Archeologia della moneta. Produzione e utilizzo nell'antichità 8843037129, 9788843037124

Questo volume vuole chiarire nel modo più didattico possibile quale debba essere l'approccio "archeologico&quo

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Italian Pages 228 [230] Year 2006

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Archeologia della moneta. Produzione e utilizzo nell'antichità
 8843037129, 9788843037124

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UNIVERSITÀ/ 704 ARCHEOLOGIA

Ai miei geniton·

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Carocci editore via Sardegna 50,

00187 Roma, tdefono o6 42 81 84 17, fax o6 42 74 79 31

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Federico Barello �

Archeologia della moneta Produzione e utilizzo nell'antichità

Carocci editore

1•

©copyright

edizione, febbraio 2oo6 by Carocci editore S.p.A., Roma

2oo6

Finito di stampare nd febbraio 2oo6 per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali Srl, Urbino ISBN 88-4JO·J]I2-9

Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico.

Prefazione

9

di Ermanno A. Arslan

Introduzione

II

I.

La numismatica: definizione e storia

I3

I. I.

Significato del termine e ambiti di ricerca

I3

1.2.

Storia della ricerca numismatica: dall'antichità ai pri­

mi umanisti-collezionisti, sino a Eckhel

z.

La moneta

2.1.

Cos'è la moneta 2.1.1.

2.2.

Barano e moneta l

23

23 2.1.2.

Autorità e moneta

28

Lo scambio e gli oggetti premonetali 2.2.1. Antropologia dello scambio l 2.2.2. Metallo a peso come misura del valore nel Vicino Oriente e in Egitto l 2.2 .3. Lingotti "a pelle di bue" dall'Egeo alla Sardegna l 2.2.4. n mondo greco: Minoici e Micenei, Omero

2.3.

Le prime testimonianze

44

n deposito del tempio di Artemide a Efeso l 2.3.2. Phanes l 2.3.3. Dai re di Lidia all'impero persiano l 2 .3-4- Le prime emissioni delle città greche 2.3.1.

2.4.

Le ragioni della moneta 2.4.1. Le

ragioni di una scelta l

6o 2.4.2. Le

7

ragioni di

un

rifiuto



Tecniche di fabbricazione

3·1.

I metalli 3.1.1. Argento l 3.1.2. Oro l 3.1.3. Rame c leghe di rame l 3.1.4. Sta­ gno e zinco l 3·1.5. Leghe particolari l 3.1.6. Altre fonti di approvvi­ gionamento

3.2.

La produzione 3.2.1. Aspetti tecnici l 3.2.2. n tondello l 3·2·3· La coniazione l Interventi posteriori alla coniazione l 3.2.5. La moneta fusa l Luoghi e persone: zecche e personale

3·3·

3·2·4· 3.2.6.

121

Anatomia della moneta 3·3·1. 3·3·3·

Elementi costitutivi l 3.3.2. Mctrologia e seriazione dei conii l Quanti conii per quante monete? l 3·3+ Analisi dd metallo

Archeologia e moneta

133

Rinvenimenti monetali

133

Problematiche generali l 4.1.2. Ripostigli monetali l 4.1.3. Strati e monete l 4.1.4. Normativa di riferimento l 4.1.5. Pulitura delle mo­ nete 4.1.1.

Schedatura e classificazione 4.2.1.



di confronto

Grecia e Roma

155

Grecia

155

5.1.1.

5.2.

La scheda numismatica l 4.2.2. Repertori

Egina l

5.1.2.

Atene l

5·1.3.

Corinto l

5.1.4.

La moneta incusa

174

Roma Protostoria della moneta l 5.2.2. Le origini l 5.2.3. Dall'introdu­ zione dd denario alla fine della repubblica l 5.2.4. L'impero

5.2.1.

5·3·

La fine del mondo antico

Glossario

207

Bibliogra6a

213

8

Prefazione

Non mancano nell'editoria numismatica buoni, talvolta ottimi e agili manuali per un corretto approccio alla moneta e ai suoi problemi. Soprattutto all'estero. Meno in Italia, ancora spesso legata ad una tra­ dizione di ricerca molto accademica e specialistica, in gran parte su­ perata. Anche se non mancano-ovviamente -le eccezioni. Non stu­ pisce quindi che lo studente universitario o la persona colta in Italia debba far ricorso a opere tradotte, o in lingua diversa dalla nostra. Talvolta con un'impostazione di metodo di non facile approccio e con dissonanze spesso vistose con i nostri interessi critici. Archeologia della moneta, il testo proposto da Federico Barello, si presenta quindi con elementi di novità a mio avviso decisivi. Ci si stacca infatti da una tradizione di studi, fondamentalmente derivata da un nobilissimo ma secolare collezionismo, al quale talvolta si mo­ stra ancora tenacemente legata, e si affronta la moneta per quello che è realmente e concretamente: monumento fondamentale per la cono­ scenza di innumerevoli aspetti, storici, antiquari, giuridici, economici, sociali del mondo antico. Forse spesso solo secondariamente artistici. Gli aspetti tipologici soprattutto vengono finalmente riportati al loro vero significato, che è la funzionalità a precise esigenze delle autorità emittenti, in termini di comunicazione, e della circolazione. La moneta viene così allineata, correttamente, tra tutti i documen­ ti che ci è necessario saper interpretare per conoscere il nostro passa­ to e, nella fase storica considerata, il mondo classico, viene proposta come monumento archeologico da un archeologo. Perfetto appare così - non poteva essere diversamente - il capitolo Archeologia e mo­ neta, che si propone - per la prima volta - come un prontuario per l'archeologo che recupera e interpreta la moneta come reperto ar­ cheologico. Che Federico Barello sia un archeologo militante, sul campo, lo si comprende quindi subito. Tipico dell'archeologo e dello storico è il suo approccio di metodo al documento, l'esigenza di dominare inte-

9

ARCHEOLOGIA DELLA MONETA

gralmente la tradizione bibliografica, alla quale si ritorna direttamen­ te, con approfondite letture, l'esigenza di conoscere provenienza, col­ locazione nello spazio, funzione nella società della moneta. Non im­ porta se rara o mal conservata. Si propongono quindi come quasi novità, anche per lo specialista, i capitoli rdativi agli oggetti premonetari, o all'origine della moneta, per i quali Barello è ritornato su letture che ben raramente vengono ripercorse, o la sistematica ricerca etimologica sul lessico della mone­ ta, che tanti problemi risolve e riporta alla chiarezza e alla semplicità, o la reimpostazione di tutto l'intricato groviglio di ipotesi dell'origine dd denario e della moneta argentea e bronzea romana in genere. Ti­ piea dell'archeologo (che è poi uno storico che domina le tecniche di approccio alla documentazione monumentale nella sua matericità) è la capacità di proporre in termini di comprensibilità fenomeni che semplici non sono, facendo esercizio di concretezza e di buon senso. Un esempio di ciò è dato dall'utilissimo capitolo, di estrema concre­ tezza, sulle tecniche di estrazione e preparazione dei metalli e sulle tecniche di fabbricazione della moneta. ll libro di Federico Barello si propone così come un testo di gra­ devole e facile lettura, non ostante qualche tecnicismo (dd resto diffi­ cilmente evitabile), ma nel contempo è destinato a divenire un riferi­ mento costante per la consultazione dello specialista. Ne prevedo una lunga validità nd tempo e una costante presenza nelle biblioteche dd numismatico, dello storico, dello storico dell'economia, di quanti amano alimentare la loro cultura di buone letture, di quanti cercano risposte chiare e sintetiche a problemi complessi ed una completa in­ formazione sui fenomeni. Ciò anche per i significati economici della moneta, di nonna evi­ tati con cura dai numismatici tradizionalisti, che pur giustificano la sua nascita e la sua attuale esistenza, ma che sembrano tanto difficili e ardui da affrontare, da venir costantemente affidati alla meditazione degli storici dell'economia, che - da parte loro - evitano simmetrica­ mente e sistematicamente il contatto con la moneta come oggetto ma­ teriale. Si è creata così - nd tempo - una incomunicabilità tra disci­ pline che dovrebbero essere complementari (se non una cosa sola) e che invece - quasi sempre - si ignorano. Incomunicabilità che nd limpido testo - ma non per questo meno puntigliosamente preciso di Barello sembra risolversi con naturalezza. ERMANNO A. ARSLAN

IO

Introduzione Ma una mattina, mentre voltava davanti al doblone [inchiodato all'albero maestro], Achab parve di colpo trovare un insolito motivo di interesse nelle strane fi­ gure e scritte che vi erano coniate, come se comincias­ se ora per la prima volta a interpretare a se stesso in qualche modo folle quel significato che vi si poteva nascondere. E un qualche significato si nasconde cer­ to in tutte le cose, altrimenti tutto avrebbe ben poco valore, e il mondo stesso non sarebbe che un vuoto nulla, buono soltanto a vendersi a carrettate, come si fa delle colline intorno a Boston, per riempire qualche pantano della Via Lattea. H. Mdville,

Moby Dick,

cap. 99

Questo libro non è e non vuole essere una storia della moneta antica, né un manuale di numismatica antica. Pur nascendo da un'esperienza didattica maturata all'interno dell'Università, non ha l'ambizione di colmare il vuoto lasciato nel mercato editoriale italiano dall'uscita di catalogo e dal naturale invecchiamento del classico lavoro di Laura Breglia ( 1 9 67). Piuttosto, vuole offrire qualche punto di riferimento, destinato a chi studia nell'ambito delle discipline antichistiche, o, più semplicemente, a chi cerca qualche dato in più rispetto al bagaglio di nozioni accumulato nelle scuole superiori, di fronte ad uno dei mo­ numenti antichi più piccoli, ma maggiormente carico di informazioni, che sia a disposizione per decifrare la nostra storia. Poterlo fare senza perdersi all'interno di una bibliografia vastissima e dispersa in mille rivoli, in un grande numero di pubblicazioni specialistiche poco dif­ fuse e poco presenti all'interno delle biblioteche del nostro paese, co­ stituisce il traguardo a cui si è mirato. Per leggere e interpretare questo monumento in miniatura c'è bi­ sogno di un'" archeologia", di mettere in campo, cioè, tutti gli stru­ menti possibili per inquadrarlo nell'ambito della tecnologia antica, della storia, sociale ed economica, dei meccanismi con i quali le trac­ ce materiali della presenza umana sul nostro pianeta sono rimaste, stratificate e solo in parte ind.isturbate, sotto i nostri piedi, disponibili a chi voglia analizzarle. Le grandi collezioni numismatiche sono state lo strumento di la-

Il

ARCHEOLOGIA DELLA MONETA

voro per generazioni di studiosi e lo resteranno ancora in futuro. Ma lo sviluppo delle discipline umanistiche e, in particolare, delle scienze dell'antichità ha reso necessario un aggiornamento e una revisione continui dei metodi di lavoro. Le enormi potenzialità dei dati che emergono da uno scavo archeologico cominciano solo ora ad essere pienamente sfruttate e lo saranno sempre di più d'ora innanzi. Per questo, chi si accinge a voler entrare nel mondo di coloro che fatico­ samente si impegnano per lo studio e la conservazione del patrimo­ nio archeologico delle civiltà classiche e del mondo medievale, se non più vicino a noi, deve sapere cos'è e quali potenzialità abbia il documento moneta, ma soprattutto quali limiti e con quali strumenti vada avvicinato. Gli archeologi e gli storici antichi lavorano su una storia a fram­ menti. Cercare di mettere insieme questi pezzi richiede un metodo rigoroso ed obbliga, molte volte, ad alzare le braccia in segno di resa, di fronte a un'evidenza che non ci racconta quello che noi vorremmo sapere. Spesso leggendo opere di sintesi questo non traspare, anzi, certezze granitiche vengono presentate in una sequenza logico-crono­ logica perfetta. Si è pertanto cercato di mettere in evidenza più dubbi che assiomi. Questo lavoro non rimarrà dunque inutile se desterà, in chi lo leggerà, una qualche curiosità di partire all'esplorazione di un vasto mare, pteno di incognite, ma anche di isole ed approdi verso cui puntare. Torino, settembre 2005

Nelle :figure in cui non sia indicato diversamente, le immagini riprodotte non sono in scala.

Nota

12

I

La numismatica: definizione e storia

1.1 Significato del tennine e ambiti di ricerca

Dare una definizione di "numismatica" costituisce, come tutti i tenta­ tivi di sintesi estrema, una difficoltà. Questo perché la disciplina, dal­ la lunga storia come ambito di ricerca autonomo rispetto agli altri settori delle scienze storiche dell'antichità, non si presenta come un blocco unitario, ma piuttosto come un insieme di filoni di ricerca che, con l'evolversi degli interessi e l'affinamento dei metodi di inda­ gine, si sono succeduti ed affiancati nel corso dd tempo. n metodo più semplice potrebbe essere quello di affidarsi all'eti­ in parallelo al greco nomos ("usanza", mologia: il latino nummus "consuetudine", "legge", "moneta"), nomisma ("uso" "moneta"), n6' è mimos ("conforme alla legge", "usuale"), noummos ("moneta") termine preciso per definire la moneta, di qualunque genere (Nadjo, 1989, pp. 79-86), sottolineandone l'aspetto "convenzionale", "legale" (Caccamo Caltabiano, Radici Colace, 1992, pp. vm-IX, 25, 63, 98). Appartengono infatti tutti ad una famiglia di parole che discende dal­ la radice indoeuropea *nem-, con significato di "prendere, mettere in ordine, contare, ripartire" (Pokorny, 1959, pp. 763-4). Stiamo trattando, dunque, della scienza delle monete, in tutti i loro aspetti, materiali (forma, misure, tecniche di produzione) e non (valore giuridico, circolazione ed uso reale, ricadute all'interno della storia economica, utilizzi impropri). Ma, se cerchiamo di definirne meglio l'oggetto, si apre una nuova difficoltà: moneta (nummus) non è esattamente il denaro (pecunia), ma solo un tipo di questo, che può assumere altre forme, essendo il secondo termine più generico, che può indicare tutte le varietà di ric­ chezza, anche immobile. La moneta è, invece, uno strumento sofisti­ cato, che svolge, secondo la teoria economica, diverse funzioni (cfr. PAR. 2.1). -

-

13

ARCHEOLOGIA DELLA MONETA

In realtà, chiunque abbia la possibilità di esaminare la collezione

numismatica di un qualunque museo, dalla raccolta locale di un pic­ colo comune sino al grande museo nazionale in un capoluogo, trove­ rà che accanto alle monete vere e proprie sono conservate molte altre varietà di oggetti, simili per forma, ma non per funzioni: medaglie, onorificenze, tessere, gettoni e così via, per lo più prive di qualunque valenza di tipo economico. Si tratta di materiali spesso di difficile in­ terpretazione - soprattutto per il mondo antico, per il quale mancano documenti di altro genere (scritti, iconografici ecc.), quando si voglia chiarirne l'uso effettivo (Labrot, 1989, pp. 15-22; Savio, 2001, pp. 278-98) -, con i quali tuttavia il numismatico deve in qualche modo fare i conti, anche se, sinora, non tutte queste classi di oggetti hanno ricevuto la stessa attenzione riservata alle monete (e alle medaglie), ritenute, a torto o a ragione, più interessanti ed esplicative nell'ambi­ to della ricerca storica. Tentando una definizione, per concludere, la numismatica è sì la «scienza delle monete sotto tutti i loro aspetti» (Babdon, 1901, c. 6), una vera e propria "storia della moneta" (Breglia, 1967, pp. 22-5), anche attraverso le contraffazioni e le monete di necessità, ma anche di tutta una serie di oggetti "paramonetali", che alla moneta assomi­ gliano solo negli aspetti formali, ma che ebbero tutt'altro uso (esorna­ tivo, cdebrativo, regolativo, computistico, ludico ecc.), dei quali, so­ prattutto in una visione "archeologica" della disciplina quale quella che qui si vuole sostenere, bisognerà accettare la presenza e la convi­ venza, spesso fisicamente accanto e, talvolta, al posto della moneta. Resta da chiedersi quali siano i criteri che fissano i limiti della nu­ mismatica "antica" rispetto alle altre branche della disciplina (medie­ vale, moderna, con molte altre possibili sottodivisioni). Se il termine superiore è certamente l'origine della moneta, in un momento di non facile determinazione alla periferia dd mondo greco d'Asia Minore (cfr. PAR. 2.3), quello inferiore è più discutibile e si è giunti a definirlo a titolo puramente convenzionale. La caduta dell'impero romano di Occidente (4 settembre 476 d.C.) non rappresenta, infatti, dal punto di vista della storia della moneta, uno spartiacque: dopo la deposizio­ ne di Romolo Augusto da parte di Odoacre, le zecche occidentali continuarono a produrre moneta a nome di Zenone, imperatore sui due regni uniti, senza modifiche sostanziali (RJC x, pp. 215-9), mentre a Costantinopoli l'impero d'oriente continuò a produrre moneta con continuità, sino alla sua definitiva caduta, nd 1453. Per questo si è stabilita una data, oggi concordemente accettata, per l'inizio della mo­ netazione "bizantina", scegliendo il regno di Anastasio 1 (491-518 d.C.), autore di una profonda riforma monetaria che modificò sostan-

I. LA NUMISMATICA: DEFINIZIONE E STORIA

zialmente i caratteri delle emissioni in bronzo (tra 498 e 5 12 d.C.: Grierson, 1982, pp. 59-6o), in coincidenza con il crollo definitivo del sistema di produzione di moneta occidentale portato dalle invasioni germaniche e dalle coniazioni dei nuovi arrivati (ivi, pp. 1-4; MEC I), che aprono le serie delle monete considerate "medievali". A sua volta, la numismatica antica si suddivide convenzionalmente in due grandi tronconi, quello della numismatica "greca", che com­ prende tutte le monetazioni del mondo mediterraneo, comprese l'i­ spanica, la celtica, la punica, l'etrusca ecc., e quella "romana", che include tutte le emissioni ufficiali di Roma e delle zecche direttamen­ te controllate all'interno dei suoi possedimenti. In questo senso, le produzioni autonome, o presunte tali, delle città greche e del mondo ellenistico ormai sotto il dominio romano sono state tradizionalmente comprese nella numismatica greca ("coloniale", "greco-imperiale") e, soltanto di recente, considerate come fenomeno a parte, la cosiddetta "monetazione romana provinciale" (RPC). Quest'ultima pone nume­ rosi problemi di ordine giuridico tuttora non chiariti, in merito alle forme di autorizzazione che, da parte di Roma, consentirono, soprat­ tutto nel Mediterraneo orientale e per nominali in lega di rame, la produzione di moneta coloniale, civica o regionale sino al tardo m secolo d.C., talvolta senza utilizzare l'immagine imperiale o tipi co­ munque riconosciuti (Howgego, 2002, pp. 62-7; Savio, 2001, pp. 249-77). Non c'è dubbio che tali monetazioni dovettero avere soprat­ tutto una funzione sussidiaria locale rispetto alla moneta ufficiale, l'u­ nica a possedere corso legale in tutto l'impero, così come teorizzato da Gaio Cilnio Mecenate all'inizio del principato augusteo, come rife­ rito da Cassio Dione agli inizi del m secolo (Storia romana LII, 30, 9):