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Italian Pages 138 [145] Year 2011
Nicola Guerra
© 2011 Eclettica Edizioni sas di Alessandro Amorese & C. via La Salle 1/a - 54100 Massa tel +39 0585.254409 [email protected] www.ecletticaedizioni.com Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali ISBN 9788890416897 Prima edizione Finito di stampare nel Settembre 2011 dalla tipografia Nuova Cesat Coop - Firenze per conto di Eclettica Edizioni sas Printed in Italy
A Johanna, più che stella dïana splende e pare, e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.
Prefazione
Il fenomeno indipendentista nordirlandese ha affascinato ed interessato per anni differenti movimenti politici extraparlamentari italiani sia della destra sia della sinistra, ma è rimasto pressoché assente dal dibattito politico ufficiale, potremmo dire partitico e parlamentare, sull’Unione Europea. L’interesse per l’indipendentismo dei cattolici nordirlandesi affascina le più giovani generazioni, che si appassionano alla tematica dell’autodeterminazione dei popoli, già prima della rivoluzione culturale del ’68. Movimenti politici extraparlamentari di destra e sinistra sostengono ed esprimono solidarietà alla causa indipendentista cattolica nelle piazze italiane e negli opuscoli autoprodotti. Il movimento Giovane Europa, ad esempio, sorto nel 1963 e assertore di una Europa equidistante dagli imperialismi sovietico e americano, si fregia anche a livello simbolico della croce celtica, come incarnazione di un europeismo socialista ed anche della vicinanza alla battaglia identitaria dei cattolici nordirlandesi. Nonostante questa attenzione, che potremmo definire dal basso, la politica dei blocchi contrapposti (USA vs URSS) che paralizza e limita il confronto politico ufficiale, tiene lontana la tematica nordirlandese dal dibattito istituzionale in corso sull’europeismo, all’interno del quale la battaglia di libertà dei cattolici nordirlandesi resta percepita come terroristica. Percezione che, invece di modificarsi dopo la caduta del muro di Berlino, viene sostituita da un silenzio ininterrotto nelle sedi istituzionali che perdura fino ad oggi. Anche le recenti tematiche che animano il dibattito sull’assetto dell’Unione Europea tengono, infatti, lontano lo sguardo da Belfast e Derry e riguardano più l’allargamento dell’Unione che l’assetto dei paesi membri. Le istanze identitarie locali e regionali raramente vengono ancora oggi veicolate dai media, se non in occasione di eventi eclatanti o di carattere combattentistico. Appare ancora lontano un dibattito che porti al centro della scena politica ed istituzionale il tema dell’Europa dei popoli e delle identità ed in questo scenario l’attenzione alla situazione nordirlandese, le poche volte che conquista una centralità nel dibattito europeo, resta ancorata principalmente alle tematiche dello scontro militare e dei relativi negoziati di pace, evitando gli aspetti culturali, sociali, religiosi, economici e identitari che dello scontro furono e sono causa. Il pregio di questo studio, realizzato da Nicola Guerra, è quello di ritarare l’attenzione su queste tematiche chiave attraverso l’analisi di uno dei più originali mezzi contemporanei di espressione: la scrittura murale. L’autore, nel suo viaggio etnografico nelle strade dei quartieri cattolici nordirlandesi, osserva e partecipa ad un fenomeno espressivo che attraverso la bellezza dell’opera d’arte (i murales) mira a comunicare esperienze e valori propri della comunità cattolica nordirlandese. Si tratta di un viaggio in un conflitto troppo spesso dimenticato che non si concentra,
pur non trascurandoli, su aspetti militaristici, ma scava nell’anima e nel sentire collettivo di una comunità a lungo discriminata. Ne esce un quadro completo delle istanze che tutt’oggi vengono rivendicate dai nazionalisti nordirlandesi e che contribuisce a rinsaldare nel lettore, come accaduto per l’autore, un europeismo più solidale e rispettoso delle identità. Analizzando il fenomeno artistico – sociale – politico dei murales cattolici, Nicola Guerra sviscera le tematiche che queste opere racchiudono e comunicano, e così facendo dimostra come questo fenomeno artistico combattentistico sia animato da una concezione dell’arte che è vicina a quella propugnata dal movimento futurista italiano. L’artista, come artista – armato, che con le armi dei colori, delle forme e del genio artistico lotta in nome di principi superiori. Questo studio, dunque, aiuta a comprendere come la funzione universale dell’arte concepita come impegno sociale avvicini il nostro paese alle Contee dell’Irlanda del Nord e come sia necessario pensare l’Europa in modo nuovo, più costruttivo, solidale ed anche critico degli errori avvenuti in passato, in questo caso rappresentati dalle violenze dell’imperialismo britannico. La ricerca condotta da Nicola Guerra si giova, inoltre, di un apparato di documentazione fotografica notevole che riesce, assieme al corpo del testo, a trasmettere le esperienze di un viaggio etnografico che potrebbe essere ripreso dal lettore e sarebbe utile vedere aggiornato nel tempo, in parallelo all’evolversi della situazione nordirlandese ed europea. Vorrei infine ricordare come la mia generazione, quella che ha vissuto gli anni caldi dei grandi mutamenti degli anni Sessanta e Settanta, ha guardato alla lotta dei patrioti irlandesi come una componente essenziale del grande movimento di liberazione che andava dall’America latina al Vietnam e, appunto, all’Irlanda del Nord. In particolare, nell’ambiente in cui politicamente e ideologicamente mi muovevo, l’Irlanda si legava alla grande tradizione celtica, e cioè la sua lotta non era semplicemente un fatto di localismo, ma affondava le sue radici nella comune identità europea, in larga parte fondata proprio sulle radici celtiche delle nostre lingue, della nostra cultura e della nostra spiritualità. Il cattolicesimo che identificava l’essenza dell’indipendentismo nordirlandese era una religione da uomini, qualcosa di molto diverso dalla imbelle religiosità da democristiani del dopo Concilio vaticano II. Vivemmo, indubbiamente, il mito di quelle donne e di quegli uomini che, rigettando la facile vita in cui si adagiavano nel continente buona parte dei loro contemporanei, mettevano a rischio tutto quanto avevano, beni, affetti e perfino la vita, per un ideale. Se è deplorevole l’uso indiscriminato e terroristico della violenza non lo è il resistere quando essa è praticata in maniera crudele e sistematica contro di noi, come fu nell’Ulster da parte di orangisti e
truppe inglesi di occupazione. L’Irlanda, quella povera Irlanda spopolata un secolo prima dalla dissennata politica dell’imperialismo inglese, affamata fino a veder scomparire un terzo della propria popolazione, che non trovò altra possibilità che emigrare oltre oceano, diventava il simbolo della lotta di liberazione europea. E il fascino del loro coraggio si univa a quello della loro Terra e di quel popolo che sentivamo, per religione e carattere, tanto simile alla nostra. L’Irlanda libera oggi attraversa una fase nuovamente difficile della sua storia. Ma la supererà. Perché l’Irlanda sopravvivrà sempre. Éirinn go Brách, ieri come oggi. Luigi G. de Anna Università di Turku Finlandia
1 - Murales - Graffiti, un dilemma superato
Nei più lontani angoli del globo è possibile osservare graffiti e murales il cui significato può essere immediato o criptico, un mix di lettere e immagini di differenti colori che possono piacerci a prima vista o lasciarci perplessi. In un certo senso i murales hanno fatto parte di tutti i miei viaggi, ne ho osservati in Finlandia, in Russia, nei Paesi Baschi, in Catalogna e anche a Pointe-à-Pitre e Basse-Terre, principali città del dipartimento francese di Guadalupa; insomma dalla Scandinavia ai Caraibi. Superata la fase in cui l’elemento dominante di queste opere di arte di strada era rappresentato dalle lettere, la cultura dei graffiti contemporanea ha ampliato i suoi orizzonti artistici e comunicativi: si sperimentano nuove forme e si assiste al massivo proliferare di personaggi, simboli e astrazioni (Ganz N. 2004). La nascita del fenomeno dei graffiti è impossibile da datare, esistono dagli albori dell’umanità con figure incise sulle pareti delle caverne, utilizzando ossa o pietre, e successivamente con l’uso di polveri colorate (Cardilli L. 2000). I graffiti hanno accompagnato la storia dell’uomo svolgendo molteplici funzioni tra le quali, anche in un’epoca recente e contemporanea, quella di comunicazione politica: furono, ad esempio, usati sia dal movimento nazionalsocialista come mezzo di propaganda sia dal movimento di resistenza La Rosa Bianca (Ganz N. 2005, Fagone V. 2001). Anche durante gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso i
Murales di Pointeà-Pitre che ritrae la lotta tra Bloods e Crips mutuata dalla realtà statunitense. Autore della fotografia: Nicola Guerra anno della foto 2010
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Un graffito ad Helsinki parzialmente coperto dalla neve. Autore della fotografia: Nicola Guerra anno della foto 2006
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movimenti studenteschi e politici italiani ricorsero a slogan dipinti sui muri (Rao N. 2006 e 2009). I graffiti più noti ed anche più studiati sono quelli che nascono intorno alla fine degli anni Settanta del secolo scorso a New York e Filadelfia alimentando ed interpretando un conflitto artistico contro i potenti della società e rappresentando il desiderio di manifestare la povertà e la voce del ghetto (Golden J., Rice R., Yant Kinney M., Graham D., Ramsdale J. 2002, Ganz N. 2005, Braun-Reinitz J., Goodman A., Weissman J. 2009). È a partire dagli anni Ottanta che, secondo i critici, iniziano a comparire opere in tutta Europa in concomitanza con l’avvento della cultura hip-hop (Ferrari P. 2000, Watkins S. C. 2005). È importante far presente che da alcuni viene proposta una distinzione tra graffiti e murales, nella quale i secondi sono visti come i cugini dei primi (Gottlieb L. 2008). Tale distinzione si basa sull’impostazione formulata dalle autorità cittadine di Toronto che danno dei due fenomeni grafici ed artistici definizioni antitetiche in base alla funzione. I graffiti, in base a questa definizione, sono classificati come “lettere, simboli, figure, intagli, graffi, epigrafi, macchie o altri segni che sfigurano o rovinano una struttura o un oggetto”; mentre i murales come qualcosa che viene “disegnato su una superficie o in un luogo col fine deliberato di abbellirlo”
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(Gottlieb L. 2008). Se, dunque, la distinzione tra murales e graffiti viene affidata al gusto, che è questione intimamente personale, vien da sé che ciò che secondo alcuni rappresenta un abbellimento potrebbe essere visto come deturpamento da altri e viceversa. E se, come precedentemente accennato, il fenomeno dei graffiti evidenzia la crescente tendenza ad arricchirsi sempre più di personaggi, simboli e astrazioni (Ganz N. 2004), risulta a mio avviso asseribile che introdurre tale distinzione rappresenti un esercizio di classificazione delle forme d’espressione artistica piuttosto superato. Il fatto che sia i murales sia i graffiti vengano realizzati in spazi pubblici, avendo come elementi caratterizzanti il non tener conto dei vincoli di proprietà della superficie sulla quale la forma d’arte è realizzata (Litzen J. 2010) e la mancanza di previa approvazione di esperti d’arte o di galleristi (Rahn J. 2002), e che entrambi si collochino in un rapporto simbiotico con il luogo di realizzazione, rende, a mio avviso, ancor più superata la loro classificazione in categorie distinte. Giova sin d’ora specificare che chiunque desideri studiare queste opere deve necessariamente osservarle nel loro contesto di realizzazione e un’analisi seria e completa non può essere condotta con la sola osservazione a distanza della documentazione fotografica (Rolston B. 1992, Santino J. 2001): i murales sono inscindibilmente legati al luogo-spazio in cui si inseriscono e le tematiche in essi rappresentate sono scelte dagli autori in funzione dell’ambiente circostante e della comunità che in esso risiede o non risiede (Cooper M. e Chalfant H. 2009). Il significato dell’opera si fonde simbioticamente con il contesto spaziale ed un cambiamento di quest’ultimo, sia dal punto di vista architettonico sia della comunità che in detto spazio risiede, influenza e modifica il significato dell’opera. Il murales come attante della comunicazione non è dunque costituito dalla sola opera pittorica, ma dal binomio opera-spazio che rende i significati trasmessi e recepiti dinamici; e una serie di altre variabili di tipo sociale, come la situazione politica, economica, religiosa e culturale, che variano nel corso del tempo, possono avere forte impatto sul significato dell’opera percepito dall’osservatore (Appiano A. 1993; Amaturo E. 1993; Calabrese O. 1985; Corrain L. e Valenti M. 1991). Quando queste opere protraggono la loro presenza nel tempo, non subendo la rimozione, il loro significato è soggetto alle dinamiche sociali e spaziali nelle quali il murales si inserisce ed è possibile asserire che ogni opera comunica nel tempo un insieme di significati che possono differire per sfumature o cambiare radicalmente. Il murales è dunque un’opera d’arte viva, in movimento con la società che nel suo spazio lo accoglie.
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2 - Origine dello studio, metodo ed interrogativi
È bene, sin da subito, specificare che questo studio si focalizza sulla descrizione del fenomeno dei murales nazionalisti-cattolici-repubblicani1 nordirlandesi di Belfast e Derry, presenti sulle mura di quelle città al maggio 2009. Esso nasce da un viaggio che ha consentito l’osservazione diretta delle opere, colloqui con alcuni degli autori e incontri con persone che furono presenti ad alcuni degli eventi rappresentati. Si tratta di un’osservazione partecipante che offre il vantaggio di essere immersa nella realtà del luogo e di scoprire aspetti che sfuggirebbero ad una osservazione a distanza delle sole fotografie delle opere; lo scopo dell’osservazione partecipante è, infatti, quello di sviluppare uno sguardo “interno” (Collier J. Jr, Collier M. 1986, Douglas J.D. 1976, Jorgensen D.L. 1989). Ciò, ovviamente, si traduce in una descrizione etnografica che riflette le impressioni, le emozioni e le associazioni di idee che tali opere ed il contesto in cui si collocano hanno provocato nell’osservatore. Il metodo adottato di osservazione e descrizione etnografica è comunque necessariamente plurale, in quanto dipende sia dalla soggettività dei punti di vista del ricercatore sia dalle condizioni di accesso al mondo oggetto di ricerca. Se l’osservazione dal vivo è la pietra angolare del presente studio, essa è infatti integrata anche da altre risorse, quali le fonti bibliografiche, i libri autoprodotti in loco, le interviste e gli incontri realizzati sul posto con artisti e protagonisti delle vicende nordirlandesi. Questi ulteriori strumenti, che rientrano sempre nel campo dell’etnometodologia, sono risultati importanti al fine di chiarire meglio il significato dei murales e le vicende dei soggetti in essi rappresentate. L’osservazione partecipante negli spazi nazionalisti nordirlandesi è durata una settimana, alla quale vanno aggiunti periodi di corrispondenza continuativa con alcuni artisti e associazioni locali. I colloqui avvenuti in loco sono stati quattro, due con i membri di The Bogside Artists e due con ex militanti dell’IRA2. In entrambi i casi i colloqui, che ovviamente sono avvenuti in forma dialogica semistrutturata, hanno riguardato le storie di vita delle persone incontrate in relazione ai murales ed alla situazione sociale, politica 1 Da ora i termini “cattolico”, “nazionalista” e “repubblicano” verranno usati anche singolarmente come connotativi delle persone e dei movimenti che si battono per l’indipendenza delle contee dell’Irlanda del Nord da Londra. 2 Per quanto riguarda l’Irish Republican Army è utile ricordare che la storia del movimento è stata caratterizzata da scissioni in sottogruppi da parte dei volontari in lotta per l’indipendenza irlandese che, nella comune lotta indipendentista, si distinguevano per differenti impostazioni ideologiche e/o differenti strategie operative. Gli Hunger Strikers, dei quali mi occuperò più avanti nel corpo dello studio, appartenevano a differenti sottogruppi, ma furono uniti sino alla morte nel loro sciopero della fame in nome dei diritti civili. È importante far presente che nel linguaggio politico europeo i differenti sottogruppi sono spesso inquadrati sotto la comune denominazione di IRA, ciò rappresenta sicuramente una semplificazione, ma non compromette, casomai limita, la comprensione del fenomeno combattentistico repubblicano. Nel corso di questo studio si farà luce, con riferimento a quanto rappresentato nei murales, anche alle differenti rappresentazioni date di questi sottogruppi e ad alcune delle loro strategie di comunicazione, in particolare con riferimento al sottogruppo della Real IRA – RIRA. L’I.R.A. dei murales
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e culturale nordirlandese. Mentre per gli artisti incontrati ho scelto di adoperare nel corso dello studio parte dei colloqui abbinando le testimonianze alle persone, per gli ex militanti indipendentisti ho preferito far uso delle informazioni nel corpo del testo lasciando anonime le fonti; attualmente in Irlanda del Nord vige “una condizione di tregua che è ben lontana dalla pace” ed è consigliabile evitare l’esposizione pubblica di chi mi ha aiutato nella comprensione del fenomeno artistico e sociale dei murales nazionalisti3. Riprendendo quanto asserisce Victor Turner (1967; 1990) relativamente allo scopo e significato di un simbolo rituale e applicandolo ai murales nazionalisti nordirlandesi, le interpretazioni locali rappresentano un indispensabile punto di partenza, ma il significato complessivo o parte di un più vasto significato che valica lo spazio ove il murales è situato potrebbe anche sfuggire alla consapevolezza locale. Pertanto lo studio dei murales avviene nel presente elaborato in base a tre categorie di dati: l’aspetto esterno osservabile direttamente; le interpretazioni locali; e i contesti di significato elaborati dall’autore nell’osservazione etnografica (Turner V. 1967). Della realtà del murales, come di quella del simbolo rituale, si potrà quindi individuare un significato operazionale, che deriva dal contesto sociale in cui il murales è inserito; un significato esegetico, quello comunicato al sottoscritto dai soggetti che lo hanno realizzato e/o dai soggetti protagonisti degli eventi in esso dipinti; e un significato posizionale, che è relativo alla posizione del singolo murales nel sistema complessivo, e quindi alle relazioni che lo legano ad altri murales o ad altri mezzi di espressione e comunicazione (Scarduelli P. 2007). Tornando all’oggetto primario di questa ricerca, i murales, una prima informazione che ho avuto modo di raccogliere sul territorio è che, se generalmente si colloca a partire dagli anni Ottanta la nascita del fenomeno murales-graffiti in Europa e la si correla all’avvento della cultura hip-hop (Ferrari P. 2000, Watkins S. C. 2005), in realtà in Irlanda del Nord il fenomeno era presente prima che giungesse questo influsso della cultura americana e già negli anni Sessanta i nazionalisti nordirlandesi mostravano, con questa arte di strada, le proprie istanze politiche, sociali e militari, come ancora oggi testimonia la presenza di opere databili a quell’epoca. 3 Per quanto concerne il clima di controllo e inquisizione al quale ancora oggi sono sottoposti i nazionalisti cattolici nordirlandesi basti citare il recente caso, del 2008, che ha coinvolto la cantante statunitense di origini irlandesi Dido. Secondo Gregory Campbell, MP per l’East Londonderry [Derry] nel Belfast Devolved Government, la canzone di Dido, Let’s Do The Things We Normally Do, contiene liriche tratte dalla canzone The Men Behind The Wire della folk band nordirlandese dei Barleycorn che è associata a movimenti estremi repubblicani. Secondo Campbell l’artista americana, per le sue origini irlandesi, non può non conoscere le origini delle parole adottate nel testo e certamente conosce che esse sono dedicate a persone considerate dei terroristi, sempre secondo Campbell l’artista dovrebbe chiarire la sua posizione in modo che il grande pubblico e i suoi fans conoscano come stanno le cose (Cook T. 2008). 22
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Una fotografia della scritta “You Are Now Entering Free Derry” nella sua versione originale. Immagine tratta dal sito: www.lesenfantsterribles.org
La stessa famosissima scritta nei caratteri simili a quelli attuali. I soldati britannici si proteggono contro il muro. Immagine di Barney McMonagle, dal sito www.lesenfantsterribles.org
Facendo riferimento alle fonti bibliografiche consultate e citate è bene far presente come spesso i murales nazionalisti nordirlandesi siano stati studiati e classificati come rappresentativi di azioni e quindi celebrativi e propagandistici, mettendone in risalto il ruolo di immagini di reclutamento della comunità militante, di demarcazione territoriale e di supporto morale alla comunità (Santino J. 2001). Se non vi è dubbio che nel Nord dell’Irlanda l’arte divenga un’arma (Rolston 1992) e la battaglia si combatta anche dipingendo (Santino J. 2001), spesso questi murales sono stati analizzati, a mio avviso, con una attenzione quasi L’I.R.A. dei murales
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esclusivamente focalizzata sulla loro funzione trascurando il contenuto e i messaggi in essi inseriti dai loro autori e percepiti dagli osservatori. Lo sguardo gettato ad oggi sui murales nazionalisti nordirlandesi ha spesso, dunque, una impostazione dualistica che si traduce nello studio di essi come contrapposizione nazionalisticattolici-repubblicani verso unionisti-protestanti-loyalisti, trascurando, ad esempio, la collocazione del significato di tali opere in un contesto europeo ed internazionale, che ripresenta a mio avviso un elemento importante confermatomi anche da alcuni degli autori. Se certamente la realizzazione e la presenza di queste opere è vista e sentita dai nazionalisti nordirlandesi come un atto di resistenza e opposizione (Santino J. 2001), mi sembra necessario studiare i murales non solo dal punto di vista della loro funzione politica ma anche e soprattutto dei valori che mirano a comunicare, perché se è vero che ogni volta che un murales viene dipinto o osservato esso evoca eventi accaduti in passato, è altrettanto vero che crea un nuovo contesto per la memoria futura. Ma quale memoria? Quali valori vogliono trasmettere gli autori e quali giungono all’osservatore? Quali sono le tematiche cardine di queste opere nel loro insieme? Chi sono e quale ruolo sociale ricoprono gli artisti che le hanno realizzate? Rispondere a queste domande, andando oltre, ma non trascurando la funzione delle opere, diventa obiettivo cruciale del presente studio e dell’osservazione partecipata avvenuta durante il mio viaggio che, grazie all’esperienza di vedere le opere nel loro contesto sociale ed urbano e di discuterne insieme agli artisti, mi ha fatto tornare in Italia mutato non solo nella comprensione della situazione nordirlandese, ma anche nel modo di vivere la mia cittadinanza europea.
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3 - Il dibattito politico europeo: è all’ordine del giorno la questione nordirlandese
Prima del succitato viaggio nelle Contee dell’Irlanda del Nord non avrei mai pensato di affrontare lo studio dei murales nazionalisti, ma le emozioni che essi hanno destato e la loro duplice bellezza, come elementi di comunicazione politica e come oggetti d’arte contemporanea, mi hanno spinto ad un impegno che ho avvertito come doveroso. Ne consegue che la presente analisi sarà necessariamente partecipata dall’autore. L’impegno avvertito come imprescindibile a realizzare il presente studio deriva, anche, da una serie di dubbi e interrogativi che la visione di queste opere ha generato nella mia coscienza di cittadino europeo. Negli ultimi anni il dibattito politico europeo ed italiano sugli sviluppi geopolitici del nostro continente (Scartezzini R. e Milanese J. O. 2008) si è incentrato principalmente su due tematiche spinose che hanno visto i partiti ed i cittadini dividersi in posizioni contrapposte. A partire dal 2005 ha tenuto banco la controversia sull’introduzione del riferimento alle radici giudaico-cristiane dell’Europa (Weiler J.H.H. 2003; Ratzinger J. e Pera M. 2004; Allam M. C. 2009) fortemente promosso da papa Giovanni Paolo II. Il tutto senza che alcuno si facesse avanti a ricordare che i greci, cinque generazioni prima della nascita di Eracle, diedero il nome di Europa alle terre che si trovano a Nord di Creta e lo fecero in onore di Minosse e di sua madre Europa (Passerini L. 2002; Acidini Luchinat C. 2005). La seconda tematica che infiamma il dibattito politico è quella dell’eventuale allargamento dell’Unione Europea alla Repubblica di Turchia (Sfriso L. 2006; Fiorani Piacentini V. 2005). Questo paese è membro del Consiglio d’Europa e associato alla Comunità Economica Europea dal lontano 1963 e successivamente all’Unione Europea, con cui è in unione doganale dal 1996. I negoziati per l’ingresso nell’UE della Turchia sono iniziati nel 2005, dopo la candidatura ufficiale del Consiglio Europeo di Helsinki del 1999 (Arriola J. e Vasapollo L. 2004) e da allora i detrattori di tale ingresso fanno notare che il solo 3% del territorio turco è sul continente europeo, che è ancora aperta l’annosa questione di Cipro e che la Turchia evidenzia lacune per quanto concerne il rispetto dei diritti umani (Strazzeri I. 2007; Introvigne M. 2006), che dal 1992 rappresentano una clausola mandatoria per gli accordi commerciali o di cooperazione tra l’Europa e paesi terzi (Arriola J. e Vasapollo L. 2004). Non è questa la sede in cui affrontare quanto la piccola porzione di territorio turco geograficamente parte dell’Europa, ossia Costantinopoli o Nova Roma (Νέα ‘Pώμη), che fu una delle capitali dell’Impero romano (anni 330-395), la capitale dell’Impero romano d’Oriente (anni 3951204 e 1261-1453) e dell’Impero Latino (anni 1204-1261) ed il cui nome le fu dato in onore dell’imperatore Costantino I, sia parte della cultura europea e ne abbia influenzato le radici culturali (Litzen V. 2009; Saitta A. 1997). Giova L’I.R.A. dei murales
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piuttosto, all’interno del presente studio, prendere spunto dall’aspetto inerente lo scarso rispetto dei diritti umani che i detrattori dell’ingresso della Repubblica Turca in Europa citano frequentemente e porci alcuni interrogativi: che dire del rispetto dei diritti umani nelle Contee dell’Irlanda del Nord? Che impatto ha ed ha avuto il mancato rispetto dei diritti civili sull’arte dei muralisti cattolici nordirlandesi? Quale correlazione sussiste tra la scarsa presenza della questione nordirlandese nel dibattito politico europeo (Relatives for Justice 1995) e le opere dei writers nazionalisti?
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4 - L’arte come risposta al silenzio mediatico
La tematica della violazione britannica dei diritti civili e politici nell’Irlanda del Nord è stata a lungo assente dal dibattito politico ed istituzionale europeo e sia i media sia le istituzione europee diffondono pochissime informazioni sull’evolversi del dominio coloniale britannico su quelle terre (Relatives for Justice 1995, Pringle P. e Jacobson P. 2000). La questione nordirlandese, come lamentano le associazioni nazionaliste, è stata trattata troppo spesso e troppo a lungo secondo una visione distorta e guidata da fonti governative inglesi, riprese spesso pedissequamente dai media internazionali4. Tutto questo con un impatto sulla definizione stessa del conflitto nordirlandese a livello internazionale, presentato spesso secondo la terminologia, gradita a Londra, che fa riferimento ad un “terrorismo irlandese” e raramente ad una lotta di liberazione nazionale (Walker C. 1992; Alexander Y. e O’Day A. 1991; Alexander Y. e Brenner E. H. 2003). Poco viene ancora oggi comunicato sugli sviluppi del dialogo politico che dovrebbe portare, secondo tempistiche che appaiono piuttosto lente ed incompatibili con i principi fondanti dell’Unione Europea, l’Irlanda del Nord, da lungo tempo colonia nel cuore dell’Europa, all’agoniata indipendenza da Londra ed al ricongiungimento con l’Irlanda del Sud (Éire) (Santino J. 2001; Calamati S., McKeown L., O’Hearn D. 2010). Non è obiettivo di questo studio riproporre tutte le fasi dello sganciamento da Londra delle Contee nordirlandesi attraverso la lotta militare5 delle varie componenti dell’Irish Republican Army (Moloney E. 2002; Shanahan T. 2009; Feeney B. 2005) e gli accordi politici intervenuti negli anni tra le controparti (Adams G. 1994 e 2003), ma è importante prendere in esame un fenomeno sociale ed artistico di reazione al silenzio dei media europei. Fenomeno che ho avuto modo di toccare con mano a Belfast e Derry e che mi ha permesso di comprendere sia quanto ancora si debba lavorare a livello europeo per costruire una comunicazione sulle problematiche del nostro continente che raggiunga con trasparenza i cittadini dell’Unione (Bondebjerg Ib e Peter Madsen P. 2009) sia quanto l’ingegno delle comunità alle quali viene negato o limitato il diritto a far conoscere la propria condizione possa creare forme di comunicazione che permettono all’arte ed all’impegno civile di unirsi (Santino J. 2001). 4 Si veda, ad esempio, il sito relativesforjustice.com, nel quale si cerca di procrastinare la memoria e offrire supporto alle vittime nazionaliste della violenza inglese e dei gruppi terroristici filo britannici. Anche il Museum of Free Derry (museumoffreederry.org) cerca di narrare la storia della città e dei quartieri cattolici secondo la prospettiva di chi visse e subì i tragici eventi della dominazione britannica e nel sito si legge: “it will be the community’s story told from the community’s perspective, not the distorted version parroted by the government and most of the media over the years”. 5 La lotta militare delle varie componenti dell’IRA è adesso quasi totalmente sospesa in seguito al Good Friday Agreement - Comhaontú Aoine an Chéasta del 10 aprile 1998. Il testo dell’accordo è disponibile all’indirizzo web: http://www.nio.gov.uk/agreement.pdf L’I.R.A. dei murales
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Due murales di Derry, realizzati da The Bogside Artists, che ben rappresentano le angherie e le sofferenze subite dai cattolici nordirlandesi. Autore della fotografia: Nicola Guerra
Volendo definire in poche parole il fenomeno dei murales cattolici nazionalisti dell’Irlanda del Nord possiamo dire che esso consiste nell’opera di decine di cittadini che armati di bombolette spray e di pennelli, spesso acquistati con un autofinanziamento della propria comunità, realizzano sui muri vere e proprie opere d’arte che con i loro colori tentano di rompere il silenzio internazionale, di perpetrare la memoria storica e rivendicare un futuro migliore di giustizia sociale 32
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ed autodeterminazione (The Bogside Artists 2001; Jarman N. 1997). Una reazione comunitaria nella quale si mischiano amore per la propria terra e arte, colori ed impegno politico, disegno e memoria storica, bellezza dell’opera d’arte e denuncia dell’ingiustizia, grido artistico di affermazione identitaria e ribellione. A lungo nella nostra Europa si sono taciuti i tragici eventi causati dalla dominazione britannica in terra irlandese, primo tra tutti quello del Bloody Sunday, del 30 gennaio 1972, quando i paracadutisti inglesi aprono il fuoco su inermi manifestanti causando la morte di 14 persone disarmate ed il ferimento di altre 13 tra donne e bambini (Museum of Free Derry 2009; Pringle P. e Jacobson P. 2000; McMonagle B. 2007). A lungo è stata taciuta la violazione britannica dei diritti civili e politici dei cattolici nordirlandesi che ha costretto la popolazione a rivendicazioni sia pacifiche sia basate sulla la lotta armata; a lungo è stato taciuto il sacrificio degli Hunger Strikers, i giovani irlandesi che, per ribellarsi all’oppressione ed ottenere ascolto a livello internazionale, si sono lasciati morire di fame nelle galere di Sua Maestà (Walker R.K. 2006; Beresford D. 1997), come sono state taciute le leggi liberticide, totalmente incompatibili con la nascente Europa, promanate da Londra per consentire la traduzione e la permanenza in carcere, con percosse e torture, dei cittadini nordirlandesi sospettati di appartenere all’IRA (Fields R. M. 1980; Feeney B. 2005).
Una casa nazionalista al confine con l’area protestante, emergono con chiarezza le condizioni di vita nelle quali è costretta la comunità cattolica Autore della fotografia: Nicola Guerra
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La lotta nordirlandese per la libertà non è fatta di sole azioni di guerra, le uniche a passare la barriera mediatica europea (Walker C. 1992; O’Day A. 1997, Ruane J. E Todd J. 1996), ma anche di azioni civili tra le quali la più affascinante consiste, a mio avviso, proprio nella nascita di quello che potremmo definire il fenomeno dell’artista guerriero, l’artista armato (Zecchi S. 1999). Questi artisti possono essere facilmente contattati in loco6 ed è una esperienza importante, alla quale deve tendere ogni cittadino amante dell’Europa, quella di ascoltare dalla loro voce come nascono queste opere e quale significato esse abbiano. Un significato che è importante per l’Europa. Bambini cattolici giocano dietro grate di ferro che li proteggono dalle violenze protestanti. Autore della fotografia: Nicola Guerra
6 http://www.bogsideartists.com e http://www.museumoffreederry.org/ 34
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5 - Significati primari dell’arte militante nordirlandese
È sempre difficile datare con precisione l’origine di un fenomeno sociale ma, accettando una certa dovuta approssimazione, è possibile affermare che il movimento degli artisti armati e la realizzazione dei loro murales prenda origine, o quantomeno sia rintracciabile per la prima volta, a Derry nel 1969 con l’ancora presente “You are now entering Free Derry”. Il fenomeno raggiunge, poi, uno dei suoi apici espressivi in concomitanza del sacrificio degli Hunger Strikers guidati da Bobby Sands (1980-1981) ai quali la comunità nordirlandese mostra il suo supporto attraverso scritte sui muri e murales di estrema e drammatica bellezza (Santino J. 1991; Jarman N. 1997). Ma anche quello di questa forma d’arte non è stato un percorso facile per la comunità nordirlandese con numerosi writers, autori di queste opere, arrestati ed un caso di omicidio, ancora impunito, quando nel 1980 un poliziotto uccide un giovane artista sostenendo di aver scambiato il pennello per una pistola (Rolston B. 1992). Queste opere di arte di guerra lanciano un messaggio politico duplice: sono contemporaneamente mezzo di rivendicazione territoriale e mezzo di espressione politica (Santino J. 1991; Jarman N. 1997; Guerra N. 2010). La prima funzione è espletata anche con l’uso semplice e veloce di simboli e colori come, ad esempio, il bordo dei marciapiedi colorato con l’arancione, il bianco ed il verde della
Riproduzione del più famoso e antico murales nazionalista nordirlandese (Derry) Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Scritta su un muro di Belfast in supporto del gaelico irlandese e per l’atto che ne sancisce la tutela. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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bandiera d’Irlanda, o con semplici scritte sui muri. La seconda funzione, di messaggio politico, avviene tramite la realizzazione di opere complesse con una combinazione di colori, lettere e immagini di dimensioni maggiori solitamente realizzata sulla parete esterna di una casa con la collaborazione e disponibilità dei suoi abitanti (Guerra N. 2010). I temi di queste opere rappresentano i momenti cardine della storia delle Contee del Nord e riflettono anche l’evolversi della situazione politica. I murales di Belfast e Derry uniscono la rappresentazione di tematiche locali con tematiche indipendentiste di altri popoli e dalle pareti dell’Irlanda del Nord si leva un grido di libertà che valica i confini delle nazioni, delle razze, e delle religioni. Il nazionalismo irlandese non diviene fattore di chiusura ma fattore di coesione, non guarda in cagnesco ciò che è altro da sé, preferendo abbracciare in una patria comune tutti coloro che lottano per la propria indipendenza (Guerra N. 2010). L’opera di questi writers afferma, inoltre, un concetto d’arte non commerciale che, scavalcando i circuiti dei galleristi, propone un uso di forme, colori e spazi come supporto di giustizia sociale, memoria storica, perpetrazione dell’identità, amore
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per la patria e richiesta di un futuro migliore. Non si tratta dell’arte per l’arte che insegue solo il bello, ma di arte che unisce estetica e contenuto offrendosi gratuitamente a tutti, come è prerogativa della street art (Ganz N. 2005). Questi murales, anche in virtù di simbologie celtiche in essi incluse, rievocano la sacralità degli antichi templi pagani fruibili all’intera comunità e divengono dolmen politici che quotidianamente esprimono aspirazioni collettive nel silenzio dell’Europa (Guerra N. 2010). Oggi la comunità di artisti nordirlandesi non è impegnata solo nella realizzazione di nuove opere ma anche nel mantenimento delle precedenti perché come affermano The Bogside Artists: “le mura stesse delle case ci hanno detto cosa dipingerci e come, e questo è ciò che abbiamo fatto, e il fatto che i murales abbiano vinto la sfida del tempo significa che avevamo ragione” (The Bogside Artists 2001).
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6 - Le tematiche dei murales Belfast e Derry
I murales di Belfast e Derry rappresentano un universo comunicativo collettivo, i significati trasmessi si rafforzano e approfondiscono in uno sguardo d’insieme. Nel presente studio si cerca di offrire una panoramica delle principali tematiche espresse dall’insieme di queste opere, considerando che anche all’interno della singola opera si articolano una serie di tematiche correlate e costituenti più sfaccettature del messaggio indipendentista nordirlandese. Le tematiche esposte di seguito sono, dunque, interdipendenti e attraversano le varie opere con differenti livelli di forza espressiva e comunicativa difficilmente isolabili in un’unica opera. La presente analisi è, dunque, secondo la mia ipotesi di lavoro nata dall’osservazione diretta, una estrapolazione dal messaggio collettivo veicolato dai murales e adopera le immagini dei murales realizzate in loco per contestualizzare i temi osservati e recepiti. Ciò nella consapevolezza che il linguaggio visivo, prevalente nelle opere prese in
Murales di Belfast che commemora la Liam McCarthy Cup: il trofeo messo in palio dalla GAA (Gaelic Athletic Association) per la squadra che vince l’AllIreland Senior Hurling Championship.La GAA è un’organizzazione internazionale culturale e sportiva finalizzata alla promozione e diffusione degli sport tradizionali gaelici. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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esame, presenta contemporaneamente una notevole quantità di elementi espressivi al cui interno è difficile districarsi (Joly M. 1994), ma che la rappresentazione per immagini è anche la più vicina all’essenza del mito e del simbolo (Sauvageot A. 1993).
6.1 L’eroismo ottimistico e sacrificale come dinamica individuale e collettiva Una delle tematiche che emerge con forza dall’osservazione delle opere di Belfast e Derry è quella dell’eroismo come fattore di liberazione nazionale. Si tratta di un eroismo spesso tragico, che mostra le angherie subite e il sacrificio della vita esternate nella dimensione iconica dei murales, al quale si associa poi un grido ottimistico di vittoria che verrà, espresso principalmente con l’uso di frasi più o meno articolate. La dimensione iconica e quella testuale si integrano creando un effetto di eroismo escatologico, funzionale alla vittoria, al conseguimento dell’indipendenza delle Contee dell’Irlanda del Nord. La tematica dell’eroismo si articola secondo due modalità differenti, ma non in opposizione, anzi complementari nel messaggio escatologico di liberazione: quella dell’eroismo comunitario, esercitato dalla popolazione nazionalista come comunità, come unico corpo rivoluzionario, e quello dell’eroismo individuale, spesso incarnato da un personaggio storicamente riconoscibile, come antitesi dell’egoismo individualista che domina la società moderna. Questa duplice dimensione eroica, comunitaria e individuale, segue e ritrae le gesta realmente accadute nelle Contee dell’Irlanda del Nord ed arriva, dunque, a ricordare e celebrare il sacrificio della vita, il suicidio per fame, in nome del riconoscimento dei diritti civili violati. L’eroe individuale, identificabile con una specifica persona, diviene tale in quanto esempio e guida della comunità, si potrebbe dire che gli eroi emergono come individui in quanto sullo sfondo c’è la comunità, in nome della quale e per la quale mettono in atto il proprio agire eroico. Questa dimensione eroica assume un tono che, come sopra anticipato, è prettamente escatologico (certezza della vittoria che verrà col sacrificio), ma che è difficilmente inquadrabile e classificabile in modo statico ed univoco. Talvolta, soprattutto in virtù della componente iconica del murales, l’eroe che sacrifica la propria vita assume un aspetto religioso, è identificabile anche a livello iconico con la figura di Cristo. Altre volte, invece, l’eroe resta su un piano laico, prettamente sociale, e non è presente la dimensione cattolica in senso religioso, ma si intravede chiaramente un sacrificio che appare più aderente al suicidio altruistico durkheimiano. In altri 44
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casi ancora, quelli che ritraggono il sacrificio in uno scontro impari con le soverchianti forze inglesi, emerge una figura eroica dai tratti cavallereschi, un cavaliere moderno armato di bomba molotov o di pietre che lotta in difesa della comunità contro i soprusi dei potenti, in un eroismo cavalleresco tipico delle leggende e delle narrazioni irlandesi (Hutchinson J. 1987). La figura eroica femminile è, invece, pressoché priva di elementi mariani, la donna non viene quasi mai ritratta nello stile della Vergine Maria, a differenza dell’eroe uomo che talvolta ricalca le sembianze del Cristo, e assume a livello iconico una prevalente immagine di guerrigliera che la inserisce nella dimensione cavalleresco-combattentistica dell’eroismo.
Una donna dell’IRA nel 1975. Autore della fotografia: Brendan Murphy. Foto tratta dal sito http://multitext.ucc.ie/
6.1.1 La mistica popolare dell’azione e la concezione eroica della vita Come precedentemente accennato, sia i murales di Belfast sia quelli di Derry sono caratterizzati dalla rappresentazione di azioni svolte in nome dell’indipendenza dell’Irlanda del Nord dalla popolazione, che viene identificata come attore determinante per il raggiungimento degli obiettivi. In alcuni murales viene rappresentato il gesto eroico senza che esso sia riconducibile ad una persona eroica in particolare, le figure rappresentate diventano identificative della collettività, della comunità cattolica tutta e della sua richiesta di diritti e libertà. Esempio di questo messaggio artistico è il noto murales di Derry, The petrol bomber, che raffigura un ragazzo, dotato di maschera antigas che gli copre il viso, che impugna una bomba molotov e si oppone all’esercito britannico. Il ragazzo che impugna la molotov è dipinto con una inquadratura a piano ravvicinato che taglia il soggetto all’altezza del petto. L’utilizzo di un primo piano ravvicinato fa emergere l’intenzione di presentare un ritratto a forti connotazioni psicologiche, stabilendo una forte intimità tra il protagonista e l’osservatore, e di trasportare chi osserva all’interno del contesto di guerriglia urbana rappresentato alle spalle del giovane. L’uso nella pittura di piani incrociati concede alla scena di guerra, rappresentata alle spalle del lanciatore di molotov, una profondità che è grafica ed emotiva e nella quale si viene proiettati. Il ritratto è dipinto con un asse ottico inclinato verso l’alto che ingrandisce il giovane protagonista attribuendogli L’I.R.A. dei murales
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superiorità e potenza. Il nero del giubbotto e della maschera antigas domina l’opera contribuendo a creare una forte gerarchia ottica sul soggetto principale. Sempre a Derry, e non lontano dal precedente, un’opera di The Bogside Artists raffigura un giovane lanciatore di pietre che fronteggia i blindati britannici che stanno invadendo le aree cattoliche. In questo caso il giovane che impugna il sasso viene dipinto in campo medio, o piano totale, che lo inquadra in piedi conferendogli sopravvento sull’ambiente circostante che resta però leggibile e mostra un blindato britannico dal quale il giovane cerca protezione dietro una grata. Si evidenzia l’esistenza di una relazione sociale di conflitto nella quale emerge la disparità di mezzi in campo. Nessuno dei due giovani ritratti in questi murales è identificabile da parte di chi The Petrol Bomber, murales realizzato da The Bogside Artists di Derry. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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osserva le opere con una persona fisica nota, essi rappresentano tutto il popolo e tutti i cattolici nordirlandesi hanno la possibilità di identificarsi nell’azione di resistenza e nell’eroismo dei due giovani (The Bogside Artists 2001). (Foto a sx e foto sotto). Si tratta di murales che attingono il soggetto rappresentato dalla realtà storica, dai fatti accaduti realmente e, proprio nei luoghi in cui questi eventi hanno avuto corso, perpetrano la memoria nel tempo e la rendono permanente sia nell’architettura cittadina sia nella comunità che in questi spazi vive. La città stessa e i suoi murales aiutano la comunità a ricordare e a fare del ricordo un monito all’azione che diviene comunitaria perché tutti possono divenire protagonisti sacrificando la propria individualità per l’Irlanda. L’arte in questo caso è duplice The Saturday Matinee, Derry. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Belfast, Murales commemorativo degli Hunger Strikers e della lotta del popolo nordirlandese. Autore della fotografia: Nicola Guerra
strumento di memoria e mobilitazione e gli eventi rappresentati appartengono alla comunità che da essi deve trarre esempio all’azione futura. La giovane età dei combattenti nazionalisti rappresentati nei murales precedentemente descritti evoca, inoltre, la lotta del nuovo contro il vecchio, dell’arditismo giovanile e rivoluzionario contro l’imperialismo conservatore e la sua macchina bellica. Ciò alimenta nell’osservatore un sentimento di vicinanza, di solidarietà e di partecipazione alla causa nazionalista. Anche nei murales di Belfast emerge una tematica coerente con i murales di Derry,
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in una mistica dell’azione collettiva che vede manifestare e partecipare alla lotta tutta la popolazione, sia i giovani che fronteggiano i proiettili di plastica sparati da distanza ravvicinata dalla polizia sia gli anziani che non solo aderiscono alla protesta ma si armano nella lotta per la propria patria. Come avviene per l’anziana signora rappresentata che porta un fucile nella borsa della spesa. Questo murales, situato in Hugo Street, zona cattolica confinante ad una lealista, ritrae una scena in campo lungo, o piano d’insieme, che mostra un ambiente collettivo in cui, dopo uno sguardo più attento, si comincia a distinguere qualche soggetto primario, come il giovane che fronteggia la polizia o la signora in rosso che alza il pugno al cielo e nasconde un mitra nel cestino della spesa. Lo stile di questo murales tende ad evidenziare un insieme di relazioni sociali che vanno dal conflitto (ragazzo-soldato) alla solidarietà comunitaria di coloro che sostengono la causa nazionalista. Tutte le relazioni sociali rappresentate sono dominate, in alto, come se fosse un crocefisso, dalla figura che ritrae l’Hunger Striker che ha sacrificato la propria vita per l’Irlanda e al quale è riservato il colore rosso che domina nella gerarchia ottica. Rosso col quale è rappresentata anche la signora anziana, ma combattente, con tanto di mitra (foto sopra e a sx). Anche i guidatori di Black Taxi di West Belfast, zona nazionalista, diventano eroi, senza personalizzazione alcuna, per il servizio reso alla comunità quando garantirono la possibilità di movimento alla popolazione cattolica sotto attacco
Belfast, dettaglio del precedente murales che pone in evidenza l’anziana signora e il suo mitra. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Murales dedicato ai guidatori di Black Taxi, Falls road, Belfast. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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da parte delle milizie protestanti e della polizia britannica (foto sotto). Questi murales mostrano come il dovere dell’azione sia stato avvertito dalla comunità cattolica nel suo insieme e perpetrano nel tempo l’esempio da seguire in un eroismo collettivo che consiste anche di gesti che attengono alla vita quotidiana (come guidare un taxi), ma che diventano importanti in una situazione di guerra come quella nordirlandese dove ancora oggi vige una situazione di tregua che è ben diversa dalla pace. Alla componente iconica dei murales si accompagna talvolta, ma in modo minoritario, il testo, veicolo di messaggi che rimandano ad una concezione ottimistica della vita che non potrà che riservare il successo finale per la lotta nazionalista; è questo elemento a conferire un carattere escatologico alle azioni ritratte. I testi che accompagnano questi murales, pur non rinunciando alla denuncia delle angherie subite, esprimono la certezza per una liberazione delle contee del Nord Irlanda che non potrà non verificarsi. È come se l’incognita sia solo relativa al fattore tempo, i murales trasmettono la certezza che la vittoria
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nazionalista sarà raggiunta anche se ancora non si può asserire quando. L’eroismo rappresentato a livello iconico nell’azione della popolazione cattolica diventa la ragione ed il risultato di questa certezza nella vittoria. In un murales di Whiterock road si legge: Never will they label our liberation struggle as criminal, la legittimità della lotta di indipendenza non deve neppure essere messa in dubbio e l’eroismo della popolazione garantirà la liberazione dal giogo di Londra. Una frase riportata su un murales dedicato ai Black Taxi incarna bene questo eroismo attivo e ottimista recitando: They may kill the revolutionary, but never the revolution. Ad oggi appelli alla mobilitazione e forti rivendicazioni territoriali appaiono soprattutto a Derry ad opera della RIRA (Real IRA), il più attivo dei gruppi dissidenti repubblicani (Independent Monitoring Commission 2006), il cui obiettivo, aldilà dei negoziati e degli accordi di pace ad oggi intercorsi, resta un’Irlanda unita con la ritirata delle forze britanniche, da ottenere anche con l’uso della forza. Leader del movimento è Bernadette Sands-McKevitt, sorella di Bobby Sands, l’eroe più noto internazionalmente e più amato dai nazionalisti nordirlandesi, che relativamente al fratello ha affermato: “Bobby did not die for cross-border bodies with executive powers. He did not die for nationalists to be equal British citizens within the Northern Ireland state”. Bernadette Sands-McKevitt è anche la fondatrice del partito considerato il braccio politico della RIRA, the 32 Country Sovereignty Movement, che sostiene lo scarso senso di un cessate il fuoco senza che il Governo britannico sottoscriva una dichiarazione di intenti di ritiro dall’Irlanda del Nord (Okado-Gough D. 2003). La Real IRA, definita da alcuni cronisti un movimento fascista (O’Doherty I. 2009)7, anche in virtù dei suoi collegamenti internazionali, dell’unione tra nazionalismo e socialismo8 e della difesa della figura di Sean Russell (Dublin 32 County Sovereignity Movement 2009)9, è molto presente sui muri di Derry con scritte effettuate in prossimità dei murales più noti e ad alto valore simbolico. L’operato dei sostenitori della Real IRA consiste nell’apporre nei pressi o alla base dei murales precedentemente realizzati da altri la propria sigla. In un secondo momento si aggiunge cioè al murales precedentemente dipinto un testo col quale ci si appropria dell’enunciazione iconica e le si conferisce nuovo significato. Nel caso di alcuni murales di Derry ed in particolare di quello degli Hunger Strikers, con la propria scritta la Real IRA 7 Hooray! Ireland Has Fascists Too, and They Smoke!! In http://manuel-estimulo.blogspot. com/2006/05/hooray-ireland-has-fascists-too-and.html 8 Even to take these people on their own terms, independence movements in Ireland have always been at their strongest when they have mixed national with social and economic politics - http:// cedarlounge.wordpress.com/category/terrorism/ 9 Leader dell’IRA che durante la seconda guerra mondiale collaborò con i tedeschi (Stephan E. 1963, Carter C. J. 1977). L’I.R.A. dei murales
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rimarca la rivendicazione di incarnare la vera IRA e di proseguirne le battaglie rappresentate. Forte è il messaggio per quanto riguarda il murales degli Hunger Strikers se si considera che al vertice della RIRA c’è la sorella del più noto di questi: Bobby Sands. Nel caso delle scritte apposte vicino alla colomba della pace, realizzata da The Bogside Artists, si mira a comunicare che una pace sarà possibile solo quando i prigionieri saranno liberi e il programma del movimento, che prevede la completa ritirata di truppe e istituzioni britanniche, sarà compiuto (foto sotto). Sigla della Real IRA e richiesta di libertà per i prigionieri, senza la quale una pace non è possibile. Autore della fotografia: Nicola Guerra
La Real IRA appone la propria sigla in prossimità del murales, Hungers Strike, realizzato da The Bogside Artists. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Nel caso dei murales descritti, dai quali giunge un forte messaggio di eroismo collettivo, ed in particolar modo di quelli di Derry che mostrano una elevata densità proprio nei luoghi in cui avvennero il Bloody Sunday e le battaglie del Bogside (McMonagle B. 1997; Museum of Free Derry 2009), la presenza dell’opera nel luogo esatto degli accadimenti crea un effetto di reiterazione e rafforzamento della memoria storica collettiva e porta l’osservatore indietro nel tempo, lo spinge ad immaginare i luoghi, nei quali si trova oggi come spettatore e fruitore dell’opera artistica, all’epoca dei fatti. Queste opere hanno dunque la chiara funzione di saldare il passato al presente, la memoria storica all’oggi, e le persone in esse ritratte vengono cercate dall’osservatore negli abitanti odierni e nel loro perseguimento di una libertà a lungo agoniata. A Derry, in particolare, l’effetto è ancora maggiore se si visita il Museum of Free Derry, che offre una ricostruzione documentale degli eventi attraverso filmati, fotografie e oggetti dell’epoca: l’eco tra passato e presente viene ancor più amplificato lasciando l’osservatore dei murales in bilico tra ieri ed oggi e facendogli vivere la durezza e la lunghezza della lotta di liberazione nordirlandese.
L’estreno del Museum of Free Derry e i murales che lo circondano. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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6.1.2 Il patriota come rivoluzionario che vince l’egoismo assenteista
Murales dedicato al principale eroe nordirlandese Bobby Sands. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Oltre all’eroismo comunitario precedentemente descritto i murales di Belfast veicolano sia a livello iconico sia testuale esempi e memorie di eroi che hanno dato la loro vita per la lotta di indipendenza. Questi eroi sono facilmente identificabili sia dalla comunità nazionalista-cattolica sia da persone che si interessano alla storia dell’Irlanda del Nord. In questo caso la figura eroica funge non solo da esempio dell’azione per la comunità ma anche da guida, da rivoluzionario sia per il suo pensiero sia per la sua azione. La figura dell’eroe è in questo caso legata ad un binomio inscindibile, quello di pensiero e azione. L’eroe rivoluzionario vince l’egoismo assenteista non solo sotto il profilo dell’azione, ma anche elaborando strategie e pensieri rivoluzionari che diventino guida della lotta di liberazione. La sua azione è sia pratica sia intellettuale e le figure evocate nei murales sono spesso figure di pensatori combattenti, di poeti combattenti.
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Questa è la funzione del murales più famoso tra quelli nazionalisti, quello dedicato a Bobby Sands che adorna una delle pareti della sede del Sinn Féin10 (foto a sx). In esso viene ritratto il viso del leader nazionalista che si apre in un sorriso e, con la sua qualifica di poet, gaeilgeoir, revolutionary, IRA volunteer11, afferma che our revange will be the laughter of our children. Il leader carismatico non è un rivoluzionario solo in virtù delle sue azioni ma anche della sua poesia (Sands B. 1998), del suo entusiasmo e delle linee guida che traccia per il movimento e per le generazioni a venire. Il murales nel quale è raffigurato Bobby Sands è tratto da una delle poche fotografie del rivoluzionario nordirlandese in gruppo con altri militanti, ma nell’opera d’arte egli è stato ritratto in un primo piano che, unito al corpo del testo che lo accompagna, traccia un ritratto psicologico di dettaglio e mira ad instaurare un rapporto di intimità empatica tra il protagonista e il fruitore del murales. Il fatto che Bobby Sands sia ritratto proprio sulla sede del Sinn Féin, assieme alla blindatura che protegge la sede del partito e le case limitrofe, rende comprensibile all’osservatore come attualmente viga in Irlanda una fase di tregua più che di vera e propria pace, e come la rinuncia a strumenti di lotta militare da parte dei nazionalisti sia una fase del percorso di indipendenza delle Contee del Nord che come testimonia l’immagine dell’eroe resta il fine ultimo da perseguire. Anche il murales dedicato a Joe Cahill, volontario dell’IRA a soli 18 anni, membro della Provisional Irish Army e in seguito schieratosi con la leadership di Adams e impegnatosi come negoziatore per il processo di pace e l’accordo del venerdì santo (Anderson B. 2002), lancia uno slogan chiaro e imperativo: Live free! Un uomo dal passato combattentistico come Cahill che svolge la funzione di negoziato per gli accordi di tregua in corso lancia una linea per la comunità: la fase della battaglia è al momento sospesa a favore della fase del negoziato ma, in coerenza con la storia dei repubblicani, nel murales sono infatti rappresentati anche i volti di tredici personalità combattenti repubblicane tra le quali Bobby Sands, resta fermo l’obiettivo della conquista della libertà. È un murales molto delicato dal punto di vista delle strategie per il raggiungimento della libertà delle
La foto originale dalla quale è ripreso il volto di Bobby Sands che appare nel murales. Prigione di Long Kesh, Irlanda del Nord, anni ‘70, quattro membri dell’IRA, da sinistra: Tomboy Loudon, Gerard Rooney, Denis Donaldson and Bobby Sands. Donaldson si rivelò poi qualcosa di diverso: una spia degli inglesi (http:// fenian32.blogspot. com/2005/12/britishagent-tells-bit-of-years. html). Immagine tratta da: http://graphics8. nytimes.com
10 Movimento e partito indipendentista irlandese (Maillot A. 2005; Adams G. 1994, 2003.) 11 Gaeilgeóir is the Irish word meaning Irish language enthusiast. L’I.R.A. dei murales
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Belfast, murales dedicato a Joe Cahill. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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contee nordirlandesi da Londra, ed in esso si condensano anche a livello iconico, con la rappresentazione di una conferenza stampa, la necessità di due momenti: quello della lotta e quello del negoziato (foto sotto). Il murales è molto complesso e si costituisce di più scene che uniscono alcuni ritratti e la pittura di una conferenza stampa. Il campo lungo, o piano d’insieme, mostra un ambiente dal quale si distinguono i personaggi primari e ha una funzione descrittiva. Il tono freddo prevalente, blu, sembra rappresentare anche cromaticamente la fase del negoziato, della ragione. Ma se osservato nel suo contesto urbano, il murales assume forte valenza emotiva; è infatti vicino ad un parco giochi che è protetto da grate e filo spinato per proteggere i bambini cattolici dagli attacchi delle milizie protestanti. Anche in questo caso emerge come la fase attuale sia qualificabile certamente più come tregua che come pace, il murales in questo caso evidenzia agli occhi dell’osservatore una dicotomia tra il processo di negoziato politico in corso e la paura che attanaglia ancora oggi gli abitanti dei quartieri cattolici (foto a dx). Un altro murales che ritrae un eroe guida del movimento repubblicano irlandese si trova a Derry ed in esso spicca la figura di Bernadette Devlin, che ebbe un ruolo centrale nel movimento dei diritti civili, fatto per il quale fu esclusa
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dall’università, ma poi eletta dalla comunità cattolica membro del parlamento all’età di 21 anni. Bernadette interruppe la prassi di astensionismo dal parlamento adottata dai repubblicani per battersi in nome dei diritti civili negati e questo le valse l’appellativo di Fidel Castro in minigonna (foto a dx) da parte dei protestanti. Partecipò alla Battaglia del Bogside12, fu presente alla strage del Bloody Sunday13 compiuta dai paracadutisti inglesi, partecipò alla formazione dell’Irish Republican Socialist Party (Janke P. e Sim R. 1983; Coogan T. P. 2002) staccandosi dall’Official Sinn Féin (O’Brien B. 1999; Maillot A. 2005) e nel 1981 fu ferita col marito dai terroristi protestanti del Ulster Freedom Fighters (Devlin B. 2008; Hacker C. 1998; Dooley B. 1998). Nel murales di Derry è ritratta
Un tipico parco giochi per bambini recintato, Belfast. Autore della fotografia: Nicola Guerra
L’attivista nazionalista Bernadette Devlin. - Immagine tratta da http://www. altmanphoto.com/ bernadette_devlin. html
12 Immagini disponibili in http://cain.ulst.ac.uk/events/battlebogside/battleofbogside/bob69.htm 13 Immagini nel sito di The Museum of Free Derry: http://www.museumoffreederry.org/gallerybsphotos-01.html L’I.R.A. dei murales
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col megafono in mano, in azione nella sua attività di leader del movimento per i diritti civili. Nel murales Bernadette è rappresentata con un piano che è quasi americano, ossia la ritrae dalle ginocchia in su, all’interno di un quadro di relazioni sociali con i giovani lanciatori di pietre alle sue spalle: due modi diversi, ma conviventi, di interpretare la lotta per un’Irlanda del Nord libera da Londra. La sua femminilità viene messa in risalto dalla morbidezza della sua figura, nel rispetto del pensiero femminista del personaggio, e la sua leadership esaltata nel gesto dell’impugnare il megafono (foto sotto).
Murales rappresentante Bernadette Devlin mentre parla al megafono durante la marcia per i diritti civili del Bloody Sunday, Derry. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Murales con echi di marxismo sudamericano rappresentante Kevin Lynch, Belfast. Autore della fotografia: Nicola Guerra
Un altro murales che propone un eroe simbolo per la comunità è quello di Whiterock road (Belfast), dedicato a Kevin Lynch militante dell’IRSP14 e INLA15 che si lasciò morire di fame aderendo alla lotta degli Hunger Strikers. L’opera è più semplice di quelle analizzate in precedenza e ritrae Kevin in un primissimo piano monocromatico, blu, accompagnato da una stella rossa su sfondo giallo. L’eroe è qui direttamente ricollegato all’ideologia socialista che ispirò la sua condotta (foto sopra). Un altro murales con medesima matrice politica poco distante dal precedente, ritrae Che Guevara insieme ai rivoluzionari nordirlandesi. Autore della fotografia: Nicola Guerra
14 http://www.irsp.ie/ 15 Irish National Liberation Army, Esercito Irlandese di Liberazione Nazionale di ispirazione marxista. L’I.R.A. dei murales
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6.2 Religione della Patria
Murale di Belfast che rappresenta l’Easter Rising. Autore della fotografia: Nicola Guerra
Una tematica ricorrente nei murales nazionalisti nordirlandesi è quella della rappresentazione di eventi cruciali della storia d’Irlanda. Osservando queste opere è possibile studiare e comprendere la storia della nazione irlandese e delle sue contee ancora sotto dominio britannico. Una storia illustrata che diviene densa di emozioni di gioia, per l’indipendenza conquistata dalle contee ora parte dell’Eire, e di dolore per le sofferenze e la dominazione subita dalle contee del Nord. Vengono rappresentate scene della grande carestia del 1845 – 1849 (Kinealy C. 1995; Woodham-Smith C. 1964), della mancanza di diritti civili per la comunità cattolica che ha portato alla negazione di opportunità occupazionali e alla riduzione in povertà, del Bloody Sunday, dell’Easter Rising del 191616, delle tragiche morti dei civili cattolici ad opera dell’UVF17 “assoldati dal governo per promuovere una guerra settaria”, e del sacrificio degli Hunger Strikers contro le leggi sull’internamento.
16 http://www.nli.ie/1916/pdfs.html 17 http://www.theuvf.2ya.com/ 60
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Impossibile prendere in esame tutti i murales storici, giova concentrasi su alcuni di essi per valutare il messaggio complessivo che essi veicolano. Il murales Collusion! It’s not an illusion si distingue per la sua drammaticità sia del testo sia della componente iconica. La pistola, “autorizzata dal MI5” e “approvata dal governo di sua Maestà” domina una salma e un cimitero cattolici. Il testo in maiuscolo afferma la collusione tra il movimento terroristico protestante UVF e le autorità, come provano le stesse dichiarazioni, in minuscolo, di uno dei leader del movimento filo britannico. La rappresentazione avviene con una inquadratura a figura intera dello strumento di morte, la pistola, che domina per dimensione l’opera. L’intreccio cromatico della componente iconica riesce, però, a dare risalto anche alle vittime, controbilanciando la prevalenza dimensionale dell’arma. L’uso combinato di rosso, nero, bianco e del colore metallico attirano l’occhio più che in ogni altro murales. Il rosso, usato sia nella componente iconica sia in quella di testo, conferisce una forte drammaticità che viene acuita dalla composizione dei piani verticale della pistola e orizzontale della vittima che danno allo spettatore una sensazione di profondità dello spazio collocandolo all’interno dell’immagine, tra le vittime e i membri della patria irlandese. Il murales trova la sua collocazione nelle vicinanze del cimitero in cui sono sepolti numerosi volontari dell’IRA e vittime delle milizie protestanti. Questa collocazione spaziale contribuisce ad acuire la drammaticità del murales agli occhi dell’osservatore (foto sopra).
Murales che denuncia la collusione di Londra con gli omicidi delle milizie protestanti, Belfast. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Hunger Strike, murales di forte impatto grafico dei The Bogside Artists, Derry. Autore della fotografia: Nicola Guerra
Un altro murales molto drammatico, opera di The Bogside Artists, si trova a Derry e rappresenta gli Hunger Strikers che si lasciarono morire di fame per protestare contro le leggi dell’internment18 e le condizioni carcerarie. L’opera copre un’intera parete e si compone di due soggetti. L’uomo, che assomiglia alla figura di Gesù Cristo, è ritratto in primissimo piano, mentre la figura alle sue spalle con una inquadratura intera, entrambi sono coperti da un telo perché rifiutano di indossare la divisa dei carcerati e richiedono lo status di prigionieri politici. È un ritratto con forti connotazioni psicologiche che pone l’osservatore in una intima 18 http://blog.panorama.it/mondo/2009/07/29/questione-nordirlandese-dal-supercarcere-parlaun-prigioniero-repubblicano/ 62
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drammaticità coi protagonisti. Questo murales produce emozioni molto forti e la drammaticità è acuita dalla H rossa alle spalle dei personaggi che contestualizza le figure nel blocco carcerario H19 e trasporta l’osservatore nel medesimo contesto di sofferenza (foto a sx). Il murales Civil Rights ad opera dei The Bogside Artists, Derry. Autore della fotografia: Nicola Guerra
19 Per le condizioni carcerarie e le leggi sull’internment si vedano i seguenti film-documentario: H3 del 2001 diretto da Les Blair e scritto da Brian Campbell e Laurence McKeown; Hunger del 2008, regia e sceneggiatura di Steve Mcqueen. http://www.museumoffreederry.org/galleries/bloody-sunday-photos/large/Fg40.jpg L’I.R.A. dei murales
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Sempre a Derry è presente un murales che potremmo definire collettivo perché ritrae la popolazione che, nelle sue diverse fasce d’età, reclama un sistema elettorale più giusto (“one man one vote”), il diritto al lavoro (“jobs not creed”), la fine di politiche settarie (“Anti sectarian”) e il ripristino dei diritti civili per la comunità cattolica. Le persone in marcia sono ritratte in bianco e nero ed in campo lungo con intento descrittivo, l’asse ottico è inclinato verso l’alto e questo attribuisce ai personaggi superiorità e potenza evidenziando le richieste presenti nei cartelloni come collettive (foto pagina precedente). Sempre a Derry è presente un’opera che, nello stile di The Bogside Artists, rappresenta in modo realistico, quasi fotografico, la morte di Jackie Duddy, uno dei 14 civili assassinati dai paracadutisti inglesi20. Questo murales rappresenta la morte di uno dei manifestanti ed i soccorsi per salvargli la vita. Tutte le figure sono in bianco e nero e solo il sangue che macchia lo striscione che reclama diritti civili è rosso. Il murales acquista ancora maggiore drammaticità se associato alla visione dei filmati dell’evento presenti nel vicino museo di Free Derry o nel filmdocumentario di Greengrass21. Dalla visione dei filmati e del materiale fotografico presente nel museo si comprende, infatti, che questo murales è stato realizzato nel luogo esatto in cui avvennero gli eventi luttuosi rappresentati e ciò, oltre a conferire all’opera una forte valenza storica, determina nell’osservatore una forte emozione che lo trasporta all’epoca degli avvenimenti e lo colloca sulla scena dell’omicidio (foto a dx). Spostando l’attenzione sui murales di Belfast si distingue il murales che commemora l’Easter rising del 1916. All’interno di una cornice con motivi celtici, i colori del tramonto illuminano i visi dei rivoluzionari tra i quali spicca in primo piano Constance Markievicz all’interno di una inquadratura lunghissima, o piano generale, dove il soggetto corrisponde ad un vasto panorama storico che ha funzione descrittiva delle conquistata indipendenza dell’Eire sulla quale sventola il tricolore. Altri due murales del quartiere cattolico New Lodge mostrano come in un secolo la negazione di opportunità occupazionali abbia creato una situazione sociale di assoluta povertà e alienazione nelle strade cattoliche, il passato in bianco e nero non è poi così diverso dal presente a colori (foto pag. 66). La vicinanza dei due murales ed il contesto architettonico e urbano nel quale si collocano determinano nell’osservatore un senso di partecipazione alle sofferenze ed al disagio sociale patiti dalla popolazione cattolica, fino a spingerlo a sentirsi parte della comunità stessa. 20 http://www.museumoffreederry.org/galleries/bloody-sunday-photos/large/Fg40.jpg 21 Bloody Sunday è un film del 2002 scritto e diretto da Paul Greengrass (http://www.imdb.it/ title/tt0280491/) 64
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Derry, il murales che ritrae una scena del Bloody Sunday. Autore della fotografia: Nicola Guerra Molto fedele alla fotografia scattata durante gli eventi (Autore della fotografia: Fulvio Grimaldi. Immagine tratta da Museum of Free Derry 2009, Bloody Sunday in pictures, Museum of Free Derry, Derry).
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Nelle vicinanze di questi due murales è presente un’altra opera dal forte potere evocativo che richiede la libertà per i prigionieri politici rinchiusi nella prigione di Long Kesh22. Spiccano con una inquadratura di primissimo piano, o dettaglio che isola un particolare, le mani di un prigioniero immobilizzate da filo spinato che hanno un forte impatto emotivo sull’osservatore. Lo sfondo sul quale esse si stagliano riassume le angherie subite dalla popolazione cattolica (foto a dx). L’insieme di queste opere condensa la storia delle contee di Irlanda in una religione della patria fatta di sofferenze per la conquista della libertà. Se la certezza
Rappresentazione in due murales della difficile situazione sociale del quartiere New Lodge di Belfast. Autore delle fotografie: Nicola Guerra
22 Documentario sul carcere di Long Kesh: http://vimeo.com/7301281 66
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Le mani dei prigionieri di guerra nordirlandesi, Belfast. Autore della fotografia: Nicola Guerra
della vittoria finale è forte, altrettanto chiaro è il quadro di sofferenze in cui essa è maturata per le contee ora parte dell’Eire e maturerà per quelle del Nord. Il patriottismo è ben lontano dal trionfalismo nazionalistico e assume la dimensione di una condizione di sofferenza sociale e spirituale, quasi escatologica, per il raggiungimento dell’obbiettivo. Volendo analizzare i murales dal punto di vista cronologico si nota che essi coprono tutte le fasi della storia delle contee irlandesi e se ne nota uno a Whiterock road che si incentra su tematiche della mitologia celtica antica. La sua particolarità è quella di non rappresentare figure storiche reali, ma di interpretare il mito celtico in un caleidoscopio di colori. Particolare è il contesto in cui il murales si colloca, nella parete laterale di un L’I.R.A. dei murales
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Un murales di Belfast, Whiterock road, a tematiche celtiche. Autore della fotografia: Nicola Guerra
piccolo supermercato e nelle vicinanze di un pub che riunisce, davanti ad una birra, l’universo generazionale del quartiere (foto sopra).
6.3 Antiamericanismo: disprezzo del potere e del denaro Tutte le componenti dell’esercito repubblicano nordirlandese, aldilà della loro connotazione ideologica, sono animate da una avversione verso il capitalismo, sia quando propugnano un socialismo nazionale sia quando si rifanno alla dottrina marxista. Ciò si riflette in un antagonismo nei confronti dello stato capitalista per eccellenza, gli Stati Uniti, e della sua politica internazionale e nazionale. Nelle strade di Derry e Belfast sono, dunque, presenti murales che esprimono il dissenso nei confronti della politica americana di ingerenza nelle scelte dei vari paesi del mondo e del fatto che gli Stati Uniti siano il migliore alleato di Israele e complici, quindi, della discriminazione del popolo palestinese al quale i nazionalisti si sentono vicini. Prenderò in esame la questione dei popoli oppressi
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in una successiva sezione, giova soffermarsi qui sui murales antiamericani e anticapitalisti. Uno di questi murales si trova a Belfast, in Falls road, e ritrae Che Guevara coi colori della bandiera cubana e un chiaro invito (“Time for change Mr Obama”) al presidente degli Stati Uniti, affinché interrompa l’embargo contro Cuba, come previsto dalla risoluzione ONU dell’ottobre 2008, citata nell’opera, che si oppone al blocco sostenuto dai soli USA, Israele e Palau. In alto vengono ricordati i 50 anni della rivoluzione cubana (1959-2009). Questa opera adotta l’immagine classica del guerriero Guevara inserito nella bandiera di Cuba che si staglia su uno sfondo rosso che attira l’attenzione sull’opera. Questo murales non presenta i toni drammatici di quelli dedicati alla situazione nordirlandese e il suo stile è improntato al fine di informare l’osservatore sulla necessità della cessazione del blocco commerciale creando delle attese sull’operato del nuovo presidente afroamericano Obama (foto sotto). Anche a Derry è presente un grande murales dedicato al Che e alla comune ribellione cubana e irlandese alla dittatura capitalista, in esso viene citata una frase del padre di Ernesto Guevara che asserisce come nelle vene del figlio “scorresse il Falls road, Belfast, un murales che reclama l’abolizione del blocco contro Cuba. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Derry, un murales dedicato al Che. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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sangue di un ribelle irlandese”. La ribellione al sistema capitalistico – statunitense viene raffigurata dunque nel volto del Che. Se questi due murales descritti non evidenziano toni drammatici, l’antiamericanismo assume, invece, le tinte forti del dolore nel murales di Falls road (Belfast) che viene dedicato alle sofferenze inflitte al popolo palestinese a causa del supporto americano ad Israele. Al centro del murales, con un piano di inquadratura americano, figura un padre che tiene in braccio il corpo martoriato del figlio ucciso dalle bombe israeliane fornite dagli Stati Uniti. L’angolo di ripresa della scena è normale, la scena è ritratta alla stessa altezza del personaggio che cammina in uno scenario di distruzione nel quale è sopravvissuta la bandiera palestinese. Il piano di inquadratura americano e questo angolo di ripresa creano la sensazione visiva del padre che corre, cogli occhi chiusi che trasmettono il dolore, incontro all’osservatore. Il coinvolgimento emotivo di chi guarda il murales è fortissimo perché il soggetto che incarna la sofferenza del popolo palestinese corre incontro a lui. La scritta accusa direttamente e con forza gli Stati Uniti il cui supporto ad Israele è equivalente al massacro dei bambini palestinesi. Questi murales si ricollegano ad un messaggio che condanna l’ingerenza
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americana nello scenario internazionale e celebrano un ribellismo attivo e di autodeterminazione dei popoli (foto sopra).
6.4 Nazionalismo solidale e internazionale
Murales di Belfast dedicato alle sofferenze del popolo palestinese e alla denuncia del supporto statunitense ad Israele. Autore della fotografia: Nicola Guerra
Come accennato in precedenza il nazionalismo repubblicano irlandese diviene solidale con i popoli che lottano per la propria autodeterminazione e lo fa indipendentemente dalle connotazioni ideologiche e religiose che caratterizzano queste battaglie. Quello nordirlandese è un nazionalismo che non guarda in cagnesco ciò che è altro da sé, ma che esprime una forte solidarietà per tutti i popoli in lotta per l’autodeterminazione. Il murales nordirlandese più noto e storicamente più antico e importante, quello che segnava e segna l’ingresso nella Derry cattolica, “you are now entering free Derry”, è sormontato a rotazione dalla bandiera di un popolo che lotta per la propria autodeterminazione, a stabilire una continuità e comunità di battaglia
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tra i nazionalisti di Derry e quelli di tutte le patrie negate. A Belfast è, ad esempio, presente un murales di solidarietà e comunanza con la lotta basca per l’autodeterminazione. Nell’opera il tricolore nordirlandese e la bandiera basca sfumano e si mescolano uno nell’altro e fanno da sfondo ad una mappa dell’Europa nella quale le terre basche si staccano dalla Spagna e dalla Francia con un motto che recita: “né Spagna né Francia. Autodeterminazione per la nazione Murales di solidarietà alla lotta per l’indipendenza del popolo Basco. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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basca”. Il murales anche in questo caso non è attraversato da forte drammaticità ed è realizzato con fini di palesare una strategia di intenti (foto a sx). Molto drammatiche sono, invece, le opere dedicate alla Palestina e alla sua lotta. Le sofferenze emergono con forza dal murales precedentemente descritto che condanna il supporto statunitense ad Israele e da quello che si può osservare a Belfast nel quale vengono rappresentati due ragazzi palestinesi che impugnano una chiave, quella delle abitazioni dalle quali sono stati cacciati i propri nonni e genitori per far spazio agli insediamenti israeliani. Il ragazzo guarda verso la città alla quale non può accedere a causa del muro e la ragazza guarda verso l’osservatore del murales con sguardo triste di richiesta di aiuto ed impugnando un cartello nel quale si legge: “messaggio sionista per il nuovo anno al mondo, Felice guerra, Natale è finito”. Il testo che accompagna l’immagine è bilingue, arabo e inglese, e dichiara la necessità della fine dell’aggressione barbara israeliana che ha scatenato una guerra criminale e causato il massacro di più di 1.300 bambini. Un’altra scritta più piccola in blu recita: “voi distruggete le nostre case ma noi costruiamo una nazione”.
Murales di Falls road, Belfast, a supporto del diritto palestinese ad una patria. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Questo murales mostra una forte condivisione per le sofferenze palestinesi e ostenta la certezza che la nazione palestinese sorgerà in futuro e i bambini potranno rientrare, con le chiavi che tengono strette in mano, nelle loro case (foto pagina precedente). Molti murales di dimensioni più contenute sono dedicati alla lotta palestinese, come quello sulla parete del museo di Free Derry che raffigura una donna che guarda ad un futuro indefinito ma certo nella realizzazione di una Palestina che torni palestinese rappresentata alla sua destra (foto sotto).
Derry, parete del Museum of Free Derry, murales di solidarietà con la lotta del popolo palestinese. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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6.5 Figura della donna che opera per la Patria e la comunità Alcuni murales di Belfast e Derry hanno al centro della rappresentazione la figura femminile ed il ruolo della donna nella lotta di indipendenza. In precedenza ho già preso in esame il murales che ritrae Bernadette Devlin, con un piano americano, in un contesto sociale nel quale detiene la leadership, nell’atto di
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Constance Markievicz in azione durante l’Easter Rising. Autore della fotografia: Nicola Guerra
impugnare il megafono. Questa opera ha un forte impatto emotivo e mostra un attivismo del soggetto ispirato sia dai ricordi dell’attività della Devlin nella memoria dei muralisti, che con lei condivisero quelle esperienze, sia dal materiale fotografico che la ritrae in azione. Anche nel murales che ha per tematica centrale l’Easter Rising del 1916 è ritratta Constance Markievicz che impugna una pistola e partecipa attivamente alla lotta di liberazione (foto sopra). Ma il murales che più colpisce ed attira l’attenzione dell’osservatore è quello presente a Whiterock road che ritrae le donne combattenti dell’IRA. Tutte le
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Donne dell’I.R.A. Immagine tratta da http://www. irishhistorylinks.net/ pages/Troubles_Images. html Titolo dell’immagine: Female members of the IRA on parade parade
donne indossano un basco militare che effettivamente trova riscontro nella documentazione fotografica sulle combattenti repubblicane (foto a sx). L’opera è dominata dalla figura femminile che imbraccia un mitra collocata alla destra di chi osserva. Rappresentata a figura quasi intera e con un punto di ripresa dal basso, essa assume forte autorevolezza e trasmette una determinazione nella lotta che raggiunge l’osservatore. In campo lungo sfilano le altre combattenti che sventolano i vessilli in un clima di imminenza della battaglia. Il murales pone
Le donne dell’I.R.A. rappresentate in un murales a Belfast. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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le donne nazionaliste nella dimensione eroica della lotta in un tono drammatico determinato dal colore rosso delle figure e dalla luce dell’alba di una nazione nascente che le illumina da dietro. Il murales è contornato da una cornice a trama celtica nella quale sono inclusi i ritratti delle donne che hanno sacrificato la propria vita per la causa: Anne Marie Pettigrew, Maura Meehan, Anne Parker, Catherine McGartland, Eileen Mackin and Dorothy Maguire. Emerge da questo murales una dimensione di eroismo femminile che sembra seguire l’anziana signora che, nel murales di Hugo Street precedentemente descritto, alza il pugno al cielo e nasconde un mitra nella borsa della spesa (foto a sx). Come anticipato in precedenza la figura della donna ritratta nei murales si presenta in forma combattentistica, l’iconografia è quella della guerrigliera pronta ad impugnare un’arma e a sacrificare la propria vita. Non vi sono echi mariani nella raffigurazione della donna, essa è posta a tutti gli effetti sullo stesso piano dell’uomo e ritratta come soldato e combattente (Ryan L. 1999; Coulter C. 1993; Aretxaga B. 1997). È una raffigurazione che trova riscontro negli eventi storici e nella documentazione fotografica disponibile.
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7 - A contatto con The Bogside Artists e i militanti dell'IRA
Come anticipato, il presente studio si avvale di una osservazione partecipata in loco, fondamentale per comprendere il contesto nel quale le opere esprimono e assumono contemporaneamente il proprio significato. Questo viaggio tra i murales nazionalisti di Belfast e Derry si è svolto talvolta in modo autonomo, altre volte in compagnia degli autori, a Derry, o di ex militanti dell’IRA che a quegli eventi hanno preso parte, a Belfast e Derry. Ciò ha consentito una comprensione di dettaglio delle opere esposta nel corpo del testo: un ex militante dell’IRA, ad esempio, mostrandomi un proiettile di plastica esploso dalle forze dell’ordine contro i manifestanti nazionalisti (foto sotto) mi ha permesso di cogliere a fondo la drammaticità del murales di Hugo Street precedentemente descritto, nel quale un giovane repubblicano fronteggia un poliziotto pronto a sparare uno di questi proiettili da distanza ravvicinata. Nessuno potrebbe immaginare la grandezza di tali proiettili, che come si vede nella foto a confronto con un telefono cellulare è sorprendente, e neppure la I proiettili di “gomma” o “plastica” usati contro i manifestanti nazionalisti. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Un opuscolo presente nel Museum of Free Derry che mostra gli effetti dei proiettili di “gomma” sui bambini. Autore della fotografia: Nicola Guerra
durezza e la pesantezza della plastica con la quale sono costruiti. Dall’osservazione in loco e dal contatto con gli abitanti delle zone cattoliche emerge il ruolo che l’IRA, nei suoi vari gruppi, ancora oggi svolge nel controllo del territorio come vero e proprio corpo di polizia della comunità. Alcuni ragazzini incontrati all’incrocio tra Whitherock road e Falls road, che avevano con sé foglie di marijuana, alla mia richiesta di sapere cosa succederebbe se l’IRA li scoprisse, coprono i propri visi e mi chiedono di non dire nulla perché rischierebbero che vengano loro spezzate le gambe, non si può portare droga nel quartiere. 82
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I ragazzini in possesso di marijuana che si coprono il viso al momento in cui nomino l’IRA. Autore della fotografia: Nicola Guerra
In questo paragrafo vorrei concentrarmi sull’incontro avuto con Tom Kelly e Kevin Hasson23, due dei The Bogside Artists autori dei murales di Derry descritti nell’articolo. Dalle parole dei due artisti emerge come la pittura murale faccia per loro parte di una concezione più amplia dell’arte, strettamente legata all’heritage celtico, che travalica i confini di quella che solitamente viene considerata tale da parte di critici e galleristi. Tom afferma di trarre la sua ispirazione “dagli studi religiosi, dalla natura, dalla 23 Incontro del Maggio 2009 presso The People’s Gallery di Derry. L’I.R.A. dei murales
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musica per celebrare nell’arte il nostro heritage celtico”. Kevin, che si definisce “freddo davanti all’arte moderna”, definisce suo padre il primo artista che ha conosciuto, “perché era un artista nel farci divertire usando le sue capacità e la sua immaginazione, in tempi di grande povertà”. La pittura non è una professione per questi muralisti, ma una delle componenti di “un modo artistico di vivere” che si incarna nel fatto, come afferma Tom, “che le opere che abbiamo realizzato, hanno sfidato non solo lo Stato e lo status quo, ma anche la nostra comunità, la nostra gente … che comunque ci ha sempre sostenuto e mai abbandonato”. Ciò che contraddistingue sia Tom sia Kevin è il fatto di presentarsi ed agire come artisti integrali che portano avanti una missione impossibile da asservire agli interessi dei finanziatori, ma dedicata solo alla comunità popolare e ispirata da un percorso di coerenza interna. I due artisti sono pronti anche a sfidare la propria comunità, ma non a tradire se stessi o la missione della loro arte. Kevin afferma che “l’arte significa essere coerenti con se, col proprio io, e se l’arte non proviene da un pensiero onesto non può essere buona arte … inoltre l’arte per essere vissuta come tale non solo da chi la guarda, ma anche da me, dall’artista, deve essere una sfida, altrimenti non da soddisfazione”. Di simile avviso è Tom che afferma: “non abbiamo venduto le nostre anime alle organizzazioni finanziatrici o alle varie organizzazioni che oggi credono di avere il diritto di controllare le nostre vite e quelle degli altri, anche quando viene un aiuto finanziario ciò per noi non significa mai dover rispondere di quello che facciamo o diciamo al nostro donatore … noi rimaniamo indipendenti e autonomi nell’azione artistica come siamo sempre stati, perché la libertà è più importante dell’ammontare di qualsivoglia aiuto … come potremmo altrimenti fare dell’indipendenza la nostra bandiera?”. La sfida attuale dei The Bogside Artists è quella di collaborare a corsi di pittura che vedano lavorare insieme, uniti dall’arte, gruppi di giovani cattolici-nazionalisti e protestanti-lealisti, perché un paese che vuole essere libero, indipendente, non può che avere l’imperativo di superare le divisioni che lo hanno fino ad oggi contraddistinto Condividere la passione per l’arte può, dunque, unire i giovani dei due schieramenti opposti che conoscendosi e frequentandosi potranno collaborare alla creazione di un nuovo tessuto nazionale. Anche questo è un messaggio di sfida, questi artisti della nazione irlandese sono realmente capaci, con l’arte e le proprie azioni, di sfidare lo Stato e la comunità per proporre modelli sociali nuovi all’interno di un percorso di indipendenza 84
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nazionale: per loro, per le loro opere “è giunto ora il momento del dialogo e della pacificazione” tra le comunità in lotta, sempre all’interno di un quadro che è quello della libertà per le contee del Nord Irlanda.
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8 - Conclusioni: La funzione dell’arte nella comunità nazionalista e i suoi echi futuristi
Come affermano gli autori dei murales nordirlandesi, le loro opere sono una forma d’arte in quanto uniscono tutti i criteri di ciò che dovrebbe essere arte: “stimolano le emozioni delle persone, le fanno pensare ed ottengono una reazione”. Se è vero che un oggetto d’arte non può essere giudicato per il suo solo valore estetico senza tener conto del suo contesto sociale e politico; i murales, che si trovano fuori dalle gallerie, per la forma di accessibilità che li contraddistingue richiedono ancor di più una analisi dei loro significati sociali, culturali e politici. Se i graffiti sono generalmente considerati una pratica contro-egemonica, in virtù della loro violazione della proprietà privata (Lisle D. 2008), nel caso di quelli nordirlandesi la valenza appare più articolata. Sono nel contempo egemonici, nel rivendicare e delimitare l’appartenenza del territorio alla comunità che li gradisce e approva, e contro-egemonici rispetto alla dominazione britannica. L’aspetto fondamentale della loro accessibilità, non sono rinchiusi in gallerie d’arte ma assorbiti naturalmente nel contesto quotidiano, fa si che possano essere considerati come panorami interattivi più che come singole opere, ciò in virtù del loro legame con la comunità della quale mirano a rappresentare l’identità, la storia e la cultura (Woods O. 1995). A Derry i murales rappresentano dei punti di incontro della comunità, le persone si incontrano nei luoghi in cui sono state realizzate queste opere per condividere il tempo libero e nel contempo riappropriarsi della propria storia che viene ignorata o distorta dai media inglesi. È per questo che i murales nazionalisti nordirlandesi hanno anche una funzione politica, quella della mobilitazione e politicizzazione della comunità; essi sono simultaneamente espressione e creazione della comunità stessa (Rolston B. 1992). Ma il messaggio politico e sociale si sposa con l’estetica all’interno di un quadro di militanza artistica degli autori e la bellezza assume una funzione costruttiva, utopica e racchiude la tensione propositiva di una ideale società da realizzare. Con i murales nazionalisti nordirlandesi l’opera d’arte è fondamento dell’identità collettiva, rappresenta un problema etico e la visione ideale di un mondo da abitare. Gli autori dei murales sono lontani dalla fuga dall’esteriorità teorizzata da Kandinskij (Zecchi S. 1999), non si ritirano da questo mondo per trovare la vera patria nell’interiorità, non liberano l’arte dalle sue componenti di azione e militanza, non vivono l’esteriorità come il mondo da cui fuggire, quello che ha trasformato la realtà in un mercato massificato della cultura, esaltato il darwinismo sociale, involgarito l’esistenza quotidiana e negato la realtà dello spirito. Piuttosto gli artisti nazionalisti nordirlandesi sposano, come ricostruito in questo studio, un concetto baudelaireiano di arte come capacità di estrarre la Bellezza dal Male; come afferma Baudelaire, uno dei prodigiosi privilegi dell’arte è che l’orribile, L’I.R.A. dei murales
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artisticamente espresso, diventi bellezza (Cacciavillani G. 2003). Il sacrificio della vita, la guerra, la sofferenza di un popolo oppresso al quale vengono negati i diritti civili trovano espressione, vengono documentati e perpetrati nella memoria attraverso la bellezza dell’opera d’arte. La bellezza dei murales nordirlandesi è liberata dalla dimensione puramente contemplativa e riportata nella dinamica degli eventi storici, come un valore essenziale che sa determinare la realtà e può giudicare lo stato presente delle cose. C’è in queste opere un elemento tipico del concetto artistico di D’Annunzio: l’intenzione pratica di usare l’arte come azione, perché nell’azione c’è la possibilità di rappresentare nel presente la bellezza che è forza conoscitiva e creativa, incontro dell’uomo con le potenze della natura e le dinamiche della storia (Zecchi S. 1999). Come per il poeta pescarese la scrittura trova corpo e vita nell’azione e l’azione verità e stile nella scrittura, per gli artisti di Belfast e Derry, secondo quanto osservato e ascoltato dagli autori, la pittura trova corpo e vita nell’azione in nome del popolo nordirlandese e l’azione verità e stile nella pittura che tali accadimenti imprime nella memoria collettiva e nel paesaggio stesso. L’impegno dei writers nazionalisti nordirlandesi ricorda a mio avviso, per molti aspetti, anche il movimento futurista, elaborato alla stregua di una idea politica, e il suo rifiuto dell’arte per l’arte (Salaris C. 1985). L’arte non può non impegnarsi in una lotta così decisiva per il futuro dell’uomo in una preconizzazione dell’arteazione che fa dell’artista un militante impegnato, nella sua vita e nel suo operato, sul fronte di combattimento contro il passato per l’avvento di un mondo nuovo (De Felice R. 1988; D’Elia A. 1988). Un parallelo col movimento futurista giunge all’osservatore anche dallo spazio naturale di rappresentazione e destinazione dell’arte: il cosmo urbano, la città in movimento. Oltre ai paralleli sulla funzione attribuita all’arte è importante notare come tra le tematiche espresse dai murales nazionalisti di Belfast e Derry emerga un quadro di valori che ho vissuto in prima persona come comune con quello che attraversa l’opera di Marinetti: la mistica dell’azione in una concezione ottimistica ed eroica della vita; la figura dell’eroe che sacrifica la vita per la Patria in un quadro di mistica dell’eroismo come sacrificio della vita per la causa; il disprezzo del potere e del denaro; la religione della Patria che rappresenta un superamento della famiglia; un ottimismo verso il futuro che respinge la ragione castratrice di slancio ed entusiasmo; la figura della donna che indipendente e al pari dell’uomo opera per la Patria e la comunità; il patriota concepito come rivoluzionario che vince l’egoismo assenteista; la Patria come generosità dell’individuo verso gli esseri umani della comunità (Härmänmaa M. 2000). Tematiche che in seguito al mio itinerario etnografico nelle strade dei quartieri cattolici di Belfast e 90
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Derry ho percepito e descritto nel presente studio come elementi cardine del messaggio complessivo che i murales nazionalisti trasmettono. Nel Manifesto della pittura murale (1933) Sironi, sostenitore di una relazione tenace tra arte e società, afferma che: “la pittura murale è pittura sociale per eccellenza. Essa opera sull’immaginazione popolare più direttamente di qualunque altra forma di pittura” (Fagone V. 2001). Nel manifesto, redatto da Mario Sironi con le sottoscrizioni di Campigli, Carrà e Funi, si legge inoltre: “La concezione individualista dell’arte per l’arte è superata […] la pittura moderna, dopo anni e anni di esercitazioni tecnicistiche e di minuziose introspezioni dei fenomeni naturalistici di origine nordica, sente oggi il bisogno di una sintesi spirituale superiore […] L’artista deve rinunciare a quell’egocentrismo che, ormai, non potrebbe che isterilire il suo spirito e diventare un artista militante cioè un artista che serve un’idea morale, e subordina la propria individualità all’opera collettiva” (Campigli M. 1933). È questo che avviene, a mio avviso, con l’opera dei muralisti nazionalisti nelle contee dell’Irlanda del Nord: la missione artistica futurista riecheggia nei colori e nelle opere nazionaliste di Belfast e Derry.
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9 - Appendice Fotografica
La presente appendice fotografica contiene fotografie, realizzate durante il viaggio dell’autore nell’Irlanda del Nord, che per ragioni di grafica e di sviluppo del testo non hanno potuto trovare collocazione all’interno dell’elaborato, ma che possono integrare ed arricchire le tematiche trattate. Le fotografie contenute nell’appendice fanno riferimento ad una serie più amplia di materiali iconografici che non comprende i soli murales ma anche manifesti e pannelli.
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Murales di Belfast che ricorda William Philip Allen, Michael Larkin, e Michael O’Brien, membri della Irish Republican Brotherhood, un’organizzazione che si batteva per la fine del dominio britannico in Irlanda. I tre furono giustiziati, dopo un processo sommario, con l’accusa di aver ucciso un poliziotto a Manchester (1867). Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Murales di Belfast che celebra i tassisti nazionalisti nordirlandesi per il servizio offerto alla comunità negli anni dell’assedio ad opera delle milizie protestanti filo britanniche. Si noti nel murales la presenza di un combattente per l’indipendenza, di una chiesa e di un funerale in corso nel quale le bare sono coperte con la bandiera d’Irlanda. Autore della fotografia: Nicola Guerra
Lotta (RIRA) e pace sui muri di Derry Autore della foto: Nicola Guerra 98
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Murales dedicato ai combattenti della lotta di liberazione nordirlandese. Whiterock road, Belfast . Autore della fotografia: Nicola Guerra L’I.R.A. dei murales
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Murales principalmente dedicato a Brendan Huges, conosciuto come “The Dark”, arrestato nel 1973 assieme a Gerry Adams e Tom Cahill, dopo una rocambolesca evasione e un secondo arresto divenne il leader dell’Hunger Strike del 1980. Nel 2000 criticò aspramente la politica del Sinn Féin accusando la leadership del partito di aver svenduto i propri ideali per ottenere la pace nell’Irlanda del Nord. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Murales che riproduce il famoso Guernica di Picasso e condanna le bombe israeliane su Gaza equiparandole alle tedesche su Guernica. Ancora emerge la solidarietà al popolo palestinese. Autore della fotografia: Nicola Guerra
Murales dedicato a James Connolly, rivoluzionario socialista che era Comandante della Brigata di Dublino durante la Rivolta di Pasqua (1916) e per questo venne giustiziato. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Un manifesto in bianco e nero presente su un muro di Whiterock road a Belfast che inneggia alla Rivolta di Pasqua (1916) come esempio per il presente. Autore della fotografia: Nicola Guerra L’I.R.A. dei murales
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Come si vede nella presente foto il murales dedicato a Bobby Sands è collocato su una delle pareti della sede di Belfast del Sinn Féin. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Un manifesto fotografato nelle strade di Derry che promuove un concerto rock per la raccolta di fondi da dedicare all’aiuto medico per la Palestina. Si noti a livello grafico la rielaborazione della bandiera palestinese in un cuore che incarna la forte solidarietà esistente tra i due popoli. Autore della fotografia: Nicola Guerra 106
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La Peace Line che separa la zona cattolica da quella protestante a Belfast, muro sul quale ciascuno può lasciare un proprio messaggio sulla situazione nordirlandese. Autore della fotografia: Black Taxi Driver
Pannello dedicato alla morte di Rossa Quigley nel 2003 e alla terribile situazione familiare che ne è scaturita. Rossa fu uccisa da un pirata della strada che praticava il joyriding, la pratica di rubare una macchina e guidarla ad alta velocità senza una meta precisa, solo per divertimento, ed il pannello provocatoriamente si interroga su dove sia questo divertimento. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Scritta inneggiante al Republican Network for Unity (RNU).Si veda: http://www. republicannetwork.ie/ Autore della fotografia: Nicola Guerra
Scritta inneggiante alla battaglia per la lingua che comunica come sia migliore un irlandese imperfetto rispetto ad un ottimo inglese parlato (Belfast). Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Dettagli del murales di Whiterock road dedicato alle combattenti per la causa nordirlandese preso in esame nel corso del testo. Autore delle fotografie: Nicola Guerra
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Dettaglio del murales di Belfast preso in esame nel testo, si veda nella foto come la comunità nazionalista reclami ancora giustizia per i morti causati dai proiettili di plastica sparati da distanza ravvicinata. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Derry, la scritta CIRA (Continuity Irish Republican Army) viene apposta, in bianco, su un murales che reclama la libertà per Derry. Il 9 marzo 2009 la CIRA ha rivendicato l’uccisione di un poliziotto nella contea di Armagh con l’affermazione: «Fin quando ci sarà l’occupazione britannica questi attacchi continueranno» Autore della fotografia: Nicola Guerra
Derry, una panoramica di tre murales analizzati in dettaglio nel corpo del testo, si noti come la bandiera palestinese sormonti l’opera centrale. Autore della fotografia: Nicola Guerra 112
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Derry, nelle vicinanze del murales di The Bogside Artists “A tribute to John Hume” sono realizzate delle scritte contro in Sinn Féin e la sua politica di negoziato. Autore della fotografia: Nicola Guerra
Derry, scritta che richiede la libertà per Colin Duffy, dissidente repubblicano più volte arrestato e attualmente in attesa di processo con l’accusa di aver ucciso due soldati britannici nel marzo 2009. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Le placche affisse ai muri della città rappresentano un altro mezzo di comunicazione della comunità nazionalista nordirlandese. In questa foto la placca dedicata a Pearse Jordan, membro della Provisional Irish Republican Army ucciso nel 1992, mentre era disarmato, da un poliziotto (Royal Ulster Constabulary officer). Nel 2001 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato il governo britannico a pagare un risarcimento alla famiglia. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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Derry, il murale “The runner” di The Bogside Artists che rappresenta le violenze britanniche. Autore della fotografia: Nicola Guerra.
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Derry, un dettaglio del murales “Bloody Sunday”nel quale si possono osservare le vittime cattoliche e un soldato inglese armato. Autore della fotografia: Nicola Guerra. L’I.R.A. dei murales
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Derry, il dettaglio di uno dei più suggestivi murales opera di The Bogside Artists. Autore della fotografia: Nicola Guerra 118
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Derry, le bandiere esposte come vessillo della propria identità nazionalista Autore della fotografia: Nicola Guerra.
Belfast, Clonard Martyrs, un dettaglio della placca commemorativa: simbologie celtiche e donne combattenti. Autore della fotografia: Nicola Guerra L’I.R.A. dei murales
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Belfast, Clonard Martyrs, il cimitero dedicato alle vittime cattoliche. Autore della fotografia: Nicola Guerra 120
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Belfast, le placche affisse ai muri esterni delle case divengono testimonianza dell’identità degli abitanti del quartiere. Autore della fotografia: Nicola Guerra
Belfast, anche i nomi degli asili diventano testimonianza identitaria. Autore della fotografia: Nicola Guerra L’I.R.A. dei murales
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Derry, una placca commemorativa come mezzo di perpetrazione della memoria dei tragici eventi del Bloody Sunday. Autore della fotografia: Nicola Guerra 122
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Derry, la vita scorre più serena in questo momento di relativa tregua nel Bogside a Derry. Autore della fotografia: Nicola Guerra L’I.R.A. dei murales
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Belfast, il murales cattolico “You Are Now Entering Free Derry” con la sua notorietà influenza anche un murales realizzato dalle milizie filo britanniche. Autore della fotografia: Nicola Guerra
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10 - Abstract
The study focuses on the republican murals painted on the walls of two cities, Belfast and Derry, in May 2009. The idea for the study was born during a trip to Northern Ireland during which I had the opportunity to observe the murals and to talk with some of the authors and with persons who had actually experienced the events represented in the murals. The nationalist murals have been studied by the author under different perspectives: language, iconography, political symbolism and social environment. Murals are, for sure, the community’s reaction to the British political and violent domination on Northern Ireland and they become instruments of rebellion representing a collective request for freedom and independence. But they also represent a more complex phenomenon as they embody values and perspectives of the entire nationalist community in Northern Ireland. The study analyses the murals both as single artworks and as a collective phenomenon. A strong focus is given at all the political and social themes represented in the murals and at the different linguistic and iconographic styles of communication as well as how different themes and styles combine. The nationalist murals are also examined under an artistic perspective with a special focus on the figure of the “artista armato”, the artist as a warrior that uses art as an instrument for communicating higher, collective (moral, social, religious, political) values. This perspective brings the author to draw and analyse a parallel between the phenomenon of nationalist murals and Futurist art: a comparison based on the themes represented in the artworks, on the placing of the art pieces and on the social role of the artists. If words, pictures and colours used in the nationalist murals become, as analysed in the study, the voice of the Catholic community in Northern Ireland, a voice not so often listened in the EU, it becomes crucial to understand what the artists want to communicate, why and how. This study aims also to open up to a new research perspective based on a multidisciplinary approach through the integrated use of semiotics and semantics in ethnography in order to offer a more complete and holistic interpretation of the phenomenon of the Northern Irish republican murals.
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Abstract - Italiano Lo studio prende in esame i murales repubblicani nordirlandesi presenti sulle mura di Belfast e Derry al maggio 2009. L’idea di realizzare questo studio nasce da un viaggio in Irlanda del Nord durante il quale l’autore ha avuto l’opportunità di osservare i murales e di incontrare alcuni degli artisti che li hanno realizzati ed alcune persone che vissero gli eventi rappresentati nei murales stessi. I murales nazionalisti sono studiati dall’autore sotto differenti prospettive: il linguaggio, l’iconografia, il simbolismo politico e il contesto sociale nel quale essi si inseriscono. I murales rappresentano certamente la reazione della comunità cattolica nordirlandese alla dominazione politica e alla violenza britannica sull’Irlanda del Nord e divengono strumenti di ribellione e di richiesta collettiva di libertà e indipendenza. Ma rappresentano anche un fenomeno più complesso, incarnando i valori e le prospettive dell’intera comunità nazionalista nordirlandese. Lo studio analizza i murales sia come singole espressioni d’arte sia come fenomeno collettivo. Un ampio spazio viene dato all’analisi dei temi sociali e politici rappresentati nei murales, ai differenti stili linguistici ed iconografici adottati e a come questi differenti stili si integrano. I murales nazionalisti sono studiati anche sotto la prospettiva artistica, con particolare attenzione al fenomeno dell’artista armato, l’artista visto come guerriero che fa dell’arte uno strumento per comunicare valori collettivi ed elevati: morali, sociali, religiosi e politici. Questa prospettiva d’analisi porta l’autore a disegnare e analizzare un parallelo tra il fenomeno dei murales nazionalisti e l’arte futurista: un confronto fondato sui temi rappresentati nelle opere, sulla collocazione pubblica dell’opera e sul ruolo sociale dell’artista. Se le parole, le immagini e i colori usati nei murales nazionalisti divengono, come analizzato nello studio, la voce della comunità cattolica nell’Irlanda del Nord, una voce spesso inascoltata in Europa, diviene cruciale comprendere cosa gli artisti vogliono comunicare, perché e come lo fanno. Lo scopo di questo studio è, inoltre, quello di avviare una nuova prospettiva di ricerca basata su un approccio multidisciplinare fondato sull’uso integrato della semiotica e semantica in etnografia; in modo da offrire così una interpretazione più completa e olistica del fenomeno dei murales repubblicani nordirlandesi.
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11 - Bibliografia - Filmografia
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Filmati disponibili su Internet (selezione) Bernadette Devlin “ A very simple demand “ - http://www.youtube.com/watch? v=49UdPlY02ew&feature=related Bernadette Devlin Army RUC patrols - http://www.youtube.com/watch?v=wrlY OFTZNcU&feature=related Bernadette Devlin attacked while canvassing - http://www.youtube.com/ watch?v=TajY_Tzem4c&feature=related Bloody Sunday ~ The Story ~ Part 1 - http://www.youtube.com/ watch?v=Osgyf6hia_U&feature=related Bloody Sunday ~ The Story ~ Part 2 – http://www.youtube.com/ watch?v=MQsr1buOCbc Bobby Sands-Corsican tribute - http://www.youtube.com/watch?v=dA7XIimrMo&feature=related Bobby Sands Funeral - http://www.youtube.com/watch?v=395QgYExbmY Bogside Artists of Derry - http://www.youtube.com/watch?v=ur0rd7nStfc Bogside, Derry. ‘Peoples Gallery’ wall murals - http://www.youtube.com/watch? v=PU8zvKbR7f4&feature=related CIRA Armagh Brigade - http://www.youtube.com/watch?v=BnpuUYdvBSw&f eature=related Derry 32CSM The Fight goes on. - http://www.youtube.com/watch?v=JmG3Bp GPpFE&feature=related HBLOCKS1976-81 - http://www.youtube.com/watch?v=F4QDHYW7DP8&f eature=related L’I.R.A. dei murales
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In 2
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Struggle
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Shebeen - Back Home in Derry(BEST VERSION) - http://www.youtube.com/ watch?v=S6tWxUJDHNs&feature=related sunday, bloody sunday watch?v=nh7OfW0ta-o
(with
pictures)
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The Funeral of Patsy O’Hara - http://www.youtube.com/watch?v=B_nSzGCliC s&feature=related The International Reaction to the Death of Bobby Sands MP - http://www.youtube.com/watch?v=5DO71o2LrjY&feature=fvsr The Real and Continuity IRA - http://www.youtube.com/watch?v=pCoASs8oO 1g&feature=related
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COLLANA VISIONI 1-Controrisorgimento. Il movimento filoestense apuano e lunigianese. Di Nicola Guerra 2-Fiume Dannunziana: tra irredentismo e fantasia. Di Domenico Rosa
COLLANA SECOLO BREVE 1-Beppe Niccolai. Il missino e l’eretico. Di Alessandro Amorese
COLLANA POLITICA 1- Patrioti 5 anni di Identità e Libertà AA. VV.
COLLANA CAMPO MINATO 1- La Provincia del silenzio Inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in terra apuana. Di Pier Paolo Santi
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