Strutture ecclesiastiche in Italia e in Germania prima della Riforma


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Italian Pages [362] Year 1983

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Strutture ecclesiastiche in Italia e in Germania prima della Riforma

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Ltrutture eeelesia^leke in Italia e in Oerrnania prima (iella Riforma 3 cli ^3o!o ^l^ocli 6 ^6t6l- ^okl336!
8ll'l8tituto swnco itslo-gsi-msnîco in Ii-snto

ànali dell'istituto storico italo-gerrnanico (Quaderno 16

Zimttui-s 6eel68is8tio^6 in Itsiis 6 in (Zsfmsnis pnms clslls Mo^ms a cura di paolo prodi e Peter ^oìranelc

società editrice il bulino

Bologna

Istituto storico italo-Zerrnanico in Irsuto 8truiture ecclesiasticlie in Italia e in Oerraanis prima «Iella llilorrna

F-9

Oxiràatori: paolo proli Peter lollanelc

8ppimlllL ecclesiasticbe in Italia e in Oerinsnia prima della llikorma. cura «li paolo prodi e Peter ^olianelc. Bo­ logna, Il Ululino, 1984. 552 p. 22 cm. (àoall dell'lstimto storico itslo-germanico (Quaderno, 16). , I8M 88-15-400616-8 p. 4: Istituto storico italo-germsnico svi­ luppo dei concordati, delle nunziature permanenti, dei protettorati cambia radicalmente lo statuto delle (ilnese locali all'interno della cristianità, nei rapporti con il pa­ pato e con il potere politico ^lla lrsse le antiche con­ fraternite nella seconda metà del '400 si avviano a diven­ tare «un'organizzazione diocesana, presente in quasi tutte le parrocclue con la funzione di raccogliere le energie del laicato intorno ai parroci e al vescovo»'.

Innumerevoli altri esempi si potreklrero torse lare, dai mo­ vimenti di riforma degli ordini religiosi, dalle nuove strut­ ture delle organizzazioni dell'osservanza si nuovi modelli di santità, agli ospedali e opere assistenziali etc.: ma sentiremo sui singoli punti — a conferma o smentita — le varie relazioni. 8u un piano piu generale mi azzardo a proporre qui alla nostra discussione, provocatoriamente, l'ipotesi clie intorno alla metà del ()uattrooento i rapporti di po­ tere all'interno della cristianità si avviano verso nuovi equilibri cke approderanno alle piu diverse soluzioni ma con una radice comune clic va ken al di là di ogni prob M permetto il rinvio si mio volume 1/ rovnmo ooâ/rce, Bologna 1982. * 6. àMiULv, alls r/orrs «/elle co-r/nrter-tt/e à âcrp/r»à e /È-r/e »« recc. XV e XVI, in 1/ «rovràà à' â«-L»s»e^

?er la maggior patte clegli storici tecleschi come anche per la comprensione che l'uomo clella stracls ha clella storia la Riforma rappresenta — piu o meno inconsciamente — non soltanto il confine «li un'epoca, un taglio o una cesu­ ra nella storia teclesca ecl europea, ma anche un obiettivo vero e proprio clal quale ognuno che si occupa «lells strut­ ture ecclesiastiche ciel XV secolo e ciel tarclo hleclioevo in genere, si sente affascinato e attratto. Lemhra che non vi sia nessun altro avvenimento, nessun altro processo nella storia teclesca ecl europea che ahhis segnalo, in misura così ampia come la Riforma, i criteri per giuclicsre l'epoca prsceclente.

(Comunque sia, una cosa è cotta: chi si cleclica alla storia clella Chiesa ciel XV secolo e in moclo patticolsre a quella clella Cermaoia, non puà fare a meno cli affrontare il prohlems clelle cause clella Riforma. Ruò «larsi, ecl effettivamsnte semhra essere così, che questo sia un prvhlema specificamente teclesco. In ogni caso la ricerca storica che si occupa clella storia clella Chiesa prima clella Riforma si cleclica molto a questo tema, àche nei lavori cli scienza storica critica nel senso moclerno, cioè nella ricerca clel XIX secolo, la cliscussione nell'amhito cli questa prohlematica incomincio come controversia confessionale. Ru una controversia portata avanti con grancle vivacità e molto a lungo e si sfotto cli clocumentare la legittimità o la non legittimità clell'arâooe cli Imtero e «lei riformatori io gene­

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re àcbe se a partire dalla 8ecoà guerra mondiale il dialogo tra le due coolessioni sulla valutazione della Rikorms non è piu stato motivo

  • râe rei/ 1Z76. Ierr/«rrF «rr«i ^4«/gsi>er» -isr -ie«/rel>er« X-r/^oiàrr, Kiinster 19)1, ristampato assieme a R.. 8Xv»Mir, Ore Or/orrei>«rrg «ier ^rrcLire^err Xs/orrrra/àrgerââs rei/ 19)1 (Lrtraxe «ier korscbung XXXIV), Darmstsà 197) (tradotto io italiano con ll àio: lîreercLe eeeierisr/rà «Ir r/orr-r . 19. 5 Or. soltanto là wlscellsoes à car» «li k. /r«M«>Ler/rc/be lîevà/ro»?, Lluackea 1972.

    lîe/orâtro» oà

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    Ra Riforma è tuttavia iti pruno luogo un fenomeno ge­ nuinamente religioso. Rssa riguarda campi come la reli­ giosità, il servigio divino con partecipazione clei laici e adempimento clei preti, l'amministrazione clei mezzi cli salvezza, clei sacramenti e la diffusione clei sapere religio­ so, la clottrina clelle verità ili fede.

    Rra inevitabile cbe la letteratura controversista tra le con­ fessioni si acceoclesse sopratMtto su questi remi, perchè tu proprio nell'ambito clella pratica religiosa cbe la Ri­ torma proclusse i cambiamenti piu profondi e persistenti nelle confessioni post-Riforma. I^a controversia tra le clue confessioni cbe nella prima Rtà moclerna si era svolta in moclo puramente apologetico continui pero ancbe nell'e­ tà clella scienza storica critica, nel XIX secolo, àcbe qui tuttavia la valutazione clella pratica ecclesiastica pre-Rikorma era determinata, in primo luogo, dalla posizione confessionale dello studioso cbe se ne occupava. Dove la storiografia protestante aveva visto dissoluzione e abusi, mancanza cli cultura dei preti e superstizione del popolo, esteriorizzazione esagerata dalla religiosità e bi­ gotteria, corruzione e mancanza cli disciplina del clero e degli ordini religiosi, avidità e sete di potere della (lbiess istituzionalizzata, soprattutto della (luria romana e del Rapato — quest'ultimo avrebbe ridotto i cristiani liberi ad una scbiavitu da cui soltanto l'azione di luterò li avrebbe liberati —, il primo grande protagonista di una storiografia scientifica della pre-Riforma, /obannes Jan­ ssen, vide, nella sua à Volger, pubblicata alla fine del secolo scorso, quslcbe cosa di completamente diverso

    Rer essere brevi: se il quadro protestante del periodo pre-Riforma era prevalentemente buio, quello disegnato da ^obannes Janssen fu pieno di luce. Rer lui il XV seco­ lo fu un'epoca di splendore della vita della Ouess. lba

    6 pubblicato per la prima volta nel 1876 a kreiburZ i.8.; uà mie citariom uso la XIII-XIV eàioue ciel 1887. 22

    gersrclua in piena vitalità era impegnata a tenere in ordi­ ve la propria cs8à attraverso molteplici riforme. «Il senso religioso ili tutti i ceti» si manifestava in molti modi e tutte queste manifestazioni erano un segno cii rispetto per l'istituzione della Oìiesa, clre d'altra parte era messa in questione. I/istrurione generale del popolo aumentava come pure veniva approfondita la comprensione della re­ ligione cristiana. (Questi fenomeni eìrlrero un andamento crescente nel corso del XV secolo e ricevettero soprattutto a partire dal 1450» dalla legazione tedesca di Mccolà da dusa un enorme impulso. Janssen riassume il suo giudizio cosi: «Quest'epoca fu una delle piu ricclrs di idee e una delle piu fertili della storia tedesca» d Janssen non lia negato il malgoverno, ansi lo Ira perfino sottolineato, tut­ tavia nella sua opinione la Lluesa era alrirastairra forte per poter aiutare se stessa, per esempio attraverso l'attività del dusano, la cui opera «formatrice è per Janssen già la Riforma, la vera Riforma cattolica, soltanto la comparsa di Intero avrelrlre distrutto tutto questo^. I/eco enorme clre riscosse il liì>ro di Janssen — esso apparve nel meMo del e vide l>en 14 edizio­ ni nel primo decennio dopo la sua puìrlrlicariione — fu stimolante e determinante anclre per la ricerca scientifica dei decenni successivi. I>lon possiamo seguire in questa sede il corso delle ricerche successive ma è un fatto al> l)astan2a noto clie anclre e soprattutto la ricerca cattolica — e qui voglio limitarmi a citare i nomi di Heinriclr kinlre, Ioseplr Ix>rtr e Huirert Jedin — l>a in parte ridi­ mensionato la visione molto ottimistica di Janssen, dosi gli alrusi della dlriesa del periodo pre-Riforma giudicati da Janssen con generosità, sono stati messi a fuoco con molta clriarerra. Di essi si parla ampiamente snckre in questo volume. In questa sede si tratta soltanto di tirare le somme di una discussione ciré dai tempi di Iokannes

    7 rferrttcAe» à, voi I, p. 7. 8 ker l'opera cli Isossea cL. ?. Ore cir., p. 7 e sackie 8. i1oxri.L«, cir., pp. 27-29. 2Z

    Janssen non si è Mài tonnata. 8u questo risultato la msggioranra degli studiosi — sia quelli olio sono legati all'una o all'altra conkessione come ancbe quelli per i quali la religione e la religiosità rappresentano soltanto una cate­ goria socio-antropologica, un bisogno dell'uomo — sono d'acoordo.

    Il risultato si può riassumere in una trase e/he»Ferâ2 kipreaclo l'ioàicsrionc à 6. rèr8 carclinales, ni senà cociià aixuna 8 I-àm, p. 6. dir. s questo proposito sric^e k. 1noL«SM, ?rr»ces 1417-1517, toacioa 1980, pp. 14Z ss.

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    intatti, còe cli resistenze ce ne kurono molto presto: le pretese papali vennero incriminate come «nova et inaudi­ ta» nei «gravamina» clella cluesa gallicana clel 1247 e molte altre volte in seguito, ^la non si trattò solo cli resistente clei cliritti e clelle tradizioni esistenti, minacciati dall'avanzata clell'accentramento romano; in realtà, su quello stesso terreno clella scelta «lei personale ecclesiasti­ co e clella volontà cli clisporre clei òeni relativi stavano avanzando le torte clelle nuove realtà statali europee. ?iu ciré un processo cli avsntata clel papato in materia lreneliciale, il periodo tra 'ZOO e 'ZOO manifesta piuttosto un continuo perkerionamento clell'ingegneria giuridica e l>urocratics per mantenere e aumentare entrate minacciate dsll'aumentLta concorrenza statale. «Centralismo e liscalismo della curia si rallorzarono a vicenda», òa scritto Otto Lrunner, sottolineando clie un evento storico come la nascita del «primo apparato burocratico completamente centralizzato» lu il risultato imprevisto e non gradito del­ la necessità di supplire in qualche modo a korme di kinanziamento abolite dall'avanzata di altri protagonisti òa svolta piu netta si eòlie alla metà del '400, con la politica dei concordati. Ideila lase piu acuta e pericolosa del conciliarismo, il papato strinse accordi diretti con le monarclue europee, passando sulla testa non solo del concilio ma delle claiese locali. Ide derivarono, da un lato, la dipendenza delle strutture ecclesiasticlie nazionali dai rispettivi sovrani e, dall'altro, la crescita a dismisura del complesso linanziario-òurocratico della Curia su di una òase statale autonoma — Io 8tato della Cluesa. 6. Larrsclouglt suggeriva còe si potrelròe vedere nel dillondersi del modello ersstiano di cluesa conseguente alla Rilorms il trionko della concezione privatistica del òenekicio tipica della tradizione medievale quel eòe è certo è il latto eòe l>eo prima della protesta di luterò intere strutture ecclesiasticlie, come quelle gallicana e anglicana, lurono

    O. LkUiMM, sociale e it. Loloxns 1980, pp. 108-109. 6. 66

    ààevo, »aâ. cit., p. 62.

    selezionate sulla base «lei voleri clella monarcbia, con l'as­ senso cli lkorna ku così elle ll carclinale inglese lìeginalcl ?ole ville tallire, per mancanza lli interlocutori, ll suo progetto lli suscitare moti lli opposizione a Lnrico Vili nella cbiesa inglese subito llopo l'atto lli suprema­ zia — un atto cbe, aspetti llottrinali a parte, registrava qualcosa lli già accaduto. ?er lo stesso motivo, la propo­ sta cbe l'ole aveva latto con gli altri prelati nel dsà(e lumaio prima lli partire per la sua missione) lli non concedere piu benelici inglesi o spagnoli a candidati italiani suonava come una tardiva cbiusura lli una stalla ormai vuota lli buoi. 5. In un contesto generale quale quello cbe si è evocato, i rapporti tra papato e stati italiani ebbero un'importanza notevole e ll mollo in cui le materie beneliciarie vennero regolate tra lli loro assunse caratteri lli una certa origina­ lità. pur avvertendo cbe le indicazioni cbe si daranno al riguardo non possono sluggire a tutti i riscbi lli cbi pog­ gia una costruzione su lli un terreno poco noto, non si può inlatti rinunziare a raccogliere in un disegno com­ plessivo (largamente ipotetico) i pocbi tratti noti be

    A Or. per la cbiesa gallicana nell'età clel concorclsto tra Francesco I e leeone X Is ricerca cli LI. pvLtsiLM orrgrrres roers/ct cle /'eplrcopal Louis XII et prarrxors ler, in !/li «le/ VI corrvegrro -li storia clella chiesa r» Italia, voi. I, poma 198), pp. 415-468;

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    ragioni rii Onesta situatone cli ignoranza o cli 8carsa conoscenta clella materia sono tante: ma non 8Ì va lontano ài vero 8e 8Ì segnalano ira le pin importanti — accanto a quelle meccaniche e casuali cli clispersioni e clistrutioni cli tonti — quelle conseguenti all'impostatione e al taglio cronologico prevalenti negli stucli cli storia 6ella Lhiesa italiana in età moclerna cla c^uanclo, per spinte conìroversistiche ecl apologetiche pin o meno consapevoli, si è ve­ nuto entati22gnclo la cosiclcletta Rikorma triclentina. ha clilagante serie cli materiali erucliti — visite pastorali, in prevalenza — accumulata cla citi ha stuclisto, cliocesi per cliocesi, l'attustione
  • aci«rio»e cii àcis I^r«-erà'. l ?er questo stesso motivo ancbe le indicazioni bibUogrsiicbe non pretenciono cii essere esaurienti, ma propongono solo una scelta cii opere eâ iu generale sono guidate cis criteri cii sinteticità. 87

    Il procedimelo piu ovvio avrebbe portato a trattare questo tema sulla base esemplificativa di una diocesi o di una provincia ecclesiastica e quindi nella presentazione di un caso, lavori di questo tipo, tuttavia, per la Oermsnia in sostanza non mancano. 8i procederà quindi in modo eclettico e con materiale riferito a diverse diocesi e pro­ vince ecclesiasticlle. Oò è tanto piu consigliabile di un'a­ nalisi delle fonti, in quanto ciò cbe offre lo stadio attuale di edizione delle fonti su questo argomento presenta grandi carente. lin esempio cbe possa cbisrire quanto ap­ pena affermato è dato dal tatto cbe solo nel caso dell'e­ piscopato di (lostanta si è in possesso dell'edizione di un regesto cbe giunga almeno fino alle soglie del XVI secolo, cioè tino all'anno 1496 ?er nessun altro episcopato tedesco si dispone di qualcosa di paragonabile, e nemme­ no per i primi decenni del XV secolo, lbs situazione è ancora peggiore per le fonti sul tribunale ecclesiastico: in questo caso la difficoltà risiede già nella trasmissione, cbe è diversa da episcopato a episcopato e cbe per giunta non può certo essere definita abbondante^, luttavis non è qui il caso di proseguire su questi problemi inerenti alle fonti. Una particolare caratteristica dei vescovi tedescbi del tar­ do Medioevo consisteva nella loro doppia natura di pasto­ ri d'anime e di capi della loro diocesi da un lato e di principi e signori temporali dall'altro Appare quindi logico porre questo fenomeno in connessione con le co­ siddette deficiente della Lbiesa del periodo antecedente la

    2 lîsLsr/e» (7erââe 4er Lrrcèo/e vo» Xo»rkl>ligo cli residenra «lei vescovo, clle ku alla fine ottenuta a fatica, com'è noto, nel I562/6Z I.a maggior parte clei vescovi teclesclii del XV secolo, per personalità e condotta di vita, non corrispondeva a questa immagine ideale. Lssi non potevano corrispondere ad essa poiclie la loro elezione e la loro nomina nella stragrande maggioranza dei casi non dipendevano dalle loro qualità pastorali, l>ensl, data appunto la loro doppia natura di pastori d'anime e di principi, era quasi sempre il risultato di consideratemi di politica territoriale o imperiale e del gioco di forre politiclle clle da queste dipendeva. In que­ sto non lla alcuna importanza se gli interessati venissero nominati per lilaera elezione del loro capitolo, per desi­ gnatone pontificia, per volontà dell'imperatore oppure

    - L. Osr LrreHo/rrcieaZ cier Xo»«7r vo» à rprac-tLe à 19. /à1»«»cier/r, in «lìoraisà (Zuartaisciirilt», I^XVII, 1982, p. 204. 6 I-rciem. r H. Isvm» Osr «« Le -»cKo//»c^s 1562/6), in Xrrà cier