I Castellani e l'oreficeria archeologica italiana. Catalogo della mostra di Roma, 11 novembre 2005-26 febbraio 2006. Ediz. illustrata 9788882653545


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Italian Pages XVI,364 [366] Year 2005

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I Castellani e l'oreficeria archeologica italiana. Catalogo della mostra di Roma, 11 novembre 2005-26 febbraio 2006. Ediz. illustrata
 9788882653545

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PRESENTAZIONE

he la Collezione Castellani costituisca uno degli C episodi di maggiore spicco nell'articolato percorso espositivo che ii Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia propone è noto a molti, come a molti capita di essere coinvolti emotivamente nel momento in cui, entrando nella Sala del Sette Colli, si trovano letteralmente avvolti dalla magica atmosfera creata dal bagliore degli orl. Arduo peraltro è stabilire se in tale contesto l'attrazione maggiore sia da riconoscere nei materiali archeologici o nelle sfolgoranti creazione clei Castellani esposte a fronte del primi. In questa sala, del resto, forse piii nitidamente che tra i vasi e i bronzi della ricca collezione si coglie la poliedrica personalità degli antichi proprietari e ii senso e la valenza culturale delta loro attivita, sia sotto il profilo di instancabili e colti collezionisti, sia quali raffinati, eclettici eredi delta lunga traclizione degli orafi romani. Risulta chiaro comunque quanto sia stata lucida e lungimirante la scelta di Augusto ed Alfredo, che tassativamente imposero che accanto agli orl archeologici delta loro ricca collezione figurassero quelle oreficerie prodotte da una bottega che, nell'arco di molti decenni, seppe dar vita ad originali creazioni, ma anche a copie e rielaborazioni dell'antico che stentano a trovar confronti. Parallelamente si cornprende come tali oggetti, diffondendosi e rapidamente affermando in Europa la moda del gioiello archeologico, siano stati anche veicolo di trasmissione di uno straordinario patrimonio culturale e clelle sue complesse radici storiche. Se volessimo parlare con termini moderni potremmo in sostanza dire come, oltre che per la loro fama di mercanti antiquari e di collezionisti, i Castellani debbano essere considerati quali abili imprenditori, capaci di promuovere un "made in Italy" ante litteram, una produzione artistica caratterizzata da una profonda identità culturale, esito di un lungo e approfondito processo conoscitivo. Questo è it senso del forte messaggio che si coglie allotché l'occhio spazia tra antico e moderno, quel moderno che, se all'epoca della clonazione si accettà con grandi difficoltà di

far figurare all'interno di una esposizione archeologica, oggi non solo si integra con quella ma concorre ad illustrarla, dandoci insieme misura di un rapporto dinamico di straordinario interesse. Questa breve premessa appare doverosa per introdurre la mostra I Castellani e l'oreficeria archeologica italiana che, dopo Ic edizioni di New York e di Londra, viene ora ospitata nella Sala delle Arti e delle Scienze al piano nobile della villa di Papa Giulio III collocandosi net quadro delle iniziative di collaborazione con Istituzioni museali e scientifiche statunitensi previste dal Memorandum d'Intesa Italia-USA. Si tratta di un evento che, raccogliendo gli esiti di un dibattito scientifico divenuto via via pifi vivace negli ultimi decenni, propone al pubblico italiano, come già a quello arnericano ed inglese, un'ampia panoramica utile ad inquadrare, attraverso una selezione attenta e accurata del prodotti delta bottega, l'attività di una stirpe di orafi. Non solo ma nell'edizione iraliana vengono ad essere ricongiunti al nucleo storicizzato del preziosi di Villa Giulia gioielli attualmente conservati in collezioni diverse sia pubbliche che private, con un risultato che non esitiamo a definite attraente sotto ogni profilo. La scelta operata dalle curatrici, Susan Weber Soros e Stefanie Walker, con il contributo di studiosi italiani e stranieri, ci restituisce un quadro che dagli esordi della bottega Si spinge a considerate gli epigoni delta produzione, ponendo in opportuna evidenza la diversa personalità del membri delta famiglia Castellani come pure la varietà e la qualità delta loro attività di orafi, che ininterrottamente si rapporta al modelli dell'antico. L'edizione italiana della mostra, registrando alcune variazioni rispetto a quella americana, accoglie inoltre alcuni "nuovi" inediti oggetti e documenti onginali concessi dall'Archivio di Stato di Roma. Le soluzioni espositive adottate, peraltro, intendono evocare la musealizzazione ottocennesca della collezione e del preziosi, che yengono proposti sullo sfondo di quelle "sale di nicevimento", precedennernenne inedite, dello studio Castellani ubicato in

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piazza Fontana di Trevi, tappa obbligata nella seconda metà dell'Ottocento di personaggi famosi, di politici, di esponenti delta pifi alta nobiltà europea. Un ulteriore tocco di evocazione viene conferito alla mostra mediante la ricostruzione di un angolo dello studio ove due "visitatrici" elegantemente abbigliate con abiti d'epoca impreziositi dal gioielli Castellani sono intente ad osservare le creazioni della bottega. Si è trattato di un faticoso impegno che volentieri to staff del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ha affrontato non solo neii'intento di promuovere e ulteriormente accreditare presso it pubblico un patrimonio straordinario, ma soprattutto di far conoscere, attraverso documenti d'eccezione, quel mondo dell'archeologia antiquaria che tanto concorse alla formazione delle raccolte italiane e straniere e che appunto neila collezione Castellani trova ancor oggi una delle sue pifi vivide testimonianze. Desidero a questo punto ricordare Luciana Di Salvio che, con il gruppo del suoi bravi collaboratori e con Nicola Missori ha curato l'allestimento, Patrizia Aureli del Servizio Mostre, e ancora Marco Sala, Letizia Arancio, Adelia Carraro, i consegnatari e il personate di custodia tutto. Quanto si è fatto certamente non avrebbe potuto essere realizzato senza ii supporto delta Direzione Generale per i Beni Archeologici, guidata dalla dottoressa Anna Maria Reggiani, e delta Direzione Generale per l'Innovazione Tecnologica e la Promozione, guidata dall'architetto Antonia Pasqua Recchia, che ha inoitre concretamente sostenuto la realizzazione del bel catalogo stampato da

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L Fig. 2-7. Michelangelo Caetani. Pagina dell'album dei disegni, prima del 1860. Matita, penna e inchiostro. Fondazione Camille Caetani, Roma.

2-10 e 6-23). Egli aveva una predilezione per le iscrizioni in lingua greca o latina (capitoli 6 e 13) e realizzava anche modelli di piante e fiori stilizzati (fig. 2-11; fig. 13_1)25. E possibile che sia stato proprio Caetani a dare l'avvio al p0polari pezzi millefiori, contraddistinti da un motivo circolare che spesso presentava incastonato al centro un putto o un uccellino (fig. 9-11). Tali gioielli hanno un diametro che va da 3 a 5 centimetri circa e sono costituiti da piccoli fiori di vane dimensioni, stampati uno per uno e accuratamente saldati a formare delicate borchie convesse a forma di cestin026 . Nelle versioni piii grandi queste venivano usate singolarmente 0 a coppia per spilloni e spille; gli elementi pii piccoli potevano fungere da bottom borchie (fig. 2-12) per orecchini o per chiusure di braccialetti (fig. 2-13). I motivi di carattere religioso erano particolarmente congeniali al gusto neo-bizantino e medievale del Caetani; ad esempio abbondano gli schizzi col monogramma Chi-Rho di Cristo e croci di forme diverse, talvolta combinati tra loro (per ta-

Fig. 2-8. Michelangelo Caetani. Pagina dell'album dci disegni, prima del 1860. Matita, penna e inchiostro, acquarello. Fondazione Camille Caetani, Roma.

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Capitols II

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Fig. 2-10. Michelangelo Caetani. Modello per una spilla "labirinto' a micromosaico e due gioielli a forma di croce, prima del 1860. Perna e inchiostro su maCta. Fondazione Camillo Caetani, Roma.

Fig. 2-11. Michelangelo Caetani. Modello per una spilla con serpente e iscrizione LATET ANGUIS IN ERBA, prima del 1860. Perna e inchiostro su macira. Fondazione Camille Caetani, Roma.

ii motivi lavorati a micromosaico cfr. ii capitolo 6)27. I tagliacarte, disegnati o personalmente incisi da Caetani, erano prodotti particolarmente famosi della bottega Castellani. Enrichetta Caetani ricorda che ii marito donô uno del primi tagliacarte che aveva realizzato "un demonio con una linguetta di corallo rosso" alla moglie di William Ashley, che era "allora allo zenit della sua meravigliosa bellezza" 28 . La famiglia Caetani probabilmente ne possiede ancora una coppia con le figure di un angelo e di un diavolo che formano l'impugnatura, mentre all plumate da pipistrello ne costituiscono la lama. Numerosi altri esemplari, in

legno o in argento fuso, si conservano in vane collezioni (figg. da 2-14 a 216)29. Gli inventari annuali della bottega Castellani solitamente ne elencano parecchi pezzi, realizzati in materiali diversi, ad esempio differenti versioni dell'angelo, una in bronzo argentato e due in argento "con globo" nel 1850, o ancora una coppia in legno col diavoletto negli inventari del 186364°. Di un diverso livello di complessità e di costo sono due tagliacarte smaltati in maniera elaborata, con motivi circolari che racchiudono croci sulla guaina, sotto cui sono angioletti in trono e torrette con finestre ogivali che formano l'impugnatura (figg. 2-17 e 2-18). Essi sono stati

Fig. 2-12 Bottoni millefiori con testa di ariete. Manifattura Castellani. Oro. British Museum, Londra, donazione Hull Grundy, Cat. 956.

Catalogs a.

La famiglia Castellani da Fortunato Pio ad Alfredo - Stephanie Walker



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Fig. 2-13. Braccialetto millefiori. Manifatrura Castellani. Oro. Collezione privata, New England. Catalogo n. 25.

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Fig. 2-14. Tagliacarte. Da sinistra: a. Tagliacarte a diavolo alato, manifattura Castellani, argento; b. Tagliacarte a forma di angelo, manifattura Castellani, argento; c. Tagliacarte a forma di angelo, forse intagliato da Michelangelo Caetani, legno, collezione privata. Catalogo nn. 12, 11, 10.

Fig. 2-15. Michelangelo Caetani. Modello per un tagliacarte a forma di diavolo alato, prima del 1860. Penna e inchiostro su matita. Fondazione Camillo Caetani, Roma.

Fig. 2-16. Michelangelo Caetani. Modello per un tagliacarte a forma di angelo, prima del 1860. Matita. Fondazione Camillo Caetani, Roma.

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Cap itolo II

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Fig. 2-17. Tagliacarre con angelo seduto. Forse disegnaro da Michelangelo Caetani. Manifarrura Castellani. Oro, smalro. The Metropolitan Museum of Art, NewYork, Acquisro, donazione Mrs. Charles Wrighrsman, 1993, 1993.66.

Fig. 2-18. Tagliacarte con angelo seduto. Forse disegnaro da Michelangelo Caerani. Manifarrura Castellani. Oro, smalro. Collezione privata. Catalogs n. 115.

attribuiti a Caetani, anche se sino ad ora non è stato ritrovato alcun suo disegno per nessuno del due modelli, che sono leggermente diversi tra loro31. Modelli di oggetti liturgici costituiscono un gruppo a se stante che presenta almeno un collegamento importante con i prodotti della ditta Castellani. L'album della Fondazione Camillo Caetani contiene una serie notevole di dieci modelii per ostensori (uno del quali accuratamente acquerellato), quattro modelli di lampade da chiesa e tre composizioni a tabernacolo, una delle quali con un'iscrizione che la iclentifica come un modello di macchina per fuochi d'artificio per la Pasqua 1858. A giudicare dalle loro proporzioni massicce, altri tre disegni sembrerebbero rappresentare candelabri da altare, anche se non presentano alcun esplicito simbolo religioso. Uno di questi, poggiante su tre piedi a forma di zampa, è rifinito con maggiore cura e reca lo stesso genere di firma e di data, 1845, di un analogo disegno di un calice intero a castoni (figg. 2-19 e 2_21)32. Tale composizione è stata per lungo tempo messa in relazione con ii dono di un "calice d'oro", realizzato da Castellani nel 1846, offerto dalla città di Roma al papa Pio IX appena eletto 33 . Si pensava che ii pezzo fosse andato perduto, sino a quando, nel 2001, due studiose di storia dell'oreficeria, Judi Rudoe e Amanda Triossi, scoprirono un calice assai simile nel tesoro di Santa Maria Maggiore, dove esso si trova attualmente esposto nel Museo del Tesoro della basilica (fig. 2-22). Ii calice, che ricalca fedelmente il disegno Caetani, è realizzato in argento dorato, e presenta un motivo di tondini e quadrifogli decorato con diamanti, smeraldi, rubini e zaffiri a completamento della composizione neo-gotica. In diversi punti esso reca ii marchio depositato da Fortunato Pio Castellani (fig. 2-20),

La famiglia Castellani cia Fortnnato Pio ad Alfredo - Stephanie Walker



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Fig. 2-19. Michelangelo Caerani. Modello per un candelabro, 1845. Penna e inchiosrro su marira. Fondazione Camillo Caetani, Roma.

Fig. 2-20. Marchio di Fortunaro Pin Castellani per l'argenro ("FIIIC"), sotto al marchio di garanzia dello Staro della Chiesa, all'inrerno del piede del calice alla Fig. 2-22.

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Fig. 2-21. Michelangelo Caerani. Modello per un calice, 1845. Penna e inchiostro Sn marira. Fondazione Camillo Caerani, Roma.

Fig. 2-22. Calice, 1846. Disegnatn da Michelangelo Caerani. Manifarrura Forrunaro Pio Castellani. Argenro doraro, pierre preziose. Basilica Parriarcale di Santa Maria Maggiore, Roma, IX.02.P. Catalogs n.13.



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Capitolo II

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/ Fig. 2-24. Piastra con iscrizione CASTELLANI ROMAE FECIT (allinterno del piede del calice alla fig. 2-23).

Fig. 2-23. Calice, 1846-70. Modello di Michelangelo Caetani. Manifattura Castellani. Argento dorato, pierre preziose. Collezione privata. Catalogo a. 14.

ii che significa che to si deve datare anteriormente alla morte del maestro net 1865°. Si riteneva che si trattasse di un pezzo unico, ma almeno un'ulteriore versione del modello, divergente in alcuni particolari, è riemera in una collezione privata (figg. 2-23 e 224)36. I primi gioielli di stile archeologico (1830-1850 ca.)

E ancora aperto e discusso it problema del momento preciSo in cui Fortunato Pio, sotto la guida di Caetani, abbia incominciato a produrre oreficerie di stile antico. Negli archivi Castellani si trovano riferimenti a oggetti di questo tipo nelle liste degli inventari e nei libri del conti delta bottega datati trail 1832 e il 1835, ma questi difficilmente ne forniscono le

descrizioni. Ii 7 settembre 1832 Un certo Benedetto Testa pagà una somma complessiva di 118 scudi per una collana all'uso etrusco con onici, e per un paio di orecchini dello stesso tipo, per un braccialetto, una spilla e una ferronnière (una banda con decorazione centrale da portarsi sulla fronte)37. It capodanno 1835 il conte Esterhazy acquistè una spilla d'oro etrusca per 16 scudi38 . Queste due citazioni provano che i Castellani producevano gioielli di genere etrusco già quattro anni prima delta scoperta delta tomba Regolini Galassi, avvenuta net 1836, data che, sulla base di quanto affermava Alessandro Castellani, è stata considerata il momento di partenza di questo tipo di produzione 39 . Tale nuova datazione è confermata dal fatto che ii primo Castellani clovrebbe essere stato a conoscenza del ritrovamenti di scavi precedenti, se si considera la sua conferenza del 1826 sulla colorazione dell'oro "nello stile degli antichi" e ii suo rapporto già ben consolidato con Michelangelo Caetani. Peraltro, a partire dal 1836, i riferimenti a pezzi descritti in tal modo aumenta considerevolmente, per quanto it loro aspetto resti materia di pura ipotesi. Tra gli acquiSti pm cospicui di questo genere ye ne fu uno delta baronessa Lauenburg, effettuato tra 11 29 dicembre 1836 e ii 5 maggio 1837, di una coppia di pendenti con lapislazzuli all'uso antico per 11 scudi, cos! come di una collana, pendenti,ferronniere e spilla, tutti d'oro all'uso etrusco con pi etre incise per 96 scudi. Altri pezzi " etruschi" comprendevano una collana o catena (19 scudi), un bastone da passeggio con manico in oro (40 scudi), uno spillone con scarabeo in argento dorato (12 scudi), due forcelle con intarsi in corniola (3 scudi) e un anello d'oro con scarabeo (15 scudi). It fatto che in questi primi riferimenti si menzionino spesso gemme intarsiate e scarabei sta a indicate che questo tipo di gioielli era to stile all'antica preferito del momento (cfr. cap. 4)o

Lafamiglia Castellani da Fortunate Pio ad Alfredo - Stephanie Walker

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Fig. 2-25. Braccialetto con scarabei e iscrizioni fI!Tl EAfTI

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EPQ. Manifartura Castellani. Oro, corniola. Collezione privata.

Maigrado i tempi politicamente incerti e una generate recessione, gli affari di Fortunato Pio a via del Corso divennero ben presto fiorenti (si veda la carta a fig. 1-4 e ii cap. 3)41 La sua clientela era ricca e internazionale: anche se non è possibile identificare ogni singolo personaggio menzionato nei registri, i suoi acquirenti includevano non solo aristocratici inglesi, ma anche un notevole numero di tedeschi, cittadini dell'Europa orientale e soprattutto russi. Soltanto i nomi francesi ricorrono con estrema rarità42 . Nelle sue memorie Augusto ricorda l'aumento di visitatori nella città dopo il 1839, mettendo in evidenza it prolungato soggiorno del granduca Alessandro, erede al trono di Russia. Nel 1842, nel corso di una visita a Roma, lo zar Nicola I manifestè ii proprio interesse per i gioielli Castellani, ragione per la quale i giovanetti Alessandro e Augusto, che allora avevano rispettivamente cliciannove e tredici anni, si presentarono all'ambasciata russa a Palazzo Giustiniani e vennero "ricevuti affabilmente"43. Ii nucleo principale degli affari del Castellani era comunque l'aristocrazia locale, che comprendeva gli Altieri, i Barberini, i Borghese, i Doria, i Massimo, gli Orsini, i Patrizi e i Torlonia. I nobili romani, cos! sembra, avevano una costante necessità di riparare o di modificare i propri gioielli, di yenderli per ottenere denaro contante e richiedevano nuovi pezzi, in particolare nel caso di matrimoni, di doni per capodanno o per altre occasioni di carattere familiare. La grande maggioranza di questi gioielli era fitta di gemme sfaccettate, secondo il gusto corrente: l'autentica innovazione del Castellani doveva ancora essere recepita piii ampiamente44. I fertili anni '50 dell'Ottocento: crisi e successi A partite dalle disastrose alluvioni del Tevere del 1846 e 1847, seguite a ruota dal sollevamenti del 1848 e dall'asse-

dio di Roma da parte delle truppe francesi contro Garibaldi net 1849 (cfr. cap. 1), la bottega Castellani rimase praticamente chiusa sino a tutto il 1850. Ii 15 luglio 1849 Alessandro e Augusto, entrambi di idee repubblicane, erano start arrestati dal militari francesi in collaborazione con la polizia pontificia, interrogati e messi in prigione per due settimane. Fortunato Pio fu in grado di liberarli abbastanza rapidamente con l'aiuto di "cospicui doni" di denaro, ma si trattà comunque di un brutto episodio, che diede un fiero colpo alla salute e allo spirito del loro amato padre". Anche se it clima politico che Ii circondava continuava a essere teso e repressivo, i due fratelli nella primavera del 185 iriuscirono a rilanciare gli affari, intraprendendo un percorso radicalmente nuovo. Con il tono emozionale proprio di un manifesto politico, Augusto ricorda che "diretti dal maestro nostro Michelangelo Caetani formulammo it programma del nostro indirizzo e decidemmo lasciar totalmente le manifatture estere, spingendosi efficacemente nelle copie del lavori degli Orafi italiani dell'epoche classiche. Decidemmo la guerra alla moda e vincemmo 1147 . In concomitanza con il progressivo ritiro dall'attività del padre, Alessandro era a capo di queste nuove iniziative artistiche insieme a Caetani, mentre Augusto aveva assunto la conduzione economica e contabile della ditta. Questi sforzi diedero buoni risultati, ad onta del coprifuoco imposto su di loro e del fatto che Alessandro continuava a prender parte a incontri politici clandestini. Nel corso del produttivo periodo al principio e alla fine degli anni '50, i Castellani diedero inizio al loro famosi esperimenti sulle tecniche antiche di lavorazione dell'oro, cercando innanzitutto di riprodurre il metodo etrusco delta granulazione, un processo che Ii avrebbe tenuti impegnati ancora per molti anni (capp. 7 e 8). Essi incominciarono a produrre

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Capitols II

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Fig. 2-26. Spilla con iscrizione XAIPE al centro con intagli. Manifattura Castellani. Oro, corniola. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85325. Catalogo n. 143.

Fig. 2-27.William Etty. Caroline Norton, Lady Stirling Maxwell, 1840-45 Ca. Olio su rame. La spilla è simile a quella della fig. 2-26, ma reca l'iscrizione SALVE, l'equivalente latino di XAIPE. Glasgow Museums, The Stirling Maxwell Collection, Pollok House, PL 16.

su larga Scala copie e imitazioni di lavori etruschi, greci e romani, una novità per Roma che in breve tempo portô loro un grande successo, Soprattutto tra i visitatori colti della città, pifi che non presso la loro abituale clientela romana, aSSai conservatrice. Un inventario che va dal giugno 1850 al maggio 1852 comprende due braccialetti con scarabei di genere etrusco, uno del quali venduto a Lord "Haword" (Howard?) per 180 scudi (fig. 2-25). Una spilla con la scritta SALVE e scarabei è menzionata come "venduta", probabilmente al prezzo finale di 32 scudi (figg. 2-26 e 2-27). Lo spillone per capelli con testa di ariete venduto a 24 scudi era probabilmente simile a numerosi altri esemplari, come quelii di proprietà di Ellen Twisleton, moglie di un ufficiale del governo inglese (fig. 2-28; fig. 9-20). A un livello pus alto si trovavano pezzi come una spilla "con un cameo Medusa, fiori in oro", probabilmente disposti lungo il bordo, per 110 scudi, o "braccialetto con Sei pezzi a fiori e putti" per 120 (fig. 2-13)°. Augusto menziona il 1852 come l'anno in cui essi intrapresero un'innovazione altrettanto importante nei lavori a mosaico, basati su modelli paleocristiani e medievali, cos! come su motivi romani antichi. Ancora una volta

Michelangelo Caetani fu fondamentale nel fornire consulenze, modelli e amichevoli incoragg lame nti, anche se i Castellani poterono contare anche su uno studioso dilettante, il russo conte Olsoufieff. E difficile stabilire quali gioielii o quali motivi siano comparsi per primi, anche se uno di questi deve essere probabilmente la grande croce creata per ii conte medesimo (fig. 6-17). Mentre Luigi Podio restô l'artista di micromosaico preferito a cui si rivolgevano i Castellani da questo momento sino alla sua morte, avvenuta nel 1888 (capp. 5 e 6), ben presto a Roma comparvero numerosi imitatori di questo gradevole e fortunato metodo di decorazione (figg. da 2-29 a 2-31; fig. 12-21). Nel corso di quella che dovette essere una fase di studio e di ricerca pratica straordinaria e priva di precedenti, i Castellani analizzarono e sperimentarono le tecniche di fabbricazione e i tipi di gioielli descritti nei venerandi trattati di Plinio ii Vecchio nella sua Naturalis Historia (scritta intorno al 77 d.C.), del monaco Teofilo (Scheclula diversarum artium, inizi XII sec.) e di Benvenuto Cellini (Dell'oreficeria, 1568)°. Fu probabilmente nel corso di tale periodo e sotto la guida di Alessandro che la ditta aggiunse al suo crescente repertorio anche sofisticati lavori a smalto 5 . Nel 1862

La famiglia Castellani da Fortunate Pio ad Alfredo - Stephanie Walker



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Fig. 2-28. Spilloni per capelli a testa di ariete nella Into scatola originate. Una nota di accompagno recita: "Quesri ornamenti snob opera di Castellani, on famnsn nrefice, che era specialista net cnpiare antichi gioielli rnmani. Realizzati net 1853-54 per zia Ellen, The Honorable Mrs. Edward Twisleton di Londra. [firmato) Ellen V. Vaughan. gennaio 1934/dati a Mary Vaughan Marvin, sua nipote/ da dare a Diana V. Gibson net gennaio 1966.' Per gli spilloni per capelli vd. anche fig. 9-20. Collezinne privata.

Fig. 2-29. Spilla a micrnmosaico con Medusa. Manifartura Castellani. Oro, tessere vitree. La Medusa è simile a quella sul cesto alla fig. 6-34. Collezinne privata. Catalogo n. 29.

Fig. 2-30. Spilla a micrnmnsaico con la "Mann di Din". Manifattura Castellani. Oro, tessere d'oro e vitree. Collezione privata. Catalogo 72. 109.

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Capitolo II

Fig. 2-31. Spilla a micromosaico con pavone. Manifattura Castellani. Oro, argento, tessere vitree. Collezione privata. Catalogo ;2. 11 1.

Alessandro annotava di aver mostrato al noto studioso e intenditore di cose medievali, Jules Labarte, "numerosi esemplarl delta nostra produzione" lavorati in smalto, che nicevettero la piena approvazione da parte di Labarte e vennero da lui giudicati paragonabili al perduti smalti merovingi 52 . Per completare ii panorama dell'oreficenia storica "italiana", a scopo personate e per i propni clienti, Alessandro si sforzô sistematicamente di create anche un campionanio di pezzi di revival rinascimentale (figg. da 2.32 a 2-34; fig. 2-50). Net corso di questi anni dovette decisamente aumentare anche ii numeno di orafi impiegati nella bottega. Anche se sia Alessandro che Augusto avevano ricevuto un apprendimento pratico, sembrenebbe che nessuno del due effettivamente sedesse at banco di lavoro con regolanità. Essi Si dedicavano piuttosto a create, ricercare e perfezionare i modelli: in cia Alessandro era la figura chiave sotto ii profilo artistico, anche se pure Augusto contnibuiva alla progettazione 54 . Le loro nuove creazioni archeologiche e le tecniche che queste implicavano nichiedevano un considerevole bagaglio di istruzioni e di apprendistato per i loro lavoranti, al quali veniva nichiesta massima precisione e qualità nell'esecuzione del modelli. Tale attività porte niente meno che a una rivoluzionaria reviviscenza dell'artigianato locale, che ben presto fece fiorire imitazioni, probabilmente anche grazie all'apprendistato effettuato nella bottega Castellani. Cia è quanto Si deve intendere con l'affermazione orgogliosa per cui Fortunato Pio aveva creato "una scuola" di orafi a Roma piuttosto che non avere fondato un'istituzione a se stante55. Numerosi volumi degli archivi Castellani elencano accuratamente le date, le quantità d'oro e degli altri mateniali

preziosi affidati al singoli operai nello studio dal 1837 al 1898 (cfr. Appendice) 56 . Una campionatura at loro interno, anche se lungi dall'essere esaustiva, elenca nove operai net 1857, dieci net 1859, e diciassette diversi artigiani a partire dagli anni '60. E difficile definite il tipo di lavoro che a ciascuno di essi Si richiedeva di svolgere in un particolare arco di tempo: tra it 1854 e il 1857 ad esempio un certo Giuseppe Cresciati lavorô a una collana di stile etruSco, a un braccialetto con scarabei, a una fibula sole (cfr. fig. 5-41) a una fibula rota (fig. 9-89), a una coppia di spilloni per capelli a testa di aniete (fig. 2-28), a una spilla civetta (fig. 2-35), a numerose bulle, bottom a fibre, a diverse spille con cammei, e a braccialetti e spille del tipo "secolo XV", cos! come a numerosi altri pezzi non meglio specificati 57 . Non è nemmeno del tutto chiaro se ciascuno degli artigiani che compaiono negli elenchi avesse sempre lavorato proprio all'interno dello studio. E possibile che alcune commissioni, o almeno parte di esse, venissero "subappaltate", come era il caso del micromosaici e delle gemme incise. Non si conoscono particolani a proposito di questi artigiani, anche se molti del loro nomi nicorrono per decenni nei registri Castellani. Augusto era evidentemente un datore di lavoro assai ligio e Ii trattava come i membri di una famiglia allargata, preoccupandosi per loro nei tempi di difficoltà e annotando spesso la monte di anziani membri delta bottega net suo diario. I fratelli Alessandro e Augusto Castellani La fama e la fortuna negli affani crescevano incessantemente, ma la famiglia si trovô a dover fronteggiare una serie di difficili eventi. Net 1850 Alessandro perse per malattia la

La farniglia Castellani da Fortanato Pio ad Alfredo - Stephanie Walker



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Fig. 2-32. Parute in stile rinascimentale, cnmposta da collana, pendente e orecchini. Manifattuta Castellani. Oro, rubini, smeraldi, perle, onice. I cammei raffigurano soggetti mitologici e biblici. Da MUNN 1984, fig. 181. Collezione privata. Catalogs n. 119.

Fig. 2-34. Pendente in stile rinascimentale con acantn e mascheta grottesca. Manifattura Castellani. Oro, rubino, perla, smalto. Cnllezione ptivata.

Fig. 2-33. Spilla con cammeo raffigurante Medusa. Manifattura Castellani. Oro, rubini, perla, agata, smalto. Collezione privata.

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Capitolo ii



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Fig. 2-36. Ritratto di Alessandro Castellani. Dal Catalogs degli oggetti. Alessandro Castellani, Roma (1884). Collezione privata, Roma. Catalogo n. 204,

Fig. 2-37. Augusto Castellani, prima del 1914. Museo di Roma. Archivio Fotografico Comunale, Roma, AF 220.

moglie e un figlio di due anni, Arnaldo, e cadde in un debilitante stato di depressione che si protrasse per diversi mesi50. Dagli inizi del 1853 la famiglia e gli amici avevano incominciato a essere seriamente preoccupati per ii fatto che Alessandro continuava a prender parte a incontri clandestini e a incursioni sediziose, che mettevano a rischio non soitanto lui medesimo, ma anche i suoi familiari e l'attività net suo complesso. Caetani e ii conte Lavinio Spada de' Medici, un altro protettore di alto livello delta famiglia, to avvertirono del fatto che aveva nuovamente attirato l'attenzione delta polizia papale, ma egli non voile prestare ascolto a questi avvertimenti e alle prime ore del mattino del 13 agosto 1853 venne arrestato in caSa, net COSO di una retata, assieme ad altri sospetti attivisti repubbhcani e accusato di tradimento. Questa volta, come riferisce Augusto, ii padre non riuscI a raccogliere l'ingente somma di denaro necessaria per corrompere il giudice dell'accusa, né gli influenti amicl riuscirono a intervenire con successo in aiuto di Alessandro. Dopo aver trascorso diversi mesi in prigione, Alessandro cadde nuovamente in una profonda depressione e net 1854 dovette essere trasferito in un istituto per malattie mentali. Anni dopo, Augusto respinse l'opinione che ii fratello avesse simulato la maiattia mentaie, scrivendo neiie sue memorie che Alessandro aveva sofferto di un autentico crollo causato

daiia "morale tortura" degli interrogatori, dal tradimento di un presunto amico e dalla "malvagia cura" che aveva ricevuto dal malvagio medico delta prigione per le sue febbri59. Fortunato Pio fu cosi abbattuto da questa serie di eventi che diede ad Augusto un anno di tempo per riievare interamente la conduzione e la responsabilità degii affari, mentre egli si ritirè e si dedicè aila cura del crescenti investimenti suile proprietà delta famiglia dentro e fuori Roma. Net 1856 Alessandro ricevette it permesso di tornare a curarsi a casa, alla stretta condizione di restare a disposizione delta polizia sotto breve preavviso. Egli migliorè abbastanza da poter ricominciare a disegnare gioieiii net 1857 e a partite dal 1858 rientrà in pieno nelia gestione degli affari. Ma quando le autorità papali si convinsero delta sua guarigione, minacciarono di rimetterlo in prigione e di proseguire it suo processo: la sua unica alternativa era dunque un perpetuo esilio da Roma. Anche se Alessandro era intenzionato a rimanere nella città natale, qualsiasi fossero le conseguenze, la famigiia aila fine riusci a convincerio a partite per Parigi il 1 giugno 1860 60 . Egli non sarebbe ritornato a Roma sino at giorno delta breccia di Porta Pia, 11 20 settembre 1870, che sand l'unità d'Jtalia. Anche se abbiamo pochi scritti di prima mano che yengano direttamente da Alessandro, la natura melodrammati-

Lafamiglia Castellani c/a Fortunato Pio ad Alfredo Stephanie Walker



ca delta sua personalità emerge con chiarezza dalle memorie di Augusto e dalle descrizioni del suoi contemporanei (fig. 2-36). La perdita delta mano sinistra in un incidente di caccia all'età di tredici anni comportô che egli non poté mai attendere personalmente alla fabbricazione del gioielli. Sotto la tutela di Caetani egli perà si trasformà nel visionario creatore del modelli e nella pili importante forza artistica della ditta sino al momento del suo esilio nel 186061. Colto e appassionato sostenitore delle proprie idee - tanto in campo artistico quanto politico - egli era in grado di elettrizzare coloro che cadevano sotto la sua influenza. Numerosi cornmentatori sottolineano la sua eccezionale conoscenza dell'archeologia e delta storia dell'arte, che, unitamente al suo cansma, contribuI a renderlo l'abile venditore e promotore della dicta all'estero. Per quanto entrambi i fratelli avessero condiviso sin dalla prima giovinezza idee politiche profondamente sentite, la loro evoluzione fu assai diversa. Ii carattere brillante e l'instabilità emotiva di Alessandro col tempo si posero in netto contrasto con ii carattere pih fermo di Augusto, che andè maturando una forma, se put moderata, di conservatonismo. It ruolo di Augusto Castellani nella ditta e nella storia del successi familiari è stato in genere sottovalutato: al contrario, come rende evidente un'accurata lettura delle sue memone e del suo diario, egli fu l'autentico fulcro della loro prolungata fama e stabilità (fig. 2_37)62. Di sei anni piü giovane di Alessandro, Augusto fu mandato in una scuola privata nel 1836 e ricevette ii suo apprendistato pratico nella bottega di famiglia tra gli anni 1842 e 1845. Contemporaneamente egli niceveva lezioni private a casa di matematica, filosofia, lingue straniere e disegno, come probabilmente faceva anche Alessandro. In quanto volontari nella Guardia Civica di Roma, entrambi i fratelli ricevettero un accurato addestramento militate. Nel corso degli anni '40 Augusto, seguendo i desideri del padre, apprese nozioni di contabilità e di amministrazione, ma riporta di aver anche partecipato alla direzione artistica della ditta° 3 , che sarebbe ricaduta interamente sotto la sua responsabilità dopo l'esilio di Alessandro da Roma nel giugno 1860, mentre l'attività continuô a portare ii nome del padre, Fortunato Pio, sino alla morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1865. Augusto era diventato di fatto it capo dell'impresa Castellani quando Alessandro era stato imprigionato e i locaii vennero trasferiti in Piazza Poli 82, vicino alla fontana di Trevi, agli inizi del 185464. All'incirca in questo stesso periodo egli riusci finalmente a sposare la fidanzata, Annetta Farina, e di trasferirsi in un appartamento al quarto piano dello stesso edificio. Ii suo corteggiamento, iniziato net 1848, era stato irto di difficoltà. Annetta era figlia di Filippo Farina, ministro delle armi e fermo sostenitore del papa, un reazionario che si trovava all'estremità opposta dello spettro politico. La famiglia, radicata nel rispettabile ambiente milltare, apparteneva at piii alto livello della borghesia, un salto di ciasse per gli intraprendenti Castellani. Quanto Augusto finalmente ottenne ii permesso del genitori, net 1853 ii

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matnimonio fu sul punto di essere annullato a causa dello scandalo provocato dall'arresto e dall'imprigionamento di Alessandro. Sembra perà che la personalità di Augusto affidabile, stabile e attendibile - cos! come la sua incrollabile devozione finirono per convincere il suocero e portarono a un felice e appagante rapporto con la moglie°5. Gli anni chiave 1858-1860: l'oreficeria archeologica italiana Nel corso del breve ritorno di Alessandro net1858-59, la bottega incomincià a produrre le copie e imitazioni di oreficerie antiche che chiarnarono "Oreficeria Archeologica Italiana", e che sarebbero state destinate a divenire il fondarnento della fama internazionale della produzione del Castellani °°. La cnisi concernente la nota collezione Campana fu un importante elemento catalizzatore a questo proposito. A partite dal pnimi anni '50 aveva incominciato a montare uno scandalo niguardante un vorace collezionista d'arte, ii marchese Giovanni Pietro Carnpana, ii quale, net suo ruolo di direttore del Sacro Monte di Pieta', aveva accesso a fondi praticamente illimitati che usava per acquistare in enorme quantità oggetti d'arte di ogni qualsivoglia genere (cfr. capitolo 8)67 Egli nutniva una passione particolare per le antichità e per i gioielli antichi, tenendo per sé i nitrovamenti degli scavi che finanziava e acquistando gran parte di ciô che si trovava in vendita attraverso una rete di nivenditoni, tra i quali con ogni probabilità erano i Castellani°°. Campana cadde in disgrazia presso ii potente e detestato Segretanio di Stato, ii cardinale Giacomo Antonelli, e venne accusato di appropniazione indebita del fondi che gli erano stati affidati. Con una buona dose di malafede, Campana dichiarà che, acquistando oggetti dante, aveva semplicemente inteso fare un buon investimento per la banca, ma ciô non lo salve dall'essene impnigionato il 28 novembre 1857, condannato per frode ii 5 luglio 1858 ed esiliato dallo stato pontificio. Anche prima che Campana fosse incancerato, Antonelli aveva rnesso in moto un movimento intennazionale per vendere le enonmi collezioni, valutate da alcuni oltre 1.000.000 di scudi, allo scopo di recuperate la maggior parte delle perdite subite. Oltre al fatto di essene stati in rapporti di arnicizia con Campana per via del cornuni intenessi, i Castellani intendevano salvare la collezione per Roma, quale parte del suo patrirnonio antistico, e in particolare l'importante nucleo di oreficenie, ammontante a piü di mille oggetti°°. A tale fine Fontunato Pio, Augusto e il loro amico Paolo Costa proposeno di create una società per azioni per finanziane l'acquisto dell'intera collezione che sarebbe stata messa in mostra. Col tempo gli azionisti avnebbero recuperato ii proprio investirnento con la vendita del biglietti al visitatoni che avrebbero voluto vedere it nuovo museo. Ii progetto era sostenuto dal cardinale Altieni, Prefetto della Congregazione degli Studi, ma alla fine venne respinto dall'Antonelli 70 . Già alla fine del 1862 gran parte delta coliezione Campana era stata dispensa, con Russia, Gran Bretagna e Francia che avevano fatto la

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Cap itolo II

Fig. 2-38. Collana "Campana" con pendenti a frangia a forma di semi. Manifattura Castellani. Oro. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85066.

parte del leone nelle acquisizioni. La collezione di oreficerie acquistata da Napoleone III venne inizialmente esposta nd maggio 1862 al Musfe Napoleon III, assieme ad altre acquisizioni Campana, e subito dopo venne trasferita at Louvre. Non si sa con certezza quando i Castellani ebbero per la prima volta l'opportunità di studiare, fare caichi e copiare una scelta del gioielli Campana (cfr. fig. 5-2) 1 . Un primo riferimento alle "decorazioni Campana" si data at settembre

Fig. 2-39. Collana con pendente "Campana" a testa di Acheloo (particolare). Manifattura Castellani. Oro. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85057.

1843, motto tempo prima del crollo del marchese, quando questi stava ancora acquistando pezzi antichi 72 . I Castellani probabilmente videro e maneggiarono nuovamente queste opere al momento in cut ii primo catalogo della collezione, i Cataloghi Campana, venne dato alle stampe intorno al 1858. E possibile e persino probabile che Alessandro e Augusto Castellani avessero messo mano alla compilazione delta sezione dedicata alle oreficerie. Dopo l'esilio del Campana e quello di Alessandro e dopo ii fallimento del tentativo di salvare la collezione, Augusto fu costretto a collaborate all'aggiornamento del catalogo delle oreficerie, una volta che, net 1861, era stata ultimata la vendita al francesi. Egli lamentava che questo lavoro to avrebbe sottratto per troppo tempo al suoi affari e cercô inutilmente di negoziare un indulto per Alessandro perché potesse sostituirlo. Egli afferma di aver lavorato a tale progetto Otto ore al giorno per sei mesi, senza calcolare la conduzione della bottega. Nell'introduzione at suo libro sull'oreficeria antica del 1862, Augusto dice che durante questo mezzo anno egli fu nuovamente in grado di studiare dal vivo i pezzi Campana e che restaurà numerosi oggetti "perché io dovetti riparare i danni a quelli recati dalla negletta giacitura, in che erano stati per incuria di coloro i quali gli avevano in deposito negli armadi del Sacro Monte di Pietà" 74 . Ii catalogo delle oreficerie, che egli cornp116 assieme all'archeologo tedesco Heinrich Brunn, venne tradotto in francese e pubblicato sotto il norne dello storico d'arte e critico Charles Clement75. Le molteplici opportunità di maneggiare e di studiare gli orl Campana si riflettono in alcune delle piii belle copie di antichità prodotte dalla bottega. La maggior parte di queste venne realizzata utilizzando solamente oro con una decorazione a granulazione e a filigrana. Alcuni pezzi avevano inserzioni di smalto, mentre le pietre preziose erano rare, come nei modelli antichi. Alcune copie uniche, attualmente conservate presso ii Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, includono, ad esempio, la "fibula di Preneste", con iscrizione a granulazione (figg. 9-87 e 9-88), ii pendente con Acheloo (fig. 2-39) e una pill modesta collana con pendenti a frangia (fig. 2-38). Altri tipi erano pill diffusi e sono noti in diverse copie, ad esempio il diaderna tipo "Palo" o quello

La favziglia Castellani da Fortunato Pio ad Al/redo Stephanie Walker



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Fig. 2-40. Spilla di forma lobata eseguita con la recnica della granulazione, VI sec. a. C., etrusca. Oro. Per la copia eseguita dai Castellani vd. fig. 7-1. Musée du Louvre, Déparrement Antiquités Grecques et Romaines, Bj 043, Collezione Campana, Parigi.

tipo "Cuma" (cfr. figg. 8-5 e 8-16), una collana di scarabei con globuli in oro granulato (cfr. figg. 8-21 e 8-22), flumerose spille a disco con diversi tipi di lobi (fig. 2-40 e 7-1), di raggi (fig. 2-41 e fig. 9-89) o con decorazioni a foglie d'edera, oltre a svariati orecchini con cigni, granati o grappoli d'uva. Altri modelli ancora possono essere definiti adattamenti (cap. 8), come la spilla di Helios (fig. 5-39 e 5-41), una serie di braccialetti a cerniere rettangolari (figg. da 8-17, 8-19 e 8-20) e gli orecchini col crescente che regge ii carro del sole (figg. 2-42 e 2-43)°. Quando la vendita della collezione Campana divenne mevitabile, i Castellani decisero di procedere al sistematico acquisto di oreficerie antiche e antichità vane allo scopo di preservarle per la propria città e per ii proprio paese 77 . Ii loro intento, patriottico e in larga misura didattico, era di documentare ii respiro e la qualita di ciô che essi consideravano l'opera di orafi italiani e di ispirare artisti, studiosi e, come ovvio, anche i propri clienti. Essi utilizzavano i propni esemplarl e altri pezzi antichi come fonte di ispirazione, giungendo persino a creare copie e adattamenti da gioielli che non avevano mai visto personalmente e che potevano conoscere soltanto attraverso edizioni illustrate, come i nitrovamenti nella zona di Kertch sul Mar Nero, nella Russia meridionale (fig. 8-11). Inoltre essi continuarono ad allargare il proprio repertorio di still storici, includendovi modelli romani (figg. 2-44 e 2-45), medievali (figg. 2-46 e 2-47; fig. 9-50), rinascimentali (fig. 2-48) e barocchi (fig. 2-49). L'estate 1859 porte inoltre un'importante commissione di diversa natura, la quale coniugava gli ideali politici e an-

Fig. 2-41. Spilla a rosette con bordo godronato, VI sec. aC. Errusca. Oro. Per la copia eseguita dai Castellani vd. fig. 9-89. Musée du Louvre, Département Antiquités Grecques et Romaines, Bj 047, Collezione Campana, Parigi. Catalogs n. 75.

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Fig. 2-42. Orecchini con crescente e carro del sole, detti provenire da Bolsena, fine del IV secolo a.C. Etruschi. Oro, perle, smalto. Muses du Louvre, Dfpartemenr AntiquitCs Grecques et Romaines, Bj 272, 273, Collezione Campana, Parigi.

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Capitols II

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i Fig. 2-43. Orecchini " Campana" con crescente e carro del sole. Manifattura Castellani. Oro. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85072.

Fig. 2-44. Bulla con iscrizione CATULUS. Mamfattura Castellani. Oro. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85128 Catalogo a. 142.

Catalogs a. 77.

tistici del Castellani e del loro mentore Caetani. Due spade da cerimonia su disegno di Caetani dovevano essere offerte a Napoleone III e a Vittorio Emanuele II di Savoia per rendere onore alle le loro vittorie militari contro gli austriaci

che occupavano I'Italia (capp. 1 e 9). Ii Comitato Nazionale dell'effimera Repubblica Romana apri una sottoscrizione pubblica per finanziare la loro fabbricazione. Nel riportare l'intensa atmosfera politica del tempo, Augusto ricorda nel-

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Fig. 2-45. Braccialerro in stile medievale. Manifattura Castellani. Oro, smeraldi. Cooper-Hewitt, National Design Museum, Smithsonian Institution, New York. Acquistato dal Museo grazie ai contributi di vari donatoti in memonia di Annie Schermerhorn Kane e di Susan Dwight Bliss, 1969-40-23.

Lafamiglia Castellani da Fortunate Pio ad Alfredo -Stephanie Walker



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Fig. 2-47. Parte di collana con due pendenti in stile medievale. Manifattura Castellani. Oro, zaffiri, rubini, perle. Descritra da Alfredo Castellani come di stile "Carolingio" (ASR, Famiglia Castellani 18I3a). Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85237.

Fig. 2-46. Jean-Auguste-Dominique Ingres, Princesse de Brogue (particolare), 1851-53. Quo su tela. Ii penclente a bulla è simile a quello della fig. 2-44. The Metropolitan Museum of Art, New York, Robert Lehman Collection, 1975, 1975.1.186.

le sue memorie come la commissione delle spade venne considerata un grande affronto da parte del governo papale70. Allo scopo di annullare o perlomeno di boicottare l'esecuzione del progerto, la polizia pontificia mandà in esilio alcuni membri del Comitato che lo avevano promosso e minacciô di confiscare le lame di acciaio con inserzioni di oro che erano state ordinate al fratelli Mazzocchi dell'armeria papale. Si fece allora ricorso a interventi diplomatici e Napoleone III ordinô che la bottega Castellani fosse messa sotto la protezione delle truppe francesi 79 . Dopo aver presentato i due oggetti in una "privata esposizione", Augusto Castellani finalmente riusci a consegnare una delle due spade all'ambasciatore francese che la fece trasportare a Parigi50. L'album di Caetani contiene due schizzi per le else delle spade, uno del quali risulta virtualmente identico alla fotografia, scattata nel 1898, della spada fatta per Vittorio Emanuele II, ora all'Armeria Reale di Torino in condizioni frammentarie (fig. 92)s1.

Fig. 2-48. Pendenre in stile rinascimentale. Manifattura Castellani. Oro, rubini, smeraldi, smalto. Collezione privata. Catalogs n. 117.

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Capitols II

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Fig. 2-50. Spilla a micromosaico a doppio rondo con motivi ispirati a Santa Sofia. Manifattura Castellani. Oro, tessere in pasta vitrea. Collezione privata.

Fig. 2-49. Grande spilla a flocco con cammei. Oro, calcedonia, agata, sardonice, smalto. Descritta da Alfredo Castellani come "Borghese Stomacher" (ASR, Farniglia Castellani 18/3a) Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma,

85281. Catalogo n. 124.

Ii riconoscimento internazionale: 1860-1862 La nuova "oreficeria archeologica italiana" del Castellani venne promossa all'estero con quella che puè essere definita soltarito come un aggressiva campagna pubblicitaria. Alessandro immediatamente rivolse ii proprio esilio a grande vantaggio per se stesso e per gli affari di famiglia. Finanziato dal padre, nel 1860 egli aprI una piccola succursale sui Champs Elisées dove vendeva le oreficerie che gli venivano inviate da Roma 2 . Grazie al suoi modi eleganti, ben presto °

egli ebbe accesso al migliori salotti, ed entrô nelle grazie di Napoleone III, it quale, in quanto acquirente della collezione Campana, nutriva un profondo interesse per tutte le forme di arte antica. Al primi del dicembre 1860 Alessandro fu in grado di presentare un nutrito gruppo di oreficerie a Napoleone III nel corso di un ricevimento di una delle favorite dell'imperatore, la principessa Mathilde (fig. 12-11). In una concitata lettera al padre, Alessandro descrive "un fchafaudage magnifico" poggiata su numerose lavagne inclinate e jimminata da candele cos! che "ii colpo d'occhio e la messa in scena eran perfetti"3 . Per la gioia di Alessandro, dopo aver esaminato attentamente l'intera collezione, Napoleone III prontamente scelse un gioiello per ciascuna delle cinque dame presenti e altri Otto pezzi per se stesso. Gli acquisti dell'imperatore includevano alcuni tra i pezzi piü elaborati e costosi del campionario Castellani, quali i gioielli " Maddalena Doni" e "Garofalo", cos! come un braccialetto a serpente su disegno di Caetani (fig. 5-22); la spilla "Kul Oba" (fig. 8-11) e orecchini con piccole Nike; una coppia di braccialetti con imperatori romani (monete o cammei?); un pendente con Acheioo (fig. 2-38) e una "fibula doppia rosa", probabilmente il modello che conteneva un micromosaico con motivi ispirati a Hagia Sophia (fig. 2-50). Alessandro confermè ufficialmente le proprie credenziaii di studioso dando una conferenza in francese sull'oreficena antica alla venerabile Académie des Inscriptions et Belles Lettres it 20 dicembre 18600. In parte excursus erudito, in parte storia di famiglia, la presentazione includeva l'esposizione di uria grande bacheca portatile di gioielli che Alessandro aveva approntato per illustrate il suo testo. E possibile che questa comprendesse anche alcuni pezzi antichi, ma è certo che consistesse soprattutto di copie realizzate dal laboratorio° 5 . La conferenza di Parigi fu la prima pubblicazione di un testo che venne in seguito riciclato da entrambi 1 fratelli e utilizzato come veicolo primario per

La farniglia Castellani da Fortunate Pio ad Alfredo - Stephanie Walker



promuovere tanto la loro competenza quanto i loro prodotti. It 5 luglio 1861 Alessandro diede la stessa conferenza e la stessa presentazione in inglese all'Archaeological Institute di Londra. Una versione pifi ampia e corredata di note, destinata alla circolazione privata tra gli amici dell'autore,venne pubblicata nell'agosto 1862 col titolo di Antique Jewellery and its Revival con una lusinghiera prefazione in cui Si ringraziavano "tutti i conoscitori d'arte in Inghilterra per la gentilissima e cordiale accoglienza"° 6. La dedica posta a prefazione delta verSione italiana di Augusto, del 1862, intitolata "Deli'oreficeria antica" rivela che ii testo venne offerto a Fortunato Pio ii giorno del suo compleanno "per rendergli onore"°7 . Una traduzione inglese del discorso di Augusto, ad opera delta moglie dell'orafo inglese John Brogden, apparve nel fascicolo del maggio 1869 dell'Art Journal". Se da un lato è impossibile stabilire quale del due fratelli abbia scritto ii testo originate, abbia avuto la parte maggiore netredigerlo o abbia contribuito a singole sezioni, cIall'altro è certo che entrambi to utilizzarono quale strumento promozionale°'. Con la combinazione di un testo erudito e di scintillanti mostre essi riuscirono a saturate i piii importanti auditori in Italia, Francia e Inghilterra, senza dubbio ispirandoli a prendere in considerazione l'idea di fare acquiSti e a raccomandarli. Non suscita dunque alcuna sorpresa il fatto che le prime apparizioni del Castellani a una fiera italiana a Firenze nel

Fig. 2-51 Braccialerto a micromosaico con scrirta ROMA. Manifarrura Castellani. Oro, ressere in pasta vitrea. New England, Collezione privata.

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1861 e all'Esposizione internazionale del 1862 a Londra si siano risolte in un enorme successo (cfr. cap. 9). Dallo spettacolare diadema "Cuma" (fig. 9-3) ripreso da un originale Campana sino agli orecchini basati sulla Tinted Venus di Gibson, pilli modesti ma di grande successo (cfr. fig. 9-48), l'oreficeria archeologica era diventata una moda ben radicata in Europa e rapidamente incominciô a essere copiata da un gran numero di abili imitatori (cfr. cap. 12). Solo net negozio di Roma l'afflusso di visitatori crebbe per numero e prestigio, un incremento che certo dovette gratificare l'anziano fondatore, Fortunato Pio, nonostante le altre traversie della famiglia e la continua instabilità politica. Augusto scrisse soltanto in forma assai breve dell'Esposizione di Londra, annotando che Alessandro era stato incaricato di organizzare la mostra sotto il nome del padre e che essi avevano guadagnato due importanti premi 90 . Stranamente, le memorie toccano appena gli affari tra 11 1862 e ii 1865, limitandosi a menzionare il fatto che Augusto, proprio come Alessandro, incomincià attivamente a commerciare nel camp0 delle antichità91 . Anche lo spettacolare cesto ricolmo di gioielli, dono ufficiale di Roma a Maria Pia di Savoia per ii suo matrimonio col re Luigi I del Portogallo, celebrato 11 28 settembre 1862, non viene menzionato nelle note di Augusto (figg. da 9-15 a 9-19). I registri del conti della ditta offrono un quadro migliore delle attività di produzione di oreficerie. Le liste degli inventari, per quanto non sempre costanti, suggeriscono l'enorme espansione del prodotti delta bottega, che i Castellani in larga misura continuavano a produrre da sè, piuttosto che importare dall'esterno. Agli inizi del luglio 1862, per esempio, la bottega registrava al suo interno gioielli e materiali preziosi per il valore di oltre 30.000 scudi; all'incirca to stesso ammontare, un valore di circa 25.000 scudi in gioielli, venne inviato all'estero per essere messo in vendita su commissione da Alessandro92 . Ii campionario offerto a Roma riflette il gusto dci clienti del Castellani. I tipi di gioielli di gran lunga pill importanti, in termini di numero e del relativo prezzo, erano fibule, spille e spilloni. Tra questi, 213 sono elencati con prezzi che partono da cifre modeste, come 5 o 10 scudi per piccoli oggetti d'oro o di smalto, ad esempio il famoso spillone a spirali terminante in una testa d'ariete (talvolta con l'aggiunta di un vaso pendente) che veniva chiamato fibula chimera e costava 7 scudi. Pezzi pill elaborati potevano arrivare a costare svariate centinaia di scudi, soprattutto se comportavano l'inserimento di diamanti, come ad esempio una croce con perle e un fib d'oro intrecciato o come la fibula "Maddalena Dom", ciascuna delle quali costava 500 scudi 93 . Una bella spilla a micromosaico, come it modello a doppio cerchio ispirato alle decorazioni di Santa Sofia, era messa in vendita at prezzo di 140 scudi (fig. 2-50). I quarantuno pezzi, tra bulle e pendenti, dell'elenco potevano gareggiare in valore con spille e spilloni, a seconda della loro esecuzione e delle pietre preziose utilizzate. Un piccolo pendente con A e Q poteva costare soltanto 5 scudi, mentre l'Acheloo "Campana" era venduto per 250.

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Capitolo II

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Fig. 2-52. Braccialetto con pietre intagliate. Manifattura Castellani. Oro, granati, vane pietre preziose. Collezione pnivana.

Anche i quarantatre braccialetti erano piuttosto costosi, con un prezzo oscillante tra i 70 e i 90 scudi. Soltanro alcuni, ad esempio una semplice catena con quattro tondi su cut era scritto ROMA (fig. 2-5 1) costava 16 scudi, mentre quelii net quali erano inseriti bei cammei o scarabei di alta qualità (fig. 2-52 e fig. 2-25) o ancora complessi micromosaici potevano arrivare sino a 350 scudi. Un pezzo eccezionale con diamanti e perle, che poteva essere indossato anche come diadema, costava 1400 scudi. Collane e diademi o tiare erano piiI ran, ammontando rispettivamente at numero di diciassette e di sei, con ciè rifletrendo tanto la tendenza delta moda quanto le alte spese di esecuzione. Le ricche collane d'oro con motivo di anfore richiedevano una lavorazione complessa e costavano 160 scudi o ancor piü e se un pezzo comprendeva scarabei o gemme incise it prezzo poteva facilmente superare i 350 scudi. Ii modello piii caro era comunque la collana "Campana con teste di Jo" che veniva venduta per 700 scudi (fig. 9-32). Ii diadema Campana "tipo Cuma" era valutato 650 scudi (fig. 9-3), mentre una corona di alloro pii.i semplice costava 120 scudi (fig. 9-28). Set compleri di gioielli o parures erano ancora pifi tart e pill costosi. Essi consistevano abitualmente in gioielli coordinati con cammei o scarabei e costavano almeno 400 scudi (figg. 9-61, 9-62). Sembrerebbe che i Castellani preferissero confezionare i coordinati di oreficeria sulla base del desideri e delle possibilità finanziarie del propni clienti, accostando tra loro pezzi realizzati separatamente e che si accoppiavano per stile. Ii notevole numero di orecchini, settantaquatrro, riftette it loro successo. Ancora una volta i prezzi hanno una grande oscillazione, a seconda del costi del mareriale e delta lavorazione. Variazioni sul tema degli orecchini indossati dalla Venere di Gibson erano realizzate in diverse misure e costavano dal 7 at 22 scudi (cfr. fig. 9-6), menrre quelli con pierre preziose potevano arnivare a 150 scudi e oltre (cfr. fig. 963). La dirta produceva un campionario di oltre un centinaio tra bottom e borchie, solitamente a gruppi di tre o quattro, che potevano costare circa 6 scudi per un piccolo dise-

gno floreale e sino a 120 scudi per un set con scarabei di elevara qualità. Gli anelli erano ancora pill numerosi: tra i centocinquantadue elencati, alcuni, con un disegno a spirale e smalto azzurro, potevano costare soltanto 1 scudo, sino a giungere at 160 scudi per un pezzo con una doppia fila di diamanti (fig. 2-53). Una voce eccezionale, descrirta come "bellissimo scarabeo da Vulci" in una legatura "modello Campana", costava 250 scudi. Ii set alla moda di sette anelii, ciascuno per un giorno delta settimana, costava 25 scudi. A completare cia che la bottega poteva offrire vi erano spilloni per capelli, tagliacarte, tabacchiere e diversi altri objets de vertu. Una scelta di decorazioni da tavola, di tripodi, candelabri, lucerne e oggetti minori era disponibile in argento95 . Per comprendere la massiccia produzione delta ditta in espansione, dobbiamo tener ben presente che questi ricchi inventani non includono tutto ciô che era realizzato dietro specifiche commissioni. Di notevole interesse f infine l'aumento delle collezioni di antichità che la famiglia, a quanto affermano Alessandro e Augusto, incomincià ad acquisrare come reazione alla perdita delta collezione



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Fig. 2-53. Anello in stile ninascimennale. Manifatnuna Castellani. Ono, nunchese. Collezione pnivana.

La famiglia Castellani c/a Fortunato Pio ad Alfredo Stephanie Walker



Campana. In quanto parte dell'inventario delta bottega, tali antichità erano elencate a gruppi, come oggetti d'oro antico, anelli antichi, bronzi da Praeneste, argento antico, bronzi e terrecotte medievali, gioielli cinquecenteschi, vasi e urne dalla via Latina, ii tutto per un valore di oltre 12.300 scudi. Negli anni successivi le collezioni andarono trasformandosi in un'esposizione "museale" phi organica che accrebbe ii prestigio della bottega e che sarebbe divenuta l'eredità pubblica della famiglia Castellani (capp. 10 e 11). Se si sfogliano le liste inventariali comprese tra it 1858 e ii 1862, risulta evidente che in pratica l'intera gamma dei prodotti Castellani era stata fissata net corso di tale periodo. Con l'esilio di Alessandro a partite dal 1860 e ii fatto che Caetani era diventato quasi completamente cieco dal 1859 circa yennero effettivamente a mancare i due principali creatori dei modelli delta ditta. E pertanto ancor piii sbalorditivo ii fatto gli affari continuassero a restare cosi floridi per i successivi sei decenni, con soltanto scarse aggiunte at repertorio. La morte di Fortunato Pio e la divisione dei fratelli: 1865-1868 Alle prime ore del mattino del 1 gennaio 1865 it settantenne patriarca, Fortunato Pio, seriamente ammalato già dal 1860, spire fra le braccia di Augusto, come questi ricorda nelle sue memorie°°. Egli aveva raggiunto un grande risultato. Gli affari erano fiorenti come non mai e le proprietà delta famiglia in terreni e in beni immobili avevano incominciato ad apportare considerevoli rendite aggiuntive. Sia lui che i suoi figli erano stati ammessi alle cerchie pill esclusive ed egli aveva anche rivestito rispettabili cariche di carattere pubblico97 . Ciè che letteralmente gli aveva spezzato il cuore era stato perà l'esilio del suo brillante figlio maggiore e presumibile erede, Alessandro, che non fece mai pill ritorno a Roma durante la vita del padre. Ii figlio minore, Augusto, era stato pill che abile net sostituirsi at fratello, ma gli affari progettati della famiglia, programmati con tanto gusto negli anni '50, restavano incompleti senza la presenza di Alessandro. Ii terzo figlio, Guglielmo, era un abile cerami sta, ma era diventato instabile a causa di una crescente, seria dipendenza dalla morfina'°. Ben poco si sa delle sue cinque figlie, che egli aveva provveduto di generose don". La personalità di Fortunato Pio, religioso nonostante alcune tendenze politicamente progressiste, resta peraltro in larga misura oscura. Si hanno poche testimonianze relative al suoi yen pensieri o al suoi comportamenti, anche se gli va senza dubbio ascritto il merito di aver fondato la ditta e di aver incoraggiato i nuovi indirizzi che questa aveva intrapreso. Tanto i figli quanto i colleghi orefici to stimavano per i suoi contributi alla rivitalizzazione di questa attiviti. La reazione ufficiale alla morte e al funerali di Fortunato Pio inserisce la famiglia net contesto dell'atmosfera di repressione di quel momento. Augusto racconta come la corporazione degli orafi a Sant'Eligio degli Orefici, insieme a molti altni amici, intendesse accompagnare il corteo funebre alla chiesa parrocchiale del Santi Vincenzo e Anastasio.

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Dichiarando che cia avrebbe costituito un assembramento illegale, l'ostile polizia pontificia circondà ii carro funebre e i preti e non permise a nessuno di seguire il corteo; persino all'atto della sepoltura la famiglia venne circondata dalla polizia e l'ingresso all'area delta sepoltura fu chiuso dalle guardie'°°. La valutazione del patrimonio ebbe importanti conseguenze per i restanti membri della famiglia e per gli affari. Ii 1 gennaio la bottega venne chiusa e Ic porte sigillate in modo tale da poter fare un inventario completo di tutto ciô che Fortunaro Pio possedeva. Tale processo venne dettagliatamente documentato dal notaio Pietro Fratocchi secondo gli usi romani, fornendoci un'istantanea rivelatrice delle condizioni economiche della famiglia'°'. Ii principale esecutore testamentario fu il fedele amico Michelangelo Caetani assieme a un altro amico di vecchia data di Fortunato Pio, it sacerdote Gioacchino di Giovanni. Dopo aver disposto generosi lasciti e rendite annue alla vedova, alla sorella, al fratello e alle cinque figlie, Fortunato Pio aveva stabilito che i'mtero patrimonio venisse messo in amministrazione fiduciaria e diviso tra i tre figli. Due codicilli stabilivano che Guglielmo, giudicato incapace di intendere e volere, ricevesse una regolare rendita mensile dagli altri due fratelli sino a che non avesse raggiunto l'età di 55 anni. Ii 4 di gennaio il negozio fu in parte riaperto per consentire ad Augusto di provvedere alle incombenze pill urgenti, ma ci vollero altre due settimane per compilare l'inventario di 150 pagine di tutti i beni. Un avvocato, Alessandro Piccinini, agiva in qualità di rappresentante di Alessandro ccl era presente at procedimento. L'esauriente inventario fornisce una buona idea del locali di via Poll, soprattutto per quanto riguarda la varietà e la disposizione delta collezione di antichità, anche se i valori attribuiti a questi pezzi dal "perito rigattiere" erano molto bassi. Questo punto divenne ben presto oggetto di controversia e ci si riservè di far valutare Ic antichità da uno specialista, un antiquario che si chiamava Luigi Depoletti 12 . Per prima cosa si procedette all'inventario dell'appartamento privato di Fortunato Pio, seguito dalle tre stanze arredate che erano considerate proprietà di Alessandro, anche se egli era ormai assente da cinque annil° 3 . Seguirono quindi la bottega e le stanze al piano terra. L'ingresso conteneva quarantasei vasi etruschi, due modelli in gesso su nove banchi o piccole tavole e due busti di manmo. Ii salotto era anredato con un divano, mobili in mogano e consolles con nipiani in pienra. Ii pezzo pill costoso era un pianoforte a coda viennese in mogano valutato 120 scudi' 5 . Degno di nota è piccolo quadno di niello", valutato 20 scudi, che deve cornispondere alla pace con J'Adonazione del Magi, che si trova ora a Sant'Eligio degli Onefici a Roma. In base alla dedica iscnitta questa viene considerata l'unica opera superstite della mano di Fontunato Pio (fig. 2-1). La biblioteca di circa quattrocento volumi era divisa per soggetti di varia natura: opene di carattere generate e dizionari di lingua, medicina, igiene, chimica, fisica, mineralogia, matematica, lettenatuna, stonia, economia, diritto, geografia e infine "arti industriali". Cu-

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Fig. 2-54. Scudo detto proveniente dalla tomba Castellani di Palestrina, primo quarto del VII secolo aC. Bronze. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 51165. Catalogs n. 190.

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riosamente non vi era elencata alcuna opera sull'archeologia. Ii salotto era decorato con un centinaio di vasi di forme e climensioni diverse, con ventisette bronzi, un busto di marmo e una statua femminile in gesso di dimensioni al vero'° 5 . Si menzionano inoltre una composizione di tre scudi antichi (fig. 2-54) dalla "Tomba Castellani" (cap. 10) e due lance, una disposizione che venne mantenuta anche quando Augusto si trasferl in una nuova casa vicino alla fontana di Trevi (cfr. cap. 11). L'inventario elenca anche i quattro unguentari attualmente conservati al Musei Capitolini di Roma, tutti provenienti da questa tomba. Altri vasi antichi e altro mobiho si trovavano nel magazzino al piano terreno; accanto a questo era la stalla che conteneva tre carrozze. L'officina conteneva nove banchi da lavoro e, ovviamente, l'attrezzatura e la strumentazione: di notevole interesse è una macchina per produrre la filigrana. Ii 16 gennaio l'argentiere Giovanni Andrea Mascelli, nominato dalla corporazione di Sant'Ehigio, si recô ada bottega per procedere alla stima del gioielli. Anche se è difficile fare confronti diretti, appare chiaro che egli limità la sua stima quasi esclusivamente al valore della materia prima, registrando il peso di ogni gruppo di gioielli e giungendo pertanto a stabihire un valore di 21.535 scudi, molto inferiore se lo si confronta con quello dehl'inventario personale del Castellani ammontante a circa 29.350 scudi 106 . A Sei vetrine

Fig. 2-55. Quattro oggetti detti provenienri dalla tomba Castellani di Palestrina, VII secolo aC. Da sinistra a destra,: a. fiasca di Capodanno; b. fiasca di Capodanno; c. aryballos; d. fiasca di Capodanno. Fayence. Roma, Musei Capitolini, Ca. 545 (fiasca a); Ca. 546 (fiasca b); Ca. 412 (aryballos c); Ca. 544 (fiasca d). Catalogo no. 229, 230. 193. 231.

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che contenevano numerose copie Castellani, raggruppate a seconda dello stile (etrusca, greca, due romane, bizantina e "veneziana") venne attribuita una stima complessiva, senza neppure pesare i singoli pezzi. Si distinguono alcune descrizioni, come quella dello scrigno di avorio decorato con monete antiche e riempito con una serie di gioielli - un mundus muliebris - valutato 800 scudi (cap. 9); una collana con cammel e una spilla con rubini e perle nello stile del secolo XVI per 500 scudi; e un gruppo di "orl arabi" che forse si riferiscono ad alcuni gioielli indiani che i Castellani avevano acquistato (fig. 2-56 e figg. da 9-57 a 9-59). La collezione di orl antichi e di altni gioielli furono anch'esse valutate per yetrina per un totale di 5.843 scudi nispetto agli oltre 7.700 degli inventari Castellani '°7 . Guglielmo Castellani si infuriô talmente per tale valutazione che quel giorno nifiutè di sottoscrivere la lista dell'inventario. In forma sommaria, l'inventario redatto dopo la morte di Fortunato Pio rivela anche le sue proprietà di beni immobiIi. La residenza di via Poll 86-89, cos! come una proprietà di campagna fuori la porta Lateranense, erano adibite all'uso privato della famiglia, che possedeva anche altre proprietà date in affitto: una al 140-142 di via Della Chiavica del Bufalo (all'angolo di via Poll) e al numeri 6-16 e 30-41 di via in Lucina, dove viveva Guglielmo Castellani assieme ad altri affittuani. Per poter sistemare il patnimonio Augusto dovette ottenere un permesso speciale per lasciare Roma e recarsi a conferire con Alessandro, che a quel tempo viveva a Napoli"'. Essi si accorciarono sul fatto che, basandosi sulle stime dell'inventario, Augusto avrebbe rilevato l'intera attività dal fratello e che Alessandro avrebbe potuto reclamare la sua parte nell'arco di set anni sotto forma di oggetti o di clenaro. Fu cos! che alla fine di gennaio Augusto pote niaprire la bottega come "A. Castellani". Nella primavera del 1868 Alessandro decise di far valere l'accordo e scelse come sua parte dell'eredità la collezione completa del gioielli in oro e degli oggetti di metallo antichi che la famiglia aveva collezionato tra il 1851 e ii 1865109. "Ogni cosa fu tra noi liquidata, nicordo che net ringraziarmi scrisse che dal tal giorno intendeva esser lui I'Antiquario Alessandro Castellani ed io l'Orefice romano Augusto Castellani", ricorda Augusto"°. Fu questa la divisione ufficiale tra i due fratelli, la conseguenza di un dissenso di carattere personale che era già da tempo iniziato e che avrebbe continuato a crescere nel corso degli anni. La vita di Alessandro a Parigi, Londra e Napoli: 1860-1870 Alessandro di fatto aveva proSperato nel corso del suo esilio a Parigi e a Londra. Le due capitali mondiali incontravano la sua esigenza di raffinatezza e di emozioni, cui egli rispose coniugando vivacità e successo, diventando un membro assai noto del circoli dell'alta società, degli esperti d'arte e degli studiosi. In una lettera inviata a Roma, ad esempio, egli scriveva in termini entusiastici delta sua familiarità col compositore Gioachino Rossini, per il quale intendeva creare un particolare sigillo personale". All'atto del suo arrivo a Parigi

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Fig. 2-56. Piccola collana. Secolo XIX: Indiana. Lega d'argento. Musée des Arts décoratifs, Patigi. 975.100b.

agli inizi del giugno 1860, egli affittà un appartamento in Rue Taitbout e apri un negozio al n. 85 del Champs Elisées" 2 . Ii poco che si sa della sua vita parigina deriva soprattutto dal commenti del contemporanei, come il collezionista e mercante d'arte, conte Michael Tyskiewicz, che incontrè per la prima volta Alessandro a Parigi net 1862, e Felice Barnabei, un archeologo pili giovane protetto di Alessandro. Tyskiewicz descrive assai bene Alessandro come 'un mago che riusciva ad affascinare il mondo intero" e la cui "cortesia e belle maniere gli spalancarono Ic porte delle case pili anstocratiche" 3 . Barnabei notava come Alessandro vestisse sempre "un costume del phi corretto gusto inglese" e conoscesse "tutti i mezzi delta seduzione, ad esempio "negalare alle signore capitate nella sua casa qualche lucerna antica, proprio genuina ma comune" lasciando loro credere che si tnattasse di grandi rarità anziché "a dozzine si trovano" e "di queste lucerne egli aveva sempre pieno un canestro"14. Sembra inoltre che dal pnimi momenti del suo soggiorno parigino Alessandro cercasse di vendere antichità insieme al gioielli delta ditta. Benché Tyskiewicz denigrasse le conoscenze archeologiche di Alessandro a quel tempo, pure ammetteva che egli aveva un occhio straordinario e che apprendeva con facilità" 5 . Grazie all'abilità e al fascino di Alessandro, le vendite andarono assai bene, soprattutto in Inghilterra. Le lodi all'Esposizione del 1862 di Londra si nisolseno in un clamoroso trionfo dal quale egli trasse il massimo vantaggio (cap. 9). Nel corso di numerose visite a

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Fig. 2-57. Braccialetto con elementi a ceramica e iscrizione ROMA. Manifattura Giacinto Melillo. Oro, smalto. Collezione privara.

Londra egli incomincià a intessere rapporti con August Frank del South Kensington Museum e con Charles Newton del British Museum, che ben presto sarebbero diventati importanti clienri, acquistando antichità, pitture e altri oggetti d'arte (cap. 10)116. Delle altre atrività londinesi di Alessandro si sa ben poco. Ii suo ruolo nell'aprirvi una succursale, gestita dall'orafo Carlo Giuliano, è del tutto ipotetico e di fatto improbabile, dal momento che nemmeno una fonte contemporanea ricollega i due personaggi" 7 . Ii nome di Giuliano o un qualsiasi accenno all'esistenza di una filiale londinese non vengono mai menzionati da Augusto nelle sue memorie. Ii titolo "Castellani di Roma e Londra" net catalogo dell'Esposizione del 1862 deve far riferimento al locali affittati temporaneamente at n. 66 di Jermyn Street, dove Alessandro era solito esporre le sue merci (cap. 9). Alta fine del 1862 Alessandro fu costretto a lasciare Pangi. La sua relazione con una donna sposata, Henriette CharIon, nata Verdot, aveva dato vita a un figlio, Arnaldo, che nacque a Firenze nel corso di quello stesso anno1 . I tre ben presto si trasferirono a Napoli, dove li raggiunsero i due precedenti figli di Alessandro, Torquato e Beatrice. Le ragioni che avevano dettato la scelta di questa città erano svariate. Si pensava che il clima maritrimo di Napoli potesse giovare alla fragile salute di Alessandro. La città era abbastanza tollerante dal punto di vista politico e, cosa ancor pih importante, era ii maggior centro del commercio antiquario, seconda solo a Roma. Alessandro si stabili a via del Chiatamone 5 e si gettè immediatamenre in una serie di iniziative commerciali. Come il fratello Guglielmo, egli aveva sempre sentito il fascino delta ceramica e aveva indirizzato il figlio Torquato verso tale profession&' 9 . Egli avviô la sua propria bottega di oreficeria, dove addestrà ii giovane Giacinro Melillo il quale, dopo 11 1870, rilevô l'attivirà con grande successo (fig.

2-57). Le origini del Melillo restano oscure: i registri Castellani di Roma menzionano perè un membro dell'officina con to stesso cognome, forse il padre o un altro parente di Giacinto, che ricevette una paga settimanale dall'agosto 1847 all'aprile 1848120. Napoli offriva un fertile terreno per il recluramento di orafi in grado di create gioielli di stile archeologico: nei loro scritti entrambi i fratelli Castellani citano Mariano Sarno e i suoi seguaci come precoci e assai abili imiratori, restauratori e falsari degli antichi orl scavati nelle vicinanze, a Ercolano e PompeP21. La principale attività di Alessandro comunque restava quella della compravendira di antichità. Urilizzando le relazioni sociali e professionali che aveva stabilito a Parigi e a Londra, egli ben presto si rrovà impegnato in un redditizio commercio tanto con collezionisti in Inghilterra, Francia, Russia e America, quanto con le pih imporranti istituzioni di carattere pubblico, in particolare con it British Museum (cap. 10)122. Affinando il suo naturale talento, egli divenne un consumato venditore, "l'Alessandro Magno del bibelots", come ironicamente lo definiva Tyskiewicz 12 . Grazie alle rendite fisse che gli giungevano da Roma sino at 1868 e al ricchi guadagni del propri commerci, Alessandro poteva godere di un agiato stile di vita. Egli si recava spesso a Parigi e a Londra, solitamenre portando con sé tutta la famiglia e Barnabei descrive come egli amasse"rrattenersi nei pih grandi alberghi, elemento anche questo di una messa in scene nelle quale eccelleva", con tale lusso confermando 'la dignità della sua persona e il pregio delle merci che poneva in vendira" 24 . Alessandro inolrre rimase devoto alla sua affascinante moglie Henriette che portava"un abito tra ii verde e il nero... sul perto di essa pendeva un monile di oro a maglia net cui mezzo spiccava un mascheroncino di oro finissimo" .- quasi certamente un rifenimento a un pendente con un Bacco o un Acheloo (fig. 2-58; fig. 239)125.

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Alessandro continua a essere politicamente impegnato con i progressisti, partecipanclo e dando sostegno finanziario a diversi gruppi repubblicani di Napoli, che peraltro finirono per scomparire. Egli si trovava con le truppe italiane che marciarono su Roma nel 1870 e rientrô nella sua città natale ii 20 Settembre, ii giorno della battaglia vittoriosa che finalmente segnè la fine del governo papale che egli tanto disprezzava. Augusto e Alessandro a Roma dopo l'unificazione: gli anni 70 A Roma Augusto continuava a intrattenere una clientela internazionale, per una certa parte della quale "veder i gioielii Castellani" costituiva un pretesto per venire a conoscenza dell'ultimo pettegolezzo politico che veniva rivenduto nella bottega assieme al gioielli e alle antichità 12t . II 21 ottobre 1869 egli riusci a trasferire la bottega e la famiglia in un edificio piii grande, che aveva acquistato dalla famiglia Patrizi sul lato orientale della piazza circostante la fontana di Trevi. Questa dimora, un veto e proprio palazzo, si è tuttora conservata e porta l'iscrizione AUGIJSTO CASTELLANI sull'architrave dell'enorme portone (fig 259)127. Preparandosi alla caduta del governo papale, Augusto sovrintese all'esecuzione di un'altra preStigioSa commissione ufficiale, la catena simbolo della carica per ii Senatore di Roma, marche-

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se Francesco Cavalletti Rondinini 128 .Questo splendido oggetto - la pesante catena formata da elementi a croce con l'inserimento di rubini, zaffiri e smeraldi cabochon, con un pendente decorato con un bel micromosaico - venne ordinato a Castellani dal governo cittadino alla fine del 1869 a un costo di 5000 lire (figg. da 2-60 a 2-62). Per ironia della sorte, Cavalletti l'avrebbe indossata soltanto per pochi mesi, prima che la sua posizione divenisse obsoleta con l'unificazione dell'Italia e il cambiamento di governo nel settembre 1870 (fig. 2-63). Al momento della creazione del nuovo regno cI'Italia e dell'ascesa al trono della casa Savoia, la ditta Castellani poteva far affidamento su una lunga storia di reciproco sostegno e ammirazione. Già in precedenza Caetani aveva trattato la vendita di gioielli a membri della famiglia del Savoia; nel 1859 i Castellani avevano realizzato la spada da cerimonia per Vittorio Emanuele II (figg. 9-2 e 9-47), facendo mostra di un sostegno politico a grande rischio personale; nel 1862 la bottega aveva prodotto il magnifico scrigno di oreficerie archeologiche per il matrimonio di Maria Pia di Savoia (cfr. fig. 916); nel 1868 la Città di Roma aveva fatto dono di un'altra parure di oreficerie Castellani alla principessa Margherita per ii suo matrimonio con il principe ereditario Umberto di Savoia;'2° e nel 1869 una ricca lampada votiva era stata realizzata per il duca Amedeo di Savoia-Aosta, che l'avrebbe offer-

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Fig. 2-58. Pendente a testa di Bacco. Atttibuito ai Castellani. Oro. Collezione privata. Catalogo n. 168.

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Fig. 2-59. Portone d'ingtesso al n. 86 di Piazza Fontana di Trevi. Da MUNN, Castellani and Giuuiano, 1984.

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Fig. 2-60. Catena per la carica di Senatore di Roma, 1869. Manifattura Augusto Castellani. Oro, smeraldi, rubini, aaffiri, tessere d'oro e di \'erro. Roma, Musci Capitolini, 11201. Catalogo n. 136.

Fig. 2-61. Il pendenre della fig. 2-60 con lo stemma della città di Roma.

Fig. 2-62. La parte posreriore del pendenre alla fig. 2-60. L'iscrizione fa riferimento alla nomina a senarore da parre di Pio IX.

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ta in dono at Santo Sepoicro di Gerusalemme per la guarigione da una malattia delta moglie, Maria Vittoria (fig. 9- 97)30• Ii re Vittorio Emanuele II (fig. 1- 13) e soprattutto ii suo successore Umberto I (fig. 2-64) e la regina Margherita ricevevano in dono opere Castellani e ne fecero regolare acquisto a partite dagli anni '70 sino al nuovo secolo. Dopo l'improvvisa morte di Vittorio Emanuele II, ii 9 gennaio 1878, l'offerta di Augusto di una "corona civica", realizzata con foglie di quercia d'oro, venne accolta quale contributo della Città di Roma e venne posta sul capo del re durante la pompa funebre, per essere in seguito esposta at Quirinale assieme ad altri simili tributi'°. Altri episodi ancora illustrano gli stretti rapportl che intercorrevano tra Augusto e la famiglia reale, ad esempio l'esposizione privata, ii 12 aprile 1878, dell'elmo reale (fig. 9-94) realizzato in onore del re Vittorio Emanuele II da poco defunto, che Umberto I non poté trattenersi dal provare' 32 . L'elmo venne messo in mostra all'Esposizione di Parigi che si tenne piü tardi net corso dello stesso anno e rimase di proprietà di Augusto sino at 3 maggio 1903, quando egli to donà a Margherita, ormai vedova, in occasione di una sua improvvisa visita al negozio'33. Anche se non è possibile rintracciare pezzi ancora esistenti presso i Savoia, vecchie fotografie e note di archivio documentano il lungo e leale patronato della famiglia134. Per quanto riguarda la promozione della propria attività, i Successi riportati dalle mostre di Augusto alle Esposizioni di Vienna net 1873 e di Parigi net 1878 rappresentano momenti fondamentali, anche se eSSi allo stesso tempo preannunciano ii declino delta fase attiva della ditta (cap. 9). Augusto aveva espressamente vietato la vendita delle opere eSpoSte, un sintomo della sua crescente disillusione nei confronti di simili grandi eventi internazionali, che egli venne a definite come fiere per commercianti piuttosto che mostre

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Fig. 2-63. Arrista sconosciuto. Senacore Francesco Cavalictri Ronclinini, 1869. Marmo. Roma, Musei Capirolini, 124/1'ro. Catalogo is. 137.

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Fig. 2-64. Il re d'Iralia, Umberto I, in alta uniforme, 1878-1900 Ca. Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari, Firenze.

del risultati in campo artistic0 135 . Ciononostante in genere gli affari della gioielleria andavano motto bene, anche se Augusto Ii menziona in misura sempre minore nelle sue memorie. Nell'ottobre 1874 egli riferiva, con un notevole orgoglio, che Ic autorità fiscali avevano fissato ii suo tributo sulla base di una rendita annua di 25.000 lire 136 . Con poche eccezioni la ditta continuava a riprodurre i modelli precedenti, reggendo Fonda delta loro prolungata popolarità presso i clienti interessati allo stile archeologico. Immediatamente dopo la caduta del governo papale net 1870, Augusto si trovà a essere coinvolto in numerosi comitati e consigli riguardanti tanto la città quanto attività caritatevoli'°7 . Si ricercavano la sua esperienza politica net consiglio comunale, la sua accortezza finanziaria per progetti di ristrutturazione del bilancio municipale, la sua conoscenza di studioso e di artista in commissioni relative a scavi, musei e alla conservazione del patrimonio artistico (cap. 10). Ogni volta che nuovi tesori venivano scavati a Roma, egli difendeva con energia il diritto di proprietà della città contro i tentativi del musei nazionali di rapinare i ritrovamenti archeologici. Egli si dimostrà particolarmente attivo da parte del Musei Capito-

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Fig. 2-65. Busti di Annetta e Augusto Castellani (Cappella della Famiglia Castellani. Cimitero del Verano, Roma).

lini, la pi6 importante collezione municipale di antichità, cui donô diversi gruppi di oggetti delta sua collezione privata, motivo per cui, 1'8 luglio 1875, ricevette ii titolo di Direttore Onorario"9 . Net dicembre 1873 egli partecipô anche alla fondazione del Museo Artistico Industriale (M.A.I.), ii primo museo di arti applicate di Roma, che egli sostenne con foncli e donazioni di materiali di studio"°. Augusto inoltre diede ii proprio contributo nei confronti delta corporazione degli orafi a Sant'Eligio degli Orefici, favorendo l'approvazione di una legge che alleviava le restrizioni sui marchi di fabbrica, facendo parte del comitato clirettivo net 1873 e fissando una serie di nuovi statuti per modernizzarne l'organizzazione vecchia di secoli'°. Come se tutte queste attività non fossero state sufficienti, egli si dimostrô anche motto attivo nella creazione e net sostegno delta Filarmonica Reale di Roma, riportando la cronaca praticamente di ogni concerto e di ogni opera cui assisteva. Per riposarsi egli avrebbe chiuso la bottega durante il mese di agosto e viaggiato con tutta la famiglia attraverso le città dell'Europa, alla ricerca del pih freschi climi delle regioni norcliche. L'evento di maggior rilievo nella sua vita privata net corso di tale decennio fu la perdita delta moglie Annetta (fig. 2-65), avvenuta ii 5 aprile 1873, una data che egli net suo diario continua a commemorate ogni anno''. Mentre Augusto registrè le minuzie delta propria vita nei suoi lunghi scritti autobiografici, non disponiamo di altrettanti particolari per quanto riguarda Alessandro. Dopo it suo ritorno a Roma, 11 20 Settembre 1870, egli sistemô la propria galleria d'arte e di antichità nella vecchia proprietà di famiglia in via Poll, vicino alla fontana di Trevi. Egli trattava con grande successo una varietà di materiali - soprattutto pezzi antichi, ma anche quadri di antichi maestri,

ceramiche e altri oggetti - disponendo le merci e i pezzi delta propria collezione personate in una forma museale, come aveva fatto Augusto (cap. 10). Alessandro non partecipava piii da nessun punto di vista alla produzione delle oreficerie romane, anche se probabilmente manteneva ancora interessenze nella bottega di Napoli che era stata rilevata da Giacinto Melillo. Le osservazioni di Augusto a proposito di Alessandro attestano una crescente irritazione e un allontanamento tra i due fratelli: ad esempio, allo scopo di umiliare it vecchio governo papalino, ormai sconfitto, Alessandro e un gruppo di sostenitori aveva invocato l'annessione delle collezioni vaticane, iniziativa che Augusto considerava oltraggiosa e illegale e che aveva contribuito ad affossare net 1870_7 1342. Tali espressioni di clisapprovazione proseguirono sino al primi anni '80. In un caso, net febbraio 1881, Augusto ritenne che Alessandro si fosse reso riclicolo net corso di un dibattito pubblico in un'assemblea politica, facenclosi strumentalizzare da altri 143 . Ciè che perô irritava maggiormente Augusto era il modo in cui Alessandro lasciava che la genre to scambiasse per ii gioielliere "A. Castellani", vincitore di premi alle Esposizioni di Vienna e di Parigi, e it fatto che egli permettesse che copie non marcate delta bottega di Napoli venissero confuse con la produzione di Roma. Augusto nelle sue memorie si lamenta che Alessandro, che era stato nominato Commissario Regio delta sezione italiana nell'Esposizione di Parigi, avesse intenzionalmente marginalizzato la mostra del pezzi delta bottega di Roma. Le riproduzioni di mobili antichi realizzate dal figlio di Augusto, Alfredo, erano state sistemate nell'ingresso, dove erano state usate come sedili per i visitatori, cosicché erano tornate dall'Esposizione consumate e sporche. Proprio accanto alla mostra del gioielli di Augusto, per i quali si specificava che non erano in vendita, erano state esposte le copie napoletane di Melillo, che Alessandro aveva dichiarato essere allievo di A. Castellani di Roma'. Oggetto phi specifico di irritazione fu una copia delta collana "tipo Melos" che Augusto vide net febbraio1881, a proposito delta quale disse: "Vidi ieri una copia delta mia collana alessandrina, comprata a Parigi all'esposizione come mio lavoro ed avente il mio marchio [a doppia C) falsificato: forse è lavoto del Melillo di Napoli ma ml mancano prove materiali... è pete sempre un'infamia perché si riconosce tecnicamente non di mia fattura ben da lungi"'. Cia nondimeno, anche se Augusto non to ammetteva, la presenza di Alessandro in campo internazionale e la sua fortunata promozione di "A. Castellani di Roma" devono aver portato del vantaggi anche al negozio romano di oreficeria, contribuendo ad attrarre visitatori dall'estero, ad esempio americani che avrebbero potuto vedere la mostra di Alessandro Castellani all'Esposizione del 1876 di Filadelfia. La malattia e la morte di Alessandro net 1883 sono testimoniate con dovizia di particolari dal fratello. It 16 maggio 1883 la figlia di Alessandro, Bice, avvertiva Augusto che egli era stato colpito da un grave attacco di asma: seguI un intenso scambio di telegrammi relativi al suo stato di salute, ma il 4

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giugno si registrà un peggioramento critico 46 . Alessandro venne trasferito in svariate località diverse, nella speranza che tale tentativo avesse un effetto benefico, ma il 7 giugno Augusto e ii fratello Guglielmo dovettero partite in treno alla volta di Napoli per recarsi at letto di morte del fratello. L'incontro tra i fratelli e la seconda famiglia di Alessandro fu toccante. L'unico fastidio per Augusto fu la presenza del cornpagni di fede politica del fratello, che egli disprezzava come demagoghi radicali. Alessandro si mantenne fedele al suoi ideaIi repubblicani e laici, dichiarando di voler essere sepolto a Roma con una cerimonia civile in un luogo che fosse "libero, senza immagini né lampade" 47 . Egli si spense ii 10 giugno 1883. Augusto fece ricorso alle sue relazioni per ottenere un lotto in una buona posizione net cimitero del Verano (fig. 266), ma non prese parte alla cerimonia funebre organizzata dal compagni politici di Alessandro. La voce del suo diario di quel giorno contiene riflessioni e ricordi relativi at loro rapporto, venati dell'atteggiamento critico, talvolta ambivalente che egli era giunto a nutrire nei confronti del fratello. Augusto riteneva di non avere nulla da rimproverarsi, considerati gli sforzi e i sacrifici che aveva dovuto complete per aiutarlo net corso degli anni '50 e '60. Egli aveva assicurato la salute e la sicurezza di Alessandro, aveva pagato l'educazione del suoi figli e coperto i notevoli costi per mantenere it suo stile di vita a un livello "decoroso" durante il suo esilio a Parigi "inviandogli denaro e miei lavori che Egli vendeva con lauto suo beneficio" '°. A controbilanciare questo punto di vista motto personate intervengono i necrologi di Alessandro profusi sulla stampa internazionale, che to lodano come"it collezionista di resti dell'arte antica di maggior successo che questa generazione abbia visto" 49 Ii Times di Londra ricordava la finezza del suo gusto e il suo perfetto inglese - dato che mentre era in prigione aveva tradotto Shakespeare in italiano!- e il suo straordinario rapporto con it British Museum che veniva giudicato estremamente proficuo per entrambe le parti 150 . Oltre alla sua conoscenza dell'archeologia, ciô che suscitava maggiormente gli elogi sperticati erano la sua passione e la sua abilità, non solo nell'acquisire oggetti antichi, ma anche net trovare per essi le migliori istituzioni o le migliori sistemazioni possibiIi. La rivista American defini l'esposizione organizzata da Alessandro a Filadelfia net 1876 "Un santuario per migliaia di persone", mettendo in evidenza la sua gentilezza, sia a Filadelfia che a Roma, nei confronti del visitatori americani e sottolineando che "egli era in rapporti strettissimi con uomini delta massima importanza net campo delle arti, delle lettere, dell'archeologia in Inghilterra e in Francia e che in Italia aveva esercitato un influsso non indifferente sulla politica net suo senso phi ampio e liberale"51. Ii tramonto della ditta: gli anni 1880-1930 Uno del principali progetti di Augusto, portato a compimento nell'estate del 1881, era quello di organizzare la propria collezione di antichità e i propri lavori di oreficeria in un'esposizione coerenre. Egli accoppià gioielli antichi con una scelta del

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pezzi di sua produzione in un panorama espositivo che intendeva documentare ii progredire dell'arte orafa italiana dall'età preistorica sino al presente 152 . In parallelo allo sviluppo di questa sistemazione nei locali del negozio, egli iniziè, senza perè mai portarlo a termine, un manoscritto intitolato "L'oreficeria nell'incivilimento italiano" 53 . La prova delta continuità della stona era un fattore di particolare importanza per Augusto, qualcosa in cui egli credeva fortemente e che conferiva validità agli sforzi compiuti dalla sua famiglia per imitare e far rivivere gli still e i modelli phi antichi. Perfezionando categorie gii abbozzate net suo Discorso del 1862, egli delineà otto scaffali disposti in ordine cronologico, definendoli con termini da lui stesso coniati: primigeno (ovvero preistonica: figg. 2-67 e 268), tirreno (cfr. fig. 2-43), etrusco (figg. da 2-69 a 2-71), siculo (riferita all'epoca delle colonie greche nell'Italia mendionale: fig. 2-72), romano (fig. 2-73), medioevale (figg. 2-74 e 2-75), rinascimentale (figg. 2-76 e 2-77) e moderno (fig. 278)'. Mentre tali gruppi e Ic terminologie ad essi relative non sono phi accettabili secondo gli odierni pararnetri archeologici e storico artistici, ciononostante è put veto che egli, con sicurezza a sensibilità, abbia stabilito un primo inquadramento per to studio storico dell'oreficeria antica e di quella successiva. Concentrandosi su tali progetti e sugli altri suoi impegni di

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Fig. 2-66. Monumento sepolcrale Castellani (Cimitero del Verano - Quadrilatero, Roma).



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Fig. 2-67. Braccialetto "primigeno". Manifattura Castellani. Argento. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85341.

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Fig. 2-68. Fibula "primigena". Manifattura Castellani. Argento, ambra, legno dorato. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85350.

Fig. 2-69. Fibula "etrusca" con leone alato e due oche. Manifattura Castellani. Oro. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85016.

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Fig. 2-70. Collana 'errusca". Manifattura Castellani. Oro, pasta vitrea. Museo Nazionale Errusco di Villa Giulia, Roma, 85200.

Fig. 2-7 1. Orecchini "etruschi". Manifatrura Castellani. Oro, pasta virrea. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85199.

La famiglia Castellani da Fortunato Pio ad Alfredo - Stephanie Walker



carattere pubblico e sociale, Augusto lasciô che la bottega man mano Si trasformasse sempre pid in una sorta di museo privato, in cui gli affari passavano in seconda linea' 55 . Dal 1880 in poi, riflettendo una certa forma di pessimismo che aumentava con l'avanzare delI'età, ii diario di Augusto fa soltanto sporadici riferimenti at negozio, che solitamente riguarciano la scarsità delle vendite. Commenti quali "niente affari", o "mold visitatori, niente vendite" ricorrono con regolarità sino a giungere ad affermazioni pid gravi come 'un [anno) non brillante" e infine alla dichiarazione angosciata dell'agosto 1910: "Vedo che passarono i tempi belli, ma che farei se liquidassiuna gestione che tanto ml dette!11156. A controbilanciare questi commenti cos! negativi sta la documentazione fornita dal verl e propri libri del conti: in linea generale Castellani vendeva di meno, ma ad un livello costante

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e solitamente poteva richiedere prezzi motto aid. Ii re e la regina, Umberto I e Margherita di Savoia, restavano i migliori e pus fedeli clienti di Augusto. Almeno una volta all'anno, di solito intorno a Natale o a Capodanno, ii re disponeva che una scelta di gioielli venisse portata al vicino palazzo del Quirinale in modo tale e che egli e la moglie potessero scegliere i loro regali. Augusto parla di loto in termini reverenziali e riporta ogni incontro net suo diario. 11 21 febbraio 1881 egli menziona l'acquisto di una parure con intagli di onice quale dono di nozze per una principeSSa tedesca al prezzo di 8000 lire; la commissione, che suonava allettante, di una corona d'Italia ii 13 matzo 1881 (probabilmente in yenta mat realizzata); la consegna di un gioiello, due pezzi d'ambra montati in oro, quale dono di cornpleanno alla regina da parte del popolo siciliano, it 20 novembre 1881; la produzione di colonne di bronzo per ii letto del re

Fig. 2-72. Collana "sicula" a frange con monete greche. Manifartura Castellani. Oro, monete d'argento. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85194.

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Fig. 2-73. Collana "romana". Manifattura Castellani. Oro, smeraldi. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85175.

ii 18 settembre 1882; e l'offerta di una collezione di monete e medaglie medievali ii 7 dicembre 1883157. La consultazione del conti di questi anni documenta acquisti da parte del reali di sette oggetti per 17.700 lire nel 1887, di tre oggetti per 20.500 lire nel 1888, di quattro per 13.500 lire nel 1890, di una splendida parure d'oro con perle e gemme per 50.000 lire (un dono alla moglie dell'imperatore di Germania Guglielmo II) e di altri quattro oggetti per 9.250 lire nel 1891, di una corona onoraria in foglie di quercia d'oro per ii defunto imperatore di

Germania Federico III e di quattro altri oggetti per 18.000 lire nel 189215S Non ci si sorprende che tale patronato portasse ad altre commissioni, ad esso connesse, come una lampada votiva simile a quella realizzata nel 1869, ordinata nel 1884 da un consorzio di banche perché venisse posta sulla tomba di Vittorio Emanuele II al Pantheon"'. Tale oggetro molto probabilmente assomigliava a quello attualmente esposto nel Tesoro di San Pietro (fig. 9-97), donazione di Alfredo nel gennaio 1930, assieme al libro, riccamente rilegato, di diritto canonico

Lafamiglia Caste/lane da Fortunate Pio ad Alfredo Stephanie Walker



episcopate (cfr. fig. 6- 8)161. Una clientela internazionale continuava a visitare ii negozio e a fare cospicui acquisti, come la parure offerta dal re di Grecia alla moglie di Emile Loubet, presidente della Repubblica Francese dal 1899 at 1906 (fig. 2-79). Non risulta perô facile ripercorrere con precisione le tracce del flusso degli affari ed è possibile che in linea di massima it numero clei clienti fosse diminuito in confronto agli anni '70 e a quelii ancora precedentf°1. Se pure è presumibile che dovessero frequentarsi con regolarità, Augusto registrà soltanto un unico incontro, ii 4 febbraio 1881, con l'ormai cieco Caetani, ii quale gli parlà con entusiasmo di un modello di spilla con motivo di edera at quale aveva pensato. Abbandonandosi con nostalgia al ricordi, Augusto dice "per me fu avvenimento perché ml ricordava la bella epoca nella quale oltre un ventennio egli m'insegnava nuovi [disegni di) gioielli" 162 Egli descrive la breve malattia e la morte di Caetani ii 13 dicembre 1882, lamentando la perdita del "mio maestro" e sottolineando l'incrollabile fede cattolica del defunto, maigrado ii sostegno da lui prestato alla fine del potere temporale del papa' 13 . Dal momento che egli sopravvisse a molti membri delta sua generazione, con una frequenza sempre maggiore Augusto fu costretto ad annotate la morte di amici, parenti, collaboratori e figure politiche, ad esempio: Giuseppe Garibaldi ii 6 febbraio 1882; Salvatore Zen (ii maestro di disegno di Alessandro e di Alfredo) it 4 apnile 1884; Bonaventura

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Fig. 2-74. Spilla "medioevale"a micromosaico con grifo. Manifatcura Castellani. Oro, argento, tessere vitree. Collezione private.

Capotondi, un operaio del negozio sin dal 1850, il 14 maggio 1884; Luigi Podio, l'eccezionale artista del micromosaici, ii 2 matzo 1888; Giuseppe Gizzi, "nostro commesso dal 1852", e Agostino Tuzi e dell"eccellente cesellatore ed abile orafo" Giuseppe Cresciati, ciascuno descritto come "ii deca-

Fig. 2-75. Collana "medioevale"con motivi bizancini. Manifactura Castellani. Oro, rubini. Museo Nazionale Etcusco di Villa Giulia, Roma, 85260. Catalogo n. 112.

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Capitolo II

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Fig. 2-76. Braccialetto "Rinascenza" con anelli ottagonali. Modello di Michelangelo Caetani; manifattura Castellani. Oro, granati. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85285. Catalogo n. 123.

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Fig. 2-77. Spilla "Rinascenza". Manifattura Castellani. Oro, rubini. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85280. Catalogo n. 122.

Fig. 2-78. Braccialetto "moderno". Manifattura Castellani. Oro, diamanri, rubini perle, smalto. Collezione privata. Catalogo a. 7.

Fig. 2-79. Parure con cammei. Prima del 1906. Manifattura Augusto Castellani. Oro, vane pietre dure. Nella sua scatola originale di velluro con il nome di Augusto Castellani impresso in caratteri greci. Collezione privata. Catalogs n. 139.

La famiglia Castellani da Fortunate Pio ad Alfredo - Stephanie Walker



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no de' miei operai", rispettivamente ii 4 aprile 1889 e ii 10 gennaio 1891164. Benché l'attività delta bottega fosse in cab, Augusto manteneva pienamente ii controllo degli affari e non consideré mai ii figlio Alfredo pill che un collaboratore affidabile e dotato (fig. 280)165. Alfredo aveva sviluppato una sua particolare specializzazione in lavori con sottili intarsi di metallo, solitamente di oro e argento netbronzo. Oltre a elaborate ricostruzioni dell'antico bisellium (figg. 5-3, 5-51, 5-52) e delta lettiga, i recipienti cilindrici di Alfredo, le ciste, erano

oggetti che mietevano un certo successo tra i clienti del Castellani (figg. 5-55, 5-56). In linea di massima, perè, scmbra che entrambi personaggi accettassero it ritmo rallentato assunto dal negozio e che si dedicassero con crescente interesse ad attività pill signorili, nel campo delle arti, delta musica, della storia e in campi affini. Nell'agosto del 1910 Augusto acquisI la consapevolezza delta necessità di fare ii proprio testamento, una volta che venne informato dal Ministero dell'Educazione che la sua collezione non avrebbe potuto essere venduta at di fuori dell'Italia'°°. Per stabilire

Fig. 2-80. Ritratto di Alfredo Castellani, inizi del secolo XX. Da

Fig. 2-81. Cappella Castellani (Cimirero del Verano - Pincetto Vecchio, Roma).

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1984, fig. 12

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Fig. 2-82. Braccialetto con scarabei, prima del 1925. Manifatrura Castellani. Oro, corniola. Victoria and Albert Museum, Londra. Dunn della famiglia di Ernest e Antoinette Jones, M. 35-2001. Catalogo n. 154.

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Fig. 2-83. Ricevuta per ii braccialetto con scarabei alla fig. 2-82, 20 matzo.

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esattamente quali del pezzi antichi e "quasi antichi" sarebbero stati oggetto di tale restrizione venne scelto l'archeologo Roberto Paribeni' 66 . In un primo momento Augusto si tenne da parte, perché si sentiva come un commerciante che avrebbe dovuto avere la libertà di decidere cosa vendere o no, ma dopo una discussione con Onorato Caetani, it figlio di Michelangelo che era diventato un influente politico, egli confermô di non avere mai venduto alcuna antichità net corso di trent'anni167. Gli ultimi due anni del diario di Augusto sono declicati alla registrazione di avvenimenti politici e non contengono quasi nessuna osservazione circa gli affari, limitandosi soltanto a brevi notizie periodiche relative ada diminuzione degli introiti del negozio e alla mancanza di visitatori'60. Anche se Augusto era stato fatto cavaliere net 1903 e aveva ricevuto altre onorificenze dal re Vittorio Emanuele III net 1911, sembrerebbe che tra i due vi fossero state ben poche transazioni di carattere commerciale. Il 15 maggio 1911 it re, come in tempi migliori aveva fatto ii padre, ordino che alcuni gioielli venissero portati a palazzo per essere esaminati, ma restitul il tutto it giorno stesso, spiegando che in quell'occasione preferiva offrire in dono del quadri moderni'70 . Anche se Augusto registrava ogni visita di teste coronate nella città, praticamente nessuno di questi dignitari ora Si sentiva obbligato a visitare il negozio e a vedere le collezioni, e ancor meno a fare alcun acquiSto. La fine imminente delta ditta, anche se mai ammessa apertamente, è tuttavia palpabile net progressivo disinteresse di Augusto. Augusto Castellani mon il 23 gennaio 1914 e venne sepolto net cimitero del Verano nella tomba di famiglia che aveva costruito net 1865, dopo la morte del padre (fig. 2-

2-84 - Tagliacarte, Manifat tura Castellani. Alluminio, ore, rubini, perle, agata, calcedonio. Collezione pri-

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vara. Catalogs n. 167.

Ii figlio Alfredo lasciO che gli affari dell'oreficeria si spegnessero lentamente e chiuse la bottega net giugno 1927, accampando difficoltà finanziarie e la mancanza di clienti "dopo aver lavorato con mio padre per oltre cinquant'anni" 72 L'ultimo registro degli oggetti venduti termina ii 17 matzo 1923 e l'ultimo visitatore a firmare il libro degli ospiti fu un tal Colonnello Domenico Ubanelli net giugno 1929'. Poiché Alfredo non ha lasciato scritti di proprio pugno, è motto difficile appurare quali pezzi di oreficeria siano stati realizzati nella bottega sotto la sua guida. La maggior parte di quanto venduto tra il 1914 e il 1927 doveva provenire dal fondi di magazzino, pezzi che avrebbero ben potuto essere stati fatti motto prima, come la collana e it braccialetto con scarabei, ora at Victoria and Albert Museum di Londra, consenvati con le loro fatture del 1925 (figg. 2-82 e 2-83). E possibile che sia stata la chiusura delta bottega a suggerire la pubblicazione di un articolo del 1928 di Carlo Montani, sostanzialmente un elogio ad Augusto Castellani, ma che contiene anche vecchie e rare fotografie del gioielli Castellani.' 74Una grande croce d'argento con micromosaici è 81)''.

La famiglia Castellani da Fortunato Pin ad Al/redo - Stephanie Walker



ad esempio descritta nella didascalia specificamente come opera di Alfredo Castellani; una corona di quercia dorata e un bastone da generale sono identificati come i doni offerti dalla città di Roma a Vittorio Emanuele III net1918 alla fine della "grande guerra", motto tempo dopo la morte di Augusto. La elaborata copertina del libro di diritto canonico con avorio, gemme e micromosaici illustrata dal Montani è ora esposta a Roma nel Tesoro di S. Pietro (cfr. fig. 6-8). Si tratta probabilmente della stessa copertina menzionata da Augusto nel 1898 e net1905 e costituisce un esempio di cia che la bottega Castellani poteva produrre negli ultimi tempi sotto la guida congiunta di Augusto e di Alfredo. Maigrado la loro ricchezza i lavori di questo periodo tendono ad avere disegni geometrici, in qualche modo put rigidi e semplificati, cui manca la vivacità e la finezza del pezzi precedenti. Ii maggior contributo di Alfredo alla storia delta famiglia comunque risiede nel fatto di avere sistemato la ricca eredità che ii padre e ii nonno avevano lasciato. Net 1919, seguendo i desideri paterni, egli provvide alla donazione delle collezioni di antichità delta famiglia, ivi compresa la collezione cronologica dell'oreficeria italiana costituita da copie Castellani, allo stato italiano e la vide esposta a Villa

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Giulia (cfr. cap. 11). Nel SUO testamento, stilato 11 20 luglio 1929, egli destinava motto materiale superstite delta bottega al M.A.I. (cfr. cap. 5), i libri di famiglia alla biblioteca di archeologia e arte dell'università e tutte Ic carte di famiglia all'Archivio di Stato di Roma"'. Infine, dal momento che non lasciava eredi diretti, egli ordinè la vendita di tutti i gioielli Castellani ancora in suo possesso per coprire Ic spese delle tasse e i costi di sistemazione delle proprietà. Alfredo, l'ultimo membro della dinastia di orafi Castellani, morI 18 gennaio 1930. I gioielli di sua proprietà vennero venduti all'asta tra ii 15 e il 18 dicembre di quell'anno. Alcuni del 437 pezzi possono ancora essere rintracciati in vane collezioni (fig. 2-84; cfr. figg. 6-30 e 6-31)'°. C sarebbero voluti circa cinquanta anni perché i Castellani nicatturassero un pin ampio interesse, questa volta da parte di antiquari, collezionisti e storici. L'impresa di famiglia e i suoi pnincipali rappresentanti vengono ora considerati di importanza primaria per la storia dell'oreficenia, dell'archeologia, delta politica e della cultura del secolo XIX sia in Italia che at di fuori di questa. Solo una minima parte delle migliaia di gioielli prodotti dal Castellani nel corso di oltre un secolo è sopravvissuta, quali splendidi e rarl simboli del loro tempo.

Ringraziamenti: Per l'aiuto prestatomi nella stesura di questo testo sono particolarmente debitrice nei confronti di Maurizio Donati, Michael Erwee e Michelle Hargrave, così come degli altri autori che hanno contribuito a questa pubblicazione e al numerosi colleghi che generosamente hanno condiviso con me la loro esperzenza.

NOTE Due pubblicazioni moderne sono fondamencali per le notizie sui Castellani, i Into gioielli e la Into storia: Ic voci relative aila famiglia Castellani redarte do G. BORDENACHE BATTAGLIA, M. G. GAJO e G. MONSAGRATI in Dizionario Biografico degli italiani, vol. 21, Roma, Istiruro deil'Enciclopedia Iraliana 1978, pp. 590-605 e la monografia di GEOFFREY C. MUNN, Castellani and Gii,iiano: Revivalist Jewellers of the Nineteentis Century, London, Trefoils Book, 1984 MUNN 1984, pubbiicata inizialmenre in francese col riroio Leo bijoutiers caste//ant et Gin/juno, reton r a lantique (1983),

che cosrituisce it primo serio avvio agli studi in quesro campo. Per i dati conrenuti nell'archivio Castellani si veda l'appendice di Daniela Sinisi in questo stesso volume. 2 Si veda anche DONATI 1988, p. 74. ' Ringrazio Maurizio Donati per avermi fornito questa informazione su Sebastiano Santucci. Nella sua ricerca sulla geneaiogia delta famigiia Castellani, Donari ha inoltre poturo stabilire l'origine del nonno di Fortunato Pio da Massignano, una cirtadma vicirto ad Ancona. Cosranrino C. Bulgari non indira it nome di on maestro per Forrunato Pic: si veda BSJLGARI 1958, pr. 1, pp. 360-362. Lo si afferma in BORDENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, p. 590 e in MussN 1984, p. 23, mencre non se ne La menzione neile memorie di Augusro Castellani (ASR. Famiglia Castellani, 196/4). 6 La prima menzione pubblica dell'inizio dell'attivict delta famiglia net1814 compare in CASTELLANI AL. 1861, p. 367. A quanto afferma Maurizio Donari, Forrunaro Pio cambits moire voire sede in via del Corso: at numero 460 nel 1815, at numero 396 a parrire del 1816 e at numero 174, in Palazzo Raggi dal 1823 at 1854. ASR, Faissiglia Castellani, 172. It conrabile Giovanni Emili e definiro atpntato del/a Massa c/ti Creditori del Patrimossio nsedesimo, con no indicando nbc i'eredirà paterna di Forrunato Pio porrebbe aver cosciruito parte del capitale. Egli doveva pagare ad alcunsi credirori rassi d'inreresse incredibilmenne alni, else toccavano it 23 e it 25 per cenro. "Dal 1823 at 1827 egli [Forrunaro PioJ Si dedicO alit scienze tecnoiogiche per trarne on maggior aiueo nella propria arre e net1826, in una memoria da iui lena davanti all'Accademia del Linrei sui processi chimici delta coiorazione deil'oro, egl.i inidicava it ruolo sostenuro dall'eletrricitt net fenomeni di tale nature" CASTELLANI AL. 1861, P. 367; si veda inoltre BORDENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, p. 590.

I consuienri scienrifici di Forcunato Pio, Domenico Lino Morichini (1773-1836) e

l'abate Feliciano Scarpellmni (1762-1840) erano encrambi membri defi'esclLlsiva Accademia dei Lincei e devono probabiimente aver favorito i'invito a parlare. Morichini era professore di chimica e Scarpeilini professore di astronomia presso i'Università di Rome: ib. 10 Moire deile norizie the qui Si forniscono 5000 tratre da ENRJCI-IETTA CAETANI, A/cent ricordi di Michelangelo Caetuni. Dtsca di Sermoneta, raccoiti c/c/I/a sun vedova (1804-1862) pobblicati pci sus centenario, Firenze, Tipografia Landi, 1904 (CAETANI 1904).

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Enrichetta (o Harriet) Ellis, un'arisnocratica ingiese, fu la terse moghe di Caetani. lb., p. 31. Net1860 Caerani inizib a clipingere ceramiche, clecorando "molti vast,

coppe, piarti, calici" (p. 157). 12 L'album pits piccolo, di formato orizzontale, comprende quasi esciusivamenre monogrammi riragliani o dipmnri, piccoh e grands, eseguiti con grancie cure come schizzi a macira o vivaci acquerelii. Ii secondo album è rilegaro in uss formaco verricale pits grande a quarto di folio e comprende moini disegni di tueci i generi, ritagliati e incoliaci, senza on ordine apparence. In rari cast Si trova tine firma o un'iscrizione con una data, ma non sembra esservi un'organizzazione coerenre del mareriale. Per aicune delle ierrere si veda MUNN 1984, figg. 41, 46, 49, 50 (come litografie o airri ripi di riproduzione dci disegni origmnali), fig. 43 (sembra una fotografia); vd. Inoltre GERE 1972, PP. 125-126, figg. 53 e 54a. Maurizio Donati sta arrualmenre isreparando on caralogo completo del disegni conrenudi neile lettere e negli album che riguardano i'oreficenia. 13 Neli'album pits piccolo delta Fondazione Caetani, quasi esciusivansenre dedicato ai m000grammi, Si rrovano numerose versioni dci due C inrrecciani; quello qui riprodotro e it pits simile at marchio Castellani. 14 Cfr. CASTELLANI AL. 1861, pp. 367-368; Si vedano inoirre Ic memorie di Auguste: ASR. Famiglia Castellani, 196/4, ad es. pp. 44, 83, 313-314, 450. 15 ASR, Famiglia Castellani 30, Nor. Cap. Ufficio 21, 1 gennaio 1865. 16 "Specialmente nelle viside giornaliere, ad ore fissa, cisc fisceva al suo amico e discepoto Augusro Castellani, it celebre orafo": CAETANI 1904, is. 165. / ASR, Famiglia Castellani, 196/4, pp. 187-192. CAETANI 1904, pp. 46-47. Gli sressi Torlonia appaiono rra i prmncipali clienni nei libri contabih rimasti, che netcorso degli anni regisrravano gil affari della fansiglia. 19 lb. Pp. 163-164. Cactani aveva sposaro it 20 matzo 1840 la conressa Cailisra

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Ceepitolo II

Rzesvuska (1818-1942), madre dei suoi clue figli Ersilia e Onoraro; I'll dicembre 1854 egli sposO Margaret Knight (1810-1872) e it 27 maggin 1875 Harriet Ellis, figlia di Lord Howard di Walden (1831-1906). Legami marrimoniali tra inglesi di religione cartolica e la nobilcà romana non erano insoliri a quell'epoca. Si veda it capitolo 3, di Stefano Aluffi Pentini, in quesco volume. 20 Di questo episodio non viene indicara alcuna data, anche se esso deve essere successivo at matrimonio di Erminia net1827. L'identirà delta "regina di Etruria" e incerra. L'unica autentica regina del breve "regno di Etruria" napoleonico (1801-1807) flu Maria Luisa di Spagna (1782-1824), sposa del duca Lodovico di Borbone Parma, the divenne re d'Ermria net 1801, ma the meetnet1803. Essi ebbero una figlia, anch'ella di nome Maria Luisa (1802-1857), the perh era nora con it nitolo di duchessa di Parma. 11 Into figlio Carlo Lodovico (1799-1883) regnfi come re di Etruria sino at 1807 (e successivamente porrb it nitolo di duca di Lucca) , ma non è escluso the sua moglie, Maria Teresa di Savoia (1803-1879), conrinuasse a denominarsi in tale maniera. 21 CAETANI 1904, p. 45. Grazie ai propri sforzi concertaci Caetani riusci a niorganizzare l'amministrazione dci suoi possedimenci familiari e a riassestare la propria forruna: CAETANJ 1904, passim. 22 ASR. Fainiglia Caste/laid 6, dieci lettere darate 1846-1854. Nei registri degli anni 18661870, ad esempio, Caerani compare numerose volte net1867 nell'arco di cracrare diamanti e altre Pierre preziose. ASR, Fern/gun Castellani, 53. Per it prestito ad Augusto Castellani, si vedano Ic memonie di Auguste, ASR, Farniglia Castellani, 196/4, p. 112. 27 Si veda anche MUNN 1984, p. 39. 24 Gli album e Ic lettere consern'are presso la Fondazione Camillo Caetani non sono srati ancora appropriacamence caralogari, cos! come quelli del fondo Castellani; e pete probabile the molri disegni Caetani siano compresi all'interno dei quatrro album ritrovan in quest'ulcimo, era di propnietà dell'Istituro Starale d'Arte I di Roma, the accendono un'edizione da parte di Maurizio Donati. 25 Si veda anche MUNN 1984, fig. 46. . -7 6 ASP. Farniglia Caste/la in . 86 (1850), n. 74 elenca una spilla motto grande con fiori e Porto at centro" la cui fattura cosrava studi 24,50 e veniva rivenduta a 45. It tenmine millefiori è stato usaco per la prima volta da MoNt 's 1984, p. 39. 27 Un disegno a macica motto rifinito per una croce latina presenra elemenci circolari the cosrellano Ic terminazioni e it cenrro del braccio inferiore, Ic lerrene greche A, ?- Pe iscritce orizzoncalmenre e piccoli cerminali conici. Esso è riprodotro (da litografia o lucido?) in MUNN 1984, fig. 41. La composizione sembra riferibile a cina truce vociva ancor pifi elaborara, arrribuira ad Alfredo Castellani, di ccii non si conosce it luogo di consenvazione, the è illustrara in MONTANI 1928, pp. 209-222, illustrazione a p. 215. 28 CAETANJ 1904, P. 47. 29 Per i ragliacarte Caetani, uno in legno di bosso, l'alcro in avorio si veda MUNN 1984, figg. 39 e 40 (uno dci quali firmaro M. Caerani F., Roma 1833), fig. 46 (acquisco di tina cnppia in bronzo da parte delta contessa Harriet Granville nel 1843). CAETANI 1904, p. 47, riferisce the net1897 ne vide on altro, con tin angelo in avorio, the Caetani aveva scolpito e donato at grandtica di Sassonia-Weimar net 1852. Una coppia con diavolo-angelo in argenco e due angeli in legno sono noci in due diverse collezioni private. Villa Giulia possiede un diavolo in legno e un angelo in angenro. 70 ASR. Farniglia Castellani 86 (1850), nn. 287, 2774-75 'Angelo raglia carte in bronzo inargentaro ... 2 taglia carte angiolo con globe; 93 (1863-64), nn. 43, 44 e 287: "taglia carte in legno cliavolo nero ... detca. . Angelo taglia carte in bronzo inangenrato". I pnezzi di cosco dci due angeli con globo, pnesumibilmente in argenno, sono indicari tome 15 scudi, mencre it prezzo di vendita I di 28 scudi. Quatrordici anni dopo it diavolo costa 12 scudi all'esecuzione e 15 alla vendira; in encrambi gli invenran all'angelo di bronzo e arrribcuto unicamence it prezzo di 5 scudi. Ancora 11 agosco 1906 tin Tagliaca ree diavolo fu venduro per 150 lire: ASP, Farniglia Castellani, 61. 71 It tagliacarre di collezione pnivaca alla fig. 2-18 era tra gli oggerni venduti all'asca dopo la morte di Augusro Castellani: Catalogs degli oggetti on firs Genorne, Casirnei appartenvti al defects Cornice. A. Caste//cone clue saranno veneisti a/l'asta, Catalogo delta vendita, P. e P. Sanramania, Roma, 15-18 Dicembre 1930, cay. 3, p. 8, n. 39. 72 Il clisegno del calice (da linografia o lucido?) e riprodotto in MUNN 1984, fig. 50. Altri due disegni nifenibili a quesno snesso oggetto si crovano nell'album delta Fondazione Caenani: uno schizzo pib piccolo di un calice pifi semplice e tin disegno rifinito a penna di parte del piede di on calice. lb., p. 39, fig. 50. Augusto nelle sue memorie ricorda di aver lavonaro nra it 1846 e it 1847 a "it calice d'oro the anncialmenre it resonienato doveva presennane at sovnano": ASR. Farniglia Castellani, 196/4, p. 44. Anche due lecrere di Caerani, conservacc nell'archivio Castellani, menzionano l'opera: ASR, Fast/glen Castellani, 6/5, datata 24 giugno 1846 e 6/2, datata 8 agosto 1846. Judy Rudoe sta prepanando un'edizione del pezzo e delta sua stonia. Si ignona quando it calice sia ennnaro netTesoro della basilica. Il problema di quale sia effettivamence it calice crearo per Pin IX I complicato dal fatto the un'illuscnazione di un calice simile, ma con una deconazione leggermente clivensa sul piede, venne pubblicaca in L'Esjsosizione rowena del/c opera di ogni arte pd ca/to cattolico, 10 matzo 1870, con la didascalia "Calice del S. Padre (Orefitenia noma-

na. Sec. XIX) . 11 caralogo cifficiale deIl'Esposizione del 1870, the merreva in moscna

oltne 1650 nra opere dante e oggetti litungici, motto panticolaneggiaro ma pnivo di illustrazioni, non menziona on calice cneato dai Castellani, né alcuno degli oggerti collima sicunamenre col pezzo di cui si ha it disegno: cfn. Catalogs degli oggetti arnie/essi a/la esposizione rowena del 1870 re/at/va al/'arte cc/stiana e al cit/to cat's//co..., Roma, Srabilimento Tipografico Generale, 1870. Maurizio Donati menzinna la negiscrazinne di on pagamenro per on calice Castellani in angennn donato, the venne cnmmissionacn dalla Circa di Roma per in stesso papa net 1869: DONATI 1987, pp. 105-106. Questo ponnebbe essene it calice esposro nella moscra del 1870. 76 Il negisrno dci conti per gli anni 1887-1893 elenca on ca/ice argento gernn/ato, probabilmente in angenro donaro nealizzato per l'ancivescovo di Spoleto ma it serrembne 1887 e 11 gennain 1888, per on costo rorale di 3200 Line: ASR, Farniglia Castellani 57. "Collana fatta all'uso etnusco conposno [sit) con alcune Pierre onici paclnonali 48 [scudi]; it bnaccialecto costa 45, gli onecchini 12, la fennonniène $ e la spilla 5: ASR, Farniglia Castellani 151. ASR, Farniglia Caste//an! 151. Si cnacca probabilmente di Nicholas Esrenhazy (18071890), the fu ambasciatore d'Ausrnia a Roma sino at 1856 circa e the ricorne in diverse nccasinni net mareniale d'anchivio Castellani. CASTELLANI AL. 1861, p. 367. Si veda in questn volume it capicolo 8 a tuna cli Elisabeth Simpson, in panticolane la nora 1. Rifenimenti a pezzi fatti "all'anticn" si tnovano gil nei pnimi invennani consenvacisi delta bonrega Castellani: ASP. Fanng/ia Caste/lain 82 (18331839), anche se non è chiano se tale definizione indicaase uno stile nealmente antheologico o se non si nifenisse piC semplicemence a una maniena di tipo stonico ispinata a SecoIi pifl vicini, ad esempio at Rinaacimento. Cfn. ALUFIi, nota 13. 40 Particolarmence intenessante nisulna la menzinne di una broscia coil corn/s/a gerog/ofica: ASP. Farniglia Castellani 82, n. 657 (invenranin del 1834). 41 NelIa sua nassegna delta siruazione degli onafi negli anni '30 dell'Onrocenro, Acigcisco Castellani riconda come ci fosseno venti bonceghe circa a Roma e come la nuaggion porte di esse niciclassero vecchi modelli o imirasseno pedissequamente le opene dci gioiellieni di Ginevna: CASTELLANI Au. 1881, 2, pp 403-404. 42 I negiscni spesoo scrivono i nomi in maniena errata, usano abbneviazioni n menzionano solo i titoli. ASR, Fanngl!a Castellani, 196/4, p. 4. BORDENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, p 599. ASR, Faoe!gl!a Caste//an! 196/4, pp. 43-82. 46 lb., pp. 75-79. A., p. 83. Negli scnirni del 1860-62 encrambi i fratelli avnebbeno assenirn clue "quasi ogni oggerro cneacn [dopo it 18481 era tin simbolo di pensieni ed emozioni patriottithe": CAST5LLANI Au. 1862, p. 23. 48 ASR. Farniglia Caste//an! $6, n. 659 (spilla con SALVE), prezzo di cnscn 1$ scudi; n. 661 (cammen con Medusa), prezzo di cosro 63 scudi; n. 66$ (spillone per capelli con testa di aniete), prezzo di costo sccidi 14.40; n. 730 (braccialecto con flori e pcicci), pnezzo di cosro 52 scucli; nn. 2186 e 2187 (brancialetni con scanabei), prezzo di cosro 85 scudi e prezzo di vendita 200. CASTELLANI Au. 1862, p. 24; CASTELLANI Au. 1881, 2, p. 408. CASTELLANi AL. 1862, p. 18. 71 CASTELLANI AL. 1862, pp. 21-24. Alessandro Castellani insenisce tin eruclito excursus srnnico, notevole per i soot tempi, sull'uso dello smalto. Egli nona la mancanza cli smalno nella gioiellenia egizia e loda it sun use limitano e asSai accurato da pante dci Greci. In tale connesro egli menzinna la corona "Coma" delta collezione Campana, la collana "Melns""da nni esposra nella collezinne Loan at South Kensington Museum, gli orecchini con tignn "tnnvati a Vulci" ed altni esempi ancona. Egli considenava la ninasrita dell'anne dello smalto clue si venifich nettorso del rinascimento come oniginania dalle nazinni "Anabe" e "Onientali", citando Venezia, Limoges e Firenze tome i centni eurnpei pih impnntanti in quesro campn. Egli menziona anche it niello e uno smalto "a giorno" come vanianti delle tecniche the In dirta aveva espenimenrato. 52 lb., 24. p. CASTELLANI Au. 1862, p. 27. Numenosi disegni negli album Castellani consenvati presn l'Istinuco Starale dAnce sono dataci agli anni '60, quanclo Alessandro era assente da Roma e pnesumibilmente pnteva esencitare ben poca influenza ancisnica. BORDENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, p. 590, the si basa sull'iscnizione apposta at bcisro di Fnrtunato Pin a Sant'Eligio degli Onefici a Roma. AS!?. Faongl!a Caste/lace! 126-143. ASR, Faneigl!a Castellani 128. Giuseppe Cresciani è menzinnatn in BOJLGARI 1958, P. 332. ASR, Famiglia Castellani 196/4, pp. $2, 48$. lb., pp. 93-94. 60 lb., pp. 9$, 101. 61 Felice Bannabei, clue sanebbe divenuro amico di Alessandro a Napoli, ricnncla clue Alessandro aveva perso it sun "bnaccin siniscro [the egli] SnStitui con una pnotesi di legno tenminante in una mann the teneva sempne cnpenta con del doom": BARNABEi 1991, p. 117. 62 Le 1465 pagine nuanoscnirre delle memonie e del diario di Augcisnn Castellani offnn-

Lafamiglia Castellani da Fortunato Pie ad Alfredo - Stephanie Walker

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no uno straordinario spaccato delta vita e dei tempi delta famiglia. Le pagine 1-239 consistono nelle memorie che coprono gli anni the va000 dalla oascita di Augusto net 1829 sino at 31 dicembre 1879. Le pagine 239-1465 soon scritte sotto forma di diario dal 1 gennaio 1880 sino at 28 aprile 1912. Anche se ample parri del testo sono dedicate agli avvenimenti policici e culturali di Roma, egli presenta it proprio punto di vista e fornisce informazioni sulle relazioni tra i vari menibri delta famigus. Purtroppo Ic menzioni di gioielli specifici, di clienti o di commissioni sono abbasranza sporadiche, ma soon state utilizzate quanto possibile. ASR. Fanieglia Castellani 196/4, p. 43. lb., p. 95. La famiglia aveva acquiscato on intern "palazzetto" dove entrambi vivevano e lavoravano. lb., pp. 88-89, 92, 94-98. Augusco soffrI enormemente per la morce delta moglie, avvenuta 115 apnile 1873 (p. 209). CASTELLANI Au. 1862, p. 18: "It nome speciale "Oreficeria archeologica italiana". La breve stone di Campana e delta sua collezione 8 trarra da BOROWITz H., A. 1991; e da SARTI 2001. Nell'agosco 1851 nei libri dei tootle regiscraro on enorme debito di 5.004 scudi da parte del Campana: ASR, Famiglia Castellani 120. Augusto niporta che it Campana continub ad acquistare oreficerie sino at 1855 circa: ASR, Famig/ia Castellani 18/2a. Per la prima volta in cui si registra la presa visione delle oreficenie Campana, cfr. Bullettins del/'lstitnts di Con'ispondenza Archeslog!ca 10, 1838, p. 178. Si veda inoltre SARTI 2001, p. 72. SARTI 2001 afferma die l'inventario Campana elenca 1146 oggetti. ASR. Famiglia Castellani 196/4, pp. 112-116; per ulceriori particolari si veda ASR, Farniglia Castellani 18/2 6. Per la docunienrazione di caichi in gesso presi da gioielli Campana, cfr. fig. 5-2. ASR, Fam!gl!a Castellani 127 (1843-44). Cresciari, uno degli arcigiani preferici dci Castellani, 11 2 sertembre 1843 ricevecce oro per crc "decorazioni Campana". Ulnerioni rifenimenti a quesre ulcime compai000 plO avanti netcorso del medesimo mese, senza maggiori particolari. Soon grata a Michelle Hargrave per avermi segnalaro quesco date. L'invencario del negozio del 1857 (ASR. Famiglia Caste//an! 90) elenca tre pezzi Campana non identificabili; on altro invenrario, redarro netnovembre 1858 (ASP. Famiglia Castellani 91) elenca on "modello Cempena tests d'Io" del valore di 250 scudi a prezzo di cosro e 700 a prezzo di veodita e un pendente con Acheloo (del prezzo di 75/250 scudi) che probabilmente era sraro modellano so on esemplare Campana. Per la datazione incerta dci Catalog/si Canspana cfr. SARiS 2001, pp. 61-63. CASTELLANI Au. 1862, p. 3, cicero dalle tradozione inglese del tesco: Augusro Castellani, A D!sco,nse on Ancient Jewelry, Trad. Herietta Brogden, Art Journal 8, 1869, p. 129. ASR, Fam!g/!a Castellani 196/4, pp. 13-117. [Charles Clement] Catalogue des bijouex due JM,ssle Napo/lon III, Paris, Firmin-Didot 1862. E assai probebile the si potre000 stabilire ulteriori rapporri non appena, net2005, Sara pubblicaro it caralogo complero dell'oreficeria Campana at Museo del Louvre, in ronnessione con una mosrra at museo. ASR. Fam!g/ia Caste/lass! 18/2a. ASP. Fam!g/!a Castellani 196/4, pp. 101-103. Si veda inoltre MuNN 1984, pp. 3839, figg. 49, 51. Augusto (ASR, Fasniglia Caste//an! 196/4, pp 102-103) a000ta ne tale mieura era di facile realizzazione, dal momenco che it teoro dell'esernito francese era sisremaco at secondo piano del medesimo stabile in via Poli 88. lb. Per le illuscrezioni delta spade di Vittorio Emanuele e per it racconro di una visica. di Elisabeth Barret Browning alla botcega Castellani per veclere Ic spade e la sua descrizione delta sicuazione policica, cfr. MuNN 1984, pp. 38-39, figg. 49, 51. Per la spade di Torino cfr. MONN 1984, fig. 51. La spade di Napoleone III risolta iserduca Un libro concabile del 1869 elenca cocci i gioielli inviati a Alessandro dagli inizi di serrembre (ASP. Fam!g/!a Caste//ass! 52). L'inventario corrisponclente annota on valore rotate di olrre 25.000 scudi del niaceriale per Ia "gestione all'estero": ASR, Fasi!gl!a Ccsste/lan! 92. FRANCISI OSTI 1981, pp. 631-638. L'articolo nigoarda tine lertere inviata da Alessandro at padre in data 11 dicembre 1860 (ASP. Feusn!g/!a Caste//an! 18/2) dove si nienzione la presenza a Parigi di Guglielmo, fracello di Alessandro. Alessandro Castellani, illèoso!re aelsessI 6 i'IIes!eusi's les ssuene/ss'es di l'Acac/Im!e des Inscriptions St Belles Lett)-es suer /a joaul/er!e c/sea /ei anc!ens pas' so. A. Caste//ass!, Paris, Firmin-Didoc, 1860. La liste del pezzi loviari ad Alessandro a Parigi consca di una selezione di 205 pezzi solo moderni: ASR Fam!g/ia Caste//ass! 52. Pubblicace nella rivisca dell'Iscicuco. Si vecla CASTELLANI Ac. 1861, Pp. 365-369. Vi Si menziona 'la belle e iscrucciva collezione portara per la mostra" di" one ricca serie di esemplani, in pence anirithi, con airni prodorci negli archers del padre e nel proprio, it quali riproducono ammirevolrnence la piii scelca produzione degli arrefici ecruscii, greci e romani" (p. 365). Cfr. inolrre la 1srefazione in CASTELLANI Ac. 1562, P . 3. Per olteriori riscampe ed edizionsi riveduce di qoesco resto deparce di Alessandro Castellani si vede la bibliografia in quesco volume.

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88 89 90 91 92

CASTELLANI Au. 1862, p. 5. Alessandro non La elaine menzione delta cledica at padre in nessuna delle Sue pubblicazioni sopra cicare. Forrunaro Pin compi sessenracinque cool net 1859, me ignoriemo per quale compleanno I fig11 posseno avergli facto dono del seggio. CASTELLANI Au. 1869, pp. 129-135. MuNN 1984, p. 35, ririene the Alessandro ne fosse it solo aucore, anche se non vi e one regione a proverb. ASR. Fassu!gl!a Castellani 196/4, pp. 111-112. A.

Queste informazione, cos! come la segoence, C tracts da ASR. Fam!g/!a Caste//ass! 91 (novembre 1858) e 92 (luglin 1862). 93 Netfamoso quadro di Raffeello delta moglie del benchiere fiorencino Madclelena Dooi, esposro ella Gallenia Palatine di Palazzo Picci a Firenze, la donna indossa on importance pendence con grandi gemme: 000 Si d000St000 pero ousere Castellani the assomiglino a qoesco giniello, per col C probabile the it nome sic stern eplslicero a un determinaco modello semplicemence come segno di distiozione (forse a quelli niprodorri a fig. 2- 34 o 2-48). 94 Queste spilla C elencera netnovembre 1858 at prezzo di cosco di 98 scudi e a quello di vendice di 140, cifre pegeca per it son acquisco da tin membro delta nobile femiglia Loverelhi. 95 Al rermine delta lisra di invencarin corripaiono Pierre preziose conrere a lorti: di esso facevano parce pus di cenro cammei e intagli, cencinela cli scerebel, perle e mooere preziose. 96 ASR. Fam!gl!a Caste//an! 196/4, p. 118. 97 BORDENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, p. 500. 98 Gughielmo fbi per soicidarsi 1123 giugno 1896: cfr. BOItDENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, p. 596, che fornisce Ia data del 2 giogno, mentre Augosto mdicala data del 23 giugno. Cfr. ASR. Fasss!gl!a Caste//ass! 196/4, p. 856. Dopo 111880, Augustn sonora pits volre le difficolnC fioanzianie, he periodicise spanialoni e l'instebilicà mencele del frecello, lvi comprese niperure minacce di suicidin. Cfr. ASR, Fassu!glua Caste/lass! 196/4, pp. 240, 249, 251, 344. Sol soccessi di Gughielmo come ceramisca cfr. DE GUTTRY, MAINO 2003, pp. 25-26, 43-44, 144-146. 99 Al momenco delta morre di Forrunaro Pin, ha figlia osaggiore Adelaide era veclove e crc alrre erano sposare: Virginia coo Luigi Narcbucci, Luisa con Achille Dario Pozzi ed Eleonora con Enrico Rosa. Anche is quinca fighia Camille era sposate, ma si ignore 11 nome del niarico. 100 ASR. Fasus!gl!a Caste//ass! 196/4, p. 118. 101 ASP. 30, Nor. Cap. Uff. 21, 1865. Il cestamento veone reclarro one prima volta 11 2 agosro 1845. Doe codicilhi, del 15 febbraio 1862 e del 21 dicembre 1864 vennero firmed, crc gil alrri, da doe nperai di vecchse data del Castellani, Agostino Ttszi e Giuseppe Cresciari 102 Depolerri (o De Polerci) C meozinoaco come anriquerin in via del Leoncino: cfr. JANOOLO 1935, p. 13, 11 qoale afferma enche the Depoletti era amico di Alessandro Castellani. 103 L'epperramenco di Fortooaco Pin al secondo piano comprendeva un salorro, one sale da bighiardo, on bagno, la camera da lerro paclronale, tine camera da lerro pits Isiccobe e ono studio coo ooa cassaforte the cooreoeve pits cli 4.000 scudi in monere e dance monera, ambienci per ha servirti e vari spazi minoni. La cucine era parricolarmenre grande, chiaramenre incesa per servire per l'iorere famighia e per i dipendenni. 104 Le stanza di Alessandro cooreneve on piano verricale Pleyel. 105 Questa statue cbovrebbe essere la Flora di coi macre DONATI 1988, figg. 2-3, pp. 73, 75-77. 106 Si veda l'invenrenio delta borrega del 1865 in ASR. Fusssuigl!a Caste/lass! 95. 107 Quests somma si base sull'inventerio del 1863, che eheoce elcone parti della colheaioor di oreficenie anriche: AS]?. Fasss!gl!a Caste//ass! 92. 108 ASP. Fuss,!gl!a Castellani 196/4, p. 120. 109 ASR Fasn!g/!a Caste/lass! I8/2a indica it 2 apnile 1868 come it gioron in cut 11 figllo di Alessandro, Torquaro, inizits 1 lavori per recuperate he parre di eredir8 del padre. 110 ASP, Fasse!g/!a Caste/lass! 196/4, p. 161. 111 ASP, Faos!gl!a Castellani 18/2b. FRANCIaI—OsTs 1951, p. 632; cfn enche JANDOLO 1935, pp. 35-37. 112 MONN 1984, 25. is. 113 TYSKIEWICZ 1898, pp. 34-35. 114 BARNAI5ssI 1991, p. 166. 115 TYsKsewsCz 1898 p. 19. 116 BORDEN-ACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, 599. p. 11 / MuNN 1984, pp. 47-48 he ceorato di cbimosrrare tale iporesi, ma anirnetce tie vi soon sohrenro "vaghi indizi". La supposizione dli leluno rise Giuliano evesse effercuato is sue formezione e Rome non è coofermata da abcuno dci docunienri cie meozinneon gui operal del Castellani. 118 ASR, Fassu!g/!a Caste/lass! 196/4, 121. Aogusco Cii solo a foroire 11 oome complep. to delta secoocla moglie di Alessandro. Its on momenmo sutcessivo rgh specifica che 11 di lei padre, Verdot, era on amino issrimo e on cesmpagoo di fede peshirice, II che ecceors.iava ha cragedia delta sins.sazione (p. 489).

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119 BORDENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1973, pp. 592-596; DE GUTTRY MAINO 2003, pp. 18, 22-23, 25-27, 44-46, 146-149, cat. nn. 8-10, 12. Dopo it 1870 Torquaro collaborl con to zio Guglielmo e parcecipl con successo a nurnerose esposizioni nazionali ed internazionali. 120 ASR. Farniglia Castellani 43. Lo stesso volume comprende rca gil operai pagati regolarmente un certo Carli, probabilmence idenrificabile con Antonio Carli (18301870), on orafo romano noto per le sue imitazioni dci gioielii Castellani. Cfr. MuDs's 1984, p. 158. Nessun altro nome di imirarori noti dci Castellani compare nei registri consultari per la sresura di quesro capitolo. 121 CASTELLANI AL. 1862, p. 13; CAaTELLANI Au. 1862, pp. 15-16. 122 BARNABEI 1991, p. 166 meoziona tra i sooi clienri Adolphe de Rothschild, Enrico Cernuschi e Alessandro Torlonia. 123 TYSKIEWICZ 1898, p. 71. 124 BARNABEJ 1991, p. 119. 125 lb., 163. p. 126 In diversi punri delie sue memorie la frase di Augusro "veder i gioielii Castellani" 1 it messa tra virgolerre, a indicate son duplice significaco: ASR, Parniglia Castellani 196/4, Pp. 104-106, 122, 130, 132. 127 La data del crasioco e fornica da un'annorazione di mano di Augusto net volume 2 dci libri dei visirarori, ora a Villa Giulia. Sforrunaramence la ricca decorazione a pictura ndi'ingresso e nelie scale è scata in gran parre ridipinta. Interni aifrescati at piano superbre sono visibili dal cornile ma sono arrualmenne inaccessibili. Aicune focografie d'epoca cc ne forniscono un'idea: per moire di esse si veda it conrriburo di Anna Maria Sgubini Moretti in questo volume; un mosaico pavimenrale, in parne danneggiato che riproduce to scesso nipo di Medusa noro daile spilie e it solino XAIPE, è ancora visibile neii'androne d'ingresso. Cfr. it cap. 6 ad opera di Judy Rudoe in quesco volume. 128 Cfr. in MORA SOMMELLA 1987 it contriburo di M. Donaci, pp. 26-35; DONATJ 1987, pp. 97-110, in part. 105 ss. 129 Cfr. MONTANI 1928, figuraap. 214. 130 Cfr. MONTANI 1928, p. 213 (iilusrrazione con i'elmo per Umberto I), pp. 216-217 (illusnrazione e riferimenro ails spada di Vittorio Emanuele It e aila lampada voriva per it Duca di Aosta); DONATI 1987, p. 105. L'eimo e la lampada votiva sono menzionati rca Ic opere di Augusto Castellani in BOLGART 1958, p. 261. 131 ASP. Pamiglia Castellani 196/4, pp. 228-229. 132 lb., 231. p. 133 lb., pp. 996-997. 134 MONTANI 1928, pp. 213-217. La demi-parure con perle, nra ai Musei Capirohni (fig. 10-16), darabile inrorno at 1875, 1 delta provenire daila famiglia Savoia: Cfr. MuRA SOMMELLA 1987, p. 43. 135 ASR, Famiglia Castellani 196/4, pp. 677, 815, 1041, 1280. 136 lb., p. 218. 137 lb., pp. 197,199, 205-208, 224, 226-227. Per le sue opere di carirà vd. pp. 172, 174, 212. Per Ic annichirl e it parrimonio arnistico vd. pp. 178, 203-204, 221. Cfr. anche in quesco volume it cap. 10 di Antoneila Magagnini. 138 Per osservazioni so donazioni e acquisizioni (biblioteca Sarti e collezione Cmi), per la riorganizzazione e la nuova instaliazione di gailerie, come la coilezione di monene it Campana, e per probiemi personali, come i pagamenni e Ic pensioni per personate di cusnodia, si veda ad esempio ASP, Farniglia Caste/lad 196/4, pp. 208, 211, 213, 216-217, 222,224. 139 ASR, Famiglia Castellani 196/4, p. 214. Vd. anche in quesro volume it cap. 5, di Maurizio Donati. 140 ASR, Famiglia Castellani 196/4, pp. 203, 211, 217-218. 141 lb., 209. p. 142 lb., pp. 179, 204. 143 lb., p. 315: 'Si accerra the alla Sala Dance ieri sursero (sic) gravi dissapori; m'increit sce sapere che min frarello Alessandro b coil factotum; the ci guadagna? Solo easer zimbello di arruffapopoli ed it comparimenco di chi ha due dira di cerveilo!!". 144 lb., pp. 231-232. Net1879 Augusno riferisce che nettorso di una visits at negozio di Roma it direccore del Museo di Atli Applicare di Vienna gil disse di aver acquistaco oreficerie Melillo per it tramite di Alessandro, pensando che erano state fatte da Augusro (p. 238). It 3 matzo 1881 Augusto ricevecre una letters dal "Principe Leichtenstein", probabilmenre Liechtenstein, direrrore del "Museo di Vienna" (probabilmente it Kunsrhiscorisches Museum) relativa aH'acquisno di quadri di grandi maestri deposicati a Firenze. La letters era indinizzata a A. Castellani, ma aii'indirizzo di via Poii. Si tractava perranro di on innocente caso di errore di recapito, che cil nondimeno irrith Augusto (p. 321). 1117 febbraio 1882 Augusto riferisce di aver seotiro she anche it museo di Beriino esponeva gioieii d'oro sotto H suo nome, rile in reaitl erano scan fatti dal Melillo e acquistati per H Museo da on certo Mr. Lessig (sic) presso Alessandro ail'Esposizione di Vienna del 1873 (p. 394). 145 lb., pp. 3 19-320. Egli continua affermando che i'origmnaie era stato venduro at British Museum da Alessandro insieme ad ainri oggecci deil'ereclicl panerna, con nil riferendosi ail'ampia acquisizione di oggenci fatta dal museo net1872. Vd. in questo volume it cap. 8 di Elisabeth Simpson. Infine egli si domanda penchè a quesro

Capitols II

oggenno sia snano applicato H nome di "Alexandria", quando esso è "indubbiamente opera di nipo ninnenico". 146 lb., pp. 484-489. 147 lb., pp. 487-488. 148 lb., pp. 488-489. Augusro ricorcla ancona le misure esnneme adonnane per fare in modo the le nocizie relative alla relazione sennimennale di Alessandro non giungessero at padre. 11 23 luglio 1883 egli acconsenni in linea di pninnipio a ricevere la vedova di Alessandro, ma sonnolinel che non aveva incenzione di essene coinvoino neila dispuna relaniva alla propniecI e ail'enedinl (p. 494). 149 Times Londra 13 giugno 1883, p. 11. 150 lb. [Philadelphia?] American 6, n. 156(4 agosno 1883), pp. 265- 266, nispernivamenne. 12 ASR, Famiglia Castellani 18/2a: quesna parne del nesno sembrerebbe essere snana scnictada Alfredo in tin momenno posrenione at 1910. 1)15 Itmanoscrinno si trova in ASR. Fainiglia Castellani 195/1 154 Molne di quesne nipnocluzioni Castellani poss000 essere idennificane con l'aiuno di on manoscrinno inninolano "Collezione cronilogica dells oreficerie... (ASR. Famiglia Castellani

18/3b). Si vedano anche i capp. 5 e 6, nispennivamenne di Maunizio Donani e cli Judi Rudoe in quesno volume. 155 A parnmre da I gennaio 1881, H diario continua a registrars annivirl aH'incerno dci Musei Capinohni e del M.A.I., nra Ic vane cause che tenevano occupaco Aogusno. Vd, ASR. Famiglia Castellani 196/4, pp. 322, 327, 398, 403, 548, 550, 641 (Collezione Cmi ai Musei Capinolmni); p. 404 (erezione delta snanua di Rums); 428 (compienamenno di on canalogo); pp. 229, 470, 505 (quescioni vane at M.A.I.). 156 ASR, Famiglia Castellani 196/4, pp. 251, 255, 302, 303, 309, 317, 331, 379, 423, 456, 471, 534, 568, 572, 724, 804, 824, 875, 1170, 1237, 1309. 157 lb., pp. 29, 259 (due incontni con Umberto I), p.303 (regah di Capodanno), p. 318 (pnincipessa nedesca), p. 324 (corona d'Inalia), pp. 325-326 (ii re paga it sun conno arretrano del 1881), p. 367 (gioiello d'ambna), pp. 434-435 (colonne di bronzo), p. 515 (coliezione di monere medievali), p. 520 Oa "consuena" nichiesra di gioieii da inviare at Qumninale), p555 (snninge la mann at re), pp. 558-562 (on elmo peril re, farm net 1878), p. 562 (ii re to chiama at telefono a proposmno dell'acquisno di aicuni oggenni), p. 621 (acquisni del re per 17.500 lire), p. 623 (ningraziamenci da parne del re), pp. 635-636 (corona di foglie di qoencia per Federico III), 600 (ii re e la regina parlano ad Augusno), 907 (monte di Umberto I), pp. 906-907 (visits alla iomega delta vedova regina Manghcnita). 158 ASR, Famiglia Castellani, 57. 3 dicembre 1887 (a000nazioni seguite clai prezzi in lire): on cennnonavola nipo "fontana dells tartarugbe"12.500, caridelabro d'angenno con on diavolo/700 e on nagliacarte con ghiande /2.500; 20 dicembre: on camnneo di nopazio con diamanni/3000, gmoiello di zaffini e perle/3.000, spilla con cammeo giacinmo con zaffiri/lOGO, spilla con cammeo zaffino Fionai5.000; 15 onnobnc 1888: scnigno d'angenno con micromosaici e nina "Victoria" in mosaico o come coronamenno/5 .000, una panune con perle di Sandegnal10.000 e una sputa con perle e nubioi/5500. 113 gennaio 1890: on gioiello "M"/2.500, due spiile con cammei conchigha e una con nubini e diamanni/4.000, un'alnna con smenaldi e diamanni/3.500 e uno scnigno in bronco con innansi d'angenno opera di Alfredo/ 3.500. It 21 gennaio 1891: Ia panune d'ono con perle e gcmme/50.000. Ii 24 dicembre 1891: scnigno con cammeo"Medusa"/4.000, "Tazza Italia" d'angenno/3.500, calamaio "Aniosto"/750, cisna "Pnaeneste"/l .000. 25 maggio 1892: corona con foglie di quencia d'ono/6.000. 24 sennembne 1892: on'alnna "Tazza Italia"/3.500. 21 dicembre 1892: cisna "Pnaeneste" donana/2.500, braccialenno "a croci" con rubini/2.500, una cenza "Tazza Italia"/3.500. Il cIianio di Augusno, H 19 onnobre 1888, meoziona la parole di perle di Sardegna e to scnigno cl'angenno desninano a connenenia quali doni per la moghe dell'impenanone di Germania e la parole cIa 50.000 con nubini e perle in "stile carohngio"; H 30 giugno 1891 niconda due conoici, d'ono ordinate daila coppis Lavaggi per la niconnenza delle nozze d'angenro di Umberto I e Marghenina: ASR, Famiglia Castellani 196/4, pp. 652, 724, 761. Per una simile parole "Canoliogis" cfn. fig. 9-50. 159 ASR, Famiglia Castellani 196/4, pp. 528-529: Augusno eseguI tale lampada in nrc giorni, dal 17 at 19 gennaio 1884. Egli la espose in forma privana it 20 gennaio e a000na con orgoglio net son dianio cisc "la corona degh istitLiti di credito che ha la forma delta corona di Teodohnda, cos! delta "Corona di fenno", fece furore". 160 ASR. Famiglia Castellani 196/4, p. 888(3 sennembne 1898: "Ii liben Episcoponum, dame copenno di urn, gemmed mosaini e che mi costa vennimila lire"; p. 1022 (25 apnile 1905: messa in mosnna del Liben Episcoporum all'Esposizione di ante religmosa a Gnonnafernana). 161 ASR, Famiglia Castellani 196/4, 621 (una croce a mosaico comnsissionana dal pninp. cipe Colonna come dono di Capodanno at papa net 1888), p. 652 (l'impenanone Guglielmo II acquisna tin braccialento con quannno scarabei e nina coppia di spilboni per capelli nipo "Gionone" net conso delta sua visica a Roma it 19 otnobre 1888). Augusno inoinne annona it passaggio di on Barone Rothschild di Vienna netfebbr'aio 1911 (p. 1356). Nathaniel Rothschild acquisni dai Castellani numenosi oggenti cisc doni at Musbe des Ants Déconanifs di Panigi net1901, in pannicolane nra quesni nina panune assai elabonana di smeraldi, scanabei e urn: cfr. HUSiBERT, PANTAZZI, ZIEGLER 1994, n. can. 219, Pp. 358-359. I visicanoni di quesni ulnimi anni nicondani netdianin includono l'inspenamnice di Russia, Mania Alexandrovna (p. 210), Victoria di Prussia (p. 262), i gran-

La famiglia Castellani c/a Fortunate Pie ad Alfredo - Stephanie Walker



duchi Paulo, Nicole e Viedimiro di Russia (pp. 309, 314, 405-406), it principe e la principessa di Svezia (p.323), i principi imperiali Heinrich e Wilhelm di Prussia (pp. 410, 520), it re Giorgio I di Grecia (p. 767), la regina Maria Pia del Portogello (p. 776) it presidenre Theodore Roosvelt net1910 (p. 1288). 162 A.S.R.. Famiglia Castellani 196/4, pp. 313-314. 163 lb., pp. 449-450. 164 lb., pp. 416, 539, 543, 624-625 (Podio, Gizzi e e Raffaele Marini, un eltro operaio), p. 669, p. 705 (la sorella Adelaide), pp. 73 1-732, 816 (Saverio Ludovichecci, the eveva lavoraro cinquenc'anni nella botcega), p. 822 (la sorella Eleonora), p. 823 (Arnaldo, figlio cli Alessandro), p. 855 (it fratello Guglielmo), p. 873 (la sorella Luisa), p. 1034 (it re di Danimarca che aveve visitato la borrega con la sua famiglia), p. 1133 (it pitrore Roberto Bompiani), p. 1206 (it cognato Achille Pozzi), p. 1403 (la regina - Maria Pie del Portogello), p. 1420 (Théophile Gautier). 162 Della lettLera delle memorie emerge chiaramence che Augusto amava teneramenre it proprio figlio e, Si porrebbe dire, to vizieve con ogni genere di comodicb. Anche se conrreriaco, egli accerrO else Alfredo sposasse la nsa prima cugina, Ersilia Narducci. Egli era ugualmenre attaccato alla figlia Guendalina, che sposh Pin Fabri net 1871 e gli diede on nipore, Pompeo, net1876. Per tall norizie cfr. A.S.R.. Faneig/ia Castel-

ABBREVTAZIONI

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/ani 196/4, passim e pp. 205, 224, 210, 611, 1328. 166 A,S.R., Famig/ia Castellani 196/4, p. 1312. 167 lb. p. 1325. 168 lb., p. 1323. 169 1b., pp. 1353, 1366, 1375, 1377, 1382, 1403, 1412, 1415, 1454, 1463. 170 lb., p. 1102 (25 ocrobre 1907, a proposito di Victories Emenuele III "nacuralmente egli non acquisra Ic mie opere", p. 1386. 171 Scendo a quanro afferma in BORDENACHE BATrAGLIA, GAJ0, MONSAGRATI 1978,p. 595, Augusto origmneriamente era incenzionaro a the enche mcci gil operei delta dirta avessero one sepolrura nella tombe di famiglie. 172 Dalle ultime nocazioni per mano di Alfredo nell'ulrinso libro dci visirarori. Cfr. DoNATO 1988, p. 71, it quale cica A.S.R.. Faneig/ia Ccecte//aeei 142, p. 414. 173 A.S.R,, Facniglia Castellani 125. Cfr. DONATI 1988, p. 74 174 Augusro Castellani fu anche on pioniere netcampo delta forografia, avendo rompilato on manuale di focografea net 1849. A.S.R.. Faneiglia Castellani 201/15 e 16. Cfr. - inoltre BEccHETTI1978, P. 100 e BECCHETTI 1997, pp. 14-16, 19, 287-288. 17) BORDENACHE BATTAGLIA, GAb, MONSAGRATI 1978, p. 598. 176 Catalogo degli oggetti ... A[lfreclo] Castellani, 1930.

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Fig. 3-1. Roberto Bompiani. Busto di Fortunato Pio Castellani, 1866. Marmo. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, Prow. B.U.I.

Catalogo n. 1.

CAPITOLO

III

FORTUNATO PlO CASTELLANI: FONDATORE DELLA BOTTEGA E OREFICE DELL'ARISTOCRAZIA ROMANA STEFANO ALUFFI PENTINI

Perchlpoi la spedizione non sia ritardata e che ii oggetti possano giungere a Roma ii pill presto possibile conviene che sulla cassetta ci facciate tre sopraccarte con tre direzioni differenti, cioè la prima vicino al legno, a me in Roma, la seconda a S. E. ii Signor de Brintroff a Roma, e la terza al Signor de Gorchaboff a Vienna consegnando ii pacco nella Cancelleria degli affari esteri di S. E. ii conte di Nesselrode. In questa maniera in cosa sara pill spedita perché da Pietroburgo a Roma le occasioni 50220 frequenti, e frequenti sono anche da Vienna a Roma'.

osI scriveva a Pietroburgo it 6 maggio 1837 ForC tunato Pio Castellani al suo amico gioielliere Augusto Zwerner, per organizzare una speclizione di preziosi, pietre sciolte e gioielli già montati, da rivedere a Roma; costui aveva un tempo lavorato a Roma nella sua bottega. Da questa lettera si capisce assai bene ii giro di affari a cui era arrivato Fortunato Pio e la sua capacità di coinvolgere diplomatici di mezza Europa per ricevere rapidamente e sen-. za passare dogane le casse di gioielli che si faceva venire da Ginevra, Londra, Parigi, e da molte altre città europee. Fortunato Pio Castellani (fig. 3-1) (1794-1865) aveva aperto la sua prima bottega di orafo nel 1814 a palazzo Rag-. gi al Corso; nel 1815 prese la patente di maestro. Si sa poco del suoi primi anni di attività visto che i regiStri copia-lettere, dove è regiStrata tutta la sua corrispondenza, (conservati all'Archivio di Stato), utilissimi per ricostruire Ic fasi della sua attività di gioielliere, partono dal 183 02 . Nel 1826 guidato da Domenico Lino Morichini dell'Università di Roma e dall'Abate Feliciano Scarpellini, direttore dell'Osservatorio Capitolini, scopri ii processo chimico necessario a dare all'oro ii chiaro e inalterabile colore del gioielli antichi detto "giallone". Di questo diede una comunicazione all'Accademia dci Lincei e ne pubblicô una relazione sul "GiornaIc Arcadico" dell'ottobre 18262. In quegli anni cominciè la sua amicizia con ii duca Michelangelo Caetani che motto lo consiglià negli anni successivi specialmente nell'intraprendere la creazione di gioielli che copiavano i monili etruschi e romani Suo figlio Alessandro nel SUO scritto "L'Arte nell'Industria" ci dà un'idea della situazione del gioiellieri a Roma intorno agli anni '20 del secolo e ci dice che quelli attivi era-

no circa una ventina; ci dice inoltre che fu l'orafo russo Zwerncr, negli anni che aveva lavorato nella sua bottega, ad insegnare a Fortunato Pio ad incastonare le pierre con perizia4; Zwerner gli aveva forse anche trasmesso quel gusto tipico dell'oreficeria russa dell'epoca di montare in poco spazio un gran numero di pierre5. Dalla corrispondenza di Fortunato Pio6 si vede come intorno al 1830 vi fossero molti oggetti in oro che non faceva nella sua bottega, come si desume da tutte Ic ordinazioni ad orafi stranieri, soprattutto ginevrini. Ogni anno, dopo l'estate, chiedeva a numerose ditte straniere che gli inviassero oggetti all'ultimo gusto da potere venclere all'inizio delta stagione mondana; insiste moltissimo sulle novita e da quanto dice sembra anche che la sua clientela fosse da questo punto di vista particolarmente esigente. A Ginevra aveva regolarl rapporti d'affari con le Case Bautte, Alliez Bachelord Terond, Vacheron et Costantin, e saltuariamente con Moyflier et fils, Duchêne et Peyrot, Moricard et Degrange, e Meynadier. Con il signor F. Bautte aveva trovato it modo di farsi mandate gli oggetti in visione e comprava poi soltanto quelli che già era riuscito a vendere; ii Signor Bautte era spesso per affari a Firenze e Fortunato Pio gli raccomandava di fare Ic spedizioni da Ginevra dove aveva oggetti piii nuovi. Ordina pendenti, orologi, interi finimenti d'oro, braccialetti, catene, occhialini, e chiede che siano sempre oggetti "ricchi e con poco o niente smalto" secondo la moda romana7. Veramente ingegnosi sono i modi per evitare la dogana: dapprima interessa ii Cardinal Mazio d si fa spedire presso di lui alcune cassette; in un secondo tempo la merce è spedita at Ministro di Sardegna, marchese Crosa, poi è la volta del

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conte Ludoif, ministro del Re di Napoli, e di molti altri illustri personaggi in viaggio verso Roma, come la contessa di Coventry. Come si è visto all'inizio di questo scritto, riusciva anche ad organizzare mirabolanti spedizioni cia Pietroburgo. I motivi per cui voleva eludere la dogana erano in primo luogo evitare ii pagamento del dazio, in secondo luogo che gli oggetti spediti non fossero fermati in quanto non conformi alle precise normative vigenti nello Stato Pontificio. Un "Bando generate per gli Orefici e Argentieri .....pubblicato dal Cardinale Pacca nel 1815, cos! si esprimeva: "Sono da noi unicamente stabilite ed approvate due bontà per l'Oro ed altrettante per l'Argento in qualsivoglia sorta di lavoro. La prima bontà dell'oro sara di carati 22 a saggio, ía seconda di carati 18, parimenti a saggio ... Resta assolutamente vietato dopo la pubblicazione del presente, a tutti gli Orefici, Argentieri, Gioiellieri ... di poter tenere, lavorare e far lavorare, vendere, e in qualunque altro modo e forma contrarre, l'oro e l'argento che rigorosamente non siano della prescritta bontà e finezza e molto meno avere nelle botteghe in mostra ed altrove lavori nuovi di qualsivoglia sorta ... se non corrispondano alla voluta bontà...... Non passando la dogana potevano inoltre giungere a Roma anche gli oggetti in cui vi erano parti in oro vuote, e proibite a Roma in quanto considerate "lavori che per loro natura inducono dubbiezza di frode qual ne sarebbero Boccole d'oro e d'argento chiuse e vuote, Orecchini, Navicelle, gambi d'Anelli vuoti" che secondo le disposizioni del bando dovevano essere in ogni caso immediatamente rotti o resi inservibili, e confiscati8. L'Ufficio del Bollo si occupava di tali queStioni e Fortunato Pio avrà spesso problemi con i Consoli dell'Università degli Orafi che personalmente compivano le ispezioni nelle vane botteghe. Un altro corrispondente del Castellani è il Signor Giacomo Mendel di Parigi, al quale, a prescindere dal soliti rapporti d'affari chiede anche la spedizione di riviste scientifiche e di libri come ii "Traité de Chimie alliqueé aux Arts" di M. Dumas'. Al signor Gerog Bloog di Londra domanda anelli e "pendeloques du dernier, dernier goItt", e dopo avergli proposto un enorme perla da 60 carati, lo esorta vivamente a mandargli anche giornali di moda, specialmente se riguardano gioielli'°. Un'altra cosa da sempre richiesta nelle lettere d'affari, e d'inviare disegni di nuove montature che si fanno a Parigi, a Ginevra e a Pietroburgo; vuole a tutti i costi essere at livello del gioiellieri europei, cosa piuttosto insolita per l'epoca a Roma, notoriamente non all'avanguardia per i lavori di gioielleria ed in generale per le frivolezze delta moda. Un altro fenomeno che Si pUO ticollegare a questo meritorio desiderio di tenersi al corrente delle novità, è di prendere spesso preso di sé lavoranti stranieri che sicuramente approntavano nuove conoscenze, che non erano poi soltanto tecniche, alla sua bottega; numerose sono Ic lettere di gioiellieri europei che gli raccomandano del lavoranti desiderosi di passare un periodo di lavoro a Roma.

Cap itolo III

Le pietre sciolte le comprava principalmente dalla Ditta di Leon Vital di Vital Finzi a Firenze, anche se non mancano trattative ed affari con gioiellieri europei, come it Signor Wateau o ii Signor Mendel di Parigi, o a Firenze con la Ditta Tanagli e Mariam. Con Augusto Zwerner intraprende, come abbiamo visto, un gran commercio di pietre preziose dalla Russia. Ma come si è visto dalle richieste di libri scientifici e dalle sue ricerche sulla oreficeria antica, Fortunato Pio aveva interessi che esulavano dal preciso campo degli affari; scoprI nell'Appennino marchigiano, nei pressi di S. Angelo in Vado, ía persistenza di alcune antiche tecniche di oreficeria esercitate dagli abitanti del luogo per ía creazione di rosari e di ornamenti nuziali. Fece venire a Roma da quei luoghi Benedetto Romanini, abile orafo che to aiuterà a ritrovare gli antichi processi delta granulazione dell'oro e delta filigrana, tipici dell'oreficeria antica romana. I lavori di ispirazione antica, etrusca e romana, non erano certo in ogni caso la parte principale del suoi lavori, anche se è per lo pib per questi che è conosciuto. Nei registri degli oggetti che si trovano nel suo laboratorio tra il 1833 ed il 1836, si trovano spesso gioielli detti "all'antica", 'broscie alla pompejana", "collezioni di scarabei legati alla antica" che formavano finimenti, e molti altri oggetti legati con "fill d'oro alla pompejana". Fu piuttosto ii figlio Augusto ad intraprendere su vasta scala commerciale questo genere di lavori. Interessante a questo proposito è una lettera scritta cia Fortunato Pio ad Augusto Zwerner nel 1836 in cui dice: "quello che poi premurosamente vi prego, è qualche disegno del lavori di gioie nuovi e degli ultimi che abbiate fatto cost!, e se vi place anch'io p0550 rimettervi i disegni del nostri lavori, e particolarmente degli orl antichi Etruschi che recentemente sono stati ritrovati nei sepolcri, quali io ho copiato" 2 . Era sicuramente l'unico genere in cui Fortunato Pio poteva proporre delle novità al gioiellieri europei. Un genere di lavori in cui eccelleva e che gli venivano richiesti da vane ditte europee, erano Ic spille, i pendenti e altri ornamenti con cammei e pierre incise. Ii Signor Wagner, gioielliere di Karlsruhe, gli faceva ordini regolari di questi articoli, ma non era ii solo e anche in Frnacia questi lavori tipicamente romani erano richiesti; al Signor Bautte infatti, consiglia in una lettera di aspettare un poco per ordinare le incisioni che desidera, in quel momento troppo esose "perché ii nostri incisori essendo attualmente occupati con delle molte commiSSiOni che hanno ricevuto dalla Francia"3. Raramente sono nominati gli incisori; in un registro del 1836 compare "un topazio inciso dall'autore Pickier" uno del pib famosi inciSori di gemme deli'epoca, da vendere at prezzo di 30 scudi4. Leggendo ii registro degli oggetti che erano net suo negozio nel 1834, si trovano alcuni pezzi di gusto tipicamente romano come "una busta contenente 12 cammei di Agata orientale rappresentanti ii 12 Cesari con trofei di metallo dorato, e piedistallo di malachite" 15 , e negli anni successivi

Fortunato Pio Castellani - Stefano Aluffi Pentini

oltre a numerosi oggetti che vengono definiti all'antica e "alla pompejana" viene anche introdotto l'uso del mosaico mi nuto. Gli altri lavori sono gioielli soprattutto con turchesi, granate, ametiste, coralli, o semplicemente in oro a volte smaltato. Sono quindi gioielli in cui raramente vi sono pietre come brillanti, rubini, zaffiri e smeraldi visto che i lavori con le pietre piii preziose erano solitamente fatti su commissione e non era merce inventariata tra quella esposta nel negozio. Uno del motivi del grande successo di Fortunato Pio Castellani fu certo la sua amicizia con ii colto duca di Sermoneta, Michelangelo Caetani, che oltre ad essere di grande aiuto per tutto cia che riguardava to studio e le copie dell'oreficeria antica, lo fece diventare nel giro di pochi anni ii gioielliere pii di moda a Roma, presentandolo a numerosi nobili romani, diplomatici e personalità del "bel mondo" internazionale. CosI scriveva a Parigi Fortunato Pin a Michelangelo Caetani ii 9 maggio 1835: "Per non perdere l'abitudine delle cose semplici e piacevoli, ripetiamo il giornaliero saluto, che ci facciamo in Roma quando lei viene a vedermi nel mio piccolo camerino, e immaginando di stringerli la mano le dico buongiorno, come sta ..... 6 • Si vede quindi la consuetudine con le visite del duca nella sua bottega; non perdeva perà anche in queste lettere al suo protettore lontano, l'occasione di chiedere favori, domandare l'invio di qualche libro scientifico e di rarl strumenti utili at suo lavoro. L'amicizia e la collaborazione portava a contatti frequenti in un rapporto a volte familiare, quasi fra collaboratori ed ii duca colto e versatile gli forniva disegni per alcuni lavori. In una lettera da Napoli dell' 8 agosto 1846 scriveva: "Ricevetti in Ischia la sua lettera, colla quale mi dava le sue buone nuove, e molte altre gratissime, e ml faceva conoscere ii desiderio del Sig. D. Gio: Colonna di avere la sua cifra doppia, e per favorirla la feci subito nel modo che le ne invio qui acclusa la prima idea, e la feci rimettere a Lui da una conoscenza la quale era al bagni con me, ed ho saputo che il disegno fu da Lui ricevuto, e posso credere dal silenzio che sia stato di sua soddisfazione ... To mi rallegro intanto delta buona riuscita del disegno del Calice .......'. I primi lavori documentati che esegue per una dama del patriziato romano, sono numerose montature per la principessa Rospigliosi che gli consegna nell'ottobre del 1833 vecchie montature in oro e piccoli gioielli passati di moda, da usare per altri lavori. Sono usate tutte le pietre pih di moda in quell'epoca, acquemarine, granate, topazi, turchesi, e materiali mai usati nella gioielleria settecentesca romana, come "pietre lunarie", "lava di Napoli", e malachite, con cui vengono formati finimenti, "broscie" in lunghi pendenti. Vengono anche rielaborati elementi classici, come una carena d'oro con ametiste dove le pietre sono alternate a delle spighe; dello stesso gusto è un piccolo diaclema con cammeo di lapislazzuli, in cui è ridimensionato to stile sontuoso delle "parures" di cammei dell'epoca imperiale'7. Per la marchesa Serlupi creb invece un diadema di spighe". Sono motto interessanti Ic lettere che Fortunato Pio scris-

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se al conte Vincenti Mareri di Rieti nell'autunno del 1833, che gli aveva commissionato numerosi lavori ed affidato per formarne due distinti finimenti, delle acquemarine e del topazi rosa e gialli. Come era consueto all'epoca, Fortunato Pio invib del disegni con il progetto del finimenti proponendo anche di alterare il colore di alcuni topazi gialli per completare ii finimento del topazi rosa. E' sorprendente vedere che ancora a quell'epoca erano usate le montature cosiddette a notte in cui la pietra chiusa nel castone con una sottile foglia di stagnola tra il metallo e la pietra assumeva un altro colore. Era un procedimento piuttosto diffuso nell'oreficeria settecentesca che oltre a mutare completamente il colore di una pietra poteva con accorte scelte dello strato interposto, semplicemente ravvivare il colore di una gemma. Chiaramente era un procedimento che lasciava grande spazio alla disonestà, visto che una pietra montata a notte e per giunta con il colore alterato, poteva essere facilmente mat valutata. Questo procedimento era stato espressamente proibito nd "Bando generate per gli Orefici e Argentieri" del 1815, in cui si diceva: "Proibendosi inoltre che nessuno possa fare nè legate in Anelli, Giojelli Catene, ed altri lavori di qualsivoglia sorta, Diamenti, Rubini, Smeraldi, Zaffiri, ed altre Pierre preziose con farvi il fondo falso, o con alterare la pietra di colore, e sotto pietra fina colarci altra pietra incollata Fortunato Pio in ogni caso usava frequentemente questo sistema visto che nel giugno 1831 cosi scriveva a Ginevra alla ditta Alliez Bachelord e Terond: "Piacciavi ancora unite alla suddetta cassetta sei paglioni di foglia bianca, e sei di color zaffiro di quelle che si servono i gioiellieri per situare nei castoni sotto le pierre colorate .....'. Oltre a queSta questione di carattere tecnico nella stessa lettera si accenna a delle perplessità della contessa Vincenti Mareri per un progetto di Castellani per un diadema, considerato "dal disegno un puoco confuso". Castellani replica di "attender il compimento del lavoro assicurandola che il diadema sara Seguito in modo da non poterse far di meglio nelle altri capitali d'Europa, mentre il gusto presente vi è in turta l'attenzione eseguito accertandola che questo lavoro viene da me fatto con il maSsimo impegno, per contrapporre una bella legatura agli enormi e grossi brillanti delle nostre Signore Romane alle quali è già noto il lavoro, e attendono di vederlo compito"22. Castellani quindi creava montature di gusto nuovo ed insolito confidando nelle sue capacità innovative; metteva poi in luce, forse per la prima volta a Roma, l'importanza della montatura e quindi del gusto del gioielliere; contrapponeva addirittura agli enormi diamanti delle Signore romane i finimenti da lui montati, è pur veto con acquemarine e topazi, ma con belle montature tanto moderne da non sfigurare neppure a Parigi Londra o Pietroburgo. Ti "disegno un po' confuso" cui accenna la Vincenti Mareri, è sicuramente riferito a quella tendenza dell'epoca romantica di montare gioielli di forme piuttosto massicce, ben lontani dal linearismo e dalla simmetria deIl'epoca neoclassica. Nel 1834 il principe Borghese gli affidà tutte le gemme di casa per delle rimontature moderne e fu senza dubbio quel

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Cap itolo III

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Fig. 3-2. Foglio (r.) con on conto al principe Borghese da Fortunato Pio Castellani con gioielli venduti dall'll dicembre 1833 a! 19 aprile 1834. Archivio Segrero Vaticano, Archivio Borghese 8626.

Fig. 3-3. Foglio (v.) con gioieUi venduci dal 15 matzo al 26 setrembre 1834.

grande lavoro per la famiglia romana all'epoca piü in vista, a consolidate la sua fama. Nell'archivio Borghese ho trovato una grossa cartella contenente cinque disegni di finimenti di gioielli con la relativa descrizione, altri tre disegni di finimenti, ed una serie di fogli sciolti con conti van 23 (figg. 3-2 e 3-3). La descnizione del gioielli raffigurati nelle prime cmque tavole è estremamente chiara: "Eccema Casa Borghese, descnizione delle gioie ereditarie con i nispettivi numeri, e pesi approssimativi, rappresentati in cinque disegni, fatta dal Gioielliere Castellani in Roma ii di 21 Maggio 1834". I cinque disegni sono contrassegnati da lettere e rappresentano finimenti nispettivamente di brillanti, smeraldi, rubini, perle e zaffiri (figg. da 3-4 a 3-8). Le descrizioni, con la sola eccezione di quella del finimento di brillanti, sono identiche a queue di precedenti inventari di Casa Borghese ed ho già dimostrato in un precedente articolo che queste fossero le gioie date in uso a Paolina Borghese Bonaparte24 (cfr. Appendice). Ii finimento di brillanti non corrisponde perfettamente a quella del precedenti inventari di Casa Borghese ed in parti-

colare si ha la certezza che ii grande diadema a tralcio sia stato montato da Fortunato Pio Castellani nel 1834, come si evince da un suo conto25: Per oro, Argento, e fattura di Gran Diaclema di Brillanti tutti montati a giorno rappresentante un tralcio di fiori movibili, che dismettendosi viene diviso in Sei Bouquet di fiori, quali contengono n. 2057 Brillanti padronali del peso tutd Gram 11962/8 e n. 139 rosine d'Olanda parimenti padronali - 750" Ma ancora piü interessante dal punto di vista documentario è una seconda senie di disegni che risalgono al 1837, cornposta da tre tavole che ho trovato sempre nella stessa cartella dove erano i disegni delle gioie di Paolina, e da altni quattro disegni collocati in un altro fascicolo dell'archivio Borghese26 . Presurnibilmente della stessa mano, hanno colon leggermente diversi e alcuni recano la scritta "Verificato da me. Principe Borghese. 13 gennaio 1837. Vi sono raffigurati sempre i gioielli fidecommissani di Casa Borghese rimontati completamente da Fortunato Pio

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Fig. 3-4. Fortunaro Pin Castellani. disegno per una parure di brilianti composta cia no cliadema, dodici ornamenti" a spiga", Un pettine, due anelli, un pain di orecchini, un medaglione con cammeo, un pendente a farfalla, due braccialetti e una cintura, 1834. Macira e acquareilo. Archivio Segreto Vaticano, Archivio Borghese, 8626, n. 468, tav. A.

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Fig. 3-6. Fortunaro Pio Castellani. Disegno per una parure di rubini e brillanti composta da un diadema, un fermaglio per capelli, un paio di orecchini e una collana, 1834. Marira e acquarello. Archivio Segreto Vaticano, Archivio Borghese, 8626, n. 468, ra y. C.

Castellani tra la fine del 1835 e gli inizi del 1836. Nel 1835, ii nipote di Camillo, Marcantonio (a quell'epoca capofamiglia), aveva sposato la figlia del Duca di Shrewsbury, Guendalina Talbot, e per lei quindi furono rimontate le gioie (fig. 3-9). La prova che questa seconda serie di disegni sia stata fatta a seguito dello smontaggio e rimontaggio del gioielli raffigurati nella prima serie è data da una serie di conti allegati al disegni su carta intestata "Fortunato Pio Castellani Gioielliere ed Orefice in Roma, Via del Corso n. 174" che vale la pena di riportare per esteso: 1835 20 Gennaro

Per avere ridotto a Broscia un gran Zaffiro fattoci le cerniere con due aste, spillo, e legatura alla pietra in oro. 4 {scudij 1835 27 Febraro Per aver staccato 9 Smeraldi dal Diadema con i quali sono state formate 4 Broscie e una guarnizione per il

corsé, fattoci di nuovo gli spilli con cerniere, e maglie in ore. 15 [scudi] 1835 11 Maggio

Per aver composto un pettine a Diadema con Smeraldi e Brillanti, fattoci di nuovo alcuni pezzi con Smeraldi, e Brillanti padronali 25 [scudi) Per aver composto due piccoli pettini cia ricci con Brillanti e Smeraldi padronali con Ic dentiere fatte a cerniere in Argento dorato 20 [scudij Per aver impicciolito la Collana in Brillanti e Smeraldi levatoci due pezzi e per aver ripulito a nuovo tutto il finimento 3 [scudi) Per un pajo pendenti Brillanti al quali sono state saldate Otto perle guarnite in Rosine d'Olanda 270 [scudijPer aver composto la fermezza per la collana di perle eseguita tutta in Brillanti con tre Zaffiri montati a giorno con doppie molle da potersi dismettere, e setvir per altro uso 90 [scudi

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Fig. 3-7. Fortunato Pio Castellani. Disegno per una parure di perle composra da un pertine, uno spillone, un paio di orecchini, due collane, un braccialetto e ventiquartro ornamenti con perle, 1834. Matita e acquarello. Archivio Segreto Vaticano, Archivio Borghese, 8626, n. 468, tav. D.

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Fig. 3-8. Fortunato Pio Castellani. Disegno per on diadema con brillanri e zaffiro e altri gioielli, 1834. Matita e acquarello. Archivio Segreto Varicano, Archivio Borghese, 8626, n. 468, ra y. E.

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Capitolo III

quattro fila di castoni contenente n. 187 Brillanti tutii montati a giorno 350 [scudi)

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Fit. 3-9. Ritratto di Guendalina Talbot Borghese (1835-40). Collezione privara.

Quo su rela.

1835 9 Giugno

Per aver sciolto e montato a giorno tutti i Rubini del finimentochesono in n.19 20 [scudij Per aver composto un pettine di Rubini e Brillanti rilegati di nuovo alcuni pezzi, e in altri adattate le vecchie legature con impiego d'oro, ed argento it tutto con fattura 50 {scudij Per aver composto due pettini cia ricci con Brillanti e Rubini fattoci di nuovo alcuni pezzi con i denti in argento dorato fatti a cerniera 20 [scudi) Per aver composto la guarnizione del Corsé in Brillanti e Rubini fattoci di nuovo, alcuni ornamenti in Brillanti le cerniere, e spille d'oro. 60 [scudi) Ii pagamento è del 12 gennaio 1836. In altri conti non datati, ma con saldo effettuato nella stessa data è scritto: Per oro argento e fattura di una ferronier composta di un grossissimo Brillante e altro a goccia montati a giorno 5 [scudill Per oro argento e fattura una collana composta di

I gioielli diventano completamente differenti da quelli portati da Paolina e raffigurati nella serie di disegni del 1834 e soprattutto scompare l'uso del grande diadema. It grande "bandà" di rubini viene smontato nei nove pezzi da cui era composto (fig. 3-10) e, unendo fra loro due a due queste parti, viene creata una guarnizione per ii "corsè"; è assai vistosa e forse con pietre troppo grosse per quel genere di gioiello, ben lontano dal regale splendore del "bandè" che portava Paolina. Questo gioiello di rubini ha perà il grande pregio di essere di gusto completamente nuovo, di disegno astratto, vagamente orientale; gli smeraldi del vecchio diadema yengono anch'essi staccati per formare un analogo gioiello per guarnire il busto (fig. 3-11). Con i pettini di smeraldi e rubini ne vengono formati del nuovi dove il linearismo e l'eleganza classica scompaiono in uno stile assai piü ricco e fiorito; è interessante notate come Castellani abbia riusato gli stessi fiorellini e rametti di brillantini sui quali erano montate le pierre nelle vecchie montature. Del pettinini per i ricci accompagnavano i nuovi pettini; it magnifico zaffiro del diadema (ii celebre Zaffiro Magno di Casa Borghese del favoloso peso di 87 carati) è rimontato in una semplice "broscia" (fig. 3-10). Le belle perle del pettine vengono smontate per formare degli orecchini a girandola e la collana di perle è appesantita da una massiccia fermezza di zaffiri. Ii pettine di brillanti è anch'esso "scassato" e con altre pierre forma la nuova collana a tre fill di castoni di brillanti; il grosso brillante centrale (detto ii Somarone e da me ritrovato anche in inventari del '700) è montato in una "ferronière", seguendo i dettami del nuovo interesse romantico per il Rinascimento (fig. 3-13). In tutte le creazioni di Fortunato Pio fatte per i Borghese, si puè veramente constatare il tramonto della magnificenza imperiale e si trova quel disegno "confuso" (temuto dalla Contessa Vincenti Mareri per i suoi finimenti), di gusto sicuramente pill moderno. I nuovi gioielli sono tutti di dimensioni pill piccole, le guarnizioni per il corpetto non particolarmente in vista, i nuovi pettini si nascondono quasi tra le pettinature pill mosse dell'epoca. Con alcune parti del diadema a tralcio e con la creazione di nuovi fiori di brillanti, viene creato un finimento di ghirlande e di piccoli bouquets. Le ricche ed ornate ghirlande di pietre preziose saranno, come vedremo in seguiro, un elemento costante dello stile di Fortunato Pio. Ii diadema a tralcio montato net 1834 e raffigurato ancora nella prima serie del disegni (fig. 3-3), era l'elemento completamente nuovo e creato ex novo dal Castellani, e riproporrà questo modello successivamente per molti lavori. Net 1837 fa' per i Rospigliosi un grande diadema composto cia fiori di smeraldi e brillanti montati a giorno 2 . e verso il 1840 monterà quasi tutti i gioielli di casa Doria in occasio-

Fortunato Pio Castellani - Stefano Aluffi Pentini



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Fig. 3-10 Fortunato Pio Castellani. Disegno per una parure di rubini e brillanti, composta da un diadema, pettorina, due pertini, un pain di orecchini e una collana, 1835-36. Matita e acquarello. Archivio Segreto Vaticano, Archivio Borghese, 61, busta 39, fascicolo 1233.

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Capitolo Ill

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Fig. 3-11 Fortunato Pin Castellani. Disegno per una parure di smeraldi e brillanti composta cia un diadema, perrorina, due pettini, un paio di orecchini, due spille e una collana, 1835-36. Archivio Segreto Vaticano, archivio Borghese 8626, n. 499, busta 15, tav. B.



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Fortunate Pio Castellani - Stefano Aluffi Pencini

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Fig. 3-12. Fortunato Pio Castellani. Disegno per una parure di perle e zaffiri composta da un paio di orecchini, spilla, collana e una massiccia fermezza, 1835-1836. Matita e acquarello. Arcbivio Segreto Vaticano, Archivio Borghese, 8626, n. 499, busta 15, tav. D.

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Fig. 3-13. Fortunato Pio Castellani. Disegno per una 'ferronière" con brifianti, 1835-36. Matita e acquarello. Archivio Segreto Vaticano, Archivio Borghese, 8626, n. 499, busta 15, tav. A.

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Capitolo III

Fig. 3-14. Alessandro Capalti, ritratto di Mary Talbot Doria Pamphilj con i suoi figli, circa 1840. Pamphilj sri.

ne del matrimonio tra ii principe Doria Pamphilj e la figlia del duca di Shrewsbury, Mary Talbot, sorella di Guendalina (fig. 3-9) che pochi anni prima aveva sposato Marcantonio B orghese. Un conto redatto sulla carta intestata di Fortunato Pio Castellani, conservato nell'archivio Doria, riporta gli acquisti di nuove pietre fatti dal principe Doria per farle aggiungere alle altre che già aveva per i nuovi gioielli; le pietre acquistate da Castellani ammontavano al valore di 34.000 scudi. Ma la parte pifi interessante del conto è quella in cut vengono elencati i lavori eseguiti da Fortunato Pio e nella quale è data quindi l'esatta descrizione delle nuove montature 28 . Erano quattro finimenti di brillanti, smeraldi, rubini e zaffiri; ii finimento di brillanti era composto da "una grande collana fatta alla Sévigné tutta in brillanti montati a giorno, composta di tre fill di castoni ed in mezzo una rosa tremolante, pendente alla quale una gran gocci adi brillanti", 'un gran diadema di brillanti a tralcio tutti montati a giorno composto di un tralcio di fiori sostenuti da piccole molle tremolanti", "un gran pajo pendenti di brillanti tutti montati a giorno, a fiori", "un gran bouquet di fiori per ii petto, il quale si scompone per formare una Sévigné ed altri fiori da portare sulla testa". Ii finimento di smeraldi era formato da: 'un gran diadema di Smeraldi e Brillanti composto da un tralcio di fiori

Quo su tela. Arri Doria

sostenuti da piccole molle tremolanti", "un gran pajo di pendenti di smeraldi e brillanti", "uno spillone composto da un grosso smeraldo montato a notte guarnito di piccoli fiori di brillanti", "una gran collana composta di smeraldi e brillanti formata di un tralcio di fiori con molle tremolanti", "una broscia composta di un grossissimo smeraldo, guarnita con fiori di brillanti". Ii finimento di rubini era composto da "una corona reale formata con rubini e brillanti con molle tremolanti, la quale aprendosi forma ii diadema, che poi si divide, e forma del fiori separati", "una collana di rubini e brillanti formata a fiori", "un pajo di pendenti di rubini e brillanti formati a tre goccie", "una broscia alla Sévigné composta di rubini e brillanti montati a fiori con molle tremolanti". Ii finimento di zaffiri era composto di: "tre bouquet di fiori di zaffiri guarniti in brillanti con molle tremolanti", "una collana di zaffiri e brillanti formata a fiori", 'un pajo di pendenti di zaffiri e brillanti montati a fiori con molle tremolanti". Tutte le pietre, tranne ii grosso smeraldo dello spillone, erano montate a giorno; ogni gioiello poteva smontarsi ed i varl pezzi di cut era composto essere portati in varia maniera. La somma chiesta da Castellani per tutte queste montature superava 1 5.000 scudi.

Fortienato Pio Castellani - Stefano Aluffi Pentini

In questi gioielli vi è veramente ii trionfo del gusto naturalistico, o meglio floreale, visto che quasi ogni "parure" tramutava chi la portava in una sorta di albero di natale in fiore; questo effetto era poi reso ancora pih evidente dalle montature "en tremblant" di quasi tutte le pietre, che sicuramente davano alle pietre uno scintillio mai raggiunto prima di allora. Purtroppo non si conosce alcun ritratto di una principessa Doria raffigurata con queste ghirlande gemmate; net bel ritratto del Capalti di Mary Doria Pamphilj, colei per cui furono montati questi gioielli, sono dipinti gioielli di assai minore importanza, come piccoli anelli, una spilla smaltata con due laccetri cI'oro pendenti, ed un interessante braccialetto d'oro smaltato di nero vagamente a forma di serpente (fig. 3-14). Resta invece di questo sfarzo un'altra traccia, ossia la causa intentata da Fortunato Pio Castellani at Principe Doria, che non voleva pagare le favolose somme richieste per le nuoye montature e l'acquisto di nuove gemme29. Ii giro di affari di Fortunato Pio era all'epoca in ogni caso veramente enorme; nei registri del clienti conservati all'Archivio di Stato appaiono i nomi del Barberini, del Borghese, del Rospigliosi, del Massimo, del Boncompagni e di molti gran signori stranieri come "ii duca di Roan" (sic), e "la principessa Wolkonki" (sic) 3 . La sua bottega era diventata tappa obbligata di un soggiorno a Roma, e, come dice in una lettera ad un orafo ginevrino, era soprattutto con gli inglesi che faceva ottimi affari. Era riuscito a farsi nominare net 1837, gioielliere personate delta Regina Madre delle Due Sicilie, grazie all'aiuto del conte Ludolf, ministro di Napoli; cosa che, oltre a dargli grande lustro, gli permetteva di eludere ancor meglio gli attacchi di coloro i quali to accusavano di non bollare gli oggetti presenti nella sua bottega. Verso il 1840, sempre con l'aiuto di Michelangelo Caetani, fondava anche una scuola per giovani orefici per promuovere il ritorno dello stile e delle tecniche clell'oreficeria antica32. Negli anni successivi sara sempre pih aiutato dal figli Augusto ed Alessandro che, a partire dal 1853, avranno la direzione dell'azienda; net 1854 it negozio si trasferi in via Poll. Net 1854 si occupava ancora in ogni caso del suoi affari, sempre con la consueta abilità; le sue capacità commerciali si possono ben capire in una lettera da lui scritta alla principessa Rospigliosi I'll luglio 1854, in cui, dopo aver trattato di

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alcuni gioielli, conclude: "Infine ml permetta di rammentargli che a compimento del Finimento di Smeraldi manca sempre un ornamento per la testa; io già posseggo gli occorrenti smeraldi sciolti. Inoltre devo dirgli che se le piacesse completare interamente tal guarnizione, potrebbe procurare che il regalo del Signor Principe fosse un braccialetto di smeraldi e brillanti. E' in Roma di generate simpatia la coniugale unione degli Egregi Sposi, trovandosi ambedue dotati di pregiatissime ed elevate virtfl; e perè unendo pur la mia voce a quella di tutti, faccio a V.E. i miei rallegramenti ed imploro dall'alto la benidizione divina, mentre ho l'onore di rassegnarmi ... "Dove tra un'adulazione e l'altra propone acquisti di nuovi gioielli"33. Fu intorno at 1855 che Fortunato Pio, deluso dalla yendita fatta dal Papa a Napoleone III delta collezione di antichi gioielli del marchese Campana, decise di usare una parte delle rendite della ditta per costituire una propria collezione di antichi monili etruschi e romani. Mori dopo pochi anni, nel 1865, lasciando al figli un'azienda floridissima. I disegni del gioielli Borghese che abbiamo esaminato net precedente capitolo, sono forse la testimonianza pill documentata della sua arte; anche le descrizioni del gioielli del Doria ci confermano questo gusto per i i ricchi gioielli floreali, preziosissime ghirlande di migliaia di gemme, in cui trasforma, intorno at 1835, i gioielli di molte famiglie romane. Grande merito di Fortunato Pio fu, grazie al suoi interessi culturali ed at suo buongusto e at sodalizio con ii Duca Michelangelo Caetani, di lanciare a Roma e successivamente in Europa, to stile antico della gioielleria etrusca e romana; questa tendenza stilistica sara un elemento costante di tutta la gioielleria europea del XIX secolo. Ed è sempre 11 figlio Alessandro che net suo scritto "L'Arte nell'Industria" riconosce ii merito delle innovazioni a suo padre ricordando che i grandi lavori per it patriziato to distoglievano dalla sua vera vocazione indirizzata alla gioielleria di gusto antico. Quelle che poi inoltre ritengo veramente notevoli, sono le capacità imprenditoriali di Fortunato Pio, che net giro di pochi anni riusci a condurre la sua bottega ad un livello di affari europeo, servendo la migliore clientela, e soprattutto portando per la prima volta la gioielleria romana ad un livello internazionale. Celebre in vita è ora quasi sconosciuto e pochi sanno che fu lui it veto fondatore delta solida fortuna delta famiglia, aprendo la strada al suoi successori.

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Capitols III

APPENDICE Archivio Segreto Vaticano, Archivio Borghese, 8626 "Eccema Casa Borghese, descrizione delle gioie ereditarie con i rispettivi numeri, e pesi approssimativi, rappresentati in cinque disegni, fatta dal Gioielliere Castellani in Roma ii dl 21 Maggio 1834"

Disegno lettera A rappresentante ii Finimento di Brillanti (fig. 3-4') composto cioè di: Un Diadema in forma di Tralcio con dei fiori montati a giorno e a notte. I pezzi sono, ii Tronco Grande che sostiene Otto rami ciascuno dei quali contiene dei fiori e foglie, e nel mezzo vi è una rosa, al di sotto della quale vi sono tre piccole goccie di Brillanti a pera tonde bucate, e sostenute da piccolissima legatura di rosine d'Olanda, quale sono formate con anelletti d'oro tremolanti...". "Un pettine fatto a Diadema composto di un grossisimo Brillante soprannominato il Somarone, che dice si del peso di Grani 84, e 8 grosse Fiamminghe Brillantate, montate a giorno contenenti al di sotto un cnistalbo attaccato con mastice per darle maggiore vivezza e l'apparenza di un intero Brillante. .. con otto rosette parimenti in brillanti che sono mosse da una piccola molla, che Ic rende tremolanti, traversa il pettine on piccolo ornato in Bnillanti formanti dei festoni che al di sopra sostengono un giro di castoni grosso,...". "Una cintura di Brillanti tutti legati a giorno composta di N. 73 pezzi distinti legati in quadro...". "Dodici Spighe tutte in Brillanti montari a giorno ciascuna delle quali è composta di Sedici Acini, e ciascuno acino contiene circa tre Brillanti...". "Due pendenti composri di quatrro grossi Brillanti...". "Un medaglione composto di un Cameo rappresentante ii nitratto di Sua Eccellenza il Signor Principe Don Camillo Borghese contornato da sei grossi Bnillanti solitari, con on piccolo fermaglio, che sostiene tutta la Medaglia composto di otto Brillanti.. "Una farfalla in Bnillanti composta di quattro pezzi che formano le ali quali contengono n. 122 Brillanti legati a giorno e il corpo dell'Animale è rappresentato da una lunga goccia di Bnillante, la testa di altro Brillante, la coda di tre brillanti tutti montati a notte, con le gambe di rosine d'Olanda, e una collanina di me Brillanti, la punta fuori della testa, e le came sono panimenti di piccoli bnillanti, gli occhi due piccolissimi rubini...". "Due anelli composti ciascuno di Venti Brillanti lavoro doppio lega C a giorno formanti tutto ii giro del dito a guisa di fede nobile...". "Due Braccialetti composti ciascuno di un grosso Brillante nd mezzo uno dei quali un puoco colar Rosa...". Disegno lettera B rappresentante ii Finimento di Smeraldi e Brillanti (fig. 3-5), composto cioè di: 11 u gran Diadema che contiene nove Smeraldi grossi scavati e montati a giorno, con altni otto Smeraldi molto piccoli parimenti montati a giorno.....bo Smeraldo di mezzo 6 contornato da n.

14 Brillanti..., due Smeraldi secondi pits piccoli sono contornati ciascuno da n. 13 Bnillanti montati a giorno... Gli ornati, che sostengono gli Smeraldi sono attaccati sopra un filo di castoni composti di 59 Bnillanti lavoro doppio....quali sono riuniti con cerniere movibili per formare ii tondo della testa, e ciascuna cerniera è formata da un perno attaccato a un piccolo Brillante da potersi sfilare, e formare nove pezzi staccati. Nel centro poi degli ornati vi sono dei vani vuoti con piccolo anelletto nel mezzo per sostenere forse delle gocce, che sono mancanti...". "Una collana composra nel mezzo di grosso Smeraldo di forma ovale, . . .conrornato da 14 Bnillanti lavoro doppio... Seguono altni due Smeraldi di forma quadrata... Attaccato poi al pezzo di mezzo vi è una goccia di Smeraldo di forma mandolina brillantata, Seguono altre due gocce ugualmente a mandolina pits piccole di colore pits pallido,...... "Un Pettine composto di 19 Smeraldi e sette pit[ grandi e 12 piccoli; ... Vi sono ancora altni 14 Bnillanti grossi che appoggiano sopra la dentiera cbe forma il pettine,...... "Un pajo di pendenti composti di orecchini contenenti ciascuno uno Smenaldo quadrate, ....contornati ognuno di dodici Bnillanti,... e due grosse gocce di Smeraldo bucate di forma a pena...". "Due piccoli Braccialetti composti ciascuno di n. 35 piccoli Smetaldi legati in oro a gionno...".

Disegno lettera C rappresentante il Finimento di Rubini e Brillanti (fig. 3-6) composti cioè di: "Un Gran Diadema quale è formato di 13 pezzi separati e niuniti con cenniene e perni; il pezzo di mezzo è formato di un gnosso Rubino legato a norte..., ed altre 9 Rubini piccoli, 8 dei quabi sono legani a giorno ed uno a norte.. "Un pajo pendenti composto ciascuno di 4 Rubini grandi menran a notte e 3 piccolissimi montati a giorno.. "Un pettine composto di 32 Rubini sei dei quabi pits grandi montani a notne e sei pits piccoli montati a giomno...". "Una collana composna di 16 Rubini un puoco gnandi montati a nonte..., tutti connonnati in Bnillanni...". Disegno lettera D rappresentante ii Finimento di Perle (fig. 3-7) formato cioè di: "Una collana composna di cinque file contenenni n. 340 perle onientali tonde di seconda qualità.. "Altra collana molno pits piccola composta di 4 file contenenti n. 377 perle oriennali ronde...".

Fortitnato PA Castellani - Stefano Aluffi Pentini



'Un piccolissimo braccialetto composto di 104 perlette orientali tonde che formano una piccola catena con sua fermezza d'oro..

"Un Cameo Anrico in onice bianco, e nero rappresentante la testa di Lesimaco col fondo bucato con sua legatura in oro smaltato".

"Sono n. 24 perle un puoco grandi e 24 altre pAs piccole infilate due per due ad un sottil filo d'oro...".

"Due orecchini legati in oro con una pietra onice liscio".

"Un pettine d'oro con i denti d'Argento dorato contenente sei pere di perle ..., con altre 115 piccolissime perle incastrate nell'oro" "Un pajo pendenti composto di due pere perle con piccola legatura di Rosine d'Olanda. ..". "Uno spillone composto di una perla cosiddetta mostro riunita in due pezzi attaccata con mastice contenente una piccola legarura di Rosine d'Olanda e suo Spillone in Argento dorato". Disegno lettera E (fig. 3-8) rappresentante: "Due Medaglioni legati in oro smaltato contenente ciascuno un grandissimo Occhio di Gatto orientale, uno dei quali è rotto".

NOTE A.S.R., Famiglia Castellani, Registro 22. Lettera del 6 maggio 1837.

2 G. BORnENACHE BATTAGLIA 1985, pp. 66-68, da notizia del riordinamenro efferruato presso 1'Archivio di Stato di Roma, di on consistente Archivio della Famiglia Castellani lasciaro allo Scam Iraliano clagli ultimi cliscendenti della famiglia. Larchivio compreisde clecine di regiscri relacivi agliaffari del negozin Castellani dal 1825 circa ai primi anni del secolo. Molto ucili mi sono staci i registri "copia letrere" nei quali 5000 regiscrace centinaia di lettere scricce da Forcunato Pio, relative alla sua accivitS. La Borclenache Battaglia è stata anche Ia prima nella voce so Fortunato Pio Castellani nel Dizionario Biografico degli Imaliani, Roma, 1978, XXI, a ricoscrtiire chiaramence le fasi delta sua carriera. Precedencemenre Ic fonti bibliografiche prioripali anche se psutcosco esigue, erano on armicolo so "Arre in Italia", rivista mensile di Belle Arci diretta da F. Biscarca e L. Rocchi, Torino 1860, pp. 60-62, la yore di BECKER, 1912, VI, ed inline la yore di BIJLGARJ, Argentieri Gemmari ec/ Org/I Plea/ia, Roma, 1958, Parte Prima, Roma. G. BORnENACHE BATTAGLIA, yore del Dizionario Biografico Peg/i ita/ieozi. op. cit. CASTELLANi Au., 1878, p. 4. MUNN 1984, pp. 23-24. 6 I registri ropia-letrere relativi all'accivirà di Forcunaco Pio, vanno dal 1830 al 1850 e sono i numeri 19, 20, 21, 22, 23. A.S.R., Famiglia Castellani, Reg. 19. Lettera del 14 serrenshre 1833. S Acchivio di Sanr'Eligio degli Orefici, Roma. Benodo Generale per gli Orcci. Argentieri. en' a/ti, Ac compreino. veer/one e in qIla/sivog/za mono manegglano. e contrattano Pro en' Argento in Roma e ne//s State Erc/esiast,co, Rome, 1815.

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A.S.R., Famiglia Castellani, Reg. 19. Lerrera del 28 giugno 1832. 10 A.S.R., Famiglia Castellani, Rep. 19. Lertera del 28 matzo 1833. 11 A.S.R., Famiglia Castellani, Reg. 82. 12 A.S.R., Famiglia Castellani, Reg. 22. Lettera del 29 orrobce 1836.

"Una fermezza in forma ovale legata in oro smaltato contenente nel mezzo un'acqua marina incisa col nome in lettere greche Dio Scoride che sembra essere una copia". "Un Diadema composro di un grossissimo Zaffiro celebre per la sua gran bellezza di primo colore puro senza alcun difetto..., quale è ornato da 16 Brillanti grossi ... Seguono altri due pezzi di forma quadrata tutti in Brillanti riuniti con cerniere, composti ciascuno di n. 60 Brillanti lavoro doppio, e semplice... Seguono altri due pezzi parimenti di forma quadrata, nel mezzo dci quali vi è ii vuoto per contenere una pietra che non esiste...... " Altro Zaffiro montato a norte di forma ottagona..., contornato da 17 Briblanti lavoro doppio..

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A.S.R., Famiglia Castellani, Reg. 19. Lecrera del I matzo 1532. A.S.R., Famiglia Castellani, Reg. 82. 15 A.S.R., Famiglia Castellani, Reg. 82. 16 A.S.R., Famiglia Castellani, Rep. 21. Lettera del 9 maggio 1835. 17 A.S.R., Fansiglia Castellani, Fascicolo 6. 18 Archivio Segreto Vaticano, Archivio Rospigliosi, 961. 19 A.S.R., Famiglia Castellani, Rep. 150. 20 Bonn/s Generale per gil Oigfici Argentzeri, cit. 21 A.S.R., Famiglia Castellani, Rep. 19. Lectern del 16 giugno 183.1 22 A.S.R., Famiglia Castellani, Rep. 20. Lerrera del 17 otmobre 1833. 23 Archivio Segreco Vacicano, Archivio Borghese, di seguito A.S.V., A.B., 8626. I discpro sono a matira acquacelli. I disegni della prima secie, accompagnami clalla descrizione, misticano: cavola A cm 57, 5x43,5; ravola B 57x42; ravola C 57,5x42; cavola D 57,5x41; tavola E 59, 5x40. La seconcla serie di clisegni I composca di crc ravole piP piccole: cavola A cm 42,5x42; tavola B 39,5x32; tavola D 42,5x32. Dei disegni della prima serie vi I una copia. In un'alcra collocazione clell'Archivio Borghese, A.S.V., A.B. 61, sono presenti alcre cavole rise complecano la seconda acne. 24 AL5JEFI PENTINI, in Sn//c gioze di Pnio/,na Bo;ghese in "Antologia di Belle Arc,", Nuova Serie, n° 35-38, 1990A. 25 A.S.V., A.B., 8626. 26 A.S.V., A.B., 8626 e A.S.V., A.B., 61. 27 A.S.V., Arclsivio Rospigliosi, 961. - 28 A.S.V., Acrhivio Doria Pamphilj 86-9. 29 A.S.R., Famiglia Castellani 86. 0 A.S.R., Fansiglia Castellani, Rep. 150. 31 A.S.R., Famiglia Castellani, Rep. 20. Lecceca del 5 mapgio 1834. BoitnECi-iv BATTAC;1.IA, GAJO MoNsAolsAri 1978. 33 A.S.V., Archivio Rospigliosi, 961.

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Fig. 4-1. Spilla con cammeo con busto di Vespasiano. Manifattura Castellani. Oro, rubini, smalti. Collezione privata.

CAPITOLO

IV

GIOIELLI CON INTAGLI E CAMMEI I CASTELLANI E GLI INCISORI ROMANI' LUCIA PIRzIo BIR0LI STEFANELLI a Gabriel/a Bordenache Battaglia

utilizzo di incisioni in pietra dura (intagli e camL mei) nei cliversi tipi di gioielli (anelli, bracciali, spille, collane, pendenti, orecchini, bulle, bottoni, spille da cravatta) e in altri tipi di pregevoli manufatti (scatole e bastoni da passeggio) costituisce, al parl dell'uso di monete, smalti e micromosaici, una clegli aspetti pili salienti delta produzione orafa clello studio Castellani. L'uso di pietre incise di epoche diverse, dall'antichità al XIX secolo, che put mantenendosi costante assume caratteristiche differenti nel corso dei circa settanta anni di attività orafa dello studio, non è stato fino ad ora analizzato net dettaglio. Cl si è limitati a considerazioni di carattere generale che hanno portato a datazioni, approssimative e a volte errate, che non risultano pienamente soddisfacenti. Questo scritto vuole essere un primo tentativo di inquadrare, con ii supporro del materiale di archivio, la produzione del gioielli con pietre dure incise, siano esse antiche o di epoche successive, e soprattutto di analizzare i rapporti del Castellani con gli incisori romani loro contemporanei. Ne derivano alcune considerazioni di carattere generate e alcune punrualizzazioni, anche cronologiche, che inrendono costituire la premessa per un ulteriore necessario approfondimenro2. I Castellani fecero uso per i loro gioielli di pierre antiche, rinascimentali, moderne. Intagli e cammei furono da loro usati non solamente perché le pierre incise erano già in uso nei gioielli del mondo antico e del secolo XV e XVI al quaii essi in parte si ispiravano, ma anche perché la lavorazione di cammei ed intagli aveva costituito e costituiva ancora nella prima metà dell'ottocento, quando ha inizio la loro attività orafa, una delle espressioni piü salienri e vitali dell'artigianato artistico romano celebrato e ammirato in tutta Europa già a partire dagli inizi del Settecento e proseguito poi, con rinnovato successo, nel secolo successivo. Agli inizi del secolo XIX, infatti, la moda promossa dall'imperatrice Giuseppina e clalle principesse delta casa imperiale francese che prevedeva l'utilizzo non solo di scintillanti pietre preziose, ma

anche di cammei e intagli in pierre dure e traslucide per i gioielli che componevano le fastose parures esibite nei ritratti ufficiali 3 ("Les camées furent trés a la mode pendant le premier Empire, on en mettait partout..... 4 ), aveva dato un nuovo impulso alla produzione. Questa presentava ora, anche per essere destinata quasi esclusivamente alla gioielleria, caratteristiche peculiari rispetto a quella prodotta net secolo precedente, quali, solo per citare le pill eviclenti, le maggiori dimensioni, l'esaltazione virtuosistica delle qualità coloristiche delle pietre e i soggetti spesso ripresi dal capolavori degli scultori moderni. Rientrava pertanto nell'impegno pill volte espresso dal Castellani di voler rinvigorire e promuovere le tradizioni artistiche romane, e in quel "rinnovamento delle arti" da loro ribadito in pill occasioni negli scritti, anche l'uso di intagli e cammei; non solo quindi quelli antichi provenienti dagli scavi o da importanti collezioni che Si andavano disperdendo, ma anche e soprattutto le opere di incisori "moderni" esciusivamente romani, la cui produzione andava promossa e sostenuta. Net Discorso de//'oreficeria antica pubblicato a Firenze nel 1862, e dedicato al padre Fortunato Pio, Augusto Castellani, nel capitolo riservato alle Gemme incise, ricorda che "gli artisti dell'epoca moderna ebbero costume d'incidere e lavorare pierre di gran dimensione, quando intencleano voter fare opera eccellente" e come "rarl e di non piccolo valore siano i migliori cammei delta quarta specie", cioè "delta scuola classica moderna" 5 . La scelta di multicolori pierre intagliate, in particolare di grandi cammei monocromi, rispondeva inoltre pienamenre alle esigenze coloristiche caratteristiche della loro vistosa produzione orafa, soprattutto a partite dagli anni '50. Quando, come ricorda Augusto, Fortunato Pio, dopo aver imitato "i gioielli di Francia e d'Inghilterra", a partite dal 1826 "parendogli troppo angusto it campo in cui si esercitava, si rivolse alle scienze chimiche cercandovi nuovi aiuti e metodi per avanzar l'arte sua"6 mette a punto la realizzazio-

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ne del giallone "facea risorgere in Roma la italiana oreficeria che pigliando ad esempio gli ornamenti e i gioielli di pill rara bellezza fra gli antichi nuovamente dissotterrati, veniva dopo trent'anni di non interrotti lavori a pigliare ii nome speciale di Oreficeria Archeologica Italiana". La produzione di intagli e cammei in pietra dura sta attraversando un primo momento di difficoltà a causa dell'aumento delta produzione in conchiglia, che porterà at progressivo impoverimento qualitativo delle opere. La crisi è ben documentata, ad esempio per un momento successivo, in alcune lettere del carteggio Pistrucci del 1842, ma sono ancora pienamente attivi a Roma in questo periodo, per almeno una decina d'anni finn alla metà degli anni '50, alcuni tra i pill rinomati incisori - alcuni di loro anche medaglisti di successo come Giuseppe Girometti, Giuseppe Cerbara, Nicola Morelii, Luigi Pichler e, a Londra dove aveva portato tutto ii suo bagaglio di cultura romana, to stesso Benedetto Pistrucci. Le difficoltà, come si è detto, derivavano essenzialmente dall'uso sempre pill frequente della conchiglia at posto delle preziose pietre dure: un materiale, motto meno costoso e motto pill facile da lavorare senza l'uso di particolari strumenti, che tuttavia ad un occhio poco esigente poteva risultare ugualmente di grande effetto nelle ricche parures composte da diadema, collane, pendenti, spille ("broscie" e "fibule"), bracciali, anelli. A questo si vanno aggiungendo nel corso del secolo momenti di crisi economica generale legati agli eventi politici e militari che portarono alla formazione del regno d'Italia (1861) e alla proclamazione di Roma capitale net 1870. Momenti motto difficili, che sono ben documentati nei Ricorcli di Augusto Castellani, si verificarono anche dopo verso la fine del secolo e porteranno, insieme con i cambiamenti delta moda, alla chiusura dello studio di oreficeria da parte di Alfredo e at lascito delle collezioni allo Stato Italiano net 1919. Questo decadimento dell'arte mciSoria Fortunato Pio prima e Augusto poi, coadiuvato dal figlio, cercano tenacemente di contrastare ottenendo risultati di notevole portata. D'altronde motto di questo è ben sintetizzato da Augusto, sempre net Discorso del 1862 già menzionato, quando affermaS : "Al cominciar di questo secolo motto essendo ricercati gl'intagli antichi, non pochi artisti si diedero a falsificarli: e ciè fu occasione che poco appresso sorgessero alcuni eccellenti intagliatori italiani, quali furono it Calandrelli, ii Pistrucci, il Girometti, it Picker (sic) e molti altri. Questi con le loro opere emularono gli antichi e furono artisti ii cui nome vivrà quanto i camel da essi scolpiti. Ma oggimai la scuola da essi fondata già si trova in iscadimento, e se i facoltosi non si staranno dal volere cammei durl per meschini prezzi, si pUà prevedere che presto abbia a cessar del tutto". L'incrernento della produzione direttamente promossa dal Castellani deve porsi in un periodo a cavallo di questo Discorso e i documenti d'archivio ne danno conferma. Prosegue ancora Augusto9 dopo aver esaminato le diverse produzioni: "Insomma i camel tutti Si potrebbero dividere in cinque diverse qualità: gli antichi, quei del medio evo, què del decadimento, què delta

Cap itolo IV

scuola classica moderna, e gli odierni. Rarl e quasi sempre bellissimi sono i primi ed i secondi; comuni e d'assai minor pregio i terzi; rarl e di non piccolo valore i migliori della quarta specie; inferiori a tutti gli ultimi, che d'ordinario sono mediocri imitazioni degli antichi, fatte e vendute per assai modico prezzo. Sarebbe desiderabile che alcun buon artista si ponesse di nuovo ad eseguir lavori cosifatti studiando i pill belli esempi dell'arte classica antica e moderna in questo genere, che fu pill specialmente proprio della nostra Italia, e net quale non mancherebbe chi giungesse ancora a grande eccellenza, quando Ic sue fatiche fossero stimate e pagate secondo il merito". Infatti quando Au gusto scrive nel 1862 i grandi incisori già menzionati Benedetto Pistrucci, Giuseppe Girometti, Nicola Morelli, Giuseppe Cerbara, Luigi Pichler sono ormai morti da alcuni anni. Ad alcuni del migliori incisori ancora attivi ultimi eredi delta grande tradizione romana, net tentativo di frenare la decadenza, continueranno ad essere commissionate, a partite da questa data, pietre di grande effetto, prevalentemente cammei, molto spesso monocromi, realizzati con pietre traslucide quali lo zaffiro, to smeraldo, il topazio. Gli acquisti sul mercato, puntualmente registrati nei documenti del negozio, di pietre lavorate sia antiche (intendendo come tali non solo quelle di scavo, ma anche quelle del XV e XVI secolo), sia moderne avviene in modo pressoché continuativo net corso dell'attività del Castellani, put con alcuni momenti di minore interesse per questo tipo di acquisti ad esempio agli inizi dell'attività di Fortunato Pio fino agli anni intorno at 1829. Si registrano at contrario momenti di grande vivacità con acquisti consistenti (nel 1839 ad esempio vengono acquistate "dal sig. Raffaele Patini duecento pietre incise legate in oro" 10) e si manifesta quasi una decisa volontà di rastrellare tutto ciô che offre il metcato romano e non solo quello; sono registrati acquisti singoli, a piccoli gruppi, collezioni di cammei e di pietre incise, due di queste in particolare arrivano net negozio Castellani nell'aprile del 1859". Dal 1860 Alessandro acquista con frenesia gemme e cammei, molti del quali vengono ceduti at fratello Augusto per il negozio, mentre altri si disperdono nuovamente net commercio. La testimonianza del conte Michael Tyskiewicz, uno del personaggi centrali del mercato antiquario europeo delta seconda metà del secoto stabilitosi a Roma net 1865, put con Ic dovute cautele che occorre usare nel leggere le sue "Notes et Souvenirs d'un vieux Collect ionneur" pubblicate net1896, è emblematica per quanto riguarda ii commercio antiquario a Roma e i suoi rapporti con Alessandro in questo tipo di transazioni. Le circostanze furtive e le cautele usate insieme con l'ambiguo Francesco Martinetti per concludere all'insaputa di Alessandro l'acquisto delta celebre storica collezione glittica del Boncompagni Ludovisi principi di Piombino sono estremamente significative (Alessandro ". . . jusqu'à sa morte n'eut jamais connaissance de l'acquisition de la collection de gemmes dont je viens de parler; je me gardais bien de Yen-

Giozells con zntag/i e cammel. I Castellani e gli inciso,i romani - Lucia Pirzio Biroli Scefanelli

tretenir ou de la lui faire voir, decide que j'étais a la garder cette fois pour moi seul")12. Gli acquisti, anche consistenti, di cammei e intagli in pietra dura non sono solo destinati ad essere utilizzati nella propria produzione orafa, ma su richiesta Fortunato Pio procura e invia - anche ordinandone specificamente la lavorazione lotti di pietre intagliate a chi ne faceva richiesta da fuori Roma, in Italia e in Europa. Risultano particolarmente significative due di queste spedizioni che si riportano qui a titolo di esempio. 1114 aprile del 1835 Fortunato Pio comunica a "Mons. F. Bautte" di Firenze, con it quale ha rapporti di tipo commerciale (compravendita di gioielli, di pietre e di oggetti preziosi), che "in quanto al camel incisione in rilievo non cc ne sono. Ve nè perè una partita di queue con l'incisione in incavo, tutt'ora si stanno lavorando, e sabato prossimo ye ne rimetterà 1 campioni". Quattro giorni dopo, ii 18 aprile: "Vi rimetto 7 camel in onice in rilievo quali costano 10 paoli l'uno, e sedici onici incisi e costano baj 80 l'uno. Vedrete che sono assai ben fatti. Se volete averne in quantità non avete che a comandarmi che sarete subito servito" '. Da questa lettera si comprende anche come le commissioni agli incisori potessero essere generiche e non solo rispondenti a caratteristiche specifiche per un uso immediato nei propri gioielli. Tre anni dopo, nel 1838, Fortunato Pio acquista un importante gruppo di cammei per ii sig. Alfredo Megassier di Parigi at quale, insieme con altri già proprietà del negozio, viene spedito, ben imballato in una cassa, la sera del 27 ottobre per diligenza alla "direzione" di Mr. Louis Bozoimer sur la corniche a Marseille"". Si tratta di un numero considerevole di opere, alcune sono lavori di incisori conosciuti, che yengono accuratamente elencati con it nome delI'autore e l'indicazione del soggerro. In particolare sono stati acquistati dall'incisore Francesco Frediani 5 : due finimenti composti da nove cammei in pietra dura, cammei con la testa di Glove, la figura di un Fauno, la testa di Apollo, it busto di Lucio Vero, la testa di Alessandro, con Augusto "stragrande", con la testa di Hera "stragrande", con la testa di Pindaro, con la testa di Cerere, di Psiche, del Perseo di Canova, un finimento con 20 cammei, cammei con una Musa, con Baccante, con Augusto con corona di lauro rosa, con la testa di Diomede e di Marco Agrippa. Dall'incisore Antonio Verge i cammei con Baccante, con La Notte, con Flora, con Glove; e ancora "una busta con dieci cammei rappresentanti Apollo e le nove muse di Pistrucci" 16; gli vengono inoltre spediti quattro cammei "che sono in proprietà al Castellani" (tra questi un cammeo di Giovanni Pichler) 17 e "24 camel di conchiglia sciolti di diverse grandezze acquistati dal sig. Giovanni Dies". Gli incisori, ad eccezione di Giovanni Pichler, ii massimo incisore del XVIII secolo, e di Benedetto Pistrucci che risiede a Londra già da vent'anni e i cui cammei potrebbero essere statl acquistati da Michelangelo Caetani in occasione delta visita effettuata presso di lui nel 18350, sono tra i meno non. Risuirano comunque aver fornito cammei al Castellani anche in airre occasioni Giovanni Dies" e Antonio Verge dal quale nel 1847 verrà acquistato un ritratto del neo-elerro pontefice Pio TX20.



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Un'altra imporrante fornitura, che comprende un cospicuo numero di cammei in corallo, è registrata nel 1840 per ii "Sig. Bonly Dim di Parigi" che risulta essere debitore di una grossa somma per due consistenti gruppi di cammei e pierre incise 21. L'uso di antiche pierre di scavo caratterizza essenzialmente i gioielli enruschizzanni, le collane in particolare (fig823), dove sono unilizzati scarabei per to pid in corniola (ma anche in onice) e per la maggior parte (ma ye ne sono anche di pih antichi del VI secolo) incisi con la tecnica "a globub' risalenti al Ill-Il secolo a.C., che regolarmenre vengono acquisrati in grande quantità sul mercato antiquario dal pii noti e attivi mercanti di oggetti antichi, specializzati anche netcommercio di pierre incise. Nel 1842 Fortunato Pio acquista scarabei antichi da Pietro Marl"; net1847 quaranta scarabei sempre antichi per 40 scudi da Francesco Depoletti23 e ventidue da Gregorio Diorallevi 24 ; net1851 ottantasette dal "negozianre romano di sperimentata fama "Giuseppe Baseggio25 . Nel 1855-1856 gli acquisni sono numerosi e frequenti (almeno quattro tra ii luglio e ii dicembre del 1856), spesso si tratta di tante piccole partite; gli esemplari singoli abbondano anche net1858-1859 anni in cui, è interessante notate, ii numero del gioielli con mosaici e con scarabei è nettamenre superiore a quelli con cammei e pietre incise 26 . Dal 1870 gli acquisti di scarabei vanno diminuendo, mentre proseguono sempre sosnenuni, accanto alle specifiche commissioni agli incisoni, quelli di cammei. Degli scarabei trarra Augusto net1862 che commenta: "gli scarabei annichi etruschi, greci e romani sono at presente tutti motto ran, e perà l'alro br prezzo spronè i moderni a falsificarbi. E tanto si perfezionà tat mestiere che appena l'occhio pih eserciraro puè discoprir la frode. Non è la pietra, non il lucido, non l'incisione, ma una certa apparenza soave e morbida quella che Ii fa riconoscere per annichi; e solamenre da coloro che per lunghi anni posero studio in tab sorra di bavori, e per cagione di commercio o per altro, moltissimi ne videro e n'ebbero per Ic mani". La produzione, non necessaniamenre con inrenro fraudolento, di scarabei moderni per i quabi sono documenrari alcuni acquisti, si rendeva necessaria (ma non è stato ancora possibile snabilire quali fossero gli incisori che ii realizzavano), per complerare Ic senie di quelli antichi fornira dal mercato anniquario20. Per ognuna delle celebri parures (ad esempio la "guarnizione scarabei composra di collana, fibula, bracciaberro", del 1857 per "Madama Story" o il "finimento di scarabei erruschi di corniola composro di collana, braccialerro orecchini e fibula", del 1865)' - che costituivano il vanto delta produzione Castellani - di scarabei ne occorrevano come minimo una trennina (dal 20 al 25 per Ic collane 3 , fino a 15 per un braccialetto 3 , al quali vanno aggiunni quelli necessari per l'aneblo, per gli orecchini, per la spilla) e it Negozio doveva esserne sempre ben provvisto, di ogni nipo e dimensione, pronni per essere utilizzani all'occorrenza. Per fare un esempio, il 6 giugno del 1850 risultano nell'Inventario

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annuale, oltre a quelli già montati nei gioielli: "35 scarabei moderni, 32 corniole scarabei antichi, 23 scarabei in cornioIa antichi, 24 scarabei in corniola antichi, 52 scarabei mediocri, 4 scarabei grandi, 82 scarabei ordinari, 5 scarabei grandi ordinari, 15 scarabei grandi moderni"32. L'uso di scarabei in gioielleria non è sempre particolarmente apprezzato e ii commentatore dell'International Exhibition del 1862 a Londra in The Jewellers', Goldsmiths', Silversmiths', and Watchmakers' Monthly Magazine riconosce che the jewellers did their best to rob the scarabaei of their repulsiveness; and if it cannot be said that the scarabs added to the beauty of the bracelets and rings in which they were set, it must be allowed by all who examine the reproductions of Signor Castellani, that the etruscan jewellers, by the magnificence of their settings, managed to make tolerable even the repulsive, ill-carved beetle stones, the material emblems of a grovelling heathen mystery..... Dopo ii grande successo degli anni '50 e '60, legato sostanzialmente alle vicende della collezione Campana, la produzione di gioielli con scarabei anche se non pill cosi' ncca e articolata, ma limitata a semplici spille e agli orecchini, durà a lungo. Nell'ottobre del 1888, ad esempio, l'imperatore Guglielmo di Germania in visita a Roma acquistava "per l'Impenatrice un braccialetro con quattro scarabei etruschi, e due aghi crinali con testa di Juno34".

Capitolo IV

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L'uso di cammei e di intagli antichi di un certo pregio non è certamente cosi frequente sostanzialmente a causa della lono difficile reperibilità. I pill facilmente disponibili sul mercato, provenienti in grande quantità dalle sabbie del Tevere, sono i piccoli intagli in pietre dure (corniole, diaspri, ametiste, cristalli, niccoli) e le paste vitree di eta romana. Vengono incastonati numerosi in collane e bracciali in oro dal disegno anche complesso per ottenere un piacevole effetto multicolore, mescolando le pietre tra loro senza che le

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Fig. 4 - 2. Demi-parure composta di collana e orecchini con intagli. Manifattura Castellani. Oro, niccoli, perle di pinna. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, 85013 (collana); 85012 (oreccbini).

minuscole raffigurazioni, generalmente mitologiche, abbiano uno specifico significato nell'insieme del gioiello. Al contrario le incisioni moderne imitate dall'antico, come i granati con piccoli eroti e i niccoli con figure di divinità di due notevoli collane (fig. 4-2) o gli intagli con segni zodiacali35 usati per un braccialetto (fig. 4-3), seguono un tema preciso

Fig. 4 - 3. Coppia di braccialetti con segni zodiacali. Manifattura Castellani. Oro, intagli in pietra dura. Collezione privata. Catalogo a. 155.

Giojelli con zntaglz e camme:. I Castellani e gli incisori romani - Lucia Pirzio Biroli Stefanelli



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zio Castellani perchf fossero riparati, modificati e rimontati, o anche dati in cambio per aitri manufatti.

Fig. 4 4. Cammeo di Tommaso Saulini con ii titratto di Ellen Walters, montato a spilla (dopo 1862). Manifattura Castellani. Oro, conchiglia. The Walters Art Gallery, Baltimore, dono di Mrs Frederick B. Adams, 57, 2001.

quasi sempre su pietre tutte dello stesso tip036 . Le pietre antiche piIi pregevoli, queue con le raffigurazioni piü originali e simboliche sono, ad esempio, usate singolarmente per spille, pendenti, anelli e bottom. Gli acquisti di intagli e di cammei di scavo sono, come di consueto, regolarmente registrati net corso clegli anni e l'antichità delta pietra, quando ritenuta certa, è sempre precisata. Questo tipo di indicazione è pittosto rara ii che fa supporre un certa difficoità nella datazione del manufatto; ancora net 1891 Augusto Castellani proponeva per lettera a un cliente di Boston alcune corniole incise per anelli sottoponendo le immagini mediante le impronte in ceralacca, ma, maigrado l'esperienza ormai acquisita, egli non sa accertarne l'antichità37. Lo stesso avviene per le pietre di epoche successive, in particolare per i cammei del XV e XVI secolo, o almeno considerati tali, che forse sembrano essere pifi apprezzati di quelli di scavo. Sempre nell'Inventcirio del Negozio già menzionato relativo at 1850 figurano: "50 camel del secolo XV alcuni del quali bellissimi; 149 camel di pietre dure del secolo XV aicuni bellissimi". Sono ricordati, ad esempio "un finimento di camel XV secolo legato in oro per ii duca Grazioli" e una "guernizione camel XVI secolo legati smalti e gemme" 3° (fig. 2-32). Non ne viene indicata la provenienza, ma è probabile che molti di questi fossero appannaggio delle famiglie dell'aristocrazia che, come è ben documentato nei Registri, usavano portare 1 loro gioielli di famiglia al nego-

Ma sono i cammei e gil intagli di produzione moderna, esclusivamente romana, a connotare significativamente, seppur a momenti aiterni, tutta la produzione orafa deilo studio Castellani. Si deve soprattutto ad Augusto Castellani, in particolare nella seconda metà del secolo, i'impuiso e il sostegno dato alla produzione di intagli e cammei in pietra dura arginando, come già accennato, i'uso di quella in conchiglia con continue commissioni agli incisori. Motto richiesti dagli anni 1833-1838 (come attestano i numerosissimi cammei in questo materiale elencati nei Registri39), quando si realizzano anche gioielli con cammei in "torchine", in corallo, in "lave di Napoli", 'paste turchine" e malachite"', il Negozio Castellani sembra quasi del tutto trascurare, almeno a partite dal 1857-1858, i pili modesti cammei in conchiglia. Questo malgrado l'uso ormai motto diffuso che se ne faceva da parte di alcuni incisori soprattutto per l'esecuzione veloce di ritratti, spesso dal veto, di visitatori stranieri ormai aSsai numerosi anche dagli Stati Uniti d'America. La produzione di ritratti in conchiglia caratterizzava e faceva la fortuna di alcuni incisori come i Saulini, Tommaso e Luigi" e i Neri, Paolo e Luigi 4t . La firma di Alessandro Castellani, accanto a quella di illustri visitatori, compare sull'album dei visitatori delio studio Saulini di via del Babuino 96 (ivi trasferitosi da via delia Croce) dove Tommaso prima (1793-1864) e poi Luigi (1819-1883), si erano assicurati, favoriti dalla collocazione sulla principale via di accesso a Roma per i viaggiatori provenienti dal nord e nei pressi degli alberghi piü prestigiosi, la preminente posizione in città per l'esecuzione di ritratti solo inizialmente in pietra dura e poi quasi esclusivamente in conchiglia. Del cammei firmati dal Sauhni, in particolare di quelli in conchiglia non sembra tuttavia che i Castellani abbiano fatto grande uso, probabilmente anche perché la monotonia cromatica delta materia non rispondeva alle esigenze coloristiche delle loro vistose creazioni orafe13. Come si è già accennato sono rare a partire dagli anni '50 le regiStrazioni relative all'acquisto o alla montatura di cammei in conchiglia che sono concentrate negli anni precedenti44. Un "Cameo preso da Saulini" è registrato net Giornale di Studio del 1856; forse del Saulini sono anche alcuni dei tanti "camel in conchiglia" con la raffigurazione del Giorno e della Notte dai rilievi in marmo dello scultore danese Bertei Thorvaidsen ("the classic productions from the chisel of Thorwaldsen, Gibson and other distinguished sculptors are also copied by Saulini in cameo 1116) e delta Madonna della seggiola di Raffaello che compaiono occasionalmente nei registri nel corso clegli anni 47 . Di Saulini (Luigi ?) è ii ritratto in conchiglia di Hellen Harper (1822-1862), moghe di William T. Walters, montato dal Castellani in una semplicissima cornice di solo oro4 ° ( fig. 4-4). Altri sono stati gli incisori al quali i Castellani Si SOflO rivolti con precise ordinazioni. Alcuni ben conosciuti con

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Fig. 4-5. Braccialetto con sei cammei con i ritratti di imperatori romani. Manifattura Castellani. Oro, calcedonio. Collezione privata.

Fig. 4-6. Braccialetto con sei carnmei con i ritratti di imperatori romani. Manifattura Castellani. Oro, calcedonio. The British Museum, London, Huh Grundy Gift, 986. Catalogo n. .).).

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Fig. 4-7. Spilla con cammeo con Medusa. Manifattura Castellani. Oro, zaffiro, perle e rubini, British Museum, London. Hull Grundy Gift, 954. Catalogo .51.

Fig. 4-8. Anello con Un intaglio con rappresentazione di on attore. Manifattura Castellani. Oro, agata. D.S. Lavender, Ltd., London.

una già affermata attività autonoma parallela; altri di cui ignoriamo persino ii nome. I pagamenti sono registrati, accanto a quelli "al pietraro" ("colui che taglia e abbozza i massi, onde renderli atti alla lavorazione degli incisori per camel e intag1i"), con un generico "all'incisore" di cui rara-

mente viene indicato ii nome, lasciando cos! ii dubbio che possa invece trattarsi, almeno in alcuni casi, del lavorante incaricato delle incisioni su metallo. Incisore infatti è anche colui che incideva le iniziali e gli stemmi sull'argenteria (posate e altri oggetti) e sui sigilli, sia metallici (per 1 quali

Gioielli Con intagli e cammel. I Castellani e gli incisori romani - Lucia Pirzio Biroli Stefanelli



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Fig. 4-9. Spilla con cammeo con scena di batraglia. Manifatrura Castellani. Oro, argento, smeraldi, smalto. Collezione privara.

Fig. 4-10. Spilla con cammeo con il busto di Cosranrino. Manifarrura Castellani. Oro, sardonica. Collezione privara. Catalogo n. 48.

Fig. 4-11. Spilla con cammeo con ii busto di Giulio Cesare. Manifatrura Castellani. Oro, calcedonio, srneraldi, e smalro. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Rome. 85 27 1.

Fig. 4-12. Spilla con intaglio con il rirrarro di Augusto (1). Manifatrura Castellani. Oro, corinclone (I), rubini, perle. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85297.

ricorre spesso ii ben noto Pasinati 50) che in pietra dura come nel caso specifico di Antonio Odelli. Le indicazioni, seppur stringate, che provengono dai Registri sono tuttavia preziose anche per valutare la valenza economica dei singoli inciso-

ri i cui pagamenti sembra avvenissero, almeno in alcuni periodi, con cadenza settimanale e questo dato e certamente confermato nel caso di Giorgio Antonio Girarclet 5 . Non è inoltre ancora chiaro se alcuni di loro lavorassero direttamen-



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7 ? Fig. 4-13. Spilla con cammeo con la personificazione dell'Italia (?), 1898 circa. Manifattura Castellani Oro, zaffIri, brillanti, rubini e smeraldi. Cooper-Hewitt, National Design Museum, Smithsonian Institution, New York. Acquisito dal museo tramite diverse donazioni effettuate in memoria di Annie Schermerhorn Kane e Susan Dwight Bliss, 1969-40-46.

te presso lo Studio Castellani; nomi di incisori non compaiono nei registri del lavoranti (o almeno non sono stati ancora individuati), ma nel febbraio del 1859 sono registrate le spese per l'acquisto di un "banco per incidere" 52 . D'altra parte alcuni di loro, come Odelli e Sirletti, avevano ii proprio ambiente di lavoro nelle immediate vicinanze delle sedi di via Poll e di piazza Fontana di Trevi. Opere espressamente commissionate dal Castellani sono identificabili perché contrassegnate dalla doppia C (DC) incisa sul fondo o sul retro della pietra. Non è tuttavia chiaro se questo sia sempre avvenuto o se si sia cominciato a fare incidere il marchio solo a partite da un certo momento, cosi' come non sono chiari i termini della commissione (chi ad esempio forniva la pietra?). Presentano la sigla Castellani 13 cammei della serie del "Dodici Cesari" usati per braccialetti 4 (Figg. 4-5 e 4-6), un intaglio in calcedonio con testa di Mecenate per uno spillo da cravatta 55 , un cammeo in zaffiro con testa di Medusa 56 (fig. 4-7) un intaglio in agata fasciata con la raffigurazione di un attore montato in anello etru-

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Fig. 4-14. Disegno per la spilla con cammeo di fig. 4-13. Datato 23 novembte 1898. Carboncino su catta. Istituto Statale d'Arte, Roma, Album 4, carta 88, r.

schizzante57 (fig. 4-8) un cammeo con un ritratto diaclemato di Carolina Murat58 , un cammeo con un cavaliere che atterra ii nemico copiato da una pietra della celebre collezione Marlborough" (fig. 4-9), i cammei in sardonica a tre strati con i busti di Costantino (fig. 4-10) e di un'imperatrice con una identica montatura a spilla in oro forse realizzati in coppia°°, un cammeo in calcedonio con busto laureato frontale di Giulio Cesare" (fig. 4-11), un intaglio su corindone (?) con un profilo virile 12 (fig. 4-12), i venticinqUe piccoli niccoli intagliati con figure di divinità di una collana pih sopra citata e di una coppia di orecchini t3 (fig. 4-2). Presentano inoltre la doppia C anche due notevoli cammei in zaffiro. Ii primo con una figura seduta frontalmente interpretata correntemente come Cibele (Figg. 4-13 e 4-14) che tuttavia alcune notazioni nell'Archivio Castellani porterebbero a riconoscere in questa "brosce" dalla montatura cosi' sfarzosa e dal disegno cosi' originale, un gioiello che compare piC volte nei registri come "zaffiro Italia"". Ii secondo cammeo con ha rappresen tazione della Caritâ, montato in una semplicissima fibula

Giojelli con intagli e cammei. I Castellani e gli incisori romani - Lucia Pirzio Birch Srefanelli

d'oro (fig. 4-15), è opera di Giorgio Antonio Girardet (18291892) per ii quale e documentata anche una replica - leggermente diversa solo per le dimensioni e la forma della pietra dove la usuale C, che ne certifica la commissione, è accompagnata clalla firma per esteso dell'incisore°5. Questo dato inusuale del doppio riconoscimento è noto al momento solo per alcuni lavori di questo incisore che firma anche un cammeo in sardonica a due strati con Venere e Amore montato in una spilla in oro e con piccoli zaffiri "cabochon"" (fig.4-16) e i cammei con Glove scaglia ilfulmine e con una Medusa67. I nomi degli incisori documentati dalle firme sulle pietre incastonate nei gioielli (ma moltissime sono quelle certamente moderne prive di firma), o registrati nei documenti dell'Archivio Castellani, sono comunque pochissimi rispetto alla enorme quantità di pietre che hanno transitato per lo studio, perlomeno in alcuni anni, e pochissimi rispetto al grande numero clegli incisori che sappiamo attivi a Roma nel XIX secolo, in alcuni periodi certamente piii di ottanta°°. Si possono dividere gli incisori in due gruppi. Al primo appartengono noti incisori la cui attività si è svolta del tutto o solo in parte, anteriormente at periodo in cut i Castellani fanno uso massiccio di pietre incise e i cui lavori, non necessariamente su commissione, furono acquistati dal Castellani nel corso clegli anni proprio per ii prestigio delta firma. Tra queSti si possono ricordare Antonio Pazzaglia, Angelo Amastini, gli accademici di San Luca Nicola Morelli, Giuseppe Cerbara, Luigi Pichler, Giuseppe Girometti e Benedetto Pistrucci, oltre ad Antonio Berini, e ii poco noto Bartolomeo Garavini°9. Come si vede sono invece quasi del tutto assenti. almeno per quanto ricordato nei Registri, le opere del grandi incisori del secolo precedente. Fanno eccezione ii cammeo già menzionato con testa di Giulio Cesare del "celebre Giovanni Pichler", registrato net 1839° e un grande cammeo in agata con Venere e Marte (fig. 4-17) firmato da Antonio Pazzaglia (1736-1815), tra i gioielli pervenuti al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia". Di Nicola Morelli (1771-1838), nominato accademico di San Luca nel 1812 insieme con Giuseppe Cerbara e Giuseppe Girometti, celebre per i suoi eleganti cammei con i ritratti del membri delta famiglia Bonaparte, sono documentati un cammeo con Ebe montato in oro con ippogrifi72 e uno con Napoleone montato a spilla in una cornice con fronde di alloro73. Di Antonio Berini (1770-1861), che è attivo con successo a Milano dagli inizi dell'ottocento dopo aver lasciato Roma, è ricordato nel 1860 un cammeo con Ercole montato con trentasei brillanti 74 ; in cammeo è anche ii busto di Apollo in agata, ripreso dalla celebre statua del cortile del Belvedere in Vaticano75 . L'intaglio in cristallo di rocca con Venere marina (fig. 4-18), che esemplifica molto bene la preferenza data da Berini al lavori in intaglio, è montato con grande sapienza dal Castellani in una spilla in apparenza semplicissima ma dove sono adottati tutti i possibili accorgimenti per



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Fig. 4-15. Spilla con cammeo di Giorgio Antonio Girardet con la "Carità". Prima del 1892. Manifattura Castellani. Oro, zaffiro. Cooper- Hewitt, National Design Museum, Smithsonian Institution, New York. Acquisito dal museo tramite diverse donazioni effettuate in memoria di Annie Schermerhorn Kane e Susan Dwight Bliss, 1969-40-44.

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: I'lln Fig. 4-16. Spilla con cammeo di Giorgio Antonio Girardet, con 'Venere e Amore', prima del 1892. Manifattura Castellani. Oro, sardonica, zaffiri. Roma Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Museo Boncompagni per Ic Arti Decorative, Costume e Moda, Fondo Girardet, 11826.

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Capitols IV

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Fig. 4-18. Spilla con intaglio so cristallo di rocca di Antonio Berini con "Venere marina". Manifattura Castellani. Oro, cristallo di rocca, smalti. Musen Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma 82265.

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Fig. 4-17. Pendente con cammeo di Antonio Pazzaglia con "Marte e Venere". Manifattura Castellani. Oro, agata, rubini smeraldi, perle, zaffiri e smalto. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85274.

mettere in risalto la perfezione e l'eleganza cIell'incisione: l'uso bicolore dello smalto abbinato all'oro e l'applicazione di un fondo speciale in lamina aurea smaltata in nero ad illuminare l'immagine76. Di Giovanni Pichler (1734 —1791), ricordato una sola volta per un cammeo con Giulio Cesare nel 1838-1839, si è detto. Si ritiene di identificare nel fratellastro pih giovane Luigi (1773-1854) ii "Pickier" indicato senza ii nome di battesimo accanto ad alcune opere, tutti intagli, segnate nei

Fig. 4-19. Spilla con "Medusa", intaglio di Luigi Pichler. Manifattura Castellani. Oro, cristallo di rocca, ametista, smalto. Meson Nazionale Etrusco di Villa Giulia 85262. Catalogs a. 56.

Gio is/li con intc/g/i e ca,,wool, I Caste/laid e gli incisori r00500i - Lucia Pirzio Birch Stefanelli



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Fig. 4-20. Spilla con carnrneo di Bencletto Pistrucci con "Leda e ii cigno". Manifattura Castellani. Oro, sardonica, smalto. Collezione privata. Cataloo n.

Fig. 4-21. Spilla con cammeo di Giuseppe Girornetti con ritrarto di George Washington. Manifattura Castellani. Oro, sardonica, smalto. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma. 85211. Ccitci/ogo n. 50.

Registri. Sono un intaglio in topazio montato in un anello, una corniola di grandi dimensioni con tre teste montata in un braccialetto 70 , un onice inciso con la raffigurazione di un VasoT9 , uno smeraldo montato a spilla°°. La" testa di Medusa in cristal di monte" menzionata nei registri dal 1883 è probabilmente l'intaglio dalla superficie leggermente convessa incassato in una magnifica spilla con montatura in oro a cartigli e con un pendente a goccia in ametista°' (fig. 4-19). L'incisione è tra le pib notevoli di questo artista che, chiamato da Metternich a Vienna con la carica di professore in mcisione all'Accademia di Belle Arti e fu tenuto in grande consiclerazione da regnanti e pontefici, ha net suo repertorio, con spiccata predilezione per gli intagli, notevoli ritratti di contemporanei e temi legati alla mitologia classica15. Un cammeo con Flora di Angelo Amastini (1754-post 1815) è negli Inventari del Negozio del 1865, un cammeo sempre con to stesso soggetto ricompare come "Fibula cammeo Flora negli anni 1894, 1896, 1897, 1901-1905); nel 1904-1905 è registrato anche un cammeo con Aretusa montato in una fibula 13. Ii Mastini senza prenome citato nei registri, accanto ad Angelo Amastini, deve indicate un altro incisore ad oggi non ancora identificato con certezza°, il quale, forse attivo in un periodo successivo, è indicato come autore di alcuni cammei con Cicogna e serpe, con Napoleone I e

semplicissima spilla°° (fig. 4-20) e la serie di dieci cammei con la raffigurazione di Apollo e clelle Nove Muse inviata da Fortunato Pio in Francia a Megassier net1838°. La presenza di opere di Giuseppe Girometti (1780185 1) è naturalmente pid ricca, d Si pu6 dire scontata, trattandosi dell'incisore certamente pii4 in vista a Roma per tutto l'arco delta sua vita conclusasi net1851 e che fu onorato da un monumento funebre nella chiesa di s. Maria del Popolo. Accademico di san Luca net1812, Incisore Camerate presso la Zecca Pontificia con Giuseppe Cerbara dal 1822, fu estremamente prolifico sia come incisore in pietra dura, essenzialmente cammei, che come medaglista. La sua figura è in posizione preminente netvolume di Hawks Le Grice del 1841 nel quale sono descritti net dettaglio ben dieci cammei conservati netsuo studio di via Capo Ic Case, considerati come vere opere di scultura, e in realtà come scultore Girometti aveva iniziato la sua attività°°. Rimane oggi documentato in un gioiello Castellani it solo ritratto di Giorgio Washington (fig. 4-21)°, soggetto da lui proposto anche da un altro prototipo, ma ii suo nome compare pill volte nel registri in relazione ad altre opere non identificate. Cammei di Girometti vengono montati circondati da brillanti'°, un cammeo con Amore è inserito in una "bulla" (1882)°', un "gioiello cameo Girometti" con brillanti e ballette è negli inventari del 1883-1885°, una fibula, sempre con "Amore" è negli Inventari dal 1890 fino at 1904°. E di un certo interesse notate come tra i clienti del Castellani compaia con frequenza il nome dell'avvocato Vannutelli, marito di Clara figlia di Girometti, che fu grande appassionato di cammei e pietre incise e realizzà un'importante collezione ricordata dai contemporanei94

per un altare portatile°°5.

Opere del due massimi incisori in pietre dure e medaglisti delta prima metà del secolo, entrambi membri dell'Accademia di San Luca, sono rappresentate nei gioielli Castellani. Di Benedetto Pistrucci (1773-1855), a Londra dal 1815 fino alla morte, Chief Medallist delta Royal Mint dal 1828, rimangono un cammeo con Leda e il cigno montato in una

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Cap ito/U IV

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Fig. 4-22. Spilla con cammeo probabilmente di Antonio Odelli con ii busto di Vespasiano. Manifatrura Castellani. Oro, cordierite, perla, rubini, smalti. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma.

Dell'altro Incisore Camerale nominato con Girometti nel 1822, Giuseppe Cerbara (1770-1856), è ricordata una "Aurea Bulla, set with a topaz intaglio representing the Roman Medusa; the intaglio is by Signor Cerbara of Rome. In the possession of count Tieskiewitz (sic)"": Da altri incisori contemporanei, non tutti di primissimo piano i Castellani acquistano Sia lavori già eseguiti che su commissione'°; sono Antonio Odelli, Giorgio Antonio Girardet, Giovanni Dies' e inoltre i fratelli Sirletti'°, Antonio Verge", Francesco Fredian4°°, Stefano e Vincenzo Teo11 101 , Pietro e Gregorio De Santis 112 . Sono incisori fino ad oggi ancora poco noti o quasi sconosciuti, ma la cui produzione riceve maggiore visibilità proprio dal documenti Castellani: ad esempio un altrimenti ignoto Luigi Bochioli firma ii 17 maggio 1847 una ricevuta per l'avvenuto pagamento di un cammeo a due faccie in diaspro sanguigno'°'. L'incisore per ii quale è documentato un rapporto stretto e continuo con i Castellani è certamente Antonio Odelli (17851874)101, uno tra i pochissimi incisori attivi a Roma net 1841 ad essere selezionato da Hawks Le Grice per ii breve elenco inserito in appendice alla sua guida agli studi di scultura del-

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Fig. 4-23. Spilla con cammeo di Antonio Odelli (1) con ii busto di Flora. Manifattura Castellani. Oro, smeraldo, rubino, perla, smalti. Collezione privata. Catalogo n.

la città 115 . Ii suo nome e quello che ricorre con maggiore frequenza net documenti di archivio dal quale emerge una ultratrentennale stretta collaborazione, con Fortunato Pio prima e poi con Augusto, che si mantiene costante net tempo fino at 1869, anno in cui compare per l'ultima volta negli inventari del negozio. A partire dal 1839, Odelli è pagato per incidere stemmi e monogrammi (per ii sig. D. Pietro de Tauci di Livorno nel 1836, per Monsignor Riario, per ii principe Torella net 1845; per la sig. ra Paiella net 1846, per ii sig. Venier net 1849; per madama Tampone e ii d.re Donarelli net 185 0)116 sia su pietre dure che su oggetti metallici Un "sigillo con manico in pietra dura guarnito di oro" con l'arma incisa da Odelli e tra gli oggetti che compaiono nella causa tra Fortunato Pio e ii principe Filippo Andrea Doria Pamphilj relativamente al gioielli approntati per it matrimonio del principe con Mary Altea Talbot, figlia del conte di Shrewbury, nel 1839b0. Ma Odelli è certamente l'autore anche di molte opere in pietra dura che rimangono ancora di difficile identificazione essendo la sua firma raramente documentata sul materiale oggi a disposizione'°°. Net 1834 e net 1835 Antonio Odelli ha eseguito per Fortunato Pio due cammei in "pietra

Gioielli con intagli e cammei. I Castellani e gli incisori romani - Lucia Pirzio Birch Stefanelli

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Fig. 4-24. Pendenre con intaglio so zaffiro di Giorgio Antonio Girarder con la rappresentazione dell'eccidio di Dogali, 1887. Manifatrura Castellani., 1887-88. Oro, zaffiro, rubini, perle e smalri. Victoria and Albert Museum, London. Henry Florenz Bequest, M. 222-1917. Catalogo 57.

nera" con una tartaruga per ii Sig. Onorato Martucci di Napoli. In questa stessa occasione, quale incisore di fiducia viene interpellato per l'esecuzione e un preventivo per intagliare in agata, sempre per ii medesimo Martucci, una piccola statua alta un palmo romano (20-25cm. ca ). Per la difficoltà del lavoro che it committente intende pagare poco, la richiesta viene successivamente trasmessa da Castellani all'incisore romano Gregorio De Santis residente a Firenze che aveva già realizzato per l'orafo romano "dodici bustini rappresentanti ii ritratti del dodici Cesari". Tuttavia, sempre per it costo ritenuto eccessivo, l'esecuzione del lavoro è momentaneamente sospesa10t. Di Odelli sono documentati in relazione allo studio Castellani anche un intaglio con testa di Matte per un sigilJo "per ii Sig. Rothschild" (1846)°°, un "cammeo sacro" montato in una fibula (1864)°', un cammeo con Ercole in un'armilla (l864)2, un busto di Flora in smeraldo montato in una spilla in oro smaltato con grifi e pendente°° (fig.423). Una fibula con un cammeo con il Ratto di Proserpina e nelJ"Inventario dello Studio" del 1904°. Un lavoro era stato acquistato nel 1858 dal principe Lautberg°5.



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Antonio Odelli, che nel 1856 ha "studio" in via Rasella°6 vicinissimo aJie sedi di via Poll prima (1854) e piazza Fontana di Trevi poi (1869), è espressamente menzionato da Augusto, che coglie l'occasione per tesserne le lodi per aver riprodotto su sua richiesta un cammeo antico in zaffiro con ii busto di Vespasiano che dice essere stato rinvenuto sulla via Appia° 7 : "lo ho uno zaffiro nel quale è rilevato il ritratto di Vespasiano: fu trovato nella via Appia. Lo feci copiare sopra un quarzo azzurro dall'egregio Odelli, valente incisore romano, ii cui lavoro parmi riuscisse eccellente, ma l'artista mi asseverà che il quarzo malissimo Si incideva per la poco omogeneità della sostanza. Feci dal medesimo incidere due grossi corindoni azzurri, e sovr'essi il Javoro riuscI stupendamente finito, perché meglio resisteva all'ordigno". Due di questi Javori di Odelli - che sono probabilmente da riconoscere in un cammeo oggi a Villa Giulia"' (fig. 4-22) e in un altro in calcedonio azzurrino illustrato net Catalogo del 1930 - sono da mettere in relazione con alcune note del Registri dal 1889". Per ii primo è stata supposta la possibile identificazione con la pietra di scavo ricordata da Augusto, ma è tuttavia pib realistico supporre che questi cammei con it busto di Vespasiano siano stati copiati tutti da un cammeo in calcedonio con lo stesso soggetto conservato a Firenze nella collezione granducale, la cui immagine diffusa da incisioni a stampa e impronte era ben nota agli incisori in pietra dura già dal XVIII secol&20. Un altro incisore, il cui nome compare piü volte nei registri, è Giorgio Antonio Girardet (1829-1892) i cui lavori connotano molto bene ii nuovo impulso dato da Augusto a questo tipo di produzione. I suoi rapporti con to studio degli orefici romani, che devono essere iniziati per il tramite di Odelli presso il quale Girardet aveva inizialmente lavorato, sono in questo caso facilmente definibili per la possibilità di integrate i dati che emergono dal documenti Castellani con le carte della famiglia Girardet 121 . Giorgio Antonio Girardet esegue per Castellani numerosi lavori, non sappiamo se sono tutti su commissione: riceve un compenso settimanale, ii sigla con la doppia C, alcune volte Ii firma anche con il suo nome e questa circostanza potrebbe far supporre un rapporto privilegiato non essendo ad oggi notl altri casi analoghi. Sono certamente di questo incisore, anche se ii suo nome non compare nei registri in relazione alJ'opera ma at solo pagamento, la battaglia di Dogali (fig. 4-24), la Caritâ (fig. 4-15), Glove tonante, Venere e Amore (fig. 4-16). Lo è probabilmente anche it busto delta regina Margherira in sardonica (fig. 4-25) identico a quello da lui eseguito in lapislazzuli e molto lodato dal contemporanei. Giorgio Antonio Girardet è partecipe della crisi di fine secolo, quando i cambiamenti del gusto e della moda porteranno poco dopo l'inizio del '900 alla definitiva chiusura dello studio da parte di Alfredo, e net 1892 lascia Roma con it figlio Augusto per Rio de Janeiro dove quest'ultimo, abbandonata l'incisione in pietra dura, diventerà medaglista di successo 122 . L'altro figlio di Giorgio Antonio, Enrico mantiene i rapporti con studio Castellani e riceve pagamenti per alcune pierre nel 1893 e net 1895123.

Capitols IV

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Fig. 4-25. Tagliacarte con il busto della regina Margherita intagliaro da Giogio Antonio Girardet (?). Manifattuta Castellani. Oro, alluminio, sardonica, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma. 85326.

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Fig. 4-26. Pendente con cammeo con Medusa. Manifattura Castellani. Oro, smeraldi, rubini, smalti. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma. 85296.

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Fig. 4-27. Spilla con cammeo con Medusa. Manifattura Castellani. Ore sardonica. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma. 85215.

Gioielli con thtagli e cammei. I Castellani e gli incisori ron?ani - Lucia Pirzio Birch Stefanelli

Fig. 4-28. Spilla con carnmeo con ii busto di Dante. Manifarrura Castellani. Oro, onice, smalto. British Museum, London. Hull Grundy Gift, 922. Catalogs n. 49.

Le commissioni effettuate direttamente agli incisori, senza accontentarsi di quello che ii mercato poteva offrire, consentivano ad Augusto, e poi ad Alfredo, di disporre liberamente di cammei, (gli intagli sono pill ran), scolpiti nelle pietre da loro stessi scelte per la qualità e ii colore con tutte le sue sfumature (le importazioni dall'Amenica del sud sono in questo periodo nicchissime) e con le immagini da loro richieste. I cammei in pietre semitrasparenti (zaffiri, smeraldi, topazi, soprattutto, ma anche calcedoni e ametiste), quindi essenzialmente monocromi, sostuiscono quasi completamente, soprattutto nell'ultimo periodo delta produzione, le sardoniche, gli onici, e le pur preziose agate orientali a pill strati di colore che avevano carattenizzato, ad esempio la produzione di Pistrucci e Girometti. L'importanza che veniva annessa at colore e alla qualità delta pietra (un approfondimento sul loro approviggionamento sarebbe estremamente interessante) è illustrata dal commenti al singoli minerali negli scritti di Augusto. E molto significativo, in relazione all'attenzione data alla pietra da parte di Augusto Castellani, ii rifiuto di far incidere quattro zaffiri grezzi inviatigli clalla principessa Basiantini perché "pallidissimi e it lavoro non vi farebbe alcun effetto"24 Per quanto riguarda i soggetti che si trovano sui cammei e sugli intagli scelti dal Castellani per essere incastonati nelle loro creazioni orafe si osserva che essi appartengono con pochissime eccezioni at repertorio generalmente adottato da tutti gli incisori del XIX secolo. Alle immagini tramandate dalle incisioni del XVIII secolo (soggetti mitologici, monumenti antichi, nitratti di uomini illustri dell'antichità e di contemporanei richiestissimi dal viaggiatori del Grand



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Tour) si vanno aggiungendo, già alla fine del secolo, e in parte anche sostituiscono i capolavoni della scultura antica, le opere del grandi scultori "moderni", di Antonio Canova e di Thorvaldsen innanzittutto, ma anche di altri scultori cresciuti alla loro scuola come Gibson, Wolff, Trentanove, 13ienaim6 125 . I soggetti che ricorrono con maggiore frequenza sono praticamente le usuali immagini tratte dalla mitologia e dal mondo antico con una maggiore presenza di Giove, Venere, Bacco e Baccanti, Flora, Medusa (Figg. 4-26 e 4-27), Maschere sceniche (Figg. 4-33 e 4-34), il "Mercato d'Amoni° solo per volerne citare alcune. La partecipazione del Castellani, e di Augusto in particolare, alla vita politica e culturale della città influenza la produzione del negozio anche nell'uso e nella scelta del cammei; in particolare sono registrate negli anni successivi all'Unità d'Italia alcune "fibule tnicolori", "Stella d'Italia"; altre con notevoli cammei in zaffiro rappresentanti ad esempio l'Italia e Roma seduta. Quest'ultima è forse da identificare con lo zaffiro, già interpretato come Cibele, at centro di una scintillante montatura in oro e brillanti' 26 (fig. 4-13) di denivazione rinascimentale che trova corrispondenza nella sintetica descrizione del Registri, anche per quanto riguarda 11 numero del brillanti impiegati, e in un disegno del 1898127 (fig. 4-14). Lo zaffiro con la rappresentazione del tragico eccidio di cinquecento soldati italiani, avvenuto a Dogali in Africa, incisa da Giorgio Antonio Girardet tra 111887 e 111888 subito dopo ii venificarsi delta tragedia (fig. 4-24), costituisce un'anomalia non solo all'interno delta produzione dell'incisore, ma anche nra I soggetti presenti sui cammei e le pietre incise inserite nei gioielli Castellani. E difficile comprendere con quale spirito Si potesse indossare un cosi' preziosopicchiapetto recante al centro una immagine cosi' drammatica. Non è certo un caso se il gioiello nimase net negozio per molti anni prima di passare in mani private, per un tempo tuttavia brevissimo, e poi raggiungere un pubblico museo nel 1917 quando il significato oniginario della rappresentazione si era ormal completamente perduto120. I cammei rappresentano personaggi del passato che banno legami con le vicende politiche e culturali del momento, quali le celebrazioni del IV centenario della nascita di Dante net 1865 (fig. 4-28), ma il ritratto di Dante /-llighieri eseguito anche in micromosaico, una figura strettamente legata al Risorgimento italiano, è proposto già negli anni precedenti e To sara ancora alla fine del sec010 29 (vedi anche fig. 6-29). I ritratti di Uomini Illustri Italiani (Petrarca, Michelangelo, Tasso, Ariosto. Boccaccio. . .)'°, in serie per braccialetti o singolarmente per spille anelli e bottoni, vengono proposti in cammeo o in metall& 3 , i prototipi delle immagini sono i medesimi, ormai codificati dalla splendide realizzazioni di Giovanni Antonio Santarelli, Giuseppe Girometti e Giuseppe Cerbara per la collezione del duca di Blacas132. Vengono proposti i ritratti di personaggi modello di ideali liberali come Federico Schiller in un braccialetto rigido' 33 e George Washington 131 (fig. 4-2 1), ma anche la testa del Dam-

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Capitolo IV

Fig. 4-29. Braccialerro con rirratti di TJomini Illustri. Manifartura Castellani. Anche cammei con In stesso soggetro erano usati per braccialetti, spille e botroni. Oro, smalti. Collezione privara inglese. Catalogs n. 6.

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Fig. 4-50. Spilla con cammeo con ii busro del Davide di Bernini. Manifarrura Castellani. Oro, calcedonio. Collezione Massimo Carafajacobini, Roma.

Fig. 4-31. Braccialerto con cammeo inciso sulle due facce con Giulio Cesare e Augusto. Manifatrura Castellani. Oro, pierra dura. Collezione privara.

de dalla statua del Bernini in un'onice montata in una spilIa (fig. 4_3Q)15• Si pub ritenere che anche le serie del Dodici Cesari, montate in braccialetti (Figg. 4-5 e 4-6), partecipino in qualche modo at clima celebrativo del secolo; frequenti sono le grandi figure politiche e i condottieri dell'antichità tra i quali primeggiano Giulio Cesare e Augusto, anche abbinati, e Orazio al Ponte; è perfino documentata "una broscia" montata con tre teste di Giulio Cesare e due di Alessandro 3t. Per quanto riguarda tempi pill recenti compaiono cammei con i ritratti di Federico di Prussia e di Voltaire ' 37 , di Maria Teresa d'Austria"° e ancora le immagini di Napoleone I e delta sua famiglia, probabilmente riproposte sull'onda delle celebrazioni volute da Napoleone III; alcuni, opera di eccellenti incisori come Mastini e Nicola Morelli il ritrattista per eccellenza delta famiglia imperiale, sono stati certa-

mente acquistati anche per la firma illustre1'°. Cammei con it ritratto del nuovo pontefice Pie IX (1846-1878) vengono realizzati numerosi immediatamente dopo la sua elezione net giugno del 1846. Nel gennaio del 1847 è disponibile presso i Castellani una "tabacchiera con cameo retratto del Papa" montato in brillanti e in febbraio l'incisore Antonio Verge firma una ricevuta per il pagamento di 'un retratto del S. Pontefice Pio IX" ' . Negli anni successivi fino al 1854 ritratti di questo pontefice, sia in pietra dura che in conchiglia e di vane dimensioni, sono at centro di montature a spilla di diversi tipi, dalle pill semplici alle pill costose. Net 1850 compaiono nell 'Inventario del Negozio quattro esemplari di "spilla con cameo Pio IX con lettere in smalto, quattro piccoli retratti di Pio IX, una "Fibula Pio IX cameo pietra dura" 41 . Per i Pontefici prece-



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Gioielli con intagli e cammei. I Castellani a gli incisori romani Lucia Pirzio Birch Stefanelli

anche abbinati in un unico cammeo a due faccie. Molti i generici "Camel Sacri"

Fig. 4-32. Penclente per collana con cammeo con il Volts Santo. Manifattura Castellani. Oro, zaffiri. Collezione privata. Catalogs n. 113.

denti sono registrati cammei con ii ritratto di Pio V1142. Sono intagliate in pietra dura immagini sacre come ii Volto Santo, (fig. 4-32) da montare anche in gioielli dal chiaro significato cristiano (come le fibule a Chi-Rho)' 13, le figure del Santi (come Santa Caterina) del Salvatore e della Vergine

Inizialmente i cammei e gli intagli sono montati ancora con modelli tradizionali, ad esempio con un semplice contorno di brillanti e vengono nel corso degli anni inseriti in tutte le creazioni phi originali Castellani, dalle phi semplici ispirate at mondo antico alle pifli complesse e sontuose, create unendo tra loro elementi presi da gioielli diversi; un gioiello del XV secolo ad esempio non è copiato, ma solo reinterpretato con l'aggiunta di motivi tratti da altre fonti'45. Non è detto ad esempio che l'epoca o to stile dell'incisione corrispondano a quello delta montatura, esistono a volte vistose discrepanze con cammei di pura tradizione classica montati in gioielli particolarmente complessi. La montatura puô essere costruita in funzione delta pietra come per i ritratti di illustri personaggi (Washington e Napoleone) con cornici di solo oro composte da trecce, cordelle, fronde vegetali per non distrarre, ma focalizzare, l'attenzione sull'immagine; a volte pur mantenendosi semplice è impreziosita da smalti o da piccole pietre colorate a cabochon. Si creano montature atte ad sottolineare le qualità tecniche e artistiche deJJ'incisore e J'immagine riprodotta. E ii caso di alcune pietre particolarmente importanti firmate da grandi artisti come la Venere marina di Antonio Berini (fig.

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Fig. 4-33. Collana con cammei con maschere teatrali, 1880-1990 circa. Manifattura Castellani. Oro, smeraldo, perle e smalti. Cooper-Hewitt, National Design Museum, Smithsonian Institution, New York. Acquisito dal museu tramite diverse donazioni effettuare in memuria di Annie Schermerhorn Kane e Susan Dwight Bliss, 1969-40-16.

Fig. 4-34. Lettera di Augustu Castellani indirizzata al Sig. Merck, 1889. Archiyin di Stato di Roma. 16/2004.

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Capitols IV

4-18), o la Medusa di Luigi Pichler (fig. 4-19) le cui raffinate montature vengono ad esaltare la trasparenza delta pietra: per i grandi intagli in cristallo di rocca ii non colore è appena esaltato dall'oro, dagli smalti scuri o da altre pietre cobrate, mai vistose. Qui è la pietra che costiruisce l'elemento pus importante del gioiello. Altre volte le pietre, ad esempio nelle collane pill vistose, sono sullo stesso piano delta montatura o ne costituiscono un completamento con un effetto solo coloristico dato da cammei dove la qualità dell'incisione puô anche non essere di prima qualità. Cammei eccellenti sono incastonati at centro di montature motto ricche e ricercate, suntuose, d'ispirazione cmquecentesca, barocca; al centro di elaborate costruzioni con cariatidi, grifoni e con un uso motto intenso di pietre multicolori, smalti e perle. E difficile comprendere con ii gusto di oggi l'inserimento dello zaffiro intagliato con la strage di Dogali (vedi sopra) in un fastoso gioiello di tipo rinascimentale da indossare in evidenza al centro delta scollatura dell'abito. La scelta di una montatura cosi' importante puà perl essere letta come la volontà di attribuire un particolare significato at ricordo di un avvenimento cosi' drammatico e tragico, simbolo di grande eroismo, che tanto aveva sconvolto l'opinione pubblica italiana e to stesso Augusto Castellani"'. Gli zaffiri sono spesso montati in oro con brillanti, con pendenti e altre pietre dello stesso colore. Anche gli smeraldi e le pierre verdi sono usati spesso negli anni '80-'90 come è documentato da un tipo di collana (figg. 433 e 4-34) pill volte replicata nella quale per esaltare il cobre dello smeraldo vengono usati con l'oro, to smalto nero e le perle47. Accanto alle collane, alle spille, al bracciali con cammei e intagli di grandi dimensioni, viene usato un numero considerevole di pietre pill piccole, di differenti livelli qualitativi usati per ogni tipo di gioiello. In particolare gli intagli sono

usati per collane, orecchini, spille da cravatta, bracciali, bottoni be cut montature anche le pill modeste sono contrassegnate dal marchio del Castellani.

NOTE

CASTELLANI 1862, p. 57. CASTELLANI 1862, pp. 16-17. L. Purziu BIRuLI STEFANELLI, I model/i in cern di Benedetto Pistisoccj, munografia del "Bollerrino di Numismatica", Roma 1989, I, pp. 67-68; L. PIRzIo BIRuLI STeFANELLI 1998, p 21: 'i camel aclesso qui non vanno perchil dicono che una conchiglia in fin di farri per fin che duos la nsoda fa it medesimo efferto ... Papa con it nome che gA ha suno mcci cbs non crova a clar via it cameo ultimo cisc fece di una Medusa... ..(letters da Londra delta fIglia di Pistrucci at frarello Camillo sculrore cisc vive a Roma). 8 CASTELLANI 1862, pp. 61-62. 9 CASTELLANI 1862, pp. 62-63. 10 Rums, Archivio di Scam, Fansiglia Castellani, Reg. 39 (9 fehhraio 1839). 11 Roma, Archivio di Sraro, Famiglia Castellani, Reg. 69 aprile 1859: c. 137: "Collezione di camel e Pierre incise 600"; c. 138: "Collezione ch camel e pierre incise 200."). Purrroppo di quesri due acquisri non è menzionata Is provenienza. Per it 1858 compalono i norm del commercianri Rolli, Meluni e Depolerri. 12 Le vicende dells vendita delta collezione Buncompagni Luclovisi dci principi di Piombino svolcasi prima del 1883 sono state ricostruire in Pieziu BIROLI SreiANeLL1 1990, p.33 ss. Ulreriori parricolari, in access delta pubblicazione definiriva in preparazione, sono in PIRzIO BIRuLI STeFANELLI 1993, pp. 128-136. Roma, Archivio di State, Famiglia Castellani, Reg. 21, copialerrere, 10 maggio 1834-9 novensbre 1835. Per Jean-Francois Baurre vedi anche 11 saggio di S. ALtJFFI PENT1N1 in caralogo 14 Roma, Archivio di Sraro, Famiglia Castellani, Reg. 38, 26-27 ortobre 1838: sono

L'argomento di questo saggio doveva costicuire un capicolo del volume sui Castellani progetcaco molci anni 14 con Gabriella Bordenache Battaglia e Domenico Pecochi, mai realizzato per la morte di entrambi. E netrimpianto per i due amici e netricordo dellentusiasmo che animava le nostre riunioni die esso è stato scritto; è dedicato a Gabriella the per prima mi avvicino' ai Castellani. Al tesro del raralogo in inglese sono stare apportare minime correzioni e sono stati eliminate alcune aggiunte redazionali inserite senza it consenso dell'aucore. 2 I dati che si espongono SOflO derivari dallo spoglio di circa 2/3 delle carte d'archivio delta Famiglia Castellani (Rome, Archivio di Scam). Un grosso indispensabile concriburn potra Venice in futuro dalla pubblicazione degli album di disegni conservari presso l'lstiruto Sratale d'Arte, Roma I in corso di studio da parte di Maurizio Donati. Si veda ad esempio Ia tiara dell'imperarrice Giuseppina realizzara da Niroc (Srorrolma, Husgeradskammaren) (D. SCARJSBRICK, Cisacima': Mcisac Jewellers since 1780, Paris 1995, figs. 14-15). Vedi anche L. PIRzJo BliruLl STEFANeW," Del cammeo e dell'incisiune in pierre dure e tenets nella Roma del XIX secolo", in Arts e Artigianats nella Roil. di Belli, atti del Convegno, Fondazione Besse, Roma 1998, pp. 14-15. La moda sarS poi ripresa dall'imperatrice Eugenia come si vede in on ricracco del 1856 (Mus/c Nationale du Chateau de Compifgne, in'c C 95.007) ("Revue du Louvre", 4, 1995, p. 89, 0g. 27). E. FuNTCNAY, Les bijoux asciens N moc/ernes. Paris 1887, P. 420. Per l'uso dci cammei nei gioielli vedi anche pp. 242-243; 418-419.

Un ebenco del destinatari del gioielli con cammei e pierre incise è ancora da definite, ma si vuole qui ricordare come i Savoia furono tra questi già dab 1839 quando Fortunato Pio monta "in oro due camel per broscia " e "in oro altro cameo" per "S.M. la Regina di Sardegna" Maria Teresa di Asburgo-Lorena, moglie di Carlo Alberto 141. Si rivolgevano at Castellani per doni ufficiabi e regalie i principi di Piemonte Umberto e Margherita, che net1871 appone la sua firma net libro del visitatori delbo Studio. I gioielli con pietre incise figurano nebbe loro scelte (1875, 1876): fibule con cammei in ametista, in occhio di gatto' 49 . Dab 1878, divenuti Sovrani d'Italia per la morte di Vittorio Emanuele II, intensificano gli acquisti, soprattutto in occasione di particolari ricorrenze e delle visite ufficiali a Roma di principi e imperatori, ma anche per uso personale. A partire dagli anni ottanta ricevono particolare attenzione i gioielbi, generabmente fibule, con cammei in zaffiro, in topazio, in smeraldo e in giacinto inseriti in montature particolarmente preziose sfavibbanti di brillanti'50. Un piccolissimo busto a tutro tondo delta regina Margherita viene scolpito con particolare perizia in bapislazzuli dall'incisore Giorgio Antonio Girardet° 1 che è probabilmente anche, come già accennato, l'autore di una identica versione in calcedonio inserita nell'impugnatura di uno del famosi tagbiacarte in alluminio realizzati presso lo studio Castellani 112 (fig. 4-25). La raffinata incisione rappresenta la sovrana con indosso Ic sue celebri perle e con un diadema a tralcio di quercia, simile a quello in lamina aurea che faceva parte del gruppo di gioielli, creato da Castellani, che be fu clonato nel 1868 dalla città di Roma in occasione delle sue nozze con il principe ereditario153.

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Gioieiii con intagit e cammel. I Caste//ant e gil incisor! romani - Lucia Pirzio Birch Stefanelli

registrate tutte le spese sosrenute per la spedizione (imballaggi, dogana, diligenza ccc.), oltre a queue per l'acquisro delle pierre desrinare a Magassier. Per l'incisore Francesco Frediani (1787- post 1850) con studio in via delta Croce n. $9: KELLER 1824, p. 57; KELLER 1830, p. 106; BRANCADOR01$34, p. 63; BULGARI, Roma I, 1858, p. 469; Prozu BIROLI STEFANELLI 1998, fig. 7 16 PIRZI0 BIROLI STEFANELLI, 1989, I, p. 20, nn. 4-13. 17 Roma, Archivio di Stato, Famiglia Castellani, Reg. 38: 'n. 32 un cameo rap.e Lifi gruppo di figure; n. 33 un gran cameo rap.e una Flora; n. 34 tin derro gruppo in figure niitologiche, n. 35 uno detto testa di Giulio Cesare in pietra dura col contro fondo, originate del celebre Giovanni Pithier". Roma, Archivio di State, Famiglia Castellani, Reg. 21 lertera del 6 giugno 1835 (PlRzJo BTROLT STEFANELu 1989, I, p. 13). 19 Per I' incisore Giovanni Dies (1778-1849), con studio in via delta Croce, 4 veda da ulrimo L. PIRz)o ButuLi STEIANELLI, in Dizionario Bio,çrafico dog/i Ice/mci, XXXIX, 1991, p. 788 con bibl. precedence, Saur Aligenteines Ki/njtlerlexikon 27, 2000, p. 270 (L. Puszio BrRuu STEFANELLI). E, insieme con it figlio Luigi, tra gli incisori elencati in HAWKS Le Goicc 1841, p. 283. Per altri lavori acquisrati del Castellani vedi nota 97. 20 Roma, Archivio di Stato Famiglia Castellani, Regg.29/3, cld; 38, 86: at n. 2256 dell'Inventario del Negozio del 1850 sono registrati 11 rarnei di corniola a due coInri di Verge. Di Antonio Verge (Roma 1786- post 1850) con studio in piazza di Spagna, spesso confuso con it nipote Giuseppe (BULG,$)s) II, 1859, p. 529), si conosce pocitissimo. 21 Roma, Archivio di Statu, Farniglia Castellani, Reg. 39 (16 genna)o 1839-23 giugno 1840). 114 febbraio 1840 ii sig. Bonly Dini di Parigi C segnato tra i debitori per: "una collana e due braccialerri coatenenti camel in coralli montati in oro rappresentanri divinirà diverse; dodici detri di corallo sciolti rappresentanti diverse divinita; crc clerti rappresenranti Giove e gli alrri due soggetti, uno in pietra dcira rappresentante Minerva; uno cletto rapp.e Incognito; uno detto derto; due derri Giove e Mercurio; Due cletti Glove e Cerere; tre detti soggetti cliversi; clue derri dccci; due clerri uno rirratto di Alessandro; on gran cameo di corallo rappresenranre Giove"; e ancora it 7 matzo "tre mangi di pierre incise, uno concenence 21, l'altro 26 cii terzo 26 in tcittu 73 pierre monrare in oro; clue camei di corallo, cameo di corallo con legacura; detco in pierre dura rapp.nre una figura di Baccanre; derro clerro detro Marie; derto derto Apollo; cletto Baccante piccola; cletti detti soggerri diversi". 22 Arthivio di Sraro Roma, Famglia Castellani, Reg. 45 ("14 luglio 1845. Comprati cia Pietro Mari alccini scarabei annichi 48"). 23 Roma, Archivio di Stato, Famiglia Castellani, Reg. 29/3. Compaiono anche alrre regiscrazioni di atqcusri cIa Depolecci (Reg. 69, 185$) it ccii negozio C ricordato del conce Tyskiewicz per essere sempre ben fornito di ancichitC di recence scoperca, cornprese pietre incise e monete (PlRzJu BIROLI STEFANELIi 1990, p. 33 ). 11 negozio di Francesco Depolerni" mosaicisra, risraurarore di vasi ecruschi, negoziance d'oggetti antichi, quadri, sculture, vasi enrusci, terre cocre, bronzi, monere 'anriche, ed alrri oggecci di Belle Arti" era al n. 32 di via Conciccci (KELLER 1830, p. 120; BEANCAnuRO 1834, p. 75). Sono in particulate ricorclate anche Ic sue raccolce gemmarie ("Bulletnino di Corrispondenza Archeologica" 1830, p. 257). 24 Rome, Archivio di Start) , Farniglia Castellani, Reg. 29, r. 132. 25 Rome, Archivio di Stato, Farniglia Castellani, Reg. 67 ("pagati a Baseggio per 87 searebel 176."). Giuseppe Baseggio (Basseggio, Baseggi) con "negozio di mosaico, e oggecti ancichi, civadri, medaglie ed alrro, via del Babbuino n. 43, 45" (KELLER 1830, p 119; BRANcADORu 1834, p. 74) è Era i pili atcivi commercianti in anrichità a Roma nicordaco per Ic sue ricche raccolte gemmarie, "Bullettinin di Corrispondenza Archeologica" 1836, p. 196; 1842, p 187; 1844 'pp. 87-88). 26 Roma, Archivio di State, Fantiglia Castellani, Reg. 69; vecli anche Regg. 51, 123. 27 CASTELLANI 1862, Pp. 63-66. 28 Sarebbe inceressance cino srcidio specifico sugli scarabei usati nei gioielli Castellani anche per poterne eventcialmente determinate la proveniens'a e individuate gil euroci di quelli moderni fino ad oggi sconosdiuci. 29 Per ii 1865: Roma, Archivio di State, Farniglia Castellani, Reg. 95. I finirnenci con scarabei sono due; olrre a qciello cicero è regiscreno "Demo scacabei d'onice composco cli collana, braccialetco, orecchini e fibula", leggermence plO coscoso 500 concro 480. Vencicinque sono gli scarabei unisti ancichi e moderni) impiegati nella collana del ivlciseo di Villa Giulie a Roma (inv. 85029; VLAD BORRELu 1992, n. 597; I. CARUSu in SGURINI MORETTI 2000, p. 214, n. 189); vencuno scerabel antichi a globulo per queue del British Museum (VLAD BORRELLI 1992, n. 596); vennirre per l'esernplare delta colleziune Campana ricompusta clai Castellani mu elemenmi ennichi nel 1859, oggi a Parigi, Museo del Louvre (VLAn BDRRELLI 1992, p. 433, n. 595). sl Rurna, Archivio di Sraru, Farniglia Castellani, Reg. $9, Invencario del Negozio 185$, n. 271 ("Braccialecto con 15 scerabei e nodi"); prohabilmenre Si tratta di scerabel moderni. Infacci per quelli di scavo si precisa sempre "etcuschi" u "entichi" 2 Roma, Arrhivio di Starn, Famiglie Castellani, Reg. 86, n. 2218 so. Vecli J . Ruuoe, Alessandro Castellani Letters to Henry Luyarc/: Extracts concerning the 1862 International Exhibition in London and the Revival of Granulation, in cJewellery -

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Studies,,, 5, 1991, p.118 dove it comment)) delta rivista allo stand Castellani C ripontaco per intern. Rome, Archivio di Sneno, Famiplia Castellani, husce 194, Aupusco Castellani, Ricordi edAppunti, c. 652. Un momivo mold)) ben documencanu enche per incisoni imporcenti , ad esempio Luigi Pichler. Rome, Museo Neeiunale Etrusco di Villa Gicilie, inv. 85020, coilane con piccoli Eroni su grenade (I. CARUSO in SGUBJNJ MORE'rn 2000 pp. 217-218, n. 192); inv. $5013, cullana con niccoli con divinicC (CARUSO 2000, pp. 228-229, n. 207). 7 Rome, Archiviu di Scaro, Famiplia Castellani Reg. 26, Copialeccere, c 384. Rome, Archivio di Sceto, Femiglia Castellani, Reg; 86 (1850): no. 2256, 226$; Reg. O 1984, fig. 131; CARUSO 2000,p. 226, n. 204. 89, 1856; Reg. 51, 1857. Cfn. MINN 39 Rome, Archivio di State, Famiglia Castellani, Rep. 82 (1833-1839). 40 Per i'csso di questi material, ai queli ye seltueriemence eppunco l'avonio, si vc'dlen)) ccl eoempio i Regg. 22 (1838), 82(1839), 83 (1843) e inoltre per it luro diK) per cemmei: CASTELLANI 1870, pp. 133 (lava), 145 (malechinc), 223 (curchine). 41 Per Tommeocs e Luigi Santini : M.S. CAOR, 'r;issuuuss and Luigi Saul/ne, in "The Connoisseur", 1975, pp. 171-182, figp. 1-17 (necessice di nevisiune per la cornezione di elcuni emroni); Dictionary ofArt, 27, 1996, p. $78 (C. GERE) con bihl. Ail'inclirizzo di via delta Croce n. S nimenda HAWKS LE Gucs: 1841, p. 283. 42 I fretelli Paolo (1813 - post 1881) e Luigi Ncni (1816- 1) nisulcano eddivi queli incisori di cemmei in conchiglie successivamence in vie delta Vice, piazza di Spagna, vie due Mccclii, via Sistine, vie Fraccine e dal 1869 it suit) Paulo in via del Babhuino 73 (KELLER 1824, p. 58; KELLER 1830, p. 10$; BRANCADORO 1534, p. 64; HAWKS Le GR10E 1841, p. 283; BULGARI II, 1859, P. 19$; PlRzIo BIROLI STEFANELLI 1998, fig. 7). Il nome di Paulo Neni compare negli Archivi Castellani per on m)steniusu ferimenco colleganu ella cempagne elecn)nale del 1851 (A. CASTOLLANI, Ricordi eel Appunti. c. 307 55., 15 gennero 1881: " Paulo Neri incis))re di cemei l'alcna sere fu ferico legpenmence, dicesi, in on cliverbio eleccorele... la fence del Neni fu prodonna del venru di une vecnine che si ruppe eddosso. Scampu Lin evvisu che cumincie ' Non C veto the Paulo Neri...' e ne niceve din vancaggiu ell'elcziune ecceggiandosi vicdime delta faziune cuncraria ... e se ne ride molcu". Le veniazioni cmmatiche delle conchiglie unite SOiIO motto hminane e giudanu esclusivemenre sui coni del nose-erendio, crema, gnigiu —ezzurro (A. CASTELLANI, Delle Geinme 1870, p. 59; A. BILLING, The science sf ,çe)us, jeneb, coins, a)/d nieelulo ancient mid modern. London 1875, 2° ed. pp. 73-74). Vedi node 39. Per l'uso di conchiglie: Rome, Archivio di Steno, Famiglia Castellani, Rep. 45, 30 penneio 1846: "Sip. Cecini, legen) in ))fi) un cameo in conchiglia per broscia appese ella med.e une goccie con alnro came)) 5." Rome, Anchivio di Sneco, Famiglie Castellani, Rep. 123 (meggio 1856). 46 HAWKS Le Giuce 1841, II, p. 225. Per alcunc spille con La Norte in mnrhighe: Rep. — 87 (1854), 89(1856), 90 (1857). La Madonna della seggiola legate in tine fibula, compare ad eoempiu run elcni camel in conchigha con suppecdi micoiogici, ci n. 24 del "Ristretto clegli uggetti del Neguziu it 1° apriie 1858" (Rome, Anchivio di Scaw, Femiglie Castellani, Rep. 90). Per eltri esemplani in nonchigha oi vede Rep. 85(1851), 1852) e in evonio (1850). 48 Baltimore, Walters Arc Gallery eic'ehy Ancient to Modern , Baltimore 1979, p. 235, n. 674; G. MUNN 1984, fig. 178). Dal buscu eseguico a Rome de W.H. Reinhart (1825Rome 1874) (TI-IIEME-BECKER XXVIII, 1934, p. 129). Il dammeD fimniecu Santini C steno ectnibuico a Luigi. "Piecreno P chieme, chi puhisce e lavore piccrc pcnziuoe per anelli c cullane, cagha e ebbozza i messi, uncle nenderhi ccci ella levurezione degli incisoni per camel e inrapli, e dà l'ulcima menu at pulimenco delle cosi' clecte Paste, levone scetole di marmi ceneni e dun, di lave, di porlsunine e venturitie." (KELLER 1824, p. 10). Le funziuni del piemenu per la preparazione delle piecre de inciclere sono ben spiegace cIa Furccinacc Piu nelle leccera cit. ella nude 109). 50 La famighie di indisori e medaglisci Pesineci C active encore oppi a Rome (B)JLGARI II, 1859, pp. 237-238). GIl alto incisoni in meceliu menziuneti spesso nei Repistri sonu i Kummer e il celebre prussienu Heinrich Lorenz naco a Benlino, a Rome del 1834 al 1840 (Rep. 39, 1840: "Ill.mo Lorenz) (F. NuACK, Das Deutschtum in Rom. Berlin 1927, p. 365). 71 Rome, Museo Bonrompapni per he Arci Drcurecive, Fondo Girardec: lecnere del 7 matzo 1884 indinizzece da Giorgio Antonin Giranclec al fighu Enrico (cit. in PiRzio BIROLI STEFANELIJ 1997 pp. 509-516). 72 Rome, Archivio di Scecu, Famiplia Castellani, Rcp.69 (febbneio 1859). 53 Si pcopone qcii cm pnimu elenco di opene duccimencate con he duppia C ,che nun C cccnemenne esaustivo. Resca da epprofondine l'cvencuele ruolo svolco dsi Michelangelo Ceeceni in quest tipo di cummissiuni. Si segnala per ore Lin disepno per en demmeo (/1 con Cupielo con l'urcs, finmeco CAETANI (Rome, Fundlezi))ne Camillo Ceeceni ). Brecciele con cemmei in unice (9 finmaci), monnani so due file, in colleziune pri\'eca (oMUNN 1984, fig. 132); un brecciale con demmei in calcedonio cliviso nra la cull. Williams (New York) e la collezione Hull Grundy (Loticlra, British Museum) (TAir

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1984, pp. 158-159, n. 986). Cammei con i ritratti del Dsdici Cesari erano usaci, at partdi quelili degli Uomini Illustri, anche per bottoni. Londra, British Museum, cull. Hull-Grundy (TAn 1984, p. 127, n. 850). 56 Londra, British Museum, colt. Hull-Grundy (TAIT 1984, p. 147, n. 954, tav. 47). Lo zaffiro e montato in una spiiia in oro e perle, on modello che cieriva dai gioielli raffigurati nei dipinti del Perugino che i Castellani avevano preso a modello (s'edi Specimens: Medieval & Cinque-Cenro Style, VIII). Si veclano a titolo di esempio le pitture a Perugia, Collegio del Cambio (L'opera completes del Periegino. Milano 1969, tavv. XLII-XLII). 58 Londra, S.J. Phillips, gib coil. Esmerian ( n.58). 78 Cammeo in sardonica a due strati montato a spilla con larga cornice in oro (coil. Esmerian S.J. Phillips, Lavender). La pietra reca inciso, oltre alla doppia C la parola Xaveria interpretaca come la firma dell' incisore (MUNN, 1984, p. 151). E da metrere in relazione con on altro cammeo con ritrattu di Gioacchino Murat che presenta la stessa iscrizione (Roma, coil. Carafa Jacobini). 59 Puczio BlRou SrEFANeLLI 2003, fig. a p. 519. It cammeo Marlborough usato come modello è in: Gtmoia rims antiquarian c/elect's expraestesntiorihus clescrijitus qieae in c/actyliothecis cleicis Marlhuriensis conservantus: Londini MDCCCXLV II, cay. XXXIX.= S. Reinach, Pierres grcevhes c/cs collections Marlborough et cl'Orlclans..... Patis 1895, cay. 116, 39). 60 Per la figura femminile: Catalogs degli oggetti in on, geonne, cammei, appal-ten//ti al clefomnto comm. Alessandro Castellani. Roma, P. e P. Sanramaria 1930, p. 15, u. 172, tav. VI

(con errata numerazione). It nirrarro di Costantino 1 cat. a. 54, fig. 4.10, gui coil. Esmerian, S.J. Phillips. 61 Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, inv. 85271. 62 Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, inv. 85297. Per Ic letcere che compongono la sigla di questo intaglio, forse una C e una G, I stata anche ventilata l'ipotesi p000 verosimile the possa crattarsi delta firma di un incisore e non del marchio Castellani Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, inv. 85013 (G. PLATz HORSTERH.U. Ti ETZ, Etrushische Shcercebaen Kolliers 0/it sines/i excursus u her c/it Granulation bei den Etrosken", in "Jahrbuch den Berliner Museen", 35, 1993, p.37,fig. 62; CARUSO 2000, Pp. 228-230, n. 207). Vedi anche nota 36. 64 Roma, Anchivio di State, Famiglia Castellani, Regg. 97 (1852); 95(1866); 92 (18801882); 98 (1883-1897). 65 Fibula netCooper Hewitt, National Design Museum (New York), car. n. 62, fig. 4.15 It cammeo che presenra anche la firma dell'incisore e documenrato da on calco net Fondo Girarder. Per questo incisore e rapporti con i Castellani vedi oltre in parnicolare nn. 121-122. 66 11 cammeo e fitmaro G.A. GIRARDET accanto alla doppia C (Roma, Museo Boncompagni per Ic Arti Decorative, Fondo Girarciec): PiRzIO B/ROLl STEFANELLI 2003, P. 533, n. XI.1.60 67 I cammei oggi perduti sono documentati cia alcune impronce netFondo Girardet. 68 Sul numero delle borteghe di incisori attivi nettorso del XIX secolo: PIRzIu BIRuLI STEFANELLI 1998. Multi di questi si celano cectamenre diecro gli anonirn? "incisori" dci Registri; inoltre è possibile cisc negli Inventani del Negozio si indicassero accanto alle pierre solo i nomi piii importanti. 69 Roma, Archivio di Staco, Famiglia Castellani, Reg. 93, anno 1862,n. 25; 1863, n. 77: "Braccialetto 5 camei Caravini 200". Dovrebbe trarrarsi Bartolomeo Garavini (Garavina, Gravina) nato net1752 e la cui arnivica è, per era, clocumentata per it 1806-1809 (BULGARI I, 1958, P. 494; SAUR Kiinstlerlexikon, 44, 2005, ad voceni), ma nulia esciude possa essere prooeguira negli anni successivi o che si tratti di on congiunto. 70 Roma, Archivio di State, Famiglia Castellani, Reg. 38 (1838). E tra Ic pierre incise spedite ad Alfredo Megassier a Parigi Co. 35. Uno detco tests di Giulio Cesare in pietra dura col contro fondo, originate del celebre Giovanni Pithier"). Per on cemmeo di Giovanni Pichler (1765-1791: bibliognafia essenziele in Dictionary ofArt, 4, 1996, pp.733-734) con quesco soggerro: ROLLE'rr 1874, P. 25, n. 34. 71 Rome, Museo Nazionale Errusco di Villa Giulia; inv. 85274, sardonica a due strati, cm. 3,4 x 2, 7, firmeto in greco IIAZAAIAL (Piiszio BIROLI STEFANELLI 1996, p. 191, fig. 9). It cammeo si aggiunge at catalogo delie opece dell'incisore proposra da GIUL1ANO 1970. La montetura a ceste di grifi in oro e smalti è enaloga a queue di tin cammeo di Odelli (Fig. 4-23). 72 In realtI pocrebbe trertarsi di pc/i di un cammeo con to oresso soggecco; registreto già net1864 (Rome, Archivio di Steto, Famiglie Castellani, Reg. 92, luglio 1864, n. 976) nirorna net 1886 (Reg. 98, a. 106) come "Gioiello Ebe di Morelli 1500" fino at 1895 registrato come "medaglia sfingi oro cameo Morelli Ebe" o come "gioiello ippognifi oro cameo Ebe Morelli" o come "cameo Ebe leg. Caniatidi Morelli". Per Nicole Morelli: Dictionary of Art, 22, 1996, p. 103; PiRziu B/ROLl STEFANELLi 1992, pp. 6376, figg. 1-11 con bibi. precedence, in perticolare fig. 2 peril cammeo di Napoleone (Roma, Museo Nezionale di Villa Giulia, inv. 85207, cammeo in sardonica a due strati firmaco MORELLI) per it quele vedi cache CARUSO 2000, P. 230, n. 209; P1Rz1O B/ROLl STEI'ANELLI 2003, P. 522, XI.1.5. Da identificare probabilmente con "Fibula

Capitols IV

cameo Napoleone I" cleil'Inventanio del 1904-1905 (Rep. 98). 3 Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia inn. 85207 (Piiczio B/ROLl STEFANELLI 1992, P. 66, fig. 2; CA/waG 2000, P. 230, a. 2119; PiRzlo BIROLJ STEFANELLI 2003, p. 522, n. XI. 1.5). Roma, Archiyio di State, Femiglma Castellani, Rep. 97, Regisrro dci bnillsnti del - Negozio, 1 glugno. Catalogo 1930, p. 8, tav. VI, a. 44. Montero in tine spilla in ono e zaffini cabochon I firmaro BERINI. 76 Roma, Museo Nezionale Errusco di Villa Giulia, inv.85265, cm. 6,5 x 4, firmero BERINI INC. (CARuso 2000, P. 228, a. 205. L'espediente di epplicisne on [undo ("concrofondo') edarro ad accentuate Ic immagini degli intagh in Pierre rresperenti o traslucide viene applicaco spesso dei Castellani. Per l'incisore Antonio Perini: Saur Kllnstlerlexikon, 9, 1994, PP. 440-441. Rome, Archivio di State, Famiglia Castellani, Regg. 82 (1836, a. 1086; 1837, 1839); 83 (1840 at n. 2422; 1843, at a. 2591). Da notace che it topazio era sine pietra users frequentemente da questo incisore. 78 Rome, Archivio di Scaro, Famighe Castellani, Reg. 83, 1840, a. 666:"Braccialetco a catene oro incioo con gran corniole anne resre incise da Pickier"; 1841, a. 1143. 9 Rome, Archivio di Stato, Famiglie Castellani, Rep. 98 1896, a. 57: "Fibula onice inciso vaso Picler 350"; 1901-1904). Rome, Archivio di State, Famiglia Castellani, Reg. 95, 1884, a. 95: "Spills smeraldo inciso Pickier 500." 81 Roma, Museo di Villa Giulia, inv. 85263, con. 3 x 3, 2, firnsata in greco LIIXAEP (PIRzIO BIR0LI SrEFANELLi 1998, fig. 10). Rome, Archivio di Stero, Famighe Castellani, Rep. 98, 1883, a. 132; 1887, a.125 ("Fibula Medusa Cnistel di Monte Picier 500"); 1889, a. 63; 1890, a. 86. Forse aila otessa pierre si nifenioce netRep. 98 1889n. 63; 1890, n. 86 (Fibula tests moderna Picien 500). 82 Per Luigi Pithier: C.G. BARLUZZI, Into;-no a/la vita e al/s opese del conioioiulatore Luigi Pichler, incisors di gemme. in "l'Album", XXI, 1854, pp. 57-62; ROLLETT 1874, pp. 4068; BULGARi II, 1859, pp. 273-274; Dictionary of Art, 24, 1996, pp.733-734 con bibi. essenziele; "Donne di Rome dalI'Impero Romano at 1860. Rirrettistice Rumane at Femminile", cetalogo delta moorra, Aniccie 2003, pp. 166-167, n. 79. 83 Per Giovanni Angelo Amasrini, i cui levoni sonu spesso confusi con quello del fiplio Nicole e is ccii attic/tI è encore de nicuornciine netderteglio, vedi Rim erri [1952]; BULGARI I, 1858, p. 52; Dictionary ofArt. 1, 1996, p.756 dove si nitiene the An'iesnini e Mestini indichino la sressa famighe). Rome, Archivio di State, Femiglia Castellani, Regg. 95, 1865 Peril cammeo con As-stases: Rep. 98, 1904 ("n. 151 Fibula Anetusa Amestini') e 1905. 84 Le firma MASTINI, note errraverso elcune pierre (H. TAn, 1984, p. 131, a. 870), ha sempre suociteto perpiessirl per l'effinitI con quella degh Ansesrini, Angelo Antonio e it fipliu Nicole (1816-1851 ?). Si puo ' forse penoare ad tine forma abbreviate usate de quesr'ulrimo per distinguersi del padre, ma non esisrunu act uppi elemenri che to pusseno coafernsare (vedi note precedeate). 85 Rome, Archivio di Steno, Femiplia Castellani, Rep. 92, 1861; Rep. 98, 1890 ("n.42, eltere porterile cameo Mestini") e inoirre 1892 e 1897; Rep. 114, 1887 ("signor Masnini a saldo") 86 Roma, Anchivio di Stero, Famipha Castellani, Rep. 98, 1894, a. 32; 1902; 1904, n. 121 ("Fibula cameo Lena Pistrucci"); 1905, a. 169; Cata/ogo 1930, p. n. 230, ten. PiRziO BIROLI STEFANELLI 1989, I P. 24, a. 34, rev. 4 e. Per Benedetto Pistrucci: Piazio B/RoLl STEFANELLI 1989,1-Il con biblioprefie precedence; Dictionary ofAnt 24, 1996, p 887 U.G. POLLARD); PIRZIO BIR0LI STEIANELLi 2002e, pp. 222-227; PiRzlO BOR0LI STEFANELLi 2003, in perticolare, pp. 523-527, an. XI.1.10-XI.1.37. Un cammen di Pistrucci con it busro dell'ApoHo del Belvedere è a San Pietrohurgo, Ermirepe, già cull. Mallia U. KAGAN in "MacsrI di Rome" 2003, p. 525, a. X1.1.23). 87 PiRzio BiRoci STEIANELLI 1989, I, p 24, n. 35. Vedi note 14. 88 Per Giuseppe Giruasetti : da ultimo Dizionanio Biografico dry/i /taliasa. 56, 2001, PP. 599-601 (Pirziu Birch Srefaaelli) con bibi. precedeare; oi veda inoltre: Dictionary of Art., 12, 1996, p.738; PIRZIO B/ROLl STEFANELLI 2002e, PP. 208-221; Paezio BIR0LI STEFANELLI, 2003, PP. 528-530, an. XI. 1. 38-XI. 1.50. 89 Rome, Museo Nezionale Etrusco di Villa Giulia ,inv. 85211 , cm. 2,5 x 2(soiu it cernmeu; is spille cm.4) in onice a due strati, firmeto GIROMETTI (Rome, Archivio di Steno, Famiplia Castellani, Rep. 98 , 1902, ("a. 122. Fibula ceaseu Washington Girometti 300."), cache per gli eani 1903 e 1904. Un cemmeu con it nirnectu di Washington è cache nel Rep. 95(1866, a. 272). Di Giuseppe Girometri è auto cache on aitno cammeo con it bunco di Washington nipresu de queHo in nsermo di Raimondo Treateauve (1792-1832) (Rome, Isricuto Archeologico Germaaico, coil. Cades vol. 73, a. 869). L'esecuzioae del rirnarru del Presidenre ameniceno, non nicurderta in VIsr:ONni 1833, ma solo in GENNARELLI 1846, p. 153 deve coHocarsi rca quesre due date. 90 Rome, Archivio di Sceco, Feasiphe Castellani, Rep. 97 (Repistru dci bniilaari del Negoziu: 7 matzo 1868, 40 bnilleati cuarurnu fibula cameo Girometni 17; 10 ottobre 1874 20 briHanri cameo Giromerri 14) e Rep. 92. 91 Rums, Archinio - - di. Steno, Femiglie . Castellani, Rep. 92, 1882.

Gisielli con intagli e cammei. I Castellani e gli incisor nomani - Lucia Pirzio Birch Stefanelli

92 Roma, Archivio di Stato, Famiglia Castellani, Reg. 98 ' Roma, Archivio di State, Famiglia Castellani, Reg. 98, 1889 ("n. 36. Fibula cameo Girometti Amore 750"). Per la famiglia dell'incisore e i suoi rapporti con i Vannutelli si vecla R. R1C;HETTI, Ricore/i di an vecchio medico romano, in "L'Urbe", XXI, 1958, 5, p. 12. Della collezione Vannutelli esisreva on catalogo a stampa (Dattilioteca Vannate/liana) senza data , ma post 1845 net quale sono registrati molti cammei di Girometti, alcuni legati in nm e smalto, forse dai Castellani. 95 Roma, Archivio di Staro, Famiglia Castellani, Busta 201/1; Specimens of Greek. Etrasceon. Roman, Medieval and Cinque Cento Jewels from ens/sting originals 8y signor Castellani of Rome, London J. Davy and sons printers, 137 Long Acre ; etrisocan Style

Vii. Si riderse di identificare it Cerbara qui indicato con Giuseppe it pifi noto, per it quale non sensbrava necessario indicate it nome. (Dictionary of Art 6, 1996, pp. 341342; Saror K/inst/er/en/ken 17, 1997, p. 543-544 con bibl.). 96 I nomi the gui si indicano sono quelli rintracciati in on prima spoglio effettuato sui 2/3 dci documenti Famiglia Castellani. Non è esciuso quindi the in seguito se tie possaroo aggiungere altri. Alcuni sono nsenzionati una sola volta, ma questo non esclude the alcuni di loro p005ano essere ideritificati anche con Ic anonime diciture ' pagate all'incisore". Per Antonio Odelli e Giorgio Antonio Girardet vedi oltre. 97 Roma, Archivio di Stato, Famiglia Castellani, Rep. 35, 1834 (2 dicembre;"pagati all'incisore sip. Dies per 25 camei di conchiglia luigi 18 pari a 79.20"; 15 dicernbre; "pagati all'incisore Dies per an paio di pendenti di tamei in conchiglia"); Reg. 38, 1838 cit. alla nota 14. Per Giovanni Dies vedi nota 19. 98 Roma, Archivio di State, Famiglia Castellani, Rep. 30, 1829 ("117/8 pagati a Sirletti per 4 bottoni in conchiglia 2; 13/8 pagato alI'incisone Sirlenti per incisione di lettere 54"). Per i fnatelli Giovanni, Pietro, e Gaetano Sinletti; BULOARI II, 1859, pp. 415416. 99 Vecli nota 20. 100 Vedi nota 15. 101 Per Stefano Teoli dal quale viene compnato "on asticcio con dieci gran camei" (Rep. 38, 26 onnobne 1838); "Memorie Eosciclopediche Romane", 1808, p. 157. Per Vincenzo Tech (1759- ?) dal quale viene actluistato 11 26 apnile 1839 on cameo in zaffino rappresentante Napoleone (Rep. 39); BULGARI II, 1859, p. 461 (dal 1796 it 1813 in via Felice). 102 Roma, Anchivio di State, Famiglia Castellani, Reg. 29, c. 140; ritevuta di Pietro De Sands del 23 luglio 1847 per una pietra crisopnasio. Pietro de Santis o De Sanctis I ritordato anclse da Tambnoni net1814 (Rs000LPl-1 1982, p. 72). Per 11 fratello (?) Gnegorio Dc Santis (flora 14); Saun Kiinstleclexikon, 26, 2000, p. 306. lOs Roma, Arclsivio di Stato, Famiglia Castellani, Reg. 29, Copialettere, c. 114; "Ricevura dal sip. Fortunato Pin Castellani somma cli ocudi venticinque che siono per pzo cosi di accordo di on cameo a doe faccie di diaspro sanguigno at nsedesimo venduno chiamarsdomi finalmente contento e soddisfatto. In Fede 17 maggio 1847 Luigi Bochioli". 104 La fipura di Antonio Odelli, nato a Roma net1785 da Giovanni e Marianna Ciocci e morto net1874 (l'ultima registrazione del riome nell'archivio Castellani I del 1 gennaio 1869; Rep. 53), non è stata ancora ben delineara pun essenclo nod alcuni fondamencali elemenri biografici. E vincitore del 2° pnemio, nella prima classe delta Scuola del Nude, matzo 1803 (Roma, Accademia di s. Luca, Anchivio, Catalogs dci disegni del/a Seas/a del N//c/S (1754-1872), p 100, n. 582. La sua attivirà di incisore so svolge tna via Felice n. 143 (attuale via Sistina) e via Rasella, n. 145 (KELLER 1824, p 58; KELLeR 1830, p. 108; Artist/cal Directory 1856; A. CASTELLANI, "L'arce nell'indusnria" in Al onografia c/el/a Cittd di Roma / c/ella Camjsagna Romana, Roma 1881, 11, p. 410; Riol-IETTI [1952), p. 85; BULGARI II, 1959, p. 207; Piiszio BIRou STEIANELLI 1998, fig. 7). Il ouo nome figuna tra quelli degli incisoni generalmenne indicani quali autori di lavoni per la cliscussa collezione del pnincipe Poniarowski, ma manca la clocumenrazione else to confermi. Pantecipa all'Esposizione di Londra del 1862 con on cammeo in onice a sense strati rappresentante Le ore c/se condacono /1 car/s del Sole. Net 1864, in occasione della motto di Tonsmaso Saulini, / incanicaro di rerligene la stima dello studio the nisulta finmata da "Antonio Odelli, incisone di camel in duno, iota- glio ed altro. Negozio in via Rasella 145". 10) HAWKS Le Giucs 1841, p. 285. Gli altri incisoni, on numeno venamenre nsinimo rispetto a quelli arrivi in quell'anno e non cutti ma i pus eccellenri, sono oltre a Odelli; Giuseppe Cenbana e 11 figlio Nicola, Giuseppe Caputi, i fratelli Giovanni e Luigi Dies, Dolcini (fonse da idenrificare con on membno delta famiglia Dolce), Giuseppe Ginomerri, Giuseppe Neni e it figlio Paolo, Tommaso Saulini. 106 Roma, Anchivio di State, Famiglia Castellani, Regg. 22 (Castellani ha difficoltà a - farsi pagare "it conticino" nimasco in sospeso), 42, 45, 50, 67, 124. 10/ Roma, Anchivio di Staro, Famiglia Castellani, Fascicolo 5, dove sono clocumentate Ic questioni giridizianie di Fortunato Pio con it principe Doria Pansphilj (Vedi it saggio in caralogo di S. ALUi°i'f PENTINI). 108 Oltre at cannmeo in smenaldo alla fig. 4-23 (per it qriale vedi now 115), 51 ricondano 120



103

un piccolo cammeo(cm. 1, 5) in sanrionica con it busto dell' Italia trirrita(Roma, coil. Massimo Canafa Jacobini) e on cammeo in onice con Venere / Amore (Catalogs del/a 2° Biennale del/A rte Orafa. Breve it/n/tar/s del go's/el/s da/ Xi// a/ XIX s/co/s Roma, palazzo Braschi 1981, fig. XXXVIII). 109 Roma, Anchivio di State, Rep. 21, Copia/ettei'e (10 maggio 1834-1839), novembre 1835; 3 piugno 1834; 28 luglio, 4 agosco, 20 aposto, I settembre, 10 settensbne, 19 setrembre, 28 settembre 1835. Per it poco noto Gnegonio Dc Santis (o Dc Sanccis) (Roma 1785 - ?), fratello di Pietro dal quale Fontunaro Pio aveva acquisraro on cnisoprasio net luglui del 1847 (Rep. 29, c. 140); G.A. Gs;A'riANi, Memsrie Encic/spec//c/se Romane, IV, 1808, p. 157; BULGARI I, 1958,1). 400 (dal 1795 at 1824 nisiede in palazzo Borphese). Ii soo nome non compare plO nei repenronu dal 1824, cloveva essene gi/ a Firenze (vedi PiRzio BiRou STEI'ANELLI 1998). 110 Roma, Anchivio di State, Famiglia Castellani, Reg. 45; 7 febbraio 1846. 111 Roma, Anclsivio di Stato, Famiglia Castellani, Rep. 94, 1864 (Fibule; n. 190). 112 Roma, Anchivio di State, Farniplia Castellani, Rep. 94, 1864 (Arnsille; n. 66). 113 It netro del carnmeo (gi/ New York, coil. Esnsenian e Londra, S.J. Phillips) (Fig. 4-23) non / chiuso per consenmine Ia lettura dell'iscnizione; ODELLI F. ROM AN 188. La lettuna delta data non è centissima, / lascia iserplessi nato the la morme dell'incisore nisale at 1874. Pornebbe fonse crarnarsi di on aggiunna incisa rlalla vedova the ancona net1881 vendeva opene dell' indisone (A Handbook of Rome and its environs, London JOHN MURRAY 1881) (segnalazione di Michelle Hargrave). 114 Roma, Anclsivio di Snano, Farniglia Castellani, Rep. 98, anno 1904, is. 157; "Demma cameo racro Pnospenpina Oclelli 200"; probabilmenre; Catalogs 1930, p. 9, is. 53 (agoina), day. VI (immagine invenrica con it 279) 115 Roma, Anclsivio di Stato, Famiglia Castellani, Rep. 124, c. 210, 31 nsapgio 1858; "Debino a Mn Lainbeng per raismi pagaii per snio conto at sip. Oclelli 100."; c.2 15 "cnedito at P.pe Laitbeng else papo' a salnlo 100." Alrri pagansenri all'incisone Odelli" sono registnami netrn/se di apnile (c.36), oenrernbne e novembre del 1857. 116 Antonio Odelli è inn)icato in via Felice 143 rIo) 1813 oil 1830; in viz quanrno Fonrane 11 net1840; in via Rasella 45 dal 1856. 117 CAST5LLANI 1870, pp. 232-233 . E isnobabilnsenne la pietra , monrara in una fibula, regismrama nell"Invenmanio del Negozio" del 1866; Roma, Anchivio di Snato, Forniglia Castellani, Rep. 95, anno 1866, n. 295;7ibdila cameo zaffino via Appia". 118 Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, inv. 85496; I. CARl/SO in, S0UBiN1 MORETTI 2000, pp. 237-238, n. 218. 119 Roma, Arclsivio di Staro, Famiglia Castellani, Reg. 98 (1883 ss.).Pen l'esernplane in calcedonio; Catalogs 1930, p.15, cay. VII, n. 162; Sotheby's 1992, p. 14, n..39. 120 Firenze, Museo Archeologico, collezione grannlucale, hiv. 15444 (A. GnJLIANO, / cammci c/a//a cs//es/sloe oneel/cea del Muses Arc/seolsgico di Firenze, Roma 1989, pp. 244-245, n. 175 con bibliognafia). Impronce del carnrneo avevano arnlsia cincolazione gi/ a pantire nIalla fine del XVIII secolo (L. Piii,zio BIROLI Ssei'ANBLLi, La Co//ezione Peoo/ett/. Staooijoi in v/ti's per inip r000te di en/ag/i e caone/, I, Roma 2006, morno III, n. 181) 121 Roma, Museo Boncompagisi per Ic Atti Decorative, Fondo Ginarder. Si anridipano qui alcuni dami delta nicenna is torso dos panme di strove so quesmo fondo penvenuro allo Smamo net1997 per volere degli enecli della fznsiglia Girardet. 122 Per Giorgio Antonio Girandet (Roissa 1829- Rio de Janeiro l 892) e I figli Augusto Giorgio (Roma 1855-Rio tie Janeiro 1955) e Enrico (1861-1929); Dizionanis Bisgrafico c//p/i ita//ani 56, 2001, pis. 473-476 (L. Putzio B1RO0 S'neloANew) con bibliognafia precedenre connemma con i docuissenmi del Fonnlo Ginanclet. E inoltre; Puszio BiRou STEFANELLI 1997, pp. 51)9-516; Puczio BlRou STEFANELLI 2003 is. 533, n. XI.l.61-XI.1.62. Per to zaffino ton la baccaglia di Dogali; Piiszio BIRIOLI STEFANELLI 20028, pp. 354-356, figg. 24-27. Net 1889 Giorgio Antonio è incanicato nIl peniziane e diviclene in due lorti, " I camel, Ic pietre gnezze / gli altni opperri nelamlvi alto Sudio di cam/i" dell'iiscisore Luigi Sildilifli, motto net 1883. Alcuni carnrnei di quesro incisone con meste di Medusa, oppi pendumi ma docurnenmati da impronme, sono motto sirnili a carnmei per ora aisonimi con to stesso sopgetto, ad esenspio fig. 4.26). Vedi aosclse note 151-152. 125 Roma, Arclsivio di State, Fansiglia Castellani, Rep. 58, anni 1895 (mdc isiemne) e 1895. 124 Lettena del 25 loglio 1888 (Rep. 25, Copialetnene, 418). 125 Sull'anpomeosro; L. Piitzto BIROLT Ss'Evnn'sLLo, in Le s/s/ic di T/sorva/e/sen ne//ei glit/ica no//ic/na de/l'sttocento T/ssrvee/e/oeoo, leem/sienee, i//of/a/so, // no/to. Analerma Ronsana Institumi Danici, soplslernenmnim XVIII, 1991, pp. 91-99, figg. 1-7. Vedi nota 89. 126 Venhi anche isoma 64 e fig. 4-13. 127 Roma, Anclsivio di Snato, Famiglia Castellani, Reg.97; 28 ommobre 1865; "42 bniilanti fibula zaffino Italia 8418". In reooltl Ic nhifferenze net numeno dci hnillanti else nella spilIa del Cooper Hewitt sono 43 plO 21 per it castoise del camrneo, pocrebbe spiegamsi con it famto che I negistni fanebbenoo rifeninseisro a piP spille con Ia snessa nsoniratuna "a conchiglioo". It disegno / dararo 1898 con nina data snecedenre ,1879, cancellama con uis tramno di nsamima (Lascimo Alfredo Castellani at Mniseo Anmistico Inclnistniaie cli Roma, Album 1°/s c. 88r, in via di inventanio, Isituto Starale nl'Ante, Roma I oi cnona di M. Donami). Ii disegno delta montaruna niprende la confide delle fonmelle di Lorenzo Glsibenti (13781455) realizzame per it Bammismeno del Dnoorno di Firenze tna it 1403 e 111424.



104

12$ Piazin BIR0LI STEFANELLI, 2002b. Non è chiaro se fosse una conimissione Castellani (ma non ha Ia cloppia c incisa sulla pierra), o se fosse on' autonoma iniziativa dell'incisore che tuttavia non ha net sun repertorio altre incisioni analoghe. Vedi anche nota 122. 129 Vedi ad esempio: Reg. 67, 22 maczn 1850 ("Deakin, legato in oro uso etrusco un cameo in pietra duta Dante 25."); Reg.89 (1856); Reg. 94 (1864, n. 205); Reg. 93, 1863, 1864 (n. 338. "Fibula Cameo Dante e Musaico"; "Fibula cameo Dante"; Fibula Dantesca; Detta cameo Dante legatura mosaico"); Keg. 95 (1866:"Cameo Dante e Mcisaico"; "Atmilla Musaico Dante e gemma"); Reg. 142 (1896); Keg. 98: dal 1897 I tegistraca "Fibula zaffito inciso Dante 1000." che dal Kegiscro dei lavoranci cisulta moncata da Vitta. 170 E significative che i cammei con Ic glorie nazionali siano presenti negli anni mimediaramente antecedenti l'Unitl cl'Italia (ad esempin ii Tasso net1852; Michelangelo net1857). Tra gli Unmini Illustri dell'antichitl ricorre con freqoenza l'immagine di Omero. 171 Vedi braccialetco in om netMuseo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, inv. 85267. 132 VISCONTI 1833, in particolare p. 16, nota 6; GENNARELLI 1846, pp. 157-158. 177 Roma, Archivio di Stato, Famiglia Castellani, Keg. 94, Invencario 1864: "Armilla carnmeo Schiller". 134 Vedi nota 89. 135 Cammeo in calcedonin (cm.3,5 x 2, 8) monrarn in una spilla in oco con marchin Castellani (Roma, coil. Carafa Jacobini). L'opera deli'anonimo incisore è un po' approssimaciva e dura nei tratti (cfr. R. $1"JTTKOWER, Bernie! Is sci,Itorei'omieno del Baiacco. Milano 1990, p. 54). 176 Roma, Archivio di Stato, Famiglia Castellani, Reg. 86, 1850, n. 1492; Reg. 95, 1865, n.71. Per "una busta con 12 camei di pietra dora cappresentanti ii dodici cesari imperacoci momani sostenuci cia on piccolo trofeo docaco, a sopra on piedisrallo in malaghita, quali possono servire per no regain" vedi Famiglia Castellani, Keg. 22, Lettera di Fortcinaco Pin del 10 matzo 1838 indirizzata a Mons. A. Zoerner Petecsbocirg. 177 Roma, Arthivio di Stern, Famigiia Castellani, Reg. 85, Inventario negozin 31 maggin 1852," n. 2210: 2 cammei pierra dura Federico di Prussia e Voltaire 35-100." 178 Roma, Archivio di State, Famiglia Castellani, Keg. 98, 1902. 139 Vedi nota 73. 140 Roma, Archivio di Stato, Famiglia Castellani, Rag. 153, Loveri in gieje (1847); Reg. 29, c. 14 (3 febrajo 1847). 141 Roma, Archivio di State, Famiglis Castellani, Keg. 86, nn. 2001-2004. Gennain 1848, comprati 3 camei Pin IX; 1849 legato in oro cameo retratto del Papa 1850 spille con it Pontefite Pin IX (cammei?); 1850 4 spille cameo Pin IX con leccere in smalto; 1850 4 piccoli retratti di Pin IX; Fibula Pin IX cameo Piecra dura; 1854 ritrarri di Pin IX sia in pietra dora che in tonchiglis. 142 Roma, Archivin di State, Famiglia Castellani, Reg. 98, giogno 1904 (" n. 173. Fibula cameo Pin VII 200"). 147 Roma, Archivin di State, Famiglia Castellani, Keg. 91, 1859; Keg. 98, 1900 (Roma, Musen nazionale Etrosco di Villa Giulia, inn. 85255: CARUSO 2000, p. 223, n. 200).

Capita/a IV

144 Roma, Archivin di Stato, Famiglia Castellani, Keg. 83, 1841, 1843 ("cameo a clue faccie di diaspco sangoigno con la Vergine e it S. Salvatore", "cameo corniola a cicie faccie rappresentanre s. Salvatore e la vergine", "gran cameo pietra dcira rap.e it - Salvatore"). 142 Un soddisfacenre percorso cronologico è ancora premacorn, molti sono i dati ancora da confronrare e veriuitare nel vastissimo Archivin; tuttavia I possibile considerate certi alcuni elementi che possono costituire it ponco di parrenza per on'inclagine piii capillare. E opportuno tra l'altro verificate quanro i modelli delle montatcire siano ripetirivi nettempo, come è stato piii volte ribadico, n se qciesmo sia veto solo in pacte. Anche un'accciraca indagine clelle fonci e sncora msncanre e andrebbe intrapresa renendo presente soprattutco quello che per i Castellani era possibile vedere. 146 PJRzIo BIROLI STEFANELLI 2002 con bibliografis precedente. Si veda in particolare Roma - , Archivin di State, Famiglia Castellani, Keg. 196, Ricsrdi, fols. 602 is. 14i Ohre alla collana in catalogo (fig. 4. 33) fu realizzato tin esemplare simile, con laggiunta di pictoli balasci rectangolani negli elemenci else collegano i castoni ni'ali, orrenendo in qciesro caso tin effetto tricolore. II disegno (fig. 4.34) è in cina lettera di Acigosmo Castellani del 14 octobre 1889 indirizzacs at sig. Merck: "Egregin Sig. Merck! Roma 14 ottobre 1889! Ricordo benissimo l'oggetto the Ella clesiderava cdl quello qoi a piedi segnano. E composto daila collana, orecchini, corona d'alloro e fiholetta:il prezzo riscrecco ne I di lire icaliane diecimila (dico L. 10.000). Rests qoi at son POStO finn ails scia risposra e ringrazianclolo vivamente dells nsemocia che serbs clei miei lavori ho it piacere dirmi Suo Aff.mo Augusno Castellani.". Sotto at disegno dells coilana: "N. 12 camei smersidi, n. 10 transezzini con balssci a smalto nero e perle". (Rums, Archivin di Staco, Keg. 26, c. 86) 148 Roma, Archivio di State, Famiglis Castellani, Keg. 38 (16 gennamo 1839). 149 Roma, Archivio di State, Famiglis Castellani, Keg. 54 (1875: " 21 dicembre, per fibula cameo amacisca Principe di Piemonte + 500"; dicembre 1876:" Principe di Piemonte per fibula cameo occhio di gatto 1000"); Keg. 57 ("Dicembre 1887 S.M.il Re per giniello cameo topazin e brillanti 2000; per fibula cameo giacinno e zaffini 1000; per fibula cameo zaffmmn Flora 5000; 1888 S.M. it Re per medaglia cameo topsit zin e bnillanci 2500; 1890: S.M. Re fibula con conchiglis benilli e robino 4000); it Keg. 58 (27 apnile 1893, S. M. Re per one fibula cniangolo conchiglia e cameo sineraldo 3000); 28 dicembre 1895: Per tins fibula zaffimo cameo per S . M. it Re 2000 - insieme con una coppa d'argento"). 1)0 Roma, Archivio di Stain, Famiglia Castellani, Regg. 92 e 98 ad esempin. Dl A. JANOOLO, Ametiqesaria, Milano 1947, p. 191; Potzin BIROLI STEIANELLI 1997, p. 515, nuts 15, fig. a p. 513 . Ii lsvomo (alt. cm . 3,5), oggi percluto, I docomentaco da - on calco in gesso consemvamo net Fondo Girsrclet. 1)2 Roma, Mosen Nazionsie Etrosco di Villa Giulia, inn. $5326: Roves Capitale 1870 1911. 1 placeri e gioriei: la moda, cacalogo dells momma, Rums 1970, p. 64 (emmoneamence nirencito di avonin); M.C. MOLINARI in SGoBmNm MORETTI 2000, p. 232, n. 212. Si veda anche: Roma, Archivin di Snano, Fsmigiia Castellani, Keg. 98, lievcietareo dells studio di oreficeriue. 30 giogno 1903: "cagliscamce cameo La Regina 300; 30 giogoo 1904: tagliacarte bcisco Regina Marghenica 300". Us MONTANI 1928, fig. a P. 214.

Gioielli COfl intagli e cammei, I Castellani e gli znczsore roman, Lucia Pirzio Birch Stefanelli

ABBREVIAZIONI Areistical Directory 1856

BRAwcAOORO 1834 BULOARI 1958-1859 CARUSO 1999

CARUSO 2000 CASTELLANI 1862 CASTELLANI 1862 CASTELLANI 1870 CATAL000 1930

Dr. TOURNON 1 85 5

DPI

FONTENAY 1887 GENNARELLI 1846

GiULIANO 197)) HAWKS LE Gisics 1841 KELLER DC 1824; 1830

MONTAN/ 192$ MUNN 1984 PIRZIO BIROLI STEFANELLI

1989

Piitzio B/RoLl STEFANELLI 1990

Artistical Directory (or G,eide to the Studios of italian and foreign painters and sculptors resident in Rome to which are added the principal ,nooaicists a;is shell-engravers Rome 1856 G. BRANCADORO, Notizie riguardanti Ic Accademie di ocienze, ed arti elootenti in Rona.... Roma 1834 G.C. BULOARI, Argentieri. Gemmari e Orafi cl'ltalia. I, Romeo. III, Roma 1958-1859 1. CARUSO, II gioiello dci Castellani: autenticitel, falsuficazioni, nelaborazioni archeologiche. in L. LENTI-D. LisciA BEMPORAD, (a cura di) Gioielli in italia. Tradizione e novitd del gioiello italian, dal XVI al XX secolo. Atti del II Convegno Nazionale (Vislenza 3-4 ottobre 1998), Venezia 1999, pp . 99-107 I. CARUSO, Le oreficerie ottocentesche. in SOUBINI MORE1TI 2000, pp. 210-232 A. CASTELLANT (Alessandro), Antiejaejeu'ellery and its Revival. London 1862 A. CASTELLANI, Discorso clelloreficeiSa antica. Firenze 1862 A. CASTELLANI, Delle gemme. Firenze 1870 Catalogs clegli oggetti in ore, gem/ne, cammei. appartenu/ti al elefuinto coil/i/u. Alessandro Castelleuni, Rome, P.c P. Santameria, 15-18 dicembre 1930 P.C. Do TOURNON, Etudes Statisticjuies s/il Rome et la Jialtie occidentale des Itats romaulil. I-IT, Paris 1855 Duzionario Biografico degli ltaliani (21, 1978 ad vocem Castella ni famiglia (G. Bordenache Battaglia-.C.G. Monsagrati, M.G. Gejo, pp. 590-605) F. FONTENAY, Les hujouux anci ens et modernes. Paris 1887 A. GENNARELLI, Le gel//lice incise dal can Giuuseppe Girometti, in "It Saggiarore. Giornale Romano di Stone, Belle Arti e Lettere", III, 1846, pp.152-165 A. GIULIANO, Antonio Pazzaglia incisore gensvese. in "Paragone Arte, 241, 1970, pp. 51-63, figg.55-63. HAWKS Le GRICE, Walks Through the Stuidii of the Sculptors at Rome I-TI. Rome 1841. B. KELLER 05 Elenco di tuutti i Pittori. Sc,,Itori, Architetti miniatsi-i invci.lori in gel//me / in rauiie scudtori in metallo e ))iosaicisti aggiuln0 gli icalpellini, pietrari, perlari ed altri artefici.... Rome 1824, 183)) C. MONTANI, Auugusto Castellani orafo roll/eons, in "Capitolium", 1928, pp. 209-222 G .C. MUNN, Castellani and Giuuliano, Revivalist Jewellers of the nineteenth Centai-y. London 1984 L. PIRZIO B/ROLl STEFANELLI, I nuoclelli in c/la di Benedetto Pi.itr,ucci, Roma, Museo delta Zecca, Monografia del "Bollettino cli numismatica", I, II, 1, Rome 1989 L. PIRzIO BIROLT STEIANELLT, Una raccolta per collezionisti, in "It tesoro di via Alessandrina", catalogo delta mosrra Rome 1990, PP 33-75

MOSTRE "Les Etrusques er ['Europe", caralogo delta mostra, Paris, Galerie Nationale du Grand Palais, Paris-Milano 1992 "Artemisia", caralogo delta mostre, Rome 1992 "It Museo di Rome racconta Ia circa", catalogo delta mostre, Rome, Palazzo Breschi, Rome 2002 "Maesrà di Rome da Napoleone all'Unità cI'Itelia", catalogo delta mostra, Roma, Gellerie Nazionale d'Artc- Moderna, Milano 2003 "Elisabeth", The Exhibition at the National Maritime Museum, London 2003



105

Puszio BIROLT STEFANELLI L. PIRzIO BTROLI STEFANELLT, Nicola iVlsi'elli incisol'e ill pietre 1992 dare. accaclemico di s. Luuca. Virtuoso del Pantheon, in "Bollertino del Musei Comunali di Rome", n.s., VI, 1992, pp. 63-76, figg. 1- 11 PiRzJO BIROLI STEFANELLT L. PTRzIO BIROLT STEFANELLI, Una raccolta di "solfi' del iWu.ieo Boncooipagnu, in "Bollettino dci Musei Comunali di Rome", ns, 1993 VII, 1993, pp. 128-136, figg.1-5 PiRziO B/ROLl STEFANELLI L. PlRzlo BTROLI STEFANELL1. Collezionisti e incisori dipietre eluure 1996 a Roocci eel XV1IJ e XIX secolo. Alcane considei-azioni, in "Zeitschrift fur Kunstgeschichte, 2, 1996, PP. 183-197, figg. 1-15 PTRzTO BTROLT STEFANELLI L. PlRziO BIROLI STEFANELLI, Cammei per Casa Savoia: i ritratti 1997 di Giorgio Antonio Girardet, in "Screnna clei Romenisti", LVIII, 1997, pp.509-516 Piiszio BIROLJ STEFANELLI L. Pnez;o BHEOLT STEFANELLI, Del cammes e dell incisione in pietre dare e tenere nella I?omcu del XIX secolo, in "Arte e Artigienaro 1998 nella Rome di Belli", erri del convegno, Fondazione Besso, Roma 1998, PP 13-30, ligg. 1-9 PiRzlo BIROLI STEFANELLI L. PIRZTO BIR0LO STEFANEI.LI,Opere di Gia.leppe e Pietro Gii'snuetti. 2002a Zvlodelli in cel'a di Benedetto. Elena e Maria Elisa Piotruucci, in "II Museo di Rome recconta La Città", catalogo delta mostre, Rome 2002, pp. 208-227 PIRZTO BTR0u STEFANELLI L. PTRZIO BntoL/ STEFANELLI, Dogalijanuun'y 1887. An engraved 2002b sapphire by Giorgio Antonio Girardet for a Castellani Brooch, in "The Burlington Magazine", June 2002, pp. 354-356, figg. 24-27 Piszio BIROLT STEFANELLI L. PHCzIO BIROLI STEFANeLLI, Glittica, meelagli.itica. oreficei'ia. 2003 Artisti-artigiani per [Europa, in "Meestà di Rome de Napoleone all'Unità d'Itelie", catelogo delta nsosrre, Milano 2003, RIOHETTT [1952] ROLLETT 1874 RiJnos 1991

RUDOLPH 1982 SCARTSBRICK 1995 SOUSINI MORETTT 2000 TAIT 1984

VISCONTI 1833

VT.AD BORRELLI 1992

pp.517-537 R. Rioi-ierxi, Incisoni cli yell/Il/eec/ill/i/I/i/i Roma, Rome [1952) H. ROLJ_ETT, Die di'ei Master der Gemmoglyptic. Sutrgarr 1874 J. RUDOE, Alessandro Castellani Letters to Henry Layeui'd: Extracts concerning the 1862 International Exhibition in London and the Revival of Granulation, in "Jewellery Studies", 5, 1991, Pp. 107-119, figg. 1-10 S. Ruoou'i-i, Giucseppe Tanubroni / lo Stats cIt/Ic Belle Anti in Rsnua nel 1814. Rome 1982 D. SCARISBRICK, Chaucmet, Paris 1995 A.M. SGUBTNT MO//CUrl (a cure di), La collezione Aucgeato Caste/lam, Rome 2000 H. TAT- F (ed.), The Art of the Jeweller A catalogue of the 1-/ui/I Grandy Gift to the British Aluiseuum: Jewel/erg. Engraved Genus dull/I Goldsmiths' Work, by C. Gere, J . Rudoe, H. Tait, T. Wilson, III, London 1984 P.E. VISCONTI, Notizia c/dIe 01/el-c deII'incissre in pietre c/are eel in coni Cciv. Giuseppe Gil'ometti. Rome 1833 L. VLAD BORRELLI, Fauux, pastiches, imitation,, in "Leo Etrusques et l'Europe", Paris 1992, pp. 432-439

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Fig. 5-1. Disegno attribuito a Michelangelo Ceetani. Tre fibule tonde con serpe ed iscrizione: LATET ANGUIS IN ERBA, penna inchiostro, matita. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artisticolndustriale di Roma. Istituto Statale d'Arte Roma 1; inv. 10/15, album II, p. 32v/n.

CAPITOLO

V

ATTIVITA NELLA BOTTEGA DEGLI ORAFI CASTELLANI. MODELLI, STRUMENTI E DISEGNI INEDITI MAURIZIO DONATI 11 lascito Alfredo Castellani al Regio Museo Artistico Industriale di Roma

el 1929 Alfredo Castellani scrisse ii suo testaN mento ed in esso voile affettivamente ricordare ii Regio Museo Artistico Industriale di Roma, delta cui fondazione suo padre Augusto unitamente allo zio Alessandro fu uno del promotori; voile documentare nello stesso tempo anche i'aspetto tecnico della loro attività e mantenere alto it nome delta famiglia, che sempre fu prodiga di doni e cure verso questa istituzione, clonando tutta una serie di oggetti e due premi in denaro per i migliori aihevi deile scuole di oreficeria. Gli oggetti comprendevano caichi di monete, impronte gemmarie, disegni di merletti, modelli in cera per oreficerie, vane fotografie, iavori "tarziati", strumenti e disegni delta bottega Castellani, nonch6 le copie delta "Lettiga Romana" e del "Bisellium" in "bronzo tarziato cI'argento e di rame" con le quail ottenne la medagiia d'argento all'Esposizione Universale di Parigi net 1878. Ii lascito di Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriaie (M.A.I.) andè perà net tempo smembrato tra le componenti dell'Istituzione ed in poco phi di venti anni se ne dovette perdere la connotazione se alcune cose, come la Lettiga ed it "Biseihum", dopo la "soppresslone" del M.A.I" 2 , net 1956, finirono consegnati al Museo delta Civiltà Romana, insieme al caichi in gesso e ad alcuni busti in marmo; altri reperti finirono a Palazzo Barberini; alcune cose rimasero nella struttura scoiastica, come gli strumenti, anonimi, ormai tutti arrugginiti e irriconoscibili, ed i disegni che andarono dispersi3 . Fu net 1978 che chi scrive individuà e recuperh in un magazzino, durante una ricognizione inventariale del beni delta scuoia, quattro album e due cartelle di fogli scioiti fuori inventario, appartenenti al lascito suddetto, e pore cosi, come già gli strumenti 4 , salvaguardarli da ulteriori danni deii'incuria. La notizia del ritrovamento del disegni e degii strumenti è pubblicata negli atti del Convegno Nazionale di Grottaferrata (1978) "Archivi Bibhoteche ed Editoria Libraria per la formazione delta Società Itaiiana" 5 . Un breve cenno occorre fare sulia tipologia degli strumenti delta bottega Castellani provenienti dal 'iascito',

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Fig. 5-2. Vecchie schede per 1' esposizione nel Museo Arristico Inclustriale (ca. 1880). Ii cartellino superiore n. 179 riporta: "impronte in gesso tratte dai gioielli del/a Collezione Campana ed altre vetrine sei.....; già lasciro Alfredo Castellani al Museo Arristico Industriale di Roma. Istituto Starale d'Arte Roma 1; inv. 10/18, "fogli sciolti"cartella A, busta 11, fasc. C/295.

strumenti per la maggior parte restaurati e catalogati, di cui una esemplificazione verrà pubbiicata in questo saggio. Riassumo qui di seguito le 12 tipologie Punzoni con codoio - punzoni a matteiio - godtoni - matrici femmine - punzoni senza codoio - mattici incise - coni conI/matrici - ferri da trancia, maschio - ferri da trancia, fernmina - ceselli - vane (figg. 5-8, 5-9, 5-10, 5-11). I punzoni con codolo sono strumenti in acciaio temprato, eiaborati con vane tecniche: tornitura, limatura e soprattutto i'opera deil'incisore. Questo strumento viene utiiizzato ogni volta che si vuole ottenere una matrice, si usa dopo la 'tempra' mediante la spinra di un bilanciere a vite. Lo strumento è in assoluto ii modello originate, che serve per im-

108



Capitols V

( Al

Fig. 5-3. Copia del Iiselliz/m di Alfredo Castellani. Focografia inedita di Ludovico Tuminello, datara a matita "1878"; già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Istiruto Statale d'Arte Roma 1; inv. 10/14, album I, p. 45r.

Fig. 5-4. Modello in creta per una targa commemorativa in onore di Alessandro Castellani. Concorso didattico eseguito nelle scuole del M.A.I., ca.1893-99, so commissione della figlia di Alessandro, Bice Castellani. Istituto Statale d'Arte Roma 1. Già M.A.I., archivio fotografico, in 3/3 album 762/b, n.101. Inedita.

primere a freddo la sua impronta su un tassello di acciaio: la matrice (femmina), la quale, dopo la tempra, è pronta per stampare la foglia di oro mediante una 'pasticca' di rame, spinta dal verso. Ottenuta cos! metà figura, ritagliando ii bordo della parte eccedente con due altri strumenti denominati fern cia trancia (femmina e maschio, quest'ultimo con codolo), saldando a coppia le due valve stampate e tranciate, si costruisce ii modello intero che si vuole ottenere.

Anche i punzoni senza codolo si usano come lo strumento con ii codolo menzionato, sempre con l'ausilio del bilanciere.

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Fig. 5-5. Punzone con codolo per una delle due matrici "testa di serpe", per l'ago crinale a caduceo nella fig. 5-6. Botrega Augusto Castellani. Acciaio. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Isrituto Statale d'Arte Roma 1; inv. 9, gruppo IX , scheda 439, PC/241. Inedito, resraurato. Catalogs n. 21.

I Punzoni a martello sono strumenti piii sbrigativi e, a giudicare da quelli rinvenuti, sono adatti per oggetti di dimensioni maggiori e meno dettagliati, usabili come dice ii termine con l'ausilio di un martello su incudine, poggiando ii lavoro su un piano, a guisa di contro-stampo, la csd. "pizza

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Fig. 5-6. Punzone con codolo, usato per aquila araldiCa. Bottega Augusto Castellani. Acciaio. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Istituto Statale d'Arte Roma 1; inv. 9, gruppo XIX , scheda 863, PC/506. Inedito, restaurato.

Fig. 5-7. Matrice e punzone con codolo, usari per pendenri a forma d'anfora. Borrega Augusto Castellani. Acciaio. Già lasciro Alfredo Castellani al Museo Arrisrico Industriale di Roma. Istituto Statale d'Arte Roma 1; inv. 9, gruppo II (punzone), scheda 119, PC/45; scheda 301, gruppo A (matriCe) MF/6. Inediri, restautati. Catalogs a. 86.

Attivitd ne/la bottega degli omaji Castellani. Mode/li, stri/menti e disrgni inediti - Maurizio Donati

di piombo" o di rame o di legno, meno sovente di acciaio, dal momento che non sono state trovate matrici di quest'ultimo metallo tra gli strumenti Castellani. I godroni sono strumenti di acciaio a forma di rotelle con diametro di pochi centimetri, piii o meno larghi; costituiti da due matrici dello stesso disegno: di cui una parte positiva ed un'altra negativa, da montare su una macchinetta speciale girevole, tipo laminatojo o 'laminoir'; agli strumenti si interpone una lastrina o un fib d'oro, ottenendo cosI lo Stampaggio del disegno voluto. Questo strumento fu usato soprattutto all'epoca di Fortunato Pio Castellani. Le matrici incise sono strumenti di acciaio temprato, per solito di forma rettangolare, sulla cui superficie sono state incisi ad acido o con ii bulino o con altri metodi a stampa o a cesello disegni con motivi decorativi, per la maggior parte di tipo floreale con volute, utilizzati per stampare parti di fibbie, di scatole, tabacchiere, ecc. (fig. 5-15). I conI o matrici-conI sono strumenti di acciaio per coniare medaglie, simboli cavallereschi, scritte, stemmi, ecc. ed il loro lavoro è eseguito esciusivamente al bilanciere; alcuni sono protetti da 'anelli di tenuta' in ferro per evitare torture o 'cricche' durante la battuta (fig. 5-10). I ceselli sono strumenti di varia forma e dimensione, ricavati da barrette di acciaio, molto utili all' orafo e al cesellatore nonché all'incisore per sbalzare o rifinite particolari lavori d'oro e d'argento, ma anche per rifinire altri strumenti di acciaio per un uso che non comporta asportazione di metallo. Al gruppo 'vane' sono stati registrati tutti quegli strumenti particolari che non trovano corrispondenze, per tipologie e per materiali usati, con quelli elencati di sopra. Occorre ancora osservare che gli strumenti non producevano oggetti interi finiti, ma solo porzioni di oggetti, che as-



Fig. 5-10. Spillone per capelli a forma di caduceo. Bottega Augusto Castellani. Oro ed avorio. Cooper-Hewitt, National Design Museum, Smithsoniam Institution, New York, Museum. Acquisito dal Museo tramite diverse donazioni effettuate in memoria di Annie Schermerhorn Kane e Susan Dwight Bliss, 1969-40-83 photo Matt Flynn.

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Fig. 5-8. Serie di scrumenti: punzone, macrice, trancia maschio e femmina, per un braccio di Croce di Ordine Cavalleresco. Bottega Fortunato Pin Castellani. Acciaio. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artisrico Industriale di Roma. Istiruro Statale d'Arte Roma 1; inv. 9, nell'ordine, da sinistra: scheda 1000, PC/589 (punzone); scheda 1051, MF/134 (marrice); scheda 1054, TMC/66 (trancia maschio); scheda 1020, TF/5 (trancia femmina). Inediri, resrauraci.

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Fig. 5-9. Vane matrici incise e cool per Croci di Ordini Cavallereschi. Botrega Fortunato Pin Castellani. Acciaio. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Arristico Industriale di Roma. Istituto Starale d'Arte Rome 1; inv. 9, schede dal n. 961 al n.970, da C/24 a C/33. Joedin, resraurati.

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Fig. 5-11. Vari strumenti incisi per tranciare (fustelle). Bottega Auguste,

Fig. 5-12. Attribuito ad Alessandro Castellani. Disegni per oreccliini. Marira.

Castellani. Acciaio. mascherine di rame e ottone. C-ia lascito Alfredo Castellani

Già lasciro Alfredo Castellani al Museo Arrisrico Industriale di Roma. Istituto

al Museo Artistico Industriale di Roma. Istituto Starale d'Arte Roma 1; inv. 9,

Starale d'Arte Roma 1; inv. io, scheda 164/16, Album III, p. 34r, nn. 57, 58,

schede da 1016 a 1031, da TF/1 a TF/16. Inediti, resraurari.

59,60 Inediti.Catalogo a. 16 (Album).

Fig. 5-13. Atrribuito ad Alessandro Castellani. Disegno per diadema floreale con

Fig. 5-14. Arrribuito ad Alessandro Castellani. Demi-clisegno per fibbia da cm-

petrine a nove spilli. Matira con chiaroscuro. Già lascito Alfredo Castellani al

tura, con zona risparmiara. Marira. Già lascito Alfredo Castellani al Museo

Museo Arristico Indusrriale di Roma. Istituto Starale dArre Roma 1; inv. io,

Artisrico Industriale di Roma. Isriruto Statale d'Arte Roma 1; i. lOi, scheda

scheda 64/16, Album III, p. 78r, n.103. Inedito. Catalogo a. 16 (Album).

164/16, Album III, p. dr, n.17. medico. Cata/ogo 22. 16 (Album).

Attivitd ne/la bottega degli orafi Castellani, Mode/li. striementi e disegni incditi - Maurizio Donari



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Fig. 5-15. Matrici a rassello incise per la fibbia da cinrura della figura 5-14. Bottega Augusto Castellani. Acciaio. Già lasciro Alfredo Castellani a! Museo Artistico Indusrriale di Roma. Isriruto Statale d'Arre Roma 1; inv. 9, cheda 94, MT/9 ( a sinistra); scheda 18, MT/13 (al centro); scheda 93, MT/S (a destra); gruppi Jell /MT. Inedite, restaurate. Catalogo nn. 17, 18. 19.

Fig. 5-16. Attribuito ad Alessandro Castellani. Schizzo di un Viburnum tin//s. Marita, iscrizione in inchiostro: "Viburnie,m Tinejes". Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Isriruro Statale d'Arte Roma 1; inv. 10, scheda 164/16, Album III, P. 22r, n. 47. Inedito. Cata/ogo n. 16 (Albion).

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Fig. 5-17. Attrihuito ad Alessandro Castellani. Disegno per on braccialetto con motivi a festoni. Matira. Già lasciro Alfredo Castellani a! Moser, Artistico Industriale di Roma. Istiruro Srarale dArre Roma 1; inv. io, scheda 164/16, Album III, p. SOt, n. 76. Inediro. Catalogs n. 16 (Album).

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Capitolo V

eseguiti neila bottega, per esempio quelli usati nella esecuzione di onorificenze cavalleresche e decorazioni nobiliari. Aitri strumenti furono eseguiti per poter proclurre parti di oggetti i cui disegni si rinvengono negli album e che sono stati disegnati da Michelangelo Caetani, da Alessandro Castellani, da Augusto Castellani, da Alfredo Castellani e occasionaimente da aitri disegnatori. Alcuni strumenti si riconnettono a modelli tratti da oggetti d'arte medievale e rinascimentale; aitri furono costruiti per elaborate parti di oreficerie ispirate alle Coilezioni (esempio figure muliebri ispirate aile antefisse, anforette sul modello greco-etrusco, finali di coliane o bracciali. In merito al 'lascito", rimane da dire del materiale fotografico confluito dopo ii 1930 neil'archivio fotografico del M.A.U. Le foto Castellani individuate nelfondo sono per la maggior parte di argomento vatic, oltre naturaimente quelle con soggetti che ci rimandano agli interessi, alle persone, aile cose cui furono legati i Castellani: ricordi con dediche7 lavori di Alfredo, ricordi di Augusto, aicuni di carattere archeologico, moito interessanti anche se di modesta consistenza numerica (fig. 5-39). Ii Taccuino III Fig. 5-18. Punzone con codolo, usato per le maglie del bracciale. Bottega Augusro Castellani, fig. 5-17. Acciaio. Gib lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Indusrriale di Roma. Istiruto Statale d'Arte Roma 1; inv. 9, scheda 422, gruppo VIII, PC/ 224. Inedito, restaurato. Catalogs 72. 20.

semblate insieme venivano saldate, elaborate e rifinite a mano per poi essere decorate in varl modi. Questi strumenti trovano evidenti riscontri con oggetti

Tra gli album del 'Lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma, una particolare attenzione va riservata al Taccuino III. E questo il pih piccolo del quattro album recuperati da chi scrive nel 19782; il testatore, Alfredo Castellani voile che tra ii materiale legato allo Stato si conservasse anche l'aspetto tecnico-artistico della bottega Castellani, oltre quello archivistico. Fu unanimemente riconosciuto un merito tutto di Alfredo 9 , quello di salvaguardare e

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Fig. 5-19. Attribuito ad Alessandro Castellani. Disegno per diadema floreale a tralcio. Matita. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Indusrriale di Roma. Istituto Statale dAme Roma 1; inv. io, scheda 164/16, Album III, p. 77v, n. 102. Inedito. Catalogo n. 16 (Album).

Attivitd neZ/a bottega clegli orafi Castellani. Zvlodelli, strumenti e disegni inediti - Maurizio Donati

Fig. 5-20. Arrribuito ad Alessandro Castellani. Disegno per un braccialetto con serpi. Macira. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Isriruro Statale d'Arre Roma 1; mv. 10, scheda 164/16, Album III, p. 71v, n. 98. Inecliro. Catalogs n. 16 (Album).

donare allo Stato Italiano le Collezioni paterne come quella archeologica, unitamente all'altra di oreficeria moderna, ceduta quest'ultima al solo prezzo d'inventario; collezioni che



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dovevano denominarsi, cos! la convenzione Paribeni (art. III,b): "Collezione Augusto Castellani". Ne dimenticô, Alfredo, di tutelare anche quella testimonianza preziosa che sono i sette libri di autografi confluiti a Villa Giulia, né ii materiale librario della 'libreria Castellani' passati nella Biblioteca di Palazzo Venezia". Tornando al disegni ed in particolate al Taccuino III, dico subito, come credo di poter dimostrare nel cata1ogo' che verrà pubblicato a parte, che la maggior parte di questi disegni eseguiti a matita sono opera di Alessandro Castellani e che esso raccoglie disegni di un particolare periodo durato cinque anni, che va dal momentaneo affidamento di Alessandro alle cure delta famiglia per i postumi di un' alienazione mentale (1857)2 fino alla permanenza in Francia durante l'esilio (1862). Ii taccuino di 85 pagine numerate raccoglie 121 tra disegni schizzi e due piccole incisioni calcografiche; si rivela come un taccuino di studio e non riporta alcuna data a differenza degli altri tre album Castellani. Un oggetto in particolare deve aver stimolato la matita di Alessandro: l'orecchino, di cui ha disegnato ben ventiquattro modelli, seguito a distanza dal diademi, dalle collane, dalle broches e dal bracciali. Ora volendo esporre una scelta di disegni, trovo significativi i Seguenti modelli elencati, rintracciabili dal relativi numerl di catalogo in nota. La Fibbia per cintura13 Appartenente alla moda del periodo Romantico-Aristocratico (1822-1835)'; il modello veniva eseguito per stampaggio con quattro strumenti distinti, che sono stati individuati nella serie delle "matrici incise" (figg. 5-14, 5-15).

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Fig. 5-2 1. Srrumenri usari per un bracciale con serpi. Botrega Augusto Castellani. Acciaio. Già lasciro Alfredo Castellani al Museo Arristico Induscriale di Roma. Isriruro Srarale d'Arre Roma 1; inv. 9, scheda 678, P121; scheda 677, P/20; scheda 679, P/22; scheda 680, P/23; punzoni senza codolo gruppo I/P. Inediri, resraurari.

Fig. 5-22. Braccialerro a serpenre con granulazione. Disegnaro da Michelangelo Caetani; eseguiro nella borrega di Augusro Castellani. Oro, rubini, smeraldi. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, inv. 85279. Cata/ogo n. 4.

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Capitolo V

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Fig. 5-23. Actribuito ad Alessandro Castellani. Disegno per una forchetta e cucchiaio. Matita. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Isriruro Statale d'Arte Roma 1; inv. 10, scheda 164/16, Album III, p. 43v, n. 69 (sotto), n. 70 (septa), Inedito. Catalogs n. 16 (Album),

Fig. 5-24. Lucido di disegni per campanelli, Ca. 1S44-46. Matira. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artisrico Industriale di Roma. Istituro Sratale cl'Arte Roma 1; inv. io, scheda 162/14, album I, p. 22v/ B,C. Inediti.

A Parigi Alessandro ebbe modo di esser presentato all'Imperatore e net taccuino sono evidenti due lavori: la Corona per una moneta romana imperiale' 5 e la fibula ottagonale, sfaccettata come una pietra preziosa, con aquila in capo, coroncina civica e la scritta interna all'ovale: Napoleone16. Non mancano net taccuino modelli d'ispirazione floreale; ne sono testimonianza quattro distinti esempi di fiori come it "Virburnium Tinus" 7 con la scritta ad inchiostro; ii fiore, ripreso come si presenta in natura, ci ricorda diversi modelli utilizzati nella gioielleria di Fortunato Pio (fig. 5-16).

za con lo strumento (punzone con codolo) per la costruzione delia relativa magiia24. Sembrano aderire pfli at periodo Romantico invece i seguenti modelli: Diadema a tralcio, matita, (i. 102/111); ricco gioiello formato cia due tralci con elementi vegetali e gemmati; lo schema è identico ad altri quattro disegni presenti net taccuino25; due linee continue sinuose Si intrecciano sviluppando una ser di foglie di vite e di mirto; ogni tralcio ha i suoi frutti, che saranno realizzati in pietre preziose, come del resto le foglie su cui verranno inseriti i diamanti. It diadema per essere indossato poggia alla base su una fascia, in aitri modelli incisa o cesellata (fig. 5-19). L'Armilla a teste si serpe, il disegno, (99/I11) che chiude questa breve rassegna, dovrebbe essere quello citato in una lettera di Michelangelo Caetani ad Alessandro Castellani a Parigi (inglio- agosto 1860): "... Mi ha poi fatto effetto mo/to pih accette-

La posata d'argento L'argenteria del negozio era aiquanto eterogenea, come si nota sfogliando gli inventari della bottega°; it Castellani, sempre attento alla ricerca di modelli nuovi, aveva corrispondenza con ditte inglesi e tra i suoi libri figuravano repertori di modelli per le argenterie, quindi anche modelli stranieri adlizzati almeno net primo periodo delta sua attività'°. E' noto anche che Fortunato Pio Castellani ordinè servizi di posate d'argento in Birmingham 2" e che net giugno del 1835, approfittando della visita del duca Caetani a Londra, si informà su alcuni modelli di "bilanciere" per stampare in Roma le posate, naturalmente con maggiore profitto2l. Fanno eccezione le posate a pag. 43 v deii'album 11122, 1 cui modello ricorda ii noto modello inglese (King's pattern )23, ma modificato e reso pid elegante dal disegno di Alessandro (fig. 5-23). Lo stile del "Nuovo Rococà" (18351870, H. Hansen) deve aver ispirato Alessandro per ii disegno di clue bracciali tra cui it seguente: Bracciale gemmato con maglia a festone, di cui è presente un analogo clisegno a pag. 50 del taccuino, trova corrisponden-

vole l'altro disegno suo di pizi cose da lei ricavate da variefonti, e soprattutto i a tutti piaciuto l'orecchino che ha la romboide pendente nel mezzo ai due pentacoli sottili e l'armilla con le due teste di serpenti. Credo che ne avrâ tosto l'esecuzione fatta con mo/ta cura da suo fratello 1126. L'armilla fu poi effettivamente realizzata come ci viene

attestato dagli strumenti; non si conoscono i risultati finali, ma non dovrebbero essere motto dissimili dal bracciale a teste di serpe eseguito in quegli anni su disegno analogo del Caetani, presente nella Collezione moderna Augusto Castellani27. Disegnatori esterni Uno del primi disegnatori per Fortunato Pio Castellani fu Augusto Zwerner 20 orafo, gioielliere e disegnatore di S. Pietroburgo Figura presso ii Castellani dal 1830 al 1833 ed

Attivitd ne/la hottega degli era/i Castellani. 151 ode/li, stramenti e disegni ineditz - Maurizio Donati

in seguito è presente nella corrispondenza da Parigi e da 'Peaprile 1838). Fortunato Pio Castellani net 1836 scrive a Zwerner a San Pietroburgo, accusando ricevuta di certi disegni eseguiti e chiede altri disegni per un cliadema 29 . I disegni a lui attribuibili (non firmati) rivelano una costante stilistica, una mano sicura nel tratto e nel chiaroscuro ed una conoscenza dell'arte orafa non comune. Probabilmente sono suoi i disegni del fondo Borghese nell'Archivio Segreto Vaticano ed alcuni presenti negli album Castellani, considerando, per l'attribuzione, anche it periodo net quale furono eseguiti30. Michelangelo Caetani (Roma 20 marzo 1804- ivi 12 dicembre 1882); è quasi il "deus ex machina", soprattutto per le numerose idee e per i consigli preziosi e la grande collaborazione data al Castellani dopo ii 1850. Sono suoi i disegni conservati presso la Fondazione Caetani a Roma, i numerosi modelli negli album di disegni del lascito Castellani, le descrizioni e i consigli negli epistolari tanto nell'Archivio di Stato in Roma quanto net carteggio con Alessandro Castellani, quest'ultimo conservato nella Fondazione Caetani. Un altro disegnatore fu Carlo Ansorge, maestro orefice, tedesco, nato a Berlino. Lavorante per Fortunato Pio Castellani dal 1842 al 1859 c.; patentato maestro net 1854, fu console degli orefici nel 1859, nel 1864 e net 187031. Come risulta dai registri Castellani, le sue paghe sono per lavori32 e non per disegni, tuttavia merita di essere citato giacché i suoi clisegni, pubblicati in seguito at periodo trascorso presso Castellani, sono un riflesso clello stile "romano" soprat-



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tJ OT Fi . Fig. 5-25. Lucido di spilla in mosaico minuto con la scrirra: "JO TRIUMPHE Disegno di Michelangelo Caetani; lucido di Luigi Podio. Macira. Collezione privara. Catalogs n. 35.

tutto riferibile ad Augusto Castellani e alla sua bottega e databile dopo il 1865 33 (fig. 5-27). Altro clisegnatore fu Salvatore Zen, probabilmente è sua la firma "Salvatori fece", che si nota in calce a diversi taccuini di clisegni presso alcuni orefici romani. Pittore e disegna-

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Fig. 5-26. Actribuiro ad Augusto Zwerner. Disegno per una parure, composta di diaderna, orecchini e spilla, ca 1836. Macira, penna, acquerello. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artisrico Indusrriale di Roma. Isticuto Statale d'Arte Roma 1; inv. 10, scheda 165/17, Album IV, p. 59v/A. medico.

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Capitols V

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Orelicerie disegnate ed asegnite da C. Anisorgo di Roma. (Stile roanano.(

Fig. 5-27. Oreficerie disegnate ed eseguite da C. [Carlo) Ansorge di Roma (Stile Romano)", post 1859. Litografia. Albo di 100 tavole con disegni di Oreficeria eseguite nelle principali officine italiane e straniere, (Roma, Ulrich Hoepli, s.d.): pl. II. Collezione privata.

tore romano, nato ii 15 gennaio 1818 , Salvatore Zen per un breve periodo fu anche maestro di disegno, suppongo, per ii figlio di Alessandro Castellani 35, ma soprattutto di Alfredo Castellani. Figura in alcuni registri dell'archivio Castellani36 ed è anche menzionato in una lettera del 2 maggio 1866 di Augusto ad Alessandro a Napoli, in merito alla decisione: di unire al nostro cimeizo [la Collezione di ori antichi della collezione archeological per distribuire bene ii catalogo e cominciare con Zerl i disegni di tutto. "A Augusto Castellani ii 3 matzo 1884 annota nel suo diarlo: " _ ml annunciano che questa mane è morto Salvatore Zen, maestro di Alfredo nel disegno: nessuno fit piii di lui valente nello studio del var y peniodi dell'Arte: modesto quanto abile morI povenissimo qual suo impenituro nicordo lascia ii disegno delle cromolitografie dei mosaici cristiani pubblicati dalbo Spithover, e non èpoco... (fig. 5-28).

Di questo disegnatore non risulta che venissero utilizzati suoi modelli, riservati evidentemente ad altri orefici e quindi non ideati espressamente per l'oreficeria Castellani; negli album del lascito non si riscontrano disegni con la sua firma, né disegni sul genere di quelli presenti nei taccuini a lui attribuiti. Fu essenziaimente quindi per i Castellani un eccellente maestro utilizzato per l'insegnamento della tecnica del disegno al loro nipoti e per i lavori di copia. Incisori Un capitolo a parte meritano gli incisori che Si S000 succeduti nello Studio o che furono contattati dail'epoca di Fortunato Pio alla gestione di Auguste. Figure importanti per la mole di lavoro occorrente alla bottega, se si considera la loro

opera incisoria: sigilli, punzoni, incisioni per Ic argenterie, stemmi, pietre incise, cammei, calchi , matrici, monogramml, cifre ecc.. Tra gil incisori occorre distinguere gli artisti che si dedicarono alla glittica: Pistrucci, Odelli, Girardet, Cerbara G., Frediani, Amastini, Pickier, Saulini, Caravini, Pazzaglia, Cocchi, Verge Morelli 31 e ad altri che si declicarono tanto aila medaglistica quanto all'inciSione in metallo: Voigt, Zaccagnini, Lander, Cerbara N., Valenti, Moscetti, Herder, Motti, Hummer, Pasinati, Galletti, Sirletti, Rosati, Pulini, Lorenz39 . Tra questi poi c'erano quelli che, come Odelli, il Voigt, il Pistrucci e qualche altro, si dedicarono indifferentemente a queste discipline artistiche. Non tutti perà operarono internamente all'opificio, giacché molti lavoravano all'esterno in proprio e collaboravano con i Castellani all'occorrenza. Di altri maestri furono acquistate le opere e ne rimane traccia nell' archivio. Solo un gruppo, per solito stranieri, venivano ingaggiati con ii viaggio pagato dall'estero a Roma e figurano per alcuni anni registrati presso lo studio Castellani: Lorenz, Herder, Hummer, Lander ecc. Lavori in argento degli anni 1844-1860 Per quanto concerne l'argenteria, I Castellani usavano spesso attenersi alla tradizione orafa romana, con la copia di alcune delle fontane di Roma o della statuaria romana; per cui i modclii erano: la "Fontana delle Tartarughe" i " Putti della Galleria Borghese4t , la Statua del Gladiatore Capitolino42. L'uso di queste copie dove in seguito influire tanto che anche Augusto Si cimentô nella la copia di una Venere in bronzo, scoperta in Ostia nel 1868 ". Per giungere a modeili originali si doveva attingere al disegni di Michelangelo Caetani (le bugle, I tagliacarte, I candelieri, i calici ecc.). Le argenterie, quando non venivano acquistate già pronte dall'estero, erano eSeguite da valenti argentieri e degli oltre 144 nominativi tra lavoranti orafi, argentieri, gemmari ed incisori regiStrati, che operarono nella bottega sin dali' mizio, sono stati individuati sei argentieri44 che lavorarono per Fortunato Plo. Tra le argenterie dal 1844 al 1860 figurano: "una saliera Tnitone angento," "una Campana maggione di S. Pietro" .. 55 U72 campane/lo Leone X", "uno detto facchinetto" 45 , " quattno bugle diavobo (Principe di Teano)", [alias Michelangelo Caetanilf, ii quale disegnô diversi modelli di argenterie come quelli a "zampa di gall" "a zampa di falco" (sic) o tipo quelli mandati in dono

ad Edward Cheney, tratti da antichi esemplari posseduti dal Cavalieri di Malta". Famosi sono anche i disegni per alcuni tagliacarte in atgento come "b'Angebo con be pa/me", "I' Angelo in pneghiena" o

l'altro a forma di diavolo. Negli inventari della bottega, figura anche ii noto "Pnesepe niellato" o "bastna nielbata nappr. ib Pnesepe" 47 , registrato, col valore di costo di scudi 20.40, dal 1840 al 1865, quando, alla morte del padre, Augusto Castellani, lo lega in oro adattandolo in forma di 'Pace', per donarlo in memoria di lui atla ChieSa di S. Eligio degli Orefici.4°

Attivite? ne/la leottega clegli orafi Castellani. Model/i, struenenti e disegni inediti - Maurizio Donati



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Fig. 5-28. "Arco ed Abside della Basilica di Santa Prassede", Roma. Salvatore Zeri indicaro come disegnatore (in basso a sinistra). Cromolitografia. Da Giovanni Battista De Rossi, Miomce Christeani e saggi di paveinenti dclle Cheese di Roma antereore al secolo XV .. (Roma: Lib. Spithhver, 1899): pl. XXV. Metropolitan Museum of Art, New York, Thomas J . Watson Library.

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Fig. 5-29. Luigi Podin Lucido per una spilla a mosaico minuto con Medusa. Matina. Collezione pnivata Catalof o n. 27.

Fig. 5-30. Luigi Podio. Disegni preparatori per motivi a mnsaico minuno da Hagia Sophia, post 1855. Matita. Collezione privata. Catalogo n. 103

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Capitols V

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Fig. 5-31. Luigi Podio. Disegno per mosaico minuto, Agnus Dei. Matita. Collezione privara. Catalogs n. 31.

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Fig. 5-32. Luigi Podio. Disegno di mosaico minuto di stile egiziano per parure di collana e oreccbini (con scarabei). Penna, inchiostro, maCta. Collezione privata. Catalogs n. 95.

Mosaicisti: Luigi Podio, Roma, 1826-1888 Recentemente è stato posto all'asta uno del lavori giovanili pill significativi di questo artista: una tavola (piano), inedita, rotonda, in nero del Belgio, con una scena bacchica in mosaico minuto di stile pompeiano, eseguita intorno alla metà del XIX secolo, che rimase perô conservata nello studio di Augusto Castellani fino alla morte di Aifredo, avvenuta net 1930, quando quest'ultimo la menzionà nel suo testamento come proprietà degli eredi della famiglia Podio, cui doveva essere riconsegnata. Dal 1851 ii Podio era "lavorante" presso i Castellani, al quali era legato anche da un vincolo di parentela, essendo la madre, Giuditta Baccani, pittrice, sorella di Carolina moglie di Fortunato Pio. Luigi divenne, come ricorda alla sua morte ii cugino Augusto Castellani, "capo clef mio studio di speciale mosaico Non è chiaro, perè, se Luigi all'inizio operasse da solo o con ii fratello Enrico, anch'egli mosaicista, ii quale, dopo il suo matrimonio avvenuto net 1852, si allontanô da Roma. Luigi Podio, almeno per ii periodo precedente at 1851, lavora privatamente seguendo gli archetipi tradizionali del modelli del numerosi maestri romani; del disegni preparatori esistenti in collezione privata. Certo almeno agli inizi, prima di conquistare "ía direzione materiale del inusaico" del gioielli Castellani, sono soprattutto i soggetti con le maschere sceniche ad essere utilizzati per decorate le ciste in legno e in metallo, diversi serracarte con vari soggetti mitologici, come documentato in alcuni disegni presenti nel lascito Castellani. E' nella collezione moclerna Augusto Castellani e maggiormente nel sesto periodo, Medievale insieme all'ultimo, 'Moderno', che sono concentrate la maggior parte di oreficerie con ii mosaico minuto e che si ha modo di apprezzare compiutamente l'opera del "musaicista". Ii criterio rievocativo

del Castellani nella scelta del monili col soggetti greco-orientali e le conseguenti interpretazioni sono dovute in buona parte ai suggerimenti dell' "i/lustre Oulsufieff' , iniziatore di questa tipologia con i tondi tratti dagli ornati in S. Sophia in Costantinopoli; e secondo questa idea nuova per l'oreficeria, adottano altri motivi tratti dal mosaici bizantini delle chiese romane, come it 'trittico' con la Vergine Coronata, come ii Redentore, come ii motivo pavimentale cosmatesco da San Giovanni in Laterano (I); aprendo quindi alla complessa simbologia cristiana: it pavone, ii pesce ed i simboli negli esagoni come la "navicella del martin", I'Agnello Divino, ecc. (fig. 5-31). Del Mosaicista possiamo anche seguire la traccia delta tecnica usata, mediante alcuni disegni preparatoni, conservatisi insieme alle tessere di vetro originali: in una 'cassina' d'oro veniva colato del gesso liquido, che, una volta rappreso, costituiva ii piano su cui trasferire ii disegno mecliante ii lucido, il cui verso preventivamente era stato colorato di sanguigna, utile al ricalco; seguiva poi, con un piccolissima spatola, uno scavo parziale di una porzione di disegno e net vano ricavato (a giornate di lavoro) si sistemavano le piccolissime tessere di vetro filato alla lampada mediante uno stucco speciale, e cos! di seguito, seguenclo ii disegno fino a terminate l'opera (figg. 5-29, 5-30). Dal modello all'oggetto: Tre Collezioni di Oreficerie antiche Un fatto ha distinto la lavorazione del Castellani, almeno fino ad un certo momento, ii riferimento agli oggetti preziosi nflvenuti nel suolo italiano e non solo: dopo l'orefice Sarno a Napoli52 , anche a Roma s'inizia quello stile imitativo che diverrà famoso sotto ii nome di "oreficeria archeologica italiana". Fortunato Pio Castellani, abile e intraprendente orafo e gioiellie-

Attivitâ ne/la bottega degli era/i Castellani. Model/i, strumenti e disegni inediti - Maurizio Donari

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Fig. 5-34. Luigi Podio. Disegno preparatorio per una spilla a mosaico minuto con civerca, ca. 1866. Macira. Collezione privata. Catalogo n. 33.

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Fig. 5-33. R. Lhernann. Schizzi per una spilla con civerta, 1866. Firmato R. L/semann 14 dice,ahre 1866". Macira, penna ed inchiosrro. Collezione privara. Catalogo a. $2.

re, avrà ii suo bel cia fare per consolidate ii proprio nome e la fortuna della sua famiglia, e fra tante abilità tecnologiche ed artistiche occorre anche inserire quella commerciale, che consentirà al suo "negoziabo" una solicla economia. Fatto importante per poter acquistare con i suoi figli, Alessandro ed Augusto, i mule e cinquecento pezzi della Collezione di orl con la volontà di "rimpiazzare in Roma quelli della dispersa Collezione Campana" 53 . Purtroppo tanto la Collezione Campana quanto quella Castellani (cioe la raccolta formata dal 1857 al 1864 ed ereditata cia Alessandro) lasciarono la Città Eterna: la prima fu venduta dal Vaticano all'Imperatore del Francesi, la seconda da Alessandro Castellani al Museo Bnitannico. A Roma rima-

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Fig. 5-35. Spilla a mosaico minuro con civetra, 1866-88. Botrega Augusro Casrellani. Oro, ressere di verro. Collezione privara.

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Fig. 5-36. Augusto o Alfredo Castellani. Disegno per un pendente a svastica, datato 25 settembre 1909. Perna ed inchiostro su marita. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Istituto Statale d'Arte Roma 1; inv. 10, scheda 165/17, Album IV, p. 86r/b. Inedito.

Capitolo V

Fig. 5-37. Strumento bottega Castellani per un pendente a svastica. Acciaio. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Istituto Statale d'Arte Roma 1; mv. 9, scheda 302, MF/7, gruppo A. Inediro, resraurato.

Fig. 5-38. Attribuito a Michelangelo Caetani. Discgnu per una collana e pendenre con Acheloo, dataro 1860. Penna ed iochiosrro su matita. Già lascito Alfredo Castellani a! Museo Artisrico Industriale di Roma. Isriruro Statale d'Arte Roma 1; inv. 10, scheda 163/15, Album II, p. 2v/q. Inedito.

se pill tardi unicamente quella formata dal solo Augusto Castellani, che voile fortemente garantirla alla città natale, oggi conservata a Villa Giulia. Le Collezioni archeologiche di oreficeria furono una grande fonte di tecnica e di stud10 54 oltre che d'ispirazione, ma i Castellani andarono anche oitre per i modelii ed attinsero, come si sa, da soggetti diversi: quadri, og-

getti artistici di vane epoche, mosaici cristiani, oggetti di scavo scoperti nel XIX sec., per esempio quelli di Cuma; di Ostia e di Kertch in Crimea 55 ; le scoperte di Austen Henry Layard e Auguste Marlette.

Fig. 5-39. Spilla con Helios, IV-III secolo a.C. Probabilmente Italia meridionale. Oro. Museo del Louvre, Parigi, Dipartimento di Antichirà Greche Etrusche e Romane, Bj 962, Collezione Campana. Catalogs n. 71.

Fig. 5-40. Punzone botrega Castellani con codolo, usaro per la spilla con Helios. Acciaio. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Isrituto Starale d'Arte Roma 1; inv. 9, scheda 113, PC/39, gruppo II. Inedito, resrauraro.

Nel 1866 Attilio Layard, "ii glorioso scopritor di Ninive", fu

a Roma ed in quella occasione Augusto Castellani ebbe mo-

Attivitd ne/la bottega degli orafi Castellani. Model/i, stramenti e disegni inediti - Maurizio Donari

do di incontrarlo unitamente con i suoi amici all' Albergo delta Minerva. Nell'album n.1 del disegni Castellani sono presenti alcune pagine di lucidi che riproducono i gioielli in oro delle scoperte effectuate nelle campagne di scavo dal due archeologi56. Uno del disegni, riproclucente il bracciale egizio in oro e paste vitree con la dea Iside, rinvenuto da Marlette, forse fatto riprodurre da Alessandro Castellani potrebbe essere to stesso oggi conservato net Museo Nazionale di Palazzo Venezia in Roma 51 (figg. 5-36, 5-37). Dalle due Collezioni di oreficerie Campana e Castellani (al Louvre e at British), furono riprodotti diversi modelli, di volta in volta annotati negli inventari 55 . Di uno di questi modelli delta Collezione Campana, la fibula Helios, è stato rintracciato il punzone originate per la matrice delta faccia, che it Castellani descrive come 'testa muliebre"9 (fig. 5-40). Dalla Collezione Augusto Castellani: la 'Svastica' Prenestina. Il 27 novembre 1910 Augusto Castellani termina e sigla i 53 quinterni delta descrizione delle sue collezioni archeologiche comprendente la "Collezione Storica d'Oreficeria Italiana" che fu ordinata in periocli storici e disposta in numerosi scaffali 60 . Descrivendo 11 1 0 scaffaIc, 'gioielli preistorici', at n. 9 cita: "Emblerna religioso usato ancor oggi in Asia a Ceylan e recenternente rinvenuto nell'America Nordica in molti esemplari": quest'oggetto in sottilissima la-

mina d'oro con una 'borchia' rilevata net centro giunse nella sua collezione frammentato; proveniente dall'antica Praeneste, fu trovato fra le suppellettili di una tomba scoperta dal

Fig. 5-41. Spilla "Campana " con Helios. Borrega Augusto Castellani. Oro British Museum, London, Hull Grundy Gift, HG. Cat. 953.



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Galeazzi net186261. E' l'oggetto d'oro che ha fatto phi pensare Augusto Castellani per la sua diffusione in diverse parti geografiche del mondo, per cui egli ipotizzava una origine comune. Fiji volte la svastica fu riprodotta in forma di fibula dagli anni 1875 at 1910 ed b presente in due esemplari nella Collezione Moderna at I scaffale ed una nell' V11162. L'idea della Collezione di oreficeria moderna Net 1869 dopo il trasferimento dello Studio da via Poll 88 in Piazza Trevi 86, Augusto progettà l'esposizione delle sue Collezioni archeologiche netpiano nobile del palazzo recentemente acquistato e nel 1875 iniziè la sistemazione delta quarta saIa°3 per le sole oref'icerie moderne, che dovevano documentare didatticamente l'oreficeria storica in Italia; lavoro che l'impegnè per alcuni anni fino at 1881, cledicandosi contemporaneamente ad uno studio dal titolo: "l'Oreficeria nell'Incivilimento Italiano", che non riusci piii a pubblicare!64. La Collezione cronologica di oreficerie moderne 65, come si sa, fu divisa in otto periodi: "Primigeno - Tirreno - Etrusco - Sicub - Romano - Medievabe - Rinascenza - Moderno" e disposta in altrettanti scaffali. It primo scaffale raccoglie 38 oggetti ed è caratterizzato da fibule a 'sanguisuga' in ambra, legno, osso, argento; da fibule ad occhiali e bracciali a spirali d'argento; collane in argento con vaghi e 'fusarole' d'ambra, paste vitree ecc., oltre Ic due 'svastiche' in oro di cui si è già parlato sopra. Net secondo periodo, ii "Tirreno", figurano alcune oreficerie tratte dal gioielli delta Collezione Campana66 ; né man-

Fig. 5-42. Arrribuiro a Michelangelo Caetani. Disegno per orecchino "Giunone" a tre pupille. Perna ed inchiostro su marita. In basso segnaro: "Orecchini di Giunone ndl'Iliade". Già lascito Alfredo Castellani a! Museo Artisrico Industriale di Roma. Istiturn Statale d'Arte Roma 1; inv. to, scheda 163/15, Album II, p. 34v/f. Inediro.

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Capitolo V

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Fig. 5-43. Orecdhini "Giunonc" a tre pupille. Bottega Augusto Castellani. Oro. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, inv. 85384.

cano esempi tratti cia altre fonti come la fibula con Jehova con 1' arco da Ninive 67 o la collana con anfore da Kertch. Venendo a due gioielli di questo periodo vediamo una piccola lamina rettangolare con disegno di due paperelle "corniciate" da una greca, che nella descrizione viene citata come "saggio di lavoro granulato" 68 . Questo ci dà spunto per accennare brevemente alla granulazione eseguita dal Castellani; diciamo subito che si tratta di un argomento ancora non studiato particolarmente per la tecnica Castellani° 9. Augusto nei suoi scritti non ci ragguaglia sul modo di fare le grane né di come le applicava sui lavori, anche se ad un certo momento dichiara di aver risolto ii problema 70 . Probabilmente ii metodo per fare le grane era to stesso che si riscontra nella tradizione usato dagli "etruscanti" romani7 ' ed in quanto ad applicarle possiamo dedurre ii SUO metodo cia una lettera del fratello Alessandro da Parigi in merito a questo argomento 72 . L'altro gioiello è una bellissima collana con palmette e fiori di lot073 , con appese 26 anforette lisce e 25 anforette pii grandi baccellate, di cui abbiamo rintracciato tre strumenti: un punzone con codolo e due matrici 74 , utilizzati per eseguirle. Nel terzo periodo ' Etrusco', che Augusto annota come atte meno aulica di quella del Tirreno "dalla quale probabilmente 15 , A originata" si elencano undici collane tra cui una "graziosissirna" a foglie di vite stampate con 'pampini di smalto nero verdastro' fusi sulle estremità di un filo e annodate (lavoro del mosaicista Luigi Podio). Figurano in questo scaffale anche tre cotone tra di la grande Corona con 56 foglie di edera, con perline blanche e rosse e due borchie, delle cui foglie esistono gli strumenti 76 . Ne mancano anelli, bracciali e fibule a staffa e a disco, tra cui quella tratta dalla collezione Campana che vuole rappresentare Helios, ii dio Sole, col nimbo radiato da 14 punte grandi e 14 piccole e di cui si è già parlato (v. nota 58). .11 quarto periodo dell'Oreficeria Italiana fortunatamente è accertato da un documento storico rappresentato dal pendente che

guernisce l'orecchio delprofilo muliebre della celebre moneta di Siracusa con l'Aretusa" 77 . Augusto Castellani ci dice pure che co-

me quelli Tirreni anche gli orl del periodo 'Siculo', che denominà dapprima 'italo-greco' 75 , sono lavorati a fill e cordelle, pete con un'arte inferiore, come to sbalzo di cesello o il punzone mostrano. "Sicuri saggi artistici di questo periodo sono ía co/lana in oro con rosoni e teste inuliebri (Jo) trovata a Ruvo ed ora (187 5) nella collezione del Museo Britannico".

In questo scaffale del' Periodo Siculo' troviamo ben nove collane; tre corone tra cui quella grande di 86 foglie di quercia e 22 ghiande con calice a magliette79 ; quattro aghi crinaii tra cui uno in alluminio e oro due con perle italiane rosSe°°; molti orecchini del genere a 'bilancetta' tratti dalle monete di Siracusa. Interessante l'orecchino di Giunone 'a tre pupille', l"EPMATA TP!FAHNA', descritto nel XIV canto dell'Iliade, il cui disegno fu elaborato da Michelangelo Caetani e figura in alcune pagine dell'album II del disegni del lascito Castellani". Augusto Castellani ancora nell'Oreficeria Italiana scrive che 'Roma non ebbe arte romana se non dopo it secobo dAngusto' e che l'oreficeria fu nel suo massimo splendore sotto gli Antonini; comparata poi coi gioielli Tirreni, Etruschi e della Magna-Grecia, quest'arte puà dirsi rozza anche se ricca d'oro e di pietre. Trovando poi all'epoca scarse Ic notizie tecniche-storiche, il Nostro si dedicô ad uno studio comparato sulle monete consolari romane per osservarne be forme del monili, che venivano sicuramente indossati. Lo scaffale quinto, "Romano", si caratterizza per numerose collane a maglia con varl motivi in metallo e vaghi di pietre: granate, smeraldi, glade, zaffiri, corniole, 'plasme', perle rosse sarde, perle blanche; una di queste collane, con monete d'argento, at centro ne porta una d'oro di Anastasio 12 ; numerosi gli anelli anche con iscrizione° 3 ; particolari il diadema con nove fiori di 'aspirea', tratto dalla Flora del Campidoglio'°

Attivitd ne//a bottega degli orafi Castellani, Mode//i, stmarnenti e disegni inediti - Maurizio Donati



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Fig. 5-44. Collana "Romana" Boctega Augusto Castellani. Oro, avvencurina, perle. Collezione privata.

e la 'bulla aurea' con iscrizione in rilievo: CATULUS, riproduzione di una simile già esistente nella Biblioteca Chigiana, pubblicata dal Ficoroni nel 1732, poi anclata distrutta dal fuoco; importanti alcune fibule con cammei come quello bellissimo in onice orientale con testa di Medusa. Nel sesto periodo, "Medievale", Augusto Castellani distingue due mocli diversi di esercitare l'oreficeria: "l'unopaesctno e barbaro che comincia con la corruzione dell'arte rornana (...)

l'altro forestiero, che prese ii nome di bizantino, perché da Bisanzio venivano princzaIrnente gli artefici"° 5 . Questa asserzione e le

spiegazioni che seguono al suo scritto chiariscono in parte il criterio rievocativo della scelta del monili per questo periodo e le conseguenti sue interpretazioni. Questo scaffale della Collezione è quello phi ricco di mo nill con ii mosaico minuto di cui l'artefice principale fu Luigi Podio e del quale si e accennato a parte con i disegni pre-

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Capitolo V

paratori in collezione privata. Ii settimo: "Rinascenza" attraverso 56 oggetti, è uno degli scaffali pi4i ricchi sia per le gemme, sia per gli effetti colonstici degli smalti e delle perle, per i cammei moderni firmati (Berini, Pickier, Cocchi, Pazzaglia) ed altni cammei oniginali del XVI sec., inseriti nei lavoni, come nell'enigmatico 'picchiapetto Borghesiano', cos! denominato dallo stesso Castella6 Nello scaffale sono presenti numerosi modelli copiati dai quadri di scuola Ferrarese, ma anche Umbra. Ci soffermiamo su un unico modello di corona' con un castone centrale, smaltato di nero, 'corniciato' da cordelle, che inserisce un cammeo di smeraldo con maschera scenica, che ritroviamo 1711

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anche negli orecchini e nella collana° 7 ; ii modello del castone deriva da quello della fibula csd. 'Maddalena Doni', dal quadro di Raffaello°°; da notare che nella vecchia disposizione dello scaffale a Piazza Trevi, questi gioielli con i cammei di smeraldo erano disposti simmetricamente vicini, in sequenza, dall'alto verso ii basso dello scaffale, come se costituissero una sola parure. Ora tornando alla corona' che è composta da 16 foglie di edera accompagnate da due perline blanche ciascuna, possiamo farci un'idea della tecnica usata, giacché si è rintracciato il punzone della macrice 89 (fig. 5-48) per eseguire a stampo le sole foglie che poi andavano smaltate di verde, mentre ii lavoro del castone e l'assemblaggio delle parti fu

Attivitd ne/Ia 3ottega degli orafi Castellani. Model/i, stramenti e disegni inediti - Maurizio Donari

Fig. 5-46. Attribuito a Michelangelo Caerani. Lucido di on gioiello ad "M", csd. del Fondarore, (a rovescio). Penna ed inchiostro marrone. Già lasciro Alfredo Castellani al Museo Arrisrico Indusrriale di Roma. Istiruro Starale dArte Roma 1; inv. io, scheda 163/15, Album II, p 78v/i. Inedito



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tutto eseguito a mano, costruito al banchetto da orafo. L'ottavo scaffale e ultimo: "Moderno", nella cui clescrizione Alfredo Castellani"' dichiara: La maggior parte del lavori sono disegni del Duca di Sermoneta Michelangelo Caetan?', sembrerebbe per la definizione usata: "Moderno", una contradclizione in termini, dal momento che molti gioielli presenti potrebbero, per stile e per riferimenti, essere collocati in altri periodi. Ii concetto espresso da Augusto Castellani nelle bozze del suo lavoro inedito9i sull'oreficeria contemporanea del XIX secolo ci chiarisce in parte le sue scelte, quando dice che soltanto l'arte popolare manteneva viva la tradizione del classici tipi dell'oreficeria italiana, fatalmente dimenticata dalla classe abbiente. Quindi il Periodo Moderno - ma è una mia congettura avrebbe dovuto lanciare questo messaggio: mostrare come l'oreficeria italiana, tecnicamente e artisticamente, poteva essere condotta ad una nuova fioritura. I gioielli di questo scaffale sono caratterizzati da numerose scritte su fibule sia a lettere rilevate in oro che in mosaico92 . Bellissimi cammei come quelli con i profili di Napoleone 10 dell'incisore Morelli, o di Washington del Girometti; alcuni magnifici mosaici minuti di Luigi Podio, come la fibula con Dante, la Medusa, la Psiche; non mancano esempi di omaggio alla Casa Reale aggiunti da Alfredo fuori tempo, come la medaglia in oro e smalto per le nozze d'argento di Umberto e Margherita di Savoia (fig. 5-50) (1893) o l'aprilettere con giglio che sostiene il bustino in onice di S.M. la Regina Margherita, e, per sottolineare la contemporaneità

Fig. 5-47. Corona con edera e cammeo di smeraldo, "Periodo Rinascenza ". Bottega Augusto Castellani. Oro, smeraldo, perle, smalto verde e nero. Museo Nazionale Errusco di Villa Giulia, Roma, inv. 85261.

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Fig 5-48. Punzone borrega Castellani con codolo usato per Ic fugue d'edera sulla corona della figura 5-47. Acciaio. Già lasciro Alfredo Castellani al Musco Arrisrico Indusrriale di Roma Istiruro Sosrale d'Arte Roma 1; inv. 9, scheda 445, PC/247, gruppo IX. Inedito, resraurato.

Fig. 5-49. Marrice botrega Castellani con cinque "Z" o N Acciaio Gia lascito Alfredo Castellani al Museo Arristico Indusrriale di Roma Isriruro Srarale d'Arte Roma 1; inv. 9, scheda 346, MF/23, gruppo C. Inedimo, resrauraro.

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Cap/to/c V

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Fig. 5-50. Arrribuito ad Augusto Castellani. Disegno per un medaglione smaltato in ricordo dell'anniversario delle nozze dargento di Umberto I e Margherita di Savnia, 1893. Matita ed acquerelln. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Istituto Statale d'Arte Roma 1; mv. 9, scheda 166/18, cartella A, busta 11, fasc.B / 227. Inedito.

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Fig. 5-51. Alfredo Castellani. Lucidn per due fulcra del 61/c//I//rn. Matita. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Arristico Industriale di Roma. Istituto Statale d'Arte Roma 1; mv. 10, scheda 166/18, cartella A, busta 8, on. 138/a e 136/b. Inediti.

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Fig. 5-52. Due fulcra del bise//iarn prima dell'assemblaggin finale della cnpia eseguita da Alfredo Castellani, fotografate da Ludovico Tuminello Ca. 1878. Già lascitn Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Archivio fntngrafico M.A.I. n.19930. Istitutn Statale dArte Roma 1 inv. 2, cartella B. Inedira.

Attic/td ne/la bottega dog/i oraji Castellani. 711 ode/li. stramenti e disegni med/ti - Maurizio Donati

Fig. 5-53. Coppa-trofeo d'argenro eseguita da Alfredo Castellani per it Concorso Agrario Regionale di Foggia net1874. Fotografara net 1874. Già lascito Alfredo Castellani at Museo Artistico Industriale di Roma. Archivio fotografico M.A.I. n.19867. Istituto Statale d'Arte Roma 1, mv. 2, cartella A. Inedita.



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Fig. 5-54. Antonio Masutti (litografo). "Premio d'onore per U Concorso Agrario Regionale in Foggia del 1874. Coppa d'argento", ca. 1874. Lirografia. La stampa rappresenta la coppa delta fig. 5-53 e cita Alfredo Castellani come disegnarore ed Antonio Messina come argentiere. Già lascito Alfredo Castellani at Museo Arristico Industriale di Roma. Istituto Statale d'Arte Roma 1, "fogli sciolti" inv.166/18, cartella A, busta 1, fasc. 1/5. Inedita.

delta collezione, ii ciondolo racchiudente la medaglia di Germanico, dono agli ufficiali della IV Armata (1917), coniata dal prof. Motti delta Zecca di Roma. Ne mancano esempi di carattere religioso come Ic croci in mosaico, in smalto, con gemme, con smalti trasparenti a vetrata, o come la mandorIa con ii cammeo delta Madonna con Bambino. Nel 1878 Augusto Castellani partecipa alla Esposizione Universale di Parigi e ai 40 oggetti di oreficeria' 5 aggiunse la 'Corona Votiva', l'Elmo Reale' 94 ii 'Bisellium' e la Lettiga. Durante la sua visita all'Esposizione, Augusto rimase "stranamente colpito" dal comportamento del fratello Alessandro, che come Regio Commissario si era "incaricatopremurosamente" (la frase è polemica) delta migliore sistemazione del lavori suoi e di quelli di Alfredo °. Augusto ci narra ancora che durante la precedente Esposizione del 1867 aveva accettato di esporre i suoi lavori sotto ii nominativo comune: "A. Castellani", ma che questo non doveva ripetersi per 1' Esposizione del 1878. Evidentemente Augusto Castellani desiderava un 'distinguo' preciso dal fratello ormai diviso negli affari. Ottenne poi a suo nome la medaglia d'oro ed anche l'incarico di scrivere un capitolo monografico sulla partecipazione romana all'Esposizione di Parigi't. Alcuni Lavori di Alfredo Castellani Passando ora ad Alfredo Castellani per concludere il ciclo

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Capitolo V

Fig. 5-56. Cista, altare portatile, cornice ornamentale, coppa con coperchio, eseguiti da Alfredo Castellani. Fotografari post 1878. Già lascito Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale di Roma. Archivio fotografico M.A.I. n. 19872 . Istituto Statale d'Arte Roma 1, mv. 2, cartella B. Inedita.

del protagonisti che a vario titolo operarono nella bottega, nella documentazione recuperata, presente nel lascito, figurano alcuni disegni e fotografie del lavori di Alfredo tutt'ora in fase di studio: ii restauro e la ricomposizione del reperti di bronzo di un carro sacro, ovvero una "Tensa" 97 , alcuni particolari disegni e documentazioni sui letti scoperti a Pompei per uno studio sul "bisellium"; per inciso si ricorcla che l'originale del 'biselliurn' (oggi restaurato come letto funebre) proveniente da una tomba a camera da Amiterno, fine I a.C. inizio I sec. d.C. °, e la Lettiga dall'Esquilino furono donati da Augusto al Musei Capitolini nel 1876 Queste esperienze influenzarono artisticamente i lavori di Alfredo, pensiamo alle 'Coppe', alle 'Kylix', alle 'Cartelle da scrittoio', agli 'Altarini portatili', al 'Tondi', alle 'Ciste', tutti lavori 'tarziati' che lui eseguiva ispirandoSi alla tecnica antica.. I disegni di due sponde o fulcra del 'bisellium', con ncchissima decorazione bacchica intarsiata d'argento e rame ed incisa, eseguite da Alfredo, ci fanno apprezzare attraverso il lucido conservato nel lascito (figg. 5-51, 5-52) la complessità del lavoro. Nel 1878 le copie del Bisellium e della Lettiga'°° ottennero in premio la medaglia d'argento. Le copie stesse furono ripetute e donate da Alfredo, una al Museo Artistico Industniale di Roma"", una seconda al Musei Capito-

lini (secondo la Bordenache Battaglia), una terza al Museo für Angewandte Kunst di Vienn&12. Un altro lavoro che impegnà a lungo Alfredo Castellani fu il disegno per una coppa premio d'argento per il Concorso Agrario di Foggia del 1874 (figg. 5-53, 5-54) lavoro poi eseguito insieme ad Antonio Messina, fonditore, che model16 la figura dell"Italia"°° stante, di fronte, con panneggio, posta sul coperchio, mentre sorregge un "baculum"; di questa opera si conserva ii lucido a grandezza reale tra i disegni del lascito. L'immagine dell'Italia fu probabilmente utilizzata dall'incisore L. Picci, per ii dritto della medaglia-premio per i Concorsi Agrari provinciali Ferraresi'°4 , di cui una copia era conservata nel Museo Industriale e conf[uita poi nel Medagliere Capitolino con gli oggetti del M.A.I. dopo ii 1954. Oltre la coppa d'argento, Alfredo si cimentà con altri oggetti come scatole cilindriche (ciste) di ottone e rame tarziate, due incompiute riproducenti la lotta tra Grifi ed Animaspi sono a Palazzo Barbenini nel fondo M.A.I.° 5 , la figurazione è conservata anche attraverso alcuni lucidi tratti clagli originali'°° e rappresenta una scena che si svolge fra due bordi decorati da palmette e fiori di loto: tre grandi Grifi assalgono quattro giovani Arimaspi armati di scudo, lancia e spada; uno del guerrieri è a terra abbattuto. Di altri lavori

Attivitd ne/la bottega degli orafi Castellani. let ode/li, strumentz e disegni med/ti - Maurizio Donati

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tarziati ci restano solo delle fotografie ritrovate tra il materiale del lascito. Questi lavori raramente furono oggetto di commercio, sembrano piuttosto esercitazioni archeologiche eseguite come per un'espressione artistica, utili per future committenze o per doni; le ciste moderne di Alfredo Castellani si suppone servissero, come custodie particolari, per contenere oggetti; quindi adatte per concorsi e per parteci-

pare ad esposizioni, come quella di Torino del 1884. Molti di questi lavori (fig. 5-56) restarono chiusi nello Studio per molti anni facendo bella mostra di sé sopra i tavoll espositivi, come si nota da alcune vecchie immagini. Di queSti ultimi oggetti rimasti a Piazza Trevi, alcuni furono lasciati da Alfredo in eredità al Suoi amici, altri al Museo Industriale, menzionati nel suo testamento.

NOTE

20 Argenri di me secoli nelle raccolne private, in GIUNTA Dr ROCCAGIDVINE 1970, tav. LXVI: posate per tin servizio per 12 in stile inglese [King's pattern] ci. 122. Le posete, presso gli eredi Castellani, sono punzonate col hollo assegnano a Forrunamo Pin: . 21 A.S.R., Faneiglia Castellani, reg. 21. 7) Disegno a manta, mm 179 x 26 e 182 x 40, verso (inv. 69/I11; 70/I11). -23 GIUNTA DI RDCCAGIOVINE 1970, rev. LXVI, n,122; Forrunemo Pin Castellani, bollo posate per on servizio per 12, Collezione Privata. 24 Taccuino III, p.15v, inv. 41/111. Lescimo Castellani al M.A.I., Strumento di riferimen- to, in PC/224 fig. 5-18, (disegno taccuino, inw76/III). 2) Tacruino III, inventario - nn. 93/I11, 961I11, 97/I11, 103/I1l. 26 Rome, Fondazione Caeteni. Lertere di Michelangelo Caetani actAlessandro a Panigi. 1860 ca. DONATI, in preparazione; Disegni senpenti: inv. no. 111/98 e 111/99 = Pp. 71 e 72. 27 A.S.R., Fasoiglia Castellani, fesc. 18/3,b, (descrizione) "Collezione Cnonologica delle oreficerie eseguite in Italia riprodotte ( ... )", otmavo scaffale, periodo Modenno, is. 58. Musen Villa Giulia, inv. 85279; riprodocto in MUNN 1983, ssn.42, 43; MORETTI SGUBINI 2000 p. 231, n. 211. 28 Anche nelle greEd 'Zuerner' e 'Zeverner' e 'Zverner'. Figure Dci regg. 33, 34 deil'archivin Castellani e nei fast. 21, 22; si veda anche la data di one lettene a Zwenner del 25 novembre 1834. 29 A.S.R., Farniglia Castellani, reg. 29 ottobre 1836; 6 maggio, 26 settembre, 5 ottobre, 26 dicembne 1837; 10 matzo, 19 aprile, 28 apnile 1838. Bibliogrefia: Zewerner è cicero in MONTANI 1928; MUNN 1984; DONATI 1986, p. 12. 30 Lascito Castellani, album IV, taccciino l'P 58/n e 59/v: 11 primo disegno è on rralcio formaro da spighe di greno a marina e inchiosrrs; it secondo one parure con orecchini spilia, e diademe/collana - foglio ripiegato, mm. 265x380, metica chiaroscuro e acquerello giallo; nettaccuino sono presenni altri disegni a marina rise ponrebbeno essere dello Zwernen. Per i clisegni nell'Arnhivio Segnemo Vamicano, in Anchivin Bonghecc, 1834, B. 61, databili alla consegna delle ginie at Castellani it 23 ottobre 1834, yenificari del Principe Bonghese net1837, lettene A (n. 1, 2, 3) letrera C (n. 1); cfr. ancIsc ALUFFI PENTINI 1990, pp. 50-58. 31 Ii sun bollo era . It tesmo del Bulgani non cita Carlo Ansorge come lavorante di F.P. Castellani. Net1864 1 indicato a Rome come orefice e legamore di ginie in Piazza di Spagna n. 72 (cfr. FINARDI 1864). 32 A.S.R., Fasseiglia Castellani, negistri 40, 41, 42, 43, 44, 50,70,102, 104, 127." Pageti ad Ansorge per lavori [scudi] 15" rep. 104, agosco 1859. Alcuni disegni di C. Ansonge in "stile romano" figunano nella senie cli" Dreficenia Armistica", Albo di cento cavole coo clisegni di Dneficenia eseguire nelle pnincipali offidine iraliane e straniene, rev. II, U. Höepli Ed., s.d. (cfr. BULGARI 1958, Rome 5 , p. 63; FINARDI 1864; M. DONATI, Laveranli della Bettega Castellani, snheda n. 75, in isreparezione. Salvatore Zeri cli Giovanni, coniogeto (1845) con Marianne Giovan:succi di VincenZn, ved. Serra, con i figli Serra Achille di anni 16 e Zen Alberto cli anni 4; abimanme at 110 piano del civico 9 di via Boccaccie, A.S.V. Rome, Parrocchia di S. Andrea delle Fnatre, Regiscro dei metninioni n. 7 (1825-1847), e SS. Vincenzo e Anastasio a Tre- vi, Steno delle Anime n. 64. > Netregismro 103 at 3 di agosmo 1858 figure: "spesi per Alessandro - Maestro di discgno - scudi 5". 6 Reg. 70 ". . .e Zeri per pergamena scudi 3,72"; penioclicamenme I negiscramo per le spese delle sue lezioni ad Alfredo Castellani: 'el Maestro di Alfredo [scudi] 10" (rep. 108, anno 1865); net1872-76 la "mensualimI" (sic) a Zeri era di 1. 2. 7 A.S.R., Fasseiglia Castellani, fast. 13/1 e copialemrene, reg. 24': cfr. BDRDENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, P. 597; M. DDNXFI, Lovesaseti della hottega Casedbani, scheda n. 33, in preparazione; DDNATI, in preparazione. Pismnucci Benedetto (Rome 1783- Englefielci Green 1855). Fortuneto Pin Castellani in nomina in one lertena del 6 giugno del 1835 inviama al Duca Michelangelo Caeteni a Panigi (reg. 21): "ml scippongo cisc a Loncira it bravo Piscrucci gil avrI procu-

II Regio Museo Artistico Irsdustriale di Roma (in seguito MAT.) allepoca del lascito aveva sede in Roma in via Conte Verde 51, diretto del R. Commissario Governarivo Prof. Roberto Papini , ed era amminiscrato da on Commissario liquidarore net momento delta transizione, dopo la revoca dci precedenri isriruci riuniti, ovvero 1' Isrituto Professionale cli S. Michele, it R. Istituto Naz. di Istruzione Professionale e it R. Museo Arristico Industriale (Regio decrero-Legge 7 giugno 1928, n. 1353). Ii /vluseo Industriale di Rome net1954 fu "classificato" Istituro d'Arre di Roma con Legge n. XVII, 9 agosto 1954, n. 651, Gazzetta Ufficiale n. 188 del 18/08/54. Di fatto perO la sua classificazione fu letta come 'soppressione'. BORDENACHE BATTAGLIA, GAJD, MONSAGRATI 1978, P. 598. Dopo la scoperta net1978 da porte dello scrivente, one ricognizione generate degli strumenti e dci disegni inizid con un primo restauro C ODO studio, cui segul un'inventariazione derragliata, ormai in fase conclusive, so registri e so singole schede approntare per on catalogo generale, ivi compreso it catalogo dell'album n. III, in via di pubblicazione. M. DONATI, Pro s/corner/a so alcieni 'med/ti dci Castellani - append/ce a La 13/blieteco dellist/tote Naz, di Arciseologia e Steno dell'A etc di M.G. PASQEJALITTI, in Arcisivi Bibliotee/se eel edites'ia librania per la formazione do/la Societei Italoana. Atti del Convegno Nazionale di Groetaferrata. 22-25 gil/gee 1978, pp. 175-177.

L'archivio fotografico del M.A.I. fu individueco net1978 e poi recuperaro net1985 dallo scrivenre; tra questo ingente materiale fu rinvenuta anche parte delle foto del lascito Castellani. Cfr. M. DONATI, L'arclsivie fotografice del Al Al. di Rorna 0 ilsoo recapers, in 11 Moses Artist/co Indee its/ale di Porno steno e attoabeed di on'dspeneenza, a cure di Musis-Lignarius, catalogo Mostra itinerante, Rome dicembre-febbraio 1998-99. M. DONATI, MateriaL gils appareenoti al M.A.I. di Rosna e redoperali presso liSA. cli I/ama 1, in iVLA.l. Stonia del Maces Artistice Indostniale di Porno, I.C.C.D., Rome 2005. DONATI 2001, foto, pp. 90, 92, 94. 8 M. DoNxn, cit. a note 5; DONxri 2003. 9 BOROENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, p. 597. 10 Del testamento olografo di Alfredo Castellani del 20 lcsglio 1929, pubblitato e depositato, clopo la sua monte, ai rogiri del noraio Giuseppe Lanciotti in data 13 genneio 1930. R. PARMA, La Li/roe/a Castellani, in Tesi V Corso di Reclzetaeneseto Bi/sliotecani 1984185. i?eseea. Scoola See/see/ore della Pots/I/ca Aseerninests'aaiosee, relacrice Anna Maria Giorgetri Vichi. La libreria, ritce di 3084 volumi e di 10229 tra fascicoli ccl opuscoii, ella morte di Alfredo Castellani net 1930 fu legate alla Biblioreca di Archeologia e Stone dell'Arte in Rome. 11 DONATJ, in corso di pubblicezione. 12 Alessandro divenne ehete, cos! assenisce Augusro nei Ricordi, clopo aver sopporreto ii carcere e it manicomio. 13 Caralogo n. 17/ III, P. 14 LEVI PISETZKY 1969, rev. 49: rirrarro delta Contessa Emilia Sommariva Dc Seillfre (1833), Milano, Gallenia dAnte Moderna; e rev. 65: ritrarto di Carolina Toppo (1829), proprietà private, Trieste. 15 (Teccuino, p. 5v, i. 19/I11, "... La Cedor mi dice cisc bisognerebbe fare alcun lavoro cli medaglie di Cesare onde ne faresse acquisto l'Imperatore ( ... ).., calla lettera di Michelangelo Caeteni ad Alessandro Castellani (s.d.), Rome, Fondazione Caetani; episnolario (f. 4 cc. 3 "Meesedeeo Med/chris"). 16 Taccroino, p. 9v, i. 27/I11, strumenni: PC/506, scheda 863, misure levoro mm 18 x 14. BORDENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRAT1 1978, p. 598; in quesno periodo Alessandro ebbe modo di conoscere Gioacthino Rossini e l'Imperatore del frantesi Napoleone III; per quest'ultimo Si veda FRANCISCI-OSTI 1981, pp. 631-638. 17 Vi/sorni,s,e c/ic/es, volg. Lenreggine; p. 22r, inv.47/III. marina mm 110 x 95. 18 A.S.R., Fasseiglio Castellani, regg. 84— 94 (1844-1864 ca.). 19 Tra i repertori bibliogrefici relecivi all'argenteria e oreficeria pessaci ella Biblioneca di Archeologia e Scoria dell'Ance in Rome col lascino Castellani si segnala: "Superior Silver Mounted Ware Manufactured in the °iVenn Best Style of Workmanship with strong silver borders" (60 ravole).

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ram i mezzi di vedere come si stampano posate; ed avrC acquistato le matrici e acciaio." Un suo carnmeo figura nell'invenrario dei lavori di Augusto Castellani del 1895, n. 6: "Fibula cameo Leda (Pisrrucci) lire 1000"(reg. 98). Una serie di cammei in pierra dora acqoisraci per conto di on clienre e spediti a Parigi: "Apollo del Piscrucci con le nove muse,[ scudi) 174, 27 orrobre 1838" (reg. 98) Odelli Antonio (Roma 1785 (1) -ivi 1874), incisore di sigilli e cammei, figura in numerosi registri Castellani (1832 - 1865): "... Pagan a Odelli per l'incisione del sigillo del P.pe Doria, [Scudi 251". "... Pagati a Odelli per solfi [caichi in zoifo] di tina corniola incise [scudi] 16". Girardet Giorgio Antonio (1829-1892), esponence di una famiglia di incisori di origine fiamminga o svizzera. Nell'archivio Castellani figurano alruni lavori del Girardet: per la "La Carità", lire 750 (reg. 98, 1883-1905); cfr. PIRZIO BIROLI STCFANELLI 2002. Cerbara Giuseppe (Roma, 1770-1856), inrisore di pierre dure: cfr. BALM DE CARO 1974. Frediani Francesco, inrisore di cammei, nato a Roma net1787. Figura netreg. 38 (1837) a proposiro delta serie di tammei in pietra dura acquisrari per on cliente e spediti a Parigi ton gil altri di Verge e Pisrrucci. Amastini Angelo Antonio, figlio di NiccolO, nato a Fossombrone net 1754. Amasnini Nicole, figlin di Angelo Antonio (Roma 1780-1851) figure net reg. 98, inventerio del 1905: "fibula cameo Arerusa, Amastini A 100". Viene confuso con A. Mastini; Augusro Castellani neile sue bozze delta Scoria deil'oreficeria in Italia, (A.S.R., Foci/gun Castellani, 199/3) cica A. Masrini come ono cra i pifi farnosi artisti delta glicnica. Pickier Luigi, nato a Roma till gennaio 1773, figlio di Antonio e ch Gaecana MeIt gozzi, intagliacore di gemme. Castellani si servi pid voice delta sua opera e uno dci sooi lavori è nella Collezione moderna Augusro Castellani: una fibula con "on cristal di monte (quarzo ialino) inciso con una Medusa, firmaco", n. 47 delta descrizione. Saulini Luigi (Roma 1819-1883), figlio di Tommaso, incisore di cammei cdi pierre dure e acnivo per Forrunaro Pin Castellani negli anni 1841-1856. FigLira nei registri 48, 23, 101. Risulta enche incisore di cool. Caravini (Garavini) Bartolomeo (Rome 1752), incisore di cammei, alhevo di Giovanni Pickier. Figura net registro n. 93, invenrario 1862-1864. Pazzaglia (Antonio ?), incisore in pietre dure, morto net1815. Porrebbe essere soo it cammeo in onice con "Venere e Matte con amorino", flrmaro nella Collezione di Oreflcerie moderne Augusto Castellani, peniodo delta Rinascenza, scaffele settimo, n. 30 delta descrizione. Cocchi Alessandro (n. 1783), incisore di cammei, romano, figlio del mosairisra Vincenzo. Collezione Moderna Augusro Castellani; Periodo Romano, Scaffale V°, n. 5: "Fibula con rastone ovale ( ... ) inserra un noire incise dal Cocchi (sec. XIX) rappresenranre . [Ganimede e l'aquiial". Verge Filippo. Incisore in rame e pierre dure, (pierraro). Probabilmente discendenre delta famiglia romana dci Verge, tutri inrisori e pierrani del XVIII sec. A.S.R., FoodgIG Castellani, rag. 42: "28 gennaio 1832 pagati at pietraro Verge ...... comprari tre camei da Verge [scudi) 170; "... a Verge per incisione (di) on cameo in pierre dtira scudi) 5" (reg, 44). Morelli Nicola Figlio di Carlo, inrisore di gemme e cammei in pierre dora (Roma 1771- 1838). Nell'invenrario del 1889 delta bottega del Castellani figura on ". . Giniello ippogrifi oro cameo Ebe (Morelli) E. 1000". Suo anche it profllo di Napoleone I nella fibula in oro delta Collezione Moderna di Augusro Castellani a Villa Giulia. Nell'invenrario del 1888 (reg. 98), at n. 18, "Medaglia sfingi oro cameo Morelli Ebe (lire) 1000", cfr. BULGARI 1958, p. 178; PIRZIO BIR0LI STEFANELLI 1992a, pp. 63-76. 9 Voigr Carlo Federico (Berlino 6/10/1800 - Triesre 13 onrobre 1874). Incisore di gemme e medaglisna, lavora a Londra con Pistrucci e poi a Roma con G. Giromenni, inrorno agli anni 1851-53; figure in alcuni regisnri Castellani. Zacragnini (BonfiglioP, incisore delta Zerca di Rome sotto Pin IX (B); inrisore di cammei. E arcivo per F.P. Castellani dal 1831 al 1834; figure net regisrri nn. 34, 35, 45. " ...20 gennaio 1832 pagati a Zaccagnini per diversi ramei [scudi) 5,50". Alcune medaglie di quesn'aunore, presenri neil'ex Museo Arnisnico Indusnriaie di Roma, facevano forse parre del gruppo donaco net1876 da Augusno Castellani, oggi net roedagliere M.A.I. di Palazzo Barberini. Lander( ... ), incisore, ceseilatore. Figure nei regg. 20, 32,45(1831- 1832). Cerbera Nicole, figiio di Giovanni Barnisca, romano, incisore, medaglisra (17971869). Alcune medaglie delta serie degli 'Unmini Iiiusrri' da iui eseguite furono donate da Augusno Castellani at R. Museo Arnisnico Induscniale di Rome e oggi si conservano net medagliere MAT., presso la Gailenia Nazionale dAme Antice di Palazzo Barbenini. Vale 'ti ..., incisore, 1837-1839 " ...Pagati a Valenti per incisioni (scudi) 5,62" (reg. 38)"... Per incisioni... 29 dicembre 1837" (reg. 47). Moscerni cay. Cesare, incisore, medaglisma. Figure in elcuni copialerrene delta bornege Castellani, maggin 1893 ". . gO ho posno in lavoro i monii dandone incanico ail'incisore Cay. Cesare Teloscetti, romano cisc vinse it concorso net1875 per le grande medaglia commemorative del Trasioco delta Cepirale".

Cap/to/c V

Herder Augusro, incisore (1828); unn dci primi tedeschi che lavorfl per Forrunaro Pin Castellani (rep. 145). Morti prof. Arniiio, incisore, medaglisra, dirennore delta Zecca di Rome net1917. Coilezione mocierna Augusro Castellani, Periodo moderrso, octavo scaffaie, n.10: "Cionciolo di Flo in oro che racchiude la medagha di Gemmanico. Tale medeglia C snare miprodotre dal Prof. Mocni.. Hummer Amadeo e fraceilo (anche Kummer), incisoni, 1847/1849. Figurano nei ccgisnni on. 29, 67 ". . .cnnno ciell'incisione del conin VIRTUTI ET MERITO", 1$47'. Pagano aH'incisore Hummer per on anello gorico, baj 50", reg. 672 Snrnmenni Castellani, inv. pc/277 scheda n. 475, punzone con codolo del conin di forma rononda: "Virnuni en Merito". Pasinani (Passinani) Giuseppe e Pietro, incisoni vicencini, annivi nra 1821 e 1857: e difficile scabihre quele dei due Pasinani abbia tavorato per Castellani. Un Pasinati figure in atcuni regisrni del fondo Castellani: reg. 67. 42, 99. "...pagati a P. per alcune indisioni, ... incisore Passinani a saldo [scudi] 17,35 (agosro 1852)". Gallerni (Nicole /), incisore, ennivo per Forrunaro Pin Castellani intomno agh enni 1836: "Pagati a Galiecni per coni per Mr. Washington [scudi) 10,10" (reg. 47). Sinienni (...) incisore, antivo per Fornunano Pin Castellani, figure netreg. 46 (1832183 5). Rosati Same, maestro ergenniere, incisore, cesellarore, figho di Antonio nato ad Albano. Del 1839 at 1852 e arnivo per F.P. Castellani; figure nei regisrmi nn. 40, 41, 42, 43, 72, 74 (1843-1849). Rep. 72, "agosro 1852, pagg ati a Rosati per incisione [scudi) 7.50". Puhni (Luigi /), incisore, arnivo per Adsgusno Castellani negli anni 1881-1887. Figure nei regisrmi 55, 57, 113. "... ail'incisore Puhni £.15"; "3 gennain 1881, S.M. it Re per brarra Puhni £ 3500"; "eil'incisore Pulini £ 35 (maggio 1886)". Lorenz (Lorenzi) Giovanni, incisore, orafo, di orsgine ausrriaca. Giovanni Antonio Crisosromo, figlin di Francesco Carlo, nato a Biudenz (netVorarlber g ) netiS45, niit ceve be parence per apnire botnege in Rome in via dci Servini 26. Figura presso Castellani dal sennembre 1836 at 1840: (reg. 38), "a Lorenzi [scudi) 4,58". Nell' anon 1839 guadagnava [scudi) 5,30, Cfr. BULGARI 1958, parne I, parre II; Fosnscesn 19041930; FINARDI 1864; M. DONATI, estsatti c/a/Ic sclsede di. Lacora,,ti eel artisti c/el/a hottega Caste/lois, in Roma dal 1814 eel 1930".

40 La Fontana deile Tamnarughe, di Taddeo Landins (1581-1884) su disegno di Giacomo Della Porte, [le rarnamughe sono una aggiunra successive). A.S.R., Fasug/ia Caste//as/i, rep. 84 (1844-1846) n. 2226, "Fontana ci'argento mappresennanne la fonrana di piazza Tamneruga (sic) [Piazza Matrei) del peso in amgenrn di once 138,17, a scudi 1,07 l'oncia", ella cui realizzazione pamneciparono tanco it 'nsenatiaro' Messina qussnnn i'argenniere Biazzi. 41 A.S.R., Famig/ia Castellani, reg. 84, 1845, n. 2143. 47 A.S.R., Famig/sa . Caste/lass,,. reg. 88, scuds .-NO. / DONATI 1986, pp. 105-109. Netcanaingo manoscricco, in via di snesura a cum deH'aurore, figurano i seguenni nominenivi: Messina Antonio [canaingo M.D. n. 301, flu Onofnin, scuitore in rnetalio (ainre cienominazinni: fondinone, menallarn), lavoranre "escemno" del Castellani, figure pta dal 1844 peril lavoro delta "Foncane nicHe Tarnarughe"; eel 1847: .. ...per aver gennano in argenro due Angeh con ginbo, stunt 3"; " ...per (tine) forma in scajola,... per aver gettarn n. 2 Diavoh in argenno"; "...Per aver lavomaco (/) giorneta net sun negozin (rep. n. 29); "...pagaci a Messina per la fusinne di ursa canspena di S. Pietro in argemsno, scudi 10" (sernembre 1849): DGNAmI 1986, p. 105. Biazzi Pietro, maestro argenniere e fondirore, ligho di Gaspare, nero a Cremona, munme net1867; it sun boOn era a P122B> [n. 89 del canainpo M.D.). Atnivo per Pornonano Pin Castellani negli anni 1842-1849. ". . .a Biazzi a cornimo [scudi) 4". Nettest di BULGARI 1958, p. 165, it ctisegno del ragliacarne a forma di angelo con glnbo e so modello di Michelangelo Cacrani, eseguirn in fusione del Biazzi so cnmnsimtenza e direzione del Castellani. Cfr. DONATI 1986, p. 105. Belli Gaetano, lavoranne orafo e ergenniere del Castellani (1832- 1872), probabile discenclenne di Giovacchino Edit, argenniere (1756- iSis) [catabogo M. D. n. 101. Figure nei registni Castellani del n. 126 at 137 e ncr on. 37, 38, 39 e 44; viene citarn enche col solo nome Gaetano. Gb veniveno affideni tavoni come .....urn a snampane" (rep. 129),..." terre per it colore" (cisc si nifeniscono at procedimenno del cosidderro 'giaHone') (rep. 130), ". . .ninirani 27 manuchi grands rimanenze argenrn posanc.. (rep. 128, anno 1854-57). Non e menzinnacn in BULGARI 1958. Della Nome, fondinore (1832-1837) [canatogo M. D. n. 461.... Pagan a Delia Noce per genni [scudi] 4,48, matzo 1532; "CampaneHo di bronco per inferno di mempanelin cnsnn scudi 3" (rep. 86, 1850, n. 325); "1 CampaneHo 'facchinennn' scuch 18,34' (rep. 32, n. 22). 22 agosno 1837, "paged a Delia None per snampo di meralin [scudi) 5,23 e per airni snampi [scudi) 5". it Belli Giovanni, argenniere, figure presso Castellani del 1854 at 1557. Regg. 128 e 44. [Canalogo M. D. n. 111. Non menzinnamn in BtJLGAR5 1958. Probabilmenre tin

Attivith ne/la bottega degli orafi Caste/laid, lvi ode/li, straneenti e disegni inediti - Maurizio Donati

parente cli Pietro Belli (?). Messina Antonio (II ' ), probabilmente figlio (?) di Antonio (10), (1893). It "giovane" fondirore I titaro cia Aogosto Castellani neli'esecuzione della targa per le Nozze d'Argento dci Reali, dono dell'Accademia di San Luca. E citaro anche come esecorore della figora deii'Iraiia neila coppa d'argento su disegno di Alfredo Castellani per i Concorsi Agrari Regionali di Foggia del 1874. [Cacalogo M. D. n. 30 his]. Cfr. DONATI 2001, p.9l nota n. 8. Nell'inventario del 1857, quando viene vendoto at conte Broniesky, it campanello c.d. "facchinerro" I regisrraro con it costo cli scudi 25,40; quello delta campana mapgiore di S. Pietro figura acquisraro per scucli 42,70 dali' Imperatrice di Russia, uniramente a una fibula cristiana (rep. 89 — 1856-1858). Ii disegno a macira (album n. I, p. 44, fig. 5-24) del campanello "facchinerco" rielabora it modello del campanello del quadro di Raffaello raffiguranre Leone X, at quale vengono aggiunri quarrro 'putcmi' che sorreggono on globo. Tale soggetco e trarro dalla fonrana barocca di Roma di piazza d'Aracoeli, eseguira sotto ii pontifirato di Alessandro VII Chigi (16551667) con quattro puttini con anfore. Netcampanello era inserira inrernamenre una seconda campana di bronzo per mighorarne it suono. A.S.R., Fasoglia Castellani, rep. 86-1850, n. 328 "CampaneHo di bronzo per inrerno di campaneHo cosro scudi 3". 46 Lecrera a Edward Cheney del 20 aprile 1860: cfr. BARTuccINI 1974, p. 64. A.S.R., Fam/glia Castellani, reg. 154, anno 1852, n. 1338, "lastra nieliaca rappresenranre It Presepe scudi 20,40". 48 'A giugno 1865 Sip. Moscelli, volendo dare on heve ricordo alla Vosrra Universirà per la decorosa maniera con cui Ella onorts la memoria di Min Padre, pensai the nulla poresse essere pits arroncio che on unico lavoro da iui eseguiro in una deHe pits diffirili parti dell'Arte, percib Ic invio l'acciuso niello the addorro in forma di Pace rammencerts nelle nosrre adunanze i'amore nbc egh portb ail'arce noscra e i'alto sviiuppo nbc vi arrecava. Mi credit sempre Augusro Castellani." Netverso delta 'Pace' si legge: SAGGIO DI NIELLO ESEGUITO NELL'ANNO MDCCCXXXX DA FORTUNATO PlO CASTELLANI OFFERTO DA AUGUSTO FIGLIO ALLA CHIESA DI S. ELIGIO (A.S.R., Fam/gIG Castellani, rep. 24, p. 11). DONATI 2003, lotto n. 139. A.S.R., Famiglia Castellani, 196/4, Diario, 2 matzo 1888. 71 CASTELLANI Au. 1862, p. 26. CASTELLAN: Au. 1862, p. 15. A.S.R., Fan/gun Castellani, 18/2,a. Cd. GIGLIOLI 1955; M.A.I. lascito Alfredo Castellani,'Fogli sparsi', B/il, fasc. C, 295. Comune di Roma, rre carceilini degii oggerri esposri at Museo Indusrriaie, s.d. post 1875. Ii n. 179 porca in didascaha del gessi della Coilezione Campana. A tale proposiro si veda anche A.S.R., Famiglia Caste!lani, Fast. 17/6, "Elenco degli oggerri esposri at Museo Induscriale di proprierS del Can. Castellani Augusro CASTELLANI Atj. 1920. Neii'invenrario del 1865-1866, rep. 95, Egurano ph orecchini "purci di Kerrch" con vaiore di srudi 38; e ph orecchini: "Giunone di Kercch" sigiaci con scudi 150. Cool neH'invenrario del 1894, n. 98, figurano un "Diadema Kerrch", una "coilana Kertth ricca", "una coiiana nodo e Medusa Kerrch". 56 I lucidi dci disegni del Layard da Ninive sono datati "anno 1866" e segnaci dalia nora: "Dono Lavard's", Lasciro at M.A.I. di Roma, disegni Castellani, album n. I pp. 11-19; queHi di Mariecre "vice Re cl'Egirro, 1862", ibid., p. 10. Disegno acqoereilato mm 47 x 78. Museo Nazionale di Palazzo Venezia in Roma, (foto I.C.C.D. n. E/64710 — F/21135), dono Bentivenga. 5 "Aneiio gemmaco Campana", "coHana resre d'Io modeilo Campana", "collana papayen (sic) modeiio Campana", "braccialecco Campana a quadri", "diadema preco-enrusco (Campana)"; "Grande fibula Chiusina con iscrizione ecrusca delta Coiiezione Carnpana"; "fibule horchiare delta coliezione Campana"; mencre deil'ainra coiiezione Castellani delta quale "... sono spiendidi saggi la fibula Perugina rhe era è netMuseo Bricannico la qciaie in acquisrava ( ... ) dal Sip. Brunetti" etc. A.S.R., Faoi/g//a Castellani, rispettivamente regg. 91, 93, 98 (invenrari 1858-59 del 1862-64 e 1894); B/195, 2, in CASTELLANI Au. 1813, periodo "Ecrusro", qoinro siscema. Lascito Castellani M.A.l., punzone con cocloio medico (restauraro): mnv.pc/39, schecla 113 (la y . 0 mm 14 ). A.S.R., Fan/p//a Caste//an,, 18/3/b: "periodo Errusco, Fibula con 'testa muhebre' n. 5". Foro Hellos: Villa Giulia, inv. 85060, fig. 5-40. La macrice ricavara da qdlesro strumenco è servicss anche per un'altra fibula rotonda cl'oro del periodo "Tirreno", inn. 85075 delta Coilezione Augusco Castellani (Moclerna), n. 81 della descrizione. A.S.R., Famig!ia Castellani, busna 195/1. La Collezione fu ordinata in qoacrorclici snaffali, di dcli l primi Otto forono cos! classiFscani: 10 e 110 scaffale: pioieHi preisrorici; 1110 scaffale: oreficeria Tirrena; IV' scaffale: orefIceria Enrusca; V 0 scaffale: orefmcena Romana; VI': sraffale: oreficeria Medievale; VII' scaffale: oreficerie diverse; VIII scaffale: frammenci clegh scavi di Palescrina, 1860-1864; sepuivano alrri nrc scaffah non una collezione di 'aneHi; on XII° scaffale con avori e verni; on XIII° non balsama-



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ri, urensili, verri — cerrecocce e avon; on XIV° con frammenri di vecro. 61

A.S.R., Fans/p//a Castellani, 197/3; 195/1,2. 62 A.S.R., Farn/g//a Castellani, 18/3/b; descrizione Period,) Primigeno, nn. 22-23. Coi-

lezione Moderna Augusro Castellani, mv. ... ; Perioclo moderno, mv ..... Lasciro at M.A.I., scromenro, scheda 302, i. MF/7 fig. 5-37; foto disegno dararo 25 sectembce 1909, fig. 5-36; misore: 16,8 x 37 x 30; lay. 24,5 x 24,5. Una spills simile a qoelIa del periodo moderno, con robini cabochon, I nel Canaiogo cli venclita P&P Santamaria , 1930. Tav. X. 6 "Gil spiendidi saggi di orefmneria di ogni stile e d'ogni tempo conservaci in decra saIa ultima". Notifica Legge 20 giugno 1909, direrrore Roberto Paribeni, Collezione Castellani. 64 L'ulcima nocrezione, netmanoscricro "L'OreIlceria neH'Incivihmenro ltahano,"(CASTELLANI Au. 1913) risaie at 30 lugho 1913 (p. 198). 65 A.S.R. Fans/p//a Castellani, 18/3/b: "Coliezzione (sic) Cronologica delie Oreficerie esegoice in Italia niprodorce net vari peniodi di Sun Sroria e disposre in Otto Scaffah da Augusro Castellani, 1875 —1881". 66 A.S.R., Farn/glia Castellani, 18/3/b; i pioieili copiaci clalia Coilezione Campana sono descrirni neHa Coliezione Cronologica ( ... ) ai on. 25, 27, 28, 29, 30, 32, 36, 39, 40, 41, 45. 67 Lascino Castellani at M.A.I. album disegni Casceilani I, p. 17/10; A.S.R., Fani/g//a Castellani, 18/3/b, Tirreno, n. 50. 68 A.S.R., Fans/p/ia Castellani, 18/3/b, n. 33. 69 Cfr. Ruooe 1991, p. 115. 70 CASTELLANI Au. 1862, pp. 25, 26. In on pnimo momenco i Castellani usarono deph arseniari at posro del horace come faceva ii iavorante Benedetto Romanini, chiamaco a Roma da Forronaro Plo (CASTeLLANI AL. 1860), ma la saidarura mecailica nisoirts on sisrema pits difficile del metodo colloiclale cui i Castellani pervennero pits cardi. Nei 1853 William Burpes (1827-1881), in visica presso i Castellani, a soo giudizio rrova i lavoni esegdliri con la 'moderna granulazione' non sufficiencemente riosciri (cfr. MUNN 1984, p. 168). 71 Gli 'erruscanni' per fare Ic prane osavano misnhiare la Iinsacora grossolana d'oro con la polvere di carbone, disposna a strain encro on connenirore cihndrico cli ferro (ferranciola), mdi posno encro una fornane fino a raggiongere it punco di fusione del metallo prezioso; dopo on lavapgio, Ic pranine formace venivano senacciane a misora. Quesco menodo fit deccaco all'aurore da on vecnhio orefice, Luigi Salemme, it cui padre era enruscance per Rocchegiani, nepozianre e gioielliere romano di fine '800. 72 A.S.R., Fan/p/ia Castellani, 18/2/c; leccera cli Alessandro da Panigi, 16 novembre 1860: "Mio narissimo Augosco, senco con piacere rise siece giunti a fissare le grand sorrih suHa lamina cl'oro medianre on fondente, io nicordo nbc alcuni nenracivi forono farci quando in em in Roma con on controsmalco giallognolo, sarebbe qoeHo o alrca cosa ..... 73 A.S.R., Falls/p/ia Castellani, 18/3/b, n. 86. NelIss descnizione sono nicari "26 pipli e 25 anref'ssse come gdlernine cli cordeHe e paHine". 74 Lascico Alfredo Castellani, punznne PC/45, scheda 119 (lay. mm . 12 x 5.4, Is. 3) e macrice MF/6 scheda 301(lav. 5.5 x 13). La collana I mama da on modello del IV sec. aC. da Cervereri in terracotta impressa e doraca in onipine, apparrenenre alla Coliczione Archeologica Augusco Castellani, Muse)) di Villa Giulia, m y. 53672: MOceTT SGUBINI 2000, n. 148. 75 CASTELLANI Au. 1972, p. 30. 76 Grande Corona con 56 foglie cli edera con cicie bonchie (n. 24 delta descnizione A.S.R.), — Smrumenni delta Corona PC/186 scheda 333 (lay. mm 30,2 x 31,2 ); PC/191, scheda 338 (lay. mm 27,4 x 26). 77 A.S.R., Fam/gl/a Castellani, 195/2; CASrELLANI Au. 1813, p. 52. 78 CASTELLANI Au. 1872, 1). 21. 79 Quesca corona viene sovence confusa cots la corona eseguica da Augusco Castellani per it ferenro dell'Imperarore Federico III, net1888. La corona inviara a Benlino dal Re d'Iralia Umberto I aveva on diamenro di 40 cm e on peso di 400 grammi, ed era eseguica con foglie di querdia legate da on nascro cl'nro sul c 1 uale era snnirco in lencere nilevare: "Umberto I Re d'Imaha at suo migliore amico Federico III Imperatore e Re". La sua immagine fu pubblinaca ne / '!//nstnaz/one /ta/sana, anno XV, n 35, del 19 agosro 1888. 80 Le "perle icahane rosse", anche citate come "perle cli Sardegna", furono dssane da Angusto Castellani come una vera mrnvara clecoraniva per l'oreficeria ; matte da urn hivalva denominara pinna nohi!is, ma anche dalla c.d. 'purella mola' o 'orecchia cli mare' (CASTELLANJ Au. 1870, p. 170). 81 L'orecchino fu clisegnaco cIa Michelangelo Caecani, craducendo clal greno it pass)) dell'Iiiacle cli Omero (XIV, 222) clove è descnirca Giunone nell'arre delta yesnizione per affascinare e sedurre Giove. Ii monile I incerprecaco come si vede net gmniello a Villa Giulia, Coilezione Augusco Castellani, scaffale quarco, inv. 85384. Lascino Alfredo Casmellani, Album disegni II, p. 16; inolrre a P. 34 album It neila versione: "Erma Tniplenon". Vecli anche MURA SOMMeLLA 1987, P. 48, 5. 4.

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Capitols V

82 A.S.R., Famiglia Castellani, 18/3/b, Collezione Moderna, Augusto Castellani, periodo Romano, n. 49. A.S.R., Fomiglia Castellani, 18/3/b, Collezione Moderna, Augusto Castellani', penndo Romano, a. 6 "Anello a gambo liscio rastremato con una targa ovale in oro sulla quale è inciso MEMENTO". 84 DONATI 1988, pp. 7 1-79; foto corona con fiori di aspirea, Villa Giulia n. 2104. 85 CASTELLANI Au. 1862, p. 37. 86 A.S.R., Famiglia Castellani, 18/3,b: Scaffele settimo, periodo Rinascen'za, n. 46; probabilmente copiato da on niodello appartenuto ella famiglia Borgbese. Riprodocro in - M[JNN 1984, fig. 127; I. Caruso, in MORETTI SGuBINI 2000, p. 226, fig. 204. S/ A.S.R., Famiglia Castellani, I8/3,b: Scaffale settimo, periodo Rinascenza, corona n. 21, gIl aEri pezzi, nn. 23, 24, 25. 88 A.S.R., Faioig/ia Castellani, 18/3,b: Scaffale settimo, periodo Rinescenza, n. 28. Lascito Alfredo Castellani at M.A.I. di Rome. Punzone con codolo, inedito, scheda 445, PC/247, solo motive: mm 23,4 a 20,6, h 1,5. 90 A.S.R., Famiglia Castellani, 18/3,b: Octavo scaffale, peniodo Moderno. Questa descrizione delta Collezione Moderna è da ettribuirsi canto per la sresure quanro per la gra(Ia ad Alfredo Castellani, negli anni precedenti la cessione ella States. 91 A.S.R., Famiglia Castellani, B. 195/2, con. CASTELLANI Au. 1913, booze siglate e carrerre, pp. 194-198. 92 '10 TRIUMPHE' - 'NOVA NUPTA' o quella con it carme Epitalamico di Catullo 'HYMEN. ADES. 0. HYMENAEE.' etc., Tutti gli oggecri forono esposti in una vetrina a quattro riquadni, di cui due furono dedicati at periodo "Tirreno" e tra essi figuravano molci gioielli tratti dalla Colleziofir Campana; un altro riquadro fu dedicato at periodo "Medievale", l'ultimo at periodo delta "Rinascenza"; gli orecchini furono calcolati come pezzo singolo. Dopo alconi giorni decisi inviare a Parigi i due miei lavocanti Papini e Bizzarri, i quali partirono it 24 aprile, latori di cutti gli oggetti che credetti a me utile cola esporre." A.S.R., Fanziglia Castellani, 198/1, Ricordi di Aogosto Castellani. L'Elmo Reale fu individuato dall'autore netluglio del 1985 nell'Armeria Reale di Torino. M. DONATI, Per on's/so percluta on B/coo ritrovc/to, in via di pubblicazione. Per Ic immagini delta Lettiga, dell'Elmo e delta Corona Votiva vd. Lillustrazione italiana, n. 36, p. 148. I pezzi di Alfredo erano in on "canrone di passaggio", le vetrine di Augusto erano in cina sela anch'essa di p055aggio con it sun solico cartello "nulla da vendere", mentre a

leto c'erano i lavoni del Melillo che Ii vendeve quale allievo di "A. Castellani di Rome", evendo evuto cure it Cammissanio Regio, Alessandro, di dichiarare ci giuraci che Melillo era suo allievo. 96 CASTCLLANI Au. 1879, PP. 395-406. 97 Bol/ettino dc//a Commissione Archeologica CO//li! na/i, 1877, p. 121. 98 It lerca di Amicerno I esposca con le Collezioni dci Musei Capicalini alla Centrale Moatemarcini in Rome: BERTOLETTI, CIMA, TALAMO 1999, p. 53 (1.21), inv. 1074. L'oniginale conserve cache macce di doracure sul disegni dei fulcra. 99 A.S.R., Fac/dgi/a Castellani, fasc. 13/6, lectere di ningraziarnento del Sindaco di Roma it Venturi. Seconda alcre nocizie do venificare, bisellinin fu acquistata del Castellani per it resceciro per 16000 lire; cfr. BARNABEI 1991, Appendice 4000 lire e ceduca dopo III, 5, p. 460. 100 A.S.R., Fall/ig/ia Castellani, 198/1, Ricordi e appunci di Augusta Castellani: "... Alfredo ancare prese cal sun name porte a qccella mastra inviandavi Ic sue belle ropie del BiselIlo e delta Letciga Capitoline". 101 Testamenca di Alfredo, 1930. Le capie donate at Museo Iadciscniele net1956 coalluirona net Musea delta Civilcl Ramane. Net1985 per la prima volta fcirana individuate nei magazzini do chi scnive: DONATe 1987, p. 99, note 5. at 102 Per un'elcre capia doaaco Museum für Angewandme Kunst di Vienna e per una 01 Musei Capicalini, cfr. BORDENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, p. 597. 103 Come esecocare delta figura dell'Italia in sembianze di Cerere nella cappe d'argenmo, so disegna di Alfredo Castellani per i Cancorsi Agrani Regianali di Foggia del 1874, è cicero Messina Antonio (110, prababilmenre figlia (?) di Antonio - 10), it "giovane" fandimare cicaca do Acigcisco Castellani cache nell'esecciziane delta tango per Ic Nazze d'Argenta del Reali (1893), dana dell'Accademia di San Luca; cfr. DONATI 2001, P. 91 note 8. 104 Roma, Medagliere Capitoline, inv. 11875,0 mm 50. 105 G.N.A.A., Palazzo Barbenini. Due note in octane can rarsie in name e ergenta, an. inv. 3800/A, B; due caperchi per decce ciste, inv. 3800/CD; on ciliadro per dote in arcane, n. mv. 3797. Ex Musea Arciscica Induscniale di Rama, lescico Alfredo Castellani, Foco G.N.A.A. n. 3800/b. GIl elobaraci nipraducona in porte ii disegno di due ciste prenestine delta Callezione Castellani, Cfr. BORDENACI-IE BATTAGLIA, EMILIOZZI 1990, II, pp. 286-289, ins'. 51196, a. 86. 106 Lascita Alfredo Castellani at M.A.I., "fagli spend", 4 lucidi iaediti, cartelle A, b2, fasc. 4; inv. 024, 025, 026, 027.

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Pig. 6-1. Spilla a micromosaico con ETFE ("bravo"). Manifattura Castellani. Oro, fib d'oro, tessere vitree. L'iscrizione è circondata da una ghirlanda di foglie di vite eorro una montatura d'oro di stile bizantino. British Museum, Londra, Donazione Hull Grundy, Cat 952. Catalogo n. 36. N.

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CAPITOLO

VI

I MICROMOSAICI E LE LORO FONTI DI ISPIRAZIONE JUDY RUDOE

micromosaici Castellani rimasero insuperati per l'oriJ ginalita del disegno, apportando nuova vita a una tecnica che non era stata in grado di tenere ii passo con i cambiamenti della moda. A differenza del micromosaici della prima metà dell'Ottocento, i cui soggetti erano tratti dalla natura, i modelli Castellani si ispiravano al mosaici delle chiese paleocristiane e bizantine oppure utilizzavano iscrizioni greche e latine (fig. 6-1). Tale immaginifico utilizzo di fonti storiche rappresentè un distacco totale dalla tradizione e conferI al micromosaici un nuovo slancio intellettuale. I Castellani furono anche i primi a utilizzare i micromosaici in combinazione con oreficenie di stile archeologico e a create superfici deliberatamente scabrose che scintillavano di luce riflessa, niecheggiando to splendore del mosaici oniginali delle chiese. Tali capolavori in miniatura all'epoca erano molto apprezzati e contribuirono in larga misura alla fama e at prestigio della ditta. I micromosaici prima e dopo i Castellani I micromosaici furono introdotti a Roma negli anni '70 del Settecento. Piccolissime placchette, larghe pochi centimetn, erano formate da centinaia di minuti frammenti di vetro, o tessere, ciascuna delle quali tagliata da un filo o da una verga di vetro, tirata mentre questo era ancora caldo. Le singole tessere sono minuscole e quasi impossibili da vedere senza un microscopio, da cui è derivato ii termine di micromosaici 1 . I pnimi artisti ad applicare la tecnica del micromosaico si erano ispirati al mosaici dell'antichità e adattavano soggetti classici inserendoli come motivi isolati entro uno sfondo che per contrasto era senza decorazione (fig. 6-2). Un particolare capolavoro dell'arte antica ispirô gli inizi del micromosaici, Ic cosiddette Colombe di Plinio, un pannello panietale misurante cm. 98 x 85, scoperto nd 1737 nella Villa Adriana di Tivoli. Eccezionale per Ic minime dimensioni delle tessere, esso è ancor oggi uno del pid bei mosaici romani che trial sia stato trovato. Esso fu imme-

Fig. 6-2. Placchetta a micromosaico con le colombe di Plinio, 1779. Manifattura Giacomo Raffaelli, Roma. Tessere vitree inserite in uno scomparro di tame. Firmata e datata sul retro. Si tratta del pid antico lavoro conosciuro del Raffaelli, ii primo micromosaicisra di cui Si ricordi ii nome. British Museum, Lonclra, 1990, 7-10,1.

diatamente ricollegato alla descrizione di Plinio di un mosaico con colombe che si abbeverano a una coppa, opera di Sosos, un artista greco di eta ellenistica. Gli studiosi ben presto appurarono che si trattava di una copia romana del II secolo d.C., ma ii titolo gli nimase. It pezzo entrè a far parte delle coblezioni del Musei Capitolini e in seguito fu piii volte copiato da numerosi mosaicisti, ma mai, a quanto sembra, dal Castellani. Agli inizi del secolo xix, i micromosaici niproducevano naturalistiche scene rurali, sia inse-

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Fig. 6-3. Placchetta a micromosaico con cane spaniel sdraiaco entro paesaggio, ca. 1830. Manifattura Luigi Cavaliere Moglia; firmato "LM." Tessere vitree inserite in unn scompartn di rame. Moglia, on cnntemporaneo di Aguatti, sviluppb l'uso di tessere ricurve per rendere i singnli capelli. British Museum, Londra, 1991, 11-7,1.

Fig. 6-4. Particolare della fig. 6-1, ingrandito per mostrare gli elementi separatori che circondano Ic letters e la ghirlanda di vite.

rendovi antichi monumenti romani, sia copiando le pitture di paesaggio del secolo XVII. Accanto a questi esisteva una produzione fiorente a base di mazzi di fiori e di soggetti animali (fig. 6-3). Ii desiderio di un maggiore naturalismo portô alla produzione di circa 20.000 sfumature di colore, cosi come di tessere multicolori (cosiddette mil/efiori) per un maggiore effetto, e a quella di tessere di forme particolari per indicate determinati elementi, come le foglie o ii pelo degli animali. Venivano persino utilizzate tessere ricurve per riprodurre singoli capelli - una tecnica perfezionata da Antonio Aguatti. Le tessere erano disposte una accanto all'altra e la superficie scabra veniva quindi levigata per create una superficie assolutamente liscia, mentre i piccoli interstizi erano talvolta colmati con cera colorata 2 . Si trattava di un'arte di lusso che implicava un'intensa lavorazione e che era patrocinata dall'aristocrazia e dalle classi sociali pill alte. Per coloro che si recavano a Roma fermarsi a visitare lo studio di un mosaicista faceva parte dell'itinerario turistico, esattamente come visitare lo studio di un grande scultore o vedere i monumenti antichi e le collezioni per cui la città era famosa. Intorno al 1830 i micromosaici avevano toccato il culmine delta sofisticazione in fatto di verosimiglianza e i migliori tra di essi erano capolavori di virtuosismo tecnico - magici paesaggi in miniatura punteggiati da romantiche rovine coperte di vegetazione che figure umane isolate osservavano pacificamente. Roma sino agli anni '70 dell'Ottocento non aveva conosciuto un'espansione edilizia e pertanto tali scene idilliache rispecchiavano la città come appariva. In qual modo ci sarebbe potuta essere un'ulteriore evoluzione del micromosaici non era facile da intravedere. Anni pill tardi Augusto Castellani annotava, nel suo trattato del 1878 sull'arte industriale in Italia, che intorno al 1840 i micromosaici avevano incominciato a andare fuori moda: la diminuzione delle richieste portava a un declino nella qualità. E non

senza un certo orgoglio egli quindi affermava che "Net 1852 il Caetani, Duca di Sermoneta, e i Castellani pensarono di congiungere il musaico all'oreficeria, e dirigendo secondo ii gusto dell'arte antica il lavoro del musaicista, to portarono ad una finezza e ad una perfezione che si concordava mirabilmente col loro gioielli e che il musaico non avea forse mai raggiunto. L'esempio fu cI'incredibile efficacia: gran numero di operai abbandonando la vecchia maniera imitarono questa nuova che fiori grandemente". Augusto ammetteva che, confrontato con altri settori delle arti applicate, it mosaico non era altrettanto considerato, ma che tutto cia che si doveva fare era ignorare i capricci delta moda per condurre, come scriveva nelle sue memorie, "la guerra a la moda" Tutto ciè comportô una rivoluzione net concetto di gioielli a micromosaico, sia nella forma che nei contenuti. I graziosi cesti di fiori e i ritratti del cam spaniel sparirono: ogni volta che simili soggetti si ritrovano entro delle montature Castellani si tratta di mosaici pill vecchi, realizzati da altre botteghe, anche se montati dal Castellani su richiesta di un cliente. Le audaci montature Castellani con filigrana e filo a cordicella, nelle quali al micromosaici si affiancano pigne, palmette e altri motivi tratti dal mondo antico, erano tutt'altra cosa rispetto alle collane a festoni neoclassiche di stile francese degli inizi del secobo XIX con le loro molteplici catene, o rispetto alle leggere montature coniate a foglia in oro coborato, create negli anni '30 e '40 dell'Ottocento. Fortunato Pio Castellani in quel periodo aveva investito pesantemente in gioielli importati da Parigi, e pertanto le nuove montature per i micromosaici a partire dagli anni '50 costituivano una novità, come i mosaici stessi. Contemporaneamente at cambiamento di forme e SoggettI Si verificô anche un significativo cambiamento nella tecnica. Micromosaici compaiono in gioielli Castellani d'ispirazione medievale ("periodo medioevale") e in quelli descritti da Augusto come "periodo moderno", con questo termine

I micromosaici e le loro fonti di ispirazione - Judy Rudoe



intendendo "originate del secolo XIX". Per i pezzi "moderni', con motti e iscrizioni, i Castellani imposero al propri mosaicisti di ritornare alia tecnica del primi micromosaici neociassici delta fine del secolo XVIII, utilizzando tessere regolari di forma quadrata, ciascuna di un colore, disposte in file orizzontali e con le superfici levigate in forma piü o meno allisciata. Net metodo di esecuzione essi sono praticamente identici, ad eccezione di due particolari. In primo luogo i mosaici Castellani non presentano mai bordi di tessere muiticolori o mi//efiori, quail quelli riprodotti alla fig. 62. In secondo luogo essi utilizzano una tecnica completamente nuova - elementi separatori d'oro o d'argento, ovvero scomparti formati da strisce piatte di fib (dette fettucine nei registri delta ditta), che circondano le iscrizioni o i motivi proprio come nello smalto cloisonné (fig. 6-4). Una simile idea sarebbe stata inconcepibile nel mosaico naturalistico, dove tessere di forma particolare erano poste nel diversi angoli, mentre net caso di una semplice iscrizione, spesso

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realizzata in due colorl contrastanti con tessere disposte a file regolari, essa aggiungeva enfasi at pezzo e permetteva inoltre di realizzare tali iscrizioni in un formato minuscolo, su leggeri pendenti, su orecchini o su bottom. In tall casi, invece che realizzare l'iscrizione con colore diverso su tessere di vetro circoscnitte dal fib d'oro, era il filo stesso a formare it profilo dell'iscrizione su uno sfondo di mosaico di un'unica tinta (fig. 6-27, a, b, c). Net caso del mosaici d'ispirazione medievale, con immagini di Cristo e delta Vergine o dell'Agnus Del, interveniva ancora un altro cambiamento. La superficie delle tessere spesso non veniva levigata, bensI queste erano lasciate propnio come erano state inserite, con angolazioni leggermente diverse per catturare la luce e brillare allo stesso modo che le tessere sulle pareti delle chiese. La presenza di queste superfici irregolari e stata talvolta interpretata come ii sintomo di un declino nella qualità da parte del Castellani, mentre rappresenta un'imitazione intenzionale e consapevole degli onginali, anche se a una scala assai pili ridotta. Nel caso poi che venissero utilizzati elementi separatori d'oro, ad esempio per delineate l'aureola dell'Agnus Del interamente eseguita con tessere di oro puro e senza il minimo uso del vetro, l'effetto poteva essere magnifico (fig. 6-5). Con ciô non si vuole affermare che i micromosaici vecchio stile non continuassero ad essere prodotti, dato che se ne conoscono begli esemplari realizzati da diverse botteghe sino alla fine del secolo. Augusto perè aveva assolutamente ragione nell'affermare che altri avevano seguito il boro esempio, come Ernesto Pierret (fig. 12-21), Antonio Civibotti (fig. 1224) e Cesare Roccheggiani°. I micromosaici e la "Collezione delle Oreficerie eseguite in Italia" dai Castellani

Fig. 6-5. Particolare della fig. 6-15, ingrandito per mostrare gi elemenri separatori in oro e Ic ressere d'oro per l'aureola.

Le innovazioni nei modelli e nella tecnica del micromosaico non costituivano un fatto isolato, ma erano parte di un progetto estremamente ambizioso di far rinascere quella che i Castellani percepivano come l'eredità delta tradizione nazionale dell'Italia. Stimolati dalla scoperte archeologiche del secolo XIX, Fortunato Pio e i suoi due figli guardavano al passato come a un mezzo per rivitalizzare l'arte dell'oreficeria, con l'intenzione di produrre, attraverso la sua storia, una rappresentazione visiva del progresso della civiltà in Italia sino all'età moderna. Significativo è il fatto che tale idea nacque intorno al 1840, negli anni che preludevano at Risorgimento, quando ii futuro dell'Italia era ii tema dominante del dibattito politico. Quale tangibile clocumento del loro entusiasmo nei confronti del concetto di un'Iralia unita, i Castellani crearono due collezioni parallele, una di oreficerie antiche, l'altra di riproduzioni storiche realizzate da boro stessi, entrambe be quail potevano essere ammirate dai visitatori del loro studio (cfr. cap. 11). Le riproduzioni erano suddivise in otto grancli periodi di evoluzione artistica. Ii manoscritto di Augusto che elenca ciascuna delle Otto sezioni si è conservato nell'archivio Castellani; è datato al 1875-1881 ed è intitolato "Collezione Cronologica delle Oreficerie eseguite in Italia riprodotte nei

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Fig. 6-6. Spilla a micromosaico con iscrizione ROMA CAPUT MUNDI. Manifatrura Castellani. Oro, fib d'oro, tessere vitree. Museo Nazionale Errusco di Villa Giulia, Roma, 85450.

Fig. 6-7. Spilla a micrornosaico con rnaschera tearralc. Manif4rtura Castellani. Da Catalogo a'egii oggetti in Oro, Geneme, Canzmei appartenufti cii Defuinto Comm. A. Castellani c/se sara000 venduiti ali'asta. car. della vendita., P. & P. Santamaria, Roma, 15-18 Dicembre 1930, ray. [VII).

vari peniodi di Sua Stonia e disposte in Otto Scaffali da Augusto Castellani, 1875_18816. Da cia nisulta chiaro che i micromosaici nicorrevano in due sezioni, la medievale e la moderna. Quelli nella sezione medievale comprendono motivi desunti direttamente dal mosaici panietali delle chiese, ivi comprese immagini di Cristo e delta Vergine, cosi come simboli cristiani quali colombe, pesci e agnelli. In netto contrasto con tali immagini di carattere figurativo, vi erano splendidi motivi geometrici denivati clalle decorazioni architettoniche gotiche uniti alla tavolozza di colorl brillanti degli smalti di Limoges del secolo XII (fig. 6-6). I micromosaici delta sezione moderna includono motivi ispirati all'iconografia del mondo antico, ma nessuna copia cliretta di gioielli antichi. In questa sezione erano le iscrizioni a dominate i modelli a micromosaico (vd. cap. 13). Alcune, in italiano, erano desunte cia Dante, mentre per la maggior parte erano in greco o in latino, sia in lettere d'oro a rilievo sia a mosaico, concepite per aclattarsi a quante pill occasioni possibile e per una clientela colta e intellettuale, in particolare per quella che simpatizzava con Ic idee politiche del Castellani.

prevede l'apposizione di cifre con la data e l'arco di produzione del mosaici copri all'incirca settanta anni, dal 1852 sino at momento delta chiusura delta bottega net1927, con pochi cambiamenti net tipo del pezzi prodotti nel corso di tutto questo periodo. Ciononostante, utilizzando all scritti di entrambi i fratelli e la documentazione clei registri, è possibile ricostruire l'evoluzione del mosaici Castellani a partite dal primi dieci anni delta loro produzione. Dopo uno scatto miziale di attività net 1852-53, sembrerebbe essersi verificato un ristagno durante it periodo della prigionia e delta malattia di Alessandro, seguito da un'enorme espansione alla fine degli anni '50. Quando i Castellani applicarono per la prima volta i mosaici all'oreficeria classica, essi imitarono le maschere teatrali che si trovavano sugli antichi mosaici romani, cos! come iscrizioni greche e latine, molte delle quali desunte da monumend ancora esistenti°. Una piccola spilla rotonda con maschera di Bacco faceva parte delta vendita effettuata nel 1930 di oggetni del lascito di Alfredo Castellani (fig. 67)9. La maschera è una copia esatta di un mosaico con duplice maschera nei Musei Capitolini'°. Ad eccezione di questa, non sono state nintnacciate altre maschere teatrali, rendendo impossibile appurare in quale misura differissero tecnicamente dal precedenti prodotti. A giudicare dal libri mastni giornalieni delta ditta e dagli inventari delle merci, la produzione di maschere procedeva a pieno nitmo negli anni 1852 e 1853. Una "fibula maschera scenica" venne venduta a Mr. Miles net dicembre 1852 per 50 scudi, mentre l'inventanio delle merci di quell'anno include numerosi mosaici con maschere. Ogni

I primi mosaici Castellani I Castellani avevano incominciato a sviluppare l'oreficeria di stile archeologico intorno at 1845-46 e tale processo era ancora in pieno corso agli inizi degli anni '50, net momento in cui vennero introdotti i mosaici. I gioielli Castellani sono in genere di difficile datazione, a meno che non abbiano una provenienza documentata. 11 sistema di marchi italiano non

I micrornosaici e le loro fonci di ispirazione - Judy Rudoe



pezzo è elencato con ii prezzo di costo e ii prezzo di vendita: ad esempio l'elenco del braccialetti ne comprende uno con Otto maschere teatrali at costo di 122 scudi e at prezzo di yendita di 220. Un altro braccialetto con un'unica maschera aveva un costo di 35.70 rispetto a un prezzo di vendita di 75'. L'utile era pertanto pii o meno ii doppio, abbastanza basso rispetto al parametri attuali. Semplici iscrizioni greche e latine compaiono nei registri un poco prima delle maschere teatrali, net 1851 circa, anche se non si fa alcuna menzione di mosaici. Motto probabilmente esse erano realizzate in lettere d'oro a rilievo, come del resto alcune sono descritte. A partire dalla metà degli anni '50, esse erano sicuramente eseguite in mosaico. L'inventario delle merci del 1858 elenca una ventina di motti diversi, molti del quali disponibili sia in lettere d'oro a rilievo sia in mosaico (per i numeri di registro nell'archivio vd. l'appendice). I primi riferimenti a mosaici con soggetti cristiani compaiono alla metà degli anni '50, come, ad esempio, una "fibula musaico cristiana" net1856. Le succinte descrizioni fanno pensare che si trattasse di semplici monogrammi o di motti. Netcaso in cui nei registri si riportano le copie di mosaici che stavano nelle chiese, queste sono sempre descritte come tali. L'inventario del 1860, per esempio, elenca un "braccialetto S. Sofia", cos! chiamato dalla basilica di Istanbul. Due furono i personaggi che guidarono e istruirono la famiglia Castellani nella creazione del micromosaici. Uno era ii conte russo Vassili Dimitrievitch Olsoufieff, uno studioso di arte antica che suggeri loro di copiare i mosaici delle chiese. L'altro era Michelangelo Caetani, che ii accostô alle iscrizioni e che netcomplesso sostenne un ruolo motto maggiore rispetto a Olsoufieff. In linea di massima si potrebbe asserire che Olsoufieff puà essere associato at "periodo medioevale" delta sequenza cronologica di Augusto, Caetani invece at "periodo moderno." Ii "Periodo Medioevale" Net suo testo del 1861, dopo aver annotato che i primi modelli di mosaico erano costituiti da maschere teatrali e da iscrizioni, Alessandro scriveva: "In seguito, le scoperte a S. Alessandro e le altre nelle catacombe di Roma suscitarono in noi it desiderio di copiare alcune tra le opere cristiane, le quali, sebbene rozze net disegno, sono impresse di una semplicità che le rende assai interessanti. Noi pertanto ci prefiggemmo to scopo di riprodurre in miniatura alcune delle pih belle opere antiche in mosaico che si trovavano nelle vecchie basiliche di Roma, e in tale tentativo fummo grandemente assistiti dall'erudito Conte Oülsoufieff [sic], tanto celebre per la sua conoscenza dell'arte greco-orientale. Net lavorare i mosaici entro scomparti d'oro, disposti secondo ii modello, tutti i ricchi effetti propri di questo tipo di arte erano assicurati. E net fare questo noi eravamo sempre sotto labile direzione del Duca Caetani, poiché la compianta morte del Conte Oülsoufieff non gli permise di poter assistere al risultati ottenuti con i suoi suggerimenti, né di vedere quale grande beneficio ne era derivato agli artisti

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romani del mosaico, che in precedenza si erano ridotti a copiare, per una miserevole ricompensa, i soggetti delle pitture sulla moderna porcellana" 12 Ii coinvolgimento del conte Olsoufieff risale agli inizi dell'interesse del Castellani per i micromosaici. Al di fuori di questo accenno di Alessandro, non si conosce alcuna data che determini l'inizio delta sua collaborazione con la famiglia o it momento in cui egli la incontrè per la prima volta. Forse il suo ruolo fu quello di suggerire particolari motivi ispirati alle prime chiese di Roma, oppure di ottenere copie di disegni che allora circolavano tra gli antiquari. In larga misura tale interesse potrebbe essere stato suscitato dal vasto programma di restauri delle chiese di Roma intrapreso da Pio IX, ad esempio delle basiliche di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore. In effetti, negli archivi Castellani Si trovano riferimenti a mosaici copiati da San Giovanni in Laterano, per esempio un "grande musaico cristiano Lateranense" nell'inventario delle merci del 1858, o un "musaico S. Giovanni" net 1860's. Mosaici Castellani con disegni copiati da San Giovanni sino ad ora non sono statl ritrovati. A Santa Maria Maggiore, i Castellani copiarono motivi dall'Incoronazione della Vergine di

Jacopo Torriti del 1295. La testa delta Vergine fu ricopiata esattamente in tutti i particolari in un grande pendente circolare: l'elaborata montatura d'oro è incrostata con una filigrana a cordicella e a perline, con l'inserimento di zaffiri e perle, mentre ii mosaico riproduce fedelmente it fondo blu scuro e le stelle d'oro del cielo notturno e gli effetti chiaroscurali dell'abito delta Vergine in tessere di color blu sfumato e d'oro 4 . La testa del Cristo di Santa Maria Maggiore venne usata come motivo centrale sulla copertina del libro di dintto canonico episcopate realizzato net1888 (fig. 6-8) ora net Tesoro di San Pietro. La copertina del libro mescola motivi copiati da chiese diverse: i quattro evangelisti agli angoli sono ripresi dall'arco trionfale di San Clemente 15 . II leone di San Clemente, simbolo di San Marco, ricompare da solo su uno sfondo di tessere d'oro puro imitanti le tessere di vetro dorato dell'originale mosaico parietale. Le all vennero discgnate in posizione verticale anziché orizzontale per farle rientrare nettondo (fig. 6-9). A Santa Maria in Trastevere, una pill antica Incoronazione della Vergine, eseguita net secolo XII, fornI l'ispirazione per un pendente pieghevole a tre elementi, uno del capolavori tra i mosaici prodotti dalla bottega (fig. 6-10)°. Net suo elenco degli anni 1875-1881, Augusto descrive particolareggiatamente tale pendente, fornendo il nome del suo maestro mosaicista, Luigi Podio 17 . Si tratta di uno degli unici tre pezzi per i quali egli specifichi it nome dell'artigiano esecutore. Le teste sono state semplificate, mentre quella di Cristo ha la stessa aureola e gli stessi abiti, ma un viso diverso, copiato dal medaglione ovale di Cristo delta chiesa di San Bartolomeo all'Isola'°. Di un pezzo come questo vennero eseguite solo poche versioni, molto probabilmente realizzate su commissione piuttosto che per la produzione ordinaria. Tra 1 mosaici di soggetto cristiano meno elaborati, popo-

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Fig. 6-8. Coperrina di libro di diritto canonico episcopale con tondi a micromosaico con Cristo e i simboli dei quatrro evangelisti, 1888. Manifartura Castellani. Oro, avorio, zaffiri, perle, ressere in oro e vitree. Tesoro di S. Pietro, Città del Vaticano.

Fig. 6-9. Pendenre e spilla a micromosaico col leone di S. Marco. Manifarrura Castellani. Oro, ressere in oro e virree. Musfe des Arts décoratifs, Parigi, 9848.

larissima era la colomba dello Spirito Santo, inserita in una montatura con un semplice filo ritorto o associata ad iscrizioni (fig. 9-39). Tale motivo è ricorrente in un numero incalcolabile di mosaici di chiese, cos! come è rappresentato dipinto nelle catacombe. Una colomba a mosaico esisteva anche nella basilica di Costantino, anche se si trattava di un esempio precristiano privo di aureola. Anche ii pavone, simbolo della Risurrezione, potrebbe essere stato copiato da molte chiese diverse, come ii mosaico del secobo XII dell'abside di San Clemente. Nel suo elenco degli anni 1875-1881, Augusto Castellani descrive una spilla con un pavone a mosaico, nella quale "le penne sono felettate con fettucina di oro"°. Un esempio di spilla simile si trova nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, mentre un'altra versione è al Musée des Arts décoratifs di Parigi (fig. 6-1 1)20. La cosiddetta "Mano di Dio", un elemento comune nell'iconografia cristiana, venne ricopiata linea per linea dal mosaico di VII secolo dell'abside di Sant'Agnese, dove la mano si stende uscendo dalle nuvole sopra la figura centrale (fig. 612)21. Pifi insolito era il monogramma PASCAL: una versione a Villa Giulia è in bianco contornata da un fib d'argento su un fondo rosso scuro (fig. 6-13) ed è ispirata al

mosaici commissionati dal papi Pasquale I e Pasquale II, come quelli del secolo IX dell'abside di Santa Maria in Domnica (di Pasquale I), ma soprattutto, in quanto pilli vici-

Fig. 6-10. Pendente pieghevole a tee elementi con Cristo e la Vergine, ante 1888. Manifattura Castellani; mosaico di Luigi Podio. Oro, ressere doro e vitree. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85253. Catalogo n. 102.

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micromosaici e le lorofonti di ispirazione - Judy Rudoe



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Fig. 6-11. SpiUa a micromosaico con pavone. Manifattura Castellani. Oro, Plo d'oro, ressere vitree e tessere d'oro. Musée des Arts dfcoratifs, Parigi, 9845.

no alla versione Castellani, al mosaico absidale del secolo XII di Santa Prassede (Pasquale II; fig. 614)22. In entrambi i casi ii mosaico è bianco su fondo blu. Alcuni di questi motivi minori, come i monogrammi, dovevano richiedere l'occhio di uno specialista, come quello di Olsoufieff o di Caetani. Inoltre la ditta deve aver avuto accesso a disegni, come quelii fatti negli anni '50 e '60 dell'Ottocento per Giovanni Battista de Rossi, un antiquario che finalmente ii pubblicô nel 1899. Persino i motivi pfh minuti, come un pavone contro sottili raggi d'argento sullo fondo di un cielo blu scuro, nel mosaico absidale col Cristo benedicente nella chiesa del

Sand Cosma e Damiano, costitul la fonte per una spilla ora a Villa Giulia 23. Come le colombe, anche gli agnelli compaiono in una grande varietà di montature. Un Agnus Del al British Museum (fig. 6-15) riunisce elementi dell'Adorazione dell'agnello che sta alla base del mosaico absidale nelle chiese del Santi Cosma e Damiano e di San Clemente. Esso è circondato da un bordo col motivo a quattro petali smaltati desunto da una spilla Iongobarda del VII secolo dall'Italia meridionale, venduta da Castellani al museo nel 1865 (fig. 6-16). Tale bordo ricompare nella spilla con un pavone sul fondo di raggi d'argento e su un

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Fig. 6-12. Spilla a micromosaico con Ia "Mano di Dio". Manifattura Castellani. Oro, ressere d'oro e vitree. Museum für Angewandte Kunst, Colonia, Dono di Walter Franz, Colonia, 1983, G1333.

Fig. 6-13. Spilla a micromosaico con il monogramma di Papa Pasquale II. Manifattura Castellani. Oro, Plo d'argento, tessere vitree. Museo Nazionale Errusco di Villa Giulia, Roma, 85448.



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Fig. 6-15. Spilla a micromosaico con AGNUS DEl. Manifattura Castellani. Oro, tessere d'oro, smalto. British Museum, Londra, Dono Hull Grundy, Cat. 985. Catalogs a. 30.

Fig. 6-14. Particolare deIl'abside della chiesa di Santa Maria in Prassede, Roma, col monogramma di Papa Pasquale II, 1099-1118 Ca. Cromolitografia. Da DE Rossi, 1899, tav. XXV. The Metropolitan Museum of Art, New York, Thomas J.Watsnn Library.

maestoso pendente a croce di proprietà del conte Olsoufieff, morto nel 1858 (fig. 617)2.. Al centro questo reca un monogramma con XP (le prime due lettere del nome di Cristo in greco), affiancato da un A e da un Q (che significano l'inizio e la fine del tempo) con una ghirlanda tutta in nero, grigio e bianco, mentre ii bordo era soltanto bianco e nero. Oltre al mosaici di Roma, anche la chiesa di Santa Sofia ad Istanbul costituiva un'altra fonte d'ispirazione ugualmente importante. La famiglia Castellani incominciô a inserire nei suoi micromosaici motivi copiati da Santa Sofia alla fine degli anni '50, poco tempo dopo la pubblicazione del testo di Wilhelm Salzenberg, Alt-Christliche Bauclenkrnale von Constantinopel (1854)25.

Questa dotta monografia era corredata di splendide litografie a colorl nella tradizione delle monumentali opere di consultazione del secolo XIX. Salzenbeng era stato a Costantinopoli nel 1848 e aveva assistito al restauro del mosaici eseguito da Gaspare Fossati, nel corso del quale erano stati scoperti molti del mosaici cristiani. Alla fine degli anni '50, una volta che il restauro era stato completato, questi yennero ricoperti da un nuovo strato di pittura, dal momento che l'iconografia cristiana era inaccettabile in quella che allora era gilt da tempo divenuta una moschea. Per molti anni pertanto il testo di Saizenbeng fu l'unica fonte visiva per tali opere 21 . L'ipotesi pin probabile e che sia stato Olsoufieff a far conoscere at Castellani l'opera di Salzenberg, anche se è possibile che Alessandro avesse conosciuto ii Fossati, originario del Ticino e attivo sostenitore dell'unità italiana. Esistono almeno cinque diversi motivi da Santa Sofia che compaiono nei micromosaici Castellani (fig. 6-18, a-e, e fig. 6-19) e tutti si ritrovano nel testo di Salzenbeng . Due di questi sono tratti da mosaici nel gineceo 2 . Entrambi presentano una croce centrale in tessere d'oro con "gioielli" di vetro colorato: una è circondata da un tralcio stilizzato di vite con quattro foglie inserite in ciascun quadrante, l'altra presenta gigli in ogni quadrante (fig. 6-18, a, b). Una versione di quest'ultima, con un bonclo a meandro, proprio come nelle illustrazioni di Salzenbeng, era di proprietà della moglie dell'imperatore Federico di Prussia, che l'aveva offerta in dono nel 1890 (fig. 6-19)21.

I micromosaici a Ia lorofonti c/i ispirazione - Judy Rudoe



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Fig. 6-16. "Spilla Castellani" longobarda. VII secolo d.C., dall'Italia meridionale. Oro, perle, smalto cloisonné. Acquistata dal British Museum da Alessandro Castellani nel 1865. British Museum, Londra, 1865.7-12,1.

Fig. 6-18. Cinque spille a micromosaico con motivi ispirati a Santa Sofia di Istanbul. Manifattura Castellani. Oro, tessere vitree. In senso antiorario dalla spilla all'estremirà sinistra: a) spilla con croce incastonata e foglie stilizzare di vite ; b) spilla con gigli stilizzati che formano una croce bianca su sfondo verde; c) spilla con un motivo di quadrifnglio rosso; d) spilla con morivo di srella in azzurro e verde; e) spilla a doppio rondo con i motivi (b) e (c) in rosso e nero. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85452 (spilla a); 85453 (spilla b); 85454 (spilla c); 85455 (spilla d); 85456 (spilla e) Cacalogo n. 105.

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Fig. 6-17. Pendenre con croce a micromosaico col monogramma di Cristo, ante 1858. Manifattura Castellani. Oro, tessere vitree, smalto. Collezione privata. Catalogo n. 8.

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Questi clue motivi presentano caratteristiche che non si ritrovano in nessun altro micromosaico del Castellani. Non ci sono contorni in fib d'oro e, at contrario, questi sono interamente costituiti da un'unica fila di tessere rosse: ciè vale per la croce, per it tralcio di vite e persino per i "gioielli" verdi inseriti nella croce. I gigli sono interamente eseguiti con tessere d'argento e non sono contornati in rosso, probabilmente perché si pensava che it rosso non avrebbe avuto to stesso

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effetto accostato aJl'argento. I colon, ivi inclusi i contorni rossi, l'argento e J'oro, sono copiati direttamente dalie litografie di Salzenberg (fig. 6-20). Un terzo motivo con un mosaico di Santa Sofia consisteva in una steila in bianco su uno sfondo di bande concentriche di verde e di bin (cfr. fig. 6-18, d), esattamente copiata dalia tavola di Salzenberg che niproduceva it nartece di Santa Sofia 21. Gli ultimi due motivi - un motivo a quaclrifoglio e un

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Fig. 6-19. Spilla a micromosaico con bordo a meandro e croce ispirata a un motivo di Santa Sofia (cfr. fig. 6-20). Manifattura Castellani, ante 1890. Oro, tessere d'oro, dargento e vetro. La croce I fatta con tessere d'oro, i gigli con tessere d'argento. Collezione privata.

Capitolo VI

Fig. 6-20. Particolare di un mosaico di Santa Sofia. Da SALZENBERG 1854-5, tav. XXV, fig. 5. The Metropolitan Museum of Art, New York, Thomas J . Watson Library.

Fig. 6-21. Braccialetto a micromosaico con simboli cristiani entto medaglioni esagonali. Manifattura Castellani. Oro, tessere doro e vitree. Collezione privata. Catalogs n. 107

Fig. 6-22. Particolare della fig. 6-2 1, con la nave e le figure, rese mediante una fila di piccole tesre.

motivo con quattro gigli stilizzati - non sono desunti da mosaici, bensI dalla decorazione sulle travi di legno scolpite di Santa Sofia, la cui esatta collocazione non è specificata da Salzenberg3t . Entrambi ricorrono sia singolarmente (fig. 618, b, c) sia in combinazione entro una spilla a doppio tondo (fig. 6-18, e). Alcuni esemplari a Villa Giulia presentano entrambi i motivi alternativamente in nero e in rosso, contornati in oro oppure in bianco su verde, senza contorno (fig. 618, b); un altro esempio ancora, in una collezione privata, consiste in un doppio tondo in verde e in azzurro turchese (cfr. fig. 2-50). Tali colorl furono scelti dal Castellani e non derivano dall'illustrazione di Saizenberg che era in bianco e nero. Ii motivo del giglio ricompare nel tondo centrale del pendente pieghevole a tre elementi di Villa Giulia ispirato al mosaici di Santa Maria in Trastevere, in rosso su fondo oro, circondato dall'iscnizione in tessere rosse CREDO IN UNUM DEUM (fig. 6-10). L'unica altra versione conosciuta di questo pendente pieghevole a tre elementi presenta invece la croce in oro con i gigli in argento°'. Un gruppo finale di mosaici con simboli cristiani è costiwino da quelli con iscrizioni in greco e in latino. Moire di queste - VITA TIBI, VIVAS IN DEO, IN PACE e persino i

I inicrowosaici e le lore fonti di ispirazione - Judy Rudoe



rami di palma a fianco della scritta IN PACE - erano state ripresi direttamente dalle catacombe. Tutti i romani colti conoscevano un po di greco e le iscrizioni delle catacombe, in genere epitaffi incisi sulle tombe, sono scritte sia in greco che in Iatino32 . Altri mosaici sono a forma di losanghe formate da cinque quadrati intervallati da quattro cerchi. Le iscrizioni sono disposte in una fila singola o doppia di fib d'argento, su un fondo di mosaico verde chiaro, azzurro o bianco. Le piü comuni sono Q/ZQH (luce/vita) e ixeic (fig. 6-21) (pesce), entrambe simboli di Cristo, la seconda un acrostico in greco che significa Gesd Cristo Figlio di Dio Salvatore. L'iscrizione "luce/vita" è solitamente disposta SU una croce con un U centrale che serviva per entrambe le parole (fig. 6-27, a). Tale disposizione ha precedenti bizantini, ricorrendo ad esempin sul retro di pendenti a croce33. Tutti questi simboli cristiani potevano essere acquistati singobarmente come pendenti o spille, oppure potevano essere inseriti entro braccialetti. Un modelbo di bracciabetto di gran successo, noto in numerose versioni (fig. 6-21), è costituito da sel micromosaici esagonali raffiguranti rispettivamente il monogramma di Cristo (XP), una colomba, una nave, un'ancora con due pesci e due delle iscrizioni greche di cui sopra, disposte a forma di croce. It tutto è contornato da un fib d'oro, mentre l'ancora è eseguita interamente in tessere d'oro, cos! come be iscrizioni, ii XP e l'aureola delta cobomba. Mobti di questi simboli ricorrono alla stregua di epitaffi nelle catacombe accanto alle iscrizioni. L'iconografia della nave sembrerebbe essere stata fraintesa: probabilmente essa era interpretata come un simbolo della prima Chiesa e i fedeIi cristiani at suo interno (fig. 6-22) sono mostrati al piedi di una croce. Ciascuna delle minute teste è costituita da un'unica tessera, tagliata da una filo millefiori preformato (fig. 622). Le tessere a pill colori erano rare ed erano soprattutto utilizzate nei soggetti pill naturalistici (cfr. fig. 6-35). Pill che non Olsoufieff, lo spirito guida che sta dietro a questo gruppo deve molto probabilmente essere considerato Caetani, che per primo aveva suggenito di niconnere albe iscrizioni come fonti. A Caetani si deve anche il suggerimento di attingere al motivi seniali del pavimenti a incrostazioni marmoree, caratteristici di tante chiese romane, come Santa Prassede, Santa Maria Maggiore, San Clemente e San Lorenzo, per citarne solo alcune. Un esempio ci è fornito da un disegno a matita per una spilla cruciforme, con croce centrabe bordata da tralci intrecciati, che si trova tra i modebli disegnati da Caetani per i Castellani (fig. 2-10). Questo modeibo particobarmente ardito venne realizzato in mosaico, in proporzioni beggermente differenti, con tessere rosse, bianche, blu e nere (fig. 6-23, c) 34 . A differenza del disegno, il pezzo realizzato presenta b'aggiunta di una fila di losanghe in tessere rosse su fondo bianco sotto il centro di ogni nastro, un particolare che ricorre comunemente nei modelli del pavimenti marmorei. Ogni elemento è bordato da fill d'oro intrecciati, invece che dabbe solite strisce di filo liscio. Per quanto non possano essere ricolbegati con certezza a Caetani, altri due pezzi erano direttamente ispirati ai mosai-

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ci geometnici ornamentali noti come "cosmateschi", un genere di tecnica decorativa che aveva avuto origine tra ii secobo XII e XIII, quando pietre coborate e vetro venivano inseriti nei pavimenti, nei pulpiti, nelle pareti o nelle cobonne di marmo. Uno di questi due pezzi è una croce cob monogramma XP at centro, affiancato da A e U; sopra e sotto sono stebbe ricopiate dalle opere del Cosmati (fig. 6-23, a). Le braccia della croce consistono in un virtuosistico motivo a scacchiera in tessere rosse e gnigie di notevole finezza. Ii secondo è una spilla formata da due tondi identici con stelle simili rosse, bianche e blu, contornate da tessere d'oro (fig. 6-23, b). Un ultimo pezzo di stile medievale ricopia esattamente una spilla bizantina dell'VIII o del IX secolo delta collezione Campana, con un grifo in smalto cloisonné inseniro in un fondo piatto d'oro, ora at Museo del Louvre (fig. 6-24). Attualmente se ne conoscono tre versioni Castellani, una conservata net Musée des Arts décoratifs di Panigi (fig. 6-25), un'altra a Villa Giulia e la terza in mano a privati (Catalogo n. 46). Tutte sostituiscono allo smalto cloisonné dell'oniginale un mosaico cloisonné. Perché i Castellani abbiano fatto questa scelta nimane un mistero: essi erano perfettamente in grado di realizzare smalti cloisonnés assai raffinati. Ii vetro è il pnincipale componente sia delbo smalto che del micromosaico; e la sfumatura del colore poteva essere copiata esattamente. Forse per tale ragione i Castellani consideravano le due tecniche come intercambiabili, propnio come adattavano al mosaici i motivi del pill tardi smabti di Limoges (fig. 6-6). La vensione del gnifo di Parigi e la pill vicina alb'originabe per mold panticolari - contorno, pnoponzioni debl'animale e disposizione del colon. Nelle altre versioni it gnifo ha una forma pill allungata e molti panticobani sono stati cambiati. Una possibile spiegazione di tutto ciô è che la versione di Parigi sia stata realizzata quando l'oniginale era ancona a Roma e che be altre siano state fatte in seguito a memoria. Ii "Periodo Moderno" Augusto, nel sun elenco manoscnitto degli anni 1875-1881, sotto il titobo "peniodo moderno" niconosce chiaramente che "Ia maggior parte del lavori sono disegni del duca di Senmoneta Michelangelo Caetani. "36 Non vi è alcun dubbio che l'influenza di Caetani sia stata superione a quella di ogni altro consulente artistico del Castellani. Appunato che egli aveva continuato a disegnare altni pezzi per i Castellani, perlomeno dai pnimi anni '40 dell'Ottocento, è possibibe che sia stato lui a infbuenzare la decisione, presa intonno at 1852, di accoppiare i mosaici con l'oreficenia, anche se cia non puà essere provato. Numerosi suoi disegni per gioielbi sono conservati nella Fondazione Camillo Caetani di Roma. Nessuno di essi reca l'indicazione che dovessero essere realizzati in mosaico, ma diversi contengono iscnizioni greche e batine, con cia fornendo una salda testimonianza del ruolo sostenuto da Caetani in tale particolare aspetto dell'oeuvre del Castellani. Le iscnizioni greche comprendono quelle trattate nel "peniodo medioeva-

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Capitols VI

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Fig. 6-24. Medaglione cloisonné con grifo. Bizantino, secoli VIII- IX. Oro, smalto cloisonnf. Musfe du Louvre, Parigi, Départemenr des Objets dArt, D 926, Collezione Campana.

Fig. 6-23. Tre spille a micromosaico ispirate ai pavimenti a incrostazioni marmoree e alle opere cosmaresche delle chiese di Roma. Manifatrura Castellani. Dall'alto: a) croce con XP centrale, ore, tessere vitree; b) spilla a doppio rondo, oro, ressere d'oro e \'irree; c) spilla "Labirinto" disegnara da Michelangelo Caetani, nm, tessere vitree. Musen Nazinnale Etruscn di Villa Giulia, Roma, 85312 (spilla a); 85457 (spilla b); 85477 (spilla c) Catalogo is. 7.

Fig. 6-25. Spilla a micromnsaico con grifo. Manifattura Castellani. Oro, ressemc vitree. Musfe des Arts décoratifs, Parigi, 9847.

I micromosaici e le lorofonti di ispirazione - Judy Rucloe



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le": ii XP affiancato da A e 2, cos! come termini greci usati come simboli cristiani, ad esempio ZQH (vita), inserita in una ghirlanda. E allettante voter identificare Caetani come l'autore della piccola modifica di una delle iscrizioni greche, cI42/ZQH(luce/v1ta). Augusto nel "periodo moderno" elenca una spilla con un'iscrizione in mosaico rosso, tJQMO1, su fondo bianco e con un bordo a meandro ripreso da Santa Sofia (fig. 6-27, d). In questo caso si tratta di un gioco intenzionale di parole su che è una contrazione di pharos (luce), ma che puà anche significare uomo/marito, per cui IJMOY potrebbe essere tradotto come "luce mia/marito mio". Motto pih numerosi sono i disegni di Caetani con iscrizioni latine, alcune derivanti da autori classici (cfr. fig. 13-1); altre in forma di palindromo. Un acquarello con lettere sovrapposte formanti le parole AMOR e ROMA, con la R in comune at centro (fig. 6-26), venne copiato direttamente, colorl compresi, in una spilla rettangolare in mosaico a Villa Giulia (fig. 6-27, e). Nei registri compaiono centinaia di altri pezzi con le parole ROMA e AMOR unite o separate, ma questo è l'unico noto con la scritta palindroma. Augusto, nella sua sequenza cronologica del pezzi in mostra, la inseriva net "periodo moderno, " come "N. 41. Fibula a cassina

Fig. 6-26. Michelangelo Caerani. Disegno per AMOROMA, ante 1860. Acquarello su carra. Fondazione Camillo Caerani, Roma.

quadrilunga con due borchiette repartate al lati e guernita con tre cordelle. Nella cassina trovasi un musaico con fondo bianco e con lettere a varl colorl e sovrapponentici Fun l'altre e che formano AMOROMA"°. Un altro disegno pervenutoci reca it motto REX/LEX! DUX/LUX, disposto entro una croce con braccia a terminazione trilobata e con la "X" centrale che serviva per tutte e quattro le parole (fig. 6-28). Si tratta in questo caso semplicemente di un modello simmetrico di parole con lettere in

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Fig. 6-27. Cinque gioielli a micromosaico con iscrizioni. Manifatrura Castellani. Oro, tessere virree. In senso anriorario a partite dal pendenre nellangolo superiore sinistro: a) pendenre con Q/ZDH (luce/vira); b) pendenre con EY (salute); c) pendente a croce con URBS (la cirtà, Roma in parricolare) ; 4) spilla circolare con (luce mia o marito mio); e) spilla rertangolare con AMOROMA, disegnate da Michelangelo Caerani. Le prime rre utilizzano un filo semplice o doppio di argenro per formare liscrizione. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85466 (pendenre a); 85438 (pendente b); 85449 (pendenre c); 85441 (spiha d); 85447 (spilla e).

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Capitolo VI

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Fig. 6-28. Michelangelo Caetani. Disegno per una croce con REX LEX DUX LUX (re/legge/duce/luce), ante 1860. Penna e inchiostro. Fondazione Camillo Caerani, Roma.

Fig. 6-29. Spilla a micromosaico con Dante. Manifartura Castellani; mosaico di Luigi Podio, 1865 Ca.. Oro, tessere d'oro e vitree. La parte posteriore è tutta in tessore d'oro. Museo Nazionale Errusco di Villa Giulia, Roma, 85340. Catalogo a. 41.

comune, senza altri significati. Sebbene la croce sembri d'ispirazione medievale, si tratta in effetti dell'unico pezzo a mosaico elencato da Augusto nella sua sezione rinascimentale. L'esemplare attualmente a Villa Giulia presenta un fondo di mosaico blu scuro con Ic lettere in fib d'argento. Questo amore per i giochi di parole serve a distinguere le idee originali di Caetani dalle iscrizioni rinvenute nelle catacombe. I disegni Caetani costituiscono soltanto una piccola parte delle iscrizioni che compaiono sulle oreficerie Castellani. Del novantaquattro pezzi descritti da Augusto nel suo "periodo moderno," trentasette portano iscrizioni greche o latine. I regiStri ne indicano molti di phi (cap. 13). E difficile non scorgere Caetani dietro la citazione da Livio, CUNCTANDO RESTITUIT REM (temporeggiando restaurô lo stato). Essa non compare nell'elenco di Augusto, ma ricorre in forma abbreviata in mosaico su una spilla formata da monete romane di eta repubblicana e si riferisce a Fabio Massimo detto il Temporeggiatore (cunctator) 39 . Non se ne conoscono altri esempi, il che fa pensare che si sia trattato di una commissione particolare, a differenza di AVIS RARA (uccello raro), una citazione ricorrente che a quel tempo doveva avere un significato particolare che attualmente ci sfugge'°. Le iscrizioni greche erano quasi tutte in mosaico. La maggior parte di esse poteva essere usata in pendenti e spille di ogni dimensione, in bottoni, gemelli, bottoncini per camicia, braccialetti, spille da cravatta, orecchini e in ogni combinazione di pezzi che formasse degli insiemi coordinati: ALl (sempre), XAIPE

(l'equivalente di SALVE), El (bene; fig. 6-27, b), LIFE (ben fatto; fig. 6-1), cIT IXH e EPQ (Psyche ed Eros). Psyche accompagna una farfalla a mosaico che rappresenta l'anima (cfr. fig. 9-24). HEY (ahimè) in genere compare su uno sfondo di smalto nero o di lapislazzuli blu scuro, a sottolineare il suo simbolismo di lutto. Infine vi sono iscrizioni a mosaico che si riferiscono a Roma e all'Italia con un'allusione politica per i clienti che desideravano leggerla in tal modo. A questo gruppo appartengono AMOROMA, cos! come ITALIA, ROMA CAPUT MUNDI (fig. 6-6) e URBS (la città, specificamente Roma, fig. 6-27, c). A Caetani, che era uno studioso di Dante, si dovrebbe ascrivere la responsabilità dell'utilizzo di iScrizioni desunte dalla Divina Commedia. E possibile anche che sia stato lui a suggerire la spilla col ritratto a mosaico di Dante (fig. 6-29) ripresa dall'affresco scoperto nel 1842 nel Palazzo del Podestà a Firenze e allora attribuito a Giotto'. Enrichetta Caetani ricorda che il marito era rimasto costernato per la cattiva qualità del restauro 2 . Nell'anno 1865 cadeva ii sesto centenario della nascita del poeta; i festeggiamenti divennero parte del programma delle celebrazioni per l'unità dltalia e Dante fu adottato come simbolo patriottico. Augusto clescrive esattamente la spilla con Dante come eseguita "con grande finezza". Si tratta di uno degli unici tre pezzi per i quali egli menzioni Luigi Podio quale artefice; gli altri sono ii pendente pieghevole a tre elementi con Cristo e la Vergine (fig. 6-10) e la testa di Medusa (fig. 6-35).

I micromosaici e le lorofonti di ispirazione - Judy Rudoe



Assiria, Egitto e l'ampliamento dei modelli a micromosaico L'aspirazione principale del Castellani era quella di riprodurre le antiche oreficerie dell'Italia. Per quanto eccezionali, nella loro produzione si trovano anche alcuni pezzi di stile assiro, ispirati dalla lunga amicizia di Alessandro e Augusto con Henry Layarcl, un diplomatico, uomo politico e archeologo britannico, autore della scoperta dell'antica città assira di Nimrud negli anni '40 dell'Ottocento. Layard adorava l'Italia ed era un appassionato sostenitore del Risorgimenton . Ogni volta che si trovava a Roma, egli faceva visita ad Augusto'4 . Egli aveva incontrato Alessandro probabilmente prima del 1859 e to aveva aiutato ad organizzare la mostra alle Esposizioni internazionali del 1862 (a Londra) e del 1867 (a Parigi). Egli aveva inoltre contribuito a trattare la vendita delta collezione di oreficerie antiche di Alessandro at British Museum net 1872. Alessandro dovrebbe aver certamente visto le sculture di Nimrud esposte al British Museum net1861 e potrebbe aver chiesto a Layard alcuni schizzi di queste ultime. Uno del volumi di disegni della bottega Castellani in effetti contiene una serie di schizzi di motivi assiri, desunti da rilievi in pietra o da ornamenti d'oro 15 . Essi recano l'annotazione "Dono di Henry Layard 1866" e ispirarono almeno un gioiello di stile assiro, la spilIa d'oro a forma di un dio del sole alato, conservata da Augusto e ora a Villa Giulia". Tra gli oggetti venduti del lascito di Alfredo nel 1930 c'era una spilla a mosaico descritta come "Pegaso in mosaico bianco su fondo blu" (fig. 6-30). In realtà non si tratta di un Pegaso, ma di una deliziosa caricatura dello stesso Layard rappresentato come un toro alato assiro. La sua fama di politico impulsivo aveva ispirato numerose vignette che lo ritraevano come un toro di Niniye 10 , il che spiega perchè ii toro sia rampante, a differenza degli statici tori guardiani delI'antica Assiria. Lo stile egizio, d'altro canto, non è affatto rappresentato nella collezione storica di riproduzioni ora a Villa Giulia, sebbene fosse di gran yoga tra la fine degli anni '60 e gli anni '70 dell'Ottocento, specialmente dopo l'apertura del Canale di Suez net 1869. I diversi pezzi di stile egizio della manifattura Castellani che ci restano sono turn caratterizzati dall'inserimento di scarabei in fayence (probabilmente venduti al propri clienti come autentici) e costituiscono una rara testimonianza del tributo pagato dal Castellani alla moda del tempo. Molti consistono in piccole spille con uno scarabeo centrale e all in mosaico. Peraltro it pezzo pih spettacolare di stile egizio sino ad era noto è una parure composta da collana e spilIa (fig. 6-3 1), con i suoi orecchini, venduta net 1930 dal lascito di Alfredo Castellani". La collana è montata con quinclici scarabei in gradazione posti sotto a quadrati di mosaico cobrato e alternati a dischi in mosaico e a gocce di color rosso, giallo, verde, turchese e blu. Ii disegno di cerchi concentrici e di quadrati non ha alcun rapporto con i motivi egizi, ma i colorl probabilmente intendevano evocare gli inserti egiziani di pietre colorate e di smalti.

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Fig. 6-30. Spilla a micromosaico raffiguranre Henry Layard sotro Faspetto di torn assiro, 1860-80 Ca. Manifarrura Castellani. Oro, fib dargento, tessere virree. Collezione privata. Catalogo n. 42.

La produzione dei mosaici e la loro posizione nell'opera dei Castellani Nello scrivere la sua storia delle arti industriali in Italia net 1878, Augusto cita una statisrica del 1866, che conta centosettantadue mosaicisti attivi a Roma in quel tempo e diciotto botteghe di mosaico. Un gran numero di questi mosaicisti lavorava per lo Studio Vaticano, alla paga fissa di uno scudo at giorno. Nelle botteghe indipendenti essi lavoravano per died ore at giorno per una somma risibile, eseguendo pezzi per i rivenditori di Via Condotti e di Piazza di Spagna, che, allora come ora, era la zona del gioiellieri. I migliori tra questi artigiani peraltro, nella stagione giusta, potevano giungere a guadagnare quattro scudi al giorno. Alla luce del desiderio del Castellani di rivitalizzare questa industria e di migliorare le condizioni del mosaicisti, l'archivio ci fornisce alcune interessanti informazioni circa ii modo in cui era gestito il settore dei mosaici. La produzione dci mosaici veniva pagata a un prezzo stabilito, solitamente con scadenza mensile, che veniva versato a un mosaicista anonimo ()'nusaicista nei registri), che si deve pensare fosse Podio. Da questa somma, che rimase costante per anni, Podio dovrebbe aver pagato i suoi operai, ii che implica una produzione stabile di pezzi in giacenza che non si basava su commissioni. Non vi sono indicazioni di quale fosse il numero del collaboratori, ma ii fatto che Augusto ricordi Podio come l'autore del pezzi piii eccezionali sembra suggerire che ci fossero altri che eseguivano i modelli piü comuni. Se questi fossero collaboratori all'interno della bottega o se Podio appaltasse ii lavoro all'esterno non è dato sapere. Podio morI net1888 e, se anche la produzione di mosaici del Castellani probabilmente continuô, la sua scomparsa rappresentà un fiero colpo per Auguste. Netsuo diario in data 2 matzo 1888,

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Fig. 6-31. Collana a spilla a micromosaico di stile egizio, con linserimento di scarabei egiLiani. Manifattura Castellani. Oro, tessere vitree, faience. Collezione privata. Catalogo nn. 96, 97.

egli scriveva: "dopo brevissima malatta questo mane spirava ii mio cugino Luigi Podio, capo del mio studio di speciale musaico. Pe l'arte mia è una perclita; fui dal 1851 era esciusivamente lavorante nostro, Abile artista e docile esecutore di nostri voleri, conquistava la direzione materiale del musaico in miei gioielli: Fu onestissimo"50. A differenza del mosaicisti, nei libri del conti gli orafi erano nominati individualmente e le loro paghe erano ternbilmente fluttuanti, a seconda del numero del lavori e della loro abilità. La vaniazione nella tecnica era enorme, andando

dal conio alla fusione, alla cesellatura e alla granulazione e cos! via. Ii livello di specializzazione era notevole. I registri con i conti degli operai o con l'elenco del lavoni dimostrano ad esempio che i fiori, i nodi di Ercole o le lettere d'oro erano affidati a particolani operai51 . Essi indicano anche ii gran numero di supporti o scomparti per i mosaici che gli orafi erano incaricati di preparare. Sia la montatura che gli elementi separatoni d'oro dovevano essere approntati prima di incominciare a inserire le tessere di vetro (cap. 5). Altre fonti, in particolare l'elenco della collezione cronolo-

I micromosaici

e ii loro fonti di ispirazzone - Judy

Rudoe

gica redatto da Augusto net 1914 con le stime del pezzi, offre una chiave per calcolare ii valore del mosaici 52 . I prezzi sono in lire, che nel 1861 erano diventate la moneta nazionale italiana, con l'eccezione di Roma, clove ii papa continuô a coniare i propri scucli sino at 1866. Per gran parte del periodo suecessivo at 1850 la lira era l'equivalente di circa 8 pence di sterlina o di circa 40 centesimi del dollaro americano dell'epoca53 . Partendo dal "periodo meclioevale", ii pendente a mosaico pieghevole a tre elementi con la Vergine e Cristo (fig. 6-10) era valutato 7.500 lire (1600/$ 2,900), it pavone con tessere d'oro 750 (60I $290; fig. 6-11), ii braccialetto con sei mosaici a term cristiani entro esagoni 700 ( 561$ 272; fig. 6-2 1), Ic spille a due tondi con motivi di Santa Sofia 600 ( 48 /$233; fig. 6-18), ii grifo Campana 400 (fi 321 8 155; fig. 6-24) e una colomba 200 ( 16/ $ 77; fig. 9-39). Come confrontare questi prezzi con quelli del gioielli cl'oro e di smalto o con quelli del gioielli che includono delle pietre preziose? Ii pendente pieghevole a tre elementi era di gran lunga it pezzo di maggior valore nella sezione meclievale. Al successivo livello c'era una spilla con grandi perle a 4.000 lire ( 320/$ 1,555), seguita da due collane montate in ogni parte di zaffiri e rubini, ciascuna a 2.000 ( 160 /$777). Persino nella sezione rinascimentale, che pure contiene alcune importanti pierre preziose, non vi è nulla che equivalga at pendente a tre elementi, n6 vie alcun pezzo che si accosti a tale valore nelle sezioni delta storia piiii antica. Una semplice spilla col monogramma di Cristo a mosaico è segnata a 150 lire ( 12 /$ 58) e in semplice oro a 80 ( 6.40/ $31). Passando al "periodo moderno," i due pezzi attribuiti a Podio (il ritratto di Dante e la testa di Medusa; figg. 6-29 e 6-35) valgono rispettivamente 1.200 lire ( 961$ 466) e 1.000 (fi 80 /$ 388). Lo stesso valore di 1.000 lire era attribuito al cammeo con Napoleone opera di Odelli. Altri gioielli con pietre preziose avevano valutazioni phi alte: una collana con ventitrf intagli di onice valeva 3.500 lire ( 280/$ 1.360), mentre ii braccialetto a forma di serpente con rubini e smeraldi discgnaro da Caerani 2.200 ( 176/ $ 855; fig. 5-22), ma essi sono ancora lontani dal trittico a mosaico. Un confronto tra i pezzi at livello inferiore delta scala dimostra che Ic iscrizioni in lettere d'oro e queue in mosai co avevano pifi o meno lo stesso valore, tutte intorno alle 180-250 lire (1 14-20/ $ 68-97), il che deve rispecchiare sia ii costo dell'oro sia ii tempo impiegato net creare e ndl'attaccare Ic lettere. Ulteriori informazioni si possono raccogliere dagli inventari annuali delta merce, che consentono di stabilire un confronto tra i pezzi phi correnti e la "Collezione Cronologica", che includeva tutti i pezzi migliori c non puô essere pertanto indicativa delta varictà e delta quantità di cia che veniva effettivamente prodotto. Nell'inventario del 1863-64, che era ancora registrato in scudi, i pezzi phi cari a 200-300 scudi ( 44-66 /$ 210-320) erano quelli con pictre preziose, cammei firmati, antichi scarabei o monete antichc. Le piii costose spille a mosaico in produzionc a quei tempi erano la spilla con il grifo a 150 scudi (fi 33/$ 160) e un "agnello in disco" a 100

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(fi 22/$ 106). Questa e una delle rare descrizioni di un agnello in disco, che è allettante ricollegare con la spilla ora al British Museum (fig. 6-15). In ogni caso, spille con l'Agnus Del ripreso dalla chicsa del Santi Cosma e Damiano crano in mostra all'Esposizione del 1862, il che significa che erano certamente in produzione a quell'epoca55. I clienti dei mosaici: produzione corrente e commissioni particolari Tra i molti resoconti di visite allo studio del Castellani di Roma, quello di Emily Birchall è particolarmente interessante. Ella si recà dal Castellani 11 25 febbraio 1873, col marito Dearman, la cui firma compare nel libro del visitatori di quell'anno. Pochi testi descrivono in forma cos! aperta e n yclatrice quanto l'esperienza potesse intimidire i nuovi arrivati, il cui gusto veniva catturato da alcuni gioielli a mosaico apparentemente semplici: "Mrs Hartley chiamô alle 10, e quindi to e lei partimmo per andare a fare acquisti, la nostra visita principale essendo riservata all'affascinate studio Castellani. Noi restammo grandemente ammirate c netmio ammo desideravo ardentemente alcunc bellissime imitazioni in oro e in mosaico di antiche oreficerie etrusche, e quando it sig. Castellani arrivà ci azzardammo a chiedergli ii prezzo di alcuni di questi tesori e fummo profondamente dispiaciuti nello scoprire che nessuno di essi era in vendita, dato che erano semplicemente una specie di museo di capolavori particolarmente carl at cuore del loro artcfice. Egli ci condusse in un'altra stanza dove si trovavano i pezzi che crano in vendita e Dearman scelsc un bell'insieme, spilla e orecchini, da regalarmi. Ii valore di questi oggetti appariva straordinario alla mia mente inesperta. To volevo acquistare alcuni graziosi braccialetti d'oro, piuttosto semplici, per fame del regali e, vedendone uno motto bello, severo, raffinato, lavorato in una maniera estremamente dclicata c squisita, senza essere né grande né pesante, e senza pietre o mosaici, gliene chiesi it prezzo. "Sedici mesi di lavoro", il sig. Castellani mi rispose, e, alla mia richiesta di esprimersi in forma phi adatta alla nostra comprensionc, tranquillamente disse "120 ghinee". Ogni articolo che si trovava nella bottega era un vero capolavoro" °. Ii passo è ricco di informazioni. In primo luogo ci fa sapere che i pezzi in vendira non si trovavano nello stesso ambiente dell'esposizione permanente. In secondo luogo ci fornisce un'idea di quanto tempo occorressc per rcalizzarc i gioielli c del costo relativo di quelli con pietre o mosaici. Peraltro possiamo notare un'inesattezza, in quanto Emily parla di imitazioni a mosaico di oreficerie erruschc, mentre i mosaici non compaiono mai nelic copic di gioiclli greci o etruschi. Come i Birchall, che acquistarono un insieme di gioielli abbastanza modesto durante la loro luna di micle, la grande maggioranza del clicnti del Castellani aveva visitato lo studio di Roma o era entrata in contatto con Ioro in occasione delle diverse Esposizioni internazionali. La clientela del Castellani era internazionale: i visitatori arrivavano da tutta l'Europa e dal Nord America. Quelli phi numerosi venivano dall'Italia e

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dalla Gran Bretagna, seguiti da aristocratici delta Russia e delta Polonia. Purtroppo per tale periodo non esistono conti del clienti che ci restano soltanto per gli anni 1827-1838. Ciononostante molte informazioni possono essere ricavate da altre fonti d'archivio: una scorsa agli inventari annuali delta merce e ai conti degli operai rivela che net corso degli anni di massima attività delta bottega, dagli anni '50 agli anni '70, la produzione in serie era regolare. In alcuni casi, quando venivano venduti oggetti di repertorio, nell'inventario si annotava anche ii nome dell'acquirente. Dallo studio delle vendite del pezzi di serie emerge un elemento significativo: i mosaici pih piccoli erano acquiStati in ugual misura da clienti inglesi, italiani e russi, mentre i pill complessi mosaici a tema religioso, con le loro immagini simili ad icone, andavano quasi tutti al ruSSi. Se assumiamo l'inventario del 1858-59 quale esempio campione, una selezione del mosaici venduti va dal 400 al 15 scudi; tre di quelli pill carl andarono a del russi, mentre cinque di prezzo medio a clienti ingleSi e a compratori illustri di Francia e Germania 57. Se i russi amavano i mosaici a soggetto religioso, sarebbe interessante appurare quanti degli acquirenti britannici di mosaici fossero cattolici. Sebbene tale problema richieda ulteriorl ricerche, sussiste qualche indizio a favore di un tale argomento. Barbara Charlton, una fervente cattolica che veniva dal Northumbria, scrive netsuo diario a proposito di una visita alla studio Castellani a Roma net 1865, con ii marito William: "Egli mi condusse dal Castellani e mi comprà una bellissima croce a mosaico con la testa e ii monogramma di Cristo che era stato scoperto nella cripta delta chiesa di San Clemente 5s. In realtà essa intendeva ii mosaico del secolo XII nell'abside della chiesa superiore, e non nella cripta, ma, dal momento che questa era stata scoperta net 1861, rappresentava una novità ed era naturale che tutti ne parlassero. Ii mosaico principale dell'abside rappresenta la Crocifissione; in cima a tutto c'è la testa del Cristo benedicente, mentre in basso compare il suo monogramma entro un tondo su un fondo blu. Ii Cristo di San Clemente ricorre regolarmente nelle note di archivio. Anche se nessuna croce come quella descritta da Mrs. Charlton è stata ritrovata sino ad ora, l'immagine di Cristo compare su uno spettacolare pendente (fig. 6-32) che potrebbe corrispondere alla "Bulla, musaico Cristo" acquistata da Narishkine net1863-64. Sul rovescio il pendente (fig. 6-33) reca una croce a smalto; intorno at bordi c'è un'iscrizione latina, PAX VOBIS + EGO SUM VIA VERITAS ET VITA. Se prendiamo un secondo esempio relativo alla vendita di mosaici dall'inventario delle merci del 1863- 64, ii quadro è pill o meno identico, ma ii numero degli acquirenti britannici è aumentato. I russi compravano ancora i pezzi pill costosi, e spesso compravano diversi oggetti per ciascuno, ma ii numero di clienti di questo paese era motto diminuito. I clienti inglesi compravano soprattutto mosaici e anche se preferivano i pezzi pill piccoli, ii loro numero era enorme. Gli anni '60 e '70 dell'Ottocento furono i decenni di massima presenza di clienti britannici 60 . I prezzi andavano da soli 6

Capitolo VI

scudi per una piccola spilla con fiori sino al 95 per una spilla con iscrizione. Era quindi possibile cavarsela con qualcosa di motto piccolo per una somma relativamente modesta. Non è facile isolare Ic vendite del mosaici, dal momento che gli inventari sono organizzati per tipologie di gioielli e pertanto la ricerca va effettuata per ogni singola categoria. I mosaici non sono mai presenti in ornamenti per il capo, come diademi o spilloni, presumibilmente perchè erano troppo pesanti. Un elenco selettivo di questo genere inoltre distorce il quadro complessivo degli acquisti, anche se risulta evidente che alcuni clienti facevano acquisti in quantità. Un cliente di nome "Gordon" ad esempio comprô anche altri oggetti pill costosi, come una catena da orologio per 220 scudi, per un rotate di 900 scudi (1981 $962), ivi compreSi 1 pezzi a mosaico°'. Molti degli acquirenti di mosaici del Castellani, come William Cartwright, un diplomatico inglese, o Quintino Sella, che sarebbe in seguito diventato Primo Ministro nell'Italia unita, appartenevano agli ambienti politici che si riunivano presso il loro studio (cfr. cap. 1). Altri facevano parte delta comunità artistica, sia romana che internazionale. Lo scultore americano William Wetmore Story, che aveva tenuto uno studio a Roma a partire dalla fine degli anni '40, firma il libro del visitatori net1858-59. Net maggio 1860 egli acquistà una spilla a mosaico con colomba per 26 scudi. Sel anni prima la moglie aveva regalato una spilla a mosaico, anch'essa con una colomba, a Elizabeth Barrett Browning, che si senti tenuta a rifiutarla poiché ne possedeva già una identica62. Un particolare gruppo di clienti era costituito da studioSi di fama e da collezionisti di antichità. It cliente collezionista pill costante fu l'inglese Edmund Waterton, un devoto cattolico. Oltre ad acquistare anelli e gemme antichi, egli comprava anche oreficerie contemporanee, tra Ic quali una spilla con mosaico di soggetto cristiano per 40 scudi net 185663 . I registri spesso riportano soltanto un cognome senza titolo, a meno che il cliente non facesse parte delta nobiltà, ma in molti casi è possibile mettere in rapporto i nomi incompleti con le firme nei libri del visitatori°4. Un'altra fonte di informazione sui clienti del mosaici e la raccolta del copialettere delta corrispondenza commerciale, che rivelano ii modo in cui Augusto trattava con i suoi clienti65 . Se un cliente esprimeva un interesse per un pezzo nello studio, egli gli inviava degli schizzi su misura con le caratteristiche desiderate. Netgiugno 1890, egli invià quattro schizzi tra loro alternativi per spille a mosaico a Maurizio Linder (fig. 13-9), che descriveva simili alla "collana-braccialetto" che Linder aveva visto in aprile. Augusto in questo caso fa riferimento alla moda, assai diffusa, di riunire una coppia di braccialetti per formare una collana a girocollo66. Linder doveva aver richiesto qualcosa di pill piccolo o di meno caro; in seguito sua moglie scelse una delle spille con iscrizione AMOROMA. Vi sono mold esempi di corrispondenze prolungate aventi per oggetto delle commissioni, tutte con clienti che Augusto aveva incontrato nello studio. Una di queste, per esempio, riguarda la futura vendita di un

I micromosaici e le lorofonti di ispirazione - Judy Rudoe



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Fig. 6-32. Pendence a micrornosaico con Cristo. Manifarrura Casrellani. Oro, res- sere d'oro e vorree, smalto. Mosaici con quesro soggerto sono ricordati negli archivi Castellani negli anni '60 dell'Ottocento. Collezione privata. Catalogo a. 101,

"cofanetto gioiello di dama romana" in mostra all'Esposizione di Londra del 1862 (cap. 9)67• Tre anni dopo, nel 1865, Augusto ricevette un'offerta per tale cofanetto da un cliente di Londra, Frederic Harrison, che puà essere identificato con sicurezza con ii gran viaggiatore, scrittore di temi storici e letterari e appassionato sostenitore dell'unità d'Italia. Nel 1865 i pezzi contenuti nel cofanetto erano stati venduti e sostituiti con una collezione di ornamenti greco-italici. Auguste, accettè di venderlo, ma non potf accondiscendere alla richiesta di Harrison che vi fosse inserito un mosaico bizantino. La storia bizantina e it suo infitusso erano un interesse di vecchia data di Harrison. Nello schema storico di Augusto perà un mosaico bizantino faceva parte del gioielli del "periodo medioevale"; egli pertanto rispose fermamente ma con franchezza, in un inglese lungi dall'essere perfetto, nella convinzione che ii suo cliente avrebbe capito e che la sua opera non sarebbe stata travisata: "Ho appena ricevuto la vostra gentile lettera del 14 corrente e assai volentieri vi do la spiegazione che ml richiedete. Jo possiedo ancora la stessa scatola che era all'Esposizione di

Fig. 6-33. Rovescio del pendente alla fig. 6-32.

Londra, solo che gli ornamenti d'oro che essa conteneva sono cambiati con la vendita. Al momento attuale essa e arricchita da un diadema a foglie di ulivo in oto, da una coppia di grandi spille per capelli e da una seconda coppia piü piccola, da una grande spilla matrimoniale, dal sette anelli d'oro settimanali, da una grande collana ad anfore, da un insieme completo di piccole spille di tutti i generi e di anelli estivi e invernaii, da due grandi braccialetti con scarabei e oro e da una scatoletta per profumi in lapislazzuli. Jo non sono motto contento di vendere la scatola, perché mi piace e non tutti possono apprezzarla; ma vedo che vol l'avete scelta tra i bellissimi oggetti di tutte le epoche che erano alla Grande Esposizione. Jo credo che vol facciate parte del ristretto numero di [persone che sono a conoscenza) delle forme antiche: accetto pertanto la vostra offerta e vi venderè la scatola completa per 300 sterline. Jo non posso accondiscendere at vostro desiderio di inserirvi anche una spilla a mosaico di eta bizantina perchè essa sarebbe un completo errore di stile"". Ii deciso rifiuto di Auguste, a mescolare still di periodi differenti rivela in quale misura in lui prevalesse ii senso di ciô che è appropriato, anche

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capitols VI

Fig. 6-35. Spilla a micromosaico con Medusa. Manifattura Castellani; mosaico probabilmente di Luigi Podio, ante 1888. Oro, ressere vicree, smalto. CoUezione privata.

Fig. 6-34. Cofanetto decorato con micromosaici. Manifatrur Augusto Castellani. Da SARTJRANA 1870, p. 61.

a costo di perdere una vendita. La trattativa comunque continuà: nel settembre-ottobre 1865 Harrison visità Roma e dovette concludere l'affare con Augusto, dal momento che gli oggetti vennero inviati e pagan net novembre 186569. L'archivio contiene anche riferimenti a numerosi altri cofanetti in materiali diversi, forse realizzati oppure no. Uno che certamente venne eseguito è un cofanetto ottagonale decorato interamente a mosaico. Negli archivi non se ne trova ancora menzione, ma esso venne pubblicato in Arte in Italia net1870 (fig. 6-34) e descritto come un'opera recente delta bottega Castellani,"una cista muliebre con bei mosaici di stile romano"70 . Ii modello è attribuito ad Augusto. La sua concezione è interamente ispirata al mosaici romani: ii coperchio a cupola,

visto dall'alto, richiama i medaglioni ottagonali che Si ritrovano come motivo centrale in alcuni mosaici pavimentali ed è ripartito in varl settori allo stesso moclo. I singoli motivi sembrano essere del pastiches piuttosto che non copie dirette. Ii coperchio è costituito da pannelli di forma trapezoidale con animali in corsa - leone, cani, stambecco, cinghiale, capra - e at centro c'è una testa di Medusa (fig. 2-29 per una spilla con una testa di Medusa simile). I lati recano pannelli quadrati con mosaici a maschere teatrali. Quelle visibili nell'illustrazione sembrerebbero motto simili alle maschere rappresentate sul mosaico pavimentale delta scala a Piazza di Trevi, dove to studio aveva traslocato nel 1869, piü o meno alla stessa epoca in cui venne realizzato ii cofanetto. A tale data, senza poter ricorrere al consigli né di Caetani né di Olsoufieff, è probabile che Augusto fosse meno attento alla precisione delle fonti e avesse incominciato a creare suoi propri modelli. Egli lavorava a stretto contatto con Podio come suo maestro mosaicista, ed è difficile immaginate che anche Podio stesso non avesse un ruolo nella creazione del modelli (cap. 5). Come netcaso del mosaico delta scala di Piazza di Trevi, è ragionevole pensare che o Augusto o Podio, oppure entrambi vi fossero implicati. Uno del motivi presente nel pavimento del vestibolo, una testa di Medusa, ricorre in una spettacolare spilla a micromosaico del "periodo moderno" nella sequenza storica di Augusto. La spilla rimane oggi a Villa Giulia, mentre un secondo esempio fa parte di una collezione privata (fig. 6-35). Questa è completamente diversa dalla testa di Medusa sul cofanetto e non ha una precisa fonte classica 7 . La posizione delta testa, leggermente girata di tre quarti, suscita in ogni caso l'impressione che si tratti di una rappresentazione di eta rinascimentale, dal momento che Ic Meduse classiche

I mzcromosazcz e Ia loro fonti di ispirazione - Judy Rudoe



sono solitamente raffigurate di prospetto. Questa testa è ii terzo pezzo per ii quale Augusto esplicitamente nomina Poclio quale artefice, descrivendolo come "lavoro di Luigi Poclio". Esso è anche, tra i mosaici Castellani, quello che piii si avvicina a quel genere di naturalismo che era di moda prima del 1850, con cia dimostrando che Podio avrebbe potuto lavorare in tal modo qualora avesse voluto o gliene fossa stata fatta richiesta. Indubbiamente egli aveva avuto la sua formazione nella tradizione naturalistica fissata da Aguatti e da altri. Secondo l'autentico stile Castellani le all e i serpenti della spilla di Villa Giulia sono contornati da un fib d'oro, mentre i capelli sono eseguiti con tessere di forma ricurva, inserite a indicare le singole ciocche (proprio come it pelame del mosaico con cane spaniel, fig. 6-3). Anche i serpenti sono realizzati con tessere curve ad indicate Ic squame e molte delle tessere sono bicolori. I colorl venivano fusi prima che it filo di vetro fosse portato alla sua plena lunghezza; essa veniva martellata per assumere la sua forma mentre era ancora calda e, una volta raffreddata, veniva tagliata a pezzettini, ciascuno dello stesso tipo, in questo caso con due differenti sfumature di verde. Considerato che

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l'uso di tessere ricurve è cos! insolito nei micromosaici si puô ipotizzare che tanto il disegno quanto l'esecuzione siano di Podio (fig. 5-29). Nei loro locali di Piazza di Trevi, tra il 1869 e il 1928, i Castellani ricevevano un flusso costante di visitatori 72 . L'ingresso principale al n. 86 ancora porta ii nome AUGUSTO CASTELLANI inciso nella pietra sopra il portone. I mosaici della scala, conservati ancora oggi, sono inseriti nell'ingresso, sui pianerottoli e negli ammezzati e includono la testa di Medusa, assieme a maschere teatrali, tralci di vite popolati di uccelli e, appropriatamente, una coppia di colombe nell'atto di estrarre fill di perle cia un cofanetro di gioielli, motivo amatoriale questo che è tipico del secolo XVIII: anche qui dunque vi era una commistione di motivi classici e post-classici. La porta che dà accesso agli ambienti del piano nobile, dove si trovava to studio Castellani, ha sulla soglia un mosaico con la parola greca XAIPE (benvenuto). Ed è significativo, considerando l'impegno della famiglia nel campo del micromosaici e la loro pionienistica attività in tale settore, che ad accogliere it visitatore all'ingresso dell'edificio fossero proprio del mosaici.

Ringraziamenti: questo articolo non aviebbe potato essere scritto senza la collaborazione dell'Archivio di Stato e del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. Nell'Archivio di Stato, devo uno speciale ringraziamento alla Direttrice della sala di Lettura, Monica Calzolari, e sop rattutto a Maria Grazia Branchetti per il suo costante aiuto. A Villa Giulia, sono debitrice nei confronti della Direttrice, Francesca Boitani, e delle sue colleghe Ida Caruso e Adelia Carraro. Sono anche riconoscente nei confronti di Maurizio Donati dell'Istituto Statale d'Arte. Grazie a Luigi Fiorani ho potato consultare i disegni della Fondazione Camillo Caetani. La mia ricerca a Roma sarebbe stata impossibile senza Arnold Nesselrath dci IYlusei Vaticani, che mi ha aiutato aprendomi numerose porte, Michael Erwee, con la sua incomparabile conoscenza degli archivi romani e il suo entusiasmo per il secolo XIX, e Paul Roberts del British Museum che ha instancabilmente ricercato Ic fonti dei mosaici romani. La compianta Martha McCrory mi ha dato molti utili consigli, mentre Charlotte Gere ha gentilmente commentato il mio testo originale. Stefanie Walker mi ha aiutato in molti modi, non ultimo fornendomi una messe di inforn2azioni sull'organizzazione dell'archivio Castellani e sui micromosaici conservati in collezioni private. II mio debito maggiore è pero verso la compianta Gabriella Bordenache Battaglia, per il suo pionieristico lavoro sulla famiglia Castellani nel Dizionario Biografico degli Italiani, e per il suo incoraggiamento in an campo che in larga misura le apparteneva.

NOTE 1It termine micromosaici venne coniato dal compianto Sir Arthur Gilbert, noto colicaionista di mosaici. cfr. HANISEE GABRIEL 2000, p. 14. Net corso di una conversazione Con l'autrice delle presenti pagine Sir Arthur mi spiegh it sun clesiderio di coniare una parola adatta a descrivere oggetti che potevano essere apprezzari soiranro con l'aiuto di on mlcroscopio. 2 Per una trattazione completa delta tecnica a micromosaico cfr. RUDOE 2000, PP. 27-46. cASTELLANI Au. 1878., 2, PP. 18-19. AS!?, Famiglia Castellani 196/4, p. 82. 5 Un microniosaico con colomba at British Museum (donazione Hull Grundy, cat. 984) quasi identico a quelli facti dci Castellani. Se non ci fosse la firma di Pierret sul retro sarebbe stato difficile stabilire Is differenza. Per Pierret e Roccheggiani cfr. TAIT 1984, cat. no. 957 e 966. Per civilorri cfr. MUNNI9S4, p. 158. 6 AS!?. Fa,,iiçlia Castellani 18/3/b. Per esempi di tali motivi sugli smalti di Limoges in era romanica vd. GAuTHIeR1987, ray. 176, n. 607. cAsTeu.ANI AL. 1862, P. 25 (versione ampliata di on saggiu letro all' Archaeological Institute di Londra net1861). 9 Vd. catalogs degli oggetti in Oro, Gemme, carnnoei appartenhf Ii a! Dejdnto co,ioco . A. casedlaG, mt. del/a vend/ta. P. e P Santamaria, Ronia,15-18 Dicernbce 1930, lotto 178. 10 Vd. BrESER 1961, P. 93 fig. 329. 11 ASR, Faoiiglia Castellani 87 (questo registro contiene gli inventari relativi at 1852 e at 1853. Le pagine non sono numerate ma per tiascun anno he merci sono dentate per caregoria, ad esempio spille, braccialetci, etc.) L'invenrario del 1853 elenta una spilIa con maschera teatrale a mosaico e pigne d'oro, simile a quella dell'asta del 1930,

che costava 39 scucli aila fattura ed era messa in venclita a 55. 12 cAs'rELLANI AL. 1862, p. 25. ASP.. Facing/ia Castellani 91, inventario peril 1858-59, elencato sotto "hulia," n. 40; ib. 52, libro giornaliero per gil anni 1859-60, voce at 1(1 aprile 1860. 14 Peril mosaico di Torriti cfr. BERTELLI 1988, pp. 220-221. Peril pendente castella- ni cfr. MUNN 1984, ray. 93 (tra PP. 88 e 89). BERTELLI 1988, pp. 184-185. 16 lb., pp. 186-87. 17 ASR.Fa,nigl/a caotd/auoi 18/3/b,"coileaione cronologica" n. 26, p. 55. Per Luigi Podio, si veda it cap. 5, di Maurizio Donati, in quesco volume. 18 Vd. BARBIELLINI AMIDEI, 2000, n. 213. Per ha testa di Cristo a San Bartolomeo ali'Isola vcl. DE Rossi 1899, tav. 4, fig. 2. 19 L'intero passo suona7'n. 58: Fibula a cassina in forma di pavole tutto in musaico a colon di bellissimo affetto: ii disegno deile all fin linee di musaico di ore, e he penne sono felettate ton fettucina di oro": ASR. Famiglia Castellani 18/3/b,"collezione cronoiogica,"p. 61. 20 Per clue versinG meno complesse con elemenri separarori d'argento in una coilezione privata vcl. MUNN 1984, tav. 171 e cfr. catalogo c. 134. 21 Per it mosaico originate, vd. BERTCLLI, 1988, pp. 88-8 9; per ha spills e la sua fonte d'ispirazione cfr. JOPPIEN 1986, parre 1, pp. 56-69. 22 BERTELLI 1988, pp. 96-97. 23 Villa Giulia, inv. n. 85304. Per un'immagine dell'absicle dci SS cosma e Damiano in cui I visibile questo motivo cfr. Dc Rossi 1899, tav. 11. Peril disegnatore Salvatore Zen, che era associato ai Castellani e disegnb moire delle ravole netlibro di de Rossi, cfr. it cal). 5 in questo volume a curs di Maurizio Donati. 24 Tale pendente venne venduto da Sotheby's net 1992; si dice che fosse giunto per

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disceridenza directa alla venclitrice, la bisnipote di Olsoufieff. Vd. Sothehy3 Fine Jewels, 25 26

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Sale Cat., London, 18 giugno 1992, lorro 24.

SALZENBERG 1854. Tale resro 8 sraro ricollegaro ai Castellani per la prima volta da ROdiger Joppien e la discussione che segue I largamente fondata sulle sue osservazioni: cfr. J0PPIEN 1986. Per un'accurara descrizione dci mosaici di S. Sofia vd. MANGO 1997. SALZENBERG 1854, frontespizio e tav. 25, fig. 5 (con gigli d'argento) e fig. 3 (riproduzione parziale delta crore con mocivi a foglie). Cfr. Sothe/lyS Fine Jewels, London, 23 Giugno 1994, lotto 57. Reca la scrirra "Victoria, imperatrice Frederick alla sig,na Nash /Berlino 1890". Vd. ancheJOPPIEN 1986, tav. 6. SALZENBERG 1854, ray. 23, fig. 6. 16., tav. 20, fig. 12. It motivo con i gigli in argenro era uno dci doe modelli presi da Santa Sofia messi in mostra all'Esposizione Internazionale di Lonclra del 1862 e inseriti nell' Art journal J/lastratec/ Catalogne. Cfr. fig. 9-1 In aggiunta alla propria opera sui mosaici dc Rossi stave preparando una serie monomenrale sulle iscrizioni di Rome, so incoraggiamenro di Pio IX; vd. DE Rossi 1857-61. Cfr. anche NORTHCOTE 1878, p. 33. Vd. BROWN 1984, tas S. La succinra descrizione netperiodo medioevale negli elenchi di Augusro relarivi agli anni 1875-1881 difficilmente ne fa giustizia: "n. 69. Fibula cassina a croce qoadrata nella quale e un musaico a vari colori disposto a mo [mezzo] di fettucina intrecciara"; AS]?. Fanoiglia Caste//an] 18/3/,"Collezione Cron ologica,"p. 62. I disegni di Caetani si trovano in un album nell'archivio delta Fondazione Camillo Caerani a Roma; cfr anche it cap. 2, di Stefanie Walker, in quesro volume, in parricolare Ic figg. 2-9, 211, 2-15, 2-16, 2-19e2-20. It pezzo medievale si trovava originariamenre nella collezione Campana (cfr. it cap. 8, di Elizabeth Simpson, in tluesto volume). Cfr. HASELOFF 1990, p. 64, fig. 40. ASR. Famiglia Caste/lane 18/3/b,"Collezione Cronologica," p. 77. Si veda inolrre DONATI 1987, pp. 97 —110, in parr. 101-102, dove si fa riferiniento a tin album di disegni e di schizzi delta bottega Castellani con l'illustrazione di pezzi realizzati sotto la direzione del Caerani. Si tracra di uno dci quarrro album dati in lascirn cIa Alfredo Castellani at Regio Museo Arrisrico Industriale (MAI) di Roma. Gli album in seguito andarono dispersi, ma vennero nicomposci net1987 dal Professor Donati, che ha intenzione finalmente di pubblicarli: cfr. it cap. 5, di M. Donari, in quesro sresso volume. Presso la Fondazione Camillo Caetani di Rome si conserve inioltre la corrispondenza tra Caetani e Alessandro Castellani, che in parte fa riferimenro ai clisegni e alla pnoduzione di oreficerie. Essa e stara in panre pubblicata da GCRE 1972, pp. 120-127. Quesca mii rratrazione perranto si limita a una valutazione provvisoria del ruolo di Caetani. Per alcune tlenivazioni letcerarie da Virgilio e Carullo, vcl. RUDOE 1984, cat. n. 952. ASR. Fanoiglia Castellani 18/3/b, p. 84. La spilla venne venduta net1990; vd. Sotheby's Antic/aeJewellerlv Sale Cat., London, 10 dicembre 1990, Intro 96. L'iscrizione abbreviata sulla spilla suona "CUNCTANDO RESTITUIT.". N. 18 nell'elenco di Augusto: "Fibula rotontla con cassina in musaico nappresentante una papera su fondo maninello celeste netcielo e marinello verde in terra. Inrorno at musaico vi I l'iscrizionie in letters di oro AVIS RARA: ha due reporti ai lati a nfo [mezzo] di anse e formati con foglie cesellare; AS]?, Fanug/ia Castellani 18/3/b, P. 80. Un'altra versione del ritnatto tli Dante, inserito in on braccialecto di stile meclievale venue venduta net1972; vd. Christie's Antigen Castellani and Giislians-MagnoficentJeire//eiy. Sale Car., Ginevra, 15 novembre 1972, lorro 398. Esso reca l'iscrizione "1 febr.

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MDCCCLXXVI," indirantlo cbs era stato venduto a on cliente di lingua inglese. CAETANI 1904, p. 82 R000E 1983-84, pp. 59-82. Lady Layarcl ricorda una di queste visite nei suoi diari del tlicembre l880:"Quindi andammo a trovare Augusto Castellani, l'orefice frarello di Alessandro Castellani. Egli possiede one meravigliosa collezione di gioielli antichi e Ic proprie riproduzioni di questi. Egli era assal conrenro di vedere Henry e di mostrargli I stioi oggerni" (cirano in Runoe 1983-84, p. 76). L'avveninsento e confermaro da uno dci libri dci visitatoni delta ditta, cbs ella data del 16 dicembre 1880 reca la firma cli Enid e Henry Layard e di Antonio Cortelazzo, on artigiano dci metalli vicencino che Ii accompagnava. La yensione personate di Augusto di questa visira viene anche inserita nelle sue memorie it 16 clicembre lSSO:"Venne oggi a trovarmi Layard: ha invecrhiato, ma consenva rucco it suo vigore: dopo tanti anni commemorammo I noSrri comuni lavori diplomarici e fummo pienamente in accordo di essere ronrenri del risultaro the ne orrenemmo. Viva l'Italia". ASR. Famiglia Castellani 196/4, pp. 299-300. Istituto Starale d'Arte, Lasriro Alfredo Castellani, album di disegni n. 1, pp. 6r, 7r, 8r, 9r. Sono assai grata a Maurizio Donani per avermi mosrnaro it volume con quesne pagine. Per la spilla col din del sole alaro assiro vd. RtJDOE 1984, n. 950, vol. 2, p. 237, fig. 60. Si mama probabilmente dell'esemplare venduto net 1988; vd. Christie's Anti qaoJeir'ellery. Sale Cat., London, 14 dicembre 1988, lonto 23. Vd. anche Cata/ogo degli oggotti in Oro, 1930,n. 151. Vd. WXrERFIELD 1963, PP. 318 e 400. Per un'illustnazione delta panune completa ii veda Catalogs degli oggecti in Oro, 1930, nn. 48-50; niSmampata in MSJNN 1984, ray. 125. La collana e la spilla sono niappanse

in un'asra: vd. Christie's li4agnoficantJeio'els, Ginevra, 14 nsaggio 1987, lotto 388 (spitla) e lotto 389 (collana e onecchini). Per din disegno che indica Ic forme e i colon cia cisare nd micromosaici, ii verla Catalogs so. 115, fig. 5-32. - ) ASR. Fanuglia Castellani 196/4, p. 625. Ii passo I inreramenme niportato dmi DONATI 1987 a, P. 37. Augusto descnive Podio come "mio cugino". Cfn. cap. 5, a dura di Donani, in quesro volume. 51 ASR. Fainiglia Caste/lain 12 8, Libri dci Lavoranri 1854-1857. Questi niportano in ondine cronologico Ic consegne affidate a ciascun onafo. GIl esempi citami niconrono in rummo it volume. Cfr. anche it cap. 2, di Stefanie Walker, in quesru vulume. ASR. Faniig/ia Castellani 18/3/A. Sono grams a Bernie Cook per avenmi procuramo Ic equivalenze della sterlina e del dollano, nicavare da ScHsIiu'r 1884, it quale fornisce l'equivalenza di 1 smenlinia 4.86 dollani, della quale è possibile calcolane che 1 clollano equivaleva a circa 2,5 lire. ASR, Famiglia Castellani 93, invenranio delta mence per it 1863-64. "Stile Merlievale e Cinquecenmo, n. XI: Spilla con l'Agnus Dci su mono in n'iosaico dalla chicsa del Sanni Cosma e Damiano, in Rome", in Sjsecimeirs of Greek. Eci'ascan. Rowan, Medieval and Cincjae Canto Jewels. fi'sns existing originals. By Signor Castellani. of Rome, London Davy & Sons, 1862.

56 VEREY 1985, p. 45. Devo quesra indicazione a Charlotte Gene. ASR, Fansiglia Castellani 91, invenmanio delle merci per l'anno 1858-59. Gli esempi mantengono la disposizione originate in me colonne (oggermo, prezzo, acquirenme): Bulla gnande musaico cnismiano Latenanense 400 Granduchessa Mania 150 Granduchessa Mania Fibula more labininto Fibula Chi-Rho muSaico 100 Chennirheff Fibula bonchia EY musaico nossa Olsoufieff 30 140 Lovatelli [tin panenme di Fibula doppia ruora in musaico Caemani] Fibula ogiva con ornari e musaido Chi-Rho 20 Caemani Fibula rordellama e mcisairo Atherton 90 Duca di St Albans Fibula musaico con mann rlella Pnovidenza 80 Richmond Fibula musaico e letters 25 Fibula mcisaico e lemmene 25 Loyd Principe di Galles Fibula musaicu 15 Monmesc1uieu Fibula longobancla mcisairo e oro 65 Fibula mcisaico Chi-Rho Regina di Prussia' - 36 )8 William Charlton era tin niccisanre, on rermine con II quale si clefiniscuno i cammolici che nificiravants di aclenire alla Chiesa anglicana. La visira ai Castellani ebbe Iciogo la martins delta scia pamrenza per Firenze per Ic celebrazioni clanmesche Cfi'. CHAEEi'ON 1949, p. 283. 9 Vd. "Nanishkine" nella note successive. 60 ASR. Famig/ia Caste/lain 93, invenranio delle menri per gli snob 1863-1864. Braccialemmo mcisaico 70 Chennicheff Imperatnire di Russia Fibula ogive musaico Agnello 60 Fibcila cassette croce Sra Sofia Gnabinsky 50 Nanitskyn [Nanishkincl Fibula Bcilla musaico 'Cristo' 55 40 manga ROMA musaico Zancitsky 28 Orloff Botronc, 2, musaico cnisriano Borrone , 6, musaico crisriano 60 Orloff Bommone, 2, muSaico palombe 27 Orloff Rorhshild [sic] Fibula musaico DEM0 95 Bcilla, musaico AVIS RARA 70 Lyon Chevalier Bulls musaico BY 63 40 Chevalier Fibula musaico AVIS RARA Massimo Fibula musaico micro ROMA 50 Bnacccialemmo esagone muSaico 46 Giovanelli Wood Braccialemmo musaico 70 Braccialerro musairo Knight 70 Fibula musairo ROMA 45 Gordon Gordon Carena per onologio clischi mcisairo 55 10 Fibula piccola fibre musairo e magliemme Cleveland Wood Fibula musaido Chi Rho 8 Fibula borchia e mcisaico Brown 6 "Gordon" pomnebbe essene stern uno dci nicclii propriemani mennieni scuzzesi;."Cleyeland"era la dcichessa di Cleveland,"Knighn"era un Isanenme di Caetani. 61 Ohre alla carena da onologio gli almni acquismi comprendono tin cliaclema a Uglie (100 scucli), tins collana con anfore (75 scudi), una bulla con meclaglione d'ono (100 scucli), onerchini con cigni a smalro da un oniginale di \Tcilci (141) sccidi), on bracrialemto con fioni (60 scudi), one spilla con l'isrnizionc 10 TRIUIvIPHE (45 scudi)e cin'alma con cina monera greca (60 scudi); lb. 62 Per is nisposma di Elizabeth a Mrs. Story, vd. ScAeislsisice 1989, pp. 83-84; si veda inolmne Ruooc 1986, pp. 22-32. La spills delta Browning I anncialmenme ronsers'ama at Philadelphia Museum of Ante non I di fattuca Castellani. L'onigine delta spilla rise Mrs. Stony cench di negalane alla Barrett Browning I sconosricira, ma ponrebbe essene stats di manifammuna Castellani, dal momeisto che Sia lei cIsc it manimo acqciisrarono dsi Into almni oggemmi net1860 e net1863. AS]?. Fainiglia Caste/lain 51, Giornale. Gran parre delta scia considenevole collezione di anelli anmirhi è ore ronsenvama at Victoria and Albert Museum di Londra. 64 Per esempio i regismni ci dirono rise it 19 Matzo 1860, "Mn.Nicholson" acqciisrfi dinqcic

I nticromosaici e Ic lore fonti di isjsirctziO see - Judy Rudoc



pezzi per un rotate di 202 scudi, it piP caro dei quail era on braccialetro a intaglio per 100 scudi e una spilla con una croce a mosaico per 50 (ASR, Famiglia Castellani, reg. 5 2). "Nicholson" è on nome piottosto comune e sarebbe difficile do individuate, se non fosse che Sir Charles Nicholson LirmO it libro dei visitatori del 1858-59. Nato in Inghilterra, egli era ono studioso delta classicità che divenne rettore dell'Universith di Sydney, alla quale donO la propria collezione di antichitS egizie, etrusche, greche e romane. 65 La maggior parte delle lertere sono copie delta corrispondenza di Augosto con thenti, maci sono rimasre anche alcune lerrere a loi spedite, come one, datata at 10 febbraio 1864, dal segrerario dell'imperatrice di Russia. Augusto Ic aveva inviato una scelta di on certo numero cli pezzi, alconi dei qoali erano startrispediti indietro assieme at pagamento di quelli the l'imperatrice aveva trattenuto. Ii segretario scriveva; rnaintenant je voos envois ci joint deux dessins de mosaique fine Pont boutons de manchettes, que Sa Majesti desire que c voos execotez aver Ia perfection qoi voos distingue..... (ASR. Fasoglia Castellani 13/I, s.p.). Era del tutto inconsueto che dei clienti inviassero i propri disegni per dei nsosaidi. 66 Il moclello visro dai Linder era motto probabilmenre on ripo Castellani ricorrente per one semplice catena d'oro nella quale erano inseriti qoattro piastre a mosaico di forma qciadrata simili a spille, ciascona perO con una lettera a formare Ic parole AMOR so on braccialetto e ROMA sull'altro. Per ona coppia di braccialetci che corrispondono a qoesta clescrizione vd. Christ/es Castellani and Gialiano-Zllesgneficent Jewels, Sale

Cat., Ginevra, 15 novembre 1972, lotto 397. 67 Per it cofanerto del 1862 cfr. Runoc 1991, pp. 108-109; per on cofanetto clonato a Maria Pia di Savoia cfr. SILVEIRA G0DIN5-so 1992, an. 55-75. Per on terzo cofanetto donaro ella principessa Alexandra, sd. RSJDOE 1991, pp. 110-111.

68 ASR, Famiglia Castellani 24, lettera a Frederic Harrison, 22 Agosto 1865. La tradLizione itahiana non dk conto deghi errori in lingua inglese commessi dal copista fn.d.t.J. Per Harrison e he sue letrere cIa Roma vcl. HARRISON P11., 1911, I, pp. 373-404. Si veda inoltre HARRISON A. 1926. 69 ASR. Famiglia Castellani 24, lerrera a Frederic Harrison, 25 Novembre 1865. Augooto fa riferimento a cambiamenti netconrenoti richiesti cIal fratello di Harrison e afferma the apporterà volenrieri tab cambiamenti, come clesiderato thai novelli spool nella Into prossima vioita a Roma, con ciô facenclo capire the it cofanerru era on regalo di nozze di Harrison at franello. 70 SARTIRANA 1870, p. 61. 71 Secondo Rosanna Barbelhini Ansiclei, l'invenrario nsanosccintn delta donazione a Villa Giulia effertuara da Alfredo fa riferinsenro a nsosaici rnmani con testa di Medusa del tipo dahla Villa Adriana o del Mooeo Nazionale Romano, it chic pete senibra sbagliaro, dal momentt) the non esisre alcnn mosaico con testa di Medusa 1srovenienre da Villa Aclriaisa e nuhla di simile compare nei resti ediri sui mcisei romani:cfr. BARBELLINI AsiInel 2000, n. 214. La sressa Medusa pei'alrro ritonspare sul cipiano in rnarmo nero di tin tavoloin una cohlezione private: cfr GRIECO, GAMIOJNO 2001, p. 174, ii the fa pensare the ci ole stata cin'unica fonte comune per torte quesre versioni, forse perO di era poot-classica. 72 Qoando to studio vi si trasferi net1869 l'interno venue cnnspleramente riclecoraro. Gli originari ambienti delta galleria, attoalmente di proprierà privata, non possono essere visicaci, anche se è assi imprubabile the resti qcialcosa clell'arreclamento. L'ediBcio e cosrantemenre vigilaro e solo con grandi difflcoltà l'aorrice di quesro contribcito I riuscita a passare oltre la vigilanza e a saute scihle scale.

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Fig. 10.-1. Medaglione in bronzo (1867) commissionato dalla citta di Roma per commemorate la donazione fatta da Augusto Castellani ai Musei Capitolii Musei Capitolini, Medagliere. Roma. Catalogo a. 203.

CAPITOLO

X

ALESSANDRO E AUGUSTO CASTELLANI: COLLEZIONISMO, MUSE OLOGIA E MERCATO ANTIQUARTO ANTONELLA MAGAGNINI

na lettura anche superficiale della biografia del Castellani, ci illumina su quanto l'ampia portata stoU rica e sociale degli eventi che coinvolsero Roma ne segnà la vita e Ic scelte; come è ampiamente illustrato in altri saggi di questo volume, risulta difficile, infatti, comprendere l'attività di questi eccellenti artigiani se non la si inquadra nd tessuro degli avvenimenti storici e del fermenti culturali che coinvolsero I'Italia e I'Europa nel XIX secolo. In particolare, i due figli di Fortunato Pio, Alessandro ed Augusto, put avendo molteplici attività ed interessi, furono connotati da una passione comune che, con sfumature a volte profondamente diverse, caratterizzô la vita di entrambi. Collezionare, o forse diremmo meglio, accumulate ingenti quantità di reperti antichi, Ic cosiddette "anticaglie", fu per i fratelli Castellani un 'must" coniugato e mai scisso ad un'ampia attività commerciale basata su una capillare rete di conoscenze e rapporti che ne fecero collezionisti e mercanti di primo piano ma anche figure fondamentali nella creazione e formazione delle raccolte museali italiane e straniere della seconda metà dell'Ottocento. A maggior ragione ogni tentativo di ricostruzione della fisionomia e dell'attività di Alessandro ed Augusto, è indissolubilmente legato ai personaggi, alle istituzioni e alle vicende connesse al variegato mondo della ricerca archeologica, del collezionismo sia privato che pubblico, e del commercio antiquario, tutti fenomeni di cui Roma fu l'indiscusso centro propulsore. Collezionismo, museologia e mercato antiquario: le premesse La sorprendente quantità di cimeli, restituiti dal suolo della Città nel corso delta sua storia millenaria, ha, in ogni tempo, costituito motivo di interesse e spinto Ic diverse generazioni a scovare, ed in molti casi conservare ed esibire, i preziosi "tesori". Si puà partite da esempi famosi, quanto remoti, di ricer-

ca archeologica come quella svolta nd '400 da Brunelleschi e Donatello, per passare alle molteplici "escavazioni" condotte nella seconda metà del '500 e delle quali rimane traccia solo nei permessi rilasciati dall'autorità pontificia', per giungere, netXVIII secolo, a verl e propri scavi che ii rinnovato interesse per l'archeologia imponeva di intraprendere sia net cuore della città, come ad esempio sul Palatin0 2 , sia nei vasti territori dello Stato Pontific103. Alla ricerca di antiche vestigia fu, in ogni tempo, saldata la tendenza a create collezioni private e poi pubbliche che innestè e favori, come è naturale, il fenomeno del commercio antiquario. Non sembra a questo punto inutile ricordare che a Roma venne creata la prima raccolta pubblica presso ii Palazzo dci Conservatori4 , con la donazione di Sisto IV al popolo romano del bronzi lateranensi, ed ancora che Roma, proprio per it suo ruolo peculiare, vide sorgere, accanto al collezionismo nobiliare, "un mondo di collezionisti minori" 5 rappresentato da artisti, prelati ed ambasciatori che alimentarono sia le frenetiche escavazioni sia la dispersione di una grande quantità di manufatti inghiottiti dal commcrcio antiquario che riempiva edifici e dimore di busti c statue. Se per tutto ii Settecento si continue ad intendere la ricerca archeologica unicamente come strumento per recuperare manufatti pregevoli, d'altro canto le teorie illuministiche fecero si che Ic raccolte e le collezioni cominciassero ad essere intese anche come un insieme di reperti utilizzabile per lo studio della nascente scienza archeologica cd ii Museo dovessc esserc considerato una struttura in grado di offrire accesso e benefici a tutta la comunità del cittadini e non solo ad una ristrctta cerchia di aristocratici, artisti o studiosi6. E' con questi criteri che a Roma i papi, avvalendosi dcll'enorme quantità di oggetti che it suolo continuava a restituire ed acquisendo importanti collezioni private, crearono nuovi musci come ii Pio Clementino in Vaticano ed il Musco Capitolino.

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Allargando to sguardo all'Europa notiamo come, in questo lasso di tempo, musei quail ii British, ii Louvre, I'Hermitage, it museo di Berlino, vennero aperti at pubblico ed accrebbero le loro raccolte con materiali provenienti soprattutto dall'Itaha e segnatamente da Roma dove il commercio antiquario era dominato anche da molti acquirenti stranieri che, avvalendosi di influenti protezioni ed inesauribili disponibilità economiche, incrementarono in modo esponenziale l'emigrazione delhe opere e la dispersione selvaggia del patrimonio locale'. Per quanto riguarda quest'ultimo, gravissimo, aspetto va ricordato che le cohlezioni ed i musei subirono, con l'occupazione francese, incommensurabili danni per via delta politica napoleonica di "rapina hegahizzata, istituzionalizzata dal trattati ed imposta con ha forza" ; in particolare to Stato Pontificio, in ottemperanza at trattato di Tohentino, dovette consegnare alla Francia un rilevante numero di opere delle quahi rimane memona in un elenco conservato presso l'archivio vaticano9. A fattori quahi, la ricerca archeologica, ii collezionismo pnivato e le raccolte pubbliche, ed it commercio antiquario, costantemente presenti nel panorama romano, è ora opportuno aggiungerne un altro rappresentato dahle iniziative di tipo pohitico-hegislativo avviate dal governo pontificio per tutelare e custodire le opere d'arte ed, at tempo stesso, per regolamentare l'attività deghi scavatori e degli antiquari, evitando, in pnimo luogo, il depauperamento del patrimonio artistico. Questo aspetto dell'apparato statale pontificio è emblematicamente rappresentato da Antonio Canova la cui flgura dominà i primi decenni dell'800. Net 1802 fu nominato da Pio VII Ispettore Generale delle Antichità e Belle Arti dello Stato delta Chiesa, del Musei Vaticani e del Campidoglio con poterl talmente estesi da poter sollecitare ii papa a promulgate una legge, ii famoso chirografo di Pio VII, che proibiva l'esportazione di manufatti e lo scavo archeologico senza preventiva autorizzazione, destinando, inoltre, una cifra annua per l'acquisto di opere d'arte. Ma ha preoccupazione principale di Canova fu senz'altro quella di evitare l'esportazione del manufatti, attività cui dedicè, nei decenni connotati dall'occupazione francese a Roma, risorse mentahi ed economiche'°. Contando su questo suo peculiare interesse e sul prestigio di artista net 1815, alcuni mesi prima delta firma del trattato di pace che avrebbe bloccato le opere trafhgate da Roma, Pio VII to inviè in Francia per recuperarhe; la missione venne svolta con successo accettando, Canova, come chausola di restituzione che queste fossero destinate "a pubblica e generate utilità". L'azione del governo pontificio, di cui il Chirografo di Pio VI1 12 con ha creazione delta Commissione Generale Consultiva di Antichità e Belle Arti, puà essere considerato un caposaldo, si perfezionà con l'editto Pacca del 1820 che, confermando nel Cardinale Camenlengo la massima autorità e predisponendo le commissioni ausiliarie delle Antichità e Belle Arti, dette una nuova organizzazione al servizio di tutela del patrimonio artistico. I primi decenni dehl'Ottocento furono infatti caratterizzati da una serie sorprendente di nicerche archeologiche che coinvolsero gran parte del territorio itahiano interessando, in

Cap itolo X

primo luogo, he necropohi oggetto di intense esplorazioni spesso coronate da inaspettate quanto importanti scoperte. In questo momento, inoltre, ha conoscenza delle antichità subI un profondo processo di rinnovamento ed it carattere degli studi passe dalla speculazione erudita ad una ricerca piü concretamente metodologica in cui il copioso materiale diyenta oggetto di studi sempre pifl sistematici. It nuovo strumento di tutela era dunque idoneo 13 alle nuove esigenze di controllo dello Stato Pontificio il cui ternitorio, in Italia centrale, comprendeva, all'incirca, le attuali regioni di Lazio, Umbria, Marche. Risalgono al pnimi decenni dell'800 scoperte straordinane come quella relativa al gruppo di bronzi di eta arcaica da Castel S.Mariano, in provincia di Perugia, o quella delta Tomba del Granduca a Chiusi, ed ancora l'eccezionale ritrovamento della Tomba del Guerriero, risalente at VIII sec.C., avvenuto a Tarquinia e seguito di là a pochi anni dal quehlo non meno straordinanio delle prime tombe dipinte. Anche gli studi e le edizioni delle testimonianze mateniahi del passato raggiunsero tom molto elevati basti pensare all'opera di Giuseppe Micali "LUtalia avanti ii dominio del Roman?' o alla dissertazione di Visconti "sulla ancora sconosciuta eta delferro" ed ancora agli esemplari studi di Vermiglioli sulle scoperte delta zona di Perugia e deIl'alto Lazio". La portata del fenomeno e la tempenie culturale del momento possono essere, altresi, eccellentemente colte leggendo it "Manifesto di Associazione" pubbhicato net 1829 sul pnimo numero del Bullettino dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica che venne fondato a Roma in quell'anno: " 1"lnstituto di Corrispondenza Archeologica composto di un numeroso ceto di mecenati e raccoglitori, di archeologi e di artisti, e di amatori di antichità italiani ed oltramontani, è stabilito in Roma sotto la protezione di S,A. R ilprinczpe ereditario di Prussia. Questo istituto assume l'obbligo di raccogliere dall'anno 1829 in poi le nuove scoperte provenienti dagli scavi operati o dallo studio del monumenti dell'antichith classica e relative alle arti, a/la topografia ed epigrafia antica: archeologica impresa, la qualepih ch'altra mai abbisogna di scambievoli rapporti e aiuti, ed a cui si darh opera mediante lot stampa periodica di una serie di anna/i e la incisione di disegni di monumenti inediti". L'Istituto, nato per menito dello studioso tedesco Gerhard sotto ii patronato delta Casa di Prussia, ebbe, invece, come lingua ufficiale l'itahiano in ossequio at ruolo centrahe di Roma e come finalità ha circolazione delle informazioni e la lono tempestiva pubbhicazione attuata attraverso i membni che con ha loro attività ne costituivano l'asse portante5. Scorrendo la lista del "menthri onorarf', "menthri ordinarf'e "membri corrispondenti", che ogni anno veniva rigorosamente pubblicata, cogliamo i nomi di studiosi di grande nilievo, come to stonico Teodoro Mommsen, di anistocratici che contrassegnarono la formazione del grandi musei europei, quail it Duca di Luynes, segretanio francese clehl'Istituto, ii bnitannico George Hamilton, il belga Emile de Meester de Ravestein ed ancora di coloro che ebbero a Roma, ed in seguito nel neonato Stato Italiano, un ruolo fondamentale sia nella nicerca archeologica che nella politica di tutela del patrimo-

Alessandro e A'igucto Castellani: col/ezionismo, maseologia e mercato anticleeario -. Antonella Magagnini

nio, quali Rosa", Fiorelli", Gamurrini° e piü tardi Barnabei"; accanto ad essi i nomi del collezionisti-mercanti Campanari 20 , Vescovali t ' e Castellani la cui attività costituI un elemento imprescindibile in questa vasta e capillare rete di informazioni. Le adunanze dell'Istituto, le riunioni alla Casa Tarpea 22 , i siti archeologici ed i Musei furono per tutti questi personaggi luoghi per to scambio di notizie, ma anche, motto spesso, luoghi ove i molti acquirenti, soprattutto stranieri, potevano conoscere ed apprezzare gli oggetti di maggiore interesse. A proposito del materiali prestigiosi va ricordato che un eccellente stato di conservazione, l'integrità, oltre ovviamente la rarità e la pregevolezza, erano le componenti essenziali per fermare l'attenzione di studiosi e di acquirenti; per soddisfare questi requisiti i manufatti venivano affidati ad artigiani, di lunga tradizione, in grado di ritoccare, reintegrate, ricostruire e falsificare seguendo le indicazioni di studiosi ed antiquari. Tutti questi personaggi, studiosi, aristocratici, collezionisti, mercanti, restauratori/falsari rappresentavano esattamente quell'insieme eterogeneo che a vario titolo ruotava attorno at mondo delle scoperte, degli studi e del mercato antiquario: ed è proprio in questo scenario che si formô ii collezionismo archeologico del Castellani. Ii collezionismo archeologico dei Castellani prima del 1870 Place ad Augusto ricordare che fu ii tentativo di salvataggio delta collezione del Marchese Campana, tra ii 1858 ed ii 1861, a dare avvio, nell'ambito delta famiglia Castellani all'attività di collezionismo; l'incipit va invece posto phi indietro negli anni, nell'interesse che Fortunato Pio mostrà per le oreficerie antiche, in particolare etrusche, che i territori dello Stato Pontificio restituivano con generosità. Nei primi anni dell'Ottocento egli, infatti, impegnà molte energie per ottenere ii "giallone" dell'oro del gioielli etruschi e, su suggerimento di Michelangelo Caetani tenth di imitate le tecniche di granulazione e filigrana riproducendo poi copie di oggetti da scavo. Per fare tutto ciô Fortunato Pio dovette certamente acquistare un ragguardevole numero di oggetti, forse non solo oreficerie, dando avvio, phi o meno consapevolmente, alla passione per il collezionismo archeologico che caratterizzè la vita di Alessandro ed Augusto. Nati a sei anni di distanza l'uno dall'altro, nel 1823 Alessandro che mon a sessant'anni e net 1829 Augusto che invece visse fino ad ottantacinque, i due fratelli ebbero queSta passione comune che, come già accennato, ebbe in molti casi connotazioni diverse. Va tuttavia premesso che per ricostruire i modi di acquisizione, la formazione ed i molteplici esiti delle loro raccolte, siamo in possesso di informazioni tutt'altro che esaustive non avendoci lasciato né Augusto né tanto meno Alessandro una documentazione relativa al collezionismo archeologico dalla quale sarebbe stato possibile trarre un quadro coerente. L'aspetto che preme sottolineare degli anni del pontificato di Pio IX, cos! denso di avvenimenti, fu la svolta che esso segnà nella vita culturale romana dovuta alla particolare atten-



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zione che ii pontefice mostrô per l'istruzione e l'arte. Con model 1847 la capitale dello Stato pontificio venne ad essere amministrata da un consiglio municipale composto da 100 membri, nobili, possidenti, esponenti della cultura e del commercio, ed ii suo governo venue organizzato in quattro divisioni relative alle diverse istanze delta compagine civile tra le quail istruzione, monumenti, e musei2'. Pio IX contnibul al progressi dell'archeologia promuovendo net 1850 la prima sistematica campagna di scavi sulI'Appia ed istituendo la Commissione di archeologia sacra per le nicerche nelle catacombe; la struttura di vigilanza sul patnimonio stonico-artistico, stabilita dall'editto Pacca, venue niconfermata anche durante il peniodo delta Repubblica Romana 24 e, pifi tardi, fu trasfenita at Ministero del Commerdo Belle Anti Industria Agricoltura e Lavoni Pubblici. Ii collezionismo archeologico romano era dominato in quegli anni dalla figura del marchese Campana' 5 che intraprese scavi a Vein e sopratturto a Caere accumulando, anche con molti acquisti, una immensa collezione che fin! con 11 portanlo in rovina per appropniazione indebita net 185726: la complessa e dolorosa vicenda delta vendita delta collezione Campana fu decisiva nella formazione del collezionismo ancheologico del Castellani. Infatti, tra il 1858 ed il 1859, essi cunanono la catalogazione ed il nestauro delta raccolta e cercarono di scongiuranne l'esodo fondando una società anonima per saldare i debiti del manchese. L'ant. 3 dello statuto societanio stabiliva la creazione di un museo cittadino, appoggiato ad uno già esistente, in cui i pnobabili visitatori, calcolati all'incinca in 24.000 forestieni annul, avnebbe con il prezzo del biglietto sostenuto i costi dell'operazione27. Nonostante l'impegno, la collezione fu venduta agli imtuproprio

peratoni di Francia e di Russia "non volendo l'astuto cardinale Antonelli che ritnanessero a Roma cimeli a nome di Campana" 28 . Al

di là del malanimo che traspare dalle parole di Augusto 29 è necessanio considerate la situazione polinica e finanziania netla quale venne a trovarsi it governo pontificio negli anni3° delta vendita delta collezione Campana con Napoleone III, in quel momento at culmine delta sua potenza, che era rimasto l'unico appoggio per il pontefice. Pen fortuna 436 splendidi aunei rimasero a Roma essendo stati acquistati dal Comune su proposta di Ercole Visconti 32. Gli anni Sessanta dell'Ortocento furono, per Alessandro, a ll anni dell'esilio panigino dove intraprese, come nicorda Ag u , gusto, "col valido aiuto di potenti amici e co/la protezione del Direttore Generale del Museo l'italiano Panizza e col rnio concorso ... ii commercio delle anticaglie che poscia lo rese ben noto"; tale attività, pnosegue Augusto, fu posta in essene per "riinpiazzare ne/la nostra Roma cjuelle che ii Papa aveva venduto a/la Francia e cosI nacque l'idea della collezione"3'.

A Panigi era neputato dai gnandi istituti pubblici e dal phi important collezionisti pnivati 36 il maggior fonnitore di oggetti d'ante delta cui antichità e narita Alessandro si faceva garante'°. Net contempo Augusto, a Roma, si compiaceva del "lau-

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una serie di contatti che to portarono ad essere, in breve tempo, un prestigioso fornitore di antichità; da Barnabei sappiamo che una delle persone che pii favor! Castellani fu Newton 39 che era "il consulente ufficiale dell'Inghilterra in fatto di acquisti ad incremento delle raccolte pubbliche di quel paese"7°.

Quando Alessandro si stabili a Napoli 4t la sua collaborazione con Londra divenne cos! stretta, che egli informè Newton, tempest ivamente, di aver iniziato scavi a Capua; da Barnabei apprendiamo che acquistava di continuo oggetti antichi, da varl paesi delta Campania, dove spendeva somme non comuni guadagnandosi "Ia fama di persona munzficentissima"2;

la sua azione, che comprendeva anche Sicilia, Umbria e Toscana, era resa ancora piü efficace dall'impiego di, sono parole di Barnabei, "cagnotti che egli mandava qua e là in varl paesi a scovare oggetti che potessero giovargli per i suoi interessi"33.

It frutto di questa attività era esibito, in un vero e proprio museo, at primo piano delta sua abitazione - studio a via del Chiatamone n.5, in cui svolgeva le molteplici occupazioni di antiquario, orafo e ceramista; at piano terreno, cui accedevano con particolare discrezione solo le persone addette al lavori, era posta una vera e propria officina nella quale Castellani stesso ed i suoi lavoranti restauravano i materiali. Durante la permanenza a Napoli Alessandro ebbe con il fratello una specie di società per ii commercio delle antichità: dalla loro corrispondenza apprendiamo che i due fratelli compravano, con denaro comune ma utilizzando ciascuno i propri canali, gli oggetti che poi venivano venduti da quello del due che riusciva a piazzarlo a miglior prezzo". Frasi come "ho piacere che la vendita del bronzi sia andata bene", "posseggo scarabei ordinari buonissimi da legarsi", "ti garantisco l'utile di sempre" ritornano continuamente nelle lettere:

particolarmente curiosa quella in cui Alessandro chiede at Fig. 102. Vincenzo Jerace. Busto in matron di Augusro Castellani (ca. 18801914). Musei Capitolini, Roma.

ti guadagni che ii personale commercio delle anticaglie" gli fruttaVa: net 1861 aveva comperato, con la mediazione dell'archeo-

logo padre Garrucci e l'intervento economico del Duca di Sermoneta, tutti gli oggetti antichi scavati dal fratelli Galabresi a Cerveteri36 ; in quei giorni, in un'adunanza solenne dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica, di cui Augusto era membro corrispondente dal 1859, it segretario Enrico Brunn presentava "monurnenti antichissimi prenestini di proprietà del sig. Castellani". Si trattava, ma questo si seppe piü tar-

di, di una serie di oggetti scavati abusivamente in un podere di proprietà dei canonici delta Cattedrale di Palestrina da un certo Persicolo che Castellani aveva acquistato su indicazione del principe Pallavicini pur consapevole dell'atto illecito57 . Nello stesso lasso di tempo, con grande disinvoltura, Augusto fu mediatore nelle vendite di reperti archeologici destinati al Musei Vaticani come apprendiamo da alcuni documenti del Ministero del Commercio, Belle Arti, Industria, Agricoltura e Lavori Pubblici dello Stato Pontificio38. Dalla sua base parigina Alessandro instaurô con Londra

fratello di inviargli "pietracce d'effetto ordinarie antiche e non antiche per darle ai contadini che sono molto avidi di tali cose. Insomma da una scopata al negozio e manda"45.

Dell'attività di Alessandro, Barnabei ci restituisce un quadro tutt'altro che positivo non riuscendo tuttavia fare a meno di ricordare la sua grande capacità net trovare oggetti antichi, net formare intere collezioni e soprattutto la sua immensa conoscenza del manufatti archeologici; Barnabei sottolinea che Alessandro, senza fame mistero, aveva relazioni con i piü noti scavatori o incettatori di antichità, che vendeva soprattutto all'estero a musei o a ricchi collezionisti e che questi acquistavano a prezzi motto elevati, "A Napoli" aggiunge "le cose era arrivate a talpunto che fu imbarcata una collezione di antichità chinsa in casse trasportate in barche verso il porto e caricate per l'Inghilterra o per l'America senza che alcuno pensasse che fosse doveroso salvare gli oggetti perle raccoltepubbliche dello Stato" 46 . Tutto ciè, evi-

dentemente, avveniva con la connivenza pill o meno esplicita dell'autorità, rappresentata da Fiorelli che, come ricorda Barnabei "aveva lasciato ad Alessandro la maggiore lihertà che si potesse immaginare nel fare comnzercio o meglio nell'acquistare antichitd specialmente del Sannio e della Campania"17.

Ii motivo per il quale Fiorelli non si oppose con la dovuta fermezza a questa attività va cercata, come giustamente

Alessandro e Azigisto Castellani; collezionismo, museologia e mercato anticjuario - Antonella Magagnini

messo in evidenza da Delpino, nella formazione del Fiorelli stesso avvenuta in tempi in cui it collezionismo antiquario era pratica considerata con favore, avendo lui stesso, al servizio di Leopoldo di Borbone, alimentato con scavi e ricerche archeologiche ii collezionismo del principe40. Anche alcune lettere inviate in questo periodo da Alessandro a Newton ci forniscono una serie di informazioni di grande interesse che non riguardano perô né oggetti né luoghi di ritrovamento. Come si evince dal carteggio, Alessandro deve essere considerato un veto e proprio agente del Museo "sono come una sentinella"' che lamenta problemi e difficoltà economiche e non esita a mettere in concorrenza it British con it Louvre "ii museo del Louvre sarebbe disposto a fare acquisto c/el/c cose pdi importantz" 5° e a minacciare di proporre ad altri ottimi affari per mancanza di liquidità. Di particolare interesse la lettera in cui Alessandro prospetta all'Inghilterra l'acquisto di Villa Albani per il suo desiderio di conservare "intatto" ii Museo suggerendo at governo inglese di fondare nell'edificio un'accademia sull'esempio di quanto aveva fatto la Francia a Villa Medici. Ii Museo sarebbe a quel punto servito all'istruzione del giovani artisti inglesi presenti a Roma, mentre gli ampi spazi delta Villa avrebbero potuto ospitare "mo/ti inglesi" anche per partite di cricket "formando una colonia britannica nel Lazio in barba al preti"51. La "nefasta attzvità" di Alessandro non gli impedI di essere, nel 1864, socio corrispondente da Napoli dell'Istituto di Corrisponclenza Archeologica e tanto meno impediva ad Helbig, nelle adunanze, di celebrarlo come "socio nostro cornspondente assai benemenito del nostni stud?' e di ricordare it "merito del Sig. Alessandro Castellani di essersi messo in re/azione con gli speculatoni che hanno fatto scavi a Nola e a Capua e d'aver salvato al/a scienza la notizia di alcuni vasi iv y scoperti"52. Nello stesso 1864 anche ii fratello Augusto era socio corrispondente da Roma dell'Istituto presso la cui sede, in occasione di un'adunanza solenne, furono esposti piIi di 400 anelli d'oro, argento e bronzo "di lavoro greco, etrusco e rornano spettante ai szgg. Castellani *1153 Si trattava, sicuramente, di una parte della collezione di oreficeria che i fratelli avevano raccolto dal 1851 al 1865 e che Alessandro chiese come liquidazione dalla bottega paterna in base ad un accordo stipulato con it fratello 54 dopo la morte di Fortunato Pio avvenuta ill gennaio 1865: in base ad essa Augusto avrebbe proseguito la tradizione orafa mentre Alessandro si sarebbe dedicato at "coinmercio del/c anticaglie"55. Come vedremo bene in seguito questa "convenzione" non rispecchiè quasi per nulla l'attività futura del due fratelli: Alessandro insieme at commercio delle anticaglie fece l'orafo ed ii ceramista, Augusto oltre a gestire la bottega di oreficeria continuà ad intercettare ed acquistare materiali archeologici che, a seconda del casi, vendeva, collezionava o donava. Nella seconda metà degli anni Sessanta dell'Ottocento, Auguste, infatti, acquistà materiali da Cerveteri sia per yenderli at British o at Museo Artistico Industriale di Vienna, sia per tenerli presso di sé come ii famoso calice bronzeo a caria-



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tidi, era custodito a Villa Giulia, o come quelli esposti nel 1865, anno in cui Helbig divenne Segretario dell'Istituto, in occasione delta adunanza in onore del genetliaco di Winckelmann e che servirono a Brunn per formulate le "Osservazioni sn/la stonia del vasi fittili dimostrate coll'aiuto d'una quarantina di vasi scelti tra quei scoperti negli ultimi anni in Cerveteni dal sigg. Calabresi ed ora passati in possesso del sig. A. Castellani1,'5. In alcune lettere inviategli da Bendorff, relative a scavi che si svolgevano in Etruria, notiamo che to studioso tedesco indirizza a Castellani gli Scopritori degli oggetti per far si che l'orafo potesse acquistarli a buon prezzo57. Ii risultato di questo traffico to troviamo nelle pagine del Bul/ettini di quegli anni dove Benndorf stesso presentava "Scavi etruschi eseguiti in diversi luoghi dell'Etrunia menidionale manittinta tutti... oggetti ... passati di fresco ne//c mani del sig Castellani c prenderanno fra poco a/meno in parte la via di Panigi c di Londra" ed Helbig illustrava Ic "Antichità ceretanc del sig. Castellani": tra gli oggetti descritti possiamo agevolmente riconoscere sia materiali restati nelle mani di Castellani e poi donati o venduti a musei romani, sia oggetti direttamente veduti at British o al Louvre; il Bul/ettino del 1866 contiene inoltre la notizia delta prima donazione di Augusto Castellani al Musei Capitolini. Nell'adunanza del 14 dicembre 1866 de Reumont annunzia5° che "il Museo Capito/ino è per avere aumento utilissiino per una collezione di neonumenti arcaici d'artc italiana dal Sig. Augusto Castellani offerta al Municzpio Romano. Essa consiste particolarnzente dci nisultati degli scavi negli ultimi anni intrapresi a Capena e a Caere cioè grandi sarcofagi in terracotta, una statuetta ugua/mcnte in terracotta di maniera etrusca antichissima vasi d'antichità anch'essa remota. Esempio lodevolc che ovvia ancora al/a dispersione di monumend i qua/i a Roma e per Roma hanno importanza maggiore". Il Congresso di Magistratura n o 14 del 12 Giugno 1867 e la Seconda proposta pel Consiglio del 19 Gennaro 1867 furono gli atti amministrativi con i quali il Comune accettè ii dono di "una racco/ta di vasi tirrcni" da parte del "signor Augusto Castellani", in essi sono anche contenute una serie di informazioni relative alla collocazione del materiali net Museo ed i segni di stima che furono riconosciuti ad Augusto quaIi una lapide ed una medaglia59. Ferma restando la generosità dell'atto, va tuttavia convenuto con Colonna che la donazione al Musei Capitolini fu fatta per bilanciare, da un lato, le clamorose vendite di antichità che Augusto andava facendo all'Austria, erano gil anni delta Terza Guerra di Indipendenza°, dall'altro la necessità di ricomporre la vertenza che era in atto con lo Stato Pontificio a causa dell'acquisto del materiali rubati al canonici di Palestrina. Tra il 1865 ccl i11867, infatti, una serie di documend illustrano la trattativa intercorsa tra le parti che terminà con l'obbligo, per Castellani, di consegnare al Musei Capitolini una parte cospicua del materiali61. Un altro aspetto dell'attività di Auguste, in questi anni, riguarda l'attenzione che egli pose ad alcuni pressanti problemi economici della Città 2 presentando nel 1866 un progetto "accolto con grande favore dalla nostra cittadinanza dai

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fu respinto dal papa'. Gil aspetti che preme mettere in evidenza furono la creazione di un'associazione internazionale pronta a fornire denaro a fondo perduto per compiere regolari ricerche nel Foro romano, la custodia e la proprietà di tutti gli oggetti di valore scientifico e artistico at Museo Capitolino e, da ultimo, la proprieta di tutto it materiale laterizio di nessun pregio archeologico ad un Ente di beneficenza che si proponesse la costruzione di case per gli operai63. In questo stesso periodo alcuni giornali romani ricordano che tra gli oggetti spediti dal governo pontificio nella Esposizione Universale che ebbe luogo a Parigi vi erano cammei "legati leggiadrarnente in oro sul fare etrusco" 64 , Si trattava sicuramente di gioielli realizzati da Augusto che parteciparono COfl successo all'Esposizlone. Da una lettera del Barone De Witt a Helbig, pubblicata net solito Bullettino dell'Instituto di Corrispondenza Archeologica sappiamo che nella sezione italiana era presente anche Alessandro che aveva organizzato una esposizione di oggetti d'arte di origine italiana tra i quail spiccavano vasi antichi figurati65. Gil anni che seguirono furono caratterizzati, per i due fratelli, da massicci acquisti di manufatti archeologici "interessan-

"una somma non minore di 3 00. 000 da versare aí Comune per far fronte ai compiti assegnateíi per ía tuteía archeoíogica ed artistica"°°.

tiper ía beílezza e sempre importanti per ía scienza archeologica; nefan fede íe coííezioni private ed i magazzeni de'negozianti" 66 : acquisizio-

Ma l'atto pifi significativo delta Giunta Municipale fu l'istituzione, nel 1872 di una Commissione Archeologica

ni eccellenti furono un gruppo di materiali dalla tomba Francois per Alessandro, ii cratere di Aristonothos per Augusto. D'altronde che in questi anni ii depauperamento del patrimonio fosse un problema palese emerge con chiarezza sia da un articolo di Gamurrini, apparso sulla Nuova Antoíogia net

"cui fosse trasmesso í'esercizio dci diritti e dci doveri che aí Comune incombono verso i monumenti deíía città e del suo territorio"2.

princzali sovrani d'Europa che perô

maggio 1868, dal titolo "deíle recenti scoperte e deíía cattiva fortuna de' monumenti antichi d'Etruria" tutto imperniato sulla po-

ca cura verso i ritrovamenti archeologici e sulla dispersione del patrimonio sia da due note risalenti al 1867 redatte da due funzionari dell'amministrazione pontificia preoccupati "daíí'inconveniente di veder uscire di terra cose preziose e vederíe con rammarico uscite per uscire di Roma "67 : in questa dispersione del pa-

trimonio i fratelli Castellani incisero profondamente e, direi, con uguale valenza. Ii collezionismo archeologico dei Castellani dopo del 1870 Ii XX settembre del 1870 le truppe sabaude entrarono a Roma attraverso la breccia di Porta Pia e per la Città ebbe inizio un periodo di profonde trasformazioni che interessô ogni aspetto delta vita politica, sociale e culturale in cui furono, di sovente, coinvolti i fratelli Castellani. Ii nome di Augusto figurava tra i membri delta Giunta Municipale di Roma" che assunse le attribuzioni di governo per l'antica Comarca intitolandosi Giunta Provvisoria di Governo di Roma e della sua Provincia; net giro di un breve periodo la giunta provviSoria dichiarà, con proprio decreto, proprietà comunale i Musei Capitolini e tuttl i monumenti atcheologici ed artistici delta città e del suo territorio stabilendo inoltre che spettava al Comune "ía tuteía ed ii mantenimento dci medesimi come pure ii diritto a dirigere e concedere quaísiasi íavo-

ro di escavazione", il decreto poneva inoltre a carico dell'erario

Di converso il generate Masi aveva nominato una Commissione per la tutela del Monumenti di Roma composta da Pietro Rosa, Francesco Vitelleschi ed Alessandro Castellani che non ebbe seguito; tuttavia, i tre membri si presentarono in Campidoglio chiedendo "sempíicemente iípermesso di prendere possesso del Museo Vaticano"70.

La situazione, come è evidente, era estremamente complessa: a novembre, con un decreto del generale La Marmora, veniva istituita la Soprintendenza per gli scavi, per la custodia e la conservazione del monumenti nella provincia di Roma, di cui divenne Regio Soprintendente it senatore Pietro Rosa che immediatamente trattô, a nome del governo italiano, l'acquisto degli Horti Farnesiani sul Palatino proprietà personale di Napoleone III vinto a Sedan. Augusto ci informa che, nel contempo, venne nominata, dalla Giunta, una Commissione per la direzione del Musei Capitolini per attuare riforme urgenti: a tal fine, dopo alterne vicende, era stato chiesto a Castellani di "riorganizzare queíí'amministrazione istituendo un bigíietto di ingresso, aboíendo íe mance e migíiorando di moíto ía posizione del custodi"7.

Furono nominati membri i consiglieri municipali Augusto Castellani, Pietro Rosa e Francesco Nobili Vitelleschi, gli archeologi pontifici G.B. De Rossi 73, Pietro Ercole Visconti7 , Carlo Ludovico Visconti 75 , l'architetto Vespignani e I'm gegnere Lanciani eletto segretario; la Commissione ebbe anche una cospicua dotazione finanziaria parl a 50.000 lire annue delle quail 16.000 per stipendi il resto per acquisti e restauri7t . Sappiamo che la scelta del personate attivo delta Commissione venne affidata ad Augusto Castellani che elesse quattro ispettori, con stipendio di 150 lire mensili e quattro guardiani a 3 lire al giorno. Questi ultimi furono sottoposti al segretario Lanciani che assegnà a ciascuno una zona delta città ingiungendo agli ispettori l'obbligo di rilevare qualsiasi tipo di rinvenimento77. L'esigenza di un vigile controllo nasceva dal moitiplicarsi delle iniziative edilizie avviate in differenti zone di Roma dove nuovi progetti tentavano di dare razionalità allo sviluppo urbanistico, alle infrastrutture ed at commercio; per realizzare tali imprese il Comune istituiva convenzioni con società private e, al tempo stesso, come è naturale, una serie di competenze erano appannaggio dello Stato. La presenza contemporanea deile diverse Istituzioni e del privati, con i loro interessi economici, faceva si che moiti, sono parole di Barnabei, "ritenevano avere ii diritto di ingerirsi in materia di antichitàvs.

La convivenza Stato/Comune creè, senza dubbio, situazioni di grave conflitto in particolare neila tutela delle antichità. Da un lato, il governo italiano che, incalzato dall'urgenza di mille questioni, istitul la Soprintendenza per gli scavi rifacendosi all'ormai inadeguato editto Pacca del 1820; dall'aitro ii

Alessandro e Angoisto Castellani: col/ezionismo, ?naseologia e mercato antique/rio - Antonella Magagnini

Municipio di Roma che indubbiamente tendeva a voter rimanere arbitro delta situazione utilizzando la Commissione Archeologica at cui interno vi erano elementi ostili at governo per i loro legami con ii Vaticano. Put essendoci queste gravi difficoltà, è tuttavia importante ricordare la funzione fondamentale, per la trasmissione at futuro del patrimonio archeologico, avuta dalla Commissione nell'osservare, rilevare, censire, raccogliere l'enorme quantità di dati e materiali che ii suolo di Roma restituiva, materiali che, per la gran parte, costituiscono a tutt'oggi le raccolte dei Musei romani. Acerrimo avversario delle autorità fu ii prospero mercato antiquario che, nella seconda metà dell'Ottocento, porte Roma ad essere un veto "Eldorado degli antiquari"79 in cui operavano soggetti aiquanto eterogenei. Personaggi protetti ed influenti, in molti casi membri di istituzioni, soci di sodalizi culturali e autorevoli studiosi che sostenevano il principio di essere "ognuno libero di acquistare e vendere cose antiche senza alcun lirnite o impedimento"; trafficanti di oggetti antichi con floride botteghe e punti di ritrovo, come piazza Montanara, in cui si rifornivano di manufatti provenienti, soprattutto, dalle vastissime tenure del principi romani ed ancora i restauratori/falsari artigiani addestrati a ritoccare ricostruire ed imitare opere antiche in grado anche di falsificarle seguendo le indicazioni di studiosi ed antiquari: Helbig, Martinetti, Tyszkiewicz, Pasinati e Pennelli questi i nomi che maggiormente ritornano nei documenti di quegli anni. E' fuor di dubbio che a questi nomi vada aggiunto, a pieno titolo, quello di Alessandro Castellani che di questo "Eldorado" fu certamente un protagonista. Tra i primi esuli a tornare a Roma nell'autunno del 1870, Alessandro andè ad abitare a Via Poll 14 dove fece trasportare ed esporre tutta la collezione di antichità portata da Napoli trasformando, anche qui, la sua casa in un museo con annesso, dobbiamo supporre, un gabinetto di restauro. Ii suo arrivo provocô, come apprendiamo dalla pittoresca descrizione che ii polacco Tyszkiewicz ne fa nelle sue Memone, profondi cambiamenti net commercio antiquario a Roma. Castellani era indubbiamente un personaggio parricolare: ci sono già note le sue relazioni con scavatori e incettatori di antichità ma anche la consuetudine con personaggi autorevoli del mondo politico e culturale - fu membro corrispondente da Roma deil'Istituto di Corrispondenza Archeologica - e con molti rappresentanti deil'aristocrazia romana, ma cia che evidentemente to distingueva dagli altri erano i consolidati rapporti con i musei ed i ricchi collezionisti, soprattutto stranieri, che acquistavano a prezzi molto elevati. La casa romana di Alessandro ma anche quella di Venezia e gli appartamenti del Grand Hotel di Parigi, dove abitava con la sua famiglia "perchf conveniva a mi lasciare impressione di grandezza efasto" erano tutti luoghi ave avveniva una "specie di borsa di cose archeologiche" In queste riunioni, alle quali erano presenti tra gli aitri i direttori clei pifi grandi musei del mondo, ambasciatori e grossi capitalisti, nascevano interessanti dibattiti sull'acquisto degli oggetti pifi pregevoli ma anche su argomenti squi-



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sitamente archeologici nei quali Alessandro Castellani era considerato un esperto in materia. Questo giudizio trova conferma, ancora una volta, nelle parole di Barnabei, che non esita a dichiarare di aver avuto modo di imparare moltissime case grazie at suo rapporto con Alessandro ed alla sua generasita net mettere a disposizione, per poterii fotografare a disegnare, gli aggetti notevoli che gli passavano per le mani°'. Castellani poteva maItre contare, per il sua lungo attivismo, su conoscenze e sostegni di tipa politico02. Dalla corrispondenza con Newton, di questa periodo, si comprende motto bene quanta ampia fosse la sua rete d'azione e can quanta scaltrezza Alessandro sapesse gestire i suoi affari. Se da un law si lamentava per il protrarsi di una trattativa per l'acquisto di una callezione, at tempo stesso, to blandiva dimostrandosi disposto ad aggiungere alcuni aggetti particoiarmente pregevali; in altri casi invece metteva alle strette il British assicurando di dover "resistere al/c piii grandi seduzioni"° 3 oppure si cammiserava avenda dovuto fare grandi sacrifici per accaparrarsi gil aggetti perché "He/big mi faceva concorrenza sul mercato"°4.

Quando accumulava una nuova collezione, che teneva in custodia at British, aspettava che i Trustees la comperassera, quando questa non avveniva nei tempi che si era prefigurato, lamentava la scarsa considerazione e chiedeva a Newton "ii penmesso di tenere ricoverati tanti monumenti importanti" aggiungendo con una punta di malcelato astio "voglio cnedene che non vorranno negarmi questofavone"° 5 . Poco tempo dopo, in occasiane di un'altra vendita, con torn compiacenti rassicurava "'signori' Trustees del British" che non avrebbe venduto senza prima chiedere le bra determinazioni perché aveva promesso di "prefenirli sempne per dovere di gratitudine" e perchf desiderava vedere be sue collezioni riunite in un sal Museo. Dopa questo edificante racconto si affrettava a chiedergli una veloce risposta "anche ufficiosa"°°. A questi anni risale anche la vicenda del famasa sarcofago in terracotta, notoriamente falso, realizzato dal restauratore/falsaria Pennelli, che it British acquiste da Alessandro per evidente competiziane con il Louvre. La vicenda è motto nata: il British si rammaricava di non pater vantare nelle sue callezioni un manufatto singoiare ed impartante come it Sarcafago degli Sposi custodita at Louvre inerente la collezione Campana; per una serie di circostanze Alessandro Castellani pate disparre di pezzi inerenti ad un sarcafaga simile, sempre praveniente da Cerveteri, e con l'aiuta del fratelli Pennelli abilissimi restauratori riuscI a camparre un grande sarcafago fittile del tutta simile a quelIa Campana arricchita anche di una iscriziane. It Musea Britannica to acquiste per una somma elevata ma, prapria analizzanda l'iscriziane, una serie di epigrafisti la giudicarono falsa e net giro di poco tempo fu messa in discussione I'autenticità di tutto it manufatta° 7 . Questa vicenda non è, a tutt'aggi, completamente chiarita: certamente si pue pensare che Castellani sia stato l'ideatare di questa truffa anche se il British aveva camperata da lui maltissimi oggetti e quindi non si vede perché avesse bisagno di rischiare la sua reputa-

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zione con un falso: Newton infatti non lo accusà mai ed in alcune lettere che Alessandro gli invià fece piii volte riferimento ad una cospirazione e ad una banda di malfattori. Cosi come Alessandro fu un protagonista del mercato antiquario romano cos! it fratello Augusto ebbe un ruolo fondamentale nel panorama museale romano ricoprendo, per altro, ruoli di grande prestigio: membro delta Giunta, direttore del Musei Capitolini, membro delta Commissione Archeologica, membro delta Commissione direttiva del Museo Artistico Industriale. Innanzitutto fu un grande sostenitore della funzione primaria del Comune nell'amministrazione della Città soprattutto per quel che riguardava la tutela delle antichità, opponendosi ferocemente a tutti coloro che parlavano di tutela governativa su manufatti o siti monumentali che non fosseto stati regolarmente acquistati dallo Stato. Spese molte risorse mentali ed economiche per rinnovare ed incrementare le raccolte del Musei Capitolini: dalla prima donazione di oggetti del 1866, di cui già accennato, alla sistemazione degli archivi, delta Protomoteca, delle collezioni del bronzi e delle terrecotte 88 , fino alla proposta di fondare un gabinetto numismatico capitolino mettendo a disposizione tutte le sue monete antiche d'argento e di bronzo39. Dalla lettura del Bullettino, clei Verbali della Commissione Archeologica e del Registro del Trovarnenti'° apprendiamo che Castellani si occupè attivamente delta sistemazione delle opere facendole trasportare, restaurare e coilocare negli spazi museali capitolini; anticipô ii denaro per acquistare reperti ogniqualvolta la Commissione Archeologica Comunale era sprovvista di fondi, cosI come comprô le case che ricoprivano gli avanzi del Foro Olitorio per intraprendere i lavori destinati a porre in evidenza le strutture antiche"; sappiamo anche che, grazie a suoi rapporti personali, i Musei Capitolini ricevettero in dono materiali da altri musei e da privati. Considerazioni pill dettagliate meritano, tuttavia, alcuni doni, particolarmente preStigioSi, che Castellani fece at museo in questo periodo quali ii bisellio, la lettiga e la tensa12. Questi oggetti, tutti in bronzo e ridotti in minuti frammenti, furono acquistati, con diverse modalità, da Augusto Castellani. Su di essi, con l'aiuto del figlio Alfredo, operè un complesso restauro restituendo tre manufatti interi, risarciti in ogni loro parte, ma ricostruiti con scelte totalmente soggettive non sostenute cia criteri filologici e critici. Mentre la provenienza della lettiga era nota, rinvenuta a Roma in una dimora di eta imperiale in località Monte della Giustizia, sia per il bisellio che per la tensa, Castellani ne comunicô la provenienza (da Amiterno in Abruzzo ii primo, sconosciuta la seconda) solo dopo insistenti richieste da parte di membri delta Commissione, che volevano "evitare qualunque discussione futura specialmente per parte della regia soprintendenza 1193 . Questi episodi, insieme ad altre considerazioni,

ci fanno ipotizzare che i canali utilizzati da Castellani per l'acquisizione del materiali dovevano essere tutt'altro che limpidi e convenire con Barnabei che egli si avvalesse del ruoli e clelle funzioni che ricopriva sia per acquistare gli og-

Capitolo X

getti sia, evidentemente, per venderli tenuto conto che, come membro dell'Istituto di Corrisponclenza Archeologica, poteva muoversi in un ambito privilegiato. Un altro aspetto riguarda la generosità del doni: da pill parti risulta che Augusto non cedette questi oggetti gratuitamente ma dietro un compenso seppur ridotto ed a titolo di rimborso; anche in queSto caso l'immagine di munifico donatore che egli voile lasciare di sé sembra appannarSi un p0co a favore di un personaggio indubbiamente generoso ma tuttavia sempre motto attento alla sua convenienza°. L'atto pill significativo nei confronti del Musei Capitolini, di questo periodo, fu senza dubbio la seconda donazione di una sua collezione di oggetti antichi già "depositati al Museo Capitolino". Dagli atti delta seduta del Consiglio - 15 luglio 1876 apprendiamo infatti che "ii can Castellani intende far dono al Cornune di Roma di manufatti di sua proprieta con la sola condizione che rimangano in perpetuo prop ri eta Comunale"; dopo aver

fatto eseguire un inventario esattissimo ii presidente si cornplace di comunicare a Castellani che "questo cospicuo dono cornsponde a circa 130. 000 lire" e che "la generosità del dono i tanto piii pregevole in quanto che hen dura cosa dovesse essere pel Castellani tanto intelligente collettore di oggetti antichi il separarsene" inoltre "a ricordo di tale gesto verrh apposta una lapide di mar?no".

Ii dono di Castellani assume maggiore importanza se lo si inquadra nella temperie culturale romana di queSti anni. Dopo il 1870 si send, infatti, la necessità di dotare Roma di nuoye strutture destinate all'istruzione ed alla formazione cultutale del cittadini dello Stato italiano e della sua nuova capitale con l'obiettivo di sottrarre al controllo del potere religioso un aspetto che fino ad allora era stato appannaggio delta Chiesa e di porre l'Italia at passo con in altre nazioni europee. Per tale motivo si pensô di incidere anche sul sisterna museale con nuove istituzioni o rendendo statali queue già esistenti a cominciare dal Collegio Romano, grande creazione culturale del Gesuiti che aveva avuto fino a quel momento un ruolo centrale nell'istruzione a Roma. In questi anni, soprattutto per opera di Ruggiero Bonghi, Ministro della Pubblica Istruzione dal 1874, si assistette alla creazione, all'interno del Collegio Romano, di una ricca serie di istituzioni culturali di ernanazione statale. Ii seicentesco Museo Kircheriano diventô statale, venne istituita una Biblioteca Nazionale e tre nuovi musei ii Preistorico, I'Italico ed it Lapidario oltre al Museo del Gessi ed al Museo dell'Istruzione, vi trove inoltre una sede temporanea ii Museo Artistico Industriale°5. La frase di Lanciani "per le scorse tre settimane noi siamo corsi da una inaugurazione all'altra....la simultanea apertura di cmque nuovi rnusei di antichith non è cosa che si vede in ogni citth specialmente nella vecchia Roma" riassume ii fervente clima cultu-

rale di quegli anni°°. Ad una cos! forte azione statale ii Comune voile riSpondere con altrettanta efficienza inaugurando un nuovo settore del MuSei Capitolini cos! descritto cia Lanciani "pub essere considerato una aggiunta del preesistente Museo cap itolino, quest'ultimo è di gran lunga il pill interessante esso contiene una galle-

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Alessandro e Acegusto Castellani: collezionismo, ozieseologia e ozercato antiqaario - Antonella Magagnini

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Fig. 10-3. Quactro oggeuci dalla cosidderra romba Castellani di Palestrina. Da sinistra: a. Patera baccellata in bronzo seconda merb deli' VIII a.C. 9. Coppa globulare in argenco secondo quarto del VII secolo aC. c. Amuleco egizio in faIence terzo quarto del VI secolo aC. d. Patera con medaglione in argento, primo quarto del VII secolo aC. Musei Capitolini, Roma. Catdilogo en. 127, 197. 195. 199, 196.

Fig. 10-4. Vaso biconico in bronzo dalla cosiddetca comba Castellani di Palescrina. Seconda merà deli' VIII secolo aC. Resraurato da AUgUStO Castellani. Musei Capitolini, Roma. Catcz/ogo n. 198.

Fig. 10-5. Cisca in argento dalia cosiddetta comba Castellani di Palescrina. Prima meta del VII secolo a.C. Resrauraca da Augusto Castellani. Musei Capirolini, Roma. Catalogs n. 194.

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Fig. 10-6. "Calice Castellani" con cariatidi cIa Cerveteri. Ultimo quarto del VII sec. a.C. Bronzo. Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.

na di bronzi, una collezione di medaglie e ornamenti appartenenti al mundus muliebris, una galleria di statue un'altra di busti, bassonilievi, sarcofagi, affreschi un padiglione con frammenti architettonici e per ultimo una notevole collezione di fittili e lavoni in terracotta. Tutti questi lavori sono stati collezionati dalla municipalitâ di Roma durante gli ultirni tre anni". Inutile dire che alla formazione di queste nuove raccolte aveva attivamente partecipato Augusto Castellani. L'importanza di quanto avveniva a Roma trova conferma in un curioso articolo su un giornale americano del 1879 dal titolo "Ii nuovo Museo a Roma" corredato da incisione che riproduce alcuni pezzi del Musei Capitolini tra i quali Commodo come Ercole, ii rhython di marmo e la tensa di bronzo con i'mdicazione 'donata al nuovo museo a Roma da Augusto Castellani". Non si deve inoltre dimenticare che alcuni anni addietro la Giunta Comunale aveva istituito un Museo d'Arte applicata all'Industria che emulasse gli esempi di quelli creati a Parigi e a Londra, nella Commissione direttiva oltre a Baldassarre Odescaichi che deve essere considerato l'ideatore ed ad altri personaggi di spicco troviamo Alessandro ed Augusto Castellani. Questa istituzione, nata dunque su precisa volontl del

Capitols X

Mlunicipio per "concorrere al nisveglio artistico ed industniale" non ebbe tuttavia vita facile anche se i membri benemeriti si adoperavano per far si che esso potesse vantare raccolte di oggetti antichi, medioevali e moderni utili alla formazione degli allievi delle scuole collegate ad esso. Scorrendo i registri manoscritti del Museo ii nome del fratelli Castellani torna ripetutamente come donatori di molti oggetti sia archeologici sia attinenti ad altri periodi storici: purtroppo perà, come accadeva in altre situazioni, i casi in cui sono riportate le provenienze degli oggetti e le modalità di rinvenimento sono pochissimi.97 Dopo questo periodo che vide ambedue i fratelli ricoprire un ruolo cos! centrale net panorama culturale romano, ha mizio per i Castellani una fase diversa perché diverse erano ormai le caratteristiche e le condizioni dello scenario romano L'aspetto decisamente pill importante, dal punto di vista del collezionismo archeologico, lo cogliamo nelle lettere di Alessandro a Newton: Castellani si lamenta infatti che "di antichità non si vede piii niente e nel cornmercio nulla viene offerto" e che ogni localitI, famosa per i ritrovamenti archeologici, tealizza scavi per la formazione di musei local1 95 . Questo argomento rimarrà ii leit-motiv delta corrispondenza di Alessandro fino alie ultime lettere del 1883, anno delia sua morte. Proprio in una delie ultime, se non l'ultima, egli ribadisce le mutate condizioni del mercato antiquario in Italia, sollecitando Newton ad acquistare gli oggetti visto che non sara pill possibile comperare cose cos! importanti a causa delle norme pill rigorose adottate dal governo "è semprepiii complicato sia tnovane gli oggetti sia acquistarli ed i ran sono a prezzi esorbitanti". Ritorna anche sul probiema della creazione di nuovi musei locali "nei gnandi centni stonici della vita antica". E conclude "faccia hene cornprendere queste cose al Trustees ed al govenno"°9. Queste lertere sono molto significative per la ricostruzione delia politica del Beni Culturali in Italia nella seconda metà dell'Ottocento: abbiamo già visto come Roma cercasse di dotarsi di nuove istituzioni museali pill all'avanguardia ed in sintonia con quanto avveniva nelle aitre capitali europee, in ugual misura alcuni studiosi ed archeologi erano favorevoli atla creazione di musei iocali e civici, che saldavano i ritrovamenti at territorio facendo nascere un forte senso di appartenenza ad un determinato iuogo. Put essendone stati realizzati alcuni, i musei iocah furono fortemente osteggiati dal sostenitori del centralismo e della burocratizzazione deile strutture ed anche da chi, come Castellani, aveva in questo modo maggiori difflcoltà a controilare ii commercio antiquario. A parte queste considerazioni Alessandro continue la sua atrivitI: le sue collezioni viaggiavano tra Philadelphia e New York dove sembrava deiinearsi una possibile vendita al Metropolitan; non esitè a regalare alcune terrecotte da Capua at British che aveva accettato l'acquisto del disco con Niobidi; combattè i francesi che usavano "grandi seduzioni" per convincerlo a portare la collezione a Parigi ed esporla at Trocadero, perché comunque egli aspirava di vederla al Britannico con "tutte le altre cose che ha avuto l'onore di cedere alla Nanone Inglese"; si rese disponibile a vendere per sole 35 lire un vaso at Museo di Manchester per "inconaggiarlo" ed ancora

Alessandro e Aigisto Castellani: collezionismo, museologia e mercato antiquanio - Antonella Magagnini



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non sembrà mancare di verve quando raccontô a Newton di non aver voluto acquistare la statua di un ermafrodito perché "shocking per le vostre pudiche dame"

Come membro ordinario dell'Istituto di Corrispondenza Alessandro scrisse articoli sul Bullettino e fece presentare dagli studiosi oggetti della sua collezione visitando con grande interesse i molteplici scavi che si realizzavano in ogni parte della città. Tuttavia, poiché le condizioni a Roma erano cambiate, Alessandro con grande intelligenza mutô ii suo atteggiamento nei confronti del rappresentati delle Istituzioni. Come leggiamo in una lettera inviata a Barnabei egli chiede, infatti, di essere incaricato da Fiorelli "ii senatore Fiorelli potrh incaricare me se gli piace a guidar ía faccenda con maggiore interesse per ii paese" di acquiStare per conto dello Stato italiano un gruppo di terrecotte di Tanagra e di vasi da Cipro in vendita a Parigi "le statuine si venderanno a gran prezzo mentre i vasi si potranno avere a prezzi dolci per 3 o 4 mi/a franchi si potrebbe portare via una sene di monumenti per noi di alta importanza"°'.

Alessandro Castellani continua instancabilmente questa sua eterogenea attività anche quando, alla fine del suoi giorni, si lamentava con Newton di essere "da circa due mesi Sequestrato in casa"° 2 . Mori a Napoli nel 1883 dopo aver sposato in seconde nozze Enrichetta. Da giugno dello stesso anno ebbe inizio una assidua corrispondenza tra Newton e Torquato Castellani sulle sorti future della collezione patetna, che egli, comunque, fin da subito sembrava deciso a vendere, in lotti separati, a diversi musei stranieri. Un altro aspetto che emerge è l'intenzione di Torquato di voler spostare tutti gli interessi da Londra a Parigi, dove forse la sua posizione era pifi nota e consolidata: i tom sono gentili ma paiono decisamente distaccati tant'è che si giustifica con Newton dicendo che "deve eseguire le decisioni del consiglio difamiglia"°'. Infatti, ben presto, in seno ad essa si con-

cretizzarono i criteri di vendita e gli oggetti, come è noto, furono messi all'asta. Un aspetto di grande interesse, per la ricostruzione della storia delle collezioni museali italiane e straniere, consiste nell'individuare con quale modalità gli oggetti raccolti da Alessandro giunsero net diversi musei. A puro titolo esemplificativo ricordiamo la pisside eburnea della Pania che, presente nel catalogo di vendita del 1884, fu venduta dalla sorella di Alessandro, Bice Castellani Polverosi, nel 1889 al Museo di Firenze o i due stamnoi dalla cd. tomba di Brygos da Capua restati nella collezione di Alessandro fino al 1883 e giunti l'uno al Museo di Karlsruhe l'altro venduto, nel 1917, da un privato al Metropolitan Museum di New York ed ancora alcuni elementi del carro approdati dopo vane vicende al Musée National de la Voiture a Compiègne. Un'ultima notazione a proposito del destini delle raccolte di Alessandro riguarda la proposta del consigliere comunale Righetti che, nell'ambito dell'assemblea del 7 matzo 1884, chiese di esaminare tutte le possibilità per impedire la dispersione di quelle preziose collezioni delle quali si era occupato

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Fig. 1.0-7. Fotografia scartata dopo ii 1867 dell'allesrimenro della collezione Castellani presso i Musei Capirolini. Archivio Musei Capitolini, Roma.

anche ii Parlamento, "le sole forze del Comune non sarebbero sufficienti per l'acquisto di quella nicchissima collezione che so/a di per se potrebbe formare il nucleo di un importante museo industniale nicondo ... si vegga se in essa vi siano oggetti che interessino la città... e di acquistar direttamente dagli eredi Castellani". Tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta dell'Ottocento anche Ic attività di Augusto subirono i contraccolpi di una situazione politica e culturale in evoluzione. Esaminando la documentazione in nostro possesso che, come già detto, è tutt'altro che esaustiva, notiamo, in primo luogo, una considerevole flessione nella acquisizione di materiale archeologico forse da collegare al cattivo andamento degli affari di cui Augusto si cominciava a lamentare attribuendone le cause alla scarsa affluenza di forestieri'°. La sua azione sembra ora limitata al soli Musei Capitolini: continuô, certamente, a vigilare sui ritrovamenti, sui quali scrisse anche interessanti articoli, ad occuparsi del restauro e della collocazione del reperti ed ancora si dedicà alla sistemazione delle raccolte anche dal punto di vista degli inventari. Risalgono a questi anni alcuni cataloghi manoscritti nei quali 1 materiali, con un numero di inventario,

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Cap ito/c X

2.

PROPOSTA

PEL CONSIGUO Dci 19 ecnnaro 1867 Sul done di uria raccolta di vasi tirreni fatlo al Conune dal Signor Augusta (asleltani

C

Ii vatetite arlitla ocehce romano sig. Augusta Castellani, possessore di nan aiiiioiiitantc raccoila di vasi , tame ed oegrtti pritiilivi de popoli lltal lie voile tate lone al Coinune di Ilottia, percIi servisserii nile studio ughi cruditi Questi oggetti ronsisiono in due giandi saccofapt di terra cotta, an -150 circa vasi e lance di vane iiimensieni pane hisci paYEe isloriati rnlativi nile license epiiche the ccstituisroiti, ha dniata del 1oipoli liecclii, cit oh ire a cii, idle siannie a nistaili non statuette, acne, utensiL cii oggetti ,lisiisi di hcouao, di ciIii C di terra cotta etruschi e romani La Roniana Ttlagistcaluna all— in conohibe ii prezioso itonativo tan indu ii i tin i,u,e ii tm use donatone , parted nudoghi cite lie avnet,be late comllnlcazione a!

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Fig. 10-8. Proposca per ii Consiglio Comunale di Roma del 19 gennaio 1867 di accettazione della donazione Castellani. Archivio Musei Capitolini, Roma.

vennero descritti in base alla collocazione nelle sale, negli scaffali e negli armadi; cataloghi che, tuttavia, potevano essere di gran lunga piuli esaurienti. In secondo luogo constatiamo una minore visibilità nell'ambito del panorama museale romano: ritengo che una presenza cos! limitata, rispetto agli anni precedenti, fosse dovuta alla forte accelerazione che connotô l'azione politica statale nella gestione del patrimonio storico-artistico. Roma conobbe, infatti, in questo lasso di tempo molti progetti relativi a strutture museali: alcuni non furono mai posti in essere, alcuni, come abbiamo già visto, ebbero vita breve, altri invece come it Museo Nazionale Romano, furono, tra molte difficoltà, realizzati: da questo nuovo scenario personaggi come Augusto Castellani furono deliberatamente emarginati. Augusto moel net suo palazzo a piazza Fontana di Trevi a gennaio del 1914 ma, al contrario di Alessandro, la sua collezione non fu dispersa. Come è noto, net 1916 ii figlio Alfredo, interpretando il desiderio del padre, la donà allo Stato italiano e net 1919 la collezione entrà a far parte del Museo Nazionale di Villa Giulia sotto il nome di Augusto Castellani. L'ultimo dono, seppur indiretto, di Augusto Castellani at Musei Capitolini risale perô a due decenni fa: nel 1976, infatti, Umberto Speranza manito di Giannina Fabri figlia di

Guendalina Castellani Fabri done at museo, in memoria di sua moglie, due parure opera delta bottega Castellani. Al termine di questo breve excursus è clunque possibile fermare l'attenzione su alcune importanti componenti che caratterizzarono il collezionismo archeologico del fratelli Castellani. Un primo aspetto, di sicura rilevanza ma decisamente critico, risiede nell'estrema difficoltà di nisalire a dati certi volendo affrontare to studio sistematico del mateniali e tentare, anche solo parzialmente, di ricostruirne i contesti di provenienza. Come piii volte evidenziato i due fratelli sia nella documentazione di tipo privato, quale ad esempio la corrispondenza, sia in quella che clivulgavano attraverso le relazioni e gli articoli pubblicati o presentati in ambiti specialistici, raramente fermavano l'attenzione sulle modalità di acquisizione o sui dati relativi al materiali. Se andiamo a ben guardare sia Alessandro che Augusto avrebbero avuto tempo e luogo di trasmettere informazioni decisamente pib esaustive non solo nell'entourage del loro clienti o presso amici/nemici archeologi ma soprattutto negli elenchi, nei registri e nei cataloghi che ambedue, a vario titolo, dovettero compilare; esaminando infatti questo tipo di documentazione che puô riguardare aste di vendita, procedure d'accesso alle strutture museali o altro, non cogliamo quelle notizie che, senza ombra di dubbio, i Castellani avranno avuto ben presenti e non vollero deliberatamente menzionare05. Questa percezione doveva essere piuttosto evidente anche presso i contemporanei se soprattutto ad Augusto, di certo pifi esposto per la sua funzione ed i suoi incarichi, venne richiesto, in pulhi casi, di fare chiarezza anche per Ic clifficoltà che questo suo atteggiamento avrebbe creato all'amministrazione capitolina: ml riferisco al varl episodi, noti attraverso atti amministrativi, nei quali alcuni personaggi invitavano, con una certa veemenza, Castellani a dichiarare esplicitamente la provenienza degli oggetti. Tuttavia, l'aver messo in relazione una serie di notizie anche motto eterogenee, ha fatto si che oggi siamo in grado, per alcuni casi peculiari, ed anche per certe classi di materiaIi, di ricostruire con un buon margine di sicurezza, luoghi di provenienza ed in alcuni casi i contesti. Puô essere a questo punto interessante ricordare queue località che maggiormente ritornano nella documentazione raccolta e nelle quali possiamo indicate Ic pnincipali "fonti di approvvigionamento" del fratelli Castellani. Alessandro visse a lungo in esilio a Napoli, erano dunque i siti delta Campania o, in genere dell'Italia Meridionale dal quali provenivano gran parte del materiali: in Campania, Capua, Nola, il Salernitano, Pompei ed Ercolano; in Puglia Canosa e Taranto, ma anche quelli delta Basilicata e delta Sicilia; per non dimenticare i materiali provenienti dalla lontana Grecia. Augusto si muoveva, invece, nell'ambito dell'Itaha Centrale: Ic necropoli delle pnincipahi città etrusche, Veio, Caere, Tarquinia e Vulci furono Ic sue mete privilegiate alle quahi aggiungere altni siti del Lazio quali Palestnina ed i centni della Sabina ed ovviamente Roma. Va tuttavia sottohineato che per lungo tempo ed in molte

Alessandro e Angasto Castellani: collezionisino, inascologia

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mercato anticjnario - Anconella Magagnini

AVGVSTVS CASTELLANI

3. -

AVRIFLX RN YRBE PRJESTANT.ISSIMVS REI ANTIVARIAE COLECTOR EXI.MIVS VASADOLIA:SARCOPHAGöS FIGYLINI OPERIS SIGILLA AB.MAQVE EX AERE ET FERRO ALIAS QVE REMOTIORIS VETVSTATI.S RFLIOYIAS IN HETRYSCIS ET LATINIS REGLONIBVS EFFOSSAS ERVDITORVMCOMMODUFATI IN AEDIBYS CAPITOLINIS COLLOCANDAS DONO DEDIT ANNO MDCCCLXVI

.,

11

S.P.Q.R.

AD BENEF]ECII MEMORIAM PERENNANDAM Fig. 10-9. Targa commemorativa della donazione di Augusto Castellani ai Musei Capitolini datara 1866. Marmo. Musei Capitolini, Roma

FRANCISCO CAVALLETTI RONINiNI MARCH. SENATORE VRBIS ASCANIO BRAZiA COMITE FIIRDINANDO GIRAYD COMITE / 0PL1 QVARANTOTTI MARCH.

MortoM COMITE -

circostanze i fratelli si scambiarono gli oggetti, collocandoli là dove fosse pill conveniente; questo non trascurabile dettaglio fa si che, in molti casi, sia impossibile individuate i contesti di provenienza. Le precise modalità con Ic quali acquisissero gli oggetti non ci sono ovviamente note, tuttavia una serie di indicazioni ci fa supporre che essi operassero con l'ausilio di una fitta rete di "agenti" che perlustravano le campagne intercettando ed acquistando, per somme ridicole, quanto ii suolo restituiva. Alessandro, inoltre, promosse una serie di scavi come quelli assai noti nella zona di Capua "con ii suo socio in affari Simmaco Doria" o quelli che reaiizzè nella zona di Taranto; Augusto, invece, oltre ad acquistare i materiali da famosi scavatori locali, valga per turti i Calabresi, aveva I'opportunità di avvalersi del suo ruolo di direttore del al quale poteva selezionare gli ogMusei Capitolini grazie ID getti che gli venivano direttamente portati dagli scopritori. Si trattava, in massima parte, di contadini o "anticagliari' sui quail era motto facile fare pesare l'autorità della funzione, e al tempo stesso, avere agio di scegliere cosa trattenere per le sue coliezioni e cosa far entrare, o "munificamente" donate, nei Musei. Per meglio illustrate questo aspetto del collezionismo archeologico clei fratelli Castellani è sembrato opportuno esporre in mostra un gruppo di oggetti, preziosi quanto importanti, noti nella ietteratura archeologica con il nome di "Tomba Castellani di Palestrina" (Fi g . 10-3): fu infatti Augusto ad acquistare questi manufatti, provenienti da sepolture etrusche databili nra ii VII ed ii VI secoio a.C., in questa piccola città del Lazio, i'antica Praeneste. Le ioro complesse vicende ben rappresentano, infatti, Ic pecuiiarità che caratterizzano i materiali apparrenuri al Castellani: scarsezza di notizie relative al ritrovamento, cornplessità nella ricostruzione del possibili contesti di provenienza, assenza di dati negli inventari del musei, voluto smembramento degli insiemi, tracce evidenti di restauri

COSS.

IOSEPHO PVLIERI EQVJTE PIITRO MEROLLI EQVITE 1O. BAP LBENEDETTI EQVITE VALERIO TROCCI! EQYfTE

effettuati sui materiali per renderli esteticamente pill apprezzabili e senza dubbio pill vendibili. Le esigue informazioni relative a questi materiali ha fatto si che attorno ad essi permanessero forti dubbi resi ancor pill evidenti dagli accadirnenti che ne comportarono la suddivisione in vane istituzioni museali quad i Musei Capitolini, il Mluseo di Villa Giulia e ii British Museum: stucli recenti, tuttavia, ci consentono di tracciarne una breve storia. La ricostruzione pua prendere ii via da un documento manoscritto'°6 , redatto dailo stesso Castellani nel quale ci informa di aver acquistato, at prezzo di cinquecento lire, ii corre-

Fig. 10-10. Medaglione in bronzo (1867) commissionato dalla circa di Roma per commemorate la donazione fatta cIa Augusto Castellani ai Musei Capitolini (lato B). Musei Capitolini, Medagliere. Roma.

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Fig. 10-11. Sarcofago realizzato dai fratelli Pennelli e venduto al British Museum. Foto British Museum.

do di una tomba scavata clanclestinamente da un certo Persicolo, in un terreno di proprietà del canonici delta Cattedrale di Palestrina. Ii racconto dell'orafo prosegue con un breve accenno alla vicenda giudiziaria in cui era stato coinvolto per averli acquistati, al conseguente sequestro e all'obbligo di depositarii 'al rnuseo Italiota' 1117 con i materiali etruschi da lui precedentemente donati at Comune di Roma. Un'ultima notazione, per noi non trascurabile, riguarda i restauri operati sui materiali che egli riteneva piii significativi con to scopo di presentarli °all'Istituto Archeologico Prussiano".

A questa breve cronaca Castellani allega un elenco in cui annota tutti gli oggetti acquistati a Palestrina indicando quelii che era stato obbligato a depositare presso i Musei Capitolini, quelli che erano rimasti nella sua collezione e quello che aveva dovuto cedere, per motivi ereditari, al fratello. La recente individuazione di una significativa documentazione presso gli archivi delle Istituzioni pontificie ed una serie di verifiche sui vecchi inventari conservati presso i Musei Capitolini ci consente di ricostruire aspetti inediti di una vicenda che differisce, in maniera considerevole, da quanto raccontatoci da Castellani"'. Dal carteggi relativi alle indagini promosse dal Governatore di Palestrina°9, su richiesta del canonici che avevano subito ii furto, è possibile infatti mettere in luce circostanze omesse o profondamente manipolate da Augusto. Scopriamo, ad esempio, che nello scavo clandestino venne trovata una grande quantità di vasi d'argento, di bronzo e di lamine

d'oro, che la somma pagata era assai pii modesta di quanto dichiarato e che la sentenza to aveva condannato a depositare "entro Otto giorni" gli oggetti presso ii Ministero del Commercio da inviare poi al Musei Vaticani. Ulteriori novità ci rivelano una serie di lamentose lettere '° al Cardinale Berardi, Ministro del Commercio, nelle quali l'orafo usa ogni mezzo per non consegnare gli oggetti asserendo che sono di "pochissiinopregio", che il loro acquisto era legate e che ii avrebbe ceduti solo a condizione di essere risarcito con una cifra pan 'al prezzo stesso cui furono acquistati". Ed ancora chiede di voler conciliate la vertenza cedendo 'i Ire migliori di quel lotto, i cjuali essendo in argento interessano l'archeologia artistica" depositandoli perè non presso i Musei Vaticani quanto piuttosto nella "collezione da lui donata al Campidoglio di nionumend etruschi".

Di fatto andô in questo modo, evidentemente le potenti amicizie che Augusto vantava, fecero Si che Ic sue pressanri richieste fossero accolte ed egli poté depositare al Musei Capitolini, la cista (Fig. 10-5) e le due coppe d'argento alle quali aggiunse, dopo ulteriori trattative, la patera ed ii vaso biconico di bronzo; quando lo ritenne pih opportuno ebbe agio, come direttore del Museo, di depositare le fiaschette, l'aryballos e l'amuleto in faIence avendo cura di custodirli in scaffali diversi dal resto del materiale da Palestrina, ambiguamente registrato negli inventari come "dono di Papa Pio IX" ". Una parte cospicua del materiali comprati a Palestrina rimasero, come Augusto stesso rivela, presso di lui per passare at Museo di Villa Giulia nel momento in cui tutta la col-

Alessandro e Augasto Castellani; collezionismo, iauseologia e mercato anti guano - Antonella 1v[agagnini



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Fig. 10-12. Fotografia scarrata dopo ii 1867 dell'allesrimenro della collezione Castellani presso i Musei Capirolini, Ic verrine furono realizzate da Castellani. Archivio Musei Capirolini, Roma.

lezione fu ceduta e donata allo Stato italiano dal figlio Alfredo. Si tratta di manufatti in bronzo di notevole pregio quali tre grandi scudi in lamina decorata a sbalzo, un'anfora con piccole borchie e due patere baccellate; in argento, solo uno skyphos, due fibule a sanguisuga, e sei pendenti di collana alternati a sette gram d'ambra. Tra i materiali che trattenne, vi era anche un manufatto in avorio scolpito con due leoni avvinghiati; questo oggetto perô, alla morte del padre Fortunato Pio, passô at Alessandro che lo ricevette con parte della collezione archeologica che fino a quel momento i due fratelli avevano formato e condiviso. Come piü volte accennato, Alessandro ebbe costanti rapporti con il British al quale vendette in maniera ricorrente lotti di materiale archeologico, it gruppo di leoni in avorio fu acquistato dal museo net 1872 nelI'ambito di un cospicuo gruppo di oggetti. Passando ad esaminare i materiali esposti in mostra è interessante notare come alcuni di essi presentino tracce del pesanti restauri eseguiti cia Augusto per presentarli "all'Istituto Archeologico Prussiano" e, probabilmente, per tentare di venderli. Va tuttavia sottolineato che in queste operazioni egli si avvalse sempre delta sua perizia di orafo ma soprattutto delle sue notevoli conoscenze del manufatti antichi; senza queste ultime, infatti, gli oggetti non sarebbero stati credibili agli occhi degli amici/clienti, molti del quali valenti studiosi al quaIl Augusto sottoponeva i suoi materiali. Net caso, ad esempio, del vaso biconico in bronzo (Inv. Ca.540) Castellani, per restituire alle lamine la forma desi-

derata, realizzô, in un primo tempo, un'anima in legno a forma di calotta sulla quale inchiodô vane ed ample porzioni di metallo in pii'i punti sovrapposte e, sul punto di massima espansione, una lamina sulla quale saldè elementi conici. In un secondo tempo, avendo individuato altri pezzi, realizzè due ulteriori supporti lignei l'uno a semicalotta per la spalla ed un altro a tronco di cono per ii collo, su di questi fissà, con un numero impressionante di chiodini di diverso tipo e grandezza, parti di lamina curvandola ed adattandola alle diverse parti del vaso. Attorno alla bocca, poichf la lamina era troppo abbondante realizzà una pence, che poi coprI parzialmente con una fascetta su cui poggiano elementi conici. Sul fondo, per chiudere le vane parti, applicô una lamina circolare ripiegandola a costituire una costolatura cos! cia ottenere una base di appoggio sicura per ii vaso. Ma i materiali che dovettero maggiormente attrarre il suo interesse furono i frammenti d'argento decorati: trascorsi, infatti, pochi mesi dall'acquisto Augusto si dedicè at montaggio delle lamine componendo una cista che trova sconcertanti confronti con quella trovata nella Tomba Regolini Galassi di Cerveteri. Nella sua ricostruzione la cista è costituita da un recipiente cilindrico a fondo piano e da un coperchio di legno realizzati modernamente sui quali fece aderire, mediante un gran numero di piccoli chiodi, i frammenti di lamine. Net fare ciô egli seguI uno schema preferenziale che favoriva un lato decisamente pih ricco rispetto all'altro, le lamine erano ovviamente in condizioni frammentarie con fratture e conseguen-

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Fig. 10-13. Catalogo degli oggetti donati at Comune di Roma da Augusto Castellani allegato alla Proposta at Consiglio Comunale di Roma del 28 agosto 1866. Archivio Musei Capitolini, Roma.

ti lacune per cui egli opera comportamenti diversi a seconda delle condizioni e del tipi del frammenti. Quelli decorati a sbalzo ii raddrizzà sagomancloli, quelli a ritaglio, di porzion pili ragguardevoli, ma con fastidiose lacune vennero ulteriormente ritagliati per rendere un effetto di maggiore apprezzamento estetico e contemporaneamente regolarizzà i bordi riconducendoli ad una forma lineare di striscia che ne semplificava la ricomposizione. Analizzando infatti le tecniche di ricostruzione notiamo che i varl frammenti sono assemblati e rinforzati con tasselli di carta sui quali le singole parti erano incollate creando insiemi anche là dove non si verificava alcun attacco, e possibile inoltre evidenziare, soprattutto nella "costruzione" della striscia centrale, i segni dell'uso disinvolto della forbice. Le vane porzioni di lamina non mostrano inoltre, alcun foro predisposto per ii passaggio del chiodini, eccettuato uno,

realizzato in antico e ben riconoscibile, celato da Augusto sotto uno del due attacchi dell'ansa. Un aspetto per noi assolutamente oscuro riguarda i costi di queste operazioni: se per Alessandro era palese, allo stato delle attuali conoscenze, la difficoltà di poter risalire alle cifre spese e guadagnate, per Augusto, che con tanto ordine registrava ogni piii piccola somma relativa alla sua attività artigiana, era ammissibile attendersi una qualche informazione in questo senso. Purtroppo non è stato cosi: tutto ciè che era legato alle collezioni ed al commercio antiquario, eccettuato al cune piccole spese sostenute per i restauri degli oggetti, doveva essere considerato da Augusto qualcosa da tenere fuori dagli affari della bottega e quindi da gestire con altre modalità. Esaminati i modi ed i luoghi di acquisizione clelle raccolte è opportuno ritornare brevemente sui criteri aclottati nella loro formazione che nei due fratelli sembrano essere stati diversi. Da un lato il fratello maggiore con le sue sontuose case di Napoli, Parigi e Roma verl e propri musei privati, dotati di ampi depositi, nei quali le raccolte erano sempre pronte ad essere imballate ed inviate a far bella mostra di loro là dove c'era una concreta possibilità di vendita: Alessandro nell'arco della vita ne costitul infatti moltissime ed altrettante ne vendette, ciclicamente, al migliore offerente, cosI come accadcle, tramite gli eredi, dopo la sua morte Dall'altra parte Augusto dalla vita severa con la bottegamuseo in cui i materiali erano meta ambita di visitatori colti. L'immagine che egli ci ha voluto lasciare di se, suffragata dalle due note donazioni al Musei Capitolini ed al Museo di Villa Giulia, portata a termine dal figlio Alfredo, è quella di un prodigo collezionista teso a formare raccolte con il solo obiettivo di fame poi generoso dono. In realtà dalla documentazione alquanto carente, e soprattutto da lui stesso fornitaci, emerge con chiarezza che Augusto non perdette mai di vista l'aspetto meramente commerciale anche nei rapporti con i Musei romani. A proposito di questo aspetto, del rapporto cioè tra i Castellani ed i Musei va sottolineato che il particolare momento storico e culturale nel quale vissero i due fratelli fece si che

Fig. 10-14.Tensa capitolina ricostruita da Augusro e .Alfredo Castellani. Da Scri bner's Monthly 18 (May 1879): 12, fig. 9. General Research Division, The New York Public Library, New York, Asta Lenox and Tilden Foundations.

Fig. 10-15. Lettiga capitolina ricnstruita da Augusto e Alfredo Castellani. Bull. Corn. 1881, tav. XV.

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Alessandro e Asigusto Castellani: collezionisozo, niziseologia e mercato anticjueario - Antonella Magagnini

essi ebbero un ruolo di primo piano nella formazione delle raccolte del musei italiani e stranieri anche se it loro intervento ebbe una connotazione di tipo diverso. Senza dover ritornare su quanto esposto nell'excursus cronologico è evidente che Alessandro vissuto motto fuori Roma e caratterizzato da un notevole cosmopolitismo istaurô proficue relazioni soprattutto con i Musei stranieri, it British, con it quale ebbe un rapporto privilegiato, e con esso altri musei britannici come it museo di Manchester, ii Louvre i cui emissari frequentavano costantemente sia la sua casa che i lussuosi alberghi nei quali esponeva i manufatti; dovette avere rapporti anche con i Musei tedeschi, anche se non ne rimane traccia vistosa, ed inoltre ebbe contatti anche con istituzioni di oltreoceano come ii Metropolitan Museum di New York ed ii Memorial Hall di Philadelphia. Alla morte di Alessandro le sue raccolte furono vendute dagli eredi soprattutto a musei non italiani quali il Ny Calsberg di Copenhagen, ii Museo di Karlsruhe, il Musée National dc Compiègne. Cia premesso è opportuno ricordare ii rapporto, di segno completamente diverso, che Alessandro ebbe con i Musei romani. A parte le sue lotte per "statalizzare" i Musei Vaticani che come è noto rimasero in potestà al papa, egli partecipô, con ii fratello, alla formazione di una serie di nuovi Musei. Dopo ii 1870 si riteneva, infatti, necessario dotare la capitale del Regno d'Italia di nuove strutture che aiutassero ad improntare di laicità istruzione e cultura; a tal fine it ministro delta Pubblica Istruzione Ruggiero Bonghi realizzô, purtroppo per brevissimo tempo, nell'ambito del Palazzo del Collegio Romano, 'un polo culturale" net quale erano accolte alcune prestigiose istituzioni ed una serie di nuovi musei eterogenei per indirizzo e finalità. Ii percorso espositivo contemplava, oltre at Museo dell'Istruzione ed al Museo del Gessi, ii Museo Preistorico, Italico, Lapidario e di antichità classiche cioè ii Kircheriano, da ultimo e di competenza municipale ii Museo del Medio Evo e delta Rinascenza. Alessandro con doni generosi concorse alla formazione delle raccolte di tutti questi musei. Ancor pfh coinvolto di lui fu certamente il fratello Augusto che, come pifi volte ribadito, svolgeva netpanorama muscale romano un ruolo fondamentale. Direttore del Musei Capitolini, membro della Commissione Archeologica Comunale, membro del consiglio direttivo del Museo Artistico Industriale, Augusto era sempre al centro di decisioni e scelte anche là dove l'ostilità del funzionari statali tentava in tutti i modi di arginarne le competenze. Fu artefice di nuoye istituzioni museali, collaborà fattivamente alla formazione delle raccolte, incrementô con una grande quantità di doni i Musei Capitolini nel cut ambito creè il medagliere ed ii figlio Alfredo coronè questa attività donando al Museo di Villa Giulia e ad altre istituzioni reperti, gioielli antichi e moderni, libri, disegni insomma l'intera eredità paterna. Tuttavia, come già anticipato a proposito della formazio-



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I a.

N

Fig. 10-16. Demi-parure composta di collana ed orecchini realizzata da Castellani in oro e perle donata da Umberto Speranza in memnria di sua moglie Giannina Fabri. Musei Capirolini, Medagliere. Roma. Catalogs n. 135.

ne delle collezioni, il mecenatismo di Augusto fu, in molti casi, funzionale a coprire o agevolare affari di natura diversa: a questo proposito non possono sfuggire i conflittuali rapporti tra Castellani e le iniziative politico-legislative avviate dal governo pontificio, ed in seguito dallo Stato italiano, per tutelare ii patrimonio storico artistico. Donate fu dunque spesso strumentale ad eludere imposizioni e verifiche che non risparmiarono neanche personaggi influenti e protetti come Augusto Castellani. Sarebbe opportuno a questo punto chiedersi, ma questa non sembra la sede appropriata, se per i fratelli Castellani sia corretto parlare di collezionismo, intendendo con questo termine la vocazione alla raccolta ordinata e sistematica di oggetti accomunati dal loro pregio e dal loro interesse storico, artistico o scientifico. Rileggendo i dati raccolti mi sembra difficile ravvisare in Alessandro ed Augusto Castellani una vocazione scevra da altre valenze: put riconoscendogli un appassionato interesse per la raccolta del manufatti archeologici, che emerge con chiarezza in diverse occasioni, ritengo che esso fosse costantemente coniugato alla speculazione commerciale. Questa considerazione nulla vuole togliere at ruolo di grande rilievo che essi ricoprirono nella storia museale italiana ed europea.

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NOTE 1 IL MONDO DELL'AILCHEOLOGIA TRECCANI 2000, p. 176. 2 It MONDO DELL'ARCHEOLOGIA TRECCANI 2000, p. 7. CRISTOFANI 1998, pp. 242-243. Ii Palazzo dei Conseatori è uno degli ediflci in cui sono custodite le collezioni dei Musei Capitolini. IL MONDO DELL'ARCHEOLOGIA TRECCANI 2000, p. 408. 6 De BENEDICTIS 2002, pp.137-138. IL MONDO DELL'ARCHEOLOGJA TRECCANI 2000, p. 410. 8 DE BENEDJCTIS 2002, p. 142. 9 CARLONI 1993, p. 161. 10 Net1803 dona a Pin VII ottanta marmi antichi delta collezione Giustiniani acquistati a sue spese per evitarne la dispersione. Nei colioqui con Napoleone, registrati net suo diario, Canova si preoccupa soprattutto di frenare i'asportazione delle opere dail'Iralia adducendo die ogni opera è inscindibile dal luogo di origine e daliambiente circostante. PAVANELLO 1976, pp. 85-86. PAVANELLO 1976, p. 86. 12 VIDOTTO 2002, p. 129 "Netsuo pontificato di Pin VII persegue una politica volta at consolidamento del ruolo di Roma come capirale dell'arce e dell'archeologia". Vedi anche UNCINI 1990, p. 146. 13 COLONNA 1998 p. 286. 14 COLONNA 1998 pp. 285-286. 15 Listituto faceva da cassa di risonanza a livello europeo alie scoperte incentivancbo net conmempo in sviluppn e la qualificazione delle ricerche. Non menu importante l'attivimb net settore delta comunicazinne e delta edizione crimica dells scoperte. Ii materiale trova sollecita pubblicazione netBulletrino mentre gli annali pubblicano saggi iilustrati nelle tavole dei Monumnenmi. 16 Pietro Rosa architetto (1810-1891) fu preposto da Napoleone III, net1861,agii seavi del Palatine. Net1870 venne eletto netConsiglio Comunale di Roma, fu nominato senatore del regno e posto alla guida delta Soprintendenza per gil scavi e i monumenti delta provincia di Roma. 17 Giuseppe Fioreili (1823-1896) fu nominato net 1863 Soprinrendenre del Museo Nazionale di Napoli e degli scavi di Pnmpei, entrO net1865 a far patte del Senato del Regno e netnet1875 fu chiamato alla Direzione Generale del musel e scavi Gianfrancesco Gamurrini (1835-1923 ) coitivO studi archeologici, storici e artistici. Fu nominato net1867 direttore del musei di anmithimb di Firenze, net 1875 fu chiamato aila Direzione Generale dci musel e scavi. Promosse scavi in tutta la Toscana istituendo musel a Fiesole, Orvieto, Chiusi. 19 Felice Bamnabei (1842-1922) 51 iaureO in lettere con una tesi sui vast greci, ne11875 venne nominato segremarin delta Direzione Generale del musei e scavi e net1882 direttore del musel scavi e gallerie del Regno. Fu personaggin chiave in on trentennio di politica cuiturale italiana. 20 COLONNA 1998 p. 288. 21 CECCARINI 1990, 115. p. 22 La sede dellIstituto sul Campidogilo. Fortunato Pin fu membro del Consiglio mentre Augusto si arruold neila Guardia Civica. 24 It 9 febbraio del 1849 lAssemblea eletta da tutti I cittadini maschi maggiori di 21 anni pcociamh la nasdita delta Repubblica romana, aii'inizin di giugno le truppe frantesi guidare dal generate Oudinot attaccarono Ic difese delta Repubblica ma vennern respinre cia Garibaldi la resistenza durO finn at 4 luglin quando fu datn l'nrdine delta resa. Alessandro, ducante it periodo delta Repubblica momana, fu membro della Cornmissinne preposta alia sceita degli impiegati govemnacivi; 11 16 lugllo fu arrestato con it fratelin Augusto e rilasciato dopo on generoso intervento del padre. 2) Aii'inizio del Pontificato di Pin IX Giampiern Campana (1808-1880) era unn del trenta soti nnnrari delta Pontificia Accademia, membmo delta Commissions Generale per la conservazione del Monumenti e per i'acquismn del monumenti ad ornamento del Musei. Campana done at Govemno la tomba di Vein che pnrta it sun nome e ne mlcevette una letrera di ringraziamenmn dal cardinal Riarlo Sforza. 26 GIGLIOLI 1955, p. 298 Gighoh afferma cbs la sua devozinne at Pontefice e la munificenza in portamono ad essece era i fondatnri delta Cassa di Risparmin di Roma e p01 delta Societb di Belie Arti ricorda, inoitre, the Ii Campana at tempo delta Repubbilca Romana si compromise in on compiorro conrmn la repubblica. Augusto sottolinea invece che Campana net1848, put essendo cobonnelbo delta guardia tivita, rifiuth di prendere impegni reazinnari per cui, dopo la Resraurazione, non potendobo accusace come civoluzinnarin fu accusato sotto it pcofiio delta pubbilca amministrazinne. 27 ASR b. 18/2. 28 A Roma dal 1848 at 1870 la gestinne del potere civile pontifidlo aveva avuto netSegretarin di Stato Giacomo Antonelli on elemento di continuità. 29 ASR b. 18/2. 30 Negil anni attomno at 1860 in warn pontificin era ridntto at solo Lazio n megho aha

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sola Roma trasformata in una fortezza che, nettempo, fu coinvoita sia FLIt indirettamente netprocessn di unificazinne. Net1861 Vittorio Emanuele It di Savoia diventO me dellIralia Unita it Pariamentn cnnvncamn a Turbo in acciamO me. Reseb aperma la questinne mnmana che si risoise net1870. 31 GIGLIOLI 1955, p. 421. 52 26 pmoposta at Consiglio - Parrecipazinne dell'acquistn fatto dalia Giunra del meciagliere Campana. Archivin Capitolini - Atti delta Magistratura. ASR b. 18/2. Alessandro ebbe aicuni cnllnqoi anche con Napoleone III, appassinnato di arts arnica e di ginieHi, quesmo ci fa ben comprendeme a quaie livello fossemo I rappnmti e Ic cnnn- scenze che aveva lnsraiiratn e deHe quail si serviva per it cnmmercin antiquarin. BARNAIIEI-DELPINO 1991, p. 120. ASR fasc. 198, 1. MAGAGNINI 2000, p. 281. 38 ASR b. 17/1. 39 Charles Thomas Newton (1816-1894) vicemonsole ingiese in Oriente esegul scavi in impormanri simi dell'Asia Minome. Dab 1869 fu nominato Dicettome deble coilezinni antiquamie del British. Fu fondatnre di impnrranti assodiazioni culturaL e net1880 fu nominato socin cieli'Attademia del Lincei. 40 BARNABEI-DELPINO 1991, p. 120. Abbandono Parigi per la smnrla d amore con Enmichetta, che gia sposata, divenmera la sos seconds rnnghe. 42 Dizionario Biogmaf/co Italians.

BARNABEI-DELPINO 1991, p. 1211. AS]? b. 13/3. ASR b. 13/3.

46 BARNABEI-DELPINO 1991, p. 166. BARNABEI-DELPINO 1991, p. 166. 48 BARNABEI-DELPINO 1991, p. 119 e noma 9. Arch/via BM - 15-2-1869. ° Arch/via BjVI - 26-6-1869. 51 Arch/via BA] - 15-11-1865. 52 Ball. lit. 1864. Ball. 1st. 1864. ASR fasc. 198/1. ASR b. 18/2. 56 Ba/I. 1st. 1865. AS]? h. 13/1. 58 Bull. Itt. 1867. 9 Awls/via Capital/no Atti delta Magistmarura 1867. 60 COLONNA 1982, p. 34. 61 MAGAGN'INI 2000, p. 281. 62 Una vote cnnsidemevnie defl'ecnnomia momana era H murismo, la funzione di tapitale meliginsa da sempre rendeva la Cittis meta di tonsistenmi gruppi di pellegmini cisc appnmtavano gmnsse somme neile casse dello stain. La vendima di prodotti artigianali aumenib net1866 anon in cm a Roma vi emano 1500 orefici 18 officine di mosaici e grande era la pmesenza di investimenti e capitali stranieri. Queste notizie Ic apprendiamn da A. CASTELLANI, Larte clellincluestria del 1881. 63 AS]? fasc. 198/1. 64 Giamnale di Rama 7 Giugno 1867. 65 Ball. 1st. 1867. 66 Ball. 1st. 1869. 67 DELPINO 1997, p. 110 sgg. 68 Tra I membmi figurano norm di pemsonaggi else si erano occupati del governo niunicipabe sormo Pin IX: tra I nnbih Baldassare Odescaichi, tra I borghesi Vincenzo Tittoni, tea gil acistnmmatidi liberali Michelangelo Caetani. 69 DELPINO 1994, p. 228. 70 ASR fasc. 198/1. 71 Ba//Cane. 1872. 72 Bull.Cam. 1872. 3 Ginvanbattisma Us Rossi (1822-1894 ) diede allo studio delle antichità crisoane indimizzi metodici e scientifici. Scavatome e illusmratome delle catacombe mornarie pubbhcC be iscrizinni momane rinvenute a Roma. Pietro Emcoie Visconti (1802-1880) Cornnsissamio alie Antichitb di Pin IX meahzzC moiri scavi ad Ostia. Fu pmofessome dell'Università di Roma lasciando linsegnamento net 1870 per non prestare giuramento di fedeitS at govemno Sabaudo. Visconti Carlo Ludovico (1818-1894) membmo di una nota famigha di anmiquami earcheolngi momani, coiiabnmh con in sin Pietro Ercole nei lavomi del Cnmmissariatn Pnntificin per le antichitO sia nell'insegnamentn debbarchenlogia neil'Universieà. Dimesse H Bolletino edito daHa commissions Archeologica Comunaie e dal 1883 fo direttore del Musei Vaticani. 76 BARNABEI-DELP1NO 1991, p. 110 e nora 5.



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Alessandro e Aiegeests Castellani: csllezionis 020, sllzeseslogia e /s2ertclts cintiquarlo - Antonella Magagnini

BicNsei-DaI'iNo 1991, p. 459. BaaNasEi-DELI'iNo 1991, P. 109. Come acuramente soctolinearo dalla Guarducci, GUARDUCCI 1980, p. 497 BARNABE/-DELPINO 1991, p. 167. BARNABEI-DELPINO 1991, p. 170. 82 BARNABEI-DELPINO 1991, p. 170. Archivis Bell - 17-01-1873. 84 Bill - 01-10-1872. 85 ArchivisBM — 11-02-1876. 86 Archivis Bill 06-10-1874. 87 WILL/AMS 1992, PP 620-62 1. 88 ASR last. 198/1. 89 Verbali delta Comm. Arch. Municipale 11-11-1872. 90 Si cratta di uoa serie di registri net quali erano elencati giornalmenre i rinvemmenti con indicazione di data, luogo, consistenza e personate presente. 91 ASR b. 15/1. 92 So quesri reperti Castellani scrisse tre lunghi arricoli sul Bee/i. Cone. risperrivamente

1874, 1881, 1877. 93 Verbali delta Comm.Arch. Municipale 23-12-1872. Verbali delta Comm.Arch. Municipale 23-12-1872. MAGAGNINI 1998, p. 74 sgg.

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102 Archivis Bill - 10-04-1883. lOs Archivis Bill - 15-01-1884. 104 Dizisnaris Biografics I/a/ia/li. 105 Turto dO I confenmato, indinentamente, dalla lettura clelle p/spine relative alla stone dell'oreficeria e "c/e//incivi/iments dell/ta/ia an/ica scrttc da Augusno: per argomentare i suOi ragionamenri l'orcfice Si StV1 di oggetti presenti nelle sue collezioni cirandone, fontunatamenre, pnovenicnza e contesno. 106 COLONNA 1992, p. 47. 107 ASR b. 195, 2. 108 MAGAGNINI 2000, P. 280. 109 ASR Mm. Commercio e LL.PP., b. 140. 110 ASR Mm. Commencio e LL.PP., b. 140. Archivio ilIC 'Caralogo degli oggenri erruschi donati at Municipio del Comm. Augusto Castellani fino clall'anno 1864 e presenremente niordinati e colloraci netPalazzo dci Conservaroni".

DELPINO 1997

ABBREVJAZJONI

COLONNA 1982

96 LANCIANI, Notes 1876. MAGAGNINI 2005, p. 107 sgg. 98 Archivis BM 16-06-1877. 99 Archivis BM 10-04-1883. 100 Arcisivis BM vane lerrere anni Ottanta.

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96, pp. 617-636.

Fig. 11-i. Studio di ricevimento Castellani. Sala Jo di vendita (Archivio privato G. Moretti).

CAPITOLO XI

LA COLLEZIONE AUGUSTO CASTELLANI: DALLO "STUDIO DI RICEVIMENTO" DI PIAZZA DI TREVI ALLE SALE DELL'EMICICLO E DEl SETTE COLLI DEL MUSEO ETRUSCO DI VILLA GIULIA' ANNA MARIA MORETTI SGUBINI

obbiamo a Fortunato Pio Castellani, capostipite D della illustre dinastia di orafi romani, la volontà di creare una Collezione per la cui formazione impose al figli che "parte degli utili superflui" derivanti dalla florida attività della sua bottega "fosse dedicata all'acquisto di cimeli antichi, specialmente di oreficeria, per rimpiazzare nella nostra Roma quelli che ii papa net 1860 aveva venduto alla Francia" 2 . L'origine di tale illuminata iniziativa va dunque ricercata nella perdita della Collezione Campana, raccolta archeologica che vanto e attrattiva delta Roma delta metà dell'Ottocento, per dissesti economici del suo proprietario, con forte disappunto del Castellani come di altri uomini di cultura del tempo, era stata smembrata e venduta dallo Stato Pontificio ad acquirenti diversi e, fatta eccezione per pochi pezzi, era infine confluita nelle raccolte del musei delle pill importanti capitali europee quail Parigi, San Pietroburgo, Londra, Bruxelles, ecc.3. Agli anni immediatamente precedenti l'unificazione dell'Italia risale dunque l'avvio delta formazione delta Raccolta Castellani che in breve tempo divenne ragguardevole per qualità e consistenza, in cia favorita dagli intensi scavi che si andavano conducendo net territorio intorno a Roma e segnatamente nei grandi centri dell'Etruria meridionale; parallelamente prosperava la società a fondo comune che vedeva due degli Otto figli di Fortunato Pio, Augusto e Alessandro, cointeressati nel commercio di anticaglie4 e cresceva di fama e si consolidava, grazie anche all'autorevole supporto dell'amico di famiglia Michelangelo Caetani, duca di Sermoneta, la bottega orafa delta famiglia. Ma quanto in pochi anni era stato raccolto venne ancor pill rapidamente smembrato. Con la morte di Fortunato Pio, avvenuta net 1865, muta, infatti, l'assetto organizzativo ed economico della famiglia: mentre Alessandro, ottenuta la sua parte di eredità -che peraltro ritirerà solo nel 1868 e che comprendeva quel nucleo di oreficerie antiche, poi nel 1872 da lui venduto al British Museum di Londra-, si dedica defi-

nitivamente all'attività di antiquario e mercante che lo vedrà nel tempo conquistarsi notorietà a livello europeo, Augusto prosegue la tradizione delta famiglia conferendo un rinnovato impulso alla bottega orafa che riscuote via via un favore crescente. Del pan, e non senza difficoltà iniziali, egli raccoglie l'eredità paterna anche per quanto riguarda la Raccolta di antichità, che collezionava per conservare, in ciô certamente facilitato dal ruolo di primo piano che, con prudenza e Sagacia, era riuscito a conquistarsi negli ambienti culturali delta sua città, ora finalmente divenuta capitale. Decisivi per la crescita della Collezione sono gli anni Sessanta. Nei 1866 e ancora l'anno successivo Augusto conclude due nuove importanti transazioni con i fratelli Calabresi, a\rvalendosi per l'incremento delta raccolta, che net 1870 ha ormai assunto le dimensioni attuali, del supporto di prestigiosi studiosi: oltre che dell'autorevole Brunn 6 egli è amico del Matz, dello Schöne, e dello stesso discusso Helbig, che intrattiene stretti rapporti anche con il fratello Alessandro 7, tutti illustni esponenti dell'Instituto di Corrispondenza Archeologica, ai quali si devono anche Ic poche notizie sugli oggetti che Augusto via via acquiSta, pubblicate nei volumi del Bullettino e degli Annali dell'Instituto8. Parallelamente egli appare fortemente impegnato in miziative di nilievo che lo vedono, fra l'altro, convinto sostenitore di un progetto messo a punto nel 1866 per to scavo scientifico del Foro Romano da finanziarsi con fondi internazionali, net 1872 membro fondatore delta Commissione Archeologica Comunale e, ancora, dal 1873 liberate dinettore onoranio del Musei Capitolini al quail net 1866 aveva donato 700 pezzi delta sua collezione per to pill provenienti dagli scavi Calabresi di Caere, fra i quail spiccano cimeli eccezionali come ad esempio it cratere di Aristonothos o una delle tre statuette di terracotta provenienti dalla Tomba delle Cinque Sedie di Caere 9 . E' proprio grazie a questa serie di attività ed iniziative che Augusto si accredita quale autorevole conoscitore di antichità presso archeologi e uomini di

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Capita/a XI

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1-2. S odin di ricevimento Castellani. Sala II o delle oreficerie an iche (Archivio pr vato G Moretti).

cultura italiani e stranieri che liberalmente accoglie, alla stessa stregua degli esponenti dell'alta società europea, net suo studio di ricevimento. Ma nonostante it suo forte impegno culturale e l'intensa partecipazione alla vita politica e sociale cittadina, egli non trascura i suoi interessi: at contrario la sua attività di imprenditore risulta avvantaggiata dalla sua stessa notorietà e la bottega continua a crescere di at importanza parl delta sua ormai non meno nota Collezione. Con grande abilità Augusto riesce ad attivare intorno ad essa un circuito di grande interesse: illustni membri di casate reali di passaggio a Roma, esponenti dell'aristocrazia europea, politici, intellettuali, uomini del gran mondo o ecciesiastici di rango non trascurano di visitare to studio di nicevimento di Castellani ove, oltre ad acquisire preziosi monili, divenuti indispensabile appannaggio delle dame dell'alta società, possono godere di una Collezione che acco-

glie capolavori delta ceramografia greca, magnogreca, etrusca e falisca, vasi di impasto e di bucchero, come pure raffinati prodotti delta bronzistica etrusca e romana, ovvero testimonianze talora uniche dell'oreficeria antica, dispensando un patrimonio di memorie e di emozioni degno di un museo. La moda di visitare to studio Castellani e la fama cui esso è assurto nei decenni cruciali che precedono la fine del secolo trova documentazione, oltre che nelle cronache di viaggiatori o nei rapporti di specialisti e studiosi, anche nei sette preziosi registri di firme del visitatori che ci conservano una vivida testimonianza di tale colta consuetudine'°. La stessa bottega muta e si rinnova net tempo, sottolineando le vicende e la crescente fortuna del suoi propnietani: dall'originaria sede in via del Corso 396, ove at piano terreno di Palazzo Raggi, aveva esordito Fortunato Pio, net 1854 essa dappnima viene trasferita net palazzetto at n. 82 di Piazza

La Co/lezione Ai'gasto Castellani: dallo "studio di ricevimento" a/ic Sale deil'Emiciclo e dei Sette Co/li - Anna Maria Moretti Sgubini

Poll e infine, nel 1869 trova definitiva collocazione al primo piano del civico 86 di Piazza di Trevi, in una cornice ambientale che certo doveva concorrere a sottolineare l'esclusività e la qualità di un'arte orafa che restà per molti decenni senza rivali. Nei Ricordi di Augusto si coglie un evidente compiacimento per le frequentazioni del suo studio di ricevimento, frequentazioni che, risalenti alla fine degli anni '50, furono, com'egli stesso ripetutamente annota, anche "ambito ritrovo" e occasione per conversazioni di contenuto politico, per scambi di idee e di informazioni certamente incoraggiate da un ambiente tanto particolare, ove le antichità della Collezione, e primi fra tutti "i gioielli di Castellani", erano offerti al godimento degli intervenuti. Circa l'originaria collocazione della Raccolta, sapevamo che questa, nella sede di Piazza di Trevi, era distribuita in un corridoio e in quattro spaziose sale fra loro comunicanti, la prima delle quali destinata anche alle vendite: sulla base delle notizie reperibili nella documentazione d'archivio' 1 attraverso gli elenchi inventariali e Ic sigle riportate da Paolino Mingazzini in calce al suo primo volume dedicato allo smdin del Vasi Castellani 12 , si poteva tuttavia solo idealmente ricostruire la sequenza del diversi gruppi di materiali e la loro dislocazione in rapporto agli spazi ad essi destinati. Dell'esposizione si avevano, infatti, solo foto di dettaglio delle teche degli orl antichi e degli orl moderni, accedute all'Archivio del Museo di Villa Giulia insieme all'inventario al momento della consegna degli oggetti 13 . Poche altre immagini di gruppi di bronzi ci erano conservate nd fondo Maria Santangelo 14 e nell'archivio privato di Giuseppe Moretti, dal 1914 incaricato di portare a compimento l'acquisizione della Collezione e di redigerne il catalogo scientifico'. Solo la sala IV che, riservata alle oreficerie moderne, accoglieva, oltre agli arredi, parte della sezione delle ceramiche, era



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invece conosciuta grazie ad una veduta d'insieme pubblicata nell'ormai lontano 1928 da Carlo Montani che, nel delineate un entusiastico profilo di Augusto Castellani, fra l'altro annotava come fosse "un piacere andare a fargli visita in quelle sale del suo luminoso studio a Fontana di Trevi tinto 16 d'azzurro e di rosso per dar risalto al vasi e agli Le nostre conoscenze si sono di recente cons iderevolmente accresciute grazie al rinvenimento, nell'archivio privato di Giuseppe Moretti, di "nuove" foto fra le quali quelle relative alle quattro sale dello studio di ricevimento di Augusto Castellani: probabilmente risalenti agli inizi del '900, queste ci restituiscono ulteriori preziose informazioni e, soprattutto, consentono un pill organico apprezzamento della raccotta cos! come essa si presentava nella sua prima "musealizzazione", di chiara impronta ottocentesca 17 . CosI nella sala I (fig. 1), cui si accedeva da un corridoio d'ingresso 18 e che era adibita alla vendita delle oreficerie moderne "esposte o conservate entro un grande bancone", vediamo allineati, su una mensola addossata alla parete, vasi di impasto, fra i quali s'inseriscono due urne etrusche perugine, mentre balsamari, materiali votivi, maschere teatrali, statuette, arule, lucerne erano raccolti all'interno di un armadio sopra ii quale erano disposti, insieme ad altre urne perugine e ad un busto neoclassico, arule, vasi acromi e oggetti diversi. La sala II, delle oreficerie antiche (fig. 2), accoglieva al centro un'affollata vetrina di vasi (fig. 3), alcuni del quali fra i pill importanti della raccolta 19 ; in corrispondenza degli angoli e sostenuti da pithoi di tipo ceretano, erano poi quattro espositori cilindrici per Ic monete, sul cui ripiano superiore facevano bella mostra piccoli vasi e altri oggetti d'argento 20 o di bronzo, in due casi posti al centro delle note corone funerarie di bronzo dorato, forse provenienti da Vulci 21 . Sulle pareti, entro teche di legno e vetro, ciascuna dotata di una specifica fonte lumi-

Fig. 11-3. Studio di ricevimento Castellani. Sala II, vetrina cenrrae, parricolare (Archivio privaro G. Moretti).

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Capitolo XI

od



1

Fig. 11-4. Studio di ricevimento Castellani. Sala II, IV scaffale "oreficeria etrusca" (Archivio privato G. Moretti).

nosa, erano i celebri orl antichi (fig. 4), ordinati secondo la periodizzazione che, teorizzata da Augusto e riportata negli inventari, è nota anche attraverso i suoi opuscoli a stampa22. Infine sopra le teche, su tre file di mensole lungo le pareti, era collocata la prima sezione di vasi antichi dipinti. Anche ad un rapido esame appare evidente come l'esposizione prescindesse da qualsiasi criterio cronologico, stilistico o tipologico, ma si basasse essenzialmente su una ricerca di effetti estetici perseguiti facendo anche ricorso alla simmetria. Accanto a vasi attici a figure rosse, put in flumeto preminente, vediamo collocati, infatti, altri vasi attici a figure nere, cui si alternano ceramiche corinzie, etruscocorinzie, calcidesi, laconiche 23 , ecc., disposte secondo una sequenza che, accostando prodotti di botteghe operanti in ambiti culturali e cronologici diversi, risulta soprattutto attenta al giochi di volumi e alle proporzioni si che si giunge a sovrapporre vasi di forme e funzioni differenti, come si puà osservare, ad esempio, nel caso delle coppe. Forse meno affollata ma improntata at medesimo gusto sembra la sala III (fig. 5), riservata ai bronzi: sul pavimento, al centro dell'ambiente, era ii carro Castellani, pastiche ottocentesco 24 che esibiva, con altri pezzi liberamente assemblati, due note appliques con rappresentazione di Sol/Usil pertinenti un carto rinvenuto a Vulci, nel 1845, in una tomba delta necropoii di Ponte Rott0 25 ; alle pareti, anche qui in teche di legno e vetro, era racchiusa una congerie di oggetti diversi che vedevano figurare, accanto a statuine votive, lamine decorate a sbalzo e oggetti d'ornamento, cui faceva seguito una nutrita serie di specchi incisi (fig. 6), esposti insieme ad anse di recipienti di vario tipo e cronologia, instrumenta

dornestica e,

ancora, altri gruppi di ornamenti personali e cliversi pifi minuti oggetti. Sopra le teche, come nella sala degli orl antichi, erano tre file di mensole, sulla piii bassa delle quali era in bella mostra un ragguardevole gruppo di ciste prenestine ed etrusche, per to pifi clisposte in alternanza con altrettanti tytniatheria; numeroso vasellame da mensa, rappresentato da vasi di forme e funzioni diverse, occupava, infine, gli scaffali p/li a/ti ove esso era distribuito secondo criteri analoghi a quelli delle ceramiche dipinte. Tale ragguardevole parata di suppellettili era ulteriormente arricchita da vasi e altri recipienti veristicamente sospesi a ganci infissi alle pareti, in mezzo al quali, curiosamente, risulta artificiosamente ricomposta e inserita un'imponente panoplia26 incombente al centro della parete a destra della porta. Integravano 1esposizione pithoi e bracieri dimpasto o, ancora, candelabri di bronzo, distribuiti qua e là nell'ambiente con funzione di arredi, mentre nessuna attenzione appare riservata al put rarl e importanti contesti unitari confluiti nella Collezione: nitidamente si riconosce infatti sul terzo ripiano delta parete a destra delta porta, separata dagli altni oggetti del corredo, la preziosa anfora di bronzo della Tomba Castellani 27 , come pure mescolata alle pur numerose altre è la bella cista rinvenuta in una tomba ritornata in luce, net 1863, nella necropoli della Colombella di Praeneste associata con altre suppellettili funebri28. Ii percorso si concludeva nella già nota sala 1V 29 (fig. 7), che accoglieva la "collezione cronologica" degli orl moderni (fig. 8), composta da circa seicento oggetti e ordinata da Augusto. In questo stesso ambiente, oltre alla seconda sezione del vasi antichi dipinti posti sui consueti scaffali addossa-

La Collezione Aac'asto Castellani: dallo "studio di ricevimento" alle Sale dellEmiciclo e dci Sette Colli - Anna Maria Moretti Sgubini

ti alle pareti, erano anche "gli scarabei e le gemme d'anello conservate sotto campane di vetro", come annotava it Paribeni° che precisava inoltre che "gli splendidi saggi di oreficena d'ogni stile e di ogni tempo e ii bisellio romano conservati in detta ultima sala sono imitazioni moderne eseguite nello studio del Sig. Comm. Castellani stesso e sotto la sua direzione". Tale era dunque l'assetto del celebre studio di ricevimento Castellani agli inizi del '900 quando presero avvio le prime iniziative delta Soprintendenza di Roma, da cui dipendeva all'epoca anche la Direzione del Museo di Villa Giulia31, per la tutela di quella che a buon diritto era considerata una collezione "di pregio non comune" 32• Ma con la morte di Augusto, avvenuta il 23 gennaio del 1914, muta ii quadro delta situazione stante l'intervenuta determinazione di Alfredo Castellani di rendere la raccolta pubblica cedendola alto Stato, facendosi cosI non solo interprete delle intenzioni paterne, ma anche portando a compimento, a distanza di cinquant'anni, it nobile progetto del nonno Fortunato Pio, fondatore delle fortune familiari. F di tale impresa, che ben presto si rivelerà sorprendentemente complessa e irta di ostacoli, furono protagonisti Alfredo, erede di Augusto e ultimo esponente delta casata, e, con lui, Giuseppe Moretti che, all'epoca ispettore del Museo Nazionale Romano, fu meancato dal suo direttore e amico Roberto Paribeni dapprima di recligere ii catalogo inventariale al fini delta tutela delta Collezione e quindi di curare Ic complesse procedure utili all'acquisizione4. Per il perfezionamento del passaggio di propnietà delta Raccolta alto Stato si rese perà necessario superare anzitutto l'opposizione di Guendalina Castellani in Fabri, che, sorella di Alfredo e coerede di Augusto, dopo compiesse trattative e grazie anche all'equilibrata mediazione del marito Pio, fu tacitata mediante la corresponsione da parte dello StatodelIa quota di diritto ad essa spettante sull'eredità paterna 3 . Lo stesso Alfredo impose, poi, una serie di tassative condizioni minutamente elencate nell'atto di cessione-donazione sottoscritto il 22 gennaio del 1919, dunque a cinque anni dalla monte di Augusto, insieme at Ministro Agostino Berenini. Fra le altre clausole era specificato l'obbligo che la Collezione, delta quale doveva essere sempre ricordato ii nome di Augusto Castellani, fosse esposta secondo i criteti seguiti dal suo fondatote; che ad essa non fossero apportate "variazioni" che "possano ledere l'integnità delle singole serie e la omogeneità scientifica dell'insieme, e in particolare modo per quanto riguarda l'attuale disposizione degli orl antichi e degli orl moderni", 51 che, come era nelle intenzioni del donatore, essi potessero continuare ad illustrate, come già nello studio di nicevimento di Piazza di Trevi "sopra tangibili, sicuri documenti la vecchia tradizione delta scuola degli orafi romani". L'acquisizione delle oteficerie moderne imposta da Alfredo in quanto parte integrante delta Raccolta e la clausola relativa alla loro contestuale esposizione avevano peraltro concorso a rallentare i tempi necessari at perfezionamento delta donazione stanti le resistenze insorte in seno



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all'Amministrazione dello Stato che trovava difficoltà a veder figurare, fra le esposizioni di un museo di antichità, opere allora moderne6. Definita finaimente ogni questione, si dovettero peraltro reperire spazi idonei ad accogliere la Collezione37 destinata at Museo di Villa Giulia 38, ove fu necessario costruire un nuovo corpo di fabbrica che, realizzato su progetto dell'arch. Antonio Petrignani 9 , si collegava all'ala nord di recente edificata: solo net 192 940 , dunque, la Raccolta veniva aperta at pubblico, ordinata da Giuseppe Cultrera in quattro sale rispettivamente distinte dal numero XIII at numero XVI. In questo primo allestimento, noto attraverso foto d'epoca e dalla concisa descrizione delta Guida del Museo edita nel 193441, essa era ordinata nelle sue distinte sezioni che vedevano, in ossequio alle clausole delta donazione, gli orl antichi e moderni esposti nella sala XIY, "divisa in due scomparti' fra loro contigui, peraltro nelle stesse bacheche di legno e vetro già utilizzate nello studio Castellani (fig. 9). Netprimo del due vani, riservato alle oneficerie antiche era collocata anche Ic taccolta di anelli, gemme e scarabei, esposti entro pesanti bacheche metalliche sottostanti quelle originali e, con questi, erano anche Ic monete, piii tardi cedute at Medagliere del Museo Nazionale Romano 4t . La sala XIII, d'ingresso, ospitava, invece, i bronzi (fig. 10) oltre al vetri, a balsamani configurani e di alabastro, ad oggetti varl da toeletta, ccc., mentre at centro, fra Ic vetnine, su una bassa pedana, era it carro Castellani 43 . Le sale XV (fig. 11) e XVI, infine, erano dedicate alla raccolta del vasi ordinata secondo cniteni cr0nologici: nella sala XV erano gil impasti, i buccheni, Ic cenamiche coninzie, laconiche e attiche a figure nere, nella XVI invece erano ancora vasi attici a fi gure nene, attici a figure rosse, Ic cenamiche falische, campane e apule44. Con l'apertura at pubblico non cessa la vigile attenzione di Alfredo sulle sorti delta Collezione: egli si mostna attento at nispetto delle clausole cui e condizionata la donazione ed in pili di un'occasione lamenta la panziale apentura delle sale at pubblico. Con la monte del Castellani, net1930, entra net Museo di Villa Giulia anche l'ultimo nucleo di mateniali che non scmbrano tuttavia confluire subito nell'esposizlone che nesta netla collocazione del 1929. Gli anni Trenta registrano peraltno una continua, intensa crescita delle collezioni del Museo etnusco detenminando la prognessiva apertura nell'ala nord di nuove sale dedicate al mateniali di Veio e di Vulci (1938) e alle straordinanie testimonianze di Capestnano (1940). Altni ampliamenti si negistrano neIl'immediato dopoguenra grazie all'esposizione del mateniali delle necnopoli di Term (1945), mentre modifiche e aggionnamenti interessano anche l'esposizione delta Collezione Castellani, era acquisita nella sua interezza45. La meta degli anni '50 si nivela cruciale per la vita del Museo di Villa Giulia che onmai, malgnado Ic oltne trentadue sale espositive apente at pubblico, nisulta del tutto madeguato alla mole e all'importanza delle testimonianze archeologiche che in via sempre crescente affollano 1 suoi

Captolo XI

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Fig. 11-5. Studio di ricevimento Castellani. Sala III o dei bronzi (Arcbivio privato G. Moretti).

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depositi tanto che si profila ii progetto di uno spostamento cIell'Istituzione in una nuova sede ubicata nel moderno quartiere dell'EUR. Si apre cosI una nuova delicata vicenda che profondamente inciderà sulla vita del Museo e che, determinando consistenti trasformazioni dell'assetto espositivo, troverà eco sulla sorte delle stesse collezioni, prima fra tutte quella Castellani. Le scelte tanto ardite quanto radicali operate da Renato Bartoccini e dal gruppo degli archeologi che con lui collaborarono al rinnovamento del Museo, tempestivamente avviato per scongiurare la perdita della storica sede di Villa Giulia, determinarono una totale trasformazione del vecchio percorso espositivo: a seguito dell'innovativo progetto di Franco

Fig. 11-6. Studio di ricevimento Castellani. Sala III, scaffale III (Arcbivio privato G. Moretti).

La Collezione Augusto Castellani: dallo studio di ricevimento" a/Ic Sale dell'Emiczcio e dei Sette Co/li - Anna Maria Moretti Sgubini

Fig. 11-7. Studio di ricevimento Castellani. Sala IV o degli ori moderns (Archivio pnivato G. Moretti)

Minissi, mirato ad una p16 razionale utilizzazione degli ampi volumi del corpi di fabbrica aggiunti nel primo Novecento e portato a compimento in un arco di tempo relativamente breve, l'esposizione veniva sin dal 1955 riproposta in una veste moderna e funzionale e, soprattutto, guadagnava spazi piü adeguati alle pressanti esigenze legate all'incremento del materiali46 . Le scelte adottate non passarono sotto silenzio, at contrario destarono violente polemiche, aprendo un dibattito che si sarebbe col tempo rivelato fondamentale per to sviluppo delta museologia italiana. Non solo, ma nonostante le innovazioni apportate avessero risolto i problemi piü urgenti dell'esposizione, ora caratterizzata da una maggiore organicità e continuità del percorso,

Fig. II-S. Studio di ricevimento Castellani. Sala IV, scaffale II, "periodo rirreno" (Archivio privato G. Moretti).

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Capitolo XI

Fig. 11-9. Roma, Museo di Villa Giulia. La sala XIV, delle oreficerie, nell'allestimento del 1929 (Arcbivio SBAEM, Fondo Maria Santangelo).

venivano ad essere confinate nei depositi testimonianze fondamentali per la ricostruzione del quadro storico della cultura etrusca. Se infatti fu possibile potenziare sezioni topografiche come quella di Caere, cliversa sorte ebbero altri pur importanti nuclei di materiali come, ad esempio, quelli di Veio, centro ora rappresentato solo dalle sculture del tempio del Portonaccio. Analoga sorte toccè alla Collezione Castellani: ii 18 ottobre del 1959, nello spazioso Emiciclo della Palazzina cinquecentesca, veniva infatti riaperta la sola sezione del vasi, disposta secondo un ordinamento che, improntato a criteri cronologici e tipologici, vedeva i materiali circoscritti a solo dodici vetrine4 '. Esciusi dal percorso erano i bronzi, le terrecotte, i materiali varl e soprattutto i celebri orl antichi e moderni, destinati a restate ancora per lunghi anni confinati nei depositi. Tali complesse problematiche furono successivamente in parte risolte con la realizzazione, tra la metà degli anni '60

e la metà degli anni '70, di un articolato sistema museale, dislocato sul territorio dell'Etruria meridionale. Veniva cosI creata la base indispensabile per la tutela e la valorizzazione del grandi siti archeologici, ora dotati di sedi espositive "minori" complete di adeguati depositi e servizi 4 . Restavano peraltro ancora irrisolte nell'ambito del Museo di Villa Giulia questioni di primo piano come l'assenza nel percorso espositivo di un quadro organico di centri come Veio, Pyrgi, ecc., come pure sommariamente rappresentate erano le grandi raccolte antiquarie, e restava mutila la Collezione Castellani 49. Non cessavano tuttavia gli sforzi e le iniziative della Soprintenclenza per trovare soluzioni adeguate a tali urgenti problemi. Se nel 1965 viene aperta una sezione dedicata alle antichità di Pyrgi, nel 1967, in occasione della X Settimana del Musei, una mostra selettiva dedicata alle 'gioiellerie della Collezione Castellani" rappresenta un primo tentativo di

La Collezione Aagcisto Castellani: c/a/b "studio di ricevimento' a/Ic Sale de//Emiciclo e c/c! Sette Co/li - Anna Maria Mnrerri Sgubini

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S

Fig. 11-10. Roma, Museo di Villa Giulia. La sala XIII, del bronzi, nellallesrirnento del 1929 (Archivio SBAEM, Fondo Maria Sanrangelo).

riproporre all'attenzione del pubblico, seppure attraverso una scelta limitata, queue testimonianze eccezionali da troppo tempo prec1use° e sulla cui sorte continuavano peraltro giustamente a vigilare gli eredi Castellani 51 Bisogna tuttavia attendere la metà degli anni '70 per registrare un decisivo mutamento: Formal concreta prospettiva di acquisire, per l'ampliamento del Museo etrusco, la contigua Villa Poniatowski 52 consent! la pronta ripresa delle attività finalizzate at completamento del percorso espositivo di Villa Giulia: a tat fine fu, fra altri, individuato quale obiettivo prioritario dal Soprintenclente defl'epoca, Mario Moretti, it riordinamento scientifico del bronzi, delle terrecotte e, soprattutto, degli orl Castellani, al quali vengono ora destinati quattro ambienti contigui at grancle Emiciclo. 1110 luglio del 1975, in occasione delta mostra dedicata alle Nuove acquisizioni e scoperte in Etruria mericlionale veniva cos! riaperta at pubblico la Collezione Castellani, secondo un

ordinamento scientifico che, curato da Gabriella Bordenache Battaglia, presentava i materiali in una prospettiva critica adeguatamente rapportata ai pifi recenti risultati degli studi e delle ricerche archeologiche del tempo 3 . L'esposizione, che indubbiamente trovava it suo punto di forza nella sezione degli orl antichi e moderni 4 , raccolti insieme e contrapposti netrispetto delle clausole imposte da Alfredo Castellani, aveva fra gli altni meriti quello di restituire, clopo oltre un secolo, alla sua unitanietà, ii corredo delta Tomba Castellani 5 , reimmettendo net dibattito scientifico° un contesto funerario che, maigrado le sue sfortunate vicende, rappresenta, insieme al cornedi Barberini e Bernarclini, una delle pifi significative testimonianze delta cultura onientalizzante etrusca57 . Non solo ma essa si dimostrà anche occasione utile a suscitare un rinnovato interesse per i gioielli archeologici delta Collezione come pure a stimolare ulteriori pifi approfoncliti studi di archeologia antiquania, avvianclo un ampio

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Capitolo XI

Fig. 11-11. Roma, Museo di Villa Giulia. Emiciclo, braccio meridionale: vasi e bronzi nell'allestimento del 1999 (archivio fotografico SBAEM).

Fig. 11-12. Roma, Museo di Villa Giulia. La sala dei Secte Colli: le oreficerie moderne nell'allestimento del 1999 (Archivio fotografico SBAEM).

clibattito sulla famiglia e soprattutto sulla figura e sull'attivita di Augusto Castellani 58. Giungiamo cos! all'inizio degli anni Novanta quando, per lavori di adeguamento, viene nuovamente preclusa al pubblico dapprima la sezione degli orl e, successivamente, anche queue del bronzi e delle terrecotte 9 . Si apre cosi un'altra lunga pausa per la godibilità di gran parte della Raccolta che si protrae sino al 1999, allorché trova conclusione la prima fase del complesso progetto finalizzato alla realizzazione del Polo Museale Etrusco di Roma, nelle sue distinte sedi di Villa Giulia e di Villa Poniatowski60. I lunghi e articolati interventi realizzati a partite dal primi mesi del 1997 e finalizzati al riordinamento scientifico

delle raccolte, alla realizzazione di nuovi allestimenti che investono circa due terzi dell'intero percorso espositivo6l, ora rimodulato e reso opportunamente flessibile, all'adeguamento degli impianti di sicurezza, alla realizzazione di servizi per ii pubblico, all'abbattimento delle barriere architettoniche e, infine, al delicato restauro architettonico della villa cinquecentesca, hanno trovato positiva conclusione ii 18 dicembre del 1999 con la creazione di tre nuove sezionid2 e, soprattutto, con la riapertura al pubblico delle grandi Collezioni storiche di Villa Giulia 63, prima fra tutte quella di Augusto Castellani 64 . L'attuale ordinamento di quesr'ultima65 , che vede le diverse sezioni della Raccolta occupare l'intero Emiciclo (fig. 11) e la prestigiosa Sala del Sette Colli (fig. 12), è

Fig. 11-13. Roma, Museo di Villa Giulia. L'esposizione delle ceramiche Castellani nell'allestimento del 1959.

Fig. 11-14. Roma, Museo di Villa Giulia. La sala III, delle oreficerie Castellani nell'allestimento del 1975.

La Collezione Augusta Castellani: cia/la studio di ricevimento" al/c Sale dell'Emiciclo e dci Sette Cal/i - Anna Maria Moretti Sgubini



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stato preceduto da un sistematico riordinamento scientifico: oltre ad una preliminare rilettura delle fonti bibliografiche e di archivio, la Collezione è stata fatta oggetto di una campagna sistematica di catalogazione, documentazione e restauro mirata, nell'immediato, ad una puntuale selezione del materiali da esporre 66 e, in prospettiva, alla redazione di un catalogo scientifico che consenta una presentazione analitica di testimonianze che, seppure talora eccezionali, sono ancora in buona parte inedite, se Si esciude ii monumentale studio di Paolino Mingazzini o pochi altri oggetti confluiti in saggi specialistici. Quanto al criteri che sono stati alla base delle scelte operate per ii nuovo allestimento, è opportuno precisare che si è ritenuto di dover rappresentare, nella maniera pfli ampia consentita, tutte Ic diverse classi di produzione, ora proposte al pubblico secondo un ordinamento tipologico che da un lato pone in evidenza la quantità, la varietà e la qualità del materiali, da un altro concorre ad illustrate il gusto che guidà le scelte dell'antico proprietario, sottolineando ii carattere antiquario della Raccolta. Peraltro sia nel caso della Sezione del vasi come nel caso di quella del bronzi e del materiali van, ii visitatore viene supportato da una selezione delle testimonianze pill significative che, racchiuse in vetrine isolate, ma collocate in parallelo at grandi corpi

espositivi aderenti alla parete curvilinea, lo aiutano a riconoscere gli oggetti unici o di maggiore pregio. Un piccolo spazio è stato inoltre riservato anche al pastiches ottocenteschi, pochi per la yenta e, dunque, utili a confermare l'attenzione e la sapienza dell'antico propnietario. Ma quello che si conferma ancora una volta come episodio centrale della Collezione e, conseguentemente del nuovo percorso espositivo di Villa Giulia, è, come già avveniva nello studio di ricevimento di Castellani, la sezione degli orl antichi e moderni che si sono niproposti affrontati. Se per quanto riguarda Ic oreficerie archeologiche sono stati adottati criteri e scelte che tengono nel dovuto conto i risultati acquiSiti grazie at pill recenti studi di settore, Ic oreficerie moderne vengono presentate al pubblico secondo 1' "ordinamento cronologico" loro conferito da Augusto oltre cent'anni or sono. Esposti, oggi come allora, in otto vetrine, eSsi si propongono in una successione che vede at primigeno seguire i periodi tirreno, etrusco, siculo, romano, rnedzeoevale, la rinascenza sino ad arrivare al moclerno: ciô non solo in omaggio alla volontà dell'antico proprietario, ma anche nell'intento di ribadire il ruolo e lo spessore culturale di un personaggio che resta di primo piano sia nell'ambito della cultura italiana ed europea del secondo Ottocento, sia nella storia delta nostra archeologia antiquaria.

NOTE

8 Cfn. note 4 e 5. Dobbiamo, ad esernpio allo Schone la prima pubblicazione del comedo delta romba Castellani di Praeneste (su tale contesto, fondamencale testintonianza dell'Onientalizzance ancico, cfr. A.M. MolsErTs SGUBJNI, in Castellani 2000, pp. 129133, con bibliografla precedence, A. MAGAGNINI, La casiddetta "toni/sa Castellani" di Palestrina, in Princzi eel', sc/si era leT ec/iterraaea ed Europa, cacalogo delta moscra (Bologna 2000-2001), Venezia 2000, pp. 280-289, no. 361-366, 368-370; A.M. MORETTI SGUBINI, ibidem, pp. 284, n. 367; 289, n. 371, con bibliografia precedence). Rinvenuno net 1861, it conredo fu subito acquistaco do Augusmo (cfr. R. Sd-lONE, in Anna/i del/institute di Corrispandenca Archea/ogica 1866, pp. 186-189, dcv. d'aggiunra GH; In., in Monamenti ine(/iti p,thb/icati c/a//institute di Correspondenza Arclsea/agica VIII, 1864-1868, tav. XXVI). Come in altre relazioni scientifiche del tempo mancano net rapponro nonizie precise circa it ricnovamento, carenze che niconducibili ai metodi di scavo dell'epoca, sono sorrolineace dallo scesso Schone. Analoghe e fonse volute confusioni Si venificano anche per alcni contesti famosi eonraci in possesso di Auguste, come la tomba Galeassi di Praeneste (F. Boi'SANI, in Castellani 2000, pp. 170-173) o ancora la combo delle Cinque Sedie da Caere (cfr. F. PRAYON, Zuns arspr/ig/idlsen A usse/sn and car Deeieang des Kseltraanses in der Taraba del/c Cinque See/ic bei Cerveteri, in Marburger Winckelmann-Pragramns, 1974, pp 3-15; In., Zan Datierang der dreifrii/setraskisc/sen Sitzstataetten aus Cerveteri, in ill ittei//sngen c/es Deisesclsen Aichai/sgisclsen Institi,ts. Riinsische Abteilung 82, 1975, pp. 165-179), elemenci attraverso i quali craspaiono i metodi calora "disinvolci" in 1siis occasioni adoccati da Angusco per l'incremento della sua Collezione. Sulla base di tali episocli crovano ragione anche i severi giudizi espressi do Felice Bamnabei che di Asigusco fu di sovenne fiero oppositone e antagonisca (cfr. M. BARNABEi, F. DELPINO, Le nsesssarie di nn a,'chea/aga" di Fe/ice Barnalsei, Roma 1991, pp. 112, 118-119, 459-464, ccc.; v. anche MORETTI SGUBINI 2000, pp. 12-13). 9 A. MAGAGNiNI, / Musei Capital/ni e it ca//ezianista Aagissta Castellani, Roma 1994, pp. 10-27; MORETTI SGUBINI 2000, p. 12. 10 secce negistni, nilegaci in manocchino rosso e nondenendi le firme dci visitatori illuscni, furono donati at Museo di Villa Giulia dagli eredi Castellani net1960 (cfr. Archivio Storico Sbaerri, leccere Prot. 2599 e 2600 del 4 agosto 1960) ed acmualmente sono collocaci, insieme al busci di marmo di Augusto e Fomrunaco Pie, nella salecca che, dedicata alla famiglia e alla bottega Castellani, introduce l'esposizione. 11 Per la dislocazione dci mateniali Si nivelava gii utile la clescriaione conrenuta in una lecrera pnoc. 60 del 21 gennaio 1911 (ACS, busra 337, I), inviaca do Roberto Paribeni, all'epoca direttore del Museo Nazionale Romano, at Miniscro nell'ambito delle inizianive incraprese dallo Scaro Icaliano per la tutela della Collezione. Peraltro anche nell'Acco di notifica del 5-3-1914 Si trova schemarico nifenimento alla collocazione degli oggetti (ACS, busca 337, II).

Le fasi delta vicenda sono ripercorribili grazie ci voluminosi carceggi conservati pres so l'Archivio di Stato di Roma, Fondo "Famiglia Castellani" (1804-1933), fascicoli 1-18, 181-194; registri 19-180, buste 195-203 e presso l'Archivio Cencrale dello Scato (archivio del Minisrero delta Pubblica Isrruzione, Direzione Generale delle Antichicà e Belle Arci, IV versamenco, divisione II, 1925-1928, busca 337, I-XIV, di seguico abbreviaro ACS, busca 337, I-XIV) coi quali si incegr000 i documenti conservati pre550 l'Archivio Storico delta ex Soprintendenza per i Beni Archeologici delI'Ecruria meridionale (Archivio Storico Sbaem, fascicolo "Collezioni private. 2. Collezione Castellani, cart. Pracica generate, pos. 1/XXVIII Collezioni; cart. Collezione Castellani (ori e cerrecocce), pos. I bis/XXVIII Collezioni; cart. Vane, pos. 2/XXVIII Collezioni). Per una sintesi delle vicende delta famiglia Castellani e delta formazione delta ColIczione di ceramiche, bronzi e oreficerie antiche e moderne poi acceduta at Museo di Villa Giulia cfr.: MORETT1 SGUBJNI 2000, coo bibliografia precedence. G.Q. GIGLIOLI, II Muses Campana c/csue vice/ide, in Scudi Romani III, on. 3-4, 1955, pp. 292-434; F. GAULTIER, Die Samialung Campanci and die etroakische Samnilung des 211 iiste dii Louvre, in Die Etrasker and Europa, catalogo delta moscra (Pacigi 1992-Berlino 1993), Parigi 1992, pp. 350-361, con bibliografia precedence. 4 Del 1861, ad esempio, è, come Augusco annora nei suoi Ricordi (Archivio di Staco di Roma, Fondo "Famiglia Castellani" (18041933), busca 198), l'acquisco "personalmence" concluso dei maceriali scavaci dai fracelli Calabresi per to pi0 nelle propriecS dei principi Ruspoli a Ceeteri (H. BRUNN, in Bidlettino cIel/'Inscitato di Carrispandencci Arclseologica, 1865, pp. 3, 139-149, 213-221, 141-247, che peralcro rifenisce tale acquisizione all'autunno del 1864; W. HELBIG, ilzidem, 1866, pp. 177-186), acquisco che porcaco a boon fine con la mediazione di Padre Raffaele Garrucci e grade ad no presrico di diciasseccemila lire occenuco dal duca di Sermoneta, permise ad Auguste, come egli scesso active, di venire in possesso di "varii bronzi ed ori ancichi insieme ad una collezione di trecenco vasi ecruschi" die pot, con la mediazione dell'amico "Enrico Brcmn, Segcecanio dell'Isticuto Prussiano a Roma", vendetce at Dineccore del Museo Industriale di Vienna. (K. MASNER, Museum f/ia Knnsc and Indastrie. Die Sanun/ang Antiker Vasen and Terracatten, 'Mien 1892). 'Pocei roE nendere at canissimo Duca it it prescito elargiconti, e far succesaivi acquiati continuando con tanci guadagni personate commercio delle anticaglie". Per la vendita di tali maceniali at Museo di Vienna, che frutth ad Augusto ben 3000 scudi, v. anche M0RETTI SGUBJNI 2000, p. 12. F. MATz, in Bu//eteino del/'Inscitata di Carrispandenza Archea/agica, 1869, pp. 249-254. 6 Cfr. noca 4. 7 MORETTI SGUBINJ 2000, p. 11.

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12 P. MJNGAZZrNJ, Vasi del/a Collezione Castellani. Catalogs, Roma 1930. Lo studio avviato dal Mingazzini negli anni '20 del 900 si concluse quasi quarant 'anni pus tardi con la pubblicazione del secondo volume: P. MINGAzZINI, Catalogs dci nazi del/a Cslleziosic Castellani, II, Roma 1971. 15 Cfr. infra nota 37. 14 Ora donato at Museo di Villa Giulia dall'erede, dott. Paolo Santangelo, it Fondo si compone oltre the dci volumi già neHa biblioteca delta Studiosa, anche di un atchivio netquale insieme ad appunti di studio e a lavoti inediti, sono preziose foto d'epoca. 15 Lettera del 14-9-1914, Prot. 745 (ACS, busta 337, II). Solo dopo quattro anni dalla data delta prima notifica e non senza difficoltb da parte dell'Amministrazione stante la mole dci mareriali, venne tedatto, previo esplicito consenso di Alfredo Castellani, erecle di Augusto, it catalogo degli oggetri descritti sia singolarmente, sia in alcuni casi, a gruppi e ammonranti ad oltre seimila pezzi CUi si devono aggiungere centinaia e centinaia di frammenti di ceramiche per to pdS atriche e ancora inedite. 16 C. MONTANI, Acegasco Caste//aizi, sm/s ron/also, in Capitoliicm IV, 1928, pp. 209-222, in particolare pp. 220-221. 17 Le foro delle sale dello studio di ricevimento S000 state da me rinvenure netsettembre del 2000, in occasione del riordinamento delta porte dell'archivio privaco in pussesso dells mia famiglia, ancota tacchiuse in una busts depots insieme ad altec foto di particolari e ad altuni appunri manoscritti risalenti agli anni '14-15 del Novecento. Non Si pub escludere the l'esame di una parte dell'arthivio privato atrualmente non disponibile porn aIl'acquisizione di altri dad utili anche per quanto riguarda Ic scoperte dal Moretti compute netcorso delle importanti missioni archeologiche in Anatolia, delle quali testa memoria anthe in alcuni naccuini contenenti appunti di lavoto e nicordi personali. Su Giuseppe Moretti v. A.M. MORETTI SGUBINI, Misses Archeologico Giceseppe Moretti, San Severino Marche 1972, pp. 3-10 (cenni biografici); M. LANDOLFI, Giwseppe Moretti e gli esorc/i de//'archcologia italiana in Anatolia, in Bol/ccti/so C/C/I Associazione lasos di Caria, 8, 2002, pp. 37-39; ID., Le Marche. larcheologia c/a Tierchia, in Bo/lettino dc/l'Associazisnc lasos di Caria, 9, 2003, p. 28; A.M. MORETTI SOUBINI, Giicscppe Moretti: ps-s/i/o di an arches/ogo ncarchigiano fra Ronca e i/Pieces, in / Pieces sic//a storiogra/ia, Atti del Convegno Internazionsle dell'Actademia Marchigiano di Scienze, Lettere e Arri, Ancona 27-29 novembre 2000, cdi. iS Che sappiamo ospitavs (cfr. lettera di R. Faribeni Prot. 60 del 21-1-1911, cit. a nora ii) sarcofagi di terracotna, buccheri e altri vasi acromi. 19 Si riconoscono fra gli altri l'anfora attica a figure nere di Nikosthenes (L. AIISRGsIN;, in Castellani 2000, p. 67, n. 37), l'anfora attica in tecnita bitingue di Pamphaios (MA. Rizzo, in Castellani 2000, pp. 83-84, n. 47), la kylix attica a figure nere ton anse a bottoni del Pittore cli Phrynos (L. AnnsRooINi, in Castellani 2000, pp. 63-64, n. 33), esposte inSieme a buccheri, a vasi configursti, fra i quali spices it k-aistha;-os gianiforme a figure r055e del Gruppo Clusium (L. MICI-IETTI, in Castellani 2000, pp. 111-112, n. 70), a ceramica a vernice nera, etc. 20 Net caso cIell'espositore a destra delta foro sembra di riconosce at centro del nipiano superiore to skip/sos d'argento delta Tomba Castellani: A.M. M01LETTI SGuoiN;, in Caste/lain 2000, p. 129, n. 81.4. 21 L. MANESCHI EUTIZI, in Castellani 2000, pp. 143-144, nn. 95-96. La provenienza da Vulci sembra ipotizzabile sulla base di quanto è annotaro sull'inventario Castellani, ove si ricorcla the esse furono acquistate da "on certo Valeri, farmacista di Canino". 22 A. CASTELLANI, Del/ore/i ccria antica, Firenze 1862; ID., Sal/'incivilincento princitivo, Firenze 1864; 10., Del/c gee/see, Firenze 1870; ID., Dcl/'ore/iccrca ita/iana, Rums 1872, ccc. 23 Emblematica, ad esempio, e is sequenza dci vasi collocani in corrisponclenzs clell'angolo delta sala, tUtci di grandi dimension e costituini, procedendo dall'alto verso it basso, cia un'anfora errusco-corinzia del Gruppo ciegli Anforoni Squamati (M.A. Dc LUCIA BROLLI, in Castellani 2000, pp. 50-52, n. 21), dal celebre cranere laconico Castellani (F. BoiTANI, in Castellani 2000, pp. 56-57, n. 28) e dal cratere a colonnerce corinzio del Pittore del Louvre E 565 (MG. BFNEDETTINI LUNARDI, in Castellani 2000, pp. 41-42, n. 15). 24 Sul carro Castellani v. N. CAMERIN. La ricostriezionc dci carsO sic/la scoria dci ritrovamenci, in A. EMILIOZZI (a curs di), Carri c/a gaerra c principi etr,cschi, caralogo delta mostra (Virerbo 1997), Roma 1997, pp. 89-90, figg. 2, 5.11 carro, acceduto con gli altri materiali delta Collezione at Museo di Villa Giulia net1926, fu esposto dal 1929. In occaSione del riordinamento clell'ala sinistra del Museo, avviato e concluso nei primi anni '50 del '900 (AM. MORETTI SGUIS1NI, in Castellani 2000, p 127; A.M. MORETTI SassBIas, 11 Miesco nazionale etri/sco di Villa Giw/ia, in Venezia 2000, pp 525-527), esso fu oggenno di smonnaggio, purtroppo slmeno at momenno non meglio documennano. 25 Sd/I ninrovamenno del carro di Vulci c sulle applicjaeo con rsffigurazione di Sol/Usi/ ad esso perninenti, reimpiegane nella ricostruzione del carro Castellani v. F. BURANELLI, GIi scavi a Va/ti (1828-1854) di Luciano ed Alexanc/rine Bonaparte Princcpi di Canino, in M. NATOLi (a curs di), Luciano Bonaparte, lc sac co/lezioni c/'arte Ic eec resid.cnze a Rome. eel Lazio. in Italia (1804-1840), Roma 1995, pp. 105-112, con bibliografia precedence. 26 Per la quale fu utilizzato uno dei nrc scudi delta tombs Castellani (A.M. MORETTI SGU1SIN1, in Castellani 2000, p 129, n. 81.1); cfr. supra none S e 20. 27 A.M. MOREI SOUBINI, in Caste/lani 2000, p. 129, n. 81.7, con bibliografis precedente. 28 Esposna, con slnre, sul primo scaffale della parene di fonclo in corrispondenza del mon-

Capitols XI

nanne sinistro delta nerza neca. Su tale corredo cfr. F. JURGEIT, in Castellani 2000, pp. 144-147, n. 97, con bibliografia ptecedenne. Numerose slnre considerazioni ponrebbero scanurire clall'analisi cielle fono delle sale dello studio di ricevimenno di Augusno Castellani che si avanzeranno in sInes sede. 79 - Cfr. nons 16. Nella letters pron. 60 dell' 11 gennaio del 1911: cfr. nona 11. A . M. MORETTI SOUBINI. II Maseo nazionale cns see di Villa Gialia. in Venezia 2000, pp. 523-525. 32 L'importante inneresse delta collezione risuins nonificano dma prima volna ad Augusno in data 13 agosno 1910 (ACS, busts 337, I, foglio pron. n. 16620). Sin dal 1910 circolavano nonizie sull'innenzione di Augusno di desrinare in clono at Consune di Roma la sua Collezione, come riferisce at Minisnro Roberto Paribeni in uns lenneta pron. 408 del 13 luglio del 1910 (ACS, busts 337, I). A segduno delta morre di Augusno l'Amminisnrazione si annivb per reiterate it vincolo della Collezione che viene nonificano allerede it 5 matzo del 1914. Da tale circosnanza Stanun l'esigenza di redigere it canalogo invennariale dci manerisli dells cut snesurs Li do Roberto Paribeni incaricano Giuseppe Moretti (ACS, busts 337, II, letters pron. 745 del 14 sennembre 1914). Nelle more di tale operazione, rallennana clalle innervenune vicende belliche, maturd, abilmenne sollecinans dal Morenni che di Alfredo era netfratnempo divenato amico (cfn. in/a nots 40), la defininiva cleterminazione di Alfredo di ceclere la RatcoIns silo Snino, seppure a precise conclizioni e fanti saivi i dirinni dells sorells e coeretle, Goendalina, decisione pronnamente resa nonci dal Paribeni at Minisnro lii giugnu del 1915 (ACS, busts 337, 11, letters peon. 557 clell'll giugno 1915). It catalogs) dells collezione, indispensabile anche ai fini dell'orrnai svviata procedure per Is cessione, veniva peralnro complenano solo net1916: con esso si registrava Is presenza di 5145 oggetni, molni dci quali invero considerani a gruppi (ACS, btisna 337, III, nota peon. 305 del 15 aprile 1916). Resnavano perb esciusi ds c ] uesno conreggio, come di frequenne in quellepoto, cenninais e centinaia di frammenni di teramithe per to pufi atriche, oeiginzeiamenne donservani nella so/finns di c/iSa Castellani a Piazza di Teevi: per quesni manceisli, accetluti a Villa Giulia con gli slnri dells Collezione, sncoe oggi no)) si dispone, salvo ciecoscrirne eccezioni, di on canalogo sisnemanico. Si conseeva agli atci (ACS, busts 337, III-VI) is clocumennazione dells lungs e cornplessa nrattariva condonta con Guendalina Castellani in Fabri: douse clennaglisnamenne riporraro anclse nell'atno di donsaione - cessione del 22 gennsiu 1919, to Snano currispose silo sorella di Al/redo la sommz di £ 150.01)1), pari ad on quarto del salute snimano per linnera Collezione antics; analogs somma venne doerisposts ad Al/redo, the donava, ins'ece, it resnanne SOC/c dells raccolra insieme agli ori moclerni. Gli anti dells divisione nra gli erecli Castellani, lvi tompreso l'inveneario della Collezione, sono niporcati in allegato at nesnamenno di Augusno di recenne scquisino in copia (Archivio Sbaem, posizione Collezione Castellani, pron. 5484 dclii I m/sggio 1999). Anche dopo Is firma dell'anno cli cessione-clonazione is c1diesnione appare ripetutansente rithiansata e nel 1920 R. Panibeni, con letters pron. 411 del 6 matzo (ACS, busta 337, VII) assitura ad Al/redo che Is collezione di oreficerie eimsrrà units. Vs anthe registrars un'inizisuvs di Luigi Pigorini, fortunstamenne fahlina, ness actonnenere per le collezioni del Museo Preisnocico ccl Etnugrafico do liii clirenno it cleposito del piccolo geuppo di ori colombiani (ACS, busts 337, VII, letters pron. 99-A del 23-41920) the Atigtisno Castellani aveva acquisnono cia monsignor Barrili, gà delegano aposnohito a BogonS (AM. MOItETTI SGUBINI, in Castellani 2000, p. 169; C. CAvATRUNCI, iliide,n, pp. 205-208). La collezione enteb a Villa Giulia solo it 17 novembre del 1926 e fu acqcusits at psneimonio del Museo con i numeri di inventaeiu dal 30364 at 55399. Come previsno in ems specifics tlausola dell'anno di cessione-donazione fu rilasciano subino ciopo in remporaneo deposino ad Alfredo on nucleo di 687 oggetti in terracotta (ACS, bcna 337, XII, letters pron. 236 del 17-11-1926; busts 337, XIII, letters proc. 16 del 7-1 1927) che qciesni aveva chiesno di conseevare peesso it suo studio di Piazza di Trevi per it tempo the lo stesso nimsnevs sperno e in eSercizio. Tali nsateeiali fcinono ricinini sI resno dells coliezione net1930, oIls monte di Al/redo. Setondo it parere espresso dal Consiglio Supeniore per Ic Antichità e Belle Anti ndi'sdunanzs del 18 luglio 1917 teosmessa at Direntore del Museo Naziotisle Romano in data 11 sgono 1917 (ACS, busts 337, IV, prot. 6476). Non venne invisno a Villa Giulia Is sezione dci vetni rise, con it consenso cli Al/redo Castellani, sin dal 1918 era stats descinana at Museo Nazionale Romano (ACS, busts 337, V, letters pron. 151 del 5 giugno 1918). Alnni due nuclei di manenish Castellani non compeesi sells Cuilezione e predisamenne 24 nsonene e on gruppo di"gemme, pienre incise, scarobei, paste vitree", Sc) peoposna del Panibeni ftirono net1921 e net1926 acc]cusini dsllo Scam e confiturono neile eaccoire del Museo Nazionale Romano (ACS, busts 337, VIII, letteed peon. 7 del 3-1-1921; 585 del 17-3-1921; 951 del 2-5-1921. etc.; busts 337, XII, lennere peon. 1433 del 1-7-1926; 1866 del 22-8-1926, ecc.). 59 It peogenno clell'orcls. Pennignani rielaboeb qoeHo precedennensenre nsesso a punto do Pietro Gciicli net1913, di concezione perolnro ben pili ompis: v. F. DELIeNO, II Misses di C/i//a Giulia: ia/a storia di oltrc cent'anni, in Villa Giulia 2000, pp 44 - 52; A.M. MOREeTI SouBiNi, II Mnsco nazionale etri/oco di Villa GAs/ia. in Venezia 2000, p. 525.

La Collezione Augiosto Castellani: dallo studio di ricevimento" a/Ic Sale dell'Emicic/o e dci Sette Colli - Anna Maria Moretti Sgubini

40 La costruzione era stara avviaca sin dal 1921, e i lavori, net corso dei quali vennero rinvenoci anche i resti di on colombarso romano e dell'acquedotco Vergine, si conciosero net 1923. La lentezza delle successive operaziOni finalizzate agli allestimenti espositivi (tealizzati sempre su progerro dell'arch. Pecrignani approvato sin dal giugno 1925: ACS, busta 337, XI) e all'apertura ci pubblico delle nuove sale desrinare ad accogliere la Collezione (ACS, busts 337, XIII) provocarono net tempo ripetuti interventi di Alfredo Castellani (ACS, busts 337, VIII, lettere del 23-2-1921, dell'l 1-5-1921; del 10-121921, ccc.) the avrebbe, Ira l'alrro, desiderato essere interpellato per la sistensazione degli on (ACS, busts 337, XIV, lettere del 19-5-1928, del 27-6-1928, del 9-7-1928, eec.). Deil'amarezza di Alfredo per it prorrarsi di tale situazione è traccia anche in una letteta autografa del 30 ottobre 1927 conservaca neli'archivio privato di Giuseppe Moretti, col quale egli as'eva mantenorn cordiali rapporri di amicizia (A.M. MOREFI1 S0uBINI, Ginsep/se Al oretti: profilo di an arc/co/ago marc/sigicinofrsi Roma e C Picoso, art. cit. a nota 17). 41 E. SsEiANi, 11 Alamo Naziosuole di Villa Gut/a in Roma, Roma 1934, pp. 18-19, fig_ a pp. 51, 53, 54. 42 La sezione numismatics era costituita cia 492 denari repubblicani cl'argento. Circa la provenienza di qoeste monere, ci soccorre ursa nocizia riporraca in una relazione inedica di Giuseppe Moretti, conservata nell'Archivio del Museo di Villa Giulia ove, fra l'altro, a proposito degli avvicendamensti nbc net tempo si registrar000 nella composizione della raccolta, clopo on breve cenno alla clonacione fatta da Augusro ai Musei Capirolini viene annocato che "Ic 492 monete consolari dell'sttuale collezione fLir000 scelte in on tesoretro di 4500, provenidote cia Terracina, cisc venclutogli dal csrclinsle Antonelli a peso cl'argento, fu donato cia loi at Moseo Varicano (Archivio Storico Sbaem, fascicolo "Coliezioni private. 2. Colleziosse Castellani", cart. Pracica generate, pos. A, Atni offitiali immissione, seoza prorocollo e senza data). Tale gruppo di monece (invencariato ai no. dal 52625 at 53116) fu negli anni Cinc1 oants deposiraro presso it Medagliere del Moseo Nazionaic Romano, secondo on tritenio oggi fontrsnstamente non pits in uso, ma sll'epoca pontroppo adorraro anche netcaso di unitari contesci di scavo. Diversa sorce ebbero i "proclotci di arte barbarica" che, richiesri da Bianca Maria Fcllerti Maj per it Ivlosco clell'Alromeclioevo, furono negaci clalla Soprincenclenzs (Archivio Storico Sbaem, fascicolo "Collezioni private. 2. Collezione Castellani", cart. Pratica generate, pos. A, Arri ufficiali immissione, lettere prot. 3525 del 1811011960 e del 17/11/1960). 43 Cfr.snpra e note 24-25. 44 Brevi ceani sui criceri ails base dell'ordinamento e sulle scelce cspositive operate ci sono noti anche sttraverso una lunga relazione di Giuseppe Cultrera del 15 ortobre 1927 (ACS, hosts 337, XIII, pror. 203), ove Ira l'altro si sotrolinea come l'esposizione abbia trovato limiri nella mancars disponibilità del gruppo clei materials sli'epoca isncora in deposito presso Alfredo Castellani (cfr. nots 37). Scrive infarri it Cultrera che "son venuti a mancare quasi rutri i vasi di bucchero e on notevole numero di vasi cli argilla, mencte Ic sale clestinate at vaseliame erano PtePstate per contenerio totto... A quesro grave inconvenience ho dovuto ovviare e per ciii ho pensaro di fare una larpa esposizione di frammenri, grossi e minLiti.. 45 Mora sensibilmence trs Is seconda meta negli anni '30 e is meta degli anN '40 l'estensione degli spaN esposicivi del Musco e, con coos, anche is sequenza numerics delle sale. La collezione Castellani, divenuca dal 1938 concigua sills sezione di Void, Del 1948 risulta collocate nelle sale nra contrassegnate con I nn. XIX-XXII. Nella descrizione del percorso museaie propostss chills guida del Museo del 1948 si colgono, almeno in parte, moclifiche apportate sills sezione delle ceramiche, ora pits puntualmente distribuite: E. S'rEszNI, IlAlineo Nazionale cli Villa Giulia, Roma 1948, pp. 17, 22-23, figg. a PP 65-68. 46 R. Vrcusi, F. MINISSt, II macso Alaseo di Villa Gin/ic,, Roma 1955. 47 R. BoicroccsNf, A. DE Auos'nsso, ill,,ses di Villa Gin/ia. Ant/quariam e Col/ezione (lei Vasi Castellani, Milano 1961, l'P 23-75. 48 A.M. MORETT; SG[IBJN'I, Villa GAs/ia 0//re il 2000: il progetto del grancle Polo A'Iicieale P/russo di Roma, in Villa Giulia 2000, PP 61-77. 49 M. MtRcTTI, II Al inca cli Villa Gin/ia, Roma 1973. 50 La mostra, curses da G. Scichilone e aliesrira so progecro di F. Minissi, si svolse dal 4 sill' 11 apnile del 1967. Oggi riots dalla clocumenrszione focografica conservara nell'archivio del Moseo di Villa Giulia, era corredssta da on ciepliant iliustrativo, utile a chisrire I criceri delle sceice operate, tese "a rispecchiare Is fisionomia ciell'inrero cornplesso". Venivano cissi proposti accanto s msterisli di sicura aurenticicis, cliscribturi cronologicamenre e tipologicamente... alcuni oggetri nompositi, otcenuti dall'inserimenro di elensenci antichi in gioielli moderni, ed sltri -opera dello scesso Augosto

Castellani 2000 MoneYnr ScsciosNs 2000

A.M. MOidETTI SGUBINI (a curs di), La Cal/es/one Augusto Ceiaellani, Roma 2000. A.M. MoRerTi Suosissi, / Castellani e la loss co//iNane, in CASTELLANI 2000, pp. 9-21.

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Castellani- ispirari, pits o meno da vicino, a prototipi anrichi". Integrava tali macenail i'espooizione "in larga scelca" di "molci degli scarsbei dells raccolra, slcuni tra I qusli rappresenrsno it msssimo livello qualicativo delta giiccica antics". 51 Si conserva agli acci di srchivio del Museo di Villa Giulia (Archivio Storico Sbaem, fascicolo "Collezioni private. 2. Collezione Castellani", cart. Prarics generate, pos. A, Arti ufficiali immissionc) una lungs letters che Giannina Fabni Speranza inviavs it 21 novembre 1969 shallots clirecrore generate Bruno Molajssii. In esss is nipoce di Augusro, allora orcanceone, esprinseva "ii vivo desiclerio the, aell'anno 1970, qualora non fosse scaro ancors possibile dare is suspicara e sempre stress definiciva sisremazione she collezioni degli ori Castellani, venga inrsnrts -anslogamence a quanro fu farro nell'anno 1967- ailescira a Roma, netmusco di Villa Giulia ursa sccursrs mosrra selerriva dehle coilezioni di oreficeria antics e nsoderaa". Villa Ponistowski encri peraltro nehls dlisponibilira delis Soprinrenclenza per i Beni archeologici per l'Errunis Metidionsle solo Del dicembre del 198$: acrualmente sono in fase conclusiva i resrauri conservativi. G. BOROENACI-5E BATFAGLIA, G. BARTOLONI, Reitit,izione del correclo ale/la toni/se, Castellani, in Roma 1975, pp. 77-82; G. BORDeNACssc BArrAd;L5A, Bronz/ Castellani recerstementa ,'escaurati, ibialeo,, pp. 83-91; G. BORDENACEiE BATTAULiA, La col/ezione Castellani di orefecerie, ibiclem, pp. 271-275. Presenrare con sssluzioni esposicive di psrtidolare effects realizzate ads prisgetco di Francis Minissi. Cfr. G. BoicncNAcl-Js; BATTAd;LIA, La Collezione Castellani di oreficeria, - - in Al usei a Gallen acl Italia 58, 1976, pp. 36-38. Cfr. noca 53. Vennero in tale circostanza riuniri a quelli donservari a Villa Giulia, i maceriali pervenuci si Musei Capirolini, mentre solo in riprcsduziosne focografica fritono rapprcscntsn gil oggerri confloiti neile raccolce del British Museum. Sul corrcdss dells Tombs Castellani cfr. nora 8. A cominciare dal soo immechisto, soccessivo insenirnentu sells nsssstra pochi mesi dopo ciedicara sue cescimonsanze dells colcurs iszisle (F. CANt:IANi, Tsoihcz Castellani, in Civ//tei del Lazio Prim/tAo, caralogo delta moscra (Roma 1976), Roma 1976, pp. 218-221). Sempre nells scessa occasione Its ricomposco it tornado delta tombs scavara nella necropoli dells Colombella net1863: cfr. sn/ira e aoca 2$. G. BORDENACH5 BA'flAGLiA, Os'eficenie Castellani. Una malta eli gisie/li asitidlsi fino all'epoca el/en/st/ca, in G. PicoieTzr, (a curs di), /1 Amoco Nasziooas/a Etrusco di Villa Guiha, pp. 317-348; EAts, Gioie//i Castellani nei Aluoao Capitol/ni, in Bu//ett/sio dci AIuoei Comunali di Roma, XXXII, 1985, pp. 65-78; G. BORDENACHE BArrAGL5A, M.G. GAJ0, G. MONSEGRATE, in Diziosoan/o Biografico dagli Italiaso XXI, 1978, pp. 5906(15, s.v. Castellani; G. COLONNA, Di Augusta Castellani a del sossddetto cailice a cariatiali /srenestisoo, in H. BLANcK, S. STEiNGRABER (a curs di), Miscellanea arc/ses/sgica Tobias Dohrn cleelicata, Roma 1982, pp. 33-44; G.C. MUNN, Castellani and Giu/iasoo. Revivalist Jewellers of the Nineteenth Century, London 1984; A. SOMMELJ.A Msnt,s (a curs di), L'ultimo oenatore di llama e Ia oreficenia Castellani, cacalogo delis rnsssrrs, Roma 1987; I. CARUSO, Collezoosse Castellani. Leone//eerie, Roma 1988, end. 59 Mssdifiche del percorso museahe reahizzaco negii snni '60 avevano persitro interessscss l'esposizissne dci vasi Castellani sin dslla prima mccl dlcgli anni '8)), irs odcsssione dells reahizzazione di tre successive mostre allesnire Del bracciss mensdissnale cieil'Emicido: cfr. A.M. SGEJBINI Mosse yci, Massimo Pa/lottino a /1 Miasea di Villa, Giulia, in G. BAicrocoNi, La sseci'opo/i area/the di Veio. Gionsiasta di studio in memorial di AIassisao Pail/attics, Roma 1997, p. 17. 60 A.M. M0ReTT5 SouBsNs, Villa Gin/ia oltra it 2000: /1 progeeto del grainda Polo Alusaale Etrusco di Roma, in Villa Gin/ia 2000, pp. 61-77. 61 Netgiugno del 1997 soon state sperne at pubblico Ic sncichitl di Pyrgi allesrire ndis spacions sala di Vencrc, l'snno scsccessivo ic importanti tcatimoniscsze dci centni del rernicorisi falisco-capenate (MA. Ds LUCIA BROLLi, C. CAici_ucd:i. La antic/site? aiai Balisci al Al useo di Villa Gin//a, Roma 1998. 62 Dedicate rispettivansente ahi'epigrsfia etrusca, ails snonis delMusess c ssi complesso srchitettonico dsndiuecentesdo. 63 A. M. MORETTI SOUBiNi (a cons di), 11 Al/dies Naziossa/e Ets'usco di Villa Gi,ilia, Roma 1999. 64 Castellani 2000. 65 Incegrsra anche cia unsi spszio inrrodottivss dechicaro ails stssnis cicila Famiglia e ali'atciviti dells borrega Castellani, dIr. nora 10. 66 Solo svviars I stars tale operazione per qoanto nigusrda l'ingenre gruppo des frammenri pcnalrro considerari rahors in stodi spccialisrici: dr. nocs 15.

Roma 1975

ABBREVIAZIONI



Venezia 2000 Villa G/ul/a 200))

Nuoee scoperte e dscqu/s/z/on/ nel/'Etrunoas Al er/al/acute, caralogo dells mostra (Roma 1975), Roma 1975. M. TORELLI (a cons di), Gli Etruochi, carsiogo dells mostra (Venezia 2000), Milano 2000. A.M. MOREnTi SGUI51NJ, (a curs di), Villa Gui/ia elalle migsso al 2000, Roma 2000.

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Fig. 13-6. Lettera scritta da Augusto Castellani al commendatore FShring di Amburgo in data 5 dicembre 1885 contenente sei schizzi di fibule tra Ic quali una "a rarga" con motto ROMAMOR. ASR, Castellani, Copia/etcere dal I maize 1885 a1 lOfeblsraio 1889, mg. 25, c.95.

co di un trentennio, che documentano un'interessante serie di disegni con la relativa descnizione. Nella prima, indirizzata al commendatore Fohring di Amburgo ii 5 dicembre 1885, sono presenti ben sei schizzi di cui uno contenente ii motto ROMAMOR che si dice inse-

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Fig. 13-7. SpiUa con scarabeo etrusco. Manifattura Castellani. Oro, agata. In questa spilia, differentemente da qucila descritta da Augusto nella lettema al commendatome Foisting, lo scarabeo è antico. Catalogs ci. 45.

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Fig. 13-8. Lettera scritta da Augusto a Henry Schulfort a Marburgo in data 8 aprile 1889 con tre schizzi di bracciali contenenti i motti: FORMA PROBITAS FIDES PIJDICITIA; NON RELINQUAM; FIDES SPES AMOR. ASR, Castellani, Copialettere dal 20 febbraio 1889 a122 luglio 1893, reg. 26, c.16.

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Fig. 13-9. Lettera scritta da Augusto a Maurizio Linder a Firenze in data 23 giugno 1890, contenente quattro disegni di fibule con motti. ASR, Castellani, Copialettere dal 20 febbraio 1889 al 22 luglio 1893, reg. 26, c. 185.

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Fig. 13-10. Lettera seneca da Augusto ad A. Lasenby Liberty a Londra in data 21 matzo 1903. Vie disegnata una spilla recante ii motto - ZOO (sic) (Luce Anima). ASR, Castellani, Copialet.tere dal 20 rnarzo 1901 al 25 novembre 1913, reg. 28, c. 131

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Fig. 13-11. Pendente cruciforme con decorazione a micromosaico e motto 4)Q - ZQH evidenziato da fib d'oro. Oro, smalto. New England. Collezione privata. Catalogo n. 9.

I motti sm gioielli Castellani dai clocumenti del/A rc/sivio di Stato di Roma - Maria Grazia Branchetti



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Fig. 13-12. Lettera scritta da Augusro Castellani aJ.C. Parrish residente a New York, in data 22 novembre 1902. ASR, Castellani, Copia/ettere da/ 20 marzo 1901 at 25 novembre 1913, reg. 28, c. 113.

Fig. 13-13. Lettera scritta da Augusto Castellani al conte di Laborde residente nel Gets in Francia in data 2 dicembre 1902 . Vi 9 clisegnato un anein ornato con monogramma di Cristo del tipo a croce latina. ASR, Cast6llani. Copia/ettere dal 20 marzo 1901 a/25 novembre 1913, mg. 28, c. 115.

rito su targa in oro e mosaico turchino (fig. 13-6)". La seconda (fig. 1 3-8), rivolta al commendatore Henry Schulfort a Marburgo 18 aprile 1889, mostra tre braccialetti ornati dalle seguenti iscrizioni: sul primo FORMA PROBITAS FIDES PUDICITIA; sul secondo NON RELINQUAM; sul terzo FIDES SPES AMOR12. La terza del 23 giugno 1890 (fig. 13-9) scritta al Signor Maurizio Linder residente in Firenze, presenta quattro fibule una a targa con ROMAMOR; tre circolari con IO2 MOl, NON PER ORA, AMO ROMA sviluppato su due linee'5. La quarta, datata 21 matzo 1903 (fig. 13-10), mostra una croce greca, inscritta in un rombo, sui bracci delta quale si intersecano i vocaboli cTO - ZOH (sic), ossia luce ed anima. La lettera è indirizzata ad Artur Lasenby Liberty a Londra l'imprenditore che diede vita, con i suoi prodotti di arte decorativa, allo stile artistico noto appunto come Liberty-, e contiene anche una spiegazione del motto inserito sul gioiello4. L'accuratezza con cui Augusto scrive al clienti, fornendo loro spiegazioni sul valore simbolico dell'oggetto e del motto che ad esso si accompagna, rivela certamente l'interesse dell'imprenditore ma anche la passione dell'uomo di cultura. A questo riguardo si ricordano ancora altre due lettere datate, rispettivamente, 28 aprile 1890 e 22 novembre 1902. Nella prima" indirizzata al Linder già ricordato (vedi nota 13), ii motto preso in considerazione è it NON RELINQUAM NON RELINQUES che Augusto traduce (non lasciarmi non ti lascerô), spiegando che con esso si allude sia al

braccialetto che alla persona. Nella seconda'° indirizzata a Signor J.C. Parrish a New York, si parla del significato del simboli cristiani quali il monogramma di Cristo, Ic lettere A e Q, it binomio 4)Q1 e ZOH. Dal tono, oltre che dal contenuti, di queste ultime lettere di primo Novecento si coglie it senso di quel profondo attaccamento alla tradizione che segnerà la fine della fortuna del gioielli Castellani. Un sentimento che si ritrova in una breve lettera del 1911, indirizzata at Signor Ed.W. Elam in Inghilterra in cui Augusto, oltre a riassumere i passaggi fondamentali delta storia dell'azienda, fornisce un'altra notizia utile per l'indagine storica moderna dichiarando di posseclere tutti i disegni del gioielli proclotti nettempo dalla sua famiglia: Tomato qui in Roma dopo tin mese di assenza ho ricevuto Ic due sue lettere e la cromolitografia illustrata di alcuni fra gli oggetti esposti a Londra nel 1862 da mio padre Fortunato Pio Castellani fondatore e proprietario dell'officina nostra, diretta per suo volere fino dal 185 0 da me e dal mio fratello Alessandro, detenuto politico fin dal 185 0 ed esiliato da Roma nel 1860. Nel gennaio 1865, morto il mio padre, l'esecutore testamentario Duca Michelangelo Caetani impose a me di assumere col mio nome l'eredità artistica riaprendo in via Poli num. 88 l'officina che quindi neZ 1867 io trasferiva neZ palazzo di mia propriet2 in piazza Trevi num. 86. Da cth comprenderà facilmente aver io tutti i modelli e disegni dci nostri lavori d'oreficeria e perciô Ic mendo a sua disposizione la sua cromolitogmafia e ringmaziandola pel ricordo che di me serba, mi crecla (segue firma)' .

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Capitols XIII

MOTTI NEGLI ARCHIVI CASTELLANI Si riporrano le principali espressioni ricavate dai documenti cleli'ASR, riferibili alie categorie degli affetti delia fede, della morale, optando per i'inserimento in una sola categoria di quei motti die esprimono contenuti vaiidi in piii ambiti. iVlotti d'amore e di amicizia AD UNA AMA



MULTIS ANNIS MULTOS ANNOS NODUS HERCULEUS

AMICIZIA AMICIZIA AURO MELIOR AMOR CHE A NULCAMATO (Dante, Inferno, canto V, v.10) AMO TE AMA ME, utilizzato anche in forme abbreviate CARIO1t AURO MIHI CAVE NE NEGES

NON RELINQUAM NON RELINQUES, utilizzato anche in forma abbreviata



PRODEAS NOVA NUPTA, utilizzato anche in forma abbreviata (Catul-



lo, Carme 1, v.95) UBI AMOR Tat ANIMA, utilizzato anche in forma abbreviata

Di MIO AMOR PILT OLTRE CHE LE (Dante Paradiso VIII v.57) DULCISSIME RERUM (Orazio, Satira IX,4)



DuLcis VITA EGO TUA HIMEN ADES, utilizzaro anche neile forme IMEN e HIMAENAEE

(Catullo, Carme 1, v.4) MEA VOLUPTAS UNICA AVIS RARA





Ubi Gaius Ibi Gaia, utiiizzaro anche nelle forme abbreviate comprendenti uno o entrambi i nomi UTERE FELICITER

O>-MO1 OIJ YXH EPQ XAIPE A questa prima categoria appartengono anche tutte le espressioni di buon augurio, dal semplice VALE; ai pill articolati BENE VERTAT; VALEAS DORMIAS ; SIT ITER LAETUM REDITUS LAETIOR;

ZVlotti di contenuto re/i gioso

VITA SPES Lux MEA A-O ixei (acrosrico di Iehsus Christos Theou Uios Sorer)

Zvlotti di contenuto filosofico-morale ABIT DIES (Catuilo, Carme 1, v. 119) CONCORDIA DUM SPIRO SPERO CONCORDIA DTJLCIS VITA LATET ANGUIS IN HERBA (Virgilio Egloghe, 93)) FEDE, SPERANZA, CARITA, PUDICJTA, FORMA, PROBITAS, VIGILANTIA To TRIUMPHE To VO GRIDANDO PACE (Petrarca, Canzoniere, Canzone all'Italia,

NIKA NON PER ORA VITA LUDUS EX SCENA EST BANTA Accanto a quesri Si ricorda la serie dci motti dedicari a Roma dal tradizionale ROMA CAPUT MUNDI, all' AMO ROMA, scritto sia con i due

vocaboli separari che uniri a formare una sola parola leggibile da ambo Ic patti, fino ali'essenziale ROMA.

verso finale)

NOTE 1 La qualicl dell'apporco forniro da Michelangelo Caetani alI'arte orafa dci Castellani è cosi cramandata cia on contemporaneo, Luigi Delacre (1?icordi di Rome, Tip. Della Gazzetta d'Icalia, 1870, p. 126), amico sincero dello stesso Caecani : "Ii duca di Sermonera e anche orefice. Egli I scaco per parecchi anni l'ispiratore del bigiocciere (Sic) Pin Castellani. Fu lui rOe to spinse a imicare I gioielli greci ed ecruschi....loro due fecero una rivoluzione nella colette femminile e crearono a Roma on nuovo ramo di induscria che mecte in circolazione due o tre milioni all'anno." 2 La numerazione del regiscri e quella corrispondence all'Invenracio Perugini dell'archivio Castellani conservaco presso l'Acchivio di Scato di Rome. Si veda Appendice di quesco cacalogo di D. Sinisi.

3 Per una cronologia riguardance in prima apparizione dci motti si segnala anche l'imporcanza del regiscro numero 86, relacivo all'anno 1850. In esso Si trovano ciati che confermano sin l'infiuenza esercicaca sull'ideazione di quesca cipologia di giolelli dcll'orelIceria ancica sia la presenza, già a quesca data, del vocabolo AEI (numeri d'ordine 660, 662, 826) uno del plO ricorrenci nettempo. In quesco invcncario it numero d'ordine 71 contrassegna one " scattolee con motti ore anteche". La "spilla AEI" at numero 826 1 menzionaca come spilla Salve cioi AEI. Nei crc volumi precedenci, risalenni agli anni 1833-1846 e recanci l'incescazione "Descrizione c/egli ogletti in caere eel negoc/a di oreficeria al Corso 11,174 del Sig. EP. Castellani" (numeri 82, 83, 84) 1 menzionato qualche esemplare di gioiello con leccere ma in modo generico. Negli invencari successivi it nome del ticolare dell'azienda alla cul direzione, dal 1850, Fortunaco Pin lascib ii figlio Augosto, non è plO ricordaco.

I motti ciii gioie/Ii Ciesteilcini dai dociimenti del/A rchivio di Stats di Roma - Maria Grazia Brancherti

ASR. Castellani, Invenrario del negozio, registro 87, 1852-1853. Quesco registro riporta sulla costa esterna la data 1854 mentre all'interno tratta la materia riguardancc it periodo 1852-1853. I motti o, comuocpse, le voci idenrificabili come morn, in esso presenti oltre i crc iniziali AEI-XAIPE-AC sono riportati di seguito in orcllne alfabetico e sotto l'anno di riferimento. Ii nurriero cisc segue 0gm motto è ciuello the ne indica la prima presenza nell'i riven ratio: 1852 AMA ME, 1003 - AMICITIA, 1459 - AMICITIA AURO MELIOR, 1060— AMO TO, 1289- AMO TO AMA ME,1314 - CARIOR AURO MIHI, 1137 anche nella versinne AURO MIHI CARIOR, 1138 -CAVE GORGONEM,1049 CAVE MEDUSAM, 1048- CONCORDIA, 1054- CONCORDIA DULCIS VITA, 1039- DULCIS VITA, 1001 - DULCISSIME RERUM, 1332 - EGO TUA, 1037 - QL-MOi, 1208 - LUX MEA,1038 - MEA VOLUPTAS UNICA, 1316 - MEMENTO, 1321 - MULTOS ANNOS, 1265 IJANlA, 1151 - PAX TIBI, 1111 - ROMA, 1009 (anche nella rcascrizione in lenrere separate da punri R.O.M.A 1100, modo utilizzato per braccialetti) ROMA CAPUT MUNDI, 1043 - SALVE, 109 - SALVE MEA VITA, 1315 - SALVETO, 1047 - SPES MEA, 1169- SPES MEA SALVE, 1040- UBI AMOR, 1110- UBI AMOR IBI ANIMA, 1150 - UTERE FELICITER, 1058 - UTERE FELIX, 1147 VALETE, 1247 - VIA APPIA, 1300- V1GILANTIA, 1426- VIPERA, 1016 (forse alitisivo at motto LATET ANGUIS IN HERBA registrato sotto l'anao 1853) - VITA, 1000 - VITA E MORTE, 1257 - VITAE SPES, 1027. Nell' elenco e menzionata anche una piccola sane di monili' con lettere" cos! identificati: Civerra e lerrere, 1209 - maschera scenica e lettere, 1061 - scarabei e lerrere, 1139 ed on tipo di anelks detto Fate S/canaan e Caned, 501 1853 ABIT DIES, 1056 - AD UNA, 1081 - AMOR CHE A NULL'AMATO, 1092 CASTOR ,153 -DID VI DIA PACE, 1108 - DORMIAS SINE CURA, 1042 - DUM SPIRO SPERO, 1041)- FEDE. SPERANZA.CARITA, 1032- HIMEN, 1082 anche nella forma Himenaee, 1084-ID TRIUMPHE, 1093-10 VO GRIDANDO, 1113 - LATET ANGUIS, 1095 forma abbreviara di LATET ANGUIS IN HERBA - VITA LUDUS OX SCENA EST, 5 - MULTIS ANNIS, 39 - NODUS HERCULEUS, 1117 - RELINQUAM, abbreviazione di NON RELINQUES NON RELINQUAM, 1005 - PRODEAS NOVA NUPTA, 1225 - PUDICIZIA, 1236 - VENUS, 1083 - VIS MEA, 28. Vanianri di motti pta in 050: CARIOR AURO MIHI, 86 - VIVAS MULTOS ANNOS, 1222. Un alto ntimens di gioielli Castellani orriati cIa motti e conservans, in ambiro comano, presso it Mtiseo Nazionale Etrosco di Villa Giulia. Si vedano, al riguardo, Ida Caruso "Le oreficerie ottocentesche", in La csllezis;se Augusta Castellani, a c. Anna Maria Moretti Sgubini, Roma, L'Erma di Brecschneider, 2000, pp. 209-232 e Rosanna Barbiellini Amidei, " I gioielli a micromosaico", in ibid., pp.233-238. Nell'inc'enrario clegli anni 1854-1855, registro 88, sono trascritti, per l'anno 1854: AMOR Mb, 171 - AMOROMA, 1145 - AVE LUX MEA, 108 - HYMEN ADES O HYMENEAE (variance di motto già registrato), 58 - NON PER ORA, 21 - JO VO' GRIDANDO PACE, 48 (variance motto già registrato) FIDES, 50 - DECUS, 51 - UBI CAJUS IBI CAJA, 202- CAJUS CAJA, 231 - CAIA, 1147 - DI MIO AMOR PIU OLTRE CHE LE (cletta Fibula Dante), 203 - VALEAS DORMIAS, 145. Per it 1855: AVIS RARA, 1055 - PSICHE, 253 (Si s'eda anche Ia nssta ii. 4). Inoltre in esso compainno gioielli con iscrizioni non identificate come: fibula scudo spartano lettere greche, 100; anello con istrizione russa, 999. Nell' invencarin del negozio dal 1 luglio 1,956 at 1 ltiglio 1858, rep. 89, S000 menzionari, peril 1856: SI, 785 - TALASSIO, 23- fibula genere XIII secolo letterer frontIe dettts Danrcsca, 85. Peril 1857: LEX REX, 61 - LUX MEA, CUR, SIC 418 (hottom per maniche) - NIKA, 66 - XI' (intrecdiati, m000gramrna cristiano), 68 bIXO,107 e, tra ph oggetti aggiunti clopo it bilancin, ZQE, 178. Per it 1858: PAPA, 127 - IN PACE NP 123 - DID SIA CON VOI, 21()- Infine, tra p11 oggetti aggitinni dopo it bilancio del 1858: HAGIA SOPHIA, 941 - IN PACE (insienle a monogramma XP) - HEUI, 742. Nei regiStri numeri 90-94, riguardanti gli anni 1858-1865, Si conferma sostanzialmente it vocaKslario pià elaboraro. Motto ricorrenti, soprarrutns netperiodo plO maturo, macso it monogramma di Cristo e l'acroscims IXOfX. NelI'inventario clegli anni 1862-1864, numero 93, compare it motto REX LOX crascrirto nclla forma REXBJ, 155. Tra i monO nuovi Si annoverano, netregiscro 93: ADESTE (1863, fihu-

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le), 83 - BONE VERTAT (1863, fibule), 75 - CAVE NE NEGES (1862, fibule), 188 - ITINTIN (1863, armille),4) - ETFE (1863-64, fibula), 344. Netregisrro 94 SIT ITER (1864, fibule), 76 the è ahbreviazione di SIT ITER LAETUM REDITUS LAETIOR. 8 I primi dinqtie (numeri 19-23) conservano lercere non firm/ire clegli anni 1830-1850, ma con una lacuna per it periodo 1839-1842; ii sesto (numero 24), contiene lettere di Augusro a di suo frarello Alessandro relative at periodo 1865-1868. 9 I copia lectere contenenci schizzi si pceSentano in uno stato di cnnsers 'azione precario: it supporro carraceo, cosricuico da carra velina, risulta compromesso dalla composizione acids tlell'inchiostro. It regiStro n. 27, in ccii soon raccolte Ic lettere datate 29 luglin 1893-12 matzo 1901, è it pG danneggiato delta serie. 10 ASR, Castellani, Copialettei'c dal I mains 1885 at 10 febhnnsis 1889, rag. 25, c. 95, 5 dicembre 1885: Egcegio signor Commendatsrc (Föhring), In i'isconti's c/el/cu J/i'egiatcu sun del 2 corrcnte Ic cscc/uudo i c/isegnini the el/a desic/cra cal pi'czzs .ncgnunto so/to. La gi'anctezza non i identica: to sccci'abes e in am: cc sic asns con /a scarabes antics ma sons pilu gmaoc/i c cd/ails lire 300= cii rigucsrda it 572. 1/506 ha /o scai'abeo c/i/sic/na non c/n/ira. Cads aver/c toni c/a/s Ic spiegazioni necessanic. In quanta ai /,raccia/ctti ye Sc 501W bianchi c cc i/c santo tori//ni: qua/i deoic/eral Mu//c sn/n/u dal sls/cei'nsnes/tc suo (firma).

Sotto o accanro ad ogni disegno SOflO indicati il prezzo e it mateniale con cui è realizzato I'nggetto. 11 ASR, Castel/csni, Copin/eteere dal 20 fe/bra/s 1889 a/ 22 /ag/io 1893. rep. 26, c. 16, 8 aprile 1889. A causa del cactivo srato di donservazione II doctinsento 1 scarsamente leggibile. 12 ASR, Castellani. Copicslcttcre c/at 20fcbhrnis 1889 ust 22 hug/ia 1893. rep. 26, c. 185, 23 giugno 1890: Cars Signor Lindei: In c/scsi/ti's a//a gcn/i/icnimu sua c/cl [.. 11 csmrcntc tc segno qui satin quntti'o fi/iu/c c/c ho pci/sate iii iuiusaics del mcc/cninio co/sic dc//a co//ann - bi'aoo'iatetto c/c ebbenel mccc di Apr//c. Vi ho soi'cl a ciascunn mni'cccts i/piazza in lire ins itre e opens c/c annul i/i/ic/eu di cii c/sc sono c c/c Ici gentile ma signs/a. c/c iii ci'isca. //s/rcl ti'srai'ri qacl c/sc c/caidei'a. Net ningraziarla del rccoido c/c di ate set/a coin spin os.icrvanza sat dichiuurs sue (firma). 13 ASR, Castellani, CopLi/cttcre dal 20 nuarzo 1901 at 25 norembre 1913. rep. 28, c. 134, 21 matzo 1903: Egi'c,qio Signor A. Lnocnhy Li/city Londrcu. Le invio an pacco psi/a/c nssicui'aeo per tire itahicunc 160 (ccntoses.ic/ntn) csi/tei/en/c Icc crone/ta ni/luau//co cgualc a quiet/a, da lei presa due setcin//an/efa. Cn'cc/s cool c/icr adcmpiuto Ict nua c/omc/nda c/n/an/i coin la i/ia lettean del 16 conn'cnte nzcsn/do qiui sotto /n spiegcizionc c/c//c pa/s/c gi'ec/c. Mi creda (firma). Le

parole greche e la Into traduaione in italiaoo chiuclono la lettera. 14 ASR, Castellani, Copinlettciz c/at 20fehhraio 1889 al 10 feb/mis 1893. rep. 26, c. 150, 28 aptile 1890: Egrcgio Signor Linctcr, Ho nicevuuto In gentile ouuc/ c/ct 24 csi'rei//e insieme atl'cis.negno bc/i/curio .... per hit seice/uto a sc//c/s dci brcnccia/c/tu. La scm/ta c/c ota an queoti 1 '\OI9 RELINO UAM NON EEL/N QUES c/si Non Inscinnnai i/cm ii /aoccis) n//udcnds al braccia/etto a a//a pci:isi/a. Nc//u /uoinga pinto rivec/cr/a in Poona cony osocrccnza since/'a ni/i dial sus (firma). -

1) ASR, Castellani, Ccspialettere dal 20 marco 1901 at 25 novenibre 1913, reg.28 c. 113, 22 novembre 1902: Egrcgio Signore (Pui'i'is/). Nc//cs nacc/cugtin inn n//I/sc/ins ti'OVcisi il //eel a/nt/co ///On/sgn'ai//n/ici crcnticnnio (9 tiesta frase I esemplificoota con il disegno delta lettera greta P tagliaca trasversalmente per forniare una crocc) con A - U ciol Cristo /sn'i ncipis c/u/c c/i ogni con= niel i'svcscio vii Inc/c//cu 1900 MCIiI cc/il//i/s s/si/ogi'c/mo/a (segucsno Ic due C intrecdiate). Nc/ta fibaln ssiusaico sons i nsa/i vlIST = Lace = ZfSH = Anima = ciol In Croce unuoun e lace c/'sgnn c/au . Pars/i coal l/i'er rio//os/s a//ui lila do///ai/da c spemando vectei'Ici presto nuusvcuoicntc in Ronuc siii n'aoscgn/o (firma). L'argomento è ripreso, ma con l'agpiunca di altri derragli, in cina letters del 2 dicembre successivo indirizzara at dOncc Di Laborde in Francia the si tn/va nelln stessn repistnis 26 allot c.1 15: Egn'cgio Signore Con/c, Ho i'icevi/to il iac/ndato di 0.25 nh//cs/oil c In /si'egia/n del 28 dccorso nave//Ale. Mi duo/c c/u/c c/c I'ansct/o cot nnsnsgi'am/nc/ csstantii/iano en ncndo ti's/n/so consanefa da we nb/ni/c/si/a/a con/ti's I/i/ cu//no naoc/cl/o /sth u/n/tics (a quesro pcincn è on clisegno di

anello con ni000gramma formatcn delta lettera greta P rapliara trasversalmente per formare una croce) ciol Cristo sue//cu c/ace. tion a/a i/c//I cd/cu/a//i/se. One Ella yogtici qe/esto iuodc/to, c/c costa/n: 30. vsrrc'i duniaenie In minamn per i/c/its c ni/i nffi'ctteisi c/ s/nec/in/s. Con In n/icnssnn/a 05.icrvai/ze/ n//i c/ins n//a (firma). 16 ASR, Castellani. Ccipialetterc dal 20 innnzs 1901 a/ 25 aoicuahi'e 1913, rep.28 c.381.

I giolelli con motci esiscenci netoepozio apli inizi del seconsdo detcnnio del Novecento, soon docun'iencaci nell'invencario delta Callezion/e di i/p/ac/i/zion/i c/i oi'cfecci'iu italic/na conipoi/ci/ti ha Stsi'in dehl'Oizjiceisu e 5i0/c//id//a in, at/a s(-//nh the I/s redarcn da Alfredo Castellani, fiplio di Augusto, in data 25 gennain 1914 (ASR, Casiel/nn/i, 1). 18/3/a).

APPENDICE

L'ARCHIVIO DELLA FAMIGLIA CASTELLANI DANIELA SINIsI

on testamento del 20 luglio 1929, C Castellani, ultimo discendente della famiglia di orafi romani, donava allo Stato italiano un ingente patrimonio composto da preziosi, documenti, libri e materiali diversi di proprietà delta sua famiglia. L'archivio Castellani perveniva cosi per donazione all'Archivio di Stato di Roma dove è attualmente conservato. Ii complesso clocumentario che riveste, ovviamente, Un interesse particolare per la storia dell'oreficeria in Italia e a Roma ma anche per la storia della cultura, della società, dell'amministrazione nella Roma tra 800 e '900 - visti i molteplici interessi e le numerose attività svolte da varl membri della famiglia - copre ii periodo cronologico che va dal 1804 at 1933. Si compone di registri e atti non legati (indicati, quest'ultimi, nell'inventario come "fascicoli" o "buste") per un numero di unità complessive di 204.1 Tra queste da segnalare, perché non propriamente da considerarsi unità archivistiche, Ic buste 195-204, contenenti testi a stampa, appunti, diari e manoscritti (alcuni del quali composti - certamente o presumibilmente - da Augusto Castellani) facenti parte delta biblioteca di famiglia. I primi 18 fascicoli del fondo (1804-1933) sono stati ordinati seguendo un criterio misto: i fascicoli 1-5 per tipologia documentaria (testamenti, doti, istrurnenti, patrimonio, cause); gli altri (fascc. 6-18) in base al personaggio delta famiglia del quale documentano l'attività, in particolare di Fortunato Pio (carteggio, progetti e documentazione relativi alla sua attività di amministratore, appunti, atti di causa, etc.), di Augusto (lettere scritte e ricevute come privato e come consigliere municipale o direttore del Musei capitolini), di Alfredo (onorificenze, inventari di oggetti di oreficeria, lettere). La parte pih cospicua - e pih importante per chi s'interessa alla storia dell'arte orafa, del collezionismo di preziosi e pill in generale di commercio e artigianato di alto profilo a Roma - è costituita perè dal registri relativi alla gestione del negozio di

oreficeria e all'attività di orafi del Castellani, spesso in cornspondenza con una clientela di livello, anche internazionale. Per la "CONTABILITA PARTICOLARE - NEGozIo" le Seguenti serie documentarie:

Si

segnalano,

INVENTARI DEL NEGOZIO DI OREFICERIA (regg. 82-98, anni 1883-1905); si tratta di registri nei quali sono numerati progressivamente gli oggetti "in essere net negozio di oreficena"; per ciascuno si indica la presenza di eventuali multipli, ii costo e il prezzo alla vendita. In alcuni casi i registri si presentano in forma di repertorio alfabetico per tipo di oggetto (orecchini, collane, spille etc.). Gli ultimi due registri della serie contengono rispettivamente l'elenco del brillanti e del gioielli con bnillanti "in essere e in uscita", con l'indicazione del peso e del costo (reg. 97, anni 1852-1905) e l'inventario dello studio di oreficeria, con ristretto annuale dell'inventario "attivo e passivo" (reg. 98, anni 1883-1905). GIORNALI regg. 115-124, anni 1830-1858); la serie riporta in ordine cronologico tutte le vendite e gli acquisti eseguiti per conto del negozio. Simile per tipologia è il registro n. 125 che contiene, invecc, per gli anni 1917-1923, la registrazione del gioielli yenduti, con indicazione del nome e indirizzo deIl'acquirente, prezzo della vendita, importo della tassa pagata. LAv0RANTI(regg.126-143, anni 1837-1912); accanto at nome del lavoranti, è segnalata la quantità di oro consegnato e ritirato a vane date; alla fine si possono trovare Ic sintesi settimanali delle quantità di oro presenti net negozio, di quello dato al lavoranti e di quello da questi ritirato. E' generalmente presente l'indicazione del lavoni eseguiti da ciascun lavorante e delle ore lavorate. I registri possono talvolta presentare la forma di rubriche alfabetiche (per nome del lavoranti).

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Apprise/ice

Del registri diversi dal n. 144 al 155 si segnalano in particolare: - gli STRACCIAFOGLI (regg. 144-147, 149, 152, anni 18271846) contenenti la registrazione del lavori eseguiti con la descrizione del materiali utilizzati e del relativo valore; - ii registro LAVORI IN GIOIE che contiene registrazioni in ordine cronologico riguardanti it tipo di oggetto confezionato, la quantità e qualità delle pietre utilizzate e, talvolta, ii nome dell'acquirente (reg. 153, anni 1846-1854), e ii registro n. 154, diviso in tre parti relative a oggetti del negozio, oggetti fusi e oggetti venduti (anni 1852-1853). - di particolare rilievo i registri 148, 150, 151 COPIA CONTI (anni 1827-1838), dotati di rubricelle, giacché vi sono indicati i clienti del negozio, tra i quali moltissimi esponenti dell'aristocrazia romana. - dal registro 156 at 160 (anni 1815-1863), Si trovano i LiBi DELI]ORO E DEGLI ARGENTI, nei quali vengono riportate le quantità di oro do argento in essere nel negozio, del "call" e delle consegne al lavoranti. Oltre al registri del quali abbiamo appena parlato, che documentano aspetti particolari dell'attività del Castellani, vi sono i regiStri contabili del "C0NT0 FINANZIARIO", relativo sia alla geStione del negozio Sia anche, seppure in parte meno rilevante, al mantenimento della famiglia e della casa per circa un secolo (1829-1927):

è riversata, in sintesi, anche tutta la contabilità familiare. Ancora registri contabili, ma relativi a quello che si puô chiamare "CONTO PATRIMONIALE" ("cassa particolare" di Fortunato Pio Castellani), sono i registri 74-80 (anni 1851-1887); in essi sono riportate entrate per locazione di immobili, interessi bancari, frutti dotali e uscite per spese personali. Relativi a spese di famiglia, pigioni, vigne, al fedecommesso e at conti correnti bancari sono i regiStri 161-171 (anni 1865-1927). I LIBRI MASTRI del

conto patrimoniale occupano nell'inventario i nn. 172-175 (anni 1821-1909). I registri COPIALETTERE meritano un ricordo a parte, perché rilevanti specie per la memoria epistolare di alcuni aspetti e della gestione del negozio (di questa serie tratta moment analiticamente in questo stesso catalogo M. G. Branchetti). In essi sono registrate (o meglio "copiate") Ic lettere in partenza, delle quali solo poche riguardano vicende personali o familiari (regg. 19-28, anni 1830-1913, con qualche lacuna cronologica).

Questi ultimi, quasi tutti dotati di rubricelle, purtroppo non sono continui cronologicamente, giacché una vistosa lacuna impedisce di coprire ii periodo che va dal 1865 al 1890. In essi è presente essenzialmente la contabilità del negozio, ma

Ancora importanti e di interesse generale per documentare i vasti interessi del membri della famiglia, sia come artigiani e commercianti, sia anche come esponenti del mondo politico, economico e culturale del tempo, sono i fascicoli 181 194, (LEGI5LAzI0NE): si tratta di una raccolta di bandi, editti, circolari ministeriali, regolamenti, statuti, motu-propri, progetti di legge (secc. XVIII-XX), riguardanti aspetti van relativi alla fabbricazione e commercializzazione di prodotti d'oro e d'argento e alla monetazione, ma anche, e non raramente, concernenti l'organizzazione di istituzioni, uffici, dicasteri in epoca pontificia. Chiudono il fondo le buste 195-204 (BIBLIOTECA) delle quali si è già accennato: si segnalano qui in particolare Ic bb. 195-199, contenenti appunti, redatti o raccolti da Augusto Castellani, e schede sulla storia dell'oreficeria.

ASR, Inventario analirico a cura di Anna Perugini (1979). Notizie sintetiche sal fonclo sono contenure net Vol. 11I delta Guida generate degli Archivi di Stato Iraliani, p. 1245, edito dal Ministero per i beni culturali e ambientali net1986. Nella presente breve guida alla consultazione, si fa riferimenro all'inventario del 1979; tra parenresi soon in

genere nportati i numeri che contracldisringuono le singole unirl archivistiche e, sempre, le clam estrerne cui si riferisce la singola unith oppure la serie. Netcaso di serie ssrchivisriche si ía prescore che le eventuali lacune cronologiche non sono state quasi coal segnalarc, per non appesaritire l'esposizione, necessariamenre sinretica.

- DARE E AVERE (regg. 30-44, anni 1829-1853) - GIORNATJ F STRACCIAFOGLI (regg. 45-68, anni 1831-1854) - RISTRETTI MENSILI (regg. 69-73, anni 1858-1927) - LIBRI MASTRI (regg. 176-180, anni 1856-1927)

CATALOGO

GLI INIZI DELLA BOTTEGA 1. BUSTO DI FORTUNATO PlO CASTELLANI

Roberto Bompiani 1866 Marmo cm 56 x 31 x 23 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, Provv. B.U. 1 Fig. 3-1 Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attivirà CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 2. PACE CON LA NATI VITA Opera di Fortunato Pio Castellani 1840 Argento, oro, niello cm 12,7 Marchi: assenti Iscrizioni: (sul rerro) Saggio di niello/Eseguito nellanrio/ MDCCCXXXX/ Da Fortunaro Pio/Castellani/Offerto da Augusto Figlio/Alla Chiesa di S. Eligio Università e Nobil Collegio degli Orefici Gioiellieri Argenrieri dell'Alma Citrà di Roma Riferimenri bibliografici: MUNN 1984, p. 24, fig. 16; SIM0NI OF 1984, fig. ap. 113. Fig. 2-1. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

SPILLA "MILLEFIORI" CON SERPENTE E ISCRIZIONE "LATET ANGUIS IN HERBA" Disegno di Michelangelo Caetani; manifartura Castellani Oro Larg. cm 6, 3; disco, diam. cm 4, 3 Marchi: Monogramma Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85328 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, p. 221; MUNN 1984, fig. 45; MUNN 1990, P. 12; CARuso 1999, p. 113. Fig. 13- 1. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 4. BRACCIALE A FORMA DI SERPENTE IN GRANULAZIONE Disegno di Michelangelo Caetani; manifattura Castellani Oro, rubini, smeraldi Diam. cm 8 Marchi: quattro monogrammi in cartiglio Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85279 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, p. 221; FRANCIsCI-OSTI 1981, figg. 16-17; RUDOE 1991, p. 119, n. 4;

2. Pace con la natività (retro).

MORETFI SGuBINI 2000, car. n. 211. Bibliografia di confronto: Greek Style, in Specimens of Greek ... Jewels. 1862, n. XI; Jewellers, Goldsmiths, Silversmiths and Watchmakers' Monthly Magazine, 1, 1863, p. 155; MuNN 1981, p. 127, fig. 9; MUNN 1984, fig. 42; FALK 1983, n. 222; FALK, MATTARELLA 1994, car. n. 6; MARQUARDT 1987, fig. 3; JOPPIEN 1986, p. 57, fig. 2. Fig. 5-22. Foto: Lorenzo Dc Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Arrività CulruraliSoprinrendenza per i Beni Archeologici del Lazio 5. BRACCIALE CON IL MOTTO "FIDES, AMOR, SPES, VITA, DECUS, SALUS" Manifattura Castellani Oro, rubini, smalto

312

Catalogo

cm 2, 3 x 16 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85309 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, p. 221. Bibliografia di confronto: Mediaeval & Cinque-Cento Style, in Specimens of Greek ... Jewels, 1862, n. I; WARING 1863, p. 3, tav. 212; Catalogo degli ogetti ... A{lfredoj Castellani, 1930, p. 14, lotto 157, tav. X; MUNN 1984, figg. 23, 157; BURY 1991, p. 2, tav. 232; RUDOE 1991, fi g . 2. Fig. 9-44. Foto: Lorenzo Dc Masi su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 6. BRACCIALE CON RITRATTI DALLA SERIF DEGLI "UOMINI ILLUSTRI" Manifattura Castellani Oro smalto cm 2,4 x 21 Marchi: Monogramma Collezione privata inglese Riferimenti bibliografici: MARQUARDT 1987, fig. 11 Bibliografia di confronto: Ader Picard Taian Bijoux anciens et modernes Hotel Drouot Paris 29 aprile 1987, lotto 79. Fig. 4- 29 . F Foto: A. C. Cooper Ltd. 7. SPILLA CON MOTIVO A "LABIRINTO" Disegno di Michelangelo Caetani; manifattura Castellani Oro, tessere di vetro cm 5,2 x 5,2 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia Roma 85477 Provenienza Collezione Augusto Castellani donazione Alfredo Castellani 1919 Riferimenti bibliografici MONTANI 1 9 28 ,p .220. Figg 6-2c 9-37 Foto Lorenzo De Masi su concessione del Ministero per i Beni e le Attivita Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

8. PENDENTE A CROCE IN MICROMOSAICO CON MONOGRAMMA X-P Manifattura Castellani Anteriore at 1858 Oro, tessere in vetro, smalto cm 10,1 x 8,5 x 1,4 Marchi: Monogramma in cartic'lio Collezione privata Provenienza: inizialmente di proprieta del conte Olsoufieff; venduto all, asta net 1992 da una sua erede. . . Riferimenti bibliografici: Sotheby's, Fine Jewels and Jewels for the Collector, London, 18 giugno 1992, lotto 24. Bibliografia di confronto: Early Christian & Byzantine Style, i n Specimens of Greek.. Jewels, 1862, n. VIII;Jewellers, Goldsmiths, Silversmiths and Watchmakers' Monthly Magazine, 1, 1863, p. 157. Fig. 6-17. Foto: Bruce White 9. PENDENTE A CROCE IN MICROMOSAICO CON Q/ZQE Manifattura Castellani Oro, tessere di vetro cm42x29x0 ' Marchi: monogramma semplice Collezioneprivata, New England Bibliografia di confronto: Catalogo degli ogetti ... A{lfredo) Castellani, 1930, p. 9, lotto 76, tav. X; GERE 1972, tav. )4 b; Christies, Antique and Period Jewels, New York, 0 ottobre 1980, lotto 140; MUNN 1984, fig. 157; BAARSEN, VAN BERGE 1990, cat. n. 10; Christie's, Important Jewellery, London, 19 giugno 1991, lotto 4. Fig. 13-11. Foto: Sheldan Collins

11. TAGLIACARTE A FORMA DI ANGELO Disegno di Michelangelo Caetani; manifattura Castellani Argento cm 26,3 x 6,3 x 1,5 Marchi: assenti Collezione privata Bibliografia di confronto: LEVESONGOWER GRANVILLE 1894, pp. 346347; Sotheby's, Fine Jewels andJewels for the Collector New York 20 matzo 1997 lotto 14. F ig. 2 - 14b Foto: Bruce White 12. TAGLIACARTE A FORMA DI DEMONE ALATO Disegno di Michelan aelo Caetani . man ifattura Casrell ani Argento bronzo ' x 51 x 31 cm 24,7 Marchi: assenti Collezione privata Bibliografia di confronto: LEVESONGOWER GRANVILLE 1894, pp. 346347; MUNN 1984, p. 46, figg. 3940 Fig. 2-14a Foto: Shelclan Collins 13 CALICE Disegno di Michelangelo Caetani; creazione di Fortunato Pio Castellani 1846 Argento dorato, rubini, diamanti, smeraldi zaffiri H. cm 31 diam. cm 17 Marchi: (Sul bordo del piede e su una targa all'inrerno del piede) FIIIC entro losanga Basilica Patriarcale di Santa Maria Maggiore, Roma, IX.02.P Provenienza: Commissionato dalla città di Roma come dono per Papa Pin IX, 1846

10. TAGLIACARTE A FORMA DI ANGELO Disegno di Michelangelo Caeuini forse intagliato da Michelangelo Caetani Legno cm 26,3 x 3,7 x 0,9 Marchi assenti Collezione privata Bibliografia di confronto LEVESON GOWER GRANVILLE 1894 pp 346 47 Fig. 2-14c. Foto: Bruce White

(

4

' -, 14. Calice.

----

-c

4.

Catalog



Riferimenti bibliografici: L'Esposizione Rornana del/c opere di ogni arte eseguite pci Cu/to Cattolico, Roma 1870, p. 21; SARTIRANA 1870, P. 60; GREGOROVIUS 1907, p. 326; MuNN 1984, p. 3 9;J AGosz 2003, pp. 1112, fig. 25. Figg. 2-20, 2-22. Foto: Lorenzo De Masi. 14. CALICE Disegno di Michelangelo Caetani; manifattura Castellani 1846-70 Argento dorato, pietre preziose Iscrizione: "CASTELLANI ROMAE FECIT" H. cm 28,6; diam. (base) cm 16,3; diam. (coppa) cm 9,8 Collezione privata Figg. 2-23, 2-24. Foto: per gentile concessione di H. Blairman and Sons, Ltd. 15. PATTERN BOOK P0 JEVELLERS, GOLD AND SILVERSMITHS, VOLUME 3 Riproduzione delta tavola 149, '1. Calice, disegno di Michelangelo Caetani, eseguito da Augusto Castellani, Roma. Donato dalla Città di Roma, a Papa Pio IX Londra: A. Fischer, [1880/18831 Litografia cm 35 x 27,5 x 3,8

313

94 gruppo I Fig. 5-15 (sinistra). Foto: Maurizio Donati 18. MATRICE PER FIBBIA DA CINTURA Acciaio mm 56 x 27 x 12 Istituto Statale dArte Roma J lascito di Alfredo Castellani at Museo Artistico Industriale, Roma, MT/13, 138, gruppo II Fig. 5-15 (al centro). Foto: Maurizio Donati 19. MATRICE PER FIBBIA DA CINTURA Acciaio mm 44 x 25 xii Istituto Starale d'Arte Roma I, lascito di Alfredo Castellani at Museo Arristico Industriale, Roma, MT/8, 93, gruppo I Fig. 5-15 (adestra). Foto: Maurizio Donati 20. PUNZONE PER MAGLIA DI BRACCIALE Acciaio mm 21,5 x 36,5 x 29,5 Isriruto Statale dArte Roma I, lascito di Alfredo Castellani al Museo Artistico Industriale, Roma, PC/224, 422, gruppo VIII Fig. 5-18. Foto: Maurizio Donati 21. PUNZONE PER TESTA DI SERPENTE

II. DISEGNI, MATERIALI, TECNICHE 16. ALBUM DI DISEGNI Aperto a pag. 4, illustrazione del disegno di una fibbia per cintura Attribuiro ad Alessandro Castellani Penna e inchiostro su matita Libro (chiuso): cm 23 x 17,3 x 2 Istituto Statale dArte Roma I, lascito di Alfredo Castellani at Museo Arristico Industriale, Roma, inv. io, 164/16 (album); Album III, p. 4r, inv. 17 (disegno di fibbia per cintura) Fig. 5-14. Foto: Maurizio Donati 17. MATRICE PER FIBBIA DA CINTURA Acciaio mm 45 x 26 x 1 Istituto Statale d'Arte Roma I, lascito di Alfredo Castellani at Museo Artistico Industriale, Roma, MT/9,

Acciaio mm 24 x 40,7 x 24 Istituto Statale dArte Roma I, lascito di Alfredo Castellani at Museo Artisrico Industriale, Roma, PC/241, 439, gruppo IX Fig. 5-6. Foto: Maurizio Donari 22. SPILLONE PER CAPELLI A FORMA DI CADUCEO Manifattura Castellani Oro, avorio cm 19,5 Marchi: monogramma semplice Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85135 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919. Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, n. 110, p. 103, fig. 110. Bibliografia di confronto: Recent Accessions of American and Canadian

Museums, Apnile- giugno 1969, in Art Quarterly, 32, 1969, fig. 449; MASTAI D'OTRANGE, 1981, pp. 105, 107, fig. 28; MuNN 1984, fig. 110; SILVEIRAGODINHO 1987, n. 127; FALK-MATTARELLA 1996, fig. 109; PHILLIPS 1996, fig. 109. Cfr. anche l'esemplare alle figg. 5-6, 7-9 del Cooper-Hewitt National Design Museum, Smithsonian Institute New York. 23. BOTTONI "MILLEFIORI" CON TESTA D'ARIETE Manifattura Castellani Oro Diam. di ciascun bottone cm 2,2 Marchi: marchio di garanzia dello Stato Pontificio (tiara pontificia su chiavi incrociate) in uso nei secoli XVIII e XIX British Museum, Londra, Hull Grundy Gift, Cat. 956 Riferimenti bibliografici: TAIT 1984, cat. n. 956. Fig. 2-12. Foto: © Copyright The British Museum 24. SPILLA "MILLEFIORI" CON PUTTO E QUATTRO UCCELLI Manifartura Castellani Oro cm 5,4 x 2,2 Marchi: Monogramma in cartiglio Collezione privata Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, cat. n. 20. Bibliografia di confronto: Etruscan Style, in Specimens of Greek jewels, 1862, n. II; jewellers, Goldsmiths, Silversmiths and Watchmakers' Monthly Magazine, 1, 1863, p. 155; Catalogo degli ogetti ... Allfredo] Castellani, 1930, p. 20, lotto 269, tav. IX; Christie's, Castellani and Giuliano: Magnificent jewels, Ginevra, 15 novembre 1972, p. 20, lotto 383, tav. 5; TAIT 1984, cat. n. 955; Phillips Son & Neale, Fine jewels, London, 25 matzo 1986, lotto 71; JOPPIEN 1986, fig. 4; MARQUARDT 1987, fig. 12; BENNETT, MASCETTI 1994, p. 134, tav. 218; Sotheby's, Antique jewels, London, 13 giugno 2000, lotto 95; Skinner, Fine jewelry, Boston, 23 setrembre 2003, lotto 433. Fig. 9-il. Foto: Bruce White

314

Catci/ogo

28. SPILLA IN MICROMOSAICO CON MEDUSA

28. Spilla in micromosaico con Medusa.

25. BRACCIALE "MILLEFIORI" Manifattura Castellani Oro cm 2,2 x 19,5 Marchi: due monogrammi semplici Collezione privata, New England Riferimenti bibliografici: Sotheby's, Fine Jewels and Jewels for the Collector, London, 23 maggio 1985, lotto 332. Bibliografia di confronto: GERE 1972, tav. 52b; GERE 1973, fig. 12; BENNETT, MASCETTI 1994, tavv. 277278.

Fig. 2-13. Foto: Sheldan Collins 26. SPILLA A TESTA DI CIVETTA Manifattura Castellani Oro, agata cm 3,2 x 3,8 x 1,9 Marchi: monogramma semplice Collezione privata Bibliografia di confronto: Catalogo degli ogetti ... A (Ifredo] Castellani, 1930, p. 9, lotto 62, tav. X; Christie's, Castellani and Giuliano: Magnificent Jewels , Ginevra, 15 novembre 1972, p. 17, lotto 369, raY. 1; MUNN 1984, fig. 157. Fig. 2-35. Foto: Bruce White 27. LuciDo PER SPILLA IN MICROMOSAICO CON MEDUSA Luigi Podio Matita Diam. cm 3,3 Collezione privata Provenienza: eredi Luigi Podio Fig. 5-29. Foto: Maurizio Donati

Manifattura Castellani, mosaico Luigi Podio, prima del 1888 Oro, tessere in vetro, smalto Diam. cm 4,8 Marchi: monogramma in cartiglio Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85315 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Aifredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: BORDENACHE-BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, p. 600; CARUSO 1999, fig.35; MORETTI-SGUBINI 2000, n. 214 Foto: Lorenzo Dc Masi, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

31, DISEGNO RAFFIGURANTE L' "AGNUS DEl" Luigi Podio Matita, penna e inchiostro cm 8,5 x 10 Collezione privata Provenienza: eredi Luigi Podio Fig. 5-31. Foto: Maurizio Donari 32. DISEGNO CON DUE SCHIZZI PER SPILLA IN MICROMOSAICO CON CIVETTA R. Lehmann 14 dicembre 1866 Matita, penna e inchiostro cm 5,8 x 9,3 Iscrizione sul retro: "R. Lehmann fece 14 dicembre 1866" Collezione Privata Provenienza: eredi Luigi Podio Fig. 5-33. Foto: Maurizio Donati 33. DISEGNO DI BOTTEGA PER SPILLA IN MICROMOSAICO CON CIVETTA

29. SPILLA IN MICROMOSAICO CON MEDUSA Manifattura Castellani Oro, tessere di vetro cm 3,8 x 5,5 Marchi: Monogramma in cartiglio e monogramma semplice Collezione privata Fig. 2-29. Foro: Bruce White

Luigi Poclio ca. 1866 Matita Diam. cm 2,9 Collezione privata Provenienza: eredi Luigi Podio Fig. 5-34. Foto: Maurizio Donati 34. SPILLA IN MICROMOSAICO CON CIVETTA Manifattura Castellani Oro, tessere in vetro Diam. cm 4,9 Marchi: monogramma in cartiglio Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85318 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Bibliografia di confronto: BORDENACHE-BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, P. 600; CARUSO 1999, fig. 117

30. SPILLA IN MICROMOSAICO CON "AGNUS DEl" Manifattura Castellani Oro, tessere in oro e vetro, smalto Diam. cm 5,3 Marchi: due monogrammi in carriglio The British Museum, Londra, Hull Grundy, Cat. 985 Riferimenti bibliografici: GERE, TAIT 1978, tav.VI; RUDOE 1980; SCARISBRICK 1981, p. 245, ray. 5; MUNN 1984, p. 117, fig. 121; TAIT 1984, cat. n. 985, 2, tav. 42; RUDOE 1986, p. 26, fig. 7. Bibliografia di confronto: Mediaeval & Cinque-Cento Style, in Specimens of Greek ... Jewels, 1862, n. XI. Fig. 6-15. Foto: © Copyright The British Museum

35.

LUCIDO PER SPILLA IN MICROMOSAICO CON MOTTO "10 TRIUMPHE" Disegno di Michelangelo Caetani; lucido di Luigi Podio Mat ita Diam. cm 4,1 Collezione privata Provenienza: eredi Luigi Podio Fig. 5-25. Foto: Maurizio Donati

Catalogo



315

Bibliografia di confronto: Christie's, Castellani and Giuliano: Magnificent Jewels, Ginevra, 15 novembre 1972, p. 25, lotto 40$, tav. 23; p. 23, lotto 400, ray. 8; MUNN 1984, fig. 56, p. 117; Castellani et Giuliano (recensione], in LOeil, n. 344, matzo 1984, P. 78; SCARISBRICK, 1984, p. 43; MUNN 1990, p. 11. Fig. 6-29. Foto: Lorenzo Dc Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività Cultural iSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

36 SPILLA IN MICROMOSAICO CON TRALCI D'EDERA E ISCRIZIONE "E iTE" Manifattura Castellani Oro, tessere in oro e vetro, smalto Diam. cm 5,3 Marchi: monogramma in cartiglio The British Museum, Londra, Hull Grundy Gift, Cat. 952 Riferimenti bibliografici: GERE, TAIT 1978, ray. VI; SCARISBRICK 1981, P. 245, tav. 6; TAIT 1984, cat. n. 952, 2, tav. 42; TAIT 1991, n. 558; RUDOE 2003, pp. 1, 13-28. Bibliografia di conftonro: Catalogo clegli ogetti ... A{lfredoj Castellani, 1930, p. 21, lotto 292, ray. VII; BENNETT, MASCETTI 1994, ray. 221. Fig. 6-1. Foto: © Copyright The British Museum

39. Spilla in micromosaico a forma di croce con iscrizione

38 BRACCIALETTO IN MICROMOSAICO A FARFALLA CON "4IIXK" e Manifattura Castellani Oro, tessere di verro cm 2,2 x 6,5 x 5,4 Marchi: Monogramma in cartiglio Collezione privata, New England Riferimenti bibliografici: Christie's, Antique and Fine Jewelry, New York, 15 settembre 1983, lotto 210. Bibliografia di confronto: Roman Style, in Specimens of Greek.. jewels, 1862, n.p., n. I; MUNN 1993, p. 74;

39.

SPILLA IN MICROMOSAICO A FORMA DI CROCE CON ISCRIZIONE "ixeig" Manifartura Castellani Oro, ressere di vetro cm 3,5 Collezione privata Foto: Bruce White

40.

PENDENTE IN MICROMOSAICO CON MOTTO "VICIT LEO" Manifattura Castellani Oro, tessere di vetro cm 5,6 Collezione privata Foto: Bruce White

41.

43.

SPILLA IN MICROMOSAICO CON RITRATTO DI DANTE Manifattura Castellani; mosaico di Luigi Podio 1865 ca. Oro, tessere in oro e vetro Diam. cm 4 Marchi: due monogrammi semplici Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85340 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, p. 221; BORDENACHE BATTAGLIA, GAJO, MONSAGRATI 1978, p. 600; MORETTI SGUBINI 2000, car. n. 217.

SPILLA IN MICROMOSAICO CON LA RAFFIGURAZIONE 1)1 HENRY LAYARD NELLE SEMBIANZE DI TORO ASSIRO Manifartura Castellani 1860-80 ca. Oro, tessere in argenro e vetro Diam. cm 3,16 Collezione privata Provenienza: Lotto 151 dalla vendita del patrimonio di Alfredo Castellani effettuata a Roma net 1930 Riferimenti bibliografici: Catalogo degli ogetti ... A{lfredoj Castellani (1930): p. 14, lotto 151, tav. X; MUNN 1984, fig. 157; Christie's, Important Jewel/cry, London, 14 dicembre 1988, lotto 23. Bibliografia di confronto: Christie's, Castellani and Giuliano: Magnificent Jewels, Ginevra, 15 novembre 1972, p. 17, lotto 368, ray. 1. Fig. 6-30. Foto: Sheldan Collins

Christie's, Fine, Antique and Period Jewelry, New York (East), 20 ottobre 1998, lotto 191. Fig. 9-24. Foto: Sheldan Collins

37 SPILLA IN MICROMOSAICO CON TRALCI D'EDERA E ISCRIZIONE "EffE" Manifattura Castellani Oro, tessere in oro e vetro, smalto Diam. cm 3,2 Marchi: monogramma in cartiglio Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 131214 Provenienza: da collezione privata, acquisita su proposta delta Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria meridionale mediante esercizio del diritto di acquisto per veto all'esportazione, a seguito di autorizzazione del Ministero per i Beni e Ic Attività Culturali del 12.11.1999. Riferimenri bibliografici: LAURA D'AGosTINo FT ALIT (a cura di), Accjuisizioni e donazioni 1999-2000, p. 56 (I. Caruso), Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ed. Gangemi, s. d.. Bibliografia di confronto: vd. n. 36

42.

DEMI-PARURE IN MICROMOSAICO DI COLLANA E SPILLA CON MOTTO "NON PER ORA" Manifattura Castellani Oro, tessere in vetro Collana: cm 30x2,8, spilla: diam. cm 2,9 Marchi: monogramma Collezione privata, Italia

44.

BULLA AD INTAGLIO CON MASCI-IERE TEATRALI F "AEI" SUL RETRO Manifattura Castellani Oro, calcedonia cm 4 x 2,9 x 1,2 Marchi: semplice monogramma all'interno delta bulla Collezione privara, New England Bibliografia di confronto: Roman Style, in Specimens of Greek ...Jeu'els,

316

Ccitalogo

Giuseppe Girometri Oro, sardonica cm 4 x 3,5 Museo Nazionale Errusco di Villa Giulia, Roma, 85211 Provenienza: Collezione Augusro Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Rifenimenri bibliografici: MONTANI 1928, p. 221. Fig. 4-2 1. Foro: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Atrivirà CulruraliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

l;.

44. Bulla ad intaglio con maschere teatrali a "AEI" sul retro.

1862, n. I; SCARISBRICK 1987, p. 226, fig. 5; Sotheby's, Important Jewelry, New York, 9 dicembre 1992, lotto 18; G0DINH0 SILVEIRA 1992, cat. n. 67. Foto: Sheldan Collins

46. Bracciale con scarabei

IL

45. SPILLA CON SCARABEO ETRUSCO Oro, agata cm 2,7 x 4,3 x 1,6 Marchi: clue monogrammi semplici Collezione privata, New England Fig. 13-7. Foro: Sheldan Collins 46. BRACCIALE CON SCARABEI Manifattura Castellani Oro, corniola Diam. cm 8,3 Collezione privata Foto: Bruce White 47. BRACCIALE CON PIETRE AD INTAGLIO Manifattura Castellani Oro, pietre vane cm. 20,6 Collezione pnivata Foto: Bruce White

SPILLA CON CAMMEO RAFFIGURANTE

49.

50

RITRATTO DI DANTE Manifattura Castellani Oro, onice, smalto nero Diam. cm 4,2 Marchi: Monogramma in cartiglio Iscrizioni: (sul retro) "TU: SEI: LO: MIO: MAESTRO: E: LO: MIO: AUTORE" The British Museum, Londra, Hull Grundy Gift, Cat. 922 Riferimenni bibliografici: GERE, TAIT 1978, ray. X; TAIT 1984, car. n. 922, 2, ray. 41; RUDOE 1996, fig. 14. Bibliografia di confronro: Catalogo degli ogetti ... A {lfredo] Castellani, 1930, p. 16, Intro 194, ray. X; MuNN 1984, fig. 157. Fig. 4-28. Foro: © Copyright The British Museum SPILLA CON CAMMEO RAFFIGURANTE GEORGE WASHINGTON Manifarrura Castellani; cammeo di

-

Manifarrura Castellani; cammeo arrribuito ai Saulini Oro, conchiglia cm 6,2 Collezione privata Foto: Bruce White 51. SPILLA CON CAMMEO RAFFIGURANTE TESTA DI MEDUSA Manifattura Castellani Oro, zaffiro, perle cm 3,3 Marchi: monogramma semplice; cammeo inciso con monogramma semplice The British Museum, Londra, Hull Grundy Gift, Car. 954 Riferimenti bibliografici: TAIT 1984, cat. n. 954, 2, ray. 47. Fig. 4-7. Foto: © Copyright The British Museum

-

48. SPILLA CON CAMMEO RAFFIGTJRANTE LA TESTA DI COSTANTINO Manifattura Castellani Oro, sardonica cm 4,7 x 4,2 Collezione privata Marchi: monogramma semplice Bibliografia di confronto: Catalogo degli ogetti ... A {lfredo} Castellani, 1930, p. 15, Intro 174, tav.VI. Fig. 4-10. Foro: Sheldan Collins

50.1 SPILLA CON CAMMEO RAFFIGURANTE TESTA DI MEDUSA

. -,

-

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47. Bracciale con pierre ad intaglio.

50.1 Spilla coo camrneo raffiguranre testa di Medusa.

Cata/ogo



317

56.

'.

52. Scatolina con cammeo raffigurante Apollo e Daphne.

Manifattura Castellani Oro, diaspro, agata, smalto Diam. cm 5,8 Marchi: Monogramma in cartiglio Collezione privata Riferimenti bibliografici: RUDOE 1983-84, p. 86; MTJNN 1984, mostra, cat. n. 30; MUNN 1990, p. 18. Foto: per gentile concessione di S. J. Phillips

Fig. 4-20. Foto: Bruce White 53.1 SPILLA CON CAMMEO RAFFIGURANTE BACCO Manifartura Castellani; cammeo di Antonio Amastini Oro, agata cm 7,7

\

Collezione privata Foto: Bruce White 54.

53 SPILLA CON CAMMEO RAFFIGURANTE LEDA F IL CIGNO Manifattura Castellani; cammeo di Benedetto Pistrucci Oro, sarcionica, smalto cm 4,3 x 3,5 Marchi: clue monogrammi semplici; cammeo firmato PISTRUCCI Collezione privata Provenienza: Lotto 46 della vendita del patrimonio di Alfredo Castellani effettuata nel 1930 a Roma Riferimenti bibliografici: Catalogo degli ogetti . A fl/redo] Castellani, 1930, p. 8, lotto 46, ray. VI; Christie's, Magnificent Jewels, Ginevra, 14 maggio 1987, lotto 385. PIRzIo BIR0LI STEFANELLI 1989, I, P. 24 n. 34, tav. 4 e.

Manifattura Castellani, intaglio di Luigi Pichler con inciso 'TIIXAEP" Oro, cristallo di rocca, ametista, smalto cm 8 x 5 Marchi: monogramma in cartiglio Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85262 Provenienza: Collezione Augusro Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Riferimenti bibliografici: L.PIRzIO BIR0LI STEFANELLL Del cammeo, 1998, fig. 10 Bibliografia di confronto: BARLUZZI 1854, pp. 57-62; ROLLETT 1874, pp. 40-68; BULGARI 1958, pp. 2, 273274; NATOLI, PETRUCCI 2003, 166167, n.79. Figg. in coperrina , 4-19 Foto: Lorenzo Dc Masi, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

53.1 Spilla con cammeo raffiguranre Bacco.

52 SCATOLINA CON CAMMEO RAFFIGURANTE APOLLO E DAPHNE

55.

SPILLA CON CAMMEO RAFFIGURANTE FLORA Manifattura Castellani; cammeo di Antonio Odelli Oro, smeraldi, rubino, smalto cm 8 x 5 Matchi: Monogramma in cartiglio; cammeo con inciso A. ODELLI. F. DI AN. 88 sul retro Collezione privata Bibliografia di confronto: PIRAIO BIR0LI STEFANELLI 1996, p. 191, fig. 9. Fig. 4-23. Fore: Sheldan Collins BRACCIALE CON SEI CAMMEI RAFFIGURANTI IMPERATORI DELLA SERIE DEl "DODICI CEsARI" Manifattura Castellani Oro, calcedonio L. cm 22; diam. cammei cm 2,4 Marchi: monogramma semplice; ognuno dei cammei reca inciso un monogramma semplice The British Museum, Londra, Hull Grundy Gift, Cat. 986 Riferimenti bibliografici: GERE, TAIT 1978, ray. 21; SCARISBPJCK 1981, p. 245, ray. 7; FRANCISCI-OSTI 1981, p. 637; TAIT 1984, cat. n. 986, 2, tav. 47. Bibliografia di confronto: Christie's. Antique and Period Jewels, New York, 28 maggio 1981, lotto 228, MUNN 1984, fig. 132. Fig. 4-6. Fotograph: © Copyright The British Museum

SPILLA CON CRISTALLO DI ROCCA A TESTA DI MEDUSA

57.

PENDENTE-SPILLA "DOGALI" Manifartura Castellani; intaglio di Giorgio Antonio Girardet febbraio 1887- giugno 1888 Oro, zaffiro, rubini, perle, smalto cm 8,9 x 5 x 1,8 Marchi: Monogramma in cartiglio Victoria and Albert Museum, Londra, lascito Henry L. Florence, M.222-1917 Riferimenti bibliografici: FLOWER 1967, ray. VII fig. C; ARNOLD 198081, cat. n. H10; MUNN 1981, fig. 4, pp. 129-130; BuRY 1982, p. 125, n.

58. Spilla con tre pendcnri a goccia.

318



Catalog

4, p. 132; MUNN 1984, P. 119, fig.

cm 2,2 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85019 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Fig. 9-86. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

183b; BURY 1991, tav. 125B; PIRzIo BIROLI STEFANELLI 2002, Pp. 354356, figg. 24-26. Bibliografia di confronto: Christie's, Magnificent Jewels, New York, 14-15 aprile 2003, lotto 178. Fig. 4-24. Foto: V&A Images! V&A Museum 58.

SPILLA CON TRE PENDENTI A GOCCIA Manifattura Castellani Oro, agata cm 7,3 x 3,8 x 1,2 Marchi: due monogrammi semplici Collezione privata, New England Foto: Sheldan Collins

61. COPPIA DI ORECCHINI ETRIJSCHI "A BAIJLETTO" Seconcla metà VI sec. a.C. Oro Larghezza cm 2,1 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 53582 e 53580 Provenienza: Cerveteri (?). Collezione Augusto Castellani, clonazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti hibliografici: BECATTI 1955, n. 286, ray. LXXIV; GREIFENHAGEN 1970, tav. 72; BORDENACHE BATTAGLIA 1980, p. 334, nn. 30-31; CRISTOFANI, MARTELLI 1983, p. 53, n. 11, cat. n. 144; CARUSO 1988, n. 37, tav. VI; SEIPEL 1996, cat. n. 45; MORETTI SGUBINI 2000, cat. n. 130. Bibliografia di confronto: MARSHALL 1911, nn. 1285-1306, tav. XVI; TAIT 1976, car. n. 101; NEWMANN 1981, p. 34; CRISTOFANI, MARTELLI 1983, cat. n. 143; E. FORMIGLI, in LIONNARD 1992, p. 441; FORSMIGU, HEILMEYER 1993, pp. 300-307, figg. 1-12; DEPPERT-LIPPITZ 1996, figg. 6-12. Fig. 8-18. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

III. OREFICERIA ARCHEOLOGICA 59.

DELL'OREFICERIA ANTICA, DISCORSO Augusto Castellani Firenze, Felice Le Mourner, 1862 Libro (chiuso): cm 21 x 14,5 Foto: Photograph © 2004 The Metropolitan Museum of Art

60.

ORECCHINI ETRUSCHI "A BAULETTO" Manifattura Castellani Oro

DELL' OREFICERR ANTICA DIECOnSO

AUGIJSTO CASTELLANI.

62.

-SS1eSS.,E.

F I R EN ZE, COI TIP[ DI FELICE LE MOrcalEn.

59. Antique Jewelvy and its Revival.

-

Kensington Museum, come parte delta collezione Castellani di gioielli popolari Riferimenti bibliografici: DUCUING 1867, p. 267; The Collections of Signor Castellani, of Roma and Naples, in Art-Journal, n.s. 6, 1867, pp. 175-176; Reports by Artisans from Birmingham, in Report of Artisans. Selected by a Committee Appointed by the Council of the Society of Arts to Visit the Paris Universal Exhibition. 1867. parte 2, London 1867, pp. 41-42; The Illustrated Catalogue of the Universal Exhibition pubblicato con Art-Journal, London, New York 1868, p. 325; Italian Jewellery as Worn by the Peasants of Italy, 1868, tav. 5; SALA 1868, p. 222; ROY, Popular Jewellery of Various Countries, in Art-Journal, n.s. 9, 1870,p. 374; FALKE 1872, p. 49; WALLIS 1872, pp. 55-57; GALLAUDET 1876, p. 10; WALLIS 1878, 5; BRADFORD 1959, pp. 44, 47; ARMSTRONG 1976, p. 96; MUNN 1984, p. 85; BURY 1991, 2, p. 726. Fig. 7-11. Foto: V&A Images! V&A Museum 63.

PLACCHETTA PER DECORAZIONE DI VESTI CON TESTINA TRA VOLUTE Produzione etrusca, intorno al 630 aC. Lamina d'oro lavorata a sbalzo e granulazione, supporto in lamina d'argento cm 2,9 x 3 Museo Archeologico di Vulci (VT), 136028 Provenienza: Vulci, necropoli dell'Osteria, romba 1!1990 Riferimenti bibliografici: A.M. MORETTI SGUBINI, "Ultime scoperte a Vulci", Annali delta Fondazione per ii Museo Claudio Faina, X, 2003, p. 30, con confronti.

ORECCHINO "A NAVICELLA" XIX secolo Italia (Sant' Angelo in Vado) Argento dorato cm 14 x 10 Marchi: marchio di garanzia dello Stato Pontificio (tiara su chiavi incrociate) in uso nei secoli XVIII e XIX Victoria and Albert Museum, Londra, 48-1868 Provenienza: venduto net1868 da Alessandro Castellani at South

64.

PLACCA CON OCHERELLE F MOTIVO A MEANDRO IN GRANULAZIONE Manifattura Augusto Castellani Oro cm 2,3 x 3,2 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85006 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: RUDOE 1991, fi g . 10, p. 116.

Cata/ogo



Fig. 9-91. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 65.

319

68.

Manifattura Castellani Oro, agata, perle, vetro, smalto cm 2,8 x 19 x 17,7 Marchi: due monogrammi semplici Collezione privata Provenienza: gil. collezione J. Pierpont Morgan Riferimenti bibliografici: Catalogo degli ogetti ... A{lfredo] Castellani, 1930, p. 20, lotto 275, tav. III; OSMuN 1955, cat. n. 128; S. K., Gem Show Reflects Tastes of Nineteenth Century, in New York Times, 22 aprile 1955, p. 22, fig. 5; Christie's, Castellani and Giuliano: Magnificent Jewels, Ginevra, 15 novembre 1972, p. 18, lotto 375, ray. 3; GERE 1975, fig. 157; MuNN 1981, fig. 3, p. 128; MUNN 1984, p. 88, fig. 96; MUNN 1984, mostra, cat. n. 1; MUNN 1990, p. 17; ZAPATA 1999, p. 63; MuNN 2001, pp. 245-247, tavv. 220-221. Bibliografia di confronto: Greek Style, in Specimens of Greek ... Jewels, 1, 1862, n.p.; The Castellani Jewels, in Art-Journal, n.s. 2, 1863, P. 19; Class XXXIII, in Reports by the Juries on the Subjects in the Thirty-Six Classes into which the Exhibition {International Exhibition, 186211 was Divided, London 1863, p. 7;Jewellers, Goldsmiths, Silversmiths and Watchmakers' Monthly Magazine, 1, 1863, p. 154; The Collections of Signor Castellani, of Roma and Naples, in Art-Journal, n.s. 6, 1867, pp. 175-176; SALA 1868, p. 221; SODEN SMITH 1873, p. 57, n. 582; SCARISBRICK 2000, p. 101. Prototipo etrusco: LENORMANT 1863, tav. tra le pp. 156 e 157; FONTENAY 1887, p. 387; MARTHA 1889, p. 561, tav. 1, fig. 6; WJGLEY 1898, P. 113; DE RIDDER 1924, n. 106, ray. VI; DELPINO 1992, p. 345, cat. n. 528; MuNN 2001, p. 245. Fig. 9-3. Foto: Bruce White

PLACCHETTA CON ISCRIZIONE "ETRUSCA" IN GRANIJLAZIONE Disegno e manifattura Alessandro Castellani Oro cm 2,9 x 6,2 Marchi: "ACC" Victoria and Albert Museum, Londra, 636-1884 Provenienza: Lotto 848 dalla vendita dei beni di Alessandro Castellani effettuata a Roma nel 1884 Riferimenti bibliografici: Catalogue des objets ... Alessandro Castellani, Roma 1884, p. 112, lotto 848; RUDOE 1991, figg. 9a-9b, pp. 113, 115-16. Fig. 7-19. Foto: V&A Images/ V&A Museum

66.

ORECCHINI A DISCO CON PENDENTI AD ANFORETTA Manifattura Castellani Oro cm 3,5 Marchi: monogramma semplice Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85067 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Bibliografia di confronto: VLADBORRELLI 1992, n. 607; una coppia di esemplari simili al Museum of Fine Arts di Boston, fig. 9-83 in questo volume.

67.

FIBULA A DRAGO CON ARCO DECORATO A FILIGRANA Produzione etrusca meridionale, ultimi decenni dell'VIII sec. a.C. Oro lavorato a filigrana cm 8,3 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, senza inventario Provenienza: Veio, Piazza d'Armi (pendici ?), tomba VIII (?), scavi 1965 Riferimenti bibliografici: inedita Bibliografia di confronto: CRISTOFANI, MARTELLI 1983, p. 36 e p. 268, n. 55

DIADEMA TIPO °CUMA"

69.

Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, fig. 128; VLAD BORRELLI 1992, p. 434, cat. n. 584; MORETTI SGUBINI 2000, cat. n. 187. Ptototipi etruschi: LENORMANT 1863, tav. tra le pp. 154 e 155; The Castellani Collection, in Academy, 4, 1 maggio 1873, p. 167; FONTENAY 1887, p. 327; MARTHA 1889, tav. 1, fig. 12; DE RIDDER 1924, n. 816, ray. XV; CRISTOFANI, MARTELLI 1983, cat. n. 103; DELPINO 1992, p. 345, cat. n. 528; SARTI 2001, p. 73. Fig. 9-87. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività Cultural iSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 70.

Manifattura Castellani Oro, corniola Collana: cm 2,8 x 43; bracciale: diam. cm 6,5; pendente: cm 3,7 Marchi: monogramma semplice sulla collana Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85029 (collana), 85031 (bracciale), 85032 (pendente) Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, p. 221; VLAD BORRELLI 1992, cat. n. 597; CARuSO 1995, p. 82, fig. 12.3; CARUSO 1999, fig. 34; MORETTI SGUBINI 2000, cat. no. 189. Bibliografia di confronto: Reports on the London International Exhibition of 1872, London 1872, p. 26; WALLIS 1872, p. 55. Figg. 9-61, 9-62. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

FIBULA "CAMPANA" CON ISCRIZIONE ETRUSCA "MI ARATHA VELAVESNAS" Manifattura Castellani Oro cm 3,3 x 11,8 Marchi: monogramma semplice Museo Nazionale Ettusco di Villa Giulia, Roma, 85004 Provenienza: Collezione Augusto

COLLANA, BRACCIALE E PENDENTE "CAMPANA" CON SCARABEI

71.

SPILLA CON HELlOS Probabilmente dall'Italia Meridionale IV - III sec. a.C. Oro Diam. cm 3,8 Musée du Louvre, Parigi,

320



Catalogs

Watchmakers' Monthly Magazine, 1, 1863, p. 155; FONTENAY 1887, p. 335; DE RIDDER 1924, n. 961, tav. XIV; JOPPIEN 1986, p. 3784, fig. 8. Fig. 9-9. Foto: © Reunion des Musées Nationaux / Art Resource, NY; Foto Hervé Lewandowski 74.

Manifarrura Castellani Oro, smalto Diam. cm 2,8 Marchi: monogramma semplice Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85124 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Bibliografia di confronto: MUNN 1984, p. 104, fig. 112; GERE 1984, fig. 2; JOPPIEN 1986, pp. 57-59; RUDOE 1991, fig. 1. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Arrivirà CuiruraliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.

72. Spilla "Campana" con Helios.

Dipartimento di Antichità Greche e Romane, Bj 962, Collezione Campana Riferimenti bibliografici: FONTENAY 1887, p. 153; DE RIDDER 1924, n. 962, tav. XIV; MUNN 1981, p. 128; NEWMANN 1981, p. 153; TAIT 1984, 1, p. 147; 2, figg. 62a-62b. Bibliografia di confronto: DE RIDDER 1924, n. 963, tav. XIV. Fig. 5-39. Foto: © Reunion des Musbes Nationaux/Art Resource, NY 75. 72.

SPILLA "CAMPANA" CON HELlos Manifattura Castellani Oro laminato e lavorato a fihigrana Diam. cm 3,8 Marchi: monogramma semphice Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85060 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, n.100 Bibliografia di confronto: vd. n. 71 Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

73.

SPILLA ETRIJSCA A ROSETTA CON BORDO A GRATICCIO VI sec. a.C. Oro Diam. cm 4,7 Musée du Louvre, Parigi, Dipartimenro di Antichità Greche e Romane, Bj 047, Collezione Campana Riferimenri bibliografici: LENORMANT 1863, ray. tra le pp. 154 e 155; MARTHA 1889, tav. 1, fig. 8, pp. 561-62; DE RIDDER 1924, n. 47, ray. XIII; DELPINO 1992, p. 345, cat. n. 528. Bibliografia di confronto: MARSHALL 1911, n. 1416, ray. XX. Fig. 2-41. Foro: © Reunion des Musbes Narionaux/Art Resource, NY; Foto: G.Blor/C. Jean

SPILLA CON TRALCIO D'EDERA V-TV sec.a.C. Oro Diam. cm 4,3 Musée du Louvre, Parigi, Dipartimento di Antichità Greche e Romane, Bj 961, Collezione Campana Riferimenti bibliografici: Jewellers, Goldsmiths, Silversmiths and

SPILLA "CAMPANA" CON TRALCIO D'EDERA

76.

Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Bibhiografia di confronro: The Illustrated Catalogue of the Paris International Exhibition, supplemento alh'Art-Journal, London 1878, p. 166 (illus.); CASTELLANI AL. 1878-79, p. 628 ; Art-Journal, n.s. 5, New York 1879, p. 150; Illustrirter Katalog des Pariser R/eltausstellung von 1878, Leipzig 1880, p. 148; TAIT 1984, P. 2, fig. 79. Fig. 9-89. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Artivirà Cuhrurahi 77. ORECCHINI "CAMPANA 1 ' CON CRESCENTE LUNARE E CARRO DEL SOLE Manifattura Castellani Oro cm Museo Nazionahe Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85072 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: FRANCISCIOsTI 1981, fig. 3; BORDENACHE BATTAGLIA 1991, pp. 11-15, fig. 1. Fig. 2-43. (un solo esemphare in mostra) Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CuhrurahiSoprintendenza per i Beni Archeohogici del Lazio 78. BRACCIALE A CERNIERA COMPOSTO DA ELEMENTI ETRUSCHI IN GRANULAZIONE Seconda metà del VI secoho a.C., assemblato nel XIX secolo

SPILLA 5 CAMPANA 11 A ROSETTA CON BORDO A GRATICCIO Manifartura Castellani Oro Diam. cm 4,7 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85014 Provenienza: Collezione Augusro

74. Spilla "Campana" con rralcio cleclera.

Catalogo



L. cm 17 Musbe du Louvre, Parigi, Dipartimento di Antichità Greche e Romane, Bj 989, Collezione Campana Riferimenti bibliografici: {CLEMENTJ 1862, n. 344, 351-2; LENORMANT 1863, tav. tra pp. 156 e 157; FONTENAY 1887, p. 275; DE RIDDER 1924, 1, pp. 149-150, 2, figg. 67, 73; SARTI 2001, pp. 73-74. Bibliografia di confronto: DE RIDDER 1924, n. 987; TAIT 1984, 1, pp. 149-150, 2, figg. 67, 68. Fig. 8-17 (in alto). Foto: © Reunion des Musbes Nationaux/Art Resource, NY; Foto: Hervé Lewandowski 79.

81.

cm 21,5 Marchi: monograma semplice Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85413 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Riferimenti bibliografici : MUNN 1984, fig. 105 Bibliografia di confronto: cfr. nn. 78, 79 82.

BRACCIALE "CAMPANA" DECORATO A GRANULAZIONE Manifattura Castellani Oro

83.

84.

COLLANA A FRANGIA CON PICCOLI PENDENTI A SEME Composta da elementi antichi del TV-Ill sec. a.C. con aggiunte del XIX secolo Oro cm 38,4 The British Museum, Londra, GR 1872.6-4.651 Provenienza: Capua (?). Acquistata dal British Museum come parte della Collezione Castellani da Alessandro Castellani, 1872 Riferimenti bibliografici: MARSHALL 1911, n. 1948, tav. XXXIV; MEEKS 1998, pp. 127-138, figg. 18.118.11. Fig. 8-15. Foto: © Copyright The British Museum

BRACCIALE "CAMPANA" DECORATO A GRANULAZIONE Manifattura Giacinto Melillo Oro, perle, smalto cm 2,4 x 20 x 0,8 Marchi: "GM" Collezione privata, New England Riferimenti bibliografici: Christie's, Magnificent Jewels, Ginevra, 14 novembre 1985, lotto 369. Bibliografia di confronto: MUNN 1984, fig. 106; BENNETT, MASCETTI 1994, tav. 418; Sotheby's, Fine Jewels andJewels for the Collector, London, 19 giugno 1997, lotto 58; WELANDERBERGGREN 2000, cat. n. 196. Fig. 8-20 (in alto). Foto: Sheldan Collins

Castellani, 1872 Riferimenti bibliografici: Mediaeval Art-Workmanship: the Exhibition at South Kensington, in Art-Journal, n.s. 1, 1862, p. 157; LENORMANT 1863, p. 155; BURGES 1862, p. 33; Catalogue of the Special Exhibition of Works Of Art of the Mediaeval, Renaissance, and More Recent Periods on Loan at the South Kensington Museum, June 1862, ed. J. C. Robinson, London 1863, p. 727, n. 8138; The Castellani Collection, in ArtJournal, n.s. 10, 1871, p. 225; The Castellani Collection, in The Times, 28 luglio 1871, p. 4; Ancient Art, in Godey's Lady's Book, 85, agosto 1872, p. 180; WIGLEY 1911, n. 1947, tav. XXXV; RIJXER 1938, p. 5, ray. 20; TAIT 1976, cat. n. 156; HIGGINS 1980, fig. 49b; NEWMANN 1981, p. 153; MUNN 1984, fig. 119; WILLIAMS, OGDEN 1994, cat. n. 22. Bibliografia di confronto: WILLIAMS, OGDEN 1984, cat. n. 68. Fig. 8-13. Foto: © Copyright The British Museum

84. Collana a frangia con pendenti ad anforetta, tipo "Melos".

BRACCIALE °CAMPANA" DECORATO A GRANULAZIONE Attribuito a Giacinto Melillo Oro cm 2,7 x 20,5 x 0,7 Marchi: assenti Collezione privata, New England Riferimenti bibliografici: Sotheby's, Antique, Period and Contemporary Jewelry, and Watches, Clocks and Scientific Instruments, New York, 16 matzo 1983, lotto 330. Bibliografia di confronto: MUNN 1977, p. 20, fig. 1; TAIT 1984, cat. n. 959. Fig. 8-20 (in basso). Foto: Sheldan Collins

80.

321

COLLANA A FRANGIA CON PENDENTI AD ANFORA E SEME 330-300 a.C. ca. Oro, smalto cm 2,8 x 33,6 The British Museum, Londra, GR 1872.6-4.660 Provenienza: Melos (?). Venduta al British Museum come parte della Collezione Castellani da Alessandro

COLLANA A FRANGIA CON PENDENTI AD ANFORETTA TIPO "MELDS" Manifattura Castellani Oro cm 38,5 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85074 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Bibliografia di confronto: cfr. n. 83 Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.

85.

COLLANA TIPO "MELOS" Manifattura Carlo Giuliano Oro, smalto cm 3,4 x 37,4 Marchi: CG in cartiglio sulla fermezza Collezione privata Bibliografia di confronto: Notes on Art, in Academy, 4, 15 ottobre 1873, p. 387; MUNN 1984, figg. 115-116; MUNN 1984, mostra, cat n. 68; Christie's, MagnijicentJewellery, London, 20 giugno 1990, lotto 3; Christie's, Bijoux Signfs, London, 17 giugno 1998, lotto 282. Fig. 12-14. Foto: Bruce White

322

Catalog

Chrisrie ! s , Castellani and Giuliano: Magnificent Jewels, G-irievra, 15 novembre 1972, p. 18, lotto 374, tav. 2; GERE 1975, fig. 32; FRANCISCI-OSTI 1981, fig. 8; MUNN 1984, fig. 160. Fig. 9-27. Foro: Lorenzo De Masi; su concessione del Minisrero per i Beni e le Artività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

Acciaio Punzone: mm 5,4 x 3 x 12; matrice: mm 38 x 30,5 x 17 Istituto Statale dArte Roma I, lascito di Alfredo Castellani at Museo Artistico Industriale, Roma, PC/45, 119, gruppo II (punzone); MFI6, 301, gruppo A (matrice) Fig. 5-9. Foto: Maurizio Donati 87.

ORECCHINI CON PENDENTE RAFFIGURANTE NIKE III sec. a.C. Oro H. cm 7,4 e 7,2 The British Museum, Londra, GR 1872.6-4.561 Provenienza: Bolsena (?). Venduti da Alessandro Castellani al British Museum come parte della Collezione Castellani, 1872 Riferimenti bibliografici: The Castellani Collection, in Art-Journal, n.s. 10, 1871, p. 226; The Castellani Collection, in The Times, 28 luglio 1871, p. 4; MARSHALL 1911, nn. 1845, 1846, tav. XXXII; GERE 1972, pp. 117-118, tav. 46; FRANCISCI-OSTI 1981, fig. 7. Bibliografia di confronto: HUMPI-IREYS-DAVENPORT 1892, fig. 1, pp. 288-289; HADACZEK 1903, p. 38 5.; WINTER 1903, p. 186, 5. MARSHALL 1911, rm. 1847, 1848, tav. XXXII; HIGGINS 1980, fig. 47. Fig. 9-26. Foto: © Copyright The British Museum

88.

89.

ORECCIJINI CON PENDENTE RAFFIGURANTE EROS IV - II sec. a.C. Oro cm 4,6 The British Museum, Londra, GR 1872.6-4-562 Provenienza: venduti da Alessandro Castellani at British Museum come parre delta Collezione Castellani, 1872. Riferimenri hibliografici: MARSHALL 1911, pp. 1849-50, rav.XXXII. Bibliografia di confronto: Antiquitfs du Bosphore Cimme'rien, San Pietroburgo 1854, tav.VII; REINACH 1892, tav.VII; Mitteilungen des Kaiserlich Deutschen Archdologischen Instituts, Athenische Abteilung, 33, 1908, p. 431; OLIVER 1966, fig. 17; HIGGINS 1980, fig. 47b; WILLIAMS, OGDEN 1994, car. n. 20. Fig. 9-80. Foto: © Copyright The British Museum

90.

92.

91.

ORECCHINI CON PENDENTE RAFFIGURANTE EROS

COLLANA CON PENDENTE A FARFALLA TI-I sec. a.C. con possibili aggiunte e restauri del XIX secolo Oro, zaffiri, granari, crisralli di rocca Carena: cm 31,5 cm; pendenre: cm 3,5 x 2,5 The British Museum, Londra, GR 1872.6-4.670 Provenienza: vendura al British

PARURE IIFARFALLA?I, COMPOSTA DA COLLANA, ORECCHINI E PENDENTE Manifarrura Castellani Collana: oro elemento centrale in zaffiri, amazzonire e granari, anrichi e moderni; orecchirii: oro, zaffiri, perle; pendente: rubino, agara, yetro vulcanico Collana, catena: cm 39,5; orecchini: cm 2,2; pendente: cm 5 Marchi: Monogramma sul pendente a farfalla della collana Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85150 (collana), 85173 (orecchini), 84998 (pendente) Proyenienza: Collezione Augusro Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenri bibliografici: MUNN 1984, p. 115, fig. 133; MORETTI SGuBINI 2000, fig. 9. Fig. 7-3. Foto: Lorenzo Dc Masi; su concessione del Minisrero per i Beni e le Arti yità CulturaliSoprinrendenza per i Beni Archeologici del Lazio

Manifattura Castellani Oro cm 5,2 x 2,6 Marchi: monogramma semplice su ognuno degli orecchini Collezione privata Fig. 9-79. Foto: Sheldan Collins

ORECCHINI TIPO "BOLSENA° CON PENDENTE RAFFIGURANTE NIKE Manifattura Castellani Oro cm 6,8 x 2,1 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85125 Proveriienza: Collezione Augusro Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, p. 221. Bibliografia di corifronto: Roman Style, in Specimens of Greek.. Jewels, 1862, ri. I; Jewellers, Goldsmiths, Silversmiths and Watchmakers' Monthly Magazine, 1, 1863, p. 156; Catalogo degli ogetti ... A {lfredoj Castellani,

Museum come parte della Collezione Castellani da Alessandro Castellani, 1872 Riferimenri bibliografici: MARSHALL 1911, n. 2746, tav. LXI; HIGGINS 1961, p. 186, tav. 58; HIGGINS 1965, p. 29; PFEILER 1970, p. 102, ray. 30; RUXER 1972, tav. XXVII, tay. E; HIGGINS, Roman Jewellery, in STRONG, BROWN 1976, ta y. D; TAIT 1976, car. n. 162; HIGGINS 1980, p. 179, n. 1, ray. 55b; DEPPERT-LIPPITZ 1985, pp. 284-285, fig. 216; PIRzIO BIR0LI STEFANELLI 1992, fig. 163, cat. n. 115. Bibliografia di confronto: Compterendu de la Commission Impfriale Archeologique, 1896, p. 76, fig. 323; PIRzIO BIR0LI STEFANELLI 1992, fig. 297, cat. n. 116; Christie's, Ancient Jewelry, New York, 11 dicembre 2003, lotto 445. Fig. 7-2. Foro: © Copyright The British Museum

1930, p. 21, lotto 289, ray. VIII;

86 MATRICE E PUNZONE UTILIZZATI PER PENDENTI AD ANFORA

93.

PARURE "GRAN BLIzNITzA", COMPOSTA DA COLLANA A FRANGIA E COPPIA DI PENDENTI Manifarrura Alessandro Castellani 1864-76 Oro

Catalog



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Bibliografia di confronro: Prototypes from Great Bliznitza, in Compte-rendu de la Commission Impdiiale Archeologique, 1865, tavv. 2, 4, 11; RUXER 1938, tavv. 26, 2 9, 1 eJ; SEGALL 1966, tav. 5; ARTAMONOV 1969, ravv. 296, 300, 305; OGDEN 1982, p. 166, fig. 10: 26; PIOTROVSKY, GALANINA, GRACH, 1987, tav. 230; WILLIAMS, OGDEN 1994, cat. nfl. 120-21. Fig. 8-1. Fore: V&A Images/V&A Museum 94.

Collana, cm 5,1 x 35 x 1,2; pendente (632-1884), cm 15,5 x 7,3 x 1; pendente (632A-1884), cm 16,3 x 7,3 x 1 Marchi: monogramma semplice su collana e pendenti Victoria and Albert Museum, Lonclra, 638-1884 (collana), 6321884 e 632A-1884 (pendenti) Provenienza: Lotto 841 dalla vendita del patrimonio di Alessandro Castellani effettuata a Roma nel 1884 Riferimenti bibliografici: E.S., The International Exhibition. XIV Signor Castellani9 Collection, in Nation, 23, 31 agosto 1876, p. 130; The Illustrated Catalogue of the Paris International Exhibition, supplemento all'ArtJournal, London 1878, p. 166; CASTELLANI Ai. 1878-79, p. 628; ArtJournal, n.s. 5, 1879, p. 150; Illustrirter Katalog der Pariser Weltausstellung von 1878 , Leipzig 1880, p. 148; Catalogue des objets Alessandro Castellani, Roma 1884, pp. 111, 113, lorti 841, 850; MuNN 1981, p. 129, fig. 14; BURY 1982, p. 126, n. 5, p.132; MUNN 1984, fig. 92, pp. 115-116; MUNN 1984, mostra, cat. n. 11; TAIT 1984, p. 2, fig. 79; BURY 1991, p. 2, tav. 125 D; PHILLIPS 1996, fig. 115; PHILLIPS 2000, p. 83.

95.

DISEGNO PER COLLANA E ORECCHINI IN MICROMOSAICO IN STILE EGIZIO CON SCARABEI ANTICHI Luigi Podio Marira, penna e inchiosrro cm 10,7 x 13,5 Collezione privata, Roma, E-5 Provenienza: eredi Luigi Podio Fig. 5-32. Fore: Maurizio Donati

COLLANA IN MICROMOSAICO IN STILE EGIZIO, CON SCARABEI ANTICHI Manifatrura Castellani Oro, tessere vitree, scarabei di faience cm 4,7 x 43,1 Marchi: tre monogrammi semplici Collezione privata Riferimenri bibliografici: Catalogo clegli ogetti ... A (Ifredo] Castellani, 1930, p. 8, lotto n. 48, tav. II; MUNN 1984, p. 120, fig. 125; Christie's, 2%l cegnificent Jewels, Ginevra, 14 maggio 1987, lotto 389; Sotheby's, Fine Jewels and Jewels for the Collector, London, 23 giugno 1994, lotto 57. Fig. 6-31. Fore: Bruce White

SPILLA CON PENDENTE TIPO "KULOBA" Manifattura Castellani Oro cm 11 Marchi : monogramma in cartigiio Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85073 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, pp. 115-116, fig. 102. Bibiiografia di confronto: FRANCISCU OSTI 1981, figg. 4-5; Christie's, Important Jewels, New York, dicembre 1986, intro 12, per un esemplare simile del Cooper-Hewitt National Design Museum, Smithsonian Institution New York, cfr. fig. 811. Prorotipo antico: ASHIK 1849, figg. 122, a-b; Antiquitfes du Borphore Cimmfi4en, vol 3, 1854, tav. 19; FONTENAY 1887, fig. 112; DEPPERTLIPPITZ 1985, fig. 129; OGDEN 1994, n. 88. Fore: Fero: Lorenzo Dc Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attivitb CulturahSoprintendenza per i Beni Archeoiogici del Lazio

94. Spilla con pendente tipo "Kul Oba".

96.

97.

SPILLA IN MICROMOSAICO IN STILE EGIZIO, CON SCARABEO EGIZIO ANTICO Manifatrura Castellani Oro, ressere virree, scarabeo in faience cm 2,8 x 8,2 x 1,4 Marchi: Monogramma in cartiglio Collezione privata Riferimenti bibliografici: Catalogo degli ogetti ... A{lfredo] Castellani, 1930, p. 8, lotto 50, tav. II; MUNN 1984, fig. 125, p. 120; Christie's, Magncent Jewels, Ginevra, 14 maggio 1987, lotto 388; , Sorheby's, Fine Jewels and Jewels for the Collector, London, 23 giugno 1994, lotto 57. Bibliografia di confronto: Christie's, Castellani and Giuliano: Magnificent Jewels, Ginevra, 15 novembre 1972, p. 17, lotto 371, rav.1; Sotheby's, Magnificent Jewelry, New York, 7 dicembre 1987, lotto 81. Fig. 6-31. Foto: Bruce White

98.

DIADEMA °KAMEIROS" CON CINQUE ROSETTE Manifattura Castellani Oro cm 2,6 x 13,6 Marchi: Cinque monogrammi in carrigiio, dietro ciascuna rosetta Collezione privata Riferimenti bibiiografici: MUNN 2002, p. 78 Bibliografia di confronro: Roman Style, in Specimens of Greek.. Jewels, 1862, n. IV;Jewelle, Goldsmiths, Silversmiths and Watchmakers' Monthly Magazine, 1, 1863, p. 156; Catalogo degli ogetti ... A/'lfredo] Castellani,

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Catalogo

100. GI0JELL0 A "M a CON ANNUNCIAZIONE

100. Gioiello a

Manifattura Castellani Oro, zaffiro, rubino, perla, smalro cm 6 x 4,6 Marchi: monogramma in cartiglio Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85251 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, fig. 138. Bibliografia di confronto: cfr. n. 99 e per altri esemplari simili da collezioni private, fig. 9-43 in questo volume. Foto: Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.

con Annunciazione.

1930, p. 20, lotto 283, tav. IX. Prototipo antico: FONTENAY 1887, p. 381; MARSHALL 1911, n. 1160, tav. XIII. Fig. 9-30. Foto: Bruce White

101. PENDENTE IN MICROMOSAICO CON IL CRISTO Manifattura Castellani Oro, tessere in oro e vetro, smalto cm 8,2 x 5,7 x 1,4 Marchi: monogramma semplice Collezione privata Bibliografia di confronto: Early Christian & Byzantine Style, in Specimens of Greek.. Jewels, 1862, n. p., n. XII; Jewellers, Goldsmiths, Silversmiths and Watchmakers' Monthly Magazine, 1, 1863, P. 157; The Recollections of a Northumbrian Lady, 1815-1866, being The Memoirs of Barbara Charlton (née Tasburgh) ed. L. E. 0. Charlton, London 1949, p. 283. Fig. 6-32. Foto: Bruce White

IV. Gioini DI ISPIRAZIONE MEDIEVALE, RINASCIMENTALE

99. GIOJELLO A M CON ANNUNCIAZIONE Tardo XIV sec. Argento dorato, smeraldi rubini, perle, diamanti, smalto cm 5,7 x 4,9 Per gentile concessione di The Warden and Scholars of New College, Oxford, 1751 Provenienza: donato al College da un cittadino di Winchester, Peter Hylle, nel 1455 Riferimenti bibliografici: Jewellers, Goldsmiths, Silversmiths and Watchmakers' Monthly Magazine, 1, 1863, pp. 157, 159; EvANS 1970, pp. 60-61, tav.19a; MTJNN 1981, fig. 5, p. 130; NEWMANN 1981, p. 131; MUNN 1984, fig. 135; ALEXANDER, BINSKI 1987, cat. n. 640; SCARISBRICK 1987, p. 226; SCARISBRICK 1990, p. 84, tav.XIV; CARUSO 1999, p. 104. Fig. 9-42. Foto: The Warden and Scholars of New College, Oxford! Bridgeman Art Library

102.

PENDENTE PIEGHEVOLE TRIPARTITO IN MICROMOSAICO CON CRI5T0, LA VERGINE E CROCE CENTRALE, CON ISCRIZIONE "CREDO IN UNUM DEUM" Manifatrura Castellani; mosaico di Luigi Podio Anteriore al 1888 Oro, tessere in oro e vetro cm 10 x 17; diam. medaglioni cm 5,4 Marchi: due monogrammi semplici Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85253 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo

Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, pp. 220-221; MORETTI SGUBINI 2000, cat. n. 213. Bibliografia di confronto: Early Christian & Byzantine Style, in Specimens of Greek. . Jewels, 1862, n. V. Fig. 6-10. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 103. TRE LUCIDI DI BOTTEGA PER MOTIVI "SANTA SOFIA" IN MICROMOSAICO Luigi Podio Successivi al 1855 Matita Diam. (sin.) cm 2,4; diam. (centro) cm 2,9; diam. (destra) cm 2,5 Collezione privata Provenienza: eredi Luigi Podio Fig. 5-30. Foto: Maurizio Donati 104. SPILLA IN MICROMOSAICO CON MOTIVO "SANTA SOFIA" DI GIGLI STILIZZATI Manifattura Castellani Oro, tessere in vetro Diam. cm 2,7; spessore cm 1 Marchi: monogramma in cartiglio Collezione privata, New England Bibliografia di confronto: The ArtJournal Illustrated Catalogue of the International Exhibition, London and New York 1862, p. 229; Early Christian & Byzantine Style, in Specimens of Greek. . Jewels, 1862, n. VI; JOPPIEN 1986, pp. 57-59, fig. 7; Christie's, Magnificent Jewels, Ginevra, 14 maggio 1987, lotto 387; RUDOE 1991, fig. 1. Fig. 9-38. Foto: Sheldan Collins 105. SPILLA A DOPPIO TONDO IN MICROMOSAICO CON MOTIVO "SANTA SOFIA" Manifattura Castellani Oro, tessere in vetro cm 7,6 x 3,3 Marchi: monogramma in cartiglio Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85456 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919

Catalogo



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108. BRACCIALE IN MICROMOSAICO CON SIMBOLI CRISTIANI ENTRO MEDAGLIONI CIRCOLARI Attribuito ai Castellani Oro, tessere vitree cm 1,9 x 21,3 x 0,6 Marchi: assenti Collezione privata Provenienza: Comtesse de Comminges (nata Mary Allen van Rensselaer Thayer). Venduto all'asra dall'erede nell'aprile del 2000 Riferimenti bibliografici: Sotheby's, Magnificent Jewels, New York, 12-13 aprile 2000, lotto 50. Foto: Bruce White

106. Spilla in micromosaico con morivo "Santa Sofia" entro meandro.

Bibliografia di confronto: The ArtJournal Illustrated Catalogue of the International Exhibition, London New York, James S. Virtue, 1862; Jewellery by Fortunato Pio Castellani (1793-1865) and Carlo Giuliano and their Sons - Magnificent Jewels, Ginevra, 15 novembre 1972, lotto 380, fig. 4; JOPPIEN 1986, pp. 5758, fig. 7; RUDOE 1991, fig. 1. Fig. 6-18 e Foto: Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e 1e Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.

109. SPILIA IN MICROMOSAICO CON LA "MAN0 DI DIO" Manifattura Castellani Oro, ressere in oro e vetro Diam. cm 3 Marchi: Monogramma in cartiglio Collezione privara Bibliografia di confronto: Catalogo degli ogetti ... A{lfredoj Castellani, 1930, p. 15, lotto 180, tav. X; Christie's, Castellani and Giuliano: Magnificent Jewels, Ginevra, 15 novembre 1972, p. 25, lotto 406, tav. 23; Castellani et Giuliano IrecensioneJ, in L'Oeil,. n. 344, marzo 1984, p. 78; MUNN 1984, figg. 56, 157; SCARISBRICK 1984, p. 43; CHADOUR, JOPPIEN 1985, cat. n. 259; JOPPIEN 1986, p. 57, fig. 4; BECKER 1989, ray. 34; MUNN 1990, p.11; Drouot Montaigne, Succession de son Altesse Imp ériale la Princesse Soraya Esfandiary Bakhtiary, Paris, 29-31 maggio 2002, lotto 23. Fig. 2-30. Foto: Bruce White

106. SPILLA IN MICROMOSAICO CON MOTIVO "SANTA SOFIA" ENTRO MEANDRO Manifattura Castellani Oro, tessere in vetro Diam. cm 3,2 Collezione privata Bibliografia di confronro: cfr. 105. 107. BRACCIALE IN MICROMOSAICO CON SIMBOLI CRISTIANI ENTRO MEDAGLIONI ESAGONALI Manifattura Castellani Oro, tessere in oro e vetro cm 2,5 x 21,6 x 0,6 Marchi: monogramma semplice Collezione privata Bibliografia di confronto: MUNN 1981, p. 127, fig. 2; MUNN 1984, fig. 58; SCARISBRICK 1984, p. 616, fig. 3; RTJDOE 1986, p. 24, fig. 9. Fig. 6-21. Foto: Bruce White

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108. Bracciale in micromosaico con simboli cristiani enrro merlaglioni circolari

110. SPILLA A QUADRIFOGLIO IN MICROMOSAICO CON IL SIMBOLO "X- P' Manifattura Castellani Oro, tessere in vetro cm 3,7 Collezione privata 111. SPILLA A FORMA DI PAVONE IN MICRO MOSAICO Manifattura Castellani Oro, argento, tessere vitree cm 2,5 x 7,3 Marchi: monogramma semplice Collezione privata Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, fig. 171; MUNN 1984, mostra, cat. n. 37; REIF 1984, p. 78. Bibliografia di confronto: Sotheby's, Antique and Period Jewels, 1700-1940, London, 11 novembre 2001, lotto 88. Fig. 2-31. Foto: Bruce White 112. SPILLA IN MICROMOSAICO CON GRIFONE Manifattura Castellani Oro, argenro, tessere di vetro Diam. cm 4,7; spessore cm 1 Marchi: monogramma semplice Collezione privata Riferimenti bibliografici: Sotheby's Important Jewels, New York, 9 giugno 1998, lotto 3. Bibliografia di confronto: MUNN 1984, fig. 94. Fig. 2-75. Foto: Bruce White 113. COLLANA A NAPPI CON CAMMEO RAFFIGURANTE IL VELO DELLA VERONICA Manifattura Castellani Oro, zaffiri Catena con nappi: cm 71; cammeo: cm 7 x 4,5 x 1,4 Marchi: Monogramma in carriglio sul pendente Collezione privata Riferimenti bibliografici: MARQUARDT 1987, fig. 7. Fig. 4-32. Foto: Bruce White 114. COLLANA A NAPPI CON BULLA IN MICROMOSAICO CON LA VERGINE Manifartura Castellani Oro e tessere in verro Diam. Bulla: cm 4,8 Collezione privata

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Catalogs

1984, mostra, cat. n. 51; MARQUARDT 1987, fig. 14. Bibliografia di confronro: Christie's, Magnificent Jewels, Ginevra, 14 novembre 1984, lotto 344; MuNN 1984, fig. 182; MUNN 1984, mostra, cat. n. 52; SCARISBRICK 1984, p. 389, fig. 5; Christie's, Magnificent Jewels, Ginevra, 18 novembre 1993, lotto 216; Christie's, Masterpieces of the Jewelers Art, New York, 11 aprile 2000, lotto 510; Christie's, Magnificent Jewels and Magnificent Jewels from the Estate of Lillian Goldman, New York, 14-15 aprile 2003, lotto 178. Foto: V&A Images/V&A Museum 117. PENDENTE IN STILE "RINASCENZA"

116. Pendente in stile "Rinascenza".

Bibliografia di confronto: MARQUARDT 1987, fig. 7. 115. TAGLIACARTE CON ANGELO IN TRONO Disegnato probabilmente da Michelangelo Caetani; manifattura Castellani Oro, smalto cm 27,3 x 7 x 3,4 Collezione privata Riferimenti bibliografici: Catalogo degli ogetti ... A (lfredo) Castellani, 1930, p. 8, lotto 39, tav. III; BULGARI 1958, tav. 20; Christie's, Magnificent Jewels, Ginevra, 14 maggio 1987, lotto 383. Fig. 2-18. Foto: Bruce White 116.

PENDENTE - SPILLA IN STILE "RINASCENZA" Attribuito ai Castellani Oro, rubini, smeraldi, smalto cm 8,3 x 4,8 x 1,3 Marchi: assenti Victoria and Albert Museum, Londra. Dono di Dame Joan Evans, M.64-1975 Riferimenti bibliografici: EVANS 1970, tav.VII; ARNOLD 1980-81, p. 44, cat. n. HI 1; BURY 1982, p. 124, n. 2; MuNN 1984, fig. 183a; MuNN

Manifattura Castellani Oro, rubini, smeraldi, smalto cm 7,3 x 4,7 x 1,9 Marchi: assenri Collezione privata Bibliografia di confronto: vedi cat. n. 116. Fig. 2-48. Fore: Bruce White 118. DEMI-PARURE: COLLANA E ORECCHINI CON CAMMEI RAFFIGURANTI MASCI-IERE TEATRALI Manifatrura Castellani Oro, smeraldi, perle, smalto Collana: cm 42; orecchini: cm 3 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85293, 85295 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919. Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, pp. 220-221. Bibliografia di confronto: D'OTRANGE MASTAI 1981, ray. 28, pp. 105, 107. Fig. 9-72. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 119. PARURE IN STILE "RINASCENZA" COLLANA, SPILLA E ORECCHINI CON CAMMEI Manifattura Castellani Oro, rubini, smeraldi, perle, onice Collana: cm 3,7 x 53; collana, pendente centrale: cm 6,5 x 3,3; spilla: cm 8,4 x 4,5; orecchini: cm 5 x 2,5

120. Penclente con cammeo raffigurante la Vergine.

Collezione privata Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, fig. 181; MUNN 1990, p. 19; SCHILLER 2003, p. 11. Fig. 2-32. Foto: per gentile concessione Wartski London, da MUNN 1984, fig. 181. 120. PENDENTE CON CAIvEvIEO RAFFIGURANTE LA VERGINE Attribuito ai Castellani Oro, smeraldi, rubini, diamanti, smalto cm 5,6 x 2,8 x 0,9 Marchi: assenti Collezione privata Bibliografia di confronto: Christie's, Jewellery, London, 22 giugno 1994, lotto 19. Foto: Bruce White 121. PENDENTE CON SMERALDO RAFFIGURANTE UN BUSTO Manifattura Castellani Oro, smeraldo cm 6,6 Collezione privata. 122. SPILLA IN STILE "RINASCENZA" Manifattura Castellani Oro e rubini Diam. cm 6,8

Catalogo



Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma 85280 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, clonazione di Alfredo Castellani, 1919. Riferimenti bibliografici: M0NTAMI 1928, PP. 220-221 Fig. 2-77 Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. 123. BRACCIALETTO CON ELEMENTI OTTAGONALI IN STILE "RINASCENZA" Disegnato da Michelangelo Caetani, manifattura Castellani Oro, granati cm 19 x 2,5 Marchi: monogramma in cartiglio Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma 85285 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione di Alfredo Castellani, 1919. Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, pp. 220-221; MORETTI SGUBINI 2000, cat. n. 206. Fig. 2-76 Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per 1 Beni e Ic Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. 124. PETTORINA BORGHESE CON CAMMEI IN STILE BAROCCO Manifattura Castellani Oro, calcedonio, agata, sardonica, smal to cm 16 x 7,6 Marchi: quattro monogrammi semplici Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85281 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, pp. 220-221; MuNN 1984, p. 119, fig. 127; MORETTI SGUBINI 2000, cat. n. 204. Fig. 2-49. Foto: Lorenzo Dc Masi; SU concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

327

Foto: Lorenzo Dc Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 127. BRACCIALE CON SCARABEI

127. Bracciale con scarabei.

V. L'EsPosIzIoNE UNIVERSALE DI LONDRA 1862 125. MASTERPIECES OF INDUSTRIAL ART AND SCULPTURE AT THE INTERNATIONAL EXHIBITION, 1862, VOLUME 3 Riproduzione della tavola 212, con I' illustrazione della "Jewellery in Gold. By Castellani of Rome." J.B. Waring 1863 Cromolitografia cm 43 x 30,5x 6,35 Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, fig. 23; BURY 1991, 2, tav. 232; RUDOE 1991, fig. 2. Fig. 9-1. Foto: Photograph © 2004 The Metropolitan Museum of Art 126. DIADEMA CON FOGLIE DI QUERCIA GHIANDE

B

Manifattura Augusto Castellani Oro cm 34 Marchi: assenti Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85103 Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, p. 221; MuNN 1984, fig. 129; MORETTI SGUBINI 2000, cat. n. 191. Bibliografia di confronto: The Jewellery of the Great Exhibition, in The Illustrated London News, 40, 7 giugno 1862, P. 584; Roman Style, in Specimens of Greek., Jewels, 1862, n. II; Jewellers, Goldsmiths, Silversmiths and Watchmakers' Monthly Magazine, 1, 1863, p. 156; WARING 1863, p. 3, tav. 212; MUNN 1984, fig. 23; BURY 1991, p. 2, tav. 232; RUDOE 1991, fig. 2; MUNN 2001, P. 247. Prototipo ellenistico: DE JULIIS 1984, cat. n. 37. Fig. 9-29.

Manifattura Castellani Oro, corniola Diam cm 6,5 Marchi: monogramma semplice Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85030 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Riferimenti bibliografici: I. CARUSO, in LIONNARD 1992, n.598 Bibliografia di confronto: GERE 1976, p. 147, fig. 5; altri esemplari sono al Victoria and Albert Museum. Fig. 6-18 e Foto: Lorenzo Dc Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. 128. SPILLA CON MOTTO "JO TRIUMPHE" Manifattura Castellani su disegno di Michelangelo Caetani Oro Diam. cm 5,8 Marchi: monogramma semplice Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85337 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Fig. 9-33 Foto: Lorenzo Dc Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attiviti. CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. 129. SPifLA CON MOTTO "NOVA NUPTA" Manifattura Castellani Oro Diam. cm 4 Marchi: monogramma semplice Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85491 Provenienza: Collezione An gusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Foto: Lorenzo Dc Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.

328



Catalogo

130. Spilla con aquila.

130. SPILLA CON AQUILA Manifattura Castellani Oro cm 8,3 x 4,6 Marchi: assenti Collezione privata Bibliografia di confronto: Jewellers, Goldsmiths, Silversmiths, and Watchmakers, in Monthly Magazine, 1, 1863, p. 156;WARING 1863, vol. 3, fig. 212; MuNN 1984, fig. 23; BURY 1991, 2, fig. 232; RUDOE 1991, fig. 2. Per un esemplare simile da collezione privata cfr. fig. 9-22 in questo volume.

Bibliografia di confronto: WARING 1863, tav. 212; Catalogo degli ogetti.. A{lfredoj Castellani, 1930, p. 14, lotto 154, tav.VIII; MUNN 1984, figg. 23, 160; MUNN 1984, mostra, cat. n. 46; BURY 1991, 2, ra y. 232; RUDOF 1991, fig. 2. Fig. 9-46. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 133. SPILLA CD. DEL "DOGE VENEZIANO" Manifattura Castellani Oro, smeraldo, rubino, perla Diam. cm 6,4 Marchi: monogramma in cartiglio Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85278 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: Specimens of

131. COLLANA CON PENDENTI AD ANFORETTE Manifattura Castellani Oro Diam. cm 5,8 Marchi: monogramma semplice Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85071 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani 1919 Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. 132. SPILLA A QUADRIFOGLIO Manifattura Castellani Oro, smalto, perle, pietre cabochon Diam. cm 5 Marchi: monogramma Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85248 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, p. 221.

Greek, Etruscan, Roman, Mediaeval, and Cinque Cento Jewels, from Existing Originals. By Signor Castellani, of Rome, London, 1862. Un esemplare simile fa parte di una parure che fu venduta nel 1930 all'asta dei beni di Alfredo (cfr. fig. 9-50 in questo volume). Fig. 9-45 Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

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134. Registro dei visitatori Castellani.

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VI. COMMITTENTI, DONI E ACQUIRENTI FAMOSI

134. REGISTRO DEl VISITATORI CASTELLANI Volume 1, 1857-65; volume 2, 1865-72 Penna e inchiostro Libri (chiusi): cm 32 x 25 x 4 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, Provv 1 LV. (volume

Catalog



1); Prow 2 L.V. (volume 2) Provenienza: Collezione Augusto Castellani, clonazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: HAWTHORNE 1876, p. 171. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 135. DEMI-PARURE DI COLLANA E ORECCHINI CON PERLE Manifattura Castellani Oro, perle Collana: cm 3,8; collana: cm 34,1; orecchini: cm 5,3; orecchini: diam. disco cm 1,7 Musei Capitolini, Roma, Donazione Umberto Speranza in memoria di sua moglie, Giannina Fabri, 11203 Provenienza: per discendenza, di proprietà di Giannina Fabri, nipote di Augusto Castellani Riferimenti bibliografici: BORDENACHE BATTAGLIA 1985, figg. 2, 5; pp. 65, 71-73; G. BORDENACHE BATTAGLIA, Le Oreficerie Castellani nel Medagliere Cap ito/mo, in MuRA

SOMMELLA 1987, pp. 41-42; DONATI 1987, pp. 103-104, figg. 4-5; DONATI 1987 a, pp. 20-23. Bibliografia di confronto: MUNN 1984, fig. 55. Fig. 10-16. Foto: Lorenzo De Masi; Archivio Storico dci Musei Capitolini, su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività Culturali, ASR 44/2005

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concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ASR 44/2005 — 138. SPILLA A BARRA IN ORO CON A E L Manifattura Castellani

cm 3,7 x 9,3 x 1,7 Marchi: Monogramma in cartiglio Iscrizioni: "From Alice and Louis,

p. 67, fig. 6; DONATI 1987, pp. 105107, fig. 6; DONATI 1987 a, pp. 2635; PIRzIO BIROLI STEFANELLI 2003, car. n. XI.1.74. Fig. 2-60. Foto: Lorenzo Dc Masi; Archivio Storico dci Musei Capitolini, su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività Culturali, ASR 44/2005

24th May 1873" Victoria and Albert Museum, M.103-1984 Provenienza: donato alla regina Vittoria nel giorno del suo compleanno del 1873, dalla figlia principessa Alice e dal genero principe Luigi di Hesse. Alla sua

137. BUSTO DEL SENATORE FRANCESCO CAVALLETTI R0NDININI

morte, le figlie della regina Vittoria la regalarono a Mrs. Maude Lort

Artista ignoto 1869 Marmo cm 77,5 x 58 x 32 Musei Capitolini, Roma, 124/Pro. Riferimenti bibliografici: BORDENACHE BATTAGLIA 1985, fig 9, p. 76; DONATI 1987 a, p. 26. Bibliografia di confronto: DONATI 1987, pp. 107-108, fig. 7. Fig. 2-63. Foto: Lorenzo Dc Masi; Archivio Storico dci Musei Capitolini, su

Phillips, damigella d'onore della regina, con una lettera di accompagnamento: "Windsor Castle. Feb. 1907. Alla cara Maud Lort Phillips, secondo le isrruzioni della nostra amara madre, la regina, vi inviamo questo piccolo ricordo. Elena, Luisa, Beatrice". Riferimenti bibliografici: RUDOE 1983-84, p. 86; MUNN 1984, mostra, 1984, cat. n. 29.

(.

136. CATENA PER LA CARICA DI SENATORE Manifartura Augusto Castellani, 1869 Oro, smeraldi, rubini, zaffiri, tessere in oro e vetro Catena: cm 2,6 x 63,5 cm; pendente: diam. cm 5 Marchi: monogramma semplice su ognuna delle maglie a forma di croce Musei Capitolini, Roma, 11201 Provenienza: Commissionata dalla città di Roma per ii suo ultimo senatore, Marchese Francesco Cavalletri Rondinini, in carica dal 1865 al 1870 Riferimenti bibliografici: RUDOE 1983-84, p. 86; MuNN 1984, fig. 99; BORDENACHE BATTAGLIA 1985, pp. 73-78, figg. 6-11; RUDOE 1985,

1873 Oro, smalto

138. Spilla a barra in oro con A e L.

140. Bracciale con alta bancla a maglia e motivo a croce.

330

Catalogs

giustiziato dal suoi oppositori repubblicani. I suoi contatti con i Castellani datano al tempo del suo soggiorno in Italia e probabilmente furono dovuti ai comuni ideali di stampo liberale. Si ignora peraltro la data del suoi eventuali acquisri nella bottega. Ii modello della croce centrale ha una forte rassomiglianza con alcuni schizzi di Michelangelo Caetani e pertanto sembra indicativo di una datazione abbastanza precoce. Ii bracciale richiama un esemplare con croci di smalto bianco e nero conservato al Museo di Villa Giulia (my. 85245) e un altro pezzo venduto nel 1930 all'asta dei beni di Alfredo Castellani (Tav. IX, lotto 281).

144. Collana "Etrusca" con rralcio di pampini e grappoll di ova.

139.

PARURE CON CAMMET

Manifattura Castellani, prima del 1906 Oro, vane pietre dure Collana: cm 40 x 4,1; spilla: cm 9 x 5,4; braccialetto: cm 18 x 2,5; orecchini: cm 4,2 x 2,1 Marchi: monogramma semplice sulla collana e la spilla; 4 monogrammi in cartiglio sul braccialetto Iscrizioni: nella spilla ii cammeo reca l'iscrizione GNA (N sul retro) Collezione privata Provenienza: donata dal re Giorgio I di Grecia a M.me Emile Loubet, moglie del Presidente della Repubblica Francese, 1899-1906; venduta dai discendenti. Riferimenti bibliografici: Christie's, Important Jewellery, London, 12 dicembre 1996, lotto 31 Fig. 2-79 140.

141.

PENDENTE A FOR DI LAIMPADA A OLIO

142. BULLA CON "CATULUS"

Manifattura Castellani Oro cm 3,8 x 3,1 x 1,5 Marchi: monogramma semplice sul bordo Collezione privata Bibliografia di confronto: Christie's, Castellani and Giuliano: Magnificent Jewels, Ginevra, 15 novembre 1972, p. 21, lotto 390, tav.6; GERE 1984, p. 219; BURY 1991, 1, p. 336, tav. 187. Foto: Bruce White

Manifattura Castellani Oro H. cm 9; diam. cm 6,5 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85128 Provenienza: Collezione Augusro Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MORETTI SGUBINI 2000, fig. 9. Fig. 2-44. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 143.

BRACCIALE CON ALTA BANDA A MAGLIA E MOTIVO A CROCE

Manifattura Castellani, probabilmente prima del 1864 Oro, brillanti, rubini, smeraldi e smalto cm 20 x 3,8 Marchi: quattro monogrammi semplici sul retro della parte centrale Collezione privata, Italia Provenienza: si dice sia stato un dono di Massimiliano di Asburgo, Imperatore del Messico alla contessa Enrichetta Lutzow. Massimilano di Asburgo, eletto imperatore del Messico nel 1863, dopo un breve regno fu deposto e

145. Collana "etrusca" con tralcio di pampini e grappoll di ova.

Dama con una colomba: Madame Loeser.

SPILLA CON "XAIPE" ED INTAGLI

Manifattura Castellani Oro, corniola cm 7,2 x 6 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85325 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: MONTANI 1928, p. 221. Bibliografia di confronto: Christie's, Castellani and Giuliano: Magnificent Jewels, Ginevra, 15 novembre 1972, p. 21, lotto 392, rav.7. Fig. 2-26. Foro: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività CulturaliSoprinrendenza per i Beni Archeologici del Lazio

Catalog



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Yi

Oro, vetro soffiato cm 39 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 85335 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Bibliografia di confronto: vedi cat. n 144 Foto: Lorenzo Dc Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

kbd

AA

I

146. Collana " ecrusca " con cralcio di pampini poli di

C

grap-

144. COLLANA "ETRUSCA" CON TRALCIO DI PAMPINI E GRAPPOLI DI UVA Manifattura Castellani Oro, vetro cm 2,5 x 41,2 Marchi: assenti Collezione privata Riferimenti bibliografici: MASCETTI, TRiossi 1997, p. 117; Sotheby's, Antique Jewels, London, 20 giugno 2001, lotto 38. Bibliografia di confronto: Sotheby's, Antique and Period Jewelry, New York, 16-17 giugno 1981, lotto 449; MUNN 1984, inostra, cat. n. 19; Sotheby's, Fine Jewelry, New York, 7 giugno 1994, lotto 61; Sotheby's, Fine Jewels and Jewels for the Collector, London, 23 giugno 1994, lotto 58. Foto: Sheldan Collins 145.

COLLANA ETRUSCA" CON TRALCIO DI PAMPINI E GRAPPOLI DI UVA Manifatrura Castellani Oro, vetro cm 2,5 x 39,6 Marchi: monogramma semplice su una foglia Collezione privata Riferimenri bibliografici: MASCETTI, TRiossi 1997, p. 116. Bibliografia di confronto: vedi cat. n. 144 Prototipo antico: Guzzo 1993, p. 99, fig. 52. Foto: Bruce White

146. COLLANA "ETRUSCA" CON TRALCIO DI PAMPINI E GRAPPOLI DI UVA Manifattura Castellani

147. DEMI-PARURE COMPOSTA DA COLLANA E ORECCHINI CON ANFORE Manifattura Castellani Oro Collana: cm 34,5; orecchini: H. cm 4,8; orecchini: diam. disco cm 1,6 Marchi: monogramma semplice sugli orecchini e accanto alla fermezza della collana Musei Capitolini, Roma, dono di Umberto Speranza in memoria di sua moglie, Giannina Fabri, 11202 Provenienza: per discendenza, di proprierà di Giannina Fabri, nipote di Augusto Castellani Riferimenti bibliografici: BORDENACHE BATTAGLIA 1985, pp. 65-71, figg. 1, 3-4; G. BORDENACHE BATTAGLIA, Le Oreficerie Castellani nd Medagliere Capitolino, in MURA SOMMELLA 1987, pp. 38-41; DONATI 1987, pp. 99-103, figg. 1-2; DONATI 1987 a, pp. 44-49; PIRzIO BIROu STEFANELLI 2003, cat. n. XI.1.75. Bibliografia di confronto: Etruscan Style, in Specimens of Greek. . Jewels, 1862, n.p., n. XI; WABJNG 1863, p. 156; Reports by Artisans from Birmingham, in Report of Artisans, Selected by a Committee Appointed by the Council of the Society of Arts to Visit the Paris Universal Exhibition, 1867, parte 2, London 1867, p. 42; Christie's, Old and Modern Jewelry, London, 7 giugno 1983, lotto 253; MUNN 1984, fig. 23; SCARISBRICK 1987, p. 226, fig. 4; BURY 1991, p. 2, tav.232; RUDOE 1991, fig. 2; PHILLIPS 1996, fig. 109. Fig. 9-14. Foto: Lorenzo De Masi; Archivio Storico dei Musei Capitolini, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ASR 44/2005

147. Derni-parure composca cia collana e orecchini con anforc.

148. DIADEMA CON FOGLIE D'OLIVO Manifattura Castellani Oro cm 3,1 x 14,9 x 12,2 Marchi: monogramma Collezione privata Bibliografia di confronto: Roman Style, in Specimens of Greek.. Jewels, 1862, np., n. I; The Jewellery of the Great Exhibition, in The Illustrated London News, 40, 7 g iugno 1862, p. 584; Jewellers. Goldsmiths, Silversmiths and Watchmakers' Monthly Magazine, 1, 1863, p. 156; Sotheby's, Fine Jewels and Jewels for the Collector, London, 3 dicembre 1987, Intro 71;

150. Pendente con carnmeo raffigurante una menade danzante.

332

Catalogs

(catalogo n. 153) e le ricevute originali at Victoria and Albert Museum. Riferimenti bibliografici: RUDOE 1983-84, P. 85; MUNN 1984, p. 37, figg. 17, 18; MUNN 1984, inostra, 1984, cat. no. 8, 9; PLATZ-HORSTER, TIETZ 1993, p. 36, fig. 61. Bibliografia di confronto: WARING 1863, p. 3, ra y. 212; Reports on the London International Exhibition of 1872, London 1872, p. 26; WALLIS 1872, p. 55; HuNKS 1975, fig. 62a; HINKS 1975a, fig. 5; GERE 1976, fig. 5; MUNN 1984, fig. 23; RUDOE 1984, p. 177; MARQUARDT 1987, fig. 13, pp. 47-48; BECKER 1989, fig. 15.2; Christie's, Important Jewellery, London, 12 dicembre 1990, lotto 26; BURY 1991, 2, tav. 232; RUDOE 1991, fig. 2; VLAD BORRELLI 1992, p. 435, cat. n. 598; BENNETT, MASCETTI 1994, ra y. 288; Sotheby's, Magnificent Jewels , New York, 12 aprile 1999, lotto 45. Fig. 2-82. Foto: V&A Images! V&A Museum

153. COLLANA "CAMPANA" CON SCARABEI

15 1. Bracciale con terminali a testa di leone.

Sotheby's, Important Jewelry, New York, 5 dicembre 1988, lotto 77; BENNETT, MASCETTI 1994, tav. 179 Fig. 9-28. Foto: Bruce White 149. DIADEMA IN ORO Manifattura Castellani Oro cm 3,2 x 16,5 x 0,7 Marchi: monogramma semplice Collezione privara, New England Bibliografia di confronto: Disegno, LENTI UsdA BEMPORAD 1999, fig. 39 Foto: Sheldan Collins 150. PENDENYE CON CAMTvIIEO RAFFIGURANTh UNA MENADE DANZANTE Manifattura Castellani Oro cm 5,5 Collezione privara 151. BRACCIALE CON TERMINALI A TESTA DI LEONE Manifattura Castellani Oro cm 2,8 x 19,6 x 1,6 Marchi: due monogrammi semplici Collezione privata Foto: Bruce White

Manifattura Castellani Anteriore at 1925, con scarabei di V - IV sec. a.C. Oro, corniola cm 3,5 x 42,1 x 1,3 Marchi: monogramma semplice Victoria and Albert Museum, Londra, donato dalla famiglia di Ernest e Antoinette Jones, M.34-2001 Provenienza: acquistaro da Ernest e Antoinette Jones da Alfredo Castellani net 1925. Donato dalla loro famiglia, insieme at bracciale abbinato (catalogo n. 154) e alla fattura originale, at Victoria and Albert Museum, 2001. Riferimenti bibliografici: RLTDOE 198384, p. 85; Muim 1984, mostra, cat, on. 6, 7; RUD0B 1984, p. 177; CARTLIDGE 1985, cat. n. 56; MuNN 1990, p. 20; PLATZ-HORSThR, TIETZ 1993, p. 36, fig. 60; ZAPATA 1999, P. 62. Bibliografia di confronto: vedi catalogo n. 70. Fig. 8-23. Foto: V&A Images/V&A Museum 154. BRACCIALE CON SCARAB El Manifattura Castellani Anteriore al 1925 Oro, corniola cm 4,3 x 7,7 x 8 Marchi: due m000grammi semplici all'interno Victoria and Albert Museum, Londra. Donato dalla famiglia di Ernest e Antoinette Jones, M.35-2001 Provenienza: acquistato da Ernest e Antoinette Jones per 2000 lire da Alfredo Castellani net 1925. Donato dalla famiglia con la collana abbinata

152. COLLANA A QUATTRO FILl CON GRANT DI LAPISLAZZULI Manifattura Castellani Oro, lapislazzuli L. cm 42,5 Marchi: monogramma semplice sulla fermezza Collezione privata Bibliografia di confronro: Christie's, Highly Important Jewellery, London, 15 giugno 1988, lotto 13. Foto: Sheldan Collins

VII. I CASTELLANI COLLEZIONISTI ED ANTIQUARI 155.

COPPIA DI BRACCIALI CON INTAGLI RAFFIGURANTI I SEGNI DELLO ZODIACO Manifattura Castellani Oro, gemme diverse Bracciali, cm 1,9 x 8,4 cm; maglia con Helios, cm 1,8 x 2,3 Marchi: monogramma semplice su una maglia di ogni bracciale; assenti sulla maglia con Helios Collezione privara Riferimenri bibliografici: MUNN 1984, mostra, car. n. 28; SCARISBRICK 1984 a, p. 387, fig. 2. Fig. 4-3. Foto: Sheldan Collins

156. SPILLONE PER CAPELLI A FORMA DI SPADA

152. Collana a quattro fili con grani di lapislazzuli

Italia (Sardegna) Meth XIX secolo Argenro dorato cm 18 x 4,2 Marchi: testa di leone del Regno di Sardegna Victoria and Albert Museum, Uondra, 327-1868 Provenienza: Collezione di gioielli



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Catalogo

popolari Castellani. Venduta da Alessandro Castellani al South Kensington Museum, 1868 Riferimenti bibliografici: DUCIJING 1867, p. 267; The Collections of Signor Castellani, of Roma and Naples, in Art-Journal, u.s. 6, 1867, pp. 175-176; Reports by Artisans from Birmingham, in Report of Artisans, Selected by a Committee Appointed by the Council of the Society of Arts to Visit the Paris Universal Exhibition, 1867, parte 2, London 1867, pp. 41-42; The Illustrated Catalogue of the Universal Exhibition pubblicato con Art-Journal, London and New York, 1868, p. 325; Italian Jewellery as Worn by the Peasants of Italy, 1868, tav. 5; SALA 1868, p. 222; ROY., Popular Jewellery of Various Countries, in Art-Journal, n.s. 9, 1870, p. 374; FALKE 1872, p. 49; WALLIs 1872, pp. 55-57; GALLAUDET, P. 10; WALLIS 1878, p. 5; BRADFORD 1959, pp. 44, 47; ARMSTRONG 1976, p. 96; MUNN 1984, p. 85; BURY 1991, 2, p. 726. Fig. 9-53a. Foto: V&A Images! V&A Museum 157.

158.

159.

160.

161.

163.

164.

A CROCE

D'ARIETE

162.

PENDENTE A CROCE IN FILIGRANA

Italia (Marche) Metà XIX secolo Argento dorato cm 9,5 x 6,5 Victoria and Albert Museum,

MEDAGLIONE

Italia (Lucera, Puglia) Metà XIX secolo Oro cm 6,1 x 5,7 Victoria and Albert Museum, Londra, 249-1868 Provenienza: Collezione Castellani di gioielli popolari. Venduto da Alessandro Castellani at South Kensington Museum, 1868 Riferimenti bibliografici: vd. n. 156 Fig. 9-53d. Foto: V&A Images! V&A Museum

SPILLA PETTORALE CON PENDENTE

Italia (Firenze ed Etruria meridionale) Metà XIX secolo Oro, perle, granati cm 16 x 7,5 Victoria and Albert Museum, Londra, 144-1868 Provenienza: Collezione Castellani di gioielli popolari. Venduto da Alessandro Castellani at South Kensington Museum, 1868 Riferimenti bibliografici: vd. n. 156 Fig. 9-54d. Fotograph: V&A Images! V&A Museum

SPILLA AD ARCO CON PENDENTE A CROCE

Italia (Abruzzo) Metà XIX secolo Argento, argento dorato, pasta vitrea cm 9,3 x 6,5 Victoria and Albert Museum, Londra, 199-1868 Provenienza: Collezione Castellani di gioielli popolari. Venduta da Alessandro Castellani at South Kensington Museum, 1868 Riferimenti bibliografici: vd. n. 156 Fig. 9-54b. Foto: V&A Images! V&A Museum

ORECCHINO

Italia (Firenze ed Etruria meridionale) Metà XIX secolo Oro, perle cm 6,5 x 2,5 Victoria and Albert Museum, Londra, 98-1868 Provenienza: Collezione Castellani di gioielli popolari. Venduto da Alessandro Castellani at South Kensington Museum, 1868 Riferimenti bibliografici: vd. n. 156 Fig. 9-53b Foto: V&A Images! V&A Museum

SPILLONE PER CAPELLI CON TESTA

Italia (Romagna) Metà XIX secolo Argento dorato cm 17 x 2,6 Marchi: tiara pontificia su chiavi incrociate Victoria and Albert Museum, Londra, 349-1868 Provenienza: Collezione Castellani di gioielli popolari. Venduti da Alessandro Castellani al South Kensington Museum, 1868

COLLANA

Italia (Etruria e Venezia) XIX secolo Rame dorato, argento dorato cm 2 x 45 Victoria and Albert Museum, Londra, 55-1868 Provenienza: Collezione Castellani di gioielli popolari. Venduti da Alessandro Castellani at South Kensington Museum, 1868 Riferimenti bibliografici: vd. n. 156 Fig. 9-53c. Foto: V&A Images! V&A Museum

ORECCHINO

Italia (Lombardia) Metà XIX secolo Rame dorato cm 12,2 x 5 Victoria and Albert Museum, Londra, 367-1868 Provenienza: Collezione Castellani di gioielli popolari. Venduto da Alessandro Castellani al South Kensington Museum, 1868 Riferimenti bibliografici: vd. n. 156 Fig. 9-54c. Fotograph: V&A Images! V&A Museum

Londra, 74-1868 Provenienza: Collezione Castellani di gioielli popolari. Venduta da Alessandro Castellani at South Kensington Museum, 1868 Riferimenti bibliografici: vd. n. 156 Fig. 9-54a. Fotograph: V&A Images/V&A Museum

Riferimenti bibliografici: vd. n. 156 Fig. 9-53e. Foto: V&A Images! V&A Museum

165.

COLLANA "b' CON GRANI

Manifattura Alessandro Castellani 1868-76 Oro, vetro cm 2,9 x 41,4 x 0,9 Marchi: monogramma semplice sull'elemento terminate in oro di destra Victoria and Albert Museum, Londra, 639-1884 Provenienza: lotto 855 dalla vendira del patrimonio di Alessandro Castellani effettuata a Roma net 1884 Riferimenti bibliografici: Catalogue des objets ... Alessandro Castellani, Roma, 1884, p. 113, lotto 855; MUNK 1981, p. 129; BURY 1991, p. 2, pp. 574-575, tav. 140 B.

334

Catalogo

Bibliografia di confronto: HUMBERT, PANTAZZI, ZIEGLER 1994, cat. n. 219; GREGORIETTI 1969, p. 262. Fig. 9-71. Foto: V&A Images! V&A Museum 166.

CROCE CON SFONDO DI GIGLI (PERIODO "MODERNO")

Manifatrura Castellani Oro, rubini, smairo cm 5,6 x 5,6 Marchi: due m000grammi semplici Collezione privata Riferimenti bibliografici: Christie's, Jewellery, London, 24 marzo 1999, lotto 148; Christie's, Important Jewellery, London, 27 novembre 2002, lotto 148. Bibliografia di confronro: Catalogo degli ogetti ... A {lfredoj Castellani, 1930, p. 14, lotto 145, tav. X; MUNN 1984, fig. 157. Foro: Bruce White 167. TAGLIACARTE Manifatrura Castellani Alluminio, oro, rubini, perle, agata, calcedonio cm 28,8 x 3,1 Marchi: monogramma semplice sul manico Collezione privata Riferimenti bibliografici: MIJNN 1984, fig. 172, p. 143; MuNN 1984, mostra, cat. n. 27. Fig. 2-84. Foto: Bruce White

VIII. I CASTELLANI E GLI ALTPJ ORAFI

168. PENDENTE CON BACCO Seguace dei Castellani Oro cm 4,7 x 3,1 x 2,2 Marchi: assenti Collezione privata Riferimenri bibliografici: MUNN 1981, p. 128, fig. 13; MuNN 1984, fig. 85, p. 103; MuNN 1984, mostra, cat n. 60; MUNN 1990, p. 18. Bibliografia di confronto: MUNN 1984, p. 86. Fig. 2-58. Foto: Bruce White

Marchi: JB The British Museum, London, Hull Grundy Gift, Cat. 974 Provenienza: dono fatto al Victoria and Albert Museum dal Professor Hull Grundy e sig.ra, anni 1970; trasferito al British Museum, 1978 Riferimenti bibliografici: TAIT 1984, car. n. 974. Bibliografia di confronto: FISCHER 1880-1883, ray. 116; TAIT 1984, 1, p. 154, 2, fig. 83. Fig. 12-18. Foto: © Copyright The British Museum 170. COLLANA TIPO "Ruvo" Manifatrura Giacinto Melillo Oro cm 38,6 x 7,5 Marchi: assenti Collezione privata Riferimenti bibliografici: MTJNN 1984, mostra, n. 184; MASCETTI, TRI0sSI 1997, n. 122 Bibliografia di confronro: BURGES 1863, n.1; GERE 1972, p. 115, fig. 43; RUDOE 1983-84, pp. 71-72, fig. 14; Sotheby's, Important jewels, New York, 30 giugno 1999, lotto 47 Protoripo anrico: COARELLI 1966, p.57, fig. 24; CRISTOFANI, MARTELLI 1983, n.161. Fig. 12-28. 171. COLLANA A VAGHI GLOBULARI CON GRANULAZIONE Manifartura Giacinto Melillo Oro cm 1,25 x 41,7 Collezione privata Riferimenti bibliografici: Sotheby's, Antique jewels, London, 20 giugno 2001, lotto 40. Fig. 7-14. Foto: Sheldan Collins 172. FIBULA CON COLOMBA Attribuita a Giacinto Melillo Oro, smalto cm 2,2 x 5,8 x 1,1 Marchi: assenti Collezione privata, New England Fig. 12-27 (in basso). Foto: Sheldan Collins

169. DIADEMA CON MOTIVI FLOREALI Manifattura Josef Bacher und Sohn 1878 ca. Oro H. cm 4,05

173. FIBULA CON PUTTO Attribuita a Giacinto Melillo Oro, smalro cm 2,3 x 6,1 x 1,2

Marchi: assenti Collezione privata, New England Fig. 12-27 (in alto). Foto: Sheldan Collins 174. SPILLA CON TESTA DI TORO Manifattura Ernesto Pierret Oro cm 10,8 x 5,8 Marchi: "Pierret" in cartiglio Collezione privata Riferimenti bibliografici: Christie's, Important Jewels, New York, 8 dicembre 1992, lotto 266 Fig. 12-23 175. ORECCHINI CON TESTA DI TORO Manifattura Ernesto Pierret Oro cm 6 x 3,1 Marchi: assenti Collezione privata Fig. 12-22 176. COLLANA E SPILLA CON PALMETTE E PICCOLE PIGNE Manifattura Eugene Fontenay Oro Collana: cm 40,5 x 4,3; spilla: cm 6,7 x 3,4 Marchi: assenri Collezione privata Fig. 12-7 177. COLLANA CON PENDENTE A TESTA i ATENA Manifattura Jules o Louis Wièse Posreriore al 1890 Oro, perla Catena: cm 58,5; pendenre: cm 8,4 x 4,7 Marchi: WIESE a letrere maiuscole e marchio WIESE con stella sopra e sotto, all'interno di un rombo orizzontale Collezione di Diana Scarisbrick Riferimenti bibliografici: WILSON, CRISFORD 1991, cat. n. 11. Fig. 12-8. Foto: A. C. Cooper (Colour) Ltd. 178. PARURE CON INTAGLI, COMPOSTA DA COLLANA, BRACCIALE, ORECCHINI E SPILLA Manifattura Carlo Giuliano Oro, gemme vane Collana: cm 4,1 x 40.6 x 0.6 cm); bracciale: cm 3,8 x 19,3 x 1,4; orecchini: cm 3,4 x 1,9 x 0,6 cm); spilla. cm 3,4 x 3,9 x 0,9



335

Catalogo

I

0 181. Bracciale a cerniera con maschere teatrali.

179. Diadrna con mocivo florrale cntrak.

Collezione privata Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, fig. 162a; MUNN 1984, mostra, cat. n. 57. Foto: Bruce White

0

a

4:.

P

183. SPILLA A FORMA DI SISTRO Manifattura Carlo Giuliano Oro cm 7,6 x 2,2 x 1,4 Marchi: assenti Collezione privata Foto: Bruce White

j.

a

-

2

a

0

9

V. e

0

180. Collana con penclenti a testa di satiro.

182. SpiUa di forma romboidale. IX. LA "TOMBA CASTELI.ANI"

Marchi: CG in cartiglio sul bracciale Collezione privata Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, figg. 59-60; MuNN 1984, moslra, cat. n. 71; SCARISBRICK 1984 a, p. 391, fig. 7. Fig. 12-15. Fore: Bruce White 179. DIADEMA CON MOTIVO FLOREALE CENTRALE Manifattura Carlo Giuliano Oro, agata, perle cm 3,1 x 13,3 x 9,5 Marchi: CG Collezione privata Riferimenti bibliografici: MIJNN 2001, P. 248, ray. 224. Foto: Bruce White

1977, p. 162, fig. 9; NEWMANN 1981, p. 139; MUNN 1984, fig. 147; BECKER 1989, fig. 15.7. Foto: Bruce White 181. BRACCIALE A CERNIERA CON MASCHERE TEATRALI Manifattura Carlo Giuliano Oro cm 2,2 x 18,3 x 0,4 Marchi: CG Collezione privata Riferimenti bibliografici: MUNN 1984, fig. 103; MUNN 1984, mostra, cat. n. 77; Castellani et Giuliano [recensionej, in LOot, n. 344, matzo 1984, p. 78. Foto: Bruce White 182. SPILLA 01 FORMA ROMBOIOALE

180. COLLANA CON PENDENTI A TESTA DI SATIRO Manifattura Carlo Giuliano Oro, smalto cm 3,8 x 40,9 Marchi: CG Collezione privata Riferimenti bibliografici: MUNN

Manifattura Carlo e Arthur Giuliano Anteriore al 1896 Oro, porporina cm 3,3 x 5,7 x 1,4 Marchi: C & AG Iscrizioni: (sul retro della montatura) HADRIAN'S VILLA, ROMA/ J . C. H. March 1896

184. BUSTO Di AUGUSTO CASTELLANI Vincenzo lerace 1919 Marmo cm 58 x 24 x 34

.

I 3

183. Spilla a forma di sistro.

336

Catalogo

nn. 6, 7; MORETTI SGUBINI, 2000, cat. nn. 81.9- 81.10. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 187. COLLANA CON PENDENTI A GHIANDA E GRANT 187. Collana con pendenti a ghianda e 8rani.

Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, Prow. B.U.2 Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 185. SKYPHOS primo quarto del VII sec. aC. Ca. Argento H. cm 7; diam. cm 9 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 55084 Provenienza: romba Castellani, Palestrina (?). Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: BORDENACHE BATTAGLIA, BARTOLONI 1975, p. 81, n. 11; ACANFORA, MARCHESE, MINARINI 1976, p. 219, n. 4; MORETTI SGUBINI 2000, cat. n. 81.4; MAGAGNINI 2000, pp. 280-282, cat. n. 367. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Artività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 186. DUE FIBULE Primo quarto del VII sec. a.C. Ca. Argento Fibula in alto, cm 12,5; fibula in basso, cm 12 Museo Nazionale Errusco di Villa Giulia, Roma, 53309 (fibula in alto), 53316 (fibula in basso) Provenienza: Tomba Castellani, Palestrina (?). Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: FONTENAY 1887, p. 322; BORDENACHE MARCHESE, MINARINI 1976, p. 220,

Primo quarto del VII sec. aC. Ca. Argento, ambra L. cm 20 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 53331 Provenienza: Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: BORDENACHE BATTAGLIA, BARTOLONI 1975, p. 81, n. 15; ACANFORA, MARCHESE, MINARINI 1976, p. 219, n. 5; MORETTI SGUBINI 2000, cat. n. 81.8. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 188. PATERA Primo quarto del VII sec. aC. Ca. Bronzo H. cm 4,2; diam. cm 14,3 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 51071 Provenienza: Tomba Castellani, Palestrina (?). Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: BORDENACI-TE BATTAGLIA, BARTOLONI 1975, p. 80, n. 6; ACANFORA, MARCHESE, MINARINT 1976, p. 220, n. 12; MORETTI SGUBINI 2000, cat. n. 81.5. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 189. ANFORA Primo quarto del VII sec. aC. Ca. Bronzo H. cm 27; diam. bocca cm 20 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 51168 Provenienza: Tomba Castellani,

188. Patera.

189. Anfora.

Palestrina (?). Collezione Augusro Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: BORDENACHE BATTAGLIA, BARTOLONI 1975, p. 79, n. 4; ACANFORA, MARCHESE, MINARINI 1976, p. 220, n. 8, ray. LVI, C; COLONNA 1992, p. 47, n. 5; MORETTI SGUBINI 2000, cat. n. 81.7. Foto: Lorenzo Dc Masi; su concessione del Ministero per i Beni e Ic Attività CulturaliSoprinrendenza per i Beni Archeologici del Lazio 190. SCUDO Primo quarto del VII sec. aC. Ca. Bronzo Diam. cm 62,6 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 51165 Provenienza: Tomba Castellani, Palestrina (?). Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: STRØM 1971, p. 23, n. 10; BORDENACHE BATTAGLIA, BARTOLONI 1975, p. 7 n. 1; ACANFORA, MARCHESE, MINARINI 1976, p. 220-221, n. 1: 3; COLONNA 1992, p. 47, n. 1; GEIG ER

Catalogo



1994, pp. 43 ss., n. 2; MORETTI SGUBINI 2000, cat. n. 81.1; MAGAGNINI 2000, pp. 280-282, cat. n. 371; MORETTI SGuBINI 2000, fig. 5; MORETTI SGUBINI 2001, fig. 52. Bibliografia di confronto: MORETTI SGUBINI 2000, cat. nn. 81.2, 81.3. Fig. 2-54. Foto: Lorenzo De Masi; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività CulturaliSoprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio 191 DUE SCUDI FRAMMENTARI 192 Primo quarto del VII sec. a.C. ca. Bronzo Diam. ricostruito cm 62,6 Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma, 51165 Provenienza: Tomba Castellani, Palestrina (?). Collezione Augusto Castellani, donazione Alfredo Castellani, 1919 Riferimenti bibliografici: vd. n. 190 193. ARYBALLOS Inizio VI sec. a.C. Faience H. cm 6; diam. cm 5,5 Musei Capitolini, Roma, Ca. 412 Provenienza: Tomba Castellani, Palestrina (?). Collezione Augusto Castellani. Riferimenti bibliografici: HOLBL 1979, p. 132, n. 240; COLONNA 1992, p. 47; MAGAGNINI 2000, pp. 280-282, cat. n. 364. Bibliogtafia di confronto: per questa categoria di oggetti,vedi WEBB 1978, p. 116. Fig. 2-5 5c. Foto: Lorenzo De Masi; Archivio Storico dei Musei Capitolini, su concessione del Ministeto per i Beni e Ic Attività Culturali, ASR 44/2005 194. CISTA Restauro di Augusto Castellani Prima meta del VII sec. aC. Argento H. cm 16,5; diam. cm 14,2 Musei Capitolini, Roma, Ca. 422 Provenienza: Tomba Castellani, Palestrina (/). Collezione Augusto Castellani. Riferimenti bibliografici: BORDENACHE BATTAGLIA, BARTOLONI 1975, p. 81, to. 12; ACANFORA, MARCHESE, MINARINI 1976, pp.

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218-219, n. 1; MAGAGNINI 2000, pp. 280-282, cat. n. 360. Fig. 10-S. Foto: Lorenzo De Masi; Archivio Storico del Musei Capitolini, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ASR 44/2005

MARCI-JESE, MINARINI 1976, p. 220, n. 10; MAGAGNINI 2000, pp. 280282, cat. to. 370. Fig. 10-3a. Foto: Lorenzo De Masi; Archivio Storica del Musei Capitolini, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ASR 44/2005

195. COPPA GLOBULARE Secondo quarto del VII sec. a.C. Atgento H. cm 7,8; diam. cm 10,7 Musei Capitolini, Roma, Ca. 484 Provenienza: Tomba Castellani, Palestrina (?). Collezione Augusta Castellani. Riferimenti bibliografici: BORDENACHE BATTAGLIA, BARTOLONI 1975, p. 81, n. 14; ACANFORA, MARCHESE, MINARINI 1976, p. 219, n. 2; MAGAGNINI 2000, pp. 280282, cat. n. 368. Fig. 10-3b. Fota: Lorenzo Dc Masi; Archivio Starica dei Musei Capitolini, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ASR 44/2005

198. VASO BICONICO Restauro di Augusta Castellani Seconda metà VIII sec. aC. Bronzo H. cm 39,5; diam. cm 32,5 Musei Capitalini, Rama, Ca. 540 Provenienza: Tamba Castellani, Palestrina (?). Collezione Augusta Castellani. Riferimenti bibliografici: BORDENACHE BATTAGLIA, BARTOLONI 1975, p. 79, n. 5; ACANFORA, MARCHESE, MINARINI 1976, p. 220, to. 9; MAGAGNINI 2000, pp. 280282, cat. n. 366. Fig. 10-4. Foto: Lorenzo De Masi; Archivio Storico del Musei Capitolini, su cancessiane del Ministero per i Beni e Ic Attività Culturali, ASR 44/2005

196. PATERA Primi decenni del VII sec. aC. Argento H. cm 3,8; diam. cm 15,4 Musei Capitolini, Roma, Ca. 485 Provenienza: Tomba Castellani, Palestrina (?). Callezione Augusta Castellani. Riferimenti bibliografici: BORDENACHE BATTAGLIA, BARTOLONI 1975, p. 81, to. 13; ACANFORA, MARCHESE, MINARINI 1976, p. 219, n. 3; CRISTOFANI, MARTELIJ 1983, p. 42; MAGAGNINI 2000, pp. 280-282, cat. n. 369. Fig. 10-3d. Foto: Lorenzo De Masi; Archivio Storico dei Musei Capitolini, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ASR 44/2005

199. AMULETO EGIZIO Secanda metà VI sec. aC. Faience cm 8,5 Musei Capitalini, Rama, Ca. 541 Pravenienza: Tomba Castellani, Palestrina (/9 . Collezione Augusta Castellani. Riferimenti bibliografici: HOLEL 1979, p. 151, a. 601; COLONNA 1992, p. 47; MAGAGNINI 2000, pp. 280-282, cat. to. 365. Fig. 10-3c. Fato: Lorenzo Dc Masi; Archivia Storico del Musei Capitolini, su cancessiane del Ministera per i Beni e le Attività Culturali, ASR 44/2005 200.

197. PATERA CON GODRONATURA Seconda metà dell'VIII sec. a.C. Bronzo H. cm 4,6; diam. cm 16,6 Musei Capitolini, Roma, Ca. 486 Provenienza: Tomba Castellani (?), Palestrina. Collezione Augusta Castellani. Riferimenti bibliografici: BORDENACHE BATTAGLIA, BARTOLONI 1975, p. 80, n. 7; ACANFORA,

FIASCA DI CAPODANNO Inizia VI sec. a.C. Faience H. cm 17,5; diam. cm 14 Musei Capitalini, Roma, Ca. 544 Pravenienza: Tamba Castellani, Palestrina (?). Colleziane Augusta Castellani. Riferimenti bibliagrafici: ACANFORA, MARCHESE, MINARINI 1976, p. 248, to. 2; MAGAGNINI 2000, pp. 280282, cat. to. 361.

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Catalogo

Fig. 2-55d. Foto: Lorenzo De Masi; Archivio Storico dei Musei Capitolini, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ASR 44/2005

X1.1.65 - X1.1.73. Fig.: vedi figg. 10-1, 10-10. Foto: Lorenzo De Masi; Archivio Storico del Musei Capitolini, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ASR 44/2005

ASR, Castellani, 127/1, "Elenco e descrizione di anelli antichi", s.d. Ii registro è aperto alle pagine in cui sono descritti due anelli d'argento con disegno dci motivi araldici che ne ornano Ic targhe.

201. FIASCA DI CAPODANNO Inizio VI sec. a.C. Faience H. cm 11,9; diam. cm 10 Musei Capitolini, Roma, Ca. 545 Provenienza: Tomba Castellani, Palestrina (?). Collezione Augusto Castellani. Riferimenti bibliografici: ACANFORA, MARCHESE, MINARINI 1976, p. 248, n. 3; MAGAGNINI 2000, pp. 280282, cat. n. 362. Fig. 2-55a. Foto: Lorenzo De Masi; Archivio Storico dei Musei Capitolini, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ASR 44/2005 202.

Aperto al ritratto di Alessandro Castellani Libro (chiuso): cm 31 x 23 x 4,5 Collezione privata, Roma Riferimenti bibliografici: Fotografia di Alessandro, MuNN 1984, fig. 11; SCARISBRICK 1984 a, fig. 1; MUNN 1990, p. 14; MORETTI SGUBINI 2000, P. 10. Fig. 2-36. Foto: Linda Stubbs

FIASCA DI CAPODANNO Inizio VI sec. a.C. Faience H. cm 15; diam. cm 12 Musei Capitolini, Roma, Ca. 546 Provenienza: Tomba Castellani, Palestrina (?). Collezione Augusto Castellani. Riferimenti bibliografici: ACANFORA, MARCHESE, MINARINI 1976, p. 248, n. 4; MAGAGNINI 2000, pp. 280282, cat. n. 363. Fig. 2-55b. Foto: Lorenzo De Masi; Archivio Storico dei Musei Capitolini, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ASR 44/2005

203.

204. CATALOGUE DES OBJETS D'ART ANTIQUES, DU MOYEN-AGE ET DE LA RENAISSANCE DEPENDANT DE LA SUCCESSION ALESSANDRO CASTELLAN., ROMA, 17 MARZO-10 APRILE 1884, PARIS, IMPRIMERIE DE L'ART, 1884.

MEDAGLIA 1867 Bronzo Diam. cm 6 Inscrizione: (sul retto) CAPITOLIUM RESTITUTUM; (sul verso) AUGUSTO CASTELLANJO OB AEDES CAPITOLINAS / HETRUSCA SUPELLECTILE DITATAS / S. P. Q . R. / A. MDCCCLXVII Musei Capitolini, Roma, 11768 Proveriienza: Commissionata dalla città di Roma per commemorate Ia donazione fatta cia Augusto Castellani al Musei Capitolini Bibliografia di confronto: PIRzI0 BIROLI STEFANELLI 2003, cat. on.

Sono inoltre in esposizione: * Abito cia gran sera di colore nero velluto, tulle di seta operato, chiffon e paillettess, canottiglie e strass Manifattura italiana, 1895 circa Costumi d'Arte Peruzzi, Roma * Abito da sera di colore avorio Tulle di seta, paillettes Manifattura italiana, 1902 Costumi d'Arte Peruzzi, Roma

ARCHIVIO DI STATO DI ROMA FONDO CASTELLANI * ASR, Castellani, 1/1. Parente per esercitare l'attività di "gioielliere e orefice" in via del Corso n. 174 concessa a Fortunato Castellani dalla 30 Presidenza del Rione Colonna ii primo gennaio 1832. In basso a sinistra è indicato it valore delta tassa annua, ammontante in sedici scudi, imposta per la licenza. ASR, Castellani, b. 13 / S. Lettera datata 22 gennaio 1878 con la quale ii Sindaco di Roma Emanuele Ruspoli trasmette ad Augusto Castellani i ringraziamenti del Prefetto di Palazzo, Gran Maestro delle Cerimonie, per ii dono della corona civica in oro offerta in occasione dci funerali di Vittorio Emanuele II.

ASR, Castellani, 89, Inventario degli oggetti del negozio, 1 luglio 1856 1 luglio 1858". Ii registro è aperto alla pagina iniziale dell'anno 1857 in cui sono descritte diverse tipologie di braccialetti ASR, Castellani,28, "Copialettere dal 20 matzo 1901a1 25 novembre 1919". Ii registro è aperto alla pagina su cui è trascritta la copia della lettera inviata da Augusto a A. Lasenby Liberty a Londra in cui è disegnato il pendente a forma di croce ornato con Ic parole greche cIO> e ZOH (sic) tradotte con LUCE e ANIMA.

B IBLIOGRAFIAK

Parte 1. Archivi

Parte 2. Scritti Castellani

Disposri in ordine alfabetico per località e archivio. Alcune indicazioni relative a fondi che si riferiscono ai Castellani sono entro parenresi. Nella maggior parte dei casi sono elencati soltanto gli archivi cirari nel testo.

Disposti in ordine cronologico per autnre.

London British Library (Layard Papers, Add. MSS 38987, 420-1). British Museum (Department of Greek and Roman Antiquities, Register of the Alessandro) Castellani Collection, 1872; Archivi, Corrispondenza rra Alessandro Castellani e Newton, 1865-1883). Victoria and Albert Museum (Archivi, nome del fascicolo "Castellani"). Roma Archivio Biblioteca Angelica (Carteggio Barnabei). Archivio Capirolino (Arri della Magistratura, 1867, 1876, 1884). Archivio Centrale dello Stato (ACS), Archivio del Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, IV versamento, divisione II, 1925-1928, busta 337, I—XIV). Archivio di Staro (ASR; fondi relarivi ai Castellani; cfr. appendice). Archivio Doria Pamphilj (86-39). Archivio Segreto Vaticano, Fondo Borghese, Fondo Rospigliosi. Commissione Archeologica Municipale (Registri, 11-11-1872, 23-12-1872). Fondazione Camillo Caerani (Cnrrispondenza tra Michelangelo Caetani e i Castellani; due album di disegni di Michelangelo Caetani). Sant'Eligio degli Orefsci (Bando Genercele per gli Orefici, Argentieri, ed a/tn c/se cornprano, vendono e in cjualsivoglice modo neaneggiano, e contrattano Oro ccl Argento in Roma ne/Ic Stato Ecclesiastico. Roma, 181 5). Soprinrendenza per i Beni Archeologici del Lazio (Posizione Collezione Castellani). New York Metropolitan Museum of Art (Schedario del museo: Letrere da B. Phillips e "Agreement and Accounts"). Philadelphia National Archives and Records Administration, Mid-Atlantic Branch, Philadelphia, PA (Documenti del U.S. Customs Bureau, gruppo 36: documenti relarivi all'Esposizione Internazionale del 1876).

Cura redazionale di Maria Jose Strazzulla.

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Disposti in ordine cronologico. I cataloghi di mosrre remporanee sono elencati con la clizione "Catalogo della mostra" per distinguerli dalle guide e dai cataloghi delle collezioni permanenti. Nel caso che il museo sia anche l'editore, il nome non viene indicato come tale. Allo stesso modo non viene indicata la località in cui ha sede del museo, se questa e la medesima dell'edirore. [CLEMENT 5 1862 = [CHARLES CLEMENT], Catalogue des bijoux du Musk Naps/Ion III, Paris, Firmin-Diclot, 1862. ROBINSON 1863 = J . C. ROBINSON (a cura di), Catalogue s/the Special Exhibition

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Elencati in ordine cronologico per casa d'aste. Anche se alcune case, come Christie's e Sotheby's, hanno usato in forme differenti ii loro nome nel corso della loro storia commerciale o a secondo delle località in cui agivano, esse soon state elencate sotto ii nome col quale 0000 abitualmente note al momento attuale.

Magnificent Jewels and Magnificent Jewels from the Estate of Lillian Goldman, New

York, 14-15 aprile 2003, lotto 178. Ancient Jewelry, New York, 11 dicembre 2003, lotti 386, 445. Horizons, Amsterdam, 17 matzo 2004, lotto 603.

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Ineportant American and European Paintings, Furniture and Decorations. Fine Jewelry. Silver. and Objets de Verta, Tapestries and Oriental Rugs, Boston, 21-22 aprile 1996,

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INDICE DEl NOMI

A About, Edmund, 285, 296 Agrippa, Marco Vipsanio, 85 Aguatti, Antonio, 136, 155 Akers, Benjamin Paul, 210 Aicubierre, Nocque Joaquin de, 180 Alessandro di Russia, 31 Alessandro Magno, 224 Altieri, cardinale, 37 Aitieri, famiglia, 31 Amastini, Angelo Antonio, 91, 93, 116, 130 n. 38 Amastini, Nicolà, 116, 130 n. 38 Amati, Francesco, 24 Amedeo, duca di Savoia-Aosta, 49, 245 Ansorge, Karl, 115 Antonelli, Giacomo, cardinale, 13, 37, 253 Ariosto, Ludovico, 97 Asburgo, dinastia, 8 Ashburton, Lady, 291 Ashley, William, 26 Auguste, imperatore romano, 85, 98

B Baccani, Carolina, moglie di Fortunato Pio, 21, 118 Baccani, G-iuditta, madre di Luigi Podio, 118 Bachelord - Terond Aliez, 67, 69 Bacher, Joseph, 295 Barberini, famiglia, 31, 79 Barnabei, Felice, 47, 253, 254, 257, 258, 261 Bartoccini, Renato, 276 Baseggio, Giuseppe, 85 Basiantini, principessa, 97 Bautte, orafo, 67, 68, 85 Benndorf, Otto, 209, 255 Benso, Camillo, conte di Cavour, 12, 14

Berardi, cardinale, 263 Berenini, Agostino, 275 Beresford Hope, Aj., 202 Berini, Antonio, 91, 99, 124 Bernini, Gianlorenzo, 98 Bienaimé, Luigi, 97 Birchall, Dearman e Emily, 151 Biacas, collezione, 293 Blackhand, William, 170 Bloog, George, 68 Boccaccio, Giovanni, 97 Bochioli, Luigi, 94 Bonaparte, Giuseppina, 83 Bonaparte, Luciano, principe di Canino, 177, 180, 191 Bonaparte, Luigi, vd. Napoleone III Bonaparte, Monsignor, 201 Bonaparte, Napoleone, vd. Napoleone I Boncompagni Ludovisi, principi di Piombino, famiglia, 79, 84 Bonghi, Ruggiero, 258, 267 Bonly Dini, di Parigi, 85 Bordenache Battaglia Gabriella, 83, 128 Borghese, Bonaparte, Paolina 70, 74 Borghese, Camillo, 69 Borghese famiglia, 6, 31, 70, 74 Borghese, Gwendolyn Talbot, 74, 74 (fig3-9), 78 Borghese, Marcantonio, 72, 78 Boucheron, 290 Bourget, Paul, 289 Bozoimer, Louis, 85 Bradford, Ernie, 223 Brogden, John, 43, 220, 291, 293 Brogue, principessa di, 47 (fig. 2-46) Browning, Elizabeth Barrett, 152, 179 Browning, Robert, 179 Bruneileschi, Filippo, 251 Brunn, Heinrich, 38, 254, 255, 271 Buigari, 297

Burges, William, 161, 168, 177, 217

C Cadorna, Raffaele, Generale, 15 Caetani, Erminia, 24 Caetani, Harriet, 24, 26, 148 Caerani, Michelangelo, duca di Sermoneta, principe di Teano, 7, 9, 11-13, 21, 23, 25 (fig. 2-3), 24-31, 36, 37, 40, 41, 45, 57, 60, 67, 69, 79, 85, 112, 114116, 122, 125, 136, 139, 141, 145, 147, 148, 151, 154, 177, 201, 204, 205, 208, 209, 211, 224, 231, 253, 271, 301, 305 Caetani, Onorato, 60 Calabresi fratelli, 288, 290, 254, 255, 263, 271 Calandrelli, Giovanni, 84 Campana, Giovani Pietro, 37, 38, 79, 177, 180, 188-190, 193, 253, 271, 285, 291 Campanari, famiglia, 180, 253 Campanari, Secondiano, 177 Candelori, famiglia, 180 Canino, principessa di, 178 Canova, Antonio (1757-1822), 97, 253 Capotondi, Bonaventura, 57 Caravini, vd. Garavini Carlo Alberto, re di Sardegna, 9, 12, 100 Carli, Antonio, 296 Carpeaux, Jean-Baptiste, 291 Carroll, Diane Lee, 193 Cartwright, William, 152 Casalta, Luigi, 297 Casalta - Morabito, 127, 297 Castellani, Alessandro, 7, 9, 12, 15, 16, 21, 24, 30-32, 34, 36, 56 (fig. 2-36), 37, 38, 42-45, 47-49, 52, 53, 67, 79,

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84, 87, 107, 112-116, 119, 121, 122, 138, 149, 159, 161, 162, 164-172, 177, 178, 180, 181, 184,186-193, 196, 201-203, 205, 208, 219-222, 224, 231-234, 238-241, 243, 251, 253-262, 264-266, 271, 291, 296 Castellani, Alfredo, 21, 22, 52, 56, 59, 59 (fig. 2-80), 60, 61, 84, 95, 96, 107, 112, 116, 125, 127-129, 138, 139, 149, 211, 216, 222, 225, 226, 227, 231, 238, 239, 243, 258, 261, 264266, 275, 279, 301, 305 Castellani, Annetta Farina, 37, 52, 52 (fig. 2-65), 231 Castellani, Arnaldo, 36, 48 Castellani, Augusto, 2, 7, 9-15, 18, 19, 21, 22, 24, 31, 32, 34, 36,36 (fig. 237), 37, 38, 40, 41, 43-47, 49-52, 52 (fig. 2-65), 53, 55, 57-61, 68, 79, 82, 84, 85, 87, 95, 96, 100, 107, 112-114, 116, 118-122, 125, 127, 128, 136140, 145, 147-149, 151-155, 161, 180, 186, 193, 201, 202, 208, 220, 221, 224, 227, 231, 232, 238-241, 243, 251, 253, 254, 254 (fig. 10-2), 257-266, 271-275, 280, 281, 301, 303,305

Indice

dci 720111i

Christensen, ditta, 241

E

Christofle, ditta, 241 Civilotti, Antonio, 137, 296 Clement, Charles, 38

Eliot, George, 293 Ellis, Harriet, Caetani, vd. Caetani Harriet Emili, Giovanni, 21 Esterhazy, conte, 30 Euripide, 238

Clemente XII, 285 Clemente XIV, 285 Cocchi, Alessandro, 116, 130 n. 38, 124 Cole, Henry, 219, 225

F

Colonna, sig. Giovanni, 69

Faberge, Carl, 295 Fabio Massimo, il temporeggiatore, 148

Colonna, principe Prospero, 18

Fabri, Giannina, 262

Commodo, imperatore, 260

Fabri, Pio, 275 Falke, Jacob, 219, 229 Farina, Filippo, 37 Federico III, re di Prussia, imperatore di Germania, 56, 142 Feoli, famiglia, 180 Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, 9 Fiorelli, Giuseppe, 253-255, 261 Fioroni, 123 Fohring, Comandante, 305 Fontenay, Anselme, 166 Fontenay, Eugene, 103, 219, 288-290 Fossati, famiglia, 180

Condulmero, famiglia, 224 Consalvi, Ercole, cardinale, 7 Cortelazzo, Antonio, 217 Cosmati Costa, Paolo, 37 Costantino, imperatore, 90 Cresciati, Giuseppe, 34, 57 Crosa, Marchese, 67 Cultrera, Giuseppe, 275

D Dante, Alighieri, 37, 97 (fig. 4-28), 148, 148 (fig. 6-29)

Castellani, Beatrice (Bice), 48, 52, 261

Darcel, Alfred, 289

Castellani Fabri, Guendalina, 262, 275 Castellani, Fortunato Pio, 3, 6, 7, 9, 21, 22, 24, 28, 30, 31, 34, 36, 37, 43, 45, 47, 66 (fig. 3-1), 67-71, 78, 79, 82, 84, 85, 94, 100, 109, 114-116, 118, 136, 137, 161, 163, 177, 180, 201, 219, 243, 251, 253, 255, 264, 271, 272, 275, 301, 305 Castellani, Guglielmo, 45, 47, 48, 53 Castellani, Henriette, 48, 261 Castellani, Pasquale, 35 Castellani, Torquato, 48, 225, 241, 261 Castiglione, Contessa (Oldoini Virginia), 291, 291 (fig. 12-12) Cavaignac, Generale Louis-Eugene, 9 Cavalletti Rondinini, marchese Francesco, 49, 51 (fig. 2-63) Cavour. Vd. Benso, Camillo, conte di Cavour Cellini, Benvenuto, 32, 164, 167, 227, 233 Cerbara, Giuseppe, 84, 91, 93, 94, 97, 116, 130 n. 38, 211 Cerbara Nicola,di Giovanni Battista 116, 130 n. 39 Charlon, Henriette, Verdot. Vd. Castellani, Henriette Charlton, Barbara, 152 Charlton, William, 152 Cheney, Edward, 116 Chigi famiglia, 6, 21

d'Azeglio, Massimo, 13, 15 (fig. 1-14) Deeley, WG., 222, 223 Delpino, Filippo, 255 de Luynes, Honoré Theodore Patil Josef, 252 de Mérode, Frederick Xavier, cardinale, 16 Dennis, George, 180, 190 Depoletti, Francesco, 105 Depoletti, Luigi, 45, 85 Dc Rossi, Giovanni Battista, 141, 256 De Ruotz, Henry C., 166 Da Santis, Gregorio, 94, 95 De Santis, Pietro, 94 Dc Tauci, Pietro, 94 Dies, Giovanni, 85, 94 Digby Wyatt, Matthew, 291 di Giovanni, Gioacchino, 60 Diotallevi, Gregorio, 85 Donarelli, dr., 94 Donatello, 251 Doria Pamphilj, famiglia, 31, 74, 78, 79 Doria Pamphilj, Filippo Andrea, 94 Doria Pamphilj, Mary Talbot, 78, 78 (fig 3-14), 79 Doria, Simmaco, 263 Duchene & Peyrot, 67 Ducuing, François, 222 Dudley, conte di, 221

Fossati, Gaspare, 142 Fossin, Jules, 290, 291 Franks, Augustus, 48 Fratocchi, Pietro, 45 Frediani, Francesco, 85, 116, 130 n. 38 Froment-Meurice, 291

Galeazzi, 121 Galletti, Nicola (?), 116, 130 n. 39 Gamurrini, Gianfrancesco, 253, 254 Garavini, Bartolomeo, 91, 116, 130 n. 38 Garibaldi, Anita, 11 Garibaldi, Giuseppe, 20, 20 (fig. 1-6), 10 (fig. 1-10), 11, 13, 14, 1(fig. 1 -15), 15, 31, 57 Garofalo, 216 Garrucci, Raffaele, 254 Gass of Regent Street, 293 Gee, George, 166, 167 Gerhard, Friederich, Wilhelm, Eduard, 252 Gibson, John, 43, 44, 97, 217 Gioberti, Vincenzo, 8 Girardet, Enrico, 95 Girardet, Giorgio Antonio, 89, 91, 94, 95, 97, 100, 116, 130 n. 38 Girometti, Clara, 93 Girometti, Giuseppe, 84, 91, 93, 94, 97, 125 Giuliano, Arthur Alphonse, 293 Giuliano, Carlo, 48, 169, 293



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Indice dci nomi

Gizzi, Giuseppe, 57 Giulio Cesare, 97 Gladstone, William, 14 Gnaccarini, Filippo, 188 Gozzadini, conte, 205, 296 Gozzadini, Nina, 296 Grazioli, duca, 87 Gregorio XVI, papa, 7, 291 Gregorovius, Ferdinando, 7, 16, Guest, lady Charlotte, 181 Guglielmo II, imperatore di Germania, 56, 86

H Hamilton, George, 252 Hancock C.F . and Company, 218, 241, 293 Harrison, Frederic, 153,154, 208 Hartley, Mrs., 151 Hawks Le Grice, 93, 94 Hawthorne, Nathaniel, 179, 210 Hems, John, 170 Helbig, Wolfgang, 255, 271 Herder, Augusto, 116, 130 n. 39 Hummer, Amedeo e fratello, 116, 130 n. 39

K Knight, Margaret, 24

L Labarte, Jules, 34 Laborde, conte di, 305 La Marmora, Alfonso, generale, 256 Lanciani, Rodolfo, 256, 258 Lander, incisore, 116, 130 n. 39 Lasenby Liberty, Arthur, 305 Lauenburg, baronessa, 30 Layard, Austen Henry, 120, 149, 19 (fig 6-30), 159, 180, 181, 201, 202, 208 Layard, Guest, Enid 181 181 (fig. 8-6) Lee Carroll, Diane, 170 Leone XII, papa, 3, 7 Leopoldo di Borbone, 255 Linder, Maurizio, 152, 305 Littledale, Henry A. P., 171, 172 Lorenz(i), Giovanni, 116, 130 n. 39 Loubet, Emile, 57 Luigi Filippo, 9 Luigi I, di Porrogallo, 43 Lucio Vero, 85 Ludolf, Conte, 68

M Malborough, collezione, 90 Margherita, regina d'Italia, 49, 51, 55, 95, 96 (fig. 4-25), 100, 125 Man, Pietro, 85 Maria Pia di Savoia, 43, 49, 207 (fig. 915), 210 Maria Teresa d'Austria, 98

Maria Teresa di Asburgo Lorena, "Regina di Sardegna", 100 Maria Teresa di Toscana, 120 Maria Vittoria, moglie di Amedeo, duca di Savoia-Aosta, 51 Mariam , 68 Mariette, Auguste, 120, 121 Martinetti, Francesco, 84 Martucci, Onorato, 95 Maryon, Herbert, 168 Mascelli, Giovanni Andrea, 46 Masi, generale, 256 Massimo, famiglia, 31 Mastini, A., 93, 98, 116, 130 n. 38 Mathilde, Principessa, 42, 290 (fig. 1211), 291 Matz, Friedrich, 271 Mazio, Raffaele, cardinale, 67 Mazzini, Giuseppe, 9, 9 (fig. 1-8), 13, 15 Mazzocchi, fratelli, 41 Mecenate, 90 Meester de Ravestein, Emile Jean Louis Emmanuel Ghislain, 252 Megassier, Alfred, 85 Mellenio, ditta, 290 Melillo, Giacinto, 48, 52, 161, 163, 16 166, 168, 169, 171-173, 190, 191, 233, 238, 240, 296, 297 Mendel, Giacomo (Jacques?), 68 Mercuri, Lise, 187 Merck, 117, 119 (fig. 4-34),120 Messina, Antonio, 128 Metternich, Klemens Wnzel Lothar, principe, 93 Meynadier, 67 Micali, Giuseppe, 252 Michelangelo, Buonarroti, 97 Miles, Mrs., 138 Mingazzini, Paolino, 273, 281 Minissi, Franco, 277 Mommsen, Theodoro, 252 Montani, Carlo, 60, 61, 273 Morelli, Nicola, 84, 91, 98, 116, 125, 130 n. 38 Moretti, Giuseppe, 273, 275 Moretti, Mario, 279 Morgan, Octavius, 222 Monicard and Degrange, 67 Morichini, Domenico Lino, 67 Morris, William, 223 Moscetti, cay. Cesare, 116, 130 n. 39 Motti, prof. Attilio, 116, 127, 130 n. 39 Moynier et fils, 67 Murat, Carolina, 90 Murray, John, 221, 296 Mussolini, Benito, 19

N Napoleone I, 3, 7, 21, 91, 93, 98, 99, 114, 125, 151 Napoleone III, o Luigi Napoleone, (presidente e quindi imperatore di Francia) 11, 13, 27, 38, 40-42, 79, 98, 99, 170, 177, 201, 253, 285, 291 Narshkine, 152 Nathan, Ernesto, sindaco di Roma, 18 Neri, Paolo, 87 Neri, Luigi, 87 Newman, Charlotte, 291, 293 Newton, Charles T., 48, 196, 254, 255, 257, 258, 260, 261 Nicola I, Zar di Russia, 31

0 Odelli, Antonio, 89, 90, 94, 95, 116, 130 n. 38, 151 Odescalchi, Baldassare, 260 Olsoufieff, conte Vassili Dimitrievitch, 32, 118, 139, 141, 142, 145, 154 Orsini, famiglia, 31 Oudinot, Nicolas Charles Victor, 11, 12 Ouida, 293 Owen Jones, 217

P Pacca, Bartolomeo, cardinale, 68, 252, 253 Paiella, sig.ra, 94 Pallavicini, principe, 254 Panizza, 253 Paribeni, Roberto, 60, 113, 275 Parrish, J.C., 305 Pasquale I, papa, 140 Pasquale II, papa, 140, 141 Pasinati, fratelli, Francesco e Pietro, 89, 116, 130, n. 39, 257 Parini, Raffaele, 84 Patrizi, famiglia, 31 Pazzaglia, Antonio, 91, 116, 124, 130 n. 38 Pennelli, fratelli (Pietro e Enrico), 188, 193,257 Persicolo, 254, 263 Perugino, Pietro Vannucci, detto, 216 Petit, ditta, 291 Petrarca, Francesco, 97, 116 Petrignani, Antonio, 275 Phillips, Robert, 217, 220, 291 Picci, L., 128 Piccinini, Alessandro, 45 Pichler, Giovanni, 84, 91, 92, 116, 124, 130, n. 38 Pichler, Luigi, 68, 84, 85, 92, 100, 116, 130 n. 38 Pierrer, Ernesto, 137, 221, 239, 296

360



Pio VI, papa, 285 Pio VII, papa, 3, 99, 252 Pio IX, papa, 8, 8(fig. 1-7), 9, 10, 15, 16, 28, 85, 98, 139, 253, 263 Pistrucci, Benedetto, 84, 85, 91, 93, 97, 116, 129s, n. 38 P{ivillet et Pavie, 291 Plinio, Caio Secondo, 32, 164, 180 Podio, Enrico, 118 Podio, Luigi, 32, 57, 118, 122, 123, 125, 139, 148-150, 154, 155 Pulini, (Luigi?), 116, 130 n. 39 Pulini, Paolo, 23

R Raffaello, Sanzio, 87, 124 Recesvindo, re del Longobardi, 243 Reumont, de, 255 Riario, monsignor, 94 Richet, Eugene, 288 Ricket, Charles, 293 Rinzi, Antonio, 217 Robin, ditta, 290 Rocchegiani, Cesare, 137 Rosa, Pietro, 253, 256 Rosati, Sante, 116, 130 n. 39 Rospigliosi, famiglia, 69, 74, 79 Rossi, Pellegrino, 10 Rossigni, Gioacchino, 47 Rothschild, barone di, 94 Rouvenat, Leon, 289 Rudoe, Judy, 28 Russel, Odo, 13

Inc/ice dei fl2fli

Scheuenberg, Josef, 293 Schiller, Federico, 97 Schliemann, Heinrich, 181, 293 Schulfort, Henry, 305 Spink, ditta, 291 Stirling Maxwell, Lady Caroline Norton, 32 (fig.2-27) Stroganoff, Sergei, 295

U Tampone, madama, 94 Tanagli & Mariann, ditta, 68 Tasso, Torquato, 97 Tenerani, Pietro, 23 Testa, Benedetto, 30 Teofilo, 32 Thorwaidsen, Bertel, 87, 97 Tiffany, 296 Tombini, Cesare, 296 Torella, Principe, 94 Torlonia, famiglia, 24, 31 Torriti, Jacopo, 139 Trentanove, orafo, 97 Triossi, Amanda, 28 Tuzi, Agostino, 57 Twisleton, Ellen, 32 Tyskiewicz, conte Michele, 47, 49, 84, 94, 257, 297

U Ubanelli, Domenico, 60 Umberto I, re d'Italia, 49, 51, 64), 55, 100, 125

1 (fig. 2-

V Sala, Georges Augustus, 220, 223 Salzenberg, Wilhelm, 142-144 Santangelo, Maria, 273 Santarelli, Giovanni Antonio, 97 Santucci, Sebastiano, 21 Sarno, Mariano, 48, 118, 193 Saulini, Luigi, 87, 116, 130 n. 38 Saulini, Tommaso, 87 Scarpellini, abate Feliciano, 67

Vacheron &Constantin, 67 Valadier, Giuseppe, 3 Valenti, incisore, 116, 130 n. 39 Vannutelli, avv., 93 Venier, sig., 94 Verge, Antonio, 85, 98, 116, 130 n. 38 Vermiglioli, Giovanni Battista, 252 Vescovali, Angelo, 253 Vespignani, Virginio, 256 Vever, Henry, 219, 288

Vittorio Emanuele II, re d'Italia, 8, 12, 13, 13 (fig. 1-13), 16, 24, 40, 41, 49, 51, 56, 100, 201, 217, 243 Vittorio Emanuele III, re d'Italia, 60, 61 Visconti Carlo Ludovico, 252, 253 Visconti, Pietro Ercole, 256 Visconti Venosa, Ludovico, conte Alfieri, 14 Vital Finzi, 68 Vital, Leon, 68 Voigt, incisore, 116, 130 n. 39 Voltaire, 98

W Wagner, orefice a Karsruhe, 68 Wallis, George, 224, 226 Walters Harper, Ellen, 87, 87 (fig. 4-4) Walters, William T., 87 Ward, lord, 291 WaringJ.B., 205, 211, 213, 217 Washington, George, 93 (fig. 4-21), 97, 99, 125 Wateau & Mendel, 68 Waterton, Edmund, 152 Weber, Karl, 180, 181 Wetmore Story, William, 152 Wharton, Edith, 296 Wièse, Jules, 289 Wièse, Luis, 289 Wigley, Thomas, 168 Winckelmann, Johann Joachim, 180, 255 Witt, de, 256 Wolff, Emil, 97 Wolkonski, principessa, 79 Wyatt, Matthew, z Zaccagnini, incisore, 116, 130 n. 39 Zen, Salvatore, 57, 115, 116 Zuccari, fratelli, 165 Zwerner, Augusto, 68, 114, 115

RIFERIMENTI FOTOGRAFICI

Illustrated London News Picture Library, London: Fig. 12-16.

Le fotografie che non soon elencate qui di seguito soon state ottenute o fornite cia prestatori, istituzioni, organizzazioni o persons singole citate nelle didascalie, i nomi delle quali non vengono ripetuti, e soon protette cia © copyright.

Laurent-Sully Jaulmes: Figg. 2-56, 6-9, 6-11, 6-25, 9-39, cia 9-57 a 9-59,985, 12-6, 12-10.

© Alinari / Art Resource, NY: Figg. 1-3, 1-7,

Evelina Girardet - Roma.

Archivio Fotografico dei Mosei Vaticani Fig.

1-13,

1-14, 2-64.

8-2

Archivio Fotografico dci Musei Capitolini so concessione del Ministero per i Beni e is Attività Culturali, ASR 44 I 2005: fig. 10-2, 10-3, 10-4, 10-5, 10-7, 10-8, 10-12, 10-13, 10-16. © Arti Doria Pamphilj srI., Arte Fotografica, Roma, 2004: Fig. 3-14. Bilciarchiv Preussischer Kulturbesitzl Art Resource, NY: Figg. 8-26. H. Blairman and Sons, Ltd.: Figg. 2-23, 2-24. Sheldan Collins: introduzione e figg. 2-6, 2-13, 2-25, 2-33, 2-34, 2-50, 2-52, 2-53, 2-57, 2-78, 2-79, 4-1, 4-3, 4-5, 4-9, 4-10, 4-23, 4-31, 5-35, 5-44, 619, 6-30, 6-35, 7-4, 7-5, 7-14, 7-15, 8-4, 8-20, 9-5, 9-8, 9-22, 9-24, 9-38, 943, 9-55, 9-56, 9-63, 9-66, 9-79, 9-84, 12-1, 12-7, 12-13, cia 12-20 a 12-23, cia 12-25 a 12-28, 13-3, 13-7, 13-11, catalogo no. 44, 58, 152, 144. A. C. Cooper (Colour) Ltd.: Figg. 4-29, 12-4, 12-8, 12-9. Araldo Dc Luca: Figg. 10-2, 10-9. Lorenzo Dr Masi: Figg. 2-1, 2-21, 2-22, 2-55, cia 2-60 a 2-63, 9-14, 10-1, da 10-3 a 10-5, 10-10, 10-16, catalogo n. 2. Lorenzo Dc Masi; so concessione del Ministero per i Beni e Ic Atrività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio: Figg. 2-26, 2-38, 2-39, 2-43, 244, 2-47, 2-49, 2-54, cia 2-67 a 2-74, 2-76, 2-77, 3-1, 4-2, 4-11 4-12, cia 4-17 a 4-19, 4-21, 4-22, cia 4-25 a 4-27, 5-22, 5-42, 5-45, 5-47, 6-6, 6-10, 6-13, 6-18, 6-23, 6-27, 6-29, 7-3, 8-7, 8-18, 8-28, 8-33, 9-6, 9-7, 9-12, 9-13, 9-21, 9-23, 925, 9-27, 9-29, 9-32, 9-33 to 9-37, 9-40, 9-41, 9-44 a 9-46, 9-61, 9-62, 9-64, 970, 9-72, 9-86, 9-87, cia 9-89 a 9-91, 9-93, 13-1, catalogo no. 134, cia 187 a 189. Maurizio Donati: Figg. 4-14, cia 5-1 a 5-5, cia 5-7 a 5-21, cia 5-23 a 5-27, cia 5-29 a 5-34, cia 5-36 a 5-38, 5-40, 5-43, 5-46, cia 5-48 a 5-56, 9-78, 9-99, 9100. Michael Erwee: Figg. 1-6, 1-16, 1-20, 2-81. Collezione M. Ferdinandi / M. Carafa Jacobini: Fig. 4-30. Benito Fioravanti; so autorizzazione del Ministero per i Beni e Ic Attività Culturali - Soprintencienza per i Beni Archeologici del Lazio: Fig. 10-6. Matt Flynn / Cooper-Hewitt, National Design Museum, Smithsonian Institution, New York: Figg. 2-46, 4-13, 4-15, 4-33, 5-6, 7-9, 8-11, 8-14, 982, 13-4.

© Georg Mayer / MAK, Vienna 2004: Figg. 9-4, 9-69, 12-19. © 2004 Metropolitan Museum of Art, New York: Figg. 2-17 ((D 1993), 2-45 ((D 1998), 5-28, 6-8, 6-14, 6-20, 8-24, 9-1, 9-48, 9-81 (© 1993), catalogo n. 59. © 2004 Museum of Fine Arts, Boston: Figg. 7-1, 9-83, 12-2, 12-24. Massimo Napoli: Fig. 3-9. Jack Ogden: Figg. 7-6, 7-7, 7-10, 7-12, 7-16, 7-20, 7-21. Stefano Pignatelli di Cerchiara: Figg. 2-65, 2-66. Manuel Silveira Ramos / Palácio Nacional cia Ajucia / IPPAR: Fig. 9-15, 9-16, 9-17, 9-18, 9-19. © Reunion des Musées Nationaux / Art Resource, NY: Figg. 1-1 (Hervé Lewandowski), 1-12 (Gerard Blot), 2-40, 2-41 (G. Blot! C. Jean), 2-42 (Chuzeville), 5-39, 6-24 (Arnaudet), 8-16 and 8-17 (Hervé Lewandowski), 821 (M. Beck-Coppola), 8-25 (G. Blot I C. Jean), 9-9 (Hervé Lewandowski), 988, 12-3 U. L'hoir), 12-11 (Jean Schormans). Rheinisches Bildarchiv Köln (M. Mennicken): Fig. 6-12. Henrique Ruas / Palácio Nacional cia Ajucia / IPPAR: Figg. cia 9-16 a 9-19. © Judy Rudoe: Figg. 6-4, 6-5. S. J. Phillips: Catalogo n. 52. © Scala! Art Resource, NY: Fi-g. 1-8, 1-10, 8-2. © The State Hermitage Museum St Petersburg: Figg 8-10, e 8-12. Linda Stubbs: Fig. 2-36. V&A Images! V&A Museum: Figg. 2-82, 2-83, 4-24, 7-11, 7-19, 8-1, 8-5, 819, 8-23, 9-49, 9-51, 9-53, 9-54, 9-71, catalogo on. 116, 138. Han Vu: Figg. 6-22, 9-52, cia 9-73 a 9-77. Stefanie Walker: Figg. cia 2-7 a 2-11, 2-15, 2-16, 2-19, 2-20, 6-26, 6-28, 9-2. The Warden and Scholars of New College, Oxford / Bricigeman Art Library, Fig. 9-42. Bruce White: Figg. 2-5, 2-14, 2-18, cia 2-28 a 2-31, 2-35, 2-48, 2-58, 2-75, 2-84, 4-20, 4-32, 6-17, 6-21, cia 6-31 a 6-33, 9-3, 9-10, 9-11, 9-20, 9-28, 930, 12-14, 12-15, catalogo on. 108, 120, 141, 145, 151, cia 179 a 183.

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Presentazione di Anna Maria Moretti Sgubini

. IX

CAPITOLO IX

Gliautori ..................................XV

Susan Weber Soros "Sotto ii baldacchino delta civiltà": gioielli e metalli Castellani alle grandi esposizioni internazionali" ..............................201

CAPITOLO I

CAPITOLO X

Introduzione di Susan Weber Soros e Stefanie Walker ....XI

John A. Davis Roma net secolo del Castellani ..............3

Antonella Magagnini Alessandro e Augusto Castellani: collezionismo, museologia e mercato antiquario .................251

CAPITOLO II

Stefanie Walker La famiglia Castellani da Fortunato Pio ad Alfredo . . . . 21 CAPITOLO III

Stefano Aluffi Pentini Fortunato Pio Castellani: fondatore delta bottega e orefice deIl'aristocrazia romana ..................67

CAPITOLO XI

Anna Maria Moretti Sgubini La collezione Augusto Castellani: dallo "studio di ricevimento" di piazza di Trevi alle sale dell'emiciclo e del Sette Colli del Museo Etrusco di Villa Giulia ................271 CAPITOLO XII

CAPITOLO IV

Diana Scarisbrick

Lucia Pirzio Biroli Stefanelli Gioielli con intagli e cammei. I Castellani e gli incisori romani ...........................83

La moda del gioiello archeologico: Castellani e gli altri ..........................285

CAPITOLO V

Maria Grazia Branchetti I motti sui gioielli Castellani dal documenti dell'Archivio di Stato di Roma ..................301

CAPITOLO XIII

Maurizio Donati Attività nella bottega degli orafi Castellani. Modelli, strumenti e disegni inediti ..............107

APPENDICE CAPITOLO VI

Judy Rudoe I micromosaici e le loro fonti di ispirazione . . . 135

Daniela Sinisi L'archivio delta famiglia Castellani ...............309

CAPITOLO VII

CATALOGO ..................................

311

Jack Ogden La riscoperta dell'arte perduta: Alessandro Castellani e la ricerca delta precisione classica ...............159

BIBLIOGRAFIA

...............................

339

INDIcE DEl NOMI .............................

357

RIFERIMENTI FOTOGRAFICI ......................

361

CAPITOLO VIII

Elizabeth Simpson "Una perfetta imitazione del lavoro antico". Gioielleria antica e adattamenti Castellani . . . . 177