Uip ha comunicato l’intenzione di alzare la percentuale fino al 55% per i titoli di maggior richiamo, a cominciare dal film d’animazione Sinbad, uniformandola per tutto l’esercizio, indipendentemente dal tipo di sala e dalla ubicazione. * Giornale dello Spettacolo, n. 21, 11 luglio 2003.
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La decisione della Uip si è scontrata con l’opposizione dell’esercizio. Lo Hauptverband Deutscher Filmtheater si è espresso negativamente, giudicando la richiesta inaccettabile. Anche il Kinoverein.de è critico. L’associazione, che si è costituita nel 2002 in rappresentanza del piccolo esercizio, conta su 50 soci, per un totale di 470 schermi. Insieme allo Hauptverband, il Kinoverein.de si è opposto alla programmazione di Hulk. Inizialmente un rifiuto è giunto anche dalle società di multiplex, che informavano di rinunciare alla programmazione di Hulk, se la Uip non modificava la richiesta. Successivamente si è raggiunta una intesa fra la Uip, Kieft & Kieft e la Uci, consentendo l’uscita di Hulk in 438 copie. Rapidamente è seguito un accordo con CinemaxX, consentendo a Hulk di esser presente in 510 sale. Non si conoscono i termini dell’accordo fra la Uip e i circuiti di multiplex e la polemica prosegue. Mentre lo Hauptverband Deutscher Filmtheater formula una proposta per regolamentare la percentuale di noleggio, fissando un tetto al 51% e raccordandola al successo del film, Hulk delude al box office. Lo hanno visto appena in 230.000 nel primo weekend. Non è molto per un gigante che si paga a peso d’oro. il panorama si stabilizza * Dopo la fase di espansione il panorama dell’esercizio si stabilizza in Germania, mentre si assiste a un calo del pubblico che prosegue dal 2002. La chiusura di 153 sale nel corso del 2003 è stata bilanciata dal numero di quelle di nuova costruzione, cosicché il totale risulta uguale al * Giornale dello Spettacolo, n. 20, 25 giugno 2004.
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2002 e ammonta a 4.868, fra le quali 1.300 si trovano in multiplex. Con l’inaugurazione di quattro multiplex nel 2003, il numero è salito a 143. Questi si sono aggiudicati il 46,6% del box office, con una crescita di otto punti in cinque anni. Nel 2003 si sono staccati 65,7 milioni di biglietti in multiplex, per un totale di 396,3 milioni di euro d’incasso. Riguardo alla dislocazione dell’esercizio in rapporto alla popolazione, quasi metà dei cinema con più di nove schermi sono ubicati in centri con oltre 200.000 abitanti. In città al di sotto di 200.000 abitanti, il numero cala sensibilmente, dimezzandosi in quelle fra 100.000 e 200.000 abitanti, per scendere al 9% in centri fra 50.000 e 90.000 abitanti. Qui predominano i cinema da sette a otto schermi; i complessi con cinque o sei schermi ammontano al 20% in città fra 20.000 e 90.000 abitanti. Gli esercizi con uno o due schermi raggiungono il 50% in località al di sotto di 20.000 abitanti. Se il pubblico complessivamente cala del 9,1% rispetto al 2002, la flessione non interessa uniformemente l’esercizio. In particolare, la diminuzione concerne gli esercizi con tre o quattro schermi e le città fra 100.000 e 500.000 abitanti, dove si registra un calo dell’11%, mentre è contenuto al 5% in città con più di 500.000 abitanti e si attesta al 6,7% per i multiplex. sullo stato dell’esercizio * Il mercato si prospetta in ripresa. Dopo aver perso 15 milioni di spettatori nel 2003, il cinema vede di nuovo crescere il pubblico nel corso del 2004. L’estate è stata * Giornale dello Spettacolo, n. 35, 10 dicembre 2004.
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positiva e il vantaggio rispetto al 2003 si attesta intorno al 5%. “Sarà un buon anno”, anticipa il segretario dello Hauptverband Deutscher Filmtheater, Andreas Kramer, facendo il punto sull’esercizio in Germania e sul rapporto con la distribuzione.10 “Ma è necessario studiare il mercato, anticipando la sua evoluzione, per risalire a una quota di 150 milioni di biglietti”. “Il pubblico che va al cinema sta cambiando. Progressivamente la popolazione invecchia e questo ci deve preoccupare. Fra una decina di anni la maggior parte avrà intorno a 40 anni. I giovani diminuiscono e la situazione è analoga in gran parte d’Europa. Oggi il cinema si rivolge in primo luogo a un pubblico di teenager. Si producono film per la fascia fra 15 e 25 anni, mentre c’è bisogno di un prodotto che piaccia a spettatori con più di 40 anni”, ragiona Andreas Kramer. “Servono un marketing ed i cinema per questo pubblico”. “Ci vuole una maggior flessibilità nel rapporto fra l’esercente e la distribuzione. L’esercente conosce il pubblico, ci è a contatto quotidianamente e chiediamo di ragionare insieme alla distribuzione sullo sfruttamento di un film. Non è accettabile che si impongano gli orari e la sala in cui un film è proiettato”, chiede Andreas Kramer e pone il problema della percentuale di noleggio. “Solitamente questa è calcolata in base alla località, oscillando dal 47% se il cinema è ubicato in centri con meno di 50.000 abitanti, al 53% in città che superano questa soglia. Ciò conduce al paradosso che un multiplex, come accade spesso, che si trovi in una località di provincia, ma disponga di un grosso bacino di utenza, corrisponda una minore percentuale rispetto a un cinema in città.” “Si pone anche il problema della window fra l’uscita in sala e in home video, che tende a diminuire e questo 67
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ci preoccupa. Aumenta la pressione per un rapido sfruttamento del film. Si riduce il periodo in cui il film è in sala e questo produce un danno per l’esercente. Perché si aggrava la percentuale di noleggio, la quale diminuisce se lo sfruttamento del film prosegue. Ma il danno non è soltanto per l’esercente, si inficia il rendimento del film sul mercato. Non è nell’interesse di nessuno ridurre la finestra fra l’uscita in sala e la disponibilità in home video e sulla pay-tv”. “Né mi sembra è opportuno”, osserva Andreas Kramer, criticando l’affollamento di film che si verifica sul mercato, “che escano annualmente fra 370 e 420 titoli in Germania. Sono troppi. È impossibile proporli efficacemente al pubblico. Questo danneggia i film di minore appeal, che avrebbero bisogno di più tempo per segnalarsi all’attenzione al pubblico. Il problema riguarda anche i blockbuster, che si scacciano l’un l’altro. Ci confrontiamo con una situazione che danneggia ugualmente l’esercizio e la distribuzione”. si dibatte sul declino * Intorno al calo di pubblico che prosegue dall’inizio del 2005, attestandosi al 16% a giugno rispetto a un anno fa, ferve il dibattito fra gli esercenti e la distribuzione e s’incrociano i punti di vista riguardo alla causa del fenomeno. La responsabilità è in parte individuabile nell’offerta, che in molti giudicano carente. “I film che si sono visti nel 1° semestre 2005 considerano scarsamente il gusto del pubblico in Europa”, è il giudizio del presidente dello * Giornale dello Spettacolo, n. 24, 2 settembre 2005.
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Hauptverband Deutscher Filmtheater, Thomas Negele.11 “Hollywood non è in sintonia con il pubblico di qua dall’Atlantico”. Ma il calo ha radice in primo luogo nella pirateria, contro cui s’intensifica l’azione di contrasto della ������� Gesellschaft zur Verfolgung von Urheberrechtsverletzungen. Dall’inizio del 2005 si è proceduto alla confisca di 158.615 dvd con film e software di origine illegale. La campagna che è stata lanciata in primavera contro la pirateria, insieme all’azione di repressione, punta sullo slogan Raubkopierer sind Verbrecher (“Chi copia un film illegalmente è un criminale”). La campagna è una iniziativa della Zukunft Kino Marketing; la società nasce un paio di anni fa dal coordinamento fra le associazioni di categoria del settore, con l’obiettivo di contrastare la pirateria, promuovendo il cinema in sala. Elke Esser, che dirige la società, giudica positivamente l’azione della Gesellschaft zur Verfolgung von Urheberrechtsverletzungen.12 “Se si considera l’evoluzione della tecnologia, il diffondersi di masterizzatori per dvd e della connessione a banda larga ad internet, è da considerarsi un successo che il valore del mercato illegale, per quel che riguarda il cinema, non si è significativamente modificato dal 2003 ad oggi, attestandosi intorno al miliardo di euro. È significativo che la disponibilità di blockbuster sul mercato illegale attualmente segua di un paio di settimane l’uscita al cinema, non la preceda, come succedeva qualche anno fa, quando un film spesso risultava disponibile sul mercato pirata o in rete prima della distribuzione in Germania”. Se la pirateria non costituisce più la maggior minaccia per il consumo di film in sala, una concorrenza crescente proviene dall’home video, a causa della diffu69
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sione di dvd e degli impianti di home-theater. Come osserva Paul Steinschulte, alla guida della Uip tedesca, “la causa per il declino è da ricercarsi in primo luogo nel cambiamento del pubblico e della modalità di consumo di film”.13 La visione di film si sposta progressivamente dalla sala in salotto. Operando un raffronto fra l’inizio del 2003 e il 2005, si riscontra progressivamente un calo del box office. A fronte di 234 milioni di euro nel 1° trimestre 2003, la spesa per andare al cinema è stata di 203 milioni di euro fra gennaio e marzo 2005. Contemporaneamente è cresciuto l’acquisto di film in dvd, per un totale di 303 milioni di euro in Germania all’inizio del 2005, rispetto a 194 milioni nel 1° trimestre 2003. Secondo la società di consulenza PricewaterhouseCoopers il mercato dell’home entertainment supererà di tre volte la spesa per andare al cinema nel 2008.14 A fronte del valore che assume il segmento dell’��� home entertainment����������������������������������������� cresce la pressione per ridurre la finestra fra l’uscita in sala e in dvd. Generalmente trascorre un periodo di sei mesi prima che un film sia in vendita e in noleggio, ma si assiste con frequenza crescente a film disponibili in dvd da cinque a quattro mesi dopo la distribuzione in sala. È stato il caso di The Aviator e di Hitch, in vendita a distanza di 135 giorni dall’uscita al cinema e la finestra si è contratta a quattro mesi per Blade Trinity e The Interpreter. “È uno sviluppo del mercato che non è possibile arrestare”, è l’opinione di Fred Kogel, che dirige la Constantin Film.15 “L’obiettivo deve esser di rendere disponibile un film in dvd dopo tre mesi dalla uscita in sala. Sarebbe di vantaggio per la lotta contro la pirateria e verremmo incontro alla richiesta del pubblico”. 70
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In molti si schierano contro la riduzione della window. “È necessario salvaguardare una finestra di mezz’anno fra l’uscita in sala e in dvd”, dichiara Hans-Joachim Flebbe, a capo di CinemaxX.16 “Se offriamo la possibilità al pubblico di acquistare il film dopo tre o quattro mesi dall’uscita al cinema, considerando la recessione in cui ci troviamo e la necessità per molti di risparmiare, non andrà più al cinema. Il problema non riguarda soltanto l’esercizio. Un crollo del consumo di film in sala danneggerebbe tutti”. 1 Ne dà conto il bollettino della Filmförderungsanstalt FFA - Intern, n. 1, 2000, pag. 5. 2 Si veda Nach der Ufa-CinemaxX-Senator-Koop, in www.mediabiz. de, 28 aprile 2000. 3 Ibidem. 4 Ne riferisce Kinostudie Hamburg 2000 vorgestellt, in www.mediabiz.de, 21 luglio 2000. 5 L’intervista è in www.mediabiz.de, 24 agosto 2000; il titolo è UciChef Ralf Schilling zum deutschen Multiplexmarkt. 6 Intervista con Eva Matlok (20 settembre 2002). 7 Una sintesi si trova in FFA - Intern, n. 1, 2002, pp. 6-7. 8 Intervista con Andreas Kramer (3 aprile 2002). 9 Intervista con Johannes Klingsporn (4 aprile 2003). 10 Intervista con Andreas Kramer (2 dicembre 2004). 11 Cit. in Branche kämpft gegen Umsatzflaute, in www.mediabiz.de, 7 luglio 2005. 12 Cit. in Zkm stellt Aktionsbündel gegen Filmpiraterie vor, in www. mediabiz.de, 6 maggio 2005. 13 Cit. in Branche kämpft gegen Umsatzflaute, cit. 14 Si veda Umdenken auf dem Kinokongress: Dvd nicht der Hauptkonkurrent, in www.mediabiz.de, 13 aprile 2005. 15 Cit. in Branche kämpft gegen Umsatzflaute, cit. 16 Ibidem.
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LA PRODUZIONE
alla riconquista del pubblico * Dopo un periodo di latitanza fra la metà degli anni ’80 e il decennio seguente, con la morte di R.W. Fassbinder e l’esaurirsi della esperienza del Neuer Deutscher Film, il cinema tedesco torna alla fine degli anni ’90 a far parlare di sé. Si segnala all’estero con il film di Tom Tykwer Lola corre e gode di nuovo del favore del pubblico in patria. Nel 1999 si attesta sul 14% del box office, con un incremento degli spettatori da 13,5 a 19,8 milioni rispetto al 1998. E cresce anche la produzione. Rispetto a 70 nel 1998, sono 88 i film di produzione tedesca nel 1999 (il dato comprende i film a soggetto, documentari e di coproduzione), cinque hanno superato la soglia del milione di biglietti (uno in più rispetto al 1998) e, per la prima volta in 10 anni, si contano 24 film con più di 100.000 spettatori. “I risultati del 1999 sono buoni, ma si può ancora crescere”, è il giudizio di Max Dehmel, a capo del dipartimento per la cultura e i media del BKM (la sigla sta per Beauftragter der Bundesregierung für Kultur und Medien e l’organismo è comparabile a un ministero).1 “Ci poniamo l’obiettivo di una quota di mercato del 20%. Un risultato che è stato sfiorato nel 1996 e 1997. Per centrare l’obiettivo * Giornale dello Spettacolo, n. 13, 14 aprile 2000.
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non si tratta soltanto di agire sulla produzione. In questo campo già si fa molto. Il governo interviene a sostegno del cinema con 130 milioni di marchi, a cui si aggiungono 220 milioni per iniziativa dei Länder, per un totale che sfiora 350 milioni di marchi. Al tempo stesso sono in crescita gli investimenti privati. Il fenomeno è favorito dalla quotazione in borsa delle società di distribuzione più importanti, da Senator Film a Kinowelt, che s’impegnano sempre di più nel campo della produzione”. “Tuttavia non basta, se non riusciamo a conquistare l’attenzione del pubblico, che va al cinema in primo luogo per divertirsi”, continua Max Dehmel, che guarda con favore al diffondersi di multiplex in Germania. “Sicuramente il fenomeno è di vantaggio per il cinema, dunque lo è anche per la produzione nazionale. Perché i multiplex attraggono un pubblico che da tempo non si accostava al cinema. Al contempo la Filmförderungsanstalt favorisce con prestiti a interesse zero l’ammodernamento dell’esercizio di stampo tradizionale, consentendo di rispondere alla concorrenza. Tuttavia è importante che l’esercizio ribatta alla logica del bestseller che domina i multiplex e punti sull’offerta. Si tratta di far leva sulla programmazione per conquistare il pubblico”. Malgrado la popolarità che ha recentemente riconquistato in casa, il cinema tedesco stenta ad ottenere una visibilità all’estero. Raramente riesce a superare il confine. “Una difficoltà”, osserva Antonio Exacoustos, che siede nel consiglio della Export-Union des Deutschen Films, 2 “che lo accomuna a quello italiano”. Per ribaltare la tendenza, la Export-Union organizza da metà degli anni ’80 delle vetrine di film tedeschi all’estero e dopo Parigi, Londra e Madrid la manifestazione approda a Roma. Fra i film in programma spiccano Aimée & 74
produzione
Jaguar di Max Färberböck, che rappresenta la Germania agli Oscar quest’anno, e la commedia di Doris Dörrie Erleuchtung garantiert. Presentando il film, Doris Dörrie si è espressa a favore di “un cinema con la capacità di raccontare una storia, qualcosa che si è a lungo dimenticato di fare in Germania”.3 Erleuchtung garantiert, che si svolge in buona parte in un monastero in Giappone, è stato interamente girato in digitale, con una troupe di cinque tecnici e un budget di due milioni di marchi. “Se si spende poco, si rientra facilmente del costo e questo accresce la libertà del regista. È inutile cercare di concorrere con Hollywood sul piano della produzione di genere, spettacolare”, commenta la regista, che ha all’attivo anche un film a Hollywood, Lei… io & lui, dal romanzo di Alberto Moravia Io e lui. “Si tratta di rubare a Hollywood quel che ci serve, per raccontare le storie che ci riguardano. Ricominciamo a fare un cinema che si guarda intorno, che racconta la vita”. cresce la produzione * Parallelamente allo sviluppo del mercato e al maggior gradimento che il cinema tedesco ottiene fra il pubblico, crescono dalla metà degli anni ’90 gli investimenti pubblici e privati nel campo della produzione cinematografica e televisiva. Il sostegno a livello federale e di Länder per la produzione è cresciuto da 30 a 100 milioni di marchi fra 1995 e 1999 e, per rispondere al fabbisogno della televisione, che ha notevolmente incrementato la produzione di film e di fiction dall’inizio del decennio, si sono moltiplicati i * Giornale dello Spettacolo, n. 22, 29 giugno 2001.
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centri di produzione. In concorrenza con quelli ad Amburgo e della Bavaria Film alla periferia di Monaco, se ne sono sviluppati di nuovi a Berlino, dove si è proceduto dopo la caduta del Muro alla ristrutturazione degli studios di Babelsberg, ed a Colonia che, grazie a una politica di sostegno del Land, si è trasformata in poco tempo in un polo di produzione cinematografica e televisiva fra i maggiori in Germania. I fondi per il cinema che fanno capo ai Länder hanno partecipato nel 1999 in misura del 30% al totale degli investimenti (pari a 313 milioni di marchi) per la produzione di film. Complessivamente si sono sostenuti 247 progetti dal 1995 al 1999 e il contributo è cresciuto mediamente da 0,83 a 1,74 milioni di marchi per film, raggiungendo in qualche caso, ad esempio il film di Joseph Vilsmaier Marlene, la cifra di sette milioni di marchi. Il sostegno si estende anche a coproduzioni con l’estero. Quelle in campo europeo rappresentano una parte preminente; spiccano per l’entità del sostegno, di 3,5 e di 1,4 milioni di marchi, Asterix & Obelix contro Cesare e il film di Lars von Trier Dancer in the Dark. Poiché si richiede che per ogni marco di contributo se ne spendano 1,5 nel Land per realizzare il film, si è avuta una esplosione di società di service, che risultano in sopramisura rispetto al fabbisogno della produzione nazionale, la quale si mantiene fra 70 e 90 film all’anno. Per salvaguardare il livello d’attività nel settore, si è cercato di attrarre società di produzione straniere con finanziamenti a film che, in tutto o in parte, si girano in Germania. Questo spiega il numero crescente di film, dal kolossal di Jean-Jacques Annaud Il nemico alle porte a Farinelli, da Il pianista al thriller Resident Evil, che figurano in coproduzione con la Germania. 76
produzione
l’anno inizia positivamente * Il box office risulta positivo all’inizio del 2000 per la produzione tedesca, che mantiene la posizione del 1999, dopo una fase di difficoltà nel 1998. Da gennaio a marzo sono usciti 33 film di nazionalità tedesca (erano 21 nel 1° trimestre 1999), per i quali si staccano sei milioni di biglietti, con un incasso di 64 milioni di marchi, equivalente al 15% del box office. Il maggior successo nel 1° quadrimestre 2000 è il thriller di Stefan Ruzowitzky Anatomie con Franka Potente, grazie a 1,9 milioni di spettatori e un incasso di 22 milioni di marchi. Anche Otto - Der Katastrophenfilm supera un milione di biglietti, ma la sorpresa viene da Harte Jungs dell’esordiente Marc Rothemund, una commedia che ruba l’idea al romanzo di Alberto Moravia Io e lui, per la quale si staccano 1,5 milioni di biglietti. Un successo si annuncia anche Erkan & Steffan di Michael Herbig, in cui due guardie del corpo danno la caccia a un videotape con la morte di un politico. È stato visto in 10 giorni da più di 550.000 spettatori, con un incasso di 6,5 milioni di marchi. in italia non si ve(n)de ** Dopo un decennio in ombra, successivamente alla caduta del Muro e alla riunificazione del paese, si riaffaccia nel cinema tedesco una produzione d’autore che coniuga l’attenzione per il mercato con la qualità. Ne offre un esempio Tom Tykwer di cui, dopo il successo di Lola * Giornale dello Spettacolo, n. 18, 2 giugno 2000. ** Giornale dello Spettacolo, n. 13, 13 aprile 2001.
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corre, esce in Italia anche La principessa + il guerriero; il film ha di nuovo Franka Potente per protagonista, fra le star d’oltralpe insieme a Till Schweiger, Götz George, Katja Riemann. Una prova della vitalità della produzione tedesca giunge dal festival che la Export-Union des Deutschen Films annualmente propone a Roma. Oltre a una selezione di cortometraggi, il programma comprende 10 film, da cui è emerso un quadro delle molte anime che percorrono la produzione tedesca, dal cinema métisse del greco Filippos Tsitos, del quale è stato proposto My Sweet Home, a Die Unberührbare di Oskar Röhler, una riflessione sulla riunificazione della Germania in stile espressionista. “I segnali che arrivano dal cinema tedesco sono incoraggianti e testimoniano della vitalità di una produzione che meriterebbe di tornare ad avere uno spazio in Italia”, è il giudizio di Giovanni Spagnoletti,4 fra i selezionatori del programma. “Non si capisce perché il cinema tedesco, che si vendeva bene negli anni ’70, sia oggi ignorato dalla distribuzione. Probabilmente lo si considera noioso, ma l’impressione è erronea”. Antonio Exacoustos, a nome della Export-Union des Deutschen Films, si mostra ottimista; “registro un risveglio d’interesse e puntiamo a vendere un paio di film in Italia”.5 Per l’acquisto di un film fra quelli in programma al festival la Export-Union avvierà una collaborazione con Studio Universal e, per favorire la diffusione del cinema tedesco in Italia (e di quello italiano in Germania), si pensa a un accordo che integrerebbe quello di coproduzione fra i due paesi, prevedendo un contributo per le società che distribuiranno un film tedesco in Italia (e viceversa). “Il problema è il finanziamento”, spiega Antonio Exacoustos. “Non basta un fondo di 200 milioni di lire, con cui con78
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tribuire alla distribuzione di uno o due film. Funziona se siamo in grado di sostenerne cinque o sei”. Mentre fatica a imporsi all’estero, la produzione tedesca si aggiudica in patria una quota che oscilla annualmente dal 10% al 15% del box office. Nel 2000 si è arrestato al 13%, segnando una perdita di 1,5 punti in percentuale rispetto al 1999. Gli spettatori di film tedeschi sono stati 18 milioni ma, scorrendo il box office, per trovare un titolo di produzione nazionale, si scende al 15° posto con il thriller Anatomie, per il quale si sono staccati due milioni di biglietti (è stato l’unico film tedesco nel 2000 a oltrepassare la soglia), e la commedia Harte Jungs si è collocata al 27° posto. Al tempo stesso cresce il numero di film tedeschi. In sei anni sono aumentati da 87 a 94. “Forse sono troppi”, osserva Antonio Exacoustos. “I titoli su cui si concentra l’attenzione del pubblico diminuiscono e occorre una riflessione. Produciamo un numero cospicuo di film che nessuno vede. Forse è preferibile sostenere di più i film che si fanno e, al tempo stesso, produrne di meno. È un problema che riguarda anche l’Italia”. un pubblico da record * Il cinema vive un boom in Germania, che coinvolge anche la produzione nazionale. Questa consegue nel 2001 il miglior risultato dagli anni ’80 a oggi, conquistando il 18,4% del box office, al vertice del quale piazza la commedia di Michael Herbig Der Schuh des Manitu. Una parodia del western, Der Schuh des Manitu è stato visto da 10,5 milioni di spettatori, con un incasso di più di 60 milioni * Giornale dello Spettacolo, n. 11, 29 marzo 2002.
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di euro, superando il record di Otto - Der Film che con 8,7 milioni di spettatori era dal 1985 il film tedesco di maggior successo. Nel 1996 e nel 1997 la produzione tedesca registrava una quota di mercato del 16,2% e del 17,3%, ma il dato non è comparabile. Il pubblico di film tedeschi è notevolmente cresciuto, superando di un terzo il risultato precedente. Nel 2001 si sono staccati 30,9 milioni di biglietti per film tedeschi (nel 2000 erano 18 milioni), in confronto a 20,8 milioni nel 1996 e 23,9 milioni nel 1997. Nel corso del 2001 sono usciti in sala 107 film di produzione tedesca, segnando un aumento rispetto all’anno precedente, in cui erano 94. Nove hanno superato la soglia del milione di spettatori, fra cui si contano (ed è la prima volta) quattro produzioni per bambini, Der kleine Eisbär, Emil und die Detektive, Das Sams e Petterson und Findus, un risultato che testimonia l’importanza di un segmento del mercato che a lungo è stato trascurato e costituisce un segnale per la produzione e per l’esercizio. A sorpresa Der kleine Eisbär, un film di animazione per un pubblico con meno di 10 anni, si è collocato con 2,4 milioni di spettatori e un incasso di 11,5 milioni di euro ad un passo da Il favoloso mondo di Amelie, superando Il pianeta delle scimmie e il film della Disney La carica dei 102. Tuttavia, con l’eccezione di Der Schuh des Manitu, che precede di un soffio Harry Potter e la pietra filosofale al box office, il cinema tedesco è assente dalla top ten, comparendo al 18° posto con Der kleine Eisbär, mentre Il favoloso mondo di Amelie, una coproduzione fra Francia, Germania e Italia, si colloca in 16° posizione. L’anno 2002 comincia bene per il cinema tedesco. Al festival di Berlino è stato presente in forze, con la proiezione del film di Tom Tykwer Heaven in apertura e tre film 80
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che partecipavano in concorso, fra i quali si segnala Catastrofi d’amore di Andreas Dresen, che è stato premiato con l’Orso d’argento. Con l’eccezione di Heaven, che è stato visto da 390.000 spettatori alla fine di marzo, la commedia domina il box office all’inizio della primavera, per quel che riguarda la produzione tedesca. Si va da Was nicht passt, wird passend gemacht a Knallharte Jungs, Feuer, Eis und Dosenbier e una parodia del mito di Faust, 666 – Traue keinem, mit dem du schläfst, che ottengono fra 750.000 e mezzo milione di spettatori. Per il cinema tedesco l’anno è promettente. forte in casa, debole all’estero * Si rafforza in casa, ma fatica all’estero. È la situazione, in sintesi, in cui si dibatte il cinema tedesco. “È una difficoltà che accomuna la maggior parte del cinema europeo, ad eccezione della Francia”, osserva Christian Dorsch,6 che dirige la Export-Union des Deutschen Films. “Il cinema tedesco paga lo scotto di una immagine che eredita dagli anni ’70. Si tende a considerarlo intellettuale, ma c’è una nuova generazione che si fa largo”. “Per presentare al pubblico all’estero il cinema tedesco, creando una occasione per verificarne il gusto e le preferenze”, spiega Christian Dorsch, la Export-Union des Deutchen Films propone annualmente degli appuntamenti in Europa e oltre Atlantico. Ad iniziative a Los Angeles e New York si sono recentemente aggiunti degli appuntamenti a Buenos Aires e in Messico e la ExportUnion è presente dal 2002 anche a Varsavia, Mosca e in Australia. “L’attività della Export-Union è in crescita, * Giornale dello Spettacolo, n. 13, 19 aprile 2002.
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ma non è sufficiente presentare una selezione di film una volta all’anno per avere un risultato. Per questo abbiamo aperto degli uffici all’estero. È importante per conoscere il mercato”. Fra i film in programma al festival a Roma, oltre al cortometraggio di Florian Gallenberger Quiero ser, che si è aggiudicato l’Oscar nel 2001, si segnalano Lo stato in cui vivo di Christian Petzold, che “riflette sul terrorismo negli anni ’70, un tema prepotentemente tornato di moda in Germania”, lo presenta Giovanni Spagnoletti, e Catastrofi d’amore di Andreas Dresen, “che fotografa in modo impietoso e, al tempo stesso, scanzonato il disagio esistenziale nella Germania dell’est”.7 “È presto per tracciare un bilancio”, fa il punto Christian Dorsch, “ma i segnali sono incoraggianti. Attorno al festival si è creato dell’interesse per il cinema tedesco. Si riscontra una curiosità fra il pubblico e sulla stampa che non c’era precedentemente”. A conferma che il cinema tedesco torna gradualmente a vedersi in Italia, dopo una stagione in cui è stato rappresentato soltanto dal film di Tom Tykwer La principessa + il guerriero e dalle coproduzioni Il nemico alle porte e The Calling, si annunciano in uscita il thriller di Oliver Hirschbiegel The Experiment e la commedia Ricette d’amore di Sandra Nettelbeck, con Sergio Castellitto nella parte di un cuoco in un ristorante ad Amburgo. good bye, lenin! batte steven spielberg * La conquista dell’Oscar per il miglior film straniero con Nowhere in Africa di Caroline Link e il successo di cui gode la commedia di Wolfgang Becker Good Bye, Lenin! * Giornale dello Spettacolo, n. 14, 9 marzo 2003.
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all’inizio del 2003, parzialmente bilanciano il risultato che il cinema tedesco ottiene nel 2002, con un calo del 30% degli spettatori che, dopo il record nel 2001, diminuiscono a 19 milioni; e la quota di mercato è scesa a 11,9% rispetto al 18,4% di cui godeva nel 2001. Il titolo di maggior successo è Bibi Blocksberg, una produzione per bambini, con due milioni di spettatori. La commedia di Wolfgang Becker è stata vista fra febbraio e aprile da 5,4 milioni di spettatori, superando i film di Steven Spielberg Minority Report e Prova a prendermi, per i quali si sono staccati 2,6 e 3,3 milioni di biglietti. Con Good Bye, Lenin!, che è stato insignito al festival di Berlino del premio Der blaue Engel per il miglior film di produzione europea, è stata inaugurata la 4° edizione del Festival del Cinema Tedesco a Roma. “Una briosa commedia acida”, lo descrive Giovanni Spagnoletti, “in cui si unisce l’intrattenimento alla riflessione sulla Germania dopo l’unificazione”.8 Fra i film in programma al festival si sono apprezzati il mélo di Dani Levy Väter, Lichter di Hans-Christian Schmid e Das Verlangen di Iain Dilthey, un kammerspiel in debito con Ingmar Bergman, in concorso al festival di Locarno, dove è stato insignito del Pardo d’oro, oltre al documentario di Douglas Wolfsperger Bellaria - So lange wir leben! e al film per bambini di Ben Verbong Das Sams. dall’oscar all’orso d’oro * L’anno 2004 comincia per il cinema tedesco con la vittoria dell’Orso d’oro al festival di Berlino con il film di Fatih Akin La sposa turca. Il premio suggella una stagio* Giornale dello Spettacolo, n. 13, 9 aprile 2004.
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ne in cui cresce il pubblico di film tedeschi, che passa dal 2002 al 2003 da 19 a 25,3 milioni, con un incremento di un terzo in percentuale. La quota di pubblico è stata del 17,5% nel 2003, rispetto a 11,9% nel 2002. Il risultato è ottenuto mentre il mercato registra complessivamente una flessione del 9,1% fra 2002 e 2003, con una perdita di 15 milioni di biglietti. Insieme a La sposa turca, è in arrivo un buon numero di film tedeschi in Italia, da Luther di Eric Till, una biografia di Martin Lutero, in coproduzione con Hollywood e con Joseph Fiennes, Peter Ustinov e Bruno Ganz, a The Stratosphere Girl di M.X. Oberg e Il miracolo di Berna di Sönke Wortmann, al 2° posto fra le produzioni tedesche nel 2003 dopo la commedia di Wolfgang Becker Good Bye, Lenin!. Il film è stato visto in patria da 3,2 milioni di spettatori, distaccando Luther per 900.000 biglietti. È in uscita in Italia anche il film d’esordio di Michael Schorr Schultze vuole suonare il blues, in programma al festival di Venezia. “È una conferma dell’attenzione che il cinema tedesco riguadagna all’estero dopo una assenza che si è protratta dalla metà degli anni ’80”, commenta Mariette Rissenbeek,9 responsabile delle public relations per la Export-Union des Deutschen Films, assegnando il merito per il rilancio, di cui è un segno anche l’Oscar per Nowhere in Africa, alla diversificazione dell’offerta che contrassegna la produzione e alla capacità di coniugare la qualità con l’attenzione per il pubblico. “Per sostenere il cinema tedesco all’estero, la Export-Union des Deutsches Films opera con un budget all’incirca di 3,5 milioni di euro all’anno”, spiega Mariette Rissenbeek. “Oltre all’evento a Roma, organizziamo una dozzina di festival in Europa, al di là dell’Atlantico e in 84
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Asia. Pubblichiamo una rivista e sosteniamo la presentazione di film a festival, provvedendo al sottotitolaggio e al trasporto”. Tuttavia la Export-Union raramente interviene a sostegno della distribuzione di un film all’estero, per esempio contribuendo al doppiaggio. “Purtroppo il budget non consente di più”. non c’è soltanto la commedia * Dopo l’Oscar con Nowhere in Africa e l’Orso d’oro per La sposa turca il cinema tedesco brilla di nuovo al festival di Berlino nel 2005 con il film di Marc Rothemund La rosa bianca - Sophie Scholl, aggiudicandosi l’Orso d’argento. Al tempo stesso cresce la sua quota di mercato, che si è assestata intorno al 24%, con un aumento di sette punti in percentuale rispetto al 2003. A conferma di una tendenza che vede il pubblico di film tedeschi in progressivo incremento nell’ultimo triennio, passando da 19 a 25,3 milioni dal 2002 al 2003 e sfiorando la soglia di 37 milioni nel 2004. “È stato un bell’anno per il cinema tedesco”, commenta Antonio Exacoustos,10 fra i membri del consiglio d’amministrazione del German Film Services + Marketing, come è stata da poco ribattezzata la Export-Union des Deutschen Films. “Vedremo se il successo si ripeterà nel 2005, ma l’anno è iniziato con un paio di film che promettono bene. È il caso di Sophie Scholl e della commedia di Till Schweiger Barfuss, una storia d’amore fra una ragazza che tenta il suicidio e un looser”. Rispettivamente ottengono uno e 1,3 milioni di spettatori e s’inseriscono nella top ten di primavera, insieme al film d’avventura per * Giornale dello Spettacolo, n. 13, 15 aprile 2005.
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bambini Die wilden Kerle 2, per il quale si sono staccati 1,5 milioni di biglietti. Riguardo al risultato nel 2004, Antonio Exacoustos giudica positivo che, se la parte del leone al box office, come accade abitualmente, la fanno un paio di commedie di poca pretesa come 7 Zwerge - Männer allein im Wald, che s’ispira alla fiaba di Biancaneve e i sette nani, volgendola in farsa, e (T)Raumschiff Surprise - Periode 1, una parodia della saga di Star Trek, “il cinema tedesco si è fatto recentemente apprezzare con film di qualità e penso a Good Bye, Lenin!, La sposa turca o al film di Oliver Hirschbiegel La caduta, una ricostruzione della fine del Terzo Reich e di Adolf Hitler”. Con 9,1 milioni di spettatori e un incasso di 51 milioni di euro, il film di Michael Herbig (T)Raumschiff Surprise - Periode 1 si è collocato al vertice del box office, staccando Harry Potter e il prigioniero di Azkaban per 12 milioni di euro e 2,6 milioni di biglietti. Con 7 Zwerge - Männer allein im Wald e La caduta, per i quali si sono registrati 6,5 e 4,5 milioni di spettatori, la produzione nazionale conquista anche il 3° e 5° posto al box office, mentre Shrek 2 s’insedia al 4° e Troy, The Day After Tomorrow, Koda, fratello orso, Spider-Man 2 e Tutto può succedere seguono dal 6° al 10° posto, ottenendo fra 4,3 e tre milioni di spettatori. “Come accadeva negli anni ’70 con il Neuer ����� Deutscher Film, si è tornati in Germania a raccontare la nostra storia, di oggi o di ieri, a portare qualcosa sullo schermo che ci appartiene e sono i film, non è un caso, che interessano di più all’estero”, osserva Antonio Exacoustos, evidenziando l’elemento di novità, “la positiva risposta che viene dal pubblico, che dimostra un interesse per film di questo genere che sarebbe stato impensa86
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bile qualche anno fa e di cui il Nuovo Cinema Tedesco non godeva in patria”. “Per sostenere il cinema tedesco all’estero, in un momento che gli è favorevole”, informa Antonio Exacoustos, la German Film Services + Marketing, “si è appena trasformata, ampliando il suo campo d’intervento alla televisione, al documentario e al cortometraggio, con l’ingresso nella compagine della società della Filmstiftung Nordrhein-Westfalen e del FilmFernsehFonds Bayern, fra i più importanti fondi di sostengo al cinema in Germania, che fanno capo ai Länder della Baviera e della Renania Settentrionale-Westfalia. “Si pensa anche a un sostegno a distribuzioni straniere che acquistano film tedeschi. Il programma si avvarrà di un budget fra 400.000 e 500.000 euro”. 1 Intervista con Max Dehmel (6 aprile 2000). 2 Dall’intervento di Antonio Exacoustos all’incontro di presentazione della 1° edizione del Festival del Cinema Tedesco (Roma, 6-10 aprile 2000). 3 Dall’intervento di Doris Dörrie in occasione della presentazione del film Erleuchterung garantiert al festival. 4 Intervista con Giovanni Spagnoletti (7 aprile 2001). 5 Intervista con Antonio Exacoustos (6 aprile 2001). 6 Intervista con Christian Dorsch (11 aprile 2002). 7 Dall’introduzione di Giovanni Spagnoletti al catalogo del 3° Festival del Cinema Tedesco (Roma, 11-15 aprile 2002). 8 Il giudizio si trova nel catalogo del 4° Festival del Cinema Tedesco (Roma, 10-14 aprile 2003). 9 Intervista con Mariette Rissenbeek (3 aprile 2004). 10 Intervista con Antonio Exacoustos (8 aprile 2005).
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IL PUBBLICO
come cambia il pubblico * Durante gli anni ’90 il pubblico si è considerevolmente modificato in Germania. In particolare, si osserva un cambiamento in rapporto all’età, che appare significativo. All’inizio degli anni ’90 tre quarti di tutti i biglietti è venduto a teenager e 20enni, soltanto un 10% è acquistato da 30enni. Al termine del decennio l’apporto degli spettatori fra 30 e 39 anni al box office risulta raddoppiato, eguagliando i teenager, mentre la fascia fra 20 e 29 anni costituisce il maggior consumatore di film, rappresentando un terzo del pubblico, con 49,2 milioni di presenze nel 1998. In particolare, è alta la frequenza fra 20 a 24 anni; una fascia che rappresenta il 7% della popolazione, ma contribuisce per un quarto al box office. Se si considera la frequenza al cinema in rapporto all’età del pubblico, dopo i 20enni, fra i quali il 35% si reca al cinema più di 11 volte all’anno, si posizionano teenager e 30enni. Qui la percentuale di chi va al cinema oltre 11 volte all’anno supera il 25%, mentre la maggior parte fra i teenager (è il 33%) vede da tre a cinque film all’anno, il 27% ne vede uno o due. Fra i 30enni e il pubblico oltre 50 anni la situazione si polarizza. Fra i 30enni * Giornale dello Spettacolo, n. 37, 17 dicembre 1999.
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coloro che vanno al cinema occasionalmente, da una a due volte all’anno, equivalgono al gruppo che vede più di 11 film in un anno (insieme rappresentano quasi il 60% del pubblico fra 30 e 39 anni), mentre gli spettatori oltre 50 anni si dividono fra chi frequenta il cinema sporadicamente (il 37% vede uno o due film all’anno) e chi ci va assiduamente (è il 27%). All’aumento di pubblico nel 1998 (durante il quale si sono staccati 148,9 milioni di biglietti), ha contribuito in primo luogo chi va al cinema saltuariamente. Se gli spettatori che ci vanno oltre 11 volte all’anno sono in diminuzione (nel 1998 sono stati 33,7 milioni, con una flessione dal 34% al 27% sul totale rispetto al 1991), si riscontra un aumento del pubblico che vede da uno a cinque film all’anno. In percentuale è cresciuto dal 43% al 50% nel corso del decennio. Nel 1998 sono stati 62,6 milioni, con un incremento del 12% rispetto al 1997. In parte lo si deve all’attrazione di Titanic, ma è effetto anche di film come Mulan, Il dottor Dolittle e Flubber, che vedono il ritorno al cinema di un pubblico che non lo frequentava più, per accompagnarci i bambini. Complessivamente il pubblico è aumentato del 24% fra 1991 e 1998, ma il consumo di film è cresciuto in maggior misura in provincia. Gli spettatori in località con meno di 20.000 abitanti sono stati 43,6 milioni nel 1998 ovvero il 35% (nel 1991 erano 32,3 milioni, con una incidenza del 32% sul totale) e crescono anche quelli in città fra 100.000 e 500.000 abitanti, aumentando da 19,6 a 28,6 milioni, pari al 23% di tutto il pubblico (ammontavano al 20% nel 1991). Secondo la Filmförderungsanstalt l’incremento è da attribuirsi in primo luogo al diffondersi di multiplex, che funzionano da polo di attrazione per il pubblico in provincia, ma è anche effetto della politica di 34
pubblico
sostegno all’esercizio, che favorisce la distribuzione di film in profondità. Riguardo a giorni ed orari che il pubblico preferisce, la maggior affluenza si registra di sabato (nel 1998 si sono contati oltre 30 milioni di biglietti). Fra i teenager si osserva una predilezione per il fine settimana, mentre il pubblico da 30 a 50 anni si distribuisce equamente fra il weekend e i giorni infrasettimanali. A quest’ultimi va il favore fra gli spettatori oltre 60 anni. Complessivamente guadagnano in importanza i giorni di venerdì (nel 1991 incideva per il 15% sul box office, nel 1998 per il 17%) e di martedì, in cui si registra un aumento di pubblico dal 9% al 12%, mentre l’affluenza è in calo di mercoledì e la domenica. Se più di metà si reca al 1° spettacolo della sera, il pubblico mostra una tendenza a polarizzarsi fra il pomeriggio e la notte e diminuiscono gli spettatori alle 18. Dal 1991 al 1998 il pubblico è aumentato di pomeriggio dal 13% al 16%, dal 3% al 5% quello dopo le 23, mentre un 3% optava nel 1998 per le 18. il gusto del pubblico * Rispetto al 1998, in cui il record di pubblico principalmente è dovuto all’exploit di un film, Titanic, che ne monopolizza l’interesse, gli spettatori si sono distribuiti nel 1999 fra un maggior numero di titoli. Lo dimostra un confronto fra la performance di Titanic, che nel 1998 si piazza al vertice del box office con 18 milioni di spettatori, e di Star Wars Episodio I, che è stato il campione d’incasso nel 1999, ma si è fermato a otto milioni di spettatori. Titanic distanziava di 12,7 milioni di spettatori Armageddon, * Giornale dello Spettacolo, n. 25, 8 settembre 2000.
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che lo seguiva al 2° posto, mentre Star Wars ha un vantaggio di tre milioni di biglietti su Notting Hill, La mummia e Se scappi, ti sposo, che ottengono fra 5,4 e 4,8 e milioni di spettatori. Al tempo stesso è cresciuto il numero di film per i quali si sono staccati fra tre e sei milioni di biglietti, passando da sette a 11. L’anno si è chiuso con 100.000 spettatori in più rispetto al 1998, tuttavia è diminuito il numero di coloro che si sono recati al cinema, scendendo di 10,5 punti in percentuale rispetto al 1998, da 22,8 a 20,4 milioni. Rispetto alla popolazione sono stati il 36% nel 1998, il 32% nel 1999 e il dato è riconducibile alla mancanza di film di richiamo, capaci di attrarre gli spettatori che si recano al cinema da una a due volte in un anno, ma rappresentano la metà del pubblico. Se diminuisce la popolazione che va al cinema, cresce il consumo di film fra gli spettatori. In media, chi è andato al cinema nel 1999 lo ha fatto 6,1 volte. In particolare, aumentano gli spettatori che ci vanno più di 10 volte all’anno. Passano dal 9% all’11% sul totale fra 1998 e 1999. È interessante anche il dato sul gusto del pubblico in rapporto all’età e al sesso. Fra gli spettatori di Star Wars i 30enni sono il gruppo più numeroso, mentre la fascia fra 20 e 24 anni gli ha preferito Matrix e La mummia. Il favore del pubblico oltre 50 anni è andato a Notting Hill e Se scappi, ti sposo. Incidendo per il 40% sul totale, gli spettatori con più di 40 anni predominano fra il pubblico del film di Roberto Benigni La vita è bella, al 28° posto al box office. Nel 1999 le donne si sono recate al cinema in maggior numero (e rappresentano il 51% del pubblico), ma gli uomini ci vanno di più (nel 1999 hanno visto 2,1 film a testa). Conseguentemente l’apporto al box office si equivale. 36
pubblico
Invece appaiono consistenti le differenze riguardo ai film. Fra gli uomini i titoli di maggior successo sono Star Wars e Matrix, le donne preferiscono Notting Hill e Se scappi, ti sposo. In gran parte è femminile il pubblico di Shakespeare in Love, C’è posta per te e Vi presento Joe Black, gli uomini privilegiano James Bond con Il mondo non basta, Asterix & Obelix contro Cesare e Giorni contati, confermando che questi preferiscono l’action al cinema, le donne vagheggiano la love story. un identikit dello spettatore * Sul pubblico fa il punto uno studio della Filmförderungsanstalt, che ne indaga la composizione e i gusti, basandosi su un campione di 10.000 persone, per tracciare un identikit dello spettatore.1 Complessivamente risulta positiva la valutazione del pubblico sull’esercizio, di cui si apprezza l’ammodernamento, grazie a cui se ne è innalzato lo standard. In gran parte il pubblico è soddisfatto della qualità del suono e della comodità (ma il 28% giudica scarso lo spazio per sedere), mentre il gradimento diminuisce riguardo ai foyer (che il 42% giudica insoddisfacenti). Si tratta di una parte che spesso risulta impossibile modificare apprezzabilmente quando si ammoderna un cinema, risentendo della conformazione dell’edificio in cui il complesso si colloca. Con il boom di multiplex si è diffusa l’abitudine di prenotare il biglietto. Un terzo del pubblico è infastidito dalla fila alla cassa e il 61% prenota abitualmente. In par* Giornale dello Spettacolo, n. 35, 23 novembre 2001 e n. 5, 15 febbraio 2002.
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ticolare, lo fanno i teenager (il 64% fra 16 e 19 anni ha l’abitudine di prenotare), i 20enni (soltanto il 29% non lo fa) e il pubblico fra 30 e 40 anni. Per prenotare si utilizza principalmente il telefono. Se ne serve il 41%, mentre si attesta sul 16% la percentuale di chi acquista il biglietto in precedenza alla cassa (un’abitudine che hanno soprattutto gli spettatori oltre 60 anni). Invece è scarso l’utilizzo di internet, di cui si serve appena il 4%. La percentuale cresce di poco fra teenager e 20enni, fra cui un 8% effettua la prenotazione in internet. Se la presentazione di trailer prima del film generalmente piace, è consistente la percentuale di chi esprime una riserva sulla pubblicità; questa scontenta il 37% fra gli spettatori, indipendentemente dall’età, e suscita il rifiuto del 35%. Nel corso degli anni ’90 l’introito che deriva dalla pubblicità rispetto allo sbigliettamento è cresciuto significativamente e la Filmförderungsanstalt richiama l’opportunità per l’esercizio di far ricorso alla presentazione di spot con moderazione, a pena di perdere il favore del pubblico. Più di metà del pubblico si dichiara fedele a un cinema, dove si reca abitualmente. A fronte di un 41% che lo considera irrilevante, il 59% fra gli spettatori esplicita una preferenza sul tipo di cinema, orientandosi in maggioranza per i multiplex (è il 41%), tuttavia è significativo il gradimento che incontrano i cinema d’essai, dove si reca di preferenza il 21%. Fra gli elementi che influenzano la scelta del cinema c’è il prezzo del biglietto. Più di metà del pubblico gli attribuisce una importanza, apprezzando la riduzione durante la settimana e di pomeriggio, e il prezzo influisce negativamente sul numero di volte in cui si va al cinema a giudizio del 68%, condizionando in particolare la fascia fra 10 e 19 anni. 38
pubblico
Fra i mezzi di trasporto con cui si raggiunge il cinema, l’automobile si colloca al 1° posto. La utilizza abitualmente il 72%, con la percentuale che cresce all’88% in località di provincia con meno di 20.000 abitanti, in cui (mancando un cinema) si ricorre all’automobile per recarsi in città o in un multiplex. L’utilizzo cala sensibilmente in città al di sopra di 100.000 abitanti, dove la percentuale di chi abitualmente opta per la macchina scende al 53%. Gli spettatori che si servono di mezzi pubblici ammontano al 27% in città con più di 100.000 abitanti, al 72% in quelle oltre 500.000. Riguardo al consumo di food and beverage, l’indagine ne radiografa la diffusione, in particolare fra teenager e 20enni (fra quest’ultimi il 45% acquista abitualmente una bevanda), rappresentando una fonte d’introito di rilievo per l’esercente. Tuttavia emerge il fastidio di parte del pubblico di fronte al fenomeno. La percentuale cresce dal 30% fra chi frequenta i multiplex, al 61% fra gli spettatori che si recano in cinema d’essai. Il cinema è principalmente uno svago che si pratica in compagnia. A fronte del 5% che solitamente ci va da solo, il 68% lo fa sempre in compagnia. Si va soprattutto con il partner (è il 50%), mentre il 42% si reca al cinema di preferenza con gli amici o i colleghi e il 28% ci va in primo luogo insieme alla famiglia. Dopo il film più di metà del pubblico torna a casa, il 24% talvolta intraprende qualcos’altro, il 17% lo fa abitualmente e un 6% fa sempre qualcosa dopo il film. La percentuale cresce fra teenager e 20enni, per diminuire con l’età, ma non cambia significativamente in base al sesso o alla grandezza della località in cui si risiede. Anche la scelta del film avviene principalmente per suggerimento del partner, di un amico o un collega, a ri39
cinema in germania
prova dell’importanza che ha il passaparola. Una percentuale del 42% sceglie il film in primo luogo su consiglio di un conoscente, il 37% lo fa qualche volta. Appena l’8% dichiara di non tener conto del giudizio altrui. Oscilla dal 20% al 24% chi si orienta in base alla pubblicità o a servizi in televisione o sulla stampa, mentre manifesto, radio e internet influiscono scarsamente sulla scelta del film da vedere. il cinema si vede in internet * La diffusione di computer e della tecnologia per la visione e la duplicazione di film su supporto digitale sta gradualmente cambiando la modalità di consumo di film, in particolare fra la popolazione fra 10 e 30 anni, che rappresenta il nocciolo del pubblico. Lo documenta uno studio della Filmförderungsanstalt sul diffondersi di computer e di internet in Germania,2 con cui s’intreccia strettamente il fenomeno della pirateria. Questa è in aumento e cresce l’allarme. Si stima in 354 milioni di euro il danno che nel 2002 è stato causato dalla pirateria al mercato cinematografico e dell’home video. E il fenomeno risulta in espansione. Dal 2001 al 2002 il danno cresce del 18,8% e si valuta nel 15% del box office. Fino al 2000 la pirateria riguarda principalmente il settore dell’home video. La videocassetta costituiva il supporto per la duplicazione o la registrazione di film in occasione della messa in onda in televisione. Il quadro si è rapidamente modificato. Si valutano in 21 milioni coloro che dispongono nel 2002 di un masterizzatore per compact disc in casa, mentre 17,3 milioni hanno la pos* Giornale dello Spettacolo, n. 24, 29 agosto 2003.
40
pubblico
sibilità di utilizzarlo in altro luogo. In totale ammontano al 51% della popolazione. In 5,2 milioni hanno effettuato copia di un film su cd nel 2002. Allo scopo si sono utilizzati 59 milioni di cd. Si tratta dell’8,2% della popolazione (ma la quota è del 14,7% se si considera i teenager e aumenta al 20% fra i 20enni) e del 11% di cd di cui si è fatto uso in Germania nel 2002. La pratica di duplicare un film coinvolge in primo luogo la cerchia degli amici, la parentela o i colleghi sul posto di lavoro. Per la duplicazione si fa ricorso generalmente a film in prestito. È minore la percentuale di chi si serve di film in noleggio o acquistati. Solitamente la duplicazione ha luogo in casa o presso amici e parenti. Spesso la copia è effettuata per familiari o amici. Va dal 48,8% al 39,5% la percentuale di chi dichiara di aver duplicato un film a questo scopo; ma lo si fa per sé il più delle volte. Internet è divenuta rapidamente la fonte a cui si attinge di preferenza per procurarsi un film e si diffonde la pratica di scambiarsi i film in rete, ricorrendo a siti che in gran parte operano illegalmente. Si valutano in 15,5 milioni i film che sono stati scaricati dalla rete nel 2002. Generalmente ciò avviene prima della disponibilità in home video, successivamente alla distribuzione del film in Germania, ma il 22% si procura abitualmente i film in internet prima dell’uscita in sala. È fonte di preoccupazione il dato sulla fascia d’età. La pratica del download di film in internet coinvolge 2,4 milioni di persone in Germania, pari al 3,8% della popolazione. La percentuale aumenta significativamente col diminuire dell’età e oltrepassa il 5% se si considera la fascia fra 10 e 19 anni, per raddoppiare in quella da 20 a 29 anni, raggiungendo il 7,3%. Si tratta della parte 41
cinema in germania
di popolazione che rappresenta il nocciolo del pubblico in Germania, analogamente al resto dell’Europa, e il dato rappresenta un campanello d’allarme per il futuro del cinema in sala. la rete e il cinema * La pirateria e lo sviluppo di internet si riflettono negativamente sulla frequenza al cinema. Lo scambio di film e la duplicazione su cd o dvd e la pratica del download in internet si diffondono fra la popolazione, in particolare fra la fascia da 10 a 39 anni, e il fenomeno si ripercuote sul consumo di film in sala. Fra chi duplica film o se li procura in internet, il 46,6% dichiara di andare al cinema regolarmente, tuttavia il 35,2% lo frequenta di meno e il 10,8% non ci va più. Con riferimento all’estate 2003, in 23,5 milioni dispongono in casa di un masterizzatore per compact disc ed è in aumento il numero di chi possiede un registratore o un masterizzatore per dvd. Dall’inizio del 2003 la cifra è più che raddoppiata. Si è passati da 200.000 a 570.000 e da 100.000 a 250.000 persone. Anche l’uso di internet si diffonde rapidamente e il 56,2% della popolazione oltre 10 anni (sono 35,5 milioni) dispone nell’estate 2003 dell’accesso a internet in casa. Ed è in crescita la percentuale di chi possiede un collegamento a banda larga. Ammontano al 21,4% della popolazione. Parallelamente cresce l’impiego di cd e dvd per registrare film. L’uso di cd è in aumento annualmente. Fra 2000 e 2002 si è passati da 247 milioni a 515 milioni di pezzi, oltrepassando 350 milioni fra gennaio e ago* Giornale dello Spettacolo, n. 8, 5 marzo 2004.
42
pubblico
sto 2003. Se risulta in flessione la percentuale di cd di cui si fa uso per la registrazione di musica (scende dal 55% al 48% fra 2001 e 2003), è in aumento il numero di compact disc su cui si registrano film. In percentuale si è trattato dell’11% nel 2002 e del 15% nel 1° semestre 2003. Il rapporto è soverchiante con i dvd. Su un totale di 12 milioni di dvd di cui si è fatto uso in Germania fra l’inizio del 2003 e l’estate, il 79% è stato impiegato per la registrazione di film. La fonte a cui si ricorre preferibilmente è internet. Rispetto al 2002, in cui è stato effettuato il download di 15,5 milioni di film secondo una stima della Filmförderungsanstalt, 3 nel 2003 la cifra è stata di 13,3 milioni fra gennaio ed agosto. Si valuta che in due milioni si siano procurati film in internet nel periodo in considerazione. Fra questi il 24% lo fa una volta al mese, il 15% da due a tre volte, il 21% scarica settimanalmente uno o più film da internet. Fra chi si procura un film in rete, metà lo fa prima della disponibilità in home video, il 26% prima che il film esca in Germania. Su 5,8 milioni di persone che registrano film su cd o dvd o ne scaricano da internet nel 1° semestre 2003, Terminator 3 era in possesso del 16,5% dopo un mese dall’uscita in sala e il 27,3% disponeva di Il signore degli anelli - Le due torri prima della commercializzazione in dvd. questione di gusto * Cosa preferisce il pubblico al cinema? Una ricerca della Filmförderungsanstalt propone una analisi del * Giornale dello Spettacolo, n. 16, 14 marzo 2004.
43
cinema in germania
pubblico per sesso e per fascia d’età in rapporto ai film di maggior successo al box office in Germania nel periodo dal 1998 al 2002.4 Fra i film che registrano una prevalenza di pubblico maschile si collocano Fast and Furious, Il sesto giorno, Il gladiatore, Resident Evil, Three Kings, Final Fantasy, Lara Croft: Tomb Raider, La tigre e il dragone, per i quali la percentuale del “sesso forte” oscilla dal 65% all’80%, mentre si conferma una predilezione fra le donne per la commedia e la love story, che fa sì che siano prevalenti fra il pubblico, per esempio, di Unfaithful, Il matrimonio del mio miglior amico, Anna and the King, Il diario di Bridget Jones o I perfetti innamorati. La ricerca evidenzia come il genere cui il film appartiene determina parzialmente il pubblico e procede ad una analisi del contenuto. Ne emerge la preferenza fra il pubblico maschile per situazioni di scontro e di pericolo e in cui domina l’elemento tecnologico, a cui il protagonista riesce a sopravvivere o da cui emerge vincitore, mentre le situazioni al centro dei film di maggior gradimento fra le donne sono riconducibili agli schemi del trionfo dell’amore (un esempio è Prima o poi mi sposo), al pericolo della passione, alla necessità o alla impossibilità d’imbrigliarla e all’affermazione di sé, di cui offre un esempio Erin Brockovich, in cui una donna dimostra ciò che vale al di là dell’apparenza oppure, ed è il caso di Se scappi, ti sposo, in cui conquista la fiducia in sé. Qui i film divengono la spia (argomenta la ricerca) di una sottostima che la donna avverte ancora pesare su di sé in famiglia e nella società, malgrado il processo di emancipazione a cui si assiste dagli anni ’70 ad oggi. Complessivamente i film in cui non predomina un sesso risultano la maggioranza. Nel campo della com44
pubblico
media si segnalano Tutti pazzi per Mary, Le ragazze del Coyote Ugly o American Pie 2. Fra i thriller si collocano Vanilla Sky, The Sixth Sense, L’uomo senza ombra e Panic Room, in cui l’accento cade sulla situazione e la psicologia rispetto all’action. Tuttavia il dato di maggior interesse è la rispondenza del film d’animazione al gusto di entrambi i sessi, come dimostra il successo di Shrek, Tarzan, Z la formica o L’era glaciale, per i quali il pubblico risulta composto in uguale misura di donne e uomini. Qual è l’orientamento del pubblico in rapporto all’età? Distinguendo fra le fasce da 10 a 15, da 16 a 19, da 20 a 24 e da 25 a 29 anni, la ricerca rileva una preferenza fra 10 e 15 anni per il cinema d’animazione e la commedia, in particolare per film, ad esempio Mr. Magoo, Flubber, Snow Dogs, in cui predomina la gag sulla dimensione psicologica, ai quali si affianca la commedia d’ambiente adolescenziale, da American Pie 2 a Le ragazze del Coyote Ugly. Con l’adolescenza il gusto si modifica notevolmente. Scompaiono i film d’animazione e la preferenza fra 16 e 19 anni va nettamente alla commedia e all’horror. Fra le commedie dominano Rush Hour, La rivincita delle bionde, American Pie 2, Scary Movie, in cui il mondo appare privo di regole e (ri)combinabile a piacere. Fra l’horror la preferenza va a Final Destination, Resident Evil, The Blair Witch Projekt, Scream 3, che s’incentrano spesso su gruppi di teenager a confronto con elementi soprannaturali, in cui (osserva la ricerca) s’incarnano le paure che l’adolescente vive durante la crescita. Fra gli spettatori di 20 anni il ventaglio si amplia. Diminuisce l’interesse per la commedia, quello per l’horror resta consistente e si fanno largo i film d’azione, per esempio Romeo deve morire, Starship Troopers, Three Kings o XXX, insieme ai thriller, fra i quali la preferenza va 45
cinema in germania
a The Cell, Fight Club e Hannibal. Nessun titolo fra quelli di maggior successo fra gli spettatori da 20 a 24 anni si trova al vertice del box office. Il dato è interessante e sembra l’indizio di una opposizione fra il pubblico di 20 anni al gusto dominante. Il quadro cambia con il pubblico fra 25 e 29 anni. Fra i film che questi preferisce ci sono Matrix e Il diario di Bridget Jones, che si collocano al vertice del box office. Piacciono anche i thriller con Il talento di Mr. Ripley, Vanilla Sky, Spy Game e il cinema d’azione, si riduce considerevolmente il gradimento per l’horror e s’impone la romantic comedy, a cui fa da contrappunto la scomparsa della commedia d’ambiente adolescenziale. Il pubblico di 30 anni spazia fra i generi, dalla commedia alla fantascienza, fra cui s’impongono Star Wars e Minority Report, alla vicenda d’impronta drammatica, da Cast Away a Unfaithful, Erin Brockovich o Anna and the King. Fra i film che i 30enni preferiscono, la maggior parte campeggia nella top ten. È interessante anche la predilezione per la love story, che emerge in una età in cui il pubblico si trova in gran parte legato stabilmente a un partner. Ciò si spiega (rileva la ricerca) se si considera che la preferenza va alla rappresentazione della difficoltà della relazione di coppia, come avviene in Notting Hill o Se scappi, ti sposo, di cui lo spettatore di 30 anni fa esperienza nella vita. Considerando il pubblico al di sopra di 40 anni, il campo di attenzione si restringe nuovamente e dominano la commedia e i film di carattere drammatico. Quasi scompaiono l’action movie, il thriller e la fantascienza e perde d’interesse la love story, mentre si registra una attenzione per i film di produzione europea. È la fascia, ad esempio, che domina fra gli spettatori di Pane e tulipani, 46
pubblico
Otto donne e un mistero, Italiano per principianti, suggerendo che la capacità di attrazione di Hollywood diminuisce con l’età del pubblico. lo spettatore d’essai * Ha più di 30 anni, vive in città ed è in possesso del diploma di laurea. È l’identikit dello spettatore d’essai, che emerge da uno studio sul settore in Germania.5 Questo conta 13,7 milioni di spettatori (la cifra si riferisce al 2004) e su un circuito di 432 sale che aderiscono alla AG Kino-Gilde deutscher Filmkunsttheater, che rappresenta unitariamente l’esercizio d’essai, dopo la confluenza della Gilde con la AG Kino nel 2003. Si aggiungono 143 schermi che, pur non appartenendo all’associazione, propongono una programmazione d’essai, includendo i quali (come fa lo studio della Filmförderungsanstalt) il pubblico sale a 18,1 milioni. Lo spettatore d’essai si caratterizza per vivere in città. Qui è ubicata gran parte degli schermi con programmazione d’essai. In particolare, il 29% si trova in città con più di 500.000 abitanti, in località con meno di 20.000 abitanti diminuiscono al 15%. Il dato appare significativo se si considera che, sul totale degli schermi in Germania, quelli in città oltre 500.000 abitanti ammontano al 17%. Anche l’età differenzia lo spettatore d’essai rispetto al pubblico che complessivamente va al cinema. Questo è composto per il 21,9% di teenager, mentre il nucleo del pubblico d’essai sono gli spettatori fra 30 e 39 anni; ammontano al 23,8%. E la differenza aumenta con l’età. Gli * Giornale dello Spettacolo, n. 29, 14 ottobre 2005.
47
cinema in germania
spettatori fra 45 e 54 anni ammontano in totale al 10,2%, ma rappresentano il 14,3% del pubblico d’essai; e la percentuale di spettatori oltre 60 anni è doppia, attestandosi intorno al 13%. È interessante anche il dato sull’importanza della stampa nell’orientamento del pubblico d’essai. Mentre il 27% del pubblico sceglie un film in base alla pubblicità o ai servizi in televisione, gli spettatori d’essai si affidano in primo luogo alla stampa (a cui fa riferimento il 20%, complessivamente è l’11%) e al passaparola; tuttavia la televisione ha una maggior influenza rispetto a un paio di anni fa, collocandosi intorno al 18% fra i fattori che orientano la scelta. 1 Gerhard Neckermann, Dirk Blothner, Das Kinobesucherpotential 2010, Filmförderungsanstalt, Berlino 2001 e “Neue FFA-Befragungsergebnisse - Rund um den Kinobesuch“, in FFA - Intern, n. 2, 2001, pp. 6-8. 2 Brenner-Studie 1. Studie über das Kopieren und Downloaden von Spielfilmen, Filmförderungsanstalt, Berlino 2002. 3 Ivi, pag. 32. 4 Dirk Blothner, Filminhalte und Zielgruppen 4. Generalisierungen und Tendenzen zum Verständnis der Zielgruppenbildung im Kino, Filmförderungsanstalt, Berlino 2004. 5 Yv. Beigel, Ingeborg Schultz, Programmkinos in der Bundesrepublik Deutschland und ihr Publikum in 2004, Filmförderungsanstalt, Berlino 2005.
48
TABELLE
1,52
indice di frequenza 1,82
149,0
82,1
1999
* Fino al 2000 in marchi, dal 2001 in euro.
4.070
4.284
4.435
4.651
4.783
1.865
4.792
1.815
4.868
1.844
1.203
4.870
1.845
1.208
4.889
1.854
1.226
5,85
Fonte: Filmförderungsanstalt
4.868
1.831
1.202
5,70
3.901
1.880
1.177
5,70
732.367 768.144 796.848 802.765 844.829 873.538 884.033 884.790 877.820 864.260 858.592
1.934
1.200
5,86
745,0
1,54
127,3
82,5
2005
posti a sedere
1.978
1.173
5,55
892,9
1,90
156,7
82,5
2004
schermi
2.003
1.189
10,57
850,0
1,81
149,0
82,5
2003
1.999
1.210
10,61
960,1
1,99
163,9
82,5
2002
cinema
1.230
10,75
987,2
2,16
177,9
82,3
2001
1.223
10,26
1.612,5
1,86
152,5
82,2
2000
imprese di esercizio
9,89
1,82
148,9
82,0
1998
1.468,6 1.600,2 1.580,5
1,74
143,1
82,0
1997
9,51
1.314,2
1,62
132,9
82,0
1996
prezzo del biglietto *
1.183,4
124,5
spettatori (mln)
incasso (mln) *
81,6
popolazione (mln)
1995
Tabella 1. Spettatori, incasso ed esercizio (1995-2005)
tabelle
107
108
4.868
4.868
4.870
2002
2003
2004
ovest
3.902
3.914
3.902
3.852
3.878
3.783
3.640
3.550
3.441
3.375
3.328
3.305
3.261
3.292
est
968
954
966
940
905
868
795
734
629
526
467
430
397
414
156,7
149,0
163,9
177,9
152,5
149,0
148,9
143,1
132,9
124,5
132,8
130,5
105,9
120,0
totale
130,9
123,0
137,0
146,6
124,6
121,3
121,1
117,4
110,5
105,6
113,1
113,7
93,5
107,0
ovest
est
25,8
25,9
26,9
31,3
27,9
27,7
27,8
25,7
22,4
18,9
19,7
16,8
12,4
13,0
spettatori (mln) ovest 825,5
916,8
1.130,6
1.317,2
892,9
849,8
960,1
987,2
754,3
710,9
813,5
829,1
1.612,5 1.347,6
1.580,5
1.600,2 1.333,0
1.468,6 1.240,4
1.314,2
1.183,4 1.042,1
1.228,0 1.091,2
1.170,0 1.063,8
891,4
980,7
totale
est
138,6
138,9
146,6
158,1
264,9
263,3
267,2
228,2
183,6
141,3
136,8
106,2
65,9
63,9
incasso (mln) **
2005 4.889 3.926 963 127,3 107,5 19,8 745,0 635,0 110,0 * Con riferimento al territorio della Repubblica Federale precedentemente alla riunificazione. ** Fino al 2000 in marchi, dal 2001 in euro. Fonte: Filmförderungsanstalt
4.783
4.651
1999
4.792
4.435
1998
2001
4.284
1997
2000
3.901
3.795
1994
4.070
3.735
1993
1996
3.658
1992
1995
3.706
totale
1991
schermi
Tabella 2. Schermi, spettatori e incasso ad ovest * e nei Länder di nuova costituzione (1991-2005)
cinema in germania
3.901
totale
* Con riferimento al 2005.
1995 94 276 540 366 663 162 71 43 73 839 194 73 81 156 167 103
Amburgo Assia Baden-Würtenberg Bassa Sassonia Baviera Berlino Brandemburgo Brema Meclemburgo-Pomerania Nord Reno-Westfalia Renania-Palatinato Saarland Sachsen-Anhalt Sassonia Schleswig-Holstein Turingia
1997 82 290 581 363 692 222 114 43 94 929 182 80 115 202 174 121
1998 85 283 582 380 712 260 125 46 94 966 195 73 118 221 172 123
1999 95 315 614 429 709 276 144 53 118 947 231 70 121 229 168 132
4.070 4.284 4.435 4.651
1996 76 287 564 368 672 192 94 43 84 869 194 79 100 177 163 110
Tabella 3. Ripartizione degli schermi per Land (1995-2005) 2002 96 337 629 466 761 303 149 39 126 936 227 78 131 265 173 152
2003 97 340 656 457 779 293 147 47 125 927 219 75 134 259 163 150
2004 101 330 656 448 793 298 151 44 126 906 217 76 136 263 173 152
4.889
2005 101 335 665 450 799 288 155 47 128 907 219 75 136 265 173 146 Fonte: Filmförderungsanstalt
4.783 4.792 4.868 4.868 4.870
schermi 2000 2001 98 94 330 340 626 629 448 466 726 746 290 289 148 146 40 40 128 119 968 940 216 215 81 79 123 133 234 250 186 173 141 150
tabelle
109
110 7/91
10/113
30/304
1996 1/8 2/22 2/20 2/19 3/26 1/10 1/8 0 1/7 7/88 1/9 0 4/38 2/20 2/17 1/9 Fonte: Filmförderungsanstalt
12/134
17/185
6/81
totale
1995 0 1/12 1/7 1/10 2/19 0 0 0 0 6/79 1/9 0 2/20 0 2/17 1/9
Tabella 4a. Multiplex: ripartizione per Land (1991-1996) multiplex / schermi 1991 1992 1993 1994 Amburgo 0 0 0 0 Assia 0 0 0 1/12 Baden-Würtenberg 0 0 0 0 Bassa Sassonia 1/10 1/10 1/10 1/10 Baviera 0 0 1/7 1/7 Berlino 0 0 0 0 Brandemburgo 0 0 0 0 Brema 0 0 0 0 Meclemburgo-Pomerania 0 0 0 0 Nord Reno-Westfalia 5/71 5/71 6/79 6/79 Renania-Palatinato 0 0 0 1/9 Saarland 0 0 0 0 Sachsen-Anhalt 0 1/10 1/10 1/10 Sassonia 0 0 0 0 Schleswig-Holstein 0 0 1/7 1/7 Turingia 0 0 0 0
cinema in germania
totale
52/510
77/729
128/1.162
138/1.250
2001 6/51 11/100 10/88 11/92 15/130 13/128 4/35 2/21 2/15 35/336 5/45 1/11 6/53 10/87 3/25 4/33 Fonte: Filmförderungsanstalt
105/964
Tabella 4b. Multiplex: ripartizione per Land (1997-2001) multiplex / schermi 1997 1998 1999 2000 Amburgo 2/18 3/26 6/51 6/51 Assia 2/22 2/22 5/45 9/80 Baden-Würtenberg 5/44 8/71 9/78 10/88 Bassa Sassonia 2/19 3/26 6/52 10/85 Baviera 6/51 8/69 11/95 13/112 Berlino 3/32 6/68 9/94 12/119 Brandemburgo 2/17 2/17 4/35 4/35 Brema 0 1/10 2/21 2/21 Meclemburgo-Pomerania 1/7 1/7 2/15 2/15 Nord Reno-Westfalia 15/172 24/250 29/287 34/327 Renania-Palatinato 1/9 2/17 4/38 5/45 Saarland 0 0 0 1/11 Sachsen-Anhalt 4/38 5/45 5/45 5/45 Sassonia 5/44 7/59 7/59 9/78 Schleswig-Holstein 2/17 2/17 3/24 3/25 Turingia 2/17 3/25 3/25 3/25
tabelle
111
cinema in germania Tabella 5. Multiplex: spettatori e incasso (1991-2005) spettatori 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
incasso *
mln
%
mln
%
3,8 6,9
3,2 6,5
38,3 72,9
3,9 8,2
10,1
7,8
110,4
9,4
11,5
8,7
129,0
10,5
13,7
11,0
158,2
13,4
19,4
14,6
224,7
17,1
32,2
22,5
374,7
25,5
45,1
30,3
536,9
33,6
51,3
34,4
608,8
38,5
61,6
40,4
712,8
44,2
76,5
43,0
453,0
45,9
70,4
42,9
444,3
46,3
65,7
44,1
396,3
46,6
71,0
45,3
426,0
47,7
59,7
46,9
372,5
50,0
* Fino al 2000 in marchi, dal 2001 in euro. Fonte: Filmförderungsanstalt
112
6,5
maggio
124,5 132,9 143,1 148,9 149,0 152,5 177,9
totale
* In milioni.
13,8
12,5
13,3 14,8
12,6
15,4 12,7
12,5
14,7
13,1
16,3
14,5 15,3
12,0
17,5
20,0
15,4
16,5
15,5
dicembre
10,1
12,6
11,6 11,2
11,6
14,4 12,7
13,0
11,4
12,6
13,4
11,4
8,0
14,0
16,6
15,0
14,6
2001
novembre
14,6
12,3
13,6
9,3
8,8
13,7
11,0
14,9
16,6
2000
ottobre
13,7
11,6
11,0
10,9
7,7
10,1
12,6
12,3
13,1
1999
9,9
10,6
6,1
8,6
13,2
13,7
14,6
17,2
1998
11,0
9,1
7,4
8,0
11,1
15,5
12,7
11,5
1997
settembre
11,9
6,4
7,8
8,6
12,2
10,7
14,7
1996
agosto
7,0
11,6
aprile
7,6
10,0
marzo
luglio
10,3
febbraio
giugno
12,1
gennaio
1995
Tabella 6. Ripartizione degli spettatori per mese (1995-2005) *
18,4
15,1
12,9
10,5
11,8
9,0
8,8
11,2
11,9
12,3
12,8
14,3
2003
13,3
13,6
14,8
11,7
14,3
16,6
12,3
12,8
10,3
11,6
12,1
13,2
2004
12,2
12,4
11,3
6,9
11,5
12,5
6,8
10,3
7,9
12,5
10,9
11,9
2005
Fonte: Filmförderungsanstalt
163,9 149,0 156,7 127,3
18,0
15,4
14,4
10,8
11,4
13,3
11,0
12,0
12,4
15,0
13,7
16,3
2002
tabelle
113
114 14,6
14,3
4,6
14,6
3,5
16,3
7,5
8,2
20,9
13,8
8,0
8,8
16,9
26,1
14,2
25,2
18,5
11,3
6,1
2003
163,9 149,0
14,8
6,1
8,1
19,0
31,2
17,3
26,7
19,7
13,9
7,2
2002
Fonte: Filmförderungsanstalt
13,9
4,0
6,7
130,5 132,8 124,5 132,9 143,1 148,9 149,0 152,5 177,9
13,6
* Con riferimento agli spettatori di nazionalità tedesca.
11,6
3,4
6,2
13,7
19,0 36,9
totale
12,4
2,0
8,5
12,9
21,3 24,7
27,6
18,4
15,8
7,1
2001
12,9
3,2
7,1
14,1
25,4
20,5
30,1
19,9
9,0
9,2
2000
spettatori di altra nazionalità
3,0
6,3
11,0
24,7
20,2
30,2
15,4
10,1
10,1
1999
2,8
5,6
9,2
20,4 20,0
29,4
16,4
8,2
8,4
1998
più di 60 anni
5,9
8,1
17,9
20,5
30,0
20,9
7,3
8,5
1997
7,2
8,6
19,0 15,9
29,4
21,7
6,5
5,9
1996
6,8
15,7
18,0
25,2
19,7
6,8
9,4
1995
50 - 59 anni
30 - 39 anni
28,4
21,2
8,4
11,2
1994
40 - 49 anni
21,5 15,6
25 - 29 anni
19,9 30,5
20 - 24 anni
6,9
10 - 15 anni
16 - 19 anni
6,4
meno di 10 anni
1993
Tabella 7a. Ripartizione degli spettatori per fascia di età (1993-2003) *
cinema in germania
47 14 7 9
da 20 a 29 anni
da 30 a 39 anni
da 40 a 49 anni
più di 50 anni 8
8
14
43
27
1994
9
8
16
43
25
1995
7
8
16
44
25
1996
9
9
17
42
24
1997
* Con riferimento agli spettatori di nazionalità tedesca.
24
fino a 19 anni
1993
11
11
20
39
20
1998
8
10
21
41
21
1999
9
12
21
33
25
2001
10
13
22
31
24
2002
13
13
20
31
23
2003
Fonte: Filmförderungsanstalt
8
11
19
40
22
2000
Tabella 7b. Ripartizione degli spettatori per fascia di età in percentuale (1993-2003) *
tabelle
115
116 14,6
14,3
14,6
10,1
16,3
7,1
27,8
14,8
7,2
25,9
30,5
13,8
6,1
24,5
24,1
Fonte: Filmförderungsanstalt
13,9
9,2
25,9
27,0
32,2
130,5 132,9 124,5 132,9 143,1 148,8 149,0 152,5 177,9 163,9 149,0
13,6
8,4
* In milioni. Con riferimento agli spettatori di nazionalità tedesca con più di 10 anni.
11,6
8,5
25,0
29,4
37,0
totale
12,4
5,9
22,9
27,9
30,8
12,9
9,4
20,0
29,2 29,2
50,0
spettatori di altra nazionalità
11,2
19,7
30,4 28,8
56,8
2003
6,4
18,5
26,2
31,8
60,2
2002
spettatori di nazionalità tedesca con meno di 10 anni
19,4
24,6
28,8
44,8
2001
20,3
26,7 21,6
40,8
2000
con più di 500.000 abitanti
22,7
28,2
44,1
1999
24,2
42,1
1998
30,2
40,3
1997
100.000 - 500.000 abitanti
36,7
1996
20.000 - 100.000 abitanti
38,8
1995
36,5
1994
in località con meno di 20.000 abitanti
1993
Tabella 8. Ripartizione degli spettatori per ubicazione dell’esercizio (1993-2003) *
cinema in germania
2 3 3 2 3 4 3 3 23
Austria
Hong Kong
Australia
Svezia
Olanda
Spagna
Svizzera
Irlanda
altre nazionalità
117
350
7
Giappone
totale
9
14
Gran Bretagna 10
19
Francia
Italia
85
Germania
Canada
163
Usa
1991
309
16
0
0
2
3
2
3
3
0
4
12
5
21
26
78
134
1992
291
20
1
0
2
1
2
2
1
1
1
1
2
14
21
93
130
1993
287
13
0
1
3
1
5
4
2
1
2
3
3
18
19
79
133
1994
290
19
0
0
1
2
2
2
0
3
0
4
7
13
13
87
137
1995
317
15
0
0
2
4
2
3
1
6
1
3
6
15
19
89
151
1996
309
17
2
4
0
1
3
2
7
4
3
3
4
24
23
76
138
1997
312
15
2
0
4
4
2
4
8
3
6
5
4
18
21
70
148
1998
350
34
1
2
1
4
2
3
1
6
6
6
7
31
25
88
134
1999
Tabella 9. Ripartizione dei film in prima programmazione per nazionalità (1991-2001)
375
31
3
1
4
0
4
2
5
6
16
4
3
10
29
107
150
2001
Fonte: Spio
416
39
5
9
4
6
4
6
2
8
5
4
8
21
36
94
173
2000
tabelle
118
27,5
2,8
3,9
0,5
5,4
201,9
Germania
Gran Bretagna
Francia
Italia
altre nazionalità
totale 189,1
4,3
0,4
5,1
4,7
17,9
156,6
1992
255,8
4,7
0,1
5,2
2,9
18,5
224,6
1993
268,8
5,6
0,2
3,9
12,8
27,0
219,2
1994
249,2
6,3
0,2
4,3
5,5
15,7
217,1
1995
286,3
4,2
0,2
3,0
20,0
43,8
215,2
1996
* In milioni di euro. Con riferimento alla quota della distribuzione.
161,9
Usa
1991
Tabella 10. Ripartizione dell’incasso per nazionalità (1991-2001) *
354,0
1,0
1,0
2,5
18,5
28,7
302,3
1998
339,5
6,1
3,3
2,3
23,0
37,8
267,0
1999
354,5
8,9
0,7
3,2
18,3
33,5
299,7
2000
389,2
4,3
3,3
6,0
14,8
61,1
199,1
2001
Fonte: Media Perspektive, n. 11/2002
316,6
5,6
0,3
9,4
25,2
52,9
223,2
1997
cinema in germania
tabelle Tabella 11. I primi 25 film in Germania per numero di spettatori (1995-2005) Titanic Harry Potter e la pietra filosofale
nazionalità
spettatori
anno
USA
17.984.542
1998
GB
12.518.563
2001
Il signore degli anelli - La compagnia…
NZ/USA
11.411.148
2001
Il signore degli anelli - Le due torri
NZ/USA
11.143.610
2002
D
10.526.676
2001
Der Schuh des Manitu Il signore degli anelli - Il ritorno del re
NZ/USA
10.430.320
2003
Harry Potter e la Camera dei segreti
USA
9.657.190
2002
Independence Day
USA
9.641.419
1996
D
9.137.506
2004
Alla ricerca di Nemo
USA
8.678.707
2003
Star Wars Episodio I
USA
7.969.887
1999
Harry Potter e il calice di fuoco
USA
7.915.895
2005
MIB - Men in Black
USA
7.309.209
1997
L’era glaciale
USA
7.140.671
2002
Madagascar
USA
6.686.992
2005
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
USA
6.547.643
2004
D
6.486.540
2004
USA
6.477.651
2001
D
6.439.777
2003
American Pie
USA
6.140.123
2000
La maledizione della prima luna
USA
5.897.793
2003
Mr Bean
GB
5.800.618
1997
American Pie 2
USA
5.739.432
2001
Star Wars Episodio III
USA
5.609.645
2005
Star Wars Episodio II
USA
5.543.409
2002
(T)Raumschiff Surprise - Periode 1
7 Zwerge - Männer allein im Wald What Women Want Good Bye, Lenin!
Fonte: Filmförderungsanstalt
119
120
87
103
2004
2005
80
1999
84
74
1998
2003
52
1997
2002
61
1996
75
64
1995
83
63
1994
2001
60
1993
2000
63
67
1992
72
a soggetto
1991
43
34
27
32
24
19
14
18
15
25
24
19
26
15
13
documentari
film
146
121
107
116
107
94
88
70
76
89
87
79
93
78
85
totale
Tabella 12. Film di produzione tedesca (1991-2005)
56
39
31
52
33
34
36
10
13
22
26
14
17
10
19
di cui in coprod.
%
17,1
23,8
17,5
11,9
18,4
12,5
14,0
9,5
17,3
16,2
9,4
10,3
8,4
12,9
13,4
Fonte: Filmförderungsanstalt
22,3
36,7
25,3
19,0
30,9
18,0
19,8
13,5
23,9
20,8
10,9
13,3
10,5
12,8
15,5
mln
spettatori
cinema in germania
tabelle Tabella 13. I primi 25 film di produzione tedesca per numero di spettatori (1995-2005) spettatori
anno
10.526.676
2001
(T)Raumschiff Surprise - Periode 1
9.137.506
2004
7 Zwerge - Männer allein im Wald
6.486.540
2004
Good Bye, Lenin!
6.439.777
2003
Werner - Das muss kesseln
4.949.408
1996
La caduta
4.521.903
2004
Asterix & Obelix contro Cesare *
3.550.622
1999
Knockin’ on Heaven’s Door
3.544.820
1997
Männerpension
3.304.674
1996
Il miracolo di Berna
3.253.216
2003
Rossini
3.250.411
1997
Kleines Arschloch
3.066.325
1997
Comedian Harmonists
2.805.503
1997
Der Schuh des Manitu
Werner - Volles Rooäää!!!
2.755.103
1999
Il favoloso mondo di Amelie *
2.522.427
2001
Ballermann 6
2.442.048
1997
Der kleine Eisbär
2.415.431
2001
Das Superweib
2.348.567
1996
Luther
2.342.972
2003
Die weisse Massai
2.156.934
2005
Lola corre
2.057.526
1998
Bibi Blocksberg
2.050.214
2002
Anatomie
2.013.931
2000
Der Wixxer
1.879.720
2004
1.870.041
2003
Das fliegende Klassenzimmer * Film di coproduzione.
Fonte: Filmförderungsanstalt
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INDICE DEI NOMI E DEI TITOLI
7 Zwerge - Männer allein im Wald, 86 40 giorni e 40 notti (40 Days and 40 Nights), 38 666 - Treue keinem, mit dem du schläfst, 81 About a Boy, 39 AG Kino, 56, 103 AG Kino-Gilde deutscher Filmkunsttheater, 103 Aimée & Jaguar, 74 Akin, Fatih, 24, 83 Alla ricerca di Nemo (Finding Nemo), 41-42 American Beauty, 31, 33 American Pie, 31, 33 American Pie 2, 36, 101 Amore, Un, 34 Amore a prima svista (Shallow Hal), 37 Anatomie, 31, 33, 77, 79 Anna and the King, 100, 102 Annaud, Jean-Jacques, 76 Armageddon, 91 Asterix & Obelix contro Cesare (Astérix & Obélix contre César), 27, 33, 76, 93
Atkinson, Rowan, 41 Austin Powers in Goldmember, 39 Aviator, The, 70 Baglio, Aldo, 20 Barfuss, 47, 85 Batman Begins, 45 Bavaria Film, 76 Beauftragte der Bundesregierung für Kultur und Medien, Der (BKM), 23, 73 Becker, Wolfgang, 24, 82-84 Bellaria - So lange wir leben!, 83 Beautiful Mind, A, 40 Benigni, Roberto, 92 Bergman, Ingmar, 83 Biancaneve e i sette nani, 86 Bibi Blocksberg, 83 Blade II, 38 Blade Trinity, 70 Blair Witch Project, The, 101 Bloom, Orlando, 45 Boldi, Massimo, 20 Bourne Identity, The, 39 Buena Vista Social Club, 30, 56 Bug’s Life, A, 27 Caduta, La (Der Untergang), 86 Calling, The, 82
cinema in germania
Cameron, James, 30 Carica dei 102, La (102 Dalmatians), 80 Casomai, 20 Cast Away, 36, 102 Castellitto, Sergio, 82 Catastrofi d’amore (Halbe Treppe), 24, 81-82 Cell, The, 102 C’è posta per te (You’ve Got Mail), 28, 93 Chocolat, 34 CinemaxX, 17-18, 32, 50-54, 65, 71 Clooney, George, 37 Colpo grosso al Drago Rosso (Rush Hour 2), 37 Compagnie Générale des Eaux, 21 Constantin Film, 70 Crialese, Emanuele, 20 Crociate, Le (Kingdom of Heaven), 45, 47 Cronache di Narnia, Le (The Chronicles of Narnia), 46 Crowe, Russel, 41 Cruise, Tom, 37 Cruz, Penelope, 37 D’Alò, Enzo, 20 Dancer in the Dark, 76 Danni collaterali (Collateral Damage), 37 Darnell, Eric, 45 Day after Tomorrow, The, 86 Defa (Deutsche Film AG), 21 Defa-Stiftung, 21
124
Dehmel, Max, 73-74 De Sica, Christian, 20 Deutsche Telekom, 63 Diario di Bridget Jones, Il (Bridget Jones’s Diary), 36, 100, 102 Dilthey, Iain, 83 Disney Pictures, Walt, 27, 34, 37, 46, 80 Dörrie, Doris, 75 Dorsch, Christian, 81-82 Dottor Dolittle, Il (Dr. Dolittle), 90 Dottor Dolittle 2, Il (Dr. Dolittle 2), 36 DreamWorks, 47 Dresen, Andreas, 24, 81-82 Emil und die Detektive, 34, 80 Era glaciale, L’ (Ice Age), 101 Erin Brockovic, 31, 100, 102 Erkan & Steffan, 77 Erleuchtung garantiert, 75 Es ist ein Elch entsprungen, 47 Esser, Elke, 69 Exacoustos, Antonio, 74, 78-79, 85-87 Experiment, The (Das Experiment), 35, 82 Export-Union des Deutschen Films, 74, 78, 81, 84-85, 87 Fantastici 4, I (Fantastic Four), 45 Färberböck, Max, 75 Farinelli, 76 Fassbinder, Rainer Werner, 21, 73 Fast and Furious (The Fast and the Furious), 100
indice dei nomi e dei titoli
Fate ignoranti, Le, 20 Favoloso mondo di Amelie, Il (Le fabuleux destin d’Amélie Poulain), 36, 80 Felix - Ein Hase auf Weltreise, 47 Feuer, Eis und Dosenbier, 81 Fiennes, Joseph, 84 Fight Club, 102 FilmFernsehFonds Bayern, 87 Filmförderungsanstalt, 23, 29, 35, 49, 57-58, 61, 74, 90, 93-94, 96, 99, 103 Filmstiftung Nordrhein-Westfalen , 87 Final Destination, 101 Final Fantasy, 36, 100 Flebbe, Hans-Joachim, 71 Flinstones in Viva Rock Vegas, I (The Flinstones in Viva Rock Vegas), 30 Flubber, 90, 101 Follie dell’imperatore, Le (The Emperor’s New Groove), 34 Fuori dal mondo, 20 Gabbianella e il gatto, La, 20 Gallenberger, Florian, 82 Galline in fuga (Chicken Run), 33 Ganz, Bruno, 84 Geike, Wilfried, 42-43 George, Götz, 78 German Film Services + Marketing, 85, 87 Gesellschaft für Konsumforschung, 46 Gesellschaft zur Verfolgung von Urheberrechtsverletzungen,
43, 69 Gibson, Mel, 34 Gilde deutscher Filmkunsttheater, 56, 103 Giorni contati (End of Days), 93 Gladiatore, Il (Gladiator), 33, 100 Good Bye, Lenin!, 24, 82-84, 86 Gosford Park, 38 Greater Union Organisation, 17 Guerra dei mondi, La (War of the Worlds), 45, 47 Hannibal, 34, 102 Harry Potter e la Camera dei segreti (Harry Potter and the Chamber of Secrets), 40 Harry Potter e la pietra filosofale (Harry Potter and the Philosopher’s Stone), 35-37, 58, 80 Harry Potter e il calice di fuoco (Harry Potter and the Goblet of Fire), 46, 47 Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (Harry Potter and the Prisoner of Azbakan), 86 Harte Jungs, 31, 77, 79 Hauptverband Deutscher Filmtheater, 18, 29, 35, 38, 51-52, 60-61, 65, 67, 69 Heaven, 80-81 Herbig, Michael, 23, 36, 77, 79, 86 Hirschbiegel, Oliver, 82, 86 Hitch, 44, 47, 70 Hitler, Adolf, 86 Hofmann, Corinne, 47
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cinema in germania
Hoyts Cinemas, 17 Hulk (The Hulk), 64-65 Interpreter, The, 70 Io e lui, 75, 77 Italiano per principianti (Italiensk for begyndere), 103 Jackson, Peter, 36, 46 Jahr, Thomas, 22 Johnny English, 41 Jurassic Park III, 36 Kieft & Kieft Filmtheater, 17-18, 50-52, 65 Kinepolis, 52 King Kong, 46 Kinoverein.de, 65 Kinowelt, 17-18, 74 Kleine Eisbär, Der, 80 Kleine Eisbär 2, Der, 47 Kleines Arschloch, 22 Klingsporn, Johannes, 29-30, 32, 62-63 Knallharte Jungs, 81 Knockin’ on Heaven’s Door, 22 Koda, fratello orso (Brother Bear), 86 Kodak, 63 Kogel, Fred, 70 König, Peter, 32 Kramer, Andreas, 60-62, 67-68 Kuchenreuther, Steffen, 29, 35, 52 Lara Croft: Tomb Raider, 100 Lee, Ang, 64 Lei... io & lui (Me and Him), 75
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Levy, Dani, 83 Lichter, 83 Lilo & Stitch, 38 Link, Caroline, 24, 82 Lola corre (Lola rennt), 24, 73, 77 Love actually, 42 Lucas, George, 19, 38, 44-45 Lutero, Martin, 84 Luther, 84 Madagascar, 45, 47 Mädchen, Mädchen, 34 Maledizione della prima luna, La (Pirates of the Caribbean), 41 Malena, 20, 34 Männerpension, 22 Manuale d’amore, 20 Marlene, 76 Marvell Entertainment, 45 Master & Commander, 41 Matlok, Eva, 56-57 Matrimonio del mio miglior amico, Il (My Best Friend’s Wedding), 100 Matrix, 27, 29, 92-93, 102 Matrix Reloaded, 41 Matrix Revolutions, 41, 43 Mediaport, 52 Men in Black II, 38 Mexican, The, 36 Miglio verde, Il (The Green Mile), 31 Minority Report, 39, 83, 102 Mi presenti i tuoi? (Meet the Fockers), 45 Miracolo di Berna, Il (Das Wunder von Bern), 84
indice dei nomi e dei titoli
Miss Detective, 34 Mission: Impossible-2, 30, 33 Mistero di Sleepy Hollow, Il (The Legend of Sleepy Hollow), 31 Momo alla conquista del tempo, 20 Mondo non basta, Il (The World Is not Enough), 28, 93 Monsters & Co., 37 Moravia, Alberto, 75, 77 Mr. Magoo, 101 Mr. & Mrs. Smith, 47 Mulan, 90 Mummia, La (The Mummy), 27, 29, 92 Mummia, La - Il ritorno (The Mummy - The Return), 36 My Sweet Home, 78 Negele, Thomas, 69 Nemico alle porte, Il (Enemy at the Gates), 76, 82 Nettelbeck, Sandra, 82 Nicodemus, Katja, 21 Notting Hill, 27, 29, 92-93, 102 Nowhere in Africa (Nirgendwo in Afrika), 24, 82, 84-85 Oberg, M.X., 84 Ocean’s Eleven, 37 Ott, Christoph, 53 Otto - Der Film, 23, 80 Otto - Der Katastrophenfilm, 77 Otto donne e un mistero (8 femmes), 103 Paltrow, Gwyneth, 37 Pane e tulipani, 20, 34, 56, 102
Panic Room, 101 Paramount, 17 Parla con lei (Habla con ella), 38 Patriota, Il (The Patriot), 30 Pearl Harbour, 36, 56 Perfetti innamorati, I (America’s Sweethearts), 100 Petterson und Findus, 80 Petzold, Christian, 82 Pianeta delle scimmie, Il (Planet of Apes), 36, 80 Pianista, Il (The Pianist), 76 Piccioni, Giuseppe, 20 Pieraccioni, Leonardo, 20 Pixar Animation Studios, 41 Più bel giorno della mia vita, Il, 20 Pokémon il film (Pokémon the First Movie), 31, 33 Poretti, Giacomo, 20 Potente, Franka, 77-78 PricewaterhouseCoopers, 70 Prima o poi mi sposo (The Wedding Planner), 100 Principessa + il guerriero, La (Der Krieger und die Kaiserin), 78, 82 Prova a prendermi (Catch Me if You Can), 41, 83 Quel pazzo venerdì (Freaky Friday), 42 Quiero ser, 82 Ragazze del Coyote Ugly, Le (Coyote Ugly), 101 Red Dragon, The, 39 Rentschler, Eric, 20
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cinema in germania
Resident Evil, 76, 100-101 Respiro, 20 Ricette d’amore (Drei Sterne), 82 Riemann, Katja, 78 Rissenbeek, Mariette, 84 Rivincita delle bionde, La (Legally Blonde), 101 RMC Medien Consult, 54 Robots, 45 Röhler, Oskar, 78 Romeo deve morire (Romeo Must Die), 101 Rosa bianca, La - Sophie Scholl (Sophie Scholl - Die letzen Tage), 47, 85 Rossini oder die mörderische Frage, wer schläft mit wem, 22 Rothemund, Marc, 31, 77, 85 Rush Hour, 101 Ruzowitzky, Stefan, 77 Sai che c’è di nuovo? (The Next Best Thing), 30 Sams, Das, 80, 83 Scary Movie, 33, 101 Schilling, Ralf, 55 Schlöndorf, Volker, 21 Schmid, Hans-Christian, 83 Schorr, Michael, 84 Schuh des Manitu, Der, 23, 36, 39, 79-80 Schultze vuole suonare il blues (Schultze Gets the Blues), 84 Schwarzenegger, Arnold, 37 Schweiger, Till, 78, 85 Scott, Ridley, 45 Scream 3, 101
128
Senator Film, 17, 53, 74 Se scappi, ti sposo (Runaway Bride), 27, 92-93, 100, 102 Sesslen, Georg, 21 Sesto giorno, Il (The 6th Day), 100 Shakespeare in Love, 93 Shrek, 36, 101 Shrek 2, 86 Siegfried, 47 Signore degli anelli, Il - Il ritorno del re (Lord of the Rings: The Return of the King), 41-42 Signore degli anelli, Il - La compagnia dell’Anello (Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring), 35-37, 58 Signore degli anelli, Il - Le due torri (Lord of the Rings: The Two Towers), 40, 43, 99 Signs, 39 Sinbad, 64 Sixth Sense, The, 31, 33, 101 Snow Dogs, 101 Soderbergh, Steven, 31 Soldini, Silvio, 20 Spagnoletti, Giovanni, 78, 82-83 Spider-Man, 38 Spider-Man 2, 86 Spielberg, Steven, 41, 45, 47, 83 Spirit - Cavallo selvaggio (Spirit: Stallion of the Cimarron), 38 Sposa turca, La (Gegen die Wand), 24, 83-86 Spy Game, 102 Stanza del figlio, La, 20 Starship Troopers, 101 Star Trek, 86
indice dei nomi e dei titoli
Star Wars Episodio I - La minaccia fantasma (Star Wars Episode I -The Phantom Menace), 19, 27, 29, 44, 91-93, 102 Star Wars Episodio II - L’attacco dei cloni (Star Wars Episode II - Attack of the Clones), 38, 44 Star Wars Episodio III - La vendetta dei Sith (Star Wars Episode III - Revenge of the Sith), 44, 47 Stato in cui vivo, Lo (Die innere Sicherheit), 82 Steinschulte, Paul, 40, 70 Storti, Giovanni, 20 Stratosphere Girl, The, 84 Stuart Little, 31, Stuart Little 2, 39 Studio Universal, 78 Superweib, Das, 22 S.W.A.T., 41 Talento di Mr. Ripley, Il (The Talented Mr. Ripley), 102 Tarzan, 27, 101 Tavarelli, Gianluca Maria, 34 Tempesta perfetta, La (The Perfect Storm), 30 Terminator 3, 99 Theile Hoyts Entertainment, 17 Three Kings, 100-101 Tigre e il dragone, La (Crouching Tiger, Hidden Dragon), 100 Till, Eric, 84 Titanic, 27, 30, 37, 90-91 Toy Story 2, 31 (T)Raumschiff Surprise - Perio-
de 1, 23, 86 Töteberg, Michael, 24 Trier, Lars von, 76 Troy, 43, 86 Tsitos, Filippos, 78 Tutti lo vogliono (Der bewegte Mann), 22 Tutti pazzi per Mary (There’s Something About Mary), 101 Tutto può succedere (Something’s Gotta Give), 86 Tykwer, Tom, 24, 73, 77, 80, 82 U-Boot 96 (Das Boot), 24 Uci (United Cinemas International), 17, 30, 50, 52, 54-55, 65 Uip (United International Pictures), 40, 64-65, 70 Ufa-Theater, 18, 50-54 Ufa (Universum Film AG), 21 Ultimo bacio, L’, 20 Unberührbare, Die, 78 Unfaithful, 100, 102 Universal, 17 Uomo senza ombra, L’ (The Hollow Man), 101 Ustinov, Peter, 84 Vanilla Sky, 37, 101-102 Väter, 83 Verband der Filmverleiher, 18, 29, 32, 35, 38, 62 Verbong, Ben, 83 Verdone, Carlo, 20 Verlangen, Das, 83 Village Roadshow Exhibition, 17
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cinema in germania
Vilsmaier, Joseph, 76 Vi presento Joe Black (Meet Joe Black), 93 Vita è bella, La, 20, 33, 92 Warner Bros., 17 Warner Bros. Pictures Germany, 41-42 Warner-Village Exhibition, 54 Was nicht passt, wird passend gemacht, 81 Weisse Massai, Die, 47 Werner - Das muss kesseln, 22 What Women Want, 34, 36 Wilden Kerle 2, Die, 47, 86 Windtalkers, 38 Witt, Ann-Malen, 29 Wolfsperger, Douglas, 83 Wortmann, Sönke, 22, 84 XXX, 39, 101 Z la formica (AntZ), 45, 101 Zucker! Come diventare ebreo in 7 giorni (Alles auf Zucker!), 47 Zukunft Kino Marketing, 69
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Finito di stampare nel mese di luglio 2006 presso la tipolitografia Quatrini A. & F. - Viterbo www.quatrini.it