Studi e testi. Tavole e indici generali dei volumi 101-200 8821000257, 9788821000256


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Italian Pages 151 [161] Year 1959

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Studi e testi. Tavole e indici generali dei volumi 101-200
 8821000257, 9788821000256

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STUDI E TESTI ------------- 2 0 0 ---------------

TAVOLE E INDICI GENERALI DEI VOLUMI 101-200 DI «STUDI E TESTI»

CITTÀ DEL VATICANO BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA

1959

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STUDI E TESTI ------------------ 2 0 0 --------------------

TAVOLE E INDICI GENERALI DEI VOLUMI 101-200 DI «STUDI E TESTI»

CITTÀ D EL VATICANO

BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA 1959

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IMPRIMATUR: Vicariati! Civit. Vat. die 23 octobris 1959. t Fr. Petrus Canisius van Lierde, Ep. Porphyr. Vie. Gen. Civ. Vat.

R istam pa anastatica T ipo-L itografia D in i s.n .c. - M odena 1987

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AVVERTENZA

Nel 1942 furono pubblicate le Tavole e Indici generali dei prim i cento volumi di “ Studi e T esti”. Nell’Introduzione al volume si trova la storia della collezione dall’origine, dal primo fascicolo uscito nel lontano 1900. Oggi quel numero è stato raddoppiato, e vengono pub­ blicate le Tavole e Indici generali dei volumi 101 - 200, che recano appunto le note descrittive, corredate di ricchi in­ dici, del secondo centinaio di “ Studi e T esti” , redatte, come le prime, con la esauriente chiarezza e con la precisa ele­ ganza che gli sono proprie, dal Segretario della Biblioteca Apostolica Vaticana, dott. Nello Vian. La Direzione della Biblioteca confida di poter continuare, sotto i luminosi auspici del Pontefice Giovanni X X III fe­ licemente regnante, nella strada aperta al principio del secolo dall’insigne Prefetto Padre Francesco Ehrle.

Biblioteca Apostolica Vaticana, 14 ottobre 1959.

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101. MERCATI A. -

PROCESSO DI GIORDANO BRUNO

Angelo Mercati. Il Sommario del processo di Giordano Bruno. Con appendice di documenti sull’eresia e l ’Inquisizione a Modena nel secolo xvi. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1942, pp. [3], 155. Il Processo romano originale di Giordano Bruno, protrattosi per sette anni fino alla condanna pronunziata l’8 febbraio 1600, perì, se non prima per una ragione finora ignota, fra il 1815 e il 1817, in occasione del ritorno a Roma degli archivi pontifici, trasportati a Parigi nel 1810 per ordine del Buonaparte, essendo andato malamente accomunato, come pare, a una massa di altre carte allora stimate inu­ tili. Tanto più fortunata, quindi, la scoperta, fatta nel novembre 1940, di una specie di sommario di tutto il processo, conservato nell’Archivio Segreto Vaticano. Si tratta di un compendio delle eresie, errori e vicende della vita del Bruno che un ignoto compilò, ad uso di uno dei più alti ufficiali, l’Assessore Marcello Filonardi, e forse di altri del tribunale del S. Offizio, non soltanto sulle tre lettere del denunziante Giovanni Mocenigo, sulle deposizioni dei librai Ciotti e Brietano e sui sette Costi­ tuti del Nolano stesso a Venezia nel 1592, materiale ben noto ormai da settant’anni, ma.anche su finora ignoti interrogatorii del Mocenigo, su nuove deposizioni del Ciòtti e di cinque compagni di Giordano nelle carceri del S. Offlzio in Venezia, e specialmente su altri dieci Costituti del Bruno dinanzi al S. Offlzio in Roma e su scritti dal medesimo presentati a questo per propria giustificazione. Da queste fonti genuine l ’ignoto compilatore ha estratto con imparzialità e oggettività piena i punti di accusa contro Giordano e le sue difese, distribuendoli metodicamente sotto trentaquattro titoli. I testi sono da lui ora riprodotti letteralmente, ora compendiati; e inoltre felicemente corredati, in margine, delle indicazioni dei fogli dell’originale, l’esemplare cioè del processo nelle mani del S. Offlzio. Questo ultimo elemento del nostro Sommario permette di ricostituire esattamente, in gran parte, l’ordine di tutta la materia contenuta nel perduto originale del Processo stesso, del quale l’edi­ tore può cosi presentare il prospetto quasi completo. Il Sommario fu compilato non prima dell’estate 1597, cioè quattro anni e mezzo almeno dopo l’ingresso del Bruno nelle carceri dell’Inquisizione di Roma, e si con­ serva in un manoscritto miscellaneo messo insieme dal canonista Francesco Pefia (morto nel 1612, decano della S. Romana Rota). Esso viene qui pubblicato in tutta la sua interezza, con il corredo delle note necessarie a illuminare il pensiero del Bruno, quale in particolare risulta dal confronto delle testimonianze processuali con luoghi delle sue opere, specie italiane. Precedono il testo una prefazione e un’intro­ duzione, ampiamente documentate, in cui sono fornite tutte le notizie desiderabili intorno al ritrovamento, allo stato e composizione del manoscritto, alla stori* esterna dì esso. Un excursus di vivo interesse si riferisce all’asserita apertura del­ l’Archivio Segreto Vaticano nel 1849, durante la Repubblica romana. E un aneddoto non senza significato appare quello della severa riserva del Sommario, ordinata da Leone XIII nel 1887, quando il documento fu ritrovato per la prima volta e tra­ scrìtto abusivamente da uno degli archivisti. Nella stessa introduzione sono, in fine, posti in rilievo gli elementi nuovi che il Sommario fornisce per la storia della vita, del pensiero e specialmente del processo del Bruno. Al testo del Sommario seguono alcuni documenti sui carcerati nell’Inquisizione

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Tavole e Indici generali

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di Roma nell’anno 1596 — fra i quali il Bruno — forniti dal piccolo fondo Origo, di recente aggiunto all’Archivio Segreto Vaticano; e, quale appendice, altri, tratti dall’Archivio stesso e dalla Biblioteca Vaticana, sull’eresia e l’Inquisizione in Modena nel secolo xvi. Qualche personaggio noto, come Panfilo Sassi e Lodovico Castelvetro, riceve da questi ultimi nuova luce. Co n t e n u t o . — Prefazione, 1-14. — Nota sull’Archivio Segreto Vaticano nel 1849, 15-18. — Il Sommario del processo di Giordano Bruno testé rinvenuto, 1953: Il ritrovam ento, 19-21. - Il m anoscritto del Sommario, 21-30. - Il m ano­ scritto dal quale fu tra tto il Sommario, 30-32. - Elem enti nuovi per la storia del processo, della v ita e del pensiero di Giordano Bruno, 32-46. - Conclusioni, 46-53. — Testo del Sommario, 55-119. Nelle carceri dell’Inquisizione di Roma nel novem bre 1596, 121-126. — Appendice. Documenti sull’eresia e l’Inquisi­ zione in Modena nel secolo xvr, 127-146: Panfilo Sassi, 129-132. - Lodovico Castelvetro, 132-135. - Marco Caula, 136-139. - A Modena fra il 1565 e il 1568, 139-146. — Addenda, errata corrige, 147. — Indice delle persone e delle cose, 149-155.

102. ALMAGIA R. -

L’OPERA GEOGRAFICA DI LUCA HOLSTENIO

Roberto Almagià. L’opera geografica di Luca Holstenio. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1942, pp. [6], 172, XI tav. (facs.). Luca Holste, latinamente Holstenius (1596-1661), umanista tedesco, nato ad Amburgo da famiglia protestante ma convertito al cattolicesimo nel 1624, dopo dimore in Inghilterra e in Francia, si portò nel 1627 in Italia, dove trascorse quasi tutto il resto della vita, dapprima come segretario e bibliotecario del cardinale Francesco Barberini, più tardi, quando già da tempo aveva rivestito l’abito ecclesiastico, come custode deUa Biblioteca Vaticana. Domo eruditissimo e bibliofilo appassionato, egli diede sostanziali contributi anche agli studi geo­ grafici: in particolare fissò il metodo per l’edizione critica dei testi geografici antichi e, sull’esempio del Cliiver, fondatore della geografia storica, asserì la necessità di partire, nella ricostituzione della forma primitiva, dall’esplorazione del terreno quale ora si presenta e dallo studio delle sue trasformazioni attraverso il tempo, diventando egli stesso un infaticabile viaggiatore. Questa attività dello Holste era finora malamente nota, perchè la parte maggiore dei suoi lavori geo­ grafici rimase manoscritta e incompiuta : essa viene qui indagata e ricostruita con il sussidio del ' copiosissimo materiale inedito esistente nel fondo Barberiniano della Vaticana e in altre raccolte romane. Dopo una notizia sulla vita e gU studi del dotto umanista, quali risultano anche dalla biblioteca personale ora conser­ vata nell’Angelica e dai libri geografici postillati, si illustra in particolare la sua erudizione geografica antiquaria, che egli aveva principalmente rivolta alla prepa­ razione di una silloge di geographi graeci minores, non condotta a termine, per la quale aveva disegnato viaggi in Grecia e in Levante. Percorse l’Italia minuta­ mente, in varie riprese, lungo le grandi vie consolari, per ricercarne le antichità e tracciarne il percorso: e ne restano alcuni taccuini autografi, con note originali e schizzi, che si conservano a Dresda. In fine e più ampiamente si espongono i lavori di geografia moderna compiuti dallo Holste; i maggiori dei quali vennero diretti al restauro e rifacimento delle pitture geografiche, già disegnate da

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di « Studi e Testi », 101-103

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Egnazio Danti, tra il 1580 e il 1583, nella famosa Galleria Vaticana. L’impresa rimase limitata ai territori circostanti Roma; e agli inizi si arrestò anche un grandioso atlante idrografico, con il quale sembrano connessi i superstiti disegni' di una grande carta d’Italia. Nel complesso, risulta veramente cospicua l’opera geografica e cartografica del bibliotecario Vaticano, illustrata qui per la prima volta compiutamente sui manoscritti. Un’appendice è dedicata alla « Sacra Con­ gregazione ai Confini », istituita da Urbano V ili nel 1627, per dirimere contesta­ zioni di limiti tra comuni, province e paesi dello Stato pontificio. C o n t e n u t o . — Prefazione, X I. — Capitolo I. L a vita, gli studi, i viaggi, 1-24. — Appendice. I libri geografici postillati dall’Holstenio, 25-31. — Capi­ tolo IL L ’erudizione geografico-antiquaria di L. Holstenio', 33-66. — Capitolo III. L a geografia storica studiata sui luoghi, 67-97. — Capitolo IV. Gli studi di geo­ grafia m oderna, 99-153. — Appendice. L a Sacra Congregazione ai Confini, 155157. — Indice dei codici consultati, 161. — Indice dei nomi di persona, 162-165. — Indice dei nomi geografici, 166-172.

103. VALE G. -

ITINERARIO DI PAOLO SANTO NINO

Giuseppe Vale. Itinerario di Paolo Santonino in Carintia, Stiria e Carniola, negli anni 1485-1487. (Codice Vaticano latino 3795). Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1943, pp. x , 303, [1], 1 tav. Un giornale di viaggio, che richiama il genere dei moderni ReiseMlder, tenne verso la fine del secolo xv il cancelliere del patriarcato in Aquileia Paolo Santonino, durante tre visite ecclesiastiche eseguite nelle regioni di lingua germanica e slovena della vastissima diocesi dal vescovo Pietro Carlo di Caorle. Tratta probabilmente da note prese sui luoghi e redatta in un trasparente latino, la narrazione, che si contiene autografa nel codice Vaticano latino 3795, è il solo documento letterario lasciato dal probo e diligente curiale laico, nativo dell’Um­ bria, ma rimasto per quasi tutta la vita nel Friuli, a servire i diversi vescovi vicari che governarono il patriarcato dal 1469 al 1494, per la vacanza o la lonta­ nanza dei grandi prelati titolari, quasi sempre residenti a Roma (allontanato dall’ufficio, lo riebbe, anche per sollecitazioni di Marco Antonio Sabellico, solo nel 1506, negli ultimi anni di vita). Questo suo singolare Itinerarium descrive dunque, con molta fedeltà e immediatezza, tutti i casi occorsi e le cose osservate nel viaggio, intrapreso tra le alpestri regioni, a dorso di mulo. In tre diverse riprese, il vescovo e il suo seguito visitarono, dal settembre al novembre 1485, le chiese site « ad partes Germaniae », nella regione della Carinzia più prossima alla diocesi di Bressanone ; dall’agosto all’ottobre 1486, quelle della Carniola e della Carinzia superiore; finalmente, a distanza di alcuni mesi dal maggio al giu­ gno 1487, quelle della provincia della Sava. Quanto mai vario appare il genere delle notazioni fatte dal Santonino, che dimostra impressionabilità acuta e curio­ sità insaziata. Le condizioni religiose del clero, dei monasteri, delle popolazioni; le visite e i riti celebrati dal vescovo vengono registrati in primo luogo, come proprio oggetto del viaggio. Ma il colto curiale è, a un tempo, attentissimo descrit­ tore di forme geografiche, della fauna e della flora regionali, dì architetture di castelli, di antichità archeologiche; si compiace di osservare costumi e feste

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Tàvole e Indici generali

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popolari, caccie e imbandigioni di magnifici e rozzi feudatari, sontuosi abiti di castellane; gode, con pantagruelico gusto, di elencare le copiose e scelte vivande apprestate quasi in ogni luogo alla comitiva. L’originalè giornale di viaggio risulta quindi una importante fonte per lo studio delle forme fisiche, della vita sociale, del costume di quelle regioni. Con un minuto criterio di illustrazione, l’editore ha annotato a ogni passo il testo, precisando ogni suo dato; e, inoltre, ha pre­ messo un vasto quadro storico degli avvenimenti che si svolsero nel patriarcato di Aquileia al tempo del Santonino, insieme con le notizie, raccolte dai documenti, sulla vita, la famiglia, gli scritti di lui, e in particolare l’Itinerarium. C o n t e n u t o . — Introduzione. L ’itinerario di Paolo Santonino, codice V ati­ cano latino 3795, IX -X . - Avvenimenti nella diocesi di Aquileia mentre visse in Udine Paolo Santonino: 1. L a diocesi di Aquileia vacante per la m orte del patriarca Lodovico Trevisan, 1-3. — 2. Antonio Peleto vescovo di Concordia governatore, 3-6. — 8. Il vescovo di Ferentino governatore e P . Santonino cancelliere, 6-14. — 4. Marco Barbo eletto patriarca. Suoi prim i atti, 14-16. — 5. Marco Barbo prende possesso della diocesi, 16-18. — 6. Il patriarca Marco Barbo in diocesi di Aquileia, 18-21. — 7. I Turchi nella diocesi di Aquileia, 22-34. — 8. Le conseguenze della guerra tr a l’im peratore Federico I I I ed il re d’Ungheria M attia Corvino negli arcidiaconati orientali della diocesi di Aqui­ leia, 34-36. — 9. L a vertenza coll’im peratore e col conte di Gorizia per il diritto di p atronato sulle pievi dei loro domini, 36-47. — 10. L ’opera dei vicarii del p atriarca Marco Barbo, Angelo Fasolo vescovo di Feltro, 47-55. — 11. Buzio de Palmulis, 55-60. — 12. Pietro Bocca vescovo di Bagnorea governatore, 60-71. — 13. Buzio de Palm ulis di nuovo governatore, 71-76. — 14. Cesare vescovo di Amelia, 77-78. — 15. Di nuovo Buzio de Palmulis, 78-87. — 16. I governatori Jacopo Valaresso e Pietro Carlo, 87-95. — 17. Il patriarca Nicolò Donato ed il ritiro del Santonino dalla Cancelleria, 95-103. — 18. Paolo Santonino e la sua famiglia, 103-115. — 19. Gli scritti di Paolo Santonino, 116-119. — Prima parte dell’Itinerario, 1485, 29 settem b re-li novembre, 121-171. — Seconda parte, 1486, 25 agosto-1 ottobre, 173-222. — Terza parte, 1487, 7 maggio-8 giugno, 223-268. — Indice generale, 271-303.

104. ALY W. -

DE ELIGENDIS MAGISTRATIBUS

Fragmentum Vaticanum De eligendis magistratibus e codice bis rescripto Vat. gr. 2306, edidit Wolfangus Aly. Accendunt tabu­ lae III. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1943, pp. 53, 3 ta w . (1 pieg.). Due fogli palinsesti, contenuti in un antichissimo codice parimenti rescritto di Strabone, il Vaticano greco 2306 (sec. vi) hanno conservato frammenti di un’anonima opera greca di' politica, riguardanti la maniera di eleggere i più degni al governo della città, neUe minori magistrature e in queUa maggiore, che assomma il potere militare e civile. Tutta la trattazione contempla la πόλις greca, quale si realizzò in Atene; e tace del regno macedone come della repub­ blica romana. Attici sono i nomi dei magistrati, corrispondenti a quelli che si ebbero avanti l’esilio di Demetrio Falereo (307 av. Cristo); e attica è la lingua, con forme proprie della comune colta, che si ritrova a esempio in Polibio. Per

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di « Studi e Testi », 103-105

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questi e altri dati di critica interna, l’editore ha proposto di riconoscere nel­ l’ignoto autore un peripatetico che ha letto Platone il grande teorico e Aristotele il grande trattatista dello Stato antico, e proprio il maggiore discepolo dell’ultimo : Teofrasto. Risulta infatti che egli scrisse ampiamente della materia, e che opere politiche di lui sopravvissero fino al secolo vi d. Cristo. Tale identificazione, pur avanzata con la debita cautela, ha trovato consensi. L’edizione, ardua specialmente per lo stato di uno dei fogli superstiti, ha avuto tutte le cure che possono desiderarsi. Alla trascrizione diplomatica in lettere unciali si accompagna, a fianco, il testo costituito dall’editore (con l’ausi­ lio di W. Oronert) e giustificato da note critiche. Seguono una versione latina e un ampio commentario, scritto elegantemente nella stessa lingua, in cui sono dilucidate le varie questioni letterarie, filologiche e storiche connesse con il nuovo testo, che è venuto ad arricchire la letteratura classica greca. Una riproduzione fototipica quasi integrale delle parti leggibili dei frammenti è offerta in fine. C o n t e n u t o . — Index, 7. — I. Praemonenda, 9-12: 1. De membranis earumque scriptura, 9-10. — 2. De leetione, 10-11. - 3. De editione, 11-12. — II. Con­ textus delineatio et interpunctio cum notis, 13-28. — III. Versio latina, 29-32. — IV. De argumento, sermone, consilio operis eiusque auctore, 33-49: 1. De argumento fragmentorum, 33-47. - 2. De sermone fragmentorum, 41-47. 3. De auctore et titulo, 48-49. — V. Quid ex Theophrasti sententia de condicione magistratuum discamus, 50-53. — VI. Tabulae.

105. LAURENT M. H. - FABIO VIGILI

M. H. Laurent des frères Prêcheurs. Fabio V igili et les biblio­ thèques de Bologne au début du x v ie siècle, d’après le ms. Barb. lat. 3185. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1943, pp. x l v i i i , 416, 2 tav. (facs.). Fabio Vigili, nato a Spoleto nella seconda metà del quattrocento, chierico e priore della cattedrale nella sua città, venne a Roma a « servire » in case prela­ tizie e cardinalizie. Quella che più gli giovò fu l’appartenenza, forse quale chie­ rico domestico, alla « famiglia » del cardinale Alessandro Farnese, a lungo premi­ nente nel Sacro Collegio e pontefice con il nome di Paolo III. Al porporato, l’umanista andò debitore nel 1534 dell’ufficio di « clericus Sacri Collegi! prò natione Italiae » ; e al neo pontefice, in quello stesso anno, degli altri di segre­ tario domestico e di segretario ai Brevi « absque signatura ». Il cumulo doveva toccare il sommo con il vescovado di Foligno (sett. 1539) e successivamente con la traslazione a quello della sua città natale, Spoleto (sett. 1540) ; che egli del resto governò mediante vicari, non abbandonando Roma e restando fino , all’ul­ timo collaboratore intimo del grande Papa Farnese. Nel volume si ritesse, al principio, con nuovi dati tratti da documenti, la bio­ grafia dell’umanista originario dell’Umbria, correggendo inesattezze e arricchendo la non copiosa messe di notizie. La parte maggiore del lavoro si riserva alla pubblicazione e illustrazione di un gruppo di singolari monumenti lasciati dal­ l’erudizione del Vigili : i suoi cataloghi di biblioteche contemporanee. Primo per importanza appare l’inventario di tutti i codici della Biblioteca Vaticana, meno i greci della così detta « Parva secreta », composto tra gli anni 1508 e 1513 e ora

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Tavole e Indici generali

contenuto, in redazione sommaria, nel codice Vaticano latino 7135 e, in altra più ampia e particolareggiata, nei Vaticani latini 7134 e 7136. Ma l’avidità erudita di Fabio non si saziò dei fondi, pure assai ricchi, di questa illustre raccolta. Nel corpo dei suoi inventari, materialmente ora smembrato, se ne ritrovano altri, al presente contenuti nel codice Barberinìano latino 3185, spettanti ad altre biblio­ teche: la Medicea, in quegli anni portata a Roma dal cardinale Giovanni — che sarà tra poco Leone X — la Urbinate e un gruppo cospicuo di altre, in specie ecclesiastiche, di Bologna e delle Romagne. Visitò e compulsò infatti i fondi di otto raccolte di Bologna, di cinque di Ravenna, di tre di Forlì e di altrettante di Faenza, di due di Imola e di una di Cesena. Lo stato e l’ordine del suo mano­ scritto, che si presenta quasi come un quaderno di note, dimostrano le interruzioni, le riprese e le cancellature proprie di un lavoro condotto tra altre faccende. Ma non per questo il repertorio appare meno prezioso alla storia dell’erudizione e delle biblioteche. Per maggiore unità, il Laurent ha ristretto la edizione agli inventari di Bologna, a illustrazione dei quali ha pubblicato altri documenti bolo­ gnesi del genere, anteriori o posteriori all’iter del Vigili. Egli ha così formato e ampiamente annotato un corpus veramente cospicuo di inventari delle antiche biblioteche di quella città, costituendo nell’insieme un ampio contributo alla storia della sua cultura. Il totale dei codici registrati nel repertorio dell’umanista è, per esse, di circa un migliaio; quello risultante dagli altri cinque cataloghi dell’ap­ pendice non minore di due migliaia. L’editore ha corredato i documenti, in par­ ticolare l’inventario di Fabio, di un apparato di note, fornendo tutte le possibili identificazioni letterarie, assegnando le opere adespote ai loro legittimi autori, ritogliendo le falsamente attribuite a quelli asseriti o presunti. A questa parte propriamente letteraria delle ricerche segue quella codicograflca, contemplante le vicende posteriori dei codici e il loro incorporamento in altre biblioteche. Inoltre, per gli stampati antichi, negli inventari di solito confusamente recensiti con i manoscritti, si rintracciano le note complete delle edizioni originali e si richia­ mano i maggiori repertori bibliografici. Si aggiungono finalmente copiose e scelte indicazioni bibliografiche relative ai molti e svariati autori rappresentati. La pubblicazione di cataloghi antichi di biblioteche è impresa tra le più auspicate dagli studiosi anche contemporanei, data la sua importanza per la trasmissione e la ricostruzione dei testi, come per la storia e fortuna degli scrit­ tori e delle idee. Questo stesso volume si presenta come porzione di un ampio corpus, un tempo vagheggiato, di inventari delle biblioteche di Romagna; e richiama ancora una volta l’attenzione degli studiosi su una desiderata raccolta del ricco e inestimabile materiale del genere relativo ai fondi delle antiche biblio­ teche italiane.

C o n t e n u t o . — Préface, V-VI. — Introduction, VII-XLVIII: Fabio Vigili et les bibliothèques bolonaises, VII-XXV. - Quelques inventaires de biblio­ thèques bolonaises, XXV -X X X V II: Donation du card. Gilles Albornoz en faveur du Collège d’Espagne (6 avril 1365), X X V -X X V I. - Catalogue de la biblio­ thèque du Collège Grégorien (18 juin 1373), X X V II-X X V III. - Catalogue de la bibliothèque de San Domenico, antérieur à 1386, X X V III-X X X II. - Cata­ logue de la bibliothèque de San Francesco (4 septembre 1421), X X X II-X X X IV . - Catalogue de la bibliothèque de San Salvatore, composé vers 1533, XXXIVX X X V II. - Autour de la présente édition, XXXVII-XLI: Texte, XXXVII. - Notes, X X V III-X L. - Tables, XL-XLI. — Documents concernant Fabio Vigili, XLI-XLVIII: Fragment de 1’* Historia Spoletina » de G. F. Leoncilli, XLI-XLII. — Epitre par laquelle Fabio Vigili dédie au card. Raphaël Riario sa traduction des Μακρόβιοι du Ps. Lucien, XLII-XLIV. - Lettre de Frédéric Flavio à Fabio Vigili, XLIV. - Lettre d’Angelo Colocci à Fabio Vigili et réponse de ce dernier, XLV. - Lettre adressée de Spolète par Fabio Vigili à Angelo Colocci, XLV-XLVIII. — Inventaire de Fabio Vigili, 1-172: Collège d’Espagne,

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1-10. - Couvent de San Domenico, 11-107. - Couvent de San Francesco, 108121. - Couvent de San Giacomo, 122-136. - Monastère de San Michelé in Bosco, 137-143. - Couvent de San Paolo in Monte, 144-166. - Monastère de San Procolo, 157-161. - Monastère de San Salvatore, 162-172. — Appendice, 173-347: Donation du card. Albornoz au Collège d’Espagne, 175-179. - Catalogue de la bibl. du Collège Grégorien, 180-202. - Catalogue de la bibl. de San Domenico, 203-235. - Catalogue de la bibl. de San Francesco, 236-265. - Catalogue de la bibl. de San Salvatore, 266-347. — Index graecorum voluminum, 266-282. — Index latinorum voluminum, 282-347. — Tables, 349-416: Tables de concor­ dance, 351-362: Collège d’Espagne, 351. - San Domenico, 351-355. - San Fran­ cesco, 356. - San Salvatore, 357. - Ms. grecs de la Bibl. Universitaire de Bolo­ gne, 358. - Ms. latins de la Bibl. Universitaire de Bologne, 359-361. - Ms. latins de la Bibl. de l’Archiginnasio de Bologne, 362. - Table des abréviations, 363. Table des Incipits, 365-368. - Table des noms de personnes, 369-414. - Table générale des matières, 415-416.

106. COMMENTAIRES SUR L’ALMAGESTE, III

Commentaires de Pappus et de Théon d’Alexandrie sur l ’Almageste. Texte établi et annoté par A. Rome, professeur à l ’Université de Louvain, avec le concours de la Fondation universitaire de Belgique et du Fonds national belge de la Recherche scientifique. Tome III. Théon d’Alexandrie. Oommentaire sur les livres 3 et 4 de l ’Almageste. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica V ati­ cana, 1943, pp. [ c v ii ]-C X L , [807]-1085, ili., disegni. Questa continuazione dell’edizione critica del corpus di antichi commenti greci all’Almagesto comprende quello di Teone ai libri III e IV : per la quale parte occorreva servirsi ancora dell’edizione di Basilea del 1538, limitandosi ai primi due libri quella Parigina del 1821. Il commento al libro III venne riveduto da Ipazia, figlia e discepola di Teone, in maniera analoga a quanto si suppone abbia fatto costui dell’opera di Pappo; ma ardua risulta la determinazione dei limiti della revisione stessa. Contro un’opinione che restringe l’intervento di Ipazia al libro III, l’editore, rilevando in esso l’uso di un nuovo metodo di calcolo che ritorna anche in libri successivi, propende a ritenere che a lei si debba tutto il resto del commento nella forma a noi pervenuta. Così l’opera dei tre grandi Alessandrini — Pappo, Teone, Ipazia — si dimostra, moralmente e scientifica­ mente, sempre più collegata. L’edizione del testo è accompagnata di note critiche e astronomiche. A seguito delle tavole astronomiche di Tolomeo in precedenza esplicate, il presente volume ne illustra altre, sui movimenti del sole e della luna. La numerazione delle pagine dell’introduzione e del testo continua quella dei tomi I e II dell’opera, rispettivamente numeri 54 e 72 degli Studi e testi. Contenuto . — Introduction, XCV-CXXV: 1. Hypatie, XCYI-CXXI. 2. Addenda et corrigenda, CXXI-CXXV. - Mode d’emploi des tables astrono­ miques de Ptolémée, CXXVI-CXXXIX: § 5. Table du mouvement moyen du soleil (Alm., p. 210), CXXVI-CXXVII. - § 6. Table de l’anomalie solaire (Alm., p. 253), CXXVII-CXXVIII. - § 7. Tables faciles du soleil, CXXIX-

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Tavole e Indici generali

CXXX. - § 8. L’équation du temps dans PAlmageste (Alm., p. 258), CXXXCXXXII. - § 9. L’équation du temps dans les Tables faciles, CXXXIIICXXXVI. - § 10. Table des mouvements moyens de la lune (Alm., p. 282), CXXXVI. - § 11. Table de l’anomalie lunaire (Alm., p. 390 et 337), CXXX VICXXXVII. - § 12. Tables faciles de la lune, CXXXVII-CXXXIX. - Liste des sigles, CXL. — Commentaire de Théon sur le 3me livre de l’Âimageste, 807942. — Commentaire de Théon sur le 4me livre de PAlmageste, 943-1085.

107. PATZES Μ. - Τ Ι Π Ο Υ Κ Ε Ι Τ Ο Σ (III) Μ . Κ ρ ιτο ϋ τον Π α τζ ή Τ ιπ ο ν κ ε ιτ ο ς . Librorum LX Basilicorum summarium. Libros XXIV-XXXVIII, ediderunt Stephania Hoermann, nata de Stepski-Doliwa et Erwin Seidl, antecessor iuris romani Universitatis Gryphiswaldensis. Città del Vaticano, B i­ blioteca Apostolica Vaticana, 1943, p p . x l i , 338.

Sottentrando al lavoro dei precedenti insigni editori, Erwin Seidl, che si è associata per la parte fiologica e paleografica Stephania Hoermann, conduce avanti notevolmente la pubblicazione critica del prezioso sommario dei Basilici. Quali nuovi risultati ne vengano per la conoscenza delle fonti del diritto romano­ bizantino, dimostra il saggio di emendazioni e di correzioni del Corpus iuris, dei Basilici e dei libri antecedenti dello stesso Tipucitus, offerto nella prefazione di questo volume. Il volume primo, edito da Ferrini e Mercati, e il volume secondo, edito da Franz Doelger, sono rispettivamente i num. 25 e 51 ; il quarto e il quinto, ultimo della serie, i num. 179 e 193 di Studi e testi. Contenuto . — Praefatio, VII-XLI: § 1. Ad textum Corporis iuris, IX. - § 2. Ad Basilica, X -X X X V I. - § 3. Ad volumen I et II Tipuciti, XXXVIIXLI. - Additamentum, XLI. — Testo, 1-338.

108. RAMRERTI DE PRIMADIZZI APOLOGETICUM VERITATIS

Rambert de’ Primadizzi de Bologne. Apologeticum veritatis contra Corruptorium. Edition critique par dom Jean Pierre Mul­ ier, O. S. B ., moine de Clervaux, professeur à l ’Institut Pontificai S. Anseime, Rome. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Va­ ticana, 1943, pp. x x x iv , 219. Il domenicano Ramberto de’ Primadizzi, nato a Bologna circa il 1250, scolaro e maestro nello Studio parigino e nel 1303 vescovo di Castello (Venezia), dove morì nel 1308, resta una figura poco nota nella storia della scolastica medievale. Delle opere da lui composte, un unico manoscritto, il codice 1539 (anticamente B. III. 64)

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di « Studi e Testi », 106-109

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della Biblioteca Universitaria di Bologna, ha conservato questo suo incompleto Apologeticum veritatis contra Corruptorium, che viene per la prima volta dato in luce nel presente volume. Legato da personali rapporti, di discepolo a maestro, con s. Tommaso d’Aquino, Bamberto appartiene a quella prima generazione di tomisti che con ardore pari al convincimento, difesero la dottrina « nuova » del Maestro contro gli assalti dell’« antica » scuola, la quale, schierata sotto l’egida di s. Agostino, si rivelava, verso la fine del secolo xni, fortemente antiaristotelica e per conseguenza anti tomistica. La sua opera superstite riconduce appunto nel vivo di quelle lotte di idee, che avrebbero avuto tanta importanza nel determi­ nare l’orientamento della filosofia della Chiesa. Come altre opere contemporanee, il libro di Bamberto si dirige principalmente contro il Correctorium fratris Thomae, titolo da lui e dai suoi confratelli con facile e significativa allitterazione mutato in quello di Corruptorium, che Guglielmo de la Mare aveva rivolto alle dottrine tomistiche; ma è suo merito particolare, che sicuramente apparirebbe anche più cospicuo se l’opera fosse posseduta integra, l’allargare il campo della disputa ad altri avversari, come Matteo di Acquasparta, Bìccardo « de Mediavilla », Enrico di Gand, Egidio Bomano. Sono questi i « magni » antitomisti, che lo scrittore affronta in apologia della verità, invocando il sostegno di alcuni suoi confratelli, similmente discepoli dì s. Tommaso, e di contemporanei maestri nelle arti. Anche nella forma, che non manca di asprezze, la finora inedita opera appare un nuovo documento della lunga lotta che il tomismo dovette sostenere per con­ seguire il trionfo. L’editore ha riprodotto con attente cure il testo, insieme alle correzioni di altra mano e alle addizioni marginali del manoscritto; e ha verificato le non poche citazioni in esso contenute, facendo ricorso anche a fonti manoscritte. Una introduzione illustra la figura storica dello scrittore e l’importanza dottri­ nale dell’opera. Contenuto . — Préface, VII-VIIL - Table des matières, IX . - Introduction, XI-XXIV: I. Eambert de Bologne, X I-X IX . - II. L’Apologeticum veritatis contra Corruptorium, X IX -X X V II. - III. Caractère de l’ouvrage. Discussions scolastiques, X X V II-X X X III. - IV. L’édition, X X X III-X X X IV . — Ramberti de Primadiciis Bononiensis Apologeticum veritatis contra Corruptorium, 1-207. - Tables, 209-219. - Table des articles, 211. - Table des auteurs cités, 213-215. Table alphabétique des matières, 217-219. — Addenda et corrigenda.

109. SELLA P. -

GLOSSABIO LATINO

Pietro Sella. Glossario latino italiano. Stato della Chiesa - Veneto-Abruzzi. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica, 1944, pp. x x x ii, 687. Un altro ampio contributo al lessico del latino barbaro e volgare è offerto in questo glossario, condotto con lo stesso metodo di quello per l’Emilia (Studi e testi 74). Il presente si estende a un grande numero, più che quattrocento, fonti edite e inedite dell’antico Stato della Chiesa (Lazio, Umbria, Marche) e del Veneto; alle quali si aggiungono gli spogli di. documenti dell’Archivio Vaticano provenienti da zone molto diverse/ che vanno da Avignone a Benevento. Codici e regesti diplomatici di città chiese monasteri, statuti civili e criminali, strumenti notarili e commerciali, inventari di beni, libri di corporazioni d’arti e mestieri sono le principali categorie di documenti messi a profitto, unitamente a opere di

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Tavole e Indici generali

generale importanza, come il Liber pontificalis e il Liber diurnus romanorum pontificum. Da questo ampio e sistematico spoglio si registrano le parole di significato non conosciuto o diverso dal comune e quelle che dal testo possono ricevere una speciale accezione o illustrazione. E ne escono chiarite voci e locu­ zioni di ogni genere, specialmente di cose e di opere manuali, fornenti talvolta indizi preziosi per lo studio di antichi usi e costumi, di espressioni e forme della vita pubblica e privata medievale. Un glossario di voci contenute in una quaran­ tina di documenti vari dell’Abruzzo è stato dato separatamente alla fine, rappre­ sentando bene la vita e il linguaggio propri della montuosa isolata regione. Contenuto . — Indice, V. - Prefazione, VII. — Stato della Chiesa - Veneto: Abbreviature, IX -X X X II. - Glossario, 1-639. — Glossario latino abruzzese: Abbreviature, 643-644. - Glossario, 646-681. — Aggiunte e correzioni, 683-687.

110. MONNERET DE VILLARD U. -

STUDIO DELL’ISLAM

Ugo Monneret de Yillard. Lo studio dell’islam in Europa nel x n e nel x i i i secolo. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1944, pp. iv, 86. Il libro sulla religione musulmana redatto, al principio del secolo xrv, dal domenicano fiorentino Rieoldo da Montecroce, che merita di essere considerato precorritore della moderna scienza islamistica, rappresentava il punto di arrivo di una serie di ricerche continuate in Europa su quella materia per circa un secolo e mezzo. A un tempo più lontano risaliva tuttavìa il primo contatto della cultura cristiana con quella araba, soprattutto scientifica e filosofica; e ne era stata centro la città di Toledo dopo la riconquista (1085) e mediatore l’elemento ebraico. Ma lo studio dell’islàm può datarsi propriamente dalla metà del secolo x i i , quando Pietro il Venerabile abate di Cluny promosse la prima traduzione del Corano (come diede per altra parte opera alla investigazione del Talmud). Questa esplorazione dei testi, che segna le origini genuine dell’orientalismo, si svolse soprattutto nella Spagna, con qualche partecipazione di uomini originari da altri paesi; e quella penisola conserverà sempre una naturale preminenza nell’avvi­ cinamento delle due civiltà. Nuovi fatti incrementarono la conoscenza islami­ stica, alla metà del secolo x i i i : lo sviluppo dei due grandi ordini religiosi missio­ nari francescano e domenicano, la frequenza dei viaggi e pellegrinaggi in Oriente, il sorgere di una vasta letteratura di propaganda per la crociata. Risultato ne fu una mutazione del giudizio dell’occidente cristiano sulla vita e sulla teologia musulmana; l’ultima, ammirata allora in una delle sue più alte espressioni, l’opera di al-Gazz-alì. Di tutto questo intenso lavoro di ricerca e di informazione, non valutato finora abbastanza nel suo insieme, il Monneret de Villard ha trac­ ciato con ampia e documentata sintesi i lineamenti, illustrando i principali perso­ naggi che vi parteciparono e rilevando non solo i progressi successivamente con­ seguiti, ma l’evoluzione spirituale determinata naturalmente dall’approfondi­ mento degli studi che l’occidente medievale cristiano condusse intorno aH’islàm. Contenuto . - Indice, III-IV. — I, 1-8: Queste note debbono considerarsi come una introduzione all’opera di Rieoldo da Montecroce sul Corano. - Primi rapporti culturali fra l’Europa occidentale (Spagna, Lorena, Inghilterra) e il mondo islamico. - Preminenza assunta dalla Spagna e specialmente da Toledo. - Importanza dell’elemento ebraico e mozarabo nella trasmissione. - I tradut­

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di «Studi e Testi», 109-111

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tori inglesi. - Il gruppo salernitano. - Gli elementi isolati. - Durante questo primo periodo l’interessamento si dirige esclusivamente verso i testi scientifici. - II, 8-35: Cluny e la Crociata in Spagna. - Pietfo il Venerabile inizia lo studio dell’islamismo. - La traduzione del Corano. - I traduttori di Pietro il Venera­ bile: Pietro da Toledo, Roberto anglico ed Hermann dalmata. - Identificazione di questi autori e delle loro opere. - Testi perduti delle traduzioni di Pietro da Toledo. - La traduzione del Corano di Euthymios Zigabenos. - Importanza della traduzione di Roberto anglico. - Lo scritto « Contra sectam Saracenorum » di Pietro il Venerabile. - Lo studio dell’islamismo presso i bizantini. - Gli scritti di Sperandio da Cordoba, di Albarus e di St. Eulogio/ - La traduzione del Corano di Marco da Toledo. - La personalità di Roderico Jiménez de Rada, vescovo di Toledo, e la sua azione per gli studi orientali. - I traduttori toledani del xiii secolo. - Povertà degli studi islamici fuori della Spagna: Jacopo da Vitry. - Trasformazione delle condizioni dello studio verso la metà del xiii secolo. - Disinteresse italiano per gli studi sull’islamismo. - Le traduzióni del Corano in catalano. - Grossolani errori sull’islamismo circolanti in Europa. - Maometto considerato come una divinità. - L’adorazione delle immagini di Maometto. - Errori intorno alla vita del Profeta. — III, 35-58: I domenicani ed i francescani in rapporto agli studi orientalistici. - Importanza prevalente dell’azione domenicana. - La costruzione dello « studium » di Tunisi. - Alfonso el Sabio e lo studio dell’arabo all’università di Siviglia. - L ’opera di Humbertus de Romanis. - Lo « studium arabicum » di Murcia. - Raimondo Lullo ed il monastero di Miramar. - I domenicani fondano lo « studium arabicum » di Valencia, e poi quello di Jativa. - Azione di Raimondo Lullo sino al concilio di Vienna. - Decisioni del Concilio e il loro insuccesso pratico. - Gli studi arabi alla Curia Pontificia, a Parigi, ad Oxford, a Bologna ed a Salamanca. - L’opera di Humbertus de Romanis e di Raimondo Martin. - La traduzione dell’arabo alla corte di Alfonso el Sabio. - La traduzione del « Kit ab al-micràg » ed i suoi rapporti con la « Divina Commedia ». - Importanza di Raimondo Martin. Arnaldo di Villanova. - San Pedro Pascual. — IV, 58-77: Poca importanza dei movimenti degli studi arabi fuori della Spagna. - Esiguo contributo portato dai missionari. - I testi conservatici da Mathaeus Parisiensis. - Paragone fra il Califfo ed il Papa. - Roger Bacon. - Johannes Guallensis. - Fidenzio da Padova. - La scoperta del « Liber Clementis ». - Oliverio vescovo di’Paderborn. - Benedetto d’Alignan. - Gli interpreti dall’arabo. - Guglielmo da Tripoli e l’importanza della sua opera « De statu Saracenorum », la più notevole innanzi quella di Ricoldo da Montecroce. - Mutamento dello spirito europeo rispetto all’islàm alla fine del xiii secolo. - Documentazione europea sulla teologia dell’islam. Lo stato d’animo europeo al momento nel quale scrive Ricoldo da Montecroce. — Indice dei nomi, 79-86.

111. HOBERG H . — INVENTARE DES PÄPSTLICHEN SCHATZES

Die Inventare des päpstlichen Schatzes in Avignon, 1314-1376. Heransgegeben von Hermann Hoberg. Città del Vaticano, Biblio­ teca Apostolica Vaticana, 1944, pp. x x v i i i , 620. Il volume contiene tutti gli inventari, che si conservano nell’Archivio Segreto Vaticano, del tesoro custodito nel palazzo papale di Avignone, da Clemente V a Gregorio XI. Sono, nominatamente, gli inventari completi che si redassero dopo la morte dei papi Clemente V (1305-1314), Benedetto XII (1334-1342), Clemente VI

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Tavole e Indici generali

(1342-1352) e Urbano V (1362-1370) ; le liste degli oggetti levati dal tesoro ponti­ ficio sotto Giovanni XXII (1316-1334), Innocenzo VI (1352-1362) e Gregorio XI (1370-1378) ; e gli elenchi sommari degli oggetti più preziosi latti negli anni 1358, 1360 e 1365. Con questi inventari del tesoro propriamente detto sì riproducono l’inventario universale di tutto il palazzo apostolico compilato nel 1369, durante l’assenza di Urbano V, e un altro della scuderia pontificia nel 1371. Tutti questi documenti, redatti in lingua latina, comprendono monete, vasellame e posate da tavola, suppellettile d’altare (tra cui fistule e tenaglie eucaristiche), reliquiari, altari portatili, tavolette per il bacio della pace, candelabri, statue di santi, crocifissi, pastorali, anelli, paramenti sacri, cammei, ventagli, occhiali, penne da scrivere, bacini per barba, armi, armature, finimenti, vasellame e arnesi di cucina, cuscini, asciugamani, fazzoletti, panni ; carrozze, cavalcature e bestie da traino, viveri, foraggi etc. Quasi sempre sì specifica il materiale nel quale gli oggetti sono lavorati; per quelli d’oro e d’argento, si indica il peso; per i panni, la lunghezza. La forma degli oggetti e le figure, con ì quali sono ornati, vengono spesso descritte accuratamente, in specie nel caso di reliquiari e piviali. Non raramente si registrano il paese d’origine e i possessori precedenti. Come avviene in ima serie di documenti del genere, gli inventari posteriori ripetono in gran parte oggetti già comparenti in quelli anteriori, ma per lo più con nomi e descri­ zioni diverse; sicché un inventario completa l’altro e il significato di molti termini risulta via via chiarito. Le monete sono completamente elencate nell’in­ ventario del tesoro lasciato da Benedetto XII (1.117.000 fi.) e nell’inventario del 1365 (soltanto 12.000 fi.). Poiché erano già pubblicati dall’Ehrle, sono stati omessi cataloghi dei libri conservati nel Palazzo papale avignonese. L’edizione esattamente condotta di tutto questo vasto materiale, che risulta con evidenza prezioso per molteplici aspetti, in particolare per gli studi filologici e liturgici, per la storia dell’arte e della cultura, per la vita della Chiesa e della civiltà medievale, è corredata di minuti indici delle persone, dei luoghi e delle materie.

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Contenuto . — Vorwort, V-VI. — Inhalt, VII-IX. - Die abgekürzt zitierte Literatur, X. — Einleitung, XI-X X V III: I. Der päpstliche Schatz und seine Inventare, XI-XXV: 1. Der Nachlass Klemens’ V., XI-XIV. - 2. Der Schatz unter Johann X X II., XIV-XV. - 3. Der Schatz beim Regierungsantritt Kle­ mens’ VI., XVI-XVII. - 4. Der Schatz unter Innozenz VI., XV II-X X I. 5. Der Schatz unter Urban V., X X I-X X III. - 6. Der Schatz unter Gregor XI., X X IV -X X V . — II. Zur Editionsweise, XXV-XXVI. — HL Abkürzungen und Zeichen, X X V I-X X V II. — IV. Gewichts-und Längenmasse, XXVII. — V. Preise von Gold und Silber, X X V II-X X V III. — Die Texte, 1-541: I. Der Nachlass Klemens’ V. (1314-1316). 1. Das am 23. April 1314 vom Thesaurar Guillermus Raymundi dem Kamerar des Apostolischen Stuhles, Kardinal Arnaldus de Auxio, übergebene Gold des alten Schatzes, 1-3. - 2. Die am 24. April 1314 von den Kämmerern Klemens’ V. an den Thesaurar Guillermus Raymundi abge­ lieferten Gegenstände, 3-4. - 3. Das am 27. und 28. April 1314 vom ehemaligen päpstlichen Thesaurar Raymundus Fabri dem Kamerar des Apostolischen Stuhles, Kardinal Arnaldus de Auxio, übergebene Gold, 4-8. - 4. Die am 28. April 1314 vom Thesaurar Guillermus Raymundi dem Magister Gaufridus und dem Diener Andriucius für die Konklavekapelle ausgehändigten Gegenstände, 9-10. - 5. Die am 28. und 29. Mai 1314 vom ehemaligen päpstlichen Thesaurar Raymundus Fabri an Bernardus Roiardi, Petrus Trinci und Petrus de Verdala abgelieferten Münzen und Wertsachen, 10-14. - 6. Die am 28. Mai 1314 von Bernardus de Artigia an Bernardus Roiardi, Petrus Trinci und Petrus de Ver­ dala abgelieferten Gegenstände, 14-15. - 7. Die am 27. und 29. Mai 1314 vom Thesaurar Guillermus Raymundi an Bernardus Roiardi, Petrus Trinci und Petrus de Verdala abgelieferten Gegenstände, 15-31. - 8. Die am 12. und 14. Oktober 1316 (?) von Petrus Godini, Guillermus de Lasala und Andreucius abgelieferten

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di « Studi e Testi », 111-112

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Gegenstände, 32-34. - 9. Die an verschiedenen Tagen des Monats August 1316, am 16. Oktober desselben Jahres und am 4. Januar 1317 vom päpstlichen Kamerar, Kardinal Arnaldus de Auxio, an Petrus de Tofaliis, Gohertus de Valle, Iacobus de Via und Ademarius Amelli ausgezahlten Geldsummen, 34-35. 10. Das Gesamtgewicht der Gegenstände aus Edelmetall und die Gesamtzahlen der Paramente, 36-37. - II. Unter Johann X X II. von der Apostolischen Kammer an verschiedene Hofämter ausgeliehene Gegenstände (1320-1334), 38-49. — III. Der Schatz beim Regierungsantritt Klemens’ VI. (1342-1343), 50-116. — Nachträge: 1. Am 18. August 1344 gewogene Goldsachen, 110-112. - 2. Vom 22. November bis zum 11. Dezember 1349 dem Schatz entnommene Silber­ sachen, 112-116. — IV. Der Schatz beim Regierungsantritt Innozenz VI. (1353), 117-292. — Nachträge: 1. Die bona capelle Klemens’ VI., 284-288.· - 2. Die retrocamera thesaurarie, 288-289. - 3. Der Nachlass eines Abtes von Dijon, 289. - 4. Im Oktober 1355 von Balduinus, dem sigillifer curie auditoris cämere, an die Apostolische Kammer abgelieferte beschlagnahmte Nachlässe, 290; 5. Die am 21. Oktober 1355 und am 16. Januar 1356 von Stephanus Vigerii an die Apostolische Kammer zurückgegebenen Gefässe, 291. - 6. Die am 27. Marz 1357 vom Subkollektor Petrus de Varengiis an die Apostolische Kammer ab­ gelieferten Tuche, 292. — V. Von 1355 bis 1359 dem Schatz entnommene Ge­ genstände, 293-358. — VI. Die Wertsachen und Münzen im Jahre 1358, 359369. — VII. Die Wertsachen aus Edelmetall um 1360, 370-392. — VIII. Der Gesamtwert der Kostbarkeiten und Münzen im Januar 1365, 393-400. — IX. Das päpstliche Schloss im Jahre 1369, 401-464. — X. Der Schatz beim Regierung­ santritt Gregors X I. (1371), 465-517. — XI. Der päpstliche Marstall am 3. Mai 1371, 518-522. — XII. Von 1371 bis 1376 dem Schatz entnommene Gegenstände, 523-541. — Personen und Ortsregister, 542-566. — Sachregister, 567-617. — Errata corrige, 619-620.

112. RATIONES

DECIMARUM

ITALIAE:

SICILIA

Rationes decimarum Italiae nei secoli X III e XIY. Sicilia, a cura di Pietro Sella. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1944, pp. vi, 187. Carta geografica a colori, pieg. (in busta). C om prende d ecim e r ile v a te n el corso d ei seco li x m e x iv , e tr a tte d a lle co llet­ to rie d e ll’A rch ivio V atican o, r e la tiv e a lle d io cesi di M onreale, P alerm o, M alta (d ip en d en te d a lla p rovin cia e c c le sia stic a d i S ic ilia ), C efalù , L ip a ri e P a tti, M es­ sin a , C atan ia, S ira cu sa , G irgen ti, M azara d el V a llo ; e in o ltr e , fram m en ti di cen si e decim e risc o ssi in circoscrizion i d ella ste ssa p rovin cia d u ran te d iversi a n n i d el secolo xiv. A ppartengono a qu esta serie a n ch e i nn. 58, 60, 84, 96, 97, 98; e i su cces­ siv i 113, 128, 148, 161 e 102 di Studi e testi. C o n t e n u t o . — Introduzione, V. — Sommario, VI. - I. Monreale: I. Decime degli anni 1275-1280, 3. - II. Decime degli anni 1308-1310, 4-5. — II. Palermo: I. Decime degli anni 1275-1280, 9-14. - II. Decime degli anni 1308-1310, 15-21. — III. Malta: I. Decime degli anni 1275-1280, 25. - II. Decime degli anni 13081310, 26. — IV. Cefalù: I. Decime degli anni 1275-1280, 29. - II. Decime degli anni 1308-1310, 30-32. — V. Lipari e Patti: I. Decime degli anni 1275-1280, 35-36. - II. Decime degli anni 1308-1310, 37-38. — VI. Messina: I. Decime degli anni 1275-1280, 41-45. - II. Decime degli anni 1308-1310, 46-68. — VII.

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Tavole e Indici generali

Catania: I. Decime degli anni 1275-1280, 71. - II. Decime degli anni 1308-1310, 72-80. — V ili. Siracusa: I. Decime degli anni 1275-1280, 83-84. - II. Decime degli anni 1308-1310, 85-100. — IX. Girgenti: I. Decime degli anni 1275-1280, 103. - II. Decime degli anni 1308-1310, 104-111. — X. Mazara del Vallo: I. D e­ cime degli anni 1275-1280, 115. - II. Decime degli anni 1308-1310, 116-120. — Appendice, 121-155: I. Frammenti di censi dell’anno 1366, 123-136. — II. Fram­ menti di decime degli anni 1368-1373, 143-146. — IV. Frammenti di censi degli anni 1373-1374, 147-155. — Indice, 157-187.

113. RATIONES DECIMARUM ITALIAE : SARDINIA

Rationes decimarum Italiae nei secoli X III e XIV. Sardinia, a cura di Pietro Sella. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Va­ ticana, 1945, pp. v ili, 295. Carta geografica a colori, pieg. (in busta). Tre collettorie pontificie conservate nell’Archivio Vaticano registrano decime, censi e redditi vari pertinenti a diocesi della Sardegna, rispettivamente per gli anni 1341-1342, 1346-1350 e 1357-1359. Poiché il secondo codice riporta i pagamenti in dipendenza del valore mutevole del fiorino, le collettorie sono state in questo volume riprodotte integralmente nell’ordine originale, diversamente dal criterio generale seguito nella serie Rationes decimarum, Italiae, di raggruppare per dio­ cesi il materiale documentario. Le diocesi rappresentate sono quelle di Sassari, sovrana, Ottana, Castro, Ampuria (Castelsardo), Bisarchio, Bosa, Ploaghe, Arbo­ rea (Oristano), Ales, S. Giusta, Terralba, Cagliari, Tratalias, Dolia, Suelli, Galtelli e Tempio. La edizione di questi documenti sardi assume un particolare valore storico, filologico, geografico, data la scarsità di testi originari dell’isola per la prima metà del secolo xiv. Appartengono a questa serie anche i nn. 58, 60, 84, 96, 97, 98, 112; e i succes­ sivi 128, 148, 161 e 162 di Studi e testi. C o n t e n u t o . — Introduzione, VI. — Sommario, V ili. — I. Decime e censi degli anni 1341-1342: Decime e censi dell’anno 1341, 3-80. - Decime e censi dell’anno 1342, 81-130. — IL Decime e censi - Redditi vari degli anni 13461350, 131-231. — IH. Decime e censi. - Redditi vari degli anni 1357-1359, 233-262. — Indice, 263-295.

114. JUG IE M. -

MORT ET ASSOMPTION DE LA SAINTE VIERGE

La mort et l ’assomption de la Sainte Vierge, étude historicodoctrinale, par Martin Jugie, A. A., professeur à l ’Athénée ponti­ fical du Latran et à l ’Institut catholique de Lyon. Città del V ati­ cano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1944, pp. vili, 747. La morte e l’assunzione in cielo di Maria Madre di Cristo, storicamente nar­ rate solo da inattendibili testi apocrifi, sono state lungo i secoli cristiani oggetto deUa tradizione, della indagine teologica e deUa pietà popolare. L’opera presente,

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di « Studi e Testi », 113-114

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connessa con il movimento contemporaneo che portò alla definizione dell’Assun­ zione come dogma implicitamente contenuto nel deposito della fede cattolica, si è proposta di raccogliere la complessa ed eterogenea materia e di formulare una nuova sintesi dottrinale. Con vasta informazione essa illustra quindi, partitamente, i dati Scritturali e la tradizione patristica, la letteratura apocrifa, le feste e i testi liturgici della Dormizione e dell’Assunzione nella cristianità orientale e occidentale; le credenze delle più antiche Chiese dissidenti orientali (la nestoriana e le monofisite copta e abissina, siriana giacobìta, armena gregoriana); la teologia bizantina e greco-russa e quella latina e cattolica. In questa trattazione storica della dottrina, svolta attraverso età e province dì cultura tanto diverse, sono stati tenuti presenti criteri cronologici e critici per determinare la portata delle affermazioni progressivamente formulate e per escludere la massa delle leggende storiche e devote ingombranti il campo. L’ultima parte, in cui l’autore espone le sue proprie vedute, tratta della morte della santa Vergine indipenden­ temente dalla sua assunzione, della dottrina dell’Assunzione propriamente detta, della definibilità di questa dottrina da parte del magistero soieime della Chiesa. Concludono l’opera diversi excursus, i più ampi dei quali indagano la storia della asserita Tomba della Vergine a Gerusalemme, delle reliquie mariali bizantine della cintola e del manto (maphorion) e della morte e ritenuta assunzione di s. Giovanni Evangelista. C o n t e n u t o . — Avant-propos, VII-VIII. — Considérations préliminaires. Di­ vision de l’ouvrage, 1-5: I. Notion du mystère de l’Assomption, 1-4. - II. Néces­ sité de suivre l’ordre chronologique, 4-5. - III. Ecarter toute donnée légendaire, 5. - IV. Division de l’ouvrage, 5. — Première partie. La mort et l’assomptibn de la Sainte Vierge dans l’Ecriture Sainte et la tradition patristique jusqu’à la fin du ix e siècle: Considérations préliminaires, 9. — Chapitre I. La mort et l ’àssomption de la Sainte Vierge et l’Ecriture Sainte, 10-55. — Chapitre H. La mort et l’assomption de la Sainte Vierge dans la tradition des cinq premiers siècles, 56-102. — Chapitre III. La littérature apocryphe sur la mort et l’assométion de la Sainte Vierge, 103-171. — Chapitre IV. La fête de la Dormition et de l’Assomption de la Sainte Vierge en Orient et en Occident, 172-212. — Chapitre V. La doctrine de l’Assomption de la Sainte Vierge dans la tradition grecque à partir du v n e siècle jusqu’à la fin du ix e, 213-268. — Chapitre VI. La doctrine de l’Assomption dans la tradition occidentale à partir du VIIe siècle jusqu’au milieu du ix e, 269-291. — Deuxième partie. La mort et l’assomption de la Sainte Vierge dans la tradition orientale après les schismes et dans la théologie latine à partir du x e siècle jusqu’à nos jours: Considérations prélimi­ naires, 295. — Chapitre I. La mort et l’assomption de la Sainte Vierge chez les Nestoriens et les monophysites, 296-314. — Chapitre II. La doctrine de l’Assomp­ tion dans l’Eglise byzantine et gréco-russe du Xe siècle à nos jours, 315-359. — Chapitre III. La doctrine de l’Assomption dans l’Eglise latine de la fin du ix e siècle à nos jours, 360-500. — Troisième partie. La mort et l’assomption de la Sainte Vierge. Partie spéculative: Considérations préliminaires, 503-505. — Chapitre I. La mort de la Sainte Vierge et la spéculation théologique, 506-582. — Chapitre II. La doctrine de l’Assomption proprement dite, 583-664. — Chapitre III. Opportunité et avantages de la définition solennelle de la doctrine de l’Assomption, 665-680. — Excursus A. Le tombeau de la Sainte Vierge à Jérusalem, 681-687. — Excursus B. Les reliques mariales byzantines, 688-707. — Excursus C. Un mode possible de définition de l’Assomption, 708-709. — Excursus D. La mort et l’assomption de saint Jean l’Evangéliste, 710-726. — I. Table alphabétique des noms propres, 727-736. — II. Table des revues et dictionnaires cités, 737-738. — III. Manuscrits cités, 739. — IV. Table des matières, 740-747.

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Tavole e Indici generali

115. P . IL ARINO DA MILANO -

L’ERESIA DI UGO SPERONI

P. Ilarino da Milano, dell’Istituto storico dei Frati Minori Cap­ puccini. L’eresia di Ugo Speroni nella confutazione del Maestro Yacario. Testo inedito del secolo x n con studio storico e dottrinale. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1945, pp. x x x n , 608, [1] 1 tav. (facs). Il codice miscellaneo Chigiano A. V. 156 contiene al principio un singolare testo che porta la intestazione epistolare: Hugoni Sperono, quondam socio et amico suo, Vacarius dìctus magister, salutem. Si tratta, infatti, di un’ampia lettera dottrinale e polemica che il maestro Yacario, glossatore bolognese del diritto romano e introduttore di questo insegnamento in Inghilterra, indirizzò al piacentino Ugo Speroni, in risposta a un suo libro inviatogli per esame. Questa ultima opera, probabilmente perduta, esponeva il sistema teologico ereticale che lo Speroni propugnò tra gli anni 1177 e 1185, incontrando qualche seguito nel­ l’Italia settentrionale. Il moto intellettuale, piuttosto che setta, era noto finora quasi solo per il nome del suo autore : la confutazione di Vacarlo, analitica e ordinata, permette ora di ricostruire il contenuto del libro dello Speroni e di precisare la sua figura inteUettuale, che si presenta come quella di un radicale sovvertitore del dogma e di un fiero oppositore delle istituzioni ecclesiastiche. Malamente e solo per alcune sue negazioni, lo Speroniamo può essere avvicinato al neo-manicheismo cataro e al pauperismo evangelico, ai quali si riconducono essenzialmente le comunità ereticali dei secoli xii e xiii. Con maggiore novità e originalità, precorrente Lutero e Calvino, il sistema dottrinale di Ugo si aggira sulla teoria della giustificazione per la predestinazione e dell’inutilità delle opere e dei riti esterni in rapporto alla giustizia intrinseca. L’editore ha fatto precedere il testo della epistola di Vacarlo, il quale figura qui per la prima volta come teologo e si dimostra un fermo difensore della dot­ trina tradizionale della Chiesa, da una vasta indagine critica e storica, ricostruente analiticamente, in una serie di capitoli alternati, il pensiero di Ugo Speroni e quello del suo oppositore. In fine, si rilevano la sostanza della singolare eresia e la sua posizione nel mondo spirituale italiano medievale, che si arricchisce con questo contributo di un nuovo capitolo inedito. C o n t e n u t o . — Introduzione. VII-X. — Elenco delle opere e degli articoli citati nel libro in modo abbreviato, X I-X X X II. — Capitolo I. Descrizione del Codice e del «Liber contra multiplices et varios errores », 1-36. — Capitolo II. Ugo Speroni e gli eretici speronisti, 37-75. — Capitolo III. Vacario e il suo scritto contro U. Speroni, 76-111. — Capitolo IV. Antisacerdotalismo di U. Speroni, 112-134. — Capitolo V. Dottrina di Vacario sui sacerdoti indegni, 135-183. — Capitolo VI. Teoria speroniana della giustificazione per la predestinazione, 184202. — Capitolo VII. Vacario e la giustificazione per la predestinazione, 203220. —- Capitolo V ili. Negazione speroniana del battesimo e della circoncisione, 221-236. — Capitolo IX. Battesimo, circoncisione e peccato originale secondo Vacario, 237-267. — Capitolo X. Errori eucaristici di U. Speroni, 268-289. — Capitolo XI. Dottrina eucaristica di Vacario, 290-346. — Capitolo XII. La vera religiosità e giustizia interiore secondo U. Speroni, 347-358. — Capitolo XIII. Lo stato di cristiano e l’ordine ecclesiastico secondo Vacario, 359-377. — Capitolo XIV. Ciò che non giustifica secondo U. Speroni, 378-388. — Capito-

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di « Studi e Testi », 115-116

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Io XV. Opere e mezzi di giustificazione secondo Vacano, 389-410. — Capi­ tolo XVI. L ’anima del sistema religioso di U. Speroni, 411-422. — Capitolo XVII. Nei quadri dell’eresia italiana contemporanea, 423-469. — Edizione del testo, 471-583. — Appendice, 585-587. — Indici: Indice onomastico, 589-597. Indice dei testi scritturali, 599-604. - Indice dei manoscritti, 605. - Indice delle materie, 607-608. — Errata corrige.

116. CANDAL E. — NILUS CABASILAS

Emmanuel Candal, S. I., in Pont. Inst. orient. stud. prof. M lus Cabasilas et theologia s. Thomae de Processione Spiritus Sancti. Novum e Vaticanis codicibus subsidium ad historiam theologiae byzantinae saeculi x iv plenius elucidandam. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1945, pp. xv, 427. L’adunanza dei vescovi e assessori tenuta alla presenza dell’imperatore prima della partenza per l’Italia dei delegati greci al Concilio generale convocato da Eugenio IV deliberò di seguire, nella lotta contro i latini, il pensiero e il metodo di Nilo Cabasilas, forse tra gli Ortodossi il migliore teologo bizantino del seco­ lo xiv. Curiosamente, questi, che doveva per primo combattere accanitamente le tesi tomistiche, era stato tra i primissimi che a Bisanzio avevano letto e cono­ sciuto l’opera di s. Tommaso d’Aquino, grazie alla versione di parecchi scritti procurata da Demetrio Cìdone, discepolo del Cabasilas, e da Procoro suo fratello. Compose Nilo questo suo voluminoso trattato, rimasto finora inedito, sullo Spirito Santo contro i latini, e specialmente contro l’Aquìnate, a Costantinopoli, forse nei due ultimi anni di vita, mentre indugiava la sua partenza per la sede arcivescovile dì Tessalonica, come successore di Gregorio Palama. L’opera intera risulta di tre parti, nelle quali rispettivamente l’autore formula la dottrina trini­ taria della Chiesa Romana, rigetta come assurda la conclusione latina che lo Spirito Santo proceda non solo dal Padre ma anche dal Figliolo, ribatte infine in quarantanove articoli le altrettante argomentazioni cattoliche. Contro s. Tom­ maso in particolare sono dirette le quindici ultime questioni della terza parte: e questa porzione dell’opera, specialmente interessante per illustrare le posizioni delle due Chiese, viene appunto edita nel presente volume, daH’ottimo codice Vat. gr. 1117, quasi contemporaneo dell’autore. Un’ampia introduzione, con il sussidio anche di nuove fonti, espone la biografia e l’opera letteraria del Caba­ silas, indaga criticamente il suo pensiero trinitario, commenta infine sotto l’aspetto teologico i singoli quindici capitoli pubblicati. Il testo greco è corredato a fronte di una versione latina. C o n t e n u t o . — Praefatio, V-VIII. — Nota blbliographica, IX-XV. — Introducilo historico-theologica in opus Trinitarium Nili: Pars prima. Nilus Cabasilas: Caput I. Cabasilarum domus, 3-8. - Caput II. Nilus Cabasilas in palamitica controversia, 8-16. - Caput III. Nilus Cabasilas et Demetrius Cydonius, 16-25. - Caput IV. Archiepiscopatus Nili Cabasilae. Annus eius obitus. Insertio in Synodico, 26-30. - Caput V. Scripta Nili Cabasilae, 30-41. — Pars altera. Opus Nili Cabasilae de Spiritus Sancti processione contra latinos: Caput I. Traditio operis manuscripta, 43-48. —Caput. II. Codex Vaticanus graecus 1117, 49-54. - Caput III. Unitas, integritas, divisio operis Nili Cabasilae, 54-65. -

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Tavole e Indici generali

Caput IV. De fontibus operis Nili Cabasilae, 65-79. - Caput V. Cognitio doctri­ nae latinorum in opere Trinitario Nili Cabasilae, 79-89. — Pars tertia. Argu­ mentorum rationis sancti Thomae Niliana impugnatio: Proemium. De valore syllogismorum apud Nilum Cabasilam, 91-99. - Caput I. Syllogismus primus: Personae divinae non distinguuntur nisi per oppositionem relativam originis, 99-108. - Caput II. Syllogismi secundus et tertius: Filiatio et processio ad unam Personam pertinerent, nisi haberent oppositionem ad invicem, 108-112. Caput III. Syllogismus quartus: Si Spiritus Sanctus distinguatur a Filio, oportet quod hoc sit per diiferentias per se dividentes hoc, quod est « esse ab alio », 112-114. - Caput IV. Syllogismus quintus: Origo Filii et Spiritus Sancti in ratione principii differat oportet, ut hi ab invicem distinguantur, 115-120. Caput Y. Syllogismus sextus: Generatur Filius «per modum » intellectus, ut Verbum Spiritus Sanctus «per modum voluntatis, procedit, quasi Amor, 120129. - Caput VI. Syllogismus septimus: In divinis Personis non potest esse alius ordo nisi originis, 130-141. - Caput VII. Syllogismus octavus: Esse principium Spiritus Sancti est praeter rationem paternitatis et filiationis, ac proinde Patri Filioque commune, 141-144. - Caput VIII. Syllogismus nonus: Non est repu­ gnans id, quod est a principio secundum unam processionem, esse principium processionis alterius, 145-148. - Caput IX . De quattuor aliis syllogismis (1013), qui a Nilo Cabasila Angelico Doctori tribuuntur, 148-160. - Caput X. Syllogismus decimus quintus: Vox «Filioque» declaratio Symboli est; ad illius additionem auctoritas romani pontificis sufficiebat, 161-175. — Appendix. Quae­ dam de syllogismo decimo quarto, qui ex infallibilitate romani pontificis edu­ citur, 175-177. — Conclusio, 178-181. — Nilus Cabasilas, De Spiritus Sancti processione: Notanda de textu et versione, 185-187. — Textus et versio, 188-385. — Indices: I. Index introductionis historieo-theologicus, 389-396. - II. Index ideologicus textus, 397-407. — III. Index citationum textus, 409-413. - IV. Index totius operis onomasticus, 415-419. — Corrigenda, 421. — Addenda, 423. — Index generalis, 425-427.

117. LANDGRAF A. M. -

COMMENTARIUS PORRETANUS

Dr. Artur Michael Landgraf, Weihbischof von Bamberg. Com­ mentarius Porretanus in Primam epistolam ad Corinthios. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1945, pp. xv, 227. Gilbert de la Porrée (1076-1154), vescovo di Poitiers e rappresentante con Abelardo del realismo moderato, ebbe al suo tempo una larga notorietà per le sue dottrine filosofiche e teologiche, che gli valsero, in particolare alcune propo­ sizioni Trinitarie, la condanna del concilio di Reims (1148) e gli sdegni dì s. Ber­ nardo di Clairvaux. Una scuola originata da lui fiorì in quel secolo, come le ricerche degli ultimi decenni hanno provato, accanto alle altre due di Abelardo e di Anseimo di Laon. Anche se i limiti non siano sempre determinabili con esattezza, le caratteristiche del pensiero di queste scuole risultano abbastanza da varie fonti che si vanno mettendo in luce, sentenze, somme, commenti aUe Lettere di s. Paolo. Uno di essi finora inedito alla Prima ai Corinzi viene ora pubblicato qui, dal codice lat. 1116 della Bibliothèque de l’Arsenal di Parigi. L’anonimo autore appartiene alla scuola di Gilberto, sebbene la sua dipendenza dal maestro non sia sempre stretta; e poiché il testo scritturale tratta di materie fondamentali della teologia dogmatica e morale (battesimo, eucaristia, matri-

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di « Studi e Testi », 116-118

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monio, potere di scomunica, grazia ece.), il commento, come gli altri del genere, appare grandemente istruttivo nel rivelare gli atteggiamenti e le tendenze dottri­ nali della scuola porretana. Una nuova fonte per la conoscenza della teologia del secolo xix si offre così agli studiosi, in questo volume. L’introduzione descrive lo stato del codice e tratta le diverse questioni relative alla paternità, al contenuto e al tempo di composizione dell’opera. Un minuto indice latino della materia ne agevola l’uso. C o n t e n u t o . — Einleitung, V-XV. — Prologus, 1-3. — Cap. I, 3-27. — Cap. II, 27-39. — Cap. n i , 39-52. — Cap. IV, 52-54. — Cap. V, 54-65. — Cap. VI, 65-90. — Cap. VII, 90-121. — Cap. V ili, 121-142. — Cap. IX, 142-156. — Cap. X, 156-187. — Cap. XI, 187-203. — Cap. XII, 204-211. — Index rerum et nominum, 213-225.

118. GRAE G. GESCHICHTE DER CHRISTLICHEN ARABISCHEN LITERATUR, I

Geschichte der christlichen arabischen Literatur, von Georg Graf, Doktor der philosophie und der Theologie, Honorarprofes­ sor der Theologischen Fakultät an der Universität München, Korrespondierendes Mitglied der Société d’Archéologie Copte in Kairo. Erster Band. Die Übersetzungen. Città del Vaticano, B i­ blioteca Apostolica Vaticana, 1944, pp. x l i v , 662. L’influsso del cristianesimo sull’antico pensiero islamico appare, da recenti studi, sempre più ampio; ma restava finora poco nota nel suo complesso la lette­ ratura cristiana in lingua araba, che la nuova fede trovò già fiorente nelle regioni conquistate dalla forza della spada vittoriosa. Con nuove e vastissime indagini delle fonti, il Graf si è proposto appunto di descrivere per la prima volta in una opera sistematica quelle origini e lo sviluppo posteriore di essa, nelle sue forme e attraverso le diverse età. Durante lunghi anni egli ha atteso, per questo fine, alla esplorazione e recensione dei manoscritti arabi conservati nelle biblioteche europee e negli antichi monasteri e patriarcati della Siria e dell’Egitto (si con­ fronti il num. 63 di questa stessa collezione Studi e testi). Letteratura cristiana, il GTaf intende in senso stretto per questa sua storia quella propriamente ecclesiastica e religiosa, escludendo tutta la rimanente pro­ fana, anche se dovuta a scrittori cristiani. L’introduzione generale, contenuta nel presente primo volume, precisa questo criterio ; tratta delle fonti manoscritte e stampate disponibili e dello stato della loro catalogazione scientifica; traccia la storia delle tribù cristiane in Arabia avanti l’apparizione dell’islàm, discùtendo resistenza di una letteratura araba cristiana antichissima; presenta, in fine, un disegno delle origini e sviluppo fino al secolo xv delle varie chiese orientali (melchita, maronita, nestoriana, giacobita e copta). Il corpo dell’opera descrive quindi, con tutta l’ampiezza desiderata, il genere non originale con il quale anche la letteratura araba, come altre cristiane, si inizia: le versioni. In primo luogo, le numerose dell’Antico e Nuovo Testamento, attestate fino dalle origini ma non tramandate ; le più antiche, conservate, in manoscritti che risalgono gene-

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Tavole e Indici generali

raímente al secolo xvi ; le posteriori, cattoliche e protestanti. Segue la narrazione dell’opera svolta dai traduttori arabi negli altri campi principali della letteratura cristiana : apocrifo e pseudepigrafo, patristico, agiografico, canónico, liturgico. In ogni parte della trattazione sono, con larghezza, usufruite fonti inedite. Un’ampia bibliografia generale correda il volume. Il secondo, terzo, quarto e quinto volume dell’opera sono i successivi num. 133, 146, 147 e 172 di Studi e testi. C o n t e n u t o . — Vorwort, V-IX. — Inhaltsverzeichnis, X I-X X I. — Inhalts­ übersicht in alphabetischer Ordnung, X X III-X X V III. — Bezeichnungen der Handschriften nach den Katalogen, X X IX -X X X V . — Abkürzungen, X X X V IIX X X IX . — Nachträge und Berichtigungen, XLI-XLIV. — Einleitung, 1-82: I. Begriff, Umfang und Charakter der christlichen arabischen Literatur, 1-6. - II. Quellen und Vorarbeiten, 6-11. - III. Das Christentum in Arabien vor der Zeit des Islam, 11-27. - IV. Das Problem einer Literatur der arabischen Christen in vorislamischer Zeit, 27-52. - Uebersicht der politischen Geschichte bis zum Ende der Mamlukenherrschaft, 52-59. - VI. Kirchengeschichtlicher Ueberblick bis zum 15. Jahrhundert, 59-77. - VII. Einteilung der Geschichte der christlichen arabischen Literatur, 77-82. — Erster Teil. Uebersetzungen. Erster Abschnitt. Bibelübersetzungen, 85-195. — Zweiter Abschnitt. Apokry­ phen und Pseudepigraphen, 196-297. — Dritter Abschnitt. Patristische Lite­ ratur, 298-486. — Vierter Abschnitt. Hagiographie, 487-555. — Fünfter Ab­ schnitt. Kanonistische Literatur, 556-621. — Sechster Abschnitt. Liturgische Literatur, 622-662.

119. DAMMIG E. -

IL MOVIMENTO GIANSENISTA A ROMA

Enrico Damming, M. I. Il movimento giansenista a Roma nella seconda metà del secolo x v m . Città del Vaticano, Biblioteca Apo­ stolica Vaticana, 1945, pp. x x i, 418. Il volume ricostruisce con diligenza, attingendo largamente a documenti ine­ diti, il movimento giansenista a Roma, dalle sue origini nel secolo xvii fino all’ultima parte del xvm, in cui ebbe piena fioritura; delinea le figure dei princi­ pali promotori (il cardinale Domenico Passionei e i due prelati toscani Giovanni Gaetano Bottari e Pier Francesco Foggini) e dei seguaci maggiori e minori (gli agostiniani Francesco Saverio Vasquez e Agostino Antonio Giorgi, gli scolopì Martino Natale e Giambattista Molinelli, il teatino Paolo Maria Paciaudi, il battistino Paolo Marcello Del Mare, i domenicani Giuseppe Agostino Orsi, Tom­ maso Agostino Ricchini, Tommaso Maria Mamachi, gli oratoriani della Chiesa Nuova, ecc.), che si raccoglievano in caratteristici vivaci cenacoli. Sono in fine presentate e definite dottrinalmente le posizioni, tendenze e polemiche del com­ plesso e attivissimo movimento, che mantenne rapporti con gli altri centri gian­ senistici di Francia, di Olanda e d’Italia; e posti in rilievo gli atteggiamenti diversi tenuti dai pontefici di quella seconda metà del secolo, Benedetto XIV, Clemente XIII, Clemente XIV e Pio VI. I fondi e i materiali, specialmente carteggi, spogliati per la composizione dell’opera appartengono in particolare alle biblioteche Corsiniana, Vaticana e Casanatense di Roma, all’Archivio Vaticano, e ad altre raccolte di Firenze e di Brescia.

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C o n t e n u t o . — Prelazione, V II-XIII. — Indice delle citazioni abbreviate di fonti. XV. — Bibliografia, X V II-X X I. — Introduzione, 1-38. — Prima parte. I precedenti storici fino al pontificato di Benedetto XIV, 39-50. — Seconda parte. I capi del movimento, 51-116: Cap. I. Il cardinale Domenico Passione!,. 51-63. - Cap. II. Mons. Giovanni Gaetano Bottari, 63-98. - Cap. III. Mons. Piero Francesco Foggini, 98-115. — Terza parte. I seguaci del movimento, 117-237: Cap. I, Il circolo dell’Archetto, 116-194. - Cap. II. Il circolo della Chiesa Nuova, 194-212. - Cap. III. Il circolo di Pietro Tamburini, 212-227. - Cap. IV. Gli amici nel collegio dei Cardinali, 228-237. — Quarta parte. L’attività del movi­ mento, 238-242: Cap. I. La lotta contro la Compagnia di Gesù, 242-288. Cap. II. Agitazioni e tendenze giansenistiche, 288-359. - Cap. III. Rapporti con il giansenismo straniero, 359-371. - Cap. IV. Influsso sul giansenismo ita­ liano, 372-374. — Quinta parte. Atteggiamento dei papi, 375-394. — Conclu­ sione. Carattere del giansenismo romano, 395-401. — Indice dei nomi, 402-416. — Indice, 417-418.

120. LUGANO P . T. -

I PROCESSI PER S. FRANCESCA ROMANA

I Processi inediti per Francesca Bussa dei Ponziani (Santa Francesca Romana), 1440-1453. A cura del P. D. Placido Tommaso Lugano, Abate O. S. B. Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1945, pp. x l , 345 [1] 3 tav. (facs.). La romana Francesca « de Buxis », nata nel rione di Parione nel 1384, andata sposa giovanissima nelle case dei Ponziani in Trastevere, dove morì nel 1440, acquistò per tutta l’Urbe popolarità spirituale con la sua vita di santità e di operosa misericordia. Ne conserva fino al presente i monumenti e i documenti la casa di Tor de’ Specchi ai piedi del Campidoglio, intatta ancora dopo cinque secoli, dove ella adunò nel 1433 la compagnia di donne continenti che la segui­ rono. Dal suo archivio provengono appunto le testimonianze contemporanee date in luce in questo volume : i Processi ecclesiastici istituiti in Roma per la cano­ nizzazione. Dei quattro, svolti nello spazio di più che un secolo e mezzo, il più antico risale allo stesso anno della morte di Francesca, 1440: vi comparvero sessantotto testimoni — parenti, ecclesiastici, oblate, nobili e popolani della città —'e consegnarono agli atti la narrazione preziosa di fatti e di particolari veduti e intesi direttamente. Quattro anni più tardi, pontefice lo stesso Euge­ nio IV che aveva conosciuto in persona la santa gentildonna, il processo si rinnovò, con l’intervento di quaranta testimoni, in gran parte gli stessi del primo. Un’altra volta, per ordine di Nicolò V, si istruì nel 1451 l’inchiesta ecclesiastica con tutte le formalità e solennità del diritto, convocandosi ben centotrentadue testimoni, dei quali solo una ventina ascoltati nel processo più antico. Finalmente, nel 1604, Paolo V promosse l’ultimo, diretto soprattutto a stabilire la continua­ zione della fama di santità, la quale fu di fatto sanzionata nella canonizzazione del 1608. La presente edizione riproduce il primo di questi processi (1440), con la integrazione del successivo del 1443 e di aggiunte del 1453, e inoltre quello del 1451 : testimonianze inestimabili e colorite nei particolari, non soltanto della vita di Francesca, ma delle vicende, del costume e delle condizioni morali e reli­ giose del popolo romano, tempore quo rex Ladislaus in Urbe dominabatur, che fu tempo di lotte intestine, di carestia, di peste. Questi testi, preceduti da una

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Tavole e Indici generali

introduzione e da un regesto di tredici documenti contemporanei nei quali è nominata la gentildonna dei Ponziani, si offrono quindi con profitto ai cultori di studi agiografici e di storia del Rinascimento romano. C o n t e n u t o . — Introduzione, V-XXIX: L’opera di Francesca de’ Ponziani nella famiglia e nella società del suo tempo, V-XIII. - Genesi e caratteri dei Processi, X III-X X IX . — L’edizione, X X X -X X X IV . — Regesto di documenti, X X X V -X L. — I. Processo dell’anno 1440 (21 settembre - 18 novembre) con le aggiunte del 1443 e del 1453, 1-205. — II. Processo dell’anno 1451 (5-9 aprile), 207-333. — Indice dei nomi propri e delle cose notevoli, 335-345. - Contenuto del volume.

121. MISCELLANEA GIOVANNI MERCATI, I

Miscellanea Giovanni Mercati. Yol. I. Bibbia - Letteratura cri­ stiana antica. Città del Yaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1946, pp. x ix , 520, 1 ritr., ili. Giovanni Mercati entrò nella Biblioteca Vaticana, come « scriptor » per la lingua greca, nel 1898 ; successe nel governo dell’istituto ad Achille Ratti, nel 1918; rivesti la porpora romana e l ’alto ufficio di Cardinale Bibliotecario e Archivista della Santa Chiesa Romana nel 1936, e lo tenne fino alla morte nel 1957. Per celebrare il compimento del suo ottantesimo anno, la Biblioteca Vaticana, rinno­ vando l’iniziativa presa in onore del suo predecessore cardinale Francesco Ehrle, nel 1924 (Studi e testi, 37-42) indisse la raccolta di questa vasta Miscellanea di studi, alla quale collaborarono 147 eruditi, appartenenti a una ventina di paesi diversi. Gli articoli sono stati raggruppati per materie, corrispondenti a quelle che il Mercati coltivò nella sua molteplice attività scientifica; e somministrarono nuovi contributi, originati in larga misura da materiale inedito, intorno a molti aspetti maggiori e minori di filologia, di storia e di erudizione. Per il settantesimo anno dello stesso cardinale Giovanni Mercati, erano stati in precedenza raccolti, con il titolo di Opere minori, i suoi scritti pubblicati sparsamente dal 1891 al 1936 (Studi e testi, 76-80). C o n t e n u t o . — Alexander Sperber, The Codex Vaticanus B (Septuagint), 1-18. - Robert Weber, O.S.B., Les interpolations du livre de Samuel dans les manuscrits de la Vulgate, 19-39. - Umberto Cassuto, L’ordinamento del libro di Ezechiele, 40-51. — Félix Marie Abel, O.P., Simon de la tribu de Bilga, 52-58. — Jacques Marie Vosté, La Pesittâ de Mossoul et la révision catholique des anciennes versions orientales de la Bible, 59-94. —: Germain Morin, O.S.B., Indices de provenance illyrienne du livre d’Evangiles q., 95-102. - Pierre Salmon, O.S.B., Le texte biblique de l’Evangéliaire de S. Denis (Ms. lat. 256 de la B. N. de Paris), 103-106. - Lucien Cerfaux, Le chapitre XVe du livre des Actes à la lumière de la littérature ancienne, 107-126. - Joseph de Ghellinek, Qui sont les