Lo spazio critico 9788822001818, 8822001818


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PAUL VIRIL O

LO SPAZIO CRITICO

D1210 l D

A O

La scienza mm a I

I

La velocità i tra porti, gli effetti ociali del cinemati mo, la e ntfn alla rovina di un habital che pure tutti erano concordi nel definire soddisfacente.

*** In effetti, dopo il recinto delle origini, la nozione di confine ha sublm mutazioni rigu111Janti sia la facciata che il faccia

a-faccia. Dalla palizzata allo schenno televisivo, passando attraverso le recinzioni di pietra del bastione, la superficie-1:"mite non ha smesso di registrare trasformazioni, percettibili o impercettibili, l'ultima delle quali è costituita probabilmente dall'interfaccia. Conviene accostarsi al problema dell'accessc alla

Città in modo nuovo: l'agglomeraoo metropolitano possiede ancora una facciata? ... Quando la ci/là ci sta di fronte? ... L'espressione popolare «andare in città», traduce per lo meno un'insicurezza in rapporto al facci:a-a-faccis, Al vis-À-vis (come se non fossimo più dinnanzi alla città, ma sempre dentro di esss). Se la metropoli possiede ancora una ubicaziom-, una posizione geografica, questa non si confo'.lde più con la vecchia opposizione città/campagna, né con l'opposizione centro/ periferia. La locali22az:one e l'assialità del dispositivo urbane, hamo perso già da tempo la loro evidenza. Non solo la periferia ha operaco quella dissoluzione che tt:tti conosciamo, m1:. l'opposizione «incra-muros» «extra-muros», si è dissolta anch'essa auraverso la rh·oluzione dei crasporti e lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e telecomunicazione, donde la creazione di una nebulosa conurbazione di frange urbane. Di fatto, si assiste ad un fenomeno paradossale: l'opacità dei materiali da cMJNJ~irmr ti riduce a nulla. Ci si trova di fronte alJ'emergenza delle strutture portanti, al «muro-tenda», grazie a cui la traspa· rema e la leggerezza di certi materiali (cc-me il vetro o i vari tipi di plastica) si sonituiscono alle facciate in pietra, cosi come il calco, il rodoid, il plexiglas, nel corso della realizzazione de) progetto in studio, all'opacità del supporto di carta. D'altro canto, con l'interfaccia dello schermo (computer, ldcvisione, tclcçonfcrcnu ... ) ciò che fino a quel momento era

privo di spessore - la superficie d'iscrizione - accede all'esistenza in quanto «distanza», profondità d; campo di una nu~ va forma di rappresentazione, di una visibilità senza faccia-afaccia, dove scompare e si cancella il vecchio vis-à-vis di strade e viali. È in questo la differenza di posiz;one che sfuma, con ciò che essa stessa presuppone, alla fine, in fusione e confusione. Privalo dei limiti oggellivi, /'elemento 1rchitellomco va al/,

deriva, galleggia in un etere elettronico sprovvisto di dimensiom spava/1~ inserii/o nella sola lemporalità di u,ia diffusione ista11l1r nea. Ormai, più nessuno può ritenersi isolato da un ostacolo fisko o da «distan7.e di tempo» troppo lunghe; grazie all'inte,10

faccia dei moniton e degli schermi d, controllo, l'altrove comincia qui e viceversa. Questa improvvisa reversione dei limiti e delle opposizioni introduce, ques1a volta nello spazio CO· mune, ciò che fino aJ ora era da riferirsi all'ordine della microscopia: il pier10 ,wn esiste più, al suo posto una dinesa senza limiti si svela in una falsa prospettiva rischiarata dall'emissione lumincsa degli apparecchi. A partire da questo momento, lo spazio costruito partecipa di una !!!P.._..-&pa~tcmpo--tecoologico». Il prolGCollo d'accesso della telemati-ca succede ancora a quelJo del portale. Al tamhuro delle porte succede quello delle «banche-dati», quel1o dei riti di passaggio di una cultura tecnica che avanza masc-herara dalla imma1eriali1à delle sue componenti, del1e sue reti, viarie e altre, le cui trame non s'iscrivono più nello S?azio di un tessuto costrJito, ma entro le sequenze di una impercettibile pianificazione del tempo, dove l'interfaccia uomo/macchina succede alle facciate degli edifici, alle superfici dei terreni lottizzati. ..

*** Se l'apertura delle porte dellél,città chiusa era un tempo legata all'alternanza del giorno e della notte, da quando ad aprirsi non sono più solo i battenti ma anche un'emissione 11

televisiva, il giorno si è modificato: al giorno solare dell'astrynomia, alla luce incetta delle candele:, alla luce elettrica, si aggiunge ora un falw giorno e/e/Ironico, il cui calendario è solo quello delle «commutazioni,. d'informazione, senza alcun rapporto con il tempo reale. Al tempo che palSa della cronologia e della storia, succede era un tempo che si espone istantaneamente. Sullo schermo del terminale, la durara diviene «supporlo-superficie» d'iscrizione, letteralmente, o neglio, cinematkamence: il tempo prod,,a superficie. Grazie alla materia impercettibile dd tubo catodico, le dimensioni dello spazio divengono ir1separabili dalla loro vdocità di trasrruss1one. Unitit di luogo senza unità di terr.po, la Città scompare allora nell'eterogeneità del regime di temporalità delle tecnologie avanzate, La forma urbana non è pii: resa manifesta da una qualsiasi linea di demarcazione, da una divisione fra qui e altrove, ma è diver1uta programmazio:ie di un «uso del tempo». L'ingresso vi designa. pili C"hf" un l110eo di passaggio obbligato. un protocollc- audiovisivo, in cui l'ascolto e l'indice di ascolto rinnovano l'accoglienza del pubblico, la ricezione aondana. In questa prospettiva ingannevole, in cui il popolamento dd tempo di trasporto e di trasmissione soppianta il popolamento dello spazio, l'abitazione, /'inerzia tende a sostituirsi all'antica sedenla· rietà, alla persistenza de. siti urbani. Con il mezzo di comunicazione istantaneo (saudliL~, TV, ~avo a fibre ottiche, tdcmati-

ca... l l'arrivo soppianta la partenza: tutto «a:-riva» senza che sia necessario partire. Di fatto, se l'agglomerato urbano fino a ieri opponeva una popolazione «intra-muros» ad una popolazione fuori dalle mura, oggi la concentrazione metropolitana non oppone i suoi residenti che sul piano del tempo: quello delle lunghe durate storiche, che s'identifica sc:mpre meno con il «cer.tro-città», tranne che in relazione a qualche monumento storico, e quello di una durata tecnica, setti.a misura comune con nessun calendario di attività, con nessuna memoria collettiva, eccetto quella dei computers, durata che contribuisce ad instaurare un presente permanente la cui in:ensità senza domani distrugge i ritmi di una società sempre più immiserita. 12

«Monumento»? non più il portico decorato, il viale monumentale costellato di edifici sontuosi, ma l'inoperosità, la monu-

mentale attesa di p~stavoni di rervizio dinnanzi agli apparerchi, macchine di romunicazione e telecomunicazione davanti alle quali ciascuno si d:ì da fare aspettando ... file d'attesa ai caselli autostradali, check-list dei comandanti di bordo, tavolini da notte dei banchi d: controllo della tele-informatica. Insomma la porta è ciò che importa, veicoli, vettori diversi le cui sofozioni di continuità compongono, pit1 che uno spazio, una sorta di conto alla rovescia, in cui l'urgenza del cempo lavorativo assume l'aspetto di celllro del rempo ed il lt'.mpo libero delle vacanze, della disoccupazione, quello di una periferia del lewpo, sgombero delle attività, in cui ciascuno è esiliato in una vita privata in tutti i significati del termine. Se, malgrado fo speranze degli art"hitetti post-moderni, la città è ormai priva di porte, ciò accade perché la cinta urbana ha da tempo generato un'infinità di aperture, cli rotture delle recinzioni cerro meno apparenti che nell'Antichità, ma altret· tanto pratiche, altrettanto costruttive e segreganti. L'illusione della rivoluzione industriale dei trasporti ci ha ingannati sul progresso illuminato. L'occupazione industriale del tempo ha insensibilmente compensato la smobilitazione dei territori rurali. Se, nel XIX secolo, /'al/razione cit:à/campagna ha svuotato di sostanza (ooci(l(e e culturale) lo s.pazio llfNll'Ìo, alla fine del XX è lo spazio urtlano a perdere a sua volta la propria realtà geopolitica, ad esclusivo vantaggio dei sistemi di deportazione istantanea, la cui intensità tecnologica coinvolge inces~antemente le strutture sociali: deportazione degli individui nel nuovo spiegamento della produzione, deportazione dell'attenzione. del faccia-a-faccia umano, del v:s-à-vis urbano, sumntertaccia uomo/macòina. In effetti, tuno questo paru:dva di un altro tipo di concentrazione, una concentrazione «post-urbana» e trans-nazionale di cui molti recenti avvenimenti segnalano l'avvento. • Malgrado il costante aumento di costo dell'energia, le classi medie american~ evacuano gli agglomerati orientali del pac-

13

se. [)()po il degrado del cenlm-dllti lros/onnalosi i11 ghello, si assis:e ora al deterioramemrfitll'n't.11 Jpi fiti costruiti nell'era dell'occupazione (automobile) Jel tempo, nell'epoca dcllo sviluppo delle tecniche (audiovisive) della persislen'ZIJ "Clinica.

*** ~Og11i St1pe1/ici,: i Ufl'i11tc1facci11 fra Jue ""1bienli ÌII cui

regnil un'allività costan!e sollo forma di sc:ambio fra le due sostanze poste a co,11a110». Questa nuova definraione scientifica della nozione di superficie ci mostra la '' e riguarda, oggi, l'insieme delle rapprcsenraziuni

del mondo. Dal momento che si conosce l'importanza Jellr: fl~ure, del

movimento e dell'estensione ncll'organi1.1.aziune e nella pianificazione dello spazio, si r,uò agevolmeme intuire l'effetto della loro relativizzazione (smistica), e cioè della loro im1,rovvisa dcrealizzazionc a causa delle tecnologie della rapprescnrazione a~sistita J11 compuwr. In .effetti,

I.e

l::1 rapprcsentA7inm· lf'Orica

su :staia microscopica Oc: particelle atomiche) è ormai acquisita dalla meccanica quantica, o, in ahri tennini, dal QUANTUM d'azbne, di energia, da questo granulo di materia o di luce (neutrone, elettrone, fotone ... ) e dall'incertezza della sua velocità •.l della sua posizione, in un ambiente fondamentalmcmc inccrco, su scala macroscopica (umana), la rappresentazione pratica è ora effetto di una sona di meccsn1ca PUNTlt.:A ( 1&1f11 numerica), che, se sembra sacrificare le capacità della memoria di trama delle classiche coordinate cartesiane, poggia nondimeno, cd in modo essem:ialc, sulle video-prestazioni di un PUN· CTUM d'azione, il PtXE:. (o punro luminoso dcll'onica elct· tronica), dando come risuhato la /or11111-ù111t1agi11e sinletìt:11 do50

vuta non solo alle proprietà del programma del softu,arc, ma anche, e soprattutto, al vettore-velocità d'effenuazione, \'elio· re-velocità delle part:cellc elementari (demoni), che ci ricorda. se ve ne fosse bisogno. che la «telematica» non è data sdtanto dall'accoppiamento tra infonr:atica e trasmissio,e is:antanea a distanza, ma innanzi tutto, dall'effetto dell'istamancità dell'emissione j/" plt1ce di una figura, di un movimento o di una cstensiunt: a1,paremc, nell'inte,:/Jcàa di uno schermo; figura analogica o numerica che risulta essa stessa dall'assew.a

  • cchio concavo in una immagin~ perfena e vi procucono il massimo ta,

    90

    d'incandcsccnza, le encrgie e le contingenze della gucrra si uniscono nella battaglia prindpalc per produrvi un effetto supremo e concentritto». Il focolare trovuÌi più tardi In propnR RUtonumi11 nella kmpadina elettrica e.i Edison, ma soprattutto nel «terminale» ddl'ìlluminazione nsturnle. luogo della luce elettronica, luce della velocità a cui fa riferimento lo slogan pubblicitario riprendendo gli argomenti metaforici dello stratega prussiano. Nt,n dobbiamo dimenticare. dietro l'esprcssìonè ,m'ùmn,;J!.i· m: pa/ella, l'es.scnzide della rappresentazione, consistente nel fmo che la tc."Cnica non cc ne otfre pi(1, ma c'interrompe m modo diverso. Non si pul> più trascurare l'occultamento, l'interruzione, a solo vantaAAio della dìmosrrazione e della spettacolarità delle diverse tecniche. comprese quelle ddl'architenura e dell'urbanistica. L'apparente moltiplica::iont· delle presraZloni ottiche e di alt-e video-prestazioni nasconde sempre tna wllr,n.iont>. pnichviario americano (si pensi éll'evoluzione dell'AMnAK fra il 1960 ed il 1975 ), deregula:ion che investiva insieme la demografia e lo standing dei passeggeri e che risultava dall'accorciamento degli intervalli di trasporlo dalla costa Est alla costa Ovest, ridtrzione di tragitto che oolpl il complesso dd trasporto passeggeri e la generale infrasmmura del sistema ferroviario (stvfoni di smistamento, reti e serviz.i vari).

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    Si noti ancora u.1a voha l'importam:a decisiva del fauore velocità nella dc4ualificazione non solo dei veicoli tradi;r.iona1~ ma .anche di un ambiente vittima della trasmissione istantanea (ci l't'uiti automobilistici di formula I, stadi e ahri teatri di attività pubbliche e sportive) da cui deriva l'inevitabile incindenza della direi/a lelevi.fiva sull'habitat, sulla natura delle relazioni di vicinato e sull'infrastruttura urbana stessa. e l'imminente utilizzazione di satelliti geoJtazionari per assicur.arc tclc..-comunicazioni urbane L-Ò interurh11nc (ad esempio in Brasile), come se il centro-città si spostasse rapidamente dalla torre del muncipio allo zenit di un &atdlite in orbit:1 elevat:1. « L'imm,•diaft•v.a è u11 'impostura», scriveva Bonhoeffer sul principio degli anni trenta, nel momentu stesso in cui la rac!io, il telefono ed altri mezzi di comunicazicne di massa permettevano 1:1d Adolf Hitler di imporre il proprio ascendente sui tedeschi. Siamo oggi in grado di valuta~ gli cffeui perversi di questa impostura quando ci accorgiamo che ciò che è vi anticipa\·ano l'agglomerazione senza agglomerazione, la mvraesposizione universale degli scambi commerciali e culturali in cui la Città andava perdendo progressivamente la sua autenticità, comi! unità di tempo e di lu:>go Ji una coabitaiionc cffeuiva. anravcrso una disurbaniz1.azionc accelerata eh, doveva marcare, con la natura del pofX>· la:nento territoriale (decolonizzazione decentralizzazione, ccc.) la tradi;(ionalc .. ~cdentarietR)) a v~r t:tgp,io ,li 11n contenimento nato dalle tecnologie avanzate, co11/t•nùm'11/o i11enicle fondato non più sull'assialità geometrica di un dispositivo urbano, s.ulla centralità g(-omorfologica dell'estensione delle cittò. ma suJla polan"zzavone aaresciuta d(·g,'i scambi e delle a/li()itiJ, polarizzazione temporale, nodale, in cui l'interlocuzione e l'interruzione di una vacanza momentanea dovevano poco a poco soppiantare l'amico nodo della comunicazione scradalc:, l'antica piattaforma girevole, l'antica segregazione catastale delle province e dei quartieri a solo beneficio di w1'organiz1.azione del «tempo proprio», in cui le individualità si sarebbero progressivamente esacerbate (con i rischi di conflitto, le lotte intestine che tale sit1Jazionc presuppone). Quello che si può oggi agevolmente oss::rvare, con il superamento della presenza reale degli utenti, è ;/ discredito del vicino f.' del prossimo ad t·sdusivo van/aggio del l011ta110, di quella presenza dell'assenza di cui i nuovi mczii
  • pologica dei flussi di trasporto e di tras:nissione, flussi secchi. visibili o invisibili di una litico» della fisica, della geofisica e dell'asuofisica.

    Rappresentare· la costruzione o cmtmire la rappresentaziont•? Tale questione risulta centrale sia nel dibattito sulla n·Jova alleanza delle scienze, delle arti e ~elle t~-cnichc\ sia in quello riguardante I!: concezione e la fabbricazione per mezzo del computer. in tal modo dialogare in modo interattivo con la PAO per studiare le configuraz:oni 109

    di impiego (numero dei posti, capacilà di carico, ccc.). Le principali carauerisliche di sfruttamento, velocità, altitudine, carico, merci, consumi, tempi di volo, riserve, ecc., vengono vi.rualiuate sullo schenno in tempo reale in rapporto alle caratteristi::-he delle tappe previste, alla lunghcua delle piste di decollo e d'atterraggio, alle distan1..e, alle pmsihilità di dirottamento, >\rab, allo zoom e, infine, alla clirl'tta evarci, una volta ancora, in presenza di un .sistemtJ ,·hiuso, di un sistema di r.tppresentazione di mi nessuno è in grado di valutare l'esalta configurazione. Dopo le immagini mentali ( imago, lod I l'imma~ine oculare, binoculare ed ouica, dopo le immagini grafiche, fotogral'ici\e, dnematografiche e videografiche, passando per quelle olografiche ed infof;rafiche, fino alle recentissime immapini ideografiche ( immagine mentale ritrovata nello specchio delle tecnologie: avanzate) che, completando il ca1>0volgimcnto o;,e· rato dalla radioscopia e dall'endoscopit, offrono alla nostra 119

    conl~mplazione non solo gli organi intern~ ma i noslri stessi pensieri, ci ritroviamo in presenza di un ver-:, e proprio caleidoscopio, deposito di immagini, di figure, la cui coerenza non è mai messa ù1 dubbio, pii:nu11:ioi come siamo, dal Quattrocento in poi, dell'unità fra il reale e la sua rappresentazione. Di qui a pocc, saremo infatti costretti a procedere ad una lacerante revi~ione delle nostre concezioni figurative. Una «ricostruzione» di questo tipo non dovrebbe riguardare solo i fisici o i filosofi, ma anche architetti ed urbanisti, poiché quello che si produce oggi nell'interfaccia uomo/macchina, nella sovraesposizione degli schermi, si produce anche nel /aedo a faccia uomo/ambiente, nell'esposizione della visione immediata. Se, infatti, nella fisica dell'infinitamente «piccolo» l'apparenza delle superfici nasconde una rrasparenza segrela, uno spessore senza spessore, un volume senza volume, nella fisica dell'infinitamenre «grande111, al contrario, le maggiori dislallze di tempo e le più v11ste estem;ioni non occultano più la vii.ione diretta,

    al punto che la percezione dei /atti lascia il po.rio a falli d; peretzione senza precedmli, che ridefiniscono i dati della coscienza, ma di cui nessuno afferra più la realtà sensibile. Nel 193), l'inventore dell'ìrono.l'copio (primo nome della televisione) nei laboratori RCA, Vladimir Zworykin, aveva in mente di realizzare, più che un mezzo d'infonnazione di massa, uno struRlento che fosse in grado
  • prio bersaglio, debbano essere landati prima ancora che quelli dell'avversario abbiano pmuco discaccarsi dal suok•. Il tempo di reazione è: dunque, talmente breve che. in periodi di :ensione internazionale, la pace o la gu?rra sono dt.-cisc d::. un computer, in base ad un dispositivo che porta il nome di i.AUNCH ON ALF.RT SVSTEM. La stessa cosa si verifica, in modo del tutto simmetrico, per quanto riguarda le rappresaglie, come spiega il generale Gallois, uno dei promotori della «force de frappe• francese: «Alle forze di rappresaglia va accreditata W1a messa in opera quasi automatica. La quasi faralirà della reazione alla 11inaccia è indispensabile». Lo Staro critico, o piuttosto lo sp:iiio crilìc(),
  • della massa spmtata per la velocità del suo spostamenco (MxV). Quando non s,ano più in gioco mass~ impunanti (gnm:u~. 1aai, mii.sili), ma particelle elementari, lo spazio d'azione non è più quello delle dimensioni, lo spazio della fisica classica, ma quello della meccanica quantistica, ?ropria di un «campo~ suscettibile di Auttuazione, cli polari:.zazione, il cui quantum d'azione è anche l'unità di misura, «unità» che non si ~itua né ndl'cstensi,Jne, 141

    né nella durata, r.tgion per cui Einstein sosteneva: «Dobbiamo ri111111ciart:· a descrivere gii avvenimenti alomit:i come avve11ime11li eh'! acc:adm10 nello spnio e nel tempo»'. Fra questi avvenimen1i, dobbiamo indud-::re ormai la guerra atomica. probabilità catastrofica da riferirsi, più che al potere degli uomini di Staw, al principio d'incertezza della fisica quantistica, principio chc impedisce di ricostruire la traieuoria delle particelle, per la semplice ragione che tale traiettoria r:on esiste affatto, o non esiste più. come accade nelle anni ad ampio raggio che succedono agli strumenti balistici. Per sostenere questa affermazione, basta ricordare che il tube> catodico, responsabile dell'interfaccia televisiva, è un accelentorc di particelle, un c-anno11e ad ele,tr011i. I rL-ccnti ultimatum del ~nesidente Reagan nei confronti nell'Unione Sovietica ( n-arzo 1983 ), sono dovuti innanzi tutto allo spiegamento ormai prevedibile di arini a fasci diretti, utilizunti l'irradi,uionc dcurom11gnctka o corpuKolaac:. can-

    noni a protoni, cannori ad elettroni relativistici, anni che impiegano l'energia
  • michc (bombe, granate, missili), con lo schermo del tubo catodico, tubo a vuot analogo a quello delle armi di terzi1 generazione, che non si propagano più nel CON'l'INUUM classico, ma in un ambienle tnigmatico, dove il cot11~e11te 1101J è più ù,d;pe11de11te dal co11te11uto, etere ritrovato, al