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Italian Pages 207 [393] Year 2018
D A N ILO R ICCAKI»
Storia e pratica religi Voi. I
Danilo Riccardi
© Copyright 201 8 II Terebinto Edizioni
IL C A M M IN O NEOCATECUMENALE
Sede legale: via degli Imbimbo 8/E
Storia e pratica religiosa (Voi. I)
83100 Avellino tei. 340/6862179 e-mail: [email protected] UUID: bgcobidz-jioc-iie8-88fd-i7532927e555 Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
INTRODUZIONE CAPITOLO I CAPITOLO II CAPITOLO III CAPITOLO IV CAPITOLO V CAPITOLO VI CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA Note
IN T R O D U Z IO N E
documenti contro apologetici, tali documenti da soli non permettono un'analisi scientifica dei processi genetici, dello sviluppo e delle strutture interne di questi
I Movimenti Ecclesiali sono ormai divenuti una forza propulsiva della Chiesa Cattolica. Alcuni studiosi hanno definito questi movimenti come longa manus con la quale la Chiesa riesce ancora ad attecchire nella società contemporanea e - in al cuni paesi - a influenzarne le scelte politiche. Altri, invece, hanno constatato che i Movimenti sono divenuti i principali bacini dai quali proviene il maggior numero di vocazioni al sacerdozio e alla missionarietà. Attualmente i Movimenti Ecclesiali sono al centro di dibattiti teologici e dell’o pinione pubblica che spesso, semplicisticamente, tendono ad etichettarli come movimenti integralisti, fondamentalisti, antimodernisti, papisti e settari. Tali defini zioni sommarie sono frutto di una mancata riflessione storica sulla nascita e pro liferazione di tali movimenti. Ancora oggi il dibattito teologico all’interno della Chiesa tende ad analizzare questo fenomeno secondo parametri dell’apologetica, portata avanti dai movimenti stessi e dai propri protettori, e dalla contro apolo getica, che vede in essi le cause della crisi della Chiesa contemporanea. La storio grafia laica si è interessata ai movimenti ecclesiali da poco tempo, vedendo nei movimenti uno dei principali canali di ricerca per analizzare alcuni fenomeni come il rapporto che la Chiesa Cattolica ha con il mondo secolarizzato, i rapporti tra le istituzioni vaticane e le realtà territoriali, i mutamenti liturgici, devozionali e teolo gici che si stanno realizzando all’interno della Chiesa stessa. Tale storiografia riscontra alcune difficoltà nell’analisi del fenomeno. La prima è data dal fatto che i Movimenti Ecclesiali non hanno costituito nessun archivio pro prio, andando contro le direttive del IV Congresso Archivistico della Cei che invi tava esplicitamente i responsabili dei Movimenti a costituire archivi propri. Per questo gli storici si trovano a dover analizzare documenti prodotti direttamente dai Movimenti stessi nei quali si tende ad esaltare il proprio mito fondativo e
movimenti. Un’altra difficoltà che fossilizza l’analisi di questi movimenti è quella di considerarli unicamente il frutto del Concilio Vaticano II; non a caso la maggior parte dei movimenti, anche quelli nati negl’anni ‘40 del ‘900, tendono appropriarsi indebitamente di tale rappresentazione. Questa visione deve essere interpretata alla luce del fatto che a partire dagli anni ‘70 le istituzioni Vaticane cercarono di con trollarli e di farli interagire con la dottrina del Magistero, modellandoli secondo i principi teologici del Concilio Vaticano II. Infine, dobbiamo sottolineare come tale storiografia, e nella fattispecie quella italiana, sia più interessata ad analizzare i rap porti che ci sono tra i Movimenti Ecclesiale e la politica e non la struttura e l’or ganizzazione di quest’ultimi. Tutto ciò ha fatto in modo che il prodotto dell’analisi storica si sia soffermato solo sulla costruzione di una periodizzazione del feno meno che ha come punti di riferimento i pontificati post conciliari, che vanno da Paolo VI a Benedet:o XVI, e all'analisi dell’influenza politica che questi Movimenti hanno all’interno delle politica interna vaticana e mondiale. In questo modo è man cata un’analisi attenta delle caratteristiche precipue dei singoli movimenti, i quali, pur avendo tratti comuni, si esprimo secondo carismi, itinerari di fede, organiz zazione interne e metodi di evangelizzazione propri. Per analizzare tutto ciò la sto riografia deve focalizzare il suo lavoro studiando e osservando le prassi e i modi di vivere le appartenenze degli aderenti di questi Movimenti. Per fare ciò, oltre alle fonti usate dalla suddetta storiografia, lo storico deve portare avanti una vera e pro pria ricerca sul campo con la quale è possibile osservare i riti e la vita comunitaria di queste realtà. Tali osservazioni, divenute fonti, dovranno essere analizzate con gli “occhiali metodologici” forniti dalle scienze sociologiche e antropologiche così da poter analizzare con maggiore oculatezza le fonti scritte riguardanti i riti e le funzioni religiose^.
Con tali strumenti metodologici ho deciso di analizzare la storia di uno di questi movimenti: Il Cammino Neocatecumenale. Nato in Spagna nella baracche madri
nei seminari diocesani Redentoris Mater che seguono la prassi religiosa dell’iti nerario di fede del Cammino.
lene di Palomeras Altas negli anni ‘6o del ‘900 grazie all’iniziativa del pittore Kiko
Tutti questi aspetti sono stati analizzati con il seguente metodo: dapprima ho
Arguello e della missionaria Carmen Hernadez, conta più di un milione di aderenti
analizzato tutti i documenti pubblicati sui dicasteri vaticani riguardanti il Cam
dei quali solo 250.000 in Italia, facendo di esso la realtà ecclesiale con più aderenti
mino, successivamente i testi ufficiali del Cammino, gli Statuti, il Direttorio Cate
al mondo. La motivazione di tale scelta è da ricercare non solo da questo impor
chetico e le pubblicazioni celebrative, successivamente tutta la bibliografia descrit
tante dato numerico, ma nella struttura del proprio itinerario di fede che lo diffe
tiva e contro apologetica. Dopo quest’analisi bibliografica ho realizzato “osser
renzia dagli altri Movimenti Ecclesiali. Non a caso questa realtà tende nel suo rac
vazioni sul campo” in vari luoghi del mondo, nella fattispecie in Europa e in Sud
conto a non identificarsi come Movimento Ecclesiale, bensì come «un itinerario di
America, durante le quali ho osservato le prassi religiose degli aderenti. Tali prassi
formazione cristiana valida per la società e per i tempi odierni». Questo itinerario
risultano essere identiche in tutte le realtà osservate, anche in luoghi di missione
di fede, vissuto in piccole cellule comunitarie formate da un numero di persone
come in Russia, dove ho analizzato i metodi di evangelizzazione di una famiglia in
che oscilla dalle 15 alle 50 unità, è strutturato in varie tappe di formazione le quali
missione operante a MoscaU J . All’ osservazione sul campo è seguita la costru
sono caratterizzate da riti e funzioni religiose che tendono a ri-costruire l'immagine
zione di ponti relazionali con un numero diversificato di aderenti, con i quali sono
e il racconto di sé dei singoli aderenti. Non a caso l’itinerario di fede prevede che le
state prodotte delle interviste con l’intento di analizzare i modi di vivere l'itinerario
comunità debbano vivere la maggior parte delle funzioni religiose in assemblee
di fede. La scelta del campione, forte della conformità dei riti e delle prassi reli
chiuse ai non aderenti. Tale strutturazione è descritta in parte negli Statuti del
giose in tutto il mondo, ha visto coinvolte 45 persone, per la maggior parte appar
Cammino Neocatecumenale e all’interno del Direttorio Catechetico. Quest’ultimo
tenenti ad una parrocchia di Napoli. Le interviste sono state analizzate con gli stru
pur essendo approvato dai dicasteri vaticani, risulta consultabile solo ai formatori
menti metodologici della sociologia religiosa, con i quali si sono potuti analizzare
del Cammino Neocatecumenale. Tutto ciò, accompagnato dalla diffusa pratica di
non solo il racconto che gli aderenti fanno di se e del loro vivere l’appartenenza al
endogamia tra gli aderenti e all’accusa sommaria di formare questi ultimi ad imma
l’itinerario di fede, ma anche i fenomeni più discussi del Cammino Neocate
gine dell’iniziatore Kiko Arguello, ha fatto in modo che numerosi detrattori del
cumenale come l’azione catechetica, i rapporti endogamici tra gli aderenti, la pra
Cammino lo definissero come una vera e propria setta. Non a caso il Cammino ri
tica della decima, i metodi di evangelizzazione nel mondo e l’adulazione del leder
sulta essere la realtà ecclesiale con la più ampia bibliografia contro apologetica.
religioso Kiko Arguello, i quali fino ad ora erano stati o denunciati in modo som
Inoltre, il Cammino è caratterizzato dal “carisma" dell’evangelizzazione che ha per
mario dai suoi detrattori o difesi apologeticamente dai suoi aderenti.
messo la sua diffusione in tutto il mondo. A tale carisma, come vedremo, sono
Questo studio, oltre ad analizzare la storia e la struttura di una realtà ecclesiale, è
chiamati tutti gli aderenti, ma in special modo alcune categorie che sono: i cate
una fotografia sulla società contemporanea dove milioni di persone per rispondere
chisti itineranti, le famiglie in missione, le ragazze in missione e i sacerdoti formati
all’anonimato e alla tragicità del vivere quotidiano creano un regime protetto di
esistenza grazie al quale possono sentirsi protagonisti e partecipi alle vicende della
individui introdusse «quella transizionalità dei valori che erodeva i sistemi di signi
storia del mondo.
ficato tradizionali, resi difficili dal processo d’identificazione religiosa d’individui e gruppi in ambienti nuovi, e infine introdusse indifferenze verso le strutture
Mutamenti religiosi del XX secolo
Alla fine del XIX secolo il mondo conobbe dei cambiamenti molteplici e impo
ecclesiali»^!. | n q U e s t0 tipo di società non risultava agevole incanalare la vita di fede^!. La visione atea si espandeva sempre di più all’interno della società occi
nenti, che riguardarono ogni campo della vita e dei principi del vivere sociale. Lo
dentale, mentre l’ideologia marxista sembrava definire una società perfetta, nella
scenario generale è quello di forti conflitti e dell’affermarsi di gravi ingiustizie so
quale vi era l’esclus one della fede in Dio.
ciali. Gli interessi materiali prevalgono con la forza su quelli ideali e morali, l’aspi razione alla realizzazione della potenza è prioritaria rispetto alla libertà, la legitti
Nell'Europa
cattolica
scristianizzazione^!,
sembrava
m e n tre
ormai
inarrestabile
il
processo
di
la pratica religiosa conosceva un aftievolimento,
mazione degli imperi è soverchiante rispetto a quelle delle nazioni, l’ordine civile e
accompagnata da un sentimento d’indifferenza riguardante le autorità ecclesia
la disciplina sociale solo valori indiscutibili^.
stiche. In questo quadro a tinte drammatiche, la Chiesa incominciò un processo di
In questo scenario cominciarono a essere evidenti gli squilibri tra i bisogni in
rinnovamento, visto che nel suo seno aveva ancora molti cristiani che vivevano
dividuali e quelli della comunità dell'intera umanità: cominciavano a profilarsi le al
sinceramente la fede. All'Interno della Cattolicità «s’intensificò l’apostolato laicale,
terazioni provocate nell'ambiente dall’inquinamento atmosferico; la minaccia ato
l’avvio del movimento liturgico, l’impegno nelle questioni sociali e politiche, l'a
mica incombeva costantemente lasciando presagire catastrofi apocalittiche; e in
zione missionaria nei paesi del terzo mondo, gli sviluppi della teologia nella dire
fine, la maldistribuzione delle ricchezze tra paesi ricchi e quelli poveri. Anche all’in
zione dell’approfondimento sia delle radici bibliche e patristiche, sia del suo ruolo [81 di fronte alle filosofie contemporanee»1-' 1.
terno delle società occidentali, pur essendoci politiche di Welfare State, incomin ciarono a delinearsi insostenibili divaricazioni tra i ceti sociali, e quelli a basso red
L’azione missionaria facilitò la coniugazione tra il messaggio evangelico e le
dito finirono per formare delle vere e proprie “endaves di povertà". Questi squilibri
diversità culturali con le quali venne ad incontrarsi. Si attuò anche un progetto di
determinarono il passaggio da una visione comunitaria della vita, dove le istitu
azione sociale di dialogo col mondo operaio, egemonizzato dall’ideologia mar
zioni principali erano la famiglia, i gruppi sociali, la religione, ad una visione «inco
xista. Un esempio è quello dei preti operai francesi, che entravano nelle fabbriche
lore della vita, dove gli individui erano privi di storia, esangui, immersi nelle chiac
come semplici operai e condividevano le sofferenze e le lotte di questi ultimi. L’e
chiere e nella n o ia» ^ .
sperienza sarà giudicata fallimentare e considerata conclusa dalle autorità ecclesia
In questo quadro anche le forme tradizionali di religiosità hanno conosciuto dei
stiche nel 1954.
mutamenti profondi. La nascita di correnti politico-ideologiche mutò così radical
Queste attività dimostrarono come alcuni gruppi cattolici intendessero dialogare
mente il pensiero da avere influenza sullo spirito. Il culto e il credo religioso furono
con gli schieramenti di classe che da sempre erano visti come antagonisti della
investiti da un processo di privatizzazione. La facilità di mobilità delle merci e degli
stessa Chiesa. Altn gruppi, in opposizione alla visione borghese della vita,
richiamarono i valori che stavano alla base del messaggio evangelico, basato sullo
«pervadono la vita della Chiesa, la riassumono, la richiamano e la dirigono»'’1 -” . I
spirito di povertà e di condivisione diretta nelle situazioni di miseria. Il più celebre
concili vennero tutti tenuti in una «particolare crisi degli affari della Chiesa», dove
testimone di quest’esperienza pauperista fu Charles De Foucauld^J, che all’inizio
per crisi intendiamo «un crocevia nel quale ci si arresta per esaminare i perimetri
del XX secolo si era stabilito nel Sahara, senza far opere di proselitismo, ma con
della vita cristiana alla luce del Vangelo e della Tradizione, in ordine alla missione
l’intento di offrire una testimonianza evangelica.
apostolica della Chesa»'— . Il nome stesso del concilio “Vaticano" s’inserisce al
Questa visione di fede fu ripresa dai Piccoli Fratelli e dalle Piccole Sorelle, negli
l’interno di una tradizione millenaria che vede Roma sede della «Chiesa madre di
ambienti urbani delle nazioni progredite. Il messaggio evangelico di Charles De
tutti i credenti cattolici di ogni ramo che si estende in tutti i paesi del Mondo. La
Foucauld influenzò fortemente lo spirito di Kiko Arguello, iniziatore del Cammino
sua azione raggiunge il mondo intero »^ !. Roma, nella sua veste universalistica,
Neocatecumenale. Numerosi esponenti della Chiesa Cattolica cercarono di porre
rappresentò il luogo migliore per dare una veste ecumenica al concilio, il quale, a
fine al conflitto tra cattolicità e modernismo, ancora vivo agli inizi del XX secolo,
differenza di quelli precedenti, intendeva rivolgersi a tutta l’umanità e non solo ai
sostenuto dall’enciclica Pascendi Dominici Cregis di Papa Pio X, dell’8 settembre
credenti cattolici.
1907, con cui ci si ergeva contro il movimento culturale modernista, che in quegli
Giovanni XXIII, il 25 gennaio del 1959, festa della conversione di San Paolo, pres
anni tentava di conciliare filosofia moderna e fede1— L Altri gruppi cercarono di
so la basilica Ostiense, annunciò «tre avvenimenti della massima importanza: un
abbandonare la visione della teodicea e dell’apologetica e di riformare, tramite una
Sinodo diocesano per l’Urbe, la celebrazione di un Concilio Ecumenico per la 1— L Alla base del Chiesa Universale, e l’aggiornamento del Diritto Ecclesiastico»[181
nuova antropologia cristiana, il rapporto tra storia e fe d e ^ . Altri tentarono di aprire un dialogo con i non cattolici, dando vita al Consiglio
Concilio c'era l’intenzione di «promuovere l’incremento della fede cattolica, un
Ecumenico nel 1948. Proprio in questo clima di «rinnovamento e di novità dei
salutare rinnovamento dei costumi del popolo cristiano e aggiornare la disciplina
te m p ii— - il Pontefice Giovanni XXIII convocherà il Concilio Vaticano II. Un pe
ecclesiastica secondo la necessità dei tempi»k9J. L’intenzione di convocare un
riodo in cui le due grandi superpotenze decidevano di non usare il conflitto armato
Concilio Ecumenico da parte del Pontefice fu salutata «con stupore da parte dei
per mettere fine alle proprie d isc o rd ie ^ . Anzi vennero stipulati accordi commer
cattolici». Dobbiamo ricordare che nel 1871 il Concilio Vaticano I aveva sancito il
ciali ed economici tre le parti. Inoltre, il mondo incominciava ad assumere un
dogma dell’infallibilità del Papa. Per molti il Concilio Vaticano I sarebbe rimasto
aspetto sempre più globale. Possiamo sicuramente dire che gli anni sessanta del
l’ultimo concilio della storia della chiesa latina, poiché l’indizione di un nuovo con
Novecento si presentavano come gli anni deH'ottimismo, rappresentato anche
cilio sarebbe risultato inopportuno e avrebbe potuto porre in difficoltà la Chiesa.
nella musica c nelle altre arti.
Il percorso che portò Papa Roncalli alla proclamazione del Concilio ha origine anche dal curriculum di quest’ultimo, nutrito «dalla familiarità con tappe salienti
Il Concilio Vaticano II tra Giovanni XXIII e Paolo VI Il Concilio Vaticano II s'inserisce all’interno di una tradizione di c o n c ili^ che
della storia della chiesa e dagli incontri con le culture, problematiche, e persone», e dall’umiltà personale del Papa «ammaestrato dall’esperienza ed impegno dal
punto di vista pastorale, che non aveva la presunzione di guidare la chiesa come
Chiesa Evangelica di Germania, la Convenzione Mondiale delle Chiese di Cri
un monarca»'— '. Sicuramente l'annuncio del Concilio, anche visto ai nostri giorni,
sto, il Comitato mondiale di consultazione degli amici(quaccheri), il Consi
appare un atto epocale, che riuscì a intercettare i bisogni e le istanze insite nella co
glio mondiale congregazionista e quello metodista, l’Associazione interna
scienza del cristianesimo moderno e contemporaneo, oltre a lanciare uno sguardo
zionale del cristianesimo liberale'— '.
su tutta l’umanità. La mattina dell’n ottobre del 1962, con un rito imponente, ci fu l'apertura del Concilio Vaticano II, durante il quale si videro riuniti all’interno della Basilica di San Pietro i padri conciliari, gli osservatori delegati delle altre confessioni, i rappre sentanti di 86 missioni diplomatiche straordinarie e il Presidente della Repubblica Italiana. Durante la celebrazione il Papa lesse per 35 m inuti un discorso nel quale ammetteva che la storia del cristianesimo aveva conosciuto periodi di tristezze e pene, ma nello stesso tempo la Chiesa, non discostandosi dalla verità ricevuta dai
Il Concilio si svolse in quattro tempi. Il primo va dall'11 ottobre all’8 dicembre del 1962. Il secondo periodo va dal 29 settembre al 4 dicembre del 1963. Il terzo periodo va dal 14 settembre al 21 novembre del 1964. Il quarto ed ultimo va dal 14 settembre all’8 dicembre 1965. Giovanni XXIII muore il 3 giugno del 1963. Il 21 giu gno dello stesso anno viene eletto come suo successore il cardinale Giovanni Bat tista Montini che prende il nome di Paolo VI. Questi assicurò «che la parte premi nente del proprio pontificato sarebbe stata occupata dalla continuazione del Con cilio Ecumenico Vaticano ll» '~ ^. Paolo VI riprese il pensiero giovanneo soste
padri, guardava al presente e alle nuove condizioni e forme di vita introdotte nel mondo moderno. Per questo il Concilio diveniva il luogo dove ricercare l'unità dei
nendo che «l’obbiettivo principale del Concilio: non sarebbe stato custodire con fanatismo l’antichità, e le armi della severità»'— '. Infatti, tutti i documenti conci
cattolici, l’unità con i fratelli separati e infine l’unità nella stima e nel rispetto verso la Chiesa Cattolica da parte di coloro che seguono religioni non cristiane. La fisionomia dell’assemblea che porterà avanti i lavori conciliari chiarisce bene la prospettiva universale. «Il numero degli aventi diritto al voto deliberativo oscillò, tra i 2800 e i 3000, con una quota di effettive presenze che si attestava su livelli inferiori, tra le 2000 e le 2100 unità»'—'. La partecipazione così ampia e l'apertura al confronto dibattimentale delle altre confessioni, non fu approvata da tutto il
liari non conterranno né anatemi né maledizioni, a differenza dei concili prece denti. Tuttavia Paolo VI perdeva la visione ottimistica di Giovanni XXIII e metteva in risalto le difficoltà spirituali presenti. Non solo in ambito ecclesiale, ma anche del mondo «il cui cuore declina verso il vuoto, la tristezza, la disperazione». Pur tu t tavia la visione fina e era fiduciosa: «noi guardiamo al nostro tempo con immensa simpatia e con immenso desiderio di offrire agli uomini di oggi il messaggio di amicizia, di salvezza e di speranza»'--1'. Importantissima sarà la decisione di Paolo
mondo cattolico. Nemmeno da tutto l'apparato ecclesiastico. Gli ospiti furono i rappresentanti delle chiese Ortodosse Armeno, Russa (anche quella all’estero), Copta di
VI di accettare la proposta del cardinale Suenens, cioè quello di improntare il Con cilio su due direttive, deW Ecclesia ad intra e dell’Ecc/esia ad e x tid ~ k I documenti del Concilio Vaticano II'-?-'
Egitto e di Etiopia quella vecchia Cattolica di Utrecht, la Comunione Angli cana, la Federazione Luterana Mondiale, l’Alleanza presbiteriana mondiale, la
Per la preparazione del Concilio, che prevedeva la consultazione dei vescovi, dei
superiori degli ordini religiosi e delle università pontificie, arrivarono 2109 pro
chiamato a vivere in modo continuativo nella propria quotidianità i misteri della
poste. Queste vennero ridotte in 70 schemi, spesso prolissi e riguardanti le que
fede.
stioni più disparate. Nel corso delle quattro sessioni, i circa 70 schemi vennero ri
Nella Costituzione un ruolo fondamentale viene assegnato alle Conferenza Epi
dotti, per divenire 16 documenti: «di valore diverso, di importanza diversa, non
scopali, che ricevono poteri speciali, con larghe autonomie sull’aspetto liturgico-
sempre omogenei nei contenuti»^— '. Ma questi, oltre a rappresentare una vera e
catechetico rispetto alla Curia Romana, visto che sono le uniche a conoscere le
propria summa teologica, sono una vera rivoluzione per la Chiesa, la quale appron
vere esigenze spirituali delle proprie comunità, a leggere i segni dei tempi e a ri-
tava un nuovo rapporto con la società contemporanea. Questi sedici documenti
spendere ad essi secondo le esigenze1-5 - -1. Sicuramente la Sacrosantum Concilium è
sono divisi in quattro Costituzioni, nove Decreti, e tre Dichiarazioni. Di queste ana
una delle Costituzioni più innovative del Concilio, dove la liturgia diviene il fulcro
lizzeremo solo quelle che hanno comportato le maggiori innovazioni all'interno
centrale della vita c ristia n a ^ .
della Chiesa Cattolica e hanno consentito la conformità dei Movimenti Ecclesiali con la dottrina della Chiesa.
La costituzione Lumen Centium, o Decreto Sulla Chiesa, è un testo molto cor poso e prende in esame i seguenti punti:
Il primo documento da analizzare è la Costituzione sulla liturgia, conosciuta con il nome latino Sacrosantum Concilium, riprendendo le prime parole della Costi tuzione. Essa rappresenta il grande manifesto dell’opera rinnovatrice del Concilio Vaticano II. In essa la liturgia, tutta incentrata nel mistero pasquale, viene vista come «culto a Dio e fonte di santificazione per l’uomo, poiché vi si attua l’opera di redenzione, in modo speciale nella celebrazione dell’ Eucarestia» ^ J . La Chiesa
...il mistero della Chiesa, il popolo di Dio, la costituzione gerarchica della Chiesa, i laici, l’universale vocazione della santità nella Chiesa, i religiosi, l'in dole escatologica della Chiesa pellegrinante sulla terra e la sua unione con la Chiesa Celeste, la beata Vergine Maria madre di Dio nel mistero di Cristo e della C h ie s a ^ .
viene intesa come popolo santo in comunione con il Vescovo, avente un carattere
Gli aspetti più importanti riguardano il ruolo della Chiesa all'interno della so
comunitario, e al popolo di Dio viene attribuita una natura sacerdotale. Inoltre, il
cietà. La Chiesa, pur essendo luogo di germinazione della fede, non può definirsi
decreto invita a una conoscenza più approfondita della Liturgia, delle Sacre Scrit
come società perfetta ma società umana, che imita Gesù Cristo luce delle genti. Il
ture, a una migliore catechesi e una conoscenza dei simboli e dei riti^-1. La par tecipazione dei fedeli alla Liturgia comporta una modifica e una scelta dei simboli e
servizio della Chiesa è «quello di unire il genere umano, non cercando la propria gloria, ma agendo in umiltà, abnegazione e povertà s p iritu a le » ^ . La struttura
dei riti, viene introdotta la lingua nazionale specialmente nelle letture e nelle moni
della Chiesa è data da quella Cattolica, guidata dal Papa e dai vescovi in comunione
zioni, in alcune preghiere c canti, c in generale nelle parti proprie del popolo. Per
con i fedeli. Costoro, infatti, dopo aver ricevuto il Battesimo, si connotano nel po
quanto concerne la Liturgia Eucaristica una delle maggiori aperture è sicuramente
polo di Dio, e resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo,
la possibilità per i fedeli di prendere l’ Eucarestia sotto le due specie del pane e del
partecipano attivamente alla missione di evangelizzazione, che si realizza nella
vino. La liturgia diventa così un momento di formazione per il cristiano che è
famiglia, nella società civile e anche con la partecipazione alla vita politica.Inoltre,
superiori degli ordini religiosi e delle università pontificie, arrivarono 2109 pro
chiamato a vivere in modo continuativo nella propria quotidianità i misteri della
poste. Queste vennero ridotte in 70 schemi, spesso prolissi e riguardanti le que
fede.
stioni più disparate. Nel corso delle quattro sessioni, i circa 70 schemi vennero ri
Nella Costituzione un ruolo fondamentale viene assegnato alle Conferenza Epi
dotti, per divenire 16 documenti: «di valore diverso, di importanza diversa, non
scopali, che ricevono poteri speciali, con larghe autonomie sull’aspetto liturgico-
sempre omogenei nei contenuti»^— '. Ma questi, oltre a rappresentare una vera e
catechetico rispetto alla Curia Romana, visto che sono le uniche a conoscere le
propria summa teologica, sono una vera rivoluzione per la Chiesa, la quale appron
vere esigenze spirituali delle proprie comunità, a leggere i segni dei tempi e a ri-
tava un nuovo rapporto con la società contemporanea. Questi sedici documenti
spendere ad essi secondo le esigenze1-5 - -1. Sicuramente la Sacrosantum Concilium è
sono divisi in quattro Costituzioni, nove Decreti, e tre Dichiarazioni. Di queste ana
una delle Costituzioni più innovative del Concilio, dove la liturgia diviene il fulcro
lizzeremo solo quelle che hanno comportato le maggiori innovazioni all'interno
centrale della vita c ristia n a ^ .
della Chiesa Cattolica e hanno consentito la conformità dei Movimenti Ecclesiali con la dottrina della Chiesa.
La costituzione Lumen Centium, o Decreto Sulla Chiesa, è un testo molto cor poso e prende in esame i seguenti punti:
Il primo documento da analizzare è la Costituzione sulla liturgia, conosciuta con il nome latino Sacrosantum Concilium, riprendendo le prime parole della Costi tuzione. Essa rappresenta il grande manifesto dell’opera rinnovatrice del Concilio Vaticano II. In essa la liturgia, tutta incentrata nel mistero pasquale, viene vista come «culto a Dio e fonte di santificazione per l’uomo, poiché vi si attua l’opera di redenzione, in modo speciale nella celebrazione dell’ Eucarestia» ^ J . La Chiesa
...il mistero della Chiesa, il popolo di Dio, la costituzione gerarchica della Chiesa, i laici, l’universale vocazione della santità nella Chiesa, i religiosi, l'in dole escatologica della Chiesa pellegrinante sulla terra e la sua unione con la Chiesa Celeste, la beata Vergine Maria madre di Dio nel mistero di Cristo e della C h ie s a ^ .
viene intesa come popolo santo in comunione con il Vescovo, avente un carattere
Gli aspetti più importanti riguardano il ruolo della Chiesa all'interno della so
comunitario, e al popolo di Dio viene attribuita una natura sacerdotale. Inoltre, il
cietà. La Chiesa, pur essendo luogo di germinazione della fede, non può definirsi
decreto invita a una conoscenza più approfondita della Liturgia, delle Sacre Scrit
come società perfetta ma società umana, che imita Gesù Cristo luce delle genti. Il
ture, a una migliore catechesi e una conoscenza dei simboli e dei riti^-1. La par tecipazione dei fedeli alla Liturgia comporta una modifica e una scelta dei simboli e
servizio della Chiesa è «quello di unire il genere umano, non cercando la propria gloria, ma agendo in umiltà, abnegazione e povertà s p iritu a le » ^ . La struttura
dei riti, viene introdotta la lingua nazionale specialmente nelle letture e nelle moni
della Chiesa è data da quella Cattolica, guidata dal Papa e dai vescovi in comunione
zioni, in alcune preghiere c canti, c in generale nelle parti proprie del popolo. Per
con i fedeli. Costoro, infatti, dopo aver ricevuto il Battesimo, si connotano nel po
quanto concerne la Liturgia Eucaristica una delle maggiori aperture è sicuramente
polo di Dio, e resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo,
la possibilità per i fedeli di prendere l’ Eucarestia sotto le due specie del pane e del
partecipano attivamente alla missione di evangelizzazione, che si realizza nella
vino. La liturgia diventa così un momento di formazione per il cristiano che è
famiglia, nella società civile e anche con la partecipazione alla vita politica.Inoltre,
la Costituzione invita i pastori a «riconoscere e promuovere la dignità e la respon
un’importanza cruciale all’interno dell’azione liturgica, «durante la quale l'intero
sabilità dei laici nella Chiesa e servirsi volentieri del loro prudente consiglio, e ri
Popolo di Dio è protagonista»^-]. Viene auspicata la traduzione della Bibbia in
spettarne libertà e campo di azione incoraggiandoli ad intraprendere opere anche
tutte le lingue moderne condotta dai testi originali e si invitano gli studiosi cattolici
di propria iniziativa»^]. || testo definitivo però comportò un vero e proprio brac
ad utilizzare gli strumenti della filologia moderna^-].
cio di ferro tra i progressisti, i quali portavano avanti una visione di de
La quarta costituzione è la Gaudium et Spes. La centralità di questo documento
romanizzazione della Chiesa Cattolica, e i conservatori i quali, in nome del papi
sta nell’attenzione della Chiesa alla necessità di aprire un proficuo confronto con la
smo, cercarono di tener imbrigliata nella gestione della Curia Romana le azioni
cultura e con il mondo. Il mondo, pur se si allontana spesso dalla morale cristiana,
delle opere delle chiese nazionali. Tutto questo comportò la formulazione di un
è pur sempre opera di Dio e quindi luogo in cui Dio manifesta la sua presenza, è
documento di mediazione nel quale da un lato confermava la struttura romano
pertanto compito della Chiesa, dei laici in primo luogo, ma non solo, riallacciare
centrica della Chiesa, visto che le Conferenze Episcopali hanno solo un potere con
profondi legami con “gli uomini e le donne di buona volontà”, soprattutto nell’im
sultivo e non decisionale per quanto concerne la pastorale; dall’altra parte ci fu
pegno comune per la pace, la giustizia, le libertà fondamentali, la scie n za^ ).
un’apertura al mondo del laicato il quale diventava centro della vita missionaria
Fondamentale risulta essere il ruolo della Chiesa nel mondo, custode di una nuova
della Chiesa Cattolica^-].
antropologia, che grazie alla propria esperienza millenaria può leggere i segni dei
La terza costituzione è la Dei Verbum. Proclama l’importanza che la parola di Dio
tempi e indicare la strada per la salvezza e il bene dell'uomo. Nel documento ven
riveste nell’attività Kerygmatica, catechetica, apostolica e nell’intera vita della Chie
gono anche toccati temi legati al matrimonio e alla famiglia. Nel testo non compa
sa. L’intero decreto gira intorno alla Rivelazione, al cui centro si colloca l’evento
iono stilemi di “fine primario alla procreazione” e “rapporti secondo natura”, tipici
pasquale, grazie al quale Dio si manifesta nella storia dell’uomo. Inoltre, qui vi è un
del magistero precedente ma si esalta l’importanza dell’amore coniugale come va
distacco netto con la religiosità “naturale” che si esprime in due concezioni: quella
lore essenziale del sacram ento^]. Importante risultano le prese di posizione dei
«di una fede adesione, praticamente senza oggetto sul piano noetico-’ '-] e all’op
padri conciliari per quanto concerne i temi economici. Vengono posti al centro
posto, di una fede-consenso a sistemi dottrinali, nella quale il riferimento esisten-
delle linea pastorali della Chiesa i poveri ai quali bisogna ridare dignità di fronte al
ziale-perso-nale, appare di rilevanza almeno più remoto»^-]. Il documento inoltre
l’aumento della disparità tra i paesi ricchi e quelli poveri. A causa delle contrap
vuole superare il contrasto tra Scrittura e Tradizione^]. Esse sono viste in stretta
posizioni tra le vare fazioni, la strutturazione stessa del documento risulterà es
congiuntura, entrambe avente la stessa origine, la parola di Dio. Lo stesso Vangelo
sere mancante di determinazioni dettagliate che avrebbero potuto delineare una
viene inserito all'interno della Tradizione, «in quanto deve essere propagato con la
linea precisa per quanto concerne le sfide che la Chiesa avrebbe affrontano da lì a
paradosis del Kerygma»^—^ seguita dall’interpretazione delle Scrittura da parte della
poco [1*45-”1.
Chiesa, la quale non si situa al di sopra di essa ma al suo servizio. Per questo si au spica
l'avvicinamento dei fedeli alle Sacre Scritture,
poiché esse hanno
Altri principii ed indirizzi, che determineranno l’azione dei movimenti e profi leranno la loro natura, sono contenuti nei decreti. Sicuramente bisogna citare il
decreto suH’ecumenismo, l'Unitatis Redintegratio. In esso s’invitano i fedeli catto
questo decreto. Nello stesso Statuto del Cammino Neocatecumenale si sottolinea
lici ad un atteggiamento di fraterno rispetto e di conoscenza delle altre confessioni
l’azione evangelizzatrice, negli articoli trentadue e trentatré, portata avanti dai Cate
cristiane. La ricerca dell’unità dei cristiani è compito di tutti i fedeli, che si realizza
chisti itineranti e dalle famiglie in missioni che, «su richiesta dei Vescovi, si stabi
vivendo in conformità con il Vangelo e con la preghiera comune. Infine, s’invita a
liscono in zone scristianizzate ecclesiae"»^-!.
collaborare con le altre confessioni cristiane nel campo sociale^-'. Partico
o dove
sia
necessaria
una
“implantatio
larmente attivi in questo campo sono sia la Comunità di Sant’ Egidio che il Cam
Infine, c’è il decreto sull’apostolato dei laici, conosciuto con il nome latino Apo
mino Neocatecumenale. La Comunità di Sant’ Egidio organizza incontri con i rap
stolica™ Actuositatem. Esso si suddivide in sei capitoli che sono: «la vocazione dei
presentati delle chiese separate e “momenti di preghiera per l’unità dei cristiani”:
laici all’apostolato, i fini dell’apostolato dei laici, vari campi di apostolato, vari
«Il primo incontro per il dialogo tra le religioni prese il nome di Spirito di Assisi ed ebbe luogo nel 1986»^^. Contestualmente il Cammino Neocatecumenale ha aper
all’apostolato»]-5-'. Si riconosce l’importanza del laicato all’interno della Chiesa
to il suo itinerario di formazione di fede sia con le comunità Ortodosse sia con le
cattolica e si analizza la vocazione dei laici nell’adempimento della missione apo
chiese Riformate.
stolica della Chiesa, nell’evangelizzazione e nella santificazione dell’um anità'^'.
Il decreto Nostra Aetate riconosce che in tutto il genere umano è diffusa la perce zione del divino, e che tutte le religioni possono considerarsi come risposte a que sta percezione. Viene ripudiata ogni persecuzione e discriminazione religiosa, raz ziale e sociale, e si afferma la libertà religiosa'^-!.
modi di apostola:o, l’ordine da osservare nell’apostolato e la formazione
Il post Concilio e la crisi della Chiesa Cattolica Il periodo post-conciliare non si avviò con l’ottimismo che aveva pervaso la Chiesa durante i lavori conciliari. Il post-concilio sarà caratterizzato da mutamenti
Molto importante risulta essere il decreto Dignitatis Humanae. Di questo dob
nella società tali da condizionare la ricezione dei documenti Conciliari. Il Sessan
biamo ricordare anche la parte del documento che riguarda la "questione ebraica”,
totto sicuramente può rappresentare il mutamento di questa società. I giovani, che
che raccomanda il dialogo, la reciproca stima, la collaborazione negli studi biblici e
non avevano partecipato alla ricostruzione post-bellica, si ritrovarono in una so
teologici tra cristiani ed ebrei. Questi ultimi non devono essere rappresentati come
cietà consumistica caratterizzata da inquietudini provocate dalle distruzioni della
deicidi e reietti di D io ^ L
seconda guerra mondiale. I giovani, cercarono di dare vita ad una nuova società,
Il decreto Ad Centes definisce l’attività missionaria della Chiesa. Le missioni
dove i rapporti con i poteri forti assumessero delle nuove forme: «Il Sessantotto
sono «le iniziative principali con cui i divulgatori del Vangelo svolgono il compito
divenne il simbolo della libertà contro qualsiasi istituzione, sia civile che
di predicare c di fondare la Chiesa in mezzo ai popoli c ai gruppi che non credono
r e lig io s a » N a s c e v a così una nuova cultura basata «sull’individualismo, l’edo nismo e il libertismo»'-5-5'. Tutto ciò influenzò sia la morale che l’aspetto religioso.
in Cristo»''5- ' grazie alla testimonianza di fede e dall’annuncio del Vangelo, accom pagnate da catechesi catecumenali, intese come scuola d’iniziazione cristiana. Si
Nasceva una società dove si diceva “Dio è morto”, portando innanzi «una seco
curamente il Cammino Neocatecumenale incarna nella sua natura l’animo di
larizzazione che non era più soltanto filosofica e religiosa, era la secolarizzazione
della morale e della vita»'^-'. Tutto ciò ebbe riflessi anche all’interno della stessa
smarrimento di fronte ai cambiamenti socio-culturali e alla perdita del proprio
Chiesa Cattolica. Lo storico francese Jean Delumeau nel 1977 pubblicava un libro
ruolo tradizionale, causato anche dalla partecipazione responsabile dei laici. Nel
dal titolo significativo II cristianesimo sta per morire?, prevedendo un ridimen
frattempo ci fu all’interno della Chiesa una frattura provocata da Monsignor Lefeb-
sionamento della presenza della Chiesa all’interno della società e la nascita di una
vre, il quale si oppose drasticamente alle innovazioni del Concilio. «Ci si trovava di
religione di nicchia fatta di gruppi convinti e ridotti. Sicuramente la Chiesa post
fronte ad un urgente problema formativo, che necessariamente avrebbe richiesto
conciliare era alla ricerca «di nuovi modelli più carichi di sentimento, più aperti dal
tempi lunghi, dovendo vincere la pigrizia, superare l’immaturità del laicato»'— ' e
punto di vista democratico o partecipativo»'^-'. In Europa andarono a crearsi
costruire un’opinione pubblica all’interno delle gerarchie ecclesiastiche favorevoli
nuovi modelli di Chiesa e di vita religiosa che porteranno ad una visione distorta
all’agire dei laici all’interno della Chiesa. Questo sforzo è confermato dal III Con
dei documenti Conciliari, o ad una critica di questi ultimi considerati superati e
gresso mondiale per l'Apostolato dei Laici, tenutosi a Roma dall’11 al 18 ottobre del
non rilevanti più per il presente. In questo panorama si andarono a prefigurare due
1967. Durante il Congresso Paolo VI «ribadì la concezione del laico offerta dal con
correnti che cercarono d’interpretare il Concilio, una progressista e una conser
cilio, con il riconoscimento della sua grandezza, della sua caratteristica specificità
vatrice. La prima pensava che il Concilio fosse in rottura con la tradizione dei con
secolare, della sua missione di apostolo e non solo di fedele, ma non celò i timori
cili precedenti (in special mondo con il Concilio Vaticano I e il Concilio di Trento),
diffusi sul rischio che si creassero due gerarchie parallele o addirittura che si pun
mentre l’ala conservatrice chiese la cancellazione e persino l’accusa di apostasia
tasse temerariamente ad allontanarsi dalle tradizioni
per il Concilio Vaticano II.
É21J . magistero»[1—
ed emanciparsi
dal
Nel decimo anniversario del Vaticano II, Paolo VI cercando di stemperare il clima di tensione all’interno della Chiesa «nell’esortazione Evangeli Nuntiandi dichiarava: gli obiettivi del Vaticano II si riassumono, in definitiva in uno solo: rendere la Chie sa del XX secolo sempre più idonea ad annunziare il Vangelo all’umanità del XX secolo»'^-'. Ciò implica che l’obiettivo del Vaticano II non era quello di dare una struttura democratica alla Chiesa bensì «riproporre il Vangelo alla gente del pro prio tempo con un impegno m issionario»'^'. È in questo clima che prenderanno
La nascita dei “Movimenti Ecclesiali” tra crisi e rinnovamento nella Chiesa Catto lica “ La Civiltà Cattolica” intitolava il quaderno 3617 del 2001 / Movimenti Ecclesiali e le nuove comunità ecclesiali ritenendo che «una questione molto viva nella Chiesa di oggi è quella dei Movimenti Ecclesiali»'-^. Nell'incontro che i Movimenti ebbero con Giovanni Paolo II nella Pentecoste del 30 maggio del 1998 in Piazza San Pietro,
forma i Movimenti Ecclesiali. Durante gli anni sessanta e settanta si verificò «una
se ne contarono cinquantasei. I Movimenti ecclesiali sono ormai una realtà conso
trasformazione profonda c irreversibile nel modo di essere del laicato entro c fuori
lidata all’interno della Chiesa Cattolica. Alcuni studiosi considerano tali movimenti
la Chiesa grazie al suo ruolo specifico stabilito dall’insegnamento conciliare»'— '. In questo momento i laici incominciarono ad avere ruoli che finora non avevano mai conosciuto. All’interno della gerarchia ecclesiastica si determinò uno
come la longa manus con la quale la Chiesa Cattolica riesce ancora ad attecchire nella società contemporanea e in alcuni paesi a influenzarne le scelte politiche. Gli studi storici riguardanti i Movimenti Ecclesiali risultano essere in fase di
sviluppo. La maggior parte degli studiosi che hanno analizzato la storia di queste
dramma della seconda guerra mondiale per l’iniziativa di Chiara Lubich'2 - ); Comu
realtà ecclesiali o appartengono ai movimenti stessi o sono persone che leggono in
nione e Liberazione, nato nel 1954, nelle scuole di Milano, grazie all’azione del
chiave negativa questo fenomeno. Per questo la maggior parte della storiografia si
sacerdote Luigi Giussani^-^; il Cammino Neocatecumenale, nato nei primi anni
presenta con un linguaggio apologetico o contro-apologetico.
'60 grazie all’iniziativa di Kiko Arguello, e successivamente di Carmen Hernàndez,
Movimenti Ecclesiali e il rapporto che i movimenti hanno con i dicasteri della Chie
nelle baracche di Palomeras Altas; la Comunità di Sant'Egidio, sorta grazie all’ini[681 ziativa di Andrea Riccardi1— j nel 1968, in pieno clima postconciliare; il movimento del Rinnovamento nello Spirito S a n t o li, nato nel 1967 grazie all'influenza dei
sa Cattolica^].
movimenti pentecostali americani.
Dobbiamo, però, ricordare i preziosi contributi del teologo tedesco Christofer Hagge che ha ben ricostruito i fattori storici che hanno permesso la nascita dei
Tra gli storici fondamentali risultano essere gli studi portati avanti dall'italiano Massimo Faggioli. Questi nel suo saggio Breve storia dei movimenti c a tt o lic i^ -ha analizzato la nascita dei Movimenti Ecclesiali inserendoli all’interno di una storia di
La formazione dei Movimenti Ecclesiali I maggiori Movimenti Ecclesiali sono venuti a formarsi tra la fine degli anni Qua
lunga durata che vede le loro origini alla fine dell’800 durante quel processo di lai
ranta e gli inizi degli anni Sessanta del Novecento, alcuni di questi prima della pro
cizzazione dell’apostolato influenzato dalle tesi "moderniste” delle scuole teolo
clamazione del Concilio Vaticano II. Nascono non da una progettazione fatta a
giche tedesche e francesi. Bisogna riconoscere a Faggioli la capacità di lettura di
tavolino, bensì in modo spontaneo. Ciò che ne ha permesso la nascita è stata si
analisi dei movimenti ecclesiali che rivelano uno spostamento del baricentro nel
curamente la vitalità interiore dei vari fondatori, i quali hanno reinterpretato la fede
rapporto tra Chiesa Cattolica e società secolarizzata, nell’equilibrio tra dimensione
alla luce del Vangelo. Tutti i fondatori, pur essendo cattolici praticanti, conoscono
territoriale (parrocchiale e diocesano) e dimensione personale dell’essere chiesa,
una crisi esistenziae che li porta a riavvicinarsi alla fede in modo originario. Ciò li
nella relazione tra teologia, liturgia e stili devozionali nella Chiesa cattolica contem
spinge a vivere con radicalità il Vangelo avendo come vademecum il Discorso della
poranea. Però complessivamente la sua analisi risulta essere generalista poiché
Montagna, che li porterà a vivere con i più poveri e più sofferenti. La loro azione
non riesce ad analizzare i fattori storici che hanno portato alla nascita e alla prolife
attirerà numerose persone intorno a loro, che formeranno il gruppo primitivo dal
razione dei singoli movimenti ecclesiali. Nella fattispecie manca una vera ricostru
quale si svilupperà il movimento.
zione storica per quanto concerne i singoli movimenti ecclesiali, la cui storia è
Lo sviluppo dei movimenti avverrà tra gli anni Sessanta e Settanta, in quel pieno
ricostruita in modo autoreferenziale dai fondatori e dagli aderenti di questi movi
periodo post-conciliare, che il teologo tedesco Karl Rahner definì "inverno della
menti. La maggior parte delle notizie riguardanti questi movimenti provengono da
Chiesa”. In questo periodo le varie organizzazioni e associazioni cattoliche tradi
fonti autoreferenziale. Per questo la ricostruzione di tali realtà risulta ardua e diffi
zionali, come l’Azione Cattolica, entrarono in una profonda crisi. Numerosi sacer
cile. Dei cinquantasei Movimenti Ecclesiali esamineremo le caratteristiche comuni
doti abbandonarono il ministero, molti noviziati si svuotarono e gli Ordini e la
solo dei cinque principali cioè: il Movimento dei Focolari, nato nel 1943 durante il
Congregazioni religiose conobbero una drastica diminuzione dei loro membri, mai
di cogliere il nuovo rappresentato dai Movimenti Ecclesiali» mentre il secondo «ri
avvenuta in maniera così ampia e in un arco di tempo così ridotto. Anche se i Movimenti Ecclesiali hanno una genesi nella spontaneità, negli anni
chiamava il necessario discernimento da parte dei pastori»^"®. Il centro della pole
settanta le istituzioni Vaticane cercarono di controllarli e di farli interagire con la
mica riguardava il ruolo dei Movimenti all'interno delle Chiese locali. Nei giorni
dottrina del Magistero, tanto che oggi sono considerati come un elemento che ha
successivi si videro contrapposti gli esponenti della Chiesa latino americana e il presidente della Conferenza Episcopale Spagnola A. Sequera. I primi accettavano a
consentito alla Chiesa di vivere una “nuova primavera”. I Movimenti Ecclesiali hanno conosciuto un aumento considerevole dei propri
malincuore i Movimenti Ecclesiali poiché li vedevano come intralcio all’interno
aderenti e un’espansione a livello mondiale a partire dagli anni ottanta del Nove
della pastorale parrocchiale e diocesana. Il secondo invece «parlò della necessità
cento. È proprio in questo periodo che accadono eventi che hanno permesso ai
che i movimenti Ecclesiali fossero al servizio del rinnovamento della Chiesa e del
movimenti di definire il proprio ruolo all’interno della Chiesa e la loro espansione
fatto che questi non creassero delle Chiese parallele»' -^.
nel mondo. Saranno presi in esame quattro eventi decisivi. Il primo è il 1° Con
Interessante risulta la Prepositiones finale del Sinodo, nella quale si enuncia «la
vegno dei movimenti organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici nell’aprile del
necessità di aprire il cammino d’iniziazione cristiana e adulta nelle parrocchie ispi
1980, al quale parteciparono i principali movimenti Ecclesiali e si discusse del loro
rato alla necessità della comunione organica dei Movimento Ecclesiali con le auto
ruolo all’interno della Chiesa^—]. Il secondo è il Convegno Internazionale dei
rità della Chiesa e i criteri di ecclesialità dei Movimenti»^—l
Movimenti nel settembre del 1981. Alla fine dei lavori, i rappresentanti dei Movi menti Ecclesiali invitarono il Pontefice ad organizzare un Sinodo che dovesse defi
In questo panorama s’inserisce l’Esortazione apostolica post sinodale Christifideles la ic fà l di Giovanni Paolo II, la quale cerca di dare una risposta definitiva per
nire il ruolo del Movimenti Ecclesiali all’interno della C h ie s a ^ . Questo invito non
quanto riguarda il ruolo dei Movimenti Ecclesiali all’interno della Chiesa. I movi
fu raccolto pienamente. Il terzo evento è stato il secondo Convegno Internazionale
menti sono inseriti all'interno della Chiesa universale e particolare, nella quale però
dei movimenti nel marzo del 1987 a Rocca dei Papi. Durante il Convegno si con
la parrocchia risulta essere il centro fondamentale di aggregazione di vita dei laici.
trapposero il vescovo J. P. Cordes e il teologo napoletano Bruno Forte circa l’eccle-
Dagli anni Novanta è iniziato un processo di maturazione dei movimenti, che si
sialità dei movimenti nell'ambito delle Chiese particolari e locali^—L II quarto even
resero
to è il Sinodo sul Laicato nel 1 9 8 7 ^ al quale parteciparono i fondatori dei mag
Evangelizzazione”^ ^ . Ciò li stimolò ad iniziare un processo di dialogo che inizial
giori
mente si presentava come un’azione privata del singolo movimento e «si foca
movimenti
Ecclesiali.
Di
questo
Sinodo
molto
interessante
risulta
conto
di
essere
accumunati
da
un
unico
carisma,
la
“Nuova
I’/strumenta! labori^--, nei punti 50 e 60, dove si parla esplicitamente della pre
lizzava sul riconoscimento della molteplicità dei carismi dei vari movimenti»^— l A
senza dei Movimenti nella Chiesa. In questo Sinodo i Movimenti potevano esporre
partire dal IV Congresso Mondiale dei Movimenti Ecclesiali del 1998, «il dialogo
le proprie idee e chiedere l’accettazione dei propri carismi all’interno della Chiesa
tra i movimenti non è più un’iniziativa privata del singolo movimento, ma un
U n iv e rsa le ^ . Inoltre, qui si videro contrapposti il vescovo ). P. Cordes e il Cardi
aspetto ufficiale della rinnovata missione e della “Nuova Evangelizzazione” nella
nale C.M. Martini. Il primo portava innanzi la tesi che «alcuni pastori hanno paura
Chiesa e della Chiesa»^— ].
Bisogna sicuramente citare alcuni incontri di dialogo tra i vari Movimenti Eccle
dialogo tra i Movimenti Ecclesiali sembra esserci «l’unità fondante del carisma
siali. Il primo è il Convegno Internazionale di Speyer del 7-8 giugno del 1999, orga
originario dei Movimenti Ecclesiali che precede ogni diversificazione in singoli
nizzato dal Rinnovamento nello Spirito, la Comunità di Sant’Egidio e il Movimento
carismi e missioni dei molteplici movim enti»®^ .
dei Focolari. A questo convegno furono presenti i rappresentanti di 41 movimenti.
Tutto ciò è stato ripreso nel secondo congresso internazionale dei movimenti
Durante l’assise s’intensificò la conoscenza reciproca e ci si confrontò su alcuni
ecclesiali incentrato sul tema “ La bellezza di essere cristiani e la gioia di comuni
temi, i Movimenti nella storia e la nuova Pentecoste nella Chiesa. Inoltre, è stata
carlo”. A questo congresso parteciparono l'iniziatore del Cammino Neocate
approfondita la nuova pagina aperta dal Papa sulla coessenzialità di carismi e isti
cumenale Kiko Argùello, il presidente della Catholic Fraternity Matteo Calisi, la or
tuzione; si parlò anche delle iniziative di comunione e collaborazione e dei frutti
dinatrice del movimento carismatico Patti Mansfield, il fondatore del Chemin Neuf
che ne sono scaturiti.
Community, Rev. Laurent Fabre, il fondatore dell’Arche, Jean Vernier, il fondatore
Il secondo incontro fu il io ’ Congresso teologico e pastorale su “I Movimenti
della Comunità di Sant’ Egidio, Andrea Riccardi, il rappresentante del Movimento
per la Nuova Evangelizzazione" tenutosi il 26-28 giugno del 2001, organizzato dal
dei Focolari, Graziella De Luca, il presidente di Comunione e Liberazione, Julian
Movimento dei Focolari. A questo congresso parteciparono: il fondatore del Movi
Carron, il presidente del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore Martinez, insieme
mento dei Focolari Chiara Lubich, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio An
ad altri 41 rappresentanti di Comunità e Movimenti Ecclesiali. A questo incontro
drea Riccardi, il presidente del Rinnovamento nello Spirito Salvatore Martinez, e i
parteciparono anche i Cardinali Stanislao Rylko e Angelo Scola. Da qui appare chia
rappresentanti del Cammino Neocatecumenale e di Comunione e Liberazione.
ro che i Movimenti Ecclesiali sono le realtà in cui vengono a formarsi cristiani che
Inoltre, erano presenti il Presidente del Consiglio dei Laici James Francis e 1300
vivono in modo radicale il Vangelo e che rispondono alle esigenze della “ Nuova
sacerdoti. Il tema centrale del Convegno fu il ruolo dei Movimenti Ecclesiali all’in
Evangelizzazione”, che si basano sulla predicazione e sulla concretezza della fede.
terno della "Nuova Èva 4ngelizzazione”.
I caratteri comuni dei Movimenti Ecclesiali
Da questi incontri possiamo vedere come, a partire dal IV Congresso Mondiale
Ora analizzeremo i caratteri comuni dei maggiori Movimenti Ecclesiali. Quando
dei Movimenti Ecclesiali del 1998 che si concluse con la celebrazione eucaristica a
parliamo di Movimento Ecclesiale intendiamo «una concreta realtà ecclesiale a
Piazza San Pietro nella Pentecoste del 31 maggio (durante la quale Giovanni Paolo
partecipazione in prevalenza laicale, un itinerario di fede e di testimonianza cri
Il definì i movimenti come «espressioni provvidenziali della nuova primavera
stiana che fonda il proprio metodo pedagogico su un carisma preciso donato alla
suscitata dallo Spirito con il Concilio Vaticano II»), i movimenti ritengono di costi
persona del fondatore in circostanze e modi determinati»1—’1. I Movimenti però
tuire «un annunzio della potenza dell’amore di Dio che, superando divisioni e bar
prima di essere definiti tali devono essere sottoposti alla valutazione dai dicasteri e
riere di ogni genere, rinnova la faccia della terra, per costruirvi la civiltà
dalle congregazioni Vaticane, che devono verificarne la conformità alla Tradizione e
dell’am ore»'-^ che si esprime tramite lo spirito apostolico. Da allora, al centro del
il loro esercizio ordinario. Tra i dicasteri, quello che ha una responsabilità
maggiore sulla verifica dell’operato dei Movimenti Ecclesiali è il Pontificio Consi
presentare nella Chiesa stessa la comunione tra le varie vocazioni, tale loro natura
glio per i laici il quale lavora in stretta collaborazione con la Congregazione per la
si deve manifestare proprio nel loro agire concorde con tutte le altre componenti
Dottrina della Fede e la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacra
ecclesiali»'-®'. Per questo «il discernimento sull’autenticità della spiritualità di un
menti. Il riconoscimento dei Movimenti Ecclesiali avviene in due momenti. Nel
Movimento Ecclesiale va fatto circa la sua portata pedagogica, come ricezione del
primo c’è il riconoscimento a livello diocesano come "Associazione privata”. Nel
l’ecclesiologia e della spiritualità del Concilio Vaticano II»'®—' in relazione con l’a
secondo, dopo un tempo ad experimentum il Movimento Ecclesiale ottiene il ri
zione cristiana data dalla complementarità delle diverse vocazioni della Chiesa. «In
conoscimento come "Associazione pubblica”. Il periodo ad experimentum per
questo modo un movimento ecclesiale è un luogo di ricezione esistenziale dei
mette al “ Movimento Ecclesiale” di poter verificare l’applicabilità degli statuti, alla
contenuti essenzial: del Vaticano II»'®-'.
Santa Sede di aiutare la comunità a trovare i migliori strumenti giuridici per costi tuirsi e custodire fedelmente nel tempo il carisma ricevuto come "dono comune per l’utilità comune”. Questa procedura si applica poiché i Movimenti Ecclesiali nacquero in modo inatteso e la loro strutturazione iniziale non fu organizzata a tavolino dagli stessi organi Vaticani. La base teologica dei Movimenti Ecclesiali si fonda sui documenti del Concilio Vaticano II, ed essa si rappresenta «in comunione, anche con il passato, e con le [861 origini, è identità in evoluzione e fedeltà nel rinnovamento» 1— J . Per questo i Movi menti Ecclesiali si presentano come «forme di autorealizzazione dell’Unica
Nonostante le varie diversificazioni tra i vari movimenti, riscontriamo sei caratte ristiche che li accomunano. La prima consiste nel carisma del fondatore, il quale diviene punto di riferimento e di emulazione da parte dei membri del movimento, «è fonte di una conversione rinnovata al Vangelo» e di «una riscoperta del Battesimo in un mondo globa lizzato, interculturale e in molte parti secolarizzato»'®-'. Inoltre, gli appartenenti al movimento pur avendo una vocazione personale, assumono una spiritualità co mune. La seconda caratteristica è data dalla comunità'®®'
c
he
vanno
a
formare gli
Chiesa»'-^', la quale è chiamata all'unità, pur nella diversità dei suoi carismi e dei
appartenenti al movimento. Essa è formata da esponenti di ogni categoria sociale,
suoi ministeri, non solo con se stessa, ma anche con le altre Chiese cristiane, le
culturale e religiosa. Così facendo si rende evidente l’essenza comunionale della
altre religioni e con tutti gli uomini di buona volontà. Sicuramente i Movimenti
Chiesa. Lo scopo della comunità è «vivere, in quanto immagine della Chiesa, un
Ecclesiali sono espressione di questa vocazione, in special modo la Comunità di
aspetto speciale deila loro missione di fedeli»'®^'. A livello spirituale l’unità comu
Sant’ Egidio è promotrice degli Incontri Intemazionali interreligiosi'—'. Questi
nionale dei fedeli va oltre la spiritualità individuale. Nell’ambito sociale, l’unità
sono iniziati alla metà degli anni Ottanta con lo scopo di promuovere la cono
comunionale «crea forme di vita comune e di condivisione che in molti movimenti
scenza reciproca c il dialogo tra le religioni, ncH’orizzontc della pace. Si sono ripe
ecclesiali sbocca in quella materiale»'®-’' riprendendo il concetto di “ Chiesa dei po
futi periodicamente fino al 2010 nell’incontro di Barcellona.
veri”, ribadito nel Concilio Vaticano II, nel contesto del mondo globalizzato. Ca
Come si evince dalle nostre considerazioni precedenti, possiamo dire che “ la de nominazione ecclesiale” dei Movimenti «viene dal fatto che il loro scopo è
ratteristica propria dei Movimenti Ecclesiali è la forza socializzante e strutturale, oltre a quella spirituale'®—'.
La terza caratteristica è la struttura prevalentemente laicale del Movimento e la sua apertura a tutte le vocazioni presenti nella Chiesa, per cui possono farne parte persone di ogni età e di ogni condizione sociale, persone sposate, anziane, gio
pubblica. Questo itinerario di fede s’ispira al carisma del Movimento, in quanto fonda su di esso il proprio metodo pedagogico- spirituale»^— Possiamo dire, sinteticamente, che gli elementi comuni di tutti in Movimenti
vani, sacerdoti e religiosi; in tal senso il Movimento è Ecclesiale e quindi una forma
Ecclesiali sono tutti appartenenti al Concilio Vaticano II. L’ecclesiologia di
di autorealizzazione e riflesso dell’unica C h ie s a ^ .
communio, data dal desiderio di ritrovare la radicalità del Vangelo e d’impegnarsi in
La quarta caratteristica è data dalla comune vocazione ad una comprensione
esso particolarmente, con una vita più povera, più fraterna, in poche parole, in una
rinnovata della pastorale, dell’apostolato e dell’evangelizzazione. I movimenti
vita di condivisione, l’ascolto assiduo della parola di Dio, lo studio delle Sacre
assumono un ruolo determinate all’interno delle parrocchie e dell’intera Diocesi.
Scritture, la dottrina dei carismi, il sacerdozio comune di tutti i fedeli, la correspon
Pur se il Vescovo è il titolare della pastorale della propria Diocesi, deve rispettare il
sabilità dei laici, l’apostolato come responsabilità collettiva di tutta la Chiesa, la
carisma dei movimenti^—!. L’apostolato e l’evangelizzazione sono simbolo del
vocazione alla santità di tutti i battezzati, il dialogo con le confessioni cristiane, le
l'unità comunionale dei movimenti che «gode di una vera e propria pedagogia
altre religioni e con il mondo e la capacità di suscitare un gran numero di vocazioni
spirituale nei contenuti e nel metodo, e una forma peculiare di esprimere il senso
sacerdotali e vocazioni monastiche.
comunitario della Chiesa, di renderla presente in ambienti e situazioni bisognose
Fra queste caratteristiche bisogna soffermarsi sulla communio e la comunione dei Movimenti per la “Nuova Evangelizzazione’’^ ^ . Per quanto riguarda la com
di testimonianza ed evangelizzazione»^^. La quinta caratteristica è data dall’universalità dei movimenti ecclesiali, la quale
munio c’è una comunione dei beni materiali fra i membri di ciascun movimento,
non deve essere confusa con l’internazionalizzazione e relativizzazione del mes
poiché vi è la realizzazione del principio di comunione dei beni tipica del mes
saggio evangelico. L’universalità mira alla rilevanza universale del messaggio di
saggio evangelico e del concilio Vaticano IL
C r is t o ^ ^ . L’universalità implica, secondo il messaggio del Concilio Vaticano II, il
Per
quanto
riguarda
la
comunione
dei
movimenti
per
la
“ Nuova
dialogo con i fratelli, gli uomini e donne, in ogni situazione di vita sociale e cultu
Evangelizzazione’'109 , dobbiamo dire che oltre a cercare sempre di più il dialogo tra
rale, con cristiani, con credenti di altre religioni, e con i non credenti^— l Così «i
di loro, in vari Paesi i Movimenti hanno avviato il coordinamento di azioni missio
movimenti vivono in quella tensione verso il mondo e verso l’uomo di oggi che è
narie, apostoliche e sociali^—
data alla Chiesa stessa, segno e strumento dell’intima unione di Dio e dell’unità di t.utnto i-lI genere umano»[1-1-0-2-1J .
fondità fino alle ra d ic i» ^ ^ ’ cioè cercano di portare la loro azione evangelizzatrice
La sesta caratteristica è l’itinerario di fede c di testimonianza cristiana all'interno
all’interno della famiglia, dei giovani, della cultura, della vita professionale c della
del Movimento, il quale deve educare gli aderenti ad una fede matura che diviene
Inoltre, i Movimenti Ecclesiali cercano di inserirsi
nel mondo «trasformandolo non in modo superficiale ma in modo vitale in pro
vita politica.
«consapevole, personale e adulta» e deve far in modo che questi diventino «testi moni della fede nel loro ambiente familiare, professionale e nella loro vita
I Movimenti Ecclesiali e i conflitti con le gerarchie ecclesiastiche e i fedeli
I Movimenti Ecclesiali e i loro Fondatori hanno sempre subito opposizioni e cri
maggior parte delle difficoltà dipendono dal fatto che molti di loro hanno tentato,
tiche. Queste provengono da due versanti. Il primo viene a svilupparsi tra gli anni
specialmente all'inizio della propria fondazione, di monopolizzare la parrocchia,
settanta e ottanta del Novecento, ed è quello di una certa critica mossa da alcuni
ma a loro volta molti parroci hanno tentato di offuscarne il carisma «costrin
gruppi di laici e da alcuni ambiti ecclesiastici che non hanno vissuto nei movi
gendoli ad entrare all’interno delle strutture parrocchiali anche quando il proprio
menti, e si collocano nell’ala conservatrice della Chiesa'— ^. I principali capi di ac
statuto non lo prevedesse».'—^'
cusa mossi da questo versante sono quelli «d’integralismo, di tendenze tradizio nalistiche, di neo-misticismo spirituale e di conservatorismo teologico»
Quindi le difficoltà che hanno i Movimenti Ecclesiali ad adeguarsi alla pastorale delle Chiese particolari, delle Diocesi e delle parrocchie è data dal fatto che questi «dipendono direttamente dalla S. Sede e quindi hanno un carattere “Universale”,
Il secondo versante critico è venuto da parte di Vescovi, che in un determinato momento hanno visto con gioia il fiorire dei movimenti come realtà vitali all’in terno della propria diocesi, ma successivamente hanno avuto timore di certe ten
sia dal punto di vista teologico e sia pratico»'—^. Così il ruolo dei Movimenti Ecclesiali consiste nel «portare il carattere universalistico all’interno delle Chiese P artico lari»'^'.
denze spirituali che andavano al di fuori della pastorale ordinaria e di una certa concorrenza all'interno di alcune attività diocesane e parrocchiali da parte di alcuni
I pontefici e i Movimenti Ecclesiali
Movimenti Ecclesiali^~^. Queste opposizioni derivano dal «rifiuto del nuovo messaggio in quanto è percepito come preoccupante e che quindi spesso costringe a rivedere o a modi ficare gli schemi strutturali della fede su ssiste n te » ^^ . Ciò provoca una reazione in questi ambienti che tenta di «ostacolare o soffocare le nuove fondazioni in una
Dopo aver analizzato lo sviluppo dei movimenti ecclesiali e le critiche ricevute dalle gerarchie ecclesiastiche, prenderemo in analisi il rapporto che i Pontefici, da Paolo VI a Benedetto XVI, hanno avuto con i movimenti ecclesiali Paolo VI e I Movimenti Ecclesiali
forma di vita di fede già presente, allo scopo di sbarazzarsene» o «la disappro vazione del fondatore del movimento da parte della gerarchia ecclesiale»'— ' che comporta «la correzione lunga, complessa e delicata degli statuti o addirittura il ri fiuto di questi ultimi»'— '. Non di rado i movimenti ecclesiali sono considerati da questi gruppi come una
Per quanto riguarda il rapporto di Paolo VI con i movimenti ecclesiali, possiamosuddividere in tre periodi il suo pontificato. Il primo consiste in un momento di esegesi del Concilio, dal 1963 fino al 1968; un secondo periodo è dettato da prudenza e timore nei confronti dello sviluppo dei
realtà parallela alla Chiesa. L'esempio più macroscopico è «la contrapposizione
movimenti ecclesiali, che va dal 1969 al 1974. Tale timore era dato dalla natura anti-
movimenti-Diocesi o movimenti-parrocchie, durante i quali i movimenti sono
istituzionale di alcuni movimenti e dalla preoccupazione delle derive provocate
accusati di voler creare una chiesa parallela»'— ^' . Per quanto riguarda l’azione dei movimenti all’interno delle parrocchie, la
dalla pubblicazione del Nuovo catechismo olandese; il terzo di ripresa del progetto conciliare e superamento dell'ecclesiocentrismo in relazione alla politica vaticana
verso i movimenti, dal 1974 al 1978^—^. Durante il primo periodo del suo pontificato, Paolo VI portò avanti la regolamen tazione dei primi movimenti ecclesiali che presero forma durante il periodo pre conciliare. Dobbiamo sicuramente ricordare l’approvazione dei Cursillos de Cri-
Chiesa a schierarsi al fianco delle lotte di liberazione dei popoli'—
dai regimi di
destra, appoggiando la lotta armata portata avanti dai movimenti di matrice leninista-mar-xista. Questi vennero subito condannati dal Paolo VI e dalle gerarchie [1e241— 1 vat...ican
stianidad avvenuta il 14 dicembre del 1963^— ^ e la concessione alla Legione di Cri
L’altro motivo che portò Paolo VI ad avere timore del fenomeno della nascita dei
sto del Decretum Laudis con il quale la congregazione diventava di diritto pontificio^— Nello stesso periodo si andavano formando nuovi itinerari di fede e
movimenti ecclesiali era dato dalla teologia progressista portata avanti da una parte del clero olandese avente come punto di riferimento il domenicano Edward
comunità che avevano come punto di riferimenti l’apertura alla mondialità del cat
SchillebeecloJ—
tolicesimo. Un esempio è la comunità di Seguimi fondata da padre Anastasio Cui-
della sessualità e dell’ordine gerarchico. Manifesto delle istanze teologiche del
Questi portò avanti una morale progressista riguardante i temi
tièrez: «un movimento di celibi, sposati e sacerdoti, impegnati nella promozione
clero olandese fu il nuovo catechismo o la n d e se ^ ^ pubblicato nel 1966. Esso ri
umano-cristiana, imperniato nella persona di Cristo e sulla centralità dell’uomo, in
prendeva le tesi teologiche di Schillebeeckx. Tradotto in varie lingue, si diffuse ve
uno stile di vita laico che valorizza i rapporti interpersonali».^^
locemente in Europa in special modo nei tessuti cattolici legati alle comunità di
Il secondo periodo del pontificato di Paolo VI, che va dal 1968 al 1974, fu caratte
base^—
La prima reazione della Chiesa fu attendista fino a quando nel 1967
rizzato dalla proliferazione di nuovi movimenti ecclesiali sia in Europa che nel
Paolo VI decise di intervenire in prima persona. Nel giugno Papa Paolo VI chiese
resto del mondo. Il Pontefice vide con prudenza e timore la nascita di questi movi
ad una co m m issio n e ^ ^ di esaminare la questione e di esprimere un parere sul
menti data la loro contestazione anti-istituzionale. I valori del ’68 permearono
Catechismo. La Commissione completò il suo incarico nel febbraio 1968, presen
anche l’interno di numerosi movimenti politici e sociali di matrice cattolica, in spe
tando i risultati presso la Santa Sede, chiedendo la modifica del catechismo per
cial modo in Sud America, ponendo al centro delle azioni di questi movimenti il
quanto riguarda i seguenti punti:
riequilibrio delle ricchezze tra ricchi e poveri, la critica all’organizzazione gerar chica della società e implicitamente a quella Vaticana. Nonostante Paolo VI, nella sua enciclica Populorum progressio, condannasse le sperequazioni tra il mondo ricco e quello povero, le politiche neocolonialiste, il capitalismo inumano e il col lettivismo marxista, proponendo la creazione di un fondo mondiale per i paesi in via di sv ilu p p o ^ ^ , senza però mettere mai in discussione la centralità della so cietà gerarchica. Un cospicuo numero di movimenti sorti tra il 1968 e gli inizi degli anni ‘70 eb bero come punto di riferimento la Teologia della Liberazione^^, che chiamava la
1) la mancata specificazione della creazione divina degli Angeli e delle anime spirituali degli uomini; 2) le ambiguità nelle affermazioni riguardanti la “caduta” con Adamo che potreb bero far intendere che il peccato originale s’ingenerò unicamente nel contatto con la società umana corrotta dal peccato; 3) la concezione della redenzione umana, non apertamente espressa come frutto unicamente del sacrificio di Cristo; 4) la non chiara riaffermazione del carattere d'infallibilità della Chiesa,
apparentemente sostituito dalla capacità di concettualizzazione del pensiero
riformare la chiesa “ nel capo” e “ nelle membra". Questi movimenti costi
umano
tuirono il più riuscito tentativo di tradurre il messaggio conciliare nel senso
5) numerosi punti della teologia morale, resi con notevole ambiguità, in parti colare per quanto riguarda gli aspetti salienti della morale c o n iu g a te g li
di un’autoriforma e di rafforzamento della compagine ecclesiale, piuttosto che in direzione di una radicale ristrutturazione dell’istituzione-chiesa^-l .
Nel frattempo, il Pontefice, portò avanti i lavori per un’enciclica riguardante la
Possiamo sicuramente dire che il rapporto di Paolo VI e dei dicasteri vaticani
dottrina del matrimonio alla luce dei documenti Conciliari. L’enciclica venne pub
verso i movimenti ecclesiali, dal 1968 al 1972, fu caratterizzato da forti contrasti,
blicata il 25 luglio del 1968, con il nome di Humanae Vitae. In essa si ribadiva la
anche verso quei movimenti più fedeli a Roma, che si attenueranno solo con l’a
connessione inscindibile tra il significato unitivo e quello procreativo dell’atto
scesa al pontificato di Giovanni Paolo IL Prendiamo in esame il caso dell’Opus Dei.
coniugale, vietando i metodi di contraccezione come l’uso della pillola, del preser
Il fondatore, lo spagnolo Josemarìa Escrivà de Balaguer, tentò di trasformare il suo
vativo e dell’aborto, approvando però i metodi basati sul riconoscimento della fer
movimento da istituto secolare a prelatura nullius. Questa sua richiesta, già rifiutata
tilità, come il metodo naturale di O gino-K nauss^—1.
dal pontefice Giovanni XXIII per due volte, nel i960 e nel 1962, fu rigettata anche
Il dialogo con il clero olandese non ebbe gli effetti sperati da Paolo VI. Le critiche vaticane
furono
clamorosamente
contestate
da
una
parte
maggioritaria
da Paolo VI. Solo nel 1979, grazie all’intervento del Cardinale Sebastiano Baggio le istanze dell’Opus Dei vennero sottoposte al vaglio delle autorità vaticane.
dell’establishment cattolico olandese, rappresentato dal cardinale arcivescovo di
Nel 1972 Paolo VI, nel motu proprio "Ministeria quaedam”,sottolineava che «la
Utrecht, Bernard Jan Alfrink. Lo scontro definitivo tra il Clero olandese e il Vaticano
revisione degli ordini minori, l’accolitato e il lettorato, avrebbero risaltato meglio le
avverrà solo all’inizio di gennaio del 1969, con la cosiddetta “ Dichiarazione d ’indi
distinzioni tra laici e chierici per quanto riguarda gli ambito affidati ai laici e quella
pendenza” di Noordwijkerhout, città sul Mare del Nord in cui si riunirono i 109
affidata ai c h ie ric i» ^ !.
membri del Consiglio Pastorale Olandese' Nella “ Dichiarazione” il Consiglio invitava i fedeli olandesi a rifiutare l’inse gnamento della Humanae Vitae e, pur con l’astensione dei Vescovi, si schierarono a favore del Nuovo Catechismo senza le correzioni suggerite da R o m a ^ - l Dopo lo scontro con il clero olandese, Paolo VI e il clero romano appoggiarono quei movimenti che scelsero la via della fedeltà al papa.
Una prima apertura verso i movimenti da parte dei dicasteri vaticani si ebbe tra il 1972 e il 1973. Nel 1972 fu pubblicato l’Ordo initiationis christianae adultorum (Oica) che nel capitolo IV suggeriva di adottare per gli adulti battezzati, ma non cate chizzati, un’evangelizzazione di tipo catecumenale. I Responsabili del Cammino Neocatecumenale videro nell’O/ca la base catechetica per il proprio itinerario di fede. Nel 1974 la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti sottolineò che l’O/co non poteva essere applicato a chi già fosse b a tte z z a to g li
Il loro radicamento e attaccamento materiale e simbolico a Roma era un segno di una lettura pragmatica del momento vissuta dalla chiesa romana: pragmatica soprattutto perché del tutto aliena dai sogni conciliari di
A partire dal 1974 i rapporti tra i dicasteri vaticani, lo stesso Paolo VI, e i movi menti ecclesiali cambiarono. Ci fu una vera a e propria apertura verso di essi. I
motivi di tale apertura devono essere ricercati nei cambiamenti strutturali che sta
Paolo VI e della Curia romana nei confronti dei movimenti ecclesiali. Nel 1974 du
vano avvenendo all’interno della società occidentale. Già a partire del 1971 Paolo VI
rante il Sinodo Sull’Evangelizzazione, i padri sinodali s’interrogarono su come la
denunciava nella lettera apostolica Octogesima Advieniens che: «una grande sfida
Chiesa dovesse rispondere al processo di secolarizzazione e alla continua perdita
alla saggezza, aH'immaginazione e alla capacità organizzativa dell’uomo è l’ur
di fedeli. L’anno successivo, 1’8 dicembre del 1975, Paolo VI consegnava ai padri
banizzazione irreversibile e crescente [...] provocando “una nuova solitudine” in
sinodali l'esortazione apostolica Evangeli Nuntiandi. In essa il Pontefice ricono
mezzo alla quale egli si sente come s tra n ie ro » ^ !. | n questo grande processo di
sceva nei movimenti ecclesiali, da lui denominati «ministeri diversificati», come
urbanizzazione, che non era altro che uno dei primi segni della globalizzazione, i
«preziosi per l’impianto, la vita e la crescita della Chiesa e per una capacità d’irra
vertici vaticani riconobbero che ormai era in atto un forte cambiamento nella rela
diazione intorno a se stessa e verso coloro che sono lontani»^?-]. La Chiesa ini
zione tra gli uomini e la fede. Nel quinquennio dopo il 1968 la partecipazione ai
ziava così ad aprirsi vero i movimenti. Il 10 dicembre del 1976 Paolo VI, tramite il
sacramenti in Francia, Germania e Olanda era crollata.
mota proprio Apostelatus peragendi,proclamava l’istituzione definitiva del Consiglio
In Italia la situazione non era migliore, la Democrazia cristiana perdeva sempre
pontificio per i laici, da lui precedentemente fondato ad experimentum nel 1967 con
più la sua caratteristica di partito cattolico e nel paese vennero promulgate leggi,
il nome di Consiglio per i Laici per dare continuità al decreto Apostolicam actuo-
come quella del divorzio del 1970 (che supererà indenne il referendum del 1974),
sitatem del Concilio Vaticano II sull’apostolato dei laici. Al Pontificio Consiglio per
che mostravano come il paese fosse sempre più il manifesto di una “cristianità
i Laici spetta:
perduta”, dove i valori della cristianità erano considerati sempre più come que stione privata e non pubblica. In Spagna la situazione era ancora più spinosa. L'intellighenzia del governo fran chista, formato sotto le scure dell’Opus Dei, non facilitava i rapporti tra il morente governo nazional-cattolico e la Santa Sede.
«Incitare i laici perché prendano parte attiva alla vita e alla missione della Chiesa», con un servizio di animazione rivolto tanto ai membri di associazioni che a singoli fedeli (65); «Valorizzare, dirigere e se è necessario, promuovere iniziative che
In Sud America la teologia della liberazione si scontrava apertamente con le linee
riguardano l’apostolato dei laici nei vari settori della vita sociale»
direttive vaticane, mentre il “Terzo mondo” presentava numerosi problemi rispetto
come pure «favorire con la propria intraprendenza l'attiva parteci
alle speranze destate dalla decolonizzazione: le richieste d’inculturazione della teo
pazione dei laici in campo catechistico, liturgico, sacramentale,
logia nelle chiese locali e la sfida del dialogo presentava numerosi pericoli per la
educativo e simili», collaborando a questi fini con i vari dicasteri della
Chiesa. Anche nel Nord America il clero, di gran parte tradizionalista, non riusciva
Curia romana, che si occupano degli stessi problemi» (66);
ad interpretare le istanze e i bisogni religiosi dei cattolici locali provocando un abbandono delle chiese e la fuga verso varie sette protestantit-3-1. Tutti questi cambiamenti provocarono una vera e propria ritrattazione da parte di
«Occuparsi in pieno accordo con la Congregazione per il Clero, di tutti gli affari che riguardano i consigli pastorali, sia parrocchiali che
diocesani, in modo che i laici siano incoraggiati a prendere parte a
vescovi Sull’ Evangelizzazione del 1974'"^’ , aveva conosciuto da vicino i movi
una pastorale d’insieme» (67);
menti ecclesiali. Durante tutto il suo pontificato, Giovanni Paolo II appoggiò sem pre i movimenti ecclesiali, in special modo durante i suoi viaggi apostolici, le visite
seguire e curare la vita associativa dei fedeli laici: «le organizzazioni dei laici che si occupano dell’apostolato nell’ambito sia internazionale che nazionale», «le associazioni cattoliche che promuovono l’apo
ad limino, e nelle udienze del mercoledì. Già nel 1979, nell’Enciclica Redemptoris Hominis, il Papa riconosceva come «uno spirito di collaborazione e di corresponsabilità» si fosse diffuso anche
stolato e la vita ed attività spirituale dei laici», «le pie associazioni», «i terzi ordini secolari» per quelle materie che si riferiscono alla loro atti
tra i laici tra i laici, confermando non soltanto le organizzazioni dell’apo
vità apostolica, «le associazioni comuni ai chierici e ai laici», fatta
stolato laicale già esistenti, ma creandone delle nuove, aventi spesso un pro
sempre salva la competenza degli altri dicasteri interessati (69);
filo diverso ed una dinamica eccezionale. Inoltre, i laici, consapevoli della loro responsabilità dinanzi alla Chiesa, si sono impegnati volentieri nella col
«Fare in modo che le leggi ecclesiastiche che riguardano i laici siano scrupolosamente osservate» (com’era già il caso per il “ Consilium de Laicis” ) e «occuparsi in via amministrativa delle controversie
laborazione con i Pastori, con i rappresentanti degli Istituti di vita consacrata, nell'ambito dei Sinodi diocesani o dei Consigli pastorali nelle parrocchie e nelle d io c e s i^ —!.
che concernono i laici» (7 2 )^ $ ]. Il pontificato di Ciovanni Paolo II può suddividersi in «due tornanti nella politica In questo modo i movimenti ecclesiali, pie associazioni, organizzazioni di laici nazionali ed internazionali, Terzi Ordini e associazioni comuni sarebbero ricaduti sotto un’unica giurisdizione vaticana. EApostolatus peragendi segna così la defi
verso le aggregazioni ecclesiali: il primo consistette nel lancio dei movimenti nei primi anni del pontificato (1981-1982), il secondo nella celebrazione di essi nel pe riodo di preparazione e celebrazione dell’evento giubilare (19 9 8 -2 00 0 )» ^^.
nitiva apertura alla teologia del laicato. A questa apertura, però, non seguì quella legislativa. Infatti, i movimenti ecclesiali non sono giuridicamente inquadrati all’in terno del Codice di diritto canonico.
Tra il 1981 e il 1982 Giovanni Paolo II partecipò e promosse attivamente i Movi menti ecclesiali. Il 22 maggio del 1981 la Commissione episcopale per l'apostolato
Ciovanni Paolo II e i Movimenti Ecclesiali
dei laici pubblicò la nota Criteri di ecclesialità dei gruppi, movimenti, associazioni^-^, nella quale specificava quali fossero i criteri di ecclesialità dei
Dopo la morte di Paolo VI c il breve pontificato di Albino Luciani, il 16 ottobre
movimenti e come I vescovo doveva rapportarsi con essi. Nel settembre del 1991 il
del 1978 veniva eletto al soglio pontificio il cardinale polacco Karol Wojtyla che
Papa partecipò al 1° Congresso internazionale dei movimenti a Rocca dei Papi,
prese il nome di Ciovanni Paolo II. Karol Wojtyla, già collaboratore del Consiglio
organizzato da Comunione e Liberazione e da Vita e Luce, e nel suo breve discorso
del Pontificio Consiglio dei laici e uno dei più attivi esponenti del Sinodo dei
di presentazione affermò che «la chiesa è come un m o v im e n to » ^ ^ . I maggiori
movimenti che, in questo periodo, ebbero l’appoggio di Giovanni Paolo II furono
«la grande fioritura di questi movimenti e le manifestazioni di energia e di vitalità
quelli di matrice ispanofona. Il 28 novembre del 1982, dopo uno studio della Con
ecclesiale che li caratterizzano sono da considerarsi certamente uno dei frutti più
gregazione dei Vescovi, il Papa concedeva all’Opus Dei, tramite la bolla Ut sit
belli del vasto e profondo rinnovamento spirituale, promosso dall’ultimo
validum, la Prelatura personale nominando il monsignor Alvaro del Portillo come capo prelato dell’opera^^J L’anno successivo, il 29 giugno del 1983, il Papa
Concilio»^?-] In questo periodo il Papa appoggerà fortemente tutti quei movi
approvava gli statuti del Legionari di Cristo, vedendo in essi una barriera contro la
nario, non solo italiano ma, della chiesa tutta, un "modello polacco” di rapporto al
secolarizzazione capace di portare avanti la “riconquista” del mondo moderno.
l’interno della chiesa tra i movimenti e l’episcopato, e tra i movimenti e il laicato
menti, come Comunione e Liberazione, «più disponibili a esportare, sullo sce
Fondamentale risulta essere anche il suo rapporto con Don Giussani. Nel 1982 il
non a sso cia to » ^ -'. Inoltre, il Pontefice ritenne sempre più opportuno difendere e
Papa riconobbe la Fraternità di Comunione e Liberazione come associazione lai
avvalorare l’operato dei movimenti, che non dare ascolto alle istanze che prove
cale di diritto pontificio. Nello stesso anno il Papa partecipò al meeting di Rimini,
nivano da una parte del clero tradizionalista, che vedeva nei movimenti un attacco
avviato giusto due anni prim a^^l.
alla sacralità della liturgia e del magistero, e da una parte dal clero progressista che
Nel 1984 Giovanni Paolo II inaugura la prima Giornata mondiale della gioventù
vedeva in essi una chiesa parallela incapace di comunicare con i laici non inseriti
(CMG) a Roma, un appuntamento internazionale con cui il Papa incontra i giovani
nei movimenti. Per soffocare queste proteste, Giovanni Paolo II decise di basare la
di tutte le parti del mondo. Il secondo appuntamento sarà nel 1987 in Argentina a
legittimità dei mov menti sull’obbedienza al papa e alla Santa Sede. Manifesto di
Buenos Aires dove ci saranno circa un milione di partecipanti. Da allora ogni due
questa idea è la nota apostolica Christifideles laici pubblicata il 30 gennaio del 1989
anni è fissato un incontro internazionale in uno dei cinque continenti. I Movimenti
nella quale venivano definiti i principi di ecclesialità che permettevano ai movi
ecclesiali svolgono un ruolo di raccordo e coordinamento nelle GMG, che per l’at
menti di entrare in comunione con la Chiesa.
tenzione dei media internazionali sull’evento trovano anche un’opportunità per farsi conoscere.
Inquadrati i Movimenti ecclesiali nel loro rapporto con la Chiesa, il Papa ne com prende e ne valorizza lo spirito conciliare che li anima. Negli anni ‘90 li investe del
Nel 1985, il Papa, durante il discorso al Convegno della Chiesa italiana in occa
ruolo di forza evangelizzatrice chiamata a farsi carico della “ Nuova Evangeliz
sione della sua visita pastorale alla diocesi di Loreto, riconobbe nei movimenti il
zazione". Giovanni Paolo II ha al centro del suo programma pontificale l’attuazione
«canale privilegiato per la formazione e promozione di un laicato consapevole e at
delle ispirazioni de Concilio Vaticano II e vede in particolare nel Cammino Neo-
tivo del proprio ruolo nella Chiesa e nel m o n d o » ^ —’ sottolineando però che que
catecumenale, insieme ed altre realtà, come l’Opus Dei, Comunione e Liberazione,
sti devono “camminare” insieme al proprio Vescovo. L’appoggio definitivo ai movimenti ecclesiali avvenne durante il secondo con vegno internazionale dei movimenti ecclesiali, tenutosi a Rocca dei Papi tra il feb braio e il marzo del 1987. Durante questo incontrò Giovanni Paolo II affermò che
i Legionari di Cristo c la Comunità di Sant’ Egidio, i canali per raggiungere i vari am biti della società civile e delle sue strutture 1-^9] Proprio in questo periodo questi movimenti ebbero apprezzamenti diretti dal Pontefice e dalle varie congregazioni curiali.
Il 29 giugno del 1990 il Pontificio Consiglio per i Laici formulò il riconoscimento
dovranno sentirsi invitati a sradicarsi dal loro passato ed a interrompere le rela
dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari) come associazione internazionale di
zioni con l’ambiente che ha contribuito al determinarsi della loro vocazione, né do
fedeli di diritto p o n tific io ^ -!. [\|e ||o stesso anno, il 30 agosto, Giovanni Paolo II,
vranno cancellare i tratti caratteristici della spiritualità che là hanno imparato e vis
nella Lettera Ogni Qualvolta indirizzata al Mons. Paul )osef Cordes, riconosceva il
suto, in tutto ciò che di buono, edificante ed arricchente essi contengono. Anche
Cammino Neocatecumenale «come un itinerario di formazione cattolica valida per
per loro, quest’ambiente d’origine continua ad essere fonte di aiuto e di sostegno
i tempi moderni che opera per la “ Nuova Evangelizzazione” » ^ ^ . Per quanto ri
nel cammino formativo verso il sacerdozio»!-^. $ u q U e s f 0 t e m a Giovanni Paolo II
guarda l’Opus Dei, Giovanni Paolo II sostenne il veloce iter burocratico per la bea
ritornerà con l’esortazione apostolica Vita consecrata del 1996.
tificazione del fondatore Josemarìa Escrivà de Balaguer, avvenuta il 17 maggio del
La politica dei riconoscimenti ai movimenti negli anni Novanta si sviluppò sensi
1992. Sempre grazie alle pressioni di Giovanni Paolo II, Escrivà de Balaguer verrà
bilmente fino al decisivo passaggio della preparazione e della gestione dell'evento
canonizzato il 6 ottobre del 2002^52], Tra il 1991 e il 1992 i Legionari di Cristo
giubilare del 2000. Nel maggio 1998 si tenne a Roma il IV Congresso mondiale dei
inaugurarono il nuovo centro di studi superiori a Roma e crearono un noviziato nel
movimenti e delle nuove comunità. Dei circa 300.000 membri di sessanta movi
Nord Italia---’^!
menti e nuove comunità, quarantatré vennero accolti dal papa per la Veglia di
Proprio agli inizi degli anni ‘90 Giovanni Paolo II diede una risposta alla que
Pentecoste. Nel discorso nella veglia di Pentecoste del 27 maggio 1998, Giovanni
stione spinosa delle vocazioni sorte all'interno dei vari movimenti ecclesiali. Se da
Paolo II definì i movimenti ecclesiali «come la risposta alla sfida della secolariz
un lato i seminari diocesani spingevano i seminaristi ad abbandonare i loro rap
zazione» e «uno dei frutti più significativi di quella primavera della Chiesa già
porti con i propri movimenti, dall’altro i movimenti si organizzavano nell’istituire
annunciata dal concilio Vaticano II, ma purtroppo non di rado ostacolata dal dila
seminari gestiti da loro stessi legati però alle facoltà teologiche vaticane. Con l’e
gante processo di secolarizzazione»^-!. || pa pa delineava anche un’agenda aperta
sortazione Pastores dabo vobis del 1992, il Pontefice «affrontava il problema delle
sul cammino dei movimenti sulla via della maturità ecclesiale richiamando i movi
nuove caratteristiche dei presbiteri nei movimenti, sottolineando la funzione posi
menti a offrire alla Chiesa frutti maturi di comunione e di impegno.
tiva di queste nuove aggregazioni per la pastorale vocazionale, e dava valore posi
L’anno successivo, il 23 settembre del 1999, la Conferenza Episcopale italiana
tivo al legame tra i seminaristi e i presbiteri e le realtà associative di partenza»!--'-!.
approvò gli statuti dei Cursillios de Cristianidad in Italia. Il 29 giugno del 2000, Gio
Nell’esortazione il Pontefice sottolineava come «anche le associazioni e i movimenti
vanni Paolo II approvava ad experimentum, per cinque anni,gli statuti del Cammino
giovanili, segno e conferma della vitalità che lo Spirito assicura alla Chiesa, pos
Neocatecumenale. Il 14 marzo del 2002 il Rinnovamento dello Spirito, nel tren
sono c devono contribuire alla formazione dei candidati al sacerdozio, in parti
tennale della sua presenza nella Chiesa italiana, ricevette dalla CEI la conferma
colare di quelli che escono dall’esperienza cristiana, spirituale e apostolica di que
degli statuti dell’associazione, conferma annunciata dal Cardinale Camillo Ruini.
ste realtà aggregative. I giovani che hanno ricevuto la loro formazione di base in tali aggregazioni e che si riferiscono ad esse per la loro esperienza di Chiesa, non
Benedetto XVI e i Movimenti Ecclesiali
Il pontificato di Benedetto XVI, per quanto concerne i movimenti ecclesiali, ha mostrato una certa difficoltà negli ambienti dell’istituzione vaticana di accogliere e
di Firenze'- "222'. Questo ha permesso ai Focolarini di entrare di diritto all'interno della formazione culturale della Chiesa.
integrare le nuove realtà ecclesiali. Ma queste «tensione tra la pluriformità dei
Benedetto XVI dal 2007 in poi ha mostrato sostegno verso tutti i movimenti
movimenti e i meccanismi istituzionali non ha portato ad un passo indietro del
ecclesiali di matrice europea. Non a caso ha appoggiato l'iniziativa del Family Day
papa nella politica di apertura al nuovo protagonismo del laicato organizzato»'--12'.
di Roma avvenuto il 15 gennaio del 2007, poi ha partecipato all’ “ Incontro interna
Durante tutto il pontificato di Benedetto XVI ha prevalso una linea di continuità
zionale per la pace” di Napoli avvenuto il 21 ottobre, organizzato dalla Comunità di
nell’integrazione dei movimenti ecclesiali all’interno del corpo della Chiesa Catto
Sant’Egidio. L’anno successivo, 1’11 maggio 2008, il Pontefice ha suggellato l’ap
lica. I primi due anni di pontificato di Benedetto XVI hanno però visto dure san
provazione degli Statuti definitivi del Cammino Neocatecumenale, che ha posto
zioni per due movimenti ecclesiali. Il primo è stata la decisione di Benedetto XVI di
fine alle diatribe concernenti alla liturgia. Nel 2011, in occasione della GMG di Ma
commissariare i Legionari di Cristo. Tale decisione è stata presa dopo la condanna
drid, il papa ha voluto che questo incontro fosse organizzato dai movimenti eccle
di Marcel Maciel, fondatore dei Legionari, per abusi sessuali e di violazione del
siali vista la loro propensione alle moltitudini. Non a caso, proprio nello stesso
sacramento della confessione, dopo un’indagine partita nel 1998'-'’—".
anno, il 20 gennaio, è stato approvato il Direttorio Catechetico del Cammino Neo
Interessante risulta essere anche la contrapposizione tra il cardinale Arinze e gli
catecumenale. Nel settembre del 2011, invece, il leader della Comunità di Sant’ E
iniziatori del Cammino Neocatecumenale, per quanto riguarda il modus operandi
gidio, Andrea Ricca-di, ha ricevuto l’appoggio della Curia romana per la sua attività
della liturgia eucaristica. Tale controversia fu ripresa dallo stesso Benedetto XVI il
politica nel Governo tecnico guidato da Mario Monti. Però bisogna sottolineare
12 gennaio del 2006, durante un’udienza concessa al Cammino.
che se da un lato la Curia appoggia direttamente i movimenti ecclesiali, nel suo
Durante il suo discorso, Benedetto XVI ricordava ai Neocatecumenali che «di re
seno vi sono nume'ose contrapposizione riguardanti i vari movimenti. Ciò si evin
cente la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplinamento dei Sacramenti vi
ce dai documenti fuoriusciti durante il caso Vatileaks, nei quali sono presenti dis
ha impartito, a mio nome, alcune norme concernenti la Celebrazione eucaristica,
sensi tra alcuni porporati sulle funzioni e itinerari di alcuni movimenti ecclesiali.
dopo il periodo di esperimento che aveva concesso Giovanni Paolo II. Sono certo che queste norme saranno da voi attentamente osservate»'-'-^'. Tali azioni avevano fatto sperare alcuni critici dei movimenti ecclesiali che vede
Se da un lato i movimenti ecclesiali di matrice europea hanno ricevuto un forte sostegno, questo non è successo per quei movimenti laicali che fanno capo alle comunità di base presenti in Sud America. Il Pontefice, in una Notificazione del 31
vano nel pontificato di Benedetto XVI l’arresto dell’espansione dei movimenti,
ottobre del 2006, pubblicata solo il 14 marzo del 2007, ha manifestato la sua diffi
favorendo il ritorno ad una Chiesa più tradizionalista. Queste speranze vennero poi
denza verso questo tipo di laicato più legato alle chiese locali c a alla Teologia della
subito spezzate dallo stesso pontefice.
liberazione che non alla Chiesa di Roma'— '. Durante il suo pontificato, Benedetto
Nel 2007 venne creato, con un decreto pontificio, l’ istituto universitario Sophia,
XVI ha sempre appoggiato i movimenti ecclesiali di matrice europea vedendo in
avente due indirizzi di studio nella cittadella dei Focolarini a Loppiano, in provincia
essi «scuole di comunione, compagnie in cammino necessarie nell’oscurità di un
[1621
mondo frastornato dai messaggi contraddittori delle ideologie»1----
Partecipando al gruppo teatrale dell’accademia delle Belle Arti, venuto a cono
C A P IT O LO I
scenza delle opere Teatrali del filosofo francese Jean-Paul Charles Sartre e delle tesi LE O R IG IN I DEL C A M M IN O N E O C A T E C U M E N A LE
del filosofo danese Soren Kierkegaard, a contatto con l’ateismo circostante degli
Dopo aver analizzato il periodo storico in cui si collocano i Movimenti Ecclesiali
anni sessanta e dall’ambiente marxista, vive un momento di smarrimento tipico
e le caratteristiche comuni di questi ultimi, ora prenderemo in analisi il Cammino
della sua generazione, che lo porterà a rifugiarsi nell’esistenzialismo francese, per
Neocatecumenale, che ha due caratteristiche immediate che lo contraddi
cercare di far propria la non-esistenza del Dio che i suoi genitori gli avevano tra
stinguono. Il Cammino Neocatecumenale pur essendo considerato da molti come
smesso, rompendo con la fede tradizionale nella quale era cresciuto da piccolo.
un Movimento Ecclesiale, è, come attestano gli stessi fondatori, «un itinerario di
Pur conseguendo fama e successo, egli entrerà in una profonda crisi esistenziale
formazione cristiana valida per la società e per i tempi odierni»^—
distaccato
che lo porterà ad interrogarsi sul senso della vita. Infatti, le teorie filosofiche finora
dalla categoria di Movimento Ecclesiale. Inoltre, il Cammino Neocatecumenale si
conosciute non avevano dato risposte alle sue istanze intellettuali e spirituali. Nella
presenta con più di un milione di aderenti, dei quali solo 250.000 in Italia, ed è una
sua ricerca filosofica approfondisce il pensiero del filosofo francese Henri
delle realtà ecclesiali con più aderenti al mondo.
Bergson^— 9J, che rompendo con il razionalismo dà grande importanza all'in tuizione. Kiko decide di abbandonare l’esistenzialismo e si dona all’intuizione
Kiko Argiiello, la vita'Francisco José Comez Argiiello Wirtz, detto Kiko, nasce a Leon il 9 gennaio del 1939. Primogenito di quattro figli, cresce in una famiglia borghese di religione cattolica^— 5], i| pa d r e i di origini inglesi, avvocato e la madre casalinga. La famiglia si trasferisce a Madrid nel 1941, dove Kiko crescerà e si formerà culturalmente. La sua infanzia sarà caratterizzata dal suo amore per la pittura; a nove anni, infatti, dopo le lezioni scolastiche frequenta sia un corso di pittura (ha dipinto nature morte fino ai dodici anni quando iniziò a dipingere nudi a olio) che un corso di disegno di statu e'^ ® . Si laurea all’Accademia delle Belle Arti “San Fernando”. Nel 1959 partecipa al “Primo concorso d'arte giovanile" organizzato dalla Delegación Nacional de Juventudes del Movimiento Nacional, vincendo il "Premio Nazionale Straordinario di Pit tura” nella categoria 14-21 anni'— ^J c foe g|j porterà fama a livello nazionale^® .
bergsoniana con la quale, usando l’arte come oggetto della sua intuizione, abban dona il suo ateismo esistenzialista e scopre l’esistenza di Dio. Inizia così un per corso di ricerca di Dio che lo porterà alla lettura del Vangelo e del Nuovo Testa mento. Venuto a conoscenza con un sacerdote madrileno inizia un’esperienza formativa all'interno dei Cursillos de Cristianidad^- '—L Qui i laici trasmettono gra zie a testimonianze la propria esperienza di fede concreta, e ciò fece in modo che Kiko potesse perde'e numerosi pregiudizi che provava verso l’istituzione cattolica e iniziare a reimpostare la sua vita alla luce della fede. Divenuto catechista nei Cur sillos, incominciò a proporre questo movimento in numerose chiese spagnole. Nello stesso periodo fondò un gruppo di artisti, insieme allo scultore Paul Coomontcs cd al vetrinista Munoz de Pablos, che prese il nome di “Crcmio 62”, con l’intenzione di rinnovare l’arte sacra. Poiché l’arte nella Chiesa è elemento della liturgia, egli inizia una ricerca sul rinnovamento liturgico che stava avvenendo al l’interno della Chesa. Inoltre, gli fu assegnata una borsa di studio dalla
Fondazione MarcfJ-7-!, per trovare punti di contatto tra l’arte protestante e l’arte
baracca di legno. Lo stile di vita di Kiko Argiiello incuriosì gli stessi abitanti di quel
cattolica che lo porterà, con un architetto, e un teologo domenicano, a studiare il
le baraccopoli che gli chiedevano chi fosse e cosa facesse. E così iniziò un rap
Concilio Vaticano II e l’arte sacra in Francia e in Finlandia. Prima del viaggio, grazie
porto di amicizia tra lui e gli zingari, che si basava sulla spiegazione di alcuni passi
al teologo domenicano, incontrò nel deserto di Monegros'-'7— René Voillaume
della Bibbia. Carmen Hernadez venuta a conoscenza dell’esperienza di vita di Kiko,
fondatore dei Piccoli Fratelli di Foucauld - '--'. René Voillaume raccontò a Kiko l’e sperienza di fede di Charles de Foucauld che andò a vivere a Tam anrasset^^ vo
lo andrà a visitare nelle baracche di Palomeras Altas.
lendo rivivere il tempo della vita nascosta di Gesù Cristo nella Famiglia di Naza reth, in silenzio. La vita di Charles de Foucauld impressionò molto Kiko, il quale ri mase affascinato dall’esperienza di vita di quest’ultimo.
Hernàndez, la vita^-^ Carmen Hernàndez nasce ad Olvega il 24 novembre del 1930, da un’importante famiglia borghese, suo padre è un industriale spagnolo che ha interessi economici
Il 25 dicembre del 1962 Kiko vivrà un’esperienza molto importante. Festeggiando
in tutta la Spagna. Sin da piccola subirà il fascino dei gesuiti. Ad Olvega infatti, era
il Natale a casa dei suoi genitori vide in cucina la donna di servizio che piangeva.
presente un centro missionario gesuita, per il quale passavano numerosi missio
Iniziando un dialogo con la donna capì le sue vere condizioni di vita. Ella viveva in
nari che si recavano in Cina, India, Giappone e Filippine.
una baracca nella periferia di Madrid, e suo marito era stato arrestato perché, in
Trasferitasi a Madrid con tutta la famiglia, all'età di quindici anni tentò di for
preda all’alcol, aveva picchiato con violenza uno dei suoi 9 figli. Il 26 dicembre del
marsi per andare in missione in India, ma il padre le negò il permesso. Mentre fre
1963 Kiko decise di fare visita a questa baracca e introdusse il marito della donna
quentava il liceo, era in stretta connessione con un padre gesuita cugino della
all’interno dei Cursillos de Cristianidad. Questi smise di bere solo per poco tempo,
madre. Terminato il liceo, entrerà in contatto con il padre gesuita Sanchez il quale
ma subito dopo riprese ad ubriacarsi ed usare violenza contro la propria famiglia.
le consiglierà di leggere un libro di esercizi spirituali di P. Lapuente che è un vade
Poiché Kiko era l'unico che riuscisse a calmare quest’uomo, la donna di servizio lo
mecum per la vita soirituale dei gesuiti. In esso vi sono insegnamenti per quanto ri
chiamava sempre per aiutarla. Questa esperienza farà maturare in Kiko una scelta
guarda la meditazione, la preghiera e lo studio della Sacre scritture. Iniziata l’uni
di vita: porta i Cursillos nelle baracche, e si trasferisce nella baracca di questa fami
versità, si laureerà in Chimica presso l’università di Madrid all’età di 21 anni, e lavo
glia che si trovava nel quartiere di La Fo rtuna'"^ di Madrid, è in questo luogo che
rerà per l’azienda del padre. Mentre stava lavorando insieme al padre in un'azienda
egli incontrò « la sofferenza degli innocenti » ^ —1 che abitavano in quelle barac
presso Andujar'- ^ - decise di partire, andando contro il volere del padre. Si recò
che. Nel 1963 Kiko parte e va in Africa per ottemperare al servizio di leva obbli
prima a Madrid, po a Pamplona e infine a )avier.
gatoria c qui perfeziona la decisione di donare la sua vita ai poveri c ai sofifcrcnti. Al suo ritorno , nel 1964, grazie al suggerimento di un suo amico assistente sociale, si trasferirà nelle baracche di Palomeras A lta s ^ ^ , periferia di Madrid, zona abi tata prevalentemente da zingari e q u in q u is ^ ^ . Qui prese come sua abitazione una
Qui conoscerà il gesuita padre Miguel Domenzain fondatore delle Missione de Cristo Jesus . Il padre gesuita negli anni trenta era stato missionario in Giappone, ma non potendoci ritornare a causa della seconda guerra mondiale, decise di av viare delle azioni missionarie in tutta la Spagna.
In questa fondazione Carmen conoscerà una forte esperienza evangelizzatrice. In
dell’esperienza di Kiko poiché quest’ultimo era entrato in contatto con sua sorella
seguito si trasferisce a Pamplona, dove inizierà i suoi studi teologici che conti
la quale agiva nel sociale nelle stesse baracche di Palomeras Altas. Durante il collo
nuerà a Valencia. Qui verrà in contatto con la teologia domenicana e con frà Sau-
quio Carmen rimarrà colpita da « Este nino parece tan moderno y es un beato »
ras, uno dei primi a scrivere un libro sulla nuova Cristologia, grazie al quale Car
[1S7J [) O pO questo colloquio deciderà di trasferirsi nella baraccopoli di Palomeras
men si soffermò sulla teologia di San Tommaso D’Aquino. Dopo aver completato i
Altas. Bisogna ricordare che la baraccopoli si situava nei pressi dell’industria chi
suoi studi teologici, nel i960 prese la decisione di partire missionaria per l'india,
mica Bunsen. Quest’ultima per ampliare i propri terreni decise di sfrattare i barac
ma prima si dovevano fare dei corsi di formazione a Londra; dal i960 al 1961 Car
canti grazie all’ausilio della Guardia Civile. Per evitare che il campo venisse raso al
men risiederà lì. Nel 1962 il viaggio in India non si realizza e si trasferisce a Barcel
suolo, Kiko chiese aiuto a Monsignor Casimiro Mordilo, Arcivescovo di Madrid,
lona, dove vivrà una profonda esperienza di Kenost— l . Qui entrerà in contatto
che facendo pressione sul Prefetto di Madrid, riuscì a fermare l’abbattimento delle
con Padre Pedro Farnes Sherer, noto liturgista spagnolo formatosi nell’ institut
baracche. L'incontro con il Vescovo permise a Kiko di portare la propria esperienza
Supérieur de Liturgie di Parigi. Grazie a lui Carmen scopre il rinnovamento del Con
di fede in numerose parrocchie.
cilio Vaticano II per quanto riguarda la Liturgia, che ha ridato al Mistero della Pa squa la centralità nella vita cristiana^— ‘ accompagnata al ritorno allo spirito della
L’esperienza di fede di Kiko, che si basava sul donarsi al prossimo, in modo gra tuito e disinteressalo, e si esprimeva con «la proclamazione ad alta voce della Pa
Chiesa alle origini. Grazie a Padre Farnes, Carmen s’iscriverà all’ École Biblique di
rola di Dio» che a volte «trasformava con la chitarra in canto, in inno di lode e di
Gerusalemme, dove arriverà nel 1962. Qui con alcune sue amiche viaggerà dal Li
ringraziamento»^—
bano partendo da Tripoli^—
Altas. Con la sua catechesi, come lui stesso testimonia, molte persone cambiarono
dove c'è un santuario mariano, fino al Negheb e a
divenne un punto di riferimento per i baraccati di Palomeras
Eilat nel mar Rosso. Durante questa esperienza rafforzerà il suo rapporto con le
i propri atteggiamenti di vita. Il metodo catechetico di Kiko non era quello di vietare
Sacre Scritture e la cultura ebraica. Durante il suo soggiorno a Gerusalemme, nel
a chicchessia di ubriacarsi o di prostituirsi, infatti la catechesi non presentava
1964, dopo aver conosciuto il Pontefice Paolo VI, ebbe l’idea - come da lei raccon
moralismi, ma si rifaceva direttamente al messaggio evangelico che introduce l’uo
tato
mo alla metanoia^—
-
«di
fondare,
con
alcune
amiche,
un’associazione
nuova,
un
movimento»[— ‘ L Questo progetto, al suo ritorno in Spagna non si realizzerà.
Visti i frutti della sua predicazione, Kiko, fattosi espressione
della comunità, eh ese dei sacerdoti al Vescovo di Madrid Monsignor Casimiro Mordilo, che gli inviò presbiteri per le celebrazioni della Parola, dell'Eucarestia e
L’incontro di Kiko Argiiello con Carmen Hernandez
della Penitenza. Per questo fu allestito un baraccone di legno, nel quartiere popo
Nel 1964 Carmen Hernandez fa ritorno a Madrid con l’intento di organizzare un gruppo missionario per evangelizzare i minatori di Oruro^—
ma entrerà a far
lare Colonia Sandi che funse da parrocchia per tutta la zona, incluse le baracche di Palomeras Altas. In questo quadro Carmen Hernadez, che era «abituata ad una teo
parte dell’associazione Villa T eresita ^ ^ che si dedicava al recupero delle prosti
logia astratta, moralistica e leg a lista» ^ —! apprezza anch’ella la validità di questo
tute. A Madrid incontra Kiko Argiiello. Carmen era venuta già a conoscenza
itinerario catechetco arricchendolo con la sua formazione culturale e la
conoscenza della riforma complessiva portata avanti con il Concilio Vaticano II.
Kiko, che non si aspettava la formazione di «comunità in cammino di
Da questa convergenza vennero a formarsi comunità di preghiera con una litur
conversione»'-®-'. Il Cammino Neocatecumenale non fu ben accolto in tutta la
gia precipuamente formulata sul Concilio Vaticano II che dal 1964 al 1967 prese
Chiesa, anzi alcuni ambienti ecclesiastici spagnoli lo accusarono di eresia e di es
sempre più le forme di un cammino di gestazione di fede, che dava vita ad una
sere un movimento scismatico. A causa delle pressioni di questi ambienti, Monsi
comunità fraterna, dove il segno più evidente era quello di un «amore in una
gnor Mordilo fu costretto a convocare Kiko e Carmen dinanzi ad un gruppo di
dimensione nuova che abbracciava tutti, perché era la capacità di morire per l’a
sacerdoti. Qui Kiko, durante l’udienza, professò la sua fede ed espose il Kerygma
mico, la dimensione della C ro ce»'-'-'. Cosi venne a formarsi un piano catechetico-
partendo dalla Genesi fino alla lettera di San Paolo apostolo ai Romani. Di fronte a
kerygmatico di primo annuncio per la formazione di comunità cristiane. L’opera di
tutto ciò gli accusatori non replicarono e il Cardinale Mordilo confermò che quan
Kiko e Carmen impressionò positivamente i parroci delle parrocchie di Cristo re di
to detto da Kiko era conforme alla Tradizione e all’ortodossia della Chiesa Catto
Madrid e di S. Frontis in Zamora, che vedendo i frutti che si erano prodotti in
lica. Per un breve periodo le critiche e le accuse di eresia cessarono. Monsignor
comunità formate da gente lontana dalla Chiesa e priva di ogni cultura, accolsero
Mordilo, incoraggiò i preti spagnoli a valersi di questo strumento pastorale, poiché
nelle proprie parrocchie, sotto la loro responsabilità, l'itinerario di fede del Cam
esso si presentava molto efficace per tutti i lontani dalla Chiesa, e «invitava i cate
mino Neocatecumenale come metodo di costante evangelizzazione. Nella pratica
chisti a far sì che al centro delle comunità che si venivano formando, fosse sempre
con cui si confrontò la sintesi kerygmatico-catechetica formatasi tra i baraccati di
messo il parroco, segno di unità e di cammino con la chiesa locale»'-®®'.
Palomeras Altas, presto si vide come nelle parrocchie, soprattutto in quelle bene stanti, le catechesi erano usate come conferenze, non come un cammino di con
li Catecumenato per adulti battezzati: un’invenzione di Kiko Arguello?
versione e di kenosis. Questo periodo è molto importante, anche perché il contatto
L’itinerario di fede del Cammino Neocatecumenale si basa su un catecumenato
con la realtà parrocchiale e il fallimento della predicazione quasi naturalmente
per adulti battezzati. Questo metodo di formazione però non è stata un’invenzione
portarono, un po’ alla volta, al perfezionamento di quelle che si possono consi
né di Carmen Hernadez e né di Kiko Arguello.
derare le “mediazioni culturali” del Cammino, nelle quali si confrontano le espe rienze precedenti di Kiko (i Cursillos e la sua conversione) con la preparazione
In Spagna, il catecumenato è stato utilizzato per quattro iniziative pastorali di verse:
culturale e la vocazione missionaria di Carmen Hernàndez. Anche grazie agli inter venti di Monsignor Mordilo, il Cammino prenderà sempre più in considerazione il tema centrale dell’itinerario di fede che è quello della riscoperta battesimale come cammino da percorrere per arrivare a una fede adulta, capace di rispondere ai cam
Nella pastorale parrocchiale Nella pastorale politica, portata avanti dal sacerdote spagnolo, Mariano Gamo, leder delle comunità di base spagnole
biamenti sociali che si stavano verificando. Riveduto il sistema catechetico, il Cam
Dai gruppi che desideravano vivere un rinnovamento battesimale
mino riscuoterà successo anche tra gli ambienti borghesi sorprendendo lo stesso
Nel campo della pastorale giovanile, dove venne testata un’educazione alla fede
di tipo neocatecumenale, come avvenne nella pastorale sa
diede vita al primo ciclo di catechesi dal quale nacque la prima comunità, che prese il nome di Comunidad de la Resurreciòn^^. La maggior parte dei compo
Queste esperienze catecumenali perseguirono tre obbiettivi: la conversione, la maturazione e l’impegno. «I fattori che permisero l’espansione del catecumenato nelle pastorali delle chiese spagnole furono II Concilio vaticano II che rifondò una coscienza sociale, la crisi dell’Azione Cattolica, la contestazione del maggio fran cese del 1968 e l’estensione delle comunità di base»'~951.
nenti provenivano dall’Azione Cattolica. Dal 1969 al 1973 si formarono 8 nuove comunità per un numero di 100 persone. Dal 1973 il suo movimento conobbe una forte crisi legata dalla decisione di Floristàn di avvicinarsi alla Teologia della libera zione, appoggiando il movimento Iglesia Popular y Cristianos por el socialismo. Oggi la Comunidad de la Resurreciòn conta 35 persone.
I principali fuochi d’azione catecumenale in Spagna di fine anni sessanta sono dati dall'esperienza universitaria guidata da Casiano Floristàn denominata Comunidades Cristianas Populares, il catecumenato guidato da Mariano Camo nella parroc
L’esperienza di Mario Camo Don Mario Gamo, presbitero della parrocchia della Montana di Moratalaz'-9-1, a
chia di Nuestra Senora de la Montana en Moratalaz e infine il Cammino Neocate cumenale di Kiko Argiiello e Carmen Hernadez.
partire dal 1968 portò avanti una pastorale di tipo catecumenale nella sua parroc chia.
L’esperienza di Casiano Floristàn
Alla base della sua pastorale c'era l’intenzione di formare «un cristiano adulto capace di superare l’anticlericalismo e i pregiudizi, pensare in positivo per fare
Casiano Floristàn, figlio di un agricoltore, nacque a Arguedas, nei pressi di Navarra, nel 1926. Sesto di sette figli, laureato in Scienze Chimiche a Saragozza, e in Filosofia a Salamanca, studiò Teologia all'università teologica di Innsbruck e di Tubinga dove conobbe Karl Rahner, Hans Kung, Johann Baptist Metz. Insieme a loro coordinò la rivista internazionale di teologia “ Concilium". Fu ordinato sacerdote nel 1956 e nel i960 ottenne la cattedra di Teologia Pastorale presso l'Universidad Pontificia de Salamanca. Fu uno dei padri della teologia della Liberazione insieme a Gustavo Gutièrrez, Segundo Galilea, Juan Luis Segundo e Josè C o m blin '-— Floristàn fu il pioniere nell’introduzione del catecumenato in Spagna. Già nel
un’esperienza di iniziazione cristiana che si rifacesse al catecumenato a n tic o » '-^ !. Il suo progetto fu abbracciato dalle altre due parrocchie presenti nel suo distretto, che si organizzarono per portare avanti gli incontri in un’unica struttura. La prima messa d’iniziazione di questo percorso catecumenale venne celebrata dal vescovo ausiliario di Madrid, monsignor Ricardo Bianco, in rappresentanza dell’arcivescovo di Madrid, Casimiro M ordilo. Alla base della predicazione di Gamo c’è la convin zione che «la fede entra dall’udito» (Rm 10,17), Pe r questo decise di portare avanti un ciclo di catechesi nelle quali prese in analisi di alcuni passaggi dell’Antico Testamento. Successivamente, prendendo come punto di riferimenti gli scritti dei
1962, preparò al Battesimo una famiglia del Porto Rico utilizzando il rito del ca
Padri della Chiesa, ci furono incontri incentrati su macro-temi come la fede, il
tecumenato. Ma il suo itinerario di fede, improntato sul catecumenato, venne a for
profetismo, l’esodo, ecc. Le catechesi venivano portate avanti dallo stesso Gamo
marsi all’interno dell’università Pontificia di Madrid. Qui, nella quaresima del 1968
coadiuvato da un gruppo di laici, che portava nella concretezza la propria espe rienza confrontata al tema sviluppato precedentemente da Camo. «Il metodo
catechetico di Canio consisteva nel vedere, giudicare e attuare in tutto coloro che
baracca del Borghetto L a tin o '~ ^ di Roma.
avrebbero partecipato alle c a te c h e s i» ^ ^ . Tale struttura catechetica però andò a
Durante il suo soggiorno Kiko incontrò un gruppo di giovani appartenenti alla
confluire verso quelle Comunità di Base che nascevano in Spagna proprio in quegli
parrocchia dei Martiri Canadesi, i quali dopo aver visitato la sua baracca e restando
anni. Non a caso, il vescovo di Madrid Casimiro Mordilo, che dapprima aveva
affascinati da ciò che stava facendo, lo invitarono a visitare la loro parrocchia. Qui
benedetto l’opera di Camo, decise nel 1971 di ostacolare la sua iniziativa proibendo
il parroco decise di iniziare una serie di conferenze riguardanti il Concilio Vaticano
ai sacerdoti madrileni di aprire all'interno delle proprie parrocchie l’itinerario di
Il e il Rinnovamento Liturgico, ma l’esito finale di queste fu fallimentare. Per questo
fede inventato da G a m o ^ ^ l
decise di improntare una pastorale sul modello catechetico di Kiko Argùello. Il 2
Di queste iniziative catecumenali, solo quella portata avanti da Kiko Argiiello e
novembre del 1968 nacque la prima comunità Neocatecumenale d’ Italia. Durante il
Carmen Hernadez riuscì ad avere una rapida espansione sia in Spagna che in Eu
soggiorno a Roma, a Kiko e Carmen si aggiungerà Don Francesco Cuppini, un
ropa. Questo perché gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale furono sempre
sacerdote bolognese. Questi formeranno la prima equipe del Cammino Neocate
fedeli a Casimiro Mordilo non cadendo nella tentazione di dare al loro itinerario di
cumenale. Sempre a Roma grazie all’intervento di Don Dino Torreggiani, gli inizia
fede una connotazione politica, né di sinistra e né di destra. Questo è sicuramente
tori del Cammino incontreranno il Cardinale Poletti, il quale li seguirà e guiderà
uno degli elementi che porterà il Cammino ad espandersi in Europa.
con dedizione. Sarà lui stesso ad accompagnare gli iniziatori a Pompei, dove af fideranno alla Madonna le sorti della loro attività missionaria. Nello stesso anno,
L’espansione del Cammino in Europa
l’equipe andrà in Portogallo. Qui, come a Madrid e Roma, i tre andranno a vivere
Il 1968 rappresenta l’anno dell’espansione in Europa del Cammino Neocate
tra i più poveri ed emarginati nelle baracche della Curraleira di Lisbona. Nella capi
cumenale. Figura molto importante sarà quella di Monsignor Dino Torreggiani,
tale portoghese, il padre Joào de Brito, missionario dei Sacri Cuori di Gesù e Maria,
fondatore deH’‘‘lstituto dei Servi della Chiesa", il quale incontrò Kiko e Carmen ad
li invitò a cominciare le catechesi nella parrocchia di “ Nossa Senhora da Penha de
Avila e rimase colpito dalla loro azione evangelizzatrice, valutandola come «la
Franca”, dove nacque la prima comunità del Portogallo. Nello stesso anno vennero
risposta alla necessità di evangelizzare i più lo n ta n i» ^ ^ . Nello stesso periodo,
a formarsi nuove comunità a Roma, a Firenze e in seguito poi in tutte le parti d ì-
Kiko e Carmen, insieme con un sacerdote di Siviglia, decisero di andare a Roma in
talia. Inizia così l’estensione dell'esperienza della prima equipe. L'evangelizzazione
viati da Monsignor Dino Torreggiani, che all’epoca era preposto alla pastorale degli
è affidata al ministero di catechisti itineranti, che lasciano tutto per dedicarsi com
emarginati, zingari e immigrati. Partirono dalla Spagna con lettera di presentazione
pletamente all’evangelizzazione, e a catechisti appartenenti alle comunità, pronti a
di Monsignor Mordilo per il Cardinal dell'Acqua, allora vicario di Paolo VI, e per il
staccarsene momentaneamente per una missione. I catechisti sono uniti in un
Cardinal Florit, allora arcivescovo di Firenze. Arrivati a Roma, dopo aver parlato
gruppo definito, un'equipe formata da uomini e donne laici insieme con un presbi
con alcuni parroci e non essendo stati accolti da nessuno di loro, Kiko decise di
tero che, mediante un sorteggio, viene destinata in varie parrocchie.
andare a vivere, come aveva già fatto a Madrid, tra i più poveri e si sistemò in una
Ben presto si presentò la necessità di fare una prima riflessione sull'esperienza
di ciò che stava accadendo. Nell’aprile del 1970, a M a ja d a h o n d a ^ ^ , nei pressi di
con il Parroco, per dare i segni della fede: l’amore e l’unità. “Amatevi l'un l’al
Madrid, gli iniziatori del Cammino, Kiko e Carmen, insieme ai responsabili, presbi
tro come io ho amato voi. Da questo conosceranno tutti che siete miei disce
teri e qualche parroco delle prime comunità esistenti, si riunirono per fare una
poli” (Cv 13,34-35). “ Padre, io in essi e tu in me; affinché siano perfettamente
prima riflessione su come si stesse sviluppando e come si stava realizzando il
uno e il mondo sappia che tu mi hai mandato” (Gv 17,23). L’amore nella
Cammino. Si preparò un questionario con una domanda base: Che cosa sono que
dimensione della Croce e l’unità sono i segni che creano gli interrogativi
ste comunità che stanno sorgendo nelle parrocchie? Dopo tre giorni di lavoro
necessari perché si possa annunciare Gesù Cristo»'” -’)
venne redatto questo documento: Nel 1971 Don Francesco Cuppini viene richiamato dall’Arcivescovo di Bologna «Che cos’è la Comunità? ■ La comunità è la Chiesa: che è il Corpo visibile del Cristo risorto. Nasce dall'annuncio della “ Buona Novella" che è Cristo, vincitore in noi di tutto quello che ci uccide e distrugge. ■ Questo annuncio è apostolico: unità e dipendenza dal Vescovo, garanzia della verità e della universalità. ■ Siamo chiamati da Dio a essere sacramento di salvezza all’interno dell'at tuale struttura parrocchiale; inizia un cammino verso la fede adulta, attra verso un Catecumenato vissuto mediante il tripode: Parola di Dio, Liturgia e Comunità. Missione di queste comunità nell’attuale struttura delle Chiese: ■ Rendere visibile un nuovo modo di vivere oggi il Vangelo, tenendo pre sente le profonde esigenze dell'uomo e il momento storico della Chiesa. ■
Aprire un cammino. Chiamare a conversione.
■ Non si impongono. Sentono il dovere di non distruggere niente, di rispet
per essere nominato parroco, e verrà sostituito da Don Mario P e z z i'^ ^ , missio nario comboniano, il quale riceverà dai suoi superiori il permesso di unirsi all’e quipe di Kiko e Carmen. Gli anni settanta -appresentano per il Cammino il periodo in cui esso prende una forma determinata sia nella prassi catechetica che in quella liturgica. Prassi che sarà soggetta ad un lungo processo di verifica, che terminerà solo nel 2011, anno in cui il Pontefice Benedetto XVI confermerà l’approvazione del Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale da parte dei dicasteri Vaticani. Nel 1972 quando il Cammino era già diffuso in molte diocesi italiane, i respon sabili furono chiamati dalla Congregazione del Culto Divino per presentare il loro itinerario di riscoperta del Battesimo. L’allora Segretario della Congregazione, mons. Annibaie Bugnini, e gli esperti che lo coadiuvavano rimasero stupiti del va lore di questa nuova realtà ecclesiale. Dopo due anni di studio della prassi del Cammino, la Congregazione pubblicò sulla propria rivista ufficiale la breve nota Praeclarum exemplar di apprezzamento dell’opera delle comunità neocatecumenali.
tare tutto, presentando il frutto di una Chiesa che si rinnova e che dice ai suoi
È in questi anni che viene scelto, su proposta della stessa Congregazione, il nome
Padri che sono stati fecondi, perché da essi sono nate.
di “ Cammino Neocatecumenale” ovvero “ catecumenato post-battesimale” .
Come si realizza questa missione? ■
Queste comunità sono nate e desiderano rimanere dentro la Parrocchia,
Diffusione del Cammino nel mondo'” '7]
Le prime equipes itineranti sorte nel 1968 riuscirono a portare il Cammino in
Emblematico è il caso israeliano. Durante l’incontro vocazionale in Galilea, il 15
tutti i continenti in meno di quattro anni (1972). Nel 1974 Kiko Argiiello convocò
maggio del 2009, Kiko Argiiello ha descritto la situazione del Cammino Neocate
nel monastero dei carmelitani scalzi di Bocca di Magra, provincia di La Spezia, tutti
cumenale in Israele e in Palestina. Ci sono circa trenta comunità che seguono varie
i catechisti itineranti. Questi testimoniarono che durante la propria itineranza ave
denominazioni cristiane e sono un esempio vivo deH’ecumenismo che ha praticato
vano sperimentarono la Provvidenza e di aver trovato numerosi parroci che accet
il Cammino Neocatecumenale nella Terra Santa negli ultimi anni.
tarono con gioia questo itinerario di fede. Tutto ciò stimolò la diffusione dalla Spa gna e dall’Italia verso l’Europa e il Mondo.
Ci sono sette comunità del rito latino in Jaffa, Tel Aviv, Gerusalemme, Nazaret, Betlemme e Cana.
Il Cammino Neocatecumenale attualmente è diffuso in tutto il mondo in più di
La Chiesa Cattolica greco-melchita (conosciuta anche come Melchita) ha dodici
900 diocesi, per un totale di oltre 40.000 comunità in 6.000 parrocchie. Il Cam
comunità in alcuni villaggi palestinesi; tre ciascuno a Shefamer, Tarshiha e Melia,
mino è diffuso principalmente in Europa e nel continente americano. In generale,
due ad Ibilin ed uno in Cana di Galilea. C’è anche un Seminario Redemptoris Mater
ogni comunità è composta da un numero compreso tra i venti e i cinquanta mem
del rito Melchita accanto alla Domus Calilaeae in Galilea.
bri, ma nella maggior parte dei casi tale cifra varia tra i trenta e i quaranta membri. In Italia si contano circa 5500 comunità: risulta il paese con maggiore concen trazione.
Due comunità seguono il rito Maronita a Gish e Haifa. Il Cammino Neocate cumenale nella Terra Santa ha cominciato anche nella chiesa greco-ortodossa. Ci sono addirittura due comunità di espressione Ebraica a Haifa e Tel A v iv ^ ^ .
In Europa, altri paesi dove il Cammino è particolarmente diffuso sono la Spagna
Esperienze di ecumenismo si sono avute anche in Russia e in Ucraina, dove
con 2500 comunità, poi la Polonia con 1000 comunità, il Portogallo con 300
sono presenti rispettivamente 8 e 45 comunità. Qui anche cristiani di rito orto
comunità, la Croazia e Malta con 100 comunità.
dosso seguono l’itinerario di fede insieme a quelli di rito cattolico.
Nel continente sud americano il cammino è principalmente presente in Messico
Riprendendo il numero di comunità presenti nel mondo bisogna ricordare quelle
con 3200 comunità, in Colombia con 2000 comunità, in Brasile e in Argentina con
presenti in Asia. Le 630 comunità nelle Filippine, le 150 in India, le 40 in Giappone,
1500 comunità e in Venezuela con 1100 comunità.
e le 32 in Malesia. Il Cammino inoltre è presente in Cina. Qui non abbiamo nessun
Nel continente nord americano esso è presente negli Stati Uniti d’America con 800 comunità e in Canada con 46 comunità. In Africa bisogna ricordare le 150 comunità della Repubblica Democratica del Congo, le 55 del Ruanda c le 50 dell’ Etiopia, Angola c Costa D’Avorio.
dato poiché esso è diffuso tra i cattolici “ sotterranei". Inoltre, bisogna ricordare che la Chiesa Patriottica Cinese ha commissionato a Kiko Argiiello la Pala d’altare della Chiesa di San Francesco Saverio a Sfangai'— Diversa invece sembra essere la situazione in Giappone. Qui la Conferenza Epi
In Medio Oriente sono presenti in Libano con 60 comunità, in Egitto con 20
scopale giapponese ha sempre mal visto il Cammino Neocatecumenale. Nel 2008
comunità, in Palestina con 10 comunità, in Israele con 5 comunità, in Iraq con 3
dispose la chiusura del seminario Redemptoris MateJ— l il quale è stato preso
comunità, in Kuwait con 2 e 1 in Giordania.
sotto tutela dal Pontefice Benedetto XVI. Il Seminario ora è funzionante a Roma. Le
maggiori accuse fatte dei prelati giapponesi al Cammino Neocatecumenale sono: il non inculturarsi nella cultura giapponese, la non compatibilità con la Chiesa locale; lo stile “settario” e la creazione di “divisioni” nelle parrocchie^— l Nel 2010 La Conferenza Episcopale giapponese aveva chiesto la sospensione per cinque anni del Cammino Neocatecumenale. Nella riunione svoltasi in Vaticano tra Papa Bene detto XVI, una rappresentanza di vari Vescovi giapponesi, - tra cui il presidente della Conferenza Episcopale, monsignor Leo Ikenaga - e alcuni responsabili di dicasteri della Curia romana, tra cui il Segretario di Stato, il Cardinale Tarcisio Ber tone, si è deciso che la sospensione del Cammino Neocatecumenale in Giappone per cinque anni, come voleva la Conferenza Episcopale del Paese, non è accet tabile. Inoltre, il dialogo tra i Vescovi del Giappone e il Cammino Neocatecumenale dovrà essere ripreso il prima possibile con l’aiuto di un delegato competente che ami il Cammino e rispetti i problemi dei Vescovi.
C A P IT O LO II
ogni parte del mondo»'— '-. Le equipes itineranti mantengono un legame costante con i responsabili internazionali del Cammino, visitano periodicamente le comu
G L ! S T R U M E N T I D I D IF F U S IO N E DEL C A M M IN O N E O C A T E C U M E N A LE
I catechisti itineranti, le famiglie in missione, i Seminari Redemptoris Mater e le convivenze con i Vescovi hanno permesso al Cammino Neocatecumenale di
nità da loro catechizzate e curano lo sviluppo del Cammino nel territorio loro asse gnato.
Le famiglie in missione-— 1'
espandersi in tutto il mondo. Un ruolo significativo è dato anche dall’arte espressa dall’iniziatore del Cammino Kiko Arguello: manifesto culturale della suo genio arti stico è la costruzione della Domus Calilaeae sul monte delle Beatitudini in Galilea.
Le Famiglie in Missione sono famiglie che si offrono liberamente, lasciando casa, lavoro e amicizie, per andare in missione nel mondo secondo le esigenze del Cammino e in seguito alla richiesta dei vescovi della Chiesa Cattolica, laddove si ri
I catechisti itineranti Il
Cammino
Neocatecumenale
tenga necessaria un'azione di impiantatici ecclesie nelle zone fortemente scristia è
gestito
dall'Equipe
Responsabile
In te rn a zio n a le ^^ che è composta dall’iniziatore Kiko Argiiello e da Don Mario Pezzi. DalTEquipe Responsabile Internazionale dipendono le equipes dei "cate chisti itineranti” le quali, percento dell'equipe internazionale, sono responsabili del Cammino Neocatecumenale nelle varie regioni del mondo, contribuiscono a for mare le prime comunità e a mantenere regolari contatti con i vescovi delle diocesi in cui operano. Esse sono «formate di solito da un presbitero, una coppia di sposi e un celibe, oppure un presbitero, un celibe e una nubile»^—
Questi si offrono
nizzate. Le famiglie danno la loro disponibilità ad andare in qualunque parte del mondo, in modo gratuito, nella precarietà e ricevono la loro destinazione, durante apposite convivenze, dall’ Equipe Responsabile del Cammino. La loro partenza av viene di solito alla presenza del proprio vescovo con una cerimonia ufficiale. «La famiglia in missione resta unita alla propria parrocchia e comunità, alla quale ri torna periodicamente per partecipare al cammino della propria c o m u n ità » ''^ -. Re stano libere di interrompere in qualsiasi momento la propria missione. Si incomincia ad inviare famiglie in missione nel 1986, sotto l'influsso della
spontaneamente, devono essere disponibili a lasciare casa, lavoro e amicizie per
“ Nuova Evangelizzazione” indetta da Giovanni Paolo II. Tra le cerimonie d ’invio di
essere mandati in qualunque parte del mondo nella precarietà e senza ricevere
famiglie in missione bisogna citare quelle presiedute dai Pontefici. Quelle presie
compensi.
dute da Giovanni Paolo II: 30 dicembre 1988, durante la quale furono inviate set-
I Catechisti itineranti restano legati alla propria parrocchia e alla propria comu nità originaria, alla quale ritornano periodicamente. Inoltre, sono liberi di inter rompere in qualsiasi momento la propria esperienza missionaria. L’invio delle equi pes itineranti avviene nelle convivenze dei catechisti, durante le quali «si fa una chiamata ai partecipanti a rendersi disponibili per essere inviati come itineranti, in
tantadue famiglie; 3 gennaio 1991 in cui furono inviate cento famiglie; quella del 12 dicembre del 1994 a Porto San Giorgio. Furono presiedute a Roma, da Benedetto XVI quelle del 12 gennaio 2006, del 10 gennaio 2009 e del 17 gennaio 2011, durante le quali furono inviate duecento fami glie per volta. Il totale delle famiglie in missione raggiunge in questo momento il numero di oltre ottocento.
I Redemptoris Mater
Infine sono missionari perché i sacerdoti sono disponibili ad essere inviati in qualsiasi zona del mondo, con il permesso dell’ordinario diocesano, a sostegno
Un altro strumento che ha permesso al Cammino di espandersi all’interno della Chiesa Universale sono i Redemptoris Mater. Questi sono seminari missionari crea ti dal Cammino Neocatecumenale in seno alla Chiesa Cattolica per dare spazio alle vocazioni del Cammino stesso. Questi non sono seminari del Cammino Neocate
dell’evangelizzaziore itinerante, delle famiglie in missione o della missio ad gentes attuate dal Cammino in tutto il mondo. Oppure, a seconda delle necessità, a dispo sizione dei vescovi le cui diocesi soffrano scarsità di preti, attraverso l’istituto del fide! donunJ— 1.
cumenale, bensì, come specificano lo Statuto-— ^ e la regola di v it a ^ ^ , veri Semi nari diocesani alle dipendenze del Vescovo. Gli alunni di questi istituti ricevono la stessa formazione filosofica e teologica degli altri seminaristi della diocesi. L’ele mento specifico e basilare della loro formazione consiste nella partecipazione al Cammino Neocatecumenale^— $1 Per essere formati alla missionarietà, inoltre, prima dell'ordinazione diaconale, dedicano almeno due anni all’evangelizzazione, affiancando un'équipe di catechisti itineranti o in regola soci con un altro prete in missione o parroco. Svolgono un anno di pastorale nelle parrocchie come diaconi
Il primo seminario Redemptoris Mater fu eretto a Roma nel 1988 su invito di Papa Giovanni Paolo II. Il decreto di erezione venne firmato dall’allora Cardinal vicario Ugo P o le tti^ ^ . Tale evento fu registrato dall’osservatore Romano come «la rina scita di un istituto, quello dei seminari diocesani per la formazione di presbiteri missionari, che fino agli anni ‘50 era abbastanza comune a molte diocesi». Oggi esistono cento seminari^—
Redemptoris Mater sparsi in tutto il mondo, da cui
sono usciti 1500 presbiteri e dove attualmente vi sono oltre 2000 seminaristi in formazione.
e due anni nella diocesi come presbiteri prima che il Vescovo li possa mandare in missione. Se il Vescovo, però, ha delle emergenze per qualche zona partico
Convivenze dei V e s c o v i^ ^
larmente difficile della propria diocesi, può disporre di loro, dal momento che sono stati ordinati senza condizioni. I seminari hanno come caratteristica quella di essere internazionali, diocesani e missionari. Sono internazionali perché i seminaristi provengono da tutto il mondo, con l'au torizzazione dei propri vescovi. Essi sono eretti dai Vescovi diocesani, in accordo con l’Equipe Internazionale del Cammino e si reggono secondo le norme vigenti per la formazione e l’incardinazione dei chierici diocesani e secondo gli statuti pro pri, in attuazione della ratio fundamentalis sacerdotalis'^-^. Sono diocesani perché i seminaristi, tramite l’incardinazione, hanno la desti nazione dalla Diocesi in cui vengono formati.
Il Cammino Neocatecumenale, a partire dagli anni Novanta, a causa della curio sità suscitata in numerosi vescovi, provocata dalla sua repentina espansione nel mondo, decise di iniziare a organizzare convivenze di Vescovi. Lo scopo è pro porre l’itinerario di fede e l’identità del Cammino Neocatecumenale. Cinque sono le Convivenze che si sono svolte durante gli anni Novanta: la prima fu la Convi venza dei vescovi dell'America Latina, nel 1992 a Santo Domingo. La seconda a Vienna, nel 1993 a cui parteciparono tutti i vescovi d’Europa. La terza a Roma nel 1994 con tutti i vescovi dell’Africa. Nel 1996 sempre a Roma furono invitati i ve scovi del Medio Oriente. La quinta fu quella di New York dal 1 al 5 aprile del 1997. Qui presenziarono 253 vescovi americani fra i quali bisogna citare il Cardinale Lopez Rodriguez, Arcivescovo di Santo Domingo e primate d’America e il
Cardinale O’Connor, Arcivescovo di New York, il presidente del Pontificio Consi
Quindi invece di essere i fedeli che si mettono in fila per andare a ricevere l’ostia, è
glio dei Laici Francis Stafford e il presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum
il sacerdote che passa tra i fedeli dando il pane nelle mani disposte a forma di
Josef Cordes. L’analisi di questa convivenza può sintetizzare la metodologia con la
croce e ingerito comunitariamente solo quando il sacerdote si siede e tutti insieme
quale vengono tutte strutturate.
mangiano.
Durante questa convivenza gli iniziatori hanno presentato «quello che è il Cam mino Neocatecumenale»'—
La Convivenza inizia con la celebrazione della Ri
Padre teorico di questo nuovo modo di celebrare è il liturgista spagnolo Don Pedro Farnes Scherer. Formatosi nel seminario spagnolo di Barcellona, fu ordinato
prevede un invito alla conversione e una riflessione sulla resurrezione di Cristo che
sacerdote nel 1950. Frequentato l'Istitut Superiur de Liturgie di Parigi dove venne a contatto, con i noti liturgisti, Louis Bouyer--^, Dom Botte'^^l, Pierre Marie
risolleva l’uomo dalla morte ontologica causata dal peccato originale. Il Kerygma è
Gyl233]
ispirato dalla Nuova Antropologia che viene a formarsi durante il Concilio Vaticano
rinnovamento liturgico guidati dal Cardinale Virgilio Noè e Annibaie Bugnini. Alla
IL II secondo giorno segue la S cru ta tid ^ ^ dei versetti della Bibbia. Nella serata
base della sua riforma liturgica c’è la riscoperta del rito eucaristico della Chiesa
conciliazione, durante la quale Kiko Argùello espone l’annuncio del Kerygma che
e
pje r r e Jounel^A] Grazie ad essi fu nominato osservatore nei gruppi di
viene celebrata l’Eucarestia che prevede uno schema liturgico precipuo. Lo stesso
primitiva «per ritornare a vivere l’Eucarestia che il Signore ci ha comandato di
che abitualmente usano le comunità. Il Cammino Neocatecumenale riprendendo il
celebrare»^^]. Ciò implica un lavoro di ripulitura delle sovrastrutture e la risco
Rinnovamento Liturgico del Concilio Vaticano II, celebra l’ Eucarestia il sabato sera,
perta dei segni liturgici originari. Non a caso Farnes invita i sacerdoti a far comu
la stessa Chiesa fa iniziare il tempo liturgico domenicale dai vespri del sabato, ma i
nicare i fedeli secondo le due specie del pane e del vino e di eliminare l’adorazione
catecumeni celebrano l’Eucarestia il sabato notte'—
per far risaltare il mistero pa
eucaristica durante la consacrazione, visto che quest'ultima fu aggiunta nei paesi
squale. La Liturgia Eucaristica si rifa al racconto biblico dell’Esodo di Israele e alla
germanici solo nel XI s e c o lo ^ -'. Alla luce delle tesi di Farnes, la liturgia eucari
Tradizione della Chiesa prim itiva'^^. Viene consacrato pane azzimo, come fece
stica del Cammino Neocatecumenale risulta essere una vera e propria transavan
Gesù nell’ultima cena, e vino rosso, simbolo del sangue versato da Gesù sulla
guardia liturgica all’interno della Chiesa Cattolica, cercando di superare quelle
croce. Inoltre, «l’assemblea è rivalutata poiché deve partecipare al mistero
espressioni liturgicne sorte alle fine degli anni ‘60 come la Messa Beat e quelle
dell’E u ca re stia » ^ °’, essa si ritrova intorno alla mensa, la quale viene predisposta
forme liturgiche che vedevano la perdita del valore dell’ordine sacro. Ma questo
al centro della chiesa o di una sala, con un altare mobile. Durante la consacrazione
modo di celebrare l’Eucarestia provoca non poche critiche da parte di coloro che
i fedeli non s’inginocchiano, perché con la morte e risurrezione di Gesù Cristo
difendono e vivono un cattolicesimo di tipo tradizionale. Non a caso la maggior
sono stati costituiti re, sacerdoti e profeti grazie al B attesim o '-^ . Al momento
parte dei critici della liturgia eucaristica del Cammino Neocatecumenale proviene o
della distribuzione del pane, diventato corpo di Gesù Cristo, poi spezzato in tante
dalla Fraternità sacerdotale di Pio X o da sacerdoti e liturgisti che difendono la divi
parti quanti sono i presenti, il sacerdote passa davanti ai fedeli e distribuisce il
sione tra chierici e laici^?-]. Ta |e divisione nel rito tridentino era data dal modo di
pane. In questo andare si rende presente che è Dio che va incontro aH'uomo.
comunicarsi. Solo i sacerdoti potevano comunicarsi con entrambe le specie e
toccare con le mani ['Eucarestia a differenza dei laici che potevano assumerlo solo
della fecondità dell'itinerario di formazione cristiana post-battesimale per la piena
dalle mani dei celebrandosi.
valorizzazione della famiglia come soggetto ecclesiale e sociale, in piena conso
Il terzo giorno i Vescovi sono invitati a rispondere ad un questionario che si
nanza con il pensiero di Giovanni Paolo ll» O f2 ] Per l’evangelizzazione il Cam
suddivide in tre domande. Si chiedono se la pastorale odierna risponda alla situa
mino ha sempre svolto il duplice ruolo di annuncio e formazione. Solo nel 2011,
zione attuale nella quale il secolarismo e il relativismo portano avanti un mes
oltre all’invio di 200 famiglie avvenuto il 17 gennaio a Roma, dal 27 al 30 maggio
saggio anticristiano; se una fede adulta riesca a contrastare questa sfida; come
c’è stata una missione evangelizzatrice in Germania. I giovani appartenenti al Cam
bisognerebbe rinnovare la pastorale della Chiesa; infine, quale debba essere l’Este
mino Neocatecumenale si sono recati nelle città tedesche ad annunciare il Vangelo
tica con la quale la Chiesa dovrebbe evangelizzare l’uomo del terzo m ille n n io 0 9 j
per le strade invitando i giovani alla GMG di Madrid. Questa missione evangeliz
Dalle risposte fin oggi date si è evinto che per i vescovi la Chiesa dovrebbe risco
zatrice si è conclusa il 30 maggio con l’incontro vocazionale con gli iniziatori del
prire e attuare un’evangelizzazione basata su una fede adulta. Uno strumento che è
Cammino avvenuto nello stadio diDusseldorf, Esprit Arena,con circa 40.000 mila
capace di rispondere a questi requisiti è il Cammino Neocatecumenale. Per quanto
giovani.
riguarda la Nuova Estetica bisogna non separare il gusto del bello dall’esperienza di fede e dalla teologia.
Nell’agosto del 2011, in occasione della GMG, il Cammino ha portato avanti mis sioni per strada in tutta Europa nei giorni che hanno preceduto l’incontro con il
Durante il quarto giorno Kiko Arguello presenta il Cammino Neocatecumenale
Pontefice. Inoltre, curante le celebrazioni della Veglia e dell'Eucarestia, avvenute il
dalla nascita e dalla propria esperienza tra i poveri di Palomeras Altas. E viene trat
20 e il 21 agosto del 2011, nell’aeroporto di Madrid Cuatro Vientos i partecipanti,
teggiata la missione del Cammino all’interno della parrocchia. La sera vi è un dibat
secondo gli organizzatori erano circa 1 milione dei quali 140.000 appartenenti al
tito tra i vari Vescovi sul Cammino Neocatecumenale.
Cammino Neocatecumenale^” '” -. Il Giorno successivo, nella Plaza de Cibeles, c'è
Il quinto ed ultimo giorno vi è la conclusione della Convivenza con l’Eucarestia.
stato l'incontro vocazionale per i Giovani del Cammino Neocatecumenale. Qui erano presenti più di 200.000 aderenti, durante l'incontro ci sono state le chia
Le missioni di evangelizzazione Altri strumenti che hanno permesso l’espansione del Cammino neocate cumenale sono state le missioni di evangelizzazione e gli incontri vocazionali gui dati dagli stessi iniziatori.
mate vocazionali, alle quali hanno risposto 1000 ragazzi per il sacerdozio e 1000 ragazze per la chiamata monacale‘” ’~ l Il mese successivo, l’n settembre, gli iniziatori del Cammino organizzarono un incontro vocazionale ad Ancona al termine del XXV Congresso Eucaristico. Presie
Dal 2008, il Cammino Neocatecumenale si è impegnato nella missione evan
duto del presidente della CEI Angelo Bagnasco, hanno partecipato all’incontro
gelizzatrice e nella difesa dei valori cristiani, specialmente per quanto riguarda l’a
anche il cardinale Giovanni Battista Re e 1’Arcivescovo di Ancona monsignor
borto e la famiglia. L’iniziatore del Cammino, Kiko Arguello, nel 2009 ha ricevuto da parte della Pontificia Università Lateranense la laurea Honoris Causa «a motivo
Edoardo Menichelli. Al termine dell’incontroKiko Arguello ha chiesto inoltre ai ra gazzi presenti di impegnarsi nella recita giornaliera del Santo Rosario, davanti al
Tabernacolo, per la “ Nuova Evangelizzazione”, affidando a questi giovani, una
Il quarto incontro vocazionale per l’evangelizzazione per l’Asia si è tenuto a
volta l'anno, l’evangelizzazione di una città europea scristianizzata dove è presente
Budapest il 1 luglio del 2012. A presiedere l'incontro, l’Arcivescovo di Budapest e
una missio ad g e rite s e li.
Presidente della Conferenza Episcopale ungherese, il cardinale Peter Erdo. A ll’in
Dopo l’approvazione definitiva del Direttorio catechetico avvenuto 1’8 gennaio del
contro erano presenti circa 30-000 giovani provenienti da tutta l’ Europa centro
2012 in un incontro presieduto da Benedetto XVI nell'Aula Paolo VI, gli iniziatori
settentrionale, e alcune regioni del nord Italia. Durante questo incontro, 220 ra
hanno deciso di organizzare una serie di incontri in tutta Europa incentrati su chia
gazzi e n o ragazze hanno risposto alle chiamate vocazionali, e Kiko Argiiello ha
mate vocazionali per l’evangelizzazione dell’Asia.
presentato due nuove missio ad gentes in Ungheria'—' A
Il primo incontro è avvenuto al Palazzetto dello Sport di Trieste il 25 marzo del
Con l’apertura dell’anno della Fede, indetta dal pontefice Benedetto XVI l’n otto
2012, presieduto dall’arcivescovo di Trieste monsignor Giampaolo Cripaldi. A ll’in
bre del 2012, il Cammino Neocatecumenale si è fatto promotore di due attività d ’e
contro erano presenti circa 10.000 giovani provenienti dalle comunità dell'Italia
vangelizzazione. La prima consiste nella pubblicazione di un testo autobiografico
settentrionale, Bosnia, Serbia, Macedonia, Austria, Germania, Polonia Francia e
dell’iniziatore del Cammino Kiko Argùello nel febbraio del 2013. Il testo, scritto su
Finlandia. Al termine dell’incontro ci sono state le chiamate vocazionali, alle quali
suggerimento dal prefetto del culto divino il cardinale Antonio Canizares Llovera, è
hanno risposto 120 ragazzi e 80 ragazze per la “ Nuova Evangelizzazione"
suddiviso in tre parti. La prima parte riporta l’autobiografìa di Kiko Argùello e la
dell’A s ia ^ ^ l Il secondo incontro si è svolto a Napoli, il 20 maggio del 2012, presieduto dal
sua esperienza nelle baracche di Palomeras Altas; la seconda riporta una catechesi di Kiko Argùello commentata dall’Arcivescovo di Vienna, il cardinale Christopher
l'arcivescovo di Napoli il cardinale Crescenzio Sepe, erano presenti circa 40.000
Schonborn; la terza parte descrive l’azione evangelizzatrice del Cammino Neocate
giovani appartenenti alle comunità del meridione d ’Italia, Francia, Belgio, Malta,
cumenale, prendendo in analisi la missio ad gentes a Chemnitz, città della Germania orientale, che dal 1953 al 1990 prese il nome di Karl-Marx-Stadt'—
Svizzera, Albania e Serbia. Alle chiamate vocazionali per l'evangelizzazione per l’A sia hanno risposto 200 ragazzi e 120 ragazze. Alla fine dell’incontro sono state
La seconda azione di evangelizzazione prende il nome di “ Grande missione in
consegnate circa 300 corone del rosario a gruppi di 50 giovani della Campania a
100 piazze di Roma”. Proposta al Pontefice Benedetto XVI, è stata realizzata du
cui sono state affidate le missio ad gentes di Nizza, Marsiglia e Losanna; mentre le missio di Lione, Albi, Tolone, sono state affidate ad altre regioni d ’Ita lia '-^ ]
rante il pontificato di Papa Francesco. Questa missione, oltre le 100 piazze di Roma, ha visto la partecipazione di tutte le comunità neocatecumenali del mondo,
Il terzo incontro è avvenuto a Rho il 3 giugno del 2012, in occasione del VII
le quali hanno evangelizzato in varie piazze nei pressi della parrocchie in cui è pre
incontro internazionale delle famiglie. L'incontro presieduto dall’arcivescovo di
sente il Cammino. Nella fattispecie di Roma, questa missione è avvenuta in 100
Sidney, il cardinale George Peli, è stato seguito da più di 30.000 persone giunte da
piazze. Secondo le indicazione degli iniziatori del Cammino, in ogni piazza pre
tutta l’ Europa. Alla chiamate vocazionali per l’Asia si sono resi disponibili 150 ra
scelta per l’evangelizzazione, sono state inviate tra le cinque e le dieci comunità.
gazzi, 150 ragazze e 2700 famiglie'—'*’—'.
Qui è stata allestita una pedana con un’immagine sacra raffigurante la Vergine
Maria, dipinta dallo stesso Argiiello, un ambone e una croce per creare un am
vescovo di Catanzaro, il monsignore Vincenzo Bertolone, è stato presieduto dal-
biente di preghiera all’aria aperta in mezzo ai passanti. La missione si è ripetuta per
l’Arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo. All'incontro erano presenti
cinque domeniche.
15.000 aderenti e alcuni rappresentanti del Rinnovamento nello Spirito e dei Foco
Questi incontri si sono svolti in più di 10.000 piazze in tutto il mondo. Lo stesso
lari™. Anche durante questo incontri Kiko ha fatto una chiamata vocazionale per il
Papa Francesco, nel Regina Coeli del 7 aprile, ha ricordato questa missione e la sua im portanza'^® '. Numerosi vescovi e cardinali hanno appoggiato questa missione
presbiterato, per la vita monastica e per l’evangelizzazione con la consegna di 150
del Cammino Neocatecumenale. Il vicario di Roma, il cardinale Agostino Vallini, ha
per la vita monastica'--’-'.
rosari. Hanno risposto a tale chiamata 100 ragazzi per il presbiterato e 50 ragazze
ricevuto il 6 aprile le comunità della Diocesi di Roma nella Chiesa di San Giovanni in Laterano, dove c’è stata una celebrazione d ’invio per le c o m u n it à '- L o stesso è avvenuto a Cremona dove il vescovo, il monsignor Dante Lanfranconi, ha cele brato l'eucarestia, secondo il rito neocatecumenale, nella Cattedrale. Hanno, invece, partecipato attivamente alla missione l’arcivescovo di San Paolo,
L’arte di Kiko Argiiello L’arte nel Cammino Neocatecumenale ha un ruolo fondamentale. Essa, infatti, «ha il compito di evangelizzare chi entra nel santuario facendogli presente il mondo celeste»'-’’ -'. Le regole del canone dell’“ arte neocatecumenale” sono det
il cardinale Pedro Odilo Sherer, il cardinale Antonio Canizares Llovera, e il vescovo
tate dallo stesso Kiko Argiiello. Esso porta avanti sia un nuovo modello pittorico
di Pretorio, il monsignor William Slattery.
che architettonico. Per quanto riguarda i suoi dipinti, questi s’ispirano alla pittura
Mentre alcuni vescovi hanno deciso di incontrare le comunità alla fine della mis
sacra ortodossa——' e all’arte di Matisse e di Picasso. Dalla pittura sacra ortodossa
sione. L’arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, ha incontrato le
riprende la mancanza di prospettiva e di punti focali, e le mancate proporzioni. In
comunità della sua diocesi il 6 maggio nella Cattedrale cittadina. Qui i catechisti re
vece, dalla pittura di Matisse di Picasso riprende l’accostamento di colori comple
sponsabili della Campania hanno presentato al Cardinale i risultati delle missioni,
mentari grazie ai quali riesce a far risaltare le immagini dei suoi d ip in ti'-’’^'.
svoltesi in 10 piazze di Napoli, raccontate dagli stessi aderenti. Un evento simile è
Modernità e tradizione convivono nella sua pittura, anche se il recupero della tradi
avvenuto nel Palazzetto dello Sport di Venezia, dove il Patriarca, monsignor Fran
zione è l’elemento più importante per trasmettere visivamente il messaggio
cesco Moraglia ha voluto incontrare le comunità neocatecumenali della sua dio
evangelico'--’ -’'. L’arte di Kiko Argiiello risulta essere così uno strumento ecume
cesi. Qui i responsabili del cammino locale hanno descritto i risultati della propria
nico per comunicare con la chiese ortodosse.'-'’- '
missione. Mentre l’Arcivescovo di Messina, il monsignor Calogero la Piana, ha affi
Per quanto concerne l’architettura, essa è portatrice della “ nuova antropologia”
dato allo comunità della propria diocesi l’animazione della messa di Pentecoste,
suscitata dal Concilio Vaticano II. Essa risponde ad una disposizione degli spazi
durante la quale, alcuni aderenti hanno esposto la propria esperienza di missione.
che rispondono alle esigenze di Un'Eucarestia assembleare legata ad una pastorale
Nel frattempo, l'iniziatore del Cammino Kiko Argiiello ha voluto incontrare i gio
di tipo catecumenale. In Italia, la prima parrocchia costruita secondo questi para
vani del meridione d'Italia a Catanzaro il 28 aprile. L’incontro voluto fortemente dal
metri è la parrocchia di San Bartolomeo in Tufo di Scandicci. Il progetto fu guidato
da Kiko Argiiello coadiuvato da un’equipe di architetti aderenti al Cammino Neo-
ampia per essere ben visibile e rappresentativa dell'idea che ad essa sono tutti invi
catecumenale formata da Massimo Marconi, Mattia Del Prete, Anna Cennarini e
tati. È addobbata con tovaglie di ottima fattura e riccamente decorata da fiori siste
Gabriella Diotavelli^?-!. Useremo questo edificio come paradigma per descrivere
mati seguendo precisi schemi. Come detto, anche il fonte battesimale è ben visi
gli elementi rappresentativi che convergono nel canone architettonico delle strut
bile dall’intera assemblea e in esso il Battesimo avviene per immersione, come
ture costruite secondo i principi di Kiko Argiiello.
nella chiesa primitiva che riproduceva attraverso la triplice immersione ed emer
La chiesa di San Bartolomeo in Tufo ha una pianta centrale dove l’interno è defi
sione la morte e la resurrezione di Cristo. In esso vi è una doppia serie di sette sca
nito da un perimetro ottagonale. L’otto è il simbolo della resurrezione di Cristo. La
lini, rappresentante l’una, in senso discendente, i sette vizi capitali che bisogna ri
disposizione delle panche è anch’essa ottagonale, posizionate ad anfiteatro. La
conoscere e vincere in se stessi. L’altra, in senso ascensionale, le sette virtù che il
disposizione degli elementi liturgici è anch’essa funzionale alla rappresentazione
battezzato deve perseguire per realizzare il profilo di Cristo in se stesso. Durante le
simbolica. Nell’area così definita vengono disposte lungo un asse ortogonale: il
celebrazioni dei funerali, la bara è collocata al centro della grata perché il fonte è
fonte battesimale realizzato nel pavimento a forma di vasca ottagonale come nella
segno ed annuncio della resurrezione dai morti.
chiesa primitiva, e chiuso da una grata in bronzo a forma di croce greca con quat
Caratteristica comune di tutte le Chiesa che seguono l’“architettura neocate-
tro spicchi a mosaico, secondo l’uso orientale, rappresentanti i quattro simboli
cumenale” è la cappella del S.S. Sacramento. La cappella, solitamente, è posta
degli evangelisti; poi la mensa eucaristica e l’ambone con la croce. Questa parti
nella prima cappella a sinistra della chiesa, in uno spazio riservato e distaccato dal
colare disposizione complessiva garantisce a tutta l’assemblea la vicinanza con
resto della struttura. Nella Cappella è situato il Tabernacolo, nel quale, oltre ad es
tutti gli elementi sacrali della liturgia: Parola, Eucarestia e fonte battesimale. L’ot
sere custodito il ciborio per la conservazione del Santissimo, è collocata la Sacra
tavo lato che chiude l’assemblea è sporgente rispetto al profilo di essa perché è la
Scrittura. Un elemento tipico di tutte le chiese neocatecumenali è la presenza della
conclusione del corpo che è il capo, ed è rappresentato dalla sede presbiterale
Corona Mistica. Essa è un ciclo pittorico, che si rifa alla pittura orientale, che rap
disposta in posizione elevata su tre gradini. Anche la copertura a spiovente espri
presenta i vari momenti del mistero della salvezza.
me un significato simbolico in quanto il suo punto di vertice rappresenta l’attesa
Realizzata in diverse chiese (San Bartolomeo in Tuto a Scandicci, Santissima Tri
escatologica e l’asse ortogonale passante per esso coincide con la posizione della
nità di Piacenza, San Francesco Saverio a Shanghai, etc.) e nei diversi seminari Re-
mensa sottostante, congiungendo il Cristo che viene e il Cristo che verrà. Infine, gli
demptoris Mater sparsi nel mondo (Macerata, Varsavia, Managua, etc.), riprende
affreschi riprendono la Corona Misterica dove al centro campeggia il Cristo Panto
l’iconostasi realizzata da Andrej Rublév per la cattedrale del Cremlino di Mosca.
cratore, segno del ritorno di Cristo c della sua vittoria sulla morte. Possiamo così
Kiko ricorda che non è stato facile mettere in opera questo ciclo pittorico in quan
sintetizzare l’architettura dell’edificio: «un aiuto affinché si possa realizzare l’in
to, per comporre ogni singola scena, ha dovuto prima studiare a lungo la tradi
contro con Dio e la comunione con i frate lli» ^ -!.
zione iconografica orientale, ponendo la sua attenzione soprattutto sull’opera di
Anche la forma dei singoli elementi è specifica di questo canone. La mensa è
Rublév, per poi modernizzarle secondo i canoni contemporanei^-^. All’interno
dei quindici riquadri, raffiguranti
Annunciazione, la Natività, il Battesimo, la
nome di Cappella della Vergine del Cammino. Per la realizzazione di questo dipinto
Trasfigurazione, l’ Entrata in Gerusalemme, l’ Ultima cena, la Crocifissione, il Cristo
Kiko ricorda di essersi ispirato all’icona della Madonna della tenerezza conservata
Pantocrator, la Deposizione, la Discesa agli inferi, la Tomba vuota, l’Apparizione del
nel monastero di Kikko a Cipro, apportando qualche modifica. Il bambino, infatti,
Cristo Risorto, l’Ascensione, la Pentecoste e Assunzione di Maria (Dormitio), ogni ele
non è di profilo rivolto verso la madre, ma ha lo sguardo rivolto verso lo spettatore
mento ha un significato ben preciso che ricalca quello delle antiche icone russe. Le
come quest’ultimaf—
Inoltre, sull’icona è scritto brevemente il pensiero che ha
lamelle d’oro zecchino che ricoprono interamente il fondo, ad esempio, hanno il
spinto Kiko a formare il Cammino Neocatecumenale: Hay que hacer comunidades
compito di illuminare la scena e di farla staccare dalla normalità degli eventi e
cristianas corno la Sagrada Familia de Nazaret, que vivan en humildal, sencille y ala-
allontanano il racconto dalla sua dimensione spazio-temporale per evidenziarne il
ban; el otro es C ris to ^^ k
significato salvifico; la proporzione delle figure, la posizione degli oggetti e la loro grandezza sono relativi al valore delle persone e delle cose. Tutte le icone, inoltre, sono disegnate tenendo conto deH’importanza della simmetria per evidenziare il centro ideale in cui tutto converge, hanno la prospettiva “ rovesciata”, ovvero le
L’Opera sinfonico-catechetica La sofferenza degli Innocenti Un’altra opera artistica di Kiko Arguello è l’opera sinfonico-catechetica La soffe
linee di fuga non convergono verso l’interno del quadro ma verso l’esterno, verso
renza degli Innocenti, presentata nella Cattedrale di Madrid, il 19 giugno del 2011, durante una celebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Madrid Ruoco Valera^— ^.
lo spettatore per far sì che la scena sia «un avvento che annunzia quello che voi
Questa sinfonia, composta nel 2011, è stata scritta in onore della Vergine Maria,
v e d e te » ^ ^ . Infine, in queste icone, la luce non è una luce naturale ma tutti i co
che per prima soffrì sotto la croce secondo la profezia di Simeone, ma riprende
lori sono il frutto di una luce riflessa, perciò non ci sono né ombra né chiaroscuro
anche l’esperienza diretta del compositore che prima della conversione ha cono
ma solo linee d'oro che indicano una luce sovrannaturale^-^ .
sciuto da vicino “ la sofferenza degli in n o ce nti"^^® . La sinfonia è divisa in cinque
Questo ciclo pittorico fu realizzato per la prima volta nella chiesa di San Barto
movimenti:
lomeo in Tufo a Scandicci tra il 1984 e il 1998, ma quello più importante è custo dito nella Cattedrale dell’Almudena di Madrid. Commissionata dal Cardinale di Ma
Jetsemani, il luogo dove Gesù sudò sangue e pregò il Padre perché sapeva che
drid Ruoco Vaierà nel 2002, fu terminato nel 2004 per le nozze r e a li ^ ^ . Per man
era giunta l’ora di entrare nel mistero della sua passione. Durante questo movi
canza di spazio, la Corona mistica presenta solo sette dipinti che sono quelli del
mento i violinisti si alzano in piedi per indicare il momento in cui arriva l’angelo in
Battesimo, della Trasfigurazione, della Crocifissione, del Cristo Pantocrator, della Tomba vuota, e dell’Ascensione e la Pentecoste. Nella stessa cattedrale è conservato anche il dipinto più famoso di Kiko Arguello, nonché simbolo stesso del Cammino
viato da Dio. lamento, dedicato al momento in cui Maria si trova davanti allo scandalo della sofferenza di suo Figlio.
Neocatecumenale, La Vergine dei Cammino. Dipinta nel 1973 a Parigi, è conservata
Perdónales, in cui Gesù crocifìsso chiede al Padre di perdonare i suoi aguzzini.
nella cappella della navata sinistra della Cattedrale de La Almudena, che prende il
Espada, che concretizza la profezia di Simeone secondo il quale una spada
1 st.on' a» [269 ’ J] .
trafisse il cuore di Maria. Resurrexit, movimento aggiunto in un secondo momento.
Essa è situata sul monte delle Beatitudini in Galilea, e fu costruita per esaudire
La sinfonia è solitamente eseguita da un’orchestra formata da 180 elementi tra
uno dei desiderata di Paolo VI che consisteva nel costruire in Israele un centro in
orchestra e coro provenienti dalla Spagna e dall’ Italia sotto la direzione del giovane
cui i seminaristi potessero completare la loro formazione prima di essere ordinati.
catalano Pau jorquera Bordonau^—
Questa sinfonia è stata eseguita in diversi
Fu in quest’ottica che il Vaticano acquistò Notre Dame, vicino alla porta di Giaffa
luoghi e occasioni (Città del Vaticano in presenza di Benedetto XVI, in Galilea, a
in Gerusalemme. All’inizio degli anni ‘80 la Custodia di Terra Santa'-'—^ offrì al
Gerusalemme, a Parigi, a Dusseldorf, a Madrid, a Boston, a Chicago).
Cammino Neocatecumenale la possibilità di costruire un centro di formazione, di
Fra questi concerti però dobbiamo sicuramente ricordare quello avvenuto al Lin
studio e di ritiro spirituale su di un terreno situato sulla montagna delle Beati
coln Center di New York. Questo concerto, avvenuto 1’8 maggio del 2012, ha avuto
tudini; un’opera di particolare interesse per la Chiesa e per Israele. Alcuni anni
una risonanza internazionale visto il suo carattere ecumenico. Erano presenti ben
dopo, nel 1994, il progetto fu appoggiato anche da Papa Giovanni Paolo II, che ve
dodici cardinali, dei quali bisogna sicuramente ricordare il Nunzio Apostolico
deva in esso un servizio per tutti i popoli e per tutta la Chiesa. La costruzione iniziò
Carlo Maria Viganò e il Cardinal Antonio Canizares Llovera, prefetto della Congre
quindi nel gennaio del 1999, con la posa della prima pietra, contenente un fram
gazione per il Culto Divino, e otto Vescovi. Inoltre, erano presenti dodici rabbini,
mento della tomba di San Pietro benedetto dal Pontefice, e fu completata l’anno
tra cui il Rabbino David Rosen presidente dell'International Council o f Christians and
successivo.
Jeivs e membro della commissione bilaterale fra Israele e Vaticano. Infine erano
Il progetto è opera del fondatore del Cammino Neocatecumenale, Kiko Arguello
presenti anche esponenti del governo israeliano tra cui il Ministro del Turismo
e di alcuni architetti italiani e spagnoli. La costruzione, finanziata da vari bene
Haim Gutin. Questo ha permesso alla Chiesa Cattolica di avere in concessione un
fattori (tra cui alcuni cardinali e vescovi) e dalle comunità del Cammino Neocate
terreno demaniale presente nella città di Gerusalemme dove verrà edificata la
cumenale, è iniziata sotto la direzione di un architetto ebreo, Dan Mochly di Haifa,
DomusJerusalem disegnata dallo stesso Kiko A r g u e llo ^ ^ .
in collaborazione con un architetto argentino, P. Daniel Cevilan ed è stata inau gurata nel 2000 da Papa Giovanni Paolo II, che visitò la Giordania ed Israele in
La Domus Galilaeae Infine descriveremo il luogo simbolo del Cammino neocatecumenale: la Domus Galilaeae. La Domus è un centro di formazione, di studio e di ritiro spirituale si tuato sul Monte delle Beatitudini, in Israele. Scopo della Domus è anche quello di
quell’anno. La costruzione è in stile moderno ed è costituita da tre livelli distinti, che degra dano verso il lago di Tiberiade. Nei tre livelli ci sono un centro congressi che viene utilizzato per incontri internazionali di teologia, di studi biblici, incontri di Confo
«leggere il Vangelo alla luce della tradizione e delle Liturgie ebraiche», perché que
renze Episcopali, incontri per la formazione permanente dei presbiteri e per la
sto aiuta a capire «il mistero di questo popolo, che non dimostra l’esistenza di
formazione di seminaristi nell’ultima fase di preparazione al presbiterato. Una bi
Dio, ma, come testimone vivente, ne proclama la presenza lungo tutta la
blioteca computerizzata. Un Santuario della Parola, a disposizione degli ospiti
della casa, per scrutare la Bibbia. Il resto della Domus ospita inoltre una chiesa per le celebrazioni eucaristiche ed una cappella del Santissimo. Infine, attorno al chiostro centrale sono disposti gli altri servizi: il refettorio, sale per incontri, l’ingresso principale con la reception, la cucina. La Domus Calilaeae è un luogo d’incontro e ritiro per i membri delle comu nità neocatecumenali, durante il pellegrinaggio in Israele, che viene compiuto in occasione della conclusione dell’itinerario di fede. È diventato anche un luogo d’in contro tra cristiani ed ebrei, in occasione delle visite che molti ebrei fanno in que sto luogo. Beni Temporali
Il Cammino Neocatecumenale non ha un patrimonio proprio, pertanto la Domus Calilaeae e il terreno stesso su cui l’edificio sorge non sono di proprietà del Cam mino, ma dell’ordine dei francescani. Allo stesso modo, i seminari Redemptoris Mater non appartengono al Cammino bensì sono proprietà delle diocesi territoriali; poiché esso «in quanto itinerario di formazione cattolica che si attua nelle diocesi mediante servizi resi a titolo gratuito, non ha patrimonio proprio» ^71] ।n o |tr e , per quanto riguarda i soldi di gestione del Cammino che vanno dalla costruzione di opere edificabili fino al finanziamento delle missioni, questi vengono gestiti dalla fondazione "Famiglia di Nazareth” gestita dal cardinale Camillo Ruini^-2].
C A P IT O LO III
mino era presentato come «una Universitas Rerum con personalità giuridica propria»'-''-^. Successivamente fu preparata la seconda bozza, che presentava il
L 'ID E N T IT À DEL C A M M IN O N E O C A T E C U M E N A L E
Per capire l’identità del Cammino Neocatecumenale e del suo itinerario bisogna ricostruire l’iter di approvazione che ha permesso al Cammino di acquisire il pro prio statuto^^l Gli Statuti del Cammino Neocatecumenale
Cammino come «un’iniziazione cristiana per adulti, quindi una realtà diocesana e parrocchiale senza essere una cosa a parte»
Q u e s ta bozza si riassume in tre
punti: Rispetto per la natura del Cammino come un catecumenato post-battesimale. Sottomissione dello stesso all’autorità del vescovo e dei suoi collaboratori, i par roci.
Il Cammino Neocatecumenale negli anni novanta aveva raggiunto un’espansione mondiale tale da suscitare preoccupazioni nelle autorità ecclesiastiche, poiché in
Richiesta che il cammino non degeneri, nel senso che ogni parrocchia, ogni dio cesi non faccia per conto s u o ^ —].
caso di morte degli iniziatori del Cammino non si sarebbe potuto prevedere come esso si sarebbe sviluppato e riorganizzato. Per questo nel 1997, nella convivenza sul monte Sinai con i catechisti itineranti, il segretario di Giovanni Paolo II, Monsi gnor Dziwisz, incaricato dallo stesso pontefice, chiese agli iniziatori del Cammino la stesura di uno Statuto. Inizialmente gli iniziatori del Cammino ebbero l’idea di creare un catecumenato diocesano. Ma, poiché il Cammino Neocatecumenale si presenta come un itinerario di fede per tutta la Chiesa, questa formula non si addi ceva alla vocazione stessa del Cammino. Ulteriori problemi ci furono per l’attri
In poche parole in questa bozza il Cammino si presenta non come un gruppo o un’associazione particolare, ma ...un catecumenato post-battesimale, un'opera per la "Nuova Evangeliz zazione” al servizio del ministero apostolico, con una dimensione missio naria universale, che porta alle diocesi e alle parrocchie il rinnovamento del Concilio Vaticano II, formando comunità adulte che fanno visibili nel mondo i segni che chiamano alla fede l'uomo contemporaneo^-'7-^.
buzione del Pontificio Consiglio che avrebbe dovuto prendere sotto esame gli Sta tuti del Cammino, poiché gli iniziatori hanno da sempre affermato che il Cammino
Da questa bozza prenderà forma lo Statuto approvato ad experimentum dal
non è un’associazione laicale bensì un’iniziazione cristiana. La prima bozza dello
Pontificio Consiglio dei Laici il 29 giugno del 2002, nella solennità di San Pietro e
Statuto fu scritta nel 1999, ma fu bocciata dagli organismi Vaticani. In essa il Cam
Paolo. Lo Statuto rinviava ad un Direttorio Catechetico che raccoglie la tradizione orale e indica la prassi del Cammino. Si trattava perciò di un'approvazione parziale e temporanea, poiché durante l’arco di validità dello Statuto ad experimentum il Direttorio contenente le catechesi e la prassi del Cammino, non scindibili dal Cam mino stesso, non fu pubblicato.
Lo Statuto del Cammino Neocatecumenale fu approvato in forma definitiva 1’11
liturgica. Esso è rivolto a «coloro che si sono allontanati dalla Chiesa; coloro che
maggio 2008, giorno di Pentecoste. Il Presidente del Pontificio Consiglio per i
non sono stati sufficientemente evangelizzati e catechizzati; coloro che desiderano
Laici, Cardinale Stanislaw Rylko, consegnò il documento di approvazione agli ini
approfondire e maturare la loro fede, e coloro che provengono da confessioni cri
ziatori del Cammino Neocatecumenale, Kiko Argiiello e Carmen Hernàndez, il 13
stiane non in piena comunione con la Chiesa Cattolica»'-?’^ . || Cammino prevede
giugno 2008, giorno di Sant’Antonio da Padova. Il Decreto di approvazione san
una prima fase di 15 catechesi iniziali, che si svolgono durante l’arco di due mesi.
cisce che il Cammino va attuato secondo «le linee proposte dagli iniziatori» conte
Alla fine di queste vi è una convivenza di tre giorni dove si forma la comunità. Que
nute nello Statuto stesso e nei 14 volumi intitolati Orientamenti alle Equipe dei
ste catechesi si articolano in tre parti. Nella prima vi è l’annuncio del Kerygma: in
Catechisti. I suddetti volumi del Direttorio catechetico sono stati rivisti dalla Congre
questo periodo s’invita l’auditore a «riconoscersi peccatore e accogliere il perdono
gazione per la Dottrina della Fede dal 1997 fino al 2003 e opportunamente corre
e l’amore di D io » ^ ^ . Questa prima parte si conclude con il rito della Riconci
dati con riferimenti al Catechismo della Chiesa Cattolica inerenti le tematiche af
liazione celebrato comunitariamente, dove la confessione è ovviamente indivi
frontate in ogni catechesi. Il 17 gennaio del 2001 gli Orientamenti alle Equipe dei
duale. Nella seconda vengono date la chiavi ermeneutiche necessarie per la com
Catechisti sono stati approvati definitivamente dalle Congregazioni vaticane e
prensione delle Sacre Scritture, e viene esposta la Storia della Salvezza, partendo
hanno preso il nome di Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale.
dalla figura di Abramo fino a quella di Gesù. Questa parte si conclude con una
Dopo l’approvazione dallo statuto ad experimentum del 2002 è un dato di fatto
liturgia della Parola, durante la quale i partecipanti ricevono la Bibbia dal Vescovo,
che il Cammino si sia dotato di personalità giuridica pubblica: questo getta una
garante dell’interpretazione delle Scritture. Nella terza c’è la convivenza finale, du
nuova luce sull’insieme dei beni spirituali del Cammino. Secondo il Diritto Cano
rante la quale vi è la celebrazione dell’Eucarestia. Questa è preceduta da una cate
nico, canone 116, «le persone giuridiche pubbliche sono un insieme di persone o
chesi che aiuta a riscoprire il mistero pasquale messo in risalto dal Concilio Vati
di cose che vengono costituite dalla competente autorità ecclesiastica, perché
cano Il e a sperimentare la comunione. La convivenza si conclude con la procla
entro i fini ad esse prestabiliti, a nome della Chiesa compiano il proprio compito,
mazione del Sermone della Montagna e si presenta l’itinerario del Cammino Neo
loro affidato, in vista del bene p u b b lic o » ^ —L Questo riconoscimento fa in modo
catecumenale. A questo punto, viene chiesto ad ognuno se intende iniziare un
che il Cammino agisca con l'autorità e in nome della Chiesa Cattolica, dandone
itinerario di riscoperta del Battesimo, e successivamente vengono eletti un
una particolare autorevolezza ecclesiale.
re sp o n sa b ile ^^ e dei corresponsabili. Quelli che hanno deciso di aderire ven gono informati sulla metodologia del Cammino.
L’itinerario di fede del Cammino Neocatecumenale L’itinerario di fede del Cammino Neocatecumenale si basa su tre elementi fonda mentali, la Parola di Dio, la Liturgia e la Koinonia (vita comunitaria). Il Cammino presenta una sintesi tra predicazione kerygmatica, cambiamento della vita morale e
Dopo questa fase inizia l'itinerario di fede vero c proprio. Anch’csso si suddivide in tre momenti: precatecumenato post-battesimale, catecumenato post-battesimale e ricoperta dell’e le z io n e ^ ^ . Questi periodi sono scanditi da tappe, «nelle quali lentu gradu si vanno riscoprendo la Parola e la Tradizione della Chiesa»^—
Il precatecumenato, definito anche come tempo dell'umiltà, prevede un periodo
nuovo che ama Dio con tutta l’anima, la mente, tutte le sue forze e il prossimo
in cui una volta alla settimana la comunità si raduna per la Celebrazione della Pa
come se stesso»-—
rola, la quale viene preparata nei giorni precedenti ad essa da un gruppo di fratelli
principali personaggi biblici (da Abramo fino ai profeti). Il catecumenato dura al-
grazie all’ausilio di alcune voci presenti nel Dizionario di Teologia biblica XavierLeon Dufour^” 1 '. Inoltre, la comunità celebra l’Eucarestia il sabato sera, e una
alla preghiera. Al termine di quest’anno agli aderenti viene consegnato il Salterio
In questo periodo la celebrazione della Parolas’incentra sui
l’incirca tre anni e orevede tre tappe. Nel primo anno c’è la tappa dell’iniziazione
volta al mese si celebra la penitenziale. Con cadenza mensile si vive la convivenza,
dalle mani del vescovo «affinché esso costituisca il libro della preghiera quotidiana
che prevede una giornata immersa nella preghiera. Celebrazioni delle lodi mattu
con la Chiesa e nella C h ie sa » ^ ® . In questo periodo gli aderenti iniziano il giorno
tine e la lettura di un brano del Vangelo preparano ad una meditazione e ogni ade
con la preghiera individuale delle Lodi e dell’ufficio delle Letture, insieme ad un
rente condivide la propria esperienza di vita comunitaria. Dopo circa due anni av
tempo di preghiera silenziosa. La liturgia della Parola prevede la Scrutatio dei salmi
viene la prima tappa che prende il nome di primo scrutinio. In una convivenza di tre
che avviene in piccoli gruppi. Il secondo anno prevede una riflessione sul Credo
giorni, dopo una ricca sessione di catechesi, gli aderenti scoprono la prima parte del proprio Battesimo. Chi decide di continuare questo itinerario di fede, scrive il
(Traditio Symboli). La Chiesa consegna il Credo agli aderenti, che studiano il Sim bolo apostolico articolo per articolo a livello teologico ed esistenziale^— Il par
proprio nome nella Bibbia della comunità. Dopo il primo scrutinio si entra in una
roco manda a due a due gli aderenti a predicare il Credo alla persone del quartiere
fase preparatoria verso il catecumenato. La celebrazione della Parola prevede lo
in cui si trova la parrocchia. Al termine di questo periodo di evangelizzazione du
studio di aree tematiche, ognuna delle quali impegna per circa un mese la comu
rante tutta la Quaresima, in parrocchia, nel giorno che solitamente era predisposto
nità. Queste «aree tematiche sono le realtà della Storia della Salvezza: Abramo,
alla Liturgia della Parola, ciascun aderente confessa pubblicamente la sua fede. La
Esodo, Deserto, Alleanza, Terra promessa, Regno, Esilio, Profeti, Creazione, Mes
domenica delle Palme gli aderenti fanno una solenne processione durante la quale
sia, Risurrezione, Chiesa e Parusia»^—
Durante questo periodo viene vissuta una
ricevono dalle mani del Vescovo la palma come simbolo di testimonianza che ar
tappa intermedia che è quella dello Shemà. Essa richiama l’aderente all’ascolto
riva fino al martirio'- —l Nel terzo anno c’è la terza tappa che prevede una se
della chiamata di Dio e induce a riflettere sulla esperienza di fede. Nella seconda
conda iniziazione degli aderenti alla preghiera liturgica e contemplativa che cul
tappa del precatecumenato, conosciuta con il nome di secondo scrutinio, gli aderenti
mina con il rito di consegna del Padre Nostro. Da questo momento gli aderenti du
rinnovano davanti alla Chiesa la rinuncia al demonio e agli idoli del mondo e ma
rante i periodi liturgici di Avvento e Quaresima sono chiamati a celebrare comu
nifestano la volontà di seguire solo Dio. «Qui gli aderenti donano liberamente una
nitariamente in parrocchia le Lodi e l’Ufficio delle Letture, con un tempo di pre
quantità
della
ghiera silenziosa. A tale fine, prima della consegna del Padre Nostro, gli aderenti si
Il secondo periodo prende il nome di catecumenato post-battesimale, «che è un
sano la propria fede sulla tomba di San Pietro. In questo periodo la Liturgia della
tempo di combattimento spirituale per acquistare la semplicità interiore dell’uomo
Parola prevede lo studio sistematico delle singole petizioni del Padre Nostro e temi
sorprendente
di
beni,
che
vengono
destinati
ai
poveri
p arro cch ia»^ ® .
recano in pellegrinaggio al monastero mariano di Loreto e successivamente profes
sulla Vergine Maria.
L’Arcivescovo Basii Hume, vescovo di Westminster e presidente della Commis sione Episcopale dell’ Inghilterra e del Galles, si rifiutò di ordinare preti quindici se
La terza ed ultima fase dell’itinerario neocatecumenale è la riscoperta dell’e lezione, cardine di tutto il catecumenato. In questo periodo gli aderenti «sono chia mati a camminare nella lo d e » ^ ll. Questo periodo dura all’incirca due anni. Gli aderenti sono chiamati a vivere la propria vita alla luce del Sermone della Montagna. Il passaggio dal catecumenato all’elezione avviene con una solenne liturgia durante la quale l’aderente scrive il proprio nome sulla Bibbia. Dopo questa celebrazione, gli aderenti rinnovano le promesse battesimali nella Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo. Durante questa celebrazione gli aderenti indossano la veste bianca in ri cordo del proprio Battesimo. Nei cinquanta giorni successivi alla Pasqua gli ade renti celebrano ogni giorno l’ Eucarestia e fanno un pellegrinaggio in Terra Santa riscoprendo i luoghi dove Gesù ha operato durante la sua vita terrena. Compiuto l’itinerario di iniziazione cristiana, la comunità entra in un processo di educazione permanente alla fede, che si caratterizza nella celebrazione settimanale della Liturgia della Parola, dell’ Eucarestia domenicale e nella vita comunitaria. Le critiche al Cammino Neocatecumenale
Il Cammino Neocatecumenale è stato oggetto di critiche da parte di alcuni mem bri della stessa Chiesa Cattolica. Bisogna sicuramente citare i nomi dei seguenti prelati. Il vescovo di Brescia Bruno Foresti, che accusava il Cammino Neocate
minaristi di formazione neocatecumenale poiché questi, una volta ordinati non avrebbero avuto come punto di riferimento il proprio vescovo ma i catechisti del Cammino Neocatecumenale. Mervyn Alban Alexander, vescovo di Clifton, proibì il Cammino Neocate cumenale nella sua diocesi dichiarando che catechesi ed evangelizzazione del Cammino non rispecchiavano la pastorale della Diocesi. L’Arcivescovo di Firenze, cardinale Silvano Piovanelli, accusava rigidità e chiu sure che avevano portato a tensioni molto acute nelle parrocchie dove il Cammino era presente, chiedendo ai neocatecumenali di interrogarsi sul proprio modo di esprimersi e di presentarsi, di superare la tentazione di credersi migliore degli altri, evidenziando il contrasto tra i recenti documenti del Magistero e la norma del Cammino di celebrare la Messa festiva il sabato sera. Le Critiche maggiori contro il Cammino Neocatecumenale furono presentate da padre Enrico ZofFoli'-^l. Le principali accuse fatte da Zoffoli al Cammino possono così elencarsi'-^-': Nelle Comunità Neocatecumenali non si parla di Cattolicesimo bensì di Cristia nesimo. Non si pronuncia mai la parola "Chiesa Cattolica” ma solo la parola Chiesa.
cumenale di avere «una visione pessimistica dell’uomo, un clima di soggezione
Il Papa è riconosciuto come capo superiore della Chiesa e non come Vicario di
psicologica, una certa atmosfera di esclusivismo, una certa identificazione della
Cristo. Zoffoli suppone che ciò avvenga poiché Kiko nega la distinzione tra sacer
comunità con la Chiesa stessa, e un certo discredito»'—
dozio ministeriale e sacerdozio comune.
Il Cardinale Salvatore Pappalardo, come ultimo atto di governo dell’arcidiocesi di
Kiko nega l’ineffabilità del Pontefice, negando la gerarchia ecclesiastica.
Palermo, vietò agli aderenti del Cammino la celebrazione dell’Eucarestia il sabato
Kiko nega il sacrificio nell’ Eucarestia.
sera.
Mancato culto della Vergine Maria, negazione del Rosario. Kiko ha scritto
numerosi canti dedicati alla Vergine Maria solo per accattivarsi il pontefice Gio vanni Paolo II. Negazione del culto dei Santi. Influenza delle tesi filosofiche di Sartre.
essendo uno statuto ecclesiale una fonte di diritto canonico di grado superiore ad una lettera di una congregazione, supera e fa testo anche per quanto attiene al tema della Liturgia "’acendo decadere la lettera di Arinze. Per quanto riguarda la Pastorale, il Cammino è stato accusato di avere una pasto rale caratterizzata da eccessiva riservatezza. La durata effettiva del Cammino sa
Di questi punti quelli che hanno accomunato tutti i critici del Cammino sono stati quelli riguardanti la Liturgia e la Pastorale. Un altro critico molto importante è stato Don Elio Marighetto il quale, rifa cendosi alle pubblicazione di Don Enrico Zoffoli, ha portato pesanti accuse contro il Cammino, specialmente quelle riguardanti alla pastorale catechetica definita come settaria e protestante'-'-’l Anche Don Gino Conti ha portato avanti una critica del Cammino, basandosi su testimonianze dirette di fuoriusciti. Da queste testimonianze traspare il carattere settario e chiuso delle comunità del Cammino Neocatecumenale--''—l Per quanto riguarda la Liturgia, il Cammino viene accusato di aver introdotto modifiche alla prassi liturgica comunemente accettata dalla Chiesa. Dopo l’approvazione degli Statuti ad experimentum nel 2005, il Cardinale Francis Arinze’ prefetto della Con gregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, inviò una lettera a Kiko Arguello, Carmen Hernàndez e padre Mario Pezzi per comunicare le decisioni del Santo Padre a proposito delle liturgie del Cammino Neocatecumenale. Con essa si richiese al Cammino di partecipare una volta al mese alla liturgia eucaristica dome nicale parrocchiale, di rispettare i tempi della celebrazione, evitando il dilungamento delle monizioni alle letture e delle testimonianze fatte dai partecipanti all’Eucarestia dopo la liturgia della Parola. Infine, si richiese che il modo di ricevere la Santa Comunione diventasse entro «un tempo di transizione, non più di due anni, lo stesso di tutta la C h ie sa » ^ ?]. Da un punto di vista giuridico, l’appro vazione definitiva degli Statuti, essendo successiva alla lettera di Arinze, ed
rebbe eccessiva e l’importanza attribuita ai catechisti laici sarebbe talora maggiore di quella attribuita ai sacerdoti. L’approvazione degli Statuti definitivi del 2008, dalla quale è scaturito il Direttorio Catechetico, definitivamente approvato dai Dica steri Vaticani nel 2011, smentisce il valore di tutte le accuse e sancisce definiti vamente il riconoscimento ecclesiale della prassi e dei frutti di questo "originale” itinerario di fede che sono divenuti patrimonio catechetico della Chiesa Cattolica. Nel 2012 nello scandalo di V a tile ak s^ -l, tra le lettere inviate dai corvi alla te stata giornalistica "La Repubblica”, ce n’era una riguardate le Comunità neocatecumenali. La lettera, con l’intestazione del Prefetto del Supremo Tribunale della Santa Sede, e firmata da Leo Raymond Burke, fu indirizzata al Cardinale e Segre tario di Stato Tarcisio Bertone. In essa Burke scriveva di aver trovato sulla sua scri vania un invito a una celebrazione del Papa, prevista sei giorni più tardi, in occa sione dell’approvazione della liturgia del Cammino Neocatecumenale. E per tanto, segnalava il suo stupore provocatogli da questo, visto che non aveva mai sentito di una consultazione a riguardo dell’approvazione di una liturgia eucaristica di questo movimento ecclesiale. Nel documento si legge il commento firmato da Benedetto XVI rimandando lo scritto a Bertone: «Teniamo conto di queste osservazioni molto giuste del cardinale Burke. Che vanno trasmesse, secondo l’auspicio del Prefetto del Tribunale Supremo, alla Congregazione del Culto divino di cui egli è anche membro» [“ 551. Nonostante queste perplessità, pochi giorni dopo la Santa Sede approverà le celebrazioni definite nel Direttorio del Cammino, che essendo non strettamente
liturgiche non erano già definite nei libri liturgici della Chiesa^— 1. Successi
...non è un gruppo spontaneo, né un’associazione qualsiasi, non è un
vamente a questa approvazione delle celebrazioni non strettamente liturgiche, re
movimento di spiritualità né un gruppo di élite all’interno della parrocchia. È
lativamente alle modalità di svolgimento della messa serale del sabato del Cam
un cammino vissuto a regime di piccole comunità formate da persone di di
mino, sebbene sia già definita all’Articolo 13 degli Statuti^— 1, Benedetto XVI ha
versa età, condizione sociale, mentalità e cultura, che, rivivono in pienezza il
comunque promosso un’ulteriore approfondimento delle effettive modalità di svol
proprio Battesimo. Dopo l’annuncio inizia il suo Cammino Neocate
gimento, iniziativa affidata alla congregazione per la Dottrina della Fede, in fatti
cumenale, ne quale si rivive il Battesimo in differenti tappe, simile a quello
specie all’organo della Feria Quarta^— k A causa delle dimissione di Benedetto
della Chiesa p rim itiv a ^ ^ .
XVI, i lavori di questo organo permangono congelati, e la ripresa dei lavori è stret tamente legata alla volontà di Papa Francesco.
Il Cammino Neocatecumenale si presenta come un itinerario di formazione sorto nel Concilio Vaticano II e come una concreta risposta ai bisogni di evangeliz
Un cammino per i lontani Dopo aver analizzato la struttura dell’itinerario di fede del Cammino Neocatecumenale possiamo dire che quest’ultimo, pur presentando numerosi punti in co mune con i maggiori Movimenti Ecclesiali, presenta una caratteristica precipua che lo differenzia dagli altri. I Movimenti Ecclesiali hanno un proprio inizio, una pro pria funzione, un programma e una finalità. Gli aderenti di un movimento perman gono all’interno di esso per tutta la vita. Il Cammino Neocatecumenale, invece, è strutturato in tappe e prevede una fine che ha come obiettivo quello di formare cri stiani adulti da inserire all’interno della pastorale di evangelizzazione della parroc chia o della diocesi di appartenenza dell’aderente. Il Cammino Neocatecumenale è un «Cammino post-battesimale di conversione diviso in tappe nel quale si vuole riscoprire la pienezza della vita cristiana. È un tentativo di voler rivivere oggi, l’esperienza che la Chiesa faceva percorrere ai suoi catecumenati»^ 2 ^. Questo cammino, infatti, oltre a mirare ai vicini alla Chiesa, mira in special modo ai lontani. Secondo le parole dello stesso Kiko Argiiello, il Cammino Neocatecumenale
zazione e di missione nella Parrocchia, nelle Diocesi e nella Chiesa Universale.
C A P IT O LO IV
Durante la Quaresima del 1972 si tennero le catechesi dalle quali nacque la prima comunità Neocatecumenale di Palerm o^- 7-!. Da allora, formatesi le prime equipes
IL C A M M IN O N E O C A T E C U M E N A L E N EL M E Z Z O G IO R N O D 'IT A L IA
Dopo aver analizzato la storia del Cammino Neocatecumenale, nei prossimi due
di catechisti, composte da aderenti delle parrocchie di San Leone vescovo di Cata nia e della Sacra Famiglia di Palermo, il Cammino si è espanso anche in Calabria.
capitoli analizzerò le prassi religiose e i modi di vivere l’appartenenza degli ade
Nel 1972 un’equipe di San Leone Vescovo formava la prima comunità di Reggio
renti. Fonti principali saranno le interviste fatte ad un gruppo di quaranta aderenti
Calabria. Oggi in Sicilia ci sono 650 comunità suddivise in 120 parrocchie, e in
appartenenti alle comunità di Napoli, per questo analizzerò l’espansione del Cam
Calabria sono presenti 210 comunità suddivise in 70 parrocchie.
mino in Italia e nella fattispecie nel meridione d’ Italia prima di entrare nel cuore di questi due capitoli.
Per quanto rigua'da la Puglia, il Cammino vi arrivò solo nel 1980 grazie a due equipes provenienti dalla parrocchia di Santa Francesca Cabrini. Nel 1985 la stessa equipe evangelizzò anche in Molise e in Basilicata. Oggi in Puglia il Cammino è
Il Cammino Neocatecumenale è presente in venti regioni italiane. Principali diret trici di espansione di questo movimento sono da ricercare in due nuclei primigeni
presente in 93 parrocchie con 265 comunità, in Basilicata in 15 parrocchie con 52 comunità e in Molise in 11 parrocchie con 39 com unità^— 1.
del Cammino, che sono quelli di Scandicci (Firenze) e di Roma. Proprio dalle prime parrocchie di Roma che accettarono il Cammino Neocate cumenale, la parrocchia dei Martiri Canadesi, e quella di Santa Francesca Cabrini sono partite equipes itineranti che hanno portato il Cammino nelle diocesi dell'Italia meridionale. L’ Italia meridionale è suddivisa secondo aree di evangelizzazione che sono definite “ settori’'. Questi sono tre: Campania, Molise, Basilicata; Puglia e Sici lia; Calabria. La prima regione dell’ Italia meridionale a conoscere il Cammino fu la Sicilia nel 1971. Qui un'equipe mista, formata da catechisti delle parrocchie romane dei Mar tiri Canadesi e di Santa Francesca Cabrini, fu accolta nella parrocchia catanese di San Leone Vescovo^-51. Nello stesso anno, due ragazze appartenenti alla parroc
Il Cammino Neocatecumenale in Campania Il Cammino Neocatecumenale e la Campania hanno un rapporto molto intenso. Nel 1973 gli iniziatori del Cammino Kiko Argiiello, Carmen Hernadez e Padre Mario Pezzi si recarono a Pompei, dove affidarono il loro itinerario di fede alla Madonna. Tre anni dopo due equipes di catechisti, provenienti dalla parrocchia romana dei Martiri Canadesi, portarono avanti cicli di catechesi in alcune parrocchie presenti nel territorio del napoletano. La prima equipe evangelizzò nella parrocchia dell’im macolata a Tavernanoce di Volla, a Fuorigrotta e a Torre Annunziata. La seconda equipe evangelizzò nelle parrocchie della Sacra Famiglia nel Rione Luzzatti, di Santa Maria del Buoncammino al Vasto, e in quella di San Giacomo degli Italiani a
chia dei Martiri Canadesi di Roma, gestita dai Padri Sacramentini, si recarono nella parrocchia della Sacra Famiglia di Palermo^— ’ per cercare un padre appartenente a questa congregazione clericale. L’incontro tra le due ragazze e il parroco don Lillo Tubolino determinò l’inizio di questo itinerario di fede nella sua parrocchia.
Poggioreale. Per un primo periodo le comunità furono monitorate dall’allora ar civescovo di Napoli Corrado U rsi^-9J c he in un primo momento negò il permesso alle comunità di celebrare l'Eucarestia secondo le due specie. Nel 1977 le due equi pes dei martiri Canadesi furono sostituite da un’unica equipe formata dal medico
marchigiano Patrizio Astorri e la moglie Marisa Crisostomi accompagnati da don
comunità permanenti.
Giuseppe e Nandina. Dopo un colloquio proprio con Patrizio Astorri, il Cardinale Ursi concesse alle comunità Neocatecumenali di celebrare l’Eucarestia sotto le due specie. In quello stesso anno l'equipe guidata da Patrizio Astorri evangelizzò anche in Molise.
Le esperienze degli aderenti del Cammino Neocatecumenale L’esperienza del Cammino Neocatecumenale come abbiamo visto è radicata in tutta Italia. Dopo aver analizzato gli eventi che hanno portato all’espansione e in
Da allora il Cammino Neocatecumenale si è diffuso in tutta la Campania, la
special modo nel meridione, ho preso in analisi l’esperienza di fede di alcuni ade
quale per il suo gran numero di comunità è suddivisa in tre settori. Oggi nella re
renti. La maggior parte dei miei intervistati appartiene alla Parrocchia di San Gio
gione ben 156 parrocchie utilizzano l’itinerario formativo del Cammino Neocate
vanni Evangelista in Porta San Gennaro di Napoli. Mentre gli altri appartengono
cumenale all’interno della propria pastorale^— 1, per un numero complessivo di
alla parrocchia di San Giacomo degli Italiani e dell'immacolata alle Fontanelle di
549 comunità. Entrando nella fattispecie del territorio appartenente al comune di
Napoli. Per ampliare questo studio ho intervistato due aderenti appartenenti a
Napoli, qui il Cammino è presente in 30 parrocchie, mentre all’interno della diocesi
comunità di altre zone d’Italia e due stranieri. Un intervistato appartiene V II3
di Napoli^—1 è presente in 40 parrocchie e usato nella pastorale del Carcere di Poggioreale^—1. Interessante ricostruire come l’itinerario di fede del Cammino Neocatecumenale
Comunità della parrocchia di San Ciro Martire di Avellino, e un altro alla Parrocchia di San Marco Evangelista di Camposampiero in provincia di Padova. Dei due stranieri, una appartiene alla Vla comunità di San Vincenzo de Paoli di
sia utilizzato nella pastorale carceraria. Tale apertura avvenne nella primavera del
Bratislava; l’altro un ecuadoregno che ha frequentato per otto anni il Cammino a
1989 su esplicita richiesta dei cappellani del carcere, uno dei quali presbitero di al
Quito, in Ecuador, e continua il suo itinerario di fede nella IV3 comunità di San
cune comunità della parrocchia di San Giacomo degli Italiani, e del direttore del
Giovanni Evangelista in Porta San Gennaro di Napoli.
Carcere. Le catechesi furono portate avanti da un equipe di catechisti appartenente
Alla base di questo lavoro c’è sicuramente l’interesse di analizzare un nuovo
alla Parrocchia di S. Giacomo degli italiani. L’equipe, coadiuvata da Patrizio Astorri
modo di esprimere la fede da parte di quei cattolici che hanno deciso, in modo
e sua moglie, decise di portare nel carcere la stessa strutturazione catechetico-
autonomo, di essere cattolici inserendosi all'interno di un movimento di fede.
kerygmatica del Cammino Neocatecumenale. Le prime catechesi si ebbero il 12
Dalle interviste si evince un fenomeno che alcuni teorici della sociologia religiosa
maggio del 1989, nel padiglione Roma. Dopo il ciclo di quindici catechesi, venne a
definiscono con il termine di “imperativo eretico”^ -^ . Per “imperativo eretico”
formarsi la prima comunità formata da 24 carcerati. Dopo poche settimane furono
intendiamo gli individui che tendono a rivendicare la propria piena autonomia per
aperti cicli di catechesi nel padiglione Palermo, Salerno, Genova c Torino. Nel 1995
ciò che concerne i percorsi “di senso” di volta in volta intrapresi o da intraprendere
furono ripresentate tali catechesi anche nel padiglione Firenze. Il trasferimento dei
finché non riescono a trovare un itinerario di fede definitivo con il quale ricostruire
carcerati e la loro scarcerazione^-^- non permette di portare avanti con stabilità le
il proprio senso di v it a ^ ~ l Infatti una delle caratteristiche degli appartenenti ai
tappe previste dal Cammino Neocatecum enale^^. Oggi sono presenti sette
movimenti ecclesiali è il fatto che questi hanno deciso in modo autonomo di
aderire alla fede cattolica. La fede non è più ereditata ma scelta autonomamente.
“osservazioni partecipate” hanno permesso di analizzare con maggiore oculatezza
Un’altra caratteristica degli aderenti è la loro dimestichezza e conoscenza del testo
le fonti scritte riguardanti i riti e le funzioni religiose^— I.
biblico. Questa è possibile grazie all’ascolto del testo biblico che avviene due volte
In seguito dopo aver creato ponti relazionali con un numero diversificato di ade
alla settimana durante la celebrazione comunitaria della Parola e della liturgia eu
renti, ho intrapreso la seconda parte del mio lavoro che è consistito nell’in-
caristica, e anche grazie alla pratica della Scrutatici che permette ai vari aderenti di
tervistare quarantacinque aderenti. Le interviste sono state portare avanti utiliz
conoscere le Scritture e leggerle nel presente della loro vita. Un’altra caratteristica che si risconta tra gli aderenti del Cammino è il “risveglio religioso"^-?-]. Per risveglio religioso s'intende la capacità di nuove realtà religiose,
zando un “questionario strutturato" che può essere considerato un ibrido tra un'in tervista d’impianto qualitativo e una di impianto quantitativo^—1. Esso è suddiviso in due parti.
come i movimenti ecclesiali, «di farsi portatori di un’offerta religiosa in cui si
La prima è una tabella di presentazione dell’intervistato, dove sono riportati i dati
mescolano, senza soluzione di continuità, elementi culturali tipici della modernità
anagrafici, la parrocchia e la comunità d’appartenenza, la tappa vissuta, l’anno d'i
con altri tendenti al ripristino integrale di una tradizione religiosa»^— !. Inoltre, ho
nizio del Cammino e gli eventuali carismi dell’intervistato, dati tipici di un questio
individuato un modello di conversione che potremo identificare con la “conver
nario quantitativo. La seconda parte del questionario presenta undici domande^— -
sione paolina” data da «una tendenziale ritotalizzazione religiosa della [...]
a risposta aperta formulate avendo come punto di riferimento sia i dati provenienti
esistenza»^-^. Questo tipo di conversione chiama l’aderente a fare scelte con
dallo studio delle fonti riguardanti il Cammino Neocatecumenale e sia dall'ela
crete nella propria vita che prescindono dai costumi e dagli status di vita della so
borazione dei dati provenienti dalla mia osservazione sul campo. La scelta di por
cietà contemporanea, modificando con tempi rispettosi dell'individualità delle co
tare avanti un questionario strutturato è dato dal fatto che solo grazie ad esso è
scienze, le proprie abitudini quotidiane.
possibile capire come l’osservanza delle regole delle comunità agiscano nell’e sperienza individuali e nelle storie personali degli intervistati^-^.
Note metodologiche Alla base della mia ricerca c’è l’intento di capire come gli aderenti del Cammino Neocatecumenale vivano la loro fede oggi, e come leggano la loro vita spirituale precedente all’entrata in Cammino. Per esaminare questi elementi ho utilizzato gli “occhiali metodologici” della sociologia religiosa. Il mio lavoro di ricerca per quanto concerne la prassi religiosa e il senso di appartenenza degli aderenti nel Cammino Neocatecumenale può essere suddiviso in due parti. La prima ha visto una vera e propria ricerca sul campo durante la quale ho studiato ed osservato i riti e la vita comunitaria di queste comunità. Le
Le domande sono raggruppabili in sei aree d’interesse: Come gli intervistati leggono il proprio rapporto con la fede antecedente all'en trata nel Cammino, la venuta a conoscenza del Cammino stesso, e il loro rapporto con la parrocchia dopo l’entrata in Cammino. La coscienza degli intervistati di cosa sia il Cammino Neocatecumenale. I principali cambiamenti concreti messi in atto dagli intervistati durante l'espe rienza di fede nel Cammino Neocatecumenale, la loro nuova relazione con Dio, la loro vita riscritta dalla spiritualità di questo movimento.
Quale sia la conoscenza del mondo dei movimenti ecclesiali e com’è inteso il ruolo dei laici all'interno della Chiesa. Com’è percepito il mondo esterno alla comunità e alla Chiesa, e come loro si relazionano con esso. Come gli intervistati si rapportano con il fondatore del Cammino Kiko Argùello.
anche l’intervista ad un editore che ha edito anche due libri riguardanti la storia del Cammino. Per avvalorare la sua testimonianza ho interpellato familiari e cono scenti di questa persona non facenti parte del movimento nell’intento di ricostruire un quadro aderente alla realtà, in relazione al cambiamento di vita intervenuto al l’interno dell’intervista^-^. L’età degli intervistati va dai 19 anni fino a 81 anni, come si può vedere nella ta
Il carattere aperto delle domande è finalizzato «alla formulazione di un modello
bella n°3:
interpretativo capace di spiegare e comprendere le logiche di azione, il funzio namento, i processi di cambiamento, di produzione e riproduzione del mondo so ciale o della categoria oggetto di s tu d io » ^ ^ .
Anche lo stato civile degli intervistati è misto com’è possibile notare nella tabella n°4:
Le interviste, riportate integralmente nel secondo volume, sono state effettuate nell’arco di due mesi (dal marzo all’aprile del 2013). Il campione selezionato e intervistato appare particolarmente ampio e diversificato, tale quindi da offrire un panorama esaustivo almeno per una triplice prospettiva: anagrafica, funzionale e gerarchica. Il numero d’intervistati è di quarantacinque persone che si suddividono in di ciannove uomini e ventiquattro donne: La maggior parte degli intervistati appartiene alla parrocchia napoletana di San Giovanni Evangelista in Porta San Gennaro, come si evince dalla tabella n°2:
Una cosa molto interessante risulta essere la presenza di un divorziato, che ci fa capire come questo itinerario di fede sia aperto anche a quelle fasce di persone che normalmente nella pratica religiosa tradizionale trovano poco spazio. Un altro elemento che ci fa capire la multi-animità di questo movimento reli gioso è dato dai titoli di studio presenti nella comunità. Come si evince dalla ta bella n°5: Il campione degli intervistati è stato scelto sulla base dei numerosi “carismi” presenti all'interno del Cammino. Fra gli intervistati, sia uomini sia donne, sono presenti tutti i carismi possibili all’interno del Cammino, com’è possibile vedere
I restanti degli intervistati, cinque, appartengono a parrocchie della diocesi di
dalle tabelle n°6 e 7:
Napoli, sette a parrocchie extra territoriali. Di questi, quattro sono stranieri. Due sono dell’ Ecuador, di cui uno è il Segretario del Centro Neocatecumenale di Quito. Uno è un frate cappuccino di Bogotà, mentre l’ultima è una ragazza slovacca. Gli stranieri sono stati un elemento fondamentale per capire se il funzionamento del Cammino, le sue strutture e i suoi riti fossero universali o si caratterizzassero con elementi precipui delle zone in cui esso è presente. Inoltre nel campione è presente
Alcuni fra gli intervistati hanno avuto qualche problema di riluttanza nel rila sciare l’intervista. Infatti, «alcuni membri del Cammino Neocatecumenale conti nuano ancora oggi a mostrare un certo pudore, che spesso può coincidere con la ritrosia, a raccontare la propria esperienza, soprattutto a causa della loro convin zione di essere in Cammino, di aver ricominciato la propria esperienza da zero e di
appartenere a una sorte di chiesa catacombale»^— !. QÒ c |qe [ia permesso alle per
Il mio rapporto con la Chiesa Cattolica era forte anche prima. All'età di otto
sone di parlare è stato il fatto che esse avessero fiducia in me dato le relazioni crea
anni, mi ritrovai in un collegio a 1200 metri di altezza con i padri benedettini.
tesi con loro durante il periodo di ricerca. Non bisogna dimenticare che ogni inter
Lì presi sia la licenza elementare che quella media, lo vedevo la mia famiglia
vista deve essere intesa come una interazione sociale in cui non «si raccontano la
solo durante e vacanze. In questo collegio vivevamo nella spiritualità bene
propria vita e la proprie esperienza a un magnetofono; le si raccontano a un altro
dettina. Mi feci 6 anni così con 150 bambini. Quindi puoi immaginare, ogni
individuo. Le forme e i contenuti di un racconto si situano all'interno di una reci
giorno la messa, rosari, preghiere di notte e di mattina. Poi ero famoso per la
procità relazionale. L’intervistatore non è mai assente, egli è sempre reciproco
recita del Rosario. Mi rubavo le ave Maria. La sera prima di andare a cena il
anche se apparentemente rifiuta qualsiasi reciprocità»^-^. Inoltre, dopo l’inter
povero direttore era stremato, ed io dopo 4/5 Ave Maria dicevo il Gloria a
vista molte persone si sono riconosciute nel prodotto e nel ruolo che poteva avere
Padre bruciando circa 15/20 Ave Maria. Mentre oggi recito davvero il Rosario
la loro voce, vedendo in questo gesto l'opportunità di far conoscere la propria
e invece di 10 ne faccio 11 di ave Maria per recuperare quello che mi son ru
esperienza di fede a persone lontane^— !. Inoltre, tutte le interviste sono trascritte
bato in gioventù. Oggi sentiamo parlare di scristianizzazione ma posso dirti
così come sono state effettuate, per questo alcune presentano frasi dialettali o
che, già quando io avevo 13 anni i miei amici di Roma e le loro famiglie non
strutture linguistiche appartenenti all’italiano standard^-^.
andavano in Chiesa e non avevano nessuna pratica religiosa. Ti sto parlando del 1949. Poi uscito dal Collegio, ritornai a Roma e andai all'oratorio Sale
Analisi delle interviste
siano. Il parroco mi mandava a vendere i santini di Don Bosco, e ti devo dire
L'incontro con il Cammino e la pratica religiosa precedente
la verità mi facevo la cresta. Però facevo fare molti soldi al parroco. Poi se
Una caratteristica comune a tutti gli intervistati è quella di definire la propria pra
da ragazzino. In età più matura a diciotto anni, avevo deciso di frequentare la
non andavi a Messa, non potevi andare al cinema. Questo era il mio rapporto tica religiosa precedente come non veritiera, o meglio come "religiosità naturale".
Gioventù Francescana. Questi giovani francescani avevano preso a cuore il
Per “religiosità naturale” gli intervistati intendono «il tentativo dell’uomo di porsi al
Concilio e facemmo l’ Eucarestia sul Monte Rosa con il pane e il vino. Face
riparo in qualche modo dai disastri, dove l’uomo cerca di servirsi di Dio per il suo
vamo convivenza con tutti giovani del gruppo'''-!.
ideale di fe licità » ^ —!. Sul campione dei quarantacinque intervistati otto erano cattolici non praticanti e lontani dalla chiesa istituzionale. È rilevante come i catto lici praticanti vedano la propria esperienza di fede precedente all’entrata nel Cam mino Neocatecumenale come vuota e superficiale. Come si evince da questo stral cio:
Raggiunta l’età adulta, a causa degli innumerevoli impegni lavorativi, l’inter vistato abbandonò ogni pratica re ligiosa^-!. Molti degli intervistati descrivono la propria pratica religiosa precedente all'en trata in Cammino come un qualcosa di imposto dalla fam iglia^?] che prescindeva dalla volontà dell'individuo. Una pratica religiosa vissuta come una pura
osservanza passiva e formale, di natura puramente morale, di tipo precettistico.
secondo è dato dall’incontro con i propri coetanei che frequentavano la parrocchia.
L'elemento fondamentale che distingue la precedente pratica con quella vissuta nel
Un altro elemento che si riscontra nelle interviste è dato dalla pratica saltuaria della
Cammino è data dal tipo di autorità a cui i fedeli tendono ad obbedire: preceden
parrocchia dopo l'acquisizione dei sacramenti per l’iniziazione della vita cristiana.
temente è esterna, nella fattispecie i genitori, mentre nel secondo è interna, dettata
Un esempio è data dalla testimonianza di un sacerdote, vicerettore di un Redemp-
dalla propria volontà.
toris Mater che ha conosciuto la vocazione al sacerdozio durante la sua esperienza
Un dato ricorrente, tra chi si è definito cattolico praticante da sempre, è di una
nel Cammino Neocatecumenale:
frequentazione della parrocchia come luogo dove interagire con i propri amici e i propri coetanei. Rilevanti sono le esperienze sia di adulti e sia di giovani. Come per questa aderente, casalinga diplomata entrata in Cammino nel 1977 che racconta:
Sono sempre stato legato alla Chiesa, mi sono formato nell’Azione Catto lica abbandonata poi durante l'adolescenza. All’età dei sedici-diciassette anni ci fu un allontanamento dalla Chiesa, e così sono andato avanti per parecchi
Prima di entrare in Cammino ascoltavo la messa tutte le domeniche per imposizione dei miei genitori, ma anche per abitudine, perché prima di usci
anni. Mi ero trasformato da un cristiano da precetto ad un cristiano che an dava a messa solo nei giorni di festa, Natale e Pasqua'^-].
re con gli amici, ci si ritrovava in c h ie s a '^ ). Questo tipo di esperienza si è ripetuta per la maggior parte degli intervistati che Un’esperienza simile la possiamo ritrovare nell’intervista di un altro aderente, un avvocato di 34 anni entrato in Cammino all’età di sedici anni nel 1996:
sono entrati in Cammino in età adulta, tra i 20 e i 45 anni. Questi, dopo aver abbandonato la pratica religiosa domenicale, hanno conservato come forma di tradizione seguire le feste di precetto come quelle di Pasqua e Natale. Questo tipo
lo sono entrato in Cammino quando avevo 16 anni. Andavo a messa la domenica con mia madre e non avevo nessun attaccamento particolare alla Chiesa. L’unica cosa che mi attirava la parrocchia era quello di stare con altre persone e cercare amici. Vedevo che la parrocchia era praticata da molti gio vani del mio quartiere. La mia era proprio una religiosità naturale basata sui sacramenti imposta dalla mia famiglia: Battesimo, comunione e cresim a^’ 1-. Si può notare come emerga una vita religiosa basata sulla pratica sacramentale passiva, meccanica e formale, priva di qualsiasi partecipazione attiva. La parteci pazione alla messa domenicale è determinata da due elementi. Il primo è l’obbe dienza ad una tradizione familiare incarnata nella madre dell'intervistato, il
di esperienza «se non viene fatto proprio attraverso un percorso cognitivo che porta ad un’accettazione consapevole di ciò che si è assimilato passivamente, ri mane lettera morta, cioè una dato meramente culturale, un’appartenenza pura mente formale, spesso totalmente slegata dalla credenza»^?-). Un altro elemento importante, evidenziato in alcune interviste, è la scarsa fiducia nei confronti del clero: Prima di entrare in Cammino ero una praticante di dovere, perché venivo da una famiglia cristiana e per andare a messa la domenica era un obbligo. Il mio rapporto con la chiesa di allora era conflittuale perché io pensavo alla chiesa come un posto dove i preti comandavano e dove non ci trovavi quello
che veniva predicato. Non era buono il mio rapporto con il clero'-5•’A
vita ho visto sempre che i miei genitori mettevano al primo posto Dio, anche prima della famiglia. Questo era difficile da accettare. Anche se oggi tutto ha
Esperienze simili si possono riscontrare anche in persone più giovani, come una donna disoccupata di 43 anni che descrive in questo modo la sua pratica religiosa prima di entrare in Cammino: Il mio rapporto con la Chiesa prima di entrare in Cammino era pessimo, lo non credevo nell’istituzione della Chiesa e nei preti. E la mia fede era di tipo privatistico'^^. Sicuramente possiamo dire che la maggioranza degli intervistati proviene da una
senso, lo sono entrato in Cammino quando avevo 14 anni e non sono stato obbligato dai miei genitori. Mi ricordo che mio padre mi disse: guarda que st’anno ci sono le catechesi e non sarà la mia equipe a riportarle, vuoi pro vare ad ascoltarle? Spinto dalla curiosità, accettai l’invito. Entrai in ... [341] comunità1-^"-'. Qui si può vedere come l’intervistato riconosca nella fede tràdita quella che lui stesso oggi vive, ma nello stesso tempo la sua vita prende senso solo alla luce
cultura e tradizione cattolica manifestata con la partecipazione attiva nell’ammi
della sua esperienza diretta all'interno dell’itinerario di fede del Cammino Neocate
nistrazione dei sacramenti e nel rispetto delle feste di precetto. Questa fede tradita,
cumenale, da lui liberamente intrapreso. Anche qui si ripete lo schema dell'im
ovvero ereditata, però, viene vista come un’esperienza nella quale «non ci si sente
perativo eretico, dove il singolo individuo decide di aderire ad un percorso reli
protagonisti e coinvolti, poiché non è scaturita da una propria scelta autonoma, la
gioso che si addice alle proprie necessità di senso e ai propri bisogni spirituali.
sola capace di fa coincidere le proprie esigenze e i propri bisogni soggettivi con la loro soddisfazione»'34—]
La scelta di entrare in Cammino non sempre è determinata dal “figlio del Cam mino". Interessante risulta essere il confronto tra due sorelle che hanno avuto
Nel mio campione d’intervistati ci sono anche quelli che, nel gergo degli aderenti
un’esperienza completamente diversa. La più grande, operatrice museale di ven-
del Cammino Neocatecumenali, vengono definiti “figli del Cammino". Per figli del
tisei anni e ragazza in missione in Australia e Giappone, descrive così la sua scelta
Cammino intendiamo tutti coloro che sono figli di aderenti del Cammino e che
di entrare in Cammino:
hanno avuto come esperienza di fede tradita quella concernente la prassi del Cam mino Neocatecumenale. Interessante risulta essere l'esperienza di uno studente di lirica presso il conservatorio di Napoli, di origini ecuadoregne: lo praticamente sono nato in Cammino. Mio padre Giacomo è diacono ed è il segretario del Centro Neocatecumenale in Ecuador, lo sono nato in que st’ambiente, dove ci sono i fratelli, sacerdoti e liturgie. I miei genitori mi hanno trasmesso la fede. Una fede che consiste nell’affidarsi a Dio. Nella mia
Sono entrata in Cammino perché c’erano già i miei genitori. Poi, perché avevo l’ansia e il desiderio di avere una fede adulta, e vedendo i frutti che il Cammino ha dato alla vita dei miei genitori, sentivo di poter crescere nella fede soltanto entrando in Cammino'34-1. Qui c’è una chiara continuità tra la fede tràdita e quella vissuta. Completamente diversa risulta essere l’esperienza della sorella, 25 anni operatrice museale, che de scrive in questo modo la sua esperienza dell'entrata in Cammino:
Da premettere che io non decisi di intraprendere il Cammino ma mi fu imposto. Mia madre mi disse: o segui le catechesi con tua sorella quest’anno
puramente statistico, solo lo 0,1% dei cattolici nel m o n d o ^ f l. Gli intervistati hanno descritto quattro diverse modalità di avvicinamento al
o lo farai l’anno prossimo da sola, ma comunque le devi fare. Inizialmente è
Cammino Neocatecumenale. La prima, la più diffusa, è la modalità dei social
stata una cosa che ho subito. Solo dopo ho preso coscienza di questo Cam
networks; l’incontro avviene grazie ad un invito ricevuto da amici o parenti che già
mino. Ne ho preso coscienza dopo sette ■ otto anni. Come posso definire il
hanno un’esperienza pregressa all'interno del movimento.
mio rapporto con la fede? La fede mi è stata trasmessa dai miei genitori che già frequentavano il Cammino. Per questo non posso dire che c’è stata una differenza tra prima di entrare in Cammino e dopo. Ho sempre frequentato la Chiesa e la Parola di Dio^431.
Interessante risulta essere l’esperienza di tre in te rv is ta tig li, j q U a |j j n prece denza all’entrata in Cammino, partecipavano ad un gruppo di preghiera del Santo Rosario. Di questo gruppo tutti sono entrati in Cammino grazie all'invito di uno dei partecipanti.
Qui è chiaro che la decisione di entrare in Cammino è subita e che il vivere in co
La seconda modalità d’incontro con il Cammino è tramite l’annuncio in chiesa,
scienza la fede avviene solo dopo alcuni anni di frequentazione dell’itinerario di
durante la funzione domenicale dell’ Eucarestia. Questo metodo d’incontro è stato
fede. Ci troviamo di fronte a quello che la sociologa francese Hervieu-Lènger defi
valido solo per un gruppo ristretto d’intervistati i quali, già precedentemente all’en
nisce «convertito dall’in te r n o » ^ ^ , dove l'individuo sperimenta autonomamente
trata nel Cammino, praticavano i sacramenti.
e direttamente il cambiamento e l’effetto benefico che l’itinerario di fede comporta.
La terza modalità è data dall’essere “ figli del Cammino”. Gli intervistati, senten
Infine un intervistato, un avvocato di 41 anni, si è dichiarato completamente
dosi già parte integranti di una comunità di fede, decidono di intraprendere, non
estraneo alla fede religiosa:
più come figli ma come individui autonomi l’itinerario di fede. La quarta è legata agli aderenti delle comunità degli anni ‘70. Le interviste ai più
Ero un anticattolico di sinistra, prima di intraprendere il Cammino non ho conosciuto nessuna pratica religiosa^45]
anziani di vita neocatecumenale, quelli che hanno terminato l’itinerario, giovani negli anni ‘70, evidenziano che la conoscenza è avvenuta nella parrocchia dove
Qui possiamo vedere una dei pochi casi di un’appartenenza a schemi valoriali completante diversi da quelli della religione cattolica.
praticavano la pastorale giovanile. Interessante è riportare l’esperienza di Michela Caruso, appartenente alla 1’ comunità di San Giacomo degli Italiani, che ha cono sciuto il Cammino grazie all’invito fattole dal suo parroco che decise di avviare
L'awicinamento al Cammino Neocatecumenale Il Cammino Neocatecumenale ormai è una realtà consolidata in tutto il mondo.
questo itinerario di fede all'interno della sua parrocchia: Dall’età di 10 anni i miei genitori mi hanno inserita in Parrocchia, insieme a
Con circa un milione di aderenti è uno degli itinerari di fede con più praticanti al
mia sorella, p'ima con piccoli aiuti, animando i giochi per i bambini del cate
l'interno del cattolicesimo, anche se resta pur sempre, facendo un calcolo
chismo; dopo un corso ho Cominciato a fare catechismo, poi ho frequentato
il gruppo della Schola Cantorum, poi un gruppo di adolescenti seguiti dal
Chiesa non mi attirava proprio. Sono stato coinvolto nella Chiesa in un mo
viceparroco... In quel periodo il parroco ci invitò a seguire le catechesi in par
mento della mia vita nel quale avevo pensato di farla finita e di suicidarmi.
rocchia come una novità per la Chiesa, e così andai per cu rio sità ^ -!.
Ma durante questo momento di vuoto ho chiesto aiuto a Dio, e Lui si è fatto presente. Da allora la mia vita è incominciata a c a m b ia rc e li
La decisione di iniziare le catechesi Simile risulta essere anche quest’altra esperienza: Interessante risultano essere le motivazioni che hanno spinto gli intervistati ad iniziare questo itinerario di fede. Fondamentalmente la maggior parte degli inter
Iniziata la mia vita imprenditoriale riuscii ad aprire tre case editrici, una
vistati ha deciso di intraprendere il Cammino spinto dalla curiosità, per ampliare le
boutique, un ristorante, un villaggio turistico. Qui non c’era più spazio per
proprie amicizie ed uscire da un forte status di solitudine. Interessante risulta essere questa testimonianza:
Dio. La mia vita cristiana non poteva coincidere con la vita cristiana. Nel Sira cide sta scritto che difficilmente si salva. Ed è vero. Mi allontanai dalla Chie sa. In quel modo di Chiesa io Gesù non lo vedevo. Iniziai ad avere un rifiuto
La cosa che mi ha spinto ad entrare in Cammino era la presenza di nume rosi giovani in parrocchia e l’esigenza di conoscere nuove persone. Visto che avevo poche amicizie. Inoltre, vedevo anche l’allegria di questi ragazzi del Cammino che mi ha a t t ir a t o g li Simile risulta essere l’esperienza di un ingegnere di 43 anni:
della Chiesa. Dio poi ha provveduto con il crollo delle mie attività. Grazie a Dio. Mi sono arreso a questa evidenza e poi infine sono stato tradito da una persona cara. Mi sono trovato in questa condizione: o lo ammazzo o lo denuncio. Ma essendo un vigliacco pensai di uccidermi. Mi sono trovato a pezzi. La mia famiglia di origine in Venezuela non mi poteva aiutare poiché avevo deciso di vivere la mia vita. Qui nessuno poteva aiutarmi. Mi ritrovai
Cosa mi ha spinto di entrare il Cammino? È stata la curiosità. Anche se
da solo. Nella mia stanza da solo pregai Dio di aiutarmi. Solo Lui poteva aiu
ricercavo qualcosa per la mia vita, lo seguii i miei amici che stavano in Cam
tarmi essendo mio Padre. Questo lo feci grazie a quella mia esperienza del
mino e avevo alcuni parenti l ì '^ - l Mentre ben sedici intervistati si sono avvicinati al Cammino per colmare un vuoto di senso della propria vita. Questo vuoto per la maggior parte di essi prove niva da un profondo sconvolgimento causato o da un evento luttuoso o da una fallimento economico. Interessante risulta essere l’esperienza di un commerciante di sessantasei anni: Prima di entrare in Cammino il mio rapporto con la chiesa era negativo. La
passato. In quel momento Dio mi fece conoscere il Cammino Neocatecumenale. Dio ha ricostruito tutte le mie cose distrutte. Ha fatto della mia famiglia, una famiglia solidale e forte. Ma la cosa più importante è stata la riappacificazione con quella persona che mi aveva tradito. Il Signore compì un vero e proprio miracolo ha tolto dal mio cuore quest'odio1-’-’- 1. In entrambe i casi, gli intervistati si sono trovati, a causa di una forte crisi econo mica, a perdere il proprio senso di vita. Il fallimento della propria vita viene
reinterpretato alla luce della volontà di Dio, che ha permesso questo momento di
dove la gente possa essere iniziata alla fede»^-’-!, si differenzia da una pastorale
smarrimento per riportarli all’interno di una vita di fede. Interessante risulta essere
sacramentale, che si basa sull’amministrazione dei sacramenti e che non riesce a
anche l’esperienza di una pensionata di settantatré anni:
comunicare ai lontani dalla Chiesa. Il Cammino cerca di superare questo modello di parrocchia preconciliare, cercando di attirare l’uomo alla fede tramite “i segni
Il Cammino Neocatecumenale l’ho scelto perché vedendo queste persone che cantavano e che avevano uno spirito di condivisione decisi di assistere ad un’eucarestia e decisi così di voler ascoltare le catechesi. Dapprima le avevo frequentato con due miei amiche e poi abbandonai. Dopo la morte di mia madre, di mia sorella, di mio marito e dopo che una mia carissima amica aveva perso la figlia decisi di andare con lei alle catechesi^^. Qui invece, vari eventi luttuosi hanno portato l’intervistata ad avvicinarsi a que sto movimento. Sembra emergere da parte di questo gruppo di intervistati «il bisogno di reinterpretare il proprio passato, e in più in generale il proprio mondo, a seguito di una profonda crisi esistenziale, bisogno che sembra trovare soddisfazione grazie all’adesione ad una nuova comunità, quella cui ci si converte, che rappresenta l’u nica possibilità concreta di ri-costruire il proprio nuovo mondo dotato di w1l . senso» t1>35J 4 Un "nuovo” modo di vivere la parrocchia Il Cammino Neocatecumenale dà un nuovo modo di vivere la parrocchia. Come
delle relazioni” che vengono a formarsi all’interno della stessa parrocchia, pas sando così da una fede individualistica ad una fede di tipo comunitario. Ho indagato quale fosse il ruolo della parrocchia territoriale per gli aderenti del Cammino Neocatecumenale e il motivo per il quale questi frequentino un itinerario di fede all’interno di parrocchie extra territoriali. Delle quarantacinque persone intervistate, solo due frequentano il Cammino all’interno della propria parrocchia territoriale. L’elemento più interessante è che la maggior parte degli intervistati, ben trenta, hanno iniziato il loro itinerario di fede all’interno della propria parrocchia di appar tenenza. Ma una volta terminata l’esperienza-^^, hanno comunque deciso di continuare il Cammino in un’altra parrocchia extraterritoriale, distante anche sva riati chilometri dalle proprie abitazioni di residenza^-]. Come raccontato da un dottore di ricerca presso la Federico II di 34 anni: La fede autentica non è legata ad una singola parrocchia, nel senso che la posizione dello Spirito è come un vento e porta a non localizzare la fede in ambito parrocchiale. La parrocchia è stato uno strumento d’iniziazione di
ha segnalato il sociologo canadese M. McLuhan, «ciò che attira l’uomo non è un
fede, pur non conoscendo la rete presente all’interno della parrocchia. Suc
luogo particolare, ma la relazione che il luogo offre. Per questo la parrocchia in
cessivamente quando poi ho dovuto cambiare parrocchia, a causa della ge
quanto forma statica, territoriale, non ha più senso perché nella parrocchia nes
stione del Cammino, per me non ha costituito un grande problema. Per que
suno conosce nessuno»^551
sto posso dirti che non è la parrocchia che mi ha fatto entrare in
Infatti la maggior parte del campione non frequenta il Cammino all’interno della propria parrocchia territoriale. Inoltre, «l'aprire una pastorale di evangelizzazione
Cammino^59l. Tra gli intervistati c’è anche chi racconta l’episodio dell’abbandono della
parrocchia con un senso di profonda nostalgia, che ha provocato delle sofferenze
All’interno del campione c’è chi risponde come questo impiegato di 37 anni:
come per questa pensionata di 68 anni: Non condivido l’affermazione di McLuhan. lo credo che la parrocchia Il Cammino l’ho iniziato nella mia parrocchia di appartenenza, lì ci sono
debba avere un ruolo centrale nella vita del cristiano, anzi più che mai ora
stata per alcuni anni, dove mi ero accomodata sia per la vicinanza e sia
che tutto è globalizzato. Bisogna riscoprire la parrocchia, laddove si è asso
perché avevo socializzato con tutti gli appartenenti della mia comunità. Poi
pita, e difenderla e coltivarla dove è già fervida e fruttuosa, lo sono molto le
per varie ragioni ci hanno spostati e non so per quali motivi, ma ho deciso di
gato alla vergne Maria, Ella in ogni sua apparizione su questa terra ha sem
continuare il Cammino. Mi sono spostata in due chiese. Questi spostamenti
pre avuto messaggi per la Parrocchia e il parroco del luogo dove appariva,
sono stati un po’ difficoltosi per me. Ma questo spostamento mi ha fatto
così
maturare nella comunità, conoscendo nuove persone e mi ha provata nella
parrocchia^-31.
facendo
riconosce
e
conferma
il
ruolo
fondamentale
della
fede. Anche se questo trasferimenti mi ha fatto soffrire^— '. Bisogna specificare che McLuhan non ha mai criticato l’importanza della parroc Non sofferta, invece, risulta essere la scelta del cambiamento di parrocchia per i giovani, come risulta dall'esperienza di questo impiegato di 24 anni:
chia, bensì, ha parlato di una sua rimodulazione che abbia come punto di riferi mento quello di creare un luogo in cui l'uomo possa trovare una comunità in cui riconoscersi e non un luogo paragonabile «ad una stazione aeroportuale dove una
Personalmente frequentavo il Cammino all'interno di quella che era la mia parrocchia di appartenenza^— 1, poi a causa della chiusura del Cammino Neocatecumenale, mi sono trasferito nel 2007 nella parrocchia di Santa Maria del Buonconsiglio al Vomero e poi nel 2009 nella parrocchia di San
volta sull’aereo, si tende a non parlare col vicino, e per meglio separarci nella pro pria individualità»'-^'. La parrocchia resta per tutti gli intervistati un luogo centrale dove vivere la pro pria fede, come per questa studentessa di 20 anni:
Giovanni Evangelista in Porta San Gennaro. Per me questi trasferimenti non sono stati problematici, proprio perché non il posto, un luogo particolare,
lo sostengo che sia importante far parte della parrocchia in modo attivo,
che ti porta alla fede, poiché seguire Cristo non è legato ad un posto fisso.
ma questo pe- me è impossibile senza aver fatto un’esperienza che mi spinge
Anche se sicuramente luoghi come Santuari o mete di pellegrinaggi possono
ad essere di aiuto per la parrocchia. Questa esperienza la sto facendo nel
suscitare una sorta di attaccamento maggiore alla fede, ma questo non è il
Cammino Neocatecumenale. Il Cammino era presente nella nostra parroc
mio caso. Oggi io continuo questa esperienza con il Cammino Neocate
chia quasi trenta anni fa, quando ci sono entrati i miei genitori. Dopo che il
cumenale perché penso che sia un’ottima formazione per i giovani, e si ad
nuovo parroco non l’ha accettato, I miei genitori insieme con altri hanno
dice alle esigenze della mia vita spirituale^— 1.
continuato a fare il Cammino in un’altra parrocchia, in un'altra città. Quindi, anch'io frequento, oltre la mia parrocchia territoriale, anche la parrocchia
dove faccio il C a m m in o ^-^.
maggior parte di persone adulte e vecchie, come se facessero parte di una vecchia tradizione nell’attesa che questa prima o poi finisca: e poi? E sempre
Esperienza simile risulta essere quella di uno studente di 26 anni della provincia di Avellino:
di più diocesi e parrocchie cercano metodi originali per attirare i giovani ma questo, per la maggior parte dei casi, è fine a se stesso, cioè che non rimane
Quando sono entrato in Cammino non abitavo in città e nel mio paese non
una visione concreta e duratura della fede nel giovane. Basti pensare alla
c’erano comunità. Quindi quella che frequento attualmente è un po’ la mia
difficoltà concreta che un parroco ha nell’organizzare, oggi, un semplice pel-
parrocchia d’elezione ma partecipo anche alla vita di quella territoriale. Il si
legrinaggio/gita per i giovani e famiglie della sua parrocchia, a differenza
stema parrocchiale conserva ancora tutto il suo valore, ma è chiaro che in un
degli anni precedenti. Alla fine chi sta dando delle “ risposte” nella Vita di noi
mondo sempre più scristianizzato la sola partecipazione alla Messa dome
giovani è il modernismo (tecnologia, social ■ network,) e la scienza gene
nicale non può bastare. È necessaria un’educazione permanente alla fede che la parrocchia deve offrire, in vari modi, anche durante la settimana. A se conda dei bisogni e dei diversi carismi dei fedeli. Una parrocchia quindi in tesa in modo nuovo come una comunità di comunità, secondo l’auspicio di Giovanni Paolo II. In questa prospettiva i movimenti ecclesiali costituiscono una delle risposte più valide, proprio perché si attuano nella parrocchia e ne 66]J . sono al1serv■ iz■ io [l J3— Ancora più critico verso un modello di “ parrocchia statica” è questo impiegato di 22 anni, residente a Camposampiero in provincia di Padova:
rando così nei parroci o sacerdoti la difficoltà di annunciare il Vangelo nella V e rità ^-^ . All’Interno di un mondo sempre più globalizzato, gli spostamenti delle persone sono diventati sempre più frequenti e continui, legati ad una mobilità del lavoro e della formazione che non si è mai vista nella storia dell’uomo. Di fronte alle esi genze della globalizzazione, il Cammino permette agli aderenti di poter ritrovare in ben 120 nazioni del mondo un modus di vivere la fede che diminuisce anche gli stress causati dalla lontananza del proprio luogo di origine. Questo elemento è testimoniato da uno studente di lirica di 23 anni:
Condivido appieno quello che afferma il sociologo McLuhan. Infatti la Pa
lo ho fatto il Cammino nella mia parrocchia d’appartenenza in Ecuador, per
rola dice che i pagani si convertiranno osservando come i cristiani si rela
circa 7 anni. Abbiamo avuto solo una fusione dopo il secondo scrutinio. Ma
zionano, un modo diverso da come fa il mondo. Inoltre, le parrocchie non
subito dopo la fusione mi sono trasferito in Italia per studiare lirica e per que
riescono più a far fronte alla globalizzazione, secolarizzazione e scristia
sto non conosco bene i nuovi fratelli. Arrivato in Italia, precisamente a Na
nizzazione che nelle generazioni attuali è concreta. Ormai è impensabile che
poli, ho iniziato a frequentare il Cammino in una comunità di San Giovanni
Cristo possa avere a che fare con i fatti che ci accadono nella nostra Vita. Il
Evangelista. Tutto questo grazie a mio padre che ha contatti con i vari centri
problema imminente che vedo è che le parrocchie si stanno popolando per la
del Cammino. Vedo che le comunità vivono nello stesso modo. È il rapporto che si crea è uguale a quello che sta nelle comunità dell’ Ecuador. È ovvio che
poi la comunità cresce insieme. Ma il Cammino è una realtà che si adatta alla globalizzazione. Il Cammino lo si può trovare in tutto il mondo^— 1. Concludendo possiamo dire che per gli aderenti la parrocchia risulta essere importante solo quando riescono a vivere in essa una relazione spirituale affettiva con altri individui. Questo ha spinto alcuni di essi a spostarsi in parrocchie extra territoriali, distanti anche svariati chilometri, nelle quali è presente l’itinerario di fede del Cammino Neocatecumenale, dove possono esprimere una fede comuni taria. Questa elemento non deve essere attribuito al solo Cammino neocate cumenale, ma deve essere letto come un fenomeno tipico delle nuove realtà eccle siali.
C A P IT O LO V VITA E PRATICA R E LIG IO S A N E LLE C O M U N IT À N E O C A T E C U M E N A L I
La validità del Cammino Neocatecumenale per la vita degli aderenti La maggior parte degli intervistati vede il Cammino come uno strumento valido per la società contemporanea poiché riesce a dare un senso alla vita degli uomini.
In questo capitolo analizzerò come gli aderenti descrivano i cambiamenti avve nuti nella propria vita dopo la decisione di intraprendere questo itinerario di fede e come l’appartenenza a quest’ultimo abbia modificato il racconto della propria vita. Non a caso i loro racconti assumono la forma «del racconto di rigenerazione, su come terribile fosse la vita prima e come meravigliosa ora»^-91. Nelle interviste si evince come la religiosità precedente si esprimesse come una “religiosità naturale”, anche se vissuta all’interno della Chiesa Cattolica, e molte volte all’interno di un altro movimento ecclesiale. La vita degli intervistati è de scritta come una continua costruzione di sé, sia per quanto riguarda la religiosità e sia nel campo esistenziale, dove la spiritualità dell’itinerario di fede ha giocato un ruolo fondamentale nel trasformare le loro esistenza vuote di senso in vite piene di senso. Anche il passato viene rivalutato poiché esso «rappresenta, agli occhi dei convertiti, un periodo tendenzialmente ambivalente: da una parte esso viene de
Infatti, per la maggior parte degli intervistati uno dei pregi del Cammino è di saper rispondere al bisogno dell’uomo di vivere in comunità, dove l'individuo non vive più nell’anonimato, ma si relaziona con il prossimo, condividendo con esso la propria vita religiosa^?-]. Tale desiderio è stato segnalato anche dal sociologo Bau man: «per gli uomini moderni, la comunità, rappresenta soprattutto un sinonimo di paradiso perduto, ma un paradiso nel quale speriamo ardentemente di poter tor nare e di cui cerchiamo dunque febbrilmente la strada»
L I membri delle comu
nità Neocatecumenali riescono così a ritrovare nell’itinerario di fede «le necessità, le virtù nutrite essenzialmente in comunità locali, in contesti religiosi, così indi spensabili per le comunità odierne come lo furono per le comunità del passato»^-^ riuscendo a superare così quella neutralità affettiva tipica della so cietà contemporanea. Interessante risulta essere l'esperienza di questo impiegato di trentasette anni:
scritto come un periodo negativo, ma dall’altra è anche una tappa positiva, perché rappresenta il tempo del “non ancora” e cioè quel momento essenziale che ten
Visto che viviamo in una società che si ritiene moderna capace di andare a
deva già verso la conversione»^ 7—l Questa ricostruzione di vita non è presente al
velocità elevate, questo non ha fatto altro che allontanarci da tanti valori e dal
l’interno dei racconti di vita dei fedeli che frequentano la pastorale sacramentale
gusto dell’essenziale. Il Cammino, dono dello Spirito Santo, è andato a ri
delle parrocchie nelle quali è presente il Cammino.
prendere tutto della chiesa primitiva, quindi si è ritornati a vivere la fede
Per capire meglio come gli aderenti abbiano riscritto la propria vita all’interno di questo itinerario di fede suddividerò questo capitolo in tre sezioni: Validità del movimento per gli aderenti.
come i primi cristiani riscoprendo la comunione tra i fratelli: la Koinonia. Quest’ottica comunitaria permette di vedere nell’altro Cristo, in una società ampiamente individualistica che pone sempre l’io davanti a Dio^^Al.
Il nuovo rapporto con Dio. Liturgia e attivismo nel Cammino Neocatecumenale.
In molte interviste è presente il tema del ritorno al mito delle comunità cristiane primigenie, descritte dagli Atti degli Apostoli. Questo elemento viene visto come un
ritorno alla natura stessa del cristianesimo. Però, come ben sappiamo, è impos
i lontani tramite un sistema catechetico di tipo kerygmatico basato sull’ascolto di
sibile riproporre tout court un modello di vita antico all'interno di un’altra società,
un annuncio. Interessante risulta il pensiero di questo studente di ventisette anni:
poiché così facendo si cade in utopie anacronistiche e nei miti delle Colden age. Un altro elemento che viene sottolineato dalla maggior parte degli intervistati è il modo in cui viene trasmessa la fede. La fede non è più un ideale, ma è fatto con creto nella vita dell'individuo, che riconosce tale concretezza grazie alla vita co munitaria. E proprio tale concretezza ha spinto gli aderenti ad avvicinarsi a questa proposta di fede. Come ha ben detto il sociologo McLuhan «coloro che ricevono la Parola di Dio come un’idea meravigliosa o un concetto, la perdono presto. Coloro che la ricevono come oggetto della percezione, una cosa diretta, atta alla connes sione e alla risonanza, sono quelli che formano la base» ^Z51 pe r l’evange
Nei tempi moderni la Chiesa sembra non avere mezzi per evangelizzare chi è fuori dalla chiesa, ma riesce solo a mantenere la fede di chi la frequenta. Molti giovani sono fuori dalla chiesa e il Cammino riesce ad entrare in con tato con i lontani, perché i lontani hanno bisogno di un Kerygma, di una pa rola di salvezza. Qualcosa che già fanno gli evangelici e la Chiesa Cattolica lo fa solo oggi dopo il Concilio Vaticano 11^9] Alcuni intervistati ritengono il Cammino valido perché valorizza la famiglia come dice una disoccupata di 43 anni:
lizzazione. Per alcuni intervistati fondamentale risulta essere il contatto diretto con la Sacra
Il Cammino Neocatecumenale ti dà la possibilità di scoprire il valore di Dio
Scrittura, «tendenza molto più presente all’interno della tradizione protestante, e il
nella presenza della famiglia, o dando senso ai principi che mi ha dato la
cui significato è quello di affermare l’unione e l’uguaglianza di tutti credenti di fron
famiglia, cosi questi principi non sono più dei dettami imposti, come la ca
te a
Dio»^-7—1.
Anche se tale tendenza iniziò ad entrare nella cultura cattolica già a
partire dalla fine del XIX secolo grazie all’ École biblique et archéologique frangaise de Jérusalem per poi entrare definitivamente all’interno della tradizione cattolica dopo il Concilio Vaticano 1 1 ^ ^ . A questo proposito una pensionata di sessantatré anni: Forse sbaglierò nella mia semplicità, per me il Cammino permette agli uo
stità. Il Cammino ti dà la possibilità di conoscere un Dio che vive, e che Lui non è qualcosa di teorico ma di pratico^— L La riscoperta del valore della famiglia è tipica di tutti i movimenti ecclesiali nei quali si cerca di ricostruire una famiglia ideale dove la figura maschile è protettiva e amorevole. Riuscendo così a rispondere alla crisi della famiglia borghese di fronte ai valori della società contemporanea^—1.
mini di entrare in contatto con la Parola di Dio che ti aiuta ad affrontare le
Per altri l’itinerario risulta essere valido per la sua capacità di riscoprire il Batte
difficoltà della vita, lo ho trovato la mia pace nel Cammino accentando anche
simo, grazie al catecumenato, in un mondo dove gli stessi battezzati non cono
cose che prima non avrei mai accettato^-7—1.
scono più il senso e la ragione della propria fede. Come dice questa studentessa di ventisette anni:
Altri intervistati, invece, guardano ai “frutti” che il Cammino ha generato: chia mate vocazionali, missionari, evangelizzazioni per le strade, e la capacità di attirare
Il Cammino è in costante movimento, attraverso le tappe che lo
compongono, si riscopre l’importanza di essere cristiani e del Battesimo
vede lontano. Altri vedono nelle nostre comunità solo nell’aspetto mondano
poiché solitamente si crede in qualcosa senza sapere bene il perché. E' al
e non riescono a capire l’aspetto spirituale. Forse dobbiamo essere più tenaci
passo con i tempi poiché ciò che è scritto nella Bibbia è attuale, è una parola
nella nostra evangelizzazione. Dovremo far capire ai giovani cosa può dare il
sempre vera che si realizza concretamente ogni giorno^— !.
Cammino. Anche su internet ci sono critiche al Cammino, e se un giovane fa qualche ricerca sul Cammino legge solo cose negative. Un ragazzo, come te,
Un’esperienza simile risulta essere la seguente: Noi stiamo riscoprendo il Battesimo. Noi quando siamo stati battezzati eravamo neonati. Il padrino che ci doveva dare un educazione alla crescita alla fede non c’è mai stato. E pur essendo battezzati non conosciamo cos’è il Battesimo. Questo Cammino è una riscoperta del Battesimo legato ad un cri stianesimo adulto. Il Battesimo pur essendo un sacramento se non lo vivi di viene solo un’etichetta^-^. Per altri intervistati, in special modo gli anziani, il Cammino Neocatecumenale è valido per i tempi moderni perché riesce a parlare ai giovani, che oggi, secondo loro, non hanno un sentimento religioso come quello presente nella loro gioventù. Di questa idea è anche una pensionata di ottantuno anni: Questo Cammino è molto vicino ai giovani, lo si vede durante gli incontri dei giovani con il Papa. Per questo il Cammino è stata una cosa buona pro prio per i giovani che oggi sono insofferenti alla visione della vecchia . .iesa [1-3'-84"]1. ch C’è anche chi ritiene che ormai il Cammino non riesca più a parlare alla società contemporanca, come questa pensionata di sessantotto anni:
cosa può capire di questo Cammino? Niente. Ci vedi come qualcosa di lontano^-^l. In questa testimonianza, i giovani vengono visti completamente avulsi dalla reli gione, e nello stesso tempo l'intervistata sembra non riuscire a comunicare con il mondo esterno «percepito come corrotto e corruttore, come una continua fonte di tentazioni,
un
modello
che
procede
sempre
più
verso
una
china
pericolosa»^— 1.Un’esperienza simile risulta essere quella di questa casalinga di sessanta anni: lo penso che se i ragazzi oggi come va il mondo, il Cammino è proprio adatto per loro. Ieri sera vedevo le lene, ho visto quanta perdizione c’è nel mondo. Secondo me chi si avvicina alla parola di Dio lo aiuterà e gli cam bierà la vita recuperando valori ormai persi^-^J. Infine, c’è chi vede nel Cammino uno strumento che può donare senso non solo alla vita di singoli individui, ma anche della società. Interessante risulta essere que sta risposta: Per la società, credo che sia valido, perché ho sperimentato che quando l’uomo cambia, e con il Cammino cambia in modo radicale, egli attua una
Penso che il Cammino non riesce a comunicare al mondo di oggi. Lo vedo
serie di opere, che noi definiamo di vita eterna, ma che sono opere di soli
con la nostra Traditio, dove la gente non vuole ascoltare. Il mondo di oggi lo
darietà permanenti che danno linfa anche alle altre attività umane. Allora se si
riscopre Cristo nella propria vita, nulla è mortificato nella società, anzi c’è
La vocazione al sacerdozio
una rivitalizzazione nel lavoro, nella politica, nell'istruzione, nell’industria e per questo se una società fosse formata da cristiani adulti, cioè cristiani che hanno avuto una formazione di rivelazione e di fede sarebbe una società riformata ab origine^— k La chiamata alla “Nuova Evangelizzazione”
Il Cammino Neocatecumenale conta oggi più di novantacinque seminari Re demptoris Mater in tutto il mondo. Dal 1988, anno di fondazione del primo semi nario a Roma, il Cammino ha incardinato all'interno delle Diocesi in cui sono pre senti questi seminari circa 1500 sacerdoti, e duemila seminaristi sono in fase di [391] preparazione1-’ -’- 1 . Risulta interessante capire come un giovane aderente del Cammino Neocate
Dopo aver analizzato le risposte degli intervistati, risulta interessante ora ripor tare qui le motivazioni che spinsero Giovanni Paolo II a definire il Cammino Neocatecumenale come un valido itinerario di formazione cattolica per i tempi mo derni. Per il pontefice polacco, il Cammino Neocatecumenale - grazie alla sua riscoperta del catecumenato come strumento di formazione cristiana, alla vitalità che le comunità trasmettono all’interno delle parrocchie, all’impulso missionario e delle conversioni avvenute grazie alle evangelizzazioni degli itineranti, alle voca zioni sacerdotali e i seminari Redemptoris M a t e r -è uno strumento valido per la so cietà e i tempi moderni^-®] Molti dei punti presentati dal Pontefice sono presenti anche nelle risposte degli intervistati, i quali sono fortemente coscienti del ruolo al quale il Cammino e loro stessi sono chiamati: la “Nuova Evangelizzazione”
cumenale, dopo aver "sentito" la vocazione sacerdotale, venga seguito dal movi mento, come esso arrivi ad entrare all’interno di un seminario Redemptoris Mater e come questi venga poi ordinato sacerdote. Userò come fonte l’intervista fatta al vice-rettore di uno dei seminari diocesani Redemptoris Mater della Spagna. Il Cammino Neocatecumenale ogni anno organizza la Convivenza d’inizio corso nella quale vengono dettate le direttive pastorali per gli aderenti. Durante queste convivenze viene richiesta la disponibilità alle “vocazioni” alla vita sacerdotale, famiglie in missione, vocazioni alla vita monastica e giovani ragazzi per l’itineranza, e infine signore vedove o single che possano dare il proprio apporto ai seminar•i1[-3”9-21I . I ragazzi che hanno dato la propria disponibilità alla vocazione sacerdotali ven
Una delle principali vocazioni del Cammino Neocatecumenale consiste proprio
gono mandati nei Centri Vocazionali. Qui avvengono alcuni incontri, circa uno al
nella “ Nuova Evangelizzazione”. Tale vocazione viene espressa attraverso dei cari
mese, secondo la disponibilità dei catechisti itineranti. Gli incontri sono così strut
smi precipui come la figura del catechista itinerante, della famiglia in missione, del
turati: c’è un momento di preghiera in comune, con le Lodi mattutine, successi
ragazzo itinerante, della ragazza in missione, e del catechista. Oltre a tale carismi,
vamente ogni ragazzo descrive la propria vocazione in un “giro di esperienza” du
tutti i membri sono chiamati a «collaborare attivamente all’evangelizzazione e al
rante il quale, se ce n’è il bisogno, i catechisti itineranti possono dare dei consigli o
l’edificazione della C h ie s a » ^ —1. Nella mia ricerca sono riuscito a reperire notizie
delle indicazioni ai ragazzi. Periodicamente, inoltre, i giovani sono chiamati all’in
inedite sulla formazione dei carismi presbiterali e quelli riguardanti le ragazze in
contro della Scratatio. Qui, dopo la proclamazione di una parola tratta dalla Bibbia,
missione.
c’è una meditaziore su un verso delle Scritture. Tale meditazione consiste nel
relazionare le Scritture con la vita del giovane, e ha come punto di riferimento la
avviene il giovedì. Nel Santuario della parola1-??^ i giovani seminaristi sono
seguente domanda: “Dio cosa ti dice alla luce di questa parola?”.
chiamati allo studio e alla scrutatio della parola. Solitamente si scrutano le let ture della domenica precedente^???!.
Quando ormai la vocazione è forte ed è certificata dai catechisti, questi ragazzi sono invitati a partecipare ad una Convivenza, che annualmente avviene nel Centro
I seminari Redemptoris Mater, hanno la caratteristica di essere dei seminari mis
Neocatecumenale internazionale di Porto San Giorgio, dove partecipano anche i
sionari. Qui i seminaristi, consolidati nella propria vocazione, a partire dal compi
rettori dei seminari Redemptoris Mater.
mento parziale dei propri studi sono chiamati a vivere un periodo di missione in
Durante la convivenza c'è un incontro tra i catechisti itineranti e i vari rettori dei
terre scristianizzate e povere dove c’è bisogno di evangelizzazione. Nel caso del
seminari per concordare insieme dove vi siano maggiori necessità di seminaristi.
seminario Redemptoris Mater di Madrid i luoghi di evangelizzazione sono i se
Dopo aver concordato le questioni logistiche, i catechisti, insieme ai vari rettori,
guenti: Brasile, Costa Rica, El Salvador, Ecuador e l’ Europa Orientale. Il luogo della
scrutinano i vari candidati, e quelli ritenuti idonei vengono inviati nei vari seminari
missione è stabilito o dal Vescovo garante del seminario Redemptoris Mater o è de
tramite un sorteggio.
ciso tramite una convivenza. In queste convivenze arrivano varie richieste o per se
Il Vescovo ha un ruolo fondamentale nel controllo e nella gestione del semi nario. Egli infatti:
minaristi da collocare all’interno di una parrocchia, o per una equipe di catechisti itineranti o ancora per la missio ad g e n te s ^ -l. Qui ragazzi provenienti dal Terzo mondo vengono mandati nel Nord America e
È garante affinché i ragazzi si formino dal punto di vista degli studi, nel l’ambito teologico, e che mantengano il loro contatto con le proprie comu nità di appartenenza^???-. I giovani seminaristi, una volta entrati in seminario vengono inseriti all'interno di una comunità locale, dove continuano a praticare l’itinerario formativo del Tripode previsto dal Cammino. Mentre per quanto riguarda gli studi teologici questi ven gono fatti aH’interno dei seminari diocesani locali. La formazione spirituale invece è vissuta aH’interno del Seminario Redemptoris Mater in questo modo:
in Europa, mentre i seminaristi europei e nord-americani solitamente sono man dati in terre di missione, di fronte a culture diverse dalle proprie, nelle quali sono previsti riti paganeggianti che molte volte si nascondono dietro a ritualità pseudo cristiane. Interessante risulta essere l’esperienza di un sacerdote ha vissuto la sua missione in Brasile, in stretto contatto con riti paganeggianti: Questi riti sono un’espressione del bisogno di avvicinamento dell’uomo verso la divinità, ma non è fede. In questa direzione, le tappe del Cammino, insieme alle catechesi e gli incontri con i catechisti aiutano questi uomini ad
Centro della vita dei seminaristi è l'Eucarestia, accompagnata dalla recita
abbandonare la propria religiosità naturale. La mia esperienza è ottima
del breviario. Inoltre, i seminaristi del Redemptoris Mater, s ’incontrano in un
poiché la gente si accorge, con i mutamenti che avvengono nella propria vita,
luogo del seminario: Il Santuario della Parola. Solitamente questo incontro
che il Dio in cui credevano e le pratiche religiose che vivevano erano alquanto inconsistenti. E questo avviene quando questi conoscono chi è veramente
D io M .
Una volta ordinati, i sacerdoti formatosi nei seminari Redemptoris Mater «fanno due anni di pastorale all’interno di una parrocchia appartenente alla diocesi in cui i
Gli aderenti al Cammino Neocatecumenale sono chiamati ad abbandonare quei riti appartenenti al cristianesimo popolare, simbolo tipico della religiosità naturale. In Sud America, dove questi riti sono convenzioni sociali, «coloro che non si ade guano alla religiosità popolare, sono costretti anche a cambiare quartiere, ed emi grare verso posti in cui il conflitto con la cultura locale passa risultare meno aspro» [398] Una volta terminato il periodo di missione, il seminarista ritorna nel seminario di sua competenza per completare i suoi studi. Completati gli studi, i seminaristi «hanno un anno di pastorale in una parrocchia, facente capo alla diocesi del Semi nario, come Diaconi»^99J. L’ordinazione viene però preceduta da un iter, che è co mune a quel percorso dai seminaristi dei seminari diocesani:
sacerdoti sono stati ordinati, prima che il Vescovo possa inviarli in missione. Ma se il Vescovo ha urgenze nella sua diocesi per qualche zona particolarmente diffi cile, può disporre di questi presbiteri dato che sono stati ordinati senza condizioni»^— '. Di solito i sacerdoti vengono inviati in parrocchie dov’è presente il Cammino Neocatecumenale, anche se questa non è una regola. Infatti nella par rocchia madrilena in cui è stato inviato, il sacerdote è venuto a contatto con vari movimenti ecclesiali: In queste parrocchie erano presenti vari movimenti e gruppi. Cerano i Focolari, l’Azione Cattolica e Comunione e Liberazione. Poi vi erano gruppi formati dalla maggior parte da anziani come: La legione di Maria, un gruppo presente in Spagna e nel Sud America, poi c’è il gruppo dell’adorazione eu
L’Iter è uguale a quello dei comuni seminari diocesani. Noi presentiamo
caristica, che s ’incontra una volta mese per l'adorazione al Santissimo, e in
una richiesta di ordinazione al Vescovo per essere ordinati, tramite delle let
fine c’è il Gruppo del Rosario. Una delle mia maggiori preoccupazioni era
tere di presentazione. Inoltre, prima di essere ordinati si fanno ricerche sulla
quello di far partecipare alla vita della parrocchia gli anziani e quei fedeli che
propria condotta spirituale e morale. Nel mio caso chiamarono il mio par roco di Napoli, dove vivevo il Cammino, il parroco di Napoli il quale m’im partì il Battesimo e il parroco di Madrid della parrocchia nella quale seguivo il Cammino. Prima di essere ordinati diaconi, abbiamo un colloquio con o con
non avrebbero mai ascoltato le catechesi e non sarebbero mai entrati in Cammino^— '. I sacerdoti, una volta vissuto un periodo della propria vita all’interno della par rocchia affidatagli dal vescovo, possono richiedere di essere inviati in missione:
il Vescovo o con i vescovi ausiliari. E infine c’è un incontro finale con il ve scovo prima di ordinarci. Normalmente anche dopo le richiese delle infor
Dopo questo tempo presentai la mia volontà di andare in missione. Parte
mazioni, che sono segrete, tutti candidati ricevano l’ordinazione sacerdotale.
cipai ad una di queste convivenze per l’invio dei sacerdoti che danno la pro
Poi veniamo ordinati in una normale celebrazione celebrata dal vescovo.
pria disponibilità alla missione in Spagna, e durante la quale erano presenti
Dapprima veniamo ordinati diaconi e poi dopo sei o dodici mesi veniamo
gli iniziatori del Cammino e le equipe responsabili del Cammino in Italia e
ordinati sacerdoti^— ].
Spagna. Durante questa convivenza un mio amico è stato inviato a Costa
Rica, un altro in Africa in Costa de Marfil^—^, un altro mio amico fu inviato a
operatrice museale che è stata inviata per due volte in missione, la prima in Austra
Pamplona mentre io fui incaricato di divenire vice rettore del seminario Re-
lia per un mese e mezzo e poi in Giappone per tre mesi. Il centro Vocazionale ha
demptoris Mater di G ranada-— l
un ruolo fondamemale:
Questo ci fa capire che «i sacerdoti provenienti dai Redemptoris Mater sono incardinati nel movimento stesso, dando il loro apporto all’interno delle diocesi in
Perché regola la missione preparando le candidate alle possibili difficoltà che possono incontrare durante la missione^'— '.
cui vengono ordinati, nelle quali però è presente un Vescovo che porta avanti nella sua diocesi l’itinerario di fede del Cammino Neocatecumenale»^— .
Di regola le ragazze devono recarsi al Centro Vocazionale una volta al mese di Domenica.
Le ragazze in missione Durante questi incontri si fanno le lodi mattutine con gli itineranti e il pre All’interno del Cammino Neocatecumenale, una delle figure attive nell’ambito
sbitero dell'equipe. Dopo le lodi si fa un "giro di esperienza”. I catechisti s’in
dell’evangelizzazione missionaria è quella della ragazza in missione. Questa figura,
formano sull’età delle ragazze, sul proprio lavoro, i propri titoli di studio, le
pur essendo poco conosciuta, risulta essere fondamentale per garantire alle fami
proprie conoscenze linguistiche, che tappa di Cammino hanno vissuto e in
glie in missione il poter portare avanti la propria evangelizzazione. Infatti, una delle
fine esperienze personali di fede^~
caratteristiche delle famiglie in missione è data dal gran numero di figli presenti in queste famiglie. E poiché i capi famiglia sono sempre impegnati nell’evange lizzazione, queste ragazze in missione hanno il ruolo di gestire la casa e di essere di supporto in alcuni momenti di evangelizzazione e nella vita delle comunità pre senti sul territorio di missione. La chiamata vocazionale di questo carisma viene effettuata durante le Convi venze d’inizio corso vissute dalle singole comunità. Questo carisma è indicato per
Dopo un periodo di discernimento all’interno dei centri vocazionali le giovani ra gazze sono invitate a partecipare alle convivenze degli itineranti. Durante queste convivenze: Ogni “ Equipe d’itineranti” porta con sé le ragazze e le coppie che hanno dato la propria disponibilità di partire in missione durante le chiamate 13— J. vocazionalii-UoS]
tutte quelle ragazze o donne nubili le quali danno la propria disponibilità, in un tempo limitato della propria vita, ad aiutare le famiglie in missione nella loro azio
Le mete, solitamente, sono assegnate tramite sorteggio. La storia presa in esame
ne evangelizzatrice. Le ragazze una volta data la loro disponibilità alla missione
sembra essere un'eccezione alla regola, visto che è stata inviata in Australia senza
conoscono un tempo propedeutico di formazione all’interno dei Centri Voca
aver partecipato alla convivenza. Grazie al suo forte rapporto con la coppia d’iti
zionale. Per capire questo carisma presente nel Cammino Neocatecumenale mi
neranti presente a Napoli, le è chiesto di compiere la sua missione in Australia. La
servirò della testimonianza di una ragazza in missione, laureata in lingue e
sua esperienza in Australia può essere così sintetizzata:
Quando arrivai all’aeroporto di Sidney, incontrai la terzultima figlia della famiglia in missione, la quale mi disse: tu sarai la nostra baby sitter. In Au stralia fondamentalmente il mio ruolo è stato questo. Nelle due settimane che la coppia è stata fuori per la missione, io mi sono occupata di tutti gli af fari domestici, stiravo, cucinavo, facevo la spesa, andavo a prendere i bam bini a scuola, cambiavo i pannolini^—9]
Solitamente il ruolo della ragazza in missione è un ... jolly, dove serve li viene inviata. Per esempio la sorella spagnola, che conosceva molto bene il giapponese, l'anno precedente del mio arrivo, aveva anche evangelizzato. Mentre io, non conoscendo la lingua potevo fare ben poco, aiutando le famiglie e partecipando alle liturgie dell’eucarestia e quelle della parola settimanali^— l
In poche parole, la ragazza in missione in questo frangente è stata la persona che ha permesso alla famiglia in missione di poter seguire, senza problemi legati ai propri cinque figli, le due comunità delle quali sono catechisti. Per la seconda mis sione, quella giapponese, è stata inviata come da prassi durante la convivenza delle equipes itineranti d’Europa che ha previsto anche una specifica liturgia d’invio:
La ragazza in missione ha quindi un ruolo fondamentale, grazie al suo nubilato può donare il suo tempo, sia come aiutante delle famiglie in missione e sia cellula attiva dell'evangelizzazione nella terra di missione, o portando avanti cicli di cate chesi o partecipando attivamente alla vita liturgica delle diverse comunità presenti sul luogo.
Avvenuta durante una celebrazione dell’eucarestia. Questa fu preparata dal l’equipe degli itineranti e presieduta dal presbitero dell’equipe. Alla fine della celebrazione il sacerdote mi chiamò a se e mi fece una benedizione parti colare per l’invio. Alla fine delle celebrazione ci fu una colletta per il paga mento del biglietto aereo per il mio viaggio^— 1.
Un elemento molto interessante dell’esperienza dell’intervistata è data dal fatto che sia in Giappone sia in Australia le celebrazioni, sia della liturgia della Parola e sia dell’ Eucarestia, non differivano da quelle vissute da lei in Italia. L’unica ele mento di differenziazione è la lingua. A conferma del fatto che le comunità presen tano «forma liturgica simultanea e una struttura identica in ogni parte»^-^.
Questo ci fa capire che le missioni del Cammino Neocatecumenale vengono finanziate direttamente dalle comunità dei missionari, dalle parrocchia, e quando c'è disponibilità, con i fondi per l’evangelizzazione della “Fondazione Famiglia di Nazareth”. In Giappone, l’esperienza della missione è stata diversa: lo non abitavo in una casa con una famiglia, ma con una sorella spagnola che stava in Giappone da più di dieci anni in missione. Però quando la fami glia in missione aveva bisogno di una mano, andavo lì da loro^—I.
L’evangelizzazione in Giappone Bisogna segnalare che da quest’ultima intervista sono emersi elementi molto interessanti riguarcanti ai problemi storici che la Chiesa Cattolica ha incontrato nelle terre di missione asiatiche, in special modo in Giappone^I Cattolici in Giappone risultano essere una piccola minoranza all’interno del paese. Solo lo 0,5% della popolazione si professa cattolica^-^. Una delle parti colarità della Chiesa Cattolica giapponese riguarda il rispetto della cultura locale
per quanto riguarda le questioni morali. Il Cammino Neocatecumenale, tramite la
Sono testimone di un dibattito tra le “ragazze in missione”, delle quali
sua lotta contro la religiosità naturale e la rimodulazione morale degli stessi ade
molte sono di età adulte, e le famiglie in missione. La famiglia tentano di pre
renti, viene visto come un elemento di rottura con la cultura locale. Inoltre, il Cam
servare la prooria identità strutturale, proponendola anche ai giapponesi, cer
mino viene accusato di essere longa manus della Curia romana, e per questo di
cando di far capire loro la propria cultura e il proprio comportamento morale.
ostacolo alla pastorale nazionale. Interessante risulta essere l’esperienza della ra
Mentre le “ragazze in missione" tentavano di conformarsi e dialogare con la
gazza in missione:
cultura locale. Per esempio ci sono delle manifestazioni folcloristiche locali con un forte carattere paganeggiante che non hanno alcuna affinità con il cri
In Giappone c’è una forte riluttanza a confrontarsi con il cattolicesimo di stampo occidentale. I Vescovi non vogliono sottostare ai dettami della Curia romana, essendo molto gelosi della propria autonomia locale. Inoltre, c’è anche una forte discrasia tra il senso religioso dei cattolici occidentali e quelli giapponesi. Per esempio i cattolici giapponesi si confessano solo a Pasqua e a Natale, per loro l’idea di confessarsi almeno una volta al mese, com’è pre visto per gli aderenti del Cammino Neocatecumenale, è una vergogna^— l
stianesimo che prevedano travestimenti e maschere^” ®], DÌ fronte a tali ma nifestazioni, le famiglie in missione, sia per tutelare i propri figli e sia per non contaminare il cristianesimo con la cultura pagana locale, le osteggiavano. Mentre le “ragazze in missione” cercavano di adeguarsi a tali manifestazioni e rispettarle. Tali istanze provenivano da un evento che ha provocato scan dalo in Giappone. Un bambino cattolico giapponese, durante i funerali di un suo compagno di classe, non si era voluto inchinare dinanzi ad una statua di
Sicuramente il Cammino è visto come un elemento estraneo alla cultura locale.
una divinità locale. Per le “famiglia in missione” questo bambino era parago
Riprendendo le tesi antropologiche di Ruth Benedict, la confessione risulta essere
nabile a uno dei tre giovani della fornace, un esempio di fede, perché il cri
un elemento tipico della cultura occidentale che è descrivibile come una cultura
stiano non s’inchina dinanzi agli idoli. Mentre le “ragazze in missione” non
della colpa; a differenza di quella giapponese che è una cultura della vergogna^-^.
condividevano questa visione, poiché, questo gesto risultava essere un af
All’individuo che appartiene al una cultura della vergogna «non è dato è provare
fronto alla cultura locale, potendo provocare l’esclusione dei cattolici dalla
alcun sollievo rendendo pubbliche le sue mancanze, neppure quando ciò possa es
20] soci•et4à.' gi•apponese[143 —
sere fatto per mezzo di un confessore. In queste culture, finché il comportamento individuale non si palesa al cospetto della società, il singolo non ha motivo di preoccuparsi ed anzi la confessione, gli appare semplicemente come un mezzo per procurarsi fastidi e difficoltà»^— ). Tale discrasia tra la cultura giapponese e quelle dei missionari cattolici occi dentali è testimoniata dalla stessa ragazza in missione:
Qui risulta evidente una questione storica presente all’interno della Chiesa Catto lica: come evangelizzare nelle culture extra latine. Per quanto riguarda il Cammino Neocatecumenale, la Curia Romana ha deciso, con la conversione del Redemptoris Mater di Takamatsu in seminario di diritto pontifìcio e il mantenimento delle mis sioni in Giappone, di continuare un’azione evangelizzatrice basata sull’accul turazione. Per questo “la questione Giapponese” del Cammino Neocatecumenale
deve essere letta con occhi antropologici e non nella semplice controversia tra Ve scovi e movimento in sé.
scrutinio, viene chiamata ad eleggere una serie di fratelli che andranno a formare un'equipe di catechisti. Ogni equipe ha un responsabile, tale figura è ricoperta dal responsabile della stessa comunità. Il ruolo dei catechisti è quello di dare vita ad
Gli aderenti e la “Nuova Evangelizzazione” L’evangelizzazione portata avanti dal Cammino Neocatecumenale presenta delle caratteristiche nuove che hanno come punto di partenza una nuova pastorale che è di tipo missionaria. Qui possiamo vedere come «la realtà parrocchiale subisca una sorta di decentramento in piccole comunità perché si favorisca sia l’annuncio ai lontani, sia la nascita di gruppi a misura d 'u o m o » ^ . Tutti gli intervistati, si sentono cellule attive di questa evangelizzazione. Per faci
nuova comunità, dopo un ciclo di quindici catechesi, e di seguirla nel suo Cam mino di fede sino alla fine dell’itinerario previsto dal Cammino. I catechisti sono preparati in questo modo: 1) base della loro formazione è la partecipazione al Neocatecumenato, che garantisce la loro graduale maturazione nella fede e nella testimonianza, con il corrispondente approfondimento biblico, patristico e teologico, con parti colare riferimento ai documenti del Magistero della Chiesa;
litare la mia analisi, ho suddiviso il mio campione in quattro gruppi: 2) si preparano a trasmettere la parola come a loro volta l'hanno ricevuta e Coloro che hanno il carisma di catechista che fanno nascere e seguono comu nità.
vissuta: fanno pratica accompagnando più volte i propri catechisti nelle cate chesi iniziali e nei diversi passaggi del Neocatecumenato;
Coloro che, che, dopo 8/10 anni di presenza nel Cammino, vivono la tappa della Traditio. Questi sono inviati due a due nelle case appartenenti al territorio parroc chiale, dove vivono l’itinerario del Cammino Neocatecumenale Coloro che partecipano a momenti di missione programmati dal Cammino in periodi determinati nell’anno, come in Quaresima o nel tempo di Pasqua, e du
3) completano la loro formazione partecipando ad apposite convivenze e incontri per catechisti, indetti dall'Equipe Responsabile internazionale del Cammino o dall’Equipe da essa delegata, in cui si trattano temi fondamentali del Magistero della Chiesa;
rante pellegrinaggi o per le CM C o per gli incontri con gli iniziatori del Cammino. Coloro che oltre ad essere attivi nei momenti stabiliti dal Cammino, danno la propria disponibilità ad evangelizzare in città scristianizzate d’ Europa una o due
4) assistono agli incontri del Centro Neocatecumenale diocesano, di cui All’articolo seguente, per la formazione dei catechisti;
volte l’anno. 5) infine, preparano ogni catechesi e passaggio del Neocatecumenato, per I catechisti Quanto possibile insieme al presbitero, leggendo in ambiente di preghiera i I catechisti sono figure fondamentali all'interno del Cammino Neocatecumenale.
brani corrispondenti della Sacra Scrittura, del Catechismo della Chiesa Catto
Secondo la prassi del Cammino, quando una comunità supera il secondo
lica e degli Orientamenti alle Equipes di Catechisti, che ravvivano in loro la
«parola di salvezza» (At 13,26) che essi stessi hanno ricevuto oralmente dai
un’esperienza positiva di tal evangelizzazione:
propri catechisti»^— 1. La chiamata che ho avuto all’evangelizzazione è quella di portare Cristo Gli intervistati che ricoprono questo ruolo sottolineano che alla base della loro
agl’altri a seguito del mio incontro con Cristo. Ed è un'esperienza dove vado
predicazione c’è una reale modificazione della propria vita tale da spingere questi
io a prendere, lo riesco a riconoscere le meraviglie di Dio nella mia vita grazie
ultimi a dare testimonianza nelle comunità che loro seguono. Come nel caso di
all’incontro con le altre p e rs o n e ^ ^ .
una insegnate di cinquantuno anni: Mentre altri, come una pensionata di sessantacinque anni, hanno vissuto negati Alla base della nostra predicazione c’è il suo amore. Solo se hai speri
vamente questa missione a causa dei scarsi risultati ottenuti:
mentato il suo amore e il suo perdono, puoi comunicarlo agl’altri. La fede non è una teoria è un’esperienza; è l’incontro con il Cristo risorto. Alla base della mia evangelizzazione c’è la mia esperienza di vita, lo e mio marito ci siamo sposati pur non avendo lavoro. Abbiamo avuto tre figli, abbiamo af frontato malattie gravi, sempre sostenuti dalla preghiera della nostra comu nità Come non parlare di Lui agl’altri? Gli siamo riconoscenti. Siamo testi
Oggi, con la Traditio, vado per le case nel quartiere della parrocchia, dove frequento il Cammino. Molti hanno rifiutato il nostro annuncio. Poi parlando con loro, molli non mi ascoltavano. Allora io non sono soddisfatta di quello che ho fatto. Avrei voluto che queste persone provassero i miei stessi Ue4n2t5i]lw - > 1 . sent..im
moni in casa, a lavoro: facciamo il nostro dovere senza mormorazioni, senza
Un elemento che traspare da queste interviste è che coloro che accettano di por
approfittare. Tanti esempi dei nostri fratelli di comunità sono strati import.anti per no-i[w4t2—3]’J .
tare avanti questa missione lo fanno per propria spontanea volontà e avendo come punto di riferimento la propria conversione «che rappresenta la loro unica possi bilità concreta di ri-costruire il proprio nuovo mondo dotato di senso »^~^.
L’invio della Traditio Interessante risulta essere l’esperienza di coloro che, dopo 8/10 anni di presenza
La comune chiamata all’evangelizzazione
nel Cammino, vivono la tappa della Traditio. Gli aderenti, di solito, sono inviati due
La chiamata all’evangelizzazione è sentita anche da coloro che, pur non avendo
a due nelle case appartenenti al territorio parrocchiale dove vivono l’itinerario del
vissuto la Traditio, partecipano a momenti di missione programmati dal Cammino
Cammino Neocatecumenale, e in casi particolari in territori extra parrocchiale. La
in periodi determinati nell’anno, come in Quaresima o nel tempo di Pasqua, e du
maggior parte degli intervistati, ben trentadue, hanno vissuto questa tappa di Cam
rante pellegrinaggi o per le GMG o per gli incontri con gli iniziatori del Cammino.
mino.
Interessante risulta essere l’esperienza di un operaio di ventiquattro anni:
La loro esperienza di evangelizzazione non è la medesima. C’è chi ha avuto lo ho avuto esperienza di evangelizzazione sia a Napoli sia in Europa
durante gli incontri con i fondatori o le GMG. Entrando nel merito, a Napoli
religiosa, invita i giovani alla chiamata all’evangelizzazione. I giovani che decidono
essa avviene nei periodi successivi alla Pasqua o durante la Quaresima. An
di alzarsi ricevono un rosario, fatto a mano dalle suore Sacramentine più vicine al
diamo a coppia di due per le strade e cerchiamo di portare le nostre espe
luogo dell’incontro e disegnato dallo steso A rg u e llo ^ ll, e sono chiamati a reci
rienze a coloro che sono lontani dalla chiesa, pur essendo battezzati, molte
tarlo tutti i giorni in chiesa dinanzi al tabernacolo. Inoltre, tutti questi ragazzi ven
persone specialmente quelle che vivevano un periodo di crisi esistenziale
gono suddivisi in gruppi da cinquanta. Una volta al mese questo gruppo s’in
hanno accettato di parlare con noi. Mentre per quanto riguarda l’evange
contra, si celebra insieme una liturgia della parola durante la quale i vari membri
lizzazione all’estero, avvenute durante le GMG e gli incontri con i fondatori
scambiano la propria esperienza di fede vissuta in quel momento, e dopo si riuni
noi evangelizzavamo a gruppi di cinquanta, prima cantando e poi successi
scono per mangiare insieme. A questi gruppi viene affidata poi una città europea
vamente uno del gruppo portava la propria esperienza di fe d e ^ -^ .
scristianizzata, dove è presente una missio ad gentes. Qui i ragazzi dovranno re carsi, una o due volte all’anno, per evangelizzare per le strade ed invitare le per
Da questa esperienza, si deduce che coloro che accettano il messaggio, portato da questi evangelizzatori, vivono in un momento di smarrimento e di non-senso della vita. Infine, ci sono coloro che oltre ad essere attivi nel momenti imposti dal Cammino, danno la propria disponibilità ad evangelizzare in città europee^— ]
sone ad intraprendere l’itinerario di fede del Cammino Neocatecumenale. Per quanto riguarda la storia dell’ultimo intervistato, egli ha ricevuto il Rosario il 20 maggio del 2012, durante l’incontro con gli iniziatori del Cammino Neocate cumenale avvenute a Napoli e presieduto dal cardinale e Arcivescovo di Napoli
dove non sono presenti comunità parrocchiali attive in una pastorale di evangeliz zazione una o due volte l’anno. Questa è esperienza di uno studente di ventisette anni:
Crescenzio Sepe. All’incontro erano presenti circa 40.000 aderenti del Cammino Neocatecumenale provenienti dal meridione d’ Italia, e alcune comunità dalla Fran cia, del Lussemburgo, della Germania, del Belgio, della Svizzera, di Malta, dell’Al
Ho evangelizzato per strada sia a Madrid e poi tornando da Madrid. Oggi
bania e della Iugoslavia. Durante questo incontro 200 ragazzi si sono resi dispo
ho la missione di dire il Rosario tutti i giorni dinanzi al Santissimo e poi sono
nibili alla vocazione presbiterale e 120 ragazze per una missione d ’evange
chiamato ad evangelizzare con altre cinquanta persone a Ginevra dove invi tavamo le persone a seguire le catechesi in una parrocchia svizzera ^-91.
lizzazione in C in a ^ ~ ], e 300 giovani si sono resi disponibili per recitare il Rosario per la “ Nuova
Evangelizzazione” per Marsiglia,
Nizza, Ginevra,
Lugano e
B e rna^S l. g j n questo incontro, insieme ad altri quarantanove ragazzi appartenenti Questo nuovo modo di evangelizzare è stato introdotto nel Cammino Neocate-
a comunità neocatecumenali presenti in parrocchie della diocesi di Napoli, ha rice
cumenale in Italia, per volontà dell’iniziatore Kiko Argiiello, 1’11 settembre del 2011
vuto il compito di recitare tutti i giorni il Rosario dinanzi al Tabernacolo, c di re
durante l’incontro con i giovani avvenuto ad Ancona durante il XXV Congresso
carsi due volte all’anno a Ginevra per l’evangelizzazione.
E u ca ristico ^-^. Da allora, durante tutti gli incontri vocazionali con gli iniziatori, Kiko Argiiello, dopo aver fatto le chiamate vocazionali sia alla vita sacerdotale e
Concludendo la nostra analisi, l’elemento che accomuna tutti gli intervistati è che per questi l’evangelizzazione diventa uno stile di vita, dove l’essere cristiani
seguito alla loro decisione definitiva di aderire al movimento, e soprattutto, alla vi
risulta così essere la dimensione centrale della propria vita^d*', in quanto
sione del mondo di cui esso è portatore»^^]. Tale cambiamento è definito e certi La missione si svolge in ogni momento della tua vita: nell’ambito scola stico, lavorativo, familiare. Essa non si fa facendo catechesi, ma tramite un cambiamento del proprio stile di vita ^ S l.
ficato dalle varie tappe in cui è composto l’itinerario di fede del Cammino, nelle quali i singoli scoprono le azioni che Dio compie nella propria vita. Gli aderenti, durante un primo periodo che è definito precatecumenato, sono
Un Cammino di conversione. La “riscoperta” di Dio
«aiutati a svuotarsi dei falsi concetti di se e di Dio, ed a scendere alla loro realtà di
Gli aderenti al Cammino Neocatecumenale, come abbiamo visto in precedenza,
che li perdona e li a m a » ^ ^ ; nel secondo periodo, definito riscoperta del
peccatori, bisognosi di conversione, riscoprendo la gratuità dell’amore di Cristo, vanno
a
compiere
«una
dura
scuola,
incentrata
sulla
riscoperta
del
catecumenato, hanno
Battesim o»^-]. Tale riscoperta del Battesimo pone l'aderente in una continua di scussione di se, del proprio essere cristiano, nella riscoperta giorno per giorno del
...un tempo di combattimento spirituale per acquistare la semplicità inte
l’azione salvifica del Battesimo. Per questo risulta essere interessante analizzare
riore dell’uomo nuovo che ama Dio come unico Signore, con tutto il cuore,
come gli aderenti descrivano la loro “nuova” vita spirituale e i cambiamenti inter
con tutta la mente, con tutte le forze e il prossimo come se stesso. Sostenuti
venuti nelle loro esistenze come conseguenza della loro adesione definitiva alla
dalla Parola d Dio, dall’ Eucaristia e dalla comunità, i neocatecumeni si adde
fede cristiana. Dai racconti fatti dagli intervistati, l’essere cristiani è una scelta personale che impone un cambiamento radicale della propria vita. Tale cambiamento inizia dopo l’annuncio del Kerygma da parte dei catechisti. Il Kerygma è «l’annuncio della sal vezza, il contenuto primordiale che dà la salvezza»^?-] t e j] fulcro centrale di que sta notizia è «che la morte è stata vinta, che noi non moriamo, perché un uomo è stato risuscitato dai morti e quest’uomo viene a darvi la vita e te rn a » ^ ® . È solo dopo aver ricevuto questa notizia che inizia il cambiamento della vita del cristiano, con un itinerario di fede che porta alla riscoperta del mistero pasquale incentrato sul Battesimo, e a divenire un cristiano adulto. Tale trasformazione radicale, cioè la conversione che viene descritta da tutti gli aderenti, può essere definita “conver sione paolina”. Con essa intendiamo «quella particolare tipologia di conversione intesa come cambiamento più o meno radicale di vita, messo in atto da individui, a
strano nella lotta contro le tentazioni del demonio: la ricerca di sicurezze, lo scandalo del la Croce e la seduzione degli idoli del m o n d o ^ A In questo periodo gli aderenti «scandiscono un Cammino personale di ascesi per nulla semplice da affrontare, il cui principale scopo è rappresentato da un pro gressivo e concreto allontanamento dagli “idoli del mondo”, quali il denaro, i rap porti affettivi troppo morbosi, il potere e tc...» ^ ~ L Tutti gli intervistati sono consapevoli delle trasformazioni avvenute all’interno della propria vita, le quali sono venute a modificare non solo l’aspetto morale, ma anche il semplice vvere quotidiano. Tutta la vita viene così proiettata all’interno di uno status, quello del cristiano adulto, che è dedicato nell’attuazione dei precetti cristiani definiti nelle Sacre Scritture. Gli intervistati, nel raccontare il loro nuovo rapporto con Dio, sottolineano un forte cambiamento tra la loro vita prima del Cammino, una vita spirituale
caratterizzata da un relativismo dei valori dove Dio occupava solo un aspetto
di coppia^-45!
marginale. Mentre, dopo l'entrata in Cammino, c’è un radicale cambiamento dato da un processo di desecolarizzazione dei valori. I nuovi valori che caratterizzano la vita degli aderenti «vengono tratti direttamente dal Testo Sacro, in quanto il fine principale cui tende l’esperienza Neocatecumenale è quello di formare veri cristiani che siano capaci di applicare quotidianamente, in tutti gli ambiti della propria vita, i precetti evangelici»^?! I nuovi valori evangelici presenti all’interno degli intervistati si possono suddi videre in tre sfere:
Per coloro che vivono il fidanzamento questo è anche un periodo di prova, e solo con l’aiuto di Dio riescono a vincere le tentazioni provenienti dalla sessualità. Un’ esperienza sim le è quella di una studentessa di ventisette anni: Vivo la mia fede sia all'interno della parrocchia sia nella mia vita quoti diana, all’università ma soprattutto nel rapporto di coppia con il mio fidan zato. Di scelte concrete ne ho potute fare poche ma già vivere un rapporto nella castità è stata una scelta che posso mantenere solo grazie all’aiuto di Dio e alla preghiera che mai mi abbandona
1.
La sfera degli atteggiamenti di natura sessuale La sfera degli atteggiamenti morali della vita quotidiana La sfera degli atteggiamenti familiari
Le coppie sposate dichiarano tutte l’apertura alla vita. Il Cammino Neocate cumenale appoggia fedelmente la morale sul matrimonio espressa da Paolo VI nel l’enciclica Humanae Vitae. Per questo gli aderenti che si dichiarano aperti alla vita,
Tali sfere però risultano essere coesistenti tra di loro, poiché l’aderente testi monia una «ritotalizzazione religiosa della propria esistenza individuale»^-^. Anche i giovani sono tra coloro che testimoniano una vita sessuale concernente i
non facendo uso di metodi contraccettivi, sono disponibili ad accettare tutte le possibili nascite, anche quelle di figli diversamente abili com’è successo per un disoccupato di cinquantuno anni:
valori evangelici. Per questo il fidanzamento diventa un periodo di conoscenza e di preparazione al matrimonio che non è finalizzato al rapporto sessuale, ma realiz zazione completa dell’amore di relazione. Interessante risulta essere la testimo nianza di un impiegato di ventidue anni:
Oggi ho cambiato i miei valori, innanzitutto mi sono aperto alla vita e ho accettato la mia quinta figlia con la sindrome di Down. Questo ha cambiato la mia vita, oggi cerco anche di aiutare mia figlia frequentando un'asso ciazione apposita. Questa mia figlia è una benedizione. Anche se inizial
Scelte concrete sono state quelle di riconciliarmi con la mia famiglia, smet
mente non capivo il perché. Ma oggi vedo che mia figlia è un dono. Se l’a
tere di pensare che solo io so come condurre la mia vita, un equilibrio inte
vessi vista senza Dio, sarebbe stata una sfortuna e sarebbe stato meglio far
riore mettendo Gesù Cristo prima di ogni cosa: amici, svaghi, famiglia, pen
abortire mia m oglie^^J.
sieri, e peccati, aver rotto con vecchie abitudini come la concezione della li bertà sessuale che la società t’insegna intraprendendo la castità individuale e
Qui l’appartenenza all’itinerario di fede dell’intervistato e di sua moglie, sembra aver fatto in modo che questi potessero accettare una figlia diversamente abile,
senza fare ricorso a pratiche abortive. Bisogna sicuramente dire che questa pratica
cambiamento che l’entrata nel Cammino ha significato nella sua vita, per ciò che
di avere tanti figli è un elemento tipico degli aderenti dei movimenti ecclesiali, i
concerne i suoi comportamenti all’interno della sfera familiare:
quali così rispondono ad «un sistema societario dove la fertilità non è più una virtù Questo Cammino mi sta facendo conoscere l’amore gratuito. La mia vita è
positiva, ma va frustrata piuttosto che incoraggiata»^--.
cambiata in un modo drastico. Se ripenso a me stesso, non l'avrei mai imma
Interessante risulta essere l’esperienza di una insegnate precaria di trentanove
ginato. Quando ho iniziato il Cammino ero convinto di rimare un uomo adul
anni:
tero ma avevo scommesso di vincere la vanità. Ma dopo sedici anni di Cam La fede che vivo ha coinvolto e guidato molti aspetti della mia vita, ad
mino, non ho mai tradito più mia moglie, invece oggi sono ancora vanitoso.
esempio il fidanzamento vissuto cristianamente, una cosa inaccettabile per la
Tutto questo mi fa capire che io, con le mie sole forze, non posso fare
maggioranza dei giovani di oggi, la scelta di mettere al primo posto il matri
n u lla ^ ll.
monio rispetto alla possibilità di avere un lavoro più stabile ed una maggiore realizzazione professionale se fossi andata in un’altra città. Inoltre, questa scelta del matrimonio è resa ancora più difficile dal fatto di non avere figli data dalla scelta insieme a mio marito di non praticare le tecniche di fecon dazione assistita per avere un figlio, possibilità che ci è stata proposta dai
L’elemento princioale che emerge da questa testimonianza è il ripristino della fe deltà coniugale, dopo un tempo di vita in cui l’infedeltà era divenuta routine co mune. Le appartenenze alle ideologie, gli scontri sul luogo di lavoro e i rapporti turbo lenti in famiglia vengono definitivamente accantonati, per adempiere fedelmente
m e d ic i^ ^ .
alla morale cattolica data dal Cammino. La decisione dell’intervistata di vivere totalmente la morale sessuale cattolica,
Un elemento che traspare dalle interviste è legato da una profonda rimodu
incontrata nel Cammino Neocatecumenale, fa in modo che essa possa accettare la
lazione della vita degli intervistati. Questi, dovendo partecipare assiduamente alle
sterilità presente nel suo matrimonio e di poter esercitare la genitorialità aprendosi
celebrazione previste dal Tripode del Cammino, hanno cambiato le proprie abitu
all’adozione.
dini:
Tra gli intervistati c’è la presenza di un divorziato. Questi testimonia così il suo Le trasformazioni sono state enormi, già nell’organizzazione della giornata.
attuale stile di vita:
Molto tempo bisogna infatti donarlo alle celebrazioni, così che molta vita Per ora non ho fatto alcuna scelta di vita se non quella della castità per la mia situazione matrimoniale dato che sono divorziato^Q]
sociale al di fuori dell’ambito lavorativo risulta legata alla comunità. Tali sono del resto anche scelte di vita importanti come lo sposarsi, aprirsi alla vita, il lavoro: di direttrici di vita ce ne sono tantissim e ^-!.
Un
commerciante
di
sessantasei
anni
racconta
così
il
fondamentale
Le vite degli intervistati sono totalizzate alla religiosità, specialmente per quelli
quella di catechista per bambini ed adulti e coordinatrice parrocchiale a quel
che hanno vissuto la tappa dell'iniziazione alla Preghiera. Questa tappa forma gli
la che attualmente ricopro come ministro straordinario della Comunione in
aderenti ad una pratica religiosa legata alla preghiera individuale visto che questi,
ospedale a quella di volontaria ospedaliera. Non credo che il Cammino porti
tutte le mattine, recitano l’Ufficio delle letture e le Lodi mattutine, seguite poi da un
a fermarsi in parrocchia ma anzi che attraverso la "scoperta” di un Dio Padre
momento meditativo di preghiera silenziosa. Questo momento di preghiera che
ci inviti ad andare fuori dalle mura e dai confini per portare la nostra espe
dura circa trenta minuti modifica le abitudini quotidiane degli intervistati.
rienza a chi asp ettarsi.
Alcuni liberi professionisti testimoniano la loro scelta di non compiere azioni non cristiane tipiche del proprio mestiere e di organizzare il proprio lavoro se condo gli appuntamenti previsti dal proprio itinerario di fede. Però dobbiamo sottolineare che tutti gli intervistati «continuano a fare ciò che facevano prima del l’entrata nel movimento: nel senso che continuano a lavorare con gli stessi ritmi di prima, continuano a guadagnare, continuano a rispettare tutte le regole imposte
L’essere cristiani diventa il primo compito degli aderenti. Ciò fa in modo che il valore della famiglia, prospettato all’interno di questa esperienza di fede, non sia un idolo, ma il primo momento di evangelizzazione dove poter mettere in pratica i precetti evangelici^-]. L’incontro con Dio
dal proprio datore di lavoro, in altri termini a recitare il ruolo che, all'interno di que st’ambito, la società ha assegnato lo ro » ^ 3 Ì.
I cambiamenti radicali che si riscontrano nelle vite degli intervistati sono stret
Anche la vita delle casalinghe subisce drastiche modifiche, queste dicono di
tamente legati ad una nuova concezione del senso della vita, di una nuova conce
dedicare più tempo alla preghiera e all’assistenza ai poveri e ai malati, e meno alla
zione di Dio. Gli aderenti sembrano andare controtendenza rispetto al mondo che
televisione. Interessante risulta la testimonianza di una casalinga di cinquantadue
li circonda. Il mondo moderno è caratterizzato dallo sviluppo della scienza e della ragione,
anni:
che ha permesso quello che Max Weber definì «processo di disicantamento del Prima del Cammino pensavo che Dio fosse lontano dagli uomini, ora so
mondo»
. Ovvero l'uomo può affrancarsi dall’incanto delle formule magiche e
che Dio è sempre al mio fianco in ogni tempo della mia storia. Conoscerlo
della superstizione perché la conoscenza e la tecnologia gli consentono la spiega
mi ha permesso di essere disponibile per chi mi chiede aiuto di qualsiasi tipo
zione dei fenomeni e il loro controllo. Ma come lo stesso Weber sottolineava ci
(assistere ammalati, accompagnare chi sta senza auto etc...) spendendo il mio tempo per la famiglia e il prossim o^--!. Simile risulta essere l’esperienza di un'altra casalinga di cinquantasei anni:
tando a sua volta le domanda di Lev Tolstoj «che dobbiamo fare? Come dobbiamo vivere?», il senso della vita resta inevaso, non trova significato in questi percorsi di conoscenza. Anzi, l’età globalizzata lascia l'uomo solo di fronte alle sfide della malattia, della morte e del fallimento. Per paradosso, McLuhan sottolinea che la ra
Personalmente attraverso il Cammino ho vissuto diverse esperienze, da
gione ha prodotto la morte del mistero e quindi di Dio. Ma la solitudine di questa
condizione ha riaperto all’uomo la strada del misterico, della magia e
mia fede non è speculativa, ma è qualcosa che insiste sui memoriali che il Si
dell’o c c u lto ^ ^ . E infatti sin dall’inizio del secolo proprio la gioventù intellettuale
gnore mi ha fatto vivere. Per me Dio esiste perché ha agito^— l
ha cercato vie moderne per il rapporto con il Dio trascendente. I movimenti eccle siali in qualche modo sono itinerari di questa ricerca, in quanto rispondono al bisogno ad un ritorno ad un Dio che riempie tutti gli spazi della vita dell’individuo
In seguito all’entrata nel Cammino, ogni aspetto della vita degli intervistati comincia ad avere un senso che prima non aveva:
donandole significato. Così ché i tempi contemporanei che si erano presentati
Dio si è presentato durante le tue crisi e ti aiuta e t’indica dove c’è il bene e
come i più razionali della storia dell’uomo sembrano «i più religiosi di
dove c’è il male. Per me Dio è la mia speranza, cioè tutto quello che vedo in
sempre»k^9] L’esperienza religiosa che gli intervistati hanno all’interno del Cam mino Neocatecumenale è ascrivibile al ritorno alle religioni tradizionali. Gli intervistati dichiarano spesso di aver riscoperto la presenza e l’agire di Dio in
torno a me anche se è brutto c’è sempre Dio, e per questo se pur c’è il male io ho una persona concreta, cioè Gesù Cristo, al quale mi posso aprire, mi posso confrontare. Lui è sempre è presente e non mi lascia.
modo concreto nella propria vita. Tutti reinterpretano la propria vita come se Dio li avesse scelti.
Il Dio astratto diventa concreto, spingendo un gran numero d'intervistati a ri conoscerlo come padre:
La problematica dell’azione divina nella conversione permette loro di ri conoscere retrospettivamente i segni di un lavoro della grazia nella loro vita,
Oggi con Dio ho una relazione di libertà anche nella preghiera. Con lui
anteriore all’evento della conversione e preliminare alla consapevolezza che
parlo come se parlassi a mio padre. È una cosa che sento fortemente e mi
ne hanno. In un universo moderno in cui la capacità organizzatrice e norma tiva delle istituzioni è fortemente compromessa, per il fatto stesso della sua imprevedibilità e improbabilità la conversione accredita l’idea compensatrice
porta dei risultati riuscendo a vivere meglio la mia v ita ^ -^ . Interessante che questo avvenga anche in persone appartenenti all'ordine sacro, come questo frate francescano:
di una presenza e di un’azione invisibile e silenziosa del divino in un mondo che ne ignora la potenza^— ].
Ho scoperto che Dio è padre di misericordia e donatore di vita. È una rela zione d' amore che libera e dà p a c e ^ ^ l.
Per gli aderenti, Dio si manifesta nel concreto, nessuno di essi lo descrive in ter mini teologici o in modo astratto. Interessante è a riguardo questo passaggio di un’intervista:
Anzi dopo l’incontro con “ Dio padre” gli intervistati si dichiarano portatori di una nuova visione del mondo
Prima di entrare in Cammino Dio per me era un’entità superiore che ci
che comporta conseguenze concrete per ciò che concerne l’agire quoti
guardava e interagiva con noi. Mentre oggi per me è una persona e quindi la
diano, fino ad adottare comportamenti che potremo definire rischiosi,
soprattutto dal punto di vista economico, come per esempio la tendenza ad
vita e che Lui è l’unico che può salvarmi. Prima di entrare in Cammino, Dio
avere tanti figli che si fonda proprio sulla convinzione della continua pre
lo vedevo come una persona cara, ma la morte di mio marito mi ha scon
senza divina nella propria vicenda personale che provvede a non far mancare
volto e lo vedevo come qualcosa di lontano^— J .
nulla a chi sa correre il rischio di fidarsi del Signore^— La riscoperta della “comunità’ Per i giovani l’azione di Dio si manifesta nell’accettare di essere diversi dagli altri giovani, portando avanti una vita sessuale legata alla castità e dal rifiuto di droghe e alcol, come si evince da questa esperienza:
Come abbiamo visto in precedenza il Cammino Neocatecumenale è un itinerario di fede che «è vissuto in piccole comunità, dove i neocatecumeni divengono adulti nella fede, crescendo in umiltà, semplicità e lode»^ -
Ora mi rapporto con Dio come padre, con il quale puoi parlare ed esporre
Il ritorno ad una vita religiosa vissuta in comunità non è peculiare solo del Cam
tutti i tuoi problemi e le tue gioie. Potrei dire un rapporto più semplice. Que
mino Neocatecumenale ma è un fenomeno religioso in forte espansione, in special
sto rapporto sincero con Dio ha provocato cambiamenti concreti nella mia
modo all’interno del cattolicesimo. Questo fenomeno sembra essere anomalo,
vita. Per esempio il mio rapporto con il denaro che non è più di tipo posses
visto che viviamo in un epoca caratterizzata dal trionfo dell’individualismo e dallo
sivo, e nel mio rapporto con la sessualità che è valorizzata e non legata agli
sgretolamento di alcune delle più importante basi comunitarie entro le quali le reli
istinti naturali^” ’ .
gione si era radicata ^72]. Questo ritorno alla comunità è dato dal fatto che l’indi viduo ha bisogno di conferme per quanto concerne il suo agire religioso e per pre
Per le coppie sposate sta nell’apertura alla vita o nel superare un periodo di sofferenze legate ad una malattia propria o del proprio: Prima di entrare in Cammino non sapevo che Dio fosse davvero Padre. Oggi invece, io nei momenti di bisogno, quando sono sola, e durante gli
servare la visione del mondo che i credenti hanno abbracciato aderendo ad una determinata confessione religiosa^®!. Tali comunità permettono così agli indi vidui di «appoggiarsi l’uno all’altro in un reciproco sostegno contro un mondo esteriore che non riesce a c a p ire » ^ —1.
interventi di mio marito dovendo prendere decisioni importanti, ho speri
Non a caso, in questi anni, si va consolidando il proliferare di comunità volon
mentato la presenza di Cristo nella mia vita. Se non lo avessi avuto mi sarei persa1[54*-67'4]
tarie, nelle quali gli individui possono nuovamente soddisfare il bisogno di vivere socialmente i propri percorsi di senso individuale con gli a ltri^ ^ l pe r questo tali comunità devono essere lette proprio come frutto della modernità che «ha lasciato
Per le vedove, Dio diventa colui che dà senso alle morti dei propri mariti c che riempie quello spazio lasciato dalla figura maritale: Il Signore oggi mi è vicino, mi fa compagnia. Ho capito il valore della mia
l’individuo nudo e solo di fronte alle proprie produzioni di senso»^ 7-^ . La fine delle comunità di sangue, provocate dalla mobilità del mondo contemporaneo, ha portato l’uomo a costituire comunità nelle quali i legami sono capaci di assicurare ai membri l’effettiva solidarietà, la trasparenza della comunicazione e la
comunanza dei valori, visto il profondo relativismo culturale e valoriale presente al l'interno della società contemporanea e globalizzata. Un altro elemento tipico di queste nuove comunità è data dalla capacità della micro-solidarietà. Qui le persone hanno la possibilità di condividere con altri le
proprie famiglie biologiche»^—) . Molte sono le testimonianze degli intervistati nelle quali la comunità risulta es sere il luogo rifugio dalle avversità del mondo. Interessante a riguardo la seguente esperienza:
proprie esperienze di vita, i propri problemi psicologici e quelli m a teria li^ '’] Non a caso queste comunità hanno conosciuto il loro prolificarsi durante le profondi crisi economiche e sociali che hanno interessato le storia dell’uomo nell’epoca post-bellica e costituiscono un antidoto contro la solitudine, all’individualismo e al relativismo dei valori. In tale fenomeno devono essere collocate le comunità Neocatecumenali.
Personalmente ho vissuto questa esperienza in modo particolare quando nel 1999 ho vissuto delle crisi molto gravi della mia malattia: la Sclerosi Mul tipla. Vivendo in una situazione familiare molto difficile da cui non potevo avere aiuto, ho sperimentato l’amore e l'aiuto dei miei fratelli. Non dimen ticherò mai che più sorelle di comunità hanno fatto delle notti in ospedale per me, lasciando i figli e i mariti a casa. Ogni fratello o sorella ha fatto qual
La vita comunitaria
cosa per me, c’è chi mi ha aiutata in ospedale e chi lo ha fatto quando sono tornata a casa. È stato importante per me anche chi mi ha regalato sempli
Secondo gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale la vita comunitaria è il primo momento dell’evangelizzazione. Secondo Kiko Argiiello «quello che arriva al
cemente dei fori, o mi ha portato in ospedale la mozzarella, che non potevo mangiare. (Aférmazione seguita da un ampio sorriso) 147-9]
mondo è il miracolo morale»^?-®, ossia «una comunità di fratelli, uomini e donne, anziani e giovani, uniti dalla predicazione, salvati dalla loro morte, riuniti in Gesù Cristo. Una comunità che sta lì per anni, senza imporsi o costringere nes suno, che è presente in mezzo agli uomini partecipando alla loro s o rte » ^ '7-'. Ciò
È evidente che per l’intervistata i suoi “fratelli” di comunità, in un momento di profonda difficoltà l'hanno assistita come se fosse per loro una sorella di sangue. Tali segni di unità sono stati riscontrati anche da intervistati non napoletani.
che differenzia gli aderenti dagli altri individui è dato dall’amore, da come queste
Interessante risulta essere la testimonianza raccolta in una parrocchia di Campo-
comunità esprimono segni dell’unità e dell'aiuto reciproco. L’unità va formandosi
sampiero in provincia di Padova:
e rafforzandosi grazie alle liturgie che gli aderenti vivono all’interno di questo itine rario di fede: il Tripode. Esso prevede tre momenti significativi e periodici. Un incontro settimanale di ascolto del testo biblico, la partecipazione al sacramento eucaristico della Domenica e un tempo di ritiro con la comunità riunita per condi videre le esperienze di vita. Tutto questo permette agli aderenti di riconoscere nella comunità «la famiglia ideale all’interno della quale è possibile condividere le pro prie emozioni e le proprie esperienze, come spesso, invece, non accade nelle
Nella mia comunità c’è una sorella africana che si trova in grande difficoltà economica perché non trova lavoro, il marito l’ha abbandonata lasciandole a carico quattro figli. Lo Stato è arrivato fino ad un certo punto a sostenerla economicamente ma ora non ha più nulla. Capita che, qualche volta, un fra tello della comunità, in modo anonimo, le faccia arrivare qualche busta con dei soldi, oppure scatole con alimenti. Il fatto più importante è che a lei ha
sempre trasmesso la fede dei suoi figli: “ Non di solo pane vive l’uomo ma di
soltanto i fratelli ma il rapporto che s’istaura con loro. Si crea una fraternità,
ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Il Signore ha ascoltato le sue pre
lo penso che quest'unità, quest’aiuto reciproco nelle cose è importante, lo mi
ghiere. Ho potuto dare la mia testimonianza ai loro figli e uno di loro ha
trovo qua e ho dei problemi con le lavatrici e le sorelle mi aiutano. Poi si fa la
risposto entrando in comunità. Questo ha comportato che lei si sentisse
decima, se nella comunità ci sono persone con problemi economici, con
sostenuta e in comunione con questo figlio^— I.
questi soldi o fondo cassa il fratello bisognoso può accedere a quest’aiuto. Noi dobbiamo anche condividere i beni 1^-3]
In questo caso è chiaro come la comunità riesca ad aiutare persone che vivono in estrema povertà. In molti casi, gli aderenti dando disponibilità di tempo e di da
L’intervistato, originario dell’ Ecuador, vive ormai in Italia da ben due anni. Da
naro, riempiono quel vuoto di welfare presente nelle nostre società contemporanee.
circa un anno e mezzo si è unito alla IV3 comunità della parrocchia di San Gio
Si può pensare che il maggior numero di comunità neocatecumenali sia presente
vanni Evangelista in Porta S. Gennaro. Vivendo da solo, trova nelle “sorelle” di
proprio in quei in quei paesi dove lo Stato sociale è assente, o dove esso sta regre
comunità un aiuto oer quanto riguarda i bucati. Inoltre, egli parla della decima. Gli
dendo dalla società^— l
aderenti del Cammino Neocatecumenale, una volta al mese sono chiamati a fare
Anche un'aderente proveniente dalla Slovacchia testimonia segni di fiducia reci proca all’interno della propria comunità:
una c o lle tta ^ ^ . Solitamente, tale pratica viene effettuata al termine della celebra zione della parola. Il responsabile della comunità, munito di un sacchetto dei ri fiuti, che simboleggia il disprezzo verso il danaro che viene utilizzato dagli aderenti
lo sono nel Cammino da pochi anni, perciò questi segni per me si manife stano più nella comunità dei miei genitori e quelli sono evidenti. Quando un fratello sta male o ha qualche problema grave di qualunque tipo, si sa, si prega per lui e per quanto sia possibile, si aiuta anche materialmente. Per esempio, un fratello di comunità al quale è morta la madre, si va ad aiutarlo in casa, a cucinare ecc. Anche nella mia comunità ho già visto dei segni di questo tipo, quando anch'io ero all'ospedale, pregavano per me, alcuni mi hanno visitata^— L Nelle comunità con più anni di Cammino i segni d’aiuto reciproco in abito mate riale sono ancora più evidenti e forti:
per vivere e non come fine della propria vita, passa tra i vari aderenti che libera mente e nelle proprie possibilità, mettono del danaro nel sacchetto. Inizialmente tali soldi servono per l’acquisto di arredi liturgici e dei fiori per le celebrazioni. Gli aderenti, dopo aver vissuto il secondo scrutinio battesimale, «sono invitati libera mente, ogni mese, a consegnare al responsabile della propria comunità il dieci per cento dei propri guadagni, tale pratica, nell’Antico testamento^—
è chiamata
Aec'ima»L 86]J . 144 d "— La decima avviene nella stessa segretezza della colletta. Nessuno sa se l’ade rente abbia davvero versato la decima dei suoi guadagni. Inoltre, la totalità della de cima è conosciuta solamente dal responsabile. Questi soldi sono gestiti dal par roco e dal responsabile per poi essere dati agli aderenti più bisognosi^-^.
Questo è importante e vitale per la comunità, perché la comunità non è
La decima fa in modo che tra gli aderenti si crei una rapporto di fiducia, infatti
«più una comunità è uguale, e maggiore è la fiducia. Laddove le persone hanno
in me stesso e non uscivo più di casa. I fratelli sono venuti a trovarmi sop
vite e prospettive di vita simili, queste sono accomunate anche da quello che po
portando anche le mie vessazioni. Mi hanno accettato e mi hanno supportato
tremo definire il “profilo morale"»^— -' .
spiritualmente, lo pensavo che chi fosse più piccolo di me non mi avrebbe
Inoltre, per gli aderenti la decima risulta essere uno strumento grazie al quale si riesce ad essere più generosi con il prossimo, come nel caso di una pensionata di
mai potuto capire ed aiutare, ma il Signore ha permesso che i mie fratelli più piccoli mi aiutassero^®®’ .
settantatré anni: La comunità risulta essere fondamentale nei momenti in cui i singoli aderenti vi Vivendo insieme ci compenetriamo nei problemi di tutti quanti, oggi ci sono gravi problemi economici e con la decima riusciamo ad aiutare i fratelli
vono momenti di profonda crisi spirituale e psicologica. Infatti la comunità riesce, tramite la propria vicinanza sia materiale sia spirituale all’aderente, ad aiutare l’ade
più bisognosi. Questa è un’esperienza che ti aiuta ad essere più generosi
rente a ritrovare nelle sue vicende personali la volontà di Dio. In poche parole, la
anche con le persone al di fuori della com unità^-®’
comunità riesce a sostenere un riordinamento di senso verso la volontà di Dio nelle avversità degli aderenti.
La pratica delle collette è espressamente dichiarato neH’articolo 4 degli statuti, al comma terzo: «Nelle comunità vengono effettuate collette, in risposta a varie
Alla luce di quello che abbiamo visto fino ad ora, per alcuni aderenti la comunità
necessità. Spetta ai responsabili delle comunità, nonché alle equipes responsabili
è intesa come quel rifugio entro al quale c’è «un posto sicuro in cui i membri, che
del Cammino a ogni livello, assicurare che la gestione di tali collette avvenga con
hanno completato l’iniziazione, possono sentirsi sicuri dal male e/o dal carattere
grande senso di responsabilità e nel rispetto del Diritto»^®—].
illusorio della vita del mondo “esterno”» ^94]
In relazione ai soldi gli aderenti sono inoltre chiamati a pagare le tasse allo Stato. L'evasione fiscale nel Catechismo della Chiesa è considerata un grave peccato^®-!.
Però all’interno del campione di intervistati c’è anche chi non ha visto segni di unità e di aiuto reciproco, come nel caso di una studentessa di 23 anni:
Quindi, la decima, in paesi come il nostro, dove vige una delle tassazioni più alte al mondo, risulta essere un vero e proprio atto fiducia. Alla base quindi di una comu nità c’è il principio che «tutti conoscono tutti, e soprattutto, tutti devono potersi fi dare di tutti»^®^.
Forse per i pochi anni di Cammino non ho ancora esperienze da raccontare^®-’]. C'è anche chi ricorda con nostalgia la propria vecchia comunità di appartenenza,
I segni di unità e aiuto reciproco vengono testimoniati anche da intervistati che
visto che a causa dei vari trasferimenti di parrocchia, ora si ritrovano in comunità
non hanno ancora vissuto il Secondo scrutinio. Interessante risulta essere la te
formate da persone diverse e di numero molto più grandi di quelle precedenti.
stimonianza di un responsabile:
Questo è il caso di una pensionata di ottantuno anni:
Quando mi sono lasciato con la mia fidanzata per tre mesi mi sono chiuso
I segni di aiuto reciproco li ho visti in passato. Oggi vedo che c’è meno
unità nelle comunità in special modo nella mia. Oggi è difficile che avvenga
Molti descrivono le comunità come sette massoniche per la loro profonda chiu
una piena comunione, ed è difficile che i giovani aiutino i più anziani. Poi da
sura verso il mondo esterno^— 1. Simile risulta essere l’esperienza di una pensio
quando abbiamo cambiato parrocchia e visto che molti non abitano nella
nata di 64 anni, fuoriuscita dopo sette anni, arrivata alla tappa del secondo scru
stessa zone difficilmente ci si vede al di fuori della c h ie s a ^ —-L
tinio:
Visto che le comunità neocatecumenali «rappresentano una sorta di micro società all’interno della società, formate da un gruppo ristretto di p e rs o n e » ^ ^ ,
Una delle mie prima impressioni che ho avuto, che mi ha dato fortemente fastidio, è il carattere massonico delle comunità. Quando parlo di masso
quando esse diventano troppo grandi, le relazioni tra i vari aderenti perdono la loro
neria mi riferisco proprio a questo. Nel momento in cui chiesi aiuto ad un
consistenza. Non a caso si tende a formare comunità che non superino le
fratello, un aiuto per una persona al di fuori al Cammino, mi è stato negato.
persone, salvo eccezioni come risulta essere il caso di alcuni intervistati, che a
Ora non voglio entrare nel merito delle motivazioni, ma penso che se le per
causa di un trasferimento in varie parrocchie e con annesse fusioni, si sono ritro
sone del Cammino, come tutti i cristiani, non sono aperti agl'altri, ritornano
vati in una comunità formate da 57 persone. Come risulta anche da questa espe
alla massoneria^— L
rienza: Dalle interviste non sembrano trapelare elementi di dissenso interno o di pole Ti devo dire la verità. Non tutta la comunità vive in questo spirito. Non c’è un unione con tutti quanti, lo essendo ostiario, molti si sono accomodati e
miche. Un elemento tipico degli aderenti è quello di preservare la purezza dell’idea stessa di comunità. L’unica voce critica è la seguente:
scaricano a noi tutte le responsabilità. Sarebbe bello che anche gli altri ci aiu tassero nell'unità. Poi ho visto con la morte della sorella Veneranda. Con lei avevo un rapporto di vera sorellanza. Inoltre, tutta la comunità l’ha accom pagnata verso la morte. Con lei mi è venuta a mancare qualcosa di impor tante. Con lei era nato un vero amore fraterno. Mi faceva piacere stare con lei L49.9J. È chiaro che in una comunità di 57 persone^— ], le quali non vivono nello stes so quartiere, le interazioni sono più lente e sporadiche. Non a caso la stessa inter vistata testimonia un profondo legame con un’aderente, ormai defunta, la quale abitava nel suo medesimo stabile. Diverso invece risulta essere l’esperienza della comunità da parte dei fuoriusciti.
Ci sono cose che non capisco. Per esempio negli statuti si dice che l’ Eucarestia si debba fare a porta aperte invece da noi la si fa a porte chiuse. Questo mi fa interrogare su quanto noi obbediamo fedelmente alle direttive del Cammino. Il carattere settar o delle celebrazioni Neocatecumenali è stato sempre uno degli elementi critici verso il Cammino. Secondo le mie ricerche non tutte le comunità vivono la celebrazione eucaristica a porte aperte. La chiusura è molto più esplicita nel meridione d’Italia e in alcune parrocchie spagnole, mentre nel resto nel mondo e nella fattispecie nei paesi anglosassoni, germanofoni e nell’America Meridionale le celebrazioni si svolgono a porte aperte^-^.
Alla luce di quello che abbiamo visto finora, gli aderenti vivono «l’essere nel
Come abbiamo visto in precedenza, il Cammino Neocatecumenale riprendendo
mondo e non del mondo, nel senso che essi continuano a vivere nella società
il Rinnovamento Liturgico del Concilio Vaticano II, celebra l'Eucarestia in modo co
esterna secolarizzata senza però condividerne i valori dominanti»^^41, riuscendo
munitario dove viene ripreso il mistero pasquale. Il precipuo schema celebrativo
così a vivere la propria fede e i propri valori all’interno della comunità.
adottato dal Camm no ha sollevato, e solleva tuttora, numerose diatribe teologiche. Ciò che spinge il gruppo di aderenti a vedere nell’ Eucarestia il momento più si
Il Tripode: la formazione alla fede nel Cammino Neocatecumenale Alla base della formazione alla fede del Cammino Neocatecumenale c’è il Tri pode. Per Tripode intendiamo i tre momenti principali ai quali gli aderenti sono chiamati che sono: la liturgia della Parola, la liturgia eucaristica e la convivenza mensile. «Questo Tripode sostiene tutto il Cammino Neocatecumenale e tutta la vita cristiana»^—51. Bisogna ricordare che il Tripode non è un’invenzione del Cam mino Neocatecumenale, ma è citato per ben 54 volte all’interno dei documenti del
gnificativo è il suo carattere comunitario e la sua ricchezza di segni, che permette di entrare in contatto con Dio. La seguente esperienza è paradigmatica di tutte le risposte registrate: Per me la Santa Messa è al di sopra di tutto, e il momento più importante della mia vita, lì si riceve lo spirito per fare tutto, La messa vissuta nel modo catecumenale, con tanti segni curati nei particolari e in comunità dà ancora più senso al miracolo eucaristico^— 1.
Concilio Vaticano ||l52Él e d è presente nella formazione alla fede di altri movimenti ecclesiali^-?"!. Ora vedremo come gli aderenti vivono questi tre momenti specifici all’interno
Ma l'aspetto comunitario sicuramente è quello che accomuna anche gli altri due momenti: la liturgia della Parola e la convivenza.
della propria vita, e quale di questi tre momenti risulta per essi fondamentali. A voler catalogare le risposte degli intervistati il risultato è il seguente: la maggior parte degli intervistati ritiene che il Tripode sia la base della vita comunitaria, e se i tre momenti non sono vissuti contemporaneamente, non si vive l’itinerario di fede
Liturgia della Parola e convivenza Dopo aver analizzato come l’ Eucarestia sia vissuta nel Cammino Neocate cumenale, ora analizzeremo la liturgia della Parola e la convivenza.
del Cammino. Un gruppo consistente ritiene che dei tre momenti quello fonda
La liturgia della Parola si svolge una volta alla settimana, solitamente il mer
mentale sia l'Eucarestia, poi c’è un gruppo più piccolo che considera fondamentale
coledì. Anche se la sua struttura va a modificandosi secondo le tappe del Cam
la convivenza e infine solo un aderente ritiene che fondamentale per la propria vita
mino vissute dagli aderenti, la base liturgica è sempre la stessa. La liturgia si suddi
sia la liturgia della Parola. Ora analizzeremo nella fattispecie i tre momenti speci
vide in due momenti, il primo di ascolto del testo biblico e il secondo detto della
fici. La liturgia eucaristica
“risonanza”. Durame questo momento gli aderenti sono invitati a condividere con gli altri ciò che la Parola di Dio gli ha detto e come essa si realizza nella propria vita. In questo momento «la Bibbia assume un ruolo centrale perché viene
utilizzata come mezzo attraverso il quale dare senso ai fatti concreti della propria
ci può essere un momento migliore dell’altro. I tre momenti sono conse
esistenza, così come fonte autorevole di valori cui ciascuno deve attingere in rela
quenziali. L’incontro della Parole è l’appuntamento con il tuo innamorato che
zione ai comportamenti da adottare nella propria vita quotidiana»^-9J.
t’illumina la tua vita con la sua parole. Esci dalla liturgia riconoscendo il
La convivenza si vive una volta al mese, di domenica, e anch'essa si suddivide in
senso della tua vita. Quella dell’eucarestia è il Boom. L’incontro concreto con
due momenti. Il primo è quello della preghiera. Qui la comunità unita celebra le
il tuo sposo, che si offre a te con il suo corpo e il suo sangue e con lui diventi
Lodi Mattutine recitando e cantando i salmi. Il secondo momento è quello propria
una cosa sola. Questa è una delle cose più belle del Cammino perché esci
mente detto del “giro di esperienza” in cui ogni aderente condivide la propria espe
dall’eucarestia come una persona nuova perché in me c’è Cristo. Anche se
rienza di vita comunitaria. Per un gruppo di intervistati la convivenza sembra avere un ruolo centrale all’in
questa sensazione dura per un momento limitato. La convivenza serve per condividere con i fratelli questi momenti, portare la tua esperienza in queste
terno del proprio itinerario formativo. Per questi, “il giro di esperienza” permette
situazione, per far vedere ciò che il Signore ha fatto nella tua vita e nello stes
alla comunità di conoscersi e di amarsi. Questo si evince dalle seguenti parole:
so tempo serve a maturarti e darti una speranza sempre più grande^— 1.
Il più significativo è sicuramente il ritiro con la comunità in quanto puoi
Possiamo concludere dicendo che ciò che accomuna i tre momenti del Tripode è
conoscere i fratelli nel loro essere, con tutti i problemi, difetti, pregi senza
la possibilità degli aderenti di poter condividere, tramite le proprie esperienze, la
inibizioni ed ostacoli. Nel giro d’esperienza ti senti libero di poter parlare
presenza concreta di Dio nella propria vita.
senza sentirti giudicato e sapendo che quello che dici diventa problema e preghiera di tutti e non solo tuo^— 1. Il “giro di esperienza” permette, così, agli aderenti di riconoscere che «nelle loro vite tutto è segno, ogni fatto che accade è il frutto di un intervento del divino che si manifesta direttamente, seppur in maniera difficilmente comprensibile e inaspet tata, aH’interno della loro storia concreta»^—]. Come abbiamo detto in precedenza, la maggior parte degli intervistati considera il Tripode come una triade inscindibile, dalla quale nessun elemento può essere scisso, poiché: Quando si parla del Tripode, si parla della base essenziale del Cammino. È come in un tavolino a tre piedi. Se manca uno di questi piedi tutto cade. Non
C A P IT O LO VI
penitenziali e in più c’è la formazione che deriva dall’ascolto e della procla mazione Kerygmatico della parola. Questo mi aiuta a convertirmi dalla mia
IL M O N D O VISTO DALLA CO M U N ITÀ Il rapporto tra i neocatecumenali e il mondo dei movimenti ecclesiali
situazione di peccato ]$— ]’ Importante notare che per gli aderenti una delle principali motivazioni che li
I movimenti ecclesiali, grazie alla loro numerosità moltiplicano l'offerta religiosa
spinge a permanere in questo itinerario di fede è il farli riconoscere peccatori. Que
della stessa Chiesa permettendole di assumere sempre più un carattere universale,
sta scoperta «consente innanzitutto ai convertiti di accertarsi così come si è, con i
rispondendo così al bisogno religioso presente all’interno della società contem
propri limiti e i propri errori, ma tale scoperta aiuta anche in un altro senso: essa
poranea. La proliferazione dei movimenti però ha posto una forte interrogativo, ov
offre la possibilità di provare a migliorarsi, a diventare veri cristiani cercando di
vero se questi formino un tutt’uno nella Chiesa Cattolica o meno^-31 . Sicuramente
non commettere più tutti quei peccati che la maggior parte delle persone continua
questi movimenti, nel periodo propriamente post-conciliare fino alla fine degli anni
a commettere perché ignora di essere peccatore» ^17.] Q u e s f o conoscersi è un va
ottanta, hanno vissuto in modo autonomo, che potremo sintetizzare con lo s/ogon «Noi siamo la Chiesa»'-^]. A partire dagli anni ‘80, tali movimenti hanno inco
varsi dalle tentazioni che potrebbero mettere in discussione la propria conver
minciato a conoscersi tra di loro tramite meeting e incontri internazionali. Da allora
sione. Questo fa in modo che l’aderente non cerchi altri itinerari di fede.
lore essenziale per gli aderenti perché permette di maturare nella fede e di preser
molti sono stati gli incontri tra i vari movimenti, e per quanto riguarda il Cammino
Un piccolo gruppo di intervistati, formato da cinque persone, pur riconoscendo
Neocatecumenale, esso ha buoni rapporti con i maggiori movimenti presenti sulla
nel Cammino Neocatecumenale l'itinerario di fede più adatto a sé, ritengono che
scena internazionale^-^].
tutti gli itinerari di fede portino a Dio:
Ora risulta interessante vedere quale sia il livello di conoscenza, da parte degli intervistati, degli altri movimenti ecclesiali. La maggior parte degli intervistati am mette di non conoscere altri itinerari formativi alla vita cristiana al di fuori di quello del Cammino Neocatecumenale, e considera il Cammino Neocatecumenale il mi
Ho amici che sono nell’Opus Dei o nel Lazos de Amor Mariano^—I nato in Colombia. Sono movimenti che avvicinano gli uomini a Dio. Il Cammino non è il solo che avvicina l’uomo a Dio. Ma sicuramente è quello più adatto a me [519].
glior itinerario di fede adatto alla propria personalità. Interessante risulta la se guente esperienza: Gli altri itinerari di fede non li conosco. Per questo come si dice a Napoli non bisogna cambiare la via vecchia con quella nuova. Ma per me il Cam mino dona una formazione completa che prende le liturgia tra eucarestia e
Anche qui la conoscenza di altri movimenti è superficiale, e non spinge l’ade rente a esperimentarli, visto che nel Cammino riesce a sopperire a tutti i suoi biso gni spirituali Un altro piccolo gruppo d’intervistati, formato anch’esso da cinque persone, ha una visione negativa degli altri movimenti; come nel seguente caso:
lo ti dico la verità, nella nostra parrocchia c’è anche il Rinnovamento dello
Prima del Cammino frequentavo la Comunità di Sant’Egidio andavo agli
Spirito. Ho partecipato ad alcuni incontri. Ma non cambierei il Cammino per
incontri del gruppo, dove ho conosciuto amici e fatto esperienze insieme ad
il Rinnovamento. Per me sono un po’ esaltati duranti i canti, lo penso che ci
altri giovani con i quali si è creata una vera e propria amicizia anche se oggi
vuole un po’ di equilibrio durante le funzioni^— 1.
non ci frequentiamo spesso. Ma ci vogliamo bene ed è una vera gioia rincon trarci. Con questo gruppo facevo il servizio di “Scuola popolare”, una sorta di
Curiosamente le critiche mosse dagli aderenti verso gli altri movimenti ecclesiali sono simili a quelle fatte al Cammino stesso. Queste critiche verso gli altri movi menti sono determinate da tre motivi. Il primo è che questi non si adattano alla personalità dell’intervistato; il secondo invece una mancanza o superficiale cono scenza di questi movimenti; il terzo infine è la mancanza del Tripode e della vita
doposcuola, per i bambini di un quartiere disagiato di Napoli. Nonostante ciò l’incontro con Gesù Cristo l’ho vissuto grazie al Cammino Neocate cumenale attraverso l’ascolto della predicazione e la vita comunitaria. Molto importante è stato per me anche l’aiuto dei catechisti, che mi hanno dato pa role di consolazione e di sostegno che non avevo sentito altrove ^ — 1.
comunitaria. Quest’ultimo si evince dall’esperienza di una persona che pur avendo partecipato in età adolescenziale alla pastorale giovanile e all'Azione Cattolica non ha incontrato la vita comunitaria e il Tripode:
Inoltre, per lei risulta essere fondamentale l’aiuto dei catechisti. Questi assu mono un ruolo fondamentale poiché riescono sia a parlare alla comunità e sia ai singoli presenti in essa. Infatti «nel mondo profano, quando si perde la propria
In questo Cammino c’è la possibilità di risuonare di sentirti chiesa e di non fare cose temporanee. Il Cammino ti porta ad una convivenza forzata con i fratelli, lo sono una persona incostante e il Cammino sopperisce a questo mio difetto. Nella comunità devi per forza rapportarti con coloro che ti sono antipatici ma sei costretto a convivere con gli altri ed amarli così come sono. Negl’altri percorsi questo non c’è, non si vive questo. Il Cammino dura per tutta la tua vita. È un mistero^—).
identità o se ne vuole una nuova, si ricorre allo psichiatra: per 80 dollari costui restituisce il senso ad una vita. I catechisti devono prendere come modello lo psi chiatra; è una figura nuova un nuovo tipo di insegnate. Si tratta di adottare il me todo del seminario verso le singole persone, secondo il sistema britannico del tutor»^-^. I catechisti del Cammino, grazie anche alle tappe e agli scrutini, pos sono seguire singolarmente tutti gli aderenti di una comunità, aiutandoli a ride finire il senso della propria vita. Bisogna ricordare che questi scrutini vengono
L’ultimo gruppo, formato anch’esso da cinque persone, risulta essere quello più
sempre vissuti in un ambiente comunitario, anche quando i catechisti si confron
interessante. Questi, prima di conoscere il Cammino Neocatecumenale, hanno,
tano con il singolo aderente. Questo confronto avviene senza forzare il foro interno
seppur per un breve periodo, provato un’esperienza all’interno di altri movimenti
dell’individuo. Per questo il ruolo del catechista è tale solo all'interno di un am
ecclesiali come quelle della Comunità di Sant’Egidio o del Rinnovamento dello Spi
biente comunitario, in cui si condividono le stesse visioni del mondo e della vita.
rito. Come per questa insegnate di trentanove anni:
Interessante risulta essere anche la seguente esperienza: lo, prima di entrare nel Cammino Neocatecumenale, ho frequentato il
Rinnovamento nello Spirito. Pur avendo un modo di pregare intenso questo
rispondere per il Cammino, e posso dire che vedere famiglie in missione,
non era adatto a me. Mi sentivo inadeguata, lo avevo bisogno di qualcosa di
catechisti itineranti e fratelli laici che lavorano con lo zelo nella vigna ti fa
più concreto, lo non sono una persona contemplativa. Il Cammino più si
comprendere la bellezza dell’amore di Dio che si manifesta nelle forme più
adatta alla mia personalità 15^4],
svariate. Nelle nostre comunità si sperimenta sempre l’aiuto vicendevole tra
Da queste testimonianze si evince la mancanza di osmosi tra i vari movimenti ecclesiali, infatti nessuno degli intervistati vive una mobilità tra i vari itinerari di fede poiché nel proprio riesce a ricostruire il senso della propria vita, cosa che non ottiene con altri movimenti.
il presbitero e i fratelli laici, l’uno ha bisogno dell’altro in un mix di [525] amore1-'- -". Inoltre, centrale risulta essere per gli intervistati la possibilità dei laici di parte cipare alla predicazione e all’evangelizzazione, poiché l’evangelizzazione del laico riesce più facilmente ad attirare i lontani, visto che questi possono identificarsi con
Il ruolo attivo dei laici nella Chiesa Ora analizzeremo come gli intervistati giudichino il ruolo attivo dei laici all’in terno delle parrocchie. Per tutti gli intervistati il ruolo dei laici all'interno della Chie sa viene visto in modo positivo. La maggioranza degli intervistati risponde par tendo dalla propria esperienza personale e vedendo nel Cammino Neocatecumenale la piena attuazione dei documenti conciliari per quanto concerne l’atti vismo dei laici all'interno delle parrocchie. In realtà è vero che una tappa del Cam mino prevede sì che gli aderenti leggano tutti i documenti del Concilio Vaticano II,
qualcuno che ha avuto una vita simile alla propria. Interessante risulta essere que sta risposta: lo penso che il ruolo affidato ai laici è fondamentale, perché anche se i sacerdoti sono i custodi della Parola di Dio e dei sacramenti, i laici, che vi vono nella chiesa, sono integrati nel tessuto sociale mentre i sacerdoti fanno fatica ad entrare in contatto con la società. Per questo l’esperienza di vita data da un laico è un’integrazione fondamentale all’operato della Chiesa. Così, i lontani da Dio si possono identificare con persone uguali a loro^—
ma ciò non deve far pensare che in pratica questi siano conosciuti in modo appro fondito. Quindi la convinzione degli intervistati è determinata non da questa let tura, ma da una conoscenza generale che del Concilio si ha da una spiegazione de
C'è anche chi pensa che ci sia ancora da lavorare in questo senso, come questo avvocato di trentotto anni:
scrittiva data durante le catechesi iniziali. Interessante risulta essere questa espe Penso che la centralità del ruolo dei laici debba ancor di più maturare all’in
rienza:
terno della Chiesa e che le maggiori difficoltà che incontra il Cammino NeoPenso che sia un grandissimo dono dello Spirito Santo, che del resto come tutto il Concilio. La partecipazione attiva, dinamica dei laici alla vita della
catecumenale siano addebitabili alla forte presenza dei laici come guide e catechisti nei confronti dei laici^-^J .
Chiesa è un elemento fondamentale, un aiuto a tutto il clero, lo posso E proprio il protagonismo e l’attivismo dei catechisti e dei laici che
appartengono al Cammino Neocatecumenale ha portato alcuni sacerdoti e laici a formulare forti critiche contro questo itinerario di fede^— 1.
Risulta per questo interessante verificare come gli intervistati guardino il mondo che sta al di fuori della comunità e come essi si rapportino con esso.
Possiamo però concludere che per gli intervistati il ruolo dei laici risulti essere
La maggior parte degli intervistati percepisce il mondo moderno come forte
centrale all'interno della vita della Chiesa poiché, nella propria esperienza di vita,
mente secolarizzato, dove leggi e costumi contrastano i valori che ora sono domi
senza la presenza dai laici non si sarebbero mai avvicinati alla Chiesa Cattolica.
nati nella vita degli aderenti. La critica non appartiene solo al contesto di appar
Questo si evince esplicitamente nella seguente risposta:
tenenza degli aderenti, ma in generale al mondo intero. Esso viene visto come impermeabile alla Parola di Dio, accecato dagli idoli e della tentazione del demo
Meno male che c’è stato quest'apertura fondamentale grazie al Concilio. Noi dapprima siamo figli di Dio. Un Padre della C h ie sa ^ -^ diceva: per voi io
nio. Come nel seguente caso:
sono vescovo ma dapprima siamo fratelli. La visione laica porta un’espe
Il male dilaga. “ La più grande opera del demonio è convincere gli uomini
rienza e una varietà di esperienza che arricchisce la chiesa e l’evange
che lui non esiste". Questa frase famosa di San Paolo sintetizza la situazione
lizzazione. Questo va fatto con un attenzione particolari ai riti e ai formalismi
in cui oggi il mondo si trova. Il mondo negando Dio, si nega l’amore, la fede,
che sono importanti. La missione dell’evangelizzazione deve essere di tutti i
la speranza. Si sta ritornando al paganesimo: poco rispetto della vita umana
figli di Dio e non solo nelle mani dell’Ordine s a c ro ^ —J.
(dal concepimento alla morte naturale), una sessualità senza regole che pro voca il disfacimento della famiglia. Idolatria del corpo e poco spazio per la
La percezione del mondo esterno alla comunità
vita interiore, il silenzio e la riflessione. Si è passati così dalla libertà dei figli
Il sociologo Marzano, studiando il Cammino Neocatecumenale, ha definito la sua struttura simile a quella di una setta religiosa^-]. Una caratteristica delle sette religiose è
di Dio al libertinaggio^33J Per molti intervistati «la società moderna viene considerata colpevole, in quanto promuove una legislazione tendente sempre più a fare a meno delle leggi naturali e
...nell’opporsi ai valori più comuni e diffusi all'interno di una certa società,
dei valori cristiani»^3éJ. Viene così descritta una società che sembra tecnicamente
nel rappresentare una forma di protesta e di reazione, per certi versi una
demoralizzata. Il mondo viene percepito «come corrotto e corruttore, come una
sfida, contro i modelli di comportamento e di pensiero maggioritari. Talvolta
continua fonte di tentazioni, un mondo che procede sempre più verso
in nome di una perduta purezza originaria. Quest’atteggiamento si traduce nel tentativo di isolare i propri adepti dal resto della società, di segregarli nel mondo
chiuso
e autosufficiente
l’endogam ia»^-!.
della
vita
settaria,
di
promuovere
l’ateismo»^351 promulgato dai mezzi di comunicazione. Questa percezione fa in modo che gli aderenti si sentano una minoranza all’in terno del mondo contemporaneo, una minoranza rifiutata, come nel caso di un pensionato di 70 arni:
Per me il mondo moderno è un ostacolo alla fede. Domenica scorsa, men
difficile è essere capaci di continuare a prenderla sul serio, di conservare il
tre facevamo la missione di evangelizzazione, un persona mi ha preso a malo
senso della sua plausibilità. È qui che interviene la comunità religiosa; essa
modo. C’è un rifiuto verso Dio e la sua p a ro la ^ fl.
fornisce l’indispensabile struttura di plausibilità per la nuova realtà. Il conver tito può continuare ad essere tale solo nel contesto della comunità cristiana
Ma l’essere rifiutati non è un dramma per gli intervistati, i quali sono coscienti di “vivere nel mondo ma di non essere del mondo"; anzi è addirittura di stimolo per
che ti riconosce come tale e conferma il nuovo essere in ora colloca la pro pria identità^-].
portare avanti un’azione evangelizzatrice, come in questo caso: Questo spiega l’endogamia diffusa all’interno delle comunità, che è un’azione Kiko diceva: bisogna cambiare l'acqua. Tu vai a pescare? Per trovare i pesci bisogna cambiare acqua. Il mondo vive in un’acqua avvelenata. Bisogna cam biare l'acqua con la predicazione e la testimonianza di vita. Il mondo è un ostacolo alla fede? Certo che sì! Il mondo deve fare il suo mestiere. Noi cri stiani viviamo nel mondo ma non siamo del mondo perché abbiamo la fede. Però bisogna ricordare che la fede è una dono di Dio che ci è stata data con la predicazione. E non tutti hanno la fede, questo non significa che chi non ha fede andrà all’inferno. Nessuno di noi si può vantare della propria fede. Tutto quello che avuto nella vita ho capito che me lo ha donato Dio. Tutto ciò che Dio mi ha donato nella mia vita lo ha fatto per prepararmi all’incontro con Lui. Per questo io non posso non predicare. Chi non è cristiano non dob biamo togliere a questi il diritto di poterlo diventare. Senza Cristo non c’è niente^??-! .
naturale che spinge gli aderenti a difendersi dai valori demoralizzati del mondo esterno. Inoltre, un altro elemento che induce a vedere nell’endogamia un'azione naturale e non un obbligo imposto dal Cammino stesso è dato dal fatto che l'endo gamia sia assente all’interno del Direttorio Catechetico. Un elemento che però risulta essere interessante è dato dal fatto che seppur gli intervistati vedano il mondo contemporaneo come qualcosa diverso da sé, per quanto riguarda i valori e modi di essere, nello stesso tempo vedono in esso la terra dove attuare la propria missione di evangelizzazione. Gli stessi intervistati tendono a definirsi come sacralizzatori della società, cioè «coloro che tendono ad opporsi alla secolarizzazione, mettendo in campo una serie di azioni volte a riaf fermare la forza de la religione nella so cietà»^ ?] Interessante risulta essere que sta testimonianza: La comunità è uno spaccato del mondo che ha ricevuto la grazia di vivere
Gli aderenti hanno bisogno di difendere il proprio sistema valoriale, la loro nuova visione del mondo e della vita, per questo risulta essere fondamentale la vita comunitaria e la partecipazione continua al Tripode poiché ...solo all’interno della comunità religiosa, la conversione può mantenere il suo valore. Fare esperienza di una conversione non è poi una gran cosa: il
misteri grandissimi. Credo che noi che facciamo parte della comunità ab biamo una responsabilità verso questo mondo moderno, con l’aiuto dello Spirito Santo dobbiamo fargli vedere che si può vivere in un altro modo, in una visione verticale della vita. Chi è risorto con Cristo pensa alle cose del cielo, quindi l’evangelizzazione è una logica conseguenza^—].
Per gli intervistati, pur se il mondo moderno risulta essere qualcosa di estraneo,
Per quanto concerne il Cammino Neocatecumenale, alcuni critici accusano gli
non è da condannare, poiché loro stessi provenivano da quel mondo e da quei va
aderenti dell’itinerario di fede di portare avanti una vera e propria azione adulatrice
lori. Essi pur riconoscendosi come dei sacralizzatori, non tendono ad un integra
verso Kiko Arguellc^^Wj, tanto da definire con il nome di Los Kikos (i Kikiani) il
lismo religioso teso a trasformare la società secolarizzata in una società teologica,
movimento stesso^-)] Risulta quindi interessante osservare cosa pensino gli
per esempio attraverso una presenza attiva in politica o nella sfera economico-
intervistati di Kiko Argiiello.
sociale, come invece accade per «i movimenti fondamentalisti come Comunione e Liberazione o il Movimento per la Vita»^411
Tutti gli intervistati nel parlare di Kiko Arguello sono stati brevi, anche coloro che hanno parlato di più durante l’intervista, in quanto posseggono una conoscenza
L’integralismo manifestato dagli aderenti, perlomeno per quanto riguarda la sua azione concreta nel mondo, sembra essere più del tipo ad intra (integralismo che insiste sulla totalizzazione interna) che del tipo ad extra (integralismo che tende ad una totalizzazione esterna) ^42], [qo n a c a s o e s s j tendono a costruire il proprio integralismo all’interno della comunità presentandosi al “mondo” come testimoni di una scelta di vita plausibile e praticabile. Non a caso, l’iniziatore Kiko Arguello è
limitata dell'iniziatore del Cammino. Alcuni identificano Kiko Argiiello come l’iniziatore e fondatore del Cammino Neocatecumenale grazie al quale sono venuti a conoscenza di Dio: È il fondatole del mio itinerario di fede e grazie a questo itinerario ho cono sciuto Dio^4-].
sempre stato contrario a qualsiasi impegno politico da parte del Cammino Neo-
Per altri Kiko Arguello è un uomo ispirato da Dio che, grazie alla sua opera di
catecumenale e alla costruzione di un sistema di scuole e università private tipico
evangelizzazione, ha permesso a molte persone di conoscere Dio e dare un senso
invece dei movimenti come Comunione e Liberazione.
alla propria vita:
Neocatecumeni o “ Los Kikos” ?
È un uomo ispirato da Dio che ha permesso di far conoscere Dio a tante
Lo storico Faggioli ha notato che una delle caratteristiche degli aderenti dei movimenti ecclesiali è quella
persone lontane da Dio e dalla Chiesa^47J Tra questi c’è chi considera Kiko come un santo e un profeta del mondo mo
di vedere negli scritti, negli atti e nella personalità del fondatore il centro di gravità non solo dell’identità collettiva ma anche del proprio essere cristiani,
derno: Per me Kiko è un uomo che è stato ispirato dallo Spirito Santo. E parago
con un rischio di esclusività rispetto alla globalità dell'esperienza di fede, a
nabile a Padre Pio, Madre Teresa o Chiara Lubich. Queste persone solo gra
questa tendenza si sommano sovente attitudini tra loro apparentemente
zie allo Spirito Santo hanno potuto fare ciò che hanno fatto. Quando sono
opposte
e
contraddittorie
Weltanschauung^3Ì.
ma
conseguenti
ad
una
medesima
stato a Gerusalemme ho visto la Domus, ho visto i concetti a New York con gli ebrei. Quest’uomo è riuscito a fare qualcosa d’impossibile far comunicare
ebrei e cristiani. Ma lo ha fatto grazie a Dio 154SI. Le opere del fondatore vengono descritte come straordinarie e che vanno al di là delle forze dello stesso Kiko:
anche una persona scom Dagli intervistati anziani si evince la completa mancanza d’informazione sulla vita dell’iniziatore del Cammino. Interessante risulta essere la risposta di una pen sionata di 70 anni alla domanda: chi è per te Kiko Arguello? Risponde:
Kiko Arguello è una persona meravigliosa piena di doni, perché, essendo musicista, lui ha composto ben 200 melodie per i salmi pur non essendo un
M: E chi sarebbe?
musicista professionista, poi ha scritto una sinfonia, ed è un pittore e archi
I: Il fondatore del Cammino.
tetto bravissimo. Sicuramente è un uomo ispirato. Lui da 40 anni gira il
M: Ah sì. Ho sentito parlare di lui ma non l’ho mai visto da vicino. Qualche
mondo promuovendo questo Cammino, fondando seminari sembra una
volta l’ho visto in video. Sembra proprio una brava persona. Si vede che il Si
cosa veramente illu m in a ta g li.
gnore è vicino a lui, da come parla, da come canta da come si muove. Sem bra una persona santificata^?-!.
Interessante come alcuni intervistati, parlando di Kiko usino un linguaggio fami liare paragonandolo ad un fratello:
Anche questa pensionata di 63 anni alla domanda risponde così:
Kiko è un fratello che ci ha preceduto nell’affidarsi a Dio e ci ha mostrato
In verità non conosco bene la sua storia. Ma se lui non ci fosse stato, que
quante opere Dio può fare con un uomo che nel passato lo aveva rinnegato.
sto Cammino non ci sarebbe stato. Ma, io non sono una grande fan di Kiko,
Lui non ha mai avuto nulla da insegnare a noi ma ha solo e sempre annun
per me è solo l’iniziatore del Cammino^??!.
ciato il Vangelo, testimoniando, come fa ogni catechista, con la sua Vita. Tale mancanza d’informazione spinge un intervistato a definire Kiko un medico. C’è anche chi lo ricorda come: “Un poveraccio e un cretino”, che però ha creduto alla volontà di Dio, do nando tutta la sua vita alla predicazione^?-!.
All’interno del campione interessante risulta essere questa risposta: Kiko per me è una persona ispirata da Dio. Egli è un evangelizzatore del mondo che ha accettato la volontà di Dio. Questo l’ho capito dopo aver letto la sua biografia!??^!.
C’è anche chi riconosce nei suoi comportamenti del fanatismo: Proprio quest’anno l’iniziatore del Cammino ha pubblicato la sua autobiografia. Per me è un santo che ha avuto un’esperienza di fede autentica e profonda. Anche se alcune volte può sembrare un fanatico. Lui dice ciò che pensa sem pre. Anche se ha di fronte un vescovo o un prete. Per questo risulta essere
Per la prima volta l'iniziatore del Cammino scrive un libro, nel quale descrive le ori gini del Cammino. Questo libro ha permesso a molti aderenti di venire a cono scenza della vita dell’iniziatore del Cammino, in special modo per i più anziani e a
coloro che non hanno mai partecipato attivamente agli incontri internazionali orga nizzati dagli iniziatori del Cammino.
Kiko Arguello, è una persona a cui devi gratitudine, che ha fatto un'opera ispirata dal Signore. Lui non è un leader, lui è un iniziatore che ha indicato la strada che ha i propri limiti. Posso escludere di avere un processo di identifi
Diversa invece risulta essere la situazione dei catechisti e dei giovani, i quali partecipando attivamente all’evangelizzazione, entrando così in contatto con il
cazione con Kiko. Per me non è un modello, lo non posso imitarlo sia per la sua nazionalità e il suo carattere'-’ -’^.
Direttorio Catechetico, e partecipando alle GMG e agli incontri con i fondatori, hanno un’idea più precisa dell’iniziatore:
Possiamo concludere dicendo che Kiko Arguello rappresenta per la maggior parte degli intervistati un esempio da seguire per divenire un cristiano adulto. Co
Quando inizia il Cammino era una personalità misteriosa. Poi dopo le CM C e gli incontri vocazionali ho capito la sua concretezza, un uomo che ha avuto una parola e a questa parola ha detto amen, senza troppe censure. È un’artista estroverso e particolare nelle sue attività ed eloquenza. Inizialmente mi sembrava una persona irraggiungibile, mentre oggi lo vedo più vicino a me il quale però si è affidata completamente a Dio. Lui non è un santone o capo di un’organizzazione lui ha sempre parlato delle sua esperienza con
DÌO [555] Simile è anche un’altra esperienza: Per me Kiko Argiiello è colui che mi ha fatto fare delle domande sulla mia vita. Quando ho conosciuto la sua vita per me sembra impossibile che il Cammino possa essere stato pensato da un uomo. Per me lui è un modello di imitare, poiché tramite lui molte persone sono venuta a conoscenza di Dio. Lui è un uomo ispirato come lo furono i dodici apostoli. L'ho cono sciuto di persona, mi ha dato il rosario, è colui che ha rivoluzionato con Gesù la mia vita^S-l. Kiko risulta essere così un esempio di conversione che però non può essere imi tato, vista le differenze culturali e caratteriali:
loro che più sono a conoscenza della sua vita sono i giovani, in special modo co loro che partecipano attivamente ai momenti di aggregazione del Cammino, o degli aderenti che sono impegnati nel carisma di catechista. Diversa invece risulta essere la visione degli anziani, i quali conoscono poco la vita dell’iniziatore e che sem brano non subirne I fascino. Quello che si evince dal campione da me intervistato è una mancanza di personalizzazione verso il fondatore, visto che ogni intervistato è portatore di un incontro intimo e personale con la fede, che non è imitabile e ripetibile. Ciò sembra differire dalle descrizioni che fa il periodico spagnolo “ El Pais” che etichetta gli aderenti, in special modo i giovani, con il nome di Los Kikos, cioè i Kikiani^S-l. Sarebbe interessante poter analizzare il Cammino Neocatecumenale in Spagna, la sua diffusione nel suo paese di origine e vedere come gli aderenti spagnoli vedano se stessi e il mondo che li circonda
C O N C L U S IO N I
bibliografica. Le fonti, pur essendo cospicue si presentano o con un linguaggio apologetico o con uno contro-apologetico. La maggior parte di questi testi è stato
Facendo una riflessione finale sul Cammino Neocatecumenale, possiamo dire che esso propone un itinerario di fede che risponde ai mutamenti della società post-moderna ben descritti dal sociologo Herbert Marshall McLuhan nel concetto di città globale. Per McLuhan il mondo, con l'evoluzione dei mezzi di comuni cazione, è diventato “piccolo" e ha assunto di conseguenza i comportamenti tipici di un villaggio. La formazione di una comunità globale ampia, ma anche molto integrata nelle sue diverse parti, incoraggia lo sviluppo di nuove forme di coinvol gimento internazionale e di correlativa responsabilità. Il termine villaggio globale è inteso, a tal proposito, in due sensi diversi: 1) da un punto di vista più letterale, ci si riferisce alla nozione di un piccolo spazio in cui le persone possono comunicare rapidamente tra loro e in tal modo l’informazione diviene molto più diffusa e immediata. Infatti, mediante i nostri “sensi estesi” ognuno di noi fa esperienza in tempo reale di eventi che possono avvenire fisicamente sull’altra faccia del pianeta; 2) da una prospettiva più ampia, si riferisce a una comunità dove tutti sono inter connessi aH'interno di uno spazio armonioso e omogeneo^59J. || Cammino Neo catecumenale, letto con le tesi di McLuhan, tenta di costituire nuove parrocchie sia per quanto concerne l’arte (il maggior esempio di questa nuova estetica è data dalla Domus Cali/aeae), sia tramite la formazione di nuovi cristiani che vivano la fede in modo radicale. Questo radicalismo si esprime nella vocazione evangelica ad amarsi gli uni con gli altri (Koinonia), accogliendosi e sostenendosi in tutte le circostanze. Così facendo la parrocchia diviene un villaggio dove ogni parroc chiano è protetto sia spiritualmente, sia materialmente. La ricerca è stata guidata dal proposito di presentare in una visione storica il fenomeno dei Movimenti Ecclesiali e del Cammino Neocatecumenale. Una delle maggiori difficoltà trovate nel ricostruire la loro storia è stata nella ricerca
scritto da membri delle gerarchie ecclesiali o da membri degli stessi Movimenti. Per questo la maggior parte di essi si presenta ripetitivo e senza notizie che ab biano un oggettivo valore storico. Inoltre, l’assenza di archivi da parte di questi movimenti rende ancora più difficile la ricerca storica, a quest’assenza bisogna sopperire portando avanti una “ricerca sul campo” basata su interviste e ricostru zioni avente come punti di riferimenti articoli di giornali e materiale video presente sulla rete o fornito dagli stessi aderenti. Per quanto riguarda il Cammino Neocatecumenale, il presente lavoro rappre senta uno dei primi studi storici che riguardano quest'argomento. La ricostruzione storica è stata ardua e difficile. Le fonti bibliografiche riguardanti la storia di questa itinerario di fede sono poche. La maggior parte delle notizie sono state prese da interviste o testimonianze rese dagli iniziatori del Cammino Neocatecumenale: Due interviste a Kiko Argùello, una data ad un'emittente televisiva e un periodico francese; e da due testimonianze rese da Carmen Hernadez, una in occasione della presentazione degl Statuti definitivi del Cammino Neocatecumenale nel 2008, e l’altra fatta durante una convivenza di Inizio Corso del 1994 in lingua spagnola. Queste presentano un linguaggio che si allinea nella tradizione kerygmaticocatechetica, fatto per colpire lo spirito dell’ascoltatore e non per fare una presen tazione storica dettagliata degli eventi. Questo vale anche per il libro autobiografico di Kiko Argùello pubblicato nel febbraio del 2013, che si presenta come un vero e proprio testo kerygmatico-catechetico e non come una vera e propria fonte storica. Col metodo comparativo le varie testimonianze sono state messe a confronto con notizie acquisite da colloqui con appartenenti al Cammino, anche di diverse parti del mondo a mezzo internet, con articoli dell’“Osservatore Romano”, con nume rosi documenti fotografici, e con documenti pubblicati dallo stesso Cammino
Neocatecumenale. Con queste informazioni è stato alla fine possibile fare una rico struzione non apologetica di questo itinerario di fede. Da questa ricostruzione storica si evince come il Cammino Neocatecumenale sia nato prima di tutto dall'incontro di due persone, che hanno avuto una formazione
confessioni religiose, infatti l’esperienza di fede proposta dal Cammino è stata av viata in chiese ortodosse, protestanti ed anglicane. Per quanto riguarda il secondo fattore, ormai il Cammino è sostenuto da un gran numero di cardinali e arcive scovi. Tra questi dobbiamo sicuramente ricordare: il cardinale arcivescovo di Vien
culturale e spirituale molto diversa. Da un lato c’è Kiko Arguello, un artista spa
na Christoph Schonborn, che è organico all’itinerario di fede; il cardinale arcive
gnolo che dopo una grave crisi spirituale si è riavvicinato alla fede grazie alle teorie
scovo di Boston Sean Patrick O'Malley che ha fortemente voluto nella sua città un
filosofiche di Bergson e dall’azione dei Cursillos de Cristianidad; dall’altra parte c’è
seminario Redemptoris Mater e ha appoggiato Kiko Argiiello per quanto riguarda
Carmen Hernadez, formata dalla rigida spiritualità gesuitica e con una coscienza
l’esecuzione dell’opera sinfonica nella sua città; il Prefetto per l'Evangelizzazione
radicata nel Concilio Vaticano II e nella teologia del Movimento Liturgico. Risulta
dei Popoli, il cardinale Fernando Filoni che ha sempre appoggiato il Cammino e lo
interessante il fatto che questo itinerario pur non essendo il primo ad operare una
ha guidato durante la stesura degli statuti; il Cardinale Paul Josef Cordes che dal
pastorale neocatecumenale sia riuscito ad espandersi in Spagna e in Italia grazie
1980 al 1995 è stato l'incaricato per l’apostolato del Cammino Neocatecumenale
all’azione del cardinale Casimiro M ordilo e del Cardinale Ermenegildo Florit; en
seguendone le sue azioni di evangelizzazione; il cardinale Camillo Ruini presidente
trambi appartenenti, durante il Concilio Vaticano II, al gruppo Coetus Internationalis
della Fondazione della Famiglia di Nazareth che gestisce l'economia della fonda
Patrum, di ispirazione conservatrice che faceva capo al Cardinale Giuseppe Siri. A
zione facente capo all’evangelizzazione del Cammino; il Presidente del Pontificio
partire dal 1974 il Cammino ha conosciuto la sua espansione internazionale. Que
Consiglio per i Laici il cardinale Stanislao Rylko che ha firmato l’approvazione defi
sto è avvenuto grazie alla relazione diretta degli iniziatori con i dicasteri vaticani,
nitiva degli Statuti nel 2008 e del Direttorio Catechetico nel 2010, oltre ad aver
che hanno disegnato la sua struttura inglobandolo all’interno della stessa Chiesa.
partecipato a vari incontri con gli iniziatori del Cammino; il cardinale arcivescovo
Ormai il Cammino, dopo l’approvazione definitiva degli statuti avvenuta nel 2008 e
di Lione Philippe Barbarin che ha voluto fortemente la missio ad gentes nella sua
del Direttorio Catechetico nel 2011, è una realtà stabilizzata nella Chiesa. La stabilità
diocesi; il cardinale arcivescovo di Colonia joachim Meisner che ha voluto la
di questo itinerario di fede è certificato da due fattori. Il primo riguarda l’apertura
fondazione di un seminario Redemptoris Mater nella sua diocesi ed ha presieduto
aH’ecumenismo, il secondo l’appoggio diffuso delle gerarchie ecclesiastiche. Per
l’incontro vocazionale di Dusseldorf del 2011; il cardinale arcivescovo di Madrid,
quanto riguarda l’ecumenismo il cammino si è fatto promotore di un forte dialogo
Ruoco Vaierà, che ha sempre appoggiato il Cammino raccomandandolo in tutte le
con gli ebrei, iniziato con la costruzione della Domus Calilee, oggi divenuto ancora
parrocchie della sua diocesi e che inoltre ha affidato a Kiko Arguello la Corona M i
più forte grazie alla rappresentazione dell’opera sinfbnico-catechetica La sofferenza
stica della Cattedrale dcll’Almudcna di Madrid.
degli innocenti nella quale si rende omaggio alle vittim e dell’olocausto. Questa ha
Questo gran numero di alti prelati testimoniano come ormai il Cammino sia una
permesso al Cammino di ottenere un appezzamento di terreno situato a Gerusa
realtà ben consolidata all'interno della Chiesa, in special modo per la sua azione
lemme dove verrà edificata la Domus Jerusalem. Attivo è il rapporto con le altre
d ’evangelizzazione che a partire dal 2011 ha come punto di riferimento l’Asia.
Per quanto concerne la pratica religiosa comunitaria il Cammino Neocatecumenale, come gli altri movimenti ecclesiali, è una delle risposte all’indi vidualismo del mondo post-moderno^— 1. Molti individui tentano di evadere da questo individualismo entrando in contatto con movimenti religiosi che si basano su di una pratica religioso-comunitaria. Interessante risulta analizzare brevemente come gli aderenti del Cammino Neocatecumenale siano entrati in contatto con questo movimento. Come si evince dalle interviste alla base vi è un momento di crisi individuale che molte volte è vissuta in un preciso contesto (familiare, lavo rativo, religioso...). Questo momento di crisi induce alcuni ad iniziare una ricerca di senso della propria vita, è proprio in questo momento che l’individuo incontra qualcuno del Cammino Neocatecumenale che gli annuncia il messaggio di sal vezza alla base del quale vi è la sintesi del messaggio kerygmatico: “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per il luminarti, per rafforzarti, per liberarti” ^ — !. Gì individui vengono così a contatto con la realtà del Cammino Neocate cumenale vivendo una serie di catechesi iniziali che li porteranno alla formazione di una comunità nella quale vivranno una nuova pratica religiosa impiantata sul l'impegno di mutare la propria vita. Un itinerario che proseguirà per oltre quarant’anni. Da come si evince dalle interviste, le conseguenze sono molteplici. Una parte degli intervistati manifesta una cambiamento radicale della propria vita, altri invece manifestano solo il cambiamento di alcune abitudini, altri invece decidono di abbandonare questo percorso di ricerca di senso^—
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Intervento di Benedetto XVI del 12 gennaio del 2006, 10 gennaio 2009 e del 17 gennaio 2011 consultabile al sito http://www.vatican.va. Intervista di Kiko Arguello a France Catholique, consultabile al sito http:// www.internetica.it. Intervista
di
Kiko
Arguello
a
ETWN,
consultabile
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www.segnideitempi.blogspot.com. Intervento di Carmen Hernàndez alla consegna degli Statuti, consultabile al sito http://www.camminoneocatecumenale.i.
De Juana Alvaro, Kiko Arguello presentata su obra sinfónico-catequética «El sufrimiento de los inocentes» en Madrid, 18/06/2011, http://www.camineo.info.
Nota
storica
di
Don
Ezechiele
Pasotti,
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“ La Sofferenza degli Innocenti" per i cristiani per la Terra Santa, 20/12/2011, http:// www.tv2000.it.
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La lettera del Cardinale Arinze agli iniziatori del Cammino del 1 dicembre del 2005 è consultabile al sito internet http://www.profeti.net.
Giovanni Paolo II, Discorso ai movimenti ecclesiali riuniti per il II colloquio Internazionale, 02/03/1987, http://www.vatican.va. Giovanni Paolo II, bolla Provvidi quae Decessores, 1991, Città del Vaticano, http:// www.vatican.va. Giovanni Paolo II, Discorso al IV convegno mondiale dei movimenti ecclesiali, 30
La storia del gruppo Seguimi consultabile al sito http://www.grupposeguimi.org. Informazioni sulla Domus Calilaeae consultabili al sito www.domusgalilaeae.org. Informazioni sul Cammino Neocatecumenale nel mondo, consultabili al sito http://www.religionenlibertad.com e http://www.asianews.it.
Papa
Francesco,
Regina
Coeli,
Piazza
San
Pietro
07/04/2013,
http://
www.vatican.va. Pezzi Paolo, / Cattolici russifra missione ed ecumenismo, http// www.frontiere.it. // Pontificio Consiglio per i Laici - Informazioni Cenerai! consultabile al sito http:// www.vatican.va. XXV Congresso Eucaristico: incontro con Kiko, Carmen e Padre Mario, 29/09/2011, http://Cam mino.lnfo.
[11
G. G o b o , Descrivere il m ondo. Teoria e pratica del m e to d o etnografico in sociologia, C arocci R om a, 2 0 0 ’, pp. 105-106.
Studio presente nell’appendice 1 del volume II.
A. Zambarbieri, / concili del Vaticano, San Paolo Editore, Torino, 1995 p. 136.
[31
L41
A. Zambarbieri, 1995, p. 140.
A. Zambarbieri, 1995, p. 140.
[51
[6]
Come riferisce la tabella compilata nel 1978 dalle Enciclopedie du monde chrétien,
Tale processo si manifesta ora nella sua pienezza, ma il suo inizio va datato già dal
Bilan du munde 1978-79, dal 1962 al 1972 ci fu una drastica diminuzione di voca
XIX secolo.
zioni sacerdotali di circa 25%. [8] [71
A. Zambarbieri, 1995, p. 142.
Cfr. Vazaquez Borau Josè Luis, Charles de Foucauld e la spiritualità di Nazaret, San Paolo, Milano, 2003.
[91 [IP]
Giovanni Vian, // modernismo. La Chiesa Cattolica in conflitto con la modernità, Ca
Cfr. Giovanni Vian, 2012; Daniela Saresella, Il Modernismo, Editrice Bibliografica,
rocci, Roma, 2012, pp. 64-71.
Milano, 1995.
Ini
[12]
A. Zambarbieri, 1995, p. 145.
Un esempio è la crisi dei missili di Cuba, dove gli Stati Uniti e Urss si confron tarono, decidendo di non usare le forza militare, dopo lo spiegamento sovietico di
[J3]
missili nucleari a Cuba. [141
La Chiesa Cattolica riconosce all’interno della sua tradizione ben ventuno Concili
A. Zambarbieri, 1995, p. 16.
Ecumenici, di questi, otto vengono considerati tali anche dalla Chiesa Ortodossa (G. L. Cardaropoli, Vaticano II. L'evento, i documenti, le interpretazioni, EDB, Bolo gna, 2002). [15]
[16]
A. Zambarbieri, 1995, p. 16.
A. Zambarbieri, 1995, p. 21.
[17.1
[1 3
A. Zambarbieri, 1995, p. 129.
A. Zambarbieri, 1995, p. 186.
[21]
[22]
A. Zambarbieri, 1995, p. 190.
A. Zambarbieri, 1995. p. 221.
[23]
[2.41
A. Zambarbieri, 1995, p. 227.
A. Zambarbieri, 1995, pp. 228-229.
[251
[26]
Quando usiamo il termine Ecclesia ad Intra indichiamo «la Chiesa in relazione con
I Documenti del Concilio, 24a ed., Massimo Editore, Napoli, 2004.
se stessa» (C. L. Cardaropoli, 2002, p. 138). Le costituzioni più importanti che si rifanno alla visione di Ecclesia ad intra sono la Dei Verbum e la Lumen Centium. Quando usiamo il termine Ecclesia ad extra intendiamo «la Chiesa in relazione con la società contemporanea» (C. L. Cardaropoli, 2002, p. 138). La costituzione che rappresenta questo tipo di approccio tra la Chiesa e la società contemporanea è la Caudium et Spes.
[?7J
[Z«]
C. L. Cardaropoli, 2002, p. 58.
A. Zambarbieri, 1995, p. 243.
[291
[39]
Cfr. B. Haring, // Concilio comincia adesso, Edizione Paoline, Torino, 1996, pp. 13-21.
Cfr. A. Melloni (a cura di), Storia del Concilio Vaticano II, voi. IV, Il Mulino, Bologna, 2013.
[31] [321
Cfr. A. Melloni, Chi ha paura del Concilio Vaticano II, Carocci, Roma, 2009.
A. Zambarbieri, 1995, p. 276.
[331
[341
A. Zambarbieri, 1995, p. 277.
A. Zambarbieri, 1995, p. 284.
[351
[3si
Cfr. A. Melloni, 2009.
Noesi: nella Fenomenologia di Husserl qualsiasi atto mediante cui il soggetto percepisce o conosce o desidera l’oggetto dell'esperienza.
[37] [3S]
A. Zambarbieri, 1995, p. 320.
La dicotomia tra Scrittura e Tradizione sta alla base dello scontro tra Cattolici e Protestanti.
[391 L4°l
A. Zambarbieri, 1995, p. 321.
A. Zambarbieri, 1995, p. 323.
[41]
[42]
Cfr. Carlo Maria Martini, Alcuni aspetti della costituzione dogmatica Dei Verbum, “ La
A. Zambarbieri, 1995, p. 328.
Civiltà Cattolica”, 117/II pp. 216-226. [-4.4] [-43]
Questa parte della costituzione risulterà essere elemento di scontro all’interno
Cfr. Melloni, 2009.
della Chiesa Cattolica che si concluderà con la scissione tra la “ Chiesa olandese” e la Chiesa Cattolica. Cfr. M. Faggioli, 2008. [451
[46]
Cfr. Melloni, 2013.
A. Elberti, Il Cristiano Adulto, Chirico Editore, Napoli, 2002, p. 65.
[47]
[4SI
I Documenti del Concilio, 24a ed., Massimo Editore, Napoli, 2004.
I Documenti del Concilio, 24a ed., Massimo Editore, Napoli, 2004.
[-49]
[SO]
A. Zambarbieri, 1995, p. 332.
Neocatecumenale Iter, Statuto, Roma, 2008, p. 23.
[51]
[52]
Tutti i Documenti del Concilio, 24®ed., Massimo Editore, Napoli, 2004.
A. Zambarbieri, 1995, p. 334.
[531
[541
C. L. Cardaropoli, 2002, p. 86.
G. L. Cardaropoli, 2002, p. 86.
[551
[56]
C. L. Cardaropoli, 2002, p. 86.
A. Guerriero e M. Impagliazzo, / cristiani del terzo millennio, San Paolo, Torino, 2006, p. 7.
[57J [5S]
A. Guerriero e M. Impagliazzo, 2006, p. 5.
A. Guerriero e M. Impagliazzo, 2006, p. 5.
[591
[60]
E. Guerriero, Il Rinnovamento della Vita Cattolica, San Paolo Edizioni, Torino, 2005,
E. Guerriero, 2005, p. 82.
P- 79[62] [61]
E. Guerriero, 2005, pp. 82-83.
“ La Civiltà Cattolica” , I (2001), 93617, p. 441.
[63]
[64]
C. Hagge, Il Vaticano II e i Movimenti Ecclesiali, Roma, La Città Nuova, 2006.
M. Faggioli, Piccola storia dei movimenti Cattolici, Carocci, Roma, 2008.
[65]
[661
Silvia Lubich detta Chiara è nata a Trieste nel 1922, e morta a Rocca dei Papi nel
Don Luigi Giovanni Giussani è nato a Desio nel 1922, e morto a Milano nel 2005. È
2008. È stata la fondatrice e il primo presidente del Movimento dei Focolari. Il
stato un sacerdote e teologo, fondatore del movimento di Comunione e Libera
principale carisma di questo movimento è la promozione per l’unità fra i popoli e
zione. La vita del movimento di Comunione e Liberazione è centrata sulla pre
la fraternità universale. Il movimento conta 580.000 aderenti in Italia ed è presente
ghiera svolta nella liturgia. L’esperienza di Comunione e Liberazione segue tre
in tutto il mondo. Cfr. C. Lubich, Pensieri e parole, Città nuova, Roma, 2008; M.
dimensioni, che Ciussani indicava come fondanti l’esperienza cristiana: cultura,
Zannucchi, O. Paliotti, Chiara Lubich. Il cielo e l'umanità, Città Nuova, Roma, 2009;
carità e missione. Conta più di 100.000 aderenti in Italia, più di 50.000 in Brasile
M. Voce, M. Zannucchi, La scommessa di Emmaus, cosa pensano e cosa fanno ifoco-
ed è presente in più di 80 paesi. Cfr. Guy Bedouelle; C. Borgonovo, O. Clément; A.
larini nel dopo Chiara Lubich, Città Nuova, Roma, 2012.
Olinto; J. Ries, Cli uomini vivi si incontrano: scritti per Luigi Ciussani, Milano, ]aca Book, 1992; M. Camisasca, Don Ciussani. La sua esperienza dell’uomo e di
[67J
Dio, Edizioni San Paolo, 2009. [68]
Andrea Riccardi è nato a Roma nel 1950. Storico, ordinario di Storia Contem
Il Rinnovamento nello Spirito Santo si sviluppa in Italia agli inizi degli anni ‘70 e si
poranea presso la Università degli Studi Roma Tre, è un noto studioso della Chiesa
configura oggi come un movimento ecclesiale. Il Rinnovamento nello Spirito Santo
in età moderna e contemporanea e fondatore, nel 1968, della Comunità di Sant’ E-
in Italia è espressione della grande corrente spirituale denominata “ Rinnovamento
gidio. La Comunità di Sant’Egidio propone una pastorale fondata al servizio ai più
Carismatico Cattolico” o più semplicemente “ Rinnovamento”, inaspettatamente
poveri, alla dignità umana e ai diritti della persona. La Comunità di Sant’ Egidio, as
esplosa alla chiusura del Concilio Vaticano II, in America. Oggi il Rinnovamento è
sieme alla preghiera e alla comunicazione del Vangelo, ha costruito forme di aiuto
diffuso in 204 Paesi nel Mondo. In Italia conta circa 150.000 aderenti. Cfr. Associa
e di amicizia in mezzo a forme di povertà vecchie e nuove. La Comunità di Sant’ E
zione RNS, Statuto dell’Associazione del Rinnovamento dello Spirito Santo, Rns,
gidio è costituita da una rete di piccole comunità di vita fraterna, composte da circa
Roma, 1996; M. Panciera, // Rinnovamento nello Spirito in Italia: una realtà ecclesiale,
50.000 persone e diffuse in 72 Paesi così distribuiti: 29 nazioni in Africa, 7 nazioni
Rns, Roma, 1992; A. Monda, Una chance per la Chiesa: il Rinnovamento nello Spirito
in Asia, 23 in Europa, 8 in Nord America e 5 in Sudamerica. Cfr. A. Riccardi, Sant’E
Santo in Italia, Vellecchi, Roma, 2009.
gidio, Roma e il mondo. Colloquio con Jean-Dominique Durand e Régis Lad, San Paolo, 1997; C. Battaglia, Mille Napoli. La comunità di Sant’Egidio e la città, Guida, Napoli, 2008; A. ^lontanati, Il sapore dell'utopia: La Comunità di Sant’Egidio, Monti, Varese, 2009. [É9]
[70]
Nicola Ciola, Servire Ecclesiae, EDB, Bologna, 1998, p. 606.
Nicola Ciola, 1998, p. 606.
[ZI]
[72]
Nicola Ciola, 1998, p. 606.
Nicola Ciola, 1998, p. 606.
[731
[7-4]
Vocazione e missione dei laici nella chiesa e nel mondo a ventanni del Concilio Vati
N icola Ciola, 1998, p. 606.
cano II, Istrumentas laboris, Citta del Vaticano, 1987. [76] [751
Nicola Ciola, 1998, p. 606.
Nicola Ciola, 1998, p. 606.
[77]
[78]
Nicola Ciola, 1998, p. 609.
Christifideles laici è il nome di una Esortazione apostolica post-sinodale del papa Giovanni Paolo II, firmata a Roma il 30 dicembre 1988 come riassunto e com
[7.91
pendio della dottrina sorta dal Sinodo dei vescovi del 1987 sul tema “ Vocazione e missione dei laici nella chiesa e nel mondo”. [80]
Secondo Giovanni Paolo II la nuova evangelizzazione «è qualche cosa di opera
C. Hagge, 2006, p. 219.
tivo... È il complesso di mezzi, azioni e atteggiamenti utili a porre il Vangelo in dia logo attivo con la modernità e il postmoderno, sia per interpretarli, sia per lasciarsi interpellare da questi. È anche lo sforzo di inculturare il Vangelo nella situazione at tuale delle culture del nostro Continente» (Documento di Santo Domingo, n. 24).
[SU
[82]
C. Hagge, 2006, p. 218.
C. Hagge, 2006, p. 219.
[S3]
[8.41
C. Hagge, 2006, p. 219.
A. Elberti, 2002, p. 24.
[25]
[86]
Il Concilio Vaticano II e i “movimenti ecclesiali”, di A. Marchetto, Intervento, il giorno
Discorso di Giovanni Paolo II al IV Congresso Mondiale dei Movimenti Ecclesiali
23 Novembre 2002, a Seriate (BG), al Convegno internazionale organizzato dalla
del 1998.
Fondazione Russia Cristiana sul tema: “ Testimoni di Cristo. La memoria dei martiri del XX secolo e l’annuncio cristiano oggi, a fronte delle sfide del secolarismo”. [87J
[881
Gli Incontri Internazionali interreligiosi partono dall’invito di Giovanni Paolo II
A. Marchetto, 2002.
fatto durante la Giornata Mondiale di Preghiera di Assisi del 1986: “ Continuiamo a diffondere il messaggio della Pace e a vivere lo spirito di Assisi” . Da allora si sono succeduti più di 27 Incontri internazionali interreligiosi, di cui 26 svoltosi in Eu ropa (Barcellona 2010, Cracovia 2009, Cipro 2008, Napoli 2007, Assisi 2006, Lione 2005, Milano 2004, Aquisgrana 2003, Palermo 2002, Barcellona 2001, Li sbona 2000, Genova 1999, Bucarest 1998, Padova ■Venezia 1997, Roma 1996, Fi renze 1995, Assisi 1994, Milano 1993, Bruxelles 1992, Malta 1991, Bari 1990, Var savia 1989, Roma 1988, Roma 1987, Assisi 1986) e uno negli Usa (Washington 2006). [§9]
[92]
A. Marchetto, 2002.
A. Marchetto, 2002.
[91]
[92]
A. Marchetto, 2002.
Con il termine comunità intendiamo un gruppo di persone formato da uomini e donne diverse per storia, cultura, lingua, biografia, costumi e abitudini, i quali
[931
hanno deciso di p'opria spontanea volontà di seguire l’itinerario di fede di un movimento ecclesiale. Questi sentono di comporre un’unita meta-individuale che si riconosce all’interno di un sistema valoriale che supera le differenze esistenti tra i vari individui. Dobbiamo sicuramente dire che il termine comunità ha anche un valore evocativo alle prime "comunità" cristiane. Dobbiamo sicuramente dire che il mito delle prime “comunità” cristiane. Come ha ben denunciato Orcioli il termine comunità risulta essere ambiguo e molte volte abusato dagli storici del cristia nesimo antico per descrivere una società che probabilmente non è mai esistita. Cfr. E. R. Urciuoli, La comunità obiqua. Considerazione sull'onnipresenza comunitaria nella storia del Cristianesimo antico, in Studi Materiali di Storia delle Religioni, 79/2, Morcellana, Roma, 2013. [9-41
A. Marchetto, 2002.
A. Marchetto, 2002.
[951
tea
C. Hagge, 2006, p. 96.
“ La Civiltà Cattolica” , I (2001), 93617, p. 443.
[97J
[93]
“ La Civiltà Cattolica", I (2001), Q3617, p. 443.
Castellano Cervera, / movimenti ecclesiali. Una presenza carismatica della Chiesa di oggi, in “ Rivista di vita spirituale”, IV-V (1987) p. 507.
[99] [joo]
A. Marchetto, 2002.
A. Marchetto, 2002.
[1°11
[102]
A. Marchetto, 2002.
“ La Civiltà Cattolica” , I (2001),